l' arma ancestrale

di summer_time
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** sconosciuta ***
Capitolo 2: *** Bagagli... ***
Capitolo 3: *** Flashback ***
Capitolo 4: *** Festa ***
Capitolo 5: *** Incubo ***
Capitolo 6: *** Potere ***
Capitolo 7: *** Linee ***
Capitolo 8: *** Condivisione ***
Capitolo 9: *** Altalena ***
Capitolo 10: *** Punti di vista ***
Capitolo 11: *** V come... ***
Capitolo 12: *** Album ***
Capitolo 13: *** Ritorno ***
Capitolo 14: *** Preparativi ***
Capitolo 15: *** Spirali ***
Capitolo 16: *** Anniversario di morte ***
Capitolo 17: *** Caduta ***
Capitolo 18: *** Tatuaggi ***
Capitolo 19: *** Piccole confessioni ***
Capitolo 20: *** Tritone ***
Capitolo 21: *** Annegamento ***
Capitolo 22: *** Amore ***
Capitolo 23: *** Sala / Shirahoshi ***
Capitolo 24: *** Un posto tranquillo ***
Capitolo 25: *** Arriva qualcuno ***
Capitolo 26: *** Furia ***
Capitolo 27: *** Sfere ***
Capitolo 28: *** Torna da me, my love ***
Capitolo 29: *** Nella mente di Halta ***
Capitolo 30: *** Sei mesi ***
Capitolo 31: *** Missile ***
Capitolo 32: *** Giornale ***
Capitolo 33: *** Notizie allarmanti ***
Capitolo 34: *** Piano di battaglia ***
Capitolo 35: *** Cibo ***
Capitolo 36: *** Che ti aspettavi? ***
Capitolo 37: *** L'arma ancestrale Uranus ***
Capitolo 38: *** Questa volta per sempre ***



Capitolo 1
*** sconosciuta ***


Capitolo 1 

- Dovrei essere morta e invece non lo sono -  - Fantastico, no? -  -No -
- Adele, smettila -  - Perchè ci stiamo nascondendo?! -  - Perchè voglio vivere -
- Vedi di fare la brava - - Si mamma lo so, non sono una bambina -
- Cosa mi sta succedendo? -
- Capitano la nave sta affondando! -  - Ai ripari presto! Ragazzina di qua, non spingete per favore! -
- Basta ti prego!! -  - Dimmi dove è?! -
- Sarah!! -  
- Illustrami cara, come fai? -
- Sarah me la dai una caremella? - - Certo, tieni -
- AHHH!!!! Perché a me!?-
- Quando finirà questa storia? -  -Quando lo deciderò io-  -Spiritoso-  -Lo so-

Aprii gli occhi spaesata. Dove diavolo ero finita? Ricordavo perfettamente la nave in cui mi ero imbarcata ma questa cabina proprio non era di quella sottospecie di catapecchia. Mi stiracciai con calma, e mi guardai in quello che potevo definire uno specchio: beh c' era la collana ma i vestiti non erano decisamente miei ma di qualcun altra più alta di me di almeno cinque centimetri. Ma almeno ero viva e riuscivo addirittura a stare in piedi cosa che succedeva comunque e in qualsiasi occasione. Fantastico mi devo complimentare con chi mi ha salvato e andarmene.
Uscii dalla parte con cautela e in modo silenzioso proseguendo dritta lungo il corridoio: i miei piedi erano scalzi e questo mi avvantaggiava casomai volessero farmi del male, tuttosommato se avrebbero voluto vendermi l' avrebbero già fatto; mi avvicinai a una porta mastodontica e origliai: - Secondo voi quando si sveglia? E' una ragazza così giovane! -  - Non saprei proprio, figliola adorata, le infermiere l' hanno visitata ma non ha nulla che non va...voi in che stato l' avevte trovata?-  - Sembrava uno zombie -  - Marco non essere antipatico! Era disidratata ma il battito era regolare anche se mi sembrava molto gracile -  Cosa sentono le mie orecchie! Giovane? Zombie? Gracile? Ma quelli si sono bevuti il cervello! Se sapessero si rimangerebbero tutto, sfacciati a parlare di me in mia assenza! Vorrei ascoltare di più ma mi serve un mezzo per andarmene quindi è ora di fare un ingresso trionfale: spingendo piano la porta riesco a farla muovere quel tanto che basta per infilarmi dentro la stanza; in un primo momento non si accorgono di me, poi quella testa d' ananas (si lo chiamerò così, mi sta antipatico quel tipo! Io uno zombie?!!) mi vede e in modo "elegante" illustra la mia presenza al resto delle persone che poche non sono! Miseriaccia pensavo fosse una stanza invece è il ponte della nave! In pratica l' intero equipaggio, che riconosco deve essere quello di Barbabianca, mi guarda come se avessi una freccia luminosa al neon lampeggiante sopra. Ah no aspetta, loro non hanno idea di cosa sia il neon. Beh fa lo stesso. Rimasi impassibile e camminai lentamente fino a vedere almeno una parte della faccia del Comandante, ignorando bellemente quasi cento persone presenti tra comandati, mozzi, ect ect...che mi osservavano insistentemente. Guai a loro se... - Molto bene la mocciosa si è svegliata! Come sta la nostra ospite? -  Camminai fino a vederlo bene in faccia - Molto bene, la ringrazio. Sia per avermi salvato che per l' ospitalità, non tutte le navi pirata l' avrebbero fatto. - risposi con tono veloce e sicuro. C' era di peggio che parlare con l' uomo più forte del mondo. Lo sapevo benissimo, l' avevo provato sulla mia pelle. - Ehi mocciosa come mai eri in quello stato? Hai per caso fatto esplodere la nave? Ahahaha!! - rideva di buon gusto Barbabianca. Non aveva idea che l' avrei potuto fare anche con la sua nave. Ovviamente feci una risatina forzata, ma lo rassicurai sul fatto che non ero stata io,  dovevo raggiungere un paesino, figuriamoci se mi veniva in mente di saltare in aria! L' uomo mi squadrò ma ripresi per prima io la parola, in fondo ero li per parlare - Ma se può essere così gentile da darmi una scialuppa, io me ne andrei tranquillamente tanto la strada la so, così non ci sarebbe più nessun disturbo da parte sua - speravo di essere stata convincente, di solito lo ero, ma purtroppo la buona sorte non sempre mi assiste - Ah no figliola, ti ci riaccompagniamo noi così avrei il tempo di decidere se diventare una piratessa e navigare in tutto il mare! E magari diventare anche mia figlia - Comincio a sudare freddo. La mia preoccupazione è la Marina a grandi linee. Ma non avrebbe dovuto indiduarmi qui però se fossi rimasta avrei dovuto sorbirmi circa due settimane da incubo o più. Ero nei casini, come sempre. Sospirai in modo impercettibile, sfoderai il miglior sorriso del repertorio e alzando lo squardo incrocia gli occhi del Comandante  - Acetto volentieri il vostro aiuto ma ora come ora non mi interessa la vostra proposta. - 

ANGOLO AUTRICE
Salveee! Questa è la prima fiction che scrivo e spero di avervi incuriosito almeno un po' con il primo capitolo. Giusto perchè capiate le frasi all' inizio sono frasi (e in generale suoni) che la protagonista, Sarah, sogna nei suoi incubi che accadono più o meno ogni notte. Bene questo è tutto! Bacio

 Summer_time

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Capitolo 2
*** Bagagli... ***


Capitolo 2

- Tanti auguri di buon Natale!! -  - Quello è per me? Wow!! - 
- Apri anche il mio! -  - Va bene, ma ho anche io un regalo per te! -
- Ma...ma è stupenda! Grazie mille mostriciattolo -  - Basta Sarah così mi stritoli! -
- Dai, muovetevi, dobbiamo andare a Messa e tu devi ancora prepararti. Forza, su su! -

Accidenti mi stavo perdendo tra i miei pensieri! Non deve più accadere anche se la vedo difficile con questo tipo che parla, parla, parla come una mitragliatrice. E' da mezz' ora che mi "spiega" le sue modalità di vigilanza e i suoi trecento metodi per pulire un pavimento di una nave. Come se a me interessasse qualcosa, ma visto che Barbabianca l' ha incaricato di farmi fare un giro, devo sopportarlo; eccoci ora siamo alle cucine, poi ai dormitori ( ho una stanza solo per me, questo mi tira su di morale), l' infermieria, sala pranzo e via dicendo...A un tratto nel mezzo del ripostiglio, che tanto piccolo non è, sento un profumo di vaniglia. Sorrisi pensando che forse... - Scusa ma per caso avete preso anche degli oggetti, dei bagagli ad esempio, dal mare? -  - E a te cosa interessa? -  Eccolo che arriva, in tutta la sua arroganza quel testa d' ananas che mi sorride in modo canzonatorio. Quanto mi da su i nervi! - Sai, forse c' è anche la mia valigia con dentro le mie cose. Se l' avete recuperata vorrei averla indietro visto che è di mia proprietà -  esclamo con enfasi. Se fosse davvero un ananas, l' avrei già mangiato, mi piaceva una volta l' ananas. Ora non lo so più. - Beh prova a guardare al posto di fare domande inutili, no? -  - Marco la sua domanda è leggitima. Ora smettila di tormentarla. Vista mi ha chiesto di te: pare ci siano movimenti sospetti della Marina. -  Mi piace quella tipa: forte, decisa, non si è mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Halta mi pare. Con sorriso quasi materno mi si avvicina e ho paura che quasi mi abbracci. E questo non è un bene. Ma sembra cambiare idea, e mi indica le ultime cose prese dal mare. Quasi corro dalla contentezza nel vedere la mia amata valigia rossa ancora intatta e sopratutto asciutta! La prendo e la porto in camera mia, lasciando come un babbeo il pirata/guida e ringraziando sottovoce il comandante. La mia cabina non si può certo dire che è una suitte, ma è graziosa se mi metto d' immaginazione. Poggio la valigia sul letto e la apro: è ancora tutto asciutto e me ne compiaccio. Tiro fuori vestiti vari che in quest' epoca sarebbero scandalosi, due libri e il mio pupazzo. Lo stringo forte a me e lo nascondo nel mobiletto del bagno, non vorrei che qualcuno lo vedesse, sarebbe un po' imbarazzante ma non ne posso fare a meno di quel peluches che mi ha accompagnato fin dall' infanzia, a cui da bambina ho stappato quasi tutti i peli della sua criniera, a cui sempre da bambina ho tolto 1/4 della sostanza lanosa all' interno grazie a dei buchi sul collo, ovviamente fattida me, che mia nonna continuava a chiuedere. No non potrei neanche stare una notte senza di lui. Mi siedo sul letto quando un lampo improvviso mi passa per la testa: i miei amori! Apro di scatto una cerniera laterale e sospiro vedendoli salvi: i miei due bellissimi pugnali sono salvi!Li tiro fuori insieme alla loro cintura e noto con sommo dispiacere che è ora di cena e devo ancora togliermi i vestiti di Halta. In dieci minuti sono pronta, vestita come voglio io e con le miei fedeli pugnali. Barbabianca non ha dato il divieto di portare armi, quindi. Ora il problema principale è tornare alla sala pranzo ma sfortuna vuole che capiti in cucina; poco male, mangierò qui. Satch è impegnato a mescolare un enorme pentolone per accorgersi di me e io ne aprofitto per prepararmi il pranzo da sola. Mi sono sempre arrangiata, sin dal primo giorno, e così continuerò a fare: pelo due carote e le taglio fine fine, un po' di insalata e la mia cena è pronta. Mi guardo intorno per vedere se c'e almeno una bottiglietta d' olio e mi ritrovo Satch che mi osserva stranito. Odio essere guardata come se avessi il viso colorato dai pennarelli. Ma loro non sanno cosa vuol dire, ormai solo i bambini più ricchi possono permettersi dei semplici pastelli e acquerelli. Non importa. - Beh, perchè mi guardi così? - sembra sorpreso - Di solito gli ospiti rimangono in sala mentre tu ti sei preparata la cena. Strano. Ma come ti sei vestita sopratutto? I tuoi pantaloni sembrano tutti sgualciti e porti una cintura stranissima! -  Rido, non so perchè lo faccio, ma gli spiego il fatto dei pantaloni. E' una balla ben collaudata ma non  posso certo dirgli la verità! Sorride, si gira per tornare a mescolare ed escama - Ah ti hanno detto che c' è una festa in tuo onore sta sera? Non vedo l' ora! -  Sbianco. Io non posso andare alle feste. I ricordi mi assalgono ogni volta che ci provo. Sono nei casini.

ANGOLO AUTRICE
Ciaoo :D oggi aveva il tempo di aggiornare! Nel primo capitolo mi sono dimenticata di informarvi che le frasi all' inizio vengono sentite da Sarah anche quando è persa nei suoi pensieri come è successo qua. Vedrò di aggiornare il prima possibile! Bacio
Summer_time

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Capitolo 3
*** Flashback ***


Capitolo 3

Trovato l'olio e anche il sale, sto per sedermi a terra gustando già la pace della mia cena quando Satch mi prende il piatto tra le mani e lo deposita su un carrello - Hei cosa stai facendo alla mia cena?! - urlo indispettita - Mangierai insieme al resto della ciurma. Se il Babbo non ti vede penserà che stai rifiutando la sua ospitalità e allora sì che saranno guai - mi risponde divertito mentre io lo guardo basita. E' solo da qualche ora che sono qua e ho bisogno di un sacco da box! Incredibile...Vengo fatta uscire dalla cucina e mi dirigo di malavoglia verso la mensa, apro la porta e entro. Boccali di birra e sakè vengono tracannati uno dietro l' altro come se fossero semplici bicchieri d' acqua, risate e urla sono diventate tutt' uno, uomini di ogni età e stazza giocano come bimbi di dieci anni...
 

- Ho dieci anni adesso e sono grandissimo! -  - E io quindici, sono più grande! -


No! Non ho la forza per guardare il passato in questo momento. Scivolando lungo i tavoli scorgo una sedia abbandonata e non vedendo nessuno che si siede me la prendo e la sposto in un angolino, lontano da tutto quel chiasso. Appena mi siedo un ragazzo moro e lentigginoso si mette a ballare sul tavolo. Ma non ha freddo?? E' a torso nudo e porta dei pantaloncini fino al ginocchio. Oppure è semplicemente matto, come il resto della ciurma, l' unico che forse si salva è Satch o Halta ma non so chi dei due è meglio. Vedo avanzare il carrello e al volo prendo le mie carote con l' insalata e mi metto a mangiare come se non ci fosse un domani. Sono abituata così, mangiare poco, più volte e in modo veloce. Finisco ovviamente prima di tutti, faccio per andarmene quando il ragazzo caloroso (ma che strano cappello!) di prima mi ferma e tenta di dirmi qualcosa di cui capisco solo "Ace" che non so se sia il suo nome o il succo di limone, arancia e carote che bevevo. Ma ripensandoci quel succo non esiste più quindi convengo che sia il suo nome. - Susami! Dicevo io sono Ace! -  - Piacere, Sarah -  - perchè non ti siedi la con noi così ci racconti la tua storia? - Sorrideva Ace. Ma il suo sorriso si spense quando negai con il capo - Meglio di no. Però vorrei sapere chi mi ha raccolto dalle acque del mare così lo ringrazio - . Satch si fece avanti - La maggior parte della fatica l' ho  fatta io, ma diciamo che mi ha aiutato quel scorbutico di mio fratello Marco -                              Non ci potevo credere!! La testa d' ananas mi aveva salvato! Però sembrava avere tutta l' intenzione di ributtarmi in mare. Gentile. 

FLASHBACK

Una delle tempete più violente si stava sfogando. I pirati di Barbabianca faticavano a tenere a galla le loro possenti navi. La vista dell' aurora portò gioia a tutti, compresi i capitani. - Probabilmente qualche nave sarà affondata - mormorò Halta  - Speriamo solo che siano delle Marina allora! - le rispose Vista sorridendo alla sorella  - Comunque ci avviciniamo a una di quelle navi, vedo pezzi di legno galleggiare - Jaws pronunciò quelle parole come una sentenza di morte. - comunque andremo a controllare se sono presenti naufraghi sopravvissuti - Vista tentò di rincuorare Halta che era impallidita per la disgrazia che forse era successa. Tutti i capitani si davano da fare insieme ai loro uomini ma scoprivano sempre e solo oggetti quotidiani o cadaveri. Marco e Satch stavano lavorando verso il lato nord. 
- Satch cosa hai trovato? - chiese a gran voce il biondino - Nulla di buono! Vieni con la valigetta del pronto soccorso, c' è una ragazza mezza morta!! - rispose l' interpellato - Come sarebbe a dire una ragazza?! E poi non raccogliamo cadaveri che galleggiano su un tronco così perché non abbiamo nulla da fare! - ribatté scocciato Marco - Insomma vuoi venire ad aiutarmi si o no? E poi è viva! - rispose prontamente Satch - inoltre il Babbo ha chiaramente ordinato di raccogliere chiunque avessimo trovato - Marco sbuffò. Prese il corpo bagnato che Satch aveva tolto al mare e si incamminò verso l' infermieria. Era piccola, doveva avere quattordici massimo quindici anni, con capelli lunghi e castani e un tatuaccio sulla clavicola. Sembravano uccelli in volo. Che strano tatuaggio. La lasciò alle infermiere e tornò da Satch che stava litigando come al solito con Teach, li divise e se ne andò nella sua cabina a riposare.

FINE FLASHBACK

Sono sconvolta! Mi ha portato di peso fino all' infermieria! Ok forse l' ho giudicato male, quindi ora andrò la e gli dirò un grazie in modo che sappia che l' ho aprezzato, così a tutti sembrerà che io sia una persona normale e non faranno domande su di me e sul mio passato. Mi avvicino con tutte le mie buone intenzioni ma vengo conglata sul posto dalla sua affermazione - No, tranquilla, non serve che baci per un nonnulla - ride e mi sorride in modo malizioso. Non so se  si è bevuto il cervello o se vuole che mi imbarazzi. Lo guardo, in silenzio mentre tutti ammutoliti aspettano la mia reazione; persino Barbabianca guarga la scena con un sorriso sulle labbra. Guardo quel testa d' ananas che è seduto su una sedia pericolosamente inclinata. Sorrido, a volto sono un po' malvagia per il resto sono abbastanza tranquilla, e spingo la sedia con il piede. Marco, sorpreso, cade a terra mentre le risate dei suoi compagni rieccheggiano nella sala. Sorrido anche io un po' ma me ne vado quasi subito e sento gli ochhi del Comandante sulla mia schiena. Esco sul ponte e mi siedo osservando le stelle.

 

- Sei bravissimo! un altra coppa da lucidare! -  - Ti ho detto che è un campione! -
- Perchè hai scelto me? -  - Perchè sei quella giusta -  - Non fai che ripetermelo -  - Lo so -

ANGOLO AUTRICE

Bene ora si è visto come Sarah ha raggiunto la nave di Barbabianca. Ringrazio Bisca88 e NewlifeNewheart che mi seguono. Grazie mille di cuore. Un bacio
Summer_time

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Capitolo 4
*** Festa ***


Capitolo 4

La festa è già incominciata: urla e schiamazzi giungono alla mia orecchia da una ventina di minuti e non fanno che aumentare. Non ho assolutamente voglia di presentarmi ma devo rispettare Barbabianca e la sua ospitalità; mi rigiro tra le mani uno dei miei pugnali: ho appena finito di lucidarlo e riesco a specchiarmi senza dovermi alzare. Sbuffo, prendo il mio peluches e lo stringo forte come per scacciare un ombra dal mio viso. Sento bussare alla porta e d’ istinto infilo il pupazzo sotto le coperte                                                                
- Sarah sei qui? –   la voce gentile di Halta fa capolino tra i muri   - Si sono ancora qua, tra cinque minuti arrivo -  le rispondo cordialmente e mi muovo di malavoglia. Prendo una decisione: cinque minuti e poi subito a letto con qualche scusa.
Ci sono tutti come posso tristemente notare: Halta, Satch, la testa d’ ananas, Ace e tanti altri che non conosco. Poi, ovviamente, c’ è Barbabianca che, appena mi vede, mi saluta con un enorme sorriso. Ricambio a mia volta e mi siedo distante da un gruppo di pirati cantanti stonati come le campane. Alcuni di loro sono mezzi ubriachi, alcuni del tutto e altri che bevono ancora di più! Ma come fa Barbabianca a dare da mangiare a tutta questa gente??    
                                                                                                                                            
- Come mai non sei lì a divertirti? Da come hai fatto cadere Marco a cena, pensavo di rivederti con almeno un bicchiere di birra in mano! -  la voce pacata di questo individuo è strana. Ha la “r” leggermente moscia, un tocco di classe per un uomo con due baffi arricciati e un cappello cilindrico. 
- Sono astemia. Inoltre non mi piacciono le feste o qualsiasi cosa lontanamente vicina. -  è una bugia: adoravo le feste, soprattutto i compleanni ma ogni volta che mi divertivo finivo sempre rannicchiata a terra con le lacrime agli occhi e un dolore insopportabile al cuore. Per cui ho smesso di festeggiare ogni qualsiasi ricorrenza da molto tempo, ora che ci penso.                                 
– Interessante. Io sono Vista comunque -   non gli rispondo, conosce già il mio nome e se ne va da Halta. Sono carini quei due assieme e il viso della donna si illumina sempre di più. Sbadiglio e tento di andarmene quando mi ritrovo davanti Ace che prova a trascinarmi al centro per ballare una musica orribile, cosa in cui sono incapace e perciò mi ribello, facendo intristire quel viso lentigginoso ma che s’ illumina quando vede del cibo ancora intatto. Che strano ragazzo!!
All’ improvviso sento delle urla: Satch e un omone gigante stanno litigando per una fetta di dolce, ormai a terra, e sull’ ultimo bicchiere di sakè. Sono sicura che vengano alle mani quando cadono contemporaneamente a terra addormentati! Questa ciurma non è normale, non vedo l’ ora di scendere!  
Ritorno nel mio posticino e passano almeno tre ore, nelle quali osservo i componenti della ciurma e i loro comportamenti: Ace mi ha dichiarato sua sorella minore e ha minacciato di uccidere chiunque proverà ad avvicinarsi a me, Vista e Halta sembrano due innamorati terribilmente timidi mentre quella testa d’ ananas è distesa a pancia in su, che dorme come un angioletto. Passano pirati che non ho mai visto per riempire bottiglie di sakè o alcolici (ma quanto grande è la dispensa di questa nave??), quando un omone sta per cadere giù dalla nave: qualche minuto prima ha dato prova del suo potere del frutto del mare (si ricopre di diamanti) e se non lo salvo penserà di saper nuotare! Corro verso di lui, rovesiando alcune sedie e riesco ad afferrarlo ad una mano per un soffio ma è troppo pesante e ho paura che mi scivoli!! Mi guardo attorno per vedere che non ci sia nessuno di cosciente e creo un piano invisibile sotto di lui: concentrandomi faccio salire il suddetto piano e così riesco a salvare Jaws. Cado a terra insieme a lui ma al suo contrario mi rialzo e dopo aver fatto un cenno al Capitano, me ne torno nella mia cabina dove calma e tranquillità fanno da padroni. Mi metto in pigiama e mi infilo nel letto accoccolandomi vicino al mio pupazzo e addormentandomi quasi all’ istante. Vorrei andarmene da questa nave, ho paura di quello che succederà se non lo faccio.

- E' insopportabile!! Mi sento bruciare, ho la bocca in fiamme!! -   - Si chiama peperoncino -
- Aiuta la mia bambina! -   - Posso fare solo una cosa -
- Hai una famiglia che ti aspetta? Io sì! -   - E io no. Non ce l' ho più. -   - Ti mancano? -   - Da morire -

 

ANGOLO AUTRICE

Salve gente! Come promesso ecco un nuovo capitolo. Vorrei ringraziare sopratutto  Art_4ever che mi ha recensito e ha messo la storia tra le preferite ( *_* )  Ryu_Elric che mi ha recensito tutti i capitoli ( *_* ) e Bisca88 
 NewlifeNewheart 
 Bacio
Summer_time

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Capitolo 5
*** Incubo ***


Capitolo 5

- Tranquilla, ci metterò poco, prendo qualcosa da mangiare e da bere poi ritorno! -
- Puoi salvarlo, se ti sottoporrai al trattamento-
- Ahahahah patetico! -
_ Ma che macello, forza voi, pulite e andiamo a cercare la ragazza. Dovrebbe tornare da scuola -
- AHHH!!!!! -

 

Aprii gli occhi di scatto trovandomi Ace e Halta chini su di me che mi osservavano preoccupati. Ero sudata e tentai di alzarmi
- No no, rimani giù, sei pallida e con delle occhiaie mostruose -   Ace mi mise un panno inumidito sulla fronte.
- Ace sto bene, è normale. Ogni tanto dormo male e faccio degli incubi -  mi tosi la fascia e mi alzai dal letto sotto le proteste di Ace e lo sguardo apprensivo di Halta. 
- Beh è meglio se uscite, devo cambiarmi. -  sorrisi per tranquillizzarli e mi rinchiusi nel piccolo bagno: il mio riflesso era a dir poco spaventoso; mi lavai e mi cambiai, constatando il miglioramento. Uscii dalla cabina e mi incamminai verso la cucina dove trovai Satch che mi spinse in modo brusco direttamente in mensa
 - Mi dispiace Sarah, ma non metterai piede in cucina prima di aver fatto colazione. Devi restare insieme alla ciurma, ordini del Babbo -    non protestai, mi ero appena svegliata e non avevo voglia di mettermi a litigare di prima mattina. La mensa era stranamente silenziosa e me ne beai 
- Come ti senti? Va meglio -  Vista era comparso silenziosamente vicino a me e mi scrutava pensieroso
- Sì mi capitano spesso, ci ho fatto l' abitudine. Non dovreste preoccuparvi -   Mi sedetti su una panca e presi dal carello di Satch un succo d' arancia e un biscotto al cioccolato
- Oh noo, non dovremmo preoccuparci: hai solo urlato per tutta la notte, svegliato metà dell' equipaggio, fatto impazzire le infermiere con le tue convulsioni e le tue urla sconnesse. Continuavi a ripetere dei nomi e che non volevi fare qualcosa. Sono curioso cosa è che non volevi fare? -
Ero paralizzata, la voce della testa d' ananas mi aveva fatto svegliare del tutto: Marco si era svegliato con le mie urla!! E dire che ieri sera si è preso una sbronza colossale!!!
Non gli risposi e continuai a sorseggiare il mio succo d' arancia. Vedendo che restavo in silenzio Marco sbuffò e fece per andarsene quando si giro e mi spiazzò un altra volta - Certo che sei forte quando hai le convulsioni: siamo dovuti intervenie in quattro per farti stare ferma per una semplice iniezione. Ho dovuto tenerti bloccato un braccio insieme a Ace mentre Vista e Satch ti tenevano le gambe. Al Babbo gli è preso un colpo quando ti ha sentito urlare - .
Si mise a ridere, come se fosse una cosa divertente. Io invece ero sconvolta, non tanto per il racconto di Marco. No ero preoccupata per l' incubo avuto: era stato più violento del solito e anche la visione era stata più reale da quello che ricordavo.
Mi alzai di scatto e uscii, quasi di corsa e mi precipitai nella mia camera, frugai nella mia valigia e trovai quello che cercavo: era arrivato il tempo di usarlo. Preferivo usarli quando non c' era gente ma questa era un' emergenza. Uscii sul ponte e cercai un posto dove starmene tranquilla: vidi l' albero maestro e un' idea mi balenò in testa. Mezz' ora più tardi ero arrivata quasi in cima, e mi distesi cercando di mettermi comodamente. Tirai fuori dalla tasca le mie cuffiette e il mio telefono. Avevano più di cent' anni ma funzionavano ancora. Li adoravo!
La musica mi calmò un po' e riuscii a pensare senza essere assalita dai ricordi sulla mia vita passata.
Guardavo il mare, c'era un bellissimo sole fuori e il cielo era terso, senza nemmeno una nuvola. Se avessi usato il vecchio calendario ora saremmo ai primi di giugno, vicini al mio ennesimo compleanno. Avrei dovuto passare il mio...quanti anni compivo? Centosettantasei? Sì, avrei dovuto passare il mio centosettantaseiesimo compleanno insieme a uno dei quattro imperatori e alla sua strampalata ciurma. 
Una leggera brezza si sollevò e con essa vidi una cosa che mi spaventò: un intera flotta dell Marina si avvicinava alla nave. Eravamo tutti nei casini!


 

ANGOLO AUTRICE

Heilaaaaa!!! Oggi ho avuto tempo così ho pubbilcato un altro capitolo, anche perchè fino a lunedì non pubblico più niente :(  Comunquee oggi abbiamo visto che Sarah ha un cellulare ed è vecchissima!!! Sorpresa ;) bene come al solito ringrazio Art_4ever che mi ha rensito e ha messo la storia tra le preferite (*_*), Bisca88, giada1999 e NewlifeNewheart che hanno messo la storia tra le seguite e Ryu_Elric che mi ha recensito tutti i capitoli e dato molti utilissimi consigli!! Grazie mille a tutti <3 Un bacio

Summer_time
 

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Capitolo 6
*** Potere ***


Capitolo 6


Respiravo affannosamente. La Marina. C’era la Marina! Un’intera flotta stava circondando la Moby Dick. Dovevo scendere! Le mani mi tremavano, ma dovevo scendere! Mentre scivolavo giù dall’ albero maestro, rischiai di scivolare più volte ma non mi persi d’ animo, non pensavo altro che nascondermi, fuggire. Quando arrivai al ponte, i comandanti erano già tutti là e Barbabianca era seduto, senza i soliti fili della flebo attaccati al torace e ai possenti bracci. Volevo raggiungere la mia cabina, nascondermi da qualche parte ma un fiume di pirati mi sbarrava l’accesso a qualsiasi porta; mi giravo, cercando qualcuno che conoscevo, con cui almeno avevo parlato. Ma non vedevo nessuno. Non avrei avuto tutta quell' agitazione se non ci fosse stato Sengoku sopra la nave che si stava avvicinando! Accidenti a lui!!

Tutti i pirati erano nervosi, alcuni erano spediti nella sala motrice poiché erano troppo stressati o spaventati dall’inusualissima visita. Toccai d’istinto i miei pugnali giusto per accertarmi che fossero presenti. In fondo quella “visita” poteva essere per qualsiasi altra cosa, non cercavano me, non potevano cercare me, io per la Marina ero morta. Mi guardai alle spalle: ci avevano circondato, tagliato ogni via di fuga; non potevo neanche andare all’interno della massa di pirati per nascondermi ero arrivata chissà come davanti. Per fortuna vicino avevo Vista!
Lo vidi scendere, molto lentamente, con tre suoi sottoposti a funzione di scorta. Li guardai meglio, li conoscevo tutti da tempo: Akainu, Kizaru e Aokiji. Sto letteralmente tremando, sono arrivati al cospetto di Barbabianca e Sengoku si è comodamente seduto su una sedia portata da un marine. Non ce la faccio, mi nascondo dietro a Vista che gira la testa guardandomi in modo interrogativo ma per mia fortuna non dice nulla. Sento una mano calda posarsi sulla mia spalla e Ace si pone accanto al mio “nascondiglio” formando un piccolo muro umano: vedo perfettamente il suo sorriso sfacciato rivolto agli esponenti del Governo e gli mormoro un piccolo, ma sentito, grazie.                        
- Vorrei sapere il motivo di questa visita, visto che  non credo proprio sia per pura cortesia o mi sbaglio, Sengoku? -                                                                                                                                                                                     - Effettivamente stiamo cercando una persona, un pirata evaso per la precisione –  respirai rumorosamente sollevata dal fatto che non cercassero me  – l’ ultima volta che è stata vista si era imbarcata su una nave diretta verso Logue Town ma quella suddetta nave è affondata. L’hai accolto per caso, nella tua nave?-  un leggero sorriso mi increspò le labbra: quel pirata era stato buttato fuori a calci nel sedere dal capitano della nave poiché senza biglietto. Era stata l’unica nota divertente dell’ intero viaggio.
- Non so proprio di cosa stai parlando, moccioso, perciò fila via dalla mia nave e vattene con i tuoi burattini di uomini. Stai innervosendo me e la mia ciurma! -  avevo grande ammirazione per Barbabianca in questo momento!

Tenevo sott’occhio I marine quando Akainu e gli altri due improvvisamente si dileguarono e Sengoku si alzò  e si trasformò nel Buddha dorato! Cannonate delle navi della Marina partirono in sincronia mentre il Grandammiraglio stava per sferrare un attacco! I comandanti erano troppo indaffarati nell’allontanare le palle di cannone per accorgersi del pericolo più grave. Mi voltai verso Barbabianca ma era impegnato a combattere contro i tre ammiragli. Troppo impegnato pure lui!! Non potevo lasciare che la Moby Dick fosse distrutta, i suoi membri mi avevano salvata e avevo trovato delle persone che potevo considerare amici. No! Non gli avrei permesso di distruggere tutto questo!                                                                    Scattai fino a trovarmi nel punto d’impatto del gigantesco pugno.
Mi misi le cuffiette, sparai il volume del telefono al massimo e sentii l’energia scorrere dentro di me. Inspirai profondamente. Sentivo le grida dei comandanti che cercavano di raggiungermi credendo fossi piccola e indifesa. Ma Sarah Meliac non è indifesa. Tutt’altro!!! Mi concentrai,  avvicinai i palmi delle mani e tutte le onde sonore vennero risucchiate e compresse. Ero pronta!
Il pugno si stava avvicinando ma non scalfì niente della nave: Sengoku, nella sua forma buddha, fu spedito a grande velocità alla nave da cui era sceso, facendola esplodere.
Kizaru si precipitò a soccorrere il Grandammiraglio e lo trasportò sulla nave più vicina.
Sengoku guardò con fare misto tra il sorpreso e l'incredulo il ponte della nave. Non poteva essere! Non ci credeva, Lei era morta in un rogo, lo aveva visto! Eppure era lì… uguale, come quando l’aveva vista per la prima volta da bambino.

- Quanto tempo che non ci vediamo! Eppure non sei migliorato di una virgola. Mi deludi, caro Sengoku-san! – sorrisi in modo provocatorio, sarebbe stata una lunga, luuunga chiacchierata. 
 

ANGOLO AUTRICE

Sono tornataaa! Bene nuovo capitolo! Un grazie a chi segue e recensisce <3
Bacio
Summer_time

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Capitolo 7
*** Linee ***


Capitolo 7


Come mi sentivo bene. Era da un pezzo che non sferravo un colpo, anche se questo era di bassa potenza; mi sentivo più leggera e tranquilla. Vedevo la faccia sconvolta di Sengoku, era terribilmente divertente, provai a trattenere un sorriso ma inutilmente. Sapeva che ero molto più potente di loro messi insieme e che se volevo difendere o attaccare qualcosa o qualcuno non sarebbe stato difficile per me.
- Tu non puoi essere lì! Tu sei morta! Io ti ho visto agonizzante, con la pelle bruciata su mani, viso e braccia! Erano ustioni gravissime, non puoi essere sopravvissuta! –
- Beh come puoi notare, sono ancora qua, più in forma di prima -   gli risposi quasi ridendo: ogni volta che reincontravo qualcuno, mi dicevano sempre le stesse cose. Insomma un po’ più di fantasia!  - Voglio che ve ne andiate, ritiratevi e nessuno dei tuoi uomini si farà male. Ho un debito verso la ciurma di Barbabianca e lo salderò facendo ritirare te e le tue stupide navi! -  
- Ho visto le tue capacità in combattimento ma non puoi sconfiggere un’intera flotta! E’ impossibile!! -  il Grandammiraglio era parecchio arrabbiato, da quanto vedevo. Gli rivolsi un sorriso sprezzante e lo spiazzai con una semplice frase: - Quello che hai visto te era la minima parte del mio immenso potere e, se non farai come ti ho gentilmente chiesto, sarà difficile per te riferire alle famiglie di questi Marine il perché dei loro ricoveri in psichiatria –
Lo vidi mentre serrava i pugni cercando una soluzione: se sapeva come combattevo, non era difficile per lui immaginare le perdite. Stavo perdendo la pazienza, però. E non era un buon segno.
- Sbrigati Sengoku-san, sto perdendo la pazienza! –   esclamai sperando capisse che doveva andarsene. Subito!

Sospirai, quando, nel campo invisibile di onde ultrasoniche che avevo creato, comparve Akainu. Non mi voltai, calcolando mentalmente la distanza e la mossa più dannosa che potevo fargli. Considerando che aveva ingerito un frutto rogia dovevo evitare attacchi diretti che non avrebbero fatto effetto. Stava per colpirmi, sentivo l’aria spostarsi e una frazione di secondo prima, mi abbassai, gli presi il braccio e gli feci fare una capriola, bloccandogli la testa con la gamba sinistra. Ora potevo agire e dare una piccola dimostrazione!
Misi i miei palmi delle mani sulle sue orecchie e la sua tortura incominciò: le mie mani erano come amplificatori e Akainu incominciò a dimenarsi e, per tentare di togliersi da quella situazione, trasformò il suo collo in magma. Mi morsi il labbro inferiore per il dolore e aumentai il dolore alla testa per stordirlo. Mi alzai, guardando la mia gamba bruciacchiata e rivolgendo poi uno sguardo assassino all’ammiraglio svenuto.
- Ehi testa d’ananas, dove sei? –  mi rivolsi alla massa di pirati ammutoliti. Cavolo facevo così paura?
- Che vuoi? -  ecco mister gentilezza! Lo sfidai: volevo vedere se era in grado di spedire un Marine svenuto sulla nave di Sengoku. Accettò di buon grado e mi complimentai con lui per la riuscita. Aveva una mira eccezionale dovevo ammetterlo!!
Mi guardai in giro e la mia pazienza svanì: le navi erano ancora ferme ai propri posti ma non volevano andarsene! Mi stavano irritando notevolmente!!
- Sengoku!!! Ritira la flotta! Ora! – gli gridai contro. Ero stufa, si era fatta sera e volevo dormire in santa pace! Con voce tremolante, il bimbo a cui avevo proibito di entrare nella Marina, ubbidì ai miei comandi e la flotta incominciò a ritirarsi. Tutte le navi meno una. Marco sghignazzò  – Non tutti ti danno ascolto mocciosa –
M’infuriai. Avevo dato loro tutto il tempo possibile! Attivai il mio potere: linee azzurre quasi fosforescenti percorrevano le mie gambe. Era il mio potere in modalità minima ma mi serviva per dare una lezione alla Marina. Con passo deciso percorsi tutto il ponte e stavo per andare avanti quando Ace mi prese per il polso e mi urlò: - Cosa diavolo fai?! Vuoi ucciderti?? –

Ghignai, ma proseguii la mia strada: piani invisibili mi sostenevano e arrivai in pochi minuti alla nave.
- Fate fuoco alla ragazza!! -  quel comandante non mi stava simpatico. Balzai sul ponte della nave e una musica assordante incominciò: vedevo i marinai coprirsi le orecchie, gridare disperati, urlare. Vedevo sangue che usciva dalle orecchie, dal naso, dagli occhi, dalla bocca. Li feci diventare tutti matti, pazzi psicopatici. Scesi dalla nave e mi avvicinai allo scafo, posi una mano e la nave si sfasciò.
Come se niente fosse ritornai alla Moby Dick e mi diressi verso la mia cabina. I pirati si facevano largo, formando un corridoio per farmi passare.
- Oddio sei stata fantastica! –  Halta mi abbracciò di slancio poi mi osservò la gamba scottata – hai bisogno di cure, vieni ti accompagno in infermeria –
- Tranquilla Halta non ce ne bisogno. Guarda. -  Le linee azzurre tornarono e la parte danneggiata cominciò un processo di guarigione accelerato. In cinque minuti la pelle era come nuova. Tutti mi fissavano sbalorditi e impauriti. Non ci badai e mi diressi da sola dentro con il solo intento di riuscire a dormire.  
 

ANGOLO AUTRICE

Bene sono ancora qui! Il capitolo è un po' lunghetto, non mi andava di spezzare la piccola lotta. Sappiate che non sono brava a scrivere scene di lotta ma spero ugualmente che vi sia piaciuta! Ringrazio tantissimo quelli che recensiscono e tutte le persone che seguono la storia!! Grazieee!!!!
un bacione 

Summer_time

 

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Capitolo 8
*** Condivisione ***


Capitolo 8

- Li hanno uccisi tutti!! -          - Tutti chi? Sarah non capisco! –
- Dobbiamo andarcene, ci scopriranno! -          - Non me ne importa, senza Christine non me ne vado! –
- Ti prego ascoltami! So cosa ho visto, non me le invento le cose! -            - Sì certo e io sono il re di Spagna –
 
- Ecco, io te l’avevo detto, ma tu nooo sono cavolate! Erano balle le mie vero? -                - Zitta e corri –
- Matteo, quanto tempo ci rimane? -                - Dieci minuti, forse di più -       - Non ci basterà –
- Raccontami cosa è successo. So che è difficile ma provaci -          - I miei incubi, ascolta quelli e capirai –

- Mi…mi dispiace Sarah…io…io avrei dovuto asc-ascoltarti... -         - Ti prego!!! Non puoi lasciarmi anche tu! –
 

Aprii gli occhi di scatto. Respirai piano, dovevo calmarmi. Era solo un’ altro incubo, niente di più. Mi alzai e dopo un quarto d’ ora mi diressi verso la mensa. Quando entrai, si passò dal casino che si perfino sentiva fuori a un silenzio tombale, interrotto solo dalle urla gioiose di Ace
- Eccoti qua! Sei  stata mitica, bravissima! Altro che bimba indifesa e impaurita, questa qui è una tigre, una piratessa con i fiocchi e controfiocchi! –     mi stava stritolando in un abbraccio che riuscii a sciogliere in tempo prima che mi soffocasse. Aiuto!
- Hai sbagliato Ace, io non sono una tigre: sono un lupo se proprio vuoi paragonarmi a un animale. E per tua informazione ho sedici anni anche se ne dimostro di meno. –
Già sedici, da centosessant’anni avevo sedici anni. Da incubo pure quello.

Riuscii a prendere al volo dal carrello di Satch una brioches e un bicchiere di latte freddo. Guardai la brioches: la sua forma era riuscita a sopportare La Guerra e tumulti vari per spodestare la Marina. Eppure era ancora lì e alcuni panettieri si vantavano di averle inventate. Balle. Venivano dalla Francia anche se ormai non esisteva più. Invece il latte era freddo e io lo detesto freddo. Non provai neanche ad assaggiarlo.
- Ehi sarah perché non fai colazione? -      Halta si era seduta vicino a me e oltre a mangiare una crostata si leggeva una rivista: ” Cento modi (più uno) su come mantenere belle e funzionanti le armi”. Beh gusti son gusti.
- Il latte è freddo. Lo odio freddo -     risposi in modo sincero. M' ispirava fiducia come mai mi era capitato prima. E se dovevo essere sincera anche con Ace, Satch e Vista era la stessa cosa. E pensandoci ancora meglio anche con la testa d’ananas alias Marco. Erano riusciti a farmi aprire con un nonnulla. E…beh questa cosa mi piaceva. Troppi anni in solitudine mi hanno inacidito e La Guerra mi ha fatto diventare un’altra persona. Da ragazza solare che ero prima a ragazza quasi assassina e calcolatrice. Ma almeno per chi uccidevo avevo un motivo.
Persa nei miei pensieri, non ho visto Ace che mi prendeva il bicchiere dalla mano. Quando me ne accorsi il latte era caldo al punto giusto. Lo guardai inarcando un sopracciglio e lui rispose soltanto: - Frutto Foco-Foco -    
Lo ringraziai. Ma per me non bastava. Insomma mi aveva accolto come una sorella. Mi voleva bene come se fossi veramente una sua consanguinea. E anche io stavoimparando a volergli bene. Bisognava ricorrere al mio “nuovo” metodo di dire che volevo bene a una persona.
- Ace puoi venire un attimo con me per favore? Ti devo dare una cosa. -      Mi seguì con una faccia stranita e antrammo insieme nella mia cabina. Io, intanto che lui se ne stava a osservare il mio pupazzo, stavo frugando dentro la mia valigia. Dopo dieci minuti di ricerca trovai la cosa che cercavo!
- Siediti pure sul letto, non mordo se sono amici o fratelli -     calcai soprattutto su "fratelli" e un sorriso enorme si dipinse sulle sue labbra. Gli porsi un piccolo pacchettino e gli dissi di aprirlo.
La sua faccia era a dir poco strana e al contempo buffa, ma non sapeva che quello che teneva in mano era una dalle mie merendine preferite: i Twix®. La faccia diventò ancora più buffa quando vide i due pezzi di cioccolato spuntare fuori dall' involucro.
- Ehm esattamente cosa dovrei farne? –
- Prendine uno. Questi sono molto importanti per me, anzi quando erano incartati erano molto importanti per me. Ma non ne producono più da tantissimo tempo. Questo vuol dire che ti ho appena regalato un pezzo della mia storia. Io lo chiamo Condivisione e non lo faccio al primo che passa. E’ il mio modo contorto per dimostrare a una persona, in questo caso a te, che sei importante per me. E ora mangialo, vedrai è buonissimo! –

Passammo due ora chiusi in cabina a ridere e a scherzare. La sera stessa ripetei il gesto ad Halta e lei fu così felice da mettersi a piangere. E con lei, dopo tantissimo tempo, piansi un po’ anche io.
 


ANGOLO AUTRICE

Si sono ancora qua. Mi dispiace per ieri ma proprio non ho potuto. Vi lascio con questo capitolo un tantino sdolcinato ma mi serve per la storia! Un grazie immenso per chi segue e recensisce la storia!! <3
Un bacio grande grande grande

Summer_time

 
 

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Capitolo 9
*** Altalena ***


Capitolo 9


Erano passati alcuni giorni dallo scontro contro Sengoku e la ciurma, dopo il primo sgomento, era tornato amichevole, forse anche un po’ troppo. Non riuscivo a girare un angolo senza essere riempita di complimenti ed elogi. Questa popolarità era troppa per me. In fondo non avevo fatto niente tranne sfasciare una nave e salvare l’ intero equipaggio da una fine precoce. Da quel momento Barbabianca non mi aveva più rivolto la parola, neanche un saluto. Un po’ c’ero restata male ma alla fine me ne ero fatta una ragione: avevo salutato Sengoku come un vecchio amico, cosa vera, quindi forse l’aveva insospettito questa mia amicizia. Non potevo dargli torto, probabilmente avrei fatto anche io la stessa cosa.

Mi stavo annoiando: non c’ era niente da fare. Scesi nella sala macchine e andai a trovare Jaws: mi stava simpatico, era sempre burbero ma molto gentile.
- Ciao…-    gli dissi con fare depresso
- Annoiata? -    mi rispose senza guardarmi. Ecco un’ altra cosa che mi piaceva: capiva le persone con pochi elementi.
- Sì, non so che fare. Se almeno ci fossero delle corde e un pezzo di legno potrei costruirmi un’ altalena ma non vedo niente del genere in giro -        Mi appoggiai a un motore spento e sospirai.
- tienimi sollevata questa leva -       obbedii: almeno facevo qualcosa!! Dopo cinque minuti il capitano della terza tornò con tutto ciò che avevo desiderato!! Era un tesoro! Ritornò al suo posto e non mi parlò più: sapevo che era un tipo di poche parole ma ugualmente lo ringraziai. Presi le mie cose e me ne andai contenta però prima mi fermai in cucina da Satch
- Ehi Satch oggi cosa prepari? –
- Pensavo a dei ravioli ripieni, carne grigliata e torta alla frutta, che ne dici? –
- Si va benissimo. Puoi preparare un piatto a parte con una fetta di salmone e limone? –
- E’ per Jaws? -     chiese divertito
- Sì, non ho idea di come ringraziarlo e penso che il suo piatto preferito possa andare bene non trovi? –
- Concordo in pieno –

Mi allontanai e andai fuori sul ponte, salii con fatica sull’albero maestro e con infinita pazienza mi costruii un’ altalena: avevo legato saldamente le corde (nodi su nodi!) e provato quella specie di tronco che avevo scoperto essere plastica! Felicemente, dopo alcuni tentativi andati a vuoto ( in uno stavo per schiantarmi al suolo!! )  riuscii a passare tre ore dondolandomi e ascoltando musica. Era una bellissima giornata. L’altalena mi portava a ricordare quella che avevo a casa. Andavo sempre la quando volevo distrarmi o pensare o calmarmi. Mio fratello doveva venire a chiamarmi altrimenti sarei stata tutto il giorno lì! Ok stavo divagando.
- Ti diverti? -      sobbalzai a quella voce. Mi girai e trovai Marco comodamente sdraiato che mi osservava.
- Sì se no non sarei qui, ti pare? -    gli risposi a tono: sul serio non capivo quel ragazzo!
- Giusta osservazione. Comunque il babbo ti vuole vedere, ora. Quindi scendi giù e vieni, anche se non so come farai visto che siamo a dieci metri dal suolo.  -        lo vidi scendere sottoforma di fenice azzurra e sparire sottocoperta. Ora ero molto sorpresa: perché Barbabianca mi voleva vedere?? Mi aveva evitato fino adesso e poi di punto in bianco vuole parlarmi. Mha! Chi lo capisce è bravo… anzi chi mi capisce è bravo!

Quando arrivai davanti alla porta della sua cabina trovai Marco ad aspettarmi:
- Era ora, ce ne hai messo di tempo! –
- Taci testa d’ ananas! –
- Come osi chiamarmi così?!?!! –
- Oso eccome, biondino! –
- Nessuno ha il permesso di insultarmi mocciosa! –
- E nessuno mi può chiamare mocciosa, soprattutto tu testa a forma d’ ananas!! –
- ti ucciderò –
- o forse sarà il contrario -     sorrisi malignamente e lui ricambiò il sorriso. Avevamo fatto grandi progressi dall’ inizio ed era una buona cosa. almeno non ci scannavamo a vicenda. una volta l' avevo quasi soffocato: gli avevo tirato un muffin mentre stava ridendo e avevo centrato la bocca: era stata esilerante la sua faccia!

Per non battibeccare ancora (altrimenti non avremmo finito più!), entrai finalmente nella cabina del Capitano.
Era seduto su una sedia gigante con tantissime flebo e aveva un aria stanca.
- Ti chiederai perché sei qui, immagino –
- In effetti sì, sono curiosa –
- Volevo parlarti privatamente. A proposito dei tuoi poteri. Sono vecchio, ho vissuto e visto molte parti del mondo. Da bambino avevo fatto amicizia con Sengoku, abitavamo nello stesso villaggio. Ma questo tu lo sai. Un giorno, avevamo otto anni circa, mi ricordo molto bene, è arrivata una ragazza. Sedici anni, occhi azzurri, capelli lunghi e castani, bassa per la sua età. Portava una tuta nera. Diceva di venire da molto lontano. Mi ricordo il suo arrivo come se fosse ieri. Era divertente passare del tempo con lei. A proposito, ti ho descritto bene, Sarah-chan? –
- Sì, direi in modo perfetto, Edward-kun. La tua memoria è sempre stata infallibile. –
- Sei rimasta uguale: dolce solo per alcune persone. E neanche una minuscola traccia del tempo sul tuo viso. Perciò ti chiedo  per la prima volta: cosa sei in realtà? –
- Lo vuoi proprio sapere? –
- Sì! –
- E va bene, se proprio ci tieni. Ormai sono anche io stanca di fingere. Ecco ,vedi, io, in realtà, sono…
 

 


ANGOLO AUTRICE

 

Ok vi voglio male. Continuate a recensire che mi fate sempre scoppiare il cuore di gioia <3 un bacio

Summer_time

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Capitolo 10
*** Punti di vista ***


Capitolo 10

Pov. Marco

Troppo tempo. La mocciosa è dentro dal babbo da troppo tempo. Non mi fido, ha quel non so cosa di buio, di oscuro. Non parla mai del suo passato, niente della sua famiglia, niente del suo paese. Perfino le armi sono insolite. Dai chi va in giro con due pugnali sulla cintura? Nessuno tranne lei! Pugnali dal manico stranissimo: nero, lucido, con la fine più consistente. Non ho visto la lama ma credo che siano armi da due soldi, solo per fare un po’ di scena.

Quella ragazzina, stranamente, è riuscita a socializzare con tante persone. Socializzare, oddio, è un termine un po’ troppo forte: riesce a starci vicino, parlando civilmente, senza minacciarli di morte. Tutto il contrario con il sottoscritto. E’ una cosa più forte di me, prenderla in giro, punzecchiarla, far muovere la sua boccuccia da cui escono solo parole scarne. Ma devo ammettere che ha una voce molto soave e degli occhi magnetici: azzurri quando c’è il sole, come prima, oppure grigio tempesta come il primo giorno che l’ ho vista. Ed è strana, affascinante e… aspetta!! Cosa diavolo sto pensando? Affascinante, lei? No, no, no, assolutamente no!! E’ una bimba e bimba rimarrà!

- Ohi Marco! Come sta andando l’ incontro? –
- Oh, ciao Izo. Non lo so, a volte li sento ridere ma per il resto sembra che stiano dormendo. Ma non ho assolutamente voglia di origliare, il babbo sa quello che fa e mi fido del suo giudizio. –
- Sono d’accordo. La ragazzina, comunque, non pare avere cattive intenzioni. Però è meglio se la controlliamo, non credi? –
- Pericolosa lo è di sicuro. Hai visto come ha sfasciato quella nave: senza problemi e senza fatica. Ma non credo voglia farci del male.. Penso che abbia mangiato un frutto del mare, ma non ne sono sicuro –
- Spero tu abbia ragione. Beh ora vado a farmi una doccia, ci vediamo a cena. –
- Sì, ciao –

Sento la porta muoversi! Mi appoggio in fretta al muro (perché l’ho fatto?) e osservo la mocciosa uscire con calma e con un sorrisetto sul volto
- Allora, cosa voleva da te il babbo? -  
- Non penso siano affari tuoi (acidità fatta in persona!). Comunque poiché Barbabianca mi ha anche chiesto di andare d’ accordo con te, e per me vuol dire fare un discorso senza insultarti, vedrò di accontentarti: domande sui miei poteri, tutto qui. –
Non ci credo. Il babbo le ha chiesto di parlarmi civilmente e lei ha accettato. Sono a  dir poco sorpreso!
- Ragazzina, anch’io volevo farti la stessa domanda: tu hai mangiato un frutto del mare vero? –
Sorrisi, era fin ovvio!
- Sappi che risponderò solo a questa domanda, perché so che me ne farai altre appena ti darò la risposta: no, non ha mangiato nessun frutto del mare. –
No. Non era possibile. Lei…lei aveva un potere così devastante e…e niente frutto del mare! Aprii bocca per ribattere, ma lei se ne era già andata. La guardai allontanarsi, era una ragazza misteriosa sì, ma terribilmente accattivante. Ok Marco: cosa diavolo ti sta succedendo?? Scossi la testa, e me ne andai anch’io.
 
Pov. Sarah

Era stato un sollievo parlare con Edward. Un peso in meno da portare e da nascondere. Aveva giurato di non dirlo a nessuno e sapevo che avrebbe mantenuto la parola, mi fidavo. Ed era stato divertentissimo ricordare la prima volta che li avevo conosciuti: erano dei bimbi e ora li avevo visti grandi, forti, uno che aveva seguito il mio consiglio mentre l’altro aveva deciso di ignorarlo.
 
- Mai e dico mai! Non arruolatevi nella Marina, vi prego! Promettetelo! –
- Va bene, Sarah-chan, lo promettiamo. Ma perché non vuoi? –
- Perché mi hanno fatto male, a me e alla mia famiglia. Grazie ragazzi, ora sono più tranquilla –
 
Mi avviai verso le docce. Stavo per entrare quando Halta mi bloccò:
- No! Ferma! Non puoi entrare! –
- Perché? –
- Perchè prima ci vanno tutti i maschi poi tocca a noi. Purtroppo finiscono ogni santa volta l’acqua calda quindi preparati a una doccia fredda o gelida! –
Cosaaaa??? Li uccido tutti!!!!
 
 

ANGOLO AUTRICE

Sorpresaaaa! Pensavate di scoprire così presto la vera natura di Sarah? E invece NO!! Grazie mille a tutti quelli che recensiscono, il mio cuore esulta ogni volta! E grazie anche a chi ha messo la storia tra le preferite o le seguite!
Un bacio

Summer_time

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Capitolo 11
*** V come... ***


Capitolo 11


- Quindi, rispiegamelo un'altra volta, perché non ho capito il senso logico –
- Non c’è un senso logico: visto che come donne siamo solo noi e le infermiere, hanno deciso di farci fare la doccia per ultime visto che siamo in poche. E sinceramente io mi sono anche stufata di fare docce fredde ma non ho idea di come cambiare le cose. Capito ora? –
Ero sconvolta. Ma non avevo intenzione di fare docce fredde oltre quella di sta sera. Lo dissi ad Halta e lei rise di gusto poi guardò l’orologio
- Bene, dovrebbero aver finito. Andiamo –

Presi le mie cose e aspettammo con pazienza che uscissero dalle docce. Si unirono anche le povere infermiere che condividevano con Halta quel triste destino. Sul serio, se non venivano fuori in cinque secondi li avrei cruciati tutti, la mia pazienza era nota per la sua lunghezza. Finalmente ci lasciarono la sala docce libera e le infermiere, gemendo, cominciarono la loro tortura. Fu un incubo: l’ acqua non era fredda e neanche gelida! Se mi facevo un bagno nei cubetti di ghiaccio era meglio!!

Quando arrivai a cena ero a dir poco congelata. Anche se era estate mi mangiai una minestra e chiesi a Ace se poteva scaldarmi le mani, giusto per avere una minima sensibilità!
L’ indomani mi svegliai di buon ora e pianificai la mia vendetta: avrei ribaltato la situazione. Corsi nella cabina di Halta e glielo illustrai: il suo viso illuminato e il suo sorriso sadico mi convinsero della validità del mio piano. Con il suo consenso e aiuto m’incamminai per avvertire le infermiere quando m’ imbattei nel comandante della prima flotta: Marco *sonounatestadananas* la fenice. Passai, ignorandolo volutamente. Sentivo però il suo sguardo fisso sulla schiena e sperai che non mi facesse domande sulla conversazione di ieri. Mi rifugiai comunque in infermieria e avvisai gioiosa le infermiere del mio geniale piano; furono tutte d’ accordo e mi diedero il permesso di farlo. Uscii ringraziando le ragazze e tornai indietro: Marco era ancora li, stessa identica posizione e stesso sguardo di dieci minuti fa. Mi fa un po’ paura in questo momento. Lo ignoro per la seconda volta ma lo guardo un attimo negli occhi: sì fa paura! E ho il sospetto che s’infurierà ancora di più quando metterò in atto il mio piano. Beh non importa perché dovrebbe uccidere sia me che Halta che le infermiere  quindi a rigor di logica sono salva.

Ritorno da Halta e prepariamo il cartello che ci servirà da diversivo e dopo un oretta l’ abbiamo completato: lei lo va ad appendere mentre io manometto i getti delle docce per rendere credibile la nostra bugia, devo ricordarmi di ringraziare le infermiere per la dritta! Esco e chiudo la porta, defilandomi con Halta in sala pranzo con un sorriso idiota stampato sul volto.
Il pomeriggio passa tranquillo, almeno per me visto che sono sulla mia nuova altalena. E mi è venuta in mente una cosa pericolosa, molto pericolosa: accellero e salto. Salto nel vuoto e sento l’ aria fischiarmi nelle orecchie.  Allargo le braccia e le porto sopra la testa e poi l’ impatto con l’acqua. Il mare è freddo ma la sensazione che provo, mentre nuovo è impagabile. Ma mi stanco velocemente, sono alla pari con la velocità della nave ed è troppo veloce.
Ritorno in superficie e corro, mentre con il mio potere creo un piano obliquo per tornare sul ponte. Sono le sei del pomeriggio è ora!!
Mi precipito dentro e vado nella mia cabina, prendo pigiama e tutto, corro in sala docce e mi ci fiondo dentro. Io e le ragazze ci facciamo una doccia molto calda e vedo le infermiere crogiolarsi sotto il getto d’acqua. Ridendo, uscimmo dalle docce e trovammo una fila di pirati a bocca aperta
- Ma…ma le docce…le docce erano guaste, abbiamo verificato! –
Ace era a dir poco sconvolto. Buffo, molto buffo. Sorrisi ma non parlai. Halta e le infermiere erano il problema più grande per quell’ammasso di pirati. E mi sa che se ne erano accorti un po’ troppo tardi
- Le abbiamo riparate noi le docce. Ora se volete scusarci, dobbiamo andare a cena. Con permesso –

Ammiravo Halta per il suo discorso. Breve e conciso. E le infermiere avevano uno sguardo a dir poco truce. Si allontanarono e tentai di fare lo stesso quando l’ananas mi prese per un braccio
- E’ per questo che sei andata in infermieria sta mattina? –
- Sì. Le ho viste illuminarsi quando ho esposto il mio piano. Come diceva una volta una mia cara amica: “ V come Vendetta” e penso che le ragazze si meritassero almeno una doccia calda, non trovi? –
- Immagino di sì. Ma hai presente che tutti i pirati ora ti odiano? –
- E tu hai presente che Halta e le infermiere vi fanno un culo così se solo mi torcete un capello? –
Mi lasciò il braccio e me ne andai. Tutto sommato era molto divertente battibeccare con lui. Lo trovavo interessante. Ma cosa diavolo sto pensando? 


 

ANGOLO AUTRICE

Vorrei abbracciarvi tutti e riempirvi di baci per le recensioni <3 grazie mille sul serio vi voglio un mondo di bene *-*
See ya!

 

Summer_time

 

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Capitolo 12
*** Album ***


Capitolo 12

In lontananza vedevo l’isola. Rouge Town era il primo porto. E avrei lasciato questa strampalata ciurma. Sospirai, mi ero affezionata: il fare materno di Halta, la gentilezza delle infermiere, la simpatia di Satch e Vista, Il mio nuovo fratello Ace, il silenzio di Jaws e perfino la voce arrogante dell’ ananas. Il vento mi scompigliava i capelli e il sole mi baciava il viso. L’ estate era arrivata, giugno era arrivato, e con esso il mio compleanno. Quindi: tanti auguri a me!
Mi scostai dal parapetto e tornai in coperta; mi aggiravo in tutti i corridoi possibili e immaginabili, non avevo pensieri, la valigia era pronta mi dovevo solo cambiare: se lasciavo la protezione di Barbabianca, dovevo attrezzarmi a dovere.

Per ingannare il tempo andai in cabina e mi cambiai: i jeans e la maglietta a maniche corte furono sostituiti da una maglia senza maniche nera e aderente (in cui risaltava bene la mia collana rosa, ultimo regalo di Natale da parte di David) e da un paio di short neri. la gamba sinistra ha sul polpaccio un piccolo contenitore in pelle in cui è contenuto il coltellino a serramanico di mio nonno. La cintura con i pugnali, anche se entrambi neri, risaltano sui pantaloni. Chignon come acconciatura e valigia in mano, uscii dalla stanza, mia solo per due settimane.

Quando arrivai sul ponte Satch e Ace ed erano lì: uno con un pacchettino in mano, l’ altro scuro in viso
- Hey ragazzi -     mormoro con poco entusiasmo
Silenzio assoluto per cinque interminabili minuti.
- Perché non rimani qui?! Saresti al sicuro, avresti una famiglia su cui contare!! -      Ace me lo urla così, senza peli sulla lingua. Lo guardo con aria afflitta
- Smettila Ace, se lei vuole andarsene, lo farà. Non è di proprietà di nessuno da quanto abbiamo imparato in queste due settimane. -      Satch mi sorride debolmente e mi porge il pacchetto    – tieni, questo è da parte dei comandanti, per aver salvato la nostra amata nave –

Sono stupita dal loro regalo e anche se non lo faccio vedere sono molto commossa: è una semplice cornice arancione e nera con all’ interno una foto di Barbabianca e tutti i comandanti che mi sorridono. come una vera famiglia. Alzo gli occhi e una minuscola lacrima scende sul volto ma me la asciugo in fretta, senza farmi vedere. Li abbraccio entrambi, senza dire nulla. Loro hanno capito.
Mezz’ora più tardi la Moby Dick è attraccata al porto: ho salutato tutti, chi più calorosamente chi meno ma tutti.
- Edward-kun –
Sono arrivata davanti al Capitano: lo fisso negli occhi e un lieve sorriso gli increspa le labbra.  Mi porto l’ indice e il medio della mano destra sulla fronte e lo saluto: è il mio saluto speciale. Busto leggermente inclinato avanti, le dita sulla fronte e saluto militare ma con il palmo rivolto verso l'alto combinati insieme. Lo vedo sorridere e mi volto. Percorro velocemente il tragitto e scendo dalla nave: mi rigiro ma non saluto più, mi farei del male solamente. Lascio alle spalle quella che forse poteva essere definita per me casa. Tristezza e dolore albergano nel mio fragile cuore. Tento di non pensare a loro.  Ora sono il passato.

Dopo vari giri per la città trovo la mia meta: un vecchissimo negozietto, con i vetri polverosi e qualche ragnatela in giro. Entrando, una campanella annuncia al proprietario il mio arrivo: un vecchietto arriva di corsa e, salendo su dei gradini, riesce a raggiungere il bancone. Mi scorge e sorride calorosamente
- Signorina… ma… ma.. da quanto tempo!! Come sta signorina? Oh, lo sa che è sempre bellissima, anche se io ormai sono un povero vecchio –
- Arthur ma che piacere! Sto benissimo, grazie. E invece Satesuki? Ho anche saputo che sei diventato nonno da due anni! –
- Oh signorina sono così felice! La mia nipotina è così dolce e premurosa. E tutta la mia felicità è stata possibile solo grazie a lei, signorina. Sono e sarò sempre in debito con lei! –
- Oh Arthur smettila, mi fai arrossire così! Sono felice che Satesuki sia diventata quello che è. A proposito ti è arrivato il mio biglietto? –
- Sì, signorina, è tutto pronto. Ora glielo vado a prendere. –
E scendendo dai gradini se ne va e mi porta un album di fotografie.
Restai lì e chiacchierai ancora un po’ sull' infanzia della nipotina e sulle loro vite dopo la mia entrata in quella di Satesuki.
Dopo due ore (o forse di più) uscii dal negozietto: ormai si era fatta sera e il mio stomaco brontolava per la fame dovevo quindi trovare una locanda anche per affittare una camera. All’ improvviso scorsi un plotone della Marina e mi nascosi immediatamente dietro una casa: a capitanarli c’era un tizio che fumava non uno ma ben tre sigari!! Correva come un forsennato e riuscii a capire solo: “ approdati…porto”.
Un pensiero inquietante mi attraversò la testa: e se Barbabianca e la sua ciurma non avessero abbandonato la città?? 

 

ANGOLO AUTRICE

La pioggia oggi mi ha dato ispirazione per il prossimo capitolo che probabilmente vi posto domani :) ormai siete diventati tanti che avete messo la storia tra le preferite o le seguite e molti di voi mi hanno recensito i capitoli scorsi! GRAZIEEEE!!! e grazie anche a chi legge soltanto
un bacione

 

Summer_time

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Capitolo 13
*** Ritorno ***


Capitolo 13

No, no, no! Idioti perché non ve ne siete andati subito?? Ora siete circondati!! Perché non vi muovete da lì?! Andatevene subito!! Ma che fai Jaws, cosa state facendo tutti??  Qualcuno metta la retromarcia a quella nave e partite a tutta birra! Satch ti prego girati e avverti i ragazzi che c’è una folla di Marine, ti prego fallo! Ace dove sei? Halta, Marco, Izo, Edward, qualcuno venga!

Il comignolo di una casa, per fortuna, mi protegge da sguardi indiscreti. Valigia e album sono al sicuro, ho chiesto ad Arthur di tenerli nel negozio e mi ha accontentato più che volentieri. Tentavo di non pensare ai miei oggetti ma erano troppo importanti per me, soprattutto l’ ultimo acquisto: un album di fotografie con ritratti della mia famiglia e dei miei amici ormai morti.
Mi concentrai sul presente: ecco ora li avevano totalmente circondati, ma si svegliavano?? Oh alla buonora!! Ace si è accorto del pericolo, grazie al cielo! Bene quindi non servo più. Faccio per alzarmi e andarmene quando in lontananza vedo una strana macchina ma che cosa è? Cerco di aguzzare la vista, è molto lontana ma no non è possibile! Un lanciamissili!!! E senza che io possa fare qualcosa, formulare un qualsiasi pensiero, parte il primo razzo! Ma per tutti i santi non posso NON intervenire!
Salto dal tetto e creo un muro di onde sonore in meno di due secondi. Fletto un tantino le ginocchia e atterro sul molo senza problemi. Sorrido, il muro può resistere anche a un esplosione nucleare: come previsto il missile s’infrange ed esplode in faccia ai Marine. 
- Sarahhhh!!!! Dio santo sei tu?? Hai salvato la nave un'altra volta! Sei fantastica! Ti voglio bene sorellina miaaa!!! -       Ace mi perfora i timpani pur essendo sul ponte della nave: ok è mio fratello ma lo guardo in modo truce. Ma non è il mio problema ora.

Il capitano dei Marine mi squadra come se fossi vestita da pagliaccio e, senza proferire una singola minuscola parola, mi attacca. Lo paro senza problemi e lo colpisco con un calcio ma lo trapasso. Un frutto rogia maledizione! E, inoltre, la sua arma è stranissima ma non mi faccio toccare, forse è avvelenata ed è meglio se evito, va!  Mi riattacca nuovamente e lo paro con molta facilità. Dopo mezz’ora di attacchi continui da parte sua, ha il fiatone mentre io sono fresca come una rosa. Stranamente alza il braccio e me lo punta contro: da lì parte una mano fatta di fumo che riesco a evitare, ma non posso fare altrettanto per la sua arma che mi graffia il braccio. Un minuscolo rivolino di sangue mi esce ma si ferma di subito.

Ok basta giocare. Mi ha fatto incavolare. Attivo il mio potere nella modalità minima: le linee mi ripercorrono le gambe e metto fuori gioco in pochi minuti tutto il plotone di Marine e anche la dipendente del comandante. Mi manca solo lui e poi posso andarmene. Lo squadro e torna ad attaccarmi. Perché non ha capito che lo faccio fuori senza problemi se mi provoca…arriva a sfiorarmi un orecchio ma non mi muovo contro di lui: invece sfilo con eleganza i miei due pugnali e glieli punto contro. Uno alla gola e uno dietro al collo. Ride

- Stupida ragazzina, sono intoccabile! -     me lo dice ridendo e con lui, rido anche io. Ma mentre sto ridendo, sposto un pugnale dalla gola e quasi gli mozzo una mano. Il sangue comincia a zampillare veloce dal polso; urla dal dolore, ma non lo lascio muoversi
- Sai a questi pugnali voglio molto bene. Sono in agalmatolite, ma credo che tu sappia cosa sia visto che la tua arma è fatta dello stesso materiale, almeno la punta. Bene ora vattene, prima che ti uccida –     il sorriso che ho non è di quelli che ho riservato per la ciurma di Barbabianca, ma è freddo e mi da un’aria da pazza. Forse lo sono. Se ne va in uno sbuffo di fumo e mi lascia da sola con il resto del plotone, ripresosi dal mio attacco di prima. Creo di nuovo il muro e casualmente inglobo all’interno anche Arthur che, tutto rosso in viso, mi ha portato la valigia e l’ album
- Signorina, salga sulla nave, lei non può più restare qua! –

Lo guardo in modo interrogativo ma prendo la valigia in mano e anche l’ album
- Le darebbero la caccia e la mia famiglia non può offrirle sufficiente protezione. Sono desolato mi creda, ma quell’ uomo potrà fare la stessa cosa al posto mio e in modo più efficace. E non si preoccupi per me, sono molto rispettato in questa città e nessuno torcerà un capello a me o alla mia famiglia. Vada, su si sbrighi! -     lo guardo preoccupata, ci sono cose che vorrei dirgli, ma non ho tempo
- Hey Jaws, al volo! -   lancio la valigia e l’ interpellato la prende al volo. Ho paura a lanciare il mio album ma nella valigia non mi stava
- Ace se questo cade o si rovina, ti farò assaggiare le lame dei miei pugnali, sono stata chiara? –    Deglutisce, mi dice di sì con la testa e tremando come una foglia prende al volo l’ album
- Visto Sarah-chan è tutto integro! A proposito la nave è incastrata puoi dargli una spintarella per sbloccarla? -
Sospiro di rassegnazione. Spingo la nave indietro ma la mia forza non è sufficiente. Alzo il livello di potenza e le linee azzurre percorrono il mio busto, fermandosi alla base del collo e percorrendo le braccia e le mani, formando due cerchi per ogni mano: uno sul dorso e l’ altro sul palmo. Il sangue comincia a pompare più velocemente e l’ energia fluisce dentro di me. Così riesco, seppure con un po’ di fatica, a spostare l’ immensa nave e dopo aver salutato Arthur, corro verso di essa e salgo da una fune calata giù da Satch. Prendo fiato e disattivo il mio potere appena sono al sicuro sul ponte.

Ace mi abbraccia forte, neanche ci fossimo ritrovati dopo un’ eternità!
- Cavolo ragazzi, vado via qualche ora, e mi tocca accorre immediatamente a salvarvi il didietro. Beh Ace sei contento ora? Mi dovrai sopportare per un altro bel po’! -      sorrido e Halta si slancia verso di me e mi abbraccia ancora un po’ incredula.
Sono portata dentro per comunicare la bella notizia a Barbabianca e di sfuggita vedo Marco (alias: l’ ananas) che mi sorride. Sarà divertente battibeccare con lui per un altro po’.
 
Pov. Halta
Mia sorella! Mia sorella è tornata! La mia adorata sorellina, di sembianze fragili ma di spirito duro e freddo come il marmo, è tornata!! Le voglio un mondo di bene e lei lo sa. Vedo che tenta di essere più cordiale e gentile e di sorridere ma i suoi occhi la tradiscono, sembrano argento liquido in questo momento ma ogni tanto sono come il cielo, e sono sempre così malinconici, tristi o arrabbiati. E fa male vedere che niente scalfisce quella corazza tranne una persona che li fa diventare furiosi: Marco. Quei due non fanno che battibeccare, ma sembra che riesca a farla ritornare viva, sembra che gli scorra una nuova energia quando gli urla contro. Come adesso.  
Vorrei solo che non fosse così triste ma sapremo come tirarla su di morale: il babbo ha detto che oggi è il suo compleanno e le abbiamo preparato una festa a sorpresa! Io avrò il compito di distrarla insieme a Satch. Non vedo l’ ora!! 
 
Pov. Satch
Quella peste di ragazza è riuscita a salvarci di nuovo! Ha una potenza fuori del normale e una vasta conoscenza di cibi, usanze e storia come se avesse partecipato alla Storia stessa. Mi volto e la vedo, tutta rossa in viso: Marco deve aver fatto una delle sue frecciatine. Ohi! Ahi ahi!! Marco si è beccato due pugni uno da parte di Sarah e uno da Halta. Sorrido e vedo la mia piccolina infierirli contro ma il primo comandante se l' è cercata da quanto ho capito. Rido di gusto e la vedo che, sbuffando, si siede accanto a me e si rannicchia con le ginocchia al petto. Sembra una bimba indifesa, con la paura degli estranei. Guardo Halta e lei mi fa un cenno e volto il mio sguardo sulla mia vicina: è ora di distrarla!
 
Pov. Marco
E’ tornata. La mocciosa è tornata e ci ha salvato il culo un'altra volta. La vedo sedersi vicino a Satch. Oggi è anche il suo compleanno ma non ha detto niente al riguardo, il che è strano, di solito le ragazzine in fase ormonale sbandierano ai quattro venti il fatto di essere più grandi, più adulte e bla bla bla. La vedo andarsene con Satch e Halta. Bene, il babbo ci ha palesemente ordinato di fargli una festa a sorpresa con tanto di torta gigante: tre piani, con gusti dal limone al cioccolato, dai frutti di bosco all’ananas. Spero sul serio che non mi prenda per il culo dicendo magari: “Hey Marco ti sto mangiando!” o una cosa del genere. Uno dei tavoli si riempie di regali, nelle ore in cui è stata assente i capitani sono stati come impazziti pur di prenderle un regalo. Anch’io le ne ho fatto uno. Spero che le piaccia.
 
Pov. Ace
Il mio regalo deve essere il primo che dovrà aprire! Le ho confezionato una nuova cintura, la sua ho notato che è logora. I pugnali non so dove li potrà mettere ma, oh! Non posso pensare a tutto! Ok, pronto, la torta c’è, tutto ok là, lì è apposto, tutti sono presenti, tutto è perfetto per una bellissima festa a sorpresa! Diciassette anni, la mia sorellina ne compierà diciassette! Sono così emozionato, eppure la conosco da poco, con Luffy ho dovuto faticare molto per aprirmi. Con lei, puff, aperto in un batter d’ occhio. Ma come si fa a non voler bene a un tappetto come lei? Solo Marco sembra un ghiacciolo, indifferente se è viva o morta. Mah io non lo capisco!!
 Mi accorgo di avere ancora in mano l’album che mi ha lanciato Sarah prima: rilegato in pelle nera, con finiture dorate e argentate. Bello, lo devo ammettere, la mia sorellina ha gusto. Lo so che non dovrei, ma non resisto alla tentazione e lo apro, sfogliando alcune pagine: vedo foto di lei in compagnia di altre ragazze, soprattutto, che sembrano tutte della sua età. Non l’avevo mai vista prima d' ora con un sorriso così vero, con degli occhi così vivi. Arrivo all’ ultima pagina dove c’è una foto riquadrata da spirali nere: c’è lei, un bambino che le assomiglia moltissimo e due adulti, un maschio e una femmina. Ridono tutti, anche se non guardano nella direzione del fotografo. Il sorriso della mia sorellina lo riscontro nella donna mentre gli occhi assomigliano a quelli dell’ uomo, anche se non vedo bene il colore di quest'ultimo. Resto impalato, sono basito. La mia sorellina ha una famiglia. Con un fratellino, una mamma, un papà. Perché se n’è andata da loro? E soprattutto perché non me ne ha mai parlato? Che cosa hai da nascondere Sarah-chan?!!? 
 

ANGOLO AUTRICE

Ok non fucilatemi! scusatemi ndavvero se non ho pubblicato giovedì come avevo promesso ma la mia connessione a internet ha deciso di farsi una vacanza e infatti ho pubblicato questo capitolo da un altro computer. Quindi per farmi perdonare il capitolo è più lungo. Bene ho finito. Spero che il capitolo vi piaccia! 
Peace and love

Summer_time

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Capitolo 14
*** Preparativi ***


Capitolo 14

Stavamo mettendo in ordine le mie cose: grazie a Satch e Halta la mia valigia era quasi vuota, fatta eccezione di alcune tasche laterali ancora piene di ricordi. Spesso i miei compagni mi chiedevano l’utilizzo di un qualche cosa come adesso ad esempio: avevano trovato una chiavetta USB e non capivano se era una cosa da indossare o un’arma. Sorridevo alle loro espressioni buffe e alle loro domande mentre con un colpo secco, aprii una delle taschine ma la richiusi subito: c’erano delle foto compromettenti sul mio passato, dei pezzi di giornale con alcuni articoli sottolineati e io non intendevo farmi scoprire per quella che ero. Avevamo quasi riempito di vestiti il piccolo armadio che c'era, le varie mensole erano colme di gingilli, come vari supelletili a cui ero affezionata. Avevo appoggiato la foto dei comandanti sulla mensola più vicina al letto insieme ad altre foto. Halta e Satch non mi avevano fatto domande ed ero grata per quel silenzioso rispetto

- Sarah!! Hai dimenticato di riprenderti il tuo album! Poi se si rovina, sono io che ne pago le conseguenze quindi riprendilo! –
Ace era entrato di colpo, spalancando la porta senza neanche bussare. Lo perdonai solo perché mi aveva riportato il mio ultimo acquisto, mi ero completamente scordata che l’avevo lanciato a quello scapestrato di mio fratello qualche ora prima. Lo ringrazia abbracciandolo (forse un po' goffamente dato che abbracciavo poco le persone) e misi l’ album sopra una mensola che era all'opposto alla porta del bagno. Mi bloccai appena lo misi giù e mi voltai verso Ace colta da un improvviso timore
- Ace..hai…hai per caso…ehm…hai per caso guardato il mio album? –
 Ero timorosa e sentivo la mia voce incrinarsi per l'angoscia: non volevo metterlo in pericolo. Mi rilassai enormemente quando, con un’espressione corrucciata, negò il fatto
- No, non sono ancora così invadente –

Halta e Satch si fecero una sonora risata
- Ma se si fa sempre gli affari altrui, com’è possibile che non abbia sbirciato neanche un po’? No non ci credo!! –      Satch era quasi in due dalle risate e Halta stava letteralmente rotolando per terra. Guardai Ace come per dirgli “tranquillo, mi fido di te” e tentai di far smettere gli altri due ma con scarso successo; mi voltai di nuovo verso Ace ma lui scrollò le spalle sorridendo e uscì dalla mia cabina
- Ragazzi dai, smettetela! Alzatevi, su forza, siete semplicemente ridicoli. A proposito, Satch, che hai preparato da mangiare per sta sera? -     tornarono improvvisamente calmi e mi spaventai (e non poco!). Li vidi scambiare uno sguardo d’ intesa e in meno di due secondi mi chiusero in bagno, intimandomi di lavarmi bene e prepararmi. Ma cosa diavolo avevano in mente??

NELLO STESSO MOMENTO…

Pov. Ace
Mi dispiace, sorellina, ho dovuto mentirti per il tuo bene. Ho letto la preoccupazione e soprattutto la paura nei tuoi occhi grigi quando mi hai domandato e ho preferito mentirti pur di toglierti un pensiero dalla tua mente e vederti sorridere tranquilla. Forse un giorno ti chiederò spiegazioni ma non ora.

Vedo che gli altri capitani hanno già addobbato la sala e tutti sono stati spediti dal Babbo in persona a cambiarsi. Non so perché il Babbo tenga a te come se fossi un membro ufficiale della nostra famiglia, ma io sarei ancora più protettivo se ti aprissi con me come fai con il tuo pupazzo e mi dicessi cosa attanaglia il tuo cuore. Una volta ti ho sentito sussurrare dolcemente al tuo peluches dicendo che David è fortunato a non vedere la violenza del mondo ma che si perdeva tutto il divertimento dell' essere pirati 

- Portogas D. Ace fila immediatamente nella tua cabina a sistemarti!!!! –      faccio un salto di tre metri mentre la voce imperiosa del Babbo mi perfora i timpani; filo immediatamente in cabina come ordinato, ma mi sdraio sul letto al posto di sistemarmi. Forse la mia sorellina tiene gelosamente custodito quel segreto perché, forse, è successo qualcosa di brutto. Ed io in quel caso capirei. Perché solo io so che il mio vero nome è Gold D. Ace.
 
TORNANDO A SARAH…

Esco dal bagno dopo avermi fatto una doccia: Halta è ferma davanti al letto e scruta due vestitini che arrivano fino a metà coscia, uno beige e uno grigio 
- Non vorrai farmi indossare quei cosi, spero! Li tengo solo perché me li ha regalati la mia mamma. Mai indossati e mai li indosserò –
- E invece questa sera sì, mia cara! E non provare a discutere con me perché anch’io mi sono messa in tiro e credimi, avrei preferito di gran lunga non farlo -      esclama anche se noto un filo d’irritazione. La osservo meglio e noto che indossa un top e dei pantaloni scuri. Wow che passo avanti!
- Se permetti sorella Halta, ci sarebbe qualcosa di più adatto. Anche perché non metterò mai dei vestitini -      e mentre pronuncio questa frase, trovo nell’armadio un completo che a parere mio è sublime. Era di mia zia ma ora appartiene a me.
Dopo aver avuto l’approvazione della mia sorella, lo indosso e finisco di prepararmi. Vengo bendata e fatta uscire dalla stanza. Speriamo bene!
 

ANGOLO AUTRICE

Salve ragazzi :D Oggi ho tempo percui ringrazio tutti! Allora ringrazio ankokuArt_4everCaren96Elswordmileace99 e vavi94 che hanno messo la storia tra le preferite

afro_chopper_jrBisca88blackwhiteeliFhennelgiada1999InfaustMugiwara_no_LuffaNewlifeNewheartSuperfanShihovalepassion95 e zorina98 che hanno messo la storia tra le seguite

Ringrazio inoltre tutti quelli che hanno recensito i scorsi capitoli, grazieee!!! <3
ok ora ho finito! Un bacio <3

 Summer_time

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Capitolo 15
*** Spirali ***


Capitolo 15

Avanzo, bendata, guidata da Halta. I miei passi sono un po’ tremolanti, sia perché indosso i tacchi sia perché non ho la minima idea di dove stiamo andando. Credo mi abbiano fatto fare almeno dieci giri della nave per non farmi capire di cosa si tratta e hanno raggiunto l’obiettivo, infatti, il mio senso di orientamento, già scarso di suo, è completamente partito e andato a farsi una vacanza alle antiche Bahamas, sprofondate nel mare qualche,  “annetto” fa.

Sento qualcun altro prendermi per mano per aiutare Halta a condurmi
- Oddio chi è?! –        esclamo spaventata
- Oh Sarah-chan calmati, sono io! –
- Scusa sai se non ti ho riconosciuto subito, forse sono bendata ma dico forse sai! –
Ribatto stizzita a Satch: lo sento ridere e sbuffo, odio non vedere le persone in faccia.
- Quando finisce ‘sta tortura? Sono stanca di girare a vuoto!! –
- Manca poco, tranquilla –
Halta, gentilmente risponde alle mie domande da più di mezz’ora. Eh lo so, sono stressante.

Sento l’aprirsi di una porta e vengo condotta dentro: le mani della mia sorella e di Satch mi lasciano e le loro voci m’invitano a togliermi la benda. Detto fatto, in pochi istanti mi tolgo la fascia dagli occhi e li apro ma vedo solo nero, il buio più totale. Faccio un giro su me stessa ma l’oscurità mi avvolge. Ho un po’ di paura: e se mi sono immaginata tutto??
Ma non faccio in tempo a formulare un pensiero che una piccola fiamma si accende in mezzo al buio e incomincia a espandersi in una spirale che diventa infuocata. Da quella partono diciassette linee che accendono tutte le candele sulle pareti e sui candelabri del soffitto. Non mi accorgo della ciurma che mi osserva, sono troppo impegnata a guardare i disegni di fuoco che galleggiano nell’aria, muovendosi allegramente, percorrendo e formando nuove spirali che si congiungono alle precedenti. Quando abbasso lo sguardo mi ritrovo Barbabianca davanti a me che sorride.

S’inginocchia e mi porge un pacchetto e mi sussurra
- Buon compleanno a te, ragazza impossibile! Devo ammettere che li porti bene i tuoi centosettantasette anni o forse mi sbaglio? –
Edward mi fa l’occhiolino ed io arrossisco
- Preferisco dire che ne ho diciassette, sai, sarebbe…insolito rivelare la mia vera età non credi? –
- Ahahahahah sempre la solita ragazzina ironica e insolente! Dai scarta il mio regalo in fretta che ne hai altri sopra il tavolo! –
Lo guardo un po’ incredula ma spostandosi Barbabianca mi permette di verificare la veridicità delle sue parole: un tavolo in fondo è pieno di regali! E sull’altro c’è un’ enorme torta! La mia bocca si apre in un perfetto “o” di stupore, non ho veramente parole...
Scarto il regalo che ho in mano, che si rivela essere una scatolina con dentro un paio di orecchini finemente decorati; sorrido radiosa al Capo che mi fa un cenno di assenso

- Bene ora che hai aperto il regalo del Babbo vieni ad aprire il mio!! –
Ace mi trascina al tavolo stra colmo di regali e me ne porge uno gigantesco. Lo guardo incredula e tento di mormorare un “no, non ce n’era bisogno” ma non faccio in tempo che mi blocca e m’intima di aprirlo; eseguo il suo ordine e, dopo scatole vuote contenenti altre scatole, mi ritrovo tra le mani un bellissima bellissima cintura rilegata in pelle
- Ho notato che la tua è logora, allora ho pensato "perchè non una nuova?"... ti piace? –
- Sì Ace, mi piace veramente tanto! -
Balbetto un po’, sono sempre impacciata a dimostrare la mia gratitudine.
Dopo il suo, apro quello di Vista e Halta, dove scopro un bellissimo ma anzi cosa dico! Un stupendo vestito, lungo, nero ,con strascico!!
- Halta, sorella mia adorata, ma quando pensi che indosserò questo gioiello? –

- Non lo so, improvvisa! –

Scuoto la testa incredula ma mi lascio sfuggire un sorriso. E continuo ad aprire regali su regali contenenti accessori vari finché arrivo all’ultimo pacco sul tavolo. Guardo il mittente e trovo segnato, con una calligrafia ordinata e austera, il nome dell’ananas. Lo scarto e ci trovo un’enciclopedia sull’anatomia umana. Spalanco gli occhi e lo guardo
- Mi sono fatto consigliare –
Lo dice con un’alzata di spalle
- Grazie –
Questa volta è lui che mi guarda sorpreso. Ma sorride e sparisce nella folla
- Bene uomini è ora di festeggiare!! –
Edward da inizio alla festa e questa volta voglio divertirmi anch’io. Be buon compleanno Sarah!
 

- Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri a Sarah! Tanti auguri a teee!-
- Sorellona ormai hai diciassette anni, sei grandissima! Anche se so che non mi puoi sentire, qui tutti ti fanno gli auguri. Sii forte, sorella mia - 


ANGOLO AUTRICE

E con questo capitolo vi do la buona notte <3 nel mio cuore ci siete tutti tutti da chi segue la storia, a chi l'ha messa nelle preferite e a chi recensisce! Nox

Summer_time

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Capitolo 16
*** Anniversario di morte ***


Capitolo 16

Mi sveglio molto lentamente. Gli occhi sono colpiti da un fascio di luce che viene dalla finestrella della camera. Li apro dal tutto e per un momento è tutto di un bianco accecante ma poi i colori tornano e riesco a mettere a fuoco. Ok mi trovo nella mia camera, sono nel mio letto, è tutto in ordine. Il problema è che sono ancora vestita come ieri sera e indosso ancora i tacchi! Anche se di malavoglia (preferirei di gran lunga rimanere nel mio letto!!) mi alzo e mi cambio.
Quando esco dalla cabina non ho nemmeno guardata l’ora ma il mio stomaco reclama cibo quindi mi dirigo verso la cucina. I corridoi sono deserti (che strano!) e non sento nessuno parlare o lavorare. E’ tutto troppo silenzioso.
Cerco di non badarci, anche se so che è molto inquietante e entro nella sala: qui, al posto di Satch, trovo mia mamma!
- Tesoro ben svegliata! Dai, siediti a tavola e vieni a mangiare mentre io vado a chiare gli altri –
- Mamma com’è possibile che tu sia viva? Io ti ho visto morire davanti ai miei occhi! –
- Ma tata cosa stai dicendo? –

La sua voce è terribilmente simile. Ma questo è un incubo. Lei è morta così come tutto il resto della mia famiglia! Sto per ribattere quando la sua figura incomincia a mutare: all’inizio solo un piccolo puntino rosso sulla camicia bianca che indossa, proprio vicino a dove le hanno sparato, sull’addome. Quel puntino si espande fino a colorare la camicia di rosso: incomincia a gocciolare sangue e anche il volto è rigato da linee rosse che scendono dalla bocca
- No, non di nuovo -         mormoro senza convinzione

Scappo via da quella figura agghiacciante che continua a cantilenare il mio nome ed entro in una stanza molto illuminata che non ho mai visto: seduti ci sono mio cugino Matteo (l’ultimo superstite o come dire, l'ultimo che è morto) e sua morosa, Christine. Mi guardano sorridenti
- Ciao cugina, anche tu qui? Guarda che bello, assisterai al mio matrimonio! –
Sbatto gli occhi e il colore dei loro vestiti cambia fino a diventare neri mentre io, dal completo grigio, passo a un completo bianco. Si avvicinano a me, sempre sorridenti, ma noto anche in loro che comincia a farsi strada il sangue che vuole uscire da quei corpi: tento di muovermi ma le mie gambe sembrano di piombo e non riesco a evitare che il sangue, da loro vomitato, mi sporchi del tutto.

Riesco finalmente a scappare e dopo un’infinita di corridoi, trovo la mia cabina di prima: sia lodato il cielo! Entro e chiudo immediatamente alle mie spalle la porta. Non riesco a tenermi in piedi, il sangue di prima cola da tutte le parti. Alzo lo sguardo e mi accorgo di non essere sola: tutti quelli che conoscevo sono qui! Uguali a come li ho visti l’ultima volta, sporchi di sangue, pestati o torturati. Avanzano verso di me ed io tento di aprire la porta per andarmene: dannazione è chiusa!! Non riesco a smuoverla di un millimetro!! E poi chiudo gli occhi: mi stanno per toccare, per soffocarmi.
Ma sento solo una manina appoggiarsi sulla mia spalla: mio fratello è davanti a me anche se avrei preferito vederlo in un altro modo, senza il vuoto nelle sue orbite e senza quel taglio sulla gola da cui fuoriesce ancora sangue, sempre fresco
- Paura Sarah? –
- Tu che dici? –
- Penso di si… svegliati! –
- Cosa?? –
- Svegliati Sarah! –
- Non capisco! –
- Svegliati, maledizione!! Devi aprire gli occhi!! –

Sento che la voce di mio fratello si trasforma: non è quella di un bambino ma di un’altra persona. Ma non ricordo il suo nome. Com’era? Io…non ricordo…forse…Ace, ma non lo so.
Tento di fare come ordinato, di aprire gli occhi ma mi risulta difficile: l’incubo ha lasciato posto al buio, al nero senza fine
- Sarah apri gli occhi! –

Ok lo riconosco! Ace. E’ lui, non ci sono dubbi! E improvvisamente spalanco i miei veri occhi e di scatto mi tiro su con il busto. Sto respirando affannosamente mentre Ace mi aiuta a sedermi sul lettino d’ infermieria: è tutto vero, tutto reale
- Cosa…cosa ci faccio qui? -         chiedo massaggiandomi la testa
- Alla festa ti è successo una cosa stranissima: hai incominciato a perdere sangue prima dal naso, poi dalla bocca, dalle orecchie ed infine hai pianto sangue! Ti abbiamo fatto una trasfusione, mano male che Halta è del tuo gruppo sanguineo, ma di punto in bianco qualche ora fa hai incominciato ad agitarti e non siamo riuscita a calmarti. Sarah ma che ti è successo?? –

- Ace, oggi è il giorno dopo il mio compleanno giusto? Si! Beh il giorno dopo il mio compleanno è…come si può dire…è il giorno dell’ anniversario della morte di tutta la mia famiglia e io ogni santo anno rivedo le loro morti - 

 

ANGOLO AUTRICE

buon giorno ragazzi e grazie per aver scelto questa storia! qui è la vostra Summer che vi parla e vi augura un a bellissima giornata di scuola ( le INVALSI yeah! ). Ok, scherzi a parte, fatami sapere se vi è piaciuto il capitolo! Un bacio

Summer_time

p.s. Mi sono dimenticata sopra di dirvi: GRAZIEEE!!! per tutte le votre recensioni! vi abbraccerei tutti <3

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Capitolo 17
*** Caduta ***


Capitolo 17

Mi dondolo piano, avanti e indietro, ascoltando un motivetto malinconico. Sono senza forze, o per dire meglio, ce le ho, ma mi manca la voglia di usarle. Guardo il cielo: azzurro con qualche nuvola bianca che però non nascondono il sole. Quest’ultimo è più tenue del solito, ma comunque rimane abbastanza forte da costringermi a indossare un cappellino e la crema solare! Incomincio a dondolarmi più forte, la musica è cambiata. Sono senza pensieri, mi sento libera! E poi all’improvviso cado.


Pov Halta
La vedo dondolarsi sulla sua altalena: ormai quella cosa, oltre a essere il suo posto preferito, è diventato l’unico luogo in cui la possiamo trovare. Da quando è successo il casino alla sua festa, qualche giorno fa, si è richiusa a riccio, non parla se non lo stretto necessario, non esce dalla sua camera tranne che per il pranzo e la cena, salta addirittura la colazione! E se esce dalla cabina in un orario diverso, viene qua e ci resta per almeno tre ore.
Io e gli altri capitani ci diamo il turno per sorvegliarla, abbiamo paura che possa succedere un’altra volta una cosa del genere. Ace e Satch la monitorano durante i pasti, io e Vista durante l’intervallo tra la colazione e il pranzo, Jaws e Izo durante il pomeriggio. Abbiamo inglobato in questa faccenda addirittura Marco che non ha sollevato per la prima volta obiezioni! Lui la controlla quando va sull’altalena, poiché può raggiungere la cima l’albero maestro in pochissimi secondi, cosa impensabile per me o Satch.

Inoltre questo non è il solo problema: il Babbo è peggiorato drasticamente quando ha saputo che cosa era successa a Sarah e non si sta rimettendo per niente bene! So che le infermiere si stanno dando da fare più che possono ma non c’è ancora nessun miglioramento, anzi si va di male in peggio.

Rialzo lo sguardo. E’ come una scena al rallentatore: la vedo perdere l’equilibrio e scivolare dall’altalena…sta cadendo!! Soffoco un grido quando vedo che incomincia la sua caduta nel vuoto. Cerco con gli occhi Il primo comandante della Flotta e lo trovo ancora incredulo e con gli occhi sbarrati, ma sembra rinvenire e si trasforma nella fenice azzurra. La salverà ne sono certa! Eppure ecco che di nuovo la mia sorellina stupisce tutti: cadendo si gira a pancia in su e incomincia a scivolare nell’aria come se ci fossero dei piani a sorreggerla e il cielo fosse diventato un enorme scivolo…ma si certo! Il suo potere le permette di creare piani invisibili a suo piacimento e l’ha utilizzato per non schiantarsi sul ponte! Mamma mia che sollievo!
La mia sorellina atterra proprio vicino a me, ridendo come una matta, mentre io poso gli occhi sulla figura di Marco che è a dieci metri da noi: non sembra arrabbiato, forse direi più…preoccupato?


Pov. Marco
Se la prossima volta mi rifà uno scherzo del genere, la uccido senza tanti complimenti! Ok è scivolata e da “brava” persona si è salvata da sola senza avere bisogno del mio intervento, ma se per caso il tuo potere non ti reggesse cara Sarah?? Qui ormai tutti ti adorano e Ace ti sta sempre appiccicato. E non sono geloso mettiamolo bene in chiaro. Inoltre con i tuoi incubi, oltre a mandarci fuori di testa, hai fatto peggiorare il Babbo e ora non so chi tra i due sta messo peggio: tu o il mio capitano?

Vedo che ridi mentre parli con Halta, una buona cosa visto che ti sei chiusa di nuovo in un silenzio tombale: Ace ha provato in tutti i modi a farti parlare della tua famiglia dicendo (o urlando, è uguale) “Dai, se condividi quello che è successo poi ti sentirai meglio!” ma questo ha risultato l’ effetto opposto. Ma almeno gli riconosco che ci ha provato.
Sento la porta aprirsi e vedo una delle infermiere uscire con il volto segnato da pesanti occhiaie, il volto scarno e le lacrime agli occhi. Riesce a mormorare solo: “Barbabianca è morto” e se ne va di nuovo, silenziosamente com’è venuta. Io invece me ne resto lì imbambolato come un pero: la notizia mi ha shoccato…
 

Pov. Sarah
Non guardo nessuno mentre avanzo spedita, verso l’infermieria. La notizia mi ha scosso ma è stata devastante per Halta e anche per l’ananas. Mia sorella si è quasi accasciata a terra e ho dovuto sorreggerla fino a che non è arrivato Vista per vedere come stava dopo la notizia.
Ma non lo permetterò! Io sono ancora qui, su questa nave, caro Edward e fintanto che sarò qui, nessuno di voi morirà! Ho ancora un asso nella manica da usare e stanne certo che ti riporterò in vita. Parola d’onore.
Entro spalancando la porta e chiedo ai comandanti di uscire. Se devo fare quella cosa, sprigionerò talmente tanta potenza che li farò svenire, ed è l’ultima cosa che voglio. Mi guardano tutti straniti ma i miei fratelli per primi mi danno fiducia e così tutti gli altri. Solo Marco rimane dentro
- Se puoi…riportalo indietro…per favore –
Dopo questa frase se ne va. E' completamente distrutto e se mi ha supplicato di portare indietro il Capitano significa che li sta veramente a cuore.
 Do delle piccole istruzioni alle infermiere e, dopo aver preparato il tutto, escono pure loro.
Bene, s’incomincia!   
 

ANGOLO AUTRICE

Buon giorno ragazzi! Ecco a voi il nuovo capitolo, spero vi piaccia! Un enorme grazie a tutte quelle splendide persone che recensiscono la storia: grazie <3
ma non dimentichiamoci anche di quelle che hanno messo la storia tra le preferite o le seguite *-* ci vediamo
un bacio

Summer_time

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Capitolo 18
*** Tatuaggi ***


Capitolo 18

Barbabiaca è steso sul lettino dietro di me. Da almeno dieci minuti sto trafficando con i vari medicinali che di solito prendeva in cerca di una mia vecchia conoscenza e di una siringa, completa di ago, pulita. Per non far fare confusione al mio povero cervello segno tutti i medicinali che mi passano sottomano in modo da non ripetere centomila volte la lettura dell’etichetta. Finalmente! Ho trovato quello che cercavo! To’! La dea bendata è benevola a quanto pare...

La siringa si riempie del tutto di un liquido giallastro. Mi porto vicino al corpo senza vita e gli inietto la sostanza nella carotide senza esitazioni. Tre volte rifaccio l’operazione e per tre volte infilzo l’ago nella pelle del collo. Ok i preparativi sono stati fatti, ora è il momento di agire!
Mi concentro, non posso assolutamente sbagliare: le linee azzurre percorro il mio corpo fino ad arrivare alla base del collo e… Accidenti!! Mi sono sconcentrata da un rumore improvviso! Mi giro e vedo Ace sulla porta che mi fissa
- Ace mi dispiace ma devo concentrarmi, quindi, fuori dai piedi!  -
I suoi occhi mi fissano ma non se ne va anzi si avvicina e si siede su una sedia
- Non puoi costringermi, devo assistere…Sarah non capisci?! Insieme a Rufy è tutto quello che posso considerare famiglia!!!-             il suo urlo mi trapana le orecchie. Adesso basta!!! Non posso salvare Edward così!!!  Mi muovo talmente veloce che neanche mi vede. Cade a terra privo di sensi.

Mi dispiace Ace ma non posso lavorare così. Io gli avevo avvertiti di stare fuori. Sono nella mia massima espressione. Sono la potenza allo stato puro in questo momento. Se non sei abituato, svieni di colpo o muori. E il mio corpo conferma il cambiamento: la mia pelle è blu scuro mentre le linee, che mi percorrono adesso anche sul volto, sono diventate nere, i miei capelli ora sono anch’essi neri, lunghi e lisci e i miei occhi non sono da meno. Completamente neri con un pallino azzurro. In queste condizioni potrei radere al suolo un’intera isola senza problemi.

Mi avvicino con calma al corpo: l’adrenalina che gli ho iniettato lo aiuterà a svegliarsi rapidamente. Appoggio una mano sulla fronte mentre l’altra sul petto, proprio sopra al cuore e una litania malinconica prende vita da una nebbiolina azzurra creata dai palmi delle mani. La nebbiolina s’infila nel naso, bocca, orecchie, occhi, in ogni singolo poro della pelle. Gli sto restituendo la vita.
La sua pelle riacquista colore, alcuni capelli ricrescono e così anche i baffi. I muscoli si tendono grazie alla massiccia dose di adrenalina che ha nel corpo. Questa serviva soprattutto a risvegliare il cuore, io potevo farlo partire ma esso aveva bisogno di carburante per continuare. La nebbia mi permette di curare gli organi interni, e a volte di farli ringiovanire di qualche anno, controllare lo stato delle cellule e riesco a porre rimedio a danni causati dall’invecchiamento, fratture e roba simile. Sento che ormai è tutto a posto, come dovrebbe essere, perciò ordino alla mia collaboratrice di ritirarsi dal corpo. Se ne esce da dove è entrata e lentamente si dirada dalla stanza.
Prendo un’altra siringa, che prima le infermiere avevano riempito di stimolante, e gliela inietto nella giugulare senza tanti complimenti. Quindi adesso dovrei aspettare circa dieci secondi perché il tutto faccia effetto..

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- Chi diavolo sei tu???!!! -              un altro urlo mi perfora le orecchie. Ma si può sapere cosa vi hanno fatto di male? Perché proprio non riesco a capacitarmene
- Edward ti prego calmati! Sei sotto una miscela di adrenalina, stimolanti e il mio fantastico potere, quindi ti prego di non urlare e di stare più calmo possibile! Sei molto instabile in questo momento!  –
- Chi sei tu?! Non ti conosco! –
- Sono Sarah!!! -       ribatto alquanto stizzita! E per fornirgliene la prova disattivo del tutto il mio potere. Ritorno la “normale” ragazza di sempre
- Oh! Accidenti ma che diavolo mi hai combinato? Ricordo solamente che ero molto stanco e poi...più niente… -
- Si, si immagino, eri morto, ti ho salvato e ora sei vivo. Bene! Ora con il tuo permesso vado a farmi un tatuaggio, sei la terza persona che salvo e penso che la tua ciurma voglia vederti vivo…ah quasi dimenticavo!! Ace è svenuto, dovresti allenarlo a sopportare di più l’aura altrui –

Esco con noncuranza mentre sento Barbabianca ridere di gusto. Appena varco la porta, l’intera flotta si accalca per andare dentro e salutare il suo capitano. Riesco ad appiattirmi al muro in tempo prima che mi schiaccino e mi facciano diventare una sottiletta. penso che abbiano sentito l'urlo di prima del loro Capitano e si siano radunati in massa...aiuto!!
- Sarah-chan come stai? –
- Oh ciao Vista! Bene, anche se sono un po’ stanca…sai per caso se c’è un tatuatore tra la vostra ciurma? –
- Ehm…si eccolo!-       Vista prende al volo il povero malcapitato di turno, che per fortuna non protesta e acconsente alla mia idea.

Una mezz’oretta dopo sfoggio il mio nuovo tatuaggio: con quello sulla clavicola e sull’altra scapola sono arrivata a tre persone. Il mio numero massimo di vite che potevo salvare
- Un teschio circondato da un gambo di una rosa con il suddetto bocciolo di rosa, di color nero, che spunta da un’orbita? Ma tu sei fuori! –
- Ananas, se non ti piacciono i miei tatuaggi, non guardarli, semplice –
- Hanno un qualche significato particolare? –
- Ti rispondo solo se non mi rompi più le scatolo fino a sta sera! Quello sulla clavicola, se noti, sono tre merli che volano e rappresentano la mia famiglia. Il simbolo sulla scapola sinistra è l’unione dei simboli delle mie storie preferite mentre l’ultimo non ha niente di particolare, solo così, mi andava questo disegno. –

Non ribatte e se ne va ma ritorna quasi subito e, appoggiando una mano sulla spalla sinistra, si avvicina e mi sussurra all’orecchio: “Grazie per aver mantenuto la tua promessa”. Un brivido mi percorre la schiena ma non dico niente, anche perché arriva il mio caro fratello che è a dir poco incazzato nero
- Tu ed io dobbiamo parlare! Ora! –
Mi alzo e lo seguo: sento puzza di guai. Accidenti!!
 

 ANGOLO AUTRICE

Ecco a voi un nuovo capitolo :D che ve ne pare?? Bene visto che oggi ho tempo ringrazio tutti! Allora, partiamo con: ankokuArt_4everCaren96Comandante AlphaElswordmileace99Ryu_Elric,  Skull vavi94 per aver messo la storia tra le preferite <3 
proseguiamo con:afro_chopper_jrBisca88blackwhiteelieveeyuFhennelgiada1999ginger_francobollaInfaustLallaOrlandoMugiwara_no_LuffaNewlifeNewheartSuperfanShihovalepassion95 e zorina98 per aver messo la storia tra le seguite <3
E ringrazio infinitivamente ankokuArt_4everRyu_Elricafro_chopper_jrKeyra Hanako D HonoElsword e vavi94 per aver recensito la storia e aiutandomi anche a migliorare <3 
E grazie anche ai lettori di passaggio ;) Bene! il papiro è finito! Buon fine settimana ragazzi *-* un bacio

Summer_time

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Capitolo 19
*** Piccole confessioni ***


Capitolo 19

- Come hai fatto? –
- Come ho fatto a fare cosa? –
-  Dai avanti lo sai benissimo! Non prendermi per un idiota! Come hai fatto a farmi svenire così velocemente e a muoverti arrivando dietro le mie spalle con altrettanta velocità?! –
- non sono cosa che ti dovrebbero importare, ho salvato il capitano della ciurma, l’ho riportato in vita e la cosa che t’importa di più è come ho fatto a farti svenire? Certo che sei strano fratello mio! –
- non rigirare il discorso Sarah!! Sono felicissimo e il debito di questa ciurma che ha con te è impagabile però io devo sapere cos’hai, devo sapere qualcosa di più sul tuo passato per poterti aiutare, per avere almeno un’idea del perché ti comporti così!! Tu hai una famiglia Sarah che ti aspetta, che magari è in ansia e non ha più tue notizie, una famiglia Sarah! –

- TU NON SAI NIENTE!! IO NON HO PIU’ UNA FAMIGLIA!! -       lo dico urlando mentre calde lacrime mi scivolano sulle guance. Sento la mia voce spezzarsi a metà e mi volto dando le spalle ad Ace, non voglio che mi veda piangere. Ma so che merita un minimo di spiegazioni, non tutto al completo ma un quadro generale sì, glielo devo

- Sarah-chan…mi dispiace, io non lo sapevo…-
- No Ace-kun, hai fatto bene a chiedermelo. Ti meriti una spiegazione, sei mio fratello dopotutto.

Allora…la mia famiglia è stata…è stata uccisa, massacrata, torturata…tutto…tutto questo a causa mia…io…io ho un sistema immunitario particolare, almeno per quei scienziati, e i sicari che dovevano prelevarmi, per divertirsi, hanno…hanno fatto questo alla mia famiglia. A mio padre, a mia madre, a mio fratello, a tutti…tranne…tranne a uno dei miei cugini, Matteo, che in quel momento era al lavoro. Ma poi hanno ucciso pure lui e anche in quel caso per colpa mia…mi ha protetto, con il suo corpo, mi ha fatto da scudo da un proiettile che non avevo visto…l’ho visto morire anche lui, ho visto morire tutti davanti ai miei occhi…tutti…oltre alla mia famiglia anche i miei amici, sai quelli che presumo tu abbia visto nell’album…-

- Io non volevo guardare, te lo giuro! Però la mia curiosità ha avuto la meglio, ed è per questo che mi sono arrabbiato…pensavo avessi ancora una famiglia su cui contare…sai io ho solo il mio fratellino e impazzirei se gli accadesse qualcosa…quindi…mi dispiace, sul serio, non volevo obbligarti a rispondere alle mie domande –
- Non fa niente…solo la prossima volta dimmi la verità…te ne avrei parlato…forse… -
- Io…io non sai quanto ne sia mortificato.. –        lo guardo negli occhi e vedo che anche lui si sta per mettere a piangere. Tento di rincuorarlo un po’ ma con scarso successo, anche perché ricordare quei fatti, mi fa salire sempre un nodo alla gola che a stento ogni volta riesco a sconfiggere

- Se mi permetti, ti vorrei fare un’ultima domanda: posso…posso sapere chi è stato? Chi è stato a farti tutto questo male? –
-  Era ancora agli inizi della sua espansione ma era molto potente… Si chiamava “Astro splendente” ma ora forse tu la conosci con un altro nome… l’ha cambiato circa centocinquanta anni fa… ora si fa chiamare “Marina” –

Lo sguardo di ace mi ha capire che non ha compreso assolutamente niente. Non avrei voluto spiegargli altro ma se non lo facevo non avrebbe capito un fico secco
- Ace tu mi vedi come una ragazza diciassettenne ma in realtà la mia età non è quella…io…io…io ha centosettantasette anni. Io ho vissuto i Cento anni del grande vuoto che io chiamo La Guerra, io ho visto il primo Re dei Pirati, Gold D. Roger, dalla sua nascita alla sua morte, ho visto cose che nessuno ha mai visto né udito. Posso affermare di essere la storia stessa...–

Ecco l’ho detto, uno dei miei due segreti inconfessabili è stato rivelato. Guardo mio fratello che ha il volto girato verso
il mare. Non parla, ho paura di essere derisa o peggio

- Non m’importa –        sussulto       - Non m’importa quanti anni hai e neanche se sei la ragazza più forte del pianeta. Hai sopportato tutto questo tempo, con quegli incubi, nel vedere la tua famiglia morta, tutto da sola senza parlarne con nessuno. Io non ti giudicherò né ora né mai…e per quanto riguarda la Marina…fidati, la distruggeremo, vendicherò ciò che ti hanno fatto… ma ora vieni qua, che ti do un abbraccio!! –

Mi stringe forte a se: sento di nuovo quel calore, il calore di una famiglia. A quello se ne aggiunge un altro: un’altra persona mi sta abbracciando da dietro
- Sorellina mia, ha ascoltato tutto nell’ombra, so che non dovevo farlo ma forse è stato meglio così. Vedrai, ora non sarai mai più sola –

- Grazie Ace, grazie Halta -  

Non mi ero accorta di un’altra figura anch’essa nell’ombra. Non mi ero accorta che anche Marco era la e che aveva, anche lui, ascoltato tutto
- Non ti preoccupare Sarah-chan. Come hanno detto, tu non sei sola: c’è Ace, Halta, Satch e il Babbo. E poi...beh...sì, ci sono anch’io! - 
 

ANGOLO AUTRICE

Ok lo so! sono in un stra-mega-iper ritardo ma la mia "bellissima" scuola mi ha abbonata a una settimana di verifiche e interrogazioni varie... Beh che dire, spero vi piaccia il capitolo, i dubbi sono un po' dissipati? Fatemi sapere! Un bacio a tutti <3

Summer_time

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Capitolo 20
*** Tritone ***


Capitolo 20

Ero in camera mia a leggere il libro di anatomia. Era un pezzo più unico che raro e ancora non mi capacito come abbia fatto l’ananas a trovarlo. Le ipotesi sono tre: o l’ha rubato, o l’ha comprato così perché non sapeva cosa regalarmi oppure ha chiesto consiglio a Barbabianca e ha mirato proprio a questo libro. Chissà quanto gli sarà costato, non lo voglio neanche sapere, impallidirei di sicuro. Caspita, più andavo avanti con la lettura e più mi rendevo conto di quante cose erano andate perse con La Guerra e quante poche recuperate. Per fortuna non si è portata via solo cose belle, conoscenze e vite umane ma anche batteri e virus letali. Beh almeno per un po’ saranno al sicuro da alterazioni genetiche. Ecco noto con sommo dispiacere che sull’’ argomento non c’è scritto quasi nulla. È un vero peccato.

Sento un trambusto venire da fuori, passi che si sovrappongono facendo una confusione terribile! Accidenti, cosa mai può essere successo?? Questi ultimi giorni sono stati tranquillissimi e ora BUM altri guai in arrivo
- Sarah-chan vieni, devi vederlo assolutamente! –       Halta per poco non inciampava nei sui stessi piedi dalla foga con cui ha aperto la porta
- cos’è che dovrei vedere? –
- muoviti dai, altrimenti Vista non ci può più tenere i posti in prima fila! –
- Ma per cos..-    non riesco a finire la frase che vengo trascinata sul ponte e mi ritrovo schiacciata tra la balaustra e il corpo di Halta che si sta visibilmente mangiando le unghie per il nervosismo.

Tento di capire cosa diavolo stanno parlando e mi indicano di guardare in basso dove vedo un gruppo di pirati che sta recuperando dal mare un corpo, un maschio bianco. L’unica differenza è che dalla vita in giù ha una coda da pesce verde brillante. Un tritone!! Era da un sacco di tempo che non ne vedevo uno, dall’ultima volta che ero andata all’isola degli uomini-pesce. E purtroppo non per un’occasione felice
- Attenti nel sollevarlo! –
- più a destra! –
- Ancor, ancora, ok basta così! Tirate! –

Dopo un quarto d’ora e imprecazioni varie, il tritone era comodamente sdraiato, accudito da tutte le infermiere. Sembrava malnutrito, giovane, ma con alcune cicatrici sulla schiena.

Una delle infermiere, improvvisamente, lanciò un grido di paura, si coprì con le mani il volto e si mise a piangere convulsamente mentre le sue gambe cedevano e si accasciava al suolo. Qualche pirata andò lì a consolarla ma non capivo il motivo fino a quando girarono il corpo e vidi un marchio rosso scuro, quasi bordeaux. Marchiato sicuramente a fuoco. Oddio…era lo stesso segno che avevo visto a Sami, l’infermiera che ora piangeva, quando ci facevamo la doccia sulla schiena. Era il marchio dei draghi celesti, quelle dannatissime bestie che si spacciavano per persone civili e con buon cuore mentre opprimevano altri loro simili, solo con la scusa che discendevano da politici o potenti che si erano salvati il loro flaccido fondoschiena con ingenti donazioni alla Marina.

Mi avvicinai a Sami ma Vista mi bloccò: Izo era già chino su di lei, l’aveva presa in braccio e ora la stava portando dentro. Mi voltai verso Vista che mi sorrise e mi disse solamente: - Fidanzati -   per poi tornarsene da Halta e rassicurandola con un timido bacio sulla guancia. Ah piccioncini ovunque!
- Uomini!! Questo ragazzo è scappato dalle grinfie dei draghi celesti! Abbiamo un patto di protezione con il mio amico Re Nettuno e quindi ordino di fare rotta verso l’isola degli uomini-pesce. Riportiamo questo giovane sulla sua isola natale!! –

L’urlo di Edward mi perfora i timpani (ok devo chiedere un’assicurazione per le mie orecchie, sono in serio pericolo!) ma passa in secondo piano: finalmente dopo cinque anni potrò tornare per abbracciare una mia “parente” e i suoi fratelli. Non vedo l’ora,  sorellina Shirahoshi, di vederti di nuovo. 
 

ANGOLO AUTRICE

Sììì sono riuscita a pubblicare un'altro capitolo! Yeah! Allora come vi sembra?? Fatemi sapere anche con un piccola recensione :D buona serata e un bacio
 

Summer_time

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Capitolo 21
*** Annegamento ***


Capitolo 21

Ero riuscita a parlare, anche se per pochi minuti, con il tritone. Gli avevano iniettato molti sedativi ma era ancora lucido e sveglio anche se non parlava, si limitava a rispondere alle mie domande scuotendo la testa facendo sì o no. Ero riuscita a capire che Shirahoshi era stata rinchiusa in una camera blindata dalla morte di sua madre, la grande regina Otohime, e i suoi fratelli erano decisi a diventare dei grandi guerrieri. Stavo per domandare se Jimbe era tornato sull’isola quando le infermiere mi cacciarono dalla stanza, dovevano fare altri esami sul malcapitato e io ero d’intralcio. Vabbè pazienza, avrei trovato altro da fare.

Come andare a fare spese insieme a Satch e Izo. Dovevamo prendere solamente dei sughi e del pane moltiplicati per duecento, poi saremmo stati ospitati dal Re Nettuno, quindi sarebbero stati gli uomini-pesce a occuparsi del ristoro, il resto era tutto pronto nella dispensa. Riuscimmo, dopo circa tre ore, a completare la piccola (ma mica tanto!!) impresa mentre la bolla che ci doveva proteggere durante la discesa nel mare era stata costruita a tempo record; il tizio (che non ho idea di come si chiami) aveva lavorato dalla mattina presto fino a cinque minuti fa, insieme ai suoi allievi ed altri uomini, e ora si riposava sorseggiando una bibita sul molo.
- Sei mai andata sott’acqua Sarah-sama? –
- Uhm sì ma è stato molto tempo fa, anche se mi ricordo bene le meraviglie sotto il livello del mare. E non solo meraviglie ma anche pezzi di storia e pezzi del mio cuore -      
Rispondo in modo sognante a Jaws che mi guarda stranito. Ah lui non sa che la mia casa, quella dove sono cresciuta, è in fondo, proprio negli abissi, da un bel po'.

Sento un solletichio improvviso alle caviglie e noto con somma gioia che la bolla sta incominciando a gonfiarsi, salendo sempre più in alto fino a coprire l’intera nave. Ora mi sento come quelle barchette dentro la bottiglia di vetro che vedevo da bambina, una sensazione fighissima mi avvolge ma mi fa ricordare purtroppo la fragilità della suddetta bottiglia di vetro: se cade, si rompe in mille pezzi e paragonandola con la bolla, essa potrebbe scoppiare se colpita duramente! Accidenti, speriamo di non incontrare guai o altri vascelli.

Sento la nave muoversi e le grida festose della ciurma. Sono riusciti a convincere il tritone a uscire sul ponte, mi sembra che sia completamente guarito e in pieno delle sue forze fisiche e mentali. Mi ricorda tanto i fratelli di Shirahoshi. Wow sono così emozionata, non vedo l'ora di reincontrarla! Inoltre su questa nave sembra di essere in un ascensore, fantastico semplicemente fantastico! Mi avvicino alla balaustra e, seppure un po’ tentennante, tocco la bolla: il mio dito viene ricoperto da quella cosa fredda e viscida, sento perfino l’acqua marina scorrere sul mio polpastrello a una velocità incredibile. Noto che l’acqua si fa sempre più fredda e scura, mi ricorda tanto i miei incubi, ma non voglio pensare a quelli in questo momento: voglio godermi il panorama marino, come ho detto prima a Jaws, è da un sacco di tempo che non lo vedevo così da vicino.

Un branco di pesci giallognoli si avvicina al mio dito ma scappano subito poiché muovo la bolla. Vedo i coralli, giganteschi coralli multicolori sulle pareti rocciose. Piccole meduse semi trasparenti si muovono con grazia e leggerezza mentre una murena viola nuota da una sporgenza di roccia all’altra. La temperatura scende ma non me ne curo, sono troppo impegnata a contemplare le bellezze del posto. Uno squalo gigantesco passa a pochi metri sopra l’intera nave e scompare in lontananza. Brr che paura. Le alghe si muovono ritmicamente seguendo le correnti marine mentre noto una famigliola di cavallucci marini nuotare vicino a queste.

La temperatura si abbassa ancora di più. Un brivido mi percorre la schiena e non so dire se è per il freddo o per un brutto presentimento. E meno di dieci minuti dopo, do ragione al mio istinto di preservazione: un branco di squali, simili a quello che avevo visto, incomincia a giocare con la nave come se fosse una pallina da ping-pong, sbattendoci da una parte all’altra, a destra a sinistra. Tento di tenermi alla ringhiera di legno per non cadere ma la nave si rigira all’ingiù e mi ritrovo aggrappata alla balaustra mentre le gambe a penzoloni hanno trapassato la bolla e sono lambite dall’acqua salata, anzi sono proprio nell’acqua del mare. Provo a tirarmi su, voglio tornare all'asciutto, ma la pressione me lo impedisce. Tento di alzarmi attivando il mio potere al minimo ma me ne pento subito dopo: la luce emanata dalle mie linee attira una delle bocche degli squali! Mi affretto a parare il colpo e a cacciare il branco in modo sbrigativo, riuscendoci per fortuna, disattivando subito dopo il mio potere. Riesco a risalire di qualche centimetro, la bolla ora mi separa i polpacci dalle caviglie, mentre vedo che Jaws che con calma sta avanzando per venire ad aiutarmi. Gli sorrido, lo vedo avvicinarsi ancora. La fortuna però non vuole più sorridermi.

Lo spostamento d’acqua causato dal branco di squali fa capovolgere la nave. Sento il mare che mi trascina verso il fondo, una morsa che mi stringe le caviglie e non mi vuole mollare aumentata anche da una corrente marina improvvisa. Non ce la faccio, mi dispiace. Sento le mie dita pian piano scivolare e staccarsi dalla balaustra di legno. Rimango solo con i polpastrelli. Non riesco neanche a tirarmi su di un millimetro. Perdo la presa, tento di riprenderla ma niente, la bolla intanto non frena la mia caduta, mi lascia passare verso l’esterno, mi lascia al mare.

Sono riuscita a prendere un piccolo respiro. Ma l’aria sta già finendo, i miei polmoni bruciano. Non posso respirare. La gola mi fa male, vorrei respirare, vorrei prendere aria. i miei capelli volteggiano nell'acqua. Otohime aveva detto che assomigliavo a una sirena così e io le avevo sorriso. Sento i miei occhi pesanti. Non posso morire, non ora, non adesso. Poi c’è solo il buio. Il buio soffocante che mi toglie il respiro. L’acqua mi entra nella gola, invade i polmoni. Le forze mi abbandonano. Ero sola, dovevo sbrigarmela da sola. Come agli inizi, come sempre. 
 

ANGOLO AUTRICE

Buon giro d'Italia ragazzi! Sono appena tornata da Vittorio e vi ho postato questo capitolo, anche perchè questo fine settimana non so se ne pubblicherò altri... comunque! Un grazie immenso a chi continua a recensire e ai lettori silenziosi, un bacione a tutti quanti
 

Summer_time

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Capitolo 22
*** Amore ***


Capitolo 22

Questa luce. E’ troppo, troppo forte. Devo coprirmi gli occhi con il dorso della mano da quanto è intensa. Mi sento senza peso, come una piuma, sento che sto galleggiando nel vuoto. Respiro, almeno, ed è già una cosa positiva. Sento che i miei piedi pian piano vengono trascinati dalla gravità e appoggiano su un piano ma con tutto il bianco accecante che mi circonda, non riesco a vedere altro che una landa desolata, rigorosamente bianca.
La luce incomincia ad affievolirsi man mano che passa il tempo e di conseguenza riesco a guardarmi intorno, tentando di capire dove diavolo sono capitata

- Ti sei persa? -          questa voce.
Questa voce irritante che, dopo un estenuante corteggiamento fatto d’insulti, sorrisi, saluti, litigate e parole nascoste ma rivelate da occhi castani, mi ha conquistata
- Anche tu lo sei, visto che sei qui -             è sempre stato così il nostro rapporto. Malato per alcuni versi: avevamo talmente bisogno l’uno dell’altra da incontrarci dappertutto, ogni minuto possibile per stare insieme
- No, ti sbagli, io sono qui di mia spontanea volontà sei tu che non dovresti essere qui. Ti ricordi vero che posto è questo? –

A dirla tutta non me lo ricordo per niente. Ma non lo faccio vedere, soprattutto a lui, altrimenti potrebbe sfottermi all’infinito nel vero senso della parola.
- Ce la puoi fare, su un po’ più di neuroni collegati al cervello e ti viene in mente. Ok probabilmente è da un pezzo che non ci vieni, però l’ultima volta hai visto Adele, non puoi non ricordarlo - 
Si diverte anche a vedermi in difficoltà. Sono come un libro aperto per lui. Ma mi metto d’ impegno. Ricordo l’evento ma ancora mi sfugge il nome di questo posto. Schiocco le dita più volte e il nome mi balena in testa: Limbo!

- Limbo! Noi siamo nel Limbo vero? Ah sono un genio! -            esclamo contenta. Solo lui riusciva a farmi così felice. Lo amavo alla follia, ma la Marina ha distrutto questo amore in meno di qualche ora.
- Ma che brava la mia ragazza! Ti darei un bacio ma conosci le regole: se vuoi che ti faccia compagnia per un po’ non dobbiamo neanche sfiorarci. Ed è una vera seccatura perche io vorrei tanto abbracciare e baciare mia morosa -              mi rivolge un sorriso dolce, di quelli che mostrava a me o a sua madre. Si avvicina ma resta a debita distanza per evitare inconvenienti. Il suo spettro è come quando era in vita, senza fori di proiettili. Avrei voluto salvarlo, almeno lui ma ancora non ne avevo la possibilità.

Ricordo di essere impazzita davanti al suo corpo inerme. Ci sono volute due ore prima che mi rassegnassi alla sua morte. Mio cugino aveva paura che mi fosse preso uno shock talmente grande da uccidermi, tanto mi disperavo

- Non è stata colpa tua - alzai lo sguardo – non potevi fare niente, non ti avevano ancora preso per quella cosa. Non ti rammaricare sulla mia morte, sai qual'è stata l’ultima cosa che ho fatto e l’ultimo pensiero che ho formulato? –
- No…-
- Ho pensato a te, amore mio. Avevo pensato alla nostra storia così caotica ma così divertente, alle nostre primissime litigate. E ho pensato a quanto eri felice le settimane prima: tutti ormai sapevano della nostra storia, famiglie comprese, e avevi organizzato una piccola festicciola per ufficializzare il tutto. La vita insieme a te non era mai stata così complicata e strana ma totalmente fantastica. L’ultima cosa che ho fatto è stata guardare la nostra prima foto insieme dove ci baciavamo. Sono morto con il sorriso sulle labbra e il cuore in pace pensando a te. Quindi, non ti rammaricare della mia morte, pensa invece ad andare avanti ed ad amare di nuovo. Scommetto che stai facendo strage di ragazzi -   

Il tono della voce da commosso diventa canzonatorio. Rilasso i muscoli della schiena e lo guardo malissimo, anche se non riesco a trattenere qualche lacrima che scende.
So benissimo che ha ragione però in ogni persona che minimamente m’interessava, vedevo davanti il ricordo del suo corpo morto e non riuscivo a stabilire un contatto

- Comunque il tipo, la, Marco, mi sta simpatico, mi assomiglia anche se io rimango sempre il più bello –
- Marco? L’ananas? Che cosa centra adesso? –
- Certo che in quanto relazioni sei rimasta bigotta come prima! Dai avanti, è palese che vi piacete! -          detto da lui questa cosa suona ancora più strana. Io e l’ananas. Io e quella sottospecie di persona? Impossibile!
Lo dico chiaro e tondo al mio ex-ragazzo ma lui ride di gusto. Sto per ribattere quando mi manca il respiro. Atterro sulle ginocchia

- Il tempo è quasi scaduto. Ti vorrei dire tantissime altre cose, ma non riesco. Vedi di fare la brava, comportati bene e tieni la tua boccuccia chiusa ogni tanto, mi raccomando eh! –
Alzo lo sguardo verso di lui: non voglio che se ne vada, ho bisogno di lui!
- Ti prego, non andare!! –
- Devo Sarah, queste sono le regole. Ti ho affievolito ventenni di solitudine in dieci minuti scarsi ma che ci vuoi fare -            alza le braccia in segno di resa. Mi sorride
- Ti amo Sarah, non dimenticarlo mai. Ma è ora che tu lasci il passato alle spalle e ti innamori di nuovo. E’ tempo e tu lo sai –
Annuisco con poca convinzione. Il respiro si fa sempre più corto riesco a mormorare poche parole mentre lui pian piano sbiadisce sempre più. Non lo vedrò finché non morirò. Quindi mai.
- Ti amo anch’io –           ecco quello che riesco a dire.

Dopo l’ultima frase chiudo gli occhi e mi accascio a terra. Sento le forze che mi tornano, riesco a muovere le dita di piedi e mani. Riapro titubante gli occhi e mi ritrovo su un letto mentre sto guardando una conchiglia gigante sul soffitto. 
 

ANGOLO AUTRICE

Ciao ragazzi! Lo so è un capitolo sdolcinato ma dai, ogni tanto ci vuole <3 se avete debbi, perplessità non esitate a dirmelo, ho bisogno delle vvostre opinioni per migliorare. Beh non ho nient'altro da dire, grazie infinite a tutti quanti, un grandissimo bacione

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Capitolo 23
*** Sala / Shirahoshi ***


Capitolo 23

Il corpo è ancora indolenzito ma riesco comunque ad alzarmi. La stanza in cui mi trovo, è molto semplice ma lascia intendere un gusto raffinato: l’abbinamento di colori pastello ben si addice dalla luce che proviene dalla gigantesca finestra. Mi muovo giusto verso quest’ultima e sorrido: sono finalmente tornata dalla mia sorellina e dai suoi fratelli.
Mi verso un bicchiere d’acqua mentre apro un tasca laterale della mia valigia dove tiro fuori i vestiti che indosserò per tutta la mia permanenza nel Palazzo Reale: li avevo ricevuti come segno la prima volta che ero stata qui, per indicare che anch’io ero del popolo degli uomini-pesce anche se ero un’umana. Li indosso e aspetto una decina di minuti, giusto il tempo per riattivare il mio corpo indolenzito: appena saprò il nome della persona che mi ha salvata, la ringrazierò a dovere! Prima di tutto, però, andrò a cercare la sala principale, dove Re Nettuno tiene le riunioni: saranno sicuramente là tutti i comandanti della flotta di Barbabianca compreso il Capitano, i fratelli di Shirahoshi e il Re. Poi andrò in giro per il palazzo alla ricerca della mia sorellina, il che non dovrebbe essere difficile visto che è una sirena gigante!

Finalmente posso dire di essermi rimessa e con felicità apro la porta e sbuco in uno dei giganteschi corridoi che percorrono il palazzo. Ora non mi resta che orientarmi e capire dove devo andare. Non vedo altro che un corridoio deserto e una luce quasi bianca che si propaga al suo interno. Incomincio a correre verso sinistra, tanto ho tutto il tempo per trovarli. Dopo quelle che sembrano ore riesco a capacitarmi e a orientarmi: la gioia mi invade il cuore, sono vicinissima alla meta! Scorgo il portone che dà alla sala e mi ci fiondo per aprirlo ma anche se mi sento nel pieno delle mie forze, mi sono comunque appena svegliata e non riesco a spostarlo di molto, giusto qualche centimetro. Accidenti!! Riprovo più e più volte ma con gli stessi risultati. Ma non mi voglio arrendere! Con un’infinita pazienza e grande sforzo, il portone si apre quel tanto che basta per lasciare uno spazio dove posso passare, quindi m’introduco al suo interno con un sorriso da orecchio a orecchio.

Sono tutti là come avevo immaginato. Ancora non si sono accorti della mia presenza ed io non mi faccio notare: voglio stare un po’ in disparte per osservali tutti, dal primo all’ultimo. I miei occhi si fermano sulla figura di Marco e involontariamente arrossisco e distolgo subito lo sguardo. La visione nel Limbo mi ha scosso parecchio ma non voglio assolutamente che influenzi sul nostro rapporto di…amicizia? Dalla posizione in cui sono, riesco a vedere i numerosi ritratti di famiglia che costellano le pareti e sono ancora più motivata a uscire allo scoperto per abbracciarli tutti. Incomincio a camminare verso di loro, trattenendomi dal correre. Re Nettuno mi nota e smette di parlare mentre una luce illumina i suoi occhi. Tutti i presenti si accorgono della mia presenza ma non ci bado, i miei occhi sono solo per il Re e i suoi figli.
 

POV. Marco

La vedo. Cammina con passo deciso, si nota che si sta trattenendo dal correre. E non è vestita come al solito ma sembra essere quasi una sirena. Vestita così è semplicemente…bellissima , radiosa con quel sorriso. Sento il nostro alleato che mormora parole incomprensibili ma cariche di affetto. Ormai è a pochi metri da noi e noto qualcosa sopra la fascia che ha in vita: sembra una scottatura ma i contorni sono troppo nitidi e precisi. Non può essersi scottata sulla nave, ce ne saremmo accorti, probabilmente è un fatto del suo passato. È arrivata davanti al Re Nettuno, si stanno parlando ma i suoni non mi arrivano, sono troppo preso a osservare la figura del suo corpo, sicuramente più scoperto rispetto a quando eravamo sulla Moby Dick: il seno fasciato da una stoffa viola scuro, che copre anche la spalla destra, e una specie di gonna rosa pallido, che le arriva al ginocchio, che copre solo una gamba e lascia intravedere dei pantaloncini corti verdi, sorretta dalla fascia in vita. Decisamente molto carina, oserei dire quasi sexy.

Perso nei miei pensieri, non mi sono accorto di Halta che ha captato la direzione del mio sguardo e ha incominciato a stuzzicarmi con domande piuttosto imbarazzanti. Accidenti a lei e accidenti a me!!
- Come mai quello sguardo fisso verso Sarah? -         mi domanda maliziosa
- Quale sguardo fisso? Io non sto fissando proprio un bel niente! –
- Ma dai chi vuoi prendere in giro, si vede da lontano un chilometro! –
- Non capisco cosa intendi -              devo stare calmo, devo stare calmo, sento il cuore che batte sempre più veloce
- Ma dai, sareste perfetti insieme -          il suo sguardo si perde pensando a chissà che cosa
- Halta sul serio, sei preoccupante –
- Non puoi negare che stavi fissando Sarah! –
- Stavo solo guardando com’era vestita, tutto qui -           spero la smetta, queste domande sono troppo…troppo!
- Ma allora la mia sorellina ha fatto colpo! –
- Oh Halta, taci! -
 
                                                                                      ж  ж   ж
 
I fratelli di Shirahoshi sono stati felicissimi di vedermi, temevano anche che mi fosse successo qualcosa poiché non avevano ricevuto più mie notizie. Mi scusai con loro e gli spiegai che l’uomo con cui avevamo accordato il tutto era morto e il successore non aveva voluto continuare l’attività.

- Dov’è vostra sorella? -                   ero un po’ in ansia, non l’avevo vista da nessuna parte
- E’ tenuta sotto stretto controllo, le sono state fatte molte aggressioni, perciò nostro padre ha deciso di rinchiuderla nella sua camera e ha sostituito le porte rendendole più massicce –
Non ci potevo credere, la mia sorellina era rinchiusa giorno e notte nella sua camera, senza poter uscire, senza divertimento per una bambina come lei! Era inaccettabile!

- Io vado a trovarla e la tiro fuori di lì, ci vediamo più tardi! -             i principi cercarono di fermarmi ma ormai ero partita in quarta e niente e nessuno mi avrebbe fermato.
- Esattamente dove stai andando Sarah-san? –                 ecco, il niente e nessuno mi avrebbe fermato non è propriamente corretto, chi poteva fermarmi era Re Nettuno
- Vado dalla mia sorellina se non vi dispiace, la faccio uscire che dobbiamo parlare di molte cose -              tentai di mantenere un tono allegro, sperando nella divina provvidenza. Dovevo assolutamente parlare con Shirahoshi per una questione molto importante!
- Non se ne parla, Shirahoshi è lì per dei buoni motivi, non metterò a rischio la sua vita! –
- Oh Nettuno-san, dubiti della mia forza? Sai benissimo che con me è al sicuro –
- Non ne dubito ma..-
- Niente ma, devo parlare con lei e lo farò! -               con uno sguardo duro sfido Nettuno a controbattere. Lo vedo tentennare ma non demordo. I suoi consiglieri sono vicini a lui e gridano che non posso andare, che è pericoloso e bla bla bla, parole inutili che mi fanno solo irritare
- State zitti, voi non sapete niente! -         è più forte di me, quei tizi non sanno nemmeno chi sono e cosa ho fatto per l’isola e vengono a dirmi che non posso vedere Shirahoshi? Ma stiamo scherzando? Infatti, si zittiscono, immediatamente, ma mi guardano comunque torvi. Bah che facciano pure non ho paura di loro.

- Allora, qual è la vostra risposta Re Nettuno? M’impedite di vedere la principessa? -           calco sopratutto la parola “Re” e se ne accorge
- E sia, sono certo che con te non succederà niente di niente e, anche se succedesse, uccideresti immediatamente chi avrebbe messo in pericolo mia figlia. E se non ricordo male, è già capitato, più di una volta, ovviamente se non sbaglio  -        semplici parole che sconvolgono i ministri. Sorrido, mi volto e, correndo, esco della sala per dirigermi verso la stanza blindata di Shirahoshi. Sento lo sguardo di Re Nettuno su di me e non posso fare a meno di ridere pensando alla faccia sconvolta di quei consiglieri che hanno finalmente capito con chi hanno a che fare.  

Corro a perdifiato come se i miei piedi non toccassero il suolo, corro finché le gambe incominciano a farmi male. Mi fermo giusto per riprendere fiato. Ancora qualche minuto e arriverò al portone della sua camera. Riprendo la mia corsa e come previsto giungo davanti a un altro immenso portone. Questa volta sono preparata alla pesantezza e sono anche più in forma. Ricavo uno spiraglio e mi infilo dentro: è tutto buio, non posso credere che stia ancora dormendo! Trovo a tentoni l’ abat-jour e l’accendo di colpo: la vedo distesa sul letto.

Incomincia ad agitarsi a causa della luce e pian piano vedo i suoi occhi aprirsi
- Ma, ma chi c’è in camera mia? -                la sua voce è tremolante come me la ricordavo
- Svegliati sorellina, dai! –
I suoi occhi si spalancano e mi mettono a fuoco
- Sarah, Sarah-sama! –
- Buongiorno Shirahoshi! Dai che ti faccio uscire da qui! –
I suoi occhi si riempiono di lacrime mentre con una mano mi solleva dolcemente e mi avvicina a se
- Sei tornata, come avevi promesso, io…io ti voglio tanto bene Sarah-sama!! –                parla tra i singhiozzi e mi ci vuole un pezzo per capire cosa ha detto
- Oh sorellina mia non piangere adesso, asciugati quei lacrimoni che andiamo fuori, ti devo parlare -         il mio tono da dolce diventa preoccupato e lei se ne accorge
- Intendi per quella cosa lì? –
- Si esatto, dobbiamo regolarci siccome sono qui –
 
 

ANGOLO AUTRICE

Sono imperdonabile, lo so. Ma ho avuto un sacco di contrattempi e non sapevo come andare avanti. Quindi per ricompensarvi ho deciso di unire due capitoli e spero, quindi, che il maxi-capitolo vi sia piaciuto, un bacione grande grande
 
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Capitolo 24
*** Un posto tranquillo ***


Capitolo 24

Shirahoshi aprì il portone in modo decisamente più veloce. Era timorosa, mi aveva raccontato che non usciva da cinque anni e forse di più e non aveva idea di cosa fosse cambiato nel palazzo e nel regno durante questi anni. Stavo inoltre riflettendo sulla privacy del palazzo: certo era sicuramente grande ma era pieno di servitori, guardie e di tutta la ciurma di Edward. Non avevo intenzione di parlare del problema con Shirahoshi stando allerta per ogni minimo rumore. Dovevamo trovare un posto tranquillo per parlare senza essere disturbate.

- Shirahoshi conosci per caso un posto dove poter parlare in modo sicuro e tranquillo? Sai benissimo che non dobbiamo farci sentire da nessuno –
- Oh…Sarah-sama l’unico posto è la foresta marina ma è molto lontana da qui ed io non posso uscire dal palazzo senza l’autorizzazione di mio padre –
- Ah! Al diavolo il permesso, sei con me adesso, devo recuperare tutti gli anni in cui hai vissuto in solitudine e ancora non ne capisco il motivo ma me lo dirai più tardi. Per il resto hai ragione ma se non mi ricordo male l’ultima volta che sono venuta qua avevo trovato un posticino piccolo ma lontano da tutto e da tutti, ti ricordi? Potremmo andare lì, ma mi serve una bolla per renderlo respirabile –
- Oh hai ragione Sarah-sama, ti prendo il corallo spara-bolle e possiamo andare…ma è sempre fuori da palazzo e dobbiamo passare anche per la piazza  Gyoncorde ed è sempre piana di gente ed io…ed io mi vergogno! –
Guardai mia sorella con un misto d’incredulità, tenerezza e ilarità: era sempre stata troppo buona di cuore per il mondo
- Allora visto che ti vergogni facciamo così! Fatti trasportare dentro la bocca di Megalo, ancora non sei troppo grande, mentre io vi seguirò distraendo gli abitanti, ci stai? –

La vedo tentennare, l’idea di conoscere il mondo fuori la eccita ma la paura di disobbedire al padre la frena. Mi vedo costretta a giocare la mia carta vincente che sono sicura, la convincerà

- Credi che io non sia in grado di proteggerti? –
- Cosa?? No no Sarah-sama, tu sei la persona più forte di tutto il mondo e so che vicino a te non mi succederà mai niente ma io non posso disobbedire, anche se mi piacerebbe venire con te e non mi vedrebbe nessuno dentro la bocca di Megalo…oh va bene Sarah-sama hai vinto! Megalo puoi farcela? –

Mezz’ora dopo sto uscendo dalla bolla che protegge il palazzo dentro la bocca di Megalo: infatti, per raggiungere l’isola avremmo dovuto aprire il collegamento ma avremmo attirato le attenzioni di tutti ed è l’ultima cosa che voglio. Sicuramente questo non è il mezzo di trasporto più confortevole ma almeno non dà nell’occhio. Sento che lo squalo mugugna qualcosa che Shirahoshi mi traduce con un “siamo arrivati”.  Purtroppo ho dovuto fare a meno anche della mia corsetta nell’isola come da piano originale, Shirahoshi mi ha convinto a entrare nello squalo, anche se mi rifiutavo all’idea.
- Oh finalmente, non ne potevo più! Grazie per il passaggio Megalo, ora torna nel palazzo, nessuno deve sapere che la principessa non c’è più! –

Lo squalo annuisce e se ne va, lasciando me e la principessa da sole nel nostro angolino di tranquillità. È stata una fortuna ricordare questo posto e mi compiaccio nel vedere ancora tutto in ordine, l’avevo scoperto per caso e mi era piaciuto un sacco: isolato, tra l’isola e l’inferno marino, con coralli che delimitano il perimetro e un piccolo vulcano che sbuffava acqua calda, illuminato dall’albero Eva. Era semplicemente divino.

Mi sedetti su un cuscino e aspettai che anche Shirahoshi facesse lo stesso. Ora potevamo incominciare!
- Allora, incominciamo dal perché ti hanno rinchiusa. Cosa diavolo ti è successo? –
- Ehm vedi Sarah-sama, l’hanno fatto per proteggermi –
- E da chi? –
- Da Vander Decken IX, lui mi ha designata come sua promessa sposa ed io, beh, io l’ho rifiutato e da allora mi bersaglia di ogni genere di armi. Ecco perché mi hanno rinchiusa –
Strabuzzai gli occhi e rischiai di soffocarmi con il the che stavo bevendo: Shirahoshi era appena una ragazzina!
- Ossignore! Ma tu l’hai mai visto o parlato o comunicato in qualche modo? –
- No, è sempre stato un personaggio misterioso per me –
Accidenti, non avevo neanche una minima idea del suo aspetto, non l’avrei riconosciuto neanche se fosse passato sotto il mio naso
- Sarah-sama, non è importante! Dimmi piuttosto, come e cosa facciamo ora? -     
- Siamo tutte e due nello stesso posto quindi il livello di una catastrofe è salito all’ottanta per cento. Tu dovrai stare il più possibile calma e rilassata, da parte mia mi limiterò ad usare solo il primo livello di energia se il caso lo dovesse richiedere. Comunque dobbiamo stare attente, ho sentito dire che i Draghi Celesti si stanno innervosendo e non ho idea del perché. E anche che i Cinque Astri di Saggezza si siano spostati dalla loro sede. E questo è un brutto segno! –
- Oh Sarah-sama! Tu e loro! Voi avete visto e vissuto, non hai paura? –
- No, sono con Barbabianca non attaccherebbero mai la sua ciurma e poi sono con voi –
Le sorrisi incoraggiante e anche lei ricambiò il sorriso. Poi sentii un sibilo e mi voltai: un’ascia gigante stava venendo verso di noi.

 

ANGOLO AUTRICE

Ecco qua un nuovo capitolo :D le cose cominciano a smuoversi e a diventare interessanti ;) ringrazio coloro che recensiscono, a quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite e a coloro che leggono in silenzio, insomma grazie a tutti! Un bacio

Summer_time 

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Capitolo 25
*** Arriva qualcuno ***


Capitolo 25

 Bloccai in modo immediato l’ascia. Ecco la fortuna di ventenni di allenamento: sapevo reagire in modo automatico ed efficace a ogni situazione. L’arma però non aveva nessuna intenzione di fermarsi e continuava a spingere contro il mio muro di ultrasuoni e non ne capivo il motivo
- Hey Shirahoshi, perché questa cosa non si ferma?! -          diamine, dovevo stare attenta, l’ascia era slittata sul piano ed era avanzata di qualche metro
- Non si fermerà, Sarah-sama, mi deve colpire. È il potere di Decken –
Quel tipo mi stava facendo perdere tempo. Rivestii l’ascia con gli ultrasuoni e, con un sorrisetto, aumentai la pressione interna: vidi un allegro fuoco d’artificio e risi compiaciuta

- Sarah-sama l’hai fatta esplodere! –                lo sguardo di mia sorella era tra il terrorizzato e l’estasiato. Aveva così tanto da imparare sul mondo ma almeno sarei stata sempre al suo fianco, una cosa buona in un mare di cattiverie.

Sentimmo d’un tratto la sirena d’emergenza dell’isola. Era un segnale che tutti dovevano rispettare e segnalava il pericolo imminente. Per fortuna il nostro rifugio era sì lontano dalle abitazioni e fuori dalle bolle che proteggevano tutto e tutti, ma era anche abbastanza vicino per cui rientrare nell’isola non fu difficile. E poi con una sirena gigante che viaggia tre volte più veloce di un uomo-pesce, fu facilissimo. Il problema ora era passare inosservate e Megalo questa volta non poteva essere d’aiuto giacché non c’era. Cercai con lo sguardo qualcuno di mia conoscenza ma come al solito, la mia fortuna era come la data della mia morte: impossibile da vedere.

- Shirahoshi prova a vedere se trovi uno dei miei amici o uno dei tuoi fratelli -             dovevamo raggiungere la piazza principale e capire cosa stava succedendo
- Uhg sì va bene! Ehm…ah sì! Il tipo biondo che è il comandante della prima flotta! -            Marco! Fantastico, proprio lui mi doveva capitare?! Tentai di non badarci e lo chiamai tentando anche di mantenere un tono di voce basso. Per fortuna che  l’ananas ha un buon udito.

- Che  diavolo ci fai tu qua con la principessa sirena? -             era leggermente shoccato
- Niente, solo due chiacchiere tra sorelle. Piuttosto illuminami, perché è suonata la sirena d’emergenza? –
- A quanto pare sull’isola è arrivato un membro molto importante della Marina ed è anche uno dei cinque pilastri di Saggezza. Non sappiamo ancora cosa voglia o il motivo che l’ha spinto fino a quest’isola, ma di sicuro non è qui in buona fede. Noi ci siamo già divisi e appostati attorno a tutta la piazza, dove avverrà l’incontro tra il tizio e l’intera popolazione dell’isola, compresa anche la famiglia reale e come ospite d’onore il Babbo. Questo è tutto quello che so. -       fece per andarsene quando si bloccò e si voltò di nuovo         - Ah quasi mi dimenticavo, Re Nettuno ha scoperto che la principessa è fuggita ma non ha detto niente. Ha detto che tu e lei dovete rimanere nascoste, senza fiatare o fare alcun rumore, non dovete farvi scoprire. Se potete, allontanatevi il più possibile da qui, nessuno ti vuole vedere in ostaggio da quelli della Marina -

Detto ciò la mia mente elaborò l’ultima frase: aveva fatto una pausa, sembrava non sapere cosa dire. Aveva fatto anche un’imprecisione, forse per sbadataggine o forse perché…una domanda mi sorse spontanea
- Questo lo dice Re Nettuno o lo dici tu? –
Lui non rispose ma mi sorrise. Poi se ne andò sul serio, lasciandoci sole

- Perché gli hai fatto quella domanda Sarah-sama? –
- Perché, se forse non te ne sei accorta, ha detto solo “nessuno ti vuole vedere in ostaggio” mentre stava parlando con me. Tuo padre penserebbe sicuramente prima a te che a me non trovi? E poi non ti ha neanche nominata quindi non era un discorso di tuo padre, semplice –
- Oh…ma…ma tra te e lui c’è per caso qualcosina? -              nello stesso istante in cui finisce la frase, entrambe arrossiamo. Lei per l’imbarazzo nel porre la domanda e per il suo carattere romanticone che chissà cosa ha immaginato. Io per l’imbarazzo nel rispondere: non so se negare o raccontargli i miei dubbi e sentimenti.

Dovevo trovare il modo di sviare il discorso. Mi viene in mente un’idea che va contro tutto quello che Marco mi ha detto
- Hey sorellina, ti va di andare a vedere il nuovo arrivato?-
 

ANGOLO AUTRICE

Buona sera ragazzi, come state? io sto guardando " Ti stimo fratello" e sto morendo dalle risate!! Comunque! Vi ringrazio tutti come al solito, vi abbraccio tutti e spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto :D un bacio
 
Summer_time
 

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Capitolo 26
*** Furia ***


Capitolo 26

Per fortuna che la cima era coperta di coralli giganti, altrimenti avrei dovuto dire addio alla missione: “ Chi cerca trova ” . Già io e Shirahoshi abbiamo assegnato un nome alla nostra pericolosa azione di spionaggio. Mi sentivo un po’ come i vecchi film di 007, insomma era una cosa elettrizzante e terribilmente pericolosa. Ma dovevo capire chi era approdato, dopotutto l’isola e i suoi abitanti mi stavano a cuore così come l’incolumità dei miei compagni di flotta. Cercai con lo sguardo Marco e lo scorsi vicino a Barbabianca, almeno sarebbe stato sicuro accanto ad Edward. Il che non potevo dire lo stesso di me: protetta da occhi indiscreti solo da un misero corallo arancione e nero, il resto ero esposta completamente a rischi che avrei più che volentieri evitato ma anch’io volevo accogliere un membro così importante della Marina. E se poi si rivelava il mio “ simpatico ” amico, gli avrei dato il benvenuto in modo conveniente: ucciderlo sarebbe stato solo il suo più grande desiderio.

Il piano concordato con la mia sorellina era semplice ed efficace. Poiché era ancora troppo fifona e troppo piccola per accompagnarmi, l’avevo lasciata in una grotta vicina con delle specifiche istruzioni: se vedevo chi era e le dicevo “ David ” andava tutto bene e non mi avevano scoperta, se invece dicevo “ Matteo ” doveva avvicinarsi a me in modo da tenermi sottocontrollo e da lì portarmi via se lo riteneva necessario. Se invece non avesse sentito niente mi avevano scoperta, in quel caso avrei rifilato la prima scusa sensata.

Erano passati circa venti minuti dal mio arrivo e tutto sembrava procedere liscio: gli abitanti erano tutti riuniti, compresi anche i bambini, e aspettavano con un misto tra impazienza, paura e curiosità l’arrivo dell’ospite. Barbabianca era, invece, seduto vicino alla famiglia reale su un palco costruito in maniera provvisoria e stava parlottando con Vista e Jaws sulle postazioni dei comandanti nella piazza: come mi aveva detto Marco, erano sparpagliati lungo il perimetro e sembravano alquanto nervosi. Io invece mi ritenevo abbastanza tranquilla, forse anche perché avrei ucciso in un batter d’occhio chiunque osasse fare del male alla gente nella piazza. Mi sfuggì un sbadiglio e sorrisi: ci stavano mettendo un po’ troppo ma che se la prendessero pure con calma tanto che fretta c’era, tra poco sarebbe ora della merenda ma ok! Presi il lumacofono e contattai Shirahoshi per sapere se stava bene e, dopo una risposta affermativa, mi concentrai di nuovo sulla piazza sottostante per capire se dovevo prendere un cuscino  o uno sdraio.

Finalmente in lontananza intravidi la delegazione della Marina: alla faccia! Sembrava il carnevale di Rio in Brasile solo armato! Ma quanti soldati di scorta aveva?? Erano talmente lenti che ci vollero più di trenta minuti per arrivare in piazza, avrei potuto chiamare un cecchino e farli fuori tutti ma non potevo farlo, purtroppo i fucili a precisione erano andati tutti perduti. Era un vero peccato.

Oh attenzione, stava sbarcando! Presi immediatamente il mio cannocchiale e il lumacofono. Comunicai la notizia a Shirahoshi dicendole anche di aspettare il codice e lei annuì. Scrutai la piazza e vidi l’uscita di quello che sembrava un carro armato. Puntai la visuale del cannocchiale lì e attesi l’ospite: intravedevo solamente un pezzo di scarpa, nera e lucida, per cui ne scartai a priori uno dei cinque. Incomincia a intravedere la figura e mi accorsi che era molto alto ma nelle mani non c’era nessun bastone. Ne scartai un altro. Intravidi una lunga barba e altrettanto lunghi candidi baffi e lì il mio cuore accellerò, la gola si fece secca e lo stomaco si chiuse in una morsa dolorosa. Aspettai, giusto per essere sicura che l’uomo che stavo spiando non fosse un altro e che la mia mente non giocasse brutti scherzi, ma i miei occhi avevano visto benissimo, in modo impeccabile come sempre. L’uomo in tutta la sua altezza scese dal mezzo e s’incamminò verso il palco.
- Matteo -
- Arrivo subito Sarah-sama, non ti preoccupare e soprattutto non fare cose avventate! -

Tentai di mantenere il controllo del mio corpo, anche se esso continuava a urlare “ uccidilo immediatamente!! ” e non potevo dargli torto ma neanche potevo piombare lì di colpo, avrei solo messo a rischio delle vite inutilmente. Inspirai profondamente e attesi un passo falso dell’uomo. Lo avrebbe fatto di sicuro, dovevo solo accorgemene. Intanto avrei ascoltato anche la loro conversazione ma dovevo cambiare postazione perciò avvisai del cambiamento Shirahoshi
- Certo Sarah-sama, sono lì tra pochi secondi -

Mi mossi verso un altro corallo, decisamente più grande di colore rosso e azzurro e aspettai l’ arrivo di mia sorella che arrivò una manciata di secondi dopo. Le porsi il cannocchiale e le indicai l’uomo in giacca e cravatta mentre mi concentravo per capire le parole che il Re Nettuno stava pronunciando. Dieci minuti buoni per presentazioni varie e parole buttate lì alla cavolo ma ancora non erano arrivati al punto. Chiesi a mia sorella se il plotone di Marine era ancora là e me lo confermò. La mia attenzione si riconcentrò sul discorso

-….quindi vedete Re Nettuno, sono qui oggi per domandare a Voi e al qui presente Barbabianca per chiedere di consegnare se presente nell’isola o nella ciurma, questa ragazza. È una pericolosissima criminale che pensavamo fosse morta ma che invece si aggira ancora nel mondo. E non è pericolosa solo per noi ma anche per tutti Voi: ella ha ucciso tantissime persone e può farlo ancora -
Ma che…miserabile…ipocrita doppiogiochista! Stava mostrando una mia vecchia foto e stava parlando a vanvera come al suo solito, mentendo! Io quella che ha ucciso tantissime persone? Certo! Perché loro volevano uccidere me! E ho ucciso solo lo stretto necessario non come qualcuno dalla lingua biforcuta di mia conoscenza! Impacchettai i miei pensieri e li lasciai per dopo: dovevo restare concentrata. Poi sentii una risata. Era Barbabianca

- Ne sei sicuro? Come massimo questa mocciosa avrà sedici anni e tu mi vieni a dire che ha ucciso più di me? Non scherziamo avanti! -          e ne seguì un’altra fragorosa risata a cui, seppur con un grande contegno, mi aggiunsi anche io e Shirahoshi
- Quindi allora la minaccia numero uno del mondo è nella tua ciurma. Sei invitato caldamente a consegnarla a me, Barbabianca, prima che scateni il Buster Call sulla tua flotta -
- Credi di farmi paura piccolo moccioso? Lei fa parte ormai della mia ciurma, anche se non lo sa, e nessuno dei miei figli la venderà a un rifiuto umano come lo sei tu! -
- Ti ho appena detto che lei è una pericolosa criminale, peggiore di Dragon, il capo dei rivoluzionari, peggiore di Roger, il re dei pirati! Lei è un mostro che prima si fa amica la preda e poi la colpisce alle spalle! Non sai mai cosa aspettarti da lei. Ha ucciso più di chiunque di voi messi insieme, nessuno è mai sopravissuto, è un mostro peggiore di chiunque di voi. Lei deve morire. Merita di morire. Ha ucciso la sua famiglia, sgozzato il fratellino. Non merita di vivere -

Tasto dolente, molto, molto dolente. M’imposi di rimanere calma ma la fatica è molta. Shirahoshi per fortuna se ne accorse e mi mormorò delle semplici parole che ebbero un effetto tranquillante. Ritorno al discorso che or e colmo di un silenzio tombale.

- Ma fammi il piacere -          questa voce. È una cosa bellissima sentire che non ha creduto a una singola parola detta da quell’uomo           - se Sarah ha sgozzato suo fratello e sterminato la sua famiglia, io sono Sengoku il Buddha e sono a capo dei rivoluzionari -       detto così fa un po’ ridere, ma mi immagino un ananas dorato e con dei tatuaggi rossi. Assolutamente ridicolo!

- ed io posso dire di conoscerla bene. Certo non è stato tutto rose e fiori, ma una volta sono entrato in camera sua e ho visto foto, tantissime foto. Troppe foto di lei con troppe persone diverse. Non credo a una singola parola che hai detto e a confermarlo è il suo attaccamento alle persone: durante il periodo in cui è stata sulla nave, ha formato uno splendido rapporto con Halta, Ace e Satch; è riuscita a farmi cambiare idea sul dolore che ognuno porta, lei lo porta in silenzio da sola senza il sostegno di nessuno, ha portato anche il peso di tutta la ciurma quando è morto il Babbo. Nessuno merita di vivere più di lei. E se per quello che ho detto dovrai uccidermi, beh provaci pure! -
Piansi o almeno le lacrime colarono giù velocemente. In tanti mi avevano detto che meritavo di vivere ma nessuno cosi. Sembrava che non volesse davvero la mia morte. E insomma, ero felice che non la volesse. Forse l’uomo li avrebbe lasciati in pace, forti di queste convinzioni. E forse…

Non feci neanche in tempo di finire la frase che Marco perdeva sangue dal ventre mentre il mio “ caro ” amico era in piedi. Marco aveva tutto il ventre rosso
- No, no, non di nuovo! -     mormorai. Incominciai a tremare ma non per il freddo ma per la rabbia. Non sarebbe accaduto di nuovo, no mai più!
- Sarah-sama ti prego calmati!! -              sentivo la voce di Shirahoshi lontana
Non ci vidi più, la furia, la belva che era dentro di me sì liberò o la lasciai libera, indifferentemente. Scelsi un livello di potenza subito medio e scattai.
- Bene ora finiamo il lavoro -        l’uomo in giacca e cravatta si mosse verso Marco ma appena mosse un muscolo, un calcio al ventre lo sparò a diverse decine di metri distante
- TU NON LO TOCCHERAI NEANCHE CON UN DITO!!! –
 

ANGOLO AUTRICE

I brividi, mi sono venuti i brividi solo a immaginare la scena!! È semplicemente una figata! Il capitolo è lungo rispetto al solito ma volevo spiegare tutto bene. Spero che vi sia piaciuto il capitolo :D un bacio a tutti
 
Summer_time
 

P.s. non ho la più pallida idea del perchè non si vedono gli apostrofi, ma non so come fare per farli tornere tali! Scusateee!!!!

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Capitolo 27
*** Sfere ***


Capitolo 27

Pov. Halta

- Marco!!! -
Mi precipitai verso di lui chiamandolo a gran voce insieme a Vista e Satch. Con le mani tremolanti cercai di rallentare il flusso del sangue ma il risultato fu abbastanza scarso. I miei fratelli cercarono di metterlo in un posizione anti-shock mentre Ace urlava per chiedere l’aiuto di un medico, di qualcuno che sapesse come aiutare Marco ma sembrava che non ci fosse nessuno. Incominciai a temere per la sua vita, la ferita purtroppo era molto profonda e bisognava intervenire subito per salvarlo, altrimenti sarebbe morto dissanguato. Il suo viso era sempre più pallido
- No, no, no, non morirai proprio oggi capito?! -

Mi fece un sorriso sghembo, di quelli che faceva quando ti prendeva in giro. Era insopportabile il solo pensiero di non vederlo più in giro per la nave o quello di non sentire più la sua voce in una battuta sulla nostra sorellina. Il viso si contrasse in una smorfia di dolore e vidi con orrore le mie mani coperte di un rosso brillante, colore del sangue caldo. Era una sensazione orribile, mi sentivo morire dentro come se avessi io quello sfregio sul ventre. Le lacrime mi cadevano copiose da un bel pezzo ma non avevo intenzione di spostare le mani per asciugarle, avrebbe significato condannare Marco a morte certa. Vedevo che stentava a tenere gli occhi aperti
- Hey Marco! Guai a te se non tieni gli occhi aperti!! Svegliati, devi restare sveglio! -

No, non stava accadendo, era tutto un sogno. Tentavo anche di convincere me stessa che quell’assurdo spettacolo era frutto della mia immaginazione ma sapevo benissimo che non era così. Poi sentii un’aura molto potente accanto a me. Sarah era lì. Sembrava una dea: una nebbiolina azzurra la circondava e le vesti contribuivano a renderla molto più avvenente rispetto a una normalissima maglia e dei normalissimi pantaloni.

Mi prese dolcemente le mani e le spostò dalla ferita, scrutando attentamente i danni mentre faceva altre due cose contemporaneamente: con una mano sentiva i battiti cardiaci sul collo di Marco mentre con l’altra stava aiutando il sangue a coagularsi con uno dei suoi poteri che in quel momento mi parvero i più belli del mondo intero. Dopo qualche infinito secondo le spuntò un sorrisetto mentre vedevo che il viso di Marco si ricoloriva un pochino e che sembrava più rilassato
- Si rimetterà in un attimo, per fortuna che c’eri tu a tenergli premuto in ventre, hai evitato il dissanguamento. Ora scusami ma ho un lavoro da finire -

La vidi alzarsi e sparire. Mi girai e vidi una gigantesca cupola in mezzo alla piazza con all’interno la mia sorellina e quel bastardo. La voglia di farlo a fette era molta ma non ero in grado di contrastarlo, da come Sarah si era arrabbiata quando ha colpito Marco, penso che lascerò a lei l’onore. Ah non vedo l’ora che quei due si dichiarino, sono così carini insieme!

- Che mi sono perso? -       prendo un colpo per lo spavento mentre vedo Marco in piedi accanto a me
- E’ appena iniziato tutto -       
Aspetta un momento. Marco? MARCO?!?     
- Marco! Come fai a essere in piedi?! –
- Mi chiamano Marco la Fenice per qualcosa Halta! Posso rigenerarmi, non dire che te ne eri dimenticata! –
- Ma quindi per tutto il tempo in cui ho creduto che potessi morire in realtà stavi fingendo?! -       lo uccido con le mie stesse mani se mi dice di si. Ho avuto paura che ci lasciasse le penne!
- Non proprio, quando mi sono accorto che perdevo troppo sangue ho iniziato il processo di guarigione –
- Ma perché hai impiegato così tanto tempo, non hai pensato che la sottoscritta stava morendo di paura per te? E anche la tua ragazza è venuta a vedere come stavi! –
- Sarah non è la mia ragazza! -          ah! E’ arrossito, é arrossito di brutto!! Halta vs Marco 1-0 
 
Pov. Sarah

La cupola dovrebbe tenere lontano tutti i curiosi. E gli stupidi. Lanciai uno sguardo di odio puro al mio amico che si stava spolverando la giacca. Non gli avevo fatto altro che un labbro spaccato e tanti colpi di tosse ma non m’importava poi molto, avrei avuto più tempo per ridurlo in microscopici pezzetti

- Stai invecchiando caro mio. Non sei neanche riuscito a parare un mio calcio, mi deludi. Ed io che pensavo che ti fossi continuato ad allenare dopo la mia ultima visita alla tua dimora -
- Devo ammettere che non sono più in forma come una volta ma comunque riesco ancora a cavarmela. Tu invece ti sei allenata, anche se non sembra a prima vista: mira, velocità, potenza, regolarizzazione delle forze in possesso. Tutte migliorate con livelli che superano l’ottimale. I miei complimenti Sarah-san o vuoi essere chiamata N° 26198? –
- Non ha importanza il nome. Tanto che sia io o il mio alter ego in numero, ti farò pentire di essere nato. Non ti ricordi l’ultima volta cos’è successo? I tuoi agenti di scorta, i spietatissimi Scorpions, hanno retto pochissimo in un scontro diretto con la sottoscritta, ti hanno dato giusto il tempo di prendere l’elicottero e fuggire. Se fossi arrivata qualche minuto prima ora non saremmo qua a parlare. E quanti erano gli agenti presenti, comprese anche le tue guardie del  corpo? -
- trecento, erano circa trecento e tu le debellasti in un quarto d’ora scarso. Dovresti essermi grata per tutto quello che ti ho dato, ti ho fatto diventare una perfetta macchina da guerra! -

- Grata? Io dovrei esserti grata?!? Tu mi hai distrutto la vita! Avrei preferito mille volte venire uccisa insieme alla mia famiglia! Tu hai sterminato tutti quelli a cui volevo bene, dal parente al semplice conoscente, non hai risparmiato nessuno! Mi hai torturata, minacciata, mi hai fatto dei prelievi, usato come cavia da laboratorio e io dovrei esserti riconoscente? ? Mi hai perseguitato, dandomi la caccia quando hai scoperto che ero scappata, rivoltando come un calzino tutti i paesi sotto la tua tirannia per scovarmi. Hai minacciato di morte con un editto chiunque mi avesse dato una mano, ma per fortuna c’era gente avara: qualche pezzo raro di una civiltà andata in pezzi serviva per un pasto e un posto dove dormire. Non ti sei mai chiesto perche ero sempre ben nutrita? O senza occhiaie? Immagino di no, t’importava solo vedermi sparire perché tu e i tuoi colleghi avete creato tre cose che non siete riusciti a controllare, stolti! –

Vedo che ha capito che questa volta non mollerò facilmente la presa. In questa si fa sul serio. La prima volta era ancora inesperta sui miei poteri e non riuscivo a controllarli, in più lui era militarmente più forte e preparato. Ma ora siamo al tu per tu e non me lo farò fuggire! Ora si balla!

Lentamente tiro fuori dalla tasca dei pantaloncini le mie cuffiette e il mio telefono e lo imposto sulla ripetizione casuale: mi serve tutto il supporto sonico ma la gente al di fuori non lo sa quindi non posso contare su di loro…
- Per favore ascoltatemi tutti! Sarah-sama ha bisogno del nostro aiuto, dobbiamo cantare il più forte possibile! –

Shirahoshi? Deve aver capito il colpo che ho intenzione di lanciare. La ringrazio mentalmente mentre mi preparo: creo una sfera di ultrasuoni che si contrae e si espande al ritmo della musica fino ad avere le dimensioni di una palla da basket. Sento che le sirene e gli uomini-pesce cantano quasi sgolandosi per darmi un po’ di coraggio. Sorrido e sempre più convinta incomincio a colpire in modo violento la mia sfera: calci, pugni, tutti quello che mi viene in mente mentre il mio nemico è passato da uno sguardo agguerrito a uno  stupito, non capisce niente del mio colpo.

La sfera ora è completa. Con un calcio la spedisco verso la barriera e immediatamente ricomincio l’operazione per prepararne un’altra mentre quella che ho appena calciato comincia a rimbalzare per tutta la cupola evitandomi accuratamente. Non posso dire lo stesso per il mio nemico, la sua faccia è imperlata di sudore per lo sforzo che si duplica quando a rincorrerlo, non c’è solo una sfera, bensì due. Ma all’improvviso si ferma
- Stolta sarei tu! Queste sfere non faranno sicuramente niente, ne sono convinto! -
- Se lo dici tu - gli sorrido accomodante

La sfera lo colpisce in pieno e così anche la seconda creando un gran polverone: è ancora vivo ma sento che è gravemente danneggiato. Non facevano proprio niente le mie sfere, eh? Il fumo si dirada e mi permette di vederlo: gocciolante di sangue, con solo un braccio e con degli abiti completamente stracciati. Ah, quanto mi dispiace!

- Ti starai chiedendo: come ha fatto quella palla di luce a ridurmi così? Semplice, i colpi che le ho inflitto prima servivano a caricarla: per farla semplice al tuo cervello da vecchio, più colpisco la sfera più accumula energia presa dai colpi che riversa poi in una volta sola al malcapitato ovvero tu in questo caso. Ti è andata bene che erano solo due, Kaido ne ha dovuto schivare dieci -
Mentre parlavo, annullavo ogni suo attacco. Sembrava veloce ma con il mio livello di energia, il tutto è al rallentatore.
- Sei una sciocca, Sarah! Tu meriti di morire, tu hai ucciso quelle persone e per primo proprio l’ultimo membro della tua famiglia. Ti ricordi di Matteo vero? -
 
cosa centra mio cugino ora?
 

ANGOLO AUTRICE

Ed eccomi qua con un altro capitolo, spero vi sia piaciuto. Grazie mille per le recensioni, cercherò di aggiornare al più presto! Un bacio a tutti
 
Summer_time
 

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Capitolo 28
*** Torna da me, my love ***


Capitolo 28

- Mio cugino non c’entra niente con questa storia, non vedo perché nominarlo in questa situazione –
- Centra invece! Per colpa tua è morto, se non ti fossi ribellata, se non ti fossi opposta, se avessi accettato tutto fin da subito, tante persone sarebbero rimaste tali! Tu hai distrutto migliaia di vite! –
- BUGIARDO! –

Lo urlai con tutto il cuore e con tutta l’anima. Non era vero, lo sapevo, ma il senso di colpa era molto grande. Tentai di non piangere, non davanti a lui, anche se mi sentivo pizzicare gli occhi e la vista si faceva via via più annebbiata.

- Avresti potuto salvarlo invece hai voluto fare l’egoista, scappando e mettendo in pericolo tutti –
- Non è vero! - alzo lo sguardo, guardandolo dritto negli occhi – lui mi voleva bene, ha scelto di morire purché io avessi una vita. Lui era il cugino maggiore, quello più responsabile. “ Ti dovevo proteggere perché questo è il compito dei cugini maggiori soprattutto maschi: proteggere i minori, le cuginette. E tu Sarah andavi protetta. Nessuno poteva permettersi di farti del male, non con ancora me vivo, soprattutto con me vivo “. Queste sono state le ultime sue parole. Ha scelto di morire per me ed io non ho reso il suo sacrificio vano: sono ancora qui come noti. Ma non lo potrò più dire di te tra poco! –

Volevo distruggerlo, annientarlo, vederlo sparire! La cupola sarebbe dovuta bastare a contenere una piccola esplosione ma il problema era un altro: non sapevo se sarei riuscita a contenermi, a controllarmi; non volevo radere al suolo lo isola! Vidi che si stava preparando per attaccare e mi concentrai: se dovevo creare un’esplosione, avrei liberato una quantità massiccia di energia negativa che avrebbe potuto sopraffarmi, come era già capitato, ma dovevo
rischiare il tutto e per tutto: non avrei ammesso un fallimento!  

Pensai e ripercorsi tutto il dolore che mi era stato inferto: dall’inizio della Grande Guerra fino a quel preciso momento, più e più volte, accumulando rancore, paura ma soprattutto rabbia, una rabbia repressa per un centinaio d’anni che scorreva nelle vene e che bisognava liberare, che proveniva dal più profondo scaffale della mia anima. Una rabbia quasi animale che non riuscii a contenere: le avevo offerto una via di fuga e ora stava uscendo come un fiume in piena. Persi il controllo e caddi in ginocchio mentre l’aria che espiravo si faceva più pesante e calda. Nuvolette di vapore incandescente uscivano dalla mia bocca semi-aperta. Sentivo che le linee del mio corpo salivano pian piano, cambiandomi d’aspetto. Già mi stavo immaginando i miei capelli diventare sempre più scuri e lunghi, la pelle cambiare colore come gli occhi e le linee. Erano ormai sul viso, tra poco avrei perso conoscenza se avessi continuato così. Tentai di bloccare la mia rabbia ma ero troppo debole, oramai ero in balia del mio lato oscuro. Chiesi perdono mentalmente prima di vedere tutto nero.

 
Pov. Marco

Era spaventosamente bella. Sentivo che non stava bene ma non mi resi conto della gravità fino a quando la cupola scoppiò in mille pezzi e dei vortici d’aria si formarono vicino al suo corpo che si stava trasformando. La principessa sirena era tutta impaurita, continuava a mormorare parole senza senso e a scuotere la testa: sembrava cercasse una soluzione ma ogni volta scartava le varie opzioni mentre si prendeva la testa fra le mani e piangeva. L’aria si era fatta improvvisamente pesante e molto calda come se ci fosse un vulcano nelle vicinanze mentre l’aurea azzurra, che circondava Sarah come una nebbiolina, si era trasformata in una semisfera blu elettrico che cresceva a dismisura,
ustionando chiunque incontrasse.

La piazza era ormai quasi del tutto deserta: i marine erano stati debellati tutti, la popolazione era fuggita e il Babbo aveva ordinato, per non dire obbligato tutti ad accompagnare i civili e proteggere la Moby Dick da quella furia. Eravamo rimasti solo io, Halta, Ace, il Babbo e la famiglia reale al completo. E ovviamente il nonnetto che mi aveva ferito. Ora era piuttosto malconcio e sembrava dovesse svenire da un momento all’altro, non che mi dispiacesse. Si alzò, inoltre, un vento molto strano e mi accorsi di un enorme tornado che si stava formando dalla semisfera, il che
non era per niente un buon segno!

I miei occhi si posarono sulla piccola figura al centro, in ginocchio con gli occhi spalancati, senza pupilla. Volevo svegliarla da quello stato di trans ma non avrei saputo come superare la tromba d’aria. La guardai ancora: la maggior parte del suo passato l’avevo scoperto in dieci minuti e ne ero rimasto shoccato. Cosa diavolo le era capitato? Quel potere di certo non era naturale ma che si fosse rivelato parte di un’ esperimento ne passava di fantasia! La sua voce mi giunse alle orecchie, prima come un sussurro, poi come un urlo straziante, forte. Sembrava fosse sotto tortura e forse era così, forse la cupola blu era dannosa sia per noi che per lei. E se era così, non c’era da perdere neppure un secondo, bisognava tirarla fuori da lì o farla tornare normale!

- Marco! Ma cosa…-          non prestai attenzione alla voce di Halta che, stupita, aveva tentato di fermarmi. Stavo camminando incontro a una morte certa ma dovevo tirare Sarah fuori da lì! Ma un paio di mani giganti mi fermarono
- Tu…Tu vuoi bene a Sarah-sama non è vero? -     Shirahoshi aveva una voce tremolante ma anche un’espressione decisa sul volto
- Più di quanto io abbia mai creduto -          la lingua si è mossa da sola. Troppo tardi caro cervello.
- Allora io ti porto più vicino che posso, poi tu la sveglierai ok? –
- Perché fai questo, infondo siete così diverse tu e lei –
- Saremo diverse nell’aspetto e nell’età ma dentro siamo uguali. Io e Sarah-sama siamo vicine per quello che siamo interiormente, lei mi ha insegnato ad accettarlo e a conviverci -

Non ebbi il tempo di ribattere che mi trovai a un metro dalla semisfera. Mi tramutai in una fenice e puntai dritto dritto al centro. Appena il mio becco toccò la parete, un bruciore intenso mi costrinse a chiudere gli occhi. Ma continuai a volare e a rigenerarmi, lo stavo facendo all’infinito e se fosse servito a fare tornare Sarah normale avrei preso questa decisione altre mille volte. Anzi, sempre. Il dolore comunque si faceva sentire, per quanto la rigenerazione alleviasse un po’ il bruciore. E infine riuscii ad arrivare all’interno, dove c’erano le sua urla ad occupare tutto lo spazio.

Mi avvicinai fino a toccarla: la pelle azzurra si stava staccando lembo dopo lembo e si intravedevano alcune parti dei muscoli soprattutto sulla schiena e sulle gambe. Non sapevo come svegliarla, come farla smettere. Provai a scuoterla ma il risultato fu molto deludente e peggiorò le cose: ora anche i muscoli delle spalle si vedevano e i lembi di pelle erano attaccati alle mie mani. Tentai di non badarci e mi ricordai di una cosa che avevo letto sul libro che le
avevo regalato: la mia voce forse poteva svegliarla. E mi rimaneva solo quella.

- Hey Sarah. Svegliati, ti prego. Io non so come fare, appena ti tocco soffri di più, gridi, ti lamenti e peggiori. Mi dispiace per quello che ti è accaduto, dico sul serio: anch’io ho vissuto un’infanzia e un’adolescenza difficile ma sentire la tua storia mi ha fatto riflettere. Ti prego non abbandonare il Babbo, lo sai che ne soffrirebbe: è migliorato tantissimo da quando è stato curato da te, non usa più flebo e le  medicine si sono dimezzate. Ti prego svegliati! Halta ha trovato una sorella perfetta per se e anche Ace e Shirahoshi: non ho ben capito cosa intendesse dire prima ma ti vogliono tutti un gran bene quindi ti prego, ti supplico!! Svegliati! Torna dal babbo, dai miei fratelli. Torna da me…-
 
 

Pov. Sarah
Sentivo una voce che mi sussurrava delle cose.
Era una voce rotta dal pianto.
Era rilassante e fastidiosa allo stesso tempo                            
                                                                                          Pov. Marco
                                                                                          - Ti prego, non lasciarmi, non ora –
Era una voce conosciuta anche se non ricordavo bene
 
                                                                                          - Farò qualsiasi cosa –
Volevo ricordare ma mi faceva male la testa
                                                                                          - Apri gli occhi ti prego! –
Mi sussurrava di aprire gli occhi, ma ho tanto sonno
                                                                                          - Torna da me, ti prego, ne ho bisogno –
Ma io sono curiosa, voglio scoprire a chi appartiene
                                                                                          L’abbracciai, ne avevo bisogno
Sento che qualcosa mi stringe delicatamente. È una
cosa romantica. Mi fa tornare a tanto tempo addietro, ai
bei momenti. Mi fa ricordare tante belle cose. Poi,
lentamente, riesco ad aprire gli occhi
                                                                                                                          

                                                                                                              E alla fine apre gli occhi ed è semplicemente bellissima. Spaesata, distrutta ma perfetta. Non parla ma mi fissa e accenna a un sorriso. Senza pensarci due volte la sollevai da terra e m' incamminai.
 

ANGOLO AUTRICE

Lo so, lo so sono pessima!! dovevo aggiornare la settimana scorsa ma non ho avuto più tempo, scusatemi tantissimo!! Spero che il capitolo abbia compensato l'attesa ( penso che sia uno dei meglio riusciti ). Ringrazio tutti voi che recensite, leggete, tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite e i lettori di passaggio. GRAZIE!

Summer_time
 

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Capitolo 29
*** Nella mente di Halta ***


Capitolo 29

Pov. Halta

Era passata una settima. Una lunga ed estenuante settimana in cui Marco non aveva chiuso in sostanza occhio: era rimasto sveglio, fermo immobile sulla sedia a fianco del letto in cui giaceva la mia sorellina.

Quando mio fratello l’aveva portata in braccio fino al Babbo, si era notato subito la gravità della situazione: la schiena, a partire dalle spalle, era completamente insanguinata così come le gambe. Gli occhi, di solito azzurri, erano spenti e grigi con venature nere sull’iride; respirava a malapena, non parlava e non si muoveva. Mi si attorcigliò lo stomaco quando la vidi e non riuscivo a capire, dove erano quelle linee azzurre che le comparivano per curarla: sarebbero bastate per non metterla in pericolo di vita. Ma non c’erano. Mio fratello Ace, come se mi avesse letto nel pensiero, chiese a Shirahoshi come mai non si auto-curasse e lei affermò che Sarah aveva speso moltissima energia e che non ce la faceva più neanche a respirare tra poco. Dopo quella risposta ero ancora più traumatizzata, ma pensandoci bene era vero: aveva letteralmente disintegrato uno dei cinque Pilastri di Saggezza, era sopravvissuta a un annegamento, più di così non avrebbe potuto pretendere dal suo corpo, era comunque una diciassettenne, anche se ormai non ne ero così sicura.

- Comandante Halta può portare il pranzo al Comandante Marco, per favore? -          mi riscossi dai miei pensieri, presi il vassoio dalle mani dal pirata che era alla mia destra, e mi incamminai verso la stanza della mia sorellina: l’avevano portata lì dopo averla curata, era una camera più riservata rispetto alle altre, quindi perfetta per far riposare Sarah.

Quando entrai, trovai Marco seduto come il solito sulla sedia mentre leggeva disinteressato una rivista. Gli porsi il vassoio ma scosse la testa, segno che non voleva mangiare. Di nuovo.
- Non puoi continuare così, devi mangiare un qualcosa! Altrimenti se la Marina verrà qua, non riuscirai neanche ad alzarti, quindi apri quella bocca e ingurgita tutto, mi sono spiegata?! -   
- Mangerò, non ti preoccupare per me. Sarah sta migliorando, diglielo al Babbo, un’ora fa si è girata mentre dormiva e ha stretto ancora di più il suo pupazzo -

Già il pupazzo. Era stato alquanto sconcertante vedere Ace precipitarsi con quel coso in mano e metterlo nelle braccia di Sarah. Ma era stata un’idea geniale, sembrava che la mia sorellina ne sentisse la presenza e dormisse più tranquilla, cosa che a noi faceva solo che piacere. La guardai di nuovo: il viso era bello rilassato, niente occhiaie, la pelle si era ricostruita del tutto, anche se era ancora fasciata e le sue funzioni vitali erano stabili. Mancavano all’appello solo le forze e poi sarebbe tornata come nuova, per la felicità nostra e soprattutto, per quella di Marco. Già, avrei dovuto fare una chiacchierata con i piccioncini prima o poi ma per il momento avrei rimandato. Si dovevano parlare tra di loro prima.

Vedendo che Marco non accennava a mangiare ma leggeva quel giornale nel modo in cui io mi truccavo, silenziosamente mi portai vicino al vassoio, con la forchetta infilzai un’enorme fetta di pasticcio e lentamente, cercando anche di non far cadere nulla, arrivai dietro a mio fratello
- Marco? –
- Uh? –
Non appena aprì bocca, gli infilai la forchetta di colpo e gli intimai di ingoiare tutto, altrimenti l’avrei portato fuori dalla stanza, anche a costo di portarlo svenuto come un sacco di patate, a mangiare un’intero buffet. Il mio stratagemma funzionò e, anche se molto irritato, ripulì il piatto in cinque minuti

- Ma allora avevi fame! –
- Sì, cara sorella Halta, ma non volevo mangiare adesso! –
Mi sentii offesa: ed io che gli portavo pure il vassoio lì in camera! Incominciammo a battibeccare sul fatto che mangiasse poco e che non dormisse, e passò un mucchio di tempo nel quale ci insultammo a vicenda finché non sentimmo un lamento. Entrambi ci fermammo immediatamente e Marco si concentrò su Sarah. Le teneva la mano. Dio quanto erano dolci e neanche se ne accorgevano.

Guardai gli occhi chiusi della ragazza e notai un impercettibile movimento della palpebra. Il movimento si fece sempre più accentuato man mano che il tempo passava quando un paio di occhioloni azzurri e stanchi spuntarono fuori. Acennò un sorriso etentò di alzarsi ma un piccolo gemito la costrinse a rimanere dove era, segno che ancora non stava del tutto bene. Mi sedetti sul letto, all’altezza dello stomaco, in preda a un sacco di emozioni. Le accarezzai il dorso della mano
- Cosa mi sono persa? –              quanto mi era mancata la sua voce!
- Niente tesoro, hai disintegrato il bastardo e hai perso il controllo, Marco ti ha fermata, sei stata curata e hai dormito una settimana buona. Quindi niente alla fine -         tentai di sdrammatizzare l’accaduto, non sapevo se ricordava qualcosa o no. Si spostò un po’ per guardare meglio Marco
- E’ vero? –
- Dalla prima all’ultima parola, il punto è che l’ha sminuito rispetto alla realtà, hai fatto un casino e hai rischiato la vita, per non parlare della preoccupazione che hai scatenato dopo –
- Anche la tua? –
- Sopratutto la mia, piccola idiota che non sei altro –
- Marco! –
- Cosa c’è Halta? E’ vero! -           ti mangerei vivo Marco! Andava tutto liscio, era tutto perfetto per una dichiarazione d’amore: lei che si sveglia dopo un incidente, lui che le dice che si è preoccupato da morire, lei che arrossisce, lui che s’inginocchia, lei che si stupisce, lui che le fa finalmente la fatidica dichiarazione! Ecco come sarebbero dovute andare le cose! E invece no! “ Piccola idiota” ma perché Marco, perché!?

- Halta stai bene? Sei diventata tutta rossa –         oh accidenti!
- Sì, sì piuttosto sei tu che ti devi rimettere in sesto mia cara! Anzi, sai cosa faccio? Vado ad avvisare tutti che ti sei svegliata! Corro!-

 Sono un genio, li lascerò da soli così si potranno parlare in santa pace. Feci per aprire la porta quando questa si schiuse da sola ed entrò mio fratello Ace che, non appena vide Sarah sveglia, incominciò ad urlare e a piangere per la gioia, precipitandosi ad abbracciarla. E ebbi come l’impressione che non si sarebbe scollato tanto facilmente. Ace!!! Sei un..un…ah!! No, no, NO!! Dovevano restare da soli! E adesso chi lo toglie più da Sarah? Sospirai e me ne andai sul serio per  avvisare tutto il resto della ciurma, pregustando l’idea di una festa per la sera dove sarei potuta rimanere un po’ da sola con Vista.

E un’altra idea geniale s’insinuò nel mio cervello. Sorrisi malignamente: Sarah e Marco sarebbero stati costretti a parlarsi e guai a chiunque avesse tentato di disturbarli, nessuno lo avrebbe fatto a meno che non volessero vedermi arrabbiata. E nessuno voleva vedermi arrabbiata, anche perché mi sarei molto arrabbiata. Con un’aria follemente contenta mi misi a saltellare nel corridoio
 

ANGOLO AUTRICE

Buon pomeriggio ragazzi! Finalmente il soooooole <3 tornando al capitolo ve la Immaginate Halta come un Fangirl? ahahahah :'D bene vi lascio, un bacio

Summer_time

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Capitolo 30
*** Sei mesi ***


Capitolo 30

Pov. Halta

Entrai nella sala adibita alle riunioni con un sorriso idiota stampato in faccia. Quando i miei occhi felici incontrarono quelli di Vista, sorrisi ancora di più. Probabilmente assomigliavo a un’ebete ma non riuscivo a togliermi quel sorriso idiota dalla faccia. Vista capì come al suo solito tutto e il suo viso s’illuminò e il solo commento che gli uscì tra le lacrime di gioia fu: “ Finalmente la nostra principessa si è svegliata!”. Mi venne incontro e mi abbracciò e la felicità su tale che mi sollevò da terra, facendomi girare come una trottola; la cosa comunque non mi dispiacque, mi misi a ridere - o a piangere? -  per la felicità e da lì un coro da stadio di esulti, evviva vari e altre grida di gioia si sollevarono di colpo, tutte insieme. Perfino il Re Nettuno abbracciava i suoi figli ed esultava con noi. Il babbo mi venne incontro e mi abbracciò. Non sapeva più da medicinali ma di acqua salmastra e tutto grazie a Sarah. Solo Dio sapeva quanto volevo bene a quella ragazza.

- Allora Babbo, a quando la festa per festeggiare il suo risveglio? -        chiesi speranzosa. Dovevo attuare al più presto il mio piano!
- Non prima di sei mesi -              non prestai attenzione in un primo momento, stavo pensando a quando si sarebbero parlati, magari qualche bella dichiarazione, fidanzati, prossimi al matrimonio, l’avrei aiutata a scegliere l’abito da sposa e…COSA??
- Ma come?? Sei mesi?? -

- Già, mi dispiace figlia mia, Sarah si è appena svegliata. I medici che l’hanno visitata tutta questa settimana hanno dichiarato che i muscoli delle gambe si devono ricomporre tutti, ci vorrà tempo e Sarah dovrà imparare di nuovo a camminare. Con i muscoli in questo stato è simile a un budino. E anche a mangiare, i muscoli della gola sono stati in parte corrosi quindi dovrete aiutarla a deglutire. I cuochi reali prepareranno per i primi due mesi ministre e zuppe, poverina, mi dispiace già per la mia ragazza! -
Il babbo rise all’ultima affermazione. Io invece ero semplicemente basita ma mi ripresi subito. Sei mesi, avrei avuto sei mesi di tempo. Un’ora l’avrei trovata per far stare quei due da soli, ne ero certa!

- Con chi è in questo momento? -       la vocina della principessa sirena fa capolinea nella mia mente
- Con Marco e Ace ma se vuoi puoi andare pure tu. Anzi ci andiamo insieme! -
 

DURANTE I SEI MESI DI CONVALESCENZA      (Pov Sarah)
 
- Ok ora apri la bocca, quel tanto che basta per questo cucchiaino. Dai, avanti, ancora un po’ -
- Ace non sono una bambina! - Posso imboccarmi da sola!!! -
- Ma se non ce la fai neanche a reggere un cucchiaino in mano! -
- Marco, taci! -
- Avanti apri la bocca, non te lo voglio ripetere -
- Quanto siete odiosi! -
- Parla lei -
- Stai zitto ananas! -
- Come ti permetti mocciosetta?! -
- Calma ragazzi, altrimenti rovesciate la minestra sul letto! -
- Non importa! -        lo dicemmo in sincronia perfetta.
Ace, prima ci squadrò, poi scoppiò a ridere. Io e Marco, invece, diventammo rossi come due ciliegie mature.

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- Prova ad alzarti. Piano..piano. si così, brava! -
- Halta non ce la faccio…mi fa male, è insopportabile -       avevo il fiatone
- Va bene, allora basta così, domani riproveremo! A proposito tu ed io dobbiamo fare un discorsetto -
- ah si? Di cosa si tratta? -  
- Di una persona che… -
- Haltaaa! Devi andare dal babbo! -
- Ace!! Devo fare un discorso serio perché non ci vai tu?! -         aiuto, era diventata una furia!
- Non ne ho voglia -

Ahi! Povero Ace! Il pugno di Halta fu micidiale. Sbuffando mia sorella uscì dalla stanza, senza prima aver minacciato mio fratello e avermi rassicurato sul fatto che avremmo ripreso il discorso.

- Ma cosa ti doveva dire di così importante? -
- Non ne ho idea -

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Accidenti che sonno. I medicinali mi danno sempre questa sensazione di sonnolenza. Ho tutti i sensi al rallentatore e la vista è annebbiata
- Ho sonno -
- E allora dormi -
- Va bene. Ma tu resti qui, vero Ace? -
- Certo che resto qui. Dormi pure -

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- AHH!! -       mi alzai di scatto e la luce ferì i miei occhi
- Ehi tranquilla, tranquilla! Incubo? -
Annuì con la testa. Tremavo ed ero tutta sudata. Marco si avvicinò a mi abbracciò.
- Vuoi che dorma qui con te? -

Annuì di nuovo. Mi spostai verso un lato del letto per fargli spazio e lui si distese al mio fianco. Chiusi gli occhi e mi accoccolai su di lui. Era diventato un calmante fantastico negli ultimi tempi. Mi addormentai quasi subito mentre mi accarezzava i capelli.

- Hey Sarah, ti va di..-         Ace spalancò la porta ma si bloccò di colpo
- Zitto idiota, vuoi svegliarla? -       gli ringhiò contro Marco
- Oh oh oh! Qualcuno qui ha il cuore tenero a quanto vedo! -
- Non una parola Ace, non una parola! -
Pugno di fuoco rise di fronte all’imbarazzo del fratello e alla sua faccia tutta rossa
- Siete proprio carini e coccolosi insieme -
- Fuori. Di. Qui! -

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- Stai migliorando Sarah-sama! Sono così felice! -
- Già, non lo sai quanto lo sia io! È ormai da tre mesi che sono bloccata su questo letto, non ne posso più! –
- Sai, ho parlato con i Re dei Mari, qualche giorno fa, e mi hanno spiegato i tuoi incredibili poteri. Sei la più potente dei tre giusto? -
- Sì Shirahoshi. Ma a me non piace parlare di come li ho ottenuti i suddetti poteri, lo sai -
- Scusami -
- Non fa niente -           le rivolsi un sorriso amaro       

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- Allora, una gamba dopo l’altra intesi? Piano piano, passi piccoli. Quando sei stanca me lo dici, va bene? -
- Va bene -

Mi sentivo un’incapace. Non riuscivo ancora a stare in piedi per più di dieci minuti e dovevo avere qualcuno su cui appoggiarmi. E come se non bastasse Marco era esattamente a cinque centimetri dietro di me. E con lui dietro il mio cervello non si concentrava, proprio per niente. Poi sentii che le mie gambe si stavano afflosciando
-Marco! -        mi prese al volo, per fortuna. S’incamminò poi lentamente verso il letto con la sottoscritta appiccicata come un koala
- Dai ti rimetto a dormire -
- Come se potessi fare altro -       replicai ironicamente. La sua risata occupò tutta la stanza
- Ti lascio con quel decelebrato di nostro fratello, a più tardi! Vedete di non far saltare in aria il castello! -

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- La Marina ci ha dichiarato guerra se non consegneremo Sarah entro la fine del mese. Non so ancora come facciano a combattere e a venire quaggiù poiché dovrebbero avere le bolle sulle loro navi. Tu cosa ne pensi amico mio? -
- Sicuramente non consegneremo mia figlia a quei smidollati corrotti. Farò, comunque, per precauzione, comunicare a tutti i fabbricanti di bolle di non acconsentire alle richieste della Marina. Vedrai, è tutto fumo e niente arrosto –
- Bene. Sarah non deve saperlo, nel modo più assoluto, anche per me è come una figlia. L’ho quasi persa una volta, non voglio ripetere l’esperienza -
- Sono d’accordo con te. Totalmente –
 

ANGOLO AUTRICE

Ecco a voi il continuo! Che ne pensate di questi pezzi di storia? Avevo in mente di saltarli del tutto, della serie sì è guarita in sei mesi e stop. Ma poi ci ho ripensato. Ho fatto bene? Ora vi lascio, vado a guardarmi 300 per la milionesima volta. Un bacio
 
Summer_time

P.s. W Leonida e i sui Spartaniiii <3 
 

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Capitolo 31
*** Missile ***


Capitolo 31

Finalmente i sei mesi finirono e con quelli anche la mia prigionia sul lettino. Non vedevo l’ora di uscire da quella maledettissima stanza e correre avanti e indietro per tutto il castello. Dovevo salutare un sacco di persone, anche se molti di questi erano venuti a farmi visita per alleviare la mia solitudine e il senso d’incapacità. Perché, ammettiamolo, ero un disastro: ho mangiato minestrine per tre mesi di fila, dimagrendo di almeno dieci chili, poi nelle prove per farmi reimparare a camminare inciampavo ovunque e ho rischiato di slogarmi una caviglia più e più volte. Quindi un completo schifo. Per fortuna che i pirati di Barbabianca avevano avuto una pazienza infinita e prova oggi e prova domani, ero ritornata come nuova, più lenta forse, ma con una fame tremenda. Infatti, mi stavo dirigendo nelle cucine con Shirahoshi alle calcagna. Forse lei sprizzava più gioia e felicità di me e, non smetteva neanche per un secondo di piroettare e nuotare avanti e indietro lungo il corridoio. Era come una fonte di energia inestinguibile
- Cosa c’è per cena e dove si magia? -           due dei miei problemi esistenziali in una sola frase
- Non so cosa si mangerà ma ceniamo nella Sala delle riunioni, non ho capito neanche io il perché di questa decisione, ma lo facciamo da sei mesi quindi ormai è diventata un’abitudine -           rispose mia sorella sorridendo e ridacchiando un po’
Ero così emozionata, il mio primo pasto fuori dalla mia cella, elettrizzante!

Ed era tutto come ricordavo. Tranne per il fatto che c’era la ciurma sparpagliata dappertutto che cantava una canzone in modo così stonato che le campane del mio  vecchio paesino avrebbero fatto un concerto migliore. Ma, si sa, non si può avere tutto nella vita! Andai da Edward per salutarlo e feci la stessa cosa con i tre principi e Re Nettuno; quest’ultimo mi bisbigliò un apprezzamento nei confronti dei fiori che avevo mandato annualmente sulla tomba della defunta moglie
- Sai non ho più fatto a tempo di dirtelo ma sono veramente splendidi. Immagino tu abbia chiesto ai tuoi amici di recapitarli ogni anno? -
- Sì esatto. Mi ricordo che li aveva visti in superficie ed era impazzita. Giusto un piccolo omaggio -
- Abbiamo realizzato un nuovo quadro lo vuoi vedere? -
- Casomai dopo, ora vada a mangiare! -

Mangiai in mezzo a Ace e Satch, ridendo a più non posso tra le loro frecciatine e la narcolessia di mio fratello che sbatteva la faccia sul tavolo come minimo dieci volte al minuto. Riuscii a ripulire due piatti interi di pasta al sugo e a mangiare una mela; la serata passò in allegria con giochi e danza da parte delle sirene e dei tritoni.
Stavo passeggiando lungo il perimetro della stanza, osservando i vari quadri di famiglia appesi alle pareti quando mi raggiunse mio fratello Satch, appassionato di quadri antichi e arte in generale. Per accontentare la sua sete di conoscenza, ripercorsi, insieme a lui, l’inizio del perimetro cioè dal lato sinistro della porta.

- Come mai ci sei anche tu qui Sarah? -           dopo una decina di quadri e spiegazioni varie, eravamo arrivati alla mia prima apparizione ovvero alla prima volta che ero capitata sull’isola degli uomini–pesce
- Faccio parte della loro famiglia, come faccio parte della vostra ora -          gli risposi sorridendo. Non mi si vedeva molto bene, ero in penombra
- Lo sai che sei identica come nel quadro eppure sono passati quasi otto anni -
- Io…beh non cambio mai -                 mi guardò malissimo ma gli feci intendere che il discorso era chiuso lì. Non replicò e nei quadri successivi riuscì a trovarmi sempre, poiché ero nello stesso punto. Mi domandò se andavo lì annualmente ma negai. Probabilmente Re nettuno aveva ordinato di ricopiarmi nella stessa posizione come nel primo quadro in cui apparivo, come se fossi lì presente. Mi rattristò il primo dipinto senza la regina, era molto scuro rispetto agli altri. Finalmente dopo un quarto d’ora circa, arrivammo all’ultimo dipinto: molto più colorato e chiaro rispetto ai precedenti, questa volta mi si vedeva completamente, vestita come una sirena, accanto alla principessa Shirahoshi. Mio fratello mi guardò di sottecchi e sorrise nel vedere il mio sguardo sereno

- Allora…- mi voltai verso di lui sorpresa dell’inizio della frase e dal tremolio della voce - tu e Marco…insomma…hai capito no? -         La mia faccia trasudava perplessità da tutti i pori
- No, non hai capito. Ehm…tu e Marco siete più che amici giusto? -          non avrei saputo dire chi fosse più rosso: io o Satch? Eppure quel discorso mi sembrava familiare, anche Halta mi aveva accennato a questo più volte, ma non lo aveva mai finito
- Io…io non lo so. Insomma non è successo niente, tranne il fatto che mi aiuta a dormire quando faccio incubi durante la  notte. Quindi io…beh non saprei, ecco! -              non ero imbarazzata. Di più!
Satch, dal canto suo, ridacchiò e si allontanò da me salutandomi con la mano. Che fratelli impiccioni che avevo! Prima Halta, poi Vista (e sì, anche lui mi aveva fatto qualche allusione su questo punto) e ora anche Satch. Accidenti a loro!

- Come mai sembri un pomodoro maturo? -
- Niente Ace, assolutamente niente. Mi passi quel bicchiere per favore? -            avevo una sete tremenda
- Hai per caso visto Marco nudo? -

Sputai di colpo metà dell’acqua che avevo in bocca, bagnando mio fratello, mentre l’altra metà aveva deciso di soffocarmi. Tossì per dieci minuti buoni, mentre quello scellerato di mio fratello mi dava dei colpetti sulla schiena
-  Ohi Sarah ma che ti prende? -
- Ma sei un baka! Come ti saltano in mente certe cose? Prima Halta, poi Vista, cinque minuti fa anche Satch e ora ti ci metti pure tu?! Cos’è un’alleanza?? -
- Beh ma è chiaro come il sole che tu e Marco alla fine starete insieme no? -
Mi massaggiai le tempie e chiusi gli occhi, tentando di mantenere un certo contegno. La situazione era leggermente incasinata

- Qualcuno mi ha chiamato? -               no, non ci potevo credere
- Oh eccoti qua Marco! Stavamo giusto parlando del fatto che tu e Sarah vi fidanzerete. Quando per la precisione? -             Ace, ti stai mettendo in una posizione pericolosa. Marco mi fissò e vidi il suo viso diventare rosso. Io lo ero già ma sentivo le guance andare letteralmente a fuoco. Ace, ti prego, smettila.
- Perché, sapete, io e Halta stavamo pensando a una bella festa, anche se in teoria voi non avreste dovuto sapere niente, Satch di sicuro preparerà la torta e…-
- Dio mio ti prego, fa che la smetta -    mormorai poco convinta mentre Ace stava spiegando in modo dettagliato a Marco tutta la festa del nostro fidanzamento. Incrociai lo sguardo del biondo e, vedendo che Ace stava parlando al vuoto, riuscimmo a scambiare qualche parola
- Lo uccidi tu o lo faccio io? -
- Per me è uguale, basta che sia doloroso -
- Direi che un bel pugno in testa da entrambi sia la miglior soluzione -
- Concordo -
Detto fatto, Ace si trovò due enormi bernoccoli in testa senza neanche accorgersene. Marco ed io ci scambiammo un sorriso complice e me ne andai fuori verso il terrazzo, volevo respirare un po’ d’aria fresca. La prospettiva di una serata piena di divertimenti era stata soddisfatta e desideravo ardentemente una notte e una mattinata in tranquillità. Mi sbagliavo.
 

La mattina dopo fu la sirena d’emergenza a svegliarmi: balzai giù dal letto ancora con il pigiama addosso e mi precipitai nella sala del trono insieme ad altri pirati ancora mezzi assonnati. Non capivo il motivo di questa sirena. Che cosa stava succedendo? Una calamità? Disastro nucleare? Bomba atomica? Re dei Mare impazziti? Vidi Edward in piedi vestito per bene. E che cavolo! Perchè io no?!

- Figlioli cari! Questa mattina stessa la Marina ha dichiarato guerra all’isola degli uomini pesce! Essa ci ha sferrato un unico attacco che minaccia di distruggere l’isola, una strana macchina gigante avanza su di noi! Dobbiamo aiutarli! Qualcuno di voi ha una vaga idea di che congegno sia questo? -

Mentre Barbabianca parlava, ci indicò un enorme terrazzo, dove si vedeva chiaramente un enorme siluro da guerra venirci incontro. Non sapevo la sua funzionalità ma non avevo intenzione di scoprirla. Scrutai attentamente la situazione: quella cosa gigante stava piombando sull’isola, avrebbe rotto le bolle di protezione a quella velocità. Poi si sarebbe schiantato al suolo e quindi addio all’isola&CO. Quindi per prima cosa: ridurre la velocità, seconda cosa girare quell’ammasso di ferraglia e rispedirlo al mittente. Corsi verso Edward, tentando di non essere travolta dalla massa di pirati che accorreva per vedere il pericolo.

Quando spiegai il mio piano, tutti mi proibirono di farlo da sola. Alzai gli occhi al cielo ma acconsentii alla richiesta. Preparammo tutta la strategia: tutti gli abitanti avrebbero rallentato il missile tentando di girarlo in modo tale che la parte finale, dove c’erano i propulsori, entrassero nelle bolle e raggiungesse l’aria all’interno. Lì io e i comandanti delle varie flotte l’avremmo restituita al mittente. Ma di sicuro gli abitanti non ce l’avrebbero mai fatta da soli, il missile era troppo grande
- Shirahoshi, contatta i Re dei mare, digli di girare il missile e di rallentarlo con ogni mezzo possibile senza farsi uccidere però. Risparmieremo tempo e fatica -            mia sorella annuì e andò a svolgere il suo lavoro. Io invece mi rivolsi al Re
- Re Nettuno, lasci stare la popolazione, ci penseranno i Re dei mare a fare il loro lavoro -            mi guardò di traverso ma sostenni lo sguardo. Era la cosa migliore da fare. Annuì conscio che non mi avrebbe fatto cambiare idea e, dopo gli ultimi ritocchi, creai delle piattaforme invisibili per ogni capitano. Li vidi impallidire un po’ per l’altezza ma coraggiosamente, ognuno si preparò per affrontare il missile.

Si svolse tutto molto velocemente: i giganteschi “amici” della principessa sirena riuscirono a capovolgere il missile e a farlo entrare nelle bolle di protezione, senza farle scoppiare. Finito il loro lavoro se ne andarono, dileguandosi nel buio. Io e i miei fratelli incominciammo a spingere nel verso opposto l’arma, aiutati dal propulsore e dai miei poteri: ero in modalità media, mi girava un po’ la testa, ma riuscivo comunque a lavorare. Lentamente la parte finale del missile se ne andò dall’isola, dalle bolle di protezione, dalla popolazione. Riportai tutti a terra e mi sdraiai supina: ero stanca, stanchissima! Dovevo ancora fare colazione e il mio stomaco brontolava per il cibo. Dopo qualche minuto sentimmo il suono ovattato di un’esplosione. Sorrisi tra me e me pensando alla figuraccia della Marina. Ma…perché avevano attaccato l’isola? Scacciai un pensiero dalla mia testa e mi avviai verso il castello per fare colazione insieme a Vista e Satch, anche loro in pigiama, e ad Ace, che era persino in boxer (cosa che fece svenire qualche giovane sirena).

Il resto della giornata la passai su un’amaca a leggere un libro, in tutto relax. La giornata fu molto piacevole, tranquilla, normale. Trovai le infermiere nelle terme verso il tardo pomeriggio, ovviamente nell’acqua calda e mi fermai con loro, ridendo e scherzando per un’oretta. Dopo di che mi chiesero se potevo andare dal Capitano per consegnarli due medicinali. Acconsentii, tanto non avevo niente da fare.

Quando raggiunsi la sua camera, sentii delle voci provenienti da essa e il mio nome. Mi bloccai davanti alla porta, respirando piano, catturando ogni minima parola e sillaba
- L’operazione è andata alla grande, precisi e perfetti. Sarah sa qualcosa sul motivo dell’attacco? -     questo era Re Nettuno
- Assolutamente no! Se scoprisse che è stato a causa sua, darebbe di matto. Dichiarazioni di guerra da parte della Marina, quell’arnese che poteva spazzare l’intera isola. Un peso eccessivo. La cosa migliore è che i comandanti delle flotte restino zitti e facciano finta di niente. Sarah resterà tranquilla -          questo era Barbabianca. Ma quindi…io sarei stata la causa di tutto questo? Per colpa mia…l’isola sarebbe stata distrutta?
- Non conviene dirle tutto invece? E se lo scoprisse? -        Marco? Anche tu...sapevi?

Sentii le lacrime agli occhi. Io mi ero fidata di lui. Avrebbe potuto dirmelo, avrei avuto il diritto di saperlo! Il mio corpo si mosse da solo, aprii la porta ed entrai: sentivo su di me tutti gli sguardi dei presenti
- Edward-kun devi prendere questi due medicinali, ordini delle infermiere -        mormorai a bassa voce
- Sarah..-
- Cosa Sarah, cosa? Me lo potevi dire! Avreste dovuto dirmelo! Era mio diretto sapere! -
- Vedi è proprio per questo che non te lo abbiamo detto! Ti stai colpevolizzando quando non potevi fare niente! -            era stato Re Nettuno a parlare. Non ci potevo credere. Indietreggiai pian piano, poi di scatto mi girai e incominciai a correre.

Corsi nella mia stanza, svuotai ogni armadio, mensola, ripiano. Misi tutto nella valigia rossa. Ero stata una stupida: avevo sempre viaggiato da sola proprio per evitare questo. Pochi ma buoni amici in tutte le parti del mondo. Ma sola. E dovevo ritornare solo. Niente ciurma, niente di tutto questo. E ora dovevo andarmene dall’isola. Presi il mio bagaglio in mano e mi costruii attorno uno scudo di ultrasuoni: non volevo impicci, volevo andarmene in pace. Appena uscì dalla camera, vidi Marco con il fiatone, che girava l’angolo. Mi doleva il cuore ma ripresi al correre al massimo della mia velocità. Lo seminai ai sotterranei, dopo una corsa di mezz’ora, e raggiunsi la mia “imbarcazione” un minuscolo sottomarino monoposto, messo lì in caso di emergenza per me. E questa era un’emergenza. Accesi il motore, sistemai la valigia e m’immersi il più velocemente possibile. Impostai il guidatore automatico: per fortuna avevo conservato il libretto delle istruzioni! Dopo mezz’oretta uscii dalle bolle di protezione e mi trovai in mare aperto. Pianificai le mie prossime mosse: avrei distolto’ attenzione dall’isola e poi sarei scomparsa per sempre. Un altro peso nel cuore ma cercai di pensare positivo: sarebbero rimasti vivi.
 
Pov. Satch

Non ci volevo credere. Andata. Sparita. Scappata. E per cosa poi? Per proteggerci, l’aveva fatto per quello? Che cosa idiota. I miei fratelli erano sbigottiti quanto me. Tutti tranne Marco. Lui non era stupito o frustrato. No, lui era incazzato a morte. Si vedeva lontano un miglio l’aurea nera su di lui e nessuno si avvicinava per paura di un suo stato d’ira. Di colpo si alzò e uscì dalla sala, sbattendo violentemente la porta. La suddetta porta, poi, si stacco dai suoi sostegni e cadde a terra, provocando un frastuono tremendo

- Queste cose sono da lei, non vi preoccupate. Lasciare la ciurma le farà sicuramente bene. Ricordatevi che ha viaggiato sempre da sola ed è uno spirito indomito e libero. Si farà beffe della Marina in superficie, non temete -                il Babbo aveva parlato poco prima e io dovevo ancora metabolizzare il fatto che non sarebbe mai più stata con noi.
- E con Marco cosa facciamo? È fuori di se -
- Lasciamolo calmare. Si renderà conto anche lui del peso che Sarah si sarebbe assunta e che si era già fatta portatrice, non avrebbe retto a lungo -

Il discorso era finito lì. Se ne erano andati tutti, tranne me. Io ero rimasto lì seduto, a contemplare il pavimento che, lentamente, si stava bagnando delle mie lacrime
 

ANGOLO AUTRICE

 Ci ho preso veramente gusto a scrivere più pagine, anche se questo capito comprende anche quello della prossima settimana perché non sono sicura di poter aggiornare e quindi, meglio prevenire che curare no? Allora in questo capitolo Sarah se ne va definitivamente. Ve lo aspettavate? Grazie mille per le vostre recensioni, grazie a tutti quelli che leggono la storia, un bacio
 
Summer_time
 

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Capitolo 32
*** Giornale ***


Capitolo 32

Emersi in superficie in piena notte: l’oscurità mi avvolgeva e mi nascondeva da occhi indiscreti come una vecchia amica. Anzi, era una vecchia amica: per tanto tempo ero rimasta nascosta tra le sue braccia per sfuggire al mio mandato di cattura e l’oscurità era stata la mia unica compagnia. Scostai dalla mia testa quei pensieri e programmai il computer di bordo del sottomarino per l’autodistruzione: un po’ mi dispiaceva ma non dovevo assolutamente lasciare tracce del mio passaggio. Trenta minuti dovrebbero bastare per fuggire lontano da qui e catturare l’attenzione della Marina. Mi guardai in giro per vedere se c’erano possibili nascondigli e per fortuna trovai un giaciglio dietro a delle lamiere; mi avvolsi con una coperta e utilizzai la mia giacca come cuscino mentre la valigia era mimetizzata con cura, ovvero rivestita con un telo maculato di giallo sabbia e varie tinte di marrone: nessuno poteva trovarla a meno che non volesse perdere i sensi con una bella botta e trovarsi a miglia di distanza dal villaggio.

Guardai il piccolo orologio tascabile: ancora qualche secondo e…BUM! L’esplosione scosse il mare, creando onde che si riversarono sul piccolo molo. Luci si accesero dappertutto e molta gente si riversò nelle strade, accorrendo al porto. Tentai di non far rumore, non volevo essere scoperta. C’era un chiacchiericcio insopportabile ma dopo qualche minuto la folla si disperse e l’oscurità tornò a farmi visita. Chiusi gli occhi e mi addormentai. Domani all’alba avrei pensato a cosa fare.

Il sole era appena sorto e l’aria era ancora umida e fredda dalla notte precedente ma io ero già sveglia e con un piano da mettere in pratica. Caricai le mie cose su un pulmino, dopo aver forzato la serratura della porta del guidatore, che mi avrebbe portato all’interno del paese: da lì avrei contattato qualche mio amico, una notte in un letto comodo e sarei sparita. Accidenti mi ero rammollita durante gli ultimi sei mesi. Però prima di partire avrei distolto l’attenzione della marina dall’isola, fosse stata l’ultima cosa che avrei fatto. Il pullman sarebbe partito a mezzogiorno. Quindi avevo a disposizione otto ore per agire e questo significava divertimento a volontà! Era il momento di agire!
- Quindi se con questo faccio saltare in aria quello poi non mi resta più niente con quel’altro. Però se li divido il raggio di azione è ridotto. Ma se unisco questo qui con una cisterna…-

Era da circa due orette che armeggiavo con esplosivi cercando il modo migliore per far saltare in aria la base locale della marina. Non sapevo chi c’era al comando di quei poveri soldati ma dalle urla che provenivano, non volevo neanche saperlo.

- Uff, finalmente ho finito. Bene ora dovrei salire su quel tetto e godermi lo spettacolo. Sarà una bomba! –
Ridacchiai tra me e me per la pessima battuta. Salii sul tetto più vicino, mi sedetti sul comignolo e premetti un pulsante su un micro telecomando: la festa si stava animando!

Non dovetti aspettare molto per la prima bomba: l’avevo piazzata in una camera al secondo piano per far uscire i Marines all’esterno. La seconda arrivò poco dopo: con un raggio e una portata più grande serviva per portare nella mia direzione quella massa d’idioti. Come da programma si accalcarono per uscire dal portone a sud
- Venite, venite. Voglio vedervi ballare –
La terza bomba era, come dire, sbriciolata lungo tutto il campo adiacente. Incominciarono a esplodere una dopo l’altra e i marines, confusi, non sapevano da che parte andare, andando a sbattere gli uni contro gli altri mentre io ridevo di gusto senza cercare di nasconderlo.
- Lassù!! –               Oh si erano accorti di me! Quale onore.
- Sparate, sparate!! Là sul comignolo! –       oh vogliono spararmi? Poveri illusi…

Vidi le pallottole arrivare e scontrarsi contro il mio muro a ultrasuoni: era come sparare a un carro armato, di quelli vecchi e fatti bene però, non di quelle schifezze di adesso. La mia bocca era piegata verso l’alto in un sorriso strafottente e provocatorio verso quelle persone ignare della mia potenza. Le bombe avevano fatto il loro dovere, ora toccava a me fare la seconda mossa

- Hey tu! Nome e grado di appartenenza! -          mi ero rivolta a un uomo abbastanza corpulento che aveva ordinato di fermare l’attacco alla sottoscritta
- Capitano di vascello Visayas Samar* -
- Molto bene. Avrà sicuramente un den-den mushi no? Bene me lo dia per favore, devo fare una telefonata molto importante. Poi scomparirò e vi lascerò ristrutturare la vostra base -
Non se lo fece ripetere due volte. Mi lanciò la lumaca e sorrisi compiaciuta; composi il numero e aspettai che il mio interlocutore rispondesse
- Qui Grandammiraglio Sengoku, chi parla? –
- Ciao Sengoku-san quanto tempo! -       oh se ero divertita
- Chi ti ha dato questo numero Sarah?! Perche mi stai chiamando?! –
- Oh Sengoku ora non posso neanche più scambiare qualche chiacchiera con te? Mi ferisci così! Comunque, non t’interessa né come né perché. Tu devi solo ascoltarmi: molla la presa chiaro? Lascia stare l’isola degli uomini-pesce, la ciurma di Barbabianca o giuro che ti farò pentire di avermi conosciuta, ti farò ricadere la colpa di un’ intero plotone ucciso –
- Minacciandomi non servirà a nulla. So quando bleffi e questa è una di quelle occasioni -            vedevo la lumaca sorridere sorniona e mi resi conto di quanto stupido e incosciente fosse diventato.
- L’hai voluto tu Sengoku-san. Capitano di vascello Samar? È stato un piacere conoscere i suoi uomini ma dica a loro addio. E per la cronaca è colpa del vostro amatissimo Sengoku se succederà tutto questo –

Le pallottole schiantate sul muro ultrasonico furono rispedite a gran velocità sui Marines: vedevo sangue scorrere dappertutto, teste fracassate, occhi vitrei, bocche aperte. Avevo lasciato vivi solo cinque persone tra cui il loro comandante. Da trenta uomini a cinque: un bel traguardo
- Signor Samar può essere così cortese da fare rapporto? -             gli lanciai la lumaca, sorridendo. Il capitano fece quello che gli avevo ordinato e riferì tutto al mio “caro” amico

- Signorina il Grandammiraglio vuole parlare con lei –       ripresi l’animale e mi misi all’ascolto
- Sarah, che tu sia maledetta!! –
- Lo sono già, non serve che ti scaldi tanto –
- E va bene! Ordinerò ai miei uomini di ritirarsi. Ma sappi che da ora sarai ricercata da tutto il modo, tutti sapranno chi sei e cosa hai fatto oggi! –
- Ah beh, allora dì ai giornali che ti ho lasciato scegliere prima. E colpa tua se sono morti. E ritornando al discorso ricercata: dai Sengoku come se non lo fossi mai stata. Ma ti stai rammollendo o è una mia impressione? –
- Prenderò tutto ciò che ami e lo ridurrò a brandelli! –
- Come se non fosse già capitato. Avanti un po’ di fantasia! – Comunque ti saluto, buona fortuna –
- Per cosa? –
- Per trovarmi, ovviamente –         chiusi la conversazione. Scesi dal tetto e corsi via: il comandante era stato molto saggio a non inseguirmi e mi defilai senza problemi. Cappuccio calato e mantello, salii sul pullman e mi sedetti vicino al finestrino: sarebbe stato un lungo viaggio.
 

Pov. Satch

Correvo, correvo a più non posso, con un giornale stretto in mano e il fiatone. Ma dov’era mio fratello, dov’era Marco? Aspetta, aveva detto di andare in palestra! La palestra, sì! La palestra, la palestra, dov’era la palestra?! Ah sì, era qui la palestra!
- Marco! -         mi piegai in due dalla fatica: correre per tutto il palazzo alla sua ricerca non era mica facile!
- Uh? -        se lo avesse visto Sarah in queste condizioni sarebbe arrossita di brutto vedendolo a petto nudo, abbronzato e con un’espressione scocciata in viso. Ridacchiai pensando alla mia sorella rossa come un pomodoro

- Satch perché ansimi e al contempo ridi? -           ok dovevo ricompormi
- Ehm niente niente! Piuttosto hai sentito che cosa ha combinato la tua amata? –
- Satch chiudi quella boccaccia, lei non è la mia amata! Comunque no, cosa ha combinato? –
- come dire, ha fatto saltare in aria una base della Marina, ucciso una ventina di soldati, minacciato Sengoku e poi è sparita come un fantasma. E tutto questo per costringere la Marina a ritirarsi dall’isola. È una grande! –

Aspettai una risposta da parte sua ma restò zitto. Zitto e con un sorrisetto sul volto. Me ne andai dalla palestra e ritornai a un compito molto più piacevole: una gradevole sirena mi aspettava per fare un giro del palazzo. Non l’avrei mai delusa.


* Visayas Samar: ho preso spunto da una pagina a caso su Wikipedia. Il nome è di un paesino delle Filippine e il cognome è la regione in cui si trova il suddetto paesino J
 

ANGOLO AUTRICE

Avevo detto che questa settimana forse non aggiornavo. Ebbene mi sbagliavo: parto la prossima settimana sempre se non ci sono inconvenienti -.-“ Alluuora vi è piaciuto il capitolo? Un grazie enorme a chi recensisce e a coloro che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite. Un bacio

Summer_time     
 

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Capitolo 33
*** Notizie allarmanti ***


Capitolo 33

Qualche tempo dopo


EDIZIONE STRAORDINARIA!
 
Nella notte di giovedì scorso, la Marina ha attaccato una delle flotte di pirati più potenti al mondo: la Moby Dick! Grazie a un’azione combinata di forze impiegate e tempismo, il Governo Mondiale ora possiede un pezzo d’inestimabile valore, un pirata che ha dato del filo da torcere alla Marina dal suo ingresso fino ad ora: Marco la fenice!
 
Il temutissimo pirata, comandante della prima flotta di Barbabianca, ha combattuto e ha perso contro il fuoco nemico ma ha, purtroppo, permesso al resto della ciurma di fuggire. I dettagli ancora non si conoscono ma l’esecuzione capitale è già stata decisa per le prime settimane del mese prossimo. Egli, intanto, starà nel carcere di massima sicurezza di “Impel Down” per poi essere trasferito al quartier generale qualche ora prima la sua sentenza di morte. [Continua a pag. 3]
 
 
 
 
 
- Ragazzina se vuoi leggere quel giornale devi comprarlo! Se non hai i soldi, smamma –

Guardai irritata il venditore, ma non spiaccicai parola. Posai i soldi sul balcone, presi il giornale e me lo infilai sotto la felpa: piovigginava, anzi pioveva, e non lo volevo bagnare, dovevo sapere com’era accaduta tutta la vicenda. Ancora faticavo a credere a quello che avevo appena letto: Marco catturato, schiavo della Marina, imprigionato in quella schifosissima prigione, condannato a morte. Non lo credevo possibile, non credevo che Marco, quel Marco, fosse stato catturato. Avanzai rapidamente, percorrendo vicoli e stradine secondarie, zigzagando tra la gente e le varie bancarelle, cercando di arrivare il prima possibile al mio rifugio. Arrivai a un muretto e tolsi un mattone dalla fila al centro e premetti il pulsante all’interno: poco dopo varcai un portone nero e massiccio, salendo di corsa le scale fino ad arrivare all’attico del palazzo.

 Mi tolsi la felpa, ormai fradicia, e tentai di asciugarmi i capelli umidi con un asciugamano ma con scarsi risultati e alla fine li raccolsi in una coda alta mentre costatavo che mi ero bagnata anche i pantaloni. Sbuffai ma non potevo restare in quello stato: tolsi tutti gli indumenti bagnati e restai in intimo; aprii di scatto l’armadio e mi presi una coperta, che misi sulle spalle, mentre distrattamente osservavo il mio riflesso su uno specchio polveroso e malandato: ero dimagrita spaventosamente ma i miei sensi erano tornati perfettamente attivi e funzionanti. Tolsi lo sguardo da quell’immagine non mia e mi accasciai sulla piccola poltrona con il giornale in mano: lessi le pagine successive più e più volte ma non dicevano quasi nulla ed ero così in pensiero per Marco e per i ragazzi che mi sentivo scorrere l’adrenalina nelle vene da quanto ero tesa. Buttai il giornale sul pavimento e mi raggomitolai su me stessa coprendomi con la coperta: sentivo freddo ma la mia testa continuava bombardarmi con un unico e persistente pensiero: SALVALO! SALVALO! SALVALO!

Mi presi la testa fra le mani ma dovevo farlo. Il cuore faceva male, molto male ma se anche solo sfioravo l’idea di lasciarlo in balia del suo destino incominciava a pulsare in maniera insopportabile come mille inferti nello stesso istante. Mi alzai di scatto, sollevando in aria la coperta e incominciai a frugare dentro l’armadio, sparpagliando i miei vestiti, oggetti vari. Rovesciai tutto il suo contenuto sul pavimento e finalmente vidi in fondo, nell’angolo più remoto possibile ciò che cercavo: un den-den mushi! Riuscii a prenderlo e mi portai vicino a una cassetta di legno, dove contenevo i vari numeri di telefono importanti: frugai all’interno tra bigliettini e foglietti e finalmente trovai quello che cercavo. Composi il numero e aspettai…

-…Pronto? –
- Altri feriti? –
- No Sarah, stiamo tutti bene. Come stai tu piuttosto? –
- Irrilevante. Dove siete? –
- A est dell’isola di Saint Urea. Dove sei? –
- Non è importante. Vi raggiungerò il prima possibile, preparo le valigie, prendo la prima nave disponibile e vengo da voi –
- Ti aspetto –
- Ci vediamo presto Edward-kun –

Chiusi la conversazione e appoggiai il piede al suolo ma lo ritrassi immediatamente: il pavimento era gelido!! Accidenti, non mi ero accorta del passare del tempo. Presi il primo paio di calzini disponibili e me li infilai, acchiappai i miei pantaloncini nonostante il freddo e indossai una canotta. In venti minuti ero pronta per partire e ritornare sulla Moby Dick: dopo quattro mesi e una settimana tornavo su quella nave.

Scesi in strada trascinandomi appresso la mia inseparabile valigia rossa e mi diressi a passo spedito verso il porto, controllando di tanto in tanto se c’era qualcuno dietro di me, ripercorrendo stradine e viuzze che da mesi percorrevo come minimo due volte al giorno. Quando fui abbastanza vicina al porto, vidi una coda tremenda al bancone della biglietteria ma sospirai quando mi accorsi che la fila era per la bancarella di carne posta accanto. Pagai il triplo del normale per una nave che però mi avrebbe accompagnato in quella particolare isola il più velocemente possibile. Ringraziai il bigliettaio e percorsi la passerella di legno con la valigia che scivolava silenziosamente sul ponte della nave; posai il mio bagaglio nel piccolo alloggio che mi avevano preparato e mi diressi verso la cabina del capitano per informarmi dei tempi del viaggio. Discutemmo a lungo della rotta più veloce e più facile da seguire e concordammo sul viaggio di una settimana circa, senza soste. Salutai il capitano e ritornai nel mio alloggio: mi cambiai e mi addormentai quasi subito, con il cuore in gola dalla preoccupazione.

 
Pov. Ace

La minestra era diventata fredda a forza di mescolare con il cucchiaio. Soffrivo la scomparsa di mio fratello, dell’unica persona che riusciva a trattenere la mia euforia. Soffrivo per la mancanza della mia sorellina, scomparsa come l’acqua quando bagna il deserto, una persona che dovevo proteggere. Sentii distintamente il mio stomaco borbottare ma non avevo intenzione di ingurgitare quella roba e il vento impetuoso fuori non aiutava certo: la nave dondolava da sinistra a destra, da destra a sinistra continuamente. Mi asciugai il sudore dalla fronte e feci per alzarmi quando un nostro compagno aprì la porta e avanzando scompostamente verso il Babbo, borbotto incredulo tre parole precise: “Lei è qui”. Il mio cervello si mise in moto per scoprire a chi si riferisse, ma una figura incappucciata di blu spazzò i miei pensieri: una figura esile, troppo esile, avanzò e calandosi il cappuccio sulle spalle e la figura di Sarah apparve ai miei occhi

- Scusate il ritardo, non sono arrivata in tempo per la cena. Barbabianca, preferirei parlare domani, non credi? –
Il Babbo annuì sorridendo e chiese a Satch se poteva portarle una ciotola di minestra. Mio fratello sembrò ringiovanito  di dieci anni e corse in cucina, ritornando cinque minuti dopo con un piatto fumante: Sarah lo prese, ringraziando, e lentamente posò la sua cena di fronte a me, si tolse il mantello, si sedette sulla panca e cominciò a girare il cucchiaio per raffreddare il liquido. La osservai attentamente: dimagrita, pallida, con il volto scarno e gli occhi spanti contornati da profonde occhiaie. Quella non era la Sarah che conoscevo eppure percepivo distintamente la sua voglia di combattere

- Ace perché non mangi? -         sempre preoccupata per gli altri
- Non ho molta fame. Tu piuttosto dovresti mangiare se vorrai liberare Marco -
- Non riesco, ho lo stomaco chiuso- posò il cucchiaino e mi guardò negli occhi – mi accompagni in camera mia? –
- Certo, andiamo –

Presi la sua valigia e in silenzio la seguì fino allo stipite della porta. Lei aprì l’armadio e la mise dentro senza troppi complimenti, tirando fuori solo il suo pupazzo mezzo rovinato ma non l'avrei mai detto apertamente altrimenti rischiavo una brutta fine

- Tu…tu credi che ce la farà a sopravvivere in prigione? - era di schiena ma vedevo che stava tremando
- Certo che ce la farà, dopotutto stiamo parlando di Marco, mica di un pirata qualsiasi! –
La circondai con le braccia e si voltò verso di me: grossi lacrimoni scendevano dai suoi occhi e le rigavano il volto accentuando le occhiaie. L’abbracciai soltanto, in rigoroso silenzio, e con molta calma riuscii a farla distendere sul letto. Mi addormentai con lei cercando di consolarla mentre i suoi singhiozzi disperati e il suo pianto risuonavano nella camera. Neppure io avevo pensato a quanto la notizia dell’esecuzione di Marco avesse frantumato il cuore della mia adorata sorellina.
 

ANGOLO AUTRICE

Buonasera ragazzuoli! Allora com’è stato questo capitolo? Recensite mi raccomando! A immaginare quelle scene un po’ mi è scesa una lacrimuccia. E avviso ai splendidi lettori: la storia incomincia a vedere la sua fine ovvero mancano cinque/sei capitoli e poi finalmente vi libererete di me (Tutti: evviva!) T.T ma i saluti finali li farò all’ultimo capitolo perchèèèèèè….forse e dico forse (sottolineato, in grassetto ed evidenziato) ho in mente di postarvi quattro special sul passato di Sarah. Vi garba l’idea? Fatemi sapere ^-^ un bacio


Summer_time

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Capitolo 34
*** Piano di battaglia ***


Capitolo 34

Pov. Ace

Un fascio di luce continuava a togliermi da un piacevole sogno. C’era un buffet enorme che si riforniva ogni volta che mangiavo tutto. Era uno splendido sogno, di quelli che si fanno una volta nella vita, ma quello stupido fascio di luce mi aveva strappato da quella meraviglia.  Addio sogno meraviglioso. Aprì gli occhi pian piano, lasciandoli abituare al sole e m’infuriai costatando che era l’unico, fottuto, raggio di sole che filtrava dalla finestra e che, guarda caso, aveva deciso di svegliarmi! Tentai di alzarmi ma un mugugno mi fermò all’istante: un corpicino era disteso su di me, stretto con le sue braccia esili sul mio busto. Mi morsi un labbro e mi diedi dello stupido: come avevo fatto a scordarmene!

Mi ridistesi sul letto, accarezzandole i capelli mentre il mio nemico del giorno alias il raggio di luce si espandeva man mano che il sole saliva nel cielo. Un lieve bussare mi distolse dai miei pensieri e il viso di Halta s’intrufolò nella stanza
- Come sta? -     sussurrò piano, come se Sarah potesse rompersi al suono della sua voce
- Penso che non abbia chiuso occhio per un bel pezzo da come dorme profondamente. Ieri sera non è riuscita a contenersi ed è scoppiata a piangere come una bambina. È distrutta dal dolore ma a cena ho sentito nettamente il suo desiderio di vendetta, vedevo i suoi occhi bruciare d’impazienza. Appena si rimetterà in sesto farà un culo quadrato a chiunque le si parerà davanti. Non si fermerà finché non lo avrà liberato –              ridacchiai mentre pensavo che avrei fatto la stessa cosa se ci fosse stato un bel cosciotto al posto di mio fratello Marco.

La sentii muoversi e poco dopo aprì gli occhi: si guardò attorno, spaesata ma si ricompose subito dopo, sorridendo gentilmente a Halta, che l’aiutò ad alzarsi. Sbadigliando chi più chi meno, riuscimmo ad entrare nella mensa giusto in tempo per la colazione. Satch ci venne incontro, portando quattro tazze fumanti di latte, biscotti e altre leccornie varie, che mi fecero brontolare lo stomaco e venire l’acquolina in bocca. Queste mie reazioni scatenarono l’ilarità di Sarah che rise divertita seguita a ruota dai miei fratelli: non me la presi più di tanto perché vedevo la gioia nei suoi occhi; la colazione passò in allegria tra biscotti coperti di cioccolato e succhi di frutta. Sarah mangiava allegramente una mela, seduta sulle ginocchia di Satch e ogni tanto si stringeva a lui come se fosse stata una bambina piccola bisognosa di attenzioni e forse era vero: non aveva avuto un’adolescenza normale, nessuna forma di affetto. Ora aveva trovato noi e si lasciava andare a tutte le attenzioni.

- Vedo che la nostra ospite fissa si è rimessa in fretta -         sorridendo come sempre, in Babbo si sedette con noi
- Molto bene, una sana dormita è quello che ci voleva. Allora mi spiegate cosa è successo? -          rispose Sarah addentando un muffin ai mirtilli

- Da quando te ne sei andata, Marco non è stato più lo stesso. Dormiva poco, stava continuamente nella biblioteca di Re Nettuno su delle cartine molto antiche per capire dove ti potevi esserti rifugiata. Era dimagrito, pallido ma continuava a fare il suo lavoro di comandante lo sfiancava di continuo, ma abbiamo deciso di lasciare l’isola e per i primi giorni sembrava stare meglio. Purtroppo le continue piogge e tempeste non hanno permesso a nessuna delle navi di fare rifornimento e la situazione è peggiorata quando ci siamo accorti che quasi tutto il cibo rimasto era ammuffito o stava ammuffendo. Quando finalmente è spuntato fuori il sole, siamo subito attraccati al primo molo sotto mentite spoglie e i capitani sono scesi per fare la spesa ma uno degli abitanti ha riconosciuto Marco ed ha avvisato un vicino campo d’addestramento della Marina. Ci hanno colti di sorpresa, eravamo stanchi e indeboliti ma…ma Marco è riuscito a farci ricongiungere ed a coprirci la ritirata. Lui non è riuscito a venire con noi, l’hanno catturato prima. Il resto lo sai. –
Halta terminò così il suo racconto e inspirò profondamente per calmarsi. Tutti eravamo in silenzio aspettando una reazione da parte di Sarah

- Non preoccupatevi lo tirerò fuori dai guai. Purtroppo ora siamo lontani dal quartier generale, dove lo condanneranno a morte, e io sono ancora troppo debole per poter fare qualsiasi cosa. Intendo procedere così: durante la nostra traversata, cercheremo di scoprire tutte le notizie possibili sul luogo, data e ora dell’esecuzione, chi sarà presente e chi farà fisicamente il taglio della testa; io intanto mi allenerò al massimo e in tutte le condizioni possibili. Satch, dovrai farmi una dieta che mi dia tutto il supporto energetico necessario ma che sia leggera. Devo essere al massimo delle mie energie. Halta, mi serve una mappatura dettagliata della base: io ne ho una, ma è vecchia, devo vedere se hanno ostruito alcuni vicoli sotterranei che potrebbero rivelarsi utili. Jaws, mi serve un sottomarino monoposto credi di riuscire a costruirne uno in così poco tempo? Ho alcuni schemi se ti possono essere utili. Ace, tu mi aiuterai ad allenarmi. Poi dovrò fare un salto dalle infermiere a chiedere un paio di cosette. Tutto chiaro? -                    accidenti, ma dove ha pensato a un piano così? Ha snocciolato un papiro in due secondi!

Confermammo tutti con un cenno di capo e l’atmosfera dell’allegra colazione tornò. Jaws e Izo si allontanarono subito, probabilmente per incominciare a costruire la macchina di mia sorella. Accidenti, se i miei calcoli erano esatti, avevamo ancora tre settimane di navigazione più eventuali ritardi. E poi? Come avrebbe fatto la mia sorellina a sbaragliare un intero esercito? Perché aveva fatto intendere benissimo che ci sarebbe andata da sola e questo era sconcertante! Ma avevo fiducia in lei, se diceva qualcosa, se lo prometteva, ero sicuro che avrebbe mantenuto la promessa.
 

Pov. Sarah

 Era circa un’oretta che io e Halta stavamo passando e setacciando le due cartine per scovare anche una minima differenza fra esse. Alcuni corridoi sotterranei erano stati chiusi, altri erano crollati ma fortunatamente uno era rimasto, a dire delle cartine, ancora integro e funzionante: essi dovevano fungere da uscite d’emergenza per i militari o luoghi d’esecuzione per i criminali meno pericolosi. Lo avevamo cerchiato e tracciato il percorso con un pennarello rosso: quella cartina l’avrei portata via per essere sicura di prendere la strada giusta, non potevo permettermi di fallire.

- Allora, come faremo a entrare? -       mi chiese
- Come farò vorrai dire -     replicai
- Ci andrai da sola? Ma sei matta? Come diavolo farai contro l’intera Marina? -         inarcai un sopracciglio e sorrisi sorniona

- Fidati di me! Loro si aspettano tutta la ciurma con alleati vari, navi a non finire e una massa incredibile di pirati quindi si saranno attrezzati per questo: una concentrazione di militari tutta in un posto, avranno dato disposizioni per una catastrofe. E se voi andaste la così, ci sarebbe solo una carneficina con poche probabilità di liberare Marco. Ma se solo una persona, di soppiatto, si infiltra al suo interno, è più difficile scoprire chi e come. Inoltre ha più libertà di movimento, deve badare solo a se stessa e può camuffarsi. Se poi vado la dentro io, le cose si semplificano: al massimo delle mie forze potrei spazzare tutti quei uomini tranquillamente, forse avrei più difficoltà con gli ammiragli, ma se libero Marco prima, non saranno un più un problema -
Mi guardò come se fossi impazzita, ma sapeva che avevo ragione

- E come pensi di liberarlo? -
- Ancora non lo so. L’algamatolite con me non funziona, quindi non avrei problemi a toccare le manette. Le sbarre non sono un problema, basta piegarle un po’ e il gioco è fatto. Il punto è che non so in che condizioni fisiche è: se non ce la fa a volare la cosa si complica. Ma ho comunque un piano di scorta casomai non riuscissi a trovare la sua cella. Ma per questo ho bisogno di parlare con le infermiere ed è meglio se vado ora, dovrebbero essere nell’ora di pausa -

Salutai con la mano mia sorella e con calma mi diressi verso il ponte, certa che avrei trovato una delle ragazze in giro. Nel corridoio prima dell’uscita però incominciò il mio primo allenamento a sorpresa: diversi coltelli da burro sbucarono da ogni parte, tentarono di colpirmi ma con un gesto della mano li spedii sulle pareti, dove rimbalzarono e caddero sul pavimento. Allo stesso tempo una figura da dietro tentò un affondo con una spada ma la essa affondò nel nulla poiché saltai all’indietro, gli afferrai le spalle e lo sbattei a terra, premendogli uno dei coltellini sulla gola. Alla vista di ciò, Satch rise allegramente ed io mi rilassai

- Beh la tua agilità e prontezza di riflessi sono ottimi, come sempre del resto. Ace mi ha chiesto se potevo aiutarlo a coglierti di sorpresa ma a quanto pare è difficile. Ma stai pur tranquilla che ce ne inventeremo di cose peggiori! -
- Non vedo l’ora -        gli risposi ridacchiando

Lo aiutai ad alzarsi e si lamentò per come lo avevo sbattuto malamente sul pavimento, tentando di farmi sentire in colpa: me ne infischiai allegramente e raggiunsi la mia meta. Vidi con mio grande disappunto, un omaccione che tentava di sedurre in modo molto sgraziato un’infermiera, standole appiccicato e non lasciandola andare via: l’avevo visto altre volte sempre appiccicato a Naiko, riusciva a scrollarselo di dosso solo quando entrava in infermeria. Alle altre ragazze aveva raccontato che la seguiva ovunque come uno stalker e continuava a importunarla anche quando mangiava. A pelle quel tipo non mi stava simpatico proprio per niente ma la democrazia era d’obbligo, almeno per i primi due secondi.

- Ehm, scusami, non ho idea di chi tu sia, ma sloggia, devo parlare privatamente con Naiko -         tentai di usare un tono gentile e rilassato, doveva assolutamente andarsene
- Io sono Marshall D. Teach della seconda flotta e non mi faccio mettere i piedi in testa da una stupida mocciosa come te! Sei tu che devi sloggiare ragazzina insulsa!! -   
- Oh oh tu hai dato della ragazzina insulsa alla persona sbagliata! Primo: non m’importa del tuo nome o di che flotta tu faccia parte, smettila di infastidire la mia amica e sloggia. Secondo: se sei così duro d’orecchi, ti conviene farti vedere perché se non mi dai retta, ti appendo a testa in giù sull’albero maestro finché tutto il sangue non ti arriva alla testa. Allora taglierò la corda che ti tiene legato e precipiterai, ti schianterai al suolo e ti romperai qualche osso. Se ancora disturberai la mia amica, ti legherò a un tavolo e comincerò a piegarti ogni singola falange con una pinzatrice fin tanto che imparerai ad ascoltarmi. Mi sono spiegata razza di scimmione? -     

Se ne andò sbuffando e imprecando ma con un altro mio sguardo truce lo costrinsi ad allontanarsi definitivamente.
- Dio, ti ringrazio Sarah, non ne potevo più! Speriamo che capisca una buona volta di lasciarmi in pace!! Allora come stai? -       la spensieratezza di quella ragazza era una leggenda
- Bene Naiko, sicuramente meglio rispetto ad alcune settimane fa. Senti, mi potresti fare un favore? –
 

ANGOLO AUTRICE

Ecco a voi un capitolo fresco fresco J  Che ve ne pare? Recensite in tanti mi raccomando! Tenterò di aggiornare più velocemente, ho il prossimo capitolo quasi pronto e se ce la faccio ve lo posto domani ^.^ buonanotte a tutti voi, sognate tante cose belle (?) un bacio
 
Summer_time
 

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Capitolo 35
*** Cibo ***


Capitolo 35

Avevo costretto l’intera ciurma a mangiare mele. Non che m’importasse particolarmente che mangiassero frutta e verdura ma mi servivano urgentemente per i semi al loro interno: essi, infatti, contenevano piccolissime quantità di cianuro e perciò mi servivano in quantità industriale. Satch aveva fatto la sua parte con ricette di ogni tipo: torta di mele, succhi di mele, marmellata di mele, biscotti con le mele, ripieni di mele e chi più ne ha più ne metta. Alla fine, mi ero ritrovata dieci sacchi enormi con migliaia di semini al loro interno: per una settimana io, le infermiere e qualche volenteroso pirata, che volenteroso proprio non era, avevamo infilzato minuscoli aghi in ogni seme e risucchiato  il cianuro al loro interno, per poi riversarlo in un tubo che conduceva all’infermeria, dove Naiko stava preparando altre siringhe con all’interno dosi di tranquillanti, paralizzanti, inibitori e una particolare, per Marco, di stimolante. E a quanto pareva, il cianuro serviva in ognuna di queste.

Il problema era infilare quei maledetti aghi nel punto giusto: non dovevamo trapassare il seme o romperlo ma era maledettamente difficile. Ma continuavo perché sapevo che era importante, continuavo quasi con furia, tentando di non lamentarmi e sopportando quella sedia scomoda.

- E questo era l’ultimo –     Izo sospirò sollevato
- Finalmente! Non ne potevo più di trafficare con questi cosini neri!! -        Halta aveva espresso il pensiero di tutti noi
- Bene, io ora vado a vedere come se la cava Naiko. Ace l’ha vista prima e mi ha raccontato che sembrava una scienziata pazza nel suo laboratorio, il che è preoccupante! Ci si vede a cena –

Li lasciai e andai in infermeria per controllare la sanità mentale dell’infermiera: capelli arruffati, guanti bianchi, camice aperto, sguardo folle. Sì Ace aveva ragione, faceva un po’ paura! Quando richiamai la sua attenzione, mi sorrise e mi mostrò le fialette pronte all’uso: tutte riempite con un liquido trasparente e con solo un’etichetta a riconoscerle. Mi raccontò tutta contenta delle varie proprietà: il tranquillante agiva come un sonnifero, facendo perdere la memoria di quel specifico momento e regredendo lo stadio celebrale del soggetto a quello di un bambino di dieci anni; il paralizzante praticamente sconnetteva il sistema nervoso dal cervello e la persona sarebbe caduta come una pera, immobile; gli inibitori mantenevano lo stato di coscienza ma rendevano inutili i cinque sensi e creava delle illusioni. Insomma delle fiale molto pericolose.

Mi congratulai con lei e uscii dal suo laboratorio, stiracchiandomi lungo il tragitto verso la mia camera: volevo farmi un pisolino, sempre se quello scalmanato di mio fratello Ace me lo avrebbe lasciato fare. Ultimamente si divertiva ad allenarmi nei momenti più impensati, ci mancava solo trovarlo dentro il mio letto o sotto la doccia; rabbrividii al solo pensiero

- Sarah, bevi -      Satch mi porse un bicchiere con del liquido giallo
- Uhg che roba è? -        non ero schizzinosa, ma da quando stava aiutando Ace, aveva tentato qualche volta di rifilarmi piatti avvelenati o cucinati alla cavolo. Insomma fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
- Tranquilla, niente veleno o virus vari. Solo la mia dieta speciale: succo di limone concentrato, menta, ortica e mango. Una squisitezza vedrai! E sta sera un ottimo frullato di more, ribes e fragole, un budino di uva con una spruzzata di kiwi! –
- e tu come diamine hai fatto a…ah! Al diamine! Succo di ortica o meno, vediamo di berlo -      ingurgitai quella schifezza e per poco non mi strozzai: era una cosa schifosa, mi bruciava la gola e avevo la lingua impastata. La vista incominciava ad annebbiarsi e le gambe a tremare ma dopo qualche secondo le forze tornarono con la vista
- Accidenti!! Ci vedo che è una meraviglia! Wow, come diavolo hai fatto? –
- Te l’ho detto, dieta speciale! Dai muoviti, vai a letto, che hai delle occhiaie mostruose e ti serve riposo dopo questo succo –        lo disse ridendo ed io me ne andai tutta allegra, seguendo il suo consiglio
In camera chiusi la finestra e, con il mio pupazzo a seguito, m’infilai sotto le coperte e mi addormentai ascoltando le onde infrangersi sulla nave.
 
 




Aprii gli occhi di scatto ed evitai per un pelo una fiammata, lanciai uno sguardo alla finestra: dalla posizione del sole era, circa, ora di cena quindi avevo dormito sì e no tre ore. Ringraziai i miei decenni di allenamento. Una seconda fiammata mi passò vicino alla coscia e grazie a quella individuai la fonte: l’armadio?? Mi avvicinai a esso ma quando aprii le ante c’era solo una miscela infiammabile. La presi e la buttai dalla finestra sospirando pesantemente scartando al contempo un pugno

- La tua sagoma ti ha tradito Ace, hai il passo pesante, ti ho sentito subito. Dovresti lavorarci un po’ lo sai? Inoltre quella miscela era molto instabile, avrebbe potuto saltare in aria! –
- Oh Sarah perché non riesco mai a colpirti?? Uffa! Comunque è ora di cena –

Mangiai ogni portata che Satch mi aveva cucinato nel pomeriggio: alcune erano veramente disgustose, altre buonissime. Ogni volta che finivo una pietanza uno dei cinque sensi si migliorava, si amplificava, i muscoli si rassodavano e le ossa si compattavano ancora di più soprattutto all’esterno ma rimanevano leggere. Sentivo tutti questi cambiamenti: accidenti ma cosa aveva messo nel cibo??
- Non mi finirai mai di stupirmi, mi sento come ringiovanita, ed è tutto quello che dico! –
- Sai ho trovato un vecchio libro di erboristeria e ho deciso di provarlo. Quindi ha funzionato no? –
- Direi proprio di sì! Uh, a proposito, Jaws come va con la costruzione del sottomarino? –
- dovremmo finire tra qualche giorno la struttura interna, dobbiamo poi verniciarlo e abbiamo finito! –

Tutto ciò era ottimo. Volsi lo sguardo verso una finestra e guardai le stelle.
“Aspettami Marco, sto venendo a prenderti!”
 

ANGOLO AUTRICE

Come promesso ecco qui il capitolo. Ora.. non so quando aggiornerò spero il più presto perché ho la rete wifi un po’ pazzerella. Chiedo venia…allora il capitolo è un po’ così così ma è di transito. Spero vi piaccia lo stesso! Un bacio
 
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Capitolo 36
*** Che ti aspettavi? ***


Capitolo 36

Ero già sveglia quando il sole sorse: dovevo preparami con cura e con calma, ciò voleva dire tempo, molto tempo. Mi ero fatta una doccia, asciugato e pettinato i capelli, lasciandoli sciolti sulle spalle: era un vizio, prima di ogni battaglia li pettinavo, li coccolavo, come se fosse l’ultima volta. Inspirai profondamente mentre m’infilavo una maglietta corta smanicata con la scritta “Death” sul davanti e i miei pantaloncini neri con la cintura dei miei pugnali. Mi allacciai le scarpe da ginnastica viola e sorseggiai il famoso succo d’ortica. Presi lo zainetto, contenente le siringhe e mi diressi verso il ponte non prima di aver abbracciato il mio pupazzo, in un muto segno di fortuna.

Quando arrivai sul ponte, c’erano solo Barbabianca e i comandanti delle flotte: il sottomarino era pronto, costruito in sole tre settimane, perfettamente funzionante.
- Pronta –
- Non sei costretta a farlo! Uno di noi potrebbe venire con te e aiutarti! –
- No, andrò da sola, è la cosa migliore. Preparate il diversivo come accordato, al resto lasciate fare a me! –

Non lasciai a loro il tempo di replicare e saltai dal ponte finendo dritta dentro la macchina: attivai il motore, chiusi la botola e m’immersi, partendo a tutta velocità in direzione della base della Marina. Ripassai mentalmente tutte le fasi del piano, compresi i dettagli, vie di fuga, piani di riserva e scuse per i militari più incapaci. Ci sarebbe voluta un’oretta prima di arrivare a destinazione perciò tentai di rilassarmi ascoltando della musica strumentale e pensando a nostro ritorno trionfale sulla Moby Dick. Sorrisi al pensiero di un Ace e di una Halta particolarmente eccitati nel vedere me e Marco appiccicati: strano a dirsi, non riuscivo a togliermi dalla testa il suo sorriso ironico e le sue battute sarcastiche. Ridacchiai al mio primo pensiero su di lui: antipatico fino al midollo, testa d’ananas l’avevo soprannominato. Guarda ora cosa è diventato per te mi disse la vocina nella mia testa e un largo sorriso mi spuntò sul volto
 

Pov. Marco

Mi facevano male i polsi. Sentivo le manette strofinare contro la mia pelle già provata, facendo uscire rivoli di sangue ma non era la parte peggiore. La parte peggiore era lo svuotamento di energie: riuscivo a malapena a tenere gli occhi aperti, l’algamatolite mi prosciugava ogni forza, camminavo a stento, tremendo e barcollando. E le ferite contribuivano a peggiorare le cose: il costato era ricoperto da sangue secco mescolato con la polvere della prigione; Impell Down era stata la cosa più rilassante. Strano a dirsi, lì mi avevano nutrito, mi ero riposato, recuperando qualche forza in più; il cammino sulle varie passerelle, quelle erano torture

- Prigioniero numero 5371, cella d’isolamento, esecuzione alle tre in punto –
Mi spinsero dentro a una sezione di muro, legandomi con altre catene: ma quanto erano idioti? Se non riuscivo a scappare con delle semplici manette, secondo loro ce l’ha facevo con tutta quella ferraglia là? Mi sedetti sul freddo pavimento e notai con disgusto che le pareti erano sporche di sangue rappreso. Non sapevo chi avevano picchiato, ma sapevo come e quel tipo sicuramente non ne era uscito vivo. Rabbrividii ma tentai di rimanere indifferente.
- Guardate chi c’è, Marco la Fenice. Dovresti svolazzare libero e invece sei qui a marcire. Che c’è, perché mi guardi così? -         quel tono irritante lo avrei distinto ovunque
- Cane, non ti rallegrare troppo. Barbabianca ve la farà pagare. E ora sparisci, marmellata di fragole uscita male! –
Ridendo sguaiatamente, l’ammiraglio se ne andò, non prima di aver istigato i marine di guardia a tenere gli occhi aperti, pena la sua insormontabile furia. Che pallone gonfiato.

Sospirai, appoggiandomi con la schiena alla fredda parete e riportai alla mente il cielo azzurro, il sole, la mia famiglia, il Babbo e la mia seccatura personale: a lei dovevo quasi un anno di semplice estasi. Già, un anno per trovarla e un anno per perderla: anche se ostinavo sicurezza sapevo che non sarei sopravvissuto, e mi rammaricai di non averle nemmeno dato un bacio. Sarebbe bastato un semplice bacio a fior di labbra, giusto per farle capire che il dolore che nascondeva poteva essere alleviato. Dal sottoscritto ovviamente. Dei pensieri poco casti mi fecero perdere il contatto con la realtà e improvvisamente altri seccanti militari irruppero nella mia cella intimandomi di alzarmi: l’ora era giunta!
 

Pov. Sarah

Riemersi nella parte nord-orientale, vicino all’ingresso del corridoio che mi avrebbe permesso d’intrufularmi nella base. Spensi il motore, uscii dall’abitacolo e lasciai il sottomarino in balia della corrente; frugai nello zaino ed estrassi una torcia e accesi il flash del telefono: con quelle due uniche fonti di luce iniziai a percorrere quell’angusto corridoio che si rivelò più schifoso del previsto. Trattenni un conato di vomito quando vidi un cadavere in putrefazione, dove vermetti bianchi banchettavano con la carne rimasta andando su e giù, dentro e fuori dalla bocca e da tutte le cavità; il sangue era un po’ dappertutto, incrostato nei mattoni delle pareti e in larghe pozze sul pavimento. Dopo quelle che sembravano ore riuscii a trovare la botola: con i miei poteri riuscii a salire, aprendola giusto per vedere di non farsi catturare subito. Fortunatamente uscii dal vicolo in piena sicurezza e m’incamminai verso le segrete per scoprire la posizione della cella: avevo ancora un quarto d’ora prima del trasporto ufficiale. Avevo tutti i sensi allerta e grazie a quelli evitai il mio ammiraglio preferito: mister simpatia in persona, Akainu, l’ammiraglio di magma. Mi venne voglia di infilzargli tutte le siringhe ma mi trattenni, respirai profondamente e continuai stando sempre più attenta.

Purtroppo incappai in due marines non troppo simpatici ma li stesi subito con un paralizzante e un tranquillante infilzati contemporaneamente. Guardai i loro effetti: Naiko non scherzava mica quando mi diceva le loro proprietà! Da loro appresi dove si trovavano la cella e le persone che avrebbero giustiziato Marco e, sfortunatamente, anche l’ultima novità: l’esecuzione era stata anticipata. Ero arrivata troppo tardi ma rimasi tranquilla e passai a uno dei tanti piani di riserva.

Il bello di avere il coltello dalla parte del manico è che, se vuoi un’informazione, ti basta anche il membro più incapace: non dovetti neanche minacciarlo più di tanto che mi riversò una valanga d’informazioni utilissime e soprattutto il nome di uno degli esecutori con descrizione allegata. Non faticai a riconoscerlo pochi attimi dopo e lo sottrassi ai suoi doveri per qualche minuto
 

Pov. Marco

- Scusate il ritardo –
- Ma proprio adesso dovevi sparire? Se l’ammiraglio Akainu ti avesse visto, avrebbe fatto il lavaggio del cervello anche a me! Dove sei stato incosciente?! –
- Dovevo andare in bagno – si giustificò uno dei miei futuri assassini – mi scappava! –
- Sì, andiamo va’-        sospirai: erano proprio degli incapaci

M’incamminai lentamente, un po’ per la stanchezza e un po’ per colpa delle catene. La mia mente era come vuota ma un formicolio al collo mi distrasse dai miei pensieri: un sottilissimo ago ipodermico si era appena tolto dalla mia pelle e nascosto dentro la tasca del giubbino dell’esecutore ritardatario. Cosa diavolo mi aveva iniettato?! Veleno?? Droga?? Tentai di mantenere la calma, ma proprio non mi aspettavo un gesto così!

- Hai un’amica molto persuasiva –             un’amica…persuasiva?
- Ma che diamine ti prende oggi Frank? –
- Niente, niente. Stavo solo riflettendo –
- Beh rifletti in silenzio, idiota! –
Quelle dannate scale sembravano non finire mai ma era meglio così: dovevo pensare. E senza accorgemene, il dolore al costato sparì del tutto e un briciolo di forza s’insinuò nei miei muscoli
- E’ stimolante. Lei verrà a prenderti tra poco –          stimolante? Lei chi?
- Frank ma ti senti bene? Parli come se fossi un automa! Che c’è, hai visto un fantasma?? -
- No, molto peggio. Però…ecco, non me la sento, voglio andarmene. Forse hai ragione, non sto tanto bene –             quel tipo stava tremando come una foglia ed era un pessimo bugiardo
- E ora come diamine facciamo? Hey tu, va a chiamare il sostituto, veloce! –

Un mozzo partì in fretta e furia mentre il finto malato si sedeva sui gradini. Già finto, non mi sembrava per niente colpito da qualche malattia. Piuttosto terrorizzato a morte e minacciato.

Sarah

Sorrisi e accarezzai quell’idea così assurda ma così reale. Mi ricredetti immediatamente quando vidi il sostituto: alto e muscoloso, niente in comune con la mia seccatura che era bassa e sicuramente più magra. Il tipo strattonò le mie catene e ricominciai a salire le scale ma mi parve di scorgere un cenno tra il finto malato e il nuovo venuto. Ma forse era la mia immaginazione.

La prima cosa che mi colpì fu la luce: dopo giorni, settimane passati al buio, era una gioia rivedere il sole. La seconda, l’altezza, ma non creava grossi problemi, infondo avevo volato a quote decisamente più alte. M’inginocchiai e le guardie bloccarono le catene al patibolo. Ancora pochi minuti e la mia vita sarebbe finita: essa mi passò davanti in vari flashback. Nessuna nave si vedeva all’orizzonte e un po’ci rimasi male: valevo così poco per il Babbo? Subito dopo mi diedi dello stupido: come osavo dubitare di Barbabianca? Questo faceva parte sicuramente del suo piano! Le mie orecchie catturarono lo scampanellio di una sveglia e il Grandammiraglio Sengoku si voltò verso di me
- A quanto pare la tua vita non conta più di tanto per Barbabianca! –

Con un gesto della mano diede inizio alla mia decapitazione: le guardie si affiancarono a me, si girarono e sollevarono le loro spade…

Sarah mi dispiace  

Lo vidi tutto al rallentatore: le spade si abbassarono ma senza toccarmi e caddero entrambe a terra, vidi lo sguardo sbalordito di Sengoku che venne però spedito dall’altro capo della piazza, a più di cento metri mentre una cupola semi-invisibile mi proteggeva dai proiettili. Anzi ci proteggeva: Sarah si stava togliendo gli abiti della guardia, gettandoli malamente giù dal patibolo. Poi si girò verso di me
- Beh? Che ti aspettavi? –
Non fui mai stato più felice di vederla.
 

ANGOLO AUTRICE

Non ci credo sono riuscita ad aggiornare anche oggi! Il mio wi-fi si merita un premio non credete? U.U Comunque passiamo al capitolo: come vi pare? Fatemi sapere! Una buonanotte a tutti voi, un bacio
 
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Capitolo 37
*** L'arma ancestrale Uranus ***


Capitolo 37

Pov. Marco

- Non sai quanto sono felice di vederti –
- Lo stesso vale per me, testa d’ananas. Dì un po’, come mai eri così stanco quando ti sei fatto catturare? –
- Sai com’è, qualcuno di mia conoscenza ha voluto andarsene senza un motivo preciso, lasciandomi solo dopo sei mesi di convivenza pacifica e oserei dire romantica –
- Romantica? Sul serio? -            il suo tono era leggermente divertito e mi fece sorridere
- Già, un romanticismo alla Sarah Meliac –           questa volta scoppiò a ridere sul serio e si avvicinò a me
- Idiota – disse sorridendo – ora vediamo di toglierti queste catene e queste manette, poi ce la filiamo alla massima velocità! Tra poco dovrebbe esserci un diversivo e noi dovremmo approfittare di quel momento. Allora, vediamo un po’… -
La vidi srotolare le catene che m’inchiodavano al patibolo e tolse anche quelle che legavano le mie caviglie alle manette. Poi la sua attenzione fu catturata proprio da quest’ultime
- Vediamo..,ci vorrebbe una chiave ma io non ce l’ho. Però potrei utilizzare il mio potere per sbloccarle. Ti va bene? –
- Qualsiasi cosa pur di togliermi queste cose di dosso –
- Va bene, allora procediamo –

Mi obbligò a sedermi mentre con le dita tracciava linee immaginarie: sentivo diversi crepitii ma nessuno di questi apriva la serratura. Vedevo una vena del collo ingrossarsi leggermente per lo sforzo e mi venne sempre più voglia mi mordere quella pelle. Alzai gli occhi per guardarla in volto ma, invece di incontrare i suoi occhi azzurri, vidi gli ammiragli accanirsi contro la cupola che diventava sempre più trasparente
- Ufs, ci impiegherò più del previsto -     sbuffò, solleticandomi le braccia con i suoi capelli
- Ehm, non vorrei metterti fretta, ma la barriera si sta rompendo –           ero leggermente preoccupato
- No, reggerà fidati. È che non riesco a capire perché, se io muovo questo, mi sposta quell’altro… -
- Sarah, sul serio, siamo nei guai –   usai un tono allarmato ma non mi diede retta
- Stai tranquillo, reggerà! –
- Ma almeno guarda! –    ero esasperato! Ci avrebbe fatto uccidere così!
- Non ne ho bisogno e…AHI! –               la sua schiena si drizzò all’improvviso e mi guardò furibonda ma assunsi un’aria fintamente innocente
- Perché mi hai dato un pizzicotto! Fa male! –
- Ci stanno per venire addosso! Guarda! –
- Secondo te ci vengono addosso? Bene! Ora li sistemo io! –         era arrabbiata, ma solo un po’, avrei rimediato quando mi avrebbe tolto le manette
Si alzò, camminò fino al bordo del patibolo, si portò le mani al petto e di scatto le aprì: era una mossa molto simile a quella usata dal Babbo per creare terremoti ma a lui non si illuminavano le gambe di azzurro e non c’era una cupola invisibile che, espandendosi, schiacciava i marines fuori dal suo cerchio. Poi mi accorsi che Sarah ne aveva creata un’altra, più vicina a noi

- Tranquillo ora? –      mi domandò usando un tono scocciato
- Sì decisamente! –

Ritornò ad armeggiare con i miei polsi e dopo interminabili minuti, riuscì a trovare la combinazione giusta: le manette si aprirono in un sonoro click ed io potei massaggiarmi i miei polsi per la prima volta. Entrambi ci alzammo e mentre lei mi spiegava come saremmo dovuti scappare, mi avvicinai e, cogliendola di sorpresa, le presi il volto tra le mani e la baciai: i suoi occhi si aprirono per lo stupore mentre rimaneva immobile come una statua di pietra; poi pian piano incominciò a rilassarsi e a ricambiare con estrema dolcezza. Ero semplicemente in estasi, perso in un meraviglioso mondo, ma, a malincuore, mi staccai, sapendo che avevamo un sacco di spettatori non proprio graditi. Ma il mio cervello mi propose una soluzione e ghignai: avremmo ripreso la nostra “conoscenza” più tardi sulla nave. La guardai e ghignai di nuovo vedendola tutta rossa in volto: era in imbarazzo, adoravo vederla così, ma ero un gentiluomo e cambiai discorso

- Visto che il segnale non arriva, che ne dici di raccontarmi come hai fatto a manipolare il mio vero boia? -     era una cosa che volevo assolutamente sapere. Lei sembrò rilassarsi a quella domanda e mi sorrise
- Oh è stato semplice: ho preso un marine a caso e l’ho minacciato di una morte lenta e crudele se non mi avesse detto tutto quello che sapeva sulla tua esecuzione. Così ho ricavato il profilo di uno dei due uomini con dei contenuti extra tipo il nome della figlia e altre cosette del genere; poi l’ho cercato, l’ho trovato, l’ho rapito e l’ho convinco a collaborare altrimenti non avrebbe mai più visto la sua famiglia: gli ho dato la siringa e il massaggio. Semplice no? -           vidi lo scintillio d’orgoglio nei suoi occhi e confermai: era un genietto del male!

- Ma avresti fatto del male alla sua famiglia? –         volevo metterla alla prova. Mi guardò inorridita e rispose in tono accusatorio
- Certo che no! Cosa ti salta in mente? Io non ucciderei mai delle persone senza un motivo valido! E soprattutto non mi sono mai permessa di sfiorare dei bambini! È una persona orribile chi lo fa, come il nostro amatissimo Akainu –
- La marmellata di fragole? -             mi guardò come se fossi un matto
- La marmellata di cosa? O mio Dio, e questa dove l’hai tirata fuori? -    tra una risata e l’altra capii solo questo del suo discorso ma vedendola piegata in due dal ridere, mi convinsi che era maglio così

- Dai fai la seria che dobbiamo evadere! –
- Ai suoi ordini comandante, come vuole lei comandante! -              tentò di fare un’imitazione di un pirata della prima flotta, ma gli riuscì talmente male che ritornò a ridere come una bambina. Ma era anche per questo che l’amavo
- Ti ordino di smetterla di ridere perché altrimenti i marines ci prendono per degli idioti e io non voglio assomigliare a loro! –
- E da quando in qua tu mi puoi dare ordini? Mica sei mio padre! –
- Non sarò tuo padre ma sono il tuo ragazzo! –
- E da quando in qua? -       la sollevai fino a portare il suo viso vicino al mio
- Da adesso! –
- E chi l’ha deciso? –
- Io, e chi altro? –         mi avvicinai ancora di più e solo un millimetro ci separava
- Ah! Allora va bene -        sorridendo mi baciò e tutto il resto del mondo sparì, compresi i marines che erano inebetiti dal nostro comportamento, gli ammiragli che continuavano a provare a distruggere la barriera e Sengoku che ci minacciava. C’eravamo solo io e lei.

Quando ci staccammo, lei scoppiò in una fragorosa risata che mi lasciò abbastanza perplesso
- Perché ridi? –
- Stavo pensando a quando lo sapranno Halta e Ace: già ci parlavano di festa di fidanzamento all’isola degli uomini-pesce, figurati adesso che siamo fidanzati sul serio! –

Sbiancai di colpo: mi ero completamente dimenticato di questo particolare e incominciavo ad avere paura per la nostra incolumità. La deposi a terra e vidi una barca con le vele bianche addentrarsi nella baia della base militare
- È quello il diversivo? -    domandai scettico
- sì, muoviamoci! –
Con un gesto fece svanire la barriera interna e mi guardo come per chiedermi se fossi pronto. Risposi con un cenno di capo e mi preparai a diventare una fenice: lì le mie ferite si sarebbero rimarginate subito insieme alla mia forza. Vidi la barca preparare dei colpi di cannone e un attimo dopo Sarah urlò di andarcene
 

Pov. Sarah

Continuai a tenere alzata la barriera esterna il più possibile: io stavo correndo sui miei piani invisibili mentre Marco volava vicino a me; ormai potevo benissimo chiamarlo “il mio fidanzato” o “il mio ragazzo” ma al solo pensiero diventavo una ciliegia matura. Ok non era il momento adatto per pensare a queste cose!

- Ora tolgo la cupola, attento! -            confermò con un cenno le mie parole e mi preparai psicologicamente.
La cupola svanì e i proiettili incominciarono a piovere; “che pioggia strana” dissi tra me e me sorridendo: era fatta di piombo e cadeva al contrario. Alzai intorno a me scudi ultrasonici per proteggermi dai vari attacchi mentre mi concentravo per costruire la piattaforma dove camminavo. Con un altro sforzo, bloccai i tre ammiragli tra loro, impedendogli di muoversi e sorrisi nel vedere  loro banali tentativi per liberarsi.

Ce l’avevamo quasi fatta quando scoprirono un’arma che non avevo calcolato: un lanciamissili di algamatolite. Rabbrividii al solo pensiero dell’effetto devastante sul corpo di Marco: lo avrebbe ucciso di sicuro! Ma non l’avrei permesso, non questa volta! Mi avevano già portato via tutto ciò a cui tenevo nel lontano 2014, nel giorno dopo il mio compleanno. Ora, dopo centosettantasette anni volevano rifarlo? Volevano portarmi via l’unica persona che amavo più di ogni altra cosa? No, questa volta avrei cambiato le sorti: domani era il mio compleanno, un anno con la ciurma di Barbabianca, e lo avrei passato con loro, costi quel che costi.
- Marco, vola più veloce che puoi alla nave: digli di prepararsi a salpare immediatamente. Io vi raggiungo subito dopo -    
     
Avevo usato un tono duro, che non ammetteva repliche e lui lo capì: si avvicinò e mi diede un bacio, per poi andarsene velocemente. Dal canto mio, ero ferma appena sopra la baia e utilizzai il mio potere al massimo, cambiando, come di consueto, aspetto

- Ora io parlo con voi, Marina, strumento di un governo corrotto: io so cos’è successo, com’è successo, dov’ è successo e quando è successo. Perché io sono venuta prima di voi. Voi siete l’ombra di quello che era una volta la democrazia.-

Il mio monologo fu interrotto da Akainu che tento un pugno allo stomaco: lo bloccai con una mano e la strinsi costringendolo a mordersi la lingua per il dolore; gli stavo fratturando tutte le ossa senza il minimo sforzo. Mi rivolsi a lui come simbolo dell’intera Marina

- Credi che io stia scherzando? Credi che io non sappia quello che dico? Voi non sapete niente di niente. Voi utilizzate il vostro potere per terrorizzare, per distruggere, per servire quei schifosi draghi celesti. Loro non meritano proprio niente. Loro non hanno dovuto subire quello che ho subito io!

Ora voi mi avete fatto incavolare: pensavate davvero di portarmi via l’unica persona che amo più di tutti? Pensavate di portarmi via di nuovo tutto ciò che ho? Voi l’avete già fatto una volta e mi avete trasformata in ciò che sono ora. Ma ho giurato di diventare più forte. Per anni, per decenni sono stata sola, nascosta per sfuggire a voi! Per decenni ho contato solo su me stessa! Ma ora che ho trovato qualcuno con cui condividere il mio dolore, che ho trovato una persona che posso amare, non vi permetterò di portarmela via! Mai più! –

Scagliai Akainu nell’oceano mentre un’aurea azzurrina mi ricopriva il corpo

- Io sono Sarah Meliac! Sono sfuggita a chi voleva farmi del male per ben centosesttant’anni. Il mio incubo è cominciato quando ne avevo sedici, ma ora è finito. Mi sono innamorata di nuovo e ho fatto pace con il mio passato. Ora il potere che mi è stato conferito da voi con la forza, si ritorcerà contro di voi: IO SONO L’ARMA ANCESTRALE URANUS! Che la mia ira si abbatta sul vostro futuro: un giorno, qualcuno reclamerà il titolo di Re dei pirati, e quel qualcuno e la sua ciurma saranno sotto la mia benedizione! Essi compiranno enormi sacrifici ma grazie a loro il mondo vedrà un po’ più di luce e di speranza! –

Dal mio corpo partirono varie onde soniche che tramortirono tutti i presenti, scatenando anche violente onde nell’oceano. Ritornai normale in pochi secondi e corsi verso la nave di Barbabianca.
 

ANGOLO AUTRICE

Ok, datemi della pazza ma non ce l’ho fatta a resistere e ho pubblicato :D questo capitolo è l’unione di due quindi è lungo, non avevo voglia di spezzarlo ^.^ comunque sorpresi dalla notizia shock?? La nostra protagonista è un’arma ancestrale ( tutti: dal titolo si era già capito!!). beh recensite mi raccomando! Un bacio
 
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Capitolo 38
*** Questa volta per sempre ***


Capitolo 38

Quando atterrai sul ponte, la base militare era solo un puntino bianco in mezzo all’oceano blu. Sospirai di sollievo nel vedere di nuovo tutta la famiglia di Edward finalmente riunita, concentrata su Marco come una madre ansiosa. Ridacchiai vedendo Halta insultarlo amorevolmente, trattenuta a stento da Vista mentre un’Ace tutto pimpante esultava di gioia. Una scena così commovente fu rallegrata da Barbabianca che ordinò di festeggiare fino a tarda notte, sia per il mio compleanno sia per il ritorno di Marco; quest’ultimo era tutto rosso per le attenzioni ricevute ma continuava a spostare lo sguardo come se cercasse qualcuno in particolare: quando i suoi occhi si posarono sulla mia figura, un largo sorriso gli spuntò e incominciò a incamminarsi nella mia direzione. Sorrisi a mia volta ma una morsa allo stomaco mi piegò in due dal dolore: respirai a fondo più volte, per far si che il dolore si calmasse e dopo pochi attimi, infatti, svanì del tutto

- Ehi che succede? Ti senti male? -             mi domandò preoccupato
- Mi sa che ho esagerato, devo riposarmi un po’ e tornerò come nuova! E, a proposito di riposarmi, voglio fare una bella doccia calda e per l’occasione speciale, mettermi il vestito che Halta mi ha regalato lo scorso anno, te lo ricordi? -
- Sinceramente no, ma ti starà benissimo. E per il fatto della doccia, ne ho proprio bisogno anch’io. E vorrei anche un’altra cosa -           nel suo sguardo si accese una lucina maliziosa
- Cosa, sentiamo -         gli domandai divertita
- Di questo -             appena lo finì di pronunciare, mi baciò con così tanta foga che dovetti aggrapparmi a lui per non cadere, cosa che avrei fatto comunque. Dentro di me, invece, un peso si scioglieva come neve e non mi accorsi di averlo portato per decenni fino a questo momento: la paura di perdere altre persone mi aveva bloccato ma ora stavo, anzi, ero tornata alla normalità

- Ehm, ragazzi…? - di colpo mi staccai da Marco e fissai in modo truce Ace che sorrideva sornione - Ok che vi piacete e tutto, ma almeno evitate di sbaciucchiarvi proprio di fronte a un povero sfigato senza fidanzata che cerca disperatamente di capire come diavolo vi siete accorti di piacervi visto che proprio non era evidente -

La parte finale del discorso era tinta d’ironia, ma Marco mi precedette nel rispondere e lo osservai ridendo mentre raccontava annedoti imbarazzanti sulle scappatelle di Ace, facendo arrossire il nostro povero fratello
- ….e quindi ha portato quella fanciulla davanti alla nave e quando lei ha capito che si era concessa a un pericolosissimo pirata internazionale, lo piantò davanti a tutti noi, correndo via urlando e strillando. Avresti dovuto vedere la scena! -          ghignò divertito il mio fidanzato
- Non c’era bisogno di raccontare tutti questi eventi del passato -    borbottò mio fratello mentre fissava il pavimento
- Non ti preoccupare Ace, io ho fiducia in te e nelle tue capacità di seduzione! Ora, se volete scusarmi, vado a farmi una doccia!  -       esclamai divertita ai due.

Percorsi l’intero ponte e una decina di minuti dopo stavo per aprire l’acqua quando, senza preavviso, entrò mia sorella Halta che chiuse la porta a chiave e mi fissò con un’aria da pazza. Quando compresi le sue motivazioni, alzai gli occhi al cielo: voleva sapere come avevo liberato Marco e come ne fossimo usciti vivi. Le raccontai a grandi linee quello che era successo mentre m’insaponavo i capelli. Evitai di parlarle della mia ultima dimostrazione alla Marina e le chiesi di passarmi l’asciugamano; me lo annodai in modo tale che non cadesse e uscì dal box della doccia mentre Halta m’informava degli avvenimenti in mia assenza e mi rinnovò gli auguri. Le chiesi di tirarmi fuori il vestito che mi aveva regalato e incominciammo a chiacchierare del più e del meno per due orette buone, due ore in cui, ogni tanto, rispuntava quella strana morsa allo stomaco.

 
Pov. Marco

La serata fu la cosa più bella della mia intera vita. Avevamo spostato i tavoli e le sedie della mensa ai lati, creando un’enorme pista da ballo; Satch aveva cucinato per un intero esercito, superando se stesso con un’incredibile quantità di tartine, budini, carni, verdure grigliate, polpette, tortellini e riso al curry, il tutto annaffiato da vino, acqua, succhi, birra e soprattutto dal nostro miglior sakè, preso dalle cantine della nave. Alcuni pirati avevano improvvisato una band, con un pianoforte, un banjo e una trombetta, e rallegravano la mia attesa con canzoni da lupi di mare, accompagnati dall’intera sala che fungeva da coro e da eco. Controllai per l’ennesima volta la porta ma delle rispettive fidanzate neanche l’ombra: infatti, anche Vista era nella mia stessa identica situazione, ed entrambi non ci capacitavamo del tempo impiegato dalle due ragazze per fare una doccia e cambiarsi.

Dopo il terzo giro di sakè, vidi spuntare Sarah a braccetto con Halta e subito la affiancai, afferrandola per un braccio e trascinandola sulla pista da ballo improvvisata
- Non so ballare! -              mi gridò lei, per annullare il trambusto generale
- Seguimi e non ci saranno problemi! -            le urlai di rimando

Annuì con la testa e dopo i primi passi un po’ goffi, riuscì a capire il ritmo e incominciammo a ballare fluidamente. Quel vestito le calzava a pennello: era lungo e con lo strascico ma non le intralciava minimamente, al contrario, esaltava la sua figura. Oh forse ero io che mi perdevo a guardarla, non capacitandomi di quanta fortuna mi era capitata tra le mani. Una smorfia sul suo viso mi ridestò dai miei pensieri e mi fermai, vedendola dolorante

- E’ la stessa cosa di prima? -          mi guardò affranta prima di rispondere
- E’ solo un dolore passeggero, vedrai dopo una bella dormita sarò come nuova -          si sforzò di sorridere anche se vedevo la sua mano stringersi all’altezza dello stomaco. Vedendo la mia espressione preoccupata, sbuffò e, prendendomi per mano, mi condusse ai buffet
- Non preoccuparti per me! Piuttosto, tu devi mangiare! E non accetto un no come risposta, sia chiaro -       mi ordinò perentoria

In effetti, avevo un certo languorino e non mi feci ripetere due volte l’invito: presi due piatti, uno per ciascuno, e li riempii di cibo dall’aspetto invitante, poi, insieme agli altri comandanti, cenammo tra moltissime risate e racconti vari, tra cui le memorabili avventure amorose di Ace. Finalmente riuscii a capire perché Sarah mi aveva attratto come una calamita: faceva interventi molto efficaci e sensati, conversando amabilmente, sfoderando tutta la sua intelligenza e ironia. Ecco cosa mancava a tutte le altre ragazze: l’ironia, mista al sarcasmo e la adoravo per quello.

Verso metà serata, con molta attenzione feci un cenno a Izo che, con il pretesto di riuscire a trovare la sua amata, si alzò dal tavolo e uscì dalla mensa, per poi ritornare subito dopo. A tentoni cercai la sua mano sotto il tavolo e, quando la trovai, presi la scatoletta che aveva recuperato dalla mia camera. Volevo fare le cose per bene. Mi alzai e convinsi la mia ragazza a fare lo stesso: lei, un po’ titubante, mi assecondò e il suo viso pieno di stupore e incredulità mi appagò pienamente quando vide la scatoletta tra le mie mani; m’inginocchiai di fronte a lei e presi un’abbondate boccata d’aria, un po’ per il nervoso un po’ per l’imbarazzo di farlo davanti a tutti. Aprii lentamente la custodia, rivelando una collana con un grosso ciondolo: era stato levigato e lavorato dei tritoni più esperti nell’isola degli uomini-pesce che l’avevano ricavato da una perla purissima. Quando avevo visto la collana sapevo che era destinata a lei, a circondare il suo meraviglioso collo e non avevo badato a spese. Alzai la testa e incontrai i suoi occhi blu mentre le ponevo una domanda muta che speravo accogliesse con un gioioso sì

- Tu sei tutto matto -            sussurrò prima di slanciarsi verso di me, abbracciandomi talmente forte da togliermi il respiro e baciandomi in un modo tutto suo, che pensai addirittura di essere morto e di essere andato in paradiso visto lo splendido angelo tra le mie braccia.

Satch inaugurò il primo brindisi della serata a noi, o come disse mio fratello “alla coppia più imprevedibile del mondo” sollevando il suo boccale pieno di succo alla mela, mentre il secondo fu inaugurato dal Babbo, che lo intitolò “ alla liberazione di mio figlio e alla sua salvatrice”. Insomma, un sacco di brindisi a noi due.

- Aspetta, ti aiuto - presi delicatamente i due estremi del nastro e li annodai. Poi ammirai la collana sul suo collo e un’improvvisa ondata di orgoglio mi riempì il cuore mentre lei si accarezzava incredula il grosso ciondolo bianco
- Sei bellissima! -             esclamai alla fine
- Merito tuo, non credi? -
- No, merito dei tuoi genitori che ti hanno creata, non credi? -
- Sì hai perfettamente ragione. Dai andiamo a ballare, anche se sono un’ inetta totale! -

Mi lasciai trascinare sulla pista da ballo e tra un lento e l’altro, passò l’intera notte. Non mi divertivo così tanto da molto tempo.
- Vado a prendere una boccata d’aria, torno subito! -            esclamò a un certo punto Sarah. La baciai di nuovo e la lascia uscire.
 

Pov. Sarah

I crampi erano durati per tutta la festa e, anziché diminuire, erano aumentati, per fortuna che Marco non se ne era accorto. Mi fermai prima in camera mia dove  mi tolsi il vestito e indossai una mise più comoda, ovvero pantaloncini e canotta. Continuavo a toccarmi la collana e il grosso ciondolo e sorridevo come un’idiota ogni volta che ripensavo a quella scena così romantica; non mi accorsi subito di essere uscita dalla porta ed essere arrivata sul ponte, ma un venticello leggero e le prime luci dell’alba mi risvegliarono dal mio torpore amoroso. Mi avvicinai al parapetto e inspirai l’aria fresca mentre la morsa allo stomaco diventava un pulsare sordo nella mia testa. Solo allora mi resi conto di essere diventata estremamente più leggera, ma non nel senso materiale. Allarmata, provai a camminare sull’aria ma il mio piede non si appoggiò a uno dei soliti piani, bensì tornò a toccare il pavimento. E allora capii quello che stava per accadere e un misto di gioia, speranza, tristezza e un pizzico di amarezza m’invase il cuore.


- Oh, ma allora sei qui! -               la voce di Marco mi fece voltare e una piccola lacrima tentò di uscire dai miei occhi
- Già, ti avevo detto che prendevo un po’ d’aria. E nel frattempo mi sono cambiata, quel vestito mi stava asfissiando! -           gli risposi ridendo
- Lo immagino! Allora sei stanca? -
- Un po’- ammisi- sai mi ero svegliata presto per venirti a liberare e non ho ancora fatto un sonnellino lungo e ristoratore ma presto ne farò uno molto lungo -            gli risposi placida, abbassando il tono di voce sempre più, preparandomi mentalmente

- Che intendi dire? Lungo quanto? Due, tre orette? Perché tu ed io dobbiamo recuperare un po’ di tempo, tipo quattro mesi, non so se hai presente -         mi rispose sorridendo e ammiccando leggermente
- Direi lungo fino alla fine del mondo -               sussurrai mentre un’idea mi balenava in mente. Il suo sorriso si spense immediatamente
- Non mi piace il tono che stai usando. Che vuol dire “fino alla fine del mondo”?! -           mi chiese allarmato
- Ci rincontreremo in sogno! Lì, la sottile differenza tra vivi e morti, tra finzione e realtà, è quasi inesistente vedrai! Passeremo tantissimo tempo insieme, ti farò conoscere un mucchio di gente, non vedo l’ora! -             gli promisi guardandolo negli occhi, ignorando la sua domanda
- Ma che diamine stai dice-…Sarah c-cosa ti sta succedendo?!? -         il suo tono era tra il terrorizzato e il preoccupato

Mi guardai e notai delle piccolissime sfere luminose che si staccavano dal mio corpo, volando via nel cielo mattutino. Ogni volta che una pallina di luce si staccava, mi sentivo sempre più leggera e diventavo via via più trasparente. Stavo morendo, le sfere mi stavano cancellando dal mondo.
- Sto tornando a casa Marco, finalmente a casa - gli risposi con le lacrime agli occhi - ma voglio farti un regalo, affinché tu possa ricordarti sempre di me, un marchio indelebile -

Senza curarmi di sentire la sua risposta, gli sbottonai la camicia e, facendo appello alle mie ultime risorse, incominciai a tracciare delle linee sul suo petto: esse s’ingrandirono, colorandosi di blu, fino a formare uno strano tatuaggio che occupava tutto il busto
- Che cosa mi hai fatto? -         sussurrò
- Niente, solo un tatuaggio. Puoi rimuoverlo, se lo desideri. Ma come tu mi hai data la collana prima, io ti ho disegnato questo ed contiene la mia promessa: ci incontreremo ogni notte, te lo giuro. Te lo prometto! -                    milioni di sfere abbandonavano di continuo il mio corpo e mi sentivo sempre più debole, sempre più…umana

- Devo andare, mi stanno chiamando -            ero affaticata ma mi voltai e sorrisi: le sfere si erano unite fino a formare una sorta di miraggio in cui vedevo la mia famiglia, le mie amiche, tutte le persone a cui volevo bene. Vidi mia madre sorridermi dolcemente e invitarmi con una mano a unirmi a loro.
- No, ti prego, non puoi andare! -       tra le lacrime e i singhiozzi, Marco mi circondò con le sue braccia e mise la sua testa nell’incavo del mio collo, in un ultimo e disperato abbraccio
- Non fermarmi ti prego – gli presi il volto tra le mie mani – io devo andare. Ti ho promesso che ci rincontreremo ed io mantengo sempre le mie promesse…se continui così rischieremo di farci ancora più male -

Lo abbracciai e lo baciai: il mio ultimo bacio da viva e volevo imprimerlo bene nella mente. Mi voltai e, sospirando di sollievo, m’incamminai verso la mia famiglia. Passo dopo passo mi avvicinavo sempre più al miraggio e alla fine, seppur tentennando un po’, varcai la soglia, avanzando verso la mia famiglia. Un venticello leggero mi scompigliò i capelli e un profumo di torta alle mele mi avvolse. Non mi voltai mai indietro, non volevo ferire Marco più del dovuto.

- Finalmente ci sei arrivata  -             la voce melodiosa della mia migliore amica mi accolse
- Ho dovuto faticare parecchio per capirlo, Adele, ma alla fine ce l’ho fatta -     le risposi ridacchiando
- Sei proprio senza speranze -          mio cugino mi abbracciò e mi accompagnò fino all’intero gruppo di persone
- Molto divertente, Matteo, davvero divertente! -
Li abbracciai uno a uno e finalmente chiusi gli occhi. Questa volta per sempre.
 

The End

 

ANGOLO AUTRICE

Mi potete picchiare, ho aggiornato solamente ora. Solo che ho avuto un blocco all’inizio del capitolo ed è stata una settimana estremamente  impegnativa. Comunque! Come avete palesemente notato…. la storia è finita: precisiamo, ci saranno i quattro special ma non ho idea di quando li pubblicherò, abbiate pazienza.
Con quest’ultimo capitolo Sarah e Summer vi ringraziano tutti quanti per essere stata con la nostra Arma Ancestrale, per aver letto la sua storia e per aver dedicato un po’ del vostro tempo a supportare la sottoscritta u.u ora passiamo ai ringraziamenti!!

Per chi ha inserito la storia tra le preferite: A33ankokuCaren96Comandante AlphaD_annElswordKeyra Hanako D Honomileace99Rosa_LindaSkull e vavi94 

Per chi ha inserito la storia tra le seguite: afro_chopperBisca88blackwhiteeliCorruptedluck_Doc_Infausteveeyugiada1999ginger_francobollagiulik_93La ragazza invisibileLallaOrlandoMugiwara_no_LuffaNewlifeNewheartRyu ShibuyaSuperfanShihoTheLadyVampire97valepassion95 e zorina98 

Per chi ha recensito la storia, anche con una sola recensione: afro_chopperCorruptedluck_La ragazza invisibileRyu ShibuyaA33ankokuElswordKeyra Hanako D Honovavi94Art_4everlexus988 e signo01

L’ autrice vi ringrazia moltissimo. Anche chi solamente ha dato un’occhiata. Mi mancherete tutti quanti, sul serio T.T A voi il mio ultimo bacio


Summer_time

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