3 Pezzi Grossi Sotto Un Tetto

di Mezzosangue_Tributo_Mago
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un anno FANTASTICO ***
Capitolo 2: *** Al completo ***
Capitolo 3: *** Biscotti blu e pizza bruciata ***
Capitolo 4: *** Dolce vendetta ***
Capitolo 5: *** Spesa ***
Capitolo 6: *** Il primo giorno di scuola (parte 1) ***
Capitolo 7: *** Il primo giorno di scuola (parte2) ***
Capitolo 8: *** Fine giornata(alleluia) ***
Capitolo 9: *** Davvero ***
Capitolo 10: *** Novità ***
Capitolo 11: *** Litigi ***
Capitolo 12: *** Un pomeriggio ESPLOSIVO ***
Capitolo 13: *** Rissa ***



Capitolo 1
*** Un anno FANTASTICO ***


È LA MIA PRIMA FAN FICTION QUINDI SIATE BUONI!!!
BUONA LETTURA
 
Capitolo 1: Un anno FANTASTICO

Percy Jackson si sentiva il neo-diciottenne più felice di New York:
si era appena trasferito nella sua nuova casa dei sogni (una abitazione su due piani con le mura celesti e provvista di un giardino con piscina, che però gli era costata varie estati da bagnino e un cospicuo prestito da sua madre Sally e dal suo padrino Paul) per frequentare l'anno scolastico che sarebbe iniziato la settimana dopo al Half-Blood college. 
Si stava godendo la tv megaschermo mentre sgranocchiava i popcorn sulla poltrona reclinabile in pelle e pensava che "Si, sarà proprio un anno FANTASTICO!"
Con una casa  tutta per se e la possibilità di fare quello che voleva, cosa poteva desiderare di più?!
Non aveva ancora finito di formulare il pensiero che il telefono squilló: DRIN...DRIN...
"Come non detto..." sospiró

-Pronto?-

-Hey Perce!-

-Talia! Come va? È da un po' che non ci sentiamo...-

- Non sono mai stata meglio cuginetto: sono appena stata assunta dalla Artemide's Airlines come hostess!-

- La compagnia aerea gemellata con la Apollo's Airlines? È stupendo Tals!-

-Esatto, proprio quella! Però ho un problema...-

-Cosa c'è? Dimmi tutto-

-Ecco, con il lavoro non posso portare Jason alla sua nuova scuola, la Jupiter Hig School, che è vicina a casa tua...-

- E quindi tu vorresti che Jason venisse a stare da me per un po' ? Senti Tals non so se...-

-Grazie Perce sapevo che avresti capito, ti adoro! Ti porterò mio fratello nel pomeriggio. A dopo, e grazie ancora!-

TUU...TUUU...TUU

-Di niente- brontoló Percy mettendo giù il telefono.

Il sui sogni iniziavano già a scomparire, avrebbe dovuto occuparsi di suo cugino, e sebbene Jason fosse un tipo a posto, l'ultima cosa che voleva in quel momento era un coinquilino.
Si gettò sul divano deciso a godersi le sue ultime ore da lupo solitario e padrone indiscusso della casa, quando suonó il campanello: DLIN...DLON
"Ma allora è proprio un vizio!" pensó il ragazzo mentre andava ad aprire la porta, seccato.
Due uomini in giacca e cravatta entrarono in casa sua trascinandosi dietro un ragazzino pallido e magrolino, sui 14 anni.

-Per le mutande tigrate di Dionisio! Ma che diavolo...!?-esclamò Percy

-Moderi il linguaggio giovanotto! Piuttosto lei è Percy Jackson?-disse TizioInSmoking1 storcendo il naso 

-Si sono io, perché ?-

-Finalmente l'abbiamo trovata! Lei è il parente maggiorenne più prossimo, nonché cugino, di questo ragazzo, Nico di Angelo.- rispose TizioInSmoking2 indicando il ragazzino al suo fianco

- Che cosa? Ma come è possibile!?-
Urlò Percy

-Suo padre Ade Olympus è fratello di  Poseidone e Zeus Olympus. Lei è figlio di Poseidone, vero Jackson?-
Disse ancora TizioInSmoking2

-Si ma...-

-Dopo l'incidente che a coinvolto i tre fratelli Olympus- Percy si rabbuiò-il signorino di Angelo era rimasto da solo con sua sorella, ma dopo il suo recente decesso, 2 anni fa-Nico sussultò a sua volta-,il ragazzo è stato preso in consegna dall'orfanotrofio Lotus, di cui noi siamo i responsabili- lo interruppe  TizioInSmoking1

-Purtroppo Nico a cercato di fuggire 5 volte, perciò abbiamo dovuto svolgere una ricerca per trovare qualche parente a cui affidarlo e siamo giunti a lei...-concluse l'altro 

Adesso che ci pensava Percy si ricordava di un cugino più piccolo, oltre a Jason, con cui si vedeva, quando era un bimbo e suo padre e era ancora...

-E Talia? Anche lei dovrebbe essere sua parente, in più è anche più grande di me...- disse Percy interrompendo il flusso dei suoi pensieri

-Abbiamo considerato Talia Grace non idonea all'affidamento essendo già responsabile del fratello Jason Grace-
Rispose TizioInSmoking1

-M-ma quindi...-balbettò Percy 

-Quindi se accetta diventa tutore di Nico di Angelo, altrimenti lo riportiamo in orfanotrofio e aspettiamo che una famiglia lo adotti-tagliò corto TizioInSmoking2,  mentre lanciava a Nico un'occhiata poco convinta

Percy si concentrò sul ragazzo: era pallido, con i capelli neri come la pece che li cadevano sugli occhi tristi e spenti, anch'essi scuri come la notte. Era molto magro, denutrito quasi, di statura media. Portava dei jeans scuri strappati, All Star grigie logore, e un giubbotto da aviatore in pelle, sopra ad una maglia nera con un teschio.Sulle spalle aveva uno zainetto bianco che probabilmente conteneva tutto i suoi averi.

-E tu cosa ne pensi? Ti piacerebbe vivere qui?- chiese rivolto a Nico

-Tutto piuttosto che tornare li dentro- sussurrò il ragazzo con voce roca, attirandosi le occhiatacce dei due tizi

Percy lo guardò con comprensione, prima di esclamare:-Ok, cosa devo firmare?-  e intanto pensava "Addio al mio anno perfetto!"





 

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Capitolo 2
*** Al completo ***


HO CERCATO DI AGGIORNARE IL PRIMA POSSIBILE E PER QUESTO FORSE IL CAPITOLO NON È VENUTO UN GRANCHÉ
SPERO VI PIACCIA
BUONA LETTURA 


Capitolo 2:Al completo

-Allora Nico vediamo un po'dove ti posso mettere...-disse Percy pensieroso
Nico lo osservò: era alto, con il fisico da nuotatore fasciato da dei jeans blu e da una maglia azzurra, ai piedi aveva delle nike bianche. Aveva degli occhi verde smeraldo e i capelli scuri che non volevano proprio stare al loro posto, "Beh io devo state zitto"pensò Nico, passandosi una mano fra i capelli scompigliati.

-Allora ti piace questa stanza ?-gli chiese Percy, riportandolo alla realtà 

-Con qualche modifica sarà perfetta Perseus-rispose

-Ma c-come fai a...?-squittì Percy, mentre le sue guance diventavano rosse

-Calma per lo Stige, ho solo visto la firma che hai usato sui documenti-ridacchiò Nico

-Non ti sfugge proprio niente, eh?-commentò Percy

Nico posò di nuovo il suo sguardo sulla camera: era una semplice camera bianca, con un letto, una libreria, una scrivania, una tv attaccata al muro e un armadio nero. "Presto qui tutto diventerà nero"pensò sorridendo 

-Per fortuna che ho tre camere da letto, altrimenti non saprei dove avrei messo Jason-esclamò Percy

-Chi è Jason?-

-L'altro nostro cugino, anche lui verrà a vivere qua-

Nico era parecchio confuso, aveva appena scoperto di avere due cugini e si era appena trasferito in casa di uno dei due senza conoscerlo minimamente: cose che capitano tutti i giorni a qualsiasi quattordicenne...

-Ho bisogno di riposarmi. Posso...?-disse indicando il letto con il mento

-Ma certo, sarai stanco, dormi pure-rispose Percy, per poi fargli un un cenno di saluto e andarsene di sotto

Nico osservò il suo nuovo cugino andarsene. Quel tipo esprimeva cordialità e sicurezza, ma lui sapeva di non potersi affezionare o fidare di nessuno, ogni volta che lo aveva fatto non era finita bene...
Chiuse la porta della camera, si tolse la maglia e si buttò sul letto.
Appena la testa toccò il cuscino, il turbine di emozioni che lo attanagliava svanì, "Porco Cerbero, quanto è comodo!"pensò, prima di addormentarsi.

                      ~~~~~~~~~

Jason Grace si guardò nello specchietto della macchina: gli occhi celesti erano spenti e la cicatrice a mezzaluna era increspata dalla smorfia annoiata della bocca. Si stiracchiò nella sua tuta da basket dei Lakers e si passò la mano fra i capelli biondi corti sospirando, perché doveva andare da suo cugino? Era ovvio che essendosi appena trasferito non voleva nessun intruso nella sua nuova casa... e neanche lui vedeva l'ora di trasferirsi. Non aveva niente contro Percy ma non li andava proprio giù l'idea di doversene andare dal proprio quartiere, dalla propria scuola e abbandonare gli amici solo per QUELLA cosa...
"Hey amico quando qualcosa ti va male sorridi..."gli aveva detto il suo amico Dakota, e sembrerebbe anche una cosa intelligente se non fosse stata detta da un alcolizzato cronico che poi aveva subito aggiunto "...e poi fatti una birra!"

-Jason siamo arrivati!-disse Talia mentre entravano in un vialetto  

Jason fischiò:-Fulmini! Percy si tratta bene!-

Scese dalla macchina di sua sorella tirandosi dietro la valigia.

-Allora fratellino fa il bravo-gli disse Talia mentre suonavano il campanello

-Certo, Tals e tu non ficcarti nei guai come al solito-

-Io non mi...!-

Furono interrotti da uno smagliante Percy Jackson appena uscito dalla porta:

-Eccovi qui finalmente!-

-Grazie ancora Percy non so come farei senza di te!-gli sorrise Talia

-Lo so sono fantastico, ma comunque ho già un altro ospite quindi nessun disturbo!-

-Cosa intendi dire?-chiese Jason incuriosito 

-Scusate ma sono di fretta: sono già in ritardo al primo giorno! Devo andare. Ciao Percy e ciao fratellino-disse Talia scoccando un bacio sulla guancia di Jason, e scappando sulla macchina lasciando i due cugini sulla porta della casa stupiti e immobili come due statue di medusa.

-Bene, ora siamo al completo!-si riprese Percy

-Mi devi spiegare chi è l'altro ospite- 
disse Jason entrando

-Sono io- disse una voce assonnata

Jason si voltò e vide un ragazzino magro e pallido che scendeva le scale, i capelli neri che sembravano avessero appena perso un incontro di boxe con il pettine, gli occhi color ossidiana che lo stavano scrutando e non portava la maglietta. Si potevano vedere le costole e parecchi lividi e cicatrici, ma anche i muscoli marcati su braccia, petto e pancia."Questo ragazzo deve averne passate molte"pensò Jason

-Nico lui è Jason nostro cugino. Jason lui è Nico: mi è appena stato affidato dall'orfanotrofio Lotus, è figlio di zio Ade ed è orfano, quindi siccome sono il membro più responsabile della famiglia sono diventato suo tutore-spiegò Percy

Jason studiò Nico, consapevole che lui stesse facendo lo stesso. Era rimasto sorpreso dalla rivelazione, ma non dispiaciuto: quel ragazzo li piaceva, sembrava uno che se la cavava da solo, ma allo stesso tempo  gli suscitava tenerezza.

-Benvenuto in famiglia!-sorrise Jason dando una pacca sulla spalla a Nico.

-Grazie-rispose lui-ma la prossima volta cerca di fare meno casino quando arrivi-per poi gettarsi sul divano e riprendere a dormire

"Forse alla fine non sarà poi così male vivere qui" pensò Jason
 

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Capitolo 3
*** Biscotti blu e pizza bruciata ***


ECCO IL NUOVO CAPITOLO BUONA LETTURA


Capitolo 3:Biscotti blu e pizza bruciata

-Nico non si è ancora ancora svegliato...ci dobbiamo preoccupare?- esclamò Jason la mattina dopo 

-Tranquillo è solo stanco, e poi hai visto in che condizioni era? Secondo me quelli dell'orfanotrofio lo affamavano e picchiavano- ribatté Percy 

-Lo so ma ha già saltato la cena... dovrà pur fare colazione altrimenti siamo noi che lo denaturiamo!-disse Jason versandosi il cappuccino nella tazzina 

Percy si rimise a cercare in cucina, gettando all'aria posate e cibo.
"Ma dove sono finiti, è tutta la mattina che cerco!" pensò

-Per tutte le folgori di Zeus!Amico sta più attento!- strillò Jason dopo aver schivato un coltello lanciato da Percy-Hey ma mi ascolti?- continuò dopo aver visto che l'altro continuavo a ignorarlo 

-Eh? Ah, si scusa Jason, ma è tutta la mattina che non trovo i biscotti-

-Tutto questo casino per dei biscotti?!-

-Non sono DEI biscotti, sono I biscotti: quelli blu fatti da mia mamma, i miei preferiti!- spiegò Percy, sbavando solo al pensiero 

-Ma allora sono quelli che ho mangiati io ieri sera: stavo per andare a letto quando ho visto sul tavolo della cucina una scatola azzurra con scritto "COOCKIES", ho pensato di mangiarne solo uno, ma non ho saputo resistere, era non FAVOLOSI, come un mix fra nettare degli dei e ambrosia!- disse Jason leccandosi le labbra 

-IO TI UCCIDO GRACE!!!!-esclamò Percy lanciandosigli addosso e brandendo un cucchiaio come arma

I due ragazzi rotolarono a terra graffiandosi e spintonandosi ( e anche cucchiaiandosi nel caso di Percy)

-Percy sono solo dei biscotti!- esclamò Jason cercando di strapparsi l'altro di dosso

-I MIEI BISCOTTI BLU! BRUTTO INGORDO DI UN CICLOPE!-ribattè l'altro infuriato 

-Insomma come facevo a sapere che...-

-BASTA!- esclamò una terza voce

I due ragazzi si fermarono, e si guardarono intorno: dalla finestra, una ragazza con un cappellino dei New York Yankees sopra i capelli biondi raccolti in una coda li stava guardando come se volesse fulminarli, e la minaccia sembrava più viva visto che aveva gli occhi grigi che sembravano due tempeste pronte a scatenare tutta la loro ira.
Tutta la rabbia di Percy scemò non appena la vide: "Per tutti i pegasi, è una visione da astinenza di biscotti blu! Sta calmo Percy, sta calmo!"

-Ma tu chi sei? Da dove sei spuntata? E soprattutto che ci fai alla nostra finestra?!- esclamò per poi pentirsene subito, "Complimenti idiota hai rovinato tutto!"si disse da solo

-Allora io sono Annabeth Chase, la vicina di casa. Stavo passando di qui e ho sentito delle urla e dei rumori strani quindi ho deciso di dare un'occhiata. Ho visto una Testa D'Alghe e un Superman Biondo che si picchiavano così li ho fermati prima che si scannassero...-rispose la bionda, con un sorriso furbo

- Io sono Percy Jackson.
Sbaglio o mi hai appena chiamato Testa D'Alghe, Sapientona?- disse Percy 

-E tu mi hai appena chiamato Sapientona, siamo pari Jackson-controbattè Annabeth sorridendo 

-Hey, forse volete continuare la vostra gara di soprannomi orrendi in casa...comunque io sono Jason Grace-si intromise Jason facendo segno alla vicina di entrare

-Allora, mi volete spiegare cos'è successo?- chiese Annabeth appena fu dentro 

-Niente di importante... ma lui se l'è presa troppo!-si difese Jason

-Niente di importante? Tu hai mangiato I MIEI BISCOTTI BLU! E non posso neanche ricomprarli: li fa solo mia madre...- strillò Percy, per poi assumere l'espressione da bimbo imbronciato

-Sei così buffo quando fai quella faccia!- rise Annabeth- Comunque, io sto andando in centro, se vuoi possiamo andare a prenderne degli altri biscotti insieme, se tua madre abita in centro e ne ha degli altri già pronti...-concluse

-Grazie mille! Si, mia mamma abita in centro, e non rimane MAI senza una scorta di biscotti blu! Andiamo subito! Jason occupati della casa e di Nico quando si sveglia!-si illuminò Percy, poi corse fuori dalla porta trascinandosi fuori una divertita Annabeth

Percy era euforico: avrebbe passato una mattinata mangiando biscotti blu con una fantastica ragazza. Cosa poteva andare storto?

                      ~~~~~~~~~

Nico si era appena svegliato nel suo nuovo letto."Strano, pensavo di essermi addormentato sul divano"pensò, poi capì che probabilmente Percy lo aveva portato di sopra, un gesto gentile da parte sua.
Si vestì velocemente con un'altra maglia nera e i soliti jeans scuri, senza neanche provare a domare i suoi i capelli.
Mentre scendeva le scale la pancia emise un brontolio degno di Cerbero, "Ci credo, ho dormito da ieri pomeriggio a adesso, ho saltato cena e colazione!" 

-Hey Nico, buongiorno!- lo salutò Jason non appena lo vide-Percy è appena scappato via con la vicina-

-Ah ok. Cosa c'è per colazione?-

-Mi dispiace ma l'orario della colazione è passato da un po'. Se vuoi possiamo ordinare una pizza...-

-ORDINARE una pizza?! Mia madre era italiana, sarebbe un insulto alle mie origini!-esclamò Nico risentito

-Ok, ok masterchef allora perché non la cucini tu?- chiese Jason sorridendo 

-Non aspettavo altro!- rispose il ragazzo dirigendosi in cucina, mentre pensava:"Ma che cavolo sto dicendo!? La ricetta la so, ma non l'ho mai cucinata senza Bianca che mi diceva come fare!"

-Allora!?- lo richiamò il cugino

-Allora per prima cosa, apprendista Jason, procurami della farina 00, del lievito madre, della mozzarella di bufala e una passata di pomodoro italiano!-

-Abbiamo della farina di kamut, del lievito che scade domani, della mozzarella light (Percy ci tiene ala sua linea), e la "Conserva di pomodoro di Nonna Demetra". Va bene lo stesso?

-Ci arrangeremo- sospirò Nico

"In che guaio mi sono andato a cacciare? Non voglio digiunare..."continuava a ripetersi

Alla fine la pizza era venuta bene e Nico era orgoglioso di essere riuscito a tenere alto l'onore della propria famiglia.
Adesso dovevano solo metterla in forno, ma nessuno dei due sapeva come si usava.

-Tranquillo ci penso io! Basta soltanto mettere dentro la pizza e regolare la temperatura- disse Jason girando una manopola- e il tempo di cottura- concluse premendo un bottone 
Il forno si accese davvero ma Jason in realtà non aveva la più pallida idea di cosa avesse appena fatto.
Nico guardò sospettoso il forno e poi Jason, ma poi si rassegnò pensando"Ma si dai, tanto che può succedere?"
Qualche secondo dopo era impegnato a cercare di spegnere una pizza che stava andando a fuoco.

-"Ci pensò io!"avevi detto, si a far fuoco alla casa!- disse Nico rivolto a Jason

-Ok lo ammetto amico, non sapevo affatto come funzionasse...- confesso Jason

-Ma va?! Non me ne ero accorto!-

-Senti mi dispiace, vuoi una fetta di pizza incenerita?- 

                      ~~~~~~~~~

Percy era sul vialetto di casa, con ancora in mente gli occhi grigi e i capelli biondi di Annabeth, quando al suo naso arrivò il forte odore di bruciato. Non ci volle molto a capire che proveniva dalla sua cucina.
"Aiuto! La mia nuova casa va a fuoco!"pensava mentre si precipitava dentro

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Capitolo 4
*** Dolce vendetta ***



ULTIMO CAPITOLO PRIMA DEL WEEK-END,  DURANTE IL QUALE NON POSSO PUBBLICARE
SCUSATE L'ORARIO 
BUONA LETTURA


Capitolo 4: Dolce vendetta

Quando Percy entrò in casa gridando come un matto - Datemi un estintore, un camion dei pompieri, un'onda anomala!-, e poi li vide, Jason e Nico, mentre mangiavano della pizza carbonizzata come se niente fosse, mentre dietro di loro il forno eruttava una nuvola di fumo, che neanche l'Etna avrebbe saputo fare di meglio, e il ragazzo sbiancò, per poi assumere un colore molto simile alla "Conserva di pomodoro di Nonna Demetra" e infine svenne, beh, Jason si sentì un po' in colpa.
No, in realtà si sentiva uno schifo:
prima aveva mangiato i biscotti di Percy, poi aveva rovinato la pizza e quasi dato fuoco alla casa, ma le cose che lo frustavano di più e che aveva deluso Nico e complicato la vita a Percy. Voleva essere per il nuovo parente l'esempio da seguire, "Jason il fighissimo cugino", e non voleva nemmeno essere un peso per Percy, che si era trovato di punto in bianco due persone da mantenere. MISSIONE FALLITA in tutti e due i casi!

Lui e Nico si si precipitarono sul 
cugino steso sul grande tappeto blu, si guardarono e poi esclamarono all'unisono:-E adesso che facciamo?!-

Jason si guardò intorno per poi soffermare il suo sguardo sul tappeto e successivamente sui suoi calzini viola con dei piccoli fulmini raffigurati (un adolescente non può tenere al caldo i suoi piedi con delle comode calze di lana quando è in casa?!), e un'idea iniziò a farsi strada nella sua mente, proprio come il sorrisetto iniziò a stamparsi sulla sua faccia.
Strofinò il piede sul tappeto ripetutamente, sotto lo sguardo stranito di Nico.

-Il tuo cervello è appena sceso negli inferi, amico? Quand'è il funerale?-
esclamò proprio Nico

-Sta a vedere!-rispose Jason

Poi smise di strisciare il calzino per terra e con il dito toccò la spalla di Percy, mentre gridava il suo nome.
Il ragazzo fu attraversato dalla piccola scarica di elettricità statica, e di scatto si tirò su strillando:

-Annabeth! Biscotti Blu! Non voglio andare a scuola!-

Poi si guardò intorno imbarazzato, per vedere Nico e Jason che si rotolavano per terra dal ridere.
Dopo che si furono ripresi i due, spiegarono ad un Percy molto perplesso che cos'era successo.

-Lo sapevo che tu c'entravi qualcosa, MangiatoreDiBiscottiBlu...- disse Percy puntando il dito verso Jason 

-Jason ha finito i biscotti! Jason ha bruciato la pizza e QUASI la casa! Ma Percy non si ricorda che Jason lo ha risvegliato quando era svenuto!- ribatte l'accusato, risentito

-Hey Percy stava scherzando, e comunque è colpa di Jason se Percy è svenuto!-continuò il primo

-La smettete di parlare in terza persona?!- intervenne Nico

-Jason va a farsi un giro!-lo ignorò Jason, per poi alzarsi, correre di sopra a cambiarsi (quando un adolescente è arrabbiato non può preoccuparsi lo stesso del proprio stile?!), e, dopo essersi messo una canottiera viola, dei jeans corti, e delle scarpe da ginnastica nere e oro (e soprattutto dopo essersi tolto i calzini da casa), uscì dall'abitazione sbattendo la porta.

"Complimenti Grace non ne combini una giusta!"si rimproverava da solo mentre camminava, con le mani ficcate in tasca"Credi che scappare dai problemi serva a qualcosa?"
Ora che ci pensava era proprio quello aveva fatto quando aveva combinato quel casino, dopo che era successo era scappato: adesso aveva cambiato scuola, casa, quartiere...
Immerso com'era nei suoi pensieri, Jason non si accorse della persona che stava venendo verso di lui ad alta velocità, fino a quando non si scontrarono.
I due caddero sul marciapiede, uno sopra l'altro.
Jason senti una fitta attraversargli la schiena, ma quando aprì gli occhi quello che vide lo sconvolse ancora di più: sopra di lui, con le labbra così vicine alle sue che mancavano così pochi centimetri perché si incontrassero,  c'era Reyna.
La ragazza, appena si rese conto della situazione in cui si trovava, si tirò su, scostando i lunghi capelli scuri dal viso triste.

-Reyna non ci vediamo da...-cerco di dire il ragazzo ma la sua voce si affievolì, spegnendosi in un sussurro

-... da quando mi hai svergognata davanti a tutta la scuola, Jason Grace-concluse lei freddamente 

-Hai rovinato tutto tu, con le tue mani!- ringhiò Jason mentre iniziava a sentire un grosso nodo alla gola, e i ricordi venivano a galla:

~Non si erano accorti di niente, tanto erano presi a con foga baciarsi, la rappresentante d'Istituto Reyna Ramirez e il consigliere Ottaviano. Non si erano accorti nemmeno dei due occhi azzurri che li stavano osservando dal muro di confine del bagno di fianco. Due occhi pieni di rabbia e dolore: gli occhi di Jason Grace. Ripensò a tutte le volte che Reyna lo aveva baciato o gli aveva detto -ti amo-, "BUGIE, NIENT'ALTRO CHE BUGIE, TUTTO L'AMORE È UNA GIGANTESCA BUGIA!"pensò frustato. 
Chissà poi da quanto andava avanti... Reyna lo aveva mai amato realmente? O era stato fin dall'inizio tutta un'illusione? Non lo avrebbe mai scoperto...
Voleva rivelarsi, gridare loro che li aveva scoperti, la sua ragazza e il suo peggior nemico che si  baciavano nel lurido bagno della scuola. Ma no, dovevano soffrire di più , per il suo tradimento, Reyna, e quel verme di Ottaviano per avergli sottratto il suo amore e la sua dignità. "Dopotutto la vendetta è un piatto che va servito freddo..."pensò Jason mentre un sorriso sadico gli si dipinse in volto.
Il ragazzo prese il cellulare dalla tasca.

-Dakota, riesci a mandare un video su tutti gli schermi della scuola?- digitò velocemente, convinto che il suo iperattivo e schizzato amico non lo avrebbe deluso

-Crto Jas lo sai ke ho hackerato la rte dlla scuol O_o-rispose poco dopo Dakota 

-Bene ti mando il video-scrisse 

Jason poi iniziò a filmare i due, ancora intenti a baciarsi appassionatamente.
Quando (finalmente)finirono, Jason fermò il video e lo mandò a Dakota, dicendogli di mandarlo subito in onda su tutti gli schermi dell'edificio scolastico, già pregustandosi le facce che avrebbero fatto.
Quando i due amanti uscirono dai bagni si videro, mentre erano impegnati a scambiarsi effusioni, su tutti i televisori che incontrarono. 
Ottaviano scappò, lasciando Reyna da sola, tra le risate e gli insulti (tutti sapevano che la ragazza era fidanzata con Jason) di tutti gli studenti della scuola.
Fu a quel punto che Reyna si voltò e il suo sguardo si incontrò con quello di Jason Grace, che, tenendo in mano il cellulare, la fissava maliziosamente, godendosi la"Vendetta, dolce vendetta"~

A causa di questo Jason era stato espulso dalla scuola. Dakota se l'era cavata con una settimana di espulsione, perché lui si era addossato tutta la colpa.
E tutto perchè LEI lo aveva tradito, e LUI era stato così impulsivo da vendicarsi.
Jason la osservò girarsi e andarsene, Reyna Ramirez: la ragazza che aveva amato così tanto e che lo aveva fatto soffrire così tanto.








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Capitolo 5
*** Spesa ***


SCUSATE SE NON AGGIORNO DA UN SACCO MA TRA POCO HO IL RIENTRO A SCUOLA E QUINDI...
 BUONA LETTURA


Capitolo 5:Spesa

Nico stava galleggiando tranquillo nella piscina (adorava fare il morto), l'acqua fresca che solleticava la schiena, il sole che accarezzava il viso e il vento che scompigliava i capelli. Mancava poco e avrebbe raggiunto il nirvana, l'equilibrio interiore, la pace assoluta... e proprio in quel momento arrivò Jason, facendo sbattere il cancello e interrompendo così la sua ricerca della perfezione, e facendogli dare una testata contro il bordo della piscina.

-Ma che Ade...!?-esclamò il ragazzo, massaggiandosi la testa, e per poi interrompersi alla vista della faccia sconvolta del cugino.
Jason aveva gli occhi gonfi, le guance rigate dal pianto, i capelli biondo cenere tutti scompigliati, e le labbra che continuavano a cambiare espressione, mentre la lingua le inumidiva.

Nico colse subito la sua sofferenza : in orfanotrofio aveva visto tanto di quel dolore sui volti (compreso il suo, allo specchio), che ormai aveva imparato a leggerlo come l'inchiostro sulla carta. Identificò il male di Jason come un " sto-malissimo-e-ho-bisogno-di -consolo-ma-sono-troppo-orgoglioso-per-ammetterlo", un classico...

-Hey, tutto a posto?- chiese Nico

-Certo- rispose Jason girandosi
"Come volevasi dimostrare, non vuole parlarne- decretò il cugino

-Secondo me hai bisogno di rinfrescarti le idee!-

Nico saltò su dalla piscina per poi afferrare il colletto di Jason e tirarlo in acqua:SPLASH!

-Ma che diamine ti passa per la testa? Potevo avere il cellulare!- urlò Jason, mentre emergeva, con i vestiti zuppi, e sputacchiando acqua

-Ma tu non l'avevi, vero?- ridacchiò il più piccolo

- No ma... i miei soldi!- il più grande si lasciò sfuggire un urlo decisamente poco virile, mentre estraeva una banconota da 20 dollari, completamente fradicia, dalla tasca 

-Io ti uccido!-

-Prova a prendermi, allora!-

Nico saettò dall'altro della vasca con Jason che lo seguiva, a ruota. La gara continuò finché tutti e due non furono costretti a fermarsi, con il fiatone.
Nico era stanco ma pensava "Missione compiuta!", intanto che guardava il sorriso soddisfatto che ora il cugino aveva stampato in faccia, mentre erano  appesi al bordo della piscina. 

-Forse sarebbe meglio che tu andassi a metterti un costume vero!-commentò indicando i vestiti bagnati che Jason aveva ancora addosso

-Disse quello con il costume con i teschi!- ribatté l'altro, mentre usciva dalla piscina

Nico si arrampicò sul materassino, per lasciarsi cullare dall'acqua e prendere il sole (e ne aveva bisogno). 
Si erano un po' preoccupati lui è Percy, quando Jason era scappato, ma poi avevano pensato che quello di cui aveva bisogno era un po' di tempo per se stesso.
Però il ragazzino pensava, anzi era sicuro, che il motivo per cui il cugino era tornato così stravolto non era di certo la fuga, no, doveva essere successo qualcosa durante di essa, ma, anche se era curioso, non avrebbe investigato, "Non sono affari miei", decretò.

-Nico, niente bagno, Percy ha detto che dobbiamo andare a fare la spesa!-

Nico schiuse gli occhi per vedere Jason, che si era cambiato, con una maglia giallo evidenziatore, dei jeans corti e delle Nike bianche, che lo chiamava dalla porta.

-Arrivo- sbuffò 

Dopo essersi messo i soliti jeans scuri, una maglia grigia con scollo a V, e le All Star grigie.", scese di sotto, trovandosi ad aspettarlo, oltre ai due cugini, una biondina dagli occhi tempestosi.

-Lei è Annabeth Chase, la nostra vicina! Ci accompagna al supermercato...- esclamò Percy, e a Nico sembrò di vedere illuminarsi i suoi occhi mentre pronunciava il suo nome

                      ~~~~~~~~~

Percy stava guidando la sua cabriolet bianca, mentre sfrecciava per le vie della città.
Al suo fianco sedeva Annabeth, con i suoi capelli biondi che fluttuavano nel vento ( e che potevano essere una grande distrazione per un autista fresco di patente), mentre dietro c'erano Nico e Jason.

Cosa dobbiamo prendere?-domandò Nico, da dietro 

-Allora, naturalmente da mangiare, poi ci servono le cose per la scuola, e inoltre a te, Nico, servono dei vestiti-rispose Percy

-A proposito, non mi hai ancora detto a che scuola mi hai iscritto...- commentò il ragazzo 

-Alla mia stessa scuola, però alle superiori e non al college: io (e anche Annabeth) sono alla Half-Blood College e tu alla Half-Blood Hig School-

-È lo stesso edificio sia per il college sia per le superiori, che poi condivide con la Jupiter Hig School&College-li interruppe Annabeth 

-Cosa? Ma la Jupiter è la mia scuola! Non sapevo che saremmo stati nella stessa scuola...- esclamò Jason

- È una novità: siccome le due scuole erano rivali, i due presidi, Il signor D.(per la Half-Blood) e Terminus ( della Jupiter), hanno deciso di unirle. Gli alunni non stanno solamente nello stesso edificio, ma frequentano le stesse classi e corsi. Per riconoscere gli studenti bisogna indossare almeno un indumento della scuola-spiegò la ragazza 

-Siamo arrivati!- si intromise Percy

Dopo aver parcheggiato, si diressero verso l'entrata dell'Medea Supermarket.
Erano entrati da quasi mezzo secondo e già Jason spingeva un carrello della spesa a tutta velocità con dentro Nico, che lo incitava ad andare più forte.
Percy li guardò sconsolato per poi rincorrerli e fermarli.

-Jason, basta...-disse

-E che due folgori di Giove!-ribatté Jason 

-...non si fa così!- continuò Percy con un sorrisetto furbo, per poi spingere via il carrello, a velocità superiore a quella consentita a qualsiasi carrello della spesa contenente un quattordicenne.

"Mica sono io il cugino noioso!"pensò Percy, mentre saettava per il centro commerciale, schivando per pochi millimetri vecchiette e bambini.

-Andatevene al Tartaro!- gridava intanto Nico, che si era alzato in piedi, ai passanti

-Hey, amico, metto il turbo?-esclamò Percy, sempre più euforico

-Percy?!- gridò Nico, con un'espressione spaventata e stupita

-Si, lo so, sono troppo figo!-rispose l'altro 

Ma il cugino non lo ascoltò neanche e si buttò rotolando dal carrello in corsa.
Solo allora Percy si accorse che stavano puntando dritto verso una piramide di "Conserva di pomodoro di Nonna Demetra".
Il ragazzo lasciò andare il cartello, che si schiantò sulla pila di barattoli, che si riversò su di lui e Nico.
Quando i due cugini riemersero, si scambiarono uno sguardo, per poi scappare via, lasciando li tutto.
Percy raggiunse Jason, che si stava sganasciando dalle risate, e Annabeth. A quel punto capii che era successo tutto davanti a LEI. "Ancora una volta, complimenti per aver rovinato la tua unica chance con una ragazza, Jackson!"si disse da solo

-Certo che siete strani... Credo che mi divertirò oggi!- esclamò invece Annabeth, sorridendo

-Beh, credo che prima ci servirà un altro carrello della spesa...- rispose Percy, imbarazzato 

Fatto ciò, decisero di sinderesi: Percy e Jason andarono a prendere cibo, mentre Annabeth accompagnava Nico a provarsi dei vestiti nuovi.

-Prima di tutto dobbiamo trovare del cibo blu!- disse Percy, tirandosi dietro Jason

-Sei irrecuperabile!- gli disse l'altro 

Perché alla gente non piaceva il cibo blu? Il BLU rendeva tutto migliore , il BLU faceva diventare tutto perfetto...tutto a parte Annabeth, lei era già perfetta. "Certo, che Annabeth con un vestito blu, non starebbe male!" Percy si ritrovò a pensare alla sua vicina vestita con un abito da sera, in seta blu mare, che con ogni sua piega che le fasciava perfettamente il corpo formoso...

-Hey bello, stai sbavando... E visto che (a non stai dormendo e (b sei davanti al reparto verdura NON BLU, credo che tu stia pensando a Annabeth!- sogghignò Jason

                       ~~~~~~~~~

Annabeth stava aiutando Nico a scegliere dei pantaloni.

-Prova questi- disse indicando dei pantaloni di velluto bianchi 

-No, preferisco questi- ribatté lui prendendo dei pantaloni corti
neri, con delle piccole catene incorporate, e correndo in camerino 

"Ok, decisamente abbiamo gusti diversi" sospirò la ragazza

Quando Nico uscì, Annabeth dovette ammettere che gli stavano bene, in effetti, i vestiti scuri si abbinavano perfettamente ai suoi capelli e ai suoi occhi, e fornivano un perfetto contrasto con la pelle candida.

Oltre a quei pantaloni, Nico prese dei Jeans stretti e lungi, e dei pantaloni scuri larghi, da skater.
Poi passarono alle maglie:
Annabeth li propose una canottiera nera, che li metteva in mostra le braccia secche ma muscolose."Anche se sono sicura che quelle di Percy ti facciano sentire più al sicuro, se stringessero in un abbraccio...", no, non poteva dare voce a quei pensieri, a lei, Annabeth Chase, non le erano mai importate robe del genere. Però, quando si era persa in quegli occhi verde mare, intanto che LUI le raccontava di come il blu gli ricordasse il padre scomparso, Annabeth non lo aveva considerato solo come un bel ragazzo, ma come qualcuno di più profondo...

-Allora, ti piace questa maglia?- la riportò alla realtà Nico 

- Prendi una taglia in meno, ci nuoti dentro-rispose osservando divertita la  maglia bianca con un teschio nero che al ragazzo arrivava alle ginocchia

Dopo aver preso qualche altra maglia scura, o attillata o che lasciasse intravedere il petto di Nico, presero qualche felpa con cappuccio, sempre nera o grigia, con teschi.
Stavano per andarsene quando Annabeth  vide una giacca in pelle nera, con delle rifiniture che però la facevano apparire moderna e non come una giacca appena uscita da un film degli anni '60.

-Questa è perfetta per te!-disse porgendola al ragazzino 

In effetti gli stava divinamente , e la bionda già vedeva le ragazze di mezza scuola cadere ai piedi di quel ragazzo in po' dark, ma con un fascino misterioso e lugubre (però meglio il cugino).

Alla cassa trovarono Jason e Percy con qualche quaderno, astuccio, penna , fogli e una montagna di alimenti blu più altre robe come nutella, coca-cola, popcorn, patatine, e altre schifezze da maschi...

-Chi paga il conto?- chiese la cassiera

-I miei soldi sono bagnati!- esclamò Jason scoccando un occhiataccia a Nicoo

-Ho solo 50
euro dall'Italia, e niente dollari-si difese Nico

-Non ho portato soldi- commentò imbarazzata Annabeth 

E  così Percy pagò tutto con un totale di 298.57 dollari di spesa 



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Capitolo 6
*** Il primo giorno di scuola (parte 1) ***


MI SCUSO PER LA LUNGA ASSENZA MA CON L'INIZIO DELLA SCUOLA NON HO POTUTO AGGIORNARE
HO SPEZZATO IL CAPITOLO IN DUE  PARTI PERCHÉ VENIVA TROPPO LUNGO, LA PROSSIMA LO PUBBLICHERÒ DOMANI

Capitolo 6: Il primo giorno di scuola (parte 1)

Sotto la maschera di menefreghismo e noncuranza che si era creato, Nico era terrorizzato.
Le ultime due settimane erano passate in fretta ed era già arrivato PRIMO GIORNO DI SCUOLA!
Il ragazzo non era mai stato in una scuola vera e propria, ma a quella dell'orfanotrofio...
Dopo tutto le volte che era fuggito e aveva dovuto cavarsela da solo nei quartieri più malfamati di New York, Nico di Angelo aveva paura di non riuscire a sopravvivere a scuola!
"Ma scherziamo?! Nico riprenditi!"si ripeteva
Per distrarsi si concentrò sui propri vestiti: dei jeans lunghi e scuri, una maglia nera senza maniche e con cappuccio e le care vecchie All Star grigie.
Siccome si era rifiutato di mettere la maglia della scuola come Percy, o qualunque altro indumento della Half-Blood (troppo arancioni e allegri per i suoi gusti), o come Jason che si era messo la felpa viola della Jupiter, Nico era stato costretto a scegliere un accessorio fra una catenina con pegaso, una spilla arancione con il nome della scuola, una fascetta arancione da mettere al braccio o un anello sempre raffigurante il cavallo alato.
Siccome aveva già un anello a forma di teschio, il ciondolo era poco visibile, e si era punto con la spilla, aveva optato per la fascia che si era sistemato appena sotto la spalla.

-Eccola lì, la Half-Blood e Jupiter Hig School e College! Guardate come unisce l'architettura greca e romana in un edificio classico ma moderno!-
esclamò Annabeth dal sedile del passeggero, di fianco a Percy 

Nico, che si era quasi scordato di essere in macchina, schiacciò il naso sul  finestrino e rimase meravigliato: l'aspirante architetto aveva ragione, la costruzione bianca con archi e colonne, a forma di ferro di cavallo, su tre piani, toglieva il fiato. Si vedevano tutti i campi da calcio, basket, baseball, pallavolo, rugby...un muro per l'arrampicata, e perfino un laghetto con le canoe e un coltivazione di fragole; più in la si potevano vedere le terme e la piscina al coperto.

-M-ma davvero quella è...- le parole morirono in gola al quattordicenne

- ...la nostra nuova scuola!- concluse Jason altrettanto emozionato

Dopo aver parcheggiato i ragazzi diressero verso l'entrata principale, accompagnati da molti altri studenti.

-Hey questo è il pino di Talia!-disse Jason indicando il più grande albero del giardino

-Come?- rispose Percy, guardandolo stranito

-Mia sorella mi ha raccontato che quando veniva in questa scuola, un giorno per saltare le lezioni si è arrampicata su questo albero, e si è anche addormentata!- 

I quattro risero e poi ripresero il cammino.
All'ingresso si era già accalcata una fiumana di gente e mezz'ora  dopo, successivamente al discorso dei due presidi, l'intero piazzale era occupato dalla folla.
Quando poi la campanella inaugurò l'inizio dell'anno con il suo caratteristico DRIIIIIIIIIIIIN, Nico fu inghiottito da un caos generale, e temeva di essere trascinato via o cadere e essere calpestato.

-Voi due siete al piano terra, io è Annabeth al terzo , ci vediamo dopo- ebbe appena il tempo di dire Percy, prima di essere trascinato via, mente teneva la mano della bionda

Nico strinse forte il suo zaino nero e si guardò intorno, alla ricerca di Jason , ma del sue SuperMan biondo non c'era traccia.
"Perdersi il primo giorno di scuola, che sfiga del Tartaro!"pensò mentre si insinuava fra la folla per raggiungere la porta.
Ad un tratto li venne un idea, velocemente si fece strada verso la statua di bronzo raffigurante un pegaso di fianco all'entrata, poi appoggiando le mani sul collo dell'animale e si diede la spinta per salire.
Da quella posizione elevata esaminò tutto intorno per cercare di trovare Jason. Niente da fare fra le teste non lo vedeva.
Girandosi rassegnato Nico notò l'altra statua parallela alla sua, un'aquila d'oro, e fu allora che vide suo cugino, lì arrampicato, che aveva avuto la sua stessa idea.
Lo raggiunse in fretta e poi insieme entrarono dentro la scuola.

-Alla prima ora ho storia, nell'aula 3F- sbuffò Nico guardando il suo orario 

-Io geografia, nella 3H, siamo praticamente di fronte- ribatté Jason

-Perfetto, perché già non mi oriento!-

- Prima andiamo a posare i libri e il pranzo negli armadietti-

-Ok ma io ho dimenticato il pranzo-

-Nico sei incorreggibile!-

Mentre i due chiacchieravano passando per i corridoi, il più piccolo noto che le ragazze li guardavano con la coda dell'occhio  e poi ridacchiavano. 

-Hey Jason, ci osservano- sussurrò 

- Bene abbiamo già fatto colpo!- ridacchiò l'altro facendo l'occhiolino

- Montato!- sorrise  Nico tirandogli un pugno sulla spalla 

- Dei, mi hai ucciso- Jason simulò lo svenimento- comunque siamo arrivati- concluse indicando le classi

- Augurami buona fortuna!- deglutì. Nico 

-In bocca al lupo-disse Jason per poi entrare nella sua classe

- Crepi- 

E Nico girò la maniglia della porta 
  
                      ~~~~~~~~~

Il prof non era ancora arrivato, ma la maggior parte dei compagni si, e quindi restavano pochi posti a disposizione.
Jason ne adocchiò uno vicino a un ragazzo che parlava fitto fitto con una ragazza al suo fianco.
Si sistemò lì, e il ragazzo si presentò:

-Hey, io sono Leo Valdez- 

- Jason Grace-

Quando si strinsero le mani Jason sentì che erano insolitamente calde, inoltre erano lunghe e affusolate.
Il ragazzo poi esaminò anche il resto:
aveva dei lineamenti da elfo, con occhi color nocciola che continuavano a muoversi, la bocca increspata in un sorriso furbo, da malandrino, e i capelli ricci e scuri sembravano essere lo specchio della sua anima, sempre in movimento e indomabili. Era mingherlino e di statura media, portava la maglia della Half-Blood e dei pantaloni color cachi con bretelle.

-Lei è Piper McLean, invece-disse leo indicando la ragazza accanto a lui- è follemente innamorata di me, ma io voglio che restiamo solo amici-aggiunse poi dando di gomito a Jason

- Ma che dici Valdez!- esclamò lei assalendolo

- Calma Miss Mondo!- ridacchiò Leo

Jason si godeva la scena dei due che giocavano a punzecchiarsi, pensando che quei due si dovevano conoscere da tanto, e che avrebbe voluto anche lui avere una relazione così sincera.
 In quel momento entrò il prof Argo

- Valdez, McLean non sono ancora incominciate le lezioni e già state litigando! Tu- disse indicando Jason-mettiti fra di loro!- 

Jason si spostò tra i sospiri di Leo e Piper, e le risatine delle ragazze della classe.

- Adesso incominciamo la lezione, andate a pagina 394-ordinò Argo

-Allora, già nei guai, eh?- sussurrò Jason a Leo

- Hey bello, sono Leo Valdez- rispose l'altro, allargando le braccia e assumendo un'espressione innocente

Jason si concentrò sul suo libro, ma con la coda nell'occhio vide che Leo stava costruendo un elicottero con due matite, un temperino e un 
elastico.

-Si,Leo è DECISAMENTE iperattivo!- disse Piper alle sue spalle

Jason si girò ridendo, e quello fu un fatale errore, perché i suoi occhi incontrarono quelli di Piper e non riusciva più a distogliere lo sguardo. 
Era come guardare in un caleidoscopio, continuavano cambiare colore, prima castani, poi celesti, verdi, grigi... Jason dovette ricorre a tutta la sua forza di volontà per spostare la sua attenzione sul resto del viso, anche perché Piper lo stava guardando male.
"Anche il resto non è male" pensò Jason, mentre scorreva la vista sui suoi capelli cioccolato, tagliati in modo asimmetrico e intrecciati con delle piume colorate, e sui suoi lineamenti perfetti ma comunque non evidenziati dal trucco. Il fisico era esile ma atletico e ben slanciato.
Jason pensava che fosse una modella o un'attrice, ma sperava vivamente che non fosse una di quelle oche tutte trucco, moda e unghie spezzate, anche se a vederla non sembrava. Portava dei jeans consumati corti e la maglia della Half-Blood, sotto una felpa celeste.

-Allora Piper... hai parenti...?-disse Jason per spezzare quella atmosfera di imbarazzo

-Si, Tristan McLean è mio padre- rispose la ragazza sbuffando, come se fosse una domanda molto frequente

-In realtà stavo dicendo: "Hai parenti   
qui a New York?", sai non sembri di qui...- si affrettò ad aggiungere Jason

-Ah , scusa, è che a tutti importa sempre solo di mio padre... Comunque  sono qui dalle mie sorellastre- si calmò  Piper mentre le sue guance si tingevano di rosso

-Hey tranquilla, non lo conosco neanche Tristan McLean-

-È un attore, abbastanza famoso, è strano tutti vogliono sapere qualcosa di lui-

-E invece io no, raccontami qualcosa di te Piper McLean, hai detto che sei dalle tue sorelle, giusto?-

-Si, sorellastre per la precisione, abbiamo la madre in comune. Una Drew , la più grande (ed insopportabile) di 15 anni, e poi c'è Silena di 14-

-Credo che tu faccia preferenze!-

-Beh Silena è così dolce, mentre Drew è una vera arpia!-

-E la casa?-

-È un piccolo e lontano appartamento che Drew ha trasformato nel suo covo rosa... Mio padre mi aveva proposto di restare nella sua villa e venire a scuola con l'elicottero, ma mi sono rifiutata, perciò adesso stiamo cercando una casa più grande e vicina-

-E tu hai detto di no ad un elicottero!?-

-E senza neanche farmici fare un giro!?- si intromise Leo 

Così continuarono a chiacchierare fino alla fine della lezione, e Jason raccontò della sua nuova abitazione e dei suoi strambi cugini, Leo di come era fuggito 7 volte di casa per poi stabilirsi nell'officina di Nissa  e Jake Mason, i suoi neo-fratelli, e Pipper della suo essere cleptomane.

Erano in corridoio che stavano prendendo i libri dagli armadietti, quando  arrivò una persona familiare.

                      ~~~~~~~~~

Percy aveva capito di essere finito nel posto peggiore per seguire la lezione: davanti aveva la cascata di riccioli biondi di Annabeth, che impediva qualunque tentativo di guardare la lavagna quando incappavano nel suo sguardo, e peggio, ai lati aveva i 2 fratelli Stoll.
Si era seduto lì perché non erano sembrati tanto agitati all'inizio, ERRORE MADORNALE! I gemelli avevano cercato già 3 volte di fregargli il portafogli (di cui 2 con successo), continuavano a parlare, e a passargli bigliettini d'amore da passare a qualche ragazza dall'altro lato della classe( e naturalmente la prof continuava a beccare solo lui).
"Accidenti a me che sono stato così stupido!" si maledisse. In effetti due fratelli che si siedono separati avrebbe dovuto far scattare il campanello dall'allarme a Percy, ma lui ci era cascato ed era diventato la vittima di Connor e Travis Stoll.
RIIIIIIIIIIIING:la campanella segnava la fine dell'ora, e Percy si alzava per raggiungere la classe della professoressa Dodds.

-Hey Percy, hai matematica dopo?-
dissero in coro i due Stoll, prendendo il moro a braccetto

-Si, con la Dodds- rispose roteando gli occhi

-Perfetto ci saremo anche noi!- disse il più alto (Travis)

In quel Annabeth uscì dalla classe e fece per raggiungerli, salutando Percy.

-Annabeth Chase, anni 18...- iniziò Connor- bionda, occhi grigi, ha interessi per l'architettura e lo studio...- continuò il gemello- ... ha ottimi voti, è sportiva, livello di pretendenti: 9, possibilità di abbordaggio: 3(è molto concentrata sulla scuola)...- e poi ancora Connor-...forme: 8/9, adora il grigio e i gufi, è di New York, punti deboli: i ragni e non sa resistere ai ragazzi dolci, ma combina guai - concluse Travis

-M-ma voi c-come...?!- balbettò Percy passandosi una mano tra i capelli 

-Nostro fratello Luke ha i dati di tutte le ragazze della scuola-disse Connor con un sorriso furbo

-Adesso se vuoi conquistarla, metti un po' di questo,- disse il gemello spruzzando a Percy del profumo-i capelli mettili così- spostò il ciuffo del moro dall'altra parte- e naturalmente questa va così - concluse tirando giù la zip della felpa

-Ok, cupido è il tuo momento-commentò l'altro Stoll, prima di spingere Percy verso la bionda 

Il ragazzo non fece in tempo a capire cosa era appena successo che si ritrovò a cadere su Annabeth. Per fortuna la ragazza aveva i riflessi pronti e riuscì a sostenere il peso di tutti e due, ma ciò provocò che si ritrovarono l'uno nelle braccia dell'altro.

-Ehm, scusa Annie, andavo un po' di fretta...- si scusò Percy, rosso per l'imbarazzo

-Tranquillo Perce. Ma cos'hai addosso? Hai un odore buonissimo-
disse Annabeth affondando il naso nella sua felpa

Percy capì che quel profumo che gli avevano prestato Travis e Connor aveva qualcosa di speciale "Forse quei due non sono così male, devo farmi dare qualche boccetta di quella roba, Annabeth è così stordita, che non si è accorta che l'ho chiamata Annie...-

Poi si accorsero che erano ancora attaccati, e con dispiacere si separarono, e il ragazzo riusciva a sentire le risatine li intorno.

-Alloraaa...- iniziò Percy ma fu subito interrotto da una macchia che schizzava verso di lui.
E BAM: era a caduto per la seconda volta in un giorno (la prima non era proprio una caduta però, dai, c'era quasi...)

-PERCY!-gridò la voce sopra di lui

                   FINE PARTE 1

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Capitolo 7
*** Il primo giorno di scuola (parte2) ***


CREDO CHE ORMAI ABBIATE CAPITO CHE QUANDO DICO CHE AGGIORNERÒ PRESTO NON È ASSOLUTAMENTE VERO...
SCUSATE MA CON LA SCUOLA NON RIESCO PROPRIO A ESSERE FREQUENTE, ANCHE PERCHÉ SCRIVO SULL'APP NOTE DELL'IPOD...
BUONA LETTURA


Capitolo 7: Il primo giorno di scuola (parte 2)

Appena Nico era entrato in classe si era accorto che era rimasto un solo posto libero. "Perfetto nessuna possibilità di scelta" pensò, sbuffando
Sedette vicino al ragazzone asiatico, nell'unica sedia disponibile.
Il ragazzo si girò distogliendo per un attimo lo sguardo da una ragazza seduta li vicino.

-Ehm, ciao...-sussurrò stupito

-Ciao, sono Nico di Angelo- rispose l'altro cercando di essere più amichevole possibile 

-Frank Zhang- rispose porgendo la mano

-Perché mi fissi come se avessi appena visto un fantasma?- ridacchiò Nico

-Ah scusa, è  per il modo in cui ti guardano le ragazze... sai non pensavo che un tipo te potesse essere amico di uno come me...- si affrettò a dire Frank

-In che modo mi guardano le ragazze?! E poi che tipo sarei io?-chiese perplesso Nico

-Ecco, uno giusto...figo-concluse imbarazzato il compagno

Nico si lasciò sfuggire una risatina divertita:-Tu davvero soffri di scarsa autostima amico!-

-Ok FORSE ho un po' esagerato- ridacchiò a sua volta Frank

Finalmente arrivò il professore: 

-Tutti zitti! Io sono il vostro insegnante di storia, Gaio Vitellio Reticolo-disse scrivendo alla lavagna

-Ridicolo non Reticolo- bisbigliò Frank accanto a Nico 

Il ragazzo lo osservò ridendo: era robusto e alto, ma aveva ancora un viso infantile, quasi un incrocio fra un grizzly e un panda. I capelli neri erano tagliati in un'acconciatura militare, gli occhi leggermente a mandorla lasciavano intuire una discendenza asiatica; indossava la felpa della Jupiter e dei pantaloni mimetici.

-Allora ragazzi per farvi conoscere meglio, vi unirò in gruppetti per raccontare qualcosa di voi. Voi unite i banchi con loro, voi con loro, loro con loro, e tu, tu, tu è tu insieme- continuò il prof indicando gli studenti

Nico e Frank erano finiti insieme a due ragazze, una delle quali era quella che il suo compagno fissava prima.

-Allora, io sono Silena Beauregard- incominciò l'altra ragazza, spezzando l'atmosfera d'imbarazzo che si era creata tra i quattro-mi sono trasferita a New York da poco e abito con le mie due sorellastre, Piper e Drew- continuò sorridendo, passandosi una mano tra i lunghi capelli mori- Non sono mai stata in una scuola così bella e vorrei iscrivermi ad un corso da stilista perché ho sempre avuto un talento naturale per la moda e il design- concluse battendo le mani dove risaltavano le unghie smaltate di verde

Nico non riusciva a capire come potesse essere così entusiasta ma poi la osservò meglio e capì: quegli occhi parevano degli zaffiri puri, e in quelle blu pietre preziose, nascoste            
 quasi impercettibili, si insinuavano delle sottili crepe, che anche se parevano così insignificanti, rovinavano la perfezione degli zaffiri, era la tristezza, celata da un velo di finta felicità, negli occhi di Silena.

"È solo un modo diverso dal mio di affrontare il dolore,"pensò Nico"forse non siamo poi così diversi, io lo nascondo facendo il duro, lei invece finge che tutto vada bene, magari non è una ragazza frivola come sembra"

Nico si mise ad armeggiare con la zip del suo astuccio, mentre l'altra ragazza incominciava a parlare (e Frank a sbavare):

- Mi chiamo Hazel Levesque, vengo da New Orleans, durante una grande esplosione mia madre è morta e io sono rimasta in coma per un anno-la sua voce si incrinò per un attimo, mai poi riprese il suo timbro caldo-adesso vivo nella casa d'accoglienza "Hell". Adoro i cavalli e il tiro con l'arco-

-Anch'io faccio tiro con l'arco- salto su Frank, entusiasta

-Wow, davvero?!-commentò la riccia sorridendo, e spostando una ciocca di capelli mossi dietro l'orecchio 

-Si, ecco...i-io sono Frank Zhang- disse tingendosi di rosso-mi sono trasferito qui da Vancouver perché ho vinto una borsa di studio, abito con mia nonna, perché mia mamma è in una missione di guerra in Afghanistan. Ho origini cinesi e...{BISBIGLIO INCOMPRENSIBILE}- l'ultima parte la disse veloce e a bassa voce attirando sguardi interrogativi 

-Come ?- chiese Nico

- Porto sempre con me un pezzo di legno porta fortuna...- ripeté imbarazzato, estraendo dalla tasca un legnetto con la punta annerita-quando mia madre è partita per l'Afghanistan ha detto che finché le braci del nostro camino avrebbero arso lei mi sarebbe stata accanto... così ho preso l'ultimo pezzo di legno dalla cenere e me lo porto dietro, mi sembra di stare con lei... lo so è strano...-Frank abbassò la testa, mesto

-Tranquillo, ti capisco, quando mio
papà se ne andato l'unico ricordo che avevo di lui era un album da disegno, e lo conservo ancora- lo rassicurò Hazel stringendo la mano di Frank tra le sue

Il ragazzo la guardò negli occhi dorati, sorridendogli, grato

-A questo punto manco solo io-disse Nico- mi chiamo Nico di Angelo, mia madre era italiana ed è morta, come mia sorella e mio padre, ho vissuto fino al mese scorso in un orfanotrofio, ma adesso abito insieme a due cugini che ho appena scoperto di avere. Il mio colore preferito è il nero- 

"Sei un idiota"pensò"bel modo di presentarsi, cos'è la gara a chi ha avuto più tragedie?! Doveva essere un nuovo inizio e invece hai ancora dato l'idea di un asociale..."
Ma l'altra vicina nella sua testa gli disse "Ma che ti importa degli altri?! Non ti servono amici, legarsi a delle persone fa solo soffrire. Tu sei una persona autonoma. Non hai bisogno di nessuno-
In quel momento Nico capì quanto si sentiva solo, mentre tra i presenti si prolungava un imbarazzante silenzio
Ma improvvisamente un urlo squarciò l'aria:

- Mi sono tagliato con un foglio...- urlò Frank, mentre dal suo indice iniziava a sgorgare il sangue rosso

- Ti accompagnò in infermeria- disse Hazel, alzando gli occhi al cielo, ma sorridendo

Nico e Silena rimasero da soli, mentre ridevano dell'accaduto 

- Quei due sono fatti l'uno per l'altro!- commentò il ragazzo

- Hai ragione! Dobbiamo farli mettere insieme!-concordò Silena

- E come pensi di fare, Miss 
Cupido?-

- Non lo so qualcosa mi verrà in mente. Ma quei due devono assolutamente fidanzarsi: loro nomi combaciano alla perfezione!-

- Cosa?- 

- Uno si chiama Frank, l'altra Hazel, insieme fanno Frazel! Non suona benissimo? Sono destinati a stare insieme- rispose Silena, gli occhi che le luccicavano

- Se lo dici tu...- disse Nico tirando su le mani in segno di arresa- E di Percy e Annabeth cosa mi dici?-

- Percabeth, ovvio, anche queste due persone hanno un possibile intreccio amoroso- la ragazza liquidò la domanda con un gesto della mano

Nico stava ancora ridendo per le scemenze di quella ragazza, che tornarono i due compagni mancanti, Frank con il muso e Hazel che tratteneva le risate 

- Cosa è successo?- chiese Silena

- Guardate qui- disse Frank, mostrando la mano ferita, mentre si sedeva

Il dito in questione era coperto da un infantile cerotto verde con disegnati dei piccoli panda

- È carinissimo!- esclamò Hazel, mentre il ragazzo rimetteva il broncio, e gli altri due scoppiavano a ridere

-Hey, amico secondo me ti assomiglia- commentò Nico

- Ah-ah-ah, molto divertente Di Angelo-rispose Frank con la faccia di uno che pensava tutt'altro

Passarono così il resto dell'ora, ridendo, prendendo in giro il cerotto di Frank, e raccontandosi qualcosa, e quando suono la campanella Nico si stupì di quanto era volato il tempo.
Confrontandosi l'orario scoprì di avere l'ora successiva in comune con Hazel 

-Aspettami un attimo qui, devo andare a chiedere una cosa a mio cugino-

Individuò Jason vicino all'armadietto 
che parlava insieme a un ragazzo che probabilmente aveva fatto indigestione di caffè e a una ragazza che aveva qualche somiglianza con Silena

- Hey, Nico, vuoi qualche consiglio scolastico dal tuo SuperCugino?- disse orgoglioso

- No in realtà avrei bisogno di soldi per prendermi qualcosa alle macchinette...- rispose stringendosi nelle spalle e sfoggiando  un sorriso innocente

-Ah- lo guardò male Jason, mettendo mani al portafoglio, mentre i suoi due amici se la ridevano 

                   ~~~~~~~~~~

Silena doveva trovare l'aula di scienze, ma il suo ritrovamento fu ben peggiore: Drew (il rifiuto dell'umanità) le sbarrò la strada, in tutta la sua crudeltà

- Hey, pulce, dove stai andando?-
disse la sorellastra, mostrando il suo "sbrilluccicoso" rossetto fucsia

- Non sono affari tuoi Drew- rispose Silena facendo per andarsene

-Non hai ancora risposto alla mia domanda, è parecchio maleducato, sgorbio- ribatté Drew, mentre una delle sue leccapiedi (leccatacchi sarebbe meglio) fermava la più piccola

- Non chiamarmi COSÌ!- 

-E come dovrei chiamarti, pulce?-
continuò Drew, mentre tirava fuori dalla pochette, il mascara per rinnovarsi il trucco- comunque hai visto qualche ragazzo carino? Non per te bestiolina (a te chi ti filerebbe mai?), ma per me, sono a corto di uomini...-

- Chi ti credi di essere Drew? I ragazzi non sono mica degli oggetti da baciare e poi buttare via!- ringhiò Silena 

La ragazza aveva esaurito la sua pazienza, stava per andarsene, quando passò Nico con Hazel, che la salutarono, per poi proseguire per il corridoio
Quando si rigirò, sul viso di Drew era comparso un sorriso maligno

- Ho capito, quel ragazzo ti piace! È quello nuovo, vero? Quel Nico di Angelo di cui si parla tanto...-

- Che caspio stai dicendo! Per tutti i pannolini di Cupido, a me non...-

-Nin serve a niente, sorellina- la interruppe Drew- adesso ti dimostrerò che tutti i ragazzi in questa scuola sono MIEI, e che tu non hai nessuna speranza!- 

Detto ciò Drew si diresse a grande velocità verso Nico, senza che Silena potesse fare niente

- Hey, di Angelo!- gridò la mora 

E quando il ragazzo si girò di ritrovo contro le sue, le labbra di Drew

 
MI LASCIATE UN COMMENTINO? *FACCINA PUCCIOSA 



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Capitolo 8
*** Fine giornata(alleluia) ***



QUESTA VOLTA HO AGGIORNATO PRESTISSIMO (NON ABITUATEVI), FORSE È PER QUESTO CHE IL CAPITOLO FA SCHIFO :(
BUONA LETTURA

Capitolo 8: Fine giornata (alleluia)

Rosso. Tutto quello che vedeva e sentiva era rosso. Il rosso dei capelli della sua migliore amica, che gli coprivano la visuale, e che si intrecciavano ricci e morbidi tra le sue mani...A Percy era mancato quel rosso, il rosso di Rachel.

-Percy... non sai quanto ho sentito la tua mancanza- sussurro la ragazza, mentre erano ancora abbracciati a terra

-Anche tu, Dare- rispose con un sorriso stampato in faccia

I suoi occhi verdi non erano cambiati di una virgola, e a Percy andava bene così, e in quel momento sembravano risplendere ancora più del solito. Emanava sempre lo stesso famigliare aroma di colori a olio, spiegato dai jeans imbrattati di pittura. Portava anche la maglia dell'Half-Blood sotto una giacchetta verde.
Rachel si alzò per poi tendere la mano all'amico, sotto lo sguardo interrogativo di Annabeth.
"Che stupido" si disse Percy, per poi procedere con le presentazioni:

-Rachel, lei è Annabeth, la mia vicina di casa. Annabeth, lei è Rachel la mia migliore amica- spiegò indicando le ragazze quando disse i rispettivi nomi

Le due si strinsero la mano, non troppo convinte, accompagnando il tutto con un "piacere" fiacco. 

- Ho un sacco di cose da raccontanti Perce, e credo che anche tu mi debba aggiornare...- esclamò la rossa, riprendendo il sorriso

Così si misero a camminare, raccontandosi le vicende degli ultimi mesi di vacanza, mentre la bionda pareva parecchio scocciata.

- Hey, Jackson, vedo che tuo cugino non è l'unico che ha avuto successo oggi!- disse un Connor (?) Stoll appena spuntato, insieme al fratello e a Will Solace

-COSA?- fu l'urletto di Percy

- Nico di Angelo è tu cugino giusto?- continuò il gemello

- Si...-

- È stato visto baciarsi con Drew Tanaka. Diciamo che ha gusti abbastanza discutibili...- spiegò Solace

-COSA?!- ripetè Percy, questa volta arrabbiato

Aveva già sentito delle voci su quella ragazza, e non erano affatto incoraggianti. Suo cugino non poteva esserci cascato così... di sicuro c'era un malinteso: quello non era Nico oppure lei lo aveva baciato senza il suo consenso... 
Non poteva essere possibile, suo cugino sembrava un ragazzino così piccolo e indifeso, non un tipo piacente. Però pensandoci bene, aveva quel fascino misterioso e da duro che faceva impazzire le ragazze, inoltre per la sua età era alto e aveva un fisico invidiabile. Nonostante questo Percy non riusciva a immaginarsi che Nico fosse già alle prese con una donna, gli pareva ancora il piccolo cugino da proteggere.

-Hey, Percy, tutto bene?- chiese Annabeth, notando il suo colorito terreo

- Mio cugino si è già ficcato nei guai, non credo vada tutto bene-

                   ~~~~~~~~~~

Jason ci era rimasto molto male.
Nico era riuscito ad acchiappare prima di lui.
Era li, con Leo e Piper, camminando frettolosamente per recuperare il ritardo e parlando del più e del meno, quando Leo aveva fatto notare la scena che accadeva poco lontano:

- Quello non è tuo cugino Nico?- aveva detto

- CHE?- aveva strillato il biondo

- E quella non è la tua sorellastra Drew, Piper?-aveva continuato Leo

-COME?- aveva gridato a sua volta la ragazza

- E non sono un po' troppo vicini? Ed è normale che abbiano le labbra attaccate?-il ragazzo stava sorridendo

-EH?!- avevano urlato all'unisono

-Hey, sono io che ve l'ho chiesto!- sghignazzò Leo

Per fortuna era durato poco perchè Nico si era staccato da Drew spingendola via, per poi andarsene via infuriato, accompagnato da un sonoro "VAFFANCULO"
Jason e Piper erano rimasti esterrefatti per alcuni istanti, ma poi si erano ricomposti, anche perché si era avvicinata loro Drew, insieme ad un gruppetto di ragazze:

-Piper, hai trovato un passaggio per casa?- aveva chiesto alla sorellastra, con voce maliziosa

Jason notò che nascondeva un po' di delusione, forse perché Nico l'aveva rifiutata, dietro la pesante maschera di trucco che nascondeva la vera faccia della ragazza.

- No, Drew- rispose l'altra freddamente 

-Allora dì al tuo paparino di mandarci la limousine, perché un'altro viaggio a piedi mi fiaccherebbe- ribatté con tono insofferente- Ma chi è questo bel bocconcino qui? E perché non me lo presenti?- domandò dopo aver notato Jason

- Nessuno che a te possa interessare! Fra l'altro è il cugino del ragazzo che hai appena baciato- rispose Piper spingendo via il povero Jason

- Allora capisco da chi ha preso...-Drew si leccò le labbra -Trova un mezzo di trasporto, McLean!- Si girò e se ne andò seguita dal suo branco di oche

Piper stava letteralmente fumando dalla rabbia, così Jason le appoggiò la mano sulla spalla, in segno di supporto.

-Ce ne vuole di pazienza...-

-Grazie. È che non so più cosa fare con lei... Cos'ha di sbagliato? È pur sempre mia sorella, e mi dispiace che si comporti così- Piper si lasciò sfuggire un sospiro

- Troverai una soluzione, Miss Mondo, lo hai sempre fatto- Leo le sorrise fiducioso

-Intanto per oggi credo che a mio cugino non dispiacerà portare un paio di persone in più- si affrettò a dire Jason

-Davvero? Mi fareste un grande favore. Siamo io, Drew, e l'altra mia sorella. Grazie mille - ringraziò Piper

Per Jason riportare quel bel sorriso sul volto della ragazza valeva molto di più qualunque "grazie", così che non aveva pensato alle conseguenze della sua promessa. 
Quando però, usciti dalla scuola al termine delle lezioni, dopo aver salutato Leo, e essersi diretto al parcheggio insieme alle tre sorelle, e a aveva visto lo sguardo allarmato di Nico nel vedere Drew, quello di Percy nel constatare che, visto che oltre a loro tre e Annabeth si erano aggiunte altre tre persone, non ci sarebbero mai stati, a Jason vennero in mente tutti lati negativi della faccenda.
Riuscire a entrare tutti in macchina era stato come giocare a Tetris:
Percy si era seduto nel posto del guidatore, e Annabeth di fianco a lui, gli unici due posti comodi, mentre nei sedili posteriori si era deciso che due malcapitati su tre seduti sui sedili avrebbero avuto a loro volta seduti sopra due persone. Drew aveva subito insisto per piazzarsi su Nico, ma dopo l'occhiata di puro odio che quest'ultimo aveva gettato a Jason, lui si era sentito in colpa, e aveva deciso, non con dispiacere, di prendere Piper sulle sue ginocchia, in modo che Drew potesse sedersi al centro, con Jason e Piper da un lato e Nico e l'altra ragazza, che sembrava parecchio imbarazzata.
Quando arrivarono sul vialetto di casa sani e salvi, Jason capì che di sicuro c'era un dio che lo aveva preso in simpatia.

-Per tutti i tridenti! Ci è andata bene! Avremmo potuto morire, o peggio prendere una multa!- esclamò Percy

MI SCRIVETE UNA PICCOLA RECENSIONE???
MAGARI MI AGGIUNGETE ANCHE ALLE STORIE SEGUITE, PREFERITE, ECC...
DAIIIIIIII* FACCIA DA GATTO CON GLI STIVALI

(UN BISCOTTO A CHI BECCA LA CITAZIONE)

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Capitolo 9
*** Davvero ***


ALLORA, DAI, STO RIMANENDO ABBASTANZA REGOLARE, CHE BRAVA CHE SONO... VERO?!
BUONA LETTURA

Capitolo 9: Davvero

Nico era sdraiato sul letto mentre con una mano messaggiava e con l'altra sceglieva la canzone da ascoltare sull'ipod. 

FRANK👊

-Hey Nikooo- 

-Perchè scrivi con la K?😓- 

-E tu con le faccine?- 

-Fa lo stessi cosa c'è per domani?-

-Boh di scienze studiare fino a pag. 394-

-Non è vero😡-

-Lo so😂-

-😐-

SILENA<3

-Nicoooooo❤😻-

-Seeel❤-

-Mi dispiace che in questi giorni sono stata un po' schiva ma mi vergognavo un po' per la faccenda di Drew...💛-

-Tranquilla anch'io ero parecchio in imbarazzo <3-

HAZEL 💜 

-Niko domani veniamo da te per il progetto di informatica, ok?❤-

-Nooooo Frank ti ha contagiata❤😱-

-In realtà mi ha promesso metà della sua merenda se usavo la K❤😅-

I TRE PEZZI GROSSI✌
PERCY🔱ti ha appena aggiunto al gruppo
JASON ⚡è stato aggiunto al gruppo 

J. -Ma DAVVERO?!-

P. -Cosa c'è?-

N. -Mi fai pena...😒-

P. -Hey volevo solo chiedere cosa volevate per cena😢-

J. -Io voglio il pollo fritto!🍗😋-

N. -Pasta rossa🍝-

P. -Allora faccio la zuppa blu!✌💙-

J. - Che cazzo di problemi hai?! o_O-

PERCY 🔱 ha cambiato il nome del gruppo in "viva il cibo blu🔷-

JASON ⚡ha cambiato il nome del gruppo in "curiamo Percy 😰"

Tu hai cambiato il nome del gruppo in "andate al Tartaro👿-

PERCY 🔱 ha cambiato il nome del gruppo in "dov'è?"
 
"Whatsapp" pensò Nico sconsolato mettendo giù il cellulare 

-Nico vieni giù e non fare l'sociale!- gridò Percy dal piano inferiore

-Ma se stavo messaggiando con voi!-urlò a sua volta, togliendosi le cuffiette

 -Scendi- ordinò Jason

Sbuffando il ragazzo scese dal letto e raggiunse i cugini. 
Li trovò impegnati in uno scontro all'ultimo sangue di Just Dance per Wii.

-Ma come cavolo facevate a scrivere mentre giocavate?! E perché vi scrivevate a vicenda se eravate a 2 cm di distanza?!- chiese

-Allora vuoi fare domande o giocare?- ribatté Jason

-Ok, ok-

5 minuti dopo era intento a ballare come un idiota un virile"Y.M.C.A" dimenando un telecomando Wii e cercando di non scontrarsi con Percy e Jason, che saltellavano impazziti per il salotto. "Wow, sono DAVVERO caduto così in basso?"

                   ~~~~~~~~~~

Era la scena più buffa che le fosse capitata di vedere: Percy, il vicino con il fisico da bagnino, Jason, il Super Man biondo, e Nico, l'ombroso ragazzo che si era baciato con Drew il primo giorno di scuola, stavano DAVVERO ballando Y.M.C.A su Just Dance. 
Jason sembrava molto concentrato e impegnato nell'eseguire i passi, Nico muoveva solo la mano con il telecomando ed era molto a disagio, mentre  Percy  ballava con gli occhi chiusi canticchiando la canzone in modo imbarazzante: 

-...parapaparaparapara UAAAAAIIII EEEEMM SIIIIII EIIIIIIIII!!!-

Annabeth riprese quella scena col cellulare, poi si allontanò dalla finestra, con ancora le lacrime agli occhi dal ridere. "I migliori vicini di sempre!"pensò"Ok, calma cos'è che dovevo fare? Ah, si chiamare Piper"
Infatti quando si erano conosciute (schiacciate nell'auto di Percy), Piper e le sue sorelle avevano detto di essere in cerca di un'abitazione e, siccome Annabeth aveva tanto posto in casa e si sentiva sola , avevano deciso di diventare 
coinquiline. 
Il trasloco sarebbe avvenuto quel giorno.

-Pronto?-fece Piper 

-Allora, come va?-

-Abbiamo caricato quasi tutti gli scatoloni... Fra un'ora saremo da te!-

- Ma DAVVERO?-

-DAVVERO!-

Annabeth si rinfilò il cellulare in tasca, sorridendo, "Finalmente un po' di compagnia", non che Percy e gli altri le stessero antipatici, anzi, ma aveva DAVVERO bisogno di qualche ragazza con cui confidarsi e parlare di ragazzi.
Uscì dal vialetto della casa e si apprestò a raggiungere la sua, era uscita per andare a trovare i vicini e fare insieme a Percy matematica, ma appena aveva visto la scena aveva deciso di ripassare dopo.
In casa si buttò sul divano e accese la TV aspettando l'arrivo delle ragazze.
Finalmente il campanello suonò e Annabeth si precipitò alla porta. Quando la aprì si trovò davanti i volti sorridenti di Piper, Drew e Silena.
Abbracciò le neo-coinquiline e poi le invitò ad entrare, seguite da una miriade di facchini che portavano vari scatoloni e valigie. 

-Ok, c'è una stanza da due al secondo piano, una piccola stanza in taverna, un'altra singola al secondo piano, dove di solito dormo io, e poi la soffitta. -spiegò Annabeth

-Io prendo la soffitta- strillò Drew, facendo segno ai suoi schiavi di portare le sue cose di sopra 

-Allora io e Piper ci mettiamo nella doppia, così possiamo affittare la taverna a qualcun'altro...- suggerì Silena 

-Un'altra coinquilina?- chiese Piper

-Beh si potrebbe fare- concluse la bionda

In quel momento Percy, Jason e Nico si affacciarono dalla porta:

-Hey, non ci venite neanche a salutare?-iniziò il più grande

-Guardate che ci offendiamo!-continuò il medio

-E anche tanto!- concluse il più piccolo

-Ma visto che siamo DAVVERO dei bravi vicini...-

-...vi abbiamo portato una torta...- 

-...rigorosamente blu!- 

E i tre estrassero un dolce color puffo, che si capiva, era stato preparato dalla signora Jackson.
Il divano fu subito occupato e per il resto della serata venne proiettata la maratona di Harry Potter.

-E domani si cerca un'altro occupante della casa... -le sussurrò Piper

-DAVVERO- rispose


OK PIACIUTO IL CAPITOLO?
CORTO, MA COMICO?
VOLETE APPOGGIARMI?
MAGARI CON UN COMMENTO?
PERCHÉ FACCIO TUTTE STE DOMANDE?
NICO:FORSE PERCHÈ SEI IDIOT... (VOLEVO DIRE )UN GENIO?
PERCY:SE NON LO SAI TU...
E VOI SARESTE I MIEI PERSONAGGI?

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Capitolo 10
*** Novità ***



OK SONO IN RITARDO MA IN COMPENSO IL CAPITOLO È ABBASTANZA LUNGO.
BUONA LETTURA

Capitolo 10: Novità 
Era così piccola la città dall'alto... Jason poteva vedere persino la sua nuova casa, con la piscina che luccicava sotto i raggi del sole.
Sbattè le grandi ali da rapace, salendo sempre più in alto e godendosi la piacevole brezza che gli solleticava le piume chiare. 
D'un tratto però scorse qualcosa, che non era azzurra come il cielo ed era perfino più candida delle nuvole: 
una colomba, bianca, perfetta, con gli occhi multicolore.
"Piper"pensò, è si buttò in picchiata, le ali attaccate ai fianchi.
La sua preda si immobilizzò, Jason spalancò il becco, protese gli artigli e... -JASON!-

-Uh, cosa succede?-

-Ti sei addormentato durante la lezione di latino, per fortuna non ti ha beccato il prof...-

Il ragazzo sollevò la testa scoprendo che gli occhi caleidoscopici di Piper erano incollati ai suoi.
"Allora non sono una stupida aquila e Pip non è una colomba... era tutto un sogno... che cavolo di sogni faccio?!" pensò Jason

-Hey, amico facevi dei versi strani... che Caspio stavi sognando?- ridacchiò Leo mettendogli una mano sulla spalla

-...ecco il classico sogno in cui si precipita- mentì Jason

-L'altra notte io ho sognato che andavamo ad un campo mitologico
dove tutti avevamo dei poteri fantastici, poi io costruivo un fighissimo drago metallico di nome Festus, e poi andavamo in Italia e in Grecia per salvare il mondo e IO paravo il culo a tutti!- raccontò Leo con un sorrisetto furbo stampato in faccia, e pompando i bicipiti

-Non succederà MAI, Leo!- lo sfottè Piper

-E tu cosa hai sognato recentemente... Miss Mondo?- chiese Jason

-Oh, solo andavo a far shopping con mia madre-rispose Piper, liquidando la domanda con un gesto della mano, seguita dalle risate dei due ragazzi

Dopo il suono della campanella Jason si ritrovò a sfrecciare per i corridoi per non arrivare tardi a ginnastica.

-Dovevamo proprio accompagnare Pips fino all'aula di biologia?!- chiese Leo cercando di stare al passo col biondo

-Hey comportarsi da gentiluomo per una volta non ti avrà fatto male-replicò 

-Bah, ce l'avrebbe fatta benissimo da sola...OPS!-l'amico scivolò, travolgendo Jason e facendo cadere entrambi su una porta

Il ragazzo strabuzzò gli occhi, constatando che si trovava sdraiato sul lurido pavimento della palestra, con sopra Leo. Davanti a loro se la ridevano i loro compagni mezzi nudi e il prof di ginnastica.

- Ben arrivati angioletti! Abbiamo fatto con comodo, eh? Muovetevi a cambiarvi e poi fate 50 flessioni!-
Gridò il Coach Hedge, un ometto simile ad una capra dopata

Jason finì le flessioni in fretta e aspettò Leo che intanto borbottava frasi tipo:
"Maledetto caprone" o "Figlio di Era!"

Quando raggiunsero gli altri, fuori nel campo da atletica, il Coach Hedge stava gridando qualcosa.
Leo deglutì.

-Tranquillo amico, basta che ti accucci in un angolo-lo prese in giro  Jason, dandogli una pacca sulla schiena

-Hey, schiappe sbrigatevi che dovete correre!-li chiamò il prof 

Si misero in riga alla partenza e il Coach spiegò che dovevano correre fino allo sfinimento finché non fosse rimasta una sola persona a correre.

-Guarda come vi faccio mangiare la polvere sfigati!- sussurrò un ragazzo a Jason e Leo

-Hey sappi che il qui presente Valdez è un asso della fuga dai bulli- ribatté orgoglioso Leo - E lui... dai... è un SuperMan biondo!- concluse indicando Jason

-Vedremo- il ragazzo si scostò un ricciolo biondo dagli occhi celesti, sogghignando

-Allora tesorucci, pronti...partenza...VIA!- strillò  Hedge, sventolando a caso una bandierina arancione e viola

Jason partì subito velocemente, seguito dal ricciolino e stranamente anche da Leo, la cui leggerezza lo favoriva.
Dopo quasi una decina di giri
di campo, metà dei compagni avevano rinunciato o erano stati doppiati da Jason, ma anche lui cominciava a sentirsi stanco. 
Passati altri 5 minuti e Leo scoppiò, buttandosi sul l'erba all'interno del campo, evidentemente era più un velocista che uno resistente. 

-Amico, va avanti senza si me, io me la caverò- strillò in tono drammatico,  gettando il braccio verso Jason

Il ragazzo ridacchiò e continuò la corsa. Ormai restavano in gara solo lui, il biondino, e un altro paio di ragazzi.
Quando anche gli ultimi mollarono, e rimasero solo lui e il fantomatico rivale, Jason ormai era a pezzi. 
Sentiva le gambe molli come budini, aveva il fiato corto e la gola in fiamme, e ad ogni passo di sentiva sempre più esausto. Ma benché corresse da venti minuti Jason non poteva cedere , era sempre stato MOLTO orgoglioso, e quel tipo lo aveva sfidato, Jason adorava le sfide, e ne andava del suo onore. Non voleva darla vinta a quel biondino che, nonostante era chiaro che stesse per scoppiare, continuava a mantenere imperterrito quel ghigno sulla faccia.
"Jason Grace non si arrende" si disse"magari ci fosse Piper a vedermi vincere". Quel pensiero lo stupì ma allo stesso tempo gli diede la forza di continuare, anzi di aumentare il ritmo, nel rettilineo. 
L'altro ragazzo vedendo Jason accelerare, decise di raggiungerlo. 
Con un tacito accordo avevano deciso che chi avrebbe tagliato per primo il traguardo di quel l'ultimo giro avrebbe vinto. 
Jason si trovò il nemico di fianco, mancavano ormai dieci metri...sette...cinque... due... Jason spinse più che poté sulle gambe gettando il petto in fuori. 
Vide i suoi piedi superare per primi la linea bianca, mentre da dietro sentì il tonfo secco del suo avversario che si lasciava cadere a terra, sfinito.
Si buttò anche lui sul l'erba, con il fiatone, mentre veniva raggiunto dai compagni e dal prof.

-Stavo proprio spiegando alle ragazze come IO ti abbia insegnato tutto sulla corsa, come tuo maestro supremo, e campione del mondo di atletica che si è dovuto ritirare per un  grave infortunio- si vantò Leo, battendoli il cinque

-Si, si certo, bello...- rispose fra un respiro e l'altro 

-Complimenti Grace, sei stato quasi non-patetico- buttò lì il Coach Hedge

-Grazie(?)- Jason non capiva se fosse un complimento o un insulto 

-Ok, la lezione è finita, andate a cambiarvi, schiappe!- gridò Hedge

Jason fece per tirarsi su, quando si trovò davanti la mano del ragazzo che aveva battuto. La afferrò e si fece aiutare ad alzarsi.

-Sai non sei poi tanto male, sei stato bravo- gli sorrise l'altro

-Grazie, anche tu- Jason ricambiò la stretta 

-Sono Will Solace, comunque è vedrai che la prossima volta ti batterò!- gli disse in tono di sfida, per poi girasi e andarsene  

-Vedremo- rispose Jason sorridendo malizioso

Dopo essersi cambiati Jason e Leo si diressero in sala mensa, incappando nella bacheca degli annunci.

-Hey, amico ci sono le iscrizioni per le attività  extra scolastiche!- esclamò Leo 

Jason scorrette la lista dei vari sport e corsi notando alcuni nomi famigliari:

Percy nuoto     
Nico calcio        
Annabeth pallavolo e Programma compiti
Piper pallavolo e Corso di teatro
Frank tiro con l'arco   
Hazel Corso sui minerali
Silena atletica e Corso fashion design
Drew cheerleader   
 
Jason sorrise pensando alle scelte dei cugini, non esisteva sport più azzeccato per Percy e sentiva già la voce di Nico nella sua testa che diceva "Il calcio è uno sport molto popolare in Italia".

- Io mi iscrivo a basket- disse a Leo, per poi segnarsi sulla lista

-Io al Corso di cucina!- rispose l'amico soddisfatto

-Perché?!- chiese Jason fra una risata e l'altra 

-Perchè si acchiappa- rispose come se fosse ovvio

Jason notò sulla bacheca anche un altro annuncio "Cercasi coinquilina 
dai 14 ai 18 anni, per casa spaziosa, non lontana dalla scuola, disponibile una taverna con un posto letto. Oggi selezioni al tavolo 4 della mensa durante il pranzo".
Questo spiegò perché, quando i due raggiunsero il solito tavolo, all'appello mancavano Piper, Annabeth, Silena e Drew, le quali invece erano sedute al fantomatico tavolo 4, con una discreta fila di ragazze che aspettavano il loro turno.

-Stanno facendo le selezioni?- chiese poggiando il vassoio contenete pesce impanato dall'aspetto poco raccomandabile

-Si- rispose Nico che stava infilzando l'occhio del suo pesce

-Credo che ne avranno per un po', vista la fila- aggiunse Percy

-Finora le anno scartate tutte- disse Frank, l'amico di Nico

-Sì perché Drew ha sempre da ridire su tutto: l'abbinamento dei vestiti, l'alito che non va, il nome troppo lungo da ricordare...- sbuffò Hazel, l'altra compagna di suo cugino

Jason vide lo sguardo annoiato di Piper che squadrava una ragazza, e che cercava di infilzare un chicco di mais senza guardare il piatto. Avrebbe tanto voluto avere anche lui del mais al posto del pesce, ma non era vegetariano, ah si avrebbe anche voluto essere lì con Piper per farla sorridere ma non tutti desideri si avverano...

                   ~~~~~~~~~~

Piper vide Jason entrare in mensa e sedersi al loro solito tavolo, quanto avrebbe voluto esseri lì con lui invece di stare ad annoiarsi per trovare una coinquilina.
Sbuffò mentre Drew cacciava la candidata con un:

-Si, si sei simpatica e tutto, ma ci hai provato con il mio ragazzo l'hanno scorso-

- Non era il tuo ragazzo!- replicò lei

-Certo Katie, dicono tutti così-

Katie Gardiner se ne andò indispettita con le scuse di Annabeth, sua compagna e amica.

-Allora, avanti il prossimo(ancora)- sospirò Silena

Davanti a loro si stagliò una figura imponente: era una ragazza alta e robusta, con una giacchetta di jeans senza maniche che lasciava vedere i muscoli delle braccia, e dei pantaloni neri messi piuttosto male. Aveva i capelli castani raccolti in una bandana  rossa e degli occhi scuri che incutevano timore.

-Mi chiamo Clarisse le Rue, ho 18 anni, sono dell'Half-Blood. Cerco una casa perché non sopporto più i miei fratelli Mark e Sherman, e anche mio padre. E voi me la darete- ordinò scrocchiando le mani

-Beh ecco diciamo che i tuoi vestiti...- 
Drew esibì la sua miglior espressione schifata 

-Siamo qui per decidere se darmi la vostra taverna, non per fare un corso di moda, principessina- Clarisse la guardò con disprezzo

Drew era rimasta senza parole, e Piper si ritrovò sorridere. Forse quella ragazza era proprio quella che stavano cercando: qualcuno che tenesse a bada Drew. Annabeth era una tosta ma aveva anche lei dei sentimenti, Clarisse invece sembrava essere spietata al 100%. 
Scambiò un occhiata con Silena, ormai si capivano alla perfezione.

-Perfetto io credo che dovresti venire ad abitare da noi!-la sorella confermò che avevano avuto la stessa idea

-Sono favorevole- si affrettò a dire Piper

-Pure io- disse Annabeth alzando la mano

Tutti gli sguardi si posarono su Drew che era diventata tutta rossa e sembrava avesse molta fretta di andarsene.

-Anch'io concordo- Drew deglutì, cercando di non inorridire 

Le ragazze esultarono mentre Drew si pentiva già.

-Vedrai ci divertiremo molto, principessina- Clarisse sfoggiò un sorriso sadico 

GRAZIE A TUTTE LE PERSONE CHE RECENSISCONO, SEGUONO LA STORIA, O LA METTONO TRA LE PREFERITE E RICORDATE.
È USCITO "LA CASA DI ADE"!!!!!
NON SPOILERATE CHE LO STO LEGGENDO O SMETTO DI PUBBLICARE.






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Capitolo 11
*** Litigi ***


VABBÈ NON SO CHE DIRE...
BUONA LETTURA

Capitolo 11: Litigi

-Devi sommare questi due e poi... hey Percy mi stai ascoltando?- Annabeth si voltò verso l'amico con occhio indagatore

-Uh! Si! Cosa?- il moro si girò di scatto gettando la penna dietro la testa

-Haha, beccato! Stavi disegnando uno squalo!- intervenì Rachel mostrando il disegnino sul quaderno di Percy

-È la decima volta che te lo ripeto, poi non te lo spiego più- sbuffò Annabeth, incrociando le braccia

-Scusate...forse ho bisogno di una pausa- si giustificò il ragazzo assumendo la sua migliore espressione da cucciolo bastonato 

Annabeth si aggiustò la coda, annuendo. Era una vera impresa dare ripetizioni a Percy, che da bravo dislessico iperattivo si impegnava più a deconcentrarsi  che a studiare.
E neanche l'intervento di Rachel era servito a nulla: in poche parole quel pomeriggio di compiti in casa sua si era rivelato un fiasco. 
Annabeth iniziò a dondolarsi sulla sedia pensierosa, masticando la penna. 
Rachel osservava troppo attentamente lo scollo a V della maglietta di Percy che lasciava intravvedere i pettorali... mentre il suddetto ragazzo arraffava dal centro del tavolo una mela.
"Puoi capire se un ragazzo bacia bene da come mangia la mela" di sicuro era una sciocchezza (perché lo aveva detto Drew) ma questo pensiero fece sorridere Annabeth, che è aguzzò gli occhi grigi  
per vedere meglio il momento in cui Percy affondava i denti nel frutto.
Poco dopo Clarisse proruppe nella stanza, spezzando quella strana situazione che si era creata.
Alla fine si era rivelata una buona coinquilina, anche se un po' rude, era 
abbastanza simpatica e umana quando voleva, e sapeva zittire Drew. 
Inoltre frequentava l'anno suo e di Percy e così si erano conosciuti meglio, anche se con quest'ultimo non andava proprio d'accordo.

-Hey, Le Rue!- la salutò Percy con mezza mela ancora in bocca

-Jackson- rispose lei, fredda

-Eddai si un po' più socievole!- continuò il moro

-Con te non ci tengo, pivellino- sorrise aspra

-Lo so che alla fine mi ami! Guarda come ti ingelosisci!- e detto questo attirò Rachel tra le sue braccia e le stampò un bacio sulla guancia

Forse Percy non lo aveva notato, ma Annabeth si, le guance di Rachel per un istante si erano tinte dello stesso colore dei suoi capelli.
La bionda si chiedeva come facesse il suo amico a essere così tonto da non accorgersi della cotta epocale che Rachel si era presa per lui. Ogni volta che stavano insieme quella povera ragazza provava uno strano misto di imbarazzo e piacere. Questo perché Percy la trattava come la sua migliore amica, dandole piccoli gesti affettuosi ma limitandosi a questo, ma non capendo che lei voleva qualcosa di più.
Annabeth doveva assolutamente aiutarli, ma era quello che voleva?
Si, si era decisa, perché Rachel conosceva Percy da molto più tempo di lei è quindi aveva la precedenza, Annabeth non poteva... fare cosa?! A lei non interessava Percy, giusto? Quindi il problema non esisteva neanche...

-Se non ti dispiace il nostro matrimonio possiamo rimandarlo a dopo, Jackson... adesso avrei un corso sulla gestione della rabbia-riprese Clarisse, sarcastica

-Credo che tu ne abbia proprio bisogno- sussurrò malizioso Percy

Un errore madornale...
Probabilmente non lo disse abbastanza piano perché Clarisse si girò di scatto, con occhi di fiamma, per poi gettarsi di peso sul povero ragazzo. 

-JACKSOOOON!- 

I due si ritrovarono a rotolare sul parquet di Annabeth, che tentava di separarli insieme a Rachel.
In quel momento passò Nico, tranquillo, scalzo, con solo una tuta nera e una canottiera addosso. Gettò un breve sguardo alla scena e poi si diresse altrove, noncurante.

-Tutto normale, no?- la sua voce giunse dalle scale 

                  ~~~~~~~~~~

-Cosa!?- Silena tentò di fare la sua faccia più sconvolta

-Si io e Frank siamo rimasti chiusi nello sgabuzzino- si affrettò a spiegare Hazel

Silena lo sapeva bene: erano stati lei e Nico a rinchiuderli. I due piccioncini si erano infilati nello stanzino per cercare qualcosa, e, vedendo la chiave nella toppa, la tentazione era stata troppa.

-E poi cosa è successo?- chiese Silena, artigliando il tappeto per la curiosità 

-Niente... abbiamo chiesto aiuto e ci hanno liberati- Hazel sminuì la situazione

"Non sta mentendo" decretò Silena, appoggiando il capo contro la porta. Hazel stava sdraiata sul letto con la testa a ciondoloni che fissava l'amica, con i suoi grandi occhi dorati.

-Tutto qui?!- si lamentò 

-Cosa avremmo dovuto fare?!- Hazel arrossì violentemente 

-Boh che ne so...- 

-E di te e di Nico cosa mi dici invece?- Hazel scoccò la sua freccia, che andò subito a segno 

-Io e Nico cosa?!- Silena di tinse di rosso a sua volta

-Beh, siete abbastanza intimi...-

-Nico è semplicemente ... Nico!-

La mora assunse un'espressione offesa, fissando male l'amica.
Nico... si conoscevano da poco, ma, Hazel aveva ragione, avevano sviluppato un bel rapporto. Ma non l'avrebbe mai ammesso, non poteva permettersi che succedesse un'altra volta. Silena sentiva ancora il calore che gli scottava la faccia... il fumo che le faceva lacrimare gli occhi... doveva aiutare Charlie e...

-Sel! Tutto bene?- Hazel le appoggiò una mano sulla spalla

Silena si accorse che, effettivamente, stava stritolando il cuscino che teneva tra le braccia.

-Si tutto a posto, era solo...- si zittì improvvisamente 

-Cosa c'è ancora?!-

La mora era sicura di aver sentito un rumore dietro la porta. Lo avrebbe riconosciuto tra mille, il suo passo felpato, il suo respiro roco... Nico.
Si chiese perché non entrasse e stesse fermo sulla porta, quasi come per...origliare. Silena si sentì offesa, che diavolo aveva da spiarle, per caso "Non si fida di me".

-Oh...niente- rispose, ma intanto mimava all'amica di tacere, e indicava l'uscio 

Sempre guardando Hazel si avvicinò silenziosamente alla porta e, con un unico veloce movimento, la spalancò di scatto, facendo precipitare un Nico di Angelo abbastanza sorpreso, su se stessa.

                   ~~~~~~~~~~

Ok, forse era stata un'idea di merda, ma Nico non ce l'aveva fatta a resistere, appena aveva sentito il suo nome, aveva subito voluto sapere cosa Silena avrebbe detto di lui (come se Hazel non fosse stata anche lei in quella stanza), e a, quanto pare, la cosa più logica era mettersi a origliare, non chiederglielo di persona.
Nico non sapeva il perchè di quel desiderio così subdolo che bramava così tanto, ma fatto stà che si ritrovò accovacciato davanti alla porta, con l'orecchio premuto contro il legno, e il petto contratto nella speranza di non emettere alcun fiato.
E pensare che era venuto li con le migliori intenzioni, voleva solo scambiare qualche chiacchera con Sel e magari farsi aiutare con i compiti. 
Tanto la porta era sempre aperta. Ormai le due case erano diventate un unico grande ritrovo per gli amici: a volte Nico si svegliava trovando Leo e Jason sbronzi sul divano, oppure Annabeth nel letto di Percy (li si faceva qualche domanda), o addirittura lui stesso si alzava nella casa di fianco domandandosi come ci fosse finito, e come mai fosse così vicino a Drew...

Comunque la sua carriera di spia era presto finita.
Nico vide tutta la sua vita davanti mentre la porta si apriva, lui perdeva l'appoggio e cadeva sopra una Silena abbastanza furiosa.
"Per Ade, qui rischio di spiaccicarla prima di riuscire a trovare una scusa decente!" fu questo pensiero che riscosse il ragazzo da quella scena a rallentatore da film che si era creata. Afferrò la maniglia con una mano, e con quella restante cinse la vita di Silena poco prima che cadesse a terra.
Il miglior salvataggio del mondo, peccato che la ragazza non la pensasse allo stesso modo.

-Perchè ci stavi spiando?!- strillò infatti la padrona di casa

-Intanto un "grazie" non guasterebbe...- Nico sfoderò il suo miglior sorriso malizioso

-Grazie perché perchè mi stavi cadendo addosso?!- replicò Silena, alzando un sopracciglio

-Beh sei tu che hai spalancato la porta all'improvviso- alzò le mani per protesta

-Perchè stavi origliando!- la ragazza strinse i pugni

-Senti ho sentito il mio nome e mi sono incuriosito- sbuffò Nico sistemandosi i capelli 

- Devo andare al corso di minerali a scuola, ci vediamo domani!- Hazel, sentendosi di troppo, prese le sue robe e scappò via 

-CIAO!- risposero all'unisono, arrabbiati 

"Diavolo, Hazel grazie! Mi lasci qui da solo con questa belva!" pensò il ragazzo. 
I due incominciarono a girare per la stanza lanciandosi delle occhiate circospette.

- Allora...- riprese Silena, incrociando le braccia

-Cosa?- 

-Perchè non potevi semplicemente chiedermi cosa penso di te?-

-Non è così facile...-

-La verità è che non ti fidi di me!- una lacrima solitaria rigò la guancia bianca di Silena

Per Nico fu come un pugno nello stomaco: era vero, lui non si fidava di nessuno, se l'era ripromesso, ma chissà perché c'era sempre una vicina nella sua testa che gli diceva di fare un'eccezione, che non poteva deludere Silena 

- Hai ragione Sel... non mi fido... perché sono sempre stato abituato a cavarmela da solo... la gente mi ha sempre voltato le spalle e fatto soffrire...- Nico si lasciò cadere sul letto 

- Nico... noi ormai siamo la tua famiglia, se in passato qualcuno ha tradito la tua fiducia, stavolta non succederà, te lo prometto, ok?- Silena si era addolcita, anzi quasi pareva che avesse la voce incrinata

La ragazza si distese di fianco a lui, e iniziò a passare le dita tra i suoi capelli.
Nico sentiva le sue dita affusolate accarezzargli il capo, e il suo corpo dolce e sinuoso premuto al suo.
Facendo le fusa come un gatto, la prese tra le sue braccia, appoggiandole il mento sulla sua fronte. 

-Promesso- rispose, mentre un sorriso gli increspava il volto


BUON SALVE!
QUESTO CAPITOLO HO ADORATO SCRIVERLO, FORSE PERCHÉ NICO E SILENA SONO TROPPO DOLCI :3 (IO AMOOOOOO NICOOOOO!)
VI LASCIÒ UNA DOMANDA: QUAL È LA VOSTRA COPPIA PREFERITA DELLA FAN FICTION (ANCHE SE FINORA NON SI È VISTO MOLTO...)?

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Capitolo 12
*** Un pomeriggio ESPLOSIVO ***



LO SO CHE AVEVO DETTO CHE AGGIORNAVO DURANTE LA SETTIMANA MA... SEMPLICEMENTE ME NE SONO DIMENTICATA, ANCHE SE AVEVO GIÀ IL CAPITOLO.
IL PROSSIMO LU PUBBLICHERÒ IL GIORNO DI NATALE, ALTRIMENTI UCCIDETEMI.   
BUONA LETTURA
Capitolo 12: Un pomeriggio ESPLOSIVO

Mentre si avviavano sul vialetto della scuola, Jason e Leo litigavano su quale attività fosse migliore. Da un lato c'era Leo, che cercava di convincere l'amico della bellezza e dellla coltura che si nasconde in ogni piatto che preparato in cucina, e dall'altro c'era Jason, che sapeva benissimo che la scelta di quel folletto iperattivo era data dalla più evidente probabilità di attirare qualche esemplare del sesso apposto facendo cucina, piuttosto che basket.

-Dai bello, devi ammetterlo, dovevi fare un'attività virile, come il basket- commentò Jason

-Amico, il basket non è uno sport da veri uomini, se proprio dovevo facevo football americano...-rispose il riccioluto, cacciandosi le mani in tasca e cominciando a calciare una lattina

-Ha parlato il cuoco- replicò l'altro 

-Hey che cos'hai contro la culinaria?!- Leo si girò, indispettito

-Niente, se non si parla di quella a scuola... è l'unico corso con il 99,9% di ragazze, tu adesso sei lo 0,01% che rappresenta i maschi, complimenti- continuò Jason, tirandogli un pugno amichevole sul braccio

I ragazzi arrivarono davanti all'entrata della scuola, c'erano pochi altri studenti, venuti come loro per i corsi extra-scolastici. 
I due amici di divisero, uno si diresse verso l'aula di cucina, l'altro verso il campo da basket.
Jason non vedeva l'ora di iniziare: il basket era sempre stato una sua grande passione, anche nella vecchia scuola era capitano della squadra. Quel pensiero gli fece venire un po' di malinconia, ma poi accantonò le preoccupazioni "Ormai è tutto passato".
Il biondo si cambiò in fretta, mettendosi la sua tuta preferita dei Lakers, e raggiunse il campetto.
Si era già radunato un gruppetto di ragazzi, che si era raccolto intorno all'istruttore Apollo, un tipo alto abbronzato, capelli ricci e biondi (assomigliava TANTO a Will Solace...forse erano parenti), che continuava a lanciare delle occhiatine alle ragazze e a pavoneggiarsi.

-Ok, raga, ci siamo tutti?- iniziò Apollo -Perfetto prendete una palla e iniziate a scaldarvi, ok? Io intanto prendo il sole- concluse dopo non aver ricevuto risposta

Jason prese un pallone e iniziò a palleggiare e a tentare qualche tiro a canestro, insieme agli altri, fra cui notò la chioma riccioluta di Will Solace.
Aveva già mandato a segno abbastanza tiri, notando che non era AFFATTO arrugginito, quando l'allenatore li richiamò al centro del campo.

-Allora belli, ce sono da  fa' le selezioni, per vedere se siete delle schiappe o meno vi dividerò in due squadre... vediamo... si, quelli dell'Half-Blood da una parte e quelli della Jupier dall'altra- spiegò consegnando le pettorine, viola per Jason e i suoi compagni, arancioni per i loro rivali

Jason diede un'occhiata alla sua squadra, persone che non aveva mai visto, perfetti sconosciuti che non sembravano neanche troppo in forma. I loro avversari invece avevano Will Solace, il suo fratellastro Austin, entrambi assi del basket, Nyssa, una ragazza dalla corporatura robusta, Mark, fratello di Clarisse, e parecchi altri membri validi.
Il biondo si sentì rabbrividire nel vedere il sorriso compiaciuto di Will, che si pregustava già la vendetta per la sconfitta subita nella corsa.
Deglutì, riunendosi con i compagni, per una riunione di gruppo:

- Lo schema è questo: la palla sempre a me! Qualcuno ha delle obiezioni?- disse, auto nominatosi  capitano

Visto che nessuno ebbe da ridire, Jason provò a caricarli con qualche incitazione, senza grande successo, poi andarono a giocare.
Come previsto, gli arancioni erano decisamente superiori, dopo circa 3 avevano già segnato 10 punti, e, nonostante Jason avesse segnato un paio di canestri, la sua squadra stava venendo surclassata.
I viola non riuscivano ad intercettare un pallone, mentre i passaggi che riuscivano ad affettare venivano categoricamente stoppati, l'unico che riusciva a fare qualcosa era Jason che, da solo, difendeva e attaccava.
Intanto Nyssa e Mark sfondavano la difesa avversaria e fornivano ottimi passaggi per Will e Austin, che sfrecciavano per il campo segnando punti su punti.
Il biondo era consapevole che non ci si qualificava per squadra, ma per singoli, però ormai era diventata una questione di orgoglio, soprattutto con Solace, che continuava a sorridere dicendogli cose tipo "Adesso chi è che perde Grace?" 
o "La vendetta è un piatto che va servito freddo".
Dopo il trentacinquesimo punto subito Jason decise di indire un'assemblea del team viola:

-Dai ragazzi, possiamo farcela...dobbiamo solo darci dei ruoli- disse, formando un cerchio insieme ai compagni.

-Ma chi vuoi prendere in giro? Sei l'unico che sa giocare... io me ne vado- esclamò un ragazzo, per poi togliersi la pettorina e andarsene.

Jason poté fare ben poco contro un mare di "Ha ragione" o "Anch'io mollo", e presto si ritrovò da solo contro l'intera squadra della Half-Blood.
"Brancò di codardi" pensò, raccogliendo la palla.

-Allora Grace, credo che la partita sia finita- lo derise Will, facendo per andarsene 

Non poteva rinunciare, era come gettare alle arpie tutti i suoi principi, e  se avesse abbandonato anche lui, probabilmente non sarebbe stato selezionato, nonostante fosse stato uno dei migliori in campo, il far parte della squadra che si era ritirata lo avrebbe penalizzato.
Strinse i pugni e increspò le labbra, Jason non era mai scappato, tranne... per storia di Reyna e Ottaviano. NO, non sarebbe successo un'altra volta.
Si girò e vide che nel campo vicino si stava allenando la squadra di pallavolo, fra cui Piper. Anche vestita così semplicemente, con i corti pantaloncini e la canottiera arancioni dell'Half-Blood, e i capelli raccolti in una treccia disordinata, per il ragazzo era bellissima.
Jason vide quanta DETERMINAZIONE la ragazza mettesse in ogni schiacciata, e pensò che lui non poteva essere da meno.

-Allora vuol dire che non conosci Jason Grace!- 

Il biondo si passò la palla da una mano all'altra, iniziando a palleggiare. Fu così rapido che Solace non poté fare niente, e neanche i suoi compagni. 
Jason scartò uno per uno i componenti della squadra avversaria, e poi, quando il canestro fu abbastanza vicino, caricò il tiro, da fuori area.
La palla arancione disegnò una parabola che terminò nel cerchio del canestro. 
Tutti i ragazzi  e l'allenatore lo guardarono, sbigottiti, e rigirandosi Jason incontrò lo sguardo anche di Piper, che evidentemente lo stava osservando, e i due si scambiarono un'occhiata di intesa, sorridendo.

-Allora cosa stiamo aspettando? Riprendiamo!- ordinò il ragazzo, con un ghigno di sfida stampato in faccia

La partita finì 73-32 per l'Half-Blood, ma Jason rientrò nello spogliatoio soddisfatto: aveva segnato da solo quasi la metà dei punti della squadra avversaria giocando da SOLO.

                  ~~~~~~~~

Leo era riuscito ad arrivare in ritardo a cucina, e questo era GIÀ abbastanza imbarazzante, essendo il suo primo giorno, ma il colmo fu quando, sulla porta, ormai troppo tardi per tornare indietro, capì che era davvero l'unico maschio del corso.

-Ehm...salve, Leo è qui!- disse alzando le braccia, imbarazzato 

-Valdez! Proprio tu mi dovevi capitare... Vatti a sedere!- ordinò la prof Estia

-Sissignore!- Leo balzò sull'attenti, tra le risate delle ragazze

 Aveva tralasciato un fattore importante, però: davanti ai fornelli e ai banchi da cucina, le studenti erano posizionate a due a due, la lezione si svolgeva a coppie.
Le ragazze iniziarono ad invitarlo di qua e di la, liberando posti e cacciando compagne, SOLO per lui!
"Wow, la simpatia ha fatto colpo" pensò, con l'imbarazzo della scelta.
C'era una mora molto carina che lo stava chiamando(gli pareva si chiamasse Chione), ma lo sguardo di Leo fu attirato da un'altra parte. Tutte le ragazze erano accoppiate, si stavano liberando delle amiche per fargli spazio, ma una invece se ne stava in disparte, nell'angolo. Sembrava rassegnata a essere abbandonata. 
Leo non poteva permetterlo, ignorò le altre, e puntò dritto verso di lei.

-Hey- le disse, buttando lo zaino sotto il pianale e prendendo una sedia

-Cosa ci fai qui?!- rispose lei, con un tono non tanto gentile 

-Tutti gli altri posti sono occupati... - insistette 

-A me non sembra, stai simpatico alle altre...- la ragazza indicò le tipe che si sbracciavano con un ampio movimento delle braccia 

-Come ti chiami Raggio di Sole?- ignorò la sua domanda 

-Calipso- sibilò la ragazza

-Beh Calipso sai com'è, al Fantastico Leo Valdez non piace stare al centro dell'attenzione... e poi da quaggiù la prof non mi becca- disse, spavaldo 

-Fa un po' come di pare- rispose, ma Leo vide che stava sorridendo 

Leo la studiò meglio: aveva sei lunghi capelli lisci, color caramello, che incorniciavano il viso chiaro. Gli occhi a mandorla erano scuri e le labbra carnose. Era esile, poco più bassa di lui e portava una camicetta bianca abbinati dei jeans chiari e a delle converse color crema. 
Estia iniziò a spiegare come si usassero quei fornelli  e dove fossero tutti gli strumenti necessari, ma Leo non la ascoltava più di tanto, la sua missione era far ridere Calipso, nessuno era mai resistito al suo umorismo.

-Oggi iniziano con qualcosa di semplice: un uovo strapazzato, spero che tutti sappiate farlo. Prendete un uovo dal frigo e una padella dal mobile- ordinò la prof

-Vai tu a prendere le cose?- chiese la compagna

- Tu mi vuoi sfruttare!- esclamò Leo

-Ho solo chiesto se...?!- fu subito interrotta

-Solo perché sono un uomo non vuol dire che devo essere il tuo schiavetto- instette lui, facendo l'offeso

-Io...!?- Calipso non fece ancora in tempo a dire qualcosa

-Voi donne siete tutte uguali! Cedo alla violenza!- e con un gesto teatrale Leo finse lo svenimento, poi andò a prendere il necessario

Dopo aver rotto tre uova tra la fiumana di ragazze che cercava di accaparrarsi qualcosa, il ragazzo tornò trionfante al banco. 

-Ah ragazze (e Leo), mettetevi i vestiti- ricordò Estia

-Quali vestiti?!- chiese Valdez

Pochi minuti dopo Leo indossava un bellissimo completino da cucina rosso (l'ultimo rimasto) composto da grembiule, con simbolo dei prodotti di "Nonna Demetra", e dalla retina per capelli che era costretto a indossare.

-Sei un amore! Posso farti una foto?- Calipso tra una risata e l'altra, li pizzicò la guancia, sfottendolo 

Il ragazzo mise su il broncio e incrociò le braccia, rifiutandosi di collaborare.
"Qui urge un intervento per riconquistare la mia virilità!" pensò.
E gli interventi di Leo solitamente sono più dannosi che altro...
D'un tratto si tolse la maglia rimanendo solo con i jeans e il grembiule, sul torso nudo.
Poi si strappò via la retina, sostituendola con un cappello da chef trovato chissà dove.
Flettè i bicibiti, gridando "Leo spacca!", e, armato di pennarello, prese a scriversi sul busto "HOTSTUFF" con sotto un teschio, 
"cattivo ragazzo supremo" e "team Leo".
Il ragazzo prese a girare tra i banchi gridando di quanto fosse figo, fra gli applausi delle ragazze, finché la prof Estia non lo fermò:

-Valdez! Mettiti subito a cucinare o ti sbatto via!- disse con occhi di fiamma

Leo ritornò da Calipso che si stava rotolando a terra dalle risate.
Sorrise pensando che con quella mossa aveva guadagnato abbastanza punti nella scala "TrovaUnaRagazza".

-Se continui a ridere, il grande Leo dovrà iniziare da solo!- esclamò 

-Aspetta... tu mi sai tanto di piromane- lo fermò lei 

-Oggi cucineremo uova e bacon, al flambé!- continuò imperterrito

-Ecco cosa avevo detto. E poi dobbiamo fare solo un uovo sodo- Calipso si mise una mano in faccia, scuotendo la testa

-Ho fregato del bacon in cucina e non rimarrà inutilizzato!- esclamò Leo

Il ragazzo prese ad armeggiare con i fornelli, impostando la temperatura massima, poi prese l'uovo e lo ruppe sulla padella. Nell'altra mise a sfrigolare il bacon, mentre Calipso cercava di salare (e salvare) gli alimenti, e cercare di non ridere.

-Uffa, ma qui il fuoco è troppo basso!- esclamò ad un tratto Leo

Poi tirò fuori una chiave inglese e si mise ad armeggiare con l'elettrodomestico .
Dieci minuti dopo dal fornello usciva una fiammata alta almeno 50 cm, per cui solo Leo riusciva a cucinare, con una maschera per la fiamma ossidrica. Metà delle ragazze correvano per la classe urlando, mentre la prof cercava di chiamare i pompieri.
Calipso, rintanata in un angolo, cercava inutilmente di convincerlo a spegnere l'arnese:

-Leo! Per Efesto, che DIAVOLO stai facendo?!- strillò, tirandolo per il gomito

-Una cottura a puntino, baby- gridò lui, di rimando, mente con un forchettone di metallo cercava di girare il bacon

-Se non la smetto SUBITO, qui ci scappa il morto! Sento puzza di bruciato!- continuò lei

-E il profumo di un piatto venuto bene-

-No, sono i tuoi peli delle braccia che stanno andando a FUOCO- Calipso indicò disgustata le fiammelle che si stavano propagand su di Leo

Questo almeno lo convinse a spegnere il fornello, per rotolarsi per terra e domare l'incendio alle braccia.
Calipso tolse quello che restava delle padelle dal piano cottura. All'interno le uova e la pancetta formavano una poltiglia nera carbonizzata.

-Yum- esclamò Leo prendendo una forchetta di quella COSA - Bruciato è meglio!- 

-Lo sai che è cancerogeno vero?- disse Calipso, guardandolo male, e Leo sputò di colpo tutto quello che aveva in bocca 

HAHAHA OK, LINCIATEMI PURE.
NO DAI LASCIATEMI UN COMMENTO O ALTRIMENTI FACCIO ANCH'IO  UN'INTERATTIVA DOVE NON AGGIORNERÒ MAI *RISATA MALVAGIA.

SPOILER NEL PROSSIMO CAPITOLO CI SARÀ SOLO NILENA.

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Capitolo 13
*** Rissa ***


PENSAVATE CHE CON LA MIA NUOVA INTERATTIVA NON RIUSCISSI AD AGGIORNARE, MA ECCOMI QUI!
È UN CAPITOLO LUNGO, VI AVVERTO, MA SECONDO ME NE VALE LA PENA. IN REALTÀ SI POTREBBERO LEGGERE SOLO LE PARTI DI NICO E SILENA, LE ALTRE LE HO AGGIUNTE DOPO, MA CI STANNO BENE. 
BUONA LETTURA, BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!

Capitolo 13: Rissa

Silena era contenta quella mattina, forse perchè sentiva ancora le forti braccia di Nico che la avvolgevano, i muscoli del petto di lui impressi sulla sua pelle, e le sue mani forti che le scorrevano sulla schiena. C'era stato così poco che li aveva separati, quei fastidiosi vestiti, la maglia bianca di Nico, i suoi leggins, che quel pomeriggio le prudevano così tanto...
Silena si lasciò sfuggire un sospiro mentre si appoggiava agli armadietti, i libri stretti a se, e un espressione sognante dipinta nel volto.

-Cos'hai da essere così felice?- 

Silena si girò, per vedre da dove proveniva quella voce aspra.
PURTOPPO il suo proprietario era Ethan Nakamura, uno dei tanti ex di Drew.
La fissava malignamente, la bocca increspa in un sorriso sadico, i capelli neri che gli ricadevano sulla fronte, coprendo quasi tutto un occhio.
Dietro di lui i suoi amici, il gruppo di Luke, avevano lo stesso atteggiamento losco.

-Oh, ci sono tante cose per cui essere allegri- "una tra le quali, Nico" concluse mentalmente

-Continui a sorridere, mi dai sui nervi- ringhiò Ethan

-Beh, te li farai passare...- Silena tentò di andarsene, ma i suoi sgherri la fermarono

-Non ti permettere di parlarmi così! Soprattutto visto di chi sei sorella!- il ragazzo le si piantò davanti, afferrandole il braccio 

-Cosa intendi?!-

-Che Drew Tanaka è una lurida...!- il moro non fece in tempo a finire la frase che Silena lo interruppe, con occhi da tigre 

-TU_NON_PERMETTERTI!- scandì rabbiosa lei

NESSUNO poteva insultare sua sorella (a parte lei)! Che ne sapevano gli altri di Drew e della sua famiglia?! 
Inoltre Silena era stufa di sentire ricadere le colpe della sorellastra su di lei...

-Uuuh, che paura piccola- la schernì il ragazzo

-Se è per questo neanche tu mi spaventi, sei solo un bastardo, Ethan- le parole di Silena erano colme di rabbia

Fu tutto così veloce che quasi non se ne accorse: Ethan scattò, e un attimo dopo SBANG...Silena era incollata all'armadietto. Il braccio del ragazzo sopra la sua gola, le impediva di muoversi, e tutto il resto del corpo le era vicino, troppo vicino. 
Ethan passo la mano libera sopra il metallo, fino ad arrivare al suo viso:

-Ebbene, dolcezza, ti mancano le parole?- le sussurrò, prendendole il mento 

Per tutta risposta la ragazza fece un gesto davvero poco femminile, sputando in faccia al suo aggressore.

-Mi fai SCHIFO- si morse il labbro e appoggiò la mano sul braccio di Ethan, cercando di spostarlo

-Te la sei voluta tu!- il ragazzo la tirò a se, per il colletto della felpa celeste, poi le tiro uno schiaffo in piena guancia, che le fece girare la testa di 90 gradi

Subito dopo le sferrò una ginocchiata nella bocca dello stomaco, facendo piegare in due la ragazza.
A Silena si mozzò il respiro, mentre in bocca sentiva la faccia andare a fuoco e uno strano sapore metallico in bocca, un rivolo di sangue le colò da labbro.
Ethan stava ancora schiacciato contro di lei, ansimante, pronto per un altro attacco.
Non avrebbe pianto, non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione, non gliela avrebbe data vinta così facile.
Silena rise, la testa china, i capelli sopra il viso, Ethan a pochi centimetri da lei che la guardava furente.
Le sue spalle furono scossi da tremiti, mentre la risata diveniva sempre più fragorosa.

-Ma davvero?! Guarda come ti sei ridotto... a picchiare una ragazza, con una scorta personale, solo perché Drew ti ha lasciato(come tutti poi...)!-la ragazza rise ancora di più, non sapeva se stava impazzendo

Forse era davvero matta, o il suo piano stava funzionando, Ethan la guardava sempre più arrabbiato, ma con una punta di incredulità nell'occhio visibile. Probabilmente stava pensando: "Perché questa ragazza non ha paura?"
Anche se stava temporeggiando, però, nessuno la aveva ancora aiutata. Era impossibile che nessuno avesse notato un tizio che teneva contro gli armadietti una ragazza, con una banda di gorilla al seguito...
Probabilmente tutti vedevano e tacevano, la banda di Luke e Ethan seminava ancora terrore nella scuola.

-Adesso pagherai per quello che tua sorella mi ha fatto- Ethan sorrise sadicamente

Silena sentì scattare un coltellino e chiuse gli occhi, coprendo il volto con le mani, aspettandosi il peggio, ma questo non arrivò mai.

-Hey Nakamura, prenditela con qualcun altro-

Silena schiuse gli occhi, poco a poco, davanti a lei non c'era più il suo aggressore, anzi, lui era di fianco a lei, contro l'armadietto, e con il braccio armato immobilizzato. Sopra di lui, che lo teneva fermo e innocuo, c'era un ANGELO (perché non poteva essere altri che il suo angelo custode): i jeans neri gli aderivano alle gambe in modo di mettere in evidenza i muscoli tesi, pronti ad agire, sopra portava una maglia bianca, semplice ma pura, e una giacchetta di pelle, anch'essa nera, che forniva un contrasto genuino contro la sua pelle chiara. I capelli color carbone gli ricadevano scompigliati sul viso, rendendolo ancora più attraente, infine gli occhi di ossidiana fissavano disgustati Ethan.
Nico di Angelo era lì.
Era lì per salvarla.
Era lì per proteggerla.
Era lì, di fianco a lei, e già questo le bastava.
In fondo però Silena non voleva essere salvata, non voleva essere protetta, lei non era come una di quelle principesse che dipendevano dal loro cavaliere. Lei voleva essere indipendente, una ragazza forte... non lo sarebbe mai stata se ci fosse sempre stato un "Nico" su cui appoggiarsi.

-Nico, no! Io...- cercò di balbettare, con le gambe che le tremavano

-Frank, porta Silena in infermeria!- il ragazzò la ignoro, chiamando l'amico 

-Ti ho detto che ce la posso fare da sola!- la ragazza strinse i pugni

-Sei sotto shock... non in condizioni per affrontare una rissa!- Nico la guardò severo 

Questo la ferì più dello schiaffo di prima, "davvero Nico ha una così bassa considerazione di me?" pensò.
Frank le si avvicinò, cingendola attorno al busto.

-Chi ti credi di essere, pensi davvero di essere migliore di me?! Non pensare che io ti lasci qui da solo!- strillò mentre l'amico asiatico iniziava a trascinarla via

-Frank ci vediamo dopo, qui ci pensò io- disse Nico, che intanto si era allontanato da Ethan

-Io torno subito ad aiutarti- disse l'amico- Silena smettila, lo faccio per te!- la ragazza continuava a scalciare

-Se riuscirai ancora ad aiutarmi- rispose Nico tristemente, in effetti intorno ai due litiganti si stava già formando una barriera di curiosi, oltre agli sgherri di Ethan

Silena si dimenò ancora un po' per poi  rassegnarsi tra le braccia di Frank, non poteva credere di star lasciando il suo amico da solo in una rissa che aveva iniziato lei.

-NICO!- gridò, in un ultimo tentativo disperato

Poi tutto si fece scuro e Silena non vide più nulla.

                  ~~~~~~~~~~

Drew era la persona più felice della scuola, in quel momento.
Ne era sicura, due ragazzi stavano lottando per lei: prodi cavalieri che si battevano per la conquista della loro amata. Da una parte Nico di Angelo, il Re degli Spettri, misterioso e sexy cavaliere in nero, dall'altra Ethan Nakamura, il suo, senza scrupoli e audace, ex. 
Drew si divertiva a vederli litigare, si sentiva come Elena, la donna che aveva causato la guerra di Troia, contesa tra Paride (Nico) e Menelao (Ethan).
La ragazza se ne stava in disparte, appoggiata a una colonna, con un sorriso soddisfatto, seguendo il combattimento da lontano.
"Alla fine qualcuno riceverà una bella ricompensa" pensò, sentendosi già le labbra in fiamme.
Non le importava se quell'invidiosa di Piper continuasse a ripetere che non si stavano picchiando per lei, era soltanto, appunto... invidiosa.
Vide Jason, quel gran pezzo di ragazzo, insieme alla sua sorellastra e quel tipo latinoamericano, tutti agitati, che cercavano di
farsi spazio tra la folla. "Patetici"sorrise.
Non sapevano godersi la vita, non sapevano cosa voleva dire essere desiderati, come lei, non avevano un minimo di ambizione. Lei invece ne aveva, di ambizione, fin troppa forse; cosa le importava di quello che gli altri dicevano di lei, "meglio essere temuti che amati", parlavano con lingue avvelenate perché avevano paura, e avrebbero tanto voluto essere come lei ma non ne avevano il coraggio. "Poveri gusci vuoti senza ambizione".
Il rumore della suola della scarpa di Ethan che veniva assaggiata dal volto di Nico, rimbombò nel corridoio.
Ethan, l'aveva divertita, era un bravo baciatore, un ragazzo senza freni e subdolo. Era stato uno dei tanti, poi Drew era passato ad un altro, e a quanto pare lui non lo aveva accettato.
Con Nico, invece, era stato diverso. L'aveva rifiutata, ma invece di offenderla, così, l'aveva solo incuriosita ancora di più. Lei adesso lo voleva, tutti, presto o tardi, cadevano ai suoi piedi.
Drew si sistemò meglio: si sarebbe goduta quello spettacolo.

                  ~~~~~~~~~~

Jason aveva deciso che quella sarebbe stata una giornata fantastica: il giorno prima aveva fatto le selezioni per la squadra di basket, ed era sicuro di essere passato (chi altro aveva segnato 32 punti?!), poi aveva accompagnato Piper a casa da pallavolo, e siccome pioveva, l'aveva scortata in ombrello, facendo un'ottima figura. 
Quindi quando la sveglia suonò Jason si alzò di buon grado, quando Percy partì senza di lui prese semplicemente l'autobus, quando la prof annunciò la verifica a sorpresa la eseguì senza troppe lamentele, ma quando trovò suo cugino Nico che si picchiava con Ethan Nakamura capì che sarebbe stata una giornata di merda.
Intorno ai due ragazzi si era formato un campanello di persone che rendevano impossibile avvicinarsi, anche perchè c'erano gli amichetti di Ethan a tenere lontani tutti. Jason non riusciva a far altro che spingere tra la folla e gridare di smettere, tentativi abbastanza vani.
"Per Zeus, perché?!" si chiedeva, Nico era sempre stato un ragazzo tranquillo, non avrebbe mai picchiato qualcuno, anche se la sua buona dose di orgoglio ce l'aveva. Ethan, dal canto suo, era un tipo abbastanza losco, sempre in giro con Luke Castellan e il suo gruppo, era decisamente capace di attaccare rissa.
Almeno Nico sembrava un netto vantaggio (oppure al cervello di Jason non arrivava abbastanza ossigeno, stretto com'era nella folla), si muoveva con gesti veloci e precisi, evitando la lotta ravvicinata, e limitandosi a sferrare qualche calcio al momento giusto, togliendo l'appoggio al suo rivale, a schivare i colpi del suo avversario per menare dei cazzotti ben assestati. Nico sembrava un esperto, e questo lo spaventava ancora di più.

-Jason! Santi Numi dobbiamo fare qualcosa...- Piper spuntò tra la fiumana di gente, con un'espressione allarmata sul volto

-Purtroppo non ci si riesce ad avvicinare- ringhiò il biondo- Piuttosto tu sai cosa è successo?!-

-Ecco...c'entrano le mie sorelle...- La ragazza si fece ancora più mesta mentre spintonava qualche primino

-Hey, ragazzi anche voi qui?!- anche Leo comparve di fianco a loro, come se fosse una riunione di famiglia

-Senti bello, non è il momento- ribatté Jason

-Però tuo cugino se la sta cavando bene- proprio in quell'istante Nico sparò un pugno contro la mascella di Ethan, provocando un boato

Nonostante ciò Jason non riusciva a rasserenarsi: cavolo, come poteva lui stare li a non fare niente, mentre suo cugino si azzuffava con uno dei più grossi idioti della scuola?!
Si sentiva così impotente...

-Hey, Jason, tranquillo, si risolverà tutto- lo rassicurò Piper, prendendogli la mano

Dette dalla ragazza, quelle parole calmarono un po' Jason, anche se il ragazzo continuava a cercare invano di superare la barriera umana.
Dal canto suo Leo gridava strani incitamenti del tipo: "Vai Nico, sei un piccolo di Angelo della morte!" o " Piantali un calcio dove sai tu!"

                  ~~~~~~~~

Non riusciva a stare ferma, non sopportava vedere Jason in quello stato.
Piper afferrò la mano del biondo incoraggiandolo.

-Forse dovremmo avvertire Percy...- buttò li Leo

-Hai ragione, vado subito!- esclamò Jason

-No! Vado io, tu devi restare qui... per  controllare che tutto vada bene!- intervenne Piper

-Ok, grazie- gli occhi azzurri del ragazzo erano colmi di gratitudine 

La ragazza iniziò a zigzagare tra la folla per trovare le scale, e raggiungere il piano superiore.
Per fortuna si era allontanata, l'aria iniziava a mancargli, e poi non riusciva a sopportare la vista dei due ragazzi che si picchiavano, il sangue sul pavimento... 
Il padre di Piper era un attore, era stata certe volte sui set, e aveva visto alcune scene di combattimento, ma non erano niente in confronto a... quello.
Al cinema era tutto finto: i pugni, i calci, le ferite, i lividi. Quello che aveva visto invece era tutt'altro che fasullo, e Piper ne era disgustata.
Inoltre si sentiva un po' responsabile, alla fine era nato tutto per le sue sorellastre...
Raggiunse l'ultimo piano poi si fermò, le mani sulle ginocchia, con il fiatone, e i capelli che gli ricadevano davanti al viso.
Si guardò intorno alla ricerca di una testa mora e di due occhi verdi, ma si accontentò di intravedere un capellino dei New York Yankees.

-Annabeth!- gridò correndo, nella sua direzione.

-Piper, miei dei, cosa è successo?!- l'amica la prese per le spalle, mentre lei riprendeva fiato

Piper le spiegò in breve, fra un respiro e l'altro,  l'accaduto.
Vide gli occhi grigi di Annabeth diventare sempre più tempestosi, a mano a mano che andava avanti con il racconto.

-Nessuno può toccare Nico!- strillò l'amica, finita la spiegazione 

-Si, ma adesso dobbiamo trovare Percy!- le ricordò

-Hai ragione, ci penso io, tu intanto torna giù- le ordinò l'amica, spingendola verso le scale

-Ok, a dopo- 

                  ~~~~~~~~~~

Quando Annabeth gli volò, letteralmente, tra le braccia Percy non era poi così dispiaciuto.
La strinse a se come fosse una cosa preziosa, accarezzandole i capelli, e la salutò:

-Hey, Annie...- le sussurrò 

Lei parve calmarsi per un secondo, ma poi tornò al suo atteggiamento agitato che aveva quando gli si era schiantata contro.

-Non c'è tempo Testa d'Alghe!- esclamò lei 

-Davvero?! Neanche per un abbraccio?- chiese lui risentito, stringendo la ancora di più nella sua maglia azzurra

-Uh?- la bionda si sciolse per un attimo tra le sue braccia - Cioè... NO! Nico si sta picchiando con Ethan Nakamura, di sotto!- spiegò dopo essersi ripresa

Percy ci mise un po' ad elaborare la frase, ma quando lo fece stava già sfrecciando per le scale, tirandosi dietro Annabeth.
Era il peggior cugino esistente, come aveva lasciato che accadesse? 
Forse aveva trascurato Nico? Magari soffriva di bullismo fin dall'inizio della scuola... 
Oppure Percy nelle 3 settimane di affidamento che erano passate non lo aveva istruito per bene, insegnando li che NON bisogna pestare la gente...
Magari, se fosse finita male, gli avrebbero tolto l'affidamento di Nico, e lui sarebbe tornato in orfanotrofio. Tutto per colpa SUA, di Percy.
Annabeth sembrò leggergli  nel pensiero perché gli strinse ancora di più la mano e sussurrò:

-Tranquillo non potevi farci niente. E poi andrà tutto bene-  la ragazza sorrise, convinta 

Quando però raggiunsero il piano, non sembrava andare tutto bene.
Gli infermieri stavano spingendo una barella con sopra un respiratore per il corridoio.
E quando Percy provò a chiedere informazioni, ricevette solo un "Largo, largo! C'è un ragazzo grave!".
Percy sperò sinceramente che non fosse Nico.

                  ~~~~~~~~~~

Mentre Nico camminava in circolo, osservando Ethan, pensò che si era cacciato proprio in un bel guaio.
Eppure quando aveva visto Silena che veniva aggredita dalla banda di Luke, non aveva potuto non intervenire. Certo avrebbe potuto chiamare un adulto, e la ragazza si era arrabbiata, ma lui non era riuscito a rimanere a guardare.
E adesso si trovava lì, a cercare di non farsi picchiare da quell'idiota di Nakamura. 
"Ok , ricordati le lezioni di Minosse" si disse. Nelle sue numerose fughe dall'orfanotrofio, Nico era capitato nel quartiere del Bronx, di certo non un bel posto per aggirarsi da soli. 
Per questo era entrato in una piccola banda di ragazzi "Gli Spettri", che si ritrovavano in una stazione della metropolitana abbandonata.
Nico lì aveva imparato a combattere per strada, grazie a Minosse, uno dei membri più esperto del gruppo.
Nico si ricordava ancora di tutti i pugni e i calci sferrati a quel sacco di farina, con le mani fasciate, le goccioline di sudore che scivolavano sul torso nudo, con un unica fioca luce che illuminava quella stanzetta tetra. E intanto Minosse che gli gridava di piegarsi di più, o di colpire più forte...
Nico quindi era sicuro di essere tecnicamente e fisicamente superiore al suo avversario.
Anche se Ethan era più grosso, era anche più impulsivo, Nico avrebbe solo dovuto essere più veloce ed evitare lo scontro diretto.
Dopo un po' che si studiavano, Ethan attaccò, tra le urla della folla che si era raccolta. Nico schivò il pugno gettandosi di lato, per poi sferrare una gomitata nel fianco dell'altro.
Il ragazzo gemette, ritirandosi, e Nico ne approfittò per spingerlo contro gli armadietti. Cozzando contro il metallo Ethan si riprese, afferrò l'avversario per le braccia e con un colpo di reni girò, invertendo le parti. Nico si ritrovò spalle al muro, mentre un calcio a gamba tesa gli si avvicinava pericolosamente. Fece appena in tempo a buttarsi all'indietro in ponte, prima che il colpo sferragliò sull'armadietto. Dalla sua posizione mise tutto il peso sulle braccia, mentre slanciava le gambe in alto, colpendo da sotto il mento di Ethan. 
Il capo del ragazzo ciondolò all'indietro, mentre indietreggiava. Ciò diede il tempo a Nico di rialzarsi e di togliersi la giacca di pelle, che gettò in un angolo.

-Sei già stanco?- il moro sorrise nel vedere Ethan arrabbiarsi ancora di più 

Con un ruggito il ragazzo gli si lanciò addosso, iniziando a tempestarlo di pugni. Nico cercò di mantenere la sua posizione, portando le braccia in posizione di difesa. Poi, quando ormai sentiva le ossa scricchiolargli, sfruttò lo squilibrio di Ethan, impegnato com'era nel colpirlo, abbassandosi e falciandogli la gamba.
Il suo avversario rovinò a terra e lui non perse tempo, nonostante i muscoli doloranti, si buttò sopra di lui, menando fendenti. Il corpo a corpo non era la scelta indicata per il più piccolo, Ethan lo superava di qualche anno e di parecchi cm di altezza, ma lui poteva contare sull'effetto sorpresa. 
I due ragazzi iniziarono a rotolare sul pavimento, mentre si graffiavano e picchiavano, emettendo grugniti e ringhi.
Nico era più agile e il suo tono muscolare era più sviluppato, ma Ethan era più grosso, e presto il maggiore si ritrovò a cavalcioni sopra l'altro immobilizzandogli le braccia.

-Adesso chi è che ride, eh?- gli sussurrò Nakamura, con l'unico occhio visibile che scintillava contento

Nico tese i muscoli e girò, ancora una volta, in ponte, finendo a sua volta sul rivale, il quale, però, aveva fatto in tempo ad estrarre il suo coltellino dalla tasca. 
Il ragazzo vide la lama scintillante avvicinarsi e fece appena in tempo ad afferrare il polso che lo brandiva, prima che gli scalfisse il petto.
Ethan però continuava a spingere con il coltello verso di lui, così iniziò un braccio di ferro per allontanarlo il più possibile.
Nico vedeva i suoi tendini e muscoli delle braccia tesi come un violino, mentre, con sollievo, la lama si allontanava sempre di più. Ethan capì che la sua situazione stava peggiorando, perciò abbandonò il braccio armato di lato, e slanciò il capo contro quello dell'altro ragazzo.
Nico sentì un rumore sordo, poi la testa gli scoppiò. Sentì delle grida allarmate tra la folla, che comprese quando riaprì gli occhi e sentì un liquido caldo colargli sul viso. Davanti a lui anche Ethan aveva la fronte aperta da un taglio che grondava di sangue.
Si allontanò annaspando dal suo avversario, che si stava tamponando la faccia con la maglietta, un tempo bianca. Nico si tastò il taglio, decise che non era tanto profondo, non l'avrebbe neanche fasciato, probabilmente così incuteva più timore. Le altre ferite che aveva erano graffi e lividi di poco conto, sarebbe sopravvissuto fino alla fine dell'incontro...
L'aggressore lo guardò infuriato, come se non fosse stato lui a provocare a entrambi quel taglio, e ripartì all'attacco, visibilmente instabile. Nico non provò neanche a schivarlo, gli si parò, semplicemente,  davanti e gli sferrò un pugno in pieno volto, prima che l'altro potesse effettuare alcunché.
Ethan volò all'indietro e per poco non cadde. Barcollante, si portò una mano allo zigomo, ormai blu, e il suo sguardo si riempii ancora di più di rabbia. 
Nico dedusse che aveva uno stile casuale e grossolano: si lasciava guidare dalla rabbia e dai sentimenti. Lui invece aveva una tecnica, accompagnata da un buon istinto combattivo.
Nonostante ciò, la vista dell'ormai famigliare coltellino di Ethan lo turbò non poco. Adesso erano in piedi, non poteva fuggire, e lui era disarmato.
Con un sorriso sadico, il più grande partì ancora una volta alla carica, menando fendenti. Nico cercò di schivare la lama che oscillava da destra a sinistra, ma a poco a poco sentì aprisi sulla pelle dei tagli più consistenti. 
Quando il bruciore divenne troppo, tentò una mossa azzardata: si gettò tra le sue canne divaricate, rotolando. Quando si rialzò, però, Ethan fu più veloce di lui, il coltellino disegnò un semicerchio, che attraverso anche il suo petto.
Nico indietreggiò, dolorante, mente la maglietta si inzuppava di sangue, all'altezza dei pettorali, e lui iniziava a sentirsi sempre stanco; anche il suo avversario aveva il fiatone.

-Date anche a lui un coltello!- il grido di Jason, fu seguito da molti altri, di approvazione

Nico guardò grato tra la folla, dove vide, oltre a suo cugino e ai suoi amici, i volti familiari di Frank e Hazel.
Ethan, indignato, si voltò verso uno dei suoi sgherri, facendo una faccia che voleva dire "Ma si, accontentiamoli".
Poco dopo a Nico venne passato un altro coltellino, tra gli 
applausi.
"Oh, si" pensò, adesso si sentiva sicuro, non più nudo. Se pensavano che lui non sapesse neanche tenerlo in mano, si sbagliavano, come si sbagliavano. Minosse diceva che era uno dei più bravi spadaccini che avesse mai istruito, per Nico, un coltello non era che un prolungamento del suo braccio, qualcosa che faceva parte di lui.
Immaginò di essere ancora più spaventoso, adesso che era armato: con il sangue rappreso sul volto, la maglia e i jeans strappati e anch'essi rossi, soprattutto sui pettorali dove aveva la ferita, doveva avere l'aspetto di un morto appena resuscitato.
Ethan, dal canto suo, era messo ancora peggio: oltre al taglio identico sulla fronte, aveva un livido sullo zigomo che adesso si era esteso all'occhio, l'altro era coperto dal ciuffo di capelli neri, aveva parecchi graffi e ematomi sulle braccia e gambe, e anche i suoi vestiti erano ridotti male, sulla mano spiccava il pollice viola, probabilmente rotto (in effetti mentre erano a terra si era sentito qualcosa scricchiolare).
Nico decise di intimidire ancora di più l'avversario, e nello stesso tempo testare le sue capacità con il coltello. Mulinò rapidamente l'arma, provando qualche affondo nell'aria, per poi eseguirne uno più deciso, che culminò con lui che eseguiva un calcio rotante, sempre indirizzato al nulla. Quando riatterò, sentì gli sguardo ammirati di tutti addosso, meno quello furente di Ethan, che sibilò qualcosa tipo: "Ma allora vaffanculo!".
Questa volta fu Nico ad attaccare. Disegnò una parabola in aria con il coltellino, che si incontrò con quello dell'avversario.
Le lame continuavano ad incrociarsi, tintinnando e sprizzando scintille, il pubblico era ammutolito.
Era evidentemente però la netta superiorità di Nico. Continuava a menare fendenti a ritmo sempre più incalzante, tanto che spesso riusciva a eludere la difesa rivale e a scalfire la pelle di Ethan.
Dopo un po' decise che si era divertito abbastanza. Con una mossa veloce, fece leva con la lama tra l'impugnatura e la mano dell'avversario. Il coltello cadde a terra, e Nico sferrò un calcio nel petto di Ethan, spingendolo a terra. Il ragazzo si ritrovò il filo di un coltello a pochi millimetri dalla gola, insieme al sorriso trionfante del suo possessore. 

-È finita Ethan. Dillo...- gli sussurrò 

Il ragazzo deglutì.

-DILLO!- ordinò Nico, premendogli il coltello sulla pelle 

-È finita, hai vinto- sussurrò 

Nico si girò e lasciò cadere il coltello. Era FINITA. Nico avrebbe quasi voluto tagliargli la gola, in fondo Ethan aveva picchiato Silena... ma lui non si sarebbe MAI abbassato al suo livello.
Sorrise contento, rilassandosi, e socchiudendo gli occhi... quando un grido risuonò nell'aria:

-Nico, attento!- Hazel non fece in tempo ad avvertirlo

Nico si girò, il battito del cuore gli si accollerò tanto che poteva sentirlo. Percepì  tutto a rallentatore, come nei film: Ethan che si lanciava verso di lui, con il coltello in mano, la folla che strillava, l'altra lama troppo lontana, lui che cercava inutilmente di proteggersi con le mani, e poi niente... solo DOLORE, un dolore atroce al braccio destro.
Aprì gli occhi, sempre lentamente, un ondata di nausea lo travolse, insieme ai brividi. Il coltello gli aveva attraversato gran parte dell'avambraccio destro, squarciandolo per una decina di centimetri. Si vedeva la carne viva e rossa, dal quale gocciolava il sangue. Nico era sicuro che gli avesse reciso almeno una vena o tendine importante. 
Ethan rise sadicamente, poi estrasse l'arma e ne leccò il sangue che luccicava sopra. 
Il bracci di Nico cadde lungo il suo fianco, inerte. Il suo volto si contrasse in una maschera di dolore e rabbia, nemmeno nell'inferno del Bronx erano così codardi da attaccare alle spalle.
Barcollò, per poco non cadde, sotto il peso del dolore, ma qualcosa lo tenne in piedi. La convinzione che non poteva cedere, per lui, e soprattutto per Silena.

-È finita- sussurrò, alzando il braccio ferito e appoggiandolo sulla spalla dell'aggressore 

La testa di Ethan girò completamente di lato, quando gli arrivò la mano (quella sana), chiusa a pugno, di Nico sulla mascella, seguito da una gomitata sulla nuca.
Nico poi scattò all'indietro. Durante la capriola in aria, stese la gamba, sferrando un calcio al volto della vittima, sentì il naso sbriciolarsi sotto la sua suola.
Quando riatterò Ethan era a terra, svenuto, con la faccia che era una maschera di sangue, anche se era (quasi) sicuro che fosse vivo.

-È FINITA-ripeté

La gente esplose in ancora più grida, mentre un gruppo di sgherri di Ethan si precipitavano ad aiutarlo, trascinando o via, ma buona parte era scappata.
Nico si accasciò contro gli armadietti, sentiva il respiro farsi irregolare, e le membra sempre più rigide.
La testa gli martellava incessantemente, un sacco di persone gli vennero incontro, le parole si ammassavano e lui non capiva niente... gli sembrava tutto così LONTANO.
Quasi non si accorse del cugino che si faceva strada tra la folla, avvicinandosi:

-Nico! Tutto bene?- chiese Jason, appoggiandoli una mano sulla spalla

-Sto morendo dissanguato... certo sto benissimo!- disse debolmente 

-Almeno non ha perso il suo sarcasmo- gli parve di sentire la voce di Leo

-Nico tu non sai quanto ti sono grata...grazie- Piper gli accarezzò i capelli  

- L'ambulanza sta arrivando, resisti bello, ok?- Jason aveva una punta di malinconia nella voce 

Nico si limitò annuire, risparmiando le energie. Intanto erano arrivati anche Hazel e Frank.

-Nico, per gli dei!- Hazel lo soffocò in un abbraccio 

-Grazie Hazel, ma così mi fai male- protestò il ragazzo, lei lo lasciò ma continuò a tenergli la mano, come se avesse paura di lasciarlo

-Amico mi devi spiegare dove hai imparato quelle mosse!- cercò di dire Frank

-Bronx- spiegò Nico, tutti annuirono

A Nico cominciarono a chiudersi gli occhi, mente sentiva una sirena farsi strada nei timpani.
Si fece forza e pose l'ultima domanda:

-Un ultima cosa, Silena come sta?-  chiese rivolto alla sorella della nominata

-È in infermeria. Sta bene- Piper lo guardò con tenerezza

Nico sorrise, Silena stava bene, e tutto si fece buio.



NILENA<3
ERA TUTTO CIÒ CHE VOLEVO DIRE QUINDI CIAO...
AH, POTRESTE REGALARMI UN COMMENTINO PER NATALE, NO?
NICO: NO

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