La Profezia della Dea Mortale

di GRACE_WHITE
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una matricola vuole uccidermi al campeggio ***
Capitolo 2: *** Il fuoco ce l'ha con me ***
Capitolo 3: *** Com'è accogliente la capanna tredici ***
Capitolo 4: *** Una Caccia alla Bandiera movimentata ***
Capitolo 5: *** Il Cor-ret-to-re ***
Capitolo 6: *** La Sforna-Profezie ***
Capitolo 7: *** Vengo tagliata fuori dall'impresa ***
Capitolo 8: *** Si gioca al toro meccanico ***
Capitolo 9: *** Affogo ma non proprio ***
Capitolo 10: *** Sono imparentata con dei tipi strani ***
Capitolo 11: *** Un allenatore piuttosto inquietante ***
Capitolo 12: *** Incontro il supermodello ex di mia madre ***
Capitolo 13: *** Si parte per l'impresa suicida ***
Capitolo 14: *** Nico passione: Mitomagia ***
Capitolo 15: *** Conversazione mentale con una frittella ***
Capitolo 16: *** Wall-e vuole sterminarci ***
Capitolo 17: *** Il piromane da fuoco alla nave ***
Capitolo 18: *** Parlando di unicorni arcobaleno ***
Capitolo 19: *** La mia arma preferita? Un cuscino ***
Capitolo 20: *** Flirtare con Capitan Harlock? Fatto! ***
Capitolo 21: *** Da quando i serpenti alati sono animali da compagnia? ***
Capitolo 22: *** Balletto improvvisato in sala macchine ***
Capitolo 23: *** Siamo gelosi, eh? ***
Capitolo 24: *** Altro che bei sogni! ***
Capitolo 25: *** "Deceduta" sarà una parola delicata? ***
Capitolo 26: *** Leo è come un procione sotto anestetico ***
Capitolo 27: *** Non sarebbe male un Babbo Natale che fa surf... come tatuaggio. ***
Capitolo 28: *** Bianca Di Angelo VS Jessica Alba ***
Capitolo 29: *** Visita dal piccione dell'amore ***
Capitolo 30: *** E l'Oscar va alle Furie! ***
Capitolo 31: *** Mi sento più morta delle Furie disintegrate ***
Capitolo 32: *** PUMBA FOR PRESIDENT! ***
Capitolo 33: *** Rubiamo un fuoristrada a dei tatuatori indemoniati ***
Capitolo 34: *** Chi era Marilyn Monroe? La mia sorellona ***
Capitolo 35: *** Art Attack versione H20 ***
Capitolo 36: *** Un gattino mi fa leggermente arriabbiare ***
Capitolo 37: *** Sono la dolcezza in persona... più o meno ***
Capitolo 38: *** Divento una coniglietta della Play Boy ***
Capitolo 39: *** Il babysitter di Chuck Norris ***
Capitolo 40: *** Piovono Diet Coke ***



Capitolo 1
*** Una matricola vuole uccidermi al campeggio ***






Una matricola vuole uccidermi al campeggio.
 
Il ragazzo dai capelli neri e con gli occhi verde oceano mi sta trascinando per il braccio da più di mezz’ora, borbotta storie di mostri e di divinità. E’ apparso dietro di me poco prima il mio arrivo all’orfanotrofio dove vivo, l’ho visto un paio di volte camminare per i corridoi della mia scuola ma non ho mai scoperto il suo nome, ha l’aspetto di uno che è sulla ventina d’anni.

-Muoviti Muriel! Ci stanno inseguendo!- mi continua a tirare, inciampo ma lui non sembra farci caso. Come fa a sapere il mio nome?
Mi rialzo velocemente- Fermo, chiamo la polizia se non mi lasci!- non mi ascolta. Mi sembra di aver capito che la strada che mi sta facendo percorrere è diretta verso una collina del Long Island. Punto i piedi sul cemento del marciapiede- Fermo, ora!- non ho pensato che si sarebbe fermato e invece si blocca immediatamente e si gira. Mi afferra le braccia e ci nascondiamo in un vicolo, dietro a dei maleodoranti cassonetti per l’immondizia. Non riesco a vedere molto, è troppo buio qui, sento solo delle voci anormali provenienti dalla strada che stavamo percorrendo e le sento svanire. Solo dopo che le voci sono scomparse mi accorgo che sono con le spalle contro il muro sudicio e che il ragazzo è schiacciato contro di me, guarda con occhiate furtive l’uscita del vicolo con la testa che fa capolino dal coperchio dell’enorme bidone dei rifiuti. Lo spingo via e lui barcolla all’indietro- Vuoi dirmi chi sei?-
Si spolvera i jeans e la maglietta arancione con una scritta: “Campo Mezzosangue”, certo che proprio una persona strana, prima farnetica su stupidaggini greche, poi mi trascina per quasi un chilometro- Percy, mi chiamo Percy Jackson, sono anche io un semidio. Figlio di Poseidone, se proprio vuoi saperlo.-
Mi alzo e gli punto davanti alla faccia il dito indice- Come ti è saltato in mente di trattarmi così? Sei fuori di testa?!-
-Primo: ti ho appena salvato la vita. E secondo: in realtà credo…-
-Era una domanda retorica la seconda!- sbotto. Scuoto la testa e mi incammino verso il marciapiede senza voltarmi, stringo la bretella dello zaino di scuola che ho in spalla e accelero il passo.

Percy mi afferra un braccio- Woah, woah, woah! Dove credi di andare? Devi venire con me al Campo, li sarai al sicuro. Mi ha mandato Chirone,- mi prende la mano e continuo a correre essendo forzata da lui- andiamo!-
-Il Campo? Ma che diavolo blateri, chi è Chirone…?- non riesco a finire la frase che subito lui mi prende in braccio e mi carica in spalla, facendomi spenzolare dal busto in su davanti alla sua schiena. Gli do dei pugni nella colonna vertebrale ma lui sembra non accorgersene, mi tiene una mano salda sul retro delle ginocchia per non farmi cadere dietro di lui- Deficiente, cosa credi di fare? Brutto pezzo di…-
-Ehi!- esclama- Cerchiamo di non offendere, ti sto portando in salvo, non è colpa mia se hai un istinto omicida!- ma di che sta parlando? Alla fine mi arrendo e mi lascio trasportare da questo psicopatico. Non riesco a vedere cosa sta guardando, siamo su una collina e intravedo i palazzi in lontananza, si ferma ma non mi fa scendere. Con la coda dell’occhio osservo un alto pino alla mia sinistra, sopra le sue radici c’è una coperta con dei ricami dorati. Si gira con il corpo e riesco a vedere quello che aveva davanti, una specie di campeggio, con delle capanne, una spiaggia con un pontile, non sono sicura ma sembra che ci sia anche una specie di arena. Le altre cose non riesco a distinguerle.

Ad un certo punto vengo scaraventata insieme al ragazzo contro il pino, batto molto forte la schiena e il retro del collo, gemo per il dolore. Il ragazzo è a terra e ha una ferita circolare che gli attraversa gran parte della pancia, mi avvicino a lui; anche se è uno sconosciuto psicopatico lo devo aiutare- Stai bene?- non so cosa fare. Non posso chiamare la polizia perché non ho il telefono, possibile che l’orfanotrofio non voglia far tenere un telefono ad una sedicenne?! Percy indica qualcosa che solo dopo pochi secondi riesco a comprendere: un mostro con la testa simile a quella umana, il corpo da leone e una grossa e lunga coda da scorpione si muove freneticamente davanti a noi, avanzando. I suoi movimenti sono lesti, quasi come una fiamma solleticata dal vento.
Non ci credo.
Il mostro ora sta digrignando i denti e della saliva densa e di un verde chiaro gli cola dalla bocca. Voglio scappare ma il ragazzo è a terra, vorrei davvero lasciarlo li e darmela a gambe. Ma lo aiuto ad alzarsi, con una mano tira fuori una penna chiusa con il tappo dalla tasca dei pantaloni, sta cercando di toglierlo- Ti sembra questo il momento di usare una penna?- la prendo e gli tolgo il cappuccio, la mia intenzione era di ficcarla in un occhio del mostro, ma invece improvvisamente si trasforma in una spada.

Non cerco una spiegazione.
Non penso.
Agisco.

Sto andando incontro alla mia morte? Probabile. Lo ucciderò? Molto improbabile.
L’uncino della coda cerca di colpirmi ma ferisce “solo” il mio braccio con cui impugno la spada, quindi decido di usarla con la destra. Quando si alza sulle zampe posteriori per cercare di darmi un’artigliata con la zampa, gli conficco la spada nella pancia, come per vendicare il ragazzo, il mostro ruggisce forse per dolore o forse per rabbia.
Percy, sull’orlo del perdere i sensi, chiama a tutti polmoni un nome:- Chirone!- la sua voce quando urla mette quasi paura. Il mostro si accascia a terra in posizione fetale, taglia il vento con altre mosse della coda con l’intento di uccidermi ma mi allontano così da non essere ferita. Si fa sempre più piccolo fino ad evaporare in una nuvola verde che ha un cattivo odore.

Sento lo scalpiccio di zoccoli di cavallo, mi giro e vedo centinaia di ragazzi e ragazze ammassati pochi centimetri prima del pino, dalla parte del campeggio dove mi voleva portare il ragazzo. Si fa strada tra di loro un uomo alto e barbuto, quando lo riesco a vedere completamente trattengo un conato di vomito e lo rimando giù. Dischiudo di molto le labbra e alzo le sopracciglia- Un centauro?!- lui non bada a me, va vicino a Percy.
Una ragazza bionda corre al fianco del mezzo uomo e mezzo cavallo, abbraccia Percy e inizia a piangere accarezzandogli le guancie.

Sento qualcosa allo stomaco, si sta appesantendo, le gambe non rispondono ai miei comandi. Crollo a terra, non riesco a muovermi, sono bloccata. Chirone fa portare via su una barella il ragazzo ferito e mi si avvicina- E’ stata paralizzata.- si gira verso la folla- Valdez!- un ragazzo alto cinque o sei centimetri più di me, con i capelli ribelli e marroni, si fa largo tra la gente. Ha una cintura di attrezzi attaccata alla vita, e un paio di guanti gli foderano le mani- Porta la ragazza in infermeria, all’istante.-
-Quando imparerai a chiamarmi per nome, Chirone?- chiede stizzito. Mette una mano sotto la mia schiena e un’altra nel cavo popliteo, la parte dietro al ginocchio. Le mia braccia e la mia testa oscillano verso l’erba verde del terreno, il ragazzo si alza, facendo un po’ di fatica. Ma non mi sembra di pesare così tanto!

-Quando inizierai a starmi più simpatico,- decise il centauro- forza, fila via!-
Riuscivo solo a muovere le pupille degli occhi per vedere, al contrario, tutti i volti stupiti che sbiadivano dietro di me man mano che Valdez proseguiva il percorso da fare fino all’infermeria. Dentro ci sono altre persone che non sembrano tanto più grandi di me, alcuni sono stesi sulla loro branda, altri stanno cercando di rimettersi in piedi o aiutano provando a rendersi utili. Una ragazza sta fasciando il polpaccio di un ragazzo con la fronte madida di sudore. E’ molto bella, ha i capelli di un castano chiaro e su qualche ciocca ha attaccate delle piume colorate o delle treccine. Indossa dei pantaloni strappati e una maglietta arancione identica a quella che aveva Percy. Mi guarda e sorride, sembra simpatica, vorrei contraccambiare il sorriso ma i muscoli sono ancora bloccati.

Valdez mi adagia su una brandina e si siede in uno sgabello accanto al letto e inizia ad esaminarmi il viso, si gira e chiama la ragazza che mi ha sorriso- Piper, vieni.- lei si alza e piazza le mani sui fianchi.
-Che cosa ha?- chiede.
-E’ stata paralizzata da una manticora, pochi minuti fa, l’ha ferita con l’aculeo.- spiega indicandomi il braccio sinistro. Ha detto: “Matricola?”, bene, sono stata attaccata da una matricola. Mi viene in mente la spada che ho impugnato prima, non l’ho più con me, dove sarà andata a finire?
-Prendo dell’ambrosia, è fortunata la ragazza.- Piper afferra un barattolo, con un cucchiaino prende un po’ di liquido dorato e me lo ficca in bocca.

E’ come un’esplosione quando lo assaggio, l’ambrosia mi scivola in gola calda e densa, non ho mai assaggiato una cosa tanto buona. Indescrivibile! Fa uno strano effetto, dopo poco sento formicolare le dita dei piedi e riesco a muoverle, sento che più ambrosia mi imbocca Piper, più riesco a riprendere il controllo del mio corpo. Alla fine appoggio la schiena contro il cuscino della brandina, guardo il ragazzo e la ragazza impietrita, devo fare i calcoli con quello che è successo: Sono stata portata via contro la mia volontà da un ragazzo di nome Percy Jackson. Percy viene infilzato da un mostro. Uccido il mostro. Vengo paralizzata dalla sua coda. Uno strano ragazzo che sembra un incrocio tra un elfo e un meccanico mi porta in un’infermeria. Mi danno da mangiare una cosa buona da morire. Scopro che quella cosa buona da morire è ambrosia. L’ambrosia mi sblocca.

-Che ne pensi?- mi chiede Valdez.
-Di cosa?- gli rispondo con un’altra domanda.
-Dell’ambrosia, buona vero?-
-E’… è…- al solo sentire il nome mi viene una voglia matta di mangiarne altra, non trovo le parole per descriverla.
-Fammi indovinare,- Piper alza le sopracciglia e sorride- è come il nettare degli dei, vero?-
-Nettare degli dei va bene uguale, ma stavo per dire che è più buona del Mc Donald’s…- Valdez mi pianta una mano sopra la bocca per impedirmi di dire altro.

-Non dire quel nome, altrimenti arriva Nico e non la finisce più di parlare di quel fast food!- io annuisco anche se non so chi sia Nico, lui toglie la mano per poi stringere la mia- Io mi chiamo Leo Valdez, figlio di Efesto. Ti do un consiglio…- fa un sorriso malizioso e si avvicina al mio viso- non innamorarti di me, anche se sarà difficile. E tu sei, oltre a una bellissima ragazza?-
Dilato le narici e gli punto un dito nel petto per allontanarlo- Ci proverò…- dico con sarcasmo, ma anche con un accenno di disgusto per il suo consiglio- E mi chiamo Muriel.- mi alzo dalla brandina e incrocio le braccia- Qualcuno vuole spiegarmi?-
Piper si guarda attorno confusa- Cosa?-

-Perché sono qui? Perché ho ucciso un mostro di tre metri che mi ha quasi ammazzato e che non dovrebbe esistere? E perché la penna di quel ragazzo si è trasformata in una spada, anche se è una figata pazzesca?-
-Una domanda alla volta; primo: sei qui perché sei una semidea, che ovviamente non sapeva niente di questo campo. Secondo: hai ucciso la manticora perché hai i riflessi di un dio o una dea nel sangue, poi ti spiegherò meglio più tardi. Terzo: la spada è Anaklusmos, significa Vortice in greco, ed era di Poseidone che dopo ha regalato a Percy; e lo so, ne vorrei una anche io!- gli occhi di Leo si illuminano e sorride- Un momento… potrei farne una, si! Fatta di bronzo celeste e, come la sua, magari che ha la modalità di ritornarmi in tasca quando voglio, è un’idea stupenda!-

-Leo!- lo interrompe Piper. Il ragazzo scuote la testa, come se si fosse appena svegliato da un sogno meraviglioso e guarda con sguardo torvo la sua amica- Che ne dici di andare a portare Muriel a fare un giro del Campo, invece di blaterare di cose che credo non le interessano… a meno che lei non sia una figlia di Efesto!- si avvicinano con gli occhi spalancati alla mia faccia e mi esaminano, poi Piper scuote la testa- No, secondo me no.-
Leo trae un sospiro di sollievo e appoggia le mani sulle ginocchia- Speriamo di no!- mi prende un braccio e ci dirigiamo verso l’uscita della capanna-infermeria- Forse può essere tua sorella, Piper.- Leo mi fa l’occhiolino.

-Può darsi, è molto bella, - osserva la ragazza, io mi giro, non so se ringraziarla o se darle della pazza. Nel dubbio resto in silenzio- ma non può essere figlia di Afrodite, dopo il patto che ha fatto con Efesto.-
-Quale patto?- chiedo incuriosita, ma senza un preciso motivo.
-Afrodite ha giurato sullo Stige che non avrebbe più avuto figli con altri uomini, dei o mortali che siano, se non con Efesto stesso.- spiega gesticolando Piper- Io sono l’ultima figlia che non ha avuto da lui, hanno fatto il patto l’anno dopo che sono nata, quasi diciannove anni fa.-

- Grazie per averci annoiati, Piper! Ora noi andiamo, Miss Universo, a dopo!- ci allontaniamo dalla capanna e mi appoggia un braccio sopra le spalle mentre camminiamo.
-Mi dici dove mi stai portando?- chiedo, stufa di fare domande.

-A visitare il Campo Mezzosangue.-


 
Nota d’autrice: Ciao, questo è il racconto di cui vi avevo parlato pochi giorni fa, vi ha fatto una buona impressione? Spero ^_^! Comunque ci sono delle cose che vi dovrei dire su questa storia:
  1. Mi dispiace di averla scritta al presente, e non al passato come lo stile di Rick Riordan, ma mi sta più comodo, spero comprendiate :)
  2. Forse non so se avete capito, ma questa storia è ambientata quattro anni dopo l’ultimo libro di Eroi dell’Olimpo: Sangue dell’Olimpo, che ancora non è uscito in Italia (come del resto anche il penultimo: La Casa di Ade, ma l’ho letto in pdf), per cui, non sapendo il finale ho deciso di lasciare gran parte dei protagonisti di Sangue Dell'Olimpo vivi (non è uno spoiler, non so se muoiono o no, incrociamo le dita però!) per non confondere le idee.
Grazie mille per aver letto, se c’è qualcosa che non capite chiedete pure :D

P.s. sono davvero mortificata, non sapete quanto, di non continuare più Disney VS DreamWorks, mi dispiace davvero tanto! :’( Forse se riuscirò a trovare del tempo per scrivere un altro capitolo su quel racconto lo pubblicherò, ma per ora mi concentrerò soltanto su questo mondo semidivino (?) ^_^ <3 <3 <3

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Capitolo 2
*** Il fuoco ce l'ha con me ***


Il fuoco ce l’ha con me
 
Penso ancora che siano tutti fuori di testa, ma c’è qualcosa che mi impone di credere a tutto quello che dicono, come se si trattasse di ricordi riaffiorati.
Leo mi ha mostrato l’intero Campo Mezzosangue. Mi ha spiegato che qui ci vivono i figli generati tra dei e mortali: i semidei e dice che io sono una di loro per vari motivi. Ha detto che il più importante è perché sono riuscita a uccidere una manticora senza nessuna preparazione. Poi sono sopravvissuta quando ho ingoiato l’ambrosia, sembra che bruci i polmoni agli umani, e l’ultima spiegazione è che sono riuscita a superare la barriera del Campo che passa attraverso al pino che avevo visto, quello che tutti chiamano pino di Talia, la figlia di Zeus e che serve a proteggere il Campo Mezzosangue dai mostri e dai mortali.
Più spiegazioni da alle mie domande e più la visione di quel posto mi sembra nitida, sto credendo a tutto quello che dice senza motivo.

-Ecco, quella è l’arena, dove ci alleniamo a volte o ci facciamo combattimenti.- indica un enorme monumento circolare, simile al Colosseo italiano, solo più piccolo. Proseguiamo la visita, mi mostra le stalle dei pegasi “No, a questo mi rifiuto di crederci!” penso, ma mi rimangio tutto non appena vedo gli stalloni alati. Sono affascinata da un pegaso nero come la pece, sta dormendo sul fieno della sua stalla.
-Chi è lui?- chiedo a Leo, indicando il cavallo.
-Oh, lui è Black Jack, il pegaso di Percy.-

Mi sfugge una risata- Ha il nome simile all’attore Jack Black!- un'altra risata, è strano chiamare così un cavallo. Poi il mio risolino si spegne, è probabile che nessuno sa chi sia, ma appena vedo la faccia di Valdez capisco che anche lui sa chi è.
-Non ci credo, ti piace Jack Black? Quindi sei una fan anche dei Teancious D!- mi scrolla le spalle e annuisco- E’ fantastico, sei la prima semidea che incontro che lo conosce!-
-Davvero?- riprendiamo a camminare verso una spiaggia che si erge in lontananza- Di film che ha fatto lui adoro soprattutto School of Rock, tu invece? E quali gruppi musicali, visto che siamo in tema?-
Inizia ad elencarmi i film, trasalgo di felicità appena mi dice: “I film della Marvel o quelli di azione e fantascienza” - Ma io ti adoro!- esclamo, poi arrossisco- Cioè, adoro anche io i film che hai detto, anzi sono una vera fan sfegatata, li ho visti tutti!-
-Ma dove sei stata tutto questo tempo!- dice con sarcasmo, ridiamo insieme- E poi si può dire che io sia un vero veterano delle band degli ACDC e di quella de Led Zeppelin, e di altri cantanti solisti Rock.-
 -Dove sei stato tu tutto questo tempo!- ribatto con ironia.

Lui ride- All’orfanotrofio ti permettevano di guardare film o ascoltare musica… non istruttivi?-
-Agli occhi delle governanti ero un angelo ma appena potevo iniziavo a fare la maratona di film che all’orfanotrofio non sanno neanche che esistono. Un mio compagno di classe, Harry, mi procurava film e cd piratati.- gli do dei colpetti con il gomito nel braccio, con sguardo da dura. Poco dopo lui inizia ad imitare la chitarra elettrica all’inizio della canzone Back in Black. Io scoppio a ridere e iniziamo ad imitare anche il cantante.

Cantiamo tutta la canzone gridando come matti per imitare la voce del cantante, ho notato che molti semidei ci hanno lanciato occhiate e facevano dei commenti, ma a noi non ce ne è importato. Quando finiamo di cantare arriviamo alla spiaggia del Campo Mezzosangue, Leo si schiarisce la voce per riprendere fiato- Allora, questa è la spiaggia dei fuochi d’artificio, molto romantica la sera.- mi mette una mano in un fianco in modo scherzoso, poi la toglie, anche se mi fa sentire un po’ a disagio. E’ il crepuscolo, mi chiedo dove avrei dormito questa sera e se mi lasceranno mai andare via da qui ma l’unica domanda che faccio è:- Perché la chiamate così?-
Leo sembra ragionarci su, storce la bocca e tende una mano in avanti- Bhe, perché qui alcune sere c’è lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Si lo so, per i nomi delle armi e dei mostri hanno fantasia, ma per questa spiaggia proprio no!- sospira- Dai, seguimi, è ora di finire il tour, si va alla mensa.-

Noto che in giro non ci sono più così tante persone, mi chiedo dove siano andati tutti. La mensa sembra un tempio e scopro che tutti i ragazzi scomparsi si sono diretti qui, ci sono diciassette tavoli rotondi e in legno, uno è in fondo ed è rettangolare. C’è un uomo con il pizzetto castano e con dei baffi, indossa una camicia hawaiana a maniche corte e fiorata e un paio di bermuda verdi, sulla testa ha uno di quei berretti da pescatore. Sta bevendo da una bottiglia dal vetro oscurato, vino? Al suo fianco c’è il centauro che ho visto qualche ora prima, Chirone. Ha uno sguardo severo e vigile che osserva con occhiate rapide tutti i semidei, ha le braccia muscolose e incrociate.
Leo si siede con altri semidei e semidee, hanno come lui delle macchie di fumo e si fuliggine sul viso, se ben ricordo Efesto è il dio del fuoco e della metallurgia, una specie di fabbro. C’è una lunga fila che porta al banco del cibo, la maggior parte butta una parte della sua cena sulla brace accesa in un camino senza tetto. Leo mi invita a sedermi con lui al suo tavolo, quello che corrisponde alla sua capanna, come mi ha spiegato.

Scuoto la testa e mi dirigo verso il centauro, con passo spedito. Lui mi vede e sorride- Muriel, ti senti meglio ora?- annuisco e lui allarga le braccia e le pianta sui fianchi- Bene, bene. Immagino che Leo ti abbia fatto fare il giro del Campo, spero ti abbia fatto una bella impressione.-
-Si, infatti è così.- non so da dove iniziare- Allora, tutto questo per me è stata una batosta mentale: dei, mostri, io che sono figlia di una divinità; se tutti questo è vero, da chi dovrei discendere? E perché il dio o la dea non si è fatto mai vedere?-
Chirone mi fa sedere su una sedia- Tu quanti anni hai, tredici, quattordici?-
-Sedici.- puntualizzo- Ho sedici anni.-

-Oh. La divinità da cui discendi ti avrebbe dovuto riconoscere e portare qui già tre anni fa, abbiamo creato delle condizioni con gli dei e questa era una di loro: riconoscere il proprio figlio entro i tredici anni. Quindi ha infranto le regole e noi non possiamo farci molto, anche se hanno giurato sullo Stige.- Chirone coglie la mia espressione interrogativa e sospira rumorosamente- In breve, se giuri sullo Stige e infrangi la promessa muori, ma evidentemente per gli dei non è uguale. Mi dispiace che non hai ancora incontrato di persona il tuo genitore divino, magari verrai riconosciuta questa notte a Caccia alla Bandiera, un gioco a cui dovrai partecipare.-
Considerando in che posizione sono messa, che cos’ho da perdere?- Va bene.-
-Perfetto, ora unisciti ad un tavolo e serviti pure, Muriel!- esclama.

Torno al tavolo di Leo con in mano un vassoio con una fetta di carne, non ho buttato una parte della mia cena sul fuoco, perché avrei dovuto farlo? La metà dei figli di Efesto se ne è andata, ma Leo è rimasto- Che ti ha detto Chirone?-
-Mi ha spiegato alcune cose sul riconoscimento degli dei nei confronti dei figli, e della Caccia alla Bandiera di stasera.-
-Non ti ha detto niente di me?- chiede masticando un pezzo di carne.
-Ti ha chiamato per nome.-
Leo fa cadere la forchetta, alquanto stupito- E’ la prima volta, sai? Dice che gli sto antipatico, ma non è vero, so che gli piaccio- con gli occhi chiusi annuisce, le labbra strette. Guarda che il mio piatto è pieno e sgrana gli occhi- Ma non hai offerto un tributo agli dei?- scuoto la testa, sto per tagliare un pezzo di carne con il coltello ma lui mi blocca la mano- Non farai grandi passi in questo modo, se vorrai scoprire qual è il tuo genitore divino, Muriel.-

Sbuffo e vado alla piattaforma del falò, dove il fuoco si è quasi spento, prendo la fetta di carne tra l’indice e il pollice e la sollevo. “Cosa dovrei dire adesso?” penso, insicura- Ehm… questo tributo è in onore degli dei… in teoria.- lo lancio nella brace. Faccio per voltarmi e ritornare da Leo, ma il fuoco divampa di botto, facendomi cadere all’indietro. La fiamma diventa sempre più grande, mi ustiona le braccia, sotto il mio grido si alzano altri urli, molti semidei scappano.
Vedo degli occhi in mezzo al calore rosso e arancione, una voce troneggia sopra tutte le altre, impetuosa e forte- Il tuo posto è nel Tartaro!-
-Muriel!- Leo si precipita verso la mia direzione e si mette tra me e le fiamme che mi stanno per avvolgere. Il ragazzo mi è davanti, viene investito dal fuoco per pochissimi secondi, poi si spegne. Leo si volta e mi guarda, non sembra neanche ustionato, al contrario di me.

Stringo i denti per soffocare un urlo, ho appena scoperto che il fuoco ustiona solo chi gli pare, e fa male. Leo mi aiuta ad alzarmi, continua a fissare la brace che si sta trasformando in una piccola fiamma per candele- Come hai fatto?- sussurro. Non riesco a camminare, anche le gambe sono ustionate, e sento la gola seccarsi.
Arriva Chirone con accanto l’uomo che stava bevendo il vino al suo tavolo, ha ancora la bottiglia in mano e arriccia il naso- Tu sei Muriel,- tende la mano con cui non reggeva la bevanda alcolica e stringe la mia, il dolore di un braccio si fa sentire più lancinante- sono Dionisio, ma chiamami Signor D. Benvenuta al Campo Mezzosangue, mi dispiace che il fuoco ti abbia attaccato, di solito non succede e blah blah blah…- gira sui tacchi e se ne va.
-Giuro che non offrirò mai più un tributo agli dei!- mentre dico quelle parole una ragazza bionda arriva di corsa.
-Chirone che è successo?- la sua voce è allarmata. Ha gli occhi color tempesta e i capelli biondi legati in una treccia che le scende sulla schiena, probabilmente ha gli anni di Percy Jackson.

-Me lo sto chiedendo anche io!- ribatto, la ragazza mi guarda con occhi interrogativi e poi ritorna a fissarli su quelli di Chirone. Non riesco a reggermi in piedi per bene, per questo Leo mi fa appoggiare a lui, passo un braccio sopra le sue spalle e mi solleva per non farmi stare gobba- Potete spiegarmi perché il falò mi ha aggredito?!-
Chirone osserva attentamente il fumo del fuoco e si avvicina emettendo dei “Clop - clop”, scuote la testa ed esamina le mie ferite.

-Quello era Efesto.- dice infine il centauro.

NOTA D'AUTRICE: Ed ecco a voi il secondo capitollllloooo! Ho tentato di tenere lo stile ironico dello zio Rick sia nel titolo sia nel testo, spero di aver fatto un ottimo lavoro :)
Spero di poter trovare tante recensioni, mi piace tantissimo leggerne di nuove!
Alla prossima gente, ciaoooo <3 <3 <3

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Capitolo 3
*** Com'è accogliente la capanna tredici ***


Com’è accogliente la capanna tredici.
 
Leo e Chirone mi accompagnano fino alla capanna dove dovrò dormire questa notte, la numero tredici, la capanna dei figli di Ade. Appena la vedo rabbrividisco, sulla porta c’è inciso un teschio umano e, alle colonne che reggono il tetto, ci sono appese delle torce con della luce verde fluorescente.
Si può sentire il frinire dei grilli dal bosco, dove mi hanno detto che è abitato da delle ninfe, fa molto caldo anche se siamo alla prima settimana di maggio. Ma il caldo non mi fa smettere di tremare, quella è una capanna dell’orrore!- Devo proprio dormire qui?-

-Si.- risponde Chirone- Non ti lascio mica alloggiare nella capanna di Ermes, poi ora che tutti i semidei sono stati riconosciuti ci abitano solo i fratelli Stoll e gli dei solo sanno cosa potrebbero fare!- alza gli occhi al cielo- Travis e Connor Stoll sono dei veri e propri figli di Ermes.-
-E’ vero,- conferma Leo divertito- se non ero figlio di Efesto a quest’ora mi trovavo li, sono un vero bad-boy!-
Chirone ridacchia per qualche secondo poi smette- Comunque, la capanna ora è disabitata, Nico è negli Inferi dal padre e non credo tornerà questa sera.- inizia ad allontanarsi trottando- Fammi sapere se ti serve qualcosa, Muriel.- scompare nel buio che circonda il Campo.
Io e Leo restiamo a fissare la capanna di Ade per un po’, immersi in un lungo silenzio, mi giro verso di lui e decido di parlare- Senti, grazie per il giro del Campo oggi, non ho memorizzato tutto alla perfezione però credo che riuscirò ad orientarmi.-
-Oh, una cosa da nulla.- annuisce e calcia un sassolino, è la prima volta da quando sono arrivata che non fa il sarcastico- Ehm, mi dispiace per quello che è successo prima, credimi, non pensavo che a mio padre prendesse il matto.- eccola qua, una mezza battutina di spirito.

-Non devi scusarti, tu non centri. Ma da questa esperienza abbiamo capito che lui non è mio padre, non credo voglia uccidere sua figlia.-
Leo ride- Non sai quanti dei ci hanno provato ad uccidere la propria progenie mortale, anche se questo non è il mio caso, non credo che Efesto ucciderebbe l’unico figlio che ha il dono del fuoco.- inarco un sopracciglio e lui coglie il mio sguardo interrogativo. Annuisce e schiocca le dita davanti ai miei occhi, il suo pollice diventa infuocato, faccio un balzo all’indietro- Tranquilla, non ti darò fuoco.- spegne la fiamma con il pollice e l’indice dell’altra mano.
-Caspita!- esclamo sbalordita- Ehm, per caso sai cos’è successo a quel tipo che mi ha portato qui, Percy Johansson?-
-Percy Jackson!- Leo ride di nuovo- Hai la memoria del Signor D. riguardo ai nomi. Annabeth, la ragazza bionda che abbiamo incontrato prima a cena, la ragazza di Percy, mi ha detto che sta meglio, ma non potrà partecipare alla Caccia alla Bandiera di stanotte. Sei pronta tu, invece?-
Faccio spallucce- Chirone mi ha detto che due squadre devono combattere per cercare di prendere la bandiera del gruppo opposto. Ora, escludendo che sono sicura che morirò prima di iniziare a correre, si, credo di essere pronta. Ora è meglio che vada a riposare, ci vediamo dopo.-
-Notte, ti auguro di fare dei bei sogni nella capanna di Ade.- inizia a camminare verso la capanna di Efesto.
-Notte, Torcia Umana!- gli dico, lui si gira e mi sorride timidamente poi continua a camminare, canticchiando Girl on Fire modificata a Boy on Fire.

Respiro profondamente ed entro nella capanna del dio degli Inferi. E’ esattamente come me lo sono immaginata: i colori dominanti sono il nero, il rosso e il grigio. E’ terrificante. Ci sono due letti, in quello più piccolo c’è un crisantemo nero, il fiore dei morti; nell’altro, il cui lenzuolo di teschietti è disfatto, c’è un gioco da tavolo che mi sembra familiare.
-Mitomagia.- sussurro. E’ stato il gioco più amato dell’orfanotrofio, io non ho mai imparato a giocarci, ma a volte rubavo le statuine e creavo delle storie con gli dei protagonisti. Mi siedo nel letto, accarezzo le carte ammuffite, noto che manca una pedina. Mi guardo attorno e il mio sguardo finisce sul comodino accanto al letto, il pupazzetto è appoggiato li sopra: Ade. Probabilmente è il letto di Nico.
Mi alzo e dondolo sui talloni dei piedi, mi chiedo di chi sia l’altro letto e se dovrei dormirci. Tolgo il crisantemo e lo appoggio nel rispettivo comò, mi tolgo le scarpe e mi stendo nel lenzuolo bianco sopra al materasso. Chissà cosa penseranno quelli dell’orfanotrofio, la mia scomparsa ha tolto loro un peso enorme visto che le famiglie vogliono solo i bambini, e di certo una sedicenne iperattiva e testarda non è una piccola bambina. In questo istante probabilmente saranno le dieci, dieci e trenta. Ho solo tre ore e un po’ per riposare.

Chiudo gli occhi.

Li riapro, dopo quello che mi sembra poco tempo, ma è quasi ora di andare a Caccia alla Bandiera; mi ha svegliato il cigolio del pavimento legnoso della capanna. Una sagoma nera si avvicina al mio letto, socchiudo gli occhi in modo da vedere attraverso le ciglia cosa fa, faccio finta di dormire. La luce della luna riflette sul suo volto, ha i capelli arruffati e gli occhi neri, compresi i vestiti: sulla maglia c’è la stampa di un teschio e indossa dei jeans strappati. Sulla cinta dei pantaloni e attaccato il fodero da cui fa capolino il manico di una spada. Piega la testa di lato e si abbassa su di me, per osservarmi meglio, poi si incammina verso le scalette di legno sul retro della capanna che portano al bosco e vi ci siede.
Alzo di poco la testa per guardare meglio cosa sta facendo. Sembra stia parlando con qualcuno, forse con se stesso.
-E’ identica a lui, padre.- dice guardando un ombra che si muove dietro la capanna, non riesco a capire di chi sia- Non so come abbiano fatto a non capirlo.-

-Non dire niente, lascia che lo scoprano da soli, magari non ci arrivano.- la voce è di un uomo e sta gracchiando- Se vengono a sapere di chi è figlia… gli dei scateneranno gli Inferi, perciò devi tenere la bocca chiusa, Nico!- vedo una luce rossa dietro l’ombra, che sta scomparendo- Non voglio che il mio trono sull’Olimpo venga distrutto solo perché questa mocciosa ha sangue divino che scorre nelle vene!- la luce si spense, portandosi via l’ombra dell’uomo e la sua voce gorgogliante.
Nico sospira e si strofina le mani negli occhi in modo violento, tira su col naso, sta piangendo? Aggrotto le sopracciglia proprio nel momento in cui lui si gira di scatto. Si alza in piedi e tiene stretto il manico della spada, balzo giù dal letto e indietreggio- Tu sei?- chiede arricciando il naso.
-Muriel, Muriel Sheen.- rispondo. All’orfanotrofio mi hanno dato quel cognome perché vuol dire lucentezza e riflesso, infatti da piccola appena vedevo qualcosa che brillava o che rifletteva la mia immagine iniziavo a giocarci o a fissarla- Tu devi essere Nico Di Angelo, giusto?-

Annuisce e si avvicina con sguardo minaccioso- Hai sentito tutto?-
-Sentito cosa?- provo a fare la faccia più ingenua che conosco, anche se non sono una grande attrice- Ho dormito fino a qualche secondo fa, e sono ancora intontita, perché tu mi hai svegliato!- dico incrociando le braccia- Che ci fai qui?-
-Ho tutto il diritto di stare nella mia capanna, la domanda giusta è cosa ci fai tu qui.- fa una smorfia con la bocca e alza il mento. E’ più alto di Valdez di cinque centimetri, di me invece di dieci, credo, quindi sono costretta ad alzare la testa per guardarlo negli occhi.
-Chirone ha detto che tu non saresti tornato questa notte, perciò mi ha fatto dormire qui, dai la colpa a lui.- mi scanso e infilo le mani in tasca.
-Chirone è stupido, e non mi sembra il caso di dare la capanna della morte ad una come te.- sposta le pupille dall’alto in basso per guardarmi meglio.

Fisso la mia immagine nello specchio tra i due letti. Ho i capelli neri. E sono anche leggermente miope, ma fortunatamente porto sempre con me le lenti a contatto, che spero nessuno abbia notato, e gli occhiali, una spessa e gigante montatura nera lucida, li indosso in casi drastici; oltre a questo, ho gli occhi verde chiaro. Non sono ne alta ne bassa, sono una via di mezzo.  Ma perché non dovrei avere a che fare con queste cose?- Che cos’ho che non va, scusa? Potrei essere figlia di Ade tanto quanto te!- gli punto il dito contro il petto, è stata una mossa azzardata. Ma che diavolo ho detto?! Non voglio essere figlia di Ade, e non credo neanche di esserlo.
Lui sogghigna divertito e avanza lentamente fino a farmi toccare la schiena contro le tegole di legno, lui sbatte così forte la mano contro il muro, a pochi centimetri dalla mia testa, da farmi sobbalzare- Perché hai paura di me.-
Stringo le mani intorno al tessuto dei miei jeans, è vero, ho paura, e anche molta. Dischiudo le labbra per ribattere qualcosa di stupido ma non mi esce niente. Sento dei passi e mi volto verso l’entrata della capanna, Leo è sulla soglia con la mano appoggiata allo stipite dell’entrata, sale l’ultimo scalino- Oh, scusate, non credevo…-

Nico si allontana da me con indifferenza- E’ tutta tua Valdez.- dice, se ne va del retro della capanna di Ade e scompare nell’oscurità del bosco.
Mi giro verso il figlio di Efesto, che sembra alquanto imbarazzato, si sta guardando i piedi- Oh, Leo…- mi avvicino all’uscita della casa di Nico, e scendo le scale con Leo- Perché sei venuto?-
-Volevo dirti che Caccia alla Bandiera sta per iniziare,- lo seguo fino a quella che sembra un armeria- Chirone mi ha affidato il compito di darti un arma.-
- Un’arma?- sgrano gli occhi- Ma ci si muore a questo gioco?!-

-A volte succede, ma c’è una possibilità su un milione che tu venga uccisa.- spiega tenendo gli occhi puntati sulla terra che sta calpestando. Altri mezzosangue stanno indossando armature e armeggiano spade e archi. Il Campo è illuminato da migliaia di torce che portano verso il bosco.

Una possibilità su un milione... forse quella possibilità sarò io.

NOTA D'AUTRICE: E anche il terzo capitolo è stato pubblicato! Che ve ne pare? Spero sia piaciuto a tutti quelli che hanno iniziato a leggerlo ^_^ Spero di trovare una vostra recensione, mi fa sempre piacere trovarne di nuove.
Alla prossima, Grace <3 <3

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Capitolo 4
*** Una Caccia alla Bandiera movimentata ***


Una Caccia alla Bandiera movimentata.
 
La squadra avversaria ha piazzato la bandiera nel suo territorio, anche la nostra ci ha pensato, ma non mi hanno rivelato dove si trova, come ad altri che dovrebbero andare a cercare quella degli avversari e non a proteggere la nostra. Noi siamo la squadra rossa, di solito vince sempre visto che Annabeth, una figlia di Atena, è molto forte in questo gioco, ma da quando è arrivato Percy a far parte della squadra blu vince quasi ogni volta. Fortunatamente per noi è infortunato questa notte.
-Tu basta che mi segui, okey?- Leo fa roteare con le dita la sua spada e la infila nel fodero- E cerca di non farti procurare danni gravi o permanenti, non si sa mai quanto possano essere combattivi i semidei della squadra blu.- annuisco e sistemo il polsino rosso che ho nel braccio, Leo mi ha detto che una volta usavano gli elmi del colore della squadra, ma poi hanno iniziato ad usare i polsini per comodità.

Il bosco è silenzioso, quasi un silenzio rumoroso; nessuno parla, non si sente neanche il verso degli animali intorno o le voci delle ninfe. E’ quasi inquietante. Chirone fa un discorso lungo e lento sul regolamento a cui ho prestato poca attenzione, anche se avrei dovuto fare il contrario, parla davvero come un professore. Finisce il discorso e da il via al gioco. La squadra avversaria è dall’altra parte del bosco, probabilmente il loro discorso lo ha fatto il Signor D.
Mentre corro insieme a Leo intravedo sopra i rami degli alberi alcune ninfe, forse si stanno godendo lo spettacolo, una dozzina di mezzosangue della mia squadra corre in varie direzioni. Annabeth non c’è. Dei semidei della squadra blu combattono contro quelli della nostra, sento una folata di vento passarmi vicino alla testa e solo dopo mi accorgo che una freccia mi ha appena schivato. Smetto di guardare dappertutto e mi concentro su di Leo… che non corre più davanti a me!

Mi fermo.

Senza dare nell’occhio mi nascondo dietro un albero del bosco e aspetto che tutti i miei compagni e avversari oltrepassino il mio nascondiglio e procedano nella corsa e nel combattimento. Dopo poco sono tutti svaniti nel buio, faccio capolino dalla corteccia piena di muschio e mi rannicchio sulle radici dell’albero stringendomi le braccia- Sono morta!- dico, non troppo ad alta voce- Sono nella cacca fino al collo!-
Sento dei versi animali, forse gufi, e attacco a correre come una pazza senza meta. Inciampo un paio di volte tra i cespugli ed erbacce del bosco, la caviglia mi fa male, questa volta non corro, cammino velocemente però. Non riesco a vedere bene, le torce che si nascondevano tra i rami in lontananza si sono spente e nell’aria si alza un odore acre e di bruciato. Stringo forte l’impugnatura della spada e tengo la sua lama a mezz’aria, le voci delle ninfe stanno sussurrando qualcosa, poi di nuovo silenzio.

C’è un ombra che si sposta velocemente a pochi metri da me, sembra non badare alla mia presenza, perché sto iniziando a correre verso la sua direzione? Forse è l’istinto del combattimento che ho nel sangue, mi lancio verso la sagoma e la atterro. La luce della luna gli illumina il volto, e i suoi raggi gli illumina i capelli di un nero lucente. Lui mi guarda e fa un sorriso malizioso- Come mai da queste parti, Sheen?-
Mi tolgo da sopra di lui ed estraggo la spada dal fodero per sicurezza, al braccio ha il polsino blu, è un mio avversario. Dovrei scappare, ma continuo a puntare l’arma verso di lui- Nico Di Angelo.- sussurro. Abbasso di poco la spada e lui si rialza.
-Non dovresti essere con il tuo gruppo?- tira fuori la sua, di spada, e inizia ad accarezzare la sua lama nera. Nell’impugnatura ci sono tre rubini, è molto bella.

-Potrei farti la stessa domanda, per caso hai visto la squadra rossa?- chiedo rifoderando l’arma nel fodero, appeso ai miei jeans. Mi scosto all’indietro i capelli che ho davanti al viso e incrocio le braccia, in attesa di una risposta.
Lui scoppia a ridere, appoggiandosi sulle ginocchia- Tu credi davvero che te lo dirò?-
-Si.- rispondo.
-Sei una mia avversaria, è ovvio che non te lo dico!- sbuffa e scuote la testa.
-E allora?- alzo le spalle- Non puoi aiutarmi? Io sono nuova qui.- sbatto le ciglia e faccio il labbruccio.
-Appena ti ho vista ho capito che non eri una figlia di Atena.- sogghigna.
Gli lancio un’occhiataccia, ma poi i miei occhi si illumino- Sai per caso di chi sono figlia?- mi avvicino a lui.
Nico Di Angelo si volta e mi da le spalle, sta per andarsene- Si vede dal Tartaro che non sei una sua progenie, soprattutto se vai a rivedere il tuo albero genealogico.-

Era un insulto? Probabilmente. Lui sa di chi è il mio genitore divino- Sai di chi sono figlia?- ripeto, ad alta voce. Mi guarda con la coda dell’occhio e prosegue a camminare, con le mani in tasca.
Mentre se ne sta andando vedo dei mezzosangue venire verso la nostra direzione, alcuni si fermano a qualche metro da noi, la maggior parte è della squadra blu. Voglio scoprire le mie discendenze, ma lui non vuole dirmi la verità? Bene, sono costretta a perdere la pazienza.
Lo inchiodo contro un albero e gli punto il gomito contro la gola, lui mi guarda sorpreso e spaventato, abbassalo sguardo per cercare i miei occhi. Sollevo la spada a mezz’aria- Te lo chiedo per l’ultima volta: Di quale divinità sono figlia, Nico Di Angelo?!- sibilo tra i denti.

-Muriel!- Leo si fa largo tra le persone che si sono accalcate intorno a noi- Che stai facendo?- appena arriva al margine del confine della folla si blocca, sembra avere paura di fare un passo verso di me- Lascialo andare.-
La maggior parte dei mezzosangue che circonda me e Nico, tenendosi sempre a distanza, è il miscuglio delle due squadre, e altri sono i semidei che non hanno partecipato a Caccia alla Bandiera. I componenti della blu sguainano le spade in modo minaccioso.
-L-la-lasciami…- balbetta il figlio di Ade, supplicando una boccata d’aria. Gli lascio il collo libero per farlo respirare, ma gli tengo la lama della spada vicino alla guancia. Nico si strofina il collo e tossisce, appoggiandosi sulle ginocchia.
-Chi è ora che ha paura di chi?- le guance mi bruciano, sento qualcosa nel petto, qualcosa che muore dalla voglia di uscire. Non è un urlo, è tutta la rabbia repressa che non so da dove è uscita fuori.
-Penso ancora che tu non sia figlia di Ade.- si schiarisce la gola e si raddrizza, i capelli sono scompigliati e qualche ciocca gli sta davanti agli occhi, che sembrano essere più provocatori di prima.
-Perché? Non ho paura di te!- ribatto, al limite della pazienza.
-Perché mi avresti già ucciso se fossi stata figlia del dio dei morti, non avresti mostrato pietà.- se ne sta di nuovo andando. Ho ancora l’istinto di bloccarlo ad un albero, ma questa volta mi ha fatto salire la voglia da omicida.
I semidei col polsino blu, armati, fanno qualche passo verso di me, approfittando del fatto che non ho più Nico come ostaggio- Ferma! Butta la spada, o saremo costretti a farti del male!- mi avverte uno di loro.
-Io non prendo ordini da nessuno.- bisbiglio, stringo l’impugnatura così forte da farmi arrossare le mani e le nocche- Io non prendo ordini da nessuno!- questa volta sto gridando- Statemi lontani!-

Gli sguardi dei semidei mi sembrano vuoti per un secondo, indietreggiano di qualche metro come robot, mi stupisco del fatto che mi abbiano dato ascolto- Siete voi a buttare le armi, ora!- ordino.
Tutti obbediscono alle mie parole. Vedo Chirone che scuote la testa incredulo, con le braccia incrociate davanti ai pettorali, la sua fronte è corrugata in tante onde di pelle. Leo è rimasto a bocca aperta, lascia cadere la spada e rimane sporto in avanti con le braccia a ciondoloni.

-Te l’ho detto che non eri figlia della dea dell’intelligenza,- ripete Nico, dandomi sempre le spalle- altrimenti avresti capito di essere figlia di Afrodite.-

Scompare nel buio.

NOTA D'AUTRICE: Quarto capitolo? Fatto!
Salve salvino a tutti! Spero non siate delusi dalla scelta che ho fatto per la madre di Muriel, neanche io sono tanto convinta di questo, ma tutto ha uno scopo e lo vedrete nei prossimi capitoli... e non dico che non ci possano essere imprevisti ;)
NIENTE SPOILER GRACE!
Spero tanto di rispondere a qualche altra recensione, il prossimo lo pubblicherò fra due giorni, come al solito ^_^
La vostra Grace <3 <3 <3

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Capitolo 5
*** Il Cor-ret-to-re ***


Il Cor-ret-to-re.
 
E’ passata quasi una settimana dal mio arrivo al Campo Mezzosangue.

Non ho fatto niente di speciale (per i semidei), sono stata la maggior parte del tempo alla spiaggia dei fuochi d’artificio, ho assistito ad un’altra Caccia alla Bandiera, però questa volta non ho voluto partecipare, ho provato a scalare la parete d’arrampicata, ma sono scesa da li non appena ho visto la lava. C’è stato un torneo con le bighe e i cavalli alati che sono andata a vedere, e diciamo che mi sono divertita a fare da spettatrice, magari un giorno avrò voglia di partecipare.

Verso il latte di pegaso sopra i cornflakes, spero di non essergli intollerante, e inizio a fare colazione al mio nuovo tavolo e con quelli che dovrebbero essere i miei fratelli e le mie sorelle. Sono seduta accanto a Piper, che sembra essere sia felice sia preoccupata alla notizia che siamo sorelle, o meglio sorellastre. Osservo gli altri figli di Afrodite del tavolo, molti si specchiano e si truccano, altri spettegolano ridacchiando, forse su di me. Una ragazza si siede a fianco a me e mi stringe la mano- Ciao, mi chiamo Drew, sono contenta di conoscerti Muriel, scusa se non mi sono presentata prima ma era a fare un servizio fotografico per una rivista di New York.- fa una risatina irritante, nella sua voce c’è qualcosa che mi fa capire che non è diversa dagli altri figli della dea, forse per il narcisismo e il vanto che ha mostrato quando ha pronunciato il suo nome, provando a mettersi in mostra.- Ho un regalo di benvenuto per te!- tira fuori da una tasca della gonna una scatoletta fuxia con un fiocco bianco, la ringrazio e la apro.

Inarco un sopracciglio appena vedo un tubetto che contiene un liquido grigio-marrone al suo interno, lo tiro fuori e lo osservo, poi guado la ragazza- Ehm, grazie mille Drew… che cos’è, se posso chiedere?-
Lei e gli altri scoppiano a ridere, solo Piper sembra avere un’aria interrogativa quanto la mia, Drew torna seria- Questo è un prodotto di bellezza che ti aiuterà a coprire le imperfezioni sulla pelle, si chiama: Cor-ret-to-re.- l’ultima parola la pronuncia come se stesse parlando a qualcuno stupido o di un'altra nazionalità.

-Imperfezioni.- ripeto, non troppo contenta del commento- Grazie mille, lo userò di sicuro.- faccio un sorriso sforzato, appoggio il Cor-ret-to-re sul tavolo, e torno a mangiare i cereali, a testa bassa.

-Non farci caso,- mi sussurra Piper in un orecchio- sono tutti così, forse io e te siamo le uniche a cui non importano queste cose.- è confermato, è appena diventata la mia sorella preferita. E poi anche lei possiede la lingua ammaliatrice, e ho scoperto che ce l’ha anche Drew, ma Chirone mi ha detto che quando la esercito io è un potere superiore a loro due. Non riesce a spiegare il perché.

-Concordo con te, Piper.- sorrido.

NOTA D'AUTRICE: So  cosa state pensando, è troppo corto questo capitolo infatti lo penso anche io :\ Credo anche che sia del tutto inutile, però dovevo assolutamente introdurre e far conoscere Drew e il suo modo di pensare, perchè sarà importante più avanti :)
Mi raccomando, lasciate una recensione ( apprezzate anche quelle negative ^_^)
Grace <3

P.s. il prossimo capitolo lo pubblicherò domani, per sdebitarmi di questa roba che ho messo oggi, diciamo ;) <3

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Capitolo 6
*** La Sforna-Profezie ***


La Sforna-Profezie
 
Dopo aver finito di fare colazione mi dirigo alla Casa Grande, come Chirone mi ha chiesto ieri sera.
Mentre cammino vedo Percy Jackson a metà strada, è la prima volta che lo incontro da quando mi ha portato qui al Campo- Ehi, ciao!- lui scuote la mano a mezz’aria e viene verso di me.

-Ciao.- sorrido- Sei guarito, vedo. Stai andando alla Casa Grande?-
-Si. Senti, non credo di averti fatto una bella impressione, ricominciamo?- piega la testa e sorride, la sua mano è tesa verso di me. Io annuisco e gliela stringo- Io mi chiamo Percy Jackson, ho vent’anni e sono figlio di Poseidone.-

-Io sono Muriel Sheen, ho sedici anni e, sfortunatamente, sono figlia di Afrodite.- dico con un sorriso sforzato.
-Dai, Afrodite è importante nell’Olimpo, e immagino che essere figlia della divinità dell’amore e della bellezza non sia tanto male.- mi da un pugno amichevole sul braccio, io annuisco anche se non la penso come lui- Allora? Ti sei ambientata?- annuisco e iniziamo a camminare insieme a me.
-Come facevi a sapere che ero una semidea? Come hai fatto a trovarmi?- parto con le domande, durante la settimana avevo chiesto di lui, ma tutti continuavano a dire che non era abbastanza in forze per parlare.

-Devi sapere che tutti i mezzosangue vengono portati al Campo da dei satiri, che inizialmente si fanno passare per ragazzi normali, e nel mio caso mi ha portato un satiro di nome Grover, ed è lo stesso che ti ha rintracciato.- spiega Percy guardando me e non dove mette i piedi, i suoi occhi sono di un verde brillante.-
-Ma allora perché sei venuto tu a prendermi?-
-Grover è andato nel Campo Giove, a trovare un satiro suo amico, Dakota, perciò ha lasciato a me l’incarico di portarti qui. E non è stato affatto facile!- dice con sarcasmo.
-Il Campo Giove?- mi acciglio- C’è un altro Campo?-

Lui annuisce, attraversiamo il ponte che porta dall’altra parte del fiume che ci separa dalla sponda opposta dove si trova la Casa Grande- E’ una specie di Campo Mezzosangue però per i semidei romani, il nome Giove lo hanno preso dal loro padre degli dei, che sarebbe l’assimilare del nostro, Zeus.- scendiamo le scalette del ponte e camminiamo sull’erba verde- Quasi tre anni fa noi greci abbiamo combattuto al fianco dei romani contro Gea, la madre di Crono. Una profezia accomunava sette di noi: io, Piper McLean e Leo Valdez, che immagino tu abbia già conosciuto e poi un’altra semidea greca, Annabeth Chase, la mia ragazza.- fa una pausa e rincomincia a raccontare- Invece gli altri tre romani erano Jason Grace, è un figlio di Zeus e fratello di Talia Grace e ex ragazzo di Piper, una mezzosangue che vive qui, poi Hazel Levesque e Frank Zang. Purtroppo sono dovuti tornare tutti e tre al Campo Giove.-
-Wow, voi si che avete vissuto davvero!- esclamo- Per caso siete anche i responsabili del casino che è successo a New York quattro o cinque anni fa? Che tutti si sono addormentati e quando si sono svegliati hanno trovato molti palazzi in macerie?-

Lui si gratta il retro del collo, imbarazzato- Ehm, si… Però è più colpa di Crono che nostra, sono pronto a giurarlo sullo Stige!- mi guarda aggrottando una fronte- Ma tu hai assistito alla guerra? Cioè, tu sei una mezzosangue e quindi dovevi per forza essere sveglia!-
-In realtà ero in gita con l’orfanotrofio quei giorni, e mi sono persa lo spettacolo.- mi da fastidio parlare della mia vita con gli altri, soprattutto dell’orfanotrofio, è una parola che odio.
-Oh, meglio; sono morti molti semidei in quella guerra e…- la sua voce si incrina, abbassa lo sguardo. Forse sarebbe meglio non proseguire il discorso, ma lui continua- e in molte altre piccole battaglie…- sospira.
Siamo davanti alla Casa Grande, Percy apre la porta e fa entrare prima me e mi accorgo che è pieno di altri mezzosangue abbastanza grandi. Ci sono dei posti liberi non molto lontano dal centro della Casa. Chirone e il Signor D. sono in piedi sopra ad un rialzo del pavimento, stanno aspettando che tutti si siedano.
-Allora, abbiamo convocato i più grandi di voi per parlare di una questione estremamente importante.- inizia il centauro, tende una mano verso una ragazza da i capelli incredibilmente ricci ed arancioni, ha la maglietta sporca di pittura per pennelli- Come sapete tutti lei è Rachel, il nostro Oracolo.-
Delle voci di protesta si alzano, alcune sembrano lamentarsi, perfino Percy- Brutte notizie se c’è di mezzo la sforna-profezie!- si alza in piedi per vedere meglio, io lo imito- No, un’altra no, ti prego.- sussurra, mordendosi un’unghia.

Oracolo? Sforna-profezie? Va bene, qui parlano una’altra lingua, ma la imparerò, giuro… sullo Stige. Ormai mi sto abituando a queste cose.
-Avanti ragazzi!- Dionisio sbuffa e alza gli occhi al cielo- Sapete che ogni volta che la rossa viene qui è perché deve complicarci la vita, ci siamo abituati! Chiudete il becco ora, che prima finiamo questa riunione, prima potrò andarmene lontano da voi marmocchi!-
Tutti si zittiscono e Rachel incrocia le braccia e tossicchia- Ehm, grazie tante Signor D., veramente!- soffia su un riccio per levarselo dagli occhi- Purtroppo però Dionisio ha ragione, è in arrivo un’altra profezia del cavolo. Forza gridiamo tutti un: “Yeeeh!”.- dice con ironia e poco entusiasmo, alzando un pugno verso il tetto della Casa Grande.

Inizia a camminare intorno ai semidei ed esaminando ognuno di loro- Ho bisogno che i mezzosangue più grandi delle proprie capanne mi seguano.- annuncia, prende a pensare sfregandosi il mento- Mi serve Percy Jackson!-
-E ti pareva!- inizia a camminare verso la ragazza- Ma non puoi pescarne un altro di tanto in tanto? Sempre io?!-
Rachel fa spallucce- Non è colpa mia se sei l’unico mezzosangue figlio di Poseidone!-
-C’è anche Tyson!-

-Ma lui è un ciclope, non conta!- ribatte la Sforna-profezie.
Okey, Percy Jackson, che è mezzo umano e mezzo dio, ha un fratello che è un ciclope… va bene, ho giurato che mi sarei abituata a queste cose… avere un fratello gigante e con un occhio solo è estremamente, normalmente normale qui!
-Nico Di Angelo!- chiama Rachel.

Il ragazzo si inizia a fare largo tra la folla, tutti lo guardano con la coda dell’occhio, come se avessero pura di incrociare i suoi occhi, io sono l’unica che lo sta fissando. La sua mano è sempre salda al manico della sua spada, quando raggiunge l’Oracolo incrocia le braccia senza dire niente.
Rachel lo guarda alzando un sopracciglio- Oookey, che entusiasmo!- commenta la ragazza, allunga il collo verso i mezzosangue e annuncia:- Leo Valdez, vieni!-
Si sente un grido di gioia provenire dal fondo della Casa Grande, Leo saltella per la sala tutto contento- Kaboom! E Leo Valdez è di nuovo in una profeziaaa! Che grande che sono!- lancia una palla di fuoco con il dito e questa esplode a mezz’aria a mo’ di fuoco d’artificio. Molti ridono, compresa io.
-Ora mi servono i figli di Afrodite e di Atena, ma solo le femmine.- dice l’Oracolo.

Solo dopo mi accorgo di dover raggiungere Rachel insieme alle mie sorelle, ma perché solo le ragazze? Facciamo quello che ha detto la rossa, quando siamo tutte li sorride- Bene, potete andare, ciao ciao!- detto questo la Sforna-profezie si volta e ci conduce al piano di sopra della Casa Grande.

Nota D'autrice: Okkkay! Su questo capitolo non c'è molto da dire, diciamo che però è una tappa importante che ci porterà al capitolo principale, ovvero la scelta degli Eroi che accetteranno l'impresa e ovviamente la lettura della Profezia... forse ho detto troppo? Vabbe, mica tanto ;)
Come promesso ho riaggiornato subito perchè il capitolo scorso era troppo lungo!
Lasciate una recensione, perfavore, fanno sempre piacere ^_^
La vostra Grace <3 <3 <3

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Capitolo 7
*** Vengo tagliata fuori dall'impresa ***


Vengo tagliata fuori dall’impresa
 
Ci sediamo davanti a Rachel che si è accomodata su una specie di trono- Come vi ho detto è in arrivo un’altra spiacevole profezia.- dei bisbigli si levano sulla stanza, l’Oracolo guarda Chirone e lui annuisce.
Gli occhi di Rachel si alzano verso il soffitto, come se fosse spiritata o in uno stato di trance. Un forte vento invade la stanza e la bocca dell’Oracolo si spalanca ma senza mimare le parole che vi uscirono poco dopo:

 
E’ di stirpe titanica e bellezza innata
Lei la battaglia dovrà impedire.
Con il semidio del fuoco e più di una sorella sbagliata
La nave col drago potrà governare.
 
Le onde greche dei senza vita saran da attraversare
Con l’aiuto del re degli spettri e i figli del mare
E il tributo all’amore dovranno donare.
 
La battaglia di due dei nell’ultimo Olimpo sarà celebrata
Per decidere chi conquisterà la dea tanto amata
Ma essa dovrà avere una fine prima dell’inizio della nuova era
Per impedire la seconda con intelligenza ed evitare la Chimera.
 
La titanide risorgerà dall’arida terra
E la caduta arriverà quando la madre e il figlio regneranno
Il colpo di grazia sarà servito al culmine della guerra
Prima del tramonto dell’ultimo giorno di metà anno.
 
Ma a chi andrà sarà deciso dal destino
I Titani cadranno in un sonno abissale
O
L’età degli dei avrà fine con la Dea Mortale.

 
 
Stringo il polso di Piper accanto a me, rabbrividisco sentendo ancora la voce di Rachel che sussurra quelle parole nella mia testa. Lei si ricompone e ritorna ad avere quel sorriso raggiante- Bene, non so voi ma io non c’ho capito quasi niente di questa profezia!- ride sfacciatamente, ma nessuno di noi le fa eco.
-Io e Rachel abbiamo parlato prima e, al suo contrario,-  il centauro scocca una finta occhiataccia alla ragazza- io sono riuscito a trovare il significato, ma non del tutto. Allora,- inizia Chirone, accarezzandosi la barba ispida- in questo caso la protagonista, diciamo, di questa profezia è la Dea Mortale. Di stirpe titanica e bellezza innata credo che voglia dire che sia figlia di Afrodite e un dio che discenda direttamente da un titano.-

-Io sono il figlio del fuoco,- lo interrompe Leo, per la prima volta veramente serio da quando l’ho incontrato- è per questo che mi avete chiamato. Perché sono figlio di Efesto e ho il dono del fuoco… e per la mia bellezza, vero?- chiede con un sopracciglio alzato. Eccolo qui, è tornato.
-Esatto… non per l’ultima parte, ma è giusto, Valdez.- Chirone annuisce- Abbiamo bisogni di più di una figlia di Afrodite perché sono le sorelle sbagliate della dea, ma due andranno bene, così diminuiremo il rischio che potrete correre una volta in viaggio.-
-In viaggio per dove?- chiede Piper a voce alta.
-Ecco, questo non lo abbiamo ancora capito, sappiamo però che è in Grecia.- rispose Rachel- E che ci sarà un combattimento tra due dei, però non sappiamo quali, ma si contenderanno l’amore della dea. I semidei che partiranno dovranno impedire la battagli tra le due divinità e quella dei titani. La titanide risorgerà dall’arida terra, si sta riferendo a Gea e ci sarà anche suo figlio: Crono.-

-Bene,- la voce di Dionisio ci fa sobbalzare tutti, non sapevo fosse stato tutto il tempo li- il punto è: questa Dea Mortale deve aiutare questi mezzosangue a salvare il mondo, dai, andiamo! Siamo abituati a queste cose, ora vedete di scegliere quali figlie di Afrodite e quella di Atena andranno con Di Angelo, Valdez, il ciclope e Johnson…-
-Jackson!- Percy sbuffa, alzando le mani e gli occhi verso l’alto- Il mio cognome è Jackson!-
-Si, si, come vuoi tu.-
Piper si alza in piedi- Voglio partecipare a questa impresa.-

Oh miei dei! E se lei parte io con chi sto qui al Campo? Lei è l’unica normale mentalmente che conosco, senza pensarci un secondo di più mi alzo anche io e dico:- Voglio venire anche io!- solo dopo mi accorgo di averlo detto all’unisono con Drew. La ragazza mi guarda in cagnesco, non è più così simpatica.
-Mi dispiace Muriel,- dice Chirone, scuotendo la testa- ma credo che Drew sia più esperta di te. E’ meglio che resti qui al Campo, potresti allenarti e magari parteciperai, pregando gli dei di no, ad un futura profezia.- che bello! Mi ha tagliato fuori dall’impresa, e lo ha fatto gentilmente, ecco, queste sono le persone (o centauri, in questo caso) che di solito riescono ad ottenere tutto con la gentilezza!
-Va bene.- abbasso lo sguardo, Piper appoggia una mano sulla mia spalla per confortarmi. Io le sorrido.

-Vorrei che venisse anche Annabeth Chase, lei è figlia di Atena e la profezia dice che avremo bisogno di intelligenza- Percy fa un occhiolino alla bionda, che deve essere la sua ragazza. Si stanno sorridendo, di solito non faccio pensieri mielosi, ma sono davvero dolci. Lei si alza e va verso di lui- E visto che dice i semidei del mare, dovrà venire con noi anche Tyson. Lui è l’altro figlio di Poseidone, oltre a me.-
-Oh, non lo avevo considerato come un… bhè, un semidio, visto che è un ciclope.- dice Rachel- Ma va bene lo stesso, visto che anche lui è un “figlio del mare”.-
-Bene mezzosangue, grazie a tutti, ora potete andare. Troveremo noi la Dea Mortale.- dice Chirone.

Lui e il Signor D. ci accompagnano fuori dalla Casa Grande.

Nota D'autrice: Ciao! Non c'è molto da dire su questo capitolo, la nota d'autrice oggi sarà più corta del solito perchè devo subito tornare nel divano che mi sto facendo la maratona di Harry Potter, sono arrivata alla fine de I Doni Della Morte Parte I, e mi sono ricordata solo ora che dovevo pubblicare un capitolo oggi ^_^
Se volete lasciate una recensione...
... Ora scusatemi ma torno a piangere... Dobby... *fa scorta di fazzoletti* *si rannicchia sul divano* * allaga la casa*
Grace <3

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Capitolo 8
*** Si gioca al toro meccanico ***


Si gioca al toro meccanico
A pranzo sono costretta a passarlo con i mezzosangue della mia capanna e sfortunatamente senza di Piper, è l’unica veramente mia amica. Una volta finito di mangiare vado verso l’arena, Chirone mi ha consigliato di allenarmi e se riesco a mettermi al paro con gli altri forse mi permetteranno di partecipare all’impresa della Dea Mortale.
Quando oltrepasso l’arco dell’entrata vedo una ragazza dai capelli neri e corti combattere contro una specie di robot di rame, è una vera forza della natura. Usa la spada abilmente e si sposta con rapidità e agilità, ogni volta che colpisce il robot esso sembra diventare più forte. Pochi minuti dopo con un fendente riduce l’avversario in un catorcio, dopodiché questo si trasforma in una sfera fatta del suo stesso materiale.

Percorro i metri che ci separano e sorrido- Ciao.-
Lei mi guarda, la sua fronte è madida di sudore. Indossa una canottiera nera e larga, con dei pantaloncini che sembrano simili a quelli che usano i corridori, hai piedi ha delle semplici scarpe da ginnastica- Ciao, tu sei?-
-Muriel Sheen,- tendo una mano verso di lei, ma si rifiuta di stringerla, è concentrata ad esaminare la sfera di rame- come ti chiami?-
Lei si acciglia- Non mi conosci? Strano. Comunque io mi chiamo Talia, Talia Grace.- spinge alcuni dei cinque bottoni nella palla metallica.
Il suo nome è familiare, punto il dito verso di lei e aggrotto le sopracciglia- Ma tu non..?-
-… Dovresti essere con le cacciatrici di Artemide? Si, dovrei. Mi sono presa una pausa.- dice, rispondendo alla domanda sbagliata.
-No, volevo dire, tu non sei amica di Percy?- schiocco le dita e sorrido- Ma si! Mi ha parlato di te, tu sei la sorella di Jason.-
-Si, brava.- lancia la sfera al centro dell’arena, non rotola neanche quando tocca il terreno, quindi non penso sia un lancio del peso o roba del genere- Sei venuta qui, per cosa?-
-Ti ho visto combattere contro quel robot e…-

-Non è un robot,- mi interrompe lei, tenendo la mano aperta e alzata a mezz’aria in direzione della palla- è uno dei tanti mutamente della sfera di Archimede. Me l’ha prestata Leo Valdez per allenarmi.-
-Oh, ho conosciuto anche lui. Comunque, volevo chiederti se mi potevi insegnare a combattere, ho notato che sei davvero fantastica!- gli do un pugno amichevole sul braccio, cercando di sembrare una dura, ma lei mi guarda dall’alto in basso dilatando le narici.
Storce la bocca- Di quale divinità dei figlia?-
-Di Afrodite.- rispondo. Non appena lo dico Talia scoppia a ridere di gusto, ride così tanto che le vedo le lacrime agli occhi. Incrocio le braccia- E’ tanto divertente? No, perché se lo è vorrei capire.-
La figlia di Zeus fa un respiro profondo e cerca di calmarsi- Come mai non sei con gli altri della capanna 10 a specchiarti nel laghetto delle canoe o a rifarti il make-up?-

-Non sono come quegli idioti che mi sono toccati come parenti!- stringo i pugni, perché se qualcuno è figlio della dea dell’amore e della bellezza deve essere sempre considerato stupido? O che pensa solo a se stesso? Mi volto e inizio a camminare verso l’uscita- Non importa, troverò qualcun altro che mi sappia prendere sul serio.-
-Aspetta!- esclama Talia, io la guardo con la coda dell’occhi. Lei chiude la mano che teneva sospesa e mi sorride come per sfidarmi. La sfera inizia a deformarsi assumendo l’aspetto di un toro dorato, solo che è grande tre volte di più di quelli normali. Indietreggio guardando Talia allarmata, lei sembra divertita, sto per parlare ma lei mi batte sul tempo- Volevi allenarti? Vediamo come te la cavi prima senza esperienza!- abbassa il braccio di scatto e il toro sbuffa e inizia a galoppare muggendo rabbioso verso di me.

Credo che dovrei essere coraggiosa, tentare di trovare una soluzione o un piano per mettere ko il robot. Ma io faccio tutt’altro: inizio a correre urlando verso l’uscita dell’arena, ma una grata la chiude e mi blocca il passaggio. Riprendo la mia corsa sfrenata e percorro quasi tutto il perimetro dell’arena, sento Talia ridere. Io la guardo con occhi accusatori e lei mette le mani a coppa poi se le porta alla bocca, a mo’ di megafono- Dovresti cercare di battere la sfera, Muriel!-
Mi stringo la mano alla pancia, a forza di correre mi fa male la milza- Oh certo! Facile!- dico tra un respiro affannoso e l’altra- Peccato che quella cavolo di palla si è trasformata in un toro assassino!-
Non lo avevo visto, vicino all’entrata negli spalti dell’arena c’è un tavolo con svariate armi, corro da quella parte. Il toro è a pochi metri da me, non ho tempo di scegliere un’arma in particolare, afferro una lancia. Mi volto e aspetto che il robot mi raggiunga, punto l’arma verso di lui ma non lo colpisco. Proprio quando è a pochi centimetri da me gli afferro un corno e facendo leva su di esso gli salgo sul dorso.

-Woah!- esclama Talia, con le mani tra i capelli- Vai Muriel!- alza i pugni al cielo per incitarmi.
Il toro si imbizzarrisce e comincia a ribellarsi, cerca di catapultarmi via dalla sua groppa, la mia schiena sta diventando gelatina a forza di provare a tenermi in equilibrio. Sembra il gioco del toro meccanico, dove di solito si fa in ristoranti o pub, non l’ho mai provato perché ci tengo alla mia colonna vertebrale ma credo che non sarà più la stessa da oggi.
La lancia è difficile da maneggiare ma ce la faccio comunque a piantargliela in un fianco. L’arma si infrange in mille pezzi un attimo dopo aver infilzato il toro, lui con un impennata lesta mi scaraventa verso il muro, sento la pelle bruciare tra la polvere che si è alzata quando ho colpito i mattoni e la luce del sole. Tossisco e mi accascio a terra in posizione fetale, sono spacciata, il toro sta caricando imbufalito verso di me. Morirò a momenti.

Ma il colpo mortale del robot non arriva, quando riapro gli occhi vedo un ragazzo alto e massiccio scaraventarsi contro il toro, che poco dopo si riduce alla sfera di prima. Talia viene in mio soccorso ma io rifiuto il suo aiuto, mi alzo appoggiandomi alla parete, mi allontano da lei zoppicando e raggiungo il ragazzo- Ehi!- lo chiamo.
Si gira e mi guarda con un sorriso- Ciao!- esclama, è alto mezzo metro più di me, devo alzare la testa per guardarlo negli occhi… o nell’occhio.
-Sei un ciclope!- esclamo, indietreggiando. Lui sembra essersi offeso, abbassa lo sguardo e tira su col naso, si stropiccia gli occhi e si siede accanto alla sfera- Oh dei, non dirmi che stai per piangere.- vedo una sua lacrima bagnare il terreno, mi avvicino a lui e appoggio le mani sopra le sue spalle- Scusa, scusa non volevo.-
Lui tira su di nuovo ma sembra consolato, fa un mezzo sorriso che gli fa alzare le guance, ha l’occhio azzurro come il mare, molto bello. Gli asciugo una lacrima e sorrido anche io- Come ti chiami?- chiedo.
-Tyson.- risponde lui, alzandosi.

Sgrano gli occhi- Tu sei il fratello di Percy!-
Tyson saltella contento- Tu sei amica del mio fratellone?!- io annuisco, la sua parlata assomiglia a quella di un bambino, ed è adorabile. Lui mi abbraccia e mi solleva da terra, usando un po’ troppa forza- Gli amici di Percy sono amici di Tyson!-
-Va bene, campione, ora lasciala respirare!- dice Percy, alle mie spalle. Tyson mi lascia andare e io tossisco, il ciclope sembra preoccupato ma lo rassicuro con un sorriso- Tutto bene Muriel?-
-Ciao cugino.- Talia appoggia un braccio sopra la spalla di Percy, entrambi mi stanno guardando- Se la cava bene con la sfera di Archimede… apparte il concetto di uccidere. Con un po’ di allenamento potrà vincere anche una Caccia alla Bandiera.-
Lui sogghigna amichevolmente e mi prende la mano per aiutarmi ad tirarmi su- Allora Chirone ha fatto male a tagliarti fuori dalla profezia, e diciamocelo, non è che Drew abbia tutta questa esperienza.-
-Woah, whoa, whoa! C’è una profezia? Perché nessuno mi ha detto niente?!- protesta Talia.
-Perché non ne fai parte.- risponde Percy.

-Non me ne frega, io vengo con voi, mi sono rotta a non fare niente qui e con le Cacciatrici!- incrocia le braccia.
-Ma…- inizia lui.
-No! Nico ha partecipato alla scorsa impresa e non era neanche nella profezia dei Sette. Quindi, non mi importa di quello che direte, ma io vengo!-
Percy sbuffa rassegnato e annuisce- Fa come ti pare, basta che chiedi a Chirone. Ora se non ti dispiace, vorrei portare Muriel a bere una Diet Coke.- Percy mi porge un braccio a mo’ di cavaliere, e io mi ci aggrappo, divertita- Ci vediamo dopo, cugina!- saluta mentre ce ne andiamo.
-Cerca di non far arrabbiare Annabeth, eh!- dice lei, azionando di nuovo la sfera di Archimede. Ma passa tutto il tempo ad allenarsi?!
Usciamo appena in tempo dall’arena prima che un altro toro inizi ad attaccare, ma restiamo a finire di guardare Talia che lo riduce in una lattina ammaccata di rame, che poi si ritrasforma in sfera.

Noi applaudiamo ridendo. Confermo, quella ragazza è una forza della natura. Poi cominciamo ad allontanarsi dall’arena.

Nota d'autrice: Ecco il... non mi ricordo a che numero è questo capitolo, scusate xD Spero vi sia piaciuto, diciamo che questo è il capitolo pre-"disastro", possiamo dire, perciò non vedo l'ora di leggere nuove recensioni ;)
Grace <3
p.s. Ieri sono andata a vedere l'anteprima del film delle Tartarughe Ninja (lo so, ho quindici anni e sono una femmina, ma io le adoro da morire, quindi Shut-up! ^_^) e ve lo consiglio tantissimo! AAAAH QUANTO POSSO AMARLE! <3

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Capitolo 9
*** Affogo ma non proprio ***


Affogo ma non proprio
 
La Diet Coke mi fa pizzicare il naso, non è sicuramente una delle cose più buone che abbia mai assaggiato, e poi se la confrontiamo con l’ambrosia, ma è comunque da bere. Ogni tanto quando tornavo da scuola prendevo una barretta energetica nel distributore di merendine che si chiama Cherry Juice, una delle cose più caloriche che abbia mai mangiato, ma quando non c’era prendevo una bibita dal sapore simile alla Diet Coke, solo che questa è troppo frizzante.
-A quante profezie hai partecipato?- chiedo a Percy, mentre con una spinta faccio dondolare l’amaca, sopra al pontile davanti alla capanna del ragazzo.

-Tre.- risponde sospirando- E con questa quattro,- sembra stia per ridere, lui si è già scolato due Diet Coke, ora se ne sta ad oziare sulla sua amaca- se sopravvivo a questa e subito dopo devo partecipare ad un’altra giuro che me ne vado dal Campo e mi metto a lavorare come bagnino in città!-
-Wow, l’impiego adatto per un figlio di Poseidone!- commento, sorseggiando altra Diet Coke- Se lo avessi saputo prima sarei venuta subito a vivere qui, al Campo. Ma perché Afrodite non ha potuto dirmelo o non mi ci ha portato?- grugnisco stizzita- La odio al solo pensiero.-
-Ehi, forse non ha potuto, o forse se ne è fregata!- mi volto lentamente verso di lui e lo guardo come un cane guarda un gatto, lui coglie il mio sguardo arrabbiato e alza le mani- Dai, stavo scherzando! Quasi nessuna divinità dell’Olimpo si è presa cura dei propri figli, è un vizio che hanno i potenti: pensare solo a se stessi.-
-Tu hai l’aria di uno che ne sa qualcosa, o mi sbaglio, Percy?-

-Non ti sbagli, e non solo io. C’era un semidio, figlio di Ermes, che voleva per forza far cadere l’Olimpo solo per ricevere le attenzioni del padre e vendicarsi di lui perché aveva sempre ignorato lui e sua madre…- fa un respiro profondo e fa oscillare l’amaca- Ha attaccato il campo e l’Olimpo, per non parlare altre parti del mondo, con l’esercito di Crono… era un traditore.-
Ci penso un attimo, poi la lampadina si accende: Crono è il re dei titani e la profezia dice che sta per risorgere con sua madre… non siamo messi bene allora- Che cosa è successo a questo mezzosangue?-
-E’ morto. E’ morto per salvare tutti noi, proprio alla fine.- Percy annuisce con gli occhi al cielo, deve essere doloroso, ma non credo fossero amici altrimenti solo al ricordo starebbe già piangendo- Si è dimostrato eroe più di quanto lo fossi io.-

-Come si chiamava?- chiedo appoggiando la Diet Coke sul pavimento legnoso del piedistallo sull’acqua, che ci fa restare attraccati alla casa di Percy.
-Luke Castellan.- risponde- Poi c’è stata una ragazza, anche lei figlia di Afrodite, Silena Bouregaurd, aveva aiutato Luke ad ingannarci. Ma poi anche lei si è dimostrata un’eroina alla fine… dopotutto è meglio fare una morte da eroe che vivere da… cattivo, Muriel.-
-Forse.- commento- Dipende dai punti di vista delle persone che fanno quella scelta, io non so cosa sceglierei.-
Percy si alza in piedi e si incammina verso la fine del pontile- Comincio ad avere dei sospetti su di te, figlia di Afrodite.- lui ridacchia, con gli occhi assorti a guardare il lago davanti a noi.
-Oh davvero?- mi avvicino a lui senza fare rumore e lo spingo in acqua- Mi hai beccata!- rido con sfacciataggine appoggiandomi sulle ginocchia, lo vedo risalire in superficie.

-Oh oh oh! Vediamo se ti piace questo!- con una mossa della mano, Percy manda un onda verso di me, ma io la schivo in tempo.
“Ehi capo!” esclama una voce nella mia testa, mi giro di scatto e trovo un pegaso nero che sta scalpitando gli zoccoli sul pontile- Tu sei Black Jack!- esclamo. Ho commesso un errore a voltarmi, Percy mi afferra una caviglia e mi tira in acqua. Tossisco non appena risalgo in superficie- Cretino!- protesto in modo scherzoso.
Lui ride e si aggrappa al legno per salire di nuovo sul pontile, mi tende le mani e io gliele afferro, poco dopo mi ritrovo zuppa e gocciolante fino all’ultimo capello- E’ stato divertente.- commenta, scuotendo la testa per levarsi i capelli dagli occhi. Si avvicina al cavallo alato e gli da dei buffetti sul petto- Lo conosci già, Muriel?-

-Non proprio, l’ho visto quando Leo mi ha fatto fare il giro del Campo, ma non sapevo che parlasse pure.- dico.
“Capo? Ma questa riesce a sentirmi?” domanda Black Jack nella mia testa.
-Si.- aggrotto la fronte e piego la testa- Perché, non posso?-
-No!- risponde Percy- Non che non puoi! Ma come è possibile, solo i figli di Poseidone riescono a comunicare con Black Jack e gli altri pegasi… no, no, no! Non è possibile.- il ragazzo si passa le mani tra i capelli, sembra piuttosto agitato.
-Che stai dicendo Percy?- chiedo, cercando il suo sguardo fisso per terra.
Lui non risponde, si limita soltanto ad afferrarmi le braccia con forza e mi trascina con lui sott’acqua. Riesco a prendere fiato poco prima di subire l’impatto con il lago, apro gli occhi ma il liquido dolce mi da fastidio alle pupille. Guardo Percy negli occhi, mi sta portando sempre più verso il fondale, mi dimeno dalle sue braccia ma è troppo forte.

Sta cercando di uccidermi, vuole affogarmi! Più lotto e più sento l’aria andarsene dai miei polmoni, tocco il fondo con la schiena. Stiamo li sotto per quelle che sembrano ore, i miei occhi si stanno chiudendo involontariamente, i miei capelli fluttuano e tra le ciocche i raggi del sole illuminano il mio volto e quello di Percy. Quando l’ultima bolla d’aria risale sento i polmoni colmarsi di qualcosaltro, non ho mai provato questa sensazione, ma mi sento bene. Il ragazzo mi lascia le braccia, io non esco, resto soltanto a galleggiare sott’acqua inconsciamente,  sembrando di respirare. Passano i minuti, le ore o quelli che sembrano giorni, ma io continuo a vivere.
“Sei viva!” ora è Percy nella mia testa “Riesci a respirare!” mi prende le guance fra le mani, poi mi afferra per un polso e mi riporta in superficie. Mi carica sul pontile a peso morto, ora mi sembra di non respirare.

Inizio a tossire pesantemente e rumorosamente fin quando non espello tutta l’acqua che mi permetteva di respirare dai polmoni, stringo i denti- Hai cercato di uccidermi!- grido contro Percy, inizio a dargli dei pugni sul petto ma per farmi smettere, ma lui mi abbraccia forte- Lasciami! Lasciami ho detto!-
La lingua ammaliatrice funziona e lui come un burattino mi obbedisce, i suoi occhi sembrano persi sui miei ma non per il mio potere. Solo dopo mi accorgo che Chirone, Leo, Annabeth, Piper e Talia sono dietro a Black Jack, nel pontile e a pochi metri da noi.
Non mi rendo conto di quanto tempo abbiamo passato sott’acqua, so solo che è il tramonto e ho respirato la sotto come minimo un’ora- Percy, cos’è successo?- chiede il centauro con voce tonante.

Lui li si avvicina a loro e mi indica con un dito tremante- Lei… lei è figlia di Poseidone.-

Nota D'autrice: Scusate il giorno di ritardo, sono stata impegnata con la scuola babbana >.< *insulta il gufo che le avrebbe dovuto portare la lettera per Hogwarts!*
Ho deciso di pubblicare un capitolo ogni 5 giorni, mi scuso per il cambiamento improvviso, ma così avrò tempo per scrivere i prossimi. 
Davvero, mi lasciate qualche recensione? Se no mi deprimo, mi piace così tanto rispondervi. E poi ho l'opportunità di vedere se devo o no continuare la storia, vanno bene anche quelle recensioni del tipo: "Mi piace, continua a scrivere" o raba del genere :) Sul serio, è importante per me <3
Grace ^_^

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Capitolo 10
*** Sono imparentata con dei tipi strani ***


Sono imparentata con dei tipi strani
 
Siamo da più di due ore rinchiusi nella Casa Grande per cercare di chiarire questa storia. Me ne sto sulla poltrona del Signor D. seduta al contrario, le gambe appoggiate allo schienale e la testa che ciondola dal cuscino in pelle, con i capelli che strisciano sul pavimento. Chirone sta bombardando Percy di domande e insieme ad Annabeth, Piper e Leo stanno cercando una risposta al perché sono sopravvissuta respirando sott’acqua. Talia invece se ne è andata poco dopo che la nostra “riunione” iniziasse, e io avrei preferito fare lo stesso ma il centauro su una crisi di nervi mi ha obbligata a restare, così mi ritrovo qui ad annoiarmi su una poltrona scomoda.

-Se riesce a comunicare con Black Jack, Percy,- dice Chirone con gli occhi verso l’alto- e sa respirare sott’acqua allora…-
-No, non dirlo…- Percy si passa una mano sui capelli.
-Allora… non ci resta altro che confermare che sia figlia di Poseidone… ma anche di Afrodite.-
-Ecco, l’ha detto!- dice il ragazzo stringendo i pugni, si avvicina a me e indica la mia faccia.
-Uuuh! Sei al contrario!- mi è andato troppo sangue al cervello, sembro un’idiota, mi alzo in piedi e barcollo- Oh dei.- mi metto una mano sulla fronte, sta girando tutto- Troppo tempo a testa in giù.-
-Visto? Lei non può essere mia sorella, si vede che è figlia di Afrodite!- scuote la testa e mi guarda come se non avessi un cervello.

-Sono stanca che tutti pensino che i figli di Afrodite siano per forza stupidi, ma perché continuate a pensarlo?!- protesto, ritrovando l’equilibrio.
-Perché è vero.- mi interrompe Leo. E’ seduto sopra un tavolo di legno della stanza, le sue gambe dondolano avanti e indietro, come se per lui fosse il momento più sereno del mondo.
-Ehi!- esclamiamo io e Piper, scoccandogli un’occhiataccia.
-Mi rimangio tutto!- lui alza le mani, intimorito ma allo stesso tempo divertito- Comunque se tu fossi figlia di Poseidone e Afrodite non dovresti essere una mezzosangue, ma una dea e dovresti startene nell’Olimpo… o mi sbaglio?-
-Leo, non può essere una dea, altrimenti non l’avrebbero lasciata qui.- dice scocciato Percy, ho come l’impressione che odi il fatto che sia figlia di Poseidone.
-Valdez ha ragione…- bisbiglia Chirone.

-Oooh, andiamo! Vi sembra una dea questa?- domanda puntando le braccia verso di me.
Mi ha stancato, stringo i pugni e mi accorgo che la Casa Grande ha molti vasi di fiori come decorazioni. Se sono davvero figlia del dio del mare allora non sarà difficile manipolare l’acqua, da qualsiasi posto provenga. Il mio sguardo si sposta su gli occhi di Percy, sono piacevolmente arrabbiata per le sue parole, faccio un sorriso sinistro e lui se ne accorge- Muriel?- io mi avvicino sempre di più.
Stringo i pugni e l’acqua dentro i fiori inizia a fluttuare a fianco a me, i petali appassiscono nello stesso istante. Chirone sembra allarmato, cos’ come gli altri- Mantieni la calma, Muriel.- mi dice, ma la sua voce è lontano.
Non mi controllo. E’ impressionante la quantità d’acqua che ho estirpato dai fiori e la scaglio contro di Percy, facendolo sbattere contro il muro- Sei ancora convinto che io non possa essere figlia del dio del mare?!- gli chiedo, gridando. Mando l’acqua che gli ho mandato addosso di nuovo, però questa volta l’ondata lo scaraventa fuori dalla Casa Grande fino a farlo atterrare nel fiume davanti.

-Muriel!- mi sgrida Chirone, trotta impetuoso verso di me ma lo ignoro.
-Ma sei scema?!- Percy tossisce ed esce dal fiume- Che cavolo ti è preso?-
-Non sottovalutarmi. Mai.- dico guardandolo con la coda dell’occhio
Lui mi guarda per un momento e poi scoppia a ridere come un imbecille- Oh, ti prego!- stringo gli occhi e gli scocco un’occhiataccia.
Serro i pugni e mi dirigo verso Percy, serro i pugni e sbuffo per la frustrazione- Ora vediamo se riderai più, “fratellino”.- dico, approfittando del fatto che è distratto per ridere e provo a colpirlo ma il ciclope si mette tra me e Percy.
-Perché hai chiamato il mio fratellone così?- chiede con le braccia grassocce piazzate sui fianchi, la sua espressione è imbronciata ma allo stesso tempo interrogativa.

-Perché è mio fratello, genio!- ribatto, ma mi blocco subito dopo averlo detto. Aggrotto le sopracciglia e sgrano gli occhi, alzo un dito tremante per indicarlo- Ma… ma t-tu… oddei! Oltre a quel deficiente di Percy mi ritrovo anche un ciclope? Ma bene!- alzo gli occhi e le braccia al cielo e sbuffo, fisso Chirone- C’è qualche altro parente che dovete presentarmi?-
-Ci sarebbe anche il figlio… prediletto, diciamo, di Poseidone. Tritone.- dice Percy, dal fiume. I suoi vestiti sono completamente asciutti e non so spiegare il perché.
Alzo un sopracciglio e mi strofino gli occhi con le dita- Oh, è ovvio come ho fatto a non capirlo!  E adesso immagino che se ne vada in giro con una coda da pesce e cantando con sua figlia Ariel, giusto?!-
-Uuuh!- esclama Percy con un enorme sorriso in volto- Anche tu hai visto La Sirenetta? In fondo al maaar! In fondo al maaar!-
-Tappati la bocca e stammi a sentire, Jackson!- sbotto alzando la voce un po’ troppo.

-Woah, calmati. Per un attimo mi sei sembrata Clarisse.- Percy si ammutolisce guardando i miei occhi severi.
-Allora, se io sono figlia di Poseidone e di Afrodite, non dovrei essere sull’Olimpo? domando a Chirone- No, perché se ho capito bene se due divinità fanno un figlio quello non dovrebbe essere un dio o una dea?-
-Si, ma…- comincia il centauro, passandosi una mano dietro la nuca.
-Ma?- incalzo io.

-Se fossi stata una mezzosangue ti avrebbero mandato dei “segnali” per farti arrivare qui al Campo, in qualche modo.- spiega- Ma se fossi stata una dea vera e propria ti avrebbero fatto stare nell’Olimpo o nel loro palazzo, ma in un ogni caso ti avrebbero cresciuta loro. Però tu non possiedi tutte le loro capacità, quindi quando sei nata i tuoi genitori ti hanno concepita erano in sembianze… umane… no, non può essere.- sussurra il centauro, scuotendo la testa.
-Chirone, ho capito dove vuoi arrivare.- dice Piper, appoggiando una mano sopra la mia spalla.

Sgrano gli occhi e dischiudo le labbra- Sono io la Dea Mortale.-
-Si.- risponde Chirone.

-Che figata!- esclama Leo.

Nota d'autrice:  Come promesso, dopo 5 giorni, ecco un altro capitolo! Grazie mille per aver recensito la scorsa volta <3 <3 <3, spero di non essere stata troppo noiosa nel chiedervelo, però sarei contenta di riceverne almeno tre quindi... RECENSITEEEE... *carina e coccolosa, Grace, carina e coccolosa* >.< Dicevo? Ah si, come sempre vi dico che riaggiornerò fra altri cinque giorni,  per vedere come va questa volta con le critiche :)
Alla prossima, bella ragazzi! *prende il telecomando e preme il pulsante rosso alla FaviJ* ... *spera che qualcuno abbia capito chi sia FaviJ*
Grace <3

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Capitolo 11
*** Un allenatore piuttosto inquietante ***


Un allenatore piuttosto inquietante
 
E’ il quattordici giugno.

Chirone ha confermato che faccio parte della profezia, ma pensa ancora che io sia inesperta perciò mi ha costretto a trascorrere la maggior parte del tempo nell’arena o in altri posti del Campo dove ci si ammazza di fatica per allenarsi e mettersi al paro con gli altri semidei. E’ passato quasi un mese da quando mi hanno coinvolto nell’impresa perché Leo, con l’aiuto dei suoi fratelli e figli di Efesto, ha dovuto fare delle modifiche alla nave volante, come ha detto lui, che prenderemo: la Argo II.
Mi sto dirigendo verso l’arena… per la medesima volta, ormai ho le braccia e le gambe doloranti a forza di correre e usare la spada, soprattutto se indosso quelle pesanti armature. E’ Talia che mi sta insegnando a combattere e quando lei non c’è per via del suo dovere da Cacciatrice, ci pensa Annabeth, quindi immagino che oggi ci sia lei.

Indosso la maglietta arancione del Campo che mi hanno due settimane fa, ma il problema è la larghezza: potrebbero entrarci due me qui dentro. E poi un paio di shorts grigi che mi ha rimediato Piper.
-Muriel!- grida un ragazzo dietro di me.
Mi giro e sorrido a Leo, che sta correndo a perdifiato nella mia direzione con qualcosa in mano, quando mi raggiunge dico:- Ehi, ciao.- lui si china e si appoggia sulle ginocchia per riprendere fiato- Oi, tutto bene?-
-S-si!- fa un altro respiro e annuisce, poi si tira su- Volevo darti questa prima che iniziassi il tuo allenamento. Ti ricordi quando pochi giorni fa mi hai detto che nessuna spada sembrava adatta a te? Bhe, il tuo problema è risolto, principessa!- dice con sarcasmo e poi mi porge una specie di piccola torcia elettrica.
Alzo un sopracciglio e la prendo- Wow, grazie Leo. Ora si che potrò uccidere i mostri con questa innocua lampadina da cinquanta wat, magari posso accecarli.- è vero, ci sono rimasta abbastanza male.

-Ma no, non è una semplice torcia. Premi il pulsante per accenderla.- mi spiega indicando un tondino blu nella parte sotto.
Faccio come dice  e subito diventa una spada lunga quasi mezzo metro e con la lama dorata, nella sua impugnatura c’è inciso il disegno di una colomba che tiene nel becco un tridente. La provo a maneggiare e mi sembra assolutamente perfetta e leggera- Ho provato a farla simile a quella di Percy. Oh, e ho pensato di metterci anche i simboli dei tuoi genitori, la colomba di Afrodite e il tridente di Poseidone.-
La giro e vedo che dall’altra parte del manico c’è scritto qualcosa in piccolo, strizzo gli occhi e leggo: σεισμό. Le lettere greche ruotano e finalmente riesco a capire.
-Terremoto.- traduco. Mi hanno detto che i mezzosangue, essendo dislessici, hanno la lingua impostata sul greco antico, per questo riesco a leggere la scritta.

-Bhe, sai, l’ho chiamata così perché tuo padre è il dio del mare ma anche dei terremoti e quindi… ma se non ti piace puoi cambiarlo.- Leo si passa una mano dietro la testa, imbarazzato. Poi sgrana gli occhi- Oh, quasi dimenticavo, l’ho fatta con le sembianze di una torcia perché, visto che il tuo cognome vuol dire lucentezza allora ho pensato di fare qualcosa che ricordasse la luce… è ridicolo, lo so, ma non avevo idee.-
Scoppio in una risata e lo abbraccio- Grazie mille, Leo. E’ perfetta, sul serio, la adoro.-
-Sono contento, ma ora sarà meglio che torni a sistemare la mia lussuosissima nave, se tutto va bene domani saremo in viaggio! Ciao bellezza!- mi bacia sulla guancia, strizza un occhio e se ne va saltellando con il sottofondo dei suoi attrezzi che si scontrano nella sua cintura.
Con un sorriso in faccia entro nell’arena, ma si spegne pochi secondi dopo.

-Nico?- esclamo alla vista del ragazzo. Indossa un’armatura e dei jeans strappati, la sua solita spada nera è stretta nelle sue nocche. Si volta e appena mi vede sogghigna.
-Ehilà, Sheen.- borbotta venendo verso di me, ci ritroviamo al centro dell’arena- Ho sentito che fai parte della nostra impresa ora. Che carina la tua spada.- commenta indicandola.
-Grazie, me l’ha fatta Leo.- dico- Tu sapevi che ero la Dea Mortale, vero?- gli chiedo.
-Oh si, ma ho lasciato che lo scopriste da soli, volevo vedere quanto ci avreste impiegato.- prende uno scudo e lo infila in un braccio, accidentalmente ha preso quello con il disegno di un teschio e due spade incrociate dietro di lui.
-Ma come facevi a saperlo?- ne afferro uno anche io, lo scelgo semplice, di ferro e senza nessun ghirigoro.
-Mio padre dice: “Conosco bene i morti, ma ancora di più i vivi.”. Perciò è stato facile con te, e diciamo che anche lui mi ha dato una mano a capirlo.-

Solo dopo mi accorgo che siamo entrambi armati e l’uno davanti all’altro- Aspetta, ma oggi sarai tu a prendere il posto di Talia?-
-Wow, ce ne hai messo per capirlo.- commenta lui.
-Okey, ma ci andrai piano, vero? Io sono ancora inesperta e quindi…- non faccio in tempo a finire la frase che subito Nico prova a colpirmi, chiudo gli occhi, ma grazie ai miei riflessi da semidea riesco a parare- Ehi!-
-Senti, è Chirone che mi ha costretto a stare qui con te, perciò ora stai zitta e mi fai vedere cosa sai fare!- inizia a menare fendenti, io li schivo o li paro ma poco dopo mi faccio prendere dal panico e corro via da lui- Ma che stai facendo?- mi chiede a voce alta, esasperato e stufo.
-Cerco di non farmi ammazzare!- grido, per farmi sentire- No, dai, seriamente, non puoi insegnarmi senza rischiare di farmi secca?-

-Tu pensi che quando ti ritroverai davanti a Crono e a Gea loro aspetteranno che tu sferri l’attacco o che ti prepari? Bhe se è così, credimi, fai prima a buttarti nel Tartaro. Se vuoi imparare a combattere allora devi fare come dico io.-
Sbuffo e mi incammino verso di lui, qualche ciocca di capelli mi cade sulla fronte- Se mi torci un solo capello giuro che…-
-Sei ridicola.- la sua spada si scontra sul mio scudo e ripartiamo a combattere.
Dopo mezz’ora passata a cercare di colpirlo riesco a disarmarlo e non so neanche come, lo atterro con un calcio nel petto e si ritrova senza la spada e senza lo scudo. Si guarda attorno cercando di afferrarli entrambi ma io li spingo via, gli punto la spada vicino al petto e sorrido soddisfatta- Credo che l’allenamento sia finito.-
Nico si rialza in piedi e scuote la testa- Perché hai esitato? Tu sai che non puoi mostrare pietà davanti ad un mostro, vero? Faranno di tutto per ucciderli e tu sarai costretta a ricambiargli il favore.-
Abbiamo entrambi il fiatone e la fronte madida di sudore- Va bene, la prossima volta ci penserò due volte prima di risparmiarti la vita.- commento.

-Ehi, non intendevo questo. E’ solo che devi essere più crudele e non sembrare un agnellino ferito, Sheen!- quando si arrabbia mette paura, sembra che mi stia trattando come un professore tratta uno studente che non ha nessuna sufficienza in pagella.
-Impara a chiamarmi per nome! E comunque credo di essere più forte di qualsiasi ragazzino che se ne va in giro a fare il duro mentre di nascosto gioca a Mitomagia mangiando Happy Meal!- sbotto, stringendo la spada così forte da farmi diventare la mano rossa- Quindi vedi di trattarmi meglio la prossima volta perché ti credi tanto un duro ma invece sei tutto il contrario, Di Angelo!-
Lui mi scocca un occhiataccia e mi inchioda al muro, mi guarda con rabbia e conficca la sua spada nel cemento a pochi centimetri dalla mia testa, io chiudo gli occhi per lo spavento. Ecco, ho parlato troppo, ora mi uccide! Ma invece no, dice soltanto:- Devi colpire gli avversari qui.- mi prende una mano e me l’appoggia sopra al suo petto, proprio sopra il cuore. Sento che sta battendo forte, un po’ troppo. Stringo le labbra, deglutisco e poi mi limito ad annuire.
Riprende la spada e inizia a camminare verso l’uscita- Ora l’allenamento è finito.-
-Oh, ma…- balbetto.

-E la prossima volta cerca di non barare.- mi avvisa.
Io sgrano gli occhi- Non ho barato!- corro vero di lui.
Nico si ferma e mi guarda con la coda dell’occhio, fa una piccola risata- Lo credi davvero? Bhe secondo me invece è scorretto tenere i capelli sciolti, potresti distrarre chi ti sta allenando.-
-Che vuoi dire?-
-Dico che mi fai perdere la testa se tieni i capelli sciolti, e poi è difficile guardarti negli occhi. Però può essere un buon metodo usare la tua bellezza contro i nemici.- sussurra.
-Era un complimento?- mormoro alzando un sopracciglio.

-Diciamo di si.- risponde con un ghigno. Ripone la spada nel suo fodero, mette le mani in tasca e se ne va.

Nota d'autrice: Ciaooo! *pensa a cosa dire per la nota d'autrice*... mi devo inventare qualcosa! Non ho molto da dire; ho visto che in altre fanfiction di solito lo scrittore ringrazia sempre le persone che hanno recensito i capitoli precedenti, non ci ho mai pensato, perciò scusatemi tanto :( Quindi... ringrazio tutti quelli che hanno lasciato una recenzione, spero di non aver insistito troppo, ma per me è importante una vostra critica. Anche perchè mi spinge ad andare avanti nel racconto, spero di trovarne altre in questo capitolo ;)
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 12
*** Incontro il supermodello ex di mia madre ***


Incontro il supermodello ex di mia madre
 
 Il quindici giugno.

Do un ultimo sguardo alla spiaggia del Campo Mezzosangue, non l’ho mai vista all’alba e devo dire che è molto bella. Gli altri staranno ancora dormendo, ma credo che Leo stia facendo qualche ultimo ritocco alla Argo II.
Mi sfilo le scarpe e lascio che l’acqua salata mi bagni i piedi. Se Percy riesce a far asciugare tutti i suoi vestiti non appena esce dall’acqua allora anche io lo saprò fare, no? Non ci penso molto alla risposta, perciò avanzo fin quando non mi sento bagnata attorno alla vita, poi mi tuffo.

Inizio a nuotare in profondità, sempre di più e mi accorgo che la pressione non mi da fastidio. Mi stendo sul fondo e incrocio le braccia dietro la testa, i capelli si muovono intorno a me come se fossero alghe agitate dalle onde.
L’acqua salata non mi da fastidio agli occhi, fisso meravigliata il telo della superficie che si sta colorando del rosa del cielo. I polmoni mi si riempiono d’acqua e finalmente riesco a respirare. Chiudo le palpebre e mi lascio cullare i pensieri dalle onde.
“Muriel.” sussurra una voce calda e suadente.

Spalanco gli occhi e mi sollevo dal fondo, ispeziono tutto ciò che mi circonda. Non c’è nessun pesce intorno a me, solo la vegetazione marina, ma è poco illuminato il mare e non riesco a vedere più in la di qualche metro da me.
Aggrotto la fronte e sbatto le ciglia “Chi c’è?” domando nella mia mente.
Una sagoma esce dall’oscurità, un uomo giovane e con il fisico da palestrato si avvicina a me. I suoi capelli sono lunghi e bruni e la sua pelle chiara luccica sotto i raggi solari che penetrano nell’acqua.
Rimango imbambolata per qualche secondo a fissarlo, è davvero bello. Indossa soltanto da una veste celeste che gli copre dalle ginocchia fino al ventre, per poi prolungarsi fino alla spalla, a mo di toga.

Senza pensarci un attimo di più torno in superficie e respiro a pieni polmoni l’aria mattutina e fresca, nuoto fino alla riva ma i miei vestiti non si asciugano subito. Mi siedo sulla sabbia e vedo l’uomo riemergere in tutto il suo fascino.
-Oh.-  mormoro, un mezzo sorriso si disegna sul mio volto alla sua vista.
-Si, anche tua madre era rimasta senza parole guardando il mio fisico.- si vanta lui e quelle parole mi riportano alla realtà.
-Eh?- chiedo, alzando il labbro superiore- Aspetta, chi sei?-
-Sono Nerito, dolcezza, figlio di Nereo e supermodello del mondo greco.- mi raggiunge e si siede accanto a me, improvvisamente, guardandolo da vicino, mi sembra un attore del cinema noto per la sua bellezza- Strano, tutti conoscono mi conoscono, ed è ancora più assurdo che tu non mi  conosca, in quanto figlia di Afrodite.-
-Perché? Mia madre cosa centra?-

-Oh, lei sei era presa una bella sbandata per me, tesoro. Ed è normale che anche tu ti sia innamorata del fantastico sottoscritto.- ridacchia e si stende con la schiena sulla sabbia bagnata.
-Ti conosco da neanche un minuto e pensi che mi sia innamorata di te?- gli chiedo, alzando un sopracciglio. Bhe, devo dire che è abbastanza un figone, ma mi disgusta che ci abbia provato con mia madre e ora con me.
-Che peccato, saresti stata una sposa perfetta.- fa il labbruccio e improvvisamente mi viene la nausea- Comunque, tesoro, Afrodite mi ha mandato a dirti che vorrebbe parlarti.-
Dilato le narici e abbasso le palpebre- Afrodite vorrebbe parlarmi.- ripeto con i polmoni in fiamme per la rabbia- E non poteva dirmelo lei stessa?-

Nerito arriccia le labbra e ci pensa su poi con noncuranza risponde:- Mmmh… no.-
-E perché?- chiedo cercando di tenermi calma.
-Pare che si stia per scatenare un’altra guerra ed è indaffarata con l’Olimpo, e evidentemente tu ne sai qualcosa,- mi osserva con la coda dell’occhio con sguardo malizioso e attraente- ma non è che mi interesso tanto di politica divina.-
- Politica divina.- ripeto con tono neutro- Interessante. Devi dirmi nient’altro?-
-Mi ha detto che ti contatterà una volta che sarai in viaggio.-
-Grazie,- mi alzo in piedi e lui mi imita, è alto qualche centimetro più di me e i suoi occhi sono verdi come le foglie di un albero- ehm… sai qualcosa di mio padre? Sai se Poseidone vuole, insomma, vedermi?-

-No, mi dispiace, mi ha contattato solo Afrodite.- risponde Nerito, e dal tono della sua voce sembra davvero dispiaciuto. Inizia ad avanzare fin dove l’acqua gli arriva alla vita, poi si volta verso di me- Mio padre, Nereo, aveva molti doni e uno era leggere il futuro. Questa dote l’ha tramandata a me…-
Aggrotto la fronte- E quindi?-
-Ho visto il tuo destino, Muriel.- risponde con voce roca- Non posso rivelare le mie visioni, ma posso dirti soltanto di tenerti pronta a qualsiasi cosa, questa impresa ti distruggerà.-

Mi inumidisco le labbra e il mio respiro si fa affannoso- Mi distruggerà mentalmente o… fisicamente?- rabbrividisco. Già vedo me stessa davanti a Crono e Gea, che stanno per disintegrarmi con il loro enorme potere, qualunque esso sia.
I suoi occhi sembrano così distanti, si volta e continua ad avanzare dove l’acqua è profonda- Non vuoi saperlo davvero.- mi strizza un occhio e sorride- Spero di incontrarti ancora, dolcezza, e magari la prossima volta scatterà la scintilla tra di noi, eh?-

Alzo un sopracciglio e trattengo una piccola risata. Poi si immerge definitivamente.


Nota d'autrice: Ciao! Ecco a voi il dodicesimo capitolo (mi pare O.o), che ve ne pare? Scusate, ma sono di fretta, fra poco inizia Forrest Gump, è strano, lo so, ma non l'ho mai visto in vita mia u.u Quando ho visto I Sogni Segreti di Walter Mitty (il mio film preferito ^_^) e lo hanno definito come il nuovo Forrest Gump ho deciso di guardarlo! Perciò ora è meglio che vada, vi prego, lasciate delle recensioni. Vorrei vedere almeno tre o quattro critiche, sia negative sia positive, per continuare :D
Alla prossima, Grace <3 <3 <3

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Capitolo 13
*** Si parte per l'impresa suicida ***


Si parte per l’impresa suicida
 
Quando torno dalla spiaggia noto che molti semidei stanno andando verso la Casa Grande, ma non decido di seguirli. Vado alla capanna di Afrodite, dove ho trascorso l’ultimo mese, e mi stendo sul mio letto.
La posta della cabina si apre con un cigolio e vedo il volto truccato di Drew, entra e si siede nel letto accanto al mio, che dovrebbe essere quello di Piper. Io sorrido e li mi imita, prende il suo solito specchio e inizia ad auto compiacersi davanti al suo riflesso- Sai, Muriel, ho notato che non siamo molto legate io e te.-
Il mio finto sorriso svanisce e alzo le sopracciglia- Ma davvero? Guarda, giuro che non me ne ero accorta!- dico con sarcasmo e guardo il soffitto.

Arriccia la bocca lucidalabbrata- Comunque, volevo dirti che sono io la figlia preferita di Afrodite, chiaro?-
Dei, quanto vorrei insultarla come si deve!- Oh, e io che pensavo che Piper fosse la prima…-
-Okay, okay, sono la seconda, ma non oso scendere di un gradino. E poi si capisce anche che ho preso più io da lei che da tutti i suoi figli messi insieme.- posa lo specchio sul materasso e accavalla una gamba sopra l’altra, appoggiandovi le mani allacciate insieme.
-Quanta modestia.- mormoro- Oltre a questa…- la guardo dall’alto in basso con le narici dilatate- … questa ovvia descrizione che mi hai fatto di te stessa, c’è altro?-
-Prova a mandare a monte questa impresa e io farò svanire quel sorriso che ti ritrovi sul tuo bel faccino.- mi avverte, minacciosa.
-Aww, trovi che io abbia una bel faccino? Ma che dolce la mia sorellina.- commento cercando di far sembrare la mia voce sia adorabile che acida.

Si alza stizzita e prende lo zaino che ha appoggiato sul suo letto, mi lancia un ultima occhiata e esce dalla capanna. Forse sarà meglio che anche io prepari le cose che dovrò portarmi. Prendo anche io lo zaino che Piper mi ha dato ieri e inizio a riempirlo, metto dentro una seconda maglietta del Campo Mezzosangue, delle t-shirt e pantaloncini che mi ha prestato sempre lei e qualche barretta energetica, che ho fregato a colazione questa mattina, ripiena di cioccolato (cibo che gli altri figli di Afrodite non si azzarderebbero mai a toccare, perché contiene troppi grassi!). Mi preparo, afferro Terremoto, la torcia-spada che mi ha fatto Leo, e la lego alla cinta dei miei shorts.
-Oh, giusto!- esclamo a bassa voce. Prendo il pacchetto di lenti a contatto e lo metto in una tasca dello zaino. Non è che io non voglio dire alla gente che non ci vedo bene, è che non credo sia… dignitoso che una Dea Mortale sia miope… è imbarazzante.
Visto che gli altri stavano andando verso la Casa Grande decido di fare così anche io, forse Chirone vuole fare un discorso pre-partenza o magari il Signor D. … no, sarà già ubriaco.

Mentre sono immersa nei pensieri sento un mano appoggiata sulla mia spalla e d’istinto premo il pulsante della torcia, che subito diventa una spada. Davanti a me ora c’è un Tyson terrorizzato e un Percy con la bocca spalancata- No, ma che figata!- esclama il semidio.
Ritraggo la lama allarmata- Scusate, non volevo.-
-Te l’ha fatta Leo, immagino.- dice Percy e io annuisco- Sei pronta per l’impresa?-
-Bhe, escludendo il fatto che me la sto facendo sotto perché forse mi uccideranno nelle prossime due settimane… allora si, sono prontissima.- rispondo sorridendo- Invece voi?-
-Tyson ha paura.- balbetta il ciclope.
-Dai che andrà bene,- Percy gli da una pacca sulla schiena e appoggia le braccia sopra le nostre spalle- ora siamo una squadra noi tre, giusto?-

Inarco un sopracciglio- Una squadra?- ripeto.
-Si, i figli di Poseidone, siamo forti insieme. Certo, sarebbe stato carino se papà mi avesse detto di te, ma è uguale. Siamo una squadra.- conferma il semidio stringendo me e Tyson a se e spettinandoci i capelli. E’ strano, nessuno mi aveva fatto mai sentire così felice, un fratello “antipatico” che ti fa gli scherzi e un altro più timido ma dolce. Sorrido a quel pensiero e gli do un pugno amichevole sul braccio.
Arriviamo alla Casa Grande e mi accorgo che tutta la folla di semidei che si stava dirigendo qui ora è capeggiata da Chirone, e sta andando alla Collina Mezzosangue, così anche io e i miei fratelli decidiamo di seguirlo.
Una decina di metri più in su del Pino che protegge il campo c’è un enorme nave che giace sull’erba, sarà poco più piccola dell’arena dove ci alleniamo. Ha come polena la testa di un drago di bronzo con le narici che scintillano di rosso. Spalanco le palpebre davanti alla sua imponenza- Wow.- sussurro, poi mi accorgo che Percy mi sta fissando con la coda dell’occhio- Che c’è?- gli chiedo. Il sole arancione del tardo pomeriggio ci sta illuminando.

Lui si infila le mani nelle tasche dei suoi jeans, inizia a guardare anche lui inizia ad ammirare la nave, un timido sorriso viene illuminato- Hai gli occhi di papà…-
Un brivido freddo mi sale lungo la schiena e stringo le labbra- Sei fortunato Percy, almeno tu lo hai visto una volta.-
-… somigli anche ad Afrodite; e non la definirei fortuna se hai visto tuo padre neanche dieci volte in tutta la tua vita.- risponde lui cupo.
All’improvviso le vele della Argo II si spiegano e una sagoma scende da bordo, Leo va verso Chirone.
-Eroi!- grida con euforia il centauro- Oggi la Dea Mortale, figlia di Poseidone e Afrodite, partirà per la sua impresa con otto gloriosi mezzosangue! Percy Jackson, Annabeth Chase, Leo Valdez, Piper McLean, Nico Di Angelo, Drew Tanaka, Talia Grace e infine il ciclope Tyson!- la folla urla e applaude entusiasta.
Guardo il mio fratellino ocularmente svantaggiato e lui non mi sembra altrettanto contento, mi avvicino a lui e gli sfioro un braccio- Che hai?-

-Non mi piace quando le persone chiamano Tyson ciclope.- risponde lui, facendo il labbruccio.
-Dai, Chirone lo dice soltanto per sottolineare che tu sei stato l’unico ciclope che mi ha aiutato a salvare il mondo e che mi aiuterà a farlo di nuovo.- dice Percy, dandogli una pacca sulla schiena- Fa un sorriso, sei famoso fratello!-
Tyson ride e sembra essere più sollevato.
Chirone ci ordina di raggiungerlo e dopo poco tutti i componenti della profezia si ritrovano di fronte alla folla di mezzosangue che ci acclamano. “Perché sono contenti che dei loro amici partano per un’impresa da cui non potrebbero fare ritorno?” penso stizzita, guardando con disgusto il pubblico.
-E’ ora di partire!- annuncia il mezzo cavallo e mezzo uomo.

Leo ordina alla nave di fa scendere la scaletta per salire a bordo e noi ci arrampichiamo. Una volta arrivati in cima il figlio di Efesto ci fa fare un giro e ci mostra l’interno e tutte le stanze che ha modificato dall’ultima impresa, ha spiegato. Le stalle per i pegasi, la cucina, la sala dove si mangia. Poi ci ha severamente proibito di disturbarlo quando è rinchiuso nel suo laboratorio: una specie di cantina nel piano più basso della nave. Alla fine di tutto il tour ci mostra le cabine, ognuna arredata con fantasie e mobili che ricordano la loro stirpe. Per esempio quella di Leo è di color rosso e con delle fiamme disegnate sul muro.
Ci sporgiamo dal bordo della nave e salutiamo i mezzosangue sotto, tutti noi tranne, ovviamente, Nico Di Angelo. “Ma che problemi avrà quel ragazzo?” penso. Chirone inizia a raccomandarsi di stare attenti, dice di concentrarsi sull’impresa e non fare cose stupide.
-Buona fortuna.- il centauro ha un’espressione preoccupata in volto, soprattutto quando guarda me.

La Argo II inizia ad alzarsi a fatica, ma pian piano si libra sopra la collina, facendo scomparire il Campo Mezzosangue e i semidei tra le nuvole.

Nota d'autrice: Scusatemi tanto per il giorno di ritardo, scusate scusate scusateee! Mi sono completamente dimenticata, vi prego abbiate pietà! >.<
Allora, vi è piaciuto? Non vedo l'ora di pubblicare il prossimo, è uno dei miei preferiti e diciamo che è un pò smielato... *zitta Grace!* Non dovevo dirlo, non dovevo proprio dirlo -cit. Hagrid x)
Ora vado, ho noleggiato un film: Chronicle, dove recita il mio amore Dane Dheaan (per chi non lo conoscesse, ha recitato su The Amazing Spiderman 2, era Harry Osborn) <3
Per continuare la storia vorrei trovare almeno tre recensioni!
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 14
*** Nico passione: Mitomagia ***


Nico passione: Mitomagia!
 
Il sedici giugno.
 
E’ una figata viaggiare sulla Agro II, certo, fa freddo sia di notte che di giorno, soprattutto ad alta quota, ma ci si abitua. E’ piacevole, ora, di mattina presto. Il primo risveglio nella nave mi rende quasi contenta, non so perché, ma è così. Prima di uscire dalla cabina mi guardo allo specchio, da quando ho scoperto di essere figlia di Afrodite fisso il mio riflesso più spesso, spero non diventi un’abitudine. Indosso dei jeans lunghi e una felpa nera con la scritta Campo Mezzosangue in arancione, forse è il tipo di maglia che indossano i semidei quando fa molto freddo, tipo adesso, anche se siamo a giugno.
Esco dalla mia cabina e vado verso il parapetto in legno, davanti al timone, dove c’è la testa di Festus, il drago di bronzo che aveva Leo. Credo che ci sia il pilota automatico perché nessuno è al “timone”: una serie di telecomandi della Wii che hanno la funzione di manovrare le vele, pilotare la nave, attaccare con i cannoni o con il fuoco dentro la bocca del drago-polena.
Accarezzo il metallo di bronzo di Festus e dopo sembra vibrare rumorosamente, mentre il mio sguardo è perso nell’orizzonte gelido. Poi sento la nave fare una lieve virata e mi giro di scatto verso la console.

-Gli piaci.- dice Leo sorridente, con le braccia incrociate e una spalla contro il legno dell’albero trinchetto.
-Ciao. Come fai a saperlo?- gli chiedo avvicinandomi.
-Io capisco meglio le macchine e gli aggeggi meccanici che le persone, perciò riesco a comunicare con Festus anche se la maggior parte di lui è fuori uso.-
Mi balena in testa un immagine, mi scappa una risata. Leo mi guarda interrogativo- La mia magnificenza è divertente?-
Continuo a ridere- Pensa se tu incontrassi Wall-e, da lì a un secondo potrebbe diventare il tuo migliore amico!- l’idea fa sorridere anche lui.
-Forte! Sarebbe bello costruirne uno, di robottino ripulisci tutto, potrebbe andar bene per la mia cabina… è un casino.- si gratta dietro la testa e sorride- Quasi quasi vado a progettarlo, ci vediamo fra una o due ore, a colazione.- detto questo corre verso la porta che conduce al corridoio delle cabine.
Guardo il drago e gli do una pacca sulla testa- Anche tu mi piaci Festus.- e percepisco una vibrazione del drago sotto i miei polpastrelli.

E’ troppo freddo qui fuori, sono costretta ad entrare nel corridoio anche io, ma anche qui non è che la temperatura sia così alta. Leo dovrebbe proprio progettare anche un termosifone o un impianto di riscaldamento. Da quasi tutte le cabine proviene un forte russare, e le porte sono chiuse, tutte tranne una.
Faccio un leggero “toc toc” e sbircio dentro, Nico e sdraiato a pancia in sotto per terra con delle carte in mano, davanti alla scatola di Mitomagia. Appena mi vede si alza in piedi e calcia la scatola con tutto il contenuto sotto il letto.
Io entro e alzo le mani- Tranquillo, sono solo io.-
Lo vedo rilassare i muscoli e si stende sul letto, con un braccio che gli copre gli occhi- Che ci fai qui?- borbotta scontroso.
-Niente, ho visto la porta della cabina socchiusa e ho pensato di passare… potevo?- chiedo, tenendomi le mani dietro la schiena.

-Per caso hai sentito un: ”Certo, accomodati, entra pure.”?- ribatte.
-No, scusa. Me ne vado.- sto per uscire quando sento la mano di Nico sulla mia spalla, un brivido freddo mi percorre il collo e arriva fino al punto dove sta toccando il tessuto della mia felpa.
-Resta. Tu conosci Mitomagia?-
Annuisco- Giocavo con le pedine da piccola, al mio orfanotrofio, ma non ho mai imparato a giocare per davvero.-
-Se vuoi posso insegnarti io, ho parecchia esperienza.- dice, dirigendosi sotto il letto per prendere la scatola- Allora?-
-Okay.- rispondo e mi siedo accanto a lui per terra, davanti al gioco da tavolo.

Prende delle carte e inizia a spiegarmi il loro significato e a cosa servono, e poi passa alle zone del tabellone e mi dice dove posso capitare e non. L’Olimpo è il traguardo, invece se capiti nella casella Tartaro hai perso e quindi devi tornare al VIA e fare tutto da capo. Nico è buffo quando spiega, mi sembra così spensierato quando parla di Mitomagia, come se avesse dimenticato di essere un semidio con una vita complicata e fosse un qualsiasi ragazzo a cui piace passare ore ed ore a giocare con queste cose.
Lo guardo distrattamente. Sono inquietanti quelle occhiaie che gli mettono in evidenza gli occhi nerissimi, ma hanno anche un non so che di… particolare. Lui si accorge che lo so guardando e posa le carte di Efesto, Zeus e Artemide.
-Ti sei persa qualche passaggio?- mi chiede con le sopracciglia alzate.
-Ehm… no, continua. Eri arrivato alla potenza della Folgore di Zeus che vale 600 punti.- ripeto con le sue stesse parole. Però io continuo a fissargli gli occhi come una scema.

-Seriamente, Sheen, che cavolo hai?-
-La smetti di chiamarmi per cognome? Sei odioso!- sbotto, stringendo i pugni.
-Sono come Chirone io, chiamo per nome solo le persone che mi stanno simpatiche.- risponde, facendo l’altezzoso.
Io sogghigno- E pensare che mi hai detto che Chirone è stupido… bha, ecco perché dici di essere come lui.- è divertente prenderlo in giro poi ripenso a quello che mi ha appena detto- Ehi! Io sono simpatica!- metto su un broncio finto.

Lui non risponde, si limita a sorridere beffardo. Richiude con cura la scatola di Mitomagia e la ripone sotto il letto, siamo ancora seduti per terra. Improvvisamente la stanza è diventata calda e piccola, come se l’aria mi stesse schiacciando. Le dita della nostra mano si sfiorano e si intersecano restando ancorate a terra. Nico si avvicina al mio viso e sfiora la punta del suo naso contro la mia, io mi mordo l’interno della gengiva, in attesa. Le nostre labbra si sfiorano, chiudo gli occhi e appoggio una mano sopra il petto di Nico e la sua mano sinistra prendermi un fianco, approfondendo il bacio. “Ma che cacchio..?!” penso
Il contatto si infrange pochi secondi dopo.

Ci fissiamo, entrambi perplessi e con sguardo interrogativo.

-Oh… Ehm… Io…- balbetta Nico, lasciandomi la mano. Mi alzo elui mi imita- Noi…?-
-La colazione è pronta!!!- sbraita Leo, da sotto al nave.
-E’… è meglio se andiamo.- mormoro ancora intontita per quello che è successo.

-Buona idea.- risponde lui, con il mio stesso tono di voce.

Nota d'autrice: Lo so, ho anticipato di quattro giorni il capitolo, ma non ce la facevo proprio a non pubbliacralo! Questo è uno dei miei preferiti :D Vi prego, voi che shippate Leriel (Leo e Muriel) (?), non uccidetemi, tenevo pronto questo capitolo da più di un mese >.<
Comunque da ora in poi pubblicherò i capitoli come prima, ogni 5 giorni. Fatemi sapere se vi è piaciuto, mamma mia, già mi immagino gli insulti per questo momento pucciosissimo tra Nico e Muriel xD
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 15
*** Conversazione mentale con una frittella ***


Conversazione mentale con una frittella
 
Entro nella mia cabina e mi siedo sopra al mio letto, gli altri sono già scesi a fare colazione ma io mi voglio dilungare un po’. Penso a quello che è accaduto qualche minuto fa, e chi se lo aspettava un bacio da Nico Di Angelo!? Io no! Per niente! Mi inumidisco le labbra e sento il sapore di quella che sembra menta, mi piace questa sensazione strana. Ma è fin troppo strana!
Mi alzo in piedi e faccio una doccia bollente, giusto per rilassarmi un po’, fare la doccia scaccia via i pensieri. Prima di uscire mi copro con un asciugamano lungo dalle cosce fino al petto. I capelli sono bagnati e sciolti lungo le spalle, non mi piace sentirmeli a contatto con la pelle quando non sono asciutti.

Attraverso la cabina con indosso solo l’asciugamano e vado verso i vestiti e la biancheria che ho portato, aggrovigliati nell’armadio.
Nico entra di scatto nella mia cabina e io mi lascio scappare un urlo, lui si copre immediatamente gli occhi, per fortuna non mi sono levata ancora niente- SI BUSSA DI SOLITO!!!- gli sbraito contro- CHE CAVOLO CI FAI QUI?!- grido cercando di coprirmi ancora di più con le braccia.
-Scusa, scusa, scusa. Non pensavo fossi mezza nuda, Sheen.- Nico si gira verso la parete in modo da non guardarmi- Sono venuto a dirti che se non siamo tutti a colazione allora non si può mangiare, dice Valdez, quindi muoviti.-
Mi sale una rabbia dentro che non riesco quasi a controllare. Lo raggiungo e gli afferro il polso e lo faccio voltare verso di me- Stammi a sentire, prima mi baci e ora mi tratti male? Ma che cacchio hai?!-
-Ma tu non stai mai zitta, Sheen?- chiede provocandomi.

Grugnisco per la frustrazione e stringo il pugno aggrappato al suo braccio- Sai che sei odioso?!-
Non mi fa dire altro che subito mi afferra i fianchi e mi inchioda al muro, io sgrano gli occhi per lo spavento, lui mi sta fissando e i nostri volti sono sempre più vicini. Credo di stare affogando nel suo mare nero che ha negli occhi- E tu sai che quando fai la scontrosa sei ridicola?- mi tira a se e mi spinge contemporaneamente contro il muro, mi bacia. Meccanicamente le mani scivolano sul suo collo e lo tiro ancora di più verso di me e mi bacia con più passione.
-Muriel!- esclama Talia, mi stacco subito da Nico e mi volto verso lo stipite della porta, al suo fianco. Si copre gli occhi e trattiene una risata- Oddei! Farò finta di non aver visto… Per Zeus! E’ troppo assurdo!-
-No, Talia, ascolta…- balbetto, sgusciando fuori dalla presa di Nico- Non… non stavamo facendo niente, giuro!-
Scoppia a ridere e mi guarda inarcando un sopracciglio… bhe, io che indosso solamente uno straccetto che mi copre a mala pena e lui, schiacciato contro di me, che usa le sue labbra a mo di ventosa con le mie- Seriamente, farò finta di non aver visto.- dice intontita e divertita allo stesso tempo, poi esce dalla cabina.

Nico sogghigna e mi guarda, io gli do un pugno sul braccio per la frustrazione- Sei un deficiente Nico Di Angelo!- dico ad alta voce, punto un dito contro la porta della mia stanza, con gli occhi abbassati e un braccio che mi tiene allacciato addosso l’asciugamano- Esci da qui, ora!- la lingua ammaliatrice funziona, ma prima di uscire Nico mi fa l’occhiolino- A me sembra che ti sia piaciuto.- mormora, io stringo i denti. Poi se ne va.
Traggo un sospiro di sollievo e mi vesto velocemente, la sala dove si mangia di sotto è l’unico posto davvero caldo, per via del camino, perciò decido di vestirmi non troppo pesante: un jeans beige lungo fino al ginocchio, una maglietta a maniche corte con lo scollo a V, bianca a righe nere. I capelli li raccolgo ma lascio qualche ciocca fuori che cade sulla fronte.
Scendo le scale del piano di sotto e raggiungo gli altri, tutti concentrati a mangiare pancake con sciroppo d’acero e burro fuso. Mi siedo accanto a Percy, che sta a capotavola e davanti a me c’è Annabeth. Sembra che stiano avendo una conversazione mentale con la loro colazione. Solo poco dopo gli altri si accorgono di me e mi salutano sorridenti, tutti tranne Nico, che non c’è; la sua sedia è vuota.

-Dov’è Nico?- mi lascio sfuggire, guardando Percy. Poi mi accorgo che Talia, accanto a me, trasale e trattiene una piccola risata. Le do un colpetto col piede sulla gamba e lei torna seria.
-E’ di fuori.- risponde il semidio- E’ sempre stato un tipo solitario.- borbotta, mangiando i pancake.
-Non sempre.- dice Nico, in piedi sull’ultimo scalino, davanti all’entrata della mensa della nave.
-Ehi, amico!- esclama Leo- Pankake?- chiede posando un piatto pieno di frittelle tostate davanti alla sedia vuota.
-No.- risponde in tono piatto, poi ritorna a guardare Percy- Cosa intendevi con tipo solitario, Jackson?-
Mio fratello sembra essere in imbarazzo, di sicuro si aspettava che il figlio di Ade non sbucasse fuori proprio mentre stavamo parlando di lui- Voglio dire che non è che provi a farti degli amici. Quando io, Annabeth e Talia ti abbiamo conosciuto non sembravi così scontroso… senza offesa.-
-Tu sai di chi è colpa se mi sono ritrovato da solo...- mormora.

Percy chiude gli occhi e sospira silenziosamente, mentre la sua ragazza abbassa lo sguardo e mette giù la forchetta. Sembra esserci tensione nell’aria- Nico…- sussurra Annabeth- E’ stato un incidente.-
-Non mi importa.- ora sta guardando mio fratello- E’ colpa vostra… colpa tua Jackson. Se non fosse stato per te Bianca sarebbe ancora viva, avevi promesso.-
Non riesco a guardare nessuno negli occhi, stringo le labbra e fisso i miei pancake, sento soltanto i passi di Nico che salgono le scale e il sospiro affranto di Percy.
Cerco di distrarmi provando ad avere una conversazione mentale con il mio pancake sotto i miei occhi.

“Ciao frittella sciroppata e burrosa, come stai?”
“Ti prego non mangiarmiiii… Bene, e tu?”
“Sono preoccupata oggi e non ho molta fame, però prima o poi ti mangio!”
“No ti pregooo, ho moglie e figli che mi aspettano a casa, ho una famiglia da sfamareee!”
“I pancake non hanno una famiglia, perciò… addio!” addento la frittella tostata, però ora mi sento in colpa per averla mangiata. Sposto lo sguardo su di lui e vedo Annabeth stringergli la mano per confortarlo, ma lui sembra più triste di pochi secondi fa… ecco! Ora mi sento pire in colpa per aver mangiato la frittella!

-Dai ragazzi, fate un sorriso!- esclama Leo, facendoci l’occhiolino.
Mentre Tyson si impastocchia le mani con lo sciroppo d’acero, Piper mima con le labbra un: “Non è il momento.” Poi guarda Drew, che si sta rifacendo il make-up davanti al suo specchietto portatile, e dilata le narici- Ma tu non sai fare altro?-
Lei le rifila un’occhiata languida e lenta- No, apparte essere meravigliosamente meravigliosa.- si vanta arricciando le labbra.
Faccio un verso di scherno e finisco i miei pancake in silenzio, cercando di non pensare a quello che è successo poco fa.

Nota d'autrice: Ehilaaaaaà *voce alla Alex Il Leoneeee* E anche questo capitolo è stato pubblicato :)  Insieme a quello scorso, questo è uno dei miei capitoli preferiti... momenti pucciosi tra Muriel e Nico awwwww :3
Devo ringraziare tutti i lettori che hanno lasciato una recensione, anche perchè ora siamo a più di 60 recensioniii! Spero di trovarne almeno due, così arriviamo a 65 :D
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 16
*** Wall-e vuole sterminarci ***


Wall-e vuole sterminarci
 
Il sole è quasi tramontato, siamo tutti sul ponte della nave. Leo è seduto accanto alla sua console che può governare la Argo II e armeggia con una piccola scatola ramata, Percy e Annabeth stanno seduti sul tavolo che c’è allo scoperto e osservano uno strano computer bianco con al centro il simbolo del triangolo, invece di una marca di PC. Tyson si trova sull’albero maestro a fare la “guardia” anche se pare stia cercando di acchiappare un uccello appostato poco più su.
Drew non fa altro che gracchiare sulla disorganizzazione del lusso della nave e dello scarso equipaggiamento di vestiti che si è portata; così per farla stare zitta, Piper, le ha chiesto di avere l’onore di spiegarle come funzionasse la moda questi giorni. Povera la mia sorellina, è costretta a stare a partecipare alla spiegazione così dettagliata, con tanto di schema, su cosa puoi mettere e non mettere con certi trucchi o gioielli. Talia invece sta dormendo sull’amaca a poppa.
Nico se ne sta rinchiuso nella sua cabina, vorrei andarci a parlare, ma è meglio di no. Resterò seduta sulla punta della nave, nascondendo il volto tra le ginocchia, fin quando Leo non si deciderà a farci vedere l’invenzione che sta finendo. Però ci sta mettendo una vita.

Mi alzo e vado da Annabeth e Percy, e mi siedo accanto alla figlia di Atena- Che fate?- chiedo, appoggiando la faccia sul tavolo.
-Stiamo cercando di decifrare un pezzo della profezia,- spiega la ragazza indicando il verso. Lo legge:- Le onde greche dei senza vita saran da attraversare. Io credo che si riferisca al Mar Egeo, dove moltissimi eroi e mortali famosi per gli dei sono morti, annegati nelle sue acque.- indica il punto dove si trova e fa una pausa per far parlare Percy
-La frase: La battaglia di due dei nell’ultimo Olimpo sarà celebrata. Per decidere chi conquisterà la dea tanto amata. Noi crediamo che si riferisca alla guerra che ci sarà tra Poseidone e Efesto per Afrodite. E, l’ultimo Olimpo è l’Empire State Building, perciò dovremmo tornare a New York non appena incontreremo la dea dell’amore in Grecia.-
-Whoa, whoa, whoa!- alzo i palmi a mezz’aria per far frenare Percy con la parlantina- Gli dei abitano all’Empire?! Come è possibile?-

-Bhe,- inizia Annabeth- è un po’ difficile da spiegare, però si, abitano li. Sai che ho progettato l’Olimpo dopo l’attacco dei titani, cinque anni fa? E credo che con la battaglia che sta arrivando lo dovrò rifare.- dice con un po’ di entusiasmo che poi svanisce.
-Sei un architetto?- chiedo guardando i suoi occhi color nuvola carica di pioggia, che sembra nascondere qualche fulmine luminoso.
Guarda Percy con sguardo accusatorio e altezzoso- Tua sorella è più sveglia di te, Testa d’Alghe.- poi mi fissa compiaciuta- Si, grazie per essertene accorta, sei una delle poche. Sei anche intelligente.-
Lui ride sforzato- Immagino che non sia molto simile a Tyson, allora.-
Io gli rifilo un’occhiata furba- E neanche da te.-

Annabeth scoppia a ridere e mi batte il cinque- Credo che io e te andremo molto d’accordo, Muriel!-
Percy affonda il viso tra le mani disperato- Oddei, no! Adesso ti ci metti pure tu a prendermi in giro, sorella?-
Sorrido. Poi guardo Piper sotto tortura di Drew, che le ha completamente impastocchiato la faccia di rossetto, mascara, fondotinta e altri trucchi di cui potrei fare benissimo a meno- Ti prego, Drew, me ne hai messo abbastanza!- si lamenta Piper. Prima che la sua sorellastra possa rispondere, sento Leo gridare di gioia, e ci giriamo di scatto verso il figlio del fuoco- Grazie all’Olimpo! Ce l’ho fatta!-

Mi alzo e vado verso di Leo, che sta tenendo in mano la scatoletta di prima- Cos’hai costruito?-
-Guardate.- dice, appoggiando il cubo di metallo sul pavimento di legno. Quest’ultimo emette un piccolo verso stridulo:- Gniaaa.- l’oggetto inizia a scomporsi. Io e tutti gli altri indietreggiamo, Leo che sta ammirando la sua creazione diventare un robot alto il doppio di lui.- Eh? Eh? Non è meraviglioso il mio Robb-e? Ti ricordi quando stavamo parlando che potevo creare un robot che ricordasse Wall-e, Muriel? Bhe, eccolo qua, il mio piccolino!-
-Bellooo!- urlacchia Tyson tutto contento, battendo le mani.

-Piccolino, Leo?!- esclama Talia alzando la testa per guardarlo in “faccia”.
Sembra fatto di metallo arrugginito, al posto delle mani ha due tenaglie piatte e invece dei piedi possiede delle ruote grandi quasi quanto quelle di un fuoristrada, che sono invitate ai lati del corpo massiccio e a forma di cilindro- Questo coso ti ricorda Wall-e? Ma tu almeno lo hai mai visto il film?! Questo rottame non ha niente in comune con quel robot!- dico ad alta voce, spaventata.

Leo fa il labbruccio e indica con le braccia le tenaglie di Robb-e- Ma non vedete che ha le mani come Wall-e?- apre e chiude le sue come fossero chele, per mostrarci un esempio- E può anche richiudersi in una scatoletta, come lui. E poi avete visto il nome?- indica una targhetta che il robot ha stampata in fronte, dove è scritto il suo nome- L’ho chiamato Robb-e per far ricordare la parola “robot” e quella di Wall-e… Sono un genio, vero?- chiede alzando un sopracciglio, cercando di sembrare attraente.
-No! Per niente!- Piper tira fuori il suo pugnale, e indietreggia- E’ pericoloso, Leo, bisogna disattivarlo.-
-No, no, vi giuro che è…-

Valdez viene interrotto da un suono proveniente dall’interno di Robb-e. Gli occhi neri e vetrosi del robot si incendiano di rosso e la sua testa a forma di cubo si gira verso di Piper. Un laser parte dal suo sguardo meccanico, ma non è pericoloso, è una specie di scanner che la esamina- Sterminare la semidea Piper McLean.-
Leo sgrana gli occhi e subito tira fuori un telecomando piccolo e grigio e lo punta contro Robb-e, premendo ripetutamente un pulsante rosso- Perché non ti spegni?!-

-Cattivo Robb-e!- dice Tyson agitando il dito indice.
Il robot si gira verso Leo e scannerizza anche lui- Sterminare il semidio Leo Valdez.- dice con una voce metallica e tagliente da far venire i brividi.
-Oh cacchio!- esclama il ragazzo gettando a terra il telecomando, alza le mani a mezz’aria.
“Dov’è Nico quando serve?” penso.

Quella specie di Wall-e si gira di nuovo verso di noi, che ormai abbiamo impugnato tutti un’arma, compreso Tyson che ha in mano una mazza, pronti ad attaccare e punta il laser rosso per esaminarci poi alla fine dice- Sterminare sei mezzosangue e un ciclope.-

Nota d'autrice: Ehi! Come va? Vi è piaciuto il capitolo?
Scusate se la sto facendo breve ma sono in ritardo per un film al cinema: Guradiani della Gassia *vomita arcobaleni* awwww quanto posso amare i film della Marvel! :D
Comunque spero di ricevere almeno 3 recensioni, visto che per il prossimo capitolo vorrei arrivare a 70! ;)
Conto su di voi!
Grace (la pazza-amante-della-marvel) <3 <3 <3

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Capitolo 17
*** Il piromane da fuoco alla nave ***


Il piromane da fuoco alla nave
 
-Sterminare sei mezzosangue e un ciclope.-
-Siamo fritti!- grida Tyson. Lancia la sua mazza in aria, che atterra sul ponte della nave, e se la da a gambe verso la stiva, urlando terrorizzato.
Sto per urlare: “Codardo!”, ma poi mi ricordo che Percy mi ha detto che Tyson ragiona come un bambino, perciò mi sono rimangiata quello che stavo per dire.
Robb-e inizia ad avanzare verso di noi e meccanicamente indietreggiamo.
-Contento Leo?- sbotta Talia- Il tuo giocattolo si è trasformato in una lattina di rame che vuole annientarci… sforna il piano!-
-Se urli peggiori la situazione, ho reso il robot sensibile perciò quando si spaventa o prova rabbia bhe… attacca.- spiega il figlio del fuoco.

-Sei un idiota.- commenta Nico. Mi volto e lo vedo in piedi, con la schiena appoggiata al parapetto- Mi spieghi perché cavolo lo hai fatto, Valdez?-
-Primo: non sono un idiota, ma un genio della meccanica. Secondo: l’ho fatto per farlo sentire più umano, così avrei reso la comunicazione tra noi e lui più semplice.-
Il robot fa partire la luce rossa dagli occhi e la punta contro la fronte- Potete rimandare la vostra conversazione a più tardi?! Questo coso mi sta puntando un laser in faccia!- li interrompe Talia, pietrificata dalla paura.
-Azionare cannone.- dice metallico Robb-e.

-Oh porco cavolo! Come può una lucina rossa essere la mira di un cannone?!- la voce di Talia è disperata Talia.
Un suono che si fa sempre più acuto si leva dal corpo massiccio di quella specie di Wall-e. Faccio appena in tempo a vedere un piccolo missile partire dai suoi occhi e Piper che scaglia Talia di lato, salvandola.
Poi un esplosione accanto a me.
Mi sento stordita, non riesco a mettere bene a fuoco la vista. Vedo solo il fuoco che si sta espandendo per tutto il ponte della nave. Talia è atterra a fianco a Piper, entrambe incoscienti. Percy sembra aver fatto uno scudo d’acqua per proteggere Annabeth dall’esplosione, mentre Leo cerca di colpire Robb-e a suon di palle di fuoco.

Provo ad alzarmi in piedi, mi stringo le braccia attorno al torace per alleviare il dolore subito dalla botta contro il parapetto. Non ce la faccio ad alzarmi, perdo l’equilibrio e cado atterra, spaesata. Leo ha perso il controllo del fuoco che sta provocando. Percy aiuta Annabeth a camminare verso il tavolo di metallo che è dietro al timone e lo capovolge a mo di scudo, per proteggerla. Talia scaglia qualche fulmine contro Robb-e e lui sembra arrabbiarsi di brutto, così inizia a colpirla con i proiettili che gli escono dagli occhi.

La figlia di Zeus afferra Piper per il polso e l’aiuta ad alzarsi- Grazie!- dice Talia, e la trascina dietro al tavolo di metallo, insieme ai due amici.
-Aiuto.- sussurro con la voce incrinata. Allungo un braccio verso di loro, Percy sta tentando di venire da me ma Robb-e spara dei proiettili non appena vede che esce da li dietro. Loro non possono aiutarmi. Tyson si è nascosto. Drew se ne sta sopra il tetto delle cabine, tentando di non attirare l’attenzione, ovvero il contrario di quello che fa di solito. E invece il ragazzo piromane continua a tirare palle di fuoco contro il robot omicida, ma invano, Robb-e le polverizza con la sua “vista laser”prima che possano sfiorarlo.

Quella sottospecie di Wall-e viene verso di me. Chiudo gli occhi, non posso fare niente che aspettare, mi afferra i fianchi con una sua mano-tenaglia. Il mio corpo di abbandona alla gravità, mi alza di peso e cammina verso il parapetto della nave. Il vento quasi mi porta via- Muriel Sheen, presto i tuoi amici ti raggiungeranno.- sibila la voce metallica di Robb-e. Abbassa il suo braccio verso il vuoto e sento che la sua mano si sta allargando per lasciarmi cadere.
-No!- grida Percy, scagliandosi contro il robot e buttandolo a terra. Solo pochi attimi dopo mi accorgo che sto per morire, sono aggrappata con tre dita al bordo della Argo II ma non resisterò ancora a lungo.

Provo a restare appesa anche con l’altra mano ma non ce la faccio, sono troppo debole. Prima che le mie dita potessero mollare e scivolare sento qualcuno prendermi per il braccio, alzo lo sguardo e vedo il fumo della nave e la mano che mi impedisce di raggiungere la morte- Percy?- mormoro, ma poi mi accorgo dell’anello a forma di teschio infilato in un dito.
-No.- risponde Nico, e con uno strattone mi tira dentro la nave.
Stringo i denti e riprendo fiato, mi appoggio sulle tegole del ponte e guardo il figlio di Ade- Grazie.- lui non dice niente, i suoi occhi sono assottigliati per vedere meglio attraverso il fumo che sta riempiendo l’aria. Tende una mano verso di me, lo sguardo sempre fisso sul grigio, io l’afferro e mi rialzo.

Il sangue mi si gela non appena sento le grida strazianti di Drew, le mie dita si stringono attorno al braccio di Nico- Dobbiamo fare qualcosa.- dico esasperata.
Lui annuisce e oltrepassa il muro di cenere, mi assale il panico, chiudo gli occhi e con insicurezza allungo il braccio per percepire il calore del fumo e salto anche io dentro quell’aria irrespirabile.
Con una mano davanti alla bocca muovo freneticamente la mano per tentare di trovare qualcuno dei miei compagni. Qualcosa mi colpisce al fianco destro e mi scaraventa via, facendomi sbattere la schiena contro quella che sembra la console per governare la Argo II. Sento una specie di scarica di adrenalina percorrermi il corpo, mi rialzo e lancio un grido di rabbia. Succede una cosa strana: vengo affiancata da una fluttuante onda d’acqua che si muove freneticamente, senza pensarci un secondo di più tendo davanti a me e tutta l’acqua si scaglia contro la nebbia, che poi si dissolve.

Vedo davanti a me i miei compagni a terra zuppi dalla testa ai piedi. Robb-e è nelle stesse loro condizioni, ma sembra emettere qualche scintilla di luce dalle fessure del suo corpo.
-Non ci credo.- sussurro, barcollo verso di lui e sorrido- L’ho steso!- esclamo.
Percy mi raggiunge, con gli altri dietro di lui, poi mi stringe a se, tremando; all’abbraccio si unisce anche Piper, che mi stringe più di mio fratello- N-non r-espiro…- balbetto.
-Pensavo fossi… fossi…- inizia Percy con la voce incrinata.

-Spiaccicata a terra dopo aver fatto un volo più alto del monte Everest?- lo precede Nico, strizzando il bordo della maglietta, in modo da farla asciugare più in fretta- Sarebbe successo… se non ci fossi stato io.-
Mi stacco da Piper e da Percy, e mentre lui va da Annabeth e lei si allontana, io mi avvicino a Nico- Grazie, Di Angelo.- dico con un ghigno amichevole. Gli do un bacio sulla guancia e lui sgrana gli occhi, ma cerca di restare naturale e serio.
-Si… bhe… sono stato costretto, se no come avremmo fatto con la profezia?- abbassa lo sguardo imbarazzato. Una Talia in stile pulcino-bagnato-dark scoppia a ridere, ma smette non appena io e Nico le scocchiamo un’occhiataccia.
Trasalgo non appena sento un altro urlo di Drew- Che hai fatto? Sei ferita?- inizia Leo, alzandosi in piedi.

-No!- grida rabbiosa.
-Sta calma, Drew!- esclamo- Perché hai urlato prima?-
Inizia a piangere- Perché quel cavolo di robot che ha progettato quel cavolo di idiota piromane ha disintegrato i miei trucchi! - si lamenta la figlia di Afrodite.
Sbuffo, sto per ribattere ma una voce gorgogliante e secca mi interrompe, proviene da Robb-e – La vostra fine è vicina, il destino della Dea Mortale è scritto. E niente può fermare la regina dei titani!- l’ultima parola rimane sospesa, mentre una nuvola grigia si alza dal corpo del robot e si dissolve.

Guardo uno per uno i miei compagni, tutti loro sembrano traumatizzi.
-Me la sono fatta sotto.- dice Leo, con gli occhi sgranati rivolti al suo robot- Giuro che non costruirò mai più una macchina simile a Wall-e, giuro sullo Stige!-

-Quella non era la voce di Robb-e,- ci informa Percy, per la prima volta lo vedo impaurito- quella… era Gea.-

Nota d'autrice: Ecco a voi il sedicesimo, ladies and gentlemem! Vi è piaciuto? Scusate ma sono di fretta, vorrei ringraziare i lettori che hanno recensito e messo la mia storia tra i preferiti e tra le seguite, vi ringrazio davvero di cuore! Lo so che sono una rompipalle (scusate) ma questa volta continuo se ho almeno tre recensioni, non odiatemi, è che vorrei arrivare a 70 il più presto possibile... si, sono una fissata >.<
Ci conto, Grace <3 <3 <3

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Capitolo 18
*** Parlando di unicorni arcobaleno ***


Parlando di unicorni arcobaleno
 
Abbiamo parlato molto dell’accaduto di prima, della voce di Gea, di come si sia impossessata del corpo di Robb-e. Leo ha anche detto che il motore è andato in avaria a causa del surriscaldamento che ha provocato lui stesso, perciò dovremmo ritenerci fortunati se ancora la Argo II riesce a volare, ma ci metteremo più del tempo previsto per arrivare in Grecia. Alla fine non ho più resistito e sono andata a dormire, mentre gli altri hanno continuato a discutere, ma poco dopo anche le loro voci si sono spente e hanno iniziato a russare nelle proprie stanze.

 
Quando mi sveglio è ancora notte fonda, la mia cabina è completamente buia, c’è solo uno spiraglio di luce lunare proveniente dall’oblò, che illumina una sagoma. Allungo il comodino e afferro gli occhiali, visto che non ho sottomano il pacchetto delle lenti a contatto, e me li metto.

-Nico!- esclamo, raddrizzo la schiena troppo veloce e per poco non cado dal letto. Il ragazzo si trova davanti a me, seduto su una sedia di vimini, con la sua spada tra le mani. I suoi occhi neri e profondi mi stanno fissando, è davvero inquietante- Che ci fai qui?- chiedo, mi tiro il lenzuolo fino al petto, mi vergogno di farmi vedere solo con addosso solamente biancheria intima e una canottiera lunga.
-Sta notte tocca a me fare la guardia.- vedendomi arrossire sposta lo sguardo- Da quando indossi gli occhiali? Oh! Che ne dici se da oggi ti chiamo quattrocchi?-

-La guardia non si dovrebbe fare fuori dalle cabine, di solito, in modo da proteggere tutti? E comunque preferisco che mi chiami per cognome, ne ho abbastanza della gente che mi chiama quattrocchi, per questo indosso le lenti a contatto.- mi stropiccio gli occhi e mi scosto alcune ciocche di capelli all’indietro. Sento le palpebre appesantisti. Lui aggrotta le sopracciglia per un secondo ma poi torna ad avere il suo solito ghigno di sempre.

-Va be, allora aggiungimi alla lista, quattrocchi. Sono qui perché Piper mi ha detto che ti devo sorvegliare. Non possiamo permettere che la Dea Mortale venga uccisa nel sonno o roba del genere.- incrocia le braccia e sbuffa, come se fosse stanco.
Appoggio di nuovo la testa sul cuscino- Non ho bisogno di protezione, non sono del tutto indifesa. Va’ a dormire.- la lingua ammaliatrice non funziona, forse perché ho troppo sonno.

-No, non posso. Devo fare la guardia.- decide lui, senza sbatter ciglio. Io sospiro e chiudo gli occhi, cercando di dormire.
Pensa positivo, Muriel, pensa positivo. Prova a prendere sonno, vedrai che se ne andrà. Stringo le palpebre e immagino di essere sola nella stanza ma il pensiero di qualcuno che mi guardi dormire è davvero imbarazzante. Apro gli occhi e sollevo la testa, appoggiandomi sul materasso con il gomito- Non ci riesco a dormire se mi fissi!-
-Ho fatto la guardia da quando ti sei addormentata e non mi sembra che tu ti sia lamentata fino ad ora… a meno che nel sogno farfugliare di essere una principessa degli unicorni arcobaleno e vivere nel regno Zucchero Filato e avere un pony alato di nome Nutella non sia una lamentela.- mi guarda e la luce gli illumina una parte della bocca dove si è formato un sorriso irritante.
Sgrano gli occhi- M-ma… io non so di cosa stai parlando…- cerco di fare uno sguardo minaccioso, ma mi rendo solo ridicola- I miei sogni sono momenti caramellosi e morbidosi che non hanno nulla a che vedere con la realtà, quindi non provare a dire a qualcuno quello che hai sentito, altrimenti…-

-Altrimenti cosa? Mi fai gli occhi dolci? Mi fai stare zitto con la lingua ammaliatrice?-
Alzo le sopracciglia in modo altezzoso- Potrei.- commento- Ma non puoi dormire? Poi appena senti un rumore ti svegli.- propongo.
Lui si guarda intorno e storce la bocca- I re degli spettri non dormirà di certo sul pavimento.-
Non dirlo, non dirlo…- Potresti dormire qui, con me. Oh, se ti va.- ecco, l’ho detto. Accidenti alla mia boccaccia, perché l’ho detto?!
Lui annuisce, appoggia la spada sul pavimento legnoso e si alza. Io mi scanso di qualche centimetro per fargli posto, stringo il lenzuolo a me per coprirmi il più possibile. Nico si stende e il materasso si inclina verso di lui- Non centro.- dice soltanto. Bhe, dopotutto è un letto per una persona sola, ma porca miseria, sei uno smilzo e non centri?! Si avvicina di più, metto la testa sulla sua spalla. Mi guarda alzando un braccio, sembra stia chiedendomi il permesso di appoggiarlo, mi mordo un labbro e sussurro:- Va bene.-

La sua mano si appoggia sopra il mio fianco, capisco solo ora perché mi stava chiedendo con gli occhi dove metterlo. Non devo per forza pensare male, magari il braccio gli scivolava fuori dal bordo del letto…
Non ci penso, provo a dormire, ma sono troppo nervosa per farlo. Non dorme neanche lui, sospira, e restiamo così, qualche minuto, senza dire parola, fin quando lui non decide di parlare- Muriel.- mormora.
Sgrano gli occhi su di lui- Mi hai chiamato per nome!- esclamo, quasi mi metto a ridere- Wow… ehm stavi dicendo?- chiedo tentando di restare seria.

Respira profondamente- Qualche anno fa, quando io e i Sette semidei della scorsa profezia stavamo cercando la Casa di Ade… ho scoperto di avere una cotta per tuo fratello.-
Aggrotto le sopracciglia e dischiudo le labbra- SEI GAY?!?!- quasi grido. Sento come lo stomaco sottosopra, come se si fosse appesantito dopo aver fatto una capriola. Nico mi guarda malissimo e sbuffa- Oh, ehm… Stavi dicendo? Hai ancora questa… cotta?-

-No, mi è passata poco dopo, perché a forza di pensare alla promessa che aveva fatto quando ci siamo conosciuti di riportare mia sorella viva al Campo, dopo una specie di missione, me lo ha fatto dimenticare completamente. Quasi a tal punto di arrivare a detestarlo.- spiega, guardando il soffitto con occhi pensierosi- Visto che non c’era più niente che mi legava al Campo ho pensato di andare a vivere negli Inferi con mio padre, ero tornato a prendere le mie cose, ma poi ti ho visto… Eri distesa nel letto di Bianca, all’inizio non ho pensato a cosa ci facessi li, ma quando ho visto i tuoi occhi verdi ho deciso che ti avrei seguito ovunque.-
-Lo stai dicendo perché ti ricordo Percy.- gli chiedo, abbassando lo sguardo.
Mi prende il mento tra le dita e lo alza con forza, facendo in modo che i nostri occhi si incontrino- No, perché sei la cosa più bella che abbia mai visto nel mondo mortale, negli Inferi e nell’Olimpo. E non dico questo solo perché sei una mezza dea o sei figlia di Afrodite, Muriel.-
Lui si avvicina al mio viso, io mi allontano, sono abbastanza insicura- Io penso che tu abbia ancora paura di me, vero Sheen?- chiede divertito, è così attraente quando mi chiama per cognome.

-Io invece penso che tu sia tremendamente sexy, Di Angelo.- rispondo, gli afferro la maglietta e lo tiro verso di me. Sorride maliziosamente, le nostre labbra si incontrano. Nico mi stringe sempre più forte a se, la sua mano destra scivola sotto la mia canottiera e mi accarezza la schiena facendomi rabbrividire. Ma tutto finisce quando si alza di scatto dal letto e si passa le mani tra i capelli- Nico?-
-Non posso, Muriel.- risponde, si da un leggero schiaffo sulla guancia come per svegliarsi da un incubo e va verso la porta, afferra la maniglia. Lo raggiungo e quando la apre io la richiudo velocemente, e mi metto in mezzo tra lui e l’uscita. Lui sbuffa- Fammi passare.-
-No, ora mi spieghi che cos’è successo pochi secondi fa.- incrocio le braccia.
-Senti, è stato un imprevisto e io…-
-A me piacciono gli imprevisti.- gli sussurro, avvicinandomi al suo viso.

Lui guarda prima i miei occhi poi il pavimento e poi di nuovo me, sta per dire qualcosa ma sembra rimangiarsi le parole che gli stanno per uscire. Le mie mani sfiorano le sue spalle, sotto la giacca nera, e lo avvicino a me. Faccio scivolare via il suo giubbino. Sogghigna e mi blocca contro il muro- Allora io sono il tuo imprevisto.- mi sussurra baciandomi sul collo.
Gli stringo le mani attorno alle sue braccia e lui mi solleva, le mie gambe si incrociano automaticamente allacciandosi alla sua vita, poco più su della cintura. Mi adagia sul letto e facendo attenzione sale anche lui, inizia a baciarmi. Cerca di non pesarmi, essendo sopra di me, ma subito ribalto la situazione: con uno scatto  gli salgo sopra.
Afferro la montatura dei miei occhiali e faccio per togliermela ma Nico mi ferma bloccandomi un braccio- No, non toglierli… sei bellissima anche così.- bisbiglia con la sua voce roca. Io sorrido e faccio come dice.

Mi appoggio con le mani suo petto, sento i muscoli tendersi sotto la sua maglietta con il teschio. Lui mi fissa con occhi profondi e scuri, un lato della bocca è leggermente alzato, come se fosse divertito, gli sorrido di rimando e con sguardo di sfida. Sembra mi stia mangiando con lo sguardo, passa i suoi palmi dai miei fianchi alle mie cosce, rabbrividisco di nuovo e mi mordo un labbro. Chiudo gli occhi e mi chino su di lui, ci baciamo di nuovo, più volte, finché il mio cervello riprende conoscenza. Non posso spingermi oltre, devo concentrarmi sull’impresa, scuoto la testa e scendo da sopra di lui- Nico…- mormoro.
Il re degli spettri sorride e smette di baciarmi- Se non mi avessi fermato credo che...-
Rido e sfioro di nuovo le sue labbra- Immagino.- mi rannicchio accanto a lui. Mi circonda le spalle e la schiena con le braccia, strofina una guancia contro la mia fronte, ora si che mi sento protetta.
 
 
La mattina dopo quando mi sveglio mi ritrovo nella stessa posizione in cui mi sono addormentata la notte prima, tra le braccia di Nico. Lui dorme ancora, (alla faccia della guardia!) ma si sveglia poco dopo. Ci scambiamo qualche occhiata, gli accarezzo una guancia e lo bacio.
-Non pensavo di piacerti.- dice lui con gli occhi persi sui miei e un espressione contenta in volto.
Rido a bassa voce- Non ho mai detto che mi piaci!- scherzo facendo la preziosa, poi torno seria- Comunque è la stessa cosa per me.- mi metto a pancia in su sempre con la nuca sopra la spalla si Nico, sospiro profondamente- Che cosa siamo ora?-
-Che vuoi dire?- mi chiede lui, alzando la testa per guardarmi meglio.

-Insomma,- inizio- siamo fidanzati o… Miei dei, mi sento stupida.- dico coprendomi con un braccio la faccia.
-E perché?- Nico si appoggia con un gomito e si gira verso di me, le dita della sua mano si intersecano con quelle della mia. Mi bacia e per la prima volta noto che chiude gli occhi anche lui. Quando li riapre dice:- Non voglio che tu sia la mia ragazza, non mi piace che la gente ci veda e pensi che tu sia mia. Non sei una mia proprietà, Muriel.-
Mi sorprendono le sue parole, non me lo sarei mai aspettata che ragionasse così, è spaventosamente dolce- E allora cosa siamo?- chiedo, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.
-Solo noi. Io e te. Nico e Muriel.- risponde sedendosi- Insieme.-

Cerco di mettermi composta anche io e provo a baciarlo ma una voce ci interrompe- Siete davvero teneri!-
Solamente ora mi accorgo che Piper è appoggiata alla parete dietro di noi, ha il sorriso stampato in faccia. Butto Nico giù dal letto, lui non sembra aver apprezzato molto. La figlia di Afrodite lo sta guardando trattenendo le risate- Quando ieri sera ti avevo chiesto di fare la guardia a mia sorella, non volevo dire di andarci a letto.- io arrossisco a quelle parole, Nico cerca di spiegare ma lei scoppia a ridere sonoramente, si avvia verso la porta e prima di uscire divertita dice:- Dei, se lo viene a sapere Percy!- mi fa l’occhiolino- Muovetevi, la colazione è pronta.-

Nota d'autrice: Salve salvino gente di EFP! Allora, questo è il mio secondo capitolo preferito, ed è molto importante ^_^ Continuerò solo se mi lascerete come minimo 3 recensioni ;) Ci conto eh!
Grace <3 <3

P.s. vorrei ringraziare tutti per le altre recensioni, abbiamo superato i 70, si va per le 80 amici! ;D

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Capitolo 19
*** La mia arma preferita? Un cuscino ***


La mia arma preferita? Un cuscino
Il diciassette giugno.

Sono quasi quaranta minuti che sentiamo le lamentele disperate di Drew, continua a gridarci:- Ho bisogno di nuovi trucchi! Dobbiamo far atterrare la nave! Oraaa!-
-Calmati, Miss America!- borbotta Leo, seduto a tavola, mentre finisce di pranzare insieme a noi.
-Preferisco Miss Mondo, grazie.- precisa Drew, gonfiando il petto e assumendo una posa da modella sotto i flash dei paparazzi.
-Miss Mondo è Piper.- ribatte il figlio del fuoco, divertito. La sua migliore amica gli fa l’occhiolino, sorridendo a bocca chiusa mentre mastica un boccone di insalata- E comunque- prosegue Leo tornando a guardare la ragazza infuriata- questa sera atterreremo a Toronto, in Canada. Devo prendere dei materiali che mi servono per riparare il motore anteriore della Argo II e per riparare l’allarme di Festus se qualche…-

-Okay, okay!- lo interrompe Drew agitando le mani come se ci fosse una zanzara che le ronza attorno- Chi se ne frega di quello che devi comprare, mi serve al più presto un estetista, non ho più uno smalto, neanche un lucida labbra…. Per non parlare del mascara, oddei! Senza trucchi sarò solo splendida e non meravigliosa!-
Sbatto la forchetta sul piatto e un silenzio cala nella stanza- Hai finito di dire cavolate, razza di idiota?!- dico ad alta voce, stringendo tra le mani la stoffa nera della mia maglietta. Sento le guance avvamparsi di rabbia, sto per dire qualcosaltro ma lei posiziona un dito davanti ai miei occhi, zittendomi. Scuote i suoi capelli marrone scuro e se ne va come un’attrice sul Red Carpet.
-Muriel, tanto non c’è niente da fare con quella, è stupida.- commenta Talia.
-Però è carina.- bisbiglia Tyson, Percy lo guarda con un sopracciglio alzato e lui arrossisce- Che c’è? E’ vero!-
-Ma è stupida.- ripete Piper.

-Non può voltarmi le spalle.- dico. Esco dalla stanza da pranzo e mi dirigo alla cabina della mia sorellastra, ma non la trovo. Allora decido di recarmi fuori e la trovo lì, sul ponte, con il viso alzato verso il sole tentando di abbronzarsi, anche se i raggi sono freddi e lontani.
-Drew!- la chiamo e lei mi guarda svogliatamente- Non provare più ad andartene mentre ti parlo.- sento i passi degli altri mezzosangue dietro di me.
-Senti bella, faccio quello che mi pare… quando mi pare.- bisbiglia, alzandosi in piedi- Non è certo colpa mia se mi sono ritrovata imparentata con te, perciò vedi di tappare quella bocca finché non atterreremo.-
Socchiudo gli occhi e faccio un sospiro profondo, percorro lentamente il tessuto dei miei jeans con la mano fin quando non sento il rigonfiamento che ho in tasca. Prendo Terremoto e premo il bottone. La torcia si trasforma in una lama di bronzo celeste, impugno la spada e la alzo a mezz’aria.

Sento una mano sulla spalla e apro gli occhi, mi giro e vedo il viso di Percy implorarmi di metterla via. Dischiude la bocca e per un momento penso che stesse per farmi una ramanzina o roba del genere, invece dice soltanto:- Non ne vale la pena.- e sorride.
Sospiro e faccio tornare Terremoto alla solita torcia di prima, bruscamente tolgo la mano di Percy dal mio braccio e corro verso il corridoio che porta alle cabine, e mi rinchiudo nella mia, sbattendo forte la porta.
Afferro il cuscino del letto e me lo premo contro la faccia, stringo gli occhi e grido nel tessuto, per non farmi sentire. Lo butto a terra, ma non mi ha fatto sfogare abbastanza. Così lo afferro e lo lancio contro la porta, che pensavo fosse chiusa ma invece il poggiatesta colpisce in pieno il viso di Piper.
-Ahi!- borbotta Piper, scaraventata contro la parete per l’impatto, si rialza con il broncio e mi lancia il cuscino contro, però scherzando- Non sono io la sorella che devi picchiare, se mai.-

Rido e getto il poggiatesta sul letto- Scusami, è che sono… stressata, diciamo. Ho addosso tutta la pressione dell’impresa, insomma, la fine o la salvezza del mondo dipende da me. Non è facile!- esclamo. Sbuffo rumorosamente e mi stendo per terra, esasperata.
-Ti capisco, sai?- Piper si siede a gambe incrociate accanto a me- Nella profezia dei Sette io avevo un ruolo importante che riguardava Percy e il mio…- la voce le si incrina-… ex ragazzo, Jason. Dovevo fare una scelta, non è stato facile.-
-Che scelta?- chiedo, alzando la testa per guardarla meglio- Non dirmi che dovevi scegliere se stare con Percy o con Jason!-
-No, no, no. Non sono mai stata innamorata di tuo fratello, Muriel, ma di Jason si… però preferisco non parlarne. Lui è dovuto tornare al Campo Giove perché era un semidio romano e li era un Pretore... una specie di capo.- sospira e preme i palmi delle mani contro i suoi occhi.
-Scusa, mi dispiace, non volevo tirare fuori questo argomento.- abbasso lo sguardo e grugnisco- E’ solo che non sopporto più tutta questa pressione, ecco.-
-Allora sfogati.- dice Piper sorridendo e con le guance appoggiate sulle mani- Dimmi quello che ti senti, dopotutto sono tua sorella. Sfogati.-

Prendo un sospiro profondo e inizio a parlare come se avessi un moto perpetuo- Il problema è che sembra che tutti si aspettino chissà quante cose da me, ma io ho soltanto mandato in corto circuito un robot posseduto con l’acqua! E poi c’è Nico, e mi piace, si mi piace tanto, ma fino a poco tempo fa lo detestavo, non so come, e ora è cambiato totalmente da quando mi ha baciata e io spero che non lo stia facendo apposta per me! E credo di piacere anche a Leo ma non è il mio tipo; è divertente e simpatico, si, ma fa il sarcastico nelle situazioni peggiori! E c’è pure Percy, che sembra aspettarsi così tanto da me, ma mi fa salire una rabbia perché lui ha visto almeno una volta Poseidone, e la stessa cosa vale per Tyson, ma lui, poverino non ha nessuna colpa! Non ce la faccio, Piper, non ce la faccio. E’ troppo complicato, non voglio essere la Dea Mortale!-
Mia sorella è rimasta nella stessa posizione da quando ho iniziato a parlare, la sua bocca è spalancata e uno sguardo sbigottito in volto- Ma ti sei preparata il discorso, o… ma come fai a parlare così veloce?- scoppia a ridere. Mi sento a disagio, mi aspettavo che comprendesse invece si è messa a sghignazzare. Forse non capisce che mi ha fatto male tenermi dentro queste cose.

-Grazie, ora mi sento meglio… però vorrei restare sola, okay?- faccio un sorriso sforzato e mi alzo. Lei annuisce e tende le mani verso di me, le afferro per aiutarla ad alzarsi e si avvia verso la porta, mentre io mi siedo sul letto.
-Muriel?- mi chiama lei, facendo capolino da dietro il cornicione dell’entrata- Ma vuoi stare solissima-issima?- chiede facendomi l’occhiolino.
-Si, Piper.- rispondo con un sospiro, mi stendo con le mani dietro la testa.
-Allora io non posso entrare?- Nico sbuca da dietro la schiena di mia sorella, con un mezzo sorriso dipinto in volto.
Io contraccambio e mi alzo di scatto- No, no, tu entra!- esclamo. Piper se ne sta per andare ma io la richiamo, mentre Nico viene verso di me- Puoi, insomma, non dire niente… di noi?- punto più volte il dito da me a Nico.
-Certo.- risponde, e si chiude la porta alle spalle.
Nella mia cabina cade un profondo silenzio. Senza pensarci due volte tendo le braccia verso il figlio di Ade e faccio il labbruccio. Lui ridacchia e mi abbraccia forte, dandomi un bacio sulla fronte, sento il suo profumo di cenere e sapone riempirmi le narici- Come va?- chiede.

-Sono stanca, è una cosa più grande di me, questa guerra.- rispondo, baciandogli il mento.
-Ti ci abituerai, Sheen.-
Alzo lo sguardo imbronciata e gli do un pugno scherzoso nel braccio- Quando la smetterai di chiamarmi per cognome?-
-E chi lo sa, il segugio infernale perde il pelo ma non il vizio.-
-Guarda che si dice “il lupo”, non “il segugio infernale”, Nico.- dico con tono irritante.
-Aaaah, allora sei diventata una so-tutto-io, eh?- dice con sguardo malizioso. D’improvviso mi carica in spalla e inizia a girare su se stesso.
Scoppio a ridere- No, Nico, ti prego mettimi giù!- lui lo fa e mi appoggia sul letto. Inizia a farmi il solletico, prima sulla pancia e poi sul collo. Mi dimeno, anche se lo sto facendo solo per non soffocare dalle risate.

Afferro il cuscino sotto la mia testa e glielo tiro addosso, come ho fatto con Piper, ma questa volta senza frustrazione. Lui si toglie il poggiatesta dalla faccia e mi osserva con un finto sguardo arrabbiato e con la bocca aperta- Ora sei andata in fissa con il cuscino al posto di Terremoto?-
Continuo a ridere, ma non per il solletico di prima, per la sua espressione imbronciata in volto- Si, diciamo che è la mia arma preferita.-
-Ah si? Okay, allora visto che mi hai colpito con un’arma letale sarò costretto ad usare la mia!- fa una risata malvagia.
Inarco un sopracciglio e sogghigno- E vediamo quest’arma letale.-
Mi guarda immerso nei miei occhi, si china su di me e mi bacia. chiudo gli Nico mi abbraccia e si alza- Efficace?- chiede, facendomi l’occhiolino.

-Molto.- rispondo, facendo un sorriso.
-Dai, fammi spazio.- dice indicando il letto. Io mi scanso un po’ e lui si stende accanto a me su un fianco, mi abbraccia e mi bacia la fronte. Restiamo così per qualche minuto poi… Sento dei passi provenire dal corridoio, guardo Nico allarmata e lui annuisce, corre verso il mio armadio e ci si nasconde in silenzio. Mi alzo di scatto in piedi e vado verso la porta.
-Muriel?- la voce di Leo, sta bussando.
-Arrivo.- apro e lui si illumina in un sorriso- Ciao.-
-Tutto bene?- mi chiede.
-E’? Oh, ehm… si, si, tutto a meraviglia… apparte Drew che mi sta facendo perdere la pazienza.- rispondo facendo una smorfia- Comunque, dimmi.-

-Fra poco atterreremo, meglio che ti prepari, dolcezza. Andremo in un posto un po’… inusuale, diciamo, per fare rifornimento di materiali.- fa un ultimo sorriso e mi da un bacio sulla guancia.
All’improvviso si sente un rumore provenire dall’armadio, alla parete accanto alla porta; Leo, che se ne stava andando, si gira e aggrotta le sopracciglia, guardando il guardaroba- Che è stato?-
-Cosa?- chiedo mostrano un sorriso a trentadue denti.
-Non hai sentito?- chiede lui tendendo un braccio verso l’armadio.

Mi fanno male le guance a forza di sorridere cosi fintamente, poi rilasso il sorriso e schiocco le dita ripetutamente, annuendo- Oooh, giusto. Scusa, è stato…- guardo in basso e stringo le labbra, in cerca di una scusa- è stato il mio… peluche… che vibra e parla.- faccio una risata nervosa- E’ come se vivesse di vita propria- do un calcio al guardaroba.
Leo storce la bocca- Oookay, ora è meglio che vada, devo trovare Nico per avvisarlo che fra poco atterreremo.-
Strabuzzo gli occhi- Nico ha detto che andava nella stiva, di sotto.-
Lui sorride e chiude la mano in un pugno e alza il pollice- Grazie.-
Appena se ne va traggo un sospiro di sollievo e appoggio la schiena al muro. Il figlio di Ade fa capolino da un’anta dell’armadio- Mi devo ingelosire?- dice lui con uno sguardo malizioso.

Scoppio a ridere- No, tranquillo. Ora muoviti, dobbiamo andare.-

Nota d'autrice: Scusate tanto per il ritardo, ieri mi sono completamente scordata! Grazie mille per le recensioni che mi avete lasciato, ve ne sono davvero grata! :D
Il prossimo capitolo lo metterò fra 4 giorni per farmi sdebitare, per ora i colpi di scena veri e propri non ci sono, ma fra qualche capitolo arriveranno!
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 20
*** Flirtare con Capitan Harlock? Fatto! ***


Flirtare con Capitan Harlock? Fatto!
 
-Mi rifiuto di indossare questi abiti!- esclama Drew, imbronciando il viso e incrociando le braccia.
La fievole luce lunare riflette sul ponte della nave, che è appena atterrata nei dintorni della città di Toronto. Leo ci ha detto che per andare nel posto dove deve prendere i materiali necessari per aggiustare il motore della nave, dice che non ci piacerà per niente quello che dovremo fare per entrarci.
E infatti ha ragione.

Stiamo guardando tutti un enorme baule aperto, accanto alla console che governa la nave. E’ pieno zeppo di abiti vistosi e assurdi: riesco ad intravedere un costume da cavaliere medioevale, uno di Pikachu e moltissimi altri sotto.
-Sentite, non sono contento neanche io,- dice Leo, passandosi una mano tra i capelli sudati- ma le tre proprietarie del locale sono figlie di Dionisio e Afrodite, e praticamente ogni sera danno una festa dove non ci si può entrare senza indossare una roba del genere.-
-Proprietarie?- Annabeth incrocia le braccia e alza le sopracciglia.
-Dioniso?- ripete incredulo Percy.
-FESTA?!- esclama Drew tutta contenta- Okay, ci andremo, ma solo se io prendo il vestito da principessa!-
Sbuffo esasperata- Mi vuoi spiegare meglio?- domando guardando Leo.
-Dobbiamo andare in una… discoteca chiamata Gracias, che prende il nome dalle padrone: le Tre Grazie. Sono figlie di Dionisio e Afrodite…-

-Che bello, altre sorelle, yeeeh.- mormoro con svogliatezza.
-Però loro vivono praticamente dei divertimenti della vita,- prosegue il figlio di Efesto- e se vogliamo entrare alla festa in maschera che danno stasera dobbiamo vestirci così.-
Piper alza la mano e Leo annuisce- Non ho capito perché dobbiamo andare in una discoteca per prendere i materiali per la nave.-
-Una delle Tre Grazie, Talia…- comincia il figlio del fuoco.
-Bastarda! Mi ha rubato il nome!- sbraita la ragazza dark, interrompendo la spiegazione.
-Non ha importanza ora!- ribatte furioso il meccanico- Stavo dicendo, prima di essere interrotto, che una delle Tre ha avuto una… relazione con Efesto e lui, per… oddei, è imbarazzante pensare che quella sia stata con mio padre... comunque, lui per ringraziarla le ha dato in dono parte delle sue abilità.-
-Quindi lei potrà darci quello che ci serve per aggiustare la nave!- dico, come se mi si fosse appena accesa la lampadina sopra la testa.

-Esatto!- esclama Leo- Però dobbiamo metterci questa roba, mi dispiace ragazzi.- si strofina il collo imbarazzato.
Iniziamo tutti a frugare nel baule in cerca di un costume… dei, che cosa mi tocca fare! Tyson appena vede il costume di Pikachu si mette a gridare dalla gioia e lo strappa subito dal mucchio, per poi indossarlo.
Ne afferro uno a caso e vado verso la mia cabina, per poi chiuder mici dentro. Analizzo la maschera che ho preso, è una specie di body rosso, giallo e… no! Non può essere che ho pescato proprio questo di costume, per favore no!
Sbuffo e mi rinchiudo nel bagno della mia stanza e indosso il body multicolor, c’è anche una specie di fascia dorata con una stella rossa al centro da mettere in testa, degli stivaletti dello stesso colore della stella e bianchi e infine dei polsini metallici.
-Ma che roba è?!- esclamo, guardandomi allo specchio. Dalla vita fino alle cosce il tessuto è simile a quello della bandiera degli Stati Uniti, blu e con fantasie bianche. Dalla vita in su invece c’è un corpetto d’oro con qualche accenno di arancione scuro.
Sento bussare alla porta del bagno- Muriel?- è la voce di Piper.

-Entra.- dico, cercando di rendere meno scollato il costume. Le si affaccia e mi viene accanto, è mascherata da piratessa, e devo dire che le dona questo “look” soprattutto per quelle piccole treccine che ha sparse per i capelli. Faccio un verso simile ad un grugnito mischiato ad una lagna- Guardami! Sembro una spogliarellista!- afferro una specie di frusta attaccata alla cintura d’argento e provo a fare qualche posa non compromettente.
Lei scoppia a ridere- Ma dai, Wonder Woman non è una spogliarellista… o almeno credo, non me ne intendo molto di film.- si specchia e si sistema gli stivali con il tacco grande e alto- Sono scomodi, ma non si può andare vestiti normalmente?-
-Magari.- mormoro- Non mi voglio far vedere così, però credo che dovremmo raggiungere gli altri.- lei annuisce e mi prende a braccetto.
-D’ora in poi chiamami Piper Sparrow.- scherza dandomi dei colpetti con il gomito sul fianco, io rido e insieme usciamo dalla cabina.

Non appena apro la porta del ponte rabbrividisco per il freddo. Sento gli sguardi di tutti addosso a me; Percy, con la visiera della sua uniforme da cavaliere medievale aperta, ha gli occhi sgranati. Leo, con addosso la divisa della Torcia Umana dei Fantastici 4 (evidentemente dentro il baule ci sono i costumi che sono più adatti a noi, tranne per me!) ha la bocca spalancata e le braccia a ciondoloni- Cavolo, Muriel. Se solo non fossi mia sorella!- esclama il figlio di Poseidone, incredulo.
Io e Annabeth lo guardiamo con un sopracciglio alzato- Ehi!- ribatte la sua ragazza, vestita da  quella che sembra la Statua della Libertà. Indossa una tunica coloro celeste scuro, in testa ha una corona con dei puntali appuntiti e in mano stringe la torcia, mentre nell’altra il libro dell’Indipendenza americana, proprio come quella di New York.
-Stavo scherzando!- Percy alza le mani sorridendo.
-Ammettetelo, sono la perfezione in persona!- annuncia Drew, con il suo completo da principessa, facendo la sua entrata “trionfale” dalla porta del corridoio, dietro di noi. Tutti stanno zitti- Bhe, chi tace acconsente!- dice lei, soddisfatta.
Piper si guarda intorno- Dov’è Talia?-

-E’ nascosta dietro la console, non vuole farsi vedere.- spiega Leo, indicando il punto.
Mi avvicino al timone, cercando di coprirmi il più possibile le parti troppo in vista del mio corpo, mi affacci e vedo una Talia-drak-dinosauro-rosa e subito scoppio a ridere. Lei mi guarda con gli occhi arrabbiati e si vede qualche fulmine squarciare il cielo, così decido di smettere di gracchiare- Ti… dona questo vestito.- riesco a dire, trattenendomi.
-Un’altra parola e vi faccio fuori tutti quanti!- mi avverte, puntandomi il dito contro.

-Okeeey. Meglio non provocarti.- dico. L’aiuto ad alzarsi in piedi, visto che fa fatica a camminare con quell’affare che si è messa, andiamo dagli altri. Mentre Leo cala la scaletta fino a terra, sento sbattere la porta del corridoio delle cabine, di nuovo- Oh.- sussurro, quando vedo Nico. Piper e Talia mi stanno guardando con occhi complici e divertite, mentre gli altri sono impegnati a scendere dalla Argo II.

“Cavolo.” Penso, fissando il figlio di Ade. Faccio un sorriso malizioso e incrocio le braccia- Ciao, Capitan Harlock.- dico con ironia, guardandolo dalla punta dei piedi fino ai capelli neri che gli ricadono sulla fronte, proprio come il personaggio che dovrebbe essere. Una benda da pirata è legata attorno alla testa e gli copre l’occhio destro. Le spalle sono incorniciate da un lungo e vecchio mantello nero, e indossa un armatura con al centro del petto un teschio bianco… chi è più adatto di lui a fare Capitan Harlock?
-Come va, Wonder Woman?- mi punzecchia alzando il mento.

Piper si accerta che gli altri siano scesi e poi ci guarda entrambi, dando dei colpetti con il gomito al fianco di Talia, come per farci notare quanto siamo… “carini”- Possiamo andare o dovete ancora flirtare?-

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Capitolo 21
*** Da quando i serpenti alati sono animali da compagnia? ***


Da quando i serpenti alati sono animali da compagnia?
 
Ho le dita strette attorno alle mie braccia, sto morendo di freddo. E’ molto buio, saranno le dieci di sera, ma non ne sono sicura. Io e gli altri componenti della profezia ci stiamo muovendo come un branco, verso la discoteca di Toronto. E’ un palazzo che emana delle luci viola, verdi e gialle, simili ai fari che accendono l’undici settembre, in onore delle Torri Gemelle. Leo, al contrario di me, è in testa al gruppo, procede con passo spedito e sicuro, ma quella tutina blu dei fantastici quattro lo rende quasi ridicolo da farmi sorridere. Guardo Talia che sembra disperata per il costume che indossa- Facciamo scambio?- propongo, con un sorriso sforzato.

Lei mi guarda e fa una smorfia, poi torna a guardare fisso la discoteca- Preferisco vestirmi da dinosauro rosa, piuttosto che da spogliarellista.- borbotta.
-Anche io.- dico- Per questo te l’ho chiesto.- sussurro. Non mi aspetto che dica un’altra frase, la sento soffiare con il naso, come per riuscire a trattenere una risata. Osservo il territorio circostante, ci sono degli uomini che stanno fumando su delle panchine, mi stanno guardando troppo. Alcuni sorridono e mi fanno l’occhiolino. Di scatto mi avvicino a Nico e gli afferro una mano, poi li guardo con la coda dell’occhio. Forse hanno capito che sono lui è il mio ragazzo, perché ora hanno messo gli occhi addosso a Piper, che sembra allarmata. “Ignorali” mimo con le labbra, lei annuisce e continua a camminare dritta.
-Che fai?- sussurra Nico. Leva la sua mano dalla mia, osserva gli altri, e fortunatamente sono tutti concentrati sulla nostra tappa- Non avevamo detto di tenere la cosa segreta?- mormora.
-Scusa.- ci rimango male e lui se ne accorge. Si assicura che nessuno ci stia guardando, apparte Piper e Talia e mi schiocca un bacio sulle labbra, veloce. Percy si gira aggrottando le sopracciglia, verso di me. Trattengo una risata a testa bassa, Nico inizia a fischiettare la Marcia Funebre, imbarazzato. Non si è accorto- La Marcia Funebre? Davvero?- lo punzecchio. Lui mi risponde con una piccola spinta con il gomito, che mi fa quasi perdere l’equilibrio.

Arriviamo all’entrata della discoteca Gracias, c’è un grosso buttafuori che indossa una tunica bianca, come quelle degli dei greci. Leo si avvicina a lui- Dobbiamo parlare con le proprietarie della discoteca. Lasciateci passare.-
Il buttafuori sbarra con un braccio l’entrata luminosa del locale- Mi dispiace amico, non potete entrare.-
Il figlio di Efesto sogghigna- As perásoume, emeís i̱mítheous.- sibila in greco. Riesco a capire quello che dice: “Lasciaci passare, siamo semidei.”. Che figata questa cosa della lingua greca! L’uomo sorride e apre la porta- Prego, divertitevi.-
“Ci lascia passare davvero? Wow.” Penso. Oltrepassiamo l’entrata, sembro una di quelle attrici che sfilano sul red-carpet: tutte impettite e vanitose (la maggior parte di loro). Dentro, il locale è pieno zeppo di persone strane, tutti mascherati con costumi strambi, inquietanti o stravaganti.
 
Leo indica una vasca idromassaggio, in fondo al locale, da cui fuoriescono delle bolle rosa e verdi. Dentro ci sono tre donne in bikini con in mano un calice, probabilmente con dentro del vino, stanno ridendo. Il figlio di Efesto fa un fischio, che si sente perfino con la musica- Bene, ecco le tre grazie. Vado a parlare con loro, voi… fate quello che vi pare!- esclama. Dal suo colpo di levano delle nuvole di vapore. Ci guarda e fa l’occhiolino- Ora si che sono hot!- e si avvia verso le ragazze a passo di danza.
La musica è alta, una di quelle che non amo molto, quelle commerciali e hip hop. Vedo Annabeth-Statua-della-Libertà spalancare la bocca- E’ uno scherzo? E’ UNO SCHERZO?!- sbotta.

-No, io credo che sia tutto vero.- risponde ingenuamente Tyson, giocherellando con la coda alla Pikachu.
-Se Leo voleva spassarsela con delle ragazze bastava dirlo e gli procuravamo un biglietto di sola andata per questo stupido posto!- borbotta Percy, stizzito. Talia intanto si sta dirigendo in un angolo del locale, a guardare disgusta la folla.
Aggrotto le sopracciglia, mi guardo attorno- Dov’è Drew?- non mi importerà di lei, ma ci serve per la profezia. Poi la vedo quasi appiccicata ad un tizio in smoking, appoggiato con una spalla alla parete. Sembra stia portando in braccio qualcosa. Sembra un uomo di mezza età ma li porta veramente bene gli anni.
-Ermes!- Piper rimane a bocca aperta. Percy, Annabeth e Nico trasalgono, con gli occhi sbarrati. La figlia di Atena rimane particolarmente imbambolata, forse terrorizzata. Do un colpetto con la mano al braccio di Nico per farlo reagire.

Ermes ci vede e fa un cenno di saluto con la mano, Drew prende la mano dell’uomo e lo porta di corsa da noi- Guardate chi ho trovato!- il dio dei ladri fa scendere quello che aveva dalle braccia, due serpenti coralli giganti gli strisciano tra le caviglie, sono legati ad un guinzaglio. Lui incrocia gli occhi con quelli di Annabeth e lei, con sguardo malinconico e triste, abbassa la testa, chiudendo le palpebre. Perché ha fatto così? Poi sogghigno, ne ho viste di mode strane tra i vip, in fatto di animali ma questa le supera tutte. E hanno anche le ali- Serpenti al guinzaglio, è per caso la moda che sta andando tra gli dei?- bisbiglio.
-No mia cara,- cacchio, mi ha sentito!- si dia il caso che questi siano i serpenti che compongono il mio bastone.- Ermes schiocca le dita e i due rettili si aggrovigliano l’uno all’altro, fino a diventare plasmati in uno scettro argentato. Lo stringe tra le mani e vi si appoggia, mentre i suoi occhi iniziano ad osservarmi- Allora ho davanti la Dea Mortale, che onore.-
-Sono Muriel.- dico.

-E’ uguale. Comunque, meglio non stare qui, quasi tutte le creature o persone legate al mondo greco non sono poi così… simpatiche, diciamo. E questo locale è pieno zeppo di quelle.- ci avverte Ermes- Muovetevi a fare quello che dovete fare, poi smammate. Rischiate la vita qui.-
Faccio una smorfia- Grazie.-
Vediamo Leo e le Tre Grazie venire verso di noi. Indossano una veste trasparente, che fa vedere il costume, con i capelli sciolti- … no, seriamente! Ti giuro che ricordi Botticelli, e lui era un gran figo!- spettegola una di loro.
-Bhe, me lo dicono in tanti.- si vanta il  ragazzo. “Cretino” penso.
-Uuuh, ehi Ermes!- fa una di loro- Da quanto tempo.- le tre donne lo abbracciano e lui contraccambia. Lui le bacia tutte in bocca e poi fa un sorriso malizioso, seguito da quelli delle ragazze. Una di loro guarda me, Piper e Drew- Ciao sorelle!-
Faccio una smorfia di disgusto- Ehi.- mormoro- E’ così che funziona nell’Olimpo? Carino.- commento, riferendomi al gesto dei baci, e dilato le narici.

Le Tre Grazie ridacchiano, la mora guarda Leo malinconica- Dovete proprio andare?- fa il labbruccio- Ci divertiremo insieme. Oh, e poi a mezzanotte per i maschi arrivano le figlie di Afrodite e per le donne ci sono i figli di Eros.- fa l’occhiolino. “Che schifo.” Penso disgustata “Un festino, e sono coinvolte altre sorelle. Sta volta passo!”
-No, abbiamo poco tempo per andare in Grecia.- “Grecia? Ma è ovvio, si va tutti in Grecia, yu-uh!” penso. Lui le prende la mano e la bacia- Ti sono immensamente grata, Talia, grazie mille del tuo aiuto.- lei caccia un piccolo urlo come se fosse una fan davanti all’idolo delle teenagers e lo bacia sulle labbra, come saluto, e le sue sorelle fanno lo stesso con Percy e Nico. Io e Annabeth li guardiamo impietrite, con una rabbia che sta montando. Stringo un pugno e grugnisco. Il figlio di Ade e quello di Poseidone restano scioccati, ma sembrano un po’ troppo contenti. Tyson sembra rimanerci male che non abbiano baciato anche lui.

Ermes decide di scortarci fuori dal locale e ci accompagna fino alla Argo II. Mi avvicino un po’ all’orecchio di Nico e dico:- Io e te facciamo i conti più tardi.- lui sembra divertito dal mio avvertimento.
Prima che possa salire con gli altri sulla scaletta che conduce al ponte il dio mi afferra un braccio- Tua madre vuole parlarti.-
Con un strattone mi libero dalla sua presa- Me lo ha detto Nerito. Me lo ricorderò.- dico scontrosa.
-Poseidone non potrà contattarti prima della guerra, mi dispiace.-
-Non mi interessa di nessuno dei due, voglio solo finire questa storia che gli dei hanno cominciato. Non me ne frega niente né di Afrodite, né di Poseidone né di nessun altro dio o dea dell’Olimpo. Sono tutti egoisti.- faccio per salire ma Ermes mi ferma di nuovo. Noto che Annabeth ci sta guardando con la stessa espressione colpevole e affranta di prima.
-Non è come credi, tua madre ti dirà tutto non appena la incontrerai. E ti… ti… ti prego,- bisbiglia lui, forse per le divinità pregare i loro inferiori è una specie di disonore, considerando la sua faccia- non commettere lo stesso errore di mio figlio.-

-Luke.- sussurro. Appena dico il nome del semidio vedo Annabeth rientrare, ma aspetta… sta piangendo?- Il ragazzo che hai ignorato per anni e che per attirare la tua attenzione ha quasi distrutto l’Olimpo?- continuo- Non intendo farlo. Ma tutta questa storia sarebbe molto meno complicata se voi prendeste più in considerazione i vostri figli, ed essere più affettivi nei loro confronti.- faccio i primi scalini e dico:- Forse io sono un eccezione, però. Sono sopravvissuta fino ad ora senza i miei genitori, e continuerò a farlo.-

Lascio Ermes alle mie spalle, lo sento sospirare, e continuo a scalare la cima che porta al ponte della nave.

Nota d'autrice: Scusate il ritardo ma sono stata occupata questi giorni e sono andata al cinema a vedere Mockingjay (Hunger Games e Il canto della rivolta)... due volte xD Sono appena tornata dalla seconda!
Devo dire che ci sono rimasta male quando ho trovato una sola recensione nel capitolo scorso :\
Va bè...
Grace <3

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Capitolo 22
*** Balletto improvvisato in sala macchine ***


Nota d'autrice parte 1: allora, vi comunico che questo capitolo sarà da leggere con una canzone (ho messo il link tra parentesi, più giù) Mi raccomando, so che è una scocciatura, ma cercate di arrivare in tempo, nei punti dove sono scritte alcune frasi ;)
 

Balletto improvvisato in sala macchine
 
 
Il diciotto giugno

-Perdonami! Perdonami! Perdonami!- esclama Percy, guardando Annabeth, per la milionesima volta. E’ da tutta la mattina che chiede ad Annabeth scusa per quello che è successo ieri, ma lei continua a dire:- No.- facendo la preziosa.
Mi diverto molto vederli litigare, e non sono l’unica. Leo si è addirittura preso dei pop corn e una sedia, e si è messo seduto davanti a loro; lo sento ancora ridere. Ci siamo solo io, Leo e Tyson a guardarli, nella sala delle macchine, dove il figlio di Efesto sta lavorando (bhe, non in questo momento) per aggiustare dei guasti al motore. Fortunatamente la nave riesce ad andare avanti anche se è quasi fuori uso. Gli altri invece sono nelle proprie cabine.

Non parlo con Nico da ieri notte, quando stavamo andando verso il locale. Le occhiate che gli ho lanciato sono bastate, finché non mi viene a chiedere lui scusa io non ci parlo. Dopotutto è stato lui a ricevere il bacio di una Grazia, mentre sta con me, no?
Mi appoggio, da dietro, allo schienale della sedia di Leo e appoggio il mento sulla sua testa. Lui alza lo sguardo con un sorriso e avvicina al mio viso la ciotola di pop corn- No, grazie.- mormoro, guardando mio fratello e la sua ragazza litigare. Sono diventati noiosi- Oh, per favore! Annabeth, ti avrà chiesto perdono almeno trecento volte, digli di si. Infondo era solo un bacio!-
“Ma che ragionamento sto facendo?” penso “Se questo vale per Percy deve valere anche per Nico… no! Percy ha chiesto scusa ad Annabeth, ma Nico non l’ha fatto con me!”

-Ti prego, Testa di Gufo!- mio fratello so mette in ginocchio davanti a lei, che sembra per un attimo prestargli attenzione- Sai che ti amo, pensi che sarei più attratto da una semplice Grazia, piuttosto che alla ragazza più bella di una dea, che ha salvato il mondo più di due volte?- che dolce! Lei sembra ancora arrabbiata- E se non si è capito, la ragazza più bella del universo e che ha salvato il mondo più di due volte sei tu!- sbotta il ragazzo.
Annabeth si volta verso di lui, lo afferra per la maglia e lo tira verso di se, baciandolo. Sorrido alla vista del loro amore, sento Tyson bisbigliare un:- Awww!-

Alzo di qualche centimetro il mento dalla testa di Leo, e lo abbraccio da dietro- C’è sempre il lieto fine.- dice lui, appoggiando per terra i pop corn. Si alza in piedi e si dirige verso un baule e lo apre. Tira fuori una specie di stereo con  o schermo touch screen- Cos’è?- chiedo.
-E’ l’innovatissimo mp3.0. Ovviamente di mia invenzione, riesce a riprodurre qualsiasi canzone tu voglia solamente digitando il nome del musicista o gruppo e il titolo.- spiega mostrandomelo- Forza, ci sono richieste?- dice lui, ammiccando.
-Crazier, di Taylor Swift.- dico, pensando alle prime canzoni che il mio compagno-di-scuola-haker-genio-del-computer mi ha scaricato nel mio mp3, che ho lasciato a New York. E’ il primo titolo che mi è venuto in mente, ripensando alla scena di Percy e Annabeth, prima.
-Come volete, mia signora.- risponde Leo, digitando il titolo e il cantante- So che è strano ma non ho mai sentito una canzone di Taylor Swift,- confessa- vediamo…-

http://www.youtube.com/watch?v=N9B747RQM3w ^_^)


Tende un orecchio verso lo stereo ascoltando il pianoforte e i violini che iniziano a suonare.
Appoggia l’aggeggio a terra, alza il volume e tende la mano verso di me- Posso avere l’onore?- mi chiede, facendo un inchino. Rido e accetto il suo invito. Lui mi mette una mano nella vita e io sopra la sua spalla, mentre intrecciamo le dita delle altre mani. Lo guardo negli occhi, abbiamo entrambi un grande sorriso, ci fa bene ogni tanto distrarci dall’impresa e ballare è sicuramente il modo più adatto. Anche se non  me la cavo molto.
Percy afferra Annabeth e la porta affianco a noi e anche loro iniziano a volteggiare per la sala delle macchine, che è di sicuro il posto meno adatto del mondo per tenere lezioni di ballo. Tyson fa finta di dirigere l’orchestra. Vorrei ballarci, ma intanto mi concentro solo su Leo.

Lui avvicina le sue labbra al mio orecchio e sussurra le parole della canzone- You make me crazier. Crazier.- abbasso lo sguardo e lentamente appoggio il mento sulla sua spalla, lo abbraccio, ma continuiamo comunque a “ballare”.
-You make me crazier. Crazier. Crazier…- gli rispondo io, con un sorriso. Quasi mi viene da piangere. Non so perché. Le cose più piccole, più stupide, più inutili se sono fatte col cuore mi commuovono sempre. Tipo Leo che mi canta la canzone sottovoce, che evidentemente diceva di non conoscere per fare il duro. Oppure Percy che strofina il naso contro quello di Annabeth e gli da dei leggeri baci sulla fronte. O magari Tyson che cerca di farmi vedere che posso continuare a ballare con Leo, visto che anche il mio fratello ciclope si è dato alle danze. Inizia a girare intorno a noi quattro con un’aria felice.

Il figlio di Efesto mi fa fare una giravolta, imitando Percy, e mi consegna a lui, facendomi fare scambio con Annabeth. Mio fratello sembra avere un’espressione felice in viso, ha qualche cicatrice dovuta alle battaglie in passato, ma è comunque bellissimo- Ti voglio bene.- mi dice. Mi scivola una lacrima sulla guancia, trattengo un singhiozzo. Premo il viso contro il suo petto e lui mi stringe.

-Anche io, tantissimo.- rispondo quasi con un singhiozzo. A volte quando sono lacrime di gioia mi piace piangere, sembra quasi una liberazione.
Faccio di nuovo scambio con Annabeth e Leo mi fa fare un’altra giravolta, che mi fa intrecciare e braccia attorno alla pancia. Lui mi stringe da dietro di me e continuiamo a dondolare. E’ divertente, anche mio fratello e la figlia di Atena sembrano felici e spensierati, è davvero bellissimo.
Un altro giro e Leo mi tiene stretta da dietro la schiena e mi fa sbilanciare all’indietro, facendomi toccare i capelli sul pavimento. Io rido mentre lui mi riporta su, il figlio di Efesto mi prende in braccio e, sorridente, mi porta veloce in giro per la stanza. Quando mi fa toccare di nuovo terra gli butto le mani al collo e lo abbraccio, sentendolo ricambiare l’abbraccio, continuiamo a ballare- Grazie.- sussurro.

-Non preoccuparti.- dice lui. Mi da un bacio sulla guancia e attendiamo che la canzone sfumi via.

You make me crazier…

Crazier. Crazier…

Nota d'autrice... parte 2: Ehi! Come va? Che ve ne pare di questo capitolo musicale?
Lo so, anche in un altra fanfiction avevo messo una canzone di Taylor Swift, non mi definirei proprio una fan, però mi piace come canta :) Ho scelto questa canzone perchè era da un pò che ce l'avevo in testa e mi sembrava adatta (soprattutto la melodia) per questo capitolo ^^
Spero di trovare tante recensioni per questo capitolo speciale, alla prossima!
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 23
*** Siamo gelosi, eh? ***


Siamo gelosi, eh?
 
Mi chiudo la porta alle spalle e sospiro pensierosa. Chiudo gli occhi e mi siedo con la schiena contro il muro, sorrido ripensando a prima. Ora li apro e noto un ombra appoggiata all’armadio. Mi alzo di scatto e prendo afferro la torcia attaccata ai pantaloni e la faccio scattare verso la sagoma.
Nico esce dall’oscurità con le mani alzate- Whoa, mettila giù, sono io.- traggo un sospiro di sollievo e rifodero l’arma.
-Mi hai fatto prendere un colpo.- vado verso di lui- Che ci fai qui a quest’ora?- in realtà non è così tardi, sono solo le nove- Perché non c’eri a cena?-

-Ah, ti interessa ora?- mi chiede, scettico.
Inarco un sopracciglio- Cosa? Certo, perché non dovrebbe interessarmi?- mi aggrappo con le mani alle sue spalle e sorrido. Lui abbassa lo sguardo e esce dalla mia presa, va verso la porta- Che c’è?- chiedo svogliata, sapendo che ha qualcosa che non va.
Apre la porta e fa spallucce- Oh, niente, Sheen. Sto benissimo, non preoccuparti.- esce e prima di chiudere la porta mi guarda con la coda dell’occhio- Tu continua pure a ballare con Valdez, divertiti.-
Sbatte la porta. Io sobbalzo e rimango spiazzata dalla sua reazione- Stai scherzando?- spalanco la bocca incredula- STAI SCHERZANDO?!- impettita esco dalla mia camera e mi fiondo dentro quella di Nico- Fai sul serio? Ora ti metti a fare il geloso-

E’ steso sul suo letto, afferra una patatina dalla scatola rossa con una M gialla. “Come cavolo ha fatto ad andare al Mc Donald’s se siamo in una nave volante?!” penso, poi mi ricordo che lui è capace di arrivare in qualsiasi luogo grazie al viaggio ombra. Sgranocchia a patatina, mi guarda e poi continua a fissare il soffitto.
Mi blocco davanti al suo letto con le braccia incrociate- Seriamente te la sei presa perché ho ballato con Leo?- dico sbuffando- Era solo una canzone.-
Lui si alza di scatto e mi guarda negli- Oh, certo! Sei stupida o non riesci a capire le parole che ti ha cantato? You make me crazier. Sai che vuol dire?-

-Si!- sbotto- Ma non è un buon motivo arrabbiarsi perché mi ha canticchiato il ritornello! Dei, ti prego, la fai così pesante!-
Stringe i pugni e serra la mascella- La cosa che mi fa arrabbiare è che tu gli hai ripetuto a stessa cosa. Senti, non so cosa provi tu ma io credo che stai illudendo sia me sia Valdez, dopotutto sei figlia della dea della seduzione.- mi stuzzica con cattiveria.
Dischiudo le labbra e chiudo gli occhi, faccio un respiro profondo. Sono a tanto così da dargli un pugno sul naso- Lo pensi davvero?-
Cala il silenzio nella stanza. Si dice che chi tace acconsente- Sei un vero stronzo.- gli dico. Giro sui tacchi ed esco. Prima che possa ritornare in corridoio lui mi afferra per un braccio e mi blocca.
Nell’altra mano stringe la scatola di patatine, mi guarda con o sguardo da cucciolo ferito- Sei bellissima quando ti incavoli.- commenta malizioso- Certo che non lo penso.- sussurra. Non capisco se scherza o se è serio. Mi lascia il braccio e mi porge la scatola- Vuoi?-

-Ma fai sul serio?- inarco un sopracciglio e storco la bocca. Lui fa spallucce e alza e sopracciglia, con un sorriso ingenuo.
-Si. Allora?- insiste, avvicinando al mio viso le patatine.
-No!- incrocio le braccia facendo la preziosa.
-Mmmh.- mormora lui, provocatorio.
Mi giro verso Nico con aria altezzosa e afferro tutta la scatola del cibo de Mc Donlad’s- Guarda che non abbiamo finito qui con la discussione!-

Lui sorride e io me ne vado impettita, sgranocchiando le patatine.

Nota d'autrice: Salve a tutti, miei cari lettori e lettrici!
Scusate per la cortezza (ahahah si dice? >.<) del capitolo, ma spero che vi sia piaciuto comunque. Ora cercherò di stare al passo con i tempi, visto che ho finito i capitoli da pubblicare, che avevo scritto in precedenza :)
Non potrò mettere niente fino al dodici perchè sarò a Londra a vedere gli  studios di Harry Potter e tutto il resto *addio babbaniii!* ma se posso pubblicherò qualcosa ;)
Ci vediamooooo!
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 24
*** Altro che bei sogni! ***


Altro che bei sogni!
 
Cammino per le strade di New York.

O almeno quello che resta di New York.

E’ tutto in macerie. Una fitta nebbia avvolge i cumuli di calcinacci e vetri di finestra, cerco di non ferirmi con spuntoni arrugginiti di cemento armato che fuoriesce dalle poche abitazioni che sono crollate.
Il labbro inferiore mi trema per la paura e le prime lacrime iniziano a scendere. Poi mi rendo conto di cosa è successo veramente, come un ricordo. La guerra annunciata dalla profezia della Dea Mortale è compiuta, e i titani hanno vinto…
Cado in ginocchio e mi guardo attorno, con atri occhi. I corpi gelidi e grigi dei semidei con la maglia del campo Mezzosangue, e altri con delle magliette viola con un scritta incomprensibile, giacciono tra le macerie. Non so chi sono quelli che vestono di viola, ma forse sono anche loro semidei. O forse sono alleati di Gea e Crono.

Chiamo tutti i nomi dei miei compagni di viaggio ma sento solo l’odioso rumore del vento che soffia, tiro pugni su pugni nel terreno pieno di brandelli di cenere. Provo ad asciugarmi le lacrime ma il mio viso si colora del grigio cenere depositato sulle mie mani.
Guardo verso il cielo nuvoloso, scendono dei piccoli brandelli di cenere anche dalle nuvole. Alcuni sono rissi, probabilmente rimasugli di un fuoco spento, ma sembra assurdo.
Sono vestita con i soliti shorts di jeans e la maglia bruciata del campo.
Sono l’unica sopravvissuta? Non posso permetterlo, preferirei essere morta anche io.

Mentre singhiozzo sento una mano fredda toccarmi la spalla, mi giro lentamente nella speranza di vedere un volto conosciuto. Ma le mie speranze vanno in frantumi non appena vedo il viso pulito di un giovane, con una cicatrice verticale che gli solca la guancia. Ha i capelli biondi e indossa una divisa bianca e argentea da soldato greco, ma si vede che non ha combattuto. Non mi sta guardando, ma fissa tutta la New York devastata.
-E’ tragico, non credi?- dice solamente.
Mi alzo in piedi e osservo con lui la vista grigia- E’ orribile.- rispondo. Ora si è voltato e mi sta guardando, io faccio lo stesso- Sei l’unico sopravvissuto?- scuote la testa, io aggrotto le sopracciglia- Ci sono altri?- scuote di nuovo- Sei l’unico sopravvissuto o no?- insisto.

-Io non sono un sopravvissuto.- risponde.
-E cosa sei allora?-
Ora guardo i suoi occhi, sono blu con le pupille bianche. Ora capisco- Sono un morto.- risponde- Da tempo ormai. Mi sono sacrificato per uccidere Crono nella seconda guerra contro i Titani.-
Abbasso lo sguardo e storco le labbra, poi mi si accende la lampadina e lo guardo con le palpebre spalancate- Luke.- annuisce- Che ci fai qui? Non dovresti stare… bhe… dove sono quelli come te?-
-Si, dovrei.- dice con amarezza- Però tempo fa ho quasi aiutato Crono a distruggere il mondo mortale e divino. Non voglio che succeda di nuovo, okay? Voglio che tu non ti faccia condizionare dai titani o dagli dei che potranno confonderti le idee, fidati solo di te stessa. E di nessun altro.-

Abbasso lo sguardo- Va bene.- il suo corpo emette un bagliore di luce fioca, sembra stia svanendo. Lo afferro per un braccio- Aspetta.-
Mi guarda con lo sguardo distante- Devi essere forte, Muriel. Il dolore che ti attenderà è più forte di quanto pensi.- sospira chiudendo gli occhi-
Mi tremano le gambe e il labbro inferiore, sento già gli occhi farsi umidi- Tu… tu sai qualcosa sul mio futuro? Se è così… non dirmelo.- Luke appare sorpreso, io annuisco- Si. Voglio scoprirlo da sola.-
-Capisco.- fa una pausa- Non te lo avrei detto comunque, non mi è permesso.- fa un mezzo sorriso e indica il paesaggio. Io mi volto e vedo i cadaveri dei miei amici in fila davanti a me, le lacrime sgorgano a fitte sulle mie guance. Luke mi stringe la mano- Questo è quello che ti aspetta se Crono e Gea trionferanno… scusami, non volevo mostrarti tutto questo, ma l’ho fatto per motivarti.-

Cado a terra, e lancio un grido di orrore a questa vista. Mi stringo le braccia in grembo, per il dolore- No.- sussurro, con la voce strozzata- No!- urlo. Alzo lo sguardo verso mio fratello Percy e stingo i denti per sopportare. Non trovo Piper, dov’è mia sorella?! E poi vedo Nico, stringe qualcosa in mano, sembra qualcosa di simile a una statuetta, e la sua spada nell’altra. E’ steso a pancia in su. Morto.

Sono tutti morti.

-Scusami.- ripete Luke- Il mio tempo è finito, ci rivedremo nei Campi Elisi, Muriel, sempre che dopo morta non andrai negli Inferi.- lo guardo e mi asciugo le lacrime, annuisco anche se non ho capito bene di cosa sta parlando- Ti prego, di’ ad Annabeth che sento tanto la sua mancanza e dille che mi dispiace, sarò sempre al suo fianco anche se non può vedermi… Dille queste parole: “Famiglia. Scusa se non ho mantenuto la mia promessa.”-
Detto quello svanì e la sua luce scomparve tra le nuvole di cenere. Sento un incredibile rombo proveniente da sottoterra, il terreno si squarcia e mi ritrovo a cadere nel vuoto, dove nel fondo mi attende un mare di lava.

Faccio in tempo soltanto a lanciare un grido.

Poi mi ritrovo nella mia cabina.

Nota d'autrice: Rieccomi di nuovo qui! Ebbene si, miei cari lettori, sono tornata da Londra e dagli studios del mi amatissimo Harry :3
E come promesso ho pubblicato un altro capitolo, solo che sto avendo problemi con la tastiera: quando schiaccio la L e la O, non sempre appaiono nello schermo (ed è una cosa snervante!) u.u
Comunque, vi è piaciuto questo capitolo? Lasciate una recensione.
Grazie,
Grace <3 <3 <3

p.s. Lo so, questo capitolo è stato spacca-feel, mi dispiace, ma dovevo inserire il MIO (^.^) amato Luke nella storia! E questa non sarà l'ultima volta che lo vedrete ;) spoiler fatto! 

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Capitolo 25
*** "Deceduta" sarà una parola delicata? ***


“Deceduta” sarà una parola delicata?
 
Busso alla porta con incisa un gufo viola, aspetto che qualcuno risponda- Avanti.- dice Annabeth. Io entro e poi chiudo. La ragazza di mio fratello è seduta su una poltrona di vimini davanti ad una scrivania di legno. Appoggia il mento sui polsi e fissa lo schermo del computer con il simbolo dell’inventore Dedalo, come mi ha spiegato lei.
-Ehi.- vado verso Annabeth e si volta verso di me.
-Muriel, che ci fai alzata a quest’ora? Sono le tre di notte- dice, a bassa voce- Dimmi. Ti serve qualcosa?-
Mi gratto dietro la testa imbarazzata- Non proprio.-
Lei aggrotta le sopracciglia e storce la bocca- Dimmi che non hai preso da Percy l’abilità nel metterti nei guai. Dai, seriamente, che è successo?-
-Niente di grave, è solo che volevo sapere qualcosa in più su questo… Luke.-

Vedo Annabeth irrigidirsi e abbassare lo sguardo- Era un semidio, il capo cabina della capanna di Ermes.-
Aspetto qualche secondo- E poi? Percy ha detto che era un traditore, dovrà esserci qualcosaltro.-
La figlia di Atena serra la mascella e mi guarda con la coda dell’occhio- Percy ha detto questo? Luke ha dato la vita per tutti noi e per distruggere Crono dopo quello che aveva fatto. Si, all’inizio è stato un traditore, ma prima di morire si è dimostrato più coraggioso di tutti noi messi insieme!- batte un pugno sulla scrivania- Luke è un eroe.-
-Scusa, non volevo farti arrabbiare.-
-No, scusami tu…- mi fissa per qualche secondo, poi aggrotta le sopracciglia, dubbiosa- Muriel, perché sei venuta? Dimmi la verità.-
-Ho sognato Luke.- rispondo.

Le racconto quello che ho sognato. Descrivo nei minimi dettagli la vista della New York distrutta e dei corpi ammassati dei nostri amici, tra le macerie. Gli occhi di Annabeth si riempiono di lacrime al solo pensiero, si acciglia un attimo quando le dico che Piper non c’era.
-Non so perché.- rispondo alla sua domanda- Forse era l’unica che si è salvata oltre a me, non lo so…-
Continuo a raccontare e mi fermo ad un centro punto lasciando la frase in sospeso:- Prima di svanire mi ha detto…-
Annabeth mi prende le mani, una lacrima le riga una guancia- Cosa? Che ti ha detto, Muriel?-
-Gli manchi, Annabeth. Sarà sempre al tuo fianco, anche adesso lo è, magari è proprio lì, accanto a te.- indico un punto vicino alla sedia di vimini e lei si gira verso quella direzione. Faccio un mezzo sorriso. Lei si copre la bocca con tutte e due le mani, mentre cerca di non ridere per la gioia. Mi guarda felice e malinconica- Ha detto altro?-
-S-si…- aggrotto la fronte e annuisco- Ha… ha detto questa frase… “Famiglia. Scusa se non ho mantenuto la mia promessa.”.-

Pochi secondi e scoppia a piangere disperata, io la abbraccio e cerco di consolarla- Potevamo salvarlo!- singhiozza stringendomi- Avevamo il nettare, l’ambrosia. Lui non ha voluto, mi ha visto felice con Percy e ha pensato che non avessi più bisogno di lui… Ora invece ne ho più bisogno di quanto credi.-
Alzo gli occhi al cielo, non sono brava a consolare la gente. Lei si stacca da me e io le accarezzo la testa, ma sembra più che stia facendo le carezze ad un gatto. Lei mi squadra e io sbuffo- Non so cosa dirti, Annabeth. Non sono brava a confortare le persone, ora ci provo.- penso a qualcosa di carino da dire- Ah, okay, ce l’ho! Vedrai che è felice, magari ha fatto amicizia con qualche semidio…- trova un sinonimo, Muriel, trova un sinonimo!-… ehm… qualche semidio morto. Magari ha anche una fidanzata… deceduta…? Si, deceduta! Ecco un sinonimo più delicato di morto!- lei scoppia a ridere e si asciuga le lacrime. Sento che è una risata un po’ sforzata, ma almeno ha provato a fare un sorriso.
-Ora dovrei proprio andare a dormire.- dice lei, abbassando lo sguardo- Dovresti riposare anche tu, chissà quanti altri sogni ti terranno sveglia nei prossimi giorno. Si, i semidei sognano male.- storce la bocca.

-Okay.- bisbiglio. Mi avvio verso la porta, ma prima di uscire mi giro e sento Annabeth abbracciarmi forte- Andrà tutto bene,- le stringo le spalle- pensa positivo, fatti una risata… come fa Leo!- lei sorride di nuovo e io esco.

Proprio quando lascio il pomello della porta sento una voce dire: “Grazie.”.

Quella di Luke...


Nota d'autrice: *si mette in ginocchio* PERDONOOO! PERDONO, PERDONO, PERDONO! Scusate tanto per la mia lunga assenza, ma avevo il computer dal tecnico perchè non mi funzionava più la tastiera (immaginatevi il colpo che mi ha preso quando si è bloccato tutto mentre stavo scrivendo questo capitolo! SHOCK!) e quindi l'ho dovuta sostituire. Questo significava niente scrittura del libro e niente fangirlamento! E io ero tipo:- Noooo! Ti pago cento cinquecento euro se me lo aggiusti in un ora!- ahahahah, seriamente, ero distrutta! :(
Comqune ora eccolo qui, e non vedo l'ora di leggere tante recensioni, scusate ancora :)
Grace <3 <3 <3

P.s. Chiamatemi pure babbana (se ci provate vi ammazzo! *carina e coccolosa, Grace. Carina e coccolosa*), ma quando sono andata agli Studios di Harry Potter il 10 ho assaggiato la Burrobirra... e fa schifo >.< Scusate, lo dovevo dire, è troppo dolce e aspra <3
Pis end lov!

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Capitolo 26
*** Leo è come un procione sotto anestetico ***


Dopo aver letto il capitolo leggete la Nota d'autrice alla fine, è importante.


Leo è come un procione sotto anestetico.
 
Il venti giugno.
 
Non so neanche io come Leo abbia fatto ad installare in sole quattro ore un iperpropulsore ai motori della Argo II, ma dopotutto è il figlio di Efesto e questo ci ha permesso di fare un ammaraggio nel Mar Egeo… il che non è molto promettente. Ripenso ad una frase della profezia:
Le onde greche dei senza vita saran da attraversare
Parla del Mar Egeo. E nel Mar Egeo ci sono morti un sacco di semidei… più volte. E io non sono per niente tranquilla! Il mio fratellone (no, non il ciclope)  ha ideato un “torneo” di combattimento con la spada, per allenarci per quando sbarcheremo in Grecia. Il torneo finisce quando un avversario ferisce lo sfidante al braccio, ma non gravemente.
Percy è stato battuto da Talia che ora sta sfidando Nico, menando fendenti e parate- Fammi vedere cosa sai fare, cugino!- lo stuzzica lei, scherzando.

Drew ha perso contro Annabeth (ovviamente), che poi è stato sconfitta da Piper. La mia sorella preferita ora è in sottocoperta a fare un messaggio-Iride, che non ho ancora capito bene cosa sia, con Chirone per dire che stiamo bene (per ora) e poi con un'altra persona, ma non vuole dire chi sia; solo il figlio di Efesto lo sa. Ma credo sia importante.
Forse non dovrei concentrarmi così tanto su Nico e Talia, anche perché sto sfidando un bravo combattente: Leo. Si, sembra che pensi solo a scherzare e ridere, ma quando si impegna nel combattimento può dare filo da torcere.
Ha sempre il sorriso quando attacca, il che mi fa ridere, non riesce mai a stare serio. Per questo mi fa ridere, vede sempre il lato positivo anche quando non c’è.
Paro ancora una volta il suo colpo, però il secondo no, infatti finisco col sedere per terra. Leo punta la spada vicino al mio braccio, intento a farmi il taglietto, cosa che io ritengo giusta: lui ha vinto e infatti mi procura un piccolo taglietto. Ma Nico, dopo essere stato scaraventato a terra da Talia, si rialza, senza badare alla sua avversaria e viene verso di me e Leo.

Percy, Annabeth, Tyson, che stava cercando di acchiappare un piccione, e Drew ci guardano con le sopracciglio- Ehm, Nico?- dice Talia- Non ho finito con te!- dice scherzando.
-Ehi!- sbotta Nico, guardando Leo. Sgrano gli occhi “E ora che fa?!” penso. Si rende conto che tutti ci stanno guardando e sorride- Voi continuate pure i duelli, devo dire una cosa a Leo.- solo Talia sembra essere preoccupata della reazione del figlio di Ade, ma anche lei dopo qualche secondo procede con i combattimenti, sfidando Annabeth. Nico prende Leo per un braccio e lo porta accanto alla polena della nave: Festus.
-Ehi, sorella!- mi chiama Percy, roteando Anaklusmos nella mano destra, facendo l’esibizionista- Un duello fraterno?- chiede, sorridendo maliziosamente.

-No, vado un attimo a parlare con… Leo.-
-Oh andiamo! Hai paura di essere battuta dal fratello maggiore?- mi fa l’occhiolino e io sbuffo.
-No. E’ solo che non voglio umiliarti in pubblico, sai che ti batterò.- lo schernisco, scherzosa. Fa finta di mettere il broncio, ma poi sorride e va da Tyson.
Raggiungo i due semidei, Nico sembra abbastanza arrabbiato- Ehi, ragazzi, che si dice?- cerco di fare l’indifferente.
-Il nostro amichetto che frequenta i morti, qui, sta esagerando.- Leo incrocia le braccia stizzito e grugnisce- Era solo un taglietto, la penitenza del perdente è questa.- spiega. Gli rifilo un’occhiataccia del tipo: “Ehm, come scusa?” e intuisco che lui abbia capito- Senza offesa, Muriel.- ridacchio e Nico mi squadra.

-Cos’era quella?- chiede lui.
-Cosa?- chiedo io.
-Quella risata.-
Sbuffo- Non è il momento.- dico fra i denti.
-Oh si che è il momento.- dice Leo, scandalizzato- Vorrei sapere perché te la sei presa tanto, Di Angelo.-
Nico mi stringe il polso e io lo guardo- Lei è la nostra missione, e non possiamo mettere a rischio la sua sicurezza.-
Il figlio di Efesto ride- Siamo semidei. Anche solo respirando mettiamo a rischio la nostra sicurezza.- e poi scoppia a ridere di nuovo per quanto Nico sia buffo quando è arrabbiato. Leo sa davvero confortare le presone… ovviamente sono ironica: ha meno sensibilità di un procione sotto anestetico- Già è tanto se siamo arrivati fino a qui.- fa un’altra risata e io mi unisco a lui. Come fa a far ridere la gente anche nei momenti peggiori.

Peccato che il mio sorriso non abbia dato tanto fastidio a Nico quanto la risata di Leo. Sgrano gli occhi quando vedo il re degli spettri scagliarsi contro Leo, afferrandolo per la collottola e inchiodandolo contro il collo di Festus.
Lui sembra spaventato, e anche io, per la sua reazione. Afferro Nico per un braccio- Nico!- esclamo- Smettila!- mi metto tra lui e Leo e gli do una spinta sul petto per farlo allontanare- Che ti è preso?- lo sento, sento che non riesce a sostenere il mio sguardo duro, infatti lo abbassa.
-Lui ti ha…- inizia.
-Non mi interessa! Non dovevi reagire cosi!-
Percy, Annabeth, Tyson e Talia ci raggiungono, con sguardi preoccupati. Drew è rientrata nella sua cabina, fregandosene di noi.

Guardo il figlio di Efesto, che si è appena appoggiato su Festus, e respira affannosamente. Il suo tocco nel metallo del drago deve aver attivato una modalità di difesa: il suo collo si allunga e non punta più verso l’orizzonte, ma si gira verso Nico, fissandolo con gli occhi rossi, con il muso accanto al braccio del suo inventore.
-Calmo, bello.- sussurra Leo, accarezzandolo vicino alle narici. Sento Festus vibrare e poi sbuffa fumo dalle narici, scompigliando i capelli del suo padrone. Ritorna alla posizione di prima, emettendo cigolii.
-Muriel,- inizia Percy, mettendomi gentilmente una mano nel braccio, poi mi guarda- che è successo?-
-Non sono affari tuoi, Jackson!- sbotta Nico.

Lui sembra scioccato, mi lascia il braccio e va verso il re degli spettri. Questa è la prima volta che vedo Percy arrabbiato, veramente, stringe i pugni lungo i fianchi- Non sono affari miei? E’ mia sorella! Sono affari miei. Voglio sapere cos’è successo.- cerca di calmarsi.
Leo si allontana da Festus e va verso mio fratello- Se l’è presa perché ho battuto Muriel a duello.- non apprezzo molto le parole con cui ha dato la sua spiegazione, ma ci passo sopra. Leo guarda Nico- Seriamente, Di Angelo, che ti è preso?-
Tutti lo stiamo guardando e lo vedo in difficoltà, abbassa di nuovo lo sguardo. Mi mordo il labbro per il nervosismo. Percy lancia un occhiata a Leo e poi a Nico- Seguitemi.- ordina.

Oh, cavolo… qui finisce male.

Nota d'autrice: BUON NATALEEEE! (con un giorno di ritardo, ma dettagli!) :D
Scusate, non ho potuto pubblicarlo ieri perchè, bhe, sapete com'è: parenti, regali, cibo a volontà! In poche parole il tipico giorno di Natale con la famiglia della sottoscritta ;)

Comunque sono delusa, ho guardato le recensioni dei vecchi capitoli e pensate che nel primo siete arrivati addirittura a 9, come mai adesso siamo scesi ad 1 o 2? Perchè non recensite più?

Devo sempre chiedervi di scrivermi recensioni nella Nota d'autrice, a me non sembra giusto, io mi impegno in questa storia e a volte la ignorate.

Scusate, ma vorrei sapere quanto vi costa lasciare dei commenti positivi o negativi che siano. Ho visto le persone che hanno messo tra i preferiti o che seguono questa fanfiction, e solo un paio o tre stanno recensendo.
Scusate se mi lamento.
Grace <3 :)

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Capitolo 27
*** Non sarebbe male un Babbo Natale che fa surf... come tatuaggio. ***


Non sarebbe male un Babbo Natale che fa surf… come tatuaggio.
 
Lascio gli altri sul ponte e corro anche io nel corridoio delle cabine. E’ buio, e sento la voce di mio fratello provenire dalla stanza di Nico, mi avvicino alla porta e posiziono l’occhio nel buco della serratura, origliando.
Ci sono Nico e Leo di fronte Percy, che ha le braccia incrociate e lo sguardo severo e protettivo. Guarda Leo- So che le condizioni erano quelle, ma non avresti dovuto ferire Muriel.- “Dei, ma è uno scherzo?!” penso, alzando gli occhi al cielo “E’ solo un taglietto!”
-Okay,- risponde lui sbuffando- ma non avrebbe dovuto prenderla così sul serio, il nostro amichetto qui.- dice, indicando con il mento il figlio di Ade.

-Perché hai reagito in quel modo?- gli chiede Percy, appoggiandogli una mano sulla spalla. Nico prova a guardarlo, ma sembra quasi non sopportare il mio sguardo… come fa con me quando sono arrabbiata.
Si strofina gli occhi- Ti prego, vattene…- bisbiglia. Si siede sul suo letto. Percy dischiude le labbra, sembra ferito. Si siede accanto a lui e appoggia una mano sul suo ginocchio, confortandolo- Non voglio vederti… non voglio vedere nessuno dei due. Andatevene.-
-Nico…- inizia Leo- Va bene scusa, non avrei dovuto ferire Muriel, ma tu non avresti dovuto reagire così. Si può sapere adesso perchè…-
-Andate via!- grida, facendoli sobbalzare, compresa me. Decido che è il momento di intervenire.
Spalanco la porta di scatto- Fuori.- hanno detto abbastanza, ora ci parlo io.
-Ma…- dice Percy.

-Fuori, ho detto!- sbotto- Lasciateci soli.- loro seguendo la mia lingua ammaliatrice, se ne vanno. Mi avvicino a Nico, che si è seduto con la schiena contro un angolo della stanza, il viso nascosto tra le ginocchia e le braccia- Ehi.- mormoro.
-Non ora.- dice- Vai via anche tu, ti prego. Ti prego! Ho bisogno di stare solo.- appoggia la fronte contro il muro e tira su col naso- Vai da tuo fratello e lasciami in pace.- mi ordina.
Scuoto la testa e sorrido- Fai silenzio.- dico con dolcezza. Lui obbedisce, a volte mi dispiace usare la lingua ammaliatrice su di lui, o su altri. Si gira verso di me, con una lacrima che gli riga la guancia e improvvisamente sento un orribile sensazione al petto- Oh, Nico.- sussurro. E’ ancora seduto contro lo spigolo, porto le mani alle sue braccia e le faccio allargare. Lo abbraccio forte, sento il suo cuore battere forte- E’ tutto okay.- non sta ricambiando l’abbraccio, ma sento premere le sue labbra sulla mia nuca.

Appoggio la tempia sulla sua spalla e chiudo gli occhi, restiamo così per un po’, poi quando  li riapro noto un piccolo solco color grigio chiaro che spunta dalla maglia nera di Nico. Alzo la testa e lo fisso- Che hai fatto al collo?- gli chiedo- Non è che hai un tatuaggio di un teschio con una falce o roba del genere, vero?- chiedo, scherzando.
Lui dischiude le labbra e sospira. Prova ad abbozzare un sorriso, ma non ce la fa- I tatuaggi fanno molto meno male. Preferirei avere tatuato un Babbo Natale che fa surf piuttosto di quelle… quella- faccio una piccola risata, ma la sua voce roca e triste mi fa tornare seria- Una cicatrice.- la osservo meglio, ha ragione, è sbiadita ma sembra profonda.
-Quanto…- inizio.
-Dal bacino fino alla spalla.- risponde, precedendomi. Abbassa lo sguardo.
-Come te la sei procurata?-

-Senti, ci sono cose che solo alcuni capiscono.- si alza e indossa la giacca da aviatore nera che è appoggiata sul letto, tira più su il cappuccio per coprire la cicatrice- Credimi, fa più male parlarne che riceverne come queste.- spiega, indicando con un occhiata la schiena.
Vado verso di lui- Voglio aiutarti.- dico, mettendo le mani nelle sue spalle. Gli faccio scivolare la felpa, che cade nel pavimento- Ma tu aiutami a capire, prima.-
Gli trema il labbro- Non farmelo fare.- mi implora.
-Ti prego, Nico.- perché non vuole dirmi cosa gli è successo?
Un’altra lacrima gli riga la guancia e annuisce, deglutendo. Si gira e afferra il tessuto della sua maglia, che si toglie.
Quando vedo la sua schiena quasi mi viene da piangere- Oddei.- sussurro, alla vista delle cicatrici che segnano la sua pelle.

Aveva ragione, sarebbe di sicuro meglio un Babbo Natale che fa surf piuttosto che queste.

Nota d'autrice: Buon BAZINGA a tutti! (Sheldon Cooper for president xD)
Comunque, vi ringrazio tantissimo per le recensioni dello scorso capitolo! Significa molto per me; però la nota d'autrice  era per farvi capire che a noi scrittori piace rispondere alle recensioni dei lettori, sapere cosa c'è che non va nella storia o magari farci sapere se vi piace ^^ Non volevo assolutamente sembrare una dittatrice (?) o roba del genere ahahahahah :*
Grazie mille, comunque!
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 28
*** Bianca Di Angelo VS Jessica Alba ***


Bianca Di Angelo vs Jessica Alba
 
Mi avvicino alla schiena di Nico, con un senso di colpa mischiato alla tristezza che mi preme nel cuore. Appoggio una mano sulla sua pelle e lui si irrigidisce, mi guarda con la coda dell’occhio, sembra stia per dire qualcosa, ma io lo precedo- Sssh.- lo zittisco, dolcemente.
Chi può avergli fatto tutto questo?
Conto le cicatrici. Sono quattro. La più profonda e vivida è al centro della schiena, in diagonale. Appoggio delicatamente una mano sopra quella e percepisco che è di molto tempo fa, anche se sembra se la sia procurata da poco- Spiegami.-
-Sai che io ho una sorella romana, vero? Hazel.- inizia. Io annuisco. Hazel faceva parte della Profezia dei Sette, è figlia di Plutone e vive al Campo Giove insieme agli altri componenti romani della profezia- Lei era morta in Alaska molti, e credimi se dico molti, anni fa. L’ho trovata negli Inferi, quando stava per essere giudicata, e l’ho portata via da li e guidata fino al Campo Giove.- fa una pausa, forse per pensare se deve dirmelo o no- Prima di uscire dagli Inferi ho dovuto… pagare, in un certo senso, Tanato, per farla uscire da li con me.-

Ragiono un attimo. Tanato. Morte. Giusto! E’ la personificazione della morte, Tanato è un dio degli Inferi- Continua.- lo incito. Voglio sapere.
-Mi ha proposto un patto: mi ha detto che quando succederanno cose… brutte, orribili, di cui non potrò sopportare il dolore riceverò delle cicatrici, altrettanto dolorose, così che il dolore mi faccia preferire di essere morto, piuttosto che vivo e provare quella sensazione di male… fisico e mentale.- si gira e mi guarda, gli scende un’altra lacrima dall’occhio- Questo era il patto. Soffrire per tutta la vita, per aver riportato mia sorella in vita.-
Ho gli occhi accaldati per le sue parole, mi fiondo tra le sue braccia- Sei la persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto.- confesso. Faccio scorrere le dita sulle cicatrici e lo guardo.

-Tutti i semidei quando soffrono così tanto ricevono lo stesso trattamento con Tanato,- spiega- ma io devo soffrire di più per quello stupido patto!-
-Ma… non sei felice per aver riportato tua sorella in vita?- chiedo.
-Si, ma non la potrò più vedere. Non la vedo da quattro anni, da quando abbiamo sconfitto Gea per la prima volta- spiega, abbassa lo sguardo- E’ così ingiusto.-
Annuisco. Ha ragione, non dovrebbe soffrire così- Per cosa sono le cicatrici… voglio dire…-  mi interrompo, non so come dirlo, non voglio sembrare indelicata.
Si gira e indica la seconda cicatrice più piccola e più in alto, sotto la spalla- Quando mio padre ha detto che sarei dovuto morire io al posto di mia sorella.- non sembra chissà che, certo, è una cosa orribile da dire… bhe, forse Ade non gliel’ha detto così, come se niente fosse, ma con cattiveria.

Rimango in silenzio e aspetto che continui- Quando ho dovuto dire addio a Hazel, prima che partisse per il Campo.- questa è la più piccola, meno profonda. Annuisco e fa cenno con la testa a quella sopra la cinta dei pantaloni, sempre in diagonale. E’ quella che sembra essere meno profonda, forse, ma è comunque doloroso guardarla- Questa…- gli si incrina la voce- quando ho visto Percy cadere nel Tartaro, perché non sono riuscito ad afferrargli la mano e tirarlo su, lui e… Annabeth.-
-Oh.- sussurro. Mio fratello mi ha raccontato che era precipitato nel Tartaro con Annabeth, non pensavo che questo ricordo fosse così doloroso da recargli una cicatrice.
-Poi…- inizia, ma la voce viene interrotta da un singhiozzo. Capisco perché.
L’ultima cicatrice, quella che avevo intravisto attraverso la maglia, quella che va dal bacino alla spalla. Questa è la più profonda, non riesco quasi a guardarlo al pensiero di quanto potrebbe avergli fatto male- Tua sorella.- sussurro- Bianca…- annuisce e si rimette la maglia. Va verso la porta e la chiude a chiave, che fa adesso?

Si stende sul letto e tende le braccia verso di me- Resti un po’ qui?- mi chiede, con le lacrime agli occhi. Oddei, sembra un bambino piccolo che ha bisogno di coccole. Io sorrido e mi nascondo tra le sue braccia. Mi prende alla sprovvista e mi bacia, questo è un bacio diverso: sento le sue labbra salate di lacrime, gli accarezzo le guance bagnate e intreccio le dita con alcune ciocche dei suoi capelli- Me la ricordi, in qualche modo. Per questo la mia reazione di prima è stata esagerata, perché ho paura che ti venga fatto del male…-
-Chi?- farfuglio tra le sue labbra- Chi ti ricordo?-
-Bianca.- risponde, staccandosi un po’. E’ un complimento? Bhe… paragonarmi ad una morta non credo sia il massimo per una ragazza.
-Grazie…?- rispondo, incerta- Piper dice che somiglio a Jessica Alba, in bellezza.- commento, cercando di aggirare il paragone che ha appena fatto.

-Chi?- chiede, confuso, alzando un sopracciglio.
-Quella dei Fantastici Quattro, sai? La Donna Invisibile, Susan Storm…- non c’è niente da fare, lui non le sa queste cose dei Super Eroi. Rido e lo bacio- Lascia stare, Nico.-
-Comunque, sei di sicuro un miscuglio tra il carattere di Bianca e la bellezza di questa Jessica Alba.- dice, annuendo- A chi somiglierà di più Muriel Sheen? Lo scoprirete nella prossima puntata!- annuncia.
Io scoppio a ridere- Tu sei mezzo matto! Come ti vengono in mente certe cose nei momenti peggiori.-
-E’ merito tuo.- risponde, prendendomi la mano. Si mette a pancia in su e appoggia una tempia sulla mia spalla- Io credo che tu, non solo riesci a far risplendere la tua bellezza, ma anche quella interiore delle persone. E io sono un esempio.-
-Grazie.- sussurro, sorpresa- Sei molto dolce.- inizio a guardare il soffitto nero, come fa lui e gli stringo la mano.

La sua bocca si piega in un ghigno e fa una piccola risata amara e triste- Credimi, non lo sono.- una sua lacrima mi bagna la spalla.

Nota d'autrice: Ciaooo! Ecco un altro capitolo!
Alcuni non hanno capito perchè Nico sia stato così esagerato con la sua reazione per il taglietto fatto a Muriel, quindi ho messo la spiegazione ;)
Spero vi sia piaciuto... piccolo spoiler: ho scritto IL capitolo cruciale, che fra qualche giorno pubblicherò (non sarà il prossimo) ma potrà distruggere feels >.< Mi odierete lo so :(
Grace <3

 

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Capitolo 29
*** Visita dal piccione dell'amore ***


PRE-NOTA D'AUTRICE: MI RACCOMANDO, LEGGETE ANCHE LA NOTA D'AUTRICE ;) Tranquilli, non è un'altra ramanzina ahahahahh <3

Visita dal piccione dell’amore
 
-Di cosa avete parlato tu e Nico prima?- mi chiede Percy, guardando l’orizzonte colorarsi di rosa-arancione, per il tramonto. Siamo appoggiati entrambi con i gomiti alla ringhiera nel piano più alto della nave, vicini, sotto l’albero di mezzana. Ora l’aria sembra più calda, più piacevole. Il tempo è bello e con poche nuvole.
Di solito, nei film, quando ti sembra che in quel giorno non possono accadere cose brutte è proprio il giorno in cui accadono. E’ per questo che ho una paura tremenda in questo momento. Non riesco ad essere tranquilla.
-Niente di particolare.- rispondo, respirando a pieni polmoni quell’aria pulita. Sento un calore provenire dalla mia mano sinistra, le dita di Percy si intrecciano alle mie, guarda ancora l’orizzonte.

-Ho paura che possa accadere la tessa cosa che è successa a Nico, però a me.- dice.
-Cioè?-
-Lui aveva paura di perdere Bianca e l’ha persa. Io ho paura di perdere te e…- mi lascia la mano e stinge entrambe nella ringhiera fredda, si spenzola con la testa in avanti. Sembra si stia sforzando per non piangere.
Respira profondamente e guarda in alto. Si, gli sta venendo da piangere. Gli tocco le guance con le mani e faccio appoggiare la sua fronte alla mia- Ehi, vedrai che ritorneremo al Campo Mezzosangue tutti insieme, continueremo ad allenarci nell’anfiteatro, giocheremo a Caccia alla Bandiera, vedremo lo spettacolo dei Fuochi D’Artificio nella spiaggia ogni quattro luglio… Andrà bene.- bisbiglio. Lui annuisce e tira su col naso.
Sta per dire qualcosa ma un uccello che va a sbattere contro di lui lo interrompe, e cade a terra, mentre il piccione vola nel ponte della nave, stordito e si scontra di nuovo ma con Tyson. Gli si infila nella maglia del Campo Mezzosangue e il ciclope inizia a gridare, spaventato. Gli altri, compresi me e Percy, corrono verso di lui. Io, mio fratello e Piper cerchiamo di aiutarlo a liberarsi del volatile, che si sta infilando tra i pantaloni. Il piccione esce dalla gamba destra dei jeans di Tyson e lui si nasconde dietro di Percy- Stupido piccione!- lo rimprovera il ciclope.

Il volatile sembra stordito, si passa un ala tra le piume  della testa e strabuzza gli occhi, tossendo- Piccione a chi, razza di idiota!- grida l’uccello bianco, con una voce roca e severa. Trasaliamo tutti dalle sue parole, visto che non dovrebbe parlare! Drew alza gli occhi al cielo e cade all’indietro, svenuta. Il piccione la guarda disgustato- Davvero? Sei una semidea che ha partecipato alla seconda guerra contro i Titani, con tanto di segugi infernali, giganti e altre creature ripugnanti, e svieni alla vista di una colomba? Per fortuna che sei bella, tesoro.- la colomba si spolvera con le ali il petto piumato e si schiarisce la voce- Dov’ero? Ah si, io sono Cupido!- grida con enfasi il piccione.
Scoppiamo tutti a ridere a quelle parole, va bene che la colomba è l’animale sacro ad Afrodite, ma in questo caso, un Cupido sottoforma di colomba parlante è davvero ridicolo e divertente. Mi accorgo che solo Nico non ride, sembra paralizzato e che abbia appena visto un fantasma… anche se credo gli capiti spesso.

-Ha, ha, ha.- ci schernisce Cupido- Siete molto maturi. Questa non è la mia vera forma, è stata Afrodite a farmi questo, per permettermi di raggiungervi e parlare con voi. Mi farà tornare normale quando avrò svolto questo compito, quindi sbrighiamoci.- il suo sguardo sembra addolcirsi quando mi guarda, il mio sguardo spaventato da quando ho sentito il nome Afrodite.
-Afrodite?- ripete Piper, confusa- Perché ti ha mandato qui?-
-Oh, Piper.- la colomba si avvicina ai suoi piedi e sembra sorridere, sognante- Come va con Jason? E’ da tanto che non lo sento, sai?-
Lei sembra che stia per fare la fine di Drew al nome del suo ex- Hai… hai conosciuto Jason?-
-Si, quasi cinque anni fa, poi l’ho tenuto sempre d’occhio.- le fa l’occhiolino. Si guarda intorno- Ma che fine ha fatto anche il suo amico, quello vestito di nero che era con lui, per lo scettro di Diocleziano? Il figlio di Ade, non c’è?-
Nico fa un passo avanti, sembra stia per morire- Sono qui.-

Cupido, goffamente, zampetta fino a lui e gli abbraccia una gamba con le ali- Come stai, piccolo Nico? Lo hai superato? Sei felice ora?-
“Oh no.” penso, mordendomi il labbro, guardo i volti interrogativi dei miei amici “Non fate domande, vi prego. Non fate domande.”. Intanto Drew si è ripresa, giuro che se non sta zitta la strangolo.
-Di che sta parlando?- chiede Percy.
“E ti pareva che proprio tu dovevi parlare!” impreco dentro di me.
Il piccione corre da lui- Aah! Percy Jackson, eccolo qua. Sono contento di vederti, ora capisco tutto, Nico. Ci credo che ti eri innamorato di questo bel ragazzo!- pianta le ali nei fianchi e lo ammira, sorridente.
Le mascelle dei miei compagni toccano terra, soprattutto quella di Annabeth. Io mi metto una mano nella fronte, infastidita e imbarazzata, stingendo gli occhi. Che gran casino!

Lo sguardo di Percy è fisso su quello di Nico, il quale si sta iniziando a riempire di lacrime. Il figlio di Poseidone dischiude la bocca, sembra sia scioccato e sorpreso e arrabbiato. E’ indecifrabile il suo sguardo. Tyson si guarda intorno, con la sua solita faccia paffutella e ingenua- Non ho capito.- dice. Nessuno inizia a dargli spiegazioni, sono tutti confusi ora.
-Ah…- Cupido si gratta il collo con un’ala- Ma non lo avevi detto? Ho sbagliato...?- vorrei dar fuoco a questo stupido pennuto divino.
Riesco a percepire la tristezza e la rabbia nello sguardo di Nico. Stringe i denti e gli occhi, con la testa bassa. Lo sento, non si trattiene più dal pianto, le lacrime gli scivolano lungo le guance.
-Nico…- Percy si avvicina a lui, ancora chinato.
Lui si sposta subito di qualche metro, voglio fare qualcosa, uccidendo il pennuto magari gli altri scordano cos’ha appena detto, o forse posso obbligare tutti con la lingua ammaliatrice a dimenticare tutto quello che è successo negli ultimi dieci minuti… ma non credo funzionerebbe.

-Nico.- ripete, questa volta più sicuro, dopo averlo raggiunto. Gli mette una mano nella spalla e il figlio di Ade si irrigidisce- Pensavo mi odiassi.- Nico gli toglie bruscamente la mano.
Vado verso di loro, con gli altri dietro di me, tranne Tyson che sembra non capirci molto.
-Ti odio, infatti.- risponde, girandosi verso di lui.
-Ma… Cupido ha…-
-Ti odio!- grida, frustrato- Non ti basta?! Sei odiato da mezzo Olimpo, tutto il Tartaro e da me, non ti basta?! Sono stato innamorato di te, Jackson, in passato! Ero un bambino. Ma ora l’unico sentimento che provo per te è l’odio!-
-Ehm, non c’è bisogno di urlare per esprimere i…- inizia Cupido.
-Tu taci, piccione schifoso, e ringrazia che non odi te più di lui!- lo rimbecca Nico.

-Okay, adesso basta.- dico, severa. Lo sguardo degli altri si posa su di me. Cavolo, troppa attenzione, troppa pressione, non mi guardate, vi prego!
Percy ha l’aria di qualcuno a cui è appena morto un parente- Muriel.- mi chiama, vuole che io stia zitta? Sembra distrutto dalle parole di Nico- Perché mi odi così tanto?- gli urla- Ho cercato di chiederti in ogni modo scusa, hai tutto questo rancore nei miei confronti e ora vengo a sapere che ti sei innamorato di me?!-
-Io non ti amo, non più! Non amo te!- i suoi occhi, per qualche millesimo di secondo si sono posati su di me e a quelle parole il mio cuore fa un balzo.
-Okay, ma perché non me l’hai detto?- ora il tono di Percy è più basso- Avremmo… avremmo trovato una soluzione.- Sembra che le acque si stiano calmando, ma non del tutto ancora.

-Al cuor non si comanda.- dice in tono poetico Cupido.
Faccio scattare Terremoto e punto la lama contro il collo del pennuto- Giuro sullo Stige che se non stai zitto questa sera si mangerà colomba divina arrosto!- lui deglutisce.
-Non ho tempo da perdere, devo tornare sull’Olimpo.- dice il piccione- Ci sono Poseidone e Efesto che hanno iniziato a fare un casino lassù! Perciò ora statemi a sentire.- tutti cercarono di stare attenti alle parole di Cupido, ma sono molto distratti dall’argomento lasciato in sospeso di prima- Afrodite ha detto che vi aspetta a Parigi e dovrete donare il suo tributo prima che vi veda, così che lei possa darvi un aiuto.- non so perché, ma gli occhi di Piper hanno luccicato alla parola “Tributo”, e lei fa così quando ha in mente un’idea.
Leo fa un verso di scherno- Quindi noi dovremmo offrire un omaggio ad Afrodite per un aiuto da parte sua? Cosa ci darà, delle scatole con dei cioccolatini?- commenta. Trattengo una risata, in effetti cosa potrebbe mai servire un aiuto di Afrodite.

Cupido gli rifila un’occhiataccia e poi continua:- Però voglio avvertirvi, in pochi hanno superato il mar Egeo indenni, molti sono morti qui.- ora sta guardando me “Ma che vuoi?” penso- E ho paura che non tutti voi riusciate a farcela.-
Detto quello, da colomba si trasforma in un uomo alto, muscoloso e bello, con il viso spigoloso e sexy. Nella schiena ha due ali da angelo, alcune ciocche gli ricadono sulla fronte, un sorriso si forma sulle sue labbra sottili- Ecco la mia vera forma. Cupido, il dio dell’amore.-
Drew, non potendo sopportare così tanta bellezza, sviene di nuovo.
Cupido guarda Nico, il suo sguardo è triste- Mi dispiace.- dice. Ma il figlio di Ade lo ignora. Poi guarda me, lui sa di me e Nico. Come potrebbe non saperlo- Ricorda che l’amore è più forte di qualsiasi altra cosa. Più forte della morte.- è strano, sarebbe come dire che Afrodite sia più forte di Ade, o una roba del genere.

Io non ci credo, secondo me l’amore vero neanche esiste- Okay.- rispondo.
-State attenti.- dice, come ultima cosa. Spiega le ali e vola via, verso il tramonto.

Proprio in quel momento, la nave si inclina di poco verso giù, verso il Mare Egeo.

Stiamo precipitando.

Nota d'autrice: Buona seraaa!
Ecco qua un altro capitolo, povero Nico, un po' mi è dispiaciuto scriverlo, però ho dovuto! u.u
Ora... non ho paura di pubblicare il prossimo... ho paura delle vostre razioni quando lo leggerete! Ultima cosa: ho pianto mentre lo scrivevo. E voi dovrete piangere insieme a me quando leggerete il prossimo! :'(
La cosa importante è: HO APERTO UNA PAGINA MULTIFANDOM SU FACEBOOK! Si, era da tanto tempo che volevo farlo, ma non ho preso mai coraggio. Ma ora ce l'ho fatta, insiema ad altre due mie amiche (fangirl ovviamente ^^)
Se volete passateci, vi lascio il link qua sotto, è davvero importante per me :*


http://www.facebook.com/pages/The-Fandom-Lives/1397909627172510

GRACE <3 <3 <3

 

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Capitolo 30
*** E l'Oscar va alle Furie! ***


E l’Oscar va alle Furie!
 
 
Vengo scaraventata contro il timone della nave, fuori controllo. Leo corre verso di me e mi aiuta ad alzarsi, ma sento dolore quasi ovunque nel mio corpo. Prende il comando del velivolo e riesce a stabilizzarlo- Festus che succede!- grida, cercando di farsi sentire sopra il fischio del vento. Il drago vibra molto forte e Leo sgrana gli occhi- Ci stanno attaccando!- annuncia, con rabbia.
-Oh dei! Si salvi chi può!- Drew corre dentro la nave e si rifugia nella stiva. Giuro che la strangolo prima o poi!
Tyson sembra stia per morire dalla paura, stringe tremante la sua spada in mano, ma si vede che è terrorizzato. Ora mi sento come una sorella maggiore, Percy è occupato ad aiutare Annabeth ad alzarsi, ed è come se fossi io la responsabile- Vatti a nascondere, Tyson!- lui sembra esitare, incerto se restare o no. Vedo delle sagome mostruose seguire Drew- Vai con Drew, aiutala!- lui annuisce e corre anche lui nella stiva, con la spada che svezza l’aria.

Piper e Talia ci raggiungono- Chi? Chi ci sta attaccando Leo?!- chiede, allarmata, Piper.
Ad un tratto sentiamo un Tonf! dietro il timone e vedo degli esseri (gli stessi che stavano inseguendo Drew) con zanne che fuoriescono dalla bocca, con ali che sembrano strappate o bucate, di una carnagione beige. Sono orribili, mi vengono i conati di vomito solo a guardarle- Loro!- esclama Leo, con la voce stridula, indicandole- Sono Furie!-
Nico corre verso di noi, asciugandosi le lacrime- Dovete nascondervi, rientrate nelle cabine- dice, guardando me e gli altri- ci penso io a loro. Le conosco.- lo guardo. Ha le occhiaie profonde, è stremato. Le guarda di nuovo- Diciamo che fanno le… attrici, in un certo senso, negli Inferi… fanno spettacolo.-
Scuoto la testa sia per il pensiero che quelle Furie siano delle attrici sia all’idea di vedere Nico combattere da solo- No.- dico, afferrandogli la mano- Non se ne parla, io non…- vengo interrotta dai gridolini delle creature.

-Finalmente qualcuno che ci riconosce!- esclama quella con la pelle più verdognola- E poi, che onore, dal rampollo di Ade! Comunque si, siamo le Furie che recitano meglio al mondo!
-Concordo!- annuisce la più bassa- Guarda qui, provate a capire di quale film stiamo facendo l’interpretazione!- sono troppo confusa per capire cosa stia succedendo, ma vedo che due delle creature mostruose si posizionano sopra il collo di Festus: una tiene per i fianchi l’altra e quella davanti apre quelle che sembrano braccia, al vento- Forza, indovinate!-
-Ehm…- Leo si gratta dietro la testa- Jack e Rose in… Titanic?-
-Un punto per il figlio di Efesto!- dice con euforia quella con una zanna spezzata, che fa formare un ghigno minaccioso sulla bocca- Ora…- inizia lei, indicando una Furia che si è arrampicata sull’albero di trinchetto. Si sta colpendo con i pugni il petto e scuote la testa grugnendo, mentre altre due creature come lei le volano intorno, come aeroplani- Che film è questo?- ridacchia e le altre si uniscono a lei.

-King Kong.- rispondo, senza batter ciglio. Sono brave, cavolo!
-Non riuscirete ad indovinare questo!- grida Zanna Spezzata, puntando il dito contro altre due Furie. Una è più grossa, l’altra è uno smilzo. Iniziano a… ballare, credo. Poi ad un certo punto quella più grossa tende le mani contro la partner, che si è allontanata di qualche metro, e appena prende la rincorsa la solleva in aria e lei tende le braccia dritte e i piedi paralleli l’uno all’altro, come una ballerina.
-Facile!- esclama Piper- Dirty Dancing!-
-Uffa!- sbuffa Zanna Spezzata- Indovinato… bravi, ora mi dispiace ma dovremo uccidervi.-
Siamo stati troppo lenti, le Furie ci sono saltate addosso prima che potessimo reagire. Gli unici che non sono prigionieri sono Nico e Percy, che ci guardano immobili, e credo anche imbarazzati.

Le Furie non stanno badando a loro ora, sono occupate a cercare di non essere bruciate dal fuoco di Leo e dai fulmini di Talia. Percy si gira verso Nico- Senti, ora non possiamo pensare a quello che è successo prima, ne riparliamo più tardi. Dobbiamo aiutare i nostri amici.-
-Non c’è niente di cui parlare, Jackson.- dice Nico, sfoderando la sua spada di ferro dello Stige- Ora diamoci da fare.- Percy sembra ferito dalle sue parole, ma quella espressione dura solo qualche secondo, perchè viene rimpiazzata dalla rabbia per le Furie.

Un verso della profezia mi ronza in testa:
 
Le onde greche dei senza vita saran da attraversare
Con l’aiuto del re degli spettri e i figli del mare
 
Questo verso si sta per compiere.

Tyson è andato ad aiutare Drew, mentre Nico e Percy si lanciano l’uno a fianco all’altro contro le Furie. Io mi dimeno con tutte le mie forze, ma solo quando Nico trafigge la creatura che mi teneva ferma riesco a liberarmi- Sei un grande!- esclamo a lui, mentre libero Piper.
-Lo so.- risponde. Si allontana di poco dai mostri e allarga le braccia; non so come, ma dalle tasche della sua giacca nera da aviatore escono quelli che sembrano spiriti grigi e viola, che si scagliano contro le Furie.
-Forte!- esclama Percy, sorridente. Nico gli rifila un’occhiataccia, ma lui continua a sorridere. Mio fratello alza le braccia in aria e le punta bruscamente contro i mostri. Da dietro le sue spalle, oltre il cornicione della nave, compare un’onda fluttuante che inonda alcune delle Furie, il tutto mentre Festus da fuoco a quelle rimaste.
-Ne arrivano altre!- ci avverte Annabeth, mentre inizia a colpire quelle che mettono piede nel pavimento della Argo II, io e Piper corriamo ad aiutarla con la mia spada che colpisce le Furie alle spalle e con il suo pugnale che le colpisce da davanti.

-Siamo una bella squadra, noi tre!- ci fa notare mia sorella. Io e Annabeth, impegnate, come Nico e Percy, a scacciare i mostri, le diamo ragione. Leo sembra dare i numeri alla console della nave, impreca in greco antico e colpisce ogni tanto qualche Furia, ma è più concentrato a stabilizzare la nave.
La Argo II subisce un altro scossone, ancora non ho capito da cosa, e Piper viene scagliata contro il parapetto della nave- No!- grida Leo. Mi precipito a prenderla, ma proprio mentre le afferro la mano per tirarla su, il velivolo si inclina di lato, scagliando anche me oltre il parapetto.

No. Io non muoio oggi. Non posso morire oggi.

-Festus! Corde!- ordina Leo. E proprio prima di arrivare troppo tardi, due piccole corde ci si attorcigliano intorno ad un braccio e non ci fanno cadere. Alziamo lo sguardo e vediamo Leo, anche lui oltre il cornicione, con i piedi legati da una sottile corda all’albero trinchetto, che regge con forza i lacci poco spessi che ci permettono di non cadere direttamente nelle mani del dio della morte.
-Oddei!- grido, in preda al panico, vedo il Mar Egeo burrascoso sotto di noi- Grazie Leo!- sorrido e lui contraccambia. L’unica paralizzata sembra mia sorella, che guarda fisso sotto di lei. La sua corda è più lunga della mia, quindi lei è più in basso di me.
-Ragazze non reggerà a lungo, dovete arrampicarvi.- ci dice Leo. Sento il suono delle spade dei nostri compagni rimasti a bordo menare fendenti per colpire le ultime Furie rimaste. Il figlio di Efesto sta diventando rosso in faccia visto che si è buttato a testa in giù per salvarci. Lui mi aveva detto che tutto sulla nave è controllato da Festus, che è controllato da Leo, per questo le corde si sono annodate così in fretta alle nostre braccia, perché lo ha ordinato lui.

-Io non posso.- dice Piper, i suoi occhi sono lucidi.
-Cosa?- chiede il figlio di Efesto.
-Non uscirete dal Mar Egeo se uno di noi non morirà. Per questo le Furie sono qui…- spiega, prendendo Kantropis, il suo pugnale.
-Non ci pensare nemmeno.- dice Leo, severo. Piper lancia il suo pugnale oltre il bordo della nave, in modo da farlo cadere nel ponte.
-Cosa? Cosa non ci pensare?- chiedo, confusa e con il fiatone.
-Piper vuole…- la voce gli muore in gola.
-Serve un sacrificio,- spiega lei, tranquilla, ma sento che sta morendo dentro- come tributo in onore ad Afrodite.-

-No!- grido, capendo cosa sta dicendo. Le lacrime cominciano a scendere calde sulle guancie, mie e di Leo, che prova a trattenerle- Ora Festus ci tirerà su e…- proprio quando sto per finire la frase sento la corda cigolare, sta iniziando a disfarsi. Si sta rompendo
-O muoio io o moriamo tutti e tre. Non c’è un’altra soluzione.- guarda il suo migliore amico, con sguardo supplicante- Lasciami andare, Leo.-
Sembra sbigottito, non riesce a parlare- Non obbligarmi, ti prego.- dice. Ho capito, se Leo lascia la corda di Piper lei userà la lingua ammaliatrice per obbligarlo- Ti… ti prego. Non… non posso farlo, non ce la faccio. Ho perso già troppe persone. Ma senza di te non ce la faccio.- stringe i denti per il dolore, ma non fisico. Le lacrime del ragazzo cadono sulle guance di Piper- Ho fatto tutto per te, Pip. Non posso fare anche questo!- la supplica, singhiozzando- Pensa a Muriel! Pensa a Jason, l'ultima volta che lo hai visto è stato soltanto attraverso un Messaggio Iride.- ecco con chi stava facendo il Messaggio Iride, mentre ci stavamo allenando, prima- Pensa anche a me, Pip! Mi spieghi come faccio senza di te?!- 

-Aiuto!- grido, in modo che gli altri possano sentirci, ma sento ancora le spade in lontananza. Devono essersi spostati sopra il ponte, sopra il piano delle cabine- Venite qui!-
-Voglio salvarvi la vita, se non molli la corda cadremo tutti e tre.- una lacrima le scivola sulla guancia. Si stanno guardando, sembra che si leggano nel pensiero- Lasciami andare.- sussurra. Non la sta ancora usando, la lingua ammaliatrice. Voglio gridare per il dolore. Fa troppo male solo il pensiero.
-Piper.- la voce di Leo è distrutta, interrotta dai singhiozzi.
-Leo.- risponde Piper. Sento un forte dolore al petto, la corda scricchiola di nuovo- Ci rivedremo nei Campi Elisi, Torcia.- abbozza un sorriso- Lasciami andare.- ora l’ha usata.
Leo toglie un dito dalla corda- No! No, no!- ma la mia voce è inutile. Stanno avendo una conversazione con lo sguardo.
Lui è perso negli occhi di lei e lei è persa negli occhi di lui.

Mia sorella guarda me e poi di nuovo lui. Entrambi si sorridono.

Poi il figlio di Efesto annuisce. E lascia andare la corda.

Piper precipita nelle acque scure del Mar Egeo.


Nota d'autrice: Okay, voglio iniziare a scusarmi. Piper è uno dei miei personaggi preferiti, però tutto questo l'ho scritto per un motivo, che non vi dirò oggi, ma in un altro capitolo.
Non voglio vedervi con le torce accese e i forconi davanti a casa mia, questa notte! Vi prego, non fatelo.
Ho pianto mentre scrivevo la fine di questo capitolo, non sono del tutto insensibile, so piangere anche io ;) Fatemi sapere come vi ha fatto sentire questo capitolo nelle recensioni, sono davvero curiosa! ^^
Come avrete notato questo capitolo è più lungo (molto) degli altri, ma dovevo metterci anche una parte sarcastica e come avrete visto, il titolo non è proprio così... appropriato per l'ultima parte >.< Sorry, di nuovo!
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 31
*** Mi sento più morta delle Furie disintegrate ***


Mi sento più morta delle Furie disintegrate
 
 
Questo è un capitolo che deve essere letto con la musica sotto, la canzone è Not About Angel, di Birdy. Lascio il link qui sotto.
Però, ho pensato alla canzone dopo averlo scritto ed essendo un capitolo lungo vi consiglio di rimettere la canzone da capo, quando finirà mentre leggete :)

Not About Angel - Birdy

https://www.youtube.com/watch?v=vj_VidtyaOc


 
Non voglio crederci.

Mi sento… morta. Sono morta con Piper. Io e Leo siamo morti con Piper.

Sono stesa sul ponte della nave, devastata dal dolore, ma non ci sono più lacrime da versare, le ho consumate tutte. Non sento le parole dei miei compagni, Percy mi ha preso le guance tra le mani, cercando di farmi dire qualcosa. Ma non ce la faccio.
Guardo la cenere cadere grigia su di noi. Sta cadendo da quando Festus ha fatto esplodere le ultime centinaia di Furie, prima che ritirassero sopra la nave. Ora abbiamo attraversato il Mar Egeo, ma preferirei che fossimo morti tutti, piuttosto che solo Piper.
-Parlami, Muriel.- dice Percy, la sua voce è lontana. Distolgo lo sguardo dalla cenere che scende, che si deposita sui nostri capelli, e fisso, assente, mio fratello- Di’ qualcosa.- mi supplica. Ha pianto anche lui, vedo le righe delle lacrime solcargli le guance sporche di fumo dell’esplosione.
-Piper.- riesco a dire, con le labbra secche e ferite da piccoli taglietti.

Mi prende da dietro la schiena e mi stringe a se- Mi dispiace!- la sua faccia è premuta contro la mia spalla- Muriel scusa! Non avrei dovuto lasciare che accadesse, mi dispiace!- la sua voce è ovattata. Non riesco ad abbracciarlo anche io, sono troppo debole ora.
Lascio cadere la testa all’indietro, distrutta. C’è Nico.
Nico.
Disteso, forse svenuto, accanto al timone. Annabeth (stranamente, dopo quello che è successo) gli sta stringendo una mano, e intanto mi guarda, con occhi tristi e vuoti. Vicino a lei c’è Tyson, con la testa nascosta tra le ginocchia e la schiena che fa su e giù per i singhiozzi.
Vedo Leo. E’ accasciato per terra, i denti stretti e le guance bollenti di lacrime. Sta urlando qualcosa, probabilmente il nome di mia sorella. Talia è dietro di lui, gli occhi stretti, una mano sulla sua spalla. Anche lei è triste (di certo non quanto me e Leo), ma dopotutto Piper è stata la ragazza di suo fratello, anche lei soffre.

Sciolgo l’abbraccio di Percy e provo a gattonare fino al figlio di Efesto e lui alza lo sguardo. Mi fa quasi paura, non l’ho mai visto così. Sembra che tutti i minuti che passa con il pensiero che Piper sia morta lo stiano distruggendo. Stringe nella mano il pugnale di mia sorella, lo nasconde gelosamente nella suo marsupio degli attrezzi. Scuote la testa- Non è morta…-
-Leo.- bisbiglio.
-Può essere ancora viva, sa nuotare e…-
-Leo!- grido, alzandomi in piedi. Lui si spaventa per la mia reazione- Piper, mia sorella, la tua migliore amica, è morta! Non tornerà mai più, si è sacrificata!-
Lui si alza debolmente in piedi- Ma non…-
-Smettila, è inutile che piangi!- strano che l’abbia detto proprio nel momento in cui le mie lacrime scendano giù come un fiume in piena. Forse sto dicendo queste cose a Leo, ma solo perché non riesca ad accettarlo neanche io- E se tu non l’avessi lasciata cadere ora sarebbe qui! Sarebbe ancora mia sorella!-

Le sue gambe traballano, si stringe la maglietta nel punto sopra al cuore- Stai dicendo che è colpa mia?-
-Si. Avresti dovuto lasciare andare la mia, di corda! Così magari ora non soffrirei così tanto, preferirei essere morta io!- grido, pestando il piede a terra. Percy, Talia, Annabeth e Drew, che stranamente anche lei sta versando qualche lacrimuccia, fregandosene del mascara colato, vengono verso di noi. Nico si sta alzando, è stordito, forse è svenuto prima ancora di venire a sapere della morte di Piper, ci raggiunge anche lui, barcollando- Non sai cosa vuol dire, tu!- punto il dito contro di Leo- Solo Nico sa come mi sento. Per te è sempre stato un gioco, tutto questo, e ora sono io che soffro come un cane.-

-Pensi che non sappia come ti senti?- ora il figlio di Efesto si è arrabbiato- Ho perso la ragazza che… la mia migliore amica! Tu la conoscevi da poco, io ci ho passato anni con lei e tu non sai neanche lontanamente quanto sto soffrendo io!- viene scosso dai brividi e singhiozza, mentre parla guarda spesso il ponte della nave- E se probabilmente domani tornerò a fare battute idiote sarà perché cercherò di nascondere tutto il dolore che sto provando ora, come del resto ho sempre fatto: nascondo le mie paure dietro all’umorismo e al sarcasmo!-

Nessuno dei miei compagni ha parole per quello che Leo ha appena detto. Io per prima. Ha ragione, non è colpa sua, Piper lo ha costretto a farlo. Vado da lui e lo abbraccio forte- Scusa. Mi dispiace, non è stata colpa tua, scusa.- lui ricambia l’abbraccio.
-Non sarà più come prima.- dice Leo- Non sarò più quello di prima.-
-Neanche io.- rispondo. Sto soffocando tutta la rabbia che ho per Gea e Crono, sono stati loro a mandare le furie. Li ucciderò. Anche se mi costerà la vita. Mi stacco da Leo e guardo i miei compagni, ora al posto del dolore e della tristezza c’è solo rabbia, odio- Vendicherò mia sorella, lo giuro sullo Stige!- dico ad alta voce.
Gli altri sembrano sbigottiti dalla mia promessa. Nico si avvicina a me e mi prende la mano, trasalgo sentendo la sua mano fredda sulla mia- Possiamo parlare in privato?-
Percy fa un passo avanti- Cosa le dovresti dire?-
-Non sono affari tuoi.- risponde acido, lasciandomi la mano. E’ appena morta Piper e loro iniziano a litigare.

-E’ mia sorella. Voglio saperlo.-
-Posso parlare con la persona a cui tengo di più al mondo, da solo, per favore?- chiede, stringendo i denti e guardando in cagnesco mio fratello. Per poco non sobbalzo, a quelle parole.
Percy si acciglia- Cosa?-
-Hai capito.- risponde Talia. Nico la guarda sorridendo, credo che sia molto amica di suo cugino, più di quanto non lo sia con Percy
Scambio qualche sguardo con il figlio di Poseidone alzo un sopracciglio, come per dire: “Hai ancora da ridire?” e lui annuisce, ancora confuso. Guardo Leo- So che siamo distrutti tutti quanti… senza Pier, non so come faremo. Però, Leo, dobbiamo concludere quest’impresa, facciamolo per lei almeno.- non piango più. Non ce n’è più bisogno, ho finito le lacrime.
Lui trae un respiro profondo e dice:- Okay. Per Piper.- e, facendo strisciare le scarpe sul ponte, va alla console della nave. E si rimette al lavoro, tirando su col naso.

Guardo Nico e gli prendo la mano- Vieni.- senza guardare gli altri andiamo nella mia cabina, ci sediamo entrambi sul letto. Restiamo in silenzio per un po’, finché non appoggio la testa sulla sua spalla- Ti sei davvero sentito così? Quando hai perso Bianca?-
-Si.- risponde, appoggiando le mani sulle ginocchia- Era insopportabile, non so come ho fatto a superarlo. Mi ha distrutto.-
Gli guardo gli occhi, neri e profondi che fissano il pavimento- Faccio tanto la dura, io, ma dentro… sto morendo. Piper era fondamentale per me, la persona più importante, insieme a Percy e Tyson.-
Lui mi guarda e alza un sopracciglio, si gratta dietro al collo, sembra imbarazzato- Ehm… per quello che ho detto prima, volevo dir…-

-E’così ingiusto!- grido, premendomi i polsi sulle palpebre degli occhi- Una persona non può abbandonarti così, d’improvviso!- gemo e singhiozzo, stringendomi le braccia nella pancia, lo guardo con gli occhi bagnati- Piper è morta, Nico! Fa troppo male, non riesco ad accettarlo, è così difficile accettarlo!- un altro singhiozzo- E’ così ingiusto!- grido di nuovo, interrotta dal pianto, devastata dal pianto.

Nico mi stringe a se- Lo so, questa è la parte più difficile: accettare che tua sorella non tornerà più.

Nota d'autrice: Dopo questo capitolo penso che mi vorrete morta, immagino.
L'ho dedicato tutto al dolore e alla tristezza che provano i semidei della profezia, in particolare Leo, ma soprattutto Muriel :(
Spero che abbiate apprezzato la canzone come sottofondo del testo, e spero anche che sia bastato risentirla due volte per arrivare alla fine del capitolo :)
Comunque, vi ha fatto piangere? Più del capitolo precedente? O vi ha fatto schifo? ;)
Mi piacerebbe saperlo tanto, lasciatemi una recensione, alla prossima!
Grace <3 <3 <3

p.s. scusate se è troppo lungo :)

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Capitolo 32
*** PUMBA FOR PRESIDENT! ***


PUMBA FOR PRESIDENT!
 
Il ventuno giugno

Vengo svegliata da qualcuno, che mi tocca un braccio, io e il figlio di Ade siamo abbracciati e ho ancora la testa appoggiata sul petto di Nico, la sua maglietta è bagnata dalle mie lacrime. Sospiro.
-E’ così ingiusto.- sussurro. Un singhiozzo mi esce dalla gola e Nico, nel sonno, mi stringe e appoggia il mento sopra la mia testa. Sorrido.
-Muriel.- mormora una voce dietro di me. Vedo Percy con la coda dell’occhio, è appena entrato dalla porta, viene verso di noi e si china al mio fianco, mettendo una mano sul materasso.
Cerco di guardarlo dritta negli occhi più che posso, ma Nico mi sta stringendo verso di se. Sospiro- Che c’è?- chiedo.
Lui guarda Nico, fa una smorfia buffa poi guarda me- Perché state così tanto insieme?-
Cerco di fare spallucce- Forse perché sono l’unica persona con cui riesce a parlare apertamente.- sussurro- Senza piangere.- aggiungo, gli occhi di Percy si abbassano.

-Ci tiene tanto a te.- commenta.
-Non sai quanto.- sorrido. Non so perché ho detto questo, non voglio fare la smorfiosa, però percepisco che è così.
Lui annuisce- Mi dispiace per quello che è successo.- mi appoggia la mano sulla spalla- Sei molto importante per me, non voglio che ti succeda niente, farò qualunque cosa per riportarti al Campo Mezzosangue. Salva.-
-Grazie.-
-Prego.- risponde lui.
-Happy Meal…- borbotta Nico. Trattengo una risata e lui mi stringe ancora di più nel sonno- Muriel.- farfuglia.
Percy sorride dolcemente e scuote la testa, poi mi guarda- In certe cose rimarrà sempre lo stesso.- si alza e va verso la porta- Non pensavo foste così amici. Non è che…?-
Faccio una risatina nervosa- No. Ah ah. Ti pare. Ah ah. Siamo solo amici.-

-Okay. Comunque credo che dovreste preparavi, fra poco sbarcheremo a Parigi. E vi tengo d’occhio.- l’ultima frase la dice con un’innaturale serietà. Poi se ne va.
Sbuffo, sentendo la mancanza di Piper, però so che magari ora sta meglio nei Campi Elisi, questo mi rende contenta, in qualche pazzo modo. Penso a quello che è successo ieri, la giornata più brutta della mia vita, per ora… E’ possibile che mi sento meglio di ieri? Che tutta la tristezza sia scivolata via con le lacrime? O con le grida di dolore?
Forse è solo una cosa passeggera, la tristezza, che ritornerà all’improvviso, forse sarà peggio la prossima volta. Come la felicità: ti coglie alla sprovvista, ma dura poco.
-Nico.- sussurro. Gli accarezzo la guancia, esco dalla sua presa e mi appoggio su un gomito, guardandolo svegliarsi. Apre gli occhi.

Mi guarda partendo dalle gambe, poi passa per la pancia e alla fine arriva alle mie pupille verde acceso. Trattiene un piccolo risolino, forse per come sono messi i miei capelli in stile Criniera di Leone, e stringe gli occhi, come se non volesse credere a quello che sta accadendo. Si mette a pancia in su, con un braccio che gli copre gli occhi e sorride- Sei così bella.- sussurra.
-Non prendermi in giro.- dico indicando la mia criniera arruffata- Sembro il fratello di Mufasa!-
-Ehi, che cos’hai contro Scar?- incrocia le braccia- A me piaceva, lui. Quel’era il tuo personaggio preferito invece?-
-Mmmh… Pumba.- lui aggrotta le sopracciglia e io metto il broncio- Hai qualcosa contro il mio facocero preferito? Perché se è così dovrai vedertela con me, io adoro Pumba! PUMBA FOR PRESIDENT!- quasi grido, ma come mi è uscita questa frase?! Lui scoppia a ridere e questo mi lascia a bocca aperta.

Nico mi vede sbigottita e smette di ridere, sono letteralmente intontita dalla risata di prima- Che c’è?- chiede.
Mi acciglio e sposto lo sguardo- Ehm, io…. No, è che… non ti ho mai sentito ridere così.- ora lo fisso in quegli occhi così oscuri e rassicuranti- Hai una risata bellissima.- lo dico così spontaneamente che neanche mi vergogno. Ora è serio, si appoggia sul gomito e si china su di me- Sorridi più spesso, ti prego.-
Lui annuisce e mi bacia sulla guancia- Stai meglio di ieri?-
Non rispondo. Mi sento comunque uno straccio, ma cerco di non pensarci- Si, più o meno.- rispondo- Devo concentrarmi sull’impresa, comunque. Oggi andiamo a Parigi, mi ha detto Percy. Non posso più pensare a ieri, devo accettare però che è un dispiacere che non ti passerà mai.-
-Lo so.- dice, ma poi cambia discorso: è troppo doloroso anche per lui pensare ad una sorella morta- Non sono mai stato a Parigi.-

-Neanche io.- rispondo- Chissà se ritroviamo qualcosa di pericoloso anche nella Ville Lumiere.- passiamo qualche minuto a fissarci poi alla fine parla.
-Voglio fare…  farti una promessa.-
Aggrotto le sopracciglia- Sai che le promesse sono pericolose Nico. Che promessa vuoi farmi?-
-Giuro sullo Stige che…- inizia, ma io gli tappo la bocca prima che possa finire la frase.
-Nico! Non fare giuramenti che non sarai in grado di portare a termine. Dimmi cosa vuoi dire prima.- mi blocca le mani sul cuscino e io sgrano gli occhi- Nico!- esclamo di nuovo.
-Fammi fare la mia promessa. Tu hai giurato che vendicherai Piper, giusto?- chiede avvicinandosi al mio viso, io annuisco.
-Si. E allora?-
-Io Giuro sul fiume Stige che ti proteggerò per sempre, giuro sullo Stige che ti riporterò al Campo Mezzosangue, qualunque cosa accada.- dice, tenendo lo sguardo fisso sul mio. Appoggia le labbra morbide sulle mie e rispondo al suo bacio.

Perché hai fatto questa promessa, Nico? penso, con un senso di dolore e tristezza per quello che ha appena fatto E’ probabile che non ne uscirò viva da questa impresa. Mi viene da piangere, affondo le mani tra i suoi capelli lunghi e neri, tirandolo di più contro di me.
-Sei un idiota, Nico Di Angelo.- sussurro, tra le sue labbra- Solo un idiota farebbe una promessa come la tua.-

-Sono un idiota, un idiota innamorato.-

Sorrido, ma poi ripenso all’ultima frase che ha detto…

Cos’è che ha detto?!

Nota d'autrice: Buongiorno! Probabilmente molti di voi staranno dormendo a quest'ora, visto che è domenica ;) 
Scusate ma sono un po' di fretta, vorrei ringraziarvi per tutte le vostre recensioni, ho notato che non l'avete presa molto bene la morte di Piper :'( Comunque ora spero che questo capitolo vi abbia rallegrato un po', anche se non è il momento adatto per ridere visto lo scorso capitolo :\
Lasciatemi una recensione,
Grace <3 <3 ;)

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Capitolo 33
*** Rubiamo un fuoristrada a dei tatuatori indemoniati ***


Rubiamo un fuoristrada a dei tatuatori indemoniati.
 
 
La Argo II sta scendendo lentamente verso terra. Tutti siamo usciti dalle cabine per ammirare il paesaggio parigino, Leo è al timone, sembra distratto a guardare le nuvole rosa dell’alba sopra di noi. Cerco di evitare Nico da quando è andato a prepararsi, subito dopo che mi ha detto quella frase. Quando lo guardo di sfuggita lui sorride e io distolgo lo sguardo, meccanicamente, ho paura che mi ridica quello che ha detto, perché io non so come rispondergli.
Scuoto la testa e vado verso di Leo- Ehi.-
-Ciao.- risponde, con sguardo assente- Stiamo per atterrare sulla senna, sperando che non ci sia nessuna sorpresa del tipo mostri, semidei con la erre moscia che vogliono ammazzarci… o roba del genere.- mi guarda e sorride, abbassando lo sguardo.

Gli appoggio una mano sulla spalla e faccio una piccola smorfia, lo so che sta cercando di farmi ridere, annuisco- Manca anche a me.- sussurro e lui mi fissa con sguardo assente. Lui si gira verso il timone, cercando di tenersi impegnato a trovare un “parcheggio” per la nave.
-Il Louvre è chiuso,- ci informa Annabeth, guardando lo schermo del suo computer- possiamo atterrare lì, non apre prima delle otto, quindi la Foschia ha il tempo di mimetizzare la Argo II.-
-Okay.- dice e fa una virata con il timone.
 

Atterriamo qualche minuto dopo, Leo tira fuori le sue tenaglie dal marsupio per forzare i lucchetti che chiudono la catena del cancello dell’entrata del Louvre.
Stringo le mani ai bordi della mia giacca nera, per coprirmi di più. Anche se è estate non è poi così caldo qui, anche gli altri hanno dei vestiti un po’ più autunnali. Cerchiamo di passare inosservati, non so dove stiamo andando esattamente, forse neanche gli altri lo sanno, ma prima Leo ha accennato di parlare in qualche bar o di discutere su cosa dovremmo fare. Passiamo davanti ad un negozio di souvenir e per confonderci con i turisti compriamo con alcuni dei soldi che abbiamo un po’ di… souvenir, ovviamente. Io prendo una macchinetta usa e getta, Drew una borsa con dipinta la Torre Eiffel, Annabeth un’agenda con la bandiera francese e altre cose così, giusto per confonderci. Tyson invece ha comprato delle statuette che rappresentano molti dei simboli francesi.

“Sai dove devi andare.” Dice una voce nella mia testa.
Mi blocco, mentre gli altri stanno per svoltare un angolo. Tyson, essendo in coda al gruppo dice agli altri di aspettare. Aggrotto le sopracciglia- Cosa?-
-Non abbiamo detto niente.- risponde Percy.
“Sai dove sono, figlia mia.” Continua. E’ una voce femminile.
-Afrodite?- guardo verso il cielo annuvolato.
-Dove?- chiede Nico, guardando nella mia direzione.
“Il simbolo di Parigi, Muriel.” Mi dice mia madre e poi capisco.
Sposto lentamente gli occhi dal cielo ad un’architettura di ferro e metallo che finisce con una punta a forma di romboide in alto- La Torre Eiffel. E’ la che dobbiamo andare, la c’è Afrodite!- esclamo, indicando la punta- Dobbiamo andare subito, ci aiuterà, ne sono certa!-

-Oh dei, è così romantico!- esclama Drew con aria sognante-… se solo il mio ragazzo fosse qui…- nota che noi la guardiamo strano e lei piazza le mani sui fianchi- Si, ho anche io un ragazzo che mi sopporta, è un mortale, okay?- e poi ci da le spalle, stizzita. Mortale? penso, sbigottita Allora non le interessa solamente la sua immagine se si è innamorata di un comune mortale.
-Beeene,- inizia Talia con un sorriso malizioso, lei guarda un grande fuoristrada parcheggiato davanti allo studio di un tatuatore- hai detto di volerci andare subito, giusto? Io ho un idea. Venite con me.-
Va verso la macchina e ci da le spalle mentre fa qualcosa con la maniglia- Ehm, Talia?- vado verso di lei. Apre la porta e ci fa vedere una graffetta, sorride soddisfatta.
-I trucchi del mestiere.- si vanta la figlia di Zeus. Lei sale nel fuoristrada e ci fa cenno di salire; Drew si siede, abbastanza schifata, nel sedile accanto a quello di Talia.

Annabeth si siede sopra di Percy e fa spazio a Tyson, siamo rimasti solo io Nico e Leo fuori. Nico si siede accanto a Percy e io me siedo sopra di Tyson- Posso stare qui, fratello?- gli chiedo e lui annuisce contento e mi abbraccia- Si, sorella dea mortalee!-
-Io non mi siedo sopra di lui!- si lamenta Leo, indicando Nico- Non l’ho persa del tutto la mia dignità, voglio…-
Viene interrotto dalla porta del tatuatore che sbatte aprendosi, un uomo con un giaccone, stivali e pantaloni in pelle (che gli fanno delle forme orribili!) esce, con al suo fianco altri due uomini vestiti come lui e altrettanto grossi.
-Semidei!- grugnisce uno che si sta pian piano deformando, insieme agli altri, sembrano che si stiano unendo in un un’unica forma mostruosa.

-Oh porco cavolo!- esclama Talia, accendendo la macchina con dei cavi sotto al volante. Annabeth afferra la mano di Leo e lo tira dentro l’auto, e si sporge per chiudere la portiera- Parti deficiente di un fuoristrada!-
I tre uomini sembra stiano formando un demone con i loro corpi, si aggrappano al tetto della macchina e iniziano a graffiarlo- Dei santi, Talia, muoviti!!- grida Drew.
Fortunatamente il veicolo riesce a partire, dopo una decina di imprecazioni da parte della figlia di Zeus. Non è il massimo nella guida, abbiamo preso in pieno almeno una ventina di bidoni dell’immondizia pieni e forse ci sono rimasti secchi un paio di piccioni. Scorgo la punta della Torre Eiffel dietro un palazzo- Talia, gira a destra… no, no! Non li! Attenta al piccio… troppo tardi. Ecco, gira qui, attenta attenta! C’è il la Senna!!!- grido, aggrappandomi a Tyson che urla terrorizzato.

Lei grugnisce e spinge il piede sull’acceleratore, mentre i mostri tatuatori perforano con le unghie affilate il punto sopra la testa di Percy, che per poco non ci rimane secco.
Succede tutto in un attimo, ovviamente sotto gli occhi dei passanti: la macchina viene scaraventata in aria e allo stesso tempo i mostri vengono scaraventati nella Senna. Mentre siamo in aria Leo e Nico urlano come matti abbracciati, mi verrebbe da ridere se non fosse che ci stiamo per schiantare contro un pilastro della Torre Eiffel- Prendetevi tutti per mano!- ordina Talia, prendendo quella di Drew e aprendo la portiera, noi facciamo come ci dice.
La figlia di Zeus, nonostante soffra di vertigini, ci trasporta tutti in aria e vedo dal viso che fa una fatica tremenda, ma con l’aiuto del vento riesce a trasportarci in alto- Talia portaci su! Nella punta della Torre!- grido a pieni polmoni.
Con un grido di frustrazione e fatica, riesce a fare come le dico, anche grazie al vento. Ci fa atterrare nel pavimento freddo e umido, mi guardo intorno e tossisco traumatizzata. Non c’è nessuno, la Torre non è ancora aperta.

Poi vedo un bagliore rosato davanti a me. E’ Afrodite.

Nota d'autrice: Buonsalvino a tutti! ^^
Ecco il... *va a rivedersi il numero dei capitoli*... il 33esimo capitolo... Madre santa! Ma quanti ne ho pubblicati?! O.o Scusatemi, ogni tanto perdo il conto ;) Sono curiosa di sapere sei vi è piaciuto e come lo avete trovato, e sapere cosa ne pensate di questo carattere grintoso e da "Bitch please, io faccio quel che cacchio mi pare!" di Talia ahahahah xD
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 34
*** Chi era Marilyn Monroe? La mia sorellona ***


Chi era Marylin Monroe? La mia sorellona.
 
 
-Mamma?- bisbiglia Drew, avanzando verso di lei.
-Oh, mia cara!- esclama la donna. Ha i capelli ricci e corti, biondi. Le labbra a cuore dipinte di rosso hanno sopra di loro un piccolo neo nero, le ciglia sono a forma di gabbiano. Gli occhi sembrano di un color viola chiaro. Indossa un vestito bianco lungo, senza maniche- Che ve ne pare?- chiede indicandosi.
Tyson, Percy e Nico hanno la mascella a terra- Ma sei… Marylin Monroe?- chiede mio fratello, indicandola. Ha ragione, le assomiglia moltissimo, ma il viso sembra… diverso, più perfetto e con lineamenti più dolci- Sei… cambiata.- commenta, sempre sbigottito.
Lei saltella sulle sue scarpette col tacco ed emette un verso simile a quello di un delfino- Siii! Esatto.- fa un giro su se stessa e si mette in posa- Vi piaccio così? Sapete, ho lasciato stare lo stile da principessa con lo shatush che avevo prima e ora sono passata al look che ha inspirato mia figlia!-

-Eh?- chiede Talia, accigliata- Marylin Monroe era tua figlia? Come…-
-Bhe, come potete aver pensato che non fosse opera mia? Io partorisco solo meraviglie e lei è stata una grandissima soddisfazione, ed è di sicuro nella top 10!- va verso Drew e le sfiora il mento- Tipo questa! Ma lei…- tende le braccia verso di me- Lei è di sicuro il mio capolavoro, la Dea Mortale.- le ultime parole le dice con dolcezza e tristezza. Mi stringe a se, ha un profumo buonissimo. Io non ricambio l’abbraccio, resto impietrita.
Quando si stacca io non la guardo- Tu sei Afrodite.- dico, lei annuisce contenta- Mia madre.- annuisce di nuovo. Ora la guardo- Sei mia madre. E dove sei stata tutto questo tempo?-
Lei ci resta di sasso- Nell’Olimpo.-

-Risposta sbagliata. Eri ovunque, tranne che accanto a me.- dico, fissandola dritta negli occhi e poi accade: non riesce a sostenere il mio sguardo. Volevo farla arrivare a questo- Ti senti così in colpa da non guardarmi negli occhi? Bene.- le volto le spalle e vado verso Percy e la guardo con la coda dell’occhio- Cos’è che volevi dirci?-
-Devo parlare con Nico Di Angelo.- risponde, con dolcezza.
-Cosa?- chiediamo allo stesso tempo io e lui, che si è avvicinato a me.
-Aww siete ancora più carini quando parlate all’unisono!- esclama guardandoci come se fossimo gli amanti di una soap opera. Gli altri ci guardano con le sopracciglia aggrottate, solo Talia, che sa di noi, non fa nessuno sguardo stranito.
-Ehm…- Nico si gratta il collo, serio- Cosa dovresti dirmi?-
-E’ una cosa privata.- risponde Afrodite- Seriamente, fanciulli, devo parlare con il figlio di Ade,  è importante.-

-Ma mamma…- inizia Drew.
-Per favore, si tratta della profezia, devo parlare con lui.-
-Va bene.- dico io, abbassando lo sguardo. Lei viene verso di me e mi prende le guance tra le mani, baciandomi la fronte. Mi viene da piangere, ma cerco di restare forte- Però voglio che fai presto, abbiamo i giorni contati e un impresa da concludere.-
Lei sorride dolcemente e piega di poco la testa- Hai la mia bellezza e la forza di tuo padre.- trasalgo a quelle parole.
-Poseidone.- mormoro con la voce strozzata. Non l’ho ancora conosciuto. E non voglio- Non paragonarmi a lui. O a te. Non voglio essere paragonata a nessuno dei due.-
-Va bene, cara.- dice, sospirando. Guarda Talia- Ah! Ecco la figlia prediletta di Zeus! Tuo padre mi ha detto che ti saluta.-
-Mi saluta?- chiede la ragazza, facendo un verso di scherno- Magnifico. Digli che può mettersi i suoi saluti su…-

-Basta!- esclama Afrodite, agitando le mani davanti al viso di Talia- La maleducazione non contribuisce ad aumentare la bellezza interiore, signorina! Comunque vorrei che tu riportassi questi semidei a terra, tranne Nico.-
-Ah-ah!- esclama Talia- Mi dispiace ma prendiamo l’ascensore tutti quanti, o le scale. Col cavolo che volo un’altra volta!-
Afrodite sospira sconsolata- Fa come vuoi, basta che ci lasciate soli.- arriva una folata di vento da sotto la Torre Eiffel e fa alzare il vestito di mia madre- Finalmente!- dice, tenendosi giù il tessuto davanti- Com’è che era la battuta? Ah, si! Sentite che bell’arietta fresca… si, mi sembra fosse così la battuta.- ridacchia e gira su se stessa.
-Wow.- bisbiglia Percy e Annabeth gli da una gomitata sul fianco.
-Scusate, è da tutto il giorno che faccio così, ma è più forte di me!- batte le mani e salta su se stessa.
-Ma almeno tu sai che tua figlia è morta?- sbotta Leo. Il mio cuore si ferma. Piper.

Afrodite si blocca e resta immobile, fissando il pavimento, guarda Talia- Portali via.- si porta una mano al petto, come se avesse avuto un infarto.
-Lo sapevi, eh? Però non te ne fre...- continua Leo, arrabbiato.
-PORTALI VIA!- grida, usando la lingua ammaliatrice.
-Andiamocene. Non sprechiamo altro tempo.- dice Talia. Tiro Leo per un polso e gli altri ci seguono verso gli ascensori. Lo chiamo e appena arriva entrano nel trasporto metallico, sto per entrare anche io, ma Afrodite mi chiama.
-Non sai quanto ho sofferto.- dice, la voce roca e triste.
-Si, lo so.- rispondo, dandole le spalle- Si è sacrificata in tuo onore e tu ti diverti giocando a fare Marilyn Monroe? Sono disgustata.-

-Muriel.-
-Avrei preferito non conoscerti.- dico e lei sembra rimanerci malissimo. Abbassa lo sguardo e sposto il mio su quello di Nico- Ci vediamo fra poco, fa presto.-
-Okay.- risponde il figlio di Ade.
-Mi dispiace per non esserci stata.- ha anche il coraggio di dirlo? Dei, mi fa davvero schifo!
-Anche a me. Tu non sei mia madre.- ribatto. Ecco, questo è stato il colpo di grazia.

Entro nell’ascensore e le porte si chiudono, con il volto triste di mia madre all’esterno.

Nota d'autrice: Buona sera, bella gente!
Spero abbiate trovato carina l'idea di Afrodite versione Marilyn Monroe, io l'ho sempre immaginata così e che lei fosse la figlia della dea della bellezza ovviamente :)
Fatemi sapre se vi è piaciuto con una recensione, ora vado, spero di trovarne tante ;)
Grace <3 <3 <3

p.s. per caso qualcuno guarda Big Time Rush e The Flash? No perchè ora sono ossessionata da queste due serie tv (anche se la prima è anche una band) Voi le guardate? 

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Capitolo 35
*** Art Attack versione H20 ***


Art Attack versione H2O
 
Non so da quanto sono seduta nelle scalinate ai lati delle lunghissime fontane davanti alla Torre Eiffel, forse da una mezz’ora. Annabeth e Percy sono andati a fare un giro nei paraggi, mentre Nico parlava con Afrodite. Tyson è tornato alla Argo II con Leo e infine Drew è andata a fare shopping con la povera Talia, che si è proposta di accompagnarla a patto che sarebbero passate all’Hard Rock Café, visto che la figlia di Zeus colleziona le magliette di tutte le città che ha visitato.
Mi alzo in piedi e salgo i sottili scalini che portano in cima, nel bordo della piscina più alta con le fontane che spruzzano l’acqua in alto, più in alto rispetto alle altre. Mi siedo sul bordo e sospiro, guardando un piccolo arcobaleno che si è formato in mezzo alle fontane che vengono trapassate dai raggi deboli del sole.
Tendo un dito verso l’acqua, senza toccarla, e la modello come ceramica tra le mie mani. Penso a una cosa qualunque che mi faccia ricordare la mia casa, New York: le gocce si trasformano in un modello di H20 di Empire State Building. Poi penso al Campo Mezzosangue e cambia di nuovo forma, come se fosse pongo facilmente modellabile, in un pegaso.

Black Jack.

Ora una bandiera, una bandiera che viene colorata di un arancione scuro dai raggi del sole. Caccia alla bandiera. La mia squadra era quella rossa.
-Basta.- sussurro- Non posso tormentarmi così.- sospiro e smetto di puntare le dita verso la fontana, facendo cadere le gocce. Mi strofino mani sugli occhi e poi guardo la Torre Eiffel- Ma quanto ci mette?- borbotto.
Ad un tratto mi sento coprire gli occhi e vedo buio- Ehi!- esclamo, afferro la torcia e faccio scattare Anaklusmos dietro di me. Le mani mi scoprono gli occhi e mi afferrano le braccia per farmi stare ferma- Lasciam…- non finisco la frase quando vedo il volto di Nico dietro di me.
-Quanto sei combattiva.- commenta, sorridendo e sedendosi accanto a me. Siamo l’uno davanti all’altra, entrambi vicini, lui mi prende le mani- Ho parlato con Afrodite.-

-E che ti ha detto?- chiedo, fissando i riflessi dorati nella fontana.
-Abbiamo chiacchierato un po’ dell’impresa e di altre cose.-
-E cioè?-
-Ti ricordi che cos’è il Campo Giove?- mi chiede.
-Si, è il Campo Mezzosangue per i romani, dove vive l’ex di Piper.- non so neanche io come ho fatto a dire quel nome, fa male soltanto ricordarlo, figuriamoci pronunciarlo.
-Ecco. Afrodite mi ha detto che dobbiamo dire di persona a Jason della morte di Piper.- sospiro. Leo non gliel’ha ancora detto, non ce la fa. Forse dirlo faccia a faccia sarà più semplice.
-Okay, possiamo passarci prima di tornare a New York e sconfiggere Gea, magari potrebbero darci una mano i romani.- propongo.

Nico scuote la testa, dubbioso- Non lo so, non siamo in buoni rapporti con i romani. Potremmo provarci comunque.- sorride, fa per avvicinare una mano per accarezzarmi una guancia ma io lo fermo.
-E che ti ha detto poi?- insisto.
-Ma quante domande fa?- sbotta.
Spalanco la bocca indignata- Voglio portare a termine questa cavolo di impresa e tornare al Campo viva! Hai qualche problema se cerco di aiutare a salvarci?- quasi grido, mi passo la mano sulla bocca, forse ho urlato troppo, ma mi ha fatto uscire proprio da i gangheri.
Lui si volta a guardare la Torre Eiffel poi l’acqua, gli prendo il viso fra le mani e lo avvicino al mio- Scusami, mi dispiace.- sussurro. Nico mi mette una mano sul fianco e mi tira a se, baciandomi, quasi disperatamente. Gli attorciglio le dita tra i capelli mentre lui mi stringe di più.

Nico infrange il contatto delle nostre labbra, ma i nostri nasi sono distanti di qualche millimetro. Mi guarda, ha degli occhi così tristi e cupi, continua a fissarmi e mi sto iniziando a chiedere perché quando incrocia il mio sguardo sembra che stia soffrendo- C’è qualcosa che non va?-
Sospira- Sono innamorato di te.-
Forse sono sbiancata o arrossita o forse mi sono distaccata dalla realtà per qualche secondo. Deglutisco e fisso un punto a caso, devo ancora realizzare bene quello che è successo- Oh… ehm… io…- balbetto aggrottando le sopracciglia, poi mi viene un attimo da ridere e lui se ne accorge- N-non ti sei davvero innamorato di me. Non scherzare!-
-Non… non sto scherzando, Muriel!- sbotta, alzandosi in piedi. Sbuffa e scuote la testa, si stropiccia gli occhi con le mani, dandomi le spalle. Inizia a camminare verso la direzione da dove siamo venuti, verso il Louvre.
-Dove vai?- chiedo ad alta voce.
-Alla Argo II.- risponde acido. Cammina velocemente, io lo seguo ma faccio fatica a stragli dietro perché sta quasi correndo. Dopo qualche minuto arriviamo al Louvre e lui dice a Leo di tirargli giù la scaletta, che poi scaliamo, io più in basso di lui.

-Aspettami!- ordino, usando la lingua ammaliatrice, mentre scavalco il parapetto. Lui si ferma in mezzo al ponte e si gira, più arrabbiato di prima.
-Che sta succedendo?- sbotta Annabeth, chiudendo il computer di Dedalo, si alza dalla sedia davanti al tavolo e chiama gli altri.
Leo toglie le mani dalla console e dice a Festus mettersi in moto per riprendere il viaggio- C’è qualcosa che non va?- chiede, chiudendo la cerniera del marsupio porta oggetti.
-Si.- rispondo, guardando Nico- Lui ha qualcosa che non va!-
Il figlio di Ade stringe i pugni- Non capisci niente, Muriel.- commenta, mentre la Argo II inizia a muoversi nell’aria. Percy ci raggiunge, aggrottando le sopracciglia, sorpreso di aver sentito Nico chiamarmi per nome.
-Io non capisco te. Cosa ti aspetti che ti dica?- chiedo, a voce molto alta, piazzandomi davanti a lui, con sguardo severo- Dimmelo, cosa vuoi che ti dica?!-

-Ti ho detto che sono innamorato di te!- grida- Voglio che mi dici cosa ne pensi, cosa provi, non mi sembra che tu provi solo indifferenza nei miei confronti, o mi sbagli?-
Dischiudo le labbra, confusa. Sento le guance avvampare, tutti i nostri compagni ci stanno guardando, Percy è il più scioccato di tutti- Io non…- a queste due parole Nico si è già voltato dandomi le spalle.
-Lo sapevo.-
-Fammi finire!- sbotto- Io non lo so, cosa… cosa provo. Sto cercando solo di finire questa impresa e tornarmene a casa, salva. Insieme a tutti voi!-
-Muriel? Di che sta parlando Nico?- chiede Tyson.
-Afrodite mi aveva avvisato. Ma io non le ho dato retta.- dice il re degli spettri.
-Che ti ha detto? Voglio saperlo, dimmi di cosa ti ha avvisato.- dico, con la lingua ammaliatrice.

Si volta di nuovo verso di me, gli occhi gonfi di lacrime- Mi ha detto che non mi sarei dovuto affezionare così tanto a te.-
-Perché ti ha detto questo?- gli sfioro un braccio.
-Perché sei l’unica figlia della dea dell’amore che non sa amare.- risponde, in tono piatto.
Aiah. Questo mi ha ferito tantissimo. Io non so amare? Come può aver detto questo, mia madre. Come… come… Non so a cosa pensare, forse ha ragione, io non ho mai amato nessuno, posso aver voluto bene a qualche persona, ma l’affetto non è mai stato profondo.
-Nico…- inizio, ma lui se ne va nel corridoio delle cabine.

Sento lo sguardo di tutti su di me, Percy sta per dire qualcosa, ma io alzo la mano- No. Non ne voglio parlare ora.-


Nota d'autrice: Scusatemi tanto per il ritardo, ma questi giorni ho avuto da fare, festa di compleanno di una mia amica, babysitter a mia cugina, cinema... sapete com'è ;)
Comunque, finalmente il nostro Nico si è dichiarato come si deve, però Muriel è ancora confusa, volete sapere cosa accadrà a questi piccioncini? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Lasciate una recensione perfavore, sono curiosa di sapere se la mia storia è degna di stare su efp ahahahah ;)

 
Grace <3 <3 <3

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Capitolo 36
*** Un gattino mi fa leggermente arriabbiare ***


Un gattino mi fa leggermente arrabbiare.
 
Il ventidue giugno.
 
Sono seduta davanti alla console, Leo mi ha affidato il compito di governare la nave mentre lui è andato a fare colazione insieme a Drew e Tyson, che hanno fatto il turno di guardia tutta la notte.
Sul ponte ci siamo solo io, Percy, Annabeth e Talia; Nico è chiuso nella sua cabina da ieri, non è più uscito da quando abbiamo litigato. Sospiro e guardo mio fratello allenarsi con sua cugina- Qui, la mappa della console, dice che siamo appena entrati nell’area dell’Oceano Atlantico. Sto andando bene?-
-Si.- risponde a fatica lui, parando un colpo di Talia- Se non ci sono imprevisti dovremmo arrivare al Campo Giove entro sta notte.-
-Già.- commenta la figlia di Zeus- Se non ci sono imprevisti. Ma a noi ci piacciono tanto gli imprevisti, vero Percy?- gli da un calcio su torace che lo fa arretrare di qualche passo. Lei sogghigna- Tipo questo, non te lo aspettavi.-

-Ah-ah. Divertente- risponde mio fratello. Ma prima che potesse aggiungere altro, una sagoma scura, in contro luce, passa sopra la nave, oscurando per qualche millesimo di secondo il ponte- Ma che cos…?- inizia, alzando lo sguardo.
Un forte… miagolio (?) acuto ci fa a pezzi i timpani e non appena la creatura animalesca e alata atterra bruscamente sulla Argo II noi cadiamo a terra, storditi. Quando apro gli occhi, vedo che davanti a me c’è un mostro muscoloso, con la faccia da leoncino e due corna sulla schiena pelosa. La cosa più paurosa della bestia è la coda: il collo di un serpente rosso, che finisce con una testa appuntita e malvagia, dalla sua bocca esce una lingua biforcuta che sembra tagliente.
Nei fianchi ha due ali nere che a quanto pare sono lucide come uno specchio e poco usate.
-Oh miei dei.- sussurro, in preda al panico. Viene verso di me e io indietreggio, il mio petto fa su e giù velocemente, dalla paura. La faccia anche se è simile a quella di un gattino è spaventosa: due denti a sciabola escono dalla bocca, leggermente arancioni nelle punte, forse per il sangue delle sue vittime. La creatura ringhia, ma non ruggisce… anzi, non miagola. Sporgo le braccia verso di lei e apro i palmi per farla indietreggiare- Buono, micio. Fai il bravo.-

-Muriel, è un cucciolo di Chimera!- mi informa Annabeth, sfoderando il suo pugnale, accanto a mio fratello.
-Questo non aiuta!- dico, fissando i denti della creatura- Oddei, sta calma.- dico, riferendomi a me. Tocco il parapetto con la schiena la bestia tira fuori gli artigli
Sento i passi degli altri arrivare dal corridoio delle cabine, con la coda dell’occhio guardo chi sono: vedo Nico, Leo e Drew. Sto per dire qualcosa appena vedo il figlio di Ade, ma qualunque cosa stavo per dire non la dico, mi batte sul tempo la Chimera che mi colpisce con le sue unghie sul braccio, scaraventandomi contro l’albero di trinchetto.
-Muriel!- grida Percy.
Vengo scossa da fitte di dolore, soprattutto nel braccio, ma anche nella schiena per la botta. Gemo e stringo i denti, mi tocco i quattro squarci che ci sono e guardo inorridita le dita intrise del mio sangue. Respiro profondamente, mentre Annabeth mi aiuta a d alzarmi.

-Stai bene?- mi chiede, facendomi appoggiare alla console.
Non rispondo, sto guardando Nico con gli occhi fissi sui miei, scioccato. Si volta lentamente verso la Chimera, con gli occhi iniettati di rabbia. Stringe i denti, afferra la sua spada di ferro dello Stige e si scaglia sul mostro… seguito da Percy.
Zoppico verso il loro combattimento, ma Annabeth e Talia mi trattengono- Ti ammazzerà così.- mi ammonisce la figlia di Zeus, cercando di farmi stare ferma. Leo è corso nella stiva a prendere la sua nuova invenzione.
-No! Così loro verranno ammazzati! Lasciatemi!- grido, ribellandomi dalle loro prese. Cerco di correre nella loro direzione, ma mi fa male una caviglia. Percy viene ferito alla gamba e cade a terra, mi chino su di lui- Percy!-
-Che fai qui? Sei ferita, vai nella tua cabina!- ordina. Ma lo ignoro.
Faccio scattare Terremoto e mi fiondo sulla schiena della Chimera, cercando di colpire il serpente, mentre Nico è impegnato con la testa fa gattino- Vattene!- mi grida.

-Non ci penso nemmeno.- ringhio. Con un colpo secco separo il serpente dal mostro e esso lancia un ruggito/miagolio, disarcionandomi.
Succede tutto velocemente, prima che possa veramente accorgermene. La Chimera fa rialzare Nico, le sue unghie si allungano fino a diventare come lame di spade e le conficca tutte e quattro nel petto del figlio di Ade.
Il fiato mi si mozza quando vedo Nico cadere all’indietro, con il teschio bianco della maglia diventato rosso- NICO!- grido,  la mia voce sembra aver spaccato i timpani per quanto ho urlato.
La Chimera ringhia, trionfante e si gira verso di me, mostrando le zanne. Sento le voci delle altre, che stanno aiutando Percy, che mi dicono di stare ferma.
-Osi sfidare me?- grido, agitando la spada. Prendo la rincorsa e vado verso di lei, non le do tempo di fare niente. Appena apre le fauci per ringhiare le ficco la lama in gola e la sollevo con tutta la forza che ho, dividendogli la parte superiore del cranio a metà- Muori.- mormoro, con la rabbia che mi avvelena il sangue. Lascio cadere a terra la spada solo quando vedo la luce lasciare i suoi occhi neri.

Cade a terra. Morta.

Leo grida allarmato il mio nome, io mi giro di scatto e faccio in tempo a vedere solo il corpo vivo del serpente lanciarsi verso di me. Il figlio di Efesto prende la sua arma (un martello gigante di metallo) e si da fuoco, dando fuoco anche al martello. Si scaglia contro il serpente e lo uccide spiaccicandogli il corpo sotto all’arma, carbonizzando le sue squame.
Trae un sospiro e appoggia il bastone che sostiene il martello sulla spalla- Ecco fatto, ora non fai più lo stronzetto, eh?- dice, guardando quella poltiglia di serpente bruciato. Assume uno sguardo pericoloso e divertito allo stesso tempo, sogghigna. Questo è un sorriso da vero bad boy hot.
 
 
Abbiamo portato Nico e Percy di sotto, in infermeria. Ognuno dei due in piccole cabine separate. Mio fratello ha perso i sensi per un po’, ma quando si è svegliato Annabeth lo ha raggiunto. Nico invece non si sveglia.
Non ha la maglia, la parte superiore del petto è coperta da una fasciatura appena bagnata di sangue. Sono seduta sul bordo della brandina e lo guardo. La fronte imperlata di sudore, alcune ciocche dei capelli sono leggermente umide e gli ricadono sulle sopracciglia. Le guancio sono un pochino arrossate, le labbra pallide hanno dei piccoli taglietti. Il torace fa su e giù debolmente
-Mi dispiace.- sussurro, con un groppo alla gola. Mi in umidifico le labbra, gli accarezzo una guancia- Non avresti dovuto fare l’eroe. Non avresti dovuto promettermi quella cosa di proteggermi.- singhiozzo. Qualche lacrima sta scendendo- Ti sveglierai, vero? Ti prego svegliati, non puoi lasciarmi, lo hai promesso!- mi chino su di lui e gli guardo le palpebre e qualche lacrima cade sulla sua guancia. Appoggio la fronte sulla sua- Lo hai promesso.- ripeto con un sussurro.

Appoggio le mie labbra sulle sue, soffocando il pianto. Mi stacco- E’ buffo,- dico- avrei pensato funzionasse.- Che stupida. penso. Gli accarezzo un’ultima volta la guancia e sorrido.
-Muriel.- mi chiama Leo sulla soglia della porta, io cerco di sorridere- Come sta?-
Sospiro- Non si sveglia ancora.-
-Al Campo Giove lo cureranno, appena atterreremo.- mi informa.
-Oh, okay.-
-Fra poco è pronta la cena, vieni?- inizia a voltarsi verso le scale che portano al corridoio delle cabine.
-Mmh…- guardo dolcemente il figlio di Ade- No, grazie. Tu vai intanto, vi raggiungo fra un po’. Ah, Leo, grazie per oggi.- lui sorride comprensivo e annuisce, poi va di sopra.

Ripenso a oggi, a quanto si sia arrabbiato quando la Chimera mi ha colpito. Sento qualcosa nel petto, è piacevole e mi fa sorridere, non so cosa sia. Era così bello mentre attaccava e la cosa più bella è che lo stava facendo per me- Sei il mio eroe, Nico.-

Nota d'autrice: Salve a tutti ragazzi, sono Grace White e oggi siamo in un nuovo capitolo!
No okay, la smetto di imitare Favij (anche se lo stimo!)
Scusate il ritardo della pubblicazione ma sono parecchio indaffarata questi giorni, soprattutto ieri che era San Valentino, sono andata a cena fuori con il mio ragazzo... no, non è vero. Sono stata a casa a mangiare cibo cinese sul divano e mi sono guardata Maze Runner... si, sono una FOREVER ALONE u.u
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, lasciate una recensione, per favore ;)
Grace <3 <3 <3

p.s. c'è qualche fan di Maze Runner tra i miei lettori? :D *tossicchia* ship Newtmas forever *tossicchia* :3

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Capitolo 37
*** Sono la dolcezza in persona... più o meno ***


Sono la dolcezza in persona… più o meno
 
Il ventitre giugno.

Leo ha contattato Jason e gli ha detto che saremmo atterrati a minuti, non gli ha detto il motivo per cui li andiamo a trovare.
Anche se ora è sera è caldo. Così decido di indossare dei pantaloncini beige e una canottiera bianca, sopra all’intimo. I capelli li ho raccolti in una treccia che giace sulla spalla, ai piedi metto degli scarponcini comodi.
Esco dalla cabina e raggiungo gli altri che sono pronti a scendere, non appena la nave tocca il terreno. Nico è disteso su una barella tenuta da Leo e Tyson. Percy ha una fasciatura alla gamba, ma riesce a camminare anche se Annabeth lo aiuta a tenersi in piedi.
Leo butta oltre il bordo la scaletta per far salire due ragazzi del Campo, hanno entrambi una maglietta viola con la scritta SPQR e sembrano somigliarsi molto, forse sono gemelli o roba del genere. Ci salutano e dicono di essere saliti per ordine di Jason, per aiutare a portare giù Nico. All’inizio non mi fido a lasciarlo a loro ma dopo mi arrendo e lascio che lo aiutino.

-E’ bello tornare qui.- commenta Percy, guardando Annabeth, mentre i due ragazzi ci guidano al Senato: una grande costruzione simile ad un tempio, dove i pretori prendono le decisioni e si fanno le assemblee del Campo o così mi ha detto Leo.
-Già.- risponde la figlia di Atena, sognante, mentre guarda le colonne romane e la struttura degli edifici. Prende la mano a Percy e si danno un bacio, abbasso lo sguardo su Nico. Vorrei che mi baciasse ora.
Il Campo Giove è illuminato da torce, attaccate alle colonne che percorrono le stradine che portano ai vari luoghi, per fare luce nel buio estivo. Vedo un ragazzo biondo, con una tunica corrermi in contro in lontananza, dietro di lui si sta allontanando una ragazza che indossa la stessa veste e una treccia lunga gli scivola lungo la schiena: Reyna, deve essere lei da come me l’ha descritta Piper. Sento una fitta allo stomaco al suo pensiero. Mi volta verso Leo, per chiedermi se quello sia Jason ma non faccio in tempo, il ragazzo mi solleva dai fianchi e mi fa girare- Ehi!- grido.

Lui si ferma non appena mi vede meglio il volto- Tu non…- ha una cicatrice nel labbro. Mi mette giù, confuso, e Leo ne approfitta per andarlo ad abbracciare. Dopo aver dato una pacca sulla spalla a Percy e aver baciato Annabeth sulle guance guarda Talia e lei sogghigna- Ehi, fratello.- lui scuote la testa e la va ad abbracciare fortissimo, si vede proprio che si vogliono bene- Mi sei mancato.- confessa lei.
Dopo guarda me- Chi sei tu? Dov’è Piper?-
-Io sono Muriel Sheen, una sorella di Piper.- rispondo, senza guardarlo negli occhi.
Ora guarda il figlio di Efesto- Dov’è Piper, Leo?- ripete, con la voce più preoccupata e bassa ora.
-Possiamo parlare, Jason, in privato?- gli chiedo, trattenendo il pianto. Lui aggrotta le sopracciglia, sta per dire qualcosa ma ci ripensa. Mi conduce agli alloggi dei pretori, ognuno lo ha privato ovviamente, il suo è simile alle nostre cabine del Campo Mezzosangue.

Mi fa entrare e lui mi offre da bere del vino, io lo accetto, anche se non credo di poterlo bere, lui penso di si visto che sembra avere circa venti anni.
-Il figlio di Zeus.- commento, guardandolo attentamente.
-Giove.- mi corregge lui, versando il vino in un calice dorato, me lo porge- La figlia di Venere.-
-Afrodite.- lo correggo a mia volta io- E di Poseidone, purtroppo.- aggiungo, sorseggiando il liquido rosso.
-La Dea Mortale.- conclude lui- Ora voglio sapere dov’è tua sorella.-
Chiudo gli occhi, rifiutandomi di guardarlo- Jason.- sussurro- Mi dispiace, Piper è… oddei, non ce la faccio.- confesso, interrotta dal pianto. Appoggio il calice sul tavolo e gli do le spalle, singhiozzando.

-Muriel?- la sua voce è incrinata.
-Penso che ora sia già nei Campi Elisi.- commento, tentando di farglielo capire nel miglior modo possibile. Mi volto e lo guardo, ha una mano appoggiata al tavolino per sostenersi, mi asciugo le lacrime e gli vado vicino.
-Come... Come è successo?- deglutisce a fatica.
Mi faccio forza e cerco di raccontargli tutto, vorrei non me l’avesse chiesto. Mi interrompo più volte per tirare su col naso. Una volta finito di parlare lui scuote la testa e poi mi guarda incredulo- Quindi è stato Leo? Lui l’ha lasciata cadere!- deduce con la rabbia che gli riempie la gola. Va verso l’uscita della sua cabina, con i pugni stretti. Mi metto tra lui e la porta e gli metto le mani sul petto per bloccarlo.

-No, no! Lei lo ha obbligato, non l’avrebbe mai fatta cadere, neanche sotto tortura. Però Piper ha usato la lingua ammaliatrice dopo, credimi!- lo supplico- Non avevamo scelta!-
Mi toglie le mani dal petto e mi afferra un braccio, ma non quello ferito, tirandomi vicino a lui. Avvicina la bocca al mio orecchio- La scelta c’era: potevi morire tu al suo posto.- sussurra con odio. Ho paura di lui.
-E secondo te non ci ho pensato?- gli chiedo, con gli occhi lucidi e il labbro inferiore che trema, ma lui sembra impassabile- Pensi che non abbia sofferto? Solo perché sono la Dea Mortale non significa che non provo dolore.- mi sta tenendo ancora per un braccio, così ne approfitto per stringere il suo più forte, per fargli vedere quello che so fare anche quando ho il cuore spezzato dalla morte di Piper- Tu non sai quanto avrei preferito morire io al posto di mia sorella, Jason. Quello che dovresti fare è chiederti dove eri tu mentre lei stava morendo!- grido, con la voce più severa e dura che mai. Wow, mi sono fatta paura. Di sicuro le parole non sono uscite dalla mia bocca con la dolcezza che avrei voluto- Devi sentirti in colpa perché non ci sei stato!- continuo a torturarlo, ho la grazia di un elefante.

Ecco, ora ha lo sguardo di un cucciolo ferito. Si in umidifica le labbra e mi lascia il braccio e io lo imito. Mi sta guardando negli occhi, i suoi sono di un blu tempesta, bellissimi. Quello che fa mi coglie di sorpresa: mi stringe tra le sue braccia e, dopo essersi abbassato un po’ su di me, appoggia la fronte sulla mia spalla. Sono impietrita, mi sciolgo solo quando lo sento singhiozzare- Jason.- sussurro. Gli metto le mani sulla schiena e lo accarezzo, cercando di confortarlo- Scusa, ho esagerato.-
Alza lo sguardo sul mio e vedo i solchi di centinaia di lacrime sulle guance, stinge le labbra e cerca di trattenerne altre- Ho giurato di vendicarla,- gli rivelo- l’ho giurato sullo Stige.- aggiungo.
-Perché lo hai fatto?- chiede, con la voce roca.
-Perché lei è morta per me. E se devo morire lo farò in suo onore, uccidendo Crono e Gea.- spiego.
-Andrà a finire male.- mi dice.

-Lo so.- rispondo- Non avrei mai voluto che qualcuno si affezionasse a me, come Nico o Percy…-
-Perché Nico?- chiede.
-Ha detto di essere innamorato di me.- rispondo abbassando lo sguardo.
Lui fa qualche passo lontano da me- Sul serio? Si è innamorato di nuovo?!- all’improvviso sta sorridendo- Pensavo non sarebbe mai più riuscito ad amare qualcuno di nuovo dopo… sai, dopo Percy.-
Sgrano gli occhi- Oh miei dei.-
-Cosa c’è?-
-Lui è probabilmente in pericolo di vita, per me, e io non sono accanto a lui ora. Oddei, e se…- mi metto le mani sulle guance, in preda al panico- Devo andare da lui!-

-Okay, ti ci accompagno. Forse è in infermeria.- mi dice.
Mi prende la mano e usciamo dalla porta correndo- Perché stai facendo questo? Aiutarmi, intendo.-
-Perché non voglio che commetti il mio stesso errore, Muriel.-

 

Nota d'autrice: PERDOOONOOO!
Vi prego, scusatemi per la mia assenza, sono stata impegnata da scuola e genitori che si lamentano dei miei "bellissimi" (sono ironica ovviamente) voti di matematica.
Ho avuto solo il tempo di mettere alcuni capitoli della mia nuova storia: Love Me Like You Do.
E' sempre ambientata nel mondo di Percy Jackson... ed è un po' diversa dalle altre... bhe, andate a farci un salto e capirete ahahahah ;)
Ringrazio tutti quanti i miei lettori per le recensioni, vorrei riceverne altre, quindi lasciatene una per favore ^^

Grace <3 <3 <3

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Capitolo 38
*** Divento una coniglietta della Play Boy ***


Divento una coniglietta della Play Boy
 
Non so che ore sono, ma di sicuro è notte fonda, tutti i miei compagni di viaggio sono stati scortati alle cabine a cui dovrebbero corrispondere i loro genitori, però in versione romana.
Il Campo è deserto ma le torce sono ancora accese, io e Jason siamo appena arrivati all’infermeria, cerco Nico correndo tra le brande di ragazzi feriti per i combattimenti o allenamenti. Mi blocco appena vedo il figlio di Ade steso su un lettino in tela. E’ senza maglietta e nel torace non ha più la fasciatura, quindi le ferite sono ben visibili e profonde, ma il sangue sembra essersi seccato. Indossa soltanto un paio di jeans strappati.
Mi copro la bocca con le mani e vederlo in questo stato mi fa salire le lacrime agli occhi- Nico.- sussurro. Sento la mano di Jason appoggiarsi sulla mia spalla, sta osservando i graffi che la Chimera mi ha procurato- Vieni.- mi dice, prendendomi la mano. Prende delle garze e un po’ di disinfettante e ci sediamo l’uno di fronte all’altro, nel letto accanto a quello di Nico- Fammi vedere.- sfiora la ferita con le dita.

Gemo e stringo i denti- Ahi.-
Alza subito lo sguardo su di me- Perdonami.- prende la boccetta di disinfettante e ne versa un po’ sul braccio. Prendo tra i denti la stoffa delle spalline della canottiera per evitare di gridare per il dolore- E’ passato.- mi rassicura, poi inizia a fasciarmi delicatamente il punto insanguinato.
-Non sei arrabbiato?- gli chiedo, mentre mi fissa la garza.
-No. Sono solo… non so come mi sento, in realtà.- risponde facendo una smorfia.
-Addolorato? Distrutto? Come se sentissi un vuoto dentro?- provo ad indovinare.
-Più o meno.- mi osserva attentamente dalle scarpe fino agli occhi- Me la ricordi un sacco. Non mi fa sentire meglio starti vicino.- confessa.

-Io ho bisogno solo del vostro aiuto nella battaglia contro Gea e Crono, di cui Leo ti ha parlato nel Messaggio Iride, poi giuro che sparirò dalla tua vista.- prometto- Anche perché forse non sopravverrò, me lo sento.-
-No, stavo solo dicendo che… non voglio che sparisci e neanche che muori, è che hai i lineamenti del viso e il carattere simile al suo.-
-Ah. Grazie.- faccio un sorriso sforzato.
Il silenzio viene interrotto da un tossito di Nico, mi giro subito verso di lui e mi siedo sul bordo del suo letto- Ehi, Nico?- tossisce di nuovo e vedo le sue labbra colorarsi di un rosso ruggine. Sangue- Oh miei dei! Jason!-
Il figlio di Giove si china su di lui- Tranquilla, è normale. Con tutta l’ambrosia che gli avranno dato è normale che potrebbe tossire sangue, glie ne avranno dato un barattolo intero. Dopotutto una Chimera gli ha perforato il petto.-

Faccio un verso strozzato e prendo una pezza intrisa in una ciotola d’acqua sul comodino tra i due letti, gliela premo sulle labbra per pulirle e la rimetto al suo posto- Grazie, Jason. Tu va’ pure a dormire, sto io con lui.-
-Okay, buonanotte. Stai attenta.- mi dice e mi accarezza affettuosamente una guancia, poi esce dall’infermeria.
-Mu… Muriel.- sussurra Nico. Sono quasi emozionata nel sentire la sua voce di nuovo, gli passo una mano tra i capelli me mandarli all’indietro.
-Si, sono qui.-
-Ho fatto un sogno.- ha ancora gli occhi chiusi e riesce a parlare a malapena.
Rido felice- Che sogno hai fatto?-

-Sai quelle che indossano dei body rosa e delle orecchie da roditore, sempre rosa?- cerca di spiegare.
Io aggrotto le sopracciglia e storco la bocca- Ehm… le conigliette della Play Boy?-
-Si. Ho sognato che tu eri una di quelle e mi portavi le patatine fritte del Mc Donald’s al mio tavolo.- mormora, con una smorfia divertita- E quando camminavi c’era la canzone Single Ladies.- scoppio a ridere come una matta, mi fa male la pancia per quanto sghignazzo.
-Tu non sei normale!- sto ancora ridendo, anche lui prova a ridere ma la sua bocca si piega in un ghigno di dolore e tossisce. Io smetto di ridere- Stai bene?-
Annuisce e io gli premo ancora la pezza sulle labbra- Sai, ti ho sentito quando ero svenuto. Nell’infermeria della Argo II, intendo.-

-Oh.- dico soltanto, abbassando lo sguardo- Se hai sentito tutto ti sarò sembrata egoista.- confesso, ripensando a quello che gli dicevo. Di risvegliarsi per me, perché me lo aveva promesso che mi avrebbe protetto.
-Tu non sei egoista.- dice. Mi sfiora il mento con le dita e si tira un po’ su con la schiena, gemendo.
Gli tocco la spalla e cerco di spingerlo delicatamente giù- Non sforzarti.- consiglio, ma lui scuote la testa e si mette seduto. Respira affannosamente, e deglutisce- Ti fa male?-
-Si.- si morde il labbro per una fitta, io gli guardo il petto e nonostante la ferita lo trovo ancora tremendamente attraente. Si accorge che lo sto guardando e sorride, avvicinandosi al mio viso- Sei così bella.-
-La smetti di dirlo?- lo supplico.
Mi sfiora il naso- Non posso, sei tu che mi fai questo effetto.-

-Scusa.- dico, senza un preciso motivo. Lui scuote la testa sorridendo e mi bacia, lo guardo chiudere gli occhi. Mi prende il viso tra le mani accarezzandomi gli zigomi e io gli metto una mano sul petto, ma non nel punto ferito. Lo sento, Jason aveva ragione: Nico mi ama veramente. Riesco a percepirlo, non so spiegarmelo ma lo sento.
-Ti amo.- sussurra.
Io sospiro- Nico…-
-Ssh.- mi zittisce delicatamente con un altro bacio, poi si stende di nuovo sulla brandina e mi fa un po’ di spazio- Dormi con me?- io annuisco e mi stendo accanto a lui, cercando di non fargli male.

-Ho perso troppe persone nella mia vita.- dice dopo un po’, prendendomi la mano- Non posso sopportare di perdere anche te, okay?-
-S-si.- mormoro, insicura, stringendogli la mano a mia volta.
-Prometti di non lasciarmi anche tu.- sussurra.

-Te lo prometto, Nico.-

Nota d'autrice: Ma quanto sono carini Muriel e Nico?! ^^
Vi è piaciuto questo capitolo?
So che ho ricominciato a pubblicare dopo molto tempo, però vorrei rimettermi al paro con le recensioni, sareste così gentili di ricominciare anche voi a recensire di nuovo? Daaai! :D

Grace <3 <3 <3

p.s. ho pubblicato una nuova storia su The Maze Runner, è concentrata sulla mia OTP: Newtmas! Fateci un salto se volete ;)

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Capitolo 39
*** Il babysitter di Chuck Norris ***


Il babysitter di Chuck Norris
 
Il ventotto giugno.
 
Sono bloccata davanti all’entrata del tempio di Poseidone. Sento una rabbia dentro, ho le dita aggrappate ai bordi della mia camicia di jeans che indosso. Jason e Reyna mi hanno invitato ad indossare una tunica del campo ma io ho subito declinato l’offerta.
Ho deciso di mettere gli occhiali, anche perché le lenti a contatto sono finite, e questo è davvero imbarazzante. Quando sono uscita dalla capanna di Nettuno e sono andata alla mensa, sta mattina, tutti mi fissavano, alcuni ridevano.
Il figlio di Giove mi ha consigliato di parlare con mio padre prima che faccia un casino con Efesto, per l’amore di Afrodite. Anche gli altri sono andati a fare visita al tempio dei loro genitori, tranne Percy, lui è tornato in infermeria per farsi dare un’altra occhiata.
Mi faccio coraggio e salgo gli scalini e varco l’entrata. Il tempio all’interno è come ogni altro, solo che nel soffitto ci sono dei dipinti di onde da cui fuoriescono cavalli bianchi come perle. Al suo centro c’è un’immensa statua in onore del dio, in mano stringe un tridente, ovviamente.

Vado di fronte alla statua e sento un’improvvisa brezza marina che mi scompiglia i capelli. Mi guardo attorno e sospiro, poi sposto lo sguardo sugli occhi di marmo del dio- Poseidone.- mormoro- Devo parlarti.- la mia voce rimbomba nel tempio e tra i raggi del sole mattutino che filtrano dalle colonne.

Aspetto qualche minuto- E’ importante, per favore, rispondimi.- sto sprecando il mio tempo per un uomo che non mi ha mai prestato attenzione. Questo mi fa infuriare- Poseidone!- grido, guardando il soffitto- Se vuoi continuare ad ignorarmi per il resto della mia vita, okay, ma voglio parlarti per cinque minuti! Per un dio cinque minuti non sono niente, per me si, invece! Sto cercando di organizzare un esercito di semidei, solo per aiutare tu e i tuoi colleghi immortali, lassù! Non lo faccio per me, okay? Per una volta che non penso a me e faccio qualcosa per gli altri vorrei l’appoggio del padre che non ho mai avuto! QUINDI ORA, PAPARINO, PORTI IL CULO QUAGGIU’ E MI ASCOLTI!-

Okay, probabilmente mi ucciderà. Non posso credere di essere stata così arrogante con qualcuno che può disintegrarmi solo con lo schiocco delle dita.
Sento un applauso lento e dei passi dietro di me, mi giro di scatto e vedo un uomo dai capelli marroni ondulati. Indossa dei bermuda e una camicia hawaiana con fiori di loto. Gli occhi. Verdi come quelli di Percy, più scuri dei miei.
Sta sorridendo- Non ho mai, e dico mai!, sentito un semidio parlare ad un dio in quel modo.-
Sono impietrita- Io sono la Dea Mortale, quindi…- perché non sto mai zitta?
-No, figlia, non hai più diritto di chiunque altro di rivolgerti ad una figura divina in quel modo.- mi rimprovera, calmo, poi sorride sornione- Hai la mia forza e la grazia e la bellezza di tua madre.-

Sogghigno- Forza?- ho una voglia di provocarlo rinfacciandogli tutto il tempo che non ha passato con me.
-Si, forza.- lui ride- Il sottoscritto ha forza sia morale che fisica, bhe, non come Ares, no, però ce l’ho. Pensa che ho fatto da babysitter persino ad un suo figlio, e questo conferma la mia forza perché quel semidio… bhe, non era così facile da gestire!- ride euforico.
Aggrotto le sopracciglia- Tu hai fatto il babysitter a un mortale invece che far visita almeno una volta a tua figlia?! Aspetta… chi sarebbe questo semidio?-
Lui pianta le mani- Chuck Norris, figlia mia!-
Inizio a ridere come una matta, tenendomi la pancia e con le lacrime agli occhi. Dopo due minuti buoni smetto di sghignazzare e cerco di tornare seria- E perché…- un’altra piccola risata- Perché avresti dovuto fare il suo babysitter?-
-Più o meno settant’anni fa, quando lui aveva quattro anni, mi sembra, dovevo un favore ad Ares.- scuote la testa, sorridendo- Che umiliazione.-

-Perché non ti sei mai fatto vedere?- cambio discorso- Almeno Afrodite ha avuto il coraggio di farsi avanti e conoscere sua figlia, ma tu te ne sei fregato di me!-
Viene verso di me, vorrei andarmene e mandarlo a… bhe, avete capito. Sorride e mi accarezza una guancia- Io ti ho tenuto nel mio palazzo per tre anni. Avevo intenzione di darti la possibilità di vivere nel mio castello fino a quando non saresti potuta andare al Campo Mezzosangue. Però tua madre non ha voluto, sarebbe stato troppo pericoloso per te, Efesto ti avrebbe potuto uccidere.- fa una pausa, non posso credere a quello che sta dicendo, ho le lacrime agli occhi- Ti sono stato lontano per la tua sicurezza, ho sempre vegliato su di te. Sai, la Profezia dice che io e lui ci saremmo dovuti battere per l’amore di Afrodite. Bhe, lo abbiamo fatto, ci siamo battuti.-
Una lacrima mi scende dall’occhio, non posso crederci. Io non ricordo niente. Non mi ricordo di mio padre, ero troppo piccola. Non posso crederci, sono distrutta- Q-quando?- balbetto.-

-Ieri, sull’Olimpo.- fa una smorfia con le labbra, piegando un lato della bocca verso l’alto- Devi sapere che, mentre Efesto combatteva per la mano di Afrodite… io combattevo per te, figlia mia. Lui ti avrebbe ucciso se avesse vinto così io mi sono battuto per te e ho vinto.-
-E-e Efesto?-
-L’ho lasciato vivere, non ho mai amato davvero tua madre… bhe, lasciamo stare questo discorso ora…-
-Mi dispiace.- bisbiglio- Ti ho sempre odiato, non avrei dovuto, scusa.-
Mi afferra per le spalle e sorride- Sei scusata, bambina. La profezia è più intricata di quanto mi aspettassi, avrete un notevole aiuto durante la guerra. Non posso dirti altro, chi mi ha riferito questo mi ha detto di tacere.-
-Un dio che obbedisce agli ordini di qualcuno che non sia Zeus?- scherzo, ridendo- Mmh, incredibile!-

-Credimi, bambina, chi ma ha detto questo è molto più forte di Zeus.- mi fa l’occhiolino e mi bacia la fronte- Ti do la mia benedizione, Muriel. Quando sarai davanti alle truppe ti attenderà una sorpresa.-
Aggrotto le sopracciglia- Te ne devi andare?- il suo corpo emette un bagliore azzurro, non voglio che se ne vada, mi sono bastati soltanto pochi minuti per affezionarmici così tanto.
-Si, ora vai, ci rivedremo presto…- il suo sguardo si rabbuia improvvisamente, stringe le labbra e alza lo sguardo verso il cielo- … probabilmente.-
Poi svanisce.

Nota d'autrice: Salve a tutti!
Perdonate il ritardo, ma sto avendo a che fare anche con l'altra storia di cui vi ho (forse) già parlato: la Newtmas (I don't wanna lose you now... mi sembra xD).
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, lasciate un commento o un mi piace, anche nella pagina di facebook che come in ogni capitolo trovate... ah, no. Mi sa che mi sto sbagliando il fianle... questo è Favij. No, okay, troppo fantastico, lo sanno tutti ahahahah
Lasciate una recensione, please ^^
Grace <3 <3 < 3

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Capitolo 40
*** Piovono Diet Coke ***


Piovono Diet Coke
 
 
L’incontro con Poseidone mi ha scosso, è stato tutto così veloce e avevo un sacco di domande da fargli, ma me ne sono fatta una ragione, probabilmente avrà avuto dei problemi sull’Olimpo o roba del genere.
Chissà che benedizione mi avrà dato? Spero non sia qualcosa del tipo Dominare gli Squali & Co., perché non sarà molto utile se la battaglia si terrà al centro di Newt York, e questo significa niente acqua.
Prego gli dei che non si tratti di un accrescimento fisico, per esempio muscoli a volontà… no, tutto tranne questo.
Scaccio dalla mente quei pensieri, quando arriverà il momento riceverò questa stupida benedizione, ora devo pensare ad altro. Devo trovare Percy, raccontargli della chiacchierata padre-figlia, ma non credo che ne sarà contento. Ogni volta che tiro fuori il discorso di papà sembra sempre un po’ scontroso.

Mi sto avviando verso il Senato, forse lo troverò li. Percorro tutto il Campo Giove, visto che i tempi sono dall’altro lato della collina, molti mi osservano e io non posso fare a meno di sentirmi a disagio. Cerco di ignorare gli sguardi e continuo a camminare veloce e concentrata sul terreno.
Ad un certo punto, quando sono a pochi metri dal tempio del Senato, sento urlare dietro di me:- Fate largooo! In arrivo un figaccione con il rinfrescooo!- mi volto di scatto, ma non faccio in tempo che subito mi ritrovo a terra, con sopra di me una specie di capra umana.
Lancio un urlo e scalcio via il ragazzo-pecora. Ha la pelle abbronzata, due piccole corna si intravedono tra i rasta color cioccolato. Il fisico non è male, mi guarda- Whoa, whoa! Attenta!-

Non mi accorgo in tempo di quello che ha detto, alzo soltanto lo sguardo dove stava guardando e una decina di lattine color argento mi cadono in testa- Ahi!- grido, sfregandomi la nuca- Ehi!- esclamo a quello che mi sembra un satiro, tasto il terreno in cerca dei miei occhiali appena caduti, lui li trova prima di me e me li mette sul naso.
Osservo la creatura. In mano ha una specie di contenitore simile ad una bacinella, forse quando mi si è schiantato contro gli sono volati in aria quelle bibite. Lui mi tende una mano e mi aiuta a rialzarmi- Scusami, dolcezza. Ma questo bel pezzo di satiro ti aveva detto di spostarti.- si giustifica, piazzando le mani sui fianchi.
Mantengo la calma e respiro profondamente- Non preoccuparti, è stata colpa mia.- bisbiglio tra i denti. Lo aiuto a raccogliere le lattine e appena leggo il nome sorrido- Diet Coke!-

-Esatto.- conferma lui, riprendendo il catino con le bibite- Le sto portando in Senato. Stanno parlando di guerra la dentro e ho pensato a queste per raffreddare i bollenti spiriti.- ridacchia e mi da dei colpetti col gomito sul braccio- Eh? Eh? Capita?-
Rido con lui- Potrei portarne una a Percy, sai, lui è…-
-Frena, frena, frena!- aggrotta le sopracciglia folte- Come fai a… Ma tu, come ti chiami?-
-Muriel Sheen, sono la sorella di Percy.- rispondo.
La sua mascella tocca terra- Ma potevi dirmelo subito!- lascia le Diet Coke a terra e mi stritola in un abbraccio- Io sono Grover Underwood, il migliore amico di Testa D’Alghe!-
-Mi dispiace fratello, ma solo Annabeth mi può chiamare così!- ridacchia una voce dietro di me, Percy sta venendo verso di noi. Grover alza gli occhi al cielo e insieme entriamo al Senato, appena entriamo dal portone il satiro alza in alto le bibite e grida:- Diet Coke per tutti!-

Una ventina di persone, radunate intorno al tavolo con tutta la piantina di New York, esultano alla vista delle lattine e si allontanano dalla mappa, venendo verso di noi. Io sorrido, mi sento stranamente felice in questo momento, forse mi avrà fatto male la pioggia di Diet Coke di prima.
Grover le distribuisce a tutti e alla fine me ne consegna una, la premo contro una guancia per assorbire il freddo nella superficie, dopotutto si sta morendo di caldo. I semidei che stavano lavorando all’attacco di New York si prendono qualche minuto di pausa, si dirigono all’esterno del Senato, sedendosi sui gradini davanti alla porta e sorseggiando il drink.
Vado verso i miei amici che si godono la bevanda ma sempre intorno al tavolo: Leo che sta parlando con Tyson e Drew, i due fratelli: Talia e Jason stanno parlando e sembra che la Cacciatrice di Artemide stia facendo qualche battuta sulla cicatrice che ha al labbro, Annabeth chiacchiera con Grover. Io mi avvicino a Percy- Dovremo andare a cena fuori tutti insieme, quando tutto questo sarà finito.- propongo.

Stiamo entrambi guardando la scena, lui sospira e mi mette un braccio intorno alle spalle, stringendomi a se- Sarebbe un bel sogno, Muriel.- la sua voce è triste- Hai pensato che potremmo non sopravvivere?-
Storco la bocca- Non pensarla così, Percy. Finche sarò viva, tenterò di riportarvi al Campo Mezzosangue, te lo assicuro.-
Mi bacia la fronte- Ti voglio bene.-
Rido- Sdolcinato.-
Mi sorride e va da Talia e Jason, bevendo dalla lattina. Sento una mano sfiorarmi il fianco e mi volto di scatto- Nico!- esclamo appena vedo il figlio di Ade davanti a me, gli butto le braccia al collo e lo abbraccio- Finalmente ti sei ripreso!-
Lui geme di dolore e io mi allontano un pò- Ehi, vacci piano, non sono così messo bene.- si preme una mano nel petto, probabilmente sotto la canottiera avrà ancora la fasciatura.

-Diet Coke?- offro, e lui avvicina le labbra al contenitore bevendo qualche sorso, si passa la lingua sulle labbra per assaporare la bevanda. Mi prende la mano e mi avvicina a se, baciandomi sulle labbra. Io rimango sbigottita ma rispondo ugualmente al suo bacio. Il sapore della bibita sulla sua bocca è ancora più gustoso che sulla lattina.
Rido appena ci stacchiamo- Mmh, secondo me ti sei ripreso anche troppo!- esclamo, lui sembra avere una faccia contenta. Si china leggermente su di me e appoggia la sua fronte sulla mia e ci fissiamo.
Sento Talia imitare un conato di vomito- Mi fate cariare i denti.- mi giro verso di lei e le faccio la linguaccia. Accanto alla Cacciatrice c’è suo fratello che ci guarda malinconicamente- Me lo pagate voi il dentista divino, vero?- ridacchia la figlia di Zeus.

-Ehi, vacci piano con la mia sorellina!- esclama Percy, venendo verso me e Nico, che lo sta guardando con occhi non troppo amichevoli. Mio fratello mi afferra le spalle e mi allontana di qualche passo da lui, io rido e gli do u leggero pugno sul braccio- Ahi! Guarda che sto solo cercando di proteggere la mia unica sorella.-
La mascella di Nico tocca terra- Come scusa?! Sarei io quello da cui la stai proteggendo?-

Oh, no!

-Bhe, tu intanto tieni le mani a posto con Muriel.- ridacchia, ma non è del tutto divertito, dandogli una pacca amichevole sulla spalla, ma il figlio di Ade resta immobile- Ehi, dai, scherzavo.-
Silenzio.
Gli altri si lanciano occhiate tese.
-Mi hai sempre visto come un pericolo, vero?- dice Nico, poi si gira verso i nostri compagni- Tutti voi, mi avete sempre visto come un pericolo. Il figlio del dio dei morti, mi avete isolato, escluso.-
-No, Nico.- lo interruppe mio fratello- Sei stato tu, tu ti sei allontanato dal Campo Mezzosangue e…-
-Per colpa di chi?- la sua voce mi fa quasi paura, ho i brividi per quanto sia calmo e misterioso in questo momento.
-Nico.- sussurro, come se la mia voce potesse aiutare a fare qualcosa.

-Per colpa… per colpa mia.- confessa Percy- Ho lasciato che tua sorella morisse per salvarmi, non ti ho fermato quando te ne sei andato dal Campo. Ma tu avresti dovuto credermi quando ti ho detto che non ho potuto fare niente per impedire la sua morte.-
Lui scuote la testa- Io… basta. Ho chiuso.- annuncia, gira sui tacchi ed esce dal Senato.
Rimango impietrita davanti alla sua reazione- Ma che diavolo…- Percy impreca in greco antico- Ora vado a…- avanza verso la porta, ma io lo blocco mettendogli le mani sul petto.

-No!- ordino- Hai già fatto abbastanza, Percy!- mi rendo conto che il mio tono è un po’ troppo duro, così cerco di addolcirlo, respirando profondamente- Voglio dire, resta con gli altri, cercate di trovare un qualsiasi metodo di battaglia o roba del genere. Ci parlo io con Nico.-
Mio fratello sembra sul punto di controbattere, ma alla fine annuisce. Guardo Annabeth- Un verso dice che questa guerra sarà da affrontare con intelligenza. Bhe, conto su di te.- le faccio l’occhiolino e lei sorride fiera, chiamando gli altri al tavolo.
 

Busso alla porta della cabina di Ade… o in questo caso Plutone. La sorella di Nico, cioè, l’altra sorella di Nico: Hazel è andata a New Orleans con il suo ragazzo, Frank. Questo è quello che mi ha detto lui, e questo mi fa capire ancora di più quanto sia solo. Nessuno viene ad aprire, così decido di entrare- Nico?-
Chiudo la porta e lo vedo prendere in mano una canottiera, è a petto nudo. Lui mi guarda e io mi mordo il labbro, non capisco perché le persone lo evitano.
Voglio dire, guardatelo, è un angelo… vestito di nero.
-Dove vai?- chiedo, con un filo di voce. Lo raggiungo e cerco di concentrarmi sul suo volto e non sui suoi addominali, anche se poco visibili.
-Probabilmente da mio padre,- il suo tono è indifferente, non mi presta molta attenzione- negli Inferi.-

Vengo assalita da un’onda di tristezza mischiata a rabbia- Ma come? Perché?-
-Senti, Muriel, non voglio farla tanto lunga.- taglia corto lui, mettendosi la canottiera. Si mette un paio di scarpe, simili a Converse grigie e poi si lega alla fronte un foulard nero con fantasie bianche, a mo’ di bandana per non fargli andare i capelli negli occhi- Ce la farete anche senza di me, non servo io, sono soltanto un pericolo per te.-
-Oh, ti prego!- esclamo esasperata- Non crederai sul serio a quello che ha detto Percy, lo sai che…-
-Non mi interessa.- mi zittisce, alzando una mano.
Sono sbigottita, lo fisso con la bocca socchiusa- Mi stai abbandonando.-

-No è solo che… non importa, starai meglio senza di me.-
Mentre sta per uscire gli afferro un braccio e lo tiro verso di me, tenendogli le mani strette alle spalle- No, ora tu me lo dici!- ho usato la lingua ammaliatrice.
-Mio padre mi ha detto una cosa e… no.- scuote la testa e mi accarezza delicatamente il collo con le mani, avvicinando il mio viso al suo- Devo andare via da te, non voglio più soffrire.- fa una cosa che ritengo dolcissima: con l’indice mi sistema meglio gli occhiali, portandoli un po’ più su.
-Non ti farò soffrire, te lo prometto.- gli getto le braccia al collo e appoggio le mie labbra sulle sue. Sento che sta tentando di non rispondere al bacio, ma non sa resistermi. Le mie dita gli tirano leggermente i capelli, lo sento gemere, mi solleva e io aggancio le gambe intorno alla sua vita. Amo questi momenti tra me e lui, un attimo prima sembra che ci sia la fine del mondo tra di noi e poi risolviamo tutto stringendoci e scambiandoci dei dolci e umidi baci.

-Muriel.- mi afferra le mani e mi fa scendere- Tu non sai quanto mi piacerebbe restare, vorrei restare con te, ma non posso. Ho già provato troppo dolore in vita mia.-
Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi- Ma ti giuro che non soffrirai!-
-Vorrei tanto dirtelo.- sussurra, baciandomi di nuovo. Quando lo guardo mi accorgo che delle lacrime gli stanno solcando le guance. Io appoggio una mano sul suo zigomo e gli asciugo gli occhi con il pollice- Non è colpa tua, non sarà colpa tua. La battaglia, tu… ti prego, stai attenta.-
-Che vuoi dire?- sussurro, una lacrima scivola giù anche a me.
-Ti amo, Muriel.- mi risponde. Mi prende le guancie e mi bacia, per l’ultima volta- Non sai quanto.-

-Se mi ami resta!- grido, quando apre la porta. Si gira verso di me, stringendo le labbra, poi scuote la testa. Cado in ginocchio e lo guardo avviarsi verso l’uscita del Campo Giove. Scoppio in un pianto disperato, appoggio la fronte per terra e mi tengo le braccia strette in grembo- Ti prego, resta.- singhiozzo.

Ma ormai se n’è andato.

Nota d'autrice: Scusate per il tremendo ritardo ma mi è successa una cosa incredibile: la Mondadori mi ha chiesto se sono disposta a concederle i diritti per una pubblicazione di un libro (rosa/viaggio) che sto scrivendo. E' un'opportunità grandiosa, per questo sono stata assente, mi sto concentrando soprattutto su questa storia, che mi hanno proibito di pubblicare qui, per motivi "imprenditoriali".
Ringrazio quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, se volete passate anche dalla Newtmas che sto scrivendo, mi farebbe piacere una vostra recensione sia qui che li. Se volete, scrivetemi un nome femminile che vi piace perchè devo sceglierlo per la protagonista (femminile ^^). Non so quando pubblicherò il prossimo, spero di riprendere il ritmo di uno alla settimana :)
Grace <3

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