Non posso perderti Fred Weasley

di acielsereno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non può essere vero ***
Capitolo 2: *** Un Weasley ottiene sempre quello che vuole ***
Capitolo 3: *** Cercando conforto ***
Capitolo 4: *** Aveva promesso ***
Capitolo 5: *** La confessione di un amore ***



Capitolo 1
*** Non può essere vero ***


Non posso perderti Fred Weasley


Non può essere successo davvero! pensò Hermione.

L’intera famiglia Weasley era radunata intorno ad un corpo steso al centro di quello che rimaneva della Sala Grande e Hermione non aveva la forza per avvicinarsi. Aveva le gambe che tremavano e a malapena riusciva a reggersi in piedi. Non voleva credere ai suoi occhi. Fred era l’unico che mancava all’appello. Non poteva credere che proprio lui, il ragazzo che l'aveva fatta ridere, che le aveva tenuto compagnia in tanti momenti di tristezza, fosse morto. Non voleva crederci. Non poteva crederci.

Avvicinarsi a lui e constatare con i suoi occhi che lui non c'era veramente più significava chiudere una parte della sua vita e ricominciare da capo. Significava che avrebbe dovuto girare pagina, dimenticare lui e tutto quello che avevano fatto insieme, imparare ad amare qualcun'altro... sapeva di non essere pronta a dirgli addio. Sapeva che lo amava ancora. Sapeva che non avrebbe mai smesso di amarlo. Non poteva perderlo.

Questo non ha senso! Non può avere senso! Non lui! Non qui! Non adesso! Non posso perderti Fred Weasley pensò subito dopo

Dai suoi occhi cominciarono a scendere delle lacrime, che le rigarono piano il volto, sbiancato al solo pensiero che Fred fosse morto. Teneva le labbra strette, serrate, per non far vedere agli altri che stava cercando di non piangere. Nessuno sapeva cosa provava per lui, nessuno avrebbe potuto consolarla e dirle che sarebbe andato tutto bene. Hermione sperava che qualcuno la abbracciasse e le dicesse che il ragazzo che amava non era morto. Sperava che qualcuno le dicesse che tutto sarebbe andato per il meglio. Ma nessuno lo fece. Forse perché lei era staccata dal resto del gruppo o forse perché non era considerata parte integrante della famiglia o forse perché semplicemente Fred era morto veramente e non potevano fare altro che piangere la sua morte.

Alla fine le gambe le cedettero e Hermione cadde in ginocchio, continuando a trattenere le lacrime pensando a lui. Tutti i bei momenti passati insieme, tutti i litigi, tutte le volte in cui l'aveva presa in giro e tutte le volte in cui l'aveva protetta da persone come Malfoy. Si ricordava ogni battuta, ogni risata, ogni carezza che gli aveva rivolto, ogni abbraccio, ogni sorriso. Nessuno, mai nessuno, l'avrebbe più fatta sentire così. Mai nessuno avrebbe preso il suo posto.

Cosa sarebbe successo adesso? Che cosa avrebbe fatto lei adesso, senza di lui? La sua vita le sembrò subito spenta e vuota. Senza di lui, niente aveva più realmente senso. 

Hermione aveva deciso di partire alla ricerca degli Horcrux con Ron e Harry. Non avrebbero potuto farcela da soli, senza di lei. Ma aveva deciso che una volta finita la ricerca, una volta sconfitto Voldemort, una volta vinta la guerra avrebbe detto a Fred cosa provava per lui. Avrebbe voluto farlo prima. Molte volte. Non c’era mai riuscita. Non riusciva nemmeno a ricordarsi le ultime parole che gli aveva rivolto. Non ricordava nemmeno l’ultimo sorriso, l’ultimo abbraccio, l’ultimo sguardo.

Fred. Fred Weasley. Quei capelli color carota che le piacevano tanto, quegli occhi del colore del mare che lei adorava, quelle lentiggini sul volto che la facevano sorridere, quel sorriso a trentadue denti che faceva ridere anche lei, quelle spalle larghe e quelle braccia muscolose da battitore che la facevano sentire protetta e amata ogni volta che la stringevano in un abbraccio, quel metro e novanta di ragazzo che lei amava ormai non c'era più. Di lui rimanevano solo i ricordi che lei aveva premurosamente riposto nel suo cuore. 

Diede un'ultima occhiata alla famiglia Weasley che stava sopra al corpo di Fred, poi si alzò, si girò e uscì dalla Sala Grande che ormai era diventata un cimitero. C’erano corpi inermi riposti alle estremità della stanza. C’erano persone che piangevano i loro cari in ogni angolo della stanza. Non poteva stare lì a guardarle soffrire. Non poteva vedere Fred. Aveva bisogno di uscire all'aria aperta. Voleva vedere le stelle, quelle stesse stelle che aveva guardato con Fred una notte alla Tana…

 

 

Anche quella sera c'era una cielo stellato come quello: nessuno nuvola che oscurava la visione delle stelle. Era una bellissima serata. Hermione si trovava alla Tana. La scuola doveva ancora cominciare, ma lei si era recata dai Weasley un paio di giorni prima per passare del tempo con la sua amica Ginny, con Ron, con i dispettosi gemelli Weasley e con i premurosi e amorevoli Molly ed Arthur. Era felice di trovarsi lì, anche se sapeva che sarebbero presto partiti in pochi giorni. Era arrivata alla Tana quella mattina stessa e, non appena varcata la soglia di casa, era stata letteralmente assalita dall'abbraccio così caloroso della signora Weasley, la cara Molly, che le aveva chiesto come stava e che le aveva detto che era molto cresciuta durante l'estate. Subito dopo fu abbracciata da Ginny, la sua cara amica Ginny, e successivamente anche Ron l'aveva salutata; seguirono George e il signor Weasley, per ultimo Fred. 

«Fred, ciao! Come stai?»

«Prefetto Perfetto so tutto io Granger, ciao a te! Io sto benissimo, come potrei stare male, solo il mago più bello di tutti, ho il mondo ai miei piedi e poi... l'ho già detto che sono splendido?» disse lui sorridendo

Anche George, dall'altra parte della stanza sorrise ed Hermione aggiunse sorridendo «Il solito Fred!»

Avevano passato una giornata nel giardino della Tana. I gemelli non si erano uniti a Hermione, Ginny e Ron perché si erano rifugiati nella loro stanza e non si fecero vedere fino a cena. Ron disse a Hermione che ultimamente succedeva spesso.

«Preferiscono stare chiusi in camera loro a fare esperimenti! Dicono che quest'anno a Hogwarts i prodotti Weasley avranno un successo mai avuto prima! Stanno chiusi lì tutto il giorno. Ogni tanto si sentono delle piccole esplosioni e subito dopo George esce dalla stanza solo con la testa e dice che è tutto a posto, tutto perfettamente in ordine... il che significa che hanno combinato qualcosa! Mamma e papà li lasciano fare. Non chiedermi perché! Se lo facessi io mi avrebbero già sbattuto fuori casa!» borbottò Ron

«Staranno preparando qualche bello scherzetto per Gazza anche quest'anno!» aggiunge Ginny

«Probabilmente è così!» disse Ron con voce roca

«Ma quei due non crescono mai?» disse Hermione intervenuta per la prima volta

La risposta le arrivò da una voce che si trovava alle sue spalle, fuori dalla porta aperta della stanza di Ginny.

«No, non cresciamo mai! Problemi, Granger? O forse hai paura?»

«Fred o George, non so chi tu sia... non ho nessun problema con voi, solo che dovreste smetterla di fare la parte dei burloni! Lo sappiamo tutti qui che se andrete avanti così non avrete un gran futuro! Lo dico per voi...»

«Sono Fred, non vedi? Sono nettamente più bello rispetto a lui!» disse indicando alle sue spalle l'altro gemello, che evidentemente era George «Comunque dicevo... quest'anno, il nostro ultimo anno ad Hogwarts, io e George abbiamo deciso di sfondare. I nostri prodotti Weasley saranno così famosi e voluti da tutti che dovremmo aprire un negozio a Diagon Alley. Giusto Georgie?»

«Giusto Freddie. E non dimenticare la parte più importante di tutte!»

«Giusto! Visto che la signorina Granger non si fida di noi e non crede nelle nostre potenzialità, quando avremo quel negozio...»

«E lo avremo, stanno certa!» aggiunse George

«Ti faremo pagare tutto il doppio!»

«Mentre al vostro fratellino farete pagare tutto la metà, non è vero?!» si intromise Ron

«Probabilmente faremo pagare tutto il doppio anche a te Ron» ghignò George

«Miseriaccia» disse Ron mentre metteva su un broncio da far venire i brividi anche a Mirtilla Malcontenta

Proprio in quel momento la voce della signora Weasley che diceva che la cena era pronta li interruppe, così tutti e cinque scesero a cena. Mangiarono arrosto di maiale e patate. La signora Weasley cucinava in modo impeccabile ed Hermione era contenta ogni volta che andava a mangiare da loro, peccato che secondo Ron, lei cucinasse così solo quando avevano degli ospiti a casa!

Dopo cena Hermione si staccò dagli altri e andò nel giardino dietro alla Tana. Harry le aveva raccontato che anni prima aveva visto centinaia di gnomi in quel giardino e Ron, Fred e George buttarli fuori a calci. Chi li buttava più lontano vinceva.

«Che fai qui?» disse una voce alle sue spalle

«Hey, scusa. Pensavo che non si dovesse pagare il biglietto per venire qui!» sbottò lei

«E invece sì. Granger per venire qui tu mi devi... un bacio»

«Fred ma stai scherzando?!» disse Hermione mentre cercava di smettere di ridere

«Chi ti dice che io sia Fred e non George?»

«A cena ti sei sporcato con la salsa di pomodoro ed hai una macchia sulla maglia quindi o sei Fred, o tu e tuo fratello vi scambiate le magliette sporche dopo cena, cosa che non mi stupirebbe devo dire!»

«Ma allora a cena mi hai spiato!» disse lui con un sorriso malizioso stampato in faccia

Hermione, senza volerlo arrossì e poi cambiò discorso.

«Hai visto che stelle ci sono stasera?»

«Sono le stesse che c'erano ieri»

«Io da casa mia non le vedo così. Abito in città e molto probabilmente le luci, l'aria inquinata e tutto il resto mi impediscono di vederle così. Sono splendide!»

«Sai che si vedono anche meglio di così ad Hogwarts?!» disse Fred cambiando tono di voce e diventando serio

«Suppongo di sì... non ci avevo mai fatto caso, sai? Sono troppo occupata a stare dietro ad Harry e a Ron che non mi accorgo di un sacco di cose!»

«Lo so» disse poi Fred «Allora una sera vieni con me dopo cena e guardiamo queste meravigliose stelle dalla torre di astronomia o sulla riva del Lago Nero»

Hermione era rimasta senza parole. Non poteva credere alle sue orecchie. Fred Weasley l’aveva appena invitata a fare qualcosa con lui. Qualcosa che non aveva niente a che fare con scherzi di cattivo gusto o peggio.

«Beh perché no!» e poi sorrise

Rimasero lì a guardare le stelle ancora un po' ma nessuno dei due disse qualche altra parola fino a che Ron non si scaraventò su di loro urlando come un pazzo.

«La mamma ha preparato una torta! Hermione grazie di essere venuta! Se tu non fossi qui non l'avrebbe mai fatta! Sei meravigliosa! Ti adoro»

Tutti e tre risero di gusto, ma prima di tornare alla Tana, Fred si avvicinò a Hermione e le sussurrò all'orecchio che non era vero. Ron voleva solo farla sentire importante. Cercava solo un pretesto per dirlo che l'adorava. Questo la fece ridere.

 

Angolo dell’autrice

Salve a tutti i miei gentili lettori :) mi sono dilettata in questa fan fiction quest’oggi. Come avrete già notato forse, non è completa. Ebbene sì, ho deciso di cimentarmi in una mini-long (sarà formata solo da un paio di capitoli) e spero vi piaccia :) spero non risulti troppo triste, ma vedrete che più in avanti avrete delle piacevoli sorprese :)

Vi è piaciuto il ricordo di Hermione? Ne vedremo degli altri :) ah, a proposito, la seconda parte (quella in corsivo è il ricordo di Hermione... un flashback)

A prestissimo,

- la vostra I N N A M O R A T A di F R E D W E A S L E Y  

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Capitolo 2
*** Un Weasley ottiene sempre quello che vuole ***


Non posso perderti Fred Weasley

Capitolo 2

Un Weasley ottiene sempre quello che vuole

 

La voce di Harry la riportò alla realtà. Non era alla Tana, non era in compagni di Fred. Era all’esterno di quello che rimaneva del castello di Hogwarts, la battaglia era appena finita, avevano vinto. Avrebbe dovuto essere felice, ma invece non lo era.

«Va tutto bene, Hermione?»

Lei non rispose. Aveva sentito la voce dell’amico, sapeva che avrebbe dovuto rispondergli, ma preferiva non farlo. Non voleva dover affrontare l’esito della battaglia. Non voleva che Harry che le chiedesse come stava. Non voleva rispondergli perché avrebbe dovuto dirgli che non stava bene. Non stava per niente bene. Voleva soffocare, voleva solo buttarsi a terra e morire.

«Hermione?» ripeté lui

«No, Harry, non sto bene!» rispose lei urlando e piangendo «Non sto bene per niente. Non voglio parlare. Voglio essere lasciata in pace!» aggiunse poi prima di correre lontana dall’amico

Il Lago Nero le sembrava il posto migliore dove andare, anche se sapeva che non sarebbe stata proprio al sicuro. Teneva la bacchetta stretta in una mano. Sperò di non incontrare nessuno. Non voleva dover combattere per salvarsi la vita. Non voleva dover combattere per salvare una vita che non voleva più vivere. Aveva combattuto tanto, aveva combattuto per lei, per Harry e per tutti i maghi del mondo. Voleva essere d’aiuto. Voleva che la guerra finisse, ma ora si chiedeva che senso aveva avuto tutto quel combattere? Ora cosa avrebbe fatto? Avrebbe dovuto dimenticare la sua vita, avrebbe dovuto dimenticare quello che provava per Fred!? Non voleva farlo. Ma doveva.

Arrivò vicino al lago e si sedette sotto un albero. Aveva gli occhi pieni di lacrime e non appena si sedette, le lacrime uscirono. Cominciarono a rigarle il volto. Non riusciva a smettere. Continuava a pensare a lui. Se n’era andata. Fred se n’era andato. Se n’era andato e non sarebbe più tornato. Hermione avrebbe tanto voluto poter tornare indietro nel tempo. Avrebbe voluto tornare a qualche ora prima. Lo aveva visto arrivare insieme al resto dell’Ordine della Fenice e lo aveva salutato. Non aveva avuto il coraggio di dirgli cosa provava per lui. Sapeva che c’era una minima possibilità che uno dei due si facesse male, ma non pensava che Fred sarebbe morto. Fred non doveva morire! Avrebbe voluto dirgli tutto in quel momento. Almeno sarebbe morto sapendo che qualcuno lo amava. Tante persone lo amavano, ma in ogni caso non era un amore paragonabile a quello di George. Solo l’amore che provava Hermione poteva essere paragonato al suo. Era un amore silenzioso, nascosto, celato dietro falsi sorrisi, lacrime e litigi. Era un amore incondizionato. Hermione aveva provato più volte a dimenticare Fred, ma non c’era mai riuscita. Non ci sarebbe mai riuscita.

Lei non avrebbe più potuto dirgli cosa provava per lui. Non avrebbe più potuto vedere il suo sorriso, non avrebbe più potuto sentire la sua voce e la sua risata penetrante, non avrebbe più potuto sgridarlo. Non avrebbe più potuto vedere i suoi occhi. Non avrebbe più potuto passare una serata con lui come quella passata nello stesso posto in cui si trovava ora, tre anni prima.

 

A Hermione quella sembrava una giornata come tante altre. L’inverno non era ancora arrivato ad Hogwarts, ma le temperature cominciavano a scendere vertiginosamente. La pioggia cadeva sempre più spesso, quasi ogni giorno e lei preferiva passare le sue giornate in biblioteca. Aveva molti compiti da fare e molte cose da studiare e non voleva passare le sue giornate fuori al freddo. Anche quel giorno Hermione si trovava in biblioteca. Si era recata lì dopo aver seguito le lezioni della mattina e dopo aver pranzato in compagnia di Harry e Ron. Era seduta sul suo banco preferito quando lo sentì.

«Pssss» qualcuno la chiamava, ma lei non riusciva a vedere nessuno «Psss, Hermione. Sono qui dietro!»

La voce proveniva da dietro uno degli scaffali pieni di libri. Qualcuno la stava cercando e stava cercando di attirare la sua attenzione. E non era un qualcuno qualsiasi. Hermione non vide il viso del ragazzo, ma notò i capelli rossi dietro ad uno dei libri. Capì subito di chi si trattava.

«Cosa ci fai in biblioteca, Weasley?» gli chiese lei

«Ti cercavo, Granger!»

«E si può sapere perché ti nascondi lì dietro!?»

«Ho una reputazione, io! Non posso farmi vedere in un posto come la biblioteca» disse lui abbassando il tono di voce per non farsi sentire da nessuno

«Cosa vuoi?»

«Te l’ho detto. Ti stavo cercando» ripeté lui

«Per cosa mi cercavi?» disse lei sbuffando

«Ti avevo promesso che ti avrei portata a guardare le stelle. Il grande momento è arrivato!»

«Io non vengo da nessuna parte con te e con questa pioggia!» sbottò lei rimettendosi a leggere

La risposta non piacque molto a Fred perché Hermione lo vide uscire da dietro lo scaffale che aveva usato per nascondersi da occhi indiscreti. Aveva il viso corrucciato in un’espressione strana. Probabilmente non capiva perché Hermione gli aveva risposto in quel modo.

«Che c’è Weasley, ti si è annodata la bacchetta?» domandò lei senza alzare il naso dal libro

«Tu vieni con me»

«Non ci penso neanche!» insistette lei «Ho un sacco di compiti da fare, poi andrò a cena, poi ho da controllare i corridoi della scuola, sai sono un Prefetto!»

«Lo so che sei un Prefetto, Granger. Dopo il giro di controllo dei corridoi tu vieni con me!»

«È contro le regole!» fece notare Hermione alzando lo sguardo dal suo libro «E non ho intenzione di far perdere dei punti a Grifondoro, quindi non verrò con te»

Fred la lasciò sola nella biblioteca. Hermione sapeva che il gemello non si sarebbe arreso. Era un Weasley, dopotutto. Era risaputo che i Weasley erano accomunati da una cosa in particolare: erano tutti tremendamente insistenti. Volevano sempre ottenere quello che volevano. E la cosa buffa e divertente era che spesso ci riuscivano. Ottenevano sempre quello che volevano. Hermione sorrise pensando che per una volta uno dei Weasley non avrebbe ottenuto esattamente ciò che voleva.

Il pomeriggio in biblioteca passò anche abbastanza velocemente. Hermione riuscì a finire il libro che stava leggendo e ad iniziarne un altro. Chiacchierò qualche minuto con Madama Prince e poi, verso ora di cena, decise di raggiungere Ginny e gli altri nella Sala Grande. Si sedette accanto all’amica e cominciò a mangiare. A pochi posti da lei erano seduti i gemelli con alcuni loro amici tra cui Lee Jordan e Angelina. Hermione poteva vedere molto bene Fred, che era seduto dall’altra parte del tavolo rispetto a lei. A volte le rivolgeva degli sguardi e altre volte addirittura dei sorrisi, che lei non ricambiò.

«La smetti di fare quegli occhi da troll lesso?» le chiese l’amica a bassa voce, in modo da non farlo sentire a nessun altro oltre ad Hermione

«Occhi da troll lesso? Ginny di che parli?»

«Guardi Fred come se fosse una torta di zucca. Comincio a spaventarmi!»

Hermione non seppe dare una risposta, così alzò leggermente le spalle e la sua amica tornò a mangiare le alette di pollo in pace. Per il resto del banchetto, Hermione cercò di non guardare più Fred. Non incrociò più il suo sguardo, ma più volte si sentì osservata. Si sentiva i suoi occhi addosso e questo la faceva arrossire. Probabilmente Ginny se ne accorse, ma non glielo fece pesare.

Finita la cena, Hermione fu felice di poter tirare un sospiro di sollievo. Si era seduta sulla solita poltroncina rossa della Sala Comune con Harry e Ron e avrebbe passato un po’ di tempo con loro. Poi, sempre in compagnia di Ron, avrebbe controllato i vari corridoi del castello e infine sarebbe andata a dormire. Nonostante la giornata abbastanza tranquilla, Hermione era veramente stanca.

«Cos’hai alla mano, Harry?»

«Niente» disse lui mostrandole la mano destra

«L’altra mano!» precisò Hermione

«Non è niente, Hermione!»

«Quella vecchia megera ti sta torturando. Silente vorrebbe essere informato e tu lo sai!»

Harry non voleva ascoltare Hermione. La Umbridge lo stava mettendo alle strette, ma non aveva alcuna intenzione di farla vincere. Non sarebbe andato a fare la spia con Silente. Non sarebbe andato nemmeno a piangere dalla McGranitt e Hermione disapprovava.

«Dovrebbe dirlo a qualcuno!» disse lei mentre con Ron controllavano l’ultimo corridoio

«Sai com’è fatto Harry…» rispose il rosso

«Se lui non ha intenzione di fare niente, allora lo farò io!»

«Hermione sono stanco. Non mi va di parlarne adesso!»

«Tu vai tranquillo nella Sala Comune e non dire a Harry che sto andando dalla McGranitt. Qualcuno deve dirle cosa sta combinando la Umbridge o continuerà a farlo!»

Ron annuì e tornò nella Sala Comune. Hermione non voleva vedere il suo migliore amico soffrire. Non voleva vedere nessuno soffrire. Andare a raccontare tutto alla McGranitt era la cosa giusta da fare. Harry non voleva farlo, allora lo avrebbe fatto lei. Si era appena incamminata, quando improvvisamente divenne tutto nero. Rimase spaesata per qualche secondo e poi sentì una mano afferrarla dolcemente per la vita. Hermione si scostò d’impulso, ma quelle calde mani la ripresero.

«Avresti dovuto dire di sì. Avresti dovuto dirmi che saresti venuta a guardare le stelle con me!» disse una voce che Hermione sentì così vicina da farle ribollire il sangue nelle vene

«Fred! Maledizione, ma che fai?» chiese indicando le sue mani

«È buio. Non vorrei mai perderti di vista!»

«Scommetto che il buio è opera tua, Weasley»

«Polvere buio pesto peruviana!» fu la risposta del ragazzo «Ora vieni con me, che tu lo voglia o no!»

Hermione fu costretta a camminare. Se non lo avesse fatto, probabilmente Fred l’avrebbe portata di peso nel posto in cui stavano andando. Ben presto uscirono dalla nube nera causata dalla polvere buio pesto peruviana di Fred ed Hermione cominciò ad intravedere qualcosa. Stavano uscendo dal castello.

«Fred, fuori piove!» disse lei fermandosi sul posto

«Lo so, ecco perché ho questo!» disse lui indicando un ombrello rosso che teneva nella mano sinistra «Si chiama ombrello!»

Hermione non poteva fermarsi neanche un secondo. Fred se la strattonava dietro. Era abbastanza facile per lui tirarsela dietro, sia per la figura esile della ragazza, sia per il fisico robusto di lui. Avrebbe potuto prenderla in braccio e portarla fino a Hogsmeade e non sarebbe stato stanco. Decise di non fermarsi. Tanto in un modo o nell’altro avrebbe dovuto seguirlo. Non appena uscirono dal castello, Fred aprì l’ombrello e si avvicinò pericolosamente ad Hermione per farla stare sotto con tutto il corpo. Non era un ombrello particolarmente grande; riusciva a malapena a tenere sotto entrambi, ma dovevano stare vicinissimi l’uno all’altra. Smise di strattonarla solo quando si trovarono di fronte al Lago Nero. Si sedettero sotto un albero solo dopo che Fred fece apparire dal una coperta a quadrettini rossi e marroni. I rami dell’albero riuscivano a coprirli dalla pioggia. Era una bel posto dove ripararsi dalla pioggia.

«Ora posso parlare?» chiese lei

«Non rovinare questa bella atmosfera, Granger!»

«Lo sai che con tutte queste nuvole che coprono il cielo, di stelle ne vedremo ben poche?!»

Fred cominciò a ridere. Stava ridendo di gusto, come di solito faceva insieme a George. Hermione non capiva. Non aveva detto niente di divertente.

«Cosa c’è di divertente, Weasley?» gli chiese alla fine

«Sono stato così impegnato a trovare un modo per rapirti che non ho nemmeno pensato alle stelle! Dovevo farti capire che un Weasley ottiene sempre quello che vuole!» disse tra una risata e l’altra «Ma sai che ti dico, Granger!? Ormai siamo qui, godiamoci il momento!»

«Che bel momento!» sbottò lei

«Mi stai dicendo che non ti piace stare qui al riparo con me!?» chiese in tono ovvio lui

«Preferirei stare sotto la pioggia che stare qui con te!» rispose lei incrociando le braccia al petto

«Bene» aspettò un po’ prima di continuare a parlare «Ti accontento subito, Granger!»

Si alzò dalla coperta, la prese in braccio e la portò sotto la pioggia. La mise a terra poco dopo. Entrambi erano sotto la pioggia. Le gocce d’acqua cadevano piano sui corpi di entrambi. I capelli di Hermione cominciarono a gonfiarsi e quelli di Fred cominciarono a gocciolare. Inoltre i vestiti di entrambi erano fradici.

«Va bene, così?» alzò la voce lui per sovrastare il rumore della pioggia che cadeva

«Così è perfetto!» disse lei in tono ironico

 

Hermione aprì gli occhi. Stava sorridendo. Ora la pioggia non cadeva più dal cielo, ma aveva comunque il viso bagnato. Le lacrime le rigavano le guance, ma la sua bocca stava sorridendo. Era vero, era perfetto. Non ci sarebbe mai più stato un momento così perfetto per loro. Niente di più perfetto di Fred Weasley.

 

Angolo dell’autrice

Ecco a voi un altro bel ricordo di Hermione :) che ne dite di questo? Mentre scrivevo mi veniva da piangere, ve lo giuro ahah comunque spero non ci siano errori troppo palesi (o errori in generale), ma se doveste trovarne, vi prego di farmeli notare così posso correggere :)

A presto,

Celeste Weasley

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Capitolo 3
*** Cercando conforto ***


Non posso perderti Fred Weasley

Capitolo 3

Cercando conforto

 

Era arrivato il momento di tornare con gli altri. Sicuramente Harry sarà stato preoccupato per lei. Gli aveva risposto male e non era solita a farlo. Harry voleva solo essere gentile e lei lo aveva assalito. Non lo aveva di certo fatto apposta, era a pezzi, ma lui non lo sapeva. Doveva dirglielo. Doveva dirlo a qualcuno. Avrebbe potuto parlarne con Ginny, ma sicuramente sarà stata abbastanza triste per la perdita di suo fratello. Dopotutto Fred era suo fratello. E stessa cosa valeva per Ron. Certo con lui non avrebbe potuto parlare come con Ginny o con Harry. Si erano baciati. Pensava che sarebbero morti da un momento all’altro e in un momento di confusione lo aveva baciato. Non era stato granché, anche se per tutta la durata del bacio Hermione pensò a Fred. Alle sue labbra. In ogni caso non poteva parlare con Ron e Ginny. Rimaneva solo Harry e poi, chi meglio di lui poteva capire cosa stava provando?

Tornare al castello fu più facile di quello che pensava. Voleva veramente parlare con una persona amica e raccontargli ogni cosa di lei e del suo amore per Fred. Doveva farlo. Non ce l’avrebbe mai fatta da sola. Doveva raccontare a Harry tutto. Tutto quello che provava per Fred, dalla prima volta che lo aveva visto, al momento in cui aveva capito cosa provava, al momento della sua perdita. Se si fosse tenuta tutto dentro, sarebbe scoppiata.

Harry era lì, appoggiato alla parete esterna del castello, dove lo aveva lasciato prima. Era rimasto lì chissà quanto tempo ad aspettare il suo ritorno perché era sicuramente molto preoccupato. Doveva accertarsi che la sua amica stesse bene.

«Se fossi rimasta via ancora un minuto, sarei venuto a cercarti!» disse lui quando Hermione fu abbastanza vicina da sentirlo parlare

«Grazie!» deglutì piano «Harry io ho bisogno di parlare!»

«Ron mi ha detto tutto. Non devi spiegarmi niente! Io…»

«Ron non centra niente! Ma ho bisogno di parlare» insistette lei

«Certo Hermione, va bene! Stiamo qui?»

Hermione alzò gli occhi. L’ingresso di Hogwarts non le era mai sembrato così mal ridotto. Non voleva restare lì, ma ovunque lei e Harry fossero andati, avrebbe pensato a Fred. Ogni posto nel castello le ricordava Fred. Ogni odore che sentiva, le ricordava Fred. Ogni colore che vedeva intorno a lei, era Fred. I fiori rossi erano i suoi capelli. Il cielo azzurro erano i suoi occhi. Il sole era il suo sorriso. Le nuvole, che ora coprivano il sole, erano la morte. La morte che aveva portato via Fred per sempre. La pioggia erano le sue lacrime, quelle lacrime che aveva versato per lui fino a pochi istanti prima.

«Ti va un’altra passeggiata?» chiese lui facendo tornare Hermione alla realtà

Cominciarono a camminare insieme, con lo stesso passo. Non pioveva più, ma il terreno era zuppo d’acqua. C’erano buche ovunque e loro cercavano di non pestarci dentro. Harry posizionò il suo braccio intorno alle spalle dell’amica e la strinse forte a sé mentre continuavano a spostarsi insieme. Hermione aveva bisogno di sentire il suo amico così vicino. Aveva bisogno di ricevere affetto, aveva bisogno di essere confortata. I due arrivarono al limitare della Foresta Proibita e lì si sederono su un grosso masso. C’erano già stati un paio di volte, anche insieme a Ron, durante i loro anni a Hogwarts, ma in nessuna di quelle occasioni Hermione doveva confessare a Harry del suo amore.

«Allora…» cominciò Harry quasi troppo rilassato

«Voglio che mi lasci parlare, non voglio essere interrotta, voglio solo dirti tutto dal principio. Ogni singola cosa. Non voglio dimenticare niente. Ho bisogno di dirti tutto perché ho bisogno di conforto» si fermò e vide Harry annuire, poi continuò «Ti sembrerà una cos strana, ma voglio solo che mi ascolti. So che è un momento difficile anche per te. La guerra è appena finita, Voldemort…»

«Abbiamo appena vinto, giusto? Non ci potrebbe essere momento migliore di questo per dedicarmi alla mia migliore amica. Va bene allora, me ne starò zitto fino alla fine!»

Prima di cominciare a parlare Hermione prese un bel respiro. Sapeva che a metà racconto si sarebbe messa a piangere, ma non le importava. Doveva ripercorrere ogni momento passato con Fred, ogni litigio, ogni abbraccio, ogni sorriso. Poi Harry avrebbe potuto consolarla e tutto sarebbe andato per il meglio.

«Durante i primi due anni ad Hogwarts non ho mai veramente fatto caso a lui. Avevo troppi pensieri per la testa tra cui te, Ron e cercare di tirarvi fuori dai guai. Lo trovavo solo molto simpatico, ma poi qualcosa è cambiato. Quando l’ho rivisto prima dell’inizio del nostro terzo anno ho capito che qualcosa era cambiato. Durante l’estate lui era cresciuto molto ed era diventato più bello di com’era prima, ma non per questo lo notai. Aveva qualcosa che gli altri non avevano. Riusciva a farmi arrabbiare così tanto che a volte avrei voluto cruciarlo, ma altre volte era così dolce e simpatico che non potevo fare altro che innamorarmi di lui. Così è successo. Mi sono innamorata di lui. Ogni cellula del mio corpo si è innamorata di lui e ogni giorno che passava, quello che provavo per lui aumentava d’intensità. Prima dell’inizio del nostro quarto anno, siamo andati alla finale della Coppa del Mondo di Quidditch, ti ricordi? Quando ci siamo persi in mezzo alla folla e abbiamo perso di vista gli altri sono andata nel panico più assoluto. Pensavo che saremmo morti tutti da un momento all’altro e io non avevo mai neanche potuto dirgli cosa provavo per lui» Hermione si fermò per riprendere fiato «Non siamo morti, ma non ho avuto comunque il coraggio di dirgli niente. Quell’anno sono andata al ballo con Krum e lui sembrava non curarsene. Tutto è cambiato quando abbiamo fondato l’esercito di Silente. Ho notato che lui cominciava a guardarmi con occhi diversi, ma forse è sempre stata una mia impressione. Abbiamo passato dei bei momenti insieme. Momenti che non ho mai raccontato a nessuno, nemmeno a Ginny. Lei non avrebbe capito, nessuno avrebbe capito. Era una cosa insensata. Quello che provo per lui è una cosa insensata, quasi innaturale. Ogni litigio, ogni battibecco, ogni insulto mi portava ad amarlo sempre di più, come anche ogni sorriso, ogni abbraccio, ogni scherzo, ogni carezza. Una volta mi ha portata a vedere le stelle e un’altra volta ci siamo rincorsi sotto la pioggia nei giardini di Hogwarts. Abbiamo passato dei bei momenti insieme anche in altri posti, come la Tana o Grimmauld Place. Abbiamo passato il Natale con i Weasley quell’anno. Siamo stati insieme una notte in cui nessuno dei due riusciva a dormire. Abbiamo parlato. Siamo rimasti abbracciati sul divano senza dire una parola per molto tempo. Non avevamo bisogno di parlare. Nonostante tutti i bei momenti passati insieme, comunque, non credo che lui mi abbia mai considerata veramente. Credo che mi abbia sempre vista solo come un’amica. Solo come l’amica di suo fratello. Stavamo bene insieme, ci divertivano, nonostante i battibecchi e le lite. A volte pensavo che era proprio per quello che passavamo il nostro tempo insieme. Ogni lite sfociava poi in una risata o in un abbraccio e mi piaceva. Piaceva a entrambi. Quando lui ha lasciato Hogwarts è stato un brutto colpo per me, ma sapevo che non lo avrei mai perso veramente. L’anno scorso l’ho visto davvero poco, solo pochi giorni alla Tana, prima dell’inizio della scuola. Avrei voluto passare più tempo con lui, ma purtroppo non mi è stato possibile. L’ho visto poi quando siamo venuti a prendere te a luglio. Siamo stati molto coraggiosi, ma lui ha sofferto. Con lui anche io. Ho temuto di perderlo per tutto il tempo. Quando l’ho rivisto sano e salvo è stato un vero sollievo per me. Avevo deciso di dirgli quello che provavo per lui dopo il matrimonio di Bill e Fleur, ma purtroppo non ne ho avuto l’occasione. Siamo dovuti scappare via e mi ricordo ancora il suo sguardo. Solo il suo sguardo. In quel momento ho pensato un’altra volta che era tutto finito. Mi avrebbe ricordata per sempre come la più insopportabile Prefetto di Hogwarts e non come la ragazza che lo amava. Non gli ho mai detto dei miei sentimenti per lui. Per tutto il tempo in cui siamo stati lontani, l’ho pensato. L’ho pensato tanto. Era un pensiero fisso nella mia mente. Dovevo combattere. Dovevo farlo per me, per te, per Ron, per i Weasley, per lui, per tutti i maghi del mondo. Dovevo farlo perché era la cos giusta da fare. Sapevo che dovunque lui si trovasse, lo stava facendo anche lui. Ha sempre combattuto, non si è mai tirato indietro. L’ho rivisto qua stasera, qualche ora fa» deglutì e fece una pausa sentendo l’arrivo delle lacrime «Avrei dovuto dirgli che lo amavo. Avrei dovuto dirgli tutto. Avrei dovuto dirgli quanto è importante per me. Invece, non l’ho fatto. Ho rimandato tutto un’altra volta. Ma ora non avrò più nessuna occasione per dirgli che lo amo. È finita!»

Aveva sputato tutto fuori. Non aveva mai detto il suo nome e sperava con tutto il suo cuore che Harry avesse capito di chi stesse parlando, anche se a giudicare dalla sua espressione confusa non sembrava. Non avrebbe potuto dire il suo nome. Non ci sarebbe riuscita. Quelle quattro lettere avrebbero potuto farla soffrire moltissimo. Stava già soffrendo.

«È tutto?» chiese lui e vedendo che Hermione annuiva, continuò a parlare «Pensavi che non me ne fossi accorto? Io non sono Ron»

«Lo so Harry, ma quello che provavo, cioè quello che provo per lui è una cosa innaturale. Ci prendevamo in giro, litigavamo. Se ti avessi detto che ero innamorata di lui, cosa avresti pensato? Avresti pensato che ero pazza?!»

«Beh lo penso adesso!»

Hermione arrossì visibilmente. Il suo migliore amico la credeva pazza. Come aveva potuto anche solo pensare che lui l’avrebbe consolata? La riteneva pazza. Probabilmente non avrebbe più voluto parlare con lui d’ora in poi. L’avrebbe odiata e lei sarebbe rimasta sola, senza una sola persona accanto a lei.

«Harry, ti prego…» continuò lei

«No, ora parlo io. Abbiamo combattuto. Abbiamo vinto. Dovresti essere felice, dovresti pensare al futuro e non stare qui a piangerti addosso!»

«Come puoi dire una cosa del genere? Ti ho appena detto che lo amavo. Io l’ho amato con tutto il mio corpo, con tutta la mia anima e la cosa peggiore è che non gliel’ho mai detto. Non avrò più occasione di dirglielo. Lui non saprà mai cosa ho provato per lui! Questo mi uccide! Ho amato quel Weasley fino ad ora e continuerò ad amarlo. Continuerò ad amare Fred!» disse Hermione alzando il volume della voce come per cercare di convincere l’amico

Aveva detto il suo nome. Le era uscito dalla bocca e poi sentì come un pugnale conficcato nel cuore. Non avrebbe pensato di poter sentire così male. Pensava di non avere più un cuore. Sapere che Fred era morto aveva spezzato il suo povero e innocente cuore.

«Volta pagina, Hermione. Dimentica tutto e ricomincia da capo. Sei una Grifondoro, prendi tutto il coraggio che hai in corpo e torna nella Sala Grande. Affronta il tuo futuro e affrontalo a testa alta!»

«Come puoi dirmi una cosa del genere?!» disse lei con un filo di voce tra una lacrima e l’altra

«Non importa… fai come ti dico!»

«Non tornerò in Sala Grande. Non posso andarci. Non posso andare lì e vedere il suo corpo morto steso sul pavimento. Non posso!»

«Puoi invece!» continuò ad insistere lui

«Perché? Come fai a dirlo?»

«Hermione. Lo posso dire perché so per certo che Fred non è morto!»

 

Angolo dell’autrice

Allora!? Ho lavorato un po’ su questo nuovo capitolo e spero che sia uscito come speravo io. Hermione è a pezzi e cerca conforto in Harry. All’inizio sembra che Harry sia quasi indifferente alla storia di lei e al suo amore per Fred, ma solo perché voleva farle capire che Fred in realtà non è morto.

Il prossimo capitolo sarà una bomba, vedrete :)

A prestissimo,

- Celeste Weasley, la ragazza che non farà MAI morire Fred Weasley nelle sue fan fiction :D

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Capitolo 4
*** Aveva promesso ***


Non posso perderti Fred Weasley

Capitolo 4

Aveva promesso

 

Hermione era rimasta ferma immobile a fissare l’amico. Perché aveva detto una cosa del genere? Si sentiva la terra tremare sotto i piedi ed era sicura che, se non fosse stata seduta, sarebbe sicuramente caduta. Lo aveva visto a terra. Aveva visto tutta la sua famiglia piangere la sua morte. Ed ora Harry le stava dicendo che Fred non era morto!? Che razza di scherzo era quello!? Le lacrime cominciarono a rigarle il volto, un’altra volta. Harry le stava mentendo, proprio ora che stava cercando di metabolizzare il fatto che Fred era morto. Non riusciva più a vedere Harry, anche se era a pochi centimetri da lei. Aveva gli occhi pieni di lacrime e la vista offuscata. La sua mente stava viaggiando. Era tornata per un momento a una notte nella Tana, appena prima del matrimonio di Bill e Fleur.


Era scesa in cucina a prendere un bicchiere d’acqua. Non riusciva quasi più a dormire bene dopo aver obliviato i suoi genitori. Non aveva avuto altra scelta. Spedirli in Australia era stata forse la cosa migliore per loro. Lì sarebbero stati al sicuro, Hermione lo sapeva bene. Ma aveva comunque perso i suoi genitori. Anzi, in quel momento, Hermione non aveva proprio dei genitori. Loro non sapevano nemmeno della sua esistenza e questo la uccideva. Era come se ogni suo respiro fosse ingiustificato. Era come se lei non avesse mai dovuto esistere. Dopotutto lei non esisteva. Non aveva più un passato. Aveva solo un presente e un futuro. Ma non era più molto sicura sul futuro che l’aspettava.

La cucina della Tana era sempre stato un posto accogliente, familiare, anche per Hermione. In quella cucina non c’era mai un solo minuto di tranquillità: la signora Weasley era sempre intenta a cucinare qualcosa, o a sgridare uno dei suoi figli, soprattutto i gemelli. In quel momento, però, anche la cucina dei Weasley era immersa in un’atmosfera cupa e triste. Non c’era nessuno a cucinare, nessuno che sgridava i gemelli, nessuno che correva, nessuno che parlava, nessuno che cantava. Regnava il silenzio più assoluto. Ovviamente Hermione aveva parlato troppo in fretta perché le arrivò all’orecchio una voce.

«Cosa ci fai qua, Granger?»

«Potrei fare la stessa domanda a te, Weasley!» sbottò lei senza girarsi a guardarlo

Non aveva bisogno di guardarlo per capire chi era. Lo aveva già riconosciuto. Lo aveva riconosciuto dalla voce, lo aveva riconosciuto dal profumo che le aveva inebriato le narici non appena era entrato nella cucina, dal suo modo di chiamarla sempre per cognome.

«L’ho chiesto prima io, quindi ora rispondi!» disse lui mettendosi a sedere sul tavolo

«Non riuscivo a dormire. E tu?»

«Sì, anche io…» rispose lui guardandosi le punte dei piedi

Hermione avrebbe potuto dirgli tutto in quel momento. Avrebbe potuto e dovuto dirgli che lo amava. Voleva farlo, ma poi Fred cominciò a parlare e lei non voleva dover cambiare discorso.

«Sai, all’inizio non capivo perché un matrimonio» deglutì «Insomma, che motivo c’è di sposarsi con tutto quello che sta succedendo?»

«Forse è proprio per quello che sta succedendo che si sposano! Non vogliono morire senza rimpianti!»

«Bill e Fleur non moriranno. Sono forti. Hanno ancora tutta una vita davanti a loro!»

«Sì, è vero, ma potrebbero non farcela. Potrebbero essere uccisi. Potrebbero non vedere la fine della guerra e vogliono stare insieme fino ad allora. Vogliono amarsi!»

La frase appena detta da Hermione fece alzare a Fred lo sguardo. La stava guardando, ma non sorrideva. Era serio. I suoi occhi non assomigliavano per niente ai soliti occhi di Fred Weasley. Era come se un fuoco si fosse appena spento dentro di lui.

«Nessuno di noi morirà!» commentò Fred

«Non puoi esserne sicuro! Magari io morirò, o magari Ginny, Harry e George, tu… non puoi saperlo!» disse lei mentre il suo cuore si restringeva sempre più al pensiero di perdere anche solo uno di loro

«Nessuno di noi morirà, te lo prometto Granger!» insistette lui con un tono duro

Hermione sorrise senza guardarlo. Sperava davvero di poter sopravvivere alla guerra. E sperava che insieme a lei sarebbero sopravvissuti anche i suoi amici di sempre, Ron e Harry. Ovviamente non avrebbe voluto che nessuno morisse. Sperava che nessuno dei Weasley morisse, nessuno dei suoi vecchi amici di Hogwarts, nessuno dell’ordine. Nessuno doveva morire. Non poteva perdere nessuna delle persone a lei care. Non poteva perdere Fred. Le aveva promesso che non sarebbe morto. Glielo stava promettendo ora e sapeva bene che quando un gemello Weasley faceva una promessa, era per sempre.

«Perché ridi, Granger?»

«Quando ti deciderai a chiamarmi col mio nome!?» sbottò lei

«Quando la guerra finirà, te lo prometto!»

«Fai troppe promesse che non puoi mantenere, Weasley!»

Fred si era alzato dal tavolo. Ora era in piedi davanti ad Hermione e si avvicinava sempre di più a lei. Quando le fu abbastanza vicino, la attirò a sé e la strinse tra le sue braccia, lasciandole appena lo spazio necessario per respirare.

«Manterrò tutte queste promesse, Granger, te lo prometto!»

Hermione rise. Rise contro il suo caldo petto e poi alzò le braccia. Gli cinse i fianchi e lo abbracciò anche lei. Rimasero così per un periodo che sembrò infinito. La guerra si stava avvicinando, come anche la tempesta, ma loro due in quel momento erano in pace. Erano lì, stretti in quell’abbraccio, che Hermione avrebbe voluto durasse per sempre.

«E quando la guerra sarà finita, diventerò io il tuo incubo peggiore!»

«Mi prometti anche questo?» commentò lei alzando lo sguardo per guardarlo

Anche Fred la stava guardando. Aveva i suoi due bellissimi occhi azzurri fissi su di lei. Non stava sorridendo in modo malvagio o malandrino, in realtà non sorrideva per niente. Era serio.

«Sono stato il tuo incubo peggiore prima dello scoppio della guerra, lo sarò anche dopo!»

Quante volte Hermione lo aveva sgridato per i suoi scherzi? Quante liti avevano avuto nel corso degli anni per cose futili? Il solo pensiero che avrebbero potuto litigare ancora la fece stare meglio. Sapeva che nei loro litigi, nessuno litigava mai veramente. Si divertivano entrambi a stuzzicarsi. Era sempre stato così e sarebbe stato così per sempre. Guerra o non guerra.


«Hermione smettila di piangere!»

«Aveva promesso! Aveva promesso!» borbottò lei ancora in lacrime

«Cosa? Chi aveva promesso cosa?» chiese Harry

«Mi aveva promesso che non sarebbe morto, ma è morto. Non c’è più. Non dirmi che non è così solo per farmi stare meglio. Non ha mantenuto la sua promessa!»

«Lo ha fatto invece. Lui era in Sala Grande quando te ne sei andata. Lo abbiamo creduto morto per un po’, ma poi ha cominciato a tossire. È ferito. È grave, ma ce la farà!»

«Stai dicendo sul serio?» si fermò lei

«Non potrei mai mentirti. Lo sapresti se stessi mentendo. Sei la mia migliore amica!»

Hermione lo stava guardando. Era vero, sapeva se Harry stava mentendo. Lo conosceva da sette lunghi anni e ormai aveva imparato a capire quando mentiva e quando invece diceva il vero. Non stava mentendo, ma non poteva crederci. Fred era morto. Lo aveva visto. Ma poteva aver visto sbagliato, no!?

«Non è morto?»

«No, è vivo!»

Le lacrime ricominciarono a scendere sul volto di Hermione. Questa volta scoppiò in un pianto isterico. Fred era vivo. Lo avrebbe visto di nuovo. Avrebbe visto di nuovo i suoi occhi azzurri, avrebbe visto di nuovo il suo sorriso, avrebbe sentito la sua voce. Fred non era morto.

«Corri da lui!» le disse Harry «Probabilmente si starà chiedendo dove sei!»

Hermione scattò in piedi e abbracciò l’amico, senza mai smettere di piangere. Dopo essersi staccata da quella stretta, cominciò a correre verso il castello. Correva verso la speranza di poter essere ancora felice. Correva verso l’amore. Correva verso Fred.

Appena prima di entrare nel portone della Sala Grande si fermò. Non si fermò di sua spontanea volontà, venne fermata da qualcosa. Qualcuno l’aveva afferrata per un braccio e tirata verso di lui. Si ritrovò stretta tra le braccia di qualcuno. D’istinto, alzò le braccia e ricambiò quell’abbraccio. Avevano tutti bisogno di ricevere affetto. Tutti loro avevano bisogno di consolarsi a vicenda. La guerra era finita, certo, ma non per questo avrebbero dovuto smettere di combattere. Aveva bisogno di sostenersi. Dovevano darsi forze a vicenda.

Si staccò dall’abbraccio e alzò lo sguardo. Ron era lì. La stava guardando. Aveva gli occhi lucidi, ma non stava piangendo. Probabilmente aveva appena smesso di piangere la presunta morte del fratello.

«Ron, va tutto bene!» la consolò lei

«Non è vero!» sbottò lui

«Perché no? Stiamo tutti bene. È finita, Ron!»

«Sono una persona orribile!» continuò lui cominciando a piangere

«Ron, non è vero. Sei una brava persona. Hai aiutato Harry a combattere contro Voldemort e abbiamo vinto. Abbiamo vinto, è finita, Ron… è finita!»

«Sono una persona orribile!» ripeté lui

«Perché?»

«Quando ho visto Fred a terra ero triste, ma ho comunque tirato un sospiro di sollievo. Ci siamo baciati e ho pensato che la morte di Fred ti avrebbe fatta avvicinare ancora di più a me. Poi lui si è svegliato e io, solo per un momento, ho sperato che fosse morto davvero!»

«Cosa centra Fred? Ron non è successo niente… è la guerra, sei stanco!»

«Pensi che non sappia di quello che provi per lui? Io e Harry ce ne siamo accorti anni fa… pensi che non abbia notato il modo in cui lo guardi, il modo in cui gli parli, il modo in cui gli sorridi? La verità è che ero geloso e mi sento una persona orribile perché ho sperato che mio fratello fosse morto solo per poter stare con la donna che ama»

Ron era stanco. Era sicuramente così perché stava delirando. Fred non amava Hermione. Era Hermione che amava lui. Era così da molto tempo e non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo. Lo avrebbe fatto. Lo avrebbe fatto presto.

«Non sei una persona orribile, Ron. Io lo sono. Ti ho baciato, nonostante quello che provo per Fred. Ti ho fatto soffrire e mi dispiace tanto. Perdonami Ron!» gli disse prima di scansarsi da lui per poter entrare nella Sala Grande

Stava per rivedere Fred. Stava per dirgli tutto quello che provava per lui. Gli avrebbe detto che lo ama, che lo aveva sempre amato. Lo avrebbe baciato, se lui glielo avesse permesso, ma le sarebbe bastato anche solo abbracciarlo. In realtà le bastava vederlo, le bastava sapere che era vivo. L’uomo che amava era vivo. Voleva solo che fosse felice.

Sorrise ed entrò dal portone.

 

Angolo dell’autrice

Allora che dire? Grazie a tutti per le recensioni, grazie mille :)

Sono contenta che questa mia fan fiction vi piaccia, sono davvero molto felice. Scusate se ci ho messo così tanto per aggiornare, ma ho avuto un bel po’ da fare in questi giorni. Ora finalmente ho aggiornato e posso dirvi con certezza che il prossimo capitolo (che pubblicherò domani pomeriggio o martedì mattina) sarà l’ultimo :’(

Ci sentiamo presto, grazie a tutti :)

- Celeste Weasley

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Capitolo 5
*** La confessione di un amore ***


Non posso perderti Fred Weasley

Capitolo 5

La confessione di un amore

 

Entrare nella Sala Grande fu più difficile di quello che Hermione pensava. Non si trovava più nella stessa sala che l’aveva accolta il suo primo giorno di scuola; ora si trovava in un posto che era completamente diverso, irriconoscibile. C’erano corpi ammassati verso le pareti e persone che piangevano ovunque. C’erano anche persone che si abbracciavano, persone che cercavano conforto, persone che stavano in silenzio sperando di poter stare meglio. Anche Hermione sperava. Ora era una ragazza di diciassette anni che aveva un passato, un presente e un futuro. Aveva combattuto nella battaglia affianco ai suoi amici, ora camminava verso Fred e sapeva che avrebbe avuto un futuro. Non sapeva cosa sarebbe successo, ma sapeva che non sarebbe morta. Non sarebbe morta prima di dire a Fred tutto quello che provava per lui.

Mentre continuava a camminare, con lo sguardo incontrò quello di Dennis Canon. Il ragazzo aveva le lacrime agli occhi, forse dovute alla morte del fratello maggiore. Colin se lo ricordava bene Hermione. Si ricordava di quando era poco più che un bambino fissato con Harry Potter e continuava a scattargli foto da mandare al fratellino, ancora troppo piccolo per frequentare Hogwarts. Nessuno dei due avrebbe dovuto partecipare alla guerra. Erano troppo giovani, troppo inesperti. Avrebbero potuto salvarsi. Hermione abbassò subito lo sguardo e continuò a camminare guardandosi le punte dei piedi. Colin e Dennis erano sempre stati due buoni fratelli, si volevano bene, si proteggevano a vicenda. A volte Hermione era stata gelosa di quel rapporto, come quello tra i fratelli Weasley. Lei era sola. Non aveva fratelli o sorelle pronti a difenderla, non aveva nemmeno più i genitori. Ma aveva Harry e Ron, erano loro la sua famiglia ora. Aveva Ginny, Luna, Neville, George. Aveva Fred.

Quando si sentì stritolata in un abbraccio ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo. Ginny la stava stringendo. Era la sua migliore amica e sicuramente sarà stata molto preoccupata per lei non avendola vista nella Sala Grande dopo la battaglia. Hermione aveva bisogno di quel contatto, aveva bisogno della sua amica, ora più che mai, ma non rispose all’abbraccio. Restò con le braccia distese lungo i fianchi e chiuse gli occhi, appoggiando il mento sulla spalla di Ginny. Riusciva a profumare di rosa anche dopo varie ore di lotta incessante. Era sempre bello sentire il suo profumo, quel profumo così dolce e intenso.

«Dove sei stata?» le chiese Ginny dopo essersi staccata dall’abbraccio

«Avevo bisogno di pensare. Harry era con me! Sta venendo qui anche lui credo!»

Ginny annuì. Non era preoccupata per Harry, probabilmente lo aveva già visto, aveva già constatato con i suoi occhi che il ragazzo della sua vita era vivo e vegeto. Hermione le sorrise leggermente e lei, in tutta risposta, la abbracciò di nuovo. Non ne avrebbe avuto mai abbastanza dei suoi abbracci, ma avevano tempo. Avrebbero avuto tempo per tante cose.

Si staccarono dall’abbraccio solo quando Ginny vide entrare nella Sala Grande Harry, seguito da Ron. Il rosso aveva gli occhi lucidi, probabilmente aveva appena smesso di piangere. Vederlo così spezzava il cuore ad Hermione, ma non avrebbe potuto fare niente per farlo stare meglio. Avrebbe soltanto potuto fare quello che aveva sempre fatto. Sarebbe stata la sua amica. Gli avrebbe dato dei consigli, lo avrebbe supportato, lo avrebbe consolato, ma non poteva dargli quello che voleva. Non poteva perché Ron non desiderava altro che il suo cuore. Purtroppo per lui, il cuore di Hermione apparteneva già ad un altro. Gli era appartenuto dal primo momento in cui si erano visti su quella carrozza sull’Hogwarts Express, gli era appartenuto durante ogni litigata, durante le vacanze insieme. Il suo cuore era di Fred. Non poteva nasconderlo e nemmeno negarlo.

Ginny corse incontro al suo ragazzo e abbracciò anche lui. Questo era il suo modo per dire che ci voleva bene. Era sempre la solita Ginny e questo fece sorridere Hermione. Dopo aver staccato le sue braccia dal collo di Harry, gli si mise accanto, lo prese per mano e cominciarono a camminare verso Hermione. Ron camminava in disparte, ma li stava comunque seguendo.

«Allora?» chiese Harry quando si trovò di fronte a Hermione

Hermione lo guardò interrogativa. Poi capì. Abbracciare Ginny, pensare alla morte di uno dei fratelli Canon, guardare l’amore tra il suo migliore amico e la sua migliore amica, le aveva fatto dimenticare il vero motivo per cui era corse nella Sala Grande. Doveva parlare con Fred, doveva dirgli tutto. Hermione si girò di scatto, senza rispondere a Harry. Il signor e la signora Weasley erano abbracciati l’uno all’altra e si tenevano la mano. Dovevano essere piuttosto sollevati dal non aver perso nessuno dei loro figli. Sembravano felici, perché si stavano sorridendo. Alla loro destra Bill e Fleur, anch’essi abbracciati, parlavano con Charlie che aveva tutti i capelli spettinati. Ginny e Ron erano vicini a Hermione. Mancavano all’appello solo i gemelli e Percy. Hermione cominciò a cercarli con lo sguardo e quando finalmente li trovò, tornò a guardare Harry.

«Non so se ce la faccio!» borbottò

«Ce la farai!» disse Ron tutto d’un tratto «Vai da lui e digli che lo ami prima che sia troppo tardi!»

Ginny e Harry guardavano Hermione, poi Ron, poi di nuovo lui aspettandosi una risposta che non arrivò mai. Non sapeva cosa rispondere. Sapeva di aver fatto del male a Ron. Non avrebbe voluto fare del male a nessuno, ma ormai era fatta. Lo aveva baciato e ora stava per dire a suo fratello che lo amava. Gli aveva spezzato il cuore e lo sapeva, ma non poteva fare molto per aiutarlo. Non poteva fare finta di amarlo, ignorando i sentimenti che provava per Fred.

«Ron, io…» provò a scusarsi lei

«No, tu niente. Vai da lui!» sbottò lui

«Da lui chi?» chiese Ginny guardandomi

«Possibile che tu non l’abbia notato?» le chiese Harry guardandola

«Notato cosa?»

«Hermione è innamorata di Fred» commentò Ron abbassando lo sguardo

Fu allora che Ginny capì. Capì tutto. Riuscì a capire come mai Hermione era scomparsa dopo la fine della battaglia. Lo aveva visto steso a terra credendolo morto e si era sentita mancare la terra sotto i piedi. Aveva sicuramente avuto bisogno di piangere la sua morte da sola. Si staccò da Harry, si avvicinò a Hermione e, per la terza volta in pochi minuti, la abbracciò. Posizionò la bocca vicino all’orecchio di Hermione e, mentre le accarezzava piano i capelli ricci, le sussurrò qualcosa così piano che solo loro due avrebbero potuto sentire.

«Va tutto bene! È lì. È vivo. Lo hai visto tu stessa! Ora va da lui e digli che lo ami!»

Dopo essersi staccate dall’abbraccio, ancora, Hermione annuì. Aveva ritrovato il coraggio. Proprio in quel momento riuscì a capire che il suo coraggio erano i suoi amici. Erano loro che le davano coraggio. Doveva essere coraggiosa. Aveva dovuto essere coraggiosa per salvare i suoi amici e le persone che ama; avrebbe dovuto essere coraggiosa ancora. Avrebbe dovuto confessare tutto a Fred. Voleva solo dirgli la verità. Avrebbe voluto essere ricambiata da lui, ma non le importava. Voleva solo essere sincera con lui e dirgli che lo amava. Non voleva dover correre un’altra volta il rischio di perderlo senza avergli detto di amarlo.

Hermione si girò di nuovo. Trovò con lo sguardo i gemelli e Percy in un angolo della Sala Grande e decise di osservarli prima di avvicinarsi. Avevano fatto pace con Percy, questo era sicuro. George e il fratello maggiore erano in piedi e parlavano con Fred, che invece era steso a terra e si teneva il fianco sinistro con la mano destra. Era pieno di cenere e di pezzi di muro; era sudato e molto sporco, ma a Hermione sembrò bello come non mai. Era vivo e non c’era cosa più bella di quella.

Si avvicinò a loro senza alzare lo sguardo dal corpo di Fred e quando si trovò a pochi centimetri da lui, George le corse incontro per abbracciarla. Rispose a questo abbraccio, come non aveva fatto con Ginny. Sapeva che George ne aveva bisogno. Aveva pensato di aver perso la sua copia esatta, il suo gemello, oltre che suo compagno in affari e Hermione non sapeva minimamente cosa poteva aver provato.

«Sono felice di vederti tutta intera Hermione!» le sussurrò all’orecchio

«Sì, anche io, George!» rispose lei staccandosi dall’abbraccio

Anche Percy le andò incontro e Hermione si irrigidì tutta quando venne abbracciata anche da lui. Si rilassò dopo pochi secondi perché sapeva che Percy, come tutti gli altri, aveva bisogno di ricevere affetto dalle persone. Non lo aveva ricevuto per molto tempo.

«Che piacere vederti Percy!» disse Hermione

«Altrettanto!» rispose lui staccandosi da quell’imbarazzante abbraccio

Ora Hermione spostò lo sguardo su Fred. Li stava guardando con fare interrogativo. Aveva guardato Hermione abbracciare il suo gemello e poi anche il fratello maggiore. Anche Hermione ora lo stava guardando. I loro occhi si erano agganciati e non potevano più fare a meno di quel contatto visivo. Fred sorrise. Era uno dei suoi soliti sorrisi malandrini. Hermione si chiese da quanto non ne vedeva uno… era passato tanto, davvero troppo, tempo!

«Ora voglio un abbraccio anch’io!» commentò lui senza smettere di sorridere in quel modo

«Sei sempre il solito, Weasley!» disse lei inginocchiandosi al suo fianco

Hermione vide George dare una pacca sulla spalla a Percy e poi li vide allontanarsi. Li avevano lasciati soli in quel piccolo spazio di sala.

«Se non fossi così non ti piacerei così tanto!» disse lui stringendo la presa sul fianco e chiudendo gli occhi per il dolore

«Ti fa tanto male?» chiese lei preoccupata

«Solo un po’!»

Hermione appoggiò la sua mano sopra a quella di Fred per spostarla. Voleva vedere la ferita, o qualsiasi cosa avesse, ma non ci riuscì. Fred le prese la mano e la intrecciò alla sua, prima di accarezzarle piano il dorso della mano con il pollice.

«Credevo che sarei morto!» disse guardando le loro mani intrecciate

«Ti ho creduto morto!» rispose lei spostando lo sguardo sulle loro mani

«Non era ancora arrivata la mia ora!» disse lui sorridendo piano, soffocando il dolore «Avevo fatto una promessa e dovevo mantenerla!»

Entrambi alzarono gli occhi di scatto, tornando a guardarsi intensamente. Fred si ricordava della promessa fatta ad Hermione quella notte alla Tana. Aveva combattuto per poter mantenere quel giuramento. E c’era riuscito. Non era morto. Era restato lì, era restato lì per lei. Le lacrime cominciarono a scendere dagli occhi di Hermione e Fred fu subito pronto ad asciugargliele con l’indice dell’altra mano, poi continuò ad accarezzarle il volto.

«Per un momento ho davvero creduto che non avresti mantenuto la promessa!»

«Non avrei mai potuto lasciarti qui da sola!» rispose lui «Vuoi sapere una cosa?»

Hermione lo guardava e rispose alla sua domanda annuendo, così Fred continuò a parlare.

«Ho sentito la vita abbandonare il mio corpo. Ho sentito che sarei morto, l’ho pensato davvero. Ho visto tutto nero. Pensavo di essere morto e poi ho sentito una voce che mi chiamava. Non so se è perché George è il mio gemello o cosa, ma l’ho sentito. Mi ha detto che non potevo morire, mi ha detto che non potevo lasciarlo. Mi ha detto che non potevo lasciare te. Ti avevo fatto una promessa. Poi ho cercato di svegliarmi. Ho fatto finta di essere nel mio letto, alla Tana. Ho fatto finta di dovermi svegliare e alla fine ci sono riuscito. Non sono morto. Sono qui e non vado da nessuna parte. Non potevo morire, non prima di averti detto una cosa importante!»

Hermione lo guardava interrogativa e lui se ne accorse. Continuava a guardarla, anche se aveva smesso di parlare. I suoi occhi dicevano più di mille parole, ma Hermione non voleva saperne. Non poteva basarsi su uno sguardo, doveva sentirlo dire da lui.

«Cosa devi dirmi?» chiese lei

«Non eri la strega più in gamba della tua età!?» le sorrise «Avevo promesso che sarei stato il tuo più grande incubo e lo sarò, se tu mi vorrai!»

«Non ho bisogno di altri incubi, ne ho abbastanza dei miei!» commentò lei

«E allora permettimi di scacciarli!»

Fred si era tirato su. Aveva la schiena appoggiata al muro ed era praticamente seduto. Con un gesto veloce attirò Hermione a sé e, al contrario di quello che pensava lei, non la abbracciò come avevano fatto gli altri. Appoggiò le sue labbra calde sulle sue. Fu un bacio casto, dolce. Quando i due si staccarono, Hermione si rese conto di aver chiuso gli occhi per tutta la durata di quel contatto e arrossì.

Fred stava per aggiungere qualcosa, ma la riccia non gli diede il tempo necessario per farlo. Si sporse verso di lui, gli passò una mano nei capelli e cominciò a baciarlo di nuovo. Questa volta fu un bacio intenso, passionale. Le loro bocche si muovevano insieme, le loro lingue si rincorrevano, danzando incessantemente. Aveva sognato tante volte questo momento e ora finalmente stava accadendo. Si stavano baciando sul serio. Nessuno dei due avrebbe voluto qualcosa di diverso.

«Ti amo Hermione Granger» le sussurrò sulle labbra lui

«Ti ho sempre amato Fred Weasley» rispose lei prima di affogare in un altro bacio

 

Angolo dell’autrice

Allora che dire!? Io devo ringraziare tutti, sì intendo tutti voi, per ogni singola recensione, per ogni singolo messaggio che mi avete inviato perché davvero, mi date la forza per continuare a scrivere :)

Anche questa fan fiction è finita e spero che come finale vi sia piaciuto (non vi sembra troppo sbrigativo?) :) che ne dite? Può andare? :) non ho da fare molti commenti in realtà perché questo capitolo l’ho scritto così di getto :) spero di sentire presto tutti voi in altri modi, chi su whatsapp, chi magari in altre recensioni o anche per messaggio privato :)

Grazie mille per il supporto che mi avete dato durante la stesura di questa mini long :)

A presto,

 sempre vostra Celeste Weasley

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