Sole, mare, Varia

di Bei e Feng
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vecchi ricordi e nuovi progetti ***
Capitolo 2: *** Casa dolce casa ***
Capitolo 3: *** Tipi da mare... più o meno ***
Capitolo 4: *** Quando il tempo si fa brutto ***
Capitolo 5: *** Una promessa è una promessa ***
Capitolo 6: *** A passo di danza ***
Capitolo 7: *** E non può certo mancare il luna-park ***
Capitolo 8: *** Il ritorno a casa ***



Capitolo 1
*** Vecchi ricordi e nuovi progetti ***


Salve a tutti! ^^ Non abbiamo molto da dire, se non farvi alcuni chiarimenti:
1) I fatti sono ambientati in un periodo di transizione, dove Fran è già nei Varia, ma Mammon è ancora lì (non chiedeteci il perché ci vengano certe idee);
2) Questo è un seguito di "Sole, mare, mafia", ma può essere considerata una storia a sé stante, e non è necessario aver letto l'altra per capire questa;
3) Anche se è un seguito incentrato sui Varia, faranno la loro rapida comparsa alcuni membri della famiglia Vongola (solamente nel penultimo capitolo).
Fatti i dovuti chiarimenti, vi lasciamo alla storia. Speriamo che vi piaccia e vi auguriamo una buona lettura.^^

P.S. Gli aggiornamenti verranno comunicati di capitolo in capitolo causa disorganizzazioni non dipendenti dalle sottoscritte autrici.
Prossimo aggiornamento: 21 giugno!


- Allora, Fran, - disse Lussuria, aprendo la porta della stanza polverosa che avevano usato fino a pochi giorni prima come sgabuzzino. - Questa sarà la tua tua nuova camera. -
Il bambino si sporse all'interno, esaminando la stanza con i suoi occhi pigri.
- Credo che mi andrà bene - sentenziò, entrando e camminando attravero la stanza vuota. - Quando sarà completamente libera. -
- Completamente libera? - ripeté il Guardiano del Sole, perplesso, lanciando un'occhiata nella stanza e costatando che era priva di mobili e di qualsiasi altro oggetto di arredamento.
- Esattamente. - assentì Fran, con tono apatico, chinandosi di tanto in tanto a raccogliere qualcosa, sotto lo sguardo perplesso di Mamma Luss.
- Ora è libera. - disse il ragazzo, lanciando ai piedi di Lussuria ciò che aveva raccolto: trappole per topi.
"Sicuramente è opera di Bel-chan" si disse Luss. "Se lo troverò, lo sculaccerò per bene!..."
- Al sempai piace fare l'idiota. - esordì Fran,  appoggiandosi con aria di superiorità al muro. In quello stesso momento, da quello stesso muro cadde un mattone.
Incuriosito dal fatto che un mattone si staccasse da solo da una parete, Lussuria si avvicinò, notando che, nella parte della parete rimasta vuota, c'era qualcosa. Qualcosa che somigliava ad una scatola.

Delle risate sfrenate e degli urletti striduli, provenienti dal piano inferiore, attirarono l'attenzione del capitano dei Varia, che girovagava nei corridoi dei piani nobili per dare un'ultima ispezione prima del pranzo.
Non appena identificò i proprietari di quelle voci assurde, si diresse con passo pesante e borbottando giù per le scale, verso la direzione di quei rumori.
Il boss, come al solito, lo aveva fatto correre su e giù tra i vari piani della magione per adempiere ai compiti più strampalati, con l'unico vero scopo, in realtà, di farsi quattro risate alle spalle della sua vittima. E anche se Squalo questo lo sapeva bene, un certo atteggiamento di rispetto nei confronti dell'altro lo tratteneva e lo faceva sfogare altrove. Preferibilmente lungo i corridoi dei vari piani di casa.
A forza di imprecare, Superbi quasi non si rese nemmeno conto di essere arrivato di fronte alla sorgente di quelle risate sfrenate: la camera di Fran, il neomembro del gruppo.
- Ehi, capitano, che succede? -
Squalo si voltò nella direzione di quella voce, incontrando Belphegor, che veniva verso di lui dalla parte opposta del corridoio.
- Per quale arcano motivo Vi trovo a così tanta distanza dalla Vostra camera, Principe dei Tassi? - chiese Squalo, ancora innervosito da ciò che il boss gli aveva fatto passare.
- Il principe si annoiava. - rispose Belphegor, giocherellando con uno dei suoi coltelli.
Le risate di Fran e Lussuria si fecero più forti ed esasperate. Bel e Squalo si scambiarono uno sguardo perplesso prima di aprire la porta della stanza alla loro destra.
Non avevano mai visto l'illusionista e il pervertito ridere così tanto. Né avevano mai visto quelle ridicole ed imbarazzanti foto compromettenti risalenti alla loro ultima e disastrosa vacanza, e che ora i due stavano sfogliando ridendo come matti.

- Posso spiegare tutto. - si affrettò a schermirsi Mammon, dopo aver osservato per alcuni minuti, esterrefatta e in preda al panico, la scatola che Luss aveva trovato nel muro e che conteneva il corpo del reato.
La giuria dei restanti Varia le sedeva di fronte, in cerchio, con le braccia conserte e gli occhi truci.
- Bene: allora spiega questa, Mammon! - Bel le mostrò una delle diverse foto che lo ritraevano in saio.
- E questa, allora??? - urlò Squalo, estraendo un'immagine dove lui era vestito da principessa.
- Quando hai scattato quest'altra??? - un attonito Levi-A-Than mostrò all'illusionista una foto che lo ritraeva in un costumino ridicolo mentre sguazzava ad un paio di metri dalla riva e ad un paio di millimetri dal canotto di Xanxus.
- Posso guardarla? - chiese perfidamente Bel a Levi, con un ghigno, tendendo la mano in attesa della foto.
- Le assicuro, sempai, che è molto divertente. - disse Fran.
Prima che Levi potesse avventarsi contro uno dei due, una pallottola infuocata gli attraversò i capelli, fermando tutti e facendo calare un gran silenzio nel salotto dove si trovavano.
Xanxus, dalla sua poltrona, abbassò con un gesto pigro del braccio la pistola, la cui canna ancora fumava.
- Fecce, voglio andare in vacanza, ora! - sentenziò con un autoritario tono di ordine. - E che sia una vacanza vera! Non come quella dell'anno scorso. -

- Allora bambini, siamo tutti pronti? - chiese Mamma Luss, la camicia a fiori, entusiasta, le dita avvinghiate al volante della sua multipla variopinta.
- Sì. - la risposta pigra dei restanti Varia, seduti nella vettura.
- Allora accendiamo il navigatore e partiamo! - esclamò il Varia, mettendo in moto la macchina. - Ho affittato la casetta in cui andavo in vacanza da piccolo... Sono sicuro che vi piacerà! E non vi preoccupate: in venti minuti saremo già arrivati a destinazione. -

Ovviamente, un'ora dopo...
- Ehi, VOOOI! Ma dove stiamo andando??? - protestò il capitano, accanto al sedile del guidatore.
- Alla prossima, girare a sinistra. - ripeté per la centesima volta la voce franesca del navigatore.
- Ci sta facendo girare intorno! - esclamò Levi, seduto accanto a Squalo.
- Dovete tornare indietro. - disse l'apparecchio.
- Vi state rendendo conto di quanta benzina stiamo sprecando? - urlò Mammon, sulle ginocchia dello spadaccino, le mani tra i capelli.
- Proseguite lungo questa strada. - continuò l'arnese.
- Bambini, non vi preoccupate. - cercò di calmarli Luss, anche lui perplesso.
- A cinquanta metri, girare a sinistra. -
- E chi si preoccupa? - rispose Bel, dietro di lui, ridacchiando e addentando uno dei panini che aveva scartato (e che teoricamente dovevano essere la loro cena).
- Feccia, passamene un altro. - ordinò Xanxus, seduto accanto al principe, ma rivolto a Squalo, lanciandogli la carta del panino che aveva appena finito per attirare la sua attenzione.
Come al solito, non riferiremo la risposta di Superbi.
- Squ-chan! - intervenne subito Lussuria, indignato. - Quante volte ti ho detto di non parlare così a Xanxino? -
- Ci penso io, capo. - rispose Fran, passando al boss, stravaccato accanto a lui, il sacchetto dei panini e prendendo per sé un succo di frutta.
- Dovete tornare indietro. -
La voce del navigatore stava assumendo lo stesso tono di qualcuno che stava cercando di spiegare qualcosa di ovvio a chi non voleva capire.
E Squalo, tra i rimproveri con tono da presa per i fondelli del navigatore e cartacce dei panini che lo colpivano in testa, era sull'orlo dell'esplosione.
- BASTAAA!!! - urlò, affettando il navigatore con tre vigorosi fendenti di spada. - Adesso faremo di testa nostra! -
- Come vuoi tu, Squ-chan. - disse Luss. - Oooh! Stanno trasmettendo la mia musica preferita alla radio! - e si mise a cantare, scordandosi della strada di fronte a sé.
- Tu, prendi la cartina! - ordinò lo spadaccino a Levi, poi si voltò verso i sedili posteriori - Vuoi farla finita, DANNATO BOOOSS??? - e infine tornò a sedere normalmente, esaminando la cartina stradale. - Ehi, pervertito, bisogna tornare indie... -
- AAAHHH!!! - l'urlo di Luss li fece trasalire tutti, poi una serie di dossi e buche fece sobbalzare l'auto e i suoi passeggeri.
E poi...
SPLASH!
Erano finiti, chissà come, con le ruote anteriori dell'auto in un fiume.
- Alla prossima, svoltare a destra... -
- STA'ZITTO, FRAAAN!!! -

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Capitolo 2
*** Casa dolce casa ***


(Scusateci immensamente se siamo riuscite a metterla solo a quest'ora tarda, perdonateci! ^^')
Continuano le disavventure dei nostri vacanzieri! In questo capitolo, la casa.
E non solo...
Buona lettura!

P.S. Prossimo aggiornamento: 5 luglio!


Verso la fine del pomeriggio, i nostri viaggiatori arrivarono finalmente alla loro meta da sogno: una catapecchia dall'aria vissuta. Il piccolo cancello di legno di questa, alto poco più di un metro, era identificato da una scritta, R8, che pendeva in obliquo sorretta strenuamente da un unico chiodo, posizionato sull'angolo in alto a destra del cartello. Non appena Squalo spinse il cancello per aprirlo, questo cadde tra l'erba alta della Foresta Amazzonica che copriva interamente il giardino, e che nascondeva, per metà, la facciata della casa.
- Coraggio, bambini: le apparenze ingannano. - li esortò Luss, lui stesso pentitosi della propria scelta.
- Le apparenze inganneranno pure, ma a me questa casa sembra disabitata da anni. - osservò Superbi. - Quand'è, di preciso, che sei venuto qui l'ultima volta? -
- Oh, be'... non so... - cercò di ricordarsi l'altro. - E' passato così tanto tempo... credo dieci anni. -
- Quanto hai pagato per affittarla? - chiese allora lo spadaccino, cominciando a vedere la situazione in modo più chiaro.
- Ho pagato veramente poco, Squ-chan! - rispose Lussuria, orgoglioso. - Appena cento euro per una settimana! -
Superbi scosse il capo: credendo di aver trovato l'offerta perfetta, Luss si era fatto fregare, ottenendo una catapecchia come casa per le vacanze. Be', almeno non l'aveva comprata...
- A dire il vero, Squ, volevo farvi un regalo, - disse Luss. - E così l'ho comprata! -
- CHE COSAAA??? -
- Non sei conteto? -
Squalo trattenne l'istinto di ammazzare il Guardiano del Sole, dato che se l'avesse fatto, i Varia avrebbero perso l'unico di loro che sapeva cucinare in modo decente. Mammon, al contrario, gli saltò addosso nel tentativo di rompergli la testa a suon di pugni, pensando alla brutta fine che i suoi 'amati soldini' avevano fatto.
Quando la situazione si fu finalmente calmata, Squalo precedette i suoi compagni attraverso l'erba alta, falciandola con la sua spada a mo'di esploratore ottocentesco, fino a quando il capo della spedizione ordinò al suo seguito di fermarsi.
Ora potevano vedere interamente la facciata della casa tanto decantata dal Guardiano Del Sole: era simile ad una vecchia catapecchia abbandonata da secoli, dove l'intonaco se ne stava andando lentamente, dove i vetri erano infranti, e le persiane delle due finestre del primo piano (che avevano assunto una posizione simile a quella del cartello del cancello di'ingresso) scrostate; mentre le finestre del piano superiore, al contrario, le persiane le dovevano aver perse molto tempo addietro.
Mentre i Varia guardavano, disgustati, la loro casa delle vacanze, un grosso pezzo d'intonaco cadde e sparì tra l'erba di fronte all'edificio, seguito, poco dopo, da una tegola del tetto.
- Pervertito, dammi la chiave. - disse Squalo, che già trovava dei netti parallelismi con la vacanza dell'anno precedente.
- Non ti scaldare, Squ-chan. - rispose Luss, frugando, senza successo, nella sua pochette rosa shocking decorata con piume del medesimo colore.
- Sbrigati!!! - tuonò Superbi, pochi minuti dopo.
- Ma non la trovo! - esclamò Lussuria, cercando ora con ansia la chiave. - Non posso pensare di averla lasciata a casa! -
- Potremo tornare a prenderla. - propose Fran, atono.
- ... E magari possiamo restare a casa fino alla fine delle vacanze. - sospirò Squalo.
Quasi avesse pronunciato la parola magica, la porta si spalancò con uno scricchiolio poco rassicurante, proprio mentre il Guardiano del Sole dei Varia estraeva, trionfante, la chiave dalla borsetta.
I sette entrarono nella stamberga, lasciando delle orme sul pavimento pieno di polvere e di ciuffi d'erba spuntati da sotto le mattonelle. Poi cominciarono ad esplorarla. Ad ogni passo che facevano, aumentava la loro convinzione che sarebbe stato meglio restarsene a casa.
Poi, all'improvviso, un urletto stridulo attirò l'attenzione di tutti.
- Che succede??? - chiese Squalo, spiritato dall'urlo di Lussuria.
- C'è una formichina! - rispose l'altro, spaventato, avvinghiandosi al braccio dello spadaccino e indicando, con mano tremante, la tenda dove una formica nera stava passeggiando tranquillamente.
- Idiota! - Superbi se lo scrollò di dosso. - Sei forse una donnetta? -
Gli altri lo guardarono con un sopracciglio alzato, senza fiatare.
- Quanto ci vuole a fare questo? - Squalo cercò di trattenere l'imbarazzo per la gaffe appena commessa, scuotendo la tenda per far cadere la formica. - Non è poi così difficile... -
Ma ecco che la tenda gli cadde sopra, seppellendolo in una matassa di stoffa e polvere.
- SQU-CHAN!!! - strillò il Guardiano del Sole, portandosi una mano alla bocca, con gli occhi sbarrati.
- E' morto? - chiese Xanxus, senza nascondere il tono di speranza nella voce.
- Se non lo è, Boss, - rispose prontamente Levi. - Ci penso io... -
Un improvviso movimento delle tende cadute a terra, e una successiva e eruzione bianca, seguiti da un tuono, fecero tremare l'intera casa:
- VOOOI!!! LEVI-A-THAN, TI AMMAZZO!!! -
Superbi cercò inutilmente di fiondarsi sull'altro, mentre Luss lo tratteneva.
- Chissà com'è al piano di sopra... - disse Fran, vago, guardando il soffitto pieno di ragni e il lampadario semicadente, ignorando il tentato omicidio alle sue spalle.
- Ha ragione il poppante. - osservò Mammon. - Prima di distruggere la casa (e il mio portafoglio), vedete almeno com'è. -
- Fecce, - la voce di Xanxus suonò chiaramente come un ordine. - Voglio vedere la mia camera! -
- Alzati e cammina, allora! - gli rispose bruscamente Squalo che, in piedi su una sedia traballante, stava cercando inutilmente di rimontare le tende.
- Andrò io per il Boss! - si offrì Levi, correndo al piano di sopra.
- Il principe, invece, ha voglia di vedere il suo bagno. - annunciò Belphegor, seguendo l'altro con passo regale.

Poco dopo, un urlo fece cadere la grondaia arrugginita della casa, poi dei passi elefanteschi provenienti dal piano superiore scossero l'intero edificio.
- Boss! Boss! - Levi iniziò a scendere le scale, ma i suoi piedi scivolarono e l'uomo fece l'intera rampa di gradini di sedere.
- Povere scale! - ghignò malignamente Squalo.
- Levi, stupido popolano, - disse il principe, facendo la sua comparsa. - Non sai nemmeno scendere le scale con stile! Guardate tutti e imparate, se ci riuscite. -
E così sedette sul corrimano della scala e si lasciò scivolare giù. Procedette tranquillo fino a quando, a metà strada, il supporto sul quale era seduto scricchiolò e cedette sotto il suo peso, così che Bel precipitò, ma per sua fortuna si ritrovò sul divano, sano e salvo.
- Ho visto, sempai, e ho anche imparato - disse Fran, atono, prendendo appunti su un block notes che aveva estratto da una tasca dei pantaloni insieme ad una penna. - La prossima volta, togliere il divano. -
- Sudicia ranocchia, sono certo che non tu ci riusciresti nemmeno dopo cent'anni di prove! - rispose Bel, con una smorfia, comodamente stravaccato sul divano.
- C'E' UNA CAMERA SOLA! - urlò improvvisamente Levi, rialzandosi dopo la caduta giù per le scale.
Il silenzio più teso e irreale che si fu mai sentito avvolse l'intera casa.
- Oh, be', almeno abbiamo ognuno il suo bagno! - esclamò Belphegor, con un ghigno.
- Ma che stai dicendo, cretino? - urlò ancora il Guardiano Del Fulmine dei Varia. - Sei forse cieco sul serio? C'è un bagno solo per tutti! -
- Che cosa? - chiese Bel, sollevando il busto per vedere Levi in faccia, credendo che le parole dell'altro fossero uno scherzo di pessimo gusto.
- Non eri andato a vedere il bagno? - continuò l'uomo.
- Ma era ovvio che dovessi andare tu a dare un'occhiata al bagno per conto del principe: il sottoscritto era solo andato a provare il letto. -
- VOOOOOOI!!! BASTAAA!!! - tuonò il capitano, per richiamare il silenzio, mentre la terza tegola cadeva dal tetto. - Questa casa è orrenda, ce ne siamo accorti tutti, - e fulminò Lussuria con un'occhiataccia, prima di riprendere a parlare. - Ma io sono convinto che per una settimana possiamo resisterci benissimo. -
- Dobbiamo cercare solo di non essere troppo esigenti. - concluse Mammon.
- Bravi, bambini: siete proprio ragionevoli! - si complimentò Lussuria con Mammon e Squalo, soddisfatto. - Ora andate a fare una passeggiata mentre io preparerò la cena. -
E così detto si avvicinò al forno e ruotò la valvola del gas per accendere i fornelli. Ma non accadde nulla. Allora aprì lo sportello lì accanto, dove si sarebbe dovuta trovare la bombola del gas. Ma di questa nessuna traccia.
Allora il Varia si voltò verso i suoi pargoli con un sorriso imbarazzato: - Non è che, passando, andreste ad ordinare qualcosa in pizzeria, per piacere? -

Finita la cena senza spargimenti di sangue, Squalo, Bel, Levi, Xanxus (con la sua poltrona, ovviamente), Mammon e Fran andarono, su consiglio di Lussuria, che restò a casa a lavare i piatti, ad un bar lì vicino. Proposta che Mammon non si fece ripetere due volte, dato che Luss le aveva detto che c'erano anche le slot machine al bar, e che l'illusionista avrebbe potuto fare qualche partita alle slot-machine e vendere i premi vinti al doppio del loro valore.
Il piccolo bar di cui Lussuria aveva parlato loro era uno di quei tipici baretti dei piccoli paeselli arroccati tipici del Bel Paese: un piccolo locale accogliente, con poca gente all'interno e quattro vecchietti sulla veranda, seduti ad un tavolino e concentrati in un'animatissima partita di briscola.
Non appena i sei assassini apparvero sulla veranda, furono immediatamente identificati dai presenti come sei poco raccomandabili, e quando presero posto in un angolo dedicato alle slot machine, ai videogiochi e al biliardino, i clienti che si erano posizionati all'esterno preferirono rientrare al sicuro delle quattro pareti del locale e continuare la loro partita lì.
Fatta eccezione per Mammon, che si precipitò alle slotmachine, rovesciando i gettoni nella fessura del macchinario, e muovendo il braccio come se fosse impazzita, gli altri si dedicarono ai videogiochi. Levi, in particolare, divenne dipendente dal flipper, e si staccò da quello solo per spiegare al boss il funzionamento di un videogioco il cui scopo era quello di sparare agli zombie.
- Capitano, - chiese Belphegor, che stava ancora cercando un gioco adatto al suo rango regale. - Vuoi fare una partita con me? -
Superbi, che stava a guardarli in disparte, non essendo un gran patito dei videogiochi, alzò gli occhi sulle due postazioni tipo formula uno indicate da Bel e si strinse nelle spalle. Del resto, che male c'era a fare una partita? Avrebbe potuto divertirsi un po'.
Sogghignando, il principe prese posto su una delle due postazioni, e lo spadaccino lo raggiunse poco dopo sull'altra. Selezionarono la modalità di gioco per due e poi le loro vetture. Sfortunatamente le uniche opzioni erano un macinino stile macchina a pedali e un'auto da corsa nuova fiammante. Che ci crediate o no, Squalo fu più rapido di Bel, e quest'ultimo fu costretto a prendere il catorcio. Allora ebbe inizio la gara.
A metà corsa lo spadaccino era in netto vantaggio, e un gruppetto di bambini, coetanei di Fran, si era radunato intorno ai due giocatori per vedere l'esito della partita. Belphegor, che non poteva certo permettere di farsi vincere da un popolano, e che tanto meno poteva accettare l'idea che la sua sconfitta venisse testimoniata da dei marmocchi, decise di far macinare il suo cervellino geniale in difesa del suo orgoglio.
Due minuti più tardi un sibilo vicino alla nuca di Squalo attirò l'attenzione dello spadaccino e lo spinse a voltarsi con aria minacciosa e a spada sguainata verso il bambino paffuto alle sue spalle:
- Di'la verità, marmocchio: chi è il bastardo che ti manda? -
Il poveretto lo fissava stravolto, mentre gli altri bambini, attoniti, guardavano la scena ammutoliti, senza sapere cosa fare. Poi, timidamente, quello che Superbi aveva minacciato allungò una mano tremante verso destra, indicando un coltello conficcato nella parete.
Solo allora Squalo capì la vera dinamica dei fatti, l'autore dello scherzo (Belphegor, ovviamente) e anche lo scopo (raggiunto): distrarre lo spadaccino dal volante della sua vettura per mandarlo fuori strada e acquistare vantaggio.
- VOOOIII!!! DANNATO PRINCIPE!!! - sbraitò Squalo, muovendo un fendente nella direzione di Bel, riprendendo possesso del volante e rimettendo la sua auto in carreggiata.
Proprio mentre Superbi stava superando il suo avversario, un altro sibilo raggiunse il suo orecchio e, alzando gli occhi, lo spadaccino trovò un coltello conficcato nello schermo, sul quale non si poteva più vedere niente in quanto l'impatto del coltello lo aveva mandato in frantumi.
Per ripicca, meno di un minuto più tardi, Belphegor si ritrovò nelle mani il volante della sua postazione, completamente separato dal resto del macchinario.
E così andò avanti una guerriglia che portò alla fuga dei bambini, alla distruzione dei macchinari e all'astio tra i due.
- Che altri giochi ci sono, fecce? - domandò Xanxus, che aveva appena distrutto il videogioco degli zombie utilizzando le proprie pistole al posto di quelle giocattolo.
- Io voglio giocare al biliardino. - annunciò Fran, completamente ignorato da gran parte del gruppo.
- E' una buona idea. - rispose Levi, voltandosi verso il suo capo. - Giochiamo a biliardino, Boss? -
- E' un gioco da fecce. - grugnì il boss.
- E' una pessima idea. - si corresse il Guardiano del Fulmine.
- Ma voi siete tutte fecce, quindi giocheremo. - aggiunse il boss.
Così, i nostri quattro sportivi si divisero in queste squadre:

                        I)                                      II)
                        Squalo: attacco                  Xanxus: attacco
                        Levi-A-Than: difesa             Belphegor: difesa (dopo aver dissuaso Fran a pedate)
                        
- Secondo me, il Boss ci batterà per sette a tre. - azzardò Levi.
- Col cavolo: non gli lasceremo segnare neanche un goal. - ribatté Squalo, digrignando i denti.
- A parer del principe non vincerà nessuno. - intervenne Bel. - Ma se ho ragione, deciderò la vostra punizione. -
Levi e Squalo si guardarono per prendere una decisione. Be', sempre meglio una punizione del pazzo che una di Lussuria... o no? Alla fine, comunque, optarono per accettare la proposta del principe.
- Ehi, stupido boss, devi inserire cinquanta centesimi. - disse Superbi al suo capo che, di fronte a lui, giocherellava con la moneta a mo'di gangster, guardando l'altro con un'espressione enigmatica.
- Li vuoi inserire sì o no, quei soldi? - ripeté lo spadaccino, irritandosi.
Evidentemente il boss non voleva, dato che lanciò la moneta nei folti cespugli di bosso che circondavano per tre lati la veranda.
Dopo aver assistito, con sguardo attonito, alla parabola descritta dalla moneta, Squalo si voltò verso il suo capo, imbestialito.
- Ops! - commentò Xanxus, con falsa aria dispiaciuta.
- VOOOI!!! Idiota di un boss - sbraitò Superbi. - Che diavolo combini??? -
- Non parlare così al Boss! - rispose Levi, puntando un parafulmine contro il vice del suo capo, minaccioso.
- Hai visto, capitano? - disse Bel, sghignazzando. - Hai fatto arrabbiare Mary Poppins! Ushishishi!!! -
Ma ecco che l''ombrello' di Levi andò a rompersi sulla regale testa del principe, scatenando una violenta guerra a suon di 'ombrellate', coltellate e colpi di spada, che durò fino a quando un 'ombrello' non raggiunse la testa di Xanxus, rimasto a sbadigliare fino a quel momento. Non appena il coso lo raggiunse, i suoi occhi si infiammarono, mentre le sue cicatrici cominciarono a farsi sempre più vistose. Con uno scatto, l'uomo estrasse una delle sue pistole e la puntò contro Squalo, Levi e Bel, stretti l'uno contro l'altro addosso alla parete, bianchi come cenci e tremanti come foglie.
- Andate a prendere quella moneta, fecce, - ordinò il boss, con voce hibaresca, senza abbassare l'arma. - O io vi... -
Non finì neanche la frase, che gli altri, spaventati e indignati dal comportamento del loro capo, si precipitarono verso i cespugli per cercare di recuperare la moneta.

Dopo un'ora e mezza, finalmente, Squalo, trafelato, emerse dal bosso stringendo tra le dita la moneta. Superbi la inserì e si preparò a lanciare la pallina, ma subito Levi intervenne per rimproverarlo:
- Fermo, capitano: fai tirare il boss. -
Squalo alzò gli occhi su Xanxus che, stravaccato sulla poltrona di fronte a lui, ricambiava il suo sguardo con aria di falsa indifferenza.
- Te lo scordi. - rispose allora lo spadaccino, memore di tutti i guai che il boss gli aveva fatto passare, lanciando la palla nel campo e dando così inizio alla partita.
Ma ecco che Xanxus colpì la palla facendola rimbalzare sulla fronte del suo vice con forza tale da farlo cadere per terra.
Il povero capitano si rialzò pochissimi secondi dopo, stritolando la pallina nella mano destra, fulminando il suo capo con uno sguardo più che minaccioso e digrignando i denti.
- Ti sta proprio bene quel coso in fronte, capitano. Ushishishishi!!! - rise malignamente Belphegor.
- Però sarebbe più bello se ti passasse da una parte all'altra della testa. - aggiunse Xanxus, ancor più maligno.
Squalo si passò lentamente una mano sulla grossa chiazza rossa che la palla gli aveva lasciato in mezzo alla fronte.
- VOOOOOOIII!!! BASTARDIII!!! - strillò, facendo tremare le pareti, prima di scagliare nuovamente la pallina sul campo di gioco.
Ed ecco che il boss fece per ripetere lo stesso giochetto di prima, ma stavolta Superbi non si fece prendere per i fondelli, e riuscì ad intercettare la palla prima di Xanxus, e a spedirla dritta dritta nella porta avversaria.
- Complimenti, capitano: ottima rete. - commentò Levi.
- Palla vostra. - avvertì Squalo, con aria orgogliosa, fissando il suo boss, completamente indifferente. - VOOOOOOIII!!! Ho detto: PALLA VOSTRAAA!!! - sbraitò, infuriato per la reazione del suo capo.
Solo allora, lentamente, Xanxus allungò una mano verso la pallina e la lanciò in campo, dritta nella zona di difesa di Levi che, pur avendola vista, lasciò tranquillamente che la palla andasse in porta.
- DEFICIENTEEE!!! DOVEVI PARARLAAA!!! - strillò Superbi, furioso.
- Non potevo parare un colpo del Boss. - rispose l'altro, orgoglioso.
Squalo, esasperato, si passò una mano sulla faccia, soffocando un 'VOOOIII!!!' ai massimi gradi della scala dei decibel.
- Tu e quel dannato boss!!! - borbottò invece, credendo di non essere udito da Levi, che al contrario lo sentì forte e chiaro.
- COME HAI OSATO? - tuonò allora l'uomo, saltando addosso al suo capitano e dando il via ad una battaglia a suon di fendenti, ombrellate, cazzotti, schiaffi e morsi, che Bel sfruttò per rovesciare tutte le palline rimaste nella porta avversaria.

Quando la voce agitata di Mammon raggiunse gli altri Varia, tutti loro si voltarono verso l'illusionista, lasciando perdere le loro occupazioni (Squalo stava ululando contro Xanxus, che si era addormentato, e sul quale Belphegor aveva fatto ricadere la colpa di aver barato, rendendo di fatto nulla la partita; Levi stava cercando senza successo di colpire lo spadaccino in testa con i parafulmini; Belphegor parteggiava per Squalo giusto perché ne aveva voglia, e stava urlando furibondo anche lui).
- Che succede? - domandò Superbi.
- Il bar chiude tra cinque minuti. - rispose lei, preoccupata.
- E allora? - chiese Bel, stringendosi nelle spalle.
- Ho bisogno che mi aiutiate a portare a casa i premi che ho vinto alle slot machine prima che il locale chiuda. Non voglio lasciarli qui... In cambio vi aumenterò il salario,... ma non aspettatevi troppo! -
- E quanto ci vorrà mai a portare dei premi a casa? - disse Levi, scettico. - Tanto cosa avrai mai vinto? Un paio di peluche per bambini. -
- No, ne ho vinti 30 giganti. - rispose l'illusionista.
- Cosa? - urlò Squalo.
- Senza contare gli altri. - continuò Mammon.
- Ovvero? - chiesero Levi e Superbi, impauriti.
- 100 confezioni 1mx1m di Lego, due puzzle, quattro sveglie e un buono di dieci euro per le slot machine. - concluse l'Arcobaleno.

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Capitolo 3
*** Tipi da mare... più o meno ***


Prima giornata di vacanza... si fa per dire. XD
Buon divertimento! :)

P.S. Prossimo aggiornamento: 18 luglio!


Intorno alle quattro i nostri cari assassini vennero svegliati l'uno dopo l'altro da un abbaiare furioso.
Be'... 'svegliati' è una parola grossa: dopo aver riportato i premi di Mammon a casa, i sette decisero che era giunto il momento di andare a dormire. Sapendo che c'era un'unica camera da letto, per giunta molto piccola, pensarono bene di far dormire Lussuria sul divano cigolante del piano inferiore, tenendo la stanza per loro.
Ma i problemi persistevano: c'era infatti un solo letto, che però era già stato occupato di soppiatto dal boss, mentre tutti gli altri sistemavano alla meno peggio i carichi dell'Arcobaleno nell'ingresso. Perciò, agli altri cinque non restava che adattarsi come meglio potevano: Levi prese posto nell'armadio, Squalo sul tappeto, Fran sotto il letto, Mammon in un cassetto e Bel s'ingegnò per costruire un'amaca con la stoffa della tenda della finestra.
Quindi, fatta eccezione per Xanxus, gli altri non avevano trovato delle sistemazioni molto comode, e se aggiungete la piaga zanzare, che di quella casa avevano fatto il loro regno, potete ben dedurre che la notte dei nostri assassini fu una notte in bianco.
Fu così che, quando l'abbaiare del cane giunse alle loro orecchie, più che destare irritazione per aver interrotto il loro sonno, fu sfruttato da questi per sfogare la loro esasperazione per un mancato riposo.
 Mentre gli altri imprecavano contro la fonte di quel rumore, augurandole la morte più atroce, Lussuria, con i bigodini ancora tra i capelli, si alzò dal divano e salì al piano superiore, nella camera dei suoi pargoli, per affacciarsi alla finestra e vedere cosa stesse accadendo.
- Ehi, guardate quel cane! - esclamò. - Ciao, piccolo!!! Ma guardate com'è carino! È piccolo piccolo!!! <3 -
- Che c'è? Non hai mai visto un cane in vita tua? - borbottò Squalo, spingendo Lussuria via dalla finestra, affacciandosi ed individuando l'orrendo topo con le orecchie da pipistrello che stava abbaiando. - Adesso vi faccio vedere io come si tratta con animali del genere! -
- Capitano, io non credo... - iniziò Fran, facendo capolino da sotto il letto. Ma si bloccò non appena udì lo spadaccino ringhiare (sì, avete capito bene, ringhiare) in direzione del cane, ma...
Proprio mentre stava per rientrare ecco apparire, dalla finestra della casa accanto, una vecchietta in vestaglia e pantofole, con mento e naso pronunciati. Sulla punta di quest'ultimo, in particolare, stava in bilico un paio di occhiali da vista enorme, le cui lenti erano spesse tre dita e ingrandivano a dismisura gli occhi della loro proprietaria, facendoli sembrare quelli di un vecchio gufo.
Dopo aver guardato attentamente a destra e a sinistra i suoi occhi si posarono su Squalo.
- GIOVANOTTA!!! - gridò la vecchietta, agitando il bastone da passeggio che aveva in mano e cercando di pronunciare le parole come meglio poteva, dato che non portava la dentiera. - COME TI PERMETTI DI TRATTARE COSÌ IL MIO PICCOLO SANSONE? E PERCHÉ FAI TANTO BACCANO A QUEST'ORA? NON TI VERGOGNI? -
Sconvolto dalla poco piacevole visione, Squalo chiuse la finestra e si rimise sul suo misero giaciglio, fissando il soffitto e senza proferir parola.
- Giovanotta... - ripeté Bel, sghignazzando e coprendosi la dentatura per evitare oggetti contundenti che potessero urtarla.
- Sta'zitto! - scandì Superbi, gli occhi iniettati di sangue, voltandosi lentamente verso il principe.
- Be', Squ, a dire il vero, la signora Ciechi ha ragione: i tuoi capelli sono un po'troppo lunghi. Dovresti tagliarli. - intervenne Luss.
- Non se ne parla. - rispose Squalo. - E poi tu come fai a sapere che si chiama Ciechi? -
- Credo sia abbastanza logico, non trovi... - intervenne Bel. - Giovanotta? - aggiunse ridacchiando.
- Smettetela, bambini. La signora Ciechi è qui da tanto tempo, più o meno da quando io venivo qui con la mia mamma! -
- Ah, quindi è un fossile. - disse Fran.
- Non si dicono queste cose, Fran! Chi te le ha insegnate? -
La mano del bambino si allungò lentamente da sotto il letto per indicare Belphegor. Inutile dire che il principe si affrettò ad infilzarla con un coltello, facendo cacciare a Fran un urlo di dolore che destò il loro boss affamato.

Dopo aver fatto una rapida colazione, lo slalom tra i premi vinti da Mammon e un'altra spedizione nella Foresta Amazzonica domestica, i nostri sette vacanzieri si diressero verso la spiaggia, a poco più di cinque minuti da lì.
A differenza della scelta della casa, per quanto riguardava la spiaggia Luss ci aveva quasi azzeccato: un’infinita distesa di sabbia dorata, lambita dalle calme e cadenzate onde del mare, cristallino come un oceano tropicale, e sul quale i raggi del sole creavano riflessi luminosi pari a quelli di una pietra preziosa esposta alla luce. Peccato che tutto questo fosse perfettamente coperto da una distesa infinita di ombrelloni variopinti e turisti in costume, così affiancati gli uni agli altri da sembrare un muro tra i nostri sette e il mare.
- Questa sabbia d’oro... - sospirò il Guardiano del Sole, commosso. - E il mare sembra cristallo! – continuò, in preda all’estasi. – Forza! - si voltò verso i suoi compagni. - Andiamo a cercare un posto dove sistemarci! -
E così presero le loro borse da mare, l'ombrellone e le sdraie, che avevano appoggiato a terra non appena Luss aveva cominciato a fare le sue considerazioni sul litorale, e seguirono la loro guida nella giungla di ombrelloni.
- E quando avremo trovato un posto dove sistemarci, vi metterò subito la cremina. <3 - aggiunse Lussuria, allegro.
- Speriamo di non trovarlo mai, allora! - risposero tutti gli altri sei in coro, alle sue spalle.
Contrariamente alle loro speranze, il Guardiano del Sole riuscì a trovare un piccolo spazio che bastava per tutti quanti, e lì piazzarono la loro roba. Cacciarono a malo modo Luss e la sua 'cremina <3' e poi si misero a prendere il sole, sperando di potersi godere un po'di santa pace. Ma ovviamente non farebbe ridere se così fosse...
Neanche due minuti dopo, infatti, un’ombra oscurò la testa di Mammon.
- Ciao! Io sono Ann Connù*, e tu? -
Una voce sconosciuta costrinse l’Arcobaleno ad alzare gli occhi. L'illusionista si trovò così faccia a faccia con una ragazza dal viso dolce, abbronzata e con addosso una maglietta bianca con una scritta cubitale multicolore: 'DIVERTIMENTO ASSICURATO :D'. Non ci volle molto all'illusionista per capire che si trattava di un esemplare appartenente al genere degli 'scocciatori'.
- Cos'è? - chiese Viper, irritata, guardando, con poca convinzione la scritta sulla maglia della ragazza. - Stai cercando di stipulare qualche assicurazione? Certo che hai proprio una bella faccia tosta! -
- Ahahahahah!!! Sei proprio simpatica, lo sai? - rispose la ragazza, accarezzando la testolina dell'Arcobaleno.
- Adulatrice. - borbottò Mammon, facendo per abbassare il parasole del lettino dove si era messa. - Vattene, non voglio firmare niente! -
- Ehi! Io non sono un'imbrogliona: sono un'animatrice! - si presentò la ragazza, indicando le lettere impresse sulla maglietta che indossava.
- E non è la stessa cosa? - domandò l'illusionista, girandosi dall'altra parte.
- Niente affato! - sorrise l'altra, divertita dal comportamento di Mammon. - Non sono venuta a farti firmare niente, ma, al contrario, a chiederti se ti va di partecipare al nostro gioco aperitivo. -
- Che insistenza!... -
- Vedrai, sarà divertente! -
- Certo che Ma-chan giocherà! – intervenne subito Lussuria, entusiasta.
- Te lo scordi. - disse ancora l'illusionista, per nulla desiderosa di andare a fare giochi da bambini.
- Coraggio! Ci sarà anche un premio per il vincitore! - la incoraggiò l'animatrice.
Mammon drizzò le orecchie.
- 'Premio'? - ripeté, interessata, sentendo già odore di quattrini.
- Certo! Un bellissimo premio! Coraggio, andiamo! -
- Non devo pagare qualche cifra per l'iscrizione, vero? -
- No no! -
E senza perdere tempo, la bambina saltò giù dalla sedia e seguì l'animatrice.
- Ma-chan è proprio una persona timida, ma se si riesce ad acquistare la sua fiducia (in tutti i sensi) è proprio un tesoro di bambina! - commentò Luss, con tono tenero, osservando la sua bambina allontanarsi con l'animatrice.

Mezz'ora dopo...
- Oh, ecco Ma-chan che ritorna! - esclamò Luss, sbracciandosi per far individuare alla bambina la loro posizione.
Ma l'illusionista era così su di giri che non lo degnò neanche di uno sguardo.
- Brutta strega! Come ha osato ingannarmi?! - brontolò, calciando la sabbia mentre ritornava con passo pesante e irritato verso l'ombrellone dei suoi compagni. - Nessuno è mai rimasto vivo dopo avermi giocato scherzi simili! E guarda che razza di premio! Oh...! Ma io gliela farò pagare!... -
- Ti sei divertita, Ma-chan? - chiese la mammina, non appena l'Arcobaleno lo raggiunse.
- E come no! - rispose, sarcastica, fermandosi di fronte a lui con aria minacciosa. - Ho giocato con bambini dal quoziente intellettivo negativo... per vincere un canotto! -
- Ma è un bellissimo premio! - esclamò il Guardiano del Sole, entusiasta. - Lo useremo subito per fare un bagnetto; vero, bambini? -

- Ok, feccia. Ritorna a riva. - ordinò Xanxus.
Ma il boss si accorse che nulla, sotto di lui, si muoveva.
- Feccia, ti ho detto che devi riportarmi a riva! - ripetè Xanxus, estraendo le pistole. - Non mi ascolti quando parlo?! -
No, in effetti Superbi non lo stava affatto ascoltando: con il canotto legato sul dorso, che lo faceva sembrare più simile ad una tartaruga gigantesca e sproporzionata che non ad un povero essere umano schiavizzato, il poveretto stava annaspando cercando di nuotare in avanti, ma il peso sopra di lui non era facile da spostare. Intanto i suoi occhi cercavano disperatamente mamma Luss.
- Non serve che cerchi la mammina, feccia: è andata a fare acquagym. - disse Xanxus, beffardo. - E ora riportami a riva da Frau. -
In quel momento un grossa mela rovesciata passò davanti agli occhi del povero Superbi, che non appena la vide si chiese se non stesse dando di matto. Poi si accorse del passeggero stravaccato nel cappello di Fran che lo salutava con un cenno della mano e un sorriso a novanta denti, e capì che era tutto vero.
 - Salve, capitano! - ridacchiò Bel.
- Bel... aiutami...! - boccheggiò Squalo.
- Mmmhhh... più tardi... - rispose l'altro, vago, schizzandolo.
Disperato e allo stremo delle forze, lo spadaccino si rivolse al passeggero intabarrato seduto sulla testa dell'altro:
- Mammon... per favore... -
- Quanto sei disposto a pagare? - domandò lei, avida.
Superbi stava per ribattere in maniera poco galante, ma il suo tentativo fu stroncato dal sibilo di un proiettile che gli passò a pochi centimetri dal volto.
- Avanti, feccia, - lo esortò il boss. - Riportami a riva! -  

Intanto, sul bagnasciuga...
- Eccomi qua, bambini! La mamma è tornata! - esclamò Lussuria, con un sorriso smagliante. - Fran, tu non sei in acqua? -
- Io non so nuotare. - rispose il bambino, voltandosi.
- E dov'è il tuo cappello? -
- Laggiù. - rispose Fran, indicando il mezzo di trasporto acquatico brevettato dal sempai.
Luss scosse il capo, sorridendo.
"Chi mai penserebbe di utilizzare un cappello come canotto? Bel-chan è sempre così originale!..." pensò Luss, tra sé e sé. "Anche più di Xanxino... Certe volte anche lui sa essere veramente originale: ad esempio quando inventa delle mansioni da affidare al povero Squ per farlo indignare... Chissà che non ne abbia combinate altre mentre ero via..."
E così si voltò in cerca di Xanxino, allegro e curioso. Ma la sua espressione cambiò radicalmente quando vide Squalo-tartaruga.
- SQUUU!!! - esclamò, sconvolto, buttandosi in acqua per correre al salvataggio del suo terzogenito. - Xanxino, lascia subito andare Squ-chan! O stasera niente cena! -
All'istante in cui quella minaccia raggiunse le orecchie del boss, Xanxus si affrettò a sparare alle corde che legavano la sua vittima al canotto, così che Mamma Luss poté riportarlo a riva sano e salvo.
- Oh, Squ! Stai bene? - chiese Luss, ansioso, con le lacrime agli occhi, mentre lo spadaccino riprendeva fiato.
Squalo non fece neanche in tempo a rispondere, che uno sparo li fece voltare verso il largo.
- FECCIA!!! DOVETE RIPORTARMI INDIETRO!!! -
- E PERCHÉ? - strillò Superbi, che a stento si tratteneva dal tornare in acqua per fare a fette il suo boss.
- Ehm..., Squ... - disse Lussuria, esitante, nell'orecchio dello spadaccino. - Xanxino ha ragione: bisogna andarlo a riprendere perché è ora di tornare a casa per il pranzo. -
- DOV'È QUELL'IDIOTA CON I PARAFULMINI? - chiese Squalo al boss. - FATTI RIPRENDERE DA LUI! -
Xanxus scosse il capo, indicando verso la sua destra.
Il capitano seguì la direzione del dito del suo capo fino a scorgere, a riva, Levi, che, aiutato dall'animatrice di prima e da un paio di braccioli, imparava a nuotare.
- Se non ci vuoi andare tu, Squ, ci penso io. - propose Luss, rientrando in acqua per andare a recuperare Xanxus.

Quella sera, dopo aver cenato, Belphegor decise che era ora di far scontare ai suoi avversari (e non solo) la punizione che aveva accennato loro la sera precedente, e che avrebbe attuato nel caso avesse avuto ragione riguardo al risultato della loro partita a bigliardino.
Perciò, su ordine del principe, la nostra squadra assassina di fiducia partì per andare nel paese più vicino, stipata nella macchinetta di Luss come all'andata. Dieci minuti più tardi, dopo aver parcheggiato la loro vettura, raggiunsero la piazza dove, a causa del mercato settimanale, c'era già un gran numero di gente che affollava le tante bancarelle di gingilli strampalati.
- Allora, signor pazzo, - chiese Squalo, innervosito dalla stessa idea di dover ubbidire al principe. - Che punizione hai intenzione di farci scontare qui? -

- Fatevi avanti, signore e signori! Venite pure, bambini! - con tanto di cilindro in testa, sormontato dalla sua immancabile corona, il principe dei Varia stava davanti a tre tende da campeggio a fiori trovate per caso nel portabagagli della macchina di Lussuria, e unite alla meno peggio per creare una sorta di tendone da circo, sul quale campeggiava la scritta 'Circo Vario' scritta con pennarelli a spirito.
- Non perdete l'occasione di meravigliarvi! - proseguì. - Io, Belphegor, vi darò la possibilità di vedere cose che non immaginereste mai! Venite avanti, signori! Sono solo due euro a biglietto, e con solo cinquanta centesimi in più avrete anche un grazioso regalo per il vostro bambino. - aggiunse poi, indicando, con un bastone da passeggio che aveva ricavato da un ombrello, sempre ritrovato all'interno della loro vettura, i teli che Luss aveva steso a terra e sui quali aveva disposto i premi vinti da Mammon il giorno precedente. - Coraggio! -
Rapidamente, un piccolo gruppo di persone di diverse età si radunò intorno a Belphegor.
- Bene! Dividetevi in gruppi da quattro, riponete i soldi nel cappello che il mio assistente vi porgerà - e detto ciò il principe dette il bastone da passeggio sulla testa di Fran, chiedendogli poi scusa con falso dispiacere. - E seguitemi! -
E li introdusse all'interno del tendone, dove la luce, notevolmente più bassa rispetto all'esterno, dava un tocco di mistero all'atmosfera. Non avevano fatto che pochi passi da quando erano entrati, che Bel li fece fermare davanti ad una tenda.
- Avete mai assistito ad un'opera lirica? - domandò ai suoi spettatori. - Ebbene, ditemi se avete mai sentito una voce così potente come questa! -
Così Belphegor tirò la tenda, scoprendo il povero Superbi Squalo in piedi su un piedistallo, investito dalla luce dei riflettori (frutto di un'illusione di Mammon), con il volto che esprimeva l'animo di una persona sull'orlo di scoppiare, e che non aveva la minima intenzione di cantare.
- Non vi preoccupate, - il principe rassicurò il pubblico, sorridendo. - È ansia da debutto - e si voltò verso Squalo con aria minacciosa. - Vero? -
Ma lo spadaccino lo ignorò.
- Canta pure, mio caro. - continuò Bel, con tono calmo.
Nuovamente Squalo non gli fece caso, e continuò a fissare dritto davanti a sè, furioso e senza mutare espressione.
- Canta, ho detto! - ordinò poi il principe, imperioso, dando un calcio agli stinchi dell'uomo, che per reazione lanciò un potente 'VOOOI!!!' in si bemolle, suscitando lo stupore da parte del pubblico.
- Stupefacente, vero? - domandò il principe al pubblico, ignorando lo sguardo omicida di Superbi. - Andiamo pure avanti. - e così dicendo rimise rapidamente la tenda al suo posto, guidando la truppa verso l'attrazione successiva.
- Ora ditemi, miei cari ospiti, - chiese la guida, appoggiando la mano su un'altra tenda. - Avete mai desiderato di conoscere il vostro futuro? Magari sentirvelo raccontare da un vostro parente defunto? Bene, se non lo avete mai fatto, questa sarà la vostra occasione! -
E levata la tenda, Bel scoprì al pubblico una pedana rialzata dove, seduto su Frau, Xanxus stava dormendo profondamente davanti ad un tavolino, sul quale era appoggiata una specie di Gioco dell'Oca improvvisato.
- Chiedete al nostro medium qualsiasi cosa desiderate sapere, lui cadrà in trance e vi riferirà il responso della vostra richiesta. - spiegò Belphegor.
- Che bello! Che bello! Ho sempre desiderato incontrare un medium! - esclamò una ragazza del pubblico, dai lunghi capelli biondi, sorpresa.
- Bene, signorina, questa sarà la sua occasione. - rispose Bel. - E di che domanda si tratta? -
- Oh, be'... non lo so... - rispose lei, voltandosi verso una sua coetanea castana che le stava accanto e sussurrandole qualcosa. L'altra le rispose nello stesso tono di voce, poi entrambe risero, proprio come chi sta discutendo in modo pettegolo; e alla fine la bionda tornò a rivolgersi a Bel. - Voglio sapere come sarà mio marito. -
- Ok... -
- E lo voglio sapere dalla mia bisnonna! - aggiunse la ragazza.
"Mh, esigente, questa!" pensò Bel, irritato, ma sempre sorridendo, prima di rivolgersi a Xanxus:
- Hai sentito, medium? Questa graziosa ragazza chiede di sapere dalla sua bisnonna come sarà suo marito. Cosa dice la signora? -
Non appena Bel terminò la frase, Mammon, nascosta sotto la tovaglia del tavolino, dette una leggera gomitata a Xanxus, cercando di svegliarlo senza farlo imbestialire, affinché facesse qualcosa per dare l'impressione di cadere in trance. Ma riuscì invece a farlo innervosire, e così il boss, con un ruggito, sbatté violentemente i pugni sul tavolino, facendo tremare il Gioco dell'Oca, poi tornò a dormire.
I presenti, e soprattutto le due ragazze, rivolsero degli sguardi interrogativi a Bel, che dopo aver brevemente riflettuto su come meglio spiegare quei gesti insensati, disse semplicemente, con un sorriso:
- Deve perdonarlo, signorina. Il nostro medium è un po'burbero. Voleva solo invitarla a sedere di fronte a lui e a congiungere le vostre mani. -
La bionda annuì, confusa, e poi eseguì gli ordini del presentatore, sedendosi di fronte a Xanxus e prendendogli le mani. Improvvisamente Mammon, da sotto il tavolo, cominciò a creare delle illusioni volte a simulare la situazione di trance e un'atmosfera da seduta spiritica che coinvolse tutti i presenti.
- Dimmi un po'... - cominciò Mammon, rivolta alla ragazza, simulando la voce di Xanxus con un'altra illusione. - Com'era la voce della tua bisnonna? Potrebbero esserci delle interferenze con altri spiriti, ed è bene che tu sappia riconoscerla. -
- Davvero? Non lo sapevo! - esclamò la ragazza, sorpresa.
"Neanche io." pensò tra sé e sé l'illusionista, riflettendo sull'attendibilità di ciò che aveva appena detto.
- A dire il vero non ho mai sentito la voce della mia bisnonna. - continuò la bionda.
"Ma tu guarda! Chiede un responso da una persona che non ha mai neanche conosciuto! È proprio ingenua!... Meglio così: potrò utilizzare la mia voce naturale."
- Spero, allora, che lei sappia riconoscerti. - concluse Mammon, prima di cominciare a muovere (con l'ennesima illusione) le pedine poste sul tavolo e riprendere la sua voce normale.
Così, con l'atteggiamento di chi si trova, suo malgrado, a fare il deficiente, Mammon cominciò la sua recita.
- Chi è che mi richiama dal mio sonno eterno? - l'illusionista pronunciò quelle parole con la sua voce naturale, solo con maggiore lentezza e con aria oltretombale.
- Wow! Che forza!... Sono io, nonnina: la tua bisnipote! - rispose la bionda, elettrizzata, salutando a destra e a manca con una mano in cerca della bisnonna.
- Guarda di fronte a te, bisnipote. - la rimproverò Mammon, scuotendo il capo. - Sono dietro al medium, anche se tu non mi vedi. -
La ragazza ubbidì, guardando oltre le spalle di Xanxus nella speranza di vedere la sagoma della sua bisnonna.
- Perché mi hai richiamata? - chiese l'illusionista.
- Be'... io vorrei sapere come sarà l'aspetto del mio futuro marito. -
E qui veniva il bello. Mammon non sapeva proprio come descrivere questo maritino. Poi ebbe un'idea, e riprese a parlare:
- Quale dei tanti? -
La ragazza impallidì. Poi il sorriso più largo del mondo apparve sul suo volto.
- Descrivili tutti!!! - esclamò, euforica.
Stavolta fu Mammon ad impallidire.
- Be'... uno sarà dolce e gentile, un altro testardo ma leale e protettivo, un altro ancora carino, intelligente e sportivo. E poi un altro sarà splendido ma geloso, un altro sarà spiritoso, un altro bello... -
- Mamma mia, quanti!... Ma uno di loro sarà un genio? E sarà molto carino e dolce? - intervenne la ragazza, curiosa.
Non sapendo più che inventarsi, l'Arcobaleno cercò di guadagnare tempo fingendo un'interferenza e facedo qualche gioco di luci e nuvole di vapore dal nulla, che seminarono un leggero panico tra il pubblico, poi decise di concludere quella faccenda nel modo più freddo, rapido e incisivo possibile, proprio come si addice ad una spietata donna d'affari del suo calibro:
- Se vuoi un tipo così, guarda alla tua sinistra. -
La ragazza si voltò, sorpresa, incontrando la fratina di un Belphegor totalmente spiazzato da quelle parole, che raggiunse lo sbalordimento totale quando quella pazza gli saltò addosso.
- Addio, cara nipote! Devo andare! - si congedò Mammon, con voce spettrale.
- Un momento, nonna! Tu ed io non abbiamo ancora finito! - esclamò Bel, furioso, rivolgendosi poi ai suoi 'clienti' con tono più calmo. - Vogliate scusarmi... -
E così dicendo sparì sotto il tavolo e ingaggiò una lotta con Viper, la quale riuscì a svignarsela subito grazie ad un'illusione.
- Bene! - disse il principe riemergendo, rimettendosi in ordine i vestiti e aggiustandosi il cilindro coronato in testa. - Andiamo, gentili signori! C'è un'ultima attrazione che vi attende dietro questa tenda: la più incredibile di tutte! -
Sempre più incuriosito, il piccolo gruppo seguì Bel per pochissimi passi, poi il genio si fermò, e si voltò verso il suo pubblico con un'espressione che tradiva una risata a stento trattenuta.
- Ora mi rivolgo a voi, mie care signore - disse, sempre sorridendo. - Sono certo che avete avuto a che fare con i lavori domestici. - fece una breve pausa. - Ebbene, vi invito a guardare a questi piccoli impegni pensando che c'è qualcuno che sta peggio di voi. Non lo dico tanto per dire: è una verità indiscutibile. E, dato che dalle vostre facce scettiche mi pare di non avervi affatto convinte, vi mostrerò la nostra ultima attrazione: la vera casalinga disperata, in carne ed ossa! - fece una breve pausa, proseguendo poi con tono leggermente agitato. - Se ci sono persone facilmente impressionabili sarà bene che evitino di guardare. E mi raccomando, bambini: chiudete gli occhi! - e infine proseguì con lo stesso tono da presentatore di prima. - Signore e signori, ecco a voi Levia! -
E con un gesto da prestigiatore tolse la tenda di fronte alla quale si era fermato, mostrando agli occhi del suo pubblico il caro vecchio Levi, vestito con un completino da massaia, con tanto di bandana in testa, grembiule e piumino per spolverare in mano.
Un 'Oh!' di stupore, indignazione e sconcerto si levò dal piccolo pubblico, il che fu musica per il genio dei Varia, che ne approfittò per affondare ancor di più il coltello nella piaga.
- Guardate il suo volto, segnato dalla fatica quotidiana delle pulizie! Guardate: è così impegnata che non ha neanche il tempo di andare da un'estetista! - disse Belphegor, con tono da attore di tragedie, ignorando le occhiate omicide di Levi (scusate: Levia). - Ricordatevi della nostra Levia, e pensate a lei ogni volta che fate le pulizie. Vi terrà su di morale sapere che c'è chi sta peggio, molto peggio di voi. - fece una breve pausa, poi cambiò rapidamente il tono di voce, tornando alla modalità 'presentatore', e aprendo un lato della tenda da campeggio per far uscire il gruppo al suo seguito. - Il tour guidato è finito, miei cari ospiti! Spero che abbiate gradito, e vi ricordo che, con soli cinquata centesimi, potrete acquistare un grazioso giocattolo per il vostro bambino presso quel Cappellaio Matto laggiù. -
E così andò avanti per molti altri gruppi, fino e ben oltre l'una di notte. Al termine del loro Circo Vario, i nostri assassini avevano racimolato un bel gruzzoletto, il cui valore stupì la stessa Mammon.


*(Ann Connù = nome dell'animatrice > unconnu [francese] = sconosciuto)

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Capitolo 4
*** Quando il tempo si fa brutto ***


In questo capitolo verrà descritto ciò che i nostri vacanzieri combinano quando il tempo non è granché.

P.S. Prossimo aggiornamento: 8 agosto!

P.P.S. Le risposte ad eventuali recensioni potrebbero arrivare molto in ritardo, causa problemi di connessione. Vi chiediamo scusa.  


Il giorno seguente, a differenza degli altri, il tempo non era dei migliori, date le nuvole minacciose che riempivano il cielo e il vento freddo che si era alzato senza preavviso. Ma Lussuria non si fece scoraggiare, e non potendo andare al mare, costrinse i suoi pargoli a fare una 'bella passeggiatina nel boschetto <3'.
Solo Mammon riuscì ad opporsi alla volontà del Guardiano del Sole, chiudendosi nel cassetto della camera e cacciando tutti in malo modo, in quanto ancora indignata per l'umiliazione ricevuta la sera precendente al mercato.
E così, stipati nel catorcio della loro mammina, i Varia si diressero, con un entusiasmo che vi potete ben immagnare, verso un piccolo bosco che si trovava lì nei paraggi. Be', a dire il vero impiegarono tre ore e mezza per arrivare a destinazione, ma questi sono solo dettagli.
Non appena parcheggiarono la macchina, si misero subito in cammino.
- Sono sempre felice di fare una passeggiata nella natura! - sospirò Lussuria, salterellando a destra e a manca mentre gli altri facevano finta di non conoscerlo.
- Almeno ce l'hai una cartina del bosco? - domandò Squalo, qualche metro più indietro insieme agli altri Varia.
Luss si fermò, sorpreso, voltandosi verso i suoi compagni.
- Cartina? - ripeté, confuso. - No, credo di no. -
- Brutto cretino! - imprecò lo spadaccino, esasperato. - Grazie alle tue stupidaggini ci perderemo in un attimo! -
- Ne abbiamo già persi tre, capitano. - intervenne Fran, alla sua sinistra.
- COOOSA??? - Superbi si fermò di scatto.
- Abbiamo perso il boss. La sparizione del leccapiedi, al contrario, può essere considerata, senza alcuna eccezione, un guadagno. - precisò Bel, dietro di loro. - Ma chi è il terzo, rana? -
- Sarebbe lei, sempai. Anche se non lo sa, infatti, è un caso perso da molto tempo. - spiegò il bambino con tono professionale, prima di ricevere tre coltelli nel cappello e due nella schiena.
- Ma siete matti??? - strillò Lussuria, sbiancando e tornando indietro di corsa, in preda al panico. - Dobbiamo ritrovarli subito! Xanxino potrebbe avere fame da un momento all'altro! E Levi-chan non sa neanche cucinare! Oh, cielo...! -
Ma Squalo lo interruppe, facendogli cenno di stare zitto e di ascoltare. Tutti e cinque tesero le orecchie, accorgendosi di un forte rumore che si stava avvicinando rapidamente. Un rumore simile a quello di un motore. Poi, improvvisamente, la macchinina di Luss apparve alle loro spalle a velocità folle, tentò di investire il capitano dei Varia (che si salvò per un pelo buttandosi nel cespugli che costellavano il ciglio della strada), poi proseguì la sua corsa per alcuni metri e infine tornò indietro in retromarcia, fermandosi di fronte al gruppo.
- VOOOI!!! - tuonò Superbi, indemoniato, emergendo da un cespuglio con dei ramoscelli tra i capelli. - MI VUOI FORSE AMMAZZARE??? -
- Io sì, ma il boss di più! - rispose Levi, seduto al sedile del guidatore e accennando a Xanxus, accomodatosi nel sedile posteriore accanto a Frau.
- BASTARDIII!!! -
- Il boss vuole proseguire in macchina. - avvisò Levi. - Quindi ci vediamo a casa. -
- COME 'A CASA'? - urlò lo spadaccino, mentre il guidatore premeva l'acceleratore e schizzava alla velocità della luce nel bel mezzo del bosco.
- E il principe come ci torna a casa? - domandò Bel, indignato.
- Con i suoi regali piedi. - rispose ovvio Fran.
- Dov'è il pervertito? - fece notare Squalo.
Bel e Fran si guardarono attorno, in cerca di Lussuria, senza successo. Lo avevano effettivamente perso, e con lui anche la possibilità di mangiare in modo decente. Allarmati da questa scoperta, quindi, i tre si misero alla disperata ricerca del loro strampalato cuoco.

Quando finalmente ritrovarono Lussuria, che si era già inoltrato nel bosco senza farsi notare pochi attimi dopo l'arrivo del boss e di Levi, anche i Varia appiedati ritornarono a casa. Erano le tre del pomeriggio, Levi e Xanxus li stavano aspettando da un po', e il nostro beniamino dei parafulmini aveva già disintegrato tre quarti della batteria di pentole arrugginite della casa per cercare di cucinare per il suo amato boss.
Così l'esausto Lussuria dovette mettersi a preparare qualcosa da mangiare per i suoi pargoli, ma promise loro che, presto o tardi, avrebbe insegnato anche ai suoi compagni la sua arte culinaria.
Il che sarebbe successo molto presto.
Ma ora torniamo alla storia.
Nelle ore di profonda catalessi che seguirono il loro chiassoso pasto, ognuno di loro s'intrattenne con le più disparate attività: mamma Luss fece una bella doccia rigenerante, Xanxino si appisolò su Frau, sotto lo sguardo ossessivo di Levi; Bel si mise in giardino, all'ombra dell'unico albero striminzito presente, a rimirarsi in uno specchio da viaggio, Mammon andò in camera sua a calcolare i suoi spiccioli, mentre Squalo, obbligato da Lussuria, si mise ad aiutare Fran a fare i compiti in giardino, alternando il compito di insegnante a quello di sterminatore di zanzare, che avevano invaso il giardino e la casa.
Intorno a loro regnava solo il ronzio delle zanzare, e loro stessi erano abbastanza tranquilli, come chiunque abbia appena percorso una decina di chilometri. Ma c'era qualcuno che non era ancora del tutto esausto...
- Mi sto annoiando. - disse Fran con la sua solita voce atona.
- E io mi starei divertendo? - sbottò Squalo, mentre uccideva l'ennesima zanzara. - Potrei stare a riposarmi, invece di fare i compiti con te! -
- Bene, tagliamo la testa al toro: tu vai a riposarti, - commentò il bambino, insespressivo, alzandosi. - E io vado a fare due passi. -
- Tu non ti muovi da qui... - cominciò Superbi, ma fu interrotto da una bottiglia volante che atterrò sulla sua testa.
- Stai bene, capitano? - domandò Fran, indifferente.
Lo spadaccino rialzò lentamente la testa, boccheggiando qualcosa, prima che la voce imperiosa di Xanxus, proveniente dalla cucina, attraversasse la finestra alle spalle dello spadaccino e invadesse la via intera.
- VOGLIO LA TELEVISIONE! -
- Ma perchè non ti strozzi mai quando bevi, stupido boss? - borbottò Superbi.
- FECCIA, PORTA QUI LA TV IMMEDIATAMENTE! -
- NON ABBIAMO NESSUNA TELEVISIONE, STUPIDO BOOOSS!!! -
- SBRIGATIII!!! - l'urlo di Xanxus fu seguito da un colpo di pistola.
Borbottando, Squalo si alzò ed entrò in casa con passo pesante.
- Te l'ho già detto: non abbiamo neanche una mezza televisione qui dentro! -
- Tu credi, feccia? Allora che cos'è quella? - rispose Xanxus, indicando uno di quei vecchi televisori più simili ad un mobile che non ad una tv, che stava appoggiato a terra.
- Un pezzo da museo. - sentenziò Superbi, facendo per tornarsene di fuori alla sua mansione di maestro improvvisato.
Ma una fiammata gli raggiunse la testa, infuocandogli rapidamente tutti i capelli del lato sinistro e costringendolo a correre rapidamente verso il lavello della cucina per spegnere l'incendio che stava devastando metà della sua povera testa. Non appena vi riuscì, lo spadaccino tornò nell'ingresso con passo minaccioso, piantandosi davanti al suo boss e alla sua poltrona con aria intimidatoria.
- Che diavolo ti salta in mente? -
- Voglio che tu metta la televisione sul ripiano della credenza. - ordinò Xanus, indicando il luogo con la canna della pistola.
- E perché? - chiese lo spadaccino con aria di sfida.
- Perché ne ho voglia. - rispose il boss, con un sogghigno che non preannunciava nulla di buono.

Di lì a pochi minuti una potente onda sonora proruppe dall'ingresso della R8, inondando l'intera via, accompagnata da un fracasso simile a quello di mille tazzine che si infrangono al suolo, insieme al tonfo di qualcosa di pesante che precipitava a terra.
Bel e Fran entrarono in casa pochi istanti dopo, trovandosi di fronte ad una scena che sapeva più di sitcom che non di realtà: il pavimento era cosparso di pezzi di coccio (anche se avevano più l'aria di essere pezzi di porcellana fine), il ripiano superiore della credenza era segato e il loro povero capitano, paonazzo, stava seduto su un televisore appoggiato per terra, imprecando contro Xanxus e Levi, che sghignazzavano.
- BRUTTO BASTARDO! HAI DETTO A QUEL PEZZENTE DI SEGARE IL RIPIANO DELLA CREDENZA, EH? - sbraitava lo spadaccino. - SAPETE DOVE VE LA METTO QUESTA DANNATA TELEVISIONE??? - e alzatosi in piedi, vedendo che con le urla non otteneva niente, se non i rimproveri della signora Ciechi della casa accanto, Squalo prese la tv sulla quale era seduto e la conficcò con forza sulla testa di Levi, con tutta l'approvazione di Belphegor.
In quel momento la cuffietta da bagno a righe e l'accappatoio a cuori di Lussuria apparvero in cima alla rampa delle scale.
- OH, CIELO!!! SQU-CHAN! Ma cosa stai facendo??? - strillò la mammina, portandosi le mani alla bocca, spiritata di fronte a quella confusione e, soprattutto, alla vista del nostro carissimo Levi che, nel tentativo di agguantare Squalo, girovagava ramingo nella stanza con un televisore al posto della testa.
- Non ti preoccupare: sto cercando di capire se la loro testa è vuota oppure è piena di polvere. - rispose Squalo, evitando Levi con ovvia facilità, salendo le scale per andare al piano superiore e passando di fianco allo sconvolto Guardiano del Sole. - Ho bisogno di una doccia, e vedete di non scocciarmi, oppure anche la lavatrice farà la stessa fine della tv su una delle vostre teste! -
E così detto, si inchiavò in bagno per evitare eventuali assalti.

Quella sera stessa, seduti tutti e sette intorno al microscopico tavolino (zoppo) della cucina, i Varia osservavano con aria poco convinta il cibo che Mammon aveva comprato (in quanto Luss, completamente esausto, si era rifiutato di cucinare).
- Cos'è questa roba? - chiese Squalo, squadrando la tavola.
- Riso, ravioli e pollo. - spiegò Mammon, indicando le pietanze con le bacchette. - E quella è la carne in scatola per il boss. - fece una breve pausa, pensierosa. - O almeno credo che sia carne... -
- Dove hai comprato questa roba scadente??? - chiese Bel, guardando con disprezzo la spesa.
- Comprati? - ripeté l'illusionista, guadando il principe, confusa. - Guarda che li ho rubati, idiota! -
- Non c'è più un grazioso supermercato qui vicino? - chiese Luss, perplesso.
- Certo che c'è! - disse l'Arcobaleno. - Ma i prezzi sono proibitivi... Così ho pensato di rubare da mangiare dalla casa della vicina. -
- Dalla signora Ciechi??? - domandò, scioccato, Lussuria.
- E da chi, sennò? - rispose Mammon, ovvia.
- Tu saresti capace di prendere del cartone dalla pattumiera e di rifilarcelo per pranzo, pur di spendere meno! - esclamò Squalo, indignato, sbattendo le posate sul tavolo.
Mammon lo guardò, sorpresa.
- Davvero il cartone è così economico? - chiese, pochi attimi prima di essere aggredita simultaneamente da Levi, Squalo e Bel.
- Bambini, calmatevi. - cercò, con bel poco successo, di tenerli a bada il povero Lussuria.
Improvvisamente delle risate e degli applausi provenienti dall'unica finestra della stanza attirarono l'attenzione dei sette assassini, spingendoli a voltarsi. Incontrarono così i volti divertiti dei loro dirimpettai, radunati in giardino e intenti a preparare un barbecue. Erano una felice famigliola di teste bionde: nonno, padre, madre e tre pargoli le cui età, sommate, facevano appena ventun'anni.
- Ahahahahahahah!!! Siete davvero divertenti! - esclamò il figlio più piccolo.
- Perché non venite a mangiare un boccone da noi? - propose il più grande.
- Possono, mamma? - chiese il mezzano.
- Ma certo, tesori! - acconsentì la madre, sorridente.
- Venite pure, signori! - il padre si rivolse ai Varia.
- Ehm, io... - balbettò Lussuria.
- Coraggio! La carne è ottima! - insistette il nonno. - L'ho comprata personalmente! -
- Fecce, andiamo! - rispose Xanxus, rivolto ai suoi, sentendo odore di pappatoria.
- Già, almeno quella roba è commestibile! - esclamò Squalo, a bassa voce.
- E non dobbiamo pagare per mangiare! - aggiunse Mammon, con lo stesso tono, mentre gli altri sei la fulminavano con un'occhiata omicida.
- Due minuti e siamo lì! - risposero i sette assassini in coro, rivolti ai loro dirimpettai.

- Che buone! - esclamò Levi, con la bocca talmente piena di carne da destare il disgusto dello stesso Xanxus. - Sono migliori persino di quelle di Lussuria! -
Il coltello e la forchetta di Luss stridettero sul piatto dove stava tagliando la carne, poi il Varia si voltò e fissò Levi con aria omicida. Cosa che non sfuggì al Guardiano del Fulmine, nonostante l'altro indossasse i suoi inseparabili occhiali da sole.
- Come hai detto, Levi-chan? - chiese, tremendamente minaccioso. Aveva pronunciato quel 'Levi-chan' in un modo che raggelò il sangue di tutti e sette gli assassini.
- I... io... ho detto che le tue bistecche sono molto meglio di queste. - si corresse Levi, terrorizzato.
- No no: ti ho sentito bene, carino! - obiettò Luss, alzandosi. - E se la pensi così, mettiti davanti alla graticola e fammi vedere come le cucini tu, le bistecche! -
L'uomo annuì in modo frenetico e si fiondò subito a badare alla carne sul fuoco, prendendo il posto della padrona di casa, il cui nome, come avevano saputo poco prima, era Tanesca.
Preoccupato di essersi comportato con troppa severità, Luss si sedette e fissò il piatto in silenzio, sotto lo sguardo attonito degli altri quattro Varia, rimasti allibiti dalla reazione che l'altro aveva avuto, e che nessuno si sarebbe aspettato da parte sua. Xanxus, al contrario, sembrava non essersi spaventato affatto.
- Xanxino, - Lussuria si rivolse al boss, con tono dispiaciuto. - Tu cosa ne pensi di queste bistecche? -
Senza degnare di un solo sguardo il suo interlocutore, Xanxus masticò ancora qualche boccone, poi deglutì. Gli altri Varia, e in particolare Luss, aspettavano con ansia la risposta del boss, che avrebbe potuto scatenare l'ira del Guardiano del Sole, come, al contrario, placarla.
- Spazzatura. - borbottò l'uomo, allontanando il piatto da sé.
- Oh, Xanxino! - esclamò Luss, commosso, abbracciandolo. - Non mi deludi mai! -
Ovviamente il boss se lo levò dai piedi con un colpo di pistola che rivoluzionò l'intera acconciatura dello stilista di famiglia.
Nello stesso momento un'esplosione attirò l'attenzione di tutti su Levi, la cui faccia era diventata completamente nera, e la carne alla quale stava badando era sparita in una nuvola di fumo nero.
- Oh mio Dio! - esclamò Tanesca, portandosi una mano davanti alla bocca, con gli occhi sbarrati.
- La mia graticola! Per fortuna è salva! - esclamò Fernonio (il marito, per intenderci).
- Ma la carne no! - singhiozzò Umbaso, il nonno.
Improvvisamente i tre pargoli degli ospiti dei nostri cari assassini di fiducia uscirono in giardino mascherati da personaggi di Guerre Stellari.
- Venite con noi al bar? - domandò Angiorgio, il più grande, travestito da Luke Skywalker.
- Perché? - domandò Bel, confuso.
- C'è una gara di cosplay. - rispose Carlolfo, il mezzano (Yoda).
- Bleah! - commentò Squalo, ripensando alla sua vacanza precedente. - Ne ho fatti troppi di cosplay contro la mia volontà, ragazzo! -
- Si vince anche un premio. - aggiunse Daniarco, il più piccolo, C1B8. - Lo ha detto Ann. -
- Quando c'è quella di mezzo è sempre meglio conoscere la vera natura del premio. - disse Mammon, innervosendosi solo a sentire il nome dell'animatrice.
- Il cosplay più bello vincerà mille euro in monete. - rispose il piccolo.
- Sì, come no! Andate pure, marmocchi! Sciò! Sciò! - li cacciò il principe, scettico.
- Ma è vero! - esclamò il più grande. - Ann ce l'ha promesso! -
- E voi credete che, anche se fosse così, per mille stupidi soldi ci travestiremmo? - domandò Squalo, irritato.
- Capitano, - concluse l'Arcobaleno, voltandosi verso Superbi con gli occhi che brillavano di avidità. - Quando ci vanno di mezzo dei soldi non ci si può rifiutare, che siano uno, dieci o mille. -
- Ho detto, NO! - ringhiò lo spadaccino.
Senza batter ciglio e certa che nulla l'avrebbe potuta separare da quei soldi, Mammon saltò sulla spalla del boss.
- Boss, lei cosa ne pensa? So che non è una cosa molto piacevole da fare, - disse, con tono adulatore. - Ma mille euro sono un bel numero di bistecche e liquori... -
Gli occhi pigri di Xanxus si svegliarono improvvisamente, richiamati dal suono della parola 'bistecche'.
- Fate quello che vi dice, o vi riduco a dei retini da pesca! - disse lento e con tono minaccioso, puntando il suo sguardo assassino su uno Squalo furioso.
- Questa me la paghi, subdola femmina! - borbottò Squalo, rivolto all'illusionista.
- Oh, che bello! Non vedevo l'ora di cucirvi personalmente dei vestitini su misura... - sospirò Luss.
- Coraggio, capitano. - intervenne Fran, rivolto a Superbi. - Per un cosplay di gruppo bisogna scegliere un tema generale. Non è obbligatorio vestirsi in modo ridicolo. -
- Hai ragione, ranocchia! - sorrise Bel. - E a riguardo, il vostro principe ha già una grande idea... Ushishishishi!!! -

- Benvenuti, miei spettatori! - Ann Connù apparve sul palco quasi inaspettatamente, sorridendo e tenendo un foglio nella mano destra. - Questa sera le ragazze e i ragazzi dell'animazione, come avrete già letto in bacheca, hanno indetto una gara di cosplay. Il vincitore, o vincitori, riceverà mille euro in monete. - la ragazza fece una breve pausa, guardando con eccitazione la piccola folla di giovani e anziani radunatasi davanti al bar (lo stesso di due giorni prima), dov'era stato montato il palco per la sfilata di cosplay. - Dato che abbiamo numerosi concorrenti, ci saranno due selezioni: la prima sarà fatta da voi spettatori. Vi verrà infatti consegnato un biglietto dove dovrete scrivere il nome del cosplay che più vi è piaciuto. Al termine della gara, i miei assistenti passeranno a ritirare i vostri biglietti. I primi dieci cosplay che avranno ottenuto più voti passeranno alla seconda fase, in cui spetterà ad una giuria scegliere il nome del cosplay vincente. I nomi della giuria sono stati tenuti segreti fino adesso, e non verranno svelati se non al momento del giudizio finale. Abbiamo avuto molti, moltissimi iscritti, quindi mettetevi comodi e, soprattutto, divertitevi! -
Un applauso partì dalla folla, e Ann si dileguò, lasciando il palco ai partecipanti, che uno dopo l'altro si esibirono di fronte al pubblico con addosso costumi tratti da film, libri, fumetti, cartoni animati, dal mondo degli animali o... dalla storia, come nell'ultimo caso.
- Siamo ormai giunti alla fine di questa serata. L'ultima esibizione sarà una rappresentazione di gruppo, formata da sette persone. I nostri artisti non hanno voluto rivelare il tema del loro cosplay, perciò lo scopriremo insieme. - sorrise Ann, ritornando sul palco. - Ecco a voi l'ultimo cosplay della serata! -
L'animatrice sparì nuovamente dal palco, accompagnata dagli applausi del pubblico.
Seguirono pochissimi secondi di assoluto silenzio, dove le luci si abbassarono fino a rendere impossibile la visuale degli spettatori. La folla poté scorgere solamente delle ombre in movimento sul palco. Poi, improvvisamente, le luci si riaccesero, investendo in pieno i sette individui che, uno di fianco all'altro, facevano parte dell'ultima rappresentazione.
Il primo era Caligola, a cavallo del suo nobile destriero ricavato dal manico di una scopa, con un sorriso smagliante, la corona d'alloro in capo, lo sguardo nascosto da una lunga frangetta di capelli biondi e il corpo avvolto dalle morbide pieghe di una sontuosa toga. Seguiva un imbronciato Saladino dai lunghi capelli argentati, vestito elegantemente e spada alla mano. Dopo di lui stava Gengis Khan in armatura, appiccicato ad un indifferente Ivan il terribile. Ed ecco poi una sorridente e alquanto mascolina Maria Antonietta con un'acconciatura eccentrica, gonna enorme, corpetto aderente e ventaglio che le copriva il volto. Alle sue spalle stava una piccola eppur elegantissima Cleopatra, con il volto celato da un cappuccio. A chiudere la fila, infine, ecco un apatico Napoleone dai capelli verdi.
Dalla folla partì uno scroscio di applausi e di complimenti. Intanto Ann ritornò sul palco, applaudendo a sua volta.
- Un cosplay eccezionale e soprattutto originale, complimenti! - disse la ragazza, sorridente, invitando i Varia a tornare nel retro. - Ora, miei cari spettatori, scopriremo i dieci cosplay che vi sono piaciuti di più! - alle spalle di Ann apparve l'immagine proiettata di una classifica, nella quale comparivano anche i nostri assassini di fiducia. - Invito tutti gli artisti presenti nella classifica a salire nuovamente sul palco per il verdetto finale. - ed ecco che la numerosa folla di cosplayer apparve da dietro le quinte e prese posto in modo ordinato sul palco. - E ora diamo il benvenuto alla nostra giuria! -
L'ennesimo applauso accompagnò i riflettori, che investirono in pieno le cinque persone che occupavano la prima fila degli spettatori.
- Oh... ma c'è anche la signora Ciechi tra i giudici! - esclamò Lussuria, a voce bassa ma entusiasta. - Con lei in giuria vinceremo sicuramente! -
- Ma cosa stai dicendo??? - rispose Mammon, agitata, con lo stesso tono. - Lei ci detesta!... O meglio, detesta il capitano. -
- Non infierire, Mammon. - grugnì Squalo, minaccioso.
- Allora, signori della giuria, che cosa ne pensate di questi cosplay? - domandò la presentatrice, rivolta alla giuria. - Qual è quello che vi è sembrato migliore? -
I cinque membri della giuria si scambiarono alcuni borbottii sommessi, poi una donna all'estrema destra disse:
- Credo di parlare a nome di tutti nel proclamare vincitore il cosplay a tema storico degli ultimi sette artisti. -
- E avevate forse dei dubbi? - chiese Belphegor con un sogghigno. - Del resto, è stata l'idea di un genio! -
- Dove sono i mille euro? - incalzò Mammon, sentendo puzza di fregatura, rivolta ad Ann.
- Non ti preoccupare, piccola: li avrai presto. - sorrise l'animatrice, accarezzando la testolina di Cleopatra. - Ma prima chiediamo alla giuria che cosa li ha colpiti di più di questo cosplay. -
- Sono davvero realistici, questa è la caratteristica che ci ha colpiti di più. - rispose la stessa donna di prima. - Soprattutto Ivan il Terribile: lo sguardo del giovane che lo impersonifica è incredibilmente fedele a quello di un re sanguinario e freddo che non accetta obiezioni. Un grande attore, senza alcun dubbio. -
- A dire il vero anche il secondo cosplay, quello dei supereroi, per intenderci, era molto interessante, ma devo ammettere che il Gengis Khan di questo gruppo di sette è sorprendente - disse un uomo accanto a lei, parlando di Levi. - La sua somiglianza con un mongolo è veramente spettacolare. - poi si rivolse al diretto interessato. - Mi dica, lei è originario della Mongolia? -
- Oh be'... a dire il vero... - cercò di rispondere il Guardiano del Fulmine, imbarazzato da quella domanda inaspettata.
- Tsk! Non lo sa neanche lui da dove viene! - ridacchiò Belphegor, a bassa voce.
Levi non riuscì a prenderlo a calci in quanto tra lui e il principe c'era il boss.
- Sì, avete ragione, ma io credo che il travestimento che ha stabilito la vittoria del gruppo sia stato, senza alcun dubbio, quello della ragazza. - rispose l'altra vicina del secondo giudice.
- Ah, sì? - domandò Mammon, un sopracciglio alzato con aria perplessa e sorpresa. - Grazie. -
- Non tu, bambina! La signorina accanto a te. - rispose quella (ovvero la signora Ciechi), sorridente. - Ai miei tempi uno dei travestimenti più gettonati era proprio quello del Feroce Saladino! -
Squalo arrossì da capo a piedi. Per la seconda volta era stato preso per una donna dalla stessa persona.
- Anche nei suoi modi, lei rispecchia completamente un bel giovanotto! - continuò la signora. - Se non lo sapessi, direi che è proprio un ragazzo! -
- Ha proprio ragione, signora! Ushishishishi!!! - commentò Bel, scoppiando a ridere.
- Bene! - esclamò l'animatrice, sorridente. - Ora procediamo alla consegna del premio ai nostri vincitori! -
E così detto fece un cenno in direzione del pubblico. Immediatamente, sette animatori seduti in seconda fila con dei cesti sulle ginocchia risposero lanciando monete dorate verso il palcoscenico, seguiti dall'applauso del pubblico. Mammon era in visibilio: monete e monete d'oro che le piovevano sulla testa e tutt'intorno... un paradiso terrestre!
- Non credo ai miei occhi!... - mormorò, guardando con ammirazione le monete che cadevano come gocce di pioggia.
- Sai, piccolina, sei propro fortunata! - disse l'animatrice all'illusionista. - Molti bambini avrebbero voluto ricevere un premio simile. -
- Io credo anche qualche adulto. - rispose Viper, buttandosi a terra per raccogliere avidamente le monetine.
- Hai ragione, lo ammetto: io faccio parte di questi adulti! - rise Ann, candida.
Mammon si fermò di colpo, fissando l'altra con gli occhi di un predatore che sta difendendo il suo pasto da un avido concorrente.
- Vattene via, brutta strega! - strillò, saltando in piedi, rivolta alla poveretta. - Non te ne darò neanche uno! Non avrai neanche una moneta! -
Ann rimase quasi sconcertata da quella reazione, che mal si addiceva ad una bambina di pochi anni.
- Io non sarei così avida - disse, dispiaciuta, ma sempre sorridente. - Del resto sono soltanto monete di cioccolato! -

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Capitolo 5
*** Una promessa è una promessa ***


Promesse non proprio piacevoli, ma che bisogna mantenere!
Buona lettura! :)

Prossimo aggiornamento: 16 agosto!

 
- PAPIII!!! ANDIAMO IN SPIAGGIA? -
- VA BENE. -
- Ma chi è che parla? - borbottò Squalo, svegliandosi di soprassalto, come tutti gli altri Varia, del resto.
- PAAAPI!!! POSSIAMO PRENDERE LA CANOA? -
- SÌ, UN ATTIMO CHE FINISCO QUEST'ULTIMA FLESSIONE. -
- NOOO!!! - strillò Mammon, il volto stravolto (dalla paura oltre che dalle botte datele la sera precedente dai suoi compagni). - L'INFLAZIONE NO!!! I MIEI RISPARMI! SALVATE I MIEI RISPARMI!!! -
- TESOOORO, PORTA IN CASA TRILLI. -
- Cosa ha detto, Boss? - chiese Levi, spiritato, spalancando le ante dell'armadio.
- VA BENE, MAMMA. -
- Come, bambini? - domandò Luss, preoccupato, rizzandosi a sedere sul divano con i cetrioli ancora sugli occhi.
- E METTI FUORI LILLO. -
- Il principe non fa proprio niente! Sono gli altri che fanno le cose al suo posto! - esclamò Bel.
- Non stavano parlando con lei, Sempai. - intervenne Fran, da sotto il letto. - È forse sordo? -
- Niente affatto, pidocchio! - rispose il ragazzo, tirando una ciabatta sulla faccia dell'illusionista.
- AMOOOREEE! NON DIMENTICARE L'OMBRELLONE! -
- CHE FINE HA FATTO IL MIO CAPPELLO? -
- E IL SECCHIELLO? -
- È IN CUCINA, CARO. -
- GRAZE, MA'! -
Alla fine, non potendone più e irritandosi maggiormente nel riconoscere le voci dei dirimpettai che li avevano invitati a cena la sera precedente, Squalo si alzò e si affacciò alla finestra.
- VOOOI! STATE ZITTI...!!! -
Ma la voce gli morì rapidamente in gola, non appena vide tutti e sei i loro dirimpettai che, carichi di canoe, surf, remi, secchielli, palette, asciugamani, creme solari, ombrelloni, pistole ad acqua, sdraie, lettini, sedie, pinne e tute da sub, canotti, materassini, tenda da campeggio, braciere, thermos, bicchieri, piatti, pentole, frigorifero e fornello a gas portatili, retini, repellenti contro le zanzare, pacchi e pacchettini, stereo, coperte, cuscini, sacchi a pelo, braccioli, un cane, due gatti e tre canarini, stavano in piedi l'uno di fianco all'altro davanti al piccolo cancello della casa dei nostri vacanzieri, sorridenti e in trepidante attesa.
- Buongiorno, vicini! - esclamò Fernonio, agitando la mano in segno di saluto. - Siete pronti per andare in spiaggia? -
- ALLE SEI E TRE QUARTI DEL MATTINO??? - strillò Squalo, stravolto.
- Certo! - rispose Tanesca. - Per passare una bella giornata al mare bisogna partire presto! -
- Ha ragione, signora! - assentì Lussuria, sbucando improvvisamente accanto a Squalo. - Malauguratamente non siamo ancora pronti, ma non si preoccupi! Andate pure in spiaggia, io e i miei bambini vi raggiungeremo tra poco! -
Così la carovana se ne andò in spiaggia, mentre Luss la salutava, tutto sorrisi, dalla finestra, sotto lo sguardo iracondo di Squalo.

Arrivarono in spiaggia intorno alle sette e mezza. Trovato il loro piccolo palmo di spiaggia per piantare l'ombrellone, e non trovati i loro dirimpettai, i nostri sette assassini si misero a nullafacentare per un buon quarto d'ora, quando Squalo si alzò dalla sdraia sulla quale era seduto e andò in riva a rinfrescarsi.
Ma ecco che, proprio mentre stava lì, in pace, a godersi il suono dell'acqua che lambiva la riva, i versi striduli dei gabbiani, le urla dei bambini che giocavano e le esortazioni dei venditori ambulanti che camminavano cercando di vendere la propria mercanzia, una paletta di plastica gli raggiunse la testa, seguita da un urlo:
- FECCIA! MI STO ANNOIANDO! -
- VOOOOOOOOOI! FATTI INTRATTENERE DA QUELL'IMBECILLE CON GLI OMBRELLI E LASCIAMI IN PACEEE!!! - gli rispose Superbi, senza voltarsi, massaggiandosi la nuca e imprecando.
Stavolta fu un secchiello pieno di sabbia a raggiungere la testa dello spadaccino, che, dopo il colpo (che non lo scosse minimamente, essendo la sua testa orbai abituata alle bottiglie e ai bicchieri), si voltò di scatto e si diresse con passo infuriato verso l'ombrellone.
- CHE DIAVOLO VUOI? - urlò dritto in faccia al boss.
- Voglio che ti sdrai per terra e ti ricopri di sabbia! -
- NON CI PENSO NEMMENO! -
- COPRITI DI SABBIAAA!!! - urlò Xanxus, puntando entrambe le pistole sulla fronte di Superbi, che, brontolando, iniziò la sua ridicola opera, che fu completata nell'arco di una ventina di minuti.
- Sei soddisfatto, stupido boss? – domandò allora lo spadaccino.
Xanxus si voltò verso il suo vice e osservò la montagna di sabbia sotto la quale Superbi era bloccato. Poi grugnì e distolse lo sguardo.
Brontolando e interpretando quel grugnito come un segno di assenso, Squalo cominciò a muoversi per scrollarsi la sabbia di dosso e poter andare a ripulirsi, ma...
- Feccia, il tuo lavoro non è finito: devi coprirti anche la testa. -
- COOOSA??? -
- Sotterrati la testa! -

- Ehi, rospo! Hai visto com’è carina quella ragazza? – mormorò il principe nell'orecchio di Fran.
I due si erano da poco allontanati dagli altri per andare a sedersi ad un tavolo sotto la veranda di uno chalet lì vicino.
- Ti sei accorto solo ora di lei, Sempai? - rispose il bambino, che si trovava seduto dalla parte opposta del tavolo. - Io è da un po’che le tengo gli occhi addosso. -
 Il cappello di Fran ricevette un pugno da Bel.
- Ti ricordo che non ti è permesso guardare le ragazze se non te lo dice il principe! - lo rimproverò il sempai. - E adesso smamma! Ho da fare. –
- Credi che non abbia capito che la vuoi abbordare, Sempai? – rispose il ragazzino, alzando un sopracciglio, sarcastico. - Comunque, secondo me non ce la farai. -
- Ah, sì? - ghignò il principe, irritato, estraendo un coltello.
- Perché te la prendi con me se le ragazze non si interessano a te? – disse l’illusionista, annoiato, sorreggendosi la mandibola con il palmo della mano e appoggiando il braccio sul tavolino.
- Se proprio vuoi saperlo, popolano, è da un po’che quella ragazza laggiù mi sta sorridendo. – disse Bel, guardando oltre la spalla dell'altro e facendo una breve pausa. – D’altronde nessuna può resistere al mio fascino principesco! –
- Se lo dici tu... - commentò Fran, poco convinto, stiracchiandosi. - Io credevo che non riuscissi a vedere nulla da sotto quella matassa di capelli. -
- Adesso ti dimostrerò che ho ragione! – esclamò Bel, piccato, alzandosi e sistemandosi la corona. – Prendi appunti, sgorbio: il Principe non ripete! –
Prontamente, l'illusionista estrasse dalla tasca del costume il cellulare e accese la videocamera.
Con una studiata camminata ad effetto, il principe fece per dirigersi verso la ragazza, ma perse l'equilibrio e si ritrovò con la faccia nella sabbia. La tizia in questione rise appena, divertita da quella gaffe, mentre Fran, al contrario, impallidì, accorgendosi che il Sempai era inciampato nella sua gamba destra.
- Adesso... ti... ammazzo... - biascicò Bel, la faccia ancora nella sabbia.
- Ooohhh!!! –

In quello stesso momento, all'ombrellone...
- Ciao! Come va oggi? - chiese una voce ormai spiacevolmente familiare alle orecchie di Mammon.
- Bene, prima che arrivassi tu, imbrogliona! - borbottò l'illusionista, alzando il parasole del lettino e fulminando con un'occhiataccia l'animatrice, china davanti a lei con un collare ortopedico al collo di cui potete ben immaginare la causa.
- Oh, buongiorno, signorina! - esclamò Luss, sorridente, seduto dietro l'Arcobaleno. - Che attività ci sono in programma per oggi? -
- Allora, vediamo un po'... - rispose la ragazza, sfogliando attentamente il plico di fogli che aveva tenuto, fino ad un attimo prima, sottobraccio. - Siete giusto in tempo per lo yoga e la ginnastica rigenerante. -
- Bene! E nel pomeriggio? -
- Mmmhhh... alle diciassette abbiamo un torneo di tamburello. -
- Sono stato sempre un appassionato di tamburello; parteciperò volentieri! -
- Viene solamente lei? -
- Oh, no, anche a Levi-chan piace giocare a tamburello. - rispose Lussuria, circondando il braccio di Levi con entrambe le braccia. - Giocherà con me, vero, Levi-chan? -
- Ma io non so giocare... - rispose l'altro, scrollandosi il Guardiano del Sole di dosso.
- Uffa, sei sempre il solito! - esclamò Luss. - Allora Xanxino verrà a giocare con me! -
Ma Xanxus non era dell'idea, e lo fulminò con un'occhiataccia infuocata.
- Ma dove vai, Ma-chan? - chiese Lussuria, perplesso, accorgendosi che Mammon, dopo essere saltata giù dal lettino, se ne stava andando con lo stesso passo di una persona irritata. - Non vuoi divertirti? -
- No. -
Mentre la bambina si allontanava, l'animatrice guardò con espressione confusa e interrogativa Lussuria, che si strinse nelle spalle, scuotendo il capo e sorridendo per rassicurarla.
In quello stesso momento, li raggiunse Fran.
- Oh, Fran! - disse Luss, perplesso di vederlo ritornare da solo. - Dov'è Bel-chan? -
- Il sempai voleva stare un po'da solo con le ragazze che ha conosciuto al bar, e non mi voleva tra i piedi. - rispose il bambino, levandosi il copricapo e mostrando a Luss il bernoccolo che il principe gli aveva procurato con un cazzotto ben assestato.
- Su, Fran, vieni qui a sederti all'ombra. Ora Squ-chan ti andrà a prendere del ghiaccio per quel bernoccolaccio... - disse il Guardiano Del Sole, dispiaciuto per il poverino, guardandosi intorno in cerca di Squalo, senza trovarlo. - Ma dov'è finito? -
Xanxus incominciò a ridacchiare sommessamente, mentre l'animatrice lanciò un urlo di terrore, non appena si accorse che la sabbia sotto i suoi piedi aveva iniziato a tremare, e dal terreno stava lentamente emergendo qualcosa di simile ad una spada.
Terrorizzata, la povera ragazza saltò accanto a Luss che, spaventato, aveva appena agguantato il povero Fran, il quale non apprezzò affatto quel gesto e cercò inutilmente di liberarsi dalla presa ferrea del Varia.
L'animatrice guardava, attonita e spaventata, il posto dov'era stata in piedi fino a pochi secondi prima, e la testa dai lunghi capelli bianchi e dal volto paonazzo che stava rapidamente emergendo da terra, sputando sabbia ovunque e agitando la spada con fare furioso.
- VOOOIII!!! STUPIDO BOOOSS!!! -
- Squ! Sei tu! - esclamò Lussuria, felice e sollevato, lasciando finalmente Fran. - Ma che ci facevi lì sotto? -
Squalo non rispose. Riteneva che spiegare le richieste assurde del suo boss sarebbe stato alquanto umiliante per lui, che le aveva esaudite; perciò si limitò a tirarsi fuori da sotto la sabbia (con non poche difficoltà) e a scrollarsi di dosso meglio che poté i granelli rimastigli sulla pelle.
- Vuoi venire con noi a giocare a tamburello? - propose l'animatrice, riacquistando la sua aria spensierata e solare.
Superbi si voltò verso di lei, squadrandola attentamente e con sospetto, prima di grugnire un 'no!' deciso e scocciato.
- Va bene, Squ, - sospirò Luss. - Mi dispiace, signorina: i miei bambini oggi non sono in vena di giocare. -
- Per oggi ve la passo, - rispose l'animatrice, sorridendo. - Ma domani vi voglio ai balli di gruppo in spiaggia! -
- Ci puoi contare. - rispose Fran, ironico.
E così l'animatrice se ne andò.
- Bambini! - disse allora Lussuria, irritato. - Vi siete comportati veramente male con la signorina Ann! Domani, per farle piacere, andremo a fare i balli di gruppo tutti insieme, altrimenti vi sculaccio per bene! -
Sapendo che la loro mammina sarebbe stata capace di fare quello e ben altro, i suoi quattro compagni lì presenti promisero solennemente (loro malgrado) che avrebbero partecipato ai balli di gruppo del giorno seguente.
- Bravi! Ora vi meritate un bel regalino... - disse Lussuria, orgoglioso della promessa strappata agli altri. - Che ne dite di un costume da bagno? Laggiù c'è un venditore; vado a vedere se trovo qualcosa di carino <3! -

Mammon, intanto, come potrete ben immaginare, se n'era andata a fare un giro per sfuggire alla vista dell'animatrice, che le causava un'orticaria da paura. Se ne stette a zonzo per qualche minuto, poi decise che era giunto il momento di tornare all'ombrellone. Ma sulla via del ritorno, l'Arcobaleno incappò in una bancarella di costumi, e soprattutto in Lussuria.
- Oh, Ma-chan, arrivi proprio in tempo! - esclamò Luss, riconoscendola. - Vieni, vieni! - la esortò.
- Che vuoi? - chiese, scocciata, raggiungendolo.
- Voglio sentire il tuo parere su questo costume - disse l'altro, mostrandole un orrido bikini dai colori appariscenti. - Ti sembra troppo vivace per Levi-chan? -
- Ma niente affatto! – esclamò l'illusionista, figurandosi il Guardiano del Fulmine in bikini. - È perfetto per lui! -
- Sai, è molto importante che gli trovi un costume adatto, o quel poverino non riuscirà mai a fare colpo su una ragazza! È sempre così vestito male!... –
Mammon si mise a ridere sommessamente, nascondendo ancora di più il volto nel cappuccio.
- Sono sicura che con i tuoi consigli Levi diventerà un ottimo play-boy! - commentò poi l'Arcobaleno, fingendosi seria.
- Oh, Ma-chan! Sei sempre così gentile! Mi lusinghi troppo!... - arrossì il Varia. - Comunque, tu mi sei sempre di grande aiuto quando devo scegliere dei vestiti per Levi-chan: ultimamente, con i tuoi consigli, gli ho comprato un sacco di abitini carini carini! E poi non immagini quanto gli siano piaciuti: non li mette mai perché ha paura di rovinarli! Come se fossero di porcellana! <3 - sospirò, sognante. - Quindi, - aggiunse poi. - Anche stavolta mi fiderò di te. - e allora si rivolse al proprietario della bancarella, porgendogli il costume. - Prendo questo. –
Ma ecco che Mammon cambiò improvvisamente umore, incupendosi, e agguantò il braccio di Lussuria, trascinandolo verso il basso fino a quando non lo vide dritto negli occhi.
- Non ti azzardare a spendere cifre da capogiro per quei cosi! - lo ammonì, scandendo le parole.
- Oh, no, Ma-chan! - la rassicurò l'altro. - Non ti preoccupare! -
Ma l'illusionista non era troppo convinta, e si voltò verso il proprietario della bancarella.
- Quanto costano? - chiese.
- Sette costumi, 140 euro. - rispose l'uomo.
L'illusionista sbiancò: non aveva la minima intenzione di spendere tutti quei soldi in costumi da bagno, per giunta scelti in base ai gusti di Lussuria.
- Senti, tu, - Mammon si rivolse al venditore, irritata. - Sono sicura che tutti quei cosi messi insieme non valgono 140 euro, e io non ho intenzione di pagarli così tanto. -
- Sono già in sconto. - rispose l'uomo, scuotendo il capo.
- Non ho detto che voglio uno sconto: ho detto che voglio pagarli quanto valgono. -
L'uomo sorrise con aria malandrina.

- Ovviamente i soldi che hai speso per i costumi verranno prelevati dal tuo stipendio, insieme a 300 euro che serviranno per ripagarmi della mia contrattazione. - disse Mammon a Luss, mentre ritornavano all'ombrellone.
- Oh, Ma-chan! Sei stata veramente brava a contrattare con quel signore! Sono proprio orgoglioso di te! - gongolò Lussuria, stringendo a sé i sette costumi che aveva comprato, e chinandosi verso l'illusionista per darle un bacio.
- Scordatelo! - lo ammonì la bambina, dandogli un cazzotto sul naso.
- Come posso ripagarti, allora? -
- Altri 800 euro dal tuo stipendio basteranno. - rispose l'illusionista, facendo per allontanarsi. - Io vado a casa. -
- E non li vuoi vedere gli altri con indosso i loro costumini nuovi? -
Mammon si fermò.
- Posso filmarli? - chiese, voltandosi con un guizzo d'astuzia nello sguardo e una videocamera nella mano destra.

- Bene, bambini, - iniziò Lussuria, seduto sul lettino, battendo le mani in preda all'emozione. - Diamo inizio alla prova costume! Sei pronta, Ma-chan? -
Si voltò verso Mammon che, seduta al suo fianco e armata di telecamera, attendeva, trepidante, l'inizio della sfilata.
- Ci puoi giurare... - sghignazzò lei.
- Cominciamo per ordine di età. - continuò Luss, facendo poi un cenno verso tre asciugamani che aveva legato ad un paio di ombrelloni per creare una specie di paravento. - Levi-chan, vieni pure avanti! -
E così l'esibizione cominciò. In quel momento il povero Levi emerse da dietro il paravento, con passo incerto e sgraziato, imprigionato nello striminzito bikini sopra citato.
- Dimmi cosa ne pensi del nuovo costume di Levi. - disse il Guardiano del Sole, rivolto a Mammon.
L'Arcobaleno riprese il modello da capo a piedi con la videocamera, annuendo, compiaciuta.
- Ora, Lussuria, puoi stare sicuro che Levi troverà tante ragazze! – commentò, cercando di non scoppiare a ridere di fronte al povero Guardiano del Fulmine.
Non riferiremo l'alquanto sgarbata risposta dell'uomo.
- Oh, come sono contento! - esclamò Lussuria, al settimo cielo. - Avanti, Squ! Tocca a te! -
- NO! - rispose una voce furiosa da dietro il paravento.
- Su! - lo esortò la Mammina. - Non fare il timido! -
- Timido un corno! Io non mi faccio vedere con questo coso addosso! -
- Ma ti sta benissimo, caro! Non vorrai che venga io a tirarti fuori da lì dietro, vero? -
Non si udì alcuna risposta, poi il povero Squalo emerse a passo di marcia funebre da dietro il paravento, avvolto con un telo da mare che lo copriva dalle spalle alle ginocchia.
- Ma... Squ!... Fa'vedere a Ma-chan il tuo costume! - protestò Lussuria, proprio come una mamma che 'combatte' con il suo bambino di pochi anni.
Superbi gli ringhiò contro.
- Va bene, ho capito - sospirò Luss. - Sei sempre il solito timidone! - fece una breve pausa. - Coraggio, Fra-chan, tocca a te! -
Il terzo modello emerse timidamente da dietro il solito paravento, con addosso un costume intero viola e giallo. Un attimo dopo si era già dileguato dietro la protezione dei tre asciugamani.
- Per te, purtroppo, non ho trovato niente, Xanxino. Solo questi pantaloncini neri. - Lussuria, dopo aver applaudito i suoi modelli, si rivolse a Xanxus, dispiaciuto. - Non sei deluso, vero? -
Lui scosse il capo, sollevato di averla scampata anche stavolta, ridacchiando e lanciando degli sguardi divertiti a Squalo, che cercava di nascondere il suo costume lilla a bretelle sottili. Inutilmente, dato che Xanxus gli strappò di dosso il telo da mare con cui si stava coprendo, facendolo montare su tutte le furie.
- ADESSO BASTA!!! - sbraitò Superbi, arrabbiato sia con la mammina che con il boss. - TORNIAMOCENE A CASA! -
- Ma Squ, manca ancora Bel-chan! - obiettò Luss.
- ME NE INFISCHIO DI QUEL POPPANTE PERDITEMPO! IO NE HO ABBASTANZA DI QUESTA PROVA COSTUME!!! -
- E i signori Mattinieri? - domandò il Gurdiano del Sole, preoccupato.
- Ottimo appellativo. - commentò Fran.
- Non è un appellativo: è il loro cognome! - spiegò l'altro.
- Mai cognome fu più azzeccato!... - commentò Squalo, alzando gli occhi al cielo con aria esasperata. - Che c'entrano loro? -
L'altro divenne improvvisamente bianco.
- Ehm... ecco... ve lo avrei detto, ma... - esitò Luss.
- Che cosa? - incalzò Squalo, già sul punto di scoppiare.
- Io... ho promesso alla signora Mattinieri che avremmo fatto da baby-sitter ai loro bambini... -

- Buongiorno, signor Luss, abbiamo portato i bambini. - cinguettarono i signori Mattinieri, facendo la loro apparizione presso l'ombrellone dei Varia in compagnia dei loro pargoli.
- Ma cosa è successo al suo volto? - chiese Fernonio, preoccupato.
- Oh, non è niente: un piccolo incidente con i bambini. - spiegò Lussuria, sorridendo e cercando di nascondere i grossi ematomi che aveva in faccia e che, come potete indovinare, erano stati causati dalle percosse dei suoi compagni per esprimergli la loro felicità nel ricevere la notizia di essersi offerti (a loro insaputa) come baby-sitter.
- Mamma mia! Dev'essere stato un bruttissimo incidente!... - Tanesca scosse il capo, impietosita. - Perché non viene con noi al centro benessere? -
- Centro benessere? - ripeté il Guardiano del Sole dei Varia, perplesso.
- Certo! Ne hanno aperto uno appena due giorni fa, e in occasione dell'inaugurazione è possibile pagare un trattamento di massaggi per tre persone al prezzo di due. - spiegò la signora Mattinieri.
- E se lei vuole, saremo felicissimi di averla con noi. - concluse il signor Mattinieri. - Sono sicuro che farà molto bene ai suoi ematomi. -
- Oh, cielo! Ma è meraviglioso! Siete davvero gentili! - esultò Lussuria, salterellando e battendo le mani in modo frenetico.
- Bene, - sorrise Fernonio. - Allora possiamo andare. -
Finalmente, dopo le dovute raccomandazioni delle due mamme ai rispettivi bambini, i tre se ne andarono.
Allora Squalo, con le mani sui fianchi e senza nascondere la sua aria scocciata all'idea di passare un paio di ore a fare da baby-sitter, si rivolse ai tre ragazzini in piedi davanti a lui:
- Che cosa avete intenzione di fare? -
- Costruire un castello di sabbia! - propose Carlolfo.
- Pescare i pesci! - esclamò Daniarco, calandosi la maschera e il boccaglio sul volto a mo'di cavaliere e fendendo l'aria con il retino come se fosse una spada.
- Ma se non sai neanche nuotare! - ribatté Angiorgio al minore.
- Non è vero! - obiettò l'altro, arrossendo dall'imbarazzo.
- Non dire le bugie, idiota! - lo rimproverò il maggiore.
- Si dice 'feccia'. - lo corresse Xanxus.
- Non dire le bugie, feccia! - ripeté Angiorgio, guardando il boss, soddisfatto.
- Bravo. - commentò il capo dei Varia, senza esprimere alcun compiacimento né attraverso una smorfia né dal tono di voce.
- Ma che fai, scemo??? - sbraitò Squalo, rivolto a Xanxus. - Lo incoraggi??? -
- Si dice 'feccia'. - lo corresse il maggiore dei fratelli Mattinieri.
Trattenendosi per miracolo dal dare uno schiaffo al ragazzo e dall'urlare in faccia al suo capo, Squalo prese Daniarco con sé e si diresse verso la riva senza aprire bocca.
- Signor Xanxus, - disse Angiorgio al boss, una volta che lo spadaccino e Daniarco si furono allontanati. - Mi insegna qualcos'altro? -
- Si dice boss. - sottolineò Xanxus.
- Boss, mi insegna qualcos'altro? - si corresse prontamente il ragazzo, entusiasta.
- Signor Levi, - Carlolfo strattonò timidamente il braccio del Guardiano del Fulmine, imbambolato fino a quel momento a fissare, pieno di gelosia, il boss e il suo discepolo. - Vuole fare un castello di sabbia con me? -

In meno di mezz'ora i nostri assassini di fiducia si erano calati perfettamente nella parte dei baby-sitter: Xanxus insegnava ad un attentissimo Angiorgio, seduto ai piedi della sua poltrona, come essere un bravo boss (secondo lui); Squalo, dopo aver insegnato a Daniarco come nuotare, cercava di farlo andare sott'acqua; Carlolfo, invece, dopo aver costruito un castello di sabbia (distrutto da Levi nel tentativo di entrarvi), stava tentando, con l'aiuto di Fran, di insegnare al Guardiano del Fulmine dei Varia come giocare a biglie. Tutto sotto lo sguardo vigile della videocamera di un'istancabile Mammon.
- Quindi, Daniarco, devi trattenere il fiato, e poi devi immergere la testa sott'acqua. La mascherà ti servirà sia per vedere sott'acqua sia per evitare che l'acqua ti entri nel naso. Se vuoi respirare, devi usare il boccaglio. - spiegò pazientemente Squalo, rivolto al bambino. - Qualche domanda? -
- Sì, signor Squalo - disse Daniarco, allungando una mano e additando qualcosa alle spalle dello spadaccino. - Che cos'è quello? -
- Cosa? - domandò Superbi, voltandosi appena in tempo per vedere una sdraia scontrarsi contro la sua faccia e sbatterlo sott'acqua.
Perplesso, il bambino si sporse sul bordo dell'acqua, proprio dove Squalo era sprofondato.
- Tutto bene? - chiese, preoccupato.
Improvvisamente si formarono delle bolle d'aria sull'acqua, poi, rapidamente, Superbi riemerse, il volto livido e gli occhi iniettati di sangue puntati lontano, verso gli ombrelloni, e più precisamente verso la poltrona di Xanxus, dove il boss faceva finta di non guardarlo, mentre Angiorgio fissava Squalo con aria sbalordita.
- FORTEEE!!! - esclamò il bambino, entusiasta, voltandosi verso il capo dei Varia.
- VOOOIII!!! STUPIDO BOOOSS!!! CHE DIAVOLO TI SALTA IN MENTEEE??? - sbraitò Squalo, rivolto a Xanxus, mentre il povero Daniarco si tappava le orecchie per ripararsi dalla supersonica voce dello spadaccino.
- Il boss mi stava insegnando come si accoppano i pesci! - rispose Angiorgio, allegro.
- I pesci, eh? - ghignò Superbi, furioso, alzando la spada con fare minaccioso. - Adesso, invece, ti insegno come si accoppano i rompi...! -
- SQU-CHAN!!! - strillò una voce effeminata molto familiare alle orecchie dei due Varia. - NON DARE IL CATTIVO ESEMPIO AI BAMBINI!!! -
- CATTIVO ESEMPIO IO??? - strillò lo spadaccino, avvampando e voltandosi verso Lussuria, appena arrivato.
- Sei sempre il solito! Non vuoi mai ammettere i tuoi errori! - commentò Luss, avvicinandosi. - Com'è andata, per il resto, Ma-chan? -
- Bene! Molto bene! - sorrise Mammon, nascondendo la telecamera sotto il mantello.
- E voi, bambini? - domandò il signor Mattinieri. - Vi siete divertiti? -
- Sììì!!! - risposero tutti e tre in coro. con gli occhi sprizzanti di entusiasmo.
- Oh, signor Lussuria! Mio marito ed io siamo veramente felici che i nostri bambini si siano trovati bene con i vostri compagni. - sorrise Tanesca.
- Vale lo stesso per me, signora Mattinieri. - sorrise il Guardiano del Sole. - Anzi, - il suo sguardo s'illuminò. - Che ne dice di farli giocare insieme tutti i giorni? -
- Non possiamo. - si affrettò ad obiettare Squalo.
- E perché? - domandò Luss, confuso.
Gli altri Varia si guardarono l'un l'altro con aria interrogativa, in cerca di una scusa buona.
- Perché domani abbiamo promesso agli animatori di fare tutte le attività che ci avrebbero proposto. - disse Levi, giudicando quella come una trovata azzeccata.
- Ma che bella notizia! - esclamò la signora Mattinieri, sorpresa. - Pensi, signor Levi, che anche i nostri bambini hanno deciso di fare lo stesso. -
- Oh! Allora domani staranno insieme per tutto il pomeriggio! - sorrise Luss.
- A proposito: adesso i bambini hanno la gara di canoa. - aggiunse Fernonio, dando un'occhiata al suo orologio da polso. - E siamo già in ritardo! Forza, bambini! Sbrighiamoci! -
E così, in fretta e furia, la famigliola se ne andò, lasciando i nostri Varia da soli.

Ore quattro di quello stesso pomeriggio.
Xanxus si svegliò dal suo pisolino post-pranzo quotidiano.
- Fecce, - disse, completamente lucido appena un attimo dopo aver aperto gli occhi. - Perché non ho visto neanche l'ombra di una bistecca a pranzo? -
Gli altri, impegnati fino a quel momento nelle loro attività ordinarie, si voltarono nella sua direzione (tranne Levi, ovvio, che, come potete ben immaginare, era già rivolto dalla sua parte da un pezzo, se non dal giorno precedente).
- Stupido boss! - borbottò Squalo, innervosito. - Ti sembra il momento di pensare alle bistecche? Torna a dormire, che è meglio! -
- Il boss ha ragione! - intervenne subito Levi in difesa del capo.
- Anche il principe aveva voglia di mangiare una bella bistecca! - assentì Bel. - Pasta e fagioli non sono affatto un piatto regale! -
- Siete sempre le solite sanguisughe esigenti! - brontolò Mammon, seccata da tutte quelle lamentele. - Questo era tutto quello che la vecchia aveva... -
Un improvviso rumore di cocci infranti accompagnato dalla voce squillante e dai passi di Lussuria fece sobbalzare tutti:
- MA-CHAN! NON AVRAI DI NUOVO DERUBATO LA SIGNORA CIECHI? -
- E che ti aspettavi? - rispose lei, schietta. - Che sprecassi venti euro per fare la spesa? Quando si ha il pranzo a due passi da casa? -
Lussuria, immobile sulla soglia che separava l'ingresso (dov'erano gli altri) dalla cucina (dove il Guardiano del Sole era stato segregato per lavare i piatti), lanciò un'occhiata adirata a Mammon.
- Se adesso non vai a chiedere immediatamente scusa, prenderò io in gestione il tuo stipendio e quello di tutti gli altri! -
Inutile dire che quella minaccia bastò per convincere l'illusionista ad ubbidire agli ordini del collega. Ma per Luss questo non era abbastanza.
- E voi? - domandò, con tono imperioso, agli altri, seduti chi sul divano, chi su Frau e chi per terra (esatto, Levi).
- Noi cosa? - rispose Squalo, rivolgendo lo sguardo verso di lui.
- Perché non venite? -
- Dove? - chiese Levi, perplesso.
- Dalla signora Ciechi, ovvio. - disse Lussuria, con lo stesso tono di voce.
- E perché? - domandò Belphegor, con una leggera punta di disgusto e di spavalderia.
- Visto che ci siamo, le chiederemo tutti scusa per averla svegliata ieri notte. -

- Avanti, Squ, suona il campanello. - Lussuria, di fronte alla porta color cabina telefonica inglese della casa della signora Ciechi, si rivolse a Squalo.
- Non se ne parla! - rispose l'altro. - Quella donna mi odia! -
- Ti sbagli, capitano: alla vecchia è piaciuta la tua performance di Saladino. - intervenne Bel ridacchiando.
- Vediamo se le piacerà quello che farò alla tua testa! - esclamò Superbi, preparandosi a colpire il ragazzo.
- Ora basta, bambini! - esclamò Luss, interponendosi fra i due. - Non fatemi fare brutta figura! -
Poi suonò il campanello.
- Eccomi, arrivo. - disse una voce gracchiante, proveniente dall'interno dell'abitazione, avvicinandosi alla porta con passi lenti e faticosi.
Pochi attimi dopo la porta si aprì cigolando, e la faccia della famigerata signora Ciechi fece capolino dall'interno della casa, squadrando, sospettosa, i volti dei Varia da dietro i suoi spessi occhiali da vista.
- Chi siete? - domandò, quasi con tono minaccioso.
Lussuria, incurante dell'atteggiamento scontroso dell'anziana, sorrise.
- Siamo i suoi vicini, signora, - disse. - Quelli dell'altra sera... -
- E del cosplay di Saladino. - aggiunse Fran, ricevendo un cazzotto in testa da Squalo.
- Siamo venuti a chiederle scusa per averla svegliata in un modo tanto incivile. - continuò la mammina.
La signora Ciechi non rispose. Era troppo concentrata ad esaminare i volti dei sette.
 - Le vostre brutte facce non mi piacciono. - disse infine, con un'espressione cupa in volto.
- Parla per te, vecchia! - rispose Bel, offeso. - Il volto del principe è oltremodo perfetto! Al contrario del... -
Squalo si affrettò a tappargli la bocca con una mano, e l'attenzione della signora Ciechi si focalizzò su di lui, mentre il suo volto si rasserenava.
- Ooohhh...! Ma tu sei quella giovanotta di ieri sera! - esclamò, riconoscendo Squalo. - Ma entra pure, cara! Ti offrirò qualcosa... -
E così invitò lo spadaccino ad entrare in casa. Titubante e anche abbastanza umiliato, l'uomo entrò. Istintivamente anche gli altri sei fecero per seguirlo, ma la signora li fermò con un gesto imperioso.
- E voi chi sareste? - domandò.
- Squ-chan è uno dei miei bambini. - rispose prontamente Luss.
- Entrate pure. - disse infine lei, precedendoli attraverso il piccolo ingresso della casa e poi lungo un piccolo e stretto corridoio.
 - Siete giusto in tempo per l'ora del tè. - annunciò la donna.
- Davvero? - squillò Luss entusiasta, immediatamente frenato da Bel.
- Certo! Le mie amiche ed io ci ritroviamo sempre insieme per bere il tè e conversare. - spiegò la signora Ciechi, fermandosi di fronte ad una porta. - Saremo felici di avervi come ospiti per stasera. - fece una breve pausa. - Dovete sapere che le mie amiche sono rimaste molto colpite dalla mia descrizione del vostro travestimento di ieri sera, e desideravano molto conoscervi. Siete arrivati giusto in tempo. -
E senza aggiungere altro aprì la porta, mostrando ai Varia un piccolo salottino ben arredato in modo ottocentesco, con tanto di cupi e minacciosi ritratti di famiglia appesi alle pareti. Al centro della stanza c'era un piccolo tavolino rotondo, e lì attorno stavano sedute cinque anziane intente a sorseggiare tè e a mangiucchiare biscotti.
Non appena la porta si aprì, queste si voltarono simultaneamente verso i Varia con aria attenta.
- Mie care, indovinate chi è venuto a trovarci oggi? - disse la signora Ciechi, emozionata, rivolta alle sue amiche. - Quei ragazzi del travestimento di ieri sera! -
Le cinque vecchiette si guardarono l'un l'altra, sorprese e felici, scambiandosi degli 'Oh!' di meraviglia e guardando i loro ospiti, sorridendo. I sette assassini, dal canto loro, non fecero una piega, se non Luss, che si sentiva una giovane sedicenne inglese di un paio di secoli addietro che faceva il suo ingresso in società.
La signora Ciechi li invitò a sedersi su un divano e su alcune sedie rimaste vuote, poi prese posto anche lei, lanciando alle sue comari degli sguardi emozionati, come quelli di una fangirl a stento contenuta che stava per incontrare il suo idolo.
- Loro sono le amiche di cui vi ho parlato: Emmice, Francilde, Urselia, Ofanna e Quirella. E io sono Pamilla, ma voi mi conoscete già. - disse la signora Ciechi, dopo un attimo di silenzio, indicando le sue amiche dopo averle nominate.
Per un breve attimo la stanza si riempì di un silenzio pieno di imbarazzo, da parte della Squadra Assassina dei Vongola, e di emozione, ovviamente, da parte delle sei anziane.
- Gradite un biscottino o un tramezzino? - domandò allora Emmice con la voce di una vecchietta strampalata e gli occhi vispi di una bambina, sorridendo e porgendo agli ospiti un vassoio, giusto per rompere il ghiaccio. - Li ho fatti io. -
I Varia accettarono di buon grado quegli spuntini, sperimentando l'ottima cucina della signora che aveva rivolto loro la parola per prima.
Subito dopo, la mammina dei nostri famigerati assassini decise che era venuto il momento di presentarsi:
- Io sono Lussuria, e loro sono i miei bambini: Xanxino, Squ, Levi, Ma, Bel e Fran. - disse, indicando i suoi compagni, orgoglioso.
- Davvero? - domandò Emmice Cuochi, stupita. - E sono davvero tutti figli suoi? -
- Be'... no. - spiegò il Guardiano del Sole. - Io li chiamo così, ma non lo sono... -
- E mi dica, signora, lei utilizza ancora i buoni vecchi metodi della stecca di legno per punire i bambini disobbendienti? - domandò Francilde Serio, rigida e austera sulla sedia su cui era seduta, e con una certa aria di competenza nella voce. - Mi auguro di sì. Ai tempi in cui insegnavo in collegio ricorrevo anche io a tali metodi, e li ho sempre trovati molto efficaci. -
- Oh cielo! Certo che no! Nessuno farebbe più delle cose simili a dei bambini! - esclamò Lussuria, orripilato da quelle parole.
- A me non sono mai piaciuti i bambini. - commentò Ofanna di Contrario, con la faccia imbronciata, mescolando nervosamente il suo tè con un cucchiaino, quasi volesse sfogarsi con quel gesto. - Sono troppo iperattivi. -
- Ma è proprio questo il bello, Ofanna cara! - rise Quirella Fermi. - Non c'è nulla di meglio che vedere dei giovani che corrono, saltano, fanno le capriole e si sbracciano! - e accompagnò quell'elenco con dei gesti ryoheieschi, prima di aggiungere, con malinconia: - Eh eh!... Anche io, ai miei tempi, ero così! Ora posso soltanto limitarmi a fare un paio di maratone alla settimana! -
Lussuria osservò per un breve attimo la signora Quirella, pensieroso, chiedendosi se non fosse parente del Guardiano del Sole dei Vongola, ma poi la voce pomposa della signora Urselia Parlapoco attirò la sua attenzione, distogliendolo dai suoi pensieri:
- Sa, signora Lussuria, io ho ben nove figli, ma non sono tutti figli miei: un paio li ho adottati, e diversi di loro hanno ottenuto anche posizioni importanti. Lei conoscerà sicuramente il dottor Malori,... -
- Ma quindi sono o non sono i suoi bambini? - insistette Emmice, curiosa, interrompendo l'altra.
- Aspettate, mie care, - intervenne la signora Ciechi, con un tono da prima della classe. - Adesso vi spiego io... La signora Lussuria è la nipote della cugina della sorella della zia della nonna della migliore amica della vecchia Benotta... ve la ricordate? -
- Ma certo! Era la moglie di Umbaso. - intervenne Emmice, serafica.
- Ti sbagli! Era sua sorella! - obiettò Ofanna.
- Suvvia, ragazze! Questi sono dettagli! - esclamò Pamilla, sorridendo. - Sappiate che la signora Lussuria viene al mare qui da quando era piccola, e quest'anno, dopo non essere tornata per tanto tempo, eccola qui con la sua famigliola! - fece una breve pausa, indicando Squalo. - Lei è la sua figlia più grande. - poi il suo indice si spostò su Xanxus e Fran. - E loro sono suo marito e suo figlio. -
- Capitano, lei non mi piace affatto come mamma. - protestò Fran, con tono apatico, ricevendo un calcio dallo spadaccino, che stava per dare di matto, istigato, oltre che dalle storie senza capo né coda della signora Ciechi sulle loro parentele, anche da Belphegor, che stava ridendo sotto i baffi (o meglio, sotto la fratina).
- Lui, invece, è il secondo figliolo di Lussuria. - continuò la signora, indicando Bel.
"Be', almeno non sono stato scambiato per una donna!" disse tra sé e sé il principe, stringendosi nelle spalle e sorseggiando del tè.
- E loro due sono sua moglie e sua figlia. - concluse Pamilla, indicando Levi e Mammon.
Belphegor lasciò cadere la tazza da tè sul tappeto del pavimento, stravolto, mentre Squalo sghignazzava all'idea che Levi fosse una donna e soprattutto all'idea che Il Principe avesse sposato una signora così brutta.
- Come osi, vecchia!? - s'inalberò il ragazzo, accarezzando il manico di uno dei suoi coltelli senza farsi notare. - Credi che il principe non abbia buon gusto nello scegliere una sua eventuale compagna? -
- Forse è stata la sposa a scegliere Sua Altezza... - suggerì Squalo, sghignazzando, maligno.
Belphegor stava per afferrare l'arma e scagliarla contro il suo capitano quando un ringhio minaccioso attirò l'attenzione di tutti verso il topo della padrona di casa, seduto davanti a Levi.
- Oh! Che meraviglia! - esclamò la signora Ciechi, sorpresa, rivolta al Guardiano del Fulmine. - Credo che a Sansone lei piaccia! -
Lei lo credeva, ma l'uomo, al contrario, non era dell'idea, dato lo sguardo intimidatorio del cane e i denti che questo gli mostrava.
- Ushishishishi! - ridacchiò Bel. - Eh, già! Un popolano resta sempre un popolano... Anche per un cane! -
E fece per accarezzare il cagnolino, ma quello, non appena si accorse della sua mano regale, saltò per cercare di morderla. Fortunatamente per lui, il principe levò la mano appena in tempo.
- Ha ragione, sempai. - commentò Fran, rivolto al principe, con sottile ironia. - E il cane ne ha appena dato la prova. -
Prontamente sette coltelli argentati raggiunsero il cappello del bambino.
- Ooohhh! - squittì la signora Emmice, sorpresa. - Lei è un lanciatore di coltelli! -
- Santo Cielo! Che orrore! - esclamò la signora Francilde, portandosi una mano sul petto con gli occhi sbarrati, indispettita dalla presenza di un delinquente lanciatore di coltelli.
- Ah ah! - esultò la signora Quirella, saltando in piedi dalla poltrona su cui era seduta e andando incontro a Belphegor. - Sa, giovanotto, io ai vecchi tempi mi ero invaghita di un lanciatore di coltelli zingaro. Che eleganza! E che precisione aveva, quell'uomo!... Lei me lo ricorda propro. Non mi meraviglio che sua moglie abbia sposato un abile lanciatore come lei! -
Levi arrossì, vergognoso.
- Tsk!... Il ragazzo ha ancora tanta strada da fare! - commentò Ofanna.
- Ai nostri tempi si vedevano molti di questi artisti, alle fiere di paese. - intervenne Urselia. - C'erano anche un sacco di giostre. Sarebbe bello ritornarci. - fece una breve pausa, sorseggiando del tè. - Mi ricordo di quella volta che andammo alla fiera con gli amici di... -
- E voi giovani ci andate ancora a ballare? - domandò Emmice, incuriosita.
- Sì. - rispose Lussuria, esitante. - Ma i miei bambini ed io non siamo abili ballerini. -
- Oh, noi, ai nostri tempi, ballavamo divinamente. - disse la signora Parlapoco.
Improvvisamente lo sguardo della signora Ciechi si illuminò, e la donna saltò in piedi.
- Ragazze! - disse, rivolta alle amiche. - Che ne dite di insegnare a questi giovani d'oggi come si balla? -
Le altre cinque vecchiette si guardarono l'un l'altra, entusiaste.
- Delle lezioni di danza da voi? - domandò Lussuria, emozionato. - Ma è un'ottima idea! -
- E allora domani sera faremo scintille! - strillò Quirella, allegra. - Mi raccomando: siate puntuali! Alle nove qui! -
- Ci può contare, signora Quirella! - sorrise Luss.
- Ehm... Oh! Sono già le sei! - esclamò Squalo, cercando un espediente per andarsene di lì, prima che Lussuria acconsentisse a fare altre pazzie. - Noi dobbiamo ancora andare a fare la spesa! -
- Ma Squ, noi abbiamo già tutto... - obiettò il Guardiano del Sole, perplesso, prima che Bel gli tappasse la bocca.
- Hai ragione, sorellina! - disse il principe, appoggiando il gioco dello spadaccino. - Dobbiamo proprio scappare! -
- Oh, che peccato! - esclamò Emmice, dispiaciuta.
- I giovani d'oggi! - scosse il capo Ofanna. - Sempre di corsa. -
- Allora buoni acquisti, cari! - li salutò la signora Pamilla con un gesto della mano, mentre i nostri sette assassini fuggivano via dalla casa della loro vicina per andare a rifugiarsi nella loro catapecchia.

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Capitolo 6
*** A passo di danza ***


Continuano le disavventure dei Varia, tra vecchiette giovani dentro, vicini pazzi e animatori esaltati! XD
Buon divertimento!

(X Kyoite: vogliamo ringraziarti immensamente per la recensione che ci hai inviato. Come sempre, siamo felicissime di averti fatto divertire anche stavolta e di aver sentito il tuo parere, che ci è sempre molto caro :D.
Per motivi di tempo legati alla nostra partenza non abbiamo avuto tempo di risponderti in modo adeguato, e siamo state costrette a rispondere qui. Ci dispiace tantissimo. Perdonaci!)

Prossimo aggiornamento: 30 agosto!
P.S. Per motivi vacanzieri le risposte a eventuali recensioni arriveranno con un ritardo enormemente superiore ai tre giorni.


- Ehi, amico, vuoi comprare ciondolo? – domandò una voce cantilenante e con accento chiaramente straniero.
Fran, sdraiato su un lettino da spiaggia da meno di dieci minuti, aprì gli occhi e guardò il suo interlocutore con inespressività. Poi si mise a sedere, fissando la mercanzia che il venditore gli proponeva.
- Ma sì, anche tre! - rispose, atono, prima che Mammon gli saltasse in testa, prendendo la parola, agitata, muovendo le braccia in modo frenetico:
- Via! Via! Non ci serve niente, abbiamo già tutto quello che ci occorre. –
Gli altri cinque, anche loro occupati a non far nulla fino a quel momento, si voltarono nella loro direzione, attratti dal tono preoccupato della voce della loro avida illusionista.
- Ehi, capitano! – disse Bel, sghignazzando e chiamando Squalo, seduto su una sdraia accanto al lettino del principe. – C’è un tuo collega! –
- Sta’zitto, dentiera ambulante! – borbottò Squalo, colpendolo sulla testa. Ricordava infatti fin troppo bene l'esperienza di venditore ambulante dell'anno precedente, e anche il colpevole.
- Vuoi collane, braccialetti, cavigliere, orologio-sveglia? – chiese l’uomo a Mammon, che scuoteva il capo senza neanche starlo a sentire, e continuava a fare cenni con le braccia nel tentativo di convincere l'altro ad andarsene.
- Vedi se serve qualcosa a questi qui davanti. – suggerì Fran all'uomo, annoiato, indicando un ombrellone due file più avanti del loro, occupato dalla carovana dei signori Mattinieri, ovviamente.
- Va bene. Ciao, amico! – il marocchino salutò e se ne andò.
Non appena se ne fu andato, Mammon cominciò a fare una lunga ramanzina a Fran, minacciandolo di ridurgli lo stipendio, di per sé già esiguo, essendo il ragazzo il membro più giovane del gruppo.
Fran stava giusto chiedendosi come potersi liberare della petulante illusionista del gruppo, quando qualcuno arrivò, neanche a farlo apposta, in suo soccorso...
- Salve! Come va oggi? - domandò Ann, apparendo improvvisamente di fronte all'ombrellone dei nostri sette vacanzieri.
- Indovina un po'? - rispose Mammon, digrignando i denti e distogliendo la sua attenzione da Fran per concentrarsi sulla nuova arrivata.
- È stata di un tempismo perfetto, signorina. - sorrise Fran.
- Grazie! - cinguettò l'animatrice, sorridendo. - Sono venuta a ricordarvi della vostra promessa per quanto riguarda i balli di gruppo di oggi pomeriggio. -
- Il principe non ha fatto alcuna promessa! - s'indispettì Belphegor, alzandosi in piedi e fronteggiando la ragazza con aria minacciosa. - Chi ha osato fare promesse a nome suo? -
- Oh, è vero! - annuì Ann. - Lei non c'era ieri... - fece una breve pausa. - Allora lei è esentato, e anche la bambina. - poi si voltò verso gli altri Varia. - Ma voi no! -
Imprecazioni sommesse serpeggiarono tra Squalo, Levi e Fran, mentre Xanxus non commentò e Luss li rimproverò, prima di rivolgersi all'animatrice:
- E a che ora sarebbero questi balli di gruppo? -
- Alle cinque. - rispose lei, sfogliando il programma della giornata.
- Bene! - esultò Lussuria, battendo le mani. - Così i miei bambini ed io avremo tutto il tempo per partecipare anche alle altre attività! -
Ann lo guardò, attonita, mentre gli altri avrebbero voluto spaccargli la faccia.
- Avete davvero intenzione di partecipare a tutte le attività di questa giornata? - chiese, incredula, senza attendere una risposta. - Ma è meraviglioso! Venite con me, presto! Il torneo di corsa sui materassini sta per cominciare! -
- Corsa sui cosa? - ripeté Levi, scosso, mentre la ragazza afferrava lui e Squalo per mano e li portava con sé, seguita subito dopo da Luss, che spingeva con entusiasmo la poltrona di un indifferente Xanxus e che trascinava per un braccio uno sdegnato Fran.
Mammon e Belphegor guardarono per un breve attimo i loro compagni allontanarsi, poi il secondo si rivolse alla sua compagna di guai:
- Che dici, andiamo a vederli? -
Mammon si strinse nelle spalle con falsa indifferenza:
- Perché no? -

- Bene, ragazzi! - esclamò Ann, rivolta alla piccola folla di bambini, ragazzi, la famiglia Mattinieri al completo e cinque Varia che era riuscita a radunare sulla spiaggia. - Sono felice che abbiate deciso di partecipare a questa entusiasmante gara di corsa sui materassini! Grazie! -
Dalla folla salirono degli 'EEEHHH!!!' entusiasti.
- Grazie! Grazie! - sorrise la ragazza. - Ma ora cominciamo a spiegare le regole del gioco. - fece una breve pausa, indicando ai presenti la doppia fila di sei materassini posizionati in acqua uno di seguito all'altro e a distanza regolare, al termine dei quali c'era una ciambella di salvataggio. - Vi sfiderete a due a due in una corsa sui materassini. Il primo dei due che raggiunge l'ultimo materassino deve lanciarsi all'interno della ciambella, e così potrà passare al turno successivo. Se cadete dai materassini siete eliminati automaticamente, e il vostro sfidante non è tenuto a concludere la gara con voi per essere dichiarato vincitore e passare al turno successivo. - spiegò Ann, sorridente. - Se non ci sono domande, cominciamo a stabilire le prime coppie che si sfideranno! - e cominciò così a dividere il gruppo in coppie.
- Siete tutti pronti? - domandò Ann, emozionata, non appena ebbe finito di decidere le coppie. - La coppia A si prepari! Pronti... partenza... VIA!!! -
Un paio di ragazzini (uno era Carlolfo) cominciarono a correre. Il primo inciampò al quarto materassino, e l'altro (il Mattinieri) fu immediatamente proclamato vincitore e invitato ad accomodarsi alla destra dell'animatrice.
Il gioco andò avanti, e venne il turono della coppia E...
- La coppia E si prepari! - esclamò l'animatrice, mentre Squalo e Levi prendevano posto davanti ai rispettivi materassini. - Pronti... -
- Fai del tuo meglio, Squ! - strillò Luss allo spadaccino.
- Boss! Vincerò per lei! - urlò il Guardiano del Fulmine, orgoglioso. Xanxus rispose scuotendo la testa, come se gli avesse rivolto la parola un matto.
- Partenza... - continuò Ann.
- Speriamo succeda qualcosa di ridicolo. - disse Mammon, seduta su una sdraia nella prima fila di ombrelloni davanti al luogo della gara.
Belphegor, che stava mangiando un gelato su un lettino accanto a lei, annuì.
- Sono proprio curioso di vedere cosa succederà. - rispose.  Ushishishishishi!!! -
- VIA!!! - esclamò l'animatrice, mentre Levi e Squalo cominciavano a correre a perdifiato e in modo sgraziato sugli instabili materassini. Fu una gara difficile, dato che nessuno dei due voleva perdere e aveva degli ottimi motivi per vincere. Il primo concorrente gareggiava per avere un briciolo di attenzione da parte del suo boss, e l'altro per non insozzare il suo onore a causa di una sconfitta con un idiota armato di parafulmini.
Spinti dai loro buoni motivi, i due correvano senza lasciarsi superare di un millimetro e senza perdere l'equilibrio. Quando raggiunsero la ciambella di salvataggio saltarono insieme di testa, incuranti della reale possibilità di darsi una zuccata a vicenda. Le loro braccia riuscirono ad entrare nel cerchio della ciambella, ma le loro teste sbatterono l'una contro l'altra, senza riuscire ad entrare. A questo punto i due cominciarono a calciarsi sott'acqua, nel tentativo di  convincere l'avversario a togliere le braccia dall'interno del salvagente.
Dato l'esito incerto della gara, Ann li invitò a fermarsi e si tuffò in acqua per verificare se uno dei due avesse vinto anche solo di pochi centimetri o se avessero pareggiato, il che avrebbe comportato l'annullamento del duello e la necessità di ripeterlo in un secondo momento. L'animatrice constatò che la vittoria spettava a Squalo, in quanto il braccio sinistro dello spadaccino, a causa della spada, era più lungo di quello di Levi di almeno novanta centimetri.
Levi montò su tutte le furie.
- DOVEVO VINCERE PER IL BOSS!!! - strillò, infilando a forza la testa di Squalo nel salvagente e tenendola sotto per affogarlo.
- LEVI-CHAN!!! - sbraitò Lussuria, allarmato. - LASCIA SUBITO STARE SQU-CHAN!!! - poi si voltò verso Xanxus, che si stava sporgendo dalla poltrona per vedere meglio la scena. - XANXINO!!! NON GUARDARE LEVI-CHAN, È UN PESSIMO ESEMPIO DA IMITARE! -
- Suvvia! - rise Ann, che evidentemente non si rendeva neanche conto della situazione. - È soltanto un gioco! Signor Levi, basta! Se vuole fare una gara di apnea ci potremo pensare dopo! Ora faccia giocare la coppia F! -
Nel sentir pronunciare il nome della coppia del suo Boss, Levi lasciò immediatamente andare Squalo, che sollevò il capo con la bocca spalancata e gli occhi strabuzzati, cercando di inspirare quanta più aria poteva. Il Guardiano del Fulmine, intanto, tornò da Xanxus, e si inginocchiò ai suoi piedi, con aria di pentimento.
- Mi perdoni, Boss! - supplicò l'uomo, il volto schiacciato nella sabbia. - Non era mia intenzione farle perdere tempo! -
Il capo lo guardò. I suoi occhi infuocati erano pieni di disprezzo.
- Sei un'inutile feccia! - disse, irritato. - Non lo sai che una persona è veramente affogata quando smette di agitarsi? -
- Lo so, Boss, ma io volevo chiederle perdono... - cercò di spiegarsi Levi, alzando il capo.
- Quella feccia non aveva smesso di agitarsi. - continuò l'altro.
- È vero, Boss, però... -
- Adesso ti faccio vedere io com'è un cadavere. - disse l'altro, con voce bassa e calma, estraendo una delle sue pistole e puntandola sulla fronte di Levi.
- BRAVO BOSS!!! VAI COSÌ! - lo incoraggiò Belphegor, saltando in piedi sul lettino dov'era rimasto sdraiato ad assistere alla scena e battendo le mani, incurante del suo regale gelato, finito nella sabbia non appena era scattato in piedi.
- QUESTO VIDEO CI FARÀ GUADAGNARE UN SACCO SE IL BOSS AMMAZZA QUEL CRETINO!!! - strillò Mammon, saltando freneticamente sulla sdraia, senza riuscire a contenere la sua emozione. - SOLDI A PALATEEE!!! -
- XANXINOOO!!! - strillò Luss, spiritato e bianco come un cencio. - FERMOOO!!! -
- Signor Xanxus, è una bella idea quella di giocare con le pistole ad acqua, ma forse potremo pensarci dopo. - intervenne Ann, nuovamente ignara di tutto. - Ora deve giocare con noi! -
Xanxus abbassò la pistola e la rimise nella fondina, suscitando lo scontento di Bel e Mammon. Poi posò il suo sguardo sull'animatrice. Le fece cenno di avvicinarsi e le sussurrò qualcosa all'orecchio.
- Oh... Ha ragione! - esclamò a voce bassa, annuendo. - Faremo come ha detto lei... - poi si rivolse agli altri. - Il signor Xanxus mi ha fatto notare che la gara tra lui e il signor Umbaso, suo sfidante, non sarebbe equa, data la loro enorme differenza di età, quindi propone di correre seduto sulla sua poltrona, trasportato da un altro concorrente, al fine di creare una sorta di parità tra lui e il signor Umbaso. E ha chiesto che sia il signor Squalo a portarlo. -
- E ti pareva! - borbottò il diretto interessato, che si era appena ripreso del tutto dal tentato omicidio di Levi.
- Forza, feccia! Non facciamo aspettare il vecchio! - lo esortò il boss, con un ghigno in volto.

Il gioco andò avanti. Il povero Squalo ne uscì praticamente morto, ma per sua fortuna perse la gara con Umbaso, risultando così eliminato ed esonerato dal ripetere la prova con Xanxus sulle spalle. Il vincitore della gara risultò Luss, che ricevette in premio una bibita offerta dal famoso bar lì vicino.
Poi venne il turno della seconda competizione...
- Una gara di velocità! - annunciò Ann, mescolando un mazzo di carte in riva al mare, circondata dai partecipanti, tra cui, ovviamente, i cinque Varia sopracitati. - Distribuirò ad ognuno di voi una carta, che dovrete guardare senza però mostrarla agli altri. - e cominciò a distribuire le carte. - Non appena vi darò il via, dovrete cercare all'interno dei vostri compagni di gioco qualcuno che abbia una carta identica alla vostra, ovvero dello stesso numero e dello stesso seme, poi correre da me. La coppia che mi raggiungerà per prima avrà vinto. Siete pronti per cominciare? -
- SÌÌÌ!!! - strillò la folla, esclusi i nostri assassini di fiducia (fatta eccezione per Luss, s'intende).
- Che il gioco abbia inizio! - esclamò l'animatrice, dando il via alla gara con un fischietto e cominciando a correre lontano dai giocatori, mentre questi cominciavano a chiedere a destra e a manca chi avesse un due di quadri, un nove di picche, una donna di fiori o un asse di cuori e così via.
Poi, freneticamente, le coppie formatesi cominciarono a fare a gara per arrivare per primi da Ann, che si era notevolmente allontanata da loro, e che continuava a cercare di non farsi raggiungere.
Malauguratamente, l'animatrice correva guardando i suoi inseguitori, per cui investì l'ombrellone di Mammon e Bel, facendo cadere la prima dalla sdraia e atterrando addosso al principe.
- Ehi, ma sei forse impazzita? - strillò Mammon, furibonda, rimettendosi in piedi e recuperando la sua preziosa telecamera dalla sabbia, accarezzandola e stringendola poi a sé, protettiva. - Che diavolo ti salta in mente??? -
- Ti pare questo il modo di saltare addosso ad un principe, stupida popolana? - sbraitò Bel, indignato, levandosi la ragazza di dosso.
- Mi dispiace. - si scusò l'animatrice, imbarazzata dalla caduta. - Prometto che non accadrà più! -
Le ultime parole famose, perché proprio in quel momento gli inseguitori della ragazza (be', più che inseguitori sembravano una mandria di bufali inferociti) si fiondarono verso l'ombrellone dei due Varia e addosso ad Ann, che cadde stavolta addosso a Mammon.
- Se adesso non fate un gioco più calmo, giuro che ti rompo entrambe le gambe! - digrignò i denti l'illusionista, sotto il peso di Ann e di Fran, ritrovatosi addosso all'animatrice durante l'impatto dell'orda di giocatori.
- Oh, Ma-chan! Non si parla in questo modo! - la rimproverò l'animatrice. - Comunque il gioco è finito! Fran mi ha raggiunto per primo, ed è lui il vincitore! - afferrò il braccio del bambino e lo sollevò, come se il francese avesse vinto un torneo di pugilato.
- Non fare Lussuria, cretina!!! - strillò Mammon, divincolandosi nel tentativo di liberarsi.
- Per questa mattina i giochi sono finiti! - la ignorò Ann, sorridendo. - Spero vi siate divertiti e vi do appuntamento a questo pomeriggio alle quattro! Buon pranzo! -

- È una vera fortuna che quella matta ci abbia concesso cinque ore libere! - cinguettò (?) Levi, soddisfatto.
- Fortuna? È il minimo che quella potesse fare! - ribatté Mammon, digrignando i denti. - Mi ha fatto cadere a terra e mi è venuta addosso e non ha voluto neanche rimborsarmi! E poi date a me della tirchia! -
- Però questa volta l'ombrellaio ha ragione, - assentì Bel, sdraiato sul divano. - Quella pazza scatenata non ci disturberà fino alle cinque. -
- Ehi! - s'incupì Levi. - A chi hai dato dell'ombrellaio? -
Bel lo guardò. perplesso, poi sorrise.
- Scusami, Mary Poppins; non intendevo offenderti! -
Infuriato, il Guardiano del Fulmine alzò un braccio e menò un cazzotto in testa al principe. Proprio mentre questi stava perrispondere, la voce di Luss lo fermò.
- Bambini, voi fate i bravi - disse il Guardiano del Sole, in una tuta da ginnastica attillata color giallo fluo, scarpe da ginnastica rosse e borsone in spalla. - La mamma va a fare un po'di sana ginnastica. - appoggiò una mano sulla maniglia della porta, che si staccò e cadde a terra.
Sorpreso, l'uomo si chinò a terra per raccogliere la maniglia e cercare di rimetterla al suo posto, non senza fatica, ma con successo.
- Mi raccomando - concluse allora, rivolto nuovamente ai suoi pargoli, che lo stavano ascoltando con lo stesso interesse con cui avrebbero ascoltato la predica di un insegnante. - Alle cinque vi voglio vedere all'attività dell'animazione. -
Non ottenne alcuna risposta, ma non se ne curò, dato che spesso i suoi compagni non si degnavano di farlo, e così li salutò ed uscì.

Alle cinque in punto, come promesso, Xanxus, Levi, Squalo, Bel, Mammon e Fran si presentarono davanti ad un'Ann Connù entusiasta di vederli.
- Salve, ragazzi! Siete pronti per i balli di gruppo? - domandò loro, sorridendo e improvvisando un paio di movimenti di anche.
- Di che balli si tratta? - domandò Fran, con voce da condannato.
- Oh, be'... non lo so! - rispose lei, tranquilla.
- Come non lo sai??? - incalzò Squalo, irritato da quel sorriso innocente e stupido, simile a quello di un certo Takeshi di sua conoscenza.
- È proprio così - spiegò Ann. - Sarà Mareo il vostro istruttore di danza. -
- 'Ma' chi? - domandò Levi, perplesso.
- Mareo, il mio collega! - rise l'animatrice. - Ma non vi preoccupate: parteciperò anche io. Vedrete: ci divertiremo da matti!!! -
- Sono completamente d'accordo, signorina! - assentì Lussuria, nella sua mise precedente, apparendo improvvisamente alle spalle dei suoi compagni.
- Salve! - salutò la ragazza, rivolgendosi poi agli altri Varia. - Voi non avete idea di quanto sia incredibile il vostro collega, ragazzi: è un ballerino eccezionale! -
- Oh, signorina! - arrossì Luss. - Lei è troppo gentile! Non batterò mai Mareo: lui sì che è perfetto! - poi aggiunse, con aria sognante. - E che muscoli...! -
Improvvisamente un fischietto più penetrante della voce di Squalo attirò l'attenzione del piccolo gruppo, costringendolo a voltarsi alla loro destra, dove, sullo stesso palco utilizzanto un paio di giorni prima per l'esibizione di cosplay, stava in piedi un bel ragazzo moro con la stessa maglietta indossata dagli animatori.
- ECCOLOOO!!! - strillò Lussuria, con aria da fangirl impazzita, sotto lo sguardo disgustato dei suoi compagni e quello divertito di Ann. - MAREOOO!!! <3 -
- È l'ora della nostra lezione quotidiana di danza! Coraggio, venite! - disse il ragazzo sul palco, facendo cenno a destra e a manca di avvicinarsi. - Oggi ho qualcosa di veramente speciale per voi! -
In breve tempo una piccola folla di quindici persone si radunò di fronte al palco.
- Che cosa hai intenzione di farci fare oggi, Mareo? - domandò Ann al ragazzo.
- Ho intenzione di insegnarvi i fondamenti della danza moderna, della danza classica, della braekdance, del tango, della danza del ventre e della zumba! - rispose Mareo.
- Forte! Un lavorone vero e proprio! - esclamò la ragazza, sprizzante di energia. - Cominciamooo!!! -
- Apprezzo il tuo entusiasmo, Ann! Cominciamo con la danza classica! - rise il ragazzo, accendendo uno stereo, che cominciò a riprodurre una musica di Tchaikovskij al massimo volume, e con il cui accompagnamento il ragazzo insegnò alla piccola folla alcuni dei passi principali. Poi fu la volta della danza moderna, della breakdance, del tango, della danza del ventre e poi della zumba, in cui Levi dette il peggio di sé.
Inutile dire che Mammon, con la sua inseparabile videocamera, era diventata paonazza dalle risate, guardando i suoi compagni che esibivano le loro doti di ballerini.
L'inferno si concluse per i nostri ballerini improvvisati solo un paio di ore dopo, quando Mareo decise che la lezione era terminata. Ma nonostante ciò, l'istruttore li supplicò e strappò loro la promessa di tornare anche il giorno seguente, 'per migliorare le loro potenziali doti di ballerini', come aveva detto lui.
Poi, finalmente, i nostri assassini di fiducia tornarono nella loro catapecchia, per prepararsi all'appuntamento di danza che avrebbero avuto di lì a due ore, con le loro simpatiche vecchiette.

Ore 21:00 precise.
I sette Varia si presentarono di fronte alla porta della casa della signora Ciechi (che ci crediate o no) in giacca e cravatta, e suonarono il campanello.
- Arrivooo!!! - rispose una voce gracchiante ma entusiasta dall'interno, avvicinandosi alla porta.
Un attimo dopo e la porta si aprì.
- Salve!!! - strillò un essere in pantofole blu e vestaglia gialla, con faccia verde, cetrioli al posto degli occhi e le labbra rosso sangue, mostrando dei denti impeccabili, tipici delle dentiere.
Lussuria, Bel, Squalo e Fran (ma soprattutto Levi) cacciarono un urlo, spaventati, mentre Xanxus non reagì.
- Idioti, è una delle vecchie! - li rimproverò Mammon, con tono saccente.
- Scusatemi, ragazzi! - rise il mostro, levandosi i cetrioli dagli occhi e rivelando la signora Quirella. - Non avevo intenzione di spaventarvi! Entrate pure, le altre si stanno preparando. -
E invitò i Varia ad entrare nel salotto in cui avevano preso il tè il giorno prima, e che ora era deserto. Ma dal piano superiore provenivano numerosi passi, borbottii e altri rumori.
- Le altre sono di sopra a prepararsi. - spiegò Quirella. - Ci dispiace di non essere ancora pronte: saremo qui in salotto tra un paio di minuti! - e fece per uscire. Poi si fermò e si voltò, sorridente. - Comunque, ragazzi, quei vostri vestiti sono un po'antiquati, ma non vi preoccupate: non vi farà caso nessuno. -
E così uscì.
- Bei complimenti, la vecchia, eh? - commentò Fran.
- Fra-chan, non bisogna criticare le signore anziane: loro hanno molta esperienza, e sanno perfettamente come va il mondo. - lo rimproverò Lussuria. - Se la signora Quirella dice che i nostri vestiti sono antiquati, evidentemente è vero. -
- Sono proprio curioso di vedere come si conceranno le nostre vecchie 'moderne'. - disse Bel, irritato dal commento della signora Fermi.

- Andiamo, ragazzi! La pista ci aspetta!!! - esclamò la signora Ciechi, apparendo nel salotto una ventina di minuti dopo.
I sette ospiti si voltarono nella sua direzione, e gelarono.
Pamilla era vestita con un elegante abito viola, con la testa infilata nella manica sinistra, il braccio destro nel posto riservato alla testa e il sinistro nella manica destra. Portava due scarpe sinistre, una bianca e una nera. Il trucco sul suo volto era bizzarro quanto i vestiti: aveva un fondotinta di un colore tra il rosso e il pesca, il mascara messo sulle labbra al posto del rossetto e lo smalto per labbra sulle ciglia. Il correttore era diventato un ombretto color carne e in alcuni angoli del volto della signora c'era dell'ombretto color perla velato.
- Cosa ne pensate della mia mise? - domandò agli altri, orgogliosa di sé.
- Lei... è molto elegante, signora... - rispose Luss, esitante, annuendo con un sorriso tirato.
- Lei dice? - disse Pamilla, perplessa. - Ad essere sincera, questo mascara mi sembra un po'pesante, e lo smalto per labbra ha un odore molto particolare. Inoltre le scarpe mi sembrano un tantino strette. Non vi sembra? -
- È proprio per questo che non ho voluto che fossi tu a truccarmi, Pamilla! - disse la signora di Contrario, con la sua voce aspra, apparendo alle sue spalle senza un filo di trucco in faccia, con un vestito più simile ad una vestaglia e delle pantofole ai piedi.
- Ma Ofanna cara, tu non ti sei abbellita per niente! - osservò la signora Ciechi.
- Infatti! Io non ne ho bisogno! - borbottò Ofanna, grugnendo.
- Oh, Cielo! Sei sempre la solita! - sospirò la Parlapoco, con indosso un abito stile Ottocento con tanto di corpetto che le costringeva il busto in una 'S' esasperata, ombrellino parasole e cappello a falda larga con piume, sormontato da un inquietante testa di corvo impagliata. - Cosa ne dite, invece, del mio abito? -
I Varia annuirono freneticamente, paralizzati, mentre la signora Urselia faceva un giro su se stessa per mostrare il vestito a trecentosessanta gradi.
- Sono felice. - disse, con il suo solito tono pomposo, estraendo da una pochette uno specchietto portatile e aprendolo per controllare che il suo trucco (ombretto verde smeraldo, rossetto porpora steso sulle labbra come una gheisha e tonnellate di mascara color prugna sulle ciglia) fosse apposto, per poi riporre nuovamente lo specchietto nella borsetta. - Sapete, mio marito è amico di un famoso stilista francese, e durante uno dei suoi convegni a Parigi... -
- Urselia, debbo ammettere che i tuoi gusti non sono mai cambiati da quando ti ho conosciuta sessant'anni fa, e sono sempre rimasti molto, molto esagerati. - commentò la signora Francilde, in un lungo abito nero dalla vita sottile e dalla gonna semplice e lunga fino ai piedi, con maniche ampie e polsini stretti, abbelliti da merletti bianchi, gli stessi del colletto.
- Io sono pronta! - disse con voce dolce e innocente la signora Cuochi, facendo capolino nella stanza. Era probabilmente l'unica delle sei ad avere un abito conforme ad una signora della sua età.
- Allora manca solo Quirella... - disse la signora Ciechi, prima di essere interrotta da un tonfo nella stanza accanto, da una serie di passi frettolosi e svelti e, infine dalla porta del salottino che si spalancò, mentre la signora Fermi faceva il suo ingresso nella stanza, spigliata come suo solito e in tenuta sportiva (maglia a maniche corte, pantaloni e scarpe da tennis, per intenderci).
- PARTIAMOOO!!! - strillò, piena di vita, precedendo tutti gli altri fuori dalla casa della signora Pamilla.
Poi si fermò improvvisamente.
- Cosa c'è, cara? - domandò la signora Ciechi, preoccupata.
- Pamilla cara! - esclamò Quirella. - Non abbiamo una macchina! -
- Oooh! Che peccato! - sospirò Bel, con falso dispiacere, circondando con il braccio la spalla della signora Fermi. - Avrei proprio voluto prendere lezioni di danza da voi!... -
- Noi ce l'abbiamo una macchina! - intervenne Lussuria, al settimo cielo. - Se ci stringiamo un po'ci entriamo tutti! -
Le sei signore si guardarono sorridendo e abbracciandosi, entusiaste (la signora Quirella, in particolare, stritolò Belphegor e lo baciò come solo le nostre anziane sanno fare con i loro nipoti), mentre gli altri sei Varia promisero alla mammina, attraverso delle occhiatacce omicide, una bella punizione una volta tornati a casa. Quella vera, s'intende.

Con due minuti di macchina (ricordiamo che l'auto di Luss, omologata per sei persone, ne ospitava tredici) i nostri ballerini arrivarono ad un locale consigliato da Emmice, sulla cui veranda un nutrito gruppo di coetanei delle nuove amiche dei Varia stava ballando il liscio con un entusiasmo d'altri tempi.
- Coraggio! - esclamò Quirella, impaziente, afferrando Belphegor per una manica della giacca e trascinandolo in pista. - Andiamo, signor Bel! Sono proprio curiosa di vederla in pista! -
Mentre Squalo ridacchiava alla vista del suo compagno che si divincolava dalla stretta della signora Fermi, una mano si appoggiò sulla sua spalla, costringendolo a voltarsi.
- Giovanotta, - disse la signora Ciechi, la mano ancora appoggiata sulla spalla di Superbi. - Mi vuole concedere questo ballo? -
- A dire il vero... - cercò di giustificarsi lo spadaccino.
- Oh, ho capito! - annuì Pamilla, rivolgendosi a Xanxus. - Signor Xanxus, posso rubarle la signora per qualche momento? -
Con un sorriso malandrino, il boss annuì.
- Fantastico! Andiamo, cara! - esultò la signora Ciechi, trascinando Squalo con sé, mentre lo spadaccino si voltava verso il suo capo, fuminandolo con delle occhiatacce poco rassicuranti.
- Andiamo, ragazzo? - domandò Emmice, allegra, rivolta a Fran.
- Va bene. - rispose il ragazzino, stringendosi nelle spalle e seguendo la signora Cuochi in pista.
- E lei, signora, non balla? - chiese a Luss la signora Parlapoco.
- Ma certo, signora! - esclamò il Varia, prendendola sottobraccio e dirigendosi verso la pista con passo deciso.
- Io non ballo. - sentenziò Ofanna, rivolta a Xanxus, che la ignorò.
Francilde si voltò verso Levi con aria altezzosa.
- Deduco che, di conseguenza, io debba ballare con lei, signora. - disse.
Levi si strinse nelle spalle, imbarazzato da tanta sicurezza.
- Spero che lei sappia ballare, - proseguì lei, con lo stesso tono. - Perché io ero campionessa della mia scuola, all'epoca. -
Il Guardiano del Fulmine deglutì, terrorizzato anche dal fatto che lui non aveva la minima idea di come si ballava il liscio.

Due ore dopo, in camera, nella loro catapecchia, dopo aver riportato a casa le loro compagne...
- Be'... non è andata così male, - osservò Luss, lui stesso non troppo convinto delle sue parole, al pensiero di tutte quelle chiacchiere con cui l'aveva intontito la signora Parlapoco. - Vero...? -
- Parla per te! - borbottò Levi, che ricordava perfettamente il modo di ballare della signora Seri, più simile alla marcia di un battaglione che non ad un passo di danza.
- Per me non è andata così male... - disse Fran, sorridendo.
- Sfido! La tua era l'unica che non ballava in modo assurdo! Non ti ha chiesto di fare casquet, capriole, giravolte, e robe simili!!! - sbraitò Belphegor, al pensiero dell'esuberanza della signora Fermi.
- È stata una serata meravigliosa! - esclamò Mammon, accarezzando la sua videocamera.
- Sì... divertente... - borbottò Xanxus, che era stato tutto il tempo in silenzio accanto alla sua compagna a sorseggiare cocktail alcolici.
- Divertente un corno! - sibilò Squalo, che ancora sentiva il peso della signora Ciechi addosso.
- Almeno è finita. - sospirò Luss.
- Sì, lo è. - assentì Bel, sospirando.
- Che ne dite di andare al luna-park, domani? - propose Fran.
- Perché no? - risposero gli altri.
Ci fu un breve attimo di pausa, segnato solo dal frinire delle cicale e dal ronzio delle zanzare.
- Però, in fondo, - sorrise Levi, malinconico. - Si potrebbe rifare, no? -
E fu così che Levi firmò la propria condanna a morte.

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Capitolo 7
*** E non può certo mancare il luna-park ***


In questo capitolo: l'ultimo giorno di vacanza dei nostri sette assassini di fiducia.

Ultimo aggiornamento: 6 settembre.


Le campane della microscopica chiesa del paese suonavano a morto, lente e solenni, quasi a ricordare, minacciose e rassegnate, che la morte sarebbe arrivata. Ma nessuno le stava ascoltando, e nessuno aveva la più pallida idea di chi fosse il defunto.
Infatti, il funerale di Levi-A-Than si svolse in forma strettamente privata, e vi prese parte (oltre alla bara del suddetto, un paio di candele semiconsumate e uno stereo che riproduceva una marcia funebre suonata sulla tastiera di un organo) solamente un ritratto del suo amato Boss, il quale aveva preferito assaporare una bella bistecca piuttosto che rendere l'ultimo omaggio al suo fido cagnolino.
Improvvisamente il rumore di qualcosa che si fracassava a terra invase l'intero santuario.

Belphegor allora si svegliò di soprassalto, voltandosi di scatto verso l'armadio della loro 'accogliente' stanza da letto, quella della loro fantasmagorica casa delle vacanze, per intenderci. Da lì, infatti, era venuto quel rumore. Troppo assonnato per alzarsi, restò a guardare l'armadio senza far niente. Poi, quasi come un fantasma, Lussuria entrò nella stanza.
- Tutto bene, bambini? - chiese, guardandosi attorno preoccupato, pur non riscontrando nulla di anomalo. - Cos'era quel rumore? -
- Quanti vestiti ha messo nell'armadio? - rispose il principe, stropicciandosi la fratina.
- Credo una quarantina, forse cinquanta... - disse l'altro, perplesso. - Perché? -
Bel lanciò un'occhiata all'armadio color nocciola, di un metro per uno, conficcato nella parete. E allora Luss capì, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, l'anta del mobile si aprì lentamente, accompagnata da un cigolio da film dell'orrore. Poi qualcosa di scuro rotolò dall'interno del mobile. Era Levi, con due grossi bernoccoli in testa, uno causato dalle affettuose botte dei suoi compagni, e l'altro...
- OOOHHH!!! - strillò Lussuria, assumendo un'espressione simile a quella dell'Urlo di Munch. - L'asta dell'armadio è caduta!!! - corse verso l'armadio, scavalcando Levi. - I miei poveri vestitini! Si saranno sgualciti tutti! -
- Lo avete ammazzato, quel parafulmini, finalmente. - commentò Fran, mettendosi a sedere a sua volta.
Ma ecco che, improvvisamente, e un po'frastornato, Levi rinvenne.
- Brutto pidocchio! - ghignò Bel, rivolto a Fran. - Hai rovinato la magia! -
- Mi dispiace: non era mia intenzione. - si scusò l'altro.
- Cos'è successo? - domandò l'uomo, massaggiandosi la nuca e lasciandosi sfuggire una smorfia di dolore.
- Nulla, - rispose il principe. - Hai solo interrotto un meraviglioso sogno principesco. -
- Che ore sono? - domandò improvvisamente Squalo, svegliandosi anche lui.
- Sono le dieci. - rispose Bel, dando una rapida occhiata al suo orologio da polso.
- Come? - ripeté Mammon, incredula.
- I signori Mattinieri non sono passati a chiamarci! - piagnucolò il Guardiano del Sole, dispiaciuto.
- Bene! - esclamò Squalo, soddisfatto. - Questo vuol dire che potremo passare una mattinata in santissima pace! Che ne dite di fare colazione? -
Così i sei assassini che si erano svegliati scesero lentamente, e con tutta la calma che si addice ad una vacanza, verso la cucina, quando...
- SORPRESAAA!!! - strillò un coro di voci gracchianti, battendo le mani.
Indovinato, erano proprio le loro carissime vicine.
- Che bello!!! - esclamò Lussuria, portandosi una mano alla bocca, stupito, e correndo ad abbracciare le sei anziane. - Ma come mai tanto disturbo? -
- È per ringraziarvi di averci fatto divertire tanto ieri sera. - spiegò la signora Ciechi, sorridente. - Siete stati così gentili! -
- Ma non ce n'era bisogno...! - sorrise Luss, commosso.
- E brave le nostre vecchiette! - intervenne Bel, guardando il loro tavolino zoppo, apparecchiato con una precisone e un'eleganza d'altri tempi. - Che c'è da mangiare? -
- Io ho preparato dei biscotti. - rispose Emmice, felice, additando un vassoio appoggiato al centro del tavolo e coperto da un telo bianco.
- E allora, fecce? Cosa aspettiamo a mangiare? - domandò dal piano superiore Xanxus, appena destatosi, mentre Levi correva su per le scale per raggiungere il suo amato Boss e dargli per primo il buongiorno.
- Ha ragione il boss, mettiamoci a sedere. - suggerì Squalo, accomodandosi su una sedia, imitato dagli altri.
Allora cominciarono a mangiare i biscotti della signora Cuochi, ottimi come garantiva il cognome della loro creatrice. E li finirono in un batter d'occhio, sotto gli sguardi soddisfatti delle vecchiette, che restarono in piedi ad osservarli, senza parlare.
- Gradite dei ceci bolliti? - propose Urselia, orgogliosa. - La ricetta mi è stata data da un famoso chef che... -
- Vi sono piaciuti, i biscotti? - domandò Emmice, curiosa.
- Certo, signora. - cinguettò Lussuria, entusiasta.
- Peperoncino? - propose Quirella, elettrizzata. - Badate, ché è un signor piccante! -
Tutti e cinque i membri della Squadra Assassina dei Vongola scossero il capo, terrorizzati dai modi tanto sprizzanti della signora Fermi.
- Eh eh! Mio caro lanciatore di coltelli! - disse la donna, rivolgendo a Bel uno sguardo accattivante. - Sono sicura che tu stia facendo il modesto, o sbaglio? Dai, su! Prendine un po'! -
E prima che potesse dire 'A', il povero principe si ritrovò con un cucchiaio strabordante di polvere piccante in bocca.
- MA CHE ROBA È??? - strillò il poveraccio, agitando una mano davanti alla bocca nel tentativo di placare l'incendio che stava nascendovi, e i cui effetti si stavano ripercuotendo sul suo volto, trasformandolo in un drago sputafuoco.
- Si chiama Habanero. - spiegò lei, sorridendo. - Io ne prendo sempre un po'a colazione, su una bella frittatina con quattro uova. -
- Leggera, la signora! - esclamò Squalo, voltandosi poi verso il Sempai e ridacchiando alla vista del poveraccio che tentava, disperatamente, di cercare un po'di latte per placare il bruciore del suo palato.
Poi, improvvisamente, una mano si appoggiò con decisione sulla spalla dello spadaccino, attirando la sua attenzione verso Francilde che, alle sue spalle, teneva in mano una bottiglia scura.
- Adesso è l'ora dell'olio di ricino. - sentenziò lei, con un tono che non ammetteva repliche.
Intanto, Levi e Xanxus, con Frau, facevano la loro faticosa apparizione giù per le scale.
- R... ricino? - balbettò Squalo, sbiancando.
- Su, ragazzo! - lo incalzò la Serio. - Da'l'esempio agli altri! -
- Ha ragione la signora, capitano. - intervenne Levi, ghignando. - Ci dia l'esempi...! -
Ma ecco che, inaspettatamente, si ritrovò con il naso attappato, la bocca spalancata, la testa piegata all'indietro e metà del contenuto della bottiglia in bocca.
- Ecco fatto! - esclamò la signora Francilde, lasciando il naso di Levi e richiudendo la bottiglia, soddisfatta di aver fatto il suo lavoro di brava educatrice.
Intanto, il povero Guardiano del Fulmine, in preda ad un attacco di nausea, si precipitò al bagno.
- Questo era un toccasana per i nostri bambini. - spiegò la Serio.
- Ma Francilde cara, - obiettò la signora Ciechi, perplessa. - Questo è un metodo antiquato! - fece una breve pausa, voltandosi poi verso i Varia, sorridente. - Non vi preoccupate, non lo berrete mai più. -
I restanti cinque (Belphegor si era fiondato in cucina, verso il frigorifero, nella disperata ricerca del latte) sospirarono, sollevati per la bella notizia.
- È questo quello che dovete bere! - esclamò Urselia, tirando fuori dalla borsetta una bottiglia di olio di fegato di merluzzo.
- Esatto! - esultò Pamilla, mentre i Varia sbiancavano dalla paura e cercavano una via d'uscita.
Le sei vecchiette, infatti, si erano involontariamente schierate di fronte ai cinque assassini, l'una accanto all'altra, in modo tale da impedire loro di avvicinarsi alla porta. Restavano quindi alla Squadra Assassina dei Varia tre vie di fuga più o meno intelligenti: la prima era quella di fiondarsi verso sinistra, su per le scale, e rinchiudersi in camera (dato che Levi aveva occupato il bagno), ma non era una buona idea, poiché le porte si potevano abbattere con facilità. La seconda opzione era quella di arrampicarsi sulla credenza alle loro spalle, ma venne subito cestinata. L'ultima, infine, era quella di uscire dalla finestra alla loro destra e fuggire. Ovviamente, i cinque optarono per questa.
- Al mio tre, tutti fuori. - mormorò Squalo ai suoi uomini, mentre Urselia riempiva un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo. - Tre... Due... Uno... VIA!!! -
- SQU-CHAAAN!!! - strillò Lussuria, mentre Fran, Squalo e Mammon correvano verso la finestra.
Il capitano si fermò all'istante, un piede sul davanzale della finestra e uno ancora nella cucina, e si voltò verso il Guardiano del Sole che, terrorizzato, era rimasto accanto a Xanxus, il quale non aveva fatto neanche un passo verso la finestra, né mostrava alcun timore per l'olio di fegato di merluzzo. Lentamente, il boss si voltò verso il suo vice.
- Ehi, feccia, devi venirmi a prendere! - disse, infastidito. - Che razza di vice sei? -
- VOOOI!!! STUPIDO BOOOSS!!! - urlò lo spadaccino, tornando indietro di corsa, aiutando Lussuria a sollevare la poltrona e scaraventandola fuori dalla finestra con il suo proprietario, saltando poi a sua volta insieme a Luss.
- Ehilà, vicini! Ben svegliati! - salutò allegramente il signor Mattinieri, agitando una falce da mietitore d'altri tempi in segno di saluto.
- Oh, che sorpresa, signor Umbaso! Cosa ci fa di bello nel nostro giardino? - domandò Lussuria, sorpreso, la faccia sprofondata nell'erba del loro giardino, molto più bassa del solito.
- E tu cosa ci fai qui, feccia? - chiese Xanxus, fissando con occhi incandescenti il povero Squalo, che era atterrato proprio sulle sue ginocchia.
- Eravamo venuti a sistemarvi il giardino in attesa che vi svegliaste. - spiegò il nonno Mattinieri, sorridente.
- Con un... falcetto? - osservò Fran, perplesso.
- Non volevamo svegliarvi. - rispose l'altro. - E con il tagliaerba avremmo fatto un fracasso terribile. -
- Ottima idea! - commentò Mammon, compiaciuta.
- E gli altri dove sono? - domandò Lussuria, guardandosi attorno alla ricerca degli altri membri della famiglia dei loro vicini, senza però individuarne alcuno.
- Siamo qui!!! - esclamarono due voci allegre che sembravano provenire da sopra le loro teste.
Squalo, Xanxus, Mammon, Fran e Luss alzarono il capo, trovando Angiorgio e Carlolfo che, appesi a delle funi da scalatore, stavano dipingendo la facciata decadente della catapecchia con vernici dai colori accesi.
- Bambini!!! - esclamò il Guardiano del Sole, spaventato. - Vi farete male! Scendete!!! -
- Non si preoccupi! - lo rassicurò Angiorgio. - Non ci faremo male. -
- Vi piace il colore della facciata? - domandò Carlolfo, speranzoso.
- Sì, bambini, è bellissimo. - rispose Luss, ancora non del tutto rassicurato. - E dov'è Daniarco? -
- Sono qui! - rispose il bambino, spuntando dalla finestra del bagno, anche lui assicurato con una corda e con una grossa lastra di vetro tra le mani. - E sto cambiando i vetri: sono tutti rovinati. -
- Mi raccomando, Daniarco, sta'attento! - si raccomandò Lussuria, premuroso e preoccupato.
Improvvisamente dei passi pesanti, provenienti dalle scale della casa, si precipitarono al piano inferiore, e pochi secondi dopo Levi era sulla soglia della porta, il volto pallido come quello di chi avesse appena assistito all'invasione degli alieni.
- BOSS! BOSS! - strillò, terrorizzato. - Qualcuno ci ha rubato i vetri del bagno...! -
Si bloccò improvvisamente. I suoi occhi spaesati si congelarono di fronte al suo odiato capitano sulle ginocchia del suo adorato boss.
- Oh oh... - commentò Fran, inespressivo. - Peccato che il sempai non sia qui... -
Ma ecco che la classica risata del principe giunse alle loro orecchie, e i presenti si voltarono, incontrando il principe che, appollaiato sul davanzale esterno della finestra della cucina, stava ridendo come un matto.
- Ooohhh!!! - disse, con aria di falso dispiacere. - Povero piccolo Levi! Il suo caro Boss ha trovato un nuovo amico del cuore! Poveretto!... Ushishishishi!!! -
Pieno d'imbarazzo, Levi corse al piano superiore, e non scese fino a quando i suoi compagni non rientrarono per l'ora di pranzo.

Nel primo pomeriggio non accadde nulla di memorabile.
 Be'... a parte qualche paio di pantaloni e due giacche che andarono a fuoco in un tentativo di Bel e Fran di accendere un falò sfregando un paio di bastoncini e usando quegli indumenti come combustibile.
Sì, esatto, erano tutti di Levi. A dirla tutta, un paio erano di Squalo.
E a parte questo, nel pomeriggio non accadde altro, o almeno fino a quando Lussuria non ritornò dalla spesa in compagnia poco piacevole...
- Ciao, ragazzi! - salutò allegramente una voce familiare.
Non appena la udì, Mammon fece per strapparsi il mantello di dosso a suon di morsi, ma Bel la fermò appena in tempo.
- Sei sempre molto divertente, piccina! - sorrise Ann Connù (ovviamente).
- Piccina un cornooo!!! - ringhiò Mammon, digrignando i denti, minacciosa.
- Sembri proprio un bravo cagnolino che fa la guardia! -
- E tu uno di quei postini che, quando si trovano alle prese con dei cani da guardia, fanno sempre una finaccia. -
- Per quale motivo sei venuta qui? - domandò Bel, cercando di cambiare argomento.
- Oh, già! Ho incontrato Luss-chan al supermercato, e abbiamo chiacchierato un po'. Mi ha detto di non ricordarsi a che ora c'era il corso di danza con Mareo, e quando gliel'ho detto, mi ha pregato di venire qui a dirvelo di persona, perché aveva paura di dimenticarselo. - spiegò lei.
- Molto gentile. - commentò Fran, alzandosi e accompagnandola alla porta. - Non si preoccupi, verremo di certo. Grazie ancora. -
Poi, una volta che l'animatrice fu uscita, chiuse la porta e si rimise sul divano scassato dell'ingresso.
- Come se ce lo fossimo dimenticati. - commentò Bel, lasciando libera Mammon.
- Sarebbe stato troppo bello scordarselo. - aggiunse Fran.
- Bambini, siete sempre i soliti cattivi! - li rimproverò Lussuria, indignato.
- Senti, perché la ragazza ti chiama 'Luss-chan'? -  gli chiese Levi.
- Oh, gliel'ho detto io! - cinguettò il Guardiano del Sole. - E lei mi ha detto di chiamarla Ann-chan! <3 -
- Cose da donnette. - borbottò Squalo.
- Sei forse geloso, Levi? - sghignazzò il principe, ricevendo un cazzotto sugli incisivi.

Ore 16:00 in punto.
- Come hai detto, Ann? - domandò Mareo, indaffarato nell'allestire il palco per il corso di danza.
- Mareo, oggi c'è il saggio di danza! -  ripeté lei, irritata. - Sei il solito smemorato! È la terza volta in una settimana che te lo ricordo! -
- Dannazione! Non ho neanche avvertito i ragazzi del corso! Avevo detto solamente ai tuoi amici di venire qui perché ritenevo che, se volevano partecipare al saggio, avrebbero dovuto migliorare le loro abilità! - spiegò l'animatore, smarrito. - Io credevo ci fosse tra un mese! Mi dispiace! -
- ... Questa proprio non ci voleva!... - rispose l'animatrice, disperata, sospirando. - Mesi e mesi di lavoro!... -
- Ragazzi, mi dispiace un sacco di avervi fatto scomodare. - si scusò Mareo, rivolto ai Varia. - Non ci sarà nessun corso né alcun saggio. Scusate ancora e ci vediamo. -
Entrambi gli animatori si allontanarono per andare a staccare il volantino colorato che annunciava lo spettacolo di danza per quel pomeriggio, e i Varia esultarono per averla scampata, almeno quella volta.
Ma non tutti erano contenti di quel che era accaduto: Lussuria, infatti, non si poteva rassegnare, e raggiunti di corsa i due animatori, li afferrò per le spalle e si mise a parlare con entrambi. Da lontano, i suoi compagni lo guardavano, sospettosi che ne potesse combinare una delle sue. Ma non ne ebbero la conferma assoluta fino a quando Mareo sorrise e Ann cominciò a battere le mani in modo frenetico, prima di saltare al collo del Varia, piena di un nuovo entusiasmo.
Poi i tre tornarono dagli altri sei.
- Bambini, ho una buona notizia! - esultò Lussuria. - Il saggio di danza si farà, e saremo noi ad esibirci! -
- Ma è meraviglioso! - esclamò Bel, con un sorriso pieno di collera. - Così avremo un motivo valido per ammazzarti sul serio! -
- Su, coraggio, ragazzi! Bisogna provare! Lo spettacolo è alle sette e mezza, e abbiamo appena tre ore! - li incitò Mareo. - Conto su di voi! -

Alle 19:30 in punto.
Davanti al palco si era radunata una folla più numerosa del previsto. Questo bastò a far emozionare ancor di più Mareo, Ann e Lussuria, mentre per gli altri Varia sarebbe stata l'occasione perfetta per dileguarsi in un lampo. Se non fosse stato per il fatto che, conciati come i due animatori (e Luss) li avevano vestiti, sarebbero stati individuati e denigrati a chilometri di distanza.
- Siete pronti? - domandò Mareo, facendo il suo ingresso nel retro del palco (separato dalla scena e nascosto alla vista della folla da una tenda). - Tocca a Lussuria e Ann. Fate del vostro meglio, ragazzi! Io vi dirigerò dal lato destro del palco, quello in ombra, per intenderci. -
- Come sono emozionato! - esclamò Lussuria, in piena ansia da debutto, prima che Mareo annunciasse il suo numero e Ann lo trascinasse con sé sul palco.
Allora li accolsero gli applausi della folla. Poi Mareo fece partire un disco di Čajkovskij.
- In posizione... - li guidò Mareo, con voce ovattata. - Pronti... Un... due... tre... Un... due... tre... Un... due... tre... -
E così i due cominciarono a ballare il Lago dei Cigni.
- Perfetto!!! Ottima interpretazione! -  applaudì Mareo, compiaciuto, al termine della rappresentazione. - Ora tocca alla breakdance! -
Lussuria ed Ann accennarono ad un secondo inchino, prima di ritornare dietro le quinte.
In quel momento tutte le luci si spensero, e si avvertì lo stesso rumore di qualcosa di pesante che viene trascinato su un pavimento. Poi le luci si accesero d'un colpo, illuminando il volto annoiato di uno Xanxus vestito in stile rapper e seduto sulla sua inseparabile poltrona. Pochi secondi dopo partì una canzone hip-hop.
- Xanxus, devi fare quelle mosse che hai imparato! - gli bisbigliò Mareo.
Sbuffando, Xanxus imitò un robot a ritmo di musica, con la sua solita inespressività piena di irritazione. E con una naturalezza imprevedibile.
Uno scroscio di applausi accolse la sua danza svogliata, mentre un povero Squalo, vestito tipo il suo Boss, emergeva da dietro la poltrona ballando in un modo decisamente meno meccanico, scatenando l'euforia della folla intera, che cominciò ad accompagnarlo a suon di battiti di mani. Poi, al termine della canzone, le luci si spensero nuovamente, e si udì di nuovo il rumore di cui parlato prima.
- Forza! Ora tocca a noi! - esortò l'animatore, saltando sul palco in compagnia di Levi, vestito con una ridicola tuta. - Tre! Due! Uno! Musica!!! -
E Ann fece partire un brano di zumba. Istantaneamente Mareo si mise a ballare come un pazzo, imitato dal povero Levi, che dopo quattro lunghissimi minuti di imbarazzo, si affrettò a rifugiarsi dietro le quinte per rimettersi in abiti civili, nonostante Mammon e Bel lo pregassero di restare ancora un po'lì a farsi riprendere dalla spietata videocamera dell'illusionista, con la scusa che 'tutto ciò che stavano riprendendo lo stavano riprendendo per i posteri'.
Poi il palco divenne nuovamente nero per pochi secondi, prima che un povero Fran in smoking e con un papillon bianco al collo venisse inondato dalla luce dei riflettori e si cimentasse in un balletto di tip-tap di un'apatia unica.
- Bene, carissimo pubblico. Vi ringrazio innanzitutto a nome di tutta l'animazione per essere stati presenti a questa recita, organizzata quasi all'ultimo momento, e che è stata possibile solo grazie all'aiuto dei nostri fantastici ballerini! Vi prego di fare un applauso anche per loro, che hanno a tutti gli effetti salvato questo spettacolo. - e fece una pausa, mentre gli applausi per i nostri cari Varia si facevano sempre più forti e proseguivano per un minuto abbondante.
Al termine di quel minuto, Mareo riprese a parlare:
- Ora, invece, vorrei scusarmi con i ragazzi che si erano preparati per questo saggio e che non sono potuti venire a causa della mia smemorataggine: potremo farne un altro tra un mese, che ne pensate? Se volete partecipare al prossimo spettacolo, o se avete voglia di farmi la pelle, vi aspetto venerdì qui alle cinque in punto. Ciao a tutti e buon pomeriggio! -
E così detto, spense definitivamente il microfono e le luci e scese dal palco.

Ore 20:00, casa delle vacanze dei Varia.
- Incredibile! - commentò Squalo. - È già la seconda volta in una vacanza che facciamo i cretini di fronte ad una folla! -
- Parole sante, capitano! - commentò Fran.
- Ma su, bambini! - osservò Luss. - Anche questo è un modo per divertirsi! -
- Parla per te! - ringhiò Superbi.
- Scusatemi, ma dov'è Levi-chan? - domandò il Guardiano del Sole.
- Oh, è andato in camera sua a piangere come una fontanella - spiegò Bel, sorridendo malizioso. - Non ha ancora mandato giù la storia tra il boss e il capitano. -
- E neanche quella della zumba con Mareo. - aggiunse Mammon.
- Chiudete il becco, voi due, o vi faccio diventare rispettivamente un tappeto persiano e un fermacarte! - li intimidì Squalo, mostrando loro la spada, minaccioso.
- A proposito di modi per divertirsi, - intervenne Fran. - Andiamo al luna-park? -
- Fra-chan... io sono esausto... - sospirò Lussuria, circondando le spalle del bambino con un braccio.
Improvvisamente la porta si spalancò, e la signora Ciechi, accompagnata dalle sue amiche, fece irruzione nella catapecchia restaurata di fresco.
- Allora, giovanotti, - disse, bardata come se stesse per andare a fare trekking. - Siete pronti per andare al luna-park? -
Otto occhi e una fratina si volsero ad osservare Lussuria. Occhi da veri assassini.
- Gliel'hai detto? - domandò Squalo, gli occhi fiammeggianti quanto quelli di Xanxus.
- Ehm... - cercò di rispondere lui, imbarazzato.
- Dannata pettegola...! - imprecò Bel, lanciando un coltello verso la parete opposta, causando la caduta delle tende della finestra.

- OOOHHH!!! Hai visto, Quirella? Un luna-park! - disse Pamilla alla sua amica, emozionata, appena scese dall'auto di Luss nel parcheggio del luna-park. - Che attrazioni vuoi fare, cara? -
- Oh, be', credo che dovremo chiedere consiglio a questi baldi giovanotti! Loro sono molto più esperti e sprezzanti del pericolo, e saprebbero consigliarci benissimo! - rispose la Fermi.
Allora le sei si voltarono verso i Varia, con la speranza che potessero consigliare loro le attrazioni migliori.

- Ma non è questo quello che volevamo noi! - protestò Quirella, mentre girava sulla giostra con le altre.
- Hai ragione, cara. - concordò la signora Ciechi, seduta in una tazza in compagnia della Fermi.
- Non c'è qualcosa di meglio? - domandò acida Francilde, seduta su un cavallo.
- Qualcosa di più emozionante? - chiese Emmice, speranzosa, dall'interno di una macchinina colorata.
- Tsk! A me piace! - sentenziò Ofanna.
- Una volta ho sentito parlare di una cosa chiamata ottovolante: sapreste per caso dirmi se è veramente così affascinante come il famoso artista... -
- Ok, facciamo una cosa. - propose Bel. - Qualcuno resta qua con la di Contrario, e gli altri accompagnano le altre dove vogliono. -
- Mi sa che è l'unica soluzione. - assentì Squalo.
Le sei vecchine si guardarono l'un l'altra, dispiaciute, poi la signora Emmice prese la parola per conto di tutte:
- Non c'è bisogno che vi perdiate tutto il divertimento per stare accanto a sei vecchie come noi! Facciamo una cosa: alle dieci ci troviamo tutti qui, va bene? -
- È un'ottima idea, Emmice! - si complimentò Quirella. - Allora alle dieci tutti qui, all'ingresso del luna-park. Buon divertimento! -

Dopo aver caricato (e non senza difficoltà) Xanxus e consorte su una macchinina degli autoscontri, Squalo cominciò a girovagare in cerca di qualcosa di interessante.
Passò davanti a uno di quei 'pescapupetti' (quei contenitori trasparenti pieni di peluche dove c'è quel braccio meccanico per pescarli. Noi lo chiamiamo così XD) che stanno sempre nei luna-park, scoprendo che al suo interno (non chiedeteci come) ci era finito Lambo, e che Gokudera e Yamamoto stavano facendo a gara per recuperare per primi il bamboccio. Sì, è vero, il Guardiano della Tempesta dei Vongola avrebbe certamente preferito lasciare la mucca lì dentro, ma Reborn gli aveva promesso che chi, fra lui e Takeshi, avesse recuperato Lambo per primo, sarebbe diventato ufficialmente il braccio destro del Decimo, e Hayato non poteva certo tirarsi indietro.
Dopo aver dato un cazzotto in testa a Yamamoto per ricordargli di pensare un po'di più alla spada e un po'meno a fare il deficiente, Superbi riprese la sua passeggiata, fino a quando un urletto femminile lo costrinse ad alzare lo sguardo verso le montagne russe, dove un terrorizzato Tsuna stava aggrappato alla sbarra di sicurezza del suo sedile, mentre su quello dietro Reborn, seduto sulle ginocchia di Bianchi, stava puntando una pistola alle spalle del suo allievo.
Dove c'era il Decimo, poi, c'erano anche Kyoko e Haru, ovviamente davanti alla bancarella che vendeva dolci di tutti i tipi. E tra il brusio delle voci delle persone presenti al luna-park (tra cui quella di Quirella, impegnata in un'entusiasmante corsa sugli autoscontri) Squalo fu certo di sentire distintamente quella estrema di Ryohei, proveniente dal Giamaica, che urlava 'all'ESTREMOOO!!!' come diceva di solito lui. Quatti quatti, invece, Mukuro e Chrome stavano facendo un tranquillo giretto sulla ruota panoramica. Non si poteva dire lo stesso di Colonnello e Lal Mirch che, dopo una combattuta gara al tiro al bersaglio, ora stavano litigando su chi dovesse meritarsi il premio (esatto, avevano pareggiato). Poco più in là, sulla stessa giostra dove Ofanna stava ancora girando, Shamal, in groppa ad un elefante, inseguiva un gruppetto di ragazze in carrozza.
Poi ecco Mammon intenta a scassinare un distributore delle merendine e, contemporaneamente, a riprendere i suoi compagni sulle varie attrazioni.
Proseguendo, Squalo incontrò Emmice che giocava sullo scivolo, Pamilla nella casa degli spettri, Urselia sull'ottovolante, Fran in quelle palle che galleggiano sull'acqua (inutile dire che Bel stava giocando a colpirlo e ad affondarlo a suon di coltelli) e Lussuria che si cimentava nel gioco del martello.
Lo spadaccino non trovò nulla che lo incuriosisse, ma alle dieci, quando si ritrovarono tutti davanti all'ingresso del luna-park, si sentiva completamente realizzato.
Forse per il fatto di non essere stato continuamente chiamato a destra e a manca dal suo boss.

Ritornarono a casa una ventina di minuti dopo. E una volta accompagnate a casa le sei anziane, i Varia si diressero verso la loro casetta...
- Su, forza, tirate fuori la chiave. - ordinò lo spadaccino. - Chi ce l'aveva, stavolta? -
- Levi-chan. - rispose Luss.
- Davvero? - domandò Levi, perplesso.
- Ma certo! Ti ho detto di prenderla prima che uscissimo! - ribatté Lussuria.
- I... io non ce l'ho! - obiettò il Guardiano del Fulmine.
- E dov'era, l'ultima volta? - chiese Squalo, irritato.
- Mmmh... Credo che mi sia caduta nella scatola dei biscotti. - rispose Levi, dopo averci riflettuto per qualche secondo.
- Ushishi! - ridacchiò Bel. - Solo un cretino come te poteva infilare la chiave nella scatola dei biscotti. -
- Concordo con il sempai. - sentenziò Fran.
- E dov'è la scatola dei biscotti? - domandò Mammon.
Ci fu un breve periodo di silenzio.
- Oh, cielo! - esclamò improvvisamente Luss. - L'ho buttata nel secchio! -
- COOOSAAA??? - strillarono gli altri Varia, furiosi.
- Era vuota, così l'ho buttata! - si giustificò il Guardiano del Sole, ancora stravolto dall'accaduto.
Fu così che Levi venne mandato a calci nel sedere a recuperare il loro sacco dell'immondizia al cassonetto più vicino (già, per loro fortuna, la raccolta differenziata non era ancora arrivata lì).
Una volta ritornato il Guardiano del Fulmine, Luss infilò la chiave nella serratura, ma questa non vi entrava più. Scoprirono così che i Mattinieri, nel ristrutturare la loro casa, avevano cambiato la serratura della porta.
I nostri poveri vacanzieri provarono così ad entrare dalla finestra, ma questa era chiusa, e, nel tentativo di rompere il vetro per entrare, i sette scoprirono che i Mattinieri avevano sostituito i loro vetri con dei vetri infrangibili.
Così, ai nostri Varia non restò altro da fare se non accamparsi nel giardino, su delle sedie di plastica scassate e coprirsi con i teli da mare.

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Capitolo 8
*** Il ritorno a casa ***


In questo ultimo capitolo gli addii e il ritorno alla tanto rimpianta casa di tutti i giorni.
Grazie a tutti coloro che più o meno direttamente ci hanno seguito in questo varioso episodio estivo, e per chi vorrà, ci rivediamo ad ottobre! :D


Alle sette del mattino il nostro gruppetto di sventurati campeggiatori venne svegliato dalla voce dell'inquilino della casa accanto, che cantava a squarciagola, più stonato di una campana ammaccata.
Sì, insomma, un bellissimo saluto.
Ma il meglio doveva ancora venire...
- Buongiorno, tesori! - Lussuria salutò i suoi compagni, stiracchiandosi e stropicciandosi gli occhi.
- Buongiorno un corno! - borbottò Squalo, facendo per tirare un sasso alla finestra del loro vicino canterino, prima che Luss lo fermasse.
- Concordo con il capitano. - sentenziò Bel, stiracchiandosi. - Quando partiamo? -
- Non vi preoccupate, bambini, - rispose Luss. - Adesso andiamo a prendere le nuove chiavi della serratura dai signori Mattinieri e poi andiamo subito a fare le valigie. - poi si rivolse a Levi. - Levi-chan, andiamo a prendere le chiavi... Levi-chan? -
Solo in quel momento i sei si accorsero dell'assenza del Guardiano del Fulmine.

- Signora Levi, la smetta di agitarsi! - esclamò la signora Ciechi, levando il cappuccio dalla testa di Levi, legato ad una sedia come un salame.
- Si deve fidare di noi! - lo rassicurò Emmice.
- Vedrà, faremo un ottimo lavoro! - ammiccò Quirella.
- Lavoro? - ripeté Levi, esterrefatto, cercando di emettere qualche suono nonostante il bavaglio che gli tappava la bocca.
- Certo. Un lavoro così ben fatto che neanche suo marito la riconoscerà più. - rispose Francilde, con aria quasi minacciosa.
Qui il povero Guardiano del Fulmine cominciò a temere sul serio le sei vecchiette che lo avevano rapito poco meno di un quarto d'ora prima e che lo avevano portato nel salotto di casa Ciechi.
- E, mi dica, qual è il suo nome? - gli chiese Urselia. - Le mie amiche ed io ce lo siamo chieste tante volte, ma ci siamo sempre dimenticate di domandarglielo. -
- Io non sono una donna! - sbottò l'uomo, irritato, cercando di farsi capire al di là della stoffa che aveva in bocca. - Mi chiamo Levi-A-Than! -
- Lo sapevamo che era una donna! Mica siamo cieche! - borbottò Ofanna.
- Si chiama Atena? - domandò Pamilla, sorridente. - Ma è un bellissimo nome! -
- Basta con i convenevoli! - la zittì Quirella. - Dobbiamo darci da fare prima che arrivino gli altri! -

- Sì, signora Tanesca, - rispose Luss, uscendo dalla casa dei Mattinieri con le chiavi della loro catapecchia in una mano e i suoi compagni che lo tiravano per l'altra, cercando di farlo uscire il prima possibile. - Anche lei mi mancherà tanto! Auguro a lei e alla sua famiglia tante belle cose! <3 -
- Finalmente ce l'abbiamo fatta a portarlo via. - sospirò Squalo non appena uscirono dal cancello di casa Mattinieri. - Adesso andiamo a fare le valigie... -
- No, Squ-chan, dobbiamo prima recuperare Levi-chan. - obiettò Lussuria, deciso.
- Non possiamo lasciarlo qui? - domandò Bel, speranzoso.
- Fai questa domanda tutti gli anni, - intervenne Mammon, con tono cantilenante. - E tutti gli anni la risposta è... -
- Bel-chan! - esclamò Luss, indignato. - Mi meraviglio di te! Non possiamo certo lasciare Levi-chan qui. -
- Appunto. - bofonchiò l'illusionista.
- E perché? - domandò Fran, rivolto al Guardiano del Sole.
- Perché - cominciò Lussuria, sicuro di sé, prima di rendersi conto che un valido motivo per portarsi dietro un peso morto come Levi non c'era. - ... Be', un motivo ci sarà, ma... ve lo spiegherò un giorno. - fece una breve pausa, superando gli altri e dirigendosi fuori dalla via. - Andiamo a prenderlo! -

- È permesso? - domandò una voce effeminata, facendo capolino dalla porta d'ingresso del salotto della casa della signora Ciechi. - La porta era aperta... OH CIELOOO!!! -
Gli altri Varia si sporsero per dare un'occhiata all'interno della stanza e vedere che cosa avesse fatto urlare il loro compagno, ma quando videro ciò che avevano davanti, per poco non svennero.
Levi, alla vista dei suoi compagni, sbiancò, nonostante l'enorme quantità di fondotinta e blush che le amabili vecchiette gli avevano messo in faccia.
- Oh, ben arrivati! - salutò allegramente la signora Ciechi. - Che ve ne pare del nuovo look della signora Atena? -
Belphegor cominciò a ridacchiare sommessamente, mentre osservava (e con lui gli altri) Levi. Il poveraccio era stato conciato proprio male: a partire dai capelli, pettinati all'indietro, per poi andare al trucco in faccia (ah, dobbiamo segnalare che le signore gli avevano levato i piercing con l'ausilio di un paio di pinze), comprendente ombretto verde, mascara volumizzante e rossetto. Al poveraccio erano anche stati messi una collana, un bracciale, un paio di orecchini verdi, un anello e lo smalto rosso.
In poche parole, le sei lo avevano completamente disintegrato, creando dalle sue ceneri un pallido essere dalle sembianze femminili.
- Atena non ha voluto che le mettessimo un altro vestito: ha voluto tenere questa brutta divisa da maschiaccio! - commentò Francilde, sorseggiando del tè.
In quel momento la signora Ciechi dette una gomitata a Levi, sorridendo.
- Coraggio, Atena, - lo esortò. - Saluta gli ospiti come si deve! -
Titubante e diventando color del rossetto, Atena alzò una mano, sorridendo.
- Salve, ragazzi! - salutò, con voce effeminata.
- Oddio!... - mormorò Squalo, disperato, strappandosi i capelli. - Un altro Lussuria no! -
- Aaah, Atena! - esclamò Bel, ridacchiando. - Quindi è così che l'avete chiamata! -
- Io preferivo Levia. - commentò Fran, apatico.
- Bambini! Fate silenzio! - li rimproverò Luss. - Atena è un nome meraviglioso! E come ti hanno educato bene, Levi-chan!... Sapete, ragazzi, non farebbe male neanche a voi! -
- Per carità! - esclamò Mammon, scioccata.
- Su, Atena! - stavolta fu la signora Quirella ad incoraggiare il poveraccio. - Perché non vai ad abbracciare tuo marito? -
- Oh, no... - rise a denti stretti il principe. - Mia moglie ed io non amiamo scambiarci effusioni in pubblico. - poi aggiunse, borbottando. - E per fortuna neanche in privato! -
- Oooh! - esclamò Francilde, soddisfatta. - Era tempo che non incontravo una coppia così composta! Le vostre madri vi hanno educati proprio bene! -
- Grazie. - sorrise Lussuria, al settimo cielo per tutti quei bei commenti sui suoi bambini. - E io devo farvi i complimenti per come avete abbellito Levi-chan! Siete state davvero brave! -
- Si figuri! - risposero in coro le sei, orgogliose. - Quando si vede una così bella ragazza che si trascura tanto non si può fare a meno di darle qualche consiglio! -
- Siete state davvero molto gentili. - disse Luss. - E ci piacerebbe restare ancora con voi, ma noi dobbiamo fare le valigie per tornare a casa. -
- Oh, che peccato! - esclamò Quirella, dispiaciuta. - Noi ci siamo divertite tanto! -
- Non si può dire lo stesso di Levi... scusate, Atena - commentò Mammon, cercando di non ridere.
- Bene, signore, - disse Squalo nervosamente, cercando di squagliarsela alla svelta. - Vogliate scusarci... -
- Ma dove va, signora? - esclamò Urselia. - Non vorrà certo tornare a casa in quello stato orribile e far prendere un grosso spavento alle sue amiche, vero? -
- Sento che ci sarà da ridere ancora! - commentò Belphegor sghignazzando.
- Bene! - esclamò Pamilla Ciechi, alzandosi, dirigendosi verso una credenza ed estraendo da un cassetto uno smalto color prugna. - Ho comprato proprio ieri uno smalto madreperlaceo. Sono sicura che si intonerà benissimo ai capelli della signora! -
- No, signora, non possiamo proprio restare. - disse Lussuria, triste. - È stato un vero piacere conoscervi! -
- Oh! Anche per noi! - rispose Pamilla, commossa.
- Mi mancherà, sa? - disse Quirella, rivolta a Bel.
In quel momento Emmice abbracciò Lussuria come una bambina abbraccia qualcuno a cui si è affezionata.
- Questi addii mi ricordano tanto quelli dei film! - commentò Urselia.
- Mfh! - grugnì Ofanna.
- Mi raccomando, comportatevi bene! - li minacciò Francilde, austera come al solito.
- Forse un giorno ci rivedremo! - disse Emmice, speranzosa.
- Fate buon viaggio! - li salutò la signora Ciechi, mentre i sette uscivano dalla stanza per andare a fare le valigie.

Eh, sì! Casa propria è sempre casa propria! E i nostri Varia lo capirono immediatamente non appena furono davanti al portone d'ingresso della loro magione. Per una lunga settimana avevano tanto desiderato una casa isolata, senza vicini turbolenti, senza problemi strutturali... insomma, una casa con la 'c' maiuscola, proprio come la loro.
- Mai più fuori di casa per svago! - esclamò Bel, gettandosi sul suo amato divano.
- Solo per lavoro! - aggiunse Mammon, sedendosi sul bracciolo dello stesso divano di Bel.
- Fecce!!! - sbraitò il boss, facendo il suo ingresso in casa a bordo della sua poltrona, spinto da Levi. - Io ho fame!!! -
- Mi metto subito a cucinare, Xanxino caro! <3 - esultò Lussuria, salterellando allegramente verso la cucina, mentre Squalo e Fran entravano portando i bagagli.
- Ringraziando il cielo siamo tornati! - esclamò il capitano, scaraventando a terra i bagagli floreali di Lussuria. - Non ne potevo più! -
- A chi lo dice, capitano! - sospirò Fran.
- Ma chi è che vorrebbe mai passare una vacanza come quella che abbiamo appena terminato? - fece notare Belphegor.
- Be'... - rispose Squalo, con un guizzo maligno negli occhi, voltandosi verso il suo boss e Levi. - Qualcuno che si è divertito c'è... -
- Già! È vero. - ghignò Bel, imitando il suo capitano. - Avevi detto che eri disposto a rifare l'esperienza, vero, Levi? -
- Perché non rievochi qualche bell'episodio di quest'estate? - propose Mammon, estraendo la telecamera e accendendola il più rapidamente possibile per non perdersi neanche un attimo di quel che stava per accadere.
- A... A dire il vero... - cercò di replicare l'accusato, mentre Xanxus estraeva una delle pistole e gliela puntava contro, con un sorriso per nulla rassicurante.
- Feccia, - ordinò, con tono sadico. - Facci vedere cosa ti è piaciuto di più! -

Radunati nel salotto, chi sul divano (Bel, Squalo e Mammon), chi davanti al divano con funzione di poggiapiedi regale (Fran) e chi in poltrona (qui non c'è bisogno di chiarire), i nostri cari Varia stavano giocando ai videogiochi, sgranocchiando patatine, pop-corn e altri articoli di genere mangereccio.
Poi Bel, distraendosi un attimo dallo schermo della TV, si accorse che il pavimento si era sporcato, e si rivolse a Levi e Luss alle sue spalle:
- Ehi! -
Una graziosa Levi in divisa da cameriera si presentò accanto a Bel.
- Desidera? -
- Oh, Levia cara, - rispose il principe, con fare da padrona di casa ottocentesca. - Non è che potresti pulire il pavimento, per piacere? -
- Sì, signore. - rispose il Guardiano del Fulmine, contenendo a stento l'istinto di strangolare il principe.
- Grazie! - sorrise Bel, ridacchiando.
- C'è altro? -
- No, puoi ritirarti nei tuoi appartamenti. -
Così, con un leggero inchino, Levi uscì dal salotto, dirigendosi nella sua nuova camera: lo sgabuzzino.



VARIANTE CON OMAKE!

!!!ATTENZIONE!!! Questo omake è sconsigliato ai deboli di contegno. Leggete a vostro rischio e pericolo!

Radunati nel salotto, chi sul divano (Bel, Squalo, Luss e Mammon), chi davanti al divano con funzione di poggiapiedi regale (Fran), i nostri cari Varia stavano giocando ai videogiochi, sgranocchiando patatine, pop-corn e altri articoli del genere mangereccio. (Xanxus era già andato a dormire)
Poi Bel, distraendosi un attimo dallo schermo della TV, si accorse che il pavimento si era sporcato, e si rivolse a Levi e Luss alle sue spalle:
- Ehi! -
Una graziosa Levi in divisa da cameriera si presentò accanto a Bel.
- Desidera? -
- Oh, Levia cara, - rispose il principe, con fare da barone ottocentesco. - Non è che potresti pulire il pavimento, per piacere? -
- Sì, signore. - rispose il Guardiano del Fulmine, contenendo a stento l'istinto di strangolare il principe.
- Grazie! - sorrise Bel, ridacchiando.
- C'è altro? -
- Adesso che mi ci fai pensare... sì. -

00:00 in punto.
In mezzo al giardino di casa Varia stava, solitaria e perfettamente immobile, una sgraziata figura apparentemente femminile, con un foglio pieno di parole in mano e uno stereo accanto. Dopo aver dato una rapida occhiata al foglio, si voltò, terrorizzata, in direzione della finestra del secondo piano, accanto a quella verso la quale era rivolta, dove tutti i suoi compagni la stavano osservando.
- Forza, Levia, cosa aspetti a mostrare al boss quanto sei brava a cantare? - domandò Bel, sghignazzando.
Levi deglutì, tornando a fissare il suo foglio.
- Se non lo fai, farai una finaccia, sappilo! - lo incalzò Squalo.
- Levi-chan, canta subito! - esclamò Luss, irritato. - O sarà peggio per te! -
- Io a questo punto farei come ti dicono. - suggerì Fran. - Le minacce di Lussuria sono da prendere sul serio! -
- E mi raccomando, sorridi. - disse Mammon, pronta con la sua temibile telecamera.
Levi, convinto dalle parole di Luss e di Fran, accese lo stereo e cominciò a cantare al ritmo di una musica proto-brasiliana:

- Questa non è una storia finta,
è quella di Levi la casalinga.
Se mi concedete un po'di tempo
io la racconterò in un momento... -

- Fecce! - esclamò la voce irritata di un uomo appena sveglio, proprio dalla stanza davanti alla quale Levi stava cantando. - Che diavolo è questo rumore? -

- Lui correrà su e giù ...ue o ue o
se lo vorrà Xanxus ... ue o ue o
Ma ci son gli altri, sai,
e lui s'arrabbia assai! -

- FATELO STARE ZITTOOO!!! - ruggì il boss.

- Sente allora qualcosa nel cuor
che va ben oltre quel grande rancor:
lui non interessa al suo caro Boss.
Decide quindi di farsi in quattro! -

Improvvisamente degli spari cominciarono a partire dalla pistola del boss, diretti verso la finestra, e più precisamente verso la fonte del rumore che aveva rovinato il suo riposo inviolabile.

- Da brava massaia
lei stira e spazza
Pur sembrando deficiente
A lei non importa niente... -

Levi si abbassò per evitare un proiettile infuocato, ma improvvisamente un coltello gli sfiorò la testa, costringendolo a voltarsi verso la finestra dove i suoi compagni lo stavano osservando.
- No, cara Levia. - lo rimproverò Bel. - Devi stare perfettamente immobile. Altrimenti non è divertente! -
E Levi, terrorizzato, tornò al suo compito imbarazzante:

- Se cuce, se spazza
La prendon per pazza
E continuerà così
finché il Boss non dirà di sì!* -

In quel momento un proiettile raggiunse lo stereo, disintegrandolo. Poi seguirono alcuni tesissimi momenti di assoluto silenzio. E, infine, dalla camera del boss provenne solo un profondo russare.
- C'è altro? - chiese il Guardiano del Fulmine a Bel, temendo qualche altro comando assurdo.
- No, Levia, puoi andare. -
Levi sospirò, sollevato. Il suo compito era finito. Si avvicinò così alla porta per andare a dormire, e cercò di aprirla, senza successo.
- Ehi! - esclamò, alzando lo suguardo verso Bel e i suoi compagni svegli. - È chiusa! -
- Certo, Atena. Cosa c'è di strano? - rispose Squalo, ghignando. - Buonanotte, e fa'la brava! -
E così chiusero la finestra, lasciando il nostro caro Levi a dormire sotto le stelle.

*(Il ballo della casalinga, ballo di gruppo)

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