L'isolamento

di Obscuration
(/viewuser.php?uid=685038)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sola ***
Capitolo 2: *** Henry ***
Capitolo 3: *** I gemelli ***



Capitolo 1
*** Sola ***


Faceva freddo, molto freddo , troppo freddo, i suoi pochi stracci, che nemmeno lei riusciva a chiamare vestiti, e la sua copertina tutta rotta e consunta non la proteggevano affatto!

Ormai era da un mese che viveva per le strade rubando cibo dai mercatini e cercando di attirare l'attenzione d'altri, ma nessuno sembrava vederla, il che era una cosa strana.

Non si ricordava niente prima del "grande gelo" come lo chiamava lei.

Gli aveva dato questo nome per sottolineare la paura e il freddo che provò quando si risvegliò appoggiata ad una palazzina piuttosto buia di Time Square (45 th) a Manhattan, avvolta da solo una sudicia coperta.

All'inizio non ricordava assolutamente niente, ne di se ne di altri, ma con il passare del tempo aveva acquistato un po' di memoria.

Ora sapeva di chiamarsi Jinger ma non ricordava il cognome, sapeva di avere 15 anni ma non ricordava il giorno e il mese della sua nascita, non aveva ricordi di momenti passati in compagnia se non immagini sfocate.

Erano più o meno le otto di mattina;

Jinger aveva imparato a calcolare l'ora dalla posizione del sole grazie ad un vecchietto che passeggiava con la nipotina mentre le spiegava come fare, e la quindicenne aveva ascoltato tutta la conversazione con attenzione, senza nemmeno doversi sforzare di nascondersi.

Pensò alla prima volta che si vide allo specchio di un centrocommerciale (non riusciva mai a rubare niente visto che se avesse portato fuori abiti quest'ultimi avrebbero fatto scattare l'allarme) rimase a contemplarsi per parecchi minuti poiché non ricordava nemmeno come era fatta: aveva dei capelli ricci e castani, lunghi fino a metà schiena, possedeva due occhioni verdi dalle lunghe ciglia nere ed aveva la carnagione del colore del caramello, non era...bella, o almeno LEI non si riteneva tale, ma la sua era una bellezza particolare, aveva qualcosa...di magico...

*****

Si alzò dal suo letto provvisorio (sacchi dell'immondizia sopra un piccolo materasso vecchio e puzzolente) e si incamminò verso il solito mercatino che apriva tutte le domeniche. Cercò qualcosa di facile da trasportare perché non aveva un carrello, ma anche qualcosa che fosse di suo gradimento, magari un po' di fragole, poi delle ciliegie...

< Uum, c'è solo frutta...ah no qua c'è il pane, preso! >

E con questo se ne tornò nel suo posticino dove avrebbe riposto il cibo che non avrebbe mangiato subito, poi una volta nascosto bene (nonostante ormai sapesse che in questo posto non passavano nemmeno i barboni) si incamminò verso il parco più vicino, dove si sarebbe seduta per mangiare pensando a cosa le possa essere capitato e a come risolverlo, e così fece.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Henry ***


Ciao a tutti!! 
Volevo solo chiedervi di recensire, perchè mi farebbe davvero piacere😊

Era notte fonda, ma non riusciva a prendere sonno a causa di una discoteca li vicino con il volume troppo alto. Decise di alzarsi per andare a sabotare gli aggeggi del Dj...ok, era meschino, ma insomma...lei voleva dormire! E poi non era una che si faceva prendere dal rimorso troppo facilmente.

Si ritrovò dinanzi ad un portone imponente e grigio, davanti al quale si trovava un altrettanto imponente buttafuori, naturalmente lei non se ne doveva preoccupare, lui non l'avrebbe mai vista, come tutti del resto. Appena varcò la soglia il frastuono le fracassò i timpani, la musica le rimbombava nella testa in modo così insistente da non farle sentire nemmeno i suoi pensieri, così per qualche secondo restò ferma a riordinare le idee, poi si avviò verso il centro della sala dove si trovava il Dj con i dischi. 

< Permesso...per favore...ehi >

Si sentiva stupida a ripetere la stessa cosa senza che servisse davvero a qualcosa, ma le veniva naturale, che schifo di vita!

Ormai era quasi arrivata, purtroppo c'era, proprio li davanti, un ragazzo ce doveva avere circa 17 anni, circondato da un gruppetto di puttanelle che gli si strusciavano contro. Il ragazzo aveva i capelli neri e gli occhi azzurri, di un azzurro intenso, bellissimo ed erano proprio puntati sui suoi e...erano piantati sui suoi?! Ma questo era impossibile! Decise di credere di essersi sbagliata, così avanzò di un passo ma il ragazzo le parlò con gli occhi ancora fissi nei suoi

< Ei bella, non devi stare per forza a guardare, le mie amiche ti possono cedere il posto>

Aveva una voce calda e leggermente roca, era...sexi, ma no! Cosa pensava!

< Tu...tu riesci a vedermi? >

Chiese Jinger molto stupita

< E perché non dovrei?! >

Fu la risposta.

E prontamente una biondina gli disse

< Con chi stai parlando?>

< Con questa ragazza > 

La indicò il moro

< Ma qui non c'è nessuno >

Constatò la bionda un po' perplessa

< Ma come?non ve...emh lascia perdere, vado a prendere una boccata d'aria >

E con queste parole si allontanò, o meglio, si allontanò dalla bionda ma si avvicinò a Jinger e quando fu abbastanza vicino le prese il polso con delicatezza, poi lo lasciò e si avvio verso l'uscita.

La ragazza prese quel gesto come un invito a seguirlo e non se lo fece ripetere due volte; appena usciti entrambi parlarono all'unisono quasi urlando per la disperazione di voler sapere

< Chi sei? >

< Chi sei? >

Lui però ripeté la domanda quindi Jinger gli raccontò la sua storia, e non con poca insistenza da parte del ragazzo.

< Mi stai prendendo in giro? >

Fu la sua prima reazione, a quella domanda Jinger pensò subito che era lei a trovarsi davanti un idiota

< Ma se hai visto che quella ragazza non mi vedeva, e neanche gli altri mi notavano>

< E allora perché io ci riesco?!>

Chiese il ragazzo, che aveva scoperto chiamarsi Henry

< ma cosa vuoi che ne sappia io?! Ti ho detto che ho perso la memoria, scemo!>

Le saltarono i nervi, lei cercava di capire cosa stesse succedendo e questo qui faceva domande idiote!

< o mio Dio!>

Esclamò Henry

< cos'hai adesso?!>

< sono diventato pazzo! Ne sono sicuro! Sono pazzo>

< non che non sei pazzo! È la pura verità!>

< NO! Non è vero! Stammi lontano!!> 

Dopo di che scappò, urlando di lasciarlo in pace.

< che coglione>

Furono le ultime parole di Jinger prima di incamminarsi verso il suo "letto".

Quel ragazzo le aveva fatto dimenticare per cosa era andata li.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I gemelli ***


Stava piangendo, ancora.

Sua madre stava piangendo di nuovo, non che avesse mai smesso del resto.

-mamma...-

- oh Abel...tua sorella....-

Non riuscì nemmeno a finire la frase che scoppiò nuovamente in lacrime.

-mamma, per favore...io lo so! Ti dico che so che è viva! Lo sento...io e lei siamo come uniti...-

- tesoro, siete solo gemelli, niente di più-

Riuscì ad articolare la signora Millar

- ma mamma...-

Non potei continuare perché lei si chiuse in camera.

Ma partiamo dalle presentazioni: io sono Abel Millar, gemello di Jinger Millar e figlio di Andy Millar e Caterin in Millar.

Abitiamo nella città di Soundol, il luogo più intriso di magia di tutto il mondo.

In questo luogo abitiamo noi Invisibilia, siamo degli esseri magici capaci di renderci invisibili e di fare qualche incantesimo di prim'ordine; eccezion fatta per alcuni più fortunati che possiedono dei poteri molto forti.

Gli Inivisibilia si occupano della felicità delle gente. Mi spiego meglio: quando qualcuno di loro esprime un desiderio fattibile per noi, espresso con il cuore e che non abbia fini egoistici uno di noi Invisibilia si presenta da questa persona sotto forma invisibile per esaudirlo manualmente o con i pochi poteri.

Naturalmente dipende dal desiderio, più esso è difficile e più l'Invisibilia deve essere potente.

Purtroppo non nasceva nessuno con questi poteri inimmaginabili da centinaia di anni e questo aggravò molto la salute e la ricchezza del popolo...fino a quando non nascemmo noi: io e mia sorella.

Non era mai capitato che i poteri si manifestassero a due persone della stessa generazione, ma essendo gemelli nessuno si fa problemi.

Io, oltre a sapermi rendere invisibile, ho il potere di manovrare tutti e quattro gli elementi, ma mia sorella è la più potente tra i due, perché riesce a controllare le menti altrui, sa muovere e richiamare gli oggetti con il pensiero ma soprattutto riesce ad impossessarsi dell'energia vitale altrui, che sia animale, pianta o uomo.

La mia famiglia, che prima era povera, venne trasferita a palazzo, ospitata dalla regina e dal re in persona.

Io e Jinger contribuivamo al miglioramento della società e tutto andava bene.

Fino a quel fatidico giorno: era il 22 dicembre, il giorno del nostro quindicesimo compleanno. (perché dovete sapere che chiunque possegga questi potei nasce sempre a un solstizio, nel nostro caso il solstizio d'inverno. E in più si manifesta un'eclissi, che per me e Jinger fu lunare)

Tutti possiedono il potere dell'inivisibilità, ma alcuni fanno più fatica a padroneggiarlo, come Jinger.

Lei è sempre stata testarda e orgogliosa e ha sempre odiato perdere.

Infatti, frustrata, Jinger rimase tutto il giorno ad allenarsi.

L'età media in cui tutti padroneggiano questo potere sono i 15 anni, ma lei non riusciva ancora a rimanere invisibile per più di 30 secondi.

Mamma e papà le ripetevano che allenarsi senza sosta poteva diventare pericoloso, ma lei non li ascoltava.

Fin quando, alle 14:30 di quel giorno, davanti ai nostri occhi Jinger sparì.

Pensavamo tutti che fosse riuscita a mantenersi invisibile ma presto scoprimmo che lei non c'era più.

Iniziammo a cercarla anche nei territori umani, ma non riuscivamo a rintracciarla.

Poi i nostri genitori e tutti gli altri si arresero pensando che in qualche modo possa essere morta.

Ma io lo so! So che è ancora viva, se fosse......io lo sentirei!

E la troverò! Giuro che la troverò!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2809829