Un amore come musica

di unamorecomemusica
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Come al solito... ***
Capitolo 2: *** 2. Docce ambigue ***



Capitolo 1
*** 1. Come al solito... ***


Un amore come musica
 
 
 
  1. Come al solito…
 
 
Come al solito quel rompiscatole di Jace, mio coinquilino da cinque anni, si chiuse in bagno e decise di non uscirne più. Ed io, sempre come al solito, stavo trattenendo la pipì troppo a lungo.
 
“Jace! Uscirai mai da questo fottuto bagno, o passerai il resto della tua vita lì dentro?!” urlai esasperata per l’ennesima volta.
 
“Per la perfezione ci vuole tempo, tesoro” disse con calma, affacciandosi dalla porta del bagno per qualche secondo sorridendo furbamente, per poi chiudersela alle spalle con un leggero schiocco di dita.
 
Come al solito, mi rassegnai al fatto di avere un coinquilino maledettamente perfezionista e decisi di andare a fare colazione, aspettando di poter usare il bagno. Mi diressi verso il frigo, pigramente, presi del latte e, con aria ancora (molto) assonnata, notai che sul bancone c’erano delle ciambelle.
Versai il latte in una tazza, senza riscaldarlo, e, dopo essermi stiracchiata ben bene, presi una ciambella e cominciai a gustarla. Cavolo, era davvero squisita! Devo ammetterlo, Jace ha ottimi gusti quando si tratta di cucina. O di moda. O di qualsiasi altra cosa. Ma rimane il coinquilino più maledettamente perfezionista del mondo, non si discute.
Proprio mentre avevo preso l’intera ciambella in bocca, entrò Jace che, appena mi vide, fece una faccia quasi disgustata. Non lo biasimo, il mio aspetto non sarà certo uno dei migliori in questo momento. Voglio dire…non è che capelli spettinati, occhiaie e un’intera ciambella in bocca siano il massimo della bellezza. Ma , ehi, sono ancora le sette di mattina!
 
“Amore mio, sei disgustosa in questo momento” disse avvicinandosi al frigo, prendendo uno dei suoi speciali succhi di frutta dietetici.
 
“Tesoro” cercai di ingoiare quel poco di ciambella che mi era rimasta in bocca “chiudi quella boccaccia. Sono le sette del mattino, ho tutto il diritto di avere questo aspetto orribile, quindi…taci!” conclusi addentando un’ultima ciambella. Mmh…glassa rosa e confetti.
Alzò gli occhi al cielo, per poi uscire di casa. Sicuramente starà andando al lavoro.
 
“Amore, vado al lavoro, ci sentiamo per telefono. Baci, baci” bingo, lavoro.
 
Jace faceva il commesso in un negozio. Negozio per modo di dire. Era più grande del nostro appartamento, e parlo solo del reparto accessori e borse. Si parlo del centro vendita Chanel più grande di New York.
Sbuffando, mi alzai velocemente dalla sedia e mi diressi in bagno, avevo una certa fretta di…uhm…urinare. Una volta finito, mi diressi in camera mia e notai con grosso sollievo che Jace aveva scelto per me l’outfit della giornata. L’avrei ringraziato più tardi.
 
L’outfit consisteva in un maglione parecchio pesante a fantasia, dei leggins neri e degli stivaletti con un risvolto particolare. Tutto in stile Hayley; ma faceva troppo freddo, quindi decisi di aggiungere una morbida sciarpa per completare il tutto.
 
Un’ora dopo, ero pronta per affrontare il gelido inverno newyorkese. Presi le chiavi, il cellulare e qualche pacchetto di fazzolettini, non si sa mai.
Come al solito, arrivai al Paraworld alle 09:00 in punto. Il Paraworld è il mio negozio di dischi, vinili e musica. Sicuramente non era un centro vendita Chanel, ma era caldo, accogliente e trasmetteva molta tranquillità. Vendo dischi d tutti i generi: dalla musica classica, al metal; dal pop al rock; dalla musica italiana al kpop. Di tutto insomma!
Cominciai a sistemare il negozio, in attesa dei primi clienti della giornata e in attesa di Avril, la mia assistente nonché migliore amica dalla scuola materna. In pratica, era una vita che me la portavo dietro.
Come al solito i primi clienti arrivarono verso le 09:30 e lei, come al solito, arrivò alle 10:00.
 
“Scusa Ley, l’autobus a ritardato di un’ora oggi” si scusò in fretta.
 
“Avril, tu non prendi l’autobus” risi scuotendo la testa, mentre mettevo in ordine i vari cd della categoria kpop. Caspita, per ora andava molto di moda questo genere!
 
“Oh, ah. Giusto” rise nervosamente “uhm…vado a sistemare qualcosa” corse nello studio, uscendone poco dopo con estrema calma.
 
Risi per i suoi modi di fare. Ormai era un’abitudine tutto questo: i suoi ritardi, le sue risatine, i suoi comportamenti, i primi clienti alle 09:30, Jace chiuso in bagno ore e ore, gli outfit che mi lasciava sul letto. Dopo un po’ diventava un po’ stancante la solita routine.
 
Sospirai, prima che una signora paffutella mi chiedesse dove poteva trovare lo scaffale dedicato a Whitney Hudson.
 
“Da questa parte, mi segua” le sorrisi, per poi alzare gli occhi al cielo quando, come al solito, sentì l’ennesima porta che si apriva. 







 
HEYAH! 

Salve a tutte/i! 
Questa è la mia nuova ff, spero che vi piaccia. 
E' una storia molto importante per me, se vi piace ((anche un pochiiiiiino pochissimo)) commentatela, vi preeeeeeeeeeego! Sarebbe fantastico sapere cosa ne pensate. 
Fatem sapere se vi piace o meno, se la seguireste o meno, cosa vorreste trovare o meno. 
Insomma, avete capito lol. 
O cappa, detto questo: vi lascio col FA VO LO SO outfit che il nostro piccolo ((e perfezionista, dh!))
Jace ha lasciato a quella pigrona di Hayley, e con le nostre prime protagoniste.
Hayley Williams ed Avril Lavigne! 

**applausi e urla in sottofondo** 
Yeah. Ok. Serietà adesso. 
Vi lascio, ciaeee! 

 
Ley ed Avril 




Outfit FA VO LO SIH, yes @_@ 

 

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Capitolo 2
*** 2. Docce ambigue ***


 
  • Docce ambigue  
 
“Grazie mille signorina” mi sorrise amorevolmente la signora, cominciando a sfogliare i vari vinili della Hudson.
 
“Si figuri”
 
Nemmeno il tempo di girarmi per tornare alla cassa, che un altro cliente mi chiamò
 
“Scusi, avrei bisogno d’aiuto” sorrisi girandomi verso di lui. E che lui! Mi ritrovo davanti un ragazzo che avrà all’incirca venticinque anni, dai capelli castani e gli occhi: wow. Che occhi. Gli occhi a mandorla più belli che avessi mai visto. Ed ora stavano guardando me. Ehi, perché stavano guardando me? Ah, già. E’ un cliente. Ed io sono la commessa. SVEGLIA HAYLEY!
 
“Uhm…si sente bene?” vidi che stava trattenendo una risata.
 
“Oh, chi? Io? Ah, si. Io” risi nervosamente, ricomponendomi. Calma Hayley, non è la prima volta che vedi un cinese, o giapponese, o coreano, così bello. O forse si… “Mi dica” sorrisi, ancora una volta, scacciando quegli inutili, e stupidi, pensieri.
 
“Non riesco a trovare il nuovo cd degli EXO. Ho cercato nel loro scaffale, ma non l’ho trovato” concluse alzando le spalle, sorridendo. Cavolo, che sorriso stupendo.
 
“Il nuovo cd? Oh, avevo intenzione di sistemarlo negli scaffali domani. Ma se vuole posso andare a prendergliene una copia”
 
“Sarebbe fantastico, grazie mille. Sa, è per mio nipote, non vede l’ora di ascoltarlo” rise appena mettendosi le mani in tasca
 
“Immagino. Vado e torno”
 
Una volta entrata nel deposito, mi appoggiai al muro guardando il vuoto davanti a me. Che stavo facendo? Era solo un cliente, come quelli di tutti i giorni. Certo, è un cliente estremamente bello, ma non è questo il punto.
 
“Sono un’idiota” sussurrai a me stessa. 
 
Uscì poco dopo col cd in mano, e guardando la copertina notai che i membri di questo gruppo sono ben dodici! Non ci avevo mai fatto tanto caso, ma dodici…non è una boy band. E’ un coro della chiesa!
 
“Eccolo qui” urlai al cliente dirigendomi verso la cassa “Allora…ti serve altro?”
 
“No, grazie” sorrise tirando fuori una banconota da venti dollari.
 
“Non sei di qui, giusto?” alzai lo sguardo verso di lui, continuando l’operazione di pagamento. Lo vidi sorridere scuotendo la testa.
 
“No, mi hai beccato” rise alzando le mani “sono coreano. Piacere Andreea” mi porse la mano, che strinsi quasi subito.
 
“Piacere mio, io sono Hayley.”
 
“E’ tuo il negozio?”
 
“Si, tutto e solo mio” risi, e lui con me. Dio, che risata stupenda.
 
“Gran bella idea. Sei un’appassiona di musica, mh?”
 
“Sono praticamente cresciuta con la musica. So suonare il piano e la chitarra e amo cantare. Ballare un po’ meno,  ma lo faccio comunque!”
 
“Io amo ballare, se ti va qualche giorno posso insegnarti qualcosa” mi porse la banconota ridendo.
 
“Ci sto, ma cominciamo con qualcosa di leggero” presi la banconota dalle sue mani, mettendola dentro la cassa, per poi dargli il sacchetto col nuovo cd dentro.
 
“Allora si balla!” urlò uscendo dal negozio, attirando l’attenzione dei clienti e di alcuni passanti. Io, personalmente, non potei fare a meno di ridere e pensare a quanto fosse carino quel ragazzo.
 
Alle 18:30 chiusi il negozio, e mi diressi verso casa immergendo il naso nella mia calda sciarpa. Cavolo se faceva freddo!
Una volta arrivata a casa, decisi di fare una doccia calda. Fortunatamente Jace non era a casa. Avrei potuto occupare il bagno senza problemi. Una doccia calda ci voleva proprio, ero ancora parecchio infreddolita quando entrai nel box. L’acqua calda è la cosa più rilassante di questo mondo. Chiusi gli occhi, concentrandomi sul rumore dell’acqua che batteva contro il piatto doccia. Concentrandomi anche su due occhi che mi guardano, due occhi a mandorla. Si stanno avvicinando. Sono di fronte a me. E ora c’è lui davanti a me. Quegli occhi, quel sorriso, quelle labbra. Si stava avvicinando troppo ed la mia schiena era già troppo pressata al muro. Se mi fossi spinta oltre, mi sarei ritrovata a Diagon Alley. E questa era l’ultima cosa che volevo, da babbana quale sono. Ma quegli occhi non volevano andar via e io, comunque, non volevo lasciarli andare. Le sue morbide e sottili labbra si stavano avvicinando alle mie, per poi deviare verso il mio orecchio. Sussurrò qualcosa tipo ‘attenta al freddo’. Attenta al freddo? Ma che…
 
“JACE! CHE CAZZO FAI” mi risvegliai da quel mio stato di trance, sentendo un getto d’acqua congelata su di me, affacciandomi dalla tendina della doccia.
 
“Mi sto semplicemente lavando le mani” mi guardò stranito e allo stesso tempo divertito. Puttanella da quattro soldi.
 
Decisi di darmi un’ultima sciacquata ed uscire.
Perché avevo visto Andreea nella doccia con me? Ma soprattutto, perché mi piaceva stare con lui? Anche se nella mia testa, ma va beh…
 
“Idiota!” dissi al mio riflesso nello specchio “l’hai visto solo una volta. Smettila di fare la cretina e riprenditi” da persona normale quale sono, mi auto-schiaffeggiai per farmi riprendere. Ma, involontariamente, mi feci un male cane.
 Ancora dolorante, uscì dal bagno, andai in camera e mi vestì del mio pigiamone rosa coi coniglietti. Si, il massimo della trasgressione.
 
“Jace, confermi che sono una cretina?” lo guardai prendere dal frigo qualcosa tipo insalata e pomodori.
 
“Oh, tesoro, cretina è un complimento. Direi anche molto stupida e cogliona”
 
“Maledette docce ambigue” sospirai, addentando una fetta di pizza.   






 
HEYLA'!
Ecco il secondo capitolo
Qui entra in scena Andreea. Il coreano carino e coccoloso, gnaw 
Ed ora che abbiamo tutti i personaggi principali ""sotto gli occhi"" possiamo svelarli 
TODOSSSSSSSSSSSS
commentate la storia pls, vi prego. E' molto importante per me
ci tengo a questa storia

GRAZIE MILLE SE LO FARETE, vi amo c: 





eccoli qui i nostri cucciolini, aw .

 

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