Moonlight

di pepperandchocolate
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La proposta ***
Capitolo 2: *** Confidenze ***
Capitolo 3: *** Intruso ***



Capitolo 1
*** La proposta ***


- Se non vuoi che salga da te stasera chiudi la finestra, capirò.

Non lo degnai di una risposta. Semplicemente scesi dalla sua auto e rientrai in casa, dopo l’ultimo giorno di scuola. Solo la settimana scorsa c’era stato il ballo di fine anno e questa settimana in giro per le aule non c’era praticamente nessuno, ma a causa di ciò che era accaduto con James mi ero lasciata sfuggire parecchie date importanti e questa settimana ho dovuto recuperare i test che avevo saltato. Grazie al cielo anche quella era fatta. Con l’aiuto di Edward, che tra le altre cose si rivelò anche un ottimo insegnante, la mia media era salva.

A cosa era dovuto il nostro litigio allora? Senz’altro meritava la mia gratitudine e non la mia rabbia. Aveva cambiato la mia vita, rendendola da noiosa e monotona a ricca di persone e di emozioni. Eppure era questo che provavo in quel momento. Rabbia.

Dopo quello che era accaduto con James avevo capito che non volevo sprecare la mia vita, che volevo assaporare ogni attimo e vivere, vivere il più possibile. Volevo vedere posti, fare nuove esperienze, imparare una nuova lingua e magari a ballare, e volevo fare tutto questo insieme a lui, l’uomo che amavo con tutta me stessa.

Erano giorni che ci pensavo, erano mesi che mi sacrificavo, per poter ristabilirmi velocemente dopo quello che era accaduto e poter riprendere in mano la mia vita, iniziando dalla scuola. Avrei aspettato di finire l’anno per fare la mia proposta ad Edward: andarcene via insieme. Per un paio di mesi, un paio d’anni, chissà? Insieme, per vivere qualcosa di solo nostro, per vedere il mondo. Non mi interessava nemmeno più che mi trasformasse in vampiro. O meglio, per il momento gli avrei fatto credere che per me la questione era accantonata, speravo di convincerlo durante la nostra avventura.

Pensavo e pensavo, studiavo e ripetevo, e alla fine questo giorno era arrivato. Avevo progettato di dirgli tutto quella sera, mentre eravamo entrambi sdraiati nel mio letto, ma non ho saputo resistere: appena suonò l’ultima campanella di quel doloroso e stupendo anno scolastico mi fiondai nella sua auto, gli buttai le braccia al collo e gli feci la mia proposta.

La sua risposta mi raggelò il sangue nelle vene.

- Non credo sia una buona idea, Bella.

Ma che problema aveva? Sempre con quella faccia preoccupata, quello sguardo contrito. Cercai di farlo ragionare.

- Si tratterebbe solo di una vacanza… potremmo andare in giro, in posti in cui nemmeno tu sei ancora stato. Non ti piacerebbe vivere un’avventura che sia solo nostra?

- Certo che mi piacerebbe, Bella. Ma non capisci? Non è il momento adatto per farlo. Dopo quello che hai passato. Per non parlare della tua famiglia! Pensa a Charlie! Gli verrebbe un colpo se gli dicessimo una cosa del genere. E poi c’è anche il problema di Victoria. Se decidesse di tornare all’attacco e io e te fossimo soli, non sono sicuro di riuscire a difenderti.

Incredibile. Gliene avevo parlato da pochi secondi e già mi aveva dato tre motivazioni per non partire. Possibile che non ne trovasse nemmeno una buona per partire?

- Edward, guarda che non sono una sprovveduta, ci ho pensato anch’io. Iniziamo dal problema più importante, Victoria: se decidesse di attaccarci o prendesse solo in considerazione l’idea, Alice ci avvertirebbe immediatamente e avremmo tutto il tempo di organizzare una difesa. Charlie non può impedirmi di fare una vacanza, soprattutto dopo l’anno difficile che ho avuto. E poi io sto benissimo: ho dato il massimo nella riabilitazione e continuerò a farlo, fin quando non mi toglieranno il gesso e sarò libera di camminare sulle mie gambe. Manca poco ormai, solo un paio di settimane…

- Bella ho detto di no. Chiusa la questione.

- Cosa?! Ma cosa stai dicendo? Non è chiuso un bel niente!

- Invece sì! – dichiara alterandosi.

- Non hai nemmeno il coraggio di dirmi in faccia qual è veramente il motivo per il quale tu non vuoi venire!

Silenzio. Ormai siamo davanti casa, l’auto è ferma, ma nessuno dei due proferisce una parola. Passano i minuti. Penso al modo in cui ha stroncato il mio entusiasmo. Alla sua freddezza. Che quello era il nostro primo vero litigio. Mi viene da piangere. Faccio per scendere dalla macchina.

- Se non vuoi che salga da te stasera chiudi la finestra, capirò.

Salgo al piano di sopra, vado in camera mia, indosso ancora l’impermeabile. Chiudo la finestra.

 

L'ANGOLO DI PEPPER

Ciao ragazze!!!!
Allora, che ne dite dell'inizio di questa nuova ff? Vi piace o lascio perdere? E' una delle tante storie che mi vengono in mente, ma questa ho deciso di pubblicarla. Perchè? Non ho una motivazione precisa. A differenza de "Il petalo cremisi", alla quale sono legatissima, "Moonlight" per ora è un gioco. Scrivere la prima infatti è molto impegnativo: devo fare ricerche, scrivere scene anche molto dolorose (Edward ne ha passate veramente troppe lì!), invece questa sarebbe più soft, mi ispirerò molto allo stile della zia Stefy, magari inserendo qualche scena un po' più hot (in cui nella saga si sente un po' la mancanza, a mio avviso). Ad ogni modo vi faccio notare che per ora il rating è arancione e non ho in programma di cambiarlo.
Spero con tutto il cuore che vogliate partecipare a questo "esperimento" dicendomi cosa ne pensate (anche in pvt, chi mi conosce sa che non sono a caccia di recensioni, anche se fanno sempre piacere!) e se questo è uno spunto interessante!
Baci a tutte!!!

Pepper

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Capitolo 2
*** Confidenze ***




Quella sera non riuscivo a dormire. Non potevo crederci: il mio primo litigio con Edward non era dovuto ad una mia eventuale trasformazione, ma ad una semplice vacanza. Lui dice che è per Victoria, per Charlie, per la mia salute, che non vuole venire, ma io non ci credo. La verità è un’altra. La verità è che io per lui non sono abbastanza, non sarò mai abbastanza. Ecco perché non vuole trascorrere del tempo in esclusiva con me.

Perché, diciamoci la verità, è questo che fanno gli innamorati, no? Vogliono stare da soli, non vogliono dividere l’altro con nessuno. Le uscite con le amiche, gli amici, passano direttamente in secondo piano, perché l’unica persona con la quale vuoi stare, l’unica che suscita il tuo interesse è la persona amata. È così per me, è così per Angela, che sta sempre attaccata a Ben, è così persino per Jessica, adesso che sta uscendo con Mike, è così per Alice, dopo chissà quanti anni passati con Jasper.

Solo per Edward non è così. È vero, stiamo insieme tutto il giorno, ma non siamo quasi mai soli. Fino ad oggi mi ha dato una mano a studiare, e anche se rimanevamo da soli a casa mia eravamo concentrati su quello, quindi… Quando usciamo andiamo sempre in luoghi frequentati da altre persone: andiamo a casa sua o al cinema. Essendo lui un vampiro e non essendo io quella che si dice “una grande buongustaia” inutile prendere in considerazione ristoranti e pub.

E quindi? Che si fa qua? Un bel niente. Una noia totale.

Avrei più probabilità di darmi da fare con Alice che con lui!

Alice! Cavolo, come ho fatto a non pensarci? Lei di sicuro avrà visto la mia decisione di parlare con Edward. Gli avrà anticipato qualcosa o sarà riuscita a tenersi tutto per sé? Dalla reazione di Edward non sono riuscita a capirlo, ho solo percepito il rifiuto totale alla mia proposta.

In questi momenti mi manca mia madre. Quanto vorrei poterle raccontare tutto, quanto vorrei un suo consiglio. Mamma ha sempre posseduto un fiuto speciale per le persone. Sarà pure stramba, distratta, ma su questo ci ha sempre visto giusto. Infatti è per questo motivo secondo me che in tanti anni in cui eravamo sole io e lei non ci è mai accaduto nulla di male, ha sempre capito di chi fidarsi. Chissà perché Edward non le piaceva. Nei giorni che ho passato in ospedale a Phoenix abbiamo parlato anche di lui. Io ho cercato di non sbilanciarmi più di tanto, ma secondo me ha capito quanto lo amo. Ha detto delle cose che non mi sono piaciute e sono contenta che Edward non le abbia sentite, perché ci sto ancora riflettendo. Lei mi ha detto che il nostro non sembrava amore, ma più una sorta di dipendenza. Il modo in cui morbosamente lo cercavo, la mia paura costante che se ne andasse, non le sono piaciuti. Non le è piaciuto nemmeno il fatto che lui si fosse messo in pianta stabile nella mia stanza, che “dormisse” sul divanetto e che non si allontanasse nemmeno per i pasti.

Se solo sapesse che gli devo la vita. Se solo sapesse quello che ci lega. Troppe cose non le sa e perciò non posso ritenere validi i suoi consigli, tuttavia non riesco a togliermi le sue parole dalla testa. Non le ritengo del tutto false. Ritengo veramente che io dipenda da Edward. Se lui sparisse dalla mia vita io non so che farei, come reagirei, se fossi capace di andare avanti. Chissà lui. Chissà cosa farebbe se fossi io a sparire improvvisamente, per volontà mia o di qualcun altro. Cosa avrebbe fatto se da James non fosse arrivato in tempo? Chissà.

Mi perdevo in mezzo a tutti questi pensieri quando ad un tratto sento bussare alla finestra. Mi volto puntando il mio sguardo inceneritore verso il malcapitato, che penso sia Edward, ma mi accorgo che è solo Alice. Le faccio cenno di entrare e quasi istantaneamente me la ritrovo seduta accanto.

- Ciao Bella! Visto che non riuscivi a dormire ho pensato di venire a farti visita!

- Sei molto gentile Alice, ma davvero non sono in vena in questo momento…soprattutto se ti ha mandato LUI - la guardo in cagnesco.

- E invece io non mi muovo di qui, anche perchè non mi ha mandata lui. Mi era solo sembrato strano che stesse a casa a parlare con Emmett anzicchè stare qui con te.

- Abbiamo litigato... – mi sollevai e le puntai il dito contro - Tu lo sapevi! Confessa!

- Chi, io? No, non è vero. – provò a dirmi con finta aria innocente.

- Alice, guarda che non sono nata ieri!

- Ok, ok, è vero.

- E..

- E..?

- Alice!!!

- Va bene! L’ho visto quando ti è venuta in mente quest’idea del viaggio, l’ho visto quando avevi deciso di parlargliene la sera del suo compleanno, e l’ho visto quando glielo hai detto ieri uscendo da scuola!

È nervosa. E io non sarò una grande attrice, ma so riconoscere quando non mi stanno dicendo la verità o tutta la verità. La guardo male.

- E va bene. Bella, ti ho visto che glielo chiedevi praticamente in tutti i modi, ma la risposta era sempre la stessa: no.

- E con questo?

- Bella ma non capisci? Le mie visioni dipendono dalle decisioni! Edward ha deciso a priori che non farà nulla per mettere in pericolo la tua vita, per questo non ho dovuto aspettare che succedesse per sapere quale sarebbe stata la sua risposta!

- Ah… - mi soffermo a riflettere sulle parole di Alice, e sul loro significato implicito - Edward ha deciso a priori che non vivrà appieno la nostra storia d’amore…

- Vedi Bella – Alice si agita ulteriormente – è proprio questo il punto. Io vedo il vostro futuro cambiare continuamente. Siete davanti a un bivio, o meglio, ad un incrocio. Sai di quelli tutti ingarbugliati delle autostrade, con diecimila frecce che indicano tutte le direzioni possibili e dove tutti sbagliano la strada?

- Vai piano, Alice, non sto capendo niente!!

- Allora, ascoltami bene. Edward poteva scegliere tra trasformarti o non trasformarti. La sua decisione è quella di non trasformarti, lo è sempre stata, ma nonostante questo io ti ho sempre vista diventare una di noi. Da quando è successo quello che è successo con James invece le cose sono cambiate. Si sono aperti nuovi scenari: ti ho vista invecchiare, vicino ad Edward. Ti ho vista morire giovane, tra pochi anni, se lui ti avesse lasciata. Lo sai che ci ha pensato seriamente mentre eri in ospedale, perciò non fare quella faccia. Infine, Bella, ti ho vista partire, senza di lui.

- Come… che vuol dire “senza di lui”?

- Quello che ho detto, senza di lui.

- E non mi vedi più come una di voi?

- Questo dipende da te… io posso essere sicura quanto lo sei tu e ultimamente non mi sembri molto convinta…

- …

- …

- E quindi?!?

- Emmett…

-Che c’entra Emmett adesso?- adesso che la fisso noto che ha lo sguardo vacuo, capisco che sta avendo una premonizione.

- Sta venendo qui…
 
 
 
- Ahahahahahahah…. – scoppio in una fragorosa risata, ho le lacrime agli occhi.

- Non capisco cosa ci sia da ridere Bella! Capisco che hai le tue cose, ma questi tuoi sbalzi di umore stanno incominciando ad innervosirmi!

Cerco di darmi un contegno. – Scusa, ahahahahahahah, scusa… - prendo un po’ d’aria – scusa, è che dovevi vedere la tua faccia, il modo in cui l’hai detto… ahahahahahaah… sembrava che una disgrazia si stesse per abbattersi sulle nostre teste..! Ahahahaahah

- Ahahahahahaha – anche lei si mette a ridere – e chi ti dice che non sia così? Dopotutto è Emmett!!!

- Ahahahahahahahah….

- ahahhahahahah

Continuiamo a ridere fino a farci venire il singhiozzo, almeno io, ed Emmett è già alla mia finestra, solo che lui entra senza preavviso.

- Ehy brutto scimmione nessuno ti ha insegnato a bussare?!

- Schhh!! -  la rimprovero io, mettendole una mano davanti a quella boccaccia aperta. Speriamo che mio padre non ci abbia sentiti. Rimaniamo in ascolto qualche momento, Emmett ci guarda sogghignando:

- E’ qui la festa?!

- Scemo. – Alice gli lancia un cuscino, che lui afferra prontamente.

- Speravi davvero di colpirmi con questo tiro pietoso? Guarda, così si fa un tiro! – e mi lancia il cuscino in faccia!

- Senti Emmett – gli dico – non pensare che non ci faccia piacere la tua compagnia, ma io e Alice stavamo facendo quel che si dice “un discorso serio”, ne hai sentito parlare?

- Sì, so anche di cosa state parlando e penso che hai avuto una splendida idea Bellina.

– Ma di che parla? Gli hai d…– domando ad Alice, ma la vedo perduta in un’altra delle sue visioni – Sì, vabbè, buonanotte! Emmett che stai dicendo?

- Andare in vacanza è una splendida idea! Quando partiamo? – mi risponde lui con fare ovvio.

- Emmett ma io volevo partire con Edward! Solo con Edward!

- Lo so, ma vedi io pensavo che.. avrei proprio bisogno di staccare la spina..!

- Emmett… - questa è Alice, grazie al cielo si è riavuta, il rischio che mi scoppiasse una vena era imminente – siedi qui vicino a noi e racconta.

- Ho litigato con Rose.

- Ma come? Pensavo che le cose tra voi due andassero meglio!

Cosa? Non ci stavo capendo più niente. Insomma, Rose non brillava per simpatia, almeno non con me, ma ho sempre pensato che il suo rapporto con Emmett andasse a gonfie vele!

- Ed è quello che pensavo anche io, cazzo! Poi torno dalla caccia, dopo tre giorni che non ci vedevamo, muoio dalla voglia di vederla, di toccarla, di stare con lei… e lei cosa fa? Si chiude in camera nostra e non mi parla. Non mi parla, capite?! A volte mi domando perché si sia presa la briga di salvarmi se poi doveva trattarmi così!

Cavolo. Non immaginavo tutto questo. Ero veramente dispiaciuta per quello che ormai consideravo un fratello. Cercai di dire qualcosa:

- Emmett mi dispiace… - feci per abbracciarlo e lui si fece trascinare dalle mie braccia che lo avvolgevano – non avevo idea che tra te e Rose ci fossero dei problemi… vi ho sempre visti come i perfetti innamorati...!

- No Bellina, purtroppo non lo siamo. Tu non sai quanto è difficile condividere la propria esistenza con qualcuno che è disposto a rinunciare a tutto, anche al tuo amore, pur di invecchiare.

- Che cosa? No, non ci credo.

- Beh, credici, perché è così.

- Cioè? Tu vorresti farmi credere che Rosalie, la perfetta e, diciamoci la verità, vanitosa Rosalie ha come desiderio più grande quello di invecchiare? Te lo ha detto lei? – Non riuscivo a capacitarmi di ciò che Emmett stava dicendo.

- Mica me lo inventavo! – mi guarda con un sorrisetto ironico e un sopracciglio alzato – E poi non è nemmeno questo il problema… è che le manca la sua vita da umana, il fatto di poter avere una famiglia tutta sua… per non parlare del dolore che si è portata in questa nuova vita dopo la sua trasformazione…

- A cosa ti riferisci?

- Beh, questa non è una cosa che posso raccontarti, scusami Bella. Riguarda Rosalie, non me.

Guardai Alice e lei mi guardò con uno sguardo molto serio. Decisi di tenermi la mia curiosità e concentrarmi su Emmett.

- Em, non preoccuparti, sono certa che si aggiusterà tutto. Quante coppie ci sono che non possono avere figli? Potreste sempre adottare qualcuno!
Emmett negò agitando la testa e a quel punto intervenne Alice.

- Bella non è facile come sembra. Rosalie vorrebbe tanto un bambino, ma un bambino vero. Vorrebbe partorirlo, vederlo crescere, formare una propria famiglia e un giorno avere tanti nipotini. Questo non può farlo da vampira. Inoltre non è possibile trasformare dei bambini, è considerato il più grave crimine dai vampiri: loro non sono in grado di contenere la loro sete e danno troppo nell’occhio, scatenando un vero e proprio inferno e facendo razzie di intere città.

- E poi c’è un altro aspetto da considerare – a parlare era di nuovo Emmett – per quanto possa sembrarti algida, forse persino cattiva, Rosalie non trasformerebbe mai nessuno, perché non vorrebbe mai far passare a qualcun altro ciò che ha passato e sta passando lei.

- Ma scusa, Em… tu stesso mi hai detto che quando ti ha visto morente nel bosco ha deciso LEI di portarti da Carlisle per farti trasformare…

- E’ vero – mi dice con un sorriso amaro – diciamo che io sono l’eccezione che conferma la regola. In me ha visto il figlio della sua migliore amica, che a quanto pare mi somigliava molto, e ha voluto salvarmi a tutti i costi. Penso che sia stato per portarsi dietro una piccola parte della sua vita da umana. Credo proprio che lei non veda me, ma quel bambino. Ho chiesto tante volte ad Edward se i miei pensieri sono corretti e lui giura di no, ma sappiamo benissimo che è capace di leggere la mente, non il cuore…

- Oh Em..! – trattengo a stento le lacrime. Mai avrei immaginato che quelle spalle tanto larghe portassero un peso così grande! Gli faccio spazio tra me ed Alice e adesso siamo tutti e tre seduti con le spalle appoggiate ai cuscini. Sembriamo proprio tre fratelli. Probabilmente, se fossimo tutti umani, adesso ammazzeremmo la tristezza con una mega vaschetta di gelato. Ma purtroppo loro non lo sono, quindi non ci resta che raccontarci a vicenda le nostre disgrazie. Per fortuna, almeno Alice non aveva niente da raccontare.

- Ragazzi… visto che siamo in tema di confidenze… avrei anch’io qualcosa da raccontarvi…

Ok, come non detto.

- No Alice, non dirmi che anche tu hai problemi con Jasper! – sbotto io, incredula.

- Beh ultimamente mi sembra un po’ distante… inoltre il suo futuro è un poco incerto…

- Magari sta solo vivendo alla giornata! – ecco Emmett con una delle sue “fantastiche” battute. Alice lo colpisce sul braccio.

- E poi… non vuole più fare l’amore con me – conclude con un brutto broncio.

- Beh, benvenuta nel club! Non possiamo nominarti socio onorario perché quel titolo spetta di diritto alla nostra Bellina, ancora inviolata, ma ti accettiamo comunque volentieri!

- Senti scimmione, io non ho fatto ironia sui tuoi problemi, sei pregato di ricambiare la cortesia!

Sorrido divertita, scrollando le spalle. Emmett non cambierà mai.

Passiamo altro tempo così, a chiacchierare di inutili sciocchezze e a punzecchiarci a vicenda. I nostri problemi non si saranno risolti, però senz’altro parlarne ci ha fatto sentire meglio.

Alla fine mi addormento sulla spalla di Emmett. E dormo bene. Per la prima volta dormo bene senza Edward accanto.


 

L'ANGOLO DI PEPPER

Ciao ragazze! Come potete vedere ho deciso di continuare questa ff, visto che oltre alle recensioni ho ricevuto dei riscontri anche da chi mi ha scritto in privato e da chi ha inserito questa storia tra le seguite/preferite/da ricordare. Un immenso grazie a tutte voi, spero di non deludervi!
Qui c'è mobilitazione anche per il bannerino, sempre che la cara Elenri non abbia deciso di mandarmi a quel paese (cosa che meriterei, viste le mie numerose richieste!)!!!
Fatemi sapere che ne pensate dunque di questo nuovo capitolo!!!!
Vi invito anche a dare un'occhiata all'altra storia che sto scrivendo, "Il petalo rosso". http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2515321 che è una Bella/Edward umani.
Un bacio a tutte tutte tutte, a presto! :)





 

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Capitolo 3
*** Intruso ***


Il chiodo fisso di quella giornata era l’assurdo comportamento di Edward. Ok non passare per la notte, infondo l’avevo voluto io, ma non cercarmi nemmeno il giorno dopo mi sembrava un’esagerazione. Insomma, avrebbe potuto fare almeno una telefonata! C’era qualche assurda regola del galateo del secolo scorso che gli impediva di farlo? O semplicemente era il suo orgoglio a bloccarlo?

Queste erano le domande che mi facevo mentre lavavo la biancheria, ripulivo le credenze della cucina, percuotevo il divano con il battipanni. Mi ero lasciata qualche lavoro di casa arretrato, lo ammetto. Ero furiosa. La prima giornata di vacanza dopo quel semestre scolastico e dopo James l’avevo passata chiusa in casa, a pulire.

Se avevamo un problema non ne potevamo discutere? Doveva essere sempre così prepotente? Doveva sempre decidere anche per me?
Mi domandai se fosse o meno il caso di chiamarlo. Ero veramente indecisa. Da un lato avrei voluto farlo, per parlare civilmente e giungere ad un compromesso. Sentivo la sua mancanza e avrei voluto averlo davanti, anche solo per litigarci. Dall’altro lato mi feriva il fatto che non lo avesse fatto lui. Evidentemente a lui non mancavo.

No, non lo avrei chiamato, decisi mentre rammendavo i calzini di mio padre.

Anzi, se mi avesse telefonato lui probabilmente non gli avrei risposto, mi dissi quando, stirando, alzai lo sguardo a fulminare il mio cellulare.

DRRRRIIIIIINNNNN

Sobbalzai allo squillo e mi fiondai a rispondere, facendo cadere tutti i miei buoni propositi.

- Pronto?! – dissi con aria isterica, senza nemmeno controllare chi fosse il mio interlocutore.

- Ciao Bella, sono Angela! Ti disturbo?

- Ciao Angela! Non mi disturbi affatto! Come stai?

- Io sto bene! Tu piuttosto? Deambuli normalmente adesso?

- Ahahahah sì Angela, finalmente ho terminato la fisioterapia e adesso sono come nuova! Anche se sai che per me camminare normalmente non sarà mai possibile, sono troppo goffa!

- Ahahah Bella ma che dici! Se la pensi così non riuscirai mai a superare il problema!

- Bah, non saprei… ma tu raccontami un po’, quali novità hai?

- Nessuna in particolare, ti ho chiamata per dirti che stasera facciamo una piccola festicciola di fine anno scolastico! Niente di che, siamo: Jessica, Mike, Erik, Ben e io. Ci chiedevamo se volessi venire anche tu… che ne dici? Ah ovviamente puoi portare anche Edward…

Certo, come no! Edward! Forse avevo un’idea migliore…

- Edward questa sera ha già un impegno, ma io sarò molto felice di venire! – sì, forse una serata tra i comuni mortali mi avrebbe fatto del bene – dove ci vediamo?

- Se vuoi possiamo passare a prenderti io e Ben, abbiamo posto in macchina…

- Se non è un disturbo… per me va bene!

- Ok, allora ci vediamo alle venti e quindici, a dopo!

- Grazie Angela, a dopo!

Ecco fatto. Non sarei rimasta ad aspettare che Edward smaltisse la sua rabbia in eterno, avevo già sacrificato il mio primo giorno di vacanza per una telefonata che alla fine non è arrivata! Però era proprio strano che mi facesse aspettare tutto questo tempo, non era da lui. Non che avessimo mai litigato prima, però pensavo fosse più il tipo da “parliamone e cerchiamo di risolvere questa cosa” piuttosto che da “eloquenti silenzi”. In questo caso era preoccupante su quanto mi fossi sbagliata sul suo conto. Ma se non fosse stato così? Forse c’era un motivo più importante a giustificare il suo silenzio.
Tutto ad un tratto venni assalita dall’ansia. Già avevo il cuore in gola mentre, con le dita tremanti, cercavo il numero di Alice in rubrica. Provai a telefonarle ben due volte, ma non ottenni nessuna risposta. Inquietante, Alice rispondeva sempre al primo squillo. Provai con Edward, ma partiva la segreteria telefonica.

Feci un profondo respiro e mi diedi una calmata, mentre digitavo sulla tastiera del telefono fisso il numero di casa Cullen. Per fortuna Esme mi rispose quasi subito e potei tirare un sospiro di sollievo.

- Casa Cullen

- Ciao Esme, sono Bella!

- Ciao Bella! Se cerchi Edward non è in casa!

- Ah… e Alice?

- Non c’è nemmeno lei! A dire il vero sono sola a casa, sono tutti usciti per andare incontro a certi vecchi amici di Carlisle che vengono dall’Italia. Sai, loro sono un po’ libertini nel loro stile di caccia e noi vogliamo essere sicuri che a Forks e dintorni non ci siano vittime.

- Ho capito, adesso sono più tranquilla, grazie.

- Scusa Bella ma ora devo proprio andare, ho un appuntamento di lavoro e non posso far tardi!

- Ok, allora cia……

TuTuTuTuTuTu

- o Esme, quanta fretta!!!

Bah, ma cosa avevano tutti quanti oggi? Potevano dei vampiri soffrire di stress? Pensai proprio di sì, ma non avevo intenzione di prendermela con la povera Esme, lei che era sempre buona e gentile con tutti. Ma con Edward sì. Per quanta fretta potesse avere, un sms, un piccione, un telegramma o qualsiasi cosa si usasse ai tempi suoi avrebbe potuto farla.

Calmati Bella, ne discuterete più tardi o al massimo domani.

Intanto quella sera sarei uscita con i miei compagni di scuola e di certo non avrei potuto presentarmi con i capelli tutti arruffati e il sudore di un’intera giornata di pulizie appiccicato addosso, perciò mi diressi in bagno a fare una doccia. Asciugati i capelli, indossai un vestitino a mezze maniche e lo scollo a barca, con una fantasia floreale sui toni del beige e del blu,  e degli stivaletti di pelle marrone chiaro abbinati ad una borsa, doni di Alice. Pensai comunque di portarmi un cardigan e un ombrello: anche se era estate ci trovavamo pur sempre nella Penisola Olimpionica ed era meglio non sfidare il tempo.
All’orario stabilito trovai Angela e Ben aspettarmi sotto casa, andai da loro e la serata iniziò. L’appuntamento con gli altri era ad un nuovo locale che aveva aperto da poco a Port Angeles, lo “Spectrum”. Appena arrivati scoprii la motivazione di tale nome: l’atmosfera del pub era tetra e ovunque erano sistemati spettri di ogni tipo. Gli interni e i tavoli erano in legno, e vi era una grande pista da ballo. Non potrò mai dimenticare la faccia che aveva Mike quella sera: bianco come un cencio e lo sguardo spaurito, si capiva chiaramente che avrebbe preferito continuare la serata altrove. Tuttavia agli altri, me compresa, il posto piacque parecchio: da quelle parti c’erano ben pochi locali e nessuno aveva un’ambientazione così particolare come lo Spectrum. Sperai per Mike che la buona musica potesse distrarlo: quella sera proponevano un tributo ai Queen e, checché ne pensasse Edward della musica degli anni Ottanta, erano tra i miei gruppi preferiti.

Tra una chiacchiera, un panino e gli scherzi diabolici di Erik ai danni dei poveri Mike e Jessica (ebbene sì, ho detto “poveri”, io nei loro panni avrei perso la pazienza, invece loro seppero stare al gioco) il tempo passò velocemente. Mi concessi anche un boccale piccolo di birra e devo dire che non era male. Cantammo a squarciagola “We are the champions”, ancora entusiasti di aver terminato bene l’anno scolastico.

Si fece l’una prima che uscissimo dal locale. Probabilmente avremmo fatto una passeggiata, ma il maltempo ce lo impedì, perciò tornammo a casa, con la promessa di ripetere al più presto la ritrovata.

In macchina io ed Angela parlammo dei nostri progetti per i mesi estivi e lei mi disse che non aveva nulla in programma. Io le accennai che sarei voluta partire insieme ad Edward, ma eravamo ancora indecisi se e dove andare.

Infine arrivai a casa. Di proposito, solo allora controllai il cellulare, ma di Edward ancora nessuna notizia. Andai in camera mia, decisa a non allarmarmi per il suo strano comportamento almeno fino al giorno dopo, e mi avvicinai alla finestra per aprirla. Era un modo per dirgli che anche se mi avesse trovato addormentata, ero felice della sua presenza. Nel momento in cui mi accorsi che la finestra già era aperta sentii una presa gelida stringermi le mani dietro la schiena e una mano coprire la mia bocca per non farmi urlare.

Ci volle meno di un secondo per capire che era un vampiro e che non si trattava di Edward.
 

Ciao ragazze! Vi chiedo scusa per il mostruoso ritardo, spero nel vostro perdono e che continuerete a seguire questa ff. Un bacio a tutti quelli che seguono Moonlight e a coloro che mi hanno inserito tra gli autori preferiti.
Per il prossimo capitolo non vi toccherà aspettare così tanto!
A presto!!!

 

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