Emma's new life.

di EyesOfHeaven
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il ragazzo biondo ***
Capitolo 3: *** Il ragazzo delle bandane ***
Capitolo 4: *** Il ragazzo nudo e il ragazzo innamorato ***
Capitolo 5: *** Film, disegni e ricordi ***
Capitolo 6: *** Scuola! ***
Capitolo 7: *** Chiarimenti e prove ***
Capitolo 8: *** Conosciamoci meglio ***
Capitolo 9: *** In piscina ***
Capitolo 10: *** Bad boy ***
Capitolo 11: *** Ufficio esaudimento desideri ***
Capitolo 12: *** Incidenti ***
Capitolo 13: *** Una fuga fallita ***
Capitolo 14: *** La gelosia di Laura ***
Capitolo 15: *** Una serata solo noi due ***
Capitolo 16: *** Too late ***
Capitolo 17: *** Perché non me lo hai detto? ***
Capitolo 18: *** Segreti rivelati ***
Capitolo 19: *** Non mi fido di quel tipo ***
Capitolo 20: *** Buon compleanno vecchio! ***
Capitolo 21: *** Ashton o Nikko? ***
Capitolo 22: *** Scusa ***
Capitolo 23: *** Non sapevo avessi una ragazza ***
Capitolo 24: *** Problemi di cuore ***
Capitolo 25: *** Vola con me ***
Capitolo 26: *** Troppo possessivo ***
Capitolo 27: *** Preparazione per gli esami ***
Capitolo 28: *** Addio scuola! ***
Capitolo 29: *** Sorpresa! ***
Capitolo 30: *** Buon Natale ***
Capitolo 31: *** Per sempre ***
Capitolo 32: *** Incontri ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 
“Ciao Ros, ci vediamo domani” saluto la mia migliore amica ed entro in casa.
Sento un buon profumo in cucina e, dopo aver appoggiato lo zaino, mi dirigo in quella stanza; trovo mia madre ai fornelli, con un grembiule che le protegge i vestiti e i capelli corti che le incorniciano il suo volto magro. Le vado vicino e le do un bacio sulla guancia.
“Ehi tesoro, come è andata oggi a scuola?” mi chiede.
“Bene, come al solito” rispondo raggiante.
“E come mai hai quel sorriso stampato sul volto?”
“Oggi il prof di chimica ci ha ridato le verifiche”
“Un’altra B?”
“Si; e sai quanto ha preso Rosie? C+! Capisci mamma, ha preso C+” esclamo euforica.
È infatti raro che la mia migliore amica prenda la sufficienza in questa materia, non la capisce e fa sempre molta fatica a studiarla. Rosie è una ragazza fantastica, capelli biondi lunghi e lisci, occhi uguali al ghiaccio e un sorriso splendente; oltre ad essere bella fuori, è anche bella dentro: simpatica, generosa, comprensiva e gentile. Le cheerleader le avevano chiesto di entrare a far parte della squadra, ma lei aveva rifiutato dicendo che tiene più alla mia amicizia che a fare piroette e indossare vestitini del genere tutti i giorni. La conosco da quando siamo nate e siamo sempre state inseparabili. È brava a scuola, eccetto in quella materia, molti ragazzi le vanno dietro, ma lei non si è mai fidanzata, dice di voler aspettare quello giusto.
“Falle i complimenti da parte mia, allora” riprende a parlare mamma.
“Senz’altro. Cosa c’è per pranzo?”
“Hamburger. Prima di mangiare, però, ti devo dire una cosa” diventa più seria e mi guarda negli occhi, facendomi capire di cosa si tratta.
“No”
“Si tesoro, mi dispiace”
“No, mamma, non dire che ti dispiace perché non è vero. Io non voglio andarmene, ci sono le mie amiche, la scuola, qua c’è tutta la mia vita!”
“Lo so, ma la società in cui lavoro ha deciso un mio trasferimento; papà verrà con me”
“Dove andremo?”
“In Italia. Senza di te”
“Cosa?! E scusa io dove dovrei andarmene?” un barlume di speranza si accende in me “Oh, aspetta, io resto qua?”
“Non esattamente. Rimarrai in Australia, ma non qua a Perth. Andrai a Sydney”
“A Sydney? E dove? Non conosco nessuno lì”
“Da tuo cugino Luke e dai suoi tre amici”
Io ho un cugino che si chiama Luke? Sul serio? Non l’ho mai sentito nominare e non l’ho mai visto né a compleanni né a cene di famiglia.
“Non ne ho mai sentito parlare. Mamma, io VOGLIO stare qua. Non me ne vado dall’altra parte della nazione da un tipo che non conosco!”
“Mi dispiace tesoro, la decisione è già stata presa” mi arresi, con le lacrime ormai che tentavano di cadere prepotentemente sulle mie guance feci la mia ultima domanda.
“Un’ultima cosa: quando me ne devo andare?”
“Dopodomani” e il mondo mi cadde addosso.
Mi chiamo Emma, e questa è la mia storia.
 
 
 
 
Ciao a tutti! Sono Federica e questa è la prima FanFiction sui 5 Seconds of Summer che scrivo.
Spero che il prologo vi sia piaciuto; non si è ancora capito molto della storia, ma siamo solo all’inizio. È corto, ma i prossimi saranno più lunghi, lo giuro :)
So che non sono per niente brava a scrivere, quindi se ci sono degli errori vi prego di farmelo sapere ^_^
Vi informo che posterò una volta alla settimana, quindi il lunedì.
Aspetto vostre recensioni,
Un bacio,
Fede ∞

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Capitolo 2
*** Il ragazzo biondo ***


IL RAGAZZO BIONDO
 
Lacrime. Tristezza. Ancora lacrime. Vado avanti con questa scaletta da circa mezz’ora, mentre la mia migliore amica mi accarezza i capelli e mi sussurra parole di conforto. Non voglio andarmene, qua ho tutta la mia vita, ma soprattutto, qua ho un segreto che condivido solo con Rosie e non voglio separarmene.
Ho sedici anni; sono una ragazza abbastanza magra e di statura media. Ho i capelli lunghi e ricci, di un marrone che si schiarisce verso le punte; i miei occhi piacciono alla maggior parte della gente, molti dicono che sembrano degli smeraldi, ma per me sono semplicemente verdi. Amo leggere, ho scaffali pieni di libri che avrò letto una trentina di volte; mi fanno emozionare molto e, quando inizio, mi immergo completamente nella lettura e non smetto fino a quando non ho finito il libro. Mia mamma mi deve chiamare molte volte per la cena e una volta è stata costretta a levarmi il libro dalle mani perché non volevo scendere in cucina. Sono brava a scuola, certo, non sono la classica secchiona, ma devo dire che i miei voti sono alti.
“Ehi Ems, pensa al lato positivo”
“E quale sarebbe il lato positivo?” chiedo tirando su col naso.
“Conoscerai ragazzi carini” ammicca.
“Ma smettila!” riesce a tirarmi fuori un sorriso “Anzi, questa è la parte più brutta: che ne sai, magari sono degli assassini e degli stupratori”
“Allora... primo, finalmente hai sorriso; secondo, tua mamma non ti lascerebbe mai a persone del genere, sono sicura che lei lo conosce, anche perché è tuo cugino, quindi stai tranquilla”
“E la nostra amicizia? E la scuola? E il nostro XX?” chiedo disperata; l’XX è il nostro segreto, lo abbiamo soprannominato così.
“La nostra amicizia durerà per sempre, lo abbiamo promesso. Frequenterai la scuola lì, anche se so che non sarà lo stesso senza di me. L’XX non ne ho la più pallida idea, supereremo anche questa cosa, ne sono sicura”
“Grazie, ti voglio bene amica mia” e la avvolsi in un abbraccio.
 
2 GIORNI DOPO...
Sono all’aeroporto di Perth e ormai manca poco alla mia partenza. In piedi, con le valige in mano e una lacrima che tenta di fuggire, guardo i miei genitori e Rosie, le uniche persone che sono venute a salutarmi. Non so quando potrò rivederli, forse al mio compleanno o a Natale, ma non ne sono sicura; di una cosa sono certa: mi mancheranno da morire.
Saluto prima papà con un forte abbraccio e un augurio: stare sempre bene. Poi è il turno di mamma, la quale mi abbraccia come non ha mai fatto prima, mentre alcune lacrime le solcano il viso; mi fa promettere che farò sempre la brava, che andrò bene a scuola, che farò nuove amicizie, ma soprattutto, che mi divertirò. Mi stacco e mi sposto verso la mia amica, intenta ad asciugarsi il volto; ci guardiamo e scoppiamo in un pianto liberatorio, uno di quelli che chiunque lo vede gli fa venire da piangere; affondo la testa nei suoi capelli e la stingo forte a me, poi le do un bacio sulla guancia e mi allontano. Con lei è sempre stato così, non ci servono parole, ci basta solo uno sguardo per capirci.
“Bene, è meglio che vada, il volo non aspetta” con questa frase mi giro e mi incammino verso il check-in, per poi successivamente salire sull’aereo.
Prendo posto e mi metto le cuffiette, quindi guardo fuori dal finestrino, mentre il paesaggio si fa sempre più piccolo.
 
“Stiamo per atterrare. Preghiamo i gentili signori di allacciarsi le cinture” mi sveglio con questa voce metallica e faccio come ha detto.
Quando dall’altoparlante si sente che possiamo scendere, infilo l’mp3 nella tasca della felpa, prendo la mia borsa ed esco; mi dirigo verso il ritiro bagagli, dove, per fortuna, ritrovo tutte le mie valige, e mi incammino verso l’uscita dell’aeroporto, in cui penso ci sia mio cugino. Chissà come sarà: alto? Basso? Simpatico? Strafottente? Ho un po’ paura, ma mi faccio coraggio e cammino. Mi guardo intorno e vedo solo persone che corrono incontro a loro amici o parenti, giovani ragazzi che si baciano, ma di Luke nessuna traccia; in effetti, non ho neanche una foto sua, quindi può darsi che mi sia passato vicino e io non l’abbia riconosciuto.
Ad un certo punto, vedo un ragazzo che si avvicina a me; mi volto per scoprire se magari sta andando incontro ad un’altra ragazza, ma non vedo nessuno. Ok, lui deve essere sicuramente mio cugino.
“Ciao, sono Luke. Tu devi essere Emma” si presenta sorridendo.
Cavoli, che bel ragazzo; se solo non fosse mio parente... Ma che cosa vado a pensare? Oddio, sicuramente è l’aria di Sydney. Guardando le labbra, intravedo un anellino nero, cosa che lo rende ancora più sexy di quanto non lo sia già. Emma, basta! Questa città ti fa impazzire! In testa porta un cappello che gli ricopre i capelli, ad eccezione di un ciuffo, dal quale scopro che ha la chioma bionda; poi i suoi occhi... Mamma mia, che occhi fantastici, di un azzurro ghiaccio meraviglioso, proprio come quelli di Ros. La sua figura mi si ripresenta nella mia mente, facendomi intristire, e una lacrima solitaria scorre sulla mia guancia.
“Ehi, non piangere, sono sicuro che ti troverai benissimo qua; non ti preoccupare, rivedrai i tuoi amici” come diamine faceva a sapere che stavo pensando alla mia amica?! Forse il contatto telepatico che hanno i parenti. Ma non era dei gemelli quello? Oddio, sto impazzendo. Intanto il ragazzo di fronte a me mi sta guardando come se fossi un alieno.
“Perché non parli? Il gatto ti ha mangiato la lingua?” ride.
“N...no, voglio solo andare a casa” sussurro.
“Oh, okay. Andiamo allora. Aspetta che ti aiuto a portare le borse” che gentile, in effetti da sola non saprei proprio come fare.
Mi prende il trolley e una borsa e ci incamminiamo verso una macchina rossa in cui al posto del guidatore è seduto un uomo. Quando sono abbastanza vicina a lui da vedere chiaramente il suo volto, capisco che probabilmente è mio zio; la conferma mi arriva quando Luke lo chiama.
“Papà, lei è Emma”
“Emma? Sei davvero tu? Oddio, quanto sei cresciuta! L’ultima volta che ti ho visto eri ancora in fasce” faccio un sorriso impercettibile “Comunque io sono tuo zio Andrew”
Wow, non lo sapevo che è mio zio, davvero molto gentile ad avermelo detto; almeno adesso so il suo nome. Luke intanto mette le valige nel bagagliaio e poi entra in macchina.
“Lukey, ma Ash non poteva proprio venire a prendervi? Dovevo farlo io?”
“Si, era impegnato” bene, e così ho scoperto un nome di uno dei miei nuovi coinquilini; Ash...ma che razza di nome è Ash?! Vi prego, ho dato nomi migliori ai miei peluches quando avevo 2 anni.
“Ashton è uno dei miei amici con cui condividerai la casa; è il più grande e l’unico che guida” mi dice; oh, Ashton mi piace di più.
“Era impegnato a fare cosa? A giocare a FIFA?”
“Papà, sai che non gli piace. Doveva comprare una nuova bandana”
“E mentre era fuori non poteva venire a prendervi? Uf, i ragazzi di oggi. Buona fortuna Emma, se troverai la casa sottosopra non ti preoccupare, delle volte è messa anche peggio”
Ok, mi sto sul serio preoccupando. Sono ancora in tempo a scappare. Adesso, quando arriviamo, esco dalla macchina e fuggo via, forse è meglio. Ma i miei piani vanno in fumo quando entriamo in un cancello; perfetto, adesso non ho vie di scampo.
“Bene, siamo arrivati; in caso ti serva qualcosa, io e tua zia ci siamo sempre”
“Vorrei solo la mia amica” mormoro, quindi scendo dalla vettura, prendo le borse e seguo mio cugino.
Ah però, non sono certo poveri i ragazzi, l’esterno è gigantesco: c’è un giardino immenso con affianco una piscina, mentre dall’altra parte intravedo un garage semi-aperto. Mi fermo un secondo: se la macchina del ragazzo delle bandane è fuori, cosa diavolo c’è in quel box?
Luke si gira e sorride, poi mi dice:
“Lì suoniamo, è per questo che la macchina è fuori, ci sono dentro i nostri strumenti; io suono la chitarra e canto”
Allora: 1. il biondino è un alieno che mi legge nel pensiero o cosa? 2. loro suonano? Mh, mi piacerebbe vedere i muscoli di quel gran sexy di mio cugino muoversi per suonare e sentire la sua voce. Ommioddio! Che cazzo sto pensando?! Emma, ma ti ripigli?! Non ci posso credere, sto facendo davvero pensieri del genere su mio cugino? Sono da ricovero.
Entrati in casa, rimango a bocca aperta; se il giardino è magnifico, non so proprio che aggettivo usare per l’interno: dopo un breve corridoio c’è il salotto, formato da un divano molto grande, un tavolo di legno dietro su cui c’è un vaso di fiori, un tavolino di cristallo e la televisione, attorniata da scaffali con dvd, libri e vari giochi; collegata senza porte da una penisola, si trova la cucina e davanti a me si trova il bagno.
“Vieni, ti mostro la tua camera”
Saliamo le scale, io con grande fatica a causa delle pesanti valige che mi porto dietro, e a metà il ragazzo biondo si gira, sorride e mi prende le borse che ho in mano.
“Così fai meno fatica”
“Grazie. Ma non sono pesanti?” resta stupito da quel che ho detto. Ora che ci penso, è la prima domando che gli faccio.
“No, tranquilla, sono forte io”
Quindi proseguiamo la salita; c’è un corridoio molto grande in cui si affacciano le camere e, alla fine, una porta-finestra che da alla terrazza, anch’essa enorme.
“Allora, questa è la mia camera” mi dice indicando la prima porta “Questa quella di Calum” i nomi sono sempre strani, mah “Questa di Ashton, il ragazzo di cui ti ho parlato in macchina” quello delle bandane “La stanza di Michael...merda, mi sono dimenticato di chiamarlo. Va beh, il bagno è là in fondo, prima di tutte le camere, ma non posso fartelo vedere perché c’è Ash che sta facendo la doccia; e questa è tua”
Entriamo e rimango affascinata.
“Wow” è tutto quello che riesco a dire.
Attaccato al muro a sinistra, quindi appena davanti alla porta, c’è una scrivania con un computer, sopra ci sono degli scaffali vuoti, dove probabilmente metterò i miei libri; appoggiato alla parete del corridoio si trova un armadio verde a quattro ante, in mezzo si vede un fantastico letto a una piazza e mezza con le lenzuola dello stesso colore del guardaroba e molti cuscini bianchi, come piace a me; la finestra conduce a un piccolo balconcino, dal quale si vede il meraviglioso paesaggio di Sydney.
“Bene, io vado, eh. Se hai bisogno di una mano sono in salotto” fa per andare fuori, ma si rigira verso di me “Ah, e un’ultima cosa: ti consiglio di non uscire dalla stanza per almeno una mezz’oretta; sai, non vorrei che ti desse il benvenuto così come mamma l’ha fatto”
La mia espressione si trasforma in una smorfia di disgusto. Ma dove diamine sono finita?
“Ahah no, stavo scherzando. Ma non si sa mai” detto questo esce, lasciandomi con un’espressione sbigottita.
 
 
 
 
 
Ciao a tutte!
Prima di tutto mi scuso con voi, so che vi avevo detto che avrei postato ogni lunedì, ma ieri sono stata tutto il pomeriggio da mia nonna e poi è pure iniziata la scuola ç_ç non ce la faccio già più.
Comunque, vi piace il capitolo? Questi primi saranno un po’ noiosi in quanto sono per presentare la storia e i vari personaggi.
Eheh, Luke è davvero un gran figo, peccato sia suo cugino lol.
Niente, se volete dirmi cosa ne pensate, se avete suggerimenti o consigli, io sono sempre qua a rispondervi :)
Ringrazio
Vale_Caleo 2000 per la recensione e per aver messo la storia nelle preferite e nelle seguite. Grazie mille!
E ovviamente ringrazio le ragazze che hanno solo letto; scrivetemi qual cosina, anche una critica, non mordo ahah; e non mi offendo nemmeno.
Domandina: qualcuno sa come mettere le immagini sotto la storia? Se qualcuno dovesse saperlo, me lo dice per favore?
Vi saluto, al lunedì.
Un bacio,
Fede ∞

 

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Capitolo 3
*** Il ragazzo delle bandane ***


IL RAGAZZO DELLE BANDANE
 
Durante tutta la giornata non apro nemmeno la porta, non  ho intenzione di familiarizzare con gente sconosciuta, io non voglio fare nuove amicizie, tutto quello che desidero è tornare a Perth e riabbracciare Rosie, nulla di più.
Finisco di sistemare le ultime cose, metto le valige ormai vuote sotto il letto e mi distendo sul materasso; sono solo le 18, ma io una leggera voglia di mangiare, così scendo le scale, facendo molto silenzio; non voglio disturbarli, sono sicura che mi trovano solo un impiastro.
“Ash, stai attento! Quella si rompe, non è la tua batteria!” riconosco la voce di Luke, quindi mi avvicino alla penisola.
Vedo un ragazzo girato di spalle che ha una maglietta a maniche corte, skinny jeans neri e capelli ricci; ma non ha freddo? Va beh che siamo ad Ottobre, ma cavoli, io ho la felpa! Vado verso il frigorifero, svelando anche il suo volto: i suoi occhi sono verdi, non come i miei, questi sono veramente degli smeraldi. In mano ha due bacchette e fa finta di suonare la batteria, usando però una padella capovolta. Faccio finta di niente e prendo una mela, mordendone un pezzo.
“Ehi Emma!” esclama Luke.
Il ragazzo riccio alza lo sguardo e mi sorride, mostrando due adorabili fossette ai lati della bocca; capisco chi è dalla bandana nera che ha in testa. Wow, devo ammettere che è proprio carino, mi sa che è una dote che hanno tutti i ragazzi Sydney.
“Luke, è una delle tue conquiste? È molto carina, sai”
“Veramente è mia cugina, quella di cui vi avevo parlato”
“Oh, scusami tanto; io sono Ashton” penso di essere dipendete del suo sorriso.
“Emma, piacere”
“Allora, che ci fai qui?” mi chiede.
“I miei si sono trasferiti in Italia e mi hanno spedito qua” ride. Ok, cos’ha da ridere? Non capisce che io sto male per questo?
“E perché non potevi andare con loro? Non ti volevano? O forse i tuoi amici erano stufi di te e hanno implorato i tuoi genitori affinché ti portassero via?” ride ancora.
Le lacrime iniziano a salire e a offuscarmi gli occhi; ditemi che non l’ha detto sul serio, vi prego.
“Ash!” lo sgrida mio cugino.
“Tu non sai niente della mia vita” sussurro, per poi lasciare la mela lì e correre via nella mia stanza.
Mi butto sul letto e inizio a piangere; come ha potuto dire una cosa del genere? Come è potuto essere così stronzo da farmi riaffiorare tutti i ricordi dei giorni passati? L’immagine di Rosie mi si staglia nuovamente davanti e io non faccio altro che piangere ancora più forte di quanto non lo facessi già prima.
Ecco le caratteristiche dei ragazzi carini: fascino, bellezza, antipatia e, soprattutto, sono dei totali deficienti; non capiscono che le persone hanno sentimenti, anzi, ci giocano.
Oggi ho scoperto due cose: la prima è che mio cugino, il ragazzo biondo, è un figo della paura e mi sta abbastanza simpatico, per quanto poco l’ho conosciuto; la seconda è che il ragazzo delle bandane può essere bello quanto vuoi, ma è un totale senza cuore e antipatico, probabilmente il classico ragazzo del liceo, quello che fa tutte le galline che sbavano ai suoi piedi e che prende in giro gli sfigati.
“Luke ti prego puoi andare tu?” una voce fuori dalla porta mi distrae dai miei pensieri.
“Non se ne parla. TU l’hai fatta piangere, quindi TU sistemi tutto”
Sento uno sbuffo e poi qualcuno che bussa.
Sussurro un flebile avanti, per poi rannicchiarmi ancora di più quando una chioma riccioluta legata da una bandana varca la soglia.
Si avvicina piano al mio letto e si siede alla sua estremità; pare molto agitato, ma deciso; io non gli faccio neanche un mezzo sorriso, non se lo merita per quello che mi ha detto.
“Senti Emma” inizia con calma “prima sono stato...beh, sono stato uno stupido, non ti conoscevo e ho detto delle cose poco carine”
Lo guardo storto.
“Ok, orribili” ridacchia “poi Luke mi ha raccontato della tua storia e di quanto sia stato difficile per te separarti da Perth”
“Lo è tuttora” mormoro.
“Quindi io volevo scusarmi per il pessimo comportamento che ho avuto nei tuoi confronti e per quello che ho detto”
Cosa fare adesso? Perdonarlo o no? Mi aveva chiesto scusa, e a giudicare dalla sua espressione da cane bastonato pareva sincero, ma c’era ancora qualcosa che non mi convinceva, qualcosa che difficilmente riuscivo a togliere: un muro.
Esatto, nel mio cuore si era creato un muro da quando avevo varcato la soglia dell’aeroporto e mi impediva di familiarizzare facilmente con le altre persone. Questo muro si era costruito quando vidi l’ultima volta il viso di Rosie, colmo di lacrime.
Ora lui mi guarda chiedendo una risposta, che però non riesco a formulare. La mia mente è ancora piena di tutte quelle parole che aveva pronunciato prima e faccio fatica a pensare ad una valida risposta da dire.
Ma lui capisce male il mio silenzio, quindi, affranto, si alza ed esce dalla stanza a testa bassa. Quando chiude la porta, sento un Niente da fare, non mi ha perdonato, per poi scoppiare di nuovo a piangere; questa volta, però, il fulcro dei miei pensieri non è la mia amica e la mia vita dall’altra parte dell’Australia, bensì quel fantastico ragazzo riccio.
Oggi ho capito che molte volte i pregiudizi possono ostacolare una probabile amicizia, e che Ashton non è come pensavo che fosse. Dopotutto come si fa a resistere al ragazzo delle bandane.
 
“Emma, sul serio, vieni a mangiare qualcosa”
“No, grazie; non ho fame”
È da un quarto d’ora che Luke continua a chiedermi di cenare e ad ogni domanda succede una risposta negativa. Non voglio mangiare. Quello che è successo con Ashton mi ha fatto perdere l’appetito.
“Emma, ti prego. Almeno scendi e stai un po’ con noi. Ci sono anche Michael e Calum”
Questa volta non rispondo, così lui, senza bussare, entra e si siede sulla sedia girevole della scrivania. Lo guardo senza fiatare e lui inizia.
“Allora, so che non vuoi venire perché ti manca casa o per la storia con Ashton, ma devi mangiare qualcosa”
“Non mi va” sussurro.
“Vuoi che lo chiamo?”
Annuisco, capendo che vuole anche lui che io e il suo amico facciamo pace. Quindi ritorna giù e risale poco dopo con il ragazzo delle bandane.
“Bene, io vi lascio”
Mio cugino esce dalla stanza e rimaniamo solo io e Ashton, che continuiamo a fissarci nei nostri occhi verdi. Dopo qualche minuto, lui prende parola.
“Volevi parlarmi?”
“S...si. beh, ecco... io... accetto le tue scuse. E mi scuso io per non avertelo detto prima” balbetto.
Nel suo volto si apre un grande sorriso, uno di quelli mozzafiato, e io non faccio altro che ricambiare.
“Quindi... siamo amici adesso?”
“Non correre troppo, diciamo che adesso mi stai simpatico” rido.
“Sei carina quando ridi, dovresti farlo più spesso”
Arrossisco per l’inaspettato complimento, poi lui mi chiede un’altra volta se voglio andare con lui a mangiare, ma io rispondo ancora negativamente, così esce, dandomi la buonanotte.
Quando i passi si fanno sempre più leggeri, fino a scomparire, esco anch’io, vado in bagno a lavarmi, ritorno in camera e mi metto il pigiama, per poi coricarmi.
Devo dire che come primo giorno non è stato così tanto difficile, forse riuscirò ad ambientarmi, anche se non sarà la stessa cosa senza Rosie. Quindi, ricapitolando questa giornata, mio cugino Luke, il ragazzo biondo, è molto sexy e si prende cura di me; Ashton, il ragazzo delle bandane, è simpatico e mi ha fatto sorridere per la prima volta.
 
 
 
 
 
 
Buonasera dolcezze! Come state? Siete già stanche come me della scuola? Davvero, io non ce la faccio più -.-‘
Allora, vi piace il capitolo? È entrato un altro personaggio, il nostro fantastico Ashton <3
All’inizio non si comporta molto bene con la nostra Emma, ma poi chiede perdono. Che amore *-*
Niente, spero che sia di vostro gradimento; come sempre la domanda che ho fatto lo scorso capitolo è sempre valida, se qualcuno è così gentile da rispondermi :)
Ringrazio Vale_Caleo 2000 per la recensione e per aver messo la storia nelle preferite,
le tre ragazze che l’hanno messa nelle seguite:
- lol3
- solisoli_17
- Vale_Caleo 2000
E ovviamente le ragazze che leggono. Se volete scrivermi una righetta per dirmi cosa ne pensate, se avete qualche consiglio, non vi mordo mica, eh.
Un abbraccio, a lunedì
Fede ∞

 

 

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Capitolo 4
*** Il ragazzo nudo e il ragazzo innamorato ***


IL RAGAZZO NUDO E IL RAGAZZO INNAMORATO
 
Apro pian piano gli occhi. La luce mattutina irrompe nella penombra della mia stanza, impedendomi di mettere subito a fuoco gli oggetti affianco a me. Mi stiracchio per bene e alzo il busto, mettendomi seduta.
Ancora mezza assonnata volto la testa verso il comodino per vedere che ore sono. 9:03. Ah ok. Aspetta, che cosa?! Sono le 9:03! Oddio, perché nessuno mi ha svegliato? Ho già perso un’ora di lezione e sicuramente perderò anche la seconda.
In meno di un nano secondo esco dalla camera e scendo le scale, rischiando di cadere; nel frattempo grido:
“MAMMA! PERCHÈ DIAMINE NON HAI CHIAMATA? ROSIE SARÀ ARRABBIATISSIMA CON...”
Sono arrivata ormai alla cucina e quello che vedo mi lascia spiazzata. Urlo più che posso, coprendomi gli occhi con le mani. Cosa sta succedendo? Chi è quel tipo? E soprattutto, perché è nudo?
Intanto lui si gira spaventato e, vedendomi, spalanca gli occhi e si mette immediatamente un grembiule che trova sulla penisola. Di corsa scendono dalle scale Luke e Ashton, che, vedendo la scena, si mettono a ridere. Hanno entrambi i capelli arruffati e il pigiama addosso, segno che stavano ancora dormendo; ok, io so di essere una gran dormigliona, ma loro due mi battono alla grande!
“Ragazzi chi è lei?”
“Cal, è mia cugina; e dire che ti avevo avvisato anche ieri sera prima di andare a dormire di non denudarti più mentre fai colazione”
“Eh, mi sono dimenticato”
Un momento, Luke... Ashton... oddio, pensavo di essere a casa mia e che tutto quello che era successo ieri fosse solo un sogno, invece mi sbagliavo: sono qua a Sydney e non c’è Rosie.
Perché è tutto così complicato? Perché non riesco a trattenermi dal non piangere?
I ragazzi mi guardano tristemente e io, per non farli preoccupare, tiro su con il naso e fingo un sorriso.
“Emma, lui è Calum, uno dei miei amici. Cal, lei è Emma, mia cugina”
Osservo il ragazzo di fronte a me: è di statura normale, abbastanza magro e con un po’ di tatuaggi; il suo volto ha dei tratti asiatici, gli occhi sono scuri e una ciocca dei suoi capelli bruni è bionda, probabilmente si sarà tinto.
“Ciao” mi saluta “E scusami per prima, non avevo alcuna intenzione di... beh, di presentarmi in questo modo”
“Una domanda? Tutti i giorni fa colazione nudo?” chiedo schifata.
“Penso di si” risponde il riccio “Però noi non lo vediamo perché si alza prima di noi; quando scendiamo, lui è già vestito. Però tranquilla, non lo farà più; vero Cal?”
“Verissimo”
“Senti amico, ma Michael?” chiede mio cugino al moro.
“Eh Luke, dove vuoi che sia? Le mancava così tanto la sua Fanny che si è svegliato prestissimo per andare da lei”
Ridono, mentre io continuo a capire sempre di meno. Faccio un’espressione interrogativa al biondo e lui mi risponde.
“Stephanie, o come preferisce lei, Fanny, è la fidanzata di Michael da ieri. Lui lo devi ancora conoscere”
Mh, era quello a cui Luke ieri doveva chiamare. Interessante, sto iniziando a comprendere qual cosina.
“Okay”
“Okay” ribatte il ragazzo delle bandane.
“Mamma mia, se Mikey lo sente inizia a piangere” dice Calum.
“Ahahah, è vero. Sai Emma, Michael piange ogni volta che sente qualunque cosa riferita a Colpa Delle Stelle”
“E cosa c’è di male?”
“Niente, anzi; abbiamo pianto anche noi. È solo una premonizione per evitare di vederlo in lacrime”
“Bene, io salgo”
“Ti avviso che mangi con noi, chiaro? O sarò costretto a portarti giù con la forza”
Sempre premuroso mio cugino, è proprio un ragazzo d’oro. Sorrido e annuisco, per poi lasciarli in cucina e recarmi in camera mia.
Devo dire che questi ragazzi mi lasciano sempre a bocca aperta e mi riservano sempre molte sorprese, purtroppo anche spiacevoli; eh già, non è una bella cosa trovarti uno sconosciuto nudo davanti a te.
 
“Emma! Scendi che è pronto da mangiare” mi arriva all’orecchio la voce di Luke.
Uffa, perché proprio adesso? Tyson, il fratello ciclope Percy Jackson, è appena stato ucciso e l’unica cosa che voglio adesso è sapere come continua la storia. Me ne frego di quello che dice mio cugino e continuo con la mia lettura.
“Emma o scendi subito o ti vengo a prendere con la forza” questa volta è Calum a parlare.
Sbuffo, non voglio scendere, non ho fame, ma mi alzo comunque perché non mi va a genio che qualcuno, o meglio, quel ragazzo, mi porti sulle spalle come un sacco di patate. Esco dalla mia camera e vado giù.
Il tavolo del salone è apparecchiato e sono già tutti a tavola: a capotavola Luke, alla sua destra un posto vuoto, probabilmente il mio, e Ashton, all’altro capo del tavolo Calum e alla sinistra di mio cugino un ragazzo dai capelli rossi e una ragazza con la chioma arancione.
Superato anche l’ultimo scalino, mi avvicino e tutti loro si girano a guardarmi. Sono in una situazione parecchio imbarazzante, ma fortunatamente il ragazzo con la bandana verde mi aiuta. Mi devo ricordare di ringraziarlo dopo.
“Eccoti qui” sorride “vieni dai. Emma, loro sono Michael e la sua ragazza Stephanie”
“Ash, quante volte ti ho detto di non chiamarmi così? Se mi dovete presentare a qualcuno dite il mio soprannome. Comunque, ciao Emma, io sono Fanny”
La osservo attentamente: i capelli le incorniciano un volto asciutto pieno di lentiggini, la pelle chiara e le labbra carnose, mentre gli occhi sono azzurri. Mi ricordano tanto quelli di Rosie, anche se quelli della mia amica assomigliano più al ghiaccio.
Dopo averle sorriso, mi siedo a tavola e iniziamo a mangiare; per pranzo ci sono gli hamburger, il sapore è simile a quello della carne che mi ha fatto mamma il giorno in cui mi ha detto del trasferimento.
Uffa, perché tutto mi deve far ricordare casa mia? È un’ingiustizia.
Durante tutto il pasto sento i ragazzi che parlano del più e del meno, dei loro amici e della scuola, mentre io sto in silenzio, senza proferire alcuna parola. Nel frattempo, guardo il volto di chi mi sta accanto, capendo qualcosa di più sulla sua personalità.
Mi soffermo sulla sua espressione: si vede chiaramente che è innamorato, e anche tanto. Quando guarda la sua ragazza, il suo sguardo è perso, come se fosse su un altro pianeta; riesco a capire che è anche emotivo e sensibile, pieno di voglia di vivere e di allegria. Capisco che i capelli sono tinti e probabilmente non è la prima volta. Anche a me piacerebbe fare una cosa del genere.
“Emma, tu che ne pensi?”
Eh? Cosa? Quando? Dove? Mi sono persa nei miei pensieri che non so più il filo del discorso.
“Emma?” continua il ragazzo innamorato.
“Si?”
“Secondo te, come sport è meglio il calcio o il nuoto?”
Ah, se potessi risponderei con un’altra opzione, ma visto che ho fatto una promessa con Rosie, allora rispondo in un altro modo.
“Calcio. L’acqua del cloro mi da fastidio” oh, che bella bugia.
“Sul serio? Quindi non sei mai andata in piscina?” chiede Fanny.
E adesso che rispondo? Ci sono andata così tante volte alla piscina privata di Perth che l’avrei potuta pure fare con gli occhi bendati.
“Si, certo. Accompagnavo... la mia migliore amica agli allenamenti di nuoto” dico l’ultima parte della frase velocemente, mentre l’immagine di me e Ros in costume mentre sorridiamo all’obbiettivo si staglia nella mia testa.
Ora che ci penso, non l’ho ancora chiamata da quando sono in questa casa.
“Ehm... posso andare in camera mia a chiamare Rosie?”
“E ce lo chiedi pure? Certo!” risponde Michael, spostando finalmente lo sguardo dalla sua ragazza a me.
Ma a me non importa, è innamorato ed è giusto che manifesti il suo amore. Non come me, che quando mi piace un ragazzo fingo che non mi interessi perché ho troppa vergogna a farglielo sapere.
Quindi mi alzo, saluto tutti e mi dirigo in camera mia. Sfilo il cellulare dalla tasca, vado sulla rubrica e cerco AMORE MIO. Parte la chiamata. Bip... bip...
“Signorina Jones! Che piacere sentirla!” finge di essere un maggiordomo.
“Anche per me è un piacere, signorina Lipton” ridiamo insieme.
“Oddio amore, mi manchi come l’aria” singhiozza.
“Smettila, che mi stanno già scendendo le lacrime. Allora, come va?”
“Senza te? Una merda. Completamente una merda”
“Vogliamo parlarne?”
“Che è successo?” ridacchia.
“Aspetta, questo non è importante adesso. Te lo dico dopo. Prima, però... raccontami, successo niente tra te e Logan?”
“Mah, classico ragazzo. Gentile, carino e simpatico, ma non so, non è il mio tipo”
“E se io invece l’avessi trovato?”
“Cosa?! E dove?”
“Ti ricordo che abito con tre ragazzi. È mio cugino Luke: ha gli occhi come i tuoi, simpaticissimo, gentilissimo, educatissimo, insomma, un Rosie al maschile”
“Hai una foto?”
“No, ma se vuoi te la faccio e te la invio, così ti rifai gli occhi”
“Tu mi capisci sempre, Ems” la sua risata mi contagia.
Passiamo le prossime 2 ore a parlare, ridere e scherzare; io le racconto delle mie conoscenze e lei di novità. Prima di attaccare, però, salta in ballo la questione XX.
“Quando tornerai ad allenarti?” sussurra.
“Non lo so, Ros” copio la sua tonalità di voce. Sappiamo entrambe che anche i muri hanno le orecchie “Prima devo trovare una piscina che abbia ciò che cerco e poi vediamo. Domani inizio la nuova scuola e al pomeriggio i ragazzi mi portano a fare un giro per la città, quindi guardo per bene”
“Okay. Oh, mia mamma mi chiama, ci sentiamo amore mio”
“Ciao cucciola” e attacco tristemente.
 
 
 
 
Holaaaaa!
Come stanno le mie care lettrici?
In questo capitolo entrano in scena anche Cal e Mikey.
Eh eh, vi è piaciuto l’incontro di Emma con il nostro bel morettino? Non potevo evitare questa cosa, scusate ahahah.
E Michael innamorato? Aww, ma che dolce <3
In questa storia ovviamente non potevo non scrivere di Colpa delle Stelle, quel film strappalacrime che mi ha fatto piangere come una fontana. Ps: se qualcuna di voi non l’ha visto, vi consiglio vivamente di farlo, altrimenti arrivo sotto casa vostra e vi uccido (I know I’m crazy).
Qua si scopre qual cosina di più sul segreto di Emma... MA io non spoilero nulla lol. Ogni cosa ha il suo tempo e ne servirà ancora un po’ per scoprire tutto.
Voi cosa pensate che sia? Fatemelo sapere se ne avete voglia ;)
Bene, ora passiamo al gossip.
Avete visto la foto di Luke sul Gran Canyon? Diciamo che lì era “poco” svestito ahahah.
Poi, i 4 ragazzi stanno creando nuova musica. Sclero. Voglio assolutamente ascoltare qualche altra loro nuova canzone right now.
E la lettera che ha scritto Ashton? Piango. È un amore.
Concludo ringraziando Vale_Caleo 2000 che ha sempre il tempo per scrivermi una recensione (se lo fate anche voi non mi arrabbio, anzi...), le ragazze che hanno inserito la storia sta le preferite/seguite/ricordate e quelle che leggono solamente.
Un bacione, a lunedì prossimo.
Fede ∞
 

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Capitolo 5
*** Film, disegni e ricordi ***


FILM, DISEGNI E RICORDI

 

Dopo aver finito tutto il libro di Percy Jackson, guardo la mia sveglia: sono le 17:30. Wow, sono rimasta chiusa in camera tutto il pomeriggio e nessuno è venuto a disturbarmi.

Decido di scendere, anche perché con tutte le foto di me e Ros, di Perth e dei miei genitori che ho attaccato e con la chiamata alla mia migliore amica adesso mi serve solo un po’ di compagnia.

Arrivata in salotto, noto che sono tutti davanti alla televisione e stanno decidendo che film guardare.

“Guardiamo Monsters & Co.?” chiede mio cugino congiungendo le mani e facendo il labbruccio.

“Te lo sogni Luke, l’abbiamo visto settimana scorsa” risponde Fanny.

“Allora che guardiamo?” ribatte il biondo, poi mi guarda e sorride “Emma, sei tornata tra noi! Vuoi vedere un film?”

Ma si, và. Dopotutto ho promesso a mamma di divertirmi e fare nuove amicizie. A proposito, chissà adesso cosa starà facendo.

Annuisco e mi siedo sul divano, tra Luke e Ashton.

“Ehi ragazzi, mi è venuta un’idea. Visto che è appena arrivata e dobbiamo farla ambientare, ho pensato di far scegliere a lei il film” esclama Fanny.

“Oh okay. Quali avete?” rispondo a bassa voce.

“Monsters & Co.” suggerisce un’altra volta mio cugino.

“Le tartarughe ninja” propone invece Calum.

“No, è meglio Hercules” dice Ashton.

Ma hanno tutti cartoni animati? C’è, anche io ce li avevo e li guardo ancora adesso, ma non pensavo che a loro, maschi, potessero ancora piacere.

“Che ne dici di Camp Rock?”

Guardo Michael come se fosse l’ultimo panino rimasto sulla terra. Amo quel film, sia la storia in sé, sia i protagonisti; Demi Lovato è una delle mie cantanti preferite e, si sa, Joe Jonas è un figo della Madonna. Sorrido e annuisco tantissime volte.

“È il mio film preferito”

“Davvero? È anche il mio!” esulta il ragazzo tinto “Ragazzi, mi sa proprio che oggi ho vinto io. Sai Emma, sono veramente felice che tu sia venuta qua, finalmente qualcuno che capisce qualcosa di film; ti voglio bene”

Si alza e mi abbraccia. Sinceramente non me la aspettavo questa mossa così improvvisa, ma tra le sue braccia mi sento bene, mi sento a casa. Quando apro gli occhi, vedo la sua ragazza con le braccia conserte e un’espressione di pura gelosia e arrabbiatura nei miei confronti. Mi stacco da Michael e le dico:

“Stai tranquilla, non te lo rubo mica. Non sono una ragazza del genere. E poi dai, chi vorrebbe un tipo del genere? Senza offesa, eh”

Il suo viso si addolcisce e ride alla mia battuta, mentre l’innamorato fa l’offeso.

“Tranquillo, io ti voglio” gli dice Fanny, per poi dargli un bacio.

“Ehm, ragazzi? Iniziamo il film si o no?”

I due si staccano, Calum prende il dvd e lo inserisce nel lettore, quindi schiaccia PLAY sul telecomando.

Canto nella mia testa tutte le canzoni, muovendo solo le labbra. Quando vedo la scena in cui ci sono Shane e i suoi due fratelli, una lacrima mi scende sul viso; mi mancano quei riccioli sulla testa del più piccolo.

La storia va avanti e, come ogni singola volta, mi emoziono quando Shane canta Gotta Find You  a Mitchie e piango quando lui scopre che lei ha mentito per tutta l’estate.

Quando il film finisce, guardo gli altri: sono tutti felici, eccetto Michael che ha gli occhi lucidi; aw, che amore, piange per una storia del genere. Ora capisco quando Luke mi ha detto che fa una pozzanghera quando vede Colpa Delle Stelle.

“Allora?”

“Bello come sempre, cugino”

“Perché non cantavi quando c’erano le canzoni? Ti vedevo, eh, che le sapevi tutte”

Colta in pieno. Che imbarazzo.

“Mi vergogno; e poi non so cantare bene”

“Non ci credo” dice Fanny “una ragazza bella come te deve per forza saper cantare”

Cosa? Ha detto veramente che sono bella? Ma mi ha visto? Okay, non dico di essere un cesso, ma bella mi sembra fin troppo per una come me. Arrossisco.

“Uhm, grazie” sussurro “Comunque tu sei più bella di me”

“Grazie bellissima. Credo che io e te diventeremo ottime amiche”

Uff, lo spero. Almeno proverò a non pensare giorno e notte alla mia Rosie.

“Bene, sono già le 19:30. Che ne dite di mangiare?” chiede Calum.

“Cosa?”

“Non lo so Michael, quello che volete”

“Che ne dite di una pizza?” propone Ashton.

Accettiamo tutti, quindi prendiamo l’opuscolo della pizzeria Mario’s  e decidiamo quale tipo prendere.

“Okay; quindi, ricapitolando: una diavola per Luke, una peperoni rossi per Cal, due margherite per le ragazze e due wurstel per me e Mikey”

“Esatto. Ora chiama che ho una fame immensa” esclama il ragazzo tinto.

 

Mamma mia, questa pizza è buonissima, la migliore che io abbia mai mangiato. Cotta al punto giusto, la mozzarella che filava, non tantissimo pomodoro... insomma, era la delizia. E poi i ragazzi mi hanno detto che il pizzaiolo è italiano.

Finito di mangiare, mi alzo e vado in camera mia. Prendo dei fogli bianchi, una matita, una gomma ed esco sul balconcino. Fa un po’ freddo anche con la felpa, il vento mi scompiglia i capelli, che decido di raccogliere in una coda alta.

Mi siedo sulla seggiola bianca e inizio a disegnare il paesaggio; Sydney di notte è una meraviglia, niente a che vedere con Perth: da lontano sento il rumore delle onde del mare, mentre qualche villa in un isolato qua vicino sta avendo una festa. L’Opera House è tutta illuminata, mentre attorno ad essa, vedo migliaia di luci delle case e altrettante che si spostano lungo l’Harbour Bridge.

Concluso il mio disegno, lo guardo soddisfatta: è venuto proprio bene, d’altronde ho sempre avuto questa passione.

Rientro e la attacco sul muro, affianco a tutti gli altri disegni che avevo fatto a casa mia e alle foto. Poi prendo il pigiama e vado in bagno a farmi una doccia.

L’acqua scorre sulla mia pelle con una piacevolissima sensazione e mi perdo nei miei pensieri. Devo dire che qua non è male, le persone che ho conosciuto sono simpatiche e gentili con me, mi trovo bene con loro, mi fanno sorridere e dimenticare il mio passato, ma c’è una cosa nel mio cuore che non riesco a dimenticare: Rosie.

Con lei era tutta un’altra faccenda, giocavamo alle cose più strane del mondo e ci divertivamo comunque, ogni giorno uscivamo insieme, sia per studiare che per andare al Centro Commerciale o al parco. In più, lei ha un cane, Silver, e quando lo portavamo fuori, facevamo scherzi a non finire incolpando il labrador.

Però, quello che mi preme di più è che senza di lei gli allenamenti saranno una merda, non riuscirò più a fare niente senza lei che quando esco dall’acqua mi dice di impegnarmi di più, che è più brava sua nonna, ma in realtà si vuole solo congratulare con me per quello che ho fatto. Mi ricordo quel giorno in cui, in piscina, si era dimenticata di chiudere la porta principale e per poco non venivamo beccate; o meglio, io non venivo beccata, dato che tutti sanno che a lei piace nuotare, ma non sono a conoscenza dello sport che faccio.

A scuola tutti mi conoscevano, ma non ero una di quelle ragazze che tentano di farsi notare dagli altri; anzi, io sono una ragazza abbastanza timida, non ho mai chiesto ad un ragazzo di uscire, lo faceva lui, chiunque fosse e volesse andare in giro con me. Sorrido, ricordandomi di tutti quelli con cui sono uscita, saranno stati pochi, ma per me era un grande risultato. Il più simpatico e carino di tutti è stato Nicholas, Nikko per gli amici; è riccio, muscoloso, gioca nella squadra di calcio della scuola, ma non è il classico playboy. No, lui è diverso; l’ho conosciuto il primo anno del liceo, era nella mia stessa classe di storia. Un giorno mi chiese gli appunti perché lui li aveva presi male, abbiamo iniziato a sentirci e poi siamo usciti insieme; siamo stati fidanzati per cinque mesi, ma a lui piaceva un’altra e ci siamo lasciati.

La pelle inizia a bruciarmi e il box doccia è quasi tutto appannato, segno che sono stata fin troppo tempo sotto l’acqua. Quindi esco e mi metto il pigiama; prendo il phon e mi asciugo i capelli. Poi, senza far troppo rumore, ritorno in camera mia.

Mi posiziono davanti agli scaffali e leggo i titoli di tutti i libri che ho. Quale scelgo? Li ho già letti tutti. Alla fine opto per Piccole Donne; ma si, un bel romanzo di poche  pagine.

Dopo quattro capitoli qualcuno bussa alla porta. Ma no! Perché mi dovete sempre disturbare nel pieno della mia lettura?! Poggio il libro affianco e mi alzo, sedendomi sul letto.

“Avanti”

La porta si apre, svelandomi una testolina riccia. Sorrido; questo ragazzo ha qualcosa che mette di buonumore tutto il mondo anche solo vedendolo.

Gli faccio segno di sedersi, quindi lui incomincia.

“Ti disturbo per caso?”

“No, non ti preoccupare, stavo solo leggendo”

“Piccole Donne? Wow, impegnativo” annuisco “Sai che domani inizi la scuola con noi, no? Bene, ti volevo dire un po’ come va qui da noi. Allora, praticamente le lezioni iniziano alle 8:00, ma ti consiglio domani di andare prima per passare dalla segreteria a prendere l’armadietto e l’orario di lezione; ti accompagniamo noi.

Beh, poi penso che le materie siano uguali sia qui che a Perth... che altro.... ah già, per ginnastica devi portare il cambio e delle scarpe. Il resto basta. Spero che non ti capitino alcuni professori insopportabili”

“Grazie mille”

Sorride, mostrando quelle sue adorabili fossette che mi piacciono tanto, poi sposta lo guardo, perlustrando la mia stanza. Si alza e si avvicina alle foto.

“Belle. Sei tu con la tua amica, giusto?”

“Esatto. Ce ne sono alcune anche della città e della mia famiglia, ma la maggior parte sono di me e Rosie”

“E questi li hai fatti tu, Emma?” chiede indicando i disegni.

“Beh... si” abbasso il capo “ma non prendermi in giro, non sono un granché”

 “Non sono un granché?! Ma stai dicendo sul serio? Sono fantastici! I migliori che abbia mai visto” esclama.

Arrossisco leggermente e ringrazio sottovoce.

“Mi faresti i disegni per arte? Almeno per una volta posso prendere un bel voto” ride, contagiandomi poco dopo.

La sua risata è qualcosa di stupendo, non si può definire: è... non ho parole per descriverla da quanto mi affascina.

“No, sul serio. Hai una dote fantastica. Se ti do una foto sapresti ricopiarla?”

“Si, credo di si”

“Bene, allora domani preparati, hai un capolavoro da realizzare. Okay, forse è meglio che vado. Buonanotte Emma”

“Anche a te Ashton”

Mi sorride, quindi esce, chiudendosi la porta alle spalle. Io riprendo il libro e leggo un altro paio di capitoli, ma la stanchezza mi pervade, perciò ripongo il romanzo, spengo la luce e chiudo gli occhi, cadendo poco dopo tra le braccia di Morfeo.

 

 

 

 

Ciao bellissime!

Scusatemi per il ritardo, non è colpa mia: avevo tutta l’intenzione del mondo di postare il capitolo lunedì, ma c’è stato un problema con internet, non andava e non sapevo cosa fare. Appena la connessione è tornata, ho aggiornato :)

In questo bel (?) capitolo i nostri ragazzi vedono un bellissimo film (non criticate, è il mio preferito gne gne); poi Emma fa un disegno che a quanto pare piace ad Ashton; e ovviamente lei continua a ricordare il suo passato.

Nel prossimo inizierà il suo primo giorno di scuola *portiamo fortuna almeno a lei*

Avete visto che Good Girls è il terzo singolo? Sono felicissima, è una delle canzoni che adoro di più.

Ringrazio come sempre Vale_Caleo 2000 per la recensione, tutte le ragazze che hanno inserito la storia nelle preferite/ricordare/seguite e le semplici lettrici. Voi non sapete quanto mi rendete felici :D però sarei ancora più happy se mi scriveste qualche recensionina (?).

Un bacione, a lunedì.

Fede ∞

 

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Capitolo 6
*** Scuola! ***


SCUOLA!
 
Driiin... driiin...
Perché esiste la scuola? Non ho la minima voglia di andarci. In più oggi è il mio primo giorno e sicuramente avrò addosso gli occhi di tutti.
Mi alzo svogliatamente dal letto, prendo i vestiti da mettere e vado in bagno; per fortuna non c’è nessuno dentro, quindi entro e mi lavo, poi mi vesto. Ho optato per una felpa larga rossa, un paio di leggings neri e le mie Vans rosse; mi trucco leggermente, solo un filo di eye-liner e il mascara, mi pettino i capelli lasciandoli sciolti, ritorno in camera, poso il pigiama e prendo lo zaino, poi scendo.
Sono già tutti vestiti e stanno facendo colazione; appena mi vedono, mi salutano.
“Ehi Emma! Dormito bene?” mi chiede Calum.
“Si grazie” mi siedo sull’unica sedia libera rimasta.
“Cosa vuoi per colazione?”
“Solo un bicchiere di spremuta d’arancia e una brioche, Luke”
“Così poco? Sei nervosa per il tuo primo giorno di scuola?” perché me lo hai ricordato, Michael?
“Oh no, è che io di solito mangio poco la mattina”
Dopo una decina di minuti Ashton ci ricorda che è tardi e devo andare in segreteria; quindi ci alziamo, prendiamo gli zaini e usciamo, entrando poi nella macchina del ragazzo delle bandane.
Il liceo, il Norwest Christian College, dista da casa un quarto d’ora. È un edificio molto grande, sembra quasi accogliente, ma sono sicura che non ci metterò molto a perdermi; nel cortile spiccano alcuni alberi dalle foglie ingiallite, mentre una scalinata conduce all’ingresso.
Ashton mi accompagna in segreteria, mentre sento decine di occhi perforarmi la pelle. Arrivata, mi danno il numero dell’armadietto e l’orario delle lezioni.
“Cos’hai adesso?” mi chiede il riccio.
“Due ore di matematica” sbuffo; non ci poteva essere giorno peggiore, il lunedì poi, con le prime ore di quella materia.
“Bene, purtroppo né Calum né Luke ce l’ha adesso. Però il lato positivo è che conoscerai tua zia Liz: è la professoressa”
“Tu a che anno vai?”
“Sono all’ultimo, per fortuna. Dopo, addio scuola!”
“E gli altri?”
“Michael e Fanny hanno un anno in più di te”
Ora incomincio a capire. Siamo ormai arrivati davanti al mio armadietto, così metto dentro i libri che non mi servono e altre mie cose, mentre sento che il corridoio si fa più pieno di studenti.
“Eccovi qua, vi stavamo cercando dappertutto” è Luke.
Erano rimasti fuori per aspettare Fanny, che vedo mano nella mano con il suo ragazzo.
“Tu!” la rossa mi punta il dito contro “fallo un’altra volta e giuro che ti uccido!”
Okay, cosa diavolo ho fatto di male? Ieri mi sembrava che andasse tutto bene e oggi è la prima volta che ci incrociamo. La guardo con aria interrogativa.
“Perché ieri non mi hai salutato quando sono andata via?”
Oh, è questo? Balbetto arrossendo un poco, non so cosa dirle, ma lei si rilassa e scoppia a ridere.
“No, stavo scherzando; non ti preoccupare, è tutto okay” o questa ragazza ha dei seri problemi o io non capisco l’ironia qua a Sydney.
Suona la campanella e con malavoglia ci separiamo, ma non prima di aver preso indicazioni per arrivare all’aula. Con passo svelto giungo a destinazione, entro e per fortuna ci sono ancora poche persone. Vado a sedermi nella terza fila vicino al muro, spero solo che non sia di nessuno quel posto. Prendo l’astuccio e il quaderno, posandoli sul banco.
“Ehi, quel posto è mio”
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti una ragazza bruna, capelli corti a caschetto e occhi neri come la pece.
“Oh, scusami, è che sono nuova e non sapevo di chi fosse questo posto”
“Non ti preoccupare, mi siedo qua vicino a te. Comunque io sono Laura Turner”
“Emma Jones, piacere”
Si siede al banco dietro il mio e continua a parlare, aspettando l’arrivo della professoressa.
“Allora, ho sentito che vivi con Irwin, Hemmings, Hood e Clifford” chi?
“No, io abito con Ashton, Luke, Calum e Michael” ride, confondendomi.
“Sei davvero spiritosa!” continuo a non comprendere.
“Ah, non hai capito! Quelli che ho detto io sono i loro cognomi”
Rido; che scema che sono, non sapevo nemmeno i cognomi dei ragazzi con cui vivevo.
“Buongiorno ragazzi” entra la prof, salutandoci.
Ci alziamo in piedi e, al suo consenso, ci risediamo. È una bella donna, capelli biondi e occhi azzurri, e, nonostante i suoi anni, sembra quasi una nostra coetanea. È uguale a Luke. Mi guarda e sorride.
“Emma, finalmente ci vediamo dopo tanto tempo. Mi ricordo ancora quando eri nella culla. Io sono la professoressa di matematica, come vedi, la Jones”
Accidenti, ha il mio stesso cognome, spero nessuno mi classifichi come la parente della prof e che quindi mi stia alla larga. Iniziamo la lezione, spiega così bene che a Rosie servirebbe una sola lezione per aggiustare tutte le sue lacune in quella materia.
 
“Non ci credo! Sei veramente la nipote della Jones?”
“Si, Laura” rispondo annoiata.
Ho scoperto che abbiamo insieme anche le ore successive a quelle di matematica e per tutto il tempo la ragazza continuava a chiedermi sempre la stessa cosa.
“Quindi sei cugina di Luke”
“Esatto”
Ci dirigiamo verso gli armadietti a posare i libri, poi mi accompagna nella mensa. Prendo qualcosa da sgranocchiare per la mancanza di fame e, insieme, cerchiamo un tavolo libero. Credo proprio che io e lei diventeremo buone amiche, in queste poche ore ho scoperto che abbiamo molto in comune.
“E, senti” ricomincia con le sue domande; ecco, forse questo è il suo unico difetto, parla tanto e fa molte domande “come mai sei venuta a vivere qua?”
“Non mi va di parlarne”
Hai schiacciato un tasto dolente, cara. Posso considerarla mia amica, si, ma non ho ancora tutta quella confidenza con lei; e poi non mi va a genio di mettermi a piangere a scuola.
“Emma, siamo qui!” urla qualcuno alle mie spalle.
Mi giro e vedo Luke sbracciarsi verso di me, così io e Laura ci dirigiamo verso il suo tavolo.
“Abbiamo tenuto un posto solo, non sapevamo che avessi già fatto amicizia il primo giorno di scuola”
“Beh, se è come dici tu, a questo punto non dovevo neanche fare amicizia con te. E con tutti voi”
Non ci posso credere; altro che potremmo diventare ottime amiche, dopo questa frase Stephanie si scorda di essere tale con me. Mi allontano, seguita dalla mora.
“Ehi, so io un posto dove possiamo mangiare senza essere disturbate, è il giardino sul retro. Non ci va nessuno, le cheerleader si sporcherebbero le minigonne e i ragazzi devono far colpo sulle ragazze; vado lì praticamente ogni giorno”
“E i tuoi amici?”
“Io non ho amici” abbassa il capo.
“Beh, da oggi ce ne hai una” so di potermi fidare di lei.
Alza lo sguardo e mi sorride.
“Potrei abbracciarti in questo momento, ma, sai, il cibo...”
Ridiamo insieme, quindi andiamo a sederci sull’erba.
 
“Dove abiti?” chiedo a Laura.
“Di lì, a mezz’ora da qui a piedi” risponde indicando destra “Perché?”
“Posso venire con te? Vado anch’io da quella parte”
“E i tuoi amici e tuo cugino?”
“Non sono miei amici, almeno, non ancora. E poi io voglio andare a casa con la mia nuova amica” sorrido.
Così ci incamminiamo verso le nostre rispettive abitazioni, chiacchierando e conoscendoci meglio. Dopo una ventina di minuti arriviamo alla mia destinazione e ci salutiamo, dandoci appuntamento al giorno dopo per andare a scuola insieme.
Mi ricordo che io non ho le chiavi di casa, così citofono, ma nessuno mi risponde; bene, non sono ancora arrivati. Mi siedo sul marciapiede, tiro fuori Piccole Donne e inizio a leggere, aspettando l’arrivo dei miei coinquilini.
Dopo un paio di capitoli, una macchina accosta vicino a me, io mi alzo e vedo Michael uscire da essa.
“Scusa per il ritardo, dovevamo riportare Fanny a casa e non sapevamo che fossi ritornata qua a piedi”
Apre il cancello, il veicolo entra nel giardino, seguito da me e il tinto, poi escono anche gli altri ragazzi.
“Come è andato il primo giorno?” domanda Ashton.
“Bene, solo per un minuto è stato una merda”
“Ah si, e quale?” chiede Calum.
“Quando ho parlato con Stephanie” entro in casa e, senza permettere a qualcuno di controbattere, salgo in camera mia, chiudendo la porta.
 
 
 
 
 
 
Buonasera bellissime!
Lo so, sono una cattiva persona che non rispetta quello che dice; so di essere in ritardo, ma ieri ero molto impegnata perché c’erano le mie amiche a casa mia e poi ho festeggiato il mio compleanno.
*Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Federica, tanti auguri a te!*
Grazie mille ahah. Finalmente ho 15 anni! Ora aspetto i 16 lol.
So, do you like this chapter? Spero di si :)
Per Emma è stato il primo giorno di scuola ed è andato tutto bene, anzi, quasi tutto: ha fatto amicizia con Laura, nessuno l’ha presa in giro o cose simili (per ora), peccato per quello che ha detto Fanny, secondo voi perché ha detto una cosa simile? L’ha fatto di proposito o non voleva? Alla prossima puntata per scoprirlo.
Ringrazio Vale_Caleo 2000 per la sua recensione che scrive in ogni capitolo (grazie mille carissima <3), las chicas che hanno messo la storia nelle preferite/seguite/ricordate e quelle che leggono solamente. You make me happy!

Good Girls: parliamone. Un video meraviglioso. A parte che tutti i video che fanno sono meravigliosi, ma dettagli, questo è proprio bellissimo *-*
Bien, a lunedì prossimo bella gente,
un bacio.
Fede ∞
 
 

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Capitolo 7
*** Chiarimenti e prove ***


CHIARIMENTI E PROVE
 
“Emma, fammi entrare, ti prego”
Continuo a fingere di non ascoltarla, come i precedenti 5 minuti.
“Fammi almeno spiegare”
Spiegare cosa? Che non riesco a fare amicizia? Continuo a leggere il mio libro; sono arrivata a metà e non voglio fermarmi. Nessuno dei ragazzi, da quando siamo entrati in casa, mi ha disturbato o fatto domande, avevano capito che volevo stare da sola. Ora arriva questa tipa e pretende che io la ascolti?! Non ci siamo proprio, al diavolo; preferisco andare a vivere in Italia con i miei, piuttosto che essere amica di una persona del genere. Dal suo comportamento sembra proprio una cheerleader, non mi spaventerei se lo fosse realmente.
Ma Stephanie continua a insistere, impedendomi di capire cosa sto leggendo; così, sbuffando, vado ad aprirle. Entra e si siede sul mio letto.
“Cosa vuoi?” chiedo sgarbatamente.
“Che tu mi perdoni. Hai frainteso quello che ho detto a mensa: volevo solo far notare che hai trovato un’amica dopo solo un giorno di scuola, io ci avevo messo una settimana ad ambientarmi e sapere che un’altra ragazza abbia già trovato qualcuno con cui confidarsi dopo pochissimo tempo è una cosa bellissima”
“Io mi confido solo con una persona, e quella è Rosie”
“Ma comunque hai trovato un’amica. O non è così?”
In effetti ha ragione, ma deve capire che quando parla, sarebbe cosa buona e giusta che finisse tutto il discorso. La guardo attentamente: le sue lentiggini si mimetizzano quasi con le sue ciocche di capelli che le cadono sul viso, mentre quegli occhi sono pieni di pentimento e di scuse; sorrido e annuisco leggermente.
“Questo significa che mi hai perdonato?”
“Forse”
“AAAAAAAH che bello grazie grazie grazie, grazie infinite!” urla, saltandomi addosso e abbracciandomi.
“Quindi adesso siamo amiche?” domanda.
Non lo so ancora, devo capire com’è veramente; potrebbe essere una antipatica a cui piace mentire alle persone. Ma non credo sia così; insomma, è fidanzata con Michael, mi sembra un bravo ragazzo, quindi non vedo il motivo per cui lei non possa essere altrettanto.
“Per ora sei in prova, diciamo che sei una mia quasi - amica”
“Perfetto. Adesso che abbiamo risolto tutto, vuoi venire con me a vedere i ragazzi che suonano?”
Mh, proposta allettante. Non li ho mai visti cantare e mi piacerebbe sentirli. Accetto, quindi scendiamo e andiamo nel garage, dove al centro si trova una batteria con scritto ASH XX, probabilmente appartenente al ragazzo riccio, due casse e, in fondo, un divano con due sgabelli affianco.
I ragazzi sono già pronti con i loro strumenti: Luke e Michael suonano la chitarra e Calum il basso.
“Ciao! Avete fatto pace?”
“Si amore, tutto risolto” sorride rivolta verso di me Fanny.
“Perfetto. Ora, Emma, preparati ad ascoltare buona musica, la migliore” esclama il moro.
“Bene, siamo pronti? E uno, due, tre, quattro...” da il ritmo Ashton con le bacchette, seguito dagli altri.
 
Even when the sky is falling down
Even when the Earth is crumbling around my feet
Even when we try to say goodbye
And you can cut the tension with a knife in here
‘Cause I know what will happen
If we get through this
 
Wow, sono davvero bravi a cantare mio cugino e Calum, e tutti hanno una dote fantastica nel suonare.
 
If the earth ends up crumbling down to its knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out
If these skyscrapers, tumble down and crash around baby
We just gotta get out
We just gotta get out
 
Anche le parole della canzone non sono niente male, hanno qualcosa di...non so, magico. Vorrei ascoltarli tutto il tempo.
 
Cause I feel so damn lost
And it comes with the cost
Of being alone
 
Everything is falling down
We’re suffering
Helpless thought and out we sing,
Prayers go to the sky
 
If the earth ends up crumbling down to its knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out
If these skyscrapers, tumble down and crash around baby
We just gotta get out
We just gotta get out
 
If we fall
It’s not your fault
Shadows covering
Our selfish foes
As our love,
Can go out on a high note
 
Sfilo il mio cellulare e imposto la telecamera, poi alzo lo schermo verso la figura di mio cugino, troppo concentrato a suonare per vedermi, e gli scatto una foto. Bene, missione compiuta per la mia Rosie.
 
Even when the sky is falling down
Even when the Earth is crumbling ‘round my feet
Around my feet
 
If the earth ends up crumbling down to its knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out
If these skyscrapers, tumble down and crash around baby
We just gotta get out
We just gotta get out
 
If the earth ends up crumbling down to its knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out
 
 
L’ultima nota riecheggia nel garage e io non faccio altro che applaudire. Sono fenomenali, è incredibile come questi ragazzi ti facciano incantare solo con una semplice canzone. Come se non bastasse, le loro voci sono melodiose.
“Allora, ti è piaciuto?”
“Se mi è piaciuto Michael? Siete uno spettacolo!” dissi entusiasta.
“È l’unica canzone che fino ad ora abbiamo scritto, altre che suoniamo sono tutte cover” spiega Ashton.
“Toglimi una curiosità, cugina: come mai mi hai fotografato?” oh no, colta in flagrante “Ti ho visto sai”
“Ehm... io...” balbetto. Che cosa dico ora? “volevo... si, ecco... volevo solo farti una foto perché sei mio cugino e volevo averne almeno una nella galleria. E poi perché così mi ricorderò di voi quando ritornerò a Perth”
“Vuoi andartene via il prima possibile? Non ti piacciamo forse?”
“Si, Fanny, certo che mi state simpatici, qua il posto è meraviglioso, ma io là ho la mia vita, ho l’unico motivo della mia vita”
“E quale sarebbe?” mi chiede il riccio.
“Rosie” vorrei anche dire un’altra cosa, ma non posso.
“Bene, cambiando discorso... alla fine il giro turistico per Emma non l’abbiamo fatto oggi” constatò Calum.
“Vale a dire che lo faremo domani” sorrise Michael.
Ritorno in camera mia e mando la foto del biondo alla mia amica. Dopo qualche minuto mi arriva una chiamata.
“Tu mi vuoi morta”
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutte ragazze! How are you? I’m sad :’( la mia unica ragione di vita (no okay, non mettiamola sul drammatico, ce ne ho altre di ragioni per vivere) è in ospedale per l’appendicite. Piango. Spero che si rimetti preso il mio Ash <3
Ora, com’è il capitolo? Non è un granché. Capiamo perché Fanny ha detto quelle cose dello scorso capitolo :) e le due ragazze diventano quasi amiche. Poi los chicos suonano Gotta Get Out, una canzone meravigliosa *-*
Non c’è nient’altro da dire riguardo al capitolo in sé, quindi passo ai ringraziamenti. GRAZIE MILLE ha tutte voi che leggete la mia ff, il numero delle visualizzazioni aumenta sempre più e questo mi rende felicissima. In particolare, ringrazio la bellissima ragazza che mi recensisce sempre e ha messo la storia nelle preferite, ovvero Vale_Caleo 2000. Poi ringrazio le 6 ragazze che hanno messo la ff nelle seguite:
- HappyGreat
- IdolsFreeHugs
- JellyBeans
- lol3
- Vale_Caleo 2000
_proud_of_them
Bacioni a tutte, vi amo molto <3
Fede ∞
 
 

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Capitolo 8
*** Conosciamoci meglio ***


CONOSCIAMOCI MEGLIO
 
È ormai passata una settimana dal mio arrivo a Sydney; ho iniziato ad ambientarmi a scuola e le poche interrogazioni che mi hanno fatto sono andate bene. Martedì i ragazzi mi hanno portato a visitare la città ed erano veramente delle ottime guide; certo, c’era Michael che ogni tre per due inciampava o raccontava barzellette, scatenando le risate di tutti, Fanny che mi elencava il nome di tutti i negozi migliori per fare shopping, Calum e Ashton che si rincorrevano come due bambini, e Luke che continuava a fare foto, ma devo ammettere che mi sono divertita parecchio.
Ho instaurato un magnifico rapporto con Laura, ho scoperto che abbiamo in comune la maggior parte delle ore scolastiche e alla pausa pranzo andiamo insieme nel giardino dietro la scuola, passando il tempo a conoscerci meglio e a scherzare. Giovedì sono andata a casa sua per studiare insieme matematica; almeno, l’intenzione era quella: in realtà siamo state sui libri una mezzoretta, il resto del tempo lo abbiamo passato giocando e guardando divertenti video su YouTube.
 
“Allora, stavi dicendo?” mi chiede Rosie.
“Oh giusto; praticamente Ashton mi voleva far vedere la piscina in cui si allenava e io, indifferente, ho accettato”
“Faceva nuoto?”
“Si, ma non lo fa più adesso. Preferisce concentrarsi sullo studio, che è il suo ultimo anno, e alla band. Comunque, entriamo e c’è tutto quello che mi serve; capisci?! C’è tutto! Quindi, quando saranno troppo impegnati a non cagarmi, andrò lì e chiederò informazioni”
“Perfetto tesoro. Però quando ti alleni devi andare su Skype, così vedo tutto in diretta e ti posso dare consigli”
Bussano alla porta e vado ad aprire. Mi trovo davanti Calum e lo faccio entrare. Chiedo alla mia amica di restare in linea e aspetto la domanda del moro, che non tarda ad arrivare.
“Senti, ti volevamo chiedere una cosa, visto che è sabato e domani non andiamo a scuola”
“Dimmi”
“Vuoi venire giù e fare un gioco con noi per conoscerci meglio? Sai, è una settimana che sei qui e sappiamo pochissimo di te, e tu sai altrettanto su di noi”
“Aspetta un secondo”
Avvicino il telefono all’orecchio e un SIIII mi spacca i timpani. È Rosie e mi intima di accettare, poiché lei vuole scoprire tutto quello che riguarda il mio Lukey, copiando le sue parole. Eh già, da quando le ho inviato la foto del biondo che suona, è come se il suo cervello sia impostato in modalità AMORE, cosa strana per lei; insomma, non era mica quella che diceva di aspettare il ragazzo giusto, che non si innamora facilmente? Beh, almeno so che se i due si incontrassero andrebbero d’accordissimo e sarei felicissima se uscissero insieme; ma, dopotutto, so per certo che non si conosceranno mai, Luke resterà sempre qua e Rosie a Perth.
“Va bene Calum, adesso scendo”
Il ragazzo esce dalla camera e finisco la conversazione con Ros.
“Ems, sia chiaro: quando ci risentiamo devi assolutamente dirmi tutto quello che Luke ha detto su sé stesso”
“Agli ordini capo!”
“Ahahah divertiti” chiudo la chiamata e scendo.
Michael e Calum sono seduti sul tavolino, mentre Ashton e mio cugino sono accomodati sul divano; quest’ultimi mi fanno spazio tra di loro e iniziamo il gioco.
“Allora, uno fa una domanda che riguarda tutto, dal colore preferito al numero di ragazze che ha avuto” ridacchia il tinto “e tutti devono rispondere, compreso lui stesso”
“Perfetto. Inizia tu, Emma”
Mh, quale domanda pongo all’inizio? Non vorrei essere troppo sgarbata e fare domande imbarazzanti, così chiedo il nome completo.
“Ashton Fletcher Irwin” buffo il suo secondo nome.
“Calum Thomas Hood” bello questo, invece.
“Michael Gordon Clifford”
“Luke Robert Hemmings”
Ora tutti mi guardano; ho per caso qualcosa in faccia? Non capisco. Mi continuano a fissare. Cosa... oh, capito! No, io non voglio dire il mio secondo nome.
“Posso evitare?” chiedo con un barlume di speranza.
“Assolutamente no”
Sbuffo e mi preparo al peggio.
“Emma Thabitha Jones”
Alzo lo sguardo e vedo i ragazzi che si stanno trattenendo dal ridere; che figura di merda, perché i miei hanno dovuto mettermi a tutti i costi quel nome?! Michael non resiste più e scoppia in una risata che sentirebbe pure la mia migliore amica.
“Mikey! Ma sono modi?!”
“Luke... ahahah guarda che... ahahah stai ridendo anche tu!”
Perché tutte a me? Perché ho fatto questa cazzo di domanda? Sprofondo nel divano, piena di imbarazzo.
“Ehi Emma, non devi vergognarti, anche il mio secondo nome è orribile. Voglio solo capire una cosa: perché Thabitha?” domanda Ashton.
“I miei avevano una gatta che è morto qualche settimana prima che io nascessi; dicono che i miei occhi assomigliano ai suoi e mi hanno chiamato come lei”
“Interessante. Ora andiamo avanti, tocca a me”
“Ti prego, Luke, non dire scemate come è tuo solito fare”
“Tranquillo Cal. Allora... cosa posso dire? Vediamo... ah, ecco. Data di nascita”
“20 novembre” Michael.
“25 gennaio” Calum.
“7 luglio” Ashton.
“16 maggio” io.
“16 luglio” Luke.
 
Passiamo tutta la serata a raccontarci qualcosa, dalle varie tinte di Michael alla passione di Luke per i pinguini. Ora posso affermare che sono miei amici, conosco tantissimo di loro; sembra quasi che li conosca da una vita. Ho scoperto di avere molte cose in comune con tutti, in particolare con Ashton, partendo da fatti semplici, come il colore preferito, ovvero il verde, al posto che vorresti visitare con tutto il cuore, la Norvegia. Sembra strano questo; insomma, noi viviamo in una nazione calda in cui il sole è padrone quasi tutto l’anno e vogliamo andare in un Paese freddo. Beh, in fondo a me è sempre piaciuto il freddo, i maglioni extralarge e la cioccolata calda, infatti questa stagione che sta arrivando mi piace tantissimo, è la mia preferita; la cosa positiva di quest’anno è che le temperature sono più basse della norma. Lo so, sono una ragazza strana, ma... Ehi, se c’è freddo nessuno esce e, di conseguenza, sono più sicura che nessuno mi vede mentre mi alleno.
 
“Sport”
Cosa? Devo dire lo sport che faccio? No, ditemi che non è vero. Ditemi che Luke non ha fatto quella domanda. Ma le mie preghiere vanno in fumo quando gli altri rispondono: calcio, basket, suonare. Cose, insomma, che fanno tutti i maschi, eccetto l’ultima, forse.
“I..io... io... non faccio nessuno sport” dico tutto d’un fiato. La balla più assurda del mondo.
“Ma almeno ne avrai fatto qualcuno in passato”
“No, Calum. Nessuno” ormai da questa bugia non posso più uscirne; devo mantenere il segreto e, se necessario, dirne qualcheduno in più per nasconderlo per bene.
Dopo qualche altra domandina, stanchi per l’orario, decidiamo di andare a dormire. Ci salutiamo e ci chiudiamo ognuno nella propria stanza.
Mi cambio, mettendomi il pigiama e mi infilo nel letto; prendo le cuffiette e metto riproduzione casuale sul telefono. Non c’è niente di meglio nell’ascoltare musica quando sono agitata per qualcosa; in questo caso quel qualcosa è l’ansia di non essere scoperta per l’XX. Non mi è mai successo a Perth, era diventata una cosa normalissima dire a tutti che non praticavo alcuno sport, ma effettivamente l’aria di Sydney mi deve avere scombussolato il cervello.
Mi rilasso, addormentandomi dopo poco, tra le note di You & I.
 
 
 
 
 
 
Buonasera carissime!
Come andiamo? Tutto bene? Lasciamo perdere la scuola, che è meglio.
Quindi, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ho voluto mettere questa parte il cui si conoscono meglio perché poi risulterà più facile per i personaggi aiutarsi a vicenda e tutto il resto (niente spoiler!). E da qui Emma inizia a mentire su quello che fa, cosa che porterà a molti problemi; vi anticipo solo questo, scoprirete più avanti tutti le varie complicazioni D:
Ringrazio Vale_Caleo 2000 che mi scrive sempre una recensione, le due ragazze che hanno messo la storia nelle preferite:
- Vale_Caleo 2000
- Benedetta_FanGirl
Le 8 ragazze che hanno messo la ff nelle seguite:
- 5secondsofdemi
- HappyGreat
- IdolsFreeHugs
- JellyBeans
- lol3
- maty_annix
- Vale_Caleo 2000
- _proud_of_them
E tutte quelle che leggono solamente, vi adoro belle bimbe (?)
Bien, je m’en vais. Ciao a tutte, a lunedì prossimo.
Un bacione,
Fede ∞
 
 

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Capitolo 9
*** In piscina ***


IN PISCINA
 
Sto leggendo un libro che ho comprato poco fa, quando Laura mi chiama al telefono.
“Ehi Emma, che fai?”
“Ciao Laura. Sto leggendo, perché?”
“Mi stavo chiedendo se volevi accompagnarmi in piscina; ho trovato un lavoro lì per aiutare i miei con le spese di famiglia e oggi devo portare i moduli”
In piscina? Perché no. Così mi informo sull’XX, senza farmi vedere ovviamente.
“Certo; andiamo a piedi?”
“Si. Sto uscendo di casa, fatti trovare pronta” e attacca.
Resto con i vestiti che indosso, un paio di blue jeans e una maglietta a maniche lunghe, prendo la borsa e la giacca, e scendo. Stranamente non c’è nessuno in salotto, saranno nelle loro camere; lascio un bigliettino dicendo dove vado, non si sa mai che mi cerchino e non mi trovino. Dopo due minuti sento squillare il citofono, così esco, andando incontro alla mia amica, rimasta ferma fuori dal cancello.
Ci salutiamo e iniziamo a camminare verso la piscina, chiacchierando del più e del meno. Non mi accorgo nemmeno di essere arrivata a destinazione, da quanto parlavo con Laura. Entriamo nell’edificio e un forte odore di cloro invade le mie narici. Da quanto tempo...
“Salve, posso aiutarvi?” ci chiede gentilmente una signora, Paula, da quello che c’è scritto sulla targhetta della camicia.
“Si, sono la ragazza che avevate assunto qualche giorno fa, ho portato i moduli”
“Perfetto, resta qua un minutino che sbrighiamo le ultime cose”
Intanto, io mi allontano e vado verso un tavolino con vari opuscoli. Ne prendo uno e inizio a leggere se c’è quello che mi serve; oh, eccolo qua, trovato; perfetto, adesso devo andare a chiedere più informazioni. Mi avvicino ad un uomo sulla quarantina che lavora qui e chiedo.
“Salve, ho visto l’opuscolo e mi chiedevo se potesse darmi qualche informazione per uno sport che vorrei fare”
“Dimmi tutto”
“Allora, vorrei sapere se si può affittare la piscina per quattro ore alla settimana, senza che nessuno entri; vorrei essere da sola, è possibile?”
“Sicuro, mi devi dire con precisione quale giorno e a che ora. Ti daremo le chiavi e sarai solo tu, nessun altro, neanche noi. È come se fosse tutto chiuso”
“Perfetto; vediamo... potrei fare dalle 16 alle 18 il martedì e il venerdì”
“Mmh... sì, si può fare, non c’è niente. Compila questo modulo e il gioco è fatto. Hai più di 16 anni, giusto?”
“Si, perché?”
“Vedi, non posso lasciare la piscina a ragazzi al di sotto di quella età” mamma mia che botta di culo, per fortuna che ce ne ho 16.
“Un’ultima cosa: può non dire a nessuno che sono stata qua o far vedere a qualcuno questi moduli?”
“È una cosa personale?” annuisco e lui accetta.
Vedo che Laura è ancora intenta a parlare con Paula, così mi siedo sul divanetto e inizio a compilare: nome e cognome, data di nascita e altri miei dati; fino a qui tutto liscio, ma poi vedo che devo anche scrivere quale sport faccio. Merda. Non voglio, poi lui scoprirà cosa faccio, e non ho alcuna intenzione di dirlo ad un estraneo. Ritorno dall’uomo e gli chiedo se è possibile non scrivere lo sport, ma lui nega.
“Mi dispiace, ma è un campo obbligatorio. Vedi, noi dobbiamo sapere quali strumenti usi, è il regolamento”
Bene, il mio segreto sta andando a puttane, non potrebbe andarmi peggio. Mi arrendo e crocetto l’ultima domanda, poi gli passo il foglio.
“Okay, tutto a posto. Ma... wow, fai davvero questo sport?”
“Si, ma la prego non lo dica a nessuno. Nemmeno al muro o al suo cane, se ne ha uno”
“Tranquilla, con me il tuo segreto è al sicuro”
Sorrido e mi avvicino alla mia amica, in tempo per non destare sospetti; infatti ha appena finito il colloquio con Paula. Usciamo e lei mi abbraccia.
“Oddio! Ho il lavoro! Che bello, sono felicissima” esclama.
“Complimenti, sarai veramente un’ottima lavoratrice. A proposito, quando sono i tuoi turni?”
“Fortunatamente mi hanno dato il sabato e la domenica perché ho scuola gli altri giorni; è dalle 10 alle 12 la mattina e dalle 15 alle 17 la sera”
“Bene, sono felice. Senti, che ne pensi di andare a mangiare fuori per l’occasione?”
La ragazza accetta, quindi, invece di andare verso casa, ci fermiamo in una fermata dell’autobus, che sarebbe passato di lì a poco.
 
“Ahahah ti prego Laura, toglitelo che sembri una mia professoressa di Perth” imploro.
Siamo al Centro Commerciale e stiamo andando in giro per negozi; adesso ci troviamo in un negozio di cappelli e la bruna sta indossando uno stano copricapo pieno di piume, simile a quello che mette sempre la Granz, la prof che avevo di letteratura.
Lei ride e se lo toglie dalla testa, per poi andare a vederne altri tipi.
“Emma, questo ti starebbe da favola” mi dice indicando un beanie rosso.
Mi avvicino e lo provo; ha ragione, mi sta bene e mi piace molto. Vedo il prezzo ed è basso; perfetto, lo compro. Anche Laura ne prende uno, ma nero.
Paghiamo e ci dirigiamo verso un altro negozio. Alla fine del pomeriggio ci troviamo con un po’ di buste in mano e i piedi stanchi, ma felici di aver passato una bella giornata insieme.
 
“Oh, guarda chi si rivede! Dove sei stata, cuginetta?”
“L’ho scritto sul biglietto che ho lasciato in cucina, ero in piscina”
“E che diavolo ci facevi in piscina se ci hai detto che ti da’ fastidio il cloro?” chiede Ashton.
“Sono andata ad accompagnare Laura che doveva fare una cosa. E poi siamo andate a fare shopping”
“Si vede! Ma quanto avete comprato? Un negozio intero?”
“Ma, cavoli, non si può avere un po’ di privacy in questa casa? Stai sempre a chiedere, Ashton; non ti puoi fare gli affari tuoi una buona volta?”
Vedo il riccio abbassare lo sguardo e gli altri guardarmi con la bocca aperta. Oh merda, non l’ho detto seriamente ad alta voce, vero? Porca puttana, la mia stupida bocca.
“Scusa, davvero. Io... io non volevo...”
“Lascia stare”
Lui mi guarda triste un’ultima volta, dopodiché se ne va al piano superiore, lasciandomi abbattuta per quello che avevo detto. Impreco a bassa voce e Michael mi si avvicina.
“Stai tranquilla, gli passerà. Non so quando, ma gli passerà” davvero di grande aiuto.
Raggiungo la mia camera e poso le compere, quindi mi dirigo verso la stanza di Ashton, sperando che mi perdoni.
 
 
 
 
Hola :D
Come state? Io alla grande; si, insomma, se alla grande significa essere incazzate nere con il prof di chimica perché mi ha messo un voto molto più basso di quello che meritavo (come dicono TUTTI i miei compagni). Ma va beh, lasciamo stare che è meglio.
Quindi, spero che il capitolo sia di vostro gradimento (?). So che sono una persona cattiva lol ed ero a tanto così a dirvi quale fosse il segreto di Emma, ma... ahahah non l’ho fatto. So che volete saperlo al più presto, però avrete ancora un po’ di capitoli prima che ve lo sveli.
Nel prossimo capitolo scoprirete se Ashton perdonerà Emma o no. Io lo so muahahahah e non ve lo dico ahahah.
Si, lo so, sono pazza, ma è colpa dell’ora (oltre che di me stessa) e delle mie amiche che mi hanno fatto rincitrullire. Vi voglio bene pazze <3
Voglio tanto bene anche a Vale_Caleo 2000 (prendete esempio da lei) che recensisce sempre,
Benedetta_FanGirl e Vale_Caleo 2000 che hanno messo la storia nelle preferite,
5secondsofdemi, HappyGreat, IdolsFreeHugs, JellyBeans, lol3, maty_annix, Vale_Caleo 2000 (ancora), _proud_of_them che hanno messo la ff nelle seguite,
quella testa più pazza di me che ha fatto un casino 5 minuti prima che io aggiornassi, mettendo la storia nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate tutto d’una volta sola, ovvero mia sorella, cribsmile_90,
e ovviamente quelle che leggono solamente.
Vi lascio al vostro destino (?), a lunedì prossimo.
Un bacione,
Fede ∞
 
 

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Capitolo 10
*** Bad boy ***


BAD BOY
 
Esistono diversi tipi di ragazzi. Alcuni sono gentili e simpatici, altri aggressivi, ma non ho mai visto nessuno con un comportamento simile a quello che sta sfoggiando adesso Ashton.
Sono entrata in camera sua e gli ho chiesto di perdonarmi per quello che gli avevo detto e lui cosa fa? Non lo accetta. Per un leggero battibecco, che capita a tutto il mondo, lui nega le mie scuse.
Non gli ho fatto mica niente di così tanto grave, ho solo alzato un po’ troppo la voce, di questo me ne rendo conto anch’io, ma non se la deve prendere in questo modo. Ad essere sinceri, quello che gli ho detto non è niente paragonato a quello che mia ha detto quando l’ho conosciuto; ricordo benissimo le sue parole.
 
“E perché non potevi andare con loro? Non ti volevano? O forse i tuoi amici erano stufi di te e hanno implorato i tuoi genitori affinché ti portassero via?” ride ancora.
Le lacrime iniziano a salire e a offuscarmi gli occhi; ditemi che non l’ha detto sul serio, vi prego.
“Ash!” lo sgrida mio cugino.
“Tu non sai niente della mia vita” sussurro, per poi lasciare la mela lì e correre via nella mia stanza.
 
È stato davvero un colpo basso, ma lo avevo perdonato comunque.
“Sei uno stronzo!”
“Ah sarei io lo stronzo?! Sei tu quella che mi hai detto quelle cose, non io; quindi magari lo sarai tu”
“Ma ti ho chiesto scusa! E poi era una cosa da niente, tutte le persone normali mi avrebbero perdonato” lo guardo, aspettandomi una sua reazione, ma non dice niente. Poi mi ricordo di una cosa “Comunque allora dovrei essere anch’io arrabbiata con te per quello che mi hai detto il primo giorno, è stato peggio quello. E da brava cogliona io ti ho perdonato” urlo.
“Non è colpa mia se sei così vulnerabile e incline alla pace con tutto il mondo” controbatte, alzando la voce anche lui.
No, questo proprio non doveva dirlo; tenetemi ferma perché fa davvero una brutta fine. Freno i miei istinti omicidi, mi dirigo verso la porta ed esco, ma non prima di finire il discorso, concludendo con un sonoro vaffanculo.
Non si deve permettere di ripetere un’altra volta quelle parole, non si deve permettere di trattarmi in questo modo. Mi conosce da appena una settimana e pretende di sapere tutto sulla mia vita, sparando cazzate.
Certo che il suo comportamento è una cosa ancora sconosciuta: prima ti attacca, poi ti chiede scusa e per un po’ fa il bravo ragazzo che cerca di diventare tuo amico, ma purtroppo ritorna ancora quel cattivo ragazzo che non vorresti mai conoscere.
Devo ammettere che stava iniziando a piacermi; beh, non proprio a piacermi in quel senso, ma mi affascinava la maniera con cui affronta il mondo, a testa alta e sempre sorridente, con gli occhi che fanno invidia a due smeraldi e dei capelli meravigliosi. Ma, ormai, dovrei sapere che il principe azzurro di cui tutti parlano si trova solo nei libri, dovrei rendermi conto che i bravi ragazzi in realtà sono cattivi ragazzi e che tutti, se li conosci meglio come ho fatto io con il riccio, hanno una personalità nascosta agli occhi delle persone superficiali, ma ben visibile a chi scava nel profondo. E questo io lo so fare.
Prima di entrare nella mia camera, mi imbatto in mio cugino che, vedendomi alterata, domanda:
“Emma, che succede?”
“Succede che il tuo amico è una testa di cazzo”
“Cosa ha fatto?”
“Vai a chiederlo a lui, che se sto un altro secondo qua giuro che torno indietro e lo picchio”
Quindi lo lascio lì ed entro nella mia stanza. Mi svesto e mi metto il mio morbido pigiama, per poi prendere Cercando Alaska, di John Green, infilarmi nelle mie calde coperte e iniziare a leggere quel fantastico libro.
Lo scrittore mi è sempre piaciuto, ha una capacità unica a cogliere i problemi della gente d’oggi e a trasformarli in un romanzo ricco di avventure e passione. Mi colpisce in particolare una frase:
 
Così me ne tornai nella mia stanza e crollai sul letto, pensando che se gli esseri umani fossero precipitazioni atmosferiche, io sarei una pioggerella, lei un ciclone.
 
È proprio come mi sento io adesso, come delle leggere gocce di pioggia che cadono incessantemente dal cielo, senza però creare danni o disagi alle persone; invece, personifico Ashton al ciclone, quel fenomeno che devasta vite di innocenti, che scombussola la pace e l’armonia degli animi. Ed è proprio questo che mi sta facendo adesso; perché nonostante il suo brutto comportamento, non riesco a non pensare a quanto sia stata stupida a iniziare quel battibecco, non riesco a non pensare a lui.
E so per certo che non è amore quello che sto provando, ma un sentimento completamente diverso, sicuramente negativo, ma non così tanto da essere chiamato odio.
 
“Sempre in ritardo, ovviamente”
“La smetti di riprendermi e vai a prendere la macchina?”
Diciamo che la mattinata non è iniziata proprio nel migliore dei modi: Calum mi ha svegliato urlandomi nell’orecchio perché non avevo sentito lo squillo della sveglia, sono scesa e la prima parola che ho sentito è stato un fantastico commento che vi lascio all’immaginazione da parte di Ashton; e adesso si sta lamentando del mio ritardo, mentre lui non è ancora andato a prendere la macchina.
“Io non faccio salire quella sulla mia auto, sia chiaro” esclama ai suoi amici.
“Ti ricordo che quella ha un nome”
“Beh il tuo nome non mi piace, quindi non lo dico”
“Ragazzi” ci interrompe Luke “perché continuate a litigare? Fino a ieri andavate d’accordo”
“Esatto, fino a ieri sera, quando Mr. Sonotropposicurodime non ha accettato le mie scuse”
“Se tu non mi dicevi quelle cose magari adesso non staremo facendo questa conversazione”
“Bene, allora smettila di parlarmi”
“Bene”
“Bene”
“Emma, Ashton, ora basta! Muoviamoci ad andare a scuola, prima di arrivare in ritardo”
E con la frase di Michael terminiamo il nostro litigio, per ora.
Finalmente arriviamo a scuola e, non appena il motore della macchina si spegne, esco come un razzo e raggiungo il mio armadietto. Lascio i libri e mi dirigo agli spogliatoi della palestra.
Quasi tutte le mie compagne sono già lì e si stanno cambiando; Laura, appena mi vede, mi saluta, ricambio con un sorriso e mi avvicino a lei.
Mi allaccio le scarpe e, mentre mi rialzavo, vedo due gambe lunghe e snelle a una decina di centimetri dal mio viso. È Hayley, il capo delle cheerleader, aka gallina aka ragazza dalle gambe sempre aperte. La prima settimana diciamo che non mi ha infastidita poi così tanto, forse perché non ho intralciato il suo cammino o non le ho fatto niente di male.
“Allora Jones, come mai quella faccia così arrabbiata?”
“Ho avuto una leggera discussione con l’amico di mio cugino” si, certo, così leggera che se stiamo nella stessa stanza volano sedie.
“Con quel gran figo di Ashton?” cinguetta “L’ho visto con la tua stessa impressione, ma non mi ha voluto dire niente”
“Si con lui, ma niente di importante, ero solo in ritardo e si è leggermente arrabbiato”
“Oh bene; mi raccomando eh, te lo dico da amica” che amica “Non avvicinarti a lui, è solo mio. Anche se non lo sa ancora”
Tranquilla cara Hayley, non te lo ruberò per nessuna ragione al mondo; anzi, se proprio vuoi saperla tutta, te lo spedisco con un fiocco.
Suona la campana e ci dirigiamo tutte in palestra, dove ci stanno già aspettando i ragazzi. Il professor Karten, con il suo fischietto, ci dice di fare dieci giri di corsa attorno al campo di basket, così iniziamo.
“Emma, ora mi racconti cosa è successo tra te e Ashton. Fino a ieri mi hai detto che ti stava simpaticissimo, ma non mi sembra data la tua espressione”
Così le racconto la meravigliosa serata di ieri nei minimi dettagli.
Anche lei è dalla mia parte e pensa che il comportamento del riccio non sia stato dei migliori. Mi capisce come Rosie, è proprio un’amica straordinaria.
 
 
 
 
Buonasera bellissime, come state?
Io me la cavo, dai. Questi sono stati dei giorni un po’ movimentati, ma non mi lamento. Ieri ci sono stati gli EMA e io sono strafelice che i 5 Seconds of Summer, gli One Direction e Ariana Grande abbiano vinto :D
Poi domani esce il nuovo album del mio amore, Nick Jonas, e sono emozionatissima, ma lasciamo stare. Parliamo del capitolo.
Ashton è stato cattivello, Emma non l’ha presa tanto bene e diciamo che adesso non si sopportano. Spero che vi sia piaciuto, ci ho messo l’anima per scriverlo. Ci tengo a precisare che non ho letto Cercando Alaska, anche se mi piacerebbe tantissimo leggerlo.
Ringrazio come sempre cribsmile_90 e Vale_Caleo 2000 per le recensioni, tutte le ragazze che hanno messo la storia nelle preferite/seguite/ricordate e le lettrici silenziose. Siamo arrivate a più di 300 visualizzazioni al primo capitolo e circa 150 dal secondo al quinto. Vi amo <3
Vi lascio, buonanotte a tutte, anche se con questo tempo non credo di dormire molto. Ho appena sentito un tuono fortissimo, aiutooooo.
Okay lol, bacioni.
Fede ∞
 
 

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Capitolo 11
*** Ufficio esaudimento desideri ***


UFFICIO ESAUDIMENTO DESIDERI
 
“Sposta quella borsa da terra, intralcia il mio passaggio”
“E tu intralci la mia vita, ma non sto a dirlo”
Siamo tornati a casa da scuola e Ashton già rincomincia ad innervosirmi. Fanny mi chiama e, senza spostare il mio zaino dal pavimento, la seguo in terrazza.
“Allora, di cosa vuoi parlarmi?”
“Volevo un tuo consiglio: stasera Mikey ed io abbiamo un appuntamento e non ho la più pallida idea di cosa mettermi”
“Non penso sia la prima volta che uscite insieme; e sicuramente avrai una pila di vestiti fantastici”
“Ti preeeego! Sono disperata!” implora inginocchiandosi.
“Va bene. Ma per favore alzati, sembri un bambino che chiede una caramella” ridiamo insieme.
“Grazie mille. Ti devo un favore”
“Senti, visto che i miei vestiti sono un caso pietoso per un’uscita con un ragazzo, a meno che tu non voglia metterti dei jeans strappati e una camicia, vai a casa tua e prendi i vestiti che ti piacciono di più, li porti qua e al resto ci penso io”
“Perfetto, vado e torno. A dopo”
 
“Emma, ti prego in tutte le lingue del mondo, mi aiuti” perché oggi tutti mi chiedono una mano? Chi sono io, l’ufficio esaudimento desideri?
Mi dirigo verso la stanza da cui veniva la richiesta ed entro, trovando pile di capi d’abbigliamento sparsi a terra e un ragazzo dai capelli rossi in preda al panico.
“Che ti serve Michael?”
“Prima di tutto: sei mia amica, vero?”
“Si, credo di si” rispondo dubbiosa.
“Bene, allora chiamami Mikey, mi piace di più”
“Va bene, Mikey” controbatto enfatizzando il soprannome “Che vuoi?”
“Mi serve una mano: stasera ho un appuntamento...”
“Con Fanny e non sai cosa metterti, quindi mi stai chiedendo se ti posso aiutare” mi sembra un deja vu.
“E tu come fai a saperlo?”
“Segreti del mestiere. Comunque, vediamo un po’ che cos’hai”
Cerco qualcosa di adatto, ma trovo solo magliette quasi tutte strappate e jeans sgualciti. Mi chiedo ancora come possa aver trovato una ragazza.
“Scusami eh, ma non hai vestiti, come dire... intatti?”
“Si, ma... sono tutti a lavare” si gratta la nuca imbarazzato, poi gli viene un’illuminazione “Ma Ashton ha delle camice intere e dei pantaloni che non sono tagliati!”
“E che aspetti ad andare a prenderli?” mi guarda con un’espressione angelica “Non se ne parla Clifford, io non entro nella stanza di quel coso”
“Bene, se non vuoi... domani dirò a tutta la scuola che di secondo nome fai Thabitha” afferma vittorioso.
“Mi stai ricattando Gordon?” lo prendo e inizio a fargli il solletico, ma lui si dimena troppo e finiamo sul letto, continuando a ridere. Purtroppo fa il suo ingresso nella camera Mr. Bandana che, vedendomi, mi lancia uno sguardo pieno d’odio.
“Ma bene, complimenti! Oltre che a stravolgere la mia vita, in negativo ovviamente, tenti anche di rubare il ragazzo alla mia amica”
“Guarda che non è come credi” si intromette il rosso.
“No Mikey, lascia stare. Lasciagli pensare ciò che vuole, io so di non sbagliare. Se il signorino qua presente crede una cosa del genere, che lo continui a credere, non mi importa. Ora, vai a prendere i vestiti che ti servono e poi decidiamo quali ti metterai, io intanto vado a fare una telefonata”
Li lascio e mi reco in camera mia, sfilo il cellulare dalla tasca, digito il numero che ormai conosco a memoria e aspetto che Rosie risponda. Cinque squilli... otto squilli... ancora niente. Parte la segreteria telefonica e chiudo. Probabilmente, data l’ora, sarà a correre; decido di chiamarla più tardi e, sentendo il campanello, vado ad aprire, trovando Fanny con una borsa piena di vestiti.
 
“Sei perfetta” affermo, guardando la ragazza un’ultima volta “Sono sicura che Michael ti sbaverà dietro”
Indossa un abito verde lungo, senza spalline e con la scollatura a cuore, un leggero copri spalle e ai piedi delle decolleté bianche. Mi stupisco di tutti i vestiti fantastici che ha, io me li posso solo immaginare.
“EMMAAAAA!” oh merda, mi sono dimenticata di Michael.
“Fanny, senti io adesso ho da fare una cosa importantissima, tu resta qua, vai a vedere un film in salotto... non so, fai qualcosa intanto che aspetti”
Detto questo mi precipito dal mio amico e lo aiuto nel scegliere cosa mettersi; quando esco dalla sua stanza vado a sbattere contro Luke.
“Oh scusami”
“Non preoccuparti; cercavo proprio te, ho bisogno di una mano” ancora? Qualcun altro mi deve chiedere qualcosa? Non so, fate pure.
“Hai anche tu un appuntamento?” ridacchio, seguito da lui.
“No, ma se mi aiuti presto lo avrò” entriamo in camera sua, ci sediamo sul letto e rincomincia a parlare “C’è una ragazza...”
“Ma dai, non l’avevo capito” scherzo.
“Lasciami finire. Mi piace molto, ma non so come avvicinarmi a lei. Vorrei parlarle, ma non so che argomenti usare”
Bene, mi sa proprio che mi hanno scambiato per Cupido. Sembra che tutti si siano accorti di me solo oggi. E poi non posso, è contro la mia amicizia: non posso dire a Rosie “Ehi, sai la novità? Ho fatto fidanzare mio cugino con una tipa”. Mi odierebbe per tutta la vita, non l’ho mai vista così presa da una persona, tantomeno di una che non conosce personalmente.
“Luke, vedi...”
“Ti prego, ti supplico. Fallo per il tuo cuginetto carino a cui vuoi tanto bene” chiede mordendosi il labbro e giocherellando con il piercing.
“Chi ti ha detto che ti voglio bene?!”
“Beh, se non me ne vuoi allora addio, ti volevo solo chiedere un favore... ma se non mi vuoi neanche bene...” dice con fare teatrale.
“Ahahah che scemo. Guarda che stavo scherzando! Ti voglio bene, credo; insomma, è da una settimana che sono qui e diciamo che non abbiamo passato tanto tempo insieme. Sei mio amico, mio cugino, ma non so quanto tengo a te”
“Per dimostrarmelo potresti aiutarmi con Hayley”
“HAYLEY?! QUELLA HAYLEY?”
“Abbassa la voce! Si, lei: è così bella” esclama con occhi sognanti.
“Se lo dici tu. Comunque, non so se lo sai, ma ha una leggera cotta per Ashton, ma così leggera che mi ha diciamo quasi minacciata di non avvicinarmi a lui”
“Si, lo so. Ma tanto Ash non la caga, quindi il tuo compito è farle capire che invece di insistere su lui, può cercare qualcun altro, come me”
“Ehm, l’idea di te con quella putt... Hayley, non è che mi piaccia poi così tanto; avevo in mente un’altra ragazza per te, ma se ti fa così felice”
All’udire le mie parole, il biondo fa un sorriso enorme e mi abbraccia, per poi continuare a ringraziarmi.
“Luke... non respiro...” si stacca da me, sempre tendendo quel suo sorriso “E mi raccomando. Non la conosco da molto, ma so già che la prima cosa che vorrebbe fare, se si interessasse a te, è scopare”
“Tranquilla, sono pronto a tutto”
“Bene, proverò domani a parlarle”
Usciamo insieme e ci dirigiamo il salotto, giusto in tempo per augurare buona serata ai due fidanzati, prima che scomparissero dalla nostra visuale.
 
 
 
 
 
Holaaaaaa! Perdonatemi, lo so. La scorsa settimana non ho aggiornato, ma non avevo alcuna ispirazione e non riuscivo a scrivere il capitolo. Giovedì mi è tornata ed eccomi qua! In compenso ho già iniziato a scrivere il prossimo capitolo e mi sta venendo abbastanza bene.
Come vi sembra questo? Emma si è data da fare ad aiutare i suoi amici. Ci tengo particolarmente a questo perché è molto personale, diciamo che in questa occasione io sono Luke lol.
Come sempre ringrazio Vale_Caleo 2000 per la recensione, tutte le ragazze che hanno messo la storia nelle preferite, seguite e ricordate e chi semplicemente legge.
Se volete trovate la ff anche su Wattpad, ho iniziato a postarla anche lì. I capitoli non sono ancora paralleli con questi, ma volevo farvelo sapere ugualmente.
Un bacione e a lunedì prossimo,
Fede ∞

 

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Capitolo 12
*** Incidenti ***


INCIDENTI
 
Come farai tu, tu personalmente, a uscire da questo labirinto di sofferenza?
Mi ricordo ancora una delle ultime frasi del libro Cercando Alaska, mentre piango ininterrottamente, seduta su uno scoglio. Perché devono capitare sempre tutte a me? Se non fossi venuta in questa città forse tutto ciò non sarebbe successo e non sarei in un fiume di lacrime.
Che stupida, tre giorni per capire che niente stava andando bene, tre giorni in cui chiamavo e nessuno rispondeva, tre fottuti giorni. E adesso non posso fare niente, se non piangere, piangere e ancora piangere.
 
“Ehi Rosie, finalmente rispondi! Dov’eri finita?”
“Mi scusi, con chi parlo?”
“Dai Ros, smettila di far finta di non conoscermi, sono Emma”
“Mi dispiace, ha sbagliato numero, io non conosco nessuna Emma” no, sta scherzando; come si può dimenticare di me?!
Sento che passa il telefono ad un’altra persona, sua mamma.
“Martha cosa sta succedendo?” chiedo allarmata.
“Vedi, domenica Rosie era in macchina con un suo amico, stavano ritornando a casa da una festa; erano ad un incrocio e il semaforo era verde, così sono passati senza alcun problema. Ma dall’altra parte della strada stava arrivando un uomo ubriaco ad alta velocità...”
“No” sussurro, mentre sento che le mie gambe si fanno sempre più pesanti e i miei occhi si inumidiscono.
“Trauma cranico, non si ricorda di nulla e nessuno. Adesso i medici e noi della famiglia stiamo iniziando ad aiutarla a ricordare”
 
Io non posso vivere così, sapendo che la mia migliore amica è dall’altra parte dell’Australia con un trauma cranico e che forse non si ricorderà mai più di me.
Le onde del mare che si infrangono sugli scogli mi bagnano i vestiti, ma poco mi importa. Sinceramente, non mi importa nemmeno che domani avrò l’interrogazione di storia e dovrei studiare, non mi importa che il cielo si stia oscurando di nubi grigie, non mi importa che qualcuno da lontano mi stia chiamando.
Una figura si fa più vicina a me e mi consiglia di ritornare a casa, ma non voglio; mi giro e trovo Ashton.
“Cosa vuoi? Mi devi fare la predica? Guarda, non ce n’è bisogno” mi asciugo le lacrime.
“No, voglio solo riportarti a casa, sono tutti in pensiero per te”
“Non voglio tornare a casa, voglio solo stare qua da sola a piangere: la mia migliore amica non si ricorda più di me e io non so più che fare”
“Ti capisco, ma sta per venire a piovere; ritorniamo a casa”
“Non è vero! Tu non puoi capirmi!”
“Si che ti capisco! Sei distrutta, non vuoi più fare niente, nemmeno le cose che ami. Tutto sembra nero, anche i colori hanno perso importanza, anche la musica non riesce a tirarti su di morale” si siede accanto a me “Ti sembra che sia stata tu a far accadere tutto questo, che se tu fossi rimasta magari quello non sarebbe successo”
“Come fai a sapere tutto questo? Hai azzeccato in pieno come mi sento”
“Beh, diciamo che sono stato io ad uccidere i miei genitori” cosa? I suoi genitori sono morti? Perché non mi ha detto nulla?
“A..Ashton, i..io non lo sapevo. Giuro, se non vuoi dirmelo non mi offendo”
“No, è giusto che tu lo sappia”
 
Due anni prima…
“Mamma, papà, vi prego! È la mia prima gara! Vorrei tanto che voi ci foste” supplica un ragazzo di 16 anni.
“Tesoro, abbiamo tanto lavoro da fare; ci piacerebbe molto ma…”
“Vi prego vi prego vi prego” continua a supplicare il giovane Ashton.
I suoi genitori si guardano, poi lanciano uno sguardo al figlio.
“A che ora inizia la gara?”
 
“Che gara?” lo interrompo.
“Facevo nuoto agonistico, ero molto bravo e quella doveva essere la mia prima gara. Invece non fu così” sussurra.
“Cos’è successo?”
 
15 gennaio
Una bella mattinata apparentemente, il sole è luminoso e il freddo è quasi piacevole. Una famiglia in macchina sulla autostrada che collega Sydney a Canberra. I genitori che incitano il figlio nella gara di nuoto che farà tra poche ore, mentre il ragazzo è più emozionato che mai.
“Mamma, papà, posso farvi una domanda?”
“Certo Ash” risponde la madre.
“Come vi siete conosciuti?”
“In discoteca”
“E quando?”
“Intorno ai vent’anni”
“E poi cos’è successo? Quando vi siete fidanzati? E cosa aspettavate l’uno dall’altra? Avete mai litigato?” Ashton continua a fare domande e il padre perde la pazienza.
“Stai sempre a chiedere, Ashton; non ti puoi fare gli affari tuoi una buona volta?”
Ma mentre lo dice, il piede scatta sul freno e la macchina si arresta presto, troppo presto per l’altra vettura dietro di loro, che non frena in tempo, travolgendo l’automobile.
 
“Capisci? Li ho uccisi io” i suoi occhi sono lucidi, ma non vuole farli vedere, abbassando così il capo “Se non avessi fatto così tante domande, se non fossi andato a quella cazzo di gara…”
“Ashton, non è colpa tua, tutti possiamo sbagliare, ma non è colpa tua, non volevi certo che succedesse”
Mi dispiace per lui, la sua situazione è peggio della mia. Perdere i genitori davanti ai tuoi occhi è la cosa più brutta che ti possa capitare.
“Ecco perché ho smesso di fare nuoto agonistico, anche se comunque in piscina ci vado, ma solo a quelle con gli scivoli, sia chiaro”
“Oh certo, chi vorrebbe non andare sugli scivoli acquatici?! Solo un pazzo di nome Ashton forse” riesco a strappargli un sorriso.
“Mi scuso anche con te per come ti ho trattata in questi giorni, probabilmente ora mi odi”
“Non ti odio” mi guarda di traverso “Okay, diciamo che con i tuoi modi non molto carini mi stavi sui nervi, ma non così tanto da odiarti”
“E che… vedi, sentire quelle stesse parole che mi disse mio padre quel giorno… ci sono rimasto, ecco. E ho reagito male; poi una cosa tira l’altra ed è finita come sai”
Non l’avrei mai immaginato; né la causa dei suoi modi sgarbati nei miei confronti, né quello che è successo alla sua famiglia. Se adesso dovrebbero chiamare dicendo che i miei sono morti io non saprei più che fare. Ashton si è comportato nella maniera opposta alla mia, si è rialzato subito ed ora sta vivendo al meglio la sua vita. Dovrei prendere esempio da lui e continuare, perché Rosie non è morta, Rosie può guarire. Forse non si ricorderà di me, ma io terrò sempre nel mio cuore tutte le avventure passate con lei.
“Non ti preoccupare, è tutto a posto. Basta che la prossima volta me lo dici”
“Assolutamente si, non ripeterò lo stesso errore, non mi piace litigare con te. Adesso quindi posso considerarti mia amica?”
“Mh, non lo so Fletcher, ci devo pensare”
“Ah davvero Thabitha? Se vuoi ti faccio cambiare idea: sai, Liz, tua zia, mi ha detto che soffri il solletico”
No, il solletico no, tutto ma non quello quando qualcuno me lo fa mi dimeno così tanto che una volta sono caduta dalla sedia.
“Okay Irwin, hai vinto tu. Ma non la passi liscia. Ora torniamo a casa, che sta per piovere”
 
 
 
 
 
¡Hola a todosssssssss!
Come state? Io alla grande, diciamo che il mio cuore e il mio cervello sono andati a farsi fottere nel paese di Cupido, ma niente di che.
Sono riuscita a scrivere un capitolo che mi piace tantissimo, non ci posso credere. È forse uno dei miei preferiti, tra quelli che ci sono già e quelli che farò.
Eh, Rosie ha avuto un brutto incidente; chissà se si riprenderà e si ricorderà tutto. E chissà se Emma andrà avanti… eh eh eh, chi lo può sapere…
Vediamo pure il passato di Ashton, non molto bello (Decisamente orribile), ma almeno scopriamo perché era sempre arrabbiato con la ragazza.
Sono molto di fretta, quindi non scriverò i nomi delle ragazze; ci tengo comunque a ringraziare TUTTE voi, sia chi recensisce, sia chi ha messo la ff nelle seguite/ricordate/preferite, sia le lettrici silenziose. Prometto che vi ringrazio una ad una nel prossimo capitolo.
Bacioni, a lunedì.
Fede∞

 
 

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Capitolo 13
*** Una fuga fallita ***


UNA FUGA FALLITA
 
“Emma finalmente! Dov’eri finita? Mi hai fatto preoccupare tantissimo”
“Sto bene Luke, grazie; voglio solo andare in camera mia”
Così, senza salutarli, salgo le scale e mi rifugio nella mia stanza, ricominciando a piangere. Come un pennarello indelebile che lascia una macchia e, anche se la strofini, non scompare, così Rosie non può scomparire dalla mia mente, rimane fissa nel mio cuore. Non posso fare più niente, non riesco a fare più niente; tutta la mia vita è legata a Rosie e, ora come ora, con tutto quello che è accaduto il mio filo si è rotto, o forse si è così tanto aggrovigliato che non riesco a scioglierlo, rimanendo incastrata nel passato. Si, forse è proprio per questo che mi è difficile fare amicizia qua e concentrarmi su quello che c’è di bello qua a Sydney.
Oh, ma guarda, ho pianto così tanto che i miei occhi non hanno più lacrime; eppure io sto ancora male. Ora capisco la frase di Colpa Delle Stelle “È questo il problema del dolore, esige di essere vissuto” : continuerò ancora per molto a disperarmi e a piangere per tutto ciò, perché se tieni veramente ad una persona, ogni cosa che le accade ti sconvolge la vita.
Qualcuno bussa alla porta e lo faccio entrare con un leggero avanti. Sono tutti e quattro i ragazzi.
“Ehi”
“Ehi”
“Come stai? Ashton ci ha detto tutto”
“Come vuoi che stia, Luke? Male. Non posso sopportarlo”
“Ti capisco, è come due anni fa, con Ash. Da quando i suoi genitori ci hanno lasciato, Ashton era così depresso che io e i ragazzi abbiamo deciso di venire a vivere qui con lui; non parlava, non mangiava, era diventato come un vegetale. Per fortuna, con il tempo e con dei buoni amici come noi che lo abbiamo sostenuto, lui è ritornato il ragazzo sempre sorridente di prima. Questo è per farti capire che se vuoi, noi ci siamo e ci saremo sempre”
“Grazie Luke, grazie ragazzi”
Li abbraccio più forte che posso e loro contraccambiano; tra le loro braccia mi sento meglio, capisco che loro tengono veramente a me.
“Bene, ora... io... ecco, dovrei andare...” balbetta Luke, grattandosi la nuca.
“Hai un appuntamento con una ragazza che personalmente non mi va a genio?”
“Ehm... già. Grazie a te ha accettato di fare un’uscita con me e questo è il momento per farle vedere quanto stiamo bene insieme”
“Oh si, benissimo. Benissimo come un cactus sul fondoschiena” tossisco.
“Come scusa?”
“Oh no, niente” faccio la faccia d’angioletto e lui sembra crederci, o forse è troppo di fretta per farcene caso.
“Aspetta” ci ferma Ashton “Sei tu quella che mi ha scollato Hayley di dosso? Io ti adoro, sappilo. Era come avere una sanguisuga addosso, insopportabile”
Ridiamo tutti, eccetto mio cugino, troppo preso a messaggiare per ascoltare le nostre battute. Dopo qualche minuto si ferma e ci saluta, per poi andare in camera sua, cambiarsi e uscire con sorriso smagliante sulle labbra.
Mi rigiro verso i ragazzi e, con un sorrisetto sulle labbra, faccio una domanda:
“Allora, visto che Luke se n’è andato e sicuramente non me lo avrebbe permesso, allora chiedo a voi; voi mi capite, no? Bene, allora capirete anche che devo partire e ritornare a Perth. Quindi... posso tornare a casa? Si, grazie; preparo le valige”
“Tu non vai da nessuna parte mostriciattolo” controbatte Calum.
“Primo, non chiamarmi mostriciattolo. Secondo, perché no? Luke non lo verrà mai a sapere” mi lamento.
“Emma, i tuoi genitori hanno detto che devi rimanere da noi, quindi rimani; poi Luke non vorrebbe che tu te ne vada, e nemmeno noi, quindi incolla quelle chiappe sul tuo letto”
“Ma Rosie ha bisogno di me Calum! Perché non capite?”
Mi metto a piangere e li spingo fuori dalla stanza, per poi sbattere la porta e ributtarmi a peso morto sul letto. Dopo qualche minuto mi viene un’idea, speriamo che non se ne accorgano; è un po’ vecchio come trucco, ma spero che funzioni comunque.
Preparo la valigia con l’indispensabile, entro in internet con il computer e cerco il primo volo libero per Perth: perfetto, è tra due ore. Prendo dei vestiti e li modello sotto le coperte per farli assomigliare a me, quindi apro la finestra e la riavvicino per non destare sospetti; in un modo un po’ goffo mi arrampico all’albero di pesco che, fortunatamente, stava proprio vicino al mio balconcino e scendo, infine inizio a correre ed esco dal cancello. Libera!
 
Arrivata all’aeroporto mi dirigo verso il check-in, ma prima mi fermo nel bar per bermi una cioccolata calda, dal momento che mancano ancora 20 minuti prima che ci diano il permesso per salire sull’aereo.
Nel frattempo penso alla mia fuga. È davvero quello che voglio? Certo; insomma, Ros ha bisogno di me, è mio dovere correre da lei. Eppure, qualcosa mi pesa; forse è perché ho fatto tutto ciò di nascosto, forse perché Luke e i miei genitori rimarrebbero delusi da me a sapere che non ho rispettato quello che mi hanno detto. Ma non c’è più tempo per pensare e rimuginare, ormai è tutto fatto e il tempo a mia disposizione è finito. Prendo la valigia e mi incammino a fare il check-in.
“Emma!” merda. Mi hanno trovato.
Cerco di affrettarmi e aumento il passo, ma sfortunatamente una mano mi blocca il polso e sono costretta a fermarmi; uffa.
“Dove credi di andare?”
“Ashton lasciami, ho un volo da prendere” provo a liberarmi dalla sua stretta, con scarsi risultati.
“Emma, tu non vai da nessuna parte, chiaro? Cavoli, mi hai fatto spaventare tantissimo; sai, il trucco dei vestiti sotto le coperte è vecchissimo”
Sbuffo e smetto di dimenarmi, poi incrocio le braccia al petto.
“Come diavolo hai fatto a trovarmi?”
“Semplice: innanzitutto era tutta la sera che non parlavi d’altro se non di ritornare a Perth, in secondo luogo avevi il computer aperto sulla pagina dell’aeroporto”
Ma porca puttana, devo sempre sbagliare qualcosa; sono un disastro, c’è sempre qualcosa che mi impedisce tutto.
“Ashton, tu non capisci, io devo andare”
“Si che capisco, ma non puoi”
“Perché no?”
“Beh, intanto hai perso l’aereo” imprecazioni mode on “Poi... ecco... so che è poco che ci conosciamo, ma... ecco... ci tengo molto a te e non voglio che tu sparisca dalla mia vita” finisce la frase sussurrando, ma io riesco comunque a sentirlo chiaramente.
Oddio, non ho parole; queste sono forse le parole più belle che qualcuno mi abbia mai detto. E quindi molto probabilmente è per questo che sto tremando e mi fa male lo stomaco; già, perché questi sono i sintomi che mi arrivano quando dico verità molto importanti o qualcuno mi fa dei complimenti del genere.
Di colpo lo abbraccio, stringendolo forte a me, mentre sento che da lui partono dei brividi che gli percorrono tutta la spina dorsale; dapprima il riccio non fa alcun movimento, ma poi contraccambia l’abbraccio, facendomi sentire a casa.
“Lo stesso vale per me, Ash” mormoro.
“Quindi ora possiamo ritornare a casa?” chiede una volta divisi.
“Si, pronta per una bella ramanzina da parte di Luke”
“Mi dispiace, ma non abbiamo evitato di chiamarlo. Per fortuna mi sono offerto io di fermarti, altrimenti non so se saresti ancora viva”
Ridiamo, quindi usciamo dall’edificio e ritorniamo a casa. Non appena il ragazzo delle bandane apre la porta, una figura corre verso di me e mi abbraccia.
“Luke... non respiro...” si stacca e mi guarda arrabbiato.
“Non. Farlo. Mai. Più. Okay? Mi hai fatto spaventare tantissimo”
“È che io...” mi interrompe.
“TU COSA? VOLEVI SCAPPARE, NON CI SONO SPIEGAZIONI, CAZZO. MIA MAMMA MI AVREBBE UCCISO SE TU FOSSI RITORNATA A CASA TUA”
“Non urlare, ti prego”
“URLO ECCOME INVECE. CAZZO, TU... SEI SOLO UNA BAMBINA, NON TI ACCORGI DELLA GRAVITÀ DELLA SITUAZIONE. TI DEVO TENERE CHIUSA IN CASA TUTTI I GIORNI? DIMMELO, PERCHÉ LO FACCIO SUL SERIO”
“Luke, calmati, la stai spaventando” suggerisce Michael avvicinandosi cautamente al biondo.
Ma è troppo tardi. Dov’è finito quel ragazzo sorridente che ho conosciuto questa settimana? Ho paura di questa nuova versione di mio cugino. Lui sembra accorgersene e si calma, avvicinandosi a me; io indietreggio, non so nemmeno perché lo faccio.
“Emma, scusami. Non mi dovevo incazzare tanto, ma, vedi, sei importante per me, sei mia cugina e non voglio che te ne vada. È stato un momento di disconnessione totale del mio cervello, mi dispiace”
“No, dispiace a me di essere scappata e di averti mandato all’aria l’appuntamento; anzi no, quello no”
“Sei cattiva, sai?”
Ridiamo tutti, quindi ci diamo la buonanotte e ci dividiamo nelle nostre stanze. Non scapperò mai più, ve lo prometto ragazzi.
 
 
 
 
 
Chicasssssss!
Da quanto tempo! Mi siete mancate. Ah, e buon anno! Speriamo che questo sia migliore del 2014.
Vi avevo detto che non avrei postato fino al 12, ma non ce l’ho fatta; oggi e ieri ho scritto questo capitolo in un momento di illuminazione e devo dire che mi piace, per me è venuto bene, spero sia lo stesso per voi.
Quindi... la nostra cara Emma cerca di scappare, ma il bello e caro e gentile e dolcissimo (e mio) Ash la blocca; poi c’è la sfuriata di Lukey, che si conclude con una bella risata.
Yeeeeee lol.
Ehm... cosa devo dire... ah già: devo ringraziare
- cribsmile_90
Per aver messo la storia nelle ricordate,
- Benedetta_FanGirl
- cribsmile_90
- Grehoran93
- JuliChanny
- LippyandCassie
- Vale_Caleo 2000
- xpizzaa
Per averla messa nelle preferite,
- 5secondsofdemi
- AnonimaLarryZiam
- cribsmile_90
- ehirwin
- Emily_Brown
- Gwen_Olly_SweetHug
- IdolsFreeHugs
- Ilovepizzaand5sos
- JellyBeans
- Jenny_19
- lol3
- MARTY1DSOMELIKES
- maty_annix
- Vale_Caleo 2000
- _proud_of_them
Per averla aggiunta alle seguite,
e ovviamente tutte le lettrici sileziose.
Un bacione e auguri ancora,
Fede ∞

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Capitolo 14
*** La gelosia di Laura ***


LA GELOSIA DI LAURA
 
Non mi bastava solo l’incidente di Rosie, no; dovevo anche concludere la settimana con una bella verifica a sorpresa di matematica.
Lancio uno sguardo a Laura, intenta a guardare il foglio con un’aria preoccupata; siamo state stupide a non studiare minimamente ieri, quando ci siamo incontrate a casa sua. Dopo la bravata di lunedì, i ragazzi non mi fanno quasi più uscire di casa, quindi questo è già un passo avanti verso la libertà. La bruna alza gli occhi e si gira verso di me.
“Sai qualcosa?” mima con le labbra.
“Poco e niente. Te?” mormoro.
“Non sapevo nemmeno che a matematica ci fossero le lettere”
Siamo messe bene, insomma. Cerco di ricordarmi le lezioni a Perth, ma ho solo immagini sfocate; decido quindi di provare a arrampicarmi sugli specchi e ricordarmi le poche ore in cui sono stata attenta. Certo che mia zia poteva avvisarmi, mi dice che mi vuole bene e poi mi fa questo.
A metà lezione il cellulare della prof suona, quindi ci lascia soli con un bidello: la nostra salvezza. Ci mettiamo a copiare e a passarci le soluzioni, mentre l’uomo, davanti alla porta, sta di guardia e ci avvisa se la Jones dovesse arrivare; mi devo ricordare di ringraziarlo.
 
“L’abbiamo scampata! Meno male che è uscita!” esulta Laura uscendo dall’aula.
“Ma tu hai mai studiato matematica? Come fai a non sapere che ci sono anche le lettere?!”
“Potrei mentirti e dire che studio sempre, eccetto stavolta, oppure dirti la verità, cioè che apro il libro di questa materia ogni morte di papa”
Arriviamo ai nostri armadietti e poggiamo i libri, quindi ci rechiamo in mensa; dopo aver preso da mangiare cerchiamo i nostri amici, ma non troviamo nessuno; perciò ci sediamo in un tavolo libero, tenendo i posti per i cinque.
“Aiutatemi, vi prego. Mikey fa il geloso”
“Ciao anche a te, Fanny” ironizza Laura. Dopo averle fatto conoscere i ragazzi anche lei è entrata nel gruppo, e devo dire che l’hanno accolta a braccia aperte.
“Cosa ha fatto stavolta Mr. Tinto?” chiedo.
“Stavo parlando con un mio compagno di un progetto di letteratura francese, Michael ci ha visti e ha quasi spaccato il naso a James”
“Non è colpa mia se ti stava appiccicato come una sanguisuga” si intromette il ragazzo messo in causa.
“Michael, tesoro, lui è f-i-d-a-n-z-a-t-o. Lo vuoi capire?”
“Ah sul serio? Allora tutto risolto”
Quei due non li capirò mai; sono proprio fatti per stare insieme: entrambi pazzi, ma anche dolci. Nel frattempo ci raggiungono anche Ashton, Luke e Calum, seguiti da Hayley e una sua amica. Osp, mi sono dimenticata di riservare il posto anche per loro, che peccato.
“Buongiorno!” esclama Cal, un po’ troppo felice per i miei gusti.
“Calum, non è giornata” sbuffo.
“Qualcuno qui ha fatto una verifica a sorpresa...” cantilena Luke.
“Tu! Tu lo sapevi e non mi hai detto niente, ti odio”
“Ti voglio bene anch’io, Emma. Vedo che non hai tenuto il posto per Hay, ancora; beh, vorrà dire che si siederà sulle mie gambe” questo ragazzo fa apposta a darmi fastidio.
“Basta che non ti siedi vicino a me, non vorrei respirare la sua stessa aria” dico a bassa voce.
“Vorrei un attimo di attenzione” ci chiama Calum “Vi presento Sarah, la mia ragazza. Ci siamo messi insieme stamattina”
La guardo attentamente: occhi verdi, capelli castani con le punte rosse, fisico asciutto, ma tante tette, messe in mostra da una camicetta sbottonata. Bene, un’altra puttana in casa, non potrei essere più felice.
Guardo Lau, che intanto ha assunto un’espressione indecifrabile, di uno stupore misto a un velo di tristezza; non lo da’ a vedere, però, e nasconde tutto dietro il bicchiere d’acqua che ha preso in mano.
“Scusatemi, mi sono ricordata che ho da fare, ci vediamo domani” così la mia amica ci saluta, allontanandosi.
“Ma che le è preso?” cinguetta Sarah. La sua voce mi sta già sui nervi.
“Non preoccupatevi, credo di saperlo. Vado da lei, ci vediamo a casa” dico rivolgendomi solo ai ragazzi e a Fanny.
Prendo lo zaino e vado a cercare la mora; la trovo in giardino, poggiata al tronco di uno degli alberi, lo stesso posto dove mangiavamo prima. Mi avvicino a lei e noto gli occhi umidi.
“Ehi, che succede?” le chiedo gentilmente sedendomi accanto a lei.
“Nulla” tira su con il naso.
“Sicura? Non è che centrano Calum e Sarah?” Lei mi guarda stupita.
“Come... come fai a saperlo?”
“Beh, per prima cosa stai quasi piangendo; secondo, sono tua amica e ho visto il modo in cui hai guardato il ragazzo quando ha detto quella orrenda notizia”
“Si nota così tanto?” chiede flebilmente.
“Non molto. Però devi dirglielo, il più presto possibile”
“Ma scherzi?! Mai, mai e poi mai! Non voglio fare una figuraccia, parlo pochissimo con lui, e ti ricordo che ha una ragazza”
“A questo troviamo un rimedio, tranquilla. Non durerà tanto, sono sicura che Cal vedrà presto che zoccola è quella tipa e che bella ragazza sei tu; e io ti aiuterò a farti vedere da lui”
“Sul serio? Oddio Emma, grazie mille” esclama abbracciandomi.
Sentiamo la campanella e, a mala voglia, ritorniamo dentro l’edificio, quindi andiamo nell’aula di arte, un’altra materia in comune, in cui abbiamo come compagno anche il moro.
 
Finalmente a casa! Mi butto sul divano, pensando di rilassarmi; ma poi mi ricordo di una cosa importante: la piscina. Tra mezz’ora devo andare ad allenarmi, sperando che stavolta riesca a fare qualcosa e cercando di non pensare costantemente a Rosie. Mi alzo e vado in camera mia, prendo il borsone con dentro tutto il necessario e mi assicuro che non ci sia nessuno. Ma la sfiga mi è sempre accanto e mi imbatto in Ashton.
“Ehi, dove credi di andare con quel borsone? Non starai mica scappando un’altra volta?”
“No, ma che ti salta in mente! Ho promesso che non l’avrei più fatto”
“E allora dove vai?” ehm... ora che dico?
“Vado... si! Vado da Laura, mi ha chiesto se potevo andare da lei che stasera ha un appuntamento e le serve qualcosa da mettersi. Dillo anche ai ragazzi”
“Okay, va bene. Ma poi ritorni, vero?” sembra nervoso.
“Si, Ash, ritorno, stai tranquillo” e con un sorriso lo lascio.
Anche questa volta l’ho passata liscia. Ora posso andare senza alcun intralcio, gli altri sono tutti fuori. Mentre cammino, faccio uno squillo alla mia amica.
“Laura, non chiedermi niente, ho bisogno di un favore”
“Ancora? Emma, cosa combini che mi chiedi sempre favori?”
“Non posso dirtelo, sul serio. Vorrei, ma non posso”
“Mi nascondi troppe cose, Em. Non mi hai ancora detto perché ti sei trasferita qua”
“Lo so, Lau, lo so. Te lo dirò domani. Comunque, se Ashton o qualcun altro dovesse chiamarti, io sono con te ad aiutarti a scegliere i vestiti per un appuntamento”
“Appuntamento? Con chi?”
“Beh, in realtà è solo una copertura. Io devo fare quello che devo fare e forse Calum, sentendo che hai un appuntamento, si potrebbe ingelosire” cerco di arrampicarmi sugli specchi per essere il più convincente possibile.
“Va bene, ma un giorno mi dirai cosa fai ogni martedì e giovedì”
“Si, ora devo andare. Ciao”
Arrivata davanti all’ingresso della piscina chiudo la chiamata, poi mi guardo in giro per assicurarmi che nessuno mi veda ed entro. Il ragazzo con cui ho fatto l’iscrizione mi passa le chiavi ed esce con gli altri dipendenti, lasciandomi sola. Chiudo la porta a chiave e mi preparo, mettendomi il costume e legandomi i capelli.
Accendo il computer e vado sulla telecamera, poi sistemo il PC in modo che mi riprenda dove mi alleno.
“Per Rosie” e inizio.
 
 
 
 
Holaaaaa!
Vi voglio tanto bene <3 non picchiatemi, so che pensavate che si sarebbe rivelato il segreto, erano i miei piani, ma visto che sono una persona cattiva ho deciso di posticipare tutto al prossimo capitolo.
Beh, in ogni caso, qua si vede l’arrivo di un’altra ragazza, Sarah, che non va molto a genio né a Emma né a Laura; eheh, la ragazza è cotta. Chissà se il kiwi se ne accorgerà lol.
Ringrazio tutte, TUTTE voi che continuate a leggere e farmi andare avanti, anche se non recensite; perché non vi piace, forse? Io vorrei qualche vostra opinione.
Ah e un’altra cosa: da ora in poi, visto che sono molto occupata con la scuola e ho poco tempo, aggiornerò quando avrò tempo, potrebbe essere dopo tre giorni, come potrebbe essere dopo una settimana e mezzo.
Ve se ama,
Fede ∞

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Capitolo 15
*** Una serata solo noi due ***


UNA SERATA SOLO NOI DUE
 
“Ehilà Emma! Allora, com’è andato l’appuntamento di Laura?” appuntamento? Quale appuntamento? Aaaaaah quell’appuntamento.
“Oh bene, credo. Non mi ha ancora detto niente” rispondo ad Ashton “A proposito, i ragazzi non sono ancora tornati?”
“No, mi hanno mandato un messaggio dicendomi che ritorneranno stasera tardi, sono fuori a mangiare ognuno con la propria ragazza”
Ah perfetto, tutti con che escono e io che rimango qua a casa; almeno ho la compagnia di Ashton, che stranamente è single; in effetti, con il bel fisico che ha e il suo meraviglioso carattere mi stupisce che non sia fidanzato.
“Ash, toglimi una curiosità” inizio sedendomi sul divano accanto a lui “Perché non sei fidanzato? Voglio dire, è strano che tu non abbia una ragazza”
“Ehm... mi piace una ragazza... ma... come dire, non so se ricambia i miei sentimenti...” balbetta.
“Avanti, spara”
“Cosa?”
“Dimmi come si chiama, sono curiosa; magari ti posso aiutare”
“Non la conosci, è di un’altra scuola. Comunque, dimmi una cosa tu: perché hai i capelli umidi?” mi chiede cambiando furbamente argomento.
Perfetto, stupidi asciugacapelli della piscina; ora cosa mi invento? Non posso mica dirgli che sono andata in piscina ad allenarmi sull’XX.
“Fuori piovigginava e non avevo portato l’ombrello” che scusa assurda.
Fortunatamente sembra crederci, dal momento che si alza e va verso il bagno.
“Dove vai?” domando.
“A pisciare”
Che domanda stupida. Certo, cosa si può fare in bagno? Ballare la salsa?
“Ahahah no scherzo” continua, vedendomi arrossire leggermente “Predo il phon per asciugarti i capelli, non voglio che ti ammali” Che carino! Si preoccupa per me!
Dopo un paio di minuti ritorna in salotto e attacca la spina, appoggiando l’apparecchio sul tavolo; lo prendo e faccio partire l’aria calda del phon, ma il riccio me lo toglie dalle mani, guadagnandosi una mia occhiata interrogativa.
“Te li asciugo io, sono qua per questo” sorride.
Ma quanto può essere dolce quel ragazzo! No, sul serio, come può essere che sia ancora single? In più con quelle adorabili fossette sulle guance è impossibile resistergli.
Mi ritrovo così seduta sulla sedia, mentre il ragazzo fa come mia mamma quando ero piccola; devo ammettere che quasi quasi preferisco le sue grandi mani che pettinano a grandi linee le mie ciocche che le mani minute di mia madre. Sembra come se me li accarezzasse dolcemente, quasi a non volermi fare del male con eventuali nodi, e trovo tutto questo una azione così amabile.
“Ecco fatto, ora sono asciutti” esclama vittorioso.
“Grazie mille Ash, sono in debito con te”
“Beh... in effetti ci sarebbe una cosa...”
“Dimmi tutto. Aspetta, è la ragazza che ti piace”
“No. È per scuola: per lunedì devo portare una tavola di arte raffigurandoci questa immagine” dice mostrandomi una foto di una spiaggia caraibica “Visto che tu disegni molto meglio di me, non è che mi aiuteresti a farla?”
“No Irwin, non ti farò il disegno io”
“Ma io intendo che mi puoi aiutare dandomi consigli e cose del genere. Ti preeeego” fa gli occhi da cucciolo, ai quali sa che non resisto.
Sbuffo e accetto, con un sorriso accennato sulle labbra; di colpo vengo investita dalle sue braccia muscolose e cado in un mondo parallelo: non so, tra le sue braccia mi sento al sicuro, mi sento me stessa, mi sento libera. Ed è una sensazione fantastica.
“Però facciamo domani, stasera non ho alcuna voglia di mettermi a fare i compiti”
“E cosa hai intenzione di fare?”
“Mah, per prima cosa mangiamo una pizza, che tu ordinerai perché lo dico io; e poi avevo pensato di vedere un film, se per te va bene”
 
Il film era carino, ne abbiamo visto uno con Angelina Jolie, ma non mi ricordo il titolo. In realtà, abbiamo visto solo il primo quarto d’ora, il resto del tempo lo abbiamo passato a ridere e scherzare; è iniziato tutto quando mi ha lanciato addosso un popcorn, io sono passata al contrattacco e in meno di un minuti abbiamo finito tutta la ciotola.
“Secondo me dovresti continuare” riprendo il discorso.
“Lo vorrei, ma non ce la faccio; ho paura. Paura che mi ritorni in mente quell’episodio, paura di non essere più all’altezza”
“Non devi avere paura, ci sarò io con te a sostenerti. Ti posso aiutare a vincere questa paura”
“E come? Hai detto che non ti avvicini all’acqua della piscina, che il cloro ti da fastidio; come potresti aiutarmi?”
“Beh, qualche modo lo troviamo; e poi non è poi così tanto difficile nuotare. Ho un’idea: inizierai a nuotare in mare, io faccio così”
“Si beh, dovrò aspettare ancora qualche mesetto allora, prima di andare a nuotare in mare”
“Va beh, dai, cambiamo argomento. Ritorniamo alla ragazza che ti fa battere el corazón
“Che mi fa battere che cosa?” domanda non capendo lo spagnolo.
“Che ti fa battere il cuore. Dovresti fare spagnolo, invece di francese”
“Ma il francese è romantico, lo spagnolo no”
“Come no? Hai sentito Bailando di Enrique Iglesias? Quella canzone è sexy, per non parlare del cantante”
“Si, ma non tutte le canzoni sono così”
“Okay, hai ragione tu” non voglio dargliela vinta, ma devo parlare d’altro e sono costretta “Quindi... visto che sei uno dei miei migliori amici... parlami un po’ di lei”
“Ho qualche scelta?” e alla mia risposta negativa inizia a descriverla “È bellissima, ma non di quella bellezza che fa girare tutti i ragazzi che le passano accanto; no, ha quella bellezza speciale, magica. Ogni volta che la guardo mi perdo nei suoi occhi smeraldo; amo i suoi capelli ricci, soprattutto quando se li ravviva. Adoro il suo carattere, timido ma non troppo, gentile con tutti ma anche possessiva nei confronti delle persone a cui tiene. È fantastica”
Wow, sembra proprio innamorato cotto, sono felicissima per lui.
“Insomma, è perfetta” concludo.
“No, non è perfetta. La perfezione non fa per lei, la perfezione è tutta un’altra cosa. Ma è proprio per questo che mi piace: sono le sue imperfezioni che la rendono speciale”
“Aww ma sei un amore! Ora devi solo dirglielo”
“Ma sei pazza?! No e poi no! Sono sicura che lei non prova niente per me, per lei sono solo un amico”
“Ah ah quindi siete amici!” esulto “Allora il cerchio si restringe. Comunque, non lo saprai mai se lei contraccambia o no, se non glielo dici. Quindi muovi quel bel culo che ti ritrovi e parlale, confessale tutto”
“Ci proverò, grazie mille”
All’improvviso la porta d’ingresso si apre ed entrano i ragazzi, senza le loro compagne.
“Com’è andata la serata?”
“Benissimo, Emma” risponde Luke “E voi?”
“Anche noi bene. Ma la prossima volta usciamo tutti insieme, è un po’ noioso rimanere qua da soli sapendo che voi vi divertite chissà dove”
“Ai suoi ordini, capo”
Ci diamo la buonanotte e ci dividiamo nelle nostre stanze, dove prendo il telefono e metto le cuffie, facendo partire la musica. Le note di Give Your Heart A Break di Demi Lovato riecheggiano nelle mie orecchie e io mi beo della meravigliosa e melodiosa voce della cantante americana.
 
 
 
 
 
Salve people!
Come sono stata puntuale, mi meraviglio di me *mi asciugo una lacrima, commossa*
Okay, ritorno seria. Spero che questa merdina qua vi piaccia; è un semplice capitolo di passaggio ma dettagli. Che schifo, è pure cortissimo *mi sotterro sotto un ponte*
Ringrazio tutte voi che continuate a leggere questo mio sfogo e... niente, siete fantastiche. Solo una cosina... non è che mi lascereste una recensione piccolina per sapere cosa ne pensate.
Love ya.
Fede ∞



 

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Capitolo 16
*** Too late ***


TOO LATE
 
I ragazzi mi hanno chiesto di sentire le loro prove, ma io ho già un appuntamento studio con Laura; decido quindi di invitarla a casa nostra, così un po’ studieremo e un po’ ci divertiremo con i ragazzi, e io ho già un piano per la mia amica e Calum.
Il campanello suona e vado ad aprire di fretta, pensando che sia la mora; ma mi sbagliavo, perché alla porta mi ritrovo le due tro... ehm, volevo dire, le fidanzate di Luke e Cal. Con una smorfia in viso mi scanso e le faccio passare, per essere carina con loro; ma, come prevedevo, non si degnano neanche di un saluto. Anzi, mi lasciano i cappotti come se fossi un appendiabiti e si dirigono verso i rispettivi ragazzi.
Io mi avvicino e, mentre sono impegnate in un bacio troppo passionale, butto addosso a loro i loro indumenti.
“Non sono la vostra servetta, potete appenderli da sole, sempre se siete capaci ad alzare le braccia, oltre che qualcos’altro”
“Emma, sii più gentile” mi rimprovera mio cugino.
“Ma le hai viste? Mi trattano come un appendino” mi difendo.
“Hay, è vero?”
“No Lukey, tesoro. Sai che non farei mai una cosa del genere a tua cugina” mente con la sua solita voce civettuola.
Alzo gli occhi al cielo e aspetto, insieme ad Ash e Mikey, l’arrivo delle mie amiche. Spero con tutto il cuore che arrivino il prima possibile, non riesco a sopportare quello che vedo.
“Lukey, tesoro” imito Hayley “Potresti andare in camera tua per certe cose? È abbastanza schifoso”
“Smettila, sei solo gelosa che tu non hai un ragazzo”
“Così tanto che sono così depressa, Hayley” ironizzo, per poi parlare agli altri due “E tu, carissima Sarah, stai succhiando così tanto la faccia di Calum che quasi quasi lo prosciughi”
La ragazza si stacca dal moro e mi guarda in cagnesco.
“Hai qualche problema? Faccio quello che mi pare con il mio ragazzo”
“Ehi non litigate, dai” mi soccorre il riccio.
Finalmente non c’è più nessuno che parla, né baci. Ma la tranquillità finisce presto.
“Ma cosa stiamo aspettando? Voglio sentirti cantare e suonare, Lukey” evito di rispondere perché potrei dirle cose poco carine.
“Fanny e Laura” risponde Michael.
“Oh beh, nel mentre, io e Sarah andiamo in bagno, con permesso”
Appena si allontanano, lancio un sospiro di sollievo, e con me fanno lo stesso Clifford e Irwin. Mi giro verso gli altri due.
“Ditemi come fate a sopportarle, perché davvero, io non ci riesco nemmeno se metto tutta me stessa”
“Concordo con Emma” mi da ragione il ragazzo con la bandana rossa.
“Sono simpaticissime, intelligentissime e bellissime, come fate piuttosto voi a non sopportarle?” risponde Calum.
“Sono antipaticissime, i loro voti dicono tutt’altro che intelligenti e non sono il massimo della bellezza”
“Ma Ashton come puoi dire che non sono belle?”
“Luke, non è che non sono belle. È che ho visto di meglio”
“Eheh, io so chi è” esclamo vittoriosa.
“Lo sai?!” domandano contemporaneamente i ragazzi, sconvolti.
“Si, lo sa” con un cenno Ashton gli fa capire una cosa, che non riesco a decifrare.
Qualcuno suona il campanello e vado ad aprire, trovandomi davanti Fanny e Laura, entrambe un sorriso smagliante.
“Buongiorno bellissime!”
“Buongiorno a te, Emma. Ho scoperto una cosa bellissima”
“Cosa, Fanny?” chiedo curiosa.
“Le ho detto della mia cotta per Calum” sussurra la mora per non farsi sentire dai ragazzi.
“Uuuuh, e io ho un bel piano per far capire a quella testa vuota di provare qualcosa per te”
“Si, Emma, contaci”
Entriamo e Michael si dirige verso la sua ragazza, donandole un bacio dolce. Stavolta non ho nulla in contrario a proposito del loro bacio, poiché è corto, ma pieno di amore; e poi, loro sono una bella coppia.
“Le due galline sono già arrivate, possiamo andare in garage” informo a loro.
Così senza aspettare Hayley e Sarah, andiamo nel box e prendiamo posto. Siamo seguite, dopo un paio di minuti, dal resto del gruppo; i ragazzi prendono i loro strumenti e iniziano a suonare una canzone che ormai so a memoria.
 
Ever since the day that we met
I couldn't get you out of my head
There was always something about you
Every chance that I seem to get
Finds a way to end in regret
There was always something about you

Jealousy keeps containing me
In time you'll see
Just what we could be

Le due galline spennacchiate continuano a battere le mani e questo mi da sui nervi, ma sto zitta, cercando di godermi a pieno le voci di Luke e Calum.
But I'm always too late
I'm always too late
I see you but I always hesitate
'Cause I'm always too late
Don't wanna be too late
To have you by my side and I can't wait
'Cause never is too late


Every time I see you with him
I'm tearing down the walls in my head
I can't hold back any longer

Jealousy keeps containing me
In time you'll see
Just what we could be

All’improvviso Luke smette di cantare e lascia spazio ad Ashton, che finisce la canzone da solo.
But I'm always too late
I'm always too late
I see you but I always hesitate
'Cause I'm always too late
Don't wanna be too late
To have you by my side and I can't wait
'Cause never is too late

Wanted to tell you
What I feel inside
Don't wanna hurt you
I'll make you feel alright

Wanted to tell you
What I feel inside
Don't wanna hurt you
I'll make you feel alright

But I'm always too late
I'm always too late
I see you but I always hesitate
'Cause I'm always too late
Don't wanna be too late
To have you by my side and I can't wait

'Cause I'm always too late
(I'm always too late)
I'm always too late
(Waiting for you babe)
I see you but I always hesitate
'Cause I'm always too late
(I'm always too late)
Don't wanna be too late
(Waiting for you babe)
To see you by my side and I can't wait
'Cause never is too late
 
Ha una voce fantastica il riccio, e mi è sembrata una cosa carina che mio cugino gli lasciasse spazio per farci sentire le sue doti canore. In più, sembrava che le parole le dedicasse alla ragazza che le piace.
Così mi avvicino a lui e gli sussurro all’orecchio, in modo tale che nessun’altro senta:
“L’hai cantata pensando a quella ragazza? Non mentire che l’ho capito che centrava lei”
Dopo qualche tentennamento annuisce. Io esulto vittoriosa e ritorno dalle mie amiche con un sorriso stampato sul volto.
“Perché sei cos’ì felice?” mi chiede Fanny.
“Ho scoperto che Ashton ha dedicato la canzone alla ragazza che le piace”
“Sai chi è? Te l’ha detto?” strabuzza gli occhi la rossa.
“No, però mi ha detto che è di un’altra scuola, ha gli occhi verdi e i capelli ricci” rispondo ricordandomi la descrizione della ragazza misteriosa “Perché, voi lo sapete?”
“Noi? Ma figurati! Come possiamo noi saperlo?!” mente in modo pessimo Laura.
“Ditemelo. Ora. O spiffererò a Calum che ti piace”
“Va bene” la mora lancia un’occhiata a Fanny, che le annuisce impercettibilmente “Ad Ashton piace...”
 
 
 
Hellallà (?) nuovo saluto strano lol.
Comunque, vi voglio tanto bene *non uccidetemi per il capitolo*.
Che dire... niente, spero solo che vi sia piaciuto e che mi perdonerete di aver ritardato l’aggiornamento di qualche giorno.
Ora vado che sono esausta, ho fatto tutto il pomeriggio una ricerca lunghissima sullo sviluppo sostenibile (aiuto) più la presentazione su Power Point. Come se non bastasse devo ancora studiare francese, piango.
Un bacione,
Fede

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Capitolo 17
*** Perché non me lo hai detto? ***


PERCHÉ NON ME LO HAI DETTO?
 
Non ci posso ancora credere, sebbene siano passati quattro giorni dalla rivelazione; non capisco perché Ashton non mi abbia detto niente, infondo siamo migliori amici; e i migliori amici si dovrebbero confidare segreti simili.
Decido quindi di andare a parlargli, ma non prima di aver finito i miei compiti. Per domani devo studiare letteratura inglese, precisamente la vita di Shakespeare, e la mia voglia è sotto ogni infinita immaginazione. Ma perché non poteva fare storie più coinvolgenti, invece di quella roba scritta in una maniera assurda?
Come se non bastasse, continuano a ronzarmi nella mente le parole di Laura. Non capisco... non capisco niente; perché avevano così tanta paura a dirmelo? Pensavano forse che mi piaceva Ashton e che quindi ci sarei rimasta male? Beh, si sbagliano di grosso, a me non piace il riccio in quel senso. Si, lo ammetto, è simpatico e un bel ragazzo, ma non provo niente che sia al di fuori di una meravigliosa amicizia.
“Appena diciottenne sposò Anne Hathaway, di otto anni più anziana di lui, e l’anno successivo nacque la prima figlia, Susanna. La vita di Shakespeare negli anni successivi non è documentata, ma si presume che lavorasse per qualche famiglie di piccola nobiltà cattolica. L’unica certezza è che nel 1592 era già noto nell’ambiente teatrale londinese come attore e mestierante di teatro, anche se...”
Basta, non capisco una singola parola di quello che sto leggendo, non sono minimamente concentrata. Decido quindi di prendere una pausa, nella quale dovrò fare un discorsetto al mio amico.
Lo trovo in camera sua, mentre è impegnato in una tavola di arte raffigurante della frutta morta; o meglio, il disegno dovrebbe rappresentare quello, ma tutto ciò che vedo non ha niente a che fare con la frutta.
“Emma! Ti prego aiutami, è un’impresa impossibile fare questa tavola; solo tu mi puoi aiutare, non voglio prendere un brutto voto” mi implora il ragazzo, non appena mi vede.
“Prima mi dici una cosa, poi forse ti aiuto: perché non me lo hai detto? Pensavo di essere la tua migliore amica” mi siedo sul letto, sbuffando.
“Detto cosa? Non capisco”
“Di chi ti piace; me lo hanno detto le ragazze, altrimenti non l’avrei mai saputo” Ash sembra essere agitato “Perché non mi hai detto che ti piace Laura?”
“I..io, veramente...” cerca di dire, ma lo interrompo.
“Voglio capire cosa ti ho fatto, pensavo ci dicessimo tutto, non è poi una cosa così brutta, anzi”
“Che ti hanno detto in particolare?” chiede con voce roca.
Così gli racconto dell’avvenimento successo qualche giorno fa.
 
“Ad Ashton piace...” Fanny non finisce la frase, poiché è fermata dall’arrivo di Calum.
“Sentite, vi va di bere un succo d’arancia?”
Accettiamo e, riunendoci agli altri, andiamo in cucina. Dopo un dissetante bicchiere, ci separiamo dai ragazzi e dalle due galline, con la scusa dei compiti, e ci chiudiamo in camera mia.
“Okay, ad Ashton piace...?”
Le mie amiche si guardano e Fanny inizia a rispondermi, ma viene interrotta da Laura.
“Gli piaccio io” ammette velocemente “Me lo ha detto qualche giorno fa, ma io gli ho controbattuto che lo vedo solo come un amico e che mi piace già un altro”
“E quindi?”
“E quindi cosa, Emma? Siamo amici, non voglio essere la sua ragazza” risponde nervosa.
 
Ashton, come me, sembra sorpreso dalla questione, ma poi cambia espressione, rivelandomi la verità.
“Si, è vero, mi piace Laura. Ho sbagliato a non dirtelo, scusa”
“Scuse perdonate, però la prossima volta dimmelo subito, che altrimenti non ti perdonerò così facilmente. Ora dammi qua la tavola, che ti mostro come si disegna una mela e un grappolo d’uva”
Prendo lo sgabello e mi siedo accanto a lui, quindi prendo un foglio bianco, una matita e gli faccio vedere un abbozzo creato al momento, spiegandogli le varie tecniche.
“Devi essere delicato, ma allo stesso tempo deciso; fai finta che questo foglio sia la guancia di Laura, accarezzala dolcemente... no! Non così” ridacchio per le sue incapacità.
“Non è divertente!”
Gli prendo la mano e disegno con lui. Al mio tocco sussulta, ma si rilassa dopo qualche secondo, quando si abitua.
“Visto, non è così difficile: delicato, ma deciso. Ecco cosa significa; ora prova solo tu”
 
“Spiegami una cosa” a compiti finiti, sono ritornata in camera di Ashton e ora stiamo parlando del più e del meno “Tu mi hai detto che la ragazza che ti piace ha i capelli ricci e gli occhi verdi, ma sappiamo entrambi che Laura non ha queste caratteristiche fisiche”
“Merda” sussurra.
“Quindi sputa il rospo: uno, perché hai mentito, e due, chi è la fortunata”
“Non ho mentito, ho omesso qualche dettaglio” si difende.
“E quale dettaglio? Oh! Ho capito! Ci siamo sbagliati noi! Ma certo, come ho fatto a non pensarci?!”
“Di che stai parlando?”
“La ragazza che ti piace è Laura, ma non quella Laura. Ti piace una che ha lo stesso nome della mia amica!” esclamo.
“Mi hai scoperto” sospira.
“Senti, vado a farmi la doccia che il caldo è arrivato all’improvviso nel giro di mezza giornata; ma ricordati che non è finita qua la nostra conversazione”
 
La sveglia suona e come ogni mattina combatto con tutta me stessa per alzarmi e non rimanere tra le coperte. Mi vesto, più leggera degli altri giorni, e scendo a fare colazione. Non ha mai fatto così tanto caldo in un colpo solo, quest’anno le temperature sono veramente strane. O forse è Sydney che è sempre così e io, abituata a Perth, non ci ho fatto caso.
“Buongiorno Emma”
“Ciao Luke” sbadiglio “Come mai sei così allegro e pieno di vita? È mattina e si deve andare a scuola, non c’è nulla di divertente”
“Oh, niente, è che fra poco inizia l’estate. Sai, io ho sempre amato l’idea dell’estate, e del sole, e del caldo afoso...”
“Okay, ma attento a non diventare un pupazzo di neve. Hai detto le stesse battute di Olaf”
“Lo so, ho fatto apposta” sorride.
Scendono anche Cal, Mikey ed Ashton e, dopo un’abbondante colazione, ci rechiamo a scuola. Scesa dalla macchina, vengo investita da un abbraccio di Laura, che ricambio volentieri.
“Ci si vede a pranzo, ragazzi” li saluto, per poi recarmi con la mora ai nostri armadietti.
“Lau, ho scoperto una cosa: tu non piaci ad Ashton”
“Come? Hai scoperto chi gli piace?”
“Si, è una ragazza di un’altra scuola, si chiama come te, ecco perché ci siamo confusi” le racconto.
La campanella suona e insieme ci dirigiamo nell’aula di matematica, dove ci attendono due stancanti ore con mia zia. Quest’ultima giunge in classe dopo cinque minuti, con un pacco di fogli in mano.
“Buongiorno ragazzi; vi ho corretto i compiti in classe e devo ammettere che sono davvero orgogliosa di voi, i voti sono tutti molto alti”
Io e la mia amica ci guardiamo, ridendo perché non se n’è accorta che avevamo copiato; la professoressa passa tra i banchi, consegnandoci le verifiche, quindi ritorna alla cattedra, soddisfatta.
“Ora, visto che siete andati tutti bene, sicuramente oggi sentirò un’interrogazione perfetta. Allora, ci sono volontari?”
 
 
 
 
 
 
Ehi belle bimbe!
Sono riuscita, tra la scuola e la scuola (rido), di scrivere il capitolo tanto atteso per qualcuna di voi. Spero che vi piaccia, anche se probabilmente non è come avevate pensato.
Un bacione e grazie a tutte,
Fede ∞

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Capitolo 18
*** Segreti rivelati ***


SEGRETI RIVELATI
 
Il venerdì pomeriggio è arrivato, e con esso anche l’ora degli allenamenti. Come sempre, devo chiedere aiuto a Laura per coprirmi, ma stavolta non è come pensavo.
“Mi dispiace Emma, ma stavolta non posso più. O mi dici perché ti devo coprire e per quale motivo ti sei trasferita, o scordati che io collabori con te” risponde scocciata al telefono.
Sussulto, sperando di non aver capito bene; sfortunatamente, però, la mia amica continua ad insistere, così sono costretta ad accettare. Esco di casa e mi dirigo da lei, pensando a quello che le rivelerò di lì a poco. Arrivata, mi fa entrare e ci chiudiamo in camera sua, mentre lei aspetta con impazienza che le chiarisca tutto.
“I miei genitori dovevano andare in Italia per lavoro, ma mi hanno spedito qua perché sapevano che non avrei mai voluto andarmene dall’altra parte del mondo. A Perth ho lasciato la mia migliore amica, Rosie; le voglio un’infinità di bene ed è stato quasi impossibile separarci. Due settimane fa ho scoperto che Ros ha avuto un incidente e non si ricorda più di nessuno, non si ricorda più di me, dei fantastici momenti che abbiamo passato insieme...” soffio, cercando di cacciare dentro le lacrime che si stavano formando.
“Oddio, mi dispiace tantissimo. Se hai bisogno di una amica sappi che ci sono. Ora vorrei capire perché ti devo coprire così tante volte”
Anche se è una splendida amica per me, non posso rivelarglielo, è contro tutti i patti che abbiamo stipulato io e Rosie. So benissimo che peggiorerei le cose, mentendo un’altra volta, ma è l’unica soluzione; rischio troppo.
“Ho un ragazzo, ma nessuno lo sa; si chiama Nikko e mi piace tantissimo, ma non vogliamo alcun intoppo, quindi non l’abbiamo detto a nessuno. Ogni martedì e venerdì ci incontriamo e stiamo un po’ insieme”
“Ah, che stupida che sono. Scusami ancora, ma pensavo che dovessi fare chissà che. Comunque tranquilla, con me il tuo segreto è al sicuro” mi fa l’occhiolino “Corri, allora, non voglio trattenerti. Dopo voglio i dettagli, però”
Per fortuna non si è accorta di nulla. Mi dispiace di aver messo in mezzo Nikko, ma era l’unica bugia plausibile; d'altronde, nessuno lo conosce, quindi questa notizia, se venisse rivelata, non farebbe tanto scalpore, almeno spero.
Annuisco e lascio casa sua, per poi ritornare a casa e preparare il borsone per la piscina; guardo l’orario e, vedendo che è ancora presto, rimango in camera, continuando a leggere il libro che l’insegnante di lettere ci ha assegnato.
Dopo una mezzoretta, capisco che è tempo di andare; così, senza farmi vedere, esco e mi reco in piscina; chiudo a chiave l’entrata, mi cambio, infilandomi il costume e legandomi i capelli, metto la telecamera sul computer, infine prendo un bel respiro e inizio.
Conto ogni scalino, ogni passo che mi separa dal mio allenamento; calma, ma soprattutto rilassata, arrivo fino alla piattaforma di 7.5 metri, non facendo caso all’altezza; mi avvicino al bordo e mi concentro: spalle alla vasca, braccia parallele al bordo e talloni alzati. Conto fino a tre, poi mi tuffo, compiendo un 203C, ovvero un salto mortale e mezzo indietro raggruppato.
Mi viene abbastanza bene, ma la mia entrata in acqua è ancora da perfezionare, poiché abbondante (superiore ai 90°). Il resto però è giusto: i piedi si toccano sempre e al momento del salto raggiungo un’altezza elevata.
Seguono poi tuffi in avanti, sempre saltando dalla piattaforma, e un incredibile salto mortale e mezzo rovesciato con tre avvitamenti e mezzo, in posizione libera, chiamato semplicemente 5337D. Negli ultimi l’entrata è giusta, ma mai perfetta al punto di poter gareggiare alle Olimpiadi.
Le Olimpiadi. Mi ha sempre affascinato l’idea di potervi partecipare, un giorno, magari sotto un nome diverso. Ma non sono così brava da meritarmele, non sono all’altezza delle altre ragazze. E, come se non bastasse, costa tantissimo la competizione.
Concluse le due ore di allenamenti, mi faccio una doccia veloce per togliere il cloro, poi mi asciugo i capelli, stando attenta a non fare lo stesso errore dell’altro giorno. Quindi riapro l’entrata, lascio la chiave sul bancone della reception ed esco, guardandomi attorno per essere sicura che nessuno mi abbia visto.
 
“Emma, carissima cugina, siediti; dobbiamo parlare” questa affermazione non promette niente di buono.
Non è passato neanche un quarto d’ora dal mio arrivo, che Luke e gli altri mi vogliono dire una cosa; e a giudicare dalle loro facce non sarà rose e fiori.
Sbuffo, sedendomi sul divano e incitando i ragazzi ad andare avanti.
“Dopo che tu sei magicamente scomparsa nel nulla, è venuta a trovarci Laura; sai, ci ha detto una cosina”
“Ci dici tu chi è il ragazzo o dobbiamo tirartelo fuori noi?” conclude Ashton, con una punta di rabbia.
“Ehm... si chiama Nikko e...” cerco di essere più vera possibile.
“Cognome? Dove vive? Quanti anni ha? Lo conosciamo?” mio cugino fa domande a raffica, facendomi ridere dal suo comportamento simile a quello di mio padre.
“Fox, qua a Sydney, 16 come me, no” rispondo.
“Quindi è di un’altra scuola” constata Calum “È della Pacific Hills Christian School?”
“Si, certo” mento, non sapendo nemmeno dove sia questa scuola.
“Ci va anche Laura in quella scuola” esclama felice Ash “Magari si conoscono” ne dubito.
“Beh, quando possiamo conoscerlo?” chiede Michael.
Bella domanda, non lo so nemmeno io; forse facciamo una scampagnata a Perth e ve lo presento.
“Domenica, se volete; lo chiamo e gli propongo di venire qua” in che guaio mi sono cacciata.
 
I ragazzi mi hanno spedito a fare la spesa, e io il sabato mattina potrei scambiare un cocco con una anguria. Arrivata al supermercato, prendo un carrello e mi addentro tra le varie corsie.
Ormai finito, pago alla cassa ed esco, ma mi scontro accidentalmente con un ragazzo. Alzo lo sguardo per scusarmi, ma rimango a bocca aperta: quei riccioli che mi piacevano tanto sono spariti, ma gli occhi sono ancora quelli che mi hanno fatto tanto impazzire.
“Nikko! Cosa ci fai qui?”
“Emma! Oddio, che sorpresa vederti qui” esclama riconoscendomi “Farò quattro mesi qua a Sydney, poi ritornerò a Perth. Tu, piuttosto, che diamine sei venuta a fare qui?”
“I miei si sono trasferiti e mi hanno spedito qua da mio cugino”
“Wow; beh, che mi dici? Stai bene?”
“Tutto a posto grazie” poi mi viene in mente la mia bugia “Senti, per caso, vai alla Pacific Hills Christian School?”
“Si, perché?”
“Non arrabbiarti eh, ma dovevo fare delle cose e tutti mi premevano sul sapere quali cose; può darsi che io abbia detto di uscire con il mio ragazzo Nikko, di quella scuola” rispondo angelicamente.
“Capito. Quindi dovrei far finta di essere il tuo fidanzato?” e alla mia risposta affermativa “Perfetto, non sarà difficile, ci abbiamo già provato,  no?”
“Già; piuttosto sarà alquanto imbarazzante. Ah, vuoi venire domani a casa mia che ti presento a mio cugino e i suoi amici? Sono così ansiosi di conoscerti”
“Certo, non mancherò”
“Benissimo. Ora devo andare, ci vediamo domani; sono felice di averti rincontrato”
“Anch’io Emma, non sai quanto”
 

 
 
I’m so sorry. Sono una persona cattiva, me ne rendo conto, ma questa settimana sono stata pressata dalle verifiche e dalle interrogazioni.
Però vi ho fatto una bella sorpresa, rivelandovi questo bell’XX; non volevo farlo, ma le mie amiche mi premevano, quindi...
Vi voglio bene, vi ringrazio tantissimo per continuare a leggere. Se volete, o se siete più comode, potete trovare la storia anche su Wattpad.
Un bacione,
Fede ∞

 

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Capitolo 19
*** Non mi fido di quel tipo ***


NON MI FIDO DI QUEL TIPO
 
“Emma ha il ragazzo... Emma ha il ragazzo...” È da quanto è entrato in casa Nikko che Michael continua a canzonarmi. Rido e faccio finta di niente, abbracciando il mio fidanzato.
Ashton ci chiama per andare a mangiare, così ci accomodiamo a tavola; sono un po’ stranita dal comportamento del riccio, ma lascio passare, pensando fosse per Laura.
“Mi sembra strano che Ash abbia cucinato”
“Guarda che io sono uno chef nato, Cal” esclama fiero.
“Bene, Nikko, parlaci un po’ di te; devo far il padre della situazione, quindi sarò molto severo, attento a cosa dici” inizia Luke, iper-protettivo.
“Mi chiamo Nicholas Fox, sono di Perth, ma è da un paio di anni che vivo qua a Sydney. Io ed Emma da piccoli eravamo inseparabili, così quando mi sono trasferito ci siamo rimasti entrambi male. Fortunatamente anche lei è qua e, dopo esserci ritrovati, abbiamo capito di essere attratti l’uno dall’altra” mente meravigliosamente il ragazzo “Che altro, mi piace il calcio e me la cavo a scuola”
I ragazzi annuiscono, pensierosi, mentre Luke continua ad andare all’attacco, cercando di trovare anche i più piccoli difetti.
“Perfetto, la prima parte è passata; ma dimmi, quali sono le tue intenzioni con mia cugina?”
Nikko mi guarda, sorridendo; non l’ho mai visto così concentrato a cercare di dire la cosa giusta e, soprattutto, mi sconvolge il fatto che sia così bravo a mentire. Ecco una cosa che abbiamo in comune.
Ricambio il sorriso, aspettando la sua risposta; stavolta non ascolto quello che dice, però, poiché sono troppo presa a scrutare i volti dei miei amici. Calum vuole far finta di essere severo, ma si vede chiaramente che è rilassato e contento della presenza del mio ragazzo; Michael è buffissimo, con quegli occhi aperti e le pupille dilatate, intento ad ascoltare ogni singola parola di Nikko; sono già sicura che gli piace.
Infine mi soffermo sul volto di Ashton, che non era come immaginavo; difatti la sua espressione è severa, le mani strette a pugni e il piatto quasi pieno.
“Scusatemi, non ho fame; vado a prendere una boccata d’aria” il riccio si alza ed esce dalla porta d’ingresso.
Tutti si guardano con un’espressione spaesata, così li tranquillizzo e seguo il ragazzo delle bandane. Appena fuori, il sole mi colpisce gli occhi, e sono costretta ad alzare il braccio sugli occhi per coprirli.
Sentendo il rumore dell’acqua che si muove, mi dirigo verso la piscina, trovando Ashton con i piedi a mollo e la stessa espressione di prima; mi avvicino e mi siedo affianco a lui, iniziando a guardarlo: quel verde acceso dei suoi occhi si è spento e non capisco veramente il motivo. Dopo un po’ punta lo sguardo su di me, sbuffando.
“Allora? Mi dici cosa ti prende?” chiedo apprensiva.
“Nulla, sono solo stanco” liquida con un gesto della mano.
“Ashton”
“Emma” controbatte.
“Voglio solo capire cos’hai, mi fa star male vederti così” gli occhi gli si illuminano un secondo, per poi tornare come prima.
“È p...per L...Laura” balbetta, quindi continua “Le ho lasciato una lettera nella casella della posta di casa sua, ma ho capito che ho fatto una cazzata, non avrei dovuto farlo; insomma, probabilmente non sa neanche della mia esistenza. In più, in quella lettera ho scritto cose troppo dolci che mi fanno imbarazzare tantissimo e... e ho paura che lei non ricambi un minimo di quello che provo per lei”
“Vedi, Ash, non è un problema di non provare gli stessi sentimenti, più che altro è quello che lei non sa chi sei. Sono sicurissima che la sta leggendo e sta pensando a quanto tu possa essere dolce. Tu, però, devi farti avanti; se vuoi che lei si accorga di te, allora vacci a parlarle, falle capire che quella lettera l’hai scritta tu, conquistala. E poi abbiamo un jolly, Nikko; lui va nella sua stessa scuola, quindi puoi avvicinarti a lei attraverso il mio am...fidanzato”
Al sentire quel nome, fa una faccia ancor più schifata, facendomi capire che c’è altro sotto, che non è solo questione di Laura.
“Ma vedo che qualcuno non ti va a genio, perché?”
“Non ti offendere, Emma, ma non mi sta per niente simpatico Nicholas; non so, non mi fido di quel tipo, mi sembra che stia nascondendo qualcosa” mannaggia, Ashton inizia a sospettare, non devo permetterlo.
“Ma no, noi due ci diciamo sempre tutto e stai tranquillo che non ha niente che non va. Ora, torniamo dentro?”
 
“Voglio fare una festa grandiosa per il mio compleanno, 17 anni si compiono una sola volta nella vita”
“Come i 16, i 15...” scherza Cal, sistemandosi meglio sul divano.
Nikko è andato via nel tardo pomeriggio e mi è sembrato che il piano andasse benissimo; Ashton si è calmato, per fortuna, e ora siamo seduti davanti alla televisione, accesa su un canale che non sapevo nemmeno che esistesse.
“Sul serio, deve essere super. E voglio tanta gente” afferma il rosso.
“Mikey, abbiamo cinque giorni di tempo per preparare tutto, non riusciremo a fare cose megagalattiche” lo riporta nella realtà Luke.
“Ma io non dico che ci devono essere gli unicorni, anche se mi sarebbe piaciuto. Basta che invitate un po’ di persone della scuola e amici vari, faremo una festa la sera con patatine, panini, pizza, tante bevande e alcolici, anche se non potremmo, ma non mi importa”
“Ci proveremo, non ti promettiamo niente”
“Grazie Emma, tu si che sei una brava ragazza. Ah, un’altra cosa: se possibile, le decorazioni compratele blu; ho voglia di fare una visitina dal parrucchiere”
Non voglio pensare a come starebbe con i capelli di quel colore; già è strano che un maschio se li tinga, figuriamoci di blu. Calum un giorno mi ha detto che aveva fatto la tinta con i colori dell’arcobaleno e sembrava un unicorno, peccato che non c’ero, avrei voluto davvero fargli una foto.
“Ed eccoci ad una nuova entusiasmante gara di tuffi qua a Melbourne” la voce del giornalista mi ravviva dai miei pensieri “Era da tanto che non si faceva più sentire Sharleen Stratton, campionessa australiana per ben due volte. Come ti senti, dopo essere tornata a gareggiare?”
Non ci posso credere, la tuffatrice che ammiro di più al mondo è finalmente ritornata, sono al settimo cielo. È grazie a lei che ho questa forte passione per i tuffi, ed è una grande notizia sapere che, nonostante il suo infortunio, continui con ciò che ama di più.
“Vi prego non cambiate, quella ragazza è fantastica” esclamo.
“E chi vuole cambiare? Aspettavamo questo momento da tanto” dice Luke “Guarda quante ragazze che ci sono, non me ne andrei per nulla al mondo”
“Sempre il solito maschio. Guarda che se Hayley lo scopre finisce male” scherzo.
Sharleen fa un tuffo eccezionale, un 5235D*. Non ne avevo mai visto uno del genere: la precisione dell’entrata in acqua, le gambe tese, ma non troppo, l’elevazione del salto erano fenomenali.
“Secondo voi quanto si merita?” chiede Ash.
“8.5 per me, ma sono sicura che il giudice in mezzo le darà 7; lui è severo” rispondo con fermezza.
Quando vengono fuori le valutazioni, i ragazzi si sorprendono dei risultati: ho detto proprio il voto assegnato. Mi guardano con stupore, così io li liquido con un’alzata di spalle.
“Ho tirato ad indovinare” mento.
“Tu sei un mito, una forza della natura. Ti prego dimmi quanto farò nella prossima interrogazione di storia” implora Michael.
“Non lo so” rido “Ma se non ti muovi a studiare non sarà un bel voto”
“Cambiamo argomento” si intromette mio cugino “Alla fine che avevi oggi, Ash?”
“Mah niente, solo che non mi fido di Nikko”
“Non ti preoccupare, ha superato il test a cui è stato duramente sottoposto; è okay il ragazzo”
“Calum, che test gli avete fatto fare?” domando con un velo di preoccupazione.
“Semplice, una partita a Fifa: se vinceva era dei nostri, altrimenti doveva sparire e tu lo avresti dovuto lasciare” sorride Luke.
Sono pazzi questi quattro, ma sono importanti per me e non voglio perderli per nessuna ragione al mondo.
Mi suona il telefono e guardo il mittente. No, non può essere veramente lei, è impossibile; il cuore mi batte freneticamente e divento pallida.
“Emma, che succede?” premuroso, Ashton si avvicina a me.
Rosie
 
 
 
 
*Salto mortale e 1/2 indietro con 2 avvitamenti e 1/2 in posizione libera
 
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Gente! Sono tornata tra voi! Mi scuso per il ritardo, ma non avevo né tempo né ispirazione.
Spero che il capitolo vi piaccia, ci ho messo l’anima per farlo decente.
DAN DAN DAAAAAN cosa accadrà con la chiamata di Rosie? Io lo so lalala e voi no lalala. Okay la smetto, alla prossima amori miei.
Fede ∞

 

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Capitolo 20
*** Buon compleanno vecchio! ***


BUON COMPLEANNO VECCHIO!
 
“Emma, svegliati” sussurra una voce al mio orecchio.
“Ancora 5 minuti, mamma” liquido con il braccio.
“Non sono la zia, sono tuo cugino. Dobbiamo andare a scuola, dormigliona”
Mi stiracchio e mi alzo di malavoglia.
“Ricordati di fare gli auguri a Mikey”
Ah, già. Mi ero dimenticata; con il sonno che ho, mi dimenticherei pure il mio nome. Luke esce dalla stanza, facendomi preparare.
Finito di mettere anche le scarpe, scendo silenziosamente, notando che sono tutti a fare colazione, compreso il festeggiato. Faccio capire agli altri di non dire niente a lui e mi avvicino furtivamente. Tre... due... uno...
“BUON COMPLEANNO VECCHIO!” urlo saltandogli sulle spalle.
“Grazie bambina” mi abbraccia di rimando “Ma mi hai fatto perdere 30 anni di vita, non mi vorrai mica far fuori subito”
“Su quello ci sto lavorando” scherzo.
Finito di mangiare, entriamo in macchina e ci dirigiamo a scuola. Lì, ci incrociamo con Laura, che fa gli auguri al ragazzo, che il giorno prima ha cambiato tinta dei capelli in blu. Ora lo soprannomino Puffo. Neanche il tempo di arrivare ai nostri armadietti che una chioma rossa salta addosso al povero Michael, coprendolo di baci.
“Auguri amore!”
“Grazie piccola. Ora però alziamoci, che ci stanno guardando tutti” ride.
 
Le lezioni passano in fretta, per fortuna; continuavo a pensare alla montagna di addobbi e cibo che avremmo dovuto comprare il pomeriggio, senza che il festeggiato se ne accorgesse. Gli avevamo detto che non eravamo riusciti a organizzare niente e lui, triste, ha accettato una festicciola veloce solo con noi.
Ora, al supermercato, sono sconcertata da tutto quello che devo comprare; i ragazzi hanno scritto il mondo intero sulla lista, me la pagheranno. Fortunatamente mi aiutano Fanny e Laura, senza di loro arriverei  a casa domattina.
“Allora, vediamo un po’ che c’è: due o tre pacchi grossi di patatine, altrettanti di pop-corn, cinque scatole da 10 pizzette ciascuno...” inizio.
“Ma quanto mangiano? Vogliono sfamare tutta l’Africa?!” chiede Fanny.
“Sapevo che gli invitati sono tanti e che loro mangerebbero tutto il supermercato, ma non è un po’ troppo?”
“Non so, ma sarà meglio comprare tutto, prima che ci tirano addosso le sedie. In caso, avremo la scorta di un mese” rispondo ridendo.
 
Fanny è riuscita a tenere Mikey lontano da casa durante tutta la preparazione della festa. Gli invitati stanno entrando, poco a poco, in casa, e mi stupisco ancora una volta dal numero di ragazzi. Mi avvicino ad Ashton.
“Li conosci tutti?”
“No, ma se a Michael va bene, allora mi accontento”
“E con tutte queste persone mi vuoi dire che non c’è la tua Laura?” incrocio le braccia, sorridendo.
“S..si che c’è, ma non ti dico chi è” mi sfida.
“Perfetto, allora io e Nikko passeremo la serata a cercarla; tanto me l’hai descritta”
“Merda” mormora “Va beh, quando l’hai trovata fammi un fischio”
All’improvviso Calum sale su una sedia e urla, assicurandosi l’attenzione di tutti.
“Michael e Fanny sono qui! Spegnete le luci e nascondetevi!”
Tutti cercano un buon nascondiglio e io, trovato il mio ragazzo, mi accovaccio con lui dietro il divano.
“Sei bellissima” mi sussurra nell’orecchio.
“Grazie, ma non serve dirmelo adesso, nessuno ci sente” dico con lo stesso tono di voce.
“C’è qualche problema? Sei bella e voglio dirtelo” controbatte dandomi un bacio sulla guancia.
Sentiamo la serratura della porta scattare e de passi farsi sempre più vicini; quindi qualcuno accende la luce e tutti noi usciamo allo scoperto.
“Buon compleanno!”
Michael non può credere ai suoi occhi, penso che se non ci fosse nessuno si metterebbe a piangere di gioia.
“Oddio, grazie ragazzi, non me lo aspettavo” viene incontro abbracciando noi sette “Beh, che dire... diamo inizio alla festa!”
Luke e Calum si dirigono dalle proprie ragazze e iniziano a ballare, mentre noi rimaniamo ancora un pochino in salotto.
“Grazie ancora, Emma; so che sei stata tu ad organizzare tutto”
“Beh, non proprio tutto... ma devo ammettere che l’idea l’ho avuta io. Ora scusami, ma devo compiere una missione”
Sorrido ad Ashton, nervoso, e prendo Nikko per un braccio, portandolo lontano dagli altri.
“Mi devi aiutare: devo trovare una ragazza riccia con gli occhi verdi”
“Trovata” mi sorride.
“Non io, scemotto. È la ragazza che piace ad Ash, è della tua scuola, si chiama Laura”
“Laura... Laura... ah, ho capito! Mi pare che sia la Hunt, vieni” non hai scampo, amico mio.
Zigzaghiamo per il giardino, cercandola in ogni dove, fino a quando la troviamo appoggiata all’albero di pesco, con il mano un bicchiere di punch. È proprio una bella ragazza, non mi stupisco che piaccia al mio amico.
“Ciao, io sono Emma”
“Laura. Oh, ciao Fox”
“Ciao Hunt, come va?”
“Tutto bene. Bella la festa, ma non so chi sia il festeggiato; mi hanno invitato e io ho accettato”
“Si chiama Michael, ma ora non è importante” liquido “Volevo solo conoscere la ragazza che fa battere il cuore al mio amico, Ashton”
“Ashton? Ashton Irwin?” chiede con gli occhi lucenti “Oddio, è davvero carino. Sul serio gli piaccio?”
“Perché non lo chiedi a lui? È proprio lì” indico il ragazzo che, appena si sente tirato in causa, gira lo sguardo altrove.
“Okay, vado a parlargli. Grazie mille Emma”
“Bene, ora che abbiamo finito con il tuo amico... vieni a ballare?”
Così ci avviciniamo alla massa di ragazzi che si muove a ritmo della musica e li imitiamo. Mi sto divertendo davvero tanto, spero solo che il resto della serata vada per il meglio. Dopo qualche minuto Nikko si allontana, dicendo di voler andare a prendere da mangiare, quindi io mi entro in salotto e mi vado a sedere sul divano, stranamente vuoto.
 
“Rosie... pronto Ros, sei tu?” ma dall’altro capo del telefono nessuna risposta “Rosie, di’ qualcosa, ti prego” Tu tu tuuuu. Ha attaccato.
Guardo il cellulare sconvolta, non capendo più nulla; perché la mia migliore amica mi ha chiamato e poi non ha detto nemmeno una virgola? Non capisco. Delle lacrime amare bagnano le mie guance e quattro paia di braccia mi stringono forti a loro.
“Non ti preoccupare, Emma; vedrai che non è niente” mi consola Luke.
“Magari si è sbagliata e ha premuto il tasto sbagliato” prova Calum.
“Provo a chiamare sua mamma” tiro su con il naso e fingo un sorriso “magari riesco a capire cosa è successo”
Scorro sulla rubrica fino a trovare il contatto che cercavo, quindi aspetto impaziente che la donna risponda.
“Emma cara! Che piacere sentirti! Allora come va?”
“Martha... cosa succede?”
“Non capisco tesoro, qua è tutto a posto” capisco che mente.
“Martha, non prendermi in giro. Mi ha telefonato Rosie poco fa, senza parlarmi. Voglio capire perché lo ha fatto” controbatto fredda.
“Ah no, mi son dimenticata di dirtelo: Ros ha perso il cellulare qualche giorno fa, probabilmente chi l’ha ritrovato deve avere fatto il tuo numero per sbaglio” non sembra molto convincente, ma lascio passare “Devo andare, cara, stanno facendo degli esami alla mia piccola. Ci sentiamo, ciao”
 
Cerco di non pensarci, ma quella telefonata mi continua a ronzare nella mente. Ho uno strano presentimento, come se la mamma della mia amica non avesse detto la verità.
Ora che stavo iniziando a non pensare più a lei, dopo questa chiamata mi è più difficile far finta di niente. Penso a Rosie durante i miei allenamenti, sicura che, quando e se ricorderà di me, si congratulerà vedendo il mio duro lavoro nei video che ho fatto.
Ma questa è un’altra faccenda, non si tratta dell’XX, si tratta della nostra amicizia. Se essa era così forte e resistente, non capisco proprio perché non si ricordi ancora di me, della sua migliore amica, della ragazza con cui passava la maggior parte del tempo.
Vengo distratta dai miei pensieri da Michael che mi chiama, avvertendomi dell’apertura dei regali. Mi alzo e lo seguo, sperando che il mio pensierino gli piaccia. Non lo conosco così a fondo come gli altri, quindi ho optato per una cosa semplice.
Dopo aver scartato molti regali, in parte dei compagni di scuola, arriva il nostro turno. Luke e Hayley gli hanno comprato un tubetto di tinta blu per i capelli, nel caso colasse come l’ultima volta, spiega mio cugino; Calum e Sarah hanno preso delle scarpe nuove, dato che le sue erano conciate male, mentre Laura, sotto consiglio di Fanny, un unicorno di peluche; Ashton, invece, ha pensato ad una maglietta con scritto IDIOT. La sua ragazza, infine, gli ha prenotato una cenetta romantica per loro due in un ristorante vicino al mare, e poi... chissà.
Michael, mi guarda, prendendo il mio regalo. Sono agitata. E se non dovesse piacergli? E se non fosse alla stessa portata degli altri?
“Vedrai che gli piacerà” mi rassicura Cal.
Tolta la carta, guarda il mio regalo, poi me, poi di nuovo il regalo. Si alza e mi abbraccia forte, ringraziandomi un centinaio di volte.
“È fantastico, Emma. Il miglior regalo del mondo. Senza offesa per gli altri, eh”
“Possiamo sapere anche noi cos’è?” chiede un ragazzo.
Michael lo alza, mostrandolo a tutti: ho dipinto un quadretto, raffigurando me e lui che ci abbracciamo, come in una foto che avevamo fatto qualche giorno fa.
“Così ti ricorderai sempre di me, vecchietto”
“Ma io non mi scorderò mai di te, bambina”
 
 
 
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Peopleeeeeee!
Come state tesori miei? Vi è piaciuto il capitolo? A me si lol. Spero vi piaccia tanto tanto :)
Non ho molto tempo (strano eh) quindi ringrazio velocemente tutte voi che leggete, le due ragazze che recensiscono e tutte quelle che hanno messo la storia nelle preferite/seguite/ricordate. Ve se ama.
Un bacio,
Fede ∞

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Capitolo 21
*** Ashton o Nikko? ***


ASHTON O NIKKO?

“Ash, dove sei finito?” urlo, alla ricerca del mio amico.
Sembra essersi volatilizzato nel nulla, è tutta la mattina che lo sto cercando, ma nessuno ha idea di dove sia.
Mi imbatto in un Calum assonnato che esce dalla sua camera con fare circospetto. Mi avvicino e lo colgo di sorpresa.
“Cal, che piacere vederti! Dormito bene?” iniziai con aria angelica.
“Emma, non provarci più, mi hai fatto prendere un infarto” esclama, portandosi una mano al petto.
“Scusa. Ora, hai visto Ash? Non lo trovo”
“Ehm... sì, cioè... no... insomma...” balbetta “So che non è nella mia stanza”
“Perfetto, fammi passare, Hood” anti sgamo proprio.
“NO!” mi ferma “Non puoi. È...è nudo”
“Correrò il rischio”
Sconfitto, socchiude la porta “Scusa, amico” quindi scende in salotto.
Entro, trovandolo nascosto senza successo dietro la tenda.
“Esci, Ash, ti vedo benissimo”
Pian piano il riccio spunta fuori, sedendosi cautamente accanto a me.
“Perché hai così tanta paura? Cosa ti ho fatto?” chiedo perplessa.
“È che ho paura della tua reazione, so già cosa mi vuoi domandare”
“Tranquillo, è tutto a posto. Ti ricordo che ho un ragazzo” sorrido falsamente “Ora dimmi tutto”
 
“Okay, vado a parlargli. Grazie mille Emma”
Il ragazzo dalla bandana blu gira subito lo sguardo, facendo finta di niente. Non vuole che la sua amica sappia che li stava fissando.
Una chioma riccia si ferma davanti al ragazzo, imbarazzata.
“Ciao” sussurra.
“Ehi” le fa eco.
“Sono Laura, ma penso che tu sappia già chi sia”
“Ehm... si. Allora, come va?” domanda, smorzando la tensione che si stava creando.
“Bene. Mi... mi dovevi dire qualcosa?”
“No, credo” non sa da dove cominciare, si era ficcato in un bel guaio.
“Oh. Beh, ti va se un giorno di questi usciamo? Possiamo andare al parco, al bowling... dove ti pare, insomma”
“Laura. Vedi, tu sei una bella ragazza, non c’è dubbio; ma... come posso spiegartelo, mi piace un’altra ragazza”
Laura ci rimane male, senza dubbio; si vede lontano chilometri che il suo umore si è sotterrato. Non pensava una cosa del genere, credeva di piacere veramente ad Ashton, ma evidentemente Emma si era presa gioco di lei.
“Emma... lei mi aveva detto che io ti piacevo e si, insomma... credevo che... oddio che stupida” si prende la testa tra le mani, insultandosi.
“Laura, non è colpa tua. È tutta mia la colpa, non dovevo metterti in mezzo, mi dispiace”
 
Allibita? Incredula? No, sono molto di più. Ashton mi aveva giurato che le piaceva Laura, quella Laura. Non posso credere che mi abbia mentito. Insomma, magari ho sbagliato io persona, ma lei era uguale a come Ash l’aveva descritta.
“Ash... cosa stai dicendo? Non è lei che ti piace? Cazzo, io lo sapevo che avrei sbagliato ragazza, ne ero certa. Ma no, aiutiamo pure gli amici. Ti ho messo nei pasticci, scusami. Evidentemente non era la Laura giusta”
“Tu non centri, Emma. Lo sbaglio l’ho fatto io a dirti che mi piaceva una Laura”
“Come scusa? Allora chi ti piace? Mi hai mentito, quindi. Davvero, Ash, perché lo hai fatto?” sto andando fuori di me, non riesco a fermarmi. Mi alzo “Credevo che ci dicessimo tutto, che tra di noi non ci fossero segreti né bugie. Perché? Non ti fidi di me forse? Ti ho fatto qualcosa di sbagliato? Dimmi qualcosa, Ash! Perché non mi hai detto la verità? Io ti avrei capito, qualunque fosse stata la tua scelta. Perché?”
“Perché? Vuoi sapere il perché?” urla esasperato, alzandosi anche lui “Perché mi piaci, Emma. Mi piaci tantissimo. Non smetto di pensare a te dalla prima volta che ti ho visto, dalla prima volta che mi hai parlato. Mi piaci. Mi piaci quando mi fai il solletico, mi piaci quando mi consoli e mi incoraggi, mi piaci quando disegni, quando leggi, così immersa nella lettura da sembrare un angelo. Credevo di avere delle possibilità con te, il modo in cui mi guardavi era diverso da come guardavi gli altri; ma poi è arrivato quel pallone gonfiato di Nicholas, il tuo ragazzo. Non potevo mica dirti che la lettera l’ho scritta per te, che eri tu che mi facevi battere il cuore. E ho messo in mezzo la prima persona che mi è capitata che aveva le tue stesse caratteristiche fisiche. Mi piaci, okay?”
Se prima ero allibita, ora lo sono ancora di più. Non posso credere alle mie orecchie, pensavo che tutti nostri giochi, tutte le nostre chiacchiere e i nostri abbracci fossero di amicizia, di pura e semplice amicizia. E invece mi sbagliavo di grosso.
Non so più che dire, o forse vorrei dire così tante cose da non riuscire a formulare nemmeno una parola. L’unica cosa che faccio è rimanere in piedi, impietrita, guardando il ragazzo di fronte a me sedersi e prendersi il capo tra le mani, maledicendosi in ogni lingua possibile ed immaginabile.
“Ashton, io.. io...” provo a formulare una frase.
“No, Emma. Ti prego, vattene. Dimenticati di quello che ti ho detto e vattene. Hai un ragazzo e... va bene così”
“No, Ash, non dire così, io...”
“VATTENE HO DETTO!” mi grida contro con tutta la voce che ha nel corpo.
Le lacrime premono per poter uscire e io scappo, rifugiandomi nella mia camera. Siamo migliori amici, certo; eppure, perché ci sto così male? Ho così tante domande da porre e nessuna risposta da dare.
Io gli piaccio, e tanto. Ma lui piace a me? Non lo so, non l’ho mai visto sotto quel punto di vista.
E poi, non potrei comunque stare con lui. Per prima cosa, siamo amici, sarebbe una sciocchezza stare insieme, il nostro rapporto cambierebbe se tra di noi non dovesse funzionare; cosa ne sarebbe della nostra amicizia? Rimarremo ancora legati o ci divideremo? Non posso sopportare un’altra perdita.
Come secondo punto, tutti pensano che io stia con Nikko, non sarebbe una bella cosa chiudere con lui e mettermi subito con Irwin. In ogni caso, Nikko mi serve ancora: gli altri pensano che io debba uscire con lui, mentre in realtà faccio gli allenamenti, e Nikko non chiede assolutamente nulla.
È proprio un bravo ragazzo, lui; sempre gentile, simpatico, anche con i miei amici: non si è tirato indietro, cercando di eccellere il più possibile per farsi piacere a Luke, Cal e Mikey.
“Emma! È pronto da mangiare, scendi! Anche tu, Ashton!” chiama il moro.
“Non ho fame, mangiate senza di me” rispondo, da quel che capisco in coro con il riccio.
Probabilmente lui sta peggio di me; non capita tutti i giorni rivelare alla ragazza che ti piace quello che provi, per poi sentirsi dire il contrario di quello che vorresti. Anche se, a dirla tutta, non ho detto proprio niente.
Mi corico su letto, non prestando attenzione alle parole di mio cugino, e mi addormento.
 
Mi sveglio dopo non so quanto tempo, forse due ore o tre. I miei pensieri si dirigono prima di tutti al ragazzo dalle trecento bandane, poi al mio amico di Perth. Possibile che tutto debba essere così complicato?
Parlando del diavolo, spuntano le corna, come dice un proverbio italiano, imparato da mia mamma in una delle ultime telefonate. Il ragazzo in questione bussa alla porta, per poi affacciarsi dentro e chiedere il permesso. Mi asciugo velocemente le lacrime e lo faccio entrare.
“Ehi Ems, come mai queste lacrime? Sai che non mi piace vederti piangere”
“Scusami Nikko, è colpa di... si, dei libro, è davvero devastante”
“So che non è la verità, ma lascio passare. Voglio dirti una cosa, e non posso tirarmi indietro proprio adesso”
Ma tutte oggi le confessioni? Bah. Lo lascio continuare, sorridendogli.
“Hai presente quando ieri sera ti ho detto che eri bellissima? Beh, lo pensavo veramente. Ma non come quando vedi una ragazza per strada e dici Cavoli, lei è davvero bella, io lo pensavo con tutto il mio cuore. Ho fatto un grande errore a lasciarti: mi piaceva una ragazza che non poteva certo essere paragonata a te. Però, quando ti ho rivista, i miei sentimenti verso di te sono riaffiorati”
So dove vuole andare a parare, e in certo senso sono felice; anche io avevo preso in considerazione l’idea di rimetterci insieme, sul serio. Ma non sapevo e non so tutt’ora se l’affetto che provo per lui è così forte o è solo amicizia.
“Quindi, mi stavo chiedendo se... ecco... se ti andava di ricominciare, di riprendere le redini della nostra storia. Quello che provo è reale, te lo giuro” conclude.
“Nikko, sai che ti voglio un bene dell’anima e che secondo i miei amici sei il mio ragazzo, ma non so se sono pronta a renderlo vero anche per noi due. Ho delle... complicazioni. Per te va bene se ci penso?”
“Non voglio metterti fretta, sappi che io aspetterò; ti aspetterò tutta la vita, se necessario. Pensaci bene, però. Ci vediamo domani” mi da un bacio sulla guancia ed esce dalla stanza.
Un misto di confusione mi attanaglia. Non so che fare. Ashton o Nikko?
Da una parte c’è Ash: gentile, simpatico, comprensivo, il mio migliore amico insomma; ma io non so con precisione quali siano i sentimenti che provo per lui, non so se essi vadano oltre l’amicizia. Inoltre, litighiamo spesso, i nostri gusti vanno spesso in disaccordo.
Dall’altra c’è Nikko: protettivo, divertente, deciso; quando siamo stati insieme ho passato uno dei migliori periodi della mia vita; lo conosco da tantissimo, quindi so bene le sue aspettative. Quando lo vedo, mi sento strana, una forte emozione incontrollabile si staglia in me; però alcune volte è troppo esuberante, e non mi piace molto questa sua caratteristica.
Lascerò passare un giorno, solo per vedere cosa fanno i due ragazzi, se lottano per avermi o no. Anche se ho già una chiara idea di chi voglio avere al mio fianco.
 
 
 
 
--------
Heilà!
Non uccidetemi, vi prego. Io vi voglio bene :)
Infondo, prima o poi doveva succedere. Secondo voi chi sceglierà? Ashton o Nikko?
Spero che comunque vi sia piaciuto, non è venuto proprio come l’avevo pensato, ma dettagli.
Ringrazio le due bellezze che recensiscono:
 
  • Ellie_blue14
  • acqua00
 
Le ragazze che hanno messo la fan fiction nelle preferite:
 
  • acqua00
  • alydagreen
  • Benedetta_FanGirl
  • cribsmile_90
  • Ellie_blue14
  • fatima0209
  • Giu_blasi
  • Grehoran93
  • JuliChanny
  • LippyandCassie
  • Nicole_6009
  • San_Siro
  • Sheeran_x
  • Vale_Caleo 2000
  • _itsanneiglesias
 
nelle seguite:
 
  • 5secondsofdemi
  • AshsBluePinguin
  • cribsmile_90
  • ehirwin
  • Emily_Brown
  • Gwen_Olly_SweetHug
  • IdolsFreeHugs
  • Ilovepizzand5sos
  • insularum
  • JellyBeans
  • Jenny_19
  • lol3
  • Marinina123
  • MARTY1DSOMELIKES
  • maty_annix
  • Sha01
  • Vale_Caleo 2000
  • _proud_of_them
     
e nelle ricordate:
 
  • cribsmile_90
  • Deda99
  • lolita7
 
e ovviamente le mie cari lettrici silenziose.
Os quiero mucho,
Fede ∞


 

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Capitolo 22
*** Scusa ***


SCUSA

Non so cosa, ma sembra che non importi più ad Ashton. Ogni volta che gli ho chiesto un favore, mi ha ignorato; quando ho fatto una battuta, non ha riso, come era solito fare. E devo ammettere che ci sono rimasta male.
Pensavo che avrebbe fatto di tutto pur di ricevere mie attenzioni, ma evidentemente mi sbagliavo, un’altra volta.
I ragazzi devono aver capito che il loro amico non è in vena di fare niente, evitando quindi di chiedergli di fare una partita ai videogame. Non volendo stare da sola con Ash, propongo a Laura e Fanny un pomeriggio di shopping. Entusiaste, accettano e in una decina di minuti suonano al campanello.
“Ehi ragazze! Come va?” le saluto.
“Bene, dai. Mikey mi ha accennato di Ashton, ma tu ci devi spiegare cosa è successo veramente”
“Concordo con Fanny”
Avviso i ragazzi che esco, poi ci dirigiamo verso la fermata dell’autobus. Mentre aspettiamo, Laura parte con le domande.
“Perché bandana-man è arrabbiato? O meglio, più che arrabbiato sembra giù di morale, qual è il motivo?”
Racconto loro l’avvenimento di ieri, omettendo la proposta di Nikko, in quanto credono che stiamo già insieme.
“Quindi te lo ha detto! Oddio finalmente!” esclama Fanny “Non ce la facevo più a tenermi tutto dentro e a non dirtelo”
“E tu a questo punto cosa hai fatto?” chiede l’altra mia amica, prendendo posto sul bus.
Le guardo con un’aria innocente, sperando che non urlino. Non mi fa impazzire essere al centro dell’attenzione.
“Tu. Sei. Scema. Forte.” Per mia fortuna la mora modera il tono di voce “Come puoi avergli detto no?!”
“Oh dobbiamo scendere. Andiamo” svio l’argomento.
“Riprendiamo dopo eh, non ci sfuggi” avvisa Fanny.
 
Fortunatamente, hanno fatto come promesso. Abbiamo passato un pomeriggio senza pensieri né ragazzi, un pomeriggio calmo, ma divertente; soprattutto quando facevamo finta di essere ad una sfilata, provando abiti che nemmeno lontanamente avremmo comprato.
Abbiamo deciso di fare una deviazione al parco, invece di dividerci subito. E riecco che spunta di nuovo fuori la questione tanto bramata dalle mie amiche.
“Parla. Ora. O mi prendo i libri che hai comprato e li do fuoco”
“No Laura! Non ci provare. Vi racconto, ci tengo troppo ai miei libri” dico con fare protettivo “Comunque, prima di tutto ho un ragazzo...”
“Che non è il tuo ragazzo” continua Laura.
Come diavolo sa che non siamo fidanzati? io non gliel’ho detto, e non penso che Nikko lo sbandiererebbe ai quattro venti, tantomeno ora, che mi ha chiesto espressamente di ricominciare.
“Come lo sai?”
“Beh, avevo solo il sospetto: non vi siete mai dati un bacio, non avete quel rapporto che hanno le coppie, sembrate distanti in un certo senso. Ma ora ne ho appena avuto la conferma”
“Perché ci hai mentito, Emma?” chiede Fanny, triste.
“Scusate. È che... non lo so, ho una cosa molto importante da tenere fuori dalla vostra vita. Non prendetela sul personale, ma è troppo importante per me, non voglio che nessuno ne venga a conoscenza. L’unico modo per non farvi capire perché mi volatilizzo nel nulla due volte alla settimana era quella di farvi credere che avessi un ragazzo” spiego “Davvero, scusatemi tanto”
“Tranquilla, Emma, se non ce lo vuoi dire avrai le tue ragioni. Non ti preoccupare, ti capiamo” afferma Fanny.
“Ma quindi Nikko...?” Laura lascia la frase in sospeso.
“Lui lo conosco veramente da tanto. È il mio ex. Starà qui ancora per tre mesi, poi tornerà a casa”
“Tornando al discorso... quindi con Ashton?” riprende la rossa.
“È che non so se mi piace in quel senso. Non ho avuto modo di dirgli nulla, che mi ha cacciato dalla stanza di Calum. Come se non bastasse, si è presentato a casa Nikko, chiedendomi di tornare con lui; mi ha detto che non ha mai smesso di pensare a me, anche io alcune volte ci penso ancora di rimettermi veramente insieme. Solo che è difficile scegliere tra la dolcezza di Ashton e la simpatia di Nikko”
“Tu pensaci bene, siamo sicure che troverai la soluzione migliore”
 
L’inizio di settimana peggiore di sempre. La sveglia suona, ma sono troppo stanca per alzarmi: avrò dormito si e no un paio di ore, e adesso sono tutta indolenzita.
Contro la mia volontà, mi alzo e vado dolorante al bagno, trovandolo libero; mi do una rinfrescata e mi preparo, mettendomi una canotta e dei pantaloni al ginocchio, dato il gran caldo estivo che si fa sentire.
Aprendo la porta, trovo il ragazzo delle bandane davanti a me che, non appena mi vede, scende di fretta le scale; lo seguo piano e mi vado a sedere per fare colazione.
“Bella giornata eh?” chiede Luke.
“Tantissimo” rispondiamo ironicamente io e il riccio.
Lui mi guarda e intravedo un velo di malinconia nei suoi occhi; capisco come si sente, ma più di così non posso fare, la mia scelta l’ho già fatta, e glielo dirò quando sarà il momento. Non può andare avanti così.
“Ragazzi, sarà meglio uscire, siamo leggermente in ritardo” ci ammonisce Luke.
Prendiamo i nostri zaini ed entriamo in macchina del riccio. Durante il tragitto, poggio il capo sulla spalla di Michael, chiudendo gli occhi.
“Sono stanca. Non ho dormito per tutta la notte” mi lamento.
“Cosa diamine hai fatto allora? Non trovavi le pecore?” domanda ironico il tinto.
“Non riuscivo a dormire. Ho avuto dei... problemi”
“La signorina qui presente è mestruata! Diamole un po’ di fastidio, mi fa ridere quando è così”
“Grazie per averlo sbandierato ai quattro venti, Cal. E comunque, provaci e ti lincio; di’ queste cose alla tua ragazza, piuttosto” ringhio.
“Sarah mi lascerebbe”
“Era quello l’intento” mi stiracchio.
Arrivati, esco senza nemmeno salutarli e mi dirigo all’armadietto, non psicologicamente pronta a due stancanti ore di letteratura spagnola.
 
Ringrazio gli angeli per questa giornata finita ed esco dalla scuola come una saetta. Stranamente, ad aspettarmi c’è Nikko, appoggiato al muretto, con quell’aria sicura di sé, un bel sorriso ad illuminargli il volto.
Ricambiando timidamente il sorriso, mi avvicino a lui.
“Ehi Nikko, cosa ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?”
“Bellissima! Non si sa come, ma le classi erano piene d’acqua appena siamo entrati, probabilmente un guasto ai caloriferi; così ci hanno mandato a casa e ho deciso di passare a prenderti”
È stato gentilissimo da parte sua, anche se potevo ritornare tranquillamente con Luke e compagni. Il ragazzo mi cinge le spalle con il braccio, avvicinandomi a lui.
“Allora, hai pensato a quella cosa?” chiede, alludendo alla conversazione di ieri.
Annuisco, sfilandomi da lui, e lo guardo dritto negli occhi, curiosi di sapere cosa uscirà dalle mie labbra. Senza giri di parole lo abbraccio stretto, facendogli capire quanto gli voglio bene. Alzo lo sguardo e incontro quelle iridi verdi così addolorate; Ashton ci sta guardando, le mani lungo i fianchi e lo sguardo perso. Sono sicura, è la scelta giusta.
Sciolgo l’abbraccio e vedo Nikko con una felicità incredibile stampata sul volto.
“Scusa” gli dico “Ho riflettuto molto, e sono giunta alla conclusione che non possiamo. Non provo più quell’emozione di una volta, solo affetto”
I suoi occhi si scuriscono, ma la decisione è già stata presa. Non tornerò indietro, non sono mai stata così sicura in vita mia.
“E un’ultima cosa, facciamola finita anche con questa farsa, non ha più importanza adesso”
Tutti quegli sguardi vuoti di parole, ma pieni di emozioni, mi hanno fatto capire che Ashton ci tiene veramente a me, più di quanto possa immaginare.
Andrà come andrà, la vita è fatta di tante strade e tanti bivi, sta a noi scegliere quale direzione prendere. E beh, io la mia decisione l’ho presa.
 
 
 
 
 
Hola amori miei! Come state? I’m happy, forse per il capitolo, forse per qualcos’altro. L’unica cosa che NO è che ho messo gli occhiali, piango.
Comunque, ve lo sareste aspettate o no questa decisione? Eheh.
Anche la finta relazione è conclusa. Come la prenderà Nikko? E Ash? Lo scoprirete nella prossima puntata (Okay, la smetto).
Vi volevo avvisare che lunedì prossimo io parto, vado in crociera lol, e quindi non potrò aggiornare né scrivere per 10 giorni. Sorry but not sorry.
Quindi abbiate pazienza... se riesco cerco di scrivere entro domenica, altrimenti... pazienza, ci rivediamo tra un po’.
Baci, Fede

 

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Capitolo 23
*** Non sapevo avessi una ragazza ***


NON SAPEVO AVESSI UNA RAGAZZA
 
“Emma, come mai quell’aria così pensierosa?” mi risveglia Luke dai miei pensieri.
Anche gli altri mi fissano, e non so se rivelare la verità o no. Mi soffermo sul volto di Ashton, non voglio dirgli che la relazione tra me e Nikko era una bugia, non ora che ho capito quello che provo.
“Ho preso un brutto voto a scuola, niente di cui preoccuparsi, però. Stai tranquillo” rispondo, mentendo.
“Oh, mi dispiace; so che vuoi avere una borsa di studio e quindi ti serve mantenere la media alta”
“Già Cal, ma dopotutto anche io sono un essere umano, era inevitabile”
Ashton si alza e va in camera sua, dicendo di aver tanti compiti da fare. In effetti non ha tutti i torti, dovrei andare anch’io; i ragazzi sembrano essere d’accordo, così ci dividiamo nelle nostre rispettive stanze.
Prendo il libro di spagnolo e inizio ad eseguire gli esercizi assegnati; sono molto concentrata, mi piace tanto questa materia e, diventata grande, vorrei fare la traduttrice di libri, quindi mi impegno al massimo nelle lingue.
Trovo una parola di cui non conosco il significato, così cerco il dizionario nello scaffale dei libri. Stranamente, non lo trovo; eppure mi ricordo di averlo riposto lì. Metto in disordine tutta la camera per trovarlo, ma niente, non c’è da nessuna parte.
“Emma, cos’è tutto questo baccano?” urla Michael, entrando nella stanza.
“Non trovo il dizionario di spagnolo” rimetto a posto la scrivania, finita non si sa come al centro della camera.
“Ce l’ha Ashton. Non mi chiedere a cosa gli serve, so solo che è venuto qui e ha preso il vocabolario” rivela, aiutandomi a sistemare il comodino “E per favore, non fare più rumore: io e Fanny non riusciamo a studiare”
“Scusa” dico, prima che sparisca.
Quindi, da quello che ho sentito da Mikey, dovrei andare da Ash. C’è un’altra opzione? Ho abbastanza paura del suo comportamento: ora che ha rivelato i suoi sentimenti, si comporta in un modo strano.
Lascio da parte le mie paranoie e mi dirigo verso la sua stanza. Con esitazione busso, aspettandolo. Lui socchiude la porta, come se volesse nascondere qualcosa.
“Ehm... ciao Ash, mi servirebbe il dizionario di spagnolo, Michael mi ha detto che ce l’hai tu”
“Uhm... eh... si, ora te lo porto” richiude la porta, riaprendola poco dopo, con in mano ciò che avevo richiesto.
“Grazie. Una domanda, a cosa ti serviva?”
“A... dovevo fare... si, hai capito no?” balbetta.
“Spiegati meglio” gli appoggio una mano sul suo braccio, ma subito si ritrae.
“Mi serviva, ecco tutto. Ora scusami, ma ho tante cose da fare” mi liquida.
Stanca del suo comportamento così menefreghista, lo lascio e ritorno a fare i compiti.
Non riesco, tuttavia, a fare molto; tutto quel mistero che Ashton voleva nascondere mi opprime, non posso fare finta di niente. Lui mi ha detto che gli piaccio, bene: ora non deve fare il contrario, deve affrontarmi.
Un’altra volta mi ritrovo a fare il corridoio; ora, però, entro senza bussare.
“Ashton, adesso mi dici cos..” mi fermo a metà frase, spalancando la bocca per lo stupore.
Il riccio sta baciando una ragazza dai capelli dorati, e non sembra dispiacergli. Anche io ormai ho capito di provare qualcosa per lui e, vederlo con un’altra, mi fa star male, mi crea una gelosia incontrollabile, che non ho mai avuto con nessuno.
“Emma” sussurra, vedendomi “C..cosa ci fai qui?”
“Volevo chiederti una cosa, ma vedo che sei già in buona compagnia” rispondo acidamente “Beh, vi lascio, continuate pure a fare quello che stavate facendo” detto ciò, esco, sbattendo la porta.
Non ci posso credere, meno male che mi aveva detto di tenere molto a me; se così fosse stato ora non sarebbe a baciare una tipa che non ho mai visto prima. Mi chiudo in camera, non preoccupandomi delle domande continue di Luke.
 
Purtroppo la fame si fa sentire, quindi sono costretta a scendere e andare a mangiare con i ragazzi. Anzi, non so nemmeno perché sono così contraria: mi piace stare con i miei amici, non rinuncerò alla loro compagnia solo perché un di loro è un cretino.
“Guarda chi esce dalla tana” mi canzona Calum.
“Quando lo stomaco brontola, gli si deve dare da mangiare” scherzo, sedendomi a tavola.
Mio cugino ha preparato, con l’aiuto di sua mamma, il pollo al forno; dall’odore sembra appetitoso e, date le grandi doti culinarie della zia, sono certa che è gustosissimo.
“Allora, mi vuoi dire cosa avevi prima?” chiede Luke.
“Mah, niente di speciale. A proposito, Ashton, non sapevo avessi una ragazza”
“Ashton cosa?!” esclamano in coro Calum e Michael.
“Oh si, dovevate vederlo” continuo, con una punta di rabbia sulla lingua.
“Julie non è la mia ragazza” controbatte freddamente il riccio.
“Si certo, dillo a qualcun altro” lo liquido con un gesto della mano, non volendo più ascoltarlo.
“Cambiando discorso, sapete che oggi Sarah stava per menare Laura?” si intromette Calum.
Per poco non sputavo l’acqua che avevo in bocca; come si è permessa quella buono a nulla di fare qualsiasi cosa alla mia povera amica?
“Io la strozzo domani, così impara a tenersi le mani nelle sue tasche” penso ad alta voce “Dimmi il perché. E non difenderla”
“Io e lei stavamo parlando della lezione di geografia, dato che la prof ci ha assegnato una presentazione da fare insieme su uno stato. Comunque, all’improvviso è arrivata Sarah e ha preso per i capelli Laura, spingendola lontano; le ha detto che non si doveva più avvicinare a me, che io ero suo e altre cavolate del genere. E mi ha dato parecchio fastidio”
Perfetto, prossimo compito? Uccidere quella testa di gallina, e magari anche la sua amica ancora più insopportabile, e nascondere i corpi.
“Ti prego, voglio sentirti dire che vuoi lasciarla” imploro.
“Non lo so, mi piace ancora, ma quello che ha fatto è stato imperdonabile; vedremo cosa succederà”
“Oh ma tranquillo, le cose cambiano in fretta, anche nel giro di 24 ore” dico, riferendomi ad Ashton.
“Emma...” inizia il ragazzo delle bandane.
“No, non voglio sentire niente. Continuiamo a non parlarci come ieri, mi pareva che ti piacesse”
Finisco il pollo il più velocemente possibile, quindi do la buonanotte a tutti e salgo in camera mia, mettendomi a leggere uno dei libri comprati con Fanny e Laura.
Spesso i miei pensieri ritornano al riccio, ma li scaccio via. Quasi quasi, mi viene voglia di andare da Nikko e rimangiarmi tutto quello che gli ho detto oggi. Perché la vita amorosa è così difficile? Non lo capirò mai.
 
 
 
 
 
--------
Hey! Guardate chi si rivede! Mi sento uno schifo, è praticamente un mese che non aggiorno :(
Se volete saperlo, la crociera è stata una favola: è sempre stato soleggiato e mi sono divertita da matti. Arrivata a casa, però, mi sono dovuta rimettere alla pari con i compiti e quant’altro, e non ho avuto un briciolo di tempo a disposizione. Pensate che dovrei studiare scienze per la verifica, ma si arrangia, oggi ho voluto dedicarmi a voi.
Scusate se è così corto, ma vi giuro che il prossimo sarà lungo, tenetevi pronte.
Un bacione, Fede ∞

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Capitolo 24
*** Problemi di cuore ***


PROBLEMI DI CUORE
 
Solo quando la sveglia suona ininterrottamente da ormai cinque minuti, capisco che sono solo a metà settimana e mi tocca andare a scuola.
Appena mi alzo, i ricordi di ieri si impossessano della mia mente: quel bacio tra Ashton e questa Julie, mai sentita, se devo essere sincera, mi fanno ricadere tra le mie lenzuola; poi, però, mi ricordo la notizia di Sarah che ha alzato le mani a Laura, e scatto in piedi: oggi la gallina n°2 non avrà vita facile.
Mi preparo velocemente e scendo con gli altri a fare colazione, ma non trovo nessuno; mi avvicino alla penisola della cucina e noto un foglietto giallino attaccato al frigorifero.
“Ashton aveva una fretta ad andare a scuola, non sappiamo il motivo. Ci ha praticamente trascinati con lui, quindi dovrai prendere l’autobus, se sei troppo pigra da andare a piedi. Luke” recito le parole scritte.
Sbuffo e, controvoglia, mi metto le scarpe. Non mi è mai piaciuto andare a scuola con i mezzi, non è il massimo stare appiccicati gli uni agli altri di prima mattina, sentendo il profumo dei tuoi vicini.
Esco di casa, assicurandomi di chiuderla bene, e mi dirigo verso la fermata dell’autobus; la sfortuna, tuttavia, sembra essere diventata mia amica: difatti scorgo il mezzo avvicinarsi, e so che non aspetta i ritardatari.
Le mie gambe iniziano a correre il più velocemente possibile e rischio di inciampare più volte a causa del pesante zaino. Mi manca solo da attraversare la strada e il gioco è fatto, ma proprio in quel momento una fila di macchine mi si para davanti, impedendomi di oltrepassare la strada.
Perdo così l’autobus e, stremata, mi accascio sulla panchina lì vicino. Guardando l’orario, capisco che la prima ora ormai dovrò saltarla, in quanto non arriverò in tempo; ma un angelo mi cade dal cielo, un angelo che si chiama Fanny.
“Ehi Emma, cosa ci fai lì?”
“Lunga storia, te la racconto dopo. Mi dai un passaggio?”
“Salta su”
Mi accomodo sul sedile della macchina di sua madre e, dopo averla ringraziata, sfrecciamo in direzione della scuola. Fortunatamente, riusciamo ad arrivare poco prima del suono della campanella.
 
“Mikey, sappi che se la prossima volta lasci Emma a casa da sola, e la costringi a prendere l’autobus, passerai in guai molto seri” la mia amica rimprovera il suo ragazzo.
Siamo ormai all’ora di pranzo, e tutti insieme ci siamo riuniti all’ombra di un albero in giardino per mangiare. Per mia sfortuna tra quei ‘tutti’ sono comprese anche Hayley e Sarah.
“Non è stata colpa mia” si difende il tinto “È stato Ashton ad obbligarci”
“Avevo delle cose da fare urgenti, non potevo aspettarla” si intromette il riccio.
“E quelle cose sarebbero sedersi sul muretto e aspettare l’inizio delle lezioni come una statua?” ironizza mio cugino.
“Dai Lukey, lascialo stare. Infondo è meglio così” cinguetta Hayley, accarezzandogli sensualmente il braccio.
Faccio finta di vomitare e tutti sembrano capire, scoppiando in una risata; tutti eccetto la sua amica, che continua il discorso.
“Si infatti, è stato meglio così: almeno hai fatto un po’ di esercizio, ti serve per eliminare tutti quei chili che ti ritrovi”
Vi giuro, lei non esce viva dalla scuola. Non bastava aver quasi picchiato Laura, adesso mi deve pure dare della grassa. Sto per dirgliene quattro, quando Calum mi precede.
“Sarah, adesso basta. Dobbiamo parlare” esclama deciso, quindi si alzano e camminano via.
“Laura, momento buono” le sussurro all’orecchio “Tra qualche minuto Calum tornerà nella lista single”
 
Il pomeriggio lo passo sdraiata sul mio letto a non fare niente. Non ho alcuna forza, e non ne capisco il motivo. Mi sento giù di morale, come se un camion avesse investito la mia allegria.
Sento Ashton suonare la batteria, ma non odo nessun altro strumento; strano, di solito provano sempre insieme. Poi mi ricordo che Michael e Luke sono in giro con le loro rispettive ragazze, e Calum, come me, non vuole uscire dalla camera. Non mi ha nemmeno detto come è andata a finire con Sarah.
Dato che non ho altra scelta, se non stare a girarmi i pollici, mi alzo e vado a dare un po’ di fastidio al moro. Dopo un suo permesso, entro e mi avvicino al suo letto.
“Cal, come va?” oso chiedergli.
“Non lo so, dimmelo tu. Forse ho sbagliato a lasciare Sarah, infondo provo sempre qualcosa per lei” borbotta sovrappensiero.
“Tu cosa?! Hai lasciato la gallina?!” urlo di gioia, stringendolo in un abbraccio “Oh che bello!”
Non sentendo una sua reazione, lo guardo negli occhi: mi sta fissando come se fossi uno dei suoi peggiori nemici, e tutto ciò mi mette abbastanza in soggezione.
“Io volevo un po’ di conforto da te e invece tu esulti. Grazie mille, che amica” dice offeso.
“No Cal, scusa. È che non mi è mai piaciuta quella gallina, lo sai. Hai fatto bene, non poteva continuare la vostra storia. Ora stai tranquillo, che troverai ragazze molto più belle” lo consolo.
“Speriamo. Senti una cosa, tu sai ad Ashton cosa gli prende? Lo vedo strano, più del solito”
“Ah non chiederlo a me, avrà dei problemi con la sua Julie” rispondo disgustata.
“Ma sul serio è la sua ragazza? Non l’ho mai sentita prima. E mi aveva detto che gli piaceva...” lo interrompo.
“Gli piacevo io. Ma forse non così tanto, dal momento che dopo un paio di giorni lo vedo limonare con una tipa”
“Secondo me c’è qualcosa sotto” conclude.
Sentiamo la porta d’ingresso aprirsi, quindi decidiamo di scendere e troviamo Michael e Luke.
“Ashton ha proposto di mangiare la pizza per cena, per voi va bene?” ci informa mio cugino.
Accettiamo e, vedendo l’orario, mi offro di preparare la tavola, mentre i ragazzi si fanno una doccia.
Dopo qualche minuto entra anche il riccio, imperlato di sudore. Senza accennare una parola, mi passa accanto e si dirige verso le scale; ma io lo prendo per il polso e lo costringo a fermarsi.
“Ashton, puoi dirmi cosa succede?” chiedo educatamente.
“Non ti interessa, vai dal tuo ragazzo, piuttosto” risponde alludendo a Nikko, per poi sottrarsi alla mia presa.
Ora credo di capire il problema: è geloso del mio ex, forse perché ci ha visti mentre lo abbracciavo ieri; ma ancora non comprendo il motivo di questa gelosia, dal momento che ha una ragazza.
Le pizze arrivano e, chiamati i ragazzi, ci riuniamo a tavola.
“Allora Emma, che fine ha fatto Nikko? Di solito il martedì uscite insieme, ieri invece no” domanda Luke.
Merda, tra tutto quello che è successo, mi sono dimenticata di andare agli allenamenti; avevo promesso a Rosie che non avrei mai saltato un giorno, ma l’ho fatto. La mia migliore amica... chissà come sta adesso, chissà se si ricorda qualcosa di me...
“Cuginetta? Ci sei ancora?” mi risveglia dai miei pensieri. Decido di dirgli la verità, non posso continuare; almeno, parte della verità.
“Ieri io e Nikko ci siamo lasciati. Avevo capito che non provavo più nulla per lui”
“Oh, mi dispiace. Sappi che io sono qua, in qualunque momento” mi consola Luke, anche se non ce n’è bisogno.
Ashton impreca a bassa voce, ma non così silenziosamente da non farsi capire; non lo capisco, perché gli dovrebbe importare?
“Cosa te ne frega, tanto hai già la ragazza” do voce ai miei pensieri.
“Julie non è la mia ragazza” controbatte scocciato il ragazzo delle bandane.
“Ah no? Sai, sembrava di si, da come vi baciavate ieri”
“Ma non te ne rendi conto che a me piaci solo tu?!” alzato in piedi, porta le mani ai capelli; gli si legge in faccia che non lo voleva dire.
Ma quella sconvolta sono io; ho mille domande in testa, così tante che non riesco a formulare una frase di senso compiuto, se non balbettare.
“E allora perché l’hai baciata?”
“Per dimenticarti” si arrende “Perché stavi con quel pallone gonfiato e io non potevo fare niente. Non sapevo che vi eravate lasciati, altrimenti non l’avrei mai fatto”
“Ma Ash...” mi interrompe.
“No, scusami; scusatemi tutti, ho rovinato per l’ennesima volta la cena” detto ciò si dirige in camera sua, lasciandoci con degli sguardi allibiti.
 


 
Hey people! How are you?
Io non tanto bene, ho appena finito di piangere per il deficiente di cui sono innamorata, ma dettagli. Grazie alle lacrime, però, ho scritto tutto d’un fiato questo capitolo; lo so che è troncato in modo orribile, ma altrimenti veniva troppo lungo. Ho dovuto quindi dividerlo in due parti, il prossimo arriverà tra non molto.
E già, scusatemi per il ritardo, ma avevo un mini blocco dello scrittore, non riuscivo nemmeno a scrivere una parola.
Vi amo tantissimo, ringrazio le meravigliose ragazze che recensiscono, gli splendori che hanno messo la ff nelle seguite/preferite/ricordate, e tutte le lettrici silenziose.
Un bacione, alla prossima.
Fede ∞

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Capitolo 25
*** Vola con me ***


VOLA CON ME
 
“No, scusami; scusatemi tutti, ho rovinato per l’ennesima volta la cena”
I miei amici mi fissano, aspettando una mia reazione. Il problema, però, è che non riesco a fare nulla; mi sembra tutto così surreale, che è difficile dire qualcosa.
“Beh, cosa c’è?” domando quando ormai è passato qualche minuto e loro stavano ancora fissandomi.
“Non so, diccelo tu” risponde Luke “Cosa aspetti ad andare da lui? Un invito firmato?”
“Ah perché si può?” chiedo ironicamente, ma con lo sguardo fulmineo di mio cugino mi arrendo “Va bene, vado”
Detto ciò, cammino lentamente verso la camera di Ashton, pensando bene come posso iniziare e, soprattutto, cosa posso dirgli. Passo dopo passo, arrivo davanti alla porta e, molto lentamente, busso.
“Chiunque tu sia, non voglio parlare” delle parole ottavate mi giungono alle orecchie, ma non le ascolto e faccio capolino nella stanza.
“Ashton?” lo chiamo cautamente.
“Ti ho detto che non voglio sentire nessuno, specialmente te: non voglio fare un’altra figura di merda” continua, dandomi le spalle.
Ancora una volta faccio finta di nulla e mi avvicino, sedendomi accanto a lui. Il riccio, di ricambio, sussulta, stringendosi ancora di più.
“Ash... ridimmelo” sussurro, mentre la testa inizia a girarmi dall’ansia.
“Cosa?” con lo stesso tono di voce, si volta e mi guarda negli occhi. Io mi perdo in quei pozzi verdi per un momento, ma continuo.
“Quello che provi per me... dimmi cosa senti”
Lui tentenna, non capendo inizialmente dove volessi andare a parare. Poi si fa coraggio, riprendendo le parole dette qualche giorno fa.
“Mi piaci tanto... non smetto di pensare a te...” inizia balbettando, poi acquista più sicurezza “Quando mi stai accanto mi sento bene. E.. e quando stavi con quel Nikko o come diavolo si chiama... beh, io ci rimanevo male; quindi ho provato a dimenticarmi di te e ho baciato Julie. E ti giuro, è stata la cosa di cui mi sono più pentito non appena ti ho visto”
“Ash, anche io ti devo dire una cosa: ho scoperto che anche tu mi piaci; non so ancora precisamente quanto, ma mi rendi felice, tanto. Quindi se...” mi blocca.
“Vuoi uscire domani?” chiede con una velocità che quasi non riesco a capirlo. Sembra scosso dalle mie parole, non lo biasimo, ma non lo da a vedere “Non voglio metterti fretta, quindi prenderò le cose con calma”
“Sei un gentiluomo, lo sai?” lo canzono.
“Me lo dicono in tanti” riesco a farlo sorridere.
“Ci vediamo domani. Dimmi come mi devo vestire. Buonanotte” gli do un bacio sulla guancia e lo lascio, dirigendomi in camera mia.
Non posso ancora credere a quello che è successo, sono troppo sconvolta, ma anche felice. Felice perché io e Ashton ci siamo chiariti le cose ed ora abbiamo un appuntamento.
Non vedo l’ora di sapere cosa si inventerà, dove mi porterà; sono così elettrizzata che non riesco ad addormentarmi, non mi è mai successa una cosa simile, ed è tutto merito del riccio. Se dovesse accadere qualcosa tra noi due, sono sicura che durerà tanto.
 
“Ashton cosa?!” urla Laura, facendo girare alcuni ragazzi.
“Abbassa la voce, scemetta. Hai capito bene, oggi pomeriggio abbiamo un appuntamento”
“Sono così contenta per voi due!” mi abbraccia “Ma state insieme o no?”
“No, per ora no; vuole prendere le cose con calma” concludo il discorso, prima che anche gli altri nostri amici si avvicinino a noi.
“Di cosa stavate parlando?” chiede Fanny, sedendosi accanto a Michael.
“Di una cosa... te la raccontiamo dopo” rispondo.
Calum mi sembra giù di morale, forse ancora per la storia di Sarah. Oggi le due galline non si sono viste, meglio così. mi avvicino al moro e gli domando cosa gli succede.
“Non lo so, mi sento strano. Si, sono pazzo forse. Ma non so cosa mi accade: sono giù di morale per una ragione non precisa”
“Ma è successo qualcosa in particolare?”
“No, che io sappia no”
Povero il mio Cal, non mi piace vederlo così. E nemmeno a Laura, che lo guarda con aria triste. Così mi allontano dal ragazzo, ritornando seduta vicino alla mia amica.
“È depresso, va’ a tirargli su il morale” le suggerisco.
Con un po’ di timidezza, fa quello che le ho detto e va a parlare con Calum; lo vedo sorridere e scambiare qualche battuta con lei, quindi devo ammettere che il mio piano sta funzionando.
“Luke, ma Ashton che fine ha fatto?” chiedo, notando la sua assenza.
“Non lo so, è uscito prima da scuola dicendo che aveva un impegno” risponde vagamente il biondo.
Vorrei sapere altro, ma la campanella suona e siamo obbligati a ritornare in classe.
 
Sono molto ansiosa: Ashton non mi ha detto niente su dove andremo, solo che dovevo indossare abbigliamento comodo. Cosa che non mi aiuta affatto a scoprire cosa ha in mente. Però mi piace l’idea di non dover indossare qualcosa di abbastanza elegante.
“Emma, sei pronta?” mi chiama il riccio.
Alla mia risposta affermativa, mi alzo dal divano e lo seguo fuori da casa. Salgo in macchina e mi metto comoda sul sedile del passeggero.
“Non vuoi proprio dirmi dove mi porti, vero?” dico, una volta partiti.
“Assolutamente no, non sarebbe una sorpresa” sorride, distogliendo un secondo gli occhi dalla strada.
“Uffa, non mi piacciono le sorprese” borbotto, accendendo la radio.
Guardo fuori dal finestrino, notando che il paesaggio urbano stava lasciando posto a distese verdi e boschi.
“Eccoci arrivati” esclama Ashton, fermandosi vicino ad un edificio che mi pare una cascina.
“Mi vuoi far vedere le mucche?” chiedo con leggero disgusto.
“Non credo che sarebbe bello portare una ragazza a vedere le mucche per un appuntamento” ride “Seguimi”
Mi prende la mano e mi porta dentro il casolare. Il mio cuore fa un leggero saltello non appena mi sfiora il palmo, il suo tocco delicato mi fa intenerire. Ci avviciniamo ad un uomo.
“Ehi Frank, come va? Avevo detto che sarei venuto qui per le 16, sono un filino in anticipo, spero non ti dispiaccia”
“Oh no, figurati Ashton. È tutto pronto là fuori” poi mi guarda “Ma che bella signorina. È fortunata ad avere un ragazzo così romantico”
Abbasso gli occhi per le ultime parole, ma non dico niente, non voglio distruggere l’atmosfera creata, quindi sorrido.
“Bene, grazie mille. Ci vediamo” Ash lo saluta e mi riaccompagna fuori.
Davanti a noi ci sono due meravigliosi cavalli, uno nero, l’altro bianco a macchie marroncine; mi ricordano tanto la mia infanzia, quando i miei genitori mi portavano a fare una passeggiata con i pony.
“Spero ti piaccia, ho pensato di cambiare un po’, di fare qualcosa fuori dal normale” dice imbarazzato, pensando che non sia tanto felice.
“Oddio Ash, sono splendidi, la sorpresa migliore di sempre” esclamo, abbracciandolo forte.
“Venivo qua con i miei, e ci vengo anche ora che loro sono... non ci sono più. Volevo condividere questo posto con te. Loro due sono Freccia e Pioggia, sono calmissimi, quindi se non sai andare a cavallo... beh, non c’è alcun problema. Andiamo?”
Mi prende un’altra volta la mano e mi aiuta a salire su Pioggia, la puledra bianca; quindi monta su Freccia e mi insegna come si cavalca. Dopo qualche prova, riusciamo a partire; la brezza tra i capelli e la natura intorno a noi mi trasmettono libertà. Ashton mi guarda e sorride.
“Allora? Ti piace?”
“Se mi piace? Lo adoro!” esclamo come una bambina dopo aver visto una caramella.
“E non è finito qui” dice, alludendo a qualcos’altro.
“C’è dell’altro? Ash...” mi lamento, pensando a quanto deve aver pagato.
“Ehi, l’ho voluto io; non ti preoccupare dei soldi. Ora pensa solo alla bellezza della natura”
Dopo una mezz’oretta circa, mi dice che siamo arrivati, quindi, seguendo i suoi consigli, riesco a fermare il cavallo. Il riccio mi aiuta a scendere e lega i puledri ad una staccionata lì vicino; poi mi conduce più avanti, ma io lo blocco.
“E i cavalli? Rimangono lì?”
“Non ti preoccupare, tra poco verranno dei ragazzi che li riporteranno indietro” mi rassicura.
“E noi come torniamo a casa?”
“Ti fidi di me?” senza esitazione annuisco “Allora non fare più domande, ho tutto sotto controllo”
Mi porta così in una distesa d’erba, dove per terra si trova un telo con sopra un cestino da pic-nic. Un altro wow  esce dalle mie labbra: non posso credere a quanto possa essere così dolce questo ragazzo.
Ta da!
“Ashton sei un ragazzo d’oro, fattelo dire” mi ritrovo un’altra volta tra le sue braccia muscolose, mi sento a casa.
Ci sediamo vicini sulla coperta, mentre sentiamo i cinguettii degli uccellini tra le fronde degli alberi. Il ragazzo delle bandane tira fuori dei piattini di plastica e due bicchieri, poi dei panini e del succo di frutta.
“Visto che non so se riusciremo dopo a mangiare, avevo pensato di fare una specie di merenda, se per te va bene” spiega.
“Quante volte te lo devo dire? Mi va tutto bene, finché sto con te” ammetto.
Lui arrossisce leggermente, quindi mi porge un tramezzino.
“Buon appetito!” ci scambiamo.
 
“No, ti prego, basta!” imploro Ashton, continuando a ridere.
Il ragazzo mi sta facendo il solletico e io non riesco a smettere di dimenarmi. Per sbaglio gli do un calcio al ginocchio, facendolo cadere.
“Oddio scusami, tutto bene?” domando.
Il riccio non si muove e io mi preoccupo ancora di più; mi accuccio vicino a lui e lo chiamo, ma lui rimane fermo. Ad un certo punto si alza, mi prende per i fianchi e mi butta giù; ci ritroviamo a guardarci a pochi centimetri di distanza e mi viene una voglia matta di baciarlo, ma mi trattengo.
“Andiamo?”
“Dove?”
“Ultima sorpresa per ritornare a casa; ti ricordo che domani abbiamo scuola. Prima, però, aspettami qua un secondo”
Si alza e si strofina i pantaloni, quindi si allontana. Sono davvero curiosa di quest’ultima parte della giornata; fino ad ora dire che è stata magnifica è poco.
Ashton ritorna con una chitarra e si risiede di fronte a me.
“Luke mi ha dato qualche lezione” risponde alla mia faccia interrogativa “Spero ti piaccia” quindi inizia a suonare.

 
If time was still
The sun would never never find us
We could light up
The sky tonight
If I could see the world through your eyes
Leave it all behind

La sua voce mi scalda il cuore, tutte le ossa; le parole sono magiche, proprio come l’atmosfera creata.
 
If it's you and me forever
If it's you and me right now
I'd be alright
Be alright
We're chasing stars to lose our shadow
Peter Pan and Wendy turned out fine
So won't you fly with me?

Nel profondo del mio cuore, spero proprio stare con lui per sempre. Questa canzone, questo momento, i suoi sorrisi mi hanno fatto capire che quello che provo per lui è un sentimento forte, so per certo che non voglio lasciarlo andare.
Now the past
Has come
And I've been given meaning
And a reason
To give all I can
To believe once again

If it's you and me forever
If it's you and me right now
I'd be alright
Be alright
We're chasing stars to lose our shadow
Peter Pan and Wendy turned out fine
So won't you fly with me?

Maybe you were just afraid
Knowing you were miles away
From the place where you needed to be
And that's right here with me

It's you and me forever
You and me right now
I'd be alright
We're chasing stars to lose our shadow
Peter Pan and Wendy turned out fine
So won't you fly with me?

If it's you and me forever
If it's you and me right now
I'd be alright
Be alright
We're chasing stars to lose shadow
Peter Pan and Wendy turned out fine
So won't you fly
Fly with me?
 
L’ultima nota riecheggia nell’aria e lui mi sorride, aggiustandosi la bandana blu. È stato davvero bravo a suonare la chitarra, e la canzone mi ha fatto emozionare molto.
“Vola con me” sussurra, mentre mi porge la mano.
Contraccambiando il sorriso, la afferro e ci alziamo, quindi raccattiamo tutto e ci dirigiamo nella zona in cui era andato a prendere la chitarra.
“Chiudi gli occhi”
Faccio quello che mi dice e lo sento appoggiarmi la mano libera sulla spalla, aiutandomi a camminare nella direzione esatta. Mi ferma e si allontana, probabilmente andando ad appoggiare la chitarra e il cestino del pic-nic; ritorna poco dopo e mi abbraccia da dietro, facendomi sussultare per il tocco improvviso.
“Ora puoi aprirli” mormora al mio orecchio.
Pian piano schiudo gli occhi, trovandomi davanti una fantastica mongolfiera. Il fiato si mozza, il cuore batte velocemente e mi viene da piangere da quanto bella è.
“Oh Ash” mi giro e lo abbraccio, ringraziandolo molte volte.
Quindi saliamo e lui stacca la corda che teneva a terra la mongolfiera. A causa dell’instabilità mi attacco al ragazzo, poi ci faccio l’abitudine e mi avvicino al bordo. Ammiro estasiata il panorama australiano, riuscendo a scorgere in lontananza il centro di Sydney.
“È una favola, Ashton”
“Tu sei una favola” mi giro verso di lui, incastrando i nostri sguardi “Sto vedendo il panorama più bello che possa esistere in tutto l’universo”
Il mio stomaco si contorce e quelle parole mi colpiscono nel cuore; lui si avvicina maggiormente a me, accarezzandomi la guancia con la mano. Con una dolcezza incredibile fa sforare i nostri nasi, finché le sue morbide labbra si uniscono alle mie.
Istintivamente allaccio le mani al suo collo, spingendolo più vicino a me. Le sue mani mi scorrono sui fianchi, lasciando tracce bollenti del suo tocco sulla mia schiena. Il bacio si approfondisce e nella mia testa ormai echeggiano solo i botti dei fuochi d’artificio. Voglio stare con lui, solo con lui.
In mancanza di fiato, ci stacchiamo e lui mi sorride; io ridacchio e gli do un altro bacio.
“Vuoi essere la mia ragazza?” sussurra, fronte contro fronte.
“Si. Si, con tutto il cuore”
“Sei.. sei meravigliosa”
Mi accoccolo tra le sue braccia, godendomi il perfetto panorama e il tramonto.
 
 
 
 
Weeeeeee chicasss! Vi ho fatto aspettare un pochino, ma ne è valsa la pena, ammettetelo.
È in assoluto il capitolo più lungo che io abbia mai scritto in tutta la mia vita e, udite udite, mi piace un sacco.
Spero che piaccia anche a voi, ci ho messo un giorno intero a scriverlo rido.
Ringrazio tutte voi che leggete, una ad una:
chi ha messo la storia nelle preferite (acqua00, Alohomora__, alydagreenbeckyssmile, Benedetta_FanGirl, cribsmile_90, Ellie_blue14, erica_erica, fatima0209, giudirectionerforever, Giu_blasi, Glory1D, JuliChanny, likexanxunicorn, LippyandCassie, Nicole_6009, rossa24, San_Siro, Sheeran_x, Vale_Caleo 2000, _itsanneiglesias, _Martina_98), chi l’ha messa nelle seguite (5secondsofdemi, AshsBluePinguin, asia_2000cakecash, cribsmile_90, ehirwin, Emily_Brown, Gwen_Olly_SweetHug, IdolsFreeHugs, Ilovepizzand5sos, JellyBeans, Jenny_19, likexanxunicorn, lol3, Madam Morgana, Marinina123, MARTY1DSOMELIKES, maty_annix, Sha01, Vale_Caleo 2000, _proud_of_them), chi ha messo la ff nelle ricordate (cribsmile_90, Deda99, lina97, mei_mei98) e ovviamente tutte le lettrici silenziose.
Vi amo <3
Un bacione, Fede

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Capitolo 26
*** Troppo possessivo ***


TROPPO POSSESSIVO
 
Odio mentire ad Ashton, ora che è il mio ragazzo, ma sono costretta. Gli allenamenti sono una delle cose più importanti che siano mai successe nella mia vita, non posso farne a meno.
“Allora? Dove vai?” ripete per la seconda volta.
“Te l’ho detto, vado a dormire da Laura” in effetti, la ragazza mi aveva chiesto di fare un pigiama-party; non stavo mentendo, stavo solo omettendo un particolare.
“E ci vai di pomeriggio?” È così dolce quando fa il geloso, le sue fossette mi fanno sorridere.
“Già alle prime litigate, piccioncini?” scherza Luke, scendendo in salotto.
I ragazzi sono stati felicissimi quando abbiamo detto loro che ci eravamo fidanzati, e lo stesso erano le mie amiche; diciamo che si vedeva di più dai loro urletti di gioia.
Sbuffo, essendo in ritardo, e mi rigiro verso il riccio.
“Ash, mi vuoi bene?”
“Più di ogni altra cosa al mondo” ammette.
“Allora lasciami andare. Io e Lau passiamo il pomeriggio insieme e poi sto da lei a dormire, non accadrà niente di particolare” lo rassicuro.
“È solo che io volevo passare del tempo con te” borbotta, incrociando le braccia.
“Tesoro, devi studiare: gli esami non sono poi così tanto lontani”
“Verissimo. Ti voglio al massimo l’ultimo giorno che passerai in quella scuola, non voglio rovinarmi la reputazione” si intromette Calum, prendendo della marmellata dal mobiletto in cucina.
Il ragazzo delle bandane, sconfitto, acconsente a malincuore e mi lascia andare. Così gli do un veloce bacio ed esco di casa, camminando il più velocemente possibile per arrivare prima in piscina.
Entrata, chiudo il portone a chiave e inizio gli allenamenti. Sentire l’acqua a contatto con la mia pelle è una sensazione fantastica, soprattutto per il caldo.
Faccio dei tuffi semplici, poiché sono stanca e accaldata; pure un 101A, il tuffo più semplice, ossia in avanti con mezza rotazione, mi sembra difficile. Così, dopo solo mezz’ora, lascio la piscina e mi dirigo a casa Turner.
“Ehi! La mia piccola che si è fidanzata!” mi accoglie Laura.
Rido ed entro, salutando cordialmente i suoi genitori; poi, a peso morto, mi butto sul divano.
“Fanny è a farsi una doccia” mi informa.
“Tranquilla, non penso di spostarmi da qua. Si sta così bene davanti al ventilatore”
 
“Ma sei scema?!” esclama Laura, coprendosi la testa con il cuscino.
“Non la conosco Scema, io mi chiamo Fanny” scherza la rossa, lanciando un altro pop-corn all’amica.
“Guarda che poi dobbiamo pulire tutto. E io non ho voglia” la riprende la mora.
Fanny sbuffa, per poi incrociare le braccia arrabbiata. Il film che stiamo vedendo è così emozionante che non stiamo prestando nemmeno un briciolo del nostro interesse.
Il telefono mi avvisa dell’arrivo di un nuovo messaggio, così lo prendo, alzando gli occhi al cielo non appena leggo il mittente.
“Ancora Ashton?” chiede Laura.
“È tutta la sera che mi scrive” mi lamento “E per cosa? Per chiedermi se va tutto bene, se mi diverto con voi  e altre cavolate varie”
“Possessivo, il ragazzo” constata Fanny.
“Troppo” la appoggia l’altra ragazza.
“A paura che lo possa tradire? Non deve, a me piace solo lui” ammetto.
“O forse è solo preoccupato; si vede che ci tiene veramente tanto a te” dice la rossa, mangiando un pop-corn.
Cerco di non pensarci e rispondo velocemente al ragazzo, quindi spengo il telefono: non voglio altre interruzioni, voglio solo passare una bella serata con le mie amiche.
“Bene, passiamo ad un altro argomento” inizio “Laura, carissima Laura, come va tra te e Cal?” chiedo angelicamente.
“Ehm...” balbetta l’interessata “Alla grande, ma così bene che sarebbe meglio andare a vivere nella savana”
“Come mai? Sembrava andasse tutto bene tra voi due”
“Eh lo so, Fanny. Ma in questi giorni mi sembra più distaccato, più assente” confessa.
Strano il ragazzo, con me e gli altri pareva sempre sorridente, gentile... come al solito. Devo fargli una bella ramanzina, che poi la mia amica ci sta male. Magari è ancora giù di morale per la storia di Sarah, ma non credo, secondo me c’è qualcos’altro sotto. E lo devo scoprire.
 
La mattina vengo svegliata di soprassalto da un urlo che mi spacca i timpani. Mi alzo di colpo, andando a sbattere contro il mobiletto di Laura.
“Cosa diavolo sta succedendo?” chiedo allarmata, massaggiandomi la testa.
“Calum” esclama la mora, con un sorrisone stampato in volto “Mi è arrivato un suo messaggio”
Non ci credo, sono troppo curiosa di sapere cosa le ha scritto; mi avvicino e le prendo il telefono dalle mani.
“Cucciola, c’è solo scritto un semplice ciao... un secondo, ne è arrivato un altro: oddio, una nuova coppietta in arrivo” la canzono.
“Cosa?! Dammi qua” le porgo il cellulare e legge ad alta voce “Ti volevo chiedere se volevi andare al Centro Commerciale con me e i ragazzi. Ovviamente l’invito è anche per le altre due. Non ci credo, è un sogno”
“Qualcuno qui ha un appuntamento!” canta Fanny.
“Non è un appuntamento, ci siete anche voi” Laura arrossisce, non volendo ammettere il chiaro invito.
Lasciamo perdere e ci prepariamo, quindi aspettiamo l’arrivo dei ragazzi, mettendoci a guardare un po’ di televisione.
Dopo alcuni minuti sentiamo il campanello suonare, così ci alziamo ed usciamo, salutando uno ad uno i ragazzi. Mi avvicino ad Ashton e lo bacio, poi lui mi abbraccia forte; non so come mai, forse gli mancavo, ma non credevo così tanto.
“Ash, mi stai stringendo troppo... cosa ti prende?” domando, staccandomi leggermente da lui.
“Nulla, mi sei mancata”
“Ashy, è stata solo una notte via, non un anno”
“Cosa centra? Mi sei mancata comunque” risponde, con un’alzata di spalle.
“Vogliamo andare?” chiede Luke, un pochino irritato.
Così entriamo in macchina e ci dirigiamo verso il Centro Commerciale. Durante il tragitto noto Calum e Laura parlare tra loro, e sorrido per la spontaneità che hanno entrambi; mi rendo conto che si è completamente dimenticato dell’amica di Hayley e sono così felice che potrei lanciare un urlo, ma mi trattengo.
 
Sono in libreria con Fanny, gli altri cinque sono andati in un negozio di vestiti. Ora sono nel mio mondo, tra storie scritte per sfogarsi o per semplice lavoro.
Amo l’odore delle pagine stampate, adoro vedere grandi e piccoli cercare un libro che possa appassionare entrambi.
Scorro le dita tra i vari scaffali, cercando qualcosa che mi possa incuriosire. All’improvviso vado a sbattere contro un ragazzo e subito chiedo scusa.
Alzo lo sguardo e trovo un viso familiare. Troppo familiare. Mi ero completamente dimenticata che noi due vivevamo nella stessa città, e ora mi sembra così strano averlo rincontrato.
“Ciao Nikko” lo saluto.
“Ehi Emma, come stai? È da un po’ che non ci si vede” esclama, regalandomi un sorriso.
“Bene, dai. L’estate è ormai alle porte, finalmente. Tu invece come te la passi?”
“Alla grande” risponde “Sto uscendo con una ragazza, Kate; è dolcissima”
“Congratulazioni! Sono felice per te” controbatto entusiasta.
Mi sento davvero più sollevata nel sapere che mi ha dimenticato ed è andato avanti, soprattutto perché ora Ashton non ha alcun modo per arrabbiarsi.
“Che cazzo ci fai con la mia ragazza?” ringhia una voce alle mie spalle.
Mi volto e poggio le mani sulle spalle del mio fidanzato, cercando di farlo calmare.
“Ash, va tutto bene. Non sta facendo niente di male”
“Non lo voglio vedere vicino a te, non voglio che vi parliate” continua, con lo stesso tono di voce.
“Ehi amico, stai calmo; stavamo solo chiacchierando” entra Nikko sulla difensiva.
“Non sto calmo. E non sono tuo amico. Ora vattene, altrimenti...” lo blocco, più furiosa che mai.
“Ashton, smettila, davvero. Ti stai comportando come un bambino; sai che mi piaci tanto, non c’è motivo di essere così tanto possessivo nei miei confronti” affermo “Me ne vado, non parlarmi finché non ti è passato tutto ciò”
Così mi avvicino a Fanny che, avendo visto lo scontro, non fa domande e mi accompagna all’uscita. Scrivo un messaggio a mio cugino avvisandolo del mio cambio di programma, quindi vado alla fermata dell’autobus con la mia amica.
 
 
 
 
 
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Ehm... ciaooo. Sì, sono in un ritardo mostruoso, me ne rendo assolutamente conto.
La scuola è finita, ma sono straoccupata con l’oratorio estivo e non ho molto tempo per scrivere.
Scusatemi ancora, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che stiate continuando a leggere la storia sebbene faccia molti ritardi.
Ringrazio tutte voi che mi supportate, vi adoro <3
Un bacione,
Fede xx


 

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Capitolo 27
*** Preparazione per gli esami ***


PREPARAZIONE PER GLI ESAMI
 
“Ssh Emma, non è successo niente, stai tranquilla” mi consola Fanny, vedendo le lacrime bagnarmi gli occhi.
Posso essere così stupida? Infondo, non è successo niente di che, una semplice discussione; e ora non so perché sto piangendo.
“Ti sembra una cosa normale piangere per una sciocchezza simile?”
“Certo che è normale!” esclama la mia amica “Significa che tieni veramente tanto a lui, che anche la più semplice litigata ti fa star male”
Si, forse ha ragione; da quando mi ha detto di piacergli, i miei sentimenti sono cambiati, sono cresciuti e si sono rafforzati.
Entrambe sentiamo la macchina dei ragazzi entrare nel vialetto di casa, così Fanny si congeda.
“Vado da Michael, ci sentiamo” quindi esce dalla terrazza, lasciandomi sola.
Sono stata troppo dura con lui, è solo colpa mia; infondo, se non gli avessi urlato contro, adesso saremmo mano nella mano a camminare per le strade di Sydney.
La luna fa capolino dietro una nuvola, le stelle appaiono pallide alla notte che sta per arrivare. Mi sistemo meglio sulla sdraio e mi rilasso, chiudendo gli occhi, cercando di far scivolare dalla mente tutti i miei pensieri.
“Pensavo fossi in camera tua” dice una voce alle mie spalle.
L’ho perdonato e ora vorrei solo andare ad abbracciarlo e baciarlo, ma non faccio nulla di questo e fingo di dormire.
I suoi passi si fanno sempre più vicini, lo sento ormai accucciato accanto a me. La sua mano accarezza la mia guancia, mi vengono quasi i brividi al contatto, ma fortunatamente riesco a respingerli.
“Mi dispiace, piccola” sussurra “Non avevo intenzione di essere così possessivo. Sono un disastro, volevo consolidare il nostro rapporto, invece ho creato solo danni. Vorrei solo essere un fidanzato... migliore”
Le sue parole mi fanno commuovere, sento la sua voce triste, come il giorno in cui mi parlò dell’incidente dei suoi genitori, e mi viene una voglia matta di abbracciarlo, dirgli che è il ragazzo che tutte vorrebbero, che mi fa passare giornate incredibili. Eppure rimango ancora con le palpebre abbassate.
“E so che stai dormendo, e che queste parole le ho pronunciate invano, ma spero tu mi possa perdonare”
Detto ciò, mi bacia la fronte e mi tira su dalla sdraio, quasi come se fossi una sposa, poi mi porta in camera; mi distende adagio sul mio letto e mi alza il lenzuolo, per paura che possa aver freddo nonostante le temperature estive che stanno giungendo.
“Buonanotte, piccola” mormora, prima di darmi un bacio sulla guancia ed uscire dalla stanza.
Vorrei fargli capire che l’ho perdonato, voglio averlo accanto ora, sentire il lieve tocco delle sue labbra sulle mie, le sue morbide carezze, voglio che si addormenti felice di aver aggiustato tutto con me.
Non riesco ad addormentarmi, è troppo presto, quindi uso un po’ il telefono. Dopo un tempo che mi pare infinito, non sento più alcun rumore, segno che sono tutti andati a dormire, e mi alzo dal letto; sgattaiolo pian piano fuori dalla camera ed entro silenziosamente in quella di Ashton.
La luce sul comodino è ancora accesa, lui sta leggendo un libro; non appena sente la porta aprirsi, si gira verso di me e mi guarda.
“Pensavo dormissi”
Nego con la testa, avvicinandomi al letto. Lui ripone il libro sul comodino e si mette seduto.
“Non sei tu che devi scusarti, sono io” affermo sedendomi accanto a lui.
Ash mi cinge le spalle con le sue braccia e io mi accoccolo al suo fianco.
“Non stavi dormendo quando sono uscito in terrazza, non è vero?” nego ancora.
“Perdonami per essere stata troppo dura con te”
“Perdonami per essere stato troppo possessivo nei tuoi confronti” ribatte.
Lo guardo negli occhi per un istante, giusto per vedere le sue iridi che tanto mi fanno impazzire, e poi lo bacio; lentamente, dolcemente, mentre l’oscurità ci avvolge.
“Puoi stare qua stanotte? Ho bisogno di te” sussurra.
“Speravo me lo chiedessi”
 
“I piccioncini hanno fatto pace, vedo” constata Luke, vedendoci scendere le scale mano nella mano.
Ci avviciniamo alla cucina, prendendo le tazze per il latte e un paio di toast. Calum sta messaggiando al telefono, con così tanta foga che sembra che i suoi pollici possano oltrepassare l’apparecchio elettronico.
“Cal, con chi stai al telefono?” domanda Ash.
“Nessuno” borbotta indaffarato, poi gli occhi gli si illuminano e alza lo sguardo “Siete liberi oggi?”
“Si, certo, perché?” controbatte Michael, finendo di bere la sua tazza di the.
“Andiamo al cinema! È molto che non andiamo” propone.
“Ma c’è un bel sole fuori e fa molto caldo. Perché non andiamo in spiaggia?” si intromette mio cugino.
“Perché Laura mi ha chiesto... merda” sussulta il moro.
“Uuh, qualcuno ha un appuntamento” lo canzono.
“Non è un appuntamento, scemetta; è una semplice uscita tra amici. E vorrei che anche voi veniste” prega.
“Va bene” accettano Michael e Luke “Ma il pomeriggio si va al mare, sia chiaro”
“Anche io ed Em..”
“No, signorino” fermo Ashton “Tra poco più di una settimana hai l’esame, devi studiare”
Il riccio mi guarda, poi da uno sguardo ai ragazzi, indeciso; infine sbuffa, annuendo a me.
“Mi dispiace, amico. Buono studio” dicono gli altri, prima di andare a finire di prepararsi.
 
“Dai, Ash, non puoi continuare a prendere il telefono! Dei studiare!” mi lamento, togliendogli il cellulare di mano.
“Prima dammi un bacio” esclama, con un sorrisetto furbo sul viso.
Alzo gli occhi e mi avvicino, sfiorandogli le labbra, poi mi ritiro e sorrido.
“Fatto, ora muoviti”
“Ah no, piccola, non mi hai baciato”
Ridacchio e gli tiro un ricciolo, quindi porto le mani al suo collo, approssimandomi a lui. Non appena i nostri nasi si sfiorano, il ragazzo sancisce il momento romantico con un bacio. Mi perdo in quelle labbra morbide, nel suo dolce profumo, in quell’attimo tenero.
Non avendo più fiato, ci dividiamo, rimanendo comunque abbastanza vicini.
“Cos’è un bacio?” inizia, ripetendo una citazione della sua tesina “Un giuramento fatto poco più da presso, un più preciso patto, una confessione che sigillar vuole, un apostrofo rosa messo tra le parole t’amo; un segreto detto sulla bocca, un istante d’infinito che ha il fruscio di un ape tra le piante, un mezzo di potersi respirare un po’ il cuore e assaporarsi l’anima a fior di labbra”
“Noto che baciare da i suoi frutti” rido.
“Mi serviranno allora molti baci prima della prova orale” ammicca.
“E quanti?” sorrido, distogliendo lo sguardo.
“Vediamo quanti bastano, forse due” e fa incrociare le nostre labbra “o tre” le nostre bocche si riscontrano “quattro” un altro bacio “cin...”
“Direi che possano bastare, Ash” rido, allontanandomi “Continua, dai”
Il ragazzo sbuffa e riprende il libro di storia, continuando a studiare.
 
I nostri amici ritornano a tardo pomeriggio, felici della giornata appena trascorsa.
“Allora, come è andato l’appuntamento?” istigo Calum.
“Non era un appuntamento!” alza le mani al cielo “Comunque ci siamo divertiti tanto”
“Non fare il finto tonto, tanto poi chiedo a Laura”
Il moro mi fa la linguaccia, quindi sale a farsi la doccia.
“Abbiamo incontrato Hayley in spiaggia. Il suo fisico è la cosa più bella che io abbia mai visto” la loda Luke, ripensando a quel corpo.
Fingo un conato di vomito ed esco, andandomi a sedere sulle sdraio vicino alla piscina.
“Credo che sia il posto migliore della casa” dice Ash, sedendosi accanto a me.
“Vorrei passare giornate nello stesso modo di oggi” confido appoggiandomi al suo petto.
“Magari davanti ad una tazza di cioccolata calda, rannicchiati tra le coperte, in una casetta in Norvegia” continua lui.
“Promettimi che ci andremo insieme”
“Te lo prometto, la prima volta che metterò piede su quelle terre meravigliose tu sarai accanto a me”
 
 
 
 
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*Non uccidetemi, sono armata*
A parte gli scherzi, sono veramente tanto dispiaciuta, forse più di voi, per non aver aggiornato per ben due mesi (DUE MESI AIUTO!).
Mi sento malissimo per questo ritardo, pensavo di avere più tempo finita la scuola, invece tra oratorio a giugno e mare da luglio fino a settembre non ho avuto un buco (e non so se ce l’avrò per il prossimo capitolo eheh); vi giuro che la sera, quando non uscivo, volevo scrivere, ma non avevo la ben che minima ispirazione.
Spero mi possiate perdonare.
Ditemi cosa ne pensate del capitolo, se vi è piaciuto o è banale, ci tengo a sapere le vostre opinioni.
Un bacio, Fede

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Capitolo 28
*** Addio scuola! ***


ADDIO SCUOLA
 
Aspettavo questo giorno da tanto, e finalmente è arrivato. L’ultimo giorno di scuola. Che belle parole, che magnifica melodia alle mie orecchie.
“Emma! Non sei contenta? Io tantissimo. Finalmente non entreremo per tre mesi in questo edificio di sogni infranti, non sentiremo quella maledetta campanella di inizio lezione, la voce della prof... vita, arrivo!” esclama Laura euforica.
“Si, sono contentissima. Ma non dimentichiamoci delle valanghe di compiti che ci hanno dato quelle vipere” ribatto.
“Ma che importa, siamo in vacanza! Copierò gli esercizi la settimana prima dell’inizio”
“E da chi?” domando ironica “Comunque ci mancano ancora due ore prima della fine della giornata”
“Ma quanto sei insopportabile oggi” si lamenta la mia amica “Ashton, dille qualcosa” fa poi al riccio, vedendolo venirci incontro.
“Cosa?” chiede lui, distratto.
“Per la tua fidanzatina la scuola non è ancora finita, anche se ormai è palese che lo sia”
“Ha ragione” mi difende il ragazzo.
“Ash, ti sei bevuto il cervello o cosa? Per te le vacanze sono sempre iniziate un mese prima di quello che doveva realmente essere. E tutta la scuola lo sa” controbatte Laura.
Oui, mais cette année je dois faire l’examen de fin d’études
“Ma è francese? Se andrò a Parigi non comprenderò nulla” dico, alzando le mani al cielo.
“Capirai di non capire, e capendo imparerai” recita il riccio.
“Lasciamo stare le sue frasi filosofiche e i suoi esami e andiamo in classe, la lezione dovrebbe iniziare a momenti” propone la mora, quindi salutiamo il mio ragazzo e ci dirigiamo in classe.
 
Cinque minuti alla libertà. Tic tac tic tac. L’insegnante di educazione civica sta blaterando da mezz’ora, ma io, come del resto tutti i miei compagni, non sto minimamente prestando attenzione. Fisso solo il muro davanti a me, dove affisso si trova l’orologio.
Quattro. Il tempo sembra non passare più, non riesco più a star seduta. Tre. Guardo i ragazzi seduti davanti a me lanciarsi sguardi di euforia.
Ora è solo questione di una manciata di secondi, anche per il professore è giunto il momento di riporre i libri nella valigetta e prepararsi al caos.
Dieci, nove, otto... tutti che sussurrano i secondi rimanenti, fino a quando la campanella trilla allegra nei corridoi.
È estate, lo voglio urlare al mondo intero, ma mi trattengo, uscendo velocemente dall’aula per cercare i miei amici all’uscita.
Mentre mi dirigo verso il portone, saluto delle ragazze che conosco e auguro loro buone vacanze; poi, delle braccia mi alzano vittoriose da terra e mi fanno girare. Riconosco la presa e abbraccio mio cugino.
“E anche quest’anno è andato! Dobbiamo festeggiare, Emma” esclama, dopo avermi fatto rimettere i piedi sul pavimento.
“Luke, questa scuola è diventata una discoteca da quanto casino c’è. A Perth siamo tutti calmi, ci sfoghiamo solo dopo” spiego sorridente.
“Lascia stare la tua vecchia città, sei a Sydney ora, adattati alla pazzia degli abitanti”
“Oh, tranquillo, mi sono già abituata quando ti ho conosciuto” scherzo.
“Signorina, le consiglio di correre, se vuole vivere”
Alle sue parole, scappo istintivamente, andando in una direzione non precisa. Mi ricorda tanto quando giocavo ad acchiapparella con Rosie, sapevo che era più veloce di me, eppure mi divertivo a farmi poi prendere da lei.
Mi fermo, prendendo fiato, mentre gli occhi si fanno lucidi al ricordo della mia migliore amica. Chissà come sta, se è guarita completamente dal trauma cranico e quindi ricorda i bei momenti passati insieme, se potrò nuovamente abbracciarla.
“Come mai ti sei fermata? Sei stanca?” mi raggiunge Luke, ma quando vede i miei occhi, cambia espressione “Cosa è successo? Ti sei fatta male?”
“Ho... cioè... credo... Rosie” balbetto, non sapendo esattamente cosa dire.
“Ehi, va tutto bene” tenta di consolarmi il biondo “Se ricordo bene, Rosie dovrebbe essere la tua amica di Perth, no? Hai qualche sua notizia?”
“No, è che mi manca tantissimo. E fa male”
“Stai tranquilla, non sai cosa potrebbe succedere in futuro”
Lascio perdere questa frase, non capendo, e il mio sorriso ritorna.
“Bene, non deprimiamoci, andiamo dagli altri e facciamo festa”
 
“Ash, vieni con noi” lo chiama Calum.
“Non posso, devo studiare” risponde, per poi riconcentrarsi sui libri.
Mi alzo dal lettino della piscina ed entro in casa, avvicinandomi al tavolo della sala; mi abbasso e abbraccio da dietro il riccio, quindi gli do un bacio sulla guancia.
“Ashy, sono tutti di là; so che sei nervoso, ma per oggi puoi lasciare stare gli esami?”
“Mi manca poco” sbuffa.
“Ti prego. C’è la gallina fuori, e capisco che tu non voglia uscire, ma ci sono anche i tuoi migliori amici, Laura e Fanny. E soprattutto ci sono io”
“Lunedì ho la prova di matematica” insiste, ma io non mi arrendo.
“Senza di te la festa non è bella. Voglio passare del tempo con te, in questi giorni sei sempre sui libri” mi lamento.
Il ragazzo delle bandane tentenna un po’, indeciso, poi si arrende.
“Solo perché ci sei tu”
Quindi usciamo in giardino e ci uniamo agli altri, divertendoci. Calum e Laura sono dolcissimi insieme, è tutto il pomeriggio che parlano e non posso essere più felice. Ora manca solo che lui le chieda di mettersi insieme, e il gioco è fatto.
Porgo il mio sguardo a Michael, un po’ troppo nervoso per i miei gusti, così mi avvicino a lui.
“Che succede, testa rossa?”
“Nulla” finge con nonchalance “Sto pensando di ritornare biondo, tutto qua?”
“Secondo me c’è dell’altro, ma non voglio sforzarti, quindi lascerò perdere. Ma se invece ti tingessi i capelli con i colori del’arcobaleno? Testa bionda non mi piace come soprannome”
“Potresti sempre chiamarmi Mickey” suggerisce.
“Nah, troppo scontato. Vado da Ashton, non si sa mai che ritorni a studiare” scherzo, per poi lasciarlo con Fanny.
 
Una settimana è passata da quella festicciola di fine anno, il mio ragazzo ha fatto gli scritti e, da quello che ho capito, sono andati bene.
Sono stati sette giorni veramente stressanti, per tutti: il riccio stava chiuso in camera dalla mattina alla sera per studiare, e noi lo aiutavamo a turno; l’unica cosa positiva è che avevo meno occhi su di me, quindi potevo andare ad allenarmi tranquillamente.
Laura ha aumentato i suoi turni di lavoro anche per lunedì pomeriggio e mercoledì mattina, quindi avremo meno tempo da passare insieme.
Ora siamo fuori dalla scuola, seduti sul muretto, ad aspettare il ragazzo delle bandane. Ashton è dentro da mezz’ora, sono in ansia per lui. So che ha studiato tantissimo, e molto probabilmente passerà anche l’orale, ma sono comunque agitata.
“Penso che se non esce entro cinque minuti mi verrà un infarto per lo stress” annuncia Calum.
“Riusciremo a sopravvivere anche senza di te, tranquillo” lo schernisce Laura.
“Ti voglio bene anch’io, scema”
Sorrido nel sentire questi simpatici battibecchi, adoro il fatto che ora solo molto legati, finalmente; spero che presto succeda qualcosa.
“Luke, se vuoi così tanto parlare con Hayley, cosa che trovo alquanto vomitevole, puoi chiamarla, così viene qua” gli suggerisco.
“Non sto chattando con lei, Emma” mi fa la linguaccia mio cugino.
“Uuh e con chi? Qua c’è aria di tradimento, mi piace” ghigno.
“Smettila, non sto tradendo nessuno; pensa al tuo ragazzo, che tra poco dovrebbe uscire”
Proprio quando il biondo finisce la frase, il portone dell’istituto si apre e Ashton esce, senza alcuna emozione in volto. Mi avvicino cautamente a lui.
“Allora? Com’è andata?”
Lui alza le spalle, abbattuto, poi continua a camminare in direzione degli altri.
“Amico, mi dispiace, ce la farai il prossimo anno” lo consola Michael, mentre io mi riunisco al gruppo.
“Già. Solo che non potrò più” si ferma e ci guarda, mentre un sorriso compare sul suo volto “Perché sono passato! Addio scuola!”
Mi fermo, non capendo più niente. È stato promosso, ha passato gli esami. Non so cosa pensare, sono così felice e fiera di lui, che non riesco a pronunciare una parola.
Intanto, tutti i nostri amici si sono congratulati con lui, e ora mi stanno guardando curiosi, non capendo il mio comportamento.
D’un tratto urlo di gioia e salto addosso ad Ashton, abbracciandolo.
“Bravissimo, te lo sei meritato” gli sussurro.
“Mi hai fatto prendere un colpo, pensavo che...”
“Cosa? Sono contentissima, non ci sono parole per descrivere come mi sento. Congratulazioni”
Ci baciamo, quindi ritocco il suolo con i piedi e intreccio la mia mano con la sua.
“Beh? Andiamo a festeggiare?” suggerisce il riccio.
“Pizza!” urla Michael, che giusto qualche giorno fa ha cambiato la tinta dei suoi capelli. Così ci dirigiamo in una pizzeria qua vicino.
“Anche gli scritti li hai passati?” domando.
“Esatto, me lo hanno detto i professori prima di uscire” risponde il ragazzo con la bandana nera.
“Non ti vedrò più per i corridoi della scuola l’anno prossimo” constato.
“Vorrà dire che il pomeriggio non ti allontanerai neanche un minuto da me, piccola” scherza “Non pensarci ora, però; abbiamo un’intera estate da passare insieme”
 
 
 
 
-------
Ehilà, guarda un po’ chi si rifà viva dopo secoli. Sono pessima nella puntualità, me ne rendo conto.
La scuola è iniziata da nemmeno un mese e sono già stufa; i prof pressano sulle verifiche e sono stra-impegnata.
Spero di non avervi perso in tante, mi sono abbattuta quando ho visto le visualizzazioni dell’ultimo capitolo, di gran lunga inferiori rispetto al precedente; se non vi piace più la storia, ditemelo, non voglio continuare una cosa che a nessuno interessa.
Detto questo, ringrazio veramente tutte voi, assolutamente TUTTE, vi amo troppo per quello che state facendo, anche semplicemente leggendo.
Alla prossima, sempre se vi va.
Fede

 

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Capitolo 29
*** Sorpresa! ***


SORPRESA!
 
Finalmente l’attesa vigilia di Natale è arrivata, siamo tutti felici, emozionati; tutti tranne Michael, che sembra non essersi ripreso dalla brutta notizia di qualche giorno fa.
Il povero tinto non si è impegnato molto durante l’anno scolastico, e ora ne ha ripagato le conseguenze, forse un po’ troppo duramente.
“Mikey, dai, non dirmi che sei ancora depresso per essere stato bocciato. Lo immaginavi”
“Lo so, Emma, ma è dura stare in classe con ragazzi di un anno più piccoli”
“Sii positivo: è la vigilia!” esclamo.
Lui sbuffa, per poi rimettersi a fissare fuori dalla finestra. Capisco che non vuole essere disturbato, quindi lo lascio in camera sua e mi dirigo in salotto, dove le madri dei ragazzi stanno preparando la tavola.
“Emma, ci puoi aiutare, per favore” mi chiede zia Liz.
Così mi ritrovo in cucina a controllare la temperatura del forno; quando esso raggiunge i 130°, devo infilare la teglia di biscotti, poi mi aspetterà un’altra mansione.
Mentre aspetto, prendo il telefono e scorro l’indice sulla rubrica, quindi chiamo Laura.
“Pronto?” mi risponde squillante.
“Bell’angioletto, come vanno i preparativi a casa tua?”
“Bene grazie, mi sto annoiando: i miei non mi lasciano fare nulla perché tesoro, non va di qua, non va di là, stai attenta all’albero, lascia fare a me. Ti giuro, preferisco fare i compiti, piuttosto che starmene ferma come un pupazzo di neve”
“Quello mai” rido “A proposito di pupazzi di neve, oggi ho chiamato i miei genitori e sai cosa mi hanno detto? Che da loro nevica! Ti immagini Natale con il freddo e la neve? Che cosa stranissima”
“Non ci credo, è buffo. Tu che fai, invece?” mi chiede.
“Sto mettendo i biscotti a cuocere” dico, mettendo la teglia nel forno “Le mamme dei ragazzi mi stanno facendo sgobbare” mi lamento.
“Emma, puoi venire qui un secondo?” sento la voce di Karen che mi chiama, così saluto Laura.
“Devo andare, la mamma di Mikey mi cerca. Ci sentiamo a mezzanotte per gli auguri, buona serata” Quindi chiudo la comunicazione e vado in salotto.
“Puoi dire a Michael di scendere? Deve spostare un pochino l’albero, è troppo in mezzo”
Faccio come mi dice e salgo le scale, andando nella camera del tinto.
“Biondino, tua mamma ha bisogno di te” dico, entrando.
“EMMA!” urla lui, coprendo un oggetto sulla scrivania “Si bussa prima di entrare!”
“Scusa, giuro che non ho visto niente. Comunque sono sicura che a Fanny piacerà molto quel regalo”
“Quindi l’hai visto, stronzetta” mi lancia uno sguardo trucido “Non è per lei, doveva essere una sorpresa per te, invece non lo sarà più”
Mi sento un po’ dispiaciuta per aver svelato un mio regalo, quando non è ancora tempo per aprirli, ma sono comunque commossa per il pensierino.
“Scusami tanto. Però grazie mille, testa colorata” lo abbraccio.
“Almeno fingiti sorpresa quando lo aprirai davanti agli altri”
Annuisco e scendiamo insieme, quindi ritorno dai miei amati biscotti. La zia mi dice di toglierli dal forno, così prendo la patina e apro lo sportello, mentre un meraviglioso profumo di cocco mi invade le narici.
Sto per mettere la teglia sul tavolo, quando una mano prende un biscottino. Alzo lo sguardo e incontro gli occhi di Ashton, che mi osserva mentre mangia.
“Buoni”
“Scemo, questi sono per stasera” mi lamento, schiaffeggiandogli il braccio.
“Oh no, ora come mi farò mi perdonare?” dice con fare teatrale, mentre un sorriso si propaga sul suo viso.
“Non mi darai un bacio. È già abbastanza che io ti abbia fatto un regalo”
“Mi hai regalato qualcosa? Piccola, pretendo che mi dici cos’è”
“Devi aspettare, mi dispiace” finisco la conversazione, girandomi per andare a cambiarmi per la serata.
“Dove pensi di andare?” mi domanda, intrappolandomi tra le sue braccia.
“A mettermi dei vestiti decenti. Sai, è la vigilia e tra poche ore ci sarà il cenone” spiego, come se lui non avesse mai festeggiato.
“Bene, ti accompagno”
Lascio perdere, data la sua insistenza e, insieme, saliamo le scale.
“Ash, la stella di Natale arriverà tra un’ora” annuncia Luke; io non capisco cosa vuole dire, ma, al contrario, il riccio sembra afferrare il concetto.
“Cosa stava dicendo mio cugino prima?” chiedo al mio ragazzo, una volta entrati nella mia stanza.
“Nulla, tranquilla” liquida la faccenda “Ora, mostrami cosa vuoi metterti”
Mi avvicino all’armadio e tiro fuori un vestitino leggero ma elegante, senza spalline, con il corsetto bianco e il resto della gonna rosso. È abbastanza semplice, ma staremo in casa stasera, quindi non penso importi molto quello che metto.
“Vado in bagno a cambiarmi” annuncio.
“Puoi anche cambiarti qua, piccola, non mi dai certo fastidio” controbatte lui, con una punta di malizia.
“Smettila” rido ed esco dalla stanza.
Mi preparo velocemente, senza strafare con il trucco, mi sistemo i capelli e ritorno in camera.
“Hai mai pensato di avere un e-book? Non ci stanno più libri in questi scaffali” mi chiede Ash, sentendomi entrare.
“No, amo sentire l’odore di un libro, sfiorare le pagine. Sarebbe strano avere tutta la mia vita in un aggeggio elettronico” spiego.
“Vuoi dire che io non son...” girandosi verso di me, blocca la frase a metà e mi fissa come se fossi una divinità “Merda, sei da stupro”
“Sempre molto fine, mi dicono” ridacchio, avvicinandomi.
“Si, ma... voglio dire... basta, è un bene che tu non sappia leggere nella mente delle persone, sarebbe una cosa alquanto imbarazzante in questo momento”
“Lasciamo perdere, non ho intenzione di scoprirlo. Piuttosto, scendiamo giù, gli altri ci staranno aspettando”
Così andiamo al piano di sotto e ci riuniamo ai nostri amici con le loro rispettive famiglie. Siamo davvero in tanti: oltre ai loro genitori, ci sono i due fratelli di Luke, Ben e Jack, e la sorella di Calum, Mali Koa.
Io ed Ashton siamo gli unici senza parenti, ma cerco di non pensarci; insomma, siamo tutti una grande famiglia, nessuno di noi si deve sentire solo.
“Ecco la nostra cuginetta! Quel vestito ti dona, sappilo” mi dice Ben, prima di abbracciarmi.
“Emma! Che gioia rivederti di nuovo” esclama poi Mali Koa.
Prima di sederci a tavola a mangiare, stiamo seduti sul divano a parlare un po’. È un bellissimo momento, molto intimo e familiare, è da tanto che non mi sentivo così.
I genitori di Calum sono simpaticissimi, e altrettanto sono quelli di Michael; adoro la situazione che si  creata, ma l’armonia viene spezzata con il trillo del campanello.
Decido di andare io, così mi alzo e, sotto gli sguardi incuriositi degli altri, mi avvicino all’ingresso. Non stavamo aspettando nessuno, quindi non ho la minima idea di chi sia.
Pian piano abbasso la maniglia e apro la porta, ma quando vedo la persona davanti a me, mi chiedo se sia solo un sogno.
“Sorpresa!” esclama, stando però ferma al suo posto; forse, ha paura della mia reazione.
Non ci posso credere, non ci voglio credere. Settimane passate a chiedermi se stava bene, a chiamare la mamma per sapere come stava, senza però alcuna risposta, e ora lei è qua davanti a me.
Quei lunghi capelli biondi sono stati tagliati appena sotto le spalle, ma per il resto è rimasta uguale; quegli occhi azzurri mi erano mancati così tanto, quel sorriso incerto mi sembra un miraggio ora.
“Emma?” mi richiama, non vedendo alcuna reazione da parte mia.
Non so se perché lei è qui o per la delusione, ma non riesco a parlare e fuggo in camera mia, lasciando la ragazza davanti alla porta.
Esco sul balconcino e  mi rannicchio sulla seggiola bianca, iniziando a piangere. Non so bene il perché, d’altronde la mia migliore amica è qua a Sydney e sembra più in forma che mai; però mi sento anche illusa, amareggiata che non mi abbia detto niente.
Ogni giorno ero in pensiero per lei, mi chiedevo se si sarebbe ricordata di me, e ora scopro che in tutto questo tempo lei stava bene, sapeva chi ero, rammentava tutte le avventure passate insieme.
Se il trauma cranico era andato via del tutto, perché non me lo ha detto? Perché ha tenuto tutto per sé? Pensavo ci dicessimo tutto.
Sento qualcuno che bussa alla porta, ma non ho voglia di alzarmi né di vedere nessuno. Così rimango fuori e mi asciugo le lacrime, sperando che il trucco non sia colato.
“Emma, ho bisogno di parlarti”
“Non voglio” gracchio.
“Scusami” controbatte invece lei, sedendosi accanto a me “Davvero, avrei tanto voluto dirtelo, ma volevo farti una sorpresa”
“Da quanto” non sono sicura di volerlo sapere veramente “Da quanto ti ricordi tutto?”
“Un mese e mezzo, ormai” sussurra, capendo forse lo sbaglio.
“Ah” è tutto quello che riesco a dire. Non riesco a capacitarmi di quello che è successo e che sta succedendo adesso.
“Luke e Ashton lo sapevano” aggiunge Rosie.
Ancora più incredula, sto per rispondere, quando lei mi blocca.
“Non prendertela con loro, sono stata io a volere che non ti dicessero nulla. E, credimi, il tuo ragazzo mi ha minacciata in tutti modi possibili perché te lo dicessi subito, non voleva vederti soffrire ancora”
“È fantastico” le rivelo, guardandola negli occhi.
Rimaniamo un po’ in silenzio, mentre la brezza della sera ci tocca lievemente le pelle.
“E così tu e Luke vi messaggiavate, eh?” la canzono, facendole capire di averla perdonata. Dopotutto, l’amicizia batte qualsiasi cosa.
“È molto più bello dal vivo, peccato che abbia la ragazza”
“Oh, questo è solo un misero dettaglio. Ho già fatto lasciare due persone, credo che riuscirò a farcela un’altra volta” rido “Mi sei mancata, Ros”
“Anche tu, Ems, non sai quanto”
Ci abbracciamo, finalmente dopo un tempo lunghissimo, e trattengo le lacrime, non voglio piangere ancora.
“Ora è meglio andare giù, ho rovinato la cena di Natale” mugugna la mia migliore amica.
“Non l’hai rovinata, tu l’hai migliorata
Quindi ritorniamo dai ragazzi che, vedendoci, esultano. Credo proprio che non sia perché l’ho perdonata, ma perché così possono mangiare.
“Perfetto. Ora che ci siamo tutti...” dice zio Andrew “... Buona vigilia di Natale!”
 
 
 
 
 
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Hey everybody! (Frase puramente casuale eheh)
Allora, come andiamo? Devo scusarmi tanto, continuo a fare ritardi e mi dispiace molto. Ho avuto un sacco di cose da fare: la scuola mi uccide (come del resto uccide tutti), il 10 ho visto Benji e Fede (amori miei, quante lacrime), il 13 era il mio compleanno, il 25 sono andata agli EMA, ogni santo giorno avevo una verifica o un’interrogazione e mi sono concentrata solo su quello per due settimane.
MA ora sono qua, per vostra fortuna/sfortuna; le visualizzazioni sono ancora diminuite e sto veramente male per questo, pensavo che vi piacesse la storia.
In ogni caso, la vigilia dovrebbe essere una giornata calma, ma per Emma non lo è stata affatto. Cosa succederà ora che Rosie è tornata? Bah, non lo so nemmeno io.
Alla prossima, tate (sempre se volete). Fatemi sapere che ne pensate, vi amo.
Fede 

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Capitolo 30
*** Buon Natale ***


BUON NATALE
 
“Quanto ti fermerai qui a Sydney?” chiedo alla mia migliore amica.
Finita la magica serata, io e Rosie ci siamo ritirate in camera mia, dove è stato tirato fuori un altro letto, da sotto il mio.
“Tempo indeterminato. I miei hanno detto che, se volevo, avrei potuto stare qua e seguire i corsi con te; l’importante è che devo chiamarli ogni giorni” rivela.
Sono felicissima: finalmente potrò rifare la routine di Perth con la mia migliore amica, allenarmi con lei che mi fa da allenatrice, vivere senza il pensiero di lei lontana.
“Ho una brutta notizia, però” continua, facendomi scurire l’espressione allegra “Dovrai condividere la stanza con me”
“Ma va a cagare!” rido, lanciandole un cuscino.
Pensavo fosse una cosa seria, di cui preoccuparsi, ma in realtà era solo uno dei suoi soliti scherzi. Dovrò riabituarmici.
“Allora, raccontami un po’ della tua storia d’amore con Bandana-man” dice.
“Sono così famose le sue bandane?” ridacchio “Comunque, in realtà per Ash provavo solo una forte amicizia, nulla di più. Poi però è arrivato Nikko...”
“Aspetta. Quel  Nikko?” mi ferma.
“Si, proprio lui; si è trasferito per qualche mesetto qua. Per tenere nascosto l’XX abbiamo fatto finta di essere fidanzati, lui poi mi ha detto che gli piacevo ancora e da allora Ashton si è ingelosito, poi si è dichiarato”
“Che storia avvincente” commenta la mia amica.
“Sta di fatto che da quel momento ho iniziato a vederlo sotto un’altra luce e alla fine mi sono innamorata di lui” concludo.
“Che dolci. Spero che con tuo cugino mi vada bene, mi piace molto” rivela.
“Dagli tempo di capire che tu sei di gran lunga migliore di Hayley, poi il resto verrà da se”
“Grazie, sei l’amica migliore del mondo. Buonanotte”
“Lo stesso vale per te. ‘Notte” dico, prima di addormentarmi con il sorriso sulle labbra.
 
Mi sveglio di soprassalto, udendo qualcuno suonare la batteria un po’ troppo rumorosamente. Mi giro e noto che anche Rosie si è appena svegliata, probabilmente per il mio stesso motivo.
“Chi è che ci sveglia presto il giorno di Natale? Io lo fucilo” si lamenta.
“Non lo voglio sapere, per me è un uomo morto. Buon Natale, in ogni caso” Sbuffo, scendendo dal letto.
Insieme, usciamo dalla camera e, con ancora il pigiama, scendiamo a capire chi sia stato a fare tutto questo rumore.
“Si sono svegliate, le due principesse!” ci canzona Michael, non appena ci vede entrare in garage.
“Te lo avevo detto che avrebbe funzionato” gli dice Ashton, facendogli l’occhiolino.
“Anche se è il tuo ragazzo, mi dispiace Ems, ma lo uccido” mi sussurra Ros.
“BUON NATALE GENTE!” urla Calum, evitando ulteriori battibecchi.
Tutti ci facciamo gli auguri e, anche se stanca, sono comunque gioiosa... è la festa più bella dell’anno! Non vedo l’ora di scoprire cosa faremo, cosa hanno in programma di fare i ragazzi e le loro famiglie.
Gli anni passati, a Perth, andavamo prima alla sfilata di carri, la quale segnava l’inizio del giorno natalizio; successivamente tornavamo a casa, dove ci aspettava un abbondante pranzo; quindi scartavamo i regali e andavamo in spiaggia fino alla sera, quando il cielo si colorava di incantevoli fuochi d’artificio.
Mi manca tanto la mia città, quest’anno non potrò rivivere le stesse emozioni dell’anno scorso, ma sono comunque felice e curiosa di come festeggino il Natale qua a Sydney.
“Cosa si fa oggi?” chiedo.
“Classico Natale di una città bella come la nostra: spiaggia tutto il giorno!” esulta Luke, battendo il cinque a Michael.
“Quindi forza donzelle, andatevi a mettere il costume, che dobbiamo prendere il posto migliore in spiaggia” aggiunge il tinto.
Dunque ritorniamo in camera, ci cambiamo e, in men che non si dica, siamo già in giardino. Aiutiamo i ragazzi con le borse e i teli, quindi ci dirigiamo verso il litorale a piedi, essendo poco lontano da casa.
Appena vedo la distesa di sabbia, un sorriso immenso si propaga sul mio volto; quanto amo il mare!
Sebbene sia già molto affollato, riusciamo a trovare un bello spazio per poter stare comodi. Apriamo quindi l’ombrellone e stendiamo i teli.
Non appena finito, i ragazzi si tolgono velocemente la maglietta e corrono in acqua, urlando forse più dei bambini. Io cingo le spalle di Rosie e osservo le altre persone: molte indossano un cappellino natalizio, altre hanno acceso uno stereo che diffonde canzoni tradizionali del Natale... è tutto così semplice, ma magico.
“Cosa non vi era chiaro del classico Natale che vi avevo detto? Forza, tutti in acqua!” ci ammonisce Luke.
“Magari dopo” controbatte la mia amica.
“Oh no, signorine. Non volete con le buone? Bene, lo faremo con le cattive” dice Ash, che si avvicina a me e, senza che io possa capire cosa sta accadendo, mi tira su a mo’ di sposa.
“Mettimi giù, scemo” gli dico, ridendo.
“Mi dispiace, piccola, ma le tradizioni sono tradizioni”
Così lui e mio cugino, che aveva preso Rosie, corrono in acqua. Mi aggrappo maggiormente al mio ragazzo, cercando di non cadere; non mi fido di quello che potrebbe fare da un momento all’altro.
“Se mi dai un bacio ti riporto all’ombrellone” ghigna.
Volendo quindi tornare sulla sabbia e anche baciarlo, faccio aderire le nostre labbra in un morbido bacio, poi mi stacco.
“Luke, ora!” urla al biondo.
Non comprendo il significato di quelle parole, fino a quando mi ritrovo sottacqua. Riemergo e do un’occhiata alla mia amica, che, nelle mie stesse condizioni, sta imprecando per l’acqua bevuta.
“Voi due siete morti, non sto scherzando” poi mi rivolgo a Cal e Mikey “E voi, se non volete fare la stessa fine dei vostri amici, smettetela di ridere”
Loro continuano, non facendo caso alle mie parole, così mi metto a schizzarli. Questa lotta continua per cinque minuti buoni, fino a quando non alziamo bandiera bianca, ormai stanchi.
Stiamo per un po’ a divertirci in acqua, poi, notando il lungo tempo rimasti a mollo, decidiamo di ritornare all’ombrellone; vediamo che sono arrivati anche i genitori dei ragazzi, quindi ci scambiamo gli auguri.
Arrivata ora di pranzo, i ragazzi, con i loro papà, fanno cuocere le bistecche sul barbecue elettrico e ciò mi ricorda molto i pic-nic che facevo con la mia famiglia. Mi piace molto come sta andando la giornata, che, sebbene semplice, è ricca di emozioni.
“Buon Natale!” brindiamo, prima di mangiare.
 
Il resto del pomeriggio lo abbiamo passato giocando o cantando canzoni, seppur la maggior parte delle volte venivamo interrotti da Calum, che si metteva a fare il pazzo e cantava come se fosse un lirico.
Una mezz’oretta fa siamo ritornati a casa per prendere i regali e ora siamo tutti attorno ad un fuocherello che i miei cugini hanno acceso; il sole ormai è quasi assente e il cielo si è colorato di sfumature di rosso: è un posto magnifico Sydney.
“Mi dispiace, ma io, non conoscendovi, non ho fatto nessun regalo. Scusatemi tanto” dice Rosie, dispiaciuta “Ce l’ho solo per Emma, ma glielo darò dopo”
“Non preoccuparti, hai già fatto il regalo più bello: hai reso felice la mia ragazza, a me sinceramente basta questo” controbatte Ashton, stringendomi da dietro.
“Ma che dolcezza nell’aria. Su, Ash, apri il mio” dice Michael, passandogli il pacchetto.
Conoscendo il ragazzo, ci giuravo che si trattava di un’altra bandana azzurra da aggiungere alla sua collezione; il riccio, però, sembra sorpreso e incredibilmente felice del dono.
“Grazie mille, amico. Mi mancava questo colore” esclama entusiasta “Questo invece è per te, da parte mia e di Emma”
“Non mi piaci biondo” gli dico, non appena scarta il regalo, ovvero una tinta rossa.
“Anche a me stava iniziando ad annoiare, grazie mille ragazzi. Domani il bagno è mio, sia chiaro” afferma.
“Mikey, tesoro, non mi piace che ti continui a colorare i capelli” lo rimprovera la madre “Ma almeno questo colore si abbina con l’atmosfera natalizia”
Poi è il momento che i genitori dei ragazzi, Mali Koa, Ben e Jack aprano i loro regali. Le cose comprate sono semplici, ma, dopotutto, la cosa che conta il pensiero; loro sembrano anche felici, quindi non ci facciamo tanti problemi.
“Ora tocca a me, gente” annuncio, dando i pacchettini ai miei amici.
Ho regalato una chitarra acustica a mio cugino, poiché ho sentito che gli piaceva molto quel modello, ma non aveva abbastanza soldi per comprarla; appena la vede, un sorriso enorme si forma sul suo volto e mi abbraccia forte.
“Sei la cugina migliore del mondo. Grazie mille, Emma” mi dice, commosso.
Sorrido e aspetto che anche Calum scarti il suo regalo, ovvero una camicia e un paio di pantaloni, sperando che non li rompa ancora.
“E questo coso è per te” dico al mio ragazzo, un po’ agitata.
Lui prende con calma il pacchettino e, con altrettanta lentezza, lo apre: è una cornicetta con dentro una nostra foto, quella che mi piace di più, quella del nostro primo appuntamento. Sul retro, ho scritto la prima frase che ho pensato riguardo al nostro rapporto.
“Semplicemente non riesco a smettere di pensare a te, ovunque tu sia” mormora, leggendo.
“Volevo solo farti capire che, in ogni luogo dovessi andare, non mi scorderò mai di te” spiego, in imbarazzo.
“Te l’ho già detto che sei unica?” mi sussurra a fior di labbra, per poi darmi un bacio.
“Emma, lascia stare la tua dolce metà, è tempo che tu apra i tuoi regali” mi dice Mali Koa, ridacchiando.
Quasi tutti mi hanno regalato libri e io sembro una bambina in un negozio di caramelle: ora che siamo in vacanza, avrò molto tempo libero per leggere, finalmente.
Quando apro il regalo di Michael, fingo di essere stupita, ma purtroppo non sembro convincente.
“Sapevi che ti avrebbe regalato quel vestito?” mi chiede Rosie, guardando l’abito celeste.
“Sono entrata in camera sua senza bussare” rispondo con un’alzata di spalle, scatenando così le risate degli altri.
Per ultimo, scarto il regalo che mi ha fatto Ashton; dal sacchetto, tiro fuori un cofanetto blu e, incuriosita, lo apro: dentro si trova una meravigliosa collana con un ciondolo a forma di rondine, su cui è incisa la lettera A. A come Ashton.
“Ami la libertà, viaggiare; come tu hai fatto con me, volevo che avessi sempre un mio ricordo” chiarisce.
Non avendo parole per descrivere come mi sento, mi accoccolo tra le sue braccia e gli sussurro che l’avrei ringraziato dopo.
Finito quindi lo scarto dei regali, i ragazzi prendono i loro strumenti e cantano per noi qualche canzone. Infine, giunta ormai l’ora di lasciare la spiaggia, raccattiamo tutte le nostre cose, salutiamo i genitori dei ragazzi e ritorniamo a casa.
“Avevi detto che avevi un regalo per me. Di che si tratta?” domando alla mia migliore amica, una volta dato la buonanotte a tutti e chiuse in camera.
“Mi sei mancata tantissimo, ma non pensare che io non abbia fatto nulla per te e per l’XX” ammicca.
“Cosa intendi dire?” chiedo, iniziando ad emozionarmi. Quella ragazza è capace di fare qualunque cosa.
Rosie non mi risponde subito; si limita a guardarmi, soffocare una risata e mettersi a letto.
“Parla. Ora” le ordino, imitandola.
“Ti ho iscritto alle gare regionali di tuffi”
 
 
 
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Scendono gli angeli dal cielo!
Dopo secoli un aggiornamento della mia storia, wow. A volte mi viene voglia di mollare tutto e di cancellare le ff che ho scritto, poi però mi ricordo di voi e tolgo dalla mente questi pensieri; ho un problema in questo periodo, non trovo più la voglia di scrivere, e questo mi duole assai (?).
Spero che mi ritorni spesso il piacere che avevo un anno fa, altrimenti non so davvero cosa fare. HO BISOGNO DI AIUTO.
In ogni caso, da Emma il Natale è arrivato prima lolm. E.. colpo di scena alla fine; cosa succederà con le gare? Cosa farà Emma? E come faranno le due ragazze, se dovesse accettare, a mantenere segreto tutto? Eh, bella domanda.
Ringrazio tutte voi, amori della mia vita, che continuate a leggere. Almeno c’è ancora qualcuno che apprezza il mio duro lavoro.
Vi amo, ricordatevelo sempre.
Un beso, Fede xx

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Capitolo 31
*** Per sempre ***


PER SEMPRE
 
Sono sdraiata sul lettino e mi sto rilassando; il cielo è sereno e senza nuvole, mentre le onde del mare creano un sottofondo piacevole alle mie orecchie.
Mi piace molto l’estate: sono in vacanza e non vado a scuola, mi sento libera, il tempo è sempre bello. L’unica cosa negativa è che la piscina, durante questa stagione, è chiusa, quindi non posso allenarmi.
Dopo la notizia che mi ha dato Rosie, non ho smesso un secondo di pensare a quello che sarebbe successo in seguito, a quello che dovrà accadere tra qualche mese.
Insomma, non ci posso ancora credere che abbia fatto una cosa de genere, che mi abbia iscritto alle gare regionali. Mai nessuno, da quello che so, è riuscito a ricavarsi un posto in questa categoria senza aver fatto alcuna competizione precedente.
Rosie mi ha detto che ha fatto vedere alla giuria i filmati che avevo girato mentre mi allenavo e, con qualche supplica che non ho voluto sentire, è riuscita nel suo intento.
E adesso dovrò nascondere più cose ad Ashton e ai miei amici, poiché, appena riaprirà la piscina, dovrò aumentare le ore di allenamento.
“A che pensi, piccola?” mi chiede il mio ragazzo, baciandomi la testa.
“A nulla, tranquillo” rispondo, tirandomi su.
“Hai da fare stasera? O devi uscire con le tue amiche?”
“Sono libera. Rosie deve sbrigare... alcune cose. E Laura è partita per Cairns”
“Tu e Rosie in questi giorni sembrate alquanto strane. Sicura che non sta accadendo niente di male?” non voglio che sappia, non voglio rovinargli la giornata raccontandogli che gli ho mentito.
“Non preoccuparti, è tutto apposto” fingo, cambiando poi discorso “Mi stavi dicendo?”
“Vorrei portarti al ristorante, non ci siamo mai andati solo tu ed io. Vorrei passare una serata solo con te” dice, leggermente imbarazzato  per la proposta.
“Ed io cosa dovrei rispondere?” ridacchio, volendolo lasciare sulle spine.
“Non lo so, cioè, sì, se tu vuoi; ma non sei obbligata, possiamo sempre stare a casa con gli altri” balbetta il riccio.
“Ash, da quanto stiamo insieme?”
“Tre settimane” risponde lui, convinto.
“E tu devi ancora imbarazzarti  a chiedermi di uscire? Sarei onorata di passare una serata con te” lo bacio.
Quando le nostre labbra si incontrano, è come la prima volta: mi si stringe lo stomaco, pieno di farfalle, il cuore mi batte all’impazzata. Sto benissimo quando lui mi è accanto.
“Siete adorabili, ma smettetela, vi prego” dice Calum, prendendo l’asciugamano.
“Solo perché la tua amata è via, non significa che nessuno può baciarsi” lo schernisco.
“Laura non è la mia fidanzata” subito si mette sulla difensiva.
“Io non ho mai detto che stavo parlando di lei. Hai fatto tutto tu” rido.
“Avete visto Michael?” chiede, cambiando improvvisamente discorso poiché in profondo imbarazzo.
“No, in effetti è da un po’ che non vedo una testa rossa in giro” risponde Ash.
“Beh, ragazzi, io devo andare. Rosie mi vuole” annuncio, dopo aver letto il messaggio della mia amica.
“Ti accompagno io” si offre il riccio, ma io lo fermo.
“Resta pure qua a divertirti, vado tranquillamente da sola”
Ros potrebbe avere qualcosa per le gare, e non voglio che lui le veda. Così lascio i miei amici e mi dirigo a casa.
Arrivata, noto la bionda sul divano, con un’espressione di nervosismo e agitazione stampata in volto. Mi avvicino e le domando cosa l’abbia turbata.
“I giudici mi hanno mandato la lista dei tuoi avversari. Dobbiamo assolutamente intensificare gli allenamenti” mi guarda preoccupata.
“Contro chi devo gareggiare?” chiedo.
“Sharleen Stratton”
Non posso credere a quello che ho appena sentito. Non mi sarei mai aspettata di dover partecipare alle gare contro lei, la mia tuffatrice preferita, la ragazza più brava che io abbia mai visto in questo sport.
Non so se esultare o preoccuparmi. Certo, la potrò conoscere finalmente, dopo anni passati a sperare in un suo autografo; però, mi servirà davvero tanto lavoro e tanta fatica per poter arrivare ai suoi livelli e, magari, batterla. Come potrei io, una semplice dilettante, battere lei, campionessa del Commonwealth per ben quattro volte?
“Riusciremo a portare a casa la medaglia, te lo prometto” mi incita Rosie, ma anche lei non sembra tanto convinta della sua affermazione.
Passiamo il resto del pomeriggio a guardare i video delle sue gare, la mia amica dice solo per sapere in cosa è più scarsa e che punti abbiamo a favore, ma sono in netto svantaggio rispetto a Sharleen.
Per prima cosa, non ho mai partecipato a gare, tantomeno di questo livello, e non so cosa significhi l’agitazione pre-competizione o il fatto di dover allenarmi duramente per la maggior parte della giornata. Inoltre, io non ho mai avuto un allenatore qualificato, una squadra che mi aiutasse in eventuali problemi; certo, Rosie mi ha sempre sostenuta e incoraggiata, ed è molto preparata per questo argomento, sa a memoria le tecniche da avere, ma avrà sempre delle lacune.
“Emma, so che è difficile la situazione creata, anche perché sarà più difficile nascondere questi segreti ai tuoi amici, ma non temere, sarò sempre con te, per qualsiasi cosa”
“Iniziamo a pensare a cercare una nuova piscina aperta, anche privata, se necessario. Troveremo un lavoro per pagarci le spese e potrò iniziare gli allenamenti già da subito. Anche perché non posso sempre contare sull’aiuto dei miei genitori”
“Le fasi burocratiche le lasciamo ad un altro giorno. Ora, il lato positivo: Sharleen è in città, e ci sono buone probabilità di incontrarla per strada. Quindi domani noi due usciamo” mi informa, entusiasta.
“Ti ricordo che domani è l’ultimo dell’anno, sarebbe bello preparare qualcosa per la sera”
“Ci penseranno i ragazzi” liquida velocemente la bionda, per poi andare a farsi una doccia.
 
“Sei pronta?” mi domanda Luke, bussando alla porta “Ashton mi sta stressando”
“Digli che sto arrivando” rido.
Finisco di truccarmi, mi metto ai piedi le mie ballerine e scendo. Ridacchio per l’espressione ammaliata del riccio, non appena mi vede, e mi avvicino.
“Eccomi, possiamo andare. A dopo ragazzi”
“Buona serata” ci augurano gli altri.
Io e Ash usciamo e saliamo sulla sua auto, quindi partiamo per un ristorante a me sconosciuto. Il silenzio imbarazzante che si stava creando tra di noi, viene smorzato dalle nostre risate, causate non appena ci rendiamo conto entrambi che è inutile essere imbarazzati.
“Sei bellissima con quell’abito”
“Anche tu sei niente male. E, se devo essere sincera, mi piaci tantissimo senza bandana” ammetto.
“Davvero? Avevo fatto qualche pensierino sul non metterla, ma non ero sicuro; poi però non ho avuto scelta, i ragazzi me le hanno nascoste tutte”
Arrivati, scende ad aprirmi la portiera, al che io arrossisco; ce ne sono davvero pochi oggigiorno di ragazzi che si comportano così.
Entriamo nel ristorante e indica al cameriere il nome con cui ha ordinato, quindi l’uomo ci accompagna ad un tavolo e ci lascia i menu. Il posto si trova vicino ad una finestra, da cui è possibile ammirare il mare, il cielo stellato e, in lontananza, Port Jackson illuminato. La tavola è abbellita con un vaso di rose rosse, e sono certa che è stato Ashton ad ordinarle, data l’assenza sugli altri tavoli.
“Qualche novità? Mi eri sembrata parecchio euforica quando sono tornato a casa dalla spiaggia” inizia la conversazione il riccio.
“Rosie mi ha detto che Sharleen Stratton è qua a Sydney, quindi domani proviamo ad incontrarla” spiego brevemente. In effetti, non sto dicendo bugie, ometto solo qualche insignificante particolare.
“Lei è la campionessa di tuffi, se non sbaglio. Come mai ti interessa?”
“Rosie è una sua fan” mento “Se lei è felice, lo sono anch’io”
Il cameriere passa a prendere le ordinazioni e trovo perciò il momento buono per cambiare discorso.
“Hai trovato lavoro o stai ancora cercando?”
“In teoria sì, il proprietario mi deve solo dare conferma”
“E cosa farai?”
“Lavorerò in un negozio di musica; sembra poco, però il figlio del capo mi ha detto che alcune serate suona con la sua band in un locale abbastanza rinomato qua a Sydney, gli manca il batterista e mi ha offerto di suonare con loro; il ricavato ce lo divideremo”
“Mi sembra bello. Davvero complimenti, Ash”
“Pensa che in una serata sono riusciti a guadagnare circa 600 dollari” esclama.
“Ma non dimenticarti della tua band” lo ammonisco “I ragazzi ci rimarrebbero male se non dovessi più suonare con loro”
“Quello mai, non ne sarei capace”
Continuiamo la serata parlando di un po’ di tutto tra una portata e l’altra; il cibo è davvero squisito e sono sicura che Ashton spenderà parecchio, ma non voglio litigare con lui sul prezzo, quindi lo lascio fare.
A fine cena, va a pagare, quindi mi ritrovo sola a pensare; è stato dolcissimo, già da quando mi ha proposto questa serata insieme. Ha curato tutto nei minimi dettagli e mi ha lasciata senza parole; la sua dolcezza mi incanta, il suo modo di fare mi affascina, è un ragazzo d’oro.
Solo quando ritorna e, prima di uscire, prende una rosa dal mazzo e me la dona, capisco di provare per lui qualcosa di molto forte, che va oltre ad ogni mia immaginazione. Mi tocco la collana che ho al collo, quella che mi ha regalato a Natale, e sorrido: si, i miei sentimenti sono veri.
La serata, però, non è ancora finita: infatti non ci dirigiamo verso la macchina, bensì dalla parte opposta.
“Dove mi stai portando?”
“La Luna ti illumina in un modo incantevole, soprattutto i tuoi occhi” mi spiega “Ti porto nel luogo in cui posso ammirarti senza luci invadenti: la spiaggia”
Quasi mi vengono le lacrime agli occhi per le dolci parole che ha detto, ma non faccio altro che seguirlo, con le nostre mani intrecciate con morbidezza.
Facciamo una romantica passeggiata sul lungomare, mentre le onde del mare creano una tenera atmosfera; sono felice di aver messo le ballerine, al posto dei tacchi, almeno non rischio di cadere tra le dune.
Ad un tratto si ferma e si gira, guardandomi negli occhi; io mi perdo in quei due pozzi di smeraldo e il mio battito inizia ad aumentare. Mi prende una ciocca di riccioli e me la mette dietro l’orecchio, delicatamente.
“Tu dici che i tuoi occhi sono semplicemente verdi” sussurra “Beh, ti sbagli. Io in quegli occhi ci ritrovo tutti i colori dell’universo, del mio universo”
I nostri nasi si sfiorano e vorrei tanto baciarlo, ma mi trattengo, lasciandolo continuare a parlare.
“Il destino ha voluto che noi ci incontrassimo, forse i miei desideri di trovare una ragazza unica e meravigliosa si sono finalmente avverati. Dici che vorresti essere perfetta, ma non lo sei; credimi, la perfezione dovrebbe prendere esempio da te”
A queste parole non resisto più e lo bacio. Lui mi stringe a sé, quasi come se dovessi scappare; io non voglio scappare, mai vorrei separarmi da lui; vorrei dirgli tutte queste cose, ma credo che un bacio valga più di mille parole.
“Ti amo, Emma” mormora, con il fiato corto.
“Ti amo anch’io, Ashton” gli dico, racchiudendo in cinque lettere quello che avrei voluto dire in centinaia di modi.
“Ti giuro, nulla ci separerà, niente e nessuno. Il mio amore per te durerà per sempre” continua, mentre io mi accoccolo tra le sue braccia.
“Per sempre?” chiedo conferma.
“Per sempre, non devi avere nemmeno un dubbio dell’amore che provo per te” conclude. Poi, non più alcuna parola, le uniche melodie che mi giungono alle orecchie sono i battiti sincronizzati dei nostri cuori.
 
 
 
 
 
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Hola bella gente! Che amore che c’è nell’aria.
Ieri ho festeggiato San Valentino con me stessa; è stato il momento più romantico di tutta la mia vita, sapere che io amo me stessa mi riempie di gioia. Voi come lo avete passato?
In ogni caso, tutto questo sentimento si è spostato dal mio cuore alle mani e da esse alla tastiera del computer.
Non credo ci sia molto da dire, il capitolo parla da sé. Solo un piccolo avvertimento (anche spoiler, se siete interessate): state bene attente alle gare e a Sharleen, ne vedrete delle belle.
Vi amo, grazie di tutto.
Fede

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Capitolo 32
*** Incontri ***


INCONTRI
 
“Sveglia! Il sole splende, gli uccellini cinguettano e una ragazza famosa è in città” mi chiama la mia amica, spalancando le finestre.
Mi rigiro su me stessa, cercando di coprire gli occhi dalla luce entrata all’improvviso. Ieri sera io ed Ashton siamo tornati a casa tardi e ora sono stanca. Ma Rosie non la pensa come me, difatti mi prende le lenzuola e me le toglie di dosso.
Grugnisco il mio dissenso e la guardo male, ma poi mi ricordo di Sharleen e la mia rabbia svanisce. Mi alzo dal letto e corro in bagno, cercando di sbrigarmi.
“Ho già preparato tutto” mi avvisa la bionda, quando rientro in camera “Nello zaino ho messo dei panini, in caso ci mettessimo più del previsto, alcune bottigliette d’acqua, l’ombrello, poiché quelle nuvole che vedo in lontananza non mi ispirano, e l’agenda per la firma. I telefoni sono carichi e niente, è tutto pronto. Manchi solo tu”
Le do un bacio sulla guancia per aver organizzato già tutto e finisco di preparami, quindi scendo a fare colazione.
“Cos’è tutta questa fretta, cuginetta?” mi chiede Luke, seduto sul divano.
“C’è Sharleen Stratton a Sydney, Rose la adora e andiamo a cercarla. Non so quanto ci metteremo” rispondo di fretta, mettendo in bocca una brioche.
“Ti ricordo che è l’ultimo dell’anno. Come facciamo a preparare se non ci siete voi due a dirci cosa fare?”
“Improvvisate. O chiamate la zia come avete fatto gli anni passati” dico, con un’alzata di spalle.
“Mamma e papà sono a farsi una vacanza in Nuova Zelanda. Comunque ci saranno anche Hayley e Sarah, e vorrei fare bella figura con la mia ragazza”
“Oh, che peccato, non posso proprio. Chissà cosa penserà la gallina; e se dovesse lasciarti?! No, non potrei mai farlo accadere” fingo.
“Chiederò una mano ad Ash” sbuffa, contrariato.
Lo lascio e, con la mia amica, esco di casa. Decidiamo di dirigerci verso il centro della città, poiché è il posto più probabile di incontrare celebrità. I nostri passi si muovono speditamente per i marciapiedi di Sydney, il respiro si fa più affannato a causa del caldo, ma procediamo.
Non ci posso ancora credere che tra poco incontrerò la mia tuffatrice preferita; il mio sogno diventerà realtà. Poco mi importa ora del fatto che mi straccerà alle gare, mi interessa solo fare una foto con lei, dirle quanto è stata importante nella mia vita e che sarò sempre la sua fan numero 1.
Con questa convinzione, intravedendo l’Opera House alla fine della strada, inizio a correre. Vedo un gruppo di persone accalcate all’ombra dell’imponente edificio, quindi mi dirigo verso di loro.
Non riesco a vedere la ragazza che tanto adoro, quindi mi metto in punta in piedi, cercando di farmi spazio tra la folla. Finalmente riesco ad arrivare davanti, ma la figura che mi ritrovo di fronte non è quella che mi aspettavo. Così, delusa, esco dalla calca.
“Allora?” mi chiede la mia amica, avvicinandosi.
“Non è lei, è un cantante australiano” rispondo avvilita.
“Dai, non ti preoccupare, riusciremo a trovarla” mi rassicura “Io proporrei di rimanere qui, sicuramente verrà a visitare l’Opera House, e a quel punto potremo abbracciarla”
Andiamo a sederci ad un tavolino e aspettiamo; non distolgo lo sguardo dalla strada, scrutando ogni singola persona mi capiti sott’occhio, mentre Ros aggiorna costantemente tutti i suoi social network, per sapere dove potrebbe essere Sharleen.
Il tempo passa, ma di lei niente. Pranziamo, andiamo due volte in bagno, faccio pure una chiamata ai miei genitori, rimanendo al telefono per una ventina di minuti, mando un messaggio ad Ashton per tranquillizzarlo e riferirgli che va tutto bene, addirittura finisco il libro che avevo iniziato qualche giorno fa. E della tuffatrice nessuna traccia.
“Emma, l’allenatore di Sharleen ha scritto appena adesso su Twitter Primo allenamento ufficiale nella piscina delle gare regionali 2016. La campionessa è emozionata! ” mi informa la mia amica.
Senza pensarci due volte mi alzo dalla sedia, raccatto le mie cose e mi incammino lontano dall’Opera House. Rosie mi segue, capendo la mia destinazione.
“Sai dov’è quella piscina, vero?”
“Ovvio” rispondo.
“E allora perché cammini da quella parte? Dobbiamo andare a destra, non a sinistra” ribatte con fare ovvio.
Mi fermo e la guardo, poi con nonchalance faccio dietro-front e continuo a camminare.
“Era per vedere se eri attenta” improvviso.
 
“Emma, non esce più nessuno. Secondo me se ne è già andata”
“No, è ancora qua, te lo dico io” ribadisco convinta.
“Pure lo staff della piscina sta lasciando l’edificio” continua, indicandomi due uomini allontanarsi dall’ingresso.
Sbuffo, non sapendo più cosa fare. Le mie aspettative di poterla incontrare erano più che positive stamattina, ora mi viene voglia di abbandonare tutto e rinunciare.
“Andiamo via, i ragazzi hanno bisogno di una mano” annuncio, con gli occhi lucidi.
Rosie annuisce tristemente e si alza dal marciapiede, quindi ritorniamo a casa. Pensavo di concludere quest’anno nel migliore dei modi, invece è andato tutto nel verso opposto; spero solo che almeno i ragazzi non abbiano combinato un pasticcio in cucina.
“Dai, Emma, non scoraggiarti; la incontreremo sicuramente alla gara” mi conforta la mia amica.
“Sarà troppo tardi. E lei non avrà tempo nemmeno di guardarmi, se non quando tufferò”
“Sii positiva, non voglio vederti così. E credo non lo voglia nessuno dei quattro idioti in casa, specialmente Ashton”
Sospiro pesantemente e attraverso la strada, senza assicurarmi l’arrivo di eventuali macchine. Non raggiungo nemmeno il centro, che sento la mia amica urlarmi di guardare a destra. La mia testa si gira istintivamente e, senza rendermene conto, sento qualcosa venirmi contro e buttarmi a terra.
Stordita, mi metto la mano tra i capelli e cerco di focalizzarmi su cosa sia accaduto; con gli occhi leggermente appannati, riconosco Rosie avvicinarsi di corsa a me, e una ragazza uscire dall’auto preoccupata.
Ros mi da un paio di schiaffi sulle guance e mi fa bere dell’acqua, poi inveisce l’altra giovane; ma non appena la guarda in faccia, si blocca.
“Tu sei...”
“Non c’è tempo ora” la blocca, sedendosi accanto a me “Ora è importante la tua amica. Stai bene? Mi dispiace tantissimo, ma sei comparsa all’improvviso e il mio autista non ha fatto in tempo a frenare”
Con difficoltà mi rialzo e annuisco, mentre con una mano mi tengo ancora la testa per il dolore.
“Ti porto in ospedale? Non mi sembra che vada bene”
“Non grazie, va tutto bene, non preoccuparti”
Alzo lo sguardo per vedere il volto della ragazza e comprendo il comportamento della mia amica qualche minuto fa. Rimango allibita di fronte alla figura che mi si staglia davanti e qualche lacrima di gioia inizia a rigarmi il viso.
“Perché piangi? Oddio, cos’è che non va?” si preoccupa.
“Tu sei” balbetto “Tu sei Sharleen Stratton. Non posso crederci, sto sognando”
“Sono proprio io” ridacchia “Allora qualcuno mi conosce”
“Ti adoro, lo giuro. Sei la mia tuffatrice preferita, e grazie a te mi sono appassionata a questo sport” la abbraccio.
“Sono davvero felice per te, e grazie per supportarmi sempre”
“Posso fare una foto con te?” le chiedo.
Subito Rosie tira fuori il telefono e ci scatta una foto, poi prende il quaderno per la firma e glielo porge.
“Non è che ci fai anche l’autografo?” le domanda.
“Tutto per le mie fan. Allora, a chi devo dedicare questa firma?”
“A Emma Jones e Rosie Lipton” risponde prontamente la mia amica.
“Emma Jones... mi sembra di aver già sentito questo nome”
“È perché gareggerò contro di te nelle regionali” controbatto, imbarazzata.
“Davvero?” esclama sorpresa “È stupendo. Beh, sarò lieta di essere tua rivale. E dove ti alleni? Chi è il tuo sponsor? Magari lo conosco”
“Al momento non ho una piscina, quella in cui andavo è chiusa per le vacanze. E non ho uno sponsor, a dire il vero non ho nessuno, solo la mia migliore amica che mi fa da allenatrice” rispondo.
“Questo è un peccato. Se fai parte della lista delle gare, è ovvio che sei in gamba; e mi dispiacerebbe tantissimo se non ti allenassi abbastanza. In più gli sponsor ti possono fornire strumenti adeguati per la competizione”
La ragazza sta in silenzio per qualche secondo, mentre io e Rosie la guardiamo senza fiatare. Probabilmente ora mi augurerà buona fortuna e si congederà, quindi mi affretto a riporre tutto nello zaino.
“Ho avuto un’idea” dice invece “Potresti allenarti dove vado io. Credo anche che non ci sia alcun problema a trovarti uno sponsor, ce ne ho così tanti io” ridacchia “Devo solo avere la conferma dal mio manager, ma sono positiva. Dammi il tuo numero, se ho qualche novità ti faccio sapere”
Io e la mia amica ci lanciamo uno sguardo incredulo. Non mi sembra vero che tutto ciò sta accadendo veramente, mi pare un sogno così realistico; ma notando Sharleen in attesa di una mia risposta, comprendo che è tutto vero.
Strappo un foglietto dal quadernetto e scarabocchio il mio numero di telefono, quindi glielo porgo.
“Grazie mille. Ora devo andare, ci sentiamo presto. Ciao”
Facciamo in tempo a sussurrare un grazie a te, prima che rientri in macchina e riparta.
“Emma, cos’è appena successo?” mi domanda Ros, ancora allibita.
“Non lo so”
 
 
 
 
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Allora, da dove comincio... capisco che siete arrabbiate con me, non aggiorno da febbraio e mi sento male per questo. A volte avevo da fare, altre non avevo voglia di scrivere, e mi sono portata avanti questo capitolo con enorme noia.
Ma sono tornata! E con immensa gioia ho pubblicato questo capitolo. In teoria, nella mia testa non lo avevo pensato così, but sapete che la mia mente non è normale, quindi ho cambiato un po’ di cose.
Ho idee chiarissime sul finale della storia, ma tutti i capitoli che vengono prima dell’epilogo... beh, sono una sorpresa anche per me.
Bene, vado ad ascoltare per la milionesima volta Girls Talk Boys, quanto è bella quella canzone. E sono anche passati due mesi dal concerto, mi viene da piangere.
Adieu, alla prossima

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