Nine months (with)out you

di izzie_sadaharu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What would you choose? ***
Capitolo 2: *** Surprise! ***
Capitolo 3: *** Merry Christmas ***
Capitolo 4: *** Go easy with wine ***
Capitolo 5: *** He neglects you, admit it! ***
Capitolo 6: *** That's right ***
Capitolo 7: *** Your choice has to be 'yes' ***
Capitolo 8: *** What never changed ***



Capitolo 1
*** What would you choose? ***


Seduta sul letto, la ragazza si cinse le ginocchia con le braccia, sospirando rumorosamente.

Un mese.

Era un mese che Otani era partito, e lei non ce la faceva più.

Affondò il viso nelle braccia e sospirò di nuovo. Non gliel'avrebbe detto, non l'avrebbe costretto a tornare per lei: avrebbe significato rinunciare alla sua carriera di insegnante, e questo Risa non poteva permetterglielo.

Però, cavolo se le mancava!

Fuori infuriava una tempesta, e il vento gelido soffiava contro i vetri della finestra con un mugghio basso e dai toni altalenanti.

Messaggio! C'è un messaggio!

La voce di Umibouzu la riscosse dal suo torpore, e Risa allungò le mani verso il cellulare appoggiato sul comodino accanto al letto.

Aprì la schermata e vide che il messaggio era di Otani.

 

Ehi Koizumi! È un po' che non ci sentiamo, scusami... è che la scuola di specialistica mi sta portando via molto tempo... ti chiamo io più tardi, va bene?

 

Certo che andava bene, come poteva dirgli 'No, non mi va bene affatto, ti chiamo io adesso e ti costringo a tornare da me?' In fondo, si tattava di realizzare il più grande sogno di Otani, quello di diventare un insegnante di ginnastica, non puoteva certo infrangerglielo per mero egoismo, giusto?

Risa digitò in fretta la risposta.

 

Certo, Otani. A dopo.

 

Lasciò il cellulare accanto a sé sul letto, poi si stese, mentre una lacrima le spuntava all'angolo dell'occhio. Si appoggiò la mano sulla fronte e si costrinse a sorridere. Dopotutto, lei era Risa Koizumi, l'allegra ed esuberante ragazza alta dai capelli rossi, no? Non poteva abbattersi solo perchè il suo ragazzo era via.

Sperò con tutte le forze che Otani aspettasse un po' a chiamarla, altrimenti avrebbe notato il suo tono depresso e si sarebbe preoccupato.

Passarono i minuti e Risa si addormentò, mentre fuori la prima neve dell'anno cominciava a coprire le strade di una coltre bianca.

 

Quando il cellulare squillò, la ragazza si svegliò di soprassalto, il cuore che batteva all'impazzata. C'è poco da fare, svegliarsi per colpa del telefono è la cosa peggiore che esista.

Si tuffò sul telefono e rispose con voce squillante: - Pronto Otani!
Il ragazzo dall'altra parte della cornetta si stupì della sua energia e del suo tono ansimante - Koizumi! Stavi dormendo?

La conosceva bene. Risa sorrise fra sé e sé e replicò: - Giusto un pisolino pomeridiano... Come è andata oggi? Tutto a posto? Ti hanno preso in giro per l'altezza?

Otani si scaldò subito: - No, Koizumi, grazie. Qui sono tutti gentili e qui nessuno mi scimmiotta continuamente perchè sono diversamente alto.

- Diversamente alto. Bella questa. - La ragazza sorrise teneramente. Le mancavano un sacco quei bisticci da coppia sposata, come li aveva soprannominati Nobu.

Dall'altra parte della cornetta c'era un ragazzo indubbiamente basso, dai capelli color caramello e gli occhi di una tonalità tendente al grigio.

Anche se si fingeva irritato con la sua ragazza perchè le piaceva stuzzicarlo, in realtà il solo suono della sua voce lo faceva sorridere, e per questo era immensamente sollevato che lei non potesse vederlo. Sarebbe stato troppo imbarazzante.

- Senti, Koizumi... potremmo evitare di litigare anche al telefono?

Risa annuì, poi si rese conto che Otani non poteva vederla, e assentì anche con la voce. - Certo, scusami Otani. Ehm.. allora, cosa mi racconti della scuola?

- Non è che ci sia molto da raccontare: passiamo le ore ad ascoltare questo vecchio bisbetico che non fa altro che ricordarci la difficoltà dei nostri esami, quindi puoi immaginarti lo stress..

La ragazza rimase zitta un attimo, poi titubante chiese: - Otani... quando hai l'esame?

Dopo un sospiro che al telefono sembrò un'intermittenza, il ragazzo rispose: - Bhè, in realtà gli esami sono cinque.. il primo è il prossimo marzo, poi ce ne saranno due ad aprile, e gli ultimi due a fine maggio.

Koizumi trattenne un'esclamazione di sorpresa. Maggio! Quindi sarebbe tornato a inizio estate! Avrebbe voluto piangere.

- Quindi torneresti a giugno?

Si pentì subito di quella domanda, perchè evidenziava quanto lei fosse ansiosa e in trepidante attesa del suo ritorno, mentre era suo intento non fare capire a Otani quanto ci stesse male.

Il ragazzo, da parte sua, sospirò ancora più forte. - Veramente no... perchè se passo l'ultimo esame, come mi auguro, dovrò stare qui un altro mese per completare del tutto il ciclo di studi, aggiungendo cioè al mio curriculum anche un periodo di volontariato in una scuola locale.

Koizumi gemette.

Non era possibile. Altri nove mesi senza Otani. Il suo cuore sprofondò nell'oblio dello sconforto, e sentì che stava per mettersi a piangere. Lottando per cacciare indietro le lacrime, si sentì balbettare, la mente del tutto sconnessa alle corde vocali: - Ah... luglio... eh... ma...

- Koizumi?

La voce di Otani suonava preoccupata. Questo perchè Otani era preoccupato. Conosceva abbastanza la sua ragazza per riconoscere i sintomi del pianto, e si sentì morire. La stava facendo soffrire di nuovo. Stavolta, però, era diverso. Lui stesso stava soffrendo, perchè non aveva realizzato quanto lunghi fossero nove mesi finchè non lo aveva detto a lei. E quando si era reso conto che Koizumi molto probabilmente avrebbe pianto, capì che anche lui si sentiva tremendamente triste. Ma si trattenne dal lamentarsi; doveva essere forte per entrambi.

- Koizumi, so bene che nove mesi sono lunghi, ma facciamoci forza; passeranno in fretta, vedrai: tu avrai i tuoi impegni con la scuola di moda, e io sarò qui rintanato come un topo a studiare, dunque non avremo tempo per deprimerci, giusto? E quando tornerò staremo insieme per una settimana, mattina, pomeriggio e sera. Ci stai?

Risa inghiottì il groppo in gola e annuì.

- Allora?

Ah già, non poteva vederla.

- S-sì, va bene. Ma... Otani, non tornerai nemmeno per Natale?

Il ragazzo, sentendosi in colpa, sussurrò: - A Natale ho un impegno con quelli della scuola...

Non sentì subito la lacrima che le scendeva lungo la guancia. Se ne accorse solo quando una goccia salata le atterrò sulla mano che teneva appoggiata sulle ginocchia.

- Certo... capisco, Otani. A-adesso si è fatto tardi... devo andare.

L'altro aveva capito che si era messa a piangere, ma non disse niente per non ferirla ulteriormente. - Va bene, Koizumi.. ci sentiamo domani, ok?

- Sì...

Attaccò in fretta, per non fargli sentire i singhiozzi. Nove mesi.

Si stese di nuovo e guardò fuori dalla finestra. La neve si era attaccata all'asfalto e tutto era bianco, anche i tetti delle case. Il vento si era calmato, e regnava una pace surreale.

Nove mesi.

 

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3 Ottobre – Un mese e una settimana prima

 

I due camminavano lentamente fianco a fianco, godendosi gli ultimi minuti di sole prima del tramonto. La ragazza era alta e snella, mentre il suo accompagnatore era di una spanna più basso, ma non sembrava crucciarsene, dato che non tentava di starle lontano.

- Koizumi...

La ragazza si voltò verso di lui, guardandolo curiosa. La curiosità però si trasformò in preoccupazione appena vide l'espressione del suo ragazzo.

- Tra una settimana parto.

Risa sorrise. - Vai in vacanza? Quanto starai via?

Atsushi scosse la testa, desolato. Non osava guardarla negli occhi, perciò rispose fissandosi le scarpe: - Non vado in vacanza. Ecco... mi hanno preso alla scuola di specialistica Tsuki. È a quattro ore di aereo da qui. Questo significa che non potrò tornare molto spesso. Prenderò un appartamento là e tornerò una volta finita la scuola.

La sua ragazza era immobile. Otani prese il coraggio a due mani e alzando lo sguardo fissò i propri occhi grigi in quelli cioccolato di Risa. Si aspettava di vederla piangere, e con sorpresa notò che, al contrario, gli sorrideva radiosa. - Ma è fantastico, Otani! Sbaglio o la Tsuki è una delle scuole più prestigiose del Giappone? Naturalmente mi dispiacerà che non ci potremo vedere, ma per te è un'occasione d'oro!

Otani sorrise imbarazzato. - Sì, ma... a me dispiace che non potremo vederci per tanto tempo...

Koizumi gli diede una pacca affettuosa sulla spalla. - Oh, andiamo, Otani! Anche a me dispiacerà molto, ma esistono i cellulari, no? Ci sentiremo tutti i giorni, e ti darò il tormento anche se saremo lontani, non ti preoccupare! Lo sai, no? Non è così facile liberarsi di me!
Rimase spiazzata e felice quando Otani si alzò sulle punte e la abbracciò dolcemente. Lo sentì sussurrare un 'grazie' nel suo foulard, e sorrise teneramente. - Di niente, Otani.

Il tramonto scese sul loro bacio e tinse tutta la città di rosso, mentre i due si abbracciavano incuranti della vita accanto a loro.

 

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12 Novembre – presente

 

 

La telefonata del giorno prima con Otani aveva lasciato Risa depressa e immusonita, tuttavia si costrinse a riprendere la solita aria allegra per andare alla scuola di stylist. La aspettava una giornata intensa, colma di impegni e incontri con modelle e stiliste già affermate, che le avrebbero inseganto a conciliare i propri gusti personali con quelli delle aziende.

Mentre camminava di buon passo per arrivare in tempo a lezione, vide che una ragazza le correva incontro.

- Kaori-chan!

Era una graziosa ragazza molto più bassa di Risa, dai capelli corti e ricci e grandi occhi verdi. Avevano stretto amicizia nelle prime settimane di scuola durante una lezione particolarmente difficile di matematica, e andavano molto d'accordo.

- Risa-chan, ciao! - L'abbracciò e sorrise. Era molto estroversa e adorava abbracciare le persone, usanza molto insolita in Giappone. - Come stai? Hai parlato con Otani-san, ieri?

Kaori era la sua confidente, e la settimana prima le aveva raccontato in lacrime di come Otani era partito e di quanto le mancasse. Solitamente le conversazioni con l'amica riuscivano a tirarla su di morale, ma quel giorno aveva toccato un nervo scoperto. Ciò nonostante, decise di fare finta di niente.

- Già, ehm... sì! Mi ha chiamata ieri sera prima di cena, e ha detto che tornerà a luglio! - Tentò di mostrarsi indifferente, ma ebbe scarso successo. Soprattutto perchè Kaori inconsciamente rigirò il coltello nella piaga: - No! Luglio?! Ma mancano nove mesi a luglio! Come farai a resistere per tutto questo tempo?! Io non riuscirei mai a separarmi dal mio ragazzo per tanti giorni... Ma almeno viene a Natale?

Koizumi impallidì e tentò di svicolare, ma alla fine fu costretta ad ammettere che no, non sarebbe tornato.

- Ma che fidanzato hai?! Risa-chan, meriti di meglio! Perchè non lo lasci? Sei talmente bella e simpatica che non faresti fatica a trovarti un ragazzo migliore...

Risa si inalberò e cominciò a parlare molto in fretta, gesticolando senza tregua: - Non lascerei mai Otani! Come ti viene in mente una cosa simile, Kaori-chan? Sono la sua ragazza ed è mio preciso compito supportarlo nei suoi studi, perchè è del suo futuro che stiamo parlando, è chiaro?!

Kaori si fece piccola piccola – come se non fosse già bassa – e tentò di scusarsi, ma ormai Koizumi si era chiusa a riccio. La verità era che si sentiva frustrata, non tanto perchè non riceveva abbastanza attenzioni da Otani – nonostante fosse molto impegnato, trovava sempre il tempo per chiamarla - , ma perchè lei stessa non riusciva a supportarlo come desiderava e come dichiarava. Una parte di lei, quella più meschina ed egoista, avrebbe voluto costringere Otani a tornare da lei, e dirgli che doveva scegliere tra la sua ragazza e la scuola. Già, cosa avrebbe scelto? Qual era la sua priorità?

Infilandosi le mani fra le ciocche rosse, Risa abbassò la testa e fissò l'asfalto, in silenzio.

- Risa-chan, siamo in ritardo, dovremmo andare a scuola...

Annuendo senza parlare, Koizumi la seguì mentre si incamminava verso la scuola.

Avrebbe voluto non incontrare Kaori, così non si sarebbe mai posta quella domanda: cosa avrebbe scelto Otani?

 

 

 

 

 

* ANGOLO AUTRICE *

Già, ehm.. cosa ho da dire a mia discolpa? Era un po' che volevo scrivere una fanfiction a capitoli di Lovely Complex, ed eccola qui... non è niente di speciale, e oltretutto ho paura che i personaggi siano un po' OOC, ma pazienza.. per i prossimi capitoli proverò a fare di meglio!
Per quanto riguarda i nomi: 'tsuki' vuol dire 'luna' in giapponese. Non chiedetemi perchè abbia voluto dare il nome di 'luna' a una scuola.. semplicemente suonava bene! XD
Invece Kaori è la ragazza che si vede nelle ultime pagine di Lovely Complex Plus... non mi pareva avessero detto il suo nome, così me lo sono inventata! :)
Au revoir, ci sentiamo presto con i prossimi capitoli!
Izzie ♥

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Surprise! ***


Erano passati tre giorni dalla litigata di Risa con Kaori, e le due erano tornate a filare d'amore e d'accordo. Sul tragitto verso casa dopo la fine delle lezioni, le due ragazze percorrevano un pezzo di strada insieme, chiaccherando del più e del meno. Quel giorno, tuttavia, Risa era da sola, perchè l'amica era ammalata.

La neve scricchiolava sotto il carro armato degli stivali della ragazza, che per riscaldarsi si soffiava sulle mani arrossate dal freddo. Si maledisse almeno una decina di volte per aver dimenticato i suoi guanti di lana nell'armadio, e una raffica di vento gelido le ricordò che aveva lasciato sull'appendiabiti anche il cappello.

La strada era deserta, nonostante fossero solo le cinque di pomeriggio: probabilmente il freddo aveva scoraggiato a uscire ogni singola persona che non ne avesse una necessità immediata, per cui Risa si preoccupò non poco quando avvertì dei passi dietro di lei. Affrettò il passo, e con angoscia si rese conto che anche l'altro – o altra- aveva acquisito un'andatura più frettolosa.

Senza più riguardi, Koizumi prese a correre, i lunghi capelli rossi che le svolazzavano accanto alle orecchie infiammate dal freddo.

Con suo orrore si rese conto che le avevano afferrato il polso e lo stringevano con forza.

- Koizumi-san!

Presa dal panico, la ragazza strattonò il braccio liberandosi dalla stretta e schiaffeggiò violentemente il volto dell'inseguitore.

Si trovò così a guardarlo in faccia, e si sentì morire.

Davanti a lei c'era un ragazzo di un anno più grande di lei, della sua stessa altezza; aveva grandi occhi neri e portava i capelli castani più lunghi della media raccolti in un codino. Quel ragazzo avvenente era il figlio della sua insegnante di moda.

- Yu-Yuji-san?!

Risa era mortificata. Aveva veramente preso a schiaffi il figlio della signora Hokami! Per una frazione di secondo desiderò che l'asfalto ricoperto di neve candida la inghiottisse, per non dover affrontare il sorrisetto imbarazzato del ragazzo.

- Koizumi-san, scusa se ti ho spaventata... in effetti arrivare alle spalle di una ragazza e afferrarla per il polso non è il miglior approccio...

Risa con orrore vide che era arrossito. - Ma no! Non ti preoccupare... scusami tu se ti ho colpito...

Fece una risatina nervosa e Yuji arrossì ancora di più. Risa si chiese se fosse per il freddo o se magari fosse semplicemente imbarazzato per essere apparso come un malintenzionato.

- Koizumi-san, per Natale organizzeremo una festa alla scuola... so che è presto per gli inviti, in fondo siamo solo a metà Novembre, ma il fatto è che abbiamo bisogno di qualcuno che aiuti con le decorazioni... - Arrossì ancora di più e si tormentò il codino con le mani – Bhè, può sembrare maleducato da parte mia, ma... ho pensato che forse potevi aiutarci, Koizumi-san... Sempre che non abbia altri impegni!

Risa stava per declinare l'offerta il più cortesemente possibile: non aveva certo voglia di passare il mese seguente a comprare decorazioni e addobbare l'aula magna della scuola! Poi però si ricordò della telefonata con Otani, e le sovvenne che non sarebbe tornato per Natale. Probabilmente Nobu sarebbe rimasta con Nakao, e Chiharu con Suzuki.. quindi perchè rifiutarsi? - Ci sarà anche Kaori-chan?

Yuji annuì: - Ci saremo tutti, solo che a quanto pare nessuno vuole accollarsi il compito di organizzare tutto. Cioè... - Si rese conto di aver fatto un passo falso e si zittì.

Risa ci pensò un po' su, poi decise di accettare. Almeno non sarebbe rimasta in casa sola come un cane, a piangersi addosso perchè non poteva vedere Otani!

Yuji sembrò sollevato dalla sua decisione, e le sorrise riconoscente. Mentre tornava a casa, Risa pensò a quanto si sarebbe ingelosito Otani se avesse saputo che un ragazzo era così gentile con lei. Dopotutto, aveva scatenato un putiferio l'anno prima con Kohori, e la situazione non era molto diversa.

Ma si ingelosirebbe davvero?

Questa domanda fece capolino nella testa della ragazza. Già, si sarebbe ingelosito? Dopotutto, era molto impegnato con la scuola, e probabilmente anche lui aveva incontrato nuovi amici e amiche.

Ecco, lei era gelosa. Pensò con rabbia a quella ragazzina mora che aveva incontrato l'estate prima, il giorno del suo compleanno. Come avevano chiamato Otani? Ah, sì. Chatsupi.

Ridacchiò fra sé e sé. Che nome ridicolo. No, decisamente Otani non aveva nessun diritto a ingelosirsi. Comunque, sicuramente non si sarebbe interessato delle nuove amicizie della sua ragazza, era troppo impegnato con gli studi...

 

 

 

- CHE COSA?!

Risa sobbalzò e allontanò un po' il cellulare dall'orecchio.

Era seduta sul divano con suo fratello Takato, il quale era intento a giocare con un videogioco tutto sparatorie e combattimenti davanti al televisore.

- Otani, non urlare! Non ha fatto niente, mi ha solo invitata alla festa di Natale della scuola!
A quattro ore di aereo da lì, il ragazzo era steso sul letto nel suo appartamento, rosso in volto e agitato. - Koizumi, ricordo perfettamente che l'anno scorso il tuo 'è solo un amico' ha finito per baciarti mentre eri addormentata, sotto gli occhi del tuo ragazzo!

Era arrossito ancora di più per aver detto una cosa del genere, ma era di vitale importanza che Koizumi capisse l'antifona.

Risa, dal canto suo, cominciava a irritarsi, sebbene in fondo fosse felice che gli importasse di lei. - Senti, Otani, il solo fatto che te l'abbia raccontato significa che non c'è assolutamente motivo di preoccuparsi! Insomma, non posso neanche avere un amico, mentre tu te la spassi là con cani e porci?

Si pentì subito di avere detto una cosa simile.

Otani si zittì per qualche secondo, incredulo e infuriato allo stesso tempo, poi riprese a parlare con più veemenza. - Non ti permetto di chiamare i miei amici 'cani e porci', è chiaro, Koizumi? È ovvio che non ti impedisco di avere amici, per chi mi hai preso?! Mica sono un tiranno! L'unica cosa è che mi irrita sapere che in giro c'è un tizio che ti fa la corte, mentre io sono qui bloccato e non posso nemmeno dargli un pugno sul naso!
Sia Otani che Koizumi rimasero un attimo in silenzio, ripensando alla scena in cui Atsushi sferrava un gancio sul naso di Kohori; poi Risa mormorò, mortificata: - Mi dispiace, Otani... non intendevo dire quelle cose. Ma mi devi credere quando dico che Yuji non è un pericolo per la nostra relazione a distanza...

Otani si calmò, e rispose pacatamente: - Scusami anche tu, Koizumi, per avere dubitato della tua parola. Adesso devo andare a studiare, ci sentiamo domani, d'accordo?

Risa annuì: - Certo, Otani. A domani.

Chiuse la comunicazione e guardò Takato, che faceva finta di niente e apparentemente era concentrato solo sul gioco. - Oh, andiamo, Takato! So benissimo che sei in trepidante attesa di sapere cosa ci siamo detti!
Il ragazzo si finse indignato: - Ah, no, sorella! Non voglio il resoconto di tutte le smancerie che vi siete scambiati! - simulò un conato di vomito e fissò lo schermo della televisione con indifferenza.

Risa sbuffò e salì le scale per andare in camera sua. Avrebbe passato un mese molto movimentato!
 

 

Otani, dopo la fine della conversazione con la sua ragazza, era rimasato steso sul letto, incerto sul da farsi.

Aveva già deciso da settimane che avrebbe fatto una sorpresa a Risa, presentandosi a casa sua per Natale, con un regalo che le avrebbe comprato a breve; la notizia che lei aveva altri piani l'aveva sconvolto. Bhè, poteva aspettarselo, dopotutto Koizumi non era un cagnolino che seguiva il padrone, era una ragazza indipendente con i suoi amici e la sua vita, ed era logico che si sarebbe organizzata per Natale.

Decise che questo non l'avrebbe smosso dal suo piano: si sarebbe presentato alla festa della scuola di Risa e l'avrebbe portata via per un'oretta; dopo di che l'avrebbe riaccompagnata a casa.

Era talmente in fissa con l'idea di farle una sorpresa da essersi anche inventato di avere progetti con i suoi amici di scuola, durante la telefonata di quattro giorni prima; le si era stretto il cuore quando aveva sentito il tono sconsolato di Risa, ma era a fin di bene!

La verità era che non ce la faceva più: Koizumi gli mancava troppo.

Koizumi con i suoi piagnistei isterici; Koizumi con le sue risate cristalline; Koizumi con i suoi 'pugni da idiota'; Koizumi con i suoi sguardi imbarazzati, che gli facevano venire voglia di baciarla ogni volta. Non gliel'avrebbe mai detto, comunque: sarebbe stato troppo imbarazzante, e poi lei non gli avrebbe dato più pace, l'avrebbe tormentato fino allo sfinimento!

Lanciò un'occhiata al calendario e sospirò. Un mese e qualche settimana, e poi sarebbe andato da Koizumi.

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I giorni passavano abbastanza velocemente per Risa, che era sempre affacendata e occupata per preparare la festa di Natale. Alla fine Kaori aveva deciso di aiutarla, e così loro due trascorrevano i pomeriggi con Yuji in giro per la città per comprare gli addobbi e qualche regalino a tutti gli studenti. Era stata un'idea di Risa: avrebbero donato un ciondolo portachiavi a tutti con la scritta I'll be a stylist , e poi vi avrebbero abbinato qualche dolcetto, forse un paio di cioccolatini per ciascuno. Era una spesa non indifferente, ma Yuji era abbastanza facoltoso e aveva insistito affinchè pagasse tutto lui, per ringraziare le due ragazze dell'aiuto.

Era un ragazzo molto simpatico, e in lui Risa vedeva un ottimo amico, che le sapeva dare sempre buoni consigli e la consolava quando si sentiva depressa per Otani. Kaori insinuava che Koizumi si stesse innamorando di lui, ma Risa la contraddisse più volte. Ai suoi occhi esisteva solo Otani, tant'è vero che le bastava vedere una partita di basket in televisione per pensare a lui, e più di una volta aveva avuto l'impulso di andarlo a trovare nella città dove studiava. Ogni volta, comunque, aveva desistito: aveva paura di disturbarlo e di essere d'intralcio ai suoi studi, e questa era l'ultima cosa che voleva.

Certo, era vero che Yuji era molto bello, e sempre gentile nei suoi confronti. Le ricordava un po' Maity: aveva la stessa aria da cavaliere salvatore della bella donzella, e lo stesso sguardo gentile.

 

- Koizumi-san? Abbiamo comprato tutto?

Mancava una settimana a Natale, e Risa era fuori da un supermercato, carica di borse della spesa, con Yuji. Kaori era a casa a far compagnia alla sorellina di dieci anni, per cui erano soli.

- Mhm, sì, direi di sì! Dovevamo comprare i cioccolatini e i festoni, giusto? Ah e poi anche bibite e salatini vari.

Yuji annuì. - Allora abbiamo preso tutto. Che ore sono?

Risa tirò fuori il cellulare dalla tasca e consultò l'orario. - Sono le sei e mezza di sera!

Il ragazzo la guardò negli occhi, avvampando: - Ecco... forse è meglio se ti riaccompagno a casa, Koizumi-san. È già buio!

Lei sorrise e gli mostrò il pugno, in ricordo di quella volta che l'aveva schiaffeggiato, il mese prima: - Non ti preoccupare, Yuji-san! Mi so difendere, ricordi? - Rise radiosa e Yuji annuì.

- Sì, ma è comunque pericoloso...

Risa era tentennante, ma poi decise di accettare l'invito,e iniziarono a camminare per le strade innevate. Rimasero in silenzio per un paio di minuti, poi Yuji cominciò a urlare imbarazzatissimo: - Ommioddio scusami, Koizumi-san!

La ragazza si spaventò e lo guardò con espressione interrogativa: - Di cosa?!

Yuji le strappò con forza le borse dalle mani e borbottò, sempre più rosso in volto: - Pesano queste borse.. avrei dovuto portarle io dall'inizio!
Risa sorrise compiaciuta, poi lo rassicurò: - Tranquillo, non pesavano! - In realtà era felice, perchè era raro che qualcuno le desse tutte quelle attenzioni.

Quando arrivarono davanti a casa di Risa, lei lo salutò con un cenno della mano ed entrò frettolosa, ansiosa di potersi scaldare davanti alla stufetta.

Sua madre guardò fuori dalla finestra e vide Yuji che si allontanava lentamente. - Risa, ma.. chi è quello?

Koizumi si strinse nelle spalle. - È Yuji, il figlio della mia insegnante. Abbiamo stretto amicizia da quando io, lui e Kaori ci occupiamo della festa di Natale.

La donna la guardò stupita: - E Otani-kun? Non è geloso?

Risa mise a scaldare dell'acqua per un tè, e rispose vaga: - Non c'è di che essere gelosi, siamo solo amici.

Sua madre la guardò pensierosa, ma decise di non dire altro, e si sedette sul divano per leggere un libro.

 

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25 Dicembre – Festa di Natale della Stylist School

 

 

Nell'aula magna regnava il caos. Tutti i ragazzi e le ragazze erano radunati in quella stanza ed erano impegnati a mangiare schifezze, parlare a voce molto alta e scambairsi regali.

Negli angoli più appartati della scuola c'erano coppie avvinghiate che si baciavano con foga e ragazze che si dichiaravano davanti a ragazzi imbarazzati e rossi in volto.

Otani camminava per i corridoi incerto su dove esattamente fosse la sua ragazza, e cominciò a chiedere in giro. Era abbastanza imbarazzato per essere in mezzo a tanti sconosciuti, ma si fece forza e si avvicinò a una ragazza che sembrava meno ubriaca degli altri.

- Scusami, sapresti dirmi dov'è Koizumi Risa?

Lei lo osservò con aria maliziosa, poi prese a fargli gli occhi dolci: - Chi è, la tua sorella? - Si avvicinò pericolosamente a lui, ed egli ne avvertì l'odore nauseante dell'alcol.

Otani deglutì e la allontanò con la mano: - È la mia ragazza. Ti dispiacerebbe scostarti?

Si era allontanato disgustato, mentre sentiva i suoi lamenti sul perchè tutti i ragazzi carini avessero già la ragazza.

Continuò a vagare per la scuola, alla ricerca disperata di quella spilungona.

 

 

Risa, Kaori e Yuji erano in un'aula con altri amici, che ascoltavano la musica e si abbuffavano di cioccolata e pop corn.

Improvvisamente, Kaori saltò su: - Che ne dite di giocare al Gioco del Re?!

Per il Gioco del Re servivano dei bastoncini in legno, uno per ogni giocatore, con scritti dei numeri – uno su ogni bastoncino; ma su di uno c'era la scritta 're': chi lo pescava poteva comandare qualsiasi cosa agli altri numeri. Ogni giocatore prendeva un bastoncino a caso, e il gioco iniziava.

Tutti furono d'accordo e Kaori prese degli stecchi dai gelati e vi scrisse sopra i numeri e il 're'. Poi li afferrò in un mazzo con i numeri coperti e li alzò vittoriosa. - Bene, tre, due, uno... pescate!
Il re, o meglio regina, era la stessa Kaori. La ragazza ammiccò maliziosa verso Risa, e le sbirciò il numero. Sette. Poi si chinò verso Yuji con la scusa di prendere una manciata di pop corn e lesse anche anche il suo numero. Due.

Sorridente, Kaori fece finta di pensare a dei numeri a caso, poi urlò trionfante: - Il numero due deve baciare il numero sette!

Per una frazione di secondo tutti guardarono i propri stecchi, e Kaori notò con soddisfazione che Risa e Yuji erano sbiancati.

 

 

Possibile che fosse così difficile fare una sorpresa alla propria fidanzata? Stava vagando per i corridoi da ore, ormai, e ancora non l'aveva trovata.

Pregustò la faccia che avrebbe fatto Koizumi al vederlo dopo mesi, e sorrise compiaciuto.

Era al primo piano, e sentì che da un'aula arrivavano musica e voci.

La raggiunse ed entrò senza essere visto, tale era la confusione.

Ciò che vide gli gelò il sangue nelle vene.

Un ragazzo stava baciando Risa, sotto gli schiamazzi e le ovazioni degli amici attorno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* ANGOLO AUTRICE *

So cosa state pensando. State odiando Kaori. E anche Yuji.
Non fatelo, dài... Kaori vuole solo vedere Risa felice, e mettetevi nei panni di quel povero ragazzo! :')
E state anche insultando Risa per la sua ingenuità. E mi state odiando per il timing clichè per cui Otani entra proprio quando Yuji bacia Risa... abbiate pietà! xD
Spero che i personaggi non siano troppo OOC e che questo capitolo non sia troppo una schifezza... Fatemi sapere se vi è piaciuto!

Ringrazio hoon chan per avere recensito e per avere inserito le storie fra i preferiti, e anche _Maka_Albarn_ che l'ha aggiunta fra le preferite! E MocciosaMalfoy perchè la segue!

A presto con il prossimo capitolo!
Izzie ♥

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Capitolo 3
*** Merry Christmas ***


Risa si rese conto delle labbra di Yuji sulle sue solo dopo qualche secondo. Rimase pietrificata, poi arrossì violentemente e lo allontanò con forza, strillando come una forsennata.

- Aaaaaaaaargh Yu..Yuji-san!!

Il ragazzo era paonazzo, e tentò di giustificarsi. - Koizumi-san, l'ho fatto per il gioco, il gioco! Io non... cioè... - Balbettando sempre di più si incartò nelle proprie scuse e decise di rimanere in silenzio.

- Koizumi.

Quella voce.

Risa si girò orripilata e si trovò faccia a faccia con Otani. Avrebbe voluto saltargli al collo, ma in un flash si rese conto che lui l'aveva appena vista mentre Yuji la baciava.

- Otani! Io... posso spiegare! - La ragazza aveva le lacrime agli occhi e, scostando gli amici che la circondavano lo raggiunse, mentre lui se ne stava come pietrificato, rivolgendole uno sguardo vacuo.

- Non è come sembra! È il gioco, il Gioco del Re, sai, no... quello dei bastoncini!- Con una risatina nervosa lo abbracciò: - Che bello che sei tornato, eh eh eh eh, vorrei solo che non avessi visto questa scena... è tutto un orribile malinteso!

Otani si slacciò dall'abbraccio e la guardò negli occhi con freddezza, senza dire una parola. Poi si voltò e, camminando lentamente, si allontanò nel corridoio.

- Otani!!

Lo insenguì sotto gli occhi esterrefatti dei presenti, piangendo. - Otani! Otani, aspetta! Aspetta! Ti fidi così poco di me che non mi lasci nemmeno spiegare?!
Il ragazzo si fermò senza girarsi, e Risa lo raggiunse in un balzo, rimanendo però a qualche metro di distanza. - Otani. Non c'è niente fra me e Yuji, davvero!

Con rancore, Atsushi ribattè:- Questo lo pensi tu. Non mi pare che quel tizio la pensi allo stesso modo. E del resto, vi siete baciati. Un bacio è reciproco.

Risa strinse i pugni al punto che le nocche diventarono bianche, poi cominciò a urlare: - Idiota! Un bacio è reciproco, eh?! E allora mi stai dicendo che anche quello fra te e Seiko, quella volta, era stato voluto da entrambi?

Il ragazzo incassò un po' la testa fra le spalle, ripensando con imbarazzo -e con orrore- a quella scena. Si voltò e guardò Koizumi incerto. - Bhè, no.

- E quindi credimi se ti dico che è stato Yuji a baciare me, e solo per il gioco! Quello stupido gioco, non parteciperò mai più, ci puoi giurare!

Otani non rispose, semplicemente la guardò con attenzione. Era lì, davanti a lui, dopo più di due mesi di lontananza, e gli rivolgeva uno sguardo rabbioso e caldo di lacrime, e avrebbe giurato di aver intravisto anche senso di colpa in quelle iridi cioccolato.

- Sul serio..?

L'aveva detto a voce talmente bassa che Risa credette di aver capito male. Ciò nonostante rispose, con un tono più calmo: - Sul serio.

Otani sorrise lievemente, e non disse niente. Abbassò lo sguardo e lo fissò sulle proprie scarpe. Le credeva, ovviamente. Insomma, era tanto tempo che conosceva Koizumi, e lei mai gli aveva dato prova di infedeltà, né le era mai sembrata una bugiarda.

All'improvviso sentì un tonfo e, alzato lo sguardo, vide che era caduta in ginocchio, e piangeva.

- Koizumi..?

Lei sorrise fra le lacrime, e singhiozzando gli chiese: - Non avevi degli impegni con i tuoi amici della scuola?

Lui le si avvicinò e si lasciò cadere davanti a lei, proprio come aveva fatto quella sera sul ponte, l'anno prima, quando aveva saputo i risultati degli esami di ammissione.

- Non era vero. Me lo sono inventato, per farti una sorpresa, stupida.

Lei continuò a singhiozzare, e fra un singulto e l'altro, riuscì a dire: - Sono...così...contenta! Mi... sei... mancato... così... tanto, brutto idiota!

Si asciugò le guance con il dorso della mano, e rimase spiazzata quando sentì che Otani aveva appoggiato la fronte sulla sua spalla.

- Gigantessa che non sei altro, mi sei mancata anche tu.

Risa sorrise con gli occhi ancora lucidi, e ribattè: - Se io sono una gigantessa, tu sei un nano da giardino!

Senza alzare la testa, Otani replicò: - Giraffa!

Koizumi sbuffò: - Tappo!

- Taipei 101!

- Picciolo di mela!

Le loro risate posero una fine a questi assurdi insulti. Otani alzò la testa e la guardò negli occhi, sorridendo. Poi accostò le sue labbra a quelle di Koizumi, e dopo una manciata di secondi che parvero ore a entrambi, borbottò contro la sua bocca: - Queste sono mie. Puoi dirlo a quel fagiolone di Yuji.

Koizumi scoppiò a ridere e lo abbracciò, travolgendolo e buttandolo a terra.

Dio quanto le era mancato.

Dio quanto gli era mancata.

 

 

 

 

- Yuji-san, dovresti ringraziarmi!
Il ragazzo si voltò verso Kaori, sorpreso. - Perchè..?

Gli amici erano seduti sui banchi e osservavano con interesse Kaori che ammiccava complice a Yuji. - Oh andiamo, hai appena baciato Risa-chan! Non è una cosa da tutti i giorni, sai?

Il ragazzo avvampò. - In realtà mi sento in colpa... Dopotutto per colpa di quel bacio Koizumi-san e il suo ragazzo hanno litigato!

Kaori gli diede una gomitata allusiva. - Su su Yuji-san, non è il momento di fare gli angioletti! Risa si merita di meglio di quel nano idiota che la fa sempre soffrire! Tu sei il ragazzo ideale per lei, bello, alto e intelligente, ed è chiaro come il sole che sei innamorato di lei!
Yuji arrossì ancora di più. - Ma io veramente... non sono innamorato di Koizumi-san! È solo un'amica, davvero!
Bastò un'occhiata color smeraldo della ragazza per farlo cedere. - OK, hai ragione Kaori-san. Ma il punto è che è un amore a senso unico, mi pare evidente!

Kaori sorrise sorniona. - Ma a questo si può rimediare!
 

 

 

- Per quanto ancora vogliamo rimanere così?

Erano stesi a terra, abbracciati, e cominciavano a sentirsi un po' in imbarazzo, nonostante non ci fosse nessun altro oltre a loro.

- Ehm.. Otani... forse dovremmo alzarci...

- Già, credo tu abbia ragione, Koizumi.

Si tirarono su, poi Otani si passò una mano dietro alla testa, e arrossendo propose alla ragazza: - Che ne dici di fare una passeggiata? Devo ancora darti il mio regalo di Natale...

Risa annuì felice. - Possiamo andare a casa mia, così io posso darti il mio... - Arrossì violentemente quando vide che Otani era rimasto pietrificato. - Cioè... non pensare male..OTANI!!- Gli diede uno scappellotto e, viola in volto, cominciò a gridare, senza fare pause: - IL MIO REGALO L'HO LASCIATO A CASA È PER QUESTO CHE DICO DI ANDARE VERSO CASA MIA MA PERCHÈ DEVI SEMPRE PENSARE MALE OTANI!!

Il ragazzo, imbarazzato, si mise la mano sul collo e sorrise. - Bhè, sei la mia ragazza, no?

Risa lo guardò di sottecchi. - Certo. In effetti... vabbè. A casa ti vorranno salutare tutti, comunque. Takato mi aveva accennato che aveva intenzione di mostrarti il suo nuovo pallone da basket...

Otani le strinse la mano e, dopo che Risa ebbe prese il giubbotto dall'attaccapanni all'ingresso della scuola, insieme si avviarono verso l'uscita.

Fuori gelava, e aveva ricominciato a nevicare. Durante il tragitto verso la casa di Koizumi, i due parlarono del più e del meno, raccontandosi ciò che già non si erano detti al telefono. Era una passeggiata piacevole nonostante il freddo, perchè erano insieme dopo tanto tempo. L'incidente con Yuji era stato accantonato nell'angolo più amaro e buio del cuore, ed entrambi erano decisi a non tornare più sull'argomento.

Per le strade era pieno di coppiette smielose che si scambiavano effusioni, e Risa sorrise felice. Era così felice di avere Otani al proprio fianco, che la sola idea di dover tornare prima o poi ai giorni di solitudine la deprimeva.

- Ehi, Otani.. le vacanze di Natale le passi qui, vero?

Lui annuì. - Sì, riparto a metà gennaio.

Avevano tre settimane da passare insieme, e Koizumi si ripromise di trascorrere ogni singolo giorno con il suo ragazzo.

Arrivati davanti al portone d'ingresso di casa Koizumi, la ragazza suonò il campanello.

Fu sua madre ad aprire, e appena vide Otani si aprì in un sorriso radioso. -Otani-kun! Che sorpresa! Forza, entrate!

L'interno era caldo ed accogliente, e Otani si sentì subito a suo agio. Era stato lì più volte, e ormai era diventato un ospite ben accetto e gradito.

Dopo essersi tolti le scarpe e i giubbotti e avere lasciato tutto all'ingresso, i due entrarono nel salotto, dove videro Takato e il padre di Risa seduti comodamente sul divano. Entrambi salutarono calorosamente Otani, che a sua volta cominciò a chiaccherare tranquillamente con il fratello e il padre della sua ragazza. La timidezza che aveva sempre provato nei confronti della famiglia di Koizumi andava scemando, e si sentiva sempre più a proprio agio.

Risa si sedette sul divano, mentre sua madre si dirigeva in cucina a prepare del tè per loro.

- Otani-kun, il tè lo preferisci verde o al gelsomino?

Sorridendo, il ragazzo rispose educatamente: - Verde, se non è un disturbo, grazie!
Lei rise: - Oh no, assolutamente non è un disturbo! A te Risa piace quello al gelsomino, vero?

La ragazza assentì, poi si alzò e si avvicinò alla madre in cucina per aiutarla. Questi tentò di allontanarla garbatamente: - Oh no, Risa, non c'è bisogno che mi aiuti! Va' pure di là con Otani-kun, è tanto che non vi vedete, vorrete stare un po' insieme, no?

Koizumi le rivolse uno sguardo supplichevole. - È immerso in quella che oserei definire una conversazione per soli uomini: sport. Parlano di sport, mamma. Takato si è ringalluzzito tutto quando ha visto che poteva chiaccherare con lui, e papà si è immerso anche lui nella conversazione. Aiutami tu, mamma.

Lei rise gaia e le passò le due tazze fumanti, afferrandole per i piattini per non scottarsi. - Portale in camera tua e vedrai che Otani-kun ti seguirà a ruota! - E con una strizzatina d'occhio che fece morire d'imbarazzo Risa, si diresse in salotto. Sua figlia la sentì rivolgersi al ragazzo: - Allora Otani-kun, Risa sta portando il tè in camera sua... vorresti aiutarla? Le tazze scottano...

Avvampando, Otani assentì e Risa lo vide mentre si avvicinava imbarazzatissimo. - Tuo fratello e tuo padre mi hanno appena lanciato delle occhiate assassine... spero di arrivare intero alla fine dell'anno!

Koizumi rise e cominciò a salire le scale che portavano alla sua camera.

- Non vuoi che ti aiuti?

- Non ce n'è bisogno, grazie Otani.

La camera di Risa era spaziosa e accogliente, e Atsushi ritornò con il pensiero a quella sera prima degli esami, quando era rimasto a dormire lì perchè la sua famiglia era influenzata.

Koizumi appoggiò le tazze fumanti sul tavolino, poi vi si sedette di fronte, con la schiena appoggiata al letto.

Otani era alla parte opposta del tavolo, rosso in volto.

- Tutto a posto, Act-chan? - Risa fece un sorriso sadico, ben sapendo quanto lo imbarazzasse essere soprannominato At-chan.

- Spilungona, non mi chiamare At-chan! Mi chiamano così solo mia madre e mia sorella! - Otani si era infuriato e la guardava in cagnesco.

- Oh, allora chiamami anche tu come mi chiamano mia madre, mio padre e mio fratello, no?

Il ragazzo ammutolì, lambiccandosi il cervello cercando di ricordare come la madre di Koizumi l'avesse chiamata. - Intendi... vediamo...'Risa'? - Non appena lo ebbe pronunciato avvampò.

Risa, invece, era molto contenta. - Esatto! Che ne dici di chiamarmi semplicemente 'Risa'?

Otani cominciò a urlare: - Non se ne parla, giraffa! Ti ho già chiamata Risa una volta, non si ripeterà!

La ragazza rimase a ripercorrere con la mente quel giorno, il giorno del suo compleanno, quando Otani le aveva portato un mazzo di rose e poi l'aveva chiamata per nome. Scrollò le spalle e sorrise: - Non ti preoccupare, Otani. D'accordo, mi sta bene anche 'Koizumi'.

Rimasero in silenzio per un po'. Otani in realtà si sentiva un po' in colpa per averle rifiutato una cosa tanto banale, ma la verità era che si vergognava troppo. Non poteva semplicemente dire 'Risa', non ce la faceva – tranne in rare occasioni.

Koizumi si alzò e si avvicinò alla scrivania, poi prese un pacchetto abbastanza grosso e pesante, tutto colorato e infiocchettato, e lo porse al suo ragazzo, per poi tornare a sedersi.

- Buon Natale, Otani.

Lui le sorrise radioso, e rispose: - Buon Natale, Koizumi. - Frugò nelle tasche del maglione e le porse un pacchettino color oro. Lei sgranò gli occhi e gli sorrise.

Per qualche secondo si sentì il rumore della carta che veniva strappata delicatamente, poi Otani si accorse che Risa non stava aprendo il suo regalo.

- No, voglio godermi la tua reazione! - Spiegò lei.

Finì di scartarlo, e una volta aperto scoppiò in una fragorosa risata.

All'interno del pacchetto c'era una cornice di vetro, tutta finemente decorata e personalizzata – c'erano incisi la scritta 'Umibouzu', il disegnino stilizzato di un pallone da basket, tanti cuoricini e un paio di stelle – e all'interno, una grande foto che ritraeva Koizumi e Otani al mare, l'anno prima, che sorridevano spensierati verso un obiettivo vicino – un primo piano che permetteva di vedere ogni singola imperfezione dei due visi, ogni singolo capello fuori posto, e che rendeva quella foto un perfetto insieme di imperfezioni.

Perchè quello erano: imperfetti, lui basso e lei alta, permalosi e infantili, suscettibili e anche un po' bisbetici certe volte, ma che insieme formavano una coppia deliziosa, fantastica, fresca come un gelato ad agosto, e al contempo calda, come la calda sensazione di stare davanti al fuoco del camino in una fredda giornata novembrina.

Otani sorrise alla Risa fotografata, poi alzò lo sguardo e incontrò gli occhi cioccolato della sua ragazza, che lo guardava in attesa.

Sorrise anche a lei, alla sua Risa in carne ed ossa, poi si chinò oltre il tavolo per soffiarle un bacio sulle labbra. - Grazie, Koizumi. La adoro.

Lei sorrise felice. - Sono davvero contenta che ti sia piaciuto, Otani! Sai, mi ero stufata di comprarti gadget di Umibouzu, e poi comunque l'ho messo, vedi? C'è la scritta 'Umibouzu' lì in basso...

Atsushi si alzò e le si sedette accanto, appoggiando anch'egli la schiena contro le coperte morbide del letto. - Forza, ora apri il tuo.

Annuendo, lei cominciò a scartarlo, stando però attenta a non rovinare troppo la carta. Quello che trovò all'interno la lasciò senza parole.

Una scatolina rossa con impresso il marchio di una famosa gioielleria di origini francesi troneggiava in un mare dorato di carta, e lei la aprì esitante.

Un anello di oro e argento si ergeva limpido nella stoffa. Come decorazione c'era un fiorellino con sopra una piccola pietra, e guardando bene si vedeva che l'intera superficie dell'anello era intarsiata e decorata.

Koizumi sentì che gli occhi le si riempivano di lacrime, e si affrettò ad asciugarseli con il dorso della mano.

- Otani... davvero... davvero è per me?!

Il ragazzo annuì, lievemente rosso in volto. - Quello che ti ho preso l'inverno scorso si è rovinato tutto, e quindi ho pensato di comprartene uno messo un po' meglio...

La osservò mentre se lo infilava al dito affusolato, e sorrise. - Bhè, direi che ho buon gusto, o no?!
Lei sbuffò: - Ma sentitelo, il signor modestia! E va bene, hai buon gusto! Contento adesso?

- Molto.

Risa si chinò in avanti e baciò il ragazzo con tenerezza, pensando a quanto fosse strano che i due fossero così romantici insieme. Cioè, erano innamorati e tutto, ma le loro litigate e i loro battibecchi erano proverbiali fra i loro amici. Ma forse la lontananza riusciva davvero a rafforzare un rapporto, e non a distruggerlo, come Nobu le aveva detto mesi prima.

Si staccarono e si guardarono negli occhi, in silenzio, trasmettendosi senza parlare tutte le emozioni che avevano provato in quei mesi: la sensazione di abbandono, la tristezza, il bisogno fisico dell'altro e il desiderio di sentirne la voce senza quell'opprimente velo dal sapore di acciaio che la comunicazione al telefono inevitabilmente poneva.

Otani parlò per primo. - Ci sarai, vero? Alla festa di fine anno che organizza Nakao.

Risa annuì. - Certo, non me la perderei per nulla al mondo!

Nobu e il suo fidanzato Nakao avevano deciso di organizzare una rimpatriata di tutti i vecchi amici per festeggiare il nuovo anno, e avevano invitato tutti: Risa e Otani, Chiharu, Suzuki, Seiko, Jody e – con disappunto di Atsushi – anche Maity e Haruka.

Sarebbero andati a casa di Nobu e avrebbero trascorso la serata in compagnia, chiaccherando e ricordando anneddoti.

Otani si alzò e si riassettò i pantaloni. - Forse è meglio che vada, Koizumi... Dopotutto sarai stanca, e non voglio abusare troppo dell'ospitalità dei tuoi!

Koizumi si sedette sul letto e sospirò. - Ma avevi detto che una volta tornato saresti stato con me una settimana intera...

Otani arrossì. - Bhè sì, ma non credi che sia una situazione un po'... come dire... compromettente?

La ragazza rise e si alzò, poi si diresse alla scrivania e afferrò un piccolo lettore mp3. - Sì forse un pochino hai ragione... però ancora è presto! Che ne dici di ascoltare un po' di musica insieme?

Atsushi fece per declinare, poi si risolse a restare ancora un'oretta.

Si sedette accanto a Risa sul letto e infilò un auricolare che lei gli porgeva. Subito iniziò una canzone di Umibouzu e i due ragazzi cominciarono a canticchiare insieme al loro cantante preferito, ondeggiando la testa a ritmo.

Pian piano però la riproduzione casuale cominciò a proporre loro canzoni più lente e tranquille, e i due si trovarono presto stesi sul letto, rilassati e intenti ad ascoltare le melodie.

Si addormentarono così, con le cuffie nelle orecchie, fianco a fianco, con un espressione beata sui visi.

 

 

 

* ANGOLO AUTRICE *

Attenzione attenzione, fluff a ore dodici!
Si bhe diciamo che questo capitolo è talmente fluff da cariare i denti, ma spero che sia accettabile comunque! Credo seriamente che i personaggi siano OOC oltre misura, ma ho pensato che è impossibile che nessuno dei due cambi atteggiamento dopo mesi passati senza l'altro...
Mi scuso anche per il ritardo, ma è che ho avuto il blocco dello scrittore – o meglio, della scrittrice – per un po' di giorni, e appena ho avuto l'ispirazione ha cominciato a scarseggiare il tempo..che nervoso!
Bene bene, passiamo ai ringraziamenti!
Ringrazio di cuore:

- Maiko_chan e MocciosaMalfoy, che l'hanno aggiunta alle seguite

- hoon chan e _Maka_Albarn_, che l'hanno aggiunta alle preferite

- Chappy_ per avere recensito

- tutti i lettori silenziosi e anonimi

Grazie di cuore!! <3
A presto – si spera,
Izzie ♥

 

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Capitolo 4
*** Go easy with wine ***


 

Shouganeze! Shouganeze! Shouganeze! Shouganeze!

 

Il cellulare della ragazza trillò e lei si tuffò per rispondere, temendo già una delle proverbiali sfuriate di sua madre. O peggio, di Nobu.

- Pronto?...

- RISA!!!

Ecco, appunto. - Ciao, Nobu. Ti prego, non urlare così, stavo dormendo e sono ancora intontita.

La voce stridula della ragazza dall'altra parte della cornetta le trapanò il timpano: - DORMENDO?! RISA SONO LE OTTO DI SERA, DOVE TI SEI CACCIATA?!

Oddio no.

La festa.

Se l'era dimenticata.

Nobuko intanto continuava la sua sfuriata: - Sono già tutti arrivati un'ora fa, e mancate solo tu e Otani, si può sapere dove vi siete cacciati? Ho capito che è tanto che non vi vedete, ma non lasciate che il vento della passione vi impedisca di uscire dal letto!

Risa arrossì violentemente e sbottò: -Guarda che Otani non è con me!

La bionda esitò un attimo, poi riprese: - Allora prova a chiamarlo, Risa, perchè qui mancate solo voi due. E SPICCIATI A VENIRE! MUOVITI!

Koizumi sussultò e rispose frettolosa: - Va bene, va bene, Nobu.. Dammi il tempo di vestirmi e sono lì!

Interruppe la chiamata e aprì l'armadio, guardando sconsolata le pile di abiti che non avrebbe mai messo, nemmeno quella sera.

Mamma mia, Nobu faceva una tragedia per ogni cosa! Neanche avesse dimenticato il suo matrimonio! Si era solo addormentata, e la festa le era passata dalla mente, sono cose che capitano, no?

Sbuffò e afferrò un paio di jeans a caso fra quelli appesi alle gruccette, poi scelse una felpa rosa e la infilò in fretta. Si diresse in bagno e con cura scelse il lucidalabbra più delicato, per non sembrare una donna da marciapiede. Dopotutto, si trattava di una semplice rimpatriata tra amici!

A proposito, chissà dov'era Otani... decise che mentre camminava verso casa di Nobu l'avrebbe chiamato, poi si intrecciò attentamente i capelli rossi, in una spina di pesce a lato della faccia.

Lanciò un'occhiata allo specchio e sospirò. Se doveva essere sincera, non aveva proprio voglia di uscire, quella sera. Era stata tutta la mattina con Otani alla sala giochi, poi il pomeriggio erano andati a fare una passeggiata in centro, e ora aveva solo voglia di tuffarsi nelle coperte e dormire tutto il tempo.

Infilò in una borsa le chiavi e il cellulare, poi scese in salotto, dove salutò suo padre. Takato era uscito con la sua ragazza, e probabilmente non sarebbe tornato prima delle tre di notte. Sua madre, invece, era andata a fare le ultime compere in vista di una gita che lei e suo marito avrebbero fatto l'indomani.

- Ciao papà, io vado da Nobu!

Indossò in fretta un paio di stivali e il giubbotto, poi uscì di casa. Fu subito investita da una raffica di vento gelata, e maledisse fra sé il freddo che l'inverno portava sempre con sé.

Cominciò a camminare velocemente, starnutendo di tanto in tanto. Le doleva la testa, e si sentiva le guance in fiamme. Le girava anche un po' la testa, ma diede la colpa alla stanchezza.

Mentre percorreva le strade ghiacciate, prese il cellulare e compose con dimestichezza il numero del suo ragazzo.

- Pronto? Koizumi? - La voce del ragazzo suonava impastata di sonno, e Risa sorrise fra sé e sé.

- Otani, dormivi?

- Forse... perchè?

La rossa sogghignò. - Non ti sei trovato venti chiamate perse di Nakao-kun? Hai dimenticato la festa di Nobu anche tu, vero?

Lo sentì trattenere il fiato, e si preparò psicologicamente allo sclero del ragazzo.

Come volevasi dimostrare.

- OMMIODDIO È VERO! KOIZUMI TU TI ERI RICORDATA? DOVE SEI? SEI DA NOBU-CHAN?

Lei rise e rispose calma: - Tranquillo, anche io mi ero dimenticata. Stavo dormendo. Io sto camminando per andare da Nobu... se vuoi ti passo a prendere e andiamo insieme, tanto casa tua si trova sulla strada!

- Certo, va bene!
- Sono lì fra dieci minuti. - Infilò il cellulare nella borsa e prese a camminare più lentamente.

Quando arrivò a casa del ragazzo le aprì la porta sua sorella maggiore.

- Risa-chan! Entra pure, At-chan mi ha detto che saresti venuta! - Sorrise dolcemente e lasciò che Risa entrasse nell'ingresso, dove posò le scarpe.

- Otani è di sopra?

Lei annuì. - Sì, ti sta aspettando! Sali pure, non ti preoccupare!

Koizumi la ringraziò educatamente e si diresse verso la stanza del ragazzo, poi bussò delicatamente alla porta chiusa. - Otani..? Posso entrare?

La voce soffocata di Atsushi le rispose affermativamente, e lei si infilò nella stanza, sorridendo. - Cavolo, non sai che freddo è fuori! Si gela!

Otani era seduto sul letto e si stava infilando i calzini. Le rivolse uno sguardo interrogativo, poi rispose: - Forse dovremmo andare in macchina allora, che ne dici?

Aveva preso la patente il mese prima, nella città dove studiava, e finalmente poteva guidare l'automobile dei suoi genitori.

Risa acconsentì, ringraziando dentro sé la velocità con cui il suo ragazzo aveva imparato a guidare: aveva ancora le mani intirizzite dal freddo e le guance arrossate, e l'idea di camminare fino a casa di Nobu la atterriva.

 

 

Shouganeze! Shouganeze! Shouganeze! Shouganeze!

 

- Pronto, Nobu?

- RISA MA SI PUO' SAPERE DOVE SEI??

Koizumi sussultò e lanciò un'occhiata impaurita a Otani. La sfuriate di Nobu erano terrificanti. - Nobu, calmati! Sono a casa di Otani, stiamo per arrivare! Veniamo in macchina, quindi facciamo prima!

- RISA SONO LE OTTO E MEZZA, TI DISPIACEREBBE DEGNARCI DELLA TUA PRESENZA?

Lei cominciò a irritarsi e sbottò: - Nobu, è una festa di fine anno! Fine anno! Questo significa che dura almeno fino a mezzanotte! Dammi il tempo, per favore!

Otani la guardò nervoso, poi le fece segno di calmarsi. - Passamela! - Sussurrò.

Risa gli allungò il cellulare, sbuffando.

Il ragazzo cominciò a parlare: - Nobu-chan, sta' tranquilla. Adesso arriviamo. Davvero. Massimo le nove meno un quarto e siamo lì. D'accordo?

- Va bene. Ma sbrigatevi, per l'amor del cielo!

 

 

- Finalmente!

Quando Otani e Risa varcarono la soglia, furono travolti da un'ondata festante e gioiosa di voci concitate, abbracci e pacche sulle spalle.

Nobu, bassa ma con un fisico da modella, sorrideva gentile, guardandoli con affetto. Dietro di lei, Nakao le cingeva la vita con un braccio, rivolgendo ai due ragazzi tanti sorrisi e occhiate allusive, facendoli arrossire violentemente.

Haruka si era precipitato ad abbracciare Risa, con grande disappunto di Otani, e piangeva di gioia, gridando al mondo intero quanto fosse felice di rivederla dopo tanto tempo, e di come si fosse sentito morire quando aveva saputo di essere stato trasferito in una scuola così lontana da lei. Seiko, con la sua voce stridula e un po' tremula, scansò Haruka con forza inaspettata e si tuffò fra le braccia di Risa. - Senpaiii!- Sorrise anche a Otani, che la salutò un po' rigidamente. Il ricordo del bacio era ancora vivido in lui.

Chiharu e Suzuki erano in disparte, ma si avvicinarono ai due amici appena si sfoltì un po' la folla, e cortesemente li salutarono, educati come sempre.

Maity e Jody strinsero la mano ai due, un gesto forse troppo formale, ma tipicamente' signore e signora Maitake'.

- Koizumi-san, ti vedo in grande forma!
- Grazie, anche lei, Maity-sensei! - Risa sorrise felice. Otani gettò un'occhiataccia all'uomo e borbottò: - A me non pare!

Con una gomitata nelle costole del povero ragazzo, il principio di una discussione fu subito messo a freno.

Si sedettero tutti insieme attorno ad un grande tavolo, imbandito con bottiglie di spumante, dolcetti e leccornie varie, e anche ciotole piene di mandarini.

Nobu sorrise maliziosa: - Allora piccioncini, cosa stavate facendo voi due?... Insomma, un ritardo di quasi due ore..

L'urlo di dolore misto a sdegno di Haruka si perse nelle spiegazioni imbarazzate dei due: - Noi non eravamo insieme!
- È vero! Cioè, siamo stati insieme questa mattina e anche il pomeriggio, ma non ora!

- E soprattutto non in quel senso!
- Già, abbiamo fatto una passeggiata e siamo andati in sala giochi!
- Esatto, esatto, non pensate male!

Nobu alzò gli occhi al cielo, mentre Haruka prese a urlare: - Già, lo sapevo che quel nano non aveva il coraggio per prendere l'iniziativa... e comunque non ci provare, a toccare la mia Risa con le tue manacce!
- NANO A CHI, SENTIAMO?! - Saltò su Otani.

- A TE, BRUTTO NANO CHE NON SEI ALTRO! SEI BASSO, OK? BASSO E IMPOTENTE!

Koizumi non sapeva se il rossore sulle guance del suo ragazzo fosse causato più dall'imbarazzo o dal nervoso.

- IO NON SONO IMPOTENTE! IO E KOIZUMI ABBIAMO GIA'...

- OTANI. - La voce di Risa sovrastò quella di Atsushi, che si zittì all'istante, consapevole del passo falso.

Nobu e Nakao si scambiarono uno sguardo complice, poi Jody sorrise amichevole. - Oh, sono felice di sentirtelo dire, Otani-kun! Dopotutto tu e Koizumi-chan avete già diciannove anni, è normale che abbiate già compiuto un passo così importante!

Mentre Seiko, Nobu e Nakao annuivano, Chiharu e Suzuki erano arrossiti, ma mostravano il loro assenso rimanendo in silenzio e lanciandosi occhiatine di conferma. Haruka aveva cominciato a piagnucolare e inveire contro 'quel nano schifoso che aveva osato fare una cosa simile alla sua Risa'.

Risa e Otani non risposero niente, si limitarono a fissare lo sguardo sulla punta delle scarpe.

Sarebbe stata una lunga serata.

 

 

 

Mancavano dieci minuti a mezzanotte, e gli otto erano seduti sul divano, aspettando che iniziasse il conto alla rovescia alla televisione.

Quando finalmente i numeri dorati apparvero sullo shermo, tutti insieme presero a contare ad alta voce, formando un coro che ricordava vagamente quello dei bambini quando sono interrogati dalla maestra.

- DIECI, NOVE, OTTO, SETTE, SEI, CINQUE, QUATTRO, TRE, DUE, UNO... BUON ANNO!!

Nakao stappò una bottiglia di spumante e ne versò il liquido ambrato nei bicchieri stretti che tutti tenevano nelle mani.

Dopo il brindisi, ci fu un attimo di silenzio durante il quale tutti erano impegnati a sorseggiare il vino, poi si sentirono i primi fuochi d'artificio fuori dalla finestra.

Otani lanciò un'occhiata a Risa, poi entrambi scoppiarono a ridere: i fuochi d'artificio erano ormai un punto cardine nella loro storia insieme.

Appena la rossa si alzò dal divano, ebbe un capogiro e cadde a terra.

Fu subito circondata da sette volti preoccupati. Poichè si rialzò subito, ridendo imbarazzata, tutti la presero in giro: - Dovresti andarci piano con l'alcool, Risa!

- Già, Koizumi! È bastato un dito di spumante per metterti k.o.!

La ragazza si passò una mano dietro alla testa e scoppiò a ridere: - Ragazzi, non capisco cosa mi sia preso!

Maity le si avvicinò premuroso e le chiese, preoccupato: - Tutto a posto, Koizumi-san?

Otani non le diede il tempo di rispondere: - Sta benissimo, grazie, professor Maitake!

Jody scoccò al ragazzo un'occhiata indecifrabile, poi sorrise a Risa: - A volte succede che, se non si è abituati a bere, basti un goccio di vino a mandarci in tilt!

Koizumi annuì, e tutto si spense in una fragorosa risata.

Tra battute e scherzi sagaci la notte passò, ed erano quasi le quattro quando Otani salì in macchina, seguito da Risa.

- Tutto a posto, Koizumi?

- Sì, tranquillo! Mi sento solo un po' stanca... - La ragazza lo rassicurò, mostrandogli una faccia stravolta, ma felice.

Arrivati sotto casa di Risa, Otani arrestò la vettura, poi si allungò verso la ragazza per strapparle un bacio.

- Ci vediamo domani, ok? - Koizumi sorrise.

- Credi che mi accontenti di così poco?

Otani sorrise sornione, ma proprio mentre stava per baciarla con più passione, gli squillò il cellulare.

- Scusami un secondo, Koizumi. Ci metto un attimo.

Lei, rossa in volto, annuì in silenzio.

- Pronto, sono Otani.

Con ansia crescente, la ragazza osservò le varie espressioni che stavano percorrendo il viso del suo ragazzo.

- Ciao, Yutaka. Dimmi. … Certo... Eh, e allora? … COSA?! NON È POSSIBILE! … NO CHE NON MI CALMO! Ma non è che posso semplicemente... È vero, però... … Sì, d'accordo. … Va bene. …. Certo. A domani.

Una volta terminata la conversazione, Koizumi lo interrogò con lo sguardo, e Atsushi rispose lapidario: - Parto domani. C'è un'emergenza all' università.

La delusione di Koizumi era palpabile, quando lei mormorò un 'oh'.

- Mi ha appena telefonato Yutaka, un mio amico della scuola di specializzazione, e mi ha detto che ci sono problemi con l'organizzazione degli esami... quindi devo anticipare la partenza.

Koizumi tentò di mostrarsi spensierata: - Certo, Otani, è naturale! Non ti preoccupare, ci vedremo di nuovo a luglio! - Sorrise cacciando indietro le lacrime, e sbottò allegramente quando vide l'espressione dispiaciuta di Otani: - Oh, andiamo, At-chan! Non fare quella faccia, sopravviveremo per qualche mese! - Gli allungò un tozzone amichevole sulla testa e rise: - Non ti deprimere, Otani!

Il ragazzo si chinò di nuovo verso di lei senza proferire parola e riprese a baciarla, godendosi i pochi attimi cge gli rimanevano da passare con lei.

- Mi dispiace, Koizumi.

 

 

 

 

Kaori sorrise e chiuse la telefonata, riponendo il cellulare sulla mensola accanto al letto.

- E questa è fatta!

 

 

 

 

 

 

* ANGOLINO AUTRICE *

Ben ritrovati a tutti!

Lo so che ci ho messo un bel po' di tempo – molto più del previsto, considerato che so perfettamente e nel dettaglio tutto ciò che sta per avvenire – ma si sa che la scuola è come una sanguisuga, mi prende un sacco di tempo e, per essere sinceri, anche la voglia di piantarmi davanti a un computer per scrivere.

Ma ce l'ho fatta, e prometto che tenterò di essere il più celere possibile con il prossimo capitolo!
Per parlare della storia, Kaori sta facendo una pessima impressione, lo so. E mi dispiace, perchè in realtà non avevo intenzione di renderla una 'antagonista', ma alla fine il personaggio ha preso il sopravvento... Ma ha-ha, è l'autrice che è onnipotente per quanto riguarda la storia scritta, quindi vedrò di farla rientrare nei canoni che mi ero ripromessa!

Ma cosa sarà successo?... .E cosa c'entra lei con l'emergenza di Otani? Eheheh, lo scopriremo nel prossimo capitolo!
Passiamo ai ringraziamenti!!

- Ringrazio Chappy_ , per tutti i tuoi complimenti e le tue recensioni.. Grazie mille!! <3

- SanaeEric, sel97, Shelly_Naocrijo, the_yellow_flesh per averla aggiunta alle seguite

- tutte le persone che già ho citato nei capitoli passati

- tutti i lettori anonimi e silenziosi

Grazie di cuore!
izzie

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Capitolo 5
*** He neglects you, admit it! ***


Quando aveva visto lo schermo del cellulare, Yutaka non voleva crederci.

 

Chiamata in arrivo – Kaori Kamimura

 

Aveva risposto con voce esitante:- Kaori..?-, chiedendosi perchè mai la sua ex ragazza dovesse telefonargli.

- Ciao, Yutaka. Scusa per questa chiamata che presuppongo sia un po' inaspettata...

- Già, puoi ben dirlo... Cosa c'è, Kaori?

- Innanzitutto volevo scusarmi per quello che è successo tra noi... sai, non ho mai avuto l'occasione per dirti quanto mi sia dispiaciuto rompere con te!
Yutaka aveva sgranato gli occhi, scettico. Non aveva mai avuto l'occasione..? Dopo due anni?! Due anni dopo lei osava richiamarlo – una misera telefonata assolutamente imprevista - per scusarsi?

- Senti Kaori, mettiamoci una pietra sopra. Suppongo che tu stia bene adesso con il tuo nuovo ragazzo!
L'aveva sentita esitare, poi aveva avvertito rincrescimento quando lei aveva confessato di essere stata scaricata dopo due settimane. - Ma non voglio parlare di Henry, adesso... Dopotutto non mi potevo aspettare altro da un occidentale! Volevo solo chiederti come vanno le cose a te ora!

Yutaka aveva sospirato, poi aveva raccontato di essere stato ammesso alla scuola di specialistica nota come Tsuki.

- Sul serio?! Cavolo, Yutaka, complimenti! Sbaglio o la Tsuki è una delle scuole più prestigiose dell'intera Asia?

- Non sbagli, ma adesso è un po' in crisi organizzativa, se così si può dire. - Yutaka si era lasciato cadere sul letto, amareggiato. Per tentare di risolvere la situazione critica aveva rinunciato alle vacanze di Natale.

Kaori si era finta stupita – ormai, Yutaka riconosceva se era sincera o no dal tono della voce. - Davvero?! Perchè, che succede?

Il ragazzo, dal canto suo, aveva bisogno di sfogarsi un po', così aveva confessato senza esitazione:- Beh, i professori e gli specialisti hanno deciso di fissarci tutti gli esami per agosto, e per noi studenti è impossibile da gestire! Ciò nonostante gli organizzatori non vogliono scendere a compromessi. Come se non bastasse, hanno intenzione di chiudere la residenza universitaria studentesca. Per me e il mio coinquilino non è un problema, ma i nostri amici...

- Il tuo coinquilino? - Kaori l'aveva interrotto, decisa.

- Sì: Otani. Noi due abbiamo un piccolo appartamento in cui viviamo e dividiamo le spese.

- Ah... lui cosa pensa di tutta questa storia?

- Non gliel'ho detto! È in vacanza, beato lui! - Aveva risposto Yutaka con malcelata invidia, lanciando un'occhiata al calendario appeso al muro. - Tornerà fra un bel po' di giorni.

Kaori aveva esclamato, scandalizzata:- Beh, non puoi chiedergli di tornare e darti una mano?!
Il ragazzo aveva tentennato:- Ma no... è con la sua ragazza, che non vede da mesi..

Lei aveva ribadito, con voce sicura: - Sì, ma se è tuo amico deve aiutarti! Chiamalo, e digli di tornare al più presto!
Yutaka avrebbe voluto rifiutare, ma poi si era lasciato convincere. Dopotutto era stanco di dover sempre risolvere tutto da solo!

- Sì, credo lo farò... Grazie, Kaori. Ah, e... buon anno!

- Anche a te, Yutaka.

Il ragazzo aveva interrotto la comunicazione, poi, digitando in fretta, aveva composto il numero dell'amico. - Otani..? Sono Yutaka.

 

__________________________________________________________________________________________________________________________
 

- Hai preso tutto? I libri? I cambi d'abito?

- Tutto.

Risa sorrise al ragazzo, cercando di mostrarsi il più allegra possibile. Otani dal canto suo evitava il suo sguardo.

Erano in aeroporto, solo loro due: Suzuki, Chiharu, Nobu e Nakao erano già tornati a casa, per dare la possibilità ai due di avere un po' di tempo da soli.

Erano in piedi, l'uno di fronte all'altra, e si fissavano le punte dei piedi imbarazzati.

- Ehm... a che ora hai il volo?

- Fra venti minuti... - Otani le lanciò un'occhiata frettolosa e la vide mentre abbassava un po' il capo, le guance arrossate. Sorrise dolcemente e le prese la mano. - Ehi Koizumi.. tornerò presto, vedrai... Appena avrò qualche giorno libero cercerò di tornare, d'accordo?

Risa annuì, poi sorrise anche lei: - Non se ne parla, nanerottolo! Devi studiare e mettercela tutta, altro che perdere tempo con una idiota come me alla sala giochi!

Il ragazzo sogghignò allusivo: - Gigantessa ingenua, chi ha parlato di sala giochi?..

Arrossendo ancora di più, Koizumi gli diede uno schiaffo amichevole:- Pervertito!!

Atsushi si alzò sulle punte e le soffiò un bacio sulle labbra secchate dal freddo. - Ti chiamerò appena arrivo, va bene?

Lei sorrise e lo abbracciò. - Certo. Metticela tutta!

Atsushi soffocò una risata nella sua sciarpa e mugugnò:- Mi manca proprio la scritta FIGHT sulla schiena!

- Eeeh... non so come faresti senza di me, At-chan!

- Nemmeno io!

I passanti sorridevano alla vista di quella strana coppia, lei alta e lui basso, abbracciati nella hall dell'aeroporto incuranti di quegli sguardi ironici.

 

____________________________________________________________________________________________________________
 

8 Gennaio – Scuola di Moda

 

Koizumi camminava nei corridoi affollati della scuola, con le braccia cariche di fogli e raccoglitori. Alla spalla aveva una borsa rosa piena di scritte e citazioni di Umibouzu, oltre ovviamente a peluche e 'disegni conigliosi', come li definiva Otani.

- Risa-chan!

La ragazza si voltò e vide Kaori che le correva incontro, i capelli ricci trattenuti da innumerevoli forcine colorate.

- Ciao, Kaori-chan! - Sventolò la mano in segno di saluto, poi notò che stringeva nella mano il cellulare. - Hai fatto una chiamata?

Camminavano fianco a fianco, chiaccherando a mezza voce.

- Sì... il mio ex ragazzo, Yutaka! Da quando gli ho telefonato per fargli gli auguri di buon anno ha cominciato ha chiamarmi tutti i giorni e sinceramente non ne posso più! A proposito, sapevi che Yutaka e Otani-san sono coinquilini?

Lei annuì. - Sì, me l'aveva detto. Sembra che sia molto simpatico!
Kaori fece una smorfia, poi si strinse nelle spalle. - Veramente a primo impatto anche io avevo detto che era uno spasso, ma con il tempo ho capito che non lo sopportavo... ed è per questo che è il mio ex, e non il mio ragazzo. Poi in quello stesso periodo avevo conosciuto Henry, e quindi Yutaka non aveva più spazio nel mio cuore!

Koizumi alzò gli occhi al cielo, pensierosa. - Henry... è quello studente di intercultura che è venuto dall'Inghilterra?

- Esatto! Era molto espansivo, tipico degli occidentali, no? E mi sono subito innamorata di lui... anche lui diceva di amarmi, invece mi trascurava sempre. Io ero convinta che fosse il suo modo di fare, e invece scoprii dopo due settimane che mi tradiva con una inglese. Rose. Mi ricordo ancora come si chiamava quella troietta.

Risa la guardò con pietà. - Mi dispiace, Kaori-chan... Forse è arrivato il momento per te di guardarti intorno! Per esempio, che ne pensi di Yuji?

Kaori sussultò e cominciò a tossire. - YUJI?? MA STARAI SCHERZANDO! YUJI È STRACOTTO DI TE, COME PUOI NON ESSERTENE ACCORTA??

Risa ammutolì, arrossendo.

Kaori le lanciò un'occhiata piena di biasimo, poi sospirò.

- Beh, ovvio, avevi la testa piena di quel nano da giardino, non potevi accorgerti delle attenzioni di Yuji. Adesso però lo sai, non credi che dovresti dargli una possibilità?

Koizumi scosse la mano impaziente. - Non se ne parla, no no! Non lascerei mai Otani, neanche per tutto l'oro del mondo!
Nel frattempo erano arrivate davanti alla porta dell'aula in cui si sarebbe tenuta la lezione, ed entrarono salutando i compagni.

- Risa-chan, senti, io sono dell'opinione che tu meriti di meglio, e lo sai. Otani-san è partito, no? Approfitta di questo tempo di assenza per mettere chiarezza nei tuoi pensieri! Vedrai che ti apparirà lampante la superiorità di Yuji!
L'amica si lasciò cadere sulla sedia con un sospiro. - Smettila, per favore, Kaori-chan. Non capisco perchè tu ce l'abbia tanto con Otani. Sei gelosa?

Scuotendo i ricci castani, Kaori sgranò gli occhi verdi e sorrise. Si dette al banco accanto e rispose: - No. È solo che... mi dispiacerebbe se tu soffrissi come ho sofferto io. E sinceramente, non credo che Otani-san sia la persona più adatta per stare al tuo fianco. Ti trascura, non negarlo!
Koizumi chinò il capo. - È vero che è molto impegnato con la scuola di specialistica ultimamente, ma mi pare meschino arrabbiarmi con lui solo perchè ce la sta mettendo tutta, no?

Kaori sbuffò piano. - Non è meschino. È normale.

La ragazza sorrise dolcemente. - Non siamo mai stati una coppia normale, Kaori-chan. Anzi, si può dire che siamo sempre stati...come dire... particolari. Sai, no? Litighiamo sempre, ci insultiamo, ci picchiamo... però ci vogliamo bene, e lo dimostriamo molto spesso, anche con pochi gesti: uno sguardo e si aggiusta tutto, un'occhiata fugace e sappiamo che tutto quello che facciamo che possa far sembrare che ci odiamo, in realtà è solo un'altra forma di amore. Mi capisci, Kaori-chan?

- Per la verità no, Risa-chan.

Koizumi scosse la testa, sorridendo rassegnata. - Capirai prima o poi, e alla fine concorderai con me sul fatto che io e Otani siamo fatti per stare insieme!

- Almeno spiegami una cosa, Risa-chan: perchè diavolo vi chiamate ancora per cognome? Henry mi chiamava 'Kaori' già dal primo giorno! Va bene che era occidentale e non conosceva le usanze giapponesi, però anche quando gliele spiegai lui continuò a chiamarmi per nome, senza onorifico! E anche Yutaka continua a chiamarmi 'Kaori' nonostante non stiamo più insieme!

Risa scoppiò a ridere, arrossendo. - A volte lo chiamo At-chan, per dargli fastidio! A parte gli scherzi, nei momenti speciali Otani mi chiama 'Risa', anche se è molto imbarazzato. E capita che anche io lo chiami 'Atsushi'. Ascolta, Kaori-chan, se c'è una cosa che ho imparato stando insieme a Otani, è che non esistono standard per le coppie. Ognuno è come preferisce con il proprio ragazzo o ragazza, e finchè va bene ai diretti interessati, non vedo perchè gli altri debbano intromettersi!

Kaori annuì pensierosa. - Forse hai ragione, Risa-chan.

Il suono della campana le distolse dalla discussione, e quando entrò il professore di moda e design si inchinarono rispettosamente, già immerse con la testa nei progetti di abiti e accessori assegnati il giorno prima.

 

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9 Gennaio – Appartamento di Otani e Yutaka.

 

Il cellulare vibrò per un attimo, e Otani lo prese in mano per leggere il messaggio.

 

Mail!

From: Koizumi

Sub: /

8 Jan – 8 am

 

Otani mi sono stancata di questa relazione a distanza. Ho deciso che forse è meglio se ci prendiamo un attimo di pausa, ok? Ho parlato anche con Kaori, la mia amica, e anche lei è dell'opinione che sia meglio per entrambi dividerci... Così tu ti concentri sugli studi e io non sono costretta ad aspettare i tuoi comodi.

Se mi chiami può darsi che non risponda, perchè sto per uscire con Yuji-san.

Koizumi.

 

 

____________________________________________________________________________________________________________
 

Stesso giorno. Ospedale di Osaka.

 

Nobu correva per i corridoi, la borsa che le sbatacchiava sul fianco destro con tonfi sordi.

- Tesoro, sbrighiamoci!

Trascinava per la mano Nakao, anch'egli preoccupato ed affannato.

- Hai chiamato Otani?

- Non risponde al cellulare!

- Chiharu e Suzuki sono già lì, vero?

- Credo di sì! A che piano è?

- Al quarto, ala 3!

Continuarono a correre, interrogando ogni tanto infermieri e medici per non perdersi nella moltitudine di corridoi dell'ospedale.

Finalmente arrivarono davanti ad una porta bianca, con la scritta '4E – F'. La varcarono senza esitazione e la videro subito, in fondo alla stanza: Risa era in un letto, addormentata, ricoperta di flebo e tubicini.

Chiharu e Suzuki si voltarono al loro arrivo, il viso specchio della loro preoccupazione.

 

 

 

* ANGOLINO AUTRICE *

 

Scusatescusatescusatescusate!! :'( Ci ho messo veramente troppo, lo so! Ma vi prego, perdonatemi!

Sarà meglio che non dica 'per il prossimo sarò più veloce', perchè sinceramente non so quanto tempo avrò di scrivere, I'm so sorry!

Su questo capitolo non c'è molto da dire, diciamo che fa da ponte tra un punto e l'altro della storia. Si spiegano un po' le ragione del comportamento apparentemente egoistico di Kaori, e si introduce un altro cliffhanger... niente di che! ^^

Ringrazio al solito tutti i recensori, i lettori, i 'preferitori' (neologismo) e gli inseguitori di questa ff!
Alla prossima, che spero sia il prima possibile,

Izzie ^^

 

 

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Capitolo 6
*** That's right ***


Otani si precipitò davanti alla porta chiusa della camera di Yutaka, respirando affannosamente.

- YUTAKA! Apri per favore!

Fece capolino un ragazzo dai capelli neri spettinati, la pelle pallida e gli occhi segnati dalle ore di studio.

- Otani? Che cosa c'è? Sembra che hai appena visto un fantasma...

Lui per tutta risposta gli spalmò il cellulare sul volto assonnato. - LEGGI PER L'AMOR DEL CIELO E DIMMI COSA NE PENSI.

Yutaka strizzò un po' gli occhi, poi afferrò il telefono e lesse il messaggio.

 

Mail!

From: Koizumi

Sub: /

8 Jan – 8 am

 

Otani mi sono stancata di questa relazione a distanza. Ho deciso che forse è meglio se ci prendiamo un attimo di pausa, ok? Ho parlato anche con Kaori, la mia amica, e anche lei è dell'opinione che sia meglio per entrambi dividerci... Così tu ti concentri sugli studi e io non sono costretta ad aspettare i tuoi comodi.

Se mi chiami può darsi che non risponda, perchè sto per uscire con Yuji-san.

Koizumi.

 

 

Rimase un attimo in silenzio, poi prese a boccheggiare senza parole.

Dopo una manciata di secondi, Otani inspirò a fondo. - Cosa ne pensi? - Ripetè.

L'amico sospirò. - Da quello che mi hai detto di questa Koizumi, è evidente che è uno scherzo. Se non suo, di qualcun altro.

- SCHERZO?! SCHERZO?! TU QUESTO LO CHIAMI SCHERZO, YUTAKA?

Il ragazzo si strinse nelle spalle, imbarazzato. - Beh, non ho mai visto la tua ragazza in vita mia, ma da come me l'hai descritta non mi pare il tipo di persona che mollerebbe il proprio ragazzo così, con un messaggio lapidario. Deve per forza trattarsi di uno scherzo.

- BEH A ME NON FA RIDERE! - Con le lacrime agli occhi, Otani si tuffò le mani tra i capelli chiari. - Ma ti pare? Come pensi che farei a ridere? L'idea che Koizumi mi molli così su due piedi... No, hai ragione, non è il tipo!

Il coinquilino sorrise incoraggiante: - Perchè non la chiami? Due parole e risolvete tutto! Di sicuro verrà fuori che si tratta di un malinteso.

- Spero proprio che tu abbia ragione, Yutaka... - Afferrò il cellulare dalle mani dell'amico e compose in fretta e furia il numero di Koizumi.

Attese in linea per molto tempo, prima di riagganciare sconsolato. - Non risponde.

- Magari è al gabinetto!

- MA SEI SCEMO O COSA?! - Gli tirò un tozzone e se ne tornò nella propria camera, arrovellandosi e torturandosi, riflettendo per cercare di ricordare se mai avesse fatto qualcosa che potesse indurre Koizumi a lasciarlo.

 

Beh, la insulti ogni due secondi.

La voce odiosa della sua coscienza. Sì, ma anche lei mi insulta! Nano qui, tappo là... Insomma, il nostro rapporto è fatto così!

E poi non ti fai mai sentire, specialmente quando hai gli esami.

Lei lo sa che non lo faccio apposta, e che in realtà penso ventiquattro ore su ventiquattro a lei.

Tu pensi che lo sappia, ma gliel'hai mai detto? Le hai mai confessato quanto tieni veramente a lei?

Sì, più di una volta!
Ne sei sicuro?

Oh, andiamo! Lo può benissimo intuire!

La voce della coscienza tacque, ponendo fine a quel doloroso dialogo interiore, e Otani sospirò. Persino lui riusciva a intuirlo: era veramente un pessimo fidanzato.

Forse davvero aveva scelto di stare con qualcuno che la meritasse ...come si chiamava?... Ah, Yuji.

Lo odiò con tutto il cuore. In un flash si ricordò di quella sera, a Natale, quando l'aveva visto baciare Koizumi, la sua Koizumi, quasi fossero già fidanzati.

Se lo avesse avuto sotto tiro lo avrebbe strozzato.

Si buttò sul letto e sospirò. Se Koizumi avesse scelto Yuji non sarebbe certo stata da biasimare. Yuji era migliore in tutto: alto, bello, avvenente, cortese ed educato. Almeno, questo era come gliel'aveva descritto Nobu... Un momento. Ma se Nobu gliene aveva parlato, voleva dire che era stata Koizumi stessa a descriverlo così! Si tuffò le mani tra i capelli e trattenne un rantolo di gelosia.

Non riusciva più a pensare limpidamente, i pensieri si sovrapponevano e si mescolavano, ricordi si intrecciavano a timori, distruggendolo lentamente.

Inspirò a fondo e si costrinse a calmarsi.

Afferrò nuovamente il cellulare e compose il numero di Risa.

Non rispose nessuno.

___________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

La ragazza aprì gli occhi cioccolato intontita. La testa le doleva e sentiva dolore in tutte le ossa, come se lo fosse passato sopra un cavallo.

Si guardò intorno e si rese conto di trovarsi in un ospedale. Mosse un po' il braccio e si accorse di avere diversi tubicini e flebo attaccati alle braccia bianche. Tentò di tirarsi su a sedere, ma subito un capogiro la convinse a rimanere sdraiata.

Sentì delle voci concitate, e si trovò ben presto circondata da tutti i suoi amici: c'erano quelli della Maido School e anche Yuji e Kaori. Mancava solo Otani.

- Ragazzi...che è successo?

Fu Nobu a parlare, sorridendole. - Non lo sappiamo nemmeno noi, Risa! Tua madre ci ha detto che ieri sera eri in camera tua, quando ha sentito un tonfo! Allora è salita su da te e ha visto che eri svenuta. Ti ha portata subito in ospedale ed eccoti qua! È passato un giorno intero prima che ti risvegliassi! Anche se in realtà noi l'abbiamo saputo solo oggi.

Risa annuì perplessa. - Caspita, non so proprio cosa possa essere successo... l'ultima cosa che ricordo è di aver lanciato un'occhiata allo specchio... non pensavo di essere messa così male da svenire alla sola vista!
Tutti risero, sollevati del fatto che fosse sempre la solita, buffa, Koizumi Risa.

La ragazza tentò di nuovo di sollevarsi, e finalmente ci riuscì. Appoggiò la schiena alla testata del letto e tossicchiò. - Ehm... L'avete detto anche a Otani? Non vorrei si preoccupasse per niente, sapete anche voi come è fatto!

Tutti si scambiarono uno sguardo, poi fu Nakao a rispondere. - Ho provato a telefonargli, ma non ha risposto.. sicuramente richiamerà lui tra poco.

Kaori impallidì. - Ehm...Risa-chan...

Tutti quanti si voltarono verso di lei, e Kaori diventò ancora più bianca. - Forse non richiamerà proprio subito...

Nobu inarcò un sopracciglio. - Kamimura-san, non conosci Otani se dici così. Appena scoprirà che Risa è in ospedale si fionderà qui alla velocità della lu...

- Ishihara-san, sei tu che non sai niente, se posso permettermi. Io...questa mattina presto ho mandato un messaggio a Otani-san con il cellulare di Risa-chan.

Le reazioni che seguirono questa affermazione furono di puro gelo.

Per un bel po' di tempo nessuno osò proferir parola, finchè non fu Risa a sospirare e a mezza voce dire: - E di grazia, Kaori-chan, cosa avresti scritto in quel messaggio?

Kaori inspirò piano, poi deglutì e la guardò negli occhi cioccolato. - Ho scritto che ti eri stancata di quella relazione a distanza e che volevi prenderti una pausa. E che avresti visto Yuji-san.

Yuji arrossì violentemente e cominciò a gridare: - Kaori-chan! Perchè l'avresti fatto?! Oddio ti prego dimmi che è uno scherzo!

Koizumi rimase in silenzio per un attimo, poi seria cominciò a frugare nella borsa che teneva vicino al letto, alla ricerca del cellulare. - Qualcuno ha visto il mio telefono?... Ah, eccolo. - Aprì lo schermo con uno scatto, e sbuffò quando vide che non c'era campo.

- Risa, in ospedale non si possono fare telefonate... Nakao, potresti uscire un attimo e vedere se riesci a contattarlo? - Nobu lanciò un'occhiata dolce al fidanzato.

- Certo.

Il ragazzo uscì, seguito anche da Suzuki.

Dopo un po' si allontanarono anche gli altri, e nella stanza rimasero solo Risa e Kaori.

Koizumi non parlava, si limitava a fissare un punto indefinito oltre la spalla della riccia.

- Risa-chan, mi dispiace, davvero! Io pensavo di agire per il tuo bene! - Kaori aveva le lacrime agli occhi, e tirava continuamente su con il naso.

- Beh, allora avresti fatto bene a non pensare per niente. - Gelida, Koizumi le rivolse uno sguardo carico di rancore. - Ne avevamo già parlato, Kaori-chan. Non ti devi intromettere nella mia relazione con Otani. Credevo di essere stata chiara.

L'altra annuì, passandosi le dita sugli angoli degli occhi per asciugarseli senza far colare il mascara. - Sì, ma... sai, anche io con Henry ero convinta che avrebbe funzionato... Tutto era idilliaco, perfetto, capisci? Io pensavo che Henry mi amasse veramente, e invece...

- NON ME NE FREGA NIENTE DI 'STO HENRY, KAORI-CHAN, CAPITO? Smettila di paragonare continuamente Otani con quella mezza cartuccia di un occidentale senza cuore!

Kaori trasalì, poi si voltò, dando le spalle al letto dove giaceva seduta Risa.

- Hai ragione, Risa-chan. Credo che non dovrei compararli. Ma il fatto è che non volevo che tu facessi il mio stesso errore. Un cuore ferito difficilmente torna a sorridere, sai?

- Senti da che pulpito! Dillo a quello Yutaka. Mi pare evidente che sia ancora stracotto di te. E tu l'avevi lasciato per stare con Henry. Con che coraggio parli di cuori feriti, Kaori-chan? Sei tu quella che ne spezza il numero più grande! Per fortuna so che Otani non crederebbe mai a una stronzata come quella che hai scritto nel messaggio.

-Proprio così.

Le due ragazze trasalirono e si voltarono di scatto al suono di quella voce.

Otani era in piedi, sulla porta, e le guardava serio.

Alle sue spalle tutti gli altri erano esterrefatti.

 

 

 

 

* ANGOLINO AUTRICE *

Salve a tutti!

Questo è un capitolo di gran lunga più corto dei precedenti, ma mi sentivo un po' in dovere di pubblicarlo nonostante la cortezza: è da tanto tempo che non aggiorno!
Spero con tutto il cuore che non sia troppo penoso, e che non abbia fatto incongruenze di tipo cronologico.

Se non fosse chiaro:

-1 Koizumi si sente male e viene portata in ospedale, all'insaputa di tutti.

-2 La mattina del giorno dopo Kaori è una delle prime a saperlo, e manda il messaggio a Otani. Otani prova a chiamare Koizumi ma ovviamente non risponde, e quindi prende l'aereo per andare da lei.

3- Nel frattempo tutti hanno saputo dell'accaduto e sono andati in ospedale da Risa. Provano a chiamare Otani ma non risponde (perchè è in aereo)

4- Arriva Otani: era infatti andato a casa di Risa e lì è stato avvisato dalla madre di lei dell'accaduto

Bene bene, ringrazio di cuore tutti quelli che la seguono, l'hanno messa fra le preferite e/o hanno recensito!

Alla prossima

Izzie

 

 

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Capitolo 7
*** Your choice has to be 'yes' ***


In un lampo Otani si trovò accanto al letto dove era semi-sdraiata Risa, che lo guardava con occhi sgranati. - Otani! Che ci fai qui?

Il ragazzo si sedette sull'orlo del letto e sospirò. - Non rispondevi al telefono, e dopo un messaggio del genere avevo bisogno di chiarimenti, sai com'è.

Koizumi si sporse e lo abbracciò. - Grazie, Otani. - Quello abbassò lo sguardo imbarazzato e sorrise.

- Parlando di cose serie, vi dispiacerebbe spiegarmi la situazione?

Kaori riprese a piangere e, tirando di tanto in tanto su col naso, tentò di spiegare: - Il messaggio -sniff- te l'avevo mandato io -sniff-, Otani-san- sniff... Risa-chan non c'entra niente! Sniff...

Otani sgranò gli occhi miele, e alzò le mani a mo' di difesa. - Di questo c'è tempo per parlare dopo.. io voglio sapere perchè la mia ragazza è all'ospedale, ricoperta di flebo.

Koizumi arrossì violentemente. -Otani... - Non era abituata a simili dimostrazioni di affetto da parte del suo ragazzo, probabilmente considerate normali da coppie più 'convenzionali'.

Atsushi si voltò a incrociare il suo sguardo. - Koizumi, hai qualche malattia grave o altro?

Fu Nobu a rispondere, avvicinandosi lentamente al letto. - Abbiamo parlato con i medici, e pare che Risa si sia presa una forma abbastanza grave di mononucleosi. Non è una malattia pericolosa -a parte il fatto che Risa l'ha contratta che ha già diciannove anni, e più tardi si prende peggio è- , ma il problema è che il corpo di Risa era già indebolito per lo stress della tua lontananza, Otani-kun!

- NOBU! - Risa spalancò gli occhi, come per supplicarla di tacere.

Otani la guardava attentamente. - Soffri così tanto per la mia mancanza, Risa?

- NO! Cioè, Otani, è ovvio che mi manchi, ma capisco perfettamente quanto a cuore ti stiano i tuoi studi, e quindi non ti affannare per questo! - La ragazza sorrise, cercando di apparire il più sicura di sé possibile.

Nobu intanto aveva fatto cenno agli altri di allontanarsi, e tirando Kaori per la manica erano uscite entrambe dalla stanza.

Rimasero Risa e Otani da soli, in silenzio.

Dopo un paio di minuti, Otani si schiarì la voce. - Allora, ehm... questa storia del messaggio?

Koizumi annuì: - Già! Io stessa l'ho scoperto poco fa... Pare che Kaori, che si è sempre opposta alla nostra relazione, abbia mandato un messaggio, quel messaggio, quando io ero incosciente. Naturalmente io non ti avrei mai mandato una cosa simile, ti pare, poi scaricarti così per messaggio proprio no...ma in realtà io non ti mollerei mai, nemmeno per tutto l'oro del mondo, e..

- Koizumi. - La voce ferma di Otani frenò quel profluvio di parole. - Dimmi di questo Yuji.

La ragazza prese fiato, poi iniziò: - Yuji è il figlio della mia insegnante di moda. Siamo amici, ma non c'è motivo di esserne geloso, Otani.

Atsushi sospirò. - Non ho mai detto di essere geloso. Solo che dopo un messaggio del genere, mi pare ovvio che mi preoccupi, no?

Risa sorrise e si chinò, facendo incontrare le sue labbra con quelle del ragazzo. - Grazie, Otani.

Lui la abbracciò, sorprendendosi di trovarla particolarmente magra e debole. Gli sembrò quasi di abbracciare uno scheletro.

La strinse a sé, inspirando il suo profumo, un misto di cioccolato e latte. Le era mancata. E quanto, gli era mancata! Strano, ma ormai non riusciva a far passare più di qualche settimana prima di sentire un impulso fortissimo a vederla, parlarle, sentire la sua voce cristallina, essere scimmiottato da lei.

L'aveva stregato, era innegabile.

 

 

- Kaori? Otani è lì? Come sta la sua ragazza?

La riccia si asciugò un'ultima lacrima e cercò di non singhiozzare al telefono, per evitarsi appiccicose domande del suo ex. - Sì, Yutaka. È qui, cioè in realtà è di sopra in camera da Risa-chan.. Noi siamo qui fuori. Perchè? Hai bisogno di parlargli?

Sentì Yutaka sospirare. - No, non c'è problema, lo richiamerò io più tardi. Devo parlargli di una faccenda un po' importante... Salutami Koizumi-san, lo faresti?

Kaori annuì, poi si rese conto che lui non la poteva vedere. - Certo! Dirò anche a Otani-san che hai chiamato.

- No, non dargli un altro pensiero! Lascia che stia in pace con la sua ragazza, è tanto che si lamenta che le manca...

Kaori sentì il senso di colpa crescerle piano nello stomaco, pensando a come aveva accelerato il ritorno alla Tsuki del ragazzo, e rispose con un filo di voce: - Già, forse hai ragione...

Interruppe la chiamata e si girò verso Nobu, che la squadrava con sguardo torvo. - Ishihara-san... Davvero, ero convinta di agire per il meglio! Non pensavo che a Otani-san Risa-chan piacesse davvero!
Nakao si intromise nella discussione: - Fidati, Kamimura-san, dubitare che Otani sia innamorato di Koizumi-chan è come dubitare che il sole sia una stella.

La ragazza si passò una mano fra i capelli e sospirò. - Immagino di avere fatto una grandissima cazzata.

-Bhè, sì, ma è anche vero che non influirà minimamente sul rapporto di quei due, conoscendoli. - Nobu ammiccò.

Kaori sorrise incerta, poi annuì lentamente. -Me lo auguro! Dopotutto credo che tentare di separarli sia troppo egoistico da parte mia.

Nobuko le diede una sonora pacca sulla spalla, poi ringhiò sommessamente come un rottweiler inferocito :- Se farai ancora del male a Risa, cara, ti ritroverai senza denti, ci puoi scommettere! - Affondò le dita affusolate nella spalla della ragazza e sorrise malefica. - Hai capito il messaggio?

- Decisamente, Ishihara-san!

 

___________________________________________________________________________________________


Quella sera erano tutti nella stanza di ospedale di Koizumi, a chiacchierare e scherzare. Sedute sul letto accanto a lei c'erano Nobu e Chiharu, mentre gli altri erano appollaiati su sedie sparse nella stanza.

Erano le otto di sera, quando Otani decise di andare alle macchinette a predersi qualcosa da bere.

- Ragazzi, volete qualcosa? - Chiese a tutti i presenti, indicando con il pollice il distributore del corridoio.

Nakao e Suzuki si alzarono dalle seggiole e annuirono: - Sì, ma veniamo anche noi! - Furono seguiti a ruota dalle loro ragazze, entusiaste di potere farsi offrire qualcosa.

Anche Haruka uscì dalla stanza, diretto al bagno, mentre Seiko e Kaori accennarono ad una edicola al piano inferiore dell'ospedale, per comprarsi qualche giornaletto di moda.

Nella stanza rimasero solo Risa e Yuji, imbarazzati e silenziosi.

Al ragazzo rimbombavano nella testa le parole di Kaori: Ho scritto che ti eri stancata di quella relazione a distanza e che volevi prenderti una pausa. E che avresti visto Yuji-san .

Sospirò piano, e Koizumi sorrise. -Yuji-san, pare che ci abbiano abbandonati tutti, eh?

- Koizumi-san...- Iniziò lui, poi arrossì di botto.

La ragazza gli scoccò un'occhiata interrogativa, e lui tossicchiò imbarazzato.

- Riguardo a quello che Kaori-chan ha detto...e al messaggio...

Risa arrossì quanto il ragazzo, così che anche lui si trovò di nuovo a corto di parole. Si costrinse a inspirare ed espirare lentamente, e proseguì:

- Ecco...beh, mi avrebbe fatto piacere. Uscire con te, intendo.

Koizumi abbassò lo sguardo sulle sue mani intrecciate adagiate sulla coperta. Stava per rifiutare qualcuno per la terza volta, e non sarebbe stato facile.

- So che potresti mai ricambiare, ma...ecco... Koizumi-san...tu mi piaci davvero molto.

Per un po' le voci dal corridoio furono i soli rumori udibili, poi Risa prese fiato e parlò: - Sono felice, Yuji-san, che tu provi questi sentimenti per me, ma... non posso seriamente ricambiarli. Non perchè tu non mi piaccia, anzi: sei un amico fantastico, sei simpatico, dolce e anche alquanto attraente, se vogliamo dirla tutta. È solo che... io amo Otani, capisci? Alla follia. - Rise, gli occhi che le si riempivano lentamente di lacrime. - Diamine, non sono riuscita a stare senza di lui nemmeno qualche mese, figuriamoci lasciarlo. Mi dispiace tanto, Yuji-san.

Risa si asciugò le lacrime e stirò la bocca in un sorriso forzato. - Scusami...

Il ragazzo l'aveva osservata calmo tutto il tempo; quando vide le lacrime solcare le guance pallide di Koizumi, si alzò dalla sedia sulla quale era seduto e sorrise. - Scusami tu per avertelo detto. È solo che...volevo essere rifiutato nel modo giusto.- Si chinò su Risa e le soffiò un bacio sulla fronte. - Lo ami davvero tanto, giusto?

Lei annuì, le lacrime che avevano ripreso a bagnarle il viso.

- Non c'è motivo di piangere. Sul serio.- Allargò ancora di più il sorriso e uscì dalla stanza.

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10 Gennaio – casa di Risa Koizumi

 

-Finalmente sono tornata a casa!- Risa sospirò sonoramente e si lasciò cadere sul divano. Suo padre appoggiò il borsone con gli abiti su una poltrona e si diresse in bagno, borbottando cose tipo ''è da mezz'ora che la tengo'' .

La madre di Risa e Takato si accomodarono sul divano accanto a Risa e accesero il televisore. Sul primo canale stavano trasmettendo l'ultimo concerto di Umibouzu, con grande gioia di Koizumi.

- SIIII NON CAMBIATE CANALE LASCIATE LASCIATE LASCIAAAAATE!!

I due fecero un salto per la sopresa e mollarono il telecomando, che divenne di proprietà di Risa.

La ragazza alzò il volume al massimo, scatenandosi al ritmo delle note del suo cantante preferito.

Non sentì squillare il cellulare, dato che la suoneria era sovrastata dal frastuono della tv, e dall'altro capo del telefono Otani cominciò a innervosirsi. Possibile che quella gigantessa non rispondesse mai al telefono?

Il ragazzo decise di prendere il toro per le corna: uscì di casa, salì in macchina e guidò fino a casa della sua fidanzata.

Suonò il campanello e attese.

Dopo qualche secondo fu Takato ad aprire.

- Otani-kun! Ciao, entra pure! Siamo appena tornati dall'ospedale.

Dal salotto arrivava la musica assordante di Umibouzu, e Otani sorrise. - Ecco perchè non rispondeva al telefono... Koizumi! - Chiamò poi, alzando la voce.

Il volume fu abbassato velocemente e dalla porta della sala sbucò la testa scapigliata di Risa. - Otani, ciao! Che ci fai qui?

Il ragazzo si sedette sul divano accanto a lei e la guardò negli occhi: - Ho una proposta da farti.

Koizumi si mise a ridere: - Otani, direi che è un po' presto per il matrimonio, non credi?

- Chi sposerebbe mai una gigantessa?

- Ah, sì? Sempre meglio di un tappo dai capelli di un colore improbabile!
- COSA? Brutta megera, rimangiati quello che hai detto!
- MAI! Tu, semmai, rimangiati quell'offesa!

- Gigantessa non è un'offesa, mia cara! È la pura verità! Un dato di fatto!

- TAPPO!TAPPO TAPPO TAPPO TAPPO TAP...

- Vieni a stare da me.

Risa si bloccò interdetta. - Eh?

Atsushi alzò la voce: - Non è 'eh', la tua unica risposta può essere sì! - Arrossì di botto, distogliendo lo sguardo.

- EEEEEEEEEEEEEEEEHHHHHH??

Koizumi lo abbracciò forte, travolgendolo. - Davverodavverodavverodavvero??

Otani era stretto tra il divano e la sua ragazza, che lo stringeva con forza. Rispose con voce soffocata: - Sì! Sì, davvero!
Lei si alzò, lasciandolo rosso in volto semi-sdraiato sul divano. - Ma... e il tuo coinquilino? Voglio dire, non è proprio una cosa ortodossa... - Arrossì anche lei.

Atsushi si raddrizzò e sorrise. - Bhè, Yutaka starà via per un paio di mesi, e tornerà solo a metà aprile. Gliene ho parlato, e ha detto che è d'accordo a cederti la stanza per tutto il periodo che lui non sarà lì. Se ti va, potremmo abbreviare il periodo che passiamo separati! Insomma... - Le sue guance si imporporarono ancora di più e lui tornò a fissarsi la punta delle scarpe.

Risa si sedette accanto a lui e annuì. - Sì.

- Sì?

- Sì. - Si allungò verso di lui e lo abbracciò, più dolcemente di prima. - Dobbiamo parlarne anche con i miei.

Otani sorrise nell'incavo del suo collo, poi le soffiò un bacio leggero sulla clavicola. - Saranno d'accordo.

Koizumi annuì. - Sì.

Si alzarono insieme dal divano e si diressero in cucina, pronti a dare la notizia al signor e alla signora Koizumi.

 

 

* ANGOLO AUTRICE *

Buoooongiorno!

Siamo infine arrivati al penultimo capitolo di questa fanfiction!

Risa sta bene, la mononucleosi è passata... e anche il mal di 'mancanza d'Otani' è guarito, visto che adesso passeranno molto tempo insieme...

Kaori si è messa il cuore in pace e smetterà di tormentare i nostri All Hanshin Kyojin, mentre Yuji -poverino- è stato definitivamente friendzonato.

Anche questo capitolo è un pochino fluff, ma spero che non sia troppo penoso!

Il prossimo sarà incentrato sulla convivenza dei due (lasceremo da parte i dettagli più piccanti, ovviamente – il rating è giallo, mica rosso è.è )

Grazie come al solito a tutti! Oggi farò lo sforzo (?) di scrivere tutti i nomi di chi...

a) l'ha aggiunta alle preferite: Angel_Liberty, bulmettina, curly33, hoon chan, Iris chan, myfiftyshades22, Ninfea2811, _Maka_Albarn_

b) l'ha recensita: Chappy_ e hoon chan

c) la segue: Angel_Liberty, curly33, elisabettabasco, Il_filo_rosso_del_destino, incklove, Isabelle_Black, Maiko_chan, MocciosaMalfoy, Ninfea2811, Rose T, SanaeEric, sel97, Shelly_Naocrijo

grazie a tutte ^^

 

Spero di poter aggiornare in fretta!

Alla prossima ^^

Izzie

 

 

 

 

 

 


 

 

 


 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** What never changed ***


Koizumi era in piedi all'aeroporto, e si mordicchiava nervosamente un'unghia. Otani le aveva detto che sarebbe arrivato nel giro di qualche minuto, eppure ancora non si vedeva.

Non era l'unica spaesata: il posto pullulava di anime in cerca di una guida, corpi affannati e angosciati che aspettavano l'arrivo di un Virgilio pronto a scortarli a destinazione.

Otani, dove cavolo sei?

Qualcuno le afferrò la spalla da dietro. - È sola, signorina?

Lei sussultò e si divincolò dalla presa ferrea. - No, non sono sola! Mi lasci!
Si voltò e vide il volto del suo aggressore: un uomo dal viso rubicondo e l'alito puzzolente di alcool la squadrava con occhi languidi: - Eppure io non vedo nessuno!

- Evidentemente sei cieco! - Questa voce...

La ragazza vide Otani, che stringeva con forza la spalla dell'avvinazzato.

- Otani! - Esclamò, felice e sollevata.

L'uomo decise che tirava una brutta aria per lui e si allontanò.

- Scusa il ritardo, Koizumi...c'era traffico.

Le afferrò la mano con la sinistra, mentre con la destra impugnò la valigia per il manico rosso, valigia che Koizumi aveva appoggiato a terra al suo arrivo in aeroporto.

- Vogliamo andare?

Risa annuì, e seguì Otani verso l'uscita.

 

 

Atsushi guidava con sicurezza per le strade tortuose della città, mentre Risa lo aggiornava sulle novità dell'accademia di moda.

- Kaori ha preso il massimo dei voti in design! È stata molto brava, vero?

Otani in tutta risposta grugnì. Gli era rimasto difficile da perdonare lo scherzetto del messaggio, e ce l'aveva ancora un po' con quella ragazza.

Risa gli lanciò un'occhiata di sbieco e sospirò. - Non ci hai ancora messo una pietra sopra, vero?

- Bhè, sai, non è facilissimo farlo. E se ci avesse fatto litigare? Io non l'avrei sopportato, Koizumi.

La ragazza cominciò a gongolare: - Aww, ma come siamo dolci, At-chan!

L'altro sussultò agghiacciato: - Ack! Non chiamarmi At-chan!
- At-chan! At-chan! At-chan!
- YEERK! Smettila ti prego Koizumi!

Il tragitto sembrò ai due molto più breve di quanto in realtà non fosse: la casa di Otani e Yutaka si trovava a mezz'ora circa dall'aeroporto, ma tra battibecchi e risate il tempo volò veloce.

Presto la vettura di infilò in un vialetto e si fermò di fronte a un condominio alto e dai muri dipinti di un verde spento.

Risa scese dall'auto, seguita da Otani. Un passo dopo l'altro arrivò all'ingresso, costituito da un portone in vetro, ed entrò lentamente.

L'appartamento di Otani si trovava al terzo piano, e Risa, davanti alla porta, si fece da parte in modo che Otani potesse infilare le chiavi nella toppa.

La porta si aprì con un cigolio sommesso, rivelando l'interno della casa.

L'appartamento era costituito da un salotto, arredato secondo un gusto tipicamente maschile: sul divano erano presenti tre diversi telecomandi per altrettanti impianti audio e video; 'raffinate' maglie da basket (di Otani) e da football (di Yutaka) erano adagiate 'elegantemente' sulle sedie e sul tavolo; il tappeto mostrava bruciature di origine incognita, e i mobili erano ricoperti di libri universitari, cavi per il pc e pacchi di fazzoletti da naso.

Sul salotto si aprivano la cucina, pulita ma alquanto caotica, e le due stanze da letto: quella di Yutaka, che il ragazzo si era curato di lasciare in perfetto ordine in vista della permanenza di Risa, e quella di Otani, poco disordinata considerato chi l'abitasse. Dalla camera di Otani si arrivava a un bagno pulito e ben tenuto; come Otani spiegò più tardi alla ragazza, Yutaka aveva un bagno personale che, però, non era il caso che Risa lo utilizzasse, viste le condizioni in cui versava. In definitiva, era un appartamento piccolo ma molto carino e accogliente: i muri erano dipinti in ocra e verde, dando una sensazione di pace e tranquillità molto cara a entrambi gli inquilini.

Risa appoggiò la valigia sul letto di Yutaka e cominciò a svuotarla, mentre Atsushi si affrettava a far sparire giornaletti poco consoni alla lettura delle ragazze, che Yutaka evidentemente aveva dimenticato.

Il pomeriggio passò in fretta, fra le varie pulizie e sistemazioni che i due fecero in casa; si divertivano un mondo, a chiacchierare e canticchiare canzoni di Umibouzu mentre passavano lo straccio sui pavimenti o riponevano abiti negli armadi.

- Koizumi, dormo un pochino prima di cena, ok? Ho un po' di mal di testa.. - Otani sbadigliò e si stese nel letto.

- Certo! Io farei una doccia, invece... sicuro che debba usare il tuo bagno? Mi imbarazza un po' la cosa..

- Oh, come se non ti avessi mai vista in asciugamano!
- OTANI! - Risa sussultò, rossa in volto. - Guarda che mi cambio in bagno, mica qui, pervertito che non sei altro.

- Oh beh, peccato.

- OTANI!! NANO MANIACO!

Afferrò indispettita un asciugamano ed entrò nel bagno, borbottando fra sé e sé ingiurie contro quel 'maniaco fidanzato tappo', sotto i sorrisetti provocatori del suo ragazzo.

Si spogliò e aprì l'acqua calda nella doccia; presto il vapore invase tutta la stanza, riscaldandola e bagnando leggermente la pelle della ragazza, che rabbrividì impercettibilmente.

Si infilò sotto lo scroscio bollente dell'acqua, godendo della sensazione di avere le ciocche di capelli bagnate attaccate alla pelle.

Poi la vide.

Una falena enorme.

Appoggiata al muro umido.

Falena che, ovviamente, al contatto dell'acqua aprì le grandi ali marroni e cominciò a svolazzare vicina, sempre più pericolosamente vicina a Koizumi.

- A..A...AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!

Otani, che si era appena appisolato, si svegliò di soprassalto. - Risa?

Si alzò di scatto e spalancò la porta del bagno, dove la ragazza si era avvolta velocemente nell'asciugamano e lo guardava con occhi pieni di terrore: - U-una fa-falena!! Cheschifocheschifocheschifooo!!!

- MA SEI IMPAZZITA, KOIZUMI, URLARE COSI' PER UNA FALENA? MI ERO PRESO UN COLPO, PENSAVO FOSSE SUCCESSO QUALCOSA DI GRAVE!

- SENTI UN PO' NANO CHE NON SEI ALTRO, A ME LE FALENE FANNO SCHIFO, OK? QUESTO È GRAVE PER ME!

Stringendosi ancora di più l'asciugamano addosso uscì veloce dal bagno, lasciando impronte bagnate per tutta la stanza di Otani.

Il ragazzo, nel frattempo, aveva sbuffato e aveva afferrato una bomboletta di insetticida. La spruzzò addosso al malcapitato insetto, che cadde a terra tramortito, dove una ciabattata pose fine alle sue sofferenze. Atsushi aprì una finestra per mandare via il cattivo odore e uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Lanciò un'occhiata rassegnata a Risa: seduta sul bordo del letto si abbracciava le gambe bagnate, guardandolo con un sorrisetto di scusa. - Mi ero spaventata... -Tentò di giustificarsi con una vocetta di quelle che Otani definiva 'irritanti e infantili'.

L'altro sbuffò. - Mi sono seriamente preso un accidente.

- Cosa pensavi, che fosse entrato un ladro dalla finestra?

- Poteva anche essere, per quel che ne so io!

- Beh, sii meno melodrammatico, mio caro! E comunque ripeto, una falena nella doccia è tremendamente grave per me!
Otani si sedette sul letto accanto a lei, sbuffando di nuovo. - Aspetta che sia andato via l'insetticida, e poi puoi tornare a far la doccia, ok?

Koizumi annuì sorridendo, poi si allungò verso di lui e gli appoggiò leggermente le labbra su una guancia. - Grazie. Non so come farei senza il mio At-chan!

Lui sospirò ridendo, fingendosi rassegnato: - Eh beh, la gigantessa non potrebbe mai stare senza il sottoscritto!
Risa inarcò un sopracciglio, con una smorfia di scetticismo. - Ehi, sei tu qui quello che mi ha detto una volta che “non potrebbe vivere senza di me”! Ero io che dormivo, mica tu! Non puoi essertene dimenticato, ha-ha!
Arrossendo di botto, Otani si alzò di scatto. - IO NON L'HO MAI DETTO!
- Ah, no? - Minacciosa, anche Koizumi si alzò e si scostò i capelli bagnati dal viso.

- No! E poi perchè dovrei dirlo? Non ho motivo io di dire una cosa simile, ecco!- Il ragazzo incrociò le braccia sul petto.

- Tu brutto... Perfetto, stasera dormi sul divano mio caro!

- Ma tu guarda, il letto è il mio, non puoi semplicemente cacciarmi!

- Eppure lo sto facendo! Ti sto sfrattando, per la precisione.

- Tu..tu non ne hai il diritto! Se mai sono io che ti sfratto! Sei tu mia cara, se vuoi fare l'offesa, che devi andare a dormire sul divano!
- Ma perchè sul divano, quando c'è il letto di Yutaka-kun? Io dormirò lì, stanotte! Così vedremo chi di noi due non riesce a stare senza l'altro!
- NO! Non nel letto di Yutaka!
Risa si stupì: - Perchè? È messo male come il bagno? Cavolo, poteva dare una sistematina alla sua roba prima di invitarmi qui! Sai, penso che gli darò una chiamata e...

- Non è in disordine! - Otani era rosso in volto e non incrociava lo sguardo della ragazza.

- E allora perchè non vuoi che vada lì? Insomma, Otani, sei proprio strano! Nel divano non ci sto, non ci posso fare niente, mi sbucano fuori i piedi dai braccioli e...

- NON VOGLIO CHE RIMANGA IL TUO ODORE NELLE LENZUOLA DI YUTAKA!

Koizumi sembrò congelarsi. Con le braccia stese lungo i fianchi, osservava Atsushi con uno sguardo misto di curiosità e perplessità. - Ma... mi stai dicendo che ho un cattivo odore?
Otani si colpì la fronte con una mano, sospirando. - No... cocciuta di una gigantessa, possibile che non riesca a capire che non ti voglio insultare ventiquattro ore su ventiquattro? Sei proprio idiota, certe volte.

L'altra si accigliò. - Bhè, mi riesce un po' difficile, in effetti. Perchè in realtà tu mi insulti ventiquattro ore su ventiquattro.

- Voglio solo dire che... diamine sono geloso! Va bene, ok? Lo ammetto, sono geloso. - Paonazzo in volto, prese il coraggio a due mani e fissò i propri occhi miele in quelli cioccolato della ragazza. - Sono geloso, ok, Koizumi? Hai un buon profumo, e come posso dire... voglio essere l'unico a sentirlo. Anche il bagno di quell'altro è in buone condizioni, se proprio lo vuoi sapere, ma l'idea che tu usi il bagno di Yutaka è...è... - Si bloccò, incapace di spiegarsi.

Non ce ne fu il bisogno, comunque: Risa si chinò nuovamente in avanti e lo baciò delicatamente.

Otani le prese la guancia con la mano e rispose al bacio, sospirando piano.

Dalla finestra, il tramonto tinse di arancione le loro guance già arrossate.

Inutile dire che quella notte nessuno dei due fu sfrattato dal letto, che anzi fu sufficientemente largo per due persone.

 

________________________________________________________________
Marzo – il giorno prima del compleanno di Otani Atsushi.

 

Risa era seduta a gambe incrociate sul letto di Otani (che magicamente era diventato anche suo), con il cellulare in una mano e nell'altra una matita, con la quale tracciava degli schizzi di abiti su un foglio appoggiato sul ginocchio.

Velocemente digitava il messaggio che avrebbe poi inviato a Nobu. La sua amica le aveva chiesto come avrebbero passato il compleanno di Otani, temendo in qualche banale visita alla sala giochi o un ennesimo concerto di Umibouzu.

 

Ti prego, Risa, dimmi che non andrete a quel dannatissimo All Game, e nemmeno a un altro concerto di Umibouzu. Ormai vi conosce per nome, siete sempre lì!
 

 

Beh sì, in effetti ci chiama Otani-kun e Koizumi-chan, ma non sai che soddisfazione sia emergere dalla anonima folla di fan! Comunque no, non andremo in nessuno dei due posti. Gliel'ho chiesto, e lui ha detto che andremo in un posto diverso.. in effetti sono curiosa!
 

 

Cosa gli regali, cara?

 

 

Eheheh questa volta lo stupirò! A Natale gli avevo regalato la cornice con la foto, no? Bene, gli ho preso un set di accessori per giocatori di basket, e poi come aggiunta un album con tutte le foto di lui con i suoi amici ;) Per procurarmi quelle foto ho dovuto stalkerare il suo cellulare, trafugare i suoi cassetti e chiedere aiuto ai suoi compagni di corso alla Tsuki! Mi avranno presa per pazza, ma l'importante è che gli piaccia!

 

 

Cioè. Hai regalato a lui le foto di sé con i suoi amici? Ma qualcosa di più romantico non potevi trovarlo?

 

 

Vedrai. Fidati di me, per una volta, Nobu. Scusa, ora spengo il cellulare che devo finire un progetto! Ci sentiamo dopo :*

 

 

Risa sospirò e spense il telefono, poi sorrise fra sé e sé. Era davvero curiosa, chissà cosa avrebbero fatto il giorno dopo. Otani in quel momento si trovava a lezione, e non sarebbe tornato prima di un paio di ore, quindi Risa decise di fargli una sorpresa per il suo compleanno: lasciò il disegno non finito sul letto

e si diresse in cucina, canticchiando a mezza voce un motivetto di Umibouzu.

Accese lo stereo ad un volume abbastanza alto e cominciò a preparare una torta al cioccolato, farcendola con nocciole e frutta.

Prese la sac-à-poche e la riempì di crema, poi scrisse sulla torta:

 

Buon compleanno Kyojin

 

Sorrise soddisfatta e osservò la propria creazione, che torreggiava sul tavolo in mezzo a montagne di briciole di cioccolato, bucce dei vari frutti, coltelli sporchi di creme varie e recipienti incrostati.

Ondeggiando al ritmo della musica, cominciò a ballare euforica. Era felice, felice di potere per una volta rimediare alla propria fama di pasticciona, felice di potere stupire il suo ragazzo, felice di potere apparire migliore ai suoi occhi.

Era una delle sue paure più grandi, quella di mostrarsi inadeguata: voleva che Otani la ammirasse, la guardasse con occhi carichi di gratitudine e dolcezza; voleva che la amasse sempre di più, come faceva lei.

Non si era accorta che tutto quello che lei sperava, già accadeva. Non si rendeva mai conto degli sguardi di Atsushi, furtivi e sempre più frequenti.

Ora lì, mentre volteggiava nella cucina al ritmo della musica del suo cantante preferito, si sentiva finalmente realizzata. Con quel dolce avrebbe sicuramente guadagnato un amore ancora più grande da parte di Otani.

Quando sentì delle mani sulla vita, sussultò e si girò di scatto: si trovò davanti Otani, che la guardava con uno sguardo misto di ironia e furbizia.

- Koizumi?

- Otani? Sei tornato prima! - Risa, rossa in volto, arretrò di qualche passo, avvampando ancora di più quando vide che lui le si avvicinava nuovamente.

- No, sono le tre di pomeriggio. Solo che eri impegnata e il tempo ti è passato più in fretta.

Koizumi cominciò a balbettare, tentando di nascondere la torta dietro la propria schiena: - Ma...ma... ehm... no...cioè...non stavo facendo niente... io...

Otani si sporse e notò il dolce. Il sorriso ferino gli si allargò e lui esclamò: - Una torta? Mi hai fatto una torta?! Risa, mi stupisci sempre di più!
La ragazza si mordicchiò il labbro inferiore e si scostò, mostrando definitivamente il dolce. - Volevo farti una sorpresa per il tuo compleanno, ma a quanto pare non mi è riuscita. Sono proprio una frana, e io che volevo lasciarti a bocca aperta!
- Ma mi hai lasciato a bocca aperta, Koizumi.

Otani si alzò sulle punte dei piedi e la abbracciò, come aveva fatto quella sera più di un anno prima, quando temeva che lei avrebbe scelto Kohori al suo posto. Appoggiò la testa sulla sua spalla e mormorò un “grazie” timido e impacciato, ma detto con tutta la sincerità e l'affetto di cui disponeva.

Risa rimase immobile, dapprima irrigidita in quella stretta inaspettata, ma poi si sciolse e cominciò a ridacchiare. - Eheheh...

- E ora perchè ridi?

- Non pensavo sarei mai riuscita a conquistarti, Otani.

- Neanch'io pensavo ci saresti riuscita. Ero proprio idiota, non credo?

- Aho

- Aho, giusto. Aho.

Si sciolsero dall'abbraccio sorridenti, poi Otani indicò la torta:- Posso mangiarne una fetta? Sto morendo di fame!
Risa annuì incoraggiante e, preso un coltello, tagliò un pezzo di dolce e lo allungò al ragazzo, che lo assaggiò goloso.

- Mhm, buona!
- Davvero?

- Sì! Caspita, Koizumi, sei da sposare!

Risa si immobilizzò e arrossì di botto, poi sorrise dolcemente. - Mi sembrava di avertelo già detto, non ti sembra troppo presto per il matrimonio?

Otani annuì senza smettere di masticare. - Certo, era un modo di dire.

- Ma questo non significa che non la voglia sentire seriamente questa frase, un giorno, Otani.

- Roger, gigantessa!
Koizumi rise e prese una fetta di torta. Il matrimonio avrebbe aspettato. Le bastava semplicemente poter stare così, insieme a Otani, a scherzare e ingozzarsi di dolci.

 

 

 

Il mattino seguente Risa si svegliò di soprassalto, accanto ad un Atsushi addormentato e tranquillo.

È oggi! Oddio, è oggi!

Sogghignando tentò di alzarsi dal letto senza svegliare Otani, ma una stretta sul polso la costrinse a rimanere ferma.

- Dove credi di andare, Koizumi?

- A preparare il riso per la colazione?

- No.

La stretta sul polso si fece più forte, e lei abbassò lo sguardo sul viso di Otani: era più vigile che mai, e la squadrava con occhi furbi.

- Non dirmi che non sai che giorno è oggi. La torta che ho ancora nello stomaco prova il contrario, kyojin.

Risa si finse smemorata: - Ehm...cioè? Che giorno è? Il giorno della raccolta del vetro?

- Voglio il mio regalo.

Risa sgranò gli occhi: - COSA? Brutto bambino viziato, chi ti ha insegnato a chiedere i regali così spudoratamente? Sei proprio...cioè, non ho parole! Non ti facevo così, Otani, sul serio!
- Non quello, Risa. - La tirò a sé e la baciò, assaporando il sapore delle sue labbra. - Questo, - disse, a un centimetro dalla sua bocca, - era quello che volevo. - Concluse, riprendendo a baciarla.

Koizumi sprizzava felicità da tutti i pori. La giornata era iniziata bene, e non poteva che continuare di quel passo!
Quando si alzarono dal letto, la luce filtrava dalla tende e illuminava le stanze di una sfumatura biancastra e rilassante.

L'orologio segnava le otto e mezza, e la giornata si preannunciava soleggiata e calda.

- Scusa, Otani, posso sapere dove andremo oggi?

- E poi dici a me che sono impaziente!

Koizumi lo guardò curiosa, poi si strinse nelle spalle, rassegnata.

Mentre preparava la colazione , canticchiando fra sé e sé una canzoncina che aveva imparato da bambina, sentiva Otani preparare una borsa nel quale stava infilando delle bottigliette d'acqua e dei pacchi di biscotti.

- Pic nic?

- Lo vedrai!

La ragazza sbuffò e posò la ciotola di riso sul tavolo, al posto dove di solito si sedeva Atsushi. - Tieni.

- Grazie! - Si sedette di fronte a lei e afferrò le bacchette, poi prese a ingurgitare velocemente bocconi su bocconi di riso. Koizumi era rimasta congelata, a squadrarlo con occhi spalancati. - Nano ingordo, sembra che tu non mangi da mesi!
- Ho fame! - Mugugnò l'altro, con la bocca piena di riso.

- Ho notato.

Otani le rivolse un sorriso divertito, e Risa si accorse di essere arrossita.

- Oh, ma guarda! La nostra gigantessa arrossisce ancora quando sorrido!
- Taci, nano malefico! Scommetto che anche tu arrossisci quando sorrido!
Bingo.

Otani trattenne il fiato per un secondo, poi scosse la testa: - No no cara, puoi sorridere tutte le volte che ti pare, non sortirà mai nessun effetto sul sottoscritto!

- Ah davvero? - In un impeto di determinazione, Risa si avvicinò al volto del ragazzo finchè i loro nasi non erano a distanza di un centimetro. Poi fissò i suoi occhi in quelli del ragazzo, e sorrise dolcemente. - Grazie Otani, di stare con una come me.

Otani, con grande soddisfazione della ragazza, diventò di una delicata sfumatura violetta, e bofonchiò: - Sarebbe bello se questa frase fosse sincera, e non solo una provocazione!
Risa si allontanò e gli voltò le spalle, poi girò nuovamente la testa verso di lui e sorrise, un sorriso venti volte più dolce e luminoso del precedente: - Ma è sincera, Atsushi!
La sfumatura di viola diventò ancora più accesa.

 

 

 

 

- La stazione dei treni?

- No, spilungona, prenderemo un treno, ma non è qui che passeremo il giorno... ma ti si è fuso il cervello?

- Gentile, insomma, Otani!
- Ho solo detto la verità, cara!
Salirono su un treno, e Risa lesse velocemente una delle scritte che troneggiavano sugli schermi digitali. - Ho...kkaaaa...iii....dooo...Hokkaido? Stiamo andando in Hokkaido?

Otani annuì, senza rispondere.

- Ma non è...

- Sì, è dove siamo andati in gita l'ultimo anno di scuola.

- Ma...

- Il fatto è, Koizumi, che non volevo che l'ultimo ricordo che avevi di un posto tanto bello fosse... così amaro.

Koizumi rimase in silenzio, ripercorrendo con la memoria quel terribile giorno in cui si era sentita crollare il mondo addosso. Quel giorno orribile in cui era stata rifiutata ufficialmente, irrimediabilmente.

Bhè, non proprio irrimediabilmente!
Sorrise, scacciando i pensieri negativi. - È stata un'idea molto gentile, Otani: ritiro quello che ho detto prima!

Atsushi fece un cenno di assenso con la testa.

- Sai, in realtà non pensavo che fossi così... generoso. Voglio dire, è il tuo compleanno, ma sei tu a fare un regalo a me!
Otani si voltò per guardarla. - Guarda che è un regalo anche per me. Non è che a me sia rimasto un bel ricordo di quel posto.

- Sei stato tu a rifiutarmi, non il contrario.

- Certo, ma non mi ha fatto piacere, ti pare? Anche se non avevo ancora capito di... insomma... - arrossì e sospirò. - hai capito, quello, comunque eravamo amici, e quindi mi è dispiaciuto farti soffrire.

Koizumi sorrise e appoggiò il corpo allo schienale del sedile, sospirando piano: - Smettila, Otani. Smettila di farmi innamorare sempre di più di te.

Il ragazzo le lanciò un'occhiata di sbieco, poi sorrise strafottente fra sé e sé. - Ma non ci posso fare niente se sono irresistibile.

- Certo, attiri gli schiaffi in faccia!
- Ma sentila! Chi è che mi ha appena detto che si innamora ora dopo ora?

- Io non ho mai detto di innamorarmi ora dopo ora! Semmai secondo dopo secon..Cioè... Io ti tirerei due ceffoni, invece, brutto presuntuoso!
Otani si mise a ridere, e dopo qualche attimo anche Risa cominciò a ridacchiare, guardando fuori dal finestrino del treno.

 

 

Dopo un paio d'ore arrivarono a Sapporo, una città tanto caotica quanto caratteristica: l'enorme via che separava i due quartieri principali della città era trafficata e percorsa sia da automobili che da persone a piedi, che passeggiavano o percorrevano con grandi falcate la strada, frettolose o sommerse di impegni inderogabili.

I due ragazzi si scambiarono un'occhiata complice. L'avrebbero fatto di nuovo. Come due anni prima, avrebbero fatto il giro della città in modo un po'...particolare.

 

Trovarono il rickshaw dopo una ventina di minuti, e si divertirono come bambini la mattina di Natale sopra quel veicolo inusuale.

La giornata trascorse abbastanza in fretta, tra capatine nei negozi di musica, visita ai principali monumenti della città, un pranzo veloce in un grande parco centrale e diversi giri sulle attrazioni del parco divertimenti più vicino.

Alla sera decisero di cenare in un ristorante, e poi avrebbero preso il treno delle nove di sera.

Entrarono in un locale illuminato a lume di candela e chiesero un tavolo per due.

Il cameriere, un uomo vestito con un completo nero elegante, li guidò fino a un tavolino appartato e si dileguò con la promessa di tornare presto.

I due ragazzi si sedettero e stettero in silenzio per un po', guardandosi la punta delle mani e di tanto in tanto in viso.

Risa fu la prima a rompere il silenzio: - Il regalo dovrò dartelo a pezzi... una parte ce l'ho qui, il resto è a casa. Te lo consegnerò stasera, va bene?

- Koizumi, così mi fai pensare male!
La ragazza avvampò e gli diede uno scappellotto sulla fronte: - Pervertito che non sei altro!

Otani ridacchiò sommessamente e la guardò dolcemente negli occhi, sorridendo. Lei arrossì ancora di più, e per smorzare la tensione si mise a rovistare nella borsa enorme, alla ricerca del pacchetto oro che vi aveva infilato la mattina presto.

Quando lo trovò, lo porse trionfante ad Atsushi. - Buon diciannovesimo compleanno!

Lui lo prese e la ringraziò: - Grazie, Koizumi. Uuh, ora sono curioso!
Cominciò a scartarlo lentamente, rivelando a poco a poco un libro dalla copertina in stoffa di tweed.

Al centro della copertina troneggiava una scritta in argento.

 

Storie di un nano e dei suoi amici giganti

 

Quando lo aprì, Otani trovò all'interno pagine morbide ricoperte di scritte, disegnini stilizzati e, soprattutto, fotografie.

Foto di lui da bambino, da ragazzino con Nakao, della sua squadra di basket, di sua madre e di sua sorella, e tante altre.

Sotto ad ogni foto, elegante nella sua calligrafia tutta curve e ghirigori, Risa aveva scritto commentini e battute.

Qui vediamo il nostro nano mentre tira il suo primo canestro.

Ed ecco la sua cara sorellina mentre gli prova gli abiti di una bambola!
Nakao era già più alto di due spanne del nostro nano...

Al primo concerto, l'inizio di un amore destinato a durare in eterno!
Otani sfogliava le pagine sotto lo sguardo attento e ansioso di Risa, che tentava di capire le emozioni del suo ragazzo.

Quando arrivò alla fine e chiuse il quaderno tenendo lo sguardo basso, lei osò chiederglielo. - Ti piace?

Lui non rispose, e Koizumi si avvilì. - Lo sapevo, non ti piace. È una schifezza. Ma che ci vuoi fare, pensavo fosse un'idea carina! Ma dai, spero che almeno il regalo a casa ti piaccia!
Quando Atsushi alzò lo sguardo su di lei, Risa si accorse che aveva gli occhi lucidi, e sorrideva.

- Se mi piace? Risa, è fantastico!
Si asciugò gli occhi con un lembo della manica della camicia, e si allungò verso di lei per soffiarle un bacio sulle labbra. - È meraviglioso. Grazie.

- Non c'è di che!

Otani sorrise fra sé e sé, poi si schiarì la voce: - Ehm...posso sapere come hai avuto queste foto, Koizumi?

Lei ridacchiò e ammiccò fra le risatine: - Ho i miei metodi.

 

 

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1 Aprile. Pesceee!

 

Si svegliò intontita, con il viso affondato nel cuscino bianco e i capelli sparpagliati sulle sue spalle incastrati per qualche arcano motivo tra il lenzuolo e il cuscino.

- Otani?

- Mhm?

Il ragazzo era ancora mezzo addormentato: giaceva a pancia in su con le braccia incrociate sul petto, e teneva gli occhi chiusi; il suo respiro tornò a farsi pesante, e Risa si chiese se si fosse riaddormentato.

- Otani?

- Eh?!

- Oh, scusa. Allora sei sveglio. Volevo solo dirti una cosa...

- Eh dimmela, no? Senza tanti fronzoli. Già che mi hai svegliato almeno fa' in fretta e.. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!

Il suo grido schifato riempì la stanza, condito dalle grasse risate della sua ragazza.

Risa gli aveva lanciato in pieno viso un merluzzo crudo, tutto bagnaticcio e viscido, e con suo grande divertimento aveva visto il ragazzo sobbalzare disgustato e togliersi di dosso il pesce.

- Dovresti vedere la tua faccia, Otani! Ahahahah, pesce d'apriiii-iiile!
- Un corno, pesce d'aprile! - Il ragazzo si passò le mani sul viso umido con un'espressione orripilata. - Koizumi, l'hai fatta grossa stavolta!

Si alzò di scatto e le tirò una cuscinata, poi si diresse in fretta verso il bagno per sciacquarsi la faccia.

Risa nel frattempo si tirò a sedere continuando a sogghignare.

Ancora due giorni e poi tornerò a casa.

Questo pensiero la rattristò di botto, e quando Otani tornò in camera da letto la trovò rannicchiata e con il viso affondato nelle braccia incrociate sulle ginocchia.

- Koizumi?

- Mhm. - La ragazza si limitò a bofonchiare qualcosa che suonò come “Sto-bene-non-mi-rompere-lasciami-affondare-nella-mia-stessa-commiserazione-però-almeno-chiedimi-come-sto.”
- So che non vuoi che rompa, che vuoi affondare nella tua stessa commiserazione, ma lascia che te lo chieda... è successo qualcosa in questi venti secondi che sono stato via?

- No...

- Koizumi?

- Sto bene, davvero! Però grazie dell'interessamento.

Otani le lanciò un'occhiata dubbiosa, poi andò in cucina sospirando.

L'ho già detto e lo ripeto, questa ragazza è davvero difficile da mantenere!
Prese una tavoletta di cioccolato al latte e afferrò un coltellino per incidere la superficie del dolce.

Con movimenti incerti disegnò la faccia di un coniglietto stilizzato, e accanto scrisse Kyojin, parlane con me.

Poi tornò in camera da letto e allungò la tavoletta di cioccolato fin sotto il naso della ragazza.

Lei alzò la testa dalla nicchia di braccia e ginocchia che si era creata, e osservò il cioccolato con occhi lucidi pieni di meraviglia.

- Ho sentito dire che la cioccolata aiuta nei momenti in cui ci si sente giù. - Otani era leggermente rosso in viso, ma il suo sguardo era serio.

Risa sorrise e afferrò la tavoletta, poi ne staccò un pezzo e se lo mise in bocca, lasciando che il sapore dolce le riempisse bocca e narici.

- Buono?

Annuì soddisfatta. - Graffie. È ftato un penfievo mofto cavino.

Atsushi la guardò mangiare con soddisfazione, poi si stese di nuovo nel letto. - Kami, è prestissimo! Quel pesciaccio era molto mattiniero.

Sentì la ragazza ridacchiare, e si girò verso di lei. Lo stava guardando con occhi pieni di affetto e amore, e si sentì sciogliere. Gli pareva che le viscere gli si attorcigliassero dentro alla pancia, e per un attimo desiderò infilare la testa sotto al cuscino per sfuggire a quello sguardo.

Si limitò a distogliere lo sguardo rosso in volto, poi mormorò: - Allora, ne vuoi parlare?
La ragazza sospirò, poi gli si stese accanto, tenendo la cioccolata tra le mani tremanti. - È solo che... - si bloccò, esitante. Non voleva che lui pensasse di dover abbandonare la scuola di specializzazione solo per evitarle il dolore della lontananza.

- Koizumi?

- Senti, non voglio che tu tragga conclusioni affrettate da quello che ti sto per dire, ok?

Otani annuì curioso. - Certo. Va' avanti.

Risa si tirò su e si appoggiò su un fianco, per poterlo guardare negli occhi. - È solo che...sono un po' triste se penso a dopodomani... Insomma, ho passato dei mesi fantastici, nonostante fossi piena di dubbi. Cioè, non era una convivenza definitiva, però comunque avevo paura di passare tutta la giornata a litigare... e invece non è stato così. In realtà abbiamo bisticciato tanto, è vero, però... è stato diverso.

Atsushi non commentò, ma sentì che un sorrisetto compiaciuto gli stava spuntando sulle labbra e tentò di mascherarlo con un colpo di tosse, fallendo miseramente.

- Perchè ridi? - La domanda della ragazza arrivò tanto prevista quanto temuta.

- Niente, è che sono felice.

Lo sguardo curioso di Koizumi lo portò a sorridere ancora di più. - Perchè mi ero imposto di cambiare atteggiamento. Sai, dopo... dopo quello che è successo con quello Yuji. Insomma, volevo diventare un fidanzato modello, e non avevo troppe speranze di riuscirci. Per cui, sapere che invece qualcosa è cambiato mi ha... confortato.

La rossa aveva sgranato gli occhi e lo guardava meravigliata. - Davvero hai tentato di cambiare atteggiamento per fare contenta me?

Atsushi arrossì violentemente e si appoggiò il braccio sulla fronte, beandosi di quella piccola maschera che impediva alla ragazza di vedere il rossore sulle guance. Annuì leggermente, poi con un filo di voce sussurrò: - E... ci sono riuscito? Intendo dire, a farti contenta?

Non sentendosi arrivare nessuna risposta, alzò il braccio e lanciò un'occhiata alla ragazza.

Sussultò e cominciò a boccheggiare. Risa aveva le guance rigate di lacrime e sorrideva tra i singhiozzi. - Oh Kami, Otani. Più i secondi passano più io mi innamoro di te!

Il ragazzo avvampò e balbettando cominciò ad articolare frasi senza senso, alla ricerca di parole gentili ma che allo stesso tempo sdrammatizzassero la situazione.

Alla fine decise di tacere, e si avvicinò alla ragazza. Entrambi erano seduti sulle ginocchia sul letto, e per un attimo tornarono con il pensiero a quella sera, quando Otani era venuto a sapere i risultati dei test di ammissione.

- Risa, ti ricordi quella sera? Da quel momento tutto è cambiato, probabilmente. Tu diventerai una stylist provetta, io affonderò tra i libri e i quaderni. Quasi sicuramente passeranno lunghi periodi senza vederci, e anche se ci sentiremo per telefono, sappiamo entrambi che non è la stessa cosa. Quindi sì, sarà difficile, non lo nego. Molte cose saranno diverse. Ma c'è una cosa che non cambia. Non è mai cambiata, da anni ormai. Ufficialmente dalla sera del tuo compleanno di due anni fa, ma io direi che è da più tempo. E non è cambiata quando hai fatto la modella insieme a Mimi, né quando abbiamo litigato per colpa di quel tappo di Kohori. E indovina, non è cambiata nemmeno quando ho saputo i risultati dei test di ammissione. Non cambia adesso, e non cambierà in futuro. Te lo assicuro. Vuoi sapere cos'è che non cambierà mai?

Risa annuì, leggermente rossa in volto e con gli occhi spalancati, ancora lucidi.

Atsushi sorrise e la baciò, sentendosi il volto in fiamme.

Tuttavia, quel rossore era differente da quello che aveva sempre accompagnato i loro baci: di solito era dovuto all'imbarazzo, dato che non era abituato ad esternare emozioni perennemente confinati in lui. In quel momento, invece, la leggera colorazione porpora era causata dall'immensa felicità che lo stava pervadendo. Era finalmente riuscito a far piangere di gioia Koizumi! Lei che solitamente si ritrovava a versare lacrime amare di delusione nei confronti del suo comportamento, aveva appena dato prova di una grande gioia, ed era stato lui a procurarle quella gioia! Sentiva il cuore nel petto battere all'impazzata, troppo euforico per poter essere contenuto nella cassa toracica. La sensazione delle labbra morbide di Risa, la durezza dei suoi denti, tutto in lei gli provocava sentimenti contrastanti, che non aveva mai provato -nemmeno nella loro prima notte di amore, durante le vacanze di Natale. Era quella gioia esplosiva nuova, provata finalmente nell'aver reso felice la sua Risa.

Quando si staccarono rimasero in silenzio guardandosi negli occhi, lasciando che quelle gemme cioccolato e miele comunicassero fra di loro, che riferissero pensieri taciti e troppo complicati per essere definiti da parole.

 

 

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Quattro anni dopo

 


- Risa, sei pronta?

- Oddio... Non ne sono così sicura!
- Smetti di fare la scema, Otani ti sta aspettando a quell'altare, eh!
- Oddio Nobu... ho paura di inciampare!
- MA PER FAVORE! Tienti su il lembo del vestito con la mano, e non inciamperai!
- E il bouquet con che mano lo tengo scusa?

- Con l'altra!
- Ma con l'altra sto a braccetto con mio padre!
- Sì ma appunto, la mano è libera, no?

- Ma sta brutto tenere il bouquet con la mano del braccio piegato, e...

- Da quando voi due seguite le convenzioni? E poi, preferisci che stia male o inciampare nel mezzo del corridoio?

- AAAAH NOBUUUU AIUTAMIIIII!!

- Sta' calma, Risa! Sta' calma. Forza, così sei perfetta. - Le aggiustò la decorazione di perline sul petto. - Sei bellissima, Risa.

- Grazie, Nobu... Vado?

- Vai! Mi troverai in prima fila a farti un bel filmino!
La giovane donna sorrise nervosa. Poi, varcò la porta, sotto un centinaio di occhi estasiati.

 

 

 

 

 

 

 

* ANGOLO AUTRICE *

Sono imperdonabile, lo so. SCUSAAAATE!!! Sono in un ritardo pazzesco, ma ehi, il capitolo è anche lunghetto, no? Cioè praticamente il triplo!
Ok no mi lincerete per il ritardo, lo so. E avete ragione. Ma finalmente eccomi qui! La storia è finita -era ora, direte voi!-...lo so che sono sconfinata pericolosamente nel fluff e nell'OOC, ma spero che la cosa non sia troppo detestabile!

Ho deciso volutamente di non descrivere né di San Valentino né del White Day, perchè altrimenti sarebbe venuto un poema omerico (15700 versi! Ma dico io!!OK scusate lo sclero) e quindi ho preferito concentrarmi su eventi quotidiani e il compleanno di Otani. E il matrimonio...♥ che amore che sono i nostri All Hanshin Kyojin!

 

Ah si, prima che mi dimentichi!
- kyojin = gigantessa/gigante (a seconda del contesto)

- kami = Dio

- aho = idiota

 

E niente, spero di non avere commesso incongruenze o errori, se così fosse siete pregate di segnalarmeli!
Bene bene, io vado a cena, se vi va lasciate una recensione per farmi sapere se il capitolo vi è piaciuto e in generale se tutta la ff è stata di vostro gradimento... Ringrazio di cuore tutte quelle che l'hanno preferita, recensita, seguita, ricordata e chi più ne ha più ne metta...Ma soprattutto grazia a te, che sei rimasta con i nostri idioti proprio fino alla fine! (ops, piccola citazione della amatissima Rowling ò///ò)

Per vostra sfortuna tornerò a scrivere nel fandom, le idee mi nascono come funghi in testa!
Quindi, alla prossima carissime!!

Izzie ♥

 

 

 

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