When I see your eyes

di SayakaLatia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The meeting ***
Capitolo 2: *** I'm yours ***



Capitolo 1
*** The meeting ***


When I see your eyes

The meeting

 

-D'accordo Flavia, parteciperemo al torneo-
Latia squadrava Chrom preoccupata, incerta se avesse preso la decisione giusta o no. Lei e l'esercito dei Pastori avevano affrontato una lunga marcia sotto al clima rigido dei Regna Ferox al fine di ottenere un'alleanza contro il popolo che continuava a minacciarli, ossia i Plegiani. Il loro arrivo non era stato dei migliori, dato che la guardia Ferrosita li aveva accolti come barbari e aveva immediatamente ingaggiato un combattimento per “mettere alla prova la veridicità delle loro affermazioni”. Dopo un'oretta buona di combattimento erano riusciti ad avere la meglio, non con poca fatica si intende, reclutando anche “l'invisibile Kellam” e una Sumia su cavallo alato, che aveva salvato la pelle a Chrom. Raimi, la guardia, aveva completamente cambiato atteggiamento, con la sorpresa di tutti, e li aveva gentilmente scortati dentro al castello Ferrosita. Mentre aspettava il khan, Latia si era scossa i corti capelli bianchi dalla neve, che neanche si vedeva visto il colore dei capelli, aspettandosi di trovarsi davanti un uomo burbero, muscoloso e peloso visto che i Regna Ferox erano un popolo guerriero. Cioè, la guerra era la loro politica. Fantastico, no? Fu invece molto stupita di trovarsi davanti una donna, comunque muscolosa, dalla pelle scura e i capelli biondi raccolti in uno strano e scompigliato ciuffo. In modo molto... aperto, gli aveva la situazione. In conclusione, se lei non avesse trionfato nel torneo fra khan loro non avrebbero avuto l'alleanza. Così, spinta un po' dallo sguardo disperato di Chrom e soprattutto dalle buone ragioni, Latia aveva consigliato al principe di accettare di combattere per Flavia, il khan, durante il torneo.
-Ah, magnifico! Sono certa che stavolta la farò a quel caprone!- aveva esclamato Flavia concludendo con una sonora e fragorosa risata. Solo per quei dieci minuti di tono alto di Flavia Latia aveva i timpani che chiedevano pietà. -Bene, adesso riposatevi, domani è un gran giorno!- aveva detto il khan biondo con un tono leggermente più basso. Così, furono assegnate delle stanze ai Pastori, e tutti andarono a riposarsi. Latia entrò in camera e si chiuse la porta alle spalle. Aveva bisogno di riposarsi un attimo. Fra lo sbalzo di temperatura, la battaglia e le esclamazioni di Flavia aveva un gran bel mal di testa. Così si tolse il pesante cappotto, visto che dentro al castello faceva più caldo rispetto a fuori, e si buttò sul letto. Pessima scelta. Il letto era duro quando la testa di Sully. Così, massaggiandosi la schiena, si rimise in piedi e si sedette su una sedia accanto al letto. Leggermente più comoda. Buttò la testa indietro e tirò un lungo sospiro, massaggiandosi le tempie. Così, più rilassata, osservò meglio la stanza. Molto piccola, con un letto durissimo, una sedia e una finestra. Beh, non che fosse il massimo del lusso, ma era comoda per starci giusto una sera. Ma doveva provvedere per quel macigno di letto. Non poteva andare al torneo con un incredibile mal di schiena. Le bastavano il mal di testa e le orecchie doloranti. Dopo qualche secondo qualcuno bussò alla sua porta. Quando la aprì, Latia si trovò davanti alla sua cara amica Miriel, con il suo solito libro in mano, l'enorme cappello e gli occhiali fini sul naso.
-Ciao Miriel, entra pure- disse Latia facendo cenno di entrare. La maga si sedette sul letto e tirò un sospiro.
-Trovo snervante l'elevato tono del khan... per non parlare dell'incredibile scomodità dei letti- si lamentò con gli occhi socchiusi.
-Eh già, hai proprio ragione. Spero di aver preso la decisione giusta nell'accettare la proposta di Flavia...- disse Latia appoggiandosi al muro.
-Mia cara Latia, non credo che voi abbiate avuto alternative. Nella mia visione, avete fatto la scelta migliore per tutti, come sempre- la consolò Miriel con un sorriso.
-Grazie Miriel, mi sei di conforto- disse la stratega.
-Ritengo opportuno cominciare ad andare verso la sala adibita al pasto, l'ora comincia a farsi tarda- disse Miriel alzandosi.
-Hai ragione, come sempre- rispose Latia generando una risata da parte di tutte e due.


-Ah, senti questa, Flavia ha trovato qualcuno che potrebbe battere il sottoscritto! Questa è buona!- disse Basilio ridendo.
-Ah davvero?- disse non proprio interessato Lon'zu.
-Anche se devo dire che trovarmi contro l'esercito dei Pastori non mi rassicura... ma con Marth la vittoria sarà nostra!- disse deciso il khan.
-Non ne dubito- rispose il mirmidone.
-E te potrai riposarti, non sei contento?- chiese il khan.
-Tu ordini, io eseguo- disse piatto Lon'zu.
-Mh, allegro come sempre... beh, vado a prepararmi, ci vediamo domani!- disse Basilio correndo via. Lon'zu tirò un lungo sospiro e andò fuori a rinfrescarsi un po'. L'aria era meno fredda, e c'era una leggera brezza. Guardò il cielo pieno di stelle e la luna che svettava al centro. Bello come sempre. Così, si decise a fare una passeggiata. Arrivò, come al solito, al cospetto di una grande quercia davanti ad un piccolo ruscello. Con un mugolio, si sedette appoggiato alla quercia e chiuse gli occhi. Per quel torneo non avrebbe combattuto. E la cosa non gli faceva né caldo né freddo. Era piuttosto stranito dall'abilità del nuovo campione nel batterlo. Ma, si sa, nella vita non si è sempre i migliori. Aprì gli occhi e vide in lontananza una figura uscire dal palazzo. Non era molto alta, ma era snella e aveva i capelli bianchi e corti. Indossava un lungo cappotto scuro con strani disegni. Ed era una femmina. Lon'zu venne attraversato da un tremito, ma vedendo che la donna non lo aveva notato decise di non muoversi. La bianca si appoggiò ad una colonna e si mise ad osservare il cielo. Sembrava stanca. Al mirmidone non parve di conoscerla. Probabilmente sarà un membro dell'esercito dei Pastori pensò. Mentre la osservava, la donna si girò a guardarlo e i loro occhi si incrociarono. Lon'zu non ebbe la reazione che di solito aveva con le altre femmine. Di certo non voleva avvicinarla, ma quei profondi occhi marroni lo incuriosirono. Anche la bianca parve incuriosita. Così, mosse un passo, e poi un altro verso di lui. La faccenda si metteva male. Il mirmidone si alzò e fece per andarsene, quando la sua attenzione fu catturata da una farfalla blu che volteggiava lì vicino. Le farfalle piacevano al mirmidone. Con un mezzo sorriso restò a guardarla, dimenticandosi della donna e dei pochi metri che ora la separavano da lui. La farfalla cambiò direzione e andò ad eseguire le sue capriole intorno alla bianca. Lei si fermò e restò a guardarla, mentre continuava a volteggiare . Si posò un attimo sui suoi capelli e poi tornò dal mirmidone, per dirigersi poi verso la quercia. Non notò però una enorme ragnatela, che in un attimo la catturò e la immobilizzò. Dalle foglie un ragno soddisfatto stava uscendo allo scoperto, pronto a banchettare.
-Poverina!- esclamò la donna correndo verso la ragnatela.
-E' il suo destino, non ci possiamo fare niente- disse Lon'zu con la sua voce cupa.
-Io non credo al destino, noi siamo artefici della nostra vita!- disse indispettita la bianca guardandolo negli occhi e avvicinandosi alla ragnatela. Lon'zu fu molto stupito e, incuriosito, si avvicinò. Il ragno continuava ad avvicinarsi alla farfalla, che disperata sbatteva le ali cercando di liberarsi dalla morsa appiccicosa. -Bleah... odio i ragni...- disse la donna fissando l'aracnide. Lon'zu allungò una mano, prese il ragno e lo posò su di un ramo molto lontano. Poi delicatamente aiutò la farfalla a liberarsi e la prese fra le mani. Quella restò qualche secondo ferma, poi sbatté le ali e si posò sul dito di Lon'zu, per poi spiccare il volo. Fece qualche altra piroetta intorno ai due e poi svanì.
-Visto?- disse la donna avvicinandosi al mirmidone con le mani sui fianchi e un sorrisetto soddisfatto sul volto.
-Troppo vicina!- esclamò quello facendo un balzo indietro, rosso come l'armatura di Flavia.
-Ehm... tutto a posto?- chiese la bianca perplessa.
-Si... le donne mi mettono a disagio... tutto qui...- rispose il mirmidone. -Sei... un membro dei Pastori?-
-Si, piacere, mi chiamo Latia e sono la stratega di Chrom- disse Latia allungando la mano, ritraendola poco dopo imbarazzata.
-Lon'zu... state attenti domani... Marth è forte con la spada- disse il moro.
-Marth?? Ancora lui?-
-Perchè, lo conosci?-
-Più o meno... beh, grazie dell'avvertimento- disse Latia sorridendo.
-Si... devo andare... buona fortuna...- disse frettoloso Lon'zu per poi avviarsi a passo spedito dentro il castello.
-Mh... che tipo strano...- esordì la stratega avviandosi anche lei verso la sua stanza.


-Bene Pastori! Fra poco avrà inizio il torneo! Dateci dentro!- disse Flavia, allegra come sempre, andandosene poi verso gli spalti. Latia sospirò un po' tesa.
-Tutto bene Latia?- chiese Chrom dalla groppa del cavallo di Sumia.
-Si si... solo un po' tesa...- disse la bianca.
-Sono sicuro che vinceremo, lo dobbiamo fare per Emm- disse sorridendole il blu.
-Già...- annuì sospirando la stratega sistemandosi la cintura con la spada e tenendo nell'altra mano un tomo di magia del tuono.
-Suvvia Latia, la preoccupazione non è benefica in certe circostanze. Si rilassi e pensi a combattere come ha sempre fatto- la rincuorò Miriel al suo fianco. Con Lissa in groppa al cavallo di Frederick, il cancello davanti a loro si alzò e i Pastori fecero i primi passi nell'arena. Intorno a loro spalti stracolmi di persone urlanti e gioiose. Negli spalti ai due poli c'erano due troni, dove erano seduti rispettivamente Flavia, il khan dell'est e dall'altra parte un omone pelato e muscoloso con una benda su un occhio, che probabilmente era il khan dell'ovest. Al suo fianco, a parte i numerosi uomini esaltati, Latia riconobbe pure Lon'zu, l'uomo che aveva conosciuto la sera precedente. Il moro osservava il loro esercito, incuriosito. Così Latia chiuse gli occhi e, preso un bel respiro, si lanciò con gli altri nella battaglia. L'esercito occidentale era diviso per classi, che ordinatamente andarono contro ai Pastori. Prima combattenti, poi fanti, armature pesanti ed infine altri combattenti, per arrivare al più forte, ovvero Marth. Il ragazzo restava fermo, in attesa che i Pastori, ma soprattutto Chrom, venissero più vicino. Chrom, in groppa al cavallo di Sumia, scendeva in picchiata sui nemici, uccidendoli sotto i colpi di Falchion e della lancia della bruna. Latia mise da parte il tomo per cominciare con la spada. Mentre Miriel, di fianco a lei, bruciava i nemici con il suo tomo di fuoco la bianca balzava su di loro per dargli il colpo di grazia con la spada. Frederick, dall'altro lato dell'arena, si dava da fare proteggendo Lissa e portandola a volte dagli altri per curarli. Fu il turno della fanti e gli armati pesantemente. Chrom e Sumia ebbero qualche difficoltà e Lissa si dovette rimboccare le maniche, ma intanto Latia riversava in una situazione pericolosa. Era circondata da due fanti e dietro un armato pesante. Sbaragliò velocemente il primo fante, schivando con un salto l'attacco del secondo e uccidendo anch'esso con un veloce lampo. Non si accorse però dell'armatura dietro di lei che, alzata la lancia, stava per piantarla dentro al suo costato. La folla divenne più euforica e urlò il triplo. Lon'zu reagì d'istinto. Senza farsi vedere prese una pietra di medie dimensioni e la lanciò contro il soldato, colpendolo sull'elmo e facendolo distrarre giusto per deviare il suo colpo. Quello che poteva essere un colpo mortale si trasformò solo in un graffio sul braccio. Miriel, che si era liberata del lottatore che le veniva contro, colpì l'armato pesante, che venne finito da un potentissimo tuono della bianca, inginocchiata a terra. Lon'zu tirò un sospiro di sollievo. Anche la stratega, pallida e sudata. Mancava solo Marth. Lissa piombò al fianco della stratega, curandole il graffio sanguinante, per poi saltare in groppa al cavallo di Frederick e andare ad aiutare il fratello.
-State bene stratega?- chiese Miriel a Latia mentre le porgeva una mano per rialzarsi.
-S-si... per fortuna...- disse lei rialzandosi e avviandosi verso l'ultimo nemico, lanciando uno sguardo verso gli spalti. Dopo il memorabile combattimento fra Marth e Chrom, che lasciò non pochi dubbi al principe, il combattimento finì con la schiacciante, e faticata, vittoria dei Pastori. La folla gridò ancora di più, mentre le orecchie della stratega andavano a farsi benedire, e i Pastori uscirono dall'arena.
-Ah ah! Lo sapevo che potevo contare su di voi! Era tanto che non assumevo i pieni poteri! E voi avete guadagnato l'alleanza che volevate! Oggi si festeggia!- gridò felicissima Flavia, sparendo poi a brindare e festeggiare.
-Quando si parla di festeggiamenti, Flavia è inarrestabile...- disse una voce molto bassa alle loro spalle. Un po' mogio, comparve l'omone pelato, che secondo Latia era il khan dell'ovest.
-E... tu chi saresti?- chiese Chrom.
-Basilio, il khan dell'ovest, ovvero colui a cui hai appena soffiato il trono! Ci sai fare con la spada, ragazzo!- disse ridendo Basilio assestando una poderosa pacca a Chrom, che sussultò. Latia ridacchiò.
-Si... grazie...- disse Chrom. -Ora dobbiamo andare, devo informare mia sorella-
-Aspetta ragazzo, ho un regalo per te- disse Basilio. Alle sue spalle comparve un uomo alto e muscoloso, non quanto Basilio o Flavia si intende, che indossava una veste blu da mirmidone e portava al suo fianco una spada molto affilata. Aveva i capelli neri un po' spettinati e degli occhi grigi. Latia lo riconobbe. Era Lon'zu, l'uomo che aveva conosciuto la sera precedente. -E' il mio precedente campione, si chiama Lon'zu. E' molto abile con la spada, ti sarà utile. In effetti non mi spiego come Marth lo abbia battuto... ma secondo me non ha nulla da invidiargli- disse Basilio.
-Mh, a te sta bene Lon'zu?- chiese Chrom.
-Lui ordina, la mia spada esegue. I nostri ruoli mi sembrano chiari- disse piatto il moro.
-Ehm... ok... benvenuto a bordo allora...- rispose stranito il principe.
-Aspetta... Marth lo ha battuto?? Ma sembra così grande e... forte- disse Lissa avvicinandosi al mirmidone.
-Sta alla larga, donna- rispose quello accennando un passo indietro.
-Ehi, ma che ti ho fatto?!- disse stizzita Lissa gonfiando le guance. Basilio si mise a ridere.
-Lon'zu non si trova molto a suo agio con le signore- disse.
-Ehm... ok... bene Pastori, mettiamoci in marcia!- esordì infine Chrom.
-Guarda guarda chi si rivede...- disse Latia avvicinandosi al moro.
-Non hai capito che devi starmi lontana??- disse lui rosso.
-Suvvia, non mordo mica. Beh, benvenuto Lon'zu- rispose Latia sorridendo. Con lui le veniva più spontaneo del solito. Lui borbottò qualcosa e si mise in marcia con gli altri. Venne letteralmente assaltato da Vaike e Stahl, che gli diedero il benvenuto e si misero ad attaccare bottone. Non sembrava molto a suo agio. Latia camminava invece a fianco di Miriel e Sumia, come al solito, sorbendosi gli intelligenti discorsi della rossa ma ripensando mentalmente a quanto fosse strano Lon'zu.
-Latia, mi sembrate sovrappensiero, c'è qualcosa che offusca la vostra mente?- chiese infine Miriel, accompagnata da uno sguardo interrogativo di Sumia.
-Oh no, niente Miriel, grazie di esserti preoccupata. Comunque, che dicevi riguardo ai tuoi esperimenti?- disse Latia facendo riprendere a Miriel il suo intelligente discorso. Dopo una lunga ed estenuante marcia, i Pastori arrivarono a Ylisstol, dove Chrom sparì ad informare Emmeryn, l'Eletta, dell'alleanza appena ottenuta. Latia si rifugiò nella sua tenda, dove si tolse il cappotto e si buttò a pancia in giù nel suo morbido letto. La pace durò poco.
-Ehm... Latia? Posso entrare?- -Latia siete in tenda, nevvero?- chiesero due voci a lei familiari.
-Miriel, Sumia, entrate- disse la bianca non muovendosi dal letto.
-Santo cielo Latia! Siete così stanca?- disse Sumia vedendola stravaccata sul letto con la faccia appiccicata al cuscino. La stratega bofonchiò qualcosa e si alzò con molta fatica.
-Latia, non mi sembrate al massimo della forma, quindi io e Sumia vi abbiamo preparato qualcosa che vi ridarà energie- esordì Miriel appoggiando sul tavolo della stratega una bellissima crostata di fragole.
-Mmmh, ha un profumo delizioso...- disse la bianca.
-E il sapore è anche meglio! Su, assaggia!- disse Sumia servendo lei e Miriel, prendendo anche una fetta per sé. Dal primo morso Latia si sentì subito rigenerata e in forze, e la mangiò con gusto, facendo anche il bis.
-Oh Sumia, cucini benissimo! E Miriel, ci hai aggiunto qualcosa vero?- disse Latia.
-Un mio elaborato capace di ristabilire le energie di una persona, aromatizzato con fiori- disse Miriel.
-Siete le migliori ragazze!- disse la stratega abbracciandole.
-Bene, ora devo andare, devo preparare uno sformato a Chrom, ciao!- disse Sumia sparendo fuori dalla tenda.
-Anche io devo assentarmi, vorrei finire un libro cominciato prima della spedizione. Si riguardi Latia- disse Miriel uscendo anche lei. Latia restò ancora un po' a riposarsi, quando si accorse del fermacapelli di Sumia sul suo letto.
-Oh, le deve essere cascato, meglio che glielo riporti- disse prendendolo e uscendo dalla tenda un po' di fretta, colpendo e facendo cascare qualcuno davanti a lei. -Oddio! Mi dispiace, sta... Lon'zu?- disse Latia rendendosi conto di essere sopra al mirmidone.
-C-che ci fai tu sopra di me??- esclamò terrorizzato il moro rossissimo e guardandola con occhi sgranati. Latia, rossa anche lei, si rialzò in fretta.
-Scusami, non ero attenta, dovevo riportare questo a Sum...- disse accorgendosi che la bruna aveva assistito alla scena e ora la guardava stranita. Senza fiatare, la stratega le porse il fermacapelli.
-Grazie Latia, ora devo andare, ciao!- disse Sumia risistemandosi il fermaglio fra i capelli.
-Scusa ancora Lon'zu, ti sei fatto male?- chiese mortificata.
-No. Ora devo andare ad allenarmi- disse evasivo muovendo i primi passi per allontanarsi dalla donna.
-Guarda un po', devo allenarmi anche io, ci alleniamo insieme?- chiese Latia cordiale, raggiungendolo.
-Stammi lontana- disse Lon'zu.
-Avanti, e come fai con le nemiche femmine?- chiese Latia insistente.
-Quello è un altro discorso...-
-E come mai avresti questa avversione contro le femmine? Che ti abbiamo fatto?- insistette la bianca. Lon'zu si fermò e si fece cupo. -Lon'zu... scusa, non vole...-
-Devo andare- disse freddo e si allontanò, lasciando Latia ai suoi pensieri.
-Mh, che tipo strano...- disse una voce alle spalle della stratega.
-CHROM!- esclamò lei, spaventata.
-Vieni, dobbiamo organizzarci con Emmeryn e servi anche te- la invitò Chrom. Latia, pensando sempre a Lon'zu, si avviò dietro a Chrom.

 

Angoletto dell'autrice:

Oi there!
Bien, con mia molta gioia siamo qui per una migliore fic sul mio ammmmore, Lon'zu!
Rileggendo la mia vecchia fic ho deciso di cancellarla e di riscriverne una nuova e migliore, quiiiindi, eccomi qui! :3
Ho deciso di dividerla in due capitoli, e questo è il primo! Da prossimo in poi la storia fra i due si farà più interessante! :3
Lon'zu: … mi fai paura
MUAHAHAHAHAHAHA >:3 mavieniquicheticoccolo <3
Lon'zu: NGH ASP.... *viene sommerso dalle coccole*
E' da ieri che mi sono fissata con la Jack Frost x Elsa... gnaaaaaaa sono così belli, ci farò una fic uwu
Coooooomunque, recensitemi e ditemi tutto quello che pensate al riguardo! Se trovate errori segnalatemeli! Corro ad iniziare a scrivere i prossimo capitolo quiiiiindi...
Ci zampettiamo in giro! :3

SayakaLatia

 

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Capitolo 2
*** I'm yours ***


When I see your eyes

I'm yours

 

La riunione non durò molto a lungo. Dopo qualche oretta Latia uscì dall'enorme castello affiancata da Chrom e Frederick, un po' stanca.
-Bene, riposati, ci vediamo a cena- disse Chrom alla bianca e si diresse verso la sua tenda, accompagnato da Frederick. Latia non ci pensò due volte e, entrata nella sua tenda, si fece un thè. Le rivenne in mente quello che era avvenuto prima con Lon'zu e, per farsi perdonare, preparò una tazza anche a lui, incartandogli anche una fetta della crostata di Sumia. Mise tutto in una cesta e si avviò verso la tenda del mirmidone.
-Eeeehi, Lon'zu? Posso entrare?- disse fuori dalla tenda, ma nessuno rispose. Timidamente mise dentro la testa, trovando la tenda vuota. -Chissà dove si è cacciato...-
-Se cerchi Lon'zu, si sta allenando- disse qualcuno alle sue spalle.
-AAAAARGH!! KELLAM!! Mi hai fatto paura!! Grazie però dell'informazione- disse Latia dopo un bel salto che rischiò di farle rovesciare le due tazze di thè nella cesta. Quindi si diresse verso il campo di allenamento, dove trovò il moro che si batteva con un Vaike esausto e sudato.
-Anf... ok Lon'zu... stavolta hai vinto te... ma la prossima volta vincerò io!- gridò Vaike, per poi andarsene.
-Tsk...- Lon'zu non sembrava stanco, ma solo scocciato.
-Hey mirmidone, ti ho portato qualcosa! Dovevo farmi perdonare in qualche modo- disse Latia avvicinandosi non troppo.
-Ehm... grazie...- disse Lon'zu prendendo la torta incartata e la tazza di thè. Le loro dita si sfiorarono a malapena, e ciò bastò a far rabbrividire Lon'zu e farlo arrossire immediatamente. Ma apprezzò la torta e il thè, che sorseggiò tranquillo.
-Che voleva Vaike?- chiese Latia per avviare una discussione.
-Non ho ben capito, blaterava cose sul volere uno scudiero forte e su un suo fantomatico sogno... tsk...- esordì Lon'zu sorseggiando la bevanda calda. Latia rise un pochino.
-Vaike è un po' strano in effetti... e di Stahl che ne pensi? Avete fatto amicizia?-
-Beh lui è più normale...- disse il mirmidone facendo ridere Latia. Anche lui abbozzò un sorriso nascosto.
-Senti... scusami per oggi... non volevo offenderti o renderti triste in qualche modo... ma se vuoi parlare o sfogarti sappi che di me ti puoi fidare- disse la bianca guardandolo e sorridendogli. Lon'zu la osservò stupito. Mai nessuno si era offerto di aiutarlo. E soprattutto mai una donna. Però si sentiva stranamente bene quando era con Latia. -Comunque... senti... per la prossima battaglia... ti andrebbe di combattere insieme? Sumia combatte con Chrom e Miriel con Kellam, in più ho bisogno di uno spadaccino visto che voglio allenarmi con la magia...-
-Va bene, a patto che tu mi stia alla dovuta distanza- disse Lon'zu facendo ridere tutti e due. La pace di quel momento fu interrotta da un boato proveniente dal castello.
-Latia! Lon'zu! I Plegiani stanno attaccando il castello, muovetevi!- gridò Lissa ai due. Senza pensarci un momento Lon'zu prese la sua spada e Latia passò dalla tenda a prendere le sue armi e, correndo a perdifiato, i due raggiunsero le sale del castello dove i Pastori erano già schierati. Dalla groppa del cavallo di Sumia, Chrom chiamò la stratega.
-Latia! Marth era venuta ad avvisarci che stanotte i Plegiani avrebbero attentato alla vita di Emmeryn, ora è davanti al portone della sua stanza- le comunicò il principe. Latia infatti scorse il ragazzo con la sua Falchion in mano. O la ragazza, visto che la maschera era scomparsa, rivelando occhi femminili, e i capelli corti erano diventati lunghi e fluenti.
-Va bene. Mettete Frederick davanti all'altra entrata della stanza, mentre noi pensiamo a questi qui- disse lei mentre Lon'zu sfoderava la sua spada. Sumia e Miriel la guardarono interrogativa, ma poi si concentrarono sulla battaglia. A capo del consistente esercito Plegiano c'era Valldar, un mago nero, incaricato da Gangrel in persona di uccidere quella stessa sera l'Eletta. Fu stupito di trovare l'esercito Ylissiano già schierato in difesa, ma questo non lo smosse. E la battaglia cominciò. Durante questa fu reclutato Gaius, un ladro dai capelli arancioni amante dei dolci che fu subito incaricato di proteggere Lissa, e Palne, una taguel, ovvero un essere capace di trasformarsi in un mega-coniglio, che si mise in coppia con Frederick per proteggere la stanza di Emmeryn. Con molto impegno, cure di Lissa e l'aiuto delle truppe di Phila, l'ancella di Emmeryn, i Pastori stavano avendo la meglio. Quindi Valldar decise di agire. Quando il mago nero incrociò gli occhi di Latia una risata malefica scosse il suo petto.
-Ma guarda quante sorprese mi riserva il destino stasera... io so chi sei...- le disse sibilando con uno sguardo malefico. Latia restò allibita, non ricordandosi per niente dell'individuo di fronte a lei.
-Non posso dire lo stesso...- disse deglutendo.
-Torna da me...- continuò confondendo la bianca, che aprendo il suo tomo si preparò allo scontro, mentre Chrom e gli altri la fissavano straniti. Il suo attacco di tuono si scontrò con quello di magia nera di Valldar, producendo un enorme e fitto polverone. Non vedendo niente, Latia non si accorse dell'enorme palla di energia nera che ora mirava al suo esile corpo.
-NO!- gridò Lon'zu, balzando contro la stratega. La prese fra le braccia e la buttò a terra, salvandola dall'attacco ma procurandosi un brutto taglio sul braccio.
-Lon'zu!- gridò Latia sotto di lui, vedendo la sua fronte aggrottata. Stava anche per chiamare Lissa, ma lui la fermò.
-Il mio... è solo un piccolo taglio... Lissa deve pensare a guarire i feriti più gravi...- disse.
-Lon'zu, ma stai sanguinando tanto!- disse la bianca. Aiutò il moro ad appoggiarsi al muro, mentre Chrom e Sumia erano impegnati nella battaglia contro il capo Plegiano. La bianca alzò la manica del moro, per esaminare il taglio. Prese un lembo della sua maglia e la strappò, ricavandoci stracci e bende provvisorie e riducendo la sua maglia ad uno straccio che la copriva solo fino a sotto il seno. Quindi ripulì la ferita, ci spalmò il suo unguento e la bendò.
-Non dovevi...- disse Lon'zu con la voce rauca.
-Oh avanti, e allora ti dovevo lasciare con un braccio fuori uso?- disse la stratega mentre stringeva la benda. Intanto la battaglia era terminata, con la vittoria dei Pastori e l'Eletta sana e salva. -Ma dimmi... perchè lo hai fatto?- chiese infine Latia guardandolo curiosa. Lui stette zitto con lo sguardo basso.
-Latia! Lon'zu! State bene?- disse Chrom balzando giù dal cavallo di Sumia mentre l'esercito li raggiungeva.
-Io sto bene, ma lui ha un braccio ferito- disse la stratega.
-Che hai già medicato molto bene, vedo! Vieni che te lo guarisco completamente- disse Lissa che era giunta con Gaius al suo fianco. Latia sciolse delicatamente le bende insanguinate e Lissa, con un colpo di bastone, risanò completamente il braccio del mirmidone, che bofonchiò un ringraziamento a mezza voce.
-Beh, dovremo anche provvedere alla tua maglia, Latia- disse Sumia vedendo come era ridotto il capo della bianca, che rise. Quindi, dopo essersi accertati che l'Eletta stesse davvero bene, tutti tornarono all'accampamento per cenare.
-Dopo cena verrò nella tua tenda- disse Lon'zu alla stratega, per poi superarla e raggiungere silenziosamente Stahl e Vaike.
La cena si svolse come ogni sera sotto un enorme padiglione, dove tutti parlavano con tutti, divertendosi e facendo amicizia. Latia era in mezzo a Sumia e Miriel, e le continuava a rassicurare sul fatto che non si fosse fatta niente, lanciando qualche sguardo di tanto in tanto al moro, che stava in un tavolo diverso circondato da maschi, mentre Vaike lo assillava nuovamente. Finita la cena, tutti si salutarono e si diressero ognuno nella propria tenda. Tranne Lon'zu, che ora era fuori dalla tenda della bianca.
-Latia?- la chiamò.
-Lon'zu, entra pure- rispose la stratega da dentro. -Siediti- gli disse Latia, indicandogli una sedia.
-Ah, hai già trovato una maglia... identica?- chiese vedendo la maglia della stratega integra.
-Ahah, si, che fortuna no? Comunque, hai bisogno di qualcosa?- gli chiese la bianca.
-Oggi tu mi hai chiesto perchè io ti abbia protetto... quindi io volevo risponderti- disse il moro. Accorgendosi che Lon'zu stava per confidarsi con lei, che si fidava davvero e aveva bisogno di supporto, la stratega si sedette sul letto e lo guardò in silenzio, in attesa.
-Bene... allora... quando io ero piccolo... ero povero e vivevo in un borgo assieme alla mia famiglia. Ciononostante conobbi una ragazza di città, e diventammo amici. Si chiamava Ke'ri. Molte volte lei scappò di casa per venirmi a trovare. E ci innamorammo- Lon'zu fece una piccola pausa. La stratega lo ascoltava e lo guardava con occhi attenti. Il mirmidone abbassò lo sguardo e continuò. -Un giorno, mentre facevamo un pic-nic in riva al fiume un gruppo di banditi ci attaccò. Al tempo ero solo un ragazzo, e i banditi erano tanti e veloci e... Ke'ri...- Lon'zu strinse i pugni e corrugò la fronte. Gli occhi di Latia divennero un po' lucidi. -Da quel giorno non me lo sono mai perdonato... e ogni volta che vedo una donna mi ritorna in mente lei. Quando ho visto che stavi per morire io... una donna è già morta per colpa mia, e non voglio che si ripeta- concluse il moro, mentre qualche silenziosa lacrima rigava il volto della stratega. Non contenendosi la bianca saltò al collo del mirmidone, che si paralizzò e restò immobile.
-Oh Lon'zu, non è stata colpa tua! Non dire così!- esclamò stringendolo. Il mirmidone restò allibito per la reazione della stratega. Lo stava consolando. Sorrise e posò una mano sulla schiena della bianca, quando poi si rese conto che effettivamente stava abbracciando una donna. Così scattò in piedi e, prendendo Latia per le spalle, la mise dritta davanti a sé. La stratega si stropicciava gli occhi, cercando di fermare le lacrime.
-Avanti, smettila di piangere- le disse Lon'zu sorridendole e, facendosi coraggio e abbassandosi un po' viste le piccole dimensioni della stratega, le scostò la mano e le asciugò le lacrime con l'altra sua mano. La bianca lo guardò stupita. -Grazie per avermi ascoltato. Ora devo andare. Ci vediamo domani- concluse uscendo dalla tenda. Era davvero riuscito a toccare una donna? Si stava stupendo di sé stesso. Ma non poteva restare impalato dopotutto vedendo una donna che piangeva per la sua storia. All'interno della tenda Latia era ancora stupita. Lon'zu... l'aveva toccata. Le aveva asciugato le lacrime. E si era confessato con lei. Il suo tocco era così morbido e delicato. Ma... a cosa stava pensando?? Si diede due o tre schiaffetti sulle guance e si sdraiò sul letto. Era davvero esausta. Così, in men che non si dica, si addormentò.
I giorni successivi passarono fra marce estenuanti, nuovi soldati reclutati ed eventi sconvolgenti. In ogni battaglia Latia e Lon'zu combattevano sempre insieme, aiutandosi e migliorando sempre di più il loro rapporto. Una delle nuove persone nel campo che creò molta sorpresa fu Nowi, una vivace ragazzina dai capelli biondi-verdi capace di trasformarsi in un drago, una manakete insomma, che non esitò a diventare la migliore amica della stratega. Anche se sembrava piccola aveva molti anni alle spalle, data la longevità dei manakete, e questo fu un fatto che attirò molto l'attenzione di Miriel. Così, la piccola draghetta si unì al gruppo di Latia-Miriel-Sumia. Intanto era successo di tutto, come il rapimento di Maribelle, l'inizio della vera e propria guerra fra Plegia e Ylisse e i tentativi di proteggere Emmeryn. Quindi, per vari fattori, l'esercito si trovò ad avere l'accampamento in un non molto accogliente deserto della Plegia, dove però c'erano oasi e fiumiciattoli. In un giorno particolarmente caldo e dopo un'estenuante battaglia, Lon'zu, molto accaldato, decise di rinfrescarsi in un'oasi. Abituato al clima rigido dei Regna Ferox, il caldo lo aveva spossato parecchio. Avendo la premura di guardarsi attorno ed essere sicuro che non ci fosse nessuno, si tolse la tunica e la maglia e intinse le mani nell'acqua fresca.
Intanto, nell'accampamento...
-Laaaaaaaaaaaaaaaatiaaaaaaaaaa???- gridava una vocina in giro per l'accampamento.
-Nowi! Non gridare così!- disse la stratega, raggiungendo la bionda-verdina.
-Giochiamo? Ho proprio voglia di giocare a palla-drago!- disse Nowi saltellando. Con palla-drago, la bianca sapeva bene che intendeva il gioco in cui si trasformava in un drago e le lanciava palle di fuoco che lei doveva schivare correndo come se non ci fosse un domani. Solo l'idea la terrorizzò.
-Sai Nowi, oggi fa molto caldo e sono stanca dalla battaglia e...- fece per giustificarsi la stratega, ma la manakete si era già trasformata e dopo averle gridato “CORRIIIII” stava già preparando un attacco.
-OH NAGAAA!!- gridò Latia mentre correva a perdifiato cercando un nascondiglio valido. Dopo un po' di corsa e qualche attacco evitato, la ragazza arrivò nei pressi di un'oasi, e non sentendo più Nowi dietro di lei si fermò, sudata e con il fiatone. Non si aspettava di certo di trovarsi accanto Lon'zu a petto nudo mentre si sciacquava la faccia. Quando il mirmidone alzò la faccia e si trovò davanti Latia con il fiatone che lo fissava diventò rosso come i capelli di Anna.
-LATIA CHE CI FAI QUI??- gridò paonazzo.
-AAAH! Scusa! Nowi... palla-drago... vita passata davanti agli occhi...- rispose la bianca fra un respiro e l'altro. Intanto non riusciva a staccare gli occhi dal petto perfetto di Lon'zu, quasi di una perfezione scultorea. Ma appena sentì la draghessa che la chiamava il suo corpo ebbe un sussulto. -Oddio, ancora!- disse disperata. Lon'zu, vedendola stanca e affaticata, anche se era ancora molto imbarazzato le prese il braccio e la nascose dietro all'enorme palma dove era nascosto lui.
-Sshh, così non ti trova- le sussurrò a bassa voce. La ragazza si accucciò e stette ferma, mentre Nowi svolazzava in giro non trovandola. Dopo un paio di ruggiti tornò indietro. Latia tirò un sospiro di sollievo, e solo dopo si rese conto di essere a pochissimi centimetri dal moro. Tutti e due fecero un balzo indietro.
-Scusami Lon'zu!! Vado!- disse la bianca imbarazzata e corse via. Il mirmidone, volendo evitare altre situazioni simili, si rivestì in un lampo e tornò al campo, dove vide Latia affaticata parlare con Nowi tornata umana.
-Ti prego Nowi... dammi tregua...- diceva affannata.
-Caspita come ti stanchi subito! Va beeeeene, giocheremo un altro giorno! Ciao!- disse allegramente Nowi, e saltellando andò via.
-Wow, quella ragazza ti prosciuga le energie-
-Lon'zu! Scusami ancora per prima! Davvero io non...-
-Non ti preoccupare- rispose lui tranquillo. -Andiamo a cena? L'ora è già tarda-
-Si- rispose Latia seguendolo.
Durante la cena, le amiche di Latia sembravano leggermente diverse nei suoi confronti.
-Ehm... ragazze? Perchè mi state fissando da un po'?- esordì infine quella, mentre mangiava lo stufato di Sumia.
-Beh... è tanto che combatti con Lon'zu... e state insieme molte volte...- cominciò Sumia. Latia intuì quello a cui voleva arrivare e si fece rossa.
-Ti piace Lon'zu?- chiese di botto Nowi.
-Piano Nowi!!!- esclamò Latia tappandole la bocca. Le ragazze si misero a ridere.
-Pure questa vostra reazione da' credito alla teoria del vostro sentimento per...-
-Sshhhhhh!!!- la bianca tappò la bocca anche alla maga.
-Quindi?- chiese Sumia con un sorrisetto beffardo.
-Siamo solo amici, davvero- disse Latia contro le aspettative delle altre. Ma prima che potessero continuare a farle il terzo grado, una sentinella arrivò trafelata.
-Risorti si dirigono verso di noi!- esclamò sopra al baccano generale.
-Uomini, alle armi!- gridò Chrom e tutti balzarono in piedi dirigendosi a prendere le armi. Uscita dalla tenda con il suo tomo e la sua spada, Latia trovò Lon'zu ad aspettarla.
-Andiamo!- disse il moro che cominciò a correre, seguito dalla stratega. I risorti erano meno delle altre volte, quindi i Pastori ci misero davvero poco a sgominarli.
-Lon'zu, un risorto si è allontanato!- gridò Latia, inseguendolo col mirmidone. Dopo un po' lo individuarono e lo fecero fuori, quando però si accorsero di essersi allontanati un po' troppo. Ormai la notte era scesa ed intorno a loro c'era solo il buio.
-Accidenti, si è già fatta notte- disse Lon'zu.
-Stare qui fuori è pericoloso... ma anche cercare l'accampamento con questo buio... c'è il rischio di perdersi e venire attaccati da soli...- ragionò Latia. Lon'zu le andò vicino.
-Mi sa che dovremo passare la notte fuori- le disse.
-Sarebbe la cosa migliore da fare... ma dobbiamo trovare un posto riparato-
-Che ne dici di quelle palme?- propose il moro indicando un po' di palme vicine tra loro, con vicino una piccola oasi e qualche cespuglio. Latia strizzò gli occhi per mettere a fuoco.
-Andrà bene- concluse Latia, avviandosi a passo svelto sotto gli alberi. Si sedette per terra con Lon'zu e si sganciò la pesante cintura con spada e tomo. Lon'zu ammirava la calma con cui Latia sapeva gestire ogni situazione, e la sua flessibilità nell'adattarsi a tutto.
-Brrr... c-comincia a far freddo...- disse la bianca strusciandosi le braccia per scaldarsi.
-Già... ma il cielo è bellissimo- disse il mirmidone osservando le stelle.
-Si...- pure Latia si soffermò ad osservarlo, ma dopo un po' fu di nuovo scossa dai brividi. Lon'zu non poteva stare a guardarla rabbrividire. Così, con il rossore che veniva nascosto dal buio, le andò vicino e la prese fra le braccia, scaldandola.
-G-grazie...- disse la stratega fra un brivido e l'altro. -Non... t-ti do fastidio?-
-Non posso certo lasciarti congelare- disse il moro.
-Se avessi avuto il mio c-cappotto...- Latia si raggomitolò di più contro Lon'zu dopo un ulteriore tremito. Lon'zu la strinse di più. Non le dava noia il suo tocco. Anzi, gli piaceva. Dal giorno in cui si era aperto con lei, avevano continuato a legare sempre di più. Lui si fidava ciecamente di lei, e lei di lui. Si volevano bene, certo, ma sapevano davvero fino a quanto? Lon'zu si spostò per appoggiarsi sul tronco di una palma, tenendo sempre stretta la tremante Latia.
-Il freddo non ti piace, vedo- osservò il moro sentendo pure i suoi denti battere.
-N-non proprio...- disse la bianca stringendolo a sé. -M-ma tu non hai n-nemmeno un tremito, c-come fai?-
-La temperatura rigida Ferrosita insegna molto- disse sorridendole. Lei rise.
-E p-perchè non hai tremiti al mio t-tocco?- chiese.
-Non so... sai, abbiamo legato molto. E poi mi sono aperto con te, e tu ti sei anche commossa per la mia storia- disse il moro.
-Già...- Latia si perse nei suoi pensieri. Sentiva di voler molto bene a Lon'zu. E ripensando alle sue reazioni per le domande delle amiche si chiese se quello che provava per Lon'zu fosse amicizia o qualcosa di più. In ogni caso lui amava Ke'ri. Quindi, reputò opportuno non pensarci più e cercare di addormentarsi. Fra le braccia del moro le riuscì subito, anche se il freddo le martoriava il corpo. Lon'zu restò ancora un po' sveglio per fare la guardia e controllare la bianca, poi anche lui si addormentò stringendo a sé Latia.
L'accecante luce del sole svegliò il mirmidone. La ragazza dormiva ancora fra le sue braccia, ma non aveva più tremiti. Ne fu felice. Fece per spostarsi, ma la bianca, con un mugolio, si avvicinò ancora di più a lui facendo aderire tutto il suo corpo con quello del mirmidone e avvicinando il viso al suo. Lon'zu divenne paonazzo. Con un profondo respiro cercò ancora di muoversi. Dovevano arrivare al campo prima che gli altri si accorgessero che non erano presenti. In più doveva togliersi da quella posizione imbarazzante. Con un ennesimo mugolio, Latia si mise totalmente sopra all'imbarazzato mirmidone, affondando la testa nel suo collo. Lon'zu deglutì. La donna che probabilmente amava era sopra di lui e dormiva profondamente. Doveva toglierla ad ogni costo.
-Ehm... Latia... svegliati... dobbiamo andare al campo...- disse il mirmidone punzecchiandole una guancia. La bianca si mosse un po', ma non accennò a svegliarsi. -L-Latia?- continuò Lon'zu, finché finalmente la stratega aprì gli occhi. Alzò la testa, poi restò qualche secondo a fissare il vuoto finchè non fece 2+2.
-AAAAAH!! SCUSA LON'ZU!- disse facendo un salto indietro e finendo nella sabbia. Lon'zu tirò un sospiro di sollievo.
-Dobbiamo sbrigarci se vogliamo che gli altri non si accorgano di nulla. Potrebbero pensare male- disse tirandosi su e stiracchiandosi.
-S-si...- Latia si rialzò e si scosse dalla sabbia, poi seguì il mirmidone. -Grazie... per avermi scaldato ieri sera...- disse a mezza voce. Lon'zu la guardò e le accarezzò la testa, poi proseguì. Dopo aver superato una duna apparve ai loro occhi l'accampamento. Lo raggiunsero di corsa, felici di non vedere ancora nessuno fuori dalle tende.
-Bene... vado nella mia tenda. Grazie ancora per tutto Lon'zu- disse bisbigliando Latia, ancora un po' imbarazzata.
-Vado anche io. Ciao- la salutò Lon'zu e sparì nella sua tenda. Entrata nella sua, Latia maledisse mentalmente il cappotto per non essere stato con lei e averla obbligata ad abbracciare Lon'zu. Già, aveva abbracciato Lon'zu. Per tutta la notte. E quando si era svegliata era sopra di lui. Solo il pensiero la fece diventare rossa. Aveva sentito il suo petto, il suo profumo, il suo tocco caldo, il suo cuore battere. Proprio quello l'aveva cullata tutta la notte.
Dopo qualche minuto anche il resto dell'esercito si svegliò, e sentendo le prime voci assonnate fuori dalla tenda, Latia si decise ad uscire.
-Ben svegliata dormigliona!- disse Nowi saltellando verso di lei, tradendosi però con un enorme sbadiglio.
-Da che pulpito!- disse Latia ridacchiando, mentre anche Miriel e Sumia la raggiungevano. Insieme andarono a fare colazione. Mentre Latia beveva il suo thè e ascoltava i discorsi delle amiche notò che Lon'zu la guardava, ignorando Vaike che cercava di attirare la sua attenzione in ogni modo. I loro occhi si incontrarono e si fusero insieme, come nella prima sera in cui si incontrarono. Latia arrossì un po', mentre Vaike scuoteva il mirmidone imbarazzato. Come la sera precedente, una sentinella interruppe i loro sguardi e la loro colazione per segnalare un ulteriore attacco dei risorti.
-Ancora?? Ma come è possibile?!- disse Nowi alzandosi e correndo come gli altri verso il campo. Armati di tutto punto, Latia e Lon'zu, fianco a fianco, raggiunsero il luogo. Restarono di stucco nel vedere l'ingente quantità di risorti che si muovevano verso di loro.
-Questa volta sarà più difficile- disse Latia sfoderando la spada.
-Appena finiamo la battaglia giuro su Naga che di qui ce ne andiamo- disse Chrom dalla groppa del cavallo di Sumia. Senza perdere tempo, l'esercito si lanciò all'attacco dei risorti. Latia e Lon'zu si alternavano in una danza di affondi e colpi, coordinati come mai lo erano stati. I risorti che incrociavano le armi con loro avevano vita breve, anche se erano effettivamente già morti. Era come se non avessero bisogno di parlare, bastava loro uno sguardo per capirsi. Quelli che Latia non uccideva li finiva Lon'zu, e viceversa. Insomma, dopo un po' di salti, schivate e affondi mortali, i Pastori ebbero ancora una volta la meglio. Si avvicinavano ora sono il capo con una scorta di risorti cavalcanti viverne. Latia e Lon'zu ripresero un secondo fiato.
-Tutto a posto?- chiese il mirmidone alla stratega.
-Si, grazie a te- gli rispose sorridendo. Ancora una volta si persero ognuno negli occhi dell'altro, e non si accorsero di una viverna che puntava dritta verso di loro.
-LATIA ATTENTA!- gridò Lon'zu. Latia si girò e si trovò davanti l'ascia del risorto che stava per abbattersi sul suo corpo, ma Lon'zu la prese per i fianchi e la spostò, salvandola ma venendo ferito dal colpo nemico.
-LON'ZU!- gridò terrorizzata Latia nel vederlo accasciarsi a terra. La viverna venne uccisa da una folata di vento potentissima di Ricken, mentre Maribelle galoppava verso di loro. Le prime lacrime cominciarono a scendere sul viso della bianca per poi cadere su quello di Lon'zu quando la stratega vide il fianco del moro sanguinante e la sua mano che lo premeva, altrettanto sporca di sangue. Anche lei si mise a spingere lì, per fermare l'emorragia.
-No... ferma... così ti sporchi di sangue...- mormorò rauco Lon'zu.
-Lon'zu non dire stupidaggini! MARIBELLE!- gridò disperata la stratega premendo sempre di più contro il sangue che usciva. La bionda curatrice arrivò in un lampo, tirando fuori il suo bastone e mettendolo in funzione.
-Se la caverà?- chiese Latia, il viso grondante di lacrime. Maribelle restò muta per qualche secondo, osservando la ferita.
-Si, ma per un pelo. Hai avuto fortuna, Lon'zu- disse sorridendo Maribelle. Latia tirò un sospiro di sollievo ma non si azzardò a muovere le mani dal fianco sanguinante di Lon'zu.
-Latia... va'... ad aiutare gli altri...- le disse il moro.
-No! Io non ti lascio qui!- disse testarda la bianca pigiando ancora di più.
-Hanno... bisogno del tuo aiuto...- continuò Lon'zu con voce molto fioca.
-Tu ne hai più bisogno!-
-Non fare... la cocciuta...-
-Lon'zu, ho detto di...- Latia non poté continuare, perchè Lon'zu tolse una delle sue mani insanguinate dal fianco e, presa la testa della stratega, l'aveva avvicinata a sé per poi baciarla dolcemente, chiudendo gli occhi. La stratega li sgranò, come la parte dell'esercito che li stava guardando, per poi socchiuderli e ricambiare il dolce bacio del mirmidone. Non le importava di avere i capelli candidi sporchi di sangue. O le mani. Era il sangue del suo amato. Anche lei tolse una mano dalla sua ferita per posarla sulla sua guancia. Restarono così per qualche minuto, godendosi la bella sensazione delle loro bocche unite, finchè Lon'zu non la staccò.
-Ora va- le disse.
-No, io non ti lascio Lon'zu- continuava ad insistere piangendo, abbracciandolo e baciandolo. Maribelle, nel vedere la scena, si commosse, seguita da Ricken e da Nowi. Il combattimento era appena finito e, quando Lissa finì di curare anche gli altri feriti, perchè ce ne furono un po', con al fianco Gaius, corse dalla stratega e dal mirmidone, il cui colorito era migliorato un po'. Per tutto il tempo, Latia gli era stata vicino.
-E menomale che è un uomo forte, sennò non sarebbe mai riuscito a sopravvivere ad un'accettata nel fianco!- disse Vaike osservandolo, con tutto l'esercito. Lon'zu ridacchiò. Cercò di alzarsi, ma con un grugnito ritornò pesantemente a terra.
-Con calma. Non avere fretta. Per qualche giorno dovrai riposarti, intesi?- disse Lissa, che si era chinata ad usare anche il suo di bastone.
-Non ti preoccupare, baderò io a lui- disse Latia, non distogliendo lo sguardo dagli occhi del moro.
-Su questo non avevamo dubbi- esordì Nowi, scatenando l'umorismo dell'esercito.
-Ehm... ragazzi... tutti intorno a me mi mettete a disagio però...- aveva detto Lon'zu leggermente rosso, facendo ridere ancora di più i Pastori. Sotto indicazioni delle curatrici, Lon'zu venne delicatamente caricato sul cavallo di Frederick e portato nella sua tenda, dove venne pulito, finito di medicare e infine fasciato. Per tutto il tempo Latia gli fu accanto, aiutando le curatrici.
-Bene, direi che abbiamo finito. Guai a te se ti alzi per qualsiasi motivo, capito? Riposati e rimettiti, fra qualche giorno potrai alzarti- disse severa Lissa, poi insieme a Maribelle lasciò la tenda del mirmidone.
-Riposati, sembri spossata- disse il mirmidone alla bianca che armeggiava con le pentole.
-Ehi, sei te quello che deve riposarsi, e di sicuro un thè ti farà bene- rispose, andando anche a rassettare la tenda del moro. Passandogli vicino, venne fermata dal suo braccio, che la prese e la portò vicino a sé.
-Anche se averti qui con me per qualche giorno non mi dispiace- disse baciandola nuovamente. Lei non si ritrasse, ma sembrava un po' triste. -Hey, tutto bene?-
-Tu... ami Ke'ri, vero?- disse infine quella guardando in basso. Lon'zu aggrottò la fronte e le alzò il mento con una mano. Aveva gli occhi lucidi.
-Latia, è vero, l'ho amata da piccolo. Ma ora io amo te- le bisbigliò, le loro fronti che si toccavano, per poi baciarla nuovamente, con più foga. Spostò la mano dalla sua schiena ai suoi candidi capelli, accarezzandola. Mentre le loro lingue esploravano il palato dell'altro tentò di alzarsi a sedere, ma una fitta al fianco lo rimise steso con un grugnito.
-Hai sentito cosa hanno detto Maribelle e Lissa? Ora devi riposare! Ci sarà tempo dopo, quando ti sarai rimesso in sesto- gli disse Latia con un sorrisetto complice, tornando a preparare il thè.
Latia cenò in tenda con Lon'zu, non volendo lasciarlo nemmeno per un secondo. A farle compagnia c'erano le sue amiche e gli amici di Lon'zu. Dopo cena, seguendo le istruzioni delle guaritrici, Latia cambiò delicatamente le bende a Lon'zu. Poi prese una coperta e la stese a terra.
-Che stai facendo?- chiese curioso Lon'zu.
-Mi faccio un letto per dormire qui- rispose Latia mentre cercava di stendere la coperta al meglio. Lon'zu la prese e la mise nel letto con lui. Lei restò un po' a guardarlo. Per tutta risposta lui le schioccò un bacio sulla fronte. Così la stratega si accoccolò fra le braccia del suo amato e, cullata dal suo respiro e dal suo battito cardiaco, si addormentò.


-Latia, stai a letto, non c'è bisogno che ti alzi, lo so preparare un thè sai?-
-Suvvia caro, non sono mica ferita!- La stratega si mise seduta un po' goffamente.
-Ma nelle tue condizioni non conviene- insistette il mirmidone, correndo al fianco della moglie. L'enorme pancione la rendeva più goffa e lenta nei movimenti, per non parlare del mal di schiena, ma lei era felice. Mise una mano sulla pancia. Un anello brillava sul dito. Lon'zu appoggiò la sua mano su quella della moglie, mentre i loro anelli si toccavano. Qualcosa all'interno del pancione si mosse e colpì le due mani. Gli sposi si guardarono stupiti.
-Lo... hai sentito anche te, vero?- disse Latia guardando la pancia.
-Ha... scalciato...- disse Lon'zu incredulo, per poi sorridere alla moglie e baciarla dolcemente.

-Mi sa che devo tornare dopo- disse Linfan affacciandosi. Fu fermato dalla madre, che lo abbracciò e lo baciò sulla fronte, mentre Lon'zu li circondava con le sue forti braccia.

 

I'm miles from where you are,
I lay down on the cold gound
I, I pray that something picks me up
And sets me down in your warm arms

 

 

Angoletto dell'autrice:

Oddio ora si che mi sento completa <3
Oi there :3
Con mia grande gioia la fic che desideravo scrivere con tutta me stessa è finita. Piango T^T
Beh, che dire, amo il personaggio di Lon'zu. In ogni suo particolare.
Ho voluto assolutamente riscrivere questa fic. Quella vecchia non rendeva giustizia ._.
Lon'zu: avanti, non era così terribile.
Oh, lo era invece uwu
Comunque ho scritto tutta la canzone ascoltando e riascoltando la canzone “Set the Fire to the Third Bar” degli Snow Patrol. Sto amando questa canzone. Ed è da lei che è preso il pezzettino in fondo in grigio.
Bene, detto questo mi butto a spupazzare il mio mirmidone spupazzoso.
Lon'zu: aspetta... CHE??
Ci zampettiamo in giro! :3

SayakaLatia

 

*spupazza Lon'zu*
Lon'zu: e va bene... *ricambia*
<3

 

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