The Desert Wolf

di Fiamma Erin Gaunt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nda: Tante domande a cui in quattro stagioni non è stata data risposta, quindi in attesa della verità ecco come me la sono immaginata io la storia. L’unico personaggio che mi appartiene è quello di Alys Calavera e degli altri OC che compariranno nel corso della storia, sugli altri non ho alcun diritto. Qualsiasi anticipazione e/o similitudine con le future puntate è del tutto casuale. Le età sono state calcolate in base alle informazioni che abbiamo circa le età di questi due figaccioni u.u (Peter ha 40 anni e Chris 42, essendo ambientata diciannove anni prima, abbiamo un Peter 21enne e un Chris 23enne). Ricapitolando, ci troviamo circa un anno prima della nascita di Malia (essendo lei diciottenne) quando Alys ha diciassette anni. Andando avanti, più o meno intorno al quindicesimo capitolo, ci sarà un salto avanti e l’ambientazione sarà quella attuale (cioè dalla 4x10 in poi con un’Alys 36enne, Peter 40enne e Chris 42enne).

 

 

 

 

 

 

 

 

Prologo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A occhi chiusi, lasciava che le mani sondassero la superficie liscia del proiettile. Bossolo nichelato, o forse in ottone, dritto e falangiato, con palla tronco conica. Innesco di tipo boxer.

- 357 Magnum. –

Le venne consegnato un altro proiettile. Bossolo allungato, circa trentadue millimetri o poco più.

- Questo è un 44 Magnum Special. –

E poi, ancora, un bossolo conico a bottiglia, “cinturato” con la spalla piuttosto smussata e una lunghezza di circa settantadue millimetri.

- 375 Holland & Holland Magnum. –

Bossolo cilindrico alla cui base c’era una flangia sporgente.

- Una 45 Colt. –

Severo le tolse la benda dagli occhi, annuendo compiaciuto.

- Molto bene, hermanita. Sai dirmi che pallottole monta la 45 Colt? –

- Nel suo caricamento standard monta una pallottola “flat nose”, cioè con l’apice dell’ogiva appiattita, del peso di circa 250 grani, equivalente a sedici grammi, generalmente in piombo nudo. –

 - Aye. Impari in fretta, di questo passo avrai una caccia di debutto spettacolare. –

Alys incrociò le braccia al petto, puntando gli occhi castano scuro in quelli del fratello maggiore.

- Severo, non voglio aspettare un altro anno – protestò, giocherellando con il caricatore della Colt.

- Le regole sono regole, hermanita. Devi aver compiuto diciotto anni prima di partecipare a una caccia. Non è una cosa da ragazzini. –

Stupidissime regole da Cacciatori. Lei era pronta, sapeva di esserlo, e aspettare ancora era solo un terribile spreco di tempo. Discutere con Araya Calavera, tuttavia, non era una cosa consigliabile.

Lo sguardo del ragazzo si addolcì un po’, come se sapesse e capisse alla perfezione ciò che le passava per la testa.

- È solo un altro anno, Alys, e poi dimostrerai di essere una vera Calavera. –

Sbuffò, allontanando bruscamente un’onda corvina che le era ricaduta davanti agli occhi. La faceva facile lui, dall’alto dei suoi venticinque anni, ma la verità era che non ne poteva più di sentirsi così inutile e messa da parte. Una volta c’era Chris a tenerle compagnia, ma Gerard lo aveva allontanato, spedendolo a lavorare nientemeno che in Giappone, da quando si era verificato quell’incidente due anni prima. Incidente poi … un Cacciatore ventunenne trovato a letto con un’adolescente di appena quindici anni. Imbarazzante, sia per una famiglia che per l’altra, ma di certo non per loro due.

- Christopher tornerà oggi a Beacon Hills – disse Severo, dandole conferma una volta di più di quanto sapesse essere intuitivo, malgrado l’aria seria e impassibile non lo lasciasse minimamente dare a vedere.

- Non mi stai prendendo in giro, vero, hermano? –

Scosse la testa. – Sai che Argent non mi piace, ma non ti mentirei mai. Non sono capace di farlo … non con te. –

Era una frecciatina sull’avergli nascosto la sua relazione con Chris, ma sapeva che non avrebbe approvato né all’epoca né adesso. Calavera e Argent collaboravano, ma non per questo potevano ritenersi amici.

- È troppo grande per te, cerca di ricordartelo. –

- È okay, Severo, ho imparato la lezione – assicurò.

Il fratello abbandonò la sedia, dirigendosi verso l’uscita, non prima di aver mormorato un: - Lo spero. –

Rimasta sola, lanciò un’occhiata allo specchio in fondo alla stanza. Le onde corvine incorniciavano un viso dai tratti decisi e gli zigomi alti. Gli occhi scuri brillavano di una luce battagliera e allo stesso tempo vivace. La quindicenne sprovveduta e senza alcuna idea di ciò che sarebbe stato il suo futuro aveva lasciato il posto a una giovane donna dalle idee chiare.

Il rumore delle nocche che battevano delicatamente contro il legno della porta dell’armeria la fece sorridere. Quella era la loro bussata in codice, un modo come un altro per annunciare il proprio arrivo. Le scaldò il cuore notare che non l’aveva dimenticata.

- Sì? –

Chris varcò la soglia in quello stesso istante. I capelli erano poco più lunghi di come li portava di solito, ma gli occhi azzurri erano rimasti sempre gli stessi e in quel momento brillavano allegri. Vestito interamente di nero e con il fucile a tracolla, appariva come una sorta di angelo guerriero. Bello, quasi troppo per essere vero.

- Ehy. –

- Ehy. –

Sorrisero, scuotendo la testa all’unisono.

- Tutto questo tempo, Argent, e l’unica cosa che ti viene in mente di dirmi è “hey”? – chiese, ironica.

- Sto ancora realizzando di averti davvero davanti e che non sei solo una visione – replicò il ragazzo, chiudendosi la porta alle spalle e facendo girare la chiave nella toppa.

Alys inarcò un sopracciglio, in attesa della sua prossima mossa.

Le si avvicinò a passo felpato, con movimenti fluidi e studiati, proprio come quando era a caccia e non voleva spaventare la sua preda. E forse era proprio così.

Era a pochi centimetri dalle sue labbra quando riprese la parola. – Mi sei mancata. –

- Ah, sì? –

- Sì – confermò, fissandola negli occhi, - E io? Io ti sono mancato? –

Se le era mancato? Aveva voglia di scherzare? Non c’era stato giorno in quei due anni in cui non avesse pensato a loro due e aspettato il suo ritorno.

Afferrò il girocollo della sua maglietta, attirandolo a sé e catturandogli le labbra in un bacio lungo e passionale. Rabbrividì leggermente quando sentì le sue mani forti chiudersi sui suoi fianchi e farla aderire a sé.

Quando finalmente si separarono, entrambi a corto di fiato, Alys gli rivolse un sorrisetto sfrontato. – Tu che dici, Argent, mi sei mancato? –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Okay, so di avere tipo millemila fic da seguire e aggiornare, ma come tutti gli artisti sono molto capricciosa e quando la mia ispirazione decide di migrare verso altre storie non so dirle di no. E poi questo mistero che ruota attorno alla “Lupa del Deserto” mi incuriosisce troppo, così come tutta la storia della “Loba”. Sì, perché alcuni dicono sia Kate, ma lei è una giaguara mannara e credo che i Calavera abbiano una vista abbastanza buona da permettere loro di distinguere tra una “Loba” e una “Yaguara”, quindi la cosa non mi convince. Resta comunque un What if, come indicato nell’intro, perché questa fic si basa tutta su mie supposizioni e pazzi viaggi mentali da fan girl seriamente disturbata. Spero che questo breve prologo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito e che vogliate farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

Fiamma Erin Gaunt

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Capitolo 2
*** Cap 1 ***


Cap 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stanford non era male se potevi permettertela. Anzi, a voler essere onesti era molto più di “non male”, specialmente se avevi diciassette anni e ti eri diplomata con un anno di anticipo grazie a un corso online. Per non parlare poi del fatto di essere un’aspirante Cacciatrice di licantropi e altre creature soprannaturali.

- Quindi è qui che passi tutte le mattine? –

Chris osservò il campus con circospezione, soffermandosi leggermente sulle decine di ragazzi che affollavano il cortile e si dirigevano verso il campo da pallacanestro.

- È pieno di ragazzi – constatò.

Alys rise, gli occhi che luccicavano divertiti, - Che c’è, Argent, sei geloso? –

- Assolutamente sì. –

Questa volta furono in due a ridere. Alys afferrò la mano del ragazzo e lo guidò verso il campo.

- Andiamo a dare un’occhiata. –

Il basket le era sempre piaciuto e aveva un talento più che discreto nel giocarci. Tuttavia non aveva fatto domanda per entrare nella squadra del college perché non aveva alcuna intenzione di passare lì dentro più tempo del dovuto. Non era un’adolescente come tante altre, la comune vita noiosa non faceva per lei.

Presero posto sulle gradinate, il più possibile vicino alla rete di confinamento del campo. Giocava la squadra maschile; era un semplice allenamento, ma il motivo per cui le cheerleader e la maggior parte delle ragazze del campus si erano radunate lì era ben chiaro. Il capitano della squadra era un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi verde azzurri, il volto scolpito e la bellezza devastante. Sembrava un angelo, ma dal modo in cui sorrideva si capiva che avesse un’anima da diavolo tentatore. Ed era bravo, doveva ammetterlo, al punto che sembrava quasi volasse in mezzo ai suoi compagni.

- Non male – commentò, osservandolo fintare e mettere a segno un canestro da tre punti.

Il ragazzo si voltò verso di lei, osservandola con quegli occhi prodigiosi e un sorrisetto sghembo sulle labbra, dandole l’impressione di aver sentito perfettamente il suo commento.

Ma non poteva essere, no? In fin dei conti lei era distante una ventina di metri da lui e aveva parlato a voce molto bassa.

Lanciò la palla nella sua direzione, oltrepassando la rete di sicurezza.

Alys l’afferrò al volo, bloccandola pochi centimetri sopra la sua testa.

- Non male – ammiccò il ragazzo, prima di aggiungere, - Ma sei anche capace di giocare? –

Scambiò un’occhiata con Chris, che scosse la testa allargando le braccia, come a dire che se proprio voleva mettersi in mostra lui non aveva niente da obiettare.

- D’accordo, ti faccio vedere come si gioca … ma promettimi che poi non correrai a piangere dalla mamma – replicò, sfilandosi la felpa e varcando l’ingresso del campo. Lasciò palleggiare la palla per un paio di volte, poi scattò in avanti, dritta verso il canestro.

Aveva fatto un paio di metri che se lo ritrovò accanto, intento a marcarla talmente stretta che le loro braccia nude si sfioravano. La pelle alabastrina di lui era bollente, sembrava quasi avesse la febbre, ed era persino più veloce di quanto pensasse.

Il resto della squadra li guardava divertiti, scuotendo la testa, mentre un biondo dagli occhi nocciola esclamava: - Tipico di Peter, quando vede qualcuna carina non può fare a meno di mettersi in mostra. –

Tentò un tiro, venendo intercettata dal braccio di Peter che deviò la palla facendola rotolare via. Scattarono insieme, finendo con il rotolare a terra, leggermente acciaccati.

Alys piegò lentamente il gomito, trattenendo un gemito di dolore, e lo fulminò con un’occhiataccia.

- Sei completamente idiota? Potevi spaccarmi un braccio in quel modo. –

Il ragazzo si passò una mano dietro al collo, apparentemente imbarazzato, per poi porgerle una mano e aiutarla ad alzarsi. – Scusa, certe volte fatico a controllare la mia forza. –

- Sbruffone. –

- No, veramente mi chiamo Peter. Peter Hale – la corresse, rivolgendole il più fascinoso dei suoi sorrisi.

Hale. Apparteneva a quegli Hale. Ora sì che tutto si spiegava alla perfezione. Le  sembrava inumanamente veloce perché lui non era umano e la temperatura bollente era tipica in quelle creature prima della luna piena.

Ritrasse la mano di scatto, indietreggiando e sentendo un’espressione disgustata dipingersi sul suo volto.

Peter aggrottò la fronte, perplesso. – Guarda che non ho nessuna malattia infettiva, sai. –

- Non ci giurerei … Lupo. –

Sputò l’ultima parola come se fosse l’insulto peggiore che potesse venirle in mente.

Lo sguardo del licantropo tentennò leggermente, scrutandola dalla testa ai piedi. – Argent? –

Scosse la testa. – Calavera. –

Fu il turno di Peter di indietreggiare, ma non appariva affatto spaventato come avrebbe dovuto essere. Più che altro sembrava divertito.

- Le fanno sempre più carine queste Cacciatrici. –

Alys scosse la testa, incredula, per poi voltargli le spalle e dirigersi verso Chris, che si era alzato in piedi e osservava la conversazione da lontano con cipiglio severo. Aveva mosso un paio di passi quando una presa ferrea le serrò il polso e la costrinse a voltarsi indietro.

- Aspetta. Come ti chiami? –

Provò a liberarsi,  tirando prima indietro e poi di lato, ma l’unico risultato che ottenne fu una fitta di dolore che dal polso le inondava tutto il braccio.

- Lasciami … andare … immediatamente. – sibilò lentamente.

- Prima dimmi il tuo nome, poi giuro che ti lascio andare –

 - Perché vuoi saperlo? –

- Perché dovrò pur sapere come chiamare la mia prossima ragazza, no? – ribattè, sorridendo sfrontato.

- Idiota. –

Peter aggrottò la fronte, fingendosi pensieroso. – No, sono abbastanza sicuro che non ti chiami “idiota”. –

Alzò gli occhi al cielo, sbuffando esasperata.

- D’accordo. Mi chiamo Alys … adesso lasciami andare. –

Non aveva finito la frase che già la presa era scomparsa e con essa  il dolore dei suoi tentativi di liberazioni. Uscì dal campo alla svelta, ma non prima di sentire la voce di Hale che diceva: - Ci vediamo in giro, Alys. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con l’aggiornamento. Spero di essere riuscita a rendere Peter abbastanza IC. Fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

Fiamma Erin Gaunt

 

 

 

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