She's Got a Job In The City

di _Lookingforpenguins___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Go Away! ***
Capitolo 2: *** you? ***
Capitolo 3: *** To Germany ***
Capitolo 4: *** fire ***
Capitolo 5: *** baka ***
Capitolo 6: *** fight ***
Capitolo 7: *** trouble ***



Capitolo 1
*** Go Away! ***


"che gli regaliamo per il compleanno???!!!" "sono 17 anni, quindi... Regaliamogli quella chitarra che vuole da mesi!" "sei un genio! Tu sei d'accordo?" "sì" ------------ "buon 17esimo compleanno, Lukey!" disse Ashton con il suo solito sorriso. "grazie" dissi io sorridendo. "abbiamo un regalo mooolto speciale!" urló Michael. Ero molto curioso, poi arrivó Cal con un pacco abbastanza grande. Non ero piú nella pelle e lo aprii. Non credevo ai miei occhi: mi avevano regalato una Fender Stratocaster. "vi ringrazio tanto!" dissi con gli occhi lucidi. Tutti e tre fecero il pollice all'insú. Poi festeggiammo, e Dio solo sa cosa combinammo. ---------- "devo comprare un plettro" dissi mentre giravo con Ashton. "perché non andiamo a quel negozio di musica in piazza?" propose lui. Io annuii e ci dirigemmo lí. "buongiorno" dicemmo all'unisono io e il mio amico. "buongiorno" disse la commessa scocciata. Era davvero bella: capelli neri ricci e occhi verdi scuro. Non ci pensai e cercai i plettri: io da una parte e Ashton dall'altra. Alla fine li trovai io. Cosí Ashton finí di cercare e ci dirigemmo alla cassa. Lei prese il plettro in mano, lo guardò un attimo, poi guardó Ashton: "ma tu sei quello della Fender!". Ashton annuì energicamente. "amico, fai attenzione a quella. Era pezzo unico" gli sussurrò poi. "dillo al proprietario della chitarra" disse il riccio indicandomi. Lei incroció le braccia e rise. "tu, con quella chitarra?" "sì" dissi rispondendo a tono. "ok, smammate" disse poi. Io e Ashton uscimmo. "stavi sul serio flirtando con la commessa?!" chiesi incredulo. "no!" esclamó lui. Io scrollai le spalle, poi le nostre strade si divisero. "sono a casa!" urlai. In un primo momento pensai di essere solo, però poi spuntò Jack. "ciao fratellino" "ciao Jack" e ci dammo il cinque. "figo il plettro" rise poi. Glielo porsi. "sì, davvero figo". "vado in garage" lo avvisai. Cominciai a suonare la mia nuova Fender. L'avrei tenuta come un gioiello. Non tanto perchè era una Fender, ma perché me l'avevano regalata i miei migliori amici. Rimasi lì fino a quando non mi chiamò Jack per la cena. "che si mangia?" chiesi. "spaghetti" sorrise lui. "non li farai ma come li fa Calum" feci la linguaccia. "sono tuo fratello!" mi rimproverò lui in modo scherzoso. Alla fine gli spaghetti furono buoni. "domani cosa fai?" mi chiese. Si stava interessando della mia vita, strano. "non lo so. Forse esco coi ragazzi" dissi generico. Noi non sapevamo mai cosa si faceva il giorno dopo. Tutto era a sorpresa. "perchè non li inviti a casa? Mangiamo una pizza e poi giochiamo a carte. Vi permetto anche di bere birra in mia presenza". Ci pensai un po' su, e sí, l'idea mi piaceva. "ci sto!" e gli diedi il cinque. Lui annuí, poi mi mandó a dormire. ----------- "buongiorno Jack!" dissi energico. "buongiorno Lukey!" disse anche lui energico. "stamattina vado a piedi" lo avvisai. "sicuro di non voler un passaggio?" chiese premuroso. "no, voglio solo un po' di soldi" aprii la mano. Lui me li diede immediatamente. Lo ringraziai, andai nel garage a prendere la bici, e mi diressi verso scuola. C'erano i miei tre amici che fumavano una sigaretta furtivamente, ma quando mi videro le fecero sparire. Sapevano che mi dava fastidio. "cosa stavate facendo?" chiesi senza neanche dire buongiorno. "mmhh..." Michael. "su, Lukey! Prendine una anche tu!" rise Calum. Ashton fischiettava. "vi ammazzo" risi e li rincorsi fino alla classe. LONDON POV: "buongiorno Chanel" dissi alla rossa. "giorno. Oggi vengo a fare il primo turno" disse gasata. "non c'è niente da gasarsi" "certo che sì! Verranno tanti chitarristi punk fighi" sognò ad occhi aperti. "Chanel, dovrai imparare i nomi di tutte le chitarre e dovrai imparare tutti gli scaffali. Non è un gioco!" la rimproverai. "scusami..." abbassó la testa. "non fa niente. Andiamo ora" sorrisi in modo forzato come sempre ed entrammo dentro. LUKE POV: "matematica alla prima ora?! Scherziamo?!" si lamentó Calum. "su, oggi abbiamo solo due ore" sorrisi. ------------- "queste due ore mi sono sembrate infinite" disse sfinito Michael. "più tardi a casa mia" li avvisai per poi andarmene. LONDON POV: "pronta per il tuo primo turno?" chiesi alla rossa. Lei annuì energicamente. "dobbiamo fare una consegna" le spiegai. "cosa dobbiamo portare?" chiese curiosa. "una Fender Telecaster, un basso elettrico e una batteria" spiegai. Lei era tutta gasata, non vedeva l'ora. Io non la capivo, sul serio. Così caricammo gli strumenti sul furgone.

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Capitolo 2
*** you? ***


LUKE POV: i ragazzi erano arrivati a casa mia, e stavamo mangiando la pizza. "ho una sopresa per voi" sorrise Jack. Io e i ragazzi ci guardammo. "dovrebbe arrivare tra poco" continuò mio fratello. Dopo dieci minuti finimmo la pizza e bussarono alla porta. "vado io" dissi alzandomi. Aprii la porta e non ci potevo credere. "Tu?" disse incredula la commessa scorbutica. "tu?" dissi con lo stesso tono "che ci fai qui?" "ho una consegna!" sbottò. "e tu non puoi firmare" "Luke, che succede?" si intromise mio fratello. "la consegna" dissi entrando dentro e lasciarlo lì. "conosci la commessa?" chiese Calum. "l'abbiamo incontrata ieri quando siamo andati a comprare il plettro" spiegò Ashton al mio posto. "c'era anche quell'altra?" rise Michael. Guardai fuori ed effettivamente c'era un'altra commessa: capelli rossi, occhi verdi e bassina che aiutava quella scorbutica. "no" "ragazzi!" ci chiamò Jack. Noi alzammo la testa. "aiutate le ragazze a portare gli scatoli in garage" ci ordinó poi. Sbuffammo tutti e quattro, poi ci alzammo. Ashton e Calum portarono un pacco, la rossa e Michael un altro, e io la scorbutica l'ultimo. LONDON POV: Non potevo credere di essere nella casa di quel piccoletto. Non lo avevo immaginato. Mi stava aiutando a portare lo scatolo, ma era una schiappa. "allontanati, schiappa!" esclamai e gli strappai lo scatolo da mano. Lui rimase senza parole. LUKE POV: Non solo le avevo offerto il mio aiuto, ma lo aveva anche rifiutato. Rimasi calmo per miracolo. "aprite i pacchi, su!" sorrise la rossa. Lei sembrava molto più simpatica della scorbutica. Facemmo come aveva detto, e rimanemmo senza parole. Potevamo finalmente cercare di coronare il nostro sogno, con quegli strumenti, ai ragazzi brillavano gli occhi. "Jack!" urlammo all'unisono. Lui ci raggiunse subito, noi lo abbracciammo e lo ringraziammo all'infinito. "non è niente, davvero" disse con gli occhi lucidi. Anche lui era felice per noi. Addirittura la rossa si stava commuovendo, ma la scorbutica no, lei rimaneva con quello sguardo freddo e con le braccia incrociate al petto. LONDON POV: quella scena mi stava facendo venire i conati di vomito. Si stavano emozionando per degli strumenti. Non riuscivo a capire, davvero. Ormai per me le emozioni non esistevano. Ero ad un passo da mettermi in mezzo e chiedere i soldi, ma Chanel mi fermò: "calma. Fai fare a me" e andò verso di loro. "ci dispiace rovinare questo momento di famiglia davvero tenero, ma avremmo un'altra consegna" bugia "potreste darci i soldi, così togliamo il disturbo?". Devo dire che Chanel mi aveva stupita, non me lo aspettavo.

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Capitolo 3
*** To Germany ***


LONDON POV: "le botte!" urlai. "ma dai. Stai calma" tentava Chanel. "Ma calma niente. Hanno rubato dei plettri. Ti rendi conto?!" mi arrabbiai ancora di più. "dai entriamo" mi spinse per la schiena nell'edificio. LUKE POV: "sveglia amico!" sentii la voce di Michael ovattata. Aprii lentamente gli occhi, ma in modo molto simpatico chiesi: "cosa diavolo ci fai in camera mia alle 6:00 del mattino?!" "oggi c'é la gita, genio" disse lui. Mi alzai di scatto e feci tutto in cinque minuti. "sono pronto" dissi col fiatone. Lui mi tirò per il polso e salimmo in macchina di Calum. C'era Back in Black degli AC/DC allo stereo, al volume massimo, alle 6:05 del mattino. "direzione: scuola!" urló Ashton dal posto affianco al moro, e io mi sentivo come se avessi bevuto bottiglie di Tequila. "raga" ci chiamò all'attenzione Michael. "ci sarà anche quell'altra scuola" "ma chi se ne frega!"esclamò Calum, e noi coi pollici all'insú. LONDON POV: "ma che mi stai dicendo?!" urlai. "ci sarà anche l'altra scuola" disse per la seconda volta Chanel. "torniamo a casa. Ora" puntualizzai l'ultima parola. "siamo già nell'aereo, genio" disse lei. "mi butto dal finestrino!" mi alzai dal mio posto. Tutti mi guardarono e ridemmo tutti insieme, poi mi sedetti di nuovo. "quindi... Dove si va?" chiese Chanel. "in Germania, idiota" le diedi un pugno in testa. "ahia!" piagnucolò. LUKE POV: "ci perdiamo l'aereo!" urlai mentre le valige ballavano nelle mie mani. "corri, che ce la facciamo!" esclamò Michael. E ce la facemmo per un pelo. "vi odio!" esclamó Ashton col fiatone. "dillo al signorino Calum" risi. "che ci posso fare io se la macchina si è rotta!" disse lui in discolpa. Alla fine ridemmo tutti e ci preparammo al viaggio. "würstel, crauti e birra!" esclamó Michael con accento tedesco. LONDON POV: "vedere il mondo dall'alto è bellissimo" disse Chanel sognante. "smettila di fare la sentimentale" dissi io mentre sfilavo le cuffie dalla tasca. "zitta, metallara del cavolo!" rise lei. "vedi tutto in modo troppo romantico. Mi fai venire voglia di suicidarmi" sbuffai per poi mettere Whiskey in The Jar dei Metallica al volume massimo ed addormentarmi. LUKE POV: "speriamo di capitare in stanza insieme, o almeno in stanze vicine" disse Michael preoccupato. "ho visto le stanze sulla guida. Hanno quattro letti" esclamó Ash contento. "se capitiamo tutti e quattro insieme facciamo cadere l'hotel" rise Calum. "armageddon!" risi io. LONDON POV: "ma perché non provi a sognare ogni tanto, invece di essere sempre realista?" mi chiese la rossa mentre guardava le nuvole. "di sogni ne ho bruciati un'immensità" dissi ancora con le cuffie e gli occhi chiusi. "London, sei un enigma irrisolvibile" sorrise amara. Io sorrisi, perché aveva ragione. "c'é un modo per risolverti?" chiese ancora. "chiedi al Professor Layton" risi. Poi caddi di nuovo in un sonno profondo. LUKE POV: "non ho studiato tedesco" risi. "neanch'io" rise Calum. "spero che capiscano l'inglese" disse Ashton preoccupato. "io ho studiato. Mi prenderó la briga di aiutare voi tutti, babbani" disse Michael.

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Capitolo 4
*** fire ***


LUKE POV: "buttate le sigarette!" urlai nel panico, ma la porta si era già aperta, e fortunatamente - se cosí si può dire - era la commessa scorbutica. "scusate se vi disturbo mentre violate le regole, ma ci sarebbe la cena" sorrise maligna. Ci alzammo subito e scappammo in mensa. Di fronte a noi c'erano lei e Chanel. "ciao ragazzi!" disse la rossa. "ciao Chanel!" dicemmo noi quattro. "la prossima volta fate attenzione alle sigarette" rise London annusando l'aria. Facemmo lo stesso e andammo in panico. Quei tre avevano dimenticato di spegnere le sigarette! Ci alzammo di corsa e andammo in camera nostra, mentre lei rideva soddisfatta. La odiavo da morire. LONDON POV: "visto che sfigati?" risi di gusto mentre quei quattro scappavano a gambe levate per non beccarsi la nota. "sei una vipera, London" disse Chanel arrabbiata. Io girai la testa di scatto: "cosa?!" "sei una vipera. Perché ti comporti così bene solo con me? Gli altri sono uguali a me. Meritano lo stesso comportamento! Vai a chiedere scusa!" mi rimproveró. Io risi. "ah, hai ragione. Tu non sai chiedere scusa" si alzò di scatto e si diresse verso la camera. "Chanel!" esclamai, ma non mi sentì. Allora mi arrabbiai un casino. Avevo litigato con una mia carissima a causa di quattro sfigati. Non potevo accettarlo, perché avere il perdono della rossa era sempre complicato. Mi alzai e scappai in camera, ma sentii tossire. Sbarrai gli occhi. "Chanel!!!" urlai da fuori. Non rispondeva. "CHANEL!" urlai ancora. Stavo andando in panico. La porta non si apriva. Non c'era nessuno. Tutti dormivano dall'altra parte dell'hotel. Diedi un calcio alla porta e cadde. Chanel era svenuta. La presi in braccio e corsi fuori. Stavo per scappare, ma poi pensai a quei quattro: non potevo lasciarli morire. Cosí feci cadere anche quella porta, misi Chanel al sicuro e feci la stessa cosa con loro. Poi chiamai la prof. e un'ambulanza. Arrivó in poco tempo e portó tutti e cinque in ospedale. Venni visitata anch'io, perchè avevo riportato delle piccole ustioni. Poi corsi da Chanel. Per fortuna era sveglia. "tutto ok?" chiesi calma, ma in realtà stavo morendo. "sì... Grazie London. Scusa per come ti ho trattata" sorrise amara. "non scusarti. L'importante é che tu ora stia bene" la tranquillizzai. Poi decisi di andare a vedere come stavano quei quattro. "grazie per averci salvati dal tuo stesso scherzo" disse il riccio, che doveva chiamarsi Ashton. "grazie mille" sorrise il biondo, Luke. Mi ringraziarono tutti, poi uscii fuori, dove trovai la prof. "fantastica" sorrise. Io non capii. "ti sei buttata nel fuoco per aiutare i tuoi compagni, a tuo rischio e pericolo. Brava, London. Avrai dei meriti per questo" sorrise orgogliosa. "in realtá..." cominciai "non ci ho pensato a ció che sarebbe potuto succedermi.. Ho solo pensato che c'era una mia cara amica intrappolata nel fuoco, e anche se quei quattro mi stanno antipatici, non potevo farli morire. Mi son buttata!" risi. Lei mi abbracció. La sera stessa li fecero uscire. Fortunatamente non avevano subito gravi danni. Chanel corse verso di me e mi abbracciò. "sei la migliore amica che si possa avere!" esclamó con le lacrime agli occhi e stringendomi. Io, ovviamente, non ricambiai l'abbraccio - non ero il tipo. Mi limitai a sorridere. Avevo salvato delle vite, e ne ero abbastanza felice.

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Capitolo 5
*** baka ***


LUKE POV "siamo arrivati?" chiesi spazientito. "sí. Ci siamo" disse Calum. "volete scendere?!" urló la prof nevrotica. Tutti ci alzammo come soldatini e scendemmo dall'aereo. Camminammo per un bel po' prima di arrivare all'albergo. Diedero una chiave ad ognuno di noi, poi ci dirigemmo nelle nostre stanze e, per fortuna ero capitato coi ragazzi. "meno male" sospiró Michael. "possiamo fare casini anche qui ora" rise Ashton. "vediamo chi c'é nella stanza accanto?" chiesi curioso. Tutti annuirono entusiasti. Così uscimmo, e non potevamo credere ai nostri occhi: la commessa scorbutica e quella simpatica. "non ci credo" disse Michael sognante. "la nostra gita é rovinata..." dissi scoraggiato. "ma non pensare a quella!" sorrise Calum. Io annuii, perché aveva ragione. Bastava ignorarla. La commessa rossa si avvicinò a noi. "ciao! Ma voi siete quelli della band" sorrise. Noi annuimmo. "piacere, sono Chanel" sorrise ancora e ci porse la mano. Noi ci presentammo e gliela stringemmo. "perdonate London, non é maleducata, é solo poco socievole". Noi le dicemmo di non preoccuparsi. Ero sempre piú convinto che lei fosse la piú simpatica. "Chanel! Andiamo!" sentimmo urlare la scorbutica. "arrivo!" disse la rossa per poi raggiungerla. "ragazzi, quella ragazza sará mia" disse Michael tutto convinto. Noi ridemmo: Michael non era mai riuscito a conquistare una ragazza con il suo fare frettoloso. "e tu" mi indicò "dovresti provarci con quell'altra". "scherzi? Mi sta antipatica in modo assurdo!" mi arrabbiai. "non giudicare il libro dalla copertina" disse Calum in modo severo. Lo odiavo quando mi faceva lezione di vita. LONDON POV: "vuoi dirmi che quei quattro sfigati sono nella stanza affianco alla nostra?" chiesi incredula. Chanel annuì. "la mia sfiga non ha limiti" sospirai. "ma no! Sembrano simpatici. Dovremmo conoscerli meglio" disse cercando di farmi cambiare idea. "prego" le dissi. Io non avevo intenzione di fare amicizia con quegli sfigati. "sei una testa dura" rise. "lo sai, no?" sorrisi. Lei sospiró e sorrise. Ci conoscevamo solo da un anno appena, ma dalla prima volta in cui parlammo, scattó subito la molla. Ci capivamo con uno sguardo, o con un semplice gesto. Mi sopportava nonostante fossi insopportabile, a volte. "non mi farò rovinare la vacanza da quei ragazzini" dissi determinata. Chanel sospirò, sconfitta. Sapeva che con me non c'era nulla da fare. LUKE POV: "non si puó fumare qui dentro?" chiese Ashton. "e da quando ti fai scrupoli, eh Irwin?" rise Michael. Ashton annuì e accese una sigaretta, poi ne passó una a Calum e Michael. Io mi sentivo un po' fuori posto: ero l'unico che non beveva o fumava. Era straziante, in un certo senso. "vuoi fare un tiro?" chiese Ashton. Io scossi la testa. "vieni qua piccoletto" disse Calum. Io ero seduto a terra e loro erano sul letto. Mi avvicinai a Calum, che mi scompiglió i capelli. Bussarono alla porta.

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Capitolo 6
*** fight ***


LUKE POV: Stavamo tornando a casa, esausti. Ci eravamo divertiti, a parte l'incendio. Cominciavo a pensare che London non fosse così pessima come pensavo, altrimenti non ci avrebbe salvati. "a che pensi?" mi chiese Calum. "nulla" dissi io. "scommetto che pensi alla figura di London che entrava nella nostra stanza immersa nel fuoco" rise. Io scossi la testa. "piccoletto" rise ancora. "Chanel è stupenda. Stop" si intromise Michael. "sei sempre il solito" si lamentó Ashton. "io ho sonno. Chiudo un po' gli occhi" dissi per poi cadere in un sonno profondo. LONDON POV: "ti fanno ancora male le bruciature?" mi chiese Chanel. "pizzicano" risposi indifferente. "ti guardano tutti" rise. Io girai il capo, ed effettivamente mi guardavano tutti con ammirazione. Bah, non li capivo. Non concepivo il fatto che mi guardassero come se fossi un eroe. "che idioti" dissi alla fine. "come fa a non piacerti il fatto che ti guardino cosí?" disse sognante la rossa. Io non risposi e mi addormentai. --------------- "siamo arrivati" mi disse la voce di Chanel ovattata mentre mi scuoteva. Io mi svegliai e mi alzai dal mio posto. Poi uscimmo uno alla volta. "bentornati a casa!" disse la prof. LUKE POV: "siamo a casa!" esclamò Michael. Io sorrisi, poi in ordine l'aereo si svuotó. "ecco la tua fiamma" mi sussurrò Calum indicando London con lo sguardo. "la smetti?" dissi stufo. "come vuoi" scrollò le spalle. --------- Finalmente eravamo tutti a casa. E non avremo avuto scuola per tre giorni, a causa di qualche problema. LONDON POV: "dobbiamo tornare già a lavoro?" chiese Chanel stanca. "il negozio non si aggiusta da solo! Metti la maglia e corriamo a lavoro!" urlai io. Lei non fece polemiche, e partimmo. "oggi è domenica. Ci sarà tanta gente" dissi. "noooo" polemizzò la rossa. LUKE POV: "io voglio rivedere Chanel, quindi tu" disse indicandomi "mi accompagnerai" "ma anche no!" ribattei io. "ti prego!" piagnucolò. Allora sospirai e lo accontentai. LONDON POV: "...grazie" "ecco a lei... Chanel! Di là!" "ci sono!". Come previsto, c'era tanta gente. Poi tornai dietro la cassa, ed erano entrate le ultime persone che volevo vedere. "dov'é Chanel?" chiese il tinto con un sorriso da ebete. "sta lavorando" dissi dura. "oh, ciao ragazzi!" la vidi arrivare con un cartone in mano. "ciao Chanel. Mi dici dove sono i CD dei Metallica?" le chiese il tinto. Così andarono tra il fantastico mondo degli scaffali di CD e rimanemmo solo io e Luke. C'era un silenzio imbarazzante. "allora, che ti serve?" chiesi indifferente. "a me niente. Ho accompagnato Michael" rispose con lo stesso tono. "allora vattene dalla cassa, mi blocchi la visuale" dissi. Lui si spostò solo un po' più a sinistra. Io rimasi a bocca aperta. Mi stava sfidando! "senti piccoletto, non giocare con me" gli dissi. LUKE POV: C'era un'aria di sfida tra me e London che mi rendeva euforico. Era divertente. "mi rifiuto" dissi. "non provocarmi..." disse dura. "lalala" cantavo io. Il tempo di girarmi verso di lei, che mi aveva sganciato un pugno sulla guancia, facendomi cadere a terra. "regola n°1: non metterti mai contro London Steven" disse con un sorriso maligno.

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Capitolo 7
*** trouble ***


LUKE POV: "allora, dove andate stasera?" chiesi ai miei amici, visto che era sabato. "hanno aperto un nuovo locale" disse Ashton col suo sorriso diabolico. "si chiama Hypnotic" aggiunse Michael. "e naturalmente noi dobbiamo andare a testarlo" rise Calum. Io mi limitai a sorridere. In fondo ero un po' invidioso, mi dava fastidio il fatto di non poter andare a divertirmi con i miei amici. LONDON POV: "la sala concerti che abbiamo affittato è fantastica" dissi orgogliosa, visto che l'avevamo aggiustata tutta noi. "hai ragione" sorrise Chanel. "sai come si chiama la band che viene a suonare?" "una garage band" dissi io generica. "non vedo l'ora di ascoltarli!" esclamó la rossa. LUKE POV: "tu rimani a casa?" mi chiese Calum. Io feci di sí con la testa. "ci dispiace tanto che tu non possa venire, davvero" disse Michael sinceramente dispiaciuto. Odiavo quando si comportavano così. Mi dava fastidio, mi faceva sentire inferiore, e non lo ero. "non vi preoccupate" cercai di sorridere. "la prossima volta andiamo in un locale dove puoi venire anche tu" rise Ashton. LONDON POV: "sono stanca" si lamentó Chanel. "non ti lamentare e lavora. Gli scaffali non si aggiustano da soli!" la rimproverai io. "hai piú visto i ragazzi?" mi chiese. "sai che li detesto. Mi farebbe tanto piacere se non venissero piú qui" dissi arrabbiata. "ma cosa ti hanno fatto?" mi chiese. "nulla. Mi stanno antipatici" spiegai. "secondo me il tuo problema é Luke" disse col suo sorrisetto. "e il tuo è Michael" Le dissi. Non rispose piú, l'avevo chiusa. LUKE POV: "sono le nove, noi andiamo. Ciao piccoletto!" disse Calum sorridente, poi uscirono dalla porta di casa mia. Ero solo e non sapevo che fare.S apevo che avevano aperto una sala concerti affianco al negozio dove lavorava London, e che ci sarebbe stato un concerto. Però non mi andava, preferivo aspettarli a casa. Il loro orario di ritorno era sempre alle undici. MICHAEL POV: "questo posto é un casino" mi lamentai. "mi piace!" esclamò Ashton, mentre Calum si guardava intorno, e studiava il posto. A lui non piacevano i locali, preferiva stare a casa davanti alla PS con Luke, peró ci seguiva comunque. "raga, venite qua!" disse Ashton, cosí lo seguimmo. Ci trovammo davanti ad un banco, dove la gente si scambiava soldi in cambio di qualcosa che non vedevo, essendo troppo dietro. "ho un brutto presentimento" disse Calum preocupato. "anch'io" dissi. Mentre Ashton era gasato. LUKE POV: Il mio sabato sera era sempre lo stesso: PS e birra. Quando eravamo tutti e quattro era piú divertente, perchè alla terza birra cominciavamo a sparare cretinate a non finire. Peró da solo non era la stessa cosa, non avevo nessuno a cui dire cose stupide. Non c'era neanche mio fratello, ma ormai ci ero abituato. Dovevo solo aspettare un altro po', e avrei compiuto i tanti desiderati diciotto anni. Gli anni che avrebbero segnato la mia libertá, finalmente. MICHAEL POV: Era quasi arrivato il nostro turno, ed ero sempre piú ansioso. "Ash, ma cosa vendono?" gli chiesi. "non lo so, ma sono curioso" disse entusiasta. Il mio panico era alle stelle, quando arrivò il nostro turno e guardai sul banco. "oddio!" esclamai. "Ashton! Fermo!" urlò Calum bloccandogli la mano che stringeva i soldi. "suvvia! Non ci fará nulla!" sorrise il riccio. LUKE POV: Erano le 23:00. I ragazzi erano di sicuro sulla strada di ritorno, o almeno così credevo. Alle 23:30 i ragazzi non erano ancora tornati, ma pensai che avessero voluto solo trattenersi un altro po'. Poi scoccarono le 00:00. Cominciai a preoccuparmi, e mi alzai. Ero ancora vestito ed uscii di casa per dirigermi verso il locale, ma poi mi bloccai: io non potevo entrare lí dentro. Allora andai in panico, non sapevo che fare. Almeno fino a quando non pensai a London e Chanel. Erano le uniche maggiorenni che conoscevo, così mi diressi alla sala concerti. "London! Chanel!" urlai. Si girarono subito. "che succede, Luke?" chiese Chanel preoccupata. "dovete aiutarmi!" "a fare cosa?" chiese London col suo solito tono. Così spiegai loro il fatto. "dobbiamo aiutarlo!" urló Chanel. London sbuffò, poi mi seguirono. "allora entro" disse London. "fa' attenzione" le dissi prendendole la mano d'istinto. Lei si allontanó di scatto ed entró dentro. "ho paura" dissi preoccupato. "stai tranquillo. London sa difendersi" sorrise Chanel.

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