Art school changes you inside

di Layla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** RETURN AND NEW BEGIN ***
Capitolo 2: *** 2) OLD FRIENDS NEW FRIENDS ***
Capitolo 3: *** 3)PUNK-ROCK SISTERHOOD &PEOPLE WITHOUT YOUTH ***
Capitolo 4: *** 4)STRANGENESS ***
Capitolo 5: *** 5)THE ROCKSHOW ***
Capitolo 6: *** 6)STAY AWAY FROM HIM! YUKIKO AGAINST TEMARI ***
Capitolo 7: *** 7)BAD DAY ***
Capitolo 8: *** 8) BHO ***
Capitolo 9: *** 9)DON'T ACT LIKE A FOOL WITH ME! ***
Capitolo 10: *** 10)HAPPY BIRTHDAY? ***
Capitolo 11: *** 11)FAREWELL ***
Capitolo 12: *** 12)SOMEONE HELP HIM ***
Capitolo 13: *** 13)SURPRISE! ***
Capitolo 14: *** 14)TIME BOMB ***
Capitolo 15: *** 15)UNBELIEVABLE GIFT ***
Capitolo 16: *** 16)PLEASE FORGIVE ME ***
Capitolo 17: *** 17)A WALK IN THE PAST(SASUKE'S VERSION) ***
Capitolo 18: *** 18)A WALK IN THE PAST(SAKURAS VERSION) ***
Capitolo 19: *** 19)PAINTING YOU ***
Capitolo 20: *** 20)FOOL CLOTHES DRESSED SASUKE ***
Capitolo 21: *** 21)NOT A SECOND CHANCE ***
Capitolo 22: *** 22)THE IMPORTANCE OF A BROKEN CHAIR ***
Capitolo 23: *** 23) KANKURO, MICHIYO AND THE FRENCH RESTAURANT ***
Capitolo 24: *** 24)WHY DOES GOD HATE ME? ***
Capitolo 25: *** 25)DEFEATED ***
Capitolo 26: *** 26)FALLEN LEAVES ***
Capitolo 27: *** 27)UNDER THE RAIN ***
Capitolo 28: *** 28) HALLOWEEN'S TALE ***
Capitolo 29: *** 29)A STORM IS COMING ***
Capitolo 30: *** 30) THE STORM ***
Capitolo 31: *** 31)WHAT A MESS! ***
Capitolo 32: *** 32)EVIL PLAN ***
Capitolo 33: *** 33)THE TEXT ***
Capitolo 34: *** 34) ***
Capitolo 35: *** 35)IT'S NOT TIME FOR ME AND YOU ***
Capitolo 36: *** 36)COLD NIGHT ***
Capitolo 37: *** 37)WAR! ***
Capitolo 38: *** 38)DAMNED PRIDE ***
Capitolo 39: *** 39)NEW GIRL, NEW CHAOS? ***
Capitolo 40: *** 40)THE MOST BORING GIRL IN THE WORLD ***
Capitolo 41: *** 41)SHY GIRL'S REVENGE ***
Capitolo 42: *** 42) THE SHOE ***
Capitolo 43: *** 43)BAD GIRL ***
Capitolo 44: *** 44)GAARA'S CRAZY MURALES ***
Capitolo 45: *** 45) AN ORDINARY DAY OF MADNESS ***
Capitolo 46: *** 46)RAIN AND EXCUSES ***
Capitolo 47: *** 47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE ***
Capitolo 48: *** 48) SOME DAYS ***
Capitolo 49: *** 49) LIKE BONNIE AND CLIDE ***
Capitolo 50: *** 50) LIKE SYD AND NANCY ***
Capitolo 51: *** 51)MISSION (IM)POSSIBLE ***
Capitolo 52: *** 52)WHY MY HELL IS YOUR HEAVEN? ***
Capitolo 53: *** 53) MY CRAZY CHRISTMAS ***
Capitolo 54: *** 54)HOPE IS THE LAST TO DIE ***
Capitolo 55: *** 55)STOP THAT TRAIN AND FIND YOUR OWN WAY ***
Capitolo 56: *** 56) NEW YEAR'S EVE ***
Capitolo 57: *** 57)CHERRY GIRL IS COMING BACK ***
Capitolo 58: *** 58)CHERRY GIRL'S ANGER ***
Capitolo 59: *** 59)PEACE AFTER ALL ***
Capitolo 60: *** EPILOGUE: THIRTY SONGS TO SAY GOODBYE ***
Capitolo 61: *** EPLOGUE :THIRTY SONG TO SAY GOODBYE ***



Capitolo 1
*** RETURN AND NEW BEGIN ***


La stazione era un luogo affollato, c’era un via vai continuo di gente, chi partiva, chi tornava, chi aspettava

1)RETURNS AND NEW BEGIN

 

La stazione era un luogo affollato, c’era un via vai continuo di gente, chi partiva, chi tornava, chi aspettava.

C’era gente che amava quella sensazione e lei in una situazione normale sarebbe stata una di quelle, le era sempre piaciuta l’idea di poter prendere un treno ed essere altrove in una città diversa, in una vita diversa.

Milioni di possibilità non realizzate che la aspettavano e quel profumo di libertà che poteva percepire senza entrare, quella scossa di energia che provava ogni volta che ci passava vicino.

In un giorno qualsiasi sarebbe stato così, ma oggi era…speciale.

Una ragazza dai capelli neri, Yukari Yidashi, sedici anni, si fece largo tra  la folla, faticosamente avviandosi verso il binario dieci da dove arrivava il treno da Kioto.

Yukari  sorrise,  nonostante la folla che al momento si ritrovava ad odiare,tra le mani una vecchia fotografia che ritraeva una coppia e due bambini, una femmina mora e un maschio biondo.

La sua famiglia, prima del disastro,prima del divorzio, quando Deidara stava ancora da loro.

Deidara, il bambino biondo, ora di anni ne aveva diciotto e finalmente poteva tornare da lei, suo fratello avrebbe vissuto di nuovo a casa sua, non stava più nella pelle.

Sorrise.

YUkari!”

Vide un ragazzo dai lunghi capelli biondi agitare le braccia e trascinare un pesante borsone che lo aiutava a fendere la folla dei viaggiatori.

NII-san!”

YUkari si buttò tra le braccia del fratello, lei solitamente poco affettuosa e un po’ recalcitrante al contatto fisico.

“Ehi nee-chan! Quanta energia!

Ti sono mancato?”

“Certo cretino!”

Del divorzio dei suoi la cosa che le era pesata di più era staccarsi da DEidara che era stato costretto a vivere dal padre, questo avveniva dieci anni prima e da allora si erano visti solamente durante le vacanze scolastiche.

Suo fratello non era cambiato molto dall’ultima volta, stessi capelli biondi, stesso sorriso e ci avrebbe giurato stessa passione per quell’argilla esplosiva che un paio di anni prima l’aveva privato di un’ occhio.

“Sono molto felice, ma ora dammi una mano con questo coso, perché mi sta staccando un braccio. Prendiamo un manico ciascuno.”

Presero la metropolitana ed arrivarono al piccolo appartamento degli Yidashi, all’ultimo piano in un caseggiato abitato prevalentemente da famiglie con bambini piccoli, studenti e pendolari.

La scala esterna era ingombra di biciclette.

“Merda!”

Deidara  era inciampato per l’ennesima volta nella ruota dei veicoli, Yukari ridacchiò.

“Dopo un po’ ti ci abitui…il problema è quando sei di fretta, tipo in ritardo per la scuola, rischi la vita ogni giorno.”

“Immagino…accidenti al Giappone e alle biciclette! La mamma è a casa?”

“NO, è fuori per un viaggio fino a metà settimana.”

“Lo immaginavo.”

Yukari poteva leggergli nel pensiero, sapeva che i rapporti tra la madre e il fratello erano tesi dall’incidente che gli era costato l’espulsione da scuola e per il fatto che l’anno prima era stato bocciato.

“Non è che non sia contenta…

Ma gli gira che tu sia stato bocciato e le gira doppiamente perché io ho pestato i piedi per iscrivermi all’istituto d’arte , che sarebbe anche la futura scuola, perché pensa che sia una scuola di pazzi e che stia sprecando il mio talento nell’inglese e i buoni voti che ho preso all’esame delle medie.”

Il fratello scosse la testa, la loro madre non sarebbe mai cambiata in certe cose, forse era per questo che aveva divorziato da loro padre, un pittore geniale quanto casinista che era esattamente l’opposto di lei.

Sei contento di essere di nuovo a tokio?”

“Contentissimo, soprattutto perché mi sono lasciato indietro  quella palla al piede di Tobi.”

“Chi?”

Madara UChiha, ma lo chiamano tutti Tobi o piaga o uomo caramella. È una seccatura che ti pressa perché non ha uno straccio di amico e ha deciso che io devo essere il suo sempai.

“è almeno carino?”

Fanculo!”

Yukari scoppiò a ridere, le erano mancati quei momenti.

Non vedeva l’ora che fosse domani per vedere la nuova scuola, avrebbe ritrovato alcune vecchie amiche dell’istituto Kissho, Megumi MImichi, Asami Amaya, Sakura”Syria” Ashara, SAyuri SAkiyurai.

Solitamente non credeva nei presentimenti  positivi, temeva di cullarsi in illusioni, ma sentiva che in quella scuola sarebbe stata bene…

 

SAsuke Uchiha aprì gli occhi, disturbato dal suono della sveglia, che cavolo di giorno era? Perché quell’aggeggio infernale suonava? E perché suo fratello stava bestemmiando come un muratore incazzato?

“Svegliati coglione! È il primo giorno di scuola!

Devi essere là prima per prendere il posto, senno rompi tutto l’anno perché ti hanno fregato il posto vicino alla finestra.”

Sasuke bestemmiò a sua volta e si alzò alla svelta, infilò un paio di jeans neri, una maglia dello stesso colore e si catapultò fuori dall’appartamento che divideva con il fratello di due anni più grande.

“Merdaccia! Il pranzo!”

Itachi sbraitò furioso verso il fratellino, ma quello era ormai troppo lontano.

“Che essere pesante..

Dovrò portaglielo io…”

Sasuke arrivò davanti all’istituto d’arte nel centro di Tokio e stranamente, dato il suo odio conosciuto per qualsiasi tipo di istituzione scolastica, gli comunicò una bella sensazione, ai lati del cancello c’erano delle siepi alte che sembravano volerlo proteggere, o nascondere, peccato  che la massa di gente tipica del primo giorno di scuola vanificasse questi sforzi.

Si fece largo senza tanti complimenti, entrando in un cortile leggermente in discesa su cui si affacciavano delle porte dimesse, quel luogo, ne era consapevole, era un pugno in un’occhio nella rispettabile facciata dei quartieri alti della città.

Eppure…

Quell’apparente trasandatezza era accogliente, faceva sembrare il luogo meno austero di quello che una scuola era normalmente e stranamente si ritrovò a pensare che quell’edificio ne era in qualche modo consapevole.

“Quante cazzate di primo mattino, vediamo in che classe sono.”

Consultò un cartellone e si rese conto di essere in classe con la maggior parte dei suoi compagni di seconda media, quando aveva l’aveva frequentata al Konoha e un paio di ragazze della classe di terza alla Oto.

“Che palle!”

Salì al secondo piano.

La scuola era deserta,erano ancora tutti in cortile e cercò l’aula 9, che si rivelò essere la prima vicino alle scale.

La porta era aperta e ….

Merda! Qualcuno aveva già preso il “suo” posto!

I banchi dell’ultima fila di sinistra erano già occupati, in quello vicino alla finestra sedeva una ragazza dai capelli neri, vicino a una castana scura, dark, e una dai capelli mechati di rosso e in quelli di destra rispetto al corridoio c’era Nara ,che dormiva, in quello contro il muro, una bionda con quattro codini, una sempai forse, e akimichi su quello esterno.

Certe giornate era meglio trascorrerle a letto.

Fece per trascinarsi vicino a un biondo in seconda fila quando qualcuno lo afferrò da dietro.

Ino Yamanaka.

SAsuke-kun! Vieni! Sediamoci vicini!”

Si ritrovò seduto accanto a lei e a Sakura Haruno, che però sembrava più incazzata che felice di vederlo.

“Ci credo!”Esclamò la sua coscienza” L’hai lasciata di merda l’ultimo giorno alla konoha.”

Sasukuccio!”

A peggiorare la sua già nera giornata arrivò Karin Tsuki, che si sedette davanti a lui, rivolse unocchiata di fuoco alla ragazza che era seduta dove doveva essere seduta lui e che aveva pure l’impudenza di fare colazione tranquilla e beata.

 

YUkari-chan!

Il moro emo sembra voglia ammazzarti con quell’occhiata.

YUkari sollevò lo sguardo dal bicchierino di te preso alle macchinette.

“Doveva arrivare prima se voleva questo posto!”

La scuola sembrava interessante….l’emo più che altro un pirla seccatore, ma Yukari era ottimista, gli altri sarebbero stati ok.

Sorrise al fratello e notò che accanto a lui si erano seduti un ragazzo dai capelli rossi e un moro con una lunga coda che sembrava somigliare molto all’emo incazzato, quello si che era carino, nonostante le occhiaie e l’aria scazzata.

Sarebbe stato un’anno interessante….

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** 2) OLD FRIENDS NEW FRIENDS ***


Sakura Haruno era furiosa, bolliva internamente nonostante il sorriso che si sforzava di tenere appiccicato alla faccia, se fosse stata un fumetto non avrebbe avuto difficoltà a immaginarsi come una teiera che emetteva vapore

Ho un paio di precisazione da fare: la prima è che nelo scorso capitolo ho inserito un personaggio di nome Sayuri Sakiyurai che yukari citava , ebbene scordatevelo…

La seconda è una precisazione sull’età dei personaggi, il team 7,8,9, Gai e Gaara,così come Yukari, syria, Michiyo, Asami, Megumi, Yayuya, Karin, sai, hanno quindici anni.

DEidara, Itachi, SAsori e temari e kankuro(Qui sono gemelli) hanno diciassette anni.

 

2)OLD FRIEND NEW FRIEND

 

Sakura Haruno era furiosa, bolliva internamente nonostante il sorriso che si sforzava di tenere appiccicato alla faccia, se fosse stata un fumetto non avrebbe avuto difficoltà a immaginarsi come una teiera che emetteva vapore.

Non era possibile che lui fosse nella sua stessa classe, seduto vicino a lei.

Non era possibile, che il destino si divertisse così a tanto a giocare con lei, Sasuke Uchiha era la causa della sua rovina.

[“Sakura! Ti sei innamorata?”

Era arrossita.

Era così evidente che era cotta di lui?]

Il primo amore non si scorda mai soprattutto se ti fa rompere con la tua migliore amica e fa fare a botte il tuo migliore amico con il bastardo che si è divertito a giocare con il tuo cuore.

SAsuke Uchiha era quel bastardo, quello che un giorno sembrava interessato a lei e il giorno dopo era freddo come un ghiacciolo e che se ne era andato causando litigi e divisione nella sua vecchia classe.

Un uscita da re degli stronzi, perfettamente nel suo stile.

Sakura Haruno scosse la testa, si impose di calmarsi e decise che visto che ormai lui era lì, andarsene sarebbe stato poco dignitoso e tanto valeva attaccare bottone con le ragazze della fila dietro, la mora insensibile al fascino emo del pirla, la dark e la terza che aveva i capelli mechati di rosso.

Si voltò augurandosi di non avere un sorriso da serial killer.

“Ciao! Come vi sembra la scuola?
IO sono Sakura haruno, piacere!”

La mora la guardò, aveva degli occhi azzurri e guardando bene tra i capelli si intravvedevano  delle meches fucsia.

“L’edificio è carino, ora vedremo i profe..

IO sono Yukari Yidashi,piacere!”

“io sono Sakura Asahara, ma puoi chiamarmi Syria.”

La dark.

“IO sono Asami Amaya

La terza.

“Senti Haruno io vado in bagno a fumarmi una stizza, tu che fai?”

“OK vengo Yidashi.”

YUkari vengo anch’io!”

“Ok! Vamos!”

Sakura fu immensamente grata a Yidashi per  averle dato una scusa per la sciare al classe, altrimenti avrebbe finito per prendere a sberle SAsuke, d’accordo essere freddi e menefreghisti, ma almeno poteva salutarla!

I bagni erano in fondo al corridoio, già pieni di scritte e con le porte che non si chiudevano o meglio su tre solo una era ok, Yukari estrasse un pacchetto di sigarette e se ne accese una.

“Ma che vuole quel pirla incazzato?

Perché mi guarda come se gli avessi fatto un torto?

“Perché gli hai fregato il posto.”

Maddò!”

“Lo stronzo non è abituato a essere contraddetto.”

“Lo conosci Haruno?”

“Sono stata in classe con lui due anni alle medie.

Ero cotta di lui, sempre pronta a fargli mille favori, perché il poverino non riusciva ad integrarsi nella classe, per colpa sua ho persino litigato con Ino, la biondina che è in parte a lui,che era la migliore amica.

Secondo voi come mi ha ripagato?

Mandandomi a cagare e lasciando addirittura l’istituto perché NOI lo maltrattavamo, non lui che litigava con tutti.

Questo è Sasuke Uchiha!”

[“Sasuke, ti prego resta!

Ti aiuterò io a chiarirti con gli altri.

Ti prego!

IO mi sono innamorata  d te!”

Haruno…sei insopportabile!”

Un pugno in pieno stomaco e la consapevolezza che qualsiasi cosa si fosse immaginata ci fosse tra lei e SAsuke era un illusione.]

“Sakura…quello non è un pirla, è uno stronzo!”

 

SAsuke Uchiha trasali, per caso era dietro la porta del bagno, era praticamente scappato da Ino e Karin e dalla furia di Naruto che appena l’aveva visto l’aveva ricoperto di insulti.

DannazionE!

E così era questo che sakura pensava di lui!

Si sentiva arrabbiato e non capiva perché, per lui quella stupida ragazzina valeva meno di zero, eppure l’unica cosa che davvero rimpiangeva della Konoha, erano lei e la testa quadra che l’aveva appena insultato.

[“Ho messo via un di consigli
dicono è più facile
li ho messi via perchè a sbagliare
sono bravissimo da me.
Mi sto facendo un di posto
e che mi aspetto chi lo sa
che posto vuoto ce n'è stato ce n'è ce ne sarà.
Ho messo via un bel di cose
ma non mi spiego mai il perchè
io non riesca a metter via te”]

Amareggiato tornò in classe, per la prima volta una ragazza era riuscita a farlo sentire una merda e a fargli capire quanto male fosse in grado di fare con il suo atteggiamento e stranamente gli fece ancora più male che fosse Sakura Haruno l’autrice di questo miracolo.

 

Yukari finì la sigaretta e tornò in classe insieme alle altre ragazze, la profe non c’era ancora , per fortuna, ma la classe si era riempita.

Sakura-chan!”

Naruto-kun!

Allora ci siamo tutti!”

Più o meno. Ma perché sai di fumo?”

“Perché ho fumato io…

Piacere sono Yukari Yidashi.”

Quel biondo iperattivo doveva essere un essere un ex compagno di classe di Sakura.

e io sono Sakura Asahara, ma chiamami Syria.”

Il biondo sorrise, aveva un sorriso abbagliante, cordiale, capace di mettere a suo agio chiunque.

“IO sono Naruto Uzumaki, sono il migliore amico di sakura, eravamo in classe insieme alle medie.”

Profe in arrivo.”

Al richiamo di Syria si sedettero tutti, poco dopo una mora dai capelli a caschetto, con un album sottobraccio entrò, chiamo l’appello e iniziò a presentarsi.

“Buongiorno Ragazzi! IO sono la professoressa Shizune FUkasada, insegno discipline pittoriche.

Sono lieta di conoscervi.

Il nostro è un mestiere difficile, il nostro compito è creare cose belle, siamo creatori di bellezza,ma….Visto che abbiamo dei ripetenti lascio che siano dei ragazzi come voi a spiegare il tutto.

Kankuro!”

Un biondo spettinato , truccato e dall’aria sperduta si alzò in piedi, si accomodo sulla sedia che la professoressa aveva posto sotto la lavagna e iniziò a parlare uno’ riluttante.

L’ora finì rapidamente,per fortuna del poveretto.

“Sembra simpatica…”

Yukari era timidamente ottimista.

“Sembra, Yidashi...vedi un po’ come sarà il secondo e capirai perché tutti la chiamano o stronza o troia.”

A parlare era stata la ragazza dai quattro codini, seduta nella fila accanto alla sua.

“Io sono Temari Sabaku e sono una ripetente…

Cavolo è già arrivato!”

“Chi?”

MOrino, insegna giapponese…se vuoi un consiglio non contraddirlo.”

Il professor MOrino, era un uomo immenso e dalla faccia severa, incuteva timore, infatti cominciò subito a spiegare, fino a che qualcuno non lo interruppe.

Harukaze! Fa silenzio!”

Harukaze?Tayuya Harukaze?

MOrino si voltò vero la finestra e poi si girò di scatto con un’aria assassina.

“HARUKAZE! FUORI!”

Ma…”

“Fuori!!

Una ragazza dai capelli fucsia si alzò mestamente ed uscì.

Tayuya Harukaze era stata la migliore amica di Yukari.

Finalmente anche Morino se ne andò e Tayuya tornò a sedersi al suo posto.

“TU!”

Yukari guardò Sasuke Uchiha furibondo.

“IO che?

Tu piuttosto, che vuoi?”

“Stronza! Mi hai fregato il posto!”

“Cretino! Dovevi arrivare prima e comunque un bastardo infame come te deve solo tacere.”

“IO ti…”

“Mi vuoi menare?+

Sarò lieta di spaccarti qualche osso.”

Sasuke….”

La voce fermò la furia dell’emo, sembrava dire”Piantala di fareil coglione o sarà peggio per te.”, di chi era?

Un ragazzo moro dalla lunga coda si alzò  e si avvicinò.

“Scusa…mio fratello è un cafone…”

Sciallo

IO sono Yukari.”

“IO itachi.”

“Meglio essere cafoni che cambiarne una al giorno come te.”

Il bento che Itachi reggeva in mano finì sfortunatamente sulla testa dell’Uchiha Minore.

Il litigio che ne segui permise a Yukari di raggiungere Tayuya ai primi posti.

“Ehi Tayuya! Che ci fai qui?”

“alla fine mi sono iscritta qui, il liceo Komoha non mi ha preso.”

“Ma che hai fatto prima mentre Morino era girato?”

“Gli ho fatto una linguaccia!”

“Non cambierai mai….”

YUkari prese a canticchiare una canzone degli articolo 31.

“Questa è la storia, la storia  di un errore, dovuto a qualche birra e a un sedile posteriore.”

Si accorse che qualcuno si era unito a lei, era una ragazza dai capelli viola che sedeva vicino allo sfortunato Kankuro.

“Ehi! Ti piacciono gli Articolo?

IO sono Yukari Ydashi, comunque!”

Siiiii!!! Ax è troppo un genio e un gran figo!”

siiiii””

“IO sono Michiyo Sakiyurai!”

“Ti piacciono ii Nirvana?”

“SI!”

“ e i rancid?”

“SI! Anche più dei Sex pistols!”

Gli occhi di Yukari si fecero a forma di cuore.

”Sorella separata dalla nascita…”

I am the antichrist

“I am an anarchist.”

“I don’t Know what i Want”

“But I know how to get it!”

I WANNA DESTROY!”

Le due con I lucciconi e tra l’imbarazzo generale si abbracciarono come due sorelle ritrovate .

YUkari era sicura profe e scleri a parte sarebbe stata bene.

 

Angolo dell’autrice.

 

Eccomi!

Sono layla! Le parole nella parentesi quadra che pensa Sasuke sono in realtà un pezzo della canzone “ho messo via” di Ligabue, mentre le parole che cantano Yukari e Michiyo alla fine sono di “anarchy in the Uk” dei Sex pistols.

Passiamo alle recensioni!!!

 

Rory chan:Grazie! Sono contenta che ti piaccia!io ho frequentato un liceo artistico, indi era sol questione di tempo che ci scrivessi una ficcy sopra.

Sasuke e itachino che bestemmiano si adatta a loro…

vabbuò ti saluto!

Alla prossima.

 

Hilary9!:grazie! Sono contenta che ti piaccia e spero continui a piacerti! Alla prossima! Ci si becca su msn!

 

 

Celiane4ever: sono contenta che ti piaccia! Continua  a seguirmi! Ciuao!

 

Beckill:Sorella! Nee-chan! Ti piace? Che bello!!!! Sono troppo contenta!

Mi sa che le ultime battute ti saranno familiari!

Che gioia! ^^! Vinceremo! Naru-hina al pogo! WE rulez!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** 3)PUNK-ROCK SISTERHOOD &PEOPLE WITHOUT YOUTH ***


HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe fatto passare un brutto quart

3)PUNK-ROCK SISTERHOOD & PEOPLE WITHOUT YOUTH

 

HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe fatto passare un brutto quarto d’ora,

HInata Hyuga sorrideva sempre, era timida, non sapeva farsi valere, ma dentro di sé covava un grande desiderio di rivalsa, voleva che il mondo si accorgesse di lei e soprattutto lui.

Lui, che senza nemmeno saperlo le donava una forza immensa ed era il suo modello inconsapevole, lui che non l’aveva mai guardata, troppo dannatamente preso a rimediare allo scempio che SAsuke UChiha, dannato bastardo, aveva causato nel cuore e nella vita di Sakura Haruno.

Dannato sasuke!

HInata scosse la testa, quel moro non meritava le sue maledizioni, gli bastavano già quelle di Naruto, la Haruno e MOriyama gli riservavano,senza contare che un pochino HInata lo invidiava nei momenti in cui si sentiva particolarmente triste o arrabbiata.

Lui aveva avuto il coraggio di mandarli tutti all’inferno i suoi compagni  e Dio sapeva se a volte non lo avevano meritato, ma allo stesso tempo lei pensava avesse esagerato nell’escludere dalla sua vita quella santa di Sakura, unica che oltre a sopportarlo nutriva per lui un affetto sincero.

HInata Hyuga a volte pensava che il suo cervello fosse un gran casino, soprattutto da quando si era ritrovata a essere seduta tra kiba e Naruto, l’ultima cosa che le pensava le potesse accadere.

“I am the antichrist”

“I am an anarchist.”

Le voci di Yidashi e Sakiyourai le arrivarono da molto lontano, ma senza pensarci si ritrovò a intonare con loro “Anarchy in the UK” dei Sex Pistols.

“I don’t Know what i Want”

“But I know how to get it!”

I WANNA DESTROY!”

L’ultima frase le era salita come un’urlo liberatorio.

HIna-chan! Conosci questa canzone?”

KIba la guardava a occhi spalancati, probabilmente non capiva come potesse la timida HInata conoscere un pezzo che era una delle pietre miliari del punk, genere che mal si accordava con l’immagine mentale che si doveva essere fatto.

Quando le due “Sorelle separate” si sciolsero dall’abbraccio, la guardarono.

“Ehi Hyuga! Ti piacciono i Sex Pistols?”

“s-si!”

“Strabello! Il punk è il meglio!”

HInata! Ti piace il punk?”

HInata si ritrovò Naruto Uzumaki a meno di due millimetri dalla sua faccia, era troppo, troppo bello, troppo vicino, troppo e basta.

Il suo cervello andò lentamente in tilt, cominciò a sudare, poi ad arrossire, senza contare il battito furioso del suo cuore che sembrava deciso a scoppiargli in petto, infine le tenebre calarono misericordiose su di lei.

 

“HINATA!!!

Yukari sbiancò vedendo la compagna farsi pallida e rovesciare gli occhi, stava per svenire!!!

Fortunatamente naruto uzumaki fu più rapido di lei e afferrò HInata da dietro evitando che cadesse per terra.

“UZUMAKI! DOBBIAMO PORTARLA IN INFERMERIA!”

“D’accordo, Yidashi! Ma sta calma!

Prendile i piedi e tu Michiyo precedici, così ci aprirai la porta…

Il trio si mosse alla volta dell’infermeria, in cui una irritata professoressa Tsunade stava tentando di smaltire i postumi di una sbornia.

Tsunade baa-chan!

HInata è svenuta!”

Naruto aveva appena deposto la ragazza sul lettino, quando la donna lo sbatte energicamente fuori e fronteggiò le due ragazze, Yukari si disse che era pazza, ma sembrava l’unica con cui si potesse parlare.

“Allora bambine? Cos’ha lei?”

“è svenuta, Uzumaki le si è avvicinato e lei è caduta come una pera cotta.”

La professoressa visitò Hinata.

“ è stato un semplice calo di zuccheri, però se volete potete rimanere a farle compagnia, basta che stiate buone, ho un mal di testa che non  perdona.”

^Per forza! A cinquant’anni suonati, anche se portati bene, una sbornia è più tosta da gestire ^

Yukari intuì però che sarebbe stato meglio tacere e insieme a Michiyo si sedette accanto al letto di HInata.

 

HInata si svegliò con la sensazione di riemergere dalle profondità della baia di Tokio, l’unica cosa che ricordava era la faccia di Naruto,poi più nulla.

Lentamente si guardò intorno, era in infermeria, poi finalmente mise a fuoco le figure di YUkari e Michiyo appollaiate su delle sedie che la guardavano preoccupate.

Hinata! Stai bene?”

“Cosa ti è successo?”

S-scusate….quando naruto Uzumaki mi si avvicina troppo svengo…non so perché…

Hinata le vide scambiarsi uno sguardo complice.

“Ti piace.”

HInata arrossi.

“Io….IO…SI MI PIACE!”

 “HYUGA! NON URLARE O TI RIMANDO IN CLASSE!”

La professoressa si era affacciata alla porta dell’infermeria, reggendo la testa con una mano.

MI scusi.”

La professoressa si ritirò borbottando.

HyugaHinata! Sorella nel punk, ma se ti piace…perché non ti fai avanti?

HInata biascicò qualcosa di inintelligibile in risposta a Michiyo e arrossì ancora di più.

“Lo so che la timidezza è una brutta bestia, ma tu devi affrontarla.

Ti piace davvero Naruto?

E allora provaci.”

 “Sakura.”

“Sakura?”

“ a lui lei piace ed è mille volte meglio di me, senza contare che da quando Uchiha le spezzato il cuore Naruto le è sempre attaccato.

IO non gli piaccio, a lui piace lei.”

“E a lei piace sasuke !”

ma che dici Yukari? Non la sai la storia.”

“Si che la so, me l’ ha raccontata lei e ti giuro che sotto mille cumuli di rabbia, rancore e desiderio di vendetta, lei lo ama ancora e lui per ora si presenta solo come il suo migliore amico. Non è troppo tardi.”

“Dici yukari?”

“La socia ha ragione, HInata i sex pistols ti hanno indicato la via, dai retta a Sid e Jhonny. Quand’è che ti ha guardata? Quando sei uscita dagli schemi, quando hai fatto una cosa che non è da HInata.”

“Che devo fare? Tingermi i capelli di verde, Michiyo?”

“no…Ignoralo. Smetti di ricoprirlo di piccole attenzioni, lascia che sia lui a venire a cercarti.

Dagli retta bambina o lui non si accorgerà di te nemmeno tra trent’anni, non lo sai, ci si accorge di quanto sia importante una persona solo quando la stiamo per perdere.”

“La professoressa TSunade ha ragione!

Naruto si accorgerà di te… o lo farò accorgere io!

YUkari!”

Si e io sarò con te, hinata!”

Michiyo!”

La professoressa Tsunade sorrise.

“Hai visto Hyuga? Hai trovato delle amiche non che delle sostenitrici, ti auguro di metterti con Uzumaki con tutto il cuore…ma adesso….FUORI DALLA MIA INFERMERIA!!!!

Le tre ragazze si alzarono sorridenti.

“Grazie professoressa Tsunade!

Lei è la boss of da school!”

“beata gioventù…la mia povera testa!”

HInata sorrise tornando in classe.

HInata! Stai bene?”

“Si grazie naruto.”

HInata tornò a sedersi al suo banco, lasciando l’uzumaki interdetto per l’inattesa freddezza di lei.

“RAGAZZIIIII!!!!

Un uomo si lanciò all’interno della classe, atterrando sulla cattedra con un salto atletico che fece cadere un gelo sulla 1°A, forse anche a causa dell’orrendamente attillata tuta verde.

“RAGAZZI! FIORI DI GIOVINEZZA! IL VOSTRO GIARDINIERE è ARRIVATO!

IL PROFESSORE DI EDUCAZIONE GAI MAITO.”

La classe rispose con un brusio indistinto, ma probabilmente il pensiero comune si poteva interpretare come”Ma chi è il sadico che ha messo educazione fisica, l’ultima ora del primo giorno di scuola?”

“VISTO CHE SIETE PIENI DI GIOVINEZZA, MIEI BOCCIOLI, FARETE TRENTA GIRI DEL CORTILI, PER VEDERE QUANTO SIETE GIOVANI.”

 

Syria osservò  il nuovo arrivato a bocca aperta, look assurdo e pretese ancora più assurde, era troppo!

Si alzò in piedi.

“Professor Maito, nessuno di noi ha qui la sacca con il cambio.”

SEi poco giovane ragazza mia.”

Una vena iniziò a pulsare minacciosa sulla tempia della giovane Dark.

“Inoltre dopo di me non avete nessuna lezione, vuoi forse rifiutarti di correre?”

“Si”

“qualcuno si unisce alla protesta?”

Yukari, Deidara, Itachi e Sasori si alzarono.

“Noi”

“Bene giovani ribaldi, per punizione sistemerete le mie carte e sapete, sono sei mesi che non ci metto mano.”

Syria dovette trattenersi dal picchiarlo, mentre la classe scendeva rassegnata.

“io…IO LO ODIO!”

Syria.

“LUI….è ANTI ESTETICO! QUELLA TUTA FAREBBE MEGLIO A BRUCIARLA! VEDERLA TI ACCECA!”

Deidara.

“TSK!

Sasori.

“è UN ROMPICOGLIONI!”

Itachi.

LO SO IO DOVE SE LA Può METTERE LA GIOVINEZZA, DANNATO DITTATORE PSCICOTICO! LA MIA GIOVINEZZA VUOLE MENARLO!”

YUkari.

Il professor Maito in nemmeno quindici minuti aveva già raccolto recensioni molto positive e tanti allievi adoranti….

 

Risposte alle recensioni:

 

Beckill: nee-chan! Sasuke di è rimasto stra male, ma forse gli servirà a riflettere…ihihihi!

L’ultima scena era la ciliegina, aspetta di vedere le conseguenze folli che genererà…..SEX PISTOLS RULEZ! PUNK IS NOT DEAD!^^

Combatti con la chimica anche per me, che ero un frana….

Per i prof, tu calcola che quello che qui è morino aveva sempre le palle girate e quella che tartassa kanky esiste, ha fatto così il primo giorno di scuola e io per 2 anni l’ho riempita di maledizioni, come sia veramente lo mostrerò…

 

Bebyangeldark: sasuke migliorerà, è noioso essere sempre stronzi…

Spero continuerai a seguire qst storia!!!

 

Hilary 91: Sasuke necessita dio qualcuno che gli dia una lezione e sakura ce la farà…spero …Grazie!!!!

Alla prossima!!!!

Scusate... ma è pOSSIBILE CHE SU UN MUCCHIO DIPERSONE CHE LEGGANO LA MIA FICCY SOLO POCHI COMMENTINO? NON SIATE TIMIDI. SCRIVETE E NN LIMITATEVI A LEGGERE!

 

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Capitolo 4
*** 4)STRANGENESS ***


4)STRANGENESS

4)STRANGENESS

 

Syria sospirò sconsolata, maledizioni a parte le carte da riordinare li attendevano in ogni caso e così si avviò verso la sala professori seguita dagli altri, con rassegnazione da martire.

“Dio!”

“Si giusto lui ci può aiutare a sistemare ‘sto casino…

La scrivania di Maito era ingombra di fogli, formavano pile, colonne, persino ponti e barricate e minacciavano di invadere anche le altre scrivanie.

 Piano piano il gruppo si mise al lavoro e l’ora di Gai passò e dal cortile si sentì il chiasso dei beati studenti che potevano tornarsene a casa.

“GAI-SENSEI è IL MEGLIO! È IL MIO MITO E IO LO AMO!

VOGLIO ESSERE COME LUI!!

Syria si affacciò alla finestra per vedere chi fosse il pazzo, era Lee Moriyama, che si sbracciava tentando di attirare l’attenzione di tutti.

Deidara, vammi a riempire il secchio che le bidelle hanno lasciato….

Devo punire qualcuno.”

Ma…”

“NIENTE MA! TU VA E BASTA!”

Il biondo ubbidì perplesso e riempì un secchio di plastica blu fino all’orlo e lo passò alla ragazza, che sorrideva malignamente.

“e vedi quanto è il migliore…ti farò rinsavire, testa calda….muahahahahaha!!”

Syria rovesciò impietosamente l’acqua addosso a Lee, che in un’attimo si ritrovò fradicio, senza capire come e perché.

PERCHè???

CHI HA FATTO QUESTO?”

“Perché persino il destino era stufo di sentirti blaterare idiozie, vai a casa Lee…”

Syria sogghignò alla risposta di Neji Hyuga all’esaltato e, soddisfatta, riprese a lavorare.

 

“ma perché????

Naruto uzumaki, due giorni dopo, si avviava verso la scuola con un’aria perplessa, ultimamente alcune cose non tornavano nella geografia della sua vita, anzi ad essere sinceri solo una, Hinata Hyuga.

Hinata Hyuga improvvisamente e senza ragione gli riservava unatteggiamento freddo, l’aveva offesa in qualche modo?

Non lo sapeva, ma rimaneva il fatto che questo cambiamento l’aveva scosso, aveva l’impressione che qualcosa di immutabile avesse cambiato forma o che una montagna si fosse spostata.

HInata era una presenza costante , ma invisibile, HInata in un certo senso c’era sempre stata.

[“Ahi che male!”

Il maestro li aveva portati al campo di atletica e lui era caduto facendo ostacoli, rimediando una sbucciatura al ginocchio.

N-Naruto-kun! Quando il sangue avrà smesso di u-uscire prova a metterti questa.

Gli aveva porto una pomata.

“Grazie HInata-chan!”

P-prego!”]

Costante, premurosa, gentile, piena di piccole attenzioni.

[“Merda! Ho dimenticato il pranzo!”

S-se vuoi io ne ho uno in più.”

“davvero? Grazie Hinata!!”]

Una perla di ragazza, se ci pensava, che ora aveva preso a evitarlo.

[“HInata-chan! Posso vedere il tuo riassunto di giapponese?

MI spiace, ma non l’ho finito.]

Sembrava essere diventata un’altra.

[“HInata-chan! Sto facendo colletta per prendermi un pacchetto di stizze, hai qualche centesimo da darmi?

“Sono senza soldi.”]

Sembrava essere diventata la versione femminile di Sasuke Uchiha, ma perché????

“NARUTO UZUMAKI! ASCOLTAMI QUANDO PARLO O TI CHIAMO O TI SACCAGNO DI BOTTE!”

Naruto sobbalzò, dal nulla dietro di lui era spuntata Yukiko Nara, diciassette anni, sua compagna di classe, sorella di Shikamaru e menager della loro band, gli akatsuki, composta da lui, shika, Itachi e Kiba.

“Scusa Yukiko-chan!”

“Per te sono Yukiko-san, comunque stammi bene a sentire, sabato avete una serata a “Il covo.””

Ma che razza di nome è?”

“Ascoltami bene…punto primo: lo so che sogni di esibirti in un posto tipo Hardrock caffè o simili, ma se non inizi dal basso non ce la farai mai ad arrivare.

La gavetta è tutto e l’umiltà la qualità più importante.

Secondo: “Il covo” è un posto dove va mio padre a bere ogni tanto dopo il lavoro e io ho fatto una testa così ai proprietari con il gruppo di mio fratello che alla fine gli ho scucito una serata.

Indi….Non lamentarti e suonate bene o sarà peggio per voi.”

“Chi sono i proprietari per dare retta a una pazza come te?”

“Sono Pein e Konan, sono vecchi amici di mio padre e se tieni alla pelle non chiamarmi svitata.”

Svalvolata?”

Un pugno in testa fu la risposta che ricevette, con una sorella del genere e una madre che era la copia della figlia, capì perché l’amico pensava che le donne fossero tutte una seccatura.

“NARUTO-KUN!”

Sakura gli era arrivata alle spalle.

“Perché stamattina non sei passato a chiamarmi?”

Bho.”

“Come bho?”

“BHO!”

Naruto-kun. Non è che l’atteggiamento di HInata ti ha colpito e stai tentando di capire perché?

Non è che forse ti piace?”

“Sakura…Non lo so.”

“SE ti piace, datti una mossa, fai tu il primo passo!

Lei è stata fin troppo paziente con te in tutti questi anni….

Stupiscila, fai tu un gesto carino per lei, perché fino ad ora è sempre stato il contrario.

Naruto tacque un momento, forse Sakura non aveva tutti i torti, però

Lui era sempre stato innamorato di sakura, non aveva mai pensato a Hinata come potenziale ragazza, prima di cominciare a farlo c’era una cosa che doveva sapere.

Sakura-chan…Dimmi una cosa….Ma io ti piaccio?”

“Come persona sei fantastico, come amico sei il migliore che si possa desiderare, sei anche carino, ma Naruto….

Scusami, lo so che ti suonerà brutale, ma forse è meglio che continuare a illuderti…

Non ti amo, mi dispiace..
Il biondo accennò un mezzo sorriso, in altri tempi una confessione simile l’avrebbe annichilito, ma ora si sentiva sollevato in un certo senso, l’aveva sempre saputo che sarebbe finita così.

“lo sapevo.

IO mi fermo dal tabaccaio, per favore non aspettarmi.

Sakura annuì e lo lasciò da solo a fare i conti con  la verità che aveva appena assorbito.

 

Yukari…non so se ho fatto la cosa giusta….”

Hinata…a me sembrava colpito il biondino.

Sasuke pirla!”

“Dici?

Perché pirla?”

“Dico dico perché è insolitamente silenzioso e ti guarda anche se non te ne accorgi…

Pirla, perché mi ha tagliato il filo della parallela!”

Yukari stava armeggiando con la sua riga parallela, impossibilitata a fissarla al banco.

“Merda! Il professor Umino romperà all’inverosimile…

“RAGAZZI!!

Naruto Uzumaki aveva fatto irruzione in classe.

“Sabato suoniamo al covo!”

“Hai una band Uzumaki?”

“Si!!!

IO, Shikamaru, Itachi e kiba.”

“ma dai!

Stra bello!”

HInata! Ci vieni a vedere?”

“io….io non lo so!”

“Ti prego!!

Naruto fece una faccia da cucciolo ferito.

“Non lo so.”

Il biondo sembrava esserci rimasto male e Hinata lo vide allontanarsi mogio, sentendosi un’insensibile.

“uffa…io vado a parlargli.”

Hinata uscì dalla classe in cerca di Naruto, lo vide in fondo al corridoio che guardava dalla finestra.

“Ehi!”

Si accorse che stava piangendo.

“Sakura mi ha detto che non gli piaccio e tu mi eviti, sto cominciando a pensare di avere la peste o qualcosa del genere.”

Hinata seguì l’istinto e lo abbracciò.

“SE Sakura ti ha rifiutato, non sa cosa si perde.

Ricordatelo.

E i-io v-volevo dirti che vengo.

Sabato ci sarò.”

All’improvviso si rese conto che stava abbracciando Naruto e si staccò come fulminata per correre in classe.

Naruto sorrise, sabato starebbe stata una bella giornata, le urla di yUkari contro sasuke erano un bel presagio…..

 

Grazie a

Beck nee-chan

Fire91

Piccola bimba.

 Giura che la prossima volta rispondo bene alle recensioni….

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Capitolo 5
*** 5)THE ROCKSHOW ***


HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe fatto passare un brutto quart

5)THE ROCK SHOW

 

“MA SEI UN CRETINO INTEGRALE!”

“Che hai da urlare immane seccatura?”

“Urlo perché sei uno scemo fuori dal comune, Uchiha….

SE vuoi fare uno scherzo non farti sgamare almeno…”

L’arrivo provvidenziale di HInata interruppe la lite tra Sasuke e Yukari, un HInata che camminava trenta centimetri sollevata da terra su di una nuvoletta rosa.

“YUkari…Grazie!”

“Prego…ti sei chiarita con lui?”

“Si….”

“Vi siete baciati?”

“NO…”

“Vabbè pace, sarà per la prossima volta!

MIchiyo! Tayuya!

Riunione di guerra!”

Le due interpellate si fiondarono all’ultima fila, costringendo Sasuke, disturbato da tanta attività femminile, ad andarsene.

“Cosa si deve decidere?”

“L’abbigliamento di HInata per il concerto di sabato.”

“Ci vai? Allora deve essere spettacolare!”

Esclamò Michiyo.

“Allora….minigonna nera a pieghe…”

“Di fisso tayuya!con tanto di cintura di borchie!”

”Ma io non ho vestiti”strani” e mio padre non mi lascerà uscire di casa conciata tipo punk o anche solo tipo Avril Lavigne!”

“Tesoro…tu sabato sei ospite a casa mia e secondo le cose te le si presta, ora bisogna solo pianificare come vestirti.”

“Grazie!”

Hinata arrossì.

“Poi io direi di fare così, sotto le calze fucsia e sopra delle calze nere bucate, così vengono tipo pois, scaldamuscoli neri, anfibi, e maglia nera.”

“Che stile! Ma io direi di mettere una maglia dei rancid, la tua quella rossa a scritte nere, Yukari.”

“’k…allora le calze le mattiamo rosse….”

Il gruppetto, soddisfatto, passò a decidere chi avrebbe prestato cosa, generando un' atmosfera da cospirazione.

“dio…Sembrano il plotone di Keroro….”

Kankuro era impressionato.

“Ma dai…non esagerare!”

“KIba….sei proprio un’idiota!”

Shikamaru si stravaccò sul banco di Inuzuka.

“Quando le donne fanno così significa solo una cosa…che qualcuno sta per essere preso all’amo.”

 

“TAYUYA!!!MA CI SEI O TI SEI PERSA PER LE SCALE DI CASA TUA?

MADDò SARESTI CAPACE DI ARRIVARE IN RITARDO PURE IL GIORNO DEL TUO FUNERALE!”

Yukari strepitava sotto casa di Yukari in compagnia di Syria e HInata, erano le 22:00 e il trio avrebbe dovuto essere a “il covo” mezz’ora prima per incontrarsi con Asami e Michiyo.

“Arrivo!!”

Una trafelata Tayuya scese di corsa dalle scale, inciampando e finendo lunga distesa davanti alle due.

“Ma sei un devasto…”

Yukari e Syria l’aiutarono a rialzarsi, per iniziare a correre verso la fermata della metropolitana, riuscirono a prendere la corsa per un soffio e a fiondarsi all’interno del locale.

“RAGA, MA DOVE ERAVATE???”

MIchiyo e Asami si avvicinarono preoccupate.

“vabbè non importa…abbiamo preso un tavolo.”

Le tre si sedettero, erano scarmigliate e senza fiato.

“Tayuya era in ritardo come al solito.”

MIchiyo ridacchiò.

“Scialle…tra poco arrivano le birre e poi inizierà il concerto.”

MIchiyo fece un ampio sorriso sornione, sembrava nascondere qualcosa….

[ “Ehi!!Sakiyuorai!!”

“Oss uzumaki-kun!”

“Ma secondo te…se io dedicassi una canzone a HInata-chan mi sputerebbe in un’occhio?”

“Testaquadra! Certo che no!

Che volevi dedicarle?”]

Hinata avrebbe avuto una bella sorpresa a fine serata…

“Eccoli!”

L’urlo di HInata le fece sobbalzare, i quattro erano saliti sul palco e la folla sembrava già agitata ancora prima che il concerto cominciasse.

“andiamo!”

Si alzarono tutte tranne Yukari.

“Non poghi yukari?”

“Non mi piace molto.

Ho paura di prendermi qualche gomitata o sberla o dio solo sa cosa.”

Michiyo e Tayuya si scambiarono un’occhiata d’intesa, presero Yukari ognuna per un gomito, la sollevarono e la trascinarono sotto il palco.

“RAGAAAA NOOOOO!!!”

Sakura stava pogando sotto il palco, adorava la musica del gruppo di Naruto, erano molto bravi e riuscivano a farle piacere il punk pur non amandolo lei particolarmente.

Era una valvola di sfogo, un momento in cui poteva buttare fuori tutta la rabbia e la frustrazione.

[Perché anche se tentava di negarlo con tutta se stessa lei amava ancora Sasuke.]

Muoversi, spintonare il tuo vicino, allungargli qualche gomitata erano un toccasana per lei.

[Tutto le era andato storto dopo Sasuke.

Gaara l’aveva piantata anche lui, bastardo!]

“ahia!”

La sua voce l’avrebbe riconosciuta ovunque…Sasuke Uchiha!

Stava per chiedere scusa, ma sapendo che era lui si dispiacque di non avergli assestato un colpo più forte.

“Uchiha…”

“Haruno?!”

“Sorpreso?”

“Che ci fai qui?”

“Sai…Naruto è ancora il mio migliore amico, tu piuttosto, che ci fai qui?

Non sono troppo vivaci per te, principe dei ghiaccioli?”

“Perché fai così?”

“Così come?

Perché sono fredda?

Perché non ti saluto?

Prova a pensare a come ti sei sempre comportato con me, a come mi hai lasciato e come sei stato caloroso tu dopo un’anno in cui non mi vedevi.”

“IO…”

“Tu cosa?”

“io…scusa!”

SAsuke si allontanò, lasciandola perplessa, ma consapevole di aver assistito ad un piccolo miracolo.

 

Il concerto stava per finire, yukari aveva le ossa a pezzi, sentiva dolore in punti che non immaginava potessero farle così male, Michiyo però sogghignava.

“Vedrai il gran finale…”

Naruto, cosa insolita non essendo la voce del gruppo, prese il posto di Itachi, mentre il gruppo iniziava a eseguire le prime note di” Who would've thought” dei rancid.

Vorrei dedicare questa canzone a Hinata …

Lo so che ci sei sempre stata, ero io il cretino che non se ne accorgeva.

Sei una grande amica”

HInata spalancò gli occhi e si attaccò a Yukari per non svenire.

Naruto si era accorto di lei, la considerava almeno un amica.

YUkari, Michiyo, Syria, Tayuya e Sakura desideravano solo prenderlo a sberle, ma come., dedicava una canzone ad una ragazza per dirle che era solo un’amica?

Ma era scemo o cosa?

 

Shikamaru nara pensava da tempo immemore che le donne fossero una seccatura, non capiva perché Naruto avesse fatto tutta quella manfrina per Hinata,

Lui non si era mai innamorato.

“EHI! Bel concerto!”

Sobbalzò non si aspettava di trovare nel camerino Temari Sabaku.

“Quando vuoi sai impegnarti…”

Non riuscì a pensare una risposta adeguata e nemmeno sensata, la ragazza gli si era praticamente buttata addosso e lo stava baciando con foga e lui, sorpresa, rispondeva a quel bacio.

 

YUkiko Nara era soddisfatta, la “sua” band si era esibita alla grande, una volta tanto poteva pure fare un complimento a quello sfaticato di suo fratello…..

Aprì la porta piano, solo uno spiraglio e desiderò non averlo mai fatto, Temari stava praticamente spogliando suo fratello.

Si allontanò, imprecando mentalmente contro so fratello e soprattutto contro Temari, la sua migliore amica che aveva il vizio di provarci con tutti.

“YUkiko! Tutto bene?”

Sasori le stava davanti.,

“Si”

“Vieni con noi a mangiarci degli spiedini di pollo e a berci una birra?”

“Ok, chi c’è?”

“la band, deidara, kankuro, hinata e le sue amiche.

Cercavo tuo fratello, ma non lo trovo…”

“Lascia perdere, è impegnato…

Andiamo!”

YUkiko spintonò Sasori verso il palco e poi verso il gruppetto.

“YUkiko-chan! Muoviti che voglio il ramen!”

“Zitto testa quadra!

HYUga come fai a sopportalo?”

Hinata borbottò qualcosa e si avviò a passo di marcia verso la porta, in questo modo le altre ragazze poterono colpire Naruto a turno con un pugno in testa per punirlo della sua idiozia.

 

Risposte alle recensioni

 

Giuro che non diventerà una shika-tema, alla fine sarà probabilmente shika-ino.

 

Fire91: GraziE!

Spero di averti soddisfatta, c’è un accenno sasu-saku….Sasuke che si scusa è quasi un miracolo.

Spero continuerai a seguirmi…

Grazie e alla prossima!!!!

 

Beckill: Nee-chan! Non parliamo di capodanno! Abolirò qst festa!

Certo che troviamo un abbigliamento a HInata, deve colpire naruto!

Maddò che parto che è venuto ‘sto cappY, grazie per avermi sopportato!

Alla Prossima!

Tu e tayuya potreste stringervi la mano, sorelle nell’essere ritardatarie!!!ahahahahhah!!!!

 

Hilary 91: Grazie! sono contenta che ti piaccia!

Non pensi a pubblicarla la nostra ficcy per msn?

Ciao ciao!

Alla prossima

 

Giuly-chan: inserirò Gaara, prima o poi…quando sarà meno incasinato il tutto ci sarà anche lui…è dura gestire  troppi casini…

Spero continuerai a seguirmi…

Alla prossima.

 

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Capitolo 6
*** 6)STAY AWAY FROM HIM! YUKIKO AGAINST TEMARI ***


HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe fatto passare un brutto quart

6)STAY AWAY FROM HIM! YUKIKO AGAINST TEMARI

 

“RAGAZZI!!!!!VOGLIO IL RAMEN!!!”

Chiunque conosceva almeno un po’ Naruto Uzumaki non dubitava che avrebbe chiesto quello alla cameriera del chioschetto nel quale si erano fermati.

“Il mio cuore duole e anche la mia testa…

Delle gentili donzelle mi hanno colpito alla testa!”

Sakura lo afferrò e cominciò a scuoterlo con veemenza.

“Non parlare come LEE!!!

E comunque te lo sei meritato!”

“Sakura!!

Mollalo o ci rimane!”

Syria osservava preoccupata la testa del biondo oscillare avanti e indietro, sentiva già il crack sinistro che preannunciava il collo spezzato.

“Sei fortunato Naruto!”

Naruto si accoccolò sullo sgabello del locale, non ancora certo di sapere come si chiamasse, ne perché fosse lì.

“Cosa ordini?”

Itachi si avvicinò a Yukari.

“Perché?”

“Offro io!”

“Ma dai…non posso accettare…cioè …insomma…”

Yukari stava diventando di mille colori e non sapeva più cosa dire.

“Dango?”

“Spiedini se possibile e una birra…”

“OK!”

Itachi ordinò.

“Ehi Yukari, perché ti sei messa in mezzo?

Voglio dire perché ci tieni al fatto che Naruto e HInata si mettano insieme?”

“Non lo so…

Sinceramente io non credo che sia una risposta o una ragione per tutto, razionale almeno, a volte fai delle cose solo per seguire l’istinto, perché sai che sono giuste,

O forse lo faccio perché se spargo un po’ di amore nel mondo, forse un po’ ne ritornerà a me.”

“Forse è così...chissà…”

“La cosa ti dà fastidio?”

“No…solamente non capivo perché…”

“Ora lo sai…”

“Come ti è sembrato il concerto?”

“Siete stati fantastici!”

Nell’enfasi fece un movimento brusco che le costò un gemito di dolore.

“Che c’è?

Volevi dire che in realtà facciamo schifo?”

Itachi era divertito.

“Cretino!

Semplicemente Michiyo e tayuya mi hanno buttato nel pogo e sto insieme a scotch!”

Il rumore come di una caffettiera interruppe le conversazioni di tutti, che stava succedendo?

“KANKURO! CRETINO! PIANTALA CON QUESTA IMITAZIONE DELLA CAFFETIERA! SEI PATETICO!!”

“Ma yukiko!”

Itachi e Yukari scoppiarono a ridere.

 

Kakuro sospirò depresso e si accasciò sul tavolo.

Perché non lo considerava mia  nessuno?

Perché tutti si accorgevano solo di Temari o di Gaara?

A volte si sentiva invisibile…

“Ehi!”

“Eh?”

La sua compagna di banco, MIchiyo, una tipa dai capelli viola un tantino pazzerella, lo guardava sorridendo….

Certo che aveva un bel sorriso…

“Non buttarti giù!”

“Nessuno mi considera.

Fa così schifo fare la caffettiera?”

“Lo guardavi il cartone di “Scuola di polizia?””

“Si, perché?”

“hai presente Jones?

Quello che faceva tutti i rumori, lui era un figo e faceva le stesse cose che fai tu, perché non provi a sfruttare questo tuo talento?”

“….Hai ragione!

Grazie Michiyo-chan!

Ero depresso ma tu mi sollevato!”

“Prego!

Si sorrisero.

Era veramente carina la ragazza!

 

“Yukiko… tu hai qualcosa che non va.”

La ragazza guardò stupita Sasori.

“No, sto bene.”

“Non è vero.

Cos’è successo?”

Yukiko guardò la birra nel boccale e gli spiedini che fumavano.

“Lo vuoi proprio sapere?

Ho beccato Temari che saltava addosso a mio fratello!

So come è fatta lei, lei gioca con i ragazzi e so anche com’è fatto mio fratello.

Sembra che non gliene freghi nulla, dice sempre che odia le ragazze, ma se Temari lo trattasse come fa con tutti i suoi tipi, non so come reagirebbe.”

“Yukiko….”

“Cosa?

Pensi che si asolo gelosa?

IO sarei contentissima di vedere mio fratello con una ragazza, ma non con Tema, non perché è mia amica, ma perché la conosco, finirebbe male per tutti.”

“YUkiko….Se le vuoi parlare non esagerare, ti conosco, quando ti senti punta sul vivo da qualcosa finisce che esageri.”

Yukiko addentò uno spiedino irritata, Sasori aveva ragione , ma non capiva la situazione, non la capiva per niente!

 

Il giorno dopo Yukiko si alzò con un gran mal di testa, la sera prima aveva esagerato con le birre.

Si trascinò in bagno per ridarsi un’ aspetto decente e nel corridoio incontrò suo fratello, sotto la solita aria annoiata si percepiva che era raggiante.

Sospirò…sarebbe finita male, Temari riduceva sempre come stracci i suoi ex, prima di allora non gliene era mai importato nulla, ma prima di allora suo fratello non era mai stato  coinvolto, c’era come un tacito accordo: ognuna doveva stare lontana dai fratelli dell’altra.

“Cazzo Tema-chan, perché mi costringi a  fare la rompi?

 lo sai che lo odio.”

Dopo essersi lavata e aver fatto colazione, si avviò verso la scuola.

“Ciao Yukiko!”

Temari arrivò ,sorridente, alle sue spalle.

“Ciao Tema.”

“Che c’è?

hai una faccia!”

“Dimmelo un po’ tu…”

“IO?”

“Senti, non mi piace ciò che sto per fare, ma devo.

Ti ho vista con Shikamaru ieri sera.”

“Ah.”

“A essere sinceri la cosa non mi ha fatto piacere.”

 “Perché è tuo fratello?

YUkiko pensi che io sia una stronza,anzi, cosa pensi?”

“Penso che hai sempre giocato con troppa leggerezza con i ragazzi che hai avuto, ma so anche che nemmeno io sono la persona più adatta a farti la predica, ho fatto anch’io le mie cazzate.

Solo…

Stavolta c’è mio fratello di mezzo e io gli voglio bene, mi capisci?

Non voglio vederlo ridotto a uno straccio."

“Sei ingiusta! Yuki-chan stai esagerando.

IO a lui ci tengo.”

“Lo spero Tema, lo spero, perché non vorrei arrivare a scegliere da che parte schierarmi, perché sceglierei lui.

Non ti dico di non stare con lui, non voglio essere stronza, sei una mia amica, credo in te e spero che questa volta sarà diverso, sappi solo che se lui dovesse stare per te, non ti perdonerei mai.

Ora scusa, ma devo andare.”

“YUKIKO!”

Yukiko aveva le lacrime agli occhi, non voleva fermarsi, non voleva sentire, era una vigliacca.

La regina dei codardi, che accusa senza permettere una risposta, ma non ce la faceva.

Sentiva che stava dando l’addio alla sua migliore amica e ciò le faceva male.

“Perché tema, perché?

Perché proprio lui?”

 

Temari rimase pietrificata.

Non riusciva a credere che tesse succedendo davvero, eppure una parte di lei lo sapeva fin dalla sera prima quando aveva baciato Shika che sarebbe finita così.

“YUkiko aspetta!”

[Hai rotto un patto Temari.]

^io ci tengo a lui!^

Cominciò a correre vero la migliore amica, ma qualcuno si mise davanti a lei e finì per sbatterci contro.

“Shika?”

“Già,

Ho visto mia sorella scappare come una furia.

Cosa è successo?”

“Niente.”

Invece era successo tutto, anche tra le braccia del suo ragazzo sentiva un senso di perdita.

Qualcosa era arrivato al termine, un periodo della sua vita, ma non sapeva se quello nuovo sarebbe stato bello.

Sentiva un presagio fottutamente negativo.

 

Le cose non vanno mai come si sperano, piccola Temari…

 

Risposte alle recensioni.

 

Beckill: Nee-chan! Ho pubblicato a sorpresa, la mia cena di classe è saltata! Dannata neve!

Che il pogo sia un’arte me lo ricorderò al prossimo concerto^^!

Spero che qst ti piaccia! Hinata è una santa, io probabilmente avrei sclerato contro naruto, ma si può essere più scemi?

Alla prossima! E divertiti!

Ciaoooo!!!!

 

Fire 91: ci penserò, serve un cappy di spiegazione…in quanto a Naruto l’avrei preso a ceffoni anch’io…idiota!

Alla prossima! Ciaoooo

 

Jaheira: socia! Che bello vederti! Spero tu stia meglio!

Mi mancano  le riunioni, pure a me…

Dove sono tutte?

Non ho capito il commy su sasuke…vabbuò me lo spiegherai via msn la prossima voglia che ci becchiamo.

I miss AkatsukinE!

Sai che il mio nuovo cactus si chiama Akatsuki? XD

 

Suscystar: abbi fede arriveranno, deve esserci spazio un po’ per tutti o i personaggi mi linciano perché si stufano a fare da contorno agli altri!XD

Alla prossima!!!

 

Piccola-bimba: Grazie! Sono onorata!

Le shika-tema nn mi dicono molto, non è che le odio, tipo le naru-saku che mi fanno venire il nervoso solo a pensarci, ma shika nn so perché lo preferisco con ino….

Spero continuerai a seguirmi !

Ciao!!!

SEe ya next!!!!

 

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Capitolo 7
*** 7)BAD DAY ***


HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe fatto passare un brutto quart

7)BAD DAY

 

Ino Yamanaka era sempre stata una ragazza felice, sempre allegra, non aveva mai avuti problemi seri, non aveva mai davvero sofferto.

Forse solo un paio di anni prima quando Sakura, la sua Sakura, l’amica sempre pronta a darle ragione, all’improvviso per uno stupido ragazzo l’aveva mandata al diavolo.

[“Ti piace sasuke, vero INo?

Allora d’ora in poi saremo rivali.”]

Ora però era tornato tutto normale, Ino amava la normalità.

[“Ino, Sasuke è solo uno stronzo.

Perché i ragazzi fanno così?”

“Non lo so…

Lo chiedi a me, sono una ragazza anch’io.”

“Ino…ti voglio bene.”

“Anch’io…Torna mia amica, ti prego.”

“SI.”

Un abbraccio e il sorriso le era tornato.]

Ino sorrideva felice, mentre si dirigeva verso la porta del bagno,ignara di ciò avrebbe visto, ignara che l’equilibrio che lei tanto amava si sarebbe infranto.

Un gesto, un solo piccolo gesto come aprire una porta, sarebbe stato distruttivo.

[Non aprire quella porta.

Questo le gridava ogni fibra di sé, ma lei non era abituata ad ascoltare i presagi e l’irrazionale.]

Mise la mano sulla maniglia, cercando di tenere a bada l’agitazione.

Shikamaru era in quel bagno.

Avvinghiato a Temari, alla ragazza che lei odiava, a quella che era la sua ragazza.

In un attimo capì cos’era la sofferenza.

In un’attimo desiderò di morire, pur di non vedere quello che stava vedendo.

In un’attimo perché aveva sofferto più per Sakura che per Sasuke, lei non lo amava.

Lei aveva sempre amato qualcun altro, peccato averlo capito così tardi.

 

“Yidashi, come te la cavi in matematica?”

“Male, indi non rompere.”

“Tsk! Lo sapevo che eri inutile.”

“Simpatia portami via..Se sei così perfetto perché chiedi il mio aiuto?”

“taci donna!”

“Fanculo SAsuke, hai rotto!”

“YUkari, ti lascio una settimana e tu litighi già con i tuoi compagni di classe!”

“Megumi!”

Una ragazza dai lunghi capelli neri, sorrideva accanto a Sasuke.

Megumi mimichi aveva frequentato la stessa scuola di YUkari e anche se non erano mai state in classe insieme erano amiche.

“Meg, bentornata!

Stai meglio?”

“Ora si”

“Era meglio se fossi rimasta a casa, te l’avevo detto che oggi c’era la prova d’ingresso di mate, vero?”

“Si, ma tanto me la posso cavare.”

“Sono contenta che tu sia tornata!”

“Anch’io! Mi devi raccontare di sabato.”

Le due ragazze si allontanarono lasciando sasuke irritato, sempre e solo ragazze in quella classe!

All’improvviso una furia quasi lo fece cadere dalla sedia, Yamanaka si era praticamente lanciata sul banco accanto al suo, in lacrime.

Ma che stava succedendo a tutti?

Nara che faceva il fidanzatino con la sempai SAbaku, la sorella di Nara che aveva una faccia da far paura, occhiaie e aria distrutta e ora la Yamanaka.

Sembrava che tutti avessero deciso di uscire di testa, proprio quando lui aveva un disperato bisogno di trovare qualcuno che gli facesse copiare la verifica di matematica, chiederlo a Sakura era fuori discussione.

 

Megumi si ritrovò seduta accanto ad un ragazza dai capelli rossi, Gaara Sabaku e uno taciturno che indossava degli occhialetti neri, Shino aburame, ma prima che potesse loro anche solo ciao, il professore era entrato in classe.

Era un ragazzo, non sembrava tanto più vecchio di loro, con gli occhialini e i capelli stranamente grigi, però emanava anche un’aura di minaccia, era uno con cui non bisognava scherzare.

“ragazzi, ecco la verifica.

Vi avviso, non tollero che si copi, quindi non provateci nemmeno.”

Cominciò a distribuire i fogli e in meno di cinque minuti il silenzio fu assoluto e totale, si sentiva solo il rumore delle penne che scorrevano sul foglio.

“Ehi tu! “

Megumi osservò stranita il rosso, cosa voleva?

 il suo compito era quasi finito!

“Cosa vuoi?”

“Mimichi!

Sabaku!

Datemi il compito!

Siete in punizione!,

Oggi pulirete voi la classe!”

Megumi consegnò umiliata il compito e scoccò un occhiata irritata al suo impassibile compagno di banco, pretendeva una spiegazione da lui!

 

“Ehi meg!

Che è successo? Vuoi che mi fermi a darti una mano?”

“No scialla, Yukari.

Devo chiarire un paio di cose con il mio amato compagno di banco.”

“Tipo?”

“Tipo…perché mi ha chiesto una mano quando il suo foglio era già quasi tutto completato?

Perché mi ha messo nella merda?”

“Ok…mi spiace, ci vediamo!

Ciao!”

“Ciao!!!”

Megumi osservò l’amica andarsene, era ora di mettersi al lavoro!

“HInata! Vieni a mangiare il ramen con me?”

“S-si, naruto!”

Sospirò, le sarebbe piaciuto avere un ragazzo come quel biondino, invece era condannata a passare il pomeriggio con in tipo che gli stava antipatico nonostante l’avesse appena conosciuto.

“Sabaku!”

“Che c’è?”

“Perché mi hai chiesto aiuto?

La tua verifica era a posto!”

“Perché c’era qualcosa che non mi quadrava.”

“Debole come motivazione…”

“Non sono affari tuoi!”

Megumi afferro lo straccio e cominciò a strofinare con energia il banco, immaginandosi che fosse Gaara e che lei lo stesse cancellando dalla faccia della terra.

 

Gaara osservò freddamente la ragazza lavare energicamente il banco.

Era carina, ma lui non poteva avere ragazze, anzi non voleva.

[“Sakura…tu non mi  ami…

Sii sincera”

“IO…mi dispiace.”

I suoi splendidi occhi verdi si erano abbassati, aveva fatto in tempo a vederci l’ombra di sasuke Uchiha.]

Sakura era solo l’ultimo di una serie di fallimenti.

Nessuno l’aveva mai amato.

[“TI odio Gaara! Per colpa tua la mamma è morta!

È morta per partorirti! Sarebbe meglio se non fossi mai nato!”

Kankuro a sette anni e non era solo lo sfogo di un bambino, ma ciò che pensavano tutti.]

Se tutti l’avevano odiato, se persino Sakura gli aveva dimostrato che l’amore non esisteva, allora avrebbe odiato, avrebbe fatto solo soffrire la gente, sia con piccoli dispetti, sia con cattiverie più serie.

Fino ad oggi ciò l‘aveva fatto stare meglio, eppure con  quella ragazza era stato diverso.

SE era riuscito ad odiare i suoi fratelli, perché con quella ragazza non ci riusciva?

Perché si sentiva in colpa?

Irritato anche lui adesso, cominciò a pulire il pavimento.

Gli pesava quel silenzio.

Come poteva romperlo?

Come?

[Lo sai gaara come…]

“Mimichi….Scusa. ok?”

“Ok…ma prima o poi voglio sapere perché l’hai fatto.”

“Una cosa  alla volta.

Ritieniti fortunata che io mi sia scusato, non sono in molti a ricevere le mie scuse.”

“Onorata, Sabaku…”

Gaara sogghignò, divertente la ragazza..

Forse l’anno scolastico non sarebbe stato il mortorio che si aspettava.

 

Risposte alle recensioni.

Sono un tantinino stanca scusate se nn rispondo all erecensioni.

Grazie a

 Beckill: nee chan spero t piaccia!

 

 Suscystar:graziE! e abbi fede!

 

Piccola-bimba: se cerchi i paring che mi hai detto, mi spiace ma rimarrai delusa. Ita-saku è anche ok, ma sasu-hina va contro i miei principi Naru-hina.

Scusa la franchezza, ma sino troppo stanca per essere diplomatica, spero di risentirti cmq!

 

Alla prossima

 

 

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Capitolo 8
*** 8) BHO ***


HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe fatto passare un brutto quart

7)BHo

 

Megumi riprese a pulire con energia, quel ragazzo era troppo strafottente per i suoi gusti, chi credeva di essere?

[“Ritieniti fortunata che io mi sia scusato, non sono in molti a ricevere le mie scuse.”]

^Pallone gonfiato!

 E una risposta non me l’ha ancora data, se voleva essere stronzo, doveva esserlo fino in fondo e ammetterlo…che nervi!^

La classe fu pulita in breve tempo, considerato l’energia che ci mise Meg, sotto lo sguardo divertito del rosso.

“Guarda che si consuma!”

“Cosa?”

“il banco.”

“SE tu non lavori, qualcuno lo deve fare al tuo posto e adesso piantala di starmi a guardare come uno scemo! 

O lavori o te ne vai.”

“ La classe è pulita grazie alla tua energia, mimichi.”

Megumi si guardò in giro, aveva ragione, così raccolse le sue cose.

“Ok andiamo….”

Il rosso la segui lungo il corridoio e sulla porta dell’atrio la fece voltare, in modo da poterla guardare negli occhi, Megumi si accorse che sotto quintali di matita nera gli occhi di Gaara erano cristallini, meravigliosamente chiari, affascinanti.

“sai perché ti ho chiamata durante la verifica?

Perché volevo che Yakushi ti ritirasse il compito!

Megumi spalancò gli occhi, senza pensarci fece scattare la borsa piena di libri verso la pancia del rosso.

“Stronzo!”

Un sibilo e poi, furente , attraversò di corsa il cortile, non curandosi del ragazzo che si era accasciato a terra.

Solo un suono la riscosse dai suoi pensieri, la melodia che proveniva dalla sua borsa, il cellulare stava squillando!

Cominciò a cercarlo con gesti frenetici, nervosi, per poi trovarlo in fondo alla borsa e poi rispondere.

“Pronto!”

“Ciao meg!

Sono Yukari, tutto bene?”

Si, scusa, , ma il cellulare si era ficcato in fondo alla borsa!”

“ok!

Senti stase c’è una festa al tempo Hikawa, con le bancarelle, i dolci. Etc…

Noi pensavamo di andarci, io e gli altri della classe cioè, ti va di venire?

“si , ok.

Bell’idea!”

“Ti vengo a chiamare alle 21:00, ok?”

“Ok! Ci vediamo!”

Una festa era l’ideale per distrarsi, sperando che lui non venisse.

 

“Nee-chan?

Meg-chan viene?”

“Ha detto di si, ma sembrava incazzata.”

“Avrà litigato con il piccolo sabaku.”

“probabile.”

 

Il tempio Hikawa era una piccola costruzione, solitamente non veniva notata, il ritmo della grande città era troppo frenetico per curarsi di un tempio insignificante come quello.

Le cose cambiavano drasticamente durante le feste, la gente si rianimava, si ricordava della sua esistenza, era strano, come la festa desse significato a quel posto.

“MIchiyo! Siamo arrivati!”

La viola si volto verso il gruppetto, Naruto era in testa, HInata un passo dietro di lui, era già qualcosa.

“Ciao! Compagna di banco!”

“Ciao compagno!”

MIchiyo per la prima volta in vita sua era disagio, quel ragazzo la rendeva più taciturna del solito, da quando gli aveva parlato in quel chiosco .

“ Come mai sei così silenziosa?”

“bho!”

Consapevole di avere appena fatto una figuraccia, riprese a guardare Kiba e naruto sfidarsi al tiro a segno, le sarebbe piaciuto vincere il pupazzo di Tamama, se solo non avesse avuto una mira così pessima….

 

Kankuro guardò di sottecchi la sua compagna di banco, era carina in chimono, peccato che non spiccicasse parola e ciò era strano, Michiyo era una di quelle ragazza che parlava sempre e non stava mai zitta.

Seguiva con interesse Uzumaki e Inuzuka che giocavano a tiro a segno, in particolare sembrava le interessasse un pupazzo che rappresentava una rana blu.

Senza pensarci si fece dare un fucile dall’ambulante e si mise vicino ai due compagni di classe.

“Ehi Kankuro! Ma tu sei una schiappa!”

“Zitto moccioso!”

Ostentando una sicurezza che non provava imbracciò l’arma e fece fuoco

^ fa che faccia centro!^

Incredibile.

Ciò che era successo era incredibile, aveva davvero vinto quel peluches!

Sorridendo come un ebete, accettò il regalo, i complimenti dell’ambulante e  le occhiatacce di Naruto e Kiba.

Era come in un sogno, in trance, allungò il peluches a Michiyo che sgranò gli occhi.

Ma perché?”

“Perché stasera mi sembri triste, spero ti tiri su

Maledicendosi si scoprì ad arrossire e vide che anche lei arrossiva.

“non posso accettarlo”

Non seppe mai dove gli venne l’idea, con la mano che teneva nell’apertura del chimono imitò la forma di una pistola e con la voce imitò il suono, come Jones facendo spaventare Michiyo.

“Ehi..Kankuro…”

Ridacchiando le mostrò la mano.

“Scemo! MI ha i spaventata!”

Poi scoppiò a ridere.

Però ci somigli a Jones…”

Kankuro sorrise.

 

Il momento clou di ogni festa erano i fuochi di artificio, tutti li aspettavano, almeno Hinata li aveva sempre aspettati con gioia.

Un ampio sorriso le si disegnò in faccia allo scoppiare del primo fuoco, una cascata di pioggia rossa che la lasciò estasiata e la fece tornare bambina, alla bambina che solo durante le feste aveva la percezione di avere davvero una famiglia.

Si voltò verso Naruto, voleva condividere con lui la sua gioia, ,ma si bloccò, gli occhi azzurri del ragazzo, alzati verso il cielo, erano come lucidi di lacrime.

“N-naruto?”

Il ragazzo la guardò.

“Non ti piacciono i fuochi?”

“No…è che mi ricordano delle …brutte cose.”

HInata sgranò gli occhi e gli prese una mano.

“Quando sono morti i miei genitori…Quando me l’hanno detto…io

Ero con Iruka, un cugino di mia madre, quello che si occupa di me adesso, lui mi aveva portato a una festa tipo questa e c’erano i fuochi.

Mi piacevano tanto, mi ricordo questo, poi vedo Iruka che risponde al telefono e….che si mette a piangere.

Io non capivo, poi mi lui mi ha guardato e me l’ ha detto  e anch’io scoppiai a piangere… da allora ogni volta che vedo un fuoco d’artificio mi viene in mente questo…”

Hinata lo abbracciò, era scioccata,non credeva di risvegliare ricordi così brutti….

“Naruto….mi dispiace io…”

“Tu non lo potevi sapere, no?

 Mi tieni abbracciato?”

“Certo!”

Sentì il ragazzo che si rilassava e gli accarezzò i capelli piano, come a consolarlo.

Nel cielo i fuochi sbocciavano indifferenti.

 

 

Piccola bimba

suscystar

j: socia! Sono felice per te! Ma sono in crisi, vorrei sbattere la testa al muro,quando torni ti racconto, sappi solo che la portata della notizia che mi manda fuori di testa, ha fatto mandare fuori di testa pure la vale….già….riguarda ska….gesù….

 

grazie per commentare…

Sono in crisi, non so come chiamarlo, ho un vuoto mentale…

Se volete proponete voi un titolo.

 

 

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Capitolo 9
*** 9)DON'T ACT LIKE A FOOL WITH ME! ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

 

“Che carini….”

Yukari osservò soddisfatta HInata e Naruto, non che fosse felice di vedere il biondo depresso, non aveva idea del perché, di solito i fuochi procurano gioia, ma perché finalmente era ad HInata che si era appoggiato e non a Sakura.

Stava per chiamare michiyo, quando qualcuno l’abbraccio da dietro.

Chi cavolo era?

“Tranquilla Yidashi, sono io.”

^I-itachi?^

“soddisfatta?

 i due fanno i piccioncini.”

“Ehm si.”

Yukari stava diventando di mille colori, perché la stava abbracciando, come se fosse la sua ragazza?

“Ti metto a disagio?”

Cogliendo una nota beffarda nella voce di lui , si finse più spavalda di quanto non lo fosse in realtà.

“No no….

Ma tu non sei contento di vedere il tuo amico con una ragazza?

“Si…anche se so che per Naruto i fuochi d’artificio non sono connessi a dei bei ricordi…

Comunque, tra qualche giorno è il compleanno di Nara non avresti qualche dritta?

Yukiko?”

“No, shikamaru.”

“Lui ama gli scacchi, vero?”

Si.”

“Ho visto in un negozio degli scacchi con i personaggi della Warner bros, tipo Taz, Bugs Bunny, potresti prenderglieli.

È un idea carina o una cazzata?”

“Accettabile…

Mi accompagni a prenderli?”

“Ci stai provando Itachi Uchiha?”

“Forse…non sembra che la cosa ti dispiaccia.”
Yukari ci vide rosso, chi credeva che fosse?

Una di quelle ragazze a cui bastano due moine per farle cadere ai piedi di qualcuno?

Con uno scatto si divincolò dalla presa.

“Ascoltami Uchiha, sei simpatico sei non fai il coglione, ora lo stai facendo e a me questa cosa non piace.

Non sono di quelle ragazze a cui basta fare due carezze e fanno tutto quello che vuoi, per l’accompagnarti…ci penserò.”

Lo vide sogghignare e si allontanò furiosa, odiava i cretini, anche se erano terribilmente affascinanti.

Il rumore della festa si allontanava sempre più, la strada era deserta, forse non era stata una buona idea fare quella scena madre e allontanarsi da sola….

Yidashi!”

Sobbalzò.

Chi diavolo la chiamava?

Un altro Uchiha, il minore per la precisione.

“Ti ho spaventata?”

Noooo.chi non si spaventerebbe nel sentirsi chiamare in una strada deserta.”

Tsk!”

“Che vuoi?”

“Ti ho vista con mio fratello…

Volevo avvertirti, quando gli ho detto che cambiava una tipa al giorno non scherzavo, stai attenta a lui.”

“Che cavaliere…Perché mi avverti?”

Tsk, perché vuoi sempre sapere i perché?

Mi andava di farlo, non sei una di quelle oche che mi sbavano sempre dietro, anzi mi insulti sempre, per questo mi stai più simpatica delle altre e ti ho voluta avvertire, però tu fa quel che ti pare!”

Uchiha.una curiosità…SE tuo fratello ci avesse provato con Sakura Haruno, l’avresti avvertita  o avresti menato tuo fratello?”

“Fatti gli affari tuoi!”

SAsuke si allontanò irritato, mentre Yukari sorrideva.

 

Il giorno dopo Itachi a scuola non le rivolse la parola, sembrava incazzato.

YUkari, come mai Itachi non ti parla?”

“Perché ieri sera ha fatto il cretino e io gliel’ho detto in faccia….

Beata te che hai trovato uno carino come Kankuro, Michiyo, ti ha perfino regalato un pupazzo…”

 La ragazza dai capelli viola borbottò qualcosa di inintelligibile, mentre tornava al suo banco perché la Mitarashi, la prof di inglese era  arrivata in classe.

 

“alla fine è andata bene…”

Yukari si stava rilassando davanti alla tv, stavano trasmettendo “malcolm “, quanto era un genio Reese?

La giornata scolastica non era stata troppo schifosa, sorvolando sul silenzio di Itachi   e sul fatto che all’ora di discipline plastiche  era scoppiata una battaglia tra Kiba, naruto e kankuro a colpi di palline di creta.

Un paio le si erano impigliate nei capelli e solo un ferreo autocontrollo le aveva impedito di prendere il sacco della creta e fare mangiare a quei cretini un blocco intero del materiale.

Yukari!”

“Sto vedendo Malcolm se non è questione di vita o di morte non rompere.”

Nee-chan devo dirti una cosa importante…”

YUkari sbuffò.

“Cosa?”

“Ieri sera, dopo la festa…ecco io e Tayuya….”

“Voi cosa?”

“L’abbiamo fatto.”

“Cosa?”

Dopo una pausa di silenzio, Yukari impallidì e guardò negli occhi il fratello.

“Stai scherzando, vero?”

“No, sono serio.”

In effetti il fratello era mortalmente serio e il cervello le andò in tilt.

Si alzò di scatto e corse verso la porta,  senza sapere perché prese pure lo zaino di scuola e si diresse verso casa di Tayuya.

In stato di shock.

 

Yukari!!!!

Ferma! Io stavo scherzando!”

Deidara si diede una manata in faccia, cosa gli era saltato in mente di fare uno scherzo del genere a sua sorella?

Si mise le scarpe e la inseguì.

Fortunatamente Yukari incontrò Tayuya prima di arrivare a casa della ragazza.

“TAYUYA!

Perché NON ME L’HAI DETTO?”

“Cosa?”

“Che ti piaceva mio fratello e potevi pure dirmelo che eri stata con lui!

Che considerazione hai della nostra amicizia e accidenti, perché proprio mio fratello?

Ma cosa stai dicendo Yukari?”

“Non prendermi per il culo!”

La situazione stava degenerando, Deidara si fece coraggio, era pericoloso interrompere le ire di sua sorella, ma doveva farlo.

YUkari…Io stavo scherzando!”

“Tu cosa?”

Deidara deglutì, non gli piaceva quello sguardo di  minaccia.

S-stavo scerzando…non pensavo ci saresti cascata.”

YUkari avanzò minacciosa verso il fratello.

“Tu mi hai interrotto Malcolm e fatto perdere dieci anni di vita per uno scherzo?”

Cominciò a frugare nello zaino, Deidara indietreggiò ma andò a sbattere contro Tayuya, era alquanto minacciosa anche lei…

YUkari perché brandisci l’astuccio di metallo come se fosse una clava?

Parliamone….”

La sorella gli rispose con un ringhio e continuò ad avvicinarsi.

 

Deidara, tesoro, cosa sono quei lividi?”

“Niente mamma…sono caduto dalle scale, dannate biciclette…

Era poco dignitoso confessare che quella furia di sua sorella l’aveva picchiato aiutata dalla sua migliore amica….però aveva imparato una lezione, niente scherzi a sua sorella.

Al’improvviso suonò il campanello, che lo riscosse dai suoi pensieri, andò ad aprire e si ritrovò Itachi Uchiha sulla porta.

“Dov’è tua sorella?

Che ti è successo?”

“L’ho pestato Uchiha….

Ha fatto il coglione pure lui”

“Che carattere Yidashi….”

“Esatto, ho un bruttissimo carattere.

Cosa vuoi?”

“Innanzitutto scusa se ho fatto  il cretino, ma anche tu te la sei presa troppo, poi tu stasera vieni al cinema con me.”

“Bel modo di invitare la gente…

Comunque un’attimo che mi sistemo.”

Itachi…Consiglio fraterno…non fare il cretino con lei.”

“D’accordo.”

Poco dopo Yukari e Itachi se ne andarono, mentre Deidara rimase sulla porta,perplesso, sua sorella e Itachi Uchiha?

 

 

Grazie a chimi commenta, ovvero alla mia socia Jaheira, alla nee-chan Beckill, a SAchikochan, a Suscystar.

Alla prossima e risponderò bene ai commenti, giuro^^

SEe ya next!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** 10)HAPPY BIRTHDAY? ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

10)HAPPY BITRHDAY?

 

Shikamaru Nara non aveva mai amato particolarmente i compleanni, non capiva perché la gente si intestardisse a  festeggiare il fatto di invecchiare.

Non capiva perché la gente ci tenesse a creare delle occasioni in cui fare dei bilanci, che probabilmente sarebbero stati negativi e avrebbero fatto solo soffrire.

In definitiva i compleanni erano solo una dannata seccatura….

Il suo cadeva il 22 settembre, ovvero quel giorno, ma stranamente nessuno sembrava ricordarsene, ne quella piaga di sua sorella, ne i suoi compagni di band o di classe.

^vabbè che odio i compleanni, ma almeno gli auguri potevano farmeli….”

Non si accorgeva della strana atmosfera di cospirazione calata nell’aula di plastiche, ne dei tentativi di Naruto di sbirciare in una borsa e delle occhiatacce che Ino gli rivolgeva.

Shikamaru Nara era parecchio distratto, a volte…

“Nara!”

“Si, professor SArutobi?”

“Vieni con me, ho bisogno che qualcuno mi dia una mano a restaurare una statua della gipsoteca.”

“Che seccatura…Arrivo, è sempre meglio che maneggiare questa roba noiosa.”

Il moro non amava particolarmente la creta e sbuffando, ma anche soddisfatto di non dover continuare a tentare di trasformare un blocco poco collaborativo di creta in un naso.

Non si accorse nemmeno del cenno d’intesa che il professore scambiò con i suoi compagni.

 

“Bene è andato!

Naruto! Giù le mani dalla torta!”

Ino fulminò il biondo.

“Ma Ino, è così…invitante….”

Fece per allungare una mano verso una fragola che ornava una torta che era un trionfo di panna e cioccolato bianco, sembrava in tutto e per tutto una nuvola, ma Ino gli allungò rapida un colpo di spatola sulla mano.

“Ci ho messo una notte per farla, non lascerò che tu la rovini.”

“Ma ino!”

“Zitto e dammi una mano a sistemare…

YUkari! portato lo champagne?”

“è spumante…”

“vabbè è uguale. L’hai portato?”

“SI!”

“Ten!”

“Ho i tovaglioli!”

“”neji?”

“Coltello pronto!”

“Choji?”

“ecco i bicchieri!”

“Bene può partire l’operazione compleanno!”

Tutta la classe si posizionò dietro la torta, aspettando l’arrivo di Nara.

“Eddai! Muoviti nara che ho fame.”

“Naruto!”

La porta si aprì all’improvviso, mentre Ino minacciava naruto con il coltello, l’espressione del moro fu impagabile.

“Ma….è per me?”

“Certo!

“Buon compleanno amore!”

“Temari! Che bella idea!

Grazie! Sono commossa!”

Il moro abbracciò la sua ragazza, Ino sgranò gli occhi, Che stava facendo Temari?

Le cadde il coltello di mano e si fece violenza per non scappare via dalla classe in lacrime, era il compleanno di shika e non glielo voleva rovinare.

“Troia.”

Lottando con la tentazione di ficcarlo nella schiena di Temari, raccolse il coltello e tagliò la torta e distribuì sorrisi a tutti.

Quando sembrò che nessuno la vedesse corse fuori in cortile e si rannicchiò in un angolo a piangere.

“Stronza! Stronza che non è altro!

Scommetto che manco lo sapeva che era il compleanno di Shika, però è lei che lui ha abbracciato e che si beccata i complimenti per la torta, la mia torta!”

Si accorse che qualcuno si sedeva accanto a lei, era Sakura.

“Ino…

Mi dispiace, Temari è stata troppo una stronza, ma stai tranquilla glielo diciamo che la torta e l’idea erano tue.”

“NO”

“Perché?”

“Perché non vi crederebbe, direbbe che sono stata io a inventarmi tutto perché sono gelosa di quella donnaccia.

Da quando sta con lei, mi tratta sempre male, sbuffa, dice che sono solo una seccatura e che è stanco di sopportarmi…ora so che lo pensa davvero, che non lo dice così per dire.

Ora che ha lei, non ha più bisogno di me e fa bene perchè sono solo un’oca…”

“Ino…”

“Ho ragione.

Faccio ancora la scema con Sasuke anche se so che magari tu ci stai male.”

“Ino! Tu non fai la scema, cerchi di essere cordiale, è diverso… e per Shikamaru, secondo me ti sbagli e se vuoi l amia opinione con Temari non durerà.

Lo sai come è fatta, tra un po’ si stancherà di lui.”

“Non voglio che soffra.”

“è la vita.”

Ino sospirò.

“E ora torna in classe.”

Sakura tese una mano all’amica e l’aiutò a rialzarsi.

Ino si asciugò le lacrime e sorrise, non avrebbe permesso a una tipa qualsiasi di calpestarla.

 

“Sakura!”

La rosa si voltò, le lezioni erano riprese e Shikamaru era apparso dietro di lei.

“Cosa aveva Ino?”

“Niente…

SE vuoi un consiglio dovresti stare attento a ciò che ti dicono, la gente non è come sembra, sai i più stronzi possono rivelarsi ottime persone e viceversa.”

Shikamaru rimase perplesso, ma Sakura non aggiunse altro e si alzò a prendere altra creta.

“Che c’è?”

TEmari lo abbracciò da dietro.

“Sakura mi ha detto una frase strana….

Temari ma davvero hai fatto tu quella torta?”

“Si, certo!

Non è solo quella oca di Yamanaka a saper cucinare!”

“Non è un’oca..”

Temari si staccò scocciata dal ragazzo.

 

Temari si allontanò scocciata, possibile che ogni volta Shikamaru dovesse sempre difendere Ino?

Cosa aveva quella ragazza di speciale?

Era solo una stupida biondina slavata, senza cervello e con l’hobby di collezionare ragazzi!

Vibrò un colpo deciso con la spatola al naso che stava modellando e si accorse di averlo praticamente tranciato a metà.

“Maledetta oca!

Mi ha fatto rovinare il lavoro!”

“Non dovresti prendertela così…

Tu sei molto più carina…”

Sai Fujeda si era seduto accanto a lei e la guardava con quegli occhi neri e vuoti e quel sorriso strano.

[“Dio…questo ragazzo non ha un anima, è un demone”

La voce di Yukiko le arrivò ovattata dal fondo della memoria insieme a un brivido di paura.]

Le accarezzò una gamba.

“Sei carina….”

“FUjeda che fai?”

La guardò dritta negli occhi.

“Quel ragazzo non ti merita….

Io lavoro al Root, raggiungimi stasera.”

Le accarezzò una guancia e se ne andò.

Temari rimase perplessa, quel ragazzo aveva un fascino strano, come quello di un serpente, sapeva che non avrebbe dovuto andarci e confessare a Shika la verità , ma sapeva anche che avrebbe finito per andarci.

“YUkiko dove sei?

Ho bisogno della mia coscienza.”

 

SHikamaru quella sera uscì da casa soddisfatto, i suoi genitori gli avevano regalato un portatile e sua sorella una cinghia nuova con le borchie fantastica, era tutto perfetto, ora doveva solo raggiungere Temari al Root….

Slegò il motorino e si allacciò il casco sulla terra.

[“SE vuoi un consiglio dovresti stare attento a ciò che ti dicono, la gente non è come sembra, sai i più stronzi possono rivelarsi ottime persone e viceversa.”]

Scacciò l’ansia che all’improvviso lo attanagliò.

[Non aveva mai creduto a queste cose, ma una vocina gli sussurrò che questa volta avrebbe fatto meglio a farlo.]

Arrivò al bar, parcheggiò il motorino nel vicolo  e sentì dei gemiti .

“Qualcuno fa conquiste…”

“SAiiiii!”

Sai?

Perché quella voce  gli sembrava familiare?

“TEMARIIII!”

Gli si gelò il sangue nelle vene, ma decise di avventurarsi lo stesso in quel dannatissimo vicolo.

Mosse alcuni passi incerti e si pietrificò, la sua ragazza era contro il muro, avvinghiata a Sai, ansimante.

Si girò di scatto e corse via, incurante del fatto che ora Temari lo stava chiamando disperata.

Saltò sul suo motorino, arrabbiato, scioccato, sconvolto, con un gran caos che gli si agitava in testa e la voglia di scappare via.

Senza sapere come riuscì a mettere in moto e schizzò via.

Le lacrime gli offuscavano la vista, perché si era messo con lei, sapendo come era fatta?

Yukiko gliel’aveva detto, che sarebbe stato difficile stare con lei, ma lui si era incaponito lo stesso e ora ne pagava le conseguenze.

Non vide il rosso, ma vide la macchina che avanzava, la faccia spaventata del ragazzo alla guida che apriva la bocca e urlava.

Sterzò , ma perse il controllo del motorino.

Cadde a terra, dopo la luce dei fari, tutto si fece piacevomente buio e poi non sentì più nulla.

 

Risposte alle recensioni.

 

Suscystar: sono contenta che ti piaccia! Prima o poi le sviluppo tutte! Alla prossima!

 

Piccola_bimba: Non è che Yukari sia manesca, è che in certe situazioni non va disturbata!XD

Grazie! Spero ti piaccia!

 

J: prego socia! Anch’io sono contenta di averti inserita…per Megumi pazienta e tranqui si farà valere^^.

Spero di beccarti in msn! Ciaoooo!!!

 

Beckill:Ohi nee-chan! Sei pericolosa! Ma la visione di reese è sacra! Spero che qst ti piaccia! Non vedo l’ora di leggere la tua ficcy! Mi sembra stra-carina!

E si….noi conquisteremo ilmondo!

Con il naru-hina, con il punk e con le borchie e con la forza della giovinezza!!!

Ciaoooo

 

See ya next!

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Capitolo 11
*** 11)FAREWELL ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

11)FAREWELL

 

Un telefono prese a squillare a casa Nara, Yukiko lo sentì da sotto la doccia, i suoi non erano in casa, toccava a lei rispondere….

Imprecando, corse all’apparecchio, dopo essersi messa un’ accappatoio.

“Pronto!”

“Casa nara?

Qui è l’ospedale, suo fratello è stato ricoverato stasera.”

Yukiko desiderò non aver mai risposto, il telefono le cadde di mano.

“Signorina?”

“arrivo!”

Sbatté il telefono con violenza sulla forcella, era….

Non lo sapeva cosa era, scioccata, arrabbiata, sapeva che in qualche modo c’entrava Temari, ma adesso che importava?

Suo fratello stava bene?

Si vestì in fretta e furia, chiuse la porta a chiave.

Prese il suo motorino e mentre si lanciava a velocità folle su quel vecchio motorino malandato, pregò con tutto il cuore che non fosse niente di grave.

Non era stata la sorella migliore del mondo, aveva litigato in continuazione con Shikamaru da quando stava con Temari, ma voleva un’altra occasione.

La voleva disperatamente.

Parcheggiò il motorino e corse al bancone,  chiedendo di suo fratello, le venne detto che era stato ricoverato in Neurologia e di cercare il dottor Tanaka per sapere cosa avesse il fratello di preciso.

Arrivò al reparto e fortunatamente individuò subito il dottore, stava parlando con un’infermiera.

“Dottor tanaka?”

“Sono io, lei chi è?”

“Sono YUkiko Nara, la sorella di Shikamaru.

Mi è stato detto che ha avuto un’incidente con il motorino.”

“AH! Suo fratello si è rotto solo una gamba, fortunatamente.”

“Perché è stato ricoverato qui?”

“Ha battuto la testa, vogliamo verificare che non abbia un ematoma , lo terremo in osservazione questa notte e se domani non ha nulla lo dimetteremo.

Lei stasera potrebbe rimanere con suo fratello?

È meglio se non perde conoscenza.”

“Si, ma com’è successo?”

“Il ragazzo che ha chiamato l’ambulanza ha detto che è passato con il semaforo rosso e che per evitarlo ha sterzato e poi perso il controllo del mezzo.

Abbiamo fatto le analisi, non era ne fatto ne ubriaco.”

YUkiko annuì, poi il dottore la accompagnò nella stanza del fratello e la lasciò sola con lui.

“Ehi Shika!”

“Yo Yukiko…

Hai visto che bella seccatura?”

“Già…Speriamo che anche la tua testa sia dura abbastanza da non farti venire un’ematoma.”

“che palle…Pensano che io abbia quello in testa?

Allora stasera non vado a casa….e scommetto che tu mi terrai compagnia vero?”

“Proprio così…”

Rimasero in silenzio per un po’

“SHIka,,,Tu sei prudente di solito…

Sono io quella che fa cazzate in ogni senso, perché sei passato con il rosso?”

“Vuoi saperlo Yukiko?

Ho beccato la tua amica , non che mia ragazza,  Temari che si faceva scopare da Sai in un vicolo.”

YUkiko ammutolì e strinse i pugni.

“MI dispiace.

Non avrei voluto che accadesse, davvero!”

“In fondo avevi ragione….

Credo non mi fiderò mai più di una donna, sono tutte uguali.”

“Che cazzata Shika!

Riesci a farmi arrabbiare pure in ospedale.

Temari, bhe, hai capito com’è fatta, ma non sono tutte così!”

“tsk!”

“Shika…fai bene a essere incazzato, ma ringrazia il cielo che l’hai saputo subito, voglio dire non ci avevi costruito niente di serio.”

“Yukiko…”

“Ok sto zitta, ma se vuoi parlare io sono qui…tra poco.

Vado a prendermi un caffè.”

 

Temari arrivò a casa distrutta, dopo che shikamaru se ne era andato, aveva provato a rincorrerlo, ma non ci era riuscita, poi aveva cacciato Sai e finalmente era scoppiata a piangere.

Si era sentita squallida a piangere in quel vicolo buio.

Si era sentita sporca pensando a quello che aveva fatto.

Si era sentita stronza ripensando al dolore che aveva visto negli occhi del suo ragazzo.

Singhiozzò più forte.

Lei era una stronza, questa era la verità, la sacrosanta e pura verità.

Era la prima volta che piangeva per un ragazzo e poi si era trascinata a casa, con il solo desiderio di chiudersi in camera e scomparire.

“Temari!”

Alzò gli occhi verso Gaara, era raro che le parlasse e aveva un tono che non le piaceva, le metteva paura.

“COSA c’è?”

“Mi ha chiamato Naruto, nara è in ospedale.

Il tuo ragazzo.”

Temari impallidì e si attaccò ad un mobile per non svenire.

“Cosa hai fatto?”

“Perché dovrei avere fatto qualcosa?”

“Perché so come sei fatta, tu fai a pezzi il cuore della gente solo per giocare.”

“Fanculo Gaara, sempre meglio di te che sei freddo e asociale.”

“Almeno io non mando la gente in ospedale…”

Il rosso si allontanò sprezzante, mentre la sorella correva verso la porta.

“Se fossi in te non andrei in ospedale.”

“Fottiti!”

Chiamò un taxi, scese trafelata dalla macchina e poi corse verso il reparto del suo ragazzo, si fermò solo quando vide Yukiko alle macchinette.

La sua ex amica la gelò con uno sguardo.

“Cosa ci fai qui?”

“Io…volevo vederlo.”

“vattene!”

“Yukiko, ti prego!”

“Stai zitta e ringrazia che siamo in ospedale perché altrimenti ti assicuro che non ti reggeresti già più sulle tue gambe.

So cosa hai fatto e , cazzo Tema, sarei un ipocrita, se non ti dicessi che me l’aspettavo.

Tu non sei fatta per le relazioni serie, lo so io e lo sai tu, perché hai spezzato il cuore proprio a mio fratello?

Per colpa tua si è rotto una gamba e spero che non abbia un trauma cranico.

Ti ricordi cosa ti ho detto?

Che sarei stata dalla sua parte ed è quello che penso tuttora, quindi vattene, non voglio più vederti qui o a casa!

Un’ultima cosa…non credo di poterti chiamare ancora amica dopo questo!”

Teamri incassò il colpo e se ne andò in silenzio, si meritava tutto , dalla prima all’ultima parola.

 

Finalmente la mattina dopo poté essere dimesso, ma non era per niente contento di tornare a casa.

Suo padre avrebbe sbuffato e gli avrebbe raccomandato di stare più attento, sua madre gli avrebbe fatto una piazzata e ritirato il motorino a vita e ovviamente sarebbe stato costretto  a sopportare sua sorella come angelo custode.

Si avverò tutto, ora era seduto sul divano, con Yukiko che gli girellava attorno nervosa.

“Stai tranquilla!

MI dai ai nervi!”

Shikamaru sbuffò.

“Scusa!”

La ragazza riprese a fare quello che faceva prima e Shikamaru si ritrovò a benedire il suono del campanello, almeno la sorella sarebbe andata ad aprire.

“Ti avevo detto di sparire!”

Shikamaru si sporse per vedere chi fosse, era temari che, imbarazzata, si guardava i piedi.

“Falla entrare!”

“Ma!”

“falla entrare ti ho detto!”

YUkiko si fece da parte, non del tutto convinta, mentre sul volto della sua ex si affacciava un timido sorriso.

“Non sorridere, se ti ho lasciato entrare è solo per un motivo, non voglio più avere nulla a che fare con te.

Non ho voglia di insultarti, non servirebbe, una come te non cambia, sei una troia, una facile, lo dovevo capire subito.

Ti ringrazio per la lezione che mi hai impartito, spero che tu sia felice con quello psicopatico di Fujeda e che lui ti devasti come tu hai devastato me.

Ti auguro di soffrire le pene dell’inferno, da sola, perché una stronza come te si fa il vuoto attorno.

Spero che quando riguarderai la tua vita misera, tu ti senta una merda e che la tua coscienza non ti lasci in pace un secondo.

Addio Temari e sii felice!”

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime e scappo via.

“Complimenti terminator!

L’hai quasi fatta secca!”

“TSk! Se lo meritava!”

SHIkamaru accese la televisione, cercando di scacciare la tristezza e dicendosi che non erano lacrime quelle che solcavano il suo viso, perché piangere per una così non aveva senso, no?

 

 

Grazie a

bEckill

Suscystar

 

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Capitolo 12
*** 12)SOMEONE HELP HIM ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

12)SOMEONE HELP HIM

 

Ino Yamanaka si fece coraggio, era davanti alla casa di Shikamaru, me non riuscivaa suonare il campanello ne a bussare, che le prendeva?

Era il suo migliore amico, voleva fargli una visita, aveva appena fatto un’incidente!

La verità era che non voleva trovarlo appiccicato a Temari, sarebbe morta sul colpo.

Lei odiava Temari e aveva scoperto di amare Shikamaru, purtroppo.

Quando ormai era tardi, quando ormai tutto era finito.

[“A te piace Nara, vero ino?”

Nara?! Ma sei fuori sakura?

Sempre così scazzato e sulle nuvole, meglio uno con stile come SAsuke!”

“Con stile nello spezzarti nel cuore!

Shika c’è sempre stato quando ne avevi bisogno e io questa cosa non la butterei via, senza contare che secondo me gli piaci e sono sicura che in fondo piace anche a te.”

“Non è vero!”

Ino sbuffò. Irritata, Sakura non capiva nulla!]

Sakura capiva anche troppo, invece, se le avesse dato ascolto non si sarebbe trovata nella situazione in cui era.

Ino! Suona quel campanello!

Cosa avevi detto?

Che non ti saresti fatta mettere i piedi in testa da le!”

Finalmente suonò quel dannato campanello, sulla soglia si affacciò Yukiko, la sorella maggiore di shikamaru.

“ciao Ino!

Sei venuta a trovare mio fratello?”

Si.”

“Perfetto!

Io devo andare dai ragazzi della band e i miei mi fucilano se lascio Shika da solo, non ti fa niente vero tenergli compagnia per un po’?

“NO!”

“Grazie, tesoro!

Sei la mia salvatrice!”

Yukiko afferrò la felpa e uscì precipitosamente di casa, lasciandola sola con lui.

SHika?”

Ino si chiuse la porta alle spalle.

“Sono sul divano.

Ciao Ino!”

“Ehi ciao!

Come va?”

“Mi fa male la gamba, ma non è solo quello.”

Ino lo guardò senza capire.

“IO e Temari ci siamo lasciati.”

Ino rimase un attimo perplessa,poi si slanciò ad abbracciarlo.

MI dispiace!”

“Ehi ferma!

Non voglio la tua pietà ne quella di nessuun’altro.”

“Che stronzo che sei…

IO non volevo offrirti nessuna pietà solo sostegno.

Ino cercò di contenere le lacrime, ci era rimasta male per la sua freddezza, ma non voleva che lui la vedesse piangere.

“Ok Ino…scusa.

Ho esagerato…che facciamo?”

“SE ti passa l’acidità e se non ti do fastidio o vuoi rimanere solo, potremmo giocare a shoji.”

“Tu non sai giocare a shoji!”

“Mettimi alla prova.”

“sei una seccatura…vai almeno a prendere la scacchiera se proprio vuoi giocare.”

 

“Uffa, perché non andiamo da shikamaru?”

Testaquadra! C’è Ino da lui!”

“E allora?”

KIba alzò gli occhi al cielo, sconsolato, era da un quarto d’ora che tentava di spiegare all’amico perché andare a casa di Nara non fosse una buona idea.

Itachi…spiegaglielo tu!

Io ci rinuncio!”

Il moro sospirò.

“Come posso fartelo capire in maniera semplice?

Allora segui il labiale testa quadra, immagina di esserti fatto male e di avere la piccola Hyuga come infermiera, vorresti essere disturbato?

“NO.”

“Per lo stesso motivo Shikamaru non vorrebbe essere disturbato!”

Ma lui e Ino non stanno insieme, lui sta con Temari!”

 Itachi allungò una sberla sul coppino a Naruto.

“Non sta più con Temari e in ogni caso è qui che abbiamo appuntamento con Yukiko, quindi sta zitto e non rompere!”

“Uffa! Perché siete tutti così con me?”

“Perché sei una piaga…

Ciao ragazzi!”

Yukiko si sedette accanto a Naruto, il biondino osservo l’amica con un misto di risentimento, era carina con quei codini e le ciocche blu elettrico, Se solo non fosse stata così manesca e spiccia.

“Allora ragazzi…Ovviamente il concerto di sabato salta.”

“NO, Yukiko, non può saltare!”

“Ma sei scemo uzumaki?

Come facciamo?Mio fratello non guarirà mai per  sabato!”

“IO ho bisogno di fare quella serata!

Troviamo un sostituto!”

“Ma senti questo! Mio fratello, nonché tuo amico si è appena rotto una gamba e tu lo pugnali così?

Ma non ti pensavo così stronzo!

“Non ho detto di buttarlo fuori!

Solo che io sono fottuto se io non faccio quella serata!

“Egoista! Dammi un cazzo di motivo per cui dovrei darti ascolto!”

Naruto arrossì e uscì dal bar furioso.

Yukiko…”

“Che c’è Itachi? Pensi che abbia ragione?”

“Uno, non ringhiare!

Due, dico solo che è strano il suo comportamento, non ha mai fatto così!

“Le persone cambiano.

 

COSa?”

Michiyo guardò Naruto con tanto d’occhi.

vUOi che suoni il basso per sostituire Shikamaru?”

“Si! So che lo suoni, me l’ha detto Sakura-chan!

“Ma sei scemo?! Lui è appena tornato dall’ospedale e dovrei fottergli il posto?

Ma non ti vergogni Uzumaki?”

Michiyo ti prego…se non faccio quel concerto, sono morto!”

“E allora muori! IO non pugnalo un mio amico alle spalle!”

Michiyo si allontanò furiosa e incredula.

 

Naruto si prese la testa tra le mani, perché andava tutto così male?

[“Iruka! La mia chitarra elettrica sta per rompersi!

 MI spiace, ma non ho i soldi per prendertene una nuova.

Non siamo ricchi, naruto, non è bello dirlo, ma dovrai usare i tuoi soldi.

Ma Iruka, se non riesco a raccoglierli devo lasciare la band!”

“Le separazioni fanno parte della vita.”]

Naruto fece un sospiro tremulo, bene addio band!

Addio tutti!

Non poteva uscire in scena in modo migliore, da re degli stronzi, Sasuke docet.

naruto-kun?”

HInata-chan?”

“Che ti succede? Non è da te comportarti così!

Michiyo mi ha detto tutto!”

HInata per favore….”

Naruto-kun devo pensare che in tutti questi anni hai mentito a tutti quando dicevi di tenere ai tuoi amici?”

“IO…Hinata! Tu non puoi capire!”

“NO? Spiegami tu allora!”

“Sei ricca HInata , cosa ne sai di quello che si prova quando non si hanno i soldi e ne hai un disperato bisogno?”

HInata arrossì e i suoi occhi si riempirono di lacrime.

Fantastico, aveva ferito anche lei!

La ragazza fece per andarsene, ma lui l’afferrò per un polso e la fece voltare.

“Scusa Hinata, tu non c’entri, ma sono nella merda.

Se non faccio questo concerto dovrò lasciare la band, non ho i soldi per prendermi una chitarra nuova e questa è talmente sfasciata che può andare avanti solo per poco.”

Naruto…mi dispiace, se vuoi posso parlare con Michiyo…”

“Lo faresti?”

C-certo!”

Naruto le sorrise, un sorriso radioso e l’abbracciò.

“Grazie Hinata!”

 

“AH! È così?”

Yukiko le rivolse uno sguardo scrutatore, HInata tremò, quella ragazza metteva un po’ di paura…

S-si.”

“E allora…non lo cancello il concerto, diglielo a uzumaki, ma se scopro che è una presa per il culo, sappi che lo distruggo.”

Ma tuo fratello, come la prenderà bene?”

“SE gli spiego i motivi , si.

Non te preoccupà

Piuttosto, chi è la bassista che proponi Hyuga?

Michiyo….Michiyo SAkiyourai.”

“La mocciosa viola?

Suona il basso?”

“SI.”

bene bene perché mi sembra una tosta…

Dille che l’aspettiamo domani alle prove e di non fare tardi.”

“si sempai!”

“OK!”

Hyuga….certo che Uzumaki ti deve piacere un casino per sbatterti a rimediare i suoi casini…

“IO…”

HInata arrossì e si fece di mille colori, mentre Yukiko le sorrideva.

 

Grazie a

Beckill(nee-chan…sei l’unica che mi commenta…grazie!)

 

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Capitolo 13
*** 13)SURPRISE! ***


13) SURPRISE

13) SURPRISE!

 

“Ehi hyuga! Ovviamente tu e il tuo Romeo ci siete stasera, si?”

“Stasera?”

HInata guardò Yukiko senza capire.

“Non dirmi che nessuno ti ha avvisato?”

Yukiko spalancò gli occhi e si preparò mentalmente a fare una ramanzina a Sasori, che aveva il compito di avvisare tutti.

“Stasera ho organizzato una festa a sorpresa per Ino,per il suo compleanno, è alle nove a casa sua.”

“Ma…ma… e tuo fratello?

Non ci rimarrà male perché non può venire?”

“Hyuga…sai tenere un segreto?”

“S-si.”

“è un idea di Shika, è il suo regalo di compleanno per lei.

È un idea che gli è venuta prima dell’incidente, visto che è successo, non credevo la volesse attuare, però…

Incredibile ma vero, ha comunque deciso che si doveva fare.

Credo sia il suo grazie per Ino.”

“C-comunque cercherò di venire.”

“Brava Hyuga e….zitta!

Acqua in bocca!”

HInata si allontanò e Yukiko sogghignò.

Aveva tre baldi giovani d a schiavizzare e una festa da organizzare, il metodo migliore per dimenticarsi almeno per un po’ che aveva rotto con la sua migliore amica.

 

“ma allora sai davvero giocare!”

“Certo! Che credevi?”

Ino sbuffò e si spostò il ciuffo di lato.

“ino..posso chiederti una cosa?

È un po’ che questa domanda mi gira in testa…

Dopo la festicciola di ieri in classe Sakura mi ha detto una frase strana che mi ha fatto pensare….”

Il cuore di ino prese a battere a velocità anormale, cosa le voleva chiedere?

^Oddio….e se mi chiede se  lo amo?

Che gli dico?

Cazzata cazzata…

Temari l’ha appena mollato, odia ancora di più le donne…

Che mi vorrà dire?^

“ma  la torta chi l’ha fatta?”

“Eh?”

Shiikamaru la guardò infastidito.

“La torta per la festicciola di ieri…chi l’ha fatta?

Tu o …lei?”

Ino deglutì, non era come se le avesse domandato cosa provava per lui, ma era una brutta situazione lo stesso, non riusciva a digli che Temari gli aveva mentito fin da allora, non voleva aggiungergli altri dispiaceri.

“Ti avevo detto niente pietà!”

“Ok ok…va bene…L’ avevo fatta io quella torta!”

 

“Itachi!

Quel festone va più a destra!

A destra!”

“Zi badrona!”

Yukiko si avvicinò minacciosa alla scala su cui era arrampicato il moro.

“Allora…o fai il serio o do un calcio a questa scala… mi hai capito?”

“va bene va bene!”

Itachi sospirò, ma che carattere aveva Yukiko?

“Ho un carattere di merda e posso essere vendicativa, quindi lavora!”

Itachi spostò il festone più a destra.

Quella donna sapeva leggere persino  nel pensiero?

 

“ ho la sensazione che mi nascondesse qualcosa….”

Scuotendo la testa, cercò le chiavi di casa nella borsa.

“Perché si ficcano sempre sul fondo? Perché?”

Finalmente le inserì nella toppa e le girò.

Aprì la porta e una luce l’accecò, quando finalmente riaprì gli occhi vide che tutti i suoi compagni erano nel salotto di casa sua.

Con una torta davanti.

“Auguri ino!”

“ma…”

Yukiko la trascinò davanti alla torta, questa era l’ultima cosa che si aspettava.

 

“tsk!”

Gaara sbuffò annoiato, non aveva alcuna voglia di stare lì.

Era terribilmente noioso vedere un gruppo di adolescenti aggirarsi festosi intorno alla festeggiata che sembrava ancora vagamente incredula e instupidita, come se un troll le si fosse materializzato in salotto e lei non sapesse bene che fare.

Come se fosse una cosa incredibile e fuori dal comune che i suoi compagni di classe avessero organizzato una festa a sorpresa a Ino Yamanaka, una delle razze più popolari della scuola…

Gaara sbuffò e si mise in un angolo, perché era venuto?

Ah si…perché sua sorella aveva dei terribili sbalzi d’umore dopo essere andata a parlare con Nara, o si aggirava per  casa come un fantasma apatico oppure non le si poteva rivolgere la parola perché scattava come un serpente.

Dannazione!

Per fortuna lui non era mai stato innamorato!

[Cazzata…sussurrò la sua voce interiore, e sakura dove la metti?]

Evocata dai suoi pensieri la rosa apparve appesa al braccio del sempai Akasuna                      che rideva e scherzava.

Sentì una fitta

 Al basso ventre, non poteva essere quello…

Non poteva essere gelosia, lui l’aveva completamente, assolutamente e totalmente  dimenticata!

Il sempai le accarezzo i capelli e le sorrise e il bicchiere di Gaara rischiò di  andare in frantumi, quel dannato doveva tenere le mani lontano da lei e non solo quelle, doveva tenere una distanza minima di trenta metri da Sakura!

Ok…Era ufficialmente geloso!

“Calma gAara…”

Mormorando sotto voce, si avviò verso lo studio degli Yamanaka, dove tutti avevano messo le loro giacche, alla ricerca del pacchetto delle sigarette, che stupidamente aveva lasciato nel giubbino.

Cominciò a rovistare nervosamente, la sua giacca sembrava essere sparita sotto tutte le altre!

“Ehi Sabaku!”

Sobbalzò, mimichi era spuntata accanto a lui.

La guardò con un misto di irritazione e ammirazione, era una ragazza carina con quei capelli neri e gli occhi vivaci dello stesso colore….

“Ehi…che hai da guardare?”

Senza pensarci la afferrò per le spalle e la baciò, con violenza, con rabbia, per dimenticarsi di Sakura e akasuna fondamentalmente, senza fare caso alle proteste di lei, ne ai tentativi di divincolarsi.

SE ne accorse solo quando lei gli morse la lingua e gli mollò una sberla abbastanza forte da lasciargli probabilmente il segno della mano.

“Sei un coglione, sabaku.”

Aveva ragione, era ufficialmente un coglione…

Si diede una manata in faccia, se avesse avuto sentimenti avrebbe potuto dire di essere dispiaciuto per il modo, ma non totalmente per il bacio.

 

Megumi lasciò la stanza, lottando contro le lacrime di umiliazione e rabbia.

Che stronzo! Che stronzo!

L’aveva baciata solo perché era geloso di haruno, aveva visto cime la guardava!

Perché attirava sempre persone strane o meglio perché era attirata da loro?

Si rifugiò in giardino, cercando un po’ di pace dal casino della festa e in quello della sua testa.

Si accese una sigaretta e si accorse che qualcuno era in piedi accanto a lei.

Gaara Sabaku…

“Cosa vuoi, stronzo?”

“Volevo scusarmi.”

“Wow…devo di nuovo sentirmi onorata per questo o  posso lasciare perdere?”

“Mimichi…scusa davvero…

E io non lo faccio quasi mai, non so come si fa, però mi dispiace di essermi comportato così.”

“Non ti capisco sabaku, ma accetto.

La prossima volta invece di venire a scusarti comportati meglio.”

“Grazie…”

“Prego”

Si accese una sigaretta anche lui e sbuffò il fumo verso il cielo, improvvisamente Meg si rese conto che le stelle brillavano in cielo e la luna era alta, piena, luminosa.

“è bella la luna…”

“Già…anche a me piace guardarla.”

“allora hai un animo romantico anche tu in fondo…”

Si sorrisero a vicenda.

Meg si accorse di essere felice e che seduta accanto a lui stava stranamente bene.

 

 

Grazie

Alla socia jaheira

Alla nee-chan beckill( grazie ancora per la ficcy)

A suscystar(scialla, non sempre nemmeno io becco tutti gli aggiornamento^^!)

A Sang(Che gioia! Una nuova  lettricE!)

 

 

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Capitolo 14
*** 14)TIME BOMB ***


13) SURPRISE

14)TIME BOMB

 

Yukiko Nara non era mai stata  una persona gelosa, non le aveva mai dato fastidio vedere i ragazzi che aveva avuto con delle altre.

Mai.

La gelosia era per idioti e lei si considerava sufficientemente intelligente per non cadere nella trappola del mostro dagli occhi verdi, ne sarebbe ro derivati troppi casini…

Eppure, lei , la fredda e razionale Yukiko si ritrovò a stringere i pugni e a lottare con la tentazione di una fare scenata isterica  all’indirizzo di quei due, che tubavano come piccioni, senza pudore, in mezzo alla  sala.

Sakura Haruno e Sasori, il suo migliore amico.

Le dava un fastidio immenso vederlo fare il cretino con lei, non riusciva  a capire il perché, lui non le era mai interessato.

[E allora perché stai reprimendo a malapena il desiderio di ammazzare Sakura Haruno?

E vorresti spezzarle le braccine perché sorride a Sasori?

La voce impietosa della sua coscienza.

Dannazione Temari, perché hai spezzato il cuore di mio fratello?

Chi mi aiuta a dipanare il casino che c’è nella mia testa adesso?

La voce forse della  se stessa più autentica.]

Irritata, prese la giacca e se ne andò, se fosse rimasta ancora un altro secondo la festa di Ino sarebbe degenerata in una rissa a causa sua e suo fratello nonl’avrebbe mai perdonata, senza contare Sasori.

 

“Ehi Sempai!

Che c’è?”

Sasori rivolse un’occhiata distratta alla ragazza che stava appesa al suo braccio.

“Niente haruno.”

Innervosito dall’essere scoperto a spiare la fuga dell’amica, la vide guardare in direzione della porta.

“Oh! Nara se ne sta andando..

Non sarà per quello?”

SAsori la maledì mentalmente, era una ragazzina sveglia…

Cosa era preso a Yukiko?

Perché se ne era andata così, senza nemmeno salutare nessuno?

Quella donna era una casino, non si capiva mai cosa pensasse davvero!

Scosse la testa e tentò di nuovo di rivolgere la sua attenzione ad haruno, ma con un misto di irritazione e incredulità scoprì di non riuscire a farlo.

 

MIchiyo era incredula.

Osservava il suo compagno di banco Kankuro, premurarsi in mille gentilezze con Keiko Kanezaki, senza riuscire a credere che fosse vero, le sembravano lontani mille anni i tempi in cui le aveva regalato il pupazzo di tamama, che conservava come se fosse una reliquia e anche solo la festa di Ino, svoltasi solo la sera prima.

“Keiko-chan! Vuoi un caffè? Te lo vado a prendere?”

Qualcosa non le quadrava.

“Eccoti i soldi per le sigarette!”

“Ehi, se scendi, mi prendi un caffè Kankuro-kun?

Ti do i soldi!”

“arrangiati!”

Eh?

Michiyo lo guardò con tanto d’occhi, cosa le aveva detto?

Prima che potesse rispondergli una qualsiasi cosa, il ragazzo era già sparito, probabilmente e realizzare i desideri di Kanezaki.

“Che stronzo!”

“Si Kiba!”

“Cazzo! Io sono messo peggio di lui in scienze!”

“Non ti seguo Inuzuka!”

“Lei ha i bigliettini per il sorteggio di scienze e il marcione se la sta comprando perché lei gli tolga il suo biglietto.”

Michiyo tirò un sospirò di sollievo, anche se quell’”arrangiati” le bruciava lo stesso.

 

“bella festa, vero?”

Sasuke si voltò, nella fila dietro a lui Yidashi e Asahara stavano confabulando animatamente da mezz’ora e lui ancora non aveva afferrato l’argomento della conversazione.

Doveva centrare Yamanaka, perché si era presentata in classe con sorriso che le andava da un’orecchio all’altro e qualcosa che era successo il giorno prima.

“Sakura!!!

Dall’urlo di Amaya e dalla sedia spostata accanto a lui, capì che lei era arrivata, glielo confermava il fatto di avere iniziato a sentirsi un verme.

“ehi sakura! È Vero che stai con akasuna?

Che fortuna! È un ragazzo così carino e voi due alla festa eravate così perfetti insieme!”

Cosa?

Sasuke si sentì come se avesse perso una puntata di un telefilm, di che festa parlavano tutti?

Si impose di far finta di niente.

“No! Non è vero asami!”

Era arrossita però!

Sasuke strinse i pugni e si alzò, improvvisamente si accorse di voler parlare con il fratello e di spaccare la faccia del rosso poi.

“Ehi Haruno, dacci un taglio e fammi passare!”

“Simpatici fin dal primo mattino, vero?”

Si spostò sbuffando.

“Tsk!”

“Prego Sasuke…sei talmente gentile che non ti si può negare niente.”

Il moro raggiunse il fratello.

“Non devi dirmi niente Itachi?”

Gli rivolse un’occhiata inespressiva, che lo fece arrabbiare, detestava con tutto il cuore quando suo fratello faceva così!

“Ad esempio…qualcosa su una festa?”

Alzò gli occhi verso di lui.

“Ah si…Ieri sera c’era una festa a sorpresa  a casa di Yamanaka per il suo compleanno…mi sono dimenticato di dirtelo.”

Cominciò a vederci rosso, perché suo fratello lo trattava sempre con sufficienza?

L’arrivo della Fukasada gli impedì di prenderlo a pugni come meritava e lo costrinse a una poco dignitosa ritirata, quella era capace di far fare yoga a tutta la classe se l’avesse beccato a pestare Itachi.

 

“Ragazzi! Oggi andremo a vedere una mostra! Prendete le vostre cose che non si torna in classe! Il professor Umino ci raggiungerà al cambio dell’ora!

Un mormorio sollevato percorse la classe,  avevano scapato quattro noiose ore, passate in compagnia di una sadica come la fukasada e con quell’isterico di Umino.

“Che fortuna!!!

Ino era al settimo cielo, la festa l’aveva caricata  a mille, notò Sakura, o forse era stato il fatto che l’aveva organizzata Nara  a renderla così euforica?

Si alzò e si sentì all’improvviso al centro di molti odi, Gaara la fissava in modo inespressivo, ma dopo tre mesi passati insieme a lui sapeva riconoscere quando era incazzato, Yukiko-san la stava trucidando con gli occhi, Megumi  si era fatta fredda e SAsuke più scostante del solito.

Perché?

Raccolse la sua roba, ma sasuke le fece cadere lo zaino e la sempai gli diede un calcio, questo sapeva molto di dichiarazione di guerra.

All’improvviso rimpianse di non rimanere in classe.

 

“Che schifo!”

Yukari era d’accordo con il fratello, la mostra era noiosa, composta solo da disegni di fiori, insetti e paesaggi, pensandoci bene era senza brio esattamente come la Fukasada.

“Hai ragione, ma vedi il lato positivo…”

Yukari guardò l’orologio, era quasi l’una e mezza.

“Tra poco andremo, per le due ci devono riportare fuori scuola.”

“Allora andiamo…

ITACHI, TAYUYA!

Si va!”

Il gruppetto si trascinò verso l’uscita e notò che quasi nessuno era rimasto a vedere la mostra, erano tutti scappati nel vicino museo della scienza, decisamente più interessante.

La Fukasada li fucilerà….”

Esclamò Itachi tetro.

“E poi non ci porterà mai più da nessuna parte.”

“Ottimismo Itachi….”

“Dammi retta Harukaze, ci farà fare massimo un’altra gita e giuraci che ci odierà.”

YUkari sbuffò e si accese una sigaretta, sentiva che Itachi aveva ragione, erano in agguato dei guai e belli grossi, considerato le correnti di tensione che aveva avvertito, Michiyo sarebbe finita a botte con Kankuro, lui aveva fatto il cretino tutta la mattina con Kanezaki per salvarsi il culo e Yukiko sembrava avere deciso che Sakura necessitasse di una lezione.

 

“Haruno!”

“Yukiko-san!”

Sakura deglutì, qualunque cosa avesse fatto di sbagliato la sorella di Nara era venuta a presentarle il conto e con lei non si scherzava, fin dalle elementari aveva la fama di essere una dura, una teppista.

“Allora Haruno, non ti sembrava di essere troppo vicina a SAsori ieri sera?

Non è che ti piace?”

Ecco il problema…

Accidenti! Perché tutti sembravano essere arrabbiati con lei per il fatto di aver parlato con il sempai?

Persino sasuke!

[A sasuke importava di lei, dunque?

Era geloso…]

“Veramente abbiamo solo parlato e non credo di interessargli, dopo che tu te ne sei andata, lui è stato distratto per tutta la sera.

È un ragazzo carino, ma da qui adire che stiamo insieme, insomma, non è esagerato?

LA sempai sorrise, sembrava essersi calmata.

“”d’accordo Haruno, credo di avere esagerato…”

“Yukiko-san…non è che ti piace il sempai e sei gelosa?”

“Parli troppo per i miei gusti e ora vattene!”

Sakura non se lo fece ripetere due volte.

 

Michiyo bolliva dalla rabbia, non era possibile essere così viscidi!

Kankuro non si era staccato  un’attimo da lei!

Servile come pochi!

Si sentiva fremere, non sopportava che lui facesse così, soprattutto solo per salvarsi da una stupidissima interrogazione!

Sembrava un innamorato smielato e la cosa le dava i nervi, molto ai nervi….

All’improvviso non resse più, lo vide abbracciarla e prenderla per mano e fu troppo, la mano scattò sa sola e si tolse la cintura.

“KANKURO! COGLIONE!”

Un primo colpo lo raggiunse, facendolo voltare con espressione da cucciolo ferito.

ma michiyo-chan!”

“Niente michiyo-chan!”

Kankuro corse via, inseguito da quella furia che era diventata, era sicura che la prossima volta prima che avrebbe tentato di fare il viscido con qualcuno si sarebbe ricordato di quella cintura di borchie.....

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** 15)UNBELIEVABLE GIFT ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

15)UNBELIEVABLE GIFT

 

“SAKIYOURAI!!!!”

L’urlo isterico della Fukasada interruppe la corsa di michiyo e salvò Kankuro da altri colpi, il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, ma poi vide la sua faccia…

Shizune Fukasada era fuori di sé, i suoi occhi neri mandavano scintille, non si ricordava di averla mai vista così arrabbiata e seppe che Michiyo era in guai grossi.

“Cosa stai facendo, Sakiyourai, sei pazza?

Che immagine ne ricaverà la scuola vedendoti mentre insegui un tuo compagno innocente, con una cintura di borchie?

Non va assolutamente bene!

Sei in punizione! Oggi pomeriggio farai tu il turno di pulizia!!!”

“Ma…”

La professoressa rivolse alla ragazza, che ancora impugnava la cintura, un’occhiata assassina.

“Qualche problema Sakiyourai?

Contesti la mia punizione?”

MIchiyo avrebbe voluto dirle che quel pomeriggio aveva le prove con la band e che Yukiko-san l’avrebbe uccisa se le avesse saltate, ma i suoi argomenti davanti a quell’occhiata si sciolsero come neve al sole.

“Nessuno….”

“Molto bene….Un’ultima cosa..In questa classe c’è troppa energia negativa, nella prossima lezione faremo yoga tutti insieme, così vi calmerete.

Dovreste prendere esempio dalla 1°H, loro si che sono una classe educata, non come voi e tu metti via quella cintura!”

La fukasada marciò a grandi passi verso l’uscita, mentre Michiyo si infilava la cintura furiosa, maledicendo lei e la  dannatissima 1°H, non era possibile che quella donna la citasse sempre come esempio di perfezione!

“Cosa diavolo hanno più di noi?”

“Bhe…hanno…”

“zitto cretino! Non stavo parlando con te!”

Michiyo uscì dalla stanza e lo lasciò solo, a massaggiarsi la spalla dove era arrivato il colpo.

Doveva scusarsi con lei?

Una vocina dentro di lui gli assicurò che sarebbe stato meglio.

 

“CHE COSA?!”

Yukiko Nara guardò furibonda la ragazzina davanti a lei, non aveva ancora suonato con gli Akatsuki e già li incasinava!

“Sakiyourai! Ti sei fatta mettere in punizione dalla fukasada il primo giorno di prove, bravissima! Sei un genio!”

“Scusa SEmpai…ma….”

“Non voglio sentire scuse! Spero solo che non si ripeta più!

Dopo ci troviamo al solito pub, ci siete almeno voi?”

Rivolse un’occhiata di fuoco agli altri tre ragazzi, Itachi era inespressivo, Kiba fece un lieve cenno affermativo, ma Naruto Uzumaki arrossi e si ritirò nelle spalle come una tartaruga nel proprio guscio, in un modo che gli ricordò la Hyuga.

“Uzumaki….”

“Yukiko-san….Ecco….io…..”

“Tu?”

“Io non posso venire.”

“TU COSA?”

Il ruggito di Yukiko lo fece sobbalzare.

“Non posso venire…La mia chitarra si è rotta del tutto, dopo la festa di ino ho provato a suonarla ed è morta….”

La sua occhiata feroce lo fece bloccare e indietreggiare istintivamente di un passo, aveva capito che stava per arrivare una predica con i fiocchi.

“Naruto Uzumaki….Prima rompi che vuoi fare il concerto e poi ti tiri indietro?”

“Ma non è colpa mia.”

“ZITTO!!!”

“Sono stufa di voi e di rimediare i vostri casini, arrangiatevi!

Fatevi vedere solo quando sarete più responsabili!!”

La sorella di nara lasciò il gruppo incurante degli strilli della professoressa.

 

“Ma che è successo?”

HInata guardò la figura della sempai allontanarsi.

“Uzumaki ha rotto la chitarra, quindi non ci sarà alle prove e la profe ha messo Sakiyourai in punizione perché ha inseguito kankuro per picchiarlo con una cintura di borchie.

Oggi pomeriggio dovevano esserci le prove…”

Hinata sospirò, dopo la spiegazione di Itachi capiva la scenata di Yukiko-san, povero Naruto….

“Mi piacerebbe aiutarlo….”

“A meno che tu non possieda una chitarra, non puoi fare niente Hyuga.”

Il moro la lasciò per raggiungere un’ imbronciato sasori, mentre il suo cervello rimuginava su un’idea alquanto folle, ma che le piaceva molto.

“Yukari….Tu ci capisci qualcosa di chitarre?”

“Zero….Tayuya strimpellava la chitarra alle medie, ma poi ha smesso e non ha usato una chitarra elettrica.”

“Merda!”

“Cosa hai in mente HInata?”

“IO…Ecco…”

Con rabbia si riscoprì a balbettare e ad arrossire, credeva di averla superata quella fase!

“Vorrei comprare una chitarra a naruto…”

“Se vuoi chiamo Itachi e ti faccio accompagnare da lui…”

“NO!!!”

“Ok…Allora non so…”

“IO credo di poterti aiutare.”

“Sakura!!!”

Le rivolse uno sguardo pieno  di gratitudine.

“Naruto mi ha detto che la seconda per cui sarebbe disposto a uccidere, dopo un piatto di ramen, sarebbe una stratocaster.”

“grazie! Mi accompagneresti a prenderla?”

“Si, d’accordo…volentieri…”

 

Shikamaru Nara sospirò e maledì per l’ennesima volta il fatto di essersi innamorato, era per colpa di quello stupido sentimento chiamato amore che ora la sua gamba gli faceva male da impazzire, tanto da non riuscire nemmeno ad alzarsi a prendere un bicchiere d’acqua.

“maledizione!”

La porta di casa sbatté con violenza, Yukiko o sua madre dovevano essere arrivate a casa, solo loro entravano a casa in quel modo, si girò e vide che era la sorella.

“Yukiko…Mi porteresti un bicchiere d’acqua per favore?”

“Arrangiati!”

Fu la risposta della sorella che era già quasi al piano superiore.

“Ma che le è preso?”

Buttò la testa indietro per guardare il soffitto, niente acqua, niente sigarette e presumibilmente dato l’umore nero di Yukiko anche niente pranzo…

“Giornata di mmmerda!....”

Un lieve bussare interruppe i suoi lugubri pensieri.

“Avanti!”

Choji entrò reggendo del cibo già pronto.

“Ciao Shika! Ti ho portato da mangiare, non credo che Yukiko cucinerà…”

“Già…ma che è successo?”

“Un casino.

Tua sorella è incazzata perché sasori ha fatto il cretino con sakura, credo sia gelosa, poi oggi la fukasada ci ha portato a vedere una mostra….”

“palle….le cose più interessanti me le perdo sempre io…”

“non era interessante….

In ogni caso, Kankuro ha fatto il cretino tutto il giorno con Keiko-chan e Michiyo ha sclerato, prendendolo a botte con una cintura di borchie, la fukasada l’ha messa in punizione e Naruto ha rotto la sua chitarra.”

Tutto gli fu chiaro, mentre scartava il cibo portato dall’amico, solo una cosa non gli tornava, choji aveva chiamato Kanezaki keiko-chan.

“Ehi Cho! Non dirmi che ti piace quella pel di carota anoressica?”

Il ragazzo arrossì e fu come se avesse detto si.

“Lasciala perdere, le donne portano solo guai!

Fidati!”

 

“è sicura di volere una Fender stratocaster signorina?”

Sakura guardò Hinata arrossire alla domanda del commesso e poi fare cenno decisa di si, era cambiata quella ragazzina.

La rosa prese la chitarra, mentre HInata sotto lo sguardo ancora incredulo del commesso.

“Adesso la portiamo da Naruto, hinata!”

“si…spero non sia in casa….”

“Perché?”

“magari si arrabbia…Non voleva far sapere che non aveva i soldi per comprarla…magari ho sbagliato a prendergliela…uffa.”

“Hinata…se si dovesse arrabbiare sarebbe proprio un’idiota, scusa!

Dove la trova un’altra ragazza disposta a prendergli una chitarra?

Sei una santa…”

Hinata arrossì e mormoro qualcosa nella speranza di non essere sentita da Sakura che capì tutto e sorrise, la hyuga era innamorata persa di Naruto.

 

NAruto entrò in casa depresso, non c’era nessuno, Iruka era a un consiglio di classe e in un certo senso era meglio perché dopo la sfuriata di Yukiko aveva il morale sottoterra.

Lanciò l’eastpack sul divano e si trascinò in camera sua, con il desiderio di buttarsi sul letto e dormire almeno una settimana.

Accese la luce e rimase senza fiato.

Una fender stratocaster faceva bella mostra di sé, al posto del suo vecchio catorcio, urlando come un pazzo si lanciò sulla chitarra e cominciò a provarla.

Solo dopo averla accordata, quasi tra le lacrime, si chiese chi fosse il misterioso benefattore. Kiba, no perché non navigava nell’oro, Itachi nemmeno perché non era il tipo, Yukiko era da escludere dopo la piazzata, allora chi?

Si sedette sul letto a pensare…

Dopo una mezzoretta capì, l’unica abbastanza ricca, con una dose di pazzia così forte da credere in lui, da sempre e sostenerlo era HInata.

Dopo aver salutato la chitarra uscì di corsa, diretto verso villa Hyuga.

Si attaccò al campanello, staccandosi solo quando la voce irritata del padre della ragazza gli intimò di smettere e che lei sarebbe scesa subito.

“Hinata! Ma che genti frequenti?”

Naruto non sentì la replica della ragazza, ma la vide camminare verso il cancello, completamente rossa e con un’aria vagamente colpevole.

“Naruto …..io…”

Il ragazzo non la lasciò finire, l’abbracciò e la sollevò da terra facendola girare, mentre lei oramai virava al viola .

“Grazie hinata! Ti adoro!

Sei la migliore!!!!Chiedimi qualsiasi cosa, non so come ringraziartii! “

Le schioccò un bacio sulla guancia, poi la trascinò via, urlandole che le offriva del ramen.

Hinata sorrise, ormai sull’orlo del collasso, vederlo sorridere era cosa più bella, forse davvero lei era una santa….

 

 

RISPOSTE ALLE RECENSIONI

 

Beckill:Eh si nee-chan…la gelosia serpeggia ed è solo all’inizio…si prevedono casini…buaahahahahah!!! Ma dai….mi hai sgamato con time bomb, quando l’ho scritta un po’ ce l’avevo in mente il ritmo della canzone….è troppo bella e anche Rubysoho….*_+

Rancid*_*!(“tsk! Io sono meglio!” nd Itachi” = = Nd layla).

W la cintura di michiyo! Ciaooooo!!!

 

Jaheira:Grazie socia! Per sasuke… mi diverto a farlo geloso reticente, mi diverto a farlo soffrire…ihihihi…no dai…sai perché dev’essere così…

Ciao!!! Alla prossima!!!!

 

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Capitolo 16
*** 16)PLEASE FORGIVE ME ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

16)PLEASE FORGIVE ME

 

“UNA STRATOCASTER?!

“Non urlare Itachi o la Fukasada ci uccide!”

Naruto guardò verso la cattedra, la professoressa intenta a cercare dell’incenso, parve non essersi accorta di niente, come minacciato stavano facendo yoga e se lei li avesse beccati a chiacchierare avrebbero rischiato di farlo anche nella prossime lezione.

“hai una stratocaster?”

“si!”

“Uzumaki, ti invidio.”

“E allora stacci lontano, se ti becco vicino a lei ti squarto marmotta!”

Il moro guardò stralunato il biondo, stava dimostrando un’attaccamento esagerato verso la chitarra.

“Chi te l’ha regalata?”

“Fatti gli affari tuoi!”

Itachi rinunciò a parlare con naruto, l’avrebbe chiesto a Yukari o alle sue amiche, loro sapevano sempre tutto.

“Accidenti…che noia ‘sta cosa…”

Sbuffando si rimise nella posizione del  loto, se avevano dell’energia negativa, sicuramente fare yoga alla prima ora non avrebbe aiutato a disperderla, ma questo la fukasada non l’avrebbe mai capito…

 

“gli hai regalato una fender stratocaster, Hinata?!

MIchiyo rischiò di cadere dal banco.

“Oh Hinata…quanto la vorrei…

Peccato che invece quello che mi interessa non mi regalerebbe nemmeno un pletro.”

“Kankuro-kun?”

“Lui!

Ma l’hai visto ieri?

Maledetto doppiogiochista!”

“MA michiyo, lo sai che Kanezaki non gli interessa…

“IO non so più nulla.”

Mise fine alla conversazione e riprese a guardare verso la porta.

Era vero, in fondo di lui conosceva molto poco, ieri era stata la prova,  non aveva cercato aiuto da lei, ma da quella dimostrandosi un’opportunista.

^E se mi mollasse perché non gli servo più, tipo scarpa vecchia?

E poi perché mi dovrebbe mollare?

 tra noi non c’è nulla, cioè mi ha solo regalato un pupazzo, ma mi sa che non significa nulla, se Yukari fosse stata gentile con lui l’avrebbe regalato a lei..

Che casino!^

“SAKIYOURAI!!!

L’urlo della professoressa la strappò dalle sue meditazioni.

“Noi avremmo finito e avremmo iniziato a lavorare, se volesse farlo anche lei, gliene saremmo grati signorina!”

Si accorse di essere l’unica ancora seduta nella posizione del loto e bofonchiando uno scusa poco udibile, scese, prese l’album e iniziò a disegnare anche lei, si prospettavano tre lunghe ore di discipline pittoriche….

 

Il foglio era bianco, immacolato, senza nemmeno una riga ed erano quasi passate tre ore, se la iena fosse passata di lì si sarebbe lamentata…

Kankuro tentò di riportare la sua attenzione al lavoro e di non pensare a Michiyo, ma sapeva di averla fatta arrabbiare, quella mattina al suo posto aveva trovato Inuzuka.

Non voleva nemmeno averlo vicino, ma perché?

Non capiva, non la capiva, anche la reazione la reazione di ieri gli sembrava assurda.

Non aveva capito che era solo una finta?

Aveva provato a parlarne a Temari, ma aveva rischiato di prenderle anche da lei, quindi il perché Michiyo avesse reagito così rimaneva ancora un mistero….

Doveva scusarsi?

Meglio di si, ma come?

Fiori? Cioccolatini?

Ebbe una nitida visione di un mazzo di fiori sbattuto in faccia e di cioccolatini lanciati contro di lui….meglio di no.

La campanella suonò e almeno il problema della Fukasada era risolto.

Cosa doveva fare?

La sedia gli bruciava e lo sguardo di lei o meglio il non sguardo, lo perforava….Non ne poteva più, era una tortura!

Senza sapere bene come e perché cercò di appiccicarsi in faccia un espressione da cucciolo ferito, per intenerirla, seppellì il suo orgoglio sottoterra e si getto per terra davanti al suo banco.

“Michiyo!!!!Perdonani! ti prego!

Farò qualsiasi cosa!”

Michiyo arrossì, poi si inginocchiò davanti a lui e gli sorrise, un sorriso da squalo, alla Gaara o alla Temari furiosa, che gli fece venire la pelle d’oca.

“Portami in un ristorante francese…ho proprio voglia di provare la nouvelle cuisine.”

Cominciò a sudare freddo.

Ma io….”

“Oh! Non vuoi più che ti perdoni?”

“D’accordo…A stasera…”

“Dopo le prove, Kanky…”

Kanky desiderò scomparire dalla faccia della terra.

 

“Tsk….che pena.”

Gaara alzò lo sguardo al soffitto con espressione schifata, sembrava trovare disgustoso il fratello.

“è carino….”

Megumi sembrava colpita.

“Voglio dire ha accettato stoicamente un brutto colpo al portafoglio…

E poi se lo merita.”

“Se lo dici tu Mimichi…a me sembra solo un cretino…

“Un cretino che si impegna, sempre meglio che rimanere in differenti e tormentarsi con la gelosia, no?”

Sorridendo Megumi torno a sedersi mente Gaara la trafiggeva con un’occhiata assassina, l’ultima  frase era una stoccata rivolta a lui, al fatto accaduto alla festa di Yamanaka.

Dannata Mimichi, gliel’avrebbe ricordato all’infinito?

Una vocina gli sussurrò di si, maledicendosi per aver baciato una ragazzina sveglia Gaara si sedette, Morino era entrato in classe, ma qualcuno sembrava non averlo notato.

 

Yukari si stiracchiò e represse uno sbadiglio, le ore di discipline pittoriche erano una noia mortale….

Per distrarsi scoccò un’occhiata  Sasuke, da dopo la festa guardarlo era divertente, si capiva lontano un miglio che era geloso di sakura e che non voleva ammetterlo, le sue espressione erano impagabili.

^Ihihihi….non inganna nessuno con quella finta aria indifferente…si capisce troppo che vorrebbe fare un’unica retata ed eliminare Gaara, sasori e chiunque butti anche solo  mezz’occhio su di lei…divertiamoci un po’…ora chiamo asami a darmi man forte…^

“Ehi Uchiha, come va?

Strozzato nessuno oggi?”

“Te…tra poco….”

“No,,,,Tesoro non dovresti,è qualcos’altro che dovresti dire a qualcun altro…

Parla Sasuke…Esprimiti a chi sai tu o

Ti ridurrai fumo e cenereeeeeeee”

YUkari e asami intonarono Fumo e cenere dei Finley, con tono finto ispirato, sdolcinato, roteando gli occhi al cielo e steccando sulla fine.

Sasuke intanto stava per esplodere, si alzò per zittirle con le buone o con le cattive, quando una voce lo gelò.

“Bravi…bel esibizione….

Yidashi, amaya e UChiha visto che amate tanto dare spettacolo, per la prossima lezione esporrete una relazione sul sistema giudiziario dei babilonesi.”

Sasuke si sedette senza forze, Yukari crollò sul banco e asami rimase in piedi scioccata, fino a che   Syria non la fece sedere.

Bella giornata….

 

Grazie a

Beckill

Jaheira.

Probabilmente senza di voi non so se questi capitoli avrebbero visto la luce…

 

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Capitolo 17
*** 17)A WALK IN THE PAST(SASUKE'S VERSION) ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

17)A WALK IN THE PAST(SASUKE VERSION)

 

“Complimenti Yidashi…Bravissima!

Sei un genio!

Ma cosa ti è saltato in mente?”

SAsuke osservò la ragazza Furibondo, detestava fare ricerche, esporle e soprattutto detestava essere preso in giro.

“Scusa Uchiha, ma ti giuro che non ho visto Morino!

Ti sembra che io volessi fare una ricerca?

Bhe arrangiati, ora la vedi fare!

Sai, continuando a frequentare quella testa quadra di Uzumaki sei diventata come lui….

Dovresti stargli lontano, è contagioso!”

“E tu sei di un’acido

Scusami ancora, magari ho esagerato!”

Tsk!

Non provare ad addolcirmi!

Tu e la tua socia la farete da sole!”

Amaya non sembrava essere d’accordo con SAsuke, infatti scattò come una furia.

 “Ma sei scemo?

Cosa vorresti dire?

Morino ci ammazzerà se non la facciamo tutti insieme, io non voglio prendere un due perché tu fai il permaloso!”

“<Bhe arrangiati!

Siete due idiote, delle oche e vi meritate solo questo, io non ho intenzione di sprecare il mio tempo con delle perdenti come voi!

Idiote!

Spero che vi metta uno non due, non meritate altro!

Sasuke sorrise soddisfatto, amava prendersi queste piccole soddisfazioni, quindi non vide asami impallidire, ne la sua mano scattare verso di lui, sentì solo lo schiaffo.

La guancia gli bruciava, ma non era nulla rispetto al suo orgoglio, fece per picchiarla a sua volta, ma Yidashi lo bloccò.

“Non osare picchiare la mia nee-chan Uchiha o ti pesto!”

“Non è tua sorella!”

“Ma è mia amica e le mie amiche non le picchi!”

[“Smetti di girare intorno a Tenten, Uchiha o di spargere merda su di lei o te la vedrai con me.”

La voce fredda ma traboccante di rabbia di Neji Huyga due anni prima.

La presa sul suo polso si era intensificata.]

Tsk…D’accordo!

Ci vediamo domani dopo scuola.”

Senza sapere come si ritrovò ad acconsentire, quella ragazza l’aveva trasportato ad un passato che voleva lasciare sepolto, ma che inevitabilmente ripresentava i suoi conti.

 

Camminava verso la scuola senza nessuna voglia di andarci, odiava  la Konoha Middle High School con tutto sé stesso, era piena di ragazzine stupide e di ragazzi insignificanti.

Si sentiva frustrato.

“Ciao sasuke!”

Ecco uno degli insignificanti, Naruto Uzumaki, un poveretto che era riuscito a iscriversi solo perché il suo tutore era amico del preside Sarutobi.

Tsk!”

Si girò dall’altra parte, non curandosi del fatto che il sorriso del biondo si era spento, lo odiava, era solo uno stupido.

Era stanco, arrabbiato, doveva fare qualcosa.

Si trascinò in classe, lo vide e seppe cosa doveva fare, sapeva che era sbagliato, che avrebbe rovinato tutto, ma non gli importava, la pulsione era inarrestabile.

Le lezioni trascorsero con una lentezza esasperante, erano una successione insensata di argomenti che non gli interessavano, il giorno sembrava non finire mai…

La campanella fu come una benedizione, tutti sciamarono fuori, mentre lui metteva via lentamente libri e quaderni, per un’attimo sentì su di sé lo sguardo del professor Hatake ed ebbe l’assurda impressione che lui sapesse qual’era il suo piano.

Alla fine rimase solo.

Cautamente, si avvicinò alla cattedra poi con gesto fulmineo afferrò il registro e lo mise in cartella.

La mattina dopo Il professor hatake entrò in classe furioso.

“Qualcuno ha rubato il registro, chi è stato?”

Un silenzio di ghiaccio scese sulla classe, SAsuke gongolò, ora poteva passare alla fase successiva.

Aspettò di nuovo la fine delle lezioni, entrò nella sala professori in cerca di Hatake, lo trovò immerso nella lettura di uno dei soliti libri sconci.

“Professor Hatake le dovrei parlare….”

“Si Sasuke?”

“So chi ha preso il registro.”

Il professor lasciò cadere il libro.

“Chi?”

“è stata un’idea della classe, sa uno scherzo, per vendicarsi dei troppi ritardi che ci segnano.”

“Perché me lo dice adessO?”

“sa avevo paura, cioè…le spie non fanno mai una bella fine…

“e ora dov’è?”

“Non lo so, lo tengono a turno negli armadietti, forse oggi l’ha Tenten

Il professor hatake si alzò, prese un passpartout e si avviò agli armadietti, dove scassinò l’armadio della cinesina.

“Qui non c’è nulla…”

Aprì anche gli altri, ma non trovò nulla,Sasuke si finse spaventato.

“Oh no!

L’hanno fatto sparire!

Sapranno che ho parlato, la prego mi aiuti!

“Li metterò in punizione tuttiSasuke non temere se qualcuno ti farà del male prenderà una doppia punizione, sei stato coraggioso….

Ma l’idea, chi l’ha avuta per primo?”

Sasuke finse di tormentarsi.

“ecco….bhe

È stata tenten, è sempre in ritardo!”

La mattina dopo, il professor hatake entrò in classe ancora più furioso.

“Ragazzi siete in punizione!

Tutti!

Per aver rubato il registro!”

La classe protestò vivacemente.

La seconda parte era completata, pensò soddisfatta, ora mancava il tocco finale.

Qualche giorno dopo Graffiò la macchina di hatake e mise il coltello con cui l’aveva fatto nella borsa di Tenten ,odiava quella ragazzina perché lo superava sempre in ginnastica, era inaccettabile.

Hatake non la prese bene, fece una scenata in classe e perquisì tutti gli zaini e le borse, fino a che non lo trovò.

Shaoran!

Dal preside!”

Ma io….”

Poi, inaspettatamente si zitti, trattenne le lacrime e lo gelò con occhiata, lei sapeva e con lei tutta la classe.

Nessuno si muoveva, guardavano tutti lui, con una rabbia tale da spaventarlo, hyuga fu il primo a muoversi.

“Perché Uchiha?

Perché il registro?

Perché hai coperto di merda Tenten per ben due volte?

“Perché è una perdente e i perdenti, come voi, si meritano solo questo!”

Una sberla, fece per ribattere, ma lo hyuga lo afferrò per il polso.

“Smetti di girare intorno a Tenten, Uchiha o di spargere merda su di lei o te la vedrai con me.”

Voce fredda, rabbia ben controllata, ma pronta a esplodere.

La stretta si intensificò e solo l’arrivo del professore lo salvò.

Hyuga….è inutile che scleri.tra poco me ne andrò”

Non era contento, non più.

Avrebbe cambiato scuola, simulato malori per convincere il fratello, Itachi avrebbe acconsentito tra mille lamentele  e tutto sarebbe finito.

Lui non era fatto per i sentimenti, eppure il senso di colpa lo attanagliava.

Solo, ancora una volta, stava camminando verso casa, quando una voce lo chiamò alle spalle.

SAsuke!”

Sakura haruno, era  una sua compagna di classe, gentile, a volte gli passava perfino dei compiti e lo difendeva nei litigi quando esagerava con le battutacce, senza contare che era perfino divertente parlare con lei.

 Sasuke, ti prego resta!

Ti aiuterò io a chiarirti con gli altri.

Ti prego!

IO mi sono innamorata  d te!”

Haruno…sei insopportabile!”

SAsuke rimase senza fiato, non era possibile….

Si odiò per quello che stava per fare, ma era necessario, non poteva più tornare in quella classe e lei sarebbe guarita ne era certo, era abbastanza intelligente da capire che l’amore era una stronzata.

Le mollò un pugno in pieno stomaco e le sussurrò un “grazie

[Grazie del tempo che mi hai dedicato, della pazienza, di tutto, ma io non sono una bella persona, meriti di meglio.]

Non mise più piede alla konoha.

 

SAsuke sospirò, era tornato al presente, alla consapevolezza che forse era lui a non essere riuscito a dimenticarla e con la prospettiva di una ricerca da fare….

 

Grazie a

 

Jaheira

 

Beckill

 

Talpina pensierosa

 

HinaNaru

 

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Capitolo 18
*** 18)A WALK IN THE PAST(SAKURAS VERSION) ***


18) A WALK IN THE PAST(SAKURA’S VERSION)

18) A WALK IN THE PAST(SAKURA’S VERSION)

 

“Ehi sakura-chan!”

La rosa rivolse uno sguardo interrogativo a Ino, cosa voleva?

Era concentrata sulla lezione di matematica e non voleva essere disturbata!

“Che vuoi?”

“Domani andiamo a trovare i profe delle medie?”

“Ti è sfuggito il fatto che domani c’è scuola?”

“Dio! Come sei acida? Uchiha ti ha contagiata? Comunque domani c’è manifestazione…Tu ci sei?

HIna-chan e ten-chan vengono…non vorrai mancare tu?”

“Va bene, va bene….vengo! ma adesso fammi seguire la lezione!

Se Yakushi ci sgama ci farà pulire i cessi per una settimana!”

Sakura sospirò, era deconcentrata, non la allettava la prospettiva di tornare alla Konoha, non c’erano ricordi belli legati a quel posto…

“pensandoci bene tutto è iniziato a distruggersi quando sono andata li…”

Rivide un lungo corridoio su cui si affacciavano molte aule, ragazzi e ragazze in divisa e rivide se stessa camminare lungo quel corridoio, i capelli allora lunghi, la gonna accorciata della divisa, i calzini portati rossi per dare un tocco di allegria al grigiore e rivide lui.

Sasuke come era nei suoi ricordi.

Scosse la testa, non voleva pensarci non doveva!

Irritata tentò di seguire di nuovo la lezione, ma si scoprì a guardare Sasuke, era diventato ancora più bello dalla seconda media, i capelli più lunghi, più alto, magro ma muscoloso e… con un carattere ancora più scontroso!

Doveva lasciarlo perdere , dimenticarsi di lui o altrimenti avrebbe  sofferto di nuovo…

La mattina dopo arrivò all’appuntamento con Ino stravolta, assonnata e con due occhiaie profonde, non aveva dormito quella notte, i ricordi non le avevano dato tregua e lui era sempre presente.

In ogni momento che poteva ricordare la sua ombra si estendeva, positiva o negativa, non sapeva dirlo, ma c’era.

“Ciao sakura!

Come mai quelle occhiaie?”

Fulminò Ino con un’occhiata, possibile che non sapesse mai farsi gli affari suoi?

“non ho dormito.”

Rispose secca avviandosi verso il cortile della scuola, con la voglia di un martire che sale al rogo.

Una pioggia di fiori di ciliegio fuori stagione le salutò, come due anni prima….

 

Sakura osservava incuriosita il cortile della Konoha, i petali del ciliegio che era vicino alla porta lo coprivano simili ad un tappeto in una fioritura fuori stagione.

Sorrise, era di buon auspicio, lei Sakura haruno, tredici anni della quinta sezione del secondo anno sarebbe riuscita a conquistare il ragazzo che amava, Sasuke Uchiha.

Attraversò il cortile sorridendo ancora, poi smise, un gruppo di oche attorniava SAsuke, tra loro Ino, la sua migliore amica, anzi ex-migliore amica, tendeva a non ricordare che durante l’estate avevano rotto.

[“Ti piace sasuke, vero Ino?”

Dalla sua espressione colpevole aveva dedotto che la risposta doveva essere si.

“Allora le voci sono vere…ci sei uscita…”

Ancora nessuna risposta, solo un silenzio imbarazzato, la rabbia la sommerse, Ino  lo sapeva che le piaceva! Lo sapeva e ci era uscita lo stesso, d’altronde lei, la piccola stupida Sakura, era solo un bocciolo in confronto alla splendida cosmea Ino.

“Ok Ino…Come vuoi…D’ora in poi saremo rivali, io non mi lascerò più superare da te.”

SI era allontanata, ma per un’attimo aveva creduto che Ino la volesse fermare.]

Oltrepasso il gruppo senza dire una parola, in classe Naruto le corse intorno.

“Ciao sakura-chan!

Hai fatto matematica?”

“si, ma scordatela!”

“Ma Sakura-chan!”

Gli mollò un pugno in testa.

“La verifica non te la farò io…devi imparare a cavartela da solo!”

Un movimento alle sue spalle la fece voltare, sasuke si era seduto al suo posto e con tutta probabilità aveva assistito alla scenata, bella figura ci aveva rimediato!

Si sedette anche lei.

“Uchiha!!!”

Kiba era arrivato in classe come una furia, gli occhi fuori dalle orbite, urlando si era messo davanti a Sasuke, che era rimasto impassibile, quasi divertito.

“Come ti permetti di affiggere certi manifesti per la scuola?”

“Quali manifesti Inuzuka?”

“Non fare il finto tonto!”

Il ruggito di Kiba fece voltare tutta la classe verso di loro.

“Lo so che sei stato tu, Uchiha!

Sei tu l’unico che è così stronzo da pensare e scrivere che io faccio certe cose con il mio cane!!!”

“Q-Quali cose?”

HInata si era avvicinata forse con l’intento di calmare l’inuzuka, ma la sua domanda sortì l’effetto contrario, il ragazzo arrossì di botto, prese a calci una sedia e poi si avventò su sasuke, che ormai era pronto a rispondere.

“Fermo kiba! Come fai a dire che è stato Sasuke?”

Sakura si mise in mezzo, senza pensarci due volte, senza avere paura dello sguardo animalesco che ormai aveva kiba.

“Togliti haruno.”

Un ringhio.

“NO.”

“Fanculo frocio di un’Uchiha! Ti è andata bene!”

Kiba lasciò la classe, mentre Sakura tirava un sospiro di sollievo.

“Ehi Haruno! Perché mi hai difeso?”

“Perché io non penso che tu sia così stronzo come dice Inuzuka!”

Sakura vide un lieve rossore salire alle guancie del ragazzo.

“Non sono poi nemmeno tanto bravo”

 Mormorò sedendosi di nuovo.

Quel giorno Sakura si sentì immensamente felice, le sembrava di toccare il cielo con un dito dalla gioia.

Fu come un sogno, ma come i sogni fu solo una parentesi breve, la vita reale riprese il suo corso e Sasuke tornò distante, freddo, arrabbiato, come se il mondo gli avesse fatto un torto.

Un pomeriggio decise di aspettarlo dopo le lezioni, per parlargli, stranamente si era attardato, di solito schizzava fuori dall’aula non appena suonava la campanella.

“ma dove è andato?”

Preoccupata tornò all’interno dell’edificio, i suoi passi sembravano rimbombare nei corridoi deserti, dov’era Sasuke?

Arrivò fin sulla soglia della classe e li lo vide, stava mettendo il registro in cartella, Sakura sbiancò e fuggi via, augurandosi di non essere stata vista.

Cosa stava facendo Sasuke?

Perché?

Cos’aveva quel ragazzo che non andava?

Non sentì nemmeno le lacrime pungerle gli occhi e poi fluire.

La mattina dopo arrivò in classe decisa a parlare a SAsuke, ma lui era come al solito circondato dal codazzo di oche starnazzanti, doveva rimandare!

Fu un errore, il professor Hatake entrò in classe furibondo, l’unico occhio visibile che andava frenetico da un volto all’altro dei suoi compagni, come se sperasse di leggere la scritta colpevole su uno di loro.

“Qualcuno ha rubato il registro, chi è stato?”

Un silenzio di ghiaccio scese sulla classe, nessuno, ovviamente ne sapeva niente, per un ‘attimo nutrì la fievole speranza che sasuke parlasse, ma il moro tacque con la stessa espressione di stupore che avevano tutti.

Sakura aspettò la fine delle lezioni un’altra volta, un’altra volta SAsuke non uscì subito, un’altra volta Sakura entrò, quasi di nascosto nella scuola per vedere dove fosse.

Era la copia del giorno precedente, Sakura rabbrividì, chiedendosi perché all’improvviso sasuke avesse deciso di far girare tutto storto.

Ancora una volta si fermò, stupita, spaventata, delusa, quando vide SAsuke indicare al professore l’armadietto di Ten-chan, da cui riapparve magicamente il registro.

Bastardo!

Scappò di nuovo, aveva ancora paura di mettere il moro nei guai e segretamente sperava ancora che lui si pentisse.

La  mattina dopo fu di nuovo la copia del mattino precedente, la stessa furia del professor Hatake, lo stesso silenzio di SAsuke.

“Ragazzi siete in punizione!

Tutti!

Per aver rubato il registro!”

La classe protestò vivacemente, mentre Sakura diventava di ghiaccio, il suo sogno diventava un’incubo…

Quel pomeriggio si fermarono tutti a pulire, tranne sasuke che era dispensato dal professor Kakashi stesso, Sakura lo guardò andare via, stava male, era divorata dal senso di colpa.

“Non è giusto!”

Tenten accanto a lei osservò torva il moro, lei aveva tentato dopo la rottura con Ino aveva tentato di farla diventare la sua migliore amica, ma la bionda non era così facile da sostituire, in ogni caso doveva parlare con qualcuno o sarebbe scoppiata…

“Ten-chan…Sai tenere un segreto?”

“Si Sakura-chan.”

“Io so chi ha rubato il registro.”

Tenten lasciò cadere lo straccio che aveva in mano.

“Chi?”

“Sasuke!”

“Brutto stronzo! Sakura devi dirlo al professor Kakashi!”

“Ma io lo amo, non voglio metterlo nella merda!”

“Lui ha sbagliato ed è giusto che paghi.”

“Hai ragione anche tu…facciamo così, prima di dirlo al prof gli parlerò,”

Tenten le rivolse uno sguardo sornione, come se avesse saputo che nei giorni seguenti non sarebbe mai riuscita a farlo, .

Sasuke era sfuggente, come se la evitasse, come se sapesse che lei sapeva, mentre il clima della classe peggiorava sempre più, tutti sospettavano di tutti, sperando di stanare il traditore.

Sakura credeva che si fosse toccato il fondo, non credeva potesse andare peggio di così, si sbagliava ampiamente, glielo dimostrò quel lunedì maledetto, in cui il professor Kakashi fece una scenata alla classe perché qualcuno gli aveva rigato la macchina.

“Shaoran!

Dal preside!”

“Ma io….”

Poi, inaspettatamente si zitti, trattenne le lacrime e gelò Sasuke con occhiata, lei sapeva, lei gliel’aveva detto e con lei tutta la classe, il suo tentativo di cercare di convincere Sasuke ad assumersi le proprie responsabilità era fallito o forse non era mai iniziato.

Nessuno si muoveva, lo guardavano tutti,con una rabbia tale da spaventare, volevano tutti la testa di Sasuke, hyuga, il freddo Neji, inaspettatamente  fu il primo a muoversi.

“Perché Uchiha?

Perché il registro?

Perché hai coperto di merda Tenten per ben due volte?”

“Perché è una perdente e i perdenti, come voi, si meritano solo questo!”

Neji perse le staffe e colpì SAsuke con una sberla, che fece per ribattere, ma lo hyuga lo afferrò per il polso.

“Smetti di girare intorno a Tenten, Uchiha o di spargere merda su di lei o te la vedrai con me.”

Voce fredda, rabbia ben controllata, ma pronta a esplodere.

La stretta si intensificò e solo l’arrivo del professore lo salvò.

“Hyuga….è inutile che scleri….tra poco me ne andrò”

Sakura si sentì mancare…

Non era possibile!

Doveva fermarlo, non poteva lasciarlo andare così, quella fuga sapeva tanto di volontà autodistruttiva  e Sakura non poteva permetterlo.

Aspettò con impazienza la fine delle lezioni, lui sembrava scosso, lo capiva delle sfumature che riuscivano ad assumere quegli occhi incredibili.

Quando suonò la campanella, Sasuke schizzò via, ma  lei venne fermata da Naruto, non ascoltò nemmeno cosa voleva, lo liquidò con due parole e partì all’inseguimento del moro.

“SAsuke!”

Era quasi senza fiato quando lo raggiunse, era da solo.

“Sasuke, ti prego resta!

Ti aiuterò io a chiarirti con gli altri.

Ti prego!

IO mi sono innamorata  d te!”

“Haruno…sei insopportabile!”

Quella frase la ferì come una pugnalata, la paralizzò, le tolse ogni capacità di reazione, così quando le mollò un pugno in pieno stomaco e le sussurrò un “grazie” lei non seppe far altro che cadere e capire che tutto quello che pensava che ci fosse tra lei e Sasuke, anche solo l’amicizia era un’illusione.

I giorni che seguirono furono terribili, stava male, non faceva altro che piangere, persino a scuola, Naruto non sapeva cosa fare e lei non sapeva cosa dirgli, sentiva solo un vuoto all’altezza del cuore, quello che SAsuke le aveva portato via.

L’unica nota positiva era Ino, che le stava accanto ,sembrava volesse farsi perdonare i fatti accaduti l’estate precedente e l'aiutava con una dedizione incredibile.

“Ino, Sasuke è solo uno stronzo.

Perché i ragazzi fanno così?”

Le aveva sussurrato un giorno, sfinita dalle lacrime

“Non lo so…

Lo chiedi a me, sono una ragazza anch’io.”

“Ino…ti voglio bene.”

“Anch’io…Torna mia amica, ti prego.”

“SI.”

Un abbraccio e il sorriso le era tornato per un po’ almeno, poi lui si era affacciato di nuovo nei suoi pensieri e le lacrime erano tornate.

Ino la sorresse e non si lamentò del fatto che le stava inondando la camicia nuova di lacrime, non voleva lasciarsi andare così , ma non riusciva a fermarsi, solo quando sentì dei rumori si sciolse e corse a vedere cosa stava succedendo.

Erano in un parco vicino alla Oto Middle High School, dove Sasuke si era iscritto, dopo essersene andato e vide Naruto a terra, che stava picchiando sasuke.

“Hai ucciso sakura, stronzo!”

“è ancora viva!”

“ ma è come se fosse morta!”

Sakura capì che doveva reagire, non poteva permettere che gli altri soffrisero per il suo dolore.

“NARUTOOOO!FERMOOOOO!”

“Perché lo proteggi Sakura? Dopo tutto quello che ti ha fatto?”

“Non proteggo lui, ma te! Non voglio che ti sporchi le mani con uno del genere!

Andiamocene!”

Naruto si alzò dopo aver lanciato un ‘ultimo sguardo disgustato a sasuke, da allora il moro sparì, persino dai discorsi, nessuno lo nominava, come se volessero cancellarne persino l’esistenza.

Sakura cercò di dimenticarlo e credeva di esserci riuscita, quando vide Gaara alla festa di compleanno di Choji, qualche mese dopo.

Lui era…carino, pulito, dolce in quel suo modo di nascondersi dietro all’apparente freddezza che mostrava al mondo.

“Ti annoi?”

“Si…Vieni a fare un giro con me?

IO sono sakura!”

Sakura aveva le farfalle nello stomaco quando uscì nel giardino degli akimichi, era felice per la prima volta da tanto tempo.

[Ma non era lui che voleva, non era lui che vedeva]

Felice…

Era felice quando in quel giardino baciò per l a prima volta il rosso, quando usciva con lui.

[Ma si immaginava che ci fosse SAsuke al suo posto.]

Tutto andava per il verso giusto….finché non lo rivide, non rivide Sasuke.

Era con Gaara, lui le stava parlando , ma lei vedeva solo SAsuke e quella ragazza dai capelli rossi che tentava disperatamente di attaccare bottone con lui, gaara Fece finta di niente.

Sakura rimase sconvolta, non poteva credere che lui fosse ancora così presente nei suoi pensieri, Gaara non se lo meritava…

Quella sera dovevano vedersi, doveva smettere di pensare a lui…

 “Sakura…tu non mi  ami…

Sii sincera”

Gaara l’aveva affrontata subito, non aveva perso tempo, i suoi occhi chiari lasciavano trasparire il dolore che provavano, Sakura si sentì un verme.

“IO…mi dispiace.”

I suoi occhi verdi si erano abbassati, chissa se lui aveva fatto in tempo a vederci l’ombra di sasuke Uchiha?

Sakura era sicura di si.

 

La scuola non era cambiata, tutti furono felice di rivederle, tranne il professor Hatake, sembrava  ancora arrabbiato, forse le riteneva, insieme a tutta la classe, colpevoli del trasferimento improvviso di sasuke.

“Professor Hatake…Dovrei dirle una cosa.”

“si Haruno, parla.”

“Per il registro di due anni fa, il colpevole di tutto fu Sasuke, l’ho visto io prenderlo.”

Il professore impallidì.

“Haruno….tu non mentiresti…Allora ho sbagliato per tutti questi anni…”

“Si, avrebbe dovuto aspettare invece di giudicarci subito, anche se Sasuke era il suo preferito.”

“Scusa Haruno e fai le scuse anche ai tuoi compagni”

“D’accordo!”

Si salutarono amichevolmente, vecchie storie erano state risolte, ma sAkura non stava meglio.

 

 

Grazie a

 

Jaheira

 

Beckill

 

Sang

 

Hinanaru

 

Talpina pensierosa

 

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Capitolo 19
*** 19)PAINTING YOU ***


17)A WALK IN THE PAST(SASUKE VERSION)

19) PAINTING YOU

 

Yukiko guardava la band suonare, mancavano due giorni al concerto di sabato, quello che Uzumaki aveva tanto pregato di fare lo stesso nonostante l’assenza di suo fratello ed erano un disastro totale, Itachi steccava come se fosse la prima volta che prendesse in mano un microfono, Kiba non teneva il ritmo giusto, Naruto sembrava avere la testa da un’altra parte e Michiyo, sbagliava tutte le entrate.

“perfetto!” Si disse amareggiata, erano quelli i ragazzi per cui si dava tanto da fare per trovare ingaggi? Tanto valeva che si desse al hikebana

Finalmente la canzone finì e lei poté dare sfogo alla sua rabbia, non erano solo gli Akatsuki a darle problemi, anche la gelosia la tormentava, non poteva credere di essere innamorata del suo migliore amico….

Non era possibile!Per sfogarsi decise di maltrattare un po’ la band.

“Ragazzi, cosa state facendo?

Mancano due giorni al concerto e voi fate pena!

Itachi! Tu stecchi peggio di una campana rotta e da dove ti spunta quel timbro di voce fastidiosamente acuto? Progetti di trasformarti in una voce bianca?

Naruto! Tu invece di contare le ragnatele del soffitto dovresti suonare la chitarra! Hai presente quella meravigliosa Stratocaster che ti ha regalato la Hyuga? Usala!

Kiba! Sei un batterista, non una scimmia con in mano due bacchette che si chiede cosa siano!

Michiyo! Se non te la sentivi di suonare il basso bastava che rinunciassi, a me sembra che tu non abbia voglia di farlo ‘sto concerto!

Metteteci più impegno!

Accidenti!”

Prese fiato e vide le facce sgomente dei suoi compagni, forse aveva esagerato…

 

Michiyo ebbe la sensazione di essere stata teletrasportata in una puntata di Malcolm senza il suo permesso, Yukiko si era trasformata nella copia di Lois quando era furiosa, gli occhi le si erano stretti minacciosamente e mostravano una vena inedita di pazzia, la bocca si era stretta in una linea dura e il labbro inferiore le tremava, credeva di capire perché Francis era venuto su così storto…

“Ma perché è così incazzata?

Forse perché SAsori esce c…”

Naruto le mise una mano sulla bocca, fece per protestare, poi si accorse dello sguardo della sempai e lo ringraziò mentalmente, aveva una faccia terribile…

“Hai detto qualcosa?”

Michiyo deglutì.

“No niente…”

“non prendermi per il culo!

mi sono rotta di voi! Continuate da soli le prove!”

La sempai lasciò la stanza sbattendo la porta, Michiyo era esterrefatta, cosa stava succedendo a Yukiko?

“Ragazzi, ma che cos’ ha?”

“è gelosa, ma non lo vuole ammettere, le da fastidio il fatto di sasori e Haruno….quindi i loro nomi sono tabù, non vanno pronunciati.”

Michiyo sospirò, ecco spiegato tutto , la malattia di Sasuke si stava estendendo, prima lei, poi la sempai e forse perfino Gaara

Era proprio contagiosa…

 

Yukiko si siede della stupida, cosa le era saltato in mente?

Perché se l’era presa così tanto con loro?

In fondo non erano stati poi così pessimi, era lei che era terribilmente irritabile dopo la festa di Ino, dannata Haruno!

Scosse la testa, inutile continuare a negarlo, lei era gelosa per un solo motivo, era innamorata di sasori e quella era una catastrofe!

Non servivano gli 883 e la regola dell’amico per capire che sarebbe finita male, lei si conosceva, testarda, impulsiva, con un caratteraccio ,i suoi ex la chiamavano “la stronza” e quando stavano con lei non sembravano per nulla felici, sasori non si meritava una tipa come lei…

Sasori aveva bisogno di una ragazza dolce, timida, affettuosa come la piccola Hyuga, non di un disastro ambulante come lei, che riusciva solo a far soffrire le persone, tuttavia non poteva farci niente,lei si era innamorata di lui.

Frustrata tirò un calcio ad una lattina.

“CAZZO!!!! MA perché?”

Si accorse di essere in mezzo alla folla, le signore la squadravano schifate, s’immaginava i lori pensieri, ragazza con meches blu, vestita come una barbona uguale teppista, si esibì in una linguaccia e pi svoltò in una stradina.

Era di nuovo sola, il vicolo era stretto, ma le sembrava familiare, chissà dove portava?

Si ritrovo davanti a scuola, era deserta, nemmeno il serale faceva lezione allora…

Senza sapere perché entrò, vederla vuota era strano, era come averla già in qualche modo lasciata, come se non ne facesse più parte, l’idea le diede i brividi.

La luce entrava a lame dalle finestre, era quasi al tramonto, era una luce calda, bella, positiva, di buon auspicio, erano strani i pensieri che formulava mentre saliva le scale, in quello strano giro per la scuola.

Era al terzo piano, dove c’erano le aule di pittura, solo una porta era aperta, la prima vicino alle scale, sulla sinistra, forse c’era qualcuno?

Incuriosita si affacciò per vedere chi fosse, era sasori, davanti ad un cavalletto, completamente concentrato, preso da ciò che stava disegnando, era incredibile come riuscisse a staccarsi da tutto quando aveva una matita in mano o costruiva marionette, sembrava trovare una perfetta calma interiore che niente poteva scalfire.

Lo guardò a lungo, rapita, non si era mai accora davvero di quanto fosse carino o di quelle fasi di calma zen, fino a poco prima era stata arrabbiata, inquieta, ma ora si stava calmando, lui le aveva sempre fatto quell’effetto….

Si disse di non entrare, di lasciarlo stare perché se avesse interrotto quel delicato equilibrio che c’era tra loro se ne sarebbe pentita, ma come sempre non ascoltò ciò che le diceva la razionalità.

Si avviò verso di lui con un passo un po’incerto, la sua coscienza le diceva frasi contraddittorie.

Yukiko sei una stupida”

[Il mondo è degli stupidi.]

“Te ne pentirai!”

[Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti.]

Era dietro di lui, cosa doveva fare?

“Torna indietro, sei ancora in tempo!

Non rovinare tutto, tanto lui non si è nemmeno accorto che sei arrivata.

Seguì di nuovo l’istinto, lo abbracciò da dietro, mormorando un”ciao”, lui si irrigidì,poi quando capì che era lei si rilassò e riprese a disegnare, lei aveva sempre avuto quel privilegio, solo lei poteva interromperlo mentre lavorava.

Aspirò il suo profumo,un misto di acrilici, tabacco e forse dopobarba, lo adorava, la faceva stare bene, così sui rilassò per un po’ senza pensare a niente, era semplicemente contenta di essere lì.

“Che ci fai qui?”

La domanda di Sasori aveva un senso.

“Niente, ho mollato i ragazzi alle prove e gironzolando mi sono ritrovata qui, tu?”

“Avevo voglia di dipingere e qui non c’era un cazzo di nessuno, così ho approfittato.”

ma sei strano…cosa dipingi?”

Si sporse oltre le sue spalle per vedere, poi lo lasciò andare di scatto, come se avesse preso la scossa, un suo ritratto campeggiava, sul cavalletto, perché?

Ma….Ma… quella sono io!”

“eh si.”

Ma perché?”

Sasori arrossì, poi borbottò qualcosa, Yukiko pregò di aver capito male, lui non poteva essere innamorato di lei…non era semplicemente possibile!

“Cosa?”

“Tu mi piaci Yukiko, non mi interessa quella ragazzina, Sakura, mi interessi tu!”

“io…io non posso stare con te!”

Yukiko corse verso la porta, aveva sbagliato, perché non ascoltava mai la sua coscienza?

Era quasi fuori quando sasori l’afferrò per un braccio, Yukiko si divincolò ma lui la spinse contrò il muro, imprigionandola, ora non poteva più scappare!

Cosa significa che non puoi stare con me?”

Era vicino, troppo vicino, Yukiko non sapeva se avrebbe resistito.

“IO…Non sono una brava persona, non sono adatta a te, ti farei soffrire.

Hai visto cos’è successo tra Temari e mio fratello, tra noi succederebbe la stessa cosa e io non voglio che tu soffra, quindi lasciami andare e dimenticami.

Stai con Sakura, lei è di sicuro meglio di me!

Ma io ti piaccio?”

Yukiko arrossì violentemente, come poteva rispondergli?

Rimase in silenzio, mentre i battiti del suo cuore aumentavano e guardava spaventata il dolore che minacciava di affacciarsi negli occhi dell’altro ed era consapevole della sua vicinanza, dalla stretta sui suoi polsi si irradiavano brividi, era cotta di quel ragazzo.

“Rispondimi.”

Abbassò gli occhi.

“…s-si”

“e allora qual è il problema Yukiko? IO so che non sei stronza come ti dipingi, non sei stata uno stinco di santo con i tuoi ex, ma so anche che fai la dura per proteggere le persone che ami.

È questo che mi piace di te, che sei capace di combattere come una leonessa per tuo fratello o per le tue amiche, per Temari l’hai fatto tante volte anche se era in torto.

Ti prego non cacciarmi!!

YUkiko scoppiò a piangere, era troppo non ce la faceva!

Sasori le lasciò andare i polsi, le prese il mento tra le dita e glielo sollevò.

YUkiko… io…mi dispiace.”

Lo guardò attraverso le lacrime, ogni resistenza era crollata, i suoi propositi si lasciarlo andare si erano sciolti come neve al sole, annullò le distanze e lo baciò.

Sasori rimase inerte un attimo poi rispose, mentre le accarezzava i capelli, era il più bel bacio della sua vita.

Cosa significa?”

“Che ci voglio provare.”

Vide Sasori sorridere mentre l’ abbracciava, non sapeva come sarebbe finita, ma non le importava molto, ora era felice e anche lui era felice, non l’aveva mai visto così ed era tutto ciò che potesse desiderare.

 

 

 

Grazie a talpina  pensierosa^^.

 

 

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Capitolo 20
*** 20)FOOL CLOTHES DRESSED SASUKE ***


20)FOOL CLOTHES DRESSED SASUKE

20)FOOL CLOTHES DRESSED SASUKE

 

Era incredibile come certe giornate iniziate benissimo, potessero trasformarsi in una serie di eventi assurdi, Yukari non l’avrebbe mai capito, quando le accadevano desiderava non essersi nemmeno alzata dal letto.

Quel venerdì ad esempio, si preannunciava come un’ottima giornata, Sasuke alla fine aveva collaborato alla loro ricerca, incredibilmente si era anche impegnato ed era venuto fuori un buon lavoro, Morino ne era stato soddisfatto.

“Complimenti Amaya, Uchiha, Yidashi bel lavoro, credo che un 9 ciascuno ve lo meritiate…”

Yukari rivolse un sorriso splendente al professore, un nove…era una cosa fantastica per la sua media e per quella degli altri!

“Evviva!

Raga festeggiamo? Venite a casa mia oggi pomeriggio?”

siiiii

Asami sprizzava felicità da tutti i pori, se non avesse rischiato di prendere un’altra punizione si sarebbe messa a ballare sul banco.

Uchiha?”

Tsk!”

“è un si o un no?”

“Che palle!”

“uffa! M a sei incredibile! ti becchi un 9 da morino e sei freddo come un ghiacciolo!

Un po’ di vita cazzo!”

“Oh! Ma che bel doppio senso, Yidashi…”

ma che simpatia…allora vieni o no?”

“d’accordo d’accordo…Basta che la pianti di rompere!”

Yukari sospirò, Uchiha era un ragazzo impossibile, la ragazza che in futuro se lo sarebbe preso, avrebbe dovuto avere la pazienza di madre Teresa di Calcutta….

 

Sasuke sbuffò irritato, yidashi era una rompiscatole con i controfiocchi, terribilmente noiosa, quasi come Sakura ai bei tempi…

Ancora più irritato si scoprì a rimpiangerla e ciò era dannatamente stupido, non aveva senso rimpiangere qualcosa che lui stesso si era ingegnato a distruggere, ultimamente nella sua testa regnava un caos indicibile…

Evocata dalla sua mente Sakura apparve, stava parlando con il rosso, il dannatissimo Akasuna, strinse la matita con una forza tale da spezzarla, quel pomeriggi si sarebbe divertito e si sarebbe scordato sakura, rimpiazzandola!

Si ritrovò a ridere come un pazzo, da solo, tra gli sguardi stupiti di tutti, per zittirsi poi all’improvviso, imbarazzato, dannata Sakura! Era colpa sua anche quello!

Sasuke…Stai bene?”

Suo fratello lo guardava preoccupato, il suo scoppio di poco prima non era propriamente una cosa da persone sane di mente.

siiii…Io ho appena deciso una cosa molto importante…

Il tutto detto fregandosi le mani, mentre la preoccupazione saliva negli occhi del fratello.

“Spero non sia un’omicidio…”

“Si! Io ucciderò i miei ricordi e rinascerò, come Gesù cristo!

Itachi si allontanò senza proferire parola, Sasuke lo sentì mormorare ad Aburame:”Non dovresti vendere della roba a mio fratello, è già schizzato di suo…”

Sasuke riprese a ridere, incurante di tutti.

 

YUkari chiuse il telefono con una punta di preoccupazione, Asami non poteva venire, sua madre l’aveva incastrata in un pomeriggio al supermercato, doveva stare da sola con Uchiha.

Non che la prospettiva la spaventasse perché lui era terribilmente carino, lei ne era innamorata e chissà cosa poteva succedere, dato che nemmeno Deidara era in casa, no,  semplicemente lui quella mattina le era sembrato fuori come un balcone..

Quella risata le aveva dato i brividi, non sapeva perché ma  credeva che avesse a che fare con la sua visita pomeridiana…

“Dio…ho paura…è matto, chissà che farà?”

Il non avere una risposta non la rendeva più tranquilla….

Suonò il campanello.

“ok…è arrivato. Yukari, calma, non fare la schizzata..

Al massimo c’è sempre quel sistema…”

Andò ad aprire, cercando di appiccicarsi alla faccia un sorriso cortese.

“Ciao Uchiha!”

yidashi…”

Entrò e si accomodò sul divano.

“come se fossi a casa tua, caro…”

“Dov’è Amaya?”

“non viene…i suoi l’hanno incastrata per un pomeriggio al centro commerciale.”

“ah…”

Yukari si sforzò di mantenere il sorriso, mentre un’ansia indefinibile prendeva possesso di lei, presagiva che sarebbero successe strane cose, cose che lei non voleva che accadessero.

“Vuoi qualcosa da bere?”

“Avresti una birra?”

“si la cerco..mia madre la beve.”

Yukari si diresse in cucina, rovistò nel frigo, per un’attimo si chiese se fosse il caso di servigliela, ma poi si diede della stupida, non sarebbe successo niente, vero?

“grazie.”

Sasuke la aprì in silenzio e sempre senza dire una parola cominciò a scolarsela, Yukari aveva sempre sostenuto che c’erano diversi tipi di silenzio, quello pacifico, confidente tra amici, quello di terrore che calava sulla classe quando c’era Morino, quello di ghiaccio dell’imbarazzo, esattamente il silenzio che si era creato tra  di loro.

Sasuke sembrava assorto nei suoi pensieri, pensieri strani, a cui non sembrava riuscisse a dare un senso a giudicare dalle smorfie e lei, Yukari, si chiedeva perché aveva tanto insistito perché venisse.

Si alzò per guardare dalla finestra, per ingannare il tempo, sasuke era ormai in stato catatonico, quando anche lui si alzò, la spinse contro il muro, Yukari cominciò a trovare un senso all’ansia di poco prima.

lo Sai che sei carina?”

Sguardo intenso di chi si crede un seduttore.

Uchiha..che hai?”

Le aveva bloccato le mani.

“Proprio carina…”

Uchiha piantala…”

Yukari era preoccupata, era uscito fuori di testa

“Non ti piacerebbe stare con me?”

“Non sei l’Uchiha che mi interessa!”

Niente, lui sembrava non ascoltarla, non sapeva cosa fare..

^Aiuto!^

Cominciò ad avvicinarsi lentamente.

“Smettila!”

Come parlare ad un muro.

^Oddio…Scusami per quello che sto per fare.^

Una ginocchiata nei genitali, Sasuke la lasciò andare e si accasciò a terra, boccheggiava, era rosso come un pomodoro e stava per piangere, ma lmeno l’aveva lasciata andare.

^che faccio?^

Le faceva pena, lo aiutò a trascinarsi al divano e gli recuperò un bicchiere d’acqua, doveva essere rossissima anche lei…

Sembrava stare meglio, dopo aver bevuto, riuscì persino a boccheggiare un “Perché?”

“Perché non ti fermavi!”

“E…s-sfracelli le p-palle a tutti quelli che ci p-provano?”

“No! Solo ai deficienti che mi vogliono usare per non ammettere che vorrebbero un’altra!

Sasuke le rivolse uno sguardo stranito.

“Dio! Ma sei peggio di quello che pensavo!

Tu non vuoi me! Vuoi Sakura, è evidente!

Sei geloso marcio, vorresti strozzare il sempai e Gaara per averla sfiorata, ammettilo!

N-no!”

“Va all’inferno! Lo sai che è vero!

Perché non lo ammetti? Hai paura di perdere la reputazione di bello stronzo?

La porta si aprì su quella battuta, Deidara osservava sbigottito la scena, Yukari ritenne opportuno portarlo in cucina per spiegargli la situazione, suo fratello era imprevedibile.

 

Sasuke riprese a respirare normalmente, non era possibile che lei lo avesse capito, se Yidashi avesse continuato a torchiarlo avrebbe finito per ammetterlo davanti a lei ed era l’ultima cosa che voleva.

Deidara-sempai era arrivata al momento giusto.

Li sentì parlare in cucina, non seppe mai cosa gli disse Yukari, fatto sta che poco dopo il biondo era entrato in salotto come una furia.

“UCHIHA!!!! TI FICCO UN PETARDO NEL CULO!”

La prospettiva, dopo la ginocchiata, non lo allettava per niente.

“C- cosa vuoi?”

“lascia stare mia sorella! È l’Haruno che vuoi, prenditela!

Sei pure fortunato, Sasori adesso sta con YUkiko, quindi è fuorigioco, che aspetti?”

f-fanculo!”

Il biondo mandava scintille dall’unico occhio visibile, di un’azzurro che prometteva tempesta, in questo era uguale alla sorella.

“OSI MANDARMI A FARE IN CULO?

Si frugò in una tasca, Sasuke cominciò a tremare, il petardo promesso era più vicino…

“DEIDARA PIANTALA!”

MA YUKARI!”

“PIANTALA!”

Il biondo si spense come una candela al vento.

Uchiha..scusalo…

Allora per il discorso di prima?”

SAsuke sentì il divano scottare, basta era troppo, doveva andarsene, vigliacco fino in fondo…

Si alò con enorme sforzo, le fitte non smettevano di arrivargli, dannata YUkari

“Io…vado.”

“Sei sicuro di farcela?”

Barcollando uscì da quella casa, con la consapevolezza di averla in qualche modo scampata, ma sapeva che non poteva fuggire per sempre….Dannazione!

 

 

RINGRAZIO JAHEIRA(GRAZIE SOCIA,PER LEGGERLI SEMPRE IN ANTICIPO) TALPINA PENSIEROSA PER AVERMI MESSO NEI PREFERITI HINANARU PERCOMMENTARE SEMPRE!! GRAZIE^^!!!!!

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Capitolo 21
*** 21)NOT A SECOND CHANCE ***


17)A WALK IN THE PAST(SASUKE VERSION)

21)NOT A SECOND CHANCE

 

Megumi adorava i sabato pomeriggio, il prendersi una pausa dalla scuola, sapendo che il giorno seguente non ci sarebbe stata e ci si poteva rilassare, adorava soprattutto quelli trascorsi a casa di Yukari in vista di un concerto, nel caos assurdo e confortevole della sua camera, leggendo  un libro, mentre lei ammucchiava vestiti sul letto in attesa di trovare quelli giusti.

“E così SAsuke Uchiha ti ha baciato?”

Prese il rumore dell’anta sbattuta come un si.

“è carino!”

“è stronzo e non mi piace e giuro che se lo dice a Itachi metto in pratica la minaccia di mio fratello.”

“Cioè?”

“Ieri gli ha detto che gli avrebbe ficcato un petardo nel culo.”

Megumi scoppiò a ridere di gusto, certe uscite del fratello di Yukari erano assolutamente fantastiche…

Yukari sbuffò, con una mano reggeva una maglietta rossa dei Rancid con l’altra si grattava il mento, Meg riusciva a vedere i dubbi dell’amica, era la sua maglietta preferita, quella che credeva le portasse fortuna, ma dopo che l’aveva indossata Hinata, era come se quel “potere” si fosse affievolito, forse si immaginò Itachi che le dedicava una canzone come “amica” perché la gettò per terra.

“Scarti persino quella?”

“Accidenti si! SE a me dovesse fare lo stesso che ha fatto a HInata, non ce la farei e nemmeno lui…Voglio dire, le conosci le mie reazioni da arrabbiata.”

Megumi si immaginò Yukari tirare una scarpa al malcapitato.

“In effetti….ma non è che il lui ignoto è Itachi?

Vorresti che ti dedicasse una canzone?”

Yukari divenne di mille colori e mormorò qualcosa udibile solo dai vestiti.

“tu piuttosto! Non vorrai farmi credere che non vuoi colpire nessuno! Allora perché quella mini nera da paura?”

“Non è vero!”

Inutile negare, non ci aveva creduto al suo patetico tentativo di cadere dalle nuvole.

“è vero…ok

A chi ti riferisci?”

“ a un certo rosso di nome Gaara…”

A megumi cadde il libro.

“è il mio compagno di banco!”

“e ti piace! Altrimenti non lo punzecchieresti di continuo!”

“Non gli fanno nemmeno effetto!”

“Ma cosa dici? Ti ha perfino baciata e poi riuscite a parlare!

Di solito è muto come una tomba, perfino i suoi fratelli sembrano avere paura di lui!”

Megumi raccolse il libro, Yukari aveva centrato il punto, a lei Gaara piaceva, peccato avesse per la testa solo la sua ex, non odiava Sakura, ma la situazione in sé.

La sua solita sfortuna.

 

Sakura alzò gli occhi al cielo, il locale era pieno, la gente faceva la fila fuori da locale,nemmeno uno spillo sarebbe riuscito ad entrare, trovare posto sarebbe stata un impresa…

Era di umore infernale, la sua vita era ripiombata agli anni delle medie, alla sua disastrosa cotta per SAsuke, rimettere piede alla Konoha aveva risvegliato in lei talmente tanti ricordi che si stupiva che la testa non le fosse ancora esplosa.

D’accordo il ritorno di fiamma, la cotta che dal nulla rinasceva, alimentata dalle emozioni dei ricordi, avrebbe potuto gestirla, ma non con SAsuke UChiha come compagno di banco!

Quello era troppo anche per lei! Non riusciva concentrarsi, con orrore si riscopriva a sbirciarlo, credeva di essere riuscita a superare tutto ,ma una stupida visita le dimostrava il contrario.

“Non ti preoccupare Sakura-chan!”

Chi si preoccupava? Aveva già superato quello stadio, era già in quello della disperazione.

“Troveremo posto!”

L’unico posto che sarebbe stata felice di trovare era quello su un aereo, in partenza per qualsiasi posto, solo lontano da SAsuke.

“SAKURA! MA MI ASCOLTI?”

L’urlo di Ino interruppe le sue farneticazioni, le fu grata per questo, ma chiederle una risposta diversa da un si fatto con la testa era troppo.

“Eccola, la nostra salvezza!”

Sakura vide Yukiko farsi largo con brutalità, dire due parole nell’orecchio del buttafuori, incredibile come riuscisse a spaventare persino un’omone grande e grosso e poi fare loro segno di avvicinarsi.

Eccoli all’interno del locale, Ino aiutava Shikamaru a sedersi, la sua amica era cotta di quel assurdo tipo amante degli shoji e delle nuvole e il vederli così affiatati gli fece un po’ invidia, lei non poteva…..

Scosse la testa, SAsuke era bandito dalla sua testa quella sera!

Vide Yukari e Meg con una bottiglia di birra in mano, come è che quelle riuscivano sempre a trovare alcolici?

Andò al bancone, al posto del solito thè, ordinò una birra, ora si sentiva…figa!

 

Megumi imprecò, il concerto era finito, Yukari era con Itachi dietro le quinte, lei invece era sola, Syria aveva dato buca, HInata era monopolizzata da Naruto, Tayuya era irreperibile, Yukiko era con il suo ragazzo, Asami E sakura disperse, fantastico!

Aveva visto Gaara, voleva proporgli di andare a fare un giro, sapeva che odiava i locali troppo affollati, ma poi era sparito, chissà dov’era?

Decise di andare in bagno, era una rottura dover attraversare tutta la pista…

Si avviò con passo svogliato, maledicendo il casino presente e poi lo vide, attaccato a Sakura, incollato.

Si sentì venire meno, la stava baciando!

Voleva vomitare, voleva strozzarlo, voleva…scappare!

Fece retromarcia, travolse quasi Shikamaru nella foga, tra le imprecazioni poco fini di Ino, spinse via Yukiko che era davanti al backstage, dov’era Yukari?

Voleva le sue chiavi, raggiungere la casa dell’amica, dormiva da lei, e sprofondare in un letto, anche in quello di Deidara, bastava che la nascondesse il tempo necessario a metabolizzare l’accaduto.

Finalmente la trovò, stava ridendo, Itachi si grattava la testa e guardava perplesso una cassa caduta per terra.

“YUkari!!!!”

Sobbalzò, arrossì, Che stava facendo?chi se ne frega !

“Meg!”

“Ti prego, dammi le chiavi?”

Doveva avere uno sguardo disperato perché Yukari la guardò perplessa.

“Che c’è?”

“Non sto bene!”

“O-ok.”

Le tese le chiavi, non del tutto convinta.

“Grazie e scusa!”

Fuggì di nuovo a razzo, evitando cos’ altre domande da parte dell’amica.

 

Gaara si scrollò di dosso Sakura, puzzava di alcool, aveva bevuto.

“Dai Gaara torniamo insieme!”

“Haruno…sei ubriaca.”

Cercò di rimanere freddo, ma non voleva ferirla o provocare la sua collera, non voleva scenate, tuttavia non poté fare a meno di guardarsi in giro, gli sembrava di aver intravisto Mimichi….

“Chi cerchi?”

“Naruto…”

“è carino Naruto, vado a cercarlo.”

La rosa si allontanò con passi incerti, lui invece raggiunse suo fratello vicino al backstage.

“Hai visto Mimichi?”

“NO”

Sbuffò, voleva chiederle di fargli compagnia per una sigaretta…

Riprese a cercarla per il locale, senza trovarla, alla fine si ritrovò dietro le quinte, Itachi e Yidashi stavano chiacchierando.

“Yidashi! Hai visto Mimichi?”

“è andata a casa mia, stava poco bene…”

Il dubbio si trasformò in certezza, lei li aveva visti…

Senza sapere perché sentì l’impulso di raggiungerla, di spiegarle tutto, non voleva equivoci…ma perché?

La sua voce interiore gli bisbigliò:”Sei innamorato….”, luì arrossì e corse via, deciso ad arrivare a casa Yidashi il più presto possibile, ancora senza risposta all’affermazione della sua coscienza.

Fuori dal backstage Sakura gli si buttò di nuovo addosso, lui la scaricò senza tanti complimenti tra le braccia della Yamanaka, poco dopo la sentì imprecare , Sakura le aveva vomitato addosso.

Corse nella notte, gli Yidashi non abitavano troppo lontano…

 

Megumi era seduta al tavolo della cucina, un grande gelo era calato su di lei, aveva le braccia conserte e lo sguardo fisso.

Era una stupida.

Stupida per essersi illusa, per avere creduto che davvero Gara si fosse interessato a lei, era ovvio che Sakura era sempre tra i suoi pensieri e lei era una seconda scelta .

 Stupida.

Aveva ricamato sul quel bacio ricevuto per gelosia, aveva sognato su quei momenti trascorsi a parlare.

Ora era tutto finito.

Un sorriso amaro le increspava le labbra, GAara era un altro da aggiungere alla lista di quelli sbagliati…

Il suono del campanello interruppe i suoi pensieri, all’inferno lei non avrebbe risposto!

Chiunque fosse dall’altra parte della porta non era intenzionato ad andarsene, così si alzò di malavoglia.

“Chi rompe?”

Gaara era di fronte a lei.

“IO”

“bello”

Tono piatto, voce fredda, gli occhi di lui che si facevano un po’ spaventati, doveva  avere corso a giudicare dall’ansimare….

“Mimichi…”

“Sabaku…a che devo l’onore?”

“IO dovrei parlarti….mi fai entrare?”

“Puoi parlare anche solo sul pianerottolo.”

Lui arrossi, impacciato, a disagio per quella freddezza che forse non si aspettava.

“Ecco…non vale granché, però…

Sakura era ubriaca e io…”

“TU COSA?

TU NON SAPEVI COSA FARE?

ERI Lì PER CASO?

NON ERA QUELLO CHE VOLEVI?

E ALLORA VA DA LEI!!!! COSA VUOI DA ME? FARMI SOFFRIRE UN’ALTRO PO’?

COME CON YAKUSHI, COME CON QUEL BACIO?

DIMMI CHE VUOI FARE, EH?

COSA SONO IO PER TE? LA RUOTA DI SCORTA?

BHE, SCORDATELO! TU MI PIACI E MOLTO, QUINDI NON SARò LA TUA FOTTUTA RUOTA DI SCORTA, SABAKU!”

Megumi smise di urlare, ansante, gli occhi spalancati, diede un calcio ad una sedia, frustrata,lui era come tutti gli altri, stronzo uguale!

La sedia finì capovolta,con una delle  gambe tranciate di netto, Yukari l’avrebbe uccisa, ma qualcosa dietro di lei si sciolse, scoppiò a piangere a dirotto.

Gaara era rimasto sulla porta, impietrito.

Si accasciò a terra, incurante della sua presenza, le lacrime le offuscavano la vista, ma sentì qualcuno inginocchiarsi accanto a lei.

“Megumi…”

Era la prima volta che la chiamava per nome.

“Non sei la mia ruota di scorta.”

Una carezza sulla testa.

“Smettila, tanto non ti credo.”

“Non credermi, però domani chiedi a Yamanaka, lei ti dirà che le ho mollato Sakura ubriaca fradicia tra le sue braccia, le ha vomitato addosso, tra l’altro, per venire qui.

Credi che l’avrei fatto se non mi interessassi?”

“e io che ne so?”

“Uffa…no non l’avrei fatto .trai tu le tue conclusioni!”

Alzò gli occhi.

“Cretiino! Consoli da schifo!”

“IO di solito non consolo…”

“E non ti scusi…

Forse comincio quasi a crederti…”

Gaara sorrise.

“Lo spero…”

 

Risposte alle recensioni.

 

Talpina pensierosa: Grazie, eccoti accontentata^^!

Grazie ancora per avermi messo nei preferiti, sono onorata!

Alla prossima

 

LalyBlackAngel: si, una prospettiva fantastica, Sasuke va maltrattato, lo penso soprattutto dopo le puntate di Naruto di settimana scorsa, l’avrei riempito di mazzate!

È un dannato idiota!!!

 

BabyCheshireCat:Che bello! Una nuova lettrice*_*! Sakura non è molle, cerca di essere se stessa, non sempre quelli che devono o fumano sono fighi e in una ficcy non lo possono essere tutti, sennò sarebbe noioso!

CMq vedi un po’ cosa combina Sakura in qst cappy…Ihihihi

Alla prossima!

PS: non è gaara-saku.

 

Jaheira:DEidara è molto artistico! Forse voleva persino trasformare il pirla(Sasuke) in un’opera d’arte, bho bho^^!

Per il fatto che sono codardi, non lo sono, è la malattia di sasuke che colpisce, ma forse megumi ha la cura per Gaara….o al massimo gli rompe una sedia in testa per farlo tornare in sé…ihihihihi

W le sedie rotte!^^

Ciao Socia! Alla prossima!

 

SEe ya next^^!

 

 

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Capitolo 22
*** 22)THE IMPORTANCE OF A BROKEN CHAIR ***


22)THE IMPORTANCE OF A BROKEN CHAIR

22)THE IMPORTANCHE OF A BROKEN CHAIR

 

“COOOSA?!”

“Yukari non urlare o svegli tua madre!”

Yukari considerò che Megumi aveva ragione, se sua madre si fosse svegliata e avesse visto la sedia rotta, avrebbero visto un brutto quarto d’ora.

“Meg! Era proprio necessario romperla?

Non potevi dargli una sberla?”

La mora arrossì, Yukari sospirò, sapeva che quando l’amica veniva ferita a volte erano gli oggetti a pagarne le conseguenze e quella notte era toccato ad una sedia.

“Ma vi siete almeno chiariti?”

“Mi ha detto che non sono la sua ruota di scorta…”

“Meglio di  niente...”

Guardò malinconica la sedia che giaceva riversa accanto al letto, si alzò e andò a prendere dei libri, fece una pila abbastanza alta e ci appoggiò la gamba mozzata della povera vittima innocente.

“Meg vai alla porta, se la guardi così sembra una sedia normale?”

Megumi si alzò e raggiunse la porta.

“Si, i libri non si vedono.

Ma che vuoi fare tenerla sempre così?”

“No…è una soluzione d’emergenza, giusto per ingannarla finché non compriamo una sedia nuova.”

“Compriamo?”

“Si…

Oggi pomeriggio andiamo al centro commerciale  io e DEidara e tu verrai con noi.”

“D’accordo e ovviamente pago io.”

“Ovvio.”

La  porta si aprì.

“Buongiorno….”

Deidara venne trascinato dentro da meg.

“Che impeto meg-chan!

Allora mi ami!”

“Si…quando sono sbronza…”

“No! Ha contagiato anche te con questo assurdo modo di dire!”

Yukari fulminò il fratello con un’occhiata.

“Ragazze che c’è?”

“Meg ha rotto una sedia e tu oggi verrai con noi a comprarne una nuova.”

“Ma io…”

“Deidara è importante!”

Il biondo assentì, quando sua  sorella definiva una cosa come importante, era meglio non contraddirla.

 

Sakura si svegliò con un gran mal di testa, la luce del sole era troppo forte, sua madre cucinava in cucina, ma le sembrava stesse cucinando vicino al letto, non doveva bere ieri sera.

Cosa gli era saltato in mente?

Si alzò a fatica, la testa prese a girarle, ricadde sul letto.

Non era abituata a bere, aveva esagerato, stupida che non era altro.

Cercò di ricordare qualcosa della sera precedente, ma era un alone confuso, le arrivavano solo vaghi flash.

Lei con una birra in mano, lei che ballava, lei e Gaara?!

Lei che baciava Gaara?!

Si mise le mani sulla testa, che aveva fatto?

Cosa diavolo aveva fatto?

Aveva baciato il suo ex, che interessava a Meg, lei non l’avrebbe mai perdonata,Sakura voleva sparire, era riuscita a incasinare una situazione già difficile, si fece i complimenti da sola.

“Bravissima SAkura, complimenti il mongolino d’oro è tuo… “

Un altro dubbio atroce le si affacciò alla mente, chi l’aveva portata a casa?

Afferrò il cordless e chiamò Ino.

“Ehi fronte spaziosa che vuoi?
Stavo dormendo!”

“INO Pig! Ascoltami.”

“SE non urli c’è una discreta possibilità che ci riesca…”

“Chi mi ha portato a casa?”

Dall’altra parte ci un lungo silenzio imbarazzato.

“Ino?”

“Non posso dirtelo!”

“COOOSA?QUALCUNO MI PORTA A CASA UBRIACA E TU NON MI DICI CHI?”

“Saku…non posso!”

“Ino!!!”

“Sakura! se non posso non posso!”

Il click della comunicazione tolta stroncò sul nascere le proteste della rosa, che schiacciò con forza il tasto per chiudere la chiamata.

 

SAsuke si svegliò bestemmiando, aveva fatto un sogno orrendo, Karin lo stava baciando e lui non poteva muoversi perché la rossa gli aveva iniettato un liquido parallizante come fanno certi ragni con la preda.

Scosse la testa per scacciare gli ultimi residui molesti del sogno e i ricordi della sera prima lo invasero ancora una volta.

Strinse il lenzuolo con rabbia, Sakura aveva baciato Gaara!

Tirò un calcio ad una ciabatta, facendosi male all’alluce tra l’altro, quel rosso aveva bisogno di una lezione…

Ma soprattutto Yamanaka avrebbe tenuto la bocca chiusa?

Era stato lui a portare a casa Sakura, addormentata, un gesto a cui nemmeno lui riusciva a trovare una spiegazione.

“Ma non lo deve sapere nessuno!

Nessuno!”

La sua voce rimbombò nella stanza.

“A me quella ragazza non piace!”

“E allora perché ti stai incazzando?

Perché sei geloso?”

“Sono affari miei!”

“Anche miei, sono la tua coscienza e ti annuncio ufficialmente che con lei non hai fatto altro che comportarti da stronzo!”

“Lo sai perché l’ho fatto, era la cosa migliore!

Sei del tutto irrazionale come coscienza!”

“Blablabla!

Era la cosa migliore…ma ti senti?

Lei ha ancora i nervi a pezzi dopo tre anni e tu sei più instabile della nitroglicerina!”

La porta si aprì, un’assonnato Itachi apparve fece la sua apparizione, un’apparizione irritata a essere sinceri.

“Cosa urli coglione?
C’è gente che dorme! Con chi parlavi?”

“Con la mia coscienza!”

Itachi alzò gli occhi al cielo.

“Sasuke…con la coscienza ci si parla dentro la testa.”

“io ci parlo fuori , sono un’eccentrico.”

“bella lì…mi mancava…è per Sakura, vero?”

“Non nominarla!”

Itachi lo scrutò a lungo poi mormorò:”Marissa…”

“EH?”

“Fragile di nervi,  perennemente indeciso, spaccacoglioni, si capisce un miglio che tu sei cotto di Sakura come lei di Ryan, ergo ti chiamerò Marissa, finchè non ti dichiarerai al tuo Ryan…”

“Ti prego non farlo!”

“Troppo tardi…Marissa…Au revoir!”

Sasuke si rimise sotto le coperte, la testa sotto il cuscino, perché capitavano tutte a lui?

 

Megumi si guardò intorno annoiata, erano nel reparto bricolage di un grande magazzino alla ricerca di una sedia, ma Deidara era poco collaborativo.

“IO non la monto la sedia, Yukari, sognatelo!”

“Sei tu l’uomo di casa o ti sono cadute le palle nel sonno?”

“No…ma me le stai facendo cadere tu!

Tu fai i danni e tu li ripari!”

“Tesoro o collabori o la sedia l’avrai rotta tu!”

“dittatrice!”

I soliti litigi tra i fratelli yidashi…

Qualcun’ altro attirò la sua attenzione.

“Ma si può sapere perché mi hai trascinato qui?”

Michiyo?!

“Mi serve una sedia, Michiyo-chan!”

Kankuro?!”

“Perché?”

“GAara ne ha rotta una ieri sera e Tema mi ha spedito a prenderne una!”

Gaara aveva rotto una sedia ieri sera?

E perché?

Cosa gli passava per quella testa?

Perché dopo il loro incontro?

Sperò che i due continuassero a parlare, voleva saperne di più ma qualcuno posò una mano sopra la sua spalla, rischiò di urlare.

Era Asami con la divisa del reparto.

“A-asami?”

“Si…ti serve una mano?”

“Eh?”

“Lavoro qui la domenica…

Vuoi una mano?”

“Si, cerco una sedia…”

Asami l’accompagnò al reparto giusto, Megumi la malediceva, avrebbe voluto sapere perchè Gaara aveva reagito così, non sapere dove trovare una dannata sedia.

 

“Allora la vite va messa qui?”

“NO, nell’altro buco!”

“Non ce la faremo mai!”

“Mai disperare…”

La battagli di Deidara e Yukari contro la sedia si preannunciava difficile.

“SE non ce la facciamo lei ci ucciderà!”

Ripresero a lavorare.

Dopo molti tentativi, fu pronta.

Deidara la rimise in salotto e Yukari fece sparire quella rotta, poi si accasciarono sul divano.

Quella domenica sera la signora Yidashi li trovò addormentati come bambini, mentre la televisione continuava a trasmettere immagini, sorrise, la sedi era stata costruita, lei l’aveva saputo subito che si era rotta, ma s era divertita a vederli rimediare ai loro danni.

 

Grazie a

 

Talpina pensierosa

 

Jaheira

 

Hana turner

 

Che mal di testa….

 

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** 23) KANKURO, MICHIYO AND THE FRENCH RESTAURANT ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

23)KANKURO, MICHIYO AND THE FRENCH RESTAURANT

 

Kankuronon è che tiri bidone anche ‘sta volta?”

Kankuro ,telefono in mano,deglutì, ringraziò i kami di essere a casa sua e non faccia a faccia con MIchiyo, ricordava perfettamente la sua cintura di borchie…

Mannò Michi-chan! Stasera posso, giuro che posso! Ho anche prenotato!”

Un ringhio misto ad un sospiro dall’altra parte gli fece capire che la rabbia di lei stava sbollendo  lentamente, ma sbolliva…

Gaara, entrato in camera sua, per cercare chissà cosa, alzò gli occhi al cielo, disgustato.

“Pusillanime…”

Kankuro rispose mostrandogli il medio e seppe di avere firmato la sua condanna a morte, il fratellino si sedette tranquillamente sul letto, sfoggiando lo sguardo omicida delle migliori occasioni.

Deglutì di nuovo.

“allora vengo a prenderti alle sette e mezza, ok?

Giuro che se non mi ammazza prima qualcuno vengo!

Chi dovrebbe uccidermi?”

Ridacchiò imbarazzato, mentre Gaara si avvicinava sempre di più fino a toglierli la cornetta di mano.

“Scusa Sakiyouari, uccido mio fratello, ma tranquilla verrà al ristorante francese con te, farò in modo di lasciargli vivo quello che serve per stasera…

Come farò?

Trucchi del mestiere…”

Chiuse la comunicazione, kankuro si era allontanato e aveva alzato le mani in segno di resa.

“Dai Gaara non arrabbiarti…”

Ma Gaara era  già arrabbiato e gli si avvicinava sorridendo, Kankuro tentò la fuga, ma il fratellino lo atterrò con un placcaggio degno di un giocatore di football.

“Ma dove la trova questa forza?

IO sono più muscoloso di lui..

“TU sei più grasso, non più muscoloso,maiale!”

Gaara lo fece voltare, kankuro sbarrò gli occhi, preparandosi a prenderle,.

“GAAAARAAA!”

L’urlo di Temari gelò il rosso, la sorella, occhi rossi e faccia smorta, aveva fatto la sua apparizione con un coltellaccio in mano.

“Lascialo stare!Stasera ha un’appuntamento, deve essere presentabile.”

“Ho già avvisato SAkiyourai che l’avrei ucciso, non vedo il problema….”

Rispose il rosso, imperturbabile, Temari serrò gli occhi minacciosa.

“Quanta energia, Gaara-chan…”

Bruttissimo segno quando la sua gemella metteva il-chan davanti ai loro nomi…

“So come incanalarla..

MONTA QUELLA DANNATA SEDIA!”

Il tutto detto brandendo il coltello nella loro direzione, Gaara sbuffò, ma alla fine decise di alzarsi, Kankuro riprese a respirare.

“è solo rimandata….maiale!”

Kankuro smise di nuovo di respirare.

 

“KIAAA! COSA MI METTO?”

Michiyo ebbe la certezza di aver distrutto un timpano a Syria dall’altra parte del filo.

“Non urlare!”

“Ok! Ma cosa mi metto?”

“Quello che ti pare…sii te stessa!”

“Che consiglio è?”

Uno sentito….a lui devi piacere tu, non i tuoi vestiti…

E adesso lasciami in pace, devo studiare, sennò Morino mi ammazza domani!”

Michiyo rimase con la cornetta in mano, incredula.

“Che faccio?”

Cominciò a frugare nell’armadio, cavandone miracolosamente un vestito viola, prese delle calze nere, si truccò, infilò delle decollete nere, trasgredendo alla regola di mettere sempre gli anfibi, in ogni occasione.

Si accorse che era presto e così si stravaccò in salotto a vedere Malcolm.

 

Kankuro uscì di casa come se avesse il diavolo alle calcagna, era riuscito miracolosamente a sistemarsi, jeans scuri e camicia nera, e a non dire nulla al fratello, chino sulla sedia che mormorava:”Merda, sono nella merda, mortacci tua…

Non so più chi mi piace, Sakura, che mi ha baciato ubriaca o Mimichi che sono corso a consolare?

Arrivò davanti alla casa dei sakiyourai e rischiò l’infarto, Michiyo era carinissima, vestita così…

“Ehi! Riavvolgi la lingua!”

Kankuro arrossì.

“Comunque nemmeno tu sei male…”

“Modestamente…”

Lo prese sotto braccio.

“Dove andiamo?”

“Mi segua madame!”

Il ragazzo si mostrò più spavaldo di quanto non lo fosse, in silenzio arrivarono al ristorante, erano come..imbarazzati!

Kankuro si maledì, detestava quel silenzio, gli ricordava molto quello di suo padre, nei rari momenti in cui era a casa, come se pur essendo parte della stessa famiglia non sapessero cosa dirsi.

Aprì la porta, la fece accomodare al tavolo, le sorrise, ma quella strana cappa di disagio non se ne andò.

Ordinarono, mangiarono, Kankuro era sempre più disperato, quell’appuntamento stava andando malissimo, dov’era finita la complicità che c’era a scuola?

E dov’era finito il suo portafoglio?

Si frugò le tasche, niente, era sparito…dannato Gaara!

Cosa fare?

Si alzò.

“Scusa!”

La sollevò di peso, se la caricò sulle spalle e cominciò a correre inseguito dal maitre e dai camerieri.

“KANKUROOOOOO!!

“SCUSA! TE L’HO Già DETTO!”

Non si fermarono fino a quando non li ebbero seminati, Kankyro la depose a terra, depresso, con la voglia di scappare almeno in un’altro continente.

Kankuro…andiamo a mangiare…”

“EH?!

“offro io, non vorrai farmi credere che quella roba ti ha riempito?”

Kankuro voleva dire di no, ma il suo stomaco lo tradì, gorgogliando, mormorò un si ancora più depresso.

 

Michiyo guardò l’amico, era triste, non aveva ancora toccato il suo ramen, forse era ancora in imbarazzo per il ristorante..

Kankuro..stai sciallo, per prima, succede…

Credo di aver esagerato anch’io, me la sono presa troppo…

Non ti preoccupare..

Lui non accennò ad alzare gli occhi.

“Ma perché perdi tempo dietro a uno come me?

Sono troppo un’idiota, doveva essere una serata romantica, è stata un devasto…

Michiyo rimase in silenzio un’attimo, in preda a un sensazione di deja vu.

“mi piaci proprio perché sei un’idiota, perché mi fai ridere e poi non importa come sia andata questa serata, tu mi piaci e questo conta e non il ristorante…

Michiyo arrossì, imitata da Kankuro.

“Grazie…”

“prego!”

Si sorrisero.

ma davvero ti piaccio?”

Michiyo gli tirò una sberla sul coppino.

“mangia stupido!”

Il ragazzo sorrise.

 

Talpina pensierosa: Eccoti accontentata! Spero ti piaccia!

 

Hana Turner: si è un  po’ sadica, ma anche lei si deve divertire ogni tanto^^

Hai capito adesso la storia di Ryan e Marissa?

Ciao e alla prossima!

 

Jaheira: Ciao socia! Si mi sa che hai contagiato Gaara,,,spero che si capisca perché l’ha fatto qui…per la sedia sciallaihihihi

Alla prossima e grazie!

 

See ya next

 

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Capitolo 24
*** 24)WHY DOES GOD HATE ME? ***


22)THE IMPORTANCHE OF A BROKEN CHAIR

24)WHY DOES GOD HATE ME?

 

“Ti ha portato al ristorante e poi non aveva i soldi?!

Che tipo!”

YUkari la guardò divertita, Michiyo era seduta, eccezionalmente nel banco accanto al suo per raccontarle della serata al ristorante ed era arrossita.

Ma no…povero! Succede!”

“Succede?!

Ma dai, scusa lo sapeva che sareste usciti, prendere il portafoglio è il minimo!

Nella foga, prese a gesticolare come suo solito, attirando l’attenzione della FUkasada, che era seduta accigliata alla  cattedra.

Yidashi!”

La sua voce arrivò come una scarica elettrica e le fece tacere, non avevano intenzione di fare ancora yoga la lezione successiva.

“Perché voi avete sempre quest’energia negativa?

Bisogna fare qualcosa!”

Un silenzio di gelo scese sulla classe, esattamente cosa bisognava fare?

Il quesito sospeso li terrorizzava, li annichiliva e li faceva sudare di un sudore freddo, sudore che emanava paura, la Fukasada invece sembrava sguazzare felice in quell’atmosfera

“Ho deciso…tranquilli vi piacerà…”

La classe deglutì, forse era così che si sentivano le vittime davanti ad un serial killer, paralizzate dalla paura, con la prospettiva della morte e qualcuno che sorridendo le rassicurava che gli sarebbe piaciuto.

“Tra due giorni vi porto alle terme…

L’acqua vi placherà, spero…”

La classe tirò un sospiro di sollievo e poi tacque per tutta l’ora,a  chiunque si sarebbe trovato a transitare davanti a quella porta sarebbe parso che fosse vuota o che il professore  avesse sterminato gli adolescenti all’interno.

Non appena la Fukasada uscì, si sentirono le ovazioni, come se capodanno fosse arrivato in anticipo, Michiyo abbracciò Yukarii.

“Evviva si va alle terme!”

“SIII!!!! La mia pelle gioisce!”

Ino si era illuminata letteralmente e scuoteva Sakura come se la rosa fosse stata un sacco di patate.

“SU ragazzi! Continuate con la giovinezza! Lasciatela esprimere!”

Un silenzio imbarazzato seguì l’affermazione di Lee, ma poi ripresero tutti a festeggiare, Sasuke escluso contrario per sua natura a qualsiasi forma di felicità,

tanto che non si accorsero nemmeno che il professor Umino era entrato in classe e urlasse come un dannato per reclamare il silenzio.

 

SAsuke guardò annoiato i suoi compagni, non capiva perché dovessero fare sempre così casino, probabilmente la Fukasada aveva solo voglia di vacanza e sarebbe stato comunque tremendo andare alle terme con lei, fissata com’era con le sue energie positive, negative, neutre e  kami solo sapeva che cos’altro.

“Su sasukuccio sorridi! Andremo alle terme insieme amore!”

Vaffanculo Karin!” il suo sibilo la fece tacere, mentre un rossore sgradevole le saliva alle guance?”

Ino, accanto a lui gli fece un sorrisetto sornione, Sakura evitò di guardarlo, sembrava immersa in altri pensieri.

Il rumore assordante del registro che cadeva sulla cattedra li fece tacere, il professor Umino era entrato in classe, probabilmente da un po’ e ora li guardava con gli occhi spalancati dal furore e le narici frementi, come un toro prima della carica.

Sasuke sentì solo che il sermone iniziava con:”Maleducati” prima di posare la testa sul banco e dormire, fino a che una scossa poco delicata lo svegliò.

Mezzo intontito, ma pronto a scaricare tutta la sua irritazione su colui che aveva disturbato il suo sacro sonno, alzò la testa e si ritrovò a fronteggiare il toro, pardon, Iruka Umino a due centimetri dalla sua faccia, arretrò spaventato.

“UCHIHAAAA!!!

L’urlò gli distrusse un timpano.

“Come ti permetti di dormire durante le mie prediche?

Maleducato! Oggi sarai tu ad affiancare Haruno nei turni di pulizia!

Sakura fece una smorfia, come se la prospettiva la schifasse, SAsuke abbozzò un sorriso  e fece cenno di sì con la testa, mentre il professore tornava inferocito alla cattedra.

SAsuke crollò di nuovo sul banco, poi riprese rassegnato a lavorare, quell’assonometria sembrava un compito dato dal demonio in persona!

Sentì Yidashi, Asahara e Amaya ridacchiare dietro di lui, desiderò strozzarle.

La fine dell’ora arrivò troppo presto per i suoi gusti, il suono della campanella per la prima volta nella sua vita non fu una benedizione,  ma sopportò stoicamente Ino che gli batté amichevolmente sulla spalla sorridendo e i gesti di incoraggiamento delle tre dietro di lui.

Il supplizio stava per iniziare.

Uchiha.”

Tono freddo tendente al comando.

“TU passa i banchi io pulirò per terra.”

Zi badrona.”

Sguardo tagliente ad indicare che qualsiasi forma di umorismo e di comunicazione da parte sua era bandita, sasuke aveva un solo compito, tacere.

Cominciò a pulire, lei lavorava con un’energia furibonda come se quel pavimento le avesse fatto un torto mortale e andasse eliminato.

“Cosa c’è, haruno?”

“Non sono cazzi tuoi, Ucihiha! Sto cercando di ricordarmi una cosa.”

“Tipo cos’ hai fatto sabato, mentre eri ubriaca?”

Lei lasciò andare lo straccio, inviperita, quello sguardo non prometteva nulla di buono.

 

Sakura era fuori dalla divina grazia, per usare uneufemismo, se la FUkasada avesse misurato la sua energia negativa, le avrebbe consigliato di andare da un’esorcista, non era possibile che i Kami si accanissero tanto contro di lei.

Sabato era stato un disastro, Gaara non la guardava più in faccia, Meg era diventata più fredda e se avesse potuto avrebbe torturato Ino per farle rivelare che l’aveva portata a casa.

Non era possibile che la sua migliore amica le nascondesse una cosa del genere!

Senza contare l’alzata di genio che aveva portato il professor Umino a metterla in coppia con Sasuke, quella era la ciliegina sulla torta, considerato che mister parlo-forse-quando–sono-interpellato era stranamente loquace.

“Cosa c’è, haruno?”

Fatti tuoi no? Te li sei fatti per anni, perché non continuare?

“Non sono cazzi tuoi, Ucihiha! Sto cercando di ricordarmi una cosa.”

Sperò di aver chiuso così la conversazione, ma si sbagliava.

“Tipo cos’ hai fatto sabato, mentre eri ubriaca?”

Lasciò andare lo straccio come se scottasse, come faceva lui a saperlo?

Gli si avvicinò minacciosa, lui arretrò, ma si ritrovò incastrato tra i banchi, non poteva sfuggirle, se sapeva qualcosa gliel’avrebbe fatta confessare!

Era  due centimetri dalla sua faccia quando il furore l’abbandonò e con quello il coraggio, non era mai stata così vicina a lui, poteva sentire l’elettricità che si stava creando.

Cosa sai Uchiha?”

“Io? Niente!”

Lo afferrò per il bavero, ignorando il desiderio di baciarlo.

“TU sai qualcosa! DIMMELO!!

Lui deglutì, poi riprese il suo solito ghigno odioso.

“Ti ho visto dare uno spettacolo indegno, ubriaca marcia, Dio Haruno come ti sei ridotta?”

Tono sprezzante molto alla Sasuke Uchiha ma con una nota Falsa che stonava, lui sapeva.

“Chi mi ha portata a casa?”

“SE non lo sai tu…”

Gli si fece ancora più vicina, sperando di spaventarlo e sperando che lui non sentisse i battiti sempre più forti e accelerati del suo cuore.

“Te lo ripeto…Chi mi ha portata a casa?”

Lui deglutì, gli sembrò perfino che arrossisse.

“IO.”

Una parola semplice, corta e piena di significato, abbastanza da sconvolgerla, boccheggiò come un pesce in carenza di ossigeno, lei invece era dannatamente in carenza di parole.

Lui non cambiò espressione, non si scompose, rimase impassibile mentre annullava la minima distanza residua tra di loro e la baciava con foga, come se avesse aspettato a lungo di poterlo fare.

Sakura si scoprì anche in carenza di pensieri coerenti, questo era troppo!

Poi lui si staccò, sempre silenzioso , sempre imperscrutabile e scappò via, spostandola come se fosse una bambola e lasciandola esterrefatta in quella classe vuota.

Perché Dio la odiava così tanto?

 

Risposte alle recensioni

 

Baby cheshire cat: Ma dai! Anche tu sei all’artistico? Io l’ho finito l’anno scorso^^.

Non volevo fare la maestrina, non l’ho mai voluta fare, però non ce la vedo sakura a fare l’alternativa, lei per me ha un so che di brava ragazza, un po’ alla fantozzi o forse meglio alla bridget jones.

Auguri per la ficcy! Avvisami se la scrivi che mi sono incuriosita.

Un’ultima cosa, sakura è un po’ lagna solo nel capitolo che racconta di quando lei era alle medie, poi ho cercato di vivacizzarla.

Non è molto coerente come risposta, mi dispiace^^”…

Ciao e alla prossima.

 

Talpina pensierosa: Si sono abbastanza pucciuosi, la classica coppia disastro che fa tenerezza! Spero che qst ti piaccia!

Alla prossima!

 

HInaNaru: Grazie!!! Spero che qst ti piaccia! Nihao!

 

Hana Turner: Bien! Sono contenta che ti  sia piaciuta…ci mancava solo che Kankuro facesse pagare lei, se fosse successo già sentivo il sibilo dei colpi di cintura di michiyo…XD

Grazie e alla prossima…La tua ficcy è molto complicata…tu leggi stephen king per caso?

Alohaaaa

 

Beckill: ciao nee-chan! sono contenta che ti sia piaciuto! Una cena al ristorante ti era stata promessa^^! Povero Kankuro, esce con te e Gaara gli fa i dispetti, che sfiga….

(“SE lo merita!come osa fare il medio a me?” nd Gaara”UN offesa intollerabile….==nd layla)

Alla prossima nee-chan e ricordati…kiba deve soffrire!!!!!!

 

 

 

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Capitolo 25
*** 25)DEFEATED ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

25)DEFEATED

 

Sasuke guardava fuori dal finestrino, il treno correva rapido per la pianura, verso le terme, era irritato una sola martellante domanda gli girava per al testa da due giorni.

Perché aveva baciato sakura?

SAsuke, stai bene?”

La domanda di suo fratello gli giunse inopportuna come tutte le sue domande, la specialità di suo fratello era metterlo in imbarazzo.

“si che sto bene! Perché dovrei stare male?”

Bho..da quando sei salito non hai detto niente e guardi il vuoto con aria assente…”

“sto pensando ai cazzi miei! Non ci si può fare i cazzi propri in questo mondo?

Itachi rimase un attimo in silenzio, poi sorrise, sornione.

“è per Sakura….Marissa!”

L’uchiha minore si sentì arrossire, desiderò strozzare il fratello, ma poi mormorò, appena udibile.

L’ ho baciata.”

“Cosa?! E perchè marissa poi?”

Sobbalzò, da dove era spuntata Yidashi?

Alzò la testa e con orrore vide che lei e Asahara lo stavano guardando con un misto di divertimento e curiosità, il fratello cominciò a ridacchiare sadicamente e lui a sudare freddo, tutti gli anni spesi a costruirsi una reputazione stavano per sgretolarsi grazie a lui…

“Pensaci Yukari-chan…com’è Marissa?

Fragile, spacca coglioni, perennemente indecisa quando anche i sassi di Orange County hanno capito che lei ama e amerò sempre Ryan, anche da lesbica, anche se diventasse un maschio, solo che è talmente paranoica da non riuscire a diglielo e a essere felice con lui per più di una settimana.

Com’è mio fratello?

Non è uguale?”

YUkari si grattò il mento, pensierosa, poi fece un sorriso ingenuo che lo gelò.

“Il tuo ragionamento non fa una piega…”

“Comunque pirla, cos’ hai fatto dopo averla baciata?”

Ringraziò mentalmente Sakura, dannazione quel nome era una persecuzione,perché anche Asahara si chiamava così?

“Sono scappato.”

Sussurro udibile sperò solo dai sedili, ma quella ragazza doveva avere un’orecchio bionico, perché si mise ad urlare come un’invasata.

MA SEI UN COGLIONE, MARISSA!”

La risata collettiva, persino la fukasada e Umino ridevano di gusto, desiderò farlo scomparire dalla faccia della terra.

 

Sakura non rise, dovette trattenere le lacrime, la sua omonima aveva ragione, sasuke era un coglione e lei era ancora più stupida a stare male per lui.

Si rannicchiò, nessuno era seduto vicino a lei, Ino era da shikamaru, Hinata da Naruto, Gaara da meg, era sola, ci si doveva abituare, tutti andavano avanti, solo lei rimaneva come ancorata nel passato.

Appoggiò la testa alle ginocchia e lasciò scendere le lacrime, nessuno la vedeva, poteva piangere liberamente senza far preoccupare nessuno.

Sentì qualcuno che si sedeva accanto a lei, mano non alzò la testa, ne smise di piangere, chiunque fosse rimase in silenzio.

Rimasero così per un po’, poi il suo misterioso vicino le accarezzò la testa, lei si alzò di scatto e si paralizzò.

SAsuke

Cosa vuoi?”

“Ecco..io…scusa Sakura.”

“Perché sasuke? Perché l’hai fatto?”

“Non lo so Sakura, non lo so e non nemmeno perché ti chiedo scusa.”

Scosse la testa, era tipico di lui, dannatamente tipico di lui….

Bhe schiarisciti le idee e solo allora rifatti vivo, ho già sofferto abbastanza per te.”

Lui si alzò senza dire una parola, trascinando  i piedi, come uno…sconfitto.

Era la parola giusto e mai avrebbe pensato di abbinarla a SAsuke Uchiha, lui era sempre stato il modello della perfezione per tutti, ma forse era solo un mezzo uomo, uno a cui mancava qualcosa, uno a cui la vita aveva portato via qualcosa.

Sentì uno sguardo carico di rabbia pungerle la schiena, era Karin, ne era sicura.

Un po’ le faceva pena quella ragazza, smaniava per avere un qualsiasi contatto con il moro, ma era anche consapevole che non l’avrebbe mai avuto, perché SAsuke era così, assolutamente freddo.

[E forse perché sono io l’unica in grado di sceglierlo…]

 

Finalmente erano arrivati alle terme, erano appena fuori dal paesino al quale erano scesi da l treno.

YUkari era in preda a sentimenti contrastanti, da una parte non stava più nella pelle all’idea di immergersi in una vasca di acqua calda, dall’altra un po’ si vergognava.

Esitò un’attimo sull’entrata, ma poi Tayuya e Michiyo la trascinarono dentro e poi verso gli spogliatoi.

Doveva essere l’ultima, perché Ino era avvolta nel panno e stava incitando Sakura a darsi una mossa, così cominciò a spogliarsi e si rese conto di non essere l’unica in imbarazzo.

HInata era già arrossita fino a raggiungere un rosso acceso e Kanezaki se ne stava nascosta in un’angolo, come se detestasse farsi vedere nuda.

Si accorse per la prima volta che quella ragazza era magra, troppo magra, le si vedevano perfino le ossa, in classe, infagottata com’era in felpe troppo grandi non ci aveva mai fatto caso.

Yukari!!! Muoviti!”

Michiyo strepitava, le mani sui fianchi.

“SI, arrivo.”

Si avvolse nell’asciugamano e raggiunse l’amica.

“Ehi..ma Kanezaki non ti sembra troppo magra?”

La viola la osservò un’attimo, poi fece una smorfia.

Bho e non m’importa…lascia che sia Karin a occuparsene.”

YUkari sospirò , dalla quando erano andati a quella mostra, Michiyo era sempre stata un po’..acida quando si parlava di Keiko.

 

Syria era immersa beatamente nell’acqua calda, ascoltava Michiyo, HInata e Yukari parlare di Naruto e dei progressi di Hinata, le loro voci le arrivavano come da lontano, il calore le attutiva.

Lei stava bene così, senza un ragazzo, senza nessuno.

Chiuse gli occhi, sorridendo.

Poi il cicaleccio finì, era rimasta solo Yukari che guardava in un angolo della grande un po’ preoccupata, seguì il suo sguardo, curiosa.

Keiko Kanezaki era seduta, le gambe strette al petto, era triste, aveva qualcosa che non andava, era anche troppo magra.

“è uno scheletro.”

Syria annuì, le potevi contare le ossa.

“Chissà se….”

Lasciò la frase in sospeso, anche Tayuya era magra, molti pensavano che fosse anoressica, ma bastava guardarla una volta mangiare, anzi divorare, per capire che non era così, ma Kanezaki

Non si ricordava di averla mai vista mangiare qualcosa di gusto, era sempre un po’ triste, un po’ gobba, come se dovesse fuggire sempre da un momento all’altro.

“Potrebbe essere.”

Yukari la guardò.

“Voglio dire, pensiamo sempre che le tipe anoressiche non siano nella nostra classe e nelle nostre conoscenze, invece succede.”

Cosa possiamo fare, Sakura? Ammesso che fosse così?”

“Non lo so. Non fasciarti la testa prima di essertela rotta e non chiamarmi Sakura, se fosse anoressica vedremo poi cosa fare.”

Syria rimase imbronciata, odiava farsi chiamare Sakura, perché odiava omologarsi nella folla, con un nome comune, con una vita comune.

Lei voleva essere se stessa e il suo nome doveva essere una bandiera che lo testimoniasse.

IN ogni caso, vide Keiko inclinarsi da un lato e poi lasciarsi andare finendo sott’acqua.

Era svenuta.

In due balzi furono da lei.

La trasportarono in infermeria, della Fukasada nessuna traccia.

“Accidenti a quella donna! Per rompere è sempre presente, ma quando serve non c’è mai!”

L’infermiera uscì poco dopo, aveva un’aria pensierosa.

“ha avuto un calo di zuccheri… ma la cosa che mi preoccupa di più è che sembra essere in stato di denutrizione….”

Syria e Yukari si scambiarono un’occhiata eloquente.

“Non riesco a convincerla  a mangiare almeno qualcosa…potreste aiutarmi?

Non so convincerla voi, siete sue amiche no?

Erano imbarazzate, ma l’arrivo di Choji le salvò.

“Se volete sto io con lei.”

“Sei sicuro? Non ti fa problemi?”

“No, voi andate.”

Choji entrò nella stanza.

 

Keiko guardava assente davanti a lei, l’infermeria aveva provato a convincerla a mangiare,  ma lei non aveva collaborato.

Il cibo era ancora sparso per terra.

Lei non voleva mangiare, lei odiava il cibo, odiava il suo corpo, voleva disperatamente avere quello di qualcun’altra.

Ino-chan ad esempio era bellissima al suo confronto , lei era sempre stata troppo grossa, lo era tutt’ora, per questo odiava gli specchi.

Il cigolio della porta la riscosse, Choji Akimichi era sulla porta.

Cosa vuoi grassone?

Convincermi a mangiare? Bhe vattene, è fatica sprecata…”

Vide che lui stringeva i pugni.

“Vedo che vuoi fare la dura…dove vuoi arrivare?

Vuoi morire?”

Sul suo viso si distese un ghigno, lui era banale esattamente come tutti gli altri…

Tutti a spaventarla con l’idea della morte

“Sarebbe la liberazione da tutto…”

“Che cos’è una liberazione?”

La guardò stralunata.

“Cosa? Non capisco…”

“Quando ti senti liberata da qualcosa?”

“Quando finisce, no?”

“Quindi quando provi pace dopo un evento doloroso, quando ti sembra di stare meglio…

“Certo.”

“uhm…e dimmi se morissi e non provassi più niente dopo…potresti dire di essere sollevata?”

Quella domanda la lasciava senza parole, come faceva quel grassone a essere così profondo?

 

 

GRAZIE A

 

HInaNaru

 

Baby Cheshire Cat

 

Jaheira

 

Talpina pensierosa

 

Hana Turner

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Capitolo 26
*** 26)FALLEN LEAVES ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

26)FALLEN LEAVES

 

CHoji guardava la ragazza sdraiata sul letto, i capelli arancioni, abbaglianti quanto finti, le ricadevano come una fiamma spenta sullo yukata.

Spenta forse era la parola adatta per definirla meglio, era priva di vita, apatica, sempre un po’ gobba e ora scopriva che forse era messa peggio di quello che credeva.

Sperò di averla colpita abbastanza con quelle parole, una nuvola era passata in quegli occhi castani, ma poi fu scossa da una risata.

Lunga, fredda, per niente divertita, sarcastica.

“Bravo Akimichi! E così speri di convincermi con la tua filosofia spicciola…

Ma tu cosa ne sai di come sento?

Non puoi capire cosa provo quando hai un corpo così!

Choji ridacchiò a sua volta, pensava forse di averlo ferito?

“Pensi che non possa capire quanto ti odi?

Pensi che io non mi sia guardato allo specchio dicendomi che ero uno schifo?

Che presunzione Kanezaki.”

“E allora perché rimani così?

Perché sei debole?”

“Pensi di essere forte?”

Lo guardò stranita.

“Forte perché sei capace di resistere alla fame e di esercitare un autocontrollo ferreo?

Perché pensi di poterti plasmare a tuo piacimento come se fossi fatta di cera?

BHe sbagli!”

Un rossore sgradevole le si sparse per le guance.

“Sei debole Kanezaki, perché non sai accettarti ed è per questo che ti odierai sempre anche se dovessi arrivare a pesare trenta chili, ti vedrai comunque grassa.

Vuoi dimagrire per stare bene, ma non ce la farai male.

Qualcosa ti divorerà sempre.”

“E sapientino, qual’ è la ricetta per curarmi?”

“Accettati così come sei e amati così come sei.

SE guarderai dentro te stessa troverai la sicurezza che cerchi e finalmente ti vedrai per quello che sei davvero, una bella ragazza che non ha nulla da invidiare alle altre.”

Lo guardò, forse per al prima volta, senza l’ombra di sarcasmo, un po’ spaurita.

“Sei svenuta perché non mangiavi, quindi vedi di farlo ora.”

Le allungò una ciotola di ramen, lei l’accettò non molto convinta, ma poi lentamente come se temesse che il cibo potesse farle male iniziò a mangiare.

 

“Come sta kanezaki?”

Michiyo guardava imbarazzata l’acqua, poi la smosse, si sentiva un po’ a disagio per come aveva trattato la rossa.

BHo...ha detto che ci pensa CHoji a farla mangiare.”

YUkari era distesa tranquillamente, sembrava immersa in chissà quali pensieri, forse si sentiva solo fortunata rispetto a Keiko.

Michiyo decise di rilassarsi a sua volta e stava sprofondando nell’acqua calda, facendosi cullare dal vapore quando qualcuno le piombò addosso.

Aprì gli occhi e vide Ten Ten che le sorrideva.

“Che c’è?”

MI vendi Kankuro-kun?”

“EH?!
“HO scovato un buco da cui si vede la vasca dei ragazzi.”

Gli occhi della castana s’illuminarono di luce maliziosa.

YUka-chan hai fatto una buona scelta con Itachi,”

La sua amica si inabissò come un sottomarino in disarmo.

“Scordatelo Ten-chan…però fammi vedere quel buco che mi hai incuriosito

HIna-chan! Vuoi vedere anche tu?”

La hyuga sembrava scomparsa, ma Tenten la trascinò via e lei non fece in tempo a chiedersi dove fosse finita.

 

Naruto stava camminando allegro per i corridoi, avvolto nello Yukata, con i capelli che sgocciolavano e lasciavano una scia di  gocce ,alla ricerca della vasca d’acqua esterna.

Fischiettava una canzone dei Greenday, quando vide una figura seduta in giardino, i lunghi capelli neri che le ricadevano sul bianco del vestito.

Aprì la porta scorrevole su uno dei lati del corridoio e la raggiunse.

“HINATA-CHAN!!!

La mora trasalì.

N-naruto-kun!”

“Cosa ci fai qui? Perché non sei in vasca?”

Lei arrossì deliziosamente, gli venne da sorridere, quella ragazza lo inteneriva tantissimo, gli faceva venire voglia di coccolarla.

Si sedette accanto a lei, sorridendo.

“io…ecco…mi vergogno un po’ a stare n-nuda insieme alle altre.”

Era di nuovo arrossita, lui le accarezzò la testa.

“Guarda che non sei inferiore alle altre….per me sei molto carina.”

Le scoccò un bacio sulla guancia, mentre lei diventava di tutti colori , per poi lasciarsi cadere nel suo abbraccio.

 

Santo Sid! Che belli che sono!”

MIchiyo, finito di assecondare Ten Ten, li guardava intenerita.

Santo Sid?! Ma da dove ti viene, è carino!

Aaaahhh lo sapevo che quell’anima Santa di Sid e la benedizione del punk l’avrebbero aiutata…”

Yukari sorrise, poi si senti trascinare via da qualcuno, Itachi per la precisione.

“Ehi marmotta! Dove mi porti?”

Era diventata rossa anche lei, mentre Michiyo le rivolgeva un sorrisetto.

“ a vedere una cosa.”

C-cosa?”

“E stai zitta!”

SE la caricò in spalla, Yukari sentiva il suo cuore rimbombare, temeva sarebbe esploso da un momento all’altro, quel ragazzo le faceva quell’effetto.

I-itachi! Mollami!”

Erano in giardino adesso, ma lui sembrava non darle retta lo stesso.

“Non ti mangio mica…”

La depose per terra, non ebbe il tempo di guardarlo negli occhi, perché lui la voltò  e poi le mise le mani davanti agli occhi.

Deglutì, lo sentiva respirare sul suo collo, i suoi capelli le fecero il solletico quando percepì che si chinava verso il suo orecchio.

“Sei calma?”

“E che ne so?

Toglimi ‘ste mani”

Il suo tono era agitato, nervoso, giurò che lui stesse sorridendo mentre la ascoltava.

“Stai un po’ scialla Yukari! Sei alle terme…

Chissà che questo non ti rilassi…”

YUkari sentì il suo cuore battere ancora più forte se possibile, cosa sarebbe successo?

Lui si limitò a toglierle le mani dagli occhi e lei trasalì.

Erano in un angolo del giardino, lì le foglie degli alberi si erano tinte di tutti i colori dell’autunno, rosso, arancione, oro.

Rimase incantata per un tempo indefinito a guardarle, poi un vento frizzante le smosse, fino a staccarle.

Vorticarono per un’attimo in cielo, poi si posarono a terra dolcemente, formando un tappeto davanti a lei.

“Che bello!”

“Finalmente ti sei rilassata..sospettosa che non sei altro.”

Si voltò verso di lui, irritata,per ribattere, ma lui , inaspettatamente, le prese il mento tra le dita e l’attirò a sé.

Sgranò gli occhi, si sentiva quasi male, tanto era emozionata.

Si calmò solo quando sentì le sue labbra calde premute contro le sue, si poteva dire che aspettasse questo momento da sempre.

 

 

 

GRAZIE A

 

TALPINA PENSIEROSA

 

HINANARU

 

LA MIA NEE-CHAN

 

HANA-CHAN

 

BABY CHESHIRE CAT

 

GRAZIE PER CONTINUARE SEMPRE A COMMENTARMI!

 

E UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE ALLA SOCIA J CHE SPESSO LEGGE IN ANTEPRIMA LE COSE CHE SCRIVO….GRAZIE!^^

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Capitolo 27
*** 27)UNDER THE RAIN ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

27) UNDER THE RAIN

 

Il sole calava dietro le colline, inondando il complesso termale di luce dorata, c’era una sensazione di calma assoluta, come se il mondo per un’ attimo si fosse concesso di fermarsi.

Gaara sospirò, scosse la cenere dalla sigaretta e se la portò lentamente alla bocca, poi lasciò che il fumo uscisse a spirali.

Rimase a osservarlo incantato, quanto amava quella pace…

Non avrebbe mai ammesso che gli mancava qualcosa o qualcuno, qualcuno diverso da Sakura con i suoi casini con Sasuke.

Non aveva alibi, ne sedie da rompere, Mimichi non gli era indifferente, di più, aveva delle buone di soppiantare la rosa nel suo cuore.

Spense la sigaretta con un gesto secco, lui non sapeva se volere o no che ciò accadesse, aveva paura di soffrire di nuovo, come con Sakura.

Dio solo sapeva quanto aveva creduto in quella storia, quanto aveva creduto nel suo primo amore ed ecco come era finita, con lei gli cacciava la lingua in bocca quando si sentiva troppo sola e confusa.

Finale amaro, non c’erano dubbi.

E con Mimichi sarebbe stato lo stesso?

Il quesito lo tormentava, non riusciva a trovare una risposta e per questo non riusciva a trovare il coraggio di provarci di nuovo con lei.

Detestava il casino che si stava formando nella sua testa, c’erano troppi pensieri, tutti insieme, che si sovrapponevano e vorticavano come foglie impazzite.

Le urla poco gentili delle Fukasada lo scossero, il break era finito, il mondo li richiamava nel suo gran casino, si tornava in città.

Guardare i suoi compagni non lo rimise di buon umore, Akimichi era insolitamente premuroso con Kanezaki, la cosa gli bruciava di probabile flirt, Naruto con Hinata e per fortuna perché la leggenda della Hyuga innamorata aveva travalicato i confini della Konoha alle medie.

Tutti trovavano l’anima gemella, perfino quell’idiota patentato di suo fratello con quella santa donna di Michyo Sakiyourai.

Senza contare le coppie, quella già formata dei sempai Akasuna e Nara e quella probabilmente nuova di zecca del sempai Uchiha e Yidashi, era certo che stessero insieme, si tenevano per mano e lei aveva un sorriso che gli andava da un’ orecchio all’altro, cosa che non ricordava fosse mai successa.

Sbuffò frustrato.

L’unico modo per consolarsi era guardare il dannatissimo Sasuke che aveva una faccia talmente tetra da far sospettare che fosse in comunicazione con l’aldilà ,era sicuro c’entrasse Sakura.

Si permise una risata, sicuro che nessuno si sarebbe lamentato.

Il viaggio di ritorno fu troppo breve, in quello che gli parve un’ attimo erano di nuovo a Tokio, in mezzo al frastuono, sotto la pioggia a salutarsi l’uno con l’altro

Lui si allontanò senza salutare nessuno, confondendosi tra la folla anonima dei lavoratori di ritorno a casa, se non fosse stato per l’assenza di ombrello sarebbe stato solo una persona tra tante.

Tuttavia lui non era mai davvero una persona tra tante, aveva sempre qualcosa che lo distingueva dagli altri, che lo rendeva diverso, come un marchio invisibile che l’aveva sempre perseguitato.

Il rosso non aveva voglia di andare a casa, di sentire i lamenti di sua sorella e le stronzate di suo fratello, voleva stare da solo e la metropoli accoglieva la sua solitudine come nessun’altro.

Milioni di vite convivano senza sfiorarsi a Tokio, ognuna chiusa nel suo piccolo bozzolo che non riusciva a disfare e lui voleva stare nel suo di bozzolo.

Mangiò degli yakitori e una birra ad un chiosco, poi si rifugiò nella zone del porto, cercando una panchina per meditare in silenzio.

 

MEegumi sospirò, era stata una bella gita, ma sarebbe stata una bugiarda se avesse detto che era stata contenta di come Gaara l’aveva trattata, un ghiacciolo sarebbe stato più espansivo.

Solo in treno all’andata era riuscita a scambiarci due parole, poi più niente, era ingiusto.

Sdraiata sul letto si voltò verso il soffitto per guardare i giochi che la luce disegnava entrando dalla finestra.

Yukari era stata fortunata, forse un bacio era chiedere troppo ma una conversazione no!

Irritata si alzò in piedi, aveva bisogno di fare un giro o sarebbe esplosa!

Cercò il guinzaglio e il suo cane, stranamente quella sera non aveva voglia di lasciare il calduccio della casa, forse per la pioggia e uscì.

Non prese l’ombrello, lo odiava e si lasciò trasportare dalla folla, cercando di non pensare, di lasciarsi alle spalle quella sottile angoscia che la pervadeva.

La pioggia prese a scendere più forte, ma lei non se ne curò, così come smise di interessarsi alla folla, lasciandola e percorrendo stradine secondarie deserte o con rari passanti frettolosi.

Si ritrovò nella zona del porto, buia, tetra ma affascinante con quelle panchine che consentivano di ammirare le luci della baia e scorse una figura.

Non era possibile, non sapeva se desiderare di sbagliarsi o no, ma il ragazzo svaccato su una panchina che guardava la pioggia sembrava Gaara.

Si avvicinò cauta, sentendosi sempre più agitata ogni passo che faceva, fino a che non capì che era davvero lui,  a quel punto non era agitata, era in paranoia.

“Ciao Gaara-kun.”

Il rosso non diede segno di vita.

“Posso sedermi o ti disturbo?”

Prese il silenzio che seguì per un si.

“Come faccio?”

“A fare cosa?”

“A sapere se io ti interesso veramente.”

Megumi rischiò di cadere dalla panchina, non riusciva a credere a quello che stava succedendo.

“Prova a chiedermelo.”

“Anche Sakura diceva che le interessavo e si è visto come è finita.”

Megumi sbuffò.

“ io non sono Sakura!

Dio santo Gaara! esci dalla crisi in cui ti ha fatto cadere lei!

Lo so che è terribile scoprire che chi ami non ti ama, ma forse ora è giunto il momento di andare avanti!

Solo un’ultima cosa, poi vado…si, sappi che davvero mi interessi.”

Megumi si alzò e fece per andarsene, il suo povero cane la stava riempiendo di occhiate supplichevoli per convincerla a  portarlo a casa, quando si sentì afferrare per un braccio.

Si voltò, ora il rosso le aveva puntato addosso i suoi occhi di ghiaccio.

Cosa sarebbe successo?

 

Gaara era seduto sotto la pioggia, da solo, quando scorse una figura che veniva da una stradina laterale.

Una ragazza e un cane.

Sgranò gli occhi,poi fece finta di niente, Mimichi aveva un cane,ma non era detto che fosse lei.

Quando fu più vicina il dubbio divenne certezza, la mora con l’husky era Megumi Mimichi, decise di ignorarla, ma lei doveva essere di un altro parere.

“Ciao Gaara-kun.”

Cavolo! Perché gli aveva parlato?

“Posso sedermi o ti disturbo?”

Decise di rimanere in silenzio, tanto lei si sarebbe seduta comunque, la domanda era puramente retorica.

“Come faccio?”

“A fare cosa?”

“A sapere se io ti interesso veramente.”

Trasalì, lui gliel’aveva detto veramente?

“Prova a chiedermelo.”

La sua risposta gli confermò la cosa, lui Gaara aveva parlato, quindi tanto valeva ricoprirsi totalmente di umiliazione.

“Anche Sakura diceva che le interessavo e si è visto come è finita.”

Sbuffo di lei.

“ Io non sono Sakura!

Dio santo Gaara! esci dalla crisi in cui ti ha fatto cadere lei!

Lo so che è terribile scoprire che chi ami non ti ama, ma forse ora è giunto il momento di andare avanti!

Solo un’ultima cosa, poi vado…si, sappi che davvero mi interessi.”

Gaara sentì il suo cuore fermarsi, dannazione era cotto!

Non l’avrebbe lasciata andare, così ignorando il cane che supplicava Mimichi di ignorarlo, la afferrò per un polso facendola voltare verso di sé.

“Non mi stai prendendo in giro vero?”

Si fece i complimenti da solo per la sensibilità che aveva dimostrato, ma invece di schiaffeggiarlo, lei  gli si avvicinò e lo baciò.

“Ti sembro una che scherza?”

“Lui arrossì.

“NO.”

“Bene! allora spero che non stessi scherzando nemmeno tu quando dicevi che ti interessavo…o ti spezzo le braccia!”

Un ciuffo le ricadde sulla fronte dando un tocco infantile alla sua aria fintamente imbronciata.

Gaara scoppiò a ridere e alzò le meni in segno di resa, stupendosi del gesto.

“No ero serio.”

Gli sorrise e poi lo trascinò via, in cerca di un posto più asciutto,  Gaara fu sicuro che non si sarebbe annoiato mai più.

 

 

GRAZIE A:

 

BECKILL

 

HINANARU

 

TALPINA PENSIEROSA

 

HANA TURNER

 

 

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Capitolo 28
*** 28) HALLOWEEN'S TALE ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

28)HALLOWEEN’S TALE

 

Dopo la gita il tempo sembrò accelerare improvvisamente, le interrogazioni fioccarono una dietro l’altra, come se i professori si fossero messi d’accordo per tartassarli.

Tayuya era fermamente convinta che fosse il loro divertimento e nessuno la smuoveva da questa convinzione, Sakura ci mise tutto il suo impegno, ma alla fine dovette capitolare, la fucsia aveva ragione.

In ogni caso, ottobre fu presto agli sgoccioli, i colori dell’autunno se ne erano andati, le foglie giacevano morte per terra a coprire i viali e a ispirare tristezza agli animi emo.

La rosa tentò di convincersi che era per quello che il suo emo preferito fosse di umore depresso e non per lei, per il suo ultimatum, che non aveva ancora ricevuto una risposta.

Ne mai la riceverò.”

“Cosa?”

Ino la guardò stralunata, aveva parlato a voce alta nel bel mezzo di una lezione di Yakushi.

“Niente niente, pensieri miei.”

La bionda tornò a concentrarsi sulla lezione.

La fine della lezione della giornata scolastica arrivò come una benedizione, tutti stavano per andarsene, quando la voce stentorea di Tenten li richiamò.

Raga!!! Stasera è Halloween!!”

“E allora?”

“Syria…non sarebbe carino se ci trovassimo tutti da qualche parte a festeggiarlo?”

“tipo?”

“Tipo al tempio Hikawa!”

“Ma non c’è un cazzo di nessuno la sera!!

“Appunto! Cosa ne dite di una gara di storie di fantasmi?

La dark sbuffò , ma poi sorrise.

“Carina…”

“Fa schifo!”

“Karin se vuoi puoi stare a casa!”

La cinesina rivolse un’occhiata di fuoco alla rossa.

“ Sei fuori Shaoran? Non perderei mai un’occasione per sedurre Sasuke-chan!

Tentò di buttarsi tra le braccia del moro, ma ricevette un’energico spintone.

“Schioda rompipalle.”

Cristallino era la parola giusta per definirlo.

Vabbè….ci vediamo alle nove e mezza al tempio Hikawa?”

Un mugugnare generale indicò che la proposta era stata accettata.

 

Si trovarono tutti davanti al tempio deserto, il tempo era stato clemente concedendo loro una meravigliosa sera di luna piena, in cui però spirava un vento freddo.

Maddò che freddo!”

Yukari si strinse ancora di più a Itachi, il quale fece una smorfia buffa e rimase in silenzio.

Più in là Kiba, Naruto, Kankuro e Michiyo discutevano animatamente di un videogioco, suo fratello e Sasori di arte, temeva sarebbero finiti a botte, quei due facevano sempre quella fine, adesso poi che si era aggiunta Yukiko a sostenere il rosso.

Shika  E Ino erano in disparte, non si parlavano per una ragione ignota da quando a lui era stato tolto il gesso una settimana prima.

Il resto della classe arrivò dopo in gruppo, vocianti, allegri e spensierati, tranne SAsuke  che chiudeva il gruppo con una faccia da funerale.

“Bene!!

Sediamoci e cominciamo!!!

Io ho portato i dolci, qualcuno ha pensato al bere?

Michiyo e Asami alzarono orgogliose un sacchetto che conteneva diverse bottiglie.

“OK! Chi comincia?”

TenTen era euforica, le brillavano gli occhi.

“Syria!”

Yukari ricevette un’occhiataccia dalla giovane dark, ma non si lasciò intimidire.

Syria-chan è bravissima a raccontare storie horror.”

La cinesina rivolse un’occhiata supplichevole a Asahara, evidentemente contrariata dalla prospettiva di narrare e questo fece capitolare la dark.

“Ok ok…”

Tiro un sospiro e chinò il capo, lasciando che la frangia le coprisse gliocchi che poi chiuse teatralmente e aprì repentinamente poco dopo.

I suoi occhi erano verdi, ma diversi da quelli di Sakura, tendevano al giallo oro e in quel momento sembrarono brillare demoniaci nella notte scura.

“Tutti voi conoscete gli Stati Uniti, vero?

Le rassicuranti ambientazioni dei film, le case ordinate, i prati accuratamente falciati i sorrisi cordiali della gente…

Una dimensione assolutamente pacifica, non trovate?

Fallen Hils non era diversa da quelle cittadine che bene o male conoscete tutti, piccola, accogliente,poche case, la chiesa, le scuole.

Un piccolo borgo….con un grande tabù…

Nessuno ne parlava mai , i vecchi soprattutto non sopportavano che gli venissero poste domande a riguardo.

Era una cosa che assolutamente andava dimenticata, ma non si poteva…

I ragazzi bruciavano dalla curiosità di sapere cosa avesse provocato quell’incendio a Heaven Gate, una cittadina che aveva distato pochi chilometri da loro.

Aveva…Passato..

C’era stata finché un terribile incendio non l’aveva rasa al suolo completamente cinque anni prima.

Ricordavano ancora i riverberi arancioni nel cielo e soprattutto che nessuno era venuto a spegnere quelle fiamme perché nessuno era stato chiamato.

Perché?

Un gruppo di ragazzi come noi, se lo chiedeva continuamente, senza ottenere spiegazioni.

Solo un grande silenzio.

Irritati, una sera decisero di raggiungerla, non poteva essere così terribile no?

Se lo dissero per rassicurarsi mentre scendevano dalle macchine, vagamente nervosi, sotto una luna piena che sembrava guardarli.

La città era un cumulo apocalittico di macerie, resti di muri si alzavano come mani protese verso il cielo, i calcinacci si stendevano debolmente illuminati per le strade, come una folla silenziosa e impotente davanti a una tragedia in corso.

Mossero dei passi incerti e si accorsero di una cosa….

Il silenzio…

In quella città non c’era un suono, ne un cadere di calcinacci, ne qualche animale notturno, nemmeno il vento faceva rumore.

Deglutirono e per un’attimo terribile tutti i racconti degli anziani si affacciarono alla loro mente.

“Stateci lontani… è meglio.”

“Quel posto, non so definirlo, ma è meglio che sia sparito.”

“io avevo un terreno che confinava con quella città, non ci è mai cresciuto  niente…”

Decisero di proseguire, un cumulo di macerie, per quanto inquietante, era morto e  morti erano innocui, erano i vivi a fare paura.

Si addentrarono tra i resti e trasalirono.

La loro ombra era sparita.

Non la proiettavano più!

Una ragazza cominciò a tremare e poi lanciò unurlo agghiacciante.

Qualcosa le aveva afferrato un polso per farla voltare…

Vide un…”

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!”

L’urlo di Tayuya li fece spaventare, tutti si strinsero gli uni contro gli altri.

C-cosa c’è?”

Sakura era stata la prima riprendersi e a guardare stralunata la fucsia che stava soffocando Neji in un abbraccio spacca costole.

“IO…io… ho paura…”

“è solo una storia!

Gesù Santo! Ma ti pare possibile che sia vera?”

R-r-agga-zzzeS-shino-k-kun è è sp-sparito.”

HInata era bianca di paura e indicava un posto vuoto in cui avrebbe dovuto esserci il ragazzo con gli occhiali da sole.

Dove era finito?

Presi dalla storia non l’avevano nemmeno sentito alzarsi…

 

RISPOSTE ALLE RECENSIONI

 

Scusate per il ritardo, ma sono stata impegnata con la ficcy per il concorso Naru-hina di AYUmi Yoshida…sorry^^

 

Jaheira: Ehm…grazie! sono contenta di averti rallegrato quella sera…ma non sono per niente un genio…

“è notte.puntoahhahahahha!!!

Che bello^^! Ciaooooo!

 

Hana turner:grazie! megumi è felice, gaara è felice, il cucciolo di husky un po’ meno…un po’ mi dispiace…

Gli faccio le mie scuse, stare sotto la pioggia non è bello.

Lo so.

Vabbè !

A risentirci! Ciaooo!

 

Hinanaru: si lui è molto tenero, ma d’altronde nello shippuden ha una faccia da cucciolo…

Ihihi…si è rammollito il Gaara assassino.

Sono contenta che ti sia piaciuta.

Alla prossima!

 

Talpina Pensierosa: Beato lui…almeno lui è saltato fuori dalla crisi, come si dice dalle mie parti.

Si è dato una mossa.

Megumi è molto felice per qstCiaoo

 

Beckill: ciao nee-chan! diciamo che alcuni si sono divertiti, altri no…Sasuke non molto, Keimo nemmeno, ma pace..

Cmq festeggiamo lo stesso1 alleluiaaa alleluiaaa!!!

Ciaoooo!!!

 

 

 

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Capitolo 29
*** 29)A STORM IS COMING ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

29) A STORM IS COMING

 

SHino si era alzato per andare in bagno, un po’ gli dispiaceva la storia diAsahara era veramente carina.

Nessuno fece caso a lui, nessuno a dir la verità si accorgeva troppo di lui, era quasi un uomo invisibile e ne era consapevole.

I bagni del tempio non erano troppo lontani ed erano chiusi, sfiga maledetta!

Privò a scuotere la maniglia, ma non successe niente, era strano, in teoria avrebbero dovuto essere sempre aperti.

Imprecando, si rassegnò a dover orinare nei cespugli come il cane di INuzuka, stava armeggiando con la patta dei jeans quando sentì molto freddo, decise di non farci caso e continuò.

-le storie di fantasmi richiamano altri fantasmi-

Finì e stava per tornare dai suoi compagni quando trasalì, una mano fredda gli si era posata sulla spalla, cominciò a tremare.

Sentiva il sudore freddo che gli colava lungo la schiena, chi c’era?

Si voltò e dovette trattenersi dal lanciare un’urlo, una figura incorporea era sospesa a mezz’aria.

“Ciao…”

La figura aveva capelli rossi e gli stava parlando.

“C i a o

Le rispose come in trance.

“mai visto un fantasma?”

“Ammetto che questa sarebbe la prima volta…

“Che carino…hai paura?”

“Un po’”

Ihihihi..sciallo…non ho intenzione di possederti…”

“Mi sento sollevato…”

Ahahahahah! Sei divertente…

Allora ti risparmierò i dettagli della mia morte..

“Onorato.”

“Ti dico solo, uomo invisibile, che troverai una ragazza.

Lei ti sta aspettando dall’altra parte del mondo.

“Ehm…grazie.”

“Ora vado… Ciuaooo!”

L’apparizione svanì lasciandolo perplesso, ci pensarono le urla di Harukaze a scuoterlo.

Si erano forse accorti della sua assenza?

Le imprecazioni di Yidashi e Inuzuka glielo confermarono, così decise di farsi vedere.

“Cosa c’è ragazzi?”

Ma ti sembra il caso di sparire così? Senza nemmeno avvisare?”

La fucsia aveva le lacrime agli occhi e stava stritolando nEji Hyuga, che incredibilmente era vagamente arrossito.

“Ero solo andato in bagno, veramente.”

Bhe avvisa prima! Ho perso dieci anni di vita! “

 

 

Shino Aburame sorrise.

 

“Allora ragazzi sentiamo la fine della storia di Syria-chan?”

Yukari non aveva dubbi sul fatto che tutti al momento non lo volessero, i mormorii di approvazione erano stati timidi, Ino-chan addirittura aveva alzato la mano.

“IO preferirei andare in un bar….”

“Ok…”

Lentamente si erano avviati verso l’uscita, la castana aveva sentito Itachi ridacchiare sarcasticamente dietro di lei.

“Come mai ridi?”

“Lo sapevo che questa stronzata sarebbe finita così…era un’idea sciocca ed infantile.”

Yukari lo guardò stranita e vagamente incuriosita, non aveva idea che lui la pensasse così.

“Scusa…e allora perché sei venuto se la pensavi così?

Non me ne avevi parlato…”

“E perché avrei dovuto dirtelo?

Non sei la mia ragazza! Non asfissiarmi!”

Yukari lo guardò basita, d’accordo era sempre stato strano, ma adesso esagerava…

“Si va bhe…bello io me ne vado se ti gira così…ciao.”

La ragazza alzò i tacchi e se andò senza salutare nessuno, quando sentì una voce chiamarla.

Sperò che fosse Itachi, ma ovviamente non era lui, era suo fratello che si sbracciava come un matto.

Nee-chan! Dove vai?”

“A casa…sono stanca.”

Il biondo le rivolse un’occhiata indagatrice.

“Non è che hai litigato con l’Uchiha?

No…perché se è così lo sai vero che gli spiezzo le braccine?”

Yukari sorrise pensando:” non te lo dico apposta per questo..sennò chi lo dice alla mamma?”

“Ti voglio bene nii-san.”

“Mi fai commuovere.

Dai ti  accompagno…”

I due fratelli Yidashi si avviarono verso casa, mentre Yukari ancora non si spiegava il comportamento dell’Uchiha.

 

Tenten aveva una voglia assurda di piangere, conosceva Neji da tantissimo tempo e non l’aveva mai visto arrossire, nemmeno in situazioni peggiori o simili.

Perché questa volta era stato diverso?

No lo sapeva e questa la rodeva.

Harukaze si era staccata, era arrossita anche lei, dando l’impressione che fossero una coppietta.

Strinse i pugni, cercando di controllare la rabbia che ora la assaliva.

Era sempre così quando qualcuna si avvicinava troppo a Neji e lei era stanca di andare avanti così, senza sapere nemmeno se fosse ricambiata.

Raccolse tutto il coraggio e si avvicinò a lui, ancora leggermente rosso.

Neji-kun…ti dovrei parlare…”

“Parla Tenten-chan.”

“Ecco…”

Cominciò a contorcersi le mani in una patetica imitazione di HInata.

“Ecco…tu mi piaci e molto …

e….vorrei sapere se sono ricambiata.”

Neji la scrutò pensoso per un’attimo.

“non lo so Tenten-chan, tu sei un’amica, per anni forse eri qualcosa di più.

Però…

Adesso non lo so.

È successo qualcosa che ha cambiato tutto, dammi un po’ di tempo…

Magari possiamo provare a uscire insieme…

Tenten rimase fulminata, avrebbe voluto sparire, aveva riso per anni dell’ottusità di Uzumaki verso la Hyuga e ora scopriva di essere nella stessa situazione.

Trattenne le lacrime.

Neji l’aveva considerata forse più di un’amica e lei non se ne era accorta…scema!

“D’accordo Neji-kun…”

Accettò con la morte nel cuore, sapendo che probabilmente sarebbe finita male per lei, aveva capito che Neji era stato vittima di un colpo di fulmine….non per lei.

 

SAsuke vide Yidashi andare via accompagnata dal fratello e rivolse un’occhiata di sufficienza al fratello.

“Che hai combinato?

Perché se ne va?”

“Cazzo te ne frega Marissa? Pensa alla tua rosa, che non sei riuscito a combinarci niente!

Vaffanculo marmotta demente!

Perché la stai respingendo?”

“Perché è durata fin troppo…non l’hai detto anche tu cambio una tipa  a sera?”

Tze…ma questa ti ha preso , le altre no…

Altrimenti non faresti tanto lo stronzo….”

“scoiattolo hai rotto il cazzo! Taglia e fatti gli affari tuoi!”

“Continua a scappare Itachi…”

Sasuke si prese una sberla, prima che il fratello si allontanasse come una furia.

tze…”

Si massaggiò la guancia dolorante.

“Prevedo casini all’orizzonte…”

 

ANGOLO DELLA FOLLE ALIAS L’AUTRICE CHE ATTUALMENTE SI SENTE UN BLOB.

 

Salve….ultimamente la mai ispirazione va a corrente alternata, scusatemi il ritardo…

Un’altra cosa…rispetto alla presentazione che ho messo alla storia alcuni paring cambieranno, sicuramente il neji-tenten sarà sostituito dal neji-tayuya.

Non fucilatemi…

Morivo dalla voglia di sperimentarlo.

Anche il sasu-saku è in bilico, al momento la mia antipatia verso Sakura è tornata a livelli alti e non ho voglia che il suo sogno si realizzi, ma che sparisca.

Sorry, ma anche questa sono io…

Il naru-hina invece è saldissimo e per la gente che mi conosce non potrebbe essere altrimenti…naru-hina rulez alla faccia dei fottuti naru-saku.

Già.

Ora passo alla recensioni, sperando di riceverne ancora dopo quello che ho detto.

 

Talpina pensierosa: spero che qst ti piaccia, mi dispiace per il mancato seguito della storia di Syria-chan…^^

Ciuaoooo!!!

Alla prossima.

 

Beckill: non cercava lucciole ma qualcosa di più pragmatico…ihihihi

E ha avuto un incontro del tutto fuori dal comune…

Buahahahahahha!

I sex pistols a venezia*_*..

Jhonny-sama*_*

Bubi! Stra bello!

Alla prossima !

Per il concorso troverai l’idea giusto e poi la ficcy diabolica partirà..mwaahahahhahah!!!

 

HanaTurner: in effetti Stephen King c’entra e Tayuya, bhe è stata in ballottaggio per l’infarto, ma si è salvata…

Buona gita!!!

Ciaoooo!

 

HInaNaru:Grazie!!!

dopo la storia horror succederanno cose inaspettate…ihihihi

Ciaoooo!

 

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Capitolo 30
*** 30) THE STORM ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

30) THE STORM

 

Yukari non era mai stata brava a fiutare le tempeste in arrivo, invariabilmente ci finiva in mezzo senza sapere bene cosa fare e cercando di tenersi in piedi meglio che poteva.

Avrebbe dovuto capire che con Itachi c’era qualcosa che non andava e lo capì, ma decise che era inutile andare in paranoia e seccare lui, che sembrava perennemente irritato, come se fosse stanco di lei.

Nonostante tutto lo invito a uscire un sabato sera, si ritrovarono in un ristorante e per la prima volta si sentì inadeguata, la sua maglia a righe rosse e nere, i suoi jeans rotti sull’orlo, le sue scarpe da tennis nere erano fuori posto sotto il suo sguardo.

Non sapeva cosa dirgli e lui non voleva avviare una conversazione, così si ritrovarono a guardare i piatti come due perfetti estranei finiti per caso allo stesso tavolo.

-di male in peggio…ma perché?-

 Ma l’hai visto quello?”

Un vecchio in doppiopetto era entrato nel locale accompagnato da una ragazzina che indossava una divisa alla marinaretta.

Sperò che la sua osservazione avviasse una conversazione, stava cominciando a odiare quel silenzio.

 “starà facendo enjo kosai…”

Il moro era completamente disinteressato.

“Che porco! Si meriterebbe che io chiamassi la polizia.

Sbuffo.

“Chi sei tu Yidashi per giudicare?

Io non ci trovo nulla  di male se lei è d’accordo.”

“La prostituzione minorile è un reato.”

La sua voce giunse sepolcrale dalle profondità della sua rabbia, ma decise di contenersi.

“Bigotta.”

Sgranò gli occhi.

“Ma tu chi cazzo sei, eh?

Dove è finito Itachi Uchiha, quel ragazzo simpatico e con idee non da vecchio porco maschilista e misantropo?

Uchiha la guardò divertita.

“Non esiste bella, era un’illusione…

Dovresti sapere anche perché l’ho fatto e perché ora mi sia stancato di farlo, le bigotte come te non mi interessano.”

 “C o s a  h a i  d e t t o?

“Che sei una bigotta stupida e poco interessante, brutta tra parentesi.”

Il moro riprese a mangiare, incurante del vapore che usciva dalle orecchie della  ragazza e delle lacrime che minacciavano di scendere.

“Grazie Uchiha, questa sera mi ha illuminata.

Sono stata davvero un’idiota a credere che ti interessassi…

Sai anche se sono una bigotta, brutta e stronzetta credevo all’amore….”

“Che delusione Yidashi.

Sei solo una fottuta illusa.

Mi fai pena..

Il silenzio che segui fu talmente pesante che si poteva tagliare con il coltello, La faccia di YUkari divenne terribile.

“Buono a sapersi, deve essere vero perché mi stai guardando dritto negli occhi, verme bastardo.

BHe preferisco mille volte essere una fottuta illusa, che dire le cose che stai dicendo tu.

Me ne vado!”

Si alzò, tra il silenzio generale, a memoria d’uomo nessuno aveva mai sentito YUkari Yidashi urlare come aveva fatto.

 

La strada era affollata, ma Yukari non ci faceva caso, a volte, anzi molto spesso si sentiva sola, terribilmente sola.

A volte si ritrovava a pensare che l’amicizia non esistesse e che ciò che era stato chiamato così era solo il camminare insieme per un breve tratto di strada della vita per poi dividersi.

Lei non era una bigotta, solo odiava il fatto che le donne per certi uomini dovessero essere solo oggetti da contemplare e da scopare.

Quello la mandava fuori di testa, decenni di lotte femministe e poi trovava il verme maschilista che le dimostrava che era stato fiato quasi sprecato e che certe cose erano immutabili.

Quel verme era stato il suo ragazzo.

Sentiva la rabbia pulsarle nelle vene, la tempesta era arrivata.

Le parole di Itachi le bruciavano, le facevano male come una coltellata, lei era solo una fottuta illusa che faceva pena, così aveva distrutto il suo mondo.

All’improvviso la folla fu troppo opprimente, se ne doveva andare.

Si infilò in una stradina,poi in un’altra fino a che arrivò a una delle entrate dell’Aoyama Bochi, uno dei cimiteri di Tokio, quando stava male finiva sempre lì, a parlare con un certo assente.

Il rumore svanì non appena varcò quella soglia, come se i morti non lo ammettessero e lo ricacciassero indietro, il vento era l’unico a poter entrare nella forma di una brezza leggera che muoveva l’erba e i fiori.

Camminava piano in quel silenzio, aguzzando la vista per trovare quella tomba che cercava.

Moritaka Tomohisa.

Eccolo suo nonno, il padre di sua madre, l’unico che forse l’aveva sempre capita, per quanto poco l’avesse visto in vita.

Lui e la sua gamba di legno e il suo sorriso.

“Ciao nonno, sono io.

Come va lassù?

Qui male. Ti ricordi quando mi dicevi che dovevo essere me stessa e credere solo in quello che senti vero? Ecco è fottutamente difficile, mi sento sola, quando ho bisogno di qualcuno è lontano e lui, saprai già chi mi ha deluso.

Ho bisogno di sentire la tua voce che mi racconta della guerra e dire che è inutile ascoltare un branco di bambocci a cui non frega nulla di te e che devo combattere per quello in cui credo non importa quanto male faccia.

Mi manchi…”

 

SAsuke camminava tra le lapidi del cimitero, quando era confuso, indeciso o semplicemente stava male li raggiungeva e parlava loro.

Era sempre solo, ma quella sera vide che qualcuno aveva avuto la sua stessa idea, qualcuno che non si aspettava.

Yukari Yidashi.

Sentì il suo monologo e capì che c’entrava suo fratello, non che lei le interessasse, ma provava la stessa cosa quando lui lo frustrava.

Si avvicinò in silenzio.

“Ti capisco.”

Si voltò spaventata.

“Mio fratello è insopportabile quando parla.”

“”Giuraci.  Mi ha trattato come se fosse una merda.

“Ti ha stroncata, eh?”

“Non esattamente, se hai pazienza ti racconto tutto.

Eravamo al ristorante quando un vecchio porco è entrato con una tipa della nostra età, io ho detto che era denuncia.

Lui mi ha detto che no, se lei è consenziente è ok, capisci?

Lui considera le tipe come oggetti e me una bigotta brutta e inutile .

Mi ha detto anche che sono una fottuta illusa perché credo all’amore.

Il tono era freddo, ma era evidente ci era rimasta male, così si sedette accanto a lei.

“Non dargli retta, se fa così è perché gli interessi.”

Lo guardò sorpresa e poi scoppiò in una lunga risata sarcastica.

Fanculo! Bel modo di dimostrarlo!

Che stronzooo!”

Si mise le mani sugli occhi per impedire che lui la vedesse piangere, doveva essere una ragazza orgogliosa.

Dai Yidashi, non vale la pena.”

Senza sapere come si ritrovò a consolarla.

“Puoi giurarci.

Uno stronzo del genere non merita le mie lacrime.

Yukari-san…è una difesa, se ti tratta così male.”

fanculo.”

ma a te lui piace.”

Ma io non voglio ridurmi a essere la sua pezza da piedi!”

“Magari però rischi di fare la mia fine…

Cioè io e Sakura, hai presente come siamo messi?”

“Quello è stata colpa tua pirla…Forse”

“Forse?! Credevo ne fossi fermamente convinta.”

“Ero convinta di interessare anche a tuo fratello e mi sono clamorosamente sbagliata, magari anche l’Haruno non è quello che sembra.”

“Questo si chiama mania di persecuzione.”

La ragazza scoppiò a ridere, Sasuke tirò un sospiro di sollievo e l’aiuto a rialzarsi.

Si ributtarono insieme nelle mille luci della metropoli.

 

Finirono davanti a un ristorante, lei non aveva mangiato niente e stav amorendo di fame.

Entrarono e videro Choji, Tayuya, Karin E Keiko seduti ad un tavolo, la fucsia non appena li vide fece loro cenno di raggiungerli.

“Cosa ci fate in giro voi?

Tu non dovresti essere con Itachi?”

“Non nominarlo Tayuya. È uno stronzo

Stasera avrei avuto bisogno di te per distruggerlo o quantomeno sentirmi meno isolata.

Tayuya rimase perplessa.

YUkari…vieni in bagno.”

La fucsia la trascinò via,  non la mollò che nelle toilettes.

“Allora?”

Yukari le riassunse brevemente la serata.

“Allora sia lode a SAsuke..è proprio uno stronzo Uchiha… ma ricordati il triangolo è una forma geometrica con molti spigoli che possono fare male.”

“D’accordo Seth Cohen..

Anche se questa frase non c’entra un cazzo e una parola di consolazione potevi spenderla”

Sbuffando uscì dal bagno.

Fu una serata tutto sommato piacevole, tranne per la conclusione, sulla via del ritorno incontrarono Itachi, lei ringhiò,  Sasuke stranamente la trattene.

Fu una sorpresa.

“Che fai stupido fratello?

Mi porti via la ragazza?”

“SE tu sei talmente stupido da considerarla tale dopo quello che le hai detto.”

“Oh la mia piccola bigotta vuole giocare con due fratelli.”

Fanculo Itachi, sei proprio uno stronzo fatto e finito.”

I due mandavano scintille, ma YUkari non aveva voglia di dividerli o di fare nulla, voleva solo vendetta.

Non c’era giusto , non era corretto, ma era così.

 

 

ANGOLO DELA PAZZIA

 

Allora….

Sono un po’ pigra…quindi mi limito a ringraziare..

 

LA NEE-CHAN(scialla cara, ho tutti i santini con me, santo Syd, San Jhonny, san bob, san kurt e Itachi appeso all’armadio.)

 

TALPINA PENSIEROSA

 

DIANA 88(ciao nuova lettrice^^! Perché dovresti essere pazza?)

 

 

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Capitolo 31
*** 31)WHAT A MESS! ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

31) WHAT A MESS!

 

Tayuya guardava la scena sbigottita, non aveva mai visto i due fratelli Uchiha così arrabbiati e Yukari così indifferente, era assurdo.

“Yuka fai qualcosa.”

La castana la guardò per un’attimo e  la fucsia temette che la mandasse all’inferno, ma poi si mosse.

Sasuke stava per prendere a pugni il fratello, ma Yidashi lo tirò indietro e si mise davanti a uno sbalordito Itachi che aveva a sua volta un pugno alzato.

Fu un’attimo, lei approfittando del suo stupore gli allungò un ceffone sufficientemente forte da farlo vacillare.

“Questo era per prima, amore…

Un’ultima cosa…Vaffanculo Uchiha!”

Si allontanò senza aggiungere alto.

Il gruppetto rimase paralizzato, ma poi si affrettarono a raggiungerla, soprattutto Sasuke.

“Perché ti sei messa in mezzo?”

“Non ci arrivi, eh?

Se la Haruno ti interessa davvero, come pensi le avresti spiegato che hai fatto a botte con tuo fratello per me?

Senza contare che era una mia questione!”

“D’accordo Yidashi…

Forse hai ragione tu….Mi sa che ti devo anche ringraziare.”

“Come ti pare….

IO vado a casa.”

“Ferma! Ti accompagno.”

“Va bene Tayuya.”

La fucsia seguì l’amica, che si era nascosta dietro la maschera della ragazza fredda e silenziosa per non far vedere quanto stava male.

“Yukari…Mi dispiace.”

“A me di più…ma è la vita.

Lo supererò a qualche modo.”

Cominciò a canticchiare una canzone con un tono amaro e triste:

ti aspetto qua, non mancherai,
son solo io e in faccia hai il nome mio
ti aspetto dai, son solo ormai
portami via se il mondo non è a casa mia”

Era “Marea” dei Porno Riviste e non era un bel segno.

 

Sakura ultimamente era strana, si sentiva come spossessata da se stessa, in preda a una rabbia che le era sconosciuta.

Aveva sempre saputo di avere due personalità e sapeva anche che era a causa di quella sua parte timida che Sasuke le aveva fatto dannatamente male.

Sbuffò.

Era una debole, si era ripromessa di non farsi più fregare da quello stupido emo e ci era ricascata.

Stupida.

Era in camera sua, davanti allo specchio, che le rimandava l’immagine di una ragazza pallida, consumata da un fuoco interiore.

“Sakura così non vai avanti!”

[“Sakura-chan…Dimmi una cosa….Ma io ti piaccio?”

“Come persona sei fantastico, come amico sei il migliore che si possa desiderare, sei anche carino, ma Naruto….

Scusami, lo so che ti suonerà brutale, ma forse è meglio che continuare a illuderti…

Non ti amo, mi dispiace..”]

Forse se gli avesse detto di si, sarebbe stato tutto diverso, avrebbe avuto un ragazzo innamorato e non uno stronzo menefreghista.

“Ma piace a Hinata…vorresti davvero spezzarle il cuore?”

“Chi se ne importa! Nessuno ha mai pensato al mio di cuore spezzato!”

“Sei egoista Sakura.”

“Sono stufa di essere buona dannata coscienza!

Voglio essere stronza, voglio che qualcuno soffra come ho sofferto io!”

“Pensi che starai meglio dopo?”

“Non mi importa e non voglio saperlo.

IO sono stanca.”

La sua coscienza tacque e Sakura sorrise con cattiveria, una nuova se stessa era nata e voleva prendersi Naruto per il gusto di farlo.

 

Itachi rientrò a casa, lo schiaffo gli bruciava, ma le parole di quella ragazza continuavano a girargli come un mantra fastidioso.

“Buono a sapersi, deve essere vero perché mi stai guardando dritto negli occhi, verme bastardo.

BHe preferisco mille volte essere una fottuta illusa, che dire le cose che stai dicendo tu.

Me ne vado!”

Scosse la testa.

Era lui ad averla allontanata ed era giusto così, lui doveva stare da solo.

Andò in camera sua, i suoi occhi azzurri freddi continuavano  a tormentarlo.

Perché?

“Tze…ma questa ti ha preso , le altre no…

Altrimenti non faresti tanto lo stronzo….”

La voce di suo fratello gli aveva risposto e forse aveva ragione, me lui non poteva, non doveva avere una ragazza!

Si stese a letto, sentendo un macigno all’altezza del cuore.

Senza nemmeno accorgersene precipitò in un sonno agitato

[Era nelle scale che portavano nella sua vecchi casa.

Saliva i gradini due a due, era contento, aveva preso il massimo dei voti nel tema di giapponese e non vedeva l’ora di dirlo a suo padre.

Stranamente la porta di casa sua era aperta, perché?

Entro cautamente nell’ingresso e poi in salotto.

Trattenne un’urlo disumano.

C’era sangue dappertutto e loro erano stesi per terra.

Stava per lanciarsi verso i corpi dei suoi genitori e di suo fratello quando sentì una voce fredda dietro di lui…]

Si svegliò di scatto, sudato e con gli occhi sbarrati.

Di nuovo quel sogno, di nuovo quei fottuti ricordi che tornavano a galla.

Era per quello che non poteva stare con Yukari.

Era per quello che non poteva stare con nessuna.

 

Nei giorni seguenti la classe assistette ad un piccolo terremoto, Yukari e Itachi si erano mollati e non si rivolgevano la parola, invece Sasuke e Sakura avevano ricominciato a parlarsi.

A essere sinceri Sakura aveva cominciato anche a fare la carina con Naruto, Yukari l’aveva notato, ma preferì stare zitta, non voleva che le dessero della paranoica.

Sbuffò mentre rientrava a casa, carica di borse della spesa.

“Sono a casa nii-san!”

“Ciao Yuka-chan!”

“Ciao Yukari-san!”

La castana notò che in salotto c’erano anche Sasori e Yukiko.

“Ciao.”

“Cosa c’è nee-chan?”

“HO la sensazione che l’Haruno ci provi con Naruto-kun e non vorrei che Hinata ci rimanesse male.”

“Paranoica.”

Come volevasi dimostrare.

“Tua sorella vede molto più di te Deidara-kun!

SE fossi nella piccola Hyuga avrei già detto alla cicca rosa di girare al largo da Uzumaki, si vede lontano un miglio che è in fase distruttiva.

Vuole prendersi il ragazzo e mollarlo, per prendersi la sua rivincita su Uchiha.”

“Yukiko-san…tu si che mi capisci.”

“perché siamo donne e queste le cose le vediamo meglio di voi… bradipi!”

La castana rise.

“Nii-san…io devo vedermi con Michiyo-chan e Keiko-san, puoi mettere via tu la spesa?”

Il biondo fece segno di si con la testa.

“Grazie! Ti amo anche quando sono sobria!”

Uscì di casa di corsa, mentre il biondo imprecava, odiava quella frase.

Arrivò all’appuntamento con la viola senza fiato.

“Scusa Nee-chan!

Scusa Kanezaki-san!”

“ ma va…fa niente…dai andiamo.”

Si incamminarono in una stradina secondaria e la videro.

Sakura Haruno che stava baciando Naruto Uzumaki.

 

ANGOLO DELLO SQUILIBRIO.

 

Si vede che ultimamente Sakura mi sta sui cosiddetti?

Qualcosa mi dice di si…

E Per Itachi, capirete perché fa così il bastardo…c’è un motivo che vi illuminerà….ihihihi

 

Beckill: Nee-chan! Spero che torni presto perché mi annoio di bestia…

Bob amava tutti, soprattutto una certa Maria Giovanna come J.ax..ihihih

Per Itachi c’è un motivo, ma non te lo dico ….buahahahahhah!

In quanto a Sasuke, Yukari lo sta rivalutando come amico e come complice di un futuro piano malefico contro una certa cicca rosa…ops!^^”…ho fatto spoiler!

Vabbuò ti lascio…ciuaoooo!

 

Talpina Pensierosa: si, in effetti l’uomo non lo merita questa cattiva reputazione, ma spiegherò il perché più avanti…

Per il sasu-saku le possibilità che ci siano sono sempre più esili…

Ma non ci sarà il Naru-saku!

MAI!!!!

Spero che continuerai a seguirmi! cIaooo

 

 

Diana 88:Come è che non ti ho mai vista al club della pigrizia? Io sono la pigrizia! XD

Per gli scleri, vabbè non fa niente….

La pazzia fa bene alla salute, preserva dallo stress!

Spero di risentirti ancora!

Ciao!!!!

 

 

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Capitolo 32
*** 32)EVIL PLAN ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

32)EVIL PLAN

 

“Io….io …L’AMMAZZO E POI CI FACCIO UNA POLTRONA IN PELLE UMANA!”

Le due ragazze partirono verso la coppietta, lasciando Keiko paralizzata.

Yukari fu la prima ad arrivare, con un colpo energico staccò Naruto da Sakura e finì per sbatterlo a terra come se fosse stato un sacco di patate.

Michiyo la superò e appioppo un destro in piena faccia a SAKura, che cadde a terra più per la stupore che per la forza del colpo.

Kanezaki ritenne opportuno andare da Naruto per vedere come stava..

“Cos’è successo Kanezaki?”

“Non è successo niente!”

Yukari si voltò verso di loro.

“Ma…”

“Niente ma! Se io dico che non è successo niente, niente è successo!”

Rivolse loro un’occhiata eloquente, Keiko ancora spaventata aiutò Uzumaki ad andarsene, mentre la castana tratteneva michiyo.

“Ferma!”

Allungò un calcio a Sakura, ancora a terra per allontanarla.

“Perché Nee-san’”

“Perché se pesti questa stronza come si merita li avrai tutti contro, dobbiamo sistemarla in un altro modo…”

“Sei una vigliacca Yidashi.”

“Stai zitta cicca rosa! Se ti salvo il culo non è perché ti approvi, solo per permetterci di sistemarti a dovere meglio che con una scazzottata.”

“Che paura…parli come una vera kanjiro.”

“Non prendermi per il culo.

La mia pelle non è lampadata, i miei capelli non sono biondi, ma non ti conviene metterti contro di me lo stesso.”

“Non ho paura di te.”

“Bhe…ti insegnerò ad averne…”

Yukari trascinò via una michiyo ancora schiumante di rabbia, che continuò ad agitarsi anche quando furono all’interno di un bar.

“Perché Nee-san?”

“Ragiona neechan! Meritava di essere ridotta a un grumo sanguinolento di carne, ma se l’avessi fatto ti saresti ritrovata in un mucchio di casini, pensi davvero che quella cicca ipocrita sarebbe rimasta zitta?

Sti cazzi!

Naruto si sarebbe schierato dalla sua parte e non li avremmo più potuti separare, lei avrebbe vinto e Hinata sarebbe stata distrutta.”

“E allora cosa facciamo?”

“Non lo so! Ci devo pensare! Non so come fare a evitare che lei continui a giocarci senza tirarci tutto contro!

Avrei bisogno di….”

“Un piano?”

“Esatto…ma chi?

SASUKE-KUN???”

“ mi chiamano così…”

Senza che se ne accorgessero ilmoro era apparso accanto a loro.

 

Sasuke finalmente aveva le idee chiare, Yukari gliele aveva chiarite e di questo gliene era grato, ora finalmente sapeva cosa voleva.

Voleva Sakura.

Voleva una seconda possibilità con lei.

Aveva finito di raccogliere tutto il suo coraggio quando li vide, Sakura E Naruto.

Lei lo aveva afferrato e aveva iniziato a baciarlo con violenza, qualcosa dentro di lui si era spezzato.

Era stata tutta una finta la cordialità che gli aveva mostrato in quegli ultimi giorni, bell’ipocrita!

Sentì la rabbia farsi largo in lui, relegando il dolore in un’angolo.

Voleva dare loro una lezione, ma vide qualcuno arrivare prima di lui, Yidashi e SAkiyourai.

Ascoltò le parole della castana e l’arroganza di sakura, intanto il suo cervello elaborava frenetico un piano per vendicarsi.

Era folle, ma forse proprio per quello avrebbe funzionato….

Seguì le due ragazze fino al bar ed entrò poco dopo.

“Perché Nee-san?”

“Ragiona neechan! Meritava di essere ridotta a un grumo sanguinolento di carne, ma se l’avessi fatto ti saresti ritrovata in un mucchio di casini, pensi davvero che quella cicca ipocrita sarebbe rimasta zitta?

Sti cazzi!

Naruto si sarebbe schierato dalla sua parte e non li avremmo più potuti separare, lei avrebbe vinto e Hinata sarebbe stata distrutta.”

“E allora cosa facciamo?”

“Non lo so! Ci devo pensare! Non so come fare a evitare che lei continui a giocarci senza tirarci tutto contro!

Avrei bisogno di….”

“Un piano?”

“Esatto…ma chi?

SASUKE-KUN???”

“ mi chiamano così…”

“Perché vuoi aiutarci?”

“Non eravate da sole in quel vicolo e non mi è piaciuto come Sakura-chan si è comportata.”

Abbassò gli occhi e non vide lo scambio di occhiate.

“Volevi dichiararti,Vero?

Ora ti vuoi vendicare, lo capisco, ma potresti pentirtene…”

“No….

Se ascoltate quello che ho in mente capirete che forse un giorno mi ringrazierà.”

La viola alzò un sopracciglio, dubbiosa.

“Spara.”

“non potete fermarla, a meno che le stiate appiccicate tutto il giorno come se foste delle maniache.”

“Quindi?”

“La manderemo via.”

“si, a Timbuctù…magari chiusa in una cassa.”

“IO pensavo all’Inghilterra.”

“Pensi a quelle cose, tipo fai due mesi all’estero in vacanza studio?

È troppo tardi.”

“Ascoltate...in che cosa traballa Sakura?”

“In inglese.

Oscilla tra il cinque e il sei e la Mitarashi non la sopporta da quando ha fatto quell’intervento assurdo a favore della guerra in Iraq.”

“Esatto…immaginate se prendesse un brutto voto nella verifica?

Voi non sapete come sono i suoi genitori, suo padre è un medico che vuole che lei abbia sempre il massimo in tutte le materie e la madre è uguale.”

“Credo di capire dove vuoi arrivare.

La Mitarashi consiglia sempre i viaggi all’estero e con due così è garantito che la manderebbero …solo che …”

“è tardi?

No…partono tra due settimane e il signor haruno è convincente se ci si mette e la Mitarashi ha le conoscenze giuste.”

“Bella teoria…ma a pratica?”

“Lei non ha studiato.

Ha rotto Kanezaki perche le faccia dei bigliettini giusti, così si sente in una botte d ferro.”

“Ma se noi le diamo dei bigliettini sbagliati, lei la farà da schifo e non potrà dire nulla, perché sarebbe come ammettere che ha copiato e la Mitarashi le leverà la pelle di dosso.”

“è perfetto…oggi ci ha detto che saremo i primi a fare la verifica tra le sue classi e che ce le consegnerò in un paio di giorni.”

Sogghignarono…

SAsuke sapeva di avere trovato delle complici adatte sin dal momento in cui era entrato.

“UChiha…sei sicuro?

Non vogliamo che tu ti penta.”

“Vi ho detto di no, sono sicuro.”

Yukari gli rivolse un’occhiata penetrante.

“Allora è deciso…si farà così…”

I tre si strinsero la mano a suggellare il patto.

 

 

ANGOLO DELLO SQUILIBRIO

 

Oggi mi limito a ringraziare:

 

TALPINA PENSIEROSA

 

BECKILL

 

DIANA88

 

JAHEIRA

 

ALI DI PIUME

 

HINANARU

 

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Capitolo 33
*** 33)THE TEXT ***


9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME

33)THE TEXT

Sasuke non credeva a quello che era appena successo, si era appena alleato con due ragazze che fino a pochi giorni prima non sopportava e aveva appena ideato un piano per mandare Sakura in Inghilterra.

La vita era strana…..

Tuttavia non era dispiaciuto, no, stava in un certo senso bene.

Forse era solo un piccolo stronzo con complessi di  onnipotenza, ma credeva di fare anche il bene di Sakura stessa oltre alla sua vendetta.

“Un’ultima cosa….

Come la occupiamo in questi due giorni?”

La domanda di Sakiyourai aveva un senso.

“Uhm…stase chiamo Yukiko-san, mi fingo mio fratello e le dico di spostare le prove a domani.”

“Ok…Meno un giorno..

Poi ci penso io, la testa quadra mi ha chiesto ripetizioni in matematica e io gli farò fare un pomeriggio distruttivo dopodomani.”

“Ok…perfetto.”

“Direi che qui si è detto tutto…Yukari e Michiyo voi fate i biglietti sbagliati.

Avete qualcosa per imitare la calligrafia di Kanezaki?

“Si”

“Bene.”

Uscirono dal bar .

“Ciao!

A domani!”

Michiyo agitò la mano e si allontanò in una direzione, Yukari e Sasuke in un’altra, avevano scoperto di abitare vicini.

La castana rimase in silenzio, stranamente, visto che si era aspettato una predica, delle esclamazioni do gioia, qualsiasi cosa.

Arrivò davanti a casa sua.

“Ok, Yidashi!

A domani.”

“Sas’ke-kun! Sei sicuro?

Voglio dire, so che ti piace e so che ti ha ferito, ma forse dovresti pensarci.

Le appoggiò una mano sui capelli.

“So riconoscere un periodo distruttivo quando ne vedo uno e Sakura è in un periodo distruttivo e voglio impedirle di fare cazzate.

Non voglio che rovini la sua amicizia con Narut-kun e Hinata-chan!

Yukari sorrise.

“Ok, Sas’ke-kun…allora ricordati la telefonata.”

Il moro entrò in casa, deserta come sperava e alzò il ricevitore dopo aver composto un certo numero.

“Buonasera Yukiko-san…

Ti dispiacerebbe anticipare le prove a domani?

“Non c’è problema Itachi-kun! Avviso io gli altri !

A domani!”

“Grazie veramente! Mi hai salvato la vita!

Ciao!”

“Ciao!”

 Depose il ricevitore e sorrise, era riuscito a farsi passare per il fratello.

 

Michiyo arrivò a scuola di buon umore.

Oggi era il grande giorno, non stava più nella pelle.

“Michiyo-chan!”

“Si naruto-kun?”

“Mi farai ripetizioni di matematica?”

“Si certo!

Domani va bene?”

“Si si…

Oggi YUkiko-san ha spostato le prove degli Akatsuki.

“Ok! Allora a domani!”

“Uhuhuhu! È così sarebbe questa la vostra graande strategia…

Michiyo le sorrise, ma non le rispose niente, non voleva che sospettasse nulla, voleva che rimanesse assolutamente basita quando avrebbe visto il risultato…

La rosa, sogghignando si allontanò versol’aula.

“Sakiyourai…”

“Ciao sasuke-kun.”

“Ce li hai?”

si.”

Senza farsi vedere gli passò i bigliettini.

“Quelli di Yukari?”

“Sono nella mia tasca.

Ora vado da Kanezaki.”

La viola lo vide parlare un’attimo con la ragazza, poi si diresse in classe anche lui.

Bene.

Lo vide parlare a Sakura e passarle i bigliettini…era fatta.

 

La verifica non era difficile, yukari faceva scorrere la penna sul foglio ma la sua testa era altrove.

E se avessero fallito?

Cosa sarebbe successo?

Decise di non pensarci e di concentrarsi solo sul foglio, voleva un dieci, non per avere una media alta, non per compiacere la Mitarashi, la sua politica scolastica non prevedeva queste cose, voleva solo umiliare meglio la Haruno.

La campanella suonò, la verifica e le lezioni ebbero termine.

“Facile! Vero Yidashi?”

“Certo Haruno.”

-Vedrai come sarà “facile” tra un paio di giorni, amore…-

“Naruto-kun!!

Il tono falsamente zuccheroso della rosa la disgustò profondamente.

“Usciamo oggi?”

“No Sakura-chan!

Mi dispiace, Yukiko-san ha anticipato le prove…

“E domani?”

“Michiyo-chan mi dà ripetizioni.”

“Dopodomani?”

“Si forse si.”

“Ci conto!”

Yukari prese la cartella e uscì.

-non contarci troppo bella….se le cose vanno come devono andare tra due giorni sarai nella merda più assoluta.-

 

I due giorni passarono in fretta, Sakura bolliva di rabbia, non era più riuscita a parlare a Naruto, dannate mocciose!

Ascoltava, senza pendere appunti una noiosa lezione di matematica, si beccò un rimprovero di Yakushi.

“Haruno…cosa ne diresti di stare attenta?

O pensi che io sia poco interessante?”

Le lenti scintillarono sinistramente, Sakura deglutì, non voleva contrariarlo.

“mi scusi professore.”

Fece finta di prendere in mano una matita e di scrivere, Yakushi parve placarsi.

Finalmente arrivò l’ora d’inglese e già si pregustava la vittoria, un bel dici alla faccia del genietto Yidashi…

salve ragazzi.!

 Le verifiche sono andate bene…tranne alcune eccezioni…

Uzumaki, se ti fossi impegnato un po’ di più saresti arrivato al sei, ma è un cinque e se ti impegnerai potrai recuperarlo.

HARUNO! PER TE NON C’è REDENZIONE! UN DUE!”

Il mondo di sakura crollò, come avrebbero reagito i suoi?

Temeva di sapere la risposta e non era positiva…

 

ANGOLO DELLA DEMENZA.

 

Eccomi, questa volta rispondo sul serio e Diana88 mi sgama…Dannata pigrizia!!XD

 

HInaNaru:Grazie! Sono contenta che ti piaccia! Io mi sono divertita molto a scriverlo…(“Confermo! Rideva come una pazza!nd Itachi)

Spero ti piaccia anche questo! Ciano!

 

Beckill: Nee-chan! Sei pericolosa! Sei proprio una delle armi finali dell’Akatsuki!!!XD

Però le tute da power ranger no, eh?

Odio i fuseaux…trauma infantile…

Vabbè ti lascio…spero di risentirti…ciauoooo!!!

 

Diana88: mi hai sgamato subito insieme alla mia pigrizia!!!ihihih

Eh si, il pugno ci sarebbe stato benissimo, ma poi la piattola avrebbe tirato in piedi una grana infinita…

Sono veramente contenta che ti piaccia!

SAsuke riserva continue sorprese…spero solo di non farlo finire ooc…anche se poi alla fine chissene…molto logico…già..

Alla prossima! Ciuaoooo!

 

Talpina pensierosa: nemmeno io, ma la mia parte malvagia si diverte e allora lasciamola fare…

Che risposta insensata…ma Sakura veramente mi sta sui….ultimamente e in fondo come dice Sasuke, è come se le stessero facendo un favore.

Alla prossima!

Ciaooo!

 

MarlaSinger: ciao nuova lettrice! Lo so che è totalmente illogico, ma le cose della vita non sono logiche…ok…mettendo da parte le cazzate, la verità è che non sopporto Sakura, quindi ho bisogno di liberarmene per un po’, magari a lei, tra l’altro, stando lontano, passa la crisi distruttiva e stiamo tutti meglio.

Altra cosa, volevo provare un crack paring con Sasuke, e un per sakura tenendomi però aperta, giusto un spiraglio,la porta per il SAsu-saku.

È una spiegazione un po’ contorta…mi dispiace.

Spero continuerai a seguirmi.

Ciaooo!

 

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Capitolo 34
*** 34) ***


34

34)?!

 

Sakura ebbe la sensazione di vivere in un’incubo, le parole: “HARUNO! PER TE NON C’è REDENZIONE! UN DUE!” continuavano a girarle per la testa…

Non era possibile, non con i bigliettini fatti da Kanezaki, quella pel di carota era un genio in inglese!

Aspettava  la fine della lezione con impazienza, pensando a come presentare il fatto a suo padre e sperando che non andasse troppo male, due settimane di punizione le sarebbero parse una pacchia…

Haruno!”

L’urlo belluino della professoressa la riscosse.

“SI?”

“Domani voglio parlare con i tuoi.”

Ma!”

“Niente ma Haruno, non era una richiesta, era un’ordine!

Portami il diario!”

Sakura si alzò con la voglia di vivere di un condannato a morte, i suoi genitori l’avrebbero spedita a Timbuctu in una cassa, come in quel vecchio film della Disney.

La professoressa scrisse qualcosa, poi le restituì il diario, ignara che con quello avrebbe decretato la condanna a morte della rosa.

Tornò a posto sospirando, chi c’era dietro a quella disfatta?

La campanella suonò finalmente e la Mitarashi raccolse di nuovo i compiti, ributtandoli poi con malagrazia nell’enorme borsa da insegnante.

Salve ragazzi!

Uzumaki! Ricordati di farti interrogare!

Haruno! Domani voglio vedere la conferma che i tuoi verranno!”

Sakura le sorrise, ma dentro di sé imprecava.

Kanezaki!”

La sua voce risuonò come una fucilata e la rossa si fermò.

“Cosa c’è, haruno?”

“Cosa c’è?

Che cazzo di bigliettini mi hai dato?”

Quella frase la fulminò, c’erano quelle due dietro a tutto!

Afferrò Yidashi, che stava ficcando tutto nel suo eastpack nero, compreso un dieci e la tirò a se.

“è tutta colpa tua stronza!”

Fottiti Haruno! Io i tuoi sudici bigliettini non li ho nemmeno toccati!

“Menti!”

“NO!”

Si voltò stralunata verso l’anoressica.

“I tuoi bigliettini li ho dati a Uchiha!

Lei non c’entra nulla!”

“Troia anoressica , giurami che non stai mentendo!”

“Non ti sta mentendo Haruno, quindi modera il linguaggio.

Lei li ha dati a me, io li ho dati a te, non so che casino tu abbia fatto, ma sei l’unica responsabile.

“NO!

Perché è successo?”

“Perché quello che raccogli semini, tesoro!”

La rossa la guardava furiosa, con lei aveva esagerato.

“SE hai riservato a qualcun altro lo stesso mio trattamento, giuraci che ti succedono queste cose.”

Sakura uscì di corsa, quell’aula era improvvisamente troppo stretta.

 

YUkari uscì poco dopo, sorridendo come una scema.

L’aveva messa al suo posto!

Ce l’aveva fatta! Con lei ce l’aveva fatta!

Appena voltato l’angolo e sicura che non ci fosse nessuno lanciò lo zaino per aria, in segno di giubilo.

“Tu non vuoi solo punire Sakura al posto di Hinata-chan!”

La voce fredda di Sasuke alle sue spalle la sorprese.

In effetti no…

Sai…io so cosa si prova quando qualcuno che non ama il tuo ragazzo arriva e se lo prende giusto per il gusto di farlo.

Quella volta  sono andata in pezzi, non avevo nemmeno la voglia di punire quella stronza e Dio solo sa quando io sia vendicativa, anche se nessuno lo sospetta.

Non voglio che HInata-chan soffra come me e ….credo di volere anche una seconda possibilità per vendicarmi.

“Vuoi vendicarti anche di mio fratello?”

“NO.”

“Sei strana Yidashi.”

“Gli esseri umani sono strani, Saske-kun….

È una verità universale.

Siamo capaci di mandare un razzo sulla luna e poi di ucciderci come bestie.

“Già.”

“Spero che tu non ti sia pentito.”

“No…è tardi per farlo ormai…

Se mi starà lontana forse sarà l’occasione per capire se davvero mi interessa, compresi questi lati negativi inaspettati.”

“Buona fortuna.”

Sperò di non averci messo troppo sarcasmo e si avviò verso casa non curandosi se lui la seguisse o meno.

 

Sakura avrebbe potuto prevedere ogni singolo avvenimento, dalla sfuriata terribile di suo padre, alla punizione, quello che mai avrebbe detto possibile fu quello che successe dopo.

Il signor Haruno arrivò dal colloquio con la Mitarashi con una strana luce negli occhi, che spaventò la figlia.

“Sakura!”

“Si papà.”

“Ho una notizia per te…tra due settimane partì per l’Inghilterra molto probabilmente.”

Co-cosa?!

“Ho parlato con la tua professoressa, lei ritiene che un viaggio all’estero possa farti bene e tra due settimane parte una vacanza studio per l’Inghilterra.

Teoricamente siamo fuori tempo massimo, ma lei può metterci una buona parola.

Ma…”

“Ma cosa?!

La mia non è una richiesta, è un’ordine!

Tu devi avere un’ottimo voto anche in inglese e dato che possiamo permettercelo tu farai questo viaggio che lo voglia o no!”

Si sentì sconfitta e trattenendo le lacrime si ritirò in camera sua.

Addio a tutto…

E fondamentalmente, nella parte più profonda di sé sentiva che era stata lei a mandare in malora tutto.

“Fantastico, Sakura…

Complimenti a te…

Non so come abbiano fatto, ma sono state quelle due e

Cavolo! Giuro che d’ora in poi non mi metterò più contro Yidashi o c’è la discreta possibilità che mi ritrovi a essere davvero spedita in una cassa a Timbuctu

 

“Coosa?!

“Non urlare Ino-pig!”

“Vai in Inghilterra!! Che bello!

Quanto sei fortunata Sakura!”
Ino le rivolse uno sguardo sognante, non capiva come mai Sakura fosse così triste, era una buona opportunità…

“se sei così felice, perché non parti tu al mio posto, eh?”

“Perché mio padre è un fiorista e non un’affermato medico come il tuo, lo sai che non posso permettermelo e che lo sogno da una vita.”

“Oh povera Ino…quanto mi dispiace…”

Il tono acido dell’amica la colpì.

“Anche a me….

Mi dispiace vedere che tu sia in guerra con il mondo!

Dimmelo quando ti passa, eh!”

Ino si allontanò a grandi passi dall’amica, una vacanza non avrebbe potuto che farle bene!

 

ANGOLO DELLA PAZZIA

 

Rispondo alle recensioni, stasera mi sento alquanto invisibile…

No so che titolo dare…che squallore…

 

HInaNaru:già…e l’haruno se ne va! E l’haruno se ne va!

Per la metro sono work in progress, forse non ne esiste una in grado di investire quell’incredibile Hulk rosa…

Vabbè vedrò di sistemarla lo stesso..

Se continui a seguirmi deduco che non sei una grande fan di SAsu-saku

Alla prossima!

 

Diana88: quando una è pigro come me e fa poca azione nella vita reale, per tenersi in movimento si scervella su piani assurdi…

Tra l’altro qst non credo avrebbe funzionato nella via reale^^.

Che altro dire? Grazie! Spero che anche gli altri continuino a piacerti, perché la mia vena creativa va e viene^^”.

Ciaooo!

 

Beckill: Nee-chan non nominarmi le proiezioni ortogonali o mi metto a urlare! Quando dovevo fare quelle dei solidi in prima, le dovevo sempre rifare minimo sei volte, alla fine finivo per bestemmiare come un camallo.

Carine le idee del plotone di noi all’aeroporto…buahahahahhahah!

Sicuramente in matematica sei messa meglio di me, io le parametriche non credo di averle mai nemmeno studiate…

(“ci credo! La matematica è la bestia nera dell’artistico!”Nd Itachi”Si amore…problemi?”ndlay”NO….”ndITachi che deglutisce sotto l’occhiata malvagia di lay.)

Che noia in qst giorni…finirò per ripiombare nella settimana dell’odio…

Che bella la kefia viola e nera…*_*

regalala a Yukari^^”!

Ciaoooo

 

Talpina pensierosa:GraziE! Ti ringrazia anche la mia pare malvagia.

Cmq c’è solo un’ autrice a scrivere qst storia…io!

GraziE! Ciuaoooo!

 

AliDi Piume:vabbè scialla! Grazie per i complimenti e per sakurabhe vedrò cosa farle fare…

Ciaooo!

 

 

 

 

 

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Capitolo 35
*** 35)IT'S NOT TIME FOR ME AND YOU ***


34

35)IT’S NOT TIME FOR ME AND YOU

 

“Yukariiii!!!!

Ce l’abbiamo fatta!”

Michiyo sorrideva, sotto lo sguardo divertito della castana.

“Certo ! Io, te e SAs’ke-kun siamo una forza insieme!”

“Nee-san…”

“Eh?”

“Grazie per non avermela fatta picchiare.”

“Prego!”

“Che noiose che siete…”

“Zitto corvo!”

La viola rivolse un’occhiataccia al moro, non lo sopportava quando faceva il superiore.

“Tsk! Non vedo perché dobbiamo festeggiare!”

“Dimenticavo che sei contro le feste….

Perché abbiamo mandato quella cicca rosa in Inghilterra no?”

“IO ce l’ho mandata e per la cronaca non è ancora partita!”

“Sei dannatamente fiscale emo!”

“Non chiamarmi emo!”

“Preferisci corvo?”

Yukari intervenne a placare gli animi.

“Dai ragazzi..siamo qui per divertirci e non per scannarci!”

“Zitta tu     

“Oh peccato….se sapeste che coppia è appena entrata…”

Michiyo riconobbe alla castana una buona dose di diplomazia, non fece in tempo a finire la frase che entrambi si erano voltati verso la porta.

“Hyuga e Shaoran?!”

“Sconvolto Uchiha?

Qualcuno cucca…al contrario di te…”

“Sakiyourai!!!”

Il moro emetteva vapore dalle orecchie, ma questa volta Yidashi non intervenne e rimase a gustarsi il suo thè, con un’aria un’po tetra.

 

Tenten si sedette al tavolo, era imbarazzata e non ricordava di essersi mai sentita così, nemmeno dopo le sue figuracce da manuale.

Lui la guardava e stava zitto, non reggeva quello sguardo quasi incolore, la faceva sentire un’idiota totale.

“Cosa prendi, NEji-kun?”

“Un caffè.”

“Io…credo che prenderò una cioccolata con panna.”

Ridacchiò imbarazzata.

-Almeno potrò dire di avere avuto qualcosa di dolce stasera.-

“Come va con tuo zio?”

“è il solito vecchio stronzo a cui interessa solo di Hanabi-san.”

Grandioso, lui era più freddo di una cripta siberiana, cosa poteva dirgli?

“Ma sembrava contento dei tuoi voti dell’esame.”

“Detesta la scuola che faccio, la considera da perdenti.”

Desiderò scomparire, infilava una serie di errori dopo l’altro, finalmente arrivò la cameriera a toglierla dall’imbarazzo.

“Allora ragazzi, cosa vi porto?”

“Un caffè.”

“Una cioccolata con panna.”

La ragazza se ne andò e ripiombarono in quel silenzio opprimente.

Cosa doveva fare per scioglierlo?

“Ti piace dottor House?”

“Detesto i telefilm medici.”

“Alicia Keys è brava vero?”

“Bob Marley è infinitamente meglio.”

Tenten cominciò a scoraggiarsi e decise che il silenzio era meglio dopotutto.

Le ordinazioni arrivarono subito, Neji in un sorso vuotò la tazzina, la ragazza invece indugiava, si limitava a guardare la panna e ad avvicinare il cucchiaio come se non avesse il coraggio di mangiarla.

-Dio che schifo….

Non riesco a farci più di due parole e faccio una figura di merda dopo l’altra…-

Finalmente si decise a mangiare e le sembrò di metterci secoli a finirla, sempre sotto quello sguardo scrutatore.

“Neji-kun, vado un’attimo in bagno.”

“Ok.”

Corse alla toilette, spalancò la porta, era deserta per fortuna.

“Dammi una lametta che mi taglio le vene!”

“mi dispiace…le ho dimenticate a casa.”

Si spaventò, ma poi vide che era solo Yidashi che era uscita da una delle porte.

 

Yukari vide che Sasuke e Michiyo riprendevano  a litigare, ma li lasciò perdere, non aveva più voglia di separarli

Guardare Neji e Tenten l’aveva messa in un’umore strano, anche a lei sarebbe piaciuto entrare in un bar con il suo ragazzo, peccato che il soggetto in questione si fosse rivelato un bastardo patentato.

Trangugiò cupamente il suo thè, erano i casi della vita.

“vado in bagno.”

Gli altri non la ascoltarono.

Era in uno dei bagni quando sentì la porta della toilette femminile aprirsi con violenza.

“Dammi una lametta che mi taglio le vene!”

Era Shaoran, la sua serata non doveva essere così bella allora.

“mi dispiace…le ho dimenticate a casa.”

Sobbalzò.

“ah sei tu Yukari-chan…”

“Già, brutta serata?”

“Di merda! Io non so cosa fare, infilo una figuraccia dietro l’altra.

Io tento di parlare e Neji mi stoppa.

È gelido, freddo, tipo la mummia di Tutankhamon.”

“Magari è solo timido…”

“Col cavolo! La verità è che ho perso la mia occasione tanto tempo fa e adesso lui pensa alla tua amica!”

“A chi?”

“Ad Harukaze!

Da quando lei lo ha abbracciato ad Halloween!”

“Più che abbracciarlo, lei lo ha stritolato…”

“Non sottilizzare!”

“Sei isterica! Calmati!

Uno, lei lo ha abbracciato perché stava morendo di paura e tu non ti dare per vinta.”

“E’ LA MUMMIA DI TUTANFKHAMON!!”

“Ok…direi che sei stata cristallina…

Segui il consiglio di Nara-sempai.”

“Qual è? Ti devo cavare le parole di bocca con la tenaglia?”

“Calmati! Senti se non capisci lei suggerisce di baciarlo, da come risponde dovresti capire se gli interessi o meno.”

“E come faccio? L’occasione giusta non si creerà mai!”

“Non servono i violini e cose del genere! Dagli un bacio a sorpresa, se gli piaci risponderà!”

“Grazie!”

“Prego.”

Quando se ne andò tirò un sospiro di sollievo.

“Spero di non averle detto un mucchio di cazzate…”

Uscì anche lei dal bagno e raggiunse gli altri.

“Alleluia! pensavo fossi caduta nel water!”

“Scusate…Gentile come sempre Sas’ke-kun..”

Il moro sbuffò, poi uscirono tutti insieme nelle note fredda.

“Che fre…”

La sigaretta che stava accedendo le cadde per terra, Itachi era dall’altra parte della strada, attaccato u una maledetta Gal bionda, abbronzata ed elegante.

“Tutto bene?”

Michiyo e Sasuke si erano fatti improvvisamente protettivi.

“Si. Può fare quello che vuole, non è più il mio ragazzo.”

Mentiva clamorosamente, le faceva male, eccome se le faceva male, ma non voleva che gli altri la vedessero piangere.

 

Tenten uscì poco dopo insieme a Neji.

“Che bella notte….ci sono tante stelle!”

Il moro non rispose, Tenten decise di buttarsi.

Si avvicinò a lui e lo baciò.

Niente, rimase passivo, ecco la conferma che cercava!

Corse via disperata.

 

Grazie a

 

HInaNaru

 

Diana88

 

Talpina pensierosa

 

Al di piume

 

Nee-chan…Dove sei finitaaa???

 

 

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Capitolo 36
*** 36)COLD NIGHT ***


34

36)COLD NIGHT

 

NEji si chiese se dovesse rincorrerla o meno, gli dispiaceva che ci fosse rimasta male, ma quel bacio gli aveva dato poco, era il bacio di un’amica e nient’altro.

Sospirò, forse avrebbe dovuto rincorrerla, ma se conosceva abbastanza Tenten sapeva che non l’avrebbe voluto.

Era orgogliosa.

Avrebbe pianto sicuramente, ma mai avrebbe voluto che lui la vedesse o peggio la consolasse, sarebbe stato come umiliarla.

Lei aveva capito tutto prima di lui, poteva scommetterci, lei sapeva chi gli interessava, probabilmente la stava maledendo o forse avrebbe maledetto solo  se stessa.

Capelli fucsia, parlata da scaricatrice di porto, mille interessi che lui non capiva, Tayuya Harukaze.

Era esattamente ai suoi antipodi, Tenten, se avesse voluto ascoltare la voce della ragione, sarebbe stata molto più adatta e forse sarebbe piaciuta persino a suo zio.

In quindici anni di vita non era mai uscito una volta dall’immagine di ragazzo assennato, aveva sempre fatto cose logiche e razionali, agito per ilmeglio e si era costruito la reputazione di genietto.

Poteva essere fiero di se stesso, ma quella notte non lo era, voleva essere diverso, voleva mandare al diavolo la razionalità ed effettivamente fece quello.

Non inseguì la ragazza, sentendosi in qualche modo libero e si mise a pensare a lei, a come conquistarla.

Per la prima volta non aveva un piano da seguire e non gliene importava nulla, credeva al destino e se il destino gliel’aveva messa sulla strada gli avrebbe fatto anche capire che fare.

Cominciò a fischiettare “resistenza “ dei famiglia Rossi e si stupì, non era il suo genere di musica, ma quella sera gli sembrava assolutamente perfetta, perché a Tayuya sarebbe piaciuta e perché lo faceva sentire bene, persino un po’…ribelle.

 

Tenten corse finché il fiato non le venne meno, non sapeva dove si trovava, sapeva solo di avere un’aspetto orribile, il mascara e la matita gli erano colati, rendendola simile a un panda.

Era una strada affollata, piena di chioschetti e localini, allegra, la gente andava a divertirsi, non a consolarsi.

Non le importava nulla.

Si infilo in un chiosco, barando sull’età ordinò una birra.

L’alcool non era una buona soluzione, quello che aveva combinato Sakura con Gaara qualche mese prima glielo dimostrava, ma era insensibile anche a quello.

Aveva appena ricevuto la sua prima delusione d’amore e tutto quello che voleva era non pensarci, lasciare che tutto scivolasse via.

La birra arrivò e lei se la scolò, disturbata dal chiacchiericcio degli altri avventori.

Si scolò la seconda e poi anche la terza e la quarta, fino a che non crollò addormentata sul bancone, in un sonno artificiale ed etilico.

 

Yukari si stava avviando verso casa insieme a Sasuke, il moro stava zitto, ma non la mollava un’attimo.

“Sasuke-kun! Piantala di seguirmi come un’ombra!

Vabbè che abitiamo vicini, ma almeno parla, non ho bisogno di una pseudo guardia del corpo!”

“Veramente sei tu che dovresti parlare…”

“E di che? Del tempo? Della ferrovia? Delle elezioni?”

“Di mio fratello ad esempio.”

“E che dovrei dirti?”

“L’hai visto con’altra, davvero non te ne frega niente?”

La mora espirò lentamente per non esplodere.

“Ascoltami…grazie per l’interesse, davvero, ma non ho voglia di parlarne.”

“TZK!”

“Uffa!”

“Vabbè, io vado a casa allora, tu sei arrivata a casa.”

“Si ciao!”

Yukari fece finta di infilarsi nel portone, ma non appena il ragazzo fu abbastanza lontano uscì di nuovo nella notte fredda.

Non aveva voglia che suo fratello e sua madre le chiedessero cosa fosse successo, non aveva voglia di calmare DEidara, ne di sopportare il biasimo di sua madre, a dir la verità non aveva voglia di parlare con nessuno.

Così camminò per quella strada, spazzata dal vento di novembre che smuoveva le foglie  e la faceva rabbrividire, cercando di non pensare, di staccare la spina.

Non aveva voglia di parlare, ma questo non significava che le fosse indifferente, al contrario ci stava malissimo.

Si accorse di essere arrivata al parchetto poco lontano da casa sua, ci aveva giocato mille volte da bambina, si rivide sull’altalena, sullo scivolo.

Forse era stata felice, ma forse no, allora le mancava suo fratello, oggi le mancava il suo ragazzo.

Dannati uomini!

Si accasciò su una panchina e rimase lì a rabbrividire e a cercare di non piangere.

 

Lee camminava allegro per la strada, era di ritorno dalla casa di Gai-sensei che aveva accettato di allenarlo nelle arti marziali.

Quell’uomo era una forza, e lo adorava, ma era stanco, così si fermo in un chioschetto che frequentava da una vita.

“Buonasera signore! Il solito curry della vita!”

La proprietaria, un’adorabile vecchietta che si chiamava Sansho gli sorrise.

“Allora Lee-kun, come va il tuo allenamento?”

“Bene nonna Sansho!”

Il ragazzo si voltò e trasalì…tenten?!

“Nonna Sansho, da quando è lì quella ragazza?”

“Quella che sembra una cinesina? Da una mezz’oretta…

Credo sia ubriaca.”

Lee si alzò e la scosse.

“ten-chan! Cosa ti succede?”

“Non mi vuole Lee-kun! Neji-kun non mi vuole!”

“Scherzi? È cotto di te da secoli!”

“Bhe ti comunico che i secoli sono andati a farsi fottere! Lui non mi ama e non gli interesso! È a lei che pensa!”

Lee rimase sbalordito, non riusciva a raccapezzarsi, Neji aveva sempre amato Tenten chi era questa nuova fiamma ignota?

“Lei chi?”

“La fucsia! Harukaze!”

Tayuya Harukaze?!

“ma non hanno nulla in comune!”

“Mai sentito il detto:” gli opposti si attraggono”?”

Tenten scoppiò a piangere e gli si buttò addosso, lui non poté fare altro che abbracciarla.

“Sono una scema Lee! Una scema integrale! Come ho fatto a non accorgermene?

Perché ho lasciato che me lo portasse via?

È finita, cazzo!

Finita e io non so che fare!”

Lee rimase in silenzio, non sapeva cosa dire e forse non c’era nulla da dire, Neji non l’amava e la realtà non si poteva cambiare.

 

Itachi non rientrò a casa tardissimo, ma Sasuke avrebbe dovuto essere a letto.

Avrebbe.

Il fratello invece era in salotto.

Forse doveva parlargli?

Sperò di no, ma fu puntualmente disilluso , lui non gli toglieva gli occhi di dosso e ciò significava  solo una cosa, era in vena di chiacchiere.

“ Ciao nii-san…divertito?”

“abbastanza…”

“Come è stato farsi quella gal?”

E lui come faceva a saperlo?

“E tu come lo sai?”

“Sono diventato Nostradamus…ti ho visto idiota!

E con me c’era anche Yukari-chan.”

“Ah”

“Solo “ah “ sai dire?”

Itachi incassò in silenzio.

“Solo una cosa fratello…perché hai combinato questo casino?”

“Fatti i cazzi tuoi Sasuke!”

Il maggiore degli Uchiha si sentì pericolosamente esposto, stava per raccontare tutto almeno al fratello, ma non poteva, non doveva o altrimenti l’avrebbe odiato per sempre.

“Sono cazzi miei!

Lei sta male e tu puoi fingere quanto vuoi ma stai male anche tu!

Ti vedo spento e le altre ragazze non ti hanno fatto questo effetto!”

Il fratellino aveva la vista lunga, sperò che non avesse notato che le sue già formidabili occhiate si erano fatte più profonde.

“Non dormi nemmeno, le tue occhiate sono più scure!”

D’oh! Ma chi aveva allevato? Un mini tenente colombo?

“Te lo ripeto…sono affaracci miei scoiattolo!”

“è per i nostri genitori? C’entrano loro?”

“SASUKE CRISTO! NON LO CAPISCI QUANDO DEVI SARE ZITTO, EH?”

Uscì di casa furibondo, non poteva crollare! Non poteva!

E doveva stare lontano da Yukari!

Si allontanò verso il parchetto, cercando frenetico il pacchetto delle sigarette.

Dove era finito?

La vide, rannicchiata su una panchina.

Sentì uno strappo all’altezza del cuore, ma fece finta di niente, tornò indietro e cercò un altro posto dove sfogarsi.

Poteva cercarlo, forse trovarlo, ma non avrebbe cambiato le cose, quella dannatissima ragazza gli piaceva davvero e suo fratello aveva fottutamente ragione.

Purtroppo.

 

ANGOLO DELLA PIGRIZIA

 

Itachi è contorto..uh! se è contorto…

Povera Yukari…

 

Jaheira: certo che sei brava come esorcista! Ti ho già detto cosa accadrà quando Sakura tornerà dall’Inghilterra!

Tu e Gaara è un o’ che non ci siete in effetti, anche Ino, Tema e Shika…mmm devo meditare su come farvi rientrare…

In quanto a Tenten c’est la vie, Neji non la ama…

Ciaooo! Socia!

 

Talpina pensierosa:perché non la sopporti? Che ti ha fatto? appare così poco!

Vabbè! Ti saluto e spero che qst ti piaccia! Ciaoo!

 

Beckill: Nee-san i miss you! Torna presto! Ç_ç

In msn mi annoio…(Itachi e Tamama tentano di confortarla, ma dopo essere stati picchiati desistono.)

Povera ten..ma succede…che farci?

Niente.

In quanto a Itachi, non posso dirti cos’ha in testa, non glel’ho ancora aperta per controllare^^(Itachi impallidisce e scappa)

Ma schersavo!(Itachi riemerge sospirando da sotto il letto di Layla)

Vabbè fatti viva prima o poi! Ciaooo!

 

Diana88: mi dispiace per tenten (abbassa la voce per non farsi sentire) ma avevo detto che era una neji-tayuya.

SE mi sente Ten-chan mi ammazza XD!

SI, prima o poi dirò perché Itachi è così stronzo! Giuro!

Ciaooo!

 

HinaNaru: su su Tenten si riprenderà!^^

Anche  se dico con chi le sue fan mi ammazzano…uhuhuhu!^^”

Alla prossima e grazie!

 

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Capitolo 37
*** 37)WAR! ***


34

37)WAR!

 

“è il gran giorno!”

Yukari le rivolse un’occhiata spenta e Sasuke non la guardò, era ancora risentito per essere stato chiamato “dannatissimo emo” e “corvo che porta sfiga” da lei, Michiyo Sakiyourai, unico membro non depresso del plotone finale per la salvaguardia dell’armonia della classe.

“Dai ragazzi! Stase andiamo all’aeroporto!”

I due non diedero segno di vita.

“raga è il nostro trionfo!”

Yukari fu la prima a scuotersi.

“Ma si dai…Non ha senso che io mi deprima così!

Sas’ke-kun! Levati quel broncio che è poco artistico e stasera fatti trovare pronto alle 19:00!

“Yidashi…sembri tuo fratello!”

“E allora? Abbiamo dei geni in comune non c’è nulla di strano.

“Bene! Allora oggi pomeriggio venite da me…che vi spiego anche matematica già che ci sono…

Scoppiò a ridere vedendo le facce spaventate dei due.

“Ma scherzavo!

Piuttosto perché Tenten è così giù?”

“Sakiyourai….Dove l’abbiamo vista ieri sera?”

“ a un’appuntamento con Neji-kun.”

“Se si presenta con quella faccia significa che l’appuntamento è andato male, magari Hyuga non la ricambia più…”

Ma va! Di chi cavolo potrebbe essere cotto lui se non di lei?”

Yukari tossicchiò in modo sospetto.

“Nee-san tu lo sai e non mi dici niente? Traaaadimento!

Santo Syd aiutami tu! Avanti chi è?”

E io che ne so?”

“parla!”

Yukari fuggì precipitosamente, così alla viola non rimase altro che inseguirla sotto lo sguardo dell’Uchiha, a metà tra il divertito e l’orripilato.

La sua amica non fece molta strada, finì dritta contrò l’Uchiha maggiore, che per non farla cadere per terra la abbracciò.

Quando vide chi era il suo salvatore si scostò furiosa, sibilò qualcosa e se ne andò.

“Itachi Uchiha sei un coglione!”

Michiyo non era molto diplomatica quando doveva insultare e insultava soprattutto chi faceva male alle sue amiche.

 

“yukariiii!”

La mora non si voltò, non aveva voglia di parlare ne di essere consolata.

“YUka-chan! Dai!!

Si fermò e l’aspettò.

“Dai è solo uno stronzo, lascialo perdere o combatti!”

“L’hai vista la tipa di ieri sera?come faccio a combatterla eh?

La investo con un carro armato e poi spero che la polizia non mi sgami?

Cazzo! Non lo capisco e non lo capisco!

Il giorno prima era ok e il giorno dopo è diventato tutto una merda!

Che devo fare?

Io non lo so proprio, prima di metterci una pietra sopra devo avere una spiegazione o smatto!

Alla fine….Non posso lasciarlo perdere finche non saprò il perché di tutto questo, devo sapere se è lui ad essere pazzo o io sbagliata.”

“Allora preparati a mesi di guerra dura, è più facile sfondare un muro a testate che cavare qualcosa a un’Uchiha reticente!”

“Parlerà lo stronzo, parlerà…

Non può tenersi sempre tutto dentro o esploderà!

“Gli UChiha sono pozzi senza fondo che nascondono i loro sentimenti nei recessi più inaccessibili di loro stessi.”

“poetico…Ma anche gli Uchiha sono umani e gli umani si sfogano prima o poi….dammi retta.”

YUkari le fece un sorriso storto.

“Stasera comunque non mi perdo lo spettacolo…scialla…

“Non ne dubitavo…piace a tutti assistere ai propri trionfi, vero?”

“Diciamo che questo è un doppio trionfo o qualcosa del genere….

Ci vediamo stasera!”

 

Yukari prese a braccetto Sasuke e Yukari e corse verso i passeggeri in attesa che chiamassero il volo dopo il check-in, Sakura era appoggiata a una colonna con un’aria truce.

“Ciao Haruno-san!!!

“Oh! Il trio dell’ Ave Maria…Il cleptomane, la cornuta e la piccola e sfigata fidanzata di un baka-neko.”

MIchiyo  fece per sganciarsi  e andare a darle una lezione, ma Yukari mollò la presa prima di lei, in un’attimo che li sbalordì fu davanti alla rosa e le sferrò un pugno in pieno volto.

Fece per avventarsi ancora verso la ragazza a terra, ma SAsuke si riscosse dallo shock e la afferrò per le spalle, bloccandola.

“MOLLAMI SAS’KE-KUN! DEVO DARE UNA LEZIONE A QUESTA PUTTANELLA!

DEVO INSEGNARLE IL RISPETTO perché I SUOI HANNO TOPPATO ALLA GRANDE!

La mora si divincolava tra le braccia dell’Uchiha, scalciando l’aria e incenerendo l’Haruno che la osservava beffarda.

“Uhuhuh! Mi hai spedito in Inghilterra, ma tesoro, non hai vinto per niente…

Il tuo ragazzo è scappato da te….scarto!”

Michiyo l’osservò senza parole e poi guardò la sua amica, il moro si stava impegnando al massimo per trattenerla, stava persino sudando, ma avrebbe ceduto di lì a poco, gli occhi di Yukari mandavano lampi.

Sakura continuò a vomitare cattiverie, la viola decise in un’istante, si avvicinò alla rosa che era ancora a terra in una posa da eroina tragica e le tirò un calcio che la zittì.

SAsuke, con uno sforzo enorme sollevò Yidashi, ancora recalcitrante, se la caricò sulle spalle e finalmente si allontanarono.

Sakiyourai accolse l’aria fresca della sera con un sollievo inimmaginabile, non credeva che potesse andare a finire così e che quella serpe rosa confetto potesse rivelare ancora così tanto veleno.

“SAS’KE-KUN! MOLLAMI CAZZO O GIURO CHE TI AMMAZZO!

METTIMI Giù!!!

Il moro l’accontentò e poi la scosse per le spalle.

“Yukari-chan! Ti prego non fare cazzate!

Lo so che si merita di essere pestata, ma siamo in un’aeroporto e gli sbirri arriverebbero di sicuro se fai casino!”

“NON ME NE FREGA UN CAZZO DELLA POLIZIA! ARRIVASSE PURE IL PAPA IN PERSONA IO DEVO LEVARLE DA QUELLA FACCIA DA TROIA QUELL’ESPRESSIONE DI TRIONFO!!

Sasuke non ebbe altra scelta che darle una sberla per calmarla, per un’attimo terribile Yukari sembrò voler scagliarsi contro di lui, ma poi si fermò.

“Non ti azzardare a farlo mai più UChiha o giurò che te ne farò pentire…”

“Uhuhuh! Parli come una vera teppista Yukari-san…”

Yukiko Nara era accanto a loro.

 

La sempai guardava divertita i suoi compagni di classe, SAkiyourai e UChiha erano spaventati dalla furia gelida ma evidente di Yidashi.

“Cosa cazzo vuoi, Nara sempai?”

Non aveva mai visto quella ragazza così fuori dalla divina grazia, l’Haruno, aveva sempre saputo che in fondo quella piccola bastarda e le sue arie da santarellina era pericolosa, doveva avere colpito duro.

“Su su calma…non so come abbiate fatto, ma avete fatto un lavoro da veri boss…

Perché se potrei saperlo?”

“Perché quella stronza si è slinguata Uzumaki, ben sapendo che lui piace a Hinata-chan.”

“Uhm…l’ho sempre detto che era pericolosa…

Le acque chete sono le peggiori!”

“Tsk!”

Ma tu dovresti calmarti ragazza! Scatenare una rissa in un’aeroporto non è una buona politica.”

La mora sbuffò e si allontanò, Sakura aveva seminato zizzania fino alla fine, davvero una partenza in grande stile….

 

 

GRAZIE A:

 

JAHEIRA

 

DIANA88

 

TALPINA PENSIEROSA

 

BECKILL-NEE-CHAN

 

HINANARU

 

ALIDIPIUME

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 38
*** 38)DAMNED PRIDE ***


34

38)DAMNED PRIDE

 

“Che partenza indimenticabile…”

Sakura si voltò verso il ragazzo che aveva commentato, era alto, magro, con i capelli castani che  stranamente erano irti e tutti tendenti verso sinistra, somigliava vagamente al vecchio Hatake-sensei.

“Garantita da Sakura Haruno, universalmente conosciuta come la regina delle stronze, chiedi in classe mia.”

Il ragazzo rise irritando immensamente la rosa, ancora scossa per l’accaduto e con un bell’occhio nero.

“Senti confettino, puoi ingannare la gente che ti conosce e ultimamente la stai ingannando, visto il ricordino che ti ha lasciato quella tipa, ma non me.

Tu non sei ne la regina delle stronze ne tantomeno felice.”

Tsk! Tu chi sei?

Come fai a conoscermi e a giudicarmi e soprattutto…come ti permetti?

“Frena bella…IO sono Zaku Abumi e faccio la tua stessa scuola, sono un’anno davanti a te e se non sbaglio tu non eri così..”

“Sai la gente cambia…”

“SE vuoi un consiglio le crisi distruttive sono inutili, ti fanno solo il vuoto attorno.”

“Forse ce l’ho già….La gente non riesce a capirmi ne ad accettarmi.”

“Al momento non glielo stai permettendo, qualunque cosa tu abbia fatto per inimicarti quella ragazza, non l’hai detta nessuno e nessuno capisce il tuo cambiamento vero?”

Abumi-san…Stai zitto!”

“La verità fa male, eh?”

“è vero! Ho fatto qualcosa di cui alla fine mi vergogno o dovrei vergognarmi e si, a parte quelli che c’erano all’aeroporto non lo sa nessuno.”

Cosa hai fatto?”

“Ho baciato Uzumaki della mia sezione sapendo che piaceva a Hyuga-chan e quelle sono amiche di Hyuga, ma erano anche amiche mie.”

“E hanno scelto Hyuga.”

“Non avevo dubbi che l’avrebbero fatto, Yidashi e Sakiyourai l’hanno presa sotto la loro ala protettiva e di me hanno sempre pensato che fossi forte abbastanza per riuscire a gestire il fatto che il ragazzo che mi piaceva è un bastardo instabile.”

“ a te piace Uzumaki-san?”

“è un amico, ma sapevo di piacergli, cercavo un po’ di consolazione.”

“Non è comportandoti come ha fatto quello che ti piace che starai meglio…Pensa a te stessa piuttosto, prendi questo viaggio come una vacanza, come un’occasione per stare un po’ con te stessa fuori dalle maschere che ti hanno cucito addosso.”

“Mi mancava uno psicologo…”

Sakura si allontanò raggiungendo la testa della fila, ma le parole di quel ragazzo l’avevano colpita più di quanto pensasse.

 

“Che ci fai qui, Yukiko-sempai?”

Yukiko sorrise, se l’aspettava  una domanda del genere da Sakiyourai, sapeva che era una ragazza sveglia.

“Per vedere cosa stavate combinando..

Non ho mai avuto grande simpatia per Haruno-san, ma non era da lei il comportamento delle ultime settimane.

A me quella è sempre sembrata una gatta morta, che nasconde la sua vera se stessa sotto quell’aria dolce che la fa apparire simpatica, ma ultimamente era aggressiva.

Ha litigato con Ino-chan, Shaoran-chan e Kanezaki-chan e non capivo perché.

Penso sia senso di colpa, sa di avere sbagliato, ma non vuole ammetterlo, anzi non gliene frega niente di ammetterlo.

Uchiha-san! Lo sai che è tutta colpa tua vero?

Tua e della instabilità, se ti interessava avresti dovuto dirglielo, non farti le seghe mentali del tipo.” Mi piace , ma se sto con lei la rovino.”, dannatissimo emo!

E ora cosa pensi di fare?”

“Tu e la diplomazia siete grandi amiche vero?

Ti capita mai di non essere così diretta?

“Rispondimi! L’hai mandata in Inghilterra, come si manda alla casa madre un cellulare che non funziona?

Vuoi il giocattolino riparato?”

Cosa vuoi? Nemmeno tu la sopporti! Non essere ipocrita!”

“Allora Uchiha…Dimmi la fine della telenovela…Lo fai per lei o per riaverla?”

“Non lo so!”

Il moro alzò i tacchi, come YUkiko prevedeva, era tipico di un’Uchiha fuggire davanti alle conseguenze provocate dal loro orgoglio smisurato.

Sempai…Forse hai esagerato…”

“Forse, ma forse se lui fosse stato più chiaro, lei non cui avrebbe provato con Uzumaki e voi non ci avreste litigato.”

“è tardi sempai….E dire che quest’anno era cominciato così bene, ora guardaci, siamo così…separati.”

“Succede Sakiyourai-san…la classe tutta unita è un’utopia, che si formino gruppetti e si creino odi è normale.”

La viola sospirò sconsolata, Yukiko si accese una sigaretta e si avviò con lei verso la metropolitana.

“Come va la band?”

“Male.”

Ma tuo fratello è tornato!”

Itachi-kun è sulla luna, dannato idiota.”

“eh?!

“è sulla luna perché è cotto della tua amica, ma come tutti gli Uchiha ha dei problemi con  sentimenti…. e adesso che l’ho vista all’opera posso capire perché l’abbia colpito e affondato.

Loro hanno bisogno di donne pazienti… ma che siano abbastanza tenaci per continuare a stargli dietro anche quando vanno periodicamente fuori di testa e che siano di acciaio inox per non venire sopraffatte dalle loro personalità nevrotiche e complicate.

Donne con le palle semplicemente.”

“Parli come se fossi stata la ragazza di uno di loro…

“Sono stata la prima ragazza di Itachi-kun.”

“Perché è finita se posso chiedere?”

“Avevamo tredici anni, semplicemente un giorno ci siamo detti che ci volevamo bene, ma che non volevamo più stare insieme perché ci stavamo annoiando.

Siamo rimasti amici e questa volta l’uomo si è innamorato.

Sakiyourai non rispose e si limitò a sospirare, anche lei vedeva la situazione piuttosto brutta.

 

Ino Yamanaka sedeva compostamente davanti a Shikmaru Nara, erano in una sala da thè, ma l’atmosfera di cameratismo che c’era in passato, era completamente dissolta.

“Qual è il problema, Ino-chan?”

“C’è un problema?”

“Direi di si, seccatura…”

Sakura-chan.”

“è partita.”

Si, ma non so perché fosse così arrabbiata.

Ho provato a chiederglielo, ma lei si è chiusa a riccio.

Come faccio ad aiutarla se lei mi respinge, eh?

“Siete donne, è normale che siate seccature e che siate orgogliose.”

-Parli tu di orgoglio?

Da quando ti ha mollato quella bastarda, non si può essere gentili o affettuosi perché altrimenti t’incazzi perché non vuoi la pietà di nessuno-

“no tu sei una seccatura, Nara.. E bella grossa.”

Shikamaru spalanco gli occhi neri e rimase basito, Ino si era allungata verso di lui e l’aveva baciato prima di andarsene, arrabbiata.

Guardò a lungo la porta da cui aveva visto uscire la chioma bionda della sua amica prima di riportare la sua attenzione al cappuccino che gli stava davanti, ormai freddo.

“Mi ha baciato….

Mi ha insultato e poi mi ha baciato…”

 

Yukari entrò in casa senza dire una parola, non aveva voglia di parlare e così dopo avere salutato la madre e il fratello, si diresse in camera e si mise a letto.

Era triste, era depressa, si vergognava un pochino ora che la rabbia se ne era andata, ma era ancora ferita per le parole della rosa, era come rigirare il coltello nella piaga.

Le venne da piangere, ma poi si fece forza e cerco di far finta d dormire, il fratello aveva spalancato la porta e la scrutava per capire se fosse sveglia o meno.

Deidara era dannatamente curioso.

 

“E così Eccomi arrivata in Giappone…

Chissà come sarà la nuova scuola?”

 

RISPOSTE.

 

Talpina Pensierosa: Grazie!^^

e….Abbasso Sakura!!!

 

BEckill: nee-chan! Volevi che Yukari finisse arrestata?

Povera XD!

Vabbè Sakura è proprio una stronza, ma siccome ci deve essere la Sasu-saku la devo di nuovo rendere accettabile (Che palle==)

Uff…ci sentiamo in msn!

Ciaooo

 

Diana88: carina l’idea di Itachi! Ahahahahha!!!

Perché l’aggiorno tardi? Perché di solito inizio a scrivere alle 21:30 e tra distrazioni varie, crisi e il tempo che ci vuole per scrivere arrivano le undici^^”…

Un paio di curiosità mie…ma tu hai la mia età(20 anni…vecchia)?

E sei sudamericana per caso o semplicemente ti piace lo spagnolo?

Anch’io avevo iniziato a studiarlo, ma poi l’ho piantato lì…

Era dura fare altre due ore dopo sei ore di scuola…

Grazie e ciaoooo

 

HInaNaru:Allora eri tu quella con i cartelloni!!!XD!!!

Ti ho vista sai? Ahahahah!

E alla fine è fuori dai piedi almeno per un po’! Evvai!(Alla kogoro)

Ora bisogna pensare ai due piccioncini storditi…

 

Alidi piume: non sottovalutare gli emo, sono come i chihuauah(Quei cagnetti rognosi che hanno un nome impossibile da scrivere), piccoli ma cattivi…

Palle matematica, io la odio e la odiavo…

Per Sakura, Sorry, purtroppo serve(Sasu-saku, insomma mi è stato richiesto e ci tengo ad accontentare quella richiesta) , ma devo pensare ad un modo per vendicarmi di lei…

Idee?

 

Slice:spero che qst capitolo ti abbia aiutato a capire perché nessuno ha spezzato una lancia in favore della cicca rosa..a volte succede.

Per quanto io non ami Sakura ultimamente, hai ragione su quello che hai detto degli amici che non l’hanno aiutata.

Grazie per i complimenti e sono contenta di sapere che ti piacciono i Rancid..Tiiim *_*

Ciaooo

Alla prossima!

 

 

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Capitolo 39
*** 39)NEW GIRL, NEW CHAOS? ***


34

39)NEW GIRL, NEW CHAOS?

 

Ino sgranò gli occhi, non era sicura che ciò che vedeva corrispondesse a verità, non era semplicemente possibile, era fuori dal campo dell’umano.

Shikamaru Nara, misantropo, misogino, perennemente scazzato, stava ridendo e scherzando con una ragazza bionda, terribilmente stilosa nelle meches viola che occhieggiavano.

“Gesù Cristo, i miracoli di prima mattina non farli! La gente non li apprezza e quello te lo potevi pure risparmiare, dato che io quel ragazzo ieri l’ho baciato perché mi interessa.”

“Parli da sola Ino-chan?”

“OH! Yukiko-san!

No, parlo con Dio…guarda.”

La mora seguì lo sguardo della bionda e strabuzzò gli occhi.

“NO.”

“SI.”

“Merda”

“Secca! cosa faccio adesso?

Ieri sera l’ho baciato e oggi ride con un’altra…l’hai mai visto tu ridere con una tipa?

Nemmeno con Temari-san rideva!”

Yukiko si grattò pensosa il mento, nemmeno lei era preparata a questa inedita visione di suo fratello.

“Uhm…avviciniamoci e cerchiamo di capire chi è e cosa vuole, forza Ino-chan!

Io sono con te!”

Nara trascinò Yamanaka verso il fratello e l’illustre sconosciuta, quando furono abbastanza vicine la sentirono dire:”Sa io sono nuova, non conosco nessuno.

It’s difficult for me to understand a country like that….”

“Ciao fratello.”

Il moro si voltò, ma la ragazza nuova lo trascinò via.

“Help me Shikamaru-kun, don’t listen that strange girl.”

Strange girl a me?!

Come diavolo si permette???

IO la distruuuuggoooo!”

Yukiko-san….”

Scialla cara!

Scialla! Giuro sul mio onore che mio fratello sarà il tuo ragazzo.

“E se non gli interesso?”

“Gli interessi….”

 

Yukiko entrò in classe di pessimo umore, quella ragazzina non gli andava a genio, detestava la gente che le dava della strana senza nemmeno averla conosciuta.

Poco dopo arrivò il professor Umino insieme alla nuova.

“Ragazzi, da oggi abbiamo una nuova ragazza.

Viene dal Regno Unito, aiutatela a inserirsi.

“Ciao! Io sono Sydney Browning, spero di trovarmi bene!

Si sedette in un posto libero nelle prime file accanto a Mimichi.

La lezione passò e finalmente poté alzarsi e andare da lei.

Yukari si alzò anche lei per andare da Megumi, osservando per un’attimo l’inglesina.

Piantala di guardarmi Jappa.”

“Ehi! Stavo andando da una mia amica, problemi?

“Odio la gente che mi guarda ficcatelo in testa o sarà peggio per te.”

Tsk.”

Yukari la oltrepassò lanciandole un’occhiata scocciata, lei arrivò poco dopo.

“Ciao, IO sono Yukiko Nara.”

Syd, cosa vuoi?”

“Giù le zampe da mio fratello, non è roba per te.”

“Sentimi bella, io faccio quello che mi pare.”

“Ascoltami, sei una dura vero?

Nella tua vecchia scuola facevi il bello e il cattivo tempo terrorizzando tutti, si?

Bhe…scordatelo.

Io sono qui da più tempo da te, quindi stai calma e non fare casino o vedrai cosa può fare una ganjiro.

“Non sfidarmi, Nara-san…”

“Non sfidarmi tu o ti ritroverai a piangere nei cessi.”

Yukiko fece uno dei suoi terribili sorisetti e poi tornò al suo banco, l’avrebbe rimessa a posto se fosse stato necessario.

 

Sydney sbuffò contrariata, aveva già urtato una sempai, sapendo benissimo che le ganjiro giapponesi potevano essere terribili se prendevano di mira qualcuno, ma il ragazzo con la coda ad ananas le piaceva,

Quando qualcuno le piaceva se lo prendeva, era una regola e non intendeva trasgredirla per paura di una ragazza, lei era stata la boss indiscussa nel suo vecchio liceo, erano gli altri ad avere paura di lei, non il contrario.

Sapeva di essere carina, alta, magra, bionda e con gli occhi viola, le mecche le davano un tocco di alternativo che la rendeva stilosa.

“Ok…Nara-kun…Preparati….”

La ganjiro poteva andarsene al diavolo!

I professori si rivelarono strani, quello di mate era un viscido inquietante che la mise a disagio, quello di giapponese incuteva terrore, il classico adulto da non contrariare e quella di inglese era simpatica, ma ogni tanto andava fuori di testa.

Finalmente le lezioni giunsero al termine e lei raggiunse Shikamaru.

“Ciao Shikamaru-kun! Ti va se andiamo a casa insieme?”

Seeee.”

Yukiko la trafisse con un’occhiataccia, lei replicò con uno sguardo divertito.

“Carina la scola, Nara-kun.”

Si, è ok.”

Uff…è così difficile ambientarmi…

Sai la lingua, i costumi, tutto….

Ti va se usciamo insieme una sera di queste?

“Frena Browning-san….so dove vuoi arrivare e la risposta è: No non mi interessi.”

“Sei gay, per caso?”

“No, immane seccatura, semplicemente mi interessa un’altra ragazza.”

Le venne da ridere, avrebbe fatto bene ad ascoltare la sempai, il ragazzo non avrebbe ceduto alle sue lusinghe in ogni caso, Syd Browning sapeva quando una battaglia era persa.

“Chi è? È della classe?”

“Hai presente la bionda che c’era con mia sorella stamattina?”

“Quella con la frangia che le copriva un’occhio?”

Si. Si chiama Ino Yamanaka.

SE vuoi un consiglio gratuito non metterti contro mia sorella, se si impegna può renderti insopportabile il soggiorno in questa scuola.”

“Ho capito che è una che non scherza.”

“esatto.”

“Buona fortuna, Nara!

Dì a tua sorella che non farò la cretina con te.”

Il moro annuì, Syd si allontanò, aveva fatto l suo primo buco nell’acqua, ma la classe era piena di bei ragazzi….

 

Yidashi-san…qual è il problema?”

Sasori sbuffò esasperato, stavano facendo una ricerca per storia dell’arte, ma il biondo aveva la testa da un’altra parte.

“Ho sbagliato…”

“Cosa?”

“Qualche mese fa ho minacciato SAsuke-kun, gli ho detto che se avesse fatto ancora il cretino con mia sorella gli avrei ficcato un petardo in culo, ora credo di avere minacciato l’Uchiha sbagliato…”

“Sei sempre in tempo a rimediare…”

“Hai ragione, ora vado a cercare Itachi-kun

“Fermo cretino!

Così non aiuti tua sorella! Tra moglie e marito non mettere il dito!”

“Mia sorella non è sposata con quello stronzo e così non si può andare avanti!

Lei sta male!

Devo fare qualcosa!”

Lascia perdere, ti prego…”

Il biondo sbuffo e si rimise a sedere, ma il rosso non era sicuro di averlo fermato del tutto….

 

GRAZIE A

 

SLICE

 

HINANARU

 

DIANA 88

 

TALPINA PENSIEROSA

 

BECKILL NEE-CHAN

 

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Capitolo 40
*** 40)THE MOST BORING GIRL IN THE WORLD ***


34

40) THE MOST BORING GIRL IN THE WORLD

 

Shikamaru Nara sbuffò contrariato, non credeva a quello che aveva appena fatto, qualche mese fa si era ripromesso di non innamorarsi più di nessuno e di giocare solo con le ragazze perché non voleva farsi fregare.

Invece..

Aveva appena respinto una ragazza, dannatamente carina tra l’altro, dicendole che le interessava Ino-chan e purtroppo era vero.

Era stato preso all’amo un’altra volta, era stato colpito dalla sua gentilezza, dalla sua dolcezza e dalla sua pazienza per essergli stato accanto in un periodo orribile in cui era stato orribile.

Dannazione.

Tirò un calcio ad un sasso, forse le gli piaceva persino prima di Temari.

Cosa doveva fare?

Doveva dirlo a quella seccatura?

Arrossì violentemente, ma poi considerò che la prospettiva di farsi seccare da lei a vita non lo terrorizzava, ma al contrario lo faceva sorridere, si immaginava già gli annidi futuri rimproveri e  i suoi tentativi tutti destinati al fallimento di farlo smettere di fumare.

Rise, guadagnandosi le occhiate stupite dei passanti.

-forza SHikamaru fa lavorare il tuo mega quoziente intellettivo e vedi di trovare una strategia per farti notare da lei.

Mmmmh…. Forse mi ha già notato,mi ha baciato, io devo farle capire che Syd non mi interessa…Cosa amano le donne?-

L’immagine di un mazzo di fiore gli balenò in mente, ma era terribilmente imbarazzante, lui non era proprio il tipo.

-ma forse a lei piacciono….ci devo provare! spero che non me li sbatta in faccia..-

Andò in un fioraio, era escluso andare in quello degli Yamanaka, e comprò un mazzo di dodici rose bianche.

Sei innamorato, ragazzo?”

Ebbe la sfortuna di beccarsi il fioraio curioso.

“che seccatura…purtroppo si…”

 Pagò e uscì con il suo bravo mazzo e si diresse verso casa di Ino, pregando che fosse in casa da sola, altrimenti Inoichi Yamanaka gli avrebbe fatto mangiare ogni singolo fiore.

Suonò al campanello degli Yamanaka e cominciò a spostare il peso da un piede al’altro in preda al nervosismo, all’interno si sentiva la ragazza sbraitare poco elegantemente:”Cosa cazzo ti se dimenticato ancora papà, la testa?”

Nascose i fiori dietro alla schiena , lei aprì poco dopo e trasalì, indossava una maglia viola e i pantaloni neri a strisce laterali bianche di una tuta.

“Shi-Shikamaru-kun?!

“In persona.”

“Cosa ci fai qui?”

Senza guardarla negli occhi le buttò tra le braccia il mazzo di rose, era rosso nonostante l’espressione scazzata.

“Che seccatura! Sono venuta a darti questi!

Non ho capito perché ti sei arrabbiata ieri sera, ma mia mamma sbraita sempre che quando un uomo si deve scusare deve sempre portare dei fiori e così eccomi qui.

Insomma, non che mi  interessi, però… cioè…”

Alzò lo sguardo, la bionda era diventata bordeaux e tentava di nascondersi in mezzo al mazzo.

“Uffa che stronzo che sei, nara-kun!

Non sai nemmeno regalare un mazzo di fiori in modo decente, entra!

Non stare sulla porta!”

La ragazza si spostò per farlo passare  e poi corse in cucina, usando la scusa dei fiori, Shikamaru si stravaccò sul divano e si mise a cercare le sigarette per contenere il nervosismo crescente, lei incredibilmente lo capì dall’altro locale.

“Non ci provare Nara-san! Se quando torno ti vedo con una sigaretta in bocca ti picchiò, mio padre mi ammazza se sente odore di fumo.”

Shikamaru rimise docilmente il pacchetto nella tasca del giubbino e iniziò a far tamburellare le dita sul bracciolo del divano.

 

Ino infilò le rose in un vaso in trance, non riusciva a crederci, Shika con un mazzo di fiori? Rose? E poi? Cosa sarebbe successo?

Sarebbero piovuto ramen dal cielo?

Il sole sarebbe sorto al contrario il mattino dopo?

-Calma Ino-chan! Stai schizzando!

Ricordati! Sei bionda, intelligente, figa e soprattutto abituata a queste cose!-

Tornò in salotto con dei bicchieri e del the freddo.

“Grazie, Shikamaru-kun!

Cosa dice l’inglesina di questi fiori?”

“Syd?”

Syd!? La chiamava così? Strinse il bicchiere con forza per imporsi di stare calma.

“Lei! Quante altre inglesi conosci?”

“Non lo so….”

“Come non lo sai? Non sei andato a casa con lei?”

Si, ma l’ho mollata prima di comprare questi e comunque non farti strane idee.”

Stronzo.

“Del tipo? Che te la fai?”

“Che palle Ino-chan! Possibile che tu finisca sempre per essere acida?

Cosa cazzo hai?”

“Sei sensibile come un elefante in cristalleria! Secondo te che cos’ho?”

E io che ne so? Se te lo chiedo vuol dire che non lo so!”

“Imbecille! C’è che sono gelosa! Com’è possibile che un genio come te non ci sia arrivato? Scommetto che non hai capito nemmeno perché!

Sturati le orecchie, mi piaci!”

Ino arrossì e poi ricadde sul divano, gliel’aveva detto! Di più gliel’aveva spiattellato con la grazia di Harukaze nei suoi momenti peggiori!

Sentiva che la stava guardando, ma proprio non ce la faceva a guardarlo di nuovo negli occhi, avrebbe preferito affrontare Morino in un’attacco isterico.

“Aaaaahhh! L’ho sempre detto che eri una pazza manesca Ino-chan!

Ti sembra una dichiarazione questa?”

Furente, alzò lo sguardo verso di lui per insultarlo, nessuno giocava così con lei, ma s accorse che stava sorridendo.

“nemmeno le tue sembravano scuse quando mi hai consegnato i fiori!”

“Possibile che tu debba sempre avere l’ultima parola?”

“è parte del mio fascino…”

“Giusto….ma è una seccatura.”

“nara-kun! Quando una ragazza si dichiara esige una risposta!”

“va bene, va bene…

Ti accordo il permesso per continuare a seccarmi!

“Mmh?!

Alzò un sopracciglio dubbiosa, adorava vederlo in difficoltà e lei non voleva semplificargli le cose.

“Sai, quello che dico sempre, che le ragazze sono una seccatura immane e la tua è la peggiore di tutte.”

Scosse la testa e divenne ancora più rosso, lei sogghignò.

“”Voglio dire, ti dico che puoi essere la mia peggiore seccatura!”

Ino ridacchiò più forte, gli si sedette sulle ginocchia e gli rivolse il suo sguardo da cucciola indifesa.

“Vuoi dire che sono la tua ragazza?”

“AAAAAAhh! Siii!”

“Bravo!Allora ti meriti un bacio!”

Aveva il batticuore mentre si avvicinava  al suo migliore amico per baciarlo.

 

Temari sedeva in un angolo appartato del locale, la ferita che le aveva lasciato la fine della storia con Nara le bruciava ancora, ma sapeva che non c’era più nulla da fare.

Sospirò.

Tuttavia…Detestava vederlo con altre ragazze, Ino le andava bene, era la sua rivale, aveva combattuto con lei e aveva perso, poteva cederglielo, ma non ad altre, non a quell’inglese.

Come richiamata dai suoi pensieri, Sydney Browning entrò nel locale.

“Ehi Browning-san! Vieni qui!”

Si sedette davanti a lei.

Cosa vuoi Sabaku-san?”

“Lasca stare Shikamaru!”

“Non rompere i coglioni e stai tranquilla, a lui non interesso, gli piace la Yamanaka!”

Temari fece una smorfia.

“TI piace.”

Si, ma ho sprecato la mia occasione e in ogni caso io ero tipo un ripiego, voleva già lei.

Vuoi un consiglio?”

“Spara!”

“In questa classe ci sono ragazzi off-limits perché interessano già a delle ragazze, stampati bene i nomi in mente.

I miei due fratelli, Itachi Uchiha, SAsori Akasuna e Naruto Uzumaki, interessa a Hinata Hyuga, sono tipo anni che lei gli va dietro.

“wow!”

Sydney era impressionata.

“Voglio aiutarla e ho in mente come!”

“L’incantesimo della Hyuga ha colpito ancora…

Qualunque cosa tu voglia fare, parla prima con Yidashi o sakiyourai, l’hanno presa sotto la loro la protettiva…

Temari compose un numero al cellulare e passò l’apparecchio alla bionda, era curiosa  di sapere come sarebbe finita….

 

RISPOSTE ALLE RECENSIONI.

 

Talpina pensierosa: La Shika-Ino sarà breve!

A chi punterà Syd è un mistero misterioso…

 

Beckill: Deidara ringrazia, dice che se non fossi con kankuro, ci proverebbe con te XD!

Sta scialla per il neko…Syd starà lontana da lui…

E per il naru-hina…lo sai cosa succede…bubiii*_*!

Alla prossima!

 

Slice:GraziE! Sono contenta di avere una lettrice fedele^^! Spero che qst ti piaccia! Ciao!!!

 

Diana88:Come non ha un gran carattere?

È meglio che non si sia messa contro Yukiko, tu non sai di cos’è è capace quella donna…

Persino Itachi la teme…

Spero che qst ti piace e vedrai Syd si redimerà nei prossimi! Ciaooo!

 

AliDi piume: Dai succede…Per Itachi…Mmmmhh Mi sa che per lui è meglio raggiungere SAkura vista l’aria che tira…no scherzo…lo farò redimere in qualche modo…

 

HinaNaru:Grazii(Me arrossisce!)…Per Syd…in un certo adocchierà Naruto e per sasuke…mmmh non è male l’idea….credo che lancerò un sondaggio per sasuke…

 

 

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Capitolo 41
*** 41)SHY GIRL'S REVENGE ***


34

41) SHY GIRL’S REVENGE

 

HInata Hyuga era furiosa, anche se poche persone l’avrebbero detto, pochi riuscivano a capire o volevano farlo i suoi stati d’animo, era più facile vedere in lei la solita dolce ragazza timida.

Era stata una giornataccia, suo padre l’aveva fatta sentire per l’ennesima volta una nullità prima di farla uscire di casa e poi era arrivato Yakushi proseguire il suo lavoro.

Il professore sapeva che Hinata non era un’ignorante in matematica, ma che semplicemente andava in tilt nelle interrogazioni, lo sapeva il fottuto bastardo eppure l’aveva chiamata lo stesso per umiliarla davanti a tutti.

A ogni domanda che le aveva rivolto era arrossita sempre più senza riuscire ad articolare una risposta, mentre un sorisetto si allargava sempre più sul suo volto viscido.

Hyuga-san devi studiare, hai capito?

S T U D I A R E.”

Aveva scandito lettera per  lettera quella parola come se lei fosse stata una demente, Hinata era arrossita ancora di più.

“Vai a posto.

Ovviamente ti metto un due.”

Era tornata al suo banco schiumante di rabbia, trattenendo le lacrime, perché si era accanito così?

Non aveva ascoltato le parole di consolazione di Kiba, era stanca che tutti la considerassero la ragazzina debole da compatire e da tirare su di morale!

Sbuffò, doveva fermarsi dopo la scuola per fare un recupero di discipline geometriche con il professor Umino, insieme a tutta la classe, non era giornata!

All’ultima ora Morino aveva riconsegnato i temi svolti la settimana prima, aveva preso un misero sei, nonostante tutto l’impegno che ci aveva messo!

Era quindi di umor infernale quando la campanella segnò la fine delle lezioni e tutti cominciarono a tirare i propri o-bento.

HInata-chan! Ma che bel bento! Sei proprio una una brava ragazza!”

Rivolse un sorriso spento a Kiba, sperando che la smettesse di subissarla sempre di complimenti, le era chiaro il suo obbiettivo, se la voleva portare a letto, avrebbe detto la sempai, ma lei non era interessata a lui.

-Perché lui non si accorge di me? cosa devo fare per farmi notare?-

Stava per addentare un sushi quando li vide.

Deglutì e si guardò intorno per cercare conferma nelle sue sorelle nel punk,ma Michiyo stava facendo la fidanzatina con il suo neko e Yukari scrutava torva il vuoto (dannati Uchiha! Perché non giravano con un cartello “nuocio gravemente alla salute” appeso al collo?) così furono i suoi occhi a confermare, Sydney Browning stava ridendo e scherzando con il suo Naruto!

Evidentemente il suo interesse per Nara-kun doveva essere già scemato!

-Calma Hinata-chan!

Conta fino a dieci e rilassati, non c’è niente di male se ci parla!-

Riuscì a malapena ad arrivare a tre, perché la bionda aveva iniziato a imboccare l’Uzumaki, questo era troppo!

Hinata-chan! Dove vai?”

Non si degnò di rispondere a Kiba, ma marciò dritta verso l’inglese e il suo baka, animata da una rabbia mista a gelosia che le dava coraggio.

“Ehi Syd-chan1 lo sai che sei veramente carina?”

Non sapeva di voler fare una scenata fino a che non fu quasi arrivata al banco del ragazzo, perché decise istantaneamente che avrebbe rovesciato quel dannatissimo bento sulla sua testaccia vuota!

Con decisione afferrò la scatola metallica, si avvicinò a uno stupito Naruto e poi gliela rovesciò in testa, divertendosi nel veder cadere il riso e i sushi prima sui suoi capelli, poi sul naso e sul corpo.

Lui la guardò stralunato.

“HI- hinata-chan! Ma perchè?”

“Prova un po’ a indovinarlo! Troppo difficile vero?

Bhe sturati le orecchie Naruto Uzumaki perché sarò cristallina, sono anni che ti sbavo dietro!

È questo il motivo per cui ti ho rovesciato addosso il bento di quella zoccola, ti sei accorto di lei prima di me che mi sono fatta un mazzo tanto per aiutarti in questi anni!

Ecco perché!”

Il silenzio che seguì si poteva tagliare con il coltello, fu interrotto solo dal rumore del bento di Inuzuka sbattuto per terra, da un suo sonoro”merda” e dai suoi passi frettolosi che lasciavano la classe, era arrabbiato il ragazzo!

La Hyuga impallidì improvvisamente, cosa gli aveva detto?

Senza riuscire a controllarsi e dandosi della vigliacca fuggì precipitosamente dalla classe, non sentendo le urla di Uzumaki che la richiamava.

 

Naruto rimase basito, una dichiarazione da Hinata non se l’aspettava e forse era l’unico perché nessuno sembrava particolarmente stupito, solo imbarazzato.

Cosa devo fare?”

Uzumaki! Ma cos’hai nel cervello?

Le pigne?

Ti piace Hinata-chan?”

Si grattò la testa.

Bhe si.”

“ Allora cosa ci fai qui? Vai o ti faccio andare io a calci in culo! Dove la trovi un’altra così paziente e pazza da regalarti una stratocaster?

“Grazie Yukiko-chan!”

“VAAAAIIIII!”

Il ragazzo decise di ascoltare la sempai, sia perché Yukiko Nara non era una tipa che si potesse contraddire in alcun modo, sia perché era felice.

Interessava a Hinata e gli sembrava così strano, una ragazza così carina che sceglieva un disastro ambulante come lui era una cosa incredibile, una cosa in cui non sperava.

Arrivò fino ai bagni delle ragazze, entrò un po’ titubante, e se non fosse stata lì?

I singhiozzi che provenivano da uno dei box gli tolsero ogni dubbio.

HInata-chan?”

Nessuna risposta.

“Lo so che sei li, rispondimi dai…Ti prego.”

Va-vattene Na-naruto-kun.”

Capì in quale box era e si mise davanti alla porta.

HInata, per favore apri.”

Usò un tono dolce per farsi aprire, sapeva quanto era timida.

Naruto-kun…io…Fa finta di non avere sentito niente.”

HInata-chan non voglio fare finta di niente, voglio darti una risposta e voglio farlo guardandoti negli occhi.

Per favore aprì o butterò giù la porta.”

La sentì sospirare finalmente la porta si aprì e lei uscì ancora con i segni delle lacrime, senza guardarlo in faccia.

Il ragazzo deglutì, era il momento.

HInata io….Sono veramente contento di piacerti, a dir la verità non ci speravo.

Cioè, oddio che casino.

Insomma io fino a poco tempo fa sbavavo dietro a Sakura-chan e tu eri la strana ragazza che era sempre gentile, ma poi insomma credo di avere cominciato a vederti sotto una luce diversa.

Quando mi hai regalato la stratocaster ho pensato che non avevo una fottutissima possibilità con te, io sono uno spiantato, tu vieni da una famiglia ricchissima e poi eri carina e io non sono poi questa gran bellezza, ci sono miliardi di ragazzi meglio di me!

Aahhh!!!

Arrossì, lei non disse niente e lui non osava guardarla in faccia.

“Ecco, quello che volevo dire è che……anche tu mi piaci!!

La ragazza rimase in silenzio, lui invece si sentiva male, voleva scappare, voleva baciarla, non riusciva a guardarla in faccia, voleva guardarla in faccia.

Baka.”

Finalmente alzò gli occhi verso la Hyuga, smettendo di saltellare da un piede all’altro, lei piangeva e sorrideva allo stesso tempo.

“Secondo te a me importa se non sei ricco?

Io ti invidio! sei sempre così solare, sorridente, non ti abbatti mai.

Se cadi ti rialzi sempre.

Io invece mi faccio sempre abbattere, non riesco a farmi rispettare da nessuno, tu sei sempre stato il mio modello, ma come hai fatto a non capirlo?

Naruto sorrise, lei sembrava felice, incredula ed esasperata allo stesso tempo.

“Sono una testa quadra, me lo dicono tutti…

Sei sicura di volere davvero uno così?”

“Si! Non ti vorrò più solo quando il sole sorgerà ad occidente!”

“allora non succederà tanto presto…”

“NO.”

HInata  arrossì.

Hinata…posso baciarti?”

La ragazza arrossì ancora di più.

Si avvicinò e le diede un bacio a fior di labbra.

Lei sorrise dolcemente.

“Sognavo questo momento da una vita, Naruto!

Solo una cosa….fatti imboccare ancora una volta da qualcuna che non sia io e te ne pentirai”

Naruto sorrise , abbracciò e le sussurrò :”Succederà solo quando il sole sorgerà ad occidente….”

Sorrise anche la Hyuga, mentre si rannicchiava meglio tra le sue braccia.

 

Grazie a tutti! Davvero!

 

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Capitolo 42
*** 42) THE SHOE ***


34

42)THE SHOE

 

Il professor Umino arrivò poco dopo la fuga, indecorosa a suo parere, dei due novelli Romeo e Giulietta, essere fidanzato non aveva reso Gaara Sabaku meno acido.

L’isterico professore di discipline geometriche depose la borsa sulla cattedra, curandosi tra l’altro di fare più rumore possibile e poi tirò fuori un quaderno su cui avrebbe segnato le presenze per quel dannatissimo pomeriggio di recupero.

“Buon pomeriggio ragazzi, adesso faccio l’appello.”

Attaccò con la lista dei loro cognomi.

“Dove sono Hyuga Hinata e Uzumaki-san?”

Yamanaka levò la mano verso il cielo.

“Sono andati a prendere qualcosa alle macchinette , sensei.”

“Va bene…Sabaku-san vai a chiamarli!”

Il rosso sbuffò e si alzò di malavoglia, trascinandosi annoiato fuori dalla classe, era innegabile, persino un cieco se ne sarebbe accorto, quel giorno gli girava storto ed era suscettibile.

“Maledetti piantagrane! Svegliarsi prima no eh?

Giusto poco prima dell’arrivo di quel isterico patentato di Umino-sensei, accidenti alla testa quadra di Naruto Uzumaki!

Giuro che se non hanno risolto niente o non li trovo a slinguarsi gliene dico a quel bradipo acefalo!”

Smadonnando  raggiunse i bagni delle ragazze, poco gentilmente spalancò la porta e li trovò intenti a sbaciucchiarsi contro le parete.

“Evviva! Mi perdonerete se ho dimenticato i fuochi d’artificio per festeggiarvi!”

Naruto lo guardò stralunato.

“è arrivato Umino Giulietta e Romeo, tornate in classe.”

Uscì sbattendo la porta, poco dopo si accorse che Uzumaki lo stava inseguendo.

“Qual è il tuo problema Gaara-kun?”

“”E chi cazoo ha un problema! Non io!”

“SI bello, raccontalo a un altro.

Spara!”

“Megumi!”

“?!”

“Ecco vedi! Come faccio a raccontarti qualcosa se mi fai quella faccia da pesce lesso Uzumaki-san? Se proprio vuoi saperlo non la capisco!”

“Ma…”

“Non capisci un tubo! A scuola continuiamo a punzecchiarci e fuori non riusciamo mai a vederci E poi si lamenta che non ci vediamo mai!

IO ovviamente non la chiamo, è lei che mi deve chiamare, giammai!”

“Giammai?!”

“Si, Giammai! Riscopriamo la bellezza delle parole arcaiche e obsolete.”

“Gaara-kun, se Shino-kun ti offre qualcosa lo sai che non devi accettarla si?”

“DEEEEFIIICIENTEEEE!”

“Portala fuori a cena, per una volta fai tu il primo passo, non muori mica sai?”

Gaara guardò con rinnovato interesse il biondino.

“Uzumaki-san…Allora hai ancora due neuroni in quel cervello rovinato dall’abuso di ramen! Sai che mi hai appena dato un buon consiglio?”

Uzumaki ridacchiò imbarazzato.

“Lo prenderò come un:”Grazie Naruto-kun”. Gaara sicuro di non avere le mestruazioni? sei talmente acido…”

“Uzumaki, ti do dieci metri di vantaggio.”

“Perché?”

“Perché tra poco ti inseguirò per pestarti.”

Lui si esibì in un dei suoi terribili sorrise finto innocenti e il biondino iniziò a correre come se avesse il diavolo alla calcagna.

 

“Meg-chan!Qual è il problema?”

La mora sbuffò rivolta ad Asami.

“Non c’è nessun problema Asami-chan!”

“Si Invece!”

“Hai scritto la stessa frase tre volte di seguito! Non stai ascoltando Umino!”

“Ok! Sgamata!

Il problema è Gaara.”

“E…”

“A scuola lo vedi anche tu che non facciamo altro che romperci a vicenda e fuori non riusciamo a vederci.

Lui non mi chiama, non mi manda messaggi, niente di niente.

Sono o non sono la sua ragazza? O Forse pensa ancora a Sakura-chan?

In ogni caso io non ho intenzione di fare il primo passo!”

“Per me dovresti provarci! Magari è solo timido….”

“Non lo so…”

“Se gli piacesse ancora Sakura lo lasceresti andare senza combattere?

Vuoi darla vinta a quell’indecisa del cavolo?”

Megumi si grattò la testa, lasciare Gaara?!

Cederlo ad Haruno? Pura fantascienza!

“Megumi Mimichi non si arrende mai senza combattere! E va bene stasera lo inviterò a cena!”

“Così si fa!”

Finito il recupero, miracolosamente senza che il professore andasse in escandescenza, raggiunse Gaara.

“Gaaraaa!”

“Si Mimichi?”

“Stasera ti andrebbe di venire a cena con me?”

“ ’k”

-non metterci troppa energia!-

La mora sbuffò e si attaccò al cellulare per prenotare, quando finì il rosso si era volatilizzato.

 

Gaara arrivò a casa agitato, l’acidità del pomeriggio si era sciolta, ora non sapeva cosa fare.

Una cena era una cosa seria!

Sefosse stato una ragazzina si sarebbe messo a urlare, ma il freddo e cinico Gaara Sabaku si limitò ad aprire l’armadio di scatto.

“Che cavolo mi metto? Ma cosa sto dicendo? IO NON POSSO PARLARE COSì!!! AAAAAHHH!!”

 

“TEmari-chan perché Gaara-kun urla?”

Kankuro ricevette un pugno in testa dalla sorella.

“Perché è innamorato, cretino!”

“Innamorato!?”

Kankuro si grattò pensoso la testa.

 

Dopo lunghe discussioni con sé stesso e parecchi vestiti buttati per terra, optò per una maglietta nera con un teschio rosso, una camicia nera e dei jeans.

Stremato dalle decisioni prese, si svaccò sul letto e finì per addormentarsi.

 

Megumi arrivò al ristorante in anticipo, indossava un vestito nero e delle scarpe con i tacchi alti, voleva stendere il rosso.

“Bene cocco! Ti farò vedere chi è Megumi Mimichi!

Scordati Sakura Haruno!”

Erano buoni propositi, ma divennero presto irrealizzabili, del ragazzo non c’era nemmeno l’ombra.

“Ma dove caspio è?”

Provò a chiamarlo al cellulare, ma suonava a vuoto.

Dopo due ore trascorse a misurare il marciapiede davanti al locale lo vide arrivare trafelato.

“Mimichiiii….”

Non gli lasciò aggiungere altro, come nella canzone di Jovanotti, gli lanciò la solita scarpa con il tacco e poi se ne andò smadonnando.

 

Gaara la raccolse da terra, confuso, sapeva di avere sbagliato.

“ e adesso come rimedio?”

 

 

RISPOSTE ALLE RECENSIONI.

 

Scusate se fa schifo….ma stasera sono un po’ sclerata…

 

Slice; Certo che Hinata se lo merita! È una delle poche ragazze in Naruto a meritare che si realizzino i suoi sogni e sicuramente molto più di sakura!

GraziE! Sono veramente contenta che ti piaccia la mia storia e spero che anche qst capitolo assurdo ti piaccia! Alla prossima

 

Lady_and_Baby: Già! Allleluia! Alleluia! Alleluia! Ora aspetto che si avveri nel manga o legno Kishimoto-sensei.

Ciuaooo!!

 

Ali di piume:HINATA E SASUKE?!o_O

(lay riprende fiato) credo tu ti stia confondendo, nelle mie ficcy quei non staranno mai insieme! IO sono assolutamente e totalmente Naru-hina. C’est la vie.

Sono contenta che ti piaccia cmq.

Io ritengo  che Naruto e Hinata siano assolutamente perfetti insieme.

Ciaoo!

 

HinaNaru:Grazie! Sono contenta che ti piaccia! Finalmente ce l’hanno fatta! YEaaaH! Yatta! Evvai!

Spero che qst ti piaccia! ciao!

 

Kikichan: Grazie! Sono contenta che ti piaccia! Per la sasuke-yukari, ci ho pensato, ho proposto l’idea alla parte di me che è Yukari ma mi ha dato un ceffone(Ahia) e ha detto che pretende ed esige Itachi.

Credo che rimarranno migliori amici, per adesso.

Non so mai bene cosa mi giri in testa e quindi potrei cambiare idea.

Alla prossima^^!

 

Diana88: OH! Roma deve essere strabella! Prima o poi ci andrò anch’io! Spero sia stata una bella gita. Sono contenta che ti piacciano Naru e Hina, sono assolutamente adorabili *_*! W il naru-hina!

Alla prossima!

 

 

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Capitolo 43
*** 43)BAD GIRL ***


34

43)BAD GIRL

 

Quella sera, tra le tante stranezze che Tokio era abituata a sopportare, vide anche lui, Gaara Sabaku, vagare per le strade con una scarpa in mano e lo sguardo instupidito.

Perché Megumi se l’era presa così?

La sua mente gli rispose che chiunque dopo due ore passate ad aspettare qualcuno, specialmente se quel qualcuno era il proprio ragazzo, avrebbe reagito male.

Fece mente locale, per cercare di dare un senso al tutto.

Dopo avere faticosamente scelto i vestiti era crollato addormentato.

Idiota.

Sospirò.

Per una volta avrebbe dovuto ringraziare Temari, se non fosse stato per lei e le sue scosse vigorose,il grande terremoto del Kanto non avrebbe saputo fare di meglio, sarebbe stato ancora spalmato sul suo lettuccio.

Scosse la testa.

Poi cos’era successo?

Aveva bestemmiato come un muratore incazzato, facendo scoppiare in lacrime suo fratello, anche se a essere sinceri non era proprio esatto.

Il cretino si era spaventato sentendolo smadonnare, si era rovesciato addosso del curry bollente e piangeva perché si era perso una  domanda che valeva un sacco di soldi al Milionario, mentre tentava di evitare di ustionarsi ( I curry di sua sorella non erano cibo, ma magma allo stato puro graziosamente depositato su un’innocente piatto di riso.).

Trattenne una risata.

La serata era stata perlomeno divertente fino a quel punto, aveva minacciato Kankuro per avere il suo motorino, fallendo miseramente, aveva litigato con Temari e poi era corso alla fermata della metropolitana.

La scarpa narrava il resto.

Si rabbuiò di nuovo, il suo ragionamento era stato inutile…

Cosa poteva fare???

 

Sasuke guardava tetro il bicchiere di coca davanti a lui, era in un bar con Yukari, in stato catatonico, gentilmente costretto da Michiyo.

Michiyo era una ragazza dalla volontà di ferro, se decideva una cosa bisognava farla, punto e basta, le obbiezioni erano abolite e così eccolo lì con una ragazza che emetteva vibrazioni talmente negative da far appassire una sequoia.

Era da un bel po’ che era così, anche al recupero di quel pomeriggio con Umino si era seduta al suo banco ed era rimasta a guardare il vuoto tutte e due ore, spaventando persino il professore, che non aveva nemmeno avuto il coraggio di rimproverarla.

Stradannatissimo Itachi!

Sbuffò, che suo fratello fosse un’idiota era risaputo, povera Yukari

“Ehi punkabbestia…mi passi i compiti di mate?”

Gnnnnn

“Come la interpreto?”

“Come ti pare…”

“Non li hai fatti….”

“Non li ho fatti….”

Yakushi ti farà un culo quadro!”

Yakushi mi farà un culo quadro.”

Di male in peggio, ora rispondeva come un pappagallo in punto di morte, si impose la calma, ricordando le parole di Michiyo:”Tirala su di morale, dannato corvo emo o sarà peggio per te!”

Quella ragazza non era capace di essere gentile, ma era comprensibilmente preoccupata per la sua amica, dopo il recupero l’aveva sottoposta al test Shandon e “questosichiamaska” in bocca a Yidashi sembrava una marcia funebre.

Doveva trovare un’argomento di conversazione al più presto o sarebbe degenerata la serata,dannazione!

Si maledisse per la prima volta per essere un tipo freddo e poco socievole.

“Hai visto, Yidashi-san?”

“Cosa?”

Usuratontachi e Hinata-san.”

“hai!”

“Non sei contenta?”

Silenzio, l’utente era momentaneamente assente.

“Perché?”

“Cosa?”

“Perché gli altri si e io no.”

Sasuke arrossì, non sapeva cosa rispondere, questo era troppo per lui!

Fanculo Michiyo!

Yidashi…Io vado in b-bagno….”

“Fuggi anche tu, stramaledettissimo Uchiha junior.”

Almeno aveva ottenuto una reazione, era già qualcosa.

Non andò in bagno, ma uscì sul retro del locale e cominciò a frugarsi spasmodicamente in tasca, dov’era finito?

SAsuke Uchiha non fumava e non beveva, ma adorava fare dispetti a suo fratello, era una piccola innocente forma di vendetta e quella sera era riuscito a fregargli il pacchetto delle sigarette.

Ihihi! Starà sclerando a quest’ora…che gioiiiaaa!!

Eccolo.

Con mani tremanti lo aprì, ne tirò fuori una (patetico! Si stava perfino emozionando! Yukari sarebbe morta dal ridere se l’avesse visto in tempi normali.), la stava per accendere quando…vide le stelle!!!

Qualcuno l’aveva urtato con la delicatezza di un bisonte in carica.

“EHIIIII!!!

Vide che il suo investitore era un poveretto che si stava contorcendo ai suoi piedi e poco dopo capì perché, sulla porta si stagliava una ganjiro.

Capelli a caschetto tinti di biondo, abbronzata, in divisa scolastica e aria truce, una teppista da manuale.

“Stronza!”

Inarcò un sopracciglio divertita.

uhuh! Un piccolo emo….che vuoi coglioncello?”

“Per colpa tua mi è caduta la stizza per terra!”

“Poverino.”

Seppe di avere sbagliato tutto, sul volto della bionda si era dipinto un sorrisetto maligno.

“Non sai con chi hai a che fare.”

-Questo è poco ma sicuro…-

Un’Uchiha non aveva mai paura, allora perché la sua mente stava urlando disperatamente il nome di Yidashi come se lei fosse wonderwoman?

No trovò mai una risposta, poco dopo rivide le stelle accompagnato da un dolore sordo al naso.

 

Yukari guardava torva il suo bicchiere di thè, dov’era finito quell’emo codardo?

Non aveva intenzione di fargli da babysitter, era in uno dei suo classici periodi neri e che cavolo!!!

Sbuffò.

Sasuke…preparati a scappare che arrivo, ti pentirai di avermi fatto alzare…”

Si trascinò fino ai bagni, erano vicino alla porta sul retro.

“è aperta…strano.”

Si affacciò dall’uscita e lo vide crollare a terra, l’uomo, SAsuke l’emo figo che non deve chiedere mai, abbattuto da una kanjiro venti centimetri più bassa di lui.

Patetico.

Uscì completamente, la ragazza la guardò e lei la riconobbe, era famosa come Angol Mois per la sua somiglianza al personaggio di Keroro Gunso e per il terrore che incuteva tra i teppisti della zona, ma il suo vero nome era Ai Takamura.

Piantala Mois-sama.

Che gusto c’è a picchiare uno così?”

La bionda scoppiò in una risata franca, non si era arrabbiata.

“Hai ragione…”

Yidashi, Yukari Yidashifaccio l’istituto d’arte in 1A”

“Interessante…quasi quasi torno in scuola sarei in classe con voi…per la prima volta vedo qualcuno di interessante…”

Yukari si sforzò di sorridere, la bionda ne fu soddisfatta e se ne andò, sparendo nel vicolo.

“Ora pensiamo  a questo imbecille…”

Lo fece rinvenire con due energici ceffoni, lui sbarrò gli occhi.

AHia punkabbestia di un Yidashi!”

Chiudi il becco corvaccio!

Come stai piuttosto?”

SAsuke si tastò il naso.

“Per fortuna non è rotto…

Chi è quella ganjiro?”

“Si Chiama Ai Takamura, ma è più nota come Angol Mois

È una delle kanjiro più rispettate.”

“Lo sai mi ha proprio colpito… e non solo con un pugno.”

Yukari non seppe se mettersi a ridere o a piangere…

Che serata assurda…

 

Grazie A tutti e scusate il ritardo^^”.

 

 

 

 

 

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Capitolo 44
*** 44)GAARA'S CRAZY MURALES ***


44

44)GAARA’S CRAZY MURALES

 

Il quartiere dove sorgeva l’Ichirau ramen era un posto tranquillo, non succedeva mai niente, solo Uzumaki vivacizzava la situazione con i suoi schiamazzi, ma quella mattina il quartiere si accorse che c’era qualcosa di insolito.

Sul muro accanto a quello del chioschetto era apparso un murales, di soggetto ignoto, ma alquanto inquietante, con una scritta incomprensibile e un disegno imprecisato.

Chi era l’autore? E perché? E perché proprio lì, tra l’altro?

Nel quartiere se lo chiedevano tutti, ma nessuno trovava una risposta, anche se qualcuno, il matto dell’appartamento 316 A aveva avanzato l’ipotesi che fossero stati i marziani in procinto di invadere la terra.

“per te cos’è Asami-chan?”

“Un cactus coltivato da Yakushi-sama! Non vedi quant’ è aggressivo???”

“A me pare un melone che sta esplodendo! C’è anche una macchia rossa, deve essere per forza sangue!

Asami Amaya e Michiyo sakiyourai guardavano incuriosite il capolavoro.

“ e se fosse una piovra ? Quelle strane cose sembrano tentacoli!”

bho…a me sembra un pappagallo che sta strozzando un serpente…

“E che c’è scritto poi?”

Michiyo strinse gli occhi per leggere meglio.

“IO amo uccidere…credo…”

Mmmmhhh….Amo il ramen?”

Bho…che mistero!

Ma chi l’avrà fatto??

“su questo ci sono pochi dubbi… o uno psicopatico o un alcolizzato all’ultimo stadio o un drogato in crisi d’astinenza….”

“sono tante ipotesi….io dico un’ubriaco!

Lei Teuchi-san che ne dice?”

“Che fa paura…”

Il proprietario del chioschetto si era avvicinato alle due ragazze e si grattava perplesso la testa, non aveva mai visto una cosa così strana e spaventosa.

 

Gaara, fatto raro, arrivò a scuola sorridendo, era fiero della sua opera, Megumi l’avrebbe sicuramente perdonato…

“Ehi Mimichi!”

Tsk!”

La ragazza gli voltò le spalle e se ne andò , con la stessa identica espressione da furia della sera prima, perchèèèè???

Non aveva visto il dolcissimo e meraviglioso murales che gli aveva dedicato???

Mentre meditava sulle stranezze del mondo e su quanto gli artisti fossero incompresi, qualcuno sbattè contro la sua schiena.

Era una ragazzina abbronzata e con i capelli biondi.

“Stai attenta! stramaledetta mocciosa!”

La biondina, ora notava che indossava una divisa scolastica e che probabilmente una ganjiro, lo guardò storto.

“Cerchi rogne, amico?”

“io non sono amico tuo e non rompermi il cazzo! Non vedi che sto meditando?”

Lei per tutta risposta gli allungò un calcio volante che lui schivò, poi si abbassò e colpì la gamba di appoggio, lei volò a terra bestemmiando.

“ te l’avevo detto di non rompermi!”

“Ehi rosso! Sei sul mio libro nero!”

“Anche tu!”

Gaara tornò in classe e si sedette accigliato al suo banco, Megumi era in fondo alla classe e stava gesticolando animatamente con Asahara, probabilmente insultandolo fino alla settima generazione.

Kariiiin!!!

L’urlo di Kanezaki gli perforò un timpano.

Gesù Cristo! Cosa diavolo aveva da urlare?

“L’hai visto?”

“Che?”

Il murales di Jack lo Squartatore!”

“Cosa cosa? Dove?”

“Davanti all’Ichiraku ramen! Qualcuno ieri notte ha pittato una cosa stranissima, non capisce nessuno che cos’ è e che voglia dire, ma dicono che sia opera di un pazzo furioso evaso dall’ospedale psichiatrico!”

Ebbe la sensazione che qualcuno si fosse divertito a infilzarlo con dei kunai come se fosse un puntaspilli, il suo orgoglio sanguinava e reclamava vendetta, tremenda vendetta!

Fece per rialzarsi, ma poi si risedette, non aveva senso dire qualcosa, avrebbero finito per chiamarlo Jack lo Squartatore e lui non voleva fare una strage a scuola, Temari gliel’avrebbe mai perdonato.

- perché appena provo a fare qualcosa di carino faccio sempre delle figure di merda!

Non è giusto!!!-

Sbattè la testa sul banco, nessuno sembrò accorgersene, anche perché in quel momento Uchiha entrò in classe come una furia inseguito da Michiyo che brandiva una cintura…di borchie!

 

Megumi gesticolava furiosa, sotto lo sguardo paziente di Syria.

“ ma ti rendi conto? Due ore di ritardo!

Due fottute ore di ritardo !

Si fosse almeno scusato, invece niente! Stamattina mi saluta allegro e beato come se non fosse successo nulla! Stramaledettissimo Sabaku!!!!

L’urlo belluino di Keiko che blaterava su un murales  fatto da un folle, la interruppe e la fece irritare, era solo una cazzata!

L’aveva visto il murales incriminato, ok era strano, anzi inquietante, ma sicuramente non opera di un folle!

Le lanciò un’occhiata torva e vide il rosso alzarsi e poi risedersi, una cosa alquanto strana perché sembrava che se la fosse presa per la stronzata della pel di carota.

Strabuzzò gli occhi, Gaara aveva appena sbattuto la testa sul banco! Ma perché???

L’arrivo improvviso di sasuke inseguito da Michiyo che sbraitava insulti brandendo la sua famosa cintura, le impedì di soddisfare la sua curiosità.

Eddai Sakiyourai! Non ti incazzare!

Guarda che si è divertita!”

“Ma se è ancora depressa come non so cosa?

Quel bastardo di Fujeda pensa sia in comunicazione con i morti!

Sii uomo e affronta il tuo destino!”

Per tutta risposta il moro saltò su un banco per tornare verso la porta e salvarsi, Megumi ritenne opportuno intervenire, si avvicinò alla viola e le scippò la cintura.

“Su su gente! placcate i bollenti spiriti!

Michiyo! Ma Sasuke ti sembra uno che fa ridere le persone?

Se volevi far ridere Yukari dovevi chiamare un clown o Uzumaki che è lo stesso!”

La viola parve calmarsi e si risedette, Sasuke scese dai tavoli imprecando.

“E dire che una volta la gente mi rispettava!”

“Zitto Uchiha! E ringraziami che ti ho parato il culo invece di rompere!”

Tsk!”

La bufera era momentaneamente passata…

Ma cosa aveva Gaara?

Incuriosita si avvicino al suo banco, lui aveva la testa sepolta tra le braccia incrociate.

“Ciao Gaara.”

Non si alzò nemmeno.

Gnnn!”

“Rispondimi almeno, visto che sono io che ti parlo e non dovrei farlo visto cosa hai fatto ieri sera!”

Un flebile “scusa” emerse sa sotto la testa del rosso, Megumi sbuffò.

“Non metterci troppa energia eh!”

Il rosso alzò la testa di scatto.

“Uffa! D’accordo Mimichi!scusa va bene?

È stato da cretini patentati addormentarsi, anzi andare in coma dopo aver scelto i vestiti!

“Così va già meglio.”

Cos’altro devo fare? Buttarmi in ginocchio ai tuoi piedi?”

“NO! Dimmi perché sei già così incazzato di prima mattina.

“Fatti miei.”

“C’entra il murales?”

Gnnn.”

“GAAARAAA!!

Megumi s’illuminò all’improvviso, come se un’enorme lampadina le si fosse accesa nel cervello.

“L’hai fatto tu vero?”

“Si…era  per te…”

“Per me???

“era tipo una dichiarazione, ma non l’ha capito nessuno!”

Megumi scoppiò a ridere di gusto.

Gaara sei troppo forte!!!

Il rosso fece una faccia risentita, ma poi si unì alla risata.

“Ovvio sono Gaara Sabaku!”

Gli riaffiorò l’antico sorrisino da bastardo mentre l’attirava a sé e la baciava.

Pace fatta e mistero risolto.

 

RISPOSTE ALLE RECENSIONI.

 

Talpina pensierosa: Grazie sono contenta che ti piaccia! Spero che ti piaccia anche qst, sono un po’ in coma mentre lo scrivo…

 

Diana 88:Cavolo! Mi dispiace per l’appendicite! Spero tu stia meglio! Ecco perché non ti vedevo al “club della pigrizia” XD!Stammi bene mi raccomando!

Per gaara..si lo so che è un po’ deficiente, ma io sono più deficiente di lui perché mi diverto a farlo deficiente….e a scrivere una cosa del genere!

Per sasuke…è divertente maltrattarlo sai? È un antistress fantastico^^ ! te lo consiglio^^!

Ciaoooo e alla prossima!

 

Beckill: Nee-chan! Scialla non sono ancora morta! L’erba cattiva come moi non muore mai o ci mette un po’almeno^^.

Per il picchiare sasuke, si è divertente! Vedere l’uomo perfetto pestato da uan ragazzina mi fa ridere malignamente( mi sa che ho bisogno di uno psichiatra…)

Vabbuò ti saluto e grazie della recensione!!

Ciuaooo!

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Capitolo 45
*** 45) AN ORDINARY DAY OF MADNESS ***


44

45) AN ORDINARY DAY OF MADNESS

 

Quel giorno alle undici e trentuno minuti l’istituto d’arte udì un urlo terribile, prolungato e ferino levarsi dalle sue viscere, un’urlo che ormai non aveva più nulla di umano, ma indicava solo pazzia.

Veniva dal profondo, dal seminterrato delle aule di plastiche e per amor della precisione dall’aula dove si conservavano i lavori di creta non ancora finiti.

Chi urlava e perché?

“AAAAHHHH!!! UCCIDERE!!! IO VOGLIO UCCIDERE!!!

SANGUUUEEEE!!

Non c’erano dubbi, solo una persona poteva urlare frasi del genere a squarciagola, tenendosi la testa e arrovesciando gli occhi come un tarantolato: Gaara Sabaku.

Richiamati dal frastuono buona parte dei suoi compagni accorse a vedere cosa diavolo fosse successo di tanto grave da turbarlo così.

“…. Ma sai che è una buona ide spargere un po’ di sangue?

Darebbe un tocco di allegria a questo ambiente cupo e tetro!”

“YUKARIIII!!

Meg strepitò contro la sua amica, in crisi nera e desiderosa di vendetta contro l’universo mondo e corse dal suo ragazzo che continuava a urlare.

“Amore! Cosa succede???”

Amore non rispose e continuò a rendere manifesta al mondo la sua brama di sangue….

-Fantastico! partito per la tangente lui che sbraita e quell’altra che lo appoggia!-

Megumi oltrepassò il ragazzo e vide che sul tavolo era appoggiato un lavoro che avrebbe dovuto avere le fattezze di un’ orsacchiotto(?!), ma che era stato orrendamente deturpato da un’ignoto vandalo.

Ma…”

MI HA ROVINATO IL LAVOROOOOO!!! SANGUEEEE! VENDETTAAA!! DISTRUZIONEEEEEE!!!ERA VENUTO COSì BENE TE…”

Si interruppe di colpo e si accorse che tutti lo stavano guardando, la ragazza iniziò a temere il peggio, era sicura che qualche bertuccia incapace di tenere la bocca chiusa avrebbe parlato, rischiando poi di essere uccisa dalla furia del rosso.

“ MA SI CHIAMA TEDDY!!!

ALLORA GAARA STAVA FACENDO UN’ORSETTO!

GAARA HA UNORSETTOOOOO!!! RAGA GAARA HA UN’ORSETTOOOO!!”

Come volevasi dimostrare Tayuya Harukaze non ce l’aveva fatta a trattenersi e ora dalle orecchie di Sabaku stava uscendo del fumo, una strage era prossima…

Siiii! Che bello ! Botte! Sangue! Catene e manganel!!

Syria-chan porta via Yukari e ….ITACHI UCHIHA SEI UN COGLIONE!”

L’interessato sbuffò.

“Amore…Calmati…

Dai veramente piantala di fare fumo dalle orecchie che poi parte l’allarme anti-incendio ed è una rottura prenderci tutti per mano!

Lo so che è brutto, lo so che la tua reputazione di schizzato sanguinario è andata in pezzi, ma alla fine ognuno ha i propri scheletri nell’armadio, cosa c’è di male nell’avere un’orsetto? Pensa che Tayuya a quindici’ anni suonati dorme ancora con la luce accesa perché ha paura del buio!”

La fucsia arrossì e si fece piccola piccola, desiderosa di scomparire dalla faccia della terra per la vergogna, mentre il rosso sembrava calmarsi.

“Bravo! Sei su una buona strada! Reprimi i tuoi istinti omicidi, Yukari o Michiyo saranno liete di prestarti le loro bamboline voodoo per sfogarti, ma tu stai calmo eh?

Guarda! Questo pacchetto di cookies è tuo se non ammazzi tayuya, ok?”

Il rosso arraffò il pacchetto e si ritirò in un angolo a divorarlo, borbottando oscure maledizioni.

Megumi tirò un sospiro di sollievo.

“Ehi! Asa hai visto come Meg ha sistemato Sabaku? Manco fosse un cane!”

“Con gli uomini è così che bisogna fare Kanezaki!”

Risposero in coro, evento miracoloso, Syd e Yukiko.

“EHI jappa! Non fregarmi la battuta!”

“Non fregarmela tu, miss me-la-tiro-fino-a-Londra-e oltre!”

Le due ripresero a litigare e si diressero in classe.

“Direi che abbiamo un problema…”

Mugugnò Michiyo rivolta a Meg.

“Uno solo?

Se l’esperienza non mi inganna è in arrivo una guerra, Yukari sembra essere diventata l’incarnazione di Mortisia Addams e con Deidara non si può più parlare!”

Mannò Deidy non è messo così male!”

“NO, eh?”

Poco dopo si sentì il biondino strepitare contro un ragazzino che aveva la sola colpa di andare alle macchinette la seguente frase:”Tu che hai da guardare? Somigli troppo all’Uchiha, meriti di essere punito! Preparati che ti ficco un petardo in culo!”

Solo l’intervento di Sasori, che lo stese con una botta sul coppino, lo fece calmare.

“Direi che hai ragione Meg!”

LO SO CHE HO RAGIONE!!! MA NON SO COSA FARE!

SEMBRA DI STARE AL MANICOMIO ORMAI!!

 

Michiyo non poteva che dare ragione all’amica anche perché alle dodici e quarantuno la scuola fu scossa da un altro urlo, se si fosse continuato su quella strada tanto valeva metterci l’insegna clinica psichiatrica invece che di scuola d’arte!

“EEEEEKKKK!!!

OLTRAGIO!!!! MI RAPIRONO L’OMBRETTO!!!!

Ai Takamura, detta Angol Mois, terrore dei teppisti dei dintorni, Kanjiro di primo livello, l’unica ragazza che avesse mai menato mister ghiacciolo Uchiha, stava strepitando con le lacrime agli occhi come una ragazzina isterica.

“Cos’ è s-successo MOis-sama?”

Michiyo si avvicinò cauta alla bionda.

“Qualcuno mi ha fregato l’ombretto perlato!

Sono una ganjiro, fa parte della  mia divisa!

Lo stronzo che me l’ha preso deve paaagaareeee!!

Michiyo deglutì, non voleva essere nei panni dello sfortunato ladro….

“Cazzo! Ma ho capito chi è! Gesù cristo se non l’ ho capito!

SABAKUUUU!!!

La bionda partì alla carica, lasciando la viola basita, cosa sarebbe successo?

La risposta era ovvia, partì una rissa, Takamura iniziò con un diretto sul viso di Sabaku, che incassò, per poi partire alla carica a sua volta.

La classe era ipnotizzata, Tenten decise di aprire un banco di scommesse, che raccolse consensi.

“Io punto questi su Mois!”

Lee sventagliava delle banconote.

“IO questi su Gaara-kun!!

Yukari a sua volta sventolava delle banconote, mentre la cinesina si sfregava le mani sorridendo sorniona.

Uahhh!! Quanti soldi! Con questi riesco a comprarmi la katana che sogno da una vita!

Michiyo non sapeva se ridere o piangere, la pazzia era dilagata del tutto…

“RAGAZZIIIII!!!

Michiyo stava per tirare un sospiro di sollievo, era arrivato un professore…

“ INIZIATE A SCOMMETTERE SENZA DI ME? MALEDETTI!”

Era la professoressa Tsunade, l’unica in grado di dire una cosa del genere…ma cosa avevano tutti oggi?

“Aspettate…ma cosa sto dicendo? DIVIDETEVI IMMEDIATAMENTE!!!

Finalmente la normalità tornò a regnare, la donna divise i due sfidanti e li mandò dal preside Sarutobi, ma Tenten riuscì a tenersi l’incasso e c’è chi giura di averla vista uscire da un negozio di armi brandendo una katana con un sorriso che le andava da un’orecchio all’altro.

 

Vi ringrazio tutti e mi scuso, è corto e magari sembrerà un po’ stupido…scusaaateee^^

 

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Capitolo 46
*** 46)RAIN AND EXCUSES ***


44

46)RAIN AND EXCUSES

 

La scuola sembrava deserta quel pomeriggio freddo e umido di fine novembre, la luce livida entrava dalle finestre del corridoio conferendo un area da fine del mondo all’ edificio.

Ai Takamura rabbrividì e maledisse per l’ennesima volta il suo caratteraccio che l’aveva portata a litigare con quel rosso di Sabaku fino a farla mettere in punizione dal preside Sarutobi.

Litigare, a essere sinceri era un eufemismo perché con quel ragazzo era finita a botte, anche se sapeva che almeno quella volta era colpa sua.

Era stata infantile a rovinargli il lavoro di plastiche, anche se rappresentava un‘ orsacchiotto, soprattutto perché sapeva cosa si provava a vedere il proprio lavoro devastato, lo sapeva perfettamente , l’anno prima era stata sospesa per quel motivo.

Quella cretina di Kin una mattina le aveva fatto trovare il naso che stava modellando completamente appiattito e lei, ovviamente, si era arrabbiata moltissimo e aveva finito con il litigarci e col farsi sospendere.

Era stato un delirio, i suoi l’avevano praticamente crocifissa e lei per tutta risposta si era messa a fare la teppista, marinando la scuola e facendosi bocciare.

-Grande Ai!-

Nervosamente prese in mano lo straccio già imbevuto di detersivo e attaccò a pulire la turca, la loro punizione era stata pulire i bagni per due settimane e quello era solo il secondo giorno…

Sbuffò.

Il primo Sabaku non aveva detto nemmeno mezza parola, facendola sentire in imbarazzo e uno schifo, ora lei, per una strana correttezza che sentiva di dovergli voleva almeno scusarsi.

“Sabaku-san…”

Il rosso grugnì.

“Dovrei dirti una cosa…”

“E dimmela! Così non sentirò più la tua voce fastidiosa Takamura-san!”

“Come fa la tua ragazza a sopportarti?”

Gli era venuta fuori una rispostaccia invece delle scuse, ma anche lui avrebbe potuto essere un pochino più gentile.

“Non sono cazzi tuoi.”

Piatto, deciso, diretto.

L’atmosfera tornò a farsi di ghiaccio, Ai cominciò ad imprecare sottovoce.

 

Gaara era incazzato, per colpa di quella ragazzina esagitata che stava pulendo nel bagno vicino al suo si era beccato una punizione a dir poco fetida.

Pulire i bagni della scuola…Perché non la fustigazione in sala mensa o nell’atrio arrivati a questo punto?

Fece una smorfia e lo zigomo gli fece male, per essere una ragazza picchiava duro Takamura-san, questo glielo doveva riconoscere…

“Sabaku-san…”

Eccola la causa dei suoi mali che lo chiamava, un grugnito sarebbe stato più che sufficiente come risposta.

“Dovrei dirti una cosa…”

“E dimmela! Così non sentirò più la tua voce fastidiosa Takamura-san!”

“Come fa la tua ragazza a sopportarti?”

Gaara sbatte furioso lo straccio per terra, come si permetteva di nominare Meg?

“Non sono cazzi tuoi.”

Sperò che questa risposta la facesse tacere adesso e per sempre, ma si sbagliava…

Una volta puliti i bagni femminili, entrarono in quelli maschili e la faccia della biondina era un trionfo di espressioni contraddittorie, il discorso non era ancora finito, lei moriva dalla voglia di continuarlo, era evidente.

“Sabaku-san…”

“EEEhhh!”

“Scusa.”

Il rosso si fermò di botto e la guardò in faccia, Ai Takamura si era appena scusata?

“Che?!”

“Hai capito bene! Non far finta di essere sordo!

Mi sono scusata!

Sono stata una cretina a farti lo scherzetto dell’orso.”

“Quale miracolo Takamura-san…Come mai?”

“Sono fatti miei perché mi scuso.”

“Va bene, scuse accettate, questo è già una punizione sufficiente non vorrei aggiungerci anche il tuo broncio.”

La biondina fece un mezzo sorriso.

Finalmente il pomeriggio finì, erano le 18:00 quando finalmente uscirono da quel dannatissimo edificio, si era fatto buio e aveva iniziato a piovere.

“Cazzo!”

“Senza ombrello, Sabaku-san? Se non hai paura che ti morda vieni sotto con me…”

Il rosso sbuffò, ma finì per accettare il passaggio, non aveva voglia di prendersi tutta l’acqua da lì alla prossima fermata della metropolitana.

 

Karin mise giù la penna con uno sbuffo, seguito da una poco elegante imprecazione, finalmente aveva finito quei maledettissimi esercizi di matematica!

Yakushi si era sbizzarrito quel giorno, ne aveva dati una marea!

Guardò l’orologio sulla scrivania, segnava quasi le 19:30, era l’ora della telefonata a Keiko, ogni giorno la chiamava per chiacchierare, dire cazzate e soprattutto punzecchiarla per convincerla a mangiare.

Era incredibile, incredibile come si fosse lasciata andare per un bastardo che di lei non meritava nemmeno un’unghia.

Mesi di paranoie e di pianti, mesi a tentare di convincerla che non era lei a essere sbagliata, ma lui a essere uno stronzo patentato, mesi buttati al vento.

O forse no.

Una piccola breccia si era aperta da quella gita alle terme, grazie ad Akimichi, Yidashi e Asahara che l’avevano preso in simpatia e che non facevano sentire Keiko una merda come le sue vecchie compagne.

“Stronze acide! Riderò quando vi ritroverete con il culo a terra.”

Karin era certa che sarebbe successo e che l’avrebbe saputo.

Compose il numero e tirò su la cornetta.

“Ohi Keiko-chan!”

“Ciao Karin-chan!”

“Fatta mate? Il bastardo oggi ne ha dati una cifra, peggiora di giorno in giorno.”

“Mannò lo fa per il nostro bene!”

“KEi! Sei l’unica in grado di difenderlo, sei incredibile…

L’unico motivo per cui Yakushi lo fa è per il suo innato sadismo.”

Sentì l’amica ridacchiare dal’altro capo del filo.

Continuarono a lungo così.

“Keiko-chan…”

“Cosa c’è?”

“Hai mangiato?”

Silenzio dall’altra parte.

“KEiko…Ascoltami…Questa storia davvero non ti porterà a niente! Non lo riavrai indietro! E dammi retta se volesse tornare da te scappa in Patagonia piuttosto che rimetterti insieme!

Quello è capace solo di tirarti a fondo con lui!”

Silenzio…

“Kei! Ci sei?”

“Si…Hai ragione Kari e questa volta lo dico sul serio.

Ci vediamo domani a scuola e grazie di tutto…”

Karin ebbe la sensazione di essere riuscita a smuovere qualcosa e di aver riportato una piccola vittoria, la prima in mesi.

 

Keiko depose la cornetta sul ricevitore, era imbambolata, le parole di Karin avevano toccato un nervo scoperto, le avevano ricordato una cosa, la prima conversazione che aveva avuto con Choji-kun.

[“Pensi di essere forte?”

Lo guardò stranita.

“Forte perché sei capace di resistere alla fame e di esercitare un autocontrollo ferreo?

Perché pensi di poterti plasmare a tuo piacimento come se fossi fatta di cera?

BHe sbagli!”

Un rossore sgradevole le si sparse per le guance.

“Sei debole Kanezaki, perché non sai accettarti ed è per questo che ti odierai sempre anche se dovessi arrivare a pesare trenta chili, ti vedrai comunque grassa.

Vuoi dimagrire per stare bene, ma non ce la farai male.

Qualcosa ti divorerà sempre.”

“E sapientino, qual’ è la ricetta per curarmi?”

“Accettati così come sei e amati così come sei.

SE guarderai dentro te stessa troverai la sicurezza che cerchi e finalmente ti vedrai per quello che sei davvero, una bella ragazza che non ha nulla da invidiare alle altre.”

Lo guardò, forse per al prima volta, senza l’ombra di sarcasmo, un po’ spaurita.

“Sei svenuta perché non mangiavi, quindi vedi di farlo ora.”

Le allungò una ciotola di ramen, lei l’accettò non molto convinta, ma poi lentamente come se temesse che il cibo potesse farle male iniziò a mangiare.]

Allora l’aveva commiserato, aveva mangiato quasi per fargli un favore, ma lui aveva dannatamente ragione!

[“KEiko…Ascoltami…Questa storia davvero non ti porterà a niente! Non lo riavrai indietro! E dammi retta se volesse tornare da te scappa in Patagonia piuttosto che rimetterti insieme!

Quello è capace solo di tirarti a fondo con lui!”]

Sentì le lacrime pungerle gli occhi, anche Karin aveva ragione, l’aveva sempre avuta, era stata sempre dalla sua parte con pazienza.

Era stata davvero un’amica.

“Grazie karin…

Ora tocca a me…”

Senza esitare scese dabbasso e si mise ai fornelli, per la prima volta sentiva di avere fame, una dannata fame.

 

ANGOLO DI LAYLA..BUAAHAHAHHA!

 

Per prima cosa scusate il ritardo…ho avuto un’ispirazione ballerina…

Spero vi piaccia.

Spero di non farvi aspettare altri secoli prima di pubblicare.

Vabbhè poi spero in altre cose, ma non interessa nulla a nessuno.

Sotto con le risposte.

 

HinaNaru: Qualcuno doveva guadagnarci! E Tenten ha appena, cioè insomma ha subito l’onta di vedersi rifiutata da neji, andava consolata…Magari con la katana ci affetta neji, non so (“O_O”nd neji che scappa sotto il letto.)In quanto a Deidara, è troppo un grande, semplicemente qst è l’unico commento adatto a lui.

Ciuao! Alla prossima!

 

Beckill! Ciao nee-chan! Grazie!La mia demenza ha raggiunto un nuovo folle limite…

Non so se esserne felice o no…deciderò.

Gaara ha un’orsetto e Ai si mette l’ombretto, Gaara gliel’ha fregato solo per farle dispetto, almeno credo…

(“IO non metto l’ombretto!” nd Gaara brandendo un machete.”O_o…madonnina mia…ok! Non ti metti l’ombretto….la matita si però^^!””Sei un’autrice cretina!”Nd Gaara”Sei un personaggio maleducato!”Ndlay)

Vabbè la pazzia dilaga e non la ferma più nessuno, spero che qst capitolo ti sia piaciuto, è un po’ più serio.

Non vedo l’ora di leggere “Una band allo sbando!”

Ciaoooo!!!

 

Talpina Pensierosa: Grazie! Sono contente che tu l’abbia  trovato forte e non solo demente^^! Alla prossima!

Ps:come vanno i concorsi?

 

Diana 88: A cosa pensavo? A niente e si legge XD!

Ma dai! Non vale che mi sgami sempre! Pigrizia! Uso involontario di sostanze stupefacenti (Bella questa^^mi ha fatto ridere^^) tra un p0’ indovinerai pure il num della mia carta d’identità XD!

Vabbè dai! Era assurdo come capitolo, talmente assurdo che mi sono sconvolta io stessa e non più scritto XD!

Basta…meglio che me ne vada…

Ciaooo! E alla prossima!

Fatti vedere al club, non essere pigra^^.

(…..ok stasera sono ufficialmente scema.)

 

Ali di piume: Non è proprio così l’artistico…quasi però…

Ho un bel ricordo di una lezione di geometrico in cui una mia compagna ci dirigeva a mo di direttore d’orchestra mentre cantavamo “nella vecchia fattoria”con una squadra e con il profe in classe, assolutamente disperato…

Ah i bei tempi andati…

Vabbè sono contenta che ti sia piaciuto.

 

Ra92: Grazie! Come me nessuno mai, tipo il film di Muccino, non me l’aveva mai detto nessuno^^

GraziE! Spero che qst ti piaccia^^.

 

Jaheira: Genio io, socia? Naaaa!

Grazie dei complimenti^^! Sono contenta che ti sia piaciuto Teddy, magari riapparirà.

(“Sei sicura?” nd Gaara brandendo di nuovo un machete.”Ancora tu?== Non hai nessuno da ammazzare stasera?”ndlay)

Alla prossima socia e grazie ancora1

Kiss

 

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Capitolo 47
*** 47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE ***


47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE

47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE

 

Siii sono qui l'ultima stella sola,

ora vieni su da me con nuovi sogni che crederemo veri insieme.
Se guardi in alto dove vivo c'è una nube di piombo

Divide la mia testa e le stelle

Da tempo un avanzo tossico di questo secolo

Un velo nero come se avessimo qualcosa da nascondere al cielo ed è vero, le stelle le ho viste una notte di tante estati fa

 

Pioveva quella sera di fine novembre.

Una pioggia monotona cadeva senza sosta sulla città, l’acqua correva in rivoli veloci accanto ai marciapiedi e i rari passanti evitavano le pozzanghere lungo il percorso.

Erano le dieci e la gente in strada era relativamente poca, i più erano al calduccio nelle loro case o in qualche bar a cercare di riscaldarsi.

In momenti così Tokio sembrava ancora più chiusa del solito, ancora più ermetica e per quanto potesse sembrare assurdo, era silenziosa, raccolta in stessa, le uniche note di colore erano gli ombrelli.

Lei odiava gli ombrelli, tutti quelli che aveva posseduto si erano qualche modo rotti, come le ricordava irritata sua madre e allora si era arresa, si sarebbe presa tutta l’acqua che i Kami avessero deciso.

Yukari camminava senza una meta precisa, senza voglia di averla, questa meta e in fondo senza nemmeno tanta voglia di essere in giro, ma quando stava così qualsiasi posto era meglio che stare a casa sua, tra le occhiate scettiche di sua madre e quelle ansiose di Deidara.

Quando stava così…lei li chiamava periodi neri, Michiyo settimane dell’odio, i nomi erano diversi, ma la sostanza non cambiava, era depressione.

Pura e semplice depressione, in fondo niente più che una vecchia amica che l’aveva sempre perseguitata.

Si fermò per frugare nella borsa alla ricerca del pacchetto di Camel, sperando che non fosse troppo bagnato e dell’accendino.

Imprecò, come al solito, quando li cercava, finivano in fondo alla borsa e solo dopo diversi minuti riuscì a estrarre il pacchetto malconcio e a ficcarsi una sigaretta in bocca.

Uno scatto, una fiammella e un sottile filo di fumo si alzò, danzando tra le gocce di pioggia, investito dalla luce fredda di un lampione.

Aspirò avida le boccate, mentre si sistemava meglio il cappuccio della felpa,  sprofondava nella kefia e pensava a dove andare.

I bar erano esclusi, fradicia e conciata come una barbona com’era, l’avrebbero messa alla porta senza tanti complimenti.

Si guardò i jeans resi scuri e pesanti dalla pioggia ed escluse anche qualsiasi altro locale che non fosse la sede della caritas o la mensa dei poveri, così decise di lasciarsi trasportare dai suoi piedi.

Forse, loro,avrebbero saputo dove andare, al contrario di lei che viveva con la sensazione costante di non essere mai propriamente padrona di se stessa e della sua vita.

Lei, il più delle volte era come se fosse solo di passaggio.

 

Ora siamo formiche nascoste dalla mediocrità,

Dell'essere seriamente produttivi attivi fra egoismi dietro sorrisi, altruismi televisivi divi e l'inganno dall'eco di un quintale anime da un grammo che dimagriranno di anno in anno sosterranno battaglie che i libri di storia non riporteranno, mai si chiederanno il perchè di questo affanno,ma la mia stella la sua esistenza è senza dubbio la mia favella e fuori abbastanza in studio la sua luce dei miei sogni la radice la sua voce qui vicino fino al cuscino che mi dice:
Siii sono qui l'ultima stella sola, ora vieni su da me con nuovi sogni che

crederemo veri insieme.

Il brodo bolliva allegramente, sprigionando spirali di vapore e un’odore delizioso,  la pasta cuoceva tranquilla in una pentola li accanto.

Keiko , con un cucchiaio di legno in mano, guardava il pesce che bolliva insieme al brodo, per la prima da volta da secoli era di buon umore.

Il rumore della  pioggia che batteva sul tetto della mansarda dei suoi stranamente  non la disturbava, ma la rassicurava, le dava il ritmo giusto.

L’aveva sempre odiato quel rumore, le era sempre sembrato un’intrusione non richiesta nella sua vita perfetta, l’aveva sempre considerato uno sbaglio.

Credeva che la vita dovesse essere fatta solo di giornate di sole, perfette e calde, non capiva che per apprezzarle serviva la pioggia.

La vita era fatta di contrasti, per essere banali.

Sorrise.

La telefonata di Karin le aveva fatto capire tante cose, in primo luogo che lei non era perfetta e non doveva nemmeno esserlo come si era ostinata a credere a lungo e poi finalmente aveva capito lui.

Lui, quel piccolo nodo che aveva sempre avuto in fondo alla gola, che non era mai riuscita scacciare e che la faceva sempre sentire insicura.

Non era un segno di debolezza, era l’unico modo che aveva lasciato alla sua vera se stessa di esistere, di combattere per non soccombere.

Affondò il cucchiaio nel brodo e se lo portò alla bocca, il ramen sarebbe venuto benissimo.

Si era anche ricordava che prima le piaceva cucinare, perché non riprovarci?

Maledisse le scuole medie e l’adolescente che era stata, ma poi si rese conto che era tuttora un’adolescente.

-Fanculo all’adolescenza, in generale, allora…-

 

Tra continui cambi di mood e di look, con emozioni fast-food la guerra non cessa e le Tv non mandano troup come dei sub con le bombole quasi esaurite volendo le stelle cercandole ora sono sparite, guarda come le persone sono sole sedute sulla cime delle loro torri di Babele una stella è caduta per ogni tragedia taciuta, ne cade una per ogni ingiustizia subita per ogni insulto alla vita e ogni volta in salita avvolte ascolto a fatica la sua voce amica ma le arriva quando perdo la strada chiudo gli occhi credo che esista e lei cantando mi guida

Sasuke  era seduto al bancone dell’Ichiraku ramen, scazzato, con in mano un bicchiere di coca cola perché Teuchi-san nonostante i suoi strepiti si era rifiutato di servirgli un birra.

Come diavolo faceva Yukari-chan a convincerlo?

Ripensò per un’attimo alla mora e a con chi condivideva dei geni e gli parve di intravedere la soluzione, lei era sicuramente più calma di Deidara ma quando si infuriava diventava persino più pericolosa del biondo.

Che Teuchi-san avesse paura di lei?

Scosse la testa e riprese a scrutare il fondo del bicchiere, aveva evocato il terribile fantasma di Yukari Yidashi e ora non riusciva  a liberarsene visto che ormai era legato a doppio filo agli umori neri del fratelo.

Itachi poteva negare e lo faceva ogni santo giorno che i kami aggiungevano alla sua insulsa vita, ma stava male perché si era accorto che Yukari non era come tutte le altre, nessuna di loro era così assolutamente manesca, fuori di testa, ironica, tagliente, ma di una dolcezza unica come era lei, a eccezione forse dell’antica Yukiko, il primo amore del fratello.

Yukari poteva mettere la maschera della fredda e regale indifferenza ed era quello che stava facendo e tutti quelli che aveva provato a togliergliela avevano passato un bruttissimo quarto d’ora, ma stava malissimo anche lei, anche se si sarebbe fatta torturare piuttosto che ammetterlo.

Solitudine contro solitudine.

Muro contro muro.

Ognuno sulla sua torre di Babele, così cantava quel genio di J. Ax in una vecchia canzone, aveva dannatamente ragione, purtroppo e lui l’aveva sperimentato sulla sua pelle trovandosi in mezzo a  quei due.

“Teuichi-san! Una birra por favor!”

Si voltò per vedere che diamine fosse e rimase basito, era di nuovo lei!

La gal che l’aveva pestato!

“Che hai da guardare, emo?”

“Guarda che ho un nome, cretina!”

Lei alzò un sopracciglio.

“Dovrei conoscerlo, coglione?”

“Sto in classe con te, poi fa tu…”

Sentì il suo sguardo scrutarlo.

“Aaspetta…Ci sono…Uchiha!”

“In carne e ossa”

“E capelli a culo di gallina…”

“Ma come siamo simpatiche Takamura-san…Sabaku-kun ti ha contagiato?”

Lei arrossì e lui, Gloria all’altissimo, sentì tornare il vecchio e bastardo Sasuke Uchiha.

“Che carina…Arrossisce….”

Lei scrocchiò minacciosamente le nocche.

“Non prenderti troppe libertà moccioso o non ti riconoscerà nemmeno tuo fratello dopo che ti avrò pestato.”

“Uhuhu, fai la voce grossa, ma accetta un consiglio…Stai lontano da Sabaku-san o altrimenti dopo che sarai finita tra le grinfie di Mimichi-san non ti riconosceranno nemmeno come essere umano…”

Lei ringhiò qualcosa e lo ignorò concentrandosi solo sulla sua birra.

Il moro sorrise, dopotutto era stato interessante, decisamente la biondina gli interessava, visto che da sola aveva scacciato i due fantasmi.

 

Siii sono qui l'ultima stella sola, ora vieni su da me con nuovi sogni che crederemo veri insieme, oltre le mediocrità, oltre le mezze verità, sopra nuvole come prigioni sulla vostra libertà, pregandomi di credere a quanto grande puo' essere io resto qui finchè quando qualcuno crede in me.

 

Era ufficiale.

I suoi piedi erano stupidi come lei, se non di più, l’avevano portata nel parco vicino a casa sua, il luogo dove si rifugiava a piangere dopo ogni batosta subita, ogni sconfitta, ogni momento di depressione.

Neji Hyuga avrebbe parlato di destino, ma il cugino di Hinata-chan era universalmente riconosciuto come un pirla e la sua opinione non valeva.

Si trascinò stancamente verso la sua panchina, incurante del fatto che fosse bagnata, visto che lei ancora più bagnata, l’indomani le sarebbe cresciuto del muschio nei polmoni…

Sbuffò, mentre si sistemava.

Non le importava nulla del domani, di come sarebbe stato e se si fosse ammalata.

Fanculo.

Una sola domanda le girava nella testa:”Perché?”
[Yukari
sorrise, poi si senti trascinare via da qualcuno, Itachi per la precisione.

“Ehi marmotta! Dove mi porti?”

Era diventata rossa anche lei, mentre Michiyo le rivolgeva un sorrisetto.

“ a vedere una cosa.”

“C-cosa?”

“E stai zitta!”

SE la caricò in spalla, Yukari sentiva il suo cuore rimbombare, temeva sarebbe esploso da un momento all’altro, quel ragazzo le faceva quell’effetto.

“I-itachi! Mollami!”

Erano in giardino adesso, ma lui sembrava non darle retta lo stesso.

“Non ti mangio mica…”

La depose per terra, non ebbe il tempo di guardarlo negli occhi, perché lui la voltò  e poi le mise le mani davanti agli occhi.

Deglutì, lo sentiva respirare sul suo collo, i suoi capelli le fecero il solletico quando percepì che si chinava verso il suo orecchio.

 “Sei calma?”

“E che ne so?

Toglimi ‘ste mani”

Il suo tono era agitato, nervoso, giurò che lui stesse sorridendo mentre la ascoltava.

“Stai un po’ scialla Yukari! Sei alle terme…

Chissà che questo non ti rilassi…”]

Maledetti ricordi….Itachi sapeva essere dolce se voleva, ma poi i brutti ricordi la ferivano come coltellate.

[“Che delusione Yidashi.

Sei solo una fottuta illusa.

Mi fai pena e lo fai anche a loro che la pensano come me.”]

Illusa…

Forse aveva ragione, lei credeva ancora che ci fosse del buono nelle persone dopo tutte le batoste che aveva ricevuto e le gente che si era rivelata l’opposto di quello che pensava.

No.

Non era un’illusa, era solo una fottuta stupida e si meritava tutto quello che era successo.

Si rannicchiò meglio e smise di pensare lasciando che il sonno la prendesse, mentre nella testa risuonava una vecchia canzone degli Articolo 31.

“Siii sono qui l'ultima stella sola, ora vieni su da me con nuovi sogni che crederemo veri insieme, oltre le mediocrità, oltre le mezze verità, sopra nuvole come prigioni sulla vostra libertà, pregandomi di credere a quanto grande puo' essere io resto qui finchè quando qualcuno crede in me.

Se quella stella fosse esistita davvero, non avrebbe esitato un’attimo e ci sarebbe andata a vivere, lontano da tutto e da tutti e forse finalmente in pace.

Le persone erano tutte una fregatura.

 

Ci vede piccole creature strambe,che si inventa l'areoplano poi lo si usa per gettare bombe però di noi conosce anche la parte migliore ma so che poi non riesce a trovare come fare a curare chi rinuncia hai sogni con la scusa di diventare grandi ma con l'accusa di adorare i bimbi contanti ignorando i pianti dietro voci lontane di una stella che vive di sogni ed ha sempre più fame.

 

Itachi camminava senza una metà precisa, quella sera si sentiva stanco, senza voglia di fare niente, ma non riusciva a stare chiuso in casa, era come stare in prigione.

Sbuffò, se quella piaga di suo fratello l’avesse saputo avrebbe iniziato una delle sue solite tiritere sulla dannosità dell’orgoglio, completamente dimentico di quello che aveva fatto con la sua quasi ragazza.

Si frugò le tasche, lasciandosi scappare una bestemmia, quel deficiente gli aveva fregato un altro pacchetto di sigarette!

Aveva cresciuto un cleptomane orgoglioso e vendicativo!

Era davanti al parchetto vicino a casa sua, rimase un po’ a guardare oltre le sbarre il buio illuminato da un solo lampione, sapeva che Yukari a volte ci veniva se stava giù.

Scosse la testa, solo un pazzo si sarebbe azzardato a venire con quel tempo, ma in fondo la mora poteva essere tranquillamente classificata in quella categoria…

I suoi piedi si mossero da soli e cominciarono a  percorrere il sentiero di cemento, accompagnati dal rumore ipnotico della pioggia.

-Sei un cretino Itachi, ammettilo e staremo tutti meglio-

Berciò la sua coscienza, galvanizzata dalla pioggia.

-Potevi fare meno lo stronzo, anzi a lei avresti potuto dirlo.-

Tirò un calcio ad un sasso, irritato e lo sentì sbattere contro qualcosa di più morbido di una panchina.

Incuriosito si avvicinò e vide che la cosa che aveva urtato era la gamba di Yukari, svaccata e semiaddormentata sulla panchina.

Rimase senza parole, poi se la caricò in spalla, anche se, comprensibilmente, lei negli ultimi tempi era stata più fredda di un’iceberg ibernato non poteva mollarla sotto la pioggia!

La udì mormorare qualcosa nel sonno e sorrise, quando dormiva le sue difese calavano e tornava a essere la Yukari indifesa che era riuscito a intravedere nel breve tempo in cui era stati insieme, prima che lui rovinasse tutto.

-Bravo Itachi!-

 

Siii sono qui l'ultima stella sola, ora vieni su da me con nuovi sogni che crederemo veri insieme, oltre le mediocrità, oltre le mezze verità, sopra nuvole come prigioni sulla vostra libertà, pregando di credere a quanto grande puo' essere io resto qui finchè quando qualcuno crede in me.

 

Yukari non dormiva, meditava sulle stranezze infinite di quell’enigma vivente di Itachi Uchiha.

Si era svegliata quando le era arrivato il sasso contro la gamba, ma aveva fatto finta di continuare a dormire, credendo che lui se ne andasse.

Sorpresa!

Lui la stava portando a casa da perfetto cavaliere.

Perché un momento era gentile e quello dopo stronzo???

ANGOLO DELL’AUTRICE.

 

Scusatemi per il mostruoso ritardo, ma credo che vi ci dovrete abituare^^.

A mia discolpa posso dire è che da maggio sono sotto esami, ma la verità è che ho avuto un blocco tremendo e un periodo tremendo.

Chiedete a Beck e  Jaheira e loro vi confermeranno che tuttora non me la passo benissimo a livello psicologico, anzi colgo l’occasione per ringraziarle di sopportarmi in msn.

È piuttosto tardi quindi ringrazio

 

TALPINA PENSIEROSA

 

HINANARU

 

DIANA88

 

ALIDIPIUME

 

JAHEIRA

 

RA92

 

Spero vi piaccia.

Scusate ho dimenticatoil titolo della canzone, è "Stella sola" degli  Articolo 31.
Inoltre, lancio questo sondaggio:"con chi volete che stia SAsuke?"

1)Sakura Haruno

2)Temari Sabaku

3)Tenten Shaoran

4)Ai Takamura

5)Yukari Yidashi.

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Capitolo 48
*** 48) SOME DAYS ***


44

48)SOME DAYS….

 

Asami non aveva mai capito cosa volesse dire Yukari quando diceva che certe giornate era meglio trascorrerle sotto le coperte, con la porta di casa chiusa a doppia mandata, il cellulare, telefono, campanello, staccati e porte e finestra sprangate.

Le poche volte che gliel’aveva chiesto era subito intervenuto quel destino maniaco di Neji Hyuga, iniziando un discorso infinito sugli influssi degli astri sulla vita degli uomini, la predestinazione e il libero arbitrio, comprensibile solo a lui e a pochi eletti.

Sbuffando intinse un biscotto nel bicchierino di thè che aveva preso alle macchinette, facendosi cadere un ciuffo di capelli castani davanti agli occhi.

Un brivido le percorse la schiena, inaspettato e incomprensibile, nessuno aveva aperto le finestre , che fosse l’inizio di una di quelle giornate?

Yukari diceva che si preannunciavano così, ma Asa-chan non ci credeva molto…

“Deidara! E mo basta! Mi stai asciugando!”

Una voce rantolante entrò insieme a una ansiosa che le faceva da contrasto.

“Nee-chan e che cazzo! Cosa ti è venuto in mente ieri sera?

Sei conciata da schifo! dovevi stare a casa!”

“DEIDAAA…”

L’urlo di battaglia di Yukari che preannunciava l’inizio di una delle liti tra i fratelli Yidashi venne interrotto da una serie di fragranti colpi di tosse che piegarono in due la mora.

“Lo sapevo!”

Deidara non avrebbe potuto dire frase più sbagliata, la sorella mentre tossiva come una tubercolotica, lacrimava dagli occhi, diventava sempre più rossa e attaccava a rantolare riuscì a piazzargli una serie di colpi in pancia e sul petto.

La castana si alzò e corse verso l’amica, facendola sedere e offrendole dell’acqua, Deidara dolorante per i colpi subiti si allontanò indignato e si svaccò sul suo banco, irritando Sasori che stava costruendo una marionetta.

 “Buongiorno mia cara amica! Cosa è successo?”

“Buongiorno…’Sti cazzi! Il pirla che ha inventato questa espressione andrebbe fucilato in nome dei giorni di merda che sono la maggioranza.”

Questa era la risposta standard di Yukari quando era di pessimo umore.

“SE…ho capito…Che hai da rantolare peggio di un moribondo?”

“Ieri sera sono uscita a fare un giro, tutto qui…”

Il tono diceva anche:”E cosa sia successo mentre coltivavo muschio nei polmoni non sono fatti tuoi ne di nessuno ergo non asciugarmi, tanto non mi cavi niente.”

Asami decise di lasciarla perdere, era l’unica cosa da fare, la socia dal canto suo si mise a fare colazione estraendo dall’eastpack nero un thermos di caffè e dei biscotti.

“Buongiorno disgraziate….”

Sasuke si annunciò con il suo saluto da bastardo e lanciò la cartella sul banco, Yukari alzò la testa interessata.

“Colgo un’inaspettata e impercettibile nota allegra nella tua voce funerea, caro il mio emo…Cosa è successo?”

“Uno non può essere felice? Punkabbestia insensibile che non sei altro….”

Lei alzò un sopracciglio dubbiosa, mentre lui annaspava nella ricerca di una risposta che lo togliesse dai guai.

“Perché chiamano Takamura-san Angol Mois?”

La mora fece per aprire bocca ma l’arrivo di una furia dai capelli viola la interruppe.

“TU! STRAMALEDETTO EMO!”

“Buongiorno Michiyo-chan! Quale buon vento?”

“Vento di morte e distruzione! MI hai sfasciato la bici!”

“Ma sei scema? Chi cazzo vuoi che te lo tocchi quel rudere?”

“RU-RUDERE?!”

“Rovina, anticaglia, carabattola, oggetto di modernariato in pessimo stato, cosa ti piace di più?”

“Sasuke-kun, sei muerto!”

Sakiyourai si tolse il braccialetto di borchie, SAsuke intuendo il pericolo e ricordandosi che le borchie della punk erano davvero affilate, cominciò a saltare sui banchi urlando a intermittenza:”Non sono stato io! È un ingiustizia! È razzismo nei miei confronti!”

Era una tipica mattinata di inizio scuola.

“FERMATEVI VOI DUE!”

Nessuno diede retta Yidashi.

“SANTO SYD! HO DETTO FERMATEVIIII!!”

La viola sibilò qualcosa al moro e si fermò.

“Perché mi molli?”

“Perché, pirla, al nome del santo bisogna dare retta….ma non temere una volta o l’altra nessuno ci interromperà e tu sarai masochisticamente felice di essere pestato dalla sottoscritta.”

Il moro rimase a bocca aperta e tornò al suo banco.

“Cazzo se fa paura quando fa così.”

“Si, ma anche tu! Te le cerchi!”

“Tsk! Taci donna! Spiegami come mai la chiamano Angol Mois.”

“Se devo tacere come faccio?”

Sasuke ringhiò, Yukari fece gli occhi bianchi ed estrasse dall’eastpack delle meraviglie il numero 11 di Keroro gunso, su cui erano disegnate Natsumi, Koyuki, Mois e Momoka.

“Non capisco…è Keroro gunso”

“Minchia! Oltre che stupido sei pure cieco!

La biondina, Mois , somiglia a Takamura-san!”

Il moro arrossì e borbottando tornò al suo banco, ordinaria amministrazione, secondo Asami, ormai abituata a stranezze di tutti i tipi.

 

Syria conosceva Yukari da molto tempo, le chiamavano gemelle separate, erano nate lo stesso giorno, pressappoco alla stessa ora e nello stesso ospedale quindi lei sapeva che qualcosa doveva essere successo.

Non si riferiva alla tosse e al raffreddore nuovi di zecca che sfoggiava la mora, ma all’aria ancora più irritata del solito, era l’aria di una che si spaccava il cervello su un problema senza riuscire a risolverlo nonostante gli sforzi.

Era pronta  a giurare di sapere quale fosse il problema, Itachi Uchiha, un essere che era meglio perdere che trovare.

“Non mi avrete maiii come volete vocii!!”

La sua voce non somigliava lontanamente a quella di Meg (la cantante dei 99 Posse nda), ma quello era il suo inno e quello delle sue amiche, essere sempre fuori dagli schemi.

sabotare e sovvertire
è questo il mio lavoro
ma tu non lo puoi capire
Sabotare e sovvertire
Sabotare!”

Le fece eco Yukari, attirandosi le occhiatacce di Umino e strappandole un sorriso.

“YUkari-chan! Umino ti guarda!”

“Ho visto Sas’ke-kun! Che ci posso fare?”

“Stare zitta ad esempio…”

“Sas’ke-kun…”

“Eh!”

“Qualcuno mi piglierà mai a me?”

“Se vuoi ti piglio io, ti sposo pure, basta che ti stai zitta!”

Yukari gli riservò il suo sorrisino angelico, due secondo dopo il moro accartocciandosi per un calcio sotterraneo di Yidashi picchiò una sonora testata sul banco.

Ci fu un attimo di silenzio sbigottito e tutti sentirono Kankuro urlare.”Cazzo Itachi! Che Sfiga nera! Hai fatto una macchia enorme sulla tua tavola! È a forma di Africa!”

Il fratello di Gaara era sceso fino al banco dell’Uchiha maggiore per supplicare un temperino a campana, che ricevette dritto sul nasone, tra gli strepiti del professore.

 

“Cazzo! Ti rendi conto Che Itachi-kun ha tirato il temperino addosso a Kankuro-kun, che Michiyo-chan ci ha fatto a botte e adesso quei due hanno un papiro di nota sul registro e una punizione?”

“Notizia straordinaria Tayuya! C’ero anch’io in classe!”

“Chissà perché Itachi si è arrabbiato così tanto, cioè non è da lui, insomma lo conosci.”

Yukari si fece scura in volto e rivolse un’occhiata truce alla fucsia, che si zittì all’istante, Asami ridacchiò imbarazzata.

Erano le 14.30 e camminavano per le strade verso casa in una grigia giornata novembrina, tutto nella routine a parte il piccolo incidente del temperino e Asami ancora non si spiegava quel brivido.

Era da idioti o da destinomani continuare a pensarci, ma non riusciva a farne a meno, una vocina le urlava che non era finita come in un finale di una canzone dei Pornoriviste.

“Non è finita

Non è finita!”

“Da quando canticchi i Pornoriviste?”

La domanda di Tayuya la spiazzò.

“Da oggi. Come si chiama questa canzone?”

“Non è finita.”

Come volevasi dimostrare.

“Asami-chan noi andiamo di qui, a domani tessssora!”

“Ciao Tayuya!

Cioa Yukari, stai allegra se puoi.”

“Non posso.”

Ridacchiò e si salutarono ancora.

-Mamma mia, tra lei e Syria potrebbero fare concorrenza a Mortisia Addams…-

Una figura conosciuta attrasse la sua attenzione, era Kiba che confabulava con un altro ragazzo, carino tra l’altro

-Forza Asami! Vai a conoscere quello! Vai!-

Si avvicinò silenziosamente.

“A stase allora, porta al roba, non farti sgamare.”

Roba?! Sgamare?!

Asami con un salto si nascose in un vicolo accanto a lei.

Di che parlava Kiba? Si sporse per origliare meglio e riuscì a captare ora e luogo dell’appuntamento, non sapeva in che guaio si stesse cacciando Kiba, ma di una cosa era certa che a quell’appuntamento ci sarebbe stata anche lei.

Ora aveva capito il brivido, ma non afferrava del tutto la frase di Yukari su quelle giornate, le sembrava un po’ menefreghista.

Trascorse un pomeriggio orribile, in attesa di una sera che sapeva sarebbe stata ancora peggiore, ma non poteva rinunciare ad andare, doveva capire.

Sapeva che Kiba ci era rimasto male per Hinata e Naruto, ne avevano parlato, ma non poteva essere davvero quello che pensava no?

La solita vocina bastarda sussurrò che poteva esserlo benissimo e che in fondo non ci sarebbe stato nulla di strano.

La castana lanciò un cuscino contro il muro, irritata.

“Asami! Tutto bene, amore?”

“Si mamma!”

-E tra parentesi…Non rompere-

Finalmente venne l’ora di uscire, dovette supplicare un po’ sua madre, ancora sospettosa, ma alla fine cedette.

-e ora vedi di trovare il posto!-

Dovette girare un po’, ma alla fine ci arrivò, lui era già la e quando la vide si irritò parecchio.

“E tu che ci fai qui?”

“Cosa ci fai tu!”

“Sono cazzi miei! Mi stai spiando Amaya!”

“Voglio impedirti di fare cazzate! Da quando in qua ti sei dato alla droga Inuzuka?”

“Droga?! Ma sei fuori?”

Della roba che ti deve portare il tipo di oggi!”

“è questa la roba!”

Esclamò esasperato il ragazzo mostrando uno zaino pieno di bombolette spray.

“Era una gara tra writer, scema!”

Asami si sentì arrossire, voleva sprofondare in una voragine…

“Scusa…”

“Ufff…è in ritardo. Io inizio senza di lui.”

Kiba iniziò a togliere le bombolette dallo zaino, mentre Asami si lasciava cadere in un angolo mormorare parole sconnesse, ancora scossa per la figuraccia.

Era quasi a metà del lavoro quando lei sentì dei rumori.

“KIba!”

“Cazzo!”

“Andiamocene!”

Videro due figure venire verso di loro, probabilmente poliziotti.

“Bastardo traditore! Amaya !”

Le fece cenno di seguirlo, Asami non se lo fece ripetere e iniziarono a correre nella notte, sperando di non essere stati visti.

Sentiva il suo cuore rimbombare, sentiva passi dietro di loro, ma non capiva se fossero reali o meno.

-Cazzo-

Arrivarono al motorino di KIba senza fiato e partirono a razzo.

Ora aveva perfettamente capito la frase di Yukari.

Su quel motorino sgangherato, stretta a Inuzuka l’aveva capita.

Senza ombra di dubbio.

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Buonasera! Eccomi con un nuovo capitolo!  È un pochino lungo, spero vi piaccia.

La canzone che cantano Yukari e Syria è ”l’anguilla” dei 99 POsse, la frase che canticchia Asami è il finale di “non è finita” dei Pornoriviste.

Se volete un consiglio leggete la prima parte del capitolo con “Ogni adolescenza” dei Tre Allegri Ragazzi Morti in sottofondo e la seconda con “Teggare” dei Vallanzaska

Finito con i consigli che non interessano a nessuno, passiamo al sondaggio….

Al momento con 5 recensioni si ha qst risultato; 2 Sakura, 2 che non si pronunciano, 1 Yukari.

Continuate a farmi sapere, anche se forse è meglio che vi avvisi che i risultati saranno delle indicazioni e non so se li rispetterò, era una mia semplice curiosità ^^

Rimetto la lista

 

1)Sakura Haruno

2)Temari Sabaku

3)Tenten Shaoran

4)Ai Takamura

5)Yukari Yidashi.

 

Ora passo a rispondere alle recensioni.

 

Jaheira:Grazie socia! Ieri sera ci siamo già dette tutto, spero che qst ti piaccia…Per la gal abbi fede…Attendi il corso del destino dice Neji XD!

Ciaooo!

Alla prossima!

 

Diana 88: Grazie! Cmq davvero almeno qst volta la mia proverbiale e leggendaria pigrizia non c’entra.

Itachi mestruato? È una soluzione interessante, ma non credo sia saggio proporla all’interessato, potrebbe sharingarmi e buonanotte al secchio, addio Layla …XD….

Per Ai:le conviene stare lontana da Gaara perché Jaheira Charlotte Megumi Mimichi smania dalla voglia di pestarla e ….insomma qst ficcy non è Csi e il sangue è difficile da pulire per una pigra come me…ahahahaha!!!

Per la pasta e il brodo non si finisce mai di imparare, anch’io ho imp0arato che si comportano così la sera che l’ho scritta XD.

Buone vacanze e alla prossima! Ciuao!

 

Sasukina90: Grazie! Terrò a mente il consiglio… non è che odi il SAsuSaku, come ho detto a Jaheira, io odio Sakura e per qst che ho riserve a scrivere di quella coppia.

Alla prossima! Ciaoooo!!

 

Talpina Pensierosa: Non sono molto allegra in questo periodo e dicono che ascoltare i Tokio Hotel non è adatto a rallegrare le persone, ma io lo faccio lo stesso.

Non so perché te l’ho detto, credo perché sto sclerando…

Cmq grazie! Sono contenta che ti sia piaciuto, Itachi dovrà comportarsi meglio un giorno, se vuole continuare a vivere integro in questa ficcy buahahhahah!!!

Alla prossima!

 

Ali di piume: Anch’io per un’attimo ho temuto di non aggiornare più e ho pensato di togliere tutto, ma purtroppo sono ancora qui XD.

Grazie per le lodi, fanno sempre bene, ti mettono in pace con il mondo.

Per sasuke. Anche a me il carciofo non piace, ma a molte persone si e non capisco, tranne nel caso di Jaheira, perché.

Grazie di aver votato e recensito.

Ciaoooo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 49
*** 49) LIKE BONNIE AND CLIDE ***


44

49) LIKE BONNIE AND CLIDE

 

Camminavano verso la scuola, come tutte le mattine, rabbrividendo per il freddo, le mani affondate nelle tasche, il fiato che si condensava in tante piccole nuvolette.

Era novembre.

Era mattina.

Asami, Meg, Yukari e Syria nessuna di loro era particolarmente allegra tranne Tayuya che venti metri più avanti faceva roteare le sue kiwido come una sbandieratrice, tra l’incredulità del gruppo che non capiva dove trovasse tutta quell’energia.

“Asami! Ma davvero?!”

L’interessata sbuffò, come aveva previsto il racconto della sera prima era stato accolto con la blanda incredulità prescuola.

“Te lo giuro, Syria-chan!”

“Non è giusto! Queste cose le dovrei fare io non tu.

Sei fuggita dalla polizia prima di me.”

Yukari sembrava vagamente dispiaciuta, ma a quell’ora e prima del caffè i suoi commenti non avevano molto valore.

“Tesò…Sei l’unica che mi poteva dire una cosa del genere…”

“Sono un’eccentrica…”

“La verità è che prima del caffè non ragioni molto…”

“Cazzo! Hai scoperto la mia caffeinomania…”

Risatine sommesse.

“Raga…

Ma io non ho capito cosa è successo…”

La fucsia si era voltata, facendosi volare addosso le kiwido.

“Ahiaaaa!”

Risata generale.

“Che ridete?! Fanno male!”

“Fermarle prima no, eh?”

“YUkari-chan! Stai diventando come Sasuke-kun!”

La mora sbuffò.

“Tze…Comunque cosa non hai capito?”

“Cosa è successo ad Asami…”

“Le si è rotta la canna del cesso…”

“Povera…Avete trovato un’idraulico?”

La castana dovette trattenere le lacrime, mentre Yukari scuoteva la testa e si accendeva la prima Camel della giornata, colpi di tosse permettendo.

“Non ho ancora capito perché ridete…è una cosa seria.”

“Ora te lo spiego…”

Asami ripeté la storia per la seconda volta.

“Aaaahh!!!! Ora ho capito…Ma Yuka’ perché mi hai detto del cesso?”

“No, Yukari…Ti prego non risponderle…”

 

Yukari scosse la testa e si chiese per l’ennesima volta da quando la conosceva se Tayuya fosse davvero così stordita o se fingesse.

A volte le sue uscite indicavano un cervello pensante niente male sotto quei capelli fucsia, altre volte sembrava che quella stessa mente mettesse fuori il cartello:”Torno subito.”, facendo scoprire un’ingenuità e una credulità commovente e una buona dose di distrazione.

- Non capisco cosa ci trovi Neji-kun in lei…Senza contare che storditi come sono non capiranno mai che si piacciono. Povera Ten…

Cazzo…Manco un pensiero coerente riesco a formulare…

Voglio un caffè!!-

Frustrata, tirò un calcio ad un sasso, che finì nei raggi delle ruote della bici di Michiyo, che stava passando di lì proprio in quel momento.

“ CAZZOOOO!!”

La viola perse l’equilibrio e cadde rovinosamente a terra tra bestemmie e imprecazioni.

“Giuda bastardo! Yukari!!!!”

La mora, diventata rossissima, corse ad aiutare l’amica da alzarsi.

"Scusa Scusa scusa!!”

MIchiyo si tolse la polvere e la sporcizia di dosso, contemplò con aria affranta lo strappo dei jeans sul ginocchio destro che miracolosamente non si era sbucciata e tirò in piedi la bici.

“Yidashi confessa! Tu e quel losco corvo emo vi siete messi d’accordo per ammazzarmi e intascare la mia eredità!”

“siii…perché tu sei la figlia segreta di Bill Gates…”

La viola rise di gusto all’idea assurda.

“ e poi nee-chan… Guarda che non è stato Sasuke-kun…

È stato Fujieda…”

“Quello stronzo!!!! Ma io lo gonfio!!”

“Nei tuoi sogni…Sei già in punizione…Vuoi finire al riformatorio?”

“Mi dici che non devo fargliela pagare? Lui ha rovinato Giovanna!”

“Chi?”

“La bici che tu hai ferito gravemente! Se una cosa mi porta in giro è degna di ricevere un nome! Tu hai dato un nome la secchio dove vomiti!”

Si sentì arrossire suo malgrado.

“ Ma tu lo conosci il significato della parola privacy?

Gesù cristo!

In ogni caso…non ho detto di non vendicarsi…Grazia uno stronzo e tutti i suoi simili lo prenderanno come un”Prenditela pure con me che tanto la passi liscia!”…invece di pestarlo fa sparire qualcosa a cui tiene….tipo i giornali porno che nasconde nella sua cartelletta che lascia nell’armadio.”

Il volto della sua sorellina nel punk si illuminò di gioia malvagia.

“ma sei un genio nee-san..”

“ si…un genio del male…”

“Per ringraziarti io e Giovanna ti diamo un passaggio a scuola.

Per un’attimo si chiese se davvero fosse sicuro montare su”Giovanna” ma decise di accettare e partirono verso la scuola urlando come matte il ritornello di una canzone.

Volero' via come un miraggio
Per questo che non e'
Che una questione di piumaggio
Preferirò grotte di tufo
Son sempre meglio che restar
Con quattro allocchi e un gufo”

I passanti si scansavano, Yukari sperava che non fossero loro a volare via, ma fortunatamente arrivarono sane e salve al cancello.

 

“Un barbagianni che e' da solo non puo' campare
ma se son cento la civetta dovra' volare via
ma il barbagianni invece no
ma un barbagianni invece no
Seguire schemi ben precisi di evoluzione
porterà tutte le civette all'estinzione
noi barbagianni invece no”

Meg stava canticchiando il seguito della canzone che quelle pazze stavano urlando a squarciagola, tra la paura e lo sconcerto dei passanti.

Yukari sembrava stare meglio, per un’attimo si era rivista quella dei tempi d’oro.

Solo per un’attimo, poteva scommettere che una volta tornate in classe sarebbe tornata di nuovo tetra.

Sospirò.

Anche lei si sarebbe comportata così…

Varcò i cancelli con le altre, stando attenta a non ricevere in faccia le kiwido di Harukaze.

Si fermò alle macchinette per un thè.

Routine.

Perché allora era così inquieta?

Salì in classe e la vide, lei, la dannata gal che era da poco arrivata in classe, che stava appiccicata a Gaara.

Rideva, la bionda impunita, ladra dei ragazzi altrui…

Sentiva fremere le mani, voleva distruggerla, perché ogni volta che trovava un ragazzo tutte le rappresentanti del sesso femminile mettevano gli occhi su di lui?

Quando i presenti in aula la videro, ferma sulla soglia, i pugni chiusi, lo sguardo omicida e il probabile fumo in uscita dalle orecchie, si paralizzarono e decisero che guardare il pavimento era un’attività molto interessante…

Cercando di mantenere un passo silenzioso si portò dietro di lei.

“Takamuraaaa….”

Lei si voltò con un’aria vagamente sorpresa, Meg caricò il colpo e lasciò che la mano si schiantasse sul suo naso alla francese e lo fracassasse senza pietà.

Con rabbia.

Con frustrazione.

Con la voglia  di vendicarsi di tutte quelle prima di lei.

-Beccatelo bella e impara a  stare al tuo posto, tu e quelle come te. –

La bionda cadde a terra, portandosi le mani al naso e lei le rifilò un calcio.

Gaara non disse niente, semplicemente andò a prendere un gessetto e con aria professionale si mise a disegnare i contorni di Ai stesa a terra, tra lo sbigottimento generale.

“Amore…che stai facendo?”

“Mi sembra ovvio…Segalo al mondo che qui c’è stata una vittima…

È così che fanno dopo gli omicidi…”

Meg scoppiò a ridere, Ai si alzò inviperita.

“Te lo puoi tenere, Mimichi! Siete due pazzi e vi meritate a vicenda!”

Offesa si alzò ed andò al suo posto.

“Sentito amore…Ci ha dato dei pazzi.”

“Certo..io e te siamo come Bonnie e Clide.”

“Come Syd e Nancy!”

I presenti che avevano seguito con interesse la vicenda ripresero di nuovo a guardare per terra, a nessuno piaceva guardare una coppietta che si sbaciucchiava,

 

Itachi seguiva la lezione di Morino con scarso interesse, aveva una melodia in testa che non lo lasciava in pace.

“o ti amo o ti ammazzo
pioggia che annega ma rinfresca sei una chicca che mi fotte la testa
o ti amo o ti ammazzo il tuo ragazzo è pazzo
o parliamoci pestiamoci scegli uno
o ti amo o ti ammazzo
ti amo ti ammazzo
comunque qua in mezzo non capisco più…”

Dannatissimo fratello, dannatissima Yukari!

Si era fregato con le sue mani, pensava di giocarci un po’, ma Yukari Yidashi non era una ragazza con cui si potesse giocare…

Si voltò e la vide che come al solito chiacchierava con suo fratello, la matita che aveva in mano si spezzò.

-Serpe di un fratello! Aspetta che arriviamo a casa che ti ammazzo…-

Non si accorse che Morino lo stava chiamando. Non se ne accorse finchè non fu troppo tardi.

“UCHIHAAAAA!”

L’urlo avrebbe risvegliato un morto, lui si voltò spaesato verso il professore che ormai aveva le vene del collo in evidenza.

“Si professore?”

“Alla buon’ora! Vorrebbe illustrarci la riforma giudiziaria di Solone?”

Solone? E chi cazzo era?

-un greco- rispose una voce dentro di lui.

-e cosa ha fatto?-

-cosa cazzo ne so io?-

La vocina tornò a nascondersi nelle profondità del suo cervello, lasciandolo senza una risposta.

“ehm…”

“allora?”

“Non lo so…”

“UCHIHA!!! IN CORRIDOIO! “

Uscì sbattendo la porta.

“NON SBATTA LA PORTA!”abbaiò una voce dall’interno.

-Fanculo vecchio stronzo!-

Arrabbiato, deluso, frustrato si sedette in corridoio sarebbe mai finito quell’incubo?

“mi rassegno al fatto che io in questa vita o ti amo o ti ammazzo
pioggia che annega ma rinfresca sei una chicca che mi fotte la testa
o ti amo o ti ammazzo il tuo ragazzo è pazzo”

 

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Aloha! Ho un sacco di sonno…

Allora…Spero vi piaccia. Come gli ultimi capitoli anche qst è più lungo.

Passiamo alle canzoni, quella che intonano Yukari e Michiyo e che continua Meg è “ La canzone del bosco” dei Punkreas, quella che tormenta Itachi è “O ti amo o ti ammazzo” di J. Ax

Ringrazio

 

DIANA88

 

JAHEIRA

 

TALPINA PENSIEROSA

 

SASUKINA90

 

ALI DI PIUME

 

Per i fantastici commenti. Grazie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 50
*** 50) LIKE SYD AND NANCY ***


44

50)LIKE SYD A ND NANCY

 

Vigliacca.

Ecco che cosa era, una stupida vigliacca, senza un filo di coraggio.

Vigliacca perché ogni santo giorno fingeva che non le importasse nulla di lui ne del fatto che l’avesse scaricata.

Vigliacca perché non aveva lottato, perché alla prima difficoltà aveva ascoltato quella vocina interiore bastarda che tutti hanno.

Quella che fin dall’inizio le aveva sussurrato scettica:” Davvero ci credevi, piccola Yukari?Che uno come lui potesse davvero stare con una come te?”.

Strinse i pugni, persino adesso mentre ridacchiava sottovoce con Sasuke per non farsi sgamare da Morino, si sentiva a disagio, fuori posto, preda di una rabbia primitiva.

“Yidashi!”

La voce del professore arrivò come una fucilata, dopo Itachi era arrivato il suo turno..

“Illustrami la riforma di Solone.”

Lo aspettava.

“Solone? Era un simpatico greco eletto nel 594 a.C ad Atene per evitare che la città precipitasse nel casino più totale.

Gli venne detto di dare una sistemata alla scalcinata costituzione ateniese e così lui decise di concedere un’amnistia agli esiliati e ai condannati politici, abolì la schiavitù per debiti e poi visto che da sempre il grano stabilisce chi ti governa divise la popolazione in quattro classi sociali per vedere chi ne era più fornito.

Ovviamente riconobbe che solo i pentacosiomedimmi, che erano ricchi sfondati e i cavalieri, che poverini lo erano un po’ meno, potevamo aspirare al potere…”

Si fermò per prendere fiato e vide Morino, stupefatto, gli occhi sgranatissimi, quasi fuori dalle orbite, talmente furioso che al momento non riusciva nemmeno a parlare e vide con chiarezza il suo prossimo futuro.

Vide quell’omone dalla faccia solcata dalle cicatrici afferrarla per il bavero, sollevarla senza sforzo e lanciarla giù dalla finestra.

Le avrebbe lasciato scrivere un testamento?

La sua faccia faceva prevedere un no come risposta…Cazzo!

“Y-y-yidashi!!! Come ti permetti di mancare di rispetto alla mia autorità?

Pensi di essere intelligente?

Sei solo una stupida mocciosa irrispettosa e per colpa tua che il Giappone va così male!”

“Non penso nulla e si zittisca sulla faccenda del rispetto perché lei non ne ha neanche un briciolo per noi! Per lei siamo scocciature!

Non si è chiesto perché le ho risposto così? SE avessi dei problemi?

No, lei con lo scudo della sua autorità del cazzo parte ad attaccarmi e a offendere perché io sono un problema!

E se grazie a lei i miei problemi si fossero ingigantiti non gliene sarebbe fregato nulla!”

“FUORIIIIII!”

“Con molto piacere!”

Usci sbattendo la porta, con il cuore a mille e la testa vuota, non credeva nemmeno lei a quello che aveva appena fatto, non sapeva nemmeno lei se definirlo coraggio o disperazione.

“NON SBATTA LA PORTA! “

Urlò il cerbero da dentro la classe.

-fanculo, va!-

Poi vide lui, svaccato contro il muro, con la testa tra le mani in quell’ atteggiamento da povero cucciolotto sperduto che in qualsiasi altro momento l’avrebbe intenerita, ma che adesso la rendeva furiosa.

Bastardo traditore infame!

“ Mi ero dimenticata di te, cazzo! VAFFANCULO STRONZO E’ TUTTA COLPA TUA!”

Lui alzò la faccia sconvolto, lei a grandi falcate si diresse verso le scale, ma qualcuno la afferrò per il polso.

Era Itachi, che forse non aveva gradito l’essere mandato al diavolo.

“CHE CAZZO HAI MOCCIOSA?

CHE SIGNIFICA CHE è COLPA MIA, SEI ESAURITA?”

“POVERO IL MIO AMORE ESAURITO CHE NON CE LA FA! GENIO DEGLI UCHIHA SE DICO CHE è COLPA TUA VUOL DIRE CHE SE STO MALE, SE VOGLIO PRENDERE A CALCI QUESTO FOTTUTO MONDO Più DEL SOLITO, SE SONO Più ESAURITA DEL SOLITO, SE SANGUINO DENTRO  è COLPA TUA! SEI TU CHE MI HAI FATTO QUESTO!”

Lui fece per dire qualcosa, ma il cerbero fece sentire di nuovo la sua voce soave.

“PIANTATELA! NON è UN MERCATO! QUESTA NON è SCUOLA è UN RICOVERO PER DISADDATTATI!!”

Lui si voltò stupito e allentò la presa, lei ne approfitto per mollargli un pugno nello stomaco e correre giù per le scale come se avesse il diavolo alle calcagna.

 

Itachi si portò un mano allo stomaco, cristo se faceva male!

Il calcio, le sue parole, tutto!

“YIDASHI! FERMA!!! ASPETTA!!!

CAZZO GLI è PRESO A QUELLA PAZZA?”

Fece per lanciarsi giù dalla scala al suo inseguimento, ma qualcuno lo trattenne mettendogli una manona sulla spalla, si voltò e fece un salto.

Era Morino.

-Cazzo!-

“Uchiha….non so cosa sia preso a quella pazza, ma suppongo che lei lo sappia….

Mi faccia un favore, la smetta di urlare e agisca….

Se è così codardo da non riuscire a fare nemmeno quello, allora per favore stia zitto, non mi costringa a fare una cosa che disapprovo, come gli omicidi…

Capisce vero?”

Lui fece sì con la testa, incapace di aggiungere altro e il professore tornò in classe, lasciandolo incredulo, si era appena beccato una ramanzina da Morino, che somigliava ad una saggia paternale.

Si decise a scendere quelle maledette scale e la vide dall’atrio, sconvolta, arrabbiata e furiosa, che stava prendendo a calci un bidone della spazzatura in cortile.

Uscì a sua volta.

“Cosa vuoi? Vattene!”

“Ecco…io”

“COS’  èNON SAI NEMMENO perché SEI SCESO? TE LO STAI CHIEDENDO VERO? TI STAI CHIEDENDO :” perché MI SBATTO A PARLARE CON LEI CHE NEMMENO ME  LA SONO SCOPATA?”

SAI COSA TI DICO?

CHE SEI DAVVERO UNO STRONZO E PURE UN’INFAME.

INFAME perché GIOCHI CON I SENTIMENTI DELLE PERSONE E NON TE NE FREGA SE STANNO MALE, perché TU TI DIVERTI A VEDERLE STARE MALE!

ME L’AVEVA DETTO TUO FRATELLO, MA IO, CRETINA, NON GLI HO DATO RETTA.

è COMODO VENIRE A SCUSARSI SENZA ESSERE PENTITI, è FACILE perché COSì IL GIOCO RIPARTE, MA ORA LA MUSICA CAMBIA

NON VOGLIO SENTIRE LE TUE PATETICHE SCUSE, NON VOGLIO VEDERE LA TUA FINTA FACCIA DA CANTE BASTONATO!”

Un colpo di tosse interruppe il lungo monologo, ma lui non riuscì a trovare nulla con cui ribattere perché lei aveva ragione su tutta la linea.

“NON VOGLIO Più VEDERTI NE SENTIRTI, ESCI DALLA MIA VITA!

TU PER ME SEI MORTO!!”

“YUkari..io…”

Fece per avvicinarsi.

“ VATTENE O TI TIRO QUESTO BIDONE!”

“Io…”

”VATTENEEEEE!”

Afferrò il bidone e lui, sconfitto, se ne andò, risalì le scale e tornò di nuovo davanti alla porta della classe.

Tirò un pugno alla parete, l’aveva persa e non bastavano quattro scuse per riaverla.

 

“Syria..L’hai sentita?”

Tayuya era scivolata alla loro fila di banchi insieme a Michiyo, entrambe senza parole.

“Forse solo un paio di persone giù all’Hokkaido non ci sono riuscite…ma nessuno vuole un bis vero?”

Scossero tutte la testa.

“avete appena assistito ad un’esplosione di Yukari…Lei ingoia ingoia e poi da di matto…”

Nessuno sapeva cosa dire.

“Cosa dobbiamo fare?”

“Lasciamola da sola, tornerà lei.”

Annuirono tutte e poi tornarono ai loro posti, la Mitarashi era arrivata in classe.

“Buongiorno ragazzi…”

Si guardò intorno.

“Dov’ è Yidashi?”

“Morino l’ha mandata in corridoio e non è ancora tornata…”

Lei annui.

“Kanezaki…potresti andare a cercarla?”

“Si professoressa.”

La ragazza dai capelli arancioni si alzò e uscì dalla classe.

 

Era rannicchiata sotto il lungo lavandino dei bagni delle ragazze, una sigaretta accesa in barba al divieto di fumare a scuola.

La vita secondo Yukari, rabbia e poi pentimenti conditi da lacrime.

Cosa diavolo le era saltato in mente?

Morino l’avrebbe odiata e Itachi…Poteva sognarselo!

-cretinacretinacretina!Non tornerà mai da te dopo una sceneggiata simile..

Mai!

Ma cazzo! Stavo scoppiando! Non ce la faccio più! perché fa tutto così schifo?-

[Specchio specchio delle mie brame
Dimmi dov’è il mio reame
Dimmi che sarà di me
Dimmi che sarà di me
Specchio specchio delle mie brame
Dimmi dov’è il mio reame
Dimmi che sarà di me
Dimmi che sarà di me]

Sentì la porta aprirsi, ma non ci fece molto caso.

“ Yukari…”

Alzò gli occhi, era Keiko.

“Cosa c’è?”

la Mitarashi ti cerca.”

la Mitarashi può fottersi…”

“YUkari…io credo che oggi tu sia stata grande con Uchiha.”

“Grande a levarmelo di torno anche se lo amo…”

“Yukari…Lui ti ha fatto male, ti ha trattato come una pezza da piedi e non poteva pensare di cavarsela con quattro scuse ipocrite!

Se lui davvero tiene a te si darà da fare, altrimenti meglio perderlo che trovarlo!”

Sbuffò, anche se sapeva  che  Keiko aveva ragione, ma in quel momento non le importava molto.

Stava male, voleva solo sparire.

“Keiko…Vattene… ti prego…”

“YUkari…”

“VATTENEEEE!”

Odiava essere aggressiva, ma in quel momento non riusciva a sopportare la compagnia di nessuno, Kanezaki sembrò capirlo perché senza aggiungere altro, lasciò la stanza.

-Perché? Perché me la prendo con tutti, quando è me stessa che odio?-

Riprese di nuovo a piangere.

 

ANGOLO DI LAYLA.

 

Credo che qst capitolo sia pietoso e inutile, ma chiedeva a gran voce di essere scritto.

La parole nella parentesi quadra sono di” Stai come me” dei Tre Allegri ragazzi morti.

Ringrazio per le recensioni.

 

 

SASUKINA 90

 

SASUKKIAS94 (Che bello! Una nuova lettrice!)

 

JAHEIRA

 

ICEQUEEN88 ( Un’altra nuova lettrice! Evvai!!)

 

TALPINA PENSIEROSA

 

ALI DI PIUME.

                                          

 

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Capitolo 51
*** 51)MISSION (IM)POSSIBLE ***


44

51) MISSION (IM)POSSIBLE

 

Dicembre era arrivato, ma lei non se ne era accorta.

Lei non aveva guardato le vetrine piene di decorazioni natalizie rosse e oro, lei non aveva ancora pensato ai regali e prevedeva di continuare a non pensarci.

Lei non aveva voglia di Natale, in quel periodo meno che mai, se avesse potuto si sarebbe ficcata a letto per uscirci a febbraio inoltrato.

Il tempo non aiutava, quella mattina mentre camminava senza voglia verso la fermata della metropolitana le aveva riservato un cielo grigio e nebbioso.

Era uscita di casa prima del solito, lei che odiava svegliarsi presto, pur di non vedere suo fratello, più pressante di Ringhio incazzato e sua madre più assillante di un disco rotto.

Yukari Yidashi non voleva dare spiegazioni sulla sua scenata, voleva disperatamente che la lasciassero in un angolo a sbollire la rabbia, ma nessuno lo capiva.

Prese la prima corsa diretta verso la scuola, il viso sepolto nella kefia, gli auricolari nelle orecchie, guardava la poca gente presente in quel vagone.

Impiegati che dormivano, impiegati che leggevano il giornale, studentesse mattiniere che ripassavano in silenzio, fantasmi che guardavano il mondo senza voglia di vivere, senza più sogni.

Lei non era un fantasma, aveva una casa e una famiglia, ma sapeva di avere quello stesso sguardo.

Lo sentiva.

Forse stava annegando? Forse quella volta non si sarebbe più rialzata? Distrutta da un ragazzo senza cuore e da un dicembre che non perdona, che ti mette davanti senza pietà errori e fallimenti?

Non lo sapeva, non le importava di saperlo.

Scese a una fermata nei pressi della stazione, dove solo  pochi mesi prima aveva camminato spensierata e si infilò in un bar.

Era piccolo, quasi vuoto, con qualche studente in divisa che progettava di impiccare, da solo o in compagnia.

Ordinò una brioche e un cappuccino, non aveva fatto colazione e aveva fame.

Si guardò di nuovo intorno, erano allegri, nella prospettiva di saltare scuola….

Perché non imitarli?

Perché, per una volta, non mandare al diavolo professori e compagni e ritagliarsi una mattinata per i fatti propri?

Da sola, senza nessuno che cercasse di tirarla su di morale , che la spronasse a fare qualcosa o la compatisse.

Inarcò un sopracciglio, era tentata, ma non convinta.

[“Nee-chan! Lascialo perdere! È solo una stronzo!Non ti merita!”

La voce squillante di suo fratello un paio di giorni prima.

Chi era lui per decidere cosa meritasse lei?

Perché si impicciava continuamente nella sua vita nonostante i rimproveri?

“Io credo che voi due dovreste chiarire….”

La voce finto saggia di Tayuya.

Chiarire cosa? Non era stata abbastanza chiara due giorni prima? Volevano lo spettacolo di un’altra piazzata alla Yukari?]

Si alzò di scatto, pagò e tornò in metropolitana.

Avrebbe impiccato, al diavolo tutto!

 

“Deidara!”

“UHM?”

Il biondo le rivolse un grugnito.

“Dov’è tua sorella’”

“Sarà in classe, Syria! Dove vuoi che sia?”

“Ehi bombarolo dei miei anfibi! Lo sai da dove vengo io?Dalla classe e se ti chiedo di tua sorella, significa una sola cosa…Che li non c’è!”

Syria mandava lampi dagli occhi verdi, detestava subire le scortesie di Deidara alla mattina, soprattutto quando, come quel giorno aveva dormito poco e male.

“Allora?!”

Abbaiò irritata dal silenzio del biondo.

“Non lo so!”

“COME NON LO SAI!”

“NON LO SO! STAMATTINA E’ USCITA PRESTO DI CASA, DAVO PER SCONTATO CHE FOSSE QUI!”

Rientrarono insieme in classe, Michiyo e Sasuke stavano incredibilmente parlando civilmente invece di scambiarsi insulti.

“Io dico che è la tipa adatta a mio fratello…Non hai sentito come l’ha trattato?”

“Solo i sordi e un paio di storditi giù all’ Hokkaido non l’hanno sentita…”

“Mmm….”

Il moro mugugnò, come a dire “Perché non sei d’accordo, allora?”, Syria non era l’unica ad avere problemi con le mattine…

“Ma che concetto è? Scusa se una gli dicesse:”Sei un cane, bastardo, stronzo, figlio di puttana, che merita di morire tra atroci sofferenze invocando un soccorso vano” dovrebbe diventare sua moglie?”

“Madonna, Michiyo! Esageri sempre, eh?

Di la verità! Mio fratello ti sta sulle palle!

Ok! Non è un mostro di simpatia, anzi è un mostro e basta, ma voglio che sia felice, altrimenti io mi esaurisco a convincerci insieme e voglio che sia felice anche quella punkabbestia, sennò che gusto c’è a portare ogni mattina il proprio culo a scuola?”

“Il tuo egoismo mi spaventa…”

Il moro alzò gli occhi al cielo.

“In ogni caso quei due sono come calamite. Tienili separati e li spegnerai…

Dammi una mano ad aiutarli!”

“Versa un paio di lacrime e ti crederò…forse….

Sasuke! Io non aiuterò il tuo smisurato egoismo a stare meglio!”

La viola mostrò minacciosa un braccialetto di borchie per troncare sul nascere le proteste dell’Uchiha.

“Raga!!!”

I due si voltarono.

“Avete visto Yukari?”

“No, credevamo fosse con te, Deidara!”

Dov’era Yukari?

 

Era di nuovo sulla metropolitana, ma non era più sola.

Hinata era in piedi accanto a lei.

“Yukari! Ma è sbagliato!”

“Perché mi hai seguito allora?”

“Perché…”

La Hyuga arrossi, si portò le mani davanti alla faccia, rischiando di cadere quando il treno si fermò e mormorò qualcosa.

“Prch dv frl io”

“EH?!”

“Perché DEVO FARLO ANCH’IO! DEVO IMPICCARE ANCH’IO E VISTO CHE TI HO INCONTRATA MI SONO DETTA CHE SAREBBE STATO CARINO IMPICCARE CON TE!!!!!!”

Il tutto urlato a pieni polmoni.

“HINATA!!!!CAZZO!!!

Non lo deve sapere tutto il vagone che saltiamo scuola!”

La Hyuga si fece piccola e tornò ad attaccarsi ai sostegni, mentre Yukari respirava piano per calmarsi.

“Scusa Hina-chan! Ma non è buona politica dirlo a tutti! Ci sgamerebbero!”

“Già…scusa…ma sono così elettrizzata!”

Yukari tornò a concentrarsi sul finestrino, aveva incontrato l’amica fuori dal bar, anzi l’aveva quasi travolta ed era stata costretta a spiegarle i suoi piani.

“Hina….Perchè impicchi?”

“ehmmm…i Nrt rgl…”

“Ma che hai stamattina? Quel destino maniaco di tuo cugino ti ha tagliato le corde vocali?”

La corvina scoppiò a ridere.

“Ok…scusa…Voglio prendere un regalo a Naruto-kun!”

Yidashi borbottò qualcosa tra i denti, Hinata le rivolse uno sguardo penetrante.

“Che hai detto, YUkari?”

“Niente!”

“Non fare questo gioco con me! Voglio bene a te  e a Michiyo perché avete il coraggio di trattarmi normalmente e non con i guanti di seta, compatendomi come la piccola e sfigata Hinata!”

“Ok, ok! Ho detto che mi sembra esagerato fare un regalo a Uzumaki, dato il megaregalo che gli hai fatto neanche tre mesi fa! Dovrebbe fartene uno mega pure lui! Che ne so una collana!”

“L’amore non bada  a questi dettagli!”

“Hina…ma stai bene?”

“Io lo amo e sono contenta di fargli un regalo, che male c’è?”

“……..Nessuno….solo che anch’io vorrei qualcuno a cui farne uno…”

Hinata non disse nulla e si limitò a sfoggiare il suo sorriso zen di consolazione, sapendo benissimo che era l’unica cosa da fare.

 

Sasuke non era tipo da darsi per vinto tanto facilmente, se voleva una cosa, doveva averla e in quel momento voleva disperatamente la pace.

Voleva vedere suo fratello tornare di umore normalmente incazzato e non terribilmente incazzato e Yukari agli antichi fasti, quando era una ragazza spumeggiante e non una schizzata che cambiava umore ogni tre secondi.

Aveva bisogno di un’alleato, ma Michiyo aveva fatto orecchie da mercante così doveva rivolgersi a qualcun altro, ma a chi?

“CAZZZO SASORI!!! LEVA QUESTA MERDA DI BARBIE LEGNOSA DAL MIO BANCO!!!”

I toni soavi del fratello di Yidashi lo fecero voltare e gli accesero una lampadina nel cervello.

“DEIDARAAAAA!!”

“Che vuoi culo di gallina? Sono etero, lo sai si?”

“Non si direbbe dalle risposte da mestruato che dai!”

Il biondo si alzò imbufalito.

-cazzocazzocazzo! Perché non sto mai zitto? Adesso quello mi ficca un petardo in culo e uno in bocca e si diverte a vedere quale esplode per primo!-

“Piccolo Uchiha bastardo! Per quale cazzo di motivo hai osato disturbare me? il grande, supremo, megagalattico Deidara?”

Con uno sbuffo spostò il ciuffo, che gli copriva l’occhio cieco, da un lato, Sasuke deglutì.

“Io avrei…una cosa da proporti, sempre che tu sia d’accordo ovvio!”

Il biondo inarcò un sopracciglio.

“Aiutami a farli tornare insieme, sguercio!”

-Cristo! una volta si, ma due no! Ha ragione la schizzata viola, sei un masochista!-

Il biondo gli riservò l’identico sorriso angelico della sorella e come Yukari gli rifilò un pedata sottobanco abbastanza forte da spaccargli o quantomeno incrinargli una tibia, il moro si accartocciò boccheggiando.

“Porc…..! Ma cosa avete contro le mie gambe? Tu e quella pazza di tua sorella siete arrivati vicino a spaccarmele!”

“Se usi tutta questa gentilezza non mi stupirei…”

“ Tua sorella diceva esattamente la stessa cosa…”

“Mia sorella non è morta! Non usare il passato iettatore!”

Fu il turno di Sasuke inarcare un sopracciglio.

“Va bene, va bene! Lo ammetto! Non sta tanto bene ultimamente ma si riprenderà…”

“Se mi dai una mano si….”

“Perché dovrei farlo?”

“Perché le vuoi bene e la vuoi vedere sorridere!”

“Tuo fratello l’ha fatta solo piangere!”

“Ma se li facciamo chiarire sarà diverso! Lo sento in ogni fibra del mio essere!”

Esclamò in tono ispirato.

“Ok…mi hai convinto…..ma praticamente che piano hai?”

“Hemmm….Nessuno….”

“Ringrazia i Kami che hai incontrato il supremo Deidara allora….”

 

Yukari era collassata, stavano scarpinando da ore in un centro commerciale, senza che la sua socia riuscisse a trovare qualcosa che”esprimesse appieno lo spirito di Naruto-kun, lo stesso che mi ha salvata dalle tenebre” secondo le sue parole.

Lei aveva la matematica certezza che se Hinata avesse comprato una fornitura vitalizia di ramen avrebbe trovato quello che cercava, ma non osava esprimere quel pensiero ad alta voce.

“YUKARIIII!!”

La voce dell’amica  più alta di un’ottava le fece capire che erano in arrivo guai seri.

“Ohi!”

“Mio padre! Porca puttana! Mio padre!”

“Cazzo!!”

Il signor Hyuga meritava quella serie di imprecazioni poco gentili dalla prima all’ultima, essendo noto per la scarsa magnanimità che usava sulla sua sfortunata primogenita.

“Mucha mierda!

Hinata seguime!”

Yukari cominciò a camminare velocemente verso la scala mobile, seguita dalla corvina, pregando che quel bieco non le vedesse.

-Ma porca puttana! Quello lavora 36 ore su 24! Ma proprio oggi doveva venire al centro commerciale? Cazzone di un cazzone!-

La scala saliva rapida, ben presto furono al secondo piano e la mora si infilò in un negozietto in cui era sicuro che il tiranno non si fosse mai sognato di mettere piede.

Lo chiamavano negozio indiano, in realtà era un negozio per hippy e alternativi, che vendeva pantaloni nepalesi a righine, maglie a patchwork o sfumate,felpe dei gruppi rock, borse etniche, di Jack scheletron, spille e gioielli etnici.

“Siamo salveeee…

Hina?”

La mora si voltò verso la corvina, che era caduta in uno stato di adorazione.

“Ohi socia!”

“L’ho trovato…”

“Che?”

“ Il regalo….”

La mora si voltò verso l’amica che le stava mostrando una felpa su cui era disegnato Dylan Dog, uno dei fumetti preferiti del ragazzo di Hina.

“Bella!!!è perfetta!!!”

Avevano compiuto la loro missione, così dopo aver fatto incartare la felpa, silenziose come kunoichi scesero al primo piano e poi al parcheggio e corsero verso la fermata della metropolitana.

 

“NEE-CHAN!!!! DOVEVI AVVISARMI CAZZO!”

“Piantala di urlare pirla! Non sono sorda e sono grande abbastanza per decidere se impiccare o meno…”

Deidara decise di non prendersela, tra poco sua sorella avrebbe smesso con quelle arie da iena incazzata…

Si infilò rapido una mano in tasca e fece partire il rumore del campanello che avevo registrato sul cellulare.

“Chi cazzo…”

Quasi travolse Yukari per arrivare al citofono e fingere di rispondere.

“Chi era?”

“Itachi.”

“ Io con lui non ci parlo…”

“Ha detto che non se ne va finchè non gli parli …

La sorella scostò istericamente la tenda dalla finestra, fece un’espressione indecifrabile e la richiuse.

“Che rimanga pure…”

“ Piove pure…non ti fa pietà?”

“I gatti abbandonati mi fanno pietà, i ricci schiacciati mi fanno pietà ma ITACHI UCHIHA NON MI FA PIETà ! Può PURE ANNEGARE!!!!”

Urlò talmente forte l’ultima frase che la madre da sotto la doccia arrivò di corsa in sala per vedere cosa fosse successo.

“Cos’ è successo, ragazzi?”

“Niente!”

La donna indietreggiò davanti all’occhiata assassina della figlia e ritornò in bagno, chiedendosi chi diavolo avesse cresciuto per quindici anni, quasi sedici.

Yukari rivolse un’altra occhiata truce al fratello, poi andò in camera, sbattendo la porta e facendo cadere un quadro.

Poco dopo si alzarono le note di “Francesca ha gli anni che ha” dei Tre Allegri Ragazzi Morti.

 

Quella sera Itachi arrivò a casa bagnato fino al midollo e furioso con il fratello per averlo convocato sotto casa di Yukari e avergli dato buca.

Quella sera Sasuke ebbe paura di suo fratello, si chiuse in camera a chiave , sprangò le finestre e finì per dormire nell’armadio, come quando da piccolo aveva paura dell’uomo nero.

Quella sera la madre di Deidara vide suo figlio rivolgere a un poster di sua sorella la seguente preghiera:”Santo Syd, ti prego! Guarda un po’quaggiù perché ho paura che se alzo io la faccia tu mi sputi in un occhio, considerato che quella pazza di mia sorella e la sua socia ti invocano sempre.

Lo so che tu sei l’ultima persona che può parlare dato che hai  ammazzato la tua tipa, ma ti prego falli tornare insieme che io ho fallito!

Ti prego! O qui scleriamo tutti!

Un po’ di pietà Cristo!”

Quella sera la madre di Deidara capì che aveva allevato non uno ma due figli pazzi.

C’est la vie.

 

RINGRAZIO

 

DOPPIAMENTE    JAHEIRA(lei sa perché^^)

 

SASUKINA 90

 

RA92

 

TALPINA PENSIEROSA

 

BECKILL

 

 

 

 

 

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Capitolo 52
*** 52)WHY MY HELL IS YOUR HEAVEN? ***


47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE

52) WHY MY HELL IS YOUR HEAVEN?

 

Era domenica, una noiosa domenica dei primi di dicembre, lei era sdraiata sul letto della sua cameretta, il suo piccolo buco, la sua tana sicura.

Sentiva i suoi fratelli in salotto giocare alla playstation, Gaara stava sicuramente vincendo a giudicare dai lamenti di Kankuro.

In altri tempi sarebbe stato impensabile vederla in casa a quell’ora, ma allora aveva un’amica, Yukiko e un ragazzo Shikamaru.

Aveva avuto tutto, ma come sempre quando la sorte le sorrideva lei non ci credeva e si aspettava la pugnalata alle spalle e se non arrivava distruggeva tutto lei in una sorta di impulso autolesionistico.

Temari Sabaku non credeva più da un pezzo alle favole, ma il suo cinismo era una maschera dietro cui nascondeva il suo disperato bisogno di affetto, lei in realtà non aspettava altro che qualcuno sentisse le grida della sua anima.

Si rigirò nel letto, ritrovandosi a guardare la parete su cui nemmeno sei mesi prima lei e Yukiko avevano dipinto un murales con i loro nomi intrecciati.

Trattenne le lacrime.

La porta si aprì con un cigolio, nonostante le sue proteste e i suoi strepiti nessuno di quei due scansafatiche che vivevano con lei l’aveva oliata.

“Gemellina…”

 Lo odiava quando la chiamava così, avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo.

“Cosa vuoi, piaga?”

“Non sarebbe meglio se uscissi a fare un giro?”

Dovette impegnarsi per non scoppiare in una lunga risata isterica, la stava rimproverando lo stesso ragazzo di cui il divano di casa si era adattato al posteriore per il tempo che ci trascorreva?

Lo stesso che fino a pochi mesi prima non aveva mai avuto una ragazza?

“Kankyyyyy…va a farti un giiirooo!!”

Ci mise un tono di soffusa minaccia che il fratello conosceva bene, infatti senza aggiungere altro, indietreggiò fino alla porta e uscì, chiudendosela alle spalle.

“Non ci credo! Non è possibile!

Domani nevica verde! Il mio fratellino sfigato che mi invita ad uscire, dov’è finito il rispetto? Stasera non lo faccio mangiare!!!”

Era innegabilmente irritata, sarebbe uscita, non per dare ascolto al fratello, sia ben chiaro, ma perché lo voleva lei.

Si alzò con uno scatto e si diresse all’armadio, estraendone un vestito nero e un corsetto nero con i nastri bordeaux, dalla rottura con il mondo si era data al dark, nonostante i capelli continuassero a rimanere orgogliosamente biondi e raccolti in quattro code.

Si vestì, si truccò con uno spesso strato di matita nera e un rossetto molto scuro e spalancò teatralmente la porta della sua tana.

Gaara le rivolse un’occhiata assente, ma Kankuro osò farle un piccolo sorriso soddisfatto.

“Una parola, neko, una sola e ti ribalto giù dalla finestra!”

Lui le fece uno sguardo da gattino [gattone] per intenerirla, lei rispose con uno sguardo truce e lui tornò a concentrarsi sul suo gioco.

“Io vado.

Non mandate a fuoco la casa e non ammazzatevi.

Stasera niente cena.

Hasta luego!”

Uscì di casa, soddisfatta, mentre dietro di lei si sentivano rumori di lotta e le urla calme del rosso :” Te l’avevo detto di farti i cazzi tuoi, maiale nero!” e i lamenti del suo gemello.

 

Era incredibile, lui Neji Hyuga, magnifico rampollo degli Hyuga era stato vilmente buttato fuori dalla sua magione come un sacco di patate plebee da sua cugina, normalmente non in grado di ferire nemmeno una mosca.

Irritato percorse il vialetto e si buttò nelle strade affollate alla ricerca di qualcosa da fare.

Gettò uno sguardo dalle vetrine al solito bar, ma lo vide monopolizzato dagli strambi discorsi di Moriyama sulla giovinezza e ritenne saggio non entrarci.

La vetrine scintillavano invitanti, traboccavano di nuovi oggetti da comprare, vestiti da provare, ma lui non ne aveva voglia, era consapevole che per essere un povero orfano che viveva grazie alla carità dello zio aveva già abbastanza ciarpame.

“Che noia cosmica! Dio mandami un segno!!”

E la vide.

Pantaloni nepalesi a righine principalmente viola, clarks disegnate, giubbino nero e cappellino da elfo, un’abbinamento di vestiti colori e stili che su qualsiasi altra ragazza gli avrebbe fatto arricciare il naso, ma non con lei.

Lei stava divinamente bene, con quei capelli fucsia sembrava una strana e meravigliosa fata mandata dal fato apposta per lui.

Stava diventando terribilmente melenso.

“Yo Hyuga!”

“Ciao Harukaze!”

“Come mai in giro?”

“HIna mi ha buttato fuori casa….tu?”

“Cercavo i regali di Natale, ma sono a secco con i soldi.

Girano prezzi assurdi!”

Sbuffò contrariata.

“Che noia….”

“Ti annoi? So io come rallegrarti!”

Si sentì arrossire.

“Io…cioè… non  lo so…”

Lei lo guardò storto e gli rifilò un pugno in pieno stomaco prima di sibilare:”porco!”

Aveva un bel destro per essere una fata eterea!

“Ehiii!! Scusa!!!”

“si si…vabbè…Comunque seguimi senza farti strane idee, per quelle basta già quel cagnaccio di Inuzuka!”

Kiba aveva osato sfiorare la sua fata?? L’indomani l’avrebbe punito!

Lei lo prese per mano  e lo trascinò via.

Lui non aveva mai agito guidato totalmente dal suo amato destino, senza sapere con precisione dove e con chi sarebbe finito, tendeva a non aprirsi, ad avere le situazione sottocontrollo per paura di ferirsi.

Lui aveva barriere, muri e scudi a proteggere il vero Neji dal mondo cattivo, che più di una volta gli aveva presentato i conti togliendogli la madre e il padre e la zia, ma con lei….

Quando stava con quella strana ragazza si sentiva meno oppresso e un po’ più libero di essere se stesso, senza temere di aggiungere un’altra cicatrice a quelle che già possedeva.

Era una sorta di boccata d’aria fresca in una vita piatta e noiosa.

 

Temari camminava un po’ gobba in mezzo a quella folla festante e indifferente, nessuno si curava di lei, di quella ragazza vestita di nero con una faccia truce, ognuno era preso solo da se stesso e dai propri problemi.

Nelle vie affollate del centro, lei si sentiva sola, più sola che nella sua cameretta, perché almeno lì si sentiva protetta e non esposta agli altri, come in quel momento.

Infilò una via laterale e si accorse che portava a una sorta di piccola festa si quartiere, piena di luci, bancarelle e gente allegra.

Era una persecuzione!

La percorse, buttando occhiate indifferenti attorno a sé, finche all’altezza di una bancarella di giochi le parve di udire delle voci familiari e si fermò.

Scostò le tendine che pendevano dalla tenda che faceva da tetto al tutto ed entrò, davanti a una macchina per prendere peluches c’era Uchiha che giocava con Sakiyourai alla sua destra e Yidashi alla sua sinistra che gli urlavano indicazione contraddittorie.

“A destra, corvo, a destra!”

“Sinistra, caspio!, sinistra!”

SAsuke sembrava non farci caso, forse era abituato, come tutti gli Uchiha, alle stranezze.

Temari ordinò una birra e si mise a sedere davanti a un videogioco accanto al loro per non perdersi lo spettacolo del trio comico involontario più in voga della 1^A.

Yukari, visto che i suoi suggerimenti non venivano ascoltati, si allontanò, Michiyo continuò a berciare, fino a quando il moro non prese un pupazzo di Keroro.

“UUUUke!!!! Me lo daiiii????”

La viola iniziò a battere i piedi come una bambina piccola e a sfoggiare il suo sguardo da gatta con gli stivali.

“NO! Io l’ho vinto e io me lo tengo!”

“Emo! L’ultimo che mi ha negato qualcosa non si è retto per un bel pezzo sulle sue zampe!”

Gangsta-Michiyo iniziò a girare intorno a Sfigato-Uchiha come uno squalo.

“Non ho paura di te schizzata! Io sono emo! Io sono forte!”

La viola si sfilò la cintura e il poveretto si strinse ancora di più al pupazzo.

“Ma vi lascio un’attimo e voi mi fate il teatrino del bullismo?

Beccatevi queste e piantatela di fare le scene!”

Yukari, imperturbabile come sempre era spuntata con in mano tre frittelle, di cui due, una ciascuno, per i due litiganti che gliela strapparono letteralmente di mano come due persone reduci dal deserto del Sahara.

“Sas’ke! Che hai contro gli armadi?”

Il moro rischiò di strozzarsi.

“Non nominarliiii!!”

L’ultima paranoia in ordine di tempo di Uchiha erano gli armadi, non ne sopportava la vista e non riusciva a sentirne parlare, la leggenda metropolitana narrava che suo fratello l’aveva chiuso in quello della sua camera per un giorno intero, ma gli interessati non smentivano ne confermavano.

“Va bene. Va bene!

Ma come farai con gli album di geometrico? E con la parallela?”

“Sono affari miei!!”

Rimasero un’attimo in silenzio e poi il moro riprese a parlare

“Sciagure della mia vita!”

“Si, disgrazia della nostra?”

“Io Ho fatto un sogno!”

“Bravo! Vedo che almeno un Uchiha dorme in quella casa di matti!”

“Non vi interessa sapere cosa ho sognato? Credo che voi potreste aiutarmi a capire….”

“Claro que si! Spara!”

“Bhe ero a scuola, sciallo su un banco a farmi i cazi miei quando la porta si apre.

Io ovviamente faccio finta di nulla, ma questo attacca a guardarmi e non smette, lo osservo anch’io senza farmi sgamare: carino, con i capelli a cresta, uno che piacerebbe a voi due, somiglia vagamente a quello che hai pittato sulla maglia ‘Chiyo.

All’improvviso mi punta contro un indice, lo guardo spaventato, non sapendo cosa vuole.

“ Ti dovrei spaccare in testa il basso per avermi disturbato, razza di ignorante cosmico, ma sei un caso talmente disperato e la tua testa suona così a vuoto che sarebbe inutile.

Amo troppo il mio basso per spaccarlo in testa  a te!”

Giuro che mi ha detto così, m’ha fatto troppo paura!

Io ci rimango di merda  e lui scuote la testa.

”Ma ti devo punire! Lo capisci si?

Quindi preparati che ti sputo dritto  in mezzo agli occhi!”

IO arretro ma spunta un muro e questo si avvicina sempre più…

Finché…non mi sono svegliato.”

Il moro, durante il lungo monologo non aveva notato le occhiate che si rivolgevano le due e il fatto che mano a mano le loro facce si rannuvolavano come un cielo quando la tempesta è in arrivo.

“Perché? Ho solo una domanda…PERCHE’?PERCHE’ CERTA GENTE NON CAPISCE LA FORTUNA CHE GLI è CAPITATA???”

Sasuke guardò la viola senza capire.

“Corvo emo! Sai chi ti ha visitato in sogno?”

“Un pazzo furioso che voleva sputarmi in un ’occhio?”

“NEIN!”

Sasuke rimase basito davanti al ruggito in tedesco della mora, deglutì vagamente spaventato, Michiyo lo afferrò per le spalle e cominciò a scuoterlo.

“Cretino! era Syd VIcious! Il grande Syd Vicious, colui che invochiamo sempre: Santo Syd!!!”

Lo mollò all’ improvviso e il moro rischiò di cadere per terra.

“Maria del carmeeelooo… “

“ma… Perché Syd ha detto che l’hai disturbato? Cos’hai fatto, maledetto?”

Il moro non rispose e infilò rapido la porta più in fretta che poté, inseguito dalle sue amiche.

“Hai la coscienza sporca!!!Stavi tramando qualcosa losco corvo emo!

Volevi rapirmi Giovanna!”

“bastardo! Parla!

Sono sicura che c’entri anche mio fratello, io vi ammazzoooo!!”

Temari scoppiò a ridere, come al solito quei tre avevano offerto un siparietto divertente, erano uno strano gruppo, litigavano per la maggior parte del tempo, ma sapeva che erano davvero legati, davvero amici.

Un po’ li invidiava.

Stava per andarsene quando qualcuno le picchiettò sulla spalla.

 

Era un’incubo, un fottuto incubo, non era possibile che la sua fata l’avesse trascinato all’inferno!

L’inferno, per Neji Hyuga era una pista da pattinaggio montata in una delle piazze del centro, fin dalla più tenera età aveva cercato di tenercisi lontano, consapevole del fatto che quando era sul ghiaccio sfoggiava la grazia di un’elefante in cristalleria.

Quando la fucsia si era fermata proprio lì era impallidito, sommerso dai ricordi di quando sua cugina lo trascinava lì da piccolo, forse per vendicarsi di tutte le angherie che le faceva subire.

“Neji-kun! Siamo arrivati!

Siamo anche fortunati che questo pomeriggio è gratis!”

Accidenti! Che immensa fortuna, pensava mentre si guardava intorno alla ricerca di una via di fuga, ma la presa di Tayuya sembrava essere diventata quella di un lottatore di wrestling.

“U-u-uao!”

“Su dai! Andiamo a prendere i pattini!!”

Lo trascinò via e in men che non si dica, si ritrovò con in mano due pattini neri.

“Neji-kun! Non te li metti?”

-Mi sparerei piuttosto che metterli, ma ho lasciato a casa la pistola, fata mia!-

Rassegnato, si mise i dannati aggeggi e cerco di tirarsi in piedi con la voglia di un martire che si avvia verso l’arena, ricadde a sedere.

Si attaccò saldamente al bordo e questa volta riuscì a rimanere un piedi, stava per tirare un sospiro di sollievo quando qualcuno lo afferrò da dietro,facendolo vacillare pericolosamente.

-Destinooo! Aiutamiii!!! Fammi rimanere in piedi!-

Si riattaccò miracolosamente e si voltò per insultare l’idiota che aveva attentato alla sua vita, era Tayuya che ora gli sorrideva, maligna come una  pixie.

“Neji-kun! Dai vieni con me!!”

Senza aspettare la sua risposta lo prese per mano e lo tirò verso il centro di quella bolgia animata da dannati che sfrecciavano come furie, cominciò a sudare freddo.

-aiuto!!-

Incespicando tentò di seguirla, ma cadde una volta, due volte, tre volte, tra rabbia, freddo, dolore, umiliazione e l’eco immaginario della risata di Hinata.

-Ora io Neji Hyuga  mi tiro in piedi, affronto questo bastardo e lo batto!-

Intontito, riuscì a raggiungere la posizione eretta, quando un bisonte lo investì e lui vide il ghiaccio, nemico suo giurato, avvicinarsi sempre più alla sua bellissima faccia.

-Destino malvagio ed infingardo! perché non mi vuoi un briciolo di bene?-

Non seppe mai cosa rispose il fato, vide solo il ghiaccio farsi sempre più vicino, sentì solo un dolore sordo all’impatto e poi fu solo il buio.

 

Si girò leggermente spaventata, la birra tremò nel bicchiere, chi era?

Due occhi neri dall’espressione dura che conosceva bene la stavano fissando, facendola deglutire.

“Yu-U-kiko?”

Trovò il coraggio di boccheggiare, la sua ex migliore amica era lì davanti a lei, con gli stessi codini, le stesse meches blu e la stessa aria a metà tra l’annoiato e l’arrabbiato, più in là scorse anche Sasori che giocava a qualcosa.

“Tema..sembra che tu abbia visto un fantasma….”

I suoi occhi bistrati si ammorbidirono in un accenno di sorriso.

“Non dici niente?”

In effetti si sentiva la bocca impastata, non riusciva a spiccicare parola.

“c i a o”

Yukiko abbassò gli occhi.

“Tema, vorrei dirti una cosa…

Credo ….credo di aver reagito un po’ eccessivamente l’ultima volta che ci siamo viste.

Non dico che tu sia senza colpa, ma anch’io ho esagerato, forse avrei dovuto mostrare un minimo di comprensione.

In ogni caso, abbiamo sofferto tutti abbastanza, io, te, Shika, ma dato che lui sembra stare meglio, ecco…”

Sembrò farsi coraggio.

“Ecco….mi piacerebbe che tornassimo a frequentarci….”

Tema la guardò incredula, ricevere il perdono della mora era una cosa rarissima,  chiunque avesse ferito profondamente lei, suo fratello, i suoi amici o gli Akatsuki, per lei diventava come morto.

“Io…io …sono felicissima!!!

Si, va bene!”

Yukiko le sorrise timidamente.

“Tema, se non ti dispiace tornò da Sasori.”

“Figurati! State insieme adesso, vero? Siete una bella coppia, ho sempre pensato che avreste finito per fidanzarvi!”

“Grazie! Ciao!”

YUkiko si allontanò lasciandola sorridente, era successo un piccolo miracolo!

Alzò le braccia la cielo, ma nel farlo un po’ di birra schizzò addosso a un ragazzo accanto a lei.

“Ma sei scema! Stai più attenta!!”

Era carino, con degli strani capelli bianchi che gli arrivavano alle spalle, gli occhi verdi, truccati di rosso e uno strano tatuaggio in fronte.

“Oddio scusaaaa!!”

Lui sbuffò e la lasciò lì, da lontano vide Yukiko che le faceva l’occhiolino e segno di seguirlo e sorridendo le ricambiò il gesto, uscendo dalla bancarella.

“EHIII!!!”

Lui si voltò, vagamente irritato.

“Scusa scusa! senti ti va se per rimediare ti offro qualcosa?”

“In un bicchiere o ancora addosso?”

“No bhe, in un bicchiere…dai!!”

Le fece la faccia da gattone, specialità indiscussa del gemello e lui capitolò.

“D’accordo, andiamo, ma  lontano da questa bolgia!”

Lei sorrise di nuovo, mentre lo prendeva a braccetto e lo trascinava con sé.

 

“OH! Ma hai visto? Una palata da centodieci e lode!”

“di piùùù!!! NEji-kun ci ha lasciato l’impronta della faccia su quella pista!

Ci faranno una Veronica!”

“Veronica? Chi è? Dove l’hai vista? È carina?”

Kiba scosse la testa la testa e guardò Akamaru, che ricambiò afflitto l’occhiata.

“lascia perdere Naruto. Sei pure fidanzato…”

“già… ma non ho ancora capito perché l’hai nominata questa Veronica,…”

“Ten…glielo spieghi tu?”

La castana non diede segno  di vita, era appiccicata al cellulare e aveva ripreso tutta la scena, sogghignando.

“Ten? Perché hai ripreso tutto?”

“Perché lo metto su you tube….”

Kiba la osservò senza capire.

“Perché?”

“Perché siamo giovani e la giovinezza è fatta di grandi umiliazioni e …piccole, innocenti, VENDETTE!!”

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Aloha lettori! Questa volta non ho particolari canzoni da consigliare, stranamente non ne ho messa nemmeno una nella storia…un piccolo miracolo.

Allora… un piccolo ringraziamento a Beckill per l’idea di Syd che rimprovera Sasuke e un consiglio non richiesto per le vostre letture.

Vi consiglio di leggere “Click” di Jaheira, non perché è la mia socia, ma perché è davvero una storia che vale, profonda che merita di essere letta.

È una Sasu-Saku, con una Sakura un po’ diversa dallo stereotipo che io odio, davvero dateci un’occhiata!

Passiamo alle recensioni

 

Slice: Grazie! Sono contenta che faccia ridere! Spero di non farti arrivare a novant’anni per farti leggere la fine, io ne avrò all’incirca 85 e un piedino con tanto di bastone nella fossa!

Spero ti piaccia anche qst! Alla prossima! Ciaooo!

 

Ice queen 88: grazie! Sono contenta che ti sia piaciuta la preghiera di Deidara! Per Sakura: tornerà, non so quando e come ma tornerà, la chiedete talmente in tanti che ho paura che se non la faccio tornare andate voi a prenderla a Londra XD!

Abbi pietà di Yukari, io la capisco benissimo, ho il perdono difficile indi Itachi dovrà strisciare ancora un bel po’…

Alla Prossima!

 

Talpina pensierosa: Grazie^^! È divertente far soffrire Sasuke, un’antistress fantastico^^, se non fosse già di Kishi-sensei lo brevetterei…

Alla prossima.

 

 

Ra92:Un fan club per me? oh Gesù! Non credo proprio di meritarmelo! Grazie!!!

Spero di non deluderti con questo capitolo! ciaooo!!

 

Jaheira: Ciaooo Socia! Ho paura anch’io che i santi ci volteranno le spalle, ma l’importante è credere in loro e andrà tutto bene U_U!

Oddio qst capitolo è stato un parto, tra interruzioni varie ci ho messo 4 giorni…forza e coraggio per la one-shot! Ce la farai! Syd e Bob ti vegliano!

Ciaooo!!

 

 

HinaNaru: ciao! Bentornata! Le madri fanno sempre qst scoperte, fa parte del mestiere…tipo mia mamma è dall’inizio dell’adolescenza che ha realizzato che ha una figlia che perde tanti neuroni quanti capelli e che è incamminata sulla via della pazzia.

Se nancy è un diminutivo del nome ti chiami Nicolette, giusto? Non hai un Syd da prestare a me e a Beck? XD

Vabbè basta! Ti saluto!

Grazie e ciaooo.

 

Ali di piume:SAsuke? Si è salvato…. Spero che la tua curiosità sia stata soddisfatta in qst capitolo! bello il Belgio, ma soprattutto belle le vacanze!!!

Ciaooo

 

Grazie a tutti, See ya next!

 

 

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Capitolo 53
*** 53) MY CRAZY CHRISTMAS ***


44

53)MY CRAZY CHRISTMAS

 

Era arrivato il fatidico 25 dicembre, tra luci, suoni di zampogne e borbottii di Syria e Yukari, irritate da tanta gioia consumistica.

La scuola era finita il 23, con una bella festa con tanto di panettone, pandoro, spumante e scambi di regali, tra risate e scleri vari.

Hinata era discretamente felice, con la pancia piena e gli occhi sognanti, non si curava dello sguardo gelido del padre e della sorella, s’immaginava lei e Naruto a pattinare o in un bar a scambiarsi i regali, chissà cosa le aveva preso?

“Hinata! È pronto il caffè, spegni la moka!”

Suo padre ordinò arcigno come sempre, ma lei non lo sentiva, per la prima volta da quindici anni si sentiva felicemente altrove.

Con gli occhi della mente vedeva la scena con una precisione pazzesca, lei e Naruto abbracciati sulla pista di pattinaggio, lui che ballava con la grazia di Fred Astaire e lei era la sua Ginger.

Sorrise beata, mentre si immaginava di stare stretta a lui, che delicatamente l’accompagnava fuori dalla pista e la scortava in un bar sofisticato del centro, con tanto di fiori e candele sui tavoli.

Lei gli dava il suo regalo, lui le dava il suo.

Hinata si vide scartare il pacchetto e sbiancare alla vista della piccola scatola di velluto blu.

“Tesoro, apri…”

“Hinata?”

Il mondo reale tentò di far sentire la sua presenza con la voce fastidiosamente glaciale di suo padre, ma il suo cervello vi oppose fiera resistenza e la scacciò via

Hiashi Hyuga , leggermente sorpreso dal comportamento della figlia maggiore, l’aveva chiamata una seconda volta, ma lei non aveva  accennato a rispondere ne ad alzarsi.

“HINATA?!”

Hinata, persa nei suoi sogni tentò di aprire un tovagliolo, sotto lo sguardo incredulo dei familiari, e si mise a rimirare un inesistente anello che credeva di indossare.

Lui, Naruto, era inginocchiato ai suoi piedi.

“Amore…questo anello è una promessa, tra tre anni ci sposeremo.

Mi vuoi?”

“SIII ! FANCULO IL MONDO! IO TI SPOSEREI PURE ADESSO!!”

Nella vita reale mormorò qualcosa di inintelligibile.

“HINATAAAA!!!!

Il tono di Hiashi Hyuga si alzò impercettibilmente di un’ottava, era preoccupato , in quindici anni sua figlia non aveva mai reagito così.

La corvina fece un’ altro sorriso strano, ora si vedeva con i due figli, un bambino moro di nome Minato e una biondina di nome Emiko che la guardavano in attesa della loro favola preferita, la storia dei loro genitori e lei Hinata era felice di accontentarli.

“Tre anni dopo, nonostante il parere contrario di mio padre ci sposammo.

La band di vostro padre ebbe un successo strepitoso, diventammo ricchissimi e accogliemmo in casa come addetto alla manicure di Osvaldo, il nostro pony, mio cugino Neji.

Siamo magnanimi, nevvero?

Poi, piccoli cari, l’azienda di vostro nonno fallì e lui ora mendica come un barbone, perché è troppo orgoglioso di chiedere aiuto alla figlia fallita…

Ricordate! L’orgoglio è una brutta bestia!”

Il padre la sentì mormorare:”chiamerò la mia prima figlia Emiko….”e sussurrò stancamente all’altra figlia.

“Hanabi vai tu, perché questa l’abbiamo persa…”

La bambina, ridacchiando si alzò e servì il caffè, il padre scrutò pensoso il fondo della tazza, la sorella lo trangugiò tutto d’un fiato.

“Padre, vado a cambiarmi…”

“si si vai….Io mi stendo, questo pranzo mi ha prosciugato….”

 

La sigaretta si consumava lentamente nel posacenere e lui la guardava quasi ipnotizzato, gli occhi neri persi nel rosso di una brace che si riduceva sempre più.

e quelle che sanno
spiegarti l'amore
o provano almeno
a strappartelo fuori
e quelle che mancano
sanno mancare
e fare più male”

La voce leggermente roca di Ligabue si alzava dalla camera di suo fratello, facendogli compagnia, ricordandole lei.

Cosa stava facendo a Londra?

Un po’ si ricordava di lui non solo come lo stronzo della situazione?

Aveva capito che in un certo senso l’avevano fatto per lei?

Le donne lo sanno….

Lei lo sapeva?

E suo fratello? Perché ascoltava Ligabue invece dei soliti Punkreas?

Pensava a Yukari?

Spense la sigaretta con un colpo secco, non poteva concedersi questi momenti, non doveva avere rimpianti, aveva fatto le sue scelte.

“è andata come doveva - come poteva”

La canzone era cambiata, come se Ligabue avesse voluto fornirgli delle risposte, forse doveva solo aspettare il suo ritorno e vedere cosa sarebbe successo, ma mentre lei non c’era?

Cosa doveva fare?

Si trascinò verso il telefono e compose il numero degli Yidashi, nella speranza di parlare con Yukari.

“Qui casa Yidashi. Chi parla?”

Aveva risposto il fratello.

“Ciao Deidara, sono Sasuke. C’è tua sorella?”

“ Non lascerò che un’Uchiha le  rompa le palle anche il giorno di Natale.”

Rimase impalato con la cornetta in mano, che emetteva un flebile tu-tu-tu-tu, il biondo aveva riattaccato arrabbiato.

Tornò in camera sua raccolse il giubbino e si tuffò nelle strade poco affollate, verso il chioschetto di Teuchi-san, sperando di trovare un po’ di compagnia.

Aveva tanta confusione in testa, si sentiva solo, odiava il Natale da quando non c’erano più i suoi, lo rendeva triste e malinconico.

Aveva avuto tanto, aveva perso tanto, aveva distrutto tanto, forse troppo e non voleva affrontare il peso della solitudine.

C’era troppo rosso in quella festa e il rosso gliela ricordava.

Sakura….

 

Era in piedi davanti all’armadio.

Si tormentava il labbro, era pieno di troppi vestiti sbagliati, abiti seri e kimoni in cui non si riconosceva.

Non li aveva scelti lei, glieli avevano imposti e a lui sarebbero piaciuti?

Allungò la mano verso un abito nero, elegante, forse troppo, castigato e legnoso.

“Non vorrai metterti quello?”

La voce di sua sorella la fece sobbalzare.

“Hanabi?”

“Già. Hinata sei stata una grande con papà oggi!”

“Che ho fatto?”

“Non te lo ricordi?”

“NO.”

“Non fa niente. Davvero vorresti metterti quello?

Non è da te, non ci sarai mai tu dentro a quel vestito!

Mi ricordi Lane, quella di “una mamma per amica”, usa il guardaroba segreto!”

La corvina guardò sua sorella spaventata.

“Lo sai?”

“Si e ti invidio.

Tu sei libera, tu non hai papà che ti sta sempre con il fiato sul collo, per i voti, per il piano, per la danza, per tutto.”

Era inequivocabilmente un grido d’aiuto, la decenne Hanabi, la sorella perfetta, non voleva soffocare per colpa di suo padre, non voleva un futuro pianificato in ogni dettaglio, voleva solo vivere.

Hinata si sentì più vicina a lei, ora la capiva la sua sorellina,  portava una maschera tutti i giorni, forse più pesante della sua, perché anche Hanabi dietro a quei gelidi occhi bianchi sapeva vedere più degli altri.

La abbracciò.

“Hanabi….adesso e in futuro lo sai che sono e sarò sempre dalla tua parte, vero?”

“Si…e adesso apri quella botola a lascia che ti aiuti a scegliere i vestiti.”

La corvina annui commossa.

Rimasero ore a guardare, valutare e fare ipotesi inginocchiate davanti a quella botola piena di vestiti che Hina non osava mettere in pubblico.

Alla fine optarono per una camicia nera, una cravatta viola, una gonna nera piena di spille, delle calze nere con sopra delle calze a rete viola e un paio di anfibi neri.

Per la prima volta Hinata si vide bella, anche grazie del trucco nero più marcato del solito.

Sorrise alla bambina che le sorrise di rimando, per la prima volta da quando ricordava si sentivano in sintonia.

 

 

quindici anni già
e un amore da dimenticare
consumato in sogno
che è più vero che provare

Le parole arrabbiate di “Quindici Anni già”  dei Tre Allegri ragazzi Morti” uscivano dal locale, svanendo lente nell’aria fredda di dicembre.

Lui era lì incerto sulla soglia, i Tre Allegri ragazzi Morti, ovvero Yukari e il suo mondo, così inconsciamente e incredibilmente simile a quello di Sakura.

Scosse la testa e aprì la porta scorrevole del chiosco, Teuchi gli sorrise.

“Yakitori, Sas’ke-kun?”

“Si grazie!”

L’uomo intanto gli porse una birra e degli stuzzichini, lasciandolo lievemente stupito.

“A Natale devono essere tutti più buoni, piccolo….E tu e gli altri tuoi folli compagni di classe siete come una strana famiglia folle e allargata per me, quindi bevi…”

Il moro arrossì e nascondendo le lacrime lasciandosi cadere i capelli neri davanti agli occhi, mormorò un flebile:”Grazie!”.

Una folata di vento gelido annunciò che qualcuna’altro era entrato nel locale, Uchiha si voltò senza reale interesse e un sorisetto gli increspò le labbra: Ai Takamura, gonna scozzese, giacca di pelle, anfibi e calzini flosci e neri d’ordinanza si stagliava quasi imbarazzata davanti all’ingresso.

“UChiha?”

“Takamura! non hai una famiglia da tormentare a Natale?”

Lei si sedette scocciata accanto a lui.

“Hai toppato piccolo stronzo, sono loro che tormentano me.

TEuchi, potresti portarmi una birra per favore?”

“Si, Ai.”

“Perché?”

“Perché non sono la figlia perfetta o meglio non lo sono più.

Non sono sempre stata così, una volta ero una brava ragazza, poi un giorno ho sclerato.

Anni di rabbia repressa, uno spunto banale e il vulcano è esploso, ma loro invece di mostrare comprensione mi hanno semplicemente voltato le spalle.

Ora sono la teppista e nessuno vede niente di buono in me.”

“Forse perché non glielo lasci vedere….

Fidati di qualcuno una volta ogni tanto.”

“Ogni volta che ci provo va in merda.

A me Gaara andava a genio.”

“Si va bhe….ma con lui ci provavi e Mimichi ha il suo orgoglio che non perdona. Tipa tosta,”

“Grande tipa.”

“Esci con noi, io, Sakiyourai e Yukari ogni tanto…”

“Potrei pensarci….”

AI sorrise e fecero un brindisi con le birre.

“AL Natale che rende tutti più buoni.”

Bevvero la prima sorsata in silenzio, mentre Teuchi trafficava in cucina.

“tutta la noia di suo madre
tutte la bugie di sua padre
tutta la noia di suo madre
tutte le bugie di sua padre”

 “E tu Uchiha? Cosa ci fai qui?

Niente pranzo in famiglia?”

La mia famiglia è solo mio fratello . I miei sono morti.

È in queste occasioni che mi mancano, io e lui non sempre sappiamo comunicare…”

Lei arrossì impercettibilmente.

“scusa non sapevo…”

Continuarono a bere in silenzio, Teuchi arrivò con gli spiedini.

“Conosci tre allegri ragazzi morti?”

“Un po’. Yukari mi ha passato qualcosa.”

“Sai…c’è una canzone che si chiama “Mio fratellino ha scoperto il rock ‘n’ roll, parla di questo ragazzo che si rifugia nella musica. C’è un pezzo che fa tipo così:
perché le canzoni dicono tutte la stessa fottuta cosa?
perché i nostri genitori non si preoccupano per noi?
perché i nostri genitori non hanno paura per noi?”

Sai è quello che mi chiedo io quando penso ai miei, ho fatto un’errore e loro niente, mi hanno condannata e basta, senza chiedersi perché l’avessi fatto.

Io volevo e voglio che me lo chiedano e così continuo a fare casino, ogni volta di più sperando che si interessino a me.

Non succede mai , Uchiha.

Mai.

È come se ci fosse un muro e io in quella casa soffoco sempre un po’ di più.”

“Mi dispiace, Takamura.”

“Non fa niente. Non puoi farci niente…Sasuke uccidiamo la noia,  piuttosto! Andiamo a fare casino da qualche parte!”

Gli sorrise, in quello strano modo, un po’ da canaglia, un po’ da ragazza fragile e lo trascinò fuori dal locale

voglio un vita che sia tutta mia

 

Era seppellita nell’incavo del suo braccio, cercando di ignorare le urla di terrore della ragazza che il serial killer del film stava squartando.

Perché aveva scelto proprio un horror?

Perché?

Perché la condannava a fare la figura della piattola?

Lui, poteva scommetterci, si stava divertendo una cifra.

Quando finalmente quella tortura finì e le luci si erano accese in sala, lei era ancora lì attaccata al suo ragazzo.

“Amore…è finito.”

Hinata non rispose e lui se la caricò in spalla, facendola arrossire.

“Naruto!! Mettimi giùùùù!!!

“Quando siamo fuori, HInata- chan!.

-ohmiodddddiiioooo!!-

Non osò alzare gli occhi finché non si senti appoggiare a terra, notò che erano davanti a un pub, dall’aspetto dimesso.

“amore! Ma sei fuori?”

“Ma perché? Tu non ti muovevi più! Sembravi tipo morta e dovevamo uscire dal cinema!!”

Hinata arrossì.

“Mi hai fatto vedere un horror! Gli horror fanno paura!!!”

“Mannòòòò!! Sono così dolci e teneri!”

“chissà se anche la tipa che il maniaco di turno ha squartato condivide la tua opinione?”

Il biondo si grattò la testa, poi la prese per mano e la portò dentro al locale.

Scelsero un tavolo in fondo al locale e ordinarono due cioccolate.

“Scusa Nacchan! Ma sclero quando vedo degli horror!”

“Non fa niente Hina-chan! Questa cioccolata sembra proprio buona!”

Lei gli sorrise, la sua adorabile testa quadra aveva già archiviato l’incidente…..

“’mooore…”

“Si?”

“Ti ho preso il regalo.

Mi sono detto che dovevo prenderti qualcosa di speciale, qualcosa che ti dovesse far pensare a me ogni volta che l’avessi visto…”

Il cuore di lei perse un paio di battiti, le aveva preso un anello?

Le  porse un pacco che lei scartò avidamente, dalla forma non sembrava un’anello, però…Chissà cos’era?

Rischiò l’infarto.

Una tazza per ramen, decorata  con rane e spirali le stava davanti spavalda e scintillante, sotto il suo sguardo sgranato.

-Gesù….svegliami! Dimmi che è un sogno o una candid!-

“Ti piace amore?”

“Si…”

- te la spaccherei in testa, pirla!-

Fece un piccolo sorriso e gli porse a sua volta il suo regalo, leggermente agitata, gli sarebbe piaciuto?

Lui sembrava un bambino, sorrideva beato, mentre lacerava febbrile la carta arancione del pacchetto.

Un sorriso ancora più grande gli si allargò in volto quando estrasse la felpa, era completamente perso nella contemplazione del suo idolo, quasi con le lacrime agli occhi.

“HIna….è…è meravigliosa! Tu sei meravigliosa!

Cosa ho fatto per meritarti?”

Hinata arrossì di gioia, completamente dimentica di quel orrore in forma di tazza che ancora li guardava dal tavolo.

Iniziarono a baciarsi, incuranti degli altri avventori.

 

Yukari era incredula, davanti al poster di Syd, con il cellulare ancora in mano.

“ ma tu dimmi…Syd dimmi…Come puoi regalare alla tua ragazza una tazza per il ramen?

Orribile per giunta!

Rane e spirali! Mi sa che è passato zio Bob a rifornire il designer di quello schifo…

Miii!

Dopo tutto quello che lei ha fatto per lui, dopo tutta la fatica che abbiamo fatto io, Michi e Sasuke per farli mettere insieme!

Una tazza!

E lei….che dice che non ha mai ricevuto regalo migliore…

Io…sono senza parole…”

“Nee-chan?!”

Fece un salto di due metri, suo fratello era apparso accanto a lei con il cordless.

“Sono Michiyo e Syria.”

Annuì e pensò che oltre ad una visita psichiatrica per Deidara, aveva saputo di quello che aveva detto a Sasuke, doveva prenotarne una anche per se.

“Ciao girls!”

“Ciao!

Dobbiamo dirti una cosa che non ti piacerà…”

Il suo cervello prese a galoppare.

Cosa dovevano dirle?

I Rancid tenevano un concerto in Giappone, ma i biglietti erano già finiti?

La Fukasada in realtà era un uomo e si era innamorato di lei e progettava di rapirla?

Itachi dopo la sua sfuriata aveva incontrato la donna della sua vita ed entro il mese sarebbero convolati a nozze?

All’ultima ipotesi sentì prudere le mani e si immaginò mentre prendeva a testate la sposina dopo la fatidica frase:”Chi ha qualcosa da dire parli adesso o taccia per sempre.”sotto gli sguardi increduli del prete e di Itachi.

“Allora?”

“Facciamo capodanno al minshuku della nonna di Syria.”

“Nooooo!”

Sentì la dark ridacchiare dall’altra parte della cornetta e sussurrare a Michiyo:” Crede che sia come quello di Shiman King, pieno di fantasmi!”

Yukari riattaccò disperata…si prospettava un capodanno terribile.

 

RINGRAZIO

 

ALI DI PIUME

 

HINANARU

 

JAHEIRA

 

BECKILL

 

RA92

 

DIANA 88

 

Scusate se c’è qualche errore…

 

 

 

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Capitolo 54
*** 54)HOPE IS THE LAST TO DIE ***


44

54)HOPE IS THE LAST TO DIE

 

Santo Stefano si prospettava essere una di quelle giornate in cui l’unica azione che si potesse compiere senza rischiare era quello di cambiare posizione per conciliarsi il sonno.

Iniziò malissimo, alle sette di mattina Yukari fu svegliata dalle bestemmie di sua madre, che si era imbattuta in una scultura di Deidara che le era quasi esplosa addosso, grugnendo si tirò il cuscino sulla testa e cercò di tornare a dormire.

Un’ora più tardi, proprio mentre stava per prendere sonno, fu il turno di suo fratello , qualcuno aveva rotto la sua piastra e lui reclamava a gran voce un colpevole da punire, lei per la precisione.

Lo maledisse in silenzio, come faceva quell’idiota a pensare che l’avesse rotta?

Lei ne aveva felicemente ignorato l’esistenza fino a quel momento.

“CHIUDI IL BECCO, FRACASSONE, SE TIENI ALLA TUA MISERA VITA!”

Il ruggito le era salito spontaneo e non premeditato, ma ottenne l’effetto che desiderava, il biondo tacque e lei si girò su un fianco, rintanata ormai sul fondo del letto.

-E mo si dorme!-

Lo squillo feroce del telefono, nemmeno cinque minuti dopo la smentì clamorosamente, non avrebbe dormito affatto!

“Tesoroooo! È per teeee!”

Bestemmiò a bassa voce e sbraitò con la sua voce da oltretomba postrisveglio:

“Chi diavolo è??”

“Sakuraaa!”

“Chi?”

“Asahara, la tua amica!”

“Chiamala Syria, che ho una compagna che non sopporto che si chiama allo stesso modo!”

“E io come facevo a saperlo?”

Sbuffando scalciò via le coperte e uscì dalla camera, spiritata e con i capelli come quelli di una furia e strappò il cordless dalle mani di sua madre.

“Allora? Che cazzo vuoi?

Ti sembra l’ora di chiamare?

Io sto dormendo lo sai!”

“Buongiorno mattina amore!

Simpatici come un yoghurt inacidito eh?

Se tu ieri sera non avessi riattaccato e poi staccato il telefono non ti avrei chiamata!

Porta le tue chiappe stanche al solito bar! Dobbiamo parlare del capodanno!”

Prima che potesse replicare Syria aveva chiuso la comunicazione.

“VAFFANCULO ASAHARA!”

Sua madre la guardò male.

“Mi ha chiamato perché dobbiamo organizzare una stramaledetta festa di capodanno.

Che cazzo di motivo è?”Biascicò a mo di spiegazione.

Sua madre scosse la testa.

“vado a prepararmi….”

Si rintanò in camera, ne uscì con dei vestiti sottobraccio e sbatté suo fratello fuori dal bagno, dove stava tentando di riparare quell’accidenti di piastra.

“L’HAI ROTTA TU!”

“Non ti rispondo nemmeno, piaga, perché non lo meriti!”

Come poteva accusarla di averla usata? Sapeva benissimo che aveva dei capelli che erano quasi refrattari alla spazzola!

Dieci minuti dopo uscì indossando dei jeans logori e una felpa dei Sex Pistols, ancora di umore infernale e con la voglia di tornare a dormire.

“Deidara! Prendo il tuo motorino!”

Afferrò le chiavi e non ascoltò le giuste proteste del fratello, che le dava dell’incosciente visto che non aveva mai guidato uno scooter in vita sua.

 

Sentiva il suo sguardo nero bruciargli sulla pelle, era inequivocabilmente furiosa, la predica era dietro l’angolo con ogni probabilità.

Itachi aveva sbagliato due accordi e aveva stonato, Yukiko non gliel’avrebbe perdonato, non questa volta, visto che ultimamente aveva spesso la testa tra le nuvole e lei più di una volta aveva generosamente chiuso un occhio, ma lo sapeva che la sua pazienza non era infinita.

Finirono la canzone e Naruto iniziò a fare il pagliaccio con Kiba, sembrava che quei due avessero fatto pace….

“Itachi…”

La sua voce fredda risuonò come una fucilata nel vecchio scantinato pieno di graffiti.

“Si?”

Si disse di mantenere la calma, Yukiko non era un demone e lui poteva batterla…

“Vieni nel mio ufficio.”

Era un’eufemismo chiamare ufficio, quel buco  con solo una finestra minuscola, ma decise di non replicare e appoggiò a terra la chitarra e seguì la ragazza.

“Che Syd ti assista fratello, è incazzata nera…”

Shikamaru gli aveva appoggiato una mano sulla spalla per incoraggiarlo e lui replicò con una smorfia.

Syd….quello che nominava sempre lei.

Lei…

Entrò e si chiuse la porta alle spalle, Nara senior era stravaccata su dei cuscini con una sigaretta che le pendeva dalla bocca, minacciosa come non mai nella sua calma innaturale, non era da lei usare i guanti di velluto con qualcuno.

Rabbrividì.

“Allora Itachi…Abbiamo un problema…”

“Capita a tutti di sbagliare, non essere tragica.”

“Non tentare di fregarmi, tesoro… è da un po’ che va avanti questa storia.

Hai la testa da un’altra  parte, è per questo che continui a sbagliare, vuoi che ti dica dove ce l’hai?”

“Non vedo come potrei impedirtelo. Muori dalla voglia di farlo…”

“Oh oh! Il piccolo Ita Ita Neko gioca a fare la vittima della terribile Yukiko!

Piantala di raccontarti balle! È a Yukari che pensi!

Non ho ancora capito perché la stai ferendo così, ma non importa, non voglio sapere cosa c’è in quella testa bacata che ti ritrovi…”

“Oh si che vuoi saperlo!”

“No! …..D’accordo ho fatto delle ipotesi.

Mi chiedo se siano delle sorta di prove per lei, vuoi vedere fin dove arriva la sua pazienza o forse sei solo stronzo, ma questo non è rilevante…Tu, Itachi Uchiha, questa volta ti sei innamorato!”

“No!”

“No? E allora perché stai così? Non è la prima volta che giochi con delle tipe, le illudi e poi le pianti, ma non te è mai fregato nulla.

Lo so perché non sei mai stato così distratto!

Cos’ è il tuo problema?

No, non rispondermi! Lo so già qual è: è l’orgoglio, il fottuto orgoglio degli Uchiha!

Sembra che abbiate paura delle felicità, che quando ce l’avete lì a un passo la  dobbiate allontanare come se fosse un mostro.

Ti sei comportato da stronzo e su questo non ci piove.

Ti ha fatto una scenata memorabile, per cui vale la pena farle un monumento, nessuno ha mai avuto il coraggio di metterti così davanti ai tuoi errori, ma ti sei mai chiesto perché te l’ha fatta?”

“Perché mi odia e vorrebbe vedermi tre metri sotto terra?”

“Perché insulti la tua intelligenza, marmotta?

L’ha fatto perché vuole darti un segnale! Le interessi ancora, ma è il tuo turno di darti da fare, codardo! Lei non è la tipa da usare e gettare!”

“Yukiko…perché non sei mai gentile?”

“Perché tu hai bisogno di qualcuno che ti scuota, bello!”

Purtroppo, come sempre, aveva ragione, doveva darsi da fare se la rivoleva indietro, ma la verità era che aveva paura di essere respinto perché come aveva detto Yukiko, lei non era come tutte le altre pronte ad accorrere a ogni suo cenno.

 

La piccola riunione non procedeva affatto bene, Michiyo era sull’orlo della disperazione, Syria e Yukari mandavano lampi.

La sorella nel punk era arrivata di umore nero e con pochissima voglia di collaborare, si era seduta, aveva ordinato la colazione e poi era rimasta in silenzio, come Syria aveva previsto.

La dark le aveva detto che la mora detestava i bruschi risvegli prima delle nove e che di conseguenza era intrattabile, ma non credeva potesse essere così terribile.

Dopo aver mangiato avevano iniziato a discutere e a proporre idee per la festa, la viola non sapeva cosa avesse l’amica contro quel minshuku, ma qualunque cosa fosse doveva essere di proporzioni colossali perché aveva stroncato senza pietà qualsiasi proposta.

Yukari rimaneva chiusa nella sua disapprovazione e Syria si arrabbiava sempre più, gli occhi verdi lampeggiavano e la fronte le si corrucciava sempre più, a peggiorare la situazione era arrivato Shino.

Il ragazzo con gli occhiali si era seduto al loro tavolo e alternativamente aveva iniziato a dare ragione a una o all’altra, senza soluzione di continuità facendo salire la tensione.

“è una cazzata aprire le terme! Saranno tutti troppo fusi per andarci!

Naruto e Kiba bevono come spugne e a Moriyama basta un bicchiere di sakè per dimenticarsi come si chiama, finirà per annegarci qualcuno!”

La voce graffiante di Yidashi si alzò nervosa.

“Sono d’accordo! Asahara dovresti tenere alla salute dei tuoi ospiti!”

La dark sbiancò e strinse i pugni, Michiyo ritenne opportuno intervenire per liberarsi di almeno un seccatore.

“Aburame hai rotto! Schioda!”

Il ragazzo le sorrise freddo.

“Scordatelo violetta mia!”

Questo era decisamente troppo! Si slacciò il braccialetto di borchie e lo brandì verso Shino, senza volerlo gli tolse gli occhiali e rimase sbalordita, il braccio a mezz’aria, incapace di muoversi.

Anche Syria e Yukari rimasero basite, dimenticando l’ostilità, il ragazzo era quasi la coppia di Syd Vicious, solo che nessuno lo notava a causa di quei dannati occhiali!

“Ma ma ma ma….Tu tu sei sei la sua coppia! Io ti faccio un monumento!!”

La viola l’aveva abbracciato di slancio, seguita dalle altre due, Yukari trasfigurata dalla felicità, come se Santo Stefano le avesse portato un regalo bellissimo e inaspettato.

“Gesù! Ma dove sei rimasto nascosto tutto questo tempo?

Sei matto Aburame, lasciatelo dire, dovresti piantarla con questi occhiali da pusher, lascia che il mondo veda a chi somigli e vedrai che tutte le paranoie che ti tiri sul fatto di essere invisibile spariranno!

Tutte le ragazzine punk ti moriranno ai piedi!”

Lui era rimasto perplesso, forse non riusciva a capire come all’improvviso la ragazza che lo voleva pestare, ora lo stesse abbracciando e gli stesse prendendo le misure per un’ipotetico monumento.

Sentirono la porta che si apriva , ma non se ne curarono, solo Michiyo si voltò e vide Itachi paralizzato sulla porta che guardava Aburame con chiare intenzioni omicide, mentre Yukiko-sempai tentava di trascinarlo via.

Si voltò di scatto, rabbrividendo, Shino era morto, poteva metterci la mano sul fuoco che Uchiha, prima di capodanno l’avrebbe  aspettato sotto casa per fargli la festa.

-E così c’è ancora speranza…

Lei sclera e lui è geloso, fiamma che cova sotto la cenere, soffocata da due orgogli da paura… cosa si può fare?

Se ti muovi rischi di prenderle, credo che Yuka diventi cattiva se ti impicci e Itachi bhe… se fai arrabbiare lui una visitina all’ospedale è sicura come l’inferno…

Che casino!

Syd… ho il vago sospetto che questa preghiera non sia nuova per te, ma ti prego o fa qualcosa o illuminami che io sarò lieta di eseguire!-

Un raggio di sole colpì la sua bottiglia di birra, Michiyo ebbe come l’impressione che fosse un messaggio, ma non riuscì ad afferrarne il senso, capì solo che, ammesso e non concesso, che la situazione si fosse risolta l’alcool avrebbe avuto un ruolo fondamentale.

Anche Yukiko lo notò, ma non poté far altro che metterlo da parte, in attesa che le circostanze si chiarissero, la speranza era l’ultima a morire…

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Aloha! Cosa dire? Che si scoprono gli scheletri nell’armadio di ognuno?

A voi la scelta.

Spero che questo capitolo vi piaccia!

Ho una comunicazione di servizio da fare: da domenica sono in vacanza e ci rimarrò per una settimana, quindi per un po’ non aggiornerò di sicuro^^.

Ci sentiamo al mio ritorno!

Grazie a :

 

DIANA 88 ( Naruto è universalmente conosciuto come testa quadra, da lui non ci si poteva aspettare altro che questo XD! Anche se una tazza di ramen, orribile tra l’altro, è un record persino per lui.)

 

RA 92( Grazie delle congratulazioni!^^ Per Sakura e Sasuke….ho la bocca cucita, dico solo che sarà probabilmente un casino quando lei tornerà.)

 

ALI DI PIUME ( Ai piace molto anche a me^^. Ti devo dire una cosa, se nella serie ufficiale di Naruto esistesse una tipa come Yukari farei il tifo per lei e Sasuke^^… Qui no, Yukari ormai è dell’altro Uchiha. Per naruto: cosa possiamo farci? È fatto così..)

 

HINANARU( Hinata è una grande e bisogna valorizzarla, secondo me è molto più simile a Momoka di Keroro Gunso di quanto si pensi…Per Shaman King: ogni volta che penso a un minshuku penso a quello dove vivono Yoh e Anna, ihihihi!)

 

Ciao a tutti!

 

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Capitolo 55
*** 55)STOP THAT TRAIN AND FIND YOUR OWN WAY ***


47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE

55)STOP THAT TRAIN AND FIND YOUR OWN WAY

 

Era di nuovo in una stazione, la dove tutto era cominciato qualche mese prima.

La borsa le pesava in mano, non perché lo fosse realmente, ma per quello che rappresentava.

Un viaggio non voluto, una vita non più sua.

Era strano, era strana lei.

Non sapeva più riconoscersi, tutto le era diventato stretto, tutto appariva insensato, frutto di una routine che lei non aveva deciso.

Dove era finita la ragazza sognatrice e che vedeva la magia dappertutto?

Non lo sapeva.

Forse non era mai esistita, forse era solo una maschera che si era costruita per Michiyo e le altre che non la conoscevano alle medie.

“Il treno è arrivato!”

La voce squillante di Tayuya la riscosse, doveva salire, doveva seguire ancora una volta la strada che altri avevano tracciato.

Sbuffò.

Salì gli scalini e percorse il vagone in cerca di un posto vuoto, lontano dagli altri in cui isolarsi con l’mp3.

Infilò lo zaino nel portabagagli e sprofondò in un sedile, la testa vuota o forse troppo piena.

La musica le invase il cervello, la voce di Bob Marley la cullava e le faceva sognare posti lontani, spiagge bianche e la libertà.

Lontana da tutti, lontana da tutto.

Il treno partì dolcemente.

Stava lentamente cadendo in un sonno denso quando qualcuno si sedette accanto a lei, per un riflesso incondizionato si voltò per vedere chi fosse, era Sasuke.

Si tolse gli auricolari, lo fissò dritto negli occhi, dopo poco lui distolse lo sguardo e cominciò ad agitarsi sul sedile.

“Buongiorno Uchiha….Ti hanno mandato a controllarmi?”

“Ma cosa dici Yidashi?”

“Non mentirmi corvetto! Me ne accorgo!

È stata Michiyo? Si…magari con mio fratello.

Hanno paura che scenda alla prima fermata o forse mentre il treno si muove, vero?”

Il moro annuì impercettibilmente.

“Devi ammettere punkabbestia che sei più strana del solito, è come se avessi una cappa di oscurità che ti avvolge.

I tuoi occhi sono vuoti.”

“No, non sono vuoti. Sono pieni.

Hai la rara occasione di vedere la vera Yukari Yidashi, quella cupa e depressa.”

“Vuoi dire che hai mentito tutti questi mesi?”

“NO. Diciamo che credevo di aver trovato la mia vera me stessa.

La luce dopo il tunnel buio, stronzate simili e invece era tutto falso.

Io sono così.”

Sasuke rimase in silenzio, lei riprese a guardare dal finestrino.

 

Sasuke era abituato alle stranezze, era anche abituato alla depressione.

Lui non era un tipino allegro, non lo era mai stato e prevedeva senza difficoltà che non lo sarebbe mai stato, ma vedere Yukari in quelle condizioni l’aveva preoccupato parecchio.

Aveva intuito che in passato  non doveva essere sempre stata come lui aveva imparato a conoscerla, a volte si rinchiudeva in un silenzio impenetrabile e i suoi occhi si facevano tristi e assenti.

Ora guardava assorta fuori dal finestrino, Chissà cosa pensava?

“Sasuke?”

“Si?”

“Hai mai avuto la sensazione di non essere padrone della tua vita?

Cioè…come se tu fossi un burattino nelle mani di qualcuno, che ti muove a suo piacimento e che ti fa credere di esistere, quando in realtà non sei altro che una sua vita che avrebbe potuto essere e non lo è stata.”

“Parli di Dio?”

“Non proprio, come se tu fossi una Barbie e lui una persone che dà corpo ai suoi sogni attraverso te.

Questa vita è un’illusione.”

“Non direi.

Se fosse un sogno o un’illusione dovrebbe finire e poi è reale per essere qualcosa che non esiste.”

“E la morte non è altro che una fine?

E certi sogni non sembrano forse così reali da spaventarti?”

“Dove vuoi arrivare Yukari?

Un po’ mi fai paura.”

“Voglio andarmene Sasuke.

Lasciami scendere da questo treno e vivere un pezzo di vita inaspettato e non decisa.”

“Ma cosa stai dicendo?”

“Soffoco!Cioè vi voglio bene e tutto, ma siete lontani o forse troppo vicini, comunque sia ho bisogno di aria, mi va tutto stretto.

A volte penso che questi mesi siano stati  un’illusione.”

“Anche mio fratello?”

“NO, ma devo andarmene per un po’, mi basta poco, per capire chi sono e cosa voglio.

Per vedere se voglio ancora lui. Non credere che non mi sia accorta dei lividi di Shino o di come mi guarda.”

“Cosa vorresti fare? Girare da sola mentre noi siamo da Asahara?”

“Si.”

“è pericoloso!”

“Sei Sasuke Uchiha o ti hanno rapito gli alieni?

Non parlarmi come una vecchietta proprio tu perché è una cosa totalmente assurda.

Lo so anch’io che è pericoloso, ma non me importa niente!”

Rimase in silenzio, Sasuke la guardò a lungo, era disperata, voleva essere da un’altra parte.

Non ce la faceva a vederla così, si alzò e le tirò giù lo zaino.

“Vattene Yidashi e trova te stessa.”

Gli sorrise e si avviò lungo il corridoio verso l’uscita, la prossima fermata era vicina.

Non seppe nemmeno lui perché, ma si ritrovò a tirare giù anche lui lo zaino e a seguirla.

Scesero insieme in una stazione di montagna, fuori era buio, era pomeriggio inoltrato e minacciava di nevicare da un momento all’altro.

“Uchiha?”

“Mi chiamano così.

Non potevo lasciare andare da sola un danno come te!”

La verità era che il suo strano discorso aveva risvegliato qualcosa in lui e si era accorto di non voler essere lì.

Lei sembrò capirlo perché sorrise, lo prese per mano e insieme si avviarono fuori, sotto la neve che aveva iniziato piano a scendere.

Era strano.

Era assurdo.

Lui e Yidashi sotto la neve come se fossero una coppietta era un cosa che aveva ritenuto impossibile eppure era successa e lui era felice perché ora sapeva di avere qualcuno su cui contare,

Amica o ragazza non era importante, l’importante era che ci fosse.

 

Trangugiò senza voglia l’ennesima birra, sentì il liquido bagnarli la gola e fece un sorriso storto al suo riflesso nel finestrino.

La ragazza che passava con il carrello a vendere dolci e altre cose gli rivolse un’occhiata di disapprovazione, forse aveva un’aspetto orribile o forse semplicemente la colpiva un ragazzino già con una birra in mano a quell’ora.

Perché era venuto?

Due voci minacciose gli tornarono alla mente, quella bassa e calma ma carica di minaccia di YUkiko e quella forte e furibonda di SAkiyourai.

[”SE fossi un uomo dovresti avere le palle, ma da come ti comporti io ne dubito fortemente, marmotta tubercolitica!

La mia socia ti ha fatto una scenata che ti meritavi fino all’ultima parola e tu scappi come un coniglio in paranoia gridando “buuuu non mi vuole più! Gneee!”

Si era esibita in una discreta imitazione di un moccioso frignante, mulinando perfino le mani e alterando la voce.

La viola l’aveva colpito e affondato, per la prima volta il cinico e sarcastico Itachi Uchiha non aveva trovato cosa replicare  a una tappetta più giovane di lui.]

Vuotò la bottiglia in un colpo solo e fece un cenno alla cameriera.

[“Marmottina mia tu ovviamente vieni al capodanno organizzato da Asahara.

Dai è quello che fa per te, Alcool, punk e una certa ragazza dagli occhi azzurri da conquistare.”

Gli aveva allungato una gomitata finto solidale, sorridendo, ma i suoi occhi neri erano seri e parlavano

“E ….marmottina mia se non troverai il coraggio di parlarle e lo verrò a sapere non ne dubitare, comincia a sbaraccare e ad abituarti a parlare con i koala e i canguri perché se non ti riempie di mazzate quella santa donna di Yidashi lo faccio io.

Un Uchiha mestruato e incapace di cantare è più di quello che possa sopportare!”

I suoi occhi dicevano questo e lui non aveva mai desiderato particolarmente andare sul continente australiano.]

“Si?”

“MI porti un’altra birra per favore?”

“è già la quinta, non mi sembra il caso!”

“Senti bella, lo so io cosa devo fare e non tu, quindi datti una mossa e portami la birra o me la prendo io, hai capito?”

La ragazza arrossì e gliela porse, Itachi le sorrise divertito poi riprese a guardare dal finestrino.

La stava finendo quando il treno si fermò, vide la gente scendere e scorse delle figure famigliari ma confuse.

Strinse gli occhi.

Chi erano?

Il suo cuore perse un battito e divenne improvvisamente pesantissimo, era lei, era YUkari che se andava con suo fratello!

Corse fuori dallo scompartimento, saltò dal treno al volo, le porte si chiusero dietro di lui.

Li raggiunse urlando, suo fratello era pallido e spaventato, l’espressione di Yukari invece era dura, rabbiosa.

“Dove cazzo credete di andare voi due?

Tu! mio fratello, il moccioso che ho cresciuto, che mi ha pianto addosso e il ragazzino che mi ha vomitato addosso alla prima sbronza!

Tu!La regina delle santarelline! Miss scenata !

Complimenti! Belle parole!

Prima mi distruggi con una scenata e poi te ne scappi con mio fratello, bravissima!”

“Cosa vuoi, idiota?

Non sono più la tua ragazza e anche se fosse non dovrebbe importarti no?”

“Mi importa invece, guarda un po’!”

“Perché?

Io sono solo un passatempo per te!”

“Non è, vero tu sei…”

 

Non era possibile.

Era precipitata nel suo peggiore incubo, Itachi era arrivato urlando come un’ossesso.

Lui, il freddo, cinico e distaccato Itachi, era arrivato in preda alla rabbia, la vita che brillava dietro a quegli occhi imperscrutabili.

Aveva ascoltato ogni singola parola sorpresa, chiedendosi da dove le venisse l’energia per replicare.

“Non è, vero tu sei…”

 Che cos’era per lui se non era un passatempo?

Qualunque cosa fosse non riuscì a scoprirla lui si accasciò e iniziò a vomitare.

“Cazzo!”

Accorsero entrambi spaventati, Sasuke era bianco come un cencio, con ogni probabilità sarebbe svenuto se fosse rimasto.

“Uchiha, va a prendere qualcosa da bere o da mangiare, che qui ci penso io.”

Lui ubbidì e lei rimase ad aiutare l’altro Uchiha che stava rimettendo anche l’anima, quando finì rimase a terra senza forze.

“Uchiha, Qui congelerai, pirla che non sei altro! Almeno la giacca te la potevi portare! Vabbhè, adesso collabora che ti tiro in piedi e vediamo di infilarci in qualche posto più caldo.”

In qualche modo riuscì a tirarlo in piedi e barcollando raggiunsero un vecchio magazzino.

“Mizzeca! Pesi caro mio!”

Raccolse dei vecchi giornali e costruì un fuocherello accanto al ragazzo e lo coprì con la sua giacca, lui a terra ansimava di tanto in tanto., lei invece guardava le fiamme.

“Uchiha…cos’ è che sono io per te? Non me l’hai detto…”

“Si, bhe….non potevo certo prevedere che dopo avrei rimesso l’anima.

Sei senza pietà.”

Un’altra pausa.

“Yidashi, che non sei un passatempo te l’ho già detto.”

“Right, questo l’avevo capito, ma se non sono un passatempo cosa sono?”

Una scommessa fatta con chi sa chi? Con te stesso?”

“Perché devi sempre vedere il lato negativo? Semplicemente mi sono accorto che mi piaci.”

Lui arrossì, lei strinse le mani le mani a pugno e chiuse gli occhi.

“Semplicemente mi sono accorto che mi piaci…ma sei scemo o cosa?
Credi davvero che mi fiderò ancora di te? Ho qualche motivo per farlo?”

“Non te ne posso offrire nessuno, mi sono comportato da carogna…”

“Da stronzo!”

“Concesso! Ma davvero mi piaci, mi hai colpito.

Non lo so.

Non mi è mai successo, non è la prima volta che pianto delle tipe!”

Lei alzò un sopracciglio.

“Dopo non penso più a loro, smettono di esistere, tu invece sei sempre qui, nei miei pensieri e io sclero.

Faccio casino persino con gli Akatsuki!”

Rimase in silenzio.

“Cos’hai tu più delle altre non lo so, non sei carina e sei sclerata sempre.

Però…

Dopo quello che è successo allora sei l’unica dopo YUkiko che mi è entrata dentro.

E non avrebbe dovuto succedere, essere stronzi è la prima regola se vuoi sopravvivere.”

Cosa era successo? Cosa nascondeva nel passato quello strano ragazzo?

“Cosa è successo Itachi? Cosa ti tieni dentro?

Perché non dovresti lasciare che qualcuno veda come sei veramente?”

“Perché io ho il buio dentro di me, non posso dirti di più, è pericoloso.”

“I segreti logorano.”

“Cosa ne sai tu?”

“Nulla, ma so che nessuno è solo nero o bianco e che sopravvivere non è vivere.

Puoi farlo per un po’, ma non per sempre.

È questo che vuoi? Una vita a metà?

Vale così tanto questo segreto?”

Lui rimase a lungo in silenzio, poi fece per alzarsi e in qualche modo riuscì a mettersi seduto.

“Yidashi, sai che sono orfano vero?”

“Si, Sasuke mi ha detto che quando aveva otto anni qualcuno ha ammazzato i vostri genitori e ha quasi ucciso lui, ma lui non si ricorda chi.”

“ lui no, ma io si.

Quel giorno prima che quello stronzo se ne andasse io sono rientrato a casa e l’ho visto in faccia.

Me lo rivedo tutti i giorni quel volto da figlio di puttana.”

“Perché non l’hai denunciato?

Se non sbaglio il loro omicidio è rimasto impunito.”

Fu come se non avesse parlato.

“mi sono messo a urlare e a correre, ma lui mi è arrivato dietro.

Mi prende la mano, mi punta un coltello alla gola.

“Se parli e dici chi sei, giuro che torno e ammazzo tuo fratello.”

Io avevo dieci anni, sono rimasto zitto, in lacrime, mentre lui se ne andava.

Solo quando lo vidi scavalcare la finestra, mi misi a urlare, come un matto.

Ho perso la voce quel giorno e ….ho mantenuto la promessa.

Sono un miserabile, avrei dovuto morire anch’io.”

Gli prese una mano.

“NO.

Hai tentato di proteggere Sasuke.

Eri un bambino di dieci anni messo davanti a una scelta impossibile, non puoi rimproverarti nulla.”

Lui sembrò risvegliarsi da un sogno o da una trance.

“Cazzo te l’ho detto…

Che fiducia potrai avere in me adesso?”

Sorrise.

“Se me l’hai detto ti fidi di me e forse tutto quello che hai detto prima è vero.

UChiha, sono senza garanzie, ma non importa, riproviamoci.

Però sul serio questa volta, con le carte chiare in tavola e se ci accorgiamo che non va ci salutiamo e ognuno per la sua strada.”

“Bizzarro modo di tornare insieme….

“Detto da uno mezzo ubriaco conta tanto.”

“Sembri Yukiko…”

“Forse è il tuo destino…”

“Allora destino mio, mi fai la cortesia di avvicinarti?”

“Oh! Ardisci di baciare il destino?”

“Cretina.”

E si baciarono, un bacio desiderato a lungo, un bacio che aveva il sapore di un ritorno a casa.

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Cavoli questo capitolo è finito. Dio non credevo avrebbe mai visto la luce, mi sembra un miracolo.

Spero vi piaccia, è stato difficile da scrivere.

Ringrazio per  commenti( mi danno una grande carica)

 

RA92 ( un minshuke dovrebbe essere un’albergo tradizionale giapponese, se vedevi o leggevi Shaman king  è tipo la casa dove vivono Yoh e Anna a Tokio.)

 

ICEQUEEN88

 

DIANA88

 

ALI DI PIUME.

 

BECK nee-chan, dove sei? Mi mancano i tuoi commenti, fatti viva!!!

 

 

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Capitolo 56
*** 56) NEW YEAR'S EVE ***


44

56) NEW YEAR’S EVE

 

SAsuke non avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura di essere preoccupato per il fratello, di solito lui combinava guai e Itachi, imprecando come un muratore, arrivava puntualmente ad aiutarlo.

Perché si era ribaltata la situazione?

Perché era lui che correva alla ricerca di un distributore d’acqua?
Yukari avrebbe ammazzato suo fratello in sua assenza?

Non ne aveva idea ma doveva darsi una mossa, così rischiando di scivolare e di travolgere qualche innocua vecchietta corse all’interno della stazione.

Rantolando si aggrappò al braccio di una persona a caso ed esalò la sua richiesta come se fosse l’ultima:” Dov’è il distributore dell’acqua?”

“Ci sei davanti idiota!”

Blaterò la voce e Sasuke infilò le monetine sconvolto, ottenendo la tanto agognata acqua.

Ripartì alla volta del vecchio magazzino del tutto a corto di fiato e maledendo la neve che cadeva.

“Accidenti! Ma che freddo fa?”

Aprì la porta di scatto e rimase di sasso, suo fratello e Yukari si stavano baciando, la pace era stata fatta!

“YidasHI! Ma non ti vergogni a baciare uno che sa di vomito?”

la mano della mora lasciò andare il collo del fratello e gli fece il medio, Sasuke sorrise impercettibilmente.

“Maleducata!”

Si staccarono.

“Bentornata piaga!”

Suo fratello fintamente annoiato.

“Sei senza tatto!”

Yukari fintamente arrabbiata.

“Oh! Allora l’acqua me la tengo io!”

“Molla!”

Suo fratello afferrò la bottiglietta e scoppiarono a ridere, era tornato tutto quasi come un tempo, per fortuna.

Furono le note di “Roots radical” a far cadere un silenzio di ghiaccio sul gruppo, si alzavano dalla borsa di Yukari e avevano quella inequivocabile sfumatura di rabbia che inspiegabilmente precedeva le telefonate di Michiyo furiosa, come se la rabbia della viola percorresse l’etere e arrivasse prima della sua voce.

SAsuke e Yukari impallidirono e strinsero l’un altro,sotto lo sguardo perplesso di Itachi, mentre la melodia continuava minacciosa.

“Non rispondete?”

“è Michiyo!”

“Come fate a saperlo? Non avete nemmeno tirato fuori il cellulare per vedere!”

“Ti giuro che è lei e sarà incazzata come una biscia.”

Rimasero in silenzio un altro po’.

“Itachiiii….”

Vergognandosi l’Uchiha minore rispolverò la sua voce dell’innocenza che non usava da anni e rivolse uno sguardo da cucciolo al fratello.

“Si Sas’ke?”

“Rispondi tu, ti preeeego!”

Il moro non disse nulla e sospirando afferrò il cellulare della ragazza e aprì il display.

“Pronto!”

La sua faccia cambiò espressione cinque secondi dopo, facendo apparire una sfumatura di paura, inoltre aveva assunto la tipica postura di chi si prepara a ricevere una sfilza di botte, Sakiyourai lo stava massacrando probabilmente.

Chiuse la comunicazione con la faccia verde di chi sta per vomitare.

“MORE! Stai bene?”

“Ha detto di prendere il prossimo treno e di portare e nostre sporche chiappe al minshuku, se vogliamo che le nostre vite e quelle dei nostri discendenti siano salve.”

Mormorò con voce funerea.

“Ok, allora andiamo…”

“Ma perché è così crudele? Io stavo quasi morendo e questa dittatrice psicopatica dai capelli color prugna stitica mi obbliga ad alzarmi se non voglio morire! Che palle!”

“Perché è amica di Yidashi e lei è pazza e crudele e si sceglie delle amiche come lei!”

“Non mi insultare la ragazza o anche se sei mio fratello ti ammazzo!”

SAsuke era pronto per replicare, ma inaspettatamente intervenne la mora.

“Per essere un moribondo ne hai di energia Itachi…Sasuke piantala o stasera assaggerai la mia ira!”

“Perché con voi non si può scherzare?”

“Cretino! Noi stiamo scherzando, sei tu che ci caschi!”

Venne abbracciato da quei due  e quasi rischiò di soffocare.

 

Fu un capodanno delirante secondo l’opinione di Syria, Michiyo quando vide arrivare i tre fuggiaschi fece una scenata da Guinnes dei primati, probabilmente fece scappare gli animali nel raggio di un chilometro e sicuramente distrusse i timpani dei presenti.

La classe apprese, non senza stupore, che Itachi era un verme delle terre unite e SAsuke un bifolco anzi un trifolco e un quadrifolco, nessuno osò chiedere cosa fossero.

“KIba! Non ho mai sentito urlare tanto senza perdere l’uso della parola, dopo…”

“Zitto Uzumaki e lavora che se ci sente ci squarta!”

Stavano spostando un tavolo in sala da pranzo insieme agli altri, mentre Keiko e Choji erano stati destinati alla cucina.

Si misero a tavola alle 21:00 e ci rimasero per due ore buone, con l’alcool che scorreva a fiumi, a fine cena Inuzuka E UZumaki avevano cantato tutte le canzoni di “Never mind the bollocks “ e si erano autonominati juke box della serata.

“KEIKO-CHAAAAN! SEI UNA CUOCA FANTASTICA! SE NON FOSSI Già CON HINATA CI FAREI UN PENSIERINO SU DI TE!

AVANTI! PER RINGRAZIARTI DELLA SERATA CHIEDI UNA CANZONE E IO CANTERò!”

KEiko mormorò qualcosa ormai rossa.

“COSA HAI DETTO????”

“VUOLE CHE LE CANTI I TOKIO HOTEL TESTA DI MINCHIA!”

“AAAAAHHH!!!! HO CAPITO! POTEVI DIRMELO!”

 “Ha provato a dirtelo ma sei talmente alcolico che non senti nulla!!”

“IO NON SONO UBRIACO!”

“COME VUOI E MO CANTA!”

Iniziò a martirizzare una canzone a caso, ignorando le facce spaventate dei presenti e il fatto che Keiko ormai disperata aveva affondato la faccia nella spalla di Choji seduto accanto a lei.

“Syria…ma secondo te riusciremo a spegnerli prima o poi?”

“Mia nonna ha un’ascia nel capanno degli attrezzi, Yukari…”

Bevve elegantemente una sorsata di vino bianco.

“Speravo in qualcosa di meno drastico…Ma Syria come fai a non sclerare?”

La dark si scosto una ciocca di capelli dalle orecchie.

“Ho i tappi nelle orecchie.”

YIdashi sospirò e si lasciò cadere sulla tavola, Syria ridacchiò, qualcosa le diceva che il peggio sarebbe venuto dopo e puntualmente accadde.

MIchiyo alzò gli occhi dal suo bicchiere di birra e sbraitò elegantemente:”COSA CAZZO è ‘STA MERDA??

ORA VI CANTO IO UNA CANZONE DEGNA DI TALE NOME!

QUAAAANTOOOO HO BEEEVUUUTOOO STAAASEEERAAA!”

Spaventando tutti saltò sul tavolo, imitata dagli altri due e iniziò a cantare usando la bottiglia a mo di microfono, Kankuro sbiancò, non sapeva come fermarla.

“LEE! DAI BEVI UN BICCHIERE PURE TUUUU!”

“UZUMAKIII STATTI ZIITTOOO!! LEE NON GLI DARE RETTA!”

Ten ten aveva assunto un espressione attonita, non riusciva a impedire che l’amico bevesse e sapeva che se l’amica avesse bevuto più di un bicchiere di vino diventava ubriaco marcio.

Lee afferrò il bicchiere e lo vuotò in un colpo solo, poi saltò sul tavolo e si unì al gruppo.

Syria scosse la testa, senza parole,si sarebbero mai fermati?

Come se un dio misterioso l’avesse ascoltata la viola si accorse che l’alcool era agli sgoccioli.

“Sorella andiamo noi a prenderlo!”

Naruto, Lee e Kiba scesero dal tavolo, lasciandola sola.

“UE! Non mi fa compagnia nessuno?”

“NO amore, ma se vuoi posso fare uno spettacolo di burattini!”

Sulla tavolata scese un silenzio di ghiaccio, cosa voleva fare quel neko schizzato?

E perché Michiyo sembrava essere d’accordo con il suo ragazzo?

“Sei grande neekooo! È un idea meravigliosa!!”

Il ragazzo sorrise felice e iniziò a montare il suo teatrino.

 

Quando sarebbe finita?

Neji se lo chiedeva da mezz’ora, mentre si contorceva sulla sedia come un’anguilla, annoiato dallo spettacolo di Sabaku.

Si guardò intorno, Gaara era trattenuto da Meg e Tema per evitare che ammazzasse il fratello e si era scofanato almeno due scatole di cookies, Nara era caduto in coma sulla spalla della Yamanaka, gli altri o avevano un’espressione di puro terrore (probabilmente stavano immaginando di affrontare Saki sbronza) o stavano ascoltando il lettore mp3 immaginando di essere altrove.

Così non si poteva andare avanti, un’uomo in certi casi doveva reagire e così fece, scuotendo piano Tayuya accanto a lui.

“Tayuya!”

“Cosa c’è Hyuga?”

“Perché quegli imbecilli non tornano?”

“Cosa ne so! Stavo sognando di essere a Bali perché mi hai interrotta?”

“Vieni con me a cercarli!”

“Paura eh?”

Si alzarono sotto l’occhiata torva della viola e lasciarono la stanza tesi, senza nemmeno respirare, temendo una rappresaglia.

Fortunatamente non accadde nulla e iniziarono a percorrere un lungo corridoio che, stando alle parole della fucsia portava in cantina e quindi dai tre desaparecidos.

“Oh ma sei sicura?”

“Uffa! Non sarai anche tu come Yukari che ha paura di vedere un fantasma quando viene  qui?”

Un Hyuga non deve mai mostrare la paura nemmeno se sta per avere un infarto o si trova davanti a un troll antropofago alto 4 metri, così Neji deglutì e continuò a camminare.

Arrivarono alla cantina e la trovarono vuota.

“Oh mio DIO!”

“Su su NEji, saranno collassati da qualche parte!”

Ripartirono e a un certo punto sentirono dei rumori.

“Tayuya! Cosa c’è qui?”

“Le Terme, Syria le ha fatte aprire a sua nonna prima che arrivassimo!”

“DOv’ è sua nonna?”

“Ha vinto una crociera! È partita stamattina!”

“Vabbè andiamo a vedere!”

Aprirono la porta e trovarono Uzumaki e Inuzuka che guardavano in stato catatonico un Lee che stava tentando di fare le vasche in una piscina alta all’incirca mezzo metro, con le braccia ormai quasi scorticate.

“MA SIETE DELLE EMERITE TESTA DI CAZZO!!”

La fucsia si lanciò nella vasca e tirò fuori Moriyama.

“Bella mia! Sono il campione del mondo!”

“si! Dei coglioni! Vieni con me che ti medico!

Neji levami dalla vista quei due idioti”

La sua fata trascinò via Moriyama, lasciandolo a smuovere quei due che non davano segni di vita, decise di scuoterli usando la sua voce più minacciosa, testata e garantita da anni di prove su Hinata.

“Teste di minchia! Muovete le vostre chiappe alla svelta che sono incazzato!

M u o v e t e v i.!”

I due si mossero come zombie e dopo averli fatto accomodare in sala tra gli sguardi ancora più terrorizzati dei suoi compagni che capivano che non ci sarebbe stato modo di far smettere Kankuro senza uno scontro con la sua ragazza, si fiondò in camera del terzo ubriacone.

Rimase senza fiato, la sua fata stava coccolando Lee, era spacciato, lui NEji Hyuga, quindicenne di belle speranze era spacciato!

Senza dire una parola si fiondò in una camera a caso e si sdraiò sul letto con la voglia di spararsi.

 

Ten ten era preoccupata, dov’era Lee?

Si alzò per vedere dove fosse e mentre passava in una camera vuota sentì qualcuno che parlava, affacciandosi vide che era Neji.

“Cosa ho io in meno di lui?

Sono ricco, bello e simpatico.

Perché lei ha scelto LEE?”

Ten chiuse gli occhi e si fece violenza per non entrare e prenderlo a sberle , non aveva mai visto Neji ridotto così male e riteneva che quella sfattona svampita di Harukaze non lo meritasse.

Con uno scatto marziale, si allontanò e raggiunse la camera di Lee, tayuya era china sul ragazzo.

“Ciao Harukaze! Come sta?”

La sua voce suonò fredda e metallica.

“è ubriaco, ho disinfettato le ferite, ora dorme.”

“Vattene!”

“EH?”

La fucsia alzò su di lei i suoi occhioni castani.

“Non è qui che dovresti stare! se non te ne sei accorta una persona soffre per questo tuo comportamento.”

La guardò senza capire e la castana senza tante cerimonie la alzò in piedi e la sbatte fuori dalla stanza, per essere sicura che non rientrasse le sbatté la porta scorrevole in faccia.

“Che cazzo ti prende?”

Le urlò da dietro da porta.

“Prova a pensarci!”

“Non capisco!!”

Ten non si diede pena di risponderle e rimase a vegliare Lee.

 

Tayuya se ne andò imprecando, perché la cinesina era così fredda con lei?

Cosa le aveva fatto?

Senza capire si avviò verso il salotto, chi aveva ferito?

Mentre passava davanti a una delle stanze sentì qualcuno parlare.

Si affacciò, era Neji.

“Hyuga che fai? Parli da solo?”

Il moro fece un salto di tre metri e si voltò spaventato.

“Tayuya?”

“No, il fantasma del Natale passato.”

“Perché non sei da Lee?”

“Perché c’è Ten.”

“Ti piace Lee!”

“NO!”

“Perché ci stavi appiccata allora?”

“Cos’ è una scenata?”

“Indovinato!”

“Ti piaccio!”

“Ah ah bella ci hai preso!”

La fucsia rischiò di strozzarsi con la saliva, lei piaceva a Hyuga?

“Dici davvero? Se è uno scherzo ti ammazzo!”

“No! Dico sul serio!”

E la baciò, improvvisamente e con passione, come nei suoi sogni.

Quando si staccarono, mormorarono insieme senza fiato.”dobbiamo ringraziare Ten…”

 

ANGOLO DELL’AUTRICE ORMAI MORTA

 

Mamma mia… non riuscivo a scriverlo qst capitolo…

Se vi interessa la canzone che sbraita MIchiyo è “Quanto ho bevuto stasera” dei Famiglia Rossi.

Ringrazio:

 

BECKILL

 

ALI DI PIUME

 

RA 92

 

JAHEIRA

 

SHIZUE ASAHI

 

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Capitolo 57
*** 57)CHERRY GIRL IS COMING BACK ***


44

57)CHERRY GIRL IS COMING  BACK

 

Hinata aveva sempre adorato la mattina di capodanno, amava alzarsi presto e girare a passi felpati per la casa, cullata dal silenzio e poi fare colazione in tutta calma senza l’assillo di occhi troppo gelidi e scrutatori addosso.

A volte pensava di detestare suo padre e il modo sistematico e crudele in cui la sminuiva, lei non era e non sarebbe mai stata come lui e non poteva farsene una colpa.

Non era giusto.

Quella mattina si sentì libera, lui era lontano e lei poteva respirare senza sentirsi in qualche modo colpevole.

Il minshuku della nonna di Syria era silenzioso, la maggior parte dei suoi compagni dormiva nelle camere, tranne Kiba, crollato sul tavolo, con una bottiglia in mano e probabilmente le corde vocali fuori uso dopo una serata passata a sgolarsi, Naruto che dormiva seduto sul divano con il telecomando ancora in mano  e Michiyo spalmata sul tatami.

Nessuno aveva provato a spostare i due ragazzi perché, secondo le parole di Shikamaru, se quelli si fossero messi a cantare Gaara li avrebbe sterminati senza pietà e avere un cadavere in casa era noioso e portava sfortuna.

Kankuro invece aveva provato a spostare la sua ragazza, ma dopo aver ricevuto un cartone in piena faccia dalla viola sonnambula, aveva rinunciato e si era limitato a coprirla con una coperta.

L’acqua per il thè stava arrivando all’ebollizione quando dal giardino arrivarono una serie di grida ritmiche e cadenzate, senza pensarci spense il gas con un colpo secco e si affacciò alla finestra per vedere cosa stesse succedendo.

Rimase incredula, Lee Moriyama nonostante la sbronza colossale presa la sera prima e le braccia fasciate si stava allenando in una non specificata arte marziale.

Ritornò a sedersi scuotendo la testa, quel ragazzo era matto da legare…

“Hina!!! Ma lo senti? Come si fa a dormire con questo casino?”

Tayuya aveva fatto la sua apparizione sulla porta della cucina, i capelli fucsia arruffati e gli occhi gonfi per il sonno, una mano sulla bocca per reprimere uno sbadiglio.

“Bho! Vuoi una tazza di thè?”

“Si si, tanto quell’idiota non si ferma.

Non ho mai visto nessuno riprendersi così alla svelta, nemmeno la scienza riesce a spiegarselo…”

“Io avrei una teoria…”

“Moriyama è un’alieno?”

“Moriyama è il figlio segreto di Chuck Norris e quindi fa cose che noi mortali non possiamo nemmeno immaginare…”

“Oh mio DIO! Meglio andare a prendere la scure della nonna di Syria!”

“Mmmm non così in fretta cara….Cosa hai fatto con mio cugino ieri sera?”

La fucsia arrossì e cominciò ad agitarsi sulla sedia evidentemente a disagio.

“Ma non eri timida una volta?” Farfugliò a bassa voce.

“Il punk fa miracoli sister e tu dovresti saperlo, dato che conosci le due apostole di Syd da più tempo di me….”

“Lo sapevo che quelle due sono pericolose! Guarda che hanno fatto con te! Eri una brava ragazza così timida e dolce e ora mi stai pressando tipo Ringhio!”

“Questo può essere definito miracolo e loro ne sono le autrici…non sono poi così male quindi… in Ogni caso…Ottimo tentativo Harukaze, ma non ce l’hai fatta! Sputa il rospo!”

La fucsia roteò gli occhi e farfugliò qualcosa.

“Cos’hai detto? Non ho capito bene!”

“Ha detto che finalmente si è messa con Neji e vissero tutti felici e contenti!”

Ten ten era sbucata dietro di loro e si era accasciata su una sedia.

“Madonna mia! Manco i ghiri riuscirebbero a dormire! È inconcepibile che un solo idiota sia capace di fare così tanto rumore! Se l’avessi saputo l’avrei legato al letto ieri sera!

Ma c’est la vie, dicono a Paris, ma visto che qui siamo a Tokyò io dico; potrei avere una tazza di caffè Hinata? O giuro che sventro Moriyama con una 9H!”

“La caffeinomania aumenta in maniera paurosa…Aspetta un’attimo Ten che te  lo faccio.

E così Stai con mio cugino, Tayuya…”

“Eh già!”

“Buongiorno mattina allora, chissà cosa ne farai di lui….diventerà come te, casinista, ritardatario, schizzato, con i capelli fucsia.

Papà lo butterà fuori casa!

Dio Tayuya perché non te lo sei preso prima?”

“Tu non sei la vera Hinata! Sei un clone! Dicci dove l’hai nascosta!”

“No sono io, Hinata Hyuga, nata il 27 dicembre, figlia di Hiashi Hyuga, stronzo di professione! Sono solo in uno stato metamorfico!”

“E il mio corpo che cambia e cambia!

E se non mi date il caffè cambierà anche il vostroooo…”

Le due si voltarono verso la cinesina con uno sguardo omicida.

“Ten! Azzardati ancora a cantare che il caffè te lo verso in faccia!”

“Mamma mia che nervosismo…”

Si strinse nelle spalle sconsolata, Hinata non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, mentre il fischio della moka annunciava che il caffè era pronto.

Lo bevvero in religioso silenzio, accompagnate dalle urla del forsennato che si stava allenando in giardino indossando un’orrenda tuta verde.

“Per me non dura…”

“Che?”

“la pace…”

Dopo nemmeno cinque minuti, delle urla belluine lacerarono il silenzio relativo, una ragazza stava insultando a gran voce il disturbatore della quiete pubblica con epiteti irripetibili.

Uscirono in giardino, Yukari, i capelli irti e lo sguardo spiritato si era affacciata alla terrazza e con le braccia alzate come un muezzin che chiama i fedeli alla preghiera dall’alto del suo minareto, stava elencando le terribili maledizioni che sarebbero cadute su Lee e su i suoi discendenti se non avesse taciuto entro dieci secondi.

“Cosa vi avevo detto? È arrivata Yukari Bin Laden, il cui motto è “non svegliatemi se tenete alla vita!””

“può strepitare quanto vuole, ma quello non starà zitto, è un maledetto fanatico!

Crede che le urla che accompagnano gli allenamenti siano fondamentali!”

Come previsto il moro la ignorò e la ragazza rientrò in camera sbattendo violentemente la porta finestra.

Circa un quarto d’ora più tardi il suo passo pesante da arrabbiata annunciò il suo prossimo arrivo, Hinata si affrettò a mettere la moka sul fuoco.

“Io lo strangolo con le kiwido, quello, poi lo pugnalo con un compasso e lo faccio a pezzi con la riga parallela!”

Nessuno osò chiedere come potesse una semplice riga di plastica tagliare un corpo umano, ma un sorrisetto appena accennato si disegnò sulla bocca di tutte, la vecchia yukari era tornata, la tempesta era passata per il momento.

“Buongiorno YUkari!”

“Buongiorno…’Sti cazzi! Il pirla che ha inventato questa espressione andrebbe fucilato in nome dei giorni di merda che sono la maggioranza.”

Il loro sorriso si allargò ancora di più, mentre la mora accendeva la prima sigaretta della giornata.

“Ecco il caffè!”

“Gracias querida! Te quiero mucho!”

“Solo per un caffè?”

“La vita è fatta di piccoli piaceri.”

Ci fu un’attimo di silenzio,poi Yukari posò il suo sguardi azzurro su Tayuya.

“Harukaze…furbetta…che hai fatto ieri con Hyuga!”

“Pettegola!”

“Dai dimmelo!”

“NO!”

“Hina cosa ha fatto?”

“Si è messa con mio cugino!”

“Mannò cazzo!”

Irritata estrasse dei soldi dal portafoglio e li allungò a Ten.

“ che significa?”

“Che avevo scommesso con Ten che sarebbe avvenuto prima il ritiro delle truppe in Iraq che il tuo metterti in insieme a Hyuga!

Come al solito questa Rasputin onnisciente ha vinto! Sa sempre tutto!”

“Siete pazze voi due! Non so se incazzarmi o ridere.”

“Ridi… non ho voglia di fare a botte!”

“Ma vaffanculo!!”

Si fecero il medio a vicenda e poi Yukari riprese a sorseggiare il suo caffè e Tayuya a tormentare la tovaglia.

Hinata sorrise.

A capodanno bisognava ringraziare i kami per quello che si aveva e lei li ringraziava per averle messe sulla sua strada.

“COOORVOOO EMOOOOO! MOOLLAAA GIOVANNA O TI SPACCOOO!”

Le urla di Michiyo nel sonno le fecero scoppiare a ridere, Hinata le ringraziò per queste risate.

Il baccano fece svegliare anche Kiba e naruto.

“Rameeeen! voglio del raaameeeen!”

“Ma sei un lavandinooo! Come fai a mangiarli a quest’ora? Mi fai venire da sboccare Uzumaki!”

Li ringraziò per averle fatto trovare Naruto e la sua allegria.

HInata per la prima volta a capodanno era felice, in mezzo alla confusione, tra pazzi urlanti coscienti e  non , il fumo della camel di Yukari e il suo sorriso da stregatta, l’espressione imbronciata di Tayuya, quella ghignante di Ten e quelle che ancora non conosceva dei suoi compagni.

Grazie.

 

Dopo quel capodanno i giorni corsero veloci, Hinata fece la prima visita la tempio in compagnia di Yukari e Michiyo, non aveva granché da chiedere solo che loro continuassero a prendersi cura di lei.

Gli altri a volte si trovavano tutti insieme al solito bar e fu in una di quelle occasioni che un sms anonimo li avvertì che Tayuya era riuscita a portare Neji alla pista di pattinaggio una seconda volta.

Ci fu un sogghigno collettivo, era raro vedere Neji, il perfettino di turno, in una situazione imbarazzante e in un quarto d’ora furono tutti intorno all’ovale di ghiaccio con in mano delle frittelle pronti a godersi lo spettacolo.

“Non per smontarvi, ma Harukaze lo pressa più di Ringhio, mi sa che questa volta sta in piedi…”

Karin sorrise a Keiko.

“Non preoccuparti tesoro, se ci hanno avvisato significa solo una cosa: Che qualche anima pia ha deciso di farci divertire mentre quel poverino fa un frontale con il ghiaccio.”

La rossa annuì poco convinta.

“Fidati Keiko.”

Come richiamata dalle parole di Karin, una figura con la velocità e la precisione di uno shinobi fece uno sgambetto a Tayuya, Neji privato del suo sostegno cadde a terra e un livido apparve poco intorno all’occhio destro e sullo zigomo destro.

“Maria! Che botta!”

“Neji dovrebbe andare da un’esorcista, non è possibile che sia sfortunato con il ghiaccio!”

“Non scomodiamo  le divinità per così poco, c’è una mano umana dietro a tutto questo: Ten Ten. Hyuga doveva solo scegliersi meglio la ragazza!”

“La tua meschinità fa impallidire Satana Fujeda. Non sono mica tutti come te.”

Yukari aveva guardato freddamente il moro, lui per tutta risposta le aveva rivolto il suo sorrisino irritante, solo la forza congiunta di Sasuke, Michiyo e di suo fratello l’avevano trattenuta dallo spaccargli la faccia.

“Raga! Calmi dai!

Lo sapete che torna Haruno tra due giorni?”

Keiko aveva tentato inutilmente di calmarli, ma aveva ottenuto il risultato contrario, la mora le aveva rivolto un’occhiata di fuoco.

“Meraviglioso! Qual è la prossima buona notizia?

Un terremoto farà sprofondare il Giappone?”

Sasuke sospirò.

“Cosa ne dite di andarla a prendere all’aeroporto?”

Michiyo fece per insultarlo ma, Yukari la bloccò.

“Si va bene!”

La viola rimase perplessa e non aprì bocca finché non si separarono e lei rimase sola con l’amica.

“Perché?”

“Non lo vedi Michiyo? È cotto di lei!”

“Ma lei è una stronza!”

“Chiaro come il sole, ma se glielo dicessimo non ci crederebbe e lo perderemmo come amico.

Un po’ ci tieni a lui, vero?”

“è perché ci tengo che non voglio che lui ci stia insieme e tu non dovresti assecondarlo!”

“Se teniamo a lui dobbiamo lasciarlo sbagliare.

Dobbiamo lasciare che sia lui e solo lui e solo a capire che razza di persona sia.”

La viola tacque e tirò un calcio ad una lattina, mentre Yukari si accendeva una camel.

“Credo di capire, però mi fa incazzare lo stesso.”

La mora annuì immersa nei suoi pensieri, non aveva sempre avuto un’opinione così negativa di Sakura, c’era stato un breve tempo in cui l’aveva considerata amica, fino a poco prima di quello che era successo con Naruto.

[Yukari sapeva di avere un caratteraccio a volte, che se la prendeva in modo esagerato quando si arrabbiava e le uscivano di bocca cose che non pensava per questo o si tratteneva o se esplodeva, una volta calmata ci ripensava a mente fredda.

L’aveva fatto anche quella volta, dopo aver parlato con Michiyo e SAsuke al bar, si era sdraiata a pensare nella sua stanzetta buia e aveva concluso che aveva esagerato, che forse bastava parlare con la rosa senza spedirla in Inghilterra come aveva proposto il moro.

Aveva preso in mano il cordless e composto il suo numero, Haruno aveva risposto al secondo squillo.

“Ciao Haruno sono Yidashi, vorrei vederti, è possibile?”

“Vediamoci al bar davanti a casa mia.”

Aveva risposto fredda l’altra, Yukari era volata a quell’appuntamento, nonostante l’immagine da dura, non amava essere stronza.

La rosa era già seduta al tavolo e nel vederla entrare le aveva rivolto un’occhiata di sufficienza.

“Ciao Yidashi.”

“Ciao Sakura.”

“Che vuoi?”

“Volevo scusarmi con te. Oggi non ti ho nemmeno lasciato parlare, forse c’è una spiegazione a quello che abbiamo visto…”

“Nessuna spiegazione, è quello che sembra.

Stavo baciando Naruto perché mi andava di farlo, non me ne frega nulla di Hinata, se soffrirà o meno.

È ora che quella fighetta impari a soffrire, tutti la amano, tutti la aiutano e nessuno aiuta me, perché tanto Sakura è forte no?

Ebbene sono stufa.”

La mora scoppiò a ridere.

“Sei stata cristallina Haruno e io che speravo di chiarire, pensa un po’…

Perché mi dispiaceva di essere stata dura con te, perché pensavo fossimo amiche e tu tenessi alle tue amiche, ma è evidente che mi sbagliavo.

Non so che concetto di amicizia tu abbia e non me ne frega nulla, vedo solo un grande egoismo che va frenato ed è quello che ho intenzione di fare.

Non lascerà che Hinata soffra per una come te, ficcatelo in testa.”

“Se è una guerra non mi tiro indietro, Yidashi e non mi fai paura.”

“Ti ho già detto che ti farò imparare a temermi.

Ciao bella, goditela finche puoi.”

Si era alzata e se ne era andata con lo sguardo di sfida di Sakura negli occhi.]

 

I due giorni passarono in fretta, ora erano tutti all’aeroporto e Sasuke si sentiva discretamente sicuro, forse non si sarebbe beccato una marea di insulti.

“DEidara metti via quel cartello!!”

L’urlo di Yukari lo distrasse, le mani sui fianchi stava guardando il fratello in cagnesco che sventolava uno striscione.

“Ma perché?”

“Perché non è carino!”

Il moro sospirò, quello svitata aveva scritto “Ti ficco un petardo in culo!”.

“A te non sta simpatica!”

“Non importa! Non ho voglia di litigarci subito!

Mettilo via!”

“No lascialo, cara.

L’ipocrisia non ti si addice.”

Una voce  fredda li fece voltare, Sakura li guardava  sprezzante, gli occhi verdi gelidi e l’eastpack sulle spalle.

“S-sakura?!”

“Si, piccoli miei, sono tornata.

Contenti?”

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Buonasera! Scusate lo scorso capitolo non era granché o almeno a me non piaceva molto ^^”.

Siete fortunati, ho solo una precisazione sulle eventuali canzoni, quella che canticchia ten è una versione storpiata di una canzone dei Litfiba di cui non mi ricordo il titolo…..

Che altro dire? Nonostante la odi quella piattola dannata prima o poi doveva tornare, povero Sasuke….

Passiamo alle recensioni che è meglio.

 

RA 92: Grazie dei complimenti^^.

Darò un’occhiata a quel manga, grazie del consiglio^^.

Spero che qst ti piaccia, alla prossima!

Ciaooo

 

HINANARU: Grazie dei complimenti!

Hai visto cosa è tornato? Non ce l’hanno fatta nemmeno le metropolitane inglesi a toglierla di mezzo….Deidara è il migliore.

Non so cosa c’entri tutto qst, perdonami.

Spero che il capitolo ti piaccia^^

Ciao ciao^^.

 

SHIZUE ASAHI: In effetti possono succedere cose parecchio strane, ma Lee era ubriaco quindi vabbhè non è successo niente XD!

Come ti ho già detto, probabilmente farò qualche scena Lee. Ten, anche perché il povero sopracciglione è apparso pochissimo e un po’ mi sento in colpa….

Ciuaoo

 

BECKILL: Ciao Nee-chan! Sai sfruttare alla perfezione i tempi morti tu! XD

Si si, decisamente Michiyo è la più grande fortuna del neko, senza di lei sarebbe ancora in un angolo a fare Calimero!

Com’è fortunato….

(Layla va in un angolo a deprimersi)

 

 

MASYCHAN:Ciao nuova lettrice!

Potresti chiamarmi solo Layla? Layla the punkprincess è un po’ troppo formale ^^”

Grazie dei complimenti, anch’io sono felice che quei due danni siano tornati insieme.

Alla prossima.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 58
*** 58)CHERRY GIRL'S ANGER ***


44

58) CHERRY GIRL’S ANGER

 

Yukari aveva sempre sostenuto che c’erano diversi tipi di silenzio, quello che stavano sperimentando loro era quello di ghiaccio dell’imbarazzo, nessuno osava muoversi, nessuno fiatava.

Sakura li guardava con un sorisetto sarcastico dipinto in volto, come se avesse previsto quella reazione e ne godesse un mondo.

Naruto fu il primo a riprendersi, sfoggiando il suo adorabile sorriso innocente le corse incontro e la soffocò in un abbraccio spacca costole.

“Sakura-chaaan! Sono così felice di rivederti! Sei ancora più beellaaa! Sei mancata a tutti!”

Le venne da vomitare, per quando la riguardava la rosa le era mancata come una visita dal dentista e le sembrava uguale a quando era partita, forse persino più acida, ma ritenne opportuno tacere e incollarsi alla faccia un sorriso che sperava non apparisse troppo falso.

“Deidara! Adorabile psicopatico! Fatto esplodere qualcuno ultimamente?

Mmm credo di no o altrimenti non offenderesti la mia vista con la tua antiestetica presenza!”

Una vena sulla tempia di suo fratello prese a pulsare minacciosamente, ma non disse nulla, forse si sentiva in colpa per il cartello, ma Haruno avrebbe fatto meglio a non sfidarlo ulteriormente.

“Sakiyourai! Dolce violetta bonsai! come stai? Ancora con il tuo gattaccio sfigato? Meg si è presa il fratello migliore!”

C’erano due cose che non si potevano prendere in giro parlando a Michiyo, la sua altezza e Kankuro, la viola scrocchiò minacciosamente le dita.

“’Chiyo dai! stai buona!”

Lei ringhiò qualcosa a Sasuke e trascinando via Sabaku se ne andò imprecando sotto voce.

-Simpatia portami via! Forse vuole che la rispediamo in Inghilterra a calci?-

“La tua amica se ne va Yidashi? Non la fermi?

Nooo… sei troppo impegnata a tenere d’occhio Ita Ita, paura che si scopi un’altra?

Yukari strinse i pugni, contò mentalmente fino a cento per non romperle il naso con una testata.

-Yukà! Stai calma! È solo una stronza che non si merita le tue botte.

Pensa a Sasuke…

Calma, respiraaaa…

Bonito, todo me parece bonito
La mar la mañana, la casa, la sombra,
la tierra, la paz y la vida que pasa.
Bonito, todo me parece bonitoooo!!-

Le fece un sorriso e non le disse nulla, Sakura sembrò delusa, ma fece finta di niente.

“Sakura-chan?”

“Si Uchiha?”

“posso portarti le valige?”

“NO piccolo, mi arrangio io….anche perché se ci provi tu ti spezzi!”

Sasuke arrossì, Yukari scosse la testa.

“Sakura…”

“Che vuoi ancora?!”

“Stase vieni a un concerto?

Dai! Tutti insieme per festeggiare il tuo ritorno!”

La mora vide l’orgoglio di Sasuke andare a seppellirsi e non poté fare altro che dispiacersene, visto che le circostanze non le permettevano di fare altro.

La rosa per tutta risposta si portò un dito sotto il mento, come se stesse considerando l’ipotesi e poi gli rivolse un’occhiata fredda.

“Non credo che molti vogliano festeggiare ed è appunto per disturbare i loro piani che accetto! A che ora Sasuke?”

“Alle nove e mezza a “al covo”!”

“OK”

La rosa recuperò le sue valige e senza salutare nessuno in particolare se ne andò, Yukari desiderò ardentemente strozzarla, i piani di rapporti amichevoli con lei potevano andare a farsi friggere!

 

SAsuke era stranito, non si aspettava un benvenuto con tanto di lacrime e braccia buttate al collo, ma nemmeno tanta acidità contro tutti.

“cosa ti aspettavi idiota?”Si lagnò la sua coscienza e il moro non poté che darle ragione e sperare che il concerto non si risolvesse in una disfatta peggiore.

Era cautamente ottimista, un concerto era una cosa neutra e in un luogo pubblico, forse e sottolineando forse, si poteva evitare una rissa, ma non ne era sicuro considerato i caratteracci di Sakura, Michiyo, Yukari e Deidara.

-Sasuuukeee è tutta colpa tua pirla, lo sai si?-

Riecco la sua coscienza, lo sapeva che, per dirla con le parole di Yukiko, se avesse smesso prima di farsi seghe mentali le cose sarebbero state diverse e non così compromesse, ma lui era fatto così, contorto e complicato come tutti gli Uchiha e con una fottuta paura di perdere le persone a cui teneva, per questo non si affezionava a nessuno.

Bella politica, era così che ci si ritrovava inchiodati nel rimpianto.

Forse era troppo tardi?

Non lo sapeva.

Sapeva che teneva a lei, nonostante i pareri negativi di Yukari e Michiyo che aveva intuito senza sforzo, sapeva che purtroppo per lui la voleva e sapeva che questo avrebbe comportato un prezzo alto da pagare.

Senza allegria si preparò per il concerto, certo che quella sera si sarebbe compiuto il suo destino.

Il locale doveva essere affollato, erano tutti fuori, Michiyo misurava a grandi passi il marciapiedi davanti a “Al covo”, Yukari fumava torva una sigaretta e gli altri chiacchieravano tra di loro.

“Ciao raga!”

“Ciao corvaccio iettatore! Questo posto è pienissimo!

Yukiko è andata a parlare con il buttafuori!”

Yidashi l’aveva fulminato con un’occhiata mentre Sakiyorai strepitava contro di lui.

“Allora troveremo posto sicuramente…”

Fece lui conciliante, sperando con tutto il cuore che ancora una volta la brutalità della sorella di Nara lo salvasse.

“Uchihaaaa! Disgraziato!”

L’urlo belluino di Yukiko fu come un canto angelico per le sue orecchie.

“ho rimediato i posti, ma la prossima volta che la tua testaccia vuota concepisce un’idea del genere sei pregato di avvisarmi, così evito di dovermi lavorare all’ultimo minuto la gente!”

“Ma tu così ti diverti!”

“Fottiti gnomo emo!”

La mora afferrò Sasori-sempai per la manica del giubbino e marciò all’interno borbottando insulti a bassa voce, Sasuke tirò un sospiro di sollievo, era andata anche questa volta.

“Ciao Yukari!”

La mora buttò la sigaretta per terra.

“Ciao!”

“Incazzata?”

“Sasuke, almeno stai zitto….ti prego.”

“Non potresti seppellire almeno una volta l’ascia di guerra?”

“Io l’avevo fatto, ma la tua dolce metà sembra essere tornata da Londra con il diavolo in corpo e non farmi aggiungere altro.”

Yidashi entrò lasciandolo basito alla porta, finché un energico spintone di Ten lo sbatté dentro.

Era in ballo, doveva giocare.

Cercò con lo sguardo la rosa, era al bancone e stava prendendo da bere.

“Ciao Sakura!”

“Uchiha, scusa ma devo andare!”

Si lanciò in mezzo alla pista, dimenticandosi la birra, se la scolò lui, almeno non sarebbe andata sprecata.

 

Era nervosa, innegabilmente nervosa e con le mani che le prudevano, per cercare di calmarsi iniziò a tamburellare le dita sul tavolo.

Non aveva mai creduto troppo ai presagi Yukari, ma quella sera era assolutamente sicura, matematicamente certa che quel mostro rosa confetto di Sakura Haruno gliel’avrebbe fatta pagare.

Si accese l’ennesima sigaretta e trangugiò un sorso della sua birra, buttando nel frattempo un’occhiata alla pista, Michiyo pogava sulle note di “Anarchy in the U.K.” sfasciando quel povero martire di Kankuro, allegramente aiutata dai ragazzi della classe, sasuke era appollaiato al bancone come uno stupido allocco, le ragazze ballavano più distanti dalla massa, dove era Sakura Haruno?

La birra le andò di traversò, la rosa stava strusciandosi addosso a Itachi, come se al posto di un po’ di sano punk stessero mettendo del dannato hip hop.

“Ma le det ta!!!!

…Stai calma Yukari, lui non ti mette le corna o lo spezzi ma lei…lei!!

Mi sparo se non lo sta facendo apposta!”

Sbatté il boccale sul tavolo e si lanciò in mezzo alla folla, borbottando insulti, nel tentativo di raggiungere l’Uchiha stese a gomitate almeno cinque innocenti che le intralciavano il passaggio.

“Stai attenta moretta!”

“Fottiti! Devo andare a sradicare un ciliegio tritura esistenze!”

Un paio di persone la guardarono perplesse, ma lei non se ne curò e finalmente raggiunse quell’essere rosa confetto, che si contorceva come un serpente addosso al suo ragazzo.

La rosa non appena la vide le rivolse un sorriso di sfida, lei afferrò il ragazzo per una manica e glielo tolse dalle grinfie.

“Non credere che mi fermi piccola!”

Lei le rispose con un bel dito medio e lo trascinò al tavolo.

“Yukari…”

Lei non disse nulla, prese un altro sorso di birra e si risedette.

“ Yukari…scusa ma è lei che mi sta addosso, come faccio a cacciarla?”

Il boccale vene sbattuto di nuovo sul tavolo con violenza.

“Trova un modo genietto, va bene anche un calcio caro il mio Sanji, tanto quella,non è una donna!”

Lui le si avvicinò e iniziò a massaggiarle le spalle.

“Lo sai che non mi interessa…”le sussurrò in un’ orecchio.

“perfettamente! Ma quella vuole vendicarsi di me!”

La fece alzare e la baciò, poi appoggiò la sua fronte alla sua.

“Dai pigrona! Alzati e vieni anche tu, daiii!”

“Odio ballare e poi devo finire la birra!”

Lui alzò un sopracciglio.

“’ More! Dammi retta! Se vengo e la rivedo non pogo, faccio scoppiare una rissa!”

Lui rise e dopo averla ribaciata, si ributtò nella folla al grido di “Alla battagliaaa!!!”

La mora sorrise, poi tornò a rabbuiarsi, lui era innamorato di lei ne era sicura, ma era altrettanto sicura che Sakura non si sarebbe fermata.

“Accidenti! Perché ho dato retta a quel balordo di Sasuke?

Dovevo immaginarlo che sarebbe finita così!”

Cupa come non mai, finì la sua birra e ne ordinò un’altra, per conforto morale.

“Yukari!!”

“Yo ‘Chiyo nee-chan!”

“Visto la stronza?”

“Si! Come la odio!! IO…. Non ho parole per descriverla.”

“Urgono provvedimenti, cara!

È inutile che stai qui a fare la muffa, ti ordinò di andare in pista e marcare stretto il tuo uomo!”

“Ma!”

La viola non la ascoltò, poco gentilmente la tirò in piedi.

“Ma ho la birraaaa!”

Michiyo gliele tolse di mano e la finì in un sorso solo,poi sorrise beffarda.

“Ora non più!”

“lavandino!”

Le scoccò un’occhiata feroce.

“ Va bene va bene! Me ne vado! Dittatrice!”

“Amo essere ricoperta di complimenti! Sono musica per le mie orecchie!”

La mora scosse il capo e attraversò di nuovo la massa, notando che questa volta la gente si spostava impaurita al suo passaggio.

Un brivido freddo le percorse la schiena, facendola rabbrividire e per un’attimo il mondo sembrò rallentare, era innegabilmente un presagio.

Si accorse di essersi fermata in mezzo alla pista quando si alzarono le note di “No feelings”, senza motivo deglutì.

I got no emotions for anybody else
You better understand I'm in love with my self
My beatiful self
A no feelings a no feelings
A no feelings
For anybody else”

Poi la vide e spalancò gli occhi, Sakura Haruno stava baciando Itachi!

Indietreggiò, mentre “No feelings” si faceva sempre più distorta e lontana e lottò con sé stessa per non svenire, non poteva concederle quella soddisfazione!

Appellandosi alle forze residue del suo orgoglio riuscì a uscire da quella bolgia, a ritirare il suo cappotto e a ritrovarsi nel freddo di inizio gennaio.

Il dolore si allargava sempre più all’altezza del cuore, ma nello stesso tempo si sentiva vuote e fredda e con un gran desiderio di sparire, solo una cosa era certa in mezzo a quella gran confusione: Odiava la rosa con tutta se stessa e difficilmente l’avrebbe perdonata.

Prese la prima metropolitana che l’avrebbe portata a casa, fregandosene del cellulare che suonava, quando tacque lo spense addirittura per non sentirlo più.

Una volta arrivata a casa biascicò un saluto a sua madre e si fiondò a letto dove poté piangere tutte le sue lacrime, dopo essersi chiusa a chiave per evitare che quella piaga di Deidara la sottoponesse a un terzo grado.

Quando rientrò lo sentì strepitare,poi tempestare di pugni la porta, senza ottenere risultati, solo quando lo sentì andarsene, cadde in un sonno senza sogni.

Il rumore della sveglia la mattina dopo le arrivò da molto lontano, allungò una mano fuori dalle coperte, la spense, come un’automa arraffò i suoi vestiti e si diresse in bagno.

“Troia, puttana, meretrice, baldracca di una, donnaccia maledetta!”

Non riusciva a dire nient’altro,lo ripeté come una nenia in bagno e continuò mentre il caffè bolliva in cucina e lei guardava assente la tazza, sotto lo sguardo preoccupato del fratello.

Deidara fece per aprire bocca ad un certo punto, ma poi decise di rinunciare e fu un bene, perché considerato il suo umore non sapeva come avrebbe reagito.

 

Michiyo varcò i cancelli della scuola con un filino di preoccupazione giustificata da quello che era accaduto la sera prima, la vipera rosa confetta si era slinguata Itachi davanti a tutti, Yukari si era data alla macchia e quel pirla emerito del corvo emo al silenzio.

Non gli aveva cavato una parola, aveva provato con le intimidazioni verbali, poi era passata alle sberle sul copino e ai frontini, ma non era successo niente, gli aveva perfino mostrato la sua arma finale, la temuta cintura di borchie senza che questo sortisse un effetto qualsiasi.

Lui era rimasto li, imperturbabile come una montagna e freddo come un ghiacciaio, del tutto disconnesso dalla realtà e perso in un punto imprecisato del suo tunnel di dolore e paranoia.

Sospirò.

Vipera rosa cicca contro Corvo emo, uno a zero, palla al centro, se fosse stata una partita di calcio, ma la realtà era un po’ più complicata.

Nella realtà agivano anche altri fattori, la sua socia ad esempio: come avrebbe reagito Yukari?

Non era certa di volevo sapere, temeva spargimenti di sangue o peggio ancora un altro dannato periodo nero, in ogni caso la percepì ancora prima che arrivasse, avvertì un’aura nera di depressione e rabbia e fu certa che era lei.

“Ciao nee-san!”

“ciao.”

Basta, stop, comunicazione interrotta, la mora si avviò a passo strascicato verso la classe, non curandosi di lei, con una nuvola di fumo intorno.

Fu un primo giorno di scuola deludente, tutti i professori accolsero con un gran sorriso il ritorno di Haruno, persino Umino-sensei.

Yukari continua va a tacere, Michiyo cercava di consolarla, obbiettivamente Itachi non aveva avuto scampo la sera prima, la colpa era principalmente di Sakura, ma la mora non ascoltava, continuava a incidere una tavola di geometrico che avrebbe dovuto rappresentare la sezione di un tronco di cono.

La viola sospirò, era una battaglia persa!

Successe all’improvviso, la mora alzò gli occhi e strinse con forza la matita, un crack sonoro annunciò che l’aveva rotta in due pezzi.

“Yidashi?”

“Si Umino-sensei?”

“Hai rotto la matita.”

“Lo so”

Il professore tacque e decise di non aggiungere altro, a volte sembrava avere paura di lei e Sakiyourai non poteva dargli torto, quello sguardo non prometteva nulla di buono.

“Ieri sera la vergogna cadde sul mio capo, posso io lasciare correre?

Posso io lasciare che una tale onta mi macchi?

No, quest’onta va lavata con il sangue!

Il destino reclama vendetta, gli infami vanno puniti.

La decisione è presa e non si può tornare indietro, Sakura Haruno deve pagare o non potrò più guardarmi allo specchio alla mattina senza provare disgusto davanti alla mia persona.

This is our final day

This is the final thunder.

Il primo colpo va sparato qui, dritto in faccia.

Si, scoppia in faccia.

La prima volta ti fa male,poi liberaaa!”

Michiyo deglutì, quei sussurri la inquietavano e la malsana unione di una canzone dei Tokio Hotel (Dannata Keiko!) con una degli Africa Unite le fece correre un brivido lungo la schiena.

Ora capiva cosa voleva dire Deidara quando diceva che sua sorella arrabbiata era peggio di lui e non voleva essere assolutamente nei panni della rosa.

Una vendetta terribile stava per colpirla.

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Aloha! Cosa ne dite?

Sakura si salverà dalle grinfie di Yukari e riuscirà a mettersi con Sasuke?

E lui la vorrà?

Precisazioni sulle canzoni: la prima che canticchia YUkari per calmarsi è “Bonito” di Jarabe de palo, l’unione malsana(Ma veramente malsana brr!) è tra “Final day” dei Tokio Hotel e “Il partigiano  Jhon “ di Africa Unite.

Ringrazio

 

SHIZUE ASAHI

 

HINANARU

 

RA92

Per le recensioni!!

 

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Capitolo 59
*** 59)PEACE AFTER ALL ***


44

59)PEACE AFTER ALL

 

Il sole calava lentamente sulla città, inondando tutto di una luce dorata e facendo sovrastare la città da un vivace cielo infuocato.

La luce entrava anche dalla sua finestra, ma lei non l’aveva notata, sdraiata sul letto si rigirava continuamente in preda al nervosismo.

Voleva, doveva vendicarsi, ma come?

Passò in rassegna varie ipotesi, tornare a colpire il suo rendimento scolastico  era impensabile, Sakura era stronza ma doveva renderle l’omaggio dell’intelligenza, non si sarebbe fatta fregare due volte.

Lanciò il cuscino contro il muro, ma finì per colpire una mensola sopra la scrivania e tutte le candele caddero per terra con un rumore sordo, nemmeno due secondi dopo qualcuno bussò alla porta.

“Nee-chan! Cosa succede?”

Non si curò di rispondere e finì di passare in rassegna il resto delle ipotesi, far incontrare la piattola con un ragazzo bruttissimo e poi diffondere le foto oltre che puerile, sarebbe stato ingiusto nei confronti di Sasuke.

SAsuke frenava i suoi piani, perché quel povero cristo era davvero innamorato di Haruno e lei, Yukari era sinceramente affezionata a lui, voleva colpire lei senza che soffrisse lui.

Tirò un pugno al muro, il dolore l’aiutò a pensare e le suggerì l’unica soluzione: pestarla nei bagni.

Molto da teppista, molto scorretto, molto pericoloso dato che la stronza in questione praticava arti marziali già nella pancia di sua madre, ma era l’unico modo.

Un vecchio, virile duello, una sana scazzottata per sfogarsi e sistemare vecchi rancori.

Sorrise in modo impercettibile, poi scoppiò in una lunga folle risata.

“E una cosa è decisa, mo pensiamo al resto…”

Il resto era il famoso “dove, come  e perché?”ovvero i dettagli di organizzazione pratica, raccolse il cuscino da terra e lo rimise sul letto, urgeva pensare.

Umino-sensei aveva annunciato che il giorno dopo avrebbero dovuto sistemare il suo cassetto delle tavole e Ino si era offerta volontaria, quella biondina si sarebbe buttata nel fuoco pur di evitare una lezione di geometrico…

Sbattè un pugno sul letto, non sapeva perché aveva pensato a Yamanaka, ma quello le aveva dato la soluzione, malvagia al punto giusto, ma per questo in grado di funzionare.

Lo stereo cambiò cd, fino a quel momento aveva trasmesso Ligabue, ora invece era partita “Like I want” degli Shandon e lei aveva iniziato a saltellare a ritmo, come faceva sempre quando era eccitata per qualcosa.

“I like to go without a way
So please don’t ask me that again

OH OH OH
YOU CAN CALL IT ROCK’N’ROLL
BUT I CALL IT LIKE I WANT”

Si buttò a peso morto sul letto, approfittando dell’assenza di Ino avrebbe potuto mandarle un messaggio con il suo cellulare, fregato in precedenza e attirare il mostro in bagno, poi l’avrebbe raggiunta e l’avrebbe sistemata.

“Sei mortaaaa. Sei mooortaaa!”

Urlò imitando “sono morto” dei tre allegri ragazzi morti e mentre si dimenava come una tarantolata, udì suo fratello mormorare da dietro la porta:” No, mamma io non chiedo a mia sorella cos’ha, perché io ho paura di mia sorella!”

Scoppiò a ridere di gusto.

 

Il sole era calato lentamente, lasciando la città immersa in un crepuscolo freddo e limpido, il vento di gennaio scuoteva gli alberi del suo giardino e disperdeva il fumo della sua sigaretta.

Lei guardava la brace rosseggiare e si dava mentalmente della stupida: aveva infilato una serie di errori madornale, nemmeno una decerebrata avrebbe saputo fare meglio di lei.

Sakura guardò la sigaretta, era un vizio che aveva iniziato in Inghilterra, lei convinta salutista e non sapeva nemmeno perché o forse non voleva saperlo, aveva già abbastanza casini.

Il primo errore era stato rifiutare l’offerta di pace di Yidashi, lo sapeva che lamora non era tipo da ripetere due volte una proposta del genere senza garanzie a tutelarla, ma, non per giusticarsi, lei era in piena fase distruttiva.

Avrebbe potuto risparmiarsi gli insulti all’aeroporto all’andata e il sarcasmo al ritorno, ma non sapeva cosa le era preso o forse si.

Era la complicità che c’era tra Sasuke e Yukari a disturbarla, lui con lei era suo agio, rideva, scherzava, si era aperto, mentre con lei era sempre stato chiuso.

Gelosia.

In nome della gelosia si erano compiute stragi e distrutte vite e lei stava per distruggere la sua, dopo il bacio ad Itachi la mora non l’avrebbe mai perdonata, nemmeno se lei avesse strisciato su dei chiodi, pregandola in akan.

Spense la sigaretta con un colpo secco.

Cosa doveva fare?

Farsi pestare, subire qualsiasi cosa Yidashi avesse deciso, era l’unica risposta.

Purtroppo.

 

Era nervosa, le mani le tremavano mentre disegnava, era arrivato il giorno.

Non credeva sarebbe stato così difficile, ma lei in vita sua non aveva mai pestato nessuno, era una tipa calma in linea di massima, se non quando veniva ferita in profondità.

Cercò di calmarsi pensando a una canzone dei rancid, ma la voce di Tim Armstrong taceva, lasciandola priva di conforto.

Sospirò e si portò una mano tra i capelli, Itachi quella mattina aveva provato a parlarle, ma lei l’aveva evitato, sapendo che se lui le avesse detto qualcosa non sarebbe riuscita a fare niente.

Ormai era in gioco, doveva giocare, così con mani tremanti compose un messaggio con il cellulare della Yamanaka, Sakura poco dopo si alzò e uscì dalla classe.

^Dai Yukari!”

Alzò la mano, sperò che la voce non le tremasse.

“Professore posso andare in bagno?”

“Si, Yidashi; vai pure tu! Ho una dannata classe di incontinenti!”

La mora alzò gli occhi al cielo e uscì dalla classe.

Il cuore riprese a batterle furiosamente mano a mano che si avvicinava ai bagni.

Aprì la porta, erano deserti, solo la rosa le rivolse un’occhiata spaventata, yidashi sogghignò e chiuse la porta.

“Ciao Haruno…”

Le si avvicinò, la rosa indietreggiò fino ad arrivare contro la parete, in un angolo.

“Yidashi…parliamone…”

“MO? Ora che sai che sta per arrivare la punizione vuoi parlarne Haruno?”

“che sei? Chuck Norris?”

“Ma sei incredibile!”

“Scusa Yidashi, scusa.

Credo di avere esagerato!”

“Credi?

Senti Haruno, non avrei mai voluto arrivare a questo, mi ci hai portata tu!

IO mi aspettavo una ripicca, una qualsiasi ripicca.

Avresti potuto smerdarmi in qualsiasi modo, dire che ho un secchio in cui vomito e che lo chiamo Antonio, che sono alta un metro e una banana e larga come una sequoia, che mi facciole canne, che mi nutro di psicofarmaci come House , che dormo in una bara e che trucido bambini e li sacrifico a Sid e non avrei detto niente perchè sapevo di meritarmelo ma…

Non avresti dovuto toccare Itachi!

Non dopo tutto quello che ho passato, non dopo tutti i pianti!

Perché tu lo sapevi cara mia quanto ci ero stato male, lo so che tu e Ino vi sentivate in msn!

Devo punirti lo capisci?

E questo è l’unico modo in cui posso farlo senza fare soffrire altra gente!”

“Chi, YIdashi? Chi?”

“Sasuke razza di imbecille patentata! Non perché voglio farmi i due fratelli e me lo devo tenere buono come sta macchinando il tuo cervello bacato, ma perché è mio amico e io ai miei amici ci tengo!”

“A sasuke non importa nulla di me!”

“Taci, regina delle ottuse, che se non hai capito che è cotto di te, meriteresti uno sbrettone aggiuntivo!”

Senza preavviso le mollò una sberla, le sue cinque dita si stamparono sulla guancia pallida di Sakura.

Fu il segnale.

In un’attimo si ritrovarono ad accapigliarsi per terra come delle furie, Haruno picchiava duro, ma lei non era da meno e riusciva a difendersi discretamente, ora capiva cosa intendesse l’espressione :”La forza della rabbia”.

Stava per darle un ‘altro pugno, quando qualcuno la fermò.

Si voltò e si ritrovo faccia a faccia con Sasuke.

“SAsuke?!”

“In persona. Smettila Yukari, non sei così!”

Le lasciò andare il polso e lei si alzò in piedi sorpresa.

“Ti sta piacendo pestarla?”

Ci pensò per un’attimo, la verità era una sola…

“NO.”

“E allora smettila, se non lo farai inizierà una faida infinita.

vuoi questo?

Vuoi che io mi ritrovi  a decidere tra la mia migliore amica e la ragazza che amo?

So che non vuoi farmi soffrire, ma non è questo il modo.”

YIdashi abbassò gli occhi, si sentiva una perfetta idiota, lei non era tagliata per fare  la teppista.

“Scusa SAsuke…io sono troppo impulsiva…

Anche se penso e ripenso alle cose, non lo faccio mai abbastanza e finisco per fare danno.”

Si voltò verso Sakura che non si era mossa da terra e la guardò dritta negli occhi.

“Scusa Sakura.

Mettiamoci una pietra sopra.

Tu hai fatto del male a me e io ne ho fatto a te, ora siamo pari, vero?”

“SI.

Scusa mi YUkari davvero, anch’io avrei dovuto stare più calma.”

Si sorrisero, il primo vero sorriso da persone in pace.

La mora abbracciò Sasuke,gli sussurrò :”Grazie! Ora vedi di chiarire pure tu!” e uscì dal bagno.

 

Sakura rimase seduta a terra, le gambe raccolte contro il petto, lottando contro la voglia di piangere.

Aveva combinato un casino, cosa sarebbe successo adesso?

Non trovava una risposta e ne aveva disperatamente bisogno.

“Sakura…”

Sasuke si era accucciato accanto a lei.

“SAsuke…che casino abbiamo fatto?”

“Non lo so. Prima ero io a essere confuso, poi tu.

Il giorno che hai baciato NAruto ti ho visto, stavo per venire a darti la risposta alla domanda, parlare con YUkari mi aveva fatto capire che a te ci tenevo.”

“Ma dopo quello che hai visto hai avuto qualche dubbio…come darti torto?

Avevo un casino  in testa!

Tu mi piacevi, ma non mi rispondevi e Naruto era li e io ero incazzata e per una volta ho voluto pensare solo a me stessa.”

“Capisco.”

“E adesso?”

“IO ti piaccio?”

“Si.”

“Allora proviamoci, almeno non avremo rimpianti…”

“Ma funzionerà?”

“è importante? E comunque chi può saperlo?”

“Nessuno…hai ragione…

SAsuke….lo sai perché ero così incazzata con Yidashi?”

“NO, me lo sono chiesto spesso.”

“Perché tu con lei ridevi, capisci?

Lei era riuscita dove io avevo fallito!

E mi chiedevo se ….”

“Tra noi non ci fosse qualcosa?

No Sakura, non c’è niente tra noi.

Siamo amici, per una serie di circostanze assurde ci siamo avvicinati e in lei ho scoperto una brava persona nonostante le sue perenni crisi, l’apparente freddezza e misoginia.

Lei sbuffa sbuffa , ma poi aiuta.

A me lei non interessa, a me interessi tu, anche se mi sono sempre comportato da stronzo.”

“Non ti capirò mai UChiha.”

“Ti regalerò un libretto di istruzioni, se accetti di prendermi.”

Sakura scoppiò a ridere, Sasuke era innegabilmente cambiato  e forse per assurdo doveva ringraziare YUkari.

“Come posso rifiutare una tale offerta?”

“In effetti non puoi…”

Erano sempre più vicini.

“Allora Haruno?”

“hai vinto Uchiha…”

Iniziarono lentamente a baciarsi.

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Credo faccia schifo, ditemi i vostri pareri e lo sistemerò.

Ringrazio:

 

HINANARU

 

DIANA88

 

SHIZUE ASAHI

 

_VIDEL_

 

LAURETTA 92

 

RA92

 

BECKILL

 

 

ICEQUEEN 88

 

 

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Capitolo 60
*** EPILOGUE: THIRTY SONGS TO SAY GOODBYE ***


44

EPILOGUE:THIRTY SONGS TO SAY GOODBYE

 

Era distesa sull’erba calda, gli occhi chiusi e la mente sgombra.

Era estate, l’estate benedetta dal riposo, il momento del’anno in cui poteva prendere una stuoia, un libro, l’mp3 e le sigarette e stare in pace con il mondo.

I raggi del sole le accarezzava il volto rilassato quasi sorridente…

Un aereo passa veloce e io mi fermo a pensare a tutti quelli che partono, scappano o sono sospesi per giorni, mesi, anni in cui ti senti come uno che si è perso tra obbiettivi ogni volta più grandi..
Era stato un anno semplicemente straordinario, denso di avvenimenti, che aveva ripagato i precedenti sedici vissuti in una noia stordente.

Si portò una mano al collo e accarezzò una collanina d’argento, fatta di tanti piccoli ovali cavi, era di Itachi e a volte era così strano sentirla lì, fredda e reale, sulla pelle.

Lui diceva che gliel’avevano regalata i suoi genitori, che era il loro unico ricordo e l’aveva data a lei, in cambio di quella stupida collanina rasta di perline che portava sempre.

[“Yukari….”

“Si?”

“Quest’estate devo andare a Kyoto da mio zio….”

Lei l’aveva guardato stralunata, un’intera estate senza vedersi?

Aveva represso le lacrime, ma forse lui le aveva viste lo stesso perché l’aveva abbracciata forte.

“Cretina…puoi piangere.”

“Idiota! Come cazzo faccio un’estate intera senza di te, eh?”

Lui si era staccato e si era tolto la collana per poi allacciargliela al collo.

“Così ti ricordi di me….”

“Cr-cretino! non mi scorderei di te nemmeno se dovessi morire…”

E le lacrime erano scese, copiose, mentre lei si toglieva a sua volta la sua collanina di legno.

“Tienitela tu questa allora….Me la ridarai quando torni ….Così ogni tanto mi pensi.”

Lui aveva sorriso ed era arrossito.

Quelle collane erano il simbolo di una promessa, della loro promessa.]
Succede perché, in un instante tutto il resto diventa invisibile, privo di senso e irraggiungibile per me, succede perché fingo che va sempre tutto bene ma non lo penso in fondo.

Sorrise impercettibilmente.

Una nuvola oscurò il sole, le prime note di “Redemption Song” le invasero dolcemente il cervello e una lacrima le solcò una guancia.

[“Naruto, non ci pensare o ti castro, entiendi?”

Karin aveva trucidato con lo sguardo il biondo che la stava aiutando a portare una borsa frigo carica di bottiglie verso il parco.

Era l’ultimo giorno di scuola e avevano deciso di fare un picnick, lei aveva portato un paio di teglie di tiramisù come dolce e guardava divertita la rossa e il biondino battibeccare.

“Non me ne frega nulla se hai visto un negozio di ramen, demente!

Tra poco andiamo a mangiare e quella santa di Hyuga te ne ha fatto un tir di ramen…

Non osare mollarmi qui!” il biondo era scappato, mentre Tsuki imprecava come uno scaricatore di porto.

Erano arrivate al parco poco dopo, gli altri stavano già sistemando tutto.

Hinata era subito partita a recuperare il suo ragazzo, Itachi le si era avvicinato.

“Ciao bella straniera dagli occhi azzurri.”

“Ciao neko.”

Hinata  era tornata con Naruto e il ragazzo era subito scappato inseguito da Karin.

“Sono pazzi vero?”

“Un po’, ma li amo lo stesso tutti.”

“Ma tu mi ami di più vero?”

“Bho…posso pensarci?”

“Intanto che pensi, senti questo.”

Aveva tirato fuori la sua chitarra e aveva iniziato a suonare “Redemption song”, sussurrando piano le parole con la sua voce roca.

Aveva sentito qualcosa che le si smuoveva dentro, aveva i brividi lungo la schiena, nonostante il caldo e stava piangendo senza vergognarsi di farlo.

Quell’esecuzione le aveva toccato il cuore, era stata fatta apposta per lei, scegliendo la sua canzone preferita di sempre.

“Fa così schifo, Yidashi?”

“No demente…”

La voce le era uscita spezzata.

“è la cosa più bella che abbia mai sentito, nonché la cosa più bella che qualcuno abbia fatto per me.

È ovvio che ti ami, ma in questo momento ti amo di più che se mi avessi regalato un solitario.”

L’aveva baciata senza dire nulla, forse commosso.]

Le mancava terribilmente , ma a causa di quel carattere chiuso che si ritrovava non riusciva a dirglielo , a farglielo capire, nemmeno alla stazione.

Si voltò a pancia in giù.

“Nascondi ancora le lacrime, eh Yidashi?”

Si era voltata di scatto,. Lu era lì che sorrideva sbilenco, davanti a lei.

Gli volò in braccio.

“Piano, che m’ammazzi!”

“Che ci fai qui?”

Rantolò mentre gli inondava la maglietta di lacrime, mentre lui le accarezzava divertito la testa.

“Mi rompevo a Kyoto…mio cugino, poi…”

“Si Tobi è una piaga…”
“Ma come fai a saperlo?”

“Sono una strega Monsieur.

E ora mi baci ?

O devo farti una richiesta scritta ? “

Non se lo fece ripetere due volte e la baciò con tra sporto.

Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere, dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire.

 

Il treno percorreva la pianura, cullandolo con il suo rumore ritmico.

Era incredibile.

Lui aveva sempre amato quelle estati trascorse a Kyoto, isolato da tutti, ma stranamente quell’anno era partito controvoglia e la collanina di legno che portava al colo ne era la prova.

Sapeva vagamente di cocco e di sigarette, era innegabilmente di Yukari, anche se non avesse saputo che fosse stata sua.

La strinse con forza, pregando che il treno accelerasse.

Incredibile, ma vero, quella nanerottola acida e dolce allo stesso tempo gli mancava da morire.

Era bello vedere che il verde ritorna e che si svegliano i ghiri
Era bello sapere che dopo l'inverno la voglia ritorna anche a te.

Eppure lei non aveva nulla di speciale.

Quando aveva capito che Yukari era davvero importante per lui?

Forse quando a San Valentino le aveva regalato un’ acchiappasogni e l’aveva vista illuminarsi come una bambina?

Non lo sapeva.

[“E così sei davvero innamorato…”

L’affermazione di suo fratello l’aveva fatto cadere dal letto.

“IO e lei siamo in prova…”

“Bugiardo..”

Sasuke aveva sorriso trionfante.]

Finalmente il treno arrivò in stazione e lui scese di corsa, travolgendo passeggeri innocenti e fu sotto casa sua.

Inaspettatamente gli rispose Deidara.

“Mia sorella è al parco.”

Era bello sapere che solo d'estate come gli insetti sui fiori
Era bello vedere i capelli bruciare e cambiare colore

Sbuffò e prese la prima corsa che l’avrebbe portato da lei.

[“Itachi…bella questa canzone!”

Naruto gli aveva sorriso raggiante.

“NO davvero, è stupenda! Dolce e arrabbiata allo stesso tempo.

C’è una vena di malinconia, di rabbia e di dolcezza. Somiglia a lei…”

“Deficiente!”

Aveva imbracciato la chitarra e aveva incenerito il biondino con lo sguardo pensando :

” Ma a lei piacerà?”]

La vide da lontano, mentre si avvicinava si voltò a pancia in giù.

Sorrise.

Sorrideva mentre lei quasi lo mandava a gambe all’aria e mentre gli inondava la maglietta di lacrime.

Fu il bacio più bello che avesse mai ricevuto.

Era bello vederti nuotare andare in fondo per poi risalire
Era bello star svegli la notte e tutto il giorno dormire
Era bello il mondo prima che arrivassi te

“Yukari…Posso farti sentire una cosa?”

Lei annuì e lui tirò fuori la sua chitarra, iniziando a suonare la melodia della “sua” canzone.

Lei sorrideva e in quel momento lui si sentiva assolutamente completo, forse il mondo prima di lei era stato bello, ma con lei era quasi perfetto.

 

Era sdraiato a letto, senza voglia di fare, osservava senza reale interesse le tende della sua finestra che si muovevano per la leggera brezza.

Era in casa da solo, suo fratello era a Kyoto, anche se un presentimento gli diceva che l’avrebbe avuto presto tra i piedi, Yukari al parco in preda alla malinconia e Michiyo in America.

Chiedimi
Se io sono come te

Chissà dov’era Sakura?

Sembrava che il destino fosse contro di loro.

[“Sakura cosa c’è?”

Lei l’aveva guardato un po’ triste.

“C’è che in Inghilterra ho conosciuto un tipo e adesso continua a tampinarmi anche se gli ho detto che sono fidanzata.”

Ci era finito a botte, rompendogli i due denti davanti e togliendosi una soddisfazione.]

Si alzò e si portò davanti allo specchio, l’immagine di un ragazzo alto, con i capelli neri lo guardò perplesso.

Si soffermò a guardare gli occhi, erano neri e contornati da uno spesso strato di matita.

Cosa c’era di male?

Picchiami
Se non riesco a stare qui

Sbuffò contrariato e tornò a sdraiarsi in attesa di una chiamata della rosa.

[“Tu vorresti uscire con questo qui?”

Il padre di Sakura l’aveva squadrato con una lunga occhiata schifata.

“Si, papà. Lui è il mio ragazzo!”

“Io ti proibisco di vederlo! Non lascerò che tu esca con un tossico!”]

Il telefono squillò, lui rispose immediatamente.

“Ciao Sakura!”

“Ohi Sasuke! Muoviti a scendere che mio padre non sa che sono qui!”

Scese volando le scale e saltarono entrambi sul vecchio motorino di Itachi, diretti verso il mare.

Questo veleno poi
Mi porta via
Lasciando in un istante
Tutto un vuoto nella mente

Era incredibile, ma per lei si sarebbe buttato nel fuoco a cuor sereno, era come un veleno che ottenebrava le sue capacità mentali, un magnifico veleno verde e rosa…

 

Era inchiodata al chioschetto di Teuchi-san, come al solito.

Un bicchiere di liquido davanti, come  al solito.

La solitudine come prospettiva, come al solito.

Aveva passato l’anno, ma i suoi non l’avevano perdonata, quindi detestava rimanere a casa tra occhiate indifferenti o di biasimo.

Era così che il chiosco era diventato casa sua e Teuchi una specie di famiglia.

“Ai…”

“Si teuchi?”

“Come va a casa?”

Male…”

'Cause I'm just a girl, little 'ol me
Don't let me out of your sight

L’uomo scosse la testa.

“Vorrei poterti aiutare….”

[“Mamma, papà! Mi hanno promossa!”

“è il tuo dovere, Ai.

Non c’è nulla di strano.”

“Ma io….”

I loro sguardi l’avevano gelata.

“Si. Avete ragione.”

Era andata in camera sua, tutta la gioia di poco prima svanita.

Perché finiva sempre così?

Le lacrime avevano iniziato a bagnare il cuscino.]

I'm just a girl, all pretty and petite
So don't let me have any rights

Teuchi le porse un piatto di ramen.

“E gli altri?”

“Yidashi  in crisi malinconica perché Itachi è a Kyoto e Sakiyourai è in America.”

“E Sasuke?”

Rimase in silenzio per un po’.

“IO e lui non dobbiamo vederci per un po’.”

L’uomo annuì.

[“Ai.”

“Cosa c’è Uchiha?”

“Perché sei così fredda e scontrosa con me?”

La domanda l’aveva sorpresa, se ne era accorto?

“Sono sempre così.”

“No, con me lo sei di più.

HO fatto qualcosa?”

“Sasuke è meglio che tu non lo sappia.”

“No, Ai. Non puoi cavartela così, voglio la verità!”

Rimase in silenzio per un tempo interminabile.

“Credo di essermi presa una cotta per te.”

Il ragazzo rimase in silenzio.

“Ho Sakura.”

“Lo so.”

“Forse è meglio non vederci per un po’.”

“Forse…”]

Finì la sua ciotola e mise i soldi sul bancone.

“Ciao Teuchi, grazie per sopportarmi sempre.”

Uscì nella via assolata, la gonna della divisa estiva leggermente mossa dal vento.

Si mise l’mp3 nelle orecchie e tentò di non pensare, anche se sapeva che era inutile, che lui era sempre lì.

Andò a sbattere contro qualcuno, sentì il rumore di qualcosa che cadeva a terra e così riemerse dalla sua trance personale, mentre anche lei finiva lunga e distesa sul marciapiede.

Un ragazzo dai lunghi capelli castani era a terra accanto a lei, si perse nella contemplazione dei suoi occhi castani, erano dolci e preoccupati.

Stava riempiendo lei di premure, lei che l’aveva investito con la grazia di un bisonte, senza curarsi della sua spesa.

“Tranquillo sto bene!

Ma la tua spesa?”

“Adesso la raccolgo…posso sapere come ti chiami?”

“Ai e tu?”

“Haku.”

Si sorrisero e lei seppe che qualcosa stava cambiando, nel suo piccolo mondo noiosa.

I'm just a girl in the world...

 

Amava avere il vento tra i capelli, la sensazione di libertà mentre correva sul motorino abbraccia a Sasuke.

In fuga, lontano da tutti.

Liberi.

You and me together
Through the days and nights
I don't worry 'cause
Everything's gonna to be alright

Aspirò il profumo dei suoi capelli e sorrise, un sorriso luminoso che le fece scintillare gli occhi verdi.

“Sono libera. Sono dove vorrei essere, con chi vorrei essere.

Si fottano tutti.”

[“E così tu e Sasuke vi siete chiariti.”

La voce di MIchiyo le suonò fredda e metallica.

“Si.”

“Senti Haruno, io e te non saremo mai migliori amiche. Non ci scambieremo mai vestiti o cose del genere.

Non ho una buona opinione di te, puoi avere ingannato Yukari, ma non ne sono sicura, forse lo fa solo per Sasuke, ma non me.

Ti tengo d’occhio. Non lascerò che Sasuke soffra per te.

Solo io posso maltrattarlo.”

Le venne da ridere, ma capì che la viola era seria.

“Si, capisco Michiyo.

Non voglio farlo soffrire, spero non succederà.”

“Anch’io, tengo al corvo emo.”

Si era allontanata a passi di marcia, era strano che Michiyo si desse così da fare per lui, quando fino a poco tempo prima non lo sopportava.]

Il motorino si fermò, la spiaggia si stagliava davanti a loro, stranamente vuota.

“Chissà perché non c’è nessuno…”

“Forse sono tutti al lavoro…”

“Bho…Ci facciamo un okonomiyaki?”

“Ci sto, è quasi mezzogiorno.”

Si avviarono mano nella mano verso un chioschetto.

“Esiste la possibilità che tuo padre la smetta di volermi vedere morto?”

“Dagli tempo. È testardo e non riesce ad accettare subito le novità.”

“Ecco a chi somigli…”

“Mi dai della testarda?”

“mi volevi e mi hai preso, cos’ è questa se non testardaggine Cherry?”

“Amore, corvaccio che non sei altro.”

Scoppiarono a ridere.

People keep talking they can say what they like
But all i know is everything's gonna to be alright
No one, no one, no one
Can get in the way of what I'm feeling

 

Hey dad look at me
Think back and talk to me
Did I grow up according to plan?

La sua camera era un casino, un immenso casino brulicante di cose, il letto sfatto, i vestiti sparsi dappertutto tranne che nell’armadio,le foto, i libri di scuola, la vecchia chitarra elettrica buttata in un angolo, quella acustica invece era stata accuratamente messa al riparo.

Si mise le mani nei capelli, perché era entrata nella camera di Naruto?

I suoi occhi bianchi si rannuvolarono, ci era entrata per non pensare a suo padre, che le aveva rovinato la vita e continuava a rovinargliela.

Era incredibile quello che aveva fatto, credeva che sarebbe potuto succedere solo nei drammi di second’ordine e invece era successo a lei, Hinata Hyuga, quindici anni.

Cominciò a raccogliere i vestiti di Naruto e ad annusarli per vedere quelli che potevano tornare nell’armadio, quelli che andavano messi all’aria e quelli che andavano classificati come armi chimiche.

L’ultima maglia ci era andata vicina…

And do you think I'm wasting my time doing things I wanna do?
But it hurts when you disapprove all along
And now I try hard to make it
I just want to make you proud
I'm never gonna be good enough for you

Suo padre l’aveva buttata fuori di casa, non prima di avere tentato di combinargli un matrimonio con un cerebroleso pieno di soldi.

Dio, che schifo.

[“Hinata!”

La voce imperiosa di suo padre era risuonata come una fucilata nell’immensa villa e lei aveva chiuso depressa la conversazione con Naruto.

“Mettiti un kimono carino e non parlare , questa sera vengono delle persone importanti.”

Lei aveva annuito e ben presto si era trovata immersa nella solita cena noiosa, con un’arpia e un ragazzino borioso fino a che una domanda dell’arpia l’aveva risvegliata.

“Come ti sembra il tuo futuro marito, Hinata?”

“Il mio futuro marito?”

“Si. Non te l’ha detto tuo padre? Tra tre anni tu e Ranmaru vi sposerete.”

“Penso che sia un’idiota borioso e che piuttosto che sposarmi con lui preferisco tagliarmi le vene seduta stante.”

Aveva risposto furiosa, suo padre l’aveva fulminata con lo sguardo.

La cena era finita lì, ma suo padre l’aveva affrontata dopo, erano volate parole grosse.

“IO comando in questa casa, Hinata, non tu.

Se la cosa non ti sta bene raccatta i tuoi quattro stracci e vattene, non ho bisogno di una figlia così.”

Lei non aveva pianto, aveva mantenuto la sua dignità, facendo uno zaino di cose strettamente necessarie e andandosene.

Solo in strada e poi a casa di Naruto aveva pianto mentre lui la abbracciava forte.]

I can't pretend that
I'm alright
And you can't change me
Lentamente la camera stava tornando a un aspetto normale, lei sorrise .

Era rimasta a casa del suo baka, anche grazie all’aiuto di sua zia Sachiko, la sorella di sua madre, che l’aveva aiutata.

[“Hinata…io non ho mai sopportato tuo padre, mi sembrava un tipo freddo e incapace di amare, ma tua madre l’amava,credo anche lui la amasse.

Quindi…dopotutto mi sono sbagliata…ma non posso sopportare quello che ti ha fatto.

Tu sei forte Hinata e io ti aiuterò, se il signor Umino è d’accordo puoi rimanere qui.”

“Grazie zia , grazie!”]

Sua zia credeva fosse forte, ma  lei lo era grazie alle persone che credevano in lei, grazie a Naruto, Neji, sua sorella, Yukari, Michiyo e tutte le altre della scuola.

Suo padre non avrebbe mai creduto che lei fosse forte, ma ora non le importava, stava tentando di costruirsi un equilibrio senza di lui e forse ci stava riuscendo.
'Cuz we lost it all
Nothing lasts forever
I'm sorry
I can't be perfect
Now it's just too late and
We can't go back
I'm sorry
I can't be perfect

Oggi ho aperto la mia finestra
C’era il sole e l’aria era fresca
E ho soffiato via la polvere dal davanzale
Ed è stata una liberazione

Era in camera a tentare di concentrarsi su una tavola di geometrico, senza risultati, accompagnato dalle note del pianoforte di Hanabi che salivano dal salotto.

Poteva essere Chopin o Mozart o Beethoven, non lo sapeva, aveva sviluppato un’avversione per la musica classica da quando suo zio aveva tentato per anni di insegnarli a suonare il piano, scontrandosi con la sua incapacità.

Quel fallimento un po’ gli bruciava ancora, ma se ne era fatto una ragione, quella era stata l’unica volta in cui non si era dimostrato all’altezza delle aspettative del tiranno.

Depose la matita.

Al vecchio non era importato molto, in fondo lui non era che il nipote, lui non aveva più importanza di quanta ne avesse Hinata, che era sua figlia.

Sentì una rabbia invaderlo, lei non si meritava questo trattamento!

[Un lieve bussare aveva interrotto il suo sfogo silenzioso di rabbia.

“Neji…”

“Oh Hanabi…”

La bambina gli si era buttata tra le braccia, in lacrime.

“Oh Neji! Io odio mio padre! Come ha potuto fare questo a Hinata!

Io non voglio essere un giocattolo!

Io voglio una famiglia normale!

Forse un giorno la mia vera famiglia mi verrà a prendere,,,,”

Neji rimase in silenzio, come poteva non essere figlia di Hiashi se era la sua coppia vivente?

“Che cretina…gli somiglio troppo per non essere sua figlia vero?”]

Irritato, il ragazzo accese lo stereo, le note di una canzone dei Modena City Ramblers iniziarono a diffondersi per la stanza.

“Neji!”

Il vecchio era salito irritato.

“Spegni questo schifo tua cugina si deve esercitare!”

“Questo schifo, mi piace, signore.”

Sottolineò con disprezzo l’ultima parola.

“Te l’ha passato quella pazza furiosa con cui esci? Quella poveraccia?

Quando la pianterai di frequentarla? non è degna di essere una Hyuga!”

“ e tu non sei degno di essere definito umano. Un padre non fa questo alla figlia!”

Lo schiaffo non tardò ad arrivare, ma Neji gli rise in faccia, in quel momento, in quello sfogo di rabbia infantile, suo zio aveva perso la sua apparenza di dio e si era mostrato per il meschino che era.
Mi sentivo quasi rinato
Non so bene come mi sono alzato
Ho realizzato che ero malato

I passi dello zio si allontanarono furiosi, Neji continuava a ridere, divertito da anni di paura e di rabbia e aprì la finestra della sua camera, respirando a pieni polmoni l’aria.

Il cielo era limpido, senza una nuvola, effimeramente azzurro  e perfetto come solo in una mattina d’estate può apparire ad un’adolescente.

Azzurro come quel giorno, azzurro come il colore dei suoi sogni.

[Era una mattina di metà maggio, erano sdraiati al parco, lui e Tayuya, saltando scuola e guardando il cielo.

Azzurro, calmo, rilassato.

“Da grande voglio viaggiare Neji, voglio vedere il mondo.

Voglio vedere se davvero il cielo è sempre uguale dappertutto.

E tu?”

“Io non posso decidere…dopo il liceo dovrò iscrivermi a Economia.”
“Ma se potessi?”

“Viaggerei per i mondo con i colori e un cappello per raccogliere l’elemosina.”

“Allora viaggeremo insieme e torneremo solo quando finiremo di colorare il mondo in cui ci piacerebbe abitare.”

“Bandabardò.”

“Anche, ma non solo, ricordatelo.”]

Ma Oggi ho aperto la mia finestra
C’era il sole e l’aria era fresca
Si vedevano le montagne dietro la città
E sembravano così vicine che potevo quasi toccarle

Il vibrare del cellulare lo distolse dai suoi pensieri, era arrivato un messaggio.

Era di Tayuya, lo invitava al parco.

Prese l’album da disegno e uscì di casa tra gli strepiti di suo zio, sorridendo come un cretino.

Forse avrebbe davvero dipinto il mondo in cui gli sarebbe piaciuto abitare e probabilmente avrebbe finito per essere un mondo folle, a colori vivaci, come lei.

Forse si o forse no, quello che contava era il profumo della libertà che stava sentendo.
Sono sceso così per strada
E sotto casa mi aspettava lei

 

E anche per quel giorno erano finite le prove, sbuffando rimise via la chitarra, Yukiko li aveva spremuti.

“Naruto…Come sta Hinata?”

Guardò il batterista con un misto di gratitudine e risentimento, lo ringraziava perché si preoccupava per lei e lo odiava per lo stesso motivo.

“Meglio.”

Rispose diplomatico per non inimicarsi Kiba, poi uscì, senza salutare nessuno in particolare e inforcando la bici.

Solitamente era un tipo cordiale e vivace, sempre allegro, ma in quel periodo si sentiva parecchio arrabbiato con il mondo, era inconcepibile che succedessero ancora cose del genere!

Pedalò più veloce per sfogare la rabbia, Hinata stava male e lui poteva aiutarla fino a un certo punto, se solo avesse potuto sarebbe entrato nella testa di quel vecchio stronzo pur di vederla sorridere.

So this world
Is too much
For you to take
Just lay it down in front of me

Lasciò cadere la bici e salì le scale di corsa.

“Ciao Hinata!”

“Ciao Nacchan!!”

“Hina… che stai facendo?”

Lei gli sorrise allegra, con una cesta di panni sporchi in mano.

“Sistemo i tuoi panni!”

Lui scosse la testa e scoppiò a ridere, era allegra e solo questo contava.

[le sue lacrime gli bagnavano la maglia, i suoi singhiozzi erano soffocati contro la sua spalla, lui le accarezzava piano la testa, senza sapere bene cosa fare.

“Hinata…puoi rimanere qui, io ….

Ti aiuterò, non so come ma lo farò.”

Lei aveva singhiozzato più forte e si era stretta di più a lui.]

“Mi ha detto Kiba di salutarti.”

“Salutamelo.”

“Hinata…. IO vorrei aiutarti di più…”

Si era seduto al tavolo, lei si era seduta davanti a lui.

“Tu stai già facendo tantissimo! Il solo fatto che tu sia qui mi aiuta!

Sei la mia famiglia, a te affiderei la mia vita, chiaro?”

“Grazie Hinata, anche tu sei la mia famiglia.”

Aveva mormorato arrossendo.
I'll be everything you need
In every way
We believe

Era vero, lui ci credeva con la forza e l’energia dei quindici anni e forse con la forza di chi ha trovato il suo amore per sempre.

 

Ma ricorda noi
Non saremo mai come voi
Non saremo mai come voi, siamo diversi

Le Kiwido giravano veloci, una due volte, poi si incrociavano creando strisce di colore contro il cielo azzurro.

Per lei quello era poetico, dare un tocco di colore al mondo era arte, era migliorare la vita di tutti, senza spendere molto.

Le fece incrociare di nuovo davanti a lei, muovendo i piedi come se stesse danzando al suono di una musica interiore e gli ovali di stoffa la seguirono docili, come pappagalli ammaestrati, come schegge di colore al suo servizio.

A lei bastava poco per essere felice, una giornata di sole, l’erba sotto i piedi, le kiwido tra le mani e il mondo spariva.

La sua mente si sgombrava, lo zio di Neji, sua madre che la pressava per i voti, il malumore, tutto spariva.

Quando le depose per terra, scoppiò un’ applauso spontaneo, lei arrossì e si inchinò.
Puoi chiamarci se vuoi
Puoi chiamarci se vuoi ragazzi persi
La vita lontana da ogni cliché
Cercala è dentro di te

Dopo che la massa se ne fu andata, apparve lui, sorridente, con addosso una maglietta rossa .

“Ciao Schizzata…”

“Ciao vecchio giovane!”

Si sorrisero a vicenda ed era bello farlo una volta di più.

[“Cosa c’è Neji?”

Si era scostata dal suo abbraccio come se avesse preso la scossa, era sicura che le nascondesse qualcosa.

“Mio zio non vuole che ci frequentiamo.”

“Perché?”

Non le aveva risposto, ma in fondo bastava guardare i suoi pantaloni larghi e il resto per capire come allo zio di Neji non andasse a genio.

“Non mi importa di lui, davvero.

Io non ti mollo.”

Ma il dubbio si era ormai insediato in lei.]
La vita lontana da ogni cliché
Cercala è dentro di te

“Cosa facciamo, Tayuya?”

“Ho visto un mercatino. Ti va se ci andiamo?”

“Si!”

Si avviarono mano nella mano, girarono tra le bancarelle piene di vestiti e oggetti etnici.

“Forse non è il tuo tipo di oggetti….”

“No, ti sbagli, quei pantaloni sono carini!”

Neji indicava un paio di pantaloni a tre quarti, a righine azzurre, verde acqua e verdi.

“Davvero?”

“Si.”

Senza battere ciglio se li provò e li acquistò.

“Ma…”

“Si non sono da me, ma mi piacciono e ho deciso di smetterla di farmi problemi.”

Lei capì che in parte era riferito a lei e sorrise.

 

Aveva smontato e portato a casa la batteria con l’aiuto di Shika e Yukiko, era moderatamente soddisfatto delle prove, amava stare con i ragazzi e in fondo adorava anche quella dittatrice dalle meches blu.

La batteria era parte importante della sua vita, insieme ai graffiti, ad Akamaru e agli amici,era un ragazzo semplice e casinista a cui bastava poco per essere felice.

“Tutto bene fratellino?”

“Si, Hana. Adesso vado da Hinata.”

“Ma ti piace ancora?”

“A chi non piace Hinata? Ma adesso so che non sarà mai la mia ragazza.”

Il ragazzo sorrise e sua sorella gli scompigliò affettuosamente i capelli castani.

“Sono contenta per te, Kiba. Vedrai che troverai qualcuno.”

Lui le sorrise di rimando, forse aveva già trovato qualcuno.

Ma Quando Poi La Vide Ridere

Sola A  Quel Concerto Che Ballava

Capì Cosa Vuol Dire Vivere

Prese il suo skate e si avviò verso casa di Naruto, senza pensieri, scivolando rapido tra la folla.

[“Kiba!”

“Cosa c’è baka?”

Il castano aveva bevuto un altro sorso di birra prima di guardare il biondino.

“Quella non è Asami?”

Aveva seguito il suo sguardo e aveva visto una ragazza dai capelli mechati di rosso che ballava a tempo di una canzone dei Vanilla SKy.

Asami.

Qualcosa si era smosso dentro di lui, l’immagine di Hinata era svanita immediatamente, sostituita da quella di quel tornado di Amaya.]

 - E Nel Petto Il Cuore Gli Scoppiava BOOM

 Lo So Che Sembra Così – Sbagliato

Suonò al campanello degli Uzumaki, la voce gaia di Naruto lo invitò a salire.

Percorse quella scala un gradino alla volta, in preda a sentimenti contrastanti come ogni volta che doveva vedere la Hyuga, ma quando aprì la porta capì che era tutto inutile.

Fu come una liberazione, Hinata e Naruto erano talmente in sintonia,da far sospettare che la storia delle due metà della mela fosse vera e non una sciocchezza inventata tanto tempo prima.

“Ciao Kiba!”

“Ciao ragazzi! Hina, come stai?”

“Bene. Tu?”

“Non c’è male…”

La ragazza gli si avvicinò, lo guardò dritto negli occhi e sorrise.

“Chi è?

“Quella che ti ha fatto dimenticare me.”

“Segreto, piccola.”

Ma A Me Va Bene Star Qui - Stonato Lo So Che Sembro Così Fumato

Ma Dammi Solo Una Possibilità

Da quel concerto, l’immagine di Asami gli era tornata in mente più e più volte e chissà perché anche l’idea per un nuovo murales.

Chiodo scaccia chiodo, chissà se con lei sarebbe andata meglio?

 

I can be an asshole of the grandest kind
I can withold like it's going out of style
I can be the moodiest baby
And you've never met anyone
As negative as I am sometimes

Era in camera sua, con la schiena appoggiata alla testiera del letto, in mano una chitarra da cui traeva ogni tanto qualche accordo, perché anche lei, Yukiko sapeva suonare un pochino.

Aveva sempre amato il rock e intorno agli otto anni aveva iniziato a martellare suo padre Shikato per avere una chitarra, avendola vinta.

Si era impegnata a lungo, senza ottenere risultati, finche intorno ai quattordici anni aveva rinunciato ai suoi sogni di gloria e seguendo il consiglio di Sasori l’aveva tenuto come hobby, ripromettendosi di aiutare suo fratello e la sua band.

La porta della camera si aprì, suo fratello entrò e con malagrazia si sedette sul suo letto, accendendosi una sigaretta.

“Cos’è l problema?”

“Nessuno”Rispose lei continuando a suonare.

“Quando ti metti a suonare la chitarra, hai un problema, seccatura. Dimmi qual è che così lo risolviamo e io posso finire matematica.”

Smise di suonare.

“Ho visto Sasori parlare con una biondina, sembrava dolce e fatta apposta per lui.”

“Tu sei fatta apposta per lui, piantala di farti paranoie.

Vi amate dall’asilo.”

“Ma io…”

“Tu niente, tu non vali meno delle altre, credi un po’ in te Yukiko.”

“Stronzo. Grazie comunque.”

Riprese a suonare più serena.

I am the wisest woman you've ever met
I'm the kindest soul with whom you've connected
I have the bravest heart that you've ever seen
And you've never met anyone
As positive as I am sometimes

Il suono del cellulare la interruppe, si alzò per vedere chi fosse, era Sasori.

“Ciao Yukiko. Ti va se andiamo a un concerto stasera?”

“Certo che mi va!”

“Va bene, alle 9:00 sotto casa tua e…. Non ho intenzione di mollarti per mettermi con la biondina con cui mi hai visto, è un’idiota.”

Lei sorrise.

“Grazie.”

Forse lei non era la persona migliore del mondo, probabilmente era solo una stronza, ma quando era con lui stava davvero bene.

Lui conosceva i suoi scarsi pregi e i suoi tanti difetti e li accettava con quel sorriso zen che amava.

“Ti ho mai detto che ti amo, scorpione?”

“A volte, ma fa sempre piacere sentirselo dire, Yukiko.

Ti amo anch’io, pazza.”

Chiuse la telefonata.

“Va meglio sorella’”

“Va a meraviglia fratello, va così bene che ho paura a essere felice, perché non voglio attirarmi l’invidia degli dei.”

“Anche se te l’attirerai, ci sarà sempre qualcuno con te per sopportarla, lo sai vero?”

“Si, ora lo so.”

[Sasori…ti amo davvero, come non credevo fosse, possibile…grazie…]

You see everything
You see every part
You see all my light
And you love my dark
You dig everything
Of which I'm ashamed
There's not anything to which you can't relate
And you're still here

 

Sbuffò di pessimo umore, com’era possibile che in una mattina d’estate lei fosse china a scrivere una lettera che probabilmente non avrebbe mai visto la luce?

L’epoca vittoriana era passata da un pezzo , ma lei era lì davanti a quel foglio bianco a tentare di estrarre in qualche modo quello che provava, quello che sentiva perché aveva il terribile sospetto di essersi presa una cotta con i fiocchi per un certo batterista con la passione per i graffiti.

Non era da lei, non era assolutamente da lei, lei era una ragazza che preferiva agire, ma quando si trovava davanti a lui perdeva tutte le sue facoltà intellettive.

Scagliò la penna contro il muro.

Here's a letter for you
But the words get confused
And the conversation dies

La raccolse sospirando, così non avrebbe risolto nulla.

[Guardava incantata il murales prendere forma lentamente, i colori occupare il posto che era stato pensato per loro dall’artista.

Era magia, era conforme alla concezione di Tayuya di arte, ma per lei, Asami, era semplicemente bello.

Bello il murales, bello il writer.

Non sapeva quando si era accorta che Kiba fosse bello, ma ora questa consapevolezza non l’abbandonava mai.

“è veramente bravo.”

La voce di Meg le arrivò da lontano.

“Si, è proprio bravo, vero Asa?”

“Si’ Chiyo.”

La viola aveva ghignato.

“LA piccola Asa si è innamorata!”

“Io…uffa!”]

Apologize for the past
Talk some shit take it back
Are we cursed to this life

Riprese a guardare il foglio, sembrava che ogni ragazzo di cui si fosse innamorata avesse sempre per la testa qualcun’altra.

Lui era cotto di Hinata, non avrebbe avuto mezza possibilità.

Il bianco del foglio l’accecò per un’attimo e si chiese cosa stesse dicendo, lei non era così, lei non mollava mai.

Lei lottava per quello in cui credeva, fino alla fine, anche quando non c’era più nulla da fare.

Stracciò il foglio, basta paranoie!

Afferrò il telefono e compose un numero.

“Ciao Kiba, sono Asami.

Ti va di andare in piscina?”

“Ok!”

Sorrise, ora era di nuovo pronta a lottare.

“ok asami! Alla battagliaaaa!!!! In amore tutto è concesso!!!”

Quella era  la vera Asami e nessuno l’avrebbe mai cambiata.

 

La luce entrava a tratti in quella stanza buia, lui era seduto al tavolo, chino su un burattino che stava costruendo, la fronte aggrottata, gli occhi fissi sulle varie parti non ancora unite.

Sorrise vagamente, aveva le fattezze di una ragazza dai lunghi capelli neri ed era un’opera a cui stava lavorando da mesi, senza venirne a capo, aveva sempre l’impressione che mancasse qualcosa.

Aveva iniziato a preferire i burattini alle persone vere in seguito alla morte dei suoi, complici i lunghi pomeriggi passati a piangere nei camerini del teatro che gestiva sua nonna, tra maschere, costumi e marionette.

Era incredibile che le persone potessero morire per un motivo stupido come un camionista ubriaco, quell’incidente che l’aveva privato dei suoi genitori era una cicatrice che sanguinava ancora nonostante avesse diciassette anni, quasi diciotto e la gente lo considerasse un’essere senza sentimenti.

Era da poco che stava rivalutando le persone, era da quando stava con yukiko, da quando finalmente si era dichiarato.

[“Ti vedo felice, Sasori.”

Sua nonna gli aveva rivolto una lunga occhiata penetrante, come a voler scavare nella su anima.

“L’hai trovata.”

“Chi?”

“La ragazza che bilancia la tua forza silenziosa, con la sua voce.

Il burattino ha trovato l’anima.”

Il rosso sorrise.

“Credo di si.”]

La porta si aprì con un cigolio, sua nonna entrò accigliata, la lunga veste nera che frusciava,

“Cosa ci fai qui in una giornata d’estate, vampiretto?”

“Voglio finirlo.”

La donna si portò alla scrivania e gettò un lungo sguardo sulla marionetta.

“Non la finirai, piccolo.

Questa volta il modello reale supera la perfezione del burattino.”

Il rosso sorrise.

“Forse questa volta hai ragione nonna.”

Era da molto che non credeva alle persone, ma questa volta era diverso.

Ci credeva ciecamente.

No creo en políticos ni en militares. Solo creo en ti
No creo en banderas, no creo en fronteras, sólo creo en mi.

 

Era svaccato davanti alla televisione, la lunga frangia gli copriva l’occhio cieco, in mano aveva il telecomando, lo scettro del potere domestico.

Deidara Yidashi, diciassettenne, in una giornata qualsiasi d’estate, a pile scariche, senza la voglia di uscire o di costruire opere d’arte.

Sua sorella era al parco e a quest’ora l’Uchiha doveva averla già raggiunta.

[“Deidara… E tu quando ti trovi una ragazza?”

La domanda l’aveva spiazzato.

“Non mi interessano queste cose, guarda Yukari come si è rincoglionita!”

Sua madre sogghignò.

“Verrà il tuo turno, caro.”]

Sbuffò, lui non era granché, era anche cieco da un’occhio, quale ragazza l’avrebbe scelto?

And I wish I was special
You're so fuckin' special

Si accorse che un gatto nero lo guardava dalla finestra, i suoi occhi incrociarono quelli del felino, erano di un colore chiaro a metà tra l’oro e il verde, come gli occhi di Asahara.

In effetti quel gatto le assomigliava, era fiero, indipendente e nero come lei.

Syria era una bella ragazza, non era più la bambina che ricordava, ma aveva mantenuto dei comportamenti infantili dietro la maschera da dark.

Sorrise e una fitta piacevole gli attraversò lo stomaco, rendendolo felice e preoccupandolo allo stesso tempo.
But I'm a creep, I'm a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don't belong here.
I don't care if it hurts

La mora non gli era indifferente realizzò preoccupato, era per quello che adorava parlare con lei, che adorava farsi fotografare da lei, quando come tutti gli Yidashi aveva una repulsione per la macchina fotografica.

Si prese la testa tra le mani e si fece i complimenti da solo, si era innamorato di una delle migliori amiche della sorella senza avere una minima possibilità con lei.

O forse no?

 

Camminava avanti e indietro per la stanza, sotto lo sguardo annoiato del suo cane, in preda al nervosismo.

Perché la deriva dei continenti non aveva portato l’America ad attaccarsi al Giappone, quella mattina?

Perché lui era andato in America?

Perché quel demente si era fatto vivo in quel modo?

Meg tirò un calcio all’aria.

Era nervosa, da un paio di settimane, Gaara era partito per l’America, costretto dal padre, insieme ai fratelli e a Michiyo, che aveva sclerato fino a che non l’avevano portata con loro, per rinsaldare l’unione familiare.

Che unione ci fosse era un mistero, dato che il tiranno Sabaku non era mai a casa e detestava tutti i suoi figli, Gaara in particolare per avergli strappato la  moglie nascendo.

“Lo dio, quello stronzo! Non sai quanto lo odio!”

Il cane uggiolò, spaventato dalla furia della padrona.

“Scusa bello, ma quello mi fa sclerare, per farmi perdonare ti porto a fare un giro.”

Raccolse il guinzaglio e lo agganciò al collare dell’Husky.

Son qui solo con il cane ci droghiamo di tivù

Questa cazzo di distanza non la sopportiamo più

Si avventurarono verso il quartiere del porto, il cane sembrava triste quanto la padrona quando finalmente arrivarono davanti alla panchina dove si erano messi insieme.

“Te la ricordi Zaike, quella notte?”

Il cane sembrò annuire.

[“Meg, quel cane mi odia.”

“Perché Gaara?”

“Mi guarda male.”

“Sei paranoico!”

“Mi odia da quando l’ho annegato quando ci siamo messi insieme!”

“Amore lo sai che ti amo perché sei pazzo?”]

Troppo ordine del resto quasi è tutto lì al suo posto

manca niente solo tu

Si sedette sulla panchina e accese una sigaretta, raccogliendo le gambe contro il petto.

Il fumo si disperse nel cielo a spirale lente, per un ‘attimo lo guardò poi rivolse di nuovo la sua attenzione all’orizzonte.

L’America non sembrava poi così lontana, eppure…

-…Gaara sbrigati a tornare, demente, che mi manchi!

Manda a fanculo tuo padre, che tanto non ti amerà mai….-

Questo si ritrovò a pensare, moderna e più prosaica Giulietta.

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Salve lettori! Nonostante ci sia scritto epilogo questo NON è l’ultimo capitolo, ce ne sarà ancora un altro, la seconda parte di questo e poi ci diremo addio.

Ho deciso di strutturarlo in questo modo, con un salto temporale e con brevi flashback, ogni personaggio accompagnato da una canzone, da qui il titolo^^.

Qui vi metto le canzoni elencate in ordine di personaggi.

Yukari Yidashi:”Imparare dal vento” Tiromancino

Itachi Uchiha:”Il mondo prima” Tre Allegri Ragazzi Morti

Sasuke UChiha:”Viola” Shandon

Ai takamura:” Just a girl” No Doubt

Sakura Haruno:” NO one” Alicia Keys

Hinata Hyuga:”Perfect” Simple Plan

Neji Hyuga:” la finestra” Articolo 31

Naruto Uzumaki;”We believe.” Good Charlotte

Tayuya Harukaze:”Mai Come voi” Tre allegri ragazzi morti

Kiba Inuzuka: “L’ultima bomba in città” Articolo 31

Yukiko Nara:”Everything” Alanis Morisette

Sasori Akasuna:”Seguimos en pie” ska-P

Deidara Yidashi:”Creep” Radiohead

Megumi Mimichi:” Il blues della lontananza” La famiglia Rossi

Spero vi piaccia e che non vi stufi troppo, AL PROSSIMO GLI ADDIIç_ç!

 

SLICE:Grazie dei complimenti1 spero che questo epilogo ti piaccia! Parli a me di pigrizia? Io sono la regina delle pigreXD! Alla prossima! Ciao!

 

ICEQUEEN:Ho soddisfatto la tua curiosità? Spero di si^^.

Grazie dei complimenti! Alla prossima!

 

HINANARU: sono veramente contenta che ti sia entrata dentro, perché così ho realizzato il mio scopo.^^

Si un po’ più di sangue ci sarebbe stato bene, ma forse poi la cosa sarebbe degenerata, no?

Alla prossima!

SHIZUE ASAHI: sono contenta che ti sia piaciuto, spero ti piaccia nche qst!

Ciau!

 

DIANA 88:il fatto che Sakura ha scoperto la sua coscienza è da festeggiare in effetti…Peccato che gli stronzi veri nonlo facciano…vabbuò.

Spero ti piaccia…

 

 LAURETTA92:DEidara è un genio, spero di avere parzialmente risposto alla tua domanda qui. Ciao!!

 

BECKILL: Ciao nee-chan e mia  beta reader! È arrivato Sid e questo epilogo ha visto la luce, anche se ti dico mi mancherà una cifra questa storia!

Sigh! Vabbe piangiamo la prossima volta.

Alla prossima e viva la corvo mobile!!!

 

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Capitolo 61
*** EPLOGUE :THIRTY SONG TO SAY GOODBYE ***


44

EPILOGUE:THIRTY SONG TO SAY GOODBYE

 

Syria chiuse soddisfatta il quaderno, la relazione per Morino era fatta, ora poteva dedicarsi al suo hobby, la fotografia.

Era sempre stata una bambina curiosa, quando aveva scoperto come usare la macchina fotografica si era illuminata di gioia, ora poteva dedicarsi allo studio della cosa più misteriosa del mondo: gli umani.

Non finiva mai di stupirsi della pazzia umana, era incredibile e attraverso la macchina fotografica cercava di capirlo.

Decise di sviluppare l’ultimo rullino e iniziò a preparare la camera oscura in camera sua, anche se sapeva che su madre l’avrebbe sgridata, quella donna non era mai libera in un certo senso.

Sua madre aveva fatto della parola di suo padre la legge e lei non sarebbe mai finita così.

Mai!!!

Ma per te così non sarà
Perché ami il fiume e la libertà
E anche tua madre amava il fiume
E la sua santa libertà

Il buia della camera era interrotto dalla luce rossastra delle lampade per lo sviluppo, la ragazza scrutava intenta le foto, il soggetto di quelle più recenti era sempre lo stesso: un energico ragazzo biondo.

Deidara.

Lui era una furia, una forza della natura, lo adorava.

Sorridendo avvicinò la mano alla foto, come per accarezzarla, quanto avrebbe desiderato capirlo fino in fondo.

[“E così hai imparato a usare la macchina, Sakura-chan!”

“Si nonna!”

La bambina le aveva mostrato orgogliosa una vecchia Olympus.

“Ti piace?”

Si, nonna secondo te io mi innamorerò mai?”

Si, ti innamorerai piccola.”

“come farò a capirlo?”

“Chi amerai sarà il soggetto che non vorrai mai smettere di fotografare,  sarà il mistero incomprensibile che non riuscirai a sciogliere e che per questo ti sarà più caro.

Sarà la persona che non avrà mai una foto uguale ad un’altra per quante tu gliene faccia.”

Uhmmmm…grazie nonna.”]
L’erba medica alta, profumo di terra
E sembrava un ragazzo vista da qua
E anche tua madre amava il fiume
E la sua santa libertà

Prese delicatamente in mano una foto, che le trasmetteva forza ed energia.

Era questo il suo Soggetto?

Quello che avrebbe scelto per la vita?

Sorrise e iniziò a tormentarsi il nuovo piercing al sopracciglio, fino a strapparsi un gemito di dolore.

Forse il tempo dell’amore era arrivato anche per lei, fiero gatto, orgoglioso e indipendente.

Ma un giorno che era distratta Si è guardata intorno e ha visto:
Tuo papà

 

People are strange when you're a stranger
Faces look ugly when you're alone

Era seduta su una sdraio su uno dei terrazzi di quella immensa casa, guardava pensierosa l’orizzonte, poteva vedere fino alla baia.

Il vento freddo le scompigliava i capelli viola, il cielo era nuvoloso, ma a volte dei raggi di sole riuscivano a fare capolino e a illuminare la città per un attimo.

Era a San Francisco, in una splendida villa sulle colline che aveva la vista fino alla baia e con il ragazzo che amava, ma non era contenta.

Stava sperimentando l’imbarazzo, il padre di Kankuro era freddo come un ghiacciolo e non la calcolava minimamente, sembrava detestare il suo aspetto.

Non sapeva se stava diventando paranoica, ma le sembrava che anche le cameriere mormorassero al suo passaggio, forse accettavano le stranezze dei Sabaku perché erano i figli del padrone, ma lei?

Lei non era che una ragazza povera…

Era anche triste, le mancavano quei due svitati della sua sorella nel punk e del corvo emo, nonostante le lunghe chiacchierate in msn.

A volte si scopriva a passeggiare per la città e a voltarsi per cercare Yukari per mostrarle una cosa e realizzava che lei non c’era, che non erano a Tokio e si intristiva.

Yukari era una di quelle persone che quando vanno in un posto nuovo cercavano di imprimersi nella mente ogni paesaggio, ogni vicolo e che cadevano in una sorta di trance felice.

Anche ora, sarebbe andata in un visibilio davanti a quel cielo, si sarebbe messa ad osservarlo muta e felice come una bambina, fumando una stizza dietro l’altra..
Women seem wicked when you're unwanted
Streets are uneven when you're down
When you're strange

Le mancavano da morire, anche quel demente perso di Sakura.

[Erano all’aeroporto di Tokio, stretti in un’abbraccio, in lacrime, senza volerlo ammettere.

“IO non sto piangendo,Chiyo.”

“nemmeno io ‘Kari!”

“E nemmeno io!”

“Tu si Saske! Ti è colata la matita! Adesso hai due strisce che ti fanno sembrare un indiano in assetto da guerra!

Si erano abbracciati più forte sotto lo sguardo perplesso di Kankuro, Sakura e Itachi che forse si sentivano anche esclusi.

“Non uccidere nessuno, schizzata viola.”

“Non  rompere troppo corvo emo.”

“Divertiti anche per me e se incontri Tim Armstrong salutamelo.”

Di nuovo lacrime.]

Faces come out of the rain
When you're strange
No one remembers your name
When you're strange

Sentì la porta aprirsi ed entrò un’assonnato Kankuro in pigiama.

“Triste, Michiyo?”

“Mi mancano un po’”

Mormorò stringendosi nella maglia portafortuna dei Rancid di Yukari, mentre lui si sedeva accanto a lei.

“IO non ci volevo venire, mi dispiace di averti trascinato.”

“Tu non mi ci hai trascinato, sono io che non ho voluto lasciare solo un danno come te.”

Lui sorrise e l’abbracciò ancora assonnato.

[Il campanello trillò facendola sobbalzare, andò ad aprire e si trovò faccia a faccia con YUkari.

“Ciao nee-san!”

“Ciao!”

“Entra!”

Si erano sedute in salotto.

“E così vai in America…”

“Già.”

“Tieni!”

Le aveva allungato la sua maglia dei Rancid.

“Portala nella sua terra natale e ricordati di noi, poveri sfigati che rimaniamo in Giappone.”

Nee-san! Grazie!!!”]

Il sole fece definitivamente capolino e fu un buon auspicio.

 

Era ancora a letto, a rigirarsi senza trovare pace, dopo l’ennesima notte insonne, dopo l’ennesima notte trascorsa a parlare in msn con Meg.

Si mise il cuscino sopra la testa e maledì Temari che era uscita dalla stanza facendo cigolare la  porta.

Odiava quella città, odiava suo padre e le sue trovate, che unità familiare poteva essere ricostruita se non si erano parlati per anni?

Ripensò a Meg chissà cosa stava facendo?

Forse stava dormendo anche lei o forse no.

Pregò che stesse dormendo, ultimamente le diceva che era diventata insonne, ma lei non era abituata alla mancanza di sonno come lui, per lui dormire o meno era indifferente, lei finiva per indebolirsi soltanto.

E anch'io ti mando un pensiero
E un augurio di sonni tranquilli
Ma vorrei che potessi sederti al mio fianco
Sul pontile del Regent's Canal

Sentì bussare alla porta, ma non rispose.

Sentì suo padre imprecare da dietro la porta, ma se ne fregò.

Voleva disperatamente Meg al suo fianco, era sicuro che con lei accanto avrebbe apprezzato San Francisco, con lei aveva iniziato ad apprezzare il mondo in generale.

Non sapeva perché ma la mora aveva un’energia speciale che irradiava su tutti gli altri, curiosa, energica, vivace, a tratti infantile era capace di rovesciare il tuo mondo ed adattarlo al suo senza fartelo pesare.

Lei avrebbe amato quella città, avrebbe amato il mare, il vento, i negozi, tutto

Sentì gli occhi farsi pesanti.

Gli mancava persino il suo cane e quelle assurde discussioni per convincerlo che l’husky non lo odiava.

La testa iniziò a ciondolare e si adagiò sul cuscino.

Non sentì i nuovi colpi alla porta del padre e non lo vide entrare e guardarlo perplesso.

Dormiva.

E anch'io mi addormento più calmo
E spero che ti ritroverò in sogno
E che cammineremo per mano nel sole
Sulle rive del Regent's Canal

 

Finalmente uscirono di casa, senza Gaara e con il padre  infuriato contro il rosso e Kankuro non poté fare a meno di ridacchiare.

Rinsaldare l’unità familiare….L’unica unità che si era rinsaldata era quella tra Michiyo e Temari in una terribile alleanza contro chiunque le disturbasse e le criticasse.

[“Dovresti vestirti più colorata figlia mai…”

“Anche il nero è un colore, un colore adorabile vero Michiyo?”

“Meraviglioso Temari, anzi perché non trucchi anche me così?”

Il padre si era ritirato sconfitto, borbottando contro le figlie femmine.]

Erano  arrivati in centro e il padre li aveva lasciati liberi di girare, le due nuove alleate si era lanciate all’assalto dei negozi di moda dark e punk, lasciandolo solo.

Scosse la testa  e adocchiò un colorificio che metteva in mostra dei burattini e si estasiò davanti alla bellezza di quegli oggetti.

“Ti piacciono, carino?”

Si voltò irritato e si trovò a fronteggiare un gruppetto di fighetti attaccabrighe.

“Fatti i cazzi tuoi idiota.”

Iniziarono a mettersi in cerchio attorno a lui, che alzò gli occhi al cielo scocciato.

“Ehi! Lascialo perdere! Guarda che belle tipe!”

Il ragazzo guardò chi avessero visto e sogghignò, Michiyo e Temari.

“Ehi lo sapete che siete carini?”

“E tu lo sai di essere un idiota’”

Sua sorella

“No Tema, non lo sa. Come potrebbe? Non ha il cervello.”

Michiyo.

Partì una rissa a cui riuscì a strapparle con molte difficoltà, anche quando furono lontani Michiyo continua va a sbraitare e a contorcersi.

La mia ragazza è strana
Non dice che mi ama
Ma beve birra e fuma
Ha un tatoo sulla schiena
La mia ragazza mena
La mia ragazza è strana
Non dice che mi ama
Si calmò un po’ solo quando arrivarono in un bar.

Ma io non la sopporto la gente così. Sono degli idioti, cazzo, degli emeriti idioti!

Sottolineò l’ultima parola sbattendo energicamente un pugno sul tavolo.

Dai’Chiyo calmati. La lezione gliel’hai data!”

Sogghignò.

“Oh si, la mia cintura di borchie se la ricorderanno a lungo!”

Scoppiarono a ridere tutti e tre attirandosi le occhiatacce degli altri avventori

[“Ma cosa ti piace in me?”

Le domande a bruciapelo erano le peggiori.

“La vivacità Michiyo, il fatto che non ti smonti mai.

Mi dai molta energia, con te non ci si annoia mai.

“Grazie gattone, ma ti sembro carina?”

Era arrossito.

Si, non cambiare mai.”]

Ma a tuo padre sto simpatica?”

“Non lo so, ma fregatene. Lui ama solo se stesso.”

Ma lui ti fa problemi?”

“Me ne fa da una vita.”

“ Se ti rompe lo sistemo io…Sarà più ragionevole dopo un giro di borchie!”

“Grazie Michiyo, grazie di esistere.”

“Prego.”

Non dice che mi ama
Però quand’ho un problema
Lei è qui vicina
La mia ragazza mena

Temari guardò l’orologio.

“Dai torniamo a casa….”

“Si hai ragione.”

Quel soggiorno in America sarebbe stato divertente, pensò mentre intrecciava la sua mano a quella della viola.

Quando la guardo tutto ha più senso
Il mondo sembra meno cattivo
È benzina sul fuoco
È perfetta davvero… anche se ho un occhio nero

Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal suono del mare, un canto strano fatto di vento e onde che le faceva sembrare più vicino il Giappone, per quanto amasse anche San Francisco.

Era pomeriggio, il vento si era alzato di nuovo e le scompigliava i capelli biondi, i suoi fratelli erano a casa a giocare con la Play insieme a Michiyo, suo padre era a sistemare non si sa bene che affari.

Era in pace, finalmente in pace, la tempesta era finita, la ferita aveva smesso di farle male, lasciando una lieve cicatrice,

Shikamaru se ne era andato dalla sua mente!

Si strinse nel vestito nero e sorrise, guardando quell’orizzonte pensava a dei capelli bianchi  e degli occhi verdi che la guardavano scontrosi.

[“E così saresti la figlia dell’onorevole Sabaku, una riccastra.”

“Non mi importa un cazzo dei miei soldi, li baratterei tutti pur di avere un po’ di calore umano.”

“Non hai mai provato a comprartelo?”

Sorrise beffardo lui.

“No Kimimaru. Mai.

Voglio del calore umano vero e non un’illusione.

“Il calore umano è un’illusione. Gli uomini sono freddi, neri come la notte.

“Posso dimostrarti il contrario?”

“Puoi provarci, è il massimo che ti concedo.”

“Mi basta.”]

Chissà se un po’ ci era riuscita?

These are my words
That I've never said before
I think I'm doing okay

Riprese a camminare, sentendosi leggera, a lui quella città sarebbe piaciuta perciò voleva imprimersi nella mente ogni angolo per poterglielo raccontare al ritorno.

Avrebbe fatto di tutto per far apparire un sorriso su quella faccia pallida e amareggiata.

[“IO non sorrido Temari.

IO non ci trovo nulla di bello in questo mondo.

Sono stato malato a lungo e nessuno si è preoccupato per me.

Che mondo è? Che persone lo abitano?”]

Una raffica più forte delle altre colpì un’aiuola facendo volare via i petali dei fiori e lei se ne ritrovò in mano uno.
And this is the smile
That I've never shown before
Somebody shake me 'cause I
I must be sleeping

Stava bene, per la prima volta stava davvero bene e avrebbe fatto di tutto per ringraziare l’autore di quel miracolo.

Di tutto.

 

Correva, un passo dopo l’altro, correva nel verde del parco sotto il sole cocente del pomeriggio, senza curarsene molto.

Correva per allenarsi, per controllare il suo corpo e prolungare la giovinezza, correva principalmente per non pensare.

Lui era un’ostinato, in lottatore nato, ma a volte si chiedeva se ne valesse la pena e a volte non sapeva rispondersi, soprattutto se era lei che glielo chiedeva.

Ten Ten, Lee e Neji erano sempre stati un trio affiatato e lui era sicuro che Neji e Ten sarebbero finiti insieme, invece la vita aveva deciso diversamente.

[“Ten non puoi smettere di lottare, lui ti piace!”

Si, mi piace e si so che dovrei lottare, ma la prima grande lezione che ti impartisce l’adolescenza è che non sempre puoi avere ciò che vuoi.”

“Tu non hai nemmeno lottato!”

“Hai mai avuto un colpo di fulmine Lee?”

“Si…ma…”

“Ecco. Quello tra Neji e Tayuya è un colpo di fulmine.

Me ne sono accorta subito, ad Halloween, ma ho deciso di provarci comunque ed è andata male. L’ho baciato e non è successo nulla, nessuna scintilla, nessuna farfalla nello stomaco.

Nulla.

Era per questo che stavo male, per questo che mi sono ubriacata, per questo che li ho aiutati a mettersi insieme anche se stavo male.

Non ho più possibilità, il mio treno mi era passato accanto e io non me ne ero accorta.”

Scoppiò in lacrime e lui la consolò per l’ennesima volta]

Occhi bassi, quando cammini
Dentro ai piedi che tesoro hai?
Occhi bassi, dritto in faccia non mi guardi mai
Ten
era sempre stata una ragazza forte, ma ora era diversa, più fragile, più arrabbiata, meno sorridente, trovava solo il coraggio di sorridere anche se masticava amaro.

Aumentò il ritmo, preso da un’antica rabbia, come sempre anche nel dolore, Neji era sempre nei suoi pensieri, lui non esisteva, lui era solo l’amico.

Le gocce di sudore gli solcavano la fronte.

Possibile che una ragazza intelligente come lei non riuscisse a capire che se solo avesse smesso un’attimo di pensare a lui si sarebbe accorta che lui, Lee non era più cotto di Sakura, ma di lei?

Era possibile, perché Ten continuava a piangere in silenzio per Neji, mostrando solo a lui il suo lato debole e aprendo sempre di più la ferita che lei gli causava.

Sarebbe mai finita?
Avrebbe mai smesso di asciugare lacrime versate per altri ragazzi?

E hai pianto per un film
E hai chiuso da poco
Con chi non t’ha capita e forse non ti capirà mai
Occhi
bassi, dritto in faccia non mi guardi mai

Continuò a correre così come continuava a lottare, credendo fermamente in tempi migliori, perché anche se non sapeva rispondere a tante domande, Lee rimaneva comunque un lottatore nato.

 

Camminava tranquillo per i vicoli di Tokyo, i capelli bianchi che gli ricadevano ordinatamente sulle spalle, l’espressione assorta.

Sembrava stesse cercando qualcosa, ma nemmeno io lui sapeva cosa di preciso, forse

solo il fantasma di qualche ricordo piacevole o forse niente.

Amava passeggiare per la città, scoprire nuovi angoli e ritrovarne di vecchi con la stessa gioia con cui avrebbe potuto ritrovare un vecchio amico.

Si ritrovò in una via larga, pur essendo solo pedonale, animata da tanti negozietti e locali e all’improvviso si ricordò di cosa fosse successo lì e perché fosse uscito.

Era lì che l’aveva incontrata la prima volta, in un freddo giorno d’inverno, tra le bancarelle di una festa, vestita di nero, con una birra in mano che gli aveva schizzato sulla sua vecchia giacca di pelle.

Penetranti occhi verdi, vivaci e tormentati, capelli biondo miele raccolti in quattro buffe code e l’espressione un po’ dispiaciuta e un po’ strafottente, era Temari Sabaku, la ragazza che frequentava e che attualmente era in America.

Sorrise.

[“Cosa ci fa una come te in mezzo a questa bolgia?

Una piccola vampira arrabbiata con il mondo non dovrebbe stare in qualche locale a meditare sulle brutture del mondo in compagnia di un bicchiere di assenzio?

“E tu? Cosa ci fai qui?

Non odi forse le feste?

Non le trovi ridicole?”

Colpito e affondato per la prima volta.

“Perché ti interessi a me? potresti avere tutti i ragazzi che vuoi…”

“E li ho avuti, ma non mi hanno dato niente, anzi ho sofferto e fatto soffrire. Non ne vale la pena.”

“Hai trovato quello che ti ha inciso a fuoco il suo nome sul cuore.”

“Esatto. E tu l’hai mai trovata una così?”

“Non l’ho mai permesso a nessuna.”]

Ti ricordi c'incontrammo in un giorno di neve e di freddo
E stasera ci faremo un bicchiere di scura ed un giro di walzer
Con tanti saluti ad un altro Natale.
Si stupì del sorriso e si ricordò della loro promessa, a un oceano di distanza lei non avrebbe mai saputo che l’aveva vinta e avrebbe continuato a lottare per qualcosa che aveva già.

Buffo.

Non capiva perché si intestardisse così tanto per vederlo stare bene, nessuna si era interessata così tanto a lui.

Era una scommessa con se stessa? La sindrome da infermiera?

Non  lo sapeva, ma non vedeva l’ora che tornasse dall’America e gli raccontasse tutto di San Francisco, certo che l’avrebbe fatto, davanti a un bicchiere di birra.

Forse a lei avrebbe potuto mostrare i suoi angoli segreti, in un’eterna interminabile passeggiata delle sue, lei avrebbe capito e apprezzato.

Amava quella sua testardaggine che le aveva permesso di fare breccia nel suo cuore e la tenerezza dietro la facciata da dura.

Temari era una combattente, che non aveva perso la capacità di sognare, una cinica che sapeva commuoversi per una fioritura fuori stagione, era per questo che l’avrebbe aspettata.

E un petalo gli volo tra le mani, come a volergli dir che una nuova stagione sarebbe iniziata, anche per un disilluso come lui.
Signora dei vicoli scuri non mollare la lotta
Verranno momenti migliori il tempo è una ruota che gira
Vedremo le rive del mare in un giorno assolato d'estate
Scoleremo cinquanta bottiglie al riparo di un cielo lontano

 

Era sdraiata sul divano, davanti alla televisione senza vederla veramente, la usava come scusa per scofanarsi una quantità imprecisata di biscotti, di questo passo alla fine dell’estate avrebbe rotolato, non camminato.

Sbuffò e senti le lacrime pungerle gli occhi ancora una volta, bastava un niente perché le si aprissero i rubinetti.

Afferrò un kleenex dalla scatola che teneva a portata di mano, sapendo che ultimamente piangeva spesso.

Era un sollievo non andare più a scuola e mostrare la maschera della ragazza forte, era un sollievo non vederli più.

stare male e' un desiderio
e un'opportunita'
spegni adesso la tua noia
sopra il dorso della mano

Tentò di concentrarsi sul film, ma le era difficile.

[“ Ten, grazie! Sei la migliore amica che uno possa desiderare!

Ma lei non voleva essergli amica, voleva essere la sua ragazza!

“Di niente, Neji.”

Sorrise stoicamente e si sentì morire dentro]

Perché andava tutto storto?

Perché si era accorta di Neji troppo tardi?

Ora aveva paura di commettere lo stesso errore sempre, era in ansia per quello oltre che a stare male per tutto il resto.

Si prese la testa tra le mani e desiderò sparire, non soffrire più, non sentire più nulla per sempre, l’amore era solo una fregatura.

Le lacrime ripresero a scorrere.
e addormentati serena
davanti alla tv
e poi restare sola
intorno agli occhi della gente
e innamorarsi sempre
di chi non ha capito

Come spesso accadeva sentì la testa farsi pesante e il film farsi sfuocato e lontano.

Stava crollando, stava di nuovo cadendo nel suo orribile mondo onirico.

Tentò di opporsi, non voleva ripiombare nei suoi incubi, ma alla fine il sonno ebbe la meglio e lei si ritrovò ad agitarsi sul divano.

Persa in un mondo di sogni peggiori della realtà.

 

And I
Just wish that I didn’t feel
Like there was something I missed
And I
Take back all the things I said to you

Era sdraiata sul bordo della piscina, gli occhi viola coperti da grandi occhiali da sole, I capelli biondi e viola raccolti in uno chignon.

Avrebbe dovuto essere felice, aveva tutto, vestiti, scarpe e trucchi alla moda, ma aveva la sensazione che le mancasse qualcosa.

Non aveva nostalgia dell’Inghilterra, li non aveva avuto amici, solo lecchine pronte ad esaurire ogni suo desiderio pur di vivere nella scia della sua popolarità.

Era stanca.

Stanca di dover essere sempre fashion e stronza, di dover essere truccata alla perfezione e aggressiva, avrebbe solo voluto poter uscire sfatta, in tuta e ciabatte.

Era stanca di quella piscina di un club esclusivo, ma pieno di deficienti, forse per questo era definito esclusivo, i sani di mente non ci entravano.

Raccolse le sue cose e se ne andò.

Arrivata a casa si infilò una vecchia maglietta dei Nirvana che apparteneva a suo fratello, dei pantaloncini lisi a trequarti e delle ciabatte, senza un filo di trucco si avventurò per le strade.

Sua madre prima di uscire le aveva lanciato un lungo sguardo di disapprovazione e lei aveva ghignato, la rivolta della piccola Syd era iniziata….

Nessuno badava a le d era splendido, liberatorio.

Browning!”

Si voltò, Aburame la guardava inespressivo.

“Ciao.”

“Ciao, dove vai?”

Bho…a caso.”

“Ti si è incendiato il guardaroba?”

“No, mi sono rotta di indossarlo.”

“Brava bambina. Ti va se andiamo a vedere Naruto e gli altri che fanno skate?

“Ci sto. Tu sai andare?”

“Un po’.”

“Anch’io…allora ci sfideremo  un giorno, Aburame. Ti va?”

“Ci sto.”

Si avviarono insieme verso il parco, alla ricerca di un nuovo modo di divertirsi.

And I’d give it all away
Just to have somewhere to go to
Give it all away
To have someone to come home to

 

Chiuse gli occhi, cullata dai giri di basso del suo ragazzo, era un evento che le permettesse di stare lì mentre si esercitava.

Ino si sentiva in pace con il  mondo, raccolse le gambe al petto e sorrise trascinata da quella melodia dolce e malinconica allo stesso tempo.

Da quando stava con lui aveva imparato ad amare la malinconia e le sigarette, prima non sopportava minimamente l’odore ora era diventata come una droga perché le ricordava lui, era come averlo sempre accanto.

“Piaciuta Ino?”

Si, era molto bella. Sei davvero bravo.”

“Grazie Ino.”

Rimise via il basso.

“cosa ci troverai in me non lo so…”

Piantala Shika, non ricominciare.

Mi piaci perché mi piaci, perché non mi consideri una facile, perché vedi anche una persona in me, non solo un corpo.

Tu, piuttosto, perché stai con me?”

Perché sei tu.”
Da adesso in poi
Da adesso in poi ci proverò
la farti avere il meglio che ho
il peggio
lo troverai
da te

La bionda sorrise e si ritrovò stritolata nell’abbraccio del suo ragazzo.

“Cos’è il tuo problema Ino?

Mancanza di autostima?”

Le soffiò sul collo.

“No, a volte mi sento inutile.

Mi chiedo che senso abbia stare al mondo.

“Non ha nessun senso, ma al mondo dobbiamo starci lo stesso, sta a noi trovare un motivo per farlo.”

“ E tu ne hai?”

“Ho lo shoji, il basso e una seccatura tra le braccia.

Mi basta poco per andare avanti.”

“Hai ragione.”

“IO ho sempre ragione!”

“Presuntuoso.”

Si erano fatti più vicini.

Però ti piaccio.”

“Così pare…”

Si baciarono lentamente

ma vale la pena vivere
mi chiederai "sì, ma perché ?"
so solo che ti dirò
vale la pena vedrai
da adesso in poi

 

Era seduto sul bordo della pista da skate a guardare le evoluzioni di Deidara e Naruto, come al solito, aveva passato una vita a guardare e non agire.

Shino era il ragazzo con la testa sulle spalle, era il consigliere preferito di tutti, quello che parlava poco, ma quando lo faceva diceva frasi destinate a colpire.

Shino era stanco, sentiva la vita scivolargli via dalle mani, senza che potesse fermarla e a volte la notte si svegliava urlando, sognando di essere morto, ma di non essere mai vissuto veramente.

Nessuno badava veramente a lui così si alzò e si allontanò, senza che nessuno lo fermasse.

A volte si sentiva in attesa di qualcosa e avrebbe dato metà della sua vita per capire cosa, per vedere per un’attimo con più chiarezza quello che Hyuga chiamava il destino.

Tirò un calcio ad una lattina.

Era appena fuori dal parco quando la vide, lei la bella inglese che era arrivata in classe qualche mese prima, emanando una luce da regina.

Una regina arrabbiata, notò, una regina vestita come una barbona, in piena crisi adolescenziale come tutti, ma non per questo meno regale.

Si avvicinò a lei e senza sapere come la convinse a tornare al parco con lui.

As long as I'm living, I'll be waiting
As long as I'm breathing, I'll be there

Deidara e Naruto avevano finito e si stavano avviando verso l’uscita.

“Ciao Shino, Ciao Browning.”

“Puoi chiamarmi Syd, non ti ucciderò per questo.”

Scoppiarono a ridere.

“D’accordo Syd.”

Deidara, Naruto ci fareste un favore?”

“Dimmi.”

“Ci prestereste i vostri skate?”

“Tu E shino volete cimentarvi?”

“Ci proviamo.”

I due sghignazzarono.

“Non ci perderemo le spettacolo.

E così la situazione si era ribaltata, ora erano gli altri a guardare lui e non gli importava che ridessero ogni volta che cadeva a terra.

“Ti stai divertendo Shino?”

Syd era seduta a terra, a guardarsi un ginocchio sbucciato.

Si.”

“Molto bene.”

Sogghignò lei.

Il ragazzo sorride e per una volta si dimenticò della vita scorreva e di tutto il resto, ora solo il presente aveva importanza.

Whenever you call me, I'll be waiting
Whenever you need me, I'll be there

 

Era sdraiato sul letto, una sigaretta tra le labbra, Ino se ne era andata da poco, ma nell’aria aleggiava ancora il suo profumo, una fragranza di fiori che si mischiava all’odore del fumo.

Lei era sicuramente un fiore, una volta Sakura l’aveva definita una cosmea ed era giusto, anche se lei si portava addosso i colori dell’estate, l’azzurro del cielo sereno e l’oro del sole.

Il suo piccolo fiore.

Al piano di sotto sua madre e Yukiko litigavano, le loro liti esplodevano come bombe e tutto il vicinato sarebbe stato in grado di riferire per filo e per segno cosa si fossero dette.

Gli argomenti erano i soliti.

I capelli di sua sorella.

[“Levati quelle meches dalla testa, sono ridicole.”

“Sono carine!”]

I vestiti di sua sorella.

[“Vestiti meno da barbona, hai quasi vent’anni.”

“è il mo stile!”]

E invariabilmente finivano allo stesso modo, con porte sbattute e silenzi carichi di tensione e minaccia.

[“Non ti troverai mai un ragazzo!”

“Io ce l’ho un ragazzo! Si chiama Sasori!”

“Un altro spostato come te!”]

Sei sempre così il centro del mondo
il primo bengala sparato nel cielo quando mi perdo

Sua madre,poi saliva da lui e lo rimproverava, trovandolo assorto a fumare o a giocare a scacchi o a strimpellare quel dannato basso, secondo le sue parole.

I suoi passi non tardarono a echeggiare per le scale e la porta ad aprirsi.

“Stai ancora fumando?

Sei come tua sorella! Ci volete arrivare ai vent’anni?”

“Io sono convinto di arrivare ai cento.”

“Certo! Non fai nulla tutto il giorno! Conservi le energie!”

“Mamma ti voglio bene!”

“Deficiente! Come fa a sopportarti la tua ragazza?

Ti scuote per bene?”

“ A  questo basti tu.”

“Siete uguali, voi due, non vi si può dir nulla!”

Ennesima porta sbattuta, visto che non poteva andare a tormentare suo padre, che secondo lei aveva trasmesso a loro i geni della pigrizia, si sarebbe messa a spignattare in cucina, borbottando oscure minacce, mentre impastava una torta.

Era il suo modo di sfogare la tensione.

 Sbuffando si alzò dal letto, era arrivato il momento di andare a casa di Ino.
sei sempre così il centro del mondo
ti prendi il mio tempo ti prendi il mio spazio ti prendi il mio meglio

 Abitavano vicini, da piccoli giocavano insieme interi pomeriggi e da sempre quando sua madre e sua sorella litigavano lui andava a bussare alla porta degli Yamanaka.

Le venne ad aprire lei.

“Ciao Shika. Come mai qui?”

“Scontro di lune nere.”

“Capisco, è il loro modo di dimostrarsi affetto.”

“Vorrei che se ne scegliessero uno meno rumoroso e violento.”

“Come sei pigro!”

“Non sono pigro sono civile!”

“Pigro!”

“Civile!”

“Pigro!”

Le tappò la bocca con un bacio.

Nao! Chi era alla porta?”

Il padre diIno ruppe l’incantesimo.

“NARA! COSA STAI FACENDO A MIA FIGLIA???

NON TI PERMETTERO’ DI VIOLARLA!”

Scoppiarono entrambi a ridere, mentre Nao, la madre di Ino, cercava di calmare il marito.

“Sono tutti pazzi…”

Bello mio, diventeremo pazzi anche noi.”

“Che seccatura.”

Lo baciò a tradimento e lui pensò che impazzire così non era poi una cosa così brutta.

 

Stava tentando di fare matematica, ma prima le urla della madre di Shikamaru e poi quelle del padre di Ino glielo avevano impedito.

Sapeva di avere dei vicini rumorosi a volte, ma la verità era che non era concentrato nemmeno prima.

Choji sbuffò e decise di farsi un panino.

Chissà come stava Keiko?

Era da un po’ che non la sentiva e non aveva il coraggio di chiamarla.

-Bella fregatura.-pensò mentre addentava il panino.

Si era innamorato di lei, cotto a puntino di quella rossa, pel di carota, timidissima, ma aspra come un limone a tratti.

Mangiava?

Sperò di si, ma in quel caso c’era Karin a proteggerla, non le avrebbe più permesso di fare sciocchezze.

E lui cosa poteva fare lui?

A parte dirle che c’era ?

Lei sembrava non permettere di più, appena si avvicinava un po’ di più lo allontanava e lui era al fottuto punto di partenza.

don't want to cause you trouble
Don't want to stay too long
I just came here to say to you
Turn around
I am here

Choji, caro stai bene?”

Sua madre lo guardava preoccupata,

Si, mamma.”

Non poteva dirle, che era giù perché una ragazza non lo chiamava.

“Come mai Yumi e Inooichi stavano urlando per te?”

“La madre di Shika periodicamente sclera contro sua sorella perché ha le meches blu e si veste da barbona.

Shika poi emigra da Ino e probabilmente il signor Yamanaka li  ha sgamati a baciarsi.”

“Stanno insieme quei due’”

“Da mo.”

Ti da fastidio.”

“NO.

La madre si allontanò e lui iniziò a misurare la cucina a grandi passi.

Chiamarla o no?

Allungò una mano verso la cornetta e la ritirò immediatamente come se l’apparecchio scottasse.

Non doveva opprimerla!

Tuttavia gli mancava e così allungò di nuovo la mano verso il telefono.

Lo squillo lo sorprese, rispose con mani tremanti.

“Ciao Choji, sono Keiko. Disturbo?”

“No, anzi. Dimmi pure.”

“Ti va se usciamo a mangiare stasera?”

Si, certo! Vengo io aprenderti a che ora’”

“Alle 20:00 ti va bene?”

Siii!”

La sentì sorridere dall’altra parte.

“Ok, grazie Choji, grazie per tutto. Ti voglio un mondo di bene.”

“Anch’io!”

Chiuse la chiamata,la farfalla era pronta a volare adesso.
If you want it's me you'll see
Doesn't count
Far or near
I can hold you
When you reach for me

 

Chiuse gli  occhi e si massaggiò le tempie.

Keiko era di nuovo in crisi, chissà chi era la causa dei suoi problemi questa volta?

“Karin mi sono innamorata!”

“Oh signore! Di chi?”

“Di Choji!”

“Oh santo Sid!”

“Non lo approvi?”

“Si che lo approvo, solo non me l’aspettavo!”

Cosa devo fare Ka?”

“Credo dovresti parlargli, Kei

“E se finisce come l’altra volta?”

“Non finirà così, lui è diverso e se succedesse gli spaccherò le gambe, parola mia.

Non lascerò che tu soffra ancora, chiaro?

“Grazie.

Grazie di tutto.”

“E di che? Siamo amiche!”

Chiuse la chiamata con un gran mal di testa, adorava quella ragazza, ma a volte era difficile starle accanto.

Si stese sul letto.

E lei? Lei quando avrebbe avuto qualcuno?

Sasuke era offlimits, cotto di Sakura e se anche non lo fosse stato non era sicura di voler ingaggiare una battaglia contro Ai Takamura.

 Sapeva di non essere una bella ragazza, era più che altro un tipo particolare con gli occhiali e quei capelli rossi e ispidi, ma sperava nell’amore.

Avrebbe voluto sorridere di più, m atemeva che se avesse mostrato il fianco, l’avrebbero attaccata.

Si girò su un fianco, nel tentativo patetico di dormire.

Ci sarebbe stato , davvero un giorno qualcuno per lei?

Take me by the hand
take me somewhere new
I dont know who you are
but I'm, I'm with you
I'm with you
I'm with you...

 

C’era silenzio in casa sua, troppo silenzio e lei lo odiava.

Affondò il cucchiaio nella nutella e provò a immaginarla piena di voci, non ci riuscì.

Aveva da poco parlato con Karin, ma non si sentiva più forte o più coraggiosa, come sempre aveva paura.

Paura di sbagliare.

Paura di soffrire.

Lui sembrava così dolce, ma chi le assicurava che non fosse solo una maschera?

Guardò la crema al cioccolato e si sentì in qualche modo consolata, almeno ora poteva sfogarsi sul cibo senza sentirsi colpevole.

Almeno quel problema era risolto.

Si alzò e si mise davanti allo specchio, vedeva una ragazza normale, con capelli tinti di arancione, di media lunghezza e dai grandi occhi castani da cerbiatta, sperduti.

Ora si vedeva davvero per quello che era, con i suoi pregi e i suoi difetti.

[“Sei grassa, Kanezaki, potresti rotolare da quanto sei grassa!”

“Chiudi il becco, Miyazawa!

Pensa al tuo naso! Hai mai pensato di metterci un vaso? Tanto è grande come un balcone!”

Le rispostacce acide di Karin la difendevano, ma quel veleno era entrato comunque in lei, per un lungo periodo non aveva potuto guardarsi allo specchio senza risentirle.]

Don't let them fool ya,
Or even try to school ya! Oh, no!
We've got a mind of our own,
So go to hell if what you're thinking is not right!

Sospirò e ringraziò ancora una volta Karin ,che l’aveva convinta a iscriversi alla scuola d’arte e non al liceo Oto, dove era certa che avrebbe rivisto tutti i santi giorni quelle arpie acide.

Afferrò il cordless e tirando un lungo sospiro, compose il numero di Choji.

Lo invitò a cene e lo sentì emozionato, si intenerì e sorrise, forse era davvero quello giusto.

Dopo aver chiuso la chiamata, cose davanti all’armadio e iniziò a pensare a cosa mettere, perché non quella maglia viola con Jack Skeleton stampato sopra?

[“Yidashi!”

“SI?”

La mora sollevò lo sguardo dal libro.

“Secondo te sono bella?”

“Si Kanezaki, piantala di farti paranoie, non darla vinta a chi ti vuole affondare.”]

Si vestì e si truccò.

Uscì di casa cantando.
Love would never leave us alone,
A-yin the darkness there must come out to light.
Could you be loved and be loved?
Could you be loved, wo now! - and be loved?

Arrivò davanti al ristorante, lo vide sorridere e sentì le farfalle nello stomaco.

Era felice, davvero felice, ma soprattutto capì una cosa: che non sarebbe mai stata più sola.

Non importava come sarebbe andata, ora sapeva che avrebbe avuto qualcuno su cui contare, soprattutto si sentiva più forte e si ricordò di una farse di Tayuya:”L’artistico ti cambia dentro.”

Era vero, assolutamente vero.

 

ANGOLO DI LAYLA

 

E questo è davvero l’ultimo capitolo, prima che mi mette a piangere come una cretina, vi d la lista delle canzoni.

Sakura”Syria” Asahara:” Bella mia” Tre Allegri ragazzi Morti

Michiyo sakiyourai:”People are Strange” The Doors

Gaara Sabaku:”Notturno, Camden Lock” Modena City Ramblers

Kankuro Sabaku:”La mia ragazza mena” Articolo 31

Temari Sabaku.” So far away” Staind

Lee Moriyama:OCchi bassi” Tre Allegri ragazzi MOrti

Kimimaru Kaguya.” Canto di natale” Modena City ramblers

Ten tEn Shaoran:” Francesca ha gli anni che ha” Tre Allegri ragazzi Morti

Sydney Browning:”My dicemberLinkin Park

Ino Yamanaka:”Da adesso in poi” Ligabue

Shino Aburame:”I’ll be waiting” Lenny Kravitz

Shikamaru Nara:”Il centro del mondo” Ligabue

Choji Akimichi:” BY Your side” Tokio Hotel

Karin Tsuki:” I?m with you” Avril Lavigne

Keiko Kanezaki:”Coul you be Loved” Bob Marley

 

Iniziamo con I ringraziamenti, il primo e fondamentale va al Liceo Aristico Statale di Bergamo, perchè senza di lui questa storia non esisterebbe.

Il secondo, ma non meno importante, va a due fantastiche persone, Jaheira E Beckill, conosciute grazie manganet e Efp.

Ringrazio J perché quest’anno e più di chiacchierate in msn, per le AKatsukine, per i Sacri parings, per il Santo, per il sardo come lingua franca, per essere la persona meravigliosa che è.

La ringrazio perché su di lei è stato ricalcato il personaggio di Megumi MImichi, con cui spero di aver reso almeno un quarto di come è,

ti voglio bene socia.

Ringrazio BEckill, per avermi fatto da Beta REader e da anti depressivo, per avermi dato una cifra di suggerimenti per Art school, per le Akatsukine , il santo, la corvo mobile, e le risate.

La ringrazio perché su di lei è ricalcato il personaggio di Michiyo Sakiyourai e perché è semplicemente Beck.

Grazie, conquisteremo il mondo, un giorno XD!

Ringrazio

DIANA88

HINANARU

ICEQUEEN88

LAURETTA 92

Per aver commentato lo scorso capitolo.

Ringrazio

Ra92,

celiane4ever

Hilary91

Beckill

Rory_chan

Bebyangeldark

Picccola_bimba

fire91

giulychan

suscystar

Jaheira,

Sachikochan,

sang

Talpina Pensierosa

Hana Turner

BabyCheshireCat,

AliDiPiume

MarlaSinger

slice,

crusade

Kikichan

Lady_and_Baby,

sasukina90,

sasukkias94,

Shizue Asahi

masychan,

_videl_,

Per aver commentato gli altri capitoli, mi avete dato una grande carica.

Grazie ç_ç!!!

Ringrazio per avermi messo nei preferiti:

1 - acdcman
2 - AliDiPiume
3 - AmyGoku
4 - BabyCheshireCat
5 - Beckill
6 - diana88
7 - dyanb
8 - Edhelwen
9 - ellychan91
10 - ery twohands
11 - Hana Turner
12 - Hermione93
13 - hinagirl
14 - HinaNaru
15 - icequeen88
16 - inoooo
17 - Jaheira
18 - Lisa Kanzaki
19 - lollyna
20 - marikuccia
21 - mhcm
22 - nady
23 - naru_sasu_fan
24 - Picccola_bimba
25 - Princess Hina
26 - Ra92
27 - Rhymes
28 - Sachikochan
29 - Shizue Asahi
30 - slice
31 - stacyfore
32 - Sweet_Rikku
33 - The_Black_Riku
34 - YumiBabyPunk
35 - Yumi_chan
36 - zac
37 - _videl_

 

 

E questo è tutto, io sto piangendo come una fontana, vi ringrazioo tutti, spero di non aver dimenticato nessuno e di aver regalato a tutti un sorriso o un’emozione qualsiasi.

Alla prossima.

Layla

[IMG]http://img144.imageshack.us/img144/6508/artschool2ji7.jpg[/IMG]

[URL=http://g.imageshack.us/img144/artschool2ji7.jpg/1/][IMG]http://img144.imageshack.us/img144/artschool2ji7.jpg/1/w320.png[/IMG][/URL]

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