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La stazione era un luogo affollato, c’era un via vai continuo di gente,
chi partiva, chi tornava, chi aspettava
1)RETURNS AND NEW
BEGIN
La stazione era un
luogo affollato, c’era un via vai continuo di gente, chi partiva, chi tornava,
chi aspettava.
C’era gente che
amava quella sensazione e lei in una situazione normale sarebbe stata una di
quelle, le era sempre piaciuta l’idea di poter prendere un treno ed essere
altrove in una città diversa, in una vita diversa.
Milioni di
possibilità non realizzate che la aspettavano e quel
profumo di libertà che poteva percepire senza entrare, quella scossa di energia
che provava ogni volta che ci passava vicino.
In un giorno
qualsiasi sarebbe stato così, ma oggi era…speciale.
Una ragazza dai capelli
neri, YukariYidashi,
sedici anni, si fece largo trala folla, faticosamente avviandosi verso
il binario dieci da dove arrivava il treno da Kioto.
Yukarisorrise,
nonostante la folla che al momento si
ritrovava ad odiare,tra le mani una vecchia fotografia che ritraeva una coppia
e due bambini, una femmina mora e un maschio biondo.
La sua famiglia,
prima del disastro,prima del divorzio, quando Deidara stava ancora da loro.
Deidara, il bambino biondo, ora di anni ne aveva
diciotto e finalmente poteva tornare da lei, suo fratello avrebbe vissuto di
nuovo a casa sua, non stava più nella pelle.
Sorrise.
“YUkari!”
Vide un ragazzo
dai lunghi capelli biondi agitare le braccia e trascinare un pesante borsone
che lo aiutava a fendere la folla dei viaggiatori.
“NII-san!”
YUkari si buttò tra le braccia del fratello, lei
solitamente poco affettuosa e un po’ recalcitrante al contatto fisico.
“Ehi
nee-chan!
Quanta energia!
Ti
sono mancato?”
“Certo cretino!”
Del divorzio dei
suoi la cosa che le era pesata di più era staccarsi da
DEidara che era stato costretto a vivere dal padre,
questo avveniva dieci anni prima e da allora si erano visti solamente durante
le vacanze scolastiche.
Suo fratello non
era cambiato molto dall’ultima volta, stessi capelli biondi, stesso sorriso e
ci avrebbe giurato stessa passione per quell’argilla esplosiva che un paio di
anni prima l’aveva privato di un’ occhio.
“Sono molto
felice, ma ora dammi una mano con questo coso, perché mi sta staccando un
braccio. Prendiamo un manico ciascuno.”
Presero la
metropolitana ed arrivarono al piccolo appartamento
degli Yidashi, all’ultimo piano in un caseggiato
abitato prevalentemente da famiglie con bambini piccoli, studenti e pendolari.
La scala esterna
era ingombra di biciclette.
“Merda!”
Deidaraera
inciampato per l’ennesima volta nella ruota dei veicoli, Yukari
ridacchiò.
“Dopo un po’ ti ci
abitui…il problema è quando sei di fretta, tipo in ritardo per la scuola,
rischi la vita ogni giorno.”
“Immagino…accidenti
al Giappone e alle biciclette! La mamma è a casa?”
“NO, è fuori per
un viaggio fino a metà settimana.”
“Lo immaginavo.”
Yukari poteva leggergli nel pensiero, sapeva che
i rapporti tra la madre e il fratello erano tesi dall’incidente che gli era
costato l’espulsione da scuola e per il fatto che
l’anno prima era stato bocciato.
“Non
è che non sia contenta…
Ma gli gira che tu
sia stato bocciato e le gira doppiamente perché io ho pestato i piedi per iscrivermi
all’istituto d’arte , che sarebbe anche la futura
scuola, perché pensa che sia una scuola di pazzi e che stia sprecando il mio
talento nell’inglese e i buoni voti che ho preso all’esame delle medie.”
Il fratello scosse
la testa, la loro madre non sarebbe mai cambiata in certe cose, forse era per
questo che aveva divorziato da loro padre, un pittore
geniale quanto casinista che era esattamente l’opposto di lei.
“Sei contento di essere di nuovo a tokio?”
“Contentissimo,
soprattutto perché mi sono lasciato indietroquella palla al piede di Tobi.”
“Chi?”
“MadaraUChiha, ma lo chiamano
tutti Tobi o piaga o uomo caramella. È una seccatura
che ti pressa perché non ha uno straccio di amico e ha deciso che io devo
essere il suo sempai.”
“è almeno carino?”
“Fanculo!”
Yukari scoppiò a ridere, le erano mancati quei
momenti.
Non vedeva l’ora
che fosse domani per vedere la nuova scuola, avrebbe ritrovato alcune vecchie
amiche dell’istituto Kissho, MegumiMImichi, AsamiAmaya, Sakura”Syria” Ashara, SAyuriSAkiyurai.
Solitamente non
credeva nei presentimentipositivi, temeva di cullarsi in illusioni, ma sentiva che in
quella scuola sarebbe stata bene…
SAsukeUchiha aprì gli
occhi, disturbato dal suono della sveglia, che cavolo di giorno era? Perché
quell’aggeggio infernale suonava? E perché suo fratello stava bestemmiando come
un muratore incazzato?
“Svegliati
coglione! È il primo
giorno di scuola!
Devi essere là
prima per prendere il posto, senno rompi tutto l’anno
perché ti hanno fregato il posto vicino alla finestra.”
Sasuke bestemmiò a sua volta e si alzò alla
svelta, infilò un paio di jeans neri, una maglia dello stesso colore e si
catapultò fuori dall’appartamento che divideva con il fratello di due anni più
grande.
“Merdaccia! Il pranzo!”
Itachi sbraitò furioso verso il fratellino, ma
quello era ormai troppo lontano.
“Che essere
pesante..
Dovrò
portaglielo io…”
Sasuke arrivò davanti all’istituto d’arte nel
centro di Tokio e stranamente, dato il suo odio conosciuto per qualsiasi tipo di istituzione scolastica, gli comunicò una bella
sensazione, ai lati del cancello c’erano delle siepi alte che sembravano
volerlo proteggere, o nascondere, peccatoche la massa di gente tipica del primo giorno di scuola vanificasse
questi sforzi.
Si fece largo
senza tanti complimenti, entrando in un cortile leggermente in discesa su cui
si affacciavano delle porte dimesse, quel luogo, ne era consapevole, era un
pugno in un’occhio nella
rispettabile facciata dei quartieri alti della città.
Eppure…
Quell’apparente
trasandatezza era accogliente, faceva sembrare il luogo meno austero di quello
che una scuola era normalmente e stranamente si
ritrovò a pensare che quell’edificio ne era in qualche modo consapevole.
“Quante cazzate di
primo mattino, vediamo in che classe sono.”
Consultò un cartellone
e si rese conto di essere in classe con la maggior parte dei suoi compagni di
seconda media, quando aveva l’aveva frequentata al Konoha e un paio di ragazze della classe di terza alla Oto.
“Che palle!”
Salì al secondo
piano.
La scuola era
deserta,erano ancora tutti in cortile e cercò l’aula
9, che si rivelò essere la prima vicino alle scale.
La porta era
aperta e ….
Merda! Qualcuno
aveva già preso il “suo” posto!
I banchi
dell’ultima fila di sinistra erano già occupati, in quello vicino alla finestra
sedeva una ragazza dai capelli neri, vicino a una castana scura, dark, e una
dai capelli mechati di rosso e in quelli di destra
rispetto al corridoio c’era Nara ,che
dormiva, in quello contro il muro, una bionda con quattro codini, una sempai forse, e akimichi su
quello esterno.
Certe giornate era meglio trascorrerle a letto.
Fece per
trascinarsi vicino a un biondo in seconda fila quando qualcuno lo afferrò da
dietro.
InoYamanaka.
“SAsuke-kun! Vieni! Sediamoci vicini!”
Si ritrovò seduto
accanto a lei e a Sakura Haruno, che però sembrava
più incazzata che felice di vederlo.
“Ci credo!”Esclamò
la sua coscienza” L’hai lasciata di merda l’ultimo giorno alla konoha.”
“Sasukuccio!”
A peggiorare la
sua già nera giornata arrivò Karin Tsuki, che si
sedette davanti a lui, rivolse un ‘occhiata di fuoco
alla ragazza che era seduta dove doveva essere seduta lui e che aveva pure
l’impudenza di fare colazione tranquilla e beata.
“YUkari-chan!
Il moro emo sembra voglia ammazzarti con quell’occhiata.”
YUkari sollevò lo sguardo dal bicchierino di te
preso alle macchinette.
“Doveva arrivare
prima se voleva questo posto!”
La scuola sembrava
interessante….l’emo più che altro un pirla seccatore, ma Yukari era
ottimista, gli altri sarebbero stati ok.
Sorrise al
fratello e notò che accanto a lui si erano seduti un ragazzo dai capelli rossi
e un moro con una lunga coda che sembrava somigliare molto all’emo incazzato, quello si che era
carino, nonostante le occhiaie e l’aria scazzata.
Sakura Haruno era furiosa, bolliva internamente nonostante il sorriso
che si sforzava di tenere appiccicato alla faccia, se fosse stata un fumetto
non avrebbe avuto difficoltà a immaginarsi come una teiera che emetteva vapore
Ho un paio di
precisazione da fare: la prima è che nelo scorso capitolo ho inserito un personaggio di nome SayuriSakiyurai che yukari citava , ebbene
scordatevelo…
La seconda è una
precisazione sull’età dei personaggi, il team 7,8,9, Gai e Gaara,così come Yukari, syria, Michiyo, Asami, Megumi, Yayuya, Karin, sai, hanno quindici anni.
DEidara, Itachi, SAsori e temari
e kankuro(Qui sono gemelli) hanno diciassette anni.
2)OLD FRIEND NEW
FRIEND
Sakura Haruno era furiosa, bolliva internamente nonostante il
sorriso che si sforzava di tenere appiccicato alla faccia, se fosse stata un fumetto non avrebbe avuto difficoltà a immaginarsi come una
teiera che emetteva vapore.
Non era possibile
che lui fosse nella sua stessa classe, seduto vicino a lei.
Non era possibile,
che il destino si divertisse così a tanto a giocare con lei, SasukeUchiha era la causa della
sua rovina.
[“Sakura! Ti sei
innamorata?”
Era arrossita.
Era così evidente
che era cotta di lui?]
Il primo amore non
si scorda mai soprattutto se ti fa rompere con la tua migliore amica e fa fare a botte il tuo migliore amico con il bastardo che si è
divertito a giocare con il tuo cuore.
SAsukeUchiha era quel
bastardo, quello che un giorno sembrava interessato a lei e il giorno dopo era
freddo come un ghiacciolo e che se ne era andato causando litigi e divisione
nella sua vecchia classe.
Un
uscita da re degli
stronzi, perfettamente nel suo stile.
Sakura Haruno scosse la testa, si impose
di calmarsi e decise che visto che ormai lui era lì, andarsene sarebbe stato
poco dignitoso e tanto valeva attaccare bottone con le ragazze della fila
dietro, la mora insensibile al fascino emo del pirla,
la dark e la terza che aveva i capelli mechati di
rosso.
Si voltò
augurandosi di non avere un sorriso da serial killer.
“Ciao! Come vi
sembra la scuola? IO sono Sakura haruno, piacere!”
La mora la guardò,
aveva degli occhi azzurri e guardando bene tra i capelli si intravvedevanodelle meches
fucsia.
“L’edificio è carino,
ora vedremo i profe..
IO sono YukariYidashi,piacere!”
“io sono Sakura Asahara, ma puoi chiamarmi Syria.”
La dark.
“IO sono AsamiAmaya”
La terza.
“Senti Haruno io vado in bagno a fumarmi una stizza, tu che fai?”
“OK vengoYidashi.”
“YUkari vengo anch’io!”
“Ok! Vamos!”
Sakura fu
immensamente grata a Yidashi peraverle dato una scusa per la sciare al
classe, altrimenti avrebbe finito per prendere a sberle SAsuke,
d’accordo essere freddi e menefreghisti, ma almeno poteva salutarla!
I bagni erano in
fondo al corridoio, già pieni di scritte e con le porte che non si chiudevano o
meglio su tre solo una era ok, Yukari estrasse un
pacchetto di sigarette e se ne accese una.
“Ma che vuole quel
pirla incazzato?
Perché mi guarda
come se gli avessi fatto un torto?”
“Perché gli hai
fregato il posto.”
“Maddò!”
“Lo stronzo non è
abituato a essere contraddetto.”
“Lo conosci Haruno?”
“Sono stata in classe con lui due anni alle medie.
Ero cotta di lui,
sempre pronta a fargli mille favori, perché il poverino non riusciva ad integrarsi nella classe, per colpa sua ho persino litigato con Ino, la biondina che è in parte a lui,che era la migliore
amica.
Secondo voi come
mi ha ripagato?
Mandandomi a
cagare e lasciando addirittura l’istituto perché NOI lo maltrattavamo, non lui
che litigava con tutti.
Questo
è SasukeUchiha!”
[“Sasuke, ti prego resta!
Ti aiuterò io a
chiarirti con gli altri.
Ti prego!
IO mi sono
innamoratad
te!”
“Haruno…sei insopportabile!”
Un pugno in pieno
stomaco e la consapevolezza che qualsiasi cosa si fosse
immaginata ci fosse tra lei e SAsuke era un
illusione.]
“Sakura…quello non
è un pirla, è uno stronzo!”
SAsukeUchiha trasali,
per caso era dietro la porta del bagno, era praticamente
scappato da Ino e Karin e dalla furia di Naruto che appena l’aveva visto l’aveva ricoperto di
insulti.
DannazionE!
E così era questo
che sakura pensava di lui!
Si sentiva
arrabbiato e non capiva perché, per lui quella stupida ragazzina valeva meno di
zero, eppure l’unica cosa che davvero rimpiangeva della Konoha,
erano lei e la testa quadra che l’aveva appena insultato.
[“Ho messo via un pò di
consigli
dicono è più facile
li ho messi via perchè a sbagliare
sono bravissimo da me.
Mi sto facendo un pò di posto e che mi aspetto chi lo sa
che posto vuoto ce n'è stato ce n'è ce ne sarà.
Ho messo via un bel pò di cose
ma non mi spiego mai il perchè
io non riesca a metter via te”]
Amareggiato tornò in classe, per la prima
volta una ragazza era riuscita a farlo sentire una merda e a fargli capire
quanto male fosse in grado di fare con il suo atteggiamento e stranamente gli
fece ancora più male che fosse Sakura Haruno
l’autrice di questo miracolo.
Yukari finì la sigaretta e tornò in classe insieme alle
altre ragazze, la profe non c’era ancora , per fortuna, ma la classe si era riempita.
“Sakura-chan!”
“Naruto-kun!
Allora ci siamo tutti!”
“Più o meno. Ma perché sai di
fumo?”
“Perché ho fumato io…
Piacere sonoYukariYidashi.”
Quel biondo iperattivo doveva essere un essere un ex compagno di classe
di Sakura.
“e io sono Sakura Asahara,
ma chiamami Syria.”
Il biondo sorrise, aveva un
sorriso abbagliante, cordiale, capace di mettere a suo agio chiunque.
“IO sono NarutoUzumaki,
sono il migliore amico di sakura, eravamo in classe
insieme alle medie.”
“Profe in arrivo.”
Al richiamo di Syria si sedettero tutti, poco dopo una mora dai capelli
a caschetto, con un album sottobraccio entrò, chiamo l’appello e iniziò a
presentarsi.
“Buongiorno Ragazzi! IO sono la
professoressa ShizuneFUkasada,
insegno discipline pittoriche.
Sono lieta di conoscervi.
Il nostro è un mestiere difficile, il nostro compito è creare cose
belle, siamo creatori di bellezza,ma….Visto che abbiamo dei ripetenti lascio che siano dei ragazzi
come voi a spiegare il tutto.
Kankuro!”
Un biondo spettinato , truccato e dall’aria sperduta
si alzò in piedi, si accomodo sulla sedia che la professoressa aveva posto
sotto la lavagna e iniziò a parlare uno’ riluttante.
L’ora finì rapidamente,per fortuna del
poveretto.
“Sembra simpatica…”
Yukari era timidamente ottimista.
“Sembra, Yidashi...vedi
un po’ come sarà il secondo e capirai perché tutti la chiamano o stronza o
troia.”
A parlare era stata la ragazza dai quattro codini, seduta nella fila
accanto alla sua.
“Io sono TemariSabaku e sono una ripetente…
Cavolo è già arrivato!”
“Chi?”
“MOrino, insegna giapponese…se vuoi un
consiglio non contraddirlo.”
Il professor MOrino,
era un uomo immenso e dalla faccia severa, incuteva timore, infatti cominciò
subito a spiegare, fino a che qualcuno non lo interruppe.
“Harukaze! Fa silenzio!”
Harukaze?TayuyaHarukaze?
MOrino si voltò vero la finestra e poi si girò di scatto
con un’aria assassina.
“HARUKAZE! FUORI!”
“Ma…”
“Fuori!!”
Una ragazza dai capelli fucsia si alzò mestamente ed
uscì.
TayuyaHarukaze era stata la
migliore amica di Yukari.
Finalmente anche Morino se ne andò e Tayuya tornò a sedersi al suo posto.
“TU!”
Yukari guardò SasukeUchiha furibondo.
“IO che?
Tu piuttosto, che vuoi?”
“Stronza! Mi hai fregato il posto!”
“Cretino! Dovevi arrivare prima e comunque un
bastardo infame come te deve solo tacere.”
“IO ti…”
“Mi vuoi menare?+
Sarò lieta di spaccarti qualche osso.”
“Sasuke….”
La voce fermò la furia dell’emo, sembrava
dire”Piantala di fareil
coglione o sarà peggio per te.”, di chi era?
Un ragazzo moro dalla lunga coda si alzòe si avvicinò.
“Scusa…mio fratello è un cafone…”
“Sciallo…
IO sono Yukari.”
“IO itachi.”
“Meglio essere cafoni che cambiarne una al
giorno come te.”
Il bento che Itachi
reggeva in mano finì sfortunatamente sulla testa dell’Uchiha
Minore.
Il litigio che ne segui permise a Yukari di
raggiungere Tayuya ai primi posti.
“Ehi Tayuya! Che ci fai
qui?”
“alla fine mi sono iscritta qui, il liceo Komoha non mi ha preso.”
“Ma che hai fatto prima mentre Morino era girato?”
“Gli ho fatto una linguaccia!”
“Non cambierai mai….”
YUkari prese a canticchiare una canzone degli articolo 31.
“Questa è la storia, la storiadi un errore, dovuto a qualche birra e
a un sedile posteriore.”
Si accorse che qualcuno si era unito a lei, era una ragazza dai capelli
viola che sedeva vicino allo sfortunato Kankuro.
“Ehi! Ti piacciono gli Articolo?
IO sono YukariYdashi, comunque!”
“Siiiii!!!Ax è troppo un genio e un gran figo!”
“siiiii””
“IO sono MichiyoSakiyurai!”
“Ti piaccionoii
Nirvana?”
“SI!”
“ e i rancid?”
“SI! Anche più dei Sex pistols!”
Gli occhi di Yukari si fecero a forma di
cuore.
”Sorella separata dalla nascita…”
“Iam the antichrist”
“I am an anarchist.”
“I don’t Know
what i Want”
“But I know how to get it!”
“I WANNA DESTROY!”
Le due con I lucciconi e tra l’imbarazzo generale si abbracciarono come
due sorelle ritrovate .
YUkari era sicura profe e scleri a parte sarebbe stata bene.
Angolo dell’autrice.
Eccomi!
Sono layla! Le parole nella parentesi quadra
che pensa Sasuke sono in realtà un pezzo della
canzone “ho messo via” di Ligabue, mentre le parole che cantano Yukari e Michiyo alla fine sono
di “anarchy in the Uk” dei
Sex pistols.
Passiamo alle recensioni!!!
Rorychan:Grazie!
Sono contenta che ti piaccia!io ho frequentato un liceo artistico, indi era sol
questione di tempo che ci scrivessi una ficcy sopra.
Sasuke e itachino che
bestemmiano si adatta a loro…
vabbuò ti saluto!
Alla prossima.
Hilary9!:grazie! Sono contenta che ti piaccia e
spero continui a piacerti! Alla prossima! Ci si becca
su msn!
Celiane4ever: sono contenta che ti piaccia! Continuaa seguirmi! Ciuao!
Beckill:Sorella! Nee-chan! Ti piace? Che bello!!!! Sono troppo contenta!
Mi sa che le ultime battute ti saranno
familiari!
Che gioia! ^^! Vinceremo! Naru-hina al pogo! WE rulez!
Capitolo 3 *** 3)PUNK-ROCK SISTERHOOD &PEOPLE WITHOUT YOUTH ***
HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere
che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni
e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe
fatto passare un brutto quart
3)PUNK-ROCK SISTERHOOD & PEOPLE WITHOUT
YOUTH
HInataHyuga non
credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere
che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni
e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe
fatto passare un brutto quarto d’ora,
HInataHyuga sorrideva
sempre, era timida, non sapeva farsi valere, ma dentro di sé covava un grande
desiderio di rivalsa, voleva che il mondo si accorgesse di lei e soprattutto
lui.
Lui, che senza
nemmeno saperlo le donava una forza immensa ed era il suo modello
inconsapevole, lui che non l’aveva mai guardata, troppo dannatamente preso a
rimediare allo scempio che SAsukeUChiha,
dannato bastardo, aveva causato nel cuore e nella vita di Sakura Haruno.
Dannato sasuke!
HInata scosse la testa, quel moro non meritava le
sue maledizioni, gli bastavano già quelle di Naruto, la Haruno
e MOriyama gli riservavano,senza contare che un
pochino HInata lo invidiava nei momenti in cui si
sentiva particolarmente triste o arrabbiata.
Lui aveva avuto il
coraggio di mandarli tutti all’inferno i suoi compagnie Dio sapeva se a volte non lo avevano
meritato, ma allo stesso tempo lei pensava avesse esagerato nell’escludere
dalla sua vita quella santa di Sakura, unica che oltre a sopportarlo nutriva
per lui un affetto sincero.
HInataHyuga a volte
pensava che il suo cervello fosse un gran casino, soprattutto da quando si era
ritrovata a essere seduta tra kiba e Naruto, l’ultima cosa che le pensava le potesse accadere.
“I am the antichrist”
“I am an anarchist.”
Le voci di Yidashi e Sakiyourai
le arrivarono da molto lontano, ma senza pensarci si ritrovò a intonare con
loro “Anarchy in the UK” dei Sex Pistols.
“I don’t Know
what i Want”
“But I know how to get it!”
“I WANNA DESTROY!”
L’ultima frase le
era salita come un’urlo
liberatorio.
“HIna-chan! Conosci questa canzone?”
KIba la guardava a occhi spalancati,
probabilmente non capiva come potesse la timida HInata
conoscere un pezzo che era una delle pietre miliari del punk, genere che mal si
accordava con l’immagine mentale che si doveva essere fatto.
Quando le due
“Sorelle separate” si sciolsero dall’abbraccio, la guardarono.
“Ehi Hyuga! Ti piacciono i Sex Pistols?”
“s-si!”
“Strabello! Il
punk è il meglio!”
“HInata! Ti piace il punk?”
HInata si ritrovò NarutoUzumaki a meno di due millimetri dalla sua faccia,
era troppo, troppo bello, troppo vicino, troppo e basta.
Il suo cervello
andò lentamente in tilt, cominciò a sudare, poi ad arrossire, senza contare il
battito furioso del suo cuore che sembrava deciso a scoppiargli in petto,
infine le tenebre calarono misericordiose su di lei.
“HINATA!!!”
Yukari sbiancò vedendo la compagna farsi pallida
e rovesciare gli occhi, stava per svenire!!!
Fortunatamente narutouzumakifu
più rapido di lei e afferrò HInata da dietro evitando
che cadesse per terra.
“UZUMAKI! DOBBIAMO PORTARLA IN INFERMERIA!”
“D’accordo,
Yidashi!
Ma sta calma!
Prendile i piedi e
tu Michiyo precedici, così ci aprirai la porta…”
Il trio si mosse
alla volta dell’infermeria, in cui una irritata
professoressa Tsunade stava tentando di smaltire i
postumi di una sbornia.
“Tsunadebaa-chan!
HInata è svenuta!”
Naruto aveva appena deposto la ragazza sul
lettino, quando la donna lo sbatte energicamente fuori e fronteggiò le due
ragazze, Yukari si disse che era pazza, ma sembrava
l’unica con cui si potesse parlare.
“Allora bambine?
Cos’ha lei?”
“è svenuta, Uzumakile si è avvicinato e lei è
caduta come una pera cotta.”
La professoressa
visitò Hinata.
“ è stato un
semplice calo di zuccheri, però se volete potete
rimanere a farle compagnia, basta che stiate buone, ho un mal di testa che
nonperdona.”
^Per forza! A
cinquant’anni suonati, anche se portati bene, una sbornia è più tosta da gestire ^
Yukari intuì però che sarebbe stato meglio tacere
e insieme a Michiyo si sedette accanto al letto di HInata.
HInata si svegliò con la sensazione di riemergere
dalle profondità della baia di Tokio, l’unica cosa che ricordava era la faccia
di Naruto,poi più nulla.
Lentamente si
guardò intorno, era in infermeria, poi finalmente mise a fuoco le figure di YUkari e Michiyo
appollaiate su delle sedie che la guardavano preoccupate.
“Hinata! Stai bene?”
“Cosa ti è
successo?”
“S-scusate….quando narutoUzumaki mi si avvicina troppo svengo…non so perché…”
Hinata le vide scambiarsi uno sguardo complice.
“Ti piace.”
HInataarrossi.
“Io….IO…SI MI PIACE!”
“HYUGA! NON URLARE O TI
RIMANDO IN CLASSE!”
La professoressa
si era affacciata alla porta dell’infermeria, reggendo la testa con una mano.
“MI scusi.”
La professoressa
si ritirò borbottando.
“Hyuga…Hinata! Sorella nel punk,
ma se ti piace…perché non ti fai avanti?”
HInata biascicò qualcosa di inintelligibile
in risposta a Michiyo e arrossì ancora di più.
“Lo
so che la timidezza è una brutta bestia, ma tu devi affrontarla.
Ti piace davvero Naruto?
E
allora provaci.”
“Sakura.”
“Sakura?”
“ a lui lei piace
ed è mille volte meglio di me, senza contare che da
quando Uchiha le spezzato il cuore Naruto le è sempre attaccato.
IO
non gli piaccio, a lui piace lei.”
“E a lei piace sasuke !”
“ma che dici Yukari? Non la sai la storia.”
“Si che la so, me l’ ha raccontata lei e ti giuro che sotto mille cumuli di
rabbia, rancore e desiderio di vendetta, lei lo ama ancora e lui per ora si
presenta solo come il suo migliore amico. Non è troppo
tardi.”
“Dici yukari?”
“La socia ha
ragione, HInata i sex pistols ti hanno indicato la via, dai retta a Sid e Jhonny. Quand’è che ti ha guardata? Quando sei uscita dagli
schemi, quando hai fatto una cosa che non è da HInata.”
“Che devo fare? Tingermi
i capelli di verde, Michiyo?”
“no…Ignoralo.
Smetti di ricoprirlo di piccole attenzioni, lascia che sia lui a venire a
cercarti.”
“Dagli retta bambina o lui non si accorgerà di te nemmeno tra
trent’anni, non lo sai, ci si accorge di quanto sia importante una persona solo
quando la stiamo per perdere.”
“La
professoressa TSunade ha ragione!
Naruto si accorgerà di te… o lo farò accorgere
io!”
“YUkari!”
“Si e io sarò con te, hinata!”
“Michiyo!”
La professoressa Tsunade sorrise.
“Hai visto Hyuga? Hai trovato delle amiche non che delle sostenitrici,
ti auguro di metterti con Uzumaki con tutto il
cuore…ma adesso….FUORI DALLA MIA INFERMERIA!!!!”
Le tre ragazze si
alzarono sorridenti.
“Grazie
professoressa Tsunade!
Lei
è la boss of da school!”
“beata gioventù…la
mia povera testa!”
HInata sorrise tornando in classe.
“HInata! Stai bene?”
“Si grazie naruto.”
HInata tornò a sedersi al suo banco, lasciando l’uzumaki interdetto per l’inattesa freddezza di lei.
“RAGAZZIIIII!!!!”
Un uomo si lanciò
all’interno della classe, atterrando sulla cattedra con un salto atletico che
fece cadere un gelo sulla 1°A, forse anche a causa dell’orrendamente attillata
tuta verde.
“RAGAZZI! FIORI DI
GIOVINEZZA! IL VOSTRO GIARDINIERE è ARRIVATO!
IL
PROFESSORE DI EDUCAZIONE GAI MAITO.”
La classe rispose
con un brusio indistinto, ma probabilmente il pensiero comune si poteva
interpretare come”Ma chi è il sadico che ha messo educazione fisica, l’ultima
ora del primo giorno di scuola?”
“VISTO
CHE SIETE PIENI DI GIOVINEZZA, MIEI BOCCIOLI, FARETE
TRENTA GIRI DEL CORTILI, PER VEDERE QUANTO SIETE GIOVANI.”
Syria osservòil nuovo arrivato a
bocca aperta, look assurdo e pretese ancora più assurde, era troppo!
Si alzò in piedi.
“Professor Maito, nessuno di noi ha qui la sacca con il cambio.”
“SEi poco giovane ragazza mia.”
Una vena iniziò a
pulsare minacciosa sulla tempia della giovane Dark.
“Inoltre dopo di
me non avete nessuna lezione, vuoi forse rifiutarti di correre?”
“Si”
“qualcuno si
unisce alla protesta?”
Yukari, Deidara, Itachi e Sasori si alzarono.
“Noi”
“Bene giovani
ribaldi, per punizione sistemerete le mie carte e sapete, sono sei mesi che non
ci metto mano.”
Syria dovette
trattenersi dal picchiarlo, mentre la classe scendeva rassegnata.
“io…IO LO ODIO!”
Syria.
“LUI….è ANTI
ESTETICO! QUELLA TUTA FAREBBE MEGLIO A BRUCIARLA! VEDERLA TI ACCECA!”
Deidara.
“TSK! “
Sasori.
“è UN
ROMPICOGLIONI!”
Itachi.
“ LO SO IO DOVE SE LA Può
METTERELA
GIOVINEZZA, DANNATO DITTATORE PSCICOTICO! LA MIA GIOVINEZZA VUOLE MENARLO!”
YUkari.
Il professor Maito in nemmeno quindici minuti aveva
già raccolto recensioni molto positive e tanti allievi adoranti….
Risposte alle
recensioni:
Beckill: nee-chan! Sasukedi è rimasto stra male, ma forse gli servirà a riflettere…ihihihi!
L’ultima scena era
la ciliegina, aspetta di vedere le conseguenze folli che genererà…..SEX
PISTOLS RULEZ! PUNK IS NOT DEAD!^^
Combatti con la
chimica anche per me, che ero un frana….
Per i prof, tu
calcola che quello che qui è morino aveva sempre le
palle girate e quella che tartassa kanky esiste, ha
fatto così il primo giorno di scuola e io per 2 anni
l’ho riempita di maledizioni, come sia veramente lo mostrerò…
Bebyangeldark: sasuke
migliorerà, è noioso essere sempre stronzi…
Spero continuerai a seguire qst storia!!!
Hilary 91: Sasuke necessita dio qualcuno
che gli dia una lezione e sakura ce la farà…spero
…Grazie!!!!
Alla prossima!!!!
Scusate... ma è pOSSIBILE CHE SU UN MUCCHIO DIPERSONE CHE LEGGANO LA MIA FICCY SOLO POCHI COMMENTINO? NON SIATE TIMIDI. SCRIVETE E NN LIMITATEVI A LEGGERE!
Syria sospirò
sconsolata, maledizioni a parte le carte da riordinare li attendevano in ogni
caso e così si avviò verso la sala professori seguita dagli altri, con
rassegnazione da martire.
“Dio!”
“Si giusto lui ci
può aiutare a sistemare ‘sto casino…”
La scrivania di Maito era ingombra di fogli, formavano pile, colonne,
persino ponti e barricate e minacciavano di invadere anche le altre scrivanie.
Piano piano il
gruppo si mise al lavoro e l’ora di Gai passò e dal cortile si sentì il chiasso
dei beati studenti che potevano tornarsene a casa.
“GAI-SENSEI
è IL MEGLIO! È IL MIO MITO
E IO LO AMO!
VOGLIO ESSERE COME
LUI!!”
Syria si affacciò
alla finestra per vedere chi fosse il pazzo, era Lee Moriyama,
che si sbracciava tentando di attirare l’attenzione di tutti.
“Deidara, vammi a riempire il secchio che le bidelle hanno
lasciato….
Devo
punire qualcuno.”
“Ma…”
“NIENTE MA! TU VA E BASTA!”
Il biondo ubbidì
perplesso e riempì un secchio di plastica blu fino all’orlo e lo passò alla
ragazza, che sorrideva malignamente.
“e mòvedi quanto è il migliore…ti
farò rinsavire, testa calda….muahahahahaha!!”
Syria rovesciò
impietosamente l’acqua addosso a Lee, che in un’attimo si ritrovò fradicio, senza capire come e
perché.
“PERCHè???
CHI HA FATTO QUESTO?”
“Perché persino il
destino era stufo di sentirti blaterare idiozie, vai a
casa Lee…”
Syria sogghignò
alla risposta di NejiHyuga
all’esaltato e, soddisfatta, riprese a lavorare.
“ma perché????”
Narutouzumaki, due
giorni dopo, si avviava verso la scuola con un’aria perplessa, ultimamente
alcune cose non tornavano nella geografia della sua vita, anzi ad essere sinceri solo una, HinataHyuga.
HinataHyuga improvvisamente
e senza ragione gli riservava un ’atteggiamento
freddo, l’aveva offesa in qualche modo?
Non lo sapeva, ma rimaneva il fatto che questo cambiamento l’aveva scosso,
aveva l’impressione che qualcosa di immutabile avesse cambiato forma o che una
montagna si fosse spostata.
HInata era una presenza costante
, ma invisibile, HInata in un certo senso
c’era sempre stata.
[“Ahi che male!”
Il maestro li
aveva portati al campo di atletica e lui era caduto facendo ostacoli,
rimediando una sbucciatura al ginocchio.
“N-Naruto-kun! Quando il sangue
avrà smesso di u-uscire prova a metterti questa.”
Gli aveva porto
una pomata.
“Grazie HInata-chan!”
“P-prego!”]
Costante,
premurosa, gentile, piena di piccole attenzioni.
[“Merda! Ho dimenticato il
pranzo!”
“S-sevuoi io ne ho uno in più.”
“davvero? Grazie Hinata!!”]
Una perla di
ragazza, se ci pensava, che ora aveva preso a
evitarlo.
[“HInata-chan! Posso vedere il tuo riassunto di
giapponese?”
“MI spiace, ma non l’ho finito.]
Sembrava essere
diventata un’altra.
[“HInata-chan! Sto facendo colletta per prendermi un
pacchetto di stizze, hai qualche centesimo da darmi?”
“Sono senza
soldi.”]
Sembrava essere
diventata la versione femminile di SasukeUchiha, ma perché????
“NARUTO UZUMAKI! ASCOLTAMI QUANDO PARLO O TI CHIAMO O TI SACCAGNO DI BOTTE!”
Naruto sobbalzò, dal nulla dietro di lui era
spuntata YukikoNara,
diciassette anni, sua compagna di classe, sorella di Shikamaru
e menager della loro band, gli akatsuki,
composta da lui, shika, Itachi e Kiba.
“Scusa Yukiko-chan!”
“Per te sono Yukiko-san, comunque stammi bene a sentire, sabato avete
una serata a “Il covo.””
“Ma che razza di nome è?”
“Ascoltami
bene…punto primo: lo so che sogni di esibirti in un posto tipo Hardrock caffè o simili, ma se non inizi dal basso non ce la farai mai ad arrivare.
La gavetta è tutto e l’umiltà la qualità più importante.
Secondo: “Il covo”
è un posto dove va mio padre a bere ogni tanto dopo il lavoro e io ho fatto una testa così ai proprietari con il gruppo di
mio fratello che alla fine gli ho scucito una serata.
Indi….Non lamentarti e suonate bene o sarà peggio per voi.”
“Chi sono i
proprietari per dare retta a una pazza come te?”
“Sono Pein e Konan, sono vecchi amici
di mio padre e se tieni alla pelle non chiamarmi svitata.”
“Svalvolata?”
Un pugno in testa
fu la risposta che ricevette, con una sorella del genere e una madre che era la
copia della figlia, capì perché l’amico pensava che le donne fossero tutte una
seccatura.
“NARUTO-KUN!”
Sakura gli era
arrivata alle spalle.
“Perché stamattina
non sei passato a chiamarmi?”
“Bho.”
“Come bho?”
“BHO!”
“Naruto-kun….
Non è che l’atteggiamento di HInata
ti ha colpito e stai tentando di capire perché?
Non
è che forse ti piace?”
“Sakura…Non lo
so.”
“SE
ti piace, datti una mossa, fai tu il primo passo!
Lei è stata fin
troppo paziente con te in tutti questi anni….
Stupiscila, fai tu
un gesto carino per lei, perché fino ad ora è sempre stato il contrario.”
Naruto tacque un momento, forse Sakura non aveva
tutti i torti, però…
Lui era sempre
stato innamorato di sakura, non aveva mai pensato a Hinata come potenziale ragazza, prima di cominciare a farlo
c’era una cosa che doveva sapere.
“Sakura-chan…Dimmi una cosa….Ma io
ti piaccio?”
“Come persona sei fantastico, come amico sei il migliore che si
possa desiderare, sei anche carino, ma Naruto….
Scusami, lo so che
ti suonerà brutale, ma forse è meglio che continuare a illuderti…
Non ti amo, mi
dispiace..”
Il biondo accennò un mezzo sorriso, in altri tempi una confessione simile
l’avrebbe annichilito, ma ora si sentiva sollevato in un certo senso, l’aveva
sempre saputo che sarebbe finita così.
“lo
sapevo.
IO mi fermo dal
tabaccaio, per favore non aspettarmi.”
Sakura annuì e lo
lasciò da solo a fare i conti conla verità che aveva appena assorbito.
“Yukari…non so se ho fatto la cosa giusta….”
“Hinata…a me sembrava colpito il biondino.
Sasukepirla!”
“Dici?
Perché pirla?”
“Dico dico perché è insolitamente silenzioso e ti guarda anche se non te ne accorgi…
Pirla, perché mi ha tagliato il filo della
parallela!”
Yukari stava armeggiando con la sua riga
parallela, impossibilitata a fissarla al banco.
“Merda! Il
professor Umino romperà all’inverosimile…”
“RAGAZZI!!”
NarutoUzumaki aveva
fatto irruzione in classe.
“Sabato suoniamo
al covo!”
“Hai una band Uzumaki?”
“Si!!!
IO,
Shikamaru, Itachi e kiba.”
“ma
dai!
Stra bello!”
“HInata! Ci vieni a vedere?”
“io….io non lo
so!”
“Ti prego!!”
Naruto fece una faccia da cucciolo ferito.
“Non lo so.”
Il biondo sembrava
esserci rimasto male e Hinata lo vide allontanarsi
mogio, sentendosi un’insensibile.
“uffa…io vado a
parlargli.”
Hinata uscì dalla classe in cerca di Naruto, lo vide in fondo al corridoio che guardava dalla
finestra.
“Ehi!”
Si accorse che
stava piangendo.
“Sakura mi ha
detto che non gli piaccio e tu mi eviti, sto cominciando a pensare di avere la
peste o qualcosa del genere.”
Hinata seguì l’istinto e lo abbracciò.
“SE
Sakura ti ha rifiutato, non sa cosa si perde.
Ricordatelo.
E i-io v-volevo
dirti che vengo.
Sabato
ci sarò.”
All’improvviso si
rese conto che stava abbracciando Naruto e si staccò
come fulminata per correre in classe.
Naruto sorrise, sabato starebbe stata una bella
giornata, le urla di yUkari
contro sasuke erano un bel presagio…..
Grazie a
Beck nee-chan
Fire91
Piccola bimba.
Giura che la prossima volta rispondo bene alle
recensioni….
HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere
che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni
e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe
fatto passare un brutto quart
5)THE ROCK SHOW
“MA SEI UN CRETINO
INTEGRALE!”
“Che hai da urlare
immane seccatura?”
“Urlo perché sei
uno scemo fuori dal comune, Uchiha….
SE vuoi fare uno
scherzo non farti sgamare almeno…”
L’arrivo
provvidenziale di HInata interruppe la lite tra Sasuke e Yukari, un HInata che
camminava trenta centimetri sollevata da terra su di una nuvoletta rosa.
“YUkari…Grazie!”
“Prego…ti sei
chiarita con lui?”
“Si….”
“Vi siete
baciati?”
“NO…”
“Vabbè pace, sarà
per la prossima volta!
MIchiyo! Tayuya!
Riunione di
guerra!”
Le due
interpellate si fiondarono all’ultima fila, costringendo Sasuke, disturbato da
tanta attività femminile, ad andarsene.
“Cosa si deve
decidere?”
“L’abbigliamento
di HInata per il concerto di sabato.”
“Ci vai? Allora
deve essere spettacolare!”
Esclamò Michiyo.
“Allora….minigonna
nera a pieghe…”
“Di fisso tayuya!con
tanto di cintura di borchie!”
”Ma io non ho
vestiti”strani” e mio padre non mi lascerà uscire di casa conciata tipo punk o
anche solo tipo Avril Lavigne!”
“Tesoro…tu sabato
sei ospite a casa mia e secondo le cose te le si presta, ora bisogna solo pianificare
come vestirti.”
“Grazie!”
Hinata arrossì.
“Poi io direi di
fare così, sotto le calze fucsia e sopra delle calze nere bucate, così vengono
tipo pois, scaldamuscoli neri, anfibi, e maglia nera.”
“Che stile! Ma io
direi di mettere una maglia dei rancid, la tua quella rossa a scritte nere,
Yukari.”
“’k…allora le
calze le mattiamo rosse….”
Il gruppetto,
soddisfatto, passò a decidere chi avrebbe prestato cosa, generando un' atmosfera
da cospirazione.
“dio…Sembrano il
plotone di Keroro….”
Kankuro era impressionato.
“Ma dai…non
esagerare!”
“KIba….sei proprio
un’idiota!”
Shikamaru si
stravaccò sul banco di Inuzuka.
“Quando le donne
fanno così significa solo una cosa…che qualcuno sta per essere preso all’amo.”
“TAYUYA!!!MA CI
SEI O TI SEI PERSA PER LE SCALE DI CASA TUA?
MADDò SARESTI
CAPACE DI ARRIVARE IN RITARDO PURE IL GIORNO DEL TUO FUNERALE!”
Yukari strepitava
sotto casa di Yukari in compagnia di Syria e HInata, erano le 22:00 e il trio
avrebbe dovuto essere a “il covo” mezz’ora prima per incontrarsi con Asami e
Michiyo.
“Arrivo!!”
Una trafelata
Tayuya scese di corsa dalle scale, inciampando e finendo lunga distesa davanti
alle due.
“Ma sei un
devasto…”
Yukari e Syria
l’aiutarono a rialzarsi, per iniziare a correre verso la fermata della
metropolitana, riuscirono a prendere la corsa per un soffio e a fiondarsi
all’interno del locale.
“RAGA, MA DOVE
ERAVATE???”
MIchiyo e Asami si
avvicinarono preoccupate.
“vabbè non
importa…abbiamo preso un tavolo.”
Le tre si
sedettero, erano scarmigliate e senza fiato.
“Tayuya era in
ritardo come al solito.”
MIchiyo ridacchiò.
“Scialle…tra poco
arrivano le birre e poi inizierà il concerto.”
MIchiyo fece un
ampio sorriso sornione, sembrava nascondere qualcosa….
[ “Ehi!!Sakiyuorai!!”
“Oss uzumaki-kun!”
“Ma secondo te…se
io dedicassi una canzone a HInata-chan mi sputerebbe in un’occhio?”
“Testaquadra!
Certo che no!
Che volevi
dedicarle?”]
Hinata avrebbe
avuto una bella sorpresa a fine serata…
“Eccoli!”
L’urlo di HInata
le fece sobbalzare, i quattro erano saliti sul palco e la folla sembrava già
agitata ancora prima che il concerto cominciasse.
“andiamo!”
Si alzarono tutte
tranne Yukari.
“Non poghi
yukari?”
“Non mi piace
molto.
Ho paura di
prendermi qualche gomitata o sberla o dio solo sa cosa.”
Michiyo e Tayuya
si scambiarono un’occhiata d’intesa, presero Yukari ognuna per un gomito, la
sollevarono e la trascinarono sotto il palco.
“RAGAAAA
NOOOOO!!!”
Sakura stava
pogando sotto il palco, adorava la musica del gruppo di Naruto, erano molto
bravi e riuscivano a farle piacere il punk pur non amandolo lei
particolarmente.
Era una valvola di
sfogo, un momento in cui poteva buttare fuori tutta la rabbia e la
frustrazione.
[Perché anche se
tentava di negarlo con tutta se stessa lei amava ancora Sasuke.]
Muoversi,
spintonare il tuo vicino, allungargli qualche gomitata erano un toccasana per
lei.
[Tutto le era
andato storto dopo Sasuke.
Gaara l’aveva
piantata anche lui, bastardo!]
“ahia!”
La sua voce
l’avrebbe riconosciuta ovunque…Sasuke Uchiha!
Stava per chiedere
scusa, ma sapendo che era lui si dispiacque di non avergli assestato un colpo
più forte.
“Uchiha…”
“Haruno?!”
“Sorpreso?”
“Che ci fai qui?”
“Sai…Naruto è
ancora il mio migliore amico, tu piuttosto, che ci fai qui?
Non sono troppo
vivaci per te, principe dei ghiaccioli?”
“Perché fai così?”
“Così come?
Perché sono
fredda?
Perché non ti
saluto?
Prova a pensare a
come ti sei sempre comportato con me, a come mi hai lasciato e come sei stato
caloroso tu dopo un’anno in cui non mi vedevi.”
“IO…”
“Tu cosa?”
“io…scusa!”
SAsuke si
allontanò, lasciandola perplessa, ma consapevole di aver assistito ad un
piccolo miracolo.
Il concerto stava
per finire, yukari aveva le ossa a pezzi, sentiva dolore in punti che non
immaginava potessero farle così male, Michiyo però sogghignava.
“Vedrai il gran finale…”
Naruto, cosa
insolita non essendo la voce del gruppo, prese il posto di Itachi, mentre il
gruppo iniziava a eseguire le prime note di” Who would've thought” dei rancid.
“Vorrei dedicare questa
canzone a Hinata …
Lo
so che ci sei sempre stata, ero io il cretino che non se ne accorgeva.
Sei
una grande amica”
HInata
spalancò gli occhi e si attaccò a Yukari per non svenire.
Naruto si era
accorto di lei, la considerava almeno un amica.
YUkari, Michiyo,
Syria, Tayuya e Sakura desideravano solo prenderlo a sberle, ma come., dedicava
una canzone ad una ragazza per dirle che era solo un’amica?
Ma era scemo o
cosa?
Shikamaru nara
pensava da tempo immemore che le donne fossero una seccatura, non capiva perché
Naruto avesse fatto tutta quella manfrina per Hinata,
Lui non si era mai
innamorato.
“EHI! Bel
concerto!”
Sobbalzò non si
aspettava di trovare nel camerino Temari Sabaku.
“Quando vuoi sai
impegnarti…”
Non riuscì a
pensare una risposta adeguata e nemmeno sensata, la ragazza gli si era
praticamente buttata addosso e lo stava baciando con foga e lui, sorpresa,
rispondeva a quel bacio.
YUkiko Nara era
soddisfatta, la “sua” band si era esibita alla grande, una volta tanto poteva
pure fare un complimento a quello sfaticato di suo fratello…..
Aprì la porta
piano, solo uno spiraglio e desiderò non averlo mai fatto, Temari stava
praticamente spogliando suo fratello.
Si allontanò,
imprecando mentalmente contro so fratello e soprattutto contro Temari, la sua
migliore amica che aveva il vizio di provarci con tutti.
“YUkiko! Tutto
bene?”
Sasori le stava
davanti.,
“Si”
“Vieni con noi a
mangiarci degli spiedini di pollo e a berci una birra?”
“Ok, chi c’è?”
“la band, deidara,
kankuro, hinata e le sue amiche.
Cercavo tuo
fratello, ma non lo trovo…”
“Lascia perdere, è
impegnato…
Andiamo!”
YUkiko spintonò
Sasori verso il palco e poi verso il gruppetto.
“YUkiko-chan!
Muoviti che voglio il ramen!”
“Zitto testa
quadra!
HYUga come fai a
sopportalo?”
Hinata borbottò
qualcosa e si avviò a passo di marcia verso la porta, in questo modo le altre
ragazze poterono colpire Naruto a turno con un pugno in testa per punirlo della
sua idiozia.
Risposte alle
recensioni
Giuro che non
diventerà una shika-tema, alla fine sarà probabilmente shika-ino.
Fire91: GraziE!
Spero di averti
soddisfatta, c’è un accenno sasu-saku….Sasuke che si scusa è quasi un miracolo.
Spero continuerai
a seguirmi…
Grazie e alla
prossima!!!!
Beckill: Nee-chan!
Non parliamo di capodanno! Abolirò qst festa!
Certo che troviamo
un abbigliamento a HInata, deve colpire naruto!
Maddò che parto
che è venuto ‘sto cappY, grazie per avermi sopportato!
Alla Prossima!
Tu e tayuya potreste
stringervi la mano, sorelle nell’essere ritardatarie!!!ahahahahhah!!!!
Hilary 91: Grazie!
sono contenta che ti piaccia!
Non pensi a
pubblicarla la nostra ficcy per msn?
Ciao ciao!
Alla prossima
Giuly-chan:
inserirò Gaara, prima o poi…quando sarà meno incasinato il tutto ci sarà anche
lui…è dura gestiretroppi casini…
Capitolo 6 *** 6)STAY AWAY FROM HIM! YUKIKO AGAINST TEMARI ***
HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere
che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni
e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe
fatto passare un brutto quart
6)STAY AWAY FROM HIM! YUKIKO AGAINST TEMARI
“RAGAZZI!!!!!VOGLIO
IL RAMEN!!!”
Chiunque conosceva
almeno un po’ Naruto Uzumaki non dubitava che avrebbe chiesto quello alla
cameriera del chioschetto nel quale si erano fermati.
“Il mio cuore
duole e anche la mia testa…
Delle gentili
donzelle mi hanno colpito alla testa!”
Sakura lo afferrò
e cominciò a scuoterlo con veemenza.
“Non parlare come
LEE!!!
E comunque te lo
sei meritato!”
“Sakura!!
Mollalo o ci
rimane!”
Syria osservava
preoccupata la testa del biondo oscillare avanti e indietro, sentiva già il
crack sinistro che preannunciava il collo spezzato.
“Sei fortunato
Naruto!”
Naruto si
accoccolò sullo sgabello del locale, non ancora certo di sapere come si
chiamasse, ne perché fosse lì.
“Cosa ordini?”
Itachi si avvicinò
a Yukari.
“Perché?”
“Offro io!”
“Ma dai…non posso
accettare…cioè …insomma…”
Yukari stava
diventando di mille colori e non sapeva più cosa dire.
“Dango?”
“Spiedini se
possibile e una birra…”
“OK!”
Itachi ordinò.
“Ehi Yukari,
perché ti sei messa in mezzo?
Voglio dire perché
ci tieni al fatto che Naruto e HInata si mettano insieme?”
“Non lo so…
Sinceramente io
non credo che sia una risposta o una ragione per tutto, razionale almeno, a
volte fai delle cose solo per seguire l’istinto, perché sai che sono giuste,
O forse lo faccio
perché se spargo un po’ di amore nel mondo, forse un po’ ne ritornerà a me.”
“Forse è
così...chissà…”
“La cosa ti dà
fastidio?”
“No…solamente non
capivo perché…”
“Ora lo sai…”
“Come ti è
sembrato il concerto?”
“Siete stati
fantastici!”
Nell’enfasi fece
un movimento brusco che le costò un gemito di dolore.
“Che c’è?
Volevi dire che in
realtà facciamo schifo?”
Itachi era
divertito.
“Cretino!
Semplicemente
Michiyo e tayuya mi hanno buttato nel pogo e sto insieme a scotch!”
Il rumore come di
una caffettiera interruppe le conversazioni di tutti, che stava succedendo?
“KANKURO! CRETINO!
PIANTALA CON QUESTA IMITAZIONE DELLA CAFFETIERA! SEI PATETICO!!”
“Ma yukiko!”
Itachi e Yukari
scoppiarono a ridere.
Kakuro sospirò
depresso e si accasciò sul tavolo.
Perché non lo
considerava mianessuno?
Perché tutti si
accorgevano solo di Temari o di Gaara?
A volte si sentiva
invisibile…
“Ehi!”
“Eh?”
La sua compagna di
banco, MIchiyo, una tipa dai capelli viola un tantino pazzerella, lo guardava
sorridendo….
Certo che aveva un
bel sorriso…
“Non buttarti giù!”
“Nessuno mi
considera.
Fa così schifo
fare la caffettiera?”
“Lo guardavi il
cartone di “Scuola di polizia?””
“Si, perché?”
“hai presente
Jones?
Quello che faceva
tutti i rumori, lui era un figo e faceva le stesse cose che fai tu, perché non
provi a sfruttare questo tuo talento?”
“….Hai ragione!
Grazie
Michiyo-chan!
Ero depresso ma tu
mi sollevato!”
“Prego!
Si sorrisero.
Era veramente
carina la ragazza!
“Yukiko… tu hai
qualcosa che non va.”
La ragazza guardò
stupita Sasori.
“No, sto bene.”
“Non è vero.
Cos’è successo?”
Yukiko guardò la
birra nel boccale e gli spiedini che fumavano.
“Lo vuoi proprio
sapere?
Ho beccato Temari
che saltava addosso a mio fratello!
So come è fatta
lei, lei gioca con i ragazzi e so anche com’è fatto mio fratello.
Sembra che non
gliene freghi nulla, dice sempre che odia le ragazze, ma se Temari lo trattasse
come fa con tutti i suoi tipi, non so come reagirebbe.”
“Yukiko….”
“Cosa?
Pensi che si asolo
gelosa?
IO sarei
contentissima di vedere mio fratello con una ragazza, ma non con Tema, non perché
è mia amica, ma perché la conosco, finirebbe male per tutti.”
“YUkiko….Se le
vuoi parlare non esagerare, ti conosco, quando ti senti punta sul vivo da
qualcosa finisce che esageri.”
Yukiko addentò uno
spiedino irritata, Sasori aveva ragione , ma non capiva la situazione, non la
capiva per niente!
Il giorno dopo
Yukiko si alzò con un gran mal di testa, la sera prima aveva esagerato con le
birre.
Si trascinò in
bagno per ridarsi un’ aspetto decente e nel corridoio incontrò suo fratello,
sotto la solita aria annoiata si percepiva che era raggiante.
Sospirò…sarebbe
finita male, Temari riduceva sempre come stracci i suoi ex, prima di allora non
gliene era mai importato nulla, ma prima di allora suo fratello non era mai
statocoinvolto, c’era come un tacito
accordo: ognuna doveva stare lontana dai fratelli dell’altra.
“Cazzo Tema-chan, perché
mi costringi afare la rompi?
lo sai che lo odio.”
Dopo essersi
lavata e aver fatto colazione, si avviò verso la scuola.
“Ciao Yukiko!”
Temari arrivò ,sorridente,
alle sue spalle.
“Ciao Tema.”
“Che c’è?
hai una faccia!”
“Dimmelo un po’ tu…”
“IO?”
“Senti, non mi
piace ciò che sto per fare, ma devo.
Ti ho vista con
Shikamaru ieri sera.”
“Ah.”
“A essere sinceri
la cosa non mi ha fatto piacere.”
“Perché è tuo fratello?
YUkiko pensi che
io sia una stronza,anzi, cosa pensi?”
“Penso che hai
sempre giocato con troppa leggerezza con i ragazzi che hai avuto, ma so anche
che nemmeno io sono la persona più adatta a farti la predica, ho fatto anch’io
le mie cazzate.
Solo…
Stavolta c’è mio
fratello di mezzo e io gli voglio bene, mi capisci?
Non voglio vederlo
ridotto a uno straccio."
“Sei ingiusta!
Yuki-chan stai esagerando.
IO a lui ci tengo.”
“Lo spero Tema, lo
spero, perché non vorrei arrivare a scegliere da che parte schierarmi, perché sceglierei
lui.
Non ti dico di non
stare con lui, non voglio essere stronza, sei una mia amica, credo in te e
spero che questa volta sarà diverso, sappi solo che se lui dovesse stare per
te, non ti perdonerei mai.
Ora scusa, ma devo
andare.”
“YUKIKO!”
Yukiko aveva le
lacrime agli occhi, non voleva fermarsi, non voleva sentire, era una vigliacca.
La regina dei
codardi, che accusa senza permettere una risposta, ma non ce la faceva.
Sentiva che stava
dando l’addio alla sua migliore amica e ciò le faceva male.
“Perché tema, perché?
Perché proprio
lui?”
Temari rimase
pietrificata.
Non riusciva a
credere che tesse succedendo davvero, eppure una parte di lei lo sapeva fin
dalla sera prima quando aveva baciato Shika che sarebbe finita così.
“YUkiko aspetta!”
[Hai rotto un
patto Temari.]
^io ci tengo a
lui!^
Cominciò a correre
vero la migliore amica, ma qualcuno si mise davanti a lei e finì per sbatterci
contro.
“Shika?”
“Già,
Ho visto mia sorella
scappare come una furia.
Cosa è successo?”
“Niente.”
Invece era
successo tutto, anche tra le braccia del suo ragazzo sentiva un senso di perdita.
Qualcosa era
arrivato al termine, un periodo della sua vita, ma non sapeva se quello nuovo
sarebbe stato bello.
Sentiva un
presagio fottutamente negativo.
Le cose non vanno
mai come si sperano, piccola Temari…
Risposte alle
recensioni.
Beckill: Nee-chan!
Ho pubblicato a sorpresa, la mia cena di classe è saltata! Dannata neve!
Che il pogo sia un’arte
me lo ricorderò al prossimo concerto^^!
Spero che qst ti
piaccia! Hinata è una santa, io probabilmente avrei sclerato contro naruto, ma si
può essere più scemi?
Alla prossima! E divertiti!
Ciaoooo!!!!
Fire 91: ci
penserò, serve un cappy di spiegazione…in quanto a Naruto l’avrei preso a
ceffoni anch’io…idiota!
Alla prossima! Ciaoooo
Jaheira: socia! Che
bello vederti! Spero tu stia meglio!
Mi mancanole riunioni, pure a me…
Dove sono tutte?
Non ho capito il
commy su sasuke…vabbuò me lo spiegherai via msn la prossima voglia che ci
becchiamo.
I miss AkatsukinE!
Sai che il mio
nuovo cactus si chiama Akatsuki? XD
Suscystar: abbi
fede arriveranno, deve esserci spazio un po’ per tutti o i personaggi mi
linciano perché si stufano a fare da contorno agli altri!XD
Alla prossima!!!
Piccola-bimba:
Grazie! Sono onorata!
Le shika-tema nn
mi dicono molto, non è che le odio, tipo le naru-saku che mi fanno venire il
nervoso solo a pensarci, ma shika nn so perché lo preferisco con ino….
HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere
che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni
e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe
fatto passare un brutto quart
7)BAD DAY
Ino Yamanaka era
sempre stata una ragazza felice, sempre allegra, non aveva mai avuti problemi
seri, non aveva mai davvero sofferto.
Forse solo un paio
di anni prima quando Sakura, la sua Sakura, l’amica sempre pronta a darle
ragione, all’improvviso per uno stupido ragazzo l’aveva mandata al diavolo.
[“Ti piace sasuke,
vero INo?
Allora d’ora in
poi saremo rivali.”]
Ora però era
tornato tutto normale, Ino amava la normalità.
[“Ino, Sasuke è
solo uno stronzo.
Perché i ragazzi
fanno così?”
“Non lo so…
Lo chiedi a me,
sono una ragazza anch’io.”
“Ino…ti voglio
bene.”
“Anch’io…Torna mia
amica, ti prego.”
“SI.”
Un abbraccio e il
sorriso le era tornato.]
Ino sorrideva
felice, mentre si dirigeva verso la porta del bagno,ignara di ciò avrebbe
visto, ignara che l’equilibrio che lei tanto amava si sarebbe infranto.
Un gesto, un solo
piccolo gesto come aprire una porta, sarebbe stato distruttivo.
[Non aprire quella
porta.
Questo le gridava
ogni fibra di sé, ma lei non era abituata ad ascoltare i presagi e l’irrazionale.]
Mise la mano sulla
maniglia, cercando di tenere a bada l’agitazione.
Shikamaru era in
quel bagno.
Avvinghiato a
Temari, alla ragazza che lei odiava, a quella che era la sua ragazza.
In un attimo capì
cos’era la sofferenza.
In un’attimo desiderò
di morire, pur di non vedere quello che stava vedendo.
In un’attimo
perché aveva sofferto più per Sakura che per Sasuke, lei non lo amava.
Lei aveva sempre
amato qualcun altro, peccato averlo capito così tardi.
“Yidashi, come te
la cavi in matematica?”
“Male, indi non
rompere.”
“Tsk! Lo sapevo
che eri inutile.”
“Simpatia portami
via..Se sei così perfetto perché chiedi il mio aiuto?”
“taci donna!”
“Fanculo SAsuke,
hai rotto!”
“YUkari, ti lascio
una settimana e tu litighi già con i tuoi compagni di classe!”
“Megumi!”
Una ragazza dai
lunghi capelli neri, sorrideva accanto a Sasuke.
Megumi mimichi
aveva frequentato la stessa scuola di YUkari e anche se non erano mai state in
classe insieme erano amiche.
“Meg, bentornata!
Stai meglio?”
“Ora si”
“Era meglio se
fossi rimasta a casa, te l’avevo detto che oggi c’era la prova d’ingresso di
mate, vero?”
“Si, ma tanto me
la posso cavare.”
“Sono contenta che
tu sia tornata!”
“Anch’io! Mi devi
raccontare di sabato.”
Le due ragazze si
allontanarono lasciando sasuke irritato, sempre e solo ragazze in quella
classe!
All’improvviso una
furia quasi lo fece cadere dalla sedia, Yamanaka si era praticamente lanciata
sul banco accanto al suo, in lacrime.
Ma che stava
succedendo a tutti?
Nara che faceva il
fidanzatino con la sempai SAbaku, la sorella di Nara che aveva una faccia da
far paura, occhiaie e aria distrutta e ora la Yamanaka.
Sembrava che tutti
avessero deciso di uscire di testa, proprio quando lui aveva un disperato
bisogno di trovare qualcuno che gli facesse copiare la verifica di matematica,
chiederlo a Sakura era fuori discussione.
Megumi si ritrovò
seduta accanto ad un ragazza dai capelli rossi, Gaara Sabaku e uno taciturno
che indossava degli occhialetti neri, Shino aburame, ma prima che potesse loro
anche solo ciao, il professore era entrato in classe.
Era un ragazzo,
non sembrava tanto più vecchio di loro, con gli occhialini e i capelli stranamente
grigi, però emanava anche un’aura di minaccia, era uno con cui non bisognava
scherzare.
“ragazzi, ecco la
verifica.
Vi avviso, non
tollero che si copi, quindi non provateci nemmeno.”
Cominciò a
distribuire i fogli e in meno di cinque minuti il silenzio fu assoluto e totale,
si sentiva solo il rumore delle penne che scorrevano sul foglio.
“Ehi tu! “
Megumi osservò
stranita il rosso, cosa voleva?
il suo compito era quasi finito!
“Cosa vuoi?”
“Mimichi!
Sabaku!
Datemi il compito!
Siete in
punizione!,
Oggi pulirete voi
la classe!”
Megumi consegnò umiliata
il compito e scoccò un occhiata irritata al suo impassibile compagno di banco,
pretendeva una spiegazione da lui!
“Ehi meg!
Che è successo? Vuoi
che mi fermi a darti una mano?”
“No scialla,
Yukari.
Devo chiarire un
paio di cose con il mio amato compagno di banco.”
“Tipo?”
“Tipo…perché mi ha
chiesto una mano quando il suo foglio era già quasi tutto completato?
Perché mi ha messo
nella merda?”
“Ok…mi spiace, ci
vediamo!
Ciao!”
“Ciao!!!”
Megumi osservò l’amica
andarsene, era ora di mettersi al lavoro!
“HInata! Vieni a
mangiare il ramen con me?”
“S-si, naruto!”
Sospirò, le
sarebbe piaciuto avere un ragazzo come quel biondino, invece era condannata a
passare il pomeriggio con in tipo che gli stava antipatico nonostante l’avesse
appena conosciuto.
“Sabaku!”
“Che c’è?”
“Perché mi hai
chiesto aiuto?
La tua verifica
era a posto!”
“Perché c’era
qualcosa che non mi quadrava.”
“Debole come
motivazione…”
“Non sono affari
tuoi!”
Megumi afferro lo
straccio e cominciò a strofinare con energia il banco, immaginandosi che fosse
Gaara e che lei lo stesse cancellando dalla faccia della terra.
Gaara osservò
freddamente la ragazza lavare energicamente il banco.
Era carina, ma lui
non poteva avere ragazze, anzi non voleva.
[“Sakura…tu non
miami…
Sii sincera”
“IO…mi dispiace.”
I suoi splendidi
occhi verdi si erano abbassati, aveva fatto in tempo a vederci l’ombra di
sasuke Uchiha.]
Sakura era solo l’ultimo
di una serie di fallimenti.
Nessuno l’aveva
mai amato.
[“TI odio Gaara! Per
colpa tua la mamma è morta!
È morta per
partorirti! Sarebbe meglio se non fossi mai nato!”
Kankuro a sette anni
e non era solo lo sfogo di un bambino, ma ciò che pensavano tutti.]
Se tutti l’avevano
odiato, se persino Sakura gli aveva dimostrato che l’amore non esisteva, allora
avrebbe odiato, avrebbe fatto solo soffrire la gente, sia con piccoli dispetti,
sia con cattiverie più serie.
Fino ad oggi ciò l‘aveva
fatto stare meglio, eppure con quella
ragazza era stato diverso.
SE era riuscito ad
odiare i suoi fratelli, perché con quella ragazza non ci riusciva?
Perché si sentiva
in colpa?
Irritato anche lui
adesso, cominciò a pulire il pavimento.
Gli pesava quel
silenzio.
Come poteva
romperlo?
Come?
[Lo sai gaara come…]
“Mimichi….Scusa.
ok?”
“Ok…ma prima o poi
voglio sapere perché l’hai fatto.”
“Una cosaalla volta.
Ritieniti
fortunata che io mi sia scusato, non sono in molti a ricevere le mie scuse.”
“Onorata, Sabaku…”
Gaara sogghignò, divertente
la ragazza..
Forse l’anno
scolastico non sarebbe stato il mortorio che si aspettava.
Risposte alle
recensioni.
Sono un tantinino
stanca scusate se nn rispondo all erecensioni.
Grazie a
Beckill: nee chan spero t piaccia!
Suscystar:graziE! e abbi fede!
Piccola-bimba: se
cerchi i paring che mi hai detto, mi spiace ma rimarrai delusa. Ita-saku è
anche ok, ma sasu-hina va contro i miei principi Naru-hina.
Scusa la
franchezza, ma sino troppo stanca per essere diplomatica, spero di risentirti
cmq!
HInata Hyuga non credeva al destino, era troppo sfiduciata per credere
che esistesse un grande manipolatore occulto dietro ai dolori, le frustrazioni
e i pesci in faccia che la vita le aveva riservato, altrimenti gli avrebbe
fatto passare un brutto quart
7)BHo
Megumi riprese a
pulire con energia, quel ragazzo era troppo strafottente per i suoi gusti, chi
credeva di essere?
[“Ritieniti fortunata che io mi sia scusato,
non sono in molti a ricevere le mie scuse.”]
^Pallone gonfiato!
E una risposta non me l’ha ancora data, se
voleva essere stronzo, doveva esserlo fino in fondo e ammetterlo…che nervi!^
La classe fu
pulita in breve tempo, considerato l’energia che ci mise Meg, sotto lo sguardo
divertito del rosso.
“Guarda che si
consuma!”
“Cosa?”
“il banco.”
“SE tu non lavori,
qualcuno lo deve fare al tuo posto e adesso piantala
di starmi a guardare come uno scemo!
O
lavori o te ne vai.”
“ La classe è
pulita grazie alla tua energia, mimichi.”
Megumi si guardò
in giro, aveva ragione, così raccolse le sue cose.
“Ok andiamo….”
Il rosso la segui
lungo il corridoio e sulla porta dell’atrio la fece voltare, in modo da poterla
guardare negli occhi, Megumi si accorse che sotto quintali di matita nera gli
occhi di Gaara erano cristallini, meravigliosamente chiari, affascinanti.
“sai perché ti ho chiamata durante la verifica?
Perché volevo che
Yakushi ti ritirasse il compito!”
Megumi spalancò
gli occhi, senza pensarci fece scattare la borsa piena di libri verso la pancia
del rosso.
“Stronzo!”
Un sibilo e poi,
furente , attraversò di corsa il cortile, non
curandosi del ragazzo che si era accasciato a terra.
Solo un suono la
riscosse dai suoi pensieri, la melodia che proveniva dalla sua borsa, il
cellulare stava squillando!
Cominciò a
cercarlo con gesti frenetici, nervosi, per poi trovarlo in fondo alla borsa e
poi rispondere.
“Pronto!”
“Ciao
meg!
Sono
Yukari, tutto bene?”
“Si, scusa, , ma il cellulare si era ficcato in fondo alla
borsa!”
“ok!
Senti stase c’è
una festa al tempo Hikawa, con le bancarelle, i dolci. Etc…
Noi pensavamo di
andarci, io e gli altri della classe cioè, ti va di venire?”
“si , ok.
Bell’idea!”
“Ti vengo a
chiamare alle 21:00, ok?”
“Ok! Ci vediamo!”
Una festa era
l’ideale per distrarsi, sperando che lui non venisse.
“Nee-chan?
Meg-chan viene?”
“Ha detto di si, ma sembrava incazzata.”
“Avrà litigato con
il piccolo sabaku.”
“probabile.”
Il tempio Hikawa
era una piccola costruzione, solitamente non veniva
notata, il ritmo della grande città era troppo frenetico per curarsi di un
tempio insignificante come quello.
Le cose cambiavano
drasticamente durante le feste, la gente si rianimava, si ricordava della sua
esistenza, era strano, come la festa desse significato a quel posto.
“MIchiyo! Siamo arrivati!”
La viola si volto
verso il gruppetto, Naruto era in testa, HInata un
passo dietro di lui, era già qualcosa.
“Ciao! Compagna di
banco!”
“Ciao compagno!”
MIchiyo per la
prima volta in vita sua era disagio, quel ragazzo la rendeva più taciturna del
solito, da quando gli aveva parlato in quel chiosco .
“ Come mai sei
così silenziosa?”
“bho!”
Consapevole di
avere appena fatto una figuraccia, riprese a guardare Kiba e naruto sfidarsi al
tiro a segno, le sarebbe piaciuto vincere il pupazzo
di Tamama, se solo non avesse avuto una mira così pessima….
Kankuro guardò di
sottecchi la sua compagna di banco, era carina in chimono, peccato che non
spiccicasse parola e ciò era strano, Michiyo era una di quelle
ragazza che parlava sempre e non stava mai zitta.
Seguiva con
interesse Uzumaki e Inuzuka che giocavano a tiro a segno, in particolare
sembrava le interessasse un pupazzo che rappresentava una rana blu.
Senza pensarci si
fece dare un fucile dall’ambulante e si mise vicino ai due compagni di classe.
“Ehi Kankuro! Ma tu sei una schiappa!”
“Zitto moccioso!”
Ostentando una
sicurezza che non provava imbracciò l’arma e fece
fuoco
^ fa che faccia centro!^
Incredibile.
Ciò che era
successo era incredibile, aveva davvero vinto quel peluches!
Sorridendo come un
ebete, accettò il regalo, i complimenti dell’ambulante ele occhiatacce di Naruto e Kiba.
Era come in un
sogno, in trance, allungò il peluches a Michiyo che sgranò gli occhi.
“Ma perché?”
“Perché stasera mi
sembri triste, spero ti tiri su”
Maledicendosi si
scoprì ad arrossire e vide che anche lei arrossiva.
“non posso
accettarlo”
Non seppe mai dove gli venne l’idea, con la mano che teneva
nell’apertura del chimono imitò la forma di una pistola e con la voce imitò il
suono, come Jones facendo spaventare Michiyo.
“Ehi..Kankuro…”
Ridacchiando le
mostrò la mano.
“Scemo! MI ha i spaventata!”
Poi scoppiò a
ridere.
“Però ci somigli a Jones…”
Kankuro sorrise.
Il momento clou di
ogni festa erano i fuochi di artificio, tutti li aspettavano, almeno Hinata li
aveva sempre aspettati con gioia.
Un ampio sorriso le si disegnò in faccia allo scoppiare del primo fuoco, una
cascata di pioggia rossa che la lasciò estasiata e la fece tornare bambina,
alla bambina che solo durante le feste aveva la percezione di avere davvero una
famiglia.
Si voltò verso
Naruto, voleva condividere con lui la sua gioia, ,ma
si bloccò, gli occhi azzurri del ragazzo, alzati verso il cielo, erano come
lucidi di lacrime.
“N-naruto?”
Il ragazzo la
guardò.
“Non ti piacciono
i fuochi?”
“No…è che mi
ricordano delle …brutte cose.”
HInata sgranò gli
occhi e gli prese una mano.
“Quando sono morti
i miei genitori…Quando me l’hanno detto…io
Ero con Iruka, un
cugino di mia madre, quello che si occupa di me adesso, lui mi aveva portato a una
festa tipo questa e c’erano i fuochi.
Mi piacevano
tanto, mi ricordo questo, poi vedo Iruka che risponde al telefono e….che si mette a piangere.
Io non capivo, poi
mi lui mi ha guardato e me l’ ha detto e anch’io scoppiai a piangere… da allora ogni
volta che vedo un fuoco d’artificio mi viene in mente questo…”
Hinata lo
abbracciò, era scioccata,non credeva di risvegliare
ricordi così brutti….
“Naruto….mi
dispiace io…”
“Tu
non lo potevi sapere, no?
Mi tieni abbracciato?”
“Certo!”
Sentì il ragazzo
che si rilassava e gli accarezzò i capelli piano, come a consolarlo.
Nel cielo i fuochi
sbocciavano indifferenti.
Piccola bimba
suscystar
j: socia! Sono felice per te! Ma sono in
crisi, vorrei sbattere la testa al muro,quando torni
ti racconto, sappi solo che la portata della notizia che mi manda fuori di
testa, ha fatto mandare fuori di testa pure la vale….già….riguarda ska….gesù….
grazie per commentare…
Sono in crisi, non
so come chiamarlo, ho un vuoto mentale…
Capitolo 9 *** 9)DON'T ACT LIKE A FOOL WITH ME! ***
9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME
9)DON’T ACT LIKE A FOOL
WITH ME
“Che carini….”
Yukari osservò soddisfatta HInata e Naruto, non che
fosse felice di vedere il biondo depresso, non aveva idea del perché, di solito
i fuochi procurano gioia, ma perché finalmente era ad HInata
che si era appoggiato e non a Sakura.
Stava per chiamare
michiyo, quando qualcuno l’abbraccio da dietro.
Chi cavolo era?
“Tranquilla Yidashi, sono io.”
^I-itachi?^
“soddisfatta?
i due fanno i
piccioncini.”
“Ehm si.”
Yukari stava diventando di mille colori, perché
la stava abbracciando, come se fosse la sua ragazza?
“Ti metto a
disagio?”
Cogliendo una nota
beffarda nella voce di lui , si finse più spavalda di
quanto non lo fosse in realtà.
“No
no….
Ma tu non sei
contento di vedere il tuo amico con una ragazza?”
“Si…anche
se so che per Naruto i fuochi d’artificio non sono
connessi a dei bei ricordi…
Comunque, tra
qualche giorno è il compleanno di Nara non avresti
qualche dritta?”
“Yukiko?”
“No, shikamaru.”
“Lui ama gli
scacchi, vero?”
“Si.”
“Ho
visto in un negozio degli scacchi con i personaggi della Warner bros, tipo Taz, Bugs Bunny,
potresti prenderglieli.
È un idea carina o una cazzata?”
“Accettabile…
Mi
accompagni a prenderli?”
“Ci stai provando ItachiUchiha?”
“Forse…non sembra
che la cosa ti dispiaccia.” Yukari ci vide rosso, chi credeva che fosse?
Una di quelle
ragazze a cui bastano due moine per farle cadere ai
piedi di qualcuno?
Con uno scatto si
divincolò dalla presa.
“Ascoltami
Uchiha, sei simpatico sei non fai il coglione, ora lo
stai facendo e a me questa cosa non piace.
Non sono di quelle
ragazze a cui basta fare due carezze e fanno tutto
quello che vuoi, per l’accompagnarti…ci penserò.”
Lo vide
sogghignare e si allontanò furiosa, odiava i cretini, anche se erano
terribilmente affascinanti.
Il rumore della
festa si allontanava sempre più, la strada era deserta, forse non era stata una
buona idea fare quella scena madre e allontanarsi da sola….
“Yidashi!”
Sobbalzò.
Chi diavolo la chiamava?
Un altro Uchiha, il minore per la precisione.
“Ti ho spaventata?”
“Noooo….chi non si spaventerebbe
nel sentirsi chiamare in una strada deserta.”
“Tsk!”
“Che vuoi?”
“Ti ho vista con mio fratello…
Volevo avvertirti,
quando gli ho detto che cambiava una tipa al giorno
non scherzavo, stai attenta a lui.”
“Che
cavaliere…Perché mi avverti?”
“Tsk, perché vuoi sempre sapere i perché?
Mi andava di
farlo, non sei una di quelle oche che mi sbavano sempre dietro, anzi mi insulti sempre, per questo mi stai più simpatica delle
altre e ti ho voluta avvertire, però tu fa quel che ti pare!”
“Uchiha….una curiosità…SE tuo
fratello ci avesse provato con Sakura Haruno,
l’avresti avvertitao avresti menato tuo
fratello?”
“Fatti gli affari
tuoi!”
SAsuke si allontanò irritato, mentre Yukari sorrideva.
Il giorno dopo Itachi a scuola non le rivolse la parola, sembrava
incazzato.
“YUkari, come mai
Itachi non ti parla?”
“Perché ieri sera
ha fatto il cretino e io gliel’ho detto in faccia….
Beata te che hai trovato uno carino come Kankuro,
Michiyo, ti ha perfino regalato un pupazzo…”
La ragazza dai capelli viola borbottò qualcosa
di inintelligibile, mentre tornava al suo banco perché
la Mitarashi,
la prof di inglese eraarrivata in
classe.
“alla fine è
andata bene…”
Yukari si stava rilassando davanti alla tv, stavano trasmettendo “malcolm “,
quanto era un genio Reese?
La giornata
scolastica non era stata troppo schifosa, sorvolando sul silenzio di Itachie sul fatto che all’ora di discipline plasticheera scoppiata una battaglia tra Kiba, naruto e kankuro a colpi di palline di creta.
Un paio le si erano impigliate nei capelli e solo un ferreo
autocontrollo le aveva impedito di prendere il sacco della creta e fare
mangiare a quei cretini un blocco intero del materiale.
“Yukari!”
“Sto vedendo
Malcolm se non è questione di vita o di morte non
rompere.”
“Nee-chandevo dirti una cosa
importante…”
YUkari sbuffò.
“Cosa?”
“Ieri sera, dopo
la festa…ecco io e Tayuya….”
“Voi cosa?”
“L’abbiamo fatto.”
“Cosa?”
Dopo una pausa di
silenzio, Yukari impallidì e guardò negli occhi il
fratello.
“Stai scherzando,
vero?”
“No, sono serio.”
In
effetti il fratello era
mortalmente serio e il cervello le andò in tilt.
Si alzò di scatto
e corse verso la porta,senza sapere perché prese pure lo zaino di scuola e si diresse
verso casa di Tayuya.
In stato di shock.
“Yukari!!!!
Ferma! Io stavo scherzando!”
Deidara si diede una manata in faccia, cosa gli
era saltato in mente di fare uno scherzo del genere a sua sorella?
Si mise le scarpe e la inseguì.
Fortunatamente Yukari incontrò Tayuya prima di
arrivare a casa della ragazza.
“TAYUYA!
Perché
NON ME L’HAI DETTO?”
“Cosa?”
“Che
ti piaceva mio fratello e potevi pure dirmelo che eri stata con lui!
Che considerazione
hai della nostra amicizia e accidenti, perché proprio mio fratello?”
“Ma cosa stai dicendo Yukari?”
“Non prendermi per
il culo!”
La situazione
stava degenerando, Deidara si fece coraggio, era
pericoloso interrompere le ire di sua sorella, ma doveva farlo.
“YUkari…Io stavo scherzando!”
“Tu cosa?”
Deidara deglutì, non gli piaceva quello sguardo diminaccia.
“S-stavoscerzando…non pensavo ci
saresti cascata.”
YUkari avanzò minacciosa verso il fratello.
“Tu mi hai
interrotto Malcolm e fatto perdere dieci anni di vita per uno scherzo?”
Cominciò a frugare
nello zaino, Deidara indietreggiò ma andò a sbattere
contro Tayuya, era alquanto minacciosa anche lei…
“YUkari perché brandisci l’astuccio di metallo come se fosse
una clava?
Parliamone….”
La sorella gli
rispose con un ringhio e continuò ad avvicinarsi.
“Deidara, tesoro, cosa sono quei lividi?”
“Niente mamma…sono
caduto dalle scale, dannate biciclette…”
Era poco dignitoso
confessare che quella furia di sua sorella l’aveva picchiato aiutata dalla sua
migliore amica….però aveva imparato una lezione, niente scherzi a sua sorella.
Al’improvviso suonò il campanello, che lo
riscosse dai suoi pensieri, andò ad aprire e si ritrovò ItachiUchiha sulla porta.
“Dov’è
tua sorella?
Che
ti è successo?”
“L’ho
pestato Uchiha….
Ha
fatto il coglione pure lui”
“Che carattere Yidashi….”
“Esatto,
ho un bruttissimo carattere.
Cosa
vuoi?”
“Innanzitutto
scusa se ho fattoil
cretino, ma anche tu te la sei presa troppo, poi tu stasera vieni al cinema con
me.”
“Bel
modo di invitare la gente…
Comunque un’attimo che mi sistemo.”
“Itachi…Consiglio fraterno…non fare il cretino con lei.”
“D’accordo.”
Poco dopo Yukari e Itachi se ne andarono,
mentre Deidara rimase sulla porta,perplesso,
sua sorella e ItachiUchiha?
Grazie a chimi
commenta, ovvero alla mia socia Jaheira,
alla nee-chanBeckill, a SAchikochan, a Suscystar.
Alla prossima e
risponderò bene ai commenti, giuro^^
Shikamaru Nara non
aveva mai amato particolarmente i compleanni, non capiva perché la gente si
intestardisse afesteggiare il fatto di
invecchiare.
Non capiva perché
la gente ci tenesse a creare delle occasioni in cui fare dei bilanci, che probabilmente
sarebbero stati negativi e avrebbero fatto solo soffrire.
In definitiva i
compleanni erano solo una dannata seccatura….
Il suo cadeva il
22 settembre, ovvero quel giorno, ma stranamente nessuno sembrava ricordarsene,
ne quella piaga di sua sorella, ne i suoi compagni di band o di classe.
^vabbè che odio i
compleanni, ma almeno gli auguri potevano farmeli….”
Non si accorgeva
della strana atmosfera di cospirazione calata nell’aula di plastiche, ne dei
tentativi di Naruto di sbirciare in una borsa e delle occhiatacce che Ino gli
rivolgeva.
Shikamaru Nara era
parecchio distratto, a volte…
“Nara!”
“Si, professor
SArutobi?”
“Vieni con me, ho
bisogno che qualcuno mi dia una mano a restaurare una statua della gipsoteca.”
“Che
seccatura…Arrivo, è sempre meglio che maneggiare questa roba noiosa.”
Il moro non amava
particolarmente la creta e sbuffando, ma anche soddisfatto di non dover
continuare a tentare di trasformare un blocco poco collaborativo di creta in un
naso.
Non si accorse
nemmeno del cenno d’intesa che il professore scambiò con i suoi compagni.
“Bene è andato!
Naruto! Giù le
mani dalla torta!”
Ino fulminò il
biondo.
“Ma Ino, è
così…invitante….”
Fece per allungare
una mano verso una fragola che ornava una torta che era un trionfo di panna e
cioccolato bianco, sembrava in tutto e per tutto una nuvola, ma Ino gli allungò
rapida un colpo di spatola sulla mano.
“Ci ho messo una
notte per farla, non lascerò che tu la rovini.”
“Ma ino!”
“Zitto e dammi una
mano a sistemare…
YUkari! portato lo
champagne?”
“è spumante…”
“vabbè è uguale.
L’hai portato?”
“SI!”
“Ten!”
“Ho i tovaglioli!”
“”neji?”
“Coltello pronto!”
“Choji?”
“ecco i
bicchieri!”
“Bene può partire
l’operazione compleanno!”
Tutta la classe si
posizionò dietro la torta, aspettando l’arrivo di Nara.
“Eddai! Muoviti
nara che ho fame.”
“Naruto!”
La porta si aprì
all’improvviso, mentre Ino minacciava naruto con il coltello, l’espressione del
moro fu impagabile.
“Ma….è per me?”
“Certo!
“Buon compleanno
amore!”
“Temari! Che bella
idea!
Grazie! Sono
commossa!”
Il moro abbracciò
la sua ragazza, Ino sgranò gli occhi, Che stava facendo Temari?
Le cadde il
coltello di mano e si fece violenza per non scappare via dalla classe in
lacrime, era il compleanno di shika e non glielo voleva rovinare.
“Troia.”
Lottando con la
tentazione di ficcarlo nella schiena di Temari, raccolse il coltello e tagliò
la torta e distribuì sorrisi a tutti.
Quando sembrò che
nessuno la vedesse corse fuori in cortile e si rannicchiò in un angolo a
piangere.
“Stronza! Stronza
che non è altro!
Scommetto che
manco lo sapeva che era il compleanno di Shika, però è lei che lui ha
abbracciato e che si beccata i complimenti per la torta, la mia torta!”
Si accorse che
qualcuno si sedeva accanto a lei, era Sakura.
“Ino…
Mi dispiace,
Temari è stata troppo una stronza, ma stai tranquilla glielo diciamo che la
torta e l’idea erano tue.”
“NO”
“Perché?”
“Perché non vi
crederebbe, direbbe che sono stata io a inventarmi tutto perché sono gelosa di
quella donnaccia.
Da quando sta con
lei, mi tratta sempre male, sbuffa, dice che sono solo una seccatura e che è
stanco di sopportarmi…ora so che lo pensa davvero, che non lo dice così per
dire.
Ora che ha lei,
non ha più bisogno di me e fa bene perchè sono solo un’oca…”
“Ino…”
“Ho ragione.
Faccio ancora la
scema con Sasuke anche se so che magari tu ci stai male.”
“Ino! Tu non fai
la scema, cerchi di essere cordiale, è diverso… e per Shikamaru, secondo me ti
sbagli e se vuoi l amia opinione con Temari non durerà.
Lo sai come è
fatta, tra un po’ si stancherà di lui.”
“Non voglio che
soffra.”
“è la vita.”
Ino sospirò.
“E ora torna in
classe.”
Sakura tese una
mano all’amica e l’aiutò a rialzarsi.
Ino si asciugò le
lacrime e sorrise, non avrebbe permesso a una tipa qualsiasi di calpestarla.
“Sakura!”
La rosa si voltò,
le lezioni erano riprese e Shikamaru era apparso dietro di lei.
“Cosa aveva Ino?”
“Niente…
SE vuoi un
consiglio dovresti stare attento a ciò che ti dicono, la gente non è come
sembra, sai i più stronzi possono rivelarsi ottime persone e viceversa.”
Shikamaru rimase
perplesso, ma Sakura non aggiunse altro e si alzò a prendere altra creta.
“Che c’è?”
TEmari lo
abbracciò da dietro.
“Sakura mi ha
detto una frase strana….
Temari ma davvero
hai fatto tu quella torta?”
“Si, certo!
Non è solo quella
oca di Yamanaka a saper cucinare!”
“Non è un’oca..”
Temari si staccò
scocciata dal ragazzo.
Temari si
allontanò scocciata, possibile che ogni volta Shikamaru dovesse sempre
difendere Ino?
Cosa aveva quella
ragazza di speciale?
Era solo una
stupida biondina slavata, senza cervello e con l’hobby di collezionare ragazzi!
Vibrò un colpo
deciso con la spatola al naso che stava modellando e si accorse di averlo
praticamente tranciato a metà.
“Maledetta oca!
Mi ha fatto
rovinare il lavoro!”
“Non dovresti
prendertela così…
Tu sei molto più
carina…”
Sai Fujeda si era
seduto accanto a lei e la guardava con quegli occhi neri e vuoti e quel sorriso
strano.
[“Dio…questo
ragazzo non ha un anima, è un demone”
La voce di Yukiko
le arrivò ovattata dal fondo della memoria insieme a un brivido di paura.]
Le accarezzò una
gamba.
“Sei carina….”
“FUjeda che fai?”
La guardò dritta
negli occhi.
“Quel ragazzo non
ti merita….
Io lavoro al Root,
raggiungimi stasera.”
Le accarezzò una
guancia e se ne andò.
Temari rimase
perplessa, quel ragazzo aveva un fascino strano, come quello di un serpente,
sapeva che non avrebbe dovuto andarci e confessare a Shika la verità , ma
sapeva anche che avrebbe finito per andarci.
“YUkiko dove sei?
Ho bisogno della
mia coscienza.”
SHikamaru quella
sera uscì da casa soddisfatto, i suoi genitori gli avevano regalato un
portatile e sua sorella una cinghia nuova con le borchie fantastica, era tutto
perfetto, ora doveva solo raggiungere Temari al Root….
Slegò il motorino
e si allacciò il casco sulla terra.
[“SE vuoi un
consiglio dovresti stare attento a ciò che ti dicono, la gente non è come
sembra, sai i più stronzi possono rivelarsi ottime persone e viceversa.”]
Scacciò l’ansia
che all’improvviso lo attanagliò.
[Non aveva mai
creduto a queste cose, ma una vocina gli sussurrò che questa volta avrebbe
fatto meglio a farlo.]
Arrivò al bar,
parcheggiò il motorino nel vicoloe
sentì dei gemiti .
“Qualcuno fa
conquiste…”
“SAiiiii!”
Sai?
Perché quella
vocegli sembrava familiare?
“TEMARIIII!”
Gli si gelò il
sangue nelle vene, ma decise di avventurarsi lo stesso in quel dannatissimo
vicolo.
Mosse alcuni passi
incerti e si pietrificò, la sua ragazza era contro il muro, avvinghiata a Sai,
ansimante.
Si girò di scatto
e corse via, incurante del fatto che ora Temari lo stava chiamando disperata.
Saltò sul suo
motorino, arrabbiato, scioccato, sconvolto, con un gran caos che gli si agitava
in testa e la voglia di scappare via.
Senza sapere come
riuscì a mettere in moto e schizzò via.
Le lacrime gli
offuscavano la vista, perché si era messo con lei, sapendo come era fatta?
Yukiko gliel’aveva
detto, che sarebbe stato difficile stare con lei, ma lui si era incaponito lo
stesso e ora ne pagava le conseguenze.
Non vide il rosso,
ma vide la macchina che avanzava, la faccia spaventata del ragazzo alla guida
che apriva la bocca e urlava.
Sterzò , ma perse
il controllo del motorino.
Cadde a terra,
dopo la luce dei fari, tutto si fece piacevomente buio e poi non sentì più
nulla.
Risposte alle
recensioni.
Suscystar: sono
contenta che ti piaccia! Prima o poi le sviluppo tutte! Alla prossima!
Piccola_bimba: Non
è che Yukari sia manesca, è che in certe situazioni non va disturbata!XD
Grazie! Spero ti
piaccia!
J: prego socia! Anch’io
sono contenta di averti inserita…per Megumi pazienta e tranqui si farà valere^^.
Spero di beccarti
in msn! Ciaoooo!!!
Beckill:Ohi nee-chan! Sei pericolosa! Ma la visione di reese è sacra! Spero che
qst ti piaccia! Non vedo l’ora di leggere la tua ficcy! Mi sembra stra-carina!
E si….noi
conquisteremo ilmondo!
Con il naru-hina,
con il punk e con le borchie e con la forza della giovinezza!!!
Un telefono prese
a squillare a casa Nara, Yukiko lo sentì da sotto la doccia, i suoi non erano
in casa, toccava a lei rispondere….
Imprecando, corse
all’apparecchio, dopo essersi messa un’ accappatoio.
“Pronto!”
“Casa nara?
Qui è l’ospedale,
suo fratello è stato ricoverato stasera.”
Yukiko desiderò
non aver mai risposto, il telefono le cadde di mano.
“Signorina?”
“arrivo!”
Sbatté il telefono
con violenza sulla forcella, era….
Non lo sapeva cosa
era, scioccata, arrabbiata, sapeva che in qualche modo c’entrava Temari, ma
adesso che importava?
Suo fratello stava
bene?
Si vestì in fretta
e furia, chiuse la porta a chiave.
Prese il suo
motorino e mentre si lanciava a velocità folle su quel vecchio motorino
malandato, pregò con tutto il cuore che non fosse niente di grave.
Non era stata la
sorella migliore del mondo, aveva litigato in continuazione con Shikamaru da
quando stava con Temari, ma voleva un’altra occasione.
La voleva
disperatamente.
Parcheggiò il
motorino e corse al bancone, chiedendo
di suo fratello, le venne detto che era stato ricoverato in Neurologia e di
cercare il dottor Tanaka per sapere cosa avesse il fratello di preciso.
Arrivò al reparto
e fortunatamente individuò subito il dottore, stava parlando con un’infermiera.
“Dottor tanaka?”
“Sono io, lei chi
è?”
“Sono YUkiko Nara,
la sorella di Shikamaru.
Mi è stato detto
che ha avuto un’incidente con il motorino.”
“AH! Suo fratello
si è rotto solo una gamba, fortunatamente.”
“Perché è stato
ricoverato qui?”
“Ha battuto la
testa, vogliamo verificare che non abbia un ematoma , lo terremo in
osservazione questa notte e se domani non ha nulla lo dimetteremo.
Lei stasera
potrebbe rimanere con suo fratello?
È meglio se non
perde conoscenza.”
“Si, ma com’è
successo?”
“Il ragazzo che ha
chiamato l’ambulanza ha detto che è passato con il semaforo rosso e che per
evitarlo ha sterzato e poi perso il controllo del mezzo.
Abbiamo fatto le
analisi, non era ne fatto ne ubriaco.”
YUkiko annuì, poi
il dottore la accompagnò nella stanza del fratello e la lasciò sola con lui.
“Ehi Shika!”
“Yo Yukiko…
Hai visto che
bella seccatura?”
“Già…Speriamo che
anche la tua testa sia dura abbastanza da non farti venire un’ematoma.”
“che palle…Pensano
che io abbia quello in testa?
Allora stasera non
vado a casa….e scommetto che tu mi terrai compagnia vero?”
“Proprio così…”
Rimasero in
silenzio per un po’
“SHIka,,,Tu sei
prudente di solito…
Sono io quella che
fa cazzate in ogni senso, perché sei passato con il rosso?”
“Vuoi saperlo
Yukiko?
Ho beccato la tua
amica , non che mia ragazza,Temari che
si faceva scopare da Sai in un vicolo.”
YUkiko ammutolì e
strinse i pugni.
“MI dispiace.
Non avrei voluto
che accadesse, davvero!”
“In fondo avevi
ragione….
Credo non mi
fiderò mai più di una donna, sono tutte uguali.”
“Che cazzata
Shika!
Riesci a farmi
arrabbiare pure in ospedale.
Temari, bhe, hai
capito com’è fatta, ma non sono tutte così!”
“tsk!”
“Shika…fai bene a
essere incazzato, ma ringrazia il cielo che l’hai saputo subito, voglio dire
non ci avevi costruito niente di serio.”
“Yukiko…”
“Ok sto zitta, ma
se vuoi parlare io sono qui…tra poco.
Vado a prendermi
un caffè.”
Temari arrivò a
casa distrutta, dopo che shikamaru se ne era andato, aveva provato a
rincorrerlo, ma non ci era riuscita, poi aveva cacciato Sai e finalmente era
scoppiata a piangere.
Si era sentita
squallida a piangere in quel vicolo buio.
Si era sentita
sporca pensando a quello che aveva fatto.
Si era sentita
stronza ripensando al dolore che aveva visto negli occhi del suo ragazzo.
Singhiozzò più
forte.
Lei era una
stronza, questa era la verità, la sacrosanta e pura verità.
Era la prima volta
che piangeva per un ragazzo e poi si era trascinata a casa, con il solo desiderio
di chiudersi in camera e scomparire.
“Temari!”
Alzò gli occhi
verso Gaara, era raro che le parlasse e aveva un tono che non le piaceva, le
metteva paura.
“COSA c’è?”
“Mi ha chiamato
Naruto, nara è in ospedale.
Il tuo ragazzo.”
Temari impallidì e
si attaccò ad un mobile per non svenire.
“Cosa hai fatto?”
“Perché dovrei
avere fatto qualcosa?”
“Perché so come
sei fatta, tu fai a pezzi il cuore della gente solo per giocare.”
“Fanculo Gaara,
sempre meglio di te che sei freddo e asociale.”
“Almeno io non mando
la gente in ospedale…”
Il rosso si
allontanò sprezzante, mentre la sorella correva verso la porta.
“Se fossi in te
non andrei in ospedale.”
“Fottiti!”
Chiamò un taxi,
scese trafelata dalla macchina e poi corse verso il reparto del suo ragazzo, si
fermò solo quando vide Yukiko alle macchinette.
La sua ex amica la
gelò con uno sguardo.
“Cosa ci fai qui?”
“Io…volevo
vederlo.”
“vattene!”
“Yukiko, ti
prego!”
“Stai zitta e
ringrazia che siamo in ospedale perché altrimenti ti assicuro che non ti
reggeresti già più sulle tue gambe.
So cosa hai fatto
e , cazzo Tema, sarei un ipocrita, se non ti dicessi che me l’aspettavo.
Tu non sei fatta
per le relazioni serie, lo so io e lo sai tu, perché hai spezzato il cuore
proprio a mio fratello?
Per colpa tua si è
rotto una gamba e spero che non abbia un trauma cranico.
Ti ricordi cosa ti
ho detto?
Che sarei stata
dalla sua parte ed è quello che penso tuttora, quindi vattene, non voglio più
vederti qui o a casa!
Un’ultima cosa…non
credo di poterti chiamare ancora amica dopo questo!”
Teamri incassò il
colpo e se ne andò in silenzio, si meritava tutto , dalla prima all’ultima
parola.
Finalmente la
mattina dopo poté essere dimesso, ma non era per niente contento di tornare a
casa.
Suo padre avrebbe
sbuffato e gli avrebbe raccomandato di stare più attento, sua madre gli avrebbe
fatto una piazzata e ritirato il motorino a vita e ovviamente sarebbe stato
costrettoa sopportare sua sorella come
angelo custode.
Si avverò tutto,
ora era seduto sul divano, con Yukiko che gli girellava attorno nervosa.
“Stai tranquilla!
MI dai ai nervi!”
Shikamaru sbuffò.
“Scusa!”
La ragazza riprese
a fare quello che faceva prima e Shikamaru si ritrovò a benedire il suono del
campanello, almeno la sorella sarebbe andata ad aprire.
“Ti avevo detto di
sparire!”
Shikamaru si
sporse per vedere chi fosse, era temari che, imbarazzata, si guardava i piedi.
“Falla entrare!”
“Ma!”
“falla entrare ti
ho detto!”
YUkiko si fece da
parte, non del tutto convinta, mentre sul volto della sua ex si affacciava un
timido sorriso.
“Non sorridere, se
ti ho lasciato entrare è solo per un motivo, non voglio più avere nulla a che
fare con te.
Non ho voglia di
insultarti, non servirebbe, una come te non cambia, sei una troia, una facile, lo
dovevo capire subito.
Ti ringrazio per
la lezione che mi hai impartito, spero che tu sia felice con quello psicopatico
di Fujeda e che lui ti devasti come tu hai devastato me.
Ti auguro di
soffrire le pene dell’inferno, da sola, perché una stronza come te si fa il
vuoto attorno.
Spero che quando
riguarderai la tua vita misera, tu ti senta una merda e che la tua coscienza
non ti lasci in pace un secondo.
Addio Temari e sii
felice!”
Gli occhi della
ragazza si riempirono di lacrime e scappo via.
“Complimenti
terminator!
L’hai quasi fatta
secca!”
“TSk! Se lo
meritava!”
SHIkamaru accese
la televisione, cercando di scacciare la tristezza e dicendosi che non erano
lacrime quelle che solcavano il suo viso, perché piangere per una così non
aveva senso, no?
InoYamanaka si fece
coraggio, era davanti alla casa di Shikamaru, me non riuscivaa suonare il
campanello ne a bussare, che le prendeva?
Era il suo
migliore amico, voleva fargli una visita, aveva appena fatto un’incidente!
La verità era che
non voleva trovarlo appiccicato a Temari, sarebbe
morta sul colpo.
Lei odiava Temari e aveva scoperto di amare Shikamaru,
purtroppo.
Quando ormai era
tardi, quando ormai tutto era finito.
[“A te piace Nara,
vero ino?”
“Nara?!Ma
sei fuori sakura?
Sempre così scazzato
e sulle nuvole, meglio uno con stile come SAsuke!”
“Con
stile nello spezzarti nel cuore!
Shika c’è sempre stato quando ne avevi bisogno e io questa cosa non la butterei via, senza contare che
secondo me gli piaci e sono sicura che in fondo piace anche a te.”
“Non è vero!”
Ino sbuffò. Irritata, Sakura non capiva nulla!]
Sakura capiva
anche troppo, invece, se le avesse dato ascolto non si
sarebbe trovata nella situazione in cui era.
“Ino!
Suona quel campanello!
Cosa
avevi detto?
Che non ti saresti
fatta mettere i piedi in testa da le!”
Finalmente suonò
quel dannato campanello, sulla soglia si affacciò Yukiko,
la sorella maggiore di shikamaru.
“ciao
Ino!
Sei
venuta a trovare mio
fratello?”
“Si.”
“Perfetto!
Io devo andare dai
ragazzi della band e i miei mi fucilano se lascio Shika
da solo, non ti fa niente vero tenergli compagnia per un po’?”
“NO!”
“Grazie,
tesoro!
Sei
la mia salvatrice!”
Yukiko afferrò la felpa e uscì precipitosamente di casa, lasciandola sola con lui.
“SHika?”
Ino si chiuse la porta alle spalle.
“Sono
sul divano.
Ciao
Ino!”
“Ehi
ciao!
Come
va?”
“Mi fa male la
gamba, ma non è solo quello.”
Ino lo guardò senza capire.
“IO e Temari ci siamo lasciati.”
Ino rimase un attimo
perplessa,poi si slanciò ad abbracciarlo.
“MI dispiace!”
“Ehi
ferma!
Non voglio la tua
pietà ne quella di nessuun’altro.”
“Che
stronzo che sei…
IO non volevo
offrirti nessuna pietà solo sostegno.”
Ino cercò di contenere le lacrime, ci era
rimasta male per la sua freddezza, ma non voleva che lui la vedesse piangere.
“Ok
Ino…scusa.
Ho
esagerato…che facciamo?”
“SE ti passa
l’acidità e se non ti do fastidio o vuoi rimanere solo, potremmo giocare a shoji.”
“Tu non sai
giocare a shoji!”
“Mettimi alla
prova.”
“sei una
seccatura…vai almeno a prendere la scacchiera se proprio vuoi giocare.”
“Uffa, perché non
andiamo da shikamaru?”
“Testaquadra! C’è Ino da lui!”
“E allora?”
KIba alzò gli occhi al cielo, sconsolato, era
da un quarto d’ora che tentava di spiegare all’amico perché andare a casa di Nara non fosse una buona idea.
“Itachi…spiegaglielo tu!
Io
ci rinuncio!”
Il moro sospirò.
“Come
posso fartelo capire in maniera semplice?
Allora segui il
labiale testa quadra, immagina di esserti fatto male e di avere la piccola Hyuga come infermiera, vorresti essere disturbato?”
“NO.”
“Per lo stesso
motivo Shikamaru non vorrebbe essere disturbato!”
“Ma lui e Ino non stanno insieme,
lui sta con Temari!”
Itachi allungò una sberla sul coppino a Naruto.
“Non sta più con Temari e in ogni caso è qui che abbiamo appuntamento con Yukiko, quindi sta zitto e non rompere!”
“Uffa! Perché siete tutti così con me?”
“Perché
sei una piaga…
Ciao
ragazzi!”
Yukiko si sedette accanto a Naruto,
il biondino osservo l’amica con un misto di
risentimento, era carina con quei codini e le ciocche blu elettrico, Se solo
non fosse stata così manesca e spiccia.
“Allora
ragazzi…Ovviamente il concerto di sabato salta.”
“NO, Yukiko, non può saltare!”
“Ma
sei scemo uzumaki?
Come facciamo?Mio
fratello non guarirà mai persabato!”
“IO
ho bisogno di fare quella serata!
Troviamo
un sostituto!”
“Ma
senti questo! Mio
fratello, nonché tuo amico si è appena rotto una gamba
e tu lo pugnali così?
Ma non ti pensavo così stronzo!
“Non
ho detto di buttarlo fuori!
Solo che io sono
fottuto se io non faccio quella serata!”
“Egoista! Dammi un
cazzo di motivo per cui dovrei darti ascolto!”
Naruto arrossì e uscì dal bar furioso.
“Yukiko…”
“Che c’è Itachi? Pensi che abbia ragione?”
“Uno, non ringhiare!
Due, dico solo che
è strano il suo comportamento, non ha mai fatto così!”
“Le
persone cambiano.
“COSa?”
Michiyo guardò Naruto
con tanto d’occhi.
“vUOi che suoni il basso per sostituire Shikamaru?”
“Si! So che lo
suoni, me l’ha detto Sakura-chan!”
“Ma sei scemo?! Lui è appena tornato dall’ospedale e dovrei fottergli il posto?
Ma non ti vergogniUzumaki?”
“Michiyo ti prego…se non faccio quel concerto, sono morto!”
“E allora muori! IO non pugnalo un mio amico alle spalle!”
Michiyo si allontanò furiosa e incredula.
Naruto si prese la testa tra le mani, perché
andava tutto così male?
[“Iruka! La mia chitarra elettrica sta per
rompersi!”
“MI
spiace, ma non ho i soldi per prendertene una nuova.
Non siamo ricchi, naruto, non è bello dirlo, ma dovrai usare i tuoi soldi.”
“MaIruka, se non riesco a
raccoglierli devo lasciare la band!”
“Le separazioni
fanno parte della vita.”]
Naruto fece un sospiro tremulo, bene addio band!
Addio tutti!
Non poteva uscire
in scena in modo migliore, da re degli stronzi, Sasukedocet.
“naruto-kun?”
“HInata-chan?”
“Che
ti succede? Non è da te
comportarti così!
Michiyo mi ha detto tutto!”
“HInata per favore….”
“Naruto-kundevo pensare che in
tutti questi anni hai mentito a tutti quando dicevi di tenere ai tuoi amici?”
“IO…Hinata! Tu non puoi capire!”
“NO? Spiegami tu allora!”
“Sei ricca HInata , cosa ne sai di quello che
si prova quando non si hanno i soldi e ne hai un disperato bisogno?”
HInata arrossì e i suoi occhi si riempirono di
lacrime.
Fantastico, aveva
ferito anche lei!
La ragazza fece
per andarsene, ma lui l’afferrò per un polso e la fece
voltare.
“Scusa
Hinata, tu non c’entri, ma sono nella merda.
Se non faccio
questo concerto dovrò lasciare la band, non ho i soldi
per prendermi una chitarra nuova e questa è talmente sfasciata che può andare
avanti solo per poco.”
“Naruto…mi dispiace, se vuoi posso
parlare con Michiyo…”
“Lo faresti?”
“C-certo!”
Naruto le sorrise, un sorriso radioso e l’abbracciò.
“Grazie Hinata!”
“AH! È così?”
Yukiko le rivolse uno sguardo scrutatore, HInata tremò, quella ragazza
metteva un po’ di paura…
“S-si.”
“E allora…non lo
cancello il concerto, diglielo a uzumaki, ma se
scopro che è una presa per il culo, sappi che lo
distruggo.”
“Ma tuo fratello, come la prenderà bene?”
“SE gli spiego i
motivi , si.
Non tepreoccupà…
Piuttosto, chi è
la bassista che proponi Hyuga?”
“Michiyo….MichiyoSAkiyourai.”
“La
mocciosa viola?
Suona
il basso?”
“SI.”
“bene bene perché mi sembra una
tosta…
Dille che l’aspettiamo domani alle prove e di non fare tardi.”
“si sempai!”
“OK!”
“Hyuga….certo che Uzumaki ti deve
piacere un casino per sbatterti a rimediare i suoi casini…”
“IO…”
HInata arrossì e si fece di mille colori, mentre Yukiko le sorrideva.
Grazie a
Beckill(nee-chan…sei l’unica
che mi commenta…grazie!)
“Ehi hyuga!
Ovviamente tu e il tuo Romeo ci siete stasera, si?”
“Stasera?”
HInata guardò
Yukiko senza capire.
“Non dirmi che
nessuno ti ha avvisato?”
Yukiko spalancò
gli occhi e si preparò mentalmente a fare una ramanzina a Sasori, che aveva il
compito di avvisare tutti.
“Stasera ho
organizzato una festa a sorpresa per Ino,per il suo compleanno, è alle nove a
casa sua.”
“Ma…ma… e tuo
fratello?
Non ci rimarrà
male perché non può venire?”
“Hyuga…sai tenere
un segreto?”
“S-si.”
“è un idea di
Shika, è il suo regalo di compleanno per lei.
È un idea che gli
è venuta prima dell’incidente, visto che è successo, non credevo la volesse
attuare, però…
Incredibile ma
vero, ha comunque deciso che si doveva fare.
Credo sia il suo
grazie per Ino.”
“C-comunque
cercherò di venire.”
“Brava Hyuga
e….zitta!
Acqua in bocca!”
HInata si
allontanò e Yukiko sogghignò.
Aveva tre baldi
giovani d a schiavizzare e una festa da organizzare, il metodo migliore per
dimenticarsi almeno per un po’ che aveva rotto con la sua migliore amica.
“ma allora sai
davvero giocare!”
“Certo! Che
credevi?”
Ino sbuffò e si
spostò il ciuffo di lato.
“ino..posso
chiederti una cosa?
È un po’ che
questa domanda mi gira in testa…
Dopo la
festicciola di ieri in classe Sakura mi ha detto una frase strana che mi ha
fatto pensare….”
Il cuore di ino
prese a battere a velocità anormale, cosa le voleva chiedere?
^Oddio….e se mi
chiede selo amo?
Che gli dico?
Cazzata cazzata…
Temari l’ha appena
mollato, odia ancora di più le donne…
Che mi vorrà
dire?^
“mala torta chi l’ha fatta?”
“Eh?”
Shiikamaru la
guardò infastidito.
“La torta per la
festicciola di ieri…chi l’ha fatta?
Tu o …lei?”
Ino deglutì, non
era come se le avesse domandato cosa provava per lui, ma era una brutta
situazione lo stesso, non riusciva a digli che Temari gli aveva mentito fin da
allora, non voleva aggiungergli altri dispiaceri.
“Ti avevo detto
niente pietà!”
“Ok ok…va bene…L’
avevo fatta io quella torta!”
“Itachi!
Quel festone va
più a destra!
A destra!”
“Zi badrona!”
Yukiko si avvicinò
minacciosa alla scala su cui era arrampicato il moro.
“Allora…o fai il
serio o do un calcio a questa scala… mi hai capito?”
“va bene va bene!”
Itachi sospirò, ma
che carattere aveva Yukiko?
“Ho un carattere
di merda e posso essere vendicativa, quindi lavora!”
Itachi spostò il
festone più a destra.
Quella donna
sapeva leggere persino nel pensiero?
“ ho la sensazione
che mi nascondesse qualcosa….”
Scuotendo la
testa, cercò le chiavi di casa nella borsa.
“Perché si ficcano
sempre sul fondo? Perché?”
Finalmente le
inserì nella toppa e le girò.
Aprì la porta e
una luce l’accecò, quando finalmente riaprì gli occhi vide che tutti i suoi
compagni erano nel salotto di casa sua.
Con una torta
davanti.
“Auguri ino!”
“ma…”
Yukiko la trascinò
davanti alla torta, questa era l’ultima cosa che si aspettava.
“tsk!”
Gaara sbuffò
annoiato, non aveva alcuna voglia di stare lì.
Era terribilmente
noioso vedere un gruppo di adolescenti aggirarsi festosi intorno alla
festeggiata che sembrava ancora vagamente incredula e instupidita, come se un
troll le si fosse materializzato in salotto e lei non sapesse bene che fare.
Come se fosse una
cosa incredibile e fuori dal comune che i suoi compagni di classe avessero
organizzato una festa a sorpresa a Ino Yamanaka, una delle razze più popolari
della scuola…
Gaara sbuffò e si
mise in un angolo, perché era venuto?
Ah si…perché sua
sorella aveva dei terribili sbalzi d’umore dopo essere andata a parlare con
Nara, o si aggirava per casa come un
fantasma apatico oppure non le si poteva rivolgere la parola perché scattava
come un serpente.
Dannazione!
Per fortuna lui
non era mai stato innamorato!
[Cazzata…sussurrò
la sua voce interiore, e sakura dove la metti?]
Evocata dai suoi
pensieri la rosa apparve appesa al braccio del sempai Akasunache rideva e scherzava.
Sentì una fitta
Al basso ventre, non poteva essere quello…
Non poteva essere
gelosia, lui l’aveva completamente, assolutamente e totalmentedimenticata!
Il sempai le
accarezzo i capelli e le sorrise e il bicchiere di Gaara rischiò diandare in frantumi, quel dannato doveva
tenere le mani lontano da lei e non solo quelle, doveva tenere una distanza
minima di trenta metri da Sakura!
Ok…Era
ufficialmente geloso!
“Calma gAara…”
Mormorando sotto
voce, si avviò verso lo studio degli Yamanaka, dove tutti avevano messo le loro
giacche, alla ricerca del pacchetto delle sigarette, che stupidamente aveva
lasciato nel giubbino.
Cominciò a
rovistare nervosamente, la sua giacca sembrava essere sparita sotto tutte le
altre!
“Ehi Sabaku!”
Sobbalzò, mimichi
era spuntata accanto a lui.
La guardò con un
misto di irritazione e ammirazione, era una ragazza carina con quei capelli
neri e gli occhi vivaci dello stesso colore….
“Ehi…che hai da
guardare?”
Senza pensarci la
afferrò per le spalle e la baciò, con violenza, con rabbia, per dimenticarsi di
Sakura e akasuna fondamentalmente, senza fare caso alle proteste di lei, ne ai
tentativi di divincolarsi.
SE ne accorse solo
quando lei gli morse la lingua e gli mollò una sberla abbastanza forte da
lasciargli probabilmente il segno della mano.
“Sei un coglione,
sabaku.”
Aveva ragione, era
ufficialmente un coglione…
Si diede una
manata in faccia, se avesse avuto sentimenti avrebbe potuto dire di essere
dispiaciuto per il modo, ma non totalmente per il bacio.
Megumi lasciò la
stanza, lottando contro le lacrime di umiliazione e rabbia.
Che stronzo! Che
stronzo!
L’aveva baciata
solo perché era geloso di haruno, aveva visto cime la guardava!
Perché attirava
sempre persone strane o meglio perché era attirata da loro?
Si rifugiò in
giardino, cercando un po’ di pace dal casino della festa e in quello della sua
testa.
Si accese una
sigaretta e si accorse che qualcuno era in piedi accanto a lei.
Gaara Sabaku…
“Cosa vuoi,
stronzo?”
“Volevo scusarmi.”
“Wow…devo di nuovo
sentirmi onorata per questo oposso
lasciare perdere?”
“Mimichi…scusa
davvero…
E io non lo faccio
quasi mai, non so come si fa, però mi dispiace di essermi comportato così.”
“Non ti capisco
sabaku, ma accetto.
La prossima volta
invece di venire a scusarti comportati meglio.”
“Grazie…”
“Prego”
Si accese una
sigaretta anche lui e sbuffò il fumo verso il cielo, improvvisamente Meg si
rese conto che le stelle brillavano in cielo e la luna era alta, piena,
luminosa.
“è bella la luna…”
“Già…anche a me
piace guardarla.”
“allora hai un
animo romantico anche tu in fondo…”
Si sorrisero a
vicenda.
Meg si accorse di
essere felice e che seduta accanto a lui stava stranamente bene.
Grazie
Alla socia jaheira
Alla nee-chan
beckill( grazie ancora per la ficcy)
A
suscystar(scialla, non sempre nemmeno io becco tutti gli aggiornamento^^!)
Yukiko Nara non
era mai statauna
persona gelosa, non le aveva mai dato fastidio vedere i ragazzi che aveva avuto
con delle altre.
Mai.
La gelosia era per
idioti e lei si considerava sufficientemente intelligente per non cadere nella
trappola del mostro dagli occhi verdi, ne sarebbe ro
derivati troppi casini…
Eppure, lei , la fredda e razionale Yukiko si ritrovò a stringere i
pugni e a lottare con la tentazione di una fare scenata isterica all’indirizzo di quei due, che tubavano come
piccioni, senza pudore, in mezzo alla sala.
Sakura Haruno e
Sasori, il suo migliore amico.
Le dava un
fastidio immenso vederlo fare il cretino con lei, non riuscivaa capire il perché, lui
non le era mai interessato.
[E allora perché stai reprimendo a malapena
il desiderio di ammazzare Sakura Haruno?
E vorresti
spezzarle le braccine perché sorride a Sasori?
La voce impietosa
della sua coscienza.
Dannazione Temari,
perché hai spezzato il cuore di mio fratello?
Chi mi aiuta a
dipanare il casino che c’è nella mia testa adesso?
La voce forse
dellase stessa
più autentica.]
Irritata, prese la
giacca e se ne andò, se fosse rimasta ancora un altro secondo la festa di Ino sarebbe degenerata in una rissa a causa sua e suo fratello
nonl’avrebbe mai perdonata, senza contare Sasori.
“Ehi
Sempai!
Che
c’è?”
Sasori rivolse un’occhiata
distratta alla ragazza che stava appesa al suo braccio.
“Niente haruno.”
Innervosito dall’essere
scoperto a spiare la fuga dell’amica, la vide guardare in direzione della
porta.
“Oh! Nara se ne sta andando..
Non
sarà per quello?”
SAsori la maledì
mentalmente, era una ragazzina sveglia…
Cosa
era preso a Yukiko?
Perché se ne era
andata così, senza nemmeno salutare nessuno?
Quella donna era una casino, non si capiva mai cosa pensasse davvero!
Scosse la testa e
tentò di nuovo di rivolgere la sua attenzione ad
haruno, ma con un misto di irritazione e incredulità scoprì di non riuscire a
farlo.
MIchiyo era
incredula.
Osservava il suo
compagno di banco Kankuro, premurarsi in mille gentilezze con Keiko Kanezaki,
senza riuscire a credere che fosse vero, le sembravano lontani mille anni i
tempi in cui le aveva regalato il pupazzo di tamama, che conservava come se
fosse una reliquia e anche solo la festa di Ino, svoltasi solo la sera prima.
“Keiko-chan! Vuoi
un caffè? Te lo vado a prendere?”
Qualcosa non le
quadrava.
“Eccoti i soldi
per le sigarette!”
“Ehi,
se scendi, mi prendi un caffè Kankuro-kun?
Ti
do i soldi!”
“arrangiati!”
Eh?
Michiyo lo guardò
con tanto d’occhi, cosa le aveva detto?
Prima che potesse
rispondergli una qualsiasi cosa, il ragazzo era già sparito, probabilmente e
realizzare i desideri di Kanezaki.
“Che stronzo!”
“Si Kiba!”
“Cazzo! Io sono
messo peggio di lui in scienze!”
“Non ti seguo
Inuzuka!”
“Lei ha i bigliettini
per il sorteggio di scienze e il marcione se la sta comprando perché lei gli
tolga il suo biglietto.”
Michiyo tirò un sospirò di sollievo, anche se quell’”arrangiati” le
bruciava lo stesso.
“bella festa, vero?”
Sasuke si voltò,
nella fila dietro a lui Yidashi e Asahara stavano
confabulando animatamente da mezz’ora e lui ancora non aveva afferrato l’argomento
della conversazione.
Doveva centrare
Yamanaka, perché si era presentata in classe con sorriso che le andava da un’orecchio all’altro e qualcosa che era successo il giorno
prima.
“Sakura!!!”
Dall’urlo di Amaya
e dalla sedia spostata accanto a lui, capì che lei era arrivata, glielo
confermava il fatto di avere iniziato a sentirsi un verme.
“ehi
sakura! È Vero che stai
con akasuna?
Che fortuna! È un ragazzo
così carino e voi due alla festa eravate così perfetti
insieme!”
Cosa?
Sasuke si sentì
come se avesse perso una puntata di un telefilm, di che festa parlavano tutti?
Si
impose di far finta di
niente.
“No! Non è vero asami!”
Era arrossita però!
Sasuke strinse i
pugni e si alzò, improvvisamente si accorse di voler parlare con il fratello e
di spaccare la faccia del rosso poi.
“Ehi Haruno, dacci
un taglio e fammi passare!”
“Simpatici fin dal
primo mattino, vero?”
Si spostò
sbuffando.
“Tsk!”
“Prego Sasuke…sei
talmente gentile che non ti si può negare niente.”
Il moro raggiunse
il fratello.
“Non devi dirmi
niente Itachi?”
Gli rivolse un’occhiata
inespressiva, che lo fece arrabbiare, detestava con tutto il cuore quando suo
fratello faceva così!
“Ad esempio…qualcosa
su una festa?”
Alzò gli occhi
verso di lui.
“Ah si…Ieri sera c’era
una festa a sorpresaa
casa di Yamanaka per il suo compleanno…mi sono dimenticato di dirtelo.”
Cominciò a vederci
rosso, perché suo fratello lo trattava sempre con sufficienza?
L’arrivo della
Fukasada gli impedì di prenderlo a pugni come meritava e lo costrinse a una
poco dignitosa ritirata, quella era capace di far fare
yoga a tutta la classe se l’avesse beccato a pestare Itachi.
“Ragazzi! Oggi
andremo a vedere una mostra! Prendete le vostre cose che non si torna in
classe! Il professor Umino ci raggiungerà al cambio dell’ora!”
Un mormorio
sollevato percorse la classe,avevano scapato quattro noiose ore, passate in compagnia di una
sadica come la fukasada e con quell’isterico di Umino.
“Che fortuna!!!”
Ino era al settimo
cielo, la festa l’aveva caricataa mille, notò Sakura, o forse era
stato il fatto che l’aveva organizzata Naraa renderla così euforica?
Si alzò e si sentì
all’improvviso al centro di molti odi, Gaara la fissava in modo inespressivo,
ma dopo tre mesi passati insieme a lui sapeva riconoscere
quando era incazzato, Yukiko-san la stava trucidando con gli occhi, Megumisi era fatta fredda e SAsuke più scostante
del solito.
Perché?
Raccolse la sua
roba, ma sasuke le fece cadere lo zaino e la sempai gli diede un calcio, questo
sapeva molto di dichiarazione di guerra.
All’improvviso
rimpianse di non rimanere in classe.
“Che schifo!”
Yukari era d’accordo
con il fratello, la mostra era noiosa, composta solo da disegni di fiori,
insetti e paesaggi, pensandoci bene era senza brio esattamente come la Fukasada.
“Hai ragione, ma
vedi il lato positivo…”
Yukari guardò l’orologio,
era quasi l’una e mezza.
“Tra poco andremo,
per le due ci devono riportare fuori scuola.”
“Allora
andiamo…
ITACHI, TAYUYA!
Si
va!”
Il gruppetto si
trascinò verso l’uscita e notò che quasi nessuno era rimasto a vedere la
mostra, erano tutti scappati nel vicino museo della scienza, decisamente
più interessante.
“La Fukasada li fucilerà….”
Esclamò Itachi
tetro.
“E poi non ci
porterà mai più da nessuna parte.”
“Ottimismo Itachi….”
“Dammi retta
Harukaze, ci farà fare massimo un’altra gita e giuraci
che ci odierà.”
YUkari sbuffò e si
accese una sigaretta, sentiva che Itachi aveva ragione, erano in agguato dei guai
e belli grossi, considerato le correnti di tensione
che aveva avvertito, Michiyo sarebbe finita a botte con Kankuro, lui aveva
fatto il cretino tutta la mattina con Kanezaki per salvarsi il culo e Yukiko sembrava
avere deciso che Sakura necessitasse di una lezione.
“Haruno!”
“Yukiko-san!”
Sakura deglutì, qualunque
cosa avesse fatto di sbagliato la sorella di Nara era venuta a presentarle il
conto e con lei non si scherzava, fin dalle elementari aveva la fama di essere
una dura, una teppista.
“Allora Haruno, non
ti sembrava di essere troppo vicina a SAsori ieri
sera?
Non
è che ti piace?”
Ecco il problema…
Accidenti! Perché tutti
sembravano essere arrabbiati con lei per il fatto di aver parlato con il
sempai?
Persino sasuke!
[A sasuke importava di lei, dunque?
Era geloso…]
“Veramente
abbiamo solo parlato e non credo di interessargli, dopo che tu te ne sei
andata, lui è stato distratto per tutta la sera.
È un ragazzo
carino, ma da qui adire che stiamo insieme, insomma, non è esagerato?”
LA sempai sorrise,
sembrava essersi calmata.
“”d’accordo Haruno, credo di avere esagerato…”
“Yukiko-san…non è che ti piace il sempai e sei gelosa?”
“Parli troppo per
i miei gusti e ora vattene!”
Sakura non se lo
fece ripetere due volte.
Michiyo bolliva
dalla rabbia, non era possibile essere così viscidi!
Kankuro non si era
staccatoun’attimo
da lei!
Servile come
pochi!
Si sentiva fremere,
non sopportava che lui facesse così, soprattutto solo per salvarsi da una
stupidissima interrogazione!
Sembrava un
innamorato smielato e la cosa le dava i nervi, molto ai nervi….
All’improvviso non
resse più, lo vide abbracciarla e prenderla per mano e
fu troppo, la mano scattò sa sola e si tolse la cintura.
“KANKURO! COGLIONE!”
Un primo colpo lo raggiunse,
facendolo voltare con espressione da cucciolo ferito.
“ma michiyo-chan!”
“Niente
michiyo-chan!”
Kankuro corse via,
inseguito da quella furia che era diventata, era
sicura che la prossima volta prima che avrebbe tentato di fare il viscido con
qualcuno si sarebbe ricordato di quella cintura di borchie.....
L’urlo isterico
della Fukasada interruppe la corsa di michiyo e salvò Kankuro da altri colpi,
il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, ma poi vide la sua faccia…
Shizune Fukasada
era fuori di sé, i suoi occhi neri mandavano scintille, non si ricordava di
averla mai vista così arrabbiata e seppe che Michiyo era in guai grossi.
“Cosa stai
facendo, Sakiyourai, sei pazza?
Che immagine ne
ricaverà la scuola vedendoti mentre insegui un tuo compagno innocente, con una
cintura di borchie?
Non va
assolutamente bene!
Sei in punizione!
Oggi pomeriggio farai tu il turno di pulizia!!!”
“Ma…”
La professoressa
rivolse alla ragazza, che ancora impugnava la cintura, un’occhiata assassina.
“Qualche problema
Sakiyourai?
Contesti la mia
punizione?”
MIchiyo avrebbe
voluto dirle che quel pomeriggio aveva le prove con la band e che Yukiko-san
l’avrebbe uccisa se le avesse saltate, ma i suoi argomenti davanti a
quell’occhiata si sciolsero come neve al sole.
“Nessuno….”
“Molto
bene….Un’ultima cosa..In questa classe c’è troppa energia negativa, nella
prossima lezione faremo yoga tutti insieme, così vi calmerete.
Dovreste prendere
esempio dalla 1°H, loro si che sono una classe educata, non come voi e tu metti
via quella cintura!”
La fukasada marciò
a grandi passi verso l’uscita, mentre Michiyo si infilava la cintura furiosa,
maledicendo lei e ladannatissima 1°H,
non era possibile che quella donna la citasse sempre come esempio di
perfezione!
“Cosa diavolo
hanno più di noi?”
“Bhe…hanno…”
“zitto cretino!
Non stavo parlando con te!”
Michiyo uscì dalla
stanza e lo lasciò solo, a massaggiarsi la spalla dove era arrivato il colpo.
Doveva scusarsi
con lei?
Una vocina dentro
di lui gli assicurò che sarebbe stato meglio.
“CHE COSA?!”
Yukiko Nara guardò
furibonda la ragazzina davanti a lei, non aveva ancora suonato con gli Akatsuki
e già li incasinava!
“Sakiyourai! Ti
sei fatta mettere in punizione dalla fukasada il primo giorno di prove,
bravissima! Sei un genio!”
“Scusa
SEmpai…ma….”
“Non voglio
sentire scuse! Spero solo che non si ripeta più!
Dopo ci troviamo
al solito pub, ci siete almeno voi?”
Rivolse
un’occhiata di fuoco agli altri tre ragazzi, Itachi era inespressivo, Kiba fece
un lieve cenno affermativo, ma Naruto Uzumaki arrossi e si ritirò nelle spalle
come una tartaruga nel proprio guscio, in un modo che gli ricordò la Hyuga.
“Uzumaki….”
“Yukiko-san….Ecco….io…..”
“Tu?”
“Io non posso
venire.”
“TU COSA?”
Il ruggito di
Yukiko lo fece sobbalzare.
“Non posso
venire…La mia chitarra si è rotta del tutto, dopo la festa di ino ho provato a
suonarla ed è morta….”
La sua occhiata
feroce lo fece bloccare e indietreggiare istintivamente di un passo, aveva
capito che stava per arrivare una predica con i fiocchi.
“Naruto
Uzumaki….Prima rompi che vuoi fare il concerto e poi ti tiri indietro?”
“Ma non è colpa
mia.”
“ZITTO!!!”
“Sono stufa di voi
e di rimediare i vostri casini, arrangiatevi!
Fatevi vedere solo
quando sarete più responsabili!!”
La sorella di nara
lasciò il gruppo incurante degli strilli della professoressa.
“Ma che è
successo?”
HInata guardò la
figura della sempai allontanarsi.
“Uzumaki ha rotto
la chitarra, quindi non ci sarà alle prove e la profe ha messo Sakiyourai in
punizione perché ha inseguito kankuro per picchiarlo con una cintura di
borchie.
Oggi pomeriggio
dovevano esserci le prove…”
Hinata sospirò,
dopo la spiegazione di Itachi capiva la scenata di Yukiko-san, povero Naruto….
“Mi piacerebbe
aiutarlo….”
“A meno che tu non
possieda una chitarra, non puoi fare niente Hyuga.”
Il moro la lasciò
per raggiungere un’ imbronciato sasori, mentre il suo cervello rimuginava su
un’idea alquanto folle, ma che le piaceva molto.
“Yukari….Tu ci capisci
qualcosa di chitarre?”
“Zero….Tayuya
strimpellava la chitarra alle medie, ma poi ha smesso e non ha usato una
chitarra elettrica.”
“Merda!”
“Cosa hai in mente
HInata?”
“IO…Ecco…”
Con rabbia si
riscoprì a balbettare e ad arrossire, credeva di averla superata quella fase!
“Vorrei comprare
una chitarra a naruto…”
“Se vuoi chiamo
Itachi e ti faccio accompagnare da lui…”
“NO!!!”
“Ok…Allora non so…”
“IO credo di
poterti aiutare.”
“Sakura!!!”
Le rivolse uno
sguardo pienodi gratitudine.
“Naruto mi ha detto
che la seconda per cui sarebbe disposto a uccidere, dopo un piatto di ramen,
sarebbe una stratocaster.”
“grazie! Mi
accompagneresti a prenderla?”
“Si,
d’accordo…volentieri…”
Shikamaru Nara
sospirò e maledì per l’ennesima volta il fatto di essersi innamorato, era per
colpa di quello stupido sentimento chiamato amore che ora la sua gamba gli
faceva male da impazzire, tanto da non riuscire nemmeno ad alzarsi a prendere
un bicchiere d’acqua.
“maledizione!”
La porta di casa
sbatté con violenza, Yukiko o sua madre dovevano essere arrivate a casa, solo
loro entravano a casa in quel modo, si girò e vide che era la sorella.
“Yukiko…Mi
porteresti un bicchiere d’acqua per favore?”
“Arrangiati!”
Fu la risposta
della sorella che era già quasi al piano superiore.
“Ma che le è
preso?”
Buttò la testa
indietro per guardare il soffitto, niente acqua, niente sigarette e
presumibilmente dato l’umore nero di Yukiko anche niente pranzo…
“Giornata di
mmmerda!....”
Un lieve bussare
interruppe i suoi lugubri pensieri.
“Avanti!”
Choji entrò
reggendo del cibo già pronto.
“Ciao Shika! Ti ho
portato da mangiare, non credo che Yukiko cucinerà…”
“Già…ma che è
successo?”
“Un casino.
Tua sorella è
incazzata perché sasori ha fatto il cretino con sakura, credo sia gelosa, poi
oggi la fukasada ci ha portato a vedere una mostra….”
“palle….le cose
più interessanti me le perdo sempre io…”
“non era
interessante….
In ogni caso,
Kankuro ha fatto il cretino tutto il giorno con Keiko-chan e Michiyo ha
sclerato, prendendolo a botte con una cintura di borchie, la fukasada l’ha
messa in punizione e Naruto ha rotto la sua chitarra.”
Tutto gli fu
chiaro, mentre scartava il cibo portato dall’amico, solo una cosa non gli
tornava, choji aveva chiamato Kanezaki keiko-chan.
“Ehi Cho! Non
dirmi che ti piace quella pel di carota anoressica?”
Il ragazzo arrossì
e fu come se avesse detto si.
“Lasciala perdere,
le donne portano solo guai!
Fidati!”
“è sicura di
volere una Fender stratocaster signorina?”
Sakura guardò
Hinata arrossire alla domanda del commesso e poi fare cenno decisa di si, era
cambiata quella ragazzina.
La rosa prese la
chitarra, mentre HInata sotto lo sguardo ancora incredulo del commesso.
“Adesso la
portiamo da Naruto, hinata!”
“si…spero non sia
in casa….”
“Perché?”
“magari si
arrabbia…Non voleva far sapere che non aveva i soldi per comprarla…magari ho
sbagliato a prendergliela…uffa.”
“Hinata…se si
dovesse arrabbiare sarebbe proprio un’idiota, scusa!
Dove la trova
un’altra ragazza disposta a prendergli una chitarra?
Sei una santa…”
Hinata arrossì e
mormoro qualcosa nella speranza di non essere sentita da Sakura che capì tutto
e sorrise, la hyuga era innamorata persa di Naruto.
NAruto entrò in
casa depresso, non c’era nessuno, Iruka era a un consiglio di classe e in un
certo senso era meglio perché dopo la sfuriata di Yukiko aveva il morale
sottoterra.
Lanciò l’eastpack
sul divano e si trascinò in camera sua, con il desiderio di buttarsi sul letto
e dormire almeno una settimana.
Accese la luce e
rimase senza fiato.
Una fender
stratocaster faceva bella mostra di sé, al posto del suo vecchio catorcio,
urlando come un pazzo si lanciò sulla chitarra e cominciò a provarla.
Solo dopo averla
accordata, quasi tra le lacrime, si chiese chi fosse il misterioso benefattore.
Kiba, no perché non navigava nell’oro, Itachi nemmeno perché non era il tipo, Yukiko
era da escludere dopo la piazzata, allora chi?
Si sedette sul
letto a pensare…
Dopo una
mezzoretta capì, l’unica abbastanza ricca, con una dose di pazzia così forte da
credere in lui, da sempre e sostenerlo era HInata.
Dopo aver salutato
la chitarra uscì di corsa, diretto verso villa Hyuga.
Si attaccò al
campanello, staccandosi solo quando la voce irritata del padre della ragazza
gli intimò di smettere e che lei sarebbe scesa subito.
“Hinata! Ma che
genti frequenti?”
Naruto non sentì
la replica della ragazza, ma la vide camminare verso il cancello, completamente
rossa e con un’aria vagamente colpevole.
“Naruto …..io…”
Il ragazzo non la
lasciò finire, l’abbracciò e la sollevò da terra facendola girare, mentre lei
oramai virava al viola .
“Grazie hinata! Ti
adoro!
Sei la
migliore!!!!Chiedimi qualsiasi cosa, non so come ringraziartii! “
Le schioccò un
bacio sulla guancia, poi la trascinò via, urlandole che le offriva del ramen.
Hinata sorrise,
ormai sull’orlo del collasso, vederlo sorridere era cosa più bella, forse
davvero lei era una santa….
RISPOSTE ALLE RECENSIONI
Beckill:Eh si
nee-chan…la gelosia serpeggia ed è solo all’inizio…si prevedono casini…buaahahahahah!!!
Ma dai….mi hai sgamato con time bomb, quando l’ho scritta un po’ ce l’avevo in
mente il ritmo della canzone….è troppo bella e anche Rubysoho….*_+
Rancid*_*!(“tsk! Io
sono meglio!” nd Itachi” = = Nd layla).
W la cintura di
michiyo! Ciaooooo!!!
Jaheira:Grazie
socia! Per sasuke… mi diverto a farlo geloso reticente, mi diverto a farlo
soffrire…ihihihi…no dai…sai perché dev’essere così…
Naruto guardò verso
la cattedra, la professoressa intenta a cercare dell’incenso, parve non essersi
accorta di niente, come minacciato stavano facendo
yoga e se lei li avesse beccati a chiacchierare avrebbero rischiato di farlo
anche nella prossime lezione.
“hai una
stratocaster?”
“si!”
“Uzumaki, ti invidio.”
“E allora stacci
lontano, se ti becco vicino a lei ti squarto
marmotta!”
Il moro guardò
stralunato il biondo, stava dimostrando un’attaccamento
esagerato verso la chitarra.
“Chi te l’ha
regalata?”
“Fatti gli affari
tuoi!”
Itachi rinunciò a parlare
con naruto, l’avrebbe chiesto a Yukari o alle sue amiche, loro sapevano sempre
tutto.
“Accidenti…che
noia ‘sta cosa…”
Sbuffando si
rimise nella posizione delloto, se avevano dell’energia negativa, sicuramente fare yoga
alla prima ora non avrebbe aiutato a disperderla, ma questo la fukasada non
l’avrebbe mai capito…
“gli hai regalato
una fender stratocaster, Hinata?!”
MIchiyo rischiò di
cadere dal banco.
“Oh
Hinata…quanto la vorrei…
Peccato che invece
quello che mi interessa non mi regalerebbe nemmeno un
pletro.”
“Kankuro-kun?”
“Lui!
Ma l’hai visto ieri?
Maledetto
doppiogiochista!”
“MA michiyo, lo
sai che Kanezaki non gli interessa…”
“IO non so più
nulla.”
Mise fine alla
conversazione e riprese a guardare verso la porta.
Era vero, in fondo
di lui conosceva molto poco, ieri era stata la
prova,non aveva cercato aiuto da lei, ma
da quella dimostrandosi un’opportunista.
^E se mi mollasse
perché non gli servo più, tipo scarpa vecchia?
E poi perché mi
dovrebbe mollare?
tra noi non c’è
nulla, cioè mi ha solo regalato un pupazzo, ma mi sa che non significa nulla,
se Yukari fosse stata gentile con lui l’avrebbe regalato a lei..
Che casino!^
“SAKIYOURAI!!!”
L’urlo della
professoressa la strappò dalle sue meditazioni.
“Noi avremmo
finito e avremmo iniziato a lavorare, se volesse farlo anche lei, gliene
saremmo grati signorina!”
Si accorse di
essere l’unica ancora seduta nella posizione del loto e bofonchiando uno scusa poco udibile, scese, prese l’album e iniziò a
disegnare anche lei, si prospettavano tre lunghe ore di discipline pittoriche….
Il foglio era
bianco, immacolato, senza nemmeno una riga ed erano quasi passate tre ore, se
la iena fosse passata di lì si sarebbe lamentata…
Kankuro tentò di
riportare la sua attenzione al lavoro e di non pensare a Michiyo, ma sapeva di
averla fatta arrabbiare, quella mattina al suo posto aveva trovato Inuzuka.
Non voleva nemmeno
averlo vicino, ma perché?
Non capiva, non la
capiva, anche la reazione la reazione di ieri gli
sembrava assurda.
Non aveva capito
che era solo una finta?
Aveva provato a
parlarne a Temari, ma aveva rischiato di prenderle anche da lei, quindi il
perché Michiyo avesse reagito così rimaneva ancora un
mistero….
Doveva scusarsi?
Meglio di si, ma come?
Fiori?
Cioccolatini?
Ebbe una nitida
visione di un mazzo di fiori sbattuto in faccia e di cioccolatini lanciati
contro di lui….meglio di no.
La campanella
suonò e almeno il problema della Fukasada era risolto.
Cosa
doveva fare?
La sedia gli
bruciava e lo sguardo di lei o meglio il non sguardo,
lo perforava….Non ne poteva più, era una tortura!
Senza sapere bene
come e perché cercò di appiccicarsi in faccia un espressione
da cucciolo ferito, per intenerirla, seppellì il suo orgoglio sottoterra e si
getto per terra davanti al suo banco.
“Michiyo!!!!Perdonani! ti prego!
Farò
qualsiasi cosa!”
Michiyo arrossì,
poi si inginocchiò davanti a lui e gli sorrise, un
sorriso da squalo, alla Gaara o alla Temari furiosa, che gli fece venire la
pelle d’oca.
“Portami in un
ristorante francese…ho proprio voglia di provare la nouvelle cuisine.”
Cominciò a sudare
freddo.
“Ma io….”
“Oh! Non vuoi più
che ti perdoni?”
“D’accordo…A
stasera…”
“Dopo le prove,
Kanky…”
Kanky desiderò
scomparire dalla faccia della terra.
“Tsk….che pena.”
Gaara alzò lo
sguardo al soffitto con espressione schifata, sembrava trovare disgustoso il
fratello.
“è carino….”
Megumi sembrava
colpita.
“Voglio
dire ha accettato stoicamente un brutto colpo al portafoglio…
E
poi se lo merita.”
“Se lo dici tu
Mimichi…a me sembra solo un cretino…”
“Un cretino che si impegna, sempre meglio che rimanere in differenti e
tormentarsi con la gelosia, no?”
Sorridendo Megumi
torno a sedersi mente Gaara la trafiggeva con un’occhiata assassina, l’ultimafrase era una
stoccata rivolta a lui, al fatto accaduto alla festa di Yamanaka.
Una vocina gli
sussurrò di si, maledicendosi per aver baciato una
ragazzina sveglia Gaara si sedette, Morino era entrato in classe, ma qualcuno
sembrava non averlo notato.
Yukari si
stiracchiò e represse uno sbadiglio, le ore di discipline pittoriche erano una
noia mortale….
Per distrarsi
scoccò un’occhiataSasuke,
da dopo la festa guardarlo era divertente, si capiva lontano un miglio che era
geloso di sakura e che non voleva ammetterlo, le sue espressione erano
impagabili.
^Ihihihi….non inganna nessuno con quella finta aria indifferente…si
capisce troppo che vorrebbe fare un’unica retata ed eliminare Gaara, sasori e
chiunque butti anche solomezz’occhio su
di lei…divertiamoci un po’…ora chiamo asami a darmi man forte…^
“Ehi
Uchiha, come va?
Strozzato
nessuno oggi?”
“Te…tra poco….”
“No,,,,Tesoro non dovresti,è qualcos’altro che dovresti dire a
qualcun altro…
Parla
Sasuke…Esprimiti a chi sai tu o
Ti
ridurrai fumo e cenereeeeeeee”
YUkari e asami intonarono
Fumo e cenere dei Finley, con tono finto ispirato, sdolcinato, roteando gli
occhi al cielo e steccando sulla fine.
Sasuke intanto
stava per esplodere, si alzò per zittirle con le buone o con le cattive, quando
una voce lo gelò.
“Bravi…bel esibizione….
Yidashi, amaya e UChiha visto che amate tanto dare spettacolo, per la
prossima lezione esporrete una relazione sul sistema giudiziario dei
babilonesi.”
Sasuke si sedette
senza forze, Yukari crollò sul banco e asami rimase in piedi scioccata, fino a
cheSyria non
la fece sedere.
Bella giornata….
Grazie a
Beckill
Jaheira.
Probabilmente
senza di voi non so se questi capitoli avrebbero visto la luce…
Capitolo 17 *** 17)A WALK IN THE PAST(SASUKE'S VERSION) ***
9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME
17)A WALK IN THE PAST(SASUKE VERSION)
“Complimenti
Yidashi…Bravissima!
Sei un genio!
Ma
cosa ti è saltato in mente?”
SAsuke osservò la ragazza Furibondo, detestava
fare ricerche, esporle e soprattutto detestava essere
preso in giro.
“Scusa
Uchiha, ma ti giuro che non ho visto Morino!
Ti sembra che io
volessi fare una ricerca?”
“Bhe arrangiati, ora la vedi fare!
Sai, continuando a
frequentare quella testa quadra di Uzumaki sei
diventata come lui….
Dovresti
stargli lontano, è contagioso!”
“E tu sei di un’acido…
Scusami
ancora, magari ho esagerato!”
“Tsk!
Non provare ad
addolcirmi!
Tu
e la tua socia la farete da sole!”
Amaya non sembrava essere d’accordo con SAsuke, infatti scattò come una
furia.
“Ma sei scemo?
Cosa
vorresti dire?
Morino ci ammazzerà se non la facciamo tutti insieme, io non voglio prendere un due perché tu fai
il permaloso!”
“<Bhe arrangiati!
Siete due idiote,
delle oche e vi meritate solo questo, io non ho intenzione di sprecare il mio
tempo con delle perdenti come voi!
Idiote!
Spero che vi metta
uno non due, non meritate altro!”
Sasuke sorrise soddisfatto, amava prendersi queste piccole
soddisfazioni, quindi non vide asami impallidire, ne
la sua mano scattare verso di lui, sentì solo lo schiaffo.
La guancia gli
bruciava, ma non era nulla rispetto al suo orgoglio, fece per picchiarla a sua volta, maYidashi lo bloccò.
“Non osare
picchiare la mia nee-chanUchiha
o ti pesto!”
“Non è tua
sorella!”
“Ma è mia amica e le mie amiche non le picchi!”
[“Smetti di girare intorno a Tenten, Uchiha o di spargere
merda su di lei o te la vedrai con me.”
La
voce fredda ma traboccante di rabbia di NejiHuyga due anni prima.
La presa sul suo
polso si era intensificata.]
“Tsk…D’accordo!
Ci vediamo domani dopo scuola.”
Senza sapere come
si ritrovò ad acconsentire, quella ragazza l’aveva trasportato ad un passato che voleva lasciare sepolto, ma che
inevitabilmente ripresentava i suoi conti.
Camminava verso la
scuola senza nessuna voglia di andarci, odiavala Konoha Middle
High School con tutto sé stesso, era piena di
ragazzine stupide e di ragazzi insignificanti.
Si sentiva
frustrato.
“Ciao sasuke!”
Ecco uno degli
insignificanti, NarutoUzumaki,
un poveretto che era riuscito a iscriversi solo perché il suo tutore era amico
del preside Sarutobi.
“Tsk!”
Si girò dall’altra
parte, non curandosi del fatto che il sorriso del biondo si era spento, lo
odiava, era solo uno stupido.
Era stanco,
arrabbiato, doveva fare qualcosa.
Si trascinò in
classe, lo vide e seppe cosa doveva fare, sapeva che
era sbagliato, che avrebbe rovinato tutto, ma non gli importava, la pulsione
era inarrestabile.
Le lezioni
trascorsero con una lentezza esasperante, erano una successione insensata di
argomenti che non gli interessavano, il giorno sembrava non finire mai…
La campanella fu
come una benedizione, tutti sciamarono fuori, mentre lui metteva via lentamente
libri e quaderni, per un’attimo
sentì su di sé lo sguardo del professor Hatake ed
ebbe l’assurda impressione che lui sapesse qual’era il suo piano.
Alla fine rimase
solo.
Cautamente, si
avvicinò alla cattedra poi con gesto fulmineo afferrò il registro e lo mise in
cartella.
La mattina dopo Il
professorhatake entrò in
classe furioso.
“Qualcuno ha
rubato il registro, chi è stato?”
Un silenzio di
ghiaccio scese sulla classe, SAsuke
gongolò, ora poteva passare alla fase successiva.
Aspettò di nuovo
la fine delle lezioni, entrò nella sala professori in cerca di Hatake, lo trovò immerso nella lettura di uno dei soliti
libri sconci.
“Professor Hatake le dovrei parlare….”
“Si Sasuke?”
“So chi ha preso
il registro.”
Il professor lasciò cadere il libro.
“Chi?”
“è stata un’idea
della classe, sa uno scherzo, per vendicarsi dei troppi ritardi che ci
segnano.”
“Perché me lo dice
adessO?”
“sa avevo paura,
cioè…le spie non fanno mai una bella fine…”
“e ora dov’è?”
“Non lo so, lo
tengono a turno negli armadietti, forse oggi l’ha Tenten…”
Il professorhatake si alzò, prese un
passpartout e si avviò agli armadietti, dove scassinò
l’armadio della cinesina.
“Qui non c’è
nulla…”
Aprì anche gli
altri, ma non trovò nulla,Sasuke
si finse spaventato.
“Oh
no!
L’hanno fatto
sparire!
Sapranno che ho
parlato, la prego mi aiuti!”
“Li metterò in punizione tutti…Sasuke non temere
se qualcuno ti farà del male prenderà una doppia punizione, sei stato
coraggioso….
Ma
l’idea, chi l’ha avuta per primo?”
Sasuke finse di tormentarsi.
“ecco….bhe…
È
stata tenten, è sempre in ritardo!”
La mattina dopo,
il professorhatake entrò in
classe ancora più furioso.
“Ragazzi siete in punizione!
Tutti!
Per
aver rubato il registro!”
La classe protestò
vivacemente.
La seconda parte
era completata, pensò soddisfatta, ora mancava il tocco finale.
Qualche giorno
dopo Graffiò la macchina di hatake e mise il coltello
con cui l’aveva fatto nella borsa di Tenten ,odiava quella ragazzina perché lo superava sempre in
ginnastica, era inaccettabile.
Hatake non la prese bene, fece una scenata in
classe e perquisì tutti gli zaini e le borse, fino a che non lo trovò.
“Shaoran!
Dal
preside!”
“Ma io….”
Poi,
inaspettatamente si zitti, trattenne le lacrime e lo gelò con occhiata, lei
sapeva e con lei tutta la classe.
Nessuno si
muoveva, guardavano tutti lui, con una rabbia tale da spaventarlo, hyuga fu il primo a muoversi.
“Perché
Uchiha?
Perché il
registro?
Perché hai coperto
di merda Tenten per ben due volte?”
“Perché è una perdente e i perdenti, come voi, si meritano solo
questo!”
Una sberla, fece per ribattere, ma lo hyuga
lo afferrò per il polso.
“Smetti di girare
intorno a Tenten, Uchiha o
di spargere merda su di lei o te la vedrai con me.”
Voce fredda,
rabbia ben controllata, ma pronta a esplodere.
La stretta si intensificò e solo l’arrivo del professore lo salvò.
“Hyuga….è inutile che scleri….tra poco me ne andrò”
Non era contento,
non più.
Avrebbe cambiato scuola,
simulato malori per convincere il fratello, Itachi
avrebbe acconsentito tra mille lamentelee tutto sarebbe finito.
Lui non era fatto
per i sentimenti, eppure il senso di colpa lo attanagliava.
Solo, ancora una
volta, stava camminando verso casa, quando una voce lo chiamò alle spalle.
“SAsuke!”
Sakura haruno, erauna sua compagna di classe, gentile, a
volte gli passava perfino dei compiti e lo difendeva nei litigi quando
esagerava con le battutacce, senza contare che era perfino divertente parlare
con lei.
“Sasuke,
ti prego resta!
Ti aiuterò io a
chiarirti con gli altri.
Ti prego!
IO mi sono
innamoratad
te!”
“Haruno…sei insopportabile!”
SAsuke rimase senza fiato, non era possibile….
Si odiò per quello
che stava per fare, ma era necessario, non poteva più tornare in quella classe
e lei sarebbe guarita ne era certo, era abbastanza intelligente da capire che
l’amore era una stronzata.
Le mollò un pugno
in pieno stomaco e le sussurrò un “grazie”
[Grazie del tempo che mi hai dedicato, della
pazienza, di tutto, ma io non sono una bella persona, meriti di meglio.]
Non mise più piede
alla konoha.
SAsuke sospirò, era tornato al presente, alla
consapevolezza che forse era lui a non essere riuscito a dimenticarla e con la
prospettiva di una ricerca da fare….
Capitolo 18 *** 18)A WALK IN THE PAST(SAKURAS VERSION) ***
18) A WALK IN THE PAST(SAKURA’S VERSION)
18) A WALK IN THE PAST(SAKURA’S VERSION)
“Ehi sakura-chan!”
La rosa rivolse
uno sguardo interrogativo a Ino, cosa voleva?
Era concentrata
sulla lezione di matematica e non voleva essere disturbata!
“Che vuoi?”
“Domani andiamo a
trovare i profe delle medie?”
“Ti è sfuggito il
fatto che domani c’è scuola?”
“Dio! Come sei
acida? Uchiha ti ha contagiata? Comunque domani c’è manifestazione…Tu ci sei?
HIna-chan e
ten-chan vengono…non vorrai mancare tu?”
“Va bene, va
bene….vengo! ma adesso fammi seguire la lezione!
Se Yakushi ci
sgama ci farà pulire i cessi per una settimana!”
Sakura sospirò,
era deconcentrata, non la allettava la prospettiva di tornare alla Konoha, non
c’erano ricordi belli legati a quel posto…
“pensandoci bene
tutto è iniziato a distruggersi quando sono andata li…”
Rivide un lungo
corridoio su cui si affacciavano molte aule, ragazzi e ragazze in divisa e rivide
se stessa camminare lungo quel corridoio, i capelli allora lunghi, la gonna
accorciata della divisa, i calzini portati rossi per dare un tocco di allegria
al grigiore e rivide lui.
Sasuke come era
nei suoi ricordi.
Scosse la testa,
non voleva pensarci non doveva!
Irritata tentò di
seguire di nuovo la lezione, ma si scoprì a guardare Sasuke, era diventato
ancora più bello dalla seconda media, i capelli più lunghi, più alto, magro ma
muscoloso e… con un carattere ancora più scontroso!
Doveva lasciarlo
perdere , dimenticarsi di lui o altrimenti avrebbesofferto di nuovo…
La mattina dopo
arrivò all’appuntamento con Ino stravolta, assonnata e con due occhiaie
profonde, non aveva dormito quella notte, i ricordi non le avevano dato tregua
e lui era sempre presente.
In ogni momento
che poteva ricordare la sua ombra si estendeva, positiva o negativa, non sapeva
dirlo, ma c’era.
“Ciao sakura!
Come mai quelle
occhiaie?”
Fulminò Ino con
un’occhiata, possibile che non sapesse mai farsi gli affari suoi?
“non ho dormito.”
Rispose secca
avviandosi verso il cortile della scuola, con la voglia di un martire che sale
al rogo.
Una pioggia di
fiori di ciliegio fuori stagione le salutò, come due anni prima….
Sakura osservava
incuriosita il cortile della Konoha, i petali del ciliegio che era vicino alla
porta lo coprivano simili ad un tappeto in una fioritura fuori stagione.
Sorrise, era di
buon auspicio, lei Sakura haruno, tredici anni della quinta sezione del secondo
anno sarebbe riuscita a conquistare il ragazzo che amava, Sasuke Uchiha.
Attraversò il
cortile sorridendo ancora, poi smise, un gruppo di oche attorniava SAsuke, tra
loro Ino, la sua migliore amica, anzi ex-migliore amica, tendeva a non ricordare
che durante l’estate avevano rotto.
[“Ti piace sasuke,
vero Ino?”
Dalla sua
espressione colpevole aveva dedotto che la risposta doveva essere si.
“Allora le voci
sono vere…ci sei uscita…”
Ancora nessuna
risposta, solo un silenzio imbarazzato, la rabbia la sommerse, Inolo sapeva che le piaceva! Lo sapeva e ci era
uscita lo stesso, d’altronde lei, la piccola stupida Sakura, era solo un
bocciolo in confronto alla splendida cosmea Ino.
“Ok Ino…Come
vuoi…D’ora in poi saremo rivali, io non mi lascerò più superare da te.”
SI era
allontanata, ma per un’attimo aveva creduto che Ino la volesse fermare.]
Oltrepasso il
gruppo senza dire una parola, in classe Naruto le corse intorno.
“Ciao sakura-chan!
Hai fatto
matematica?”
“si, ma
scordatela!”
“Ma Sakura-chan!”
Gli mollò un pugno
in testa.
“La verifica non
te la farò io…devi imparare a cavartela da solo!”
Un movimento alle
sue spalle la fece voltare, sasuke si era seduto al suo posto e con tutta
probabilità aveva assistito alla scenata, bella figura ci aveva rimediato!
Si sedette anche
lei.
“Uchiha!!!”
Kiba era arrivato
in classe come una furia, gli occhi fuori dalle orbite, urlando si era messo
davanti a Sasuke, che era rimasto impassibile, quasi divertito.
“Come ti permetti
di affiggere certi manifesti per la scuola?”
“Quali manifesti
Inuzuka?”
“Non fare il finto
tonto!”
Il ruggito di Kiba
fece voltare tutta la classe verso di loro.
“Lo so che sei
stato tu, Uchiha!
Sei tu l’unico che
è così stronzo da pensare e scrivere che io faccio certe cose con il mio
cane!!!”
“Q-Quali cose?”
HInata si era
avvicinata forse con l’intento di calmare l’inuzuka, ma la sua domanda sortì
l’effetto contrario, il ragazzo arrossì di botto, prese a calci una sedia e poi
si avventò su sasuke, che ormai era pronto a rispondere.
“Fermo kiba! Come
fai a dire che è stato Sasuke?”
Sakura si mise in
mezzo, senza pensarci due volte, senza avere paura dello sguardo animalesco che
ormai aveva kiba.
“Togliti haruno.”
Un ringhio.
“NO.”
“Fanculo frocio di
un’Uchiha! Ti è andata bene!”
Kiba lasciò la
classe, mentre Sakura tirava un sospiro di sollievo.
“Ehi Haruno!
Perché mi hai difeso?”
“Perché io non
penso che tu sia così stronzo come dice Inuzuka!”
Sakura vide un
lieve rossore salire alle guancie del ragazzo.
“Non sono poi
nemmeno tanto bravo”
Mormorò sedendosi di nuovo.
Quel giorno Sakura
si sentì immensamente felice, le sembrava di toccare il cielo con un dito dalla
gioia.
Fu come un sogno,
ma come i sogni fu solo una parentesi breve, la vita reale riprese il suo corso
e Sasuke tornò distante, freddo, arrabbiato, come se il mondo gli avesse fatto
un torto.
Un pomeriggio decise
di aspettarlo dopo le lezioni, per parlargli, stranamente si era attardato, di
solito schizzava fuori dall’aula non appena suonava la campanella.
“ma dove è
andato?”
Preoccupata tornò
all’interno dell’edificio, i suoi passi sembravano rimbombare nei corridoi
deserti, dov’era Sasuke?
Arrivò fin sulla
soglia della classe e li lo vide, stava mettendo il registro in cartella,
Sakura sbiancò e fuggi via, augurandosi di non essere stata vista.
Cosa stava facendo
Sasuke?
Perché?
Cos’aveva quel
ragazzo che non andava?
Non sentì nemmeno
le lacrime pungerle gli occhi e poi fluire.
La mattina dopo
arrivò in classe decisa a parlare a SAsuke, ma lui era come al solito
circondato dal codazzo di oche starnazzanti, doveva rimandare!
Fu un errore, il
professor Hatake entrò in classe furibondo, l’unico occhio visibile che andava
frenetico da un volto all’altro dei suoi compagni, come se sperasse di leggere
la scritta colpevole su uno di loro.
“Qualcuno ha
rubato il registro, chi è stato?”
Un silenzio di
ghiaccio scese sulla classe, nessuno, ovviamente ne sapeva niente, per un
‘attimo nutrì la fievole speranza che sasuke parlasse, ma il moro tacque con la
stessa espressione di stupore che avevano tutti.
Sakura aspettò la
fine delle lezioni un’altra volta, un’altra volta SAsuke non uscì subito,
un’altra volta Sakura entrò, quasi di nascosto nella scuola per vedere dove
fosse.
Era la copia del
giorno precedente, Sakura rabbrividì, chiedendosi perché all’improvviso sasuke
avesse deciso di far girare tutto storto.
Ancora una volta
si fermò, stupita, spaventata, delusa, quando vide SAsuke indicare al
professore l’armadietto di Ten-chan, da cui riapparve magicamente il registro.
Bastardo!
Scappò di nuovo,
aveva ancora paura di mettere il moro nei guai e segretamente sperava ancora che
lui si pentisse.
Lamattina dopo fu di nuovo la copia del mattino
precedente, la stessa furia del professor Hatake, lo stesso silenzio di SAsuke.
“Ragazzi siete in
punizione!
Tutti!
Per aver rubato il
registro!”
La classe protestò
vivacemente, mentre Sakura diventava di ghiaccio, il suo sogno diventava
un’incubo…
Quel pomeriggio si
fermarono tutti a pulire, tranne sasuke che era dispensato dal professor
Kakashi stesso, Sakura lo guardò andare via, stava male, era divorata dal senso
di colpa.
“Non è giusto!”
Tenten accanto a
lei osservò torva il moro, lei aveva tentato dopo la rottura con Ino aveva
tentato di farla diventare la sua migliore amica, ma la bionda non era così
facile da sostituire, in ogni caso doveva parlare con qualcuno o sarebbe
scoppiata…
“Ten-chan…Sai
tenere un segreto?”
“Si Sakura-chan.”
“Io so chi ha
rubato il registro.”
Tenten lasciò
cadere lo straccio che aveva in mano.
“Chi?”
“Sasuke!”
“Brutto stronzo!
Sakura devi dirlo al professor Kakashi!”
“Ma io lo amo, non
voglio metterlo nella merda!”
“Lui ha sbagliato
ed è giusto che paghi.”
“Hai ragione anche
tu…facciamo così, prima di dirlo al prof gli parlerò,”
Tenten le rivolse
uno sguardo sornione, come se avesse saputo che nei giorni seguenti non sarebbe
mai riuscita a farlo, .
Sasuke era
sfuggente, come se la evitasse, come se sapesse che lei sapeva, mentre il clima
della classe peggiorava sempre più, tutti sospettavano di tutti, sperando di
stanare il traditore.
Sakura credeva che
si fosse toccato il fondo, non credeva potesse andare peggio di così, si
sbagliava ampiamente, glielo dimostrò quel lunedì maledetto, in cui il
professor Kakashi fece una scenata alla classe perché qualcuno gli aveva rigato
la macchina.
“Shaoran!
Dal preside!”
“Ma io….”
Poi,
inaspettatamente si zitti, trattenne le lacrime e gelò Sasuke con occhiata, lei
sapeva, lei gliel’aveva detto e con lei tutta la classe, il suo tentativo di
cercare di convincere Sasuke ad assumersi le proprie responsabilità era fallito
o forse non era mai iniziato.
Nessuno si
muoveva, lo guardavano tutti,con una rabbia tale da spaventare, volevano tutti
la testa di Sasuke, hyuga, il freddo Neji, inaspettatamentefu il primo a muoversi.
“Perché Uchiha?
Perché il
registro?
Perché hai coperto
di merda Tenten per ben due volte?”
“Perché è una perdente
e i perdenti, come voi, si meritano solo questo!”
Neji perse le
staffe e colpì SAsuke con una sberla, che fece per ribattere, ma lo hyuga lo
afferrò per il polso.
“Smetti di girare
intorno a Tenten, Uchiha o di spargere merda su di lei o te la vedrai con me.”
Voce fredda,
rabbia ben controllata, ma pronta a esplodere.
La stretta si
intensificò e solo l’arrivo del professore lo salvò.
“Hyuga….è inutile
che scleri….tra poco me ne andrò”
Sakura si sentì
mancare…
Non era possibile!
Doveva fermarlo,
non poteva lasciarlo andare così, quella fuga sapeva tanto di volontà
autodistruttivae Sakura non poteva
permetterlo.
Aspettò con
impazienza la fine delle lezioni, lui sembrava scosso, lo capiva delle
sfumature che riuscivano ad assumere quegli occhi incredibili.
Quando suonò la
campanella, Sasuke schizzò via, malei
venne fermata da Naruto, non ascoltò nemmeno cosa voleva, lo liquidò con due
parole e partì all’inseguimento del moro.
“SAsuke!”
Era quasi senza
fiato quando lo raggiunse, era da solo.
“Sasuke, ti prego
resta!
Ti aiuterò io a
chiarirti con gli altri.
Ti prego!
IO mi sono
innamoratad te!”
“Haruno…sei
insopportabile!”
Quella frase la
ferì come una pugnalata, la paralizzò, le tolse ogni capacità di reazione, così
quando le mollò un pugno in pieno stomaco e le sussurrò un “grazie” lei non
seppe far altro che cadere e capire che tutto quello che pensava che ci fosse
tra lei e Sasuke, anche solo l’amicizia era un’illusione.
I giorni che
seguirono furono terribili, stava male, non faceva altro che piangere, persino
a scuola, Naruto non sapeva cosa fare e lei non sapeva cosa dirgli, sentiva
solo un vuoto all’altezza del cuore, quello che SAsuke le aveva portato via.
L’unica nota
positiva era Ino, che le stava accanto ,sembrava volesse farsi perdonare i fatti
accaduti l’estate precedente e l'aiutava con una dedizione incredibile.
“Ino, Sasuke è
solo uno stronzo.
Perché i ragazzi
fanno così?”
Le aveva
sussurrato un giorno, sfinita dalle lacrime
“Non lo so…
Lo chiedi a me,
sono una ragazza anch’io.”
“Ino…ti voglio
bene.”
“Anch’io…Torna mia
amica, ti prego.”
“SI.”
Un abbraccio e il
sorriso le era tornato per un po’ almeno, poi lui si era affacciato di nuovo
nei suoi pensieri e le lacrime erano tornate.
Ino la sorresse e
non si lamentò del fatto che le stava inondando la camicia nuova di lacrime,
non voleva lasciarsi andare così , ma non riusciva a fermarsi, solo quando
sentì dei rumori si sciolse e corse a vedere cosa stava succedendo.
Erano in un parco
vicino alla Oto Middle High School, dove Sasuke si era iscritto, dopo essersene
andato e vide Naruto a terra, che stava picchiando sasuke.
“Hai ucciso
sakura, stronzo!”
“è ancora viva!”
“ ma è come se
fosse morta!”
Sakura capì che
doveva reagire, non poteva permettere che gli altri soffrisero per il suo dolore.
“NARUTOOOO!FERMOOOOO!”
“Perché lo
proteggi Sakura? Dopo tutto quello che ti ha fatto?”
“Non proteggo lui,
ma te! Non voglio che ti sporchi le mani con uno del genere!
Andiamocene!”
Naruto si alzò
dopo aver lanciato un ‘ultimo sguardo disgustato a sasuke, da allora il moro
sparì, persino dai discorsi, nessuno lo nominava, come se volessero cancellarne
persino l’esistenza.
Sakura cercò di
dimenticarlo e credeva di esserci riuscita, quando vide Gaara alla festa di
compleanno di Choji, qualche mese dopo.
Lui era…carino,
pulito, dolce in quel suo modo di nascondersi dietro all’apparente freddezza
che mostrava al mondo.
“Ti annoi?”
“Si…Vieni a fare
un giro con me?
IO sono sakura!”
Sakura aveva le
farfalle nello stomaco quando uscì nel giardino degli akimichi, era felice per
la prima volta da tanto tempo.
[Ma non era lui
che voleva, non era lui che vedeva]
Felice…
Era felice quando
in quel giardino baciò per l a prima volta il rosso, quando usciva con lui.
[Ma si immaginava
che ci fosse SAsuke al suo posto.]
Tutto andava per
il verso giusto….finché non lo rivide, non rivide Sasuke.
Era con Gaara, lui
le stava parlando , ma lei vedeva solo SAsuke e quella ragazza dai capelli
rossi che tentava disperatamente di attaccare bottone con lui, gaara Fece finta
di niente.
Sakura rimase
sconvolta, non poteva credere che lui fosse ancora così presente nei suoi
pensieri, Gaara non se lo meritava…
Quella sera
dovevano vedersi, doveva smettere di pensare a lui…
“Sakura…tu non miami…
Sii sincera”
Gaara l’aveva
affrontata subito, non aveva perso tempo, i suoi occhi chiari lasciavano
trasparire il dolore che provavano, Sakura si sentì un verme.
“IO…mi dispiace.”
I suoi occhi verdi
si erano abbassati, chissa se lui aveva fatto in tempo a vederci l’ombra di
sasuke Uchiha?
Sakura era sicura
di si.
La scuola non era
cambiata, tutti furono felice di rivederle, tranne il professor Hatake,
sembravaancora arrabbiato, forse le
riteneva, insieme a tutta la classe, colpevoli del trasferimento improvviso di
sasuke.
“Professor
Hatake…Dovrei dirle una cosa.”
“si Haruno,
parla.”
“Per il registro
di due anni fa, il colpevole di tutto fu Sasuke, l’ho visto io prenderlo.”
Il professore
impallidì.
“Haruno….tu non
mentiresti…Allora ho sbagliato per tutti questi anni…”
“Si, avrebbe
dovuto aspettare invece di giudicarci subito, anche se Sasuke era il suo
preferito.”
“Scusa Haruno e
fai le scuse anche ai tuoi compagni”
“D’accordo!”
Si salutarono
amichevolmente, vecchie storie erano state risolte, ma sAkura non stava meglio.
Yukiko guardava la band suonare, mancavano due
giorni al concerto di sabato, quello che Uzumaki
aveva tanto pregato di fare lo stesso nonostante l’assenza di suo
fratello ed erano un disastro totale, Itachi steccava
come se fosse la prima volta che prendesse in mano un microfono, Kiba non teneva il ritmo giusto, Naruto
sembrava avere la testa da un’altra parte e Michiyo,
sbagliava tutte le entrate.
“perfetto!”
Si disse amareggiata, erano quelli i ragazzi per cui si dava tanto da fare per
trovare ingaggi? Tanto valeva che si desse al hikebana…
Finalmente la
canzone finì e lei poté dare sfogo alla sua rabbia, non erano
solo gli Akatsuki a darle problemi, anche la gelosia
la tormentava, non poteva credere di essere innamorata del suo migliore
amico….
Non era
possibile!Per sfogarsi decise di maltrattare un po’ la band.
“Ragazzi,
cosa state facendo?
Mancano due giorni
al concerto e voi fate pena!
Itachi! Tu stecchi peggio di una campana rotta e
da dove ti spunta quel timbro di voce fastidiosamente acuto? Progetti di
trasformarti in una voce bianca?
Naruto! Tu invece di contare le ragnatele del
soffitto dovresti suonare la chitarra! Hai presente quella meravigliosa Stratocaster che ti ha regalato la Hyuga?
Usala!
Kiba! Sei un batterista, non una scimmia con in mano due bacchette che si chiede cosa siano!
Michiyo! Se non te la sentivi di suonare il basso
bastava che rinunciassi, a me sembra che tu non abbia voglia di farlo
‘sto concerto!
Metteteci
più impegno!
Accidenti!”
Prese fiato e vide
le facce sgomente dei suoi compagni, forse aveva esagerato…
Michiyo ebbe la sensazione di essere stata
teletrasportata in una puntata di Malcolm senza il suo permesso, Yukiko si era trasformata nella copia di Lois quando era furiosa, gli occhi le si
erano stretti minacciosamente e mostravano una vena inedita di pazzia,
la bocca si era stretta in una linea dura e il labbro inferiore le tremava,
credeva di capire perché Francis era venuto su così storto…
“Ma
perché è così incazzata?
Forse
perché SAsori esce
c…”
Naruto le mise una mano
sulla bocca, fece per protestare, poi si accorse dello sguardo della sempai e lo ringraziò mentalmente, aveva una faccia
terribile…
“Hai detto
qualcosa?”
Michiyo deglutì.
“No
niente…”
“non
prendermi per il culo!
mi sono rotta di voi! Continuate
da soli le prove!”
La sempai lasciò la stanza sbattendo la porta, Michiyo era esterrefatta, cosa stava succedendo a Yukiko?
“Ragazzi, ma
che cos’ ha?”
“è
gelosa, ma non lo vuole ammettere, le da fastidio il
fatto di sasori e Haruno….quindi
i loro nomi sono tabù, non vanno pronunciati.”
Michiyo sospirò, ecco spiegato tutto , la malattia di Sasuke si stava
estendendo, prima lei, poi la sempai e forse perfino Gaara…
Era proprio
contagiosa…
Yukiko si siede della stupida, cosa le era
saltato in mente?
Perché se
l’era presa così tanto con loro?
In fondo non erano
stati poi così pessimi, era lei che era terribilmente irritabile dopo la
festa di Ino, dannata Haruno!
Scosse la testa,
inutile continuare a negarlo, lei era gelosa per un solo motivo, era innamorata
di sasori e quella era una catastrofe!
Non servivano gli
883 e la regola dell’amico per capire che sarebbe finita male, lei si
conosceva, testarda, impulsiva, con un caratteraccio ,i
suoi ex la chiamavano “la stronza” e quando stavano con lei non
sembravano per nulla felici, sasori non si meritava
una tipa come lei…
Sasori aveva bisogno di una ragazza dolce,
timida, affettuosa come la piccola Hyuga, non di un
disastro ambulante come lei, che riusciva solo a far soffrire le persone,
tuttavia non poteva farci niente,lei si era innamorata
di lui.
Frustrata
tirò un calcio ad una lattina.
“CAZZO!!!!MA perché?”
Si accorse di
essere in mezzo alla folla, le signore la squadravano schifate,
s’immaginava i lori pensieri, ragazza con meches
blu, vestita come una barbona uguale teppista, si esibì in una
linguaccia e pi svoltò in una stradina.
Era di nuovo sola,
il vicolo era stretto, ma le sembrava familiare, chissà dove portava?
Si ritrovo davanti
a scuola, era deserta, nemmeno il serale faceva lezione allora…
Senza sapere
perché entrò, vederla vuota era strano,
era come averla già in qualche modo lasciata, come se non ne facesse
più parte, l’idea le diede i brividi.
La luce entrava a
lame dalle finestre, era quasi al tramonto, era una luce calda, bella,
positiva, di buon auspicio, erano strani i pensieri che formulava
mentre saliva le scale, in quello strano giro per la scuola.
Era al terzo
piano, dove c’erano le aule di pittura, solo una porta era aperta, la
prima vicino alle scale, sulla sinistra, forse c’era qualcuno?
Incuriosita si affacciò per vedere chi fosse,
era sasori, davanti ad un cavalletto, completamente
concentrato, preso da ciò che stava disegnando, era incredibile come
riuscisse a staccarsi da tutto quando aveva una matita in mano o costruiva
marionette, sembrava trovare una perfetta calma interiore che niente poteva
scalfire.
Lo guardò a
lungo, rapita, non si era mai accora davvero di quanto fosse carino o di quelle
fasi di calma zen, fino a poco prima era stata arrabbiata,
inquieta, ma ora si stava calmando, lui le aveva sempre fatto
quell’effetto….
Si disse di non
entrare, di lasciarlo stare perché se avesse interrotto quel delicato
equilibrio che c’era tra loro se ne sarebbe
pentita, ma come sempre non ascoltò ciò che le diceva la
razionalità.
Si avviò
verso di lui con un passo un po’incerto, la sua coscienza le diceva frasi
contraddittorie.
“Yukiko sei una stupida”
[Il mondo è degli stupidi.]
“Te ne
pentirai!”
[Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti.]
Era dietro di lui,
cosa doveva fare?
“Torna indietro, sei ancora in tempo!
Non rovinare
tutto, tanto lui non si è nemmeno accorto che sei arrivata.”
Seguì di
nuovo l’istinto, lo abbracciò da dietro, mormorando
un”ciao”, lui si irrigidì,poi
quando capì che era lei si rilassò e riprese a disegnare, lei
aveva sempre avuto quel privilegio, solo lei poteva interromperlo mentre
lavorava.
Aspirò il
suo profumo,un misto di acrilici, tabacco e forse
dopobarba, lo adorava, la faceva stare bene, così sui rilassò per
un po’ senza pensare a niente, era semplicemente contenta di essere
lì.
“Che ci fai
qui?”
La domanda di Sasori aveva un senso.
“Niente, ho
mollato i ragazzi alle prove e gironzolando mi sono ritrovata qui, tu?”
“Avevo
voglia di dipingere e qui non c’era un cazzo di nessuno, così ho
approfittato.”
“ma sei strano…cosa dipingi?”
Si sporse oltre le sue spalle per vedere, poi lo lasciò
andare di scatto, come se avesse preso la scossa, un suo ritratto campeggiava,
sul cavalletto, perché?
“Ma….Ma… quella sono io!”
“eh si.”
“Ma perché?”
Sasori arrossì, poi borbottò
qualcosa, Yukiko pregò di aver capito male,
lui non poteva essere innamorato di lei…non era semplicemente possibile!
“Cosa?”
“Tu mi piaci
Yukiko, non mi interessa
quella ragazzina, Sakura, mi interessi tu!”
“io…io
non posso stare con te!”
Yukiko corse verso la porta, aveva sbagliato,
perché non ascoltava mai la sua coscienza?
Era quasi fuori
quando sasoril’afferrò
per un braccio, Yukiko si divincolò ma lui la
spinse contrò il muro, imprigionandola, ora non poteva più
scappare!
“Cosa significa che non puoi stare con me?”
Era vicino, troppo
vicino, Yukiko non sapeva se avrebbe resistito.
“IO…Non
sono una brava persona, non sono adatta a te, ti farei soffrire.
Hai visto
cos’è successo tra Temari e mio
fratello, tra noi succederebbe la stessa cosa e io non
voglio che tu soffra, quindi lasciami andare e dimenticami.
Stai con Sakura,
lei è di sicuro meglio di me!”
“Ma io ti piaccio?”
Yukiko arrossì violentemente, come poteva
rispondergli?
Rimase in
silenzio, mentre i battiti del suo cuore aumentavano e guardava spaventata il
dolore che minacciava di affacciarsi negli occhi dell’altro ed era
consapevole della sua vicinanza, dalla stretta sui suoi polsi si irradiavano
brividi, era cotta di quel ragazzo.
“Rispondimi.”
Abbassò gli
occhi.
“…s-si”
“e
allora qual è il problema Yukiko? IO so che non sei stronza come ti
dipingi, non sei stata uno stinco di santo con i tuoi ex, ma so anche che fai
la dura per proteggere le persone che ami.
È questo
che mi piace di te, che sei capace di combattere come una leonessa per tuo
fratello o per le tue amiche, per Temari l’hai
fatto tante volte anche se era in torto.
Ti prego non
cacciarmi!!”
YUkiko scoppiò a piangere, era troppo non
ce la faceva!
Sasori le lasciò andare i polsi, le prese
il mento tra le dita e glielo sollevò.
“YUkiko… io…mi dispiace.”
Lo guardò
attraverso le lacrime, ogni resistenza era crollata, i suoi propositi si
lasciarlo andare si erano sciolti come neve al sole, annullò le distanze
e lo baciò.
Sasori rimase inerte un attimo poi rispose,
mentre le accarezzava i capelli, era il più bel bacio della sua vita.
“Cosa significa?”
“Che ci
voglio provare.”
Vide Sasori sorridere mentre l’ abbracciava,
non sapeva come sarebbe finita, ma non le importava molto, ora era felice e
anche lui era felice, non l’aveva mai visto così ed era tutto
ciò che potesse desiderare.
Era incredibile
come certe giornate iniziate benissimo, potessero trasformarsi in una serie di
eventi assurdi, Yukari non l’avrebbe mai capito,
quando le accadevano desiderava non essersi nemmeno
alzata dal letto.
Quel venerdì ad
esempio, si preannunciava come un’ottima giornata, Sasuke alla fine aveva collaborato alla loro ricerca,
incredibilmente si era anche impegnato ed era venuto fuori un buon lavoro, Morino ne era stato soddisfatto.
“Complimenti Amaya, Uchiha, Yidashi bel lavoro, credo che un 9
ciascuno ve lo meritiate…”
Yukari rivolse un sorriso splendente al
professore, un nove…era una cosa fantastica per la sua media e per quella degli
altri!
“Evviva!
Ragafesteggiamo? Venite a casa mia oggi pomeriggio?”
“siiiii”
Asami sprizzava felicità da tutti i pori, se non
avesse rischiato di prendere un’altra punizione si sarebbe messa a ballare sul
banco.
“Uchiha?”
“Tsk!”
“è un si o un no?”
“Che palle!”
“uffa! M a sei incredibile!
ti becchi un 9 da morino e sei freddo come un ghiacciolo!
Un
po’ di vita cazzo!”
“Oh! Ma che bel doppio senso, Yidashi…”
“ma che simpatia…allora vieni o no?”
“d’accordo d’accordo…Basta che la pianti di rompere!”
Yukari sospirò, Uchiha
era un ragazzo impossibile, la ragazza che in futuro se lo sarebbe preso,
avrebbe dovuto avere la pazienza di madre Teresa di Calcutta….
Sasuke sbuffò irritato, yidashi
era una rompiscatole con i controfiocchi, terribilmente noiosa, quasi come
Sakura ai bei tempi…
Ancora più irritato si scoprì a rimpiangerla e ciò era dannatamente
stupido, non aveva senso rimpiangere qualcosa che lui stesso si era ingegnato a
distruggere, ultimamente nella sua testa regnava un caos indicibile…
Evocata dalla sua
mente Sakura apparve, stava parlando con il rosso, il
dannatissimo Akasuna, strinse la matita con una forza
tale da spezzarla, quel pomeriggi si sarebbe divertito e si sarebbe scordato sakura, rimpiazzandola!
Si ritrovò a
ridere come un pazzo, da solo, tra gli sguardi stupiti di tutti, per zittirsi
poi all’improvviso, imbarazzato, dannata Sakura! Era colpa sua anche quello!
“Sasuke…Stai bene?”
Suo fratello lo
guardava preoccupato, il suo scoppio di poco prima non era propriamente una
cosa da persone sane di mente.
“siiii…Io ho appena deciso una cosa molto importante…”
Il tutto detto fregandosi
le mani, mentre la preoccupazione saliva negli occhi del fratello.
“Spero non sia un’omicidio…”
“Si! Io ucciderò i
miei ricordi e rinascerò, come Gesù cristo!”
Itachi si allontanò senza proferire parola, Sasuke lo sentì mormorare ad Aburame:”Non dovresti vendere della roba a mio fratello, è già
schizzato di suo…”
Sasuke riprese a ridere, incurante di tutti.
YUkari chiuse il telefono con una punta di
preoccupazione, Asami non poteva venire, sua madre
l’aveva incastrata in un pomeriggio al supermercato, doveva stare da sola con Uchiha.
Non che la
prospettiva la spaventasse perché lui era terribilmente carino, lei ne era
innamorata e chissà cosa poteva succedere, dato che nemmeno Deidara
era in casa, no,semplicemente
lui quella mattina le era sembrato fuori come un balcone..
Quella risata le
aveva dato i brividi, non sapeva perché macredeva che avesse a che fare con la
sua visita pomeridiana…
“Dio…ho paura…è
matto, chissà che farà?”
Il non avere una
risposta non la rendeva più tranquilla….
Suonò il
campanello.
“ok…è
arrivato. Yukari, calma, non fare la schizzata..
Al
massimo c’è sempre quel sistema…”
Andò ad aprire,
cercando di appiccicarsi alla faccia un sorriso cortese.
“Ciao Uchiha!”
“yidashi…”
Entrò e si
accomodò sul divano.
“come se fossi a
casa tua, caro…”
“Dov’è Amaya?”
“non viene…i suoi
l’hanno incastrata per un pomeriggio al centro commerciale.”
“ah…”
Yukari si sforzò di mantenere il sorriso, mentre
un’ansia indefinibile prendeva possesso di lei, presagiva che sarebbero
successe strane cose, cose che lei non voleva che
accadessero.
“Vuoi qualcosa da
bere?”
“Avresti una
birra?”
“si la cerco..mia madre la beve.”
Yukari si diresse in cucina, rovistò nel frigo,
per un’attimo si chiese se
fosse il caso di servigliela, ma poi si diede della stupida, non sarebbe
successo niente, vero?
“grazie.”
Sasuke la aprì in silenzio e sempre senza dire
una parola cominciò a scolarsela, Yukari
aveva sempre sostenuto che c’erano diversi tipi di silenzio, quello pacifico,
confidente tra amici, quello di terrore che calava sulla classe quando c’era Morino, quello di ghiaccio dell’imbarazzo, esattamente il
silenzio che si era creato tradi loro.
Sasuke sembrava assorto nei suoi pensieri,
pensieri strani, a cui non sembrava riuscisse a dare
un senso a giudicare dalle smorfie e lei, Yukari, si
chiedeva perché aveva tanto insistito perché venisse.
Si alzò per
guardare dalla finestra, per ingannare il tempo, sasuke
era ormai in stato catatonico, quando anche lui si alzò, la spinse contro il
muro, Yukari cominciò a trovare un senso
all’ansia di poco prima.
“ lo Sai che sei carina?”
Sguardo intenso di
chi si crede un seduttore.
“Uchiha..che hai?”
Le aveva bloccato
le mani.
“Proprio carina…”
“Uchihapiantala…”
Yukari era preoccupata, era uscito fuori di testa…
“Non ti piacerebbe
stare con me?”
“Non sei l’Uchiha che mi interessa!”
Niente, lui
sembrava non ascoltarla, non sapeva cosa fare..
^Aiuto!^
Cominciò ad
avvicinarsi lentamente.
“Smettila!”
Come parlare ad un muro.
^Oddio…Scusami per
quello che sto per fare.^
Una ginocchiata
nei genitali, Sasuke la lasciò andare e si accasciò a
terra, boccheggiava, era rosso come un pomodoro e stava per piangere, ma lmeno l’aveva lasciata andare.
^che faccio?^
Le faceva pena, lo
aiutò a trascinarsi al divano e gli recuperò un bicchiere d’acqua, doveva
essere rossissima anche lei…
Sembrava stare meglio, dopo aver bevuto, riuscì persino a boccheggiare un
“Perché?”
“Perché non ti
fermavi!”
“E…s-sfracelli le
p-palle a tutti quelli che ci p-provano?”
“No! Solo ai
deficienti che mi vogliono usare per non ammettere che vorrebbero un’altra!”
Sasuke le rivolse uno sguardo stranito.
“Dio! Ma sei peggio di
quello che pensavo!
Tu non vuoi me!
Vuoi Sakura, è evidente!
Sei geloso marcio,
vorresti strozzare il sempai e Gaara
per averla sfiorata, ammettilo!”
“N-no!”
“Va
all’inferno! Lo sai che
è vero!
Perché non lo
ammetti? Hai paura di perdere la reputazione di bello stronzo?”
La porta si aprì
su quella battuta, Deidara osservava sbigottito la
scena, Yukari ritenne opportuno portarlo in cucina
per spiegargli la situazione, suo fratello era imprevedibile.
Sasuke riprese a respirare normalmente, non era
possibile che lei lo avesse capito, se Yidashi avesse
continuato a torchiarlo avrebbe finito per ammetterlo davanti a lei ed era
l’ultima cosa che voleva.
Deidara-sempai era arrivata al momento giusto.
Li sentì parlare
in cucina, non seppe mai cosa gli disse Yukari, fatto
sta che poco dopo il biondo era entrato in salotto come una furia.
“UCHIHA!!!!TI FICCO UN PETARDO NEL CULO!”
La prospettiva,
dopo la ginocchiata, non lo allettava per niente.
“C- cosa vuoi?”
“lascia
stare mia sorella! È l’Haruno che vuoi, prenditela!
Sei pure
fortunato, Sasori adesso sta con YUkiko, quindi è fuorigioco, che aspetti?”
“f-fanculo!”
Il biondo mandava
scintille dall’unico occhio visibile, di un’azzurro
che prometteva tempesta, in questo era uguale alla sorella.
“OSI MANDARMI A
FARE IN CULO? “
Si frugò in una
tasca, Sasuke cominciò a tremare, il petardo promesso
era più vicino…
“DEIDARA
PIANTALA!”
“MA YUKARI!”
“PIANTALA!”
Il biondo si
spense come una candela al vento.
“Uchiha..scusalo…
Allora
per il discorso di prima?”
SAsuke sentì il divano scottare, basta era troppo, doveva andarsene, vigliacco fino in fondo…
Si alò con enorme
sforzo, le fitte non smettevano di arrivargli, dannata YUkari…
“Io…vado.”
“Sei sicuro di
farcela?”
Barcollando uscì
da quella casa, con la consapevolezza di averla in qualche modo scampata, ma
sapeva che non poteva fuggire per sempre….Dannazione!
RINGRAZIO JAHEIRA(GRAZIE SOCIA,PER LEGGERLI SEMPRE IN ANTICIPO)
TALPINA PENSIEROSA PER AVERMI MESSO NEI PREFERITI
HINANARU PERCOMMENTARE SEMPRE!!
GRAZIE^^!!!!!
Megumi adorava i
sabato pomeriggio, il prendersi una pausa dalla scuola, sapendo che il giorno
seguente non ci sarebbe stata e ci si poteva rilassare, adorava soprattutto
quelli trascorsi a casa di Yukari in vista di un concerto, nel caos assurdo e
confortevole della sua camera, leggendoun libro, mentre lei ammucchiava vestiti sul letto in attesa di trovare
quelli giusti.
“E
così SAsuke Uchiha ti ha baciato?”
Prese il rumore
dell’anta sbattuta come un si.
“è
carino!”
“è stronzo
e non mi piace e giuro che se lo dice a Itachi metto in pratica la minaccia di
mio fratello.”
“Cioè?”
“Ieri gli ha
detto che gli avrebbe ficcato un petardo nel culo.”
Megumi
scoppiò a ridere di gusto, certe uscite del fratello di Yukari erano
assolutamente fantastiche…
Yukari
sbuffò, con una mano reggeva una maglietta rossa dei Rancid con
l’altra si grattava il mento, Meg riusciva a vedere i dubbi
dell’amica, era la sua maglietta preferita, quella che credeva le
portasse fortuna, ma dopo che l’aveva indossata Hinata, era come se quel
“potere” si fosse affievolito, forse si immaginò Itachi che
le dedicava una canzone come “amica” perché la gettò
per terra.
“Scarti
persino quella?”
“Accidenti
si! SE a me dovesse fare lo stesso che ha fatto a HInata, non ce la farei e
nemmeno lui…Voglio dire, le conosci le mie reazioni da arrabbiata.”
Megumi si
immaginò Yukari tirare una scarpa al malcapitato.
“In
effetti….ma non è che il lui ignoto è Itachi?
Vorresti che ti
dedicasse una canzone?”
Yukari divenne di
mille colori e mormorò qualcosa udibile solo dai vestiti.
“tu
piuttosto! Non vorrai farmi credere che non vuoi colpire nessuno! Allora
perché quella mini nera da paura?”
“Non
è vero!”
Inutile negare,
non ci aveva creduto al suo patetico tentativo di cadere dalle nuvole.
“è
vero…ok
A chi ti
riferisci?”
“ a un certo
rosso di nome Gaara…”
A megumi cadde il
libro.
“è il
mio compagno di banco!”
“e ti piace!
Altrimenti non lo punzecchieresti di continuo!”
“Non gli
fanno nemmeno effetto!”
“Ma cosa
dici? Ti ha perfino baciata e poi riuscite a parlare!
Di solito è
muto come una tomba, perfino i suoi fratelli sembrano avere paura di
lui!”
Megumi raccolse il
libro, Yukari aveva centrato il punto, a lei Gaara piaceva, peccato avesse per
la testa solo la sua ex, non odiava Sakura, ma la situazione in sé.
La sua solita
sfortuna.
Sakura alzò
gli occhi al cielo, il locale era pieno, la gente faceva la fila fuori da
locale,nemmeno uno spillo sarebbe riuscito ad entrare, trovare posto sarebbe
stata un impresa…
Era di umore
infernale, la sua vita era ripiombata agli anni delle medie, alla sua
disastrosa cotta per SAsuke, rimettere piede alla Konoha aveva risvegliato in
lei talmente tanti ricordi che si stupiva che la testa non le fosse ancora
esplosa.
D’accordo il
ritorno di fiamma, la cotta che dal nulla rinasceva, alimentata dalle emozioni
dei ricordi, avrebbe potuto gestirla, ma non con SAsuke UChiha come compagno di
banco!
Quello era troppo
anche per lei! Non riusciva concentrarsi, con orrore si riscopriva a
sbirciarlo, credeva di essere riuscita a superare tutto ,ma una stupida visita
le dimostrava il contrario.
“Non ti
preoccupare Sakura-chan!”
Chi si preoccupava?
Aveva già superato quello stadio, era già in quello della
disperazione.
“Troveremo
posto!”
L’unico
posto che sarebbe stata felice di trovare era quello su un aereo, in partenza
per qualsiasi posto, solo lontano da SAsuke.
“SAKURA! MA
MI ASCOLTI?”
L’urlo di Ino
interruppe le sue farneticazioni, le fu grata per questo, ma chiederle una
risposta diversa da un si fatto con la testa era troppo.
“Eccola, la
nostra salvezza!”
Sakura vide Yukiko
farsi largo con brutalità, dire due parole nell’orecchio del
buttafuori, incredibile come riuscisse a spaventare persino un’omone
grande e grosso e poi fare loro segno di avvicinarsi.
Eccoli
all’interno del locale, Ino aiutava Shikamaru a sedersi, la sua amica era
cotta di quel assurdo tipo amante degli shoji e delle nuvole e il vederli
così affiatati gli fece un po’ invidia, lei non poteva…..
Scosse la testa,
SAsuke era bandito dalla sua testa quella sera!
Vide Yukari e Meg
con una bottiglia di birra in mano, come è che quelle riuscivano sempre
a trovare alcolici?
Andò al
bancone, al posto del solito thè, ordinò una birra, ora si
sentiva…figa!
Megumi
imprecò, il concerto era finito, Yukari era con Itachi dietro le quinte,
lei invece era sola, Syria aveva dato buca, HInata era monopolizzata da Naruto,
Tayuya era irreperibile, Yukiko era con il suo ragazzo, Asami E sakura
disperse, fantastico!
Aveva visto Gaara,
voleva proporgli di andare a fare un giro, sapeva che odiava i locali troppo
affollati, ma poi era sparito, chissà dov’era?
Decise di andare
in bagno, era una rottura dover attraversare tutta la pista…
Si avviò
con passo svogliato, maledicendo il casino presente e poi lo vide, attaccato a
Sakura, incollato.
Fece retromarcia,
travolse quasi Shikamaru nella foga, tra le imprecazioni poco fini di Ino,
spinse via Yukiko che era davanti al backstage, dov’era Yukari?
Voleva le sue
chiavi, raggiungere la casa dell’amica, dormiva da lei, e sprofondare in
un letto, anche in quello di Deidara, bastava che la nascondesse il tempo
necessario a metabolizzare l’accaduto.
Finalmente la
trovò, stava ridendo, Itachi si grattava la testa e guardava perplesso
una cassa caduta per terra.
“YUkari!!!!”
Sobbalzò,
arrossì, Che stava facendo?chi se ne frega !
“Meg!”
“Ti prego,
dammi le chiavi?”
Doveva avere uno
sguardo disperato perché Yukari la guardò perplessa.
“Che
c’è?”
“Non sto
bene!”
“O-ok.”
Le tese le chiavi,
non del tutto convinta.
“Grazie e
scusa!”
Fuggì di nuovo
a razzo, evitando cos’ altre domande da parte dell’amica.
Gaara si
scrollò di dosso Sakura, puzzava di alcool, aveva bevuto.
“Dai Gaara torniamo
insieme!”
“Haruno…sei
ubriaca.”
Cercò di
rimanere freddo, ma non voleva ferirla o provocare la sua collera, non voleva
scenate, tuttavia non poté fare a meno di guardarsi in giro, gli
sembrava di aver intravisto Mimichi….
“Chi
cerchi?”
“Naruto…”
“è
carino Naruto, vado a cercarlo.”
La rosa si
allontanò con passi incerti, lui invece raggiunse suo fratello vicino al
backstage.
“Hai visto
Mimichi?”
“NO”
Sbuffò,
voleva chiederle di fargli compagnia per una sigaretta…
Riprese a cercarla
per il locale, senza trovarla, alla fine si ritrovò dietro le quinte,
Itachi e Yidashi stavano chiacchierando.
“Yidashi!
Hai visto Mimichi?”
“è
andata a casa mia, stava poco bene…”
Il dubbio si
trasformò in certezza, lei li aveva visti…
Senza sapere
perché sentì l’impulso di raggiungerla, di spiegarle tutto,
non voleva equivoci…ma perché?
La sua voce
interiore gli bisbigliò:”Sei innamorato….”, luì
arrossì e corse via, deciso ad arrivare a casa Yidashi il più
presto possibile, ancora senza risposta all’affermazione della sua
coscienza.
Fuori dal
backstage Sakura gli si buttò di nuovo addosso, lui la scaricò
senza tanti complimenti tra le braccia della Yamanaka, poco dopo la
sentì imprecare , Sakura le aveva vomitato addosso.
Corse nella notte,
gli Yidashi non abitavano troppo lontano…
Megumi era seduta
al tavolo della cucina, un grande gelo era calato su di lei, aveva le braccia
conserte e lo sguardo fisso.
Era una stupida.
Stupida per
essersi illusa, per avere creduto che davvero Gara si fosse interessato a lei,
era ovvio che Sakura era sempre tra i suoi pensieri e lei era una seconda
scelta .
Stupida.
Aveva ricamato sul
quel bacio ricevuto per gelosia, aveva sognato su quei momenti trascorsi a
parlare.
Ora era tutto
finito.
Un sorriso amaro le
increspava le labbra, GAara era un altro da aggiungere alla lista di quelli
sbagliati…
Il suono del
campanello interruppe i suoi pensieri, all’inferno lei non avrebbe
risposto!
Chiunque fosse
dall’altra parte della porta non era intenzionato ad andarsene,
così si alzò di malavoglia.
“Chi
rompe?”
Gaara era di
fronte a lei.
“IO”
“bello”
Tono piatto, voce
fredda, gli occhi di lui che si facevano un po’ spaventati, dovevaavere corso a giudicare dall’ansimare….
“Mimichi…”
“Sabaku…a
che devo l’onore?”
“IO dovrei
parlarti….mi fai entrare?”
“Puoi
parlare anche solo sul pianerottolo.”
Lui arrossi,
impacciato, a disagio per quella freddezza che forse non si aspettava.
“Ecco…non
vale granché, però…
Sakura era ubriaca
e io…”
“TU COSA?
TU NON SAPEVI COSA
FARE?
ERI Lì PER
CASO?
NON ERA QUELLO CHE
VOLEVI?
E ALLORA VA DA
LEI!!!! COSA VUOI DA ME? FARMI SOFFRIRE UN’ALTRO PO’?
COME CON YAKUSHI,
COME CON QUEL BACIO?
DIMMI CHE VUOI
FARE, EH?
COSA SONO IO PER
TE? LA RUOTA DI
SCORTA?
BHE, SCORDATELO!
TU MI PIACI E MOLTO, QUINDI NON SARò LA
TUA FOTTUTA RUOTA DI SCORTA, SABAKU!”
Megumi smise di
urlare, ansante, gli occhi spalancati, diede un calcio ad una sedia,
frustrata,lui era come tutti gli altri, stronzo uguale!
La sedia
finì capovolta,con una delle gambe tranciate di netto, Yukari
l’avrebbe uccisa, ma qualcosa dietro di lei si sciolse, scoppiò a
piangere a dirotto.
Gaara era rimasto
sulla porta, impietrito.
Si accasciò
a terra, incurante della sua presenza, le lacrime le offuscavano la vista, ma
sentì qualcuno inginocchiarsi accanto a lei.
“Megumi…”
Era la prima volta
che la chiamava per nome.
“Non sei la
mia ruota di scorta.”
Una carezza sulla
testa.
“Smettila,
tanto non ti credo.”
“Non credermi,
però domani chiedi a Yamanaka, lei ti dirà che le ho mollato
Sakura ubriaca fradicia tra le sue braccia, le ha vomitato addosso, tra
l’altro, per venire qui.
Credi che
l’avrei fatto se non mi interessassi?”
“e io che ne
so?”
“Uffa…no
non l’avrei fatto .trai tu le tue conclusioni!”
Grazie ancora per
avermi messo nei preferiti, sono onorata!
Alla prossima
LalyBlackAngel:
si, una prospettiva fantastica, Sasuke va maltrattato, lo penso soprattutto
dopo le puntate di Naruto di settimana scorsa, l’avrei riempito di
mazzate!
È un
dannato idiota!!!
BabyCheshireCat:Che
bello! Una nuova lettrice*_*! Sakura non è molle, cerca di essere se
stessa, non sempre quelli che devono o fumano sono fighi e in una ficcy non lo
possono essere tutti, sennò sarebbe noioso!
CMq vedi un po’
cosa combina Sakura in qst cappy…Ihihihi
Alla prossima!
PS: non è
gaara-saku.
Jaheira:DEidara è
molto artistico! Forse voleva persino trasformare il pirla(Sasuke) in un’opera
d’arte, bho bho^^!
Per il fatto che
sono codardi, non lo sono, è la malattia di sasuke che colpisce, ma
forse megumi ha la cura per Gaara….o al massimo gli rompe una sedia in
testa per farlo tornare in sé…ihihihihi
Capitolo 22 *** 22)THE IMPORTANCE OF A BROKEN CHAIR ***
22)THE IMPORTANCE OF A BROKEN CHAIR
22)THE IMPORTANCHE OF A BROKEN CHAIR
“COOOSA?!”
“Yukari non urlare
o svegli tua madre!”
Yukari considerò
che Megumi aveva ragione, se sua madre si fosse svegliata e avesse visto la
sedia rotta, avrebbero visto un brutto quarto d’ora.
“Meg! Era proprio
necessario romperla?
Non potevi dargli
una sberla?”
La mora arrossì,
Yukari sospirò, sapeva che quando l’amica veniva ferita a volte erano gli
oggetti a pagarne le conseguenze e quella notte era toccato ad una sedia.
“Ma vi siete
almeno chiariti?”
“Mi ha detto che
non sono la sua ruota di scorta…”
“Meglio diniente...”
Guardò malinconica
la sedia che giaceva riversa accanto al letto, si alzò e andò a prendere dei
libri, fece una pila abbastanza alta e ci appoggiò la gamba mozzata della
povera vittima innocente.
“Meg vai alla
porta, se la guardi così sembra una sedia normale?”
Megumi si alzò e
raggiunse la porta.
“Si, i libri non
si vedono.
Ma che vuoi fare
tenerla sempre così?”
“No…è una
soluzione d’emergenza, giusto per ingannarla finché non compriamo una sedia
nuova.”
“Compriamo?”
“Si…
Oggi pomeriggio
andiamo al centro commercialeio e
DEidara e tu verrai con noi.”
“D’accordo e
ovviamente pago io.”
“Ovvio.”
Laporta si aprì.
“Buongiorno….”
Deidara venne
trascinato dentro da meg.
“Che impeto
meg-chan!
Allora mi ami!”
“Si…quando sono
sbronza…”
“No! Ha contagiato
anche te con questo assurdo modo di dire!”
Yukari fulminò il
fratello con un’occhiata.
“Ragazze che c’è?”
“Meg ha rotto una
sedia e tu oggi verrai con noi a comprarne una nuova.”
“Ma io…”
“Deidara è
importante!”
Il biondo assentì,
quando sua sorella definiva una cosa
come importante, era meglio non contraddirla.
Sakura si svegliò
con un gran mal di testa, la luce del sole era troppo forte, sua madre cucinava in
cucina, ma le sembrava stesse cucinando vicino al letto, non doveva bere ieri
sera.
Cosa gli era
saltato in mente?
Si alzò a fatica,
la testa prese a girarle, ricadde sul letto.
Non era abituata a
bere, aveva esagerato, stupida che non era altro.
Cercò di ricordare
qualcosa della sera precedente, ma era un alone confuso, le arrivavano solo
vaghi flash.
Lei con una birra
in mano, lei che ballava, lei e Gaara?!
Lei che baciava Gaara?!
Si mise le mani
sulla testa, che aveva fatto?
Cosa diavolo aveva
fatto?
Aveva baciato il
suo ex, che interessava a Meg, lei non l’avrebbe mai perdonata,Sakura voleva
sparire, era riuscita a incasinare una situazione già difficile, si fece i
complimenti da sola.
“Bravissima SAkura,
complimenti il mongolino d’oro è tuo… “
Un altro dubbio
atroce le si affacciò alla mente, chi l’aveva portata a casa?
Afferrò il
cordless e chiamò Ino.
“Ehi fronte
spaziosa che vuoi?
Stavo dormendo!”
“INO Pig! Ascoltami.”
“SE non urli c’è
una discreta possibilità che ci riesca…”
“Chi mi ha portato
a casa?”
Dall’altra parte
ci un lungo silenzio imbarazzato.
“Ino?”
“Non posso dirtelo!”
“COOOSA?QUALCUNO
MI PORTA A CASA UBRIACA E TU NON MI DICI CHI?”
“Saku…non posso!”
“Ino!!!”
“Sakura! se non
posso non posso!”
Il click della
comunicazione tolta stroncò sul nascere le proteste della rosa, che schiacciò
con forza il tasto per chiudere la chiamata.
SAsuke si svegliò
bestemmiando, aveva fatto un sogno orrendo, Karin lo stava baciando e lui non
poteva muoversi perché la rossa gli aveva iniettato un liquido parallizante
come fanno certi ragni con la preda.
Scosse la testa
per scacciare gli ultimi residui molesti del sogno e i ricordi della sera prima
lo invasero ancora una volta.
Strinse il
lenzuolo con rabbia, Sakura aveva baciato Gaara!
Tirò un calcio ad
una ciabatta, facendosi male all’alluce tra l’altro, quel rosso aveva bisogno
di una lezione…
Ma soprattutto
Yamanaka avrebbe tenuto la bocca chiusa?
Era stato lui a
portare a casa Sakura, addormentata, un gesto a cui nemmeno lui riusciva a
trovare una spiegazione.
“Ma non lo deve
sapere nessuno!
Nessuno!”
La sua voce
rimbombò nella stanza.
“A me quella
ragazza non piace!”
“E allora perché ti
stai incazzando?
Perché sei geloso?”
“Sono affari miei!”
“Anche miei, sono la
tua coscienza e ti annuncio ufficialmente che con lei non hai fatto altro che
comportarti da stronzo!”
“Lo sai perché l’ho
fatto, era la cosa migliore!
Sei del tutto
irrazionale come coscienza!”
“Blablabla!
Era la cosa
migliore…ma ti senti?
Lei ha ancora i
nervi a pezzi dopo tre anni e tu sei più instabile della nitroglicerina!”
La porta si aprì,
un’assonnato Itachi apparve fece la sua apparizione, un’apparizione irritata a
essere sinceri.
“Cosa urli
coglione?
C’è gente che dorme! Con chi parlavi?”
“Con la mia
coscienza!”
Itachi alzò gli
occhi al cielo.
“Sasuke…con la
coscienza ci si parla dentro la testa.”
“io ci parlo fuori
, sono un’eccentrico.”
“bella lì…mi
mancava…è per Sakura, vero?”
“Non nominarla!”
Itachi lo scrutò a
lungo poi mormorò:”Marissa…”
“EH?”
“Fragile di
nervi,perennemente indeciso, spaccacoglioni,
si capisce un miglio che tu sei cotto di Sakura come lei di Ryan, ergo ti chiamerò
Marissa, finchè non ti dichiarerai al tuo Ryan…”
“Ti prego non
farlo!”
“Troppo tardi…Marissa…Au
revoir!”
Sasuke si rimise
sotto le coperte, la testa sotto il cuscino, perché capitavano tutte a lui?
Megumi si guardò
intorno annoiata, erano nel reparto bricolage di un grande magazzino alla
ricerca di una sedia, ma Deidara era poco collaborativo.
“IO non la monto
la sedia, Yukari, sognatelo!”
“Sei tu l’uomo di
casa o ti sono cadute le palle nel sonno?”
“No…ma me le stai
facendo cadere tu!
Tu fai i danni e
tu li ripari!”
“Tesoro o
collabori o la sedia l’avrai rotta tu!”
“dittatrice!”
I soliti litigi
tra i fratelli yidashi…
Qualcun’ altro attirò
la sua attenzione.
“Ma si può sapere perché
mi hai trascinato qui?”
Michiyo?!
“Mi serve una
sedia, Michiyo-chan!”
Kankuro?!”
“Perché?”
“GAara ne ha rotta
una ieri sera e Tema mi ha spedito a prenderne una!”
Gaara aveva rotto
una sedia ieri sera?
E perché?
Cosa gli passava
per quella testa?
Perché dopo il
loro incontro?
Sperò che i due
continuassero a parlare, voleva saperne di più ma qualcuno posò una mano sopra
la sua spalla, rischiò di urlare.
Era Asami con la
divisa del reparto.
“A-asami?”
“Si…ti serve una
mano?”
“Eh?”
“Lavoro qui la
domenica…
Vuoi una mano?”
“Si, cerco una sedia…”
Asami l’accompagnò
al reparto giusto, Megumi la malediceva, avrebbe voluto sapere perchè Gaara aveva
reagito così, non sapere dove trovare una dannata sedia.
“Allora la vite va
messa qui?”
“NO, nell’altro
buco!”
“Non ce la faremo
mai!”
“Mai disperare…”
La battagli di
Deidara e Yukari contro la sedia si preannunciava difficile.
“SE non ce la facciamo
lei ci ucciderà!”
Ripresero a
lavorare.
Dopo molti tentativi,
fu pronta.
Deidara la rimise
in salotto e Yukari fece sparire quella rotta, poi si accasciarono sul divano.
Quella domenica
sera la signora Yidashi li trovò addormentati come bambini, mentre la
televisione continuava a trasmettere immagini, sorrise, la sedi era stata costruita,
lei l’aveva saputo subito che si era rotta, ma s era divertita a vederli
rimediare ai loro danni.
Capitolo 23 *** 23) KANKURO, MICHIYO AND THE FRENCH RESTAURANT ***
9)DON’T ACT LIKE A FOOL WITH ME
23)KANKURO, MICHIYO AND THE
FRENCH RESTAURANT
“Kankuro…non è che tiri bidone
anche ‘sta volta?”
Kankuro ,telefono in mano,deglutì, ringraziò i kami di essere a casa sua e non faccia a faccia con MIchiyo, ricordava perfettamente la sua cintura di borchie…
“MannòMichi-chan! Stasera posso,
giuro che posso! Ho anche
prenotato!”
Un ringhio misto ad un sospiro dall’altra parte gli fece capire che la rabbia
di lei stava sbollendolentamente, ma
sbolliva…
Gaara, entrato in camera sua, per cercare chissà
cosa, alzò gli occhi al cielo, disgustato.
“Pusillanime…”
Kankuro rispose mostrandogli il medio e seppe di
avere firmato la sua condanna a morte, il fratellino si sedette tranquillamente
sul letto, sfoggiando lo sguardo omicida delle migliori occasioni.
Deglutì di nuovo.
“allora vengo a
prenderti alle sette e mezza, ok?
Giuro che se non
mi ammazza prima qualcuno vengo!
Chi
dovrebbe uccidermi?”
Ridacchiò
imbarazzato, mentre Gaara si avvicinava sempre di più
fino a toglierli la cornetta di mano.
“Scusa
Sakiyouari, uccido mio fratello, ma tranquilla verrà
al ristorante francese con te, farò in modo di lasciargli vivo quello che serve
per stasera…
Come farò?
Trucchi
del mestiere…”
Chiuse la
comunicazione, kankuro si era allontanato e aveva
alzato le mani in segno di resa.
“Dai Gaara non arrabbiarti…”
Ma Gaara eragià arrabbiato e gli si avvicinava sorridendo, Kankuro tentò la fuga, ma il fratellino lo atterrò con un
placcaggio degno di un giocatore di football.
“Ma
dove la trova questa forza?
IO sono più
muscoloso di lui..”
“TU sei più
grasso, non più muscoloso,maiale!”
Gaara lo fece voltare, kankuro
sbarrò gli occhi, preparandosi a prenderle,.
“GAAAARAAA!”
L’urlo di Temari gelò il rosso, la sorella, occhi rossi e faccia smorta,
aveva fatto la sua apparizione con un coltellaccio in mano.
“Lascialo
stare!Stasera ha un’appuntamento,
deve essere presentabile.”
“Ho già avvisato SAkiyourai che l’avrei ucciso, non
vedo il problema….”
Rispose il rosso,
imperturbabile, Temari serrò gli
occhi minacciosa.
“Quanta energia, Gaara-chan…”
Bruttissimo segno
quando la sua gemella metteva il-chan davanti ai loro
nomi…
“So come
incanalarla..
MONTA
QUELLA DANNATA SEDIA!”
Il tutto detto
brandendo il coltello nella loro direzione, Gaara
sbuffò, ma alla fine decise di alzarsi, Kankuro
riprese a respirare.
“è solo
rimandata….maiale!”
Kankuro smise di nuovo di respirare.
“KIAAA! COSA MI METTO?”
Michiyo ebbe la certezza di aver distrutto un
timpano a Syria dall’altra parte del filo.
“Non urlare!”
“Ok! Ma cosa mi metto?”
“Quello che ti
pare…sii te stessa!”
“Che consiglio è?”
“Uno sentito….a lui devi piacere tu, non i tuoi vestiti…
E adesso lasciami
in pace, devo studiare, sennò Morino mi ammazza domani!”
Michiyo rimase con la cornetta in mano, incredula.
“Che faccio?”
Cominciò a frugare
nell’armadio, cavandone miracolosamente un vestito viola, prese delle calze
nere, si truccò, infilò delle decollete
nere, trasgredendo alla regola di mettere sempre gli anfibi, in ogni occasione.
Si accorse che era
presto e così si stravaccò in salotto a vedere Malcolm.
Kankuro uscì di casa come
se avesse il diavolo alle calcagna, era riuscito miracolosamente a sistemarsi,
jeans scuri e camicia nera, e a non dire nulla al fratello, chino sulla sedia
che mormorava:”Merda, sono nella merda, mortacci tua…
Non so più chi mi
piace, Sakura, che mi ha baciato ubriaca o Mimichi
che sono corso a consolare?”
Arrivò davanti
alla casa dei sakiyourai e rischiò l’infarto, Michiyo era carinissima, vestita così…
“Ehi! Riavvolgi la lingua!”
Kankuro arrossì.
“Comunque nemmeno
tu sei male…”
“Modestamente…”
Lo prese sotto
braccio.
“Dove andiamo?”
“Mi segua madame!”
Il ragazzo si
mostrò più spavaldo di quanto non lo fosse, in silenzio arrivarono al
ristorante, erano come..imbarazzati!
Kankuro si maledì, detestava quel silenzio, gli
ricordava molto quello di suo padre, nei rari momenti in cui era a casa, come
se pur essendo parte della stessa famiglia non sapessero cosa dirsi.
Aprì la porta, la
fece accomodare al tavolo, le sorrise, ma quella strana cappa di disagio non se
ne andò.
Ordinarono,
mangiarono, Kankuro era sempre più disperato,
quell’appuntamento stava andando malissimo, dov’era finita la complicità che
c’era a scuola?
E dov’era finito
il suo portafoglio?
Si frugò le tasche, niente, era sparito…dannato Gaara!
Cosa
fare?
Si alzò.
“Scusa!”
La sollevò di
peso, se la caricò sulle spalle e cominciò a correre inseguito dal maitre e dai camerieri.
“KANKUROOOOOO!!”
“SCUSA! TE L’HO Già DETTO!”
Non si fermarono
fino a quando non li ebbero seminati, Kankyro la
depose a terra, depresso, con la voglia di scappare almeno in un’altro continente.
“Kankuro…andiamo a mangiare…”
“EH?!”
“offro io, non
vorrai farmi credere che quella roba ti ha riempito?”
Kankuro voleva dire di no, ma il suo stomaco lo
tradì, gorgogliando, mormorò un si ancora più depresso.
Michiyo guardò l’amico, era triste, non aveva
ancora toccato il suo ramen, forse era ancora in
imbarazzo per il ristorante..
“Kankuro..stai sciallo,
per prima, succede…
Credo di aver
esagerato anch’io, me la sono presa troppo…
Non ti preoccupare..”
Lui non accennò ad
alzare gli occhi.
“Ma
perché perdi tempo dietro a uno come me?
Sono troppo
un’idiota, doveva essere una serata romantica, è stata un devasto…”
Michiyo rimase in silenzio un’attimo, in preda a un sensazione di deja vu.
“mi piaci proprio
perché sei un’idiota, perché mi fai ridere e poi non importa come sia andata
questa serata, tu mi piaci e questo conta e non il ristorante…”
Michiyo arrossì, imitata da Kankuro.
“Grazie…”
“prego!”
Si sorrisero.
“ ma davvero ti piaccio?”
Michiyo gli tirò una sberla
sul coppino.
“mangia stupido!”
Il ragazzo
sorrise.
Talpina pensierosa: Eccoti accontentata! Spero ti
piaccia!
Hana Turner: si è unpo’ sadica, ma anche lei si deve divertire
ogni tanto^^
Hai capito adesso la
storia di Ryan e Marissa?
Ciao e alla
prossima!
Jaheira: Ciao socia! Si mi sa che hai contagiato Gaara,,,spero che si capisca perché
l’ha fatto qui…per la sedia scialla…ihihihi
“Ti ha portato al
ristorante e poi non aveva i soldi?!
Che
tipo!”
YUkari la guardò divertita, Michiyo
era seduta, eccezionalmente nel banco accanto al suo per raccontarle della
serata al ristorante ed era arrossita.
“Ma no…povero! Succede!”
“Succede?!
Ma dai, scusa lo
sapeva che sareste usciti, prendere il portafoglio è il minimo!”
Nella foga, prese
a gesticolare come suo solito, attirando l’attenzione della FUkasada, che era seduta accigliata allacattedra.
“Yidashi!”
La sua voce arrivò
come una scarica elettrica e le fece tacere, non avevano intenzione di fare ancora yoga la lezione successiva.
“Perché
voi avete sempre quest’energia negativa?
Bisogna
fare qualcosa!”
Un silenzio di
gelo scese sulla classe, esattamente cosa bisognava fare?
Il quesito sospeso
li terrorizzava, li annichiliva e li faceva sudare di un sudore freddo, sudore
che emanava paura, la Fukasada invece sembrava sguazzare felice
in quell’atmosfera
“Ho
deciso…tranquilli vi piacerà…”
La classe deglutì,
forse era così che si sentivano le vittime davanti ad un serial killer,
paralizzate dalla paura, con la prospettiva della morte e qualcuno che
sorridendo le rassicurava che gli sarebbe piaciuto.
“Tra
due giorni vi porto alle terme…
L’acqua
vi placherà, spero…”
La classe tirò un
sospiro di sollievo e poi tacque per tutta l’ora,achiunque si sarebbe trovato a transitare
davanti a quella porta sarebbe parso che fosse vuota o che il professoreavesse sterminato gli adolescenti
all’interno.
Non appena la Fukasada
uscì, si sentirono le ovazioni, come se capodanno fosse arrivato in anticipo, Michiyo abbracciò Yukarii.
“Evviva si va alle
terme!”
“SIII!!!!La mia pelle gioisce!”
Ino si era illuminata
letteralmente e scuoteva Sakura come se la rosa fosse stata un sacco di patate.
“SU ragazzi!
Continuate con la giovinezza! Lasciatela esprimere!”
Un silenzio
imbarazzato seguì l’affermazione di Lee, ma poi ripresero tutti a festeggiare, Sasuke escluso contrario per sua natura a qualsiasi forma
di felicità,
tanto che non si
accorsero nemmeno che il professor Umino era entrato
in classe e urlasse come un dannato per reclamare il silenzio.
SAsuke guardò annoiato i suoi compagni, non
capiva perché dovessero fare sempre così casino, probabilmente la Fukasada
aveva solo voglia di vacanza e sarebbe stato comunque tremendo andare alle
terme con lei, fissata com’era con le sue energie
positive, negative, neutre ekami solo sapeva che cos’altro.
“Su sasukuccio sorridi! Andremo alle
terme insieme amore!”
“Vaffanculo Karin!” il suo sibilo la fece tacere, mentre un
rossore sgradevole le saliva alle guance?”
Ino, accanto a lui gli fece
un sorrisetto sornione, Sakura evitò di guardarlo, sembrava immersa in altri
pensieri.
Il rumore
assordante del registro che cadeva sulla cattedra li fece tacere, il professor Umino era entrato in classe, probabilmente da un po’ e ora
li guardava con gli occhi spalancati dal furore e le narici frementi, come un
toro prima della carica.
Sasuke sentì solo che il sermone iniziava con:”Maleducati” prima di posare la testa sul banco e dormire,
fino a che una scossa poco delicata lo svegliò.
Mezzo intontito, ma pronto a scaricare tutta la sua irritazione su
colui che aveva disturbato il suo sacro sonno, alzò la testa e si ritrovò a
fronteggiare il toro, pardon, IrukaUmino a due centimetri dalla sua faccia, arretrò
spaventato.
“UCHIHAAAA!!!”
L’urlò gli distrusse un timpano.
“Come
ti permetti di dormire durante le mie prediche?
Maleducato! Oggi
sarai tu ad affiancare Haruno nei turni di pulizia!”
Sakura fece una
smorfia, come se la prospettiva la schifasse, SAsuke abbozzò un sorrisoe fece cenno di sì con la testa, mentre il
professore tornava inferocito alla cattedra.
SAsuke crollò di nuovo sul banco, poi riprese
rassegnato a lavorare, quell’assonometria sembrava un compito dato dal demonio
in persona!
Sentì Yidashi, Asahara e Amaya ridacchiare dietro di lui, desiderò strozzarle.
La fine dell’ora
arrivò troppo presto per i suoi gusti, il suono della campanella per la prima
volta nella sua vita non fu una benedizione,ma sopportò stoicamente Ino che gli batté amichevolmente sulla spalla sorridendo e
i gesti di incoraggiamento delle tre dietro di lui.
Il supplizio stava
per iniziare.
“Uchiha.”
Tono freddo
tendente al comando.
“TU passa i banchi
io pulirò per terra.”
“Zibadrona.”
Sguardo tagliente ad indicare che qualsiasi forma di umorismo e di
comunicazione da parte sua era bandita, sasuke aveva
un solo compito, tacere.
Cominciò a pulire,
lei lavorava con un’energia furibonda come se quel pavimento le avesse fatto un
torto mortale e andasse eliminato.
“Cosa c’è, haruno?”
“Non sono cazzi
tuoi, Ucihiha! Sto cercando di ricordarmi una cosa.”
“Tipo cos’ hai
fatto sabato, mentre eri ubriaca?”
Lei lasciò andare
lo straccio, inviperita, quello sguardo non prometteva nulla di buono.
Sakura era fuori
dalla divina grazia, per usare un ‘eufemismo, se la FUkasada
avesse misurato la sua energia negativa, le avrebbe consigliato di andare da
un’esorcista, non era possibile che i Kami si
accanissero tanto contro di lei.
Sabato era stato
un disastro, Gaara non la guardava più in faccia, Meg
era diventata più fredda e se avesse potuto avrebbe
torturato Ino per farle rivelare che l’aveva portata
a casa.
Non era possibile
che la sua migliore amica le nascondesse una cosa del genere!
Senza contare
l’alzata di genio che aveva portato il professor Umino
a metterla in coppia con Sasuke, quella era la
ciliegina sulla torta, considerato che mister parlo-forse-quando–sono-interpellato era stranamente
loquace.
“Cosa c’è, haruno?”
Fatti tuoi no? Te
li sei fatti per anni, perché non continuare?
“Non
sono cazzi tuoi, Ucihiha! Sto cercando di
ricordarmi una cosa.”
Sperò di aver
chiuso così la conversazione, ma si sbagliava.
“Tipo cos’ hai
fatto sabato, mentre eri ubriaca?”
Lasciò andare lo
straccio come se scottasse, come faceva lui a saperlo?
Gli si avvicinò
minacciosa, lui arretrò, ma si ritrovò incastrato tra i banchi, non poteva
sfuggirle, se sapeva qualcosa gliel’avrebbe fatta
confessare!
Eradue
centimetri dalla sua faccia quando il furore l’abbandonò e con quello il
coraggio, non era mai stata così vicina a lui, poteva sentire l’elettricità che
si stava creando.
“Cosa saiUchiha?”
“Io? Niente!”
Lo afferrò per il
bavero, ignorando il desiderio di baciarlo.
“TU sai qualcosa!
DIMMELO!!”
Lui deglutì, poi
riprese il suo solito ghigno odioso.
“Ti ho visto dare
uno spettacolo indegno, ubriaca marcia, Dio Haruno come ti sei ridotta?”
Tono sprezzante
molto alla SasukeUchiha ma
con una nota Falsa che stonava, lui sapeva.
“Chi mi ha portata a casa?”
“SE non lo sai
tu…”
Gli si fece ancora
più vicina, sperando di spaventarlo e sperando che lui
non sentisse i battiti sempre più forti e accelerati del suo cuore.
“Te lo ripeto…Chi
mi ha portata a casa?”
Lui deglutì, gli
sembrò perfino che arrossisse.
“IO.”
Una parola semplice, corta e piena di significato, abbastanza da
sconvolgerla, boccheggiò come un pesce in carenza di ossigeno, lei invece era
dannatamente in carenza di parole.
Lui non cambiò
espressione, non si scompose, rimase impassibile mentre annullava la minima distanza
residua tra di loro e la baciava con foga, come se avesse aspettato a lungo di
poterlo fare.
Sakura si scoprì
anche in carenza di pensieri coerenti, questo era
troppo!
Poi lui si staccò,
sempre silenzioso , sempre imperscrutabile e scappò
via, spostandola come se fosse una bambola e lasciandola esterrefatta in quella
classe vuota.
Perché Dio la
odiava così tanto?
Risposte alle
recensioni
Baby cheshirecat: Ma dai! Anche tu
sei all’artistico? Io l’ho finito l’anno scorso^^.
Non volevo fare la
maestrina, non l’ho mai voluta fare, però non ce la vedo sakura
a fare l’alternativa, lei per me ha un so che di brava
ragazza, un po’ alla fantozzi o forse meglio alla bridgetjones.
Auguri per la ficcy! Avvisami se la scrivi che mi sono incuriosita.
Un’ultima cosa, sakura è un po’ lagna solo nel
capitolo che racconta di quando lei era alle medie, poi ho cercato di
vivacizzarla.
Non è molto
coerente come risposta, mi dispiace^^”…
Ciao e alla
prossima.
Talpina pensierosa: Si sono abbastanza pucciuosi, la classica coppia disastro che fa tenerezza! Spero
che qst ti piaccia!
Alla prossima!
HInaNaru: Grazie!!! Spero che
qst ti piaccia! Nihao!
Hana Turner: Bien! Sono
contenta che tisia
piaciuta…ci mancava solo che Kankuro facesse pagare
lei, se fosse successo già sentivo il sibilo dei colpi di cintura di michiyo…XD
Grazie e alla
prossima…La tua ficcy è molto complicata…tu leggi stephenking per caso?
Alohaaaa
Beckill: ciao nee-chan! sono contenta che ti sia piaciuto! Una cena al ristorante ti
era stata promessa^^! Povero Kankuro, esce con te e Gaara gli fa i
dispetti, che sfiga….
(“SE lo merita!come
osa fare il medio a me?” ndGaara”UN offesa intollerabile….==”ndlayla)
Alla prossima nee-chan e ricordati…kiba deve
soffrire!!!!!!
Sasuke guardava fuori dal finestrino, il treno
correva rapido per la pianura, verso le terme, era irritato
una sola martellante domanda gli girava per al testa da due giorni.
Perché aveva baciatosakura?
“SAsuke, stai bene?”
La domanda di suo
fratello gli giunse inopportuna come tutte le sue domande, la specialità di suo
fratello era metterlo in imbarazzo.
“si che sto bene!
Perché dovrei stare male?”
“Bho..da quando sei salito non hai
detto niente e guardi il vuoto con aria assente…”
“sto pensando ai
cazzi miei! Non ci si può fare i cazzi propri in questo mondo?”
Itachi rimase un attimo in silenzio, poi sorrise,
sornione.
“è per Sakura….Marissa!”
L’uchiha minore si sentì arrossire, desiderò strozzare il
fratello, ma poi mormorò, appena udibile.
“L’ ho baciata.”
“Cosa?!E perchèmarissa poi?”
Sobbalzò, da dove
era spuntata Yidashi?
Alzò la testa e
con orrore vide che lei e Asahara lo stavano
guardando con un misto di divertimento e curiosità, il fratello cominciò a
ridacchiare sadicamente e lui a sudare freddo, tutti gli anni spesi a
costruirsi una reputazione stavano per sgretolarsi grazie a lui…
“Pensaci
Yukari-chan…com’è Marissa?
Fragile, spacca
coglioni, perennemente indecisa quando anche i sassi
di Orange County hanno capito che lei ama e amerò sempre Ryan, anche da
lesbica, anche se diventasse un maschio, solo che è talmente paranoica da non
riuscire a diglielo e a essere felice con lui per più di una settimana.
Com’è mio
fratello?
Non
è uguale?”
YUkari si grattò il mento, pensierosa,
poi fece un sorriso ingenuo che lo gelò.
“Il tuo
ragionamento non fa una piega…”
“Comunque pirla, cos’ hai fatto dopo averla baciata?”
Ringraziò
mentalmente Sakura, dannazione quel nome era una persecuzione,perché
anche Asahara si chiamava così?
“Sono scappato.”
Sussurro udibile
sperò solo dai sedili, ma quella ragazza doveva avere un’orecchio bionico, perché si mise ad urlare come
un’invasata.
“MA SEI UN COGLIONE, MARISSA!”
La risata
collettiva, persino la fukasada e Umino
ridevano di gusto, desiderò farlo scomparire dalla faccia della terra.
Sakura non rise,
dovette trattenere le lacrime, la sua omonima aveva ragione, sasuke era un coglione e lei era ancora più stupida a stare
male per lui.
Si rannicchiò,
nessuno era seduto vicino a lei, Ino era da shikamaru, Hinata da Naruto, Gaara da meg, era sola, ci si doveva abituare, tutti andavano
avanti, solo lei rimaneva come ancorata nel passato.
Appoggiò la testa
alle ginocchia e lasciò scendere le lacrime, nessuno la vedeva, poteva piangere
liberamente senza far preoccupare nessuno.
Sentì qualcuno che
si sedeva accanto a lei, mano non alzò la testa, ne smise di piangere, chiunque
fosse rimase in silenzio.
Rimasero così per
un po’, poi il suo misterioso vicino le accarezzò la
testa, lei si alzò di scatto e si paralizzò.
SAsuke…
“Cosa vuoi?”
“Ecco..io…scusa Sakura.”
“Perché sasuke? Perché l’hai fatto?”
“Non lo so Sakura,
non lo so e non nemmeno perché ti chiedo scusa.”
Scosse la testa,
era tipico di lui, dannatamente tipico di lui….
“Bhe schiarisciti le idee e solo allora rifatti vivo, ho già
sofferto abbastanza per te.”
Lui si alzò senza
dire una parola, trascinandoi piedi, come uno…sconfitto.
Era la parola
giusto e mai avrebbe pensato di abbinarla a SAsukeUchiha, lui era sempre stato il modello della perfezione
per tutti, ma forse era solo un mezzo uomo, uno a cui
mancava qualcosa, uno a cui la vita aveva portato via qualcosa.
Sentì uno sguardo
carico di rabbia pungerle la schiena, era Karin, ne era sicura.
Un po’ le faceva
pena quella ragazza, smaniava per avere un qualsiasi contatto con il moro, ma
era anche consapevole che non l’avrebbe mai avuto, perché SAsuke era così, assolutamente freddo.
[E forse perché sono io l’unica in grado di
sceglierlo…]
Finalmente erano
arrivati alle terme, erano appena fuori dal paesino al quale erano scesi da l treno.
YUkari era in preda a sentimenti contrastanti, da
una parte non stava più nella pelle all’idea di immergersi in una vasca di
acqua calda, dall’altra un po’ si vergognava.
Esitò un’attimo sull’entrata, ma poi Tayuya e Michiyo la trascinarono
dentro e poi verso gli spogliatoi.
Doveva essere
l’ultima, perché Ino era avvolta
nel panno e stava incitando Sakura a darsi una mossa, così cominciò a
spogliarsi e si rese conto di non essere l’unica in imbarazzo.
HInata era già arrossita fino a raggiungere un
rosso acceso e Kanezaki se ne stava nascosta in un’angolo, come se detestasse
farsi vedere nuda.
Si accorse per la
prima volta che quella ragazza era magra, troppo magra, le si
vedevano perfino le ossa, in classe, infagottata com’era in felpe troppo
grandi non ci aveva mai fatto caso.
“Yukari!!! Muoviti!”
Michiyo strepitava, le mani sui fianchi.
“SI, arrivo.”
Si avvolse
nell’asciugamano e raggiunse l’amica.
“Ehi..ma Kanezaki non ti sembra troppo
magra?”
La viola la
osservò un’attimo, poi fece
una smorfia.
“Bho e non m’importa…lascia che sia Karin a occuparsene.”
YUkari sospirò , dalla
quando erano andati a quella mostra, Michiyo era
sempre stata un po’..acida quando si parlava di Keiko.
Syria era immersa
beatamente nell’acqua calda, ascoltava Michiyo, HInata e Yukari
parlare di Naruto e dei progressi di Hinata, le loro voci le arrivavano come da lontano, il
calore le attutiva.
Lei stava bene
così, senza un ragazzo, senza nessuno.
Chiuse gli occhi,
sorridendo.
Poi il cicaleccio
finì, era rimasta solo Yukari che guardava in un
angolo della grande un po’ preoccupata, seguì il suo sguardo, curiosa.
KeikoKanezaki era
seduta, le gambe strette al petto, era triste, aveva
qualcosa che non andava, era anche troppo magra.
“è uno scheletro.”
Syria annuì, le
potevi contare le ossa.
“Chissà se….”
Lasciò la frase in
sospeso, anche Tayuya era magra, molti pensavano che
fosse anoressica, ma bastava guardarla una volta mangiare, anzi divorare, per
capire che non era così, ma Kanezaki…
Non si ricordava
di averla mai vista mangiare qualcosa di gusto, era sempre un po’ triste, un
po’ gobba, come se dovesse fuggire sempre da un momento all’altro.
“Potrebbe essere.”
Yukari la guardò.
“Voglio dire,
pensiamo sempre che le tipe anoressiche non siano nella nostra classe e nelle
nostre conoscenze, invece succede.”
“Cosa possiamo fare, Sakura? Ammesso che
fosse così?”
“Non lo so. Non
fasciarti la testa prima di essertela rotta e non chiamarmi Sakura, se fosse anoressica vedremo poi cosa fare.”
Syria rimase imbronciata,
odiava farsi chiamare Sakura, perché odiava omologarsi
nella folla, con un nome comune, con una vita comune.
Lei voleva essere
se stessa e il suo nome doveva essere una bandiera che lo testimoniasse.
IN ogni caso, vide
Keiko inclinarsi da un lato e poi lasciarsi andare
finendo sott’acqua.
Era svenuta.
In due balzi
furono da lei.
La trasportarono in
infermeria, della Fukasada nessuna traccia.
“Accidenti a
quella donna! Per rompere è sempre presente, ma quando serve non c’è mai!”
L’infermiera uscì
poco dopo, aveva un’aria pensierosa.
“ha avuto un calo
di zuccheri… ma la cosa che mi preoccupa di più è che sembra essere in stato di
denutrizione….”
Syria e Yukari si scambiarono un’occhiata eloquente.
“Non riesco a
convincerlaa
mangiare almeno qualcosa…potreste aiutarmi?
Non so convincerla
voi, siete sue amiche no?”
Erano imbarazzate,
ma l’arrivo di Choji le salvò.
“Se volete sto io con lei.”
“Sei sicuro? Non ti
fa problemi?”
“No, voi andate.”
Choji entrò nella stanza.
Keiko guardava assente davanti a lei, l’infermeria
aveva provato a convincerla a mangiare,ma lei non aveva collaborato.
Il cibo era ancora
sparso per terra.
Lei non voleva mangiare,
lei odiava il cibo, odiava il suo corpo, voleva
disperatamente avere quello di qualcun’altra.
Ino-chan ad esempio era bellissima al suo confronto , lei era sempre stata troppo grossa, lo era tutt’ora, per
questo odiava gli specchi.
Il cigolio della
porta la riscosse, ChojiAkimichi
era sulla porta.
“Cosa vuoi grassone?
Convincermi a
mangiare? Bhe vattene, è fatica sprecata…”
Vide che lui
stringeva i pugni.
“Vedo
che vuoi fare la dura…dove vuoi arrivare?
Vuoi
morire?”
Sul suo viso si
distese un ghigno, lui era banale esattamente come tutti gli altri…
Tutti a
spaventarla con l’idea della morte…
“Sarebbe la
liberazione da tutto…”
“Che cos’è una
liberazione?”
La guardò
stralunata.
“Cosa? Non capisco…”
“Quando ti senti
liberata da qualcosa?”
“Quando finisce,
no?”
“Quindi quando
provi pace dopo un evento doloroso, quando ti sembra di stare meglio…”
“Certo.”
“uhm…e dimmi se
morissi e non provassi più niente dopo…potresti dire di essere sollevata?”
Quella domanda la
lasciava senza parole, come faceva quel grassone a essere così profondo?
CHoji guardava la ragazza sdraiata sul letto, i
capelli arancioni, abbaglianti quanto finti, le
ricadevano come una fiamma spenta sullo yukata.
Spenta forse era la parola adatta per definirla
meglio, era priva di vita, apatica, sempre un po’ gobba e ora scopriva che
forse era messa peggio di quello che credeva.
Sperò di averla
colpita abbastanza con quelle parole, una nuvola era passata in quegli occhi
castani, ma poi fu scossa da una risata.
Lunga, fredda, per
niente divertita, sarcastica.
“Bravo
Akimichi!
E così speri di convincermi con la tua filosofia spicciola…
Ma tu cosa ne sai di come sento?
Non puoi capire
cosa provo quando hai un corpo così!”
Choji ridacchiò a sua volta, pensava forse di
averlo ferito?
“Pensi
che non possa capire quanto ti odi?
Pensi che io non
mi sia guardato allo specchio dicendomi che ero uno schifo?
Che
presunzione Kanezaki.”
“E
allora perché rimani così?
Perché
sei debole?”
“Pensi di essere
forte?”
Lo guardò
stranita.
“Forte
perché sei capace di resistere alla fame e di esercitare un autocontrollo
ferreo?
Perché pensi di
poterti plasmare a tuo piacimento come se fossi fatta di cera?
BHe sbagli!”
Un rossore
sgradevole le si sparse per le guance.
“Sei debole Kanezaki, perché non sai accettarti ed è per questo che ti
odierai sempre anche se dovessi arrivare a pesare
trenta chili, ti vedrai comunque grassa.
Vuoi dimagrire per
stare bene, ma non ce la farai male.
Qualcosa
ti divorerà sempre.”
“E sapientino, qual’ è la ricetta per
curarmi?”
“Accettati così come sei e amati così come sei.
SE guarderai
dentro te stessa troverai la sicurezza che cerchi e
finalmente ti vedrai per quello che sei davvero, una bella ragazza che non ha
nulla da invidiare alle altre.”
Lo guardò, forse per al prima volta, senza l’ombra di sarcasmo, un po’
spaurita.
“Sei svenuta
perché non mangiavi, quindi vedi di farlo ora.”
Le allungò una
ciotola di ramen, lei l’accettò
non molto convinta, ma poi lentamente come se temesse che il cibo potesse farle
male iniziò a mangiare.
“Come sta kanezaki?”
Michiyo guardava imbarazzata l’acqua, poi la smosse, si sentiva un po’ a disagio per come aveva
trattato la rossa.
“BHo...ha detto che ci pensa CHoji a farla mangiare.”
YUkari era distesa tranquillamente, sembrava
immersa in chissà quali pensieri, forse si sentiva solo fortunata rispetto a Keiko.
Michiyo decise di rilassarsi a sua volta e stava
sprofondando nell’acqua calda, facendosi cullare dal vapore quando qualcuno le
piombò addosso.
Aprì gli occhi e
vide Ten Ten che le sorrideva.
“Che c’è?”
“MI vendi Kankuro-kun?”
“EH?!”
“HO scovato un buco da cui si vede la vasca dei ragazzi.”
Gli occhi della
castana s’illuminarono di luce maliziosa.
“YUka-chanhai fatto una buona
scelta con Itachi,”
La sua amica si inabissò come un sottomarino in disarmo.
“Scordatelo Ten-chan…però fammi vedere quel buco che mi hai incuriosito…
HIna-chan! Vuoi vedere anche tu?”
La
hyuga sembrava scomparsa, ma Tenten
la trascinò via e lei non fece in tempo a chiedersi dove fosse finita.
Naruto stava camminando allegro per i corridoi,
avvolto nello Yukata, con i
capelli che sgocciolavano e lasciavano una scia di gocce ,alla ricerca della vasca d’acqua
esterna.
Fischiettava una
canzone dei Greenday, quando vide una figura seduta
in giardino, i lunghi capelli neri che le ricadevano sul bianco del vestito.
Aprì la porta
scorrevole su uno dei lati del corridoio e la raggiunse.
“HINATA-CHAN!!!”
La mora trasalì.
“N-naruto-kun!”
“Cosa ci fai qui? Perché non sei in vasca?”
Lei arrossì
deliziosamente, gli venne da sorridere, quella ragazza lo inteneriva
tantissimo, gli faceva venire voglia di coccolarla.
Si sedette accanto
a lei, sorridendo.
“io…ecco…mi
vergogno un po’ a stare n-nuda insieme alle altre.”
Era di nuovo
arrossita, lui le accarezzò la testa.
“Guarda che non
sei inferiore alle altre….per me sei molto carina.”
Le scoccò un bacio
sulla guancia, mentre lei diventava di tutti colori ,
per poi lasciarsi cadere nel suo abbraccio.
“SantoSid! Che
belli che sono!”
MIchiyo, finito di assecondare Ten Ten, li guardava intenerita.
“SantoSid?! Ma
da dove ti viene, è carino!
Aaaahhh lo sapevo che quell’anima Santa di Sid e la benedizione del punk l’avrebbero
aiutata…”
Yukari sorrise, poi si senti
trascinare via da qualcuno, Itachi per la precisione.
“Ehi marmotta! Dove mi porti?”
Era diventata
rossa anche lei, mentre Michiyo le rivolgeva un
sorrisetto.
“ a vedere una
cosa.”
“C-cosa?”
“E stai zitta!”
SE la caricò in
spalla, Yukari sentiva il suo cuore rimbombare,
temeva sarebbe esploso da un momento all’altro, quel ragazzo le faceva
quell’effetto.
“I-itachi! Mollami!”
Erano in giardino
adesso, ma lui sembrava non darle retta lo stesso.
“Non ti mangio
mica…”
La depose per
terra, non ebbe il tempo di guardarlo negli occhi, perché lui la voltòe poi le mise le
mani davanti agli occhi.
Deglutì, lo
sentiva respirare sul suo collo, i suoi capelli le fecero il solletico quando
percepì che si chinava verso il suo orecchio.
“Sei calma?”
“E
che ne so?
Toglimi
‘ste mani”
Il suo tono era
agitato, nervoso, giurò che lui stesse sorridendo mentre la ascoltava.
“Stai
un po’ sciallaYukari! Sei alle terme…
Chissà
che questo non ti rilassi…”
YUkari sentì il suo cuore battere ancora più
forte se possibile, cosa sarebbe successo?
Lui si limitò a
toglierle le mani dagli occhi e lei trasalì.
Erano in un angolo
del giardino, lì le foglie degli alberi si erano tinte di tutti i colori
dell’autunno, rosso, arancione, oro.
Rimase incantata
per un tempo indefinito a guardarle, poi un vento frizzante
le smosse, fino a staccarle.
Vorticarono per un’attimo in cielo, poi si
posarono a terra dolcemente, formando un tappeto davanti a lei.
“Che bello!”
“Finalmente ti sei
rilassata..sospettosa che non sei altro.”
Si voltò verso di
lui, irritata,per ribattere, ma lui ,
inaspettatamente, le prese il mento tra le dita e l’attirò a sé.
Sgranò gli occhi,
si sentiva quasi male, tanto era emozionata.
Si calmò solo
quando sentì le sue labbra calde premute contro le sue, si poteva
dire che aspettasse questo momento da sempre.
GRAZIE A
TALPINA PENSIEROSA
HINANARU
LA MIA NEE-CHAN
HANA-CHAN
BABY CHESHIRE CAT
GRAZIE PER
CONTINUARE SEMPRE A COMMENTARMI!
E
UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE ALLA SOCIA J CHE SPESSO LEGGE IN ANTEPRIMA LE COSE
CHE SCRIVO….GRAZIE!^^
Il sole calava
dietro le colline, inondando il complesso termale di luce dorata, c’era una
sensazione di calma assoluta, come se il mondo per un’ attimo si fosse concesso
di fermarsi.
Gaara sospirò,
scosse la cenere dalla sigaretta e se la portò lentamente alla bocca, poi
lasciò che il fumo uscisse a spirali.
Rimase a
osservarlo incantato, quanto amava quella pace…
Non avrebbe mai
ammesso che gli mancava qualcosa o qualcuno, qualcuno diverso da Sakura con i
suoi casini con Sasuke.
Non aveva alibi,
ne sedie da rompere, Mimichi non gli era indifferente, di più, aveva delle
buone di soppiantare la rosa nel suo cuore.
Spense la
sigaretta con un gesto secco, lui non sapeva se volere o no che ciò accadesse,
aveva paura di soffrire di nuovo, come con Sakura.
Dio solo sapeva
quanto aveva creduto in quella storia, quanto aveva creduto nel suo primo amore
ed ecco come era finita, con lei gli cacciava la lingua in bocca quando si
sentiva troppo sola e confusa.
Finale amaro, non
c’erano dubbi.
E con Mimichi
sarebbe stato lo stesso?
Il quesito lo
tormentava, non riusciva a trovare una risposta e per questo non riusciva a
trovare il coraggio di provarci di nuovo con lei.
Detestava il
casino che si stava formando nella sua testa, c’erano troppi pensieri, tutti
insieme, che si sovrapponevano e vorticavano come foglie impazzite.
Le urla poco
gentili delle Fukasada lo scossero, il break era finito, il mondo li richiamava
nel suo gran casino, si tornava in città.
Guardare i suoi
compagni non lo rimise di buon umore, Akimichi era insolitamente premuroso con
Kanezaki, la cosa gli bruciava di probabile flirt, Naruto con Hinata e per
fortuna perché la leggenda della Hyuga innamorata aveva travalicato i confini
della Konoha alle medie.
Tutti trovavano
l’anima gemella, perfino quell’idiota patentato di suo fratello con quella
santa donna di Michyo Sakiyourai.
Senza contare le
coppie, quella già formata dei sempai Akasuna e Nara e quella probabilmente
nuova di zecca del sempai Uchiha e Yidashi, era certo che stessero insieme, si
tenevano per mano e lei aveva un sorriso che gli andava da un’ orecchio
all’altro, cosa che non ricordava fosse mai successa.
Sbuffò frustrato.
L’unico modo per
consolarsi era guardare il dannatissimo Sasuke che aveva una faccia talmente
tetra da far sospettare che fosse in comunicazione con l’aldilà ,era sicuro
c’entrasse Sakura.
Si permise una
risata, sicuro che nessuno si sarebbe lamentato.
Il viaggio di
ritorno fu troppo breve, in quello che gli parve un’ attimo erano di nuovo a
Tokio, in mezzo al frastuono, sotto la pioggia a salutarsi l’uno con l’altro
Lui si allontanò
senza salutare nessuno, confondendosi tra la folla anonima dei lavoratori di
ritorno a casa, se non fosse stato per l’assenza di ombrello sarebbe stato solo
una persona tra tante.
Tuttavia lui non
era mai davvero una persona tra tante, aveva sempre qualcosa che lo distingueva
dagli altri, che lo rendeva diverso, come un marchio invisibile che l’aveva
sempre perseguitato.
Il rosso non aveva
voglia di andare a casa, di sentire i lamenti di sua sorella e le stronzate di
suo fratello, voleva stare da solo e la metropoli accoglieva la sua solitudine
come nessun’altro.
Milioni di vite
convivano senza sfiorarsi a Tokio, ognuna chiusa nel suo piccolo bozzolo che
non riusciva a disfare e lui voleva stare nel suo di bozzolo.
Mangiò degli
yakitori e una birra ad un chiosco, poi si rifugiò nella zone del porto,
cercando una panchina per meditare in silenzio.
MEegumi sospirò,
era stata una bella gita, ma sarebbe stata una bugiarda se avesse detto che era
stata contenta di come Gaara l’aveva trattata, un ghiacciolo sarebbe stato più
espansivo.
Solo in treno
all’andata era riuscita a scambiarci due parole, poi più niente, era ingiusto.
Sdraiata sul letto
si voltò verso il soffitto per guardare i giochi che la luce disegnava entrando
dalla finestra.
Yukari era stata
fortunata, forse un bacio era chiedere troppo ma una conversazione no!
Irritata si alzò
in piedi, aveva bisogno di fare un giro o sarebbe esplosa!
Cercò il
guinzaglio e il suo cane, stranamente quella sera non aveva voglia di lasciare
il calduccio della casa, forse per la pioggia e uscì.
Non prese
l’ombrello, lo odiava e si lasciò trasportare dalla folla, cercando di non
pensare, di lasciarsi alle spalle quella sottile angoscia che la pervadeva.
La pioggia prese a
scendere più forte, ma lei non se ne curò, così come smise di interessarsi alla
folla, lasciandola e percorrendo stradine secondarie deserte o con rari
passanti frettolosi.
Si ritrovò nella
zona del porto, buia, tetra ma affascinante con quelle panchine che
consentivano di ammirare le luci della baia e scorse una figura.
Non era possibile,
non sapeva se desiderare di sbagliarsi o no, ma il ragazzo svaccato su una
panchina che guardava la pioggia sembrava Gaara.
Si avvicinò cauta,
sentendosi sempre più agitata ogni passo che faceva, fino a che non capì che
era davvero lui,a quel punto non era
agitata, era in paranoia.
“Ciao Gaara-kun.”
Il rosso non diede
segno di vita.
“Posso sedermi o
ti disturbo?”
Prese il silenzio
che seguì per un si.
“Come faccio?”
“A fare cosa?”
“A sapere se io ti
interesso veramente.”
Megumi rischiò di
cadere dalla panchina, non riusciva a credere a quello che stava succedendo.
“Prova a
chiedermelo.”
“Anche Sakura
diceva che le interessavo e si è visto come è finita.”
Megumi sbuffò.
“ io non sono
Sakura!
Dio santo Gaara!
esci dalla crisi in cui ti ha fatto cadere lei!
Lo so che è
terribile scoprire che chi ami non ti ama, ma forse ora è giunto il momento di
andare avanti!
Solo un’ultima
cosa, poi vado…si, sappi che davvero mi interessi.”
Megumi si alzò e
fece per andarsene, il suo povero cane la stava riempiendo di occhiate
supplichevoli per convincerla aportarlo
a casa, quando si sentì afferrare per un braccio.
Si voltò, ora il
rosso le aveva puntato addosso i suoi occhi di ghiaccio.
Cosa sarebbe
successo?
Gaara era seduto
sotto la pioggia, da solo, quando scorse una figura che veniva da una stradina
laterale.
Una ragazza e un cane.
Sgranò gli
occhi,poi fece finta di niente, Mimichi aveva un cane,ma non era detto che
fosse lei.
Quando fu più
vicina il dubbio divenne certezza, la mora con l’husky era Megumi Mimichi,
decise di ignorarla, ma lei doveva essere di un altro parere.
“Ciao Gaara-kun.”
Cavolo! Perché gli
aveva parlato?
“Posso sedermi o
ti disturbo?”
Decise di rimanere
in silenzio, tanto lei si sarebbe seduta comunque, la domanda era puramente
retorica.
“Come faccio?”
“A fare cosa?”
“A sapere se io ti
interesso veramente.”
Trasalì, lui
gliel’aveva detto veramente?
“Prova a
chiedermelo.”
La sua risposta
gli confermò la cosa, lui Gaara aveva parlato, quindi tanto valeva ricoprirsi
totalmente di umiliazione.
“Anche Sakura
diceva che le interessavo e si è visto come è finita.”
Sbuffo di lei.
“ Io non sono
Sakura!
Dio santo Gaara!
esci dalla crisi in cui ti ha fatto cadere lei!
Lo so che è
terribile scoprire che chi ami non ti ama, ma forse ora è giunto il momento di
andare avanti!
Solo un’ultima
cosa, poi vado…si, sappi che davvero mi interessi.”
Gaara sentì il suo
cuore fermarsi, dannazione era cotto!
Non l’avrebbe
lasciata andare, così ignorando il cane che supplicava Mimichi di ignorarlo, la
afferrò per un polso facendola voltare verso di sé.
“Non mi stai
prendendo in giro vero?”
Si fece i
complimenti da solo per la sensibilità che aveva dimostrato, ma invece di schiaffeggiarlo,
lei gli si avvicinò e lo baciò.
“Ti sembro una che
scherza?”
“Lui arrossì.
“NO.”
“Bene! allora
spero che non stessi scherzando nemmeno tu quando dicevi che ti interessavo…o
ti spezzo le braccia!”
Un ciuffo le
ricadde sulla fronte dando un tocco infantile alla sua aria fintamente
imbronciata.
Gaara scoppiò a
ridere e alzò le meni in segno di resa, stupendosi del gesto.
“No ero serio.”
Gli sorrise e poi
lo trascinò via, in cerca di un posto più asciutto,Gaara fu sicuro che non si sarebbe annoiato
mai più.
Dopo la gita il tempo sembrò accelerare improvvisamente, le
interrogazioni fioccarono una dietro l’altra, come se i professori si fossero
messi d’accordo per tartassarli.
Tayuya era fermamente convinta che fosse il loro
divertimento e nessuno la smuoveva da questa convinzione, Sakura ci mise tutto
il suo impegno, ma alla fine dovette capitolare, la fucsia aveva ragione.
In ogni caso,
ottobre fu presto agli sgoccioli, i colori dell’autunno se ne erano andati, le
foglie giacevano morte per terra a coprire i viali e a ispirare tristezza agli
animi emo.
La rosa tentò di
convincersi che era per quello che il suo emo
preferito fosse di umore depresso e non per lei, per il suo ultimatum, che non
aveva ancora ricevuto una risposta.
“Ne mai la riceverò.”
“Cosa?”
Ino la guardò stralunata, aveva parlato a voce
alta nel bel mezzo di una lezione di Yakushi.
“Niente niente, pensieri miei.”
La bionda tornò a
concentrarsi sulla lezione.
La fine della
lezione della giornata scolastica arrivò come una benedizione, tutti stavano
per andarsene, quando la voce stentorea di Tenten li
richiamò.
“Raga!!! Stasera è Halloween!!”
“E allora?”
“Syria…non sarebbe
carino se ci trovassimo tutti da qualche parte a festeggiarlo?”
“tipo?”
“Tipo al tempio Hikawa!”
“Ma non c’è un
cazzo di nessuno la sera!!”
“Appunto! Cosa ne
dite di una gara di storie di fantasmi?”
La dark sbuffò , ma poi sorrise.
“Carina…”
“Fa schifo!”
“Karin se vuoi
puoi stare a casa!”
La cinesina
rivolse un’occhiata di fuoco alla rossa.
“ Sei fuori Shaoran? Non perderei mai un’occasione per sedurre Sasuke-chan!”
Tentò di buttarsi
tra le braccia del moro, ma ricevette un’energico
spintone.
“Schioda
rompipalle.”
Cristallino era la
parola giusta per definirlo.
“Vabbè….ci vediamo alle nove e mezza
al tempio Hikawa?”
Un mugugnare
generale indicò che la proposta era stata accettata.
Si trovarono tutti
davanti al tempio deserto, il tempo era stato clemente concedendo loro una
meravigliosa sera di luna piena, in cui però spirava un vento freddo.
“Maddò che freddo!”
Yukari si strinse ancora di più a Itachi, il quale fece una smorfia buffa e rimase in
silenzio.
Più in là Kiba, Naruto, Kankuro
e Michiyo discutevano animatamente di un videogioco,
suo fratello e Sasori di arte, temeva sarebbero
finiti a botte, quei due facevano sempre quella fine, adesso poi che si era
aggiunta Yukiko a sostenere il rosso.
ShikaE
Ino erano in disparte, non si parlavano per una
ragione ignota da quando a lui era stato tolto il gesso una settimana prima.
Il resto della
classe arrivò dopo in gruppo, vocianti, allegri e spensierati, tranne SAsukeche chiudeva il gruppo con una faccia da
funerale.
“Bene!!
Sediamoci e
cominciamo!!!
Io ho portato i dolci,
qualcuno ha pensato al bere?”
Michiyo e Asami alzarono
orgogliose un sacchetto che conteneva diverse bottiglie.
“OK! Chi comincia?”
TenTen era euforica, le brillavano gli occhi.
“Syria!”
Yukari ricevette un’occhiataccia dalla giovane
dark, ma non si lasciò intimidire.
“Syria-chan è bravissima a raccontare storie horror.”
La cinesina
rivolse un’occhiata supplichevole aAsahara, evidentemente contrariata dalla prospettiva di
narrare e questo fece capitolare la dark.
“Ok ok…”
Tiro un sospiro e
chinò il capo, lasciando che la frangia le coprisse gliocchi
che poi chiuse teatralmente e aprì repentinamente poco dopo.
I suoi occhi erano
verdi, ma diversi da quelli di Sakura, tendevano al
giallo oro e in quel momento sembrarono brillare demoniaci nella notte scura.
“Tutti
voi conoscete gli Stati Uniti, vero?
Le
rassicuranti ambientazioni dei film, le case ordinate, i prati accuratamente
falciati i sorrisi cordiali della gente…
Una dimensione
assolutamente pacifica, non trovate?
FallenHils non era
diversa da quelle cittadine che bene o male conoscete tutti, piccola,
accogliente,poche case, la chiesa, le scuole.
Un piccolo borgo….con un grande tabù…
Nessuno ne parlava
mai , i vecchi soprattutto non sopportavano che gli
venissero poste domande a riguardo.
Era una cosa che
assolutamente andava dimenticata, ma non si poteva…
I ragazzi
bruciavano dalla curiosità di sapere cosa avesse provocato quell’incendio a HeavenGate, una cittadina che aveva distato pochi chilometri da loro.
Aveva…Passato..
C’era stata finché
un terribile incendio non l’aveva rasa al suolo completamente cinque anni prima.
Ricordavano ancora
i riverberi arancioni nel cielo e soprattutto che nessuno era venuto a spegnere quelle fiamme perché nessuno era stato chiamato.
Perché?
Un gruppo di
ragazzi come noi, se lo chiedeva continuamente, senza ottenere spiegazioni.
Solo un grande
silenzio.
Irritati, una sera
decisero di raggiungerla, non poteva essere così
terribile no?
Se lo dissero per rassicurarsi
mentre scendevano dalle macchine, vagamente nervosi, sotto una luna piena che
sembrava guardarli.
La città era un
cumulo apocalittico di macerie, resti di muri si alzavano come mani protese
verso il cielo, i calcinacci si stendevano debolmente illuminati per le strade,
come una folla silenziosa e impotente davanti a una tragedia in corso.
Mossero dei passi
incerti e si accorsero di una cosa….
Il silenzio…
In quella città
non c’era un suono, ne un cadere di calcinacci, ne
qualche animale notturno, nemmeno il vento faceva rumore.
Deglutirono e per un’attimo terribile tutti i
racconti degli anziani si affacciarono alla loro mente.
“Stateci lontani… è meglio.”
“Quel posto, non
so definirlo, ma è meglio che sia sparito.”
“io avevo un
terreno che confinava con quella città, non ci è mai cresciutoniente…”
Decisero di
proseguire, un cumulo di macerie, per quanto inquietante, era morto emorti erano innocui,
erano i vivi a fare paura.
Si addentrarono
tra i resti e trasalirono.
La loro ombra era
sparita.
Non la
proiettavano più!
Una ragazza
cominciò a tremare e poi lanciò un ‘urlo
agghiacciante.
Qualcosa le aveva
afferrato un polso per farla voltare…
Vide
un…”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!”
L’urlo di Tayuya li fece spaventare, tutti si strinsero gli uni
contro gli altri.
“C-cosa c’è?”
Sakura era stata
la prima riprendersi e a guardare stralunata la fucsia che stava soffocando Neji in un abbraccio spacca
costole.
“IO…io… ho paura…”
“è
solo una storia!
Gesù Santo! Ma ti pare possibile che sia vera?”
“R-r-agga-zzze…S-shino-k-kunè èsp-sparito.”
HInata era bianca di paura e indicava un posto
vuoto in cui avrebbe dovuto esserci il ragazzo con gli occhiali da sole.
Dove era finito?
Presi dalla storia
non l’avevano nemmeno sentito alzarsi…
RISPOSTE ALLE
RECENSIONI
Scusate per il
ritardo, ma sono stata impegnata con la ficcy per il concorso
Naru-hina di AYUmiYoshida…sorry^^”
Jaheira: Ehm…grazie! sono contenta di averti
rallegrato quella sera…ma non sono per niente un genio…
“è notte.punto” ahhahahahha!!!
Che bello^^! Ciaooooo!
Hanaturner:grazie! megumi
è felice, gaara è felice, il cucciolo di husky un po’
meno…un po’ mi dispiace…
Gli faccio le mie
scuse, stare sotto la pioggia non è bello.
Lo so.
Vabbè !
A risentirci! Ciaooo!
Hinanaru: si lui è molto tenero, ma d’altronde
nello shippuden ha una faccia da cucciolo…
Ihihi…si è rammollito il Gaara
assassino.
Sono contenta che
ti sia piaciuta.
Alla prossima!
Talpina Pensierosa: Beato lui…almeno lui è saltato
fuori dalla crisi, come si dice dalle mie parti.
Si è dato una
mossa.
Megumi è molto felice per qst…Ciaoo
Beckill: ciao nee-chan! diciamo che alcuni si sono divertiti, altri no…Sasuke non molto, Keimo nemmeno,
ma pace..
Cmq festeggiamo lo
stesso1 alleluiaaaalleluiaaa!!!
SHino si era alzato per andare in bagno, un po’
gli dispiaceva la storia diAsahara
era veramente carina.
Nessuno fece caso
a lui, nessuno a dir la verità si accorgeva troppo di
lui, era quasi un uomo invisibile e ne era consapevole.
I bagni del tempio
non erano troppo lontani ed erano chiusi, sfiga
maledetta!
Privò a scuotere
la maniglia, ma non successe niente, era strano, in teoria avrebbero
dovuto essere sempre aperti.
Imprecando, si
rassegnò a dover orinare nei cespugli come il cane di INuzuka, stava armeggiando con la patta dei jeans
quando sentì molto freddo, decise di non farci caso e continuò.
-le storie di fantasmi richiamano altri
fantasmi-
Finì e stava per
tornare dai suoi compagni quando trasalì, una mano fredda gli si era posata sulla
spalla, cominciò a tremare.
Sentiva il sudore
freddo che gli colava lungo la schiena, chi c’era?
Si voltò e dovette
trattenersi dal lanciare un’urlo,
una figura incorporea era sospesa a mezz’aria.
“Ciao…”
La figura aveva
capelli rossi e gli stava parlando.
“C i a o”
Le rispose come in
trance.
“mai visto un
fantasma?”
“Ammetto che
questa sarebbe la prima volta…”
“Che carino…hai
paura?”
“Un po’”
“Ihihihi…..sciallo…non
ho intenzione di possederti…”
“Mi sento
sollevato…”
“Ahahahahah!
Sei divertente…
Allora ti
risparmierò i dettagli della mia morte..”
“Onorato.”
“Ti dico solo, uomo invisibile, che troverai una ragazza.
Lei ti sta
aspettando dall’altra parte del mondo.”
“Ehm…grazie.”
“Ora vado… Ciuaooo!”
L’apparizione
svanì lasciandolo perplesso, ci pensarono le urla di Harukaze
a scuoterlo.
Si erano forse
accorti della sua assenza?
Le imprecazioni di
Yidashi e Inuzuka glielo
confermarono, così decise di farsi vedere.
“Cosa c’è ragazzi?”
“Ma ti sembra il caso di sparire così? Senza
nemmeno avvisare?”
La fucsia aveva le
lacrime agli occhi e stava stritolando nEjiHyuga, che incredibilmente era vagamente arrossito.
“Ero solo andato
in bagno, veramente.”
“Bhe avvisa prima! Ho perso dieci anni di vita! “
Shino Aburame sorrise.
“Allora ragazzi sentiamo la fine della storia di Syria-chan?”
Yukari non aveva dubbi sul fatto che tutti al
momento non lo volessero, i mormorii di approvazione erano stati timidi, Ino-chan addirittura aveva alzato la mano.
“IO preferirei
andare in un bar….”
“Ok…”
Lentamente si
erano avviati verso l’uscita, la castana aveva sentito Itachi
ridacchiare sarcasticamente dietro di lei.
“Come mai ridi?”
“Lo sapevo che
questa stronzata sarebbe finita così…era un’idea sciocca ed
infantile.”
Yukari lo guardò stranita e vagamente
incuriosita, non aveva idea che lui la pensasse così.
“Scusa…e
allora perché sei venuto se la pensavi così?
Non
me ne avevi parlato…”
“E
perché avrei dovuto dirtelo?
Non sei la mia
ragazza! Non asfissiarmi!”
Yukari lo guardò basita, d’accordo era sempre
stato strano, ma adesso esagerava…
“Si va bhe…bello io me ne vado se ti gira
così…ciao.”
La ragazza alzò i
tacchi e se andò senza salutare nessuno, quando sentì una voce chiamarla.
Sperò che fosse Itachi, ma ovviamente non era lui, era suo fratello che si
sbracciava come un matto.
“Nee-chan! Dove vai?”
“A casa…sono
stanca.”
Il biondo le
rivolse un’occhiata indagatrice.
“Non
è che hai litigato con l’Uchiha?
No…perché se è così lo sai vero che gli spiezzo
le braccine?”
Yukari sorrise pensando:”
non te lo dico apposta per questo..sennò chi lo dice alla mamma?”
“Ti voglio bene nii-san.”
“Mi
fai commuovere.
Dai tiaccompagno…”
I due fratelli Yidashi si avviarono verso casa, mentre Yukari
ancora non si spiegava il comportamento dell’Uchiha.
Tenten aveva una voglia assurda di piangere, conosceva
Neji da tantissimo tempo e non l’aveva mai visto
arrossire, nemmeno in situazioni peggiori o simili.
Perché questa
volta era stato diverso?
No lo sapeva e
questa la rodeva.
Harukaze si era staccata, era arrossita anche lei,
dando l’impressione che fossero una coppietta.
Strinse i pugni,
cercando di controllare la rabbia che ora la assaliva.
Era sempre così
quando qualcuna si avvicinava troppo a Neji e lei era
stanca di andare avanti così, senza sapere nemmeno se fosse ricambiata.
Raccolse tutto il coraggio
e si avvicinò a lui, ancora leggermente rosso.
“Neji-kun…ti dovrei parlare…”
“Parla Tenten-chan.”
“Ecco…”
Cominciò a
contorcersi le mani in una patetica imitazione di HInata.
“Ecco…tu
mi piaci e molto …
e….vorrei sapere se sono ricambiata.”
Neji la scrutò pensoso per un’attimo.
“non
lo so Tenten-chan, tu sei un’amica, per anni forse
eri qualcosa di più.
Però…
Adesso non lo so.
È successo
qualcosa che ha cambiato tutto, dammi un po’ di tempo…
Magari possiamo
provare a uscire insieme…”
Tenten rimase fulminata, avrebbe
voluto sparire, aveva riso per anni dell’ottusità di Uzumaki
verso la Hyuga
e ora scopriva di essere nella stessa situazione.
Trattenne le
lacrime.
Neji l’aveva considerata forse più di un’amica
e lei non se ne era accorta…scema!
“D’accordo Neji-kun…”
Accettò con la
morte nel cuore, sapendo che probabilmente sarebbe finita male per lei, aveva
capito che Neji era stato vittima di un colpo di
fulmine….non per lei.
SAsuke vide Yidashi
andare via accompagnata dal fratello e rivolse un’occhiata di sufficienza al
fratello.
“Che
hai combinato?
Perché
se ne va?”
“Cazzo te ne frega
Marissa? Pensa alla tua rosa, che non sei riuscito a
combinarci niente!”
“Vaffanculo marmotta demente!
Perché
la stai respingendo?”
“Perché è durata
fin troppo…non l’hai detto anche tu cambio una tipaa sera?”
“Tze…ma questa ti ha preso, le altre no…
Altrimenti non faresti tanto lo stronzo….”
“scoiattolo hai rotto il cazzo! Taglia e fatti gli
affari tuoi!”
“Continua a
scappare Itachi…”
Sasuke si prese una sberla,
prima che il fratello si allontanasse come una furia.
“tze…”
Si massaggiò la
guancia dolorante.
“Prevedo casini
all’orizzonte…”
ANGOLO DELLA FOLLE
ALIAS L’AUTRICE CHE ATTUALMENTE SI SENTE UN BLOB.
Salve….ultimamente
la mai ispirazione va a corrente alternata, scusatemi il ritardo…
Un’altra
cosa…rispetto alla presentazione che ho messo alla storia alcuni paring cambieranno, sicuramente il neji-tenten
sarà sostituito dal neji-tayuya.
Non fucilatemi…
Morivo dalla
voglia di sperimentarlo.
Anche il sasu-saku è in bilico, al momento la mia antipatia verso
Sakura è tornata a livelli alti e non ho voglia che il suo sogno si realizzi,
ma che sparisca.
Sorry, ma anche questa sono io…
Il naru-hina invece è saldissimo e per la gente che mi conosce non potrebbe essere altrimenti…naru-hinarulez alla faccia dei fottuti naru-saku.
Già.
Ora passo alla recensioni, sperando di riceverne ancora dopo quello
che ho detto.
Talpina pensierosa: spero che qst
ti piaccia, mi dispiace per il mancato seguito della storia di Syria-chan…^^”
Ciuaoooo!!!
Alla prossima.
Beckill: non cercava lucciole ma qualcosa di più
pragmatico…ihihihi
E ha avuto un
incontro del tutto fuori dal comune…
Buahahahahahha!
I sex pistols a venezia*_*..
Jhonny-sama*_*
Bubi! Stra bello!
Alla prossima !
Per il concorso
troverai l’idea giusto e poi la ficcy diabolica
partirà..mwaahahahhahah!!!
HanaTurner: in effetti
Stephen King c’entra e Tayuya, bhe
è stata in ballottaggio per l’infarto, ma si è salvata…
Buona gita!!!
Ciaoooo!
HInaNaru:Grazie!!!
dopo la storia horror succederanno cose
inaspettate…ihihihi
Yukari non era mai stata brava a fiutare le tempeste
in arrivo, invariabilmente ci finiva in mezzo senza sapere bene cosa fare e
cercando di tenersi in piedi meglio che poteva.
Avrebbe dovuto
capire che con Itachi c’era qualcosa che non andava e
lo capì, ma decise che era inutile andare in paranoia e seccare lui, che
sembrava perennemente irritato, come se fosse stanco di lei.
Nonostante tutto lo invito a uscire un sabato sera, si ritrovarono in un
ristorante e per la prima volta si sentì inadeguata, la sua maglia a righe
rosse e nere, i suoi jeans rotti sull’orlo, le sue scarpe da tennis nere erano
fuori posto sotto il suo sguardo.
Non sapeva cosa
dirgli e lui non voleva avviare una conversazione, così si ritrovarono a
guardare i piatti come due perfetti estranei finiti per caso allo stesso
tavolo.
-di male in peggio…ma perché?-
“Ma l’hai visto
quello?”
Un vecchio in
doppiopetto era entrato nel locale accompagnato da una ragazzina che indossava
una divisa alla marinaretta.
Sperò che la sua osservazione
avviasse una conversazione, stava cominciando a odiare quel silenzio.
“starà facendo enjokosai…”
Il moro era
completamente disinteressato.
“Che porco! Si
meriterebbe che io chiamassi la polizia.”
Sbuffo.
“Chi
sei tu Yidashi per giudicare?
Io non ci trovo
nulladi male
se lei è d’accordo.”
“La prostituzione
minorile è un reato.”
La sua voce giunse
sepolcrale dalle profondità della sua rabbia, ma decise di contenersi.
“Bigotta.”
Sgranò gli occhi.
“Ma
tu chi cazzo sei, eh?
Dove è finito ItachiUchiha, quel ragazzo
simpatico e con idee non da vecchio porco maschilista e misantropo?”
Uchiha la guardò divertita.
“Non
esiste bella, era un’illusione…
Dovresti sapere
anche perché l’ho fatto e perché ora mi sia stancato di farlo, le bigotte come
te non mi interessano.”
“C o s ah a id e t t o?
“Che sei una
bigotta stupida e poco interessante, brutta tra parentesi.”
Il moro riprese a
mangiare, incurante del vapore che usciva dalle orecchie dellaragazza e delle
lacrime che minacciavano di scendere.
“Grazie Uchiha, questa sera mi ha
illuminata.
Sono stata davvero un’idiota a credere che ti
interessassi…
Sai
anche se sono una
bigotta, brutta e stronzetta credevo all’amore….”
“Che
delusione Yidashi.
Sei solo una
fottuta illusa.
Mi fai pena..”
Il silenzio che
segui fu talmente pesante che si poteva tagliare con il coltello, La faccia di YUkari divenne terribile.
“Buono
a sapersi, deve essere vero perché mi stai guardando dritto negli occhi, verme
bastardo.
BHepreferisco mille
volte essere una fottuta illusa, che dire le cose che stai dicendo tu.
Me
ne vado!”
Si alzò, tra il
silenzio generale, a memoria d’uomo nessuno aveva mai sentito YUkariYidashi urlare come aveva
fatto.
La strada era
affollata, ma Yukari non ci faceva caso, a volte,
anzi molto spesso si sentiva sola, terribilmente sola.
A volte si
ritrovava a pensare che l’amicizia non esistesse e che ciò che era stato
chiamato così era solo il camminare insieme per un breve tratto di strada della
vita per poi dividersi.
Lei non era una
bigotta, solo odiava il fatto che le donne per certi
uomini dovessero essere solo oggetti da contemplare e da scopare.
Quello la mandava fuori di testa, decenni di lotte femministe e poi trovava il
verme maschilista che le dimostrava che era stato fiato quasi sprecato e che
certe cose erano immutabili.
Quel verme era
stato il suo ragazzo.
Sentiva la rabbia
pulsarle nelle vene, la tempesta era arrivata.
Le parole di Itachi le bruciavano, le facevano male come una coltellata,
lei era solo una fottuta illusa che faceva pena, così aveva distrutto il suo
mondo.
All’improvviso la
folla fu troppo opprimente, se ne doveva andare.
Si
infilò in una
stradina,poi in un’altra fino a che arrivò a una delle entrate dell’AoyamaBochi, uno dei cimiteri di
Tokio, quando stava male finiva sempre lì, a parlare con un certo assente.
Il rumore svanì
non appena varcò quella soglia, come se i morti non lo ammettessero e lo
ricacciassero indietro, il vento era l’unico a poter entrare nella forma di una
brezza leggera che muoveva l’erba e i fiori.
Camminava piano in
quel silenzio, aguzzando la vista per trovare quella tomba che cercava.
MoritakaTomohisa.
Eccolo suo nonno,
il padre di sua madre, l’unico che forse l’aveva sempre capita, per quanto poco
l’avesse visto in vita.
Lui e la sua gamba
di legno e il suo sorriso.
“Ciao
nonno, sono io.
Come va lassù?
Qui male. Ti
ricordi quando mi dicevi che dovevo essere me stessa e
credere solo in quello che senti vero? Ecco è fottutamente difficile, mi sento
sola, quando ho bisogno di qualcuno è lontano e lui,
saprai già chi mi ha deluso.
Ho bisogno di
sentire la tua voce che mi racconta della guerra e dire che è inutile ascoltare
un branco di bambocci a cui non frega nulla di te e
che devo combattere per quello in cui credo non importa quanto male faccia.
Mi
manchi…”
SAsuke camminava tra le lapidi del cimitero,
quando era confuso, indeciso o semplicemente stava male li raggiungeva e
parlava loro.
Era sempre solo,
ma quella sera vide che qualcuno aveva avuto la sua stessa idea, qualcuno che
non si aspettava.
YukariYidashi.
Sentì il suo
monologo e capì che c’entrava suo fratello, non che lei le interessasse, ma
provava la stessa cosa quando lui lo frustrava.
Si avvicinò in
silenzio.
“Ti capisco.”
Si voltò
spaventata.
“Mio fratello è
insopportabile quando parla.”
“”Giuraci.Mi ha trattato come se fosse una merda.
“Ti ha stroncata, eh?”
“Non esattamente,
se hai pazienza ti racconto tutto.
Eravamo al
ristorante quando un vecchio porco è entrato con una tipa della nostra età, io
ho detto che era denuncia.
Lui mi ha detto
che no, se lei è consenziente è ok, capisci?
Lui considera le tipe
come oggetti e me una bigotta brutta e inutile .
Mi ha detto anche che
sono una fottuta illusa perché credo all’amore.”
Il tono era
freddo, ma era evidente ci era rimasta male, così si sedette accanto a lei.
“Non dargli retta,
se fa così è perché gli interessi.”
Lo guardò sorpresa
e poi scoppiò in una lunga risata sarcastica.
“Fanculo!
Bel modo di dimostrarlo!
Che
stronzooo!”
Si mise le mani sugli occhi per impedire che lui la vedesse
piangere, doveva essere una ragazza orgogliosa.
“DaiYidashi, non vale la pena.”
Senza sapere come si
ritrovò a consolarla.
“Puoi
giurarci.
Uno stronzo del genere
non merita le mie lacrime.”
“Yukari-san…è una difesa, se ti tratta così male.”
“fanculo.”
“ ma a te lui piace.”
“Ma io non voglio ridurmi a essere la sua pezza da piedi!”
“Magari
però rischi di fare la mia fine…
Cioè io e Sakura, hai presente come siamo messi?”
“Quello è stata colpa tua pirla…Forse”
“Forse?!Credevo ne fossi fermamente convinta.”
“Ero convinta di
interessare anche a tuo fratello e mi sono clamorosamente sbagliata, magari
anche l’Haruno non è quello che sembra.”
“Questo si chiama mania
di persecuzione.”
La ragazza scoppiò
a ridere, Sasuke tirò un sospiro di
sollievo e l’aiuto a rialzarsi.
Si ributtarono
insieme nelle mille luci della metropoli.
Finirono davanti a
un ristorante, lei non aveva mangiato niente e stavamorendo di fame.
Entrarono e videro
Choji, Tayuya, Karin E Keiko seduti ad un tavolo, la
fucsia non appena li vide fece loro cenno di raggiungerli.
“Cosa
ci fate in giro voi?
Tu
non dovresti essere con Itachi?”
“Non
nominarlo Tayuya. È uno stronzo
Stasera avrei
avuto bisogno di te per distruggerlo o quantomeno sentirmi meno isolata.”
Tayuya rimase perplessa.
“YUkari…vieni in bagno.”
La fucsia la
trascinò via,non
la mollò che nelle toilettes.
“Allora?”
Yukari le riassunse brevemente la serata.
“Allora sia lode a
SAsuke..è proprio uno stronzo
Uchiha… ma ricordati il triangolo è una forma geometrica
con molti spigoli che possono fare male.”
“D’accordo Seth
Cohen..
Anche se questa
frase non c’entra un cazzo e una parola di consolazione potevi
spenderla”
Sbuffando uscì dal
bagno.
Fu una serata
tutto sommato piacevole, tranne per la conclusione,
sulla via del ritorno incontrarono Itachi, lei
ringhiò, Sasuke
stranamente la trattene.
Fu una sorpresa.
“Che
fai stupido fratello?
Mi
porti via la ragazza?”
“SE tu sei
talmente stupido da considerarla tale dopo quello che
le hai detto.”
“Oh la mia piccola
bigotta vuole giocare con due fratelli.”
“FanculoItachi, sei proprio uno
stronzo fatto e finito.”
I due mandavano scintille, maYUkari non aveva
voglia di dividerli o di fare nulla, voleva solo vendetta.
Non c’era giusto , non era corretto, ma era così.
ANGOLO DELA PAZZIA
Allora….
Sono un po’ pigra…quindi
mi limito a ringraziare..
LA NEE-CHAN(scialla cara, ho tutti i santini con me, santo Syd, San Jhonny, san bob, san kurt e Itachi appeso all’armadio.)
TALPINA PENSIEROSA
DIANA 88(ciao nuova lettrice^^! Perché dovresti essere pazza?)
Tayuya guardava la
scena sbigottita, non aveva mai visto i due fratelli Uchiha così arrabbiati e
Yukari così indifferente, era assurdo.
“Yuka fai
qualcosa.”
La castana la
guardò per un’attimo ela fucsia temette
che la mandasse all’inferno, ma poi si mosse.
Sasuke stava per
prendere a pugni il fratello, ma Yidashi lo tirò indietro e si mise davanti a
uno sbalordito Itachi che aveva a sua volta un pugno alzato.
Fu un’attimo, lei
approfittando del suo stupore gli allungò un ceffone sufficientemente forte da
farlo vacillare.
“Questo era per
prima, amore…
Un’ultima cosa…Vaffanculo
Uchiha!”
Si allontanò senza
aggiungere alto.
Il gruppetto
rimase paralizzato, ma poi si affrettarono a raggiungerla, soprattutto Sasuke.
“Perché ti sei
messa in mezzo?”
“Non ci arrivi,
eh?
Se la Haruno ti interessa
davvero, come pensi le avresti spiegato che hai fatto a botte con tuo fratello per
me?
Senza contare che
era una mia questione!”
“D’accordo Yidashi…
Forse hai ragione
tu….Mi sa che ti devo anche ringraziare.”
“Come ti pare….
IO vado a casa.”
“Ferma! Ti accompagno.”
“Va bene Tayuya.”
La fucsia seguì l’amica,
che si era nascosta dietro la maschera della ragazza fredda e silenziosa per
non far vedere quanto stava male.
“Yukari…Mi
dispiace.”
“A me di più…ma è
la vita.
Lo supererò a
qualche modo.”
Cominciò a canticchiare
una canzone con un tono amaro e triste:
“ ti aspetto qua,
non mancherai,
son solo io e in faccia hai il nome mio
ti aspetto dai, son solo ormai
portami via se il mondo non è a casa mia”
Era “Marea” dei Porno Riviste e non era un bel segno.
Sakura ultimamente era strana, si sentiva come spossessata da se stessa,
in preda a una rabbia che le era sconosciuta.
Aveva sempre saputo di avere due personalità e sapeva anche che era a
causa di quella sua parte timida che Sasuke le aveva fatto dannatamente male.
Sbuffò.
Era una debole, si era ripromessa di non farsi più fregare da quello
stupido emo e ci era ricascata.
Stupida.
Era in camera sua, davanti allo specchio, che le rimandava l’immagine di
una ragazza pallida, consumata da un fuoco interiore.
“Sakura così non vai avanti!”
[“Sakura-chan…Dimmi
una cosa….Ma io ti piaccio?”
“Come persona sei
fantastico, come amico sei il migliore che si possa desiderare, sei anche
carino, ma Naruto….
Scusami, lo so che
ti suonerà brutale, ma forse è meglio che continuare a illuderti…
Non ti amo, mi dispiace..”]
Forse se gli avesse
detto di si, sarebbe stato tutto diverso, avrebbe avuto un ragazzo innamorato e
non uno stronzo menefreghista.
“Ma piace a Hinata…vorresti
davvero spezzarle il cuore?”
“Chi se ne
importa! Nessuno ha mai pensato al mio di cuore spezzato!”
“Sei egoista Sakura.”
“Sono stufa di
essere buona dannata coscienza!
Voglio essere
stronza, voglio che qualcuno soffra come ho sofferto io!”
“Pensi che starai
meglio dopo?”
“Non mi importa e
non voglio saperlo.
IO sono stanca.”
La sua coscienza tacque
e Sakura sorrise con cattiveria, una nuova se stessa era nata e voleva
prendersi Naruto per il gusto di farlo.
Itachi rientrò a
casa, lo schiaffo gli bruciava, ma le parole di quella ragazza continuavano a
girargli come un mantra fastidioso.
“Buono a sapersi,
deve essere vero perché mi stai guardando dritto negli occhi, verme bastardo.
BHe preferisco
mille volte essere una fottuta illusa, che dire le cose che stai dicendo tu.
Me ne vado!”
Scosse la testa.
Era lui ad averla allontanata
ed era giusto così, lui doveva stare da solo.
Andò in camera
sua, i suoi occhi azzurri freddi continuavanoa tormentarlo.
Perché?
“Tze…ma questa ti
ha preso , le altre no…
Altrimenti non
faresti tanto lo stronzo….”
La voce di suo
fratello gli aveva risposto e forse aveva ragione, me lui non poteva, non
doveva avere una ragazza!
Si stese a letto,
sentendo un macigno all’altezza del cuore.
Senza nemmeno
accorgersene precipitò in un sonno agitato
[Era nelle scale
che portavano nella sua vecchi casa.
Saliva i gradini
due a due, era contento, aveva preso il massimo dei voti nel tema di giapponese
e non vedeva l’ora di dirlo a suo padre.
Stranamente la
porta di casa sua era aperta, perché?
Entro cautamente
nell’ingresso e poi in salotto.
Trattenne un’urlo
disumano.
C’era sangue
dappertutto e loro erano stesi per terra.
Stava per
lanciarsi verso i corpi dei suoi genitori e di suo fratello quando sentì una
voce fredda dietro di lui…]
Si svegliò di
scatto, sudato e con gli occhi sbarrati.
Di nuovo quel
sogno, di nuovo quei fottuti ricordi che tornavano a galla.
Era per quello che
non poteva stare con Yukari.
Era per quello che
non poteva stare con nessuna.
Nei giorni
seguenti la classe assistette ad un piccolo terremoto, Yukari e Itachi si erano
mollati e non si rivolgevano la parola, invece Sasuke e Sakura avevano
ricominciato a parlarsi.
A essere sinceri
Sakura aveva cominciato anche a fare la carina con Naruto, Yukari l’aveva
notato, ma preferì stare zitta, non voleva che le dessero della paranoica.
Sbuffò mentre
rientrava a casa, carica di borse della spesa.
“Sono a casa
nii-san!”
“Ciao Yuka-chan!”
“Ciao Yukari-san!”
La castana notò
che in salotto c’erano anche Sasori e Yukiko.
“Ciao.”
“Cosa c’è
nee-chan?”
“HO la sensazione
che l’Haruno ci provi con Naruto-kun e non vorrei che Hinata ci rimanesse male.”
“Paranoica.”
Come volevasi
dimostrare.
“Tua sorella vede
molto più di te Deidara-kun!
SE fossi nella piccola
Hyuga avrei già detto alla cicca rosa di girare al largo da Uzumaki, si vede
lontano un miglio che è in fase distruttiva.
Vuole prendersi il
ragazzo e mollarlo, per prendersi la sua rivincita su Uchiha.”
“Yukiko-san…tu si
che mi capisci.”
“perché siamo
donne e queste le cose le vediamo meglio di voi… bradipi!”
La castana rise.
“Nii-san…io devo
vedermi con Michiyo-chan e Keiko-san, puoi mettere via tu la spesa?”
Il biondo fece
segno di si con la testa.
“Grazie! Ti amo
anche quando sono sobria!”
Uscì di casa di
corsa, mentre il biondo imprecava, odiava quella frase.
Arrivò all’appuntamento
con la viola senza fiato.
“Scusa Nee-chan!
Scusa Kanezaki-san!”
“ ma va…fa niente…dai
andiamo.”
Si incamminarono
in una stradina secondaria e la videro.
Sakura Haruno che
stava baciando Naruto Uzumaki.
ANGOLO DELLO
SQUILIBRIO.
Si vede che
ultimamente Sakura mi sta sui cosiddetti?
Qualcosa mi dice
di si…
E Per Itachi,
capirete perché fa così il bastardo…c’è un motivo che vi illuminerà….ihihihi
Beckill: Nee-chan!
Spero che torni presto perché mi annoio di bestia…
Bob amava tutti,
soprattutto una certa Maria Giovanna come J.ax..ihihih
Per Itachi c’è un
motivo, ma non te lo dico ….buahahahahhah!
In quanto a
Sasuke, Yukari lo sta rivalutando come amico e come complice di un futuro piano
malefico contro una certa cicca rosa…ops!^^”…ho fatto spoiler!
Vabbuò ti lascio…ciuaoooo!
Talpina
Pensierosa: si, in effetti l’uomo non lo merita questa cattiva reputazione, ma spiegherò
il perché più avanti…
Per il sasu-saku
le possibilità che ci siano sono sempre più esili…
Ma non ci sarà il
Naru-saku!
MAI!!!!
Spero che
continuerai a seguirmi! cIaooo
Diana 88:Come è
che non ti ho mai vista al club della pigrizia? Io sono la pigrizia! XD
Per gli scleri,
vabbè non fa niente….
La pazzia fa bene
alla salute, preserva dallo stress!
“Io….io …L’AMMAZZO
E POI CI FACCIO UNA POLTRONA IN PELLE UMANA!”
Le due ragazze
partirono verso la coppietta, lasciando Keiko paralizzata.
Yukari fu la prima
ad arrivare, con un colpo energico staccò Naruto da Sakura e finì per sbatterlo
a terra come se fosse stato un sacco di patate.
Michiyo la superò
e appioppo un destro in piena faccia a SAKura, che cadde a terra più per la
stupore che per la forza del colpo.
Kanezaki ritenne
opportuno andare da Naruto per vedere come stava..
“Cos’è successo
Kanezaki?”
“Non è successo
niente!”
Yukari si voltò
verso di loro.
“Ma…”
“Niente ma! Se io
dico che non è successo niente, niente è successo!”
Rivolse loro
un’occhiata eloquente, Keiko ancora spaventata aiutò Uzumaki ad andarsene,
mentre la castana tratteneva michiyo.
“Ferma!”
Allungò un calcio
a Sakura, ancora a terra per allontanarla.
“Perché Nee-san’”
“Perché se pesti
questa stronza come si merita li avrai tutti contro, dobbiamo sistemarla in un
altro modo…”
“Sei una vigliacca
Yidashi.”
“Stai zitta cicca
rosa! Se ti salvo il culo non è perché ti approvi, solo per permetterci di
sistemarti a dovere meglio che con una scazzottata.”
“Che paura…parli
come una vera kanjiro.”
“Non prendermi per
il culo.
La mia pelle non è
lampadata, i miei capelli non sono biondi, ma non ti conviene metterti contro
di me lo stesso.”
“Non ho paura di
te.”
“Bhe…ti insegnerò
ad averne…”
Yukari trascinò
via una michiyo ancora schiumante di rabbia, che continuò ad agitarsi anche
quando furono all’interno di un bar.
“Perché Nee-san?”
“Ragiona neechan!
Meritava di essere ridotta a un grumo sanguinolento di carne, ma se l’avessi
fatto ti saresti ritrovata in un mucchio di casini, pensi davvero che quella
cicca ipocrita sarebbe rimasta zitta?
Sti cazzi!
Naruto si sarebbe
schierato dalla sua parte e non li avremmo più potuti separare, lei avrebbe
vinto e Hinata sarebbe stata distrutta.”
“E allora cosa
facciamo?”
“Non lo so! Ci
devo pensare! Non so come fare a evitare che lei continui a giocarci senza
tirarci tutto contro!
Avrei bisogno
di….”
“Un piano?”
“Esatto…ma chi?
SASUKE-KUN???”
“ mi chiamano
così…”
Senza che se ne
accorgessero ilmoro era apparso accanto a loro.
Sasuke finalmente
aveva le idee chiare, Yukari gliele aveva chiarite e di questo gliene era
grato, ora finalmente sapeva cosa voleva.
Voleva Sakura.
Voleva una seconda
possibilità con lei.
Aveva finito di
raccogliere tutto il suo coraggio quando li vide, Sakura E Naruto.
Lei lo aveva
afferrato e aveva iniziato a baciarlo con violenza, qualcosa dentro di lui si
era spezzato.
Era stata tutta
una finta la cordialità che gli aveva mostrato in quegli ultimi giorni,
bell’ipocrita!
Sentì la rabbia
farsi largo in lui, relegando il dolore in un’angolo.
Voleva dare loro
una lezione, ma vide qualcuno arrivare prima di lui, Yidashi e SAkiyourai.
Ascoltò le parole
della castana e l’arroganza di sakura, intanto il suo cervello elaborava
frenetico un piano per vendicarsi.
Era folle, ma
forse proprio per quello avrebbe funzionato….
Seguì le due
ragazze fino al bar ed entrò poco dopo.
“Perché Nee-san?”
“Ragiona neechan!
Meritava di essere ridotta a un grumo sanguinolento di carne, ma se l’avessi
fatto ti saresti ritrovata in un mucchio di casini, pensi davvero che quella
cicca ipocrita sarebbe rimasta zitta?
Sti cazzi!
Naruto si sarebbe
schierato dalla sua parte e non li avremmo più potuti separare, lei avrebbe
vinto e Hinata sarebbe stata distrutta.”
“E allora cosa
facciamo?”
“Non lo so! Ci
devo pensare! Non so come fare a evitare che lei continui a giocarci senza
tirarci tutto contro!
Avrei bisogno
di….”
“Un piano?”
“Esatto…ma chi?
SASUKE-KUN???”
“ mi chiamano
così…”
“Perché vuoi
aiutarci?”
“Non eravate da
sole in quel vicolo e non mi è piaciuto come Sakura-chan si è comportata.”
Abbassò gli occhi
e non vide lo scambio di occhiate.
“Volevi
dichiararti,Vero?
Ora ti vuoi
vendicare, lo capisco, ma potresti pentirtene…”
“No….
Se ascoltate
quello che ho in mente capirete che forse un giorno mi ringrazierà.”
La viola alzò un
sopracciglio, dubbiosa.
“Spara.”
“non potete
fermarla, a meno che le stiate appiccicate tutto il giorno come se foste delle
maniache.”
“Quindi?”
“La manderemo
via.”
“si, a
Timbuctù…magari chiusa in una cassa.”
“IO pensavo
all’Inghilterra.”
“Pensi a quelle
cose, tipo fai due mesi all’estero in vacanza studio?
È troppo tardi.”
“Ascoltate...in
che cosa traballa Sakura?”
“In inglese.
Oscilla tra il
cinque e il sei e la
Mitarashi non la sopporta da quando ha fatto quell’intervento
assurdo a favore della guerra in Iraq.”
“Esatto…immaginate
se prendesse un brutto voto nella verifica?
Voi non sapete
come sono i suoi genitori, suo padre è un medico che vuole che lei abbia sempre
il massimo in tutte le materie e la madre è uguale.”
“Credo di capire
dove vuoi arrivare.
La Mitarashi consiglia sempre i viaggi all’estero e con
due così è garantito che la manderebbero …solo che …”
“è tardi?
No…partono tra due
settimane e il signor haruno è convincente se ci si mette e la Mitarashi ha le
conoscenze giuste.”
“Bella teoria…ma a
pratica?”
“Lei non ha
studiato.
Ha rotto Kanezaki
perche le faccia dei bigliettini giusti, così si sente in una botte d ferro.”
“Ma se noi le
diamo dei bigliettini sbagliati, lei la farà da schifo e non potrà dire nulla,
perché sarebbe come ammettere che ha copiato e la Mitarashi le leverà la
pelle di dosso.”
“è perfetto…oggi
ci ha detto che saremo i primi a fare la verifica tra le sue classi e che ce le
consegnerò in un paio di giorni.”
Sogghignarono…
SAsuke sapeva di
avere trovato delle complici adatte sin dal momento in cui era entrato.
Sasuke non credeva
a quello che era appena successo, si era appena alleato con due ragazze che
fino a pochi giorni prima non sopportava e aveva appena ideato un piano per
mandare Sakura in Inghilterra.
La vita era
strana…..
Tuttavia non era
dispiaciuto, no, stava in un certo senso bene.
Forse era solo un
piccolo stronzo con complessi dionnipotenza, ma credeva di fare anche
il bene di Sakura stessa oltre alla sua vendetta.
“Un’ultima
cosa….
Come
la occupiamo in questi due giorni?”
La domanda di Sakiyourai
aveva un senso.
“Uhm…stase chiamo
Yukiko-san, mi fingo mio fratello e le dico di spostare le prove a domani.”
“Ok…Meno un giorno..
Poi ci penso io,
la testa quadra mi ha chiesto ripetizioni in matematica e
io gli farò fare un pomeriggio distruttivo dopodomani.”
“Ok…perfetto.”
“Direi
che qui si è detto tutto…Yukari e Michiyo voi fate i biglietti sbagliati.
Avete qualcosa per
imitare la calligrafia di Kanezaki?”
“Si”
“Bene.”
Uscirono dal bar .
“Ciao!
A
domani!”
Michiyo agitò la
mano e si allontanò in una direzione, Yukari e Sasuke in un’altra, avevano
scoperto di abitare vicini.
La castana rimase
in silenzio, stranamente, visto che si era aspettato
una predica, delle esclamazioni do gioia, qualsiasi cosa.
Arrivò davanti a
casa sua.
“Ok,
Yidashi!
A
domani.”
“Sas’ke-kun! Sei sicuro?
Voglio dire, so
che ti piace e so che ti ha ferito, ma forse dovresti pensarci.”
Le appoggiò una
mano sui capelli.
“So
riconoscere un periodo distruttivo quando ne vedo uno e Sakura è in un periodo
distruttivo e voglio impedirle di fare cazzate.
Non voglio che
rovini la sua amicizia con Narut-kun e Hinata-chan!”
Yukari sorrise.
“Ok, Sas’ke-kun…allora ricordati la telefonata.”
Il moro entrò in
casa, deserta come sperava e alzò il ricevitore dopo aver composto un certo
numero.
“Buonasera
Yukiko-san…
Ti dispiacerebbe
anticipare le prove a domani?”
“Non
c’è problema Itachi-kun!
Avviso io gli altri !
A
domani!”
“Grazie
veramente! Mi hai
salvato la vita!
Ciao!”
“Ciao!”
Depose il ricevitore e sorrise, era riuscito a
farsi passare per il fratello.
Michiyo arrivò a
scuola di buon umore.
Oggi era il grande
giorno, non stava più nella pelle.
“Michiyo-chan!”
“Si naruto-kun?”
“Mi farai
ripetizioni di matematica?”
“Si
certo!
Domani va bene?”
“Si
si…
Oggi YUkiko-san ha
spostato le prove degli Akatsuki.”
“Ok! Allora a
domani!”
“Uhuhuhu! È così sarebbe questa la vostra graande
strategia…”
Michiyo le sorrise,
ma non le rispose niente, non voleva che sospettasse nulla, voleva
che rimanesse assolutamente basita quando avrebbe visto il risultato…
La rosa,
sogghignando si allontanò versol’aula.
“Sakiyourai…”
“Ciao sasuke-kun.”
“Ce li hai?”
“si.”
Senza farsi vedere
gli passò i bigliettini.
“Quelli di Yukari?”
“Sono
nella mia tasca.
Ora
vado da Kanezaki.”
La viola lo vide
parlare un’attimo con la ragazza, poi si diresse in
classe anche lui.
Bene.
Lo vide parlare a
Sakura e passarle i bigliettini…era fatta.
La verifica non
era difficile, yukari faceva scorrere la penna sul foglio ma la sua testa era
altrove.
E se avessero
fallito?
Cosa
sarebbe successo?
Decise di non
pensarci e di concentrarsi solo sul foglio, voleva un dieci, non per avere una
media alta, non per compiacere la
Mitarashi, la sua politica scolastica non prevedeva queste
cose, voleva solo umiliare meglio la Haruno.
La campanella
suonò, la verifica e le lezioni ebbero termine.
“Facile! Vero Yidashi?”
“Certo Haruno.”
-Vedrai come sarà “facile”
tra un paio di giorni, amore…-
“Naruto-kun!!”
Il tono falsamente
zuccheroso della rosa la disgustò profondamente.
“Usciamo oggi?”
“No
Sakura-chan!
Mi dispiace,
Yukiko-san ha anticipato le prove…”
“E domani?”
“Michiyo-chan mi
dà ripetizioni.”
“Dopodomani?”
“Si forse si.”
“Ci conto!”
Yukari prese la
cartella e uscì.
-non contarci
troppo bella….se le cose vanno come devono andare tra due giorni
sarai nella merda più assoluta.-
I due giorni
passarono in fretta, Sakura bolliva di rabbia, non era più riuscita a parlare a
Naruto, dannate mocciose!
Ascoltava, senza
pendere appunti una noiosa lezione di matematica, si beccò un rimprovero di
Yakushi.
“Haruno…cosa
ne diresti di stare attenta?
O
pensi che io sia poco interessante?”
Le lenti
scintillarono sinistramente, Sakura deglutì, non voleva contrariarlo.
“mi scusi
professore.”
Fece finta di
prendere in mano una matita e di scrivere, Yakushi parve placarsi.
Finalmente arrivò
l’ora d’inglese e già si pregustava la vittoria, un bel dici
alla faccia del genietto Yidashi…
“salve ragazzi.!
Le verifiche sono andate bene…tranne alcune
eccezioni…
Uzumaki, se ti
fossi impegnato un po’ di più saresti arrivato al sei,
ma è un cinque e se ti impegnerai potrai recuperarlo.
HARUNO! PER TE NON
C’è REDENZIONE! UN DUE!”
Il mondo di sakura
crollò, come avrebbero reagito i suoi?
Temeva di sapere
la risposta e non era positiva…
ANGOLO DELLA
DEMENZA.
Eccomi, questa
volta rispondo sul serio e Diana88 mi sgama…Dannata pigrizia!!XD
HInaNaru:Grazie! Sono contenta che ti piaccia! Io mi sono divertita
molto a scriverlo…(“Confermo! Rideva come una pazza!nd
Itachi)
Spero ti piaccia
anche questo! Ciano!
Beckill: Nee-chan!
Sei pericolosa! Sei proprio una delle armi finali dell’Akatsuki!!!XD
Però le tute da
power ranger no, eh?
Odio i fuseaux…trauma
infantile…
Vabbè ti lascio…spero
di risentirti…ciauoooo!!!
Diana88: mi hai
sgamato subito insieme alla mia pigrizia!!!ihihih
Eh si, il pugno ci sarebbe stato benissimo, ma poi la piattola
avrebbe tirato in piedi una grana infinita…
Sono veramente
contenta che ti piaccia!
SAsuke riserva
continue sorprese…spero solo di non farlo finire ooc…anche se poi alla fine
chissene…molto logico…già..
Alla prossima! Ciuaoooo!
Talpina pensierosa:
nemmeno io, ma la mia parte malvagia si diverte e allora lasciamola fare…
Che risposta
insensata…ma Sakura veramente mi sta sui….ultimamente e in fondo come dice Sasuke,
è come se le stessero facendo un favore.
Alla prossima!
Ciaooo!
MarlaSinger: ciao
nuova lettrice! Lo so che è totalmente illogico, ma le cose della vita non sono
logiche…ok…mettendo da parte le cazzate, la verità è che non sopporto Sakura,
quindi ho bisogno di liberarmene per un po’, magari a lei, tra l’altro, stando
lontano, passa la crisi distruttiva e stiamo tutti meglio.
Altra cosa, volevo
provare un crack paring con Sasuke, e un per sakura tenendomi però aperta,
giusto un spiraglio,la porta per il SAsu-saku.
Sakura ebbe la
sensazione di vivere in un’incubo,
le parole: “HARUNO! PER TE NON C’è REDENZIONE! UN DUE!”
continuavano a girarle per la testa…
Non era possibile,
non con i bigliettini fatti da Kanezaki, quella pel di carota era un genio in inglese!
Aspettavala fine della
lezione con impazienza, pensando a come presentare il fatto a suo padre e
sperando che non andasse troppo male, due settimane di punizione le sarebbero
parse una pacchia…
“Haruno!”
L’urlo belluino
della professoressa la riscosse.
“SI?”
“Domani voglio parlare con i tuoi.”
“Ma!”
“Niente ma Haruno, non era una richiesta, era un’ordine!
Portami
il diario!”
Sakura si alzò con
la voglia di vivere di un condannato a morte, i suoi genitori l’avrebbero
spedita a Timbuctu in una cassa, come in quel vecchio
film della Disney.
La professoressa
scrisse qualcosa, poi le restituì il diario, ignara
che con quello avrebbe decretato la condanna a morte della rosa.
Tornò a posto
sospirando, chi c’era dietro a quella disfatta?
La campanella
suonò finalmente e la Mitarashi raccolse di nuovo i compiti,
ributtandoli poi con malagrazia nell’enorme borsa da insegnante.
“Salve ragazzi!
Uzumaki! Ricordati di farti interrogare!
Haruno! Domani voglio
vedere la conferma che i tuoi verranno!”
Sakura le sorrise,
ma dentro di sé imprecava.
“Kanezaki!”
La sua voce
risuonò come una fucilata e la rossa si fermò.
“Cosa c’è, haruno?”
“Cosa
c’è?
Che
cazzo di bigliettini mi hai dato?”
Quella frase la
fulminò, c’erano quelle due dietro a tutto!
Afferrò Yidashi, che stava ficcando tutto nel suo eastpack nero, compreso un dieci e la tirò a se.
“è tutta colpa tua
stronza!”
“FottitiHaruno! Io i tuoi sudici
bigliettini non li ho nemmeno toccati!”
“Menti!”
“NO!”
Si voltò
stralunata verso l’anoressica.
“I
tuoi bigliettini li ho dati a Uchiha!
Lei
non c’entra nulla!”
“Troia anoressica , giurami che non stai mentendo!”
“Non
ti sta mentendo Haruno,
quindi modera il linguaggio.
Lei li ha dati a
me, io li ho dati a te, non so che casino tu abbia fatto, ma sei l’unica
responsabile.”
“NO!
Perché
è successo?”
“Perché quello che
raccogli semini, tesoro!”
La rossa la
guardava furiosa, con lei aveva esagerato.
“SE hai riservato
a qualcun altro lo stesso mio trattamento, giuraci che ti succedono queste
cose.”
Sakura uscì di corsa, quell’aula era improvvisamente troppo stretta.
YUkari uscì poco dopo, sorridendo come una scema.
L’aveva messa al
suo posto!
Ce
l’aveva fatta! Con lei ce l’aveva fatta!
Appena voltato
l’angolo e sicura che non ci fosse nessuno lanciò lo
zaino per aria, in segno di giubilo.
“Tu non vuoi solo
punire Sakura al posto di Hinata-chan!”
La voce fredda di Sasuke alle sue spalle la sorprese.
“In effetti no…
Sai…io so cosa si
prova quando qualcuno che non ama il tuo ragazzo arriva e se lo prende giusto
per il gusto di farlo.
Quella voltasono andata in
pezzi, non avevo nemmeno la voglia di punire quella stronza e Dio solo sa
quando io sia vendicativa, anche se nessuno lo sospetta.
Non voglio che HInata-chan soffra come me e ….credo di volere anche una
seconda possibilità per vendicarmi.”
“Vuoi vendicarti
anche di mio fratello?”
“NO.”
“Sei strana Yidashi.”
“Gli
esseri umani sono strani, Sas’ke-kun….
È una verità
universale.
Siamo capaci di
mandare un razzo sulla luna e poi di ucciderci come bestie.”
“Già.”
“Spero che tu non
ti sia pentito.”
“No…è
tardi per farlo ormai…
Se mi starà lontana forse sarà l’occasione per capire se davvero mi
interessa, compresi questi lati negativi inaspettati.”
“Buona fortuna.”
Sperò di non
averci messo troppo sarcasmo e si avviò verso casa non curandosi se lui la
seguisse o meno.
Sakura avrebbe
potuto prevedere ogni singolo avvenimento, dalla sfuriata terribile di suo
padre, alla punizione, quello che mai avrebbe detto possibile fu quello che
successe dopo.
Il signor Haruno arrivò dal colloquio con la Mitarashi
con una strana luce negli occhi, che spaventò la figlia.
“Sakura!”
“Si papà.”
“Ho una notizia
per te…tra due settimane partì per l’Inghilterra molto probabilmente.”
“Co-cosa?!”
“Ho
parlato con la tua professoressa, lei ritiene che un viaggio all’estero possa
farti bene e tra due settimane parte una vacanza studio per l’Inghilterra.
Teoricamente siamo
fuori tempo massimo, ma lei può metterci una buona parola.”
“Ma…”
“Ma cosa?!
La mia non è una
richiesta, è un’ordine!
Tu devi avere un’ottimo voto anche in inglese e
dato che possiamo permettercelo tu farai questo viaggio che lo voglia o no!”
Si sentì sconfitta
e trattenendo le lacrime si ritirò in camera sua.
Addio a tutto…
E
fondamentalmente, nella parte più profonda di sé sentiva che era stata lei a
mandare in malora tutto.
“Fantastico,
Sakura…
Complimenti a te…
Non so come
abbiano fatto, ma sono state quelle due e…
Cavolo! Giuro che
d’ora in poi non mi metterò più contro Yidashi o c’è
la discreta possibilità che mi ritrovi a essere davvero spedita in una cassa a Timbuctu…”
“Coosa?!”
“Non urlare Ino-pig!”
“Vai in
Inghilterra!! Che bello!
Quanto
sei fortunata Sakura!” Ino le rivolse uno sguardo sognante, non capiva come mai Sakura fosse così triste,
era una buona opportunità…
“se sei così
felice, perché non parti tu al mio posto, eh?”
“Perché mio padre
è un fiorista e non un’affermato
medico come il tuo, lo sai che non posso permettermelo e che lo sogno da una
vita.”
“Oh povera Ino…quanto mi dispiace…”
Il tono acido
dell’amica la colpì.
“Anche
a me….
Mi dispiace vedere
che tu sia in guerra con il mondo!
Dimmelo
quando ti passa, eh!”
Ino si allontanò a grandi passi dall’amica,
una vacanza non avrebbe potuto che farle bene!
ANGOLO DELLA
PAZZIA
Rispondo alle
recensioni, stasera mi sento alquanto invisibile…
No so che titolo
dare…che squallore…
HInaNaru:già…e l’haruno se
ne va! E l’haruno se ne va!
Per la metro sono
work in progress, forse non ne esiste una in grado di investire
quell’incredibile Hulk rosa…
Vabbèvedrò di
sistemarla lo stesso..
Se continui a
seguirmi deduco che non sei una grande fan di SAsu-saku…
Alla prossima!
Diana88: quando una
è pigro come me e fa poca azione nella vita reale, per
tenersi in movimento si scervella su piani assurdi…
Tra l’altro qst non credo avrebbe funzionato nella via reale^^.
Che altro dire?
Grazie! Spero che anche gli altri continuino a piacerti, perché
la mia vena creativa va e viene^^”.
Ciaooo!
Beckill: Nee-chan non
nominarmi le proiezioni ortogonali o mi metto a urlare! Quando dovevo fare
quelle dei solidi in prima, le dovevo sempre rifare minimo sei volte, alla fine
finivo per bestemmiare come un camallo.
Carine le idee del
plotone di noi all’aeroporto…buahahahahhahah!
Sicuramente in
matematica sei messa meglio di me, io le parametriche non credo di averle mai
nemmeno studiate…
(“ci credo! La matematica è la bestia nera
dell’artistico!”NdItachi”Si
amore…problemi?”ndlay”NO….”ndITachi
che deglutisce sotto l’occhiata malvagia di lay.)
Che noia in qst giorni…finirò per ripiombare nella settimana dell’odio…
Che bella la kefia viola e nera…*_*
regalala a Yukari^^”!
Ciaoooo
Talpina pensierosa:GraziE! Ti ringrazia anche la mia pare malvagia.
Cmq c’è solo un’ autrice a scrivere qst
storia…io!
GraziE! Ciuaoooo!
AliDi Piume:vabbèscialla! Grazie per i
complimenti e per sakura…bhevedrò cosa farle fare…
Capitolo 35 *** 35)IT'S NOT TIME FOR ME AND YOU ***
34
35)IT’S NOT TIME FOR ME AND YOU
“Yukariiii!!!!
Ce l’abbiamo
fatta!”
Michiyo sorrideva,
sotto lo sguardo divertito della castana.
“Certo ! Io, te e
SAs’ke-kun siamo una forza insieme!”
“Nee-san…”
“Eh?”
“Grazie per non
avermela fatta picchiare.”
“Prego!”
“Che noiose che
siete…”
“Zitto corvo!”
La viola rivolse
un’occhiataccia al moro, non lo sopportava quando faceva il superiore.
“Tsk! Non vedo perché
dobbiamo festeggiare!”
“Dimenticavo che
sei contro le feste….
Perché abbiamo
mandato quella cicca rosa in Inghilterra no?”
“IO ce l’ho mandata
e per la cronaca non è ancora partita!”
“Sei dannatamente
fiscale emo!”
“Non chiamarmi
emo!”
“Preferisci corvo?”
Yukari intervenne
a placare gli animi.
“Dai ragazzi..siamo
qui per divertirci e non per scannarci!”
“Zitta tu“
“Oh peccato….se
sapeste che coppia è appena entrata…”
Michiyo riconobbe
alla castana una buona dose di diplomazia, non fece in tempo a finire la frase
che entrambi si erano voltati verso la porta.
“Hyuga e Shaoran?!”
“Sconvolto Uchiha?
Qualcuno cucca…al
contrario di te…”
“Sakiyourai!!!”
Il moro emetteva
vapore dalle orecchie, ma questa volta Yidashi non intervenne e rimase a
gustarsi il suo thè, con un’aria un’po tetra.
Tenten si sedette
al tavolo, era imbarazzata e non ricordava di essersi mai sentita così, nemmeno
dopo le sue figuracce da manuale.
Lui la guardava e
stava zitto, non reggeva quello sguardo quasi incolore, la faceva sentire un’idiota
totale.
“Cosa prendi,
NEji-kun?”
“Un caffè.”
“Io…credo che
prenderò una cioccolata con panna.”
Ridacchiò
imbarazzata.
-Almeno potrò dire
di avere avuto qualcosa di dolce stasera.-
“Come va con tuo
zio?”
“è il solito
vecchio stronzo a cui interessa solo di Hanabi-san.”
Grandioso, lui era
più freddo di una cripta siberiana, cosa poteva dirgli?
“Ma sembrava
contento dei tuoi voti dell’esame.”
“Detesta la scuola
che faccio, la considera da perdenti.”
Desiderò
scomparire, infilava una serie di errori dopo l’altro, finalmente arrivò la
cameriera a toglierla dall’imbarazzo.
“Allora ragazzi,
cosa vi porto?”
“Un caffè.”
“Una cioccolata
con panna.”
La ragazza se ne
andò e ripiombarono in quel silenzio opprimente.
Cosa doveva fare
per scioglierlo?
“Ti piace dottor
House?”
“Detesto i telefilm
medici.”
“Alicia Keys è
brava vero?”
“Bob Marley è
infinitamente meglio.”
Tenten cominciò a
scoraggiarsi e decise che il silenzio era meglio dopotutto.
Le ordinazioni
arrivarono subito, Neji in un sorso vuotò la tazzina, la ragazza invece
indugiava, si limitava a guardare la panna e ad avvicinare il cucchiaio come se
non avesse il coraggio di mangiarla.
-Dio che schifo….
Non riesco a farci
più di due parole e faccio una figura di merda dopo l’altra…-
Finalmente si
decise a mangiare e le sembrò di metterci secoli a finirla, sempre sotto quello
sguardo scrutatore.
“Neji-kun, vado un’attimo
in bagno.”
“Ok.”
Corse alla
toilette, spalancò la porta, era deserta per fortuna.
“Dammi una lametta
che mi taglio le vene!”
“mi dispiace…le ho
dimenticate a casa.”
Si spaventò, ma
poi vide che era solo Yidashi che era uscita da una delle porte.
Yukari vide che Sasuke
e Michiyo riprendevanoa litigare, ma li
lasciò perdere, non aveva più voglia di separarli
Guardare Neji e
Tenten l’aveva messa in un’umore strano, anche a lei sarebbe piaciuto entrare
in un bar con il suo ragazzo, peccato che il soggetto in questione si fosse
rivelato un bastardo patentato.
Trangugiò
cupamente il suo thè, erano i casi della vita.
“vado in bagno.”
Gli altri non la
ascoltarono.
Era in uno dei
bagni quando sentì la porta della toilette femminile aprirsi con violenza.
“Dammi una lametta
che mi taglio le vene!”
Era Shaoran, la
sua serata non doveva essere così bella allora.
“mi dispiace…le ho
dimenticate a casa.”
Sobbalzò.
“ah sei tu
Yukari-chan…”
“Già, brutta
serata?”
“Di merda! Io non
so cosa fare, infilo una figuraccia dietro l’altra.
Io tento di
parlare e Neji mi stoppa.
È gelido, freddo,
tipo la mummia di Tutankhamon.”
“Magari è solo
timido…”
“Col cavolo! La verità
è che ho perso la mia occasione tanto tempo fa e adesso lui pensa alla tua
amica!”
“A chi?”
“Ad Harukaze!
Da quando lei lo
ha abbracciato ad Halloween!”
“Più che
abbracciarlo, lei lo ha stritolato…”
“Non sottilizzare!”
“Sei isterica! Calmati!
Uno, lei lo ha
abbracciato perché stava morendo di paura e tu non ti dare per vinta.”
“E’ LA
MUMMIA DI TUTANFKHAMON!!”
“Ok…direi che sei
stata cristallina…
Segui il consiglio
di Nara-sempai.”
“Qual è? Ti devo
cavare le parole di bocca con la tenaglia?”
“Calmati! Senti se
non capisci lei suggerisce di baciarlo, da come risponde dovresti capire se gli
interessi o meno.”
“E come faccio? L’occasione
giusta non si creerà mai!”
“Non servono i
violini e cose del genere! Dagli un bacio a sorpresa, se gli piaci risponderà!”
“Grazie!”
“Prego.”
Quando se ne andò
tirò un sospiro di sollievo.
“Spero di non
averle detto un mucchio di cazzate…”
Uscì anche lei dal
bagno e raggiunse gli altri.
“Alleluia! pensavo
fossi caduta nel water!”
“Scusate…Gentile
come sempre Sas’ke-kun..”
Il moro sbuffò,
poi uscirono tutti insieme nelle note fredda.
“Che fre…”
La sigaretta che
stava accedendo le cadde per terra, Itachi era dall’altra parte della strada,
attaccato u una maledetta Gal bionda, abbronzata ed elegante.
“Tutto bene?”
Michiyo e Sasuke
si erano fatti improvvisamente protettivi.
“Si. Può fare
quello che vuole, non è più il mio ragazzo.”
Mentiva clamorosamente,
le faceva male, eccome se le faceva male, ma non voleva che gli altri la vedessero
piangere.
Tenten uscì poco
dopo insieme a Neji.
“Che bella notte….ci
sono tante stelle!”
Il moro non
rispose, Tenten decise di buttarsi.
Si avvicinò a lui
e lo baciò.
Niente, rimase
passivo, ecco la conferma che cercava!
NEji si chiese se
dovesse rincorrerla o meno, gli dispiaceva che ci fosse rimasta male, ma quel
bacio gli aveva dato poco, era il bacio di un’amica e nient’altro.
Sospirò, forse
avrebbe dovuto rincorrerla, ma se conosceva abbastanza Tenten sapeva che non l’avrebbe
voluto.
Era orgogliosa.
Avrebbe pianto
sicuramente, ma mai avrebbe voluto che lui la vedesse o peggio la consolasse,
sarebbe stato come umiliarla.
Lei aveva capito
tutto prima di lui, poteva scommetterci, lei sapeva chi gli interessava,
probabilmente la stava maledendo o forse avrebbe maledetto solose stessa.
Capelli fucsia,
parlata da scaricatrice di porto, mille interessi che lui non capiva, Tayuya
Harukaze.
Era esattamente ai
suoi antipodi, Tenten, se avesse voluto ascoltare la voce della ragione,
sarebbe stata molto più adatta e forse sarebbe piaciuta persino a suo zio.
In quindici anni
di vita non era mai uscito una volta dall’immagine di ragazzo assennato, aveva
sempre fatto cose logiche e razionali, agito per ilmeglio e si era costruito la
reputazione di genietto.
Poteva essere
fiero di se stesso, ma quella notte non lo era, voleva essere diverso, voleva
mandare al diavolo la razionalità ed effettivamente fece quello.
Non inseguì la
ragazza, sentendosi in qualche modo libero e si mise a pensare a lei, a come
conquistarla.
Per la prima volta
non aveva un piano da seguire e non gliene importava nulla, credeva al destino
e se il destino gliel’aveva messa sulla strada gli avrebbe fatto anche capire
che fare.
Cominciò a
fischiettare “resistenza “ dei famiglia Rossi e si stupì, non era il suo genere
di musica, ma quella sera gli sembrava assolutamente perfetta, perché a Tayuya
sarebbe piaciuta e perché lo faceva sentire bene, persino un po’…ribelle.
Tenten corse finché
il fiato non le venne meno, non sapeva dove si trovava, sapeva solo di avere un’aspetto
orribile, il mascara e la matita gli erano colati, rendendola simile a un
panda.
Era una strada
affollata, piena di chioschetti e localini, allegra, la gente andava a
divertirsi, non a consolarsi.
Non le importava
nulla.
Si infilo in un chiosco,
barando sull’età ordinò una birra.
L’alcool non era
una buona soluzione, quello che aveva combinato Sakura con Gaara qualche mese
prima glielo dimostrava, ma era insensibile anche a quello.
Aveva appena ricevuto
la sua prima delusione d’amore e tutto quello che voleva era non pensarci,
lasciare che tutto scivolasse via.
La birra arrivò e lei
se la scolò, disturbata dal chiacchiericcio degli altri avventori.
Si scolò la
seconda e poi anche la terza e la quarta, fino a che non crollò addormentata sul
bancone, in un sonno artificiale ed etilico.
Yukari si stava
avviando verso casa insieme a Sasuke, il moro stava zitto, ma non la mollava un’attimo.
“Sasuke-kun! Piantala
di seguirmi come un’ombra!
Vabbè che abitiamo
vicini, ma almeno parla, non ho bisogno di una pseudo guardia del corpo!”
“Veramente sei tu che
dovresti parlare…”
“E di che? Del tempo?
Della ferrovia? Delle elezioni?”
“Di mio fratello
ad esempio.”
“E che dovrei
dirti?”
“L’hai visto con’altra,
davvero non te ne frega niente?”
La mora espirò
lentamente per non esplodere.
“Ascoltami…grazie
per l’interesse, davvero, ma non ho voglia di parlarne.”
“TZK!”
“Uffa!”
“Vabbè, io vado a
casa allora, tu sei arrivata a casa.”
“Si ciao!”
Yukari fece finta
di infilarsi nel portone, ma non appena il ragazzo fu abbastanza lontano uscì
di nuovo nella notte fredda.
Non aveva voglia
che suo fratello e sua madre le chiedessero cosa fosse successo, non aveva
voglia di calmare DEidara, ne di sopportare il biasimo di sua madre, a dir la
verità non aveva voglia di parlare con nessuno.
Così camminò per
quella strada, spazzata dal vento di novembre che smuoveva le foglie e la faceva rabbrividire, cercando di non
pensare, di staccare la spina.
Non aveva voglia
di parlare, ma questo non significava che le fosse indifferente, al contrario
ci stava malissimo.
Si accorse di
essere arrivata al parchetto poco lontano da casa sua, ci aveva giocato mille
volte da bambina, si rivide sull’altalena, sullo scivolo.
Forse era stata
felice, ma forse no, allora le mancava suo fratello, oggi le mancava il suo
ragazzo.
Dannati uomini!
Si accasciò su una
panchina e rimase lì a rabbrividire e a cercare di non piangere.
Lee camminava
allegro per la strada, era di ritorno dalla casa di Gai-sensei che aveva accettato
di allenarlo nelle arti marziali.
Quell’uomo era una
forza, e lo adorava, ma era stanco, così si fermo in un chioschetto che frequentava
da una vita.
“Buonasera
signore! Il solito curry della vita!”
La proprietaria,
un’adorabile vecchietta che si chiamava Sansho gli sorrise.
“Allora Lee-kun,
come va il tuo allenamento?”
“Bene nonna
Sansho!”
Il ragazzo si
voltò e trasalì…tenten?!
“Nonna Sansho, da quando
è lì quella ragazza?”
“Quella che sembra
una cinesina? Da una mezz’oretta…
Credo sia ubriaca.”
Lee si alzò e la
scosse.
“ten-chan! Cosa ti
succede?”
“Non mi vuole
Lee-kun! Neji-kun non mi vuole!”
“Scherzi? È cotto
di te da secoli!”
“Bhe ti comunico
che i secoli sono andati a farsi fottere! Lui non mi ama e non gli interesso! È
a lei che pensa!”
Lee rimase sbalordito,
non riusciva a raccapezzarsi, Neji aveva sempre amato Tenten chi era questa
nuova fiamma ignota?
“Lei chi?”
“La fucsia!
Harukaze!”
Tayuya Harukaze?!
“ma non hanno
nulla in comune!”
“Mai sentito il
detto:” gli opposti si attraggono”?”
Tenten scoppiò a
piangere e gli si buttò addosso, lui non poté fare altro che abbracciarla.
“Sono una scema
Lee! Una scema integrale! Come ho fatto a non accorgermene?
Perché ho lasciato
che me lo portasse via?
È finita, cazzo!
Finita e io non so
che fare!”
Lee rimase in
silenzio, non sapeva cosa dire e forse non c’era nulla da dire, Neji non l’amava
e la realtà non si poteva cambiare.
Itachi non rientrò
a casa tardissimo, ma Sasuke avrebbe dovuto essere a letto.
Avrebbe.
Il fratello invece
era in salotto.
Forse doveva
parlargli?
Sperò di no, ma fu
puntualmente disilluso , lui non gli toglieva gli occhi di dosso e ciò
significavasolo una cosa, era in vena
di chiacchiere.
“ Ciao nii-san…divertito?”
“abbastanza…”
“Come è stato
farsi quella gal?”
E lui come faceva
a saperlo?
“E tu come lo sai?”
“Sono diventato Nostradamus…ti
ho visto idiota!
E con me c’era
anche Yukari-chan.”
“Ah”
“Solo “ah “ sai
dire?”
Itachi incassò in
silenzio.
“Solo una cosa
fratello…perché hai combinato questo casino?”
“Fatti i cazzi
tuoi Sasuke!”
Il maggiore degli
Uchiha si sentì pericolosamente esposto, stava per raccontare tutto almeno al
fratello, ma non poteva, non doveva o altrimenti l’avrebbe odiato per sempre.
“Sono cazzi miei!
Lei sta male e tu
puoi fingere quanto vuoi ma stai male anche tu!
Ti vedo spento e
le altre ragazze non ti hanno fatto questo effetto!”
Il fratellino
aveva la vista lunga, sperò che non avesse notato che le sue già formidabili
occhiate si erano fatte più profonde.
“Non dormi
nemmeno, le tue occhiate sono più scure!”
D’oh! Ma chi aveva
allevato? Un mini tenente colombo?
“Te lo ripeto…sono
affaracci miei scoiattolo!”
“è per i nostri
genitori? C’entrano loro?”
“SASUKE CRISTO!
NON LO CAPISCI QUANDO DEVI SARE ZITTO, EH?”
Uscì di casa
furibondo, non poteva crollare! Non poteva!
E doveva stare
lontano da Yukari!
Si allontanò verso
il parchetto, cercando frenetico il pacchetto delle sigarette.
Dove era finito?
La vide,
rannicchiata su una panchina.
Sentì uno strappo
all’altezza del cuore, ma fece finta di niente, tornò indietro e cercò un altro
posto dove sfogarsi.
Poteva cercarlo,
forse trovarlo, ma non avrebbe cambiato le cose, quella dannatissima ragazza
gli piaceva davvero e suo fratello aveva fottutamente ragione.
Purtroppo.
ANGOLO DELLA
PIGRIZIA
Itachi è
contorto..uh! se è contorto…
Povera Yukari…
Jaheira: certo che
sei brava come esorcista! Ti ho già detto cosa accadrà quando Sakura tornerà
dall’Inghilterra!
Tu e Gaara è un o’
che non ci siete in effetti, anche Ino, Tema e Shika…mmm devo meditare su come
farvi rientrare…
In quanto a Tenten
c’est la vie, Neji non la ama…
Ciaooo! Socia!
Talpina
pensierosa:perché non la sopporti? Che ti ha fatto? appare così poco!
Vabbè! Ti saluto e
spero che qst ti piaccia! Ciaoo!
Beckill: Nee-san i miss you! Torna presto! Ç_ç
In msn mi annoio…(Itachi
e Tamama tentano di confortarla, ma dopo essere stati picchiati desistono.)
Povera ten..ma
succede…che farci?
Niente.
In quanto a
Itachi, non posso dirti cos’ha in testa, non glel’ho ancora aperta per
controllare^^(Itachi impallidisce e scappa)
Ma schersavo!(Itachi
riemerge sospirando da sotto il letto di Layla)
Vabbè fatti viva
prima o poi! Ciaooo!
Diana88: mi
dispiace per tenten (abbassa la voce per non farsi sentire) ma avevo detto che
era una neji-tayuya.
SE mi sente Ten-chan
mi ammazza XD!
SI, prima o poi
dirò perché Itachi è così stronzo! Giuro!
Ciaooo!
HinaNaru: su su
Tenten si riprenderà!^^
Anchese dico con chi le sue fan mi ammazzano…uhuhuhu!^^”
Yukari le rivolse
un’occhiata spenta e Sasuke non la guardò, era ancora risentito per essere
stato chiamato “dannatissimo emo” e “corvo che porta sfiga”
da lei, Michiyo Sakiyourai, unico membro non depresso del plotone finale per la
salvaguardia dell’armonia della classe.
“Dai ragazzi!
Stase andiamo all’aeroporto!”
I due non diedero
segno di vita.
“raga è il nostro
trionfo!”
Yukari fu la prima
a scuotersi.
“Ma
si dai…Non ha senso che io mi deprima così!
Sas’ke-kun! Levati quel broncio che è poco artistico
e stasera fatti trovare pronto alle 19:00!”
“Yidashi…sembri
tuo fratello!”
“E allora? Abbiamo
dei geni in comune non c’è nulla di strano.”
“Bene! Allora oggi
pomeriggio venite da me…che vi spiego anche matematica già che ci sono…”
Scoppiò a ridere
vedendo le facce spaventate dei due.
“Ma
scherzavo!
Piuttosto
perché Tenten è così giù?”
“Sakiyourai….Dove l’abbiamo vista ieri sera?”
“ a un’appuntamento con Neji-kun.”
“Se si presenta
con quella faccia significa che l’appuntamento è
andato male, magari Hyuga non la ricambia più…”
“Ma va! Di chi cavolo potrebbe
essere cotto lui se non di lei?”
Yukari tossicchiò
in modo sospetto.
“Nee-san
tu lo sai e non mi dici niente?
Traaaadimento!
Santo Syd aiutami tu! Avanti
chi è?”
“E io che ne so?”
“parla!”
Yukari fuggì
precipitosamente, così alla viola non rimase altro che inseguirla sotto lo
sguardo dell’Uchiha, a metà tra il divertito e l’orripilato.
La sua amica non
fece molta strada, finì dritta contrò l’Uchiha maggiore, che per non farla
cadere per terra la abbracciò.
Quando vide chi
era il suo salvatore si scostò furiosa, sibilò qualcosa e se ne andò.
“Itachi Uchiha sei
un coglione!”
Michiyo non era
molto diplomatica quando doveva insultare e insultava
soprattutto chi faceva male alle sue amiche.
“yukariiii!”
La mora non si
voltò, non aveva voglia di parlare ne di essere
consolata.
“YUka-chan! Dai!!”
Si fermò e l’aspettò.
“Dai è solo uno
stronzo, lascialo perdere o combatti!”
“L’hai
vista la tipa di ieri sera?come faccio a combatterla eh?
La investo con un
carro armato e poi spero che la polizia non mi sgami?
Cazzo! Non lo
capisco e non lo capisco!
Il giorno prima
era ok e il giorno dopo è diventato tutto una merda!
Che devo fare?
Io non lo so
proprio, prima di metterci una pietra sopra devo avere una spiegazione o
smatto!
Alla fine….Non posso lasciarlo perdere finche non saprò il perché di
tutto questo, devo sapere se è lui ad essere pazzo o io sbagliata.”
“Allora preparati
a mesi di guerra dura, è più facile sfondare un muro a testate che cavare
qualcosa a un’Uchiha reticente!”
“Parlerà
lo stronzo, parlerà…
Non può tenersi
sempre tutto dentro o esploderà!”
“Gli UChiha sono pozzi senza fondo che nascondono i loro
sentimenti nei recessi più inaccessibili di loro stessi.”
“poetico…Ma anche
gli Uchiha sono umani e gli umani si sfogano prima o poi….dammi
retta.”
YUkari le fece un
sorriso storto.
“Stasera comunque
non mi perdo lo spettacolo…scialla…”
“Non ne
dubitavo…piace a tutti assistere ai propri trionfi, vero?”
“Diciamo
che questo è un doppio trionfo o qualcosa del genere….
Ci
vediamo stasera!”
Yukari prese a braccetto
Sasuke e Yukari e corse verso i passeggeri in attesa che chiamassero il volo
dopo il check-in, Sakura era appoggiata a una colonna con un’aria truce.
“Ciao Haruno-san!!!”
“Oh! Il trio dell’ Ave Maria…Il cleptomane, la cornuta e la piccola e
sfigata fidanzata di un baka-neko.”
MIchiyofece per
sganciarsie andare a darle una lezione,
ma Yukari mollò la presa prima di lei, in un’attimo che li sbalordì fu davanti
alla rosa e le sferrò un pugno in pieno volto.
Fece per
avventarsi ancora verso la ragazza a terra, ma SAsuke
si riscosse dallo shock e la afferrò per le spalle, bloccandola.
“MOLLAMI
SAS’KE-KUN! DEVO DARE
UNA LEZIONE A QUESTA PUTTANELLA!
DEVO INSEGNARLE IL
RISPETTO perché I SUOI HANNO TOPPATO ALLA GRANDE!”
La mora si
divincolava tra le braccia dell’Uchiha, scalciando l’aria e incenerendo
l’Haruno che la osservava beffarda.
“Uhuhuh! Mi hai spedito in Inghilterra,
ma tesoro, non hai vinto per niente…
Il
tuo ragazzo è scappato da te….scarto!”
Michiyo l’osservò senza parole e poi guardò la sua amica, il moro si
stava impegnando al massimo per trattenerla, stava persino sudando, ma avrebbe
ceduto di lì a poco, gli occhi di Yukari mandavano lampi.
Sakura continuò a
vomitare cattiverie, la viola decise in un’istante, si
avvicinò alla rosa che era ancora a terra in una posa da eroina tragica e le
tirò un calcio che la zittì.
SAsuke, con uno
sforzo enorme sollevò Yidashi, ancora recalcitrante, se la caricò sulle spalle
e finalmente si allontanarono.
Sakiyourai accolse
l’aria fresca della sera con un sollievo inimmaginabile, non credeva che
potesse andare a finire così e che quella serpe rosa confetto potesse rivelare
ancora così tanto veleno.
“SAS’KE-KUN! MOLLAMI CAZZO O GIURO CHE TI AMMAZZO!
METTIMI Giù!!!”
Il moro l’accontentò e poi la scosse per le spalle.
“Yukari-chan! Ti prego non fare cazzate!
Lo so che si
merita di essere pestata, ma siamo in un’aeroporto e
gli sbirri arriverebbero di sicuro se fai casino!”
“NON ME NE FREGA
UN CAZZO DELLA POLIZIA! ARRIVASSE PURE IL PAPA IN PERSONA IO DEVO LEVARLE DA
QUELLA FACCIA DA TROIA QUELL’ESPRESSIONE DI TRIONFO!!”
Sasuke non ebbe
altra scelta che darle una sberla per calmarla, per
un’attimo terribile Yukari sembrò voler scagliarsi contro di lui, ma poi si
fermò.
“Non ti azzardare
a farlo mai più UChiha o giurò che te ne farò
pentire…”
“Uhuhuh! Parli come una vera teppista Yukari-san…”
Yukiko Nara era
accanto a loro.
La sempai guardava
divertita i suoi compagni di classe, SAkiyourai e
UChiha erano spaventati dalla furia gelida ma evidente di Yidashi.
“Cosa cazzo vuoi,
Nara sempai?”
Non aveva mai
visto quella ragazza così fuori dalla divina grazia, l’Haruno, aveva sempre
saputo che in fondo quella piccola bastarda e le sue arie da santarellina era pericolosa, doveva avere colpito duro.
“Su
su calma…non so come abbiate fatto, ma avete fatto un lavoro da veri boss…
Perché
se potrei saperlo?”
“Perché quella
stronza si è slinguata Uzumaki, ben sapendo che lui piace a Hinata-chan.”
“Uhm…l’ho
sempre detto che era pericolosa…
Le
acque chete sono le peggiori!”
“Tsk!”
“Ma tu dovresti calmarti ragazza! Scatenare una rissa in un’aeroporto non è una buona politica.”
La mora sbuffò e
si allontanò, Sakura aveva seminato zizzania fino alla fine, davvero una
partenza in grande stile….
Sakura si voltò
verso il ragazzo che aveva commentato, era alto, magro, con i capelli castani
chestranamente
erano irti e tutti tendenti verso sinistra, somigliava vagamente al vecchio Hatake-sensei.
“Garantita da
Sakura Haruno, universalmente conosciuta come la
regina delle stronze, chiedi in classe mia.”
Il ragazzo rise
irritando immensamente la rosa, ancora scossa per l’accaduto e con un bell’occhio
nero.
“Senti
confettino, puoi ingannare la gente che ti conosce e ultimamente la stai
ingannando, visto il ricordino che ti ha lasciato quella tipa, ma non me.
Tu non sei ne la regina delle stronze ne tantomeno felice.”
“Tsk!
Tu chi sei?
Come fai a
conoscermi e a giudicarmi e soprattutto…come ti permetti?”
“Frena bella…IO
sono ZakuAbumi e faccio la
tua stessa scuola, sono un’anno
davanti a te e se non sbaglio tu non eri così..”
“Sai la gente
cambia…”
“SE vuoi un consiglio le crisi distruttive sono inutili, ti fanno solo
il vuoto attorno.”
“Forse ce l’ho già….La gente non riesce a capirmi ne ad accettarmi.”
“Al momento non
glielo stai permettendo, qualunque cosa tu abbia fatto per inimicarti quella
ragazza, non l’hai detta nessuno e nessuno capisce il tuo cambiamento vero?”
“Abumi-san…Stai zitto!”
“La verità fa
male, eh?”
“è vero! Ho fatto
qualcosa di cui alla fine mi vergogno o dovrei vergognarmi e si,
a parte quelli che c’erano all’aeroporto non lo sa nessuno.”
“Cosa hai fatto?”
“Ho baciato Uzumaki della mia sezione sapendo che piaceva a Hyuga-chan e quelle sono amiche di Hyuga,
ma erano anche amiche mie.”
“E hanno scelto Hyuga.”
“Non avevo dubbi
che l’avrebbero fatto, Yidashi e Sakiyourai
l’hanno presa sotto la loro ala protettiva e di me hanno sempre pensato che
fossi forte abbastanza per riuscire a gestire il fatto
che il ragazzo che mi piaceva è un bastardo instabile.”
“ a te piace Uzumaki-san?”
“è un amico, ma
sapevo di piacergli, cercavo un po’ di consolazione.”
“Non è
comportandoti come ha fatto quello che ti piace che starai meglio…Pensa
a te stessa piuttosto, prendi questo viaggio come una vacanza, come
un’occasione per stare un po’ con te stessa fuori dalle maschere che ti hanno
cucito addosso.”
“Mi mancava uno
psicologo…”
Sakura si allontanò
raggiungendo la testa della fila, ma le parole di quel ragazzo l’avevano
colpita più di quanto pensasse.
“Che ci fai qui,Yukiko-sempai?”
Yukiko sorrise, se l’aspettavauna domanda del genere da Sakiyourai,
sapeva che era una ragazza sveglia.
“Per vedere cosa
stavate combinando..
Non ho mai avuto
grande simpatia per Haruno-san, ma non era da lei il
comportamento delle ultime settimane.
A me quella è
sempre sembrata una gatta morta, che nasconde la sua vera se stessa sotto
quell’aria dolce che la fa apparire simpatica, ma ultimamente era aggressiva.
Ha litigato con Ino-chan, Shaoran-chan e Kanezaki-chan e non capivo perché.
Penso sia senso di
colpa, sa di avere sbagliato, ma non vuole ammetterlo, anzi non gliene frega
niente di ammetterlo.
Uchiha-san! Lo sai che è tutta
colpa tua vero?
Tua e della instabilità, se ti interessava avresti dovuto
dirglielo, non farti le seghe mentali del tipo.” Mi piace ,
ma se sto con lei la rovino.”, dannatissimo emo!
E
ora cosa pensi di fare?”
“Tu e la
diplomazia siete grandi amiche vero?
Ti capita mai di
non essere così diretta?”
“Rispondimi! L’hai mandata in Inghilterra, come si manda alla casa madre un cellulare che non funziona?
Vuoi
il giocattolino riparato?”
“Cosa vuoi? Nemmeno tu la sopporti! Non
essere ipocrita!”
“Allora Uchiha…Dimmi la fine della telenovela…Lo fai per lei o per
riaverla?”
“Non lo so!”
Il moro alzò i
tacchi, come YUkiko
prevedeva, era tipico di un’Uchiha fuggire davanti alle
conseguenze provocate dal loro orgoglio smisurato.
“Sempai…Forse hai esagerato…”
“Forse, ma forse
se lui fosse stato più chiaro, lei non cui avrebbe provato con Uzumaki e voi non ci avreste litigato.”
“è tardi sempai….E dire che quest’anno era
cominciato così bene, ora guardaci, siamo così…separati.”
“Succede Sakiyourai-san…la classe tutta unita è un’utopia, che si
formino gruppetti e si creino odi è normale.”
La viola sospirò
sconsolata, Yukiko si accese una sigaretta e si avviò
con lei verso la metropolitana.
“Come va la band?”
“Male.”
“Ma tuo fratello è tornato!”
“Itachi-kun è sulla luna, dannato idiota.”
“eh?!”
“è sulla luna perché
è cotto della tua amica, ma come tutti gli Uchihaha dei problemi con sentimenti…. e adesso
che l’ho vista all’opera posso capire perché l’abbia colpito e affondato.
Loro hanno bisogno
di donne pazienti… ma che siano abbastanza tenaci per
continuare a stargli dietro anche quando vanno periodicamente fuori di testa e
che siano di acciaio inox per non venire sopraffatte dalle loro personalità
nevrotiche e complicate.
Donne
con le palle semplicemente.”
“Parli come se
fossi stata la ragazza di uno di loro…”
“Sono stata la
prima ragazza di Itachi-kun.”
“Perché è finita
se posso chiedere?”
“Avevamo tredici
anni, semplicemente un giorno ci siamo detti che ci volevamo bene, ma che non volevamo più stare insieme perché ci stavamo annoiando.
Siamo rimasti
amici e questa volta l’uomo si è innamorato.”
Sakiyourai non rispose e si limitò a sospirare, anche
lei vedeva la situazione piuttosto brutta.
InoYamanaka sedeva
compostamente davanti a ShikmaruNara,
erano in una sala da thè, ma l’atmosfera di
cameratismo che c’era in passato, era completamente dissolta.
“Qual è il
problema, Ino-chan?”
“C’è un problema?”
“Direi di si, seccatura…”
“Sakura-chan.”
“è partita.”
“Si, ma non so perché fosse così arrabbiata.
Ho provato a
chiederglielo, ma lei si è chiusa a riccio.
Come faccio ad
aiutarla se lei mi respinge, eh?”
“Siete donne, è
normale che siate seccature e che siate orgogliose.”
-Parli tu di
orgoglio?
Da quando ti ha mollato
quella bastarda, non si può essere gentili o affettuosi perché altrimenti t’incazzi
perché non vuoi la pietà di nessuno-
“no tu sei una
seccatura, Nara.. E bella
grossa.”
Shikamaruspalanco gli
occhi neri e rimase basito, Ino si era allungata
verso di lui e l’aveva baciato prima di andarsene, arrabbiata.
Guardò a lungo la
porta da cui aveva visto uscire la chioma bionda della sua amica prima di
riportare la sua attenzione al cappuccino che gli stava davanti, ormai freddo.
“Mi
ha baciato….
Mi
ha insultato e poi mi ha baciato…”
Yukari entrò in casa senza dire una parola, non
aveva voglia di parlare e così dopo avere salutato la madre e il fratello, si
diresse in camera e si mise a letto.
Era triste, era
depressa, si vergognava un pochino ora che la rabbia
se ne era andata, ma era ancora ferita per le parole della rosa, era come
rigirare il coltello nella piaga.
Le venne da
piangere, ma poi si fece forza e cerco di far finta d
dormire, il fratello aveva spalancato la porta e la scrutava per capire se
fosse sveglia o meno.
Deidara era dannatamente curioso.
“E
così Eccomi arrivata in Giappone…
Chissà
come sarà la nuova scuola?”
RISPOSTE.
Talpina Pensierosa: Grazie!^^
e….Abbasso Sakura!!!
BEckill: nee-chan! Volevi
che Yukari finisse arrestata?
Povera XD!
Vabbè Sakura è proprio una stronza, ma siccome
ci deve essere la Sasu-saku la
devo di nuovo rendere accettabile (Che palle==)
Uff…ci sentiamo in msn!
Ciaooo
Diana88: carina l’idea di Itachi! Ahahahahha!!!
Perché l’aggiorno tardi? Perché di solito inizio
a scrivere alle 21:30 e tra distrazioni varie, crisi e il tempo che ci vuole
per scrivere arrivano le undici^^”…
Un paio di
curiosità mie…ma tu hai la mia età(20 anni…vecchia)?
E sei sudamericana
per caso o semplicemente ti piace lo spagnolo?
Anch’io avevo
iniziato a studiarlo, ma poi l’ho piantato lì…
Era dura fare
altre due ore dopo sei ore di scuola…
Grazie e ciaoooo
HInaNaru:Allora eri tu quella con i cartelloni!!!XD!!!
Ti ho vista sai? Ahahahah!
E alla fine è
fuori dai piedi almeno per un po’! Evvai!(Alla kogoro)
Ora bisogna
pensare ai due piccioncini storditi…
Alidi
piume: non
sottovalutare gli emo, sono come i chihuauah(Quei cagnetti rognosi che hanno un nome
impossibile da scrivere), piccoli ma cattivi…
Palle
matematica, io la odio
e la odiavo…
Per Sakura, Sorry, purtroppo serve(Sasu-saku, insomma mi è stato richiesto e ci tengo ad
accontentare quella richiesta) , ma devo pensare ad un modo per vendicarmi di
lei…
Idee?
Slice:spero che qst
capitolo ti abbia aiutato a capire perché nessuno ha spezzato una lancia in
favore della cicca rosa..a volte succede.
Per quanto io non ami Sakura ultimamente, hai ragione su quello che hai
detto degli amici che non l’hanno aiutata.
Grazie per i
complimenti e sono contenta di sapere che ti piacciono i Rancid..Tiiim *_*
Ino sgranò gli occhi, non era sicura che ciò
che vedeva corrispondesse a verità, non era semplicemente possibile, era fuori
dal campo dell’umano.
ShikamaruNara, misantropo, misogino, perennemente scazzato, stava ridendo e
scherzando con una ragazza bionda, terribilmente stilosa
nelle meches viola che occhieggiavano.
“Gesù Cristo, i
miracoli di prima mattina non farli! La gente non li apprezza e quello te lo
potevi pure risparmiare, dato che io quel ragazzo ieri l’ho baciato perché mi interessa.”
“Parli da sola Ino-chan?”
“OH! Yukiko-san!
No,
parlo con Dio…guarda.”
La mora seguì lo
sguardo della bionda e strabuzzò gli occhi.
“NO.”
“SI.”
“Merda”
“Secca! cosa faccio
adesso?
Ieri sera l’ho
baciato e oggi ride con un’altra…l’hai mai visto tu
ridere con una tipa?
Nemmeno
con Temari-san rideva!”
Yukiko si grattò pensosa il mento, nemmeno lei
era preparata a questa inedita visione di suo fratello.
“Uhm…avviciniamoci
e cerchiamo di capire chi è e cosa vuole, forza Ino-chan!
Io
sono con te!”
Nara trascinò Yamanaka
verso il fratello e l’illustre sconosciuta, quando
furono abbastanza vicine la sentirono dire:”Sa io sono nuova, non conosco
nessuno.
It’s difficult for me to understand a country like
that….”
“Ciao fratello.”
Il moro si voltò,
ma la ragazza nuova lo trascinò via.
“Help me Shikamaru-kun,
don’t listen that strange girl.”
“Strange girl a me?!
Come diavolo si
permette???
IO
la distruuuuggoooo!”
“Yukiko-san….”
“Scialla cara!
Scialla! Giuro sul mio onore che mio fratello sarà
il tuo ragazzo.”
“E se non gli
interesso?”
“Gli interessi….”
Yukiko entrò in classe di pessimo umore, quella
ragazzina non gli andava a genio, detestava la gente che le dava della strana
senza nemmeno averla conosciuta.
Poco dopo arrivò
il professor Umino insieme alla nuova.
“Ragazzi, da oggi abbiamo una nuova ragazza.
Viene dal Regno
Unito, aiutatela a inserirsi.”
“Ciao! Io sono
Sydney Browning, spero di trovarmi bene!”
Si sedette in un
posto libero nelle prime file accanto a Mimichi.
La lezione passò e
finalmente poté alzarsi e andare da lei.
Yukari si alzò anche lei per andare da Megumi, osservando per un’attimo l’inglesina.
“Piantala di guardarmi Jappa.”
“Ehi! Stavo
andando da una mia amica, problemi?”
“Odio la gente che
mi guarda ficcatelo in testa o sarà peggio per te.”
“Tsk.”
Yukari la oltrepassò lanciandole un’occhiata
scocciata, lei arrivò poco dopo.
“Ciao, IO sonoYukikoNara.”
“Syd, cosa vuoi?”
“Giù le zampe da
mio fratello, non è roba per te.”
“Sentimi bella, io
faccio quello che mi pare.”
“Ascoltami, sei una dura vero?
Nella tua vecchia
scuola facevi il bello e il cattivo tempo terrorizzando tutti, si?
Bhe…scordatelo.
Io sono qui da più
tempo da te, quindi stai calma e non fare casino o vedrai cosa può fare una ganjiro.”
“Non sfidarmi,Nara-san…”
“Non sfidarmi tu o
ti ritroverai a piangere nei cessi.”
Yukiko fece uno dei suoi terribili sorisetti e poi tornò al suo banco, l’avrebbe rimessa a
posto se fosse stato necessario.
Sydney sbuffò
contrariata, aveva già urtato una sempai, sapendo
benissimo che le ganjiro giapponesi potevano essere
terribili se prendevano di mira qualcuno, ma il ragazzo con la coda ad ananas
le piaceva,
Quando qualcuno le
piaceva se lo prendeva, era una regola e non intendeva
trasgredirla per paura di una ragazza, lei era stata la boss indiscussa nel suo
vecchio liceo, erano gli altri ad avere paura di lei, non il contrario.
Sapeva di essere
carina, alta, magra, bionda e con gli occhi viola, le mecche le davano un tocco
di alternativo che la rendeva stilosa.
“Ok…Nara-kun…Preparati….”
La ganjiro poteva andarsene al diavolo!
I professori si
rivelarono strani, quello di mate era un viscido inquietante che la mise a
disagio, quello di giapponese incuteva terrore, il classico adulto da non
contrariare e quella di inglese era simpatica, ma ogni
tanto andava fuori di testa.
Finalmente le
lezioni giunsero al termine e lei raggiunse Shikamaru.
“Ciao Shikamaru-kun! Ti va se andiamo a
casa insieme?”
“Seeee.”
Yukiko la trafisse con un’occhiataccia, lei replicò
con uno sguardo divertito.
“Carina la scola,Nara-kun.”
“Si, è ok.”
“Uff…è così difficile ambientarmi…
Sai la lingua, i
costumi, tutto….
Ti va se usciamo
insieme una sera di queste?”
“Frena Browning-san….so dove vuoi
arrivare e la risposta è: No non mi interessi.”
“Sei gay, per caso?”
“No, immane
seccatura, semplicemente mi interessa un’altra ragazza.”
Le venne da
ridere, avrebbe fatto bene ad ascoltare la sempai, il
ragazzo non avrebbe ceduto alle sue lusinghe in ogni caso, Syd
Browning sapeva quando una battaglia era persa.
“Chi è? È della
classe?”
“Hai presente la
bionda che c’era con mia sorella stamattina?”
“Quella con la
frangia che le copriva un’occhio?”
“Si. Si chiama InoYamanaka.
SE vuoi un
consiglio gratuito non metterti contro mia sorella, se si impegna
può renderti insopportabile il soggiorno in questa scuola.”
“Ho capito che è
una che non scherza.”
“esatto.”
“Buona
fortuna, Nara!
Dì a tua sorella
che non farò la cretina con te.”
Il moro annuì, Syd si allontanò, aveva fatto l
suo primo buco nell’acqua, ma la classe era piena di bei ragazzi….
“Yidashi-san…qual è il problema?”
Sasori sbuffò esasperato, stavano facendo una
ricerca per storia dell’arte, ma il biondo aveva la testa da un’altra parte.
“Ho sbagliato…”
“Cosa?”
“Qualche mese fa ho
minacciato SAsuke-kun, gli ho detto che se avesse
fatto ancora il cretino con mia sorella gli avrei ficcato un petardo in culo, ora credo di avere minacciato l’Uchiha
sbagliato…”
“Sei sempre in
tempo a rimediare…”
“Hai ragione, ora
vado a cercare Itachi-kun…”
“Fermo
cretino!
Così non aiuti tua
sorella! Tra moglie e marito non mettere il dito!”
“Mia
sorella non è sposata con quello stronzo e così non si può andare avanti!
Lei sta male!
Devo
fare qualcosa!”
“Lascia perdere, ti prego…”
Il biondo sbuffo e
si rimise a sedere, ma il rosso non era sicuro di averlo fermato del tutto….
Capitolo 40 *** 40)THE MOST BORING GIRL IN THE WORLD ***
34
40) THE MOST BORING GIRL IN THE WORLD
Shikamaru Nara
sbuffò contrariato, non credeva a quello che aveva appena fatto, qualche mese
fa si era ripromesso di non innamorarsi più di nessuno e di giocare solo con le
ragazze perché non voleva farsi fregare.
Invece..
Aveva appena
respinto una ragazza, dannatamente carina tra l’altro, dicendole che le
interessava Ino-chan e purtroppo era vero.
Era stato preso all’amo un’altra volta, era stato colpito dalla
sua gentilezza, dalla sua dolcezza e dalla sua pazienza per essergli stato
accanto in un periodo orribile in cui era stato orribile.
Dannazione.
Tirò un calcio ad un sasso, forse le gli piaceva persino prima di Temari.
Cosa
doveva fare?
Doveva dirlo a
quella seccatura?
Arrossì
violentemente, ma poi considerò che la prospettiva di farsi seccare da lei a
vita non lo terrorizzava, ma al contrario lo faceva
sorridere, si immaginava già gli annidi futuri rimproveri ei suoi tentativi tutti destinati al
fallimento di farlo smettere di fumare.
Rise, guadagnandosi
le occhiate stupite dei passanti.
-forza SHikamaru fa lavorare il tuo mega quoziente intellettivo e
vedi di trovare una strategia per farti notare da lei.
Mmmmh…. Forse mi
ha già notato,mi ha baciato, io devo farle capire che
Syd non mi interessa…Cosa amano le donne?-
L’immagine di un
mazzo di fiore gli balenò in mente, ma era terribilmente imbarazzante, lui non
era proprio il tipo.
-ma forse a lei
piacciono….ci devo provare! spero che non me li sbatta
in faccia..-
Andò in un fioraio,
era escluso andare in quello degli Yamanaka, e comprò
un mazzo di dodici rose bianche.
“Sei innamorato, ragazzo?”
Ebbe la sfortuna
di beccarsi il fioraio curioso.
“che
seccatura…purtroppo si…”
Pagò e uscì con il suo bravo mazzo e si
diresse verso casa di Ino, pregando che fosse in casa da sola, altrimenti
Inoichi Yamanaka gli avrebbe fatto mangiare ogni singolo fiore.
Suonò al
campanello degli Yamanaka e cominciò a spostare il peso da un piede al’altro in preda al nervosismo, all’interno si sentiva la
ragazza sbraitare poco elegantemente:”Cosa cazzo ti se dimenticato ancora papà,
la testa?”
Nascose i fiori
dietro alla schiena , lei aprì poco dopo e trasalì,
indossava una maglia viola e i pantaloni neri a strisce laterali bianche di una
tuta.
“Shi-Shikamaru-kun?!”
“In persona.”
“Cosa ci fai qui?”
Senza guardarla
negli occhi le buttò tra le braccia il mazzo di rose, era rosso nonostante
l’espressione scazzata.
“Che
seccatura! Sono venuta
a darti questi!
Non ho capito
perché ti sei arrabbiata ieri sera, ma mia mamma sbraita
sempre che quando un uomo si deve scusare deve sempre portare dei fiori e così
eccomi qui.
Insomma, non che miinteressi, però…
cioè…”
Alzò lo sguardo,
la bionda era diventata bordeaux e tentava di
nascondersi in mezzo al mazzo.
“Uffa
che stronzo che sei, nara-kun!
Non sai nemmeno
regalare un mazzo di fiori in modo decente, entra!
Non
stare sulla porta!”
La ragazza si
spostò per farlo passaree poi corse in cucina, usando la scusa dei fiori, Shikamaru si
stravaccò sul divano e si mise a cercare le sigarette per contenere il
nervosismo crescente, lei incredibilmente lo capì dall’altro locale.
“Non ci provare
Nara-san! Se quando torno ti vedo con una sigaretta in
bocca ti picchiò, mio padre mi ammazza se sente odore di fumo.”
Shikamaru rimise
docilmente il pacchetto nella tasca del giubbino e iniziò a far tamburellare le
dita sul bracciolo del divano.
Ino infilò le rose
in un vaso in trance, non riusciva a crederci, Shika
con un mazzo di fiori? Rose? E poi? Cosa sarebbe
successo?
Sarebbero piovuto ramen dal cielo?
Il sole sarebbe
sorto al contrario il mattino dopo?
-Calma Ino-chan!
Stai schizzando!
Ricordati! Sei
bionda, intelligente, figa e soprattutto abituata a queste cose!-
Tornò in salotto
con dei bicchieri e del the freddo.
“Grazie,
Shikamaru-kun!
Cosa
dice l’inglesina di
questi fiori?”
“Syd?”
Syd!? La chiamava così? Strinse il bicchiere con forza per
imporsi di stare calma.
“Lei! Quante altre inglesi
conosci?”
“Non lo so….”
“Come non lo sai?
Non sei andato a casa con lei?”
“Si, ma l’ho mollata prima di comprare questi e comunque non
farti strane idee.”
Stronzo.
“Del tipo? Che te la fai?”
“Che
palle Ino-chan!
Possibile che tu finisca sempre per essere acida?
Cosa
cazzo hai?”
“Sei sensibile
come un elefante in cristalleria! Secondo te che cos’ho?”
“E io che ne so? Se te lo chiedo
vuol dire che non lo so!”
“Imbecille! C’è che sono gelosa! Com’è possibile che
un genio come te non ci sia arrivato? Scommetto che non hai capito nemmeno
perché!
Sturati
le orecchie, mi piaci!”
Ino arrossì e poi
ricadde sul divano, gliel’aveva detto! Di più gliel’aveva spiattellato con la
grazia di Harukaze nei suoi momenti peggiori!
Sentiva che la
stava guardando, ma proprio non ce la faceva a guardarlo di nuovo negli occhi,
avrebbe preferito affrontare Morino in un’attacco isterico.
“Aaaaahhh! L’ho sempre detto che eri una pazza
manesca Ino-chan!
Ti
sembra una dichiarazione questa?”
Furente, alzò lo
sguardo verso di lui per insultarlo, nessuno giocava così con lei, ma s accorse
che stava sorridendo.
“nemmeno le tue
sembravano scuse quando mi hai consegnato i fiori!”
“Possibile che tu
debba sempre avere l’ultima parola?”
“è parte del mio
fascino…”
“Giusto….ma è una
seccatura.”
“nara-kun! Quando
una ragazza si dichiara esige una risposta!”
“va
bene, va bene…
Ti accordo il
permesso per continuare a seccarmi!”
“Mmh?!”
Alzò un sopracciglio dubbiosa, adorava vederlo in difficoltà e
lei non voleva semplificargli le cose.
“Sai, quello che
dico sempre, che le ragazze sono una seccatura immane e la tua è la peggiore di
tutte.”
Scosse la testa e
divenne ancora più rosso, lei sogghignò.
“”Voglio dire, ti dico che puoi essere la mia
peggiore seccatura!”
Ino ridacchiò più
forte, gli si sedette sulle ginocchia e gli rivolse il suo sguardo da cucciola
indifesa.
“Vuoi dire che
sono la tua ragazza?”
“AAAAAAhh! Siii!”
“Bravo!Allora ti
meriti un bacio!”
Aveva il
batticuore mentre si avvicinavaal suo migliore amico per baciarlo.
Temari sedeva in un
angolo appartato del locale, la ferita che le aveva lasciato la fine della
storia con Nara le bruciava ancora, ma sapeva che non c’era più nulla da fare.
Sospirò.
Tuttavia…Detestava
vederlo con altre ragazze, Ino le andava bene, era la sua rivale, aveva
combattuto con lei e aveva perso, poteva cederglielo, ma non ad altre, non a
quell’inglese.
Come richiamata
dai suoi pensieri, Sydney Browning entrò nel locale.
“Ehi Browning-san!
Vieni qui!”
Si sedette davanti
a lei.
“Cosa vuoi Sabaku-san?”
“Lasca stare
Shikamaru!”
“Non rompere i
coglioni e stai tranquilla, a lui non interesso, gli piace la Yamanaka!”
Temari fece una
smorfia.
“TI piace.”
“Si, ma ho sprecato la mia occasione e in ogni caso io ero
tipo un ripiego, voleva già lei.
Vuoi
un consiglio?”
“Spara!”
“In
questa classe ci sono ragazzi off-limits perché interessano già a delle
ragazze, stampati bene i nomi in mente.
I miei due
fratelli, Itachi Uchiha, SAsori Akasuna e Naruto Uzumaki, interessa a Hinata
Hyuga, sono tipo anni che lei gli va dietro.”
“wow!”
Sydney era
impressionata.
“Voglio aiutarla e
ho in mente come!”
“L’incantesimo della Hyuga ha colpito ancora…
Qualunque cosa tu
voglia fare, parla prima con Yidashi o sakiyourai, l’hanno presa sotto la loro
la protettiva…”
Temari compose un
numero al cellulare e passò l’apparecchio alla bionda, era curiosadi sapere come
sarebbe finita….
RISPOSTE ALLE RECENSIONI.
Talpina
pensierosa: La Shika-Ino
sarà breve!
A chi punterà Syd è un mistero misterioso…
Beckill: Deidara
ringrazia, dice che se non fossi con kankuro, ci proverebbe con te XD!
Sta scialla per il
neko…Syd starà lontana da lui…
E per il naru-hina…lo
sai cosa succede…bubiii*_*!
Alla prossima!
Slice:GraziE! Sono contenta di avere una lettrice fedele^^! Spero
che qst ti piaccia! Ciao!!!
Diana88:Come non ha un gran carattere?
È meglio che non
si sia messa contro Yukiko, tu non sai di cos’è è
capace quella donna…
Persino Itachi la
teme…
Spero che qst ti piace e vedrai Syd si redimerà nei prossimi! Ciaooo!
AliDi
piume: Dai succede…Per
Itachi…Mmmmhh Mi sa che per lui è meglio raggiungere SAkura vista l’aria che
tira…no scherzo…lo farò redimere in qualche modo…
HinaNaru:Grazii(Me arrossisce!)…Per Syd…in un certo adocchierà
Naruto e per sasuke…mmmh non è male l’idea….credo che lancerò un sondaggio per
sasuke…
HInataHyuga era
furiosa, anche se poche persone l’avrebbero detto, pochi riuscivano a capire o
volevano farlo i suoi stati d’animo, era più facile vedere in lei la solita
dolce ragazza timida.
Era stata una
giornataccia, suo padre l’aveva fatta sentire per l’ennesima volta una nullità
prima di farla uscire di casa e poi era arrivato Yakushi proseguire il suo lavoro.
Il professore
sapeva che Hinata non era un’ignorante in matematica,
ma che semplicemente andava in tilt nelle interrogazioni, lo sapeva il fottuto
bastardo eppure l’aveva chiamata lo stesso per umiliarla davanti a tutti.
A ogni domanda che
le aveva rivolto era arrossita sempre più senza
riuscire ad articolare una risposta, mentre un sorisetto
si allargava sempre più sul suo volto viscido.
“Hyuga-san devi studiare, hai capito?
S
T U D I A R E.”
Aveva scandito
lettera perlettera
quella parola come se lei fosse stata una demente, Hinata
era arrossita ancora di più.
“Vai
a posto.
Ovviamente
ti metto un due.”
Era tornata al suo
banco schiumante di rabbia, trattenendo le lacrime, perché si era accanito così?
Non aveva
ascoltato le parole di consolazione di Kiba, era
stanca che tutti la considerassero la ragazzina debole
da compatire e da tirare su di morale!
Sbuffò, doveva
fermarsi dopo la scuola per fare un recupero di discipline geometriche con il
professor Umino, insieme a tutta la classe, non era
giornata!
All’ultima ora Morino aveva riconsegnato i temi svolti la settimana prima,
aveva preso un misero sei, nonostante tutto l’impegno
che ci aveva messo!
Era quindi di umor
infernale quando la campanella segnò la fine delle lezioni e tutti cominciarono
a tirare i propri o-bento.
“HInata-chan! Ma che bel bento! Sei proprio una una brava ragazza!”
Rivolse un sorriso
spento a Kiba, sperando che la smettesse di
subissarla sempre di complimenti, le era chiaro il suo
obbiettivo, se la voleva portare a letto, avrebbe detto la sempai,
ma lei non era interessata a lui.
-Perché lui non si
accorge di me? cosa devo fare per farmi notare?-
Stava per
addentare un sushi quando li vide.
Deglutì e si
guardò intorno per cercare conferma nelle sue sorelle nel punk,maMichiyo stava facendo la fidanzatina con il suo neko e Yukari scrutava torva il
vuoto (dannati Uchiha! Perché non giravano con un
cartello “nuocio gravemente alla salute” appeso al
collo?) così furono i suoi occhi a confermare, Sydney
Browning stava ridendo e scherzando con il suo Naruto!
Evidentemente il
suo interesse per Nara-kun doveva essere già scemato!
-Calma Hinata-chan!
Conta fino a dieci
e rilassati, non c’è niente di male se ci parla!-
Riuscì a malapena
ad arrivare a tre, perché la bionda aveva iniziato a imboccare l’Uzumaki, questo era troppo!”
“Hinata-chan! Dove vai?”
Non si degnò di
rispondere a Kiba, ma marciò dritta verso l’inglese e
il suo baka, animata da una rabbia mista a gelosia
che le dava coraggio.
“Ehi Syd-chan1 lo
sai che sei veramente carina?”
Non sapeva di
voler fare una scenata fino a che non fu quasi arrivata al banco del ragazzo, perché
decise istantaneamente che avrebbe rovesciato quel dannatissimo bento sulla sua testaccia vuota!
Con decisione
afferrò la scatola metallica, si avvicinò a uno stupito Naruto
e poi gliela rovesciò in testa, divertendosi nel veder cadere il riso e i sushi
prima sui suoi capelli, poi sul naso e sul corpo.
Lui la guardò
stralunato.
“HI- hinata-chan! Ma perchè?”
“Prova
un po’ a indovinarlo!
Troppo difficile vero?
Bhe sturati le orecchie NarutoUzumaki perché sarò cristallina, sono anni che ti
sbavo dietro!
È questo il motivo
per cui ti ho rovesciato addosso ilbento di quella zoccola, ti sei accorto di lei prima di me
che mi sono fatta un mazzo tanto per aiutarti in questi anni!
Ecco
perché!”
Il silenzio che
seguì si poteva tagliare con il coltello, fu interrotto solo dal rumore del bento di Inuzuka sbattuto per
terra, da un suo sonoro”merda” e dai suoi passi
frettolosi che lasciavano la classe, era arrabbiato il ragazzo!
La Hyuga impallidì improvvisamente, cosa gli aveva
detto?
Senza riuscire a
controllarsi e dandosi della vigliacca fuggì precipitosamente dalla classe, non
sentendo le urla di Uzumaki che la richiamava.
Naruto rimase basito, una dichiarazione da Hinata non se l’aspettava e forse
era l’unico perché nessuno sembrava particolarmente stupito, solo imbarazzato.
“Cosa devo fare?”
“Uzumaki!
Ma cos’hai nel cervello?
Le pigne?
Ti
piace Hinata-chan?”
Si grattò la
testa.
“Bhesi.”
“ Allora cosa ci
fai qui? Vai o ti faccio andare io a calci in culo! Dove
la trovi un’altra così paziente e pazza da regalarti una stratocaster?”
“Grazie Yukiko-chan!”
“VAAAAIIIII!”
Il ragazzo decise
di ascoltare la sempai, sia perché YukikoNara non era una tipa che
si potesse contraddire in alcun modo, sia perché era felice.
Interessava a Hinata e gli sembrava così strano, una ragazza così carina
che sceglieva un disastro ambulante come lui era una cosa incredibile, una cosa in cui non sperava.
Arrivò fino ai
bagni delle ragazze, entrò un po’ titubante, e se non fosse stata lì?
I singhiozzi che
provenivano da uno dei box gli tolsero ogni dubbio.
“HInata-chan?”
Nessuna risposta.
“Lo so che sei li,
rispondimi dai…Ti prego.”
“Va-vatteneNa-naruto-kun.”
Capì in quale box
era e si mise davanti alla porta.
“HInata, per favore apri.”
Usò un tono dolce
per farsi aprire, sapeva quanto era timida.
“Naruto-kun…io…Fa finta di non avere sentito niente.”
“HInata-chan non voglio fare finta di niente, voglio darti
una risposta e voglio farlo guardandoti negli occhi.
Per
favore aprì o butterò giù la porta.”
La sentì sospirare
finalmente la porta si aprì e lei uscì ancora con i segni delle lacrime, senza
guardarlo in faccia.
Il ragazzo
deglutì, era il momento.
“HInata io….Sono
veramente contento di piacerti, a dir la verità non ci
speravo.
Cioè, oddio che
casino.
Insomma io fino a poco
tempo fa sbavavo dietro a Sakura-chan e tu eri la
strana ragazza che era sempre gentile, ma poi insomma credo di avere cominciato
a vederti sotto una luce diversa.
Quando mi hai
regalato la stratocaster ho
pensato che non avevo una fottutissima possibilità con te, io sono uno spiantato,
tu vieni da una famiglia ricchissima e poi eri carina e io non sono poi questa
gran bellezza, ci sono miliardi di ragazzi meglio di me!
Aahhh!!!”
Arrossì, lei non
disse niente e lui non osava guardarla in faccia.
“Ecco, quello che
volevo dire è che……anche tu mi piaci!!”
La ragazza rimase in
silenzio, lui invece si sentiva male, voleva scappare, voleva
baciarla, non riusciva a guardarla in faccia, voleva guardarla in faccia.
“Baka.”
Finalmente alzò
gli occhi verso la Hyuga,
smettendo di saltellare da un piede all’altro, lei piangeva e sorrideva allo
stesso tempo.
“Secondo
te a me importa se non sei ricco?
Io ti invidio! sei sempre così solare,
sorridente, non ti abbatti mai.
Se cadi ti rialzi sempre.
Io invece mi
faccio sempre abbattere, non riesco a farmi rispettare da nessuno, tu sei
sempre stato il mio modello, ma come hai fatto a non capirlo?”
Naruto sorrise, lei sembrava felice, incredula ed
esasperata allo stesso tempo.
“Sono
una testa quadra, me lo dicono tutti…
Sei
sicura di volere davvero uno così?”
“Si! Non ti vorrò
più solo quando il sole sorgerà ad occidente!”
“allora non
succederà tanto presto…”
“NO.”
HInataarrossì.
“Hinata…posso baciarti?”
La ragazza arrossì
ancora di più.
Si avvicinò e le
diede un bacio a fior di labbra.
Lei sorrise
dolcemente.
“Sognavo
questo momento da una vita, Naruto!
Solo una cosa….fatti
imboccare ancora una volta da qualcuna che non sia io e te
ne pentirai”
Naruto sorrise , abbracciò
e le sussurrò :”Succederà solo quando il sole sorgerà ad occidente….”
Sorrise anche la Hyuga,
mentre si rannicchiava meglio tra le sue braccia.
Il professor Umino
arrivò poco dopo la fuga, indecorosa a suo parere, dei due novelli Romeo e Giulietta,
essere fidanzato non aveva reso Gaara Sabaku meno acido.
L’isterico
professore di discipline geometriche depose la borsa sulla cattedra, curandosi
tra l’altro di fare più rumore possibile e poi tirò fuori un quaderno su cui
avrebbe segnato le presenze per quel dannatissimo pomeriggio di recupero.
“Sono andati a
prendere qualcosa alle macchinette , sensei.”
“Va
bene…Sabaku-san vai a chiamarli!”
Il rosso sbuffò e
si alzò di malavoglia, trascinandosi annoiato fuori dalla classe, era
innegabile, persino un cieco se ne sarebbe accorto, quel giorno gli girava
storto ed era suscettibile.
“Maledetti
piantagrane! Svegliarsi prima no eh?
Giusto poco prima
dell’arrivo di quel isterico patentato di Umino-sensei, accidenti alla testa
quadra di Naruto Uzumaki!
Giuro che se non
hanno risolto niente o non li trovo a slinguarsi gliene dico a quel bradipo
acefalo!”
Smadonnandoraggiunse i bagni delle ragazze, poco
gentilmente spalancò la porta e li trovò intenti a sbaciucchiarsi contro le
parete.
“Evviva! Mi
perdonerete se ho dimenticato i fuochi d’artificio per festeggiarvi!”
Naruto lo guardò
stralunato.
“è arrivato Umino
Giulietta e Romeo, tornate in classe.”
Uscì sbattendo la
porta, poco dopo si accorse che Uzumaki lo stava inseguendo.
“Qual è il tuo
problema Gaara-kun?”
“”E chi cazoo ha
un problema! Non io!”
“SI bello,
raccontalo a un altro.
Spara!”
“Megumi!”
“?!”
“Ecco vedi! Come
faccio a raccontarti qualcosa se mi fai quella faccia da pesce lesso
Uzumaki-san? Se proprio vuoi saperlo non la capisco!”
“Ma…”
“Non capisci un
tubo! A scuola continuiamo a punzecchiarci e fuori non riusciamo mai a vederci
E poi si lamenta che non ci vediamo mai!
IO ovviamente non
la chiamo, è lei che mi deve chiamare, giammai!”
“Giammai?!”
“Si, Giammai!
Riscopriamo la bellezza delle parole arcaiche e obsolete.”
“Gaara-kun, se
Shino-kun ti offre qualcosa lo sai che non devi accettarla si?”
“DEEEEFIIICIENTEEEE!”
“Portala fuori a
cena, per una volta fai tu il primo passo, non muori mica sai?”
Gaara guardò con
rinnovato interesse il biondino.
“Uzumaki-san…Allora
hai ancora due neuroni in quel cervello rovinato dall’abuso di ramen! Sai che
mi hai appena dato un buon consiglio?”
Uzumaki ridacchiò
imbarazzato.
“Lo prenderò come
un:”Grazie Naruto-kun”. Gaara sicuro di non avere le mestruazioni? sei talmente
acido…”
“Uzumaki, ti do
dieci metri di vantaggio.”
“Perché?”
“Perché tra poco
ti inseguirò per pestarti.”
Lui si esibì in un
dei suoi terribili sorrise finto innocenti e il biondino iniziò a correre come
se avesse il diavolo alla calcagna.
“Meg-chan!Qual è
il problema?”
La mora sbuffò
rivolta ad Asami.
“Non c’è nessun
problema Asami-chan!”
“Si Invece!”
“Hai scritto la
stessa frase tre volte di seguito! Non stai ascoltando Umino!”
“Ok! Sgamata!
Il problema è
Gaara.”
“E…”
“A scuola lo vedi
anche tu che non facciamo altro che romperci a vicenda e fuori non riusciamo a
vederci.
Lui non mi chiama,
non mi manda messaggi, niente di niente.
Sono o non sono la
sua ragazza? O Forse pensa ancora a Sakura-chan?
In ogni caso io
non ho intenzione di fare il primo passo!”
“Per me dovresti
provarci! Magari è solo timido….”
“Non lo so…”
“Se gli piacesse
ancora Sakura lo lasceresti andare senza combattere?
Vuoi darla vinta a
quell’indecisa del cavolo?”
Megumi si grattò
la testa, lasciare Gaara?!
Cederlo ad Haruno?
Pura fantascienza!
“Megumi Mimichi
non si arrende mai senza combattere! E va bene stasera lo inviterò a cena!”
“Così si fa!”
Finito il
recupero, miracolosamente senza che il professore andasse in escandescenza,
raggiunse Gaara.
“Gaaraaa!”
“Si Mimichi?”
“Stasera ti
andrebbe di venire a cena con me?”
“ ’k”
-non metterci
troppa energia!-
La mora sbuffò e
si attaccò al cellulare per prenotare, quando finì il rosso si era
volatilizzato.
Gaara arrivò a
casa agitato, l’acidità del pomeriggio si era sciolta, ora non sapeva cosa
fare.
Una cena era una
cosa seria!
Sefosse stato una
ragazzina si sarebbe messo a urlare, ma il freddo e cinico Gaara Sabaku si
limitò ad aprire l’armadio di scatto.
“Che cavolo mi
metto? Ma cosa sto dicendo? IO NON POSSO PARLARE COSì!!! AAAAAHHH!!”
“TEmari-chan
perché Gaara-kun urla?”
Kankuro ricevette
un pugno in testa dalla sorella.
“Perché è
innamorato, cretino!”
“Innamorato!?”
Kankuro si grattò
pensoso la testa.
Dopo lunghe
discussioni con sé stesso e parecchi vestiti buttati per terra, optò per una
maglietta nera con un teschio rosso, una camicia nera e dei jeans.
Stremato dalle
decisioni prese, si svaccò sul letto e finì per addormentarsi.
Megumi arrivò al
ristorante in anticipo, indossava un vestito nero e delle scarpe con i tacchi
alti, voleva stendere il rosso.
“Bene cocco! Ti
farò vedere chi è Megumi Mimichi!
Scordati Sakura
Haruno!”
Erano buoni
propositi, ma divennero presto irrealizzabili, del ragazzo non c’era nemmeno
l’ombra.
“Ma dove caspio
è?”
Provò a chiamarlo
al cellulare, ma suonava a vuoto.
Dopo due ore
trascorse a misurare il marciapiede davanti al locale lo vide arrivare
trafelato.
“Mimichiiii….”
Non gli lasciò
aggiungere altro, come nella canzone di Jovanotti, gli lanciò la solita scarpa
con il tacco e poi se ne andò smadonnando.
Gaara la raccolse
da terra, confuso, sapeva di avere sbagliato.
“ e adesso come
rimedio?”
RISPOSTE ALLE
RECENSIONI.
Scusate se fa
schifo….ma stasera sono un po’ sclerata…
Slice; Certo che
Hinata se lo merita! È una delle poche ragazze in Naruto a meritare che si realizzino
i suoi sogni e sicuramente molto più di sakura!
GraziE! Sono veramente
contenta che ti piaccia la mia storia e spero che anche qst capitolo assurdo ti
piaccia! Alla prossima
Lady_and_Baby: Già! Allleluia! Alleluia! Alleluia! Ora aspetto che si avveri nel
manga o legno Kishimoto-sensei.
Ciuaooo!!
Ali di piume:HINATA
E SASUKE?!o_O
(lay riprende
fiato) credo tu ti stia confondendo, nelle mie ficcy quei non staranno mai
insieme! IO sono assolutamente e totalmente Naru-hina. C’est la vie.
Sono contenta che
ti piaccia cmq.
Io ritengo che Naruto e Hinata siano assolutamente
perfetti insieme.
Ciaoo!
HinaNaru:Grazie!
Sono contenta che ti piaccia! Finalmente ce l’hanno fatta! YEaaaH! Yatta! Evvai!
Spero che qst ti
piaccia! ciao!
Kikichan: Grazie!
Sono contenta che ti piaccia! Per la sasuke-yukari, ci ho pensato, ho proposto
l’idea alla parte di me che è Yukari ma mi ha dato un ceffone(Ahia) e ha detto
che pretende ed esige Itachi.
Credo che rimarranno
migliori amici, per adesso.
Non so mai bene
cosa mi giri in testa e quindi potrei cambiare idea.
Alla prossima^^!
Diana88: OH! Roma
deve essere strabella! Prima o poi ci andrò anch’io! Spero sia stata una bella
gita. Sono contenta che ti piacciano Naru e Hina, sono assolutamente adorabili
*_*! W il naru-hina!
Quella sera, tra
le tante stranezze che Tokio era abituata a sopportare, vide anche lui, GaaraSabaku, vagare per le
strade con una scarpa in mano e lo sguardo instupidito.
Perché Megumi se l’era presa così?
La sua mente gli
rispose che chiunque dopo due ore passate ad aspettare qualcuno, specialmente
se quel qualcuno era il proprio ragazzo, avrebbe reagito male.
Fece mente locale,
per cercare di dare un senso al tutto.
Dopo avere
faticosamente scelto i vestiti era crollato
addormentato.
Idiota.
Sospirò.
Per una volta
avrebbe dovuto ringraziare Temari, se non fosse stato
per lei e le sue scosse vigorose,il grande terremoto
del Kanto non avrebbe saputo fare di meglio, sarebbe
stato ancora spalmato sul suo lettuccio.
Scosse la testa.
Poi cos’era successo?
Aveva bestemmiato
come un muratore incazzato, facendo scoppiare in lacrime suo fratello, anche se
a essere sinceri non era proprio esatto.
Il cretino si era
spaventato sentendolo smadonnare, si era rovesciato
addosso del curry bollente e piangeva perché si era perso unadomanda che valeva un sacco di soldi
al Milionario, mentre tentava di evitare di ustionarsi ( I curry di sua sorella
non erano cibo, ma magma allo stato puro graziosamente depositato su
un’innocente piatto di riso.).
Trattenne una
risata.
La serata era
stata perlomeno divertente fino a quel punto, aveva minacciato Kankuro per avere il suo motorino, fallendo miseramente,
aveva litigato con Temari e poi era corso alla
fermata della metropolitana.
La scarpa narrava
il resto.
Si rabbuiò di
nuovo, il suo ragionamento era stato inutile…
Cosa
poteva fare???
Sasuke guardava tetro il bicchiere di coca
davanti a lui, era in un bar con Yukari, in stato
catatonico, gentilmente costretto da Michiyo.
Michiyo era una ragazza dalla volontà di ferro, se
decideva una cosa bisognava farla, punto e basta, le
obbiezioni erano abolite e così eccolo lì con una ragazza che emetteva
vibrazioni talmente negative da far appassire una sequoia.
Era da un bel po’
che era così, anche al recupero di quel pomeriggio con Umino
si era seduta al suo banco ed era rimasta a guardare il vuoto tutte e due ore,
spaventando persino il professore, che non aveva nemmeno avuto il coraggio di
rimproverarla.
Stradannatissimo Itachi!
Sbuffò, che suo
fratello fosse un’idiota era risaputo, povera Yukari…
“Ehi punkabbestia…mi passi i compiti di mate?”
“Gnnnnn”
“Come la
interpreto?”
“Come ti pare…”
“Non li hai fatti….”
“Non li ho fatti….”
“Yakushi ti farà un culo quadro!”
“Yakushi mi farà un culo quadro.”
Di male in peggio, ora rispondeva come un pappagallo in punto di morte,
si impose la calma, ricordando le parole di Michiyo:”Tirala
su di morale, dannato corvo emo o sarà peggio per te!”
Quella ragazza non
era capace di essere gentile, ma era comprensibilmente preoccupata per la sua
amica, dopo il recupero l’aveva sottoposta al test Shandon
e “questosichiamaska” in bocca a Yidashi
sembrava una marcia funebre.
Doveva trovare un’argomento di conversazione al
più presto o sarebbe degenerata la serata,dannazione!
Si maledisse per
la prima volta per essere un tipo freddo e poco socievole.
“Hai visto,Yidashi-san?”
“Cosa?”
“Usuratontachi e Hinata-san.”
“hai!”
“Non sei contenta?”
Silenzio, l’utente
era momentaneamente assente.
“Perché?”
“Cosa?”
“Perché gli altri si e io no.”
Sasuke arrossì, non sapeva cosa rispondere,
questo era troppo per lui!
FanculoMichiyo!
“Yidashi…Io vado in b-bagno….”
“Fuggi anche tu,
stramaledettissimo Uchiha junior.”
Almeno aveva
ottenuto una reazione, era già qualcosa.
Non andò in bagno,
ma uscì sul retro del locale e cominciò a frugarsi spasmodicamente in tasca,
dov’era finito?
SAsukeUchiha non
fumava e non beveva, ma adorava fare dispetti a suo fratello, era una piccola
innocente forma di vendetta e quella sera era riuscito a fregargli il pacchetto
delle sigarette.
“Ihihi! Starà sclerando a quest’ora…che
gioiiiaaa!!”
Eccolo.
Con mani tremanti
lo aprì, ne tirò fuori una (patetico! Si stava perfino
emozionando! Yukari sarebbe morta dal ridere se l’avesse
visto in tempi normali.), la stava per accendere quando…vide le stelle!!!
Qualcuno l’aveva
urtato con la delicatezza di un bisonte in carica.
“EHIIIII!!!”
Vide che il suo
investitore era un poveretto che si stava contorcendo ai suoi piedi e poco dopo
capì perché, sulla porta si stagliava una ganjiro.
Capelli
a caschetto tinti di biondo, abbronzata, in divisa scolastica e aria truce, una
teppista da manuale.
“Stronza!”
Inarcò un sopracciglio divertita.
“uhuh! Un piccolo emo….che vuoicoglioncello?”
“Per colpa tua mi è
caduta la stizza per terra!”
“Poverino.”
Seppe di avere
sbagliato tutto, sul volto della bionda si era dipinto un sorrisetto maligno.
“Non sai con chi
hai a che fare.”
-Questo è poco ma
sicuro…-
Un’Uchiha non aveva mai paura, allora perché la sua mente
stava urlando disperatamente il nome di Yidashi come
se lei fosse wonderwoman?
No trovò mai una risposta, poco dopo rivide
le stelle accompagnato da un dolore sordo al naso.
Yukari guardava torva il suo bicchiere di thè, dov’era finito quell’emo
codardo?
Non aveva intenzione
di fargli da babysitter, era in uno dei suo classici
periodi neri e che cavolo!!!
Sbuffò.
“Sasuke…preparati a scappare che arrivo, ti pentirai di avermi fatto alzare…”
Si trascinò fino
ai bagni, erano vicino alla porta sul retro.
“è aperta…strano.”
Si affacciò dall’uscita
e lo vide crollare a terra, l’uomo, SAsuke
l’emofigo che non deve
chiedere mai, abbattuto da una kanjiro venti
centimetri più bassa di lui.
Patetico.
Uscì completamente,
la ragazza la guardò e lei la riconobbe, era famosa come AngolMois per la sua somiglianza al personaggio di KeroroGunso e per il terrore che
incuteva tra i teppisti della zona, ma il suo vero nome era Ai Takamura.
“PiantalaMois-sama.
Che
gusto c’è a picchiare uno così?”
La bionda scoppiò
in una risata franca, non si era arrabbiata.
“Hai ragione…”
“Yidashi, YukariYidashi…faccio l’istituto d’arte
in 1A”
“Interessante…quasi
quasi torno in scuola sarei in classe con voi…per la prima
volta vedo qualcuno di interessante…”
Yukari si sforzò di sorridere, la bionda ne fu
soddisfatta e se ne andò, sparendo nel vicolo.
“Ora pensiamoa questo imbecille…”
Lo fece rinvenire
con due energici ceffoni, lui sbarrò gli occhi.
“AHiapunkabbestia di un Yidashi!”
“Chiudi il becco corvaccio!
Come
stai piuttosto?”
SAsuke si tastò il naso.
“Per
fortuna non è rotto…
Chi
è quella ganjiro?”
“Si
Chiama Ai Takamura, ma è più nota come AngolMois…
È
una delle kanjiro più rispettate.”
“Lo sai mi ha
proprio colpito… e non solo con un pugno.”
Yukari non seppe se mettersi a ridere o a
piangere…
Il quartiere dove
sorgeva l’Ichirauramen era
un posto tranquillo, non succedeva mai niente, solo Uzumaki
vivacizzava la situazione con i suoi schiamazzi, ma quella mattina il quartiere
si accorse che c’era qualcosa di insolito.
Sul muro accanto a
quello del chioschetto era apparso un
murales, di soggetto ignoto, ma alquanto inquietante, con una scritta
incomprensibile e un disegno imprecisato.
Chi era l’autore?
E perché? E perché proprio lì, tra l’altro?
Nel quartiere se
lo chiedevano tutti, ma nessuno trovava una risposta, anche se qualcuno, il
matto dell’appartamento 316 A
aveva avanzato l’ipotesi che fossero stati i marziani
in procinto di invadere la terra.
“per te cos’è Asami-chan?”
“Un cactus
coltivato da Yakushi-sama! Non vedi quant’ è aggressivo???”
“A me pare un
melone che sta esplodendo! C’è anche una macchia rossa, deve essere per forza
sangue!”
AsamiAmaya e Michiyosakiyourai guardavano
incuriosite il capolavoro.
“ e se fosse una
piovra ?Quelle strane cose sembrano
tentacoli!”
“bho…a me sembra un pappagallo che sta strozzando un
serpente…”
“E che c’è scritto
poi?”
Michiyo strinse gli occhi per leggere meglio.
“IO amo
uccidere…credo…”
“Mmmmhhh….Amo il ramen?”
“Bho…che mistero!
Ma chi l’avrà
fatto??”
“su
questo ci sono pochi dubbi… o uno psicopatico o un alcolizzato all’ultimo
stadio o un drogato in crisi d’astinenza….”
“sono
tante ipotesi….io dico un’ubriaco!
Lei Teuchi-san
che ne dice?”
“Che
fa paura…”
Il
proprietario del chioschetto si era avvicinato alle
due ragazze e si grattava perplesso la testa, non aveva mai visto una cosa così
strana e spaventosa.
Gaara, fatto raro, arrivò a scuola sorridendo, era fiero della sua
opera, Megumi l’avrebbe sicuramente perdonato…
“Ehi
Mimichi!”
“Tsk!”
La
ragazza gli voltò le spalle e se ne andò , con la
stessa identica espressione da furia della sera prima, perchèèèè???
Non
aveva visto il dolcissimo e meraviglioso murales che
gli aveva dedicato???
Mentre meditava
sulle stranezze del mondo e su quanto gli artisti fossero incompresi, qualcuno sbattè contro la sua schiena.
Era una ragazzina
abbronzata e con i capelli biondi.
“Stai attenta! stramaledetta mocciosa!”
La biondina, ora
notava che indossava una divisa scolastica e che probabilmente una ganjiro, lo guardò storto.
“Cerchi rogne, amico?”
“io non sono amico
tuo e non rompermi il cazzo! Non vedi che sto meditando?”
Lei per tutta
risposta gli allungò un calcio volante che lui schivò, poi si abbassò e colpì
la gamba di appoggio, lei volò a terra bestemmiando.
“ te l’avevo detto
di non rompermi!”
“Ehi rosso! Sei sul mio libro nero!”
“Anche tu!”
Gaara tornò in classe e si sedette accigliato al
suo banco, Megumi era in fondo alla classe e stava
gesticolando animatamente con Asahara, probabilmente
insultandolo fino alla settima generazione.
“Kariiiin!!!”
L’urlo di Kanezaki gli perforò un timpano.
Gesù Cristo! Cosa
diavolo aveva da urlare?
“L’hai visto?”
“Che?”
“Il murales di Jack lo Squartatore!”
“Cosa cosa? Dove?”
“Davanti all’Ichirakuramen! Qualcuno ieri
notte ha pittato una cosa
stranissima, non capisce nessuno che cos’ è e che voglia dire, ma dicono che
sia opera di un pazzo furioso evaso dall’ospedale psichiatrico!”
Ebbe la sensazione
che qualcuno si fosse divertito a infilzarlo con dei kunai
come se fosse un puntaspilli, il suo orgoglio sanguinava e reclamava vendetta,
tremenda vendetta!
Fece per
rialzarsi, ma poi si risedette, non aveva senso dire qualcosa, avrebbero finito per chiamarlo Jack lo Squartatore e lui non
voleva fare una strage a scuola, Temari gliel’avrebbe
mai perdonato.
- perché appena
provo a fare qualcosa di carino faccio sempre delle
figure di merda!
Non è giusto!!!-
Sbattè la testa sul banco, nessuno sembrò
accorgersene, anche perché in quel momento Uchiha
entrò in classe come una furia inseguito da Michiyo
che brandiva una cintura…di borchie!
Megumi gesticolava furiosa, sotto lo sguardo
paziente di Syria.
“
ma ti rendi conto? Due
ore di ritardo!
Due fottute ore di
ritardo !
Si fosse almeno scusato, invece niente! Stamattina mi saluta allegro e beato
come se non fosse successo nulla! Stramaledettissimo Sabaku!!!!”
L’urlo belluino di
Keiko che blaterava su un
muralesfatto da un folle, la interruppe
e la fece irritare, era solo una cazzata!
L’aveva visto il murales incriminato, ok era strano, anzi inquietante, ma
sicuramente non opera di un folle!
Le lanciò
un’occhiata torva e vide il rosso alzarsi e poi risedersi, una cosa alquanto
strana perché sembrava che se la fosse presa per la stronzata della pel di carota.
Strabuzzò gli
occhi, Gaara aveva appena sbattuto la testa sul
banco! Ma perché???
L’arrivo
improvviso di sasuke inseguito da Michiyo
che sbraitava insulti brandendo la sua famosa cintura, le impedì di soddisfare
la sua curiosità.
“EddaiSakiyourai! Non ti incazzare!
Guarda
che si è divertita!”
“Ma
se è ancora depressa come non so cosa?
Quel bastardo di Fujeda pensa sia in comunicazione con i morti!
Sii
uomo e affronta il tuo destino!”
Per tutta risposta
il moro saltò su un banco per tornare verso la porta e salvarsi, Megumi ritenne opportuno intervenire, si avvicinò alla
viola e le scippò la cintura.
“Su
su gente!
placcate i bollenti spiriti!
Michiyo! MaSasuke ti sembra uno che fa ridere le persone?
Se volevi far
ridere Yukari dovevi
chiamare un clown o Uzumaki che è lo stesso!”
La viola parve
calmarsi e si risedette, Sasuke scese dai tavoli
imprecando.
“E dire che una
volta la gente mi rispettava!”
“Zitto Uchiha! E ringraziami che ti ho parato il culo invece di rompere!”
“Tsk!”
La bufera era
momentaneamente passata…
Ma cosa aveva Gaara?
Incuriosita si avvicino al suo banco, lui aveva la
testa sepolta tra le braccia incrociate.
“Ciao Gaara.”
Non si alzò
nemmeno.
“Gnnn!”
“Rispondimi
almeno, visto che sono io che ti parlo e non dovrei farlo visto cosa hai fatto ieri sera!”
Un flebile “scusa”
emerse sa sotto la testa del rosso, Megumi sbuffò.
“Non metterci
troppa energia eh!”
Il rosso alzò la
testa di scatto.
“Uffa! D’accordo Mimichi!scusa
va bene?
È stato da cretini
patentati addormentarsi, anzi andare in coma dopo aver scelto i vestiti!”
“Così va già
meglio.”
“Cos’altro devo fare? Buttarmi in ginocchio
ai tuoi piedi?”
“NO! Dimmi perché
sei già così incazzato di prima mattina.”
“Fatti miei.”
“C’entra il murales?”
“Gnnn.”
“GAAARAAA!!”
Megumi s’illuminò all’improvviso, come se
un’enorme lampadina le si fosse accesa nel cervello.
“L’hai fatto tu
vero?”
“Si…eraper te…”
“Per me???”
“era tipo una
dichiarazione, ma non l’ha capito nessuno!”
Megumi scoppiò a ridere di gusto.
“Gaara sei troppo forte!!!”
Il rosso fece una
faccia risentita, ma poi si unì alla risata.
“Ovvio sono GaaraSabaku!”
Gli riaffiorò
l’antico sorrisino da bastardo mentre l’attirava a sé
e la baciava.
Pace fatta e
mistero risolto.
RISPOSTE ALLE RECENSIONI.
Talpina pensierosa: Grazie sono contenta che ti piaccia! Spero che ti piaccia anche qst, sono un po’ in coma mentre lo scrivo…
Diana 88:Cavolo! Mi dispiace per
l’appendicite! Spero tu stia meglio! Ecco perché non ti vedevo al “club della
pigrizia” XD!Stammi bene mi raccomando!
Per gaara..si lo so
che è un po’ deficiente, ma io sono più deficiente di lui perché mi diverto a
farlo deficiente….e a scrivere una cosa del genere!
Per sasuke…è divertente maltrattarlo sai? È
un antistress fantastico^^ ! te lo consiglio^^!
Ciaoooo e alla prossima!
Beckill: Nee-chan!
Scialla non sono ancora morta! L’erba cattiva come moi non muore mai o ci mette un po’almeno^^.
Per il picchiare sasuke, si è divertente! Vedere l’uomo perfetto pestato da uanragazzina mi fa ridere
malignamente( mi sa che ho bisogno di uno psichiatra…)
Capitolo 45 *** 45) AN ORDINARY DAY OF MADNESS ***
44
45) AN ORDINARY DAY OF MADNESS
Quel giorno alle undici e trentuno minuti l’istituto d’arte udì un urlo
terribile, prolungato e ferino levarsi dalle sue viscere, un’urlo che ormai non aveva più nulla di umano, ma
indicava solo pazzia.
Veniva dal profondo, dal seminterrato delle aule di plastiche e per
amor della precisione dall’aula dove si conservavano i
lavori di creta non ancora finiti.
Chi urlava e perché?
“AAAAHHHH!!! UCCIDERE!!! IO VOGLIO UCCIDERE!!!
SANGUUUEEEE!!”
Non c’erano dubbi, solo una persona poteva urlare frasi del genere a
squarciagola, tenendosi la testa e arrovesciando gli occhi come un tarantolato:
GaaraSabaku.
Richiamati dal frastuono buona parte dei suoi compagni accorse a vedere cosa diavolo fosse successo di tanto grave
da turbarlo così.
“…. Ma sai che è una buona
ide spargere un po’ di sangue?
Darebbe un tocco di allegria a questo ambiente
cupo e tetro!”
“YUKARIIII!!”
Meg strepitò contro la sua amica, in crisi nera e desiderosa di
vendetta contro l’universo mondo e corse dal suo ragazzo che continuava a
urlare.
“Amore! Cosa succede???”
Amore non rispose e continuò a rendere manifesta al mondo la sua brama
di sangue….
-Fantastico! partito per la tangente lui che
sbraita e quell’altra che lo appoggia!-
Megumi oltrepassò il ragazzo e vide che sul tavolo era
appoggiato un lavoro che avrebbe dovuto avere le fattezze di un’
orsacchiotto(?!), ma che era stato orrendamente deturpato da un’ignoto vandalo.
“Ma…”
“MI HA ROVINATO IL
LAVOROOOOO!!! SANGUEEEE! VENDETTAAA!! DISTRUZIONEEEEEE!!!ERA VENUTO COSì BENE TE…”
Si interruppe di colpo e si accorse che tutti lo
stavano guardando, la ragazza iniziò a temere il peggio, era sicura che qualche
bertuccia incapace di tenere la bocca chiusa avrebbe parlato, rischiando poi di
essere uccisa dalla furia del rosso.
“ MA SI CHIAMA TEDDY!!!
ALLORA GAARA STAVA FACENDO UN’ORSETTO!
GAARA HA UN ‘ORSETTOOOOO!!! RAGA GAARA HA
UN’ORSETTOOOO!!”
Come volevasi dimostrare TayuyaHarukaze non ce l’aveva fatta a
trattenersi e ora dalle orecchie di Sabaku stava
uscendo del fumo, una strage era prossima…
“Siiii! Che bello !
Botte! Sangue! Catene e manganel!!”
“Syria-chan porta viaYukari e ….ITACHI UCHIHA SEI UN COGLIONE!”
L’interessato sbuffò.
“Amore…Calmati…
Dai veramente piantala di fare fumo dalle
orecchie che poi parte l’allarme anti-incendio ed è una rottura prenderci tutti
per mano!
Lo so che è brutto, lo so che la tua reputazione di schizzato
sanguinario è andata in pezzi, ma alla fine ognuno ha i propri scheletri
nell’armadio, cosa c’è di male nell’avere un’orsetto?
Pensa che Tayuya a quindici’ anni suonati dorme ancora con la luce accesa perché ha paura del buio!”
La fucsia arrossì e si fece piccola piccola, desiderosa di scomparire dalla faccia della
terra per la vergogna, mentre il rosso sembrava calmarsi.
“Bravo! Sei su una buona strada! Reprimi i tuoi istinti
omicidi, Yukari o Michiyo
saranno liete di prestarti le loro bamboline voodoo per sfogarti, ma tu stai
calmo eh?
Guarda! Questo pacchetto di cookies è tuo se
non ammazzitayuya, ok?”
Il rosso arraffò il pacchetto e si ritirò in un angolo a divorarlo,
borbottando oscure maledizioni.
Megumi tirò un sospiro di sollievo.
“Ehi! Asahai visto
come Meg ha sistemato Sabaku? Manco
fosse un cane!”
“Con gli uomini è così che bisogna fare Kanezaki!”
Risposero in coro, evento miracoloso, Syd e Yukiko.
“EHI jappa! Non fregarmi la battuta!”
“Non fregarmela tu, miss me-la-tiro-fino-a-Londra-e
oltre!”
Le due ripresero a litigare e si diressero in classe.
“Direi che abbiamo un problema…”
Mugugnò Michiyo rivolta a Meg.
“Uno solo?
Se l’esperienza non mi inganna è in arrivo una
guerra, Yukari sembra essere diventata l’incarnazione
di MortisiaAddams e con Deidara non si può più parlare!”
“MannòDeidy non è
messo così male!”
“NO, eh?”
Poco dopo si sentì il biondino strepitare contro un ragazzino che aveva
la sola colpa di andare alle macchinette la seguente frase:”Tu
che hai da guardare? Somigli troppo all’Uchiha,
meriti di essere punito! Preparati che ti ficco un petardo in culo!”
Solo l’intervento di Sasori, che lo stese con
una botta sul coppino, lo fece calmare.
“Direi che hai ragione Meg!”
“LO SO CHE HO RAGIONE!!! MA NON SO COSA FARE!
SEMBRA DI STARE AL MANICOMIO ORMAI!!”
Michiyo non poteva che dare ragione
all’amica anche perché alle dodici e quarantuno la scuola fu scossa da un altro
urlo, se si fosse continuato su quella strada tanto
valeva metterci l’insegna clinica psichiatrica invece che di scuola d’arte!
“EEEEEKKKK!!!
OLTRAGIO!!!!MI RAPIRONO L’OMBRETTO!!!! “
Ai Takamura, detta AngolMois, terrore dei teppisti dei dintorni, Kanjiro di primo livello, l’unica ragazza che avesse mai
menato mister ghiacciolo Uchiha, stava strepitando
con le lacrime agli occhi come una ragazzina isterica.
“Cos’ è s-successo MOis-sama?”
Michiyo si avvicinò cauta alla bionda.
“Qualcuno mi ha fregato l’ombretto perlato!
Sono una ganjiro, fa parte dellamia divisa!
Lo stronzo che me l’ha preso deve paaagaareeee!!”
Michiyo deglutì, non voleva essere nei
panni dello sfortunato ladro….
“Cazzo! Ma ho capito chi è!
Gesù cristo se non l’ ho capito!
SABAKUUUU!!!”
La bionda partì alla carica, lasciando la viola basita, cosa sarebbe successo?
La risposta era ovvia, partì una rissa, Takamura
iniziò con un diretto sul viso di Sabaku, che
incassò, per poi partire alla carica a sua volta.
La classe era ipnotizzata, Tenten decise di
aprire un banco di scommesse, che raccolse consensi.
“Io punto questi su Mois!”
Lee sventagliava delle banconote.
“IO questi su Gaara-kun!!”
Yukari a sua volta sventolava delle banconote, mentre la
cinesina si sfregava le mani sorridendo sorniona.
“Uahhh!! Quanti
soldi! Con questi riesco a comprarmi la katana che sogno da una vita!”
Michiyo non sapeva se ridere o piangere,
la pazzia era dilagata del tutto…
“RAGAZZIIIII!!!”
Michiyo stava per tirare un sospiro di sollievo, era arrivato un professore…
“ INIZIATE A SCOMMETTERE SENZA DI ME? MALEDETTI!”
Era la professoressa Tsunade, l’unica in
grado di dire una cosa del genere…ma cosa avevano tutti oggi?
“Aspettate…ma cosa sto dicendo? DIVIDETEVI IMMEDIATAMENTE!!!”
Finalmente la normalità tornò a regnare, la donna divise
i due sfidanti e li mandò dal preside Sarutobi,
ma Tenten riuscì a tenersi l’incasso e c’è chi giura
di averla vista uscire da un negozio di armi brandendo una katana con un
sorriso che le andava da un’orecchio all’altro.
Vi ringrazio tutti e mi scuso, è corto e magari sembrerà un po’ stupido…scusaaateee^^”
La scuola sembrava deserta quel pomeriggio freddo e umido di fine
novembre, la luce livida entrava dalle finestre del corridoio conferendo un
area da fine del mondo all’ edificio.
Ai Takamura rabbrividì e maledisse per l’ennesima volta il suo
caratteraccio che l’aveva portata a litigare con quel rosso di Sabaku fino a
farla mettere in punizione dal preside Sarutobi.
Litigare, a essere sinceri era un eufemismo perché con quel ragazzo era
finita a botte, anche se sapeva che almeno quella volta era colpa sua.
Era stata infantile a rovinargli il lavoro di plastiche, anche se
rappresentava un‘ orsacchiotto, soprattutto perché sapeva cosa si provava a
vedere il proprio lavoro devastato, lo sapeva perfettamente , l’anno prima era
stata sospesa per quel motivo.
Quella cretina di Kin una mattina le aveva fatto trovare il naso che
stava modellando completamente appiattito e lei, ovviamente, si era arrabbiata
moltissimo e aveva finito con il litigarci e col farsi sospendere.
Era stato un delirio, i suoi l’avevano praticamente crocifissa e lei
per tutta risposta si era messa a fare la teppista, marinando la scuola e facendosi
bocciare.
-Grande Ai!-
Nervosamente prese in mano lo straccio già imbevuto di detersivo e
attaccò a pulire la turca, la loro punizione era stata pulire i bagni per due
settimane e quello era solo il secondo giorno…
Sbuffò.
Il primo Sabaku non aveva detto nemmeno mezza parola, facendola sentire
in imbarazzo e uno schifo, ora lei, per una strana correttezza che sentiva di
dovergli voleva almeno scusarsi.
“Sabaku-san…”
Il rosso grugnì.
“Dovrei dirti una cosa…”
“E dimmela! Così non sentirò più la tua voce fastidiosa Takamura-san!”
“Come fa la tua ragazza a sopportarti?”
Gli era venuta fuori una rispostaccia invece delle scuse, ma anche lui
avrebbe potuto essere un pochino più gentile.
“Non sono cazzi tuoi.”
Piatto, deciso, diretto.
L’atmosfera tornò a farsi di ghiaccio, Ai cominciò ad imprecare
sottovoce.
Gaara era incazzato, per colpa di quella ragazzina esagitata che stava
pulendo nel bagno vicino al suo si era beccato una punizione a dir poco fetida.
Pulire i bagni della scuola…Perché non la fustigazione in sala mensa o
nell’atrio arrivati a questo punto?
Fece una smorfia e lo zigomo gli fece male, per essere una ragazza
picchiava duro Takamura-san, questo glielo doveva riconoscere…
“Sabaku-san…”
Eccola la causa dei suoi mali che lo chiamava, un grugnito sarebbe
stato più che sufficiente come risposta.
“Dovrei dirti una cosa…”
“E dimmela! Così non sentirò più la tua voce fastidiosa Takamura-san!”
“Come fa la tua ragazza a sopportarti?”
Gaara sbatte furioso lo straccio per terra, come si permetteva di
nominare Meg?
“Non sono cazzi tuoi.”
Sperò che questa risposta la facesse tacere adesso e per sempre, ma si
sbagliava…
Una volta puliti i bagni femminili, entrarono in quelli maschili e la
faccia della biondina era un trionfo di espressioni contraddittorie, il
discorso non era ancora finito, lei moriva dalla voglia di continuarlo, era
evidente.
“Sabaku-san…”
“EEEhhh!”
“Scusa.”
Il rosso si fermò di botto e la guardò in faccia, Ai Takamura si era
appena scusata?
“Che?!”
“Hai capito bene! Non far finta di essere sordo!
Mi sono scusata!
Sono stata una cretina a farti lo scherzetto dell’orso.”
“Quale miracolo Takamura-san…Come mai?”
“Sono fatti miei perché mi scuso.”
“Va bene, scuse accettate, questo è già una punizione sufficiente non
vorrei aggiungerci anche il tuo broncio.”
La biondina fece un mezzo sorriso.
Finalmente il pomeriggio finì, erano le 18:00 quando finalmente
uscirono da quel dannatissimo edificio, si era fatto buio e aveva iniziato a
piovere.
“Cazzo!”
“Senza ombrello, Sabaku-san? Se non hai paura che ti morda vieni sotto
con me…”
Il rosso sbuffò, ma finì per accettare il passaggio, non aveva voglia
di prendersi tutta l’acqua da lì alla prossima fermata della metropolitana.
Karin mise giù la penna con uno sbuffo, seguito da una poco elegante
imprecazione, finalmente aveva finito quei maledettissimi esercizi di
matematica!
Yakushi si era sbizzarrito quel giorno, ne aveva dati una marea!
Guardò l’orologio sulla scrivania, segnava quasi le 19:30, era l’ora
della telefonata a Keiko, ogni giorno la chiamava per chiacchierare, dire
cazzate e soprattutto punzecchiarla per convincerla a mangiare.
Era incredibile, incredibile come si fosse lasciata andare per un
bastardo che di lei non meritava nemmeno un’unghia.
Mesi di paranoie e di pianti, mesi a tentare di convincerla che non era
lei a essere sbagliata, ma lui a essere uno stronzo patentato, mesi buttati al
vento.
O forse no.
Una piccola breccia si era aperta da quella gita alle terme, grazie ad
Akimichi, Yidashi e Asahara che l’avevano preso in simpatia e che non facevano
sentire Keiko una merda come le sue vecchie compagne.
“Stronze acide! Riderò quando vi ritroverete con il culo a terra.”
Karin era certa che sarebbe successo e che l’avrebbe saputo.
Compose il numero e tirò su la cornetta.
“Ohi Keiko-chan!”
“Ciao Karin-chan!”
“Fatta mate? Il bastardo oggi ne ha dati una cifra, peggiora di giorno
in giorno.”
“Mannò lo fa per il nostro bene!”
“KEi! Sei l’unica in grado di difenderlo, sei incredibile…
L’unico motivo per cui Yakushi lo fa è per il suo innato sadismo.”
Sentì l’amica ridacchiare dal’altro capo del filo.
Continuarono a lungo così.
“Keiko-chan…”
“Cosa c’è?”
“Hai mangiato?”
Silenzio dall’altra parte.
“KEiko…Ascoltami…Questa storia davvero non ti porterà a niente! Non lo
riavrai indietro! E dammi retta se volesse tornare da te scappa in Patagonia
piuttosto che rimetterti insieme!
Quello è capace solo di tirarti a fondo con lui!”
Silenzio…
“Kei! Ci sei?”
“Si…Hai ragione Kari e questa volta lo dico sul serio.
Ci vediamo domani a scuola e grazie di tutto…”
Karin ebbe la sensazione di essere riuscita a smuovere qualcosa e di
aver riportato una piccola vittoria, la prima in mesi.
Keiko depose la cornetta sul ricevitore, era imbambolata, le parole di
Karin avevano toccato un nervo scoperto, le avevano ricordato una cosa, la
prima conversazione che aveva avuto con Choji-kun.
[“Pensi di essere
forte?”
Lo guardò
stranita.
“Forte perché sei
capace di resistere alla fame e di esercitare un autocontrollo ferreo?
Perché pensi di
poterti plasmare a tuo piacimento come se fossi fatta di cera?
BHe sbagli!”
Un rossore
sgradevole le si sparse per le guance.
“Sei debole
Kanezaki, perché non sai accettarti ed è per questo che ti odierai sempre anche
se dovessi arrivare a pesare trenta chili, ti vedrai comunque grassa.
Vuoi dimagrire per
stare bene, ma non ce la farai male.
Qualcosa ti
divorerà sempre.”
“E sapientino,
qual’ è la ricetta per curarmi?”
“Accettati così
come sei e amati così come sei.
SE guarderai
dentro te stessa troverai la sicurezza che cerchi e finalmente ti vedrai per
quello che sei davvero, una bella ragazza che non ha nulla da invidiare alle
altre.”
Lo guardò, forse
per al prima volta, senza l’ombra di sarcasmo, un po’ spaurita.
“Sei svenuta
perché non mangiavi, quindi vedi di farlo ora.”
Le allungò una
ciotola di ramen, lei l’accettò non molto convinta, ma poi lentamente come se
temesse che il cibo potesse farle male iniziò a mangiare.]
Allora l’aveva
commiserato, aveva mangiato quasi per fargli un favore, ma lui aveva
dannatamente ragione!
[“KEiko…Ascoltami…Questa storia davvero non ti porterà a niente! Non lo
riavrai indietro! E dammi retta se volesse tornare da te scappa in Patagonia
piuttosto che rimetterti insieme!
Quello è capace solo di tirarti a fondo con lui!”]
Sentì le lacrime pungerle gli occhi, anche Karin aveva ragione, l’aveva
sempre avuta, era stata sempre dalla sua parte con pazienza.
Era stata davvero un’amica.
“Grazie karin…
Ora tocca a me…”
Senza esitare scese dabbasso e si mise ai fornelli, per la prima volta
sentiva di avere fame, una dannata fame.
ANGOLO DI LAYLA..BUAAHAHAHHA!
Per prima cosa scusate il ritardo…ho avuto un’ispirazione ballerina…
Spero vi piaccia.
Spero di non farvi aspettare altri secoli prima di pubblicare.
Vabbhè poi spero in altre cose, ma non interessa nulla a nessuno.
Sotto con le risposte.
HinaNaru: Qualcuno doveva guadagnarci! E Tenten ha appena, cioè insomma
ha subito l’onta di vedersi rifiutata da neji, andava consolata…Magari con la
katana ci affetta neji, non so (“O_O”nd neji che scappa sotto il letto.)In
quanto a Deidara, è troppo un grande, semplicemente qst è l’unico commento
adatto a lui.
Ciuao! Alla prossima!
Beckill! Ciao nee-chan! Grazie!La mia
demenza ha raggiunto un nuovo folle limite…
Non so se esserne felice o no…deciderò.
Gaara ha un’orsetto e Ai si mette l’ombretto, Gaara gliel’ha fregato
solo per farle dispetto, almeno credo…
(“IO non metto l’ombretto!” nd Gaara brandendo un
machete.”O_o…madonnina mia…ok! Non ti metti l’ombretto….la matita si
però^^!””Sei un’autrice cretina!”Nd Gaara”Sei un personaggio maleducato!”Ndlay)
Vabbè la pazzia dilaga e non la ferma più nessuno, spero che qst
capitolo ti sia piaciuto, è un po’ più serio.
Non vedo l’ora di leggere “Una band allo sbando!”
Ciaoooo!!!
Talpina Pensierosa: Grazie! Sono contente che tu l’abbiatrovato forte e non solo demente^^! Alla
prossima!
Ps:come vanno i concorsi?
Diana 88: A cosa pensavo? A niente e si legge XD!
Ma dai! Non vale che mi sgami sempre! Pigrizia! Uso involontario di
sostanze stupefacenti (Bella questa^^mi ha fatto ridere^^) tra un p0’
indovinerai pure il num della mia carta d’identità XD!
Vabbè dai! Era assurdo come capitolo, talmente assurdo che mi sono
sconvolta io stessa e non più scritto XD!
Basta…meglio che me ne vada…
Ciaooo! E alla prossima!
Fatti vedere al club, non essere pigra^^.
(…..ok stasera sono ufficialmente scema.)
Ali di piume: Non è proprio così l’artistico…quasi però…
Ho un bel ricordo di una lezione di geometrico in cui una mia compagna
ci dirigeva a mo di direttore d’orchestra mentre cantavamo “nella vecchia
fattoria”con una squadra e con il profe in classe, assolutamente disperato…
Ah i bei tempi andati…
Vabbè sono contenta che ti sia piaciuto.
Ra92: Grazie! Come me nessuno mai, tipo il film di Muccino, non me
l’aveva mai detto nessuno^^
GraziE! Spero che qst ti piaccia^^.
Jaheira: Genio io, socia? Naaaa!
Grazie dei complimenti^^! Sono contenta che ti sia piaciuto Teddy,
magari riapparirà.
(“Sei sicura?” nd Gaara brandendo di nuovo un machete.”Ancora tu?== Non
hai nessuno da ammazzare stasera?”ndlay)
Capitolo 47 *** 47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE ***
47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE
47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE
Siii sono qui l'ultima stella sola,
ora vieni su da me con nuovi sogni che crederemo veri insieme.
Se guardi in alto dove vivo c'è una nube di piombo
Divide la mia testa e le stelle
Da tempo un avanzo tossico di questo secolo
Un velo nero come se avessimo qualcosa da
nascondere al cielo ed è vero, le stelle le ho viste
una notte di tante estati fa
Pioveva quella sera di fine novembre.
Una pioggia monotona cadeva senza sosta sulla città, l’acqua correva in
rivoli veloci accanto ai marciapiedi e i rari passanti evitavano le pozzanghere
lungo il percorso.
Erano le dieci e la gente in strada era relativamente poca, i più erano
al calduccio nelle loro case o in qualche bar a cercare di riscaldarsi.
In momenti così Tokio sembrava ancora più chiusa del solito, ancora più
ermetica e per quanto potesse sembrare assurdo, era silenziosa, raccolta in sé stessa, le uniche note di colore erano gli ombrelli.
Lei odiava gli ombrelli, tutti quelli che aveva posseduto si erano qualche modo rotti, come le ricordava irritata sua madre e
allora si era arresa, si sarebbe presa tutta l’acqua che i Kami avessero
deciso.
Yukari camminava senza una meta precisa, senza voglia di averla, questa
meta e in fondo senza nemmeno tanta voglia di essere in giro, ma quando stava così qualsiasi posto era meglio che stare a casa sua,
tra le occhiate scettiche di sua madre e quelle ansiose di Deidara.
Quando stava così…lei li chiamava periodi neri, Michiyo settimane dell’odio,
i nomi erano diversi, ma la sostanza non cambiava, era depressione.
Pura e semplice depressione, in fondo niente più che una vecchia amica
che l’aveva sempre perseguitata.
Si fermò per frugare nella borsa alla ricerca del pacchetto di Camel,
sperando che non fosse troppo bagnato e dell’accendino.
Imprecò, come al solito, quando li cercava,
finivano in fondo alla borsa e solo dopo diversi minuti riuscì a estrarre il
pacchetto malconcio e a ficcarsi una sigaretta in bocca.
Uno scatto, una fiammella e un sottile filo di fumo si alzò, danzando tra le gocce di pioggia, investito dalla luce
fredda di un lampione.
Aspirò avida le boccate, mentre si sistemava meglio il cappuccio della
felpa,sprofondava
nella kefia e pensava a dove andare.
I bar erano esclusi, fradicia e conciata come una barbona com’era,
l’avrebbero messa alla porta senza tanti complimenti.
Si guardò i jeans resi scuri e pesanti dalla
pioggia ed escluse anche qualsiasi altro locale che non fosse la sede della
caritas o la mensa dei poveri, così decise di lasciarsi trasportare dai suoi
piedi.
Forse, loro,avrebbero saputo dove andare, al contrario di lei che
viveva con la sensazione costante di non essere mai propriamente padrona di se
stessa e della sua vita.
Lei, il più delle volte
era come se fosse solo di passaggio.
Ora siamo formiche nascoste dalla mediocrità,
Dell'essere seriamente
produttivi attivi fra egoismi dietro sorrisi, altruismi televisivi
divi e l'inganno dall'eco di un quintale anime da un grammo che dimagriranno di
anno in anno sosterranno battaglie che i libri di storia non riporteranno, mai
si chiederanno il perchè di questo affanno,ma la mia stella la sua esistenza è
senza dubbio la mia favella e fuori abbastanza in studio la sua luce dei miei
sogni la radice la sua voce qui vicino fino al cuscino che mi dice:
Siii sono qui l'ultima stella sola, ora vieni su da me con nuovi sogni che
crederemo veri insieme.
Il brodo bolliva allegramente, sprigionando spirali di vapore e un’odore delizioso,la pasta cuoceva tranquilla in una pentola li accanto.
Keiko , con un cucchiaio di legno in mano,
guardava il pesce che bolliva insieme al brodo, per la prima da volta da secoli
era di buon umore.
Il rumore dellapioggia che batteva sul tetto della
mansarda dei suoi stranamente non la
disturbava, ma la rassicurava, le dava il ritmo giusto.
L’aveva sempre odiato quel rumore, le era
sempre sembrato un’intrusione non richiesta nella sua vita perfetta, l’aveva
sempre considerato uno sbaglio.
Credeva che la vita dovesse essere fatta solo di giornate di sole,
perfette e calde, non capiva che per apprezzarle serviva la pioggia.
La vita era fatta di contrasti, per essere banali.
Sorrise.
La telefonata di Karin le aveva fatto capire tante cose, in primo luogo
che lei non era perfetta e non doveva nemmeno esserlo come si era ostinata a
credere a lungo e poi finalmente aveva capito lui.
Lui, quel piccolo nodo che aveva sempre avuto in fondo alla gola, che
non era mai riuscita scacciare e che la faceva sempre sentire insicura.
Non era un segno di debolezza, era l’unico modo che aveva lasciato alla
sua vera se stessa di esistere, di combattere per non soccombere.
Affondò il cucchiaio nel brodo e se lo portò alla bocca, il ramen
sarebbe venuto benissimo.
Si era anche ricordava che prima le piaceva cucinare, perché non
riprovarci?
Maledisse le scuole medie e l’adolescente che era stata, ma poi si rese
conto che era tuttora un’adolescente.
-Fanculo all’adolescenza, in generale, allora…-
Tra continui cambi di mood
e di look, con emozioni fast-food la guerra non cessa e le Tv non mandano troup
come dei sub con le bombole quasi esaurite volendo le stelle cercandole ora
sono sparite, guarda come le persone sono sole sedute sulla cime delle loro
torri di Babele una stella è caduta per ogni tragedia taciuta, ne cade una per
ogni ingiustizia subita per ogni insulto alla vita e ogni volta in salita
avvolte ascolto a fatica la sua voce amica ma le arriva quando perdo la strada
chiudo gli occhi credo che esista e lei cantando mi guida
Sasukeera
seduto al bancone dell’Ichiraku ramen, scazzato, con in mano un bicchiere di
coca cola perché Teuchi-san nonostante i suoi strepiti si era rifiutato di
servirgli un birra.
Come diavolo faceva Yukari-chan a convincerlo?
Ripensò per un’attimo alla mora e a con chi
condivideva dei geni e gli parve di intravedere la soluzione, lei era
sicuramente più calma di Deidara ma quando si infuriava diventava persino più
pericolosa del biondo.
Che Teuchi-san avesse paura di lei?
Scosse la testa e riprese a scrutare il fondo del bicchiere, aveva
evocato il terribile fantasma di Yukari Yidashi e ora non riuscivaa liberarsene visto
che ormai era legato a doppio filo agli umori neri del fratelo.
Itachi poteva negare e lo faceva ogni santo
giorno che i kami aggiungevano alla sua insulsa vita, ma stava male perché si
era accorto che Yukari non era come tutte le altre, nessuna di loro era così
assolutamente manesca, fuori di testa, ironica, tagliente, ma di una dolcezza
unica come era lei, a eccezione forse dell’antica Yukiko, il primo amore del
fratello.
Yukari poteva mettere la maschera della fredda e regale indifferenza ed
era quello che stava facendo e tutti quelli che aveva provato a togliergliela
avevano passato un bruttissimo quarto d’ora, ma stava malissimo anche lei,
anche se si sarebbe fatta torturare piuttosto che ammetterlo.
Solitudine contro solitudine.
Muro contro muro.
Ognuno sulla sua torre di Babele, così cantava quel genio di J. Ax in una vecchia canzone, aveva dannatamente ragione,
purtroppo e lui l’aveva sperimentato sulla sua pelle trovandosi in mezzo aquei due.
“Teuichi-san! Una birra por favor!”
Si voltò per vedere che diamine fosse e rimase basito, era di nuovo lei!
La gal che l’aveva pestato!
“Che hai da guardare, emo?”
“Guarda che ho un nome, cretina!”
Lei alzò un sopracciglio.
“Dovrei conoscerlo, coglione?”
“Sto in classe con te, poi fa tu…”
Sentì il suo sguardo scrutarlo.
“Aaspetta…Ci sono…Uchiha!”
“In carne e ossa”
“E capelli a culo di gallina…”
“Ma come siamo simpatiche
Takamura-san…Sabaku-kun ti ha contagiato?”
Lei arrossì e lui, Gloria all’altissimo, sentì tornare il vecchio e
bastardo Sasuke Uchiha.
“Che carina…Arrossisce….”
Lei scrocchiò minacciosamente le nocche.
“Non prenderti troppe libertà moccioso o non ti
riconoscerà nemmeno tuo fratello dopo che ti avrò pestato.”
“Uhuhu, fai la voce grossa, ma accetta un consiglio…Stai lontano da
Sabaku-san o altrimenti dopo che sarai finita tra le grinfie di Mimichi-san non ti riconosceranno nemmeno come essere
umano…”
Lei ringhiò qualcosa e lo ignorò concentrandosi solo sulla sua birra.
Il moro sorrise, dopotutto era stato interessante, decisamente
la biondina gli interessava, visto che da sola aveva scacciato i due fantasmi.
Siii sono qui l'ultima stella sola, ora vieni su da
me con nuovi sogni che crederemo veri insieme, oltre
le mediocrità, oltre le mezze verità, sopra nuvole come prigioni sulla vostra
libertà, pregandomi di credere a quanto grande puo' essere io resto qui finchè
quando qualcuno crede in me.
Era ufficiale.
I suoi piedi erano stupidi come lei, se non di più, l’avevano portata
nel parco vicino a casa sua, il luogo dove si rifugiava a piangere dopo ogni
batosta subita, ogni sconfitta, ogni momento di depressione.
Neji Hyuga avrebbe parlato di destino, ma il cugino di Hinata-chan era
universalmente riconosciuto come un pirla e la sua
opinione non valeva.
Si trascinò stancamente verso la sua panchina, incurante del fatto che
fosse bagnata, visto che lei ancora più bagnata, l’indomani le sarebbe
cresciuto del muschio nei polmoni…
Sbuffò, mentre si sistemava.
Non le importava nulla del domani, di come sarebbe stato e se si fosse
ammalata.
Fanculo.
Una sola domanda le girava nella testa:”Perché?” [Yukari sorrise, poi si senti trascinare via da
qualcuno, Itachi per la precisione.
“Ehi marmotta! Dove mi porti?”
Era diventata
rossa anche lei, mentre Michiyo le rivolgeva un sorrisetto.
“ a vedere una
cosa.”
“C-cosa?”
“E stai zitta!”
SE la caricò in
spalla, Yukari sentiva il suo cuore rimbombare, temeva sarebbe esploso da un
momento all’altro, quel ragazzo le faceva quell’effetto.
“I-itachi! Mollami!”
Erano in giardino
adesso, ma lui sembrava non darle retta lo stesso.
“Non ti mangio
mica…”
La depose per
terra, non ebbe il tempo di guardarlo negli occhi, perché lui la voltòe poi le mise le
mani davanti agli occhi.
Deglutì, lo
sentiva respirare sul suo collo, i suoi capelli le fecero il solletico quando
percepì che si chinava verso il suo orecchio.
“Sei calma?”
“E
che ne so?
Toglimi
‘ste mani”
Il suo tono era
agitato, nervoso, giurò che lui stesse sorridendo mentre la ascoltava.
“Stai
un po’ scialla Yukari!
Sei alle terme…
Chissà
che questo non ti rilassi…”]
Maledetti
ricordi….Itachi sapeva essere dolce se voleva, ma poi
i brutti ricordi la ferivano come coltellate.
[“Che delusione Yidashi.
Sei solo una
fottuta illusa.
Mi
fai pena e lo fai anche a loro che la pensano come me.”]
Illusa…
Forse aveva
ragione, lei credeva ancora che ci fosse del buono nelle persone dopo tutte le
batoste che aveva ricevuto e le gente che si era
rivelata l’opposto di quello che pensava.
No.
Non era un’illusa,
era solo una fottuta stupida e si meritava tutto
quello che era successo.
Si rannicchiò
meglio e smise di pensare lasciando che il sonno la prendesse, mentre nella
testa risuonava una vecchia canzone degli Articolo 31.
“Siii sono qui l'ultima stella sola, ora vieni su da me con nuovi sogni
che crederemo veri insieme, oltre le mediocrità, oltre
le mezze verità, sopra nuvole come prigioni sulla vostra libertà, pregandomi di
credere a quanto grande puo' essere io resto qui finchè quando qualcuno crede
in me. “
Se quella stella fosse esistita davvero, non avrebbe esitato un’attimo e ci sarebbe andata a vivere, lontano da tutto e
da tutti e forse finalmente in pace.
Le persone erano tutte una fregatura.
Ci vede piccole creature strambe,che
si inventa l'areoplano poi lo si usa per gettare bombe però di noi conosce
anche la parte migliore ma so che poi non riesce a trovare come fare a curare
chi rinuncia hai sogni con la scusa di diventare grandi ma con l'accusa di
adorare i bimbi contanti ignorando i pianti dietro voci lontane di una stella
che vive di sogni ed ha sempre più fame.
Itachi camminava senza una metà precisa, quella sera si sentiva stanco,
senza voglia di fare niente, ma non riusciva a stare chiuso in casa, era come stare in prigione.
Sbuffò, se quella piaga di suo fratello l’avesse saputo
avrebbe iniziato una delle sue solite tiritere sulla dannosità dell’orgoglio,
completamente dimentico di quello che aveva fatto con la sua quasi ragazza.
Si frugò le tasche, lasciandosi scappare una
bestemmia, quel deficiente gli aveva fregato un altro pacchetto di sigarette!
Aveva cresciuto un cleptomane orgoglioso e vendicativo!
Era davanti al parchetto vicino a casa sua, rimase un po’ a guardare
oltre le sbarre il buio illuminato da un solo
lampione, sapeva che Yukari a volte ci veniva se stava giù.
Scosse la testa, solo un pazzo si sarebbe azzardato a venire con quel
tempo, ma in fondo la mora poteva essere tranquillamente classificata in quella
categoria…
I suoi piedi si mossero da soli e cominciarono apercorrere il sentiero di cemento,
accompagnati dal rumore ipnotico della pioggia.
-Sei un cretino Itachi, ammettilo e staremo tutti meglio-
Berciò la sua coscienza, galvanizzata dalla pioggia.
-Potevi fare meno lo stronzo, anzi a lei avresti potuto dirlo.-
Tirò un calcio ad un sasso, irritato e lo sentì
sbattere contro qualcosa di più morbido di una panchina.
Incuriosito si avvicinò e vide che la cosa che
aveva urtato era la gamba di Yukari, svaccata e semiaddormentata sulla
panchina.
Rimase senza parole, poi se la caricò in spalla, anche se,
comprensibilmente, lei negli ultimi tempi era stata più fredda di un’iceberg ibernato non poteva mollarla sotto la pioggia!
La udì mormorare qualcosa nel sonno e sorrise, quando dormiva
le sue difese calavano e tornava a essere la Yukari indifesa che era riuscito a intravedere
nel breve tempo in cui era stati insieme, prima che lui rovinasse tutto.
-Bravo Itachi!-
Siii sono qui l'ultima stella sola, ora vieni su da
me con nuovi sogni che crederemo veri insieme, oltre
le mediocrità, oltre le mezze verità, sopra nuvole come prigioni sulla vostra
libertà, pregando di credere a quanto grande puo' essere io resto qui finchè
quando qualcuno crede in me.
Yukari non dormiva, meditava sulle stranezze infinite di quell’enigma
vivente di Itachi Uchiha.
Si era svegliata quando le era arrivato il
sasso contro la gamba, ma aveva fatto finta di continuare a dormire, credendo
che lui se ne andasse.
Sorpresa!
Lui la stava portando a casa da perfetto cavaliere.
Perché un momento era gentile e quello dopo stronzo???
ANGOLO DELL’AUTRICE.
Scusatemi per il mostruoso ritardo,
ma credo che vi ci dovrete abituare^^.
A mia discolpa posso dire è che da maggio sono
sotto esami, ma la verità è che ho avuto un blocco tremendo e un periodo tremendo.
Chiedete a Beck eJaheira e loro vi confermeranno che
tuttora non me la passo benissimo a livello psicologico, anzi colgo l’occasione
per ringraziarle di sopportarmi in msn.
È piuttosto tardi quindi ringrazio
TALPINA PENSIEROSA
HINANARU
DIANA88
ALIDIPIUME
JAHEIRA
RA92
Spero vi piaccia.
Scusate ho
dimenticatoil titolo della canzone, è "Stella sola" degli
Articolo 31. Inoltre,
lancio questo sondaggio:"con chi volete che stia SAsuke?"
Asami non aveva mai capito cosa volesse dire Yukari quando diceva che
certe giornate era meglio trascorrerle sotto le coperte, con la porta di casa
chiusa a doppia mandata, il cellulare, telefono, campanello, staccati e porte e
finestra sprangate.
Le poche volte che gliel’aveva chiesto era subito intervenuto quel
destino maniaco di Neji Hyuga, iniziando un discorso infinito sugli influssi
degli astri sulla vita degli uomini, la predestinazione e il libero arbitrio,
comprensibile solo a lui e a pochi eletti.
Sbuffando intinse un biscotto nel bicchierino di thè che aveva preso
alle macchinette, facendosi cadere un ciuffo di capelli castani davanti agli
occhi.
Un brivido le percorse la schiena, inaspettato e incomprensibile,
nessuno aveva aperto le finestre , che fosse l’inizio di una di quelle
giornate?
Yukari diceva che si preannunciavano così, ma Asa-chan non ci credeva
molto…
“Deidara! E mo basta! Mi stai asciugando!”
Una voce rantolante entrò insieme a una ansiosa che le faceva da
contrasto.
“Nee-chan e che cazzo! Cosa ti è venuto in mente ieri sera?
Sei conciata da schifo! dovevi stare a casa!”
“DEIDAAA…”
L’urlo di battaglia di Yukari che preannunciava l’inizio di una delle
liti tra i fratelli Yidashi venne interrotto da una serie di fragranti colpi di
tosse che piegarono in due la mora.
“Lo sapevo!”
Deidara non avrebbe potuto dire frase più sbagliata, la sorella mentre
tossiva come una tubercolotica, lacrimava dagli occhi, diventava sempre più
rossa e attaccava a rantolare riuscì a piazzargli una serie di colpi in pancia
e sul petto.
La castana si alzò e corse verso l’amica, facendola sedere e offrendole
dell’acqua, Deidara dolorante per i colpi subiti si allontanò indignato e si
svaccò sul suo banco, irritando Sasori che stava costruendo una marionetta.
“Buongiorno mia cara amica! Cosa
è successo?”
“Buongiorno…’Sti cazzi! Il pirla che ha inventato questa espressione
andrebbe fucilato in nome dei giorni di merda che sono la maggioranza.”
Questa era la risposta standard di Yukari quando era di pessimo umore.
“SE…ho capito…Che hai da rantolare peggio di un moribondo?”
“Ieri sera sono uscita a fare un giro, tutto qui…”
Il tono diceva anche:”E cosa sia successo mentre coltivavo muschio nei
polmoni non sono fatti tuoi ne di nessuno ergo non asciugarmi, tanto non mi
cavi niente.”
Asami decise di lasciarla perdere, era l’unica cosa da fare, la socia
dal canto suo si mise a fare colazione estraendo dall’eastpack nero un thermos
di caffè e dei biscotti.
“Buongiorno disgraziate….”
Sasuke si annunciò con il suo saluto da bastardo e lanciò la cartella
sul banco, Yukari alzò la testa interessata.
“Colgo un’inaspettata e impercettibile nota allegra nella tua voce
funerea, caro il mio emo…Cosa è successo?”
“Uno non può essere felice? Punkabbestia insensibile che non sei
altro….”
Lei alzò un sopracciglio dubbiosa, mentre lui annaspava nella ricerca di
una risposta che lo togliesse dai guai.
“Perché chiamano Takamura-san Angol Mois?”
La mora fece per aprire bocca ma l’arrivo di una furia dai capelli viola
la interruppe.
“TU! STRAMALEDETTO EMO!”
“Buongiorno Michiyo-chan! Quale buon vento?”
“Vento di morte e distruzione! MI hai sfasciato la bici!”
“Ma sei scema? Chi cazzo vuoi che te lo tocchi quel rudere?”
“RU-RUDERE?!”
“Rovina, anticaglia, carabattola, oggetto di modernariato in pessimo
stato, cosa ti piace di più?”
“Sasuke-kun, sei muerto!”
Sakiyourai si tolse il braccialetto di borchie, SAsuke intuendo il
pericolo e ricordandosi che le borchie della punk erano davvero affilate, cominciò a saltare sui banchi urlando a
intermittenza:”Non sono stato io! È un ingiustizia! È razzismo nei miei
confronti!”
Era una tipica mattinata di inizio scuola.
“FERMATEVI VOI DUE!”
Nessuno diede retta Yidashi.
“SANTO SYD! HO DETTO FERMATEVIIII!!”
La viola sibilò qualcosa al moro e si fermò.
“Perché mi molli?”
“Perché, pirla, al nome del
santo bisogna dare retta….ma non temere una volta o l’altra nessuno ci
interromperà e tu sarai masochisticamente felice di essere pestato dalla
sottoscritta.”
Il moro rimase a bocca aperta e tornò al suo banco.
“Cazzo se fa paura quando fa così.”
“Si, ma anche tu! Te le cerchi!”
“Tsk! Taci donna! Spiegami come mai la chiamano Angol Mois.”
“Se devo tacere come faccio?”
Sasuke ringhiò, Yukari fece gli occhi bianchi ed estrasse dall’eastpack
delle meraviglie il numero 11 di Keroro gunso, su cui erano disegnate Natsumi,
Koyuki, Mois e Momoka.
“Non capisco…è Keroro gunso”
“Minchia! Oltre che stupido sei pure cieco!
La biondina, Mois , somiglia a Takamura-san!”
Il moro arrossì e borbottando tornò al suo banco, ordinaria
amministrazione, secondo Asami, ormai abituata a stranezze di tutti i tipi.
Syria conosceva Yukari da molto tempo, le chiamavano gemelle separate,
erano nate lo stesso giorno, pressappoco alla stessa ora e nello stesso
ospedale quindi lei sapeva che qualcosa doveva essere successo.
Non si riferiva alla tosse e al raffreddore nuovi di zecca che
sfoggiava la mora, ma all’aria ancora più irritata del solito, era l’aria di
una che si spaccava il cervello su un problema senza riuscire a risolverlo
nonostante gli sforzi.
Era prontaa giurare di sapere
quale fosse il problema, Itachi Uchiha, un essere che era meglio perdere che
trovare.
“Non mi avrete maiii come volete vocii!!”
La sua voce non somigliava lontanamente a quella di Meg (la cantante
dei 99 Posse nda), ma quello era il suo inno e quello delle sue amiche, essere
sempre fuori dagli schemi.
“sabotare e sovvertire
è questo il mio lavoro
ma tu non lo puoi capire
Sabotare e sovvertire
Sabotare!”
Le fece eco Yukari, attirandosi le occhiatacce di Umino e strappandole
un sorriso.
“YUkari-chan! Umino ti guarda!”
“Ho visto Sas’ke-kun! Che ci posso fare?”
“Stare zitta ad esempio…”
“Sas’ke-kun…”
“Eh!”
“Qualcuno mi piglierà mai a me?”
“Se vuoi ti piglio io, ti sposo pure, basta che ti stai zitta!”
Yukari gli riservò il suo sorrisino angelico, due secondo dopo il moro accartocciandosi
per un calcio sotterraneo di Yidashi picchiò una sonora testata sul banco.
Ci fu un attimo di silenzio sbigottito e tutti sentirono Kankuro
urlare.”Cazzo Itachi! Che Sfiga nera! Hai fatto una macchia enorme sulla tua tavola! È a forma di Africa!”
Il fratello di Gaara era sceso fino al banco dell’Uchiha maggiore per
supplicare un temperino a campana, che ricevette dritto sul nasone, tra gli
strepiti del professore.
“Cazzo! Ti rendi conto Che Itachi-kun ha tirato il temperino addosso a
Kankuro-kun, che Michiyo-chan ci ha fatto a botte e adesso quei due hanno un
papiro di nota sul registro e una punizione?”
“Notizia straordinaria Tayuya! C’ero anch’io in classe!”
“Chissà perché Itachi si è arrabbiato così tanto, cioè non è da lui,
insomma lo conosci.”
Yukari si fece scura in volto e rivolse un’occhiata truce alla fucsia,
che si zittì all’istante, Asami ridacchiò imbarazzata.
Erano le 14.30 e camminavano per le strade verso casa in una grigia
giornata novembrina, tutto nella routine a parte il piccolo incidente del
temperino e Asami ancora non si spiegava quel brivido.
Era da idioti o da destinomani continuare a pensarci, ma non riusciva a
farne a meno, una vocina le urlava che non era finita come in un finale di una
canzone dei Pornoriviste.
“Non è finita
Non è finita!”
“Da quando canticchi i Pornoriviste?”
La domanda di Tayuya la spiazzò.
“Da oggi. Come si chiama questa canzone?”
“Non è finita.”
Come volevasi dimostrare.
“Asami-chan noi andiamo di qui, a domani tessssora!”
“Ciao Tayuya!
Cioa Yukari, stai allegra se puoi.”
“Non posso.”
Ridacchiò e si salutarono ancora.
-Mamma mia, tra lei e Syria potrebbero fare concorrenza a Mortisia
Addams…-
Una figura conosciuta attrasse la sua attenzione, era Kiba che
confabulava con un altro ragazzo, carino tra l’altro
-Forza Asami! Vai a conoscere quello! Vai!-
Si avvicinò silenziosamente.
“A stase allora, porta al roba, non farti sgamare.”
Roba?! Sgamare?!
Asami con un salto si nascose in un vicolo accanto a lei.
Di che parlava Kiba? Si sporse per origliare meglio e riuscì a captare
ora e luogo dell’appuntamento, non sapeva in che guaio si stesse cacciando
Kiba, ma di una cosa era certa che a quell’appuntamento ci sarebbe stata anche
lei.
Ora aveva capito il brivido, ma non afferrava del tutto la frase di
Yukari su quelle giornate, le
sembrava un po’ menefreghista.
Trascorse un pomeriggio orribile, in attesa di una sera che sapeva
sarebbe stata ancora peggiore, ma non
poteva rinunciare ad andare, doveva
capire.
Sapeva che Kiba ci era rimasto male per Hinata e Naruto, ne avevano
parlato, ma non poteva essere davvero quello che pensava no?
La solita vocina bastarda sussurrò che poteva esserlo benissimo e che
in fondo non ci sarebbe stato nulla di strano.
La castana lanciò un cuscino contro il muro, irritata.
“Asami! Tutto bene, amore?”
“Si mamma!”
-E tra parentesi…Non rompere-
Finalmente venne l’ora di uscire, dovette supplicare un po’ sua madre,
ancora sospettosa, ma alla fine cedette.
-e ora vedi di trovare il posto!-
Dovette girare un po’, ma alla fine ci arrivò, lui era già la e quando
la vide si irritò parecchio.
“E tu che ci fai qui?”
“Cosa ci fai tu!”
“Sono cazzi miei! Mi stai spiando Amaya!”
“Voglio impedirti di fare cazzate! Da quando in qua ti sei dato alla
droga Inuzuka?”
“Droga?! Ma sei fuori?”
Della roba che ti deve portare il tipo di oggi!”
“è questa la roba!”
Esclamò esasperato il ragazzo mostrando uno zaino pieno di bombolette
spray.
“Era una gara tra writer, scema!”
Asami si sentì arrossire, voleva sprofondare in una voragine…
“Scusa…”
“Ufff…è in ritardo. Io inizio senza di lui.”
Kiba iniziò a togliere le bombolette dallo zaino, mentre Asami si
lasciava cadere in un angolo mormorare parole sconnesse, ancora scossa per la figuraccia.
Era quasi a metà del lavoro quando lei sentì dei rumori.
“KIba!”
“Cazzo!”
“Andiamocene!”
Videro due figure venire verso di loro, probabilmente poliziotti.
“Bastardo traditore! Amaya !”
Le fece cenno di seguirlo, Asami non se lo fece ripetere e iniziarono a
correre nella notte, sperando di non essere stati visti.
Sentiva il suo cuore rimbombare, sentiva passi dietro di loro, ma non capiva
se fossero reali o meno.
-Cazzo-
Arrivarono al motorino di KIba senza fiato e partirono a razzo.
Ora aveva perfettamente capito la frase di Yukari.
Su quel motorino sgangherato, stretta a Inuzuka l’aveva capita.
Senza ombra di dubbio.
ANGOLO DI LAYLA
Buonasera! Eccomi con un nuovo capitolo! È un pochino lungo, spero vi piaccia.
La canzone che cantano Yukari e Syria è
”l’anguilla” dei 99 POsse, la frase che canticchia Asami è il finale di “non è
finita” dei Pornoriviste.
Se volete un consiglio leggete la prima parte del
capitolo con “Ogni adolescenza” dei Tre Allegri Ragazzi Morti in sottofondo e
la seconda con “Teggare” dei Vallanzaska
Finito con i consigli che non interessano a nessuno,
passiamo al sondaggio….
Al momento con 5 recensioni si ha qst risultato; 2
Sakura, 2 che non si pronunciano, 1 Yukari.
Continuate a farmi sapere, anche se forse è meglio
che vi avvisi che i risultati saranno delle indicazioni e non so se li
rispetterò, era una mia semplice curiosità ^^”
Rimetto la lista
1)Sakura Haruno
2)Temari Sabaku
3)Tenten Shaoran
4)Ai Takamura
5)Yukari Yidashi.
Ora passo a rispondere alle recensioni.
Jaheira:Grazie socia! Ieri sera ci siamo già dette
tutto, spero che qst ti piaccia…Per la gal abbi fede…Attendi il corso del
destino dice Neji XD!
Ciaooo!
Alla prossima!
Diana 88: Grazie! Cmq davvero almeno qst volta la
mia proverbiale e leggendaria pigrizia non c’entra.
Itachi mestruato? È una soluzione interessante, ma
non credo sia saggio proporla all’interessato, potrebbe sharingarmi e
buonanotte al secchio, addio Layla …XD….
Per Ai:le conviene stare lontana da Gaara perché Jaheira
Charlotte Megumi Mimichi smania dalla voglia di pestarla e ….insomma qst ficcy
non è Csi e il sangue è difficile da pulire per una pigra come me…ahahahaha!!!
Per la pasta e il brodo non si finisce mai di
imparare, anch’io ho imp0arato che si comportano così la sera che l’ho scritta
XD.
Buone vacanze e alla prossima! Ciuao!
Sasukina90: Grazie! Terrò a mente il consiglio…
non è che odi il SAsuSaku, come ho detto a Jaheira, io odio Sakura e per qst
che ho riserve a scrivere di quella coppia.
Alla prossima! Ciaoooo!!
Talpina Pensierosa: Non sono molto allegra in
questo periodo e dicono che ascoltare i Tokio Hotel non è adatto a rallegrare
le persone, ma io lo faccio lo stesso.
Non so perché te l’ho detto, credo perché sto
sclerando…
Cmq grazie! Sono contenta che ti sia piaciuto,
Itachi dovrà comportarsi meglio un giorno, se vuole continuare a vivere integro
in questa ficcy buahahhahah!!!
Alla prossima!
Ali di piume: Anch’io per un’attimo ho temuto di
non aggiornare più e ho pensato di togliere tutto, ma purtroppo sono ancora qui
XD.
Grazie per le lodi, fanno sempre bene, ti mettono
in pace con il mondo.
Per sasuke. Anche a me il carciofo non piace, ma a
molte persone si e non capisco, tranne nel caso di Jaheira, perché.
Camminavano verso la scuola, come tutte le mattine, rabbrividendo per
il freddo, le mani affondate nelle tasche, il fiato che si condensava in tante
piccole nuvolette.
Era novembre.
Era mattina.
Asami, Meg, Yukari e Syria nessuna di loro era particolarmente allegra
tranne Tayuya che venti metri più avanti faceva roteare le sue kiwido come una
sbandieratrice, tra l’incredulità del gruppo che non capiva dove trovasse tutta
quell’energia.
“Asami! Ma davvero?!”
L’interessata sbuffò, come aveva previsto il racconto della sera prima
era stato accolto con la blanda incredulità prescuola.
“Te lo giuro, Syria-chan!”
“Non è giusto! Queste cose le dovrei fare io non tu.
Sei fuggita dalla polizia prima di me.”
Yukari sembrava vagamente dispiaciuta, ma a quell’ora e prima del caffè
i suoi commenti non avevano molto valore.
“Tesò…Sei l’unica che mi poteva dire una cosa del genere…”
“Sono un’eccentrica…”
“La verità è che prima del caffè non ragioni molto…”
“Cazzo! Hai scoperto la mia caffeinomania…”
Risatine sommesse.
“Raga…
Ma io non ho capito cosa è successo…”
La fucsia si era voltata, facendosi volare addosso le kiwido.
“Ahiaaaa!”
Risata generale.
“Che ridete?! Fanno male!”
“Fermarle prima no, eh?”
“YUkari-chan! Stai diventando come Sasuke-kun!”
La mora sbuffò.
“Tze…Comunque cosa non hai capito?”
“Cosa è successo ad Asami…”
“Le si è rotta la canna del cesso…”
“Povera…Avete trovato un’idraulico?”
La castana dovette trattenere le lacrime, mentre Yukari scuoteva la
testa e si accendeva la prima Camel della giornata, colpi di tosse permettendo.
“Non ho ancora capito perché ridete…è una cosa seria.”
“Ora te lo spiego…”
Asami ripeté la storia per la seconda volta.
“Aaaahh!!!! Ora ho capito…Ma Yuka’ perché mi hai detto del cesso?”
“No, Yukari…Ti prego non risponderle…”
Yukari scosse la testa e si chiese per l’ennesima volta da quando la
conosceva se Tayuya fosse davvero così stordita o se fingesse.
A volte le sue uscite indicavano un cervello pensante niente male sotto
quei capelli fucsia, altre volte sembrava che quella stessa mente mettesse
fuori il cartello:”Torno subito.”, facendo scoprire un’ingenuità e una
credulità commovente e una buona dose di distrazione.
- Non capisco cosa ci trovi Neji-kun in lei…Senza contare che storditi
come sono non capiranno mai che si piacciono. Povera Ten…
Cazzo…Manco un pensiero coerente riesco a formulare…
Voglio un caffè!!-
Frustrata, tirò un calcio ad un sasso, che finì nei raggi delle ruote
della bici di Michiyo, che stava passando di lì proprio in quel momento.
“ CAZZOOOO!!”
La viola perse l’equilibrio e cadde rovinosamente a terra tra bestemmie
e imprecazioni.
“Giuda bastardo! Yukari!!!!”
La mora, diventata rossissima, corse ad aiutare l’amica da alzarsi.
"Scusa Scusa scusa!!”
MIchiyo si tolse la polvere e la sporcizia di dosso, contemplò con aria
affranta lo strappo dei jeans sul ginocchio destro che miracolosamente non si
era sbucciata e tirò in piedi la bici.
“Yidashi confessa! Tu e quel losco corvo emo vi siete messi d’accordo
per ammazzarmi e intascare la mia eredità!”
“siii…perché tu sei la figlia segreta di Bill Gates…”
La viola rise di gusto all’idea assurda.
“ e poi nee-chan… Guarda che non è stato Sasuke-kun…
È stato Fujieda…”
“Quello stronzo!!!! Ma io lo gonfio!!”
“Nei tuoi sogni…Sei già in punizione…Vuoi finire al riformatorio?”
“Mi dici che non devo fargliela pagare? Lui ha rovinato Giovanna!”
“Chi?”
“La bici che tu hai ferito gravemente! Se una cosa mi porta in giro è
degna di ricevere un nome! Tu hai dato un nome la secchio dove vomiti!”
Si sentì arrossire suo malgrado.
“ Ma tu lo conosci il significato della parola privacy?
Gesù cristo!
In ogni caso…non ho detto di non vendicarsi…Grazia uno stronzo e tutti
i suoi simili lo prenderanno come un”Prenditela pure con me che tanto la passi
liscia!”…invece di pestarlo fa sparire qualcosa a cui tiene….tipo i giornali
porno che nasconde nella sua cartelletta che lascia nell’armadio.”
Il volto della sua sorellina nel punk si illuminò di gioia malvagia.
“ma sei un genio nee-san..”
“ si…un genio del male…”
“Per ringraziarti io e Giovanna ti diamo un passaggio a scuola.
Per un’attimo si chiese se davvero fosse sicuro montare su”Giovanna” ma
decise di accettare e partirono verso la scuola urlando come matte il
ritornello di una canzone.
“Volero' via come
un miraggio
Per questo che non e'
Che una questione di piumaggio
Preferirò grotte di tufo
Son sempre meglio che restar
Con quattro allocchi e un gufo”
I passanti si scansavano, Yukari sperava che non fossero loro a volare
via, ma fortunatamente arrivarono sane e salve al cancello.
“Un barbagianni che e' da solo non puo' campare
ma se son cento la civetta dovra' volare via
ma il barbagianni invece no
ma un barbagianni invece no
Seguire schemi ben precisi di evoluzione
porterà tutte le civette all'estinzione
noi barbagianni invece no”
Meg stava canticchiando il seguito della canzone che quelle pazze
stavano urlando a squarciagola, tra la paura e lo sconcerto dei passanti.
Yukari sembrava stare meglio, per un’attimo si era rivista quella dei
tempi d’oro.
Solo per un’attimo, poteva scommettere che una volta tornate in classe
sarebbe tornata di nuovo tetra.
Sospirò.
Anche lei si sarebbe comportata così…
Varcò i cancelli con le altre, stando attenta a non ricevere in faccia
le kiwido di Harukaze.
Si fermò alle macchinette per un thè.
Routine.
Perché allora era così inquieta?
Salì in classe e la vide, lei, la dannata gal che era da poco arrivata
in classe, che stava appiccicata a Gaara.
Rideva, la bionda impunita, ladra dei ragazzi altrui…
Sentiva fremere le mani, voleva distruggerla, perché ogni volta che
trovava un ragazzo tutte le rappresentanti del sesso femminile mettevano gli
occhi su di lui?
Quando i presenti in aula la videro, ferma sulla soglia, i pugni
chiusi, lo sguardo omicida e il probabile fumo in uscita dalle orecchie, si
paralizzarono e decisero che guardare il pavimento era un’attività molto
interessante…
Cercando di mantenere un passo silenzioso si portò dietro di lei.
“Takamuraaaa….”
Lei si voltò con un’aria vagamente sorpresa, Meg caricò il colpo e
lasciò che la mano si schiantasse sul suo naso alla francese e lo fracassasse
senza pietà.
Con rabbia.
Con frustrazione.
Con la vogliadi vendicarsi di
tutte quelle prima di lei.
-Beccatelo bella e impara astare al tuo posto, tu e quelle come te. –
La bionda cadde a terra, portandosi le mani al naso e lei le rifilò un
calcio.
Gaara non disse niente, semplicemente andò a prendere un gessetto e con
aria professionale si mise a disegnare i contorni di Ai stesa a terra, tra lo
sbigottimento generale.
“Amore…che stai facendo?”
“Mi sembra ovvio…Segalo al mondo che qui c’è stata una vittima…
È così che fanno dopo gli omicidi…”
Meg scoppiò a ridere, Ai si alzò inviperita.
“Te lo puoi tenere, Mimichi! Siete due pazzi e vi meritate a vicenda!”
Offesa si alzò ed andò al suo posto.
“Sentito amore…Ci ha dato dei pazzi.”
“Certo..io e te siamo come Bonnie e Clide.”
“Come Syd e Nancy!”
I presenti che avevano seguito con interesse la vicenda ripresero di
nuovo a guardare per terra, a nessuno piaceva guardare una coppietta che si
sbaciucchiava,
Itachi seguiva la lezione di Morino con scarso interesse, aveva una
melodia in testa che non lo lasciava in pace.
“o ti amo o ti ammazzo
pioggia che annega ma rinfresca sei una chicca che mi fotte la testa
o ti amo o ti ammazzo il tuo ragazzo è pazzo
o parliamoci pestiamoci scegli uno
o ti amo o ti ammazzo
ti amo ti ammazzo
comunque qua in mezzo non capisco più…”
Dannatissimo fratello, dannatissima Yukari!
Si era fregato con le sue mani, pensava di giocarci un po’, ma Yukari
Yidashi non era una ragazza con cui si potesse giocare…
Si voltò e la vide che come al solito chiacchierava con suo fratello, la
matita che aveva in mano si spezzò.
-Serpe di un fratello! Aspetta che arriviamo a casa che ti ammazzo…-
Non si accorse che Morino lo stava chiamando. Non se ne accorse finchè
non fu troppo tardi.
“UCHIHAAAAA!”
L’urlo avrebbe risvegliato un morto, lui si voltò spaesato verso il
professore che ormai aveva le vene del collo in evidenza.
“Si professore?”
“Alla buon’ora! Vorrebbe illustrarci la riforma giudiziaria di Solone?”
Solone? E chi cazzo era?
-un greco- rispose una voce dentro di lui.
-e cosa ha fatto?-
-cosa cazzo ne so io?-
La vocina tornò a nascondersi nelle profondità del suo cervello,
lasciandolo senza una risposta.
“ehm…”
“allora?”
“Non lo so…”
“UCHIHA!!! IN CORRIDOIO! “
Uscì sbattendo la porta.
“NON SBATTA LA PORTA!”abbaiò
una voce dall’interno.
-Fanculo vecchio stronzo!-
Arrabbiato, deluso, frustrato si sedette in corridoio sarebbe mai finito
quell’incubo?
“mi rassegno al fatto che io in questa vita o ti amo o ti ammazzo
pioggia che annega ma rinfresca sei una chicca che mi fotte la testa
o ti amo o ti ammazzo il tuo ragazzo è pazzo”
ANGOLO DI LAYLA
Aloha! Ho un sacco di sonno…
Allora…Spero vi piaccia. Come gli ultimi capitoli
anche qst è più lungo.
Passiamo alle canzoni, quella che intonano Yukari
e Michiyo e che continua Meg è “ La canzone del bosco” dei Punkreas, quella che
tormenta Itachi è “O ti amo o ti ammazzo” di J. Ax
Ecco che cosa era, una stupida vigliacca, senza un filo di coraggio.
Vigliacca perché ogni santo giorno fingeva che non le importasse nulla
di lui ne del fatto che l’avesse scaricata.
Vigliacca perché non aveva lottato, perché alla prima difficoltà aveva ascoltato
quella vocina interiore bastarda che tutti hanno.
Quella che fin dall’inizio le aveva sussurrato scettica:” Davvero ci
credevi, piccola Yukari?Che uno come lui potesse davvero stare con una come te?”.
Strinse i pugni, persino adesso mentre ridacchiava sottovoce con Sasuke
per non farsi sgamare da Morino, si sentiva a disagio, fuori posto, preda di una
rabbia primitiva.
“Yidashi!”
La voce del professore arrivò come una fucilata, dopo Itachi era
arrivato il suo turno..
“Illustrami la riforma di Solone.”
Lo aspettava.
“Solone? Era un simpatico greco eletto nel 594 a.C ad Atene per evitare
che la città precipitasse nel casino più totale.
Gli venne detto di dare una sistemata alla scalcinata costituzione
ateniese e così lui decise di concedere un’amnistia agli esiliati e ai condannati
politici, abolì la schiavitù per debiti e poi visto che da sempre il grano
stabilisce chi ti governa divise la popolazione in quattro classi sociali per
vedere chi ne era più fornito.
Ovviamente riconobbe che solo i pentacosiomedimmi, che erano ricchi
sfondati e i cavalieri, che poverini lo erano un po’ meno, potevamo aspirare al
potere…”
Si fermò per prendere fiato e vide Morino, stupefatto, gli occhi
sgranatissimi, quasi fuori dalle orbite, talmente furioso che al momento non
riusciva nemmeno a parlare e vide con chiarezza il suo prossimo futuro.
Vide quell’omone dalla faccia solcata dalle cicatrici afferrarla per il
bavero, sollevarla senza sforzo e lanciarla giù dalla finestra.
Le avrebbe lasciato scrivere un testamento?
La sua faccia faceva prevedere un no come risposta…Cazzo!
“Y-y-yidashi!!! Come ti permetti di mancare di rispetto alla mia
autorità?
Pensi di essere intelligente?
Sei solo una stupida mocciosa irrispettosa e per colpa tua che il
Giappone va così male!”
“Non penso nulla e si zittisca sulla faccenda del rispetto perché lei
non ne ha neanche un briciolo per noi! Per lei siamo scocciature!
Non si è chiesto perché le ho risposto così? SE avessi dei problemi?
No, lei con lo scudo della sua autorità del cazzo parte ad attaccarmi e
a offendere perché io sono un problema!
E se grazie a lei i miei problemi si fossero ingigantiti non gliene
sarebbe fregato nulla!”
“FUORIIIIII!”
“Con molto piacere!”
Usci sbattendo la porta, con il cuore a mille e la testa vuota, non
credeva nemmeno lei a quello che aveva appena fatto, non sapeva nemmeno lei se
definirlo coraggio o disperazione.
“NON SBATTA LA PORTA!
“
Urlò il cerbero da dentro la classe.
-fanculo, va!-
Poi vide lui, svaccato contro il muro, con la testa tra le mani in
quell’ atteggiamento da povero cucciolotto sperduto che in qualsiasi altro
momento l’avrebbe intenerita, ma che adesso la rendeva furiosa.
Bastardo traditore infame!
“ Mi ero dimenticata di te, cazzo! VAFFANCULO STRONZO E’ TUTTA COLPA
TUA!”
Lui alzò la faccia sconvolto, lei a grandi falcate si diresse verso le
scale, ma qualcuno la afferrò per il polso.
Era Itachi, che forse non aveva gradito l’essere mandato al diavolo.
“CHE CAZZO HAI MOCCIOSA?
CHE SIGNIFICA CHE è COLPA MIA, SEI ESAURITA?”
“POVERO IL MIO AMORE ESAURITO CHE NON CE LA FA! GENIO DEGLI UCHIHA SE DICO CHE
è COLPA TUA VUOL DIRE CHE SE STO MALE, SE VOGLIO PRENDERE A CALCI QUESTO
FOTTUTO MONDO Più DEL SOLITO, SE SONO Più ESAURITA DEL SOLITO, SE SANGUINO
DENTRO è COLPA TUA! SEI TU CHE MI HAI
FATTO QUESTO!”
Lui fece per dire qualcosa, ma il cerbero fece sentire di nuovo la sua
voce soave.
“PIANTATELA! NON è UN MERCATO! QUESTA NON è SCUOLA è UN RICOVERO PER
DISADDATTATI!!”
Lui si voltò stupito e allentò la presa, lei ne approfitto per
mollargli un pugno nello stomaco e correre giù per le scale come se avesse il diavolo alle
calcagna.
Itachi si portò un mano allo stomaco, cristo se faceva male!
Il calcio, le sue parole, tutto!
“YIDASHI! FERMA!!! ASPETTA!!!
CAZZO GLI è PRESO A QUELLA PAZZA?”
Fece per lanciarsi giù dalla scala al suo inseguimento, ma qualcuno lo
trattenne mettendogli una manona sulla spalla, si voltò e fece un salto.
Era Morino.
-Cazzo!-
“Uchiha….non so cosa sia preso a quella pazza, ma suppongo che lei lo
sappia….
Mi faccia un favore, la smetta di urlare e agisca….
Se è così codardo da non riuscire a fare nemmeno quello, allora per
favore stia zitto, non mi costringa a fare una cosa che disapprovo, come gli
omicidi…
Capisce vero?”
Lui fece sì con la testa, incapace di aggiungere altro e il professore
tornò in classe, lasciandolo incredulo, si era appena beccato una ramanzina da
Morino, che somigliava ad una saggia paternale.
Si decise a scendere quelle maledette scale e la vide dall’atrio, sconvolta,
arrabbiata e furiosa, che stava prendendo a calci un bidone della spazzatura in
cortile.
Uscì a sua volta.
“Cosa vuoi? Vattene!”
“Ecco…io”
“COS’ èNON SAI NEMMENO perché SEI
SCESO? TE LO STAI CHIEDENDO VERO? TI STAI CHIEDENDO :” perché MI SBATTO A
PARLARE CON LEI CHE NEMMENO MELA SONO SCOPATA?”
SAI COSA TI DICO?
CHE SEI DAVVERO UNO STRONZO E PURE UN’INFAME.
INFAME perché GIOCHI CON I SENTIMENTI DELLE PERSONE E NON TE NE FREGA SE
STANNO MALE, perché TU TI DIVERTI A VEDERLE STARE MALE!
ME L’AVEVA DETTO TUO FRATELLO, MA IO, CRETINA, NON GLI HO DATO RETTA.
è COMODO VENIRE A SCUSARSI SENZA ESSERE PENTITI, è FACILE perché COSì
IL GIOCO RIPARTE, MA ORA LA MUSICA CAMBIA…
NON VOGLIO SENTIRE LE TUE PATETICHE SCUSE, NON VOGLIO VEDERE LA
TUA FINTA FACCIA DA CANTE BASTONATO!”
Un colpo di tosse interruppe il lungo monologo, ma lui non riuscì a
trovare nulla con cui ribattere perché lei aveva ragione su tutta la linea.
“NON VOGLIO Più VEDERTI NE SENTIRTI, ESCI DALLA MIA VITA!
TU PER ME SEI MORTO!!”
“YUkari..io…”
Fece per avvicinarsi.
“ VATTENE O TI TIRO QUESTO BIDONE!”
“Io…”
”VATTENEEEEE!”
Afferrò il bidone e lui, sconfitto, se ne andò, risalì le scale e tornò
di nuovo davanti alla porta della classe.
Tirò un pugno alla parete, l’aveva persa e non bastavano quattro scuse
per riaverla.
“Syria..L’hai sentita?”
Tayuya era scivolata alla loro fila di banchi insieme a Michiyo, entrambe
senza parole.
“Forse solo un paio di persone giù all’Hokkaido non ci sono riuscite…ma
nessuno vuole un bis vero?”
Scossero tutte la testa.
“avete appena assistito ad un’esplosione di Yukari…Lei ingoia ingoia e
poi da di matto…”
Nessuno sapeva cosa dire.
“Cosa dobbiamo fare?”
“Lasciamola da sola, tornerà lei.”
Annuirono tutte e poi tornarono ai loro posti, la Mitarashi era arrivata
in classe.
“Buongiorno ragazzi…”
Si guardò intorno.
“Dov’ è Yidashi?”
“Morino l’ha mandata in corridoio e non è ancora tornata…”
Lei annui.
“Kanezaki…potresti andare a cercarla?”
“Si professoressa.”
La ragazza dai capelli arancioni si alzò e uscì dalla classe.
Era rannicchiata sotto il lungo lavandino dei bagni delle ragazze, una
sigaretta accesa in barba al divieto di fumare a scuola.
La vita secondo Yukari, rabbia e poi pentimenti conditi da lacrime.
Cosa diavolo le era saltato in mente?
Morino l’avrebbe odiata e Itachi…Poteva sognarselo!
-cretinacretinacretina!Non tornerà mai da te dopo una sceneggiata
simile..
Mai!
Ma cazzo! Stavo scoppiando! Non ce la faccio più! perché fa tutto così
schifo?-
[Specchio specchio delle mie brame
Dimmi dov’è il mio reame
Dimmi che sarà di me
Dimmi che sarà di me
Specchio specchio delle mie brame
Dimmi dov’è il mio reame
Dimmi che sarà di me
Dimmi che sarà di me]
Sentì la porta aprirsi, ma non ci fece molto caso.
“ Yukari…”
Alzò gli occhi, era Keiko.
“Cosa c’è?”
“la Mitarashi
ti cerca.”
“la Mitarashi
può fottersi…”
“YUkari…io credo che oggi tu sia stata grande con Uchiha.”
“Grande a levarmelo di torno anche se lo amo…”
“Yukari…Lui ti ha fatto male, ti ha trattato come una pezza da piedi e non
poteva pensare di cavarsela con quattro scuse ipocrite!
Se lui davvero tiene a te si darà da fare, altrimenti meglio perderlo
che trovarlo!”
Sbuffò, anche se sapevacheKeiko aveva ragione, ma in quel momento non
le importava molto.
Stava male, voleva solo sparire.
“Keiko…Vattene… ti prego…”
“YUkari…”
“VATTENEEEE!”
Odiava essere aggressiva, ma in quel momento non riusciva a sopportare
la compagnia di nessuno, Kanezaki sembrò capirlo perché senza aggiungere altro,
lasciò la stanza.
-Perché? Perché me la prendo con tutti, quando è me stessa che odio?-
Riprese di nuovo a piangere.
ANGOLO DI LAYLA.
Credo che qst capitolo sia pietoso e inutile, ma
chiedeva a gran voce di essere scritto.
La parole nella parentesi quadra sono di” Stai
come me” dei Tre Allegri ragazzi morti.
Dicembre era arrivato, ma lei non se ne era accorta.
Lei non aveva guardato le vetrine piene di decorazioni natalizie rosse
e oro, lei non aveva ancora pensato ai regali e prevedeva di continuare a non
pensarci.
Lei non aveva voglia di Natale, in quel periodo meno che mai, se avesse
potuto si sarebbe ficcata a letto per uscirci a febbraio inoltrato.
Il tempo non aiutava, quella mattina mentre camminava senza voglia
verso la fermata della metropolitana le aveva riservato un cielo grigio e
nebbioso.
Era uscita di casa prima del solito, lei che odiava svegliarsi presto,
pur di non vedere suo fratello, più pressante di Ringhio incazzato e sua madre
più assillante di un disco rotto.
Yukari Yidashi non voleva dare spiegazioni sulla sua scenata, voleva
disperatamente che la lasciassero in un angolo a sbollire la rabbia, ma nessuno
lo capiva.
Prese la prima corsa diretta verso la scuola, il viso sepolto nella
kefia, gli auricolari nelle orecchie, guardava la poca gente presente in quel
vagone.
Impiegati che dormivano, impiegati che leggevano il giornale,
studentesse mattiniere che ripassavano in silenzio, fantasmi che guardavano il
mondo senza voglia di vivere, senza più sogni.
Lei non era un fantasma, aveva una casa e una famiglia, ma sapeva di
avere quello stesso sguardo.
Lo sentiva.
Forse stava annegando? Forse quella volta non si sarebbe più rialzata?
Distrutta da un ragazzo senza cuore e da un dicembre che non perdona, che ti
mette davanti senza pietà errori e fallimenti?
Non lo sapeva, non le importava di saperlo.
Scese a una fermata nei pressi della stazione, dove solopochi mesi prima aveva camminato spensierata
e si infilò in un bar.
Era piccolo, quasi vuoto, con qualche studente in divisa che progettava
di impiccare, da solo o in compagnia.
Ordinò una brioche e un cappuccino, non aveva fatto colazione e aveva
fame.
Si guardò di nuovo intorno, erano allegri, nella prospettiva di saltare
scuola….
Perché non imitarli?
Perché, per una volta, non mandare al diavolo professori e compagni e
ritagliarsi una mattinata per i fatti propri?
Da sola, senza nessuno che cercasse di tirarla su di morale , che la
spronasse a fare qualcosa o la compatisse.
Inarcò un sopracciglio, era tentata, ma non convinta.
[“Nee-chan! Lascialo perdere! È solo una stronzo!Non ti merita!”
La voce squillante di suo fratello un paio di giorni prima.
Chi era lui per decidere cosa meritasse lei?
Perché si impicciava continuamente nella sua vita nonostante i
rimproveri?
“Io credo che voi due dovreste chiarire….”
La voce finto saggia di Tayuya.
Chiarire cosa? Non era stata abbastanza chiara due giorni prima?
Volevano lo spettacolo di un’altra piazzata alla Yukari?]
Si alzò di scatto, pagò e tornò in metropolitana.
Avrebbe impiccato, al diavolo tutto!
“Deidara!”
“UHM?”
Il biondo le rivolse un grugnito.
“Dov’è tua sorella’”
“Sarà in classe, Syria! Dove vuoi che sia?”
“Ehi bombarolo dei miei anfibi! Lo sai da dove vengo io?Dalla classe e
se ti chiedo di tua sorella, significa una sola cosa…Che li non c’è!”
Syria mandava lampi dagli occhi verdi, detestava subire le scortesie di
Deidara alla mattina, soprattutto quando, come quel giorno aveva dormito poco e
male.
“Allora?!”
Abbaiò irritata dal silenzio del biondo.
“Non lo so!”
“COME NON LO SAI!”
“NON LO SO! STAMATTINA E’ USCITA PRESTO DI CASA, DAVO PER SCONTATO CHE
FOSSE QUI!”
Rientrarono insieme in classe, Michiyo e Sasuke stavano incredibilmente
parlando civilmente invece di scambiarsi insulti.
“Io dico che è la tipa adatta a mio fratello…Non hai sentito come l’ha
trattato?”
“Solo i sordi e un paio di storditi giù all’ Hokkaido non l’hanno
sentita…”
“Mmm….”
Il moro mugugnò, come a dire “Perché non sei d’accordo, allora?”, Syria
non era l’unica ad avere problemi con le mattine…
“Ma che concetto è? Scusa se una gli dicesse:”Sei un cane, bastardo,
stronzo, figlio di puttana, che merita di morire tra atroci sofferenze
invocando un soccorso vano” dovrebbe diventare sua moglie?”
“Madonna, Michiyo! Esageri sempre, eh?
Di la verità! Mio fratello ti sta sulle palle!
Ok! Non è un mostro di simpatia, anzi è un mostro e basta, ma voglio
che sia felice, altrimenti io mi esaurisco a convincerci insieme e voglio che
sia felice anche quella punkabbestia, sennò che gusto c’è a portare ogni
mattina il proprio culo a scuola?”
“Il tuo egoismo mi spaventa…”
Il moro alzò gli occhi al cielo.
“In ogni caso quei due sono come calamite. Tienili separati e li
spegnerai…
Dammi una mano ad aiutarli!”
“Versa un paio di lacrime e ti crederò…forse….
Sasuke! Io non aiuterò il tuo smisurato egoismo a stare meglio!”
La viola mostrò minacciosa un braccialetto di borchie per troncare sul
nascere le proteste dell’Uchiha.
“Raga!!!”
I due si voltarono.
“Avete visto Yukari?”
“No, credevamo fosse con te, Deidara!”
Dov’era Yukari?
Era di nuovo sulla metropolitana, ma non era più sola.
Hinata era in piedi accanto a lei.
“Yukari! Ma è sbagliato!”
“Perché mi hai seguito allora?”
“Perché…”
La Hyuga arrossi, si
portò le mani davanti alla faccia, rischiando di cadere quando il treno si
fermò e mormorò qualcosa.
“Prch dv frl io”
“EH?!”
“Perché DEVO FARLO ANCH’IO! DEVO IMPICCARE ANCH’IO E VISTO CHE TI HO
INCONTRATA MI SONO DETTA CHE SAREBBE STATO CARINO IMPICCARE CON TE!!!!!!”
Il tutto urlato a pieni polmoni.
“HINATA!!!!CAZZO!!!
Non lo deve sapere tutto il vagone che saltiamo scuola!”
La Hyuga si fece
piccola e tornò ad attaccarsi ai sostegni, mentre Yukari respirava piano per
calmarsi.
“Scusa Hina-chan! Ma non è buona politica dirlo a tutti! Ci
sgamerebbero!”
“Già…scusa…ma sono così elettrizzata!”
Yukari tornò a concentrarsi sul finestrino, aveva incontrato l’amica
fuori dal bar, anzi l’aveva quasi travolta ed era stata costretta a spiegarle i
suoi piani.
“Hina….Perchè impicchi?”
“ehmmm…i Nrt rgl…”
“Ma che hai stamattina? Quel destino maniaco di tuo cugino ti ha
tagliato le corde vocali?”
La corvina scoppiò a ridere.
“Ok…scusa…Voglio prendere un regalo a Naruto-kun!”
Yidashi borbottò qualcosa tra i denti, Hinata le rivolse uno sguardo
penetrante.
“Che hai detto, YUkari?”
“Niente!”
“Non fare questo gioco con me! Voglio bene a tee a Michiyo perché avete il coraggio di
trattarmi normalmente e non con i guanti di seta, compatendomi come la piccola
e sfigata Hinata!”
“Ok, ok! Ho detto che mi sembra esagerato fare un regalo a Uzumaki,
dato il megaregalo che gli hai fatto neanche tre mesi fa! Dovrebbe fartene uno
mega pure lui! Che ne so una collana!”
“L’amore non badaa questi
dettagli!”
“Hina…ma stai bene?”
“Io lo amo e sono contenta di fargli un regalo, che male c’è?”
“……..Nessuno….solo che anch’io vorrei qualcuno a cui farne uno…”
Hinata non disse nulla e si limitò a sfoggiare il suo sorriso zen di
consolazione, sapendo benissimo che era l’unica cosa da fare.
Sasuke non era tipo da darsi per vinto tanto facilmente, se voleva una
cosa, doveva averla e in quel momento voleva disperatamente la pace.
Voleva vedere suo fratello tornare di umore normalmente incazzato e non
terribilmente incazzato e Yukari agli antichi fasti, quando era una ragazza
spumeggiante e non una schizzata che cambiava umore ogni tre secondi.
Aveva bisogno di un’alleato, ma Michiyo aveva fatto orecchie da
mercante così doveva rivolgersi a qualcun altro, ma a chi?
“CAZZZO SASORI!!! LEVA QUESTA MERDA DI BARBIE LEGNOSA DAL MIO BANCO!!!”
I toni soavi del fratello di Yidashi lo fecero voltare e gli accesero una
lampadina nel cervello.
“DEIDARAAAAA!!”
“Che vuoi culo di gallina? Sono etero, lo sai si?”
“Non si direbbe dalle risposte da mestruato che dai!”
Il biondo si alzò imbufalito.
-cazzocazzocazzo! Perché non sto mai zitto? Adesso quello mi ficca un
petardo in culo e uno in bocca e si diverte a vedere quale esplode per primo!-
“Piccolo Uchiha bastardo! Per quale cazzo di motivo hai osato
disturbare me? il grande, supremo, megagalattico Deidara?”
Con uno sbuffo spostò il ciuffo, che gli copriva l’occhio cieco, da un
lato, Sasuke deglutì.
“Io avrei…una cosa da proporti, sempre che tu sia d’accordo ovvio!”
Il biondo inarcò un sopracciglio.
“Aiutami a farli tornare insieme, sguercio!”
-Cristo! una volta si, ma due no! Ha ragione la schizzata viola, sei un
masochista!-
Il biondo gli riservò l’identico sorriso angelico della sorella e come
Yukari gli rifilò un pedata sottobanco abbastanza forte da spaccargli o
quantomeno incrinargli una tibia, il moro si accartocciò boccheggiando.
“Porc…..! Ma cosa avete contro le mie gambe? Tu e quella pazza di tua
sorella siete arrivati vicino a spaccarmele!”
“Se usi tutta questa gentilezza non mi stupirei…”
“ Tua sorella diceva esattamente la stessa cosa…”
“Mia sorella non è morta! Non usare il passato iettatore!”
Fu il turno di Sasuke inarcare un sopracciglio.
“Va bene, va bene! Lo ammetto! Non sta tanto bene ultimamente ma si
riprenderà…”
“Se mi dai una mano si….”
“Perché dovrei farlo?”
“Perché le vuoi bene e la vuoi vedere sorridere!”
“Tuo fratello l’ha fatta solo piangere!”
“Ma se li facciamo chiarire sarà diverso! Lo sento in ogni fibra del
mio essere!”
Esclamò in tono ispirato.
“Ok…mi hai convinto…..ma praticamente che piano hai?”
“Hemmm….Nessuno….”
“Ringrazia i Kami che hai incontrato il supremo Deidara allora….”
Yukari era collassata, stavano scarpinando da ore in un centro
commerciale, senza che la sua socia riuscisse a trovare qualcosa che”esprimesse
appieno lo spirito di Naruto-kun, lo stesso che mi ha salvata dalle tenebre”
secondo le sue parole.
Lei aveva la matematica certezza che se Hinata avesse comprato una
fornitura vitalizia di ramen avrebbe trovato quello che cercava, ma non osava esprimere
quel pensiero ad alta voce.
“YUKARIIII!!”
La voce dell’amicapiù alta di
un’ottava le fece capire che erano in arrivo guai seri.
“Ohi!”
“Mio padre! Porca puttana! Mio padre!”
“Cazzo!!”
Il signor Hyuga meritava quella serie di imprecazioni poco gentili
dalla prima all’ultima, essendo noto per la scarsa magnanimità che usava sulla
sua sfortunata primogenita.
“Mucha mierda!
Hinata seguime!”
Yukari cominciò a camminare velocemente verso la scala mobile, seguita
dalla corvina, pregando che quel bieco non le vedesse.
-Ma porca puttana! Quello lavora 36 ore su 24! Ma proprio oggi doveva
venire al centro commerciale? Cazzone di un cazzone!-
La scala saliva rapida, ben presto furono al secondo piano e la mora si
infilò in un negozietto in cui era sicuro che il tiranno non si fosse mai
sognato di mettere piede.
Lo chiamavano negozio indiano, in realtà era un negozio per hippy e
alternativi, che vendeva pantaloni nepalesi a righine, maglie a patchwork o
sfumate,felpe dei gruppi rock, borse etniche, di Jack scheletron, spille e
gioielli etnici.
“Siamo salveeee…
Hina?”
La mora si voltò verso la corvina, che era caduta in uno stato di
adorazione.
“Ohi socia!”
“L’ho trovato…”
“Che?”
“ Il regalo….”
La mora si voltò verso l’amica che le stava mostrando una felpa su cui era
disegnato Dylan Dog, uno dei fumetti preferiti del ragazzo di Hina.
“Bella!!!è perfetta!!!”
Avevano compiuto la loro missione, così dopo aver fatto incartare la
felpa, silenziose come kunoichi scesero al primo piano e poi al parcheggio e
corsero verso la fermata della metropolitana.
“NEE-CHAN!!!! DOVEVI AVVISARMI CAZZO!”
“Piantala di urlare pirla! Non sono sorda e sono grande abbastanza per
decidere se impiccare o meno…”
Deidara decise di non prendersela, tra poco sua sorella avrebbe smesso
con quelle arie da iena incazzata…
Si infilò rapido una mano in tasca e fece partire il rumore del
campanello che avevo registrato sul cellulare.
“Chi cazzo…”
Quasi travolse Yukari per arrivare al citofono e fingere di rispondere.
“Chi era?”
“Itachi.”
“ Io con lui non ci parlo…”
“Ha detto che non se ne va finchè non gli parli …
La sorella scostò istericamente la tenda dalla finestra, fece
un’espressione indecifrabile e la richiuse.
“Che rimanga pure…”
“ Piove pure…non ti fa pietà?”
“I gatti abbandonati mi fanno pietà, i ricci schiacciati mi fanno pietà
ma ITACHI UCHIHA NON MI FA PIETà ! Può PURE ANNEGARE!!!!”
Urlò talmente forte l’ultima frase che la madre da sotto la doccia
arrivò di corsa in sala per vedere cosa fosse successo.
“Cos’ è successo, ragazzi?”
“Niente!”
La donna indietreggiò davanti all’occhiata assassina della figlia e
ritornò in bagno, chiedendosi chi diavolo avesse cresciuto per quindici anni,
quasi sedici.
Yukari rivolse un’altra occhiata truce al fratello, poi andò in camera,
sbattendo la porta e facendo cadere un quadro.
Poco dopo si alzarono le note di “Francesca ha gli anni che ha” dei Tre
Allegri Ragazzi Morti.
Quella sera Itachi arrivò a casa bagnato fino al midollo e furioso con
il fratello per averlo convocato sotto casa di Yukari e avergli dato buca.
Quella sera Sasuke ebbe paura di suo fratello, si chiuse in camera a
chiave , sprangò le finestre e finì per dormire nell’armadio, come quando da
piccolo aveva paura dell’uomo nero.
Quella sera la madre di Deidara vide suo figlio rivolgere a un poster
di sua sorella la seguente preghiera:”Santo Syd, ti prego! Guarda un po’quaggiù
perché ho paura che se alzo io la faccia tu mi sputi in un occhio, considerato
che quella pazza di mia sorella e la sua socia ti invocano sempre.
Lo so che tu sei l’ultima persona che può parlare dato che haiammazzato la tua tipa, ma ti prego falli
tornare insieme che io ho fallito!
Ti prego! O qui scleriamo tutti!
Un po’ di pietà Cristo!”
Quella sera la madre di Deidara capì che aveva allevato non uno ma due
figli pazzi.
Capitolo 52 *** 52)WHY MY HELL IS YOUR HEAVEN? ***
47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE
52) WHY MY HELL IS YOUR
HEAVEN?
Era domenica, una noiosa domenica dei primi di dicembre, lei era
sdraiata sul letto della sua cameretta, il suo piccolo buco, la sua tana
sicura.
Sentiva i suoi fratelli in salotto giocare alla playstation, Gaara
stava sicuramente vincendo a giudicare dai lamenti di Kankuro.
In altri tempi sarebbe stato impensabile vederla in casa a quell’ora,
ma allora aveva un’amica, Yukiko e un ragazzo Shikamaru.
Aveva avuto tutto, ma come sempre quando la sorte le sorrideva lei non
ci credeva e si aspettava la pugnalata alle spalle e se non arrivava
distruggeva tutto lei in una sorta di impulso autolesionistico.
Temari Sabaku non credeva più da un pezzo alle favole, ma il suo
cinismo era una maschera dietro cui nascondeva il suo disperato bisogno di
affetto, lei in realtà non aspettava altro che qualcuno sentisse le grida della
sua anima.
Si rigirò nel letto, ritrovandosi a guardare la parete su cui nemmeno
sei mesi prima lei e Yukiko avevano dipinto un murales con i loro nomi
intrecciati.
Trattenne le lacrime.
La porta si aprì con un cigolio, nonostante le sue proteste e i suoi
strepiti nessuno di quei due scansafatiche che vivevano con lei l’aveva oliata.
“Gemellina…”
Lo odiava quando la chiamava
così, avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo.
“Cosa vuoi, piaga?”
“Non sarebbe meglio se uscissi a fare un giro?”
Dovette impegnarsi per non scoppiare in una lunga risata isterica, la
stava rimproverando lo stesso ragazzo di cui il divano di casa si era adattato
al posteriore per il tempo che ci trascorreva?
Lo stesso che fino a pochi mesi prima non aveva mai avuto una ragazza?
“Kankyyyyy…va a farti un giiirooo!!”
Ci mise un tono di soffusa minaccia che il fratello conosceva bene,
infatti senza aggiungere altro, indietreggiò fino alla porta e uscì,
chiudendosela alle spalle.
“Non ci credo! Non è possibile!
Domani nevica verde! Il mio fratellino sfigato che mi invita ad uscire,
dov’è finito il rispetto? Stasera non lo faccio mangiare!!!”
Era innegabilmente irritata, sarebbe uscita, non per dare ascolto al
fratello, sia ben chiaro, ma perché lo voleva lei.
Si alzò con uno scatto e si diresse all’armadio, estraendone un vestito
nero e un corsetto nero con i nastri bordeaux, dalla rottura con il mondo si
era data al dark, nonostante i capelli continuassero a rimanere orgogliosamente
biondi e raccolti in quattro code.
Si vestì, si truccò con uno spesso strato di matita nera e un rossetto
molto scuro e spalancò teatralmente la porta della sua tana.
Gaara le rivolse un’occhiata assente, ma Kankuro osò farle un piccolo
sorriso soddisfatto.
“Una parola, neko, una sola e ti ribalto giù dalla finestra!”
Lui le fece uno sguardo da gattino [gattone] per intenerirla, lei
rispose con uno sguardo truce e lui tornò a concentrarsi sul suo gioco.
“Io vado.
Non mandate a fuoco la casa e non ammazzatevi.
Stasera niente cena.
Hasta luego!”
Uscì di casa, soddisfatta, mentre dietro di lei si sentivano rumori di
lotta e le urla calme del rosso :” Te l’avevo detto di farti i cazzi tuoi,
maiale nero!” e i lamenti del suo gemello.
Era incredibile, lui Neji Hyuga, magnifico rampollo degli Hyuga era
stato vilmente buttato fuori dalla sua magione come un sacco di patate plebee
da sua cugina, normalmente non in grado di ferire nemmeno una mosca.
Irritato percorse il vialetto e si buttò nelle strade affollate alla
ricerca di qualcosa da fare.
Gettò uno sguardo dalle vetrine al solito bar, ma lo vide monopolizzato
dagli strambi discorsi di Moriyama sulla giovinezza e ritenne saggio non
entrarci.
La vetrine scintillavano invitanti, traboccavano di nuovi oggetti da
comprare, vestiti da provare, ma lui non ne aveva voglia, era consapevole che
per essere un povero orfano che viveva grazie alla carità dello zio aveva già
abbastanza ciarpame.
“Che noia cosmica! Dio mandami un segno!!”
E la vide.
Pantaloni nepalesi a righine principalmente viola, clarks disegnate,
giubbino nero e cappellino da elfo, un’abbinamento di vestiti colori e stili
che su qualsiasi altra ragazza gli avrebbe fatto arricciare il naso, ma non con
lei.
Lei stava divinamente bene, con quei capelli fucsia sembrava una strana
e meravigliosa fata mandata dal fato apposta per lui.
Stava diventando terribilmente melenso.
“Yo Hyuga!”
“Ciao Harukaze!”
“Come mai in giro?”
“HIna mi ha buttato fuori casa….tu?”
“Cercavo i regali di Natale, ma sono a secco con i soldi.
Girano prezzi assurdi!”
Sbuffò contrariata.
“Che noia….”
“Ti annoi? So io come rallegrarti!”
Si sentì arrossire.
“Io…cioè… nonlo so…”
Lei lo guardò storto e gli rifilò un pugno in pieno stomaco prima di
sibilare:”porco!”
Aveva un bel destro per essere una fata eterea!
“Ehiii!! Scusa!!!”
“si si…vabbè…Comunque seguimi senza farti strane idee, per quelle basta
già quel cagnaccio di Inuzuka!”
Kiba aveva osato sfiorare la sua fata?? L’indomani l’avrebbe punito!
Lei lo prese per manoe lo
trascinò via.
Lui non aveva mai agito guidato totalmente dal suo amato destino, senza
sapere con precisione dove e con chi sarebbe finito, tendeva a non aprirsi, ad
avere le situazione sottocontrollo per paura di ferirsi.
Lui aveva barriere, muri e scudi a proteggere il vero Neji dal mondo
cattivo, che più di una volta gli aveva presentato i conti togliendogli la
madre e il padre e la zia, ma con lei….
Quando stava con quella strana ragazza si sentiva meno oppresso e un po’
più libero di essere se stesso, senza temere di aggiungere un’altra cicatrice a
quelle che già possedeva.
Era una sorta di boccata d’aria fresca in una vita piatta e noiosa.
Temari camminava un po’ gobba in mezzo a quella folla festante e
indifferente, nessuno si curava di lei, di quella ragazza vestita di nero con
una faccia truce, ognuno era preso solo da se stesso e dai propri problemi.
Nelle vie affollate del centro, lei si sentiva sola, più sola che nella
sua cameretta, perché almeno lì si sentiva protetta e non esposta agli altri,
come in quel momento.
Infilò una via laterale e si accorse che portava a una sorta di piccola
festa si quartiere, piena di luci, bancarelle e gente allegra.
Era una persecuzione!
La percorse, buttando occhiate indifferenti attorno a sé, finche
all’altezza di una bancarella di giochi le parve di udire delle voci familiari
e si fermò.
Scostò le tendine che pendevano dalla tenda che faceva da tetto al tutto
ed entrò, davanti a una macchina per prendere peluches c’era Uchiha che giocava
con Sakiyourai alla sua destra e Yidashi alla sua sinistra che gli urlavano
indicazione contraddittorie.
“A destra, corvo, a destra!”
“Sinistra, caspio!, sinistra!”
SAsuke sembrava non farci caso, forse era abituato, come tutti gli
Uchiha, alle stranezze.
Temari ordinò una birra e si mise a sedere davanti a un videogioco
accanto al loro per non perdersi lo spettacolo del trio comico involontario più
in voga della 1^A.
Yukari, visto che i suoi suggerimenti non venivano ascoltati, si
allontanò, Michiyo continuò a berciare, fino a quando il moro non prese un
pupazzo di Keroro.
“UUUUke!!!! Me lo daiiii????”
La viola iniziò a battere i piedi come una bambina piccola e a sfoggiare
il suo sguardo da gatta con gli stivali.
“NO! Io l’ho vinto e io me lo tengo!”
“Emo! L’ultimo che mi ha negato qualcosa non si è retto per un bel
pezzo sulle sue zampe!”
Gangsta-Michiyo iniziò a girare intorno a Sfigato-Uchiha come uno
squalo.
“Non ho paura di te schizzata! Io sono emo! Io sono forte!”
La viola si sfilò la cintura e il poveretto si strinse ancora di più al
pupazzo.
“Ma vi lascio un’attimo e voi mi fate il teatrino del bullismo?
Beccatevi queste e piantatela di fare le scene!”
Yukari, imperturbabile come sempre era spuntata con in mano tre
frittelle, di cui due, una ciascuno, per i due litiganti che gliela strapparono
letteralmente di mano come due persone reduci dal deserto del Sahara.
“Sas’ke! Che hai contro gli armadi?”
Il moro rischiò di strozzarsi.
“Non nominarliiii!!”
L’ultima paranoia in ordine di tempo di Uchiha erano gli armadi, non ne
sopportava la vista e non riusciva a sentirne parlare, la leggenda
metropolitana narrava che suo fratello l’aveva chiuso in quello della sua
camera per un giorno intero, ma gli interessati non smentivano ne confermavano.
“Va bene. Va bene!
Ma come farai con gli album di geometrico? E con la parallela?”
“Sono affari miei!!”
Rimasero un’attimo in silenzio e poi il moro riprese a parlare
“Sciagure della mia vita!”
“Si, disgrazia della nostra?”
“Io Ho fatto un sogno!”
“Bravo! Vedo che almeno un Uchiha dorme in quella casa di matti!”
“Non vi interessa sapere cosa ho sognato? Credo che voi potreste
aiutarmi a capire….”
“Claro que si! Spara!”
“Bhe ero a scuola, sciallo su un banco a farmi i cazi miei quando la
porta si apre.
Io ovviamente faccio finta di nulla, ma questo attacca a guardarmi e
non smette, lo osservo anch’io senza farmi sgamare: carino, con i capelli a
cresta, uno che piacerebbe a voi due, somiglia vagamente a quello che hai
pittato sulla maglia ‘Chiyo.
All’improvviso mi punta contro un indice, lo guardo spaventato, non
sapendo cosa vuole.
“ Ti dovrei spaccare in testa il basso per avermi disturbato, razza di
ignorante cosmico, ma sei un caso talmente disperato e la tua testa suona così
a vuoto che sarebbe inutile.
Amo troppo il mio basso per spaccarlo in testaa te!”
Giuro che mi ha detto così, m’ha fatto troppo paura!
Io ci rimango di merdae lui
scuote la testa.
”Ma ti devo punire! Lo capisci si?
Quindi preparati che ti sputo drittoin mezzo agli occhi!”
IO arretro ma spunta un muro e questo si avvicina sempre più…
Finché…non mi sono svegliato.”
Il moro, durante il lungo monologo non aveva notato le occhiate che si
rivolgevano le due e il fatto che mano a mano le loro facce si rannuvolavano
come un cielo quando la tempesta è in arrivo.
“Perché? Ho solo una domanda…PERCHE’?PERCHE’ CERTA GENTE NON CAPISCE LA FORTUNA CHE GLI è CAPITATA???”
Sasuke guardò la viola senza capire.
“Corvo emo! Sai chi ti ha visitato in sogno?”
“Un pazzo furioso che voleva sputarmi in un ’occhio?”
“NEIN!”
Sasuke rimase basito davanti al ruggito in tedesco della mora, deglutì
vagamente spaventato, Michiyo lo afferrò per le spalle e cominciò a scuoterlo.
“Cretino! era Syd VIcious! Il grande Syd Vicious, colui che invochiamo
sempre: Santo Syd!!!”
Lo mollò all’ improvviso e il moro rischiò di cadere per terra.
“Maria del carmeeelooo… “
“ma… Perché Syd ha detto che l’hai disturbato? Cos’hai fatto,
maledetto?”
Il moro non rispose e infilò rapido la porta più in fretta che poté,
inseguito dalle sue amiche.
“Hai la coscienza sporca!!!Stavi tramando qualcosa losco corvo emo!
Volevi rapirmi Giovanna!”
“bastardo! Parla!
Sono sicura che c’entri anche mio fratello, io vi ammazzoooo!!”
Temari scoppiò a ridere, come al solito quei tre avevano offerto un
siparietto divertente, erano uno strano gruppo, litigavano per la maggior parte
del tempo, ma sapeva che erano davvero legati, davvero amici.
Un po’ li invidiava.
Stava per andarsene quando qualcuno le picchiettò sulla spalla.
Era un’incubo, un fottuto incubo, non era possibile che la sua fata
l’avesse trascinato all’inferno!
L’inferno, per Neji Hyuga era una pista da pattinaggio montata in una
delle piazze del centro, fin dalla più tenera età aveva cercato di tenercisi
lontano, consapevole del fatto che quando era sul ghiaccio sfoggiava la grazia
di un’elefante in cristalleria.
Quando la fucsia si era fermata proprio lì era impallidito, sommerso
dai ricordi di quando sua cugina lo trascinava lì da piccolo, forse per
vendicarsi di tutte le angherie che le faceva subire.
“Neji-kun! Siamo arrivati!
Siamo anche fortunati che questo pomeriggio è gratis!”
Accidenti! Che immensa fortuna, pensava mentre si guardava intorno alla
ricerca di una via di fuga, ma la presa di Tayuya sembrava essere diventata
quella di un lottatore di wrestling.
“U-u-uao!”
“Su dai! Andiamo a prendere i pattini!!”
Lo trascinò via e in men che non si dica, si ritrovò con in mano due
pattini neri.
“Neji-kun! Non te li metti?”
-Mi sparerei piuttosto che metterli, ma ho lasciato a casa la pistola,
fata mia!-
Rassegnato, si mise i dannati aggeggi e cerco di tirarsi in piedi con
la voglia di un martire che si avvia verso l’arena, ricadde a sedere.
Si attaccò saldamente al bordo e questa volta riuscì a rimanere un
piedi, stava per tirare un sospiro di sollievo quando qualcuno lo afferrò da
dietro,facendolo vacillare pericolosamente.
-Destinooo! Aiutamiii!!! Fammi rimanere in piedi!-
Si riattaccò miracolosamente e si voltò per insultare l’idiota che
aveva attentato alla sua vita, era Tayuya che ora gli sorrideva, maligna come
unapixie.
“Neji-kun! Dai vieni con me!!”
Senza aspettare la sua risposta lo prese per mano e lo tirò verso il
centro di quella bolgia animata da dannati che sfrecciavano come furie,
cominciò a sudare freddo.
-aiuto!!-
Incespicando tentò di seguirla, ma cadde una volta, due volte, tre
volte, tra rabbia, freddo, dolore, umiliazione e l’eco immaginario della risata
di Hinata.
-Ora io Neji Hyugami tiro in
piedi, affronto questo bastardo e lo batto!-
Intontito, riuscì a raggiungere la posizione eretta, quando un bisonte
lo investì e lui vide il ghiaccio, nemico suo giurato, avvicinarsi sempre più
alla sua bellissima faccia.
-Destino malvagio ed infingardo! perché non mi vuoi un briciolo di
bene?-
Non seppe mai cosa rispose il fato, vide solo il ghiaccio farsi sempre
più vicino, sentì solo un dolore sordo all’impatto e poi fu solo il buio.
Si girò leggermente spaventata, la birra tremò nel bicchiere, chi era?
Due occhi neri dall’espressione dura che conosceva bene la stavano
fissando, facendola deglutire.
“Yu-U-kiko?”
Trovò il coraggio di boccheggiare, la sua ex migliore amica era lì
davanti a lei, con gli stessi codini, le stesse meches blu e la stessa aria a
metà tra l’annoiato e l’arrabbiato, più in là scorse anche Sasori che giocava a
qualcosa.
“Tema..sembra che tu abbia visto un fantasma….”
I suoi occhi bistrati si ammorbidirono in un accenno di sorriso.
“Non dici niente?”
In effetti si sentiva la bocca impastata, non riusciva a spiccicare
parola.
“c i a o”
Yukiko abbassò gli occhi.
“Tema, vorrei dirti una cosa…
Credo ….credo di aver reagito un po’ eccessivamente l’ultima volta che
ci siamo viste.
Non dico che tu sia senza colpa, ma anch’io ho esagerato, forse avrei
dovuto mostrare un minimo di comprensione.
In ogni caso, abbiamo sofferto tutti abbastanza, io, te, Shika, ma dato
che lui sembra stare meglio, ecco…”
Sembrò farsi coraggio.
“Ecco….mi piacerebbe che tornassimo a frequentarci….”
Tema la guardò incredula, ricevere il perdono della mora era una cosa
rarissima,chiunque avesse ferito
profondamente lei, suo fratello, i suoi amici o gli Akatsuki, per lei diventava
come morto.
“Io…io …sono felicissima!!!
Si, va bene!”
Yukiko le sorrise timidamente.
“Tema, se non ti dispiace tornò da Sasori.”
“Figurati! State insieme adesso, vero? Siete una bella coppia, ho
sempre pensato che avreste finito per fidanzarvi!”
“Grazie! Ciao!”
YUkiko si allontanò lasciandola sorridente, era successo un piccolo
miracolo!
Alzò le braccia la cielo, ma nel farlo un po’ di birra schizzò addosso
a un ragazzo accanto a lei.
“Ma sei scema! Stai più attenta!!”
Era carino, con degli strani capelli bianchi che gli arrivavano alle
spalle, gli occhi verdi, truccati di rosso e uno strano tatuaggio in fronte.
“Oddio scusaaaa!!”
Lui sbuffò e la lasciò lì, da lontano vide Yukiko che le faceva
l’occhiolino e segno di seguirlo e sorridendo le ricambiò il gesto, uscendo
dalla bancarella.
“EHIII!!!”
Lui si voltò, vagamente irritato.
“Scusa scusa! senti ti va se per rimediare ti offro qualcosa?”
“In un bicchiere o ancora addosso?”
“No bhe, in un bicchiere…dai!!”
Le fece la faccia da gattone, specialità indiscussa del gemello e lui
capitolò.
“D’accordo, andiamo, malontano
da questa bolgia!”
Lei sorrise di nuovo, mentre lo prendeva a braccetto e lo trascinava
con sé.
“OH! Ma hai visto? Una palata da centodieci e lode!”
“di piùùù!!! NEji-kun ci ha lasciato l’impronta della faccia su quella
pista!
Ci faranno una Veronica!”
“Veronica? Chi è? Dove l’hai vista? È carina?”
Kiba scosse la testa la testa e guardò Akamaru, che ricambiò afflitto
l’occhiata.
“lascia perdere Naruto. Sei pure fidanzato…”
“già… ma non ho ancora capito perché l’hai nominata questa Veronica,…”
“Ten…glielo spieghi tu?”
La castana non diede segnodi
vita, era appiccicata al cellulare e aveva ripreso tutta la scena,
sogghignando.
“Ten? Perché hai ripreso tutto?”
“Perché lo metto su you tube….”
Kiba la osservò senza capire.
“Perché?”
“Perché siamo giovani e la giovinezza è fatta di grandi umiliazioni e
…piccole, innocenti, VENDETTE!!”
ANGOLO DI LAYLA
Aloha lettori! Questa volta non ho particolari
canzoni da consigliare, stranamente non ne ho messa nemmeno una nella storia…un
piccolo miracolo.
Allora… un piccolo ringraziamento a Beckill per l’idea
di Syd che rimprovera Sasuke e un consiglio non richiesto per le vostre
letture.
Vi consiglio di leggere “Click” di Jaheira, non perché
è la mia socia, ma perché è davvero una storia che vale, profonda che merita di
essere letta.
È una Sasu-Saku, con una Sakura un po’ diversa
dallo stereotipo che io odio, davvero dateci un’occhiata!
Passiamo alle recensioni
Slice: Grazie! Sono contenta che faccia ridere! Spero di non farti arrivare a
novant’anni per farti leggere la fine, io ne avrò all’incirca 85 e un piedino
con tanto di bastone nella fossa!
Spero ti piaccia anche qst! Alla prossima! Ciaooo!
Ice queen 88: grazie! Sono contenta che ti sia piaciuta la preghiera di Deidara! Per
Sakura: tornerà, non so quando e come ma tornerà, la chiedete talmente in tanti
che ho paura che se non la faccio tornare andate voi a prenderla a Londra XD!
Abbi pietà di Yukari, io la capisco benissimo, ho
il perdono difficile indi Itachi dovrà strisciare ancora un bel po’…
Alla Prossima!
Talpina pensierosa: Grazie^^! È divertente far soffrire Sasuke, un’antistress fantastico^^,
se non fosse già di Kishi-sensei lo brevetterei…
Alla prossima.
Ra92:Un fan club per
me? oh Gesù! Non credo proprio di meritarmelo! Grazie!!!
Spero di non deluderti con questo capitolo!
ciaooo!!
Jaheira: Ciaooo Socia! Ho paura anch’io che i santi ci volteranno le spalle, ma
l’importante è credere in loro e andrà tutto bene U_U!
Oddio qst capitolo è stato un parto, tra
interruzioni varie ci ho messo 4 giorni…forza e coraggio per la one-shot! Ce la
farai! Syd e Bob ti vegliano!
Ciaooo!!
HinaNaru: ciao! Bentornata! Le madri fanno sempre qst scoperte, fa parte del
mestiere…tipo mia mamma è dall’inizio dell’adolescenza che ha realizzato che ha
una figlia che perde tanti neuroni quanti capelli e che è incamminata sulla via
della pazzia.
Se nancy è un diminutivo del nome ti chiami
Nicolette, giusto? Non hai un Syd da prestare a me e a Beck? XD
Vabbè basta! Ti saluto!
Grazie e ciaooo.
Ali di piume:SAsuke? Si è salvato…. Spero che la tua curiosità sia stata soddisfatta
in qst capitolo! bello il Belgio, ma soprattutto belle le vacanze!!!
Era arrivato il fatidico 25 dicembre, tra luci, suoni di zampogne e
borbottii di Syria e Yukari, irritate da tanta gioia consumistica.
La scuola era finita il 23, con una bella festa con tanto di panettone,
pandoro, spumante e scambi di regali, tra risate e scleri vari.
Hinata era discretamente felice, con la pancia piena e gli occhi sognanti,
non si curava dello sguardo gelido del padre e della sorella, s’immaginava lei
e Naruto a pattinare o in un bar a scambiarsi i regali, chissà cosa le aveva
preso?
“Hinata! È pronto il caffè, spegni la moka!”
Suo padre ordinò arcigno come sempre, ma lei non lo sentiva, per la
prima volta da quindici anni si sentiva felicemente altrove.
Con gli occhi della mente vedeva la scena con una precisione pazzesca,
lei e Naruto abbracciati sulla pista di pattinaggio, lui che ballava con la
grazia di Fred Astaire e lei era la sua Ginger.
Sorrise beata, mentre si immaginava di stare stretta a lui, che
delicatamente l’accompagnava fuori dalla pista e la scortava in un bar
sofisticato del centro, con tanto di fiori e candele sui tavoli.
Lei gli dava il suo regalo, lui le dava il suo.
Hinata si vide scartare il pacchetto e sbiancare alla vista della
piccola scatola di velluto blu.
“Tesoro, apri…”
“Hinata?”
Il mondo reale tentò di far sentire la sua presenza con la voce
fastidiosamente glaciale di suo padre, ma il suo cervello vi oppose fiera
resistenza e la scacciò via
Hiashi Hyuga , leggermente sorpreso dal comportamento della figlia
maggiore, l’aveva chiamata una seconda volta, ma lei non avevaaccennato a rispondere ne ad alzarsi.
“HINATA?!”
Hinata, persa nei suoi sogni tentò di aprire un tovagliolo, sotto lo
sguardo incredulo dei familiari, e si mise a rimirare un inesistente anello che
credeva di indossare.
Lui, Naruto, era inginocchiato ai suoi piedi.
“Amore…questo anello è una promessa, tra tre anni ci sposeremo.
Mi vuoi?”
“SIII ! FANCULO IL MONDO! IO TI SPOSEREI PURE ADESSO!!”
Nella vita reale mormorò qualcosa di inintelligibile.
“HINATAAAA!!!!
Il tono di Hiashi Hyuga si alzò impercettibilmente di un’ottava, era
preoccupato , in quindici anni sua figlia non aveva mai reagito così.
La corvina fece un’ altro sorriso strano, ora si vedeva con i due
figli, un bambino moro di nome Minato e una biondina di nome Emiko che la
guardavano in attesa della loro favola preferita, la storia dei loro genitori e
lei Hinata era felice di accontentarli.
“Tre anni dopo, nonostante il parere contrario di mio padre ci
sposammo.
La band di vostro padre ebbe un successo strepitoso, diventammo
ricchissimi e accogliemmo in casa come addetto alla manicure di Osvaldo, il
nostro pony, mio cugino Neji.
Siamo magnanimi, nevvero?
Poi, piccoli cari, l’azienda di vostro nonno fallì e lui ora mendica
come un barbone, perché è troppo orgoglioso di chiedere aiuto alla figlia
fallita…
Ricordate! L’orgoglio è una brutta bestia!”
Il padre la sentì mormorare:”chiamerò la mia prima figlia Emiko….”e
sussurrò stancamente all’altra figlia.
“Hanabi vai tu, perché questa l’abbiamo persa…”
La bambina, ridacchiando si alzò e servì il caffè, il padre scrutò
pensoso il fondo della tazza, la sorella lo trangugiò tutto d’un fiato.
“Padre, vado a cambiarmi…”
“si si vai….Io mi stendo, questo pranzo mi ha prosciugato….”
La sigaretta si consumava lentamente nel posacenere e lui la guardava
quasi ipnotizzato, gli occhi neri persi nel rosso di una brace che si riduceva sempre
più.
“e quelle che sanno
spiegarti l'amore
o provano almeno
a strappartelo fuori
e quelle che mancano
sanno mancare
e fare più male”
La voce leggermente roca di Ligabue si alzava dalla camera di suo
fratello, facendogli compagnia, ricordandole lei.
Cosa stava facendo a Londra?
Un po’ si ricordava di lui non solo come lo stronzo della situazione?
Aveva capito che in un certo senso l’avevano fatto per lei?
Le donne lo sanno….
Lei lo sapeva?
E suo fratello? Perché ascoltava Ligabue invece dei soliti Punkreas?
Pensava a Yukari?
Spense la sigaretta con un colpo secco, non poteva concedersi questi
momenti, non doveva avere rimpianti, aveva fatto le sue scelte.
“è andata come doveva - come poteva”
La canzone era cambiata, come se Ligabue avesse voluto fornirgli delle
risposte, forse doveva solo aspettare il suo ritorno e vedere cosa sarebbe
successo, ma mentre lei non c’era?
Cosa doveva fare?
Si trascinò verso il telefono e compose il numero degli Yidashi, nella
speranza di parlare con Yukari.
“Qui casa Yidashi. Chi parla?”
Aveva risposto il fratello.
“Ciao Deidara, sono Sasuke. C’è tua sorella?”
“ Non lascerò che un’Uchiha lerompa le palle anche il giorno di Natale.”
Rimase impalato con la cornetta in mano, che emetteva un flebile
tu-tu-tu-tu, il biondo aveva riattaccato arrabbiato.
Tornò in camera sua raccolse il giubbino e si tuffò nelle strade poco
affollate, verso il chioschetto di Teuchi-san, sperando di trovare un po’ di
compagnia.
Aveva tanta confusione in testa, si sentiva solo, odiava il Natale da
quando non c’erano più i suoi, lo rendeva triste e malinconico.
Aveva avuto tanto, aveva perso tanto, aveva distrutto tanto, forse
troppo e non voleva affrontare il peso della solitudine.
C’era troppo rosso in quella festa e il rosso gliela ricordava.
Sakura….
Era in piedi davanti all’armadio.
Si tormentava il labbro, era pieno di troppi vestiti sbagliati, abiti
seri e kimoni in cui non si riconosceva.
Non li aveva scelti lei, glieli avevano imposti e a lui sarebbero
piaciuti?
Allungò la mano verso un abito nero, elegante, forse troppo, castigato e
legnoso.
“Non vorrai metterti quello?”
La voce di sua sorella la fece sobbalzare.
“Hanabi?”
“Già. Hinata sei stata una grande con papà oggi!”
“Che ho fatto?”
“Non te lo ricordi?”
“NO.”
“Non fa niente. Davvero vorresti metterti quello?
Non è da te, non ci sarai mai tu dentro a quel vestito!
Mi ricordi Lane, quella di “una mamma per amica”, usa il guardaroba
segreto!”
La corvina guardò sua sorella spaventata.
“Lo sai?”
“Si e ti invidio.
Tu sei libera, tu non hai papà che ti sta sempre con il fiato sul collo,
per i voti, per il piano, per la danza, per tutto.”
Era inequivocabilmente un grido d’aiuto, la decenne Hanabi, la sorella
perfetta, non voleva soffocare per colpa di suo padre, non voleva un futuro
pianificato in ogni dettaglio, voleva solo vivere.
Hinata si sentì più vicina a lei, ora la capiva la sua sorellina, portava una maschera tutti i giorni, forse più
pesante della sua, perché anche Hanabi dietro a quei gelidi occhi bianchi
sapeva vedere più degli altri.
La abbracciò.
“Hanabi….adesso e in futuro lo sai che sono e sarò sempre dalla tua
parte, vero?”
“Si…e adesso apri quella botola a lascia che ti aiuti a scegliere i
vestiti.”
La corvina annui commossa.
Rimasero ore a guardare, valutare e fare ipotesi inginocchiate davanti a
quella botola piena di vestiti che Hina non osava mettere in pubblico.
Alla fine optarono per una camicia nera, una cravatta viola, una gonna
nera piena di spille, delle calze nere con sopra delle calze a rete viola e un
paio di anfibi neri.
Per la prima volta Hinata si vide bella, anche grazie del trucco nero
più marcato del solito.
Sorrise alla bambina che le sorrise di rimando, per la prima volta da
quando ricordava si sentivano in sintonia.
“quindici anni già
e un amore da dimenticare
consumato in sogno
che è più vero che provare “ Le
parole arrabbiate di “Quindici Anni già”dei Tre Allegri ragazzi Morti” uscivano dal locale, svanendo lente
nell’aria fredda di dicembre.
Lui era lì incerto sulla soglia, i Tre Allegri ragazzi Morti, ovvero
Yukari e il suo mondo, così inconsciamente e incredibilmente simile a quello di
Sakura.
Scosse la testa e aprì la porta scorrevole del chiosco, Teuchi gli
sorrise.
“Yakitori, Sas’ke-kun?”
“Si grazie!”
L’uomo intanto gli porse una birra e degli stuzzichini, lasciandolo
lievemente stupito.
“A Natale devono essere tutti più buoni, piccolo….E tu e gli altri tuoi
folli compagni di classe siete come una strana famiglia folle e allargata per
me, quindi bevi…”
Il moro arrossì e nascondendo le lacrime lasciandosi cadere i capelli
neri davanti agli occhi, mormorò un flebile:”Grazie!”.
Una folata di vento gelido annunciò che qualcuna’altro era entrato nel
locale, Uchiha si voltò senza reale interesse e un sorisetto gli increspò le
labbra: Ai Takamura, gonna scozzese, giacca di pelle, anfibi e calzini flosci e
neri d’ordinanza si stagliava quasi imbarazzata davanti all’ingresso.
“UChiha?”
“Takamura! non hai una famiglia da tormentare a Natale?”
Lei si sedette scocciata accanto a lui.
“Hai toppato piccolo stronzo, sono loro che tormentano me.
TEuchi, potresti portarmi una birra per favore?”
“Si, Ai.”
“Perché?”
“Perché non sono la figlia perfetta o meglio non lo sono più.
Non sono sempre stata così, una volta ero una brava ragazza, poi un
giorno ho sclerato.
Anni di rabbia repressa, uno spunto banale e il vulcano è esploso, ma
loro invece di mostrare comprensione mi hanno semplicemente voltato le spalle.
Ora sono la teppista e nessuno vede niente di buono in me.”
“Forse perché non glielo lasci vedere….
Fidati di qualcuno una volta ogni tanto.”
“Ogni volta che ci provo va in merda.
A me Gaara andava a genio.”
“Si va bhe….ma con lui ci provavi e Mimichi ha il suo orgoglio che non
perdona. Tipa tosta,”
“Grande tipa.”
“Esci con noi, io, Sakiyourai e Yukari ogni tanto…”
“Potrei pensarci….”
AI sorrise e fecero un brindisi con le birre.
“AL Natale che rende tutti più buoni.”
Bevvero la prima sorsata in silenzio, mentre Teuchi trafficava in
cucina.
“tutta la noia di suo madre
tutte la bugie di sua padre
tutta la noia di suo madre
tutte le bugie di sua padre” “E tu Uchiha? Cosa ci fai qui?
Niente pranzo in famiglia?”
“La mia famiglia
è solo mio fratello . I miei sono morti.
È in queste occasioni che mi mancano, io e lui non sempre sappiamo
comunicare…”
Lei arrossì impercettibilmente.
“scusa non sapevo…”
Continuarono a bere in silenzio, Teuchi arrivò con gli spiedini.
“Conosci tre allegri ragazzi morti?”
“Un po’. Yukari mi ha passato qualcosa.”
“Sai…c’è una canzone che si chiama “Mio fratellino ha scoperto il rock
‘n’ roll, parla di questo ragazzo che si rifugia nella musica. C’è un pezzo che
fa tipo così:
“perché
le canzoni dicono tutte la stessa fottuta cosa?
perché i nostri genitori non si preoccupano per noi?
perché i nostri genitori non hanno paura per noi?”
Sai è quello che mi chiedo io quando penso ai miei, ho fatto un’errore e
loro niente, mi hanno condannata e basta, senza chiedersi perché l’avessi
fatto.
Io volevo e voglio che me lo chiedano e così continuo a fare casino,
ogni volta di più sperando che si interessino a me.
Non succede mai , Uchiha.
Mai.
È come se ci fosse un muro e io in quella casa soffoco sempre un po’ di
più.”
“Mi dispiace, Takamura.”
“Non fa niente. Non puoi farci niente…Sasuke uccidiamo la noia,piuttosto! Andiamo a fare casino da qualche
parte!”
Gli sorrise, in quello strano modo, un po’ da canaglia, un po’ da
ragazza fragile e lo trascinò fuori dal locale
“voglio un vita che sia tutta mia”
Era seppellita nell’incavo del suo braccio, cercando di ignorare le urla
di terrore della ragazza che il serial killer del film stava squartando.
Perché aveva scelto proprio un horror?
Perché?
Perché la condannava a fare la figura della piattola?
Lui, poteva scommetterci, si stava divertendo una cifra.
Quando finalmente quella tortura finì e le luci si erano accese in sala,
lei era ancora lì attaccata al suo ragazzo.
“Amore…è finito.”
Hinata non rispose e lui se la caricò in spalla, facendola arrossire.
“Naruto!! Mettimi giùùùù!!!
“Quando siamo fuori, HInata- chan!.
-ohmiodddddiiioooo!!-
Non osò alzare gli occhi finché non si senti appoggiare a terra, notò
che erano davanti a un pub, dall’aspetto dimesso.
“amore! Ma sei fuori?”
“Ma perché? Tu non ti muovevi più! Sembravi tipo morta e dovevamo uscire
dal cinema!!”
Hinata arrossì.
“Mi hai fatto vedere un horror! Gli horror fanno paura!!!”
“Mannòòòò!! Sono così dolci e teneri!”
“chissà se anche la tipa che il maniaco di turno ha squartato condivide
la tua opinione?”
Il biondo si grattò la testa, poi la prese per mano e la portò dentro al
locale.
Scelsero un tavolo in fondo al locale e ordinarono due cioccolate.
“Scusa Nacchan! Ma sclero quando vedo degli horror!”
“Non fa niente Hina-chan! Questa cioccolata sembra proprio buona!”
Lei gli sorrise, la sua adorabile testa quadra aveva già archiviato l’incidente…..
“’mooore…”
“Si?”
“Ti ho preso il regalo.
Mi sono detto che dovevo prenderti qualcosa di speciale, qualcosa che ti
dovesse far pensare a me ogni volta che l’avessi visto…”
Il cuore di lei perse un paio di battiti, le aveva preso un anello?
Le porse un pacco che lei scartò
avidamente, dalla forma non sembrava un’anello, però…Chissà cos’era?
Rischiò l’infarto.
Una tazza per ramen, decoratacon
rane e spirali le stava davanti spavalda e scintillante, sotto il suo sguardo
sgranato.
-Gesù….svegliami! Dimmi che è un sogno o una candid!-
“Ti piace amore?”
“Si…”
- te la spaccherei in testa, pirla!-
Fece un piccolo sorriso e gli porse a sua volta il suo regalo,
leggermente agitata, gli sarebbe piaciuto?
Lui sembrava un bambino, sorrideva beato, mentre lacerava febbrile la carta
arancione del pacchetto.
Un sorriso ancora più grande gli si allargò in volto quando estrasse la
felpa, era completamente perso nella contemplazione del suo idolo, quasi con le
lacrime agli occhi.
“HIna….è…è meravigliosa! Tu sei meravigliosa!
Cosa ho fatto per meritarti?”
Hinata arrossì di gioia, completamente dimentica di quel orrore in forma
di tazza che ancora li guardava dal tavolo.
Iniziarono a baciarsi, incuranti degli altri avventori.
Yukari era incredula, davanti al poster di Syd, con il cellulare ancora
in mano.
“ ma tu dimmi…Syd dimmi…Come puoi regalare alla tua ragazza una tazza
per il ramen?
Orribile per giunta!
Rane e spirali! Mi sa che è passato zio Bob a rifornire il designer di
quello schifo…
Miii!
Dopo tutto quello che lei ha fatto per lui, dopo tutta la fatica che
abbiamo fatto io, Michi e Sasuke per farli mettere insieme!
Una tazza!
E lei….che dice che non ha mai ricevuto regalo migliore…
Io…sono senza parole…”
“Nee-chan?!”
Fece un salto di due metri, suo fratello era apparso accanto a lei con
il cordless.
“Sono Michiyo e Syria.”
Annuì e pensò che oltre ad una visita psichiatrica per Deidara, aveva
saputo di quello che aveva detto a Sasuke, doveva prenotarne una anche per se.
“Ciao girls!”
“Ciao!
Dobbiamo dirti una cosa che non ti piacerà…”
Il suo cervello prese a galoppare.
Cosa dovevano dirle?
I Rancid tenevano un concerto in Giappone, ma i biglietti erano già
finiti?
La Fukasada in realtà era
un uomo e si era innamorato di lei e progettava di rapirla?
Itachi dopo la sua sfuriata aveva incontrato la donna della sua vita ed
entro il mese sarebbero convolati a nozze?
All’ultima ipotesi sentì prudere le mani e si immaginò mentre prendeva a
testate la sposina dopo la fatidica frase:”Chi ha qualcosa da dire parli adesso
o taccia per sempre.”sotto gli sguardi increduli del prete e di Itachi.
“Allora?”
“Facciamo capodanno al minshuku della nonna di Syria.”
“Nooooo!”
Sentì la dark ridacchiare dall’altra parte della cornetta e sussurrare a
Michiyo:” Crede che sia come quello di Shiman King, pieno di fantasmi!”
Yukari riattaccò disperata…si prospettava un capodanno terribile.
Santo Stefano si prospettava essere una di quelle giornate in cui
l’unica azione che si potesse compiere senza rischiare era quello di cambiare
posizione per conciliarsi il sonno.
Iniziò malissimo, alle sette di mattina Yukari fu svegliata dalle
bestemmie di sua madre, che si era imbattuta in una scultura di Deidara che le
era quasi esplosa addosso, grugnendo si tirò il cuscino sulla testa e cercò di
tornare a dormire.
Un’ora più tardi, proprio mentre stava per prendere sonno, fu il turno
di suo fratello , qualcuno aveva rotto la sua piastra e lui reclamava a gran
voce un colpevole da punire, lei per la precisione.
Lo maledisse in silenzio, come faceva quell’idiota a pensare che
l’avesse rotta?
Lei ne aveva felicemente ignorato l’esistenza fino a quel momento.
“CHIUDI IL BECCO, FRACASSONE, SE TIENI ALLA TUA MISERA VITA!”
Il ruggito le era salito spontaneo e non premeditato, ma ottenne
l’effetto che desiderava, il biondo tacque e lei si girò su un fianco,
rintanata ormai sul fondo del letto.
-E mo si dorme!-
Lo squillo feroce del telefono, nemmeno cinque minuti dopo la smentì
clamorosamente, non avrebbe dormito affatto!
“Tesoroooo! È per teeee!”
Bestemmiò a bassa voce e sbraitò con la sua voce da oltretomba
postrisveglio:
“Chi diavolo è??”
“Sakuraaa!”
“Chi?”
“Asahara, la tua amica!”
“Chiamala Syria, che ho una compagna che non sopporto che si chiama allo
stesso modo!”
“E io come facevo a saperlo?”
Sbuffando scalciò via le coperte e uscì dalla camera, spiritata e con i
capelli come quelli di una furia e strappò il cordless dalle mani di sua madre.
“Allora? Che cazzo vuoi?
Ti sembra l’ora di chiamare?
Io sto dormendo lo sai!”
“Buongiorno mattina amore!
Simpatici come un yoghurt inacidito eh?
Se tu ieri sera non avessi riattaccato e poi staccato il telefono non ti
avrei chiamata!
Porta le tue chiappe stanche al solito bar! Dobbiamo parlare del
capodanno!”
Prima che potesse replicare Syria aveva chiuso la comunicazione.
“VAFFANCULO ASAHARA!”
Sua madre la guardò male.
“Mi ha chiamato perché dobbiamo organizzare una stramaledetta festa di
capodanno.
Che cazzo di motivo è?”Biascicò a mo di spiegazione.
Sua madre scosse la testa.
“vado a prepararmi….”
Si rintanò in camera, ne uscì con dei vestiti sottobraccio e sbatté suo
fratello fuori dal bagno, dove stava tentando di riparare quell’accidenti di
piastra.
“L’HAI ROTTA TU!”
“Non ti rispondo nemmeno, piaga, perché non lo meriti!”
Come poteva accusarla di averla usata? Sapeva benissimo che aveva dei
capelli che erano quasi refrattari alla spazzola!
Dieci minuti dopo uscì indossando dei jeans logori e una felpa dei Sex
Pistols, ancora di umore infernale e con la voglia di tornare a dormire.
“Deidara! Prendo il tuo motorino!”
Afferrò le chiavi e non ascoltò le giuste proteste del fratello, che le
dava dell’incosciente visto che non aveva mai guidato uno scooter in vita sua.
Sentiva il suo sguardo nero bruciargli sulla pelle, era
inequivocabilmente furiosa, la predica era dietro l’angolo con ogni
probabilità.
Itachi aveva sbagliato due accordi e aveva stonato, Yukiko non
gliel’avrebbe perdonato, non questa volta, visto che ultimamente aveva spesso
la testa tra le nuvole e lei più di una volta aveva generosamente chiuso un
occhio, ma lo sapeva che la sua pazienza non era infinita.
Finirono la canzone e Naruto iniziò a fare il pagliaccio con Kiba,
sembrava che quei due avessero fatto pace….
“Itachi…”
La sua voce fredda risuonò come una fucilata nel vecchio scantinato
pieno di graffiti.
“Si?”
Si disse di mantenere la calma, Yukiko non era un demone e lui poteva
batterla…
“Vieni nel mio ufficio.”
Era un’eufemismo chiamare ufficio, quel bucocon solo una finestra minuscola, ma decise di
non replicare e appoggiò a terra la chitarra e seguì la ragazza.
“Che Syd ti assista fratello, è incazzata nera…”
Shikamaru gli aveva appoggiato una mano sulla spalla per incoraggiarlo e
lui replicò con una smorfia.
Syd….quello che nominava sempre lei.
Lei…
Entrò e si chiuse la porta alle spalle, Nara senior era stravaccata su
dei cuscini con una sigaretta che le pendeva dalla bocca, minacciosa come non
mai nella sua calma innaturale, non era da lei usare i guanti di velluto con
qualcuno.
Rabbrividì.
“Allora Itachi…Abbiamo un problema…”
“Capita a tutti di sbagliare, non essere tragica.”
“Non tentare di fregarmi, tesoro… è da un po’ che va avanti questa
storia.
Hai la testa da un’altraparte, è
per questo che continui a sbagliare, vuoi che ti dica dove ce l’hai?”
“Non vedo come potrei impedirtelo. Muori dalla voglia di farlo…”
“Oh oh! Il piccolo Ita Ita Neko gioca a fare la vittima della terribile
Yukiko!
Piantala di raccontarti balle! È a Yukari che pensi!
Non ho ancora capito perché la stai ferendo così, ma non importa, non
voglio sapere cosa c’è in quella testa bacata che ti ritrovi…”
“Oh si che vuoi saperlo!”
“No! …..D’accordo ho fatto delle ipotesi.
Mi chiedo se siano delle sorta di prove per lei, vuoi vedere fin dove
arriva la sua pazienza o forse sei solo stronzo, ma questo non è rilevante…Tu,
Itachi Uchiha, questa volta ti sei innamorato!”
“No!”
“No? E allora perché stai così? Non è la prima volta che giochi con
delle tipe, le illudi e poi le pianti, ma non te è mai fregato nulla.
Lo so perché non sei mai stato così distratto!
Cos’ è il tuo problema?
No, non rispondermi! Lo so già qual è: è l’orgoglio, il fottuto orgoglio
degli Uchiha!
Sembra che abbiate paura delle felicità, che quando ce l’avete lì a un
passo ladobbiate allontanare come se
fosse un mostro.
Ti sei comportato da stronzo e su questo non ci piove.
Ti ha fatto una scenata memorabile, per cui vale la pena farle un
monumento, nessuno ha mai avuto il coraggio di metterti così davanti ai tuoi
errori, ma ti sei mai chiesto perché te l’ha fatta?”
“Perché mi odia e vorrebbe vedermi tre metri sotto terra?”
“Perché insulti la tua intelligenza, marmotta?
L’ha fatto perché vuole darti un segnale! Le interessi ancora, ma è il
tuo turno di darti da fare, codardo! Lei non è la tipa da usare e gettare!”
“Yukiko…perché non sei mai gentile?”
“Perché tu hai bisogno di qualcuno che ti scuota, bello!”
Purtroppo, come sempre, aveva ragione, doveva darsi da fare se la
rivoleva indietro, ma la verità era che aveva paura di essere respinto perché
come aveva detto Yukiko, lei non era come tutte le altre pronte ad accorrere a
ogni suo cenno.
La piccola riunione non procedeva affatto bene, Michiyo era sull’orlo
della disperazione, Syria e Yukari mandavano lampi.
La sorella nel punk era arrivata di umore nero e con pochissima voglia
di collaborare, si era seduta, aveva ordinato la colazione e poi era rimasta in
silenzio, come Syria aveva previsto.
La dark le aveva detto che la mora detestava i bruschi risvegli prima
delle nove e che di conseguenza era intrattabile, ma non credeva potesse essere
così terribile.
Dopo aver mangiato avevano iniziato a discutere e a proporre idee per la
festa, la viola non sapeva cosa avesse l’amica contro quel minshuku, ma
qualunque cosa fosse doveva essere di proporzioni colossali perché aveva
stroncato senza pietà qualsiasi proposta.
Yukari rimaneva chiusa nella sua disapprovazione e Syria si arrabbiava
sempre più, gli occhi verdi lampeggiavano e la fronte le si corrucciava sempre
più, a peggiorare la situazione era arrivato Shino.
Il ragazzo con gli occhiali si era seduto al loro tavolo e
alternativamente aveva iniziato a dare ragione a una o all’altra, senza
soluzione di continuità facendo salire la tensione.
“è una cazzata aprire le terme! Saranno tutti troppo fusi per andarci!
Naruto e Kiba bevono come spugne e a Moriyama basta un bicchiere di sakè
per dimenticarsi come si chiama, finirà per annegarci qualcuno!”
La voce graffiante di Yidashi si alzò nervosa.
“Sono d’accordo! Asahara dovresti tenere alla salute dei tuoi ospiti!”
La dark sbiancò e strinse i pugni, Michiyo ritenne opportuno intervenire
per liberarsi di almeno un seccatore.
“Aburame hai rotto! Schioda!”
Il ragazzo le sorrise freddo.
“Scordatelo violetta mia!”
Questo era decisamente troppo! Si slacciò il braccialetto di borchie e
lo brandì verso Shino, senza volerlo gli tolse gli occhiali e rimase
sbalordita, il braccio a mezz’aria, incapace di muoversi.
Anche Syria e Yukari rimasero basite, dimenticando l’ostilità, il
ragazzo era quasi la coppia di Syd Vicious, solo che nessuno lo notava a causa
di quei dannati occhiali!
“Ma ma ma ma….Tu tu sei sei la sua coppia! Io ti faccio un monumento!!”
La viola l’aveva abbracciato di slancio, seguita dalle altre due, Yukari
trasfigurata dalla felicità, come se Santo Stefano le avesse portato un regalo
bellissimo e inaspettato.
“Gesù! Ma dove sei rimasto nascosto tutto questo tempo?
Sei matto Aburame, lasciatelo dire, dovresti piantarla con questi
occhiali da pusher, lascia che il mondo veda a chi somigli e vedrai che tutte
le paranoie che ti tiri sul fatto di essere invisibile spariranno!
Tutte le ragazzine punk ti moriranno ai piedi!”
Lui era rimasto perplesso, forse non riusciva a capire come
all’improvviso la ragazza che lo voleva pestare, ora lo stesse abbracciando e gli
stesse prendendo le misure per un’ipotetico monumento.
Sentirono la porta che si apriva , ma non se ne curarono, solo Michiyo
si voltò e vide Itachi paralizzato sulla porta che guardava Aburame con chiare
intenzioni omicide, mentre Yukiko-sempai tentava di trascinarlo via.
Si voltò di scatto, rabbrividendo, Shino era morto, poteva metterci la
mano sul fuoco che Uchiha, prima di capodanno l’avrebbeaspettato sotto casa per fargli la festa.
-E così c’è ancora speranza…
Lei sclera e lui è geloso, fiamma che cova sotto la cenere, soffocata da
due orgogli da paura… cosa si può fare?
Se ti muovi rischi di prenderle, credo che Yuka diventi cattiva se ti
impicci e Itachi bhe… se fai arrabbiare lui una visitina all’ospedale è sicura
come l’inferno…
Che casino!
Syd… ho il vago sospetto che questa preghiera non sia nuova per te, ma
ti prego o fa qualcosa o illuminami che io sarò lieta di eseguire!-
Un raggio di sole colpì la sua bottiglia di birra, Michiyo ebbe come
l’impressione che fosse un messaggio, ma non riuscì ad afferrarne il senso,
capì solo che, ammesso e non concesso, che la situazione si fosse risolta
l’alcool avrebbe avuto un ruolo fondamentale.
Anche Yukiko lo notò, ma non poté far altro che metterlo da parte, in
attesa che le circostanze si chiarissero, la speranza era l’ultima a morire…
ANGOLO DI LAYLA
Aloha! Cosa dire? Che si scoprono gli scheletri
nell’armadio di ognuno?
A voi la scelta.
Spero che questo capitolo vi piaccia!
Ho una comunicazione di servizio da fare: da
domenica sono in vacanza e ci rimarrò per una settimana, quindi per un po’ non
aggiornerò di sicuro^^.
Ci sentiamo al mio ritorno!
Grazie a :
DIANA 88 ( Naruto è universalmente conosciuto come
testa quadra, da lui non ci si poteva aspettare altro che questo XD! Anche se
una tazza di ramen, orribile tra l’altro, è un record persino per lui.)
RA 92( Grazie delle congratulazioni!^^ Per Sakura e
Sasuke….ho la bocca cucita, dico solo che sarà probabilmente un casino quando
lei tornerà.)
ALI DI PIUME ( Ai piace molto anche a me^^. Ti devo
dire una cosa, se nella serie ufficiale di Naruto esistesse una tipa come
Yukari farei il tifo per lei e Sasuke^^… Qui no, Yukari ormai è dell’altro
Uchiha. Per naruto: cosa possiamo farci? È fatto così..)
HINANARU( Hinata è una grande e bisogna
valorizzarla, secondo me è molto più simile a Momoka di Keroro Gunso di quanto
si pensi…Per Shaman King: ogni volta che penso a un minshuku penso a quello
dove vivono Yoh e Anna, ihihihi!)
Capitolo 55 *** 55)STOP THAT TRAIN AND FIND YOUR OWN WAY ***
47) A LITTLE BIT OF RENAISSANCE
55)STOP THAT TRAIN AND FIND
YOUR OWN WAY
Era di nuovo in una stazione, la dove tutto era cominciato qualche mese
prima.
La borsa le pesava in mano, non perché lo fosse realmente, ma per quello
che rappresentava.
Un viaggio non voluto, una vita non più sua.
Era strano, era strana lei.
Non sapeva più riconoscersi, tutto le era diventato stretto, tutto
appariva insensato, frutto di una routine che lei non aveva deciso.
Dove era finita la ragazza sognatrice e che vedeva la magia dappertutto?
Non lo sapeva.
Forse non era mai esistita, forse era solo una maschera che si era
costruita per Michiyo e le altre che non la conoscevano alle medie.
“Il treno è arrivato!”
La voce squillante di Tayuya la riscosse, doveva salire, doveva seguire
ancora una volta la strada che altri avevano tracciato.
Sbuffò.
Salì gli scalini e percorse il vagone in cerca di un posto vuoto,
lontano dagli altri in cui isolarsi con l’mp3.
Infilò lo zaino nel portabagagli e sprofondò in un sedile, la testa
vuota o forse troppo piena.
La musica le invase il cervello, la voce di Bob Marley la cullava e le
faceva sognare posti lontani, spiagge bianche e la libertà.
Lontana da tutti, lontana da tutto.
Il treno partì dolcemente.
Stava lentamente cadendo in un sonno denso quando qualcuno si sedette
accanto a lei, per un riflesso incondizionato si voltò per vedere chi fosse,
era Sasuke.
Si tolse gli auricolari, lo fissò dritto negli occhi, dopo poco lui distolse
lo sguardo e cominciò ad agitarsi sul sedile.
“Buongiorno Uchiha….Ti hanno mandato a controllarmi?”
“Ma cosa dici Yidashi?”
“Non mentirmi corvetto! Me ne accorgo!
È stata Michiyo? Si…magari con mio fratello.
Hanno paura che scenda alla prima fermata o forse mentre il treno si
muove, vero?”
Il moro annuì impercettibilmente.
“Devi ammettere punkabbestia che sei più strana del solito, è come se
avessi una cappa di oscurità che ti avvolge.
I tuoi occhi sono vuoti.”
“No, non sono vuoti. Sono pieni.
Hai la rara occasione di vedere la vera Yukari Yidashi, quella cupa e
depressa.”
“Vuoi dire che hai mentito tutti questi mesi?”
“NO. Diciamo che credevo di aver trovato la mia vera me stessa.
La luce dopo il tunnel buio, stronzate simili e invece era tutto falso.
Io sono così.”
Sasuke rimase in silenzio, lei riprese a guardare dal finestrino.
Sasuke era abituato alle stranezze, era anche abituato alla depressione.
Lui non era un tipino allegro, non lo era mai stato e prevedeva senza
difficoltà che non lo sarebbe mai stato, ma vedere Yukari in quelle condizioni
l’aveva preoccupato parecchio.
Aveva intuito che in passatonon
doveva essere sempre stata come lui aveva imparato a conoscerla, a volte si
rinchiudeva in un silenzio impenetrabile e i suoi occhi si facevano tristi e
assenti.
Ora guardava assorta fuori dal finestrino, Chissà cosa pensava?
“Sasuke?”
“Si?”
“Hai mai avuto la sensazione di non essere padrone della tua vita?
Cioè…come se tu fossi un burattino nelle mani di qualcuno, che ti muove
a suo piacimento e che ti fa credere di esistere, quando in realtà non sei
altro che una sua vita che avrebbe potuto essere e non lo è stata.”
“Parli di Dio?”
“Non proprio, come se tu fossi una Barbie e lui una persone che dà corpo
ai suoi sogni attraverso te.
Questa vita è un’illusione.”
“Non direi.
Se fosse un sogno o un’illusione dovrebbe finire e poi è reale per
essere qualcosa che non esiste.”
“E la morte non è altro che una fine?
E certi sogni non sembrano forse così reali da spaventarti?”
“Dove vuoi arrivare Yukari?
Un po’ mi fai paura.”
“Voglio andarmene Sasuke.
Lasciami scendere da questo treno e vivere un pezzo di vita inaspettato
e non decisa.”
“Ma cosa stai dicendo?”
“Soffoco!Cioè vi voglio bene e tutto, ma siete lontani o forse troppo
vicini, comunque sia ho bisogno di aria, mi va tutto stretto.
A volte penso che questi mesi siano statiun’illusione.”
“Anche mio fratello?”
“NO, ma devo andarmene per un po’, mi basta poco, per capire chi sono e
cosa voglio.
Per vedere se voglio ancora lui. Non credere che non mi sia accorta dei
lividi di Shino o di come mi guarda.”
“Cosa vorresti fare? Girare da sola mentre noi siamo da Asahara?”
“Si.”
“è pericoloso!”
“Sei Sasuke Uchiha o ti hanno rapito gli alieni?
Non parlarmi come una vecchietta proprio tu perché è una cosa totalmente
assurda.
Lo so anch’io che è pericoloso, ma non me importa niente!”
Rimase in silenzio, Sasuke la guardò a lungo, era disperata, voleva
essere da un’altra parte.
Non ce la faceva a vederla così, si alzò e le tirò giù lo zaino.
“Vattene Yidashi e trova te stessa.”
Gli sorrise e si avviò lungo il corridoio verso l’uscita, la prossima
fermata era vicina.
Non seppe nemmeno lui perché, ma si ritrovò a tirare giù anche lui lo
zaino e a seguirla.
Scesero insieme in una stazione di montagna, fuori era buio, era
pomeriggio inoltrato e minacciava di nevicare da un momento all’altro.
“Uchiha?”
“Mi chiamano così.
Non potevo lasciare andare da sola un danno come te!”
La verità era che il suo strano discorso aveva risvegliato qualcosa in
lui e si era accorto di non voler essere lì.
Lei sembrò capirlo perché sorrise, lo prese per mano e insieme si
avviarono fuori, sotto la neve che aveva iniziato piano a scendere.
Era strano.
Era assurdo.
Lui e Yidashi sotto la neve come se fossero una coppietta era un cosa
che aveva ritenuto impossibile eppure era successa e lui era felice perché ora
sapeva di avere qualcuno su cui contare,
Amica o ragazza non era importante, l’importante era che ci fosse.
Trangugiò senza voglia l’ennesima birra, sentì il liquido bagnarli la
gola e fece un sorriso storto al suo riflesso nel finestrino.
La ragazza che passava con il carrello a vendere dolci e altre cose gli
rivolse un’occhiata di disapprovazione, forse aveva un’aspetto orribile o forse
semplicemente la colpiva un ragazzino già con una birra in mano a quell’ora.
Perché era venuto?
Due voci minacciose gli tornarono alla mente, quella bassa e calma ma
carica di minaccia di YUkiko e quella forte e furibonda di SAkiyourai.
[”SE fossi un uomo dovresti avere le palle, ma da come ti comporti io ne
dubito fortemente, marmotta tubercolitica!
La mia socia ti ha fatto una scenata che ti meritavi fino all’ultima
parola e tu scappi come un coniglio in paranoia gridando “buuuu non mi vuole
più! Gneee!”
Si era esibita in una discreta imitazione di un moccioso frignante,
mulinando perfino le mani e alterando la voce.
La viola l’aveva colpito e affondato, per la prima volta il cinico e
sarcastico Itachi Uchiha non aveva trovato cosa replicarea una tappetta più giovane di lui.]
Vuotò la bottiglia in un colpo solo e fece un cenno alla cameriera.
[“Marmottina mia tu ovviamente vieni al capodanno organizzato da
Asahara.
Dai è quello che fa per te, Alcool, punk e una certa ragazza dagli occhi
azzurri da conquistare.”
Gli aveva allungato una gomitata finto solidale, sorridendo, ma i suoi
occhi neri erano seri e parlavano
“E ….marmottina mia se non troverai il coraggio di parlarle e lo verrò a
sapere non ne dubitare, comincia a sbaraccare e ad abituarti a parlare con i
koala e i canguri perché se non ti riempie di mazzate quella santa donna di
Yidashi lo faccio io.
Un Uchiha mestruato e incapace di cantare è più di quello che possa
sopportare!”
I suoi occhi dicevano questo e lui non aveva mai desiderato
particolarmente andare sul continente australiano.]
“Si?”
“MI porti un’altra birra per favore?”
“è già la quinta, non mi sembra il caso!”
“Senti bella, lo so io cosa devo fare e non tu, quindi datti una mossa e
portami la birra o me la prendo io, hai capito?”
La ragazza arrossì e gliela porse, Itachi le sorrise divertito poi
riprese a guardare dal finestrino.
La stava finendo quando il treno si fermò, vide la gente scendere e
scorse delle figure famigliari ma confuse.
Strinse gli occhi.
Chi erano?
Il suo cuore perse un battito e divenne improvvisamente pesantissimo,
era lei, era YUkari che se andava con suo fratello!
Corse fuori dallo scompartimento, saltò dal treno al volo, le porte si
chiusero dietro di lui.
Li raggiunse urlando, suo fratello era pallido e spaventato, l’espressione
di Yukari invece era dura, rabbiosa.
“Dove cazzo credete di andare voi due?
Tu! mio fratello, il moccioso che ho cresciuto, che mi ha pianto addosso
e il ragazzino che mi ha vomitato addosso alla prima sbronza!
Tu!La regina delle santarelline! Miss scenata !
Complimenti! Belle parole!
Prima mi distruggi con una scenata e poi te ne scappi con mio fratello,
bravissima!”
“Cosa vuoi, idiota?
Non sono più la tua ragazza e anche se fosse non dovrebbe importarti no?”
“Mi importa invece, guarda un po’!”
“Perché?
Io sono solo un passatempo per te!”
“Non è, vero tu sei…”
Non era possibile.
Era precipitata nel suo peggiore incubo, Itachi era arrivato urlando
come un’ossesso.
Lui, il freddo, cinico e distaccato Itachi, era arrivato in preda alla
rabbia, la vita che brillava dietro a quegli occhi imperscrutabili.
Aveva ascoltato ogni singola parola sorpresa, chiedendosi da dove le
venisse l’energia per replicare.
“Non è, vero tu sei…”
Che cos’era per lui se non era un
passatempo?
Qualunque cosa fosse non riuscì a scoprirla lui si accasciò e iniziò a
vomitare.
“Cazzo!”
Accorsero entrambi spaventati, Sasuke era bianco come un cencio, con
ogni probabilità sarebbe svenuto se fosse rimasto.
“Uchiha, va a prendere qualcosa da bere o da mangiare, che qui ci penso
io.”
Lui ubbidì e lei rimase ad aiutare l’altro Uchiha che stava rimettendo
anche l’anima, quando finì rimase a terra senza forze.
“Uchiha, Qui congelerai, pirla che non sei altro! Almeno la giacca te la
potevi portare! Vabbhè, adesso collabora che ti tiro in piedi e vediamo di
infilarci in qualche posto più caldo.”
In qualche modo riuscì a tirarlo in piedi e barcollando raggiunsero un
vecchio magazzino.
“Mizzeca! Pesi caro mio!”
Raccolse dei vecchi giornali e costruì un fuocherello accanto al ragazzo
e lo coprì con la sua giacca, lui a terra ansimava di tanto in tanto., lei invece
guardava le fiamme.
“Uchiha…cos’ è che sono io per te? Non me l’hai detto…”
“Si, bhe….non potevo certo prevedere che dopo avrei rimesso l’anima.
Sei senza pietà.”
Un’altra pausa.
“Yidashi, che non sei un passatempo te l’ho già detto.”
“Right, questo l’avevo capito, ma se non sono un passatempo cosa sono?”
Una scommessa fatta con chi sa chi? Con te stesso?”
“Perché devi sempre vedere il lato negativo? Semplicemente mi sono
accorto che mi piaci.”
Lui arrossì, lei strinse le mani le mani a pugno e chiuse gli occhi.
“Semplicemente mi sono accorto che mi piaci…ma sei scemo o cosa?
Credi davvero che mi fiderò ancora di te? Ho qualche motivo per farlo?”
“Non te ne posso offrire nessuno, mi sono comportato da carogna…”
“Da stronzo!”
“Concesso! Ma davvero mi piaci, mi hai colpito.
Non lo so.
Non mi è mai successo, non è la prima volta che pianto delle tipe!”
Lei alzò un sopracciglio.
“Dopo non penso più a loro, smettono di esistere, tu invece sei sempre
qui, nei miei pensieri e io sclero.
Faccio casino persino con gli Akatsuki!”
Rimase in silenzio.
“Cos’hai tu più delle altre non lo so, non sei carina e sei sclerata
sempre.
Però…
Dopo quello che è successo allora sei l’unica dopo YUkiko che mi è
entrata dentro.
E non avrebbe dovuto succedere, essere stronzi è la prima regola se vuoi
sopravvivere.”
Cosa era successo? Cosa nascondeva nel passato quello strano ragazzo?
“Cosa è successo Itachi? Cosa ti tieni dentro?
Perché non dovresti lasciare che qualcuno veda come sei veramente?”
“Perché io ho il buio dentro di me, non posso dirti di più, è
pericoloso.”
“I segreti logorano.”
“Cosa ne sai tu?”
“Nulla, ma so che nessuno è solo nero o bianco e che sopravvivere non è
vivere.
Puoi farlo per un po’, ma non per sempre.
È questo che vuoi? Una vita a metà?
Vale così tanto questo segreto?”
Lui rimase a lungo in silenzio, poi fece per alzarsi e in qualche modo
riuscì a mettersi seduto.
“Yidashi, sai che sono orfano vero?”
“Si, Sasuke mi ha detto che quando aveva otto anni qualcuno ha ammazzato
i vostri genitori e ha quasi ucciso lui, ma lui non si ricorda chi.”
“ lui no, ma io si.
Quel giorno prima che quello stronzo se ne andasse io sono rientrato a
casa e l’ho visto in faccia.
Me lo rivedo tutti i giorni quel volto da figlio di puttana.”
“Perché non l’hai denunciato?
Se non sbaglio il loro omicidio è rimasto impunito.”
Fu come se non avesse parlato.
“mi sono messo a urlare e a correre, ma lui mi è arrivato dietro.
Mi prende la mano, mi punta un coltello alla gola.
“Se parli e dici chi sei, giuro che torno e ammazzo tuo fratello.”
Io avevo dieci anni, sono rimasto zitto, in lacrime, mentre lui se ne
andava.
Solo quando lo vidi scavalcare la finestra, mi misi a urlare, come un
matto.
Ho perso la voce quel giorno e ….ho mantenuto la promessa.
Sono un miserabile, avrei dovuto morire anch’io.”
Gli prese una mano.
“NO.
Hai tentato di proteggere Sasuke.
Eri un bambino di dieci anni messo davanti a una scelta impossibile, non
puoi rimproverarti nulla.”
Lui sembrò risvegliarsi da un sogno o da una trance.
“Cazzo te l’ho detto…
Che fiducia potrai avere in me adesso?”
Sorrise.
“Se me l’hai detto ti fidi di me e forse tutto quello che hai detto prima
è vero.
UChiha, sono senza garanzie, ma non importa, riproviamoci.
Però sul serio questa volta, con le carte chiare in tavola e se ci
accorgiamo che non va ci salutiamo e ognuno per la sua strada.”
“Bizzarro modo di tornare insieme….
“Detto da uno mezzo ubriaco conta tanto.”
“Sembri Yukiko…”
“Forse è il tuo destino…”
“Allora destino mio, mi fai la cortesia di avvicinarti?”
“Oh! Ardisci di baciare il destino?”
“Cretina.”
E si baciarono, un bacio desiderato a lungo, un bacio che aveva il
sapore di un ritorno a casa.
ANGOLO DI LAYLA
Cavoli questo capitolo è finito. Dio non credevo
avrebbe mai visto la luce, mi sembra un miracolo.
Spero vi piaccia, è stato difficile da scrivere.
Ringrazio percommenti( mi danno una grande carica)
RA92 ( un minshuke dovrebbe essere un’albergo
tradizionale giapponese, se vedevi o leggevi Shaman king è tipo la casa dove vivono Yoh e Anna a
Tokio.)
ICEQUEEN88
DIANA88
ALI DI PIUME.
BECK nee-chan, dove sei? Mi mancano i tuoi
commenti, fatti viva!!!
SAsuke non avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura di essere
preoccupato per il fratello, di solito lui combinava guai e Itachi, imprecando
come un muratore, arrivava puntualmente ad aiutarlo.
Perché si era ribaltata la situazione?
Perché era lui che correva alla ricerca di un distributore d’acqua?
Yukari avrebbe ammazzato suo fratello in sua assenza?
Non ne aveva idea ma doveva darsi una mossa, così rischiando di
scivolare e di travolgere qualche innocua vecchietta corse all’interno della
stazione.
Rantolando si aggrappò al braccio di una persona a caso ed esalò la sua
richiesta come se fosse l’ultima:” Dov’è il distributore dell’acqua?”
“Ci sei davanti idiota!”
Blaterò la voce e Sasuke infilò le monetine sconvolto, ottenendo la
tanto agognata acqua.
Ripartì alla volta del vecchio magazzino del tutto a corto di fiato e
maledendo la neve che cadeva.
“Accidenti! Ma che freddo fa?”
Aprì la porta di scatto e rimase di sasso, suo fratello e Yukari si
stavano baciando, la pace era stata fatta!
“YidasHI! Ma non ti vergogni a baciare uno che sa di vomito?”
la mano della mora lasciò andare il collo del fratello e gli fece il
medio, Sasuke sorrise impercettibilmente.
“Maleducata!”
Si staccarono.
“Bentornata piaga!”
Suo fratello fintamente annoiato.
“Sei senza tatto!”
Yukari fintamente arrabbiata.
“Oh! Allora l’acqua me la tengo io!”
“Molla!”
Suo fratello afferrò la bottiglietta e scoppiarono a ridere, era tornato
tutto quasi come un tempo, per fortuna.
Furono le note di “Roots radical” a far cadere un silenzio di ghiaccio
sul gruppo, si alzavano dalla borsa di Yukari e avevano quella inequivocabile
sfumatura di rabbia che inspiegabilmente precedeva le telefonate di Michiyo
furiosa, come se la rabbia della viola percorresse l’etere e arrivasse prima
della sua voce.
SAsuke e Yukari impallidirono e strinsero l’un altro,sotto lo sguardo
perplesso di Itachi, mentre la melodia continuava minacciosa.
“Non rispondete?”
“è Michiyo!”
“Come fate a saperlo? Non avete nemmeno tirato fuori il cellulare per
vedere!”
“Ti giuro che è lei e sarà incazzata come una biscia.”
Rimasero in silenzio un altro po’.
“Itachiiii….”
Vergognandosi l’Uchiha minore rispolverò la sua voce dell’innocenza che
non usava da anni e rivolse uno sguardo da cucciolo al fratello.
“Si Sas’ke?”
“Rispondi tu, ti preeeego!”
Il moro non disse nulla e sospirando afferrò il cellulare della ragazza
e aprì il display.
“Pronto!”
La sua faccia cambiò espressione cinque secondi dopo, facendo apparire
una sfumatura di paura, inoltre aveva assunto la tipica postura di chi si
prepara a ricevere una sfilza di botte, Sakiyourai lo stava massacrando
probabilmente.
Chiuse la comunicazione con la faccia verde di chi sta per vomitare.
“MORE! Stai bene?”
“Ha detto di prendere il prossimo treno e di portare e nostre sporche
chiappe al minshuku, se vogliamo che le nostre vite e quelle dei nostri
discendenti siano salve.”
Mormorò con voce funerea.
“Ok, allora andiamo…”
“Ma perché è così crudele? Io stavo quasi morendo e questa dittatrice
psicopatica dai capelli color prugna stitica mi obbliga ad alzarmi se non
voglio morire! Che palle!”
“Perché è amica di Yidashi e lei è pazza e crudele e si sceglie delle
amiche come lei!”
“Non mi insultare la ragazza o anche se sei mio fratello ti ammazzo!”
SAsuke era pronto per replicare, ma inaspettatamente intervenne la mora.
“Per essere un moribondo ne hai di energia Itachi…Sasuke piantala o
stasera assaggerai la mia ira!”
“Perché con voi non si può scherzare?”
“Cretino! Noi stiamo scherzando, sei tu che ci caschi!”
Venne abbracciato da quei duee
quasi rischiò di soffocare.
Fu un capodanno delirante secondo l’opinione di Syria, Michiyo quando
vide arrivare i tre fuggiaschi fece una scenata da Guinnes dei primati,
probabilmente fece scappare gli animali nel raggio di un chilometro e
sicuramente distrusse i timpani dei presenti.
La classe apprese, non senza stupore, che Itachi era un verme delle
terre unite e SAsuke un bifolco anzi un trifolco e un quadrifolco, nessuno osò
chiedere cosa fossero.
“KIba! Non ho mai sentito urlare tanto senza perdere l’uso della parola,
dopo…”
“Zitto Uzumaki e lavora che se ci sente ci squarta!”
Stavano spostando un tavolo in sala da pranzo insieme agli altri, mentre
Keiko e Choji erano stati destinati alla cucina.
Si misero a tavola alle 21:00 e ci rimasero per due ore buone, con
l’alcool che scorreva a fiumi, a fine cena Inuzuka E UZumaki avevano cantato
tutte le canzoni di “Never mind the bollocks “ e si erano autonominati juke box
della serata.
“KEIKO-CHAAAAN! SEI UNA CUOCA FANTASTICA! SE NON FOSSI Già CON HINATA CI
FAREI UN PENSIERINO SU DI TE!
AVANTI! PER RINGRAZIARTI DELLA SERATA CHIEDI UNA CANZONE E IO CANTERò!”
KEiko mormorò qualcosa ormai rossa.
“COSA HAI DETTO????”
“VUOLE CHE LE CANTI I TOKIO HOTEL TESTA DI MINCHIA!”
“AAAAAHHH!!!! HO CAPITO! POTEVI DIRMELO!”
“Ha provato a dirtelo ma sei
talmente alcolico che non senti nulla!!”
“IO NON SONO UBRIACO!”
“COME VUOI E MO CANTA!”
Iniziò a martirizzare una canzone a caso, ignorando le facce spaventate
dei presenti e il fatto che Keiko ormai disperata aveva affondato la faccia
nella spalla di Choji seduto accanto a lei.
“Syria…ma secondo te riusciremo a spegnerli prima o poi?”
“Mia nonna ha un’ascia nel capanno degli attrezzi, Yukari…”
Bevve elegantemente una sorsata di vino bianco.
“Speravo in qualcosa di meno drastico…Ma Syria come fai a non sclerare?”
La dark si scosto una ciocca di capelli dalle orecchie.
“Ho i tappi nelle orecchie.”
YIdashi sospirò e si lasciò cadere sulla tavola, Syria ridacchiò,
qualcosa le diceva che il peggio sarebbe venuto dopo e puntualmente accadde.
MIchiyo alzò gli occhi dal suo bicchiere di birra e sbraitò
elegantemente:”COSA CAZZO è ‘STA MERDA??
ORA VI CANTO IO UNA CANZONE DEGNA DI TALE NOME!
QUAAAANTOOOO HO BEEEVUUUTOOO STAAASEEERAAA!”
Spaventando tutti saltò sul tavolo, imitata dagli altri due e iniziò a
cantare usando la bottiglia a mo di microfono, Kankuro sbiancò, non sapeva come
fermarla.
“LEE! DAI BEVI UN BICCHIERE PURE TUUUU!”
“UZUMAKIII STATTI ZIITTOOO!! LEE NON GLI DARE RETTA!”
Ten ten aveva assunto un espressione attonita, non riusciva a impedire
che l’amico bevesse e sapeva che se l’amica avesse bevuto più di un bicchiere
di vino diventava ubriaco marcio.
Lee afferrò il bicchiere e lo vuotò in un colpo solo, poi saltò sul
tavolo e si unì al gruppo.
Syria scosse la testa, senza parole,si sarebbero mai fermati?
Come se un dio misterioso l’avesse ascoltata la viola si accorse che
l’alcool era agli sgoccioli.
“Sorella andiamo noi a prenderlo!”
Naruto, Lee e Kiba scesero dal tavolo, lasciandola sola.
“UE! Non mi fa compagnia nessuno?”
“NO amore, ma se vuoi posso fare uno spettacolo di burattini!”
Sulla tavolata scese un silenzio di ghiaccio, cosa voleva fare quel neko
schizzato?
E perché Michiyo sembrava essere d’accordo con il suo ragazzo?
“Sei grande neekooo! È un idea meravigliosa!!”
Il ragazzo sorrise felice e iniziò a montare il suo teatrino.
Quando sarebbe finita?
Neji se lo chiedeva da mezz’ora, mentre si contorceva sulla sedia come
un’anguilla, annoiato dallo spettacolo di Sabaku.
Si guardò intorno, Gaara era trattenuto da Meg e Tema per evitare che
ammazzasse il fratello e si era scofanato almeno due scatole di cookies, Nara
era caduto in coma sulla spalla della Yamanaka, gli altri o avevano
un’espressione di puro terrore (probabilmente stavano immaginando di affrontare
Saki sbronza) o stavano ascoltando il lettore mp3 immaginando di essere
altrove.
Così non si poteva andare avanti, un’uomo in certi casi doveva reagire e
così fece, scuotendo piano Tayuya accanto a lui.
“Tayuya!”
“Cosa c’è Hyuga?”
“Perché quegli imbecilli non tornano?”
“Cosa ne so! Stavo sognando di essere a Bali perché mi hai interrotta?”
“Vieni con me a cercarli!”
“Paura eh?”
Si alzarono sotto l’occhiata torva della viola e lasciarono la stanza
tesi, senza nemmeno respirare, temendo una rappresaglia.
Fortunatamente non accadde nulla e iniziarono a percorrere un lungo
corridoio che, stando alle parole della fucsia portava in cantina e quindi dai
tre desaparecidos.
“Oh ma sei sicura?”
“Uffa! Non sarai anche tu come Yukari che ha paura di vedere un fantasma
quando vienequi?”
Un Hyuga non deve mai mostrare la paura nemmeno se sta per avere un
infarto o si trova davanti a un troll antropofago alto 4 metri, così Neji deglutì
e continuò a camminare.
Arrivarono alla cantina e la trovarono vuota.
“Oh mio DIO!”
“Su su NEji, saranno collassati da qualche parte!”
Ripartirono e a un certo punto sentirono dei rumori.
“Tayuya! Cosa c’è qui?”
“Le Terme, Syria le ha fatte aprire a sua nonna prima che arrivassimo!”
“DOv’ è sua nonna?”
“Ha vinto una crociera! È partita stamattina!”
“Vabbè andiamo a vedere!”
Aprirono la porta e trovarono Uzumaki e Inuzuka che guardavano in stato
catatonico un Lee che stava tentando di fare le vasche in una piscina alta
all’incirca mezzo metro, con le braccia ormai quasi scorticate.
“MA SIETE DELLE EMERITE TESTA DI CAZZO!!”
La fucsia si lanciò nella vasca e tirò fuori Moriyama.
“Bella mia! Sono il campione del mondo!”
“si! Dei coglioni! Vieni con me che ti medico!
Neji levami dalla vista quei due idioti”
La sua fata trascinò via Moriyama, lasciandolo a smuovere quei due che
non davano segni di vita, decise di scuoterli usando la sua voce più
minacciosa, testata e garantita da anni di prove su Hinata.
“Teste di minchia! Muovete le vostre chiappe alla svelta che sono incazzato!
M u o v e t e v i.!”
I due si mossero come zombie e dopo averli fatto accomodare in sala tra
gli sguardi ancora più terrorizzati dei suoi compagni che capivano che non ci
sarebbe stato modo di far smettere Kankuro senza uno scontro con la sua ragazza,
si fiondò in camera del terzo ubriacone.
Rimase senza fiato, la sua fata stava coccolando Lee, era spacciato, lui
NEji Hyuga, quindicenne di belle speranze era spacciato!
Senza dire una parola si fiondò in una camera a caso e si sdraiò sul
letto con la voglia di spararsi.
Ten ten era preoccupata, dov’era Lee?
Si alzò per vedere dove fosse e mentre passava in una camera vuota sentì
qualcuno che parlava, affacciandosi vide che era Neji.
“Cosa ho io in meno di lui?
Sono ricco, bello e simpatico.
Perché lei ha scelto LEE?”
Ten chiuse gli occhi e si fece violenza per non entrare e prenderlo a
sberle , non aveva mai visto Neji ridotto così male e riteneva che quella
sfattona svampita di Harukaze non lo meritasse.
Con uno scatto marziale, si allontanò e raggiunse la camera di Lee,
tayuya era china sul ragazzo.
“Ciao Harukaze! Come sta?”
La sua voce suonò fredda e metallica.
“è ubriaco, ho disinfettato le ferite, ora dorme.”
“Vattene!”
“EH?”
La fucsia alzò su di lei i suoi occhioni castani.
“Non è qui che dovresti stare! se non te ne sei accorta una persona
soffre per questo tuo comportamento.”
La guardò senza capire e la castana senza tante cerimonie la alzò in
piedi e la sbatte fuori dalla stanza, per essere sicura che non rientrasse le
sbatté la porta scorrevole in faccia.
“Che cazzo ti prende?”
Le urlò da dietro da porta.
“Prova a pensarci!”
“Non capisco!!”
Ten non si diede pena di risponderle e rimase a vegliare Lee.
Tayuya se ne andò imprecando, perché la cinesina era così fredda con
lei?
Cosa le aveva fatto?
Senza capire si avviò verso il salotto, chi aveva ferito?
Mentre passava davanti a una delle stanze sentì qualcuno parlare.
Si affacciò, era Neji.
“Hyuga che fai? Parli da solo?”
Il moro fece un salto di tre metri e si voltò spaventato.
“Tayuya?”
“No, il fantasma del Natale passato.”
“Perché non sei da Lee?”
“Perché c’è Ten.”
“Ti piace Lee!”
“NO!”
“Perché ci stavi appiccata allora?”
“Cos’ è una scenata?”
“Indovinato!”
“Ti piaccio!”
“Ah ah bella ci hai preso!”
La fucsia rischiò di strozzarsi con la saliva, lei piaceva a Hyuga?
“Dici davvero? Se è uno scherzo ti ammazzo!”
“No! Dico sul serio!”
E la baciò, improvvisamente e con passione, come nei suoi sogni.
Quando si staccarono, mormorarono insieme senza fiato.”dobbiamo
ringraziare Ten…”
ANGOLO DELL’AUTRICE ORMAI MORTA
Mamma mia… non riuscivo a scriverlo qst capitolo…
Se vi interessa la canzone che sbraita MIchiyo è “Quanto
ho bevuto stasera” dei Famiglia Rossi.
Hinata aveva sempre adorato la mattina di capodanno, amava alzarsi
presto e girare a passi felpati per la casa, cullata dal silenzio e poi fare
colazione in tutta calma senza l’assillo di occhi troppo gelidi e scrutatori
addosso.
A volte pensava di detestare suo padre e il modo sistematico e crudele
in cui la sminuiva, lei non era e non sarebbe mai stata come lui e non poteva
farsene una colpa.
Non era giusto.
Quella mattina si sentì libera, lui era lontano e lei poteva respirare senza
sentirsi in qualche modo colpevole.
Il minshuku della nonna di Syria era silenzioso, la maggior parte dei
suoi compagni dormiva nelle camere, tranne Kiba, crollato sul tavolo, con una
bottiglia in mano e probabilmente le corde vocali fuori uso dopo una serata
passata a sgolarsi, Naruto che dormiva seduto sul divano con il telecomando
ancora in manoe Michiyo spalmata sul
tatami.
Nessuno aveva provato a spostare i due ragazzi perché, secondo le parole
di Shikamaru, se quelli si fossero messi a cantare Gaara li avrebbe sterminati
senza pietà e avere un cadavere in casa era noioso e portava sfortuna.
Kankuro invece aveva provato a spostare la sua ragazza, ma dopo aver
ricevuto un cartone in piena faccia dalla viola sonnambula, aveva rinunciato e
si era limitato a coprirla con una coperta.
L’acqua per il thè stava arrivando all’ebollizione quando dal giardino
arrivarono una serie di grida ritmiche e cadenzate, senza pensarci spense il
gas con un colpo secco e si affacciò alla finestra per vedere cosa stesse
succedendo.
Rimase incredula, Lee Moriyama nonostante la sbronza colossale presa la
sera prima e le braccia fasciate si stava allenando in una non specificata arte
marziale.
Ritornò a sedersi scuotendo la testa, quel ragazzo era matto da legare…
“Hina!!! Ma lo senti? Come si fa a dormire con questo casino?”
Tayuya aveva fatto la sua apparizione sulla porta della cucina, i
capelli fucsia arruffati e gli occhi gonfi per il sonno, una mano sulla bocca
per reprimere uno sbadiglio.
“Bho! Vuoi una tazza di thè?”
“Si si, tanto quell’idiota non si ferma.
Non ho mai visto nessuno riprendersi così alla svelta, nemmeno la
scienza riesce a spiegarselo…”
“Io avrei una teoria…”
“Moriyama è un’alieno?”
“Moriyama è il figlio segreto di Chuck Norris e quindi fa cose che noi
mortali non possiamo nemmeno immaginare…”
“Oh mio DIO! Meglio andare a prendere la scure della nonna di Syria!”
“Mmmm non così in fretta cara….Cosa hai fatto con mio cugino ieri sera?”
La fucsia arrossì e cominciò ad agitarsi sulla sedia evidentemente a disagio.
“Ma non eri timida una volta?” Farfugliò a bassa voce.
“Il punk fa miracoli sister e tu dovresti saperlo, dato che conosci le
due apostole di Syd da più tempo di me….”
“Lo sapevo che quelle due sono pericolose! Guarda che hanno fatto con
te! Eri una brava ragazza così timida e dolce e ora mi stai pressando tipo
Ringhio!”
“Questo può essere definito miracolo e loro ne sono le autrici…non sono
poi così male quindi… in Ogni caso…Ottimo tentativo Harukaze, ma non ce l’hai
fatta! Sputa il rospo!”
La fucsia roteò gli occhi e farfugliò qualcosa.
“Cos’hai detto? Non ho capito bene!”
“Ha detto che finalmente si è messa con Neji e vissero tutti felici e
contenti!”
Ten ten era sbucata dietro di loro e si era accasciata su una sedia.
“Madonna mia! Manco i ghiri riuscirebbero a dormire! È inconcepibile che
un solo idiota sia capace di fare così tanto rumore! Se l’avessi saputo l’avrei
legato al letto ieri sera!
Ma c’est la vie, dicono a Paris, ma visto che qui siamo a Tokyò io dico;
potrei avere una tazza di caffè Hinata? O giuro che sventro Moriyama con una
9H!”
“La caffeinomania aumenta in maniera paurosa…Aspetta un’attimo Ten che
telo faccio.
E così Stai con mio cugino, Tayuya…”
“Eh già!”
“Buongiorno mattina allora, chissà cosa ne farai di lui….diventerà come te,
casinista, ritardatario, schizzato, con i capelli fucsia.
Papà lo butterà fuori casa!
Dio Tayuya perché non te lo sei preso prima?”
“Tu non sei la vera Hinata! Sei un clone! Dicci dove l’hai nascosta!”
“No sono io, Hinata Hyuga, nata il 27 dicembre, figlia di Hiashi Hyuga,
stronzo di professione! Sono solo in uno stato metamorfico!”
“E il mio corpo che cambia e cambia!
E se non mi date il caffè cambierà anche il vostroooo…”
Le due si voltarono verso la cinesina con uno sguardo omicida.
“Ten! Azzardati ancora a cantare che il caffè te lo verso in faccia!”
“Mamma mia che nervosismo…”
Si strinse nelle spalle sconsolata, Hinata non riuscì a trattenersi e
scoppiò a ridere, mentre il fischio della moka annunciava che il caffè era
pronto.
Lo bevvero in religioso silenzio, accompagnate dalle urla del forsennato
che si stava allenando in giardino indossando un’orrenda tuta verde.
“Per me non dura…”
“Che?”
“la pace…”
Dopo nemmeno cinque minuti, delle urla belluine lacerarono il silenzio
relativo, una ragazza stava insultando a gran voce il disturbatore della quiete
pubblica con epiteti irripetibili.
Uscirono in giardino, Yukari, i capelli irti e lo sguardo spiritato si
era affacciata alla terrazza e con le braccia alzate come un muezzin che chiama
i fedeli alla preghiera dall’alto del suo minareto, stava elencando le
terribili maledizioni che sarebbero cadute su Lee e su i suoi discendenti se
non avesse taciuto entro dieci secondi.
“Cosa vi avevo detto? È arrivata Yukari Bin Laden, il cui motto è “non
svegliatemi se tenete alla vita!””
“può strepitare quanto vuole, ma quello non starà zitto, è un maledetto
fanatico!
Crede che le urla che accompagnano gli allenamenti siano fondamentali!”
Come previsto il moro la ignorò e la ragazza rientrò in camera sbattendo
violentemente la porta finestra.
Circa un quarto d’ora più tardi il suo passo pesante da arrabbiata
annunciò il suo prossimo arrivo, Hinata si affrettò a mettere la moka sul fuoco.
“Io lo strangolo con le kiwido, quello, poi lo pugnalo con un compasso e
lo faccio a pezzi con la riga parallela!”
Nessuno osò chiedere come potesse una semplice riga di plastica tagliare
un corpo umano, ma un sorrisetto appena accennato si disegnò sulla bocca di
tutte, la vecchia yukari era tornata, la tempesta era passata per il momento.
“Buongiorno YUkari!”
“Buongiorno…’Sti cazzi! Il pirla che ha inventato questa espressione
andrebbe fucilato in nome dei giorni di merda che sono la maggioranza.”
Il loro sorriso si allargò ancora di più, mentre la mora accendeva la
prima sigaretta della giornata.
“Ecco il caffè!”
“Gracias querida! Te quiero mucho!”
“Solo per un caffè?”
“La vita è fatta di piccoli piaceri.”
Ci fu un’attimo di silenzio,poi Yukari posò il suo sguardi azzurro su
Tayuya.
“Harukaze…furbetta…che hai fatto ieri con Hyuga!”
“Pettegola!”
“Dai dimmelo!”
“NO!”
“Hina cosa ha fatto?”
“Si è messa con mio cugino!”
“Mannò cazzo!”
Irritata estrasse dei soldi dal portafoglio e li allungò a Ten.
“ che significa?”
“Che avevo scommesso con Ten che sarebbe avvenuto prima il ritiro delle
truppe in Iraq che il tuo metterti in insieme a Hyuga!
Come al solito questa Rasputin onnisciente ha vinto! Sa sempre tutto!”
“Siete pazze voi due! Non so se incazzarmi o ridere.”
“Ridi… non ho voglia di fare a botte!”
“Ma vaffanculo!!”
Si fecero il medio a vicenda e poi Yukari riprese a sorseggiare il suo
caffè e Tayuya a tormentare la tovaglia.
Hinata sorrise.
A capodanno bisognava ringraziare i kami per quello che si aveva e lei
li ringraziava per averle messe sulla sua strada.
“COOORVOOO EMOOOOO! MOOLLAAA GIOVANNA O TI SPACCOOO!”
Le urla di Michiyo nel sonno le fecero scoppiare a ridere, Hinata le
ringraziò per queste risate.
Il baccano fece svegliare anche Kiba e naruto.
“Rameeeen! voglio del raaameeeen!”
“Ma sei un lavandinooo! Come fai a mangiarli a quest’ora? Mi fai venire
da sboccare Uzumaki!”
Li ringraziò per averle fatto trovare Naruto e la sua allegria.
HInata per la prima volta a capodanno era felice, in mezzo alla
confusione, tra pazzi urlanti coscienti enon , il fumo della camel di Yukari e il suo sorriso da stregatta,
l’espressione imbronciata di Tayuya, quella ghignante di Ten e quelle che
ancora non conosceva dei suoi compagni.
Grazie.
Dopo quel capodanno i giorni corsero veloci, Hinata fece la prima visita
la tempio in compagnia di Yukari e Michiyo, non aveva granché da chiedere solo
che loro continuassero a prendersi cura di lei.
Gli altri a volte si trovavano tutti insieme al solito bar e fu in una
di quelle occasioni che un sms anonimo li avvertì che Tayuya era riuscita a
portare Neji alla pista di pattinaggio una seconda volta.
Ci fu un sogghigno collettivo, era raro vedere Neji, il perfettino di
turno, in una situazione imbarazzante e in un quarto d’ora furono tutti intorno
all’ovale di ghiaccio con in mano delle frittelle pronti a godersi lo
spettacolo.
“Non per smontarvi, ma Harukaze lo pressa più di Ringhio, mi sa che
questa volta sta in piedi…”
Karin sorrise a Keiko.
“Non preoccuparti tesoro, se ci hanno avvisato significa solo una cosa:
Che qualche anima pia ha deciso di farci divertire mentre quel poverino fa un
frontale con il ghiaccio.”
La rossa annuì poco convinta.
“Fidati Keiko.”
Come richiamata dalle parole di Karin, una figura con la velocità e la
precisione di uno shinobi fece uno sgambetto a Tayuya, Neji privato del suo
sostegno cadde a terra e un livido apparve poco intorno all’occhio destro e
sullo zigomo destro.
“Maria! Che botta!”
“Neji dovrebbe andare da un’esorcista, non è possibile che sia
sfortunato con il ghiaccio!”
“Non scomodiamole divinità per
così poco, c’è una mano umana dietro a tutto questo: Ten Ten. Hyuga doveva solo
scegliersi meglio la ragazza!”
“La tua meschinità fa impallidire Satana Fujeda. Non sono mica tutti
come te.”
Yukari aveva guardato freddamente il moro, lui per tutta risposta le
aveva rivolto il suo sorrisino irritante, solo la forza congiunta di Sasuke,
Michiyo e di suo fratello l’avevano trattenuta dallo spaccargli la faccia.
“Raga! Calmi dai!
Lo sapete che torna Haruno tra due giorni?”
Keiko aveva tentato inutilmente di calmarli, ma aveva ottenuto il
risultato contrario, la mora le aveva rivolto un’occhiata di fuoco.
“Meraviglioso! Qual è la prossima buona notizia?
Un terremoto farà sprofondare il Giappone?”
Sasuke sospirò.
“Cosa ne dite di andarla a prendere all’aeroporto?”
Michiyo fece per insultarlo ma, Yukari la bloccò.
“Si va bene!”
La viola rimase perplessa e non aprì bocca finché non si separarono e
lei rimase sola con l’amica.
“Perché?”
“Non lo vedi Michiyo? È cotto di lei!”
“Ma lei è una stronza!”
“Chiaro come il sole, ma se glielo dicessimo non ci crederebbe e lo
perderemmo come amico.
Un po’ ci tieni a lui, vero?”
“è perché ci tengo che non voglio che lui ci stia insieme e tu non
dovresti assecondarlo!”
“Se teniamo a lui dobbiamo lasciarlo sbagliare.
Dobbiamo lasciare che sia lui e solo lui e solo a capire che razza di
persona sia.”
La viola tacque e tirò un calcio ad una lattina, mentre Yukari si
accendeva una camel.
“Credo di capire, però mi fa incazzare lo stesso.”
La mora annuì immersa nei suoi pensieri, non aveva sempre avuto
un’opinione così negativa di Sakura, c’era stato un breve tempo in cui l’aveva
considerata amica, fino a poco prima di quello che era successo con Naruto.
[Yukari sapeva di avere un caratteraccio a volte, che se la prendeva in
modo esagerato quando si arrabbiava e le uscivano di bocca cose che non pensava
per questo o si tratteneva o se esplodeva, una volta calmata ci ripensava a
mente fredda.
L’aveva fatto anche quella volta, dopo aver parlato con Michiyo e SAsuke
al bar, si era sdraiata a pensare nella sua stanzetta buia e aveva concluso che
aveva esagerato, che forse bastava parlare con la rosa senza spedirla in
Inghilterra come aveva proposto il moro.
Aveva preso in mano il cordless e composto il suo numero, Haruno aveva
risposto al secondo squillo.
“Ciao Haruno sono Yidashi, vorrei vederti, è possibile?”
“Vediamoci al bar davanti a casa mia.”
Aveva risposto fredda l’altra, Yukari era volata a quell’appuntamento,
nonostante l’immagine da dura, non amava essere stronza.
La rosa era già seduta al tavolo e nel vederla entrare le aveva rivolto
un’occhiata di sufficienza.
“Ciao Yidashi.”
“Ciao Sakura.”
“Che vuoi?”
“Volevo scusarmi con te. Oggi non ti ho nemmeno lasciato parlare, forse
c’è una spiegazione a quello che abbiamo visto…”
“Nessuna spiegazione, è quello che sembra.
Stavo baciando Naruto perché mi andava di farlo, non me ne frega nulla
di Hinata, se soffrirà o meno.
È ora che quella fighetta impari a soffrire, tutti la amano, tutti la
aiutano e nessuno aiuta me, perché tanto Sakura è forte no?
Ebbene sono stufa.”
La mora scoppiò a ridere.
“Sei stata cristallina Haruno e io che speravo di chiarire, pensa un
po’…
Perché mi dispiaceva di essere stata dura con te, perché pensavo fossimo
amiche e tu tenessi alle tue amiche, ma è evidente che mi sbagliavo.
Non so che concetto di amicizia tu abbia e non me ne frega nulla, vedo
solo un grande egoismo che va frenato ed è quello che ho intenzione di fare.
Non lascerà che Hinata soffra per una come te, ficcatelo in testa.”
“Se è una guerra non mi tiro indietro, Yidashi e non mi fai paura.”
“Ti ho già detto che ti farò imparare a temermi.
Ciao bella, goditela finche puoi.”
Si era alzata e se ne era andata con lo sguardo di sfida di Sakura negli
occhi.]
I due giorni passarono in fretta, ora erano tutti all’aeroporto e Sasuke
si sentiva discretamente sicuro, forse non si sarebbe beccato una marea di
insulti.
“DEidara metti via quel cartello!!”
L’urlo di Yukari lo distrasse, le mani sui fianchi stava guardando il
fratello in cagnesco che sventolava uno striscione.
“Ma perché?”
“Perché non è carino!”
Il moro sospirò, quello svitata aveva scritto “Ti ficco un petardo in
culo!”.
“A te non sta simpatica!”
“Non importa! Non ho voglia di litigarci subito!
Mettilo via!”
“No lascialo, cara.
L’ipocrisia non ti si addice.”
Una vocefredda li fece voltare,
Sakura li guardavasprezzante, gli occhi
verdi gelidi e l’eastpack sulle spalle.
“S-sakura?!”
“Si, piccoli miei, sono tornata.
Contenti?”
ANGOLO DI LAYLA
Buonasera! Scusate lo scorso capitolo non era
granché o almeno a me non piaceva molto ^^”.
Siete fortunati, ho solo una precisazione sulle
eventuali canzoni, quella che canticchia ten è una versione storpiata di una
canzone dei Litfiba di cui non mi ricordo il titolo…..
Che altro dire? Nonostante la odi quella piattola
dannata prima o poi doveva tornare, povero Sasuke….
Passiamo alle recensioni che è meglio.
RA 92: Grazie dei complimenti^^.
Darò un’occhiata a quel manga, grazie del
consiglio^^.
Spero che qst ti piaccia, alla prossima!
Ciaooo
HINANARU: Grazie dei complimenti!
Hai visto cosa è tornato? Non ce l’hanno fatta
nemmeno le metropolitane inglesi a toglierla di mezzo….Deidara è il migliore.
Non so cosa c’entri tutto qst, perdonami.
Spero che il capitolo ti piaccia^^
Ciao ciao^^.
SHIZUE ASAHI: In effetti possono succedere cose parecchio
strane, ma Lee era ubriaco quindi vabbhè non è successo niente XD!
Come ti ho già detto, probabilmente farò qualche
scena Lee. Ten, anche perché il povero sopracciglione è apparso pochissimo e un
po’ mi sento in colpa….
Ciuaoo
BECKILL: Ciao Nee-chan! Sai sfruttare alla perfezione i tempi morti tu! XD
Si si, decisamente Michiyo è la più grande fortuna
del neko, senza di lei sarebbe ancora in un angolo a fare Calimero!
Com’è fortunato….
(Layla va in un angolo a deprimersi)
MASYCHAN:Ciao nuova lettrice!
Potresti chiamarmi solo Layla? Layla the
punkprincess è un po’ troppo formale ^^”
Grazie dei complimenti, anch’io sono felice che
quei due danni siano tornati insieme.
Yukari aveva sempre sostenuto che c’erano diversi tipi di silenzio,
quello che stavano sperimentando loro era quello di ghiaccio dell’imbarazzo,
nessuno osava muoversi, nessuno fiatava.
Sakura li guardava con un sorisetto sarcastico dipinto in volto, come se
avesse previsto quella reazione e ne godesse un mondo.
Naruto fu il primo a riprendersi, sfoggiando il suo adorabile sorriso
innocente le corse incontro e la soffocò in un abbraccio spacca costole.
“Sakura-chaaan! Sono così felice di rivederti! Sei ancora più beellaaa!
Sei mancata a tutti!”
Le venne da vomitare, per quando la riguardava la rosa le era mancata
come una visita dal dentista e le sembrava uguale a quando era partita, forse
persino più acida, ma ritenne opportuno tacere e incollarsi alla faccia un
sorriso che sperava non apparisse troppo falso.
“Deidara! Adorabile psicopatico! Fatto esplodere qualcuno ultimamente?
Mmm credo di no o altrimenti non offenderesti la mia vista con la tua
antiestetica presenza!”
Una vena sulla tempia di suo fratello prese a pulsare minacciosamente,
ma non disse nulla, forse si sentiva in colpa per il cartello, ma Haruno
avrebbe fatto meglio a non sfidarlo ulteriormente.
“Sakiyourai! Dolce violetta bonsai! come stai? Ancora con il tuo
gattaccio sfigato? Meg si è presa il fratello migliore!”
C’erano due cose che non si potevano prendere in giro parlando a
Michiyo, la sua altezza e Kankuro, la viola scrocchiò minacciosamente le dita.
“’Chiyo dai! stai buona!”
Lei ringhiò qualcosa a Sasuke e trascinando via Sabaku se ne andò
imprecando sotto voce.
-Simpatia portami via! Forse vuole che la rispediamo in Inghilterra a
calci?-
“La tua amica se ne va Yidashi? Non la fermi?
Nooo… sei troppo impegnata a tenere d’occhio Ita Ita, paura che si scopi
un’altra?
Yukari strinse i pugni, contò mentalmente fino a cento per non romperle
il naso con una testata.
-Yukà! Stai calma! È solo una stronza che non si merita le tue botte.
Pensa a Sasuke…
Calma, respiraaaa…
Bonito, todo me parece bonito
La mar la mañana, la casa, la sombra,
la tierra, la paz y la vida que pasa.
Bonito, todo me parece bonitoooo!!-
Le fece un sorriso e non le disse nulla, Sakura sembrò delusa, ma fece
finta di niente.
“Sakura-chan?”
“Si Uchiha?”
“posso portarti le valige?”
“NO piccolo, mi arrangio io….anche perché se ci provi tu ti spezzi!”
Sasuke arrossì, Yukari scosse la testa.
“Sakura…”
“Che vuoi ancora?!”
“Stase vieni a un concerto?
Dai! Tutti insieme per festeggiare il tuo ritorno!”
La mora vide l’orgoglio di Sasuke andare a seppellirsi e non poté fare
altro che dispiacersene, visto che le circostanze non le permettevano di fare
altro.
La rosa per tutta risposta si portò un dito sotto il mento, come se
stesse considerando l’ipotesi e poi gli rivolse un’occhiata fredda.
“Non credo che molti vogliano festeggiare ed è appunto per disturbare i
loro piani che accetto! A che ora Sasuke?”
“Alle nove e mezza a “al covo”!”
“OK”
La rosa recuperò le sue valige e senza salutare nessuno in particolare
se ne andò, Yukari desiderò ardentemente strozzarla, i piani di rapporti amichevoli
con lei potevano andare a farsi friggere!
SAsuke era stranito, non si aspettava un benvenuto con tanto di lacrime
e braccia buttate al collo, ma nemmeno tanta acidità contro tutti.
“cosa ti aspettavi idiota?”Si lagnò la sua coscienza e il moro non poté
che darle ragione e sperare che il concerto non si risolvesse in una disfatta
peggiore.
Era cautamente ottimista, un concerto era una cosa neutra e in un luogo
pubblico, forse e sottolineando forse, si poteva evitare una rissa, ma non ne
era sicuro considerato i caratteracci di Sakura, Michiyo, Yukari e Deidara.
-Sasuuukeee è tutta colpa tua pirla, lo sai si?-
Riecco la sua coscienza, lo sapeva che, per dirla con le parole di
Yukiko, se avesse smesso prima di farsi seghe mentali le cose sarebbero state
diverse e non così compromesse, ma lui era fatto così, contorto e complicato
come tutti gli Uchiha e con una fottuta paura di perdere le persone a cui
teneva, per questo non si affezionava a nessuno.
Bella politica, era così che ci si ritrovava inchiodati nel rimpianto.
Forse era troppo tardi?
Non lo sapeva.
Sapeva che teneva a lei, nonostante i pareri negativi di Yukari e
Michiyo che aveva intuito senza sforzo, sapeva che purtroppo per lui la voleva
e sapeva che questo avrebbe comportato un prezzo alto da pagare.
Senza allegria si preparò per il concerto, certo che quella sera si
sarebbe compiuto il suo destino.
Il locale doveva essere affollato, erano tutti fuori, Michiyo misurava a
grandi passi il marciapiedi davanti a “Al covo”, Yukari fumava torva una
sigaretta e gli altri chiacchieravano tra di loro.
“Ciao raga!”
“Ciao corvaccio iettatore! Questo posto è pienissimo!
Yukiko è andata a parlare con il buttafuori!”
Yidashi l’aveva fulminato con un’occhiata mentre Sakiyorai strepitava
contro di lui.
“Allora troveremo posto sicuramente…”
Fece lui conciliante, sperando con tutto il cuore che ancora una volta
la brutalità della sorella di Nara lo salvasse.
“Uchihaaaa! Disgraziato!”
L’urlo belluino di Yukiko fu come un canto angelico per le sue orecchie.
“ho rimediato i posti, ma la prossima volta che la tua testaccia vuota
concepisce un’idea del genere sei pregato di avvisarmi, così evito di dovermi
lavorare all’ultimo minuto la gente!”
“Ma tu così ti diverti!”
“Fottiti gnomo emo!”
La mora afferrò Sasori-sempai per la manica del giubbino e marciò
all’interno borbottando insulti a bassa voce, Sasuke tirò un sospiro di
sollievo, era andata anche questa volta.
“Ciao Yukari!”
La mora buttò la sigaretta per terra.
“Ciao!”
“Incazzata?”
“Sasuke, almeno stai zitto….ti prego.”
“Non potresti seppellire almeno una volta l’ascia di guerra?”
“Io l’avevo fatto, ma la tua dolce metà sembra essere tornata da Londra
con il diavolo in corpo e non farmi aggiungere altro.”
Yidashi entrò lasciandolo basito alla porta, finché un energico spintone
di Ten lo sbatté dentro.
Era in ballo, doveva giocare.
Cercò con lo sguardo la rosa, era al bancone e stava prendendo da bere.
“Ciao Sakura!”
“Uchiha, scusa ma devo andare!”
Si lanciò in mezzo alla pista, dimenticandosi la birra, se la scolò lui,
almeno non sarebbe andata sprecata.
Era nervosa, innegabilmente nervosa e con le mani che le prudevano, per
cercare di calmarsi iniziò a tamburellare le dita sul tavolo.
Non aveva mai creduto troppo ai presagi Yukari, ma quella sera era
assolutamente sicura, matematicamente certa che quel mostro rosa confetto di Sakura
Haruno gliel’avrebbe fatta pagare.
Si accese l’ennesima sigaretta e trangugiò un sorso della sua birra,
buttando nel frattempo un’occhiata alla pista, Michiyo pogava sulle note di
“Anarchy in the U.K.” sfasciando quel povero martire di Kankuro, allegramente
aiutata dai ragazzi della classe, sasuke era appollaiato al bancone come uno
stupido allocco, le ragazze ballavano più distanti dalla massa, dove era Sakura
Haruno?
La birra le andò di traversò, la rosa stava strusciandosi addosso a
Itachi, come se al posto di un po’ di sano punk stessero mettendo del dannato
hip hop.
“Ma le det ta!!!!
…Stai calma Yukari, lui non ti mette le corna o lo spezzi ma lei…lei!!
Mi sparo se non lo sta facendo apposta!”
Sbatté il boccale sul tavolo e si lanciò in mezzo alla folla,
borbottando insulti, nel tentativo di raggiungere l’Uchiha stese a gomitate
almeno cinque innocenti che le intralciavano il passaggio.
“Stai attenta moretta!”
“Fottiti! Devo andare a sradicare un ciliegio tritura esistenze!”
Un paio di persone la guardarono perplesse, ma lei non se ne curò e
finalmente raggiunse quell’essere rosa confetto, che si contorceva come un
serpente addosso al suo ragazzo.
La rosa non appena la vide le rivolse un sorriso di sfida, lei afferrò
il ragazzo per una manica e glielo tolse dalle grinfie.
“Non credere che mi fermi piccola!”
Lei le rispose con un bel dito medio e lo trascinò al tavolo.
“Yukari…”
Lei non disse nulla, prese un altro sorso di birra e si risedette.
“ Yukari…scusa ma è lei che mi sta addosso, come faccio a cacciarla?”
Il boccale vene sbattuto di nuovo sul tavolo con violenza.
“Trova un modo genietto, va bene anche un calcio caro il mio Sanji,
tanto quella,non è una donna!”
Lui le si avvicinò e iniziò a massaggiarle le spalle.
“Lo sai che non mi interessa…”le sussurrò in un’ orecchio.
“perfettamente! Ma quella vuole vendicarsi di me!”
La fece alzare e la baciò, poi appoggiò la sua fronte alla sua.
“Dai pigrona! Alzati e vieni anche tu, daiii!”
“Odio ballare e poi devo finire la birra!”
Lui alzò un sopracciglio.
“’ More! Dammi retta! Se vengo e la rivedo non pogo, faccio scoppiare
una rissa!”
Lui rise e dopo averla ribaciata, si ributtò nella folla al grido di
“Alla battagliaaa!!!”
La mora sorrise, poi tornò a rabbuiarsi, lui era innamorato di lei ne
era sicura, ma era altrettanto sicura che Sakura non si sarebbe fermata.
“Accidenti! Perché ho dato retta a quel balordo di Sasuke?
Dovevo immaginarlo che sarebbe finita così!”
Cupa come non mai, finì la sua birra e ne ordinò un’altra, per conforto
morale.
“Yukari!!”
“Yo ‘Chiyo nee-chan!”
“Visto la stronza?”
“Si! Come la odio!! IO…. Non ho parole per descriverla.”
“Urgono provvedimenti, cara!
È inutile che stai qui a fare la muffa, ti ordinò di andare in pista e
marcare stretto il tuo uomo!”
“Ma!”
La viola non la ascoltò, poco gentilmente la tirò in piedi.
“Ma ho la birraaaa!”
Michiyo gliele tolse di mano e la finì in un sorso solo,poi sorrise
beffarda.
“Ora non più!”
“lavandino!”
Le scoccò un’occhiata feroce.
“ Va bene va bene! Me ne vado! Dittatrice!”
“Amo essere ricoperta di complimenti! Sono musica per le mie orecchie!”
La mora scosse il capo e attraversò di nuovo la massa, notando che
questa volta la gente si spostava impaurita al suo passaggio.
Un brivido freddo le percorse la schiena, facendola rabbrividire e per
un’attimo il mondo sembrò rallentare, era innegabilmente un presagio.
Si accorse di essersi fermata in mezzo alla pista quando si alzarono le
note di “No feelings”, senza motivo deglutì.
“I got no emotions for anybody else
You better understand I'm in love with my self
My beatiful self
A no feelings a no feelings
A no feelings
For anybody else”
Poi la vide e spalancò gli occhi, Sakura Haruno stava baciando Itachi!
Indietreggiò, mentre “No feelings” si faceva sempre più distorta e
lontana e lottò con sé stessa per non svenire, non poteva concederle quella
soddisfazione!
Appellandosi alle forze residue del suo orgoglio riuscì a uscire da
quella bolgia, a ritirare il suo cappotto e a ritrovarsi nel freddo di inizio
gennaio.
Il dolore si allargava sempre più all’altezza del cuore, ma nello stesso
tempo si sentiva vuote e fredda e con un gran desiderio di sparire, solo una
cosa era certa in mezzo a quella gran confusione: Odiava la rosa con tutta se
stessa e difficilmente l’avrebbe perdonata.
Prese la prima metropolitana che l’avrebbe portata a casa, fregandosene
del cellulare che suonava, quando tacque lo spense addirittura per non sentirlo
più.
Una volta arrivata a casa biascicò un saluto a sua madre e si fiondò a
letto dove poté piangere tutte le sue lacrime, dopo essersi chiusa a chiave per
evitare che quella piaga di Deidara la sottoponesse a un terzo grado.
Quando rientrò lo sentì strepitare,poi tempestare di pugni la porta,
senza ottenere risultati, solo quando lo sentì andarsene, cadde in un sonno
senza sogni.
Il rumore della sveglia la mattina dopo le arrivò da molto lontano,
allungò una mano fuori dalle coperte, la spense, come un’automa arraffò i suoi
vestiti e si diresse in bagno.
“Troia, puttana, meretrice, baldracca di una, donnaccia maledetta!”
Non riusciva a dire nient’altro,lo ripeté come una nenia in bagno e
continuò mentre il caffè bolliva in cucina e lei guardava assente la tazza,
sotto lo sguardo preoccupato del fratello.
Deidara fece per aprire bocca ad un certo punto, ma poi decise di
rinunciare e fu un bene, perché considerato il suo umore non sapeva come
avrebbe reagito.
Michiyo varcò i cancelli della scuola con un filino di preoccupazione
giustificata da quello che era accaduto la sera prima, la vipera rosa confetta
si era slinguata Itachi davanti a tutti, Yukari si era data alla macchia e quel
pirla emerito del corvo emo al silenzio.
Non gli aveva cavato una parola, aveva provato con le intimidazioni
verbali, poi era passata alle sberle sul copino e ai frontini, ma non era
successo niente, gli aveva perfino mostrato la sua arma finale, la temuta
cintura di borchie senza che questo sortisse un effetto qualsiasi.
Lui era rimasto li, imperturbabile come una montagna e freddo come un
ghiacciaio, del tutto disconnesso dalla realtà e perso in un punto imprecisato
del suo tunnel di dolore e paranoia.
Sospirò.
Vipera rosa cicca contro Corvo emo, uno a zero, palla al centro, se
fosse stata una partita di calcio, ma la realtà era un po’ più complicata.
Nella realtà agivano anche altri fattori, la sua socia ad esempio: come
avrebbe reagito Yukari?
Non era certa di volevo sapere, temeva spargimenti di sangue o peggio
ancora un altro dannato periodo nero, in ogni caso la percepì ancora prima che
arrivasse, avvertì un’aura nera di depressione e rabbia e fu certa che era lei.
“Ciao nee-san!”
“ciao.”
Basta, stop, comunicazione interrotta, la mora si avviò a passo
strascicato verso la classe, non curandosi di lei, con una nuvola di fumo
intorno.
Fu un primo giorno di scuola deludente, tutti i professori accolsero con
un gran sorriso il ritorno di Haruno, persino Umino-sensei.
Yukari continua va a tacere, Michiyo cercava di consolarla,
obbiettivamente Itachi non aveva avuto scampo la sera prima, la colpa era
principalmente di Sakura, ma la mora non ascoltava, continuava a incidere una
tavola di geometrico che avrebbe dovuto rappresentare la sezione di un tronco
di cono.
La viola sospirò, era una battaglia persa!
Successe all’improvviso, la mora alzò gli occhi e strinse con forza la
matita, un crack sonoro annunciò che l’aveva rotta in due pezzi.
“Yidashi?”
“Si Umino-sensei?”
“Hai rotto la matita.”
“Lo so”
Il professore tacque e decise di non aggiungere altro, a volte sembrava
avere paura di lei e Sakiyourai non poteva dargli torto, quello sguardo non
prometteva nulla di buono.
“Ieri sera la vergogna cadde sul mio capo, posso io lasciare correre?
Posso io lasciare che una tale onta mi macchi?
No, quest’onta va lavata con il sangue!
Il destino reclama vendetta, gli infami vanno puniti.
La decisione è presa e non si può tornare indietro, Sakura Haruno deve
pagare o non potrò più guardarmi allo specchio alla mattina senza provare
disgusto davanti alla mia persona.
This is our final day
This is the final thunder.
Il primo colpo va sparato qui, dritto in faccia.
Si, scoppia in faccia.
La prima volta ti fa male,poi liberaaa!”
Michiyo deglutì, quei sussurri la inquietavano e la malsana unione di
una canzone dei Tokio Hotel (Dannata Keiko!) con una degli Africa Unite le fece
correre un brivido lungo la schiena.
Ora capiva cosa voleva dire Deidara quando diceva che sua sorella
arrabbiata era peggio di lui e non voleva essere assolutamente nei panni della
rosa.
Una vendetta terribile stava per colpirla.
ANGOLO DI LAYLA
Aloha! Cosa ne dite?
Sakura si salverà dalle grinfie di Yukari e
riuscirà a mettersi con Sasuke?
E lui la vorrà?
Precisazioni sulle canzoni: la prima che canticchia
YUkari per calmarsi è “Bonito” di Jarabe de palo, l’unione malsana(Ma veramente
malsana brr!) è tra “Final day” dei Tokio Hotel e “Il partigianoJhon “ di Africa Unite.
Il sole calava lentamente sulla città, inondando tutto di una luce
dorata e facendo sovrastare la città da un vivace cielo infuocato.
La luce entrava anche dalla sua finestra, ma lei non l’aveva notata,
sdraiata sul letto si rigirava continuamente in preda al nervosismo.
Voleva, doveva vendicarsi, ma come?
Passò in rassegna varie ipotesi, tornare a colpire il suo rendimento
scolasticoera impensabile, Sakura era
stronza ma doveva renderle l’omaggio dell’intelligenza, non si sarebbe fatta
fregare due volte.
Lanciò il cuscino contro il muro, ma finì per colpire una mensola sopra
la scrivania e tutte le candele caddero per terra con un rumore sordo, nemmeno
due secondi dopo qualcuno bussò alla porta.
“Nee-chan! Cosa succede?”
Non si curò di rispondere e finì di passare in rassegna il resto delle
ipotesi, far incontrare la piattola con un ragazzo bruttissimo e poi diffondere
le foto oltre che puerile, sarebbe stato ingiusto nei confronti di Sasuke.
SAsuke frenava i suoi piani, perché quel povero cristo era davvero
innamorato di Haruno e lei, Yukari era sinceramente affezionata a lui, voleva
colpire lei senza che soffrisse lui.
Tirò un pugno al muro, il dolore l’aiutò a pensare e le suggerì l’unica
soluzione: pestarla nei bagni.
Molto da teppista, molto scorretto, molto pericoloso dato che la stronza
in questione praticava arti marziali già nella pancia di sua madre, ma era
l’unico modo.
Un vecchio, virile duello, una sana scazzottata per sfogarsi e sistemare
vecchi rancori.
Sorrise in modo impercettibile, poi scoppiò in una lunga folle risata.
“E una cosa è decisa, mo pensiamo al resto…”
Il resto era il famoso “dove, comee perché?”ovvero i dettagli di organizzazione pratica, raccolse il
cuscino da terra e lo rimise sul letto, urgeva pensare.
Umino-sensei aveva annunciato che il giorno dopo avrebbero dovuto
sistemare il suo cassetto delle tavole e Ino si era offerta volontaria, quella
biondina si sarebbe buttata nel fuoco pur di evitare una lezione di geometrico…
Sbattè un pugno sul letto, non sapeva perché aveva pensato a Yamanaka,
ma quello le aveva dato la soluzione, malvagia al punto giusto, ma per questo in
grado di funzionare.
Lo stereo cambiò cd, fino a quel momento aveva trasmesso Ligabue, ora
invece era partita “Like I want” degli Shandon e lei aveva iniziato a
saltellare a ritmo, come faceva sempre quando era eccitata per qualcosa.
“I like to go without a way
So please don’t ask me that again
OH OH OH
YOU CAN CALL IT ROCK’N’ROLL
BUT I CALL IT LIKE I WANT”
Si buttò a peso morto sul letto, approfittando dell’assenza di Ino
avrebbe potuto mandarle un messaggio con il suo cellulare, fregato in precedenza
e attirare il mostro in bagno, poi l’avrebbe raggiunta e l’avrebbe sistemata.
“Sei mortaaaa. Sei mooortaaa!”
Urlò imitando “sono morto” dei tre allegri ragazzi morti e mentre si
dimenava come una tarantolata, udì suo fratello mormorare da dietro la porta:”
No, mamma io non chiedo a mia sorella cos’ha, perché io ho paura di mia
sorella!”
Scoppiò a ridere di gusto.
Il sole era calato lentamente, lasciando la città immersa in un
crepuscolo freddo e limpido, il vento di gennaio scuoteva gli alberi del suo giardino
e disperdeva il fumo della sua sigaretta.
Lei guardava la brace rosseggiare e si dava mentalmente della stupida:
aveva infilato una serie di errori madornale, nemmeno una decerebrata avrebbe
saputo fare meglio di lei.
Sakura guardò la sigaretta, era un vizio che aveva iniziato in
Inghilterra, lei convinta salutista e non sapeva nemmeno perché o forse non
voleva saperlo, aveva già abbastanza casini.
Il primo errore era stato rifiutare l’offerta di pace di Yidashi, lo
sapeva che lamora non era tipo da ripetere due volte una proposta del genere
senza garanzie a tutelarla, ma, non per giusticarsi, lei era in piena fase
distruttiva.
Avrebbe potuto risparmiarsi gli insulti all’aeroporto all’andata e il
sarcasmo al ritorno, ma non sapeva cosa le era preso o forse si.
Era la complicità che c’era tra Sasuke e Yukari a disturbarla, lui con
lei era suo agio, rideva, scherzava, si era aperto, mentre con lei era sempre
stato chiuso.
Gelosia.
In nome della gelosia si erano compiute stragi e distrutte vite e lei
stava per distruggere la sua, dopo il bacio ad Itachi la mora non l’avrebbe mai
perdonata, nemmeno se lei avesse strisciato su dei chiodi, pregandola in akan.
Spense la sigaretta con un colpo secco.
Cosa doveva fare?
Farsi pestare, subire qualsiasi cosa Yidashi avesse deciso, era l’unica
risposta.
Purtroppo.
Era nervosa, le mani le tremavano mentre disegnava, era arrivato il
giorno.
Non credeva sarebbe stato così difficile, ma lei in vita sua non aveva
mai pestato nessuno, era una tipa calma in linea di massima, se non quando
veniva ferita in profondità.
Cercò di calmarsi pensando a una canzone dei rancid, ma la voce di Tim
Armstrong taceva, lasciandola priva di conforto.
Sospirò e si portò una mano tra i capelli, Itachi quella mattina aveva
provato a parlarle, ma lei l’aveva evitato, sapendo che se lui le avesse detto
qualcosa non sarebbe riuscita a fare niente.
Ormai era in gioco, doveva giocare, così con mani tremanti compose un
messaggio con il cellulare della Yamanaka, Sakura poco dopo si alzò e uscì dalla
classe.
^Dai Yukari!”
Alzò la mano, sperò che la voce non le tremasse.
“Professore posso andare in bagno?”
“Si, Yidashi; vai pure tu! Ho una dannata classe di incontinenti!”
La mora alzò gli occhi al cielo e uscì dalla classe.
Il cuore riprese a batterle furiosamente mano a mano che si avvicinava
ai bagni.
Aprì la porta, erano deserti, solo la rosa le rivolse un’occhiata
spaventata, yidashi sogghignò e chiuse la porta.
“Ciao Haruno…”
Le si avvicinò, la rosa indietreggiò fino ad arrivare contro la parete, in
un angolo.
“Yidashi…parliamone…”
“MO? Ora che sai che sta per arrivare la punizione vuoi parlarne
Haruno?”
“che sei? Chuck Norris?”
“Ma sei incredibile!”
“Scusa Yidashi, scusa.
Credo di avere esagerato!”
“Credi?
Senti Haruno, non avrei mai voluto arrivare a questo, mi ci hai portata
tu!
IO mi aspettavo una ripicca, una qualsiasi ripicca.
Avresti potuto smerdarmi in qualsiasi modo, dire che ho un secchio in
cui vomito e che lo chiamo Antonio, che sono alta un metro e una banana e larga
come una sequoia, che mi facciole canne, che mi nutro di psicofarmaci come
House , che dormo in una bara e che trucido bambini e li sacrifico a Sid e non
avrei detto niente perchè sapevo di meritarmelo ma…
Non avresti dovuto toccare Itachi!
Non dopo tutto quello che ho passato, non dopo tutti i pianti!
Perché tu lo sapevi cara mia quanto ci ero stato male, lo so che tu e
Ino vi sentivate in msn!
Devo punirti lo capisci?
E questo è l’unico modo in cui posso farlo senza fare soffrire altra
gente!”
“Chi, YIdashi? Chi?”
“Sasuke razza di imbecille patentata! Non perché voglio farmi i due
fratelli e me lo devo tenere buono come sta macchinando il tuo cervello bacato,
ma perché è mio amico e io ai miei amici ci tengo!”
“A sasuke non importa nulla di me!”
“Taci, regina delle ottuse, che se non hai capito che è cotto di te,
meriteresti uno sbrettone aggiuntivo!”
Senza preavviso le mollò una sberla, le sue cinque dita si stamparono
sulla guancia pallida di Sakura.
Fu il segnale.
In un’attimo si ritrovarono ad accapigliarsi per terra come delle furie,
Haruno picchiava duro, ma lei non era da meno e riusciva a difendersi
discretamente, ora capiva cosa intendesse l’espressione :”La forza della
rabbia”.
Stava per darle un ‘altro pugno, quando qualcuno la fermò.
Si voltò e si ritrovo faccia a faccia con Sasuke.
“SAsuke?!”
“In persona. Smettila Yukari, non sei così!”
Le lasciò andare il polso e lei si alzò in piedi sorpresa.
“Ti sta piacendo pestarla?”
Ci pensò per un’attimo, la verità era una sola…
“NO.”
“E allora smettila, se non lo farai inizierà una faida infinita.
vuoi questo?
Vuoi che io mi ritrovia decidere
tra la mia migliore amica e la ragazza che amo?
So che non vuoi farmi soffrire, ma non è questo il modo.”
YIdashi abbassò gli occhi, si sentiva una perfetta idiota, lei non era
tagliata per farela teppista.
“Scusa SAsuke…io sono troppo impulsiva…
Anche se penso e ripenso alle cose, non lo faccio mai abbastanza e
finisco per fare danno.”
Si voltò verso Sakura che non si era mossa da terra e la guardò dritta
negli occhi.
“Scusa Sakura.
Mettiamoci una pietra sopra.
Tu hai fatto del male a me e io ne ho fatto a te, ora siamo pari, vero?”
“SI.
Scusa mi YUkari davvero, anch’io avrei dovuto stare più calma.”
Si sorrisero, il primo vero sorriso da persone in pace.
La mora abbracciò Sasuke,gli sussurrò :”Grazie! Ora vedi di chiarire
pure tu!” e uscì dal bagno.
Sakura rimase seduta a terra, le gambe raccolte contro il petto,
lottando contro la voglia di piangere.
Aveva combinato un casino, cosa sarebbe successo adesso?
Non trovava una risposta e ne aveva disperatamente bisogno.
“Sakura…”
Sasuke si era accucciato accanto a lei.
“SAsuke…che casino abbiamo fatto?”
“Non lo so. Prima ero io a essere confuso, poi tu.
Il giorno che hai baciato NAruto ti ho visto, stavo per venire a darti
la risposta alla domanda, parlare con YUkari mi aveva fatto capire che a te ci
tenevo.”
“Ma dopo quello che hai visto hai avuto qualche dubbio…come darti torto?
Avevo un casinoin testa!
Tu mi piacevi, ma non mi rispondevi e Naruto era li e io ero incazzata e
per una volta ho voluto pensare solo a me stessa.”
“Capisco.”
“E adesso?”
“IO ti piaccio?”
“Si.”
“Allora proviamoci, almeno non avremo rimpianti…”
“Ma funzionerà?”
“è importante? E comunque chi può saperlo?”
“Nessuno…hai ragione…
SAsuke….lo sai perché ero così incazzata con Yidashi?”
“NO, me lo sono chiesto spesso.”
“Perché tu con lei ridevi, capisci?
Lei era riuscita dove io avevo fallito!
E mi chiedevo se ….”
“Tra noi non ci fosse qualcosa?
No Sakura, non c’è niente tra noi.
Siamo amici, per una serie di circostanze assurde ci siamo avvicinati e
in lei ho scoperto una brava persona nonostante le sue perenni crisi,
l’apparente freddezza e misoginia.
Lei sbuffa sbuffa , ma poi aiuta.
A me lei non interessa, a me interessi tu, anche se mi sono sempre
comportato da stronzo.”
“Non ti capirò mai
UChiha.”
“Ti regalerò un libretto di istruzioni, se accetti di prendermi.”
Sakura scoppiò a ridere, Sasuke era innegabilmente cambiatoe forse per assurdo doveva ringraziare YUkari.
“Come posso rifiutare una tale offerta?”
“In effetti non puoi…”
Erano sempre più vicini.
“Allora Haruno?”
“hai vinto Uchiha…”
Iniziarono lentamente a baciarsi.
ANGOLO DI LAYLA
Credo faccia schifo, ditemi i vostri pareri e lo sistemerò.
Capitolo 60 *** EPILOGUE: THIRTY SONGS TO SAY GOODBYE ***
44
EPILOGUE:THIRTY SONGS TO
SAY GOODBYE
Era distesa sull’erba calda, gli occhi chiusi e la mente sgombra.
Era estate, l’estate benedetta dal riposo, il momento del’anno in cui
poteva prendere una stuoia, un libro, l’mp3 e le sigarette e stare in pace con
il mondo.
I raggi del sole le accarezzava il volto rilassato quasi sorridente…
Un aereo passa veloce e io mi fermo a pensare a tutti quelli che
partono, scappano o sono sospesi per giorni, mesi, anni in cui ti senti come
uno che si è perso tra obbiettivi ogni volta più grandi.. Era
stato un anno semplicemente straordinario, denso di avvenimenti, che aveva
ripagato i precedenti sedici vissuti in una noia stordente.
Si portò una mano al collo e accarezzò una collanina d’argento, fatta di
tanti piccoli ovali cavi, era di Itachi e a volte era così strano sentirla lì,
fredda e reale, sulla pelle.
Lui diceva che gliel’avevano regalata i suoi genitori, che era il loro
unico ricordo e l’aveva data a lei, in cambio di quella stupida collanina rasta
di perline che portava sempre.
[“Yukari….”
“Si?”
“Quest’estate devo andare a Kyoto da mio zio….”
Lei l’aveva guardato stralunata, un’intera estate senza vedersi?
Aveva represso le lacrime, ma forse lui le aveva viste lo stesso perché
l’aveva abbracciata forte.
“Cretina…puoi piangere.”
“Idiota! Come cazzo faccio un’estate intera senza di te, eh?”
Lui si era staccato e si era tolto la collana per poi allacciargliela al
collo.
“Così ti ricordi di me….”
“Cr-cretino! non mi scorderei di te nemmeno se dovessi morire…”
E le lacrime erano scese, copiose, mentre lei si toglieva a sua volta la
sua collanina di legno.
“Tienitela tu questa allora….Me la ridarai quando torni ….Così ogni
tanto mi pensi.”
Lui aveva sorriso ed era arrossito.
Quelle collane erano il simbolo di una promessa, della loro promessa.] Succede perché, in
un instante tutto il resto diventa invisibile, privo di senso e irraggiungibile
per me, succede perché fingo che va sempre tutto bene ma non lo penso in fondo.
Sorrise impercettibilmente.
Una nuvola oscurò il sole, le prime note di “Redemption Song” le
invasero dolcemente il cervello e una lacrima le solcò una guancia.
[“Naruto, non ci pensare o ti castro, entiendi?”
Karin aveva trucidato con lo sguardo il biondo che la stava aiutando a
portare una borsa frigo carica di bottiglie verso il parco.
Era l’ultimo giorno di scuola e avevano deciso di fare un picnick, lei
aveva portato un paio di teglie di tiramisù come dolce e guardava divertita la
rossa e il biondino battibeccare.
“Non me ne frega nulla se hai visto un negozio di ramen, demente!
Tra poco andiamo a mangiare e quella santa di Hyuga te ne ha fatto un
tir di ramen…
Non osare mollarmi qui!” il biondo era scappato, mentre Tsuki imprecava
come uno scaricatore di porto.
Erano arrivate al parco poco dopo, gli altri stavano già sistemando
tutto.
Hinata era subito partita a recuperare il suo ragazzo, Itachi le si era
avvicinato.
“Ciao bella straniera dagli occhi azzurri.”
“Ciao neko.”
Hinataera tornata con Naruto e
il ragazzo era subito scappato inseguito da Karin.
“Sono pazzi vero?”
“Un po’, ma li amo lo stesso tutti.”
“Ma tu mi ami di più vero?”
“Bho…posso pensarci?”
“Intanto che pensi, senti questo.”
Aveva tirato fuori la sua chitarra e aveva iniziato a suonare “Redemption
song”, sussurrando piano le parole con la sua voce roca.
Aveva sentito qualcosa che le si smuoveva dentro, aveva i brividi lungo
la schiena, nonostante il caldo e stava piangendo senza vergognarsi di farlo.
Quell’esecuzione le aveva toccato il cuore, era stata fatta apposta per
lei, scegliendo la sua canzone preferita di sempre.
“Fa così schifo, Yidashi?”
“No demente…”
La voce le era uscita spezzata.
“è la cosa più bella che abbia mai sentito, nonché la cosa più bella che
qualcuno abbia fatto per me.
È ovvio che ti ami, ma in questo momento ti amo di più che se mi avessi
regalato un solitario.”
L’aveva baciata senza dire nulla, forse commosso.]
Le mancava terribilmente , ma a causa di quel carattere chiuso che si
ritrovava non riusciva a dirglielo , a farglielo capire, nemmeno alla stazione.
Si voltò a pancia in giù.
“Nascondi ancora le lacrime, eh Yidashi?”
Si era voltata di scatto,. Lu era lì che sorrideva sbilenco, davanti a
lei.
Gli volò in braccio.
“Piano, che m’ammazzi!”
“Che ci fai qui?”
Rantolò mentre gli inondava la maglietta di lacrime, mentre lui le
accarezzava divertito la testa.
“Mi rompevo a Kyoto…mio cugino, poi…”
“Si Tobi è una piaga…”
“Ma come fai a saperlo?”
“Sono una strega Monsieur.
E ora mi baci ?
O devo farti una richiesta scritta ? “
Non se lo fece ripetere due volte e la baciò con tra sporto.
Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere, dalla
corrente a portare le cose dove non vogliono andare e avere la pazienza delle
onde di andare e venire, ricominciare a fluire.
Il treno percorreva la pianura, cullandolo con il suo rumore ritmico.
Era incredibile.
Lui aveva sempre amato quelle estati trascorse a Kyoto, isolato da
tutti, ma stranamente quell’anno era partito controvoglia e la collanina di
legno che portava al colo ne era la prova.
Sapeva vagamente di cocco e di sigarette, era innegabilmente di Yukari,
anche se non avesse saputo che fosse stata sua.
La strinse con forza, pregando che il treno accelerasse.
Incredibile, ma vero, quella nanerottola acida e dolce allo stesso tempo
gli mancava da morire.
Era bello vedere che il verde ritorna e che si svegliano i ghiri
Era bello sapere che dopo l'inverno la voglia ritorna anche a te.
Eppure lei non aveva nulla di speciale.
Quando aveva capito che Yukari era davvero importante per lui?
Forse quando a San Valentino le aveva regalato un’ acchiappasogni e
l’aveva vista illuminarsi come una bambina?
Non lo sapeva.
[“E così sei davvero innamorato…”
L’affermazione di suo fratello l’aveva fatto cadere dal letto.
“IO e lei siamo in prova…”
“Bugiardo..”
Sasuke aveva sorriso trionfante.]
Finalmente il treno arrivò in stazione e lui scese di corsa, travolgendo
passeggeri innocenti e fu sotto casa sua.
Inaspettatamente gli rispose Deidara.
“Mia sorella è al parco.”
Era bello sapere che solo d'estate come gli insetti sui fiori
Era bello vedere i capelli bruciare e cambiare colore
Sbuffò e prese la prima corsa che l’avrebbe portato da lei.
[“Itachi…bella questa canzone!”
Naruto gli aveva sorriso raggiante.
“NO davvero, è stupenda! Dolce e arrabbiata allo stesso tempo.
C’è una vena di malinconia, di rabbia e di dolcezza. Somiglia a lei…”
“Deficiente!”
Aveva imbracciato la chitarra e aveva incenerito il biondino con lo
sguardo pensando :
” Ma a lei piacerà?”]
La vide da lontano, mentre si avvicinava si voltò a pancia in giù.
Sorrise.
Sorrideva mentre lei quasi lo mandava a gambe all’aria e mentre gli
inondava la maglietta di lacrime.
Fu il bacio più bello che avesse mai ricevuto.
Era bello vederti nuotare andare in fondo per poi risalire
Era bello star svegli la notte e tutto il giorno dormire
Era bello il mondo prima che arrivassi te
“Yukari…Posso farti sentire una cosa?”
Lei annuì e lui tirò fuori la sua chitarra, iniziando a suonare la
melodia della “sua” canzone.
Lei sorrideva e in quel momento lui si sentiva assolutamente completo,
forse il mondo prima di lei era stato bello, ma con lei era quasi perfetto.
Era sdraiato a letto, senza voglia di fare, osservava senza reale
interesse le tende della sua finestra che si muovevano per la leggera brezza.
Era in casa da solo, suo fratello era a Kyoto, anche se un presentimento
gli diceva che l’avrebbe avuto presto tra i piedi, Yukari al parco in preda
alla malinconia e Michiyo in America.
Chiedimi
Se io sono come te
Chissà dov’era Sakura?
Sembrava che il destino fosse contro di loro.
[“Sakura cosa c’è?”
Lei l’aveva guardato un po’ triste.
“C’è che in Inghilterra ho conosciuto un tipo e adesso continua a
tampinarmi anche se gli ho detto che sono fidanzata.”
Ci era finito a botte, rompendogli i due denti davanti e togliendosi una
soddisfazione.]
Si alzò e si portò davanti allo specchio, l’immagine di un ragazzo alto,
con i capelli neri lo guardò perplesso.
Si soffermò a guardare gli occhi, erano neri e contornati da uno spesso
strato di matita.
Cosa c’era di male?
Picchiami
Se non riesco a stare qui
Sbuffò contrariato e tornò a sdraiarsi in attesa di una chiamata della
rosa.
[“Tu vorresti uscire con questo qui?”
Il padre di Sakura l’aveva squadrato con una lunga occhiata schifata.
“Si, papà. Lui è il mio ragazzo!”
“Io ti proibisco di vederlo! Non lascerò che tu esca con un tossico!”]
Il telefono squillò, lui rispose immediatamente.
“Ciao Sakura!”
“Ohi Sasuke! Muoviti a scendere che mio padre non sa che sono qui!”
Scese volando le scale e saltarono entrambi sul vecchio motorino di
Itachi, diretti verso il mare.
Questo veleno poi
Mi porta via
Lasciando in un istante
Tutto un vuoto nella mente
Era incredibile, ma per lei si sarebbe buttato nel fuoco a cuor sereno,
era come un veleno che ottenebrava le sue capacità mentali, un magnifico veleno
verde e rosa…
Era inchiodata al chioschetto di Teuchi-san, come al solito.
Un bicchiere di liquido davanti, comeal solito.
La solitudine come prospettiva, come al solito.
Aveva passato l’anno, ma i suoi non l’avevano perdonata, quindi
detestava rimanere a casa tra occhiate indifferenti o di biasimo.
Era così che il chiosco era diventato casa sua e Teuchi una specie di
famiglia.
“Ai…”
“Si teuchi?”
“Come va a casa?”
Male…”
'Cause I'm just a girl, little 'ol me
Don't let me out of your sight
L’uomo scosse la testa.
“Vorrei poterti aiutare….”
[“Mamma, papà! Mi hanno promossa!”
“è il tuo dovere, Ai.
Non c’è nulla di strano.”
“Ma io….”
I loro sguardi l’avevano gelata.
“Si. Avete ragione.”
Era andata in camera sua, tutta la gioia di poco prima svanita.
Perché finiva sempre così?
Le lacrime avevano iniziato a bagnare il cuscino.]
I'm just a girl, all pretty and petite
So don't let me have any rights
Teuchi le porse un piatto di ramen.
“E gli altri?”
“Yidashiin crisi malinconica
perché Itachi è a Kyoto e Sakiyourai è in America.”
“E Sasuke?”
Rimase in silenzio per un po’.
“IO e lui non dobbiamo vederci per un po’.”
L’uomo annuì.
[“Ai.”
“Cosa c’è Uchiha?”
“Perché sei così fredda e scontrosa con me?”
La domanda l’aveva sorpresa, se ne era accorto?
“Sono sempre così.”
“No, con me lo sei di più.
HO fatto qualcosa?”
“Sasuke è meglio che tu non lo sappia.”
“No, Ai. Non puoi cavartela così, voglio la verità!”
Rimase in silenzio per un tempo interminabile.
“Credo di essermi presa una cotta per te.”
Il ragazzo rimase in silenzio.
“Ho Sakura.”
“Lo so.”
“Forse è meglio non vederci per un po’.”
“Forse…”]
Finì la sua ciotola e mise i soldi sul bancone.
“Ciao Teuchi, grazie per sopportarmi sempre.”
Uscì nella via assolata, la gonna della divisa estiva leggermente mossa
dal vento.
Si mise l’mp3 nelle orecchie e tentò di non pensare, anche se sapeva che
era inutile, che lui era sempre lì.
Andò a sbattere contro qualcuno, sentì il rumore di qualcosa che cadeva
a terra e così riemerse dalla sua trance personale, mentre anche lei finiva lunga
e distesa sul marciapiede.
Un ragazzo dai lunghi capelli castani era a terra accanto a lei, si
perse nella contemplazione dei suoi occhi castani, erano dolci e preoccupati.
Stava riempiendo lei di premure, lei che l’aveva investito con la grazia
di un bisonte, senza curarsi della sua spesa.
“Tranquillo sto bene!
Ma la tua spesa?”
“Adesso la raccolgo…posso sapere come ti chiami?”
“Ai e tu?”
“Haku.”
Si sorrisero e lei seppe che qualcosa stava cambiando, nel suo piccolo
mondo noiosa.
I'm just a girl in the world...
Amava avere il vento tra i capelli, la sensazione di libertà mentre
correva sul motorino abbraccia a Sasuke.
In fuga, lontano da tutti.
Liberi.
You and me together
Through the days and nights
I don't worry 'cause
Everything's gonna to be alright
Aspirò il profumo dei suoi capelli e sorrise, un sorriso luminoso che le
fece scintillare gli occhi verdi.
“Sono libera. Sono dove vorrei essere, con chi vorrei essere.
Si fottano tutti.”
[“E così tu e Sasuke vi siete chiariti.”
La voce di MIchiyo le suonò fredda e metallica.
“Si.”
“Senti Haruno, io e te non saremo mai migliori amiche. Non ci
scambieremo mai vestiti o cose del genere.
Non ho una buona opinione di te, puoi avere ingannato Yukari, ma non ne
sono sicura, forse lo fa solo per Sasuke, ma non me.
Ti tengo d’occhio. Non lascerò che Sasuke soffra per te.
Solo io posso maltrattarlo.”
Le venne da ridere, ma capì che la viola era seria.
“Si, capisco Michiyo.
Non voglio farlo soffrire, spero non succederà.”
“Anch’io, tengo al corvo emo.”
Si era allontanata a passi di marcia, era strano che Michiyo si desse
così da fare per lui, quando fino a poco tempo prima non lo sopportava.]
Il motorino si fermò, la spiaggia si stagliava davanti a loro,
stranamente vuota.
“Chissà perché non c’è nessuno…”
“Forse sono tutti al lavoro…”
“Bho…Ci facciamo un okonomiyaki?”
“Ci sto, è quasi mezzogiorno.”
Si avviarono mano nella mano verso un chioschetto.
“Esiste la possibilità che tuo padre la smetta di volermi vedere morto?”
“Dagli tempo. È testardo e non riesce ad accettare subito le novità.”
“Ecco a chi somigli…”
“Mi dai della testarda?”
“mi volevi e mi hai preso, cos’ è questa se non testardaggine Cherry?”
“Amore, corvaccio che non sei altro.”
Scoppiarono a ridere.
People keep talking they can say what they like
But all i know is everything's gonna to be alright
No one, no one, no one
Can get in the way of what I'm feeling
Hey dad look at me
Think back and talk to me
Did I grow up according to plan?
La sua camera era un casino, un immenso casino brulicante di cose, il
letto sfatto, i vestiti sparsi dappertutto tranne che nell’armadio,le foto, i
libri di scuola, la vecchia chitarra elettrica buttata in un angolo, quella
acustica invece era stata accuratamente messa al riparo.
Si mise le mani nei capelli, perché era entrata nella camera di Naruto?
I suoi occhi bianchi si rannuvolarono, ci era entrata per non pensare a
suo padre, che le aveva rovinato la vita e continuava a rovinargliela.
Era incredibile quello che aveva fatto, credeva che sarebbe potuto
succedere solo nei drammi di second’ordine e invece era successo a lei, Hinata
Hyuga, quindici anni.
Cominciò a raccogliere i vestiti di Naruto e ad annusarli per vedere
quelli che potevano tornare nell’armadio, quelli che andavano messi all’aria e
quelli che andavano classificati come armi chimiche.
L’ultima maglia ci era andata vicina…
And do you think I'm wasting my time doing
things I wanna do?
But it hurts when you disapprove all along
And now I try hard to make it
I just want to make you proud
I'm never gonna be good enough for you
Suo padre l’aveva buttata fuori di casa, non prima di avere tentato di
combinargli un matrimonio con un cerebroleso pieno di soldi.
Dio, che schifo.
[“Hinata!”
La voce imperiosa di suo padre era risuonata come una fucilata nell’immensa
villa e lei aveva chiuso depressa la conversazione con Naruto.
“Mettiti un kimono carino e non parlare , questa sera vengono delle
persone importanti.”
Lei aveva annuito e ben presto si era trovata immersa nella solita cena
noiosa, con un’arpia e un ragazzino borioso fino a che una domanda dell’arpia
l’aveva risvegliata.
“Come ti sembra il tuo futuro marito, Hinata?”
“Il mio futuro marito?”
“Si. Non te l’ha detto tuo padre? Tra tre anni tu e Ranmaru vi
sposerete.”
“Penso che sia un’idiota borioso e che piuttosto che sposarmi con lui
preferisco tagliarmi le vene seduta stante.”
Aveva risposto furiosa, suo padre l’aveva fulminata con lo sguardo.
La cena era finita lì, ma suo padre l’aveva affrontata dopo, erano
volate parole grosse.
“IO comando in questa casa, Hinata, non tu.
Se la cosa non ti sta bene raccatta i tuoi quattro stracci e vattene,
non ho bisogno di una figlia così.”
Lei non aveva pianto, aveva mantenuto la sua dignità, facendo uno zaino
di cose strettamente necessarie e andandosene.
Solo in strada e poi a casa di Naruto aveva pianto mentre lui la
abbracciava forte.]
I can't pretend that
I'm alright
And you can't change me Lentamente
la camera stava tornando a un aspetto normale, lei sorrise .
Era rimasta a casa del suo baka, anche grazie all’aiuto di sua zia
Sachiko, la sorella di sua madre, che l’aveva aiutata.
[“Hinata…io non ho mai sopportato tuo padre, mi sembrava un tipo freddo
e incapace di amare, ma tua madre l’amava,credo anche lui la amasse.
Quindi…dopotutto mi sono sbagliata…ma non posso sopportare quello che ti
ha fatto.
Tu sei forte Hinata e io ti aiuterò, se il signor Umino è d’accordo puoi
rimanere qui.”
“Grazie zia , grazie!”]
Sua zia credeva fosse forte, malei lo era grazie alle persone che credevano in lei, grazie a Naruto,
Neji, sua sorella, Yukari, Michiyo e tutte le altre della scuola.
Suo padre non avrebbe mai creduto che lei fosse forte, ma ora non le
importava, stava tentando di costruirsi un equilibrio senza di lui e forse ci
stava riuscendo. 'Cuz we lost it all
Nothing lasts forever
I'm sorry
I can't be perfect
Now it's just too late and
We can't go back
I'm sorry
I can't be perfect Oggi ho aperto la
mia finestra
C’era il sole e l’aria era fresca
E ho soffiato via la polvere dal davanzale
Ed è stata una liberazione
Era in camera a tentare di concentrarsi su una tavola di geometrico,
senza risultati, accompagnato dalle note del pianoforte di Hanabi che salivano
dal salotto.
Poteva essere Chopin o Mozart o Beethoven, non lo sapeva, aveva
sviluppato un’avversione per la musica classica da quando suo zio aveva tentato
per anni di insegnarli a suonare il piano, scontrandosi con la sua incapacità.
Quel fallimento un po’ gli bruciava ancora, ma se ne era fatto una
ragione, quella era stata l’unica volta in cui non si era dimostrato
all’altezza delle aspettative del tiranno.
Depose la matita.
Al vecchio non era importato molto, in fondo lui non era che il nipote,
lui non aveva più importanza di quanta ne avesse Hinata, che era sua figlia.
Sentì una rabbia invaderlo, lei non si meritava questo trattamento!
[Un lieve bussare aveva interrotto il suo sfogo silenzioso di rabbia.
“Neji…”
“Oh Hanabi…”
La bambina gli si era buttata tra le braccia, in lacrime.
“Oh Neji! Io odio mio padre! Come ha potuto fare questo a Hinata!
Io non voglio essere un giocattolo!
Io voglio una famiglia normale!
Forse un giorno la mia vera famiglia mi verrà a prendere,,,,”
Neji rimase in silenzio, come poteva non essere figlia di Hiashi se era
la sua coppia vivente?
“Che cretina…gli somiglio troppo per non essere sua figlia vero?”]
Irritato, il ragazzo accese lo stereo, le note di una canzone dei Modena
City Ramblers iniziarono a diffondersi per la stanza.
“Neji!”
Il vecchio era salito irritato.
“Spegni questo schifo tua cugina si deve esercitare!”
“Questo schifo, mi piace, signore.”
Sottolineò con disprezzo l’ultima parola.
“Te l’ha passato quella pazza furiosa con cui esci? Quella poveraccia?
Quando la pianterai di frequentarla? non è degna di essere una Hyuga!”
“ e tu non sei degno di essere definito umano. Un padre non fa questo
alla figlia!”
Lo schiaffo non tardò ad arrivare, ma Neji gli rise in faccia, in quel
momento, in quello sfogo di rabbia infantile, suo zio aveva perso la sua
apparenza di dio e si era mostrato per il meschino che era.
Mi sentivo quasi rinato
Non so bene come mi sono alzato
Ho realizzato che ero malato
I passi dello zio si allontanarono furiosi, Neji continuava a ridere,
divertito da anni di paura e di rabbia e aprì la finestra della sua camera,
respirando a pieni polmoni l’aria.
Il cielo era limpido, senza una nuvola, effimeramente azzurroe perfetto come solo in una mattina d’estate
può apparire ad un’adolescente.
Azzurro come quel giorno, azzurro come il colore dei suoi sogni.
[Era una mattina di metà maggio, erano sdraiati al parco, lui e Tayuya,
saltando scuola e guardando il cielo.
Azzurro, calmo, rilassato.
“Da grande voglio viaggiare Neji, voglio vedere il mondo.
Voglio vedere se davvero il cielo è sempre uguale dappertutto.
E tu?”
“Io non posso decidere…dopo il liceo dovrò iscrivermi a Economia.”
“Ma se potessi?”
“Viaggerei per i mondo con i colori e un cappello per raccogliere
l’elemosina.”
“Allora viaggeremo insieme e torneremo solo quando finiremo di colorare
il mondo in cui ci piacerebbe abitare.”
“Bandabardò.”
“Anche, ma non solo, ricordatelo.”]
Ma Oggi ho aperto la mia finestra
C’era il sole e l’aria era fresca
Si vedevano le montagne dietro la città
E sembravano così vicine che potevo quasi toccarle
Il vibrare del cellulare lo distolse dai suoi pensieri, era arrivato un
messaggio.
Era di Tayuya, lo invitava al parco.
Prese l’album da disegno e uscì di casa tra gli strepiti di suo zio,
sorridendo come un cretino.
Forse avrebbe davvero dipinto il mondo in cui gli sarebbe piaciuto
abitare e probabilmente avrebbe finito per essere un mondo folle, a colori
vivaci, come lei.
Forse si o forse no, quello che contava era il profumo della libertà che
stava sentendo.
Sono sceso così per strada
E sotto casa mi aspettava lei
E anche per quel giorno erano finite le prove, sbuffando rimise via la
chitarra, Yukiko li aveva spremuti.
“Naruto…Come sta Hinata?”
Guardò il batterista con un misto di gratitudine e risentimento, lo
ringraziava perché si preoccupava per lei e lo odiava per lo stesso motivo.
“Meglio.”
Rispose diplomatico per non inimicarsi Kiba, poi uscì, senza salutare
nessuno in particolare e inforcando la bici.
Solitamente era un tipo cordiale e vivace, sempre allegro, ma in quel
periodo si sentiva parecchio arrabbiato con il mondo, era inconcepibile che
succedessero ancora cose del genere!
Pedalò più veloce per sfogare la rabbia, Hinata stava male e lui poteva
aiutarla fino a un certo punto, se solo avesse potuto sarebbe entrato nella
testa di quel vecchio stronzo pur di vederla sorridere.
So this world
Is too much
For you to take
Just lay it down in front of me
Lasciò cadere la bici e salì le scale di corsa.
“Ciao Hinata!”
“Ciao Nacchan!!”
“Hina… che stai facendo?”
Lei gli sorrise allegra, con una cesta di panni sporchi in mano.
“Sistemo i tuoi panni!”
Lui scosse la testa e scoppiò a ridere, era allegra e solo questo
contava.
[le sue lacrime gli bagnavano la maglia, i suoi singhiozzi erano
soffocati contro la sua spalla, lui le accarezzava piano la testa, senza sapere
bene cosa fare.
“Hinata…puoi rimanere qui, io ….
Ti aiuterò, non so come ma lo farò.”
Lei aveva singhiozzato più forte e si era stretta di più a lui.]
“Mi ha detto Kiba di salutarti.”
“Salutamelo.”
“Hinata…. IO vorrei aiutarti di più…”
Si era seduto al tavolo, lei si era seduta davanti a lui.
“Tu stai già facendo tantissimo! Il solo fatto che tu sia qui mi aiuta!
Sei la mia famiglia, a te affiderei la mia vita, chiaro?”
“Grazie Hinata, anche tu sei la mia famiglia.”
Aveva mormorato arrossendo. I'll be everything you need
In every way
We believe
Era vero, lui ci credeva con la forza e l’energia dei quindici anni e
forse con la forza di chi ha trovato il suo amore per sempre.
Ma ricorda noi
Non saremo mai come voi
Non saremo mai come voi, siamo diversi
Le Kiwido giravano veloci, una due volte, poi si incrociavano creando
strisce di colore contro il cielo azzurro.
Per lei quello era poetico, dare un tocco di colore al mondo era arte,
era migliorare la vita di tutti, senza spendere molto.
Le fece incrociare di nuovo davanti a lei, muovendo i piedi come se
stesse danzando al suono di una musica interiore e gli ovali di stoffa la
seguirono docili, come pappagalli ammaestrati, come schegge di colore al suo
servizio.
A lei bastava poco per essere felice, una giornata di sole, l’erba sotto
i piedi, le kiwido tra le mani e il mondo spariva.
La sua mente si sgombrava, lo zio di Neji, sua madre che la pressava per
i voti, il malumore, tutto spariva.
Quando le depose per terra, scoppiò un’ applauso spontaneo, lei arrossì
e si inchinò. Puoi chiamarci se
vuoi
Puoi chiamarci se vuoi ragazzi persi
La vita lontana da ogni cliché
Cercala è dentro di te
Dopo che la massa se ne fu andata, apparve lui, sorridente, con addosso
una maglietta rossa .
“Ciao Schizzata…”
“Ciao vecchio giovane!”
Si sorrisero a vicenda ed era bello farlo una volta di più.
[“Cosa c’è Neji?”
Si era scostata dal suo abbraccio come se avesse preso la scossa, era
sicura che le nascondesse qualcosa.
“Mio zio non vuole che ci frequentiamo.”
“Perché?”
Non le aveva risposto, ma in fondo bastava guardare i suoi pantaloni
larghi e il resto per capire come allo zio di Neji non andasse a genio.
“Non mi importa di lui, davvero.
Io non ti mollo.”
Ma il dubbio si era ormai insediato in lei.]
La vita lontana da ogni cliché
Cercala è dentro di te
“Cosa facciamo, Tayuya?”
“Ho visto un mercatino. Ti va se ci andiamo?”
“Si!”
Si avviarono mano nella mano, girarono tra le bancarelle piene di
vestiti e oggetti etnici.
“Forse non è il tuo tipo di oggetti….”
“No, ti sbagli, quei pantaloni sono carini!”
Neji indicava un paio di pantaloni a tre quarti, a righine azzurre,
verde acqua e verdi.
“Davvero?”
“Si.”
Senza battere ciglio se li provò e li acquistò.
“Ma…”
“Si non sono da me, ma mi piacciono e ho deciso di smetterla di farmi
problemi.”
Lei capì che in parte era riferito a lei e sorrise.
Aveva smontato e portato a casa la batteria con l’aiuto di Shika e
Yukiko, era moderatamente soddisfatto delle prove, amava stare con i ragazzi e
in fondo adorava anche quella dittatrice dalle meches blu.
La batteria era parte importante della sua vita, insieme ai graffiti, ad
Akamaru e agli amici,era un ragazzo semplice e casinista a cui bastava poco per
essere felice.
“Tutto bene fratellino?”
“Si, Hana. Adesso vado da Hinata.”
“Ma ti piace ancora?”
“A chi non piace Hinata? Ma adesso so che non sarà mai la mia ragazza.”
Il ragazzo sorrise e sua sorella gli scompigliò affettuosamente i
capelli castani.
“Sono contenta per te, Kiba. Vedrai che troverai qualcuno.”
Lui le sorrise di rimando, forse aveva già trovato qualcuno.
Ma Quando Poi La
Vide Ridere
Sola A Quel Concerto Che Ballava
Capì Cosa Vuol Dire Vivere
Prese il suo skate e si avviò verso casa di Naruto, senza pensieri,
scivolando rapido tra la folla.
[“Kiba!”
“Cosa c’è baka?”
Il castano aveva bevuto un altro sorso di birra prima di guardare il
biondino.
“Quella non è Asami?”
Aveva seguito il suo sguardo e aveva visto una ragazza dai capelli
mechati di rosso che ballava a tempo di una canzone dei Vanilla SKy.
Asami.
Qualcosa si era smosso dentro di lui, l’immagine di Hinata era svanita
immediatamente, sostituita da quella di quel tornado di Amaya.]
- E Nel Petto Il Cuore Gli Scoppiava BOOM
Lo So Che Sembra Così – Sbagliato
Suonò al campanello degli Uzumaki, la voce gaia di Naruto lo invitò a salire.
Percorse quella scala un gradino alla volta, in preda a sentimenti
contrastanti come ogni volta che doveva vedere la Hyuga, ma quando aprì la
porta capì che era tutto inutile.
Fu come una liberazione, Hinata e Naruto erano talmente in sintonia,da
far sospettare che la storia delle due metà della mela fosse vera e non una
sciocchezza inventata tanto tempo prima.
“Ciao Kiba!”
“Ciao ragazzi! Hina, come stai?”
“Bene. Tu?”
“Non c’è male…”
La ragazza gli si avvicinò, lo guardò dritto negli occhi e sorrise.
“Chi è?
“Quella che ti ha fatto dimenticare me.”
“Segreto, piccola.”
Ma A Me Va Bene Star Qui - Stonato Lo So Che Sembro Così Fumato
Ma Dammi Solo Una Possibilità
Da quel concerto, l’immagine di Asami gli era tornata in mente più e più
volte e chissà perché anche l’idea per un nuovo murales.
Chiodo scaccia chiodo, chissà se con lei sarebbe andata meglio?
I can be an asshole of the grandest kind
I can withold like it's going out of style
I can be the moodiest baby
And you've never met anyone
As negative as I am sometimes
Era in camera sua, con la schiena appoggiata alla testiera del letto, in
mano una chitarra da cui traeva ogni tanto qualche accordo, perché anche lei, Yukiko
sapeva suonare un pochino.
Aveva sempre amato il rock e intorno agli otto anni aveva iniziato a
martellare suo padre Shikato per avere una chitarra, avendola vinta.
Si era impegnata a lungo, senza ottenere risultati, finche intorno ai
quattordici anni aveva rinunciato ai suoi sogni di gloria e seguendo il
consiglio di Sasori l’aveva tenuto come hobby, ripromettendosi di aiutare suo
fratello e la sua band.
La porta della camera si aprì, suo fratello entrò e con malagrazia si
sedette sul suo letto, accendendosi una sigaretta.
“Cos’è l problema?”
“Nessuno”Rispose lei continuando a suonare.
“Quando ti metti a suonare la chitarra, hai un problema, seccatura.
Dimmi qual è che così lo risolviamo e io posso finire matematica.”
Smise di suonare.
“Ho visto Sasori parlare con una biondina, sembrava dolce e fatta
apposta per lui.”
“Tu sei fatta apposta per lui, piantala di farti paranoie.
Vi amate dall’asilo.”
“Ma io…”
“Tu niente, tu non vali meno delle altre, credi un po’ in te Yukiko.”
“Stronzo. Grazie comunque.”
Riprese a suonare più serena.
I am the wisest woman you've ever met
I'm the kindest soul with whom you've connected
I have the bravest heart that you've ever seen
And you've never met anyone
As positive as I am sometimes
Il suono del cellulare la interruppe, si alzò per vedere chi fosse, era Sasori.
“Ciao Yukiko. Ti va se andiamo a un concerto stasera?”
“Certo che mi va!”
“Va bene, alle 9:00 sotto casa tua e…. Non ho intenzione di mollarti per
mettermi con la biondina con cui mi hai visto, è un’idiota.”
Lei sorrise.
“Grazie.”
Forse lei non era la persona migliore del mondo, probabilmente era solo
una stronza, ma quando era con lui stava davvero bene.
Lui conosceva i suoi scarsi pregi e i suoi tanti difetti e li accettava
con quel sorriso zen che amava.
“Ti ho mai detto che ti amo, scorpione?”
“A volte, ma fa sempre piacere sentirselo dire, Yukiko.
Ti amo anch’io, pazza.”
Chiuse la telefonata.
“Va meglio sorella’”
“Va a meraviglia fratello, va così bene che ho paura a essere felice,
perché non voglio attirarmi l’invidia degli dei.”
“Anche se te l’attirerai, ci sarà sempre qualcuno con te per
sopportarla, lo sai vero?”
“Si, ora lo so.”
[Sasori…ti amo davvero, come non credevo fosse, possibile…grazie…]
You see everything
You see every part
You see all my light
And you love my dark
You dig everything
Of which I'm ashamed
There's not anything to which you can't relate
And you're still here
Sbuffò di pessimo umore, com’era possibile che in una mattina d’estate
lei fosse china a scrivere una lettera che probabilmente non avrebbe mai visto
la luce?
L’epoca vittoriana era passata da un pezzo , ma lei era lì davanti a quel
foglio bianco a tentare di estrarre in qualche modo quello che provava, quello
che sentiva perché aveva il terribile sospetto di essersi presa una cotta con i
fiocchi per un certo batterista con la passione per i graffiti.
Non era da lei, non era assolutamente da lei, lei era una ragazza che
preferiva agire, ma quando si trovava davanti a lui perdeva tutte le sue
facoltà intellettive.
Scagliò la penna contro il muro.
Here's a letter for you
But the words get confused
And the conversation dies
La raccolse sospirando, così non avrebbe risolto nulla.
[Guardava incantata il murales prendere forma lentamente, i colori
occupare il posto che era stato pensato per loro dall’artista.
Era magia, era conforme alla concezione di Tayuya di arte, ma per lei,
Asami, era semplicemente bello.
Bello il murales, bello il writer.
Non sapeva quando si era accorta che Kiba fosse bello, ma ora questa
consapevolezza non l’abbandonava mai.
“è veramente bravo.”
La voce di Meg le arrivò da lontano.
“Si, è proprio bravo, vero Asa?”
“Si’ Chiyo.”
La viola aveva ghignato.
“LA piccola Asa si è innamorata!”
“Io…uffa!”]
Apologize for the past
Talk some shit take it back
Are we cursed to this life
Riprese a guardare il foglio, sembrava che ogni ragazzo di cui si fosse
innamorata avesse sempre per la testa qualcun’altra.
Lui era cotto di Hinata, non avrebbe avuto mezza possibilità.
Il bianco del foglio l’accecò per un’attimo e si chiese cosa stesse
dicendo, lei non era così, lei non mollava mai.
Lei lottava per quello in cui credeva, fino alla fine, anche quando non
c’era più nulla da fare.
Stracciò il foglio, basta paranoie!
Afferrò il telefono e compose un numero.
“Ciao Kiba, sono Asami.
Ti va di andare in piscina?”
“Ok!”
Sorrise, ora era di nuovo pronta a lottare.
“ok asami! Alla battagliaaaa!!!! In amore tutto è concesso!!!”
Quella erala vera Asami e
nessuno l’avrebbe mai cambiata.
La luce entrava a tratti in quella stanza buia, lui era seduto al
tavolo, chino su un burattino che stava costruendo, la fronte aggrottata, gli
occhi fissi sulle varie parti non ancora unite.
Sorrise vagamente, aveva le fattezze di una ragazza dai lunghi capelli
neri ed era un’opera a cui stava lavorando da mesi, senza venirne a capo, aveva
sempre l’impressione che mancasse qualcosa.
Aveva iniziato a preferire i burattini alle persone vere in seguito alla
morte dei suoi, complici i lunghi pomeriggi passati a piangere nei camerini del
teatro che gestiva sua nonna, tra maschere, costumi e marionette.
Era incredibile che le persone potessero morire per un motivo stupido
come un camionista ubriaco, quell’incidente che l’aveva privato dei suoi
genitori era una cicatrice che sanguinava ancora nonostante avesse diciassette
anni, quasi diciotto e la gente lo considerasse un’essere senza sentimenti.
Era da poco che stava rivalutando le persone, era da quando stava con
yukiko, da quando finalmente si era dichiarato.
[“Ti vedo felice, Sasori.”
Sua nonna gli aveva rivolto una lunga occhiata penetrante, come a voler
scavare nella su anima.
“L’hai trovata.”
“Chi?”
“La ragazza che bilancia la tua forza silenziosa, con la sua voce.
Il burattino ha trovato l’anima.”
Il rosso sorrise.
“Credo di si.”]
La porta si aprì con un cigolio, sua nonna entrò accigliata, la lunga
veste nera che frusciava,
“Cosa ci fai qui in una giornata d’estate, vampiretto?”
“Voglio finirlo.”
La donna si portò alla scrivania e gettò un lungo sguardo sulla
marionetta.
“Non la finirai, piccolo.
Questa volta il modello reale supera la perfezione del burattino.”
Il rosso sorrise.
“Forse questa volta hai ragione nonna.”
Era da molto che non credeva alle persone, ma questa volta era diverso.
Ci credeva ciecamente.
No creo en políticos ni en militares. Solo creo en
ti
No creo en banderas, no creo en fronteras, sólo creo en mi.
Era svaccato davanti alla televisione, la lunga frangia gli copriva
l’occhio cieco, in mano aveva il telecomando, lo scettro del potere domestico.
Deidara Yidashi, diciassettenne, in una giornata qualsiasi d’estate, a
pile scariche, senza la voglia di uscire o di costruire opere d’arte.
Sua sorella era al parco e a quest’ora l’Uchiha doveva averla già
raggiunta.
[“Deidara… E tu quando ti trovi una ragazza?”
La domanda l’aveva spiazzato.
“Non mi interessano queste cose, guarda Yukari come si è rincoglionita!”
Sua madre sogghignò.
“Verrà il tuo turno, caro.”]
Sbuffò, lui non era granché, era anche cieco da un’occhio, quale ragazza
l’avrebbe scelto?
And I wish I was special
You're so fuckin' special Si
accorse che un gatto nero lo guardava dalla finestra, i suoi occhi incrociarono
quelli del felino, erano di un colore chiaro a metà tra l’oro e il verde, come
gli occhi di Asahara.
In effetti quel gatto le assomigliava, era fiero, indipendente e nero
come lei.
Syria era una bella ragazza, non era più la bambina che ricordava, ma
aveva mantenuto dei comportamenti infantili dietro la maschera da dark.
Sorrise e una fitta piacevole gli attraversò lo stomaco, rendendolo
felice e preoccupandolo allo stesso tempo. But I'm a creep, I'm a weirdo.
What the hell am I doing here? I don't belong here.
I don't care if it hurts
La mora non gli era indifferente realizzò preoccupato, era per quello
che adorava parlare con lei, che adorava farsi fotografare da lei, quando come
tutti gli Yidashi aveva una repulsione per la macchina fotografica.
Si prese la testa tra le mani e si fece i complimenti da solo, si era
innamorato di una delle migliori amiche della sorella senza avere una minima
possibilità con lei.
O forse no?
Camminava avanti
e indietro per la stanza, sotto lo sguardo annoiato del suo cane, in preda al
nervosismo.
Perché la deriva
dei continenti non aveva portato l’America ad attaccarsi al Giappone, quella
mattina?
Perché lui era
andato in America?
Perché quel
demente si era fatto vivo in quel modo?
Meg tirò un
calcio all’aria.
Era nervosa, da
un paio di settimane, Gaara era partito per l’America, costretto dal padre,
insieme ai fratelli e a Michiyo, che aveva sclerato fino a che non l’avevano
portata con loro, per rinsaldare l’unione familiare.
Che unione ci
fosse era un mistero, dato che il tiranno Sabaku non era mai a casa e detestava
tutti i suoi figli, Gaara in particolare per avergli strappato lamoglie nascendo.
“Lo dio, quello
stronzo! Non sai quanto lo odio!”
Il cane uggiolò,
spaventato dalla furia della padrona.
“Scusa bello, ma
quello mi fa sclerare, per farmi perdonare ti porto a fare un giro.”
Raccolse il
guinzaglio e lo agganciò al collare dell’Husky.
Son qui solo con il cane ci
droghiamo di tivù
Questa cazzo di distanza non la
sopportiamo più
Si avventurarono
verso il quartiere del porto, il cane sembrava triste quanto la padrona quando
finalmente arrivarono davanti alla panchina dove si erano messi insieme.
“Te la ricordi
Zaike, quella notte?”
Il cane sembrò
annuire.
[“Meg, quel cane
mi odia.”
“Perché Gaara?”
“Mi guarda
male.”
“Sei paranoico!”
“Mi odia da
quando l’ho annegato quando ci siamo messi insieme!”
“Amore lo sai
che ti amo perché sei pazzo?”]
Troppo ordine del resto quasi è
tutto lì al suo posto
manca niente solo tu
Si sedette sulla panchina e accese una sigaretta, raccogliendo le gambe
contro il petto.
Il fumo si disperse nel cielo a spirale lente, per un ‘attimo lo guardò
poi rivolse di nuovo la sua attenzione all’orizzonte.
L’America non sembrava poi così lontana, eppure…
-…Gaara sbrigati a tornare, demente, che mi manchi!
Manda a fanculo tuo padre, che tanto non ti amerà mai….-
Questo si ritrovò a pensare, moderna e più prosaica Giulietta.
ANGOLO DI LAYLA
Salve lettori! Nonostante ci sia scritto epilogo
questo NON è l’ultimo capitolo, ce ne sarà ancora un altro, la seconda parte di
questo e poi ci diremo addio.
Ho deciso di strutturarlo in questo modo, con un
salto temporale e con brevi flashback, ogni personaggio accompagnato da una
canzone, da qui il titolo^^.
Qui vi metto le canzoni elencate in ordine di
personaggi.
Yukari Yidashi:”Imparare dal vento” Tiromancino
Itachi Uchiha:”Il mondo prima” Tre Allegri Ragazzi
Morti
Sasuke UChiha:”Viola” Shandon
Ai takamura:” Just a girl”
No Doubt
Sakura Haruno:” NO one” Alicia
Keys
Hinata Hyuga:”Perfect” Simple Plan
Neji Hyuga:” la finestra” Articolo 31
Naruto Uzumaki;”We believe.” Good Charlotte
Tayuya Harukaze:”Mai Come voi” Tre allegri
ragazzi morti
Kiba Inuzuka: “L’ultima bomba in città” Articolo 31
Yukiko Nara:”Everything” Alanis Morisette
Sasori Akasuna:”Seguimos en pie” ska-P
Deidara Yidashi:”Creep” Radiohead
Megumi Mimichi:” Il blues della lontananza” La
famiglia Rossi
Spero vi piaccia e che non vi stufi troppo, AL PROSSIMO GLI ADDIIç_ç!
SLICE:Grazie dei complimenti1 spero che questo
epilogo ti piaccia! Parli a me di pigrizia? Io sono la regina delle pigreXD! Alla
prossima! Ciao!
ICEQUEEN:Ho soddisfatto la tua curiosità? Spero di
si^^.
Grazie dei complimenti! Alla prossima!
HINANARU: sono veramente contenta che ti sia
entrata dentro, perché così ho realizzato il mio scopo.^^
Si un po’ più di sangue ci sarebbe stato bene, ma
forse poi la cosa sarebbe degenerata, no?
Alla prossima!
SHIZUE ASAHI: sono contenta che ti sia piaciuto,
spero ti piaccia nche qst!
Ciau!
DIANA 88:il fatto che Sakura ha scoperto la sua
coscienza è da festeggiare in effetti…Peccato che gli stronzi veri nonlo
facciano…vabbuò.
Spero ti piaccia…
LAURETTA92:DEidara
è un genio, spero di avere parzialmente risposto alla tua domanda qui. Ciao!!
BECKILL: Ciao nee-chan e miabeta reader! È arrivato Sid e questo epilogo
ha visto la luce, anche se ti dico mi mancherà una cifra questa storia!
Capitolo 61 *** EPLOGUE :THIRTY SONG TO SAY GOODBYE ***
44
EPILOGUE:THIRTY
SONG TO SAY GOODBYE
Syria chiuse soddisfatta il quaderno, la
relazione per Morino era fatta, ora poteva dedicarsi al
suo hobby, la fotografia.
Era sempre stata una bambina curiosa, quando aveva scoperto come usare
la macchina fotografica si era illuminata di gioia,
ora poteva dedicarsi allo studio della cosa più misteriosa del mondo: gli
umani.
Non finiva mai di stupirsi della pazzia umana, era incredibile e
attraverso la macchina fotografica cercava di capirlo.
Decise di sviluppare l’ultimo rullino e iniziò a preparare la camera
oscura in camera sua, anche se sapeva che su madre
l’avrebbe sgridata, quella donna non era mai libera in un certo senso.
Sua madre aveva fatto della parola di suo padre la legge e lei non
sarebbe mai finita così.
Mai!!!
Ma per te così non sarà
Perché ami il fiume e la libertà
E anche tua madre amava il fiume
E la sua santa libertà
Il buia della camera era interrotto dalla luce
rossastra delle lampade per lo sviluppo, la ragazza scrutava intenta le foto,
il soggetto di quelle più recenti era sempre lo stesso: un energico ragazzo
biondo.
Deidara.
Lui era una furia, una forza della natura, lo adorava.
Sorridendo avvicinò la mano alla foto, come per accarezzarla, quanto
avrebbe desiderato capirlo fino in fondo.
[“E così hai imparato a usare la macchina, Sakura-chan!”
“Si nonna!”
La bambina le aveva mostrato orgogliosa una vecchia Olympus.
“Ti piace?”
“Si, nonna secondo te io mi innamorerò mai?”
“Si, ti innamorerai piccola.”
“come farò a capirlo?”
“Chi amerai sarà il soggetto che non vorrai mai smettere di fotografare,sarà il mistero
incomprensibile che non riuscirai a sciogliere e che per questo ti sarà più
caro.
Sarà la persona che non avrà mai una foto uguale ad
un’altra per quante tu gliene faccia.”
“Uhmmmm…grazie nonna.”] L’erba medica alta,
profumo di terra
E sembrava un ragazzo vista da qua
E anche tua madre amava il fiume
E la sua santa libertà
Prese delicatamente in mano una foto, che le trasmetteva forza ed
energia.
Era questo il suo Soggetto?
Quello che avrebbe scelto per la vita?
Sorrise e iniziò a tormentarsi il nuovo piercing al sopracciglio, fino a
strapparsi un gemito di dolore.
Forse il tempo dell’amore era arrivato anche per lei, fiero gatto,
orgoglioso e indipendente.
Ma un giorno che era distratta Si è guardata
intorno e ha visto:
Tuo papà
People are strange when you're a stranger
Faces look ugly when you're alone
Era seduta su una sdraio su uno dei terrazzi di
quella immensa casa, guardava pensierosa l’orizzonte, poteva vedere fino alla
baia.
Il vento freddo le scompigliava i capelli viola, il cielo era nuvoloso,
ma a volte dei raggi di sole riuscivano a fare capolino e a illuminare la città
per un attimo.
Era a San Francisco, in una splendida villa sulle colline che aveva la
vista fino alla baia e con il ragazzo che amava, ma non era contenta.
Stava sperimentando l’imbarazzo, il padre di Kankuro
era freddo come un ghiacciolo e non la calcolava minimamente, sembrava
detestare il suo aspetto.
Non sapeva se stava diventando paranoica, ma le sembrava che anche le
cameriere mormorassero al suo passaggio, forse accettavano le stranezze dei Sabaku perché erano i figli del padrone, ma lei?
Lei non era che una ragazza povera…
Era anche triste, le mancavano quei due svitati della sua sorella nel
punk e del corvo emo, nonostante le lunghe
chiacchierate in msn.
A volte si scopriva a passeggiare per la città e a voltarsi per cercare Yukari per mostrarle una cosa e realizzava
che lei non c’era, che non erano a Tokio e si intristiva.
Yukari era una di quelle persone che quando vanno in un
posto nuovo cercavano di imprimersi nella mente ogni paesaggio, ogni vicolo e
che cadevano in una sorta di trance felice.
Anche ora, sarebbe andata in un visibilio davanti a quel cielo, si
sarebbe messa ad osservarlo muta e felice come una
bambina, fumando una stizza dietro l’altra.. Women seem wicked when you're unwanted
Streets are uneven when you're down When you're strange
Le mancavano da morire, anche quel demente perso di Sakura.
[Erano all’aeroporto di Tokio, stretti in un’abbraccio, in lacrime, senza volerlo ammettere.
“IO non sto piangendo, ‘Chiyo.”
“nemmeno io ‘Kari!”
“E nemmeno io!”
“Tu si Sas’ke! Ti è colata la matita! Adesso
hai due strisce che ti fanno sembrare un indiano in assetto da guerra!”
Si erano abbracciati più forte sotto lo sguardo perplesso di Kankuro, Sakura e Itachi che
forse si sentivano anche esclusi.
“Non uccidere nessuno, schizzata viola.”
“Nonrompere
troppo corvo emo.”
“Divertiti anche per me e se incontri Tim Armstrong
salutamelo.”
Di nuovolacrime.]
Faces come out of the rain When you're strange
No one remembers your name
When you're strange
Sentì la porta aprirsi ed entrò un’assonnatoKankuro in pigiama.
“Triste, Michiyo?”
“Mi mancano un po’”
Mormorò stringendosi nella maglia portafortuna
dei Rancid di Yukari,
mentre lui si sedeva accanto a lei.
“IO non ci volevo venire, mi dispiace di averti trascinato.”
“Tu non mi ci hai trascinato, sono io che non ho voluto lasciare solo un
danno come te.”
Lui sorrise e l’abbracciò ancora assonnato.
[Il campanello trillò facendola sobbalzare, andò ad
aprire e si trovò faccia a faccia con YUkari.
“Ciao nee-san!”
“Ciao!”
“Entra!”
Si erano sedute in salotto.
“E così vai in America…”
“Già.”
“Tieni!”
Le aveva allungato la sua maglia dei Rancid.
“Portala nella sua terra natale e ricordati di noi,
poveri sfigati che rimaniamo in Giappone.”
“Nee-san! Grazie!!!”]
Il sole fece definitivamente capolino e fu un buon auspicio.
Era ancora a letto, a rigirarsi senza trovare pace, dopo l’ennesima
notte insonne, dopo l’ennesima notte trascorsa a
parlare in msn con Meg.
Si mise il cuscino sopra la testa e maledì Temari
che era uscita dalla stanza facendo cigolare laporta.
Odiava quella città, odiava suo padre e le sue trovate, che unità
familiare poteva essere ricostruita se non si erano parlati
per anni?
Ripensò a Meg chissà cosa stava facendo?
Forse stava dormendo anche lei o forse no.
Pregò che stesse dormendo, ultimamente le diceva che era diventata
insonne, ma lei non era abituata alla mancanza di sonno come lui, per lui
dormire o meno era indifferente, lei finiva per
indebolirsi soltanto.
E anch'io ti mando un pensiero
E un augurio di sonni tranquilli
Ma vorrei che potessi sederti al mio fianco
Sul pontile del Regent's Canal
Sentì bussare alla porta, ma non rispose.
Sentì suo padre imprecare da dietro la porta, ma se ne fregò.
Voleva disperatamente Meg al suo fianco, era sicuro che con lei accanto avrebbe apprezzato San Francisco, con lei aveva
iniziato ad apprezzare il mondo in generale.
Non sapeva perché ma la mora aveva un’energia speciale che irradiava su
tutti gli altri, curiosa, energica, vivace, a tratti infantile era capace di
rovesciare il tuo mondo ed adattarlo al suo senza
fartelo pesare.
Lei avrebbe amato quella città, avrebbe amato il mare, il vento, i
negozi, tutto
Sentì gli occhi farsi pesanti.
Gli mancava persino il suo cane e quelle
assurde discussioni per convincerlo che l’husky non lo odiava.
La testa iniziò a ciondolare e si adagiò sul cuscino.
Non sentì i nuovi colpi alla porta del padre e non lo vide entrare e
guardarlo perplesso.
Dormiva.
E anch'io mi addormento più calmo
E spero che ti ritroverò in sogno
E che cammineremo per mano nel sole
Sulle rive del Regent's Canal
Finalmente uscirono di casa, senza Gaara e con il padreinfuriato contro il rosso e Kankuro non poté
fare a meno di ridacchiare.
Rinsaldare l’unità familiare….L’unica unità che
si era rinsaldata era quella tra Michiyo e Temari in una terribile alleanza contro chiunque le
disturbasse e le criticasse.
[“Dovresti vestirti più colorata figlia mai…”
“Anche il nero è un colore, un colore adorabile
vero Michiyo?”
“Meraviglioso Temari, anzi perché non trucchi
anche me così?”
Il padre si era ritirato sconfitto, borbottando contro le figlie
femmine.]
Eranoarrivati
in centro e il padre li aveva lasciati liberi di girare, le due nuove alleate
si era lanciate all’assalto dei negozi di moda dark e punk, lasciandolo solo.
Scosse la testae adocchiò un colorificio che metteva in mostra dei burattini e
si estasiò davanti alla bellezza di quegli oggetti.
“Ti piacciono, carino?”
Si voltò irritato e si trovò a fronteggiare un gruppetto di fighetti
attaccabrighe.
“Fatti i cazzi tuoi idiota.”
Iniziarono a mettersi in cerchio attorno a lui, che alzò gli occhi al
cielo scocciato.
“Ehi! Lascialo perdere! Guarda
che belle tipe!”
Il ragazzo guardò chi avessero visto e sogghignò, Michiyo
e Temari.
“Ehi lo sapete che siete carini?”
“E tu lo sai di essere un idiota’”
Sua sorella
“No Tema, non lo sa. Come potrebbe? Non ha il
cervello.”
Michiyo.
Partì una rissa a cui riuscì a strapparle con
molte difficoltà, anche quando furono lontani Michiyo
continua va a sbraitare e a contorcersi.
La mia ragazza è strana
Non dice che mi ama Ma beve birra e fuma
Ha un tatoo sulla schiena
La mia ragazza mena
La mia ragazza è strana
Non dice che mi ama Si
calmò un po’ solo quando arrivarono in un bar.
“Ma io non la sopporto la gente così. Sono
degli idioti, cazzo, degli emeriti idioti!”
Sottolineò l’ultima parola sbattendo
energicamente un pugno sul tavolo.
“Dai’Chiyo calmati.
La lezione gliel’hai data!”
Sogghignò.
“Oh si, la mia cintura di borchie se la
ricorderanno a lungo!”
Scoppiarono a ridere tutti e tre attirandosi le occhiatacce degli altri avventori
[“Ma cosa ti piace in me?”
Le domande a bruciapelo erano le peggiori.
“La vivacità Michiyo, il
fatto che non ti smonti mai.
Mi dai molta energia, con te non ci si annoia mai.”
“Grazie gattone, ma ti sembro carina?”
Era arrossito.
“Si, non cambiare mai.”]
“Ma a tuo padre sto simpatica?”
“Non lo so, ma fregatene. Lui ama solo se stesso.”
“Ma lui ti fa problemi?”
“Me ne fa da una vita.”
“ Se ti rompe lo sistemo io…Sarà più
ragionevole dopo un giro di borchie!”
“Grazie Michiyo, grazie di esistere.”
“Prego.”
Non dice che mi ama Però quand’ho un problema
Lei è qui vicina
La mia ragazza mena
Temari guardò l’orologio.
“Dai torniamo a casa….”
“Si hai ragione.”
Quel soggiorno in America sarebbe stato divertente, pensò mentre
intrecciava la sua mano a quella della viola.
Quando la guardo tutto ha più senso
Il mondo sembra meno cattivo
È benzina sul fuoco
È perfetta davvero… anche se ho un occhio nero
Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal suono del mare, un canto strano
fatto di vento e onde che le faceva sembrare più
vicino il Giappone, per quanto amasse anche San Francisco.
Era pomeriggio, il vento si era alzato di nuovo e le scompigliava i
capelli biondi, i suoi fratelli erano a casa a giocare con la Play insieme a Michiyo, suo padre era a sistemare non si sa bene che
affari.
Era in pace, finalmente in pace, la tempesta era finita, la ferita aveva
smesso di farle male, lasciando una lieve cicatrice,
Shikamaru se ne era andato dalla sua mente!
Si strinse nel vestito nero e sorrise, guardando
quell’orizzonte pensava a dei capelli bianchie degli occhi verdi che la guardavano scontrosi.
[“E così saresti la figlia dell’onorevole Sabaku, una riccastra.”
“Non mi importa un cazzo dei miei soldi, li
baratterei tutti pur di avere un po’ di calore umano.”
“Non hai mai provato a comprartelo?”
Sorrise beffardo lui.
“No Kimimaru. Mai.
Voglio del calore umano vero e non un’illusione.”
“Il calore umano è un’illusione. Gli uomini
sono freddi, neri come la notte.”
“Posso dimostrarti il contrario?”
“Puoi provarci, è il massimo che ti concedo.”
“Mi basta.”]
Chissà se un po’ ci era riuscita?
These are my words That I've never said before
I think I'm doing okay
Riprese a camminare, sentendosi leggera, a lui quella città sarebbe piaciuta perciò voleva imprimersi nella mente ogni
angolo per poterglielo raccontare al ritorno.
Avrebbe fatto di tutto per far apparire un
sorriso su quella faccia pallida e amareggiata.
[“IO non sorrido Temari.
IO non ci trovo nulla di bello in questo mondo.
Sono stato malato a lungo e nessuno si è preoccupato per me.
Che mondo è? Che persone lo abitano?”]
Una raffica più forte delle altre colpì un’aiuola facendo volare via i
petali dei fiori e lei se ne ritrovò in mano uno. And this is the smile That I've never shown before
Somebody shake me 'cause I
I must be sleeping
Stava bene, per la prima volta stava davvero
bene e avrebbe fatto di tutto per ringraziare l’autore di quel miracolo.
Di tutto.
Correva, un passo dopo l’altro, correva nel
verde del parco sotto il sole cocente del pomeriggio, senza curarsene molto.
Correva per allenarsi, per controllare il suo corpo e prolungare la
giovinezza, correva principalmente per non pensare.
Lui era un’ostinato,
in lottatore nato, ma a volte si chiedeva se ne valesse la pena e a volte non
sapeva rispondersi, soprattutto se era lei che glielo chiedeva.
Ten Ten, Lee e Neji
erano sempre stati un trio affiatato e lui era sicuro che Neji
e Ten sarebbero finiti insieme, invece la vita aveva deciso diversamente.
[“Ten non puoi smettere di lottare, lui ti piace!”
“Si, mi piace e si so che dovrei lottare, ma la
prima grande lezione che ti impartisce l’adolescenza è che non sempre puoi
avere ciò che vuoi.”
“Tu non hai nemmeno lottato!”
“Hai mai avuto un colpo di fulmine Lee?”
“Si…ma…”
“Ecco. Quello tra Neji e Tayuya è un colpo di fulmine.
Me ne sono accorta subito, ad Halloween, ma ho
deciso di provarci comunque ed è andata male. L’ho baciato e non è successo
nulla, nessuna scintilla, nessuna farfalla nello stomaco.
Nulla.
Era per questo che stavo male, per questo che
mi sono ubriacata, per questo che li ho aiutati a mettersi insieme anche se
stavo male.
Non ho più possibilità, il mio treno mi era passato accanto e io non me ne ero accorta.”
Scoppiò in lacrime e lui la consolò per l’ennesima volta]
Occhi bassi, quando cammini
Dentro ai piedi che tesoro hai?
Occhi bassi, dritto in faccia non mi guardimai Ten era
sempre stata una ragazza forte, ma ora era diversa,
più fragile, più arrabbiata, meno sorridente, trovava solo il coraggio di
sorridere anche se masticava amaro.
Aumentò il ritmo, preso da un’antica rabbia, come sempre anche nel
dolore, Neji era sempre nei suoi pensieri, lui non
esisteva, lui era solo l’amico.
Le gocce di sudore gli solcavano la fronte.
Possibile che una ragazza intelligente come lei non riuscisse a capire
che se solo avesse smesso un’attimo
di pensare a lui si sarebbe accorta che lui, Lee non era più cotto di Sakura,
ma di lei?
Era possibile, perché Ten continuava a piangere in silenzio per Neji, mostrando solo a lui il suo lato debole e aprendo
sempre di più la ferita che lei gli causava.
Sarebbe mai finita?
Avrebbe mai smesso di asciugare lacrime versate per altri ragazzi?
E hai pianto per un film
E hai chiuso da poco
Con chi non t’ha capita e forse non ti capirà mai
Occhi bassi, dritto in faccia non mi guardi
mai
Continuò a correre così come continuava a
lottare, credendo fermamente in tempi migliori, perché anche se non sapeva
rispondere a tante domande, Lee rimaneva comunque un lottatore nato.
Camminava tranquillo per i vicoli di Tokyo, i capelli bianchi che gli
ricadevano ordinatamente sulle spalle, l’espressione assorta.
Sembrava stesse cercando qualcosa, ma nemmeno io lui sapeva cosa di
preciso, forse
solo il fantasma di qualche ricordo piacevole o forse
niente.
Amava passeggiare per la città, scoprire nuovi angoli e ritrovarne di
vecchi con la stessa gioia con cui avrebbe potuto ritrovare un vecchio amico.
Si ritrovò in una via larga, pur essendo solo pedonale, animata da tanti
negozietti e locali e all’improvviso si ricordò di cosa fosse successo lì e
perché fosse uscito.
Era lì che l’aveva incontrata la prima volta, in un freddo giorno
d’inverno, tra le bancarelle di una festa, vestita di nero, con una birra in
mano che gli aveva schizzato sulla sua vecchia giacca di pelle.
Penetranti occhi verdi, vivaci e tormentati, capelli biondo miele
raccolti in quattro buffe code e l’espressione un po’ dispiaciuta e un po’
strafottente, eraTemariSabaku, la ragazza che frequentava e che attualmente era in
America.
Sorrise.
[“Cosa ci fa una come te in mezzo a questa bolgia?
Una piccola vampira arrabbiata con il mondo non dovrebbe stare in
qualche locale a meditare sulle brutture del mondo in compagnia di un bicchiere
di assenzio?”
“E tu? Cosa ci fai qui?
Non odi forse le feste?
Non le trovi ridicole?”
Colpito e affondato per la prima volta.
“Perché ti interessi a me? potresti
avere tutti i ragazzi che vuoi…”
“E li ho avuti, ma non mi hanno dato niente,
anzi ho sofferto e fatto soffrire. Non ne vale la pena.”
“Hai trovato quello che ti ha inciso a fuoco il suo nome sul cuore.”
“Esatto. E tu l’hai mai trovata una così?”
“Non l’ho mai permesso a nessuna.”]
Ti ricordi c'incontrammo in un giorno di neve e di freddo
E stasera ci faremo un bicchiere di scura ed un giro
di walzer
Con tanti saluti ad un altro Natale. Si
stupì del sorriso e si ricordò della loro promessa, a un oceano di distanza lei
non avrebbe mai saputo che l’aveva vinta e avrebbe continuato a lottare per
qualcosa che aveva già.
Buffo.
Non capiva perché si intestardisse così tanto
per vederlo stare bene, nessuna si era interessata così tanto a lui.
Era una scommessa con se stessa? La sindrome da infermiera?
Nonlo
sapeva, ma non vedeva l’ora che tornasse dall’America e gli raccontasse tutto
di San Francisco, certo che l’avrebbe fatto, davanti a un bicchiere di birra.
Forse a lei avrebbe potuto mostrare i suoi angoli segreti, in un’eterna
interminabile passeggiata delle sue, lei avrebbe capito e apprezzato.
Amava quella sua testardaggine che le aveva permesso di fare breccia nel
suo cuore e la tenerezza dietro la facciata da dura.
Temari era una combattente, che non aveva perso la
capacità di sognare, una cinica che sapeva commuoversi per una fioritura fuori
stagione, era per questo che l’avrebbe aspettata.
E un petalo gli volo tra le mani, come a
volergli dir che una nuova stagione sarebbe iniziata, anche per un disilluso
come lui. Signora dei vicoli
scuri non mollare la lotta
Verranno momenti migliori il tempo è una ruota che gira
Vedremo le rive del mare in un giorno assolato d'estate
Scoleremo cinquanta bottiglie al riparo di un cielo lontano
Era sdraiata sul divano, davanti alla televisione senza vederla
veramente, la usava come scusa per scofanarsi una
quantità imprecisata di biscotti, di questo passo alla fine dell’estate avrebbe
rotolato, non camminato.
Sbuffò e senti le lacrime pungerle gli occhi ancora una volta, bastava
un niente perché le si aprissero i rubinetti.
Afferrò un kleenex dalla scatola che teneva a
portata di mano, sapendo che ultimamente piangeva spesso.
Era un sollievo non andare più a scuola e mostrare la maschera della
ragazza forte, era un sollievo non vederli più.
stare male e' un desiderio
e un'opportunita' spegni adesso la tua noia
sopra il dorso della mano
Tentò di concentrarsi sul film, ma le era difficile.
[“ Ten, grazie! Sei la migliore amica che uno possa
desiderare!”
Ma lei non voleva essergli amica, voleva essere la
sua ragazza!
“Di niente, Neji.”
Sorrise stoicamente e si sentì morire dentro]
Perché andava tutto storto?
Perché si era accorta di Neji troppo tardi?
Ora aveva paura di commettere lo stesso errore sempre, era in ansia per
quello oltre che a stare male per tutto il resto.
Si prese la testa tra le mani e desiderò sparire, non soffrire più, non
sentire più nulla per sempre, l’amore era solo una fregatura.
Le lacrime ripresero a scorrere. e addormentati serena
davanti alla tv
e poi restare sola
intorno agli occhi della gente e innamorarsi sempre
di chi non ha capito
Come spesso accadeva sentì la testa farsi pesante e il film farsi sfuocato e lontano.
Stava crollando, stava di nuovo cadendo nel suo
orribile mondo onirico.
Tentò di opporsi, non voleva ripiombare nei suoi incubi, ma alla fine il
sonno ebbe la meglio e lei si ritrovò ad agitarsi sul
divano.
Persa in un mondo di sogni peggiori della realtà.
And I
Just wish that I didn’t feel
Like there was something I missed
And I
Take back all the things I said to you
Era sdraiata sul bordo della piscina, gli occhi viola coperti da grandi
occhiali da sole, I capelli biondi e viola raccolti in uno chignon.
Avrebbe dovuto essere felice, aveva tutto, vestiti, scarpe e trucchi
alla moda, ma aveva la sensazione che le mancasse qualcosa.
Non aveva nostalgia dell’Inghilterra, li non
aveva avuto amici, solo lecchine pronte ad esaurire ogni suo desiderio pur di
vivere nella scia della sua popolarità.
Era stanca.
Stanca di dover essere sempre fashion e stronza, di dover essere
truccata alla perfezione e aggressiva, avrebbe solo voluto poter uscire sfatta,
in tuta e ciabatte.
Era stanca di quella piscina di un club esclusivo, ma
pieno di deficienti, forse per questo era definito esclusivo, i sani di mente
non ci entravano.
Raccolse le sue cose e se ne andò.
Arrivata a casa si infilò una vecchia maglietta
dei Nirvana che apparteneva a suo fratello, dei pantaloncini lisi a trequarti e
delle ciabatte, senza un filo di trucco si avventurò per le strade.
Sua madre prima di uscire le aveva lanciato un lungo sguardo di
disapprovazione e lei aveva ghignato, la rivolta della piccola Syd era iniziata….
Nessuno badava a le d era splendido,
liberatorio.
“Browning!”
Si voltò,Aburame la
guardava inespressivo.
“Ciao.”
“Ciao, dove vai?”
“Bho…a caso.”
“Ti si è incendiato il guardaroba?”
“No, mi sono rotta di indossarlo.”
“Brava bambina. Ti va se andiamo a vedere Naruto
e gli altri che fanno skate?”
“Ci sto. Tu sai andare?”
“Un po’.”
“Anch’io…allora ci sfideremoun giorno, Aburame.
Ti va?”
“Ci sto.”
Si avviarono insieme verso il parco, alla ricerca di un nuovo modo di
divertirsi.
And I’d give it all away Just to have somewhere to go to
Give it all away
To have someone to come home to
Chiuse gli occhi, cullata dai giri di basso del suo ragazzo, era un evento che le permettesse di stare lì mentre si esercitava.
Ino si sentiva in pace con ilmondo, raccolse le gambe al petto e
sorrise trascinata da quella melodia dolce e malinconica allo stesso tempo.
Da quando stava con lui aveva imparato ad amare
la malinconia e le sigarette, prima non sopportava minimamente l’odore ora era
diventata come una droga perché le ricordava lui, era come averlo sempre
accanto.
“Piaciuta Ino?”
“Si, era molto bella. Sei
davvero bravo.”
“Grazie Ino.”
Rimise via il basso.
“cosa ci troverai in me non lo so…”
“PiantalaShika, non
ricominciare.
Mi piaci perché mi piaci, perché non mi
consideri una facile, perché vedi anche una persona in me, non solo un corpo.
Tu, piuttosto, perché stai con me?”
“Perché sei tu.” Da adesso in poi Da adesso in poi ci
proverò
la farti avere il meglio che ho
il peggio
lo troverai
da te
La bionda sorrise e si ritrovò
stritolata nell’abbraccio del suo ragazzo.
“Cos’è il tuo problema Ino?
Mancanza di autostima?”
Le soffiò sul collo.
“No, a volte mi sento inutile.
Mi chiedo che senso abbia stare al mondo.”
“Non ha nessun senso, ma al mondo dobbiamo starci lo stesso, sta a noi trovare un motivo per farlo.”
“ E tu ne hai?”
“Ho lo shoji, il basso e
una seccatura tra le braccia.
Mi basta poco per andare avanti.”
“Hai ragione.”
“IO ho sempre ragione!”
“Presuntuoso.”
Si erano fatti più vicini.
“Però ti piaccio.”
“Così pare…”
Si baciarono lentamente
ma vale la pena vivere
mi chiederai "sì, ma perché ?" so solo che ti dirò
vale la pena vedrai
da adesso in poi
Era seduto sul bordo della pista da skate a guardare le evoluzioni di Deidara e Naruto, come al solito, aveva passato una vita a guardare e non agire.
Shino era il ragazzo con la testa sulle spalle, era il
consigliere preferito di tutti, quello che parlava
poco, ma quando lo faceva diceva frasi destinate a colpire.
Shino era stanco, sentiva la vita scivolargli via dalle
mani, senza che potesse fermarla e a volte la notte si svegliava urlando,
sognando di essere morto, ma di non essere mai vissuto veramente.
Nessuno badava veramente a lui così si alzò e si allontanò, senza che
nessuno lo fermasse.
A volte si sentiva in attesa di qualcosa e avrebbe dato metà della sua
vita per capire cosa, per vedere per un’attimo
con più chiarezza quello che Hyuga chiamava il
destino.
Tirò un calcio ad una lattina.
Era appena fuori dal parco quando la vide, lei la bella inglese che era
arrivata in classe qualche mese prima, emanando una luce da regina.
Una regina arrabbiata, notò, una regina vestita
come una barbona, in piena crisi adolescenziale come tutti, ma non per questo
meno regale.
Si avvicinò a lei e senza sapere come la convinse a tornare al parco con
lui.
As long as I'm living, I'll be waiting
As long as I'm breathing, I'll be there
Deidara e Naruto avevano finito
e si stavano avviando verso l’uscita.
“Ciao Shino, Ciao Browning.”
“Puoi chiamarmi Syd, non ti ucciderò per
questo.”
Scoppiarono a ridere.
“D’accordo Syd.”
“Deidara, Naruto ci fareste un favore?”
“Dimmi.”
“Ci prestereste i vostri skate?”
“Tu E shino volete cimentarvi?”
“Ci proviamo.”
I due sghignazzarono.
“Non ci perderemo le spettacolo. “
E così la situazione si era ribaltata, ora erano gli altri a guardare
lui e non gli importava che ridessero ogni volta che cadeva a terra.
“Ti stai divertendo Shino?”
Syd era seduta a terra, a guardarsi un ginocchio
sbucciato.
“Si.”
“Molto bene.”
Sogghignò lei.
Il ragazzo sorride e per una volta si dimenticò della vita scorreva e di
tutto il resto, ora solo il presente aveva importanza.
Whenever you call me, I'll be waiting Whenever you need me, I'll be there
Era sdraiato sul letto, una sigaretta tra le labbra, Ino
se ne era andata da poco, ma nell’aria aleggiava
ancora il suo profumo, una fragranza di fiori che si mischiava all’odore del
fumo.
Lei era sicuramente un fiore, una volta Sakura l’aveva definita una cosmea ed era giusto, anche se lei si portava addosso i colori dell’estate, l’azzurro del cielo sereno e
l’oro del sole.
Il suo piccolo fiore.
Al piano di sotto sua madre e Yukiko
litigavano, le loro liti esplodevano come bombe e tutto il vicinato sarebbe
stato in grado di riferire per filo e per segno cosa si fossero dette.
Gli argomenti erano i soliti.
I capelli di sua sorella.
[“Levati quelle meches
dalla testa, sono ridicole.”
“Sono carine!”]
I vestiti di sua sorella.
[“Vestiti meno da barbona, hai quasi vent’anni.”
“è il mo stile!”]
E invariabilmente finivano allo stesso modo, con porte sbattute e
silenzi carichi di tensione e minaccia.
[“Non ti troverai mai un ragazzo!”
“Io ce l’ho un ragazzo! Si
chiama Sasori!”
“Un altro spostato come te!”]
Sei sempre così il centro del mondo
il primo bengala sparato nel cielo quando mi perdo
Sua madre,poi saliva da lui e lo rimproverava,
trovandolo assorto a fumare o a giocare a scacchi o a strimpellare quel dannato
basso, secondo le sue parole.
I suoi passi non tardarono a echeggiare per le scale e la porta ad
aprirsi.
“Stai ancora fumando?
Sei come tua sorella! Ci volete arrivare ai
vent’anni?”
“Io sono convinto di arrivare ai cento.”
“Certo! Non fai nulla tutto il giorno! Conservi le
energie!”
“Mamma ti voglio bene!”
“Deficiente! Come fa a sopportarti la tua
ragazza?
Ti scuote per bene?”
“ Aquesto
basti tu.”
“Siete uguali, voi due, non vi si può dir nulla!”
Ennesima porta sbattuta, visto che non poteva
andare a tormentare suo padre, che secondo lei aveva trasmesso a loro i geni
della pigrizia, si sarebbe messa a spignattare in cucina, borbottando oscure
minacce, mentre impastava una torta.
Era il suo modo di sfogare la tensione.
Sbuffando si alzò dal letto, era
arrivato il momento di andare a casa di Ino. sei sempre così il centro del mondo
ti prendi il mio tempo ti prendi il mio spazio ti prendi il mio meglio
Abitavano vicini, da piccoli
giocavano insieme interi pomeriggi e da sempre quando sua madre e sua sorella litigavano lui andava a bussare alla porta degli Yamanaka.
Le venne ad aprire lei.
“Ciao Shika. Come mai qui?”
“Scontro di lune nere.”
“Capisco, è il loro modo di dimostrarsi affetto.”
“Vorrei che se ne scegliessero uno meno rumoroso e violento.”
“Come sei pigro!”
“Non sono pigro sono civile!”
“Pigro!”
“Civile!”
“Pigro!”
Le tappò la bocca con un bacio.
“Nao! Chi era alla porta?”
Il padre diIno ruppe
l’incantesimo.
“NARA! COSA STAI FACENDO A MIA FIGLIA???
NON TI PERMETTERO’ DI
VIOLARLA!”
Scoppiarono entrambi a ridere, mentre Nao, la
madre di Ino, cercava di calmare il marito.
“Sono tutti pazzi…”
“Bello mio, diventeremo pazzi anche noi.”
“Che seccatura.”
Lo baciò a tradimento e lui pensò che impazzire così non era poi una
cosa così brutta.
Stava tentando di fare matematica, ma prima le urla della madre di Shikamaru e poi quelle del padre di Ino
glielo avevano impedito.
Sapeva di avere dei vicini rumorosi a volte, ma la verità era che non
era concentrato nemmeno prima.
Choji sbuffò e decise di farsi un panino.
Chissà come stava Keiko?
Era da un po’ che non la sentiva e non aveva il coraggio di chiamarla.
-Bella fregatura.-pensò mentre addentava il panino.
Si era innamorato di lei, cotto a puntino di
quella rossa, pel di carota, timidissima, ma aspra come un limone a tratti.
Mangiava?
Sperò di si, ma in quel caso c’era Karin a
proteggerla, non le avrebbe più permesso di fare sciocchezze.
E lui cosa poteva fare lui?
A parte dirle che c’era ?
Lei sembrava non permettere di più, appena si avvicinava un po’ di più
lo allontanava e lui era al fottuto punto di partenza.
don't want to cause you trouble
Don't want to stay too long
I just came here to say to you
Turn around
I am here
“Choji, caro stai
bene?”
Sua madre lo guardava preoccupata,
“Si, mamma.”
Non poteva dirle, che era giù perché una ragazza non lo chiamava.
“Come mai Yumi e Inooichi
stavano urlando per te?”
“La madre di Shika
periodicamente sclera contro sua sorella perché ha le meches
blu e si veste da barbona.
Shika poi emigra da Ino e
probabilmente il signor Yamanaka liha sgamati a baciarsi.”
“Stanno insieme quei due’”
“Da mo.”
“Ti da fastidio.”
“NO.
La madre si allontanò e lui iniziò a misurare la cucina a grandi passi.
Chiamarla o no?
Allungò una mano verso la cornetta e la ritirò immediatamente come se
l’apparecchio scottasse.
Non doveva opprimerla!
Tuttavia gli mancava e così allungò di nuovo la mano verso il telefono.
Lo squillo lo sorprese, rispose con mani tremanti.
“Ciao Choji, sono Keiko.
Disturbo?”
“No, anzi. Dimmi pure.”
“Ti va se usciamo a mangiare stasera?”
“Si, certo! Vengo io aprenderti a che ora’”
“Alle 20:00 ti va bene?”
“Siii!”
La sentì sorridere dall’altra parte.
“Ok, grazie Choji, grazie per tutto. Ti voglio un mondo di bene.”
“Anch’io!”
Chiuse la chiamata,la farfalla era pronta a
volare adesso. If you want it's me you'll see
Doesn't count
Far or near
I can hold you
When you reach for me
Chiuse gliocchi e si massaggiò le tempie.
Keiko era di nuovo in crisi, chissà chi era la causa dei
suoi problemi questa volta?
“Karin mi sono innamorata!”
“Oh signore! Di chi?”
“Di Choji!”
“Oh santoSid!”
“Non lo approvi?”
“Si che lo approvo, solo non me l’aspettavo!”
“Cosa devo fare Ka?”
“Credo dovresti parlargli, Kei”
“E se finisce come l’altra volta?”
“Non finirà così, lui è diverso e se succedesse
gli spaccherò le gambe, parola mia.
Non lascerò che tu soffra ancora, chiaro?”
“Grazie.
Grazie di tutto.”
“E di che? Siamo amiche!”
Chiuse la chiamata con un gran mal di testa, adorava quella ragazza, ma
a volte era difficile starle accanto.
Si stese sul letto.
E lei? Lei quando avrebbe avuto qualcuno?
Sasuke era offlimits, cotto di Sakura e se anche non lo
fosse stato non era sicura di voler ingaggiare una
battaglia contro Ai Takamura.
Sapeva di non essere una bella
ragazza, era più che altro un tipo particolare con gli occhiali e quei capelli
rossi e ispidi, ma sperava nell’amore.
Avrebbe voluto sorridere di più, m atemeva che
se avesse mostrato il fianco, l’avrebbero attaccata.
Si girò su un fianco, nel tentativo patetico di dormire.
Ci sarebbe stato , davvero un giorno qualcuno
per lei?
Take me by the hand
take me somewhere new
I dont know who you are
but I'm, I'm with you
I'm with you
I'm with you...
C’era silenzio in casa sua, troppo silenzio e lei lo odiava.
Affondò il cucchiaio nella nutella e provò a immaginarla piena di voci,
non ci riuscì.
Aveva da poco parlato con Karin, ma non si sentiva più forte o più
coraggiosa, come sempre aveva paura.
Paura di sbagliare.
Paura di soffrire.
Lui sembrava così dolce, ma chi le assicurava che non fosse solo una
maschera?
Guardò la crema al cioccolato e si sentì in qualche modo consolata,
almeno ora poteva sfogarsi sul cibo senza sentirsi colpevole.
Almeno quel problema era risolto.
Si alzò e si mise davanti allo specchio, vedeva una ragazza normale, con
capelli tinti di arancione, di media lunghezza e dai grandi occhi castani da cerbiatta,
sperduti.
Ora si vedeva davvero per quello che era, con i suoi pregi e i suoi
difetti.
[“Sei grassa, Kanezaki,
potresti rotolare da quanto sei grassa!”
“Chiudi il becco, Miyazawa!
Pensa al tuo naso! Hai mai pensato di metterci un vaso? Tanto è grande come un balcone!”
Le rispostacce acide di Karin la difendevano, ma quel veleno era entrato
comunque in lei, per un lungo periodo non aveva potuto guardarsi allo specchio
senza risentirle.]
Don't let them fool ya,
Or even try to school ya!
Oh, no!
We've got a mind of our own, So go to hell if what you're thinking is not right!
Sospirò e ringraziò ancora una volta Karin ,che
l’aveva convinta a iscriversi alla scuola d’arte e non al liceo Oto, dove era certa che avrebbe rivisto tutti i santi
giorni quelle arpie acide.
Afferrò il cordless e tirando un lungo sospiro,
compose il numero di Choji.
Lo invitò a cene e lo sentì emozionato, si intenerì
e sorrise, forse era davvero quello giusto.
Dopo aver chiuso la chiamata, cose davanti all’armadio e iniziò a
pensare a cosa mettere, perché non quella maglia viola con Jack Skeleton stampato sopra?
[“Yidashi!”
“SI?”
La mora sollevò lo sguardo dal libro.
“Secondo te sono bella?”
“Si Kanezaki, piantala
di farti paranoie, non darla vinta a chi ti vuole affondare.”]
Si vestì e si truccò.
Uscìdi casa cantando. Love would never leave us alone,
A-yin the darkness there must come out to light.
Could you be loved and be loved?
Could you be loved, wo now!
- and be loved?
Arrivò davanti al ristorante, lo vide sorridere e sentì le farfalle
nello stomaco.
Era felice, davvero felice, ma soprattutto capì
una cosa: che non sarebbe mai stata più sola.
Non importava come sarebbe andata, ora sapeva che avrebbe avuto qualcuno
su cui contare, soprattutto si sentiva più forte e si ricordò di una farse di Tayuya:”L’artistico
ti cambia dentro.”
Era vero, assolutamente vero.
ANGOLO DI LAYLA
E questo è davvero l’ultimo capitolo, prima che mi
mette a piangere come una cretina, vi d la lista delle
canzoni.
Sakura”Syria” Asahara:” Bella mia” Tre Allegri ragazzi Morti
Michiyosakiyourai:”People are Strange” The Doors
GaaraSabaku:”Notturno, CamdenLock” Modena City Ramblers
KankuroSabaku:”La mia
ragazza mena” Articolo 31
TemariSabaku.” So far away” Staind
Lee Moriyama:”OCchi bassi” Tre Allegri ragazzi
MOrti
KimimaruKaguya.” Canto di natale”
Modena City ramblers
Ten tEnShaoran:” Francesca ha gli anni
che ha” Tre Allegri ragazzi Morti
Sydney Browning:”Mydicember” LinkinPark
InoYamanaka:”Da adesso
in poi” Ligabue
Shino Aburame:”I’ll
be waiting” Lenny Kravitz
ShikamaruNara:”Il centro del mondo”
Ligabue
ChojiAkimichi:” BY Your side” Tokio
Hotel
Karin Tsuki:”
I?m with you” AvrilLavigne
Keiko Kanezaki:”Coul
you be Loved” Bob Marley
Iniziamo con I ringraziamenti, il primo e
fondamentale va al Liceo Aristico Statale di Bergamo,
perchè senza di lui questa storia non esisterebbe.
Il secondo, ma non meno importante, va a due
fantastiche persone, Jaheira E Beckill,
conosciute grazie manganeteEfp.
Ringrazio J perché quest’anno e più di chiacchierate
in msn, per le AKatsukine,
per i Sacri parings, per il Santo, per il sardo come
lingua franca, per essere la persona meravigliosa che è.
La ringrazio perché su di lei è stato ricalcato il
personaggio di MegumiMImichi,
con cui spero di aver reso almeno un quarto di come è,
ti voglio bene socia.
Ringrazio BEckill,
per avermi fatto da Beta REader e da anti depressivo,
per avermi dato una cifra di suggerimenti per Art school,
per le Akatsukine , il santo, la corvo mobile, e le
risate.
La ringrazio perché su di lei è ricalcato il
personaggio di MichiyoSakiyourai
e perché è semplicemente Beck.
E questo è tutto, io sto piangendo come una
fontana, vi ringrazioo tutti, spero di non aver
dimenticato nessuno e di aver regalato a tutti un sorriso o un’emozione
qualsiasi.