Parfum

di Spina di pesce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ELEANOR ***
Capitolo 2: *** LONDON CALLING, YEAH, I WAS THERE, TOO ***
Capitolo 3: *** CAMDEN TOWN ***
Capitolo 4: *** LA COLLANA ETNICA ***
Capitolo 5: *** LA PROFEZIA DI ANITA ***
Capitolo 6: *** WHEN IT RAIN, RAIN, RAINS ***
Capitolo 7: *** NOW I KNOW YOU'RE AMAZING ***
Capitolo 8: *** LE FESTE CON POCHE PERSONE SONO SEMPRE LE PIU' DIVERTENTI ***
Capitolo 9: *** POSSO DIRTI UN SEGRETO? ***
Capitolo 10: *** VUOTO DI MEMORIA ***
Capitolo 11: *** AVVISO!! ***
Capitolo 12: *** MY FACE ISN’T SAD, BUT INSIDE I’M SAD ***



Capitolo 1
*** ELEANOR ***



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Tutte le bambine di età compresa tra i 5 e gli 8 anni sognano di diventare delle principesse, si vestono di rosa con quelle scarpette carine che fanno le lucine ad ogni passo e portano i capelli lunghi ed ordinati… ma proprio tutte? Diciamo quasi tutte. In quella piccola percentuale di  bambine non ossessionate dalle bambole o  dai fermagli per capelli ce n’era una, Eleanor.  Ebbene Eleanor sono io e il mio sogno più grande non è mai stato quello di trovare il principe azzurro o di andare al ballo vestita come una regina, il mio unico sogno è da sempre  la batteria. Sarà stato mio padre con la sua fissa per le rock band anni ’70, o forse il mio istinto ribelle a far nascere in me la passione per la batteria, ma sta di fatto che sono sempre stata molto diversa dalle mie coetanee. La mia infanzia ha risentito molto della mancanza di mia madre, morta di parto per darmi alla luce, e mio padre da solo non è riuscito a far altro che educarmi come un maschiaccio. Non ho mai portato gonne, né ballerine, né i capelli pettinati.
Figurarsi poi se mio padre era in animo di prendere un pettine e spazzolarmi la chioma folta e piena di nodi.
A scuola stavo con i maschi, le ragazzine non mi guardavano neanche in faccia, ma non sentivo affatto la mancanza di amiche femmine, anzi, diciamo piuttosto che le odiavo.Il culmine del mio essere maschiaccio si notò quando mio padre fu chiamato urgentemente a scuola dalla preside: avevo picchiato di brutto Fiona, quella stronzetta che si sentiva una diva del cinema e tiranneggiava tutta la classe. Ma nonostante la sospensione e la sgridata di mio padre, il quale pur essendo un rozzo di prima categoria cercava in tutti i modi di farmi crescere come una ragazzina educata, non rimpiansi affatto quel giorno, anzi credo che se l’insegnante non mi avesse strappata via da Fiona con la forza avrei continuato a menarla fino a farla secca. Quello fu il mio momento di gloria. Mi resi conto che tutti i miei compagni erano dalla mia parte, eccetto le amichette di Fiona ovviamente.. Ma ora non vorrei dare un’immagine troppo negativa di me, in genere  non ero  una bambina violenta. Ma potete ben capire che quando le offese di una persona oltrepassano il limite del sopportabile viene istintivo ribellarsi alle regole e dare una bella lezione a chi ti sta offendendo…
I giorni passavano,  e arrivata l’adolescenza sentii subito la mancanza dell’essere bambina. La spensieratezza che mi caratterizzava iniziò a venir meno e il giudizio degli altri iniziò a pesare sempre di più.  Il rapporto con mio padre, da sempre fantastico, si incrinò. Sentivo molto la mancanza della componente femminile in famiglia e i primi tempi al liceo furono difficilissimi. Dopo aver cercato invano di assomigliare alle altre, capii che la mia strada era totalmente diversa. Io non ero tipa da Britney Spears, odiavo lo shopping, le meches, il gossip della scuola. Il mio unico interesse era la musica, la mia musica. Quella che nessuno a scuola ascoltava. Le influenze di mio padre in ambito musicale erano state fondamentali per me. Era stato proprio mio padre a regalarmi la mia prima batteria all’età di 7 anni e a spingermi a prendere lezioni. La batteria era la mia vita… si, i vicini di casa si lamentavano sempre, e una volta avevano addirittura chiamato la polizia per il casino infernale che stavo facendo alle due di notte.. ma questi sono dettagli. Sta di fatto che la scuola andava davvero male, le amicizie erano poche e per lo più maschili, e mio padre non sapeva più come fare con una figlia pazza in piena crisi adolescenziale.
Il culmine dei miei problemi arrivò quando scoprii di essere lesbica. Si, lesbica..
 Con i maschi non andava proprio. A 16 anni ebbi una relazione con un ragazzo di cui non ricordo neanche il nome, ma non durò neanche una settimana. La scoperta della mia omosessualità fu da un lato una liberazione, dall’altra l’ennesimo dei miei problemi. La sera frequentavo la gente come me, ma il giorno ero costretta all’umiliazione più totale da parte dei miei compagni di scuola, delle ragazze soprattutto.
Ora non sono più una ragazzina. Ho la mia vita, ho degli amici, un piccolo lavoro in una grande città. Mi sono trasferita a Londra a 18 anni, mio padre mi ha sbattuta fuori di casa. Soffro ancora un po’ per questo fatto, ma so che devo farci l’abitudine perché mio padre è testardo come me e non torna indietro facilmente.




Nota dell'autrice:
Ciao a tutti/e,
questa è la mia prima ff in questa sezione, e in generale non ho ancora scritto molto su questo sito, perciò non esitate a darmi consigli o a fare critiche :)
Ma passiamo alla storia. Spero che questo primo capitolo non sia stato troppo noioso, è solo una sorta di piccola introduzione sulla vita di Eleanor, ma dai prossimi inizierà la storia vera e propria...
Siccome quando leggo preferisco non incontrare molti dettagli sull'aspetto fisico dei protagonisti perchè mi piace immaginarli da sola, ho deciso di non dare mai una descrizione fisica della protagonista, in modo che ognuno la possa immaginare come vuole. 
Il titolo "Parfum" lo capirete un po' più in là, dato che sarà un elemento ricorrente nel racconto. Poi che altro? Bhè, in questa storia ci sono un po' di riferimenti su artisti musicali di genere rock, quindi se c'è qualche appassionato tra i lettori potrebbe incontrare indizi o citazioni familiari. 
Ultima cosa, commentate, fatemi sapere cosa ve ne pare... anche solo sulla grafica, sulle immagini... non so, tipo se il carattere è troppo piccolo :D Ho bisogno di sapere se sto andando sulla retta via oppure no.
Pubblicherò prestissimo il secondo (o meglio "primo, vero" ) capitolo ;)
Un bacione <3


Spina di pesce

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Capitolo 2
*** LONDON CALLING, YEAH, I WAS THERE, TOO ***


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 LONDON CALLING, YEAH, I WAS THERE, TOO.


Quant’è diversa Londra dalla mia stupida città natale. E’ tutto diverso. La gente, gli odori, i colori, la pioggia, il sole, il freddo, il Tamigi, la casetta piccola e umida dove abito… è diverso! Londra non è una città allegra, è un po’ malinconica, come me. Ma mi rispecchia molto, ecco perché mi ci trovo così bene. E poi le persone sono così ospitali. La vecchina che vive al piano di sotto nella mia villetta è troppo simpatica, si chiama Anita e vive sola. Mi chiedo sempre cosa sarebbe di me se dovessi finire sola anche io… senza nessuno, come Anita, le cui uniche gioie sono vedere il suo gattino rosso ronfare sulla poltrona, o aspettare che il postino le porti le lettere di suo figlio che vive in Germania. Siamo a Dicembre, ed è bellissimo osservare la vecchia Anita indaffarata a decorare l’albero nel giardino nonostante il freddo e la neve. Abbiamo subito fatto amicizia. Con lei mi sento diversa, mi da molto affetto. Un giorno mi ha detto che sono la sua salvezza e che se non fossi arrivata probabilmente sarebbe caduta in depressione. Anche per me lei è una salvezza, mi è di grande compagnia e inoltre cucina benissimo!
Per il resto la mia vita sociale qui non è così male. Lavoro in un locale vintage un po’ lugubre, dove la sera si fa musica e dove sto conoscendo un sacco di gente. Mark, il proprietario, mi viene dietro come un cane. E’ un bel ragazzo e c’ha pure un bel culo, ma non sa che i miei orientamenti sessuali sono un po’ diversi. Per ora lo tengo sulle spine senza dargli troppo retta.
Sookie è l’altra ragazza che serve ai tavoli con me. E’ simpatica, porta sempre una coda di cavallo bionda ed orecchini molto grandi, è anche carina ma non è certo il mio tipo. E’ lei che mi ha presentato un po’ di gente. Finito il servizio ci ubriachiamo un po’ e vaghiamo per i locali della Londra notturna.
Per quanto riguarda la batteria…bhè, resta sempre la mia passione. Per fortuna Anita è un po’ sorda, e il casino che faccio lo sente a mala pena.
Ho fatto dei provini per qualche piccola band londinese, ma nessuna mi ha presa come batterista, probabilmente perché sono una donna… Ed è per questo che ho deciso di rinunciarci.
Ma oggi chiacchierando con Paul, uno del gruppo di amici di Sookie, lui mi ha detto che sa di un gruppo in cerca di un batterista, il gruppo di un cantante emergente abbastanza importate. Così  mi faccio dare l’indirizzo e mi presento all’appuntamento..
 

21 Cranberries street  ore 18.30
Dopo mezz’ora di ritardo arrivo all’appuntamento. Ci ho messo un po’ a trovare la strada. E’ una via buia e angusta, senza negozi, solo ingressi posteriori di qualche ristorante. Trovo il portone, vecchio e cadente. Alcuni ragazzi stanno fumando là davanti.
“E’ qui il provino?” chiedo subito e senza paura.
“Tesoro, non so di nessun provino, ma sei troppo carina per stare tutta sola qui, che ne dici di venire a casa con me?”
I ragazzi iniziano a ridere e avvicinandosi lentamente a me mi squadrano dalla testa ai piedi con aria maliziosa. Indietreggio, ma non ho paura. Sono pronta a scappare in qualsiasi momento o a menare un calcio nelle palle a qualcuno..
Ma d’improvviso dietro di me si apre il portone.
“Smettetela idioti! Tu, chi sei? Che vuoi? Una ragazza non dovrebbe stare da queste parti..”
E’ un uomo sulla quarantina, dai capelli color paglia e gli occhi grigi da vero inglese.
“Sono venuta per un provino da batterista, ma a quanto pare ho sbagliato indirizzo..”
“Ahahahahahahah ma la sentite? Fa la batterista la bambina..” I ragazzi dietro di me sghignazzano ma non li guardo neanche in faccia.
“Si, qui è il provino. Entra.”
L’uomo biondo non mi piace affatto, è scorbutico, ma quanto meno mi ha fatto entrare senza esitazione.
“Allora devi salire fin sopra, attenta agli scalini, sono molto piccoli. Ah, Michael non è potuto venire. Le selezioni le faranno dei suoi aiutanti. Ah, siete in 15.”
“Va bene, grazie”

L’uomo esce dal portone e io inizio a salire le scale umide e scricchiolanti. Nel frattempo mi chiedo chi sia mai questi Micheal, Michael o come diavolo si chiama.. Potrebbe essere il cantante della band? Ma io non ne ho mai sentito parlare.. e poi 15 persone? Non ho mai assistito ad un provino con così poche persone, evidentemente non hanno sparso molto la voce. Per un attimo temo che quell’uomo mi abbia ingannato, ho il terrore che sia tutto un brutto scherzo, sento di starmi cacciando in un brutto guaio. Arrivata all’ultimo piano entro in un piccolo appartamento sudicio, dove ci sono effettivamente una quindicina di ragazzi che mi guardano come se fossi un alieno.
“Ehm… ciao!?” cerco di sciogliere il ghiaccio ma la situazione diventa ancora più imbarazzante..
Oddio questi mi stuprano.
“Piacere, sono Matt” un ragazzo alto e magrolino si avvicina a me e mi stringe la mano “anche tu per il provino?”
“si” gli sorrido “oh… ma sei l’unico dotato di parola in questa stanza?”
Ricevo altre occhiatacce dagli altri. Un ragazzo si è impossessato del divano rosso e polveroso, un paio stanno in disparte a parlare appoggiati al muro, sono tutti maschi!
“comunque io mi chiamo Eleanor..”
“Eleanor, vieni, andiamo fuori al balcone in attesa del nostro turno.” Matt mi trascina in un’altra stanza più piccola con un piccolo balconcino.
“Scusali, sono tutti molto competitivi. Sei emozionata?”
“Veramente… non so neanche come si chiama questa band!”
“No, aspetta, ma non è una band. E’ Mika, sta cercando un nuovo batterista per il prossimo tour.”
“Chi?? Un tour?? Cavolo!” Un tour?? Ma è fantastico, è quello che ho sempre sognato, solo…chi è questo Mika?
“Come chi è? Mika! Il nuovo talento scoperto questa estate! Ha fatto un disco. Possibile che non lo conosci? E’ quello di Grace Kelly! La trasmettono sempre per radio.”
Resto un attimo perplessa, non ascolto molto la radio in realtà, quindi non ho affatto presente chi sia questo cantante. Ma poco mi importa! Matt ha parlato di tour… un tour! Potrei girare il mondo facendo la cosa che più amo al mondo!
“Matt Stewart…. Tocca a te” un uomo è venuto a chiamarlo, gli auguro buona fortuna e lui mi fa un occhiolino.
Non so quanto tempo passa, so solo che mi sforzo immensamente di capire chi sia questo famoso Mika. E se non fosse un cantante rock? Vabbè magari fa musica metal…. Ma no. I ragazzi nella sala non mi sembravano tipi da musica metal.
Bhà…

Arrivano le nove, tra un’ora devo essere a lavoro. Torno nella sala d’ingresso, sono rimasta solo io..
Sento una batteria suonare forte nella stanza affianco. Cavolo dev’essere proprio bravo questo qua!
Dieci minuti dopo esce un ragazzo. E’ alto e muscoloso, mi guarda con aria di sfida
“Smamma femminuccia, mi hanno già scelto, l’ho visto dai loro occhi..”
I miei occhi si riducono a fessure, vorrei mandarlo su un altro pianete.
“Chi altro è rimasto?” l’uomo che prima era venuto a chiamare Matt si rivolge a me con un sorriso “Vieni, entra pure”
Entro in una stanza molto grande, oltre a lui ci sono altre tre persone.
“Facci sentire che sai fare”
Un brivido mi percorre la schiena, mi siedo alla batteria e inizio a sfoderare il mio assolo bomba con una semplicità mai vista. Non sono affatto tesa, non provo vergogna, e sinceramente ho avuto così tante porte sbattute in faccia che un’altra non mi farebbe alcuna differenza.
La mia esibizione dura solo dieci minuti, ma potrei continuare per altre tre ore..
“Grazie, grazie mille. Sei molto brava è evidente.”
“No ma non è solo ‘molto brava’, è bravissima! Per me è la migliore ascoltata fino ad oggi. Può rimpiazzare Jason alla grande”
“Si è brava, ma non penso sia la migliore. Quel ragazzo di prima, quel Tyler mi è piaciuto di più”
“Ragazza, come ti chiami?”
“Mi chiamo Eleanor, Eleanor Rigby”
“Eleanor Rigby? Come la canzone dei Beatles?”
“Si, mio padre mi ha chiamato Eleanor proprio come la canzone dei Beatles”
“Fantastico! A Mika piaceresti da morire!”
“Allora Eleanor, sicuramente sei nel gruppo dei cinque candidati migliori. Dacci un tuo indirizzo, un contatto, un numero di telefono, così ti facciamo sapere quando terremo il prossimo incontro. Ci sarà anche Michael la prossima volta”
“Ok grazie mille!” Do il mio numero di telefono e scappo a lavoro felicissima.
 

Michael…Michael…. Ma chi è questo? Appena arrivo al locale corro subito a raccontare tutto a Sookie.
“Come sarebbe a dire che non sai chi è Mika!? Eleanor non è proprio possibile, lo stanno dando un sacco per radio! Hai idea della botta di culo che hai avuto? E’ uno famoso!”
“Bhè devo solo ringraziare Paul per questo, ma aspetta a parlare di botta di culo.  E se non mi prendessero?”
“Si che ti prendono! Ne sono certa! Solo che… mi chiedo se Mika non sia troppo distante dal tuo genere musicale…”
“In che senso?”
“Bhè… Mika fa musica… pop. Non so quanto potresti sopportare le sue canzoni.”
Pop….. pop… POP!?? MA CHE CAVOLO!? MUSICA POP!?? QUANDO MAI HO ASCOLTATO MUSICA POP.. però.. un tour, tutto quello che ho sempre desiderato… ma sì, magari non è proprio “pop” questo Mika. Magari c’è anche qualche canzone…. No eh…
Ma ormai ci sono dentro, ormai ho fatto il provino e se il destino vorrà farmi fare questo tour si farà!
“Ma chi se ne frega Sookie! Posso girare il mondo se mi prendono!”
“Bravaaa!! Non essere troppo chiusa mentalmente..”
Ma che pazzia ho fatto?
L’abbraccio forte e torniamo a lavorare, il locale si sta riempiendo, e ci sono un po’ di cose da fare.


Note dell'autrice:
Bene bene, spero di avervi incuriosito abbastanza con questa storia del provino. Lo so che siete tutti impazienti di vedere Mika, ma tranquilli, arriverà presto :)
Chi di voi conosce la serie tv True Blood di sicuro avrà fatto caso a Sookie, l'amica di Eleanor, che è la protagonista di questo telefilm.

Spero anche che vi stia simpatica la vecchia Anita, lei avrà un ruolo fondamentale nella storia ;)
Mi raccomando continuate a commentare, ci tengo al vostro parere :D
Un bacione e a presto!


Spina di pesce

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Capitolo 3
*** CAMDEN TOWN ***


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CAMDEN TOWN


 
Ore 07.30

Squilla il telefono.
“Ma porca puttana!” lo scaglio dall’altra parte della camera. Ho fatto le quattro sta notte, chi cavolo mi chiama a quest’ora….
“Oh cavolo!!!” mi alzo di corsa e corro a recuperare il telefono, uccidetemi era un numero privato!
Erano loro, erano loro! E adesso?

Trascorro tutto il giorno con il telefono a portata di mano in attesa che mi richiamino…
Persino Anita ha capito che c’è qualcosa che non va oggi. Mi versa  un po’ di tisana rilassante nella tazza.
“Tesoro sei stressata..” la guardo male… essì, ha proprio ragione. Sono sotto stress…
Non è mica lei che rischia di aver mandato all’aria il suo provino per non aver risposto alla chiamata più importante della sua vita.
“Scusami Anita, non mi va la torta… lo so che è buona, magari lasciamene un pezzo per domani”
Esco di corsa per andare al lavoro.
Per tutta la sera il telefono non si degna di squillare…fino alla mattina dopo.

Ore 07.30

“Ennò sta volta non mi freghi!!” il telefono non fa in tempo a squillare neanche una volta che ho già risposto.
“Pronto?”
“Parlo con Eleanor?”
“Si sono io”
“Ciaao! Sono Mika. Puoi domani mattina alle 12.00 al bar The Lock tavern a Camden Town?”
“Sei tu…cioè sei tu il famoso Mika? Proprio tu?”
“Ahahah Si sono io! Allora posso conoscerti di persona? Devo fare una scelta importante”
“Si,si,si,si! Certo che ci sarò!”
“Buona giornata allora, a domani!”
“ciao…anche a te…grazie!”
Riaggancio…. Sono fuori di me per la felicità, corro subito a dirlo a Sookie e gli altri.

 
Ore 12.00 Camden Town

Camden è sicuramente la zona di Londra che preferisco. E’ il luogo dell’allegria, dell’alternatività, della fantasia… non ci vuole molto per capire come mai l’appuntamento sia proprio qui! Camminando tra le vie di Camden si incontrano le persone più buffe ed originali di Londra. Dalla ragazza vestita con abiti stile gotico al ragazzo hippie, dal tale con lo stesso gusto stilistico di Lady Gaga alla tipa punk anni ’70. Qui si incontrano tutte le culture stilistiche e musicali  e ognuno si sente libero di vestirsi come vuole o di ascoltare quello che più gli piace. Camden Town è il luogo di massima espressione artistica a Londra ed è per questo che molti giovani stilisti vengono qui per prendere spunti.  Ma Camden è soprattutto famosa per i suoi negozi e mercatini. Si trova di tutto. Cianfrusaglie di ogni tipo, abiti ed accessori vintage, oggetti improbabili, dischi d’epoca autentici… tutto quello che una ragazza come me potrebbe desiderare!
Questa volta non rischio di perdermi.  Conosco bene Camden e ho ben presente il bar The lock tavern, solo che non ci sono mai entrata.. mi sembra un po’ costoso. Arrivo con i miei soliti dieci minuti di ritardo. Mi rivolgo al cameriere il quale mi porta in un saletta interna privata.
Luci soffuse, poltroncine e divanetti in velluto bordeaux, pareti scure e una sola piccola finestra con una vista spettacolare su tutto il quartiere. 
 “E’ arrivata” sento la voce di uno dei signori che hanno assistito al mio provino. Mi avvicino e scorgo un gruppo di persone sedute intorno ad un tavolino infondo alla stanza.
“Salve a tutti. Scusate per il ritardo, ma abito dall’altra parte della città”
“Tranquilla, anche Mika è in ritardo.  Siediti con noi..”
Una volta seduta al tavolo mi accorgo che c’è anche Matt, il quale mi fa subito un occhiolino.
Più distate da Matt è seduto il famoso Tyler, quel ragazzo sgarbato che si era esibito prima di me al provino. Ci scambiamo uno sguardo di odio. Questa si che è una vera sfida.
“Eccomi! Scusate il ritardo, delle ragazze mi stavano inseguendo e ho corso come un pazzo”
Un ragazzo alto, magro.. anzi magrissimo, con i capelli ricci e castani e un gran sorriso sulle labbra si presenta davanti a noi. Elegantissimo ma allo stesso tempo molto colorato, prende una sedia e si aggiunge al tavolo. E’ Mika.
Guarda noi cinque negli occhi, uno ad uno. Nel momento in cui i suoi occhi incrociano i miei riesco a scorgerne il colore nonostante il buio: sono marroni, ma con delle venature verdi.
Dopo un attimo di silenzio apre bocca.
“Allora allora.. non ditemi i vostri nomi, voglio provare ad indovinarli…”
Io e Matt ci scambiamo uno sguardo, lui sembra parecchio emozionato, io sono un po’ scettica. E’ parecchio strano questo qua!
“Alloooora. Tu sei Eleanor!”
“…sono l’unica ragazza…”
“Infatti! Mi fa piacere che ci sia almeno una ragazza tra di voi”
Mi sorride con dolcezza. Io ricambio, ma non sono affatto convinta. Dove diavolo ci deve portare questo Michael.. a fare concerti alle recite dell’asilo!?
“tu sei Tyler!”
“no, io sono…”
“no.no. Non me lo dire…lo sento, tu sei Matt!”
“oddio è un genio!! Mika sei il mio idolo” urla meravigliato.
Oddio è una scena penosa! Questo Mika è matto da legare, si presenta con venti minuti di ritardo e perde tempo a giocare all’indovinello. Matt sembrava un tipo ok, ma è completamente ossessionato da ‘sto Mika e non si rende conto delle figure di merda che sta facendo… Ma dove sono finita!?
Dopo aver azzeccato tutti i nostri nomi, Mika il pazzo inizia a parlare seriamente.
“Bene ragazzi, se siete qui davanti a me tutti e cinque, vuol dire che siete tutti così bravi che dovrò seguire l’istinto per capire chi di voi diventerà il nuovo batterista per il tour che partirà ad Aprile. Vorrei risentirvi tutti quanti e magari fare quattro chiacchiere con voi, per me conta molto la personalità. Soprattutto cerco qualcuno che sia all’altezza di un’esperienza simile.. Un tour è una cosa stancante, si riposa poco e male, si cambiano un sacco di posti e non sempre si trovano hotel decenti per la notte. Bisogna avere i nervi ben saldi..”
..e Matt non ce li ha… lo conosco da poco e ho già capito tutto di lui. E’ troppo emotivo e lo stanno notando tutti.. meno uno!
 
Lo stesso pomeriggio ci riuniamo nel solito posto a Cranberries Street. Mika è presente questa volta.
Io sono l’ultima ad esibirmi.
“Brava Eleanor. Sei davvero brava.”
“Secondo me sei la migliore, te l’ho detto già l’altra volta”
“Grazie” sorrido appena.
“Michael che ne pensi? Secondo me è la migliore”
Guardo Mika con occhi speranzosi.
“Non lo so…sei effettivamente molto brava. E poi avere una ragazza in squadra non sarebbe mica male! Però c’è quel Tyler…. Anche lui ha una bella grinta”
OOOOH  MA ANCORA CON QUESTO TYLER? COME FA A PIACERE A TUTTI QUESTO TYLER? E’ UN POMPATO DEL CAZZO! SI SENTE UN DIO MA NON E’ NESSUNO!!
“C’è qualcosa che non va Eleanor??” Mika si avvicina a me poggiandomi delicatamente una mano sulla spalla. Devo aver fatto qualche smorfia strana…. Sono molto espressiva di solito.
“Ehm, tutto ok!” sorrido in maniera poco convincente.
“Bene cara, allora, ci penso un po’.. ti faccio sapere a breve ok?”
“Va bene.. buona serata a tutti!”

Vado via nervosa… quel Tyler! Diamine! Non possono scegliere lui… è odioso!
Per fortuna è la mia serata libera. Torno a casa, mi faccio una doccia veloce e vado un po’ a divertirmi.
Vado con un gruppo di amiche in un locale gay… ho voglia di bere tanto!



Note dell'autrice:
Bene bene, è un po' che non mi faccio viva, lo so. Ma sono stata fuori casa e non ho potuto proseguire la storia.
Spero siate contente dell'entrata in scena del nostro baldo giovane :3 anche se Eleanor non è ancora molto convinta di lui. Ma presto nacerà una grande amicizia tra i due.
Mi sto divertendo molto a scrivere questa storia anche perchè mi sto documentando molto su Londra, che è una città che mi piace da morire. Capiteranno spesso descrizioni di luoghi, strade e quartieri realmente esistenti in questa meravigliosa città. Camden Town è il mio sogno, sono stata a Londra ma non ho avuto la possibilità di visitare questo posto bizzarro. Anche il bar dove si tiene l'incontro esiste davvero. 
Ma mi raccomando, ditemi se le descrizioni della città vi sembrano lunghe e noiose.. se non vi piacciono eviterò di inserirle. Commentate commentate commentate!!
:D Ho bisogno del vostro parere.
Un bacione


Spina di pesce

 

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Capitolo 4
*** LA COLLANA ETNICA ***







LA COLLANA ETNICA



Soho.. il posto giusto per una lesbica che vuole divertirsi! E dire che il termine “Soho” deriva dall’ antico grido di caccia “Soho! There goes the fox” usato dai Tudor nel XVII secolo, periodo in cui la zona non era altro che aperta campagna.
L’Admiral duncan è il locale gay più noto a Soho. Io non ci vado mai, è troppo chic per i miei gusti, ed è anche costoso, ma la mia amica francese Sophie è riuscita a procurare degli ingressi gratis per me ed altri amici, così ci siamo addentrati nel locale.
Non sono fidanzata da più di un anno ormai, e a dir la verità non ho neanche voglia di una storia seria. Ho deciso che per ora preferisco divertirmi un po’. Un rapporto a distanza non riuscirei a sostenerlo, a maggior ragione se dovessi essere presa per il tour con Mika.
C’è davvero tanta gente nel locale, non si capisce niente, la confusione è al massimo..
 Un cocktail a inizio serata è la prima cosa!  Così mi allontano dal gruppo e mi dirigo verso il bancone..
“Un mojito per favore”
“Due mojito grazie! Offro io”
Un ragazzo alto, riccio e magrissimo, con camicia bianca, pantaloni accesi e una collana etnica, spunta dal niente e si siede affianco a me. E’ Michael…. o meglio Mika.
Lo guardo come se fosse un alieno, un brivido mi percorre la schiena. Le altre volte non avevo notato quanto fosse carino… non che me ne importi molto eh!
“Heei! Ehm…ciao. Anche tu…qui?”
“Ciao! Che piacere!” Mi abbraccia affettuosamente come se ci conoscessimo da sempre. Ha un profumo buonissimo.
Di solito riconosco subito le persone gay, ma questa volta non ci avevo proprio fatto caso. Quindi Mika è gay…
“Avevo capito che sei lesbica, ho un sesto senso io!”
“Davvero?” non so proprio cosa dirgli…sono ancora scossa per la situazione generale in cui mi trovo.
Mi sorride divertito rigirando tra le mani la sua collana fantastica.
“Comunque già che ci sono te lo dico…  Ci avrei dovuto pensare un altro po’ ma in realtà ho già preso la decisione. Sei tu la batterista!”
“Oddio sul serio!?”  Non riesco a credere alle mie orecchie per la felicità, lo abbraccio forte e lui ricambia.
“Ho deciso subito dopo che sei andata via. Quel Tyler era davvero molto bravo, ma non so… non mi ha fatto una buona impressione dal punto di vista umano, e ne ho avuto la conferma da quella strana espressione che hai fatto quando l’ho nominato” gesticola molto con le mani, il che mi fa sorridere.
“Ahahahahahahahah era molto evidente che mi sta sulle palle?”
“Credo che in breve sarebbe stato sulle palle anche a me ahahahahah”
L’effetto dell’alcol inizia a sentirsi, così torniamo sulla pista.
“Eleanor con chi sei sta sera?”
“Con un gruppo di amici, ma li ho persi di vista”
“Allora vieni con me ti faccio conoscere un po’ di gente..”


Mika  mi prende per mano e mi trascina verso una saletta più piccola.
“Oddio ma quella è Lady Gaga!?”
“Si è proprio lei.. ma è ubriaca fradicia, meglio non avvicinarsi ahahaha”
 La guardo esterrefatta. Balla come un’ossessa su un tavolino e insieme a lei ci sono due ragazzi mezzi nudi.
“Eleanor vieni a conoscere i miei amici”
Gli amici di Michael sono tutti molto simpatici. Katia, una moretta molto carina, mi ha messo gli occhi addosso. Fa di tutto per ballare con me, ma a dir la verità non mi va proprio di darle corda, il che è strano perché di solito non rifiuterei mai una ragazza bella come lei. Alla fine l’alcol fa la sua parte e cedo  alla bella Katia, ma decido ugualmente di non andare oltre con lei… mi sento quasi bloccata sta sera. Ma cosa mi succede?
Nonostante tutto la nottata va alla grande, l’unico problema è che  Sophie e gli altri sono scomparsi.
Alle tre sento che l’effetto dell’alcol è del tutto sparito. Sophie mi ha mandato un messaggio, la tranquillizzo e dico che va tutto bene. Tornerò a casa da sola.
“Michael grazie davvero per la serata. Mi sono divertita un mondo.”
“Vedrai come ti divertirai ai nostri concerti allora! Ma come torni a casa?”
Gli rispondo che posso benissimo usare i mezzi pubblici e che casa mia non è molto distante, ma Mika insiste per accompagnarmi.


“Ho visto che ti sei divertita molto in compagnia di Katia..”
“Si, è davvero divertente”
“Mi ha detto che vorrebbe rivederti”
Ma io non penso proprio a Katia mentre me ne parla… ho gli occhi fissi sulla sua collana etnica, mi fa davvero impazzire.
“Hei se vuoi te la regalo, ne ho un’altra a casa”
“Dici sul serio?”
“Certo!” si sfila la collana e con le sue braccia lunghe la mette al mio collo.
“Oh grazie Michael!” lo abbraccio forte.
“…chiamami pure Mika,  gli amici mi chiamano così”
Ridiamo insieme, siamo ancora un po’ euforici per la serata. Intanto ci avviamo verso la sua macchina.
Un’ora dopo stiamo brancolando nel buio in cerca della strada di casa mia.
“Cazzo scusami! Avrei dovuto insistere, meglio i mezzi pubblici, così non mi oriento”
“Stai calma la troveremo”
Io sono una persona relativamente poco ansiosa, ma quando mi perdo per strada inizio ad agitarmi follemente. Mentre Mika  è calmissimo, sembra quasi stia cercando degli yogurt al supermercato.
Dopo un’altra ventina di minuti riusciamo ad imbroccare la strada giusta.
Vedo il cancello della villetta in mattoncini rossi dove abito.
“Non ci credo! Abiti in questa splendida casetta?”
“Si, abito con una vecchia di nome Anita”
“Ma è splendida!”
“Mika, scusami davvero per sta sera.. non volevo crearti questo disagio”
“Ma tu non mi hai creato nessun disagio, me lo sono andata a cercare io!”
“Cavolo, sono le cinque di mattina”
Sbadiglia “Ora come minimo dovresti farmi dormire a casa tua!”
“Ma certo! Puoi restare a dormire da me, è tardissimo”
“No piccola non ti preoccupare, stavo scherzando”
“Ma è tardissimo sono le  cinque, non me la sento di mandarti dall’altra parte di Londra a quest’ora”
“….stai tranquilla posso tirare fino a casa”
“No! A quest’ora non puoi tirare fino a nessuna parte. Vieni su con me, forza”


Note dell'autrice:
 
Ed eccolo! In tutto il suo splendore il nostro Mika. Finalmente esce totalmente allo scoperto :D
Spero vi sia piaciuto questo breve capitolo ... è una mia impressione o  è più breve del solito?
Comunque non mancate di farmi sapere cosa ve ne pare! A presto il prossimo

Bacioni <3


Spina di pesce

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Capitolo 5
*** LA PROFEZIA DI ANITA ***





LA PROFEZIA DI ANITA


Ore 12.30

Scaglio il telefono dall’altra parte della stanza.... come mio solito.
“Come cazzo si fa a chiamare così presto” faccio un lungo sbadiglio e guardo l’orologio al mio polso… non è così presto in realtà
“Mmmmh…. Che ore sono?”  Quasi mi ero dimenticata dell’ospite di sta notte che ha dormito con me nel letto perché sul divano abbiamo trovato delle pulci.
“Sono le 12 e mezza” rispondo massaggiandomi il collo.
 Come se non bastasse sento squillare il campanello della porta
“Eleanor, cara, ti ho portato la colazione!”
E’ Anita, cavolo! Mi alzo dal letto…. Sono in biancheria intima. Michael è ancora nel letto con un cuscino in testa, fortunatamente non mi ha vista…. Hei, ma da quando in qua sono così pudica? Di solito non mi vergogno di farmi vedere così,  soprattutto dai miei amici gay.
Indosso velocemente un maglione a caso e corro ad aprire ad Anita.
“Eleanor cara, ma che ora hai fatto ieri sera? Ti ho aspettato fino a tardi ma non sei venuta!”
Si certo, come se non sapessi che alle undici precise crolli come un orso in letargo..
“Ma Anita ti ho detto che non devi restare ad aspettarmi, faccio tardi al lavoro”
“Eh già, stavi al lavoro… l’ho notato quel bel giovanotto che dorme nel letto con te sai?”
Oh merda, ho lasciato la porta della camera da letto aperta..
“Ma tranquilla cara, ho portato una fetta di torta così grande che basterà anche per lui…”
“No Anita, hai frainteso, quello è un amico..”
“Si, si certo è un amico… sono vecchia ma non sono mica così rimbambita eh!”
Le voglio un bene dell’anima, ma è un’impicciona di prima categoria..
“Salve giovanotto!” In un attimo Anita si intrufola in camera mia. ODDIO VORREI STROZZARLA!

Due minuti dopo siamo tutti e tre seduti al tavolo della cucina a sorseggiare te e a mangiare la torta di Anita. Fortunatamente Mika ha capito al volo la situazione di imbarazzo in cui mi trovo e non si è affatto infastidito per l’intrusione della vecchia. D’altro canto tra i due è scoppiato un amore folle. Anita si è già affezionata a Mika e lui è rimasto rapito dai racconti della sua giovinezza..
Dopo più di un’ora  Mika decide di andare. Abbraccia forte Anita promettendole di tornare a trovarla e poi mi stringe a se’ sussurrandomi all’orecchio che presto mi avrebbe fatto sapere più dettagli sulle prove per il tour. Ecco il solito brivido mi scuote quando lui mi abbraccia, probabilmente a causa della sua altezza sovrastante.
Io e Anita restiamo sulla soglia della porta  a guardare la sua macchina allontanarsi.
“Non siete fidanzati, ma lui ti piace parecchio ragazza mia!”
“Anita ma cosa dici!”
“Sono stata giovane anche io sai, riconosco bene i sintomi dell’innamoramento!”
“Ah si? E sentiamo, quali sintomi hai individuato questa volta?”
“Eeh figlia mia, lo guardi come si guarda un cucciolo  abbandonato, ridi ad ogni sua battuta e cerchi sempre il contatto fisico”
“Primo, non lo guardo come un cucciolo abbandonato, secondo, se rido ad ogni sua battuta è perché evidentemente le sue battute fanno ridere, e terzo… io non cerco il contatto fisico!”
Ma vedi tu se questa nonnetta deve insinuare certe cose. Si, Michael è davvero un bel ragazzo, è simpatico dolce e divertente, ma non significa che per questo mi debba piacere!  E poi…contatto fisico!? Proprio io che sono lesbica e non sono per niente attratta dagli uomini? Il punto è che non ho mai detto ad Anita che sono lesbica, non so come la prenderebbe. Ha pur sempre una certa età e non sa molto di come va il mondo oggi dato che sta sempre chiusa in casa.
“Eleanor, fidati di una vecchia come me…. Tra voi due nascerà qualcosa, me lo sento!”



A lavoro racconto a Sookie tutto quello che è successo la sera prima sotto gli occhi di Mark, che finge di non sentire ma che in realtà sta bruciando dalla rabbia. Tutti sanno che è cotto di me, il che mi dispiace davvero tanto, perché qualunque ragazza cadrebbe ai suoi piedi, tranne me. E’ alto, muscoloso, capelli color miele e, come ho già detto, un culo favoloso. E’ protettivo nei miei confronti e mi ha difesa un paio di volte da alcuni clienti ubriachi.. però non mi va di dirgli che sono lesbica, lo farei cadere in depressione.
Ma questa sera Mark non è tanto gentile con me. Mi tratta con freddezza e mi da il doppio degli incarichi da svolgere.

“Mark ma si può sapere cos’avevi sta sera?”
“Io? Niente.”
“Ma ti sembra normale tutto il lavoro che mi hai dato oggi?  Non sono la sguattera di nessuno! Alle due il locale chiude e io vorrei tornare a casa come tutti gli altri”
“Non mi sembra che tu abbia fatto qualcosa sta sera dato che hai passato tutto il tempo a raccontare le tue avventure di un notte a quell’altra!”
“Primo, quell’altra ha un nome e parlane con rispetto dato che non è qui presente, seconda cosa non è vero che ho passato tutta la serata a parlare, ho lavorato sodo come sempre e se ho avuto tempo di parlare con Sookie è perché ancora non era arrivata gente del locale, e terzo, non ti permettere mai più di origliare le mie conversazioni dato che prendi fischi per fiaschi!”
“Hei, dolcezza, non ti scaldare..” Sento Mark avvicinarsi pericolosamente a me. “Sono sempre stato fin troppo buono con te, per una volta che ti affido qualche lavoretto in più non dovresti mica prendertela..”
Mi prende per un fianco e mi spinge contro il muro del locale ormai vuoto.
“Lasciami Mark!! Cosa diavolo hai intenzione di fare..” cerco di divincolarmi ma la sua stretta è troppo forte.
“…credo di meritarmelo almeno un bacetto..”
“Lasciami!!!!” inizio ad urlare e a scalciare ma non riesco proprio a liberarmi dalla sua stretta “Mi fai male..! Brutto stronzo lasciami!!”
Mark inizia a baciarmi il collo cercando di sbottonarmi la camicia, il suo intento ormai è chiaro. Scalcio come non ho mai fatto prima, ma sono bloccata e non ho scampo. Urlo il più forte possibile ma per farmi tacere Mark sposta la sua bocca sulla mia e mi bacia con violenza.
Ormai non riesco più a scalciare e a dimenarmi, è troppo forte… mi abbandono in quella stretta dolorosa tra le lacrime che iniziano a sgorgare dai miei occhi..  Sento le sue mani schifose entrare nei miei pantaloni..
“LASCIALA SUBITO!!” Un pugno colpisce forte il mento di Mark, il quale urla e cade a terra dolorante.
Mi lascio cadere a terra ma qualcuno mi prende in braccio e mi porta subito via dal locale.
 Non vedo il suo volto, ma so chi è.

 Mi stringo forte a lui, respiro il suo profumo… fresco e intenso.
Chiudo gli occhi, li tengo ben stretti. Vorrei credere che è tutto un brutto incubo, vorrei che fosse così.
Tutti i brutti pensieri mi assalgono, l’unica cosa che mi fa sentire forte è quel profumo.
Le lacrime non smettono di rigarmi il viso, e fuori intanto incomincia a piovere.




Note dell'autrice:

Scommetto che questo colpo di scena non ve l'aspettavate! Ahahahahah. 
Ed Anita? Mamma mia che vecchina impicciona! Ma non ha tutti i torti...
Commentate commentate!!! :) Anche perché non sono molto soddisfatta di questo capitolo, soprattutto dell'ultima parte... D:
Baci Baci (Elle me dit danse, danse, danse, elle me dit danse!!!..... scusate sto ascoltando Elle me dit, ogni volta che la sento esco pazza!)


Spina di pesce
 

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Capitolo 6
*** WHEN IT RAIN, RAIN, RAINS ***



WHEN IT RAIN, RAIN, RAINS


Mi sveglio avvolta dal tepore di due braccia e una coperta.
Ci sarebbero una miriade di pensieri , di dubbi, di domande su cui riflettere in questo momento, ma preferisco ignorarli e non pensare a niente.
Una pioggia scrosciante si abbatte su Londra, “pouring rain” si dice qui, e un vento triste fa volare foglie e cartacce in giro per la città. Osservo le goccioline sulla grande finestra. E’ tutto grigio, come la mia anima in questo momento.
Sono sveglia da non so quanto tempo, ma resto zitta. Sento il suo respiro caldo su di me, e la sua pelle a stretto contatto con la mia. Sono immobile ed inerme, non riesco né a piangere, né a pensare che ancora una volta la fortuna è stata dalla mia parte. Ora, per la prima volta, mi rendo conto che la mia più grande paura è quella di essere sola. C’è qualcuno a proteggermi in questo momento, ma quando tutto finirà che ne sarà di me? Ho bisogno di essere amata, ho bisogno di attenzioni e, almeno per una volta, ho bisogno di dover dipendere da qualcuno.
Con delicatezza sento le due braccia stringersi più forte a me. Un respiro profondo alle mie spalle mi notifica che il ragazzo matto si è svegliato. Le sue labbra si avvicinano al mio orecchio.
“Bonjour…” sussurra ancora ad occhi chiusi.
Quasi ho dimenticato come ci sono finita nel suo letto. Mi ha fatto dormire con lui a causa degli incubi che mi hanno tormentato tutta la notte… non se la sentiva di riportarmi a casa mia dopo l’accaduto.
D’un tratto sento qualcosa di freddo ed umido sul mio piede che sporge dalle lenzuola.  Con uno scatto ritraggo il piede sotto le coperte facendo un piccolo balzo.
Un musetto rossiccio e delicato si avvicina al letto con occhi neri e dolci.
“E’ Melachi! Spero tu non abbia paura dai cani…” ridacchia ancora mezzo assonnato.
“Oh no! Solo che mi ha leccato il piede e mi sono spaventata” mi siedo sul letto e Melachi mi salta in braccio.
“Quant’è dolce!”  accarezzo l’esserino di cui ormai mi sono innamorata.
Per un attimo il mio cuore sembra essersi liberato del grande peso che mi opprime, ma le domande non tardano ad annebbiarmi la mente. Mi volto e guardo Mika negli occhi. Il ragazzo capisce subito la mia confusione.
“Ti spiego tutto davanti ad una bella tazza di te ok?”



11.30
Ha smesso di piovere, ma il tempo là fuori è sempre grigio. Mika mi porge una tazza colorata dalla forma particolare e si siede affianco a me.
“Mi dispiace se le mie colazioni non sono alla pari di quelle di Anita..”
Gli sorrido senza rispondere.. è così dolce e pieno di vita, ma io non sono proprio dello stesso umore.
Melachi poggia il suo musone sulle mie gambe.
“Posso dargli un biscotto vero?”
“Certo, ma uno solo… altrimenti se ne approfitta” sorride accarezzando la bestiola.
Lo osservo. Perché quando lo guardo sorridere nel mio stomaco si crea un vuoto?
“Michael… ho bisogno di sapere di ieri sera. Sono confusa.. co.. come hai fatto ad essere lì in quel momento?” mi trema la voce e di tutta risposta Mika afferra la mia mano.
“..Ieri sera ero con degli amici in un locale da quelle parti. Alla fine della serata mi stavo incamminando verso la macchina quando mi sono ricordato che il locale dove mi hai detto che lavoravi era proprio lì vicino, così ho pensato di venirti a salutare…magari ti avrei dato un passaggio a casa dato l’orario e dato che non hai una macchina. Il caso ha voluto che capitassi in quel preciso luogo… proprio in quell’istante. Ho sentito delle urla e sono piombato nel locale.. la porta era aperta anche se le luci erano spente..”
Le lacrime iniziano a rigarmi il viso. Mika mi stringe la mano e continua.
“Eleanor…tu in quel posto non ci torni più ok?” mi guarda con aria molto preoccupata e io annuisco di tutta risposta.
“..Ti ringrazio. Davvero Mika, ti devo tutto..”
“No piccola, non mi devi niente. Anzi, mi devi solo un bel sorriso adesso..” prende il mio mento con la sua manona e mi asciuga le lacrime.
Ed ecco che sfodera il suo sorriso dolce che farebbe sciogliere qualunque ragazza non lesbica…già, non lesbica… ma perché mi sciolgo anche io ad ogni suo piccolo gesto? Cerco di non far apparire all’esterno il mio conflitto interiore, ma è molto difficile data l’espressività del mio volto.
“Ora, te la senti di raccontarmi cosa è successo prima che io arrivassi?”
Mi asciugo le lacrime per evitare di fare troppo la figura della debole, infatti odio piangere. Non lo faccio mai… ma questa esperienza mi ha scosso così tanto che non ho potuto far a meno di sfogarmi con un bel pianto. Dopo un lungo sospiro gli racconto tutto.
“Ti va di stare qui con me oggi? Così ti distrai un po’… devo decorare casa per Natale e devo anche uscire a fare un po’ di compere.”
“Dici sul serio?  Una giornata all’insegna del Natale sarebbe l’ideale per me oggi.”
“Si! Ti prego, ci divertiremo un sacco.”


Mika mi conduce in quella che lui definisce la “stanza degli orrori”. La chiama così perché più che una stanza è un deposito di scatoloni e cianfrusaglie.
“Gli addobbi di Natale dovrebbero essere qui..”
Lo aiuto a cercare la scatola. C’è di tutto in questa stanza. Mi fermo un attimo ad osservare una scatola piena di fotografie.
“Questo sono io da piccolo, e quella è mia sorella”
Si sofferma a farmi conoscere tutta la sua famiglia attraverso le fotografie. Sono una famiglia davvero numerosa, sembrano molto uniti… proprio come la mia insomma!
“Hei Melachi! Cosa fai?” vedo il cagnolone avvicinarsi a noi con fare baldanzoso. Ha in bocca una pallina rossa.
“Hai trovato gli addobbi! Ma sei bravissimo!!”
Melachi si butta a terra per ricevere le coccole dal suo padrone. Ed ecco un altro nodo nello stomaco.
Ok, sarà mica una crisi di identità questa? Ma poi perché proprio con un ragazzo gay!?
Se dopo tutti questi anni scoprissi di essere etero non ne farei certo un problema, ma perché proprio a causa di un ragazzo gay? Davvero non mi capisco..
Via, via, cattivi pensieri, andate via…

“Ti senti bene?” Mika mi guarda con aria confusa “Ti manca l’aria per caso?”
“C..cosa’?? Ehm…noo! Anzi, si! Sono un po’ asmatica ecco…”
“Ma per caso è il pelo del cane?”
“Nononononoo! E’…è la polvere.. si è la polvere” Il mio sorriso non è dei più convincenti, e le mie guance stanno diventando rosse. Fottuta espressività! Dio che stupida! Stupida, stupida, deficiente che non sono altro!
“Forse è meglio se prima usciamo a fare gli acquisti di cui ti avevo parlato e poi veniamo ad addobbare casa… un po’ d’aria fresca dovrebbe farti stare meglio”
Ridacchia con il suo fare da topolino. Mi fa impazzire quando arriccia il naso.
Ma perché sono così sdolcinata!? Questa non sono io!

ore 16.00  Oxford Street
“Non vieni mai qui?”
“Forse perché non faccio mai shopping… o meglio questi non sono il genere di negozi dove faccio shopping…”
“Io adoro Oxford Street… amo la moda, le luci, i negozi. C’è un sacco di gente! Vieni, ti porto nella mia boutique preferita, devo fare dei regali per amici e familiari”
“Ma, a proposito di gente.. con tutte queste persone non rischi di essere fermato ogni cinque minuti per un autografo?”
“Non se cammino veloce come un fulmine..”
Il ragazzo mi prende per un braccio e inizia a camminare a passo veloce.. mi è un po’ difficile stargli dietro con le gambe che si ritrova, ma devo dire che reggo bene!
Ci intrufoliamo in un negozio piccolo ma molto, molto elegante.
“Ooooh ma chi c’è qua! Michael, che piacere vederti”
“Salve Adam”
Un ometto bassino e baffuto si avvicina a Mika a braccia aperte. La scena è davvero buffa, Adam è esattamente la metà del bel libanese.
“Adam, sono qui per degli acquisti…”
“…immagino di che tipo…” l’ometto mi squadra dalla testa ai piedi e poi corre via nella saletta posteriore.



Note dell'autrice:
Dan dan dan daaan! Scommetto che un inizio così non ve lo aspettavate..
Ahahahah :D Mi raccomando fatemi sapere che ve ne pare! I vostri commenti sono per me carica e fonte di ispirazione...
:) un bacione


Spina di pesce

 

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Capitolo 7
*** NOW I KNOW YOU'RE AMAZING ***





NOW I KNOW YOU'RE AMAZING


Non ci posso credere. Mika è davvero un ragazzo d’oro. Oltre a tutte le spese che ha fatto per i suoi parenti ha insistito per fare un regalo anche a me.  Quando Adam mi ha squadrato dalla testa ai piedi non ha fatto altro che prendermi le misure. Mi chiedo solo come abbia fatto a capire che Mika voleva che trovasse un abito per me senza averlo neanche chiesto.. In ogni caso è un abito bellissimo, non è troppo elegante e soprattutto è proprio nel mio stile! Appena mi ha detto che era un regalo per me non ho potuto far altro che accettarlo per quanto era bello.

“Mika davvero non dovevi!” usciamo dalla boutique carichi di pacchi.
“Ehi bella, lo indosserai per la festa a cui sei ufficialmente invitata sabato”
“Cosa!? Una festa?? E dove..?”
“A casa mia. Ma in cambio sappi che mi porterai i pacchi per tutta la giornata!” finge di fare il serio, poi scoppia a ridere e io lo seguo a ruota. Da questo momento inizia una di quella risate irrefrenabili, che esplodono senza un motivo. Ci guardiamo intorno e ridiamo, ogni cosa, ogni persona ci fa ridere. Siamo brilli senza aver bevuto, e tra tutti quei pacchi siamo costretti a fermarci in mezzo alla strada per prendere respiro.
“Ti giuro Eleanor non ce la faccio più… me la sto facendo sotto!”
“Ahahahahahahahahaahahh basta ti prego, ora mi piscio sotto pure io!!”
Sto piangendo dalle risate. Guardo in aria, è uscito il sole e io mi sento così viva e felice. Nessuno può rovinarmi questo momento!
Ma abbasso lo sguardo, e il mondo mi crolla addosso.

“Mark!?”
“E così è questo il tipo che ti scopi?”
Io rimango pietrificata e tutti i pacchi mi cadono dalle mani. Mika al mio fianco ancora non si è reso conto della situazione.
“Allora, puoi anche rispondermi… è questo frocio che ti scopi?” riprende con tono calmo ma nervoso squadrando Mika dalla testa ai piedi.
Io resto muta, i suoi occhi mi disgustano, sento che non reggo, sento il bisogno di scappare, eppure resto immobile davanti al mio aggressore.
Mark si avvicina lentamente e punta un dito sul mio petto alzando di molto il tono della voce
 “TI HO CHIESTO SE E’ LUI IL FROCIO CHE TI SCOPI TUTTE LE NOTTI!”
La gente per strada inizia a guardare la scena con preoccupazione.
Mika reagisce subito lasciando cadere anche lui tutti i pacchi e mettendosi davanti a me con fare protettivo
“Lasciala in pace!!!”
Mark di tutta risposta sputa ai suoi piedi.
A questo punto non saprei descrivere cosa succede in me. Un turbine inizia a sconvolgermi, una scossa irrefrenabile, un improvviso impulso di rabbia da tempo repressa mi scuote . Con uno scatto felino salto addosso a Mark. Quel gesto è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mi ha urtato così tanto che il mio unico obiettivo ora è quello di mandare Mark all’ospedale. Sebbene sia un ragazzo molto possente inizio a menarlo di santa ragione. Lui, colto di sorpresa, non riesce a bloccarmi. Gli tiro calci e pugni, graffi e ceffoni. Sento in me un lato maschile e un lato femminile. Il maschio dentro di me si scatena sotto forma di reazione fisica,  ma è il cervello della donna offesa che comanda e coordina le mosse. Le lacrime non servono più, ora è lui che deve soffrire. So che nessuna vendetta potrebbe farmi sentire meglio per la violenza che ho quasi subito da parte sua, ma non posso proprio sopportare quell’offesa ingiusta e gratuita ai danni del mio amico.
In tutto questo la gente è accorsa per vedere lo spettacolo. Mika rimane lì, sconvolto e con gli occhi fuori dalle orbite. Qualcuno cerca di separare me e Mark.
“Signorina lo lasci…”
Alla fine un gruppo di uomini riesce a separarci. Anche se il mio corpo è ancora  pieno di adrenalina, capisco che è il momento di fermarmi.
“E COMUNQUE IO SONO LESBICA!!!” A questo punto sento Mika prendermi per un braccio e trascinarmi via dalla folla…
Iniziamo a correre con tutti i pacchi appresso. Mark cerca di inseguirci ma è stanco e il calcio nelle palle che gli ho tirato prima lo sta rallentando di molto.
“NON FINISCE QUI!!!” lo sento urlare in lontananza, ma ormai ha smesso di correre.
 

Un rivolo di sangue mi scorre dal naso e il labbro inferiore è spaccato. Ma non importa, sono lesbica e felice. E ne sono sicura. Sono lesbica.
Mentre picchiavo Mark, ho provato un odio profondo nei confronti del genere maschile. Il solo pensiero che ci siano uomini pronti ad usare la forza per ottenere l’amore di una donna mi fa schifo. E sento che un uomo non potrà darmi tutto quella ricchezza di sentimenti che invece possiede una donna. Certamente non generalizzo, ci sono uomini dolcissimi e buoni come Michael.. Ma ci ho pensato e sono giunta alla conclusione che quella che provo nei confronti di Michael non è attrazione, è solo ammirazione.
La verità è che è facile provare ammirazione verso persone con una così grande personalità come la sua.

Rientriamo a casa sua.
“Eleanor… io…sono ancora sconvolto per quello che hai fatto… tu, tu sei pazza!”
“…lo so… scusami Mika, forse ho esagerato, mi dispiace tanto.. è che… ho perso il controllo..”
un attimo di silenzio
“Sei arrabbiato?”
“…no, no, Eleanor…” lo osservo.
Il suo sguardo accigliato in due secondi si trasforma in uno sguardo euforico e sorpreso
  “…ora lo so, ora ne ho la certezza. TU SEI FANTASTICA!”
Le sue labbra perfette delineano un sorriso divertito.
“Ahahahahah quel bulletto di paese! Chi se l’aspettava che l’avresti messo a tappeto in questo modo, sei pazzesca! Ma come hai fatto? Io non credo ci sarei riuscito….” Il ragazzo mi stringe in un abbraccio da togliere il fiato.
“Bhè…. Se lo meritava no?”
Ora sono io quella scossa per il suo istantaneo cambiamento di umore.
“Ma… davvero sono io quello che ti deve ringraziare, mi hai difeso dopo che ha mi ha sputato ai piedi… io, grazie! Ma non dovevi… non c’era bisogno di reagire in questo modo.”
“Mika, non l’ho fatto solo per te, l’ho fatto anche per me.”
Eh già… l’ho fatto soprattutto per me, per la mia pace interiore. Questo sfogo mi ha fatto capire tante cose. Prima di tutto che sono ancora la ragazza forte che credevo di essere.. Non ho mai temuto l’aggressione da parte di qualcuno, sono sempre stata pronta a difendermi in ogni momento. Ma quando quella sera Mark ha tentato di abusare di me, non ho avuto la forza e lo spirito di reagire. Ho passato un periodo di grande instabilità emotiva. Credevo in un’infatuazione per Mika, e questo mi ha fatto paura. Ma ora ho capito che la nostra è solo una nuova bella amicizia. Questo sfogo mi ha fatto definitivamente capire chi sono e credo fermamente nella mia omosessualità adesso.
 
Il ragazzo si avvicina con un batuffolo d’ovatta per disinfettarmi le ferite.
“Ahi… però ti ha dato un bel pugno sul labbro..”
“Fa male…”
“Lo so piccolina, ma devo disinfettarlo”
Con quanta cura e delicatezza avvicina il batuffolo d’ovatta sul mio labbro inferiore!
 Il suo sguardo è attento. Lo sento avvicinarsi vertiginosamente a me. Ed ecco che ritorna quel profumo, fresco ed intenso, inebriante…
Chiudo gli occhi.  Il dolore lo sento appena, ora ci sono solo il suo respiro e quel profumo….
“Eleanor ti stai addormentando per caso?”
Apro gli occhi di scatto. Che scema!!!
“Ahahah… sono un po’ stanca in effetti..”
“Tranquilla ho quasi finito con questo labbro…. Non dovrebbe gonfiarsi adesso.”
“Hai un buonissimo profumo, te l’ho mai detto?”
“..nessuno me l’ha mai detto…”
Gli sorrido. E’ davvero un ragazzo molto dolce, anche se davvero strano.
Ma d’altronde chi non è strano a questo mondo?



Note dell'autrice:

Molte di voi mi hanno detto di apprezzare molto Eleanor e addirittura di immedesimarsi in lei, cosa che mi fa molto piacere :3 Ma mi chiedevo quante di voi dopo questo capitolo abbiano realmente capito chi è Eleanor... e intendiamoci, neanche io sono più tanto sicura di chi sia realmente questo personaggio da me inventato.. D:
Mikasmile credo avesse già avuto un presentimento circa la pazzia di Eleanor dato che mi ha detto negli scorsi capitoli che un po' le fa paura ahahahah bene Mikasmile...adesso QUANTO ti fa paura questa ragazza? :D
Ma... care mie, i commenti dove sono? Dov'è la carne? Dov'è un bel pezzo di pollo... ok, sono Spina di pesce e non Mika... torniamo sulla terra. I vostri commenti sono la mia fonte di ispirazione, no commenti no capitoli... non ne faccio una questione di quantità di commenti, semplicemente mi sento sola e abbandonata se non commentate :'(.
Un abbraccio


Spina di pesce

 

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Capitolo 8
*** LE FESTE CON POCHE PERSONE SONO SEMPRE LE PIU' DIVERTENTI ***




LE FESTE CON POCHE PERSONE SONO SEMPRE LE PIU' DIVERTENTI


ore 20.00

“Anita come mi sta?”
“Sei un fiore Eleanor!” mi guarda come se fossi vestita in abito da sposa.
Arrossisco un po’. Nessuna zia, nonna o madre mi ha mai fatto un complimento così..
“Ma non ti ho mai vista con questo abito figliola.”
“Mi è stato regalato…”
“Scommetto che te l’ha regalato quel bel giovanotto!”
...Cazzo.. ma come ha fatto ad indovinarlo? Dico, ce l’ho scritto in faccia che è stato Michael a regalarmelo??
Non le rispondo.
“Come immaginavo!” le brillano gli occhi. Probabilmente sta immaginando me e Michael sull’altare…
“Oooh com’è tardi! Devo proprio andare adesso!”
Do un bacio sulla guancia ad Anita e mi avvio verso la stazione dei pullman poco distante da casa mia.
Casa di Mika è lontana, ma la festa inizia sul tardi.
Sono un po’ emozionata. Chissà come sarà questa festa..
Michael mi ha detto che ci saranno i suoi amici della discoteca e che non avrò problemi ad ambientarmi.
Speriamo…. Di solito mi adatto facilmente alle circostanze e non ho particolare difficoltà a fare amicizia, ma l’idea di una festa a casa sua mi intimorisce un po’.

ore 21.30

Si, è questa casa sua. Esito un attimo prima di suonare il campanello, poi  mi decido.
Dopo pochi secondi la porta si apre.
“Heeeeeeeeeeeeei!!” con un sorriso sgangherato il padrone di casa si affaccia alla porta e mi abbraccia forte stritolandomi. “ Sei la prima!”
Lo guardo in modo strano… sembra un po’ troppo fuori dalle righe stasera.

Dopo avermi fatta entrare in casa ne ho la certezza: è brillo... e pure parecchio!
“Fa davvero caldo ahahahahahahahaahah” si toglie la maglietta e la butta a terra come se niente fosse.
Poi mi sorride e si mette a ballare da solo in mezzo alla stanza.
“Su Eleanooor! Vieni a ballare con me… siamo soliii….”
Inizia a cantare una canzone a me sconosciuta.
Ok…sono confusa. E sono ancora più confusa se guardo questo busto scolpito muoversi sinuosamente in una stanza piena di addobbi e palloncini.
Qualcuno dovrebbe fargli una foto in questo momento….
……perché è davvero sexy….
“Che fai lì impalata!?? Ahahahahah muovitii!”
Mi prende per un braccio e mi trascina al centro della grande sala dove ha spostato alcuni mobile per fare spazio.
A dire il vero non sono imbarazzata, solo leggermente confusa.. non so come comportarmi.
Poi su un tavolino in un angolo della stanza vedo la causa del comportamento di Mika: una bella bottiglia di vodka mezza vuota.
“Michael! Cosa diavolo fai?” il mio amico sta saltando sul divano come un matto e mi invita a fare lo stesso.
“Non lo vedi?? Le feste con poche persone sono sempre le più divertenti!! Ahahahahahahahahah”

Mi metto una mano in testa. Ma come si fa ad ubriacarsi prima che inizi la festa? A maggior ragione se è lui ad averla organizzata….
Sento suonare il campanello e vado ad accogliere gli invitati.
Un colpo allo stomaco… mi ero dimenticata di Katia, la moretta che in discoteca non aveva fatto altro che starmi appiccicata.. qui la serata si mette male!

Un’ora dopo quella che era una semplice saletta vuota con un Mika mezzo ubriaco e una me  indaffarata a gestire la situazione al posto suo, si è trasformata in una bolgia infernale!
Nella casa c’è troppa gente, la “pista da ballo” è tutta affollata e nelle camere c’è gente che scopa o si ubriaca… Michael non ha fatto altro che bere, probabilmente non sa neanche che la maggior parte della gente si è imbucata alla sua festa. E se rubano qualcosa? Come faccio io da sola a controllare tutto per lui?
In più devo stare attenta a Katia, la quale mi sta cercando disperatamente… peccato che non ci tengo proprio a ritrovarmi la sua lingua in bocca come quella sera all’Admiral Duncan.
Mi avvicino al tavolo delle bibite, forse Mika ha ragione, meglio bere un po’… è l’unico modo per divertirsi.
Mentre apro una bottiglia di birra scorgo nella moltitudine una persona decisamente poco gradita.
“Tyler? Sei tu giusto?”
“Hei! Chi si vede, la prescelta… ah bhè, è evidente che ti hanno preso solo perché c’hai la fica! Ahahahahha”
“Sei patetico.”
“Dici? In confronto a te non tanto”
Mi squadra dalla testa ai piedi mentre sorseggia il suo drink.
“Però…. Non mi ero accorto di quanto tu fossi sexy..”
“NON. PROVARE. AD AVVICINARTI!”
“Hei hei hei… calmina.!”
“Scommetto che ti sei imbucato come molti altri!!”
“Imbucato io? Non lo faccio dai tempi del liceo cara… vengo invitato di persona, la mia presenza è sempre gradita!”
“Non credo proprio che Mika ti abbia invitato alla sua festa!”
“Mi dispiace dirti che invece è stato proprio lui ad invitarmi…. Chissà, forse si è reso conto che è già arrivato il momento di rimpiazzarti..”

Non ha più senso proseguire questa discussione, è un deficiente! Gli mando un’occhiataccia e mi allontano.
Mi chiedo solo se Mika abbia davvero invitato Tyler a questa festa.. Mi aveva detto che non stava simpatico neanche a lui… e se volesse davvero mantenere i rapporti con lui per rimpiazzarmi alla prima occasione? Mika è diventato un amico, ma è pur sempre una persona famosa… si sa come sono le persone famose, finché servi sei dentro, e alla prima occasione ti buttano via.
Eppure Mika mi sta dimostrando così tanto affetto! E’ diventato un vero amico, come posso sospettare una cosa simile?

“Eleanor! Finalmente ti ho trovata, ma dove ti eri cacciata?”
Eccola…ci risiamo. E ora come me la levo dalle palle?
“Katia.. ahahah che buffo! Anche io ti stavo cercando!” eh eh eh già.. ti stavo proprio cercando..
“Su vieni andiamo a ballare!” mi prende per un braccio e mi trascina al centro della pista.

Cerco di guardarmi intorno mentre Katia non fa altro che strusciarsi su di me: sono tutti ubriachi fradici e ballano senza vestiti. Bottiglie sparse a terra, addobbi devastati…. Come farà Michael a rimettere a posto casa sua? Per non parlare di quei due che scopano sul divano davanti a tutti… che scena orribile, eppure nessuno ci fa caso. Bhà… a me fanno venire il disgusto.
Sembrano divertirsi tutti tranne me.
A porre fine alla mia riflessione sono le mani di Katia avvinghiate ai miei fianchi. Ora sta davvero esagerando! Cerco un pretesto per levarmela dai piedi quando ad un tratto vedo Tyler con aria sconvolta correre attraverso la folla verso l’ingresso.
“Scusa Katia devo proprio andare”
Non le do neanche il tempo di capire la mia frase che mi sono svincolata dalla sua stretta in cerca di quell’odioso ragazzo. Ma che starà mai tramando?
Mi faccio spazio tra spintoni e bibite versate a terra finché non vedo Tyler uscire di casa in gran fretta.
Avrà mica rubato qualcosa? E in tutto questo Mika che fine a fatto??

Adesso basta. Questa situazione è un disastro. Sono certa che Tyler ha combinato qualche danno, non avrebbe avuto altro motivo di fuggire di corsa da questa festa in cui sembrava starsi divertendo tanto!
Devo trovare Michael, sperando che abbia un minimo di lucidità, e spiegargli che è il caso di mandare tutti a casa.
Non sta ballando… si sarebbe notato subito dato che è altissimo. Non è in cucina, dove invece c’è una stronza che sta frugando nel frigorifero. Mi basta un’occhiataccia severa di quelle che solo io so fare per farle capire che è il caso di andarsene. In bagno non oso entrare… Così inizio a cercare nelle camere..
Alcune sono chiuse a chiave, ma non sento rumori dentro quindi suppongo che sia stato Mika stesso a chiuderle per evitare casini.
Ci sono un sacco di stanze, guardo persino sul balconcino dove c’è la cuccia con Melachi beatamente appisolato. Inizio a pensare che si sia volatilizzato.
Vago per la casa alla ricerca del mio amico finché non sento dei singhiozzi provenire da una stanza che non avevo proprio considerato. Busso e con discrezione apro la porta…. 



Note dell'autrice:

pardon per due cose: prima di tutto, scusate la mia lunga assenza, ma con la chiusura del quadrimestre sono piena zeppa di compiti ed interrogazioni
Seconda cosa, scusatemi se questo capitolo fa davvero pietà e Mika non si vede proprio. Lo so, è noioso, io per prima mi rompo i maroni a rileggerlo, ma vi assicuro che il prossimo  capitolo non vi deluderà affatto!! ahahah
Un bacione <3 mi raccomando: COMMENTI! commentate, anche per dirmi quanto fa schifo questo capitolo, ma commentate!
Vi voglio bene


Spina di pesce

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Capitolo 9
*** POSSO DIRTI UN SEGRETO? ***




POSSO DIRTI UN SEGRETO?

“Mika! Che cosa  ti è successo!?”
Il mio amico è rannicchiato ai piedi del letto immerso in un bagno di lacrime …e visto da questa prospettiva sembra più piccolo del solito! La sua faccia è totalmente nascosta dai capelli e dalle braccia.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino lentamente sedendomi accanto a lui ai piedi del letto.
 “Michael…. cosa è successo?”
La sua risposta è un forte lamento, ancora non vuole mostrare il suo viso. Nell’istante in cui sfioro la sua pelle lui si ritrae quasi come se avesse paura di me.
“No, ti prego… non fare così. Sono Eleanor”
“E..leanor…” singhiozza. “Stammi lontano…. Io, io faccio schifo… so.. sono una persona bruttissima”
mi dice tra le lacrime.
“Ehi… no, non dire così. Non è affatto vero, anzi tu sei una bellissima persona!”
“no.. non è vero…. Faccio schifo…”
E’ ancora sotto l’effetto dell’alcol, e questa è la cosa peggiore, perché non so come potrebbe reagire ad ogni mia azione. Ma decido ugualmente di stargli vicina e provare a consolarlo. Mi fa davvero troppo male vederlo così.
“Michael… perché dici questo? A me puoi dire tutto, non c’è nessuno oltre me qui.”
“Eleanor… io… lo vuoi capire che faccio schifo!? Sono uno schifo! Ho fatto scappare il ragazzo che mi piace ti rendi conto? Sono una frana… sono una frana, faccio davvero schifo!” se prima piangeva un fiume di lacrime, ora è diventato un torrente!
“C.. come sarebbe… il ragazzo che ti piace!??”
“Sono una merda… è fuggito… sono bravo solo a spaventare la gente io! Ma perché proprio lui doveva piacermi così tanto…l’ho…fatto…scappare…” tira un lungo sospiro, ora ha finalmente alzato il viso, tutto rosso e umido per il pianto.
“Ma… chi?”
Oddio… oddio, no! Ditemi che ho capito male…ditemi che non è..
“Tyler…. Si chiama così giusto? L’ho fatto scappare via… l’ho baciato, credevo di piacergli ma…. Ma lui mi ha dato una spinta…e…ed è scappato via!!!” Continua a piangere come un vitellino e sinceramente, ora viene da piangere anche a me!
Tyler…. Tyler… Tyler!!!??? Ma perché questa notizia mi fa così male!? Perché ora vorrei unirmi al suo pianto? E’ come se una freccia mi avesse trafitto in un istante. Odio? No, gelosia.

“Sai Eleanor… io … lo so che ha un carattere così brutto ma.. io.. ne sono rimasto affascinato sin dal primo istante…io… è così attraente… non ci posso fare niente” si butta tra le mie braccia e io non posso fare altro che stringerlo forte a me. Piange, diluvia, mentre io gli accarezzo i riccioli tutti scompigliati.
E’ stata quella frase, quel “ho fatto fuggire il ragazzo che mi piace”, la freccia che mi ha trafitto il cuore.
Sento un nodo in gola, quel nodo che si forma quando il tuo corpo ti sta notificando che hai bisogno di piangere anche se stai facendo di tutto per impedirlo..
“Eleanor… a..iutami… ti prego.. sto troppo male.” si sforza di dire tra i singhiozzi.
“Stiamo tutti male qualche volta Mika. Ci sforziamo di apparire felici.. ma non lo siamo”
Il mio sguardo è fisso verso il vuoto. Ora capisco esattamente come si sente Michael in questo istante.
“Eleanor… Posso dirti un segreto?”
“…dimmi…”
“ti voglio bene”
“Anche io… ma questo non dovresti dirmelo da ubriaco..”
Ora c’è silenzio.. sento solo i suoi singhiozzi..
Purtroppo le cose non vanno come credevo.
Ed ecco nuovamente quel pensiero che si insinua nella mia testa. Quella domanda esistenziale a cui credevo di aver già dato una risposta. Sono davvero omosessuale? O meglio… quanto sono omosessuale? Ora come non mai vorrei poter correre dalla prima ragazza che mi capita, anche Katia, ma l’unico problema è che non  mi va minimamente di farlo. Mentre lo stringo tra le mie braccia e sento il suo respiro sul mio petto, le sue lacrime che rimbombano nel mio cuore e il suo profumo sempre intatto nonostante tutto l’alcol che ha bevuto, mi rendo conto che non desidero nient’altro che lui.
Ma questa sera la vita mi ha dato l’ennesima conferma che non si può vincere su tutto. Io ho avuto il ruolo da batterista, Tyler ha avuto l’attenzione di Mika, anche se non può apprezzarla.

Il ragazzo è sempre immobile con il viso poggiato sul mio petto e continua a singhiozzare di tanto in tanto.
Io lo accarezzo dolcemente, mi sembra un bambino. Ma la tristezza mi assale sempre più, un’angoscia esistenziale mi tormenta.
Mi stringe la mano, questo è il primo segno da parte sua. Finalmente solleva il capo, sembra che si sia calmato adesso, e mi guarda in viso.
Mi guarda negli occhi, li scruta, come se da loro cercasse una risposta ai suoi problemi. Anche io lo guardo, anche io cerco una risposta nei suoi occhi, ma so che non la troverò.
Distolgo lo sguardo. Tutto questo non ha senso, la mia presenza qui non ha senso. Vorrei alzarmi e andare via, siamo in due a soffrire, e se lo guardo il mio dolore aumenta.
Ma lui continua a fissarmi, sento i suoi occhi su di me. E così si avvicina,  poggiando delicatamente le sue labbra sulla mia guancia e lasciandomi un bacio umido e triste. Ora basta, non ne posso più. Non sono in vena di dimostrazioni di affetto. Non adesso che lui è ubriaco, non adesso che sto così male! Ma resto ferma… con occhi chiusi e sofferenti. Li stringo forte, trattengo le lacrime, mentre il suo lungo bacio d’affetto inizia a scendere verso il mio collo.
Non reggo più, le lascio scorrere.
Mentre le lacrime scivolano giù sul mio viso, i suoi piccoli baci risalgono lungo il mio collo, fin dietro l’orecchio. Sento le sue braccia stringermi a sé con determinazione e il suo petto nudo aderire al mio.
Io non so cosa sta succedendo, non lo capisco, non posso capirlo, non voglio saperlo. Così cedo, inconsapevole, alla disperata ricerca di un attimo di felicità. Mi lascio andare  a quello che il mio corpo e la mia mente vogliono ormai più di ogni altra cosa.
In questo istante tutto è lecito, sembra irreale, ma è vero. Adesso possiamo essere chi siamo davvero, anime libere ed impulsive. La ragione non è ammessa, la coerenza nemmeno. Siamo due persone tristi e sole… circondate da tante persone, ma fondamentalmente sole. Io ho bisogno di lui, lui ha bisogno di me.
Mi bacia. Le sue labbra non più sul mio collo, ma sul mio viso. La mia bocca è totalmente in suo possesso.
Ma non è un bacio dolce, delicato. E’ forte, alcolico, tagliente. Le sue mani cercano qualche spazio sul mio corpo dove ci sia contatto con la pelle nuda. La mia schiena è scoperta, le sue dita la percorrono fino infondo. Mi spinge a terra e io lo lascio fare. Non voglio pensare.
La mia testa è sgombra da ogni pensiero e il mio corpo domina su  di essa. Le sue mani percorrono il mio corpo, sembrano indecise se sbottonarmi il vestito che lui stesso  mi ha regalato, finché non trovano lo spacco dell’abito. Il suo bacio è infinito, insistente, ma necessario. Con la mano mi prende la coscia, mentre il suo ventre aderisce al mio e capisco che ha intenzione di andare fino infondo. Non lo voglio fermare,  anche se dovrei farlo. Continuo a godere questo istante in cui i nostri corpi combaciano perfettamente, sento la sua essenza su di me, niente può distogliermi da lui. Il casino della festa non esiste più, non sento più niente, solo i nostri respiri… finché la porta non si apre di scatto.

“OH MIO DIO! MIKA! ELEANOR!!!”
Katia scappa via sconvolta. Michael si alza di scatto, io faccio lo stesso.
Lo guardo ancora confusa, il suo volto non sembra turbato.
Ma io lo sono parecchio.  Esco di corsa fuori dalla stanza, prendo il mio cappotto e vado via da quella casa devastata…




Note dell'autrice:

Dite la verità... non vi aspettavate un capitolo così! Chiunque avrebbe scommesso che Tyler avesse picchiato Mika o che avesse combinato qualche  altro casino... (poverello Mika, non avrei mai permesso che fosse picchiato!>.<) Una cosa sola è certa, ora apriremo un blog intitolato ODIO PROFONDO NEI CONFRONTI DI TYLER. Ahahahaha come ho potuto concepire un personaggio così odioso? Persino Mark è meglio... infondo è un pappamolle!
In ogni caso... VAI MIKA, DACCI DENTRO! Siccome ho notato che il nostro "Chooser" si ubriaca spesso (da solo, in camera sua... in "lacande", ok non dilaghiamo) ho pensato che farlo sembrare un po' alcolizzato l'avrebbe reso ancora più simpatico :3( un "lonely alcoholic" che dite?)
...bene bene, ditemi che ne pensate! Io sono del parere che si poteva fare di più per questo capitolo, ma non mi è venuta l'ispirazione giusta... ma tranquilli tutti, siamo solo all'inizio della storia ;) ho in mente piani succulenti per i due piccioncini/friends/omosessuali(?).
Commenti!!! non lasciatemi sola soletta come nello scorso capitolo.
Un grazie speciale a Char ( ci sei sempre! <3)

Baci a tutti <3


Spina di pesce

 

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Capitolo 10
*** VUOTO DI MEMORIA ***



VUOTO DI MEMORIA



Camminare. Camminare molto. E’ questa la cura, il primo passo per guarire.
E intanto piango..
Ma voi che fareste? Sfioro la pazzia con un dito. Mi sono messa in un bel casino, una situazione più grande di me.
Per l’amore c’è sempre posto mi dicono… ma a quanto pare si sbagliano.
Allora cammino. I turisti sul Tamigi ridono, scherzano, comprano, si fanno foto, pronti a mostrarle al mondo con i loro potenti social network.
Li guardo, sono tanti e diversi, con le loro mappe, i loro itinerari, eppure mi sembrano sempre gli stessi.
Il cielo è grigio, tanto per cambiare, l’aria è fresca.
Mi siedo sul prato di una grande aiuola aperta al pubblico. Non molto distanti da me ci sono dei bambini cinesi che fanno merenda con la loro mamma. Che ore saranno? Le cinque di pomeriggio forse?
Ma cosa mi cambia saperlo? Non ho niente da fare, al bar non ci torno più..
Tutto stava andando troppo bene, a gonfie vele. Ma poi arriva sempre una tempesta, sconvolge l’equipaggio, le vele si increspano, la nave affonda. Non si può sperare di essere felici.
Cerco di scacciare i pensieri e mi concentro sul ferryboat lungo il fiume.
Lo so che non si vince la tristezza ignorandola, bisogna viverla momento per momento, finché non sparisce da sola. Ma ancora non ho trovato il coraggio di affrontarla, ancora no.
Ho spento il telefono,  sono uscita senza dire niente ad Anita. Non voglio parlare con nessuno.
Mi stendo sul prato e guardo all’insù. Sta per arrivare un temporale.
Sento una goccia sul naso, poi un’altra e un’altra ancora.
Chiudo gli occhi, magari mi addormenterò qui.

“Lasciami in pace. Nessuno ti ha dato il permesso di entrare nella mia vita”
Si rivolge a me con tono sprezzante, gli occhi vuoti, impassibili. La sua reazione improvvisa mi fa piangere.
“Ti prego fammi stare con te.. io ho bisogno di te”
“Io non ho bisogno di una persona come te”
Si volta e cammina lento verso la luce, lasciandomi nelle tenebre.
Ed urlo, piango, mi dimeno, ma ormai sono sola. Guardo quella figura così bella e distinta mentre si allontana sempre di più. Le nostre vite hanno preso una strada diversa. Credevo percorressero la stessa via, e invece hanno solo trovato un punto d’incontro, niente di più. Due sorti separate.
La sua ombra ora è solo un punto. E io inizio a cadere nel buio..

Mi sveglio all’improvviso. Il cuore è a mille e io sono bagnata fradicia. Mi guardo intorno: la famigliola cinese è andata via. Il ferryboat sul fiume ora non c’è più.
Questo breve ma intenso sogno mi ha sconvolta. Mi ha fatto tornare in mente tutto quello che ho duramente cercato di ignorare. Il ragazzo del sogno era lui, era Michael.
Sento tutta la stanchezza piombarmi addosso come un macigno, torno a distendermi sul prato ad occhi chiusi.
Non so quanto tempo passa… Sono come una carta assorbente troppo colma per raccogliere altra acqua.
Mi concentro solo sulla pioggia che mi bagna ancora di più e sul febbrone che è in procinto di venirmi.  Poi avverto una presenza  affianco a me.
“Ti prenderai una bella polmonite”
Non rispondo. E chi è questo adesso?
“Allora la prenderò anche io”
Il ragazzo si stende affianco a me. Restiamo qualche momento in silenzio, non gli permetterò di disturbarmi.
“Gli altri penseranno che siamo pazzi se restiamo qui stesi sotto la pioggia…”
“Nessuno ti obbliga a stare qui con me”
“Non ho detto di voler andare via”
Non l’ho ancora guardato in faccia.. forse dovrei cacciarlo, chiedergli di lasciarmi in pace. Credo che lo farò.
Mi volto e lo guardo.
..ok, non lo farò.
“Comunque mi chiamo Jackson”
“Eleanor”
Ci guardiamo negli occhi. E’ molto bello. Ha la pelle scura, ma i suoi occhi sono grigi come il cielo di Londra, le sue labbra perfette.
 “Perché sei qui Eleanor?”
“non è una domanda di facile risposta”
“Siamo completamente bagnati. Vuoi venire a casa mia?”
Nel tentativo di ignorare la tristezza accetto l’invito.
Ed è stupido, ma finiamo a letto insieme.

Jackson studia medicina, ha qualche anno più di me ed è un ragazzo interessante.
Meno stronzo di quello che pensavo. Sembra interessato a me.
“Davvero non vuoi dirmi cosa ti è successo?”
“No Jackson.” Mi infilo i pantaloni fradici tolti di fretta e gettati sul pavimento della stanza
“Adesso è tardi, devo andare via. Grazie per queste ore, mi hai fatto stare bene.”
“Quando potrò rivederti?” mi dice accompagnandomi all’uscio della porta
“Non ci rivedremo Jackson, io amo un altro uomo.”
“Posso baciarti un ultima volta?”
Mi bacia come poche persone hanno fatto in tutta la mia vita.
Gli sorrido appena e vado via.

Suono al campanello di Anita.
“Eleanor!! Dove sei stata? Madonnina mia, sei bagnata fradicia!”
“Si lo so, non avevo un ombrello”
“Non ti ho proprio vista stamattina. Com’è andata la festa?”
Forza Eleanor, è arrivato il momento di fare uno sforzo sovrannaturale e  fingere contentezza.
“Benissimo! Mi sono divertita un sacco.. Etciùù” Eccolo che arriva, il raffreddore.
“E con Michael? Com’è andata? E’ successo qualcosa…?”
Dovevo aspettarmi una domanda del genere. Se solo sapesse quello che è successo…
“Ma cosa dici Anita!”
“Dai entra! Devi raccontarmi tutto..”
“Ehm, Anita, in realtà sono un po’ stanca… oltre che bagnata. Magari ti racconto tutto domani”
“E va bene piccola, vatti a riposare.. e mi raccomando, asciuga bene i capelli!!”

Scappo in casa mia, chiudo la porta e mi butto sul letto a piangere.
Va tutto uno schifo! Credevo di essere lesbica, ma a quanto pare mi piace un ragazzo, che per di più è gay! A questo ragazzo piace il mio peggior nemico e  ieri sera abbiamo quasi scopato, solo che lui era ubriaco!
E, ciliegina sulla torta, io sono la batterista della sua band e presto partiremo insieme per un tour. Come diavolo faccio!? E se dopo l’accaduto mi rimpiazzasse? Forse sarebbe  meglio..
Forse dovrei chiamarlo, chiedergli spiegazioni, dirgli la verità e dirgli che è meglio se prende Tyler come batterista… io non posso affrontare il tour con lui se lo amo.
Non ho il coraggio di chiamarlo, anche se dovrei.
Che imbarazzo! Cosa potrebbe dirmi? Che lui era ubriaco ma io no e quindi potevo frenarlo, invece sono stata al gioco? E Katia!? Oddio che casino…

Mi asciugo le lacrime, non c’è una soluzione a questo rompicapo.
Suona il campanello. Corro allo specchio per assicurarmi che non si veda l’effetto delle lacrime che ho versato. Pioggia e lacrime mi hanno devastato il viso.
Apro la porta senza chiedere chi è e me lo ritrovo davanti, alto due metri, con un sorriso preoccupato.
“Ti ho chiamato qualcosa come venti volte. Mi sono preoccupato..”
Entra senza neanche chiedere, io resto senza parole.
“Senti Eleanor, lo so che sei arrabbiata con me per ieri sera. Hai ragione, ti chiedo scusa.. Ti ho lasciata per tutta la serata in preda a quel casino, posso capire la tua situazione. Non accadrà più, promesso.”
Lo guardo confusa.
“Come scusa?”
“Si, gli altri mi hanno raccontato tutto. So che ti sei preoccupata tanto. Mi dispiace davvero… Ma che ti è successo? Sei bagnata fradicia.”
Rimango un attimo perplessa
“Ma… non ricordi niente di ieri sera?”
“Si certo che ricordo…. Purtroppo ricordo…”
“E… non hai niente…. da dire riguardo a quel fatto?”
“Quale fatto?”



Note dell'autrice:
Non vi dico niente.... capirete tutto nel prossimo capitolo!
Anzi no, vi dico solo una cosa... commentateee!! <3
Sapete che le vostre opinioni sono la mia forza, il mio pane quotidiano, il mio San Valentino...eh già... perché a San Valentino non c'è un granché da festeggiare nel mio caso. L'ho passato sola soletta a casa a ballare da sola in mutande con le cuffie nelle orecchie proprio come il signorino Mika in quel di Los Angeles (l'ha detto su twitter se non vado errato) ahahah spero che voi l'abbiate passato bene! :)
Un bacione


Spina di pesce


 

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Capitolo 11
*** AVVISO!! ***


Ciao a tutte!! Scusate per la mia lunga assenza.. volevo solo tranquillizzarvi e dirvi che presto arriverà il nuovo capitolo. Non ho assolutamente intenzione di mollare la storia, ho solo avuto un periodaccio accompagnato da poca ispirazione. Spero che stiate ancora seguendo la mia storia!! Un bacione <3 <3 <3 Spina di pesce P.S Quante di voi il 18 a Napoli per il concertone?? :D

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Capitolo 12
*** MY FACE ISN’T SAD, BUT INSIDE I’M SAD ***






11) MY FACE ISN’T SAD, BUT INSIDE I’M SAD



“Ma davvero non ricordi niente dopo la sbronza di ieri sera?”
“Niente.. a parte lo spintone che mi ha dato Tyler dopo che.. Un momento! Perché mi fai tutte queste domande?”
“Ehm… e che.. tutto questo fatto di te e Tyler, mi sembra strano.” Dico impacciata e senza convinzione.
“….me e…. Tyler… ? Ma perché, ci hai visti? Qualcuno ci ha visti!?? Oddio che imbarazzo.”
“…. Ma no calmati, non vi ho visti. Mi hai raccontato tu… ricordi?”
“…veramente non ricordo di avertelo detto… ricordo solo di essermi chiuso in camera ed essermi addormentato”
“…ah…”
Perfetto. Non ricorda niente di ieri sera. Grande! E adesso cosa diavolo faccio!??
“Eleanor… ho bisogno di parlarti. Ti prego usciamo, vorrei fare due passi con te”
No, forse non l’ha dimenticato, vuole solo trovare le parole giuste per liquidarmi.
“Si certo”
Cazzo sono stanca e bagnata, sono stata fuori tutto il giorno, ho scopato fino a sera con un tizio incontrato per caso, e alle dieci di sera Michael vuole fare due passi con me? Stai calma Eleanor, tanto non hai la forza di protestare..

Facciamo una lunga passeggiata nei paraggi di casa mia. E’ una zona con molto verde, vicina al Tamigi, abbastanza distante dal centro. Mi sono messa un maglione caldo e una giacca asciutta prima di uscire, ma non ho seguito il consiglio (diciamo ‘ordine’) di Anita: asciugarmi i capelli! Questo è autolesionismo, lo so.qqu
“Sai Eleanor.. dal primo momento che ti ho vista ho capito quanto sei speciale. ”
Gli sorrido, ma vorrei che si sbrigasse a giungere alle conclusioni, così mi mette solo ansia.
“Io credo… che tu sia una vera amica. L’ho capito da come ti sei preoccupata per me e per la mia casa l’altra sera. A nessuno degli altri invitati importava dei lampadari, dei quadri e di tutto il resto.. Ti sei dimostrata davvero sincera con me, forse perché non mi hai mai considerato come una persona famosa…”
“Beh, in effetti non ti considero come una pop star… non ti dai arie…”
“Certo che mi do arie ahah” ridacchia tristemente “…forse non come tanti altri.”
“Michael… per favore arriva al punto, l’ho capito dove vuoi arrivare. Se hai deciso di rimpiazzarmi dimmelo subito… io lo posso capire!”
“Rimpiazzarti!?? Ma come ti salta in mente! Ti sto dicendo quanto sei incredibile e pensi che ti voglia rimpiazzare?!”
C’è decisamente qualcosa che non va. Forse davvero non ricorda niente dell’altra sera… nessuno gliel’ha detto, neanche Katia. Sto facendo la figura dell’idiota.
“Ah… io credevo che…. Scusami, mi sono fatta prendere un po’ troppo dalle parole di Tyler allora…”
“Quali parole?”
“Niente... mi ha solo detto che di sicuro volevi rimpiazzarmi dato che hai ripreso i contatti con lui”
“E tu ti fidi delle parole di quel falso?!”
Parla lui? Che ‘il falso’ se lo voleva scopare?
“Bhè… anche tu ti fidi di quel falso dato che volevi fartelo alla festa!”
“Sei gelosa!?”
“NO che non sono gelosa!”
“Sembri gelosa”
“Non sono gelosa… è solo che ci tengo a te…”
Gelosa!? Io?? Ahahahahah nooooooo non sono gelosa! vorrei semplicemente affogare Tyler in una salamoia.
Restiamo un attimo in silenzio senza guardarci.
“Io lo so che Tyler è uno stronzo, ma non ci posso fare niente se mi piace. In ogni caso ho deciso di non rivederlo mai più.. Ora però calmati, mi fai paura quando ti innervosisci…. Non voglio essere preso a cazzotti come il proprietario del tuo bar.”
Scoppio a ridere… Mika è pur sempre un dolce simpaticone.
Lo abbraccio forte e lui ricambia, mi da un grosso bacio sulla guancia e mi accarezza i capelli umidi.
“Ti voglio bene Eleanor. Scusami ancora per l’altra sera”
Finalmente dice queste parole da sobrio… già… da sobrio! C’è un altro argomento di cui dobbiamo parlare ancora..
“Mika, ma perché ti sei ubriacato prima della festa?”
“..capita a volte..”
“Si ma, rischi di metterti nei casini così… ok ubriacarsi, ma non prima che arrivino gli ospiti. E per di più da solo!”
“Sai Eleanor, spesso cerchiamo di apparire felici anche se non lo siamo. Io sono allegro di carattere, perché sai, sono libanese ahahah… ma a volte non lo sono per davvero. A volte si è costretti a fingere per gli altri”
“E ora stai fingendo?”
“Con te non ho bisogno di fingere. E’ di questo che in realtà volevo parlarti.. Eleanor, sono venuto qui da te perché solo con te riesco ad essere davvero me stesso. Ecco perché ti voglio così bene. Ho capito che con te posso essere sincero, proprio perché tu non mi consideri come una celebrità, mi tratti alla pari, non sei mia amica per convenienza.”
“Proprio perché sono tua amica ti chiedo di non farlo mai più. Non lo dico per la situazione complicata in cui mi sono ritrovata, ma per te.”
“Va bene” mi sorride dolcemente e un ricciolo gli casca sulla fronte “ma stai tremando?”

Si…. Credo di essermi beccata una bella influenza. Michael mi ha accompagnata su in camera mia ed Anita mi ha preparato una tisana calda. Ovviamente quando la vecchia ha visto Mika non si è risparmiata frecciatine e occhioni dolci.
Ora Anita è andata a letto e lui mi sta tenendo un po’ di compagnia. Nonostante gli abbia detto di tornare a casa ha insistito per starmi accanto.
“Dormi se vuoi.. è tardi”
“E tu che farai? Se vuoi puoi dormire qui… tanto il letto è abbastanza grande per due.”
“Tu non ti preoccupare…”
Mi prende il sonno mentre il mio amico mi accarezza dolcemente i capelli. Per fortuna è un sonno senza sogni..



note dell'autrice:
Chiedo umilmente perdono per tutti questi mesi di assenza. So che questo capitolo non è entusiasmante, ma non sono riuscita a fare di meglio. Questo capitolo dovrebbe in qualche modo chiudere la prima fase del mio racconto, da adesso i capitoli saranno molto diversi dai precedenti dato che da adesso cambierà l'ambientazione :)
Un bacione e ancora scusate per il mancato aggiornamento


Spina di pesce

 

 

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