A song for you

di DreamsofMartina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** part 1/4 ***
Capitolo 2: *** part 2/4 ***
Capitolo 3: *** part 3/4 ***
Capitolo 4: *** part 4/4 ***



Capitolo 1
*** part 1/4 ***


A SONG FOR YOU

                                                                                                                                                           Part 1

 

 

Questa è una storia vera io l’ho solo un po’ modificata su esplicita richiesta della protagonista, lei non ha mai incontrato i Jonas Brothers o una persona dolce come Kevin.

Spero con tutto il cuore che la storia sia di vostro gradimento.

Buona lettura!

 

 

Sentì l’aereo scendere di quota, il carrello aprirsi e le ruote toccare il terreno, sentì il pilota inserire la retromarcia e l’aeromobile rallentare la sua corsa fino a fermarsi del tutto. Le scalette furono agganciate ai portelloni, mise i piedi fuori e inspirò profondamente la pungente aria mattutina, mentre tiepidi raggi di sole le illuminavano il volto; sorrise, finalmente era arrivata: finalmente era a Los Angeles.

Ritirò il bagaglio sul tapis roulant, una chitarra e una valigia arancione fosforescente interamente ricoperta di adesivi, i suoi adesivi, ogni volta che doveva partire ne aggiungeva uno, era un rito al quale non poteva sottrarsi, iniziato da bambina, quando suo nonno le aveva regalato il primo adesivo, una Cenerentola vestita di blu con le scarpette di cristallo e le aveva detto: “Cenerella ti porterà fortuna e quando io non ci sarò più, lei ti proteggerà al posto mio”, scacciò le lacrime scuotendo la testa e sorrise, questo viaggio era anche per suo nonno.

Si avviò all’uscita e fermò un taxi, salì e disse: “Salve può portarmi all’incrocio tra Burbank boulevard e Buena Vista street?”

Il tassista si girò e sorrise: “Certo signorina, alloggiate lì?”

“Sì al Colony Inn, lo conosce?” chiese titubante

“Certamente! Non è l’Hilton ma è un buono posto dove alloggiare! -disse allegro l’uomo- se posso, qual è il vostro nome?”

“Mi chiamo Calliope.”

L’uomo la guardò sorpreso e disse: “Non è un nome comune.”

La ragazza sospirò: “Già tutt’altro che comune, l’ha scelto mio nonno, Calliope era la musa della poesia epica, era anche chiamata Calliope dalla bella voce, mio nonno amava la mitologia greca…”

“Ah adesso si spiega, dovreste essere orgogliosa di portare un nome tanto particolare! Spero che il suo soggiorno qui sarà piacevole!”

“Già lo spero anch’io…” disse la ragazza.

L’autista frenò e si voltò verso la passeggera: “Beh siamo arrivati, buona permanenza a Los Angeles signorina!”

Scese dalla vettura gialla, la valigia al suo fianco e la chitarra sulle spalle, chiuse gli occhi e un fremito di paura le passò accanto, lo scacciò via e li riaprì, prese la valigia e oltrepassò l’ingresso.

La camera che le avevano dato non era il massimo, ma era tutto ciò che poteva permettersi e, per essere un hotel a tre stelle non era male, nonostante tutto lì c’era tutto quello di cui aveva bisogno: un letto, un bagno decente, comodino, armadio e una scrivania.

Sistemò le sue cose e decise di dare un’occhiata in giro.

Uscì dalla camera ed iniziò ad ispezionare l’albergo, trovò una scala antincendio quasi completamente arrugginita e salì. Arrivata sulla terrazza, guardò il cielo ricoperto di stelle lucenti e disse: “Ciao nonno, sono qui, spero tu sia felice ora!” diede un ultimo sguardo in alto, poi si voltò e scese le scale.

La mattina seguente si alzò di buon ora, erano appena le 9.00 quando oltrepassò la porta girevole situata all’ingresso dell’albergo, guardò il cielo, c’era un bel sole quella mattina e l’aria si stava già riscaldando, decise fare un giro per negozi e imboccò la strada che l’avrebbe portata sul Sunset boulevard.

Camminava di buon passo, quando improvvisamente il suo telefono iniziò a suonare, rispose e una voce femminile alquanto irritata le urlò in risposta: “Si può sapere dov’eri finita! Ho provato a chiamarti tutto il giorno, ma tu niente, non ti sei degnata di rispondere nemmeno alla tua migliore amica!”

Calliope sorrise: “Scusa Anna ma dormivo…”

“Dormivi? Vuoi dirmi che hai dormito fino alle sei del pomeriggio?”

“Ma no qui sono appena le 9.30!”

“Qui?” chiese ancora più sconcertata l’amica

“Sì qui, a Los Angeles!” rispose sorridendo la ragazza

“A Los Angeles? Potevi dirmelo prima brutta ingrata di un’amica!”

“Ti prego scusami Anna, non volevo che nessuno lo sapesse e ti prego non dirlo ai miei!”

Anna sospirò rassegnata: “Quindi sei lì, capisco, spero tu possa trovare quello che cerchi amica mia.”

“Lo spero anch’io, e… grazie ancora Ann!”

“Di niente, ora ti saluto, altrimenti ti prosciugo tutto il credito!” cercò di sdrammatizzare l’amica

“Va bene! Ciao” disse ridendo l’altra

“Ciao!”

Arrivò su Sunset boulevard verso le 10.15, i negozi, dalle scritte multicolori, erano strapieni di gente che entrava e usciva, Calliope rimase senza fiato, lì tutto era pieno di vita.

Decise di entrare in un negozio d’abiti caratterizzato dalla dominanza del colora blu che ricopriva l’esterno e quasi tutto l’interno dell’edificio, non c’era molta gente internamente e, dopo aver scelto qualche capo, non faticò a trovare un camerino libero.

Si era appena infilata un paio di jeans, quando sentì delle acute urla provenire dall’esterno, si affacciò e vide tre ragazzi che si erano rifugiati dentro il negozio inseguiti da una folla di ragazze urlanti che cercavano di entrare.

I tre sembravano veramente agitati e Calliope in un primo momento ebbe voglia di aiutarli poi ci ripensò: “Saranno delle stupide star, che se la cavino da soli!” si disse la ragazza, poi vedendoli veramente nei guai si affacciò di più: “Psss, ehi  dico a voi! Dai entrate, nascondetevi qui!”

In quel momento, quello che le era sembrato il più piccolo dei tre si voltò verso di lei: “Dici a noi?”

Calliope sospirò: “E a chi sennò, qui dentro siete gli unici ad avere un problema!” rispose

“Per tua informazione noi non abbiamo nessuno problema!” disse l’unico dei tre a portare i capelli lisci incrociando le braccia.

“Come volete, allora cavatevela da soli e… buona fortuna, credo che ne abbiate bisogno visto che le vostre amiche sono quasi entrate!” disse sarcastica la ragazza.

I tre si girarono di scatto per poi voltarsi di nuovo verso di lei che stava quasi completamente sparendo dietro la tenda rossa del camerino: “Emmm mi sa che accettiamo l’invito!” disse il ragazzo con i capelli lisci fiondandosi dentro il camerino seguito da gli altri tre, mentre Calliope sorrideva soddisfatta.

In quel momento centinaia di ragazze si fiondarono nel negozio iniziando a perquisire l’edificio con gli occhi: “Dove sono! Li avete visti? Dove sono andati?”

Intanto nel camerino i tre ragazzi cercavano di rimanere più appiccicati alle pareti che potevano, la ragazza si girò e sorrise loro: “Mi date un attimino?” disse uscendo dal camerino ma bloccata all’ultimo secondo dal ragazzo con i capelli lisci: “Ma dove credi di andare?” bisbigliò

“Non preoccuparti ho tutto sotto controllo!” gli sorrise ed uscì completamente.

Si avvicinò alla folla e con gesto teatrale urlò: “Eccoli lì stanno uscendo dal retro!”

Come per magia, all’udire quelle parole, la folla si diresse verso la direzione indicatale urlando: “Correte, correte o li perdiamo!”

La ragazza si diresse verso il camerino e, scostata la tenda disse: “La mandria inferocita è tornata nella stalla!”

I ragazza tirarono un sospiro di sollievo e il più piccolo disse: “Uao! Sei stata fantastica grazie!”

“Già, già grazie per l’aiuto e ora a mai più!” rispose quello con i capelli lisci beccandosi uno scappellotto.

“Scusalo a volte è una scimmia! Comunque grazie davvero ci hai salvati! Ah quasi dimenticavo io sono Nick piacere!” disse porgendole la mano.

“Piacere mio!” rispose la ragazza stringendogliela.

“E io sono Kevin!” disse l’altro ragazzo riccio che fino a quel momento era rimasto in silenzio “E questo è Joe!” terminò indicando il ragazzo con i capelli lisci ancora arrabbiato.

“Tanto piacere, io sono Calliope!” rispose sorridendo la ragazza.

“Sai hai un nome piuttosto singolare Calliopi!” disse Nick

La ragazza sorrise: “No, non si pronuncia Calliopi ma Calliope, comunque chiamatemi pure Cal, credo sia più semplice! Allora siete attori o qualcosa del genere?” chiese

I tre si guadarono sbalorditi: “Davvero non ci conosci? Noi siamo i Jonas Brothers, la boys bad più famosa d’America!”

Calliope sembrò dispiaciuta: “No mi dispiace.”

“Certo che sei proprio strana tu, non ci conosci ma non ci pensi due volte prima di aiutarci!” disse Joe alla ragazza.

“Mi siete sembrati in difficoltà e ho voluto aiutarvi tutto qui!”

“Lascialo perdere Cal, piuttosto noi dobbiamo sdebitarci per l’aiuto, che ne dici di accompagnarci allo studio di registrazione, così ti facciamo sentire la nostra musica?” chiese Kevin.

“Ma ragazzi non c’è bisogno, veramente!” cercò di dire la ragazza.

“Avanti Cal non farti pregare!” disse Nick

“Ok, ok avete vinto!” cedette Calliope “Ma lasciate almeno che mi cambi!” disse ridendo e, rientrata in camerino, si reinfilò i suoi vecchi pantaloni.

“Joe, hai chiamato Big Rob?” chiese Nick al fratello, mentre i tre seguiti da Calliope uscivano dal negozio.

“Sì ha detto che sarebbe arrivato tra pochi minuti, ma volete spiegarmi perché questa deve venire con noi?” rispose acido il ragazzo.

“Perché, caro il mio fratellino, “questa” come la chiami tu, ha salvato anche la tua di pellaccia, rammenti?” rispose Kevin a tono.

Joe stava per ribattere quando, spuntando da un angolo, una limousine nera si fermò di fronte ai ragazzi che, dopo che le portiere furono aperte, vi entrarono.

Calliope rimase senza parole e si sedette sul sedile alquanto imbarazzata.

Kevin parve cogliere quella punta di disagio, perché le si sedette accanto e disse: “Mai salita su una limousine prima d’ora?”

Calliope scosse vigorosamente la testa in risposta. Kevin l’abbracciò e aggiunse: “Non preoccuparti, fa come se fossi a casa tua!”

Intanto Joe parlava fitto fitto con il fratello e non parve accorgersi dello spostamento effettuato da Kevin fino a quando non sollevò la testa: “Kevin sei proprio un Don Giovanni, già ci stai provando!”

In risposta il ragazzo divento paonazzo e si allontano immediatamente da Calliope che rise: “Veramente simpatico Joe, allora, ditemi, che musica suonate?” chiese

Fu Nick a rispondere: “E’ essenzialmente un misto tra il pop e il rock, con qualche vena sentimentale di tanto in tanto!”

“Uao, e scrivete voi tutte le canzoni?” disse Calliope sempre più incuriosita

“Vedi Cal principalmente è Nick a scrivere le canzoni, a volte sia io che Joe aggiungiamo qualche strofa o modifichiamo la melodia, ma è soprattutto Nick che si occupa di tutto!” le rispose Kevin.

“A quanto ho capito è Nick il boss!”

“Sveglia la ragazza eh! Sì è nostro fratello Nick il Leader della band e, se non lo avessi capito, siamo fratelli!” rispose irritato Joe.

“E su Joe smettila di fare il guastafeste e fai pace con Cal, dopotutto non ti ha fatto niente!” cercò di convincerlo Nick e con l’aiuto di Kevin ottennero il risultato sperato, Joe strinse la mano alla ragazza sbuffando: “D’accordo, pace.”

Calliope rispose alla stretta sorridendo.

In quel momento la vettura rallentò, fermando si del tutto dopo qualche secondo, i tre si slacciarono le cinture di sicurezza e Nick sorridendo si voltò verso di lei: “Bene siamo arrivati, sei pronta?”

Calliope deglutì e sorrise seguendo i tre fratelli fuori dall’auto.

La stanza dove entrarono apparve agli occhi della ragazza immensa, aveva le parete rosse piene di CD e casse, sulla destra c’era una console enorme con due sedie di pelle e di fronte una vetrata che la separava dallo spazio riservato ai cantanti, arredato con microfoni, sedie, batteria e poggia chitarra. Alla vista dei tre fratelli l’uomo seduto alla console si alzò e gli andò incontro: “Ehi ragazzi come state?” disse abbracciandoli.

“Tutto bene George, e qui come procede?” rispose Nick

“E’ tutto pronto e aspetta solo voi! Ma… chi è questa ragazza?”

“Lei è Cal, una nostra amica” disse Kevin

La ragazza si avvicinò all’uomo e gli strinse la mano: “Mi chiamo Calliope, piacere.”

“Il piacere è mio cara, vieni, accomodati vicino a me così potrai sentirli meglio.” disse George facendola sedere su una delle due sedie, mentre i ragazzi entravano nella saletta, iniziando a sistemarsi e ad accordare gli strumenti.

Dopo qualche minuto Nick disse all’uomo di essere pronto, il quale, spostando e pigiando alcuni tasti, gli fece segno di poter iniziare.

Nick iniziò a muovere le dita sulla chitarra, seguito da Kevin, mentre Joe prese il microfono in mano ed iniziò a cantare:

We don’t have time left to regret
Hold on
It will take more than common sense
Hold on
So stop your wondering, take a stand
Hold on
Cause there’s more to life than just to live
Hold on

Nick e Kevin prepararono le chitarre per il ritornello


Cause an empty room can be so loud
It’s too many tears to drown them out
So hold on, hold on
Hold on, hold on

Questa volta alla voce Joe si aggiunse quella più alta di Nick

One single smile, a helping hand
Hold on
It’s not that hard to be a friend
Hold on
So don’t give up, stand ‘til the end
Hold on
Cause there’s more to life than just to live
Hold on

Poi di nuovo tutti e tre insieme accompagnati dal suono delle chitarre attaccarono a cantare il ritornello


Cause an empty room can be so loud
It’s too many tears to drown them out
So hold on, hold on
Hold on, hold on
When you love someone, and they break your heart
Don’t give up on love, have faith, restart
Just hold on, hold on
Hold on, hold on

When it falls apart, and you’re feeling lost
all your hope is gone, don’t forget to
Hold on
Hold on

 

Calliope rimase sorpresa dall’affiatamento che c’era fra loro ma non capì tuttavia come, a discapito di quella complicità, la canzone potesse risultare mediocre.

Cause an empty room can be so loud
It’s too many tears to drown them out
So hold on, hold on
Hold on, hold on
When you love someone, and they break your heart
Don’t give up on love, have faith, restart
Just hold on, hold on
Hold on, hold on

Cause an empty room can be so loud
It’s too many tears to drown them out
So hold on, hold on
Hold on, hold on
When you love someone, and they break your heart
Don’t give up on love, have faith, restart
Just hold on, hold on
Hold on, hold on

 

La canzone terminò con la voce di Nick seguita dalle ultime note della chitarra del fratello.

Improvvisamente Joe lanciò a terra il microfono che emise un suono stridulo: “Shit! Sono tre volte in un mese che proviamo questa canzone sempre con lo stesso risultato!”

Nick gli poggiò una mano sulla spalla: “Rilassati Joe sarà solo una fase passeggera!”

Il ragazzo si divincolò e, guardando in faccia il fratello urlò: “Rilassarmi eh! Ma ti rendi conto o no della situazione? Sono mesi che non componiamo nulla e tentiamo di registrare canzoni con il solo risultato di renderle ancora più schifose e per di più tra due settimane abbiamo un concerto! E tu dici che dovrei stare rilassato!”

“Suvvia ragazzi vedrete che si sistemerà tutto!” cercò di calmarli Kevin.

“Io me ne torno a casa, vedetevela un po’ voi!” disse Joe uscendo dallo studio sbattendo la porta.

Kevin e Nick uscirono dalla sala e Calliope si avvicinò: “Tutto bene ragazzi?” chiese preoccupata.

“Sì non preoccuparti, Joe si infiamma facilmente, mi dispiace solo che ti avevamo promesso di farti sentire la nostra musica, ma il risultato non è stato dei migliori.” le rispose Kevin.

“Tranquilli non fa niente, piuttosto come mai non riuscite a cantare?”

“E’ proprio questo il problema, non lo sappiamo, ma dobbiamo risolverlo in fretta altrimenti addio concerto!” disse Nick sospirando.

“Per adesso non pensiamoci e adiamo si è fatto tardi ed è ora di riaccompagnarti in hotel Cal!” disse Kevin salutando George e dirigendosi verso l’uscita seguito da Nick e Calliope.

La limousine nera si fermò davanti la porta girevole del Colony Inn, al suo interno due ragazzi salutavano la terza passeggera: “E’ stato un vero piacere conoscerti Cal!” disse Nick allegro dandole un bacio sulla guancia.

“Anche per me ragazzi, devo ammettere che siete davvero speciali!” rispose sorridendo la ragazza

“Ehi senti, che ne dici di scambiarci i numeri, così potremo sicuramente rivederci!” chiese il maggiore

“Mi farebbe molto piacere! Dovrei avere…. ecco qua! -disse la ragazza estraendo un foglietto di carta e appuntandoci sopra il suo numero di cellulare, per poi porlo al ragazzo- questo è il mio numero di cellulare!”

“E questo è il mio!” disse il ragazzo porgendole un angolo di foglio pentagrammato dove aveva scritto il suo numero.

“Beh allora a presto e… buona notte ragazzi!” disse la ragazza uscendo dalla vettura salutandoli con la mano.

Quando la portiera fu chiusa, Kevin emise un sonoro sospiro facendo sghignazzare il fratello: “Che c’è?” chiese sorpreso

“C’è che te ne sei innamorato fratellone!” gli rispose Nick beccandosi un pugno sulla spalla dal fratello

“Non è vero e poi smettila di ficcare il naso negli affari degli altri e pensa piuttosto al nostro problema!” rispose sulla difensiva Kevin

“Ok, ok non c’è bisogno che ti scaldi tanto! A proposito hai qualche idea su come risolvere il problema?” continuò Nick mentre la vettura si allontanava riportando i fratelli a casa.

Calliope aprì la porta della stanza e si fiondò sul letto, rimanendo sdraiata con gli occhi chiusi per alcuni minuti, dopo poco si alzò dirigendosi verso il bagno e aprì l’acqua della doccia.

Il getto caldo l’avvolse facendo dimenticare per un attimo tutti i suoi problemi; non seppe per quanto rimase sotto la doccia, ma quando uscì dal bagno si accorse che era calata la notte. Con l’asciugamano avvolto intorno al corpo aprì la finestra: “Nonno è opera tua questa? Lo sai che ho chiuso con la musica, non posso, non posso proprio aiutarli! Te ne prego nonno…”

Come se il nonno avesse ricevuto il messaggio, una stella si illuminò più delle altre ed una leggera brezza avvolse la razza che chiuse gli occhi assaporandone ogni attimo.

“Oh nonno…” sospirò prima di chiudere la finestra.

Si diresse verso il letto e vi si sedette, estrasse dalla tasca dei pantaloni il pezzetto di carta con il numero del ragazzo e prese a girarselo in mano, indecisa sul da farsi. Un ultimo sguardo alla finestra, poi si voltò verso la scrivania dove un giornale mal riposto attirò la sua attenzione. Si avvicinò e vide la foto di un castello illuminato con la scritta “Disneyland”, improvvisamente ebbe un’idea, prese il cellulare e compose un messaggio indirizzato a Kevin, prima di inviarlo disse: “Solo per questa volta nonno, solo questa!”

Qualche minuto più tardi, in una villa nel North Hollywood, un cellulare vibrò e un ragazzo riccio di suppergiù vent’anni lesse il messaggio:

“Siete liberi domani?

                             Cal”

Il ragazzo si girò verso i fratelli tutti impegnati a vincere una gara di Formula 1 e disse: “E’ Cal! Mi ha chiesto se siamo liberi domani!”

“Chiedile perché!” gli rispose Joe

“Ok” disse il ragazzo pigiando i tasti del cellulare

Poco dopo il cellulare di Callipe si illuminò, lei lo prese e lesse la risposta:

“Scusa se telo chiedo Cal, ma perchè?

                                                     Kevin”

 

La ragazza sorrise e gli rispose.

“Ehi mi è arrivata la risposta!” disse Kevin ai due fratelli che si insultavano a vicenda accusandosi di aver barato o che il joystick non funzionasse.

“Questa è una sorpresa… posso dirti solo che ci divertiremo!

                             Ci vediamo alle 9.00 davanti il negozio blu, quello dove ci siamo incontrati!

                                                                                                                             Buona notte a tutti

                                                                                                                                                       Cal”

 

 

Questo era il primo capitolo! La storia sarà composta da quattro capitoli che posterò, con tutta probabilità, tra oggi e domani.

Alla prossima!

Aya chan

 

 

 

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Capitolo 2
*** part 2/4 ***


A SONG FOR YOU

                                                                                                                                                           Part 2

 

 

 

Conclusione capitolo precendente:

La ragazza sorrise e gli rispose.

“Ehi mi è arrivata la risposta!” disse Kevin ai due fratelli che si insultavano a vicenda accusandosi di aver barato o che il joystick non funzionasse.

“Questa è una sorpresa… posso dirti solo che ci divertiremo!

                             Ci vediamo alle 9.00 davanti il negozio blu, quello dove ci siamo incontrati!

                                                                                                                             Buona notte a tutti

                                                                                                                                                       Cal”

 

 

 

Il ragazzo scosse la testa e sorrise: “Non mi ha voluto dire il perché, però ha detto che ci divertiremo, che ne pensate?” disse rivolto ai fratelli

“Penso che dovresti lasciare perdere, quella non mi piace per niente e per di più non sai nulla sul suo conto, né chi sia né da dove venga!” gli rispose Joe

“Lascialo perdere Kev, lo sai che rosica quando perde! Piuttosto dì a Cal che è ok per domani, ci farà bene staccare la spina per un giorno! -gli disse Nick- E tu invece… Joe? Joe, ma dove ti sei cacciato! Maledetto se ti trovo sei finito! Devi buttare la spazzatura per una settimana, hai perso, mi hai sentito? Joe questa volta sei morto!” disse uscendo di corsa fuori dalla stanza per gettarsi all’inseguimento del fratello.

Kevin non seppe trattenere una risata e si affrettò a rispondere al messaggio di Calliope:

           “Va bene Cal ci vediamo domani!

                                                            Buona notte anche a te

                                                           Kevin”

 

Calliope, avvolta nelle lenzuola, sorrise, pregustandosi la giornata successiva.

La limousine nera scivolava lenta nel traffico mattutino, cercando di farsi largo tra le vetture in fila, si fermò accanto al marciapiede, la portiera fu aperta e due figure femminili ne uscirono; dovevano avere più o meno la stessa età, quindici, sedici o giù di lì, la prima, mora con lunghi capelli mossi, indossava una salopette nera di jeans con una canottiera a righe bianche e grigie, ai piedi All Star a scacchi; l’altra era l’esatto opposto, castana con i capelli lisci e una frangetta sbarazzina davanti agli occhi, indossava una maglietta a bretelline nera con una gonna fucsia, manicotti neri e ballerine lucide nere.

Calliope rimase sorpresa quando vide le due ragazze avvicinarsi, una volta di fronte a lei, la ragazza mora sorrise e le tese la mano: “Tu devi essere Cal! Piacere, io sono Selena e lei è Demi, siamo amiche dei Jonas! Non ti dispiace vero se ci uniamo a voi oggi?”

Calliope le strinse la mano allegra: “Certo che no! Anzi mi fa piacere che ci siano altre ragazze, sapete, cominciavo a sentirmi in minoranza!”

“A chi lo dici sono tre ma valgono mille! Beh che aspettiamo, saliamo in macchina anche perché, secondo me, quei tre non ce la fanno più ad aspettarci!” rispose solare Selena avviandosi verso la vettura nera seguita da Demi a Calliope.

Appena entrati Selena e Demi si sedettero rispettivamente vicino a Nick e Joe, mentre Kevin fece segno a Calliope di sedersi vicino a lui. Con somma meraviglia di Calliope, Nick e Selena intrecciarono le mani mentre Joe, non curandosi della reazione che avrebbe suscitato, si volse verso Demi e la baciò.

Calliope si girò verso Kevin: “Scusa ma quei quattro stanno insieme?” chiese sottovoce

“Sì, ma come vedi Nick e Selena sono piuttosto timidi, mentre Joe… diciamo che si fa trasportare dai sentimenti… e dalla situazione!” le sussurrò il ragazzo in risposta

Dopo un attimo di imbarazzo generale, Nick si volse verso Calliope: “Allora Cal questa sorpresa? Puoi dirci di che si tratta ora!”

Calliope fece un segno di diniego con il dito: “Ancora no, se è una sorpresa deve rimanere tale fino alla fine! Non preoccuparti tra poco lo scoprirai!” disse sorridendo e, abbassando lo sguardo si accorse che tutti e tre i fratelli portavano un anello, e le venne spontaneo chiedere: “Ma quelli sono anelli di fidanzamento?”

Joe, fino a quel momento intento a coccolare la sua ragazza, all’udire la domanda prese la parola: “Ci risiamo! Mi sembrava strano non lo avessi già chiesto! No non sono anelli di fidanzamento, si chiamano “Purity Rings” e simboleggiano la promessa fatta con Dio di rimanere puri fino al matrimonio! E ora vai con la seconda domanda!”

1Calliope rimase sorpresa, non tanto dall’atteggiamento scontroso che Joe aveva nei suoi confronti, piuttosto da quella rivelazione, Purity Rings? non ne aveva mai sentito parlare. Decise di dare retta a Joe e porre l’altra domanda che, dopo le sue parole, le si era affacciata alla mente: “Ehmm… ma non è dura a volte? Voglio dire la vostra è una promessa impegnativa, ma non ne sentite mai il peso? Ragazze che vogliono uscire con voi ma, a causa dell’anello si tirano indietro, gente che vi addita dicendo “ehi quelli sono i tre fratelli che hanno deciso di non fare nulla fino al matrimonio!”, o cose del genere?” chiese timida la ragazza

I tre rimasero spiazzati, Joe più di tutti, non si sarebbe mai aspettato una simile domanda, la gente piuttosto chiede “Ma che c’è scritto sugli anelli? Cosa vuol dire? Tutti ne possono avere uno?”, non seppe davvero cosa rispondere.

Fu Nick, dopo qualche minuto di silenzio, a dire: “Uao! Nessuno prima d’ora ci aveva posto una simile domanda, tutti pensano sempre a cose più frivole, per esempio la scritta sugli anelli o cose del genere. Beh devo ammettere che non è sempre piacevole indossare questi anelli, soprattutto per non essere giudicati dalla gente e… sì a volte ti viene voglia di mandare tutto all’aria, levartelo definitivamente e vivere una vita normale, poi pensi a cosa significhi normale ed anormale e realizzi che ciò che può apparire anormale ad occhi altrui per te è quotidianità.

Per ciò che riguarda le ragazze, anche Selena ne indossa uno, ma non è per questo che stiamo insieme ovviamente, e Demi rispetta la scelta di Joe, per lei non cambia nulla, e poi… è più impegnata a tenerlo a bada che a pensare a queste cose!”

Concluse ridendo e contagiando tutto il gruppo, Joe compreso che non riuscì a rimanere arrabbiato più di qualche secondo.

Improvvisamente l’automobile rallentò e Calliope batté le mani eccitata, fu lei la prima a scendere e, voltatasi verso il resto del gruppo disse: “Ragazzi, ben venuti al Disney's California Adventure Park!”

Gli altri rimasero senza parole, Joe le si avvicinò: “Stai dicendo che ci hai portato ad un parco giochi per bambini?”

Calliope scosse la testa, poi gli prese la mano e cominciò a correre urlando: “Aspetta e vedrai! Su ragazzi muovetevi o non arriveremo in tempo!”

La ragazza non smise di correre sino a quando non arrivò davanti alle più alte montagne russe che avesse mai visto, in quel momento si girò verso Joe che ancora contemplava l’imponenza della struttura e disse: “Pensi ancora che sia un parco giochi per bambini?”

Il ragazzo scosse la testa: “Penso proprio che tu mi abbia fregato!”

Calliope sorrise e si diresse verso la cassa dove acquistò sei biglietti, uno per ciascuno di loro, quando tornò sventolando vittoriosa i foglietti, Nick le disse: “Cal non dovevi pagare tutto tu, siamo tanti, non è giusto…”

Calliope gli mise un dito sulla bocca facendolo tacere: “Nick non se ne parla, sono io che ho organizzato il tutto, quindi sono io che pago, punto e basta! Allora… facciamo questo giro o no!”

Ognuno prese un biglietto e si accomodò sul vagoncino, prima di partire Calliope si voltò verso Joe: “Ti propongo una sfida chi urla più forte vince, il perdente alla fine del giro dovrà camminare dicendo “urlo come una femminuccia isterica”. Ci stai?”

Joe sghignazzò e le strinse la mano: “Affare fatto! Preparati a perdere!”

Due secondi dopo i vagoni cominciarono a scivolare lungo il percorso.

Alla fine di quello e della moltitudine di giri che ne seguirono, nessuno seppe affermare con certezza chi dei due avesse vinto, anche perché tra infinità di urli provenienti dagli altri passeggeri fu quasi impossibile dedurre quali appartenessero a Calliope e quali a Joe, così si decise per far eseguire la penitenza ad entrambi, con il risultato di far scoppiare un’altra sfida che vedeva come vincitore colui chi avesse ripetuto meglio la frase.

A fine giornata i ragazzi, dopo aver provato almeno una volta tutte le attrazioni che il parco offriva, rientrarono nella limousine esausti ma felici, Calliope era soddisfatta, aveva visto i ragazzi sorridenti e spensierati per un giorno intero, senza che nemmeno una preoccupazione li sfiorasse, e per di più aveva stretto una forte amicizia con Selena e Demi che si erano rivelate simpatiche e decise al tempo stesso.

Prima di arrivare all’albergo era riuscita ad estorcere ai ragazzi un altro giorno di riposo, promettendogli che sarebbero stati i protagonisti di una battaglia. Una volta arrivata, stava per scendere dall’automobile quando una mano la fermò, Calliope si voltò trovandosi faccia a faccia con Joe: “Sai devo ammettere che non sei poi così male, vorrei scusarmi per il mio comportamento, sai sono un po’ diffidente quando si tratta di ragazze!”

La ragazza scosse la testa: “Non fa niente, immagino cosa voglia dire essere inseguiti da una folla urlante, comunque ti prometto una cosa, non importa quale sia la circostanza nulla sul vostro conto uscirà dalle mie labbra, nulla!”

Joe l’abbracciò di slancio: “Sai che sei proprio strana, comunque grazie!”

Calliope sorrise: “Di niente, comunque nonostante mi costi ammetterlo, anche tu non sei male!” disse e, senza aspettare la reazione del ragazzo, schizzò fuori dall’auto.

“Ah è così! Io mi apro con te e tu dici che ti costa? Preparati, domani me la pagherai!” le urlò il ragazzo di rimando

“Non vedo l’ora!” le rispose lei sorridendo, prima di varcare la soglia dell’albergo.

Il giorno seguente Calliope portò i ragazzi, Selena e Demi sulla costa, in un campo simile ad una cittadina del vecchio West, con balle di fieno, case e saloon. Hai ragazzi venne fatta indossare una tutta bianca e mascherina trasparente, furono inoltre dotati di una sacca contenente palloncini pieni di vernice.

“Lo scopo del gioco e quello di colpire il maggior numero di nemi…” Calliope non fece in tempo a terminare la frase, che un palloncino lanciato da Joe la colpì in pieno.

“Joe!” urlò arrabbiata Demi colpendolo con un suo palloncino

Selena munendosi di palloncino urlò: “Sfida ragazzi contro ragazze, i perdenti pagano un milk shake ai vincitori!”

La battaglia si protrasse per quasi tutto il giorno: Demi, ancora arrabbiata, non faceva altro che tirare palloncini addosso a Joe che, per “pura difesa personale” a suo parere, rispondeva all’attacco; Selena invece aveva instaurato una battaglia contro Nick che si nascondeva dappertutto pur di non farsi prendere; gli unici che avevano preso sul serio la battaglia erano Kevin e Calliope che sin dall’inizio non facevano altro che inseguirsi, lanciare agguati e schivare colpi, fu quasi sul finire che Calliope dopo essere stata afferrata da Kevin perse l’equilibrio trascinandolo con sé sul fieno accanto a lei. Calliope si ritrovò sotto Kevin che all’improvvisò la baciò: la ragazza, sorpresa in un primo momento, rispose al bacio chiudendo gli occhi e abbracciando Kevin.

Quando il ragazzo si staccò da lei, le carezzò il viso e sorridendo disse: “Calliope, non so chi tu sia ne da dove venga, ma mi sono perdutamente innamorato di te!”

La ragazza l’abbracciò: “Sapete signor Jonas, anche io sono perdutamente innamorata di te!” disse baciandolo con passione.

“Pensi che si accorgeranno della nostra assenza?” gli chiese Calliope

“Penso proprio di no, impegnati come sono a darsele si santa ragione!” rispose sorridendo lui, riprendendo a baciarla.

“Ehi ma dove sono finiti quei due?” chiese Nick a Joe

“Secondo me si sono infrattati in qualche balla di fieno, hai visto anche tu che c’era feeling tra i due!” gli rispose con nonchalance il fratello ricominciando a lanciare palloncini contro Demi.

Alcune ore dopo Kevin e Calliope riapparvero, sorridenti e con le mani intrecciate: “Allora che ci siamo persi?”chiese il ragazzo

“Mah niente di che, piuttosto… noi che ci siamo persi?” gli rispose Joe quasi alludesse a qualcosa

“Beh veramente noi…” disse indeciso Kevin

“Te l’avevo detto che si erano infrattati Nick!” disse Joe rivolto al fratello

“Joe! Questa me la paghi!” gli urlò Kevin iniziando a rincorrerlo

“Ma dai fratellone che avrò mai detto! E’ la verità che ti piace Cal e che vi siete sbaciucchiati tutto il tempo!” cercò di rimediare Joe correndo

“Joe io ti uccido, ti polverizzo, ti trituro!” rispose ancora più arrabbiato il fratello

“Cosa? Ma è la verità! Se non fosse per quel anello…” disse ridendo Joe

“JOEEE!” urlò Kevin correndo ancora più veloce

Nel frattempo gli altri non riuscivano più a smettere di ridere, Calliope compresa capendo che sarebbe stato impossibile tenere segreto l’accaduto.

Al ritorno nella limousine Nick si rivolse a Calliope: “Senti che ne diresti di venire a cena da noi questa sera? Ci saranno anche Demi e Selena!”

“Siete sicuri che posso? Non vorrei creare problemi?” chiese dubbiosa la ragazza

“Nessun problema Cal davvero! E poi ti dobbiamo presentare alla mamma, sarà lei a giudicare se sei adatta o meno a stare con Kevin!” rispose allegro Joe beccandosi un calcio dal fratello maggiore

“Ma che ho detto ora?” chiese innocente facendo sorridere tutti

Calliope scese dalla vettura: “Allora a dopo!”

“A dopo!” le risposero gli altri

Pochi minuti dopo Kevin fece fermare la limousine: “Ragazzi non abbiamo detto a Calliope per che ora deve presentarsi e per di più lei non sa dove abitiamo! Aspettatemi qui vado da lei, faccio in un attimo!” disse correndo dentro l’albergo e chiedendo il numero della stanza della ragazza.

Nel frattempo Calliope era salita sul terrazzo e guardando le stelle sorrise e fece una piroetta: “Oh nonno! Non sai cosa mi è successo! Ho conosciuto il ragazzo più bello e fantastico che sia mai esistito! E voi sapere una cosa? E’ innamorato di me! Sai forse per una volta il destino sta girando dalla parte giusta!”

Non seppe perché, ma estrasse la chitarra dal fodero e cominciò a suonare: le dita si muovevano leggere sulle corde, producendo un suono delicato e profondo, chiuse gli occhi e cominciò a cantare:

 

The night is getting darker
And soon the stars will be falling down to rescue us,
Sing a song for me,
Lift me higher with your words,
Sing that cold melody.

So follow me
Onto the moonlit sidewalk
And take my hand
Grip it tighter, and don't let it go

Passions taking over skies
Leaving sand behind for them to choke on
And they'll try to speak
Negatively about us,
But they can't say another word
But they'll realize,
Jealousy has taken over their minds
And the words they try to break me down with
They only make us stronger.

Kevin cercava senza successo la camera di Calliope quando, improvvisamente, udì una musica meravigliosa e la voce fresca e bellissima di una ragazza. Decise di seguire quella melodia cercando la provenienza, arrivò sul terrazzo dell’hotel e, con sua somma meraviglia, vide Calliope suonare e cantare. Decise di non interromperla, lasciandosi cullare dalle note incantevoli della canzone.

 

Did you feel that breeze?
A tide of chills just swept over me
It must of been from the brush of your hand
Pull me into your arms
A little closer baby
I wanna see you standing
Next to me

So take a walk with me,
But keep the pace down
I don't want this night to end
Can't we runaway together?

Passions taking over skies
Leaving sand behind for them to choke on
And they'll try to speak
Negatively about us,
But they can't say another word...
Calliope sentiva l’adrenalina prendere possesso del suo corpo, si sentiva libera, libera di esprimersi, libera di essere se stessa, una sensazione che si era negata per tanto tempo. Aumentò il ritmo della chitarra e la sua voce alzò il tono.

 

Passions taking over skies
Leaving sand behind in the wind for them to choke on
And they'll try to speak
Negatively about us
But they can't say another word
But they'll realize,
Jealousy has taken over their minds
And the words they try to break me down with
They all make us stronger

The night is getting darker
And soon the stars will be falling down to rescue us.

 

Smise di suonare e aprì gli occhi trovandosi di fronte Kevin che le sorrideva, iniziò a mettere via la chitarra in fretta quando, le mani calde del ragazzo si posarono sulle sue: “Cal perché fai così? Sei stata fantastica, non ho mai sentito nessuno suonare in questo modo!”

“Già nessuno infatti! Non avrei dovuto suonare!” rispose arrabbiata la ragazza

“Perché? Hai una voce fantastica!” chiese preoccupato il ragazzo

“Perché ho giurato che non avrei più suonato, ed ora come una stupida ho rovinato tutto!” disse Calliope quasi con le lacrime agli occhi

Kevin l’abbracciò protettivo e la baciò: “Scccc… non è successo niente, tranquilla. Se non vuoi suonare per me non fa niente, ero passato per dirti che manderò la limousine a prenderti verso le 7.30 ok?”

Calliope sorrise: “Ok, allora vado a prepararmi altrimenti non sarò mai pronta in tempo!” disse baciandolo e correndo verso la sua camera.

Kevin scosse la testa e sorrise dirigendosi verso le scale che lo avrebbero portato all’uscita.

Calliope si sedette sul sedile di pelle nera dell’auto, indossava un vestito bianco con le bretelline e la fascia sotto il seno nere; ai piedi aveva delle ballerine argentate e degli orecchini a goccia d’oro bianco le impreziosivano il viso. Aveva deciso di lasciare i lunghi capelli neri sciolti, i boccoli corvini le incorniciavano fluenti il viso poco truccato, sorrise: sarebbe andato tutto bene.

Mezz’ora dopo la vettura si fermò davanti il cancello di un’imponente villa, quando questo fu aperto l’auto scivolò silenziosa lungo il largo viale alberato che conduceva davanti l’abitazione dei Jonas. Calliope scese e suonò al campanello, pochi secondi dopo la porta fu aperta e apparve Kevin sorridente: “Ehi Cal, ben venuta! Sei bellissima lo sai?”

La ragazza arrossì al complimento: “Ti ringrazio, non rinuncio facilmente ai pantaloni, lo sai!”

In quel momento un bambino, che dimostrava poco più di sette anni, si intrufolò tra e gambe del ragazzo: “Ciao! Tu devi essere la nuova ragazza di Kevin! Piacere io sono Frankie il fratellino più piccolo -sorridendo le prese la mano- dai andiamo, dentro ci aspettano tutti!” disse cominciando a correre

“Frenkie! Lasciala respirare!” disse esasperato il fratello

Ahah stai tranquillo Kevin! Frenkie ma lo sai che sei davvero impaziente! Arrivo, arrivo!” disse Calliope inseguendo il bambino.

Frenkie si fermò solo quando mise piede nella sala da pranzo, un’ampia stanza con al centro un lungo tavolo di legno antico, ad un angolo era situato un divano di pelle dove erano seduti Joe, Demi e Selena intenti a vedere la televisione.

Da quella che doveva essere la cucina uscirono due persone, un uomo e una donna che, non appena la videro, le sorrisero affettuosamente, Kevin appena arrivato la fece avvicinare: “Cal questi sono mio padre Paul Kevin Jonas Sr., io sono il Jr, e mia madre Denise -poi si voltò verso i genitori- mamma, papà questa è la mia amica Calliope!”

“Molto piacere signori!” rispose Calliope stringendogli la mano poi, accorgendosi che la tavola non era ancora apparecchiata, aggiunse: “Posso darle una mano ad apparecchiare signora?”

“Oh non chiamarmi signora, chiamami pure Denise e non darmi del lei, mi fai sentire vecchia!” rispose sorridendo la signora

“Oh d’accordo Denise, posso aiutarti ad apparecchiare la tavola?” chiese titubante la ragazza

“Va bene cara, se non ti dispiace mi farebbe molto piacere!” rispose la donna conducendola in cucina.

“Aspetta mamma! Vi aiuto anch’io!” disse Kevin raggiungendo le due donne in cucina.

Appena ebbero finito di apparecchiare Denise si voltò verso Calliope: “Calliope ti andrebbe di andare a chiamare Nick, la sua stanza è al piano di sopra, non puoi sbagliarti è la prima sulla sinistra!” chiese la donna

“Certamente, vado subito!” rispose Calliope iniziando a salire le scale che l’avrebbero condotta al piano superiore dell’abitazione.

2Si fermò davanti quella che, secondo la descrizione di Denise, doveva essere la camera di Nick e bussò: “Nick, ci sei? Sono Cal, volevo dirti che la cena è pronta!” disse e, non ricevendo risposta entrò nella stanza, trovando Nick a torso nudo con una siringa in mano. Istintivamente si portò la mano sugli occhi dicendo: “Oh scusami Nick, io non immaginavo che…”

“Che ho il diabete? Bene ora lo sai!” rispose adirato il ragazzo dopo aver udito quelle parole

“No non intendevo questo, e che…”

“Che cosa? Che sono un mostro?” urlò il ragazzo avvicinandosi a lei

“No! Tu non sei un mostro! -disse la ragazza seria- Non pensarlo nemmeno per un secondo! Mi sono coperta gli occhi solo perché tu eri nudo, non c’è altro motivo!” rispose

Il ragazzo poggiò la siringa sul letto e scoppiò a piangere coprendosi il viso con le mani: “E che a volte vorrei essere normale, senza punture e tutto il resto! Normale… come gli altri!”

Calliope corse verso di lui e l’abbracciò: “Ma tu sei normale! Normale come me, Kevin, Selena, Demi e Joe… beh forse più normale di Joe -disse facendo suscitare le risa del ragazzo- il diabete non deve fermarti, anzi deve darti una carica in più, perché tu a differenza degli altri possiedi un dono che pochi hanno!”

“Ah sì, e qual sarebbe?” chiese il ragazzo stringendo nuovamente la siringa in mano

“La voglia di vivere, solo chi vuole vivere a tutti i costi può superare ogni ostacolo, non dimenticarlo mai! E tu sei fortunato, perché nei ragazzi la voglia di vivere ha un potere inesauribile, mentre nelle persone anziane, con l’avanzare dell’età, questa vola via!” disse con maggior sicurezza la ragazza

“Ne sei davvero sicura? Sei sicura che io possa avere dentro di me quest’energia?” disse con odio il ragazzo togliendo il cappuccio all’ago

“Ne sono più che sicura!” disse guardandolo negli occhi

“Ma come fai a dire simili cose! No! Io non ce la faccio! Io…” il ragazzo alzò la siringa

“Avanti Nick fallo -disse la ragazza avvicinandogli il braccio- colpiscimi in modo che il dolore fluisca via! Colpiscimi Nick!”

 

 

Nota1: la domanda che Cal pone ai ragazzi è molto personale, vi pregerei quindi di non utilizzarla in occasioni simili. Grazie

Nota2: la scena del diabete di Nick è totalmente inventata (tranne il fatto che il ragazzo abbia il diabete), non so infatti se sia mai accaduta una cosa del genere, anche perché Nick ha affermato che convive “bene” con il diabete ora, quindi non so se in passato abbia mai sofferto così.

 

Uau!!! Sono riuscita a postare due capitoli in un giorno! Spero che la storia vi stia piacendo!

Al prossimo chappy!

Aya chan

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Capitolo 3
*** part 3/4 ***


A SONG FOR YOU

                                                                                                                                                           Part 3

 

 

 

Conclusione capitolo precendente:

“Ma come fai a dire simili cose! No! Io non ce la faccio! Io…” il ragazzo alzò la siringa

“Avanti Nick fallo -disse la ragazza avvicinandogli il braccio- colpiscimi in modo che il dolore fluisca via! Colpiscimi Nick!”

 

 

 

 

Il ragazzo piangendo abbassò la siringa, conficcandole l’ago nella carne, il sangue, che fluiva dal foro nella pelle della ragazza, si mescolò con le lacrime che scendevano copiose dal viso del ragazzo.

Calliope sorrise: “Ora fammi una promessa Nick, promettimi che mai e poi mai piangerai ancora a causa del tuo elisir!” disse porgendogli un fazzoletto

“Prometto! -disse il ragazzo serio- Ma… elisir hai detto?” chiese stupito

“Sì elisir, d’ora in poi l’insulina sarà il tuo elisir, il fluido magico che ti darà la forza per affrontare le sfide di tutti i giorni, ci stai?” disse Calliope riacquistando il buon umore di prima e contagiando anche il ragazzo

“Ci sto!” disse lui abbracciandola

“Bene e ora sbrigati gli altri ci stanno a spettando e non voglio essere nei nostri panni quando scenderemo, Joe starà morendo di fame!” disse la ragazza ridendo e chiudendo dietro di sé la porta.

La cena si svolse nel migliore dei modi, tutti mangiarono allegramente, ridendo alle battute di Joe e al suo buffissimo modo di abbuffarsi che tanto faceva arrabbiare sua madre, la quale, più di una volta, era stata sul punto di svuotargli l’intera brocca d’acqua in testa.

Proprio mentre stavano finendo di mangiare il dessert Denise guardò Calliope: “Calliope ma cosa hai fatto al braccio?” chiese premurosa

La ragazza guardò il suo braccio destro e solo allora si accorse che, al posto della ferita provocata dall’ago, era apparsa una macchia violacea; nello stesso momento Nick impallidì: “Oh questo! Non è niente, quando sono entrata in camera di Nick per sbaglio ho urtato una delle sue chitarre e per prenderla al volo ho sbattuto allo spigolo del letto, e… beh questo deve essere il risultato!” disse sorridendo, mentre Nick tirava un sospiro di sollievo

“Oh meno male non è niente di grave!” disse Denise sorridendo anche lei

L’unico che non crebbe alla storia di Calliope fu Kevin che però, vista la reazione degli altri, decise di non dargli importanza.

“Ragazzi, stavo pensando… che ne dite domani di andare al museo della musica? In modo da stare insieme prima dell’inizio delle prove del concerto! E poi Cal non l’ha visto ed è di certo un posto che non può perdersi!” propose all’improvviso Selena

“Per me non fa differenza!” disse Joe riprendendo a mangiare

“Io ci sto! Sapete potrebbe essere un modo per caricarci ancora di più in previsione del concerto!” rispose allegro Nick

“Già è un’ottima idea!” si aggiunse Kevin

“Anch’io sono d’accordo con voi!” disse allegra Demi

“Perché no!” rispose Calliope sperando di non doversene pentire inseguito.

A cena conclusa Calliope e Nick si offrirono di sparecchiare e lavare i piatti, mentre gli altri si andarono ad accomodare sul divano per guardare la Tv e fare due chiacchiere.

Mentre lavavano i piatti Nick inaspettatamente disse: “Ti volevo ringraziare per avermi coperto, anzi ti volevo ringraziare per tutto quello che hai fatto per me questa sera!”

Calliope sorrise: “Scherzi, l’avrebbe fatto chiunque!”

Il ragazzo scosse la testa: “No, non chiunque!” e detto questo ricominciò ad asciugare i piatti

Calliope salutò tutti e ringraziò i genitori di Nick, Kevin e Joe dell’ospitalità, si diresse verso la porta accompagnata da Kevin; una volta superato l’uscio si girò verso di lui: “Grazie della magnifica serata! Allora… buona notte! A domani!” disse timida

“Buona notte Cal!” rispose il ragazzo abbracciandola e posandole un leggero bacio sulle labbra, prima che salisse sulla limousine.

Aspettò che l’auto superasse il cancello: “Mi piace quella ragazza, non ne esistono tante di così speciali!” disse una voce alle sue spalle

“Lo so mamma, lo so!” rispose Kevin prima di rientrare a casa.

Il museo della musica sorgeva nel centro di un immenso giardino, con siepi potate a forma di note musicali e chiavi di violino, l’edificio era bianco e dorato, le decorazioni lo rendevano simile ad un foglio pentagrammato; i ragazzi si avvicinarono all’ingresso sorprendentemente affollato per un venerdì mattina, acquistarono i biglietti e si diressero verso la prima sala.

“E questi sono i compositori italiani del XIX secolo, Cherubini, Paganini, Puccini, Rossini… insomma un sacco di -ini!” concluse Selena che si era improvvisata guida, facendo ridere il resto del gruppo.

“Ma non dimentichiamo altre figure famose quali Verdi, Mascagni, Boito e altri ancora -proseguì la ragazza entrando in un’altra sala- ed ora concludiamo con l’Italia dando un’occhiata ai compositori del XX secolo, tra i quali spicca per la fama il compositore 1Renato Dionisi, che fu autore di importanti pubblicazioni nei settori dell'armonia e del contrappunto, correntemente utilizzate nelle classi di composizione dei conservatori italiani…”

Selena continuava a parlare avanzando nella sala, ma Calliope all’udire quel nome si era fermata e, mentre Selena proseguiva il racconto della vita dell’uomo, alla mente della ragazza riaffiorarono i ricordi: vide una bambina giocare con un uomo anziano che le insegnava il pianoforte, vedeva la stessa bambina far compagnia all’uomo mentre componeva, poi la pioggia, una stanza buia, un uomo penzolava dal soffitto, la bambina sotto di lui con le mani sporche di sangue…

“Renato Dionisi morì il 24 agosto del 2000 in circostanze ancora oggi non del tutto note –proseguì Selena quando, improvvisamente, Calliope iniziò a correre verso l’uscita- ehi Calliope fermati, dove vai!” urlò la ragazza.

Correva con il viso imperlato di lacrime, correva senza sapere dove andare, ogni volta tutto si ripeteva, ogni singola volta che era a un passo dalla felicità il suo bel sogno svaniva, lacerato dagl’incubi, inciampò su uno dei gradini d’ingresso, si rialzò e vi si sedette tenendo costantemente le mani premute contro il volto con l’intento di isolarsi dal mondo, scossa di tanto in tanto dai singhiozzi sempre più acuti, messaggeri di dolore; d’improvviso una mano si posò sulla sua spalla, si voltò e, accorgendosi che questa apparteneva a Kevin, si buttò tra le sue braccia liberandosi dell’infinita sofferenza che da troppi anni affollava il suo cuore .

Kevin la strinse a sé: “Sccc… è tutto ok ora, ci sono qui io! Perché piangevi Cal?” chiese preoccupato

“Perché io… io…” provò a dire Calliope senza successo, scosse la testa, sarebbe mai riuscita a dire la verità su se stessa?

Kevin sorrise: “Se non vuoi parlarne fa lo stesso! Non devi sforzarti!” disse asciugandole le lacrime con la mano

“Ehi Cal stai bene?” chiese Selena appena arrivata sedendosi accanto a lei

“Ora è tutto ok, grazie!” rispose Calliope sforzandosi di apparire più naturale possibile

“Sei sicura ci siamo preoccupati!” disse Demi raggiungendola

“Ma sì tranquilli sto bene!” sorrise la ragazza

“Meno male, che ne dite di andare a prendere un gelato? Offre Joe!” propose Nick seguito dagli altri felici alla sola idea di un gelato ghiacciato per potersi rinfrescare

“Ma perché devo pagare io? L’idea è stata tua Nick!” urlò Joe correndo per raggiungere il gruppo.

Dopo qualche minuto speso per la scelta del gusto, tutti optarono per una coppetta di gelato con panna e ciliegina in cima, Calliope si stava gustando il suo gelato al cioccolato quando una manciata di panna la colpì dritta sul naso, Joe dall’altro capo del tavolo rideva soddisfatto.

“Ah sì, beccati questo!” disse la ragazza lanciandogli un pugnetto di panna che, schivata facilmente dal ragazzo, andò a finire in faccia a Selena la quale, raccogliendo la sfida, si affrettò a rispondere all’attacco. Alla fine della battaglia di panna tutti, nessuno escluso, erano cosparsi della sostanza appiccicosa e ridevano allegramente dell’accaduto, Nick guardò l’orario sull’orologio ed esclamò: “Ragazzi si è fatto tardi, noi abbiamo delle prove da fare!”

“Oh è già così tardi, beh a domani allora!” disse Selena abbracciandolo

“A domani ragazzi! Mettetecela tutta!” rispose energica Demi

Intanto Kevin si era appartato con Calliope e, accarezzandole i capelli, disse: “Sai vorrei tanto che tu venissi al concerto di domani sera. Che ne dici?”

Calliope sorrise: “Non me lo perderei per nulla al mondo!” disse baciandolo

Kevin era entusiasta: “Perfetto, allora ci vediamo domani alle sei davanti casa mia d’accordo?”

“Perfetto! -gli rispose la ragazza spingendolo verso gli altri- E ora sbrigati, non vorrai arrivare tardi alle prove signor guitarist!” disse ridendo allegramente

“D’accordo, d’accordo vado! Non vedo l’ora che arrivi domani Cal!” ammise salendo nell’auto nera

“Anche io!” mormorò la ragazza guardando la vettura voltare l’angolo.

Si sdraiò sul letto ed aprì il cassetto del comodino estraendone un blocco di fogli pentagrammati: “Lo so che te l’avevo promesso nonno, ma in effetti non sto facendo musica, ho solo voglia di scrivere qualcosa, spero mi perdonerai.” disse prima di iniziare a scribacchiare sui fogli.

Si guardò un ultima volta allo specchio, giacca di pelle nera attillata, vestito senza maniche a scacchi di diverse tonalità di verde con la gonna a sbuffo, stivaletti stringati in pelle neri con il tacco, stelline d’oro alle orecchie ed una lunga collana d’oro bianco girata due volte intorno al collo; sorrise soddisfatta alla sua immagine riflessa: era perfetta.

Erano da poco passate le sei quando girò l’angolo imboccando la via dove abitavano i Jonas, mancava poco al cancello della casa quando, la scena che le si presentò davanti agli occhi, la lasciò senza fiato: Kevin stava baciando un’altra ragazza.

Fece per girarsi quando lui si accorse della sua presenza e la fermò: “Cal non è come sembra io…” iniziò a dire, ma venne bloccato dalla ragazza che lo aveva raggiunto e, arpionandogli un braccio, disse: “Tesoro ma chi è questa?”

“Solo qualcuno che ha sbagliato strada.” rispose Calliope pronta ad andarsene

“Oh no, ora ho capito, tu sei una fan!” disse allegra la ragazza

“No guardi si sbaglia io…” cercò di ribattere Calliope ma fu bloccata dalla ragazza

“Non preoccuparti cara -si voltò verso Kevin- perché non le fai un autografo tesoro?” gli chiese

“Non… non credo che lo voglia.” rispose lui in evidente difficoltà

“Oh beh se è così… -guardò Calliope- sai mi stai simpatica voglio rivelarti una cosa io mi chiamo Danielle e sono la fidanzata di Kevin, devi promettermi però che non lo dirai a nessuno, questo scoop devi tenertelo per te chiaro?” le disse con il tono di una che avesse rivelato un segreto di stato

“Te lo prometto, grazie della soffiata! Allora ciao Danielle, addio Paul!” disse prima di correre via

“No aspetta Cal!” urlò il ragazzo cercando di fermarla ma la mano di Danielle l’attirò a sé

“Paul? Ma chi sarà questo Paul? Sai una cosa tesoro? Quella ragazza mi è sembrata un po’ stranetta! ” disse la ragazza cercando di spostare senza risultati Kevin che ancora fissava la strada vuota dove era passata Calliope “Tesoro ma che hai sta sera! Sembri avere la testa tra le nuvole! Dai muoviti o non arriveremo in tempo al concerto! ” aggiunse incamminandosi verso il portone di Casa Jonas e trascinando il ragazzo che, ben presto, si arrese seguendola.

Mentre camminava Kevin pensava alle ultime parole di Calliope e si domandava: possibile che Danielle non conoscesse il suo primo nome, nonostante fossero stati insieme per così tanto tempo?

Non ebbe modo di rimuginarci nuovamente sopra, accorgendosi di essere ormai giunto davanti il portone di casa.

Calliope si buttò sul letto in lacrime: “Avevi torto nonno! Qui non c’è un bel niente per me, solo altro dolore e altri dispiaceri! Che cosa speravo di trovare venendo qui! Il mio bel sogno si è trasformato un orrido incubo! Perché, perché? Dimmelo nonno è! Che cos’ho di sbagliato! Cosa ho fatto per meritarmi questo! Oh nonno, sta volta hai sbagliato le tue previsioni. Non c’è futuro per me, ne felicità”

Poggiò la valigia sul letto e cominciò a riempirla di vestiti, vi buttò dentro le ultime cose quando dalla tasca di un paio di pantaloni fuoriuscì un foglio che si adagiò sul pavimento.

Lo raccolse e lesse il contenuto, poi con rinnovata decisione prese un foglio ed una busta, si sedette sul letto e incominciò a scrivere.

Mancava un quarto d’ora all’inizio del concerto e nel suo camerino Kevin urlava senza ritegno: “Lo vuoi capire che tra noi è finita Danielle? Possibile che tu non riesca a convincertene!”

“Ma tesoro, non è possibile, io ti amo!” rispose la ragazza prendendogli le mani

“Io no! E’ da tanto, troppo che va avanti questa storia, ma ora basta: io ti lascio Danielle e questa volta per sempre!” disse risoluto il ragazzo

“Sia! Ma non sai cosa ti perdi lasciandomi! E non credere che io ti consolerò quando verrai da me piangendo, e no mio caro, scordatelo!” le rispose voltandosi di schiena

“Bene, anzi benissimo! –fece per andarsene poi si voltò- posso farti un’ultima domanda?”

“Avanti, dimmi.” disse la ragazza guardandolo

“Qual è il mio primo nome?” chiese fissandola

“Ma che domanda è, lo sanno tutti che il tuo primo nome è Kevin!” rispose esasperata la ragazza

Kevin sorrise e si avviò verso la porta: “Già, lo immaginavo!” disse prima di chiudersela alla spalle.

Stava per avviarsi a prendere la chitarra quando una voce lo fece voltare: “Kevin! Kevin aspetta!” si girò e vide Selena con il fiatone che si fermò di fronte a lui: “Kevin, Big Rob mi ha dato questa per te -disse porgendogli una busta da lettera- dice che è molto importante e che devi leggerla prima del concerto!”

Kevin ringraziò la ragazza e aprì la busta, all’interno trovò una lettera la aprì, la calligrafia era stranamente chiara per essere scritta a mano, incuriosito incominciò a leggerla:

 

“Ciao Kevin,
sai il mondo a volte è strano: credi di avere piccole certezze tra le mani e di poterle stringere all'infinito, spremerle sino a farle penetrare attraverso i pori della pelle, viverle, divorarle, aggredirle e farle tue, infinitamente tue, soltanto tue. Poi, basta un non nulla, un solo secondo, una nuova folata di vento: abbassi lo sguardo e scorgi i tuoi perni insinuarsi attraverso le dita, scivolare via con una facilità ed una logica che non avevi calcolato.

La vita sa essere molto elegante quando si sgretola ed è tremendo che sia di nuovo giunto il momento per me di partire, di dire addio un’altra volta, di cercare un nuovo posto che mi accolga.

Ti chiederai il perché di questa mia lettera, ebbene ho deciso di rivelarti la verità, ho deciso di non nascondermi più dietro un velo di bugie.

Mi chiamo Calliope Viola Dionisi, sì Dionisi, ti suona familiare vero?

2Già, sono la nipote del grande compositore Renato Dionisi. Sono italiana, proprio come mio nonno, figlia indesiderata di due genitori separati, da quanto ricordo non ho mai visto i miei genitori andare d’accordo, litigavano tutti il giorni tirandosi piatti e ogni genere di cosa gli capitasse a portata di mano. Mio padre usciva ogni giorno per bere, quando tornava a casa ubriaco, se la prendeva con me, picchiandomi con ogni genere di utensili. Ero deperita e ogni centimetro del mio corpo era ricoperto di lividi, la vita non era stata pietosa con me.

La vita mi sorrise per la prima volta il giorno del mio sesto compleanno, mio nonno, venuto per salutarmi, assistette alla scena di mio padre che mi percuoteva con una cinta, senza dire niente fece le valigie e mi portò con sé a Milano, dove abitava da pochi anni.

Vissi sei anni con mio nonno, i sei anni più belli della mia vita, mi insegnò a suonare la chitarra, il piano e l’arpa, imparai il significato di armonia, fui istruita all’arte del canto e della composizione, seguivo lezioni di danza classica ogni giorno; ogni attimo, ogni secondo, ogni battito del mio cuore girava intorno alla musica e mio nonno era al centro di essa.

Mi sembrava di vivere un sogno ed il mio desiderio era che potesse durare il più allungo possibile, purtroppo tutti i sogni sono destinati a finire, e così fu per il mio: s’interruppe la notte del 24 agosto del 2000.

Ero appena rincasata dalla scuola dopo una giornata piuttosto faticosa e non vedevo l’ora di raccontare tutto al nonno, così, impaziente, mi diressi verso lo studio dove era solito comporre, bussai un paio di volte, poi entrai, la scena che mi si presentò davanti agli occhi mi raggelò: mio nonno, con il collo legato al lampadario, penzolava sopra ad una pozza di sangue proveniente dai suoi polsi incisi. Urlai, mi avvicinai cercando di tirarlo giù, scivolai e caddi sul pavimento, il corpo ricoperto di sangue ed il viso pieno di lacrime: avevo solo dodici anni.

La vicina, udendo le mie urla, si era precipitata in casa e, alla vista di quello scenario spaventoso, chiamò immediatamente i carabinieri. Questi, una volta in casa, decisero di portarmi in ospedale ma, prima d’essere trascinata via, scorsi una busta che sporgeva dal taccuino del nonno, la presi: sentii il rumore della porta dello studio chiudersi alle mie spalle, asciugai una lacrima furtiva, quella fu l’ultima volta che vidi mio nonno.

Qualche giorno più tardi, ancora ricoverata in ospedale, decisi di aprire la busta e lessi la lettera in essa contenuta, l’aveva scritta mio nonno ed era indirizzata a me, mi chiedeva di perdonarlo per avermi abbandonata così presto, aggiungeva i motivi che lo avevano spinto a commettere quel gesto disperato: “l’invidia” che da tempo ormai si era insediata nel conservatorio in cui insegnava.

Scriveva che non riusciva più a vivere, ogni nuovo concerto che componeva era oggetto di crudeli battute e di spregi; non era più preso sul serio da nessuno, i suoi concerti diminuivano a vista d’occhio, ammise che fu la mia presenza nella sua vita a farlo desistere dal quel intento per molti anni. Mi disse di non essere triste per lui e di non pensare che la colpa di quel gesto fosse mia, scrisse che non avrei mai dovuto smettere di suonare perchè la musica era la mia aria, era l’essenza che mi permetteva di vivere.

Le ultime due righe della lettera erano quasi completamente sbiadite ed impiegai più di un’ora per decifrarle, tutt’ora per me sono prive di senso, mi chiedeva di promettergli che il giorno del mio sedicesimo compleanno sarei partita per la città degli angeli, aggiunse che solo lì mi si sarebbe mostrata la vera strada da seguire e che avrei trovato la mia musica.

Non parlai a nessuno della lettera, due giorni dopo fui affidata ad una famiglia che si sarebbe presa cura di me. I miei due nuovi genitori si dimostrarono subito gentili con me, dandomi la possibilità di vedere un’ultima volta la casa del nonno e di portare via qualunque cosa volessi.

La casa, senza la presenza del nonno, mi parve vuota, vi rimasi solo lo stretto necessario per portare via le cose a cui tenevo di più: presi le tre chitarre del nonno, tutti gli spartiti ed i fogli pentagrammati che riuscii a trovare, la penna stilografica che il nonno usava per comporre e le boccette del suo inchiostro preferito. Prima chiudere il portone e di dire addio a quella casa e a quella felicità di cui avevo goduto così poco, feci una promessa: non avrei più suonato, composto e cantato fino a quando non avessi trovato una nuova ragione per farlo.

La mia nuova vita non fu piacevole, i miei genitori acquisiti non c’erano mai, lavoravano dalla mattina alla sera ed io, insieme alla figlia dei vicini, ero affidata a due tutori, due vecchi barbuti il cui unico scopo nella vita era bacchettarmi ogni volta che mi distraevo.

Ben presto io ed Anna, la figlia dei vicini che condivideva con me quello strazio, diventammo amiche, anzi migliori amiche, condividevamo tutto e dopo qualche tempo le raccontai la mia storia.

Passarono sette anni ed io non ero riuscita a mantenere nessuna delle promesse fatte al nonno, ancora non avevo ripreso a suonare e la città degli angeli era ancora là, lontana e esclusa dalla mia vita. Accadde tutto in una notte, mio padre, il mio vero padre, scoperto dove abitavo era riuscito ad intrufolarsi in casa, io ero da sola nella mia camera, entrò spalancando la porta e si levò la cintura dai pantaloni, non l’avevo mai visto così ubriaco, cominciò a frustarmi, ma questa volta reagii, lo spinsi fuori dalla camera e gli intimai di andare via, lui non volle darmi retta, allora lo spinsi ancora, inciampò e cadde per le scale. Lo vidi immobile sul pavimento e capii che era giunta l’ora di mantenere la prima delle promesse fatte al nonno: feci le valigie e presi il primo aereo per Los Angeles.

Questa sono la vera io, il resto della storia lo conosci già, è la fine che ti manca, ma quella è un enigma anche per me.

Non so perché quella sera sul tetto ho suonato, e probabilmente non lo scoprirò mai, uno dei tanti arcani di questa mia strana vita.

Prima di dirti definitivamente addio, ho altre due cosa da rivelarti.

La prima è un segreto che mio nonno mi rivelò durante una delle nostre lezioni, le parole precise erano “Devi amare per poter suonare.” E voi avete dimenticato come si fa, pensa alle montagne russe, alla guerra di vernice, alla battaglia di panna, ricordi com’eravate spensierati, vi divertivate: è così che dovete suonare. La musica è prima di tutto divertimento, bisogna amarla per poterla suonare. Quando suonate dovete fondervi in unica persona, dovete essere un tutt’uno, produrre un’unica melodia. Pensate a quello che amate, alle persone che amate, a Danielle, vi aiuterà, è questo il segreto, è questo che avete dimenticato.

Nella busta, oltre a questa lettera, troverai una canzone, l’ho composta in questi giorni, è per voi, nella speranza che possiate suonarla e che vi possa restituire la fiducia che avete perduto: sai è l’ultima che scriverò.

Non sono più in animo di comporre canzoni. Le canzoni sono venute con te e se ne vanno con te.

I pochi giorni di meraviglia che ho strappato dalla tua vita erano quasi troppo per me.
Non tornerai più da me, entrambi avremo troppe preoccupazioni…

e la felicità per te non sarà qualcosa che avrà il mio nome.
Sai, stanotte ho pianto come una bambina pensando alla mia sorte e pure alla tua, che ne sarà di noi adesso, di me, persa in questo labirinto senza uscita; di te, perso in questo amore senza sentimento.

Se ho mai detto o fatto qualcosa che non potevi approvare, perdonami.

E ora, addio per sempre. 

Le nostre strade si dividono qui, la tua ha il sapore dolce della musica, la mia è dissestata e piena di buche, ma forse con il tempo riuscirò a renderla stabile come la tua e un giorno anche io potrò finalmente essere libera.

Ti chiedo solo un favore, non dimenticare i bei momenti passati insieme.

Tu non dimenticarmi

Cal

 

Finì di leggere la lettera, la strinse con forza tra le  mani: “Stupida!” disse abbassando di scatto il braccio.

“Ehi Kevin sei pronto? Tra cinque minuti si va in scena!” urlò allegramente Joe avvicinandosi al fratello, questi quando lo vide gli mise le mani intorno alle braccia e lo guardo serio in viso: “Joe, ho bisogno che tu faccia una cosa per me!”

“E cosa sarebbe? Oh no, non dirmelo, non farò nulla che coinvolga Nick, lo sai quanto è teso prima di un concerto e non sarò certo io a…”

“Joe vuoi ascoltarmi una buona volta! Ho bisogno che tu posticipi il concerto! -strinse la presa intorno alle braccia- Allora lo farai?” chiese

Aho, d’accordo, d’accordo lo farò, basta che tu mi lasci!” rispose esasperato il fratello

Kevin lo abbracciò: “Grazie Joe, sapevo di poter contare su di te!” gli mise la busta in mano e cominciò a correre, quando arrivò alla porta d’ingresso dello stadio si voltò: “Beh fammi gli auguri!” urlò prima di sparire

Joe lo salutò: “Augu… ehi ma si può sapere per quale motivo devo posticipare il concerto? -poi si accorse della busta che aveva in mano- E questa cos’è?”

“Posticipare il concerto? Ho sentito bene?” chiese Nick appena arrivato

Joe si voltò e sorrise colpevole: “Ehm, me l’ho a chiesto Kevin e poi si è volatilizzato!”

Nick cominciò a camminare avanti e indietro: “Dobbiamo inventarci qualcosa, se lo conosco bene non tornerà prima di un quarto d’ora! -per sbaglio il suo sguardo si posò sulla mano Joe- E questa cos’è?” disse prendendo in mano la busta che il fratello teneva fra le dita

“Non ne ho la più pallida idea, me l’ha data Kevin!” rispose Joe innocente

“Visto che a quanto pare abbiamo un bel po’ di tempo, tanto vale aprirla!” disse Nick estraendone il contenuto e cominciando a leggerlo.

Calliope, chitarra in spalla e valigia fra le gambe, era seduta su una delle poltrone d’attesa al Gate 6 del Los Angeles International Airport, si alzò per affacciarsi ad una delle enormi vetrate che circondavano l’intera sala, sorrise, quella città era ancora più bella di notte, le luci multicolori che adornavano gli alti grattacieli sembravano candele danzanti nella notte e, con un battito di ciglia, la città appariva ora come uno scintillante cielo stellato ricoperto da una sottile polvere argentata.

Lo speaker annunciò l’arrivo dell’aereo, Calliope diede un ultimo sguardo alla città degli angeli, chissà se l’avrebbe mai rivista, portò le mani agli occhi e si accorse che erano bagnati, cercò di non pensarci, prese i bagagli e si diresse verso l’uscita del gate.

 

 

Nota1: tutto quello che riguarda la biografia di Renato Dionisi è veritiero, il resto è frutto di mia invenzione, non è vero, infatti, che sia morto in circostanze ignote, credo che sia deceduto di vecchiaia. Anche i “flash” di Calliope sono di mia invenzione.

Nota2: non so se Dionisi abbia una nipote, ma di certo non è Calliope, tutto ciò che è scritto sulla lettera è pura invenzione, comprese le circostanze della morte di Renato Dionisi che, come già detto, credo sia avvenuta a causa della vecchiaia. Calliope non è quindi la nipote di Dionisi, è un personaggio inventato da me che si ispira ad una cara amica.

 

 

 

 

Ecco qui il terzo capitolo di questa storia, spero sia di vostro gradimento come lo sono stati gli altri!!!

Vorrei ringraziare juliet e sbrodolina per i loro commenti, grazie ragazze spero che anche questo chappy vi piaccia!!!

Al prossimo ed ultimo capitolo!!!!

Aya chan

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** part 4/4 ***


A SONG FOR YOU

                                                                                                                                                           Part 4

 

 

 

Conclusione capitolo precendente:

Lo speaker annunciò l’arrivo dell’aereo, Calliope diede un ultimo sguardo alla città degli angeli, chissà se l’avrebbe mai rivista, portò le mani agli occhi e si accorse che erano bagnati, cercò di non pensarci, prese i bagagli e si diresse verso l’uscita del gate.

 

 

 

Kevin arrivò ansante all’aeroporto, dopo un paio domande raggiunse il gate 6 in tempo per udire una voce femminile risuonare nella sala: “Avviso a tutti i passeggeri, il volo 773489 diretto a Milano è appena partito dalla pista 9! Si pregano i gentili passeggeri di lasciare libero il gate per la seguente partenza grazie.”

Strinse i pugni e si sedette su un dei divanetti coprendosi il viso con le mani: “Stupido, stupido, stupido! Come ho potuto anche solo pensare che sarei arrivato in tempo, l’ho persa, persa per sempre e non nemmeno avuto modo di dirle la verità!”

“Perché non gliela dici adesso!” disse la voce di una ragazza

Kevin alzò il viso dalle mani, riconobbe immediatamente quella voce ma non credette alle sue orecchie, si voltò e, con grande meraviglia, la vide lì, di fronte a lui, che a stento tratteneva le risate, si passò una mano sul volto: “Come è possibile tu dovresti essere sull’aereo a quest’ora!” disse ancora confuso il ragazzo

Calliope si fece seria: “Non sono riuscita a partire, il mio cuore non me lo ha permesso!” ammise

“E il mio non mi avrebbe permesso di lasciarti andare via! Ho chiuso con Danielle…”

“No Kevin, non devi farlo per me, tu devi essere felice, tu…”

“Ma io sono felice solo con te, è grazie a te che sono di nuovo me stesso, che ho passato dei giorni magnifici e mi sono divertito come non facevo da tempo, tu ci hai guariti, mi hai guarito, ci hai dato la forza che ci farà salire su quel palco sta sera! Possibile che tu non lo capisca? Avrei mai potuto suonare di fronte a miliardi di persone pensando a Danielle?! E’ per te che sono corso fin qui, perché senza di te non riesco più a suonare, senza di te non sono più nulla, mi hai stregato Cal, capisci? Sei tu la persona che ho cercato per tutto questo tempo: tu sei la mia canzone.” disse Kevin aprendo finalmente il suo cuore

Dagli occhi di Calliope iniziarono a scendere copiose lacrime salate che lei non riuscì a fermare: “Kevin io non so che dire!”

Lui le posò un dito sulle labbra: “Sccc, non c’è niente da dire.” disse prima di baciarla, un bacio carico di tutte le parole che non erano riusciti a dirsi, di quelle ore in cui erano stati separati, di quei sentimenti che non si erano ancora rivelati.

Kevin le asciugò le lacrime con i pollici: “Ti giuro che nessuno ti farà più piangere, non sarai più sola, questa felicità sarà nostra per sempre!” Calliope si butto tra le sue braccia e lui la strinse forte a sé, come se quel fragile fiore potesse volare via: “Ti amo Cal.” le sussurrò dolcemente

Erano ancora abbracciati quando, dalla televisione della sala, udirono una voce familiare: “Ehm vi chiediamo di pazientare ancora qualche minuto, i problemi tecnici verranno prontamente risolti!”

Poi un’altra voce questa volta anche fin troppo familiare prese il microfono: “Kevin ovunque tu sia se non ti presenti qui tra cinque minuti sei un fratello morto, mi hai capito?”

I due scoppiarono a ridere, Calliope prese Kevin per mano e cominciò a correre: “Muoviti o saremo morti tutti e due!” disse seguita dal ragazzo che aveva realizzato solo in quel momento di aver abbandonato i fratelli in balia di milioni di fan.

Arrivarono allo stadio tutti trafelati, Joe e Nick gli andarono incontro e il fratello mediano lo prese per la giacca: “Hai una pallida idea di quanto sei in ritardo? Là fuori ci sono miliardi di fan che aspettano solo noi, dimmi quale lettera della parola “Miliardi” non ti è chiara? -poi rivolgendosi verso Calliope- E tu vedi di non distrarlo almeno quando deve suonare ad un concerto!” disse facendo ridere tutti

Calliope lo abbracciò e gli sussurrò all’orecchio: “Grazie di tutto Joe!”

Per tutta risposta Joe sussurrò a sua volta: “Sono felice che tu sia rimasta, del resto senza un’imbranata come te non c’è divertimento!”

La ragazza gli diede un colpetto sulla spalla e divertita rispose: “Senti chi parla, ti aspetto per la prossima battaglia!”

“Oh sta certa che non mancherò! E ora su andiamo, là fuori ci sono un sacco di pollastrelle che aspettano solo noi!” disse trascinando fuori Kevin e Nick che, al solito, erano senza parole.

“Bentornata Cal! Sono felice che tu sia rimasta!” disse Demi che, non appena la vide, l’abbracciò felice

All’abbraccio di gruppo si aggiunse anche Selena che, con un grande sorriso, le disse: “Non saremmo stati gli stessi senza di te! Ormai sei parte del gruppo!”

“Grazie ragazze, vi voglio bene! -disse Calliope ricambiando felice l’abbraccio, poi sentendo il suono delle chitarre di Nick e Kevin- Ma è già cominciato? Dai ragazze andiamo!” urlò trascinando Selena e Demi verso il retro palco.

Il concerto fu un successo, Calliope rimase senza parole, non aveva mai sentito i ragazzi cantare così bene e con così tanta energia, era come se sul palco non ci fossero tre persone ma una, non tre melodie ma una sola musica in perfetto equilibro armonico, tutti dietro al palco erano al settimo cielo, specialmente Selena e Demi che urlavano da circa un’ora.

Calliope guardò il cielo stellato e sorrise: “Grazie nonno!” disse lasciando che il suo dolce ricordo, scudo di cristallo dalla vita di quegl’anni, potesse librarsi finalmente verso l’infinito; non avrebbe più avuto bisogno di lui, ora aveva finalmente raggiunto la felicità.

Improvvisamente una melodia che aveva un non so che di familiare iniziò a danzare nell’aria seguita dalle parole di un ragazzo: “Siamo giunti alla fine di questo concerto e vorremmo concludere con una canzone inedita che ha un significato speciale per noi, questa canzone è stata composta dalla persona senza la quale non saremmo qui sta sera! Grazie Cal 1this song is for you!”

Calliope si coprì la bocca con le mani per lo stupore, mai si sarebbe aspettata una dedica del genere, si posò una mano sul cuore che, quella sera, batteva all’impazzata quando Joe cominciò a cantare:

 

I walked across the crowded street.
A sea of eyes, they cut through me.
And I saw you in the middle.
Your upset face, you wear it well.
You camouflage the way you feel,
When everything's the matter.

Calliope rimase colpita, i suoi passi di danza s’intonavano perfettamente con il ritmo della canzone, era come se fosse nato per cantarla, come se quella canzone fosse parte della sua anima.

Joe si voltò verso di lei e cominciò a camminare pericolosamente nella sua direzione, Selena e Demi, che avevano compreso le intensioni del ragazzo, fecero appena in tempo a metterle un microfono nelle mani che, senza lasciarle neanche il tempo di pensare, Joe la trascinò con sé sul palco facendo solo in tempo a dirle: “Canta con me.”

Calliope fu colta alla sprovvista e, con una magnifica piroetta, riuscì ad evitare una rovinosa caduta; le parole di Joe l’avevano colpita, lo guardò e fece un segno di assenso, chiuse gli occhi e intonò con lui il ritornello:


We've all been down that road before.
Searching for that something more.
World's spinning 'round.
There's no sign of slowing down.
So won't you take a breath?
Just take a breath.

 

People change and promises are broken.
Clouds can move and skies will be wide open.
Don't forget to take a breath.

 

Calliope si muoveva sinuosa, la voce dolce e piena d’energia fendeva l’aria, era come se il suo corpo e la sua voce fossero fusi con la canzone, come se lei in realtà fosse l’incarnazione di quella melodia. Joe rimase sbalordito dalla maestria della ragazza, ma non si fece intimorire anzi, rispose

ai passi di Calliope seguendone il ritmo. Il risultato fu che i due sembravano in perfetta armonia di suoni e danza, continuarono fino al termine del ritornello, poi Nick, dopo un assolo di Kevin, cantò la seconda strofa:

Blink our eyes, life's rearranged.
To our surprise, it's still OK.
It's the way things happen.
Summer comes and then it goes.
Hold on tight, embrace for cold.
And it's only for a moment.

Calliope si avvicinò a Kevin e lo imitò, immaginando di suonare la chitarra, il ragazzo le sorrise, lei lo contraccambiò poi voltandosi riprese a cantare e, con una rovesciata in avanti ad una sola mano, fu di nuovo vicino a Joe che, insieme a Nick, intonò il ritornello:

 

We've all been down that road before.
Searching for that something more.
World's spinning 'round.
There's no sign of slowing down.
So won't you take a breath?
Just take a breath.

People change and promises are broken.
Clouds can move and skies will be wide open.
Don't forget to take a breath.

Life isn't suffocating.
Air isn't over rated.

World's spinning 'round.
There's no sign of slowing down.
So won't you take a breath?
Just take a breath.

World's spinning 'round.
There's no sign of slowing down.
So won't you take a breath?
Just take a breath.
Take a breath.

Nell’ultimo ritornello diedero tutti il massimo: Kevin, muovendo rapido le dita sulle corse, si cimentò in accordi quasi impossibili; Nick, nonostante l’evidente stanchezza, effettuava assoli incredibili; Calliope e Joe invece spinsero al massimo le loro voci, concludendo acuti strepitosi.


People change and promises are broken.
Clouds can move and skies will be wide open.
Don't forget to take a breath.

World's spinning 'round.
There's no sign of slowing down.
So won't you take a breath?
Don't forget to take a breath.
Don't forget to take a breath.

 

La canzone si concluse nel momento in cui una leggera pioggerella iniziò a cadere lenta, Calliope era senza fiato e con il cuore che minacciava di uscirle dal petto, sorrise e dai suoi occhi incominciarono a scendere copiose le lacrime che si mescolarono alle gocce di pioggia, si baciò la mano e la protese verso il cielo: dal quel momento in poi non sarebbe più stata sola.

Scappò dietro le quinte, raggiunta qualche minuto dopo da Kevin che, sollevandola da terra, la strinse a sé eccitatissimo: “Ce l’hai fatta Cal, ce l’hai fatta!”

Le gli fece un sorriso dolcissimo: “Non ci sarei mai riuscita senza di te Kevin. Grazie.”

Lui la strinse ancora di più al petto e le baciò il capo: “Te la saresti cavata benissimo anche senza di me, hai un grande talento, sei speciale Cal! Io non ho…”

La ragazza le mise un dito sulla bocca: “No Kevin, senza di te non sarei mai arrivata fin qui. Ero persa in un labirinto di dolori e fantasmi che mi ancoravano ad un passato utopico al quale sapevo bene di non poter tornare, tu mi hai salvata, mi hai ridato la speranza di poter ricominciare, di poter sognare di nuovo la felicità. Tu hai fatto tutto questo per me. Kevin tu sei il mio ieri, il mio oggi e il mio domani, tu sei la mia musica. Ti amo.” concluse baciandolo teneramente

All’udire quelle parole Kevin capì quanto fosse profondo il legame che l’univa a quella ragazza, rispose con passione al bacio, passando le mani intorno ai suoi fianchi e percepì le tremanti mani di lei cingerli il collo. Erano ancora abbracciati quando un voce li scosse: “Basta con queste effusioni in pubblico! Tutto questo zucchero mi farà venire una mega caria! Kevin questa ragazza ti ha proprio rammollito fratello!”

“JOEEE!” urlò Kevin facendo scoppiare tutti in una fragorosa risata

Calliope abbracciò Joe sorridente: “Grazie Joe per tutto quello che ha fatto sta sera!”

Il ragazzo ricambiò l’abbraccio: “Mi sa che sono stato contagiato anch’io!” ammise facendo ridere tutti di nuovo.

Nick si avvicinò alla ragazza che corse ad abbracciarlo: “Sono felice che tu sia rimasta.” ammise sorridendo

Lei gli scompigliò i capelli: “Anch’io! Sai, credo proprio che non sarei riuscita a resistere senza di voi! Mi sarebbe mancata soprattutto l’opportunità di battere definitivamente Joe!” disse sorridendo

Joe scosse la testa: “Sei senza speranza, lo sai che vinco sempre! Comunque devo ammettere che mi ero sbagliato sul tuo conto, sei grande… ma non abbastanza da potermi battere!” concluse beccandosi uno scappellotto da Kevin che, dietro di lui, meditava ancora vendetta.

Nick che abbracciava ancora Calliope disse improvvisamente rivolto a Kevin: “Kev hai già detto a Cal della novità?”

Calliope sollevò la testa dalla spalla di Nick: “Quale novità? -poi rivolta verso Demi e Selena, l’una tra le braccia di Joe e l’altra sulle spalle di Kevin- Ragazze voi ne sapete qualcosa?”

“Assolutamente no!” risposero disorientate anche loro

In quel momento Kevin prese la parola: “Bene visto che quest’anno sarò maggiorenne, abbiamo deciso di comprare una casa per vivere tutti insieme, che ve ne pare?”

L’urlo di felicità delle tre ragazze, che per poco non rompeva i timpani ai poveri fratelli, risultò a Kevin come un’ottima risposta.

“Ma come, quando…” provò a dire Calliope troppo eccitata per finire la frase

“Già, insomma, io…” continuò Selena con scarsi risultati

Auau!” concluse Demi scatenando le risate dei tre ragazzi

“Diciamo che ci stavamo pensando da tempo, ma dopo i recenti fatti abbiamo deciso di diventare un’unica grande famiglia!” concluse Kevin sorridendo

Calliope corse ad abbracciarlo facendo cadere lui e Selena sull’enorme divano di pelle dietro di loro, scoppiarono a ridere felici, Calliope e Selena si guardarono complici poi, presi due cuscini, li tirarono in faccia a Joe, scatenando il divertimento di tutti.

“Guerra di cuscini?” propose il ragazzo che non poteva sopportare un simile affronto

“E sì.” disse grave Nick prendendo un cuscino e tirandolo in faccia a Kevin il quale rispose prontamente all’attacco.

Le piume volavano per la stanza ed i ragazzi esausti continuavano a lottare ridendo come matti, Calliope si fermò un attimo a guardare la scena, sorrise, ora ne era certa, il suo futuro sarebbe stato davvero brillante. Un cuscino che la centrò in pieno viso, la fece riscuotere dai suoi pensieri, vide Joe ridere a crepa pelle vantandosi dell’ottima mira, ghignò malefica e si lanciò all’attacco: “JOEEE, questa me la paghi!” urlò prima di lanciargli contro tre cuscini.

Ora poteva finalmente dire di conoscere il sapore della felicità, e doveva proprio ammettere che…era davvero FANTASTICO!!!

 

 

Nota1: traduzione della frase in inglese “questa canzone è per te”

 

Le canzoni citate in questa storia sono:

-“Hold on” e “Take a breath” by The Jonas Brothers

-“Stronger” by Demi Lovato

 

 

Siamo finalmente giunti alla conclusione di questa storia!!!

Quasi non mi sembra vero, ho passato nottate intere a scriverla e altrettante a cancellare e ricominciare da capo,

è stata dura per me perché è la prima volta che scrivo di persone reali e ho cercato di riprodurre al meglio il carattere

di ciascun personaggio, le proprie paure, i segreti e soprattutto le scene in cui i Brothers sono da soli.

Il personaggio più difficile è senz’altro Calliope, mi sono dovuta impegnare molto per renderla reale il più possibile,

lei rimane comunque un personaggio di mia fantasia.

All’inizio avevo pensato di renderla un fantasma, una specie di brezza che fa rinascere i ragazzi e poi svanisce nel nulla,

in seguito è nata l’idea della ragazza dal passato misterioso, dalle grandi doti canore nascoste nel profondo dell’animo

che incanta il più grande dei fratelli Jonas e risveglia nel gruppo i vecchi valori ormai perduti,

facendo brillare di nuovo la loro stella e che sarà a sua volta salvata dal ragazzo capace di donarle finalmente la felicità.

Il background non è stata la sola difficoltà da superare, anche il carattere di Calliope mi ha dato un bel po’ da fare perché,

come avete potuto notare, a volte è solare e piena di vita poi, un attimo dopo, cade nella solitudine e nel dolore più profondi;

basta una piccola cosa, il racconto di Selena nel museo, a farle ricordare la sua vecchia vita ed il dolore racchiusa in essa;

per questo è stato molto difficile realizzare questo personaggio e spero di averla resa al meglio!!!

Questo è tutto, un bacione e un grazie speciale per aver letto la mia storia!!!!

Aya chan

 

 

AVVISO:

per chi fosse un fan dei Jonas Brothers, i fratelli si esibiranno il 5 ottobre alle 15.00 a Milano a Piazza Duomo!!!

Per maggiori informazioni visitate il sito www.jonas-brothers.it

 

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