I'm a demon.

di alice frost
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Phil Coulson entrò nella Sala di Comando, dove Nick Fury lo stava aspettando.
-Signore- si schiarì la voce Coulson. Fury si voltò a guardarlo con il suo unico occhio buono
-Agente Coulson, dopo i fatti accaduti alla base siamo costretti a riprendere in mano un progetto che avevamo chiuso, ma che è la nostra unica speranza- cominciò
-Sta parlando dell’iniziativa Vendicatori, signore?- lo interruppe Coulson
-Esattamente- confermò Fury
-Ma il progetto era stato chiuso per dei disguidi- ribattè l’agente
-Data la situazione non possiamo fare a meno di metterlo in atto. La incarico di andare a convocare le persone più facilmente reperibili nominate in queste schede- disse Fury. Porse a Coulson un plico di buste. L’agente le contò: una, due, tre, quattro, cinque... sei. Il viso di Coulson assunse un espressione sorpresa. Aprì una alla volta le buste e lesse i nomi dei futuri Vendicatori: Tony Stark, plurimiliardario meglio conosciuto come Iron Man; Steve Rogers, reduce della Seconda Guerra Mondiale, meglio conosciuto come Capitan America; Thor, dio del tuono proveniente dal mondo di Asgard; Agente Natasha Romanoff, spia dello SHIELD, conosciuta anche come Vedova Nera; Dottor Bruce Banner, esperto di radiazioni gamma, può trasformarsi in un enorme mostro verde arrabbiato con il nome di Hulk. Quando Coulson arrivò a leggere il nome sulla sesta scheda sgranò gli occhi per lo stupore
-Signore, ne è davvero sicuro? È da cinque anni che non la vediamo, non sappiamo se è affidabile- disse, con un tremore nella voce
-Sono certo che ci aiuterà, è una giusta causa, la conosco fin troppo bene e non si lascerà sfuggire un occasione del genere- rispose pacato il Direttore
-Ha quasi ucciso uno dei nostri migliori agenti- disse Coulson in un sussurro spaventato
-Non era in sé, e aveva delle buone ragioni per farlo- ribatté Fury con decisione. L’agente sospirò e richiuse la scheda.
-Puoi andare- disse Fury, voltando la schiena a Coulson. Lui salutò e uscì dalla Sala di Comando, dirigendosi verso l’Hangard dei Jet e cominciando a digitare un numero di telefono, e chiamò. Dopo un paio di squilli risposero
-Da?- rispose in russo la persona dall’altro capo del telefono
-Peredat’ mne vash boss- ordinò Coulson. Ci fu un attimo di trambusto, poi risposero
-Kto ty, chert voz'mi!- disse un uomo
-Sei al 114 di Snelski Plaza, terzo piano. Abbiamo un F-22 a 8 miglia esatte. Passami la donna o farò saltare l’isolato prima che tu raggiunga l’ingresso- rispose Coulson con decisione. Ed era vero. Ci fu un attimo di silenzio, poi del trambusto, e Coulson capì che il telefono era nelle mani della donna
-Devi rientrare- disse l’agente
-Stai scherzando? Sto lavorando- rispose la donna con sorpresa
-Alta priorità- continuò Coulson
-Sono nel bel mezzo di un interrogatorio, ‘sti imbecilli mi stanno dicendo tutto- ribattè la donna. Si sentì una voce di sottofondo che diceva “Io non sto dicendo tutto” con un forte accento russo
-Senti, non posso abbandonare proprio adesso- disse la donna
-Natasha, Barton è stato compromesso- rispose Coulson. Ci fu un attimo di pausa
-Resta un attimo in linea- disse Natasha. Poi cominciarono a sentirsi rumori di una lotta. Coulson attese pazientemente, finchè Natasha non tornò al telefono
-Dov’è Barton adesso?- chiese lei
-Non lo sappiamo- rispose Coulson
-Ma è vivo?- chiese ancora
-Pensiamo di sì, la aggiornerò su tutto quando tornerà. Ma prima, deve parlare con il gigante- rispose Coulson
-Coulson lo sai che Stark non si fida di me neanche quando dormo- rispose la donna
-Uhm, a Stark ci penso io, lei pensi al gigante- la corresse Coulson. Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Natasha imprecò in russo e chiuse la chiamata. Coulson intascò il telefono e salì sull’aereo.
-Salve Agente- lo salutò il pilota
-Salve, conosce la destinazione?- domandò Coulson
-Manhattan, giusto?- disse il pilota
-Giusto. Può partire- confermò Coulson. Il pilota annuì, chiuse la porta e accese il motore. Quando furono decollati, Coulson, seduto sulle sedie sul retro, riprese l’ultima busta e la guardò con tristezza
-Ho tentato di tenerti fuori da tutto questo, ma non ci sono riuscito. Mi dispiace, Lakari, mi dispiace tanto-
 
La ragazza stava servendo delle birre nel locale più sporco di tutta Manhattan. Indossava un grembiule sgualcito con delle macchie di unto sopra i vestiti, una t-shirt nera e dei jeans strappati. Ai piedi portava degli scarponi neri da militare.
-Lidia!! Vieni qui!!- la chiamò una voce dalle cucine. Lei poggiò sul tavolo dei clienti l’ultimo boccale e andò sul retro
-Dimmi Sean!- urlò la ragazza
-Porta quelle bottiglie di vodka al tavolo 7!- rispose l’uomo. Lidia guardò la marca e inarcò un sopracciglio
-Abbiamo di meglio lo sai?- disse la ragazza
-Lo so, ma ormai quelli non si rendono nemmeno più conto di quello che bevono, meglio non sprecare la roba buona!- rispose Sean. Lidia fece spallucce, afferrò le quattro bottiglie e tornò nel locale. Guardò chi era seduto al tavolo 7 e fece una smorfia di disgusto: quattro ragazzi ubriachi fradici, e tre di loro avevano una ragazza con abiti succinti seduta sulle gambe. Represse la voglia di vomitare e si diresse al tavolo. Poggiò le bottiglie sul tavolo, ma quando fece per andarsene il ragazzo più vicino a lei, quello senza compagnia, la afferrò per un polso. Lidia si bloccò.
-Ehi bellezza, perché non rimani a farmi un po’ di compagnia? Sono così solo!- disse il ragazzo con voce cantilenante
-Nei tuoi sogni, toglimi le mani di dosso- disse Lidia, secca
-Oh, facciamo le difficili, mi piaci. Dai rimani, potrei avere qualcosa di sorprendente nei pantaloni- insistè il ragazzo, stringendo ancora di più il polso di Lidia
-O forse niente- gli rinfacciò Lidia. Gli amici del ragazzo, che stavano ascoltando la conversazione, scoppiarono a ridere. Il ragazzo, stanco di parlare, strattono Lidia spingendola verso di sé, fino a che i loro visi non furono a pochi centimetri di distanza. L’odore dell’alcool le fece rivoltare lo stomaco.
-Rimani qui, ci divertiremo- le sussurrò il ragazzo, mentre l’altra sua mano scendeva fino al sedere di Lidia. La ragazza se ne accorse e perse le staffe. Si liberò dalla presa del ragazzo e strinse la sua mano intorno al collo di lui, togliendogli il fiato
-Provaci un’altra volta a prenderti delle libertà con me, e non sopravvivi alla serata, intesi?- sibilò Lidia. Il ragazzo emise un verso strozzato
-Ora, se non ti dispiace, torno al lavoro- disse Lidia, mollò la presa sul ragazzo e tornò sul retro. Nessuno si era accorto dell’accaduto, nemmeno Sean. Si appoggiò al muro della stanza e respirò a fondo, calmando i nervi. Doveva stare calma, doveva contenersi. Ad un certo punto le squillò il telefono. Lo tolse dalla tasca e guardò il numero: sconosciuto. Rispose lo stesso
-Pronto?- disse
-Ciao Lakari- disse l’uomo dall’altra parte del telefono. La ragazza ebbe un sussulto, erano anni che non sentiva quella voce. Sul suo viso non poté non formarsi un sorriso
-Phil, ne è passato di tempo. Come fai ad avere il mio numero? Dal nostro ultimo incontro lo avrò cambiato almeno una decina di volte- rispose
-Conosci lo SHIELD, ci è voluto poco per rintracciarti- rispose Coulson
-Lo immaginavo. Come mai ti fai vivo solo adesso?- disse Lakari
-Sono qui fuori, meglio parlarsi in faccia di certe cose- disse Coulson, e chiuse la chiamata. La ragazza intascò il cellulare e si tolse il grembiule
-Sean! Vado a prendermi una boccata d’aria!- disse al suo capo
-Fai con comodo! Ti copre Sofia! Ma non stare fuori troppo o dovrò licenziarti!- rispose l’uomo. Lakari afferrò la sua giacca di pelle e uscì dalla porta sul retro. Era notte fonda, saranno state le 5 del mattino, ma i lampioni illuminavano il piccolo vicolo. A pochi metri da lei, un uomo sembrava aspettarla
-Lakari, quanto tempo- disse Coulson,
-Cinque anni per l’esattezza- rispose la ragazza. L’uomo le si avvicinò sorridendo.
-Come ti fai chiamare adesso?- le domandò l’agente
-Lidia White- rispose Lakari, con un sorriso. Poi tornò seria
-Come mai sei qui? Dev’essere successo qualcosa di davvero grosso, se correte il rischio di ricorrere a me- disse le ragazza
-Siamo stati attaccati da un dio, Loki, fratellastro di Thor. Vuole vendicarsi di lui sul nostro pianeta, che suo fratello protegge. Ha rubato il Tesseract, e ha compromesso alcuni agenti, tra cui Barton, e il Dottor Selvig. Fury ha dichiarato lo stato di guerra, e ha ripreso in mano un progetto che avevamo chiuso un paio di anni fa: il progetto Avengers, e tu ci sei dentro- spiegò Coulson. Lakari rimase un attimo pensierosa
-Chi altri c’è nella squadra?- domandò
-Stark, Capitan America, il Dottor Banner, Natasha, e Thor. Li stiamo chiamando a raccolta, e credo che l’unico che mancherà sarà il dio del tuono- disse Coulson. Lakari fece un sorrisetto soddisfatto
-Considerami già alla base- disse. Coulson sorrise
-Sono subito da te- continuò la ragazza. Rientrò nel bar dal retro e urlò
-Ehi Sean!!-
L’uomo sporse la testa fuori dalle cucine
-Mi licenzio!!- gridò Lakari, e senza lasciare al suo ex capo il tempo di rispondere uscì di nuovo chiudendo la porta. Lakari tornò da Coulson. Si diressero verso il jet parcheggiato a pochi metri di distanza, salirono a bordo e decollarono. Coulson le si sedette accanto e le porse un pacchetto
-Cos’è?- chiese curiosa la ragazza
-Aprilo- disse Coulson. Lakari non se lo fece ripetere due volte e scartò. Tra le sue mani c’era il suo vecchio distintivo
-Bentornata nello SHIELD, Agente Andhera-



N.d.a
Ed eccoci con una nuova storia!!! Quest'idea mi è venuta dopo aver visto Maleficent, infatti Lakari è ispirata al suo personaggio, ma non verrà fatto alcun riferimento diretto ai personaggi del film durante la storia. Pubblicherò un capitolo a settimana, di domenica.
Chiedo umilmente scusa a chi stava seguendo la mia altra fan fiction, The Great Adventure, ma è momentaneamente sospesa!
Spero che questa storia vi piacerà, vi prego recensite, ho bisogno di sapere cosa ne pensate, altrimenti potrei anche non portare avanti la storia!
Al prossimo capitolo!
Baci
-a.f.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Il jet atterrò davanti ad un grattacielo illuminato. Lakari guardò fuori dal finestrino e rimase sorpresa
-Non mi sembra che questa sia la base- disse, legandosi i lunghi capelli castani scuri in una coda
-Infatti non lo è. Questa è la Stark Tower- rispose Coulson
-Siamo a casa di Stark? Sarà divertente- commentò la ragazza. Scesero dal jet e si diressero verso la porta d’entrata, l’oltrepassarono ed entrarono nell’ascensore
-Identificazione, prego- disse una voce computerizzata
-Agente Coulson e Agente Andhera. Dobbiamo parlare con il signor Stark- disse Coulson. Ci fu un attimo di silenzio
-Il signor Stark al momento non è presente- disse la voce robotica. Coulson sbuffò
-Devo vederlo, è importante- ribattè l’agente. Ancora silenzio
-Mi dispiace, ma il signor Stark è ad un appuntamento- disse ancora la voce robotica. Coulson afferrò il telefono e digitò un numero
-Stark, dobbiamo parlare- disse. Rispose la voce di Stark
-Risponde il life-modem bi-color di Tony Stark. Vi prego lasciate un messaggio-
-È urgente- disse Coulson
-Lo lasci con urgenza- ribattè Stark. Le porte dell’ascensore si aprirono e si ritrovarono nel salotto di Stark. Lakari non si era nemmeno accorta che avevano cominciato a salire. Stark si voltò verso di loro e mise giù il telefono
-Violazione della sicurezza, colpa tua- disse Tony
-Signor Stark- salutò Coulson, mentre usciva dall’ascensore, seguito da Lakari
-Phil! Si accomodi!- disse la donna che era insieme a Stark, alzandosi dal divano e andando verso i nuovi arrivati
-Phil?- domandò Tony sorpreso
-Non posso restare- disse Coulson
-Il suo nome di battesimo non è Agente?- domandò Tony alzandosi e seguendo la donna
-Entri, stiamo festeggiando- continuò la donna
-Per questo non può restare- disse Tony sfoggiando un sorriso a trentadue denti
-Chi è la ragazza?- domandò la donna
-Agente Lakari Andhera- si presentò Lakari, facendo un piccolo sorriso. La donna le porse la mano
-Piacere, Pepper Potts- disse la donna. Lakari ricambiò la stretta. Coulson riprese la parola
-Deve dare uno sguardo a questo, il prima possibile- disse, porgendo a Stark una busta di pelle
-Odio, che mi si porgano le cose- disse Tony
-Non fa niente, a me piace moltissimo, facciamo uno scambio- lo interruppe Pepper, porse il suo bicchiere di vino a Coulson, che le porse la busta, poi la donna ficcò in mano la busta a Tony e gli strappò via di mano il suo bicchiere. Tony sospirò
-L’orario ufficiale di consulenza è dalle 8 alle 17 giovedì alternati- disse Stark
-Non è per una consulenza- ribattè Coulson
-Si tratta dei Vendicatori?- domandò Pepper -Perché su questo non sono informata-
-Il progetto Avengers era stato respinto, mi pare, e non ero nemmeno consigliato- disse Tony, allontanandosi dal gruppo e aprendo la busta, tirando fuori uno schermo e un poggia schermo molto sottili
-Non sapevo neanche questo- disse Pepper
-Sembra che io sia instabile, egocentrico, e scostante con gli altri- continuò Tony
-Questo lo sapevo- disse Pepper
-Non si tratta più di profili di personalità- disse Coulson. “Siamo messi bene allora” pensò Lakari
-Certo. Signorina Potts? Ha un secondo?- domandò Stark
-Un attimo- sussurrò Pepper, e andò da Tony, che nel frattempo aveva acceso lo schermo e stava digitando un codice
-Credevo che fosse un nostro momento- disse Tony a bassa voce
-Sto partecipando al 12%- rispose Pepper. Tony la guardò, poi tornò allo schermo
-Sembra una cosa seria, è turbato- sussurrò Pepper
-Tu come fai a sapere... perché lo chiami Phil?- disse Tony. Pepper cambiò argomento
-Cos’è quella roba?- domandò
-Questo è...- cominciò Tony, poi afferrò una cartella sullo schermo e la aprì proiettando il contenuto intorno a sé. Erano le schede di tutti i membri del progetto Vendicatori. Stranamente di Lakari c’era solo un video di una sua missione importante, dove si batteva alla grande
-...questo- concluse Stark -Vedo che c’è anche Lei, Agente Andhera- disse
-Pare di sì- disse Lakari. Pepper e Tony rimasero in silenzio, guardando i vari video. Pepper sospirò
-Prendo il jet per Washington stasera- disse
-Domani- ribattè Tony
-Tu hai da fare, sei parecchio impegnato- disse Pepper
-E se invece io non...- cominciò Tony, interrompendosi
-Se tu non..- disse Pepper, guardandolo
-Sì- disse Tony
-Vuoi dire quando hai finito?- domandò -Bhe, allora...- comiciò, e si avvicinò a Tony, e sembrò sussurrargli qualcosa all’orecchio, ma pareva anche stesse facendo qualcos’altro. Coulson guardò in basso, imbarazzato. Lakari fece un sorrisetto.
-Affare fatto, buon viaggio- disse Tony, quando Pepper tornò a guardarlo. Lei gli sorrise e lo baciò
-Lavora sodo- gli sussurrò, e tornò da noi.
-Per caso passate per l’aereoporto La Guardia?- domandò Pepper
-Le diamo un passaggio- propose Coulson
-Fantastico- disse con un sorriso -Oh, poi voglio sapere tutto riguardo alla... violoncellista, state ancora insieme?- chiese ancora. Lakari fu colta di sopresa, e guardò Coulson con un sorriso malizioso
-Violoncellista?- domandò. Coulson la ignorò, e rispose a Pepper
-È tornata a Boston- disse l’agente
-Davvero?- disse con sorpresa Pepper, mentre le porte dell’ascensore si chiudevano. Lakari intravide Tony osservare una specie di cubo azzurro, prima che le porte si chiudessero. Scesero all’ultimo piano e uscirono nel piazzale, dove il jet li stava aspettando.
Dopo aver portato all’aereoporto Pepper, ripresero il volo verso il centro di Manhattan
-E ora dove stiamo andando?- domandò Lakari
-A prenedere una persona- disse Coulson
-Fammi indovinare, dalla tua agitazione direi... Steve Rogers- disse Lakari, facendogli l’occhiolino. Coulson tossicchiò imbarazzato
-Quanto è lunga la strada?- domandò ancora la ragazza
-Un paio d’ore- disse Coulson
-Allora credo proprio che mi concederò una dormita- disse Lakari, si distese sui sedili e chiuse gli occhi, sprofondando immediatamente in un sonno profondo e senza sogni.



N.d.a
Ed eccoci con il secondo capitolo!! Scusate se ho pubblicato con un giorno di ritardo ma ho avuto dei contrattempi, e scusatemi ancora di più perchè il capitolo è davvero corto! Vi avverto che il prossimo capitolo lo pubblicherò sabato, perchè per una settimana non ci sarò, ma per la domenica dopo sarò presente! Cooomunque, ormai avrete notato che sono molto fedele al film in fatto di dialoghi, e per adesso non è ancora successo niente di nuovo, ma dai prossimi cominceremo a scoprire qualcosa di più su Lakari e sul suo passato!! Tenetevi pronti!
Ringrazio marilu396 per aver inserito la mia storia tra le Ricordate e serenella94 e ancora marilu396 per averla inserita tra le Seguite! Grazie davvero di cuore!! In quanto agli altri, se ce ne sono, RECENSITE!!! Voglio sapere il vostro parere!!!
Ci si sente sabato mattina con il terzo capitolo!!
Baci
-a.f.

[DAL TERZO CAPITOLO]
"-Ha qualche potere particolare? La sua scheda diceva soltanto che era una delle migliori agenti che lo SHIELD avesse mai avuto, come mi ha detto Lei- disse Steve. Coulson esitò qualche secondo
-Non è proprio un potere, quello che Lakari ha, ma è di sicuro una ragazza fuori dal comune- disse infine Coulson. Steve annuì. Per il momento gli sarebbe bastato quello. Ma aveva la sensazione che presto avrebbe scoperto il segreto che la ragazza custodiva, e l’idea non gli piaceva per niente."

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Era ormai giorno. Il Jet stava volando veloce verso il quartier generale dello SHIELD.  Quando erano arrivati vicino a casa di Rogers, Coulson non aveva avuto cuore di svegliare Lakari, da quando l’aveva vista al bar aveva capito dal suo viso che era sfinita, ed era sceso a prelevare il Capitano da solo. Adesso erano in vista della base, e Lakari ancora dormiva profondamente. Steve Rogers era seduto nei sedili opposti a quelli su cui era addormentata la ragazza, e guardava su di un tablet le cartelle riguardanti i vari membri del progetto Avengers. Coulson gli si avvicinò
-Allora questo Dottor Banner stava cercando di replicare il siero che hanno usato su di me- disse Steve
-In molti ci hanno provato. Lei è stato il primo supereroe del mondo. Banner pensava che la chiave della formula originale di Herskin fosse nelle radiazioni gamma- spiegò Coulson
-Non è andata così, vero?- chiese Steve
-Non proprio. Quando non diventa un mostro è una specie di Steven Howking- disse Coulson. Steve lo guardò con aria interrogativa
-Una persona molto brillante- spiegò Coulson. Steve annuì
-Devo dire che è un onore conoscerla, ufficialmente- disse Coulson. Steve sorrise
-Anche se l’avevo già conosciuta, perché l’ho guardata mentre dormiva- continuò Coulson. Il sorriso di Steve si spense lentamente, assumendo un aria imbarazzata
-Mi spiego, ero presente mentre lei era privo di sensi, per via del ghiaccio- si spiegò in fretta l’agente. Nel frattempo Steve si era alzato
-Sa, è davvero, è veramente un grande onore averla a bordo con noi- continuò Coulson
-Spero di essere l’uomo giusto per questa missione- disse Rogers
-Oh, lo è, assolutamente- rispose Coulson -Ehm, abbiamo apportato delle modifiche all’uniforme, nel design c’è il mio contributo- continuò
-L’uniforme? Le stelle e le strisce non sono un tantino... antiquate?- domandò Rogers
-Con quello che sta succedendo? Con le cose che stanno per essere scoperte? Forse alla gente serve qualcosa di antiquato- rispose Coulson. Steve annuì e tornò a sedersi. Posò gli occhi su Lakari, ancora addormentata
-Chi è lei?- chiese. Coulson vide a chi si riferiva
-È l’Agente Lakari Andhera, una delle migliori. Ha da poco ripreso il suo posto allo SHIELD, dopo cinque anni dalle sue dimissioni- disse Coulson -Farà parte dei Vendicatori-
-Ha qualche potere particolare? La sua scheda diceva soltanto che era una delle migliori agenti che lo SHIELD avesse mai avuto, come mi ha detto Lei- disse Steve. Coulson esitò qualche secondo
-Non è proprio un potere, quello che Lakari ha, ma è di sicuro una ragazza fuori dal comune- disse infine Coulson. Steve annuì. Per il momento gli sarebbe bastato quello. Ma aveva la sensazione che presto avrebbe scoperto il segreto che la ragazza custodiva, e l’idea non gli piaceva per niente.

Il Jet atterrò sul ponte del quartier generale dello SHIELD. Lakari si era svegliata, e aveva fatto la piacevole conoscenza del Capitano. Il portellone del Jet si abbassò e lei, Coulson e Rogers scesero a terra
-Portate le attrezzature del Capitano- ordinò Coulson ad un paio di agenti
-Sì signore!- rispose uno di loro e si allontanarono. Al trio si avvicinò una donna alta dai corti capelli rosso fuoco
-Agente Romanoff, il Capitano Rogers- presentò Coulson
-Piacere- disse Steve
-Salve- salutò la donna, poi si rivolse a Coulson -Hanno bisogno di te sul ponte, per l’identificazione-
-Ci vediamo lì- disse Coulson, e si allontanò. In quel momento Natasha si accorse di Lakari
-Oh mio dio... Lakari? Sei proprio tu?- disse in un sussuro sorpreso la donna. Lakari le sorrise
-In carne ed ossa mia cara Natasha- rispose la ragazza, e le due si abbracciarono. Quando sciolsero l’abbraccio si guardarono felici
-Così hai accettato di fare parte dei Vendicatori- disse Natasha
-Mi annoiavo, e poi ne vale la pena- disse Lakari, facendole l’occhiolino. Steve era rimasto zitto tutto il tempo. Natasha fece strada ai due
-Aveva suscitato grande curiosità il tuo ritrovamento nel ghiacciaio- disse Natasha a  Rogers -Pensavo che Coulson sarebbe svenuto- continuò. Lakari fece un piccolo sorriso divertito
-Ti ha già chiesto l’autografo sulle sue figurine di Capitan America?- chiese ancora la Romanoff
-Figurine?- domandò Steve, sorpreso
-Sono vintage, ne va molto fiero- rispose Natasha
-Non preoccuparti, lo farà presto- disse Lakari. I tre sorrisero. Poi Steve adocchiò un uomo che sembrava alquanto spaesato, che si guardava intorno con aria confusa
-Dottor Banner!- chiamò Steve. L’uomo si guardò intorno in cerca della provenienza della voce, poi vide il Capitano che gli allungava la mano e gliela strinse
-Ehm, sì, salve, non sapevo che sarebbe venuto anche Lei- disse il Dottore. Poi Banner guardò Lakari
-E Lei è?- domandò
-Agente Lakari Andhera, piacere di conoscerla Dottore, spero potrò esserle utile in laboratorio- disse Lakari, allungando la mano. Banner gliela strinse
-Sarà un vero piacere- rispose Banner
-Si dice che Lei troverà il cubo- intervenne Rogers
-È questa l’unica voce che gira su di me?- chiese Banner
-L’unica che può interessarmi- rispose Steve. Banner annuì
-Dev’essere strano per Lei tutto questo- disse Banner, guardandosi intorno
-Bah, a dire il vero è molto familiare- disse Steve. Intervenne Natasha
-Signori, vi conviene sbrigarvi a entrare, sarà difficile respirare tra poco- disse. Cominciarono a sentirsi rumori metallici
-Ma è un sottomarino?- chiese Steve. Lakari impallidì. No, tutto tranne che i sottomarini. Banner sospirò
-Sì, vogliono mettermi dentro un conteiner di metallo pressurizzato- disse Banner. Si incamminarono verso il bordo della nave, seguiti da una Lakari molto pallida
-Odio i sottomarini- disse in un sussurro. Si sporsero dal parapetto, e videro che erano spuntate delle enormi eliche che cominciarono a girare, e piano la nave si sollevò
-No no questo è molto peggio- commentò Banner. Invece Lakari sorrise sollevata. Era una struttura volante. Si sarebbe trovata a suo agio in alto. Gli agenti intorno a loro assicuravano i Jet al ponte e si infilavano le mascherine per respirare. Il trio, insieme a Natasha, entrò all’interno. Percorsero un corridoio fino ad una porta trasparente, che si aprì al loro arrivo. Erano nella Sala di Comando. Gli agenti facevano avanti e indietro tra le console. La Sala aveva una vetrata enorme
-Tutti i motori in funzione. Procedura d’emergenza SHIELD 193.6 in vigore. Livello ottimale, signore- disse la voce di una donna che Lakari riconobbe: l’Agente Maria Hill
-Bene, possiamo svanire- disse un uomo su di una piattaforma che sovrastava tutto il resto. Era di colore, portava una lunga giacca di pelle nera, indossava una divisa dello SHIELD e aveva una benda sull’occhio sinistro: era il Direttore dello SHIELD, Nick Fury.
-Azionare pannelli retro-riflettori- ordinò l’Agente Hill. Sul fondo della struttura cominciarono a voltarsi degli specchi, e piano piano la nave-aereo scomparve, mimetizzata con il cielo. Fury si voltò verso Lakari, Steve e Banner
-Signori- disse, incamminandosi verso di loro. Steve tirò fuori una banconota da 10 dollari e la porse a Fury, che la intascò, mentre il Capitano esplorava il luogo. Fury si rivolse a Lakari
-Bentornata, Agente Andhera, è un piacere riaverla con noi- disse
-Il piacere è tutto mio, Direttore, ormai mi annoiavo, e un po’ di movimento mi farà bene- rispose la ragazza
-Dottore grazie per essere venuto- disse poi Fury rivolgendosi a Banner. I due si strinsero la mano
-A lei per averlo chiesto con cortesia- rispose Banner, distogliendo lo sguardo -Ehm, per quanto dovrò restare qui?- chiese
-Una volta messe le mani sul Tesseract, sarà libero di andare- disse Fury
-A che punto siete?- domandò il Dottore. Nick indicò Coulson, che era lì accanto
-Siamo collegati ad ogni telecamera wireless accessibile sul pianeta, cellulari, computer portatili. Se è connesso ad un satellite, lo vediamo e lo sentiamo- disse Coulson
-Non è sufficiente per trovarlo in tempo- ribattè Natasha, che era accovacciata accanto ad uno schermo, che stava visualizzando i dati dell’Agente Barton
-Dovete restringere il campo. A quanti spettrometri si può avere accesso?- domandò Banner
-Quanti ne servono- rispose Fury
-Chiamate tutti i laboratori che conoscete, fate piazzare gli spettrometri sui tetti e fateli calibrare per i raggi gamma. Metterò giù un algoritmo di localizzazione, per riconoscere gli insiemi, almeno possiamo eliminare alcuni luoghi- disse Banner, togliendosi la giacca. Gli unici che parevano averci capito qualcosa erano Fury e Lakari. Fury annuì
-C’è un posto dove posso lavorare?- domandò il Dottore
-Agente Romanoff, puoi accompagnare il Dottor Banner al suo laboratorio?- chiese Fury. Natasha annuì
-Agente Andhera, vada con loro, potrà aiutare il Dottore nelle sue ricerche- disse ancora il Direttore
-Sì signore- rispose Lakari, e si avviò con Natasha e Banner
-Sarà entusiasta, Dottore, abbiamo tutti i giocattoli- disse Natasha, mentre camminavano.



N.d.a.
Ed eccoci con il terzo capitolo! Ho deciso di pubblicare prima perchè mi sono resa conto che sabato mattina non avrei avuto abbastanza tempo (anche se in effetti è già sabato, essendo 00:46) coooomunque, come avete visto anche in questo capitolo non succede niente di diverso dal film, ma tenetevi pronti, dal prossimo ne accadranno delle belle!
Ringrazio DalamarF16 e fredfredina per aver recensito lo scorso capitolo, ancora DalamarF16, e MeryLaRosa per aver inserito la mia storia tra le Preferite, ed Elkie12, GjXD e Neko483 per averla inserita tra le Seguite! Grazie infinite, non sapete quanto significa per me!
Volevo informarvi che abbiamo raggiunto le 101 letture per Capitolo uno!! Sto letteralmente sclerando!!
E a tutti quelli che leggono.... vi prego.... lo dico ogni volta..... RECENSITE!!!! *si mette in ginocchio* Vi supplico!!
"Tu che supplichi?...Fallo ancora" cit. Malefica, scusate dovevo farlo! XD
Beh, ci vediamo domenica prossima con il prossimo capitolo!
Baci!
-a.f.

[DAL QUARTO CAPITOLO]

"Pensò a Barton. Com’era possibile che fosse stato compromesso? Non poteva averlo fatto volontariamente. Quel Loki, il dio, doveva per forza avergli fatto qualcosa. Fu riportata alla realtà dal rumore di passi in avvicinamento. Dal riflesso sulla vetrata vide avvicinarsi un ragazzo sulla ventina, che appena la vide si bloccò
-Non... non può essere... non puoi essere davvero tu...- balbettò il ragazzo. Lakari raggelò a quella voce. Non lui."
ps: lo so sono cattiva a lasciarvi la suspense, ma mi diverto troppo ;D

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Lakari era uscita dal laboratorio per fare due passi. Banner le aveva assicurato che appena avrebbe avuto bisogno di lei l’avrebbe fatta chiamare. Stava passeggiando tranquilla, finchè non arrivò ad una vetrata che mostrava il paesaggio. Si appoggiò al corrimano e guardò fuori. Le nuvole passavano veloci, e si intravedevano degli scorci di New York. Lakari si perse nei suoi pensieri, e immaginò di volare in mezzo alle nuvole, di sfiorarle con le mani. Poi i suoi pensieri si spostarono ai fatti di quei giorni. Pensò a Barton. Com’era possibile che fosse stato compromesso? Non poteva averlo fatto volontariamente. Quel Loki, il dio, doveva per forza avergli fatto qualcosa. Fu riportata alla realtà dal rumore di passi in avvicinamento. Dal riflesso sulla vetrata vide avvicinarsi un ragazzo sulla ventina, che appena la vide si bloccò
-Non... non può essere... non puoi essere davvero tu...- balbettò il ragazzo. Lakari raggelò a quella voce. Non lui. Distinse il volto del ragazzo nel riflesso, e sgranò gli occhi
-Leedson- sussurrò. Senza nemmeno voltarsi si diresse dalla parte opposta a cui era arrivato il ragazzo, cercando di allontarsi. Ma il ragazzo tentò di fermarla
-Lakari ti prego, fermati, parliamo!- disse
-Sparisci Leedson- sibilò Lakari, allungando il passo, ma Leedson la seguiva
-Parliamone! Sono passati cinque anni, sono cambiato!- insistè
-Vattene, è per il tuo bene- sussurrò ancora Lakari, stringendo i pugni
-Ti prego, Lakari, se tu soltanto mi dessi ascolto...- continuò il ragazzo. Ma Lakari perse le staffe. Si voltò verso Leedson
-MARK! TI HO DETTO DI SPARIRE, ANDARTENE VIA! SPARISCI DALLA MIA VISTA, DALLA MIA VITA! HO GIÀ RISCHIATO DI UCCIDERTI UNA VOLTA, NON TENTARMI UNA SECONDA!!- strepitò. Le sue iridi verdi e oro si illuminarono di una luce strana. Mark Leedson la guardava con un espressione di rimorso mista a terrore. Lakari si voltò di nuovo e corse via. Corse, non guardando dove andava, fino a che non si accasciò contro una parete. Era terrorizzata. Aveva rischiato di perdere il controllo di nuovo, sulla stessa persona. Aveva gli occhi spalancati, la testa fra le mani, il respiro era affannoso. Sentì dei passi. Alzò lo sguardo. Era Rogers.
-Agente Andhera, che cosa ci fa qui? Non doveva essere con Banner in laboratorio?- domandò avvicinandosi. Lakari non rispose. Steve si accorse che qualcosa non andava.
-Lakari, va tutto bene?- chiese accovacciandosi accanto a lei. Lei scosse leggermente la testa in segno di diniego. Lui allora le si sedette accanto
-Posso darle del tu?- chiese. Lakari annuì piano
-Allora, hai voglia di raccontarmi che cosa succede?- chiese Rogers. Lakari fece un respiro profondo e annuì
-Io non sono quello che voi credete- cominciò -La mia vera natura è demoniaca, un demone delle foreste. Posso farmi spuntare un paio di ali nere enormi sulla schiena, e le mie unghie possono diventare affilate come rasoi. Ma non sono malvagia. Io curo le piante malate e ne faccio crescere di nuove. Purtroppo, non ho molto controllo su questa mia forma, e qualche volta mi capita di avere delle piccole crisi. Ma la volta in cui diedi veramente di matto, perdendo letteralmente il controllo, fu cinque anni fa. Il mio ragazzo di quel tempo, l’Agente Mark Leedson, era la persona a cui volevo più bene al mondo. Stavamo insieme da 3 anni. Quel giorno ero appena rincasata da una missione stancante e avevo bisogno di riposo, quindi mi diressi decisa verso la stanza che io e Mark condividevamo, aprii la porta e...-
Si bloccò, non riuscendo ad andare avanti. Steve le mise una mano sulla spalla
-Coraggio, vai avanti- la incitò. Lakari deglutì e continuò
-...lo trovai a letto con 3 ragazze, e ne stavano facendo di tutti i colori. Le ragazze facevano a turno per salire su di lui, qualche volta ci andavano pure in due, mentre l’altra lo toccava. Era una scena orribile. Per cinque minuti non dissi nulla, poi persi il controllo. Lanciai un urlo lacerante, e le ragazze terrorizzate scesero dal letto coprendosi con i loro vestiti e scappando dalla porta. Mark rimase lì sul letto, a fissarmi sconcertato. Cominciai a trasformarmi, le mie ali si spiegarono, la mia pelle si ricoprì di piume e mi spuntarono gli artigli. Cominciai a distruggere tutto quello che mi capitava sotto mano. Ridussi l’interno della casa in polvere. Poi afferrai per il collo Mark e lo sbattei contro il muro della camera. Gli dissi: “Lurido!! Lurido traditore!! Dopo tre anni ti mostri per quello che sei davvero!! Io ti uccido!!”. Cominciai a stringere sempre di più la mano attorno al collo di Mark, finchè non sentii un piccolo ago penetrami nella gamba. Mollai la presa e mi guardai intorno: c’erano 10 agenti dello SHIELD con le pistole puntate, e uno di loro mi aveva iniettato del sonnifero, così caddi addormentata. Il mattino dopo ero tornata normale, e terrorizzata dalle mie stesse azioni diedi le dimissioni immediate, e Fury non rivelò a nessuno le mie vere motivazioni. E ora ho incontrato Mark nel corridoio, e ho rischiato di perdere il controllo di nuovo.- concluse. Aveva lo sguardo fisso nel vuoto, le lacrime agli occhi. Non aveva mai raccontato a nessuno del suo passato, e le sembrava di essersi liberata di un peso troppo pesante, ma allo stesso tempo faceva male pensarci. Steve la guardava, a metà tra il sopreso e il comprensivo
-Se vuoi che sia sincero, non so proprio cosa dire. Mi dispiace che tu debba portare un fardello così grande sulle spalle- disse infine. Lakari lo guardò, esitò un attimo prima di fargli una domanda che mai si sarebbe aspettata di porre
-Se vuoi, posso mostrarti i miei poteri- disse con voce roca. Rogers sgranò gli occhi
-Davvero vuoi mostrarmeli?- domandò. Lakari annuì
-Bhe, dopotutto sei l’unico a parte Coulson e Fury a essere a conoscenza della mia vera identità, e hai il diritto di vedere quello che so fare- disse la ragazza. Steve la guardò per un attimo sorpreso, poi annuì sorridendo
-Va bene- acconsentì. Poi si alzò e porse una mano a Lakari per aiutarla ad alzarsi, lei l’afferrò e si tirò su.
-Ti riaccompagno al laboratorio?- chiese Steve. Lakari annuì, e insieme si diressero verso il laboratorio di Banner. Quando furono giunti davanti alla porta si fermarono. Lakari si voltò verso il Capitano
-Vediamoci alle 23 davanti alla porta della mia camera- disse
-Va bene, ci vediamo dopo allora- le rispose Rogers sorridendo. Lakari alzò un sopracciglio stranita
-Mi sorprende che tu non abbia pensato male- sentenziò la ragazza. Steve la guardò interrogativo
-In che senso “pensato male”, scusa?- domandò. Lakari scosse la testa
-Fa niente, lascia perdere, a dopo!- disse in fretta, aprì la porta e velocemente la richiuse alle sue spalle. Poi sorrise divertita, ripensando all’ingenuità del Capitano Steve Rogers.

Erano le 23 in punto quando Rogers bussò alla porta della stanza di Lakari. Lei socchiuse la porta e, vedendo che era il Capitano, l’aprì e lo fece entrare, per poi richiuderla. Steve si guardò intorno. La camera di Lakari era diversa da quelle degli altri agenti: era molto ampia e il soffitto era alto, il letto era in un angolo della stanza, e c’era una grande porta-finestra che dava sul vuoto. Steve si schiarì la voce
-Allora, cosa vuoi farmi vedere di preciso WOW!- esclamò. Si era voltato verso la ragazza, e per la prima volta aveva notato un particolare piuttosto evidente: Lakari indossava pantaloni e canotta a spalline, e sulla schiena aveva un enorme paio di ali nere come la notte, e i suoi occhi verdi e oro brillavano nella penombra della stanza.
-Questa è l’unica mia forma demoniaca di cui ho pieno controllo- disse lei con un mezzo sorriso. Steve notò che i suoi canini si erano leggermente allungati.
-Sono senza parole, non… non so proprio cosa dire…- disse a mezza voce il Capitano. Lakari sorrise.
-Ora però viene il bello- disse la ragazza. Andò verso la porta-finestra e spalancò le ante, così che una potente folata d’aria entrasse nella stanza, solleticandole le piume. Poi andò verso Steve, e da dietro lo prese per la vita
-Ehm, Lakari che stai facendo?- chiese Steve, improvvisamente preoccupato
-Tieniti forte- gli rispose Lakari, spiegò le grandi ali, e spiccò il volo fuori dalla finestra. Steve urlò di terrore
-Non avere paura! Ti tengo!!- gli urlò Lakari per sovrastare il rumore del vento. Stavano volando molto alti, e le luci di New York si intravedevano attraverso le nuvole. Lakari scese al di sotto di esse, e cominciò a planare verso Central Park. Steve nel frattempo si era calmato, e guardava il paesaggio intorno a sé. Si sorprese della facilità con sui Lakari lo sosteneva, pareva non fare alcuno sforzo muscolare. Dopo pochi minuti atterrarono sull’erba verde e moribida del parco.
-È stato davvero… fantastico! Come facevi a sostenermi così facilmente?- disse Steve, voltandosi verso la ragazza demone
-È una delle mie particolarità. Fury, dopo un esame, mi disse che avevo la resistenza di Iron Man, e una forza pari a tre volte quella di Hulk- rispose
-Wow, è davvero strabiliante- commentò Rogers. Lakari gli sorrise. Poi lo afferrò per un braccio
-Seguimi- disse, e lo trascinò con sé. Giunsero ad un piccolo angolo di bosco molto fitto. Lakari indicò a Steve un albero
-Guarda, quest’albero è stato rovinato dall’uomo, e ora è mutilato e ammalato. Sta a guardare- disse. Poggiò una mano sul tronco, e da essa si sprigionarono delle scie dorate che andarono ad avvolgere il povero albero. I rami piano ricrebbero, spuntarono nuove foglie verdi e il tronco scuro riprese colore. La ragazza staccò la mano dal tronco e guardò il suo lavoro soddisfatta. Steve invece aveva la bocca spalancata per lo stupore
-In tutta la mia vita, non ho mai visto una cosa simile, è meraviglioso- disse. Lakari lo guardò compiaciuta, era la prima volta che riceveva dei complimenti per i suoi poteri
-Grazie- rispose a mezza voce. Poi però si rabbuiò
-Capitano, secondo te è sicuro che io rimanga negli Avengers?- chiese. Steve la guardò
-Stai scherzando? Da quel che ho visto e capito, sei la risorsa più potente ed efficace che abbiamo! Sei essenziale!- le disse
-Ne sei davvero così certo? Come ti ho detto, non ho controllo che su questa forma demoniaca, se tentassi di rimanere per troppo tempo in una forma più complicata, avrei una crisi- ribattè la ragazza
-Puoi sempre provare ad allenarti a mantenere il controllo, guarda il Dottor Banner, dovrà pur esserci un modo in cui non si trasforma ogni tre secondi in un mostro- sentenziò Rogers. Lakari rimase pensierosa un attimo, poi rispose
-Hai ragione, potrò chiedere il suo aiuto, e magari riuscirò a controllarmi definitivamente- disse, e un sorriso le apparve in volto -Grazie del consiglio Capitano!- continuò
-E di che?- rispose. Lakari guardò il cielo
-Abbiamo ancora un quarto d’ora prima che si accorgano che non ci siamo, ci conviene andare- disse. Steve annuì, Lakari lo afferrò di nuovo per la vita e si sollevarono in volo.
Dopo dieci minuti erano di nuovo nella camera di Lakari, e Steve era sulla porta. La ragazza aveva ripreso la sua forma umana, e ora al posto delle ali sulla schiena aveva un grande tatuaggio raffiguarante proprio un paio di ali.
-Bhe, buonanotte Capitano, ci vediamo domani- disse Lakari
-Buonanotte Agente- le rispose Rogers con un sorriso. Lakari ricambiò e chiuse la porta. Poi andò a chiudere la porta-finestra e si gettò sul letto. Ripensò a quella giornata e soprattutto a quella sera e sorrise. Forse, dopo tanti anni, aveva trovato un amico di cui fidarsi davvero.



N.d.a.
Buonaseraaaa! Eccoci qui con il quarto capitolo! Vi è piaciuto? È tutta farina del mio sacco! Finalmente scopriamo la vera identità della nostra Lakari, e vediamo che lei e il caro Capitano cominciano a legare.
Passiamo ai ringraziamenti. Ringrazio Elkie12 per aver recensito lo scorso capitolo, Zakurio per aver inserito la mia storia tra le Ricordate, e Alija_Lux, invisiblegirl__, ladyw e Portuguese D Rogue per averla inserita tra le Seguite! Grazie grazie grazie!!
E chiedo ancora e come sempre agli altri che leggono di RE-CEN-SI-RE! Ho bisogno di pareri!!
Volevo anche informarvi che anche il secondo capitolo ha raggiunto il centinaio di letture, precisamente 108! GRAZIE RAGAZZI!
Ci vediamo domenica prossima!
Baci!
-a.f.

Dato che non ho ancora scritto il capitolo cinque, non posso mettervi un pezzo di storia, ma vi metto solo una parola introduttiva:

Stoccarda

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


Lontano dalla città, in un laboratorio abbandonato e sottoterra, c’era gran fermento. Scienziati facevano avanti e indietro controllando computer e macchinari. Uno di questi scienziati stava lavorando al più grosso dei macchinari, e dava istruzioni ai suoi aiutanti
-Mettilo lì- disse ad uno di loro. Poi si rivolse ad un uomo oltre il muro di vetro, che indossava una divisa dello SHIELD e controllava dei dati su di un palmare
-Dove hai trovato tutte queste persone?- gli chiese sorridendo
-Lo SHIELD non è a corto di nemici Dottore- rispose l’uomo. Le due persone in questione erano il Dottor Eric Selvig, scienziato dello SHIELD, e l’agente Clint Barton, detto anche Occhio di Falco. L’agente mostrò lo schermo del palmare al Dottore
-È questo che le serve?- gli domandò. Il Dottore guardò l’immagine dell’elemento e annuì
-Sì, l’Iridio. Si trova nei meteoriti, produce antiprotoni. È difficilissimo da trovare- disse lo scienziato
-Soprattutto se lo SHIELD sa che le serve- aggiunse Barton
-Io non lo sapevo!- ribattè il Dottore sorridendo. Poi, da dietro le spalle di Barton, si avvicinò una figura alta, vestita con una specie di armatura verde e nera. Aveva lunghi capelli neri tenuti indietro, zigomi marcati. In una mano teneva uno scettro appuntito, alla cui sommità riluceva un piccolo globo blu. Il Dottore gli sorrise
-Ehi, il Tesseract mi ha mostrato tantissime cose, è più che conoscenza, è verità!- gli disse. L’uomo sorrise
-Lo so- rispose pacato, poi si rivolse a Barton
-Cosa ti ha mostrato, agente Barton?- gli domandò. Barton si voltò verso di lui
-Il prossimo obbiettivo- rispose
-Dimmi cosa ti occorre- gli disse l’uomo. Barton si avviò verso un tavolo e aprì la scatola nera che c’era sopra, tirandone fuori il suo arco ripiegabile
-Mi serve un diversivo…- disse, e fece scattare l’arco -…e un bulbo oculare-

Lakari era in Sala di Comando, insieme al Capitano e a Coulson. Quest’ultimo stava chiedendo a Steve se poteva autografargli le figurine
-Sempre se per lei non è un disturbo- disse Coulson
-No no, va bene- rispose Rogers. Rimasero un attimo in silenzio. Lakari cercava di non ridere
-È una collezione vintage, ci ho messo un paio d’anni a collezionarle. Nuove di zecca, appena sbiadite sul bordo…- continuò Coulson, ma venne interrotto da uno degli agenti che stavano cercando attraverso il riconoscimento facciale il dio causa di tutto quel casino
-Ne abbiamo uno- esclamò. Steve e Lakari si guardarono ansiosi e seguirono Coulson dall’agente
-Coincide al 60%-  continuò. Fury si avvicinò a loro
-Controllo incrociato, 69%- disse ancora
-Località?- gli chiese Coulson
-Stoccarda, Germania. 28, Könik Straβe- rispose quello
-Non si sta proprio nascondendo- commentò Lakari
-Capitano- chiamò Fury. Steve si voltò verso lui
-Ci siamo- continuò. Steve annuì, e andò a prepararsi.
-Signore, chiedo il permesso di accompagnare il Capitano nella missione- chiese Lakari a Fury
-Ci penserà l’agente Romanoff, tu rimarrai qui ad aiutare Banner- rispose il Direttore
-Ma Signore, potrei essere utile lì sul campo, ho acquisito abbastanza controllo sul…- cercò di ribattere la ragazza, ma Fury la interruppe
-Niente ma, agente Andhera, non corriamo rischi. Sono stato chiaro?- disse con voce ferma. Lakari s’incupì
-Sì, Signore- rispose piatta. Ma lei non aveva alcuna intenzione di dargli ascolto. Disse che tornava in laboratorio, ma invece andò in camera sua. Dal comodino prese la sua pistola, giusto per emergenze, e la assicurò alla cintura. Poi uscì e si diresse verso l’hangard. Per strada incontrò Steve e Natasha
-Salve ragazzi- disse, e loro si voltarono sorpresi
-Lakari che ci fai qui?! Non dovevi essere da Banner?!- chiese stupita Natasha
-Con Loki a piede libero per la Germania e che si mette in mostra? Scordatevelo- rispose
-Farai meglio a non farti vedere dagli altri agenti che ci accompagnano allora- disse Steve, che ora indossava la sua divisa da Capitan America
-Nessun problema- disse, le si illuminarono un attimo gli occhi, poi la ragazza scomparve sotto i loro occhi. I due sgranarono gli occhi
-Mimetismo, lo adoro- disse la voce di Lakari -Andate pure avanti, sono dietro di voi-
Il Capitano e Natasha continuarono a camminare, con Lakari alle loro spalle, invisibile.

In un lussuoso palazzo a Stoccarda, al 28 Könik Straβe, si stava svolgendo un ballo di gala. Una musica dolce e melodiosa risuonava per il grande atrio. Gli invitati parlavano allegramente fra loro.

Fuori dal palazzo, due guardie vennero messe a nanna da delle frecce addormentanti, e tre agenti dello SHIELD corrotti dal Tesseract guidati da Barton si diressero verso una porta laterale, e ad essa attaccarono un marchingegno munito di un piccolo schermo.

Nel cielo sopra la Germania volava veloce un jet dello SHIELD, con a bordo due agenti, Natasha Romanoff, il Capitano Rogers, e una Lakari in incognito. Giunti sopra la città di Stoccarda, la ragazza, sempre ricorrendo al mimetismo, scivolò verso il portellone del jet, lo aprì di poco senza farsi notare, uscì fuori rimanendo in equilibrio sul bordo, chiuse il portellone, spiegò le grandi ali che si confondevano con i colori della notte e si lanciò giù, per atterrare sulla cima di un palazzo che dava sulla stessa piazza del teatro, nascondendosi.

All’interno del teatro, lo stesso uomo che lo SHIELD aveva rintracciato scendeva le ampie scale che portavano nel salone, vestito con lo smocking, una sciarpa di seta oro con rifiniture nere sulle spalle, e un bastone da passeggio in oro con una pietra blu sulla cima. Arrivò alla fine dello scalone, fece roteare in aria il suo bastone e con esso colpì in viso una guardia della sicurezza, che cadde a terra. Gli invitati esclamarono stupefatti. L’uomo si diresse verso un signore di mezza età, lo prese per il collo e lo trasportò verso un tavolo, mentre le persone cominciavano ad allontanarsi, spaventate. L’uomo capovolse il signore sul tavolo, e dalla giacca tirò fuori uno  strano aggeggio a tre punte che fece scattare.
Nello stesso momento, Barton tirò fuori una copia esatta dello strumento, e lo poggiò sul piccolo schermo davanti a sé.
L’uomo accese l’aggeggio, e lo piantò nell’occhio del povero signore. La gente presente cominciò a urlare e a scappare fuori. L’uomo li guardava con un sorriso da pazzo in volto.
Barton finì di raccogliere l’Iridio, raccolse il contenitore, e insieme ai suoi uomini sloggiò.
L’uomo staccò l’aggeggio dal viso del signore e lo rimise in tasca. Poi, con passo solenne, si diresse fuori, verso la piazza. Gli comparve addosso la sua armatura, con aggiunta di elmo con le corna in oro, e il bastone ritornò scettro. Scese in strada, dove una macchina della polizia stava arrivando. Lui le puntò contro lo scettro, da cui scaturì un raggio di energia azzurra che fece cappottare l’auto. La gente continuava a scappare, ma un immagine dell’uomo si parò davanti a loro, sbarrando la strada
-Inginocchiatevi- disse perentorio. La massa di gente cercò di scappare da un altro lato e un altro ancora, ma altre due immagini dell’uomo sbarrarono loro la strada
-In ginocchio- ripetè l’uomo, sbattendo a terra lo scettro e facendolo illuminare anche alle tre immagini
-ORA!- urlò. La folla si fermò e calò il silenzio. Piano, si inginocchiarono. L’uomo sorrise soddisfatto. Con calma, cominciò a camminare tra la gente
-Non vi sembra, semplice?- cominciò -Non è questo il vostro stato naturale? È la verità taciuta dell’umanità, voi bramate l’asservimento. Il luminoso richiamo della libertà riduce la gioia della vostra vita ad un folle combattimento per il potere, per un’identità. Voi siete nati per essere governati. Alla fine- fece una pausa -Vi inginocchierete sempre- concluse, sorridendo. Ma ad un tratto un uomo, un vecchio, si alzò, sfidando il dio
-Non davanti a uomini come te- disse. Il dio sorrise
-Non esistono uomini come me- rispose
-Esistono sempre uomini come te- ribattè il vecchio. Il dio si infastidì
-La saggia voce del popolo- disse, e puntò verso il vecchio il suo scettro -Che lui sia d’esempio- e lanciò un raggio azzurro verso il poveretto. Ma all’ultimo secondo, qualcuno si parò davanti al vecchio con uno scudo, rispedendo il colpo al mittente. Quel qualcuno si alzò: era il Capitano
-Sai, l’ultima volta che sono stato in Germania, e ho visto un uomo innalzarsi su tutti gli altri, abbiamo scelto il dissenso- disse. Il dio si rialzò, appoggiandosi allo scettro, ridendo
-Il soldato, l’uomo senza tempo- disse guardando il Capitano
-A te ne è rimasto poco di tempo- gli rispose questo, e alle sue spalle volò il jet dello SHIELD. Natasha schiacciò un comando e dal fondo del jet uscì una mitragliatrice
-Loki, getta l’arma e arrenditi- disse la donna nell’altoparlante. Ma appena pronunciate queste parole, Loki lanciò un raggio azzurro dallo scettro verso il jet, e Natasha lo schivò per un pelo. Steve lanciò il suo scudo verso Loki e lo colpì sulla spalla, riprese lo scudo al volo e cominciò a combattere con il dio. Loki gli fece balzare via lo scudo e tenne a terra Rogers con il fondo dello scettro
-In ginocchio- gli intimò
-Non oggi!- ribattè il Capitano, e ripresero a combattere.
Natasha, sul jet, cercava di prendere la mira, senza riuscirci
-Si sposta continuamente- disse tra sé. Poi una voce conosciuta gli risuonò nell’auricolare
-Agente Romanoff. Ti sono mancato?- disse la voce. Sullo schermo di comando apparve la scritta “PA SYSTEM OVERRIDE”, e la canzone “High Way To Hell” risuonò nel jet. Natasha sorrise. Tony Stark, nella sua armatura da Iron Man, sfrecciò sopra di loro. Ma non fece in tempo ad agire. Loki lo aveva visto, e lanciò verso di lui un raggio azzurrognolo, che lo prese su una gamba facendolo cadere a terra. Loki sorrise soddisfatto
-Siete finiti, non avete scampo- disse. Il Capitano, a terra dolorante, lo guardò con aria di sfida
-Non è vero, le nostre risorse non sono terminate- disse, si voltò verso il palazzo dietro di sé. Loki non fece in tempo accorgersene che qualcosa di molto veloce e nero con grandi occhi luminosi si abbattè su di lui, scaraventandolo sullo scalone d’entrata del teatro. Lakari atterrò poco lontano frenando, e ritrasse le ali in men che non si dica, sorridendo maliziosa. Nel frattempo Tony era riuscito a rialzarsi, e puntò tutto l’arsenale dell’armatura verso Loki, che si era messo seduto
-Fa la tua mossa piccolo cervo- gli intimò. Loki li guardò. Il Capitano aveva affiancato il tipo con l’armatura, e una ragazza dai lunghi capelli castani si era avvicinata a loro, e lo guardava intensamente. Qualcosa nei suoi occhi lo convinse ad arrendersi. Mantello ed elmo scomparvero, e Loki alzò le mani in segno di resa
-Bella mossa- disse Tony, e ritirò l’arsenale.
-Signor Stark- salutò Rogers
-Capitano- rispose Tony. Lakari si avvicinò ancora
-Salve signor Stark- salutò lei
-Salve agente. Carino il trucchetto- disse Tony. Lakari sorrise. Il jet atterrò, e due agenti scesero, ammanettarono Loki e lo portarono a bordo. Furono seguiti dal trio. Prima di salire Steve fermò per una spalla Lakari
-Bel lavoro, grazie- le disse. Lei gli sorrise, poi salirono anche loro, il portellone del jet  venne chiuso e decollarono.


N.d.a.
Saaaalve! Ho scritto molto in questo capitolo, ma Stoccarda è mooolto importante! Finalmente entra in scena anche il nostro amatissimo Loki!
Che altro posso dire? Grazie a chi legge! Mi è un po' dispiaciuto che nessuno abbia recensito lo scorso capitolo. Quindi non sto qui a ricordarvi di recensire.
Ci vediamo domenica prossima!
Baci
-a.f.


Telepatia

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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***


 Loki era seduto, immobile e impassibile, di fronte a Lakari. Ogni tanto la ragazza lo guardava, ma poi distoglieva subito lo sguardo, la metteva a disagio. Steve e Tony gli lanciarono uno sguardo
-Non mi piace- disse Rogers, voltandosi
-Chi, il rockettaro molto arrendevole?- chiese Tony
-Non mi è sembrato molto arrendevole, quello picchia molto forte- ribattè Steve
-Anche tu sembravi molto brioso, per essere un attempato- disse Tony -qual è il segreto, pilates?- chiese
-Cosa?- domandò Steve
-È come la calistenia, ti sei perso delle cose, sai, mentre eri Capitan Ghiacciolo- rispose Tony. Lakari trattenne a stento una risata. Steve guardò male il multimiliardario
-Fury non mi aveva detto che saresti venuto- disse
-Sì, ci sono molte cose che Fury non ti dice- rispose Stark. Ad un tratto cominciarono a sentirsi dei tuoni, e i lampi appervero tutti intorno al di fuori del jet
-E questo adesso?- chiese Natasha, mentre cercava di mantenere il controllo del velivolo. Loki si agitò un attimo. Steve, Tony e Lakari lo guardarono
-Cosa c’è? Paura di un paio di fulmini?- gli chiese sprezzante il Capitano
-Io non apprezzo quello che ne seguirà- rispose. Ad un tratto, si sentì qualcosa atterrare sul tetto del jet. Tony risprese l’elmo dell’armatura, se lo rimise e aprì il portellone del jet
-Che fai?!- gli urlò il Capitano. Lakari intanto stava aiutando Natasha con il jet. Poi, sul portellone aperto, atterrò un uomo con armatura in parte simile a quella di Loki, un martello in mano, e la faccia che non prometteva niente di buono. Tony caricò un colpo ma il tipo gli lanciò addosso il martello e lo fece cadere indietro. Poi afferrò Loki e con lui si lanciò fuori.
-Pure lui adesso- disse Tony
-Chi era quello?- domandò Lakari
-Un altro asgardiano?- chiese Natasha, che finalmente aveva rispreso il controllo del jet
-Quello sarebbe un alleato?- chiese Rogers
-Non importa, se libera Loki o lo uccide il Tesseract è perduto- rispose Tony
-Stark! Ci serve un piano d’attacco!- gridò Steve
-Io ho un piano: attacco- ribattè Tony, e si lanciò giù anche lui. Lakari si stava spazientendo, ma cercò di mantenere il controllo. Non era il momento giusto per una delle sue crisi. Steve esitò un attimo, poi afferrò un paracadute e cominciò ad assicurarlo a sé
-Io lascerei stare Capitano- disse Natasha
-Non vedo come sia possibile- ribattè lui
-Loro provengono da leggende, sono praticamente degli dei- continuò la Romanoff
-Esiste un dio soltanto, e sono certo che non si veste in quel modo- disse Rogers, e si buttò giù anche lui. A quel punto Lakari perse completamente la pazienza.
-Ma mio dio!! Che razza di idioti!!- strepitò, si diresse verso il portellone e spiegò le sue ali
-Lakari che vuoi fare?!- le domandò Natasha
-Thor, Iron Man e Capitan America, arrabbiati e litigiosi, nello stesso posto. Già siamo nei guai con Loki, cerchiamo almeno di posticipare la fine del mondo- gridò, e si lanciò in picchiata. Dopo qualche minuto di volo, scorse fasci di lampi provenire dal bel mezzo della foresta. Cominciò a planare.


-Non toccarmi un’altra volta-
-E tu non prendere le mie cose-
Tony e Thor si stavano fronteggiando, uno scandalizzato, e l’altro piuttosto stanco
-Non ti rendi conto di con che cosa hai a che fare- disse il dio. Tony si guardò intorno
-Ehm, Shakespeare in estiva?- domandò -Vostra madre sa, che indossate le sue vesti?- chiese ancora
-La faccenda non ti riguarda, uomo di metallo, Loki affronterà la giustizia asgardiana- rispose Thor
-Se rinuncia al cubo è tutto tuo. Sino ad allora, togliti di mezzo- ribattè Tony -Turista-
Ma Thor gli lanciò contro il martello, e Tony andò a sbattere contro un albero. Piano si rialzò
-Ok- disse a mezza voce. Loki nel frattempo assisteva alla scena dalla cima di una collinetta. Thor cominciò a far ruotare il martello, ma Tony lo colpì prima con raggio dalla sua armatura, poi si scagliò sul dio e lo scaraventò indietro. Thor si rialzò, richiamò il martello, e fece convergere su di esso lampi e fulmini, che poi puntò su Stark, colpendolo in pieno. L’armatura quasi si spense, ma si riprese di colpo
-Potenza al 400%- disse la voce di Jarvis
-Ma davvero?- disse Tony, e lanciò un altro raggio contro Thor. Poi lo afferrò e cominciarono a volare, sempre continuando a picchiarsi. Atterrarono, senza smettere di darsele di santa ragione. Ad un certo punto, nel bel mezzo della zuffa, Tony e Thor vennero colpiti da uno scudo. Il Capitano scese da una roccia
-Ora basta- disse -Non so quali siano le tue intenzioni- disse a Thor
-Sono venuto perché gli intrighi di Loki abbiano fine!- rispose il dio
-Dimostramelo- gli intimò Rogers -Dammi quel martello-
-Ah, no, non il martello, non toccargli il martello!- lo avvertì Tony, ma Thor lo scansò via
-Vorresti il mio martello?!- urlò Thor, e saltò il alto sfoderando Mjolnir. Ma poco prima di colpire il Capitano, qualcosa si avvolse con forza intorno a lui, bloccandolo. Erano le radici degli alberi. Altre radici andarono ad avvolgere Rogers e Tony.
-Ma che succede?!- esclamò Stark, dimenandosi. Dal bosco uscì Lakari, le ali ripiegate sulla schiena che le facevano da mantello, e gli occhi verdi e gialli luminosi. Ed era parecchio incazzata
-LA VOGLIAMO FINIRE?! SEMBRATE DEI BAMBINI DELL’ASILO!! FURY CI ASPETTA ALLA BASE E VOI STATE QUI A LITIGARE QUANDO DOVRESTE ESSERE DALLA STESSA PARTE!! ABBIAMO GIÀ UNA MAREA DI PROBLEMI DA RISOLVERE SENZA CHE SI AGGIUNGANO ALLA LISTA UN GRUPPO DI INCOSCENTI CHE CERCANO DI FARSI VALERE GLI UNI SUGLI ALTRI!! QUINDI ADESSO ANDATE TUTTI E TRE A RECUPERARE LO PSICOPATICO FRATELLINO DEL BIONDO E CE NE TORNIAMO AL JET! SONO STATA CHIARA?!- gridò infuriata. Calò il silenzio. I tre annuirono.
-Bene, vedo che ci siamo capiti- disse la ragazza, fece un gesto stizzito con la mano e le radici si ritirarono. Thor richiamò il suo martello, ancora abbastanza scioccato, e il trio si allontanò, seguito da Lakari, per riportare Loki al jet.
Loki veniva scortato attraverso il corridoio da una decina di agenti. Lakari si trovava in laboratorio insieme a Banner mentre la piccola processione passava di lì. Loki guardò Banner sorridendo compiaciuto. Banner si strofinò gli occhi. Poi Loki posò lo sguardo su Lakari, e si guardarono dritti negli occhi. Un lampo, tre parole balenarono nella testa di Lakari:

disperazione

tradimento

vendetta

La ragazza cadde all’indietro, e Banner la prese in tempo
-Agente Andhera, si sente bene?- le chiese preoccupato
-Ho appena avuto… lasci perdere- disse, e si rialzò con l’aiuto dell’uomo -Meglio andare in sala di comando, Fury ci ha convocati-
La porta della cella si chiuse davanti a Loki. Fury si diresse verso una console
-Per essere molto chiari. Cerca di fuggire, o prova solo a scalfire quel vetro- disse, schiacciò alcuni tasti e sotto la cella si aprì un varco
-Finirai giù a 30.000 piedi, dritto in una trappola d’acciaio! Hai capito come funziona?- disse, e richiuse il varco -Formica- continuò indicando il dio -Stivale- concluse indicando la console. Loki rise
-È una gabbia stupefacente, non costruita, credo, per me- disse
-Per qualcosa di molto più forte di te- rispose Fury
-Oh, immagino- disse Loki. Poi si voltò verso una delle telecamere di sicurezza -Una bestia dissennata, che simula di essere un uomo- disse. Dalla sala di comando, Natasha alzò la testa dallo schermo che mostrava le immagini della telecamera nella gabbia e guardò gli altri presenti, tra cui Banner
-Devi essere molto disperato, se ricorri a tante creature smarrite per difenderti- continuò Loki. Fury lo guardò
-Quanto sono disperato? Minacci di guerra il mio mondo, rubi una forza che non puoi sperare di controllare, parli di pace, e uccidi per divertimento. È vero, mi hai reso molto disperato. Forse ti pentirai di averlo fatto- disse
-Uhh. Ti brucia esserci andato così vicino- disse Loki -Avere il Tesseract, avere il potere, uno smisurato potere, e per cosa?- continuò. Si voltò ancora verso la telecamera -Far condividere all’umanità un raggio di luce- disse, poi guardò di nuovo Fury -Per poi rammentarle che cos’è il potere vero- concluse. Fury fece un piccolo sbuffo, e si diresse verso l’uscita
-Fammi sapere se il potere vero vuole una rivista da leggere o qualcos’altro- disse, e se ne andò. Loki guardò ancora una volta la telecamera. Gli schermi in sala di comando si spensero, e l’immagine di Loki scomparve
-Diventa sempre più simpatico vero?- disse Banner
-Loki la manderà per le lunghe perciò… Thor, qual è il suo gioco?- chiese Steve. Anche Lakari era presente, ma era come se non lo fosse. Continuava a pensare a quello che era successo in laboratorio, e prestava poca attenzione a quello che si diceva
-Selvig?- chiese Thor
-È un astrofisico- gli disse Banner
-È mio amico- disse Thor
-Loki gli ha fatto una specie di incantesimo, insieme a uno dei nostri- spiegò Natasha
-Perché Loki si è lasciato arrestare? Da qui non può guidare eserciti- chiese Steve
-Non credo dovremmo concentrarci su Loki, è un cervello completamente fuori base, basta guardarlo per capire che è pazzo-  disse Banner
-Modera le tue parole- disse Thor -Loki è incapace di ragionare ma è un asgardiano, ed è mio fratello-
-Ha ucciso 80 persone in due giorni- ribattè Natasha
-È adottato- replicò il dio. Lakari tornò ai suoi pensieri. Quelle tre parole, disperazione, tradimento, vendetta, erano per caso i pensieri di Loki? Il suo stato d’animo? Nel frattempo era arrivato Stark, e aveva beccato un agente a giocare a Galaga, poi si era messo a parlare con Banner di astrofisica. Lakari si stava scervellando, com’era possibile che avesse visualizzato lo stato d’animo di Loki? Aveva avuto una specie di visione? O forse gli aveva letto nella mente? Non sapeva spiegarselo nemmeno lei. Tornò definitivamente alla realtà ad una frase di Steve
-Io direi di cominciare con il suo scettro, sarà magico, ma sembra funzionare come un arma dell’Hydra-
-Questo non saprei dirlo, ma so che è alimentato dal cubo- disse Fury, che era arrivato da poco -E vorrei anche sapere come lo ha usato per traformare due uomini così scaltri in sue personali scimmie volanti- continuò
-Scimmie? Non capisco- disse Thor
-Io sì!- disse Steve. Calò un silenzio imbarazzante. Tony alzò gli occhi al cielo
-Il meraviglioso mago di Oz- continuò Steve. Nessuno rispose. Tony guardò Banner
-Cominciamo a giocare?- gli chiese
-Da questa parte- disse Banner, e insieme si allontanarono per il corridoio. Lakari andò loro dietro, ma Fury la fermò
-Agente Andhera, avete disubbidito ai miei ordini- comiciò. Lakari lo guardò
-Sì, Signore- disse lei
-Ma il Capitano mi ha detto che siete stata molto utile sul campo. Perciò per stavolta ho deciso di sorvolare l’accaduto, ma che non si ripeta più- disse. Lakari annuì
-Sì, Signore- disse, poi si voltò e seguì Banner e Stark in laboratorio.



N.d.a.
Sono vivaaaaa! Scusatemi scusatemi scusatemi per la mia imperdonabile assenza, ma devo fare degli esami, e i miei mi avevano ritirato il pc per farmi studiare, non sapete che agonia! Ma per fortuna me lo hanno ridato anche se non ho ancora dato gli esami, perchè li darò settimana prossima, e sono riuscita a scrivere questo capitolo! Spero vi sia piaciuto! Da questo capitolo abbiamo imparato una lezione di vita: MAI far incazzare una ragazza-demone. Pure Thor non ha saputo reagire! E questa storia che Lakari riesce a leggere nel pensiero? Le sarà utile per aiutare gli Avengers? Lo vedremo!
Intanto ringrazio Terremoto_PiccolaCapitana per aver inserito la mia storia fra le Seguite, e fredfredina per aver recensito il primo capitolo! Ringrazio anche tutti quelli che leggono, perchè ormai per il secondo, terzo e quinto capitolo siamo a più di 100 letture e per il primo capitolo a più di 200! Grazie infinite!
Ricordo sempre di recensire, perchè ci tengo a sapere i vostri pareri.
Ci si sente al prossimo capitolo!
Baci
-a.f.


Nemiciamici - ancora Telepatia

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