Solo rospetto e principessa!

di bellina3000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** 13 capitolo ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** capitolo 27 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Ciao a tutti voi!!!! Vi sono mancata in questo periodo di pausa? Come, no? :(

Siete cattivissimi.

Comunque ecco a voi una nuova avventura appena sfornata dal mio cervellino malato. Mi è venuta l'ispirazione ed ho avuto il bisogno di scriverla. Fatemi poi sapere cosa ne pensate di questa ff?

 

BUONA LETTURA!!!!

                                                              http://www.casertanews.it/public/images/2011/11/22/172652_Kristen%20Stewart%20Robert%20Pattinson%20Breaking%20Dawn%20hot.jpg

                                            SOLO ROSPETTO E PRINCIPESSA :

 

1 capitolo:

 

Scrivo velocemente e con estrema attenzione la spiegazione della professoressa, cercando di non distrarmi anche se è davvero un impresa. L'ultima ora di lezione prima di poter finalmente essere libera. Tiro fuori dalla tasca dei jeans il mio telefono. Mancano solo cinque minuti prima che la campanella suona. Non vedo l'ora di poter ritornare a casa e preparare il week end che mi aspetta.

Certo, mia cara. Ti devi organizzare un sabato sera che di certo passerai a vedere qualche stupido documentario. Per non parlare di una meravigliosa domenica fatta di studio. Evviva, non vedo l'ora.

Uffa, mia cara vocina, io devo studiare tanto se voglio mantenere alta la mia media scolastica. Voglio poter entrare in un Università prestigiosa, voglio poter uscire con il cento e lode, voglio diventare un ottimo chirurgo...

e non vuoi vivere la tua adolescenza?

Certo che la sto vivendo.

Sì, come no? Non vuoi divertirti?

Mi divertirò quando avrò un buon posto di lavoro e quando i miei genitori, saranno, finalmente fieri di me.

Ma per una volta sola...

Per fortuna suona la campana che interrompe il mio monologo senza senso.

Mentre sto sistemando con estrema cura i fogli degli appunti all'interno del libro di trigonometria, si avvicina a me Jessica con la sua faccia da finta disperata. Tanto so già cosa vuole.

<< Oh, Bella >>

<< Jessica cos'è successo? Sembri scossa. >> Uffa, che palle che è.

<< no, nulla. Non ti preoccupare. Non è successo nulla >>

Allora sparisci immediatamente da me che mi stai facendo perdere tempo.

<< dai su, Jess racconta! Non ti fidi di me>> devo farmi i complimenti da sola. Sono diventata un ottima attrice. Riesco proprio bene a nascondere agli altri i miei stati d'animo.

<< Ti ricordi la ricerca di biologia che dovevamo fare insieme... >>

ah, finalmente si è decisa a parlare. Scommetto che mi chiederà se la posso fare da sola.

<< … bè questa sera c'è la festa di compleanno di Anny e ci sarà anche quel super fico di Mike. Sai che ho una cotta per lui dall'asilo da...>>

..da quando lui ti ha prestato una matita colorata di colore rosso. Rosso come la passione.” me lo racconti ogni volta che pronunci il nome Mike. Mi hai fatto una testa grossa così con questa storia.

<< scommetto che questa volta sarà quella buona >> le sorrido amichevolmente e felice di aver interrotto il suo solito monologo.

<< speriamo >> sospira rumorosamente << comunque... bè... io credo che la festa finirà davvero tardissimo. Sai come sono le feste di Anny..>>

No, che non le sai. Non ci sei mai voluta andare.

Sono già passati tre inutili minuti nei quali avrei potuto fare qualcosa di davvero di molto più utile – come ad esempio avviarmi a casa – invece sto continuando ad ascoltare questa scema davanti a me.

Intanto questa scema si sta godendo la vita.

<< Jessica, non ti preoccupare. Se vuoi posso fare da sola la ricerca. Tanto io non ci vado alla festa >>

<< Davvero? >> esclama lei, non tanto sorpresa della mia decisione. È per questo che Jessica ha voluto stare in coppia con me: mentre io sgobbo, lei prende ottimi voti senza far un cazzo.

Ma per me va bene così. Solo una volta è venuta a casa mia per fare i compiti, ma ha passato tutto il pomeriggio ad aprire il mio guardaroba in cerca di chissà cosa. << Grazie, Bella. Sei la migliore amica che si possa avere >>

Per una volta hai detto una cosa giusta, Jessica: io sono la migliore e lo dimostrerò a tutti.

<< allora adesso scappo. Devo ancora decidere che cosa mettermi... >>

<< certo, non ti preoccupare. >>

<< ciao >> senza neanche aspettare la mia risposta corre per raggiungere un gruppetto di ragazze tutte eccitate per una stupida ed inutile festa. Dovrebbero dedicarsi di più al loro futuro.

Mi alzo dalla sedia e mi sistemo sulle spalle lo zaino pronta per andarmene da qui quando la professoressa mi chiama.

<< Isabella, cara, non potresti darmi una mano con questi libri. Tutti quanti i giovanotti sono scappati via >>

<< ma certo... >> ...che no! Pure la professoressa mi deve rompere le scatole.

Con il sorriso stampato sulle labbra prendo i suoi quattro pesanti libri in mano aspettando che la prof venga con me, ed invece...

<< scusami tesoro, ma sono così in ritardo. Devo andare a preparare il pranzo ai miei due bambini. Tanto sai dove li devi mettere. Grazie Isabella, sei un angelo >>

<< Per così poco. Allora a lunedì >> cercando di mantenere un aria tranquilla con le labbra stese in un meraviglioso sorriso mi allontano dalla classe per dirigermi nella sala dei professori.

Appena sono abbastanza lontano, accorgendomi che non c'è anima viva, il mio sorriso scompare e sul mio viso compare tutta la mia rabbia.

Cazzo, voglio solamente tornare a casa. Non c'è la faccio più.

Allora smettila di far mister perfettina!

Zitta! Non posso, adesso, lottare contro di te.

Poi, mentre sto per girare, qualcosa o qualcuno va a finire addosso a me facendo cadere i libri per terra con i fogli , che si trovavano al suo interno, sparpagliati per terra.

Cazzo! Mancava pure questa.

Mi inchino subito per terra cercando di mettere il più presto possibile tutti i fogli all'interno dei libri.

<< eh, dovresti stare più attenta >>

Alzo lo sguardo in altro trovando due occhi colore smeraldo fissarmi con estrema attenzione come se stesse cercando di penetrare dentro di me. I suoi capelli castano tendenti al rossiccio sono tutti spettinati, la camicia con i primi bottoni sbottonati mostra un fisico ben fatto. Ok, l'ho ammetto. È un bel ragazzo quello difronte a me.

Concordo con te.

<< scusami, io... >> arrossisco leggermente imbarazzata. Voglio sapere chi è.

Adesso lui dirà “ non è niente. “ o “ è tutta colpa mia” e poi mi aiuterà a rimettere a posto i vari fogli. Mi accompagnerà nella sala professori e naturalmente chiacchiereremo; così saprò di certo chi è.

<< la prossima volta, cerca di stare più attenta. >>

Che cosa?

Ma che c'è la com'è?

<< scusami, ero un attimo sovrappensiero >> e tu sei un idiota.

<< e chi se ne frega. Stupida >>

Mi alzo di scatto e mi accorgo di essere una nana al confronto suo, ma non mi scoraggio. Già questa giornata fa schifo da sola, poi ci si mette pure questo qua.

<< Tu sei un grosso, enorme idiota. Dovresti imparare a parlare con le donne in un certo modo...>>

<< eh, bamboletta calmati. >> ridacchia, innervosendomi ancora di più.

Vorrei prenderlo a schiaffi in modo da levargli quello stupido sorriso.

Uffa, ma cosa sto combinando? Ho mostrato il mio vero “io” davanti ad uno sconosciuto, anzi davanti a qualcuno.

Mi guardo in torno e tiro un lungo sospiro, felice di vedere che non c'è nessun altro ad assistere alla vera e terribile Isabella incavolata nera con qualcuno.

<< Lo sai che sei proprio strana? >>

Calma, Bella. Quando ritornerai a casa potrai scagliare tutta la tua rabbia distruggendo qualche cuscino.

<< perché? >>

<< sei passata dall'arrabbiata alla spaventata per poi ritornare alla ragazza imbarazzata. Soffri di personalità multipla? >> scuote la testa divertito << va bè. Devo andare. Ciao, stupida >>

TI ODIO CHIUNQUE TU SIA!!!!

 

                                                                  * *** *

Arrivo a casa correndo, non vedendo l'ora di ascoltare il racconto di mio padre sulla conferenza appena tenuta a Seattle. I miei genitori sono due famosi ricercatori che spesso viaggiano e tengono importantissime conferenze. Si occupano principalmente di trovare farmaci utili contro molte malattie mentali. E fin'ora hanno fatto dei passi molto in avanti.

Ma appena entro in casa, mi accorgo subito che non c'è nessuno, ma solo uno stupido biglietto di mia madre .

scusami amore, ma il direttore della casa farmaceutica Smith ci ha invitato a pranzo. Nel frigo troverai di certo qualcosa da mangiare. Mamy. “

Cerco di cacciare le lacrime pronte ad uscire ripetendomi che non fa nulla, che i miei genitori devono pensare solo al loro lavoro come io devo pensare solamente allo studio per poter diventare un ottimo medico.

Tiro fuori da una credenza un pacco di patatina,mi prendo una lattina di coca cola e salgo in camera mia dove non vedo l'ora di accendere il mio pc e collegarmi al mio blog.

È ormai quasi da un anno che tengo quasi un diario online dove ho avuto l'occasione di poter chiacchierare con ragazzi così simile a me. Solo in questo modo, posso sopportare tutto quello che mi succede riscontrandomi con altre persone che stanno vivendo le mie stesse emozioni.

salve a tutti. Ed anche oggi, dove vivo io sta piovendo...” ed inizio a scrivere raccontando quello che mi è successo in questa giornata scolastica da dimenticare.

...la Giraffa anche questa volta andrà a divertirsi, mentre a me toccherà fare la ricerca da sola... ” Sorrido. Ovviamente la Giraffa è Jessica.

... la Mummia, non solo ci ha riempito di compiti, ma mi ha anche sfruttando per portargli dei libri...” la Mummia è la prof di trigonometria.

Smetto di scrivere ripensando a quello che è successo con lo sconosciuto, decidendo se inserire anche ciò o lasciare perdere.

Alla fine decido di inserirlo. Forse ci sarà qualcuno che saprà darmi qualche consiglio in che modo mi devo comportare con quel ragazzo.

Oggi poi è avvenuto uno strano incontro. Stavo camminando per i fatti miei, quando un colosso si è scontrato con me facendomi quasi cadere per terra. Devo ammettere che era davvero un bel ragazzo ed i suoi occhi mi hanno incantato. Peccato che era un grande maleducato. L'Idiota mi ha osato insultare ed umiliarmi...”

Dopo aver finito di scrivere e riletto tre volte, aggiorno il mio profilo.

Mi alzo e prendo dalla libreria della mia stanza il libro di biologia insieme al quaderno, pronta per iniziare la ricerca, ma mi blocco quando vedo che in chiatta c'è Rospetto.

Rospetto è l'unica persona con la quale riesco ad essere me stessa, la vera Bella. Ed è così buffo poiché di lui so davvero poco. Non so qual è il suo vero nome, dove abita, quanti anni ha, eppure mi fido di lui. Ho il sospetto che abbia la mia stessa età e che viva di certo qui ad America.

Subito accetto di parlare con lui curiosa di vedere quello che mi dirà relativo alla mia giornata, ma sono ancora più curiosa di sapere cosa ha fatto lui.

Rospetto: lo sai che sono geloso.

Principessa: ciao anche a te! XD

Rospetto: ciao. Sono maledettamente geloso.

Principessa: e di chi?
Rospetto: di quel colosso.

Principessa: e perché?

Rospetto: perché lo hai definito un bel ragazzo.

Principessa. sì, ma ho detto anche che è un grosso maleducato ed un idiota.

Rospetto: certo, certo.

Principessa: va bé fisicamente non è niente male, ma per quanto riguarda intelligenza è sotto zero.

Rospetto: sì, certo come no.

Principessa: Uffa! Sei insopportabile.

Rospetto: per questo che ti piaccio :)

Fisso lo scherma del pc con un sorriso da abete sulle mie labbra.

Principessa: ti piacerebbe. Comunque come sta andando la tua nuova canzone.

Rospetto: Oggi sono riuscito a scrivere le prime note.

Principessa: hai visto che era solamente una fase passeggera... uomo... anzi rospetto di poca fede xD

Il mio caro amico Rospetto è un ottimo musicista. Una volta mi ha inviato, in formato mp3, una sua composizione a pianoforte, senza la sua voce. Lui non lo sa che è sento la sua canzone continuamente: quando faccio i compiti,durante la doccia, ogni volta la sua musica mi fa compagnia. In questo modo è come se me fosse qui accanto a me.

Rospetto: diciamo che ho trovato, forse, anch'io una musa ispiratrice.

Chi è?” Vorrei scriverglielo, però qualcosa mi trattiene. Ho paura di sapere che ha trovato finalmente una ragazza che gli piace. Non abbiamo mai parlato di ciò.

Rospetto: eh, ci sei?

Principessa: sì, certo.

Rospetto: dovresti smettila di farti trattare in questo modo da Giraffa e dalla Mummia. Perché non li mandi a quel paese?

Perché voglio essere la migliore in tutto: la ragazza sempre disposta ad aiutare con il sorriso sulle labbra

Principessa: la storia è lunga.

Rospetto: non ti capisco. È così bello la parola no. Dovresti imparare ad usarla xD

Principessa: io non posso deludere le persone. Non posso.

Rospetto: dire di no è deludere le persone?

Principessa: Basta, cambiamo discorso.

Rospetto: perché questa sera non esci? È sabato, divertiti

Ma cosa gli è preso? Di soliti non mi ha mai parlato così diretto con me. È vero che molte volte ha cercato di smuovermi, di convincermi ad uscire invece di vedere qualche documentario a casa, però è la prima volta che lo vedo così duro contro di me.

Principessa: dai cambiamo discorso.

Rospetto: scommetto che passerai questo meraviglioso sabato a studiare.

Principessa: e c'è qualcosa di male in questo?

Rospetto: dovresti goderti la vita. Lo sai che in America ci sono moltissimi pub dove poter andare a ballare?

Principessa: lo avevo sentito xD

Rospetto: davvero?!?!

Faccio un lungo respiro e volgo il mio sguardo sull'ampia finestra di lato alla scrivania distolta dallo schiamazzare di alcuni bambini che corrono felice sul marciapiede rincorrendo una palla.

Ed intanto Rospetto che è più testardo di me ha riempito tutta la pagina di nome di discoteche alcune, addirittura, si trovavano in cittadine che io non ne avevo mai sentito.

Ma ciò che mi attrae di più è quella che si trova a Seattle: neighbors.

Rospetto: hai visto quante? E pensa che queste non sono nulla. Vuoi che te ne scriva altri :D

Principessa: no, grazie.

Rospetto: Per una volta, goditi la vita.

Principessa: Uffa! Va bene. Andrò a neighbors, contento?

Rospetto: più del solito.

 

* *** *

È quasi notte ormai. I miei genitori mi hanno appena telefonato per avvertirmi che sono dovuti andare ad una cena con dei possibili finanziatori di qualche loro progetto. Saranno stanchi morti, ma pensano al bene della comunità. Ed io sono orgogliosa di loro.

Osservo la mia immagine riflessa nello specchio: la pelle troppo bianca, i capelli legati in una dolorosa coda di cavallo per tenerli in ordine. Tutto in me è così normale.

Mi sciolgo i capelli e comincio a pettinarli.

Per una volta divertiti.

No, devo studiare.

Per una volta, Bella, esci.

No, oggi devo fare la ricerca. Sarà per la prossima volta.

Se non ci andrai, avrai mentito a Rospetto. Per la prima volta.

Faccio un grosso respiro e mi arrendo. Solo per una volta...

Subito mi sento eccitata per l'idea di uscire da casa, senza l'approvazione dei miei genitori, per andare in una discoteca. Infondo che c'è di male? È solo per una volta; almeno in questo modo sia la mia vocina e sia rospetto smetteranno di rompermi le scatole con questa storia del divertirsi

Vado in camera mia in cerca di vestiti adatti per l'occasione.

 

* *** *

Appena entro in discoteca una musica assordante mi colpisce in pieno e d'istinto mi porto le mani sulle orecchie. Ma è normale che faccia così chiasso?

Sto per girarmi e tornare a casa, quando la curiosità ha il sopravvento. Mi inizio a guardare in torno osservando tutto con attenzione: gran parte dei ragazzi ballano, alcuni senza neanche seguire il ritmo, poi vi sono alcune coppie sedute delle poltroncine che si baciano e non solo, mentre altri sono vicini al bar.

<< ciao, tesoro >> un ragazzo, con tutto un braccio tatuato, si avvicina a me osservando la mini gonna scura che indosso e che mette in mostra le mie lunghe gambe. Non piace per niente il suo sguardo. << sei da sola? >>

<< no, tesoro. Sto con il mio ragazzo >> sorrido << a lui non piace che parlo con gli estranei >> senza aggiungere nient'altro mi avvicino al bar.

Mi siedo sullo sgabello e mi predo – per la prima volta- una vodka. All'inizio mi brucia e sento le lacrime sugli occhi, ma poi percepisco un dolce calore irradiarsi su tutto il mio corpo: è buonissimo! Subito ordinò un altro bicchiere e mi giro di lato per osservare le persone ballare. Peccato che io ne sono proprio negata. È una delle poche cose che non riesco a fare ed ammetterlo è dura. Dovrò allenarmi. Guardo con attenzione i movimenti di una ragazza bionda e dalla bellezza tipica delle modelle. Mamma mia, è proprio brava.

Mentre studio i suoi movimenti per cercare di imparare, continuo a bere

Uffa! Mi sono rotta di rimanere qui ferma a guardare gli altri divertirsi. Bevo,tutto di un fiato, un altro bicchiere di vodka e mi butto in pista.

<< ma guarda chi si vede. Ciao bamboletta>>

Disorientata mi giro, verso la voce maschile che mi ha chiamato e per un pelo non cado inciampando nei stessi miei piedi.

Per fortuna delle grosse braccia, maschili, mi prendono e mi attirano al suo petto.

<< ciao, idiota >>

 

* *** *

Appena apro gli occhi, un forte senso di nausea unito ad un mal di testa lancinante ( come se qualcuno mi stesse trapanando il capo ) è un mix letale per il mio debole ed indolenzito corpo.

<< cazzo >> borbotto tra me e me.

Quando riesco finalmente a mettere a fuoco gli oggetti della stanza, non mi viene un colpo.

Tranquilla, Bella. Fai un forte respiro. Mi trovo semplicemente in una camera da letto che non è la mia, non mi ricordo nulla di quello che è successo ieri sera e... ah quasi mi dimenticavo... sono quasi completamente nuda. Dai, non è niente di cosi grave, no?

La porta ad un tratto si spalanca e vedo comparire l'ultima persona che avrei mai voluto vedere.

<< Ciao >>

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Allora, cosa ve ne pare? È tanto orrenda? :( Spero di ricevere alcuni vostri consigli.

Certo che questa Bella è proprio strana... Chissà chi è la persona che è entrata nella stanza? Mah, mistero... hihihihi

Un bacione.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


 

Buon lunedì a tutti!!! Non so da voi, ma da me sta piovendo a dirotto... è proprio il tempo adatto per scrivere :)

Questo capitolo è un po' così, non mi convince per niente, ma è vero anche che è passeggero. Dal prossimo ne vedremo delle belle!!!!

Volevo ringraziare tutte le persone che hanno inserito la mia ff tra i preferiti, i seguiti e i ricordati. Siete stati veramente in tanti, non me lo aspettavo.

Inoltre grazie anche alle 6 persone che hanno recensito lo scorso capy rendendomi felicissima.  

Scusatemi, ma non posso dirvi chi è rospetto perché se no è finito uno dei tanti misteri di questa storia. Comunque potrebbe essereè qualcuno che conosciamo molto bene... potrebbe diventare un cagnolino oppure un orsetto o... non posso dire nient'altro.

Spero che anche questo capitolo vi possa piacere, almeno un pochino.

 

BUONA LETTURA

 

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                              SOLO ROSPETTO E PRINCIPESSA:

2 capitolo:

 

<< Ciao... >> sorride vedendomi che sono sveglia, con in mano un vassoio pieno di buone cose da mangiare <<... bamboletta >>

Ma che cazzo ci fa lui qui? Anzi... forse sarebbe meglio dire cosa ci faccio io qui?

Fa qualche passo in avanti, verso di me, chiudendo la porta dietro di lui tenendo sempre i suoi occhi luminosi fissi sul mio volto.

Adesso cosa faccio? Come mi devo comportarmi? Ecco, era meglio che ieri sera stavo a casa a fare la ricerca di biologia, invece di mettermi in questo brutto pasticcio.

Si avvicina sempre di più verso di me, seduta sul letto, quando mi ricordo che indosso solamente l'intimo.

<< VATTENE! >> urlo con il volto completamente rosso a causa sia della rabbia sia del forte imbarazzo, e mi corpo fino al mento con la trapunta. << brutto maniaco che non sei altro! Cosa mi hai fatto? >>

<< e pensare che dicono tutti che a scuola sei una ragazza calmissima >> posa il vassoio sul comodino e mi porge un bicchiere d'acqua, mentre con l'altra mano regge una pillola.

<< eh, idiota, ma credi che sia così ingenua da prendere una pillola che non so cos'è? >>

<< sciocca, è una semplice aspirina >> si inchina verso di me, con le sue labbra vicinissime alle mie, il suo respiro sulle mie guance arrossate, mentre la sua mano, quella contenente la pillola, si posa delicatamente sul mio collo. << fidati, Bella. Dopo ti sentirai un pochino meglio >> con lentezza la mano scende sul mio braccio nudo posandosi per qualche secondo sul polso. Devo fare subito qualcosa, devo reagire in qualche modo. Potrebbe avere cattive intenzioni.

La sua mano si posa, infine, sul dorso della mia per poi mettermi la pillola << su, prendila >>

Rimango ipnotizzata dai suoi occhi smeraldini come è successo a scuola, quando mi sono scontrata contro di lui.

Mi viene in mente un ricordo di quando ero piccola. Stavo al parco insieme a ma sorella, quando ad un certo punto un signore anziano, con uno strano sorriso sul volto, si è avvicinato a me. “ sei proprio una bella bambina. E le belle bambine come te, vogliono di certo delle buone caramelle. “ ed aveva tirato dal suo giubbotto una manciata di caramelle.

Le stavo per prendere una, quando mia madre me le ha strappate e mi ha trascinato via da quell'uomo. Mi ricordo anche la strillata che mi ha fatto “ le brave bambine non accettano le cose dagli sconosciuti. “ Avevo cercato in qualche modo di difendermi, ma mia madre era irremovibile “ dovresti comportarti di più come tua sorella. Lei sì che un brava bambina...”

Prendo la pillola e con rabbia la butto per terra

<< Voglio sapere cosa è successo? Chi sei tu? Come fai a sapere chi sono? Guarda che mi so difendere >> lo fisso con lo sguardo più glaciale che conosco, ma inaspettatamente si mette a ridere.

<< mi chiamo Edward. E siamo allo stesso corso di letteratura inglese e biologia, ma tu non ti sei mai accorto di me. >>

Cerco di riordinare i pensieri, ma la testa è quasi pronta a scoppiare in mille pezzettini.

<< è vero anche che hai sempre lo sguardo o sul quaderno o sul libro che non ti accorgi nemmeno delle persone che ti stanno intorno >>

Maledizione! Se non fossi in questo stato così penoso, lo avrei già azzittito per poi dargli il ben servito. Invece, l'unica cosa che credo di poter fare è una bella fossa dove sotterrarmi.

Ma anche una bella corsa al bagno a vomitare, sarebbe una buon idea. Peccato che non sono a casa mia, ma di un pazzo psicopatico.

<< Cosa mi hai fatto? Perché sono mezza nuda? >>

<< come non ti ricordi? >> la sua voce così incredula mi fa pensare al peggio. Si siede accanto a me e per la prima volta è serio e non ha quel maledetto sorriso ad illuminargli il viso << non è possibile che non ti ricordi la notte di sesso sfrenato che abbiamo avuto? No, è impossibile. Sei stata tutto il tempo ad urlare per il piace. E poi le tue mani sul... >>

<< ZITTO. Non aggiungere nient'altro >> scuoto la testa avanti indietro, cercando di cacciare le lacrime che non vedono l'ora di apparire. << No, non è vero. È impossibile. Io con te... n... no è uno scherzo. È s... >> ma poi un ricordo mi colpisce come una pugnalata, inaspettatamente, dietro la schiena. Edward seduto sul questo letto, senza maglia, ed io davanti a lui che con lentezza mi sto spogliando.

<< No >>

<< invece sì, bamboletta. E pensare che hai fatto tutto da te. Stavo già in discoteca con una che mi piaceva, ma tu hai così insistito. Ti stavi per metterti a piangere... >> si scompiglia i capelli, nervoso << la gente ci guardava, tu che urlavi “ ti voglio “ ed io che cercavo di azzittirti. Dopo un po' mi hai scocciato. Ti ho caricato nella tua macchina e ti ho portato a casa mia >> ridacchia, divertito, pensando probabilmente a qualcosa che è successo in quell'asso di tempo, ma che purtroppo, non mi ricordo. << quando siamo saliti qui, bè tu mi hai saltato addosso. Dovrei denunciarti per violenza, ma sono così gentile che chiuderò un occhio >>

<< BASTARDO! >> mi butto addosso a lui facendolo cadere sul letto con me sopra di lui.

<< vedi che mi salti sempre addosso, maniaca >> scoppia a ridere con gusto, stringendo il mio corpo al suo.

No, non è possibile. Sono andata a letto con uno sconosciuto e non mi ricordo nulla. Voglio una fossa dove seppellirmi. E finalmente due grosse lacrime scorrono sul mio volto. Subito mi porto le mani sul viso per coprirmi. “ ricordati Bella, non devi mai farti vedere che soffri, che stai male. La gente ne approfitterebbe “ mi ripete dentro di me la voce seria di mio padre. Ma non riesco a non smettere.

<< Bella, ma stai piangendo >>

<< ma quanto sei intelligente >> borbotto, tra un singhiozzo e l'altro, mentre mi siedo sul letto cercando di allontanarmi da lui. Ho bisogno di stare da sola, per riordinare il mondo caotico dei miei pensieri.

Sento le sue braccia sul mio corpo e la mia testa, posarsi, con delicatezza sul suo petto. Le sue mani calde accarezzare la mia schiena per tranquillizzarmi.

<< dai, mangia qualcosa. >>

<< no, voglio tornare a casa. >>

<< va bene. Dai adesso ti vesti e ti porto a casa. Contenta? >> mi prende il viso tra le sue mani per fissarmi con attenzione << tranquilla. Fai un forte respiro. >>

Annuisco con la testa come una bambina.

Edward mi fissa aspettando che mi cambi, ma quando si accorge che io non ho nessuna intenzione di rivestirmi davanti a lui sbuffando si alza e lascia la stanza, dicendo che mi avrebbe aspettato di sotto.

Appena chiude la porta, mi alzo dal letto e lottando con il senso di nausea che mi ha colpito vado a prendere i vestiti appoggiati su una sedia. Cerco di essere il più veloce possibile, ma sento il corpo tutto indolenzito come se avessi passato tutta la notte a correre trasportando dei pesi.

Finita di prepararmi, apro con il cuore che mi batte a mille la porta. Vedendo che non c'è nessuno mi metto a correre sulle scale, sperando di non incontrare Edward.

E per una volta, la fortuna è dalla mia parte.

Riesco ad uscire dal portone di casa e tiro un sospiro di sollievo quando vedo che la mia macchina parcheggiata nel vialetto.

Non so nemmeno io come sono riuscita a ritornare a casa senza fare nessun incidente.

* *** *

Arrivata, davanti casa rabbrividisco vedendo la macchina di mio padre; questo vuol dire che sono ritornati e di sicuro saranno arrabbiati neri con me non vedendomi a casa.

Bene, adesso mi toccherà inventarmi una scusa.

Con lentezza entro in casa e subito sento qualcosa di duro colpirmi in pieno viso facendomi cadere per terra.

<< stupida, è questa l'ora di ritornare a casa? >> urla mio padre alzando in alto le mani pronto a colpirmi di nuovo. << ma usi un po' il cervello che ti ritrovi? >>

<< papà io... >>

Mia madre si avvicina a me annusandomi

<< hai bevuto? >>

<< io... >> no, non ho bevuto. Vorrei dirlo, ma non riesco a mentire, in questo momento, a mia madre. Come posso negare davanti l'evidenza.

<< tua sorella, non si sarebbe mai comportata in questo modo >> continua mio padre, sapendo che mi sta ferendo con le sue parole.

<< sì, papà >>

<< fila in camera tua. Non ti voglio vedere in giro per casa, capito? >>

<< sì >> borbotto in un filo di fiato.

<< allora che ci fai ancora qua? >>

Mi alzo velocemente e corro in camera mia, ma prima di chiudere la porta sento la voce di mia madre

<< quanto mi manca... >>

Sbatto la porta e mi sdraio sul letto coprendomi le orecchie con il cuscino. Anche a me mi manca tanto.

 

*** * il giorno dopo * *** *

 

Appena la campanella suona mi dirigo in classe di biologia con la ricerca di cinquanta pagine di word in mano. Sulla copertina il mio nome e quello di Jessica.

Appena mi siedo, naturalmente al primo banco per sentire meglio la lezione, subito un gruppo di ragazzi si avvicinano a me per chiedermi delle spiegazioni.

<< Bella, non ho capito come si fa questo esercizio. È difficilissimo! Non è che me lo potresti spiegare? >>

<< ma certo. Dammi un quaderno che te lo mostro come si fa >> sorrido. Dai, su, Eric era una cavolata questo esercizio. Ma non capisci proprio nulla? << sì, hai ragione. Era un pochino difficile >> e mentre spiegavo Eric come si dovevano risolvere vedo Jessica, tutta triste sedersi accanto a me, e tirare un forte sospiro di delusione. Adesso cosa è successo? Uffa, che pizza!

Finisco in fretta con Eric e quando il gruppo di ragazzi si allontana dal mio banco chiedo a Jessica cosa le è successo.

<< niente. Mike non mi ha neanche guardato alla festa. È stato tutto il tempo a giocare a carte... che rabbia >>

<< dai, la prossima volta andrà meglio >>

<< sì, come no? Ormai ho perso la speranza>> e per qualche secondo mi fa tenerezza. << la ricerca? >>

<< eccola >> le sorrido sincera, mostrandole la ricerca. Forse dovrei chiederle se le va oggi di andare a Seattle a fare un po' di shopping. Di solito, fare le compere la tira su di morale.

<< guarda, fai bene te a passare il sabato sera, sola come un cane, a studiare. Almeno non ti vedi con nessuno e non soffri >>

<< hai ragione. Almeno non passo tutto il tempo dietro ad un ragazzo che non mi vede neanche >> Jessica, stavo per provare tenerezza per te, ma adesso mi hai fatto ricordare la stronza che sei.

Per fortuna la salva dal mio micidiale attacco l'arrivo del professore.

                                                                    * *** *

E suona anche la campanella che indica la fine dell'ora di biologia, la lezione che adoro di più insieme a letteratura inglese.

Mi avvicino al professore per chiedergli delle spiegazioni sulla lezione appena conclusa

<< Bella, scusami, non è che potresti andare a fare delle fotocopie. >> mi chiede il prof e naturalmente io rispondo.

<< oh, certo! >> prendo in mano i fogli che mi porge e camminando con passo sostenuto nella sala degli insegnanti quando sento qualcuno chiamarmi.

<< Eh, Bella >>

<< Mike, ciao! >> maledizione, mancava solo lui.

<< Wow! Ti sta proprio bene la maglia che indossi oggi >>

<< Grazie >> gli sorrido, fingendomi leggermente imbarazzata per il suo complimento.  << Volevi dirmi solo questo? >> Se è si, bene puoi adesso sparire. Se la risposta è no, sbrigati a dirmi quello che devi dire.

<< No... vol...volevo chiederti se volevi venire domani a cinema con me. Fa un film comico che mi piacerebbe... >>

No! NO!! E mille volte no!

<< Io... >>

<< Bella, eccoti. Ti stavo cercando... >> capisco dalla suo voce, anche prima di vederlo, chi è. Sento le sue braccia sulla mia vita, la mia schiena aderire al suo petto dietro di me, la sua testa posarsi sulla mia spalla. Mi dà un leggero bacio sulla guancia, stringendomi a sè possessivamente  << Ciao Mike >>

<< C... ciao >> balbetta Mike, imbarazzato << io adesso devo andare. Ciao >> quando vedo Mike girare ed entrare in una classe, mi stacco dal corpo di Edward.

<< cosa cazzo stai facendo? >> parlo piano avendo paura che qualcuno, al di fuori della nostra conversazione, possa sentirmi.

<< lo sai che ti adoro, bamboletta, quando mostri il tuo vero io? >>

<< sparisci >> faccio solo qualche passo in avanti quando mi sento tirare per un braccio ed essere trascinata all'interno di un aula vuota. Mi siedo sulla cattedra in gambe incrociate, mentre Edward si posiziona, in piedi, davanti a me.

<< cosa vuoi? >>

<< per fortuna sei ritornata a casa sana e salva. In quelle condizioni, potevi farti del male... >>

<< vuoi farmi la predica? >>

Mi sento leggermente strana nel mostrare la vera parte di me; nemmeno con i miei genitori con cui vivo mi comporto come la vera Bella.

<< sai, sarebbe davvero un brutto guaio per te, se qualcuno scoprirebbe che sabato sera ti sei ubriacata >>

Cazzo! Cosa ha in mente di fare?
Rimango impassibile senza mostrare ad Edward il tumulto dei miei sentimenti. Se qualcuno scoprirebbe quello che è successo sabato, tutto il lavoro che ho compiuto dall'asilo per diventare la ragazza perfetta, andrebbe perduto.

<< inoltre se iniziasse a circolare la voce che hai passato la notte in compagnia mia... saresti rovinata, giusto? >>

<< giusto >> impassibile, devo continuare ad essere impassibile. Arrivi al dunque, tesoro.

Mi sorride strafottente, capendo che ha lui il coltello alla manica.

<< però voglio essere gentile. Non dirò niente a nessuno... >>

<< ma? >> ecco che siamo per arrivare al dunque di tutta questa conversazione, dove lui farà la sua richiesta.

<< mmm >> si porta un dito sulle sue labbra carnose << voglio un bacio >>

Un bacio? Questa è la sua richiesta?

<< solo? >> gli domando sorpresa.

<< solo >>

Avrebbe potuto chiedermi qualsiasi cosa di peggio, invece vuole uno stupido bacio; dopo tutto quello che abbiamo passato sabato sera e che io non ricordo un bel nulla, un bacio non è niente.

E poi devo salvare il mio futuro.

Sì, certo il tuo futuro. Ma perché non lo ammetti che muoi dalla voglia di baciarlo e fare dell'altro.

Mi avvicino a lui lentamente portando la mia mano sul suo viso.

Un bacio. Solo un semplice bacio e il mio futuro sarà salvaguardato.

Mi alzo in punta di piedi e poso con delicatezza le mie labbra sulle sue.

 http://4.bp.blogspot.com/_BO7-xxOQKjY/SFoX_hn1JeI/AAAAAAAAAmc/H6bFQk3QPlc/s400/bacio_atteso.jpg

ANGOLO AUTRICE:

Allora come vi sembra? Come andrà a finire la storia tra Bella ed Edward? È solo un capitolo passeggero che mi serviva per continuare la storia. Dal prossimo capy ne vedremmo delle belle, fidatevi.

Un grosso bacione a tutte e spero di poter avere delle vostre impressioni su questo capitolo.

 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


 

Ciao a tutti! Non credete ai vostri occhi vero: ebbene sì un nuovo capy solo per voi. Contente? Come no? Uffa, potete pure fingere di essere felici per questo aggiornamento XD

Comunque come vi ho avvertito, da questo capy in poi ne vedremmo delle belle.

Per chi mi ha chiesto della sorella di Bella, diciamo che presto avremmo sue notizie che vi lasceranno senza parole ( almeno spero )

Invece parlando del comportamento dei genitori di Bella, loro vogliono che Isabella sia identica alla loro figlia maggiore per vari motivi che si scopriranno in avanti.

Mi dispiace non potervi dire nient'altro, ma poi vi rovinerei la storia. Per chi ha letto altre mie storie, sa che tutti i misteri verranno svelati andando avanti.

 

Adesso volevo chiedervi una cosa. Avete letto già tre capy ( con questo ) di questa storia e vorrei chiedervi cosa ne pensate. Vi piace questa mia storia? Siate sinceri, io non mi offendo mica. Vedo, in generale, poco entusiasmo per questa ff e vorrei capirne il motivo. Se non vi piace basta dirlo, ed io prometto sul mio onore di “scrittrice “che se la storia non vi interessa/piace/ o altro la cancellerò subito. Non voglio rompervi le scatole con le mie storie senza senso. Quindi, se volete, fatemi sapere se volete che mi dedichi a questa storia. Sinceri!!!!

 

Grazie alle persone che hanno aggiunto la mia ff tra i preferiti/ seguiti/ ricordati. Siete stati super gentili.

Grazie anche ai sei angioletti che hanno recensito lo scorso capitolo rendendomi davvero felice con i loro pareri (ps Benvenuta Gio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)

 

                                              http://static.guide.supereva.it/guide/guida_hollywood/robert-pattinson/robertpattinsonkristenstewartvol24.jpg

                                                          SOLO ROSPETTO E PRINCIPESSA

3 capitolo:

 

Poso il vassoio sul tavolo, sedendomi tra Angela e Jessica. Finalmente la pausa pranzo dove posso rilassarmi un pochino.

<< Ciao, Angy >>

<< Ciao Bella >> Angela, può essere considerata una delle mie più care amiche. Non è impicciona e so che se le racconto qualcosa rimane tra noi due, non come con Jessica che devono sempre stare estremamente attenta a quello che dico. Mi sarebbe piaciuto creare un rapporto più stretto con Angela, ma ciò significherebbe anche dirle qualcosa su di me e ciò porterebbe in superficie il mio vero “ io “; questo non deve accadere.

<< Bella, non sai quanto sono felice! >> esclama Angela con gli occhi che le luccicano di entusiasmo.

<< dai su racconta? >>

<< Ben mi ha chiesto di uscire! >>

<< Evviva! >> e l'abbraccio felicissima per lei. Angela se lo merita davvero questa occasione. << hai visto che gli piaci? >>

<< dai, su... >> ed arrossisce imbarazzata.

Vedo con la coda degli occhi la smorfia d'invidia di Jessica che con Mike non sta andando né avanti né indietro. Chissà che faccia farebbe se scoprisse che Mike non fa altro che provarci con me? Rimarrebbe sconvolta.

<< su Angy, raccontami tutto? Dove vi vedrete? Dove andrete? >>

<< mi viene a prendere, domani sera, a casa e andiamo a cena fuori. >> si porta le mani sul viso << Oh mio Dio. Non so che mettermi! >>

<< fai un forte respiro. Hai quel vestito rosa chiaro che ti sta d'incanto. Ti mette in risalto la tua figura Quando Ben ti vedrà con quel vestito, ti salterà addosso! Giusto Jessica? >>

<< certo >> risponde Jess con poco entusiasmo. Sta morendo proprio d'invidia Ad un tratto però la vedo alzare di scatto quando Mike, vicino alla porta, la chiama. << scusate, eh >> e corre verso il suo caro principe azzurro. Povera illusa! Un pochino mi fa pena, però è così stupida da non rendersi conto che Mike non prova nulla per lei.

Sto per girarmi verso Angela per avere qualche altro particolare, quando il mio sguardo cade sul tavolo delle cheer leader insieme ai giocatori di basketball. Tra loro vedo anche Edward. Lo osservo mentre parla con Emmet, il capitano della nostra squadra di basketball. Sembrano grandi amici.

<< Angela, chi è lui? >> ed indico con la testa l'Idiota.

<< Oh, è Edward Cullen. Si è trasferito qui circa da un mese >>

mmm Edward Cullen.

Cullen...

Cullen?

<< è un figlio nascosto del dottore Cullen? No, non può essere! >> Il dottore Carline Cullen è uno dei migliori chirurghi dell'ospedale di Forks nonché un carissimo amico di papà. Quasi ogni domenica la possano tutte e due a giocare a golf. So che ha due figli: Emmet ed Alice. Sono venuti una volta a cena da noi.

Mio padre lo ammira tantissimo e non fa altro che ripetere che siamo stati fortunati che si è trasferito da Chicago per venire in questa cittadina.

<< Come mi hanno raccontato Edward è il figlio della sorella minore del dottor Cullen. Vivrà qui per un po' di tempo... credo che abbia avuto dei problemi a Chicago >> continua Angy a parlare, ma io non la ascolto più.

Girata spudoratamente verso di Edward lo osservo mentre sta mangiando una mela. Ripenso a quello che è successo nell'aula di chimica un ora fa. Alle sue labbra che si muovevano con le mie, le sue mani che dal mio viso scendeva alla mia schiena stringendo il mio corpo al suo con fare possessivo. Era incominciato tutto come un bacio delicato, ma appena la mia pelle ha sfiorato la sua, ho sentito una strana sensazione, come se un fuoco mi stesse bruciando e l'unico modo per fermarlo è Edward.

Poi abbiamo sentito il chiacchierio di qualche ragazzo ed Edward si è staccato di colpo dal mio facendomi quasi cadere in avanti per com'ero avvinghiato a lui.

<< shhh bamboletta >> il suo respiro agitato come il mio, si infrangeva sulle mie guance e la sua fronte sulla mia.

Quando sentimmo che i ragazzi si erano allontanati, ho tirato un lungo sospiro di sollievo. Già mi immaginavo come la notizia si sarebbe diffusa in tutta scuola, anzi in tutta Forks: Isabella Swan, ragazza modella beccata a fare cose sconce con un ragazzo.

<< possiamo continuare? >> mi chiese lui con quel suo dannato sorriso sghembo.

<< No >> mi staccai da Edward per poi sistemarmi i capelli. << Comunque hai avuto il tuo bacio. Guai a te se racconti qualcuno cos'è successo sabato sera >>

<< se vuoi possiamo fare il bis? >> mi fece l'occhiolino << potrei rinfrescarti la memoria >>

<< No, no e ancora no >> rossa al viso me ne andai, mentre lui rideva a crepapelle.

<< Bella, tutto bene? >> mi chiede gentilmente Angela, facendomi ritornare al presente.

<< sì, scusami. Mi ero persa un attimo nel mio mondo >> le sorrido cercando di apparile calma, ma il suo sguardo indagatore indugia troppo su di me. Per fortuna mi salva la campanella.

 

* *** *

Cammino tranquillamente, ascoltando Angela che mi racconta di come si vestirà, che tipo di acconciatura farà per il suo appuntamento.

<< sarai stupenda. Fidati? >>

<< io... >>

<< Eh, Bella >> mi giro di scatto verso la voce femminile che mi a chiamata e rimango sorpresa di vedere una Tanya incavolata nera verso la sottoscritta. Tanya è quelle ochette senza cervello dai capelli biondi e due grandi occhioni azzurri. Da quando l'hanno eletta capo ceer leader non fa altro che darsi delle arie, rendendosi molto spesso ridicola. Accanto a lei vi è Irina che può essere considerata una delle sue shiavetta. << maledetta stronza che non sei altro. >>

<< Tanya, cosa stai...? >>

<< zitta; puttana... >>

Tesoro, mi stai confondendo con te. Io puttana? Sento la sua mano agguantare fortemente il mio braccio come se volesse staccarlo << cos'è questa storia che sei la ragazza di Edward? >>

Io ragazza di Edward?

Ma che cosa sta.... EDWARD COSA CAZZO HAI COMBINATO?
Mi mordo con violenza la guancia, cercando ti tenere sotto controllo la vera Bella che vuole apparire in tutto il suo splendore per distruggere l'intera scuola.

<< mi dispiace, ma non so di che cosa stai parlando >> cerco di apparire il più sincero possibile, ma Tanya non ci casca.

<< fai tanto l'angioletto, ma poi ti freghi i ragazzi altrui. Dovresti vergognare >>

Primo: non ho fregato il ragazzo a nessuno;

Secondo: ma guarda da chi viene la predica? L'anno scorso andavi a letto con il marito di tua sorella.

Terzo: ma chi lo vuole quell'Idiota? Prendilo, è tutto tuo!

Vorrei dirlo ad alta voce, ma so che la situazione degenererebbe inesorabilmente finendo per prenderci a pugni ed addio la mia immagine da perfettina.

Faccio un lungo respiro.

<< non c'è niente tra me ed Edward. Lo conosco solamente di vista >>

ma se ci sei andata anche a letto? “

Sono dettagli irrilevanti, vocina.

<< bugiarda >>

guarda Tanya l'ochetta ti ha smascherato!

Ti stai zitta! Mi devo concentrare.

<< mi dispiace, ma davvero non so cosa stai dicendo. Edward non mi interessa. >>

<< certo, come no >>

Uffa, mi sta davvero scocciando.

<< Tanya, lasciala immediatamente o se no qui finisce male per te >> ed ecco che appare tutto ad un tratto l'Idiota che con delicatezza, ma deciso mi prende per la vita e mi trascina verso il suo petto << tra me e te non ci sarà mai nulla. Non sei il mio tipo, Tanya. Quindi sparisci subito. >>

<< io... >> Tanya abbassa lo sguardo capendo che per questa volta lo scontro l'ha perso e senza dire nient' alto si allontana seguita da Irina. So che ritornerà presto all'attacco e quando arriverà il momento dovrò agire con astuzia.

<< scusatemi, ma io dovrei andare a lezione. >> Angela, intuitiva come sempre ha capito che voglio stare da sola con Edward per risolvere la questione.

Quando vedo che la figura di Angy è abbastanza lontana da non riuscire a sentirmi, mi rivolgo verso l'enorme, gigantesco Idiota che ho difronte.

<< ma cosa ti è preso, me lo dici? Dire a tutti che io sono la tua ragazza. Ti piacerebbe, vero? Bè non si avvererà mai questo tuo sogno nella realtà. >> scaglio addosso a lui tutta la mia rabbia, anche quella repressa durante lo scontro con l'ochetta. << quindi adesso tu dirai a tutti che non è vero, capito? >>

<< adesso c'è l'hai la voce per parlare. Come mai con Tanya sei stata zitta? >> lo sguardo di Edward sembra più arrabbiato del mio.

<< non è vero. Ho cercato di spiegarle come... >>

<< mi dispiace, io non so di cosa stai parlando. Ho conosciuto Edward solo di vista... >> imita la mia voce con rabbia << cazzo, sei venuto a letto con me. Ok eri ubriaca e altro, ma prima nell'aula di chimica non eri sbronza. Se per te baciare e scopare qualcuno vuol dire conoscere di vista quella persona, non voglio sapere che significa per te le parole conoscere intimamente qualcuno. >> sbatte con violenza il pugno su un armadietto spaventandomi.

Non riesco a capire perché è così furioso. Maledizione, sono io quella che sta nei guai non lui. << e comunque, non ho parlato a nessuno di te >>

Non riesco a parlare, intimorita da tutta questa rabbia.

Edward mi osserva silenzioso e capendo che sto morendo di paura lentamente i suoi lineamenti da incavolato nero diventano dolci.

<< mi dispiace di averti spaventata. >> scuote la testa << probabilmente avrà sparso questa voce Mike. È l'unico che ci ha visto insieme >>

<< p... può d... darsi >> faccio un lungo respiro. Non è proprio il momento più adatto per balbettare come una deficiente.

<< si risolverà tutto, fidati >> avvicina lentamente la sua mano al mio viso, ma vede qualcosa nei miei occhi che blocca i suoi propositi. Rimaniamo così a fissarci, senza dire nulla, con la sua mano talmente vicino alla mia guancia che posso percepire il suo calore. Potremmo rimanere per ore così, fermi, senza dire nulla.

<< ok >> sono io a bloccare tutto ciò distogliendo lo sguardo.

Cosa sta succedendo?

 

* *** *

oggi per un pelo non facevo a botte con l'ochetta che ha perso anche l'ultimo neurone che gli rimaneva. Stavo camminando, tranquillamente, lungo il corridoio quando mi è saltata addosso. Mi ha accusato di cose che io non centro nulla. Poi, come se tutto ciò non bastasse, è venuto pure l'idiota. E vai! “ appena sono arrivata a casa, sono entrata nel mio blog con il forte bisogno di scagliare la tensione. “ mi fa paura l'Idiota “ Dopo questo, aggiorno il mio profilo.

Subito vedo apparire in chat rospetto.

Principessa: ciao rospy!!!!!!!!

Rospetto: Cos'è questa storia che l'Idiota ti fa paura? Ti ha fatto o detto qualcosa di strano? Se è così io vengo subito da te e lo riduco in mille pezzettini!

Principessa: tranquillo. Non ha fatto nulla.

Rospetto: allora perché hai paura di lui?
Perché ho paura di quello che provo, dico quando sono con lui. Ho una terribile paura di cedere a lui e non posso.

Principessa: è un ragazzo strano, tutto qua. Ma non mi ha fatto nulla.

Rospetto: sicura?
Principessa: sì sono sicurissima. Ti prego, parliamo di qualcos'altro!

Rospetto: ho litigato di nuovo con mio padre.

Principessa: come mai?

Rospetto: non è d'accordo che passi troppo tempo con il pianoforte. Dice che dovrei dedicarmi esclusivamente allo studio. Passare tutti i pomeriggi chino sui libri.

Principessa: certo, così ti rimbambisci

Rospetto: ah ah ah!!!

Principessa: tu sei portato per la musica e sarebbe un grande peccato se lasciassi perdere questa passione che hai.

Rospetto: grazie di quello che mi hai detto. Non sai quanto mi fanno sentire bene le tue parole.

Principessa: e tu non sai quanto mi fa bene la tua compagnia.

Me ne pento subito di quello che ho scritto, temendo di essermi esposta troppo, ma invece come al solito Rospetto riesce sempre a sorprendermi.

Rospetto: siamo nati per farci compagnia a vicenda.

Il mio cuore batte a mille con questa semplice frasi.

E passiamo un intero pomeriggio così. Io che ascolto il suo sfogo causato da un padre che non vuole che suo figlio, genio incompreso della musica per me, si dedichi all'unica cosa che lo fa sentire bene: suonare il suo pianoforte. Mi dispiace davvero tanto per lui.

Continuerei così per sempre, ma peccato che mia madre che ha la cattiva abitudine di entrare nella mia stanza senza bussare, entra di colpo sbuffando.

<< Bella, spegni quel computer >> e tira fuori da una busta bianca un vestito blu scuro << preparati. Questa sera abbiamo ospiti e tu indosserai, senza discutere, questo. >>

Osservo il vestito calcolando che non mi arriverà nemmeno sulla coscia: ma è impazzita?!?
<< mamma, non credi che sia un po' troppo... mini? >>

<< e tu continui a vestirti da suora. >> sbuffa irritata << ecco perché quel santo ragazzo di Jacob ti ha lasciato! >>

Questo è un colpo basso e lei lo sa.

<< mamma ti prego, non nominare il suo nome. >> Non mi sento ancora di affrontare la questione del mo ex.

<< ok, tranquilla. >> posa il vestito sul mio letto.

<< ma chi viene a cena? >> speriamo che non vengano quei noiosissimi vecchi che l'altra sera non hanno fatto altro che parlare dei loro tempi. Mi hanno fatto quasi addormentare.

<< la famiglia Cullen >>

Cazzo!

Può esserci l'enorme possibilità che lui non venga. Infondo per quale motivo dovrebbe venire a cena da noi?

<< ma ci saranno anche Emmet, Alice... >>

<< sì, certo che sì. Ci sarà anche il nipote... aspetta come si chiama? >>

No, pure lui no.

<< ah, sì. Ci sarà anche Edmund >>

Edmund?

<< intendevi dire Edward, mamma? >>

<< ah, sì si è lui. Va bé devo andare. Ho tante cose da fare. Cerca ti conciarti bene e di non farmi fare figuracce come sempre. Capito? >>

<< sì, mamma >> proverò a comportarmi, ad essere come mia sorella. Forse così finalmente ti accorgerai di me?

* *** *

Osservo la mia figura riflessa allo specchio. Il corpetto aderisce completamente al mio petto come una seconda pelle per poi cadere in piccole onde che coprono malamente le mie cosce.

I capelli legati di lato con un mollettone di colore nero, mostrando così gli orecchini a gocce.

Mi sento agitata, anche se non so bene il perché.

Bé in realtà lo so.

Mi immagino gli occhi di Edward su di me, sul mio corpo così esposto e non posso fare altro che lasciare il mio cuore battere a mille.

Sento due macchine parcheggiare sul vialetto di casa e le mie gambe quasi cedono.

Apro la porta del bagno e subito sento la voce profonda di mio padre.

<< tu sei Edward, vero? >>

<< sì, piacere di conoscerla >>

Mi rinchiudo di nuovo dentro il bagno, desiderosa di non uscirne mai più.

Cazzo, credo che sarà una serata molto lunga.

 

ANGOLO AUTRICE

sì, sarà davvero una serata moooooooolto lungaaaaaaaa!!! hihihihi.

Mettendo subito una cosa in chiaro: Bella non AMA Edward. Prova per lui solo attrazione fisica, ma niente di più ( almeno per ora) Lei pensa ancora al suo ex Jacob. È stata una storia molto importante per lui.

Passando alla mia domanda: vi piace questa storia? Siate sinceri vi prego.

Un bacio ed auguri!!!!

Bellina

Ps anche se non centra nulla, che bello domani faccio l'albero di Natale e il Presepe. E voi?

 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Volevo ringraziare coloro che hanno aggiunto la mia ff tra preferiti/ seguiti/ ricordati. Siete stati davvero in tanti.

Inoltre grazie a quei meravigliosi 11 lettori che con le loro recensioni mi hanno riuscito a spronarmi nello scrivere questo capy. Senza di voi, credo che sarebbe stato difficile arrivare fino a qui per questo vi chiedo di non abbandonarmi.

 

Ed ecco a voi il nuovo capitolo. Ci vediamo di sotto.

 

BUONA LETTURA:

 

      http://static.screenweek.it/2011/8/20/twilight-saga-breaking-dawn-parte-i-robert-pattinson-kristen-stewart-foto-dal-film-01_mid.jpg

SOLO ROSPETTO E PRINCIPESSA

4 capitolo

 

<< Bella, cara, vuoi scendere? >> mi madre, da sotto, mi urla con dolcezza mentre sono ancora barricata dentro il bagno.

No, non voglio scendere. Anzi scenderò quando lui non c'è.

Brava, sei una codarda. Rimani qua rinchiusa “

Zitta, tu non capisci.

Sei tu che non capisci. Vai sotto e fargli vedere la donna determinata che sei. “

Mi sciacquo il viso con un po' d'acqua felice di non essermi truccata.

Infondo devo solo partecipare a una cena che probabilmente sarà una rottura di palle, chiacchierare con Alice, ridere alle battute di Emmet e far vedere ai miei la donna fantastica che sto diventando.

Apro la porta e scendo con lentezza le scale, sentendomi lo sguardo di tutti coloro che stanno all'ingresso su di me. Eppure percepisco solamente i suoi occhi smeraldi che mi fissano come se volessero divorarmi. Mancano pochi scalini, ma non li faccio, e punto il mio volto verso di lui come se un magnete mi attira con violenza su di lui.

Osservo estremamente attenta la sua lingua che velocemente si è leccato il labbro superiore e non riesco a non pensare di mordicchiare quel lato della sua bocca.

Bella, non fare certi pensieri.

<< Ciao tesoro, sei magnifica! >> esclama Esme avvicinandosi a me e dandomi un leggero bacio sulla guancia.

<< anch'io la trovo bene, Signora Cullen >>

<< Cara te l'ho già detto: Esme, semplicemente Esme. >>

<< Va bene... Esme >> è una donna di una dolcezza unica.

Osservo poi Emmet che con addosso una maglietta nera aderente mostra i suoi incredibili muscoli ed Alice che indossa un vestito rosso a maniche lunghe e a sbuffo. Sono bellissimi!

Li saluto entrambi con la mano, ma Alice corre abbracciarmi

<< wow Bella, sei stupenda. Uno di questi giorni dovremmo andare a fare shopping insieme? >>

Ma neanche matta! Mi hanno raccontato che una volta Alice è rimasta un intero pomeriggio in un centro commerciale; per un pelo non la chiudevano dentro.

<< non vedo l'ora >> esclamo con finto entusiasmo, mentre mia madre tira un sospiro di sollievo. Ti renderò fiera di me questa sera; non compierò nessun errore, avrò sempre il sorriso stampato sulle labbra e l'aria di chi si sta divertendo a questa cena.

<< Andiamo in salone. È tutto pronto >> mia madre sorridendo prende sotto il braccio Esme e ci conduce in salone.

Lo giuro, ho fatto di tutto per non capitare accanto ad Edward ed infatti mi trovo tra Alice ed Emmet, ma di fronte a me c'è l'Idiota.

Da quando è venuto, anzi da quando mi ha visto non ha detto niente; non mi ha neanche salutato, il maleducato che non è altro.

<< Eh, Bella non senti fredda vestita così? >> mi chiede Emmet, imbarazzandomi.

<< Oh, no. >> in realtà solo un pochino. Bé se devo essere sincera, mi sto congelando, ma per rendere fieri i miei genitori si fa questo ed altro. << sono un tipo molto... >> penso, ma non riesco a concludere la frase <<... che non sente molto freddo anzi... >> Sono stata proprio pessima con questa bugia. Riempo metà bicchiere di coca cola, per distrarre l'attenzione.

<< si vede. Sei un tipo caloroso, dallo spirito molto bollente >> Edward mi sorride malizioso, facendomi andare di traverso la coca cola.

No, questa serata non sarà per niente noiosa, ma estremamente lunga.

<< comunque potremmo uscire uno di questi giorni, adesso che non abbiamo né interrogazioni né compiti in classe. >> continua Alice che non vuole proprio perdere l'occasione di fare shopping con me, ma in questo momento la sto lodando perché mi sta dando la possibilità di distrarmi dagli occhi penetranti di Edward.

<< certo, decidi tu. Per me qualsiasi pomeriggio mi va bene >>

<< Bella, te ne pentirai presto. Potresti non uscirne viva >> ridacchia divertito Emmet.

<< zitto >> ed Alice gli fa la linguaccia << non ci credere a quello che dice mio fratello. Lui è un maschio e si sa che i maschi non capiscono un bel nulla sull'arte sottile dello shopping >>

<< Sì, hai ragione >> in realtà non lo so neanch'io cos'è quest'arte sottile dello shopping. Comunque sono lieta che mia madre, fino ad adesso, non mi fa ha fatto nessuna occhiataccia. Ma può essere che non me ne sono accorta, poiché tengo quasi sempre lo sguardo rivolto al piatto per non specchiarmi in quelle due pozze di smeraldo senza fondo.

<< potremmo andare a Seattle. Hanno appena inaugurato un nuovo centro commerciale... >>

<< Sì, Alice è un ottima idea >> esclama Edward, entrando nella conversazione << è quello vicino al Neighbors. >>

Neighbors?

Oh, cazzo! Che intenzione ha Edward?

<< Giusto! Neighbors è una discoteca davvero carina. Ci sono andata una volta con Jasper >>

Sto per chiedere ad Alice chi è Jasper, in modo da portare la conversazione su binari più sicuri, lontana da quello che è successo sabato sera, ma Edward non è del mio stesso parere.

<< conosci Neighbors, Bella? >> porta il busto in avanti, verso di me, tenendo le sue mani sotto il mento. Mi osserva con attenzione e posso notare un luccichio di malizia ad illuminarli il volto.

<< no, mi dispiace >> rispondo secca, provando a rimanere i miei occhi nei suoi.

<< strano. Sabato sera quando ci sono andato, mi è sembrato di vederti >>

Stronzo!

<< ti starai confondendo con qualcun'altra >>

<< può darsi >>

Mi sorride, ed io vorrei avere qualcosa da lanciargli addosso per togliere tutta la sua sfacciataggine dal suo viso, dalle sue azioni.

<< Va bé, comunque Bella me lo devi promettere che usciremo insieme >> anche questa volta Alice mi salva di nuovo.

<< te lo prometto >> Infondo glielo devo; senza saperlo mi sta dando una grande mano. << ho bisogno di comprare un nuovo paio di jeans >>

<< Invece io necessito di qualche nuovo super sex vestito >>

<< ti prego Alice non mi fare immaginare te con certe biancherie. È uno spettacolo troppo spaventoso >> ed Emmet rabbrividisce facendo innervosire la sorella.

<< spaventoso è vedere te che cammini per casa con i box con i cuoricini disegnati>>

<< cosa? Non è vero >>

Gli osservo leggermente gelosa di tutto l'affetto che trapela tra loro due e non riesco a non pensare se anche il rapporto tra me e mia sorella avrebbe potuto prendere questa piega.

Infondo eravamo molto legate tra noi due; mia nonna, quand'era ancora viva, si lamentava sempre che stavamo sempre appiccicate e se qualcuno ci voleva dividere ci mettevamo subito a piangere.

Ma è proprio a causa di tutto l'affetto, la complicità, che c'era tra noi due che ci portò a far quello che abbiamo fatto.

<< Bella, tutto bene? >> mi chiede Edward facendomi ritornare al presente.

<< sì, certo >>

<< sei diventata ad un tratto pallida >> prende il mio bicchiere e lo riempe d'acqua << bevi >>

<< non ho sete >> Uffa! Guarda Edward che so quando ho sete e quando non c'è l'ho.

<< Fidati >> compare, finalmente, il suo sorriso sghembo che mi fa impazzire, che mi farebbe cadere subito ai suoi piedi. Ma cosa ho pensato?!?

Prendo il bicchiere e mi inumidisco le labbra sotto il suo sguardo attento.

<< sei bellissima >> lo dice con una tale semplicità da far sembrare quasi vero il suo complimento.

<< uh... grazie >>

<< il blu ti dona tantissimo >> e fa una breve pausa << però ti vedo meglio con il rosso >> il suo viso diventa pensiero come se stesse ricordando qualcosa. Ma cosa sta dicendo? Il rosso mi sta meglio? Io non ho mai indossato nulla di rosso a scuola.

Rosso...

Rosso?

Rosso! Sabato sera indossavo il completo intimo quello rosso, quello che ho comprato per errore.

Mi mordo le guance con violenza, per tenere incatenata la vera Bella che non riesce più a stare buona e tranquilla nel suo angoletto.

<< vedo che ti sei ricordata, eh... >> si mette a ridere, osservato da tutti i suoi parenti che non capiscono il motivo del suo scoppio.

<< Povero Edward. È impazzito >> scuote la testa Emmet.

No l'unica che sta impazzendo qui sono io.

<< Eh Bella, hai visto la sfilata che si è tenuta a New York ieri? L'hanno messa in onda sul canale... >> ed Alice si mette a parlare di tutti i vestiti che le modelle hanno indossato nella sfilata. Ed io l'ascolto, cercando di non pensare a quel maledetto sabato sera.

 

* *** *

<< Bella, perché non vai a prendere la torta? >> mi chiede mia madre con dolcezza, consapevole che la sua domanda è retorica.

<< certo. >> mi alzo e vado in cucina. Mi ci voleva proprio un momento di pausa dalle battute di Emmet, dal chiacchierare senza sosta di Alice ed in particolare dallo sguardo di Edward che sembra volermi spogliare. Dopo la storia del colore rosso non mi ha più rivolto la parola, ma è stata tutta la serata a fissarmi.

<< vado ad aiutare Bella... >>

No, non venire. Sparisci Idiota. Tranquilla, tanto mamma gli dirà di no.

Apro il frigo per prendere la torta che mamma fingerà di aver fatto lei, ma in realtà l'ha comprata in una pasticceria buona, ma sconosciuta a Port Angeles e quando mi giro per un pelo non urlo.

Edward è vicino a me, troppo vicino a me.

Mi strappa dalle mani la torta e la posa sul tavolo, tenendo sempre il suo sguardo su di me.

<< Edward, che... >> ma le mie obiezioni muoio sulle sue labbra che prepotenti cercano le mie.

Provo a staccarmi, a fermarlo anzi a fermarmi, ma le mie mani invece di spingerlo via lo agguantano per la camicia spingendolo verso di me. Socchiudo le labbra per poter dare la possibilità alla sua lingua di incontrare la mia ed iniziare un gioco erotico che mi eccita incredibilmente.

<< e da quando ti ho visto scendere dalle scale che non riesco a togliere l'immagine di te e di me a fare l'amore per tutta la notte >> il suo respiro agitato che si infrange sulle mie labbra arrossate dai suoi baci.

<< no, non ti voglio. Vattene. Lasciami >> ma il mio tono di voce invece di essere duro, è arrendevole.

Appoggio la mia fonte alla sua e socchiudo gli occhi, non riuscendo a resistere a tutto il desiderio, la passione, che trapela in lui.

Le sue mani delicatamente mi accarezzano il braccio per poi darmi un bacio sulla spalla nuda.

<< per tutta la serata hai avuto la pelle d'oca >>

Cosa? Se n'è accorto? Mi ha osservato così attentamente di notare un insignificante dettaglio. Sono quasi... commossa.

<< stai morendo di freddo >>

<< allora riscaldami >> da dove mi è uscita fuori questa voce sex che credevo di non avere.

Inoltre cosa mi è saltato in mente di dire una frase così provocatoria.

Vedo Edward deglutire più volte prima di andare avanti

<< perché hai indossato un vestito così... leggero? >>

<< mi stai facendo la predica? >> meglio, molto meglio. Lo sto attaccando e questo va benissimo. Non posso cadere ai suoi piedi.

<< no, stupida, mi sto preoccupando per te. Domani potresti avere la febbre alta... >>

<< grazie papà >>

<< no ti prego non fare il broncio se no ti assalgo qui >> sento le sue labbra mordicchiare la parte sensibile del mio collo, mentre le dita affusolate della sua mano si divertono ad accarezzare la parte alta delle mie gambe salendo sempre più su.

<< Bella, Edward ma che ve la state mangiando tutta voi la torta? >> la voce divertita di Emmet proveniente dal salone ci blocca facendo ritornare alla realtà come se questi pochi minuti che ho passato con Edward sono stati un sogno ed adesso qualcuno mi ha buttato un secchio d'acqua fredda per svegliarmi.

Sto per aprire la bocca per rispondere, ma Edward è più veloce di me

<< la colpa è di Bella. Non sapeva dove stava la torta. >>

Che cosa? Adesso sarei io la deficiente...

Sto per rispondere ad Edward sputandogli tutta la mia rabbia, quando sento una sua mano salita troppo in alto sulle mie gambe.

Mi mordo le labbra per non gemere di piacere: non posso dargli anche questa soddisfazione.

<< Mia figlia a volte è così sbadata. Amore, la torta sta naturalmente nel frigo >> il tono di mia madre, per chi non la conosce tanto come me, potrebbe sembrare tranquillo ma io so che invece è irritata. Però per fortuna non è venuta a controllarci.

Prendo dalla penisola dietro il coltello e lo punto addosso ad Edward

<< o stacchi immediatamente le tue mani da me, oppure te la taglio io lentamente. Poi passo a tagliere il piccolo Eddy >> punto lo sguardo sulla patta dei suoi pantaloni. Arrossisco di colpo quando mi accorgo che gonfia, ma in particolare per il motivo di tale gonfiamento.

<< tranquilla >> alza le mani in alto << adesso abbassa il coltello, prendi la torta ed andiamo di la. Ok? >>

<< NON MI TRATTARE DA STUPIDA >> poso con rabbia il coltello sul lavabo per poi prendere la torta. Ho bisogno di tutto l'autocontrollo che ho per non tiragliela in faccia.

Quando entro in sala tutti alzano lo sguardo verso di me ed Edward dietro.

È molto imbarazzante avere sei persone che ti fissano in un modo strano: Emmet è divertito, Alice curiosa, Carlisle ed Esme tesi, mentre mia madre è furiosa contro la sottoscritta. Ma ciò che mi fa sentire ancora più male è mio padre che mi fissa con due occhi pieni di delusione.

Ed anche questa volta ho fallito.

 

* *** *

Finalmente dopo aver passato un ora a giocare a carte il dottore Cullen decide che è il momento di andarsene. E ci credo. Sono quasi luna di notte.

<< Bella, allora domani ci mettiamo d'accordo >>

<< certo Alice. Non vedo l'ora >>

<< Renée la prossima volta dovete venire voi da noi >>

<< certo, Esme. >> mia madre e la signora Cullen si sorridono a vicenda facendo, secondo me, a gara di chi sorride meglio.

<< eh così se vieni da noi Edward ti farà assaggiare la sua di torta >> mi sussurra Emmet facendomi arrossire fino alle radici dei capelli.

<< non è come credi >>

<< certo, certo. Allora perché sei diventata un pomodoro? >>

<< non è vero >>

Ma Emmet non mi ascolta nemmeno più ridendo come un matto.

Esco di casa accompagnando insieme a mia madre i nostri ospiti sul viale dove sono parcheggiate due macchine.

<< Bella... >> mi giro di dietro aspettandomi di trovare Edward pronto ad assalirmi, ma rimango sorpresa di trovarlo due passi dietro di me come se fosse imbarazzato.

<< cosa vuoi? >>

<< volevo augurarti la buona notte >> prende la mia mano tra le sue ed io sento quasi una scossa elettrica su tutto il mio corpo. L'osservo con il fiato sospeso, mentre avvicina le sue labbra ad dorso della mia mano << Buonanotte, bamboletta >> lascia cadere la mia mano.

Sbatto più volte le palpebre prima di riuscire a ricordare come si formulano parole sensate.

<< notte, Ed... Edward >>

Ridacchiando sale in macchina, lasciando in me in un tumulto di sentimenti.

 

* *** *

Appena entro lo sguardo, noto subito mia madre appoggiata al muro che mi guarda.

Conosco ormai troppo bene quello sguardo e so che appena chiuderò la porta di casa lei mi strillerà.

Infatti...

<< non sai le figuracce che questa sera mi hai fatto fare >>

<< mi dispiace, mamma >>

<< ti dispiace? Ti dispiace? Invece di chiedere solamente scusa, perché non cerchi di cambiare … >>

perché sei così cieca e non ti accorgi che sono già cambiata, che mi stai plasmando come tu mi vuoi.

<< perché non cerchi di comportarti come tua sorella? Lei era così tranquilla.... >>

<< lo so mamma >>

<< cosa hai combinato con Edward in cucina? Sei sta mezz'ora >>

<< niente >>

<< sei proprio una bugiarda >>

Ma guarda da chi viene la predica; colei che è da tutti è considerata un genio in cucina in realtà di nascosto ordina ai ristoranti più sconosciuti di Seattle.

<< è la verità >>

<< Bella, basta. Sei una delusione in tutto >>

<< Io... >>

<< basta. Vai in camera tua che è tardi >>

<< sì >>

Ormai per esperienza ho imparato che è inutile discutere con mia madre; ho perso in anticipo.

 

* *** *

Parcheggio di fronte alla scuola il mio vecchio, ma amato pich up rosso. Seppure sto morendo dal sonno ed ho qualche decimo di febbre mio padre non mi ha permesso di rimanere a casa.

Scendo dal camioncino rabbrividendo dal freddo.

<< Ciao Bamboletta >>

<< Ciao Idiota >>

<< wow! Siamo proprio una bella coppia. Già ci diamo dei soprannomi affettuosi >>

<< Guarda che io e te, non stiamo insieme. Ok? >>

Ma lui non mi risponde continuando a sorridermi come un deficiente per poi prendermi le spalle e facendo aderire la mia schiena alla portiera del pich up.

<< eh >>

<< Bella guarda che non me lo sono dimenticato come hai osato definire il mio gioiellino.”piccolo Eddy ” >> sento una sua mano scendere lungo la mia vita. << ho una buona memoria rispetto alla tua >>

<< che cosa vuoi fare? >>

<< rinfrescarti un pochino la memoria >> le sue mani si intrufolano sotto il maglione che indosso sfiorando l'elastico del reggiseno << ma non qui. >>

Tiro un leggero sospiro di sollievo, rimanendo sempre tesa; infondo ho ancora le sue mani che girovagano sul mio corpo.

<< però aspettati presto un mio attacco >> mi da un leggero bacio sulla fronte, prima di dirigersi all'interno della scuola.

 

ANGOLO AUTRICE:

Chissà cos'ha in mente Edward? E Bella si lascerà andare all'attrazione che prova verso di lui oppure continuerà a lottare? Si scoprirà nella prossima puntata xD Scusate, mi sono lasciata andare troppo.

Secondo voi ci vorrebbero anche dei Pov di Edward? Secondo me sì, ma più avanti... voi che ne dite?

Un bacione Bellina3000

http://cn1.kaboodle.com/hi/img/b/0/0/61/b/AAAACzzUeIwAAAAAAGG9YA.jpg vestito di Bella

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Ciao a tutti!!!!!Credevo di non farcela questa volta ad aggiornare la storia. Non so neanch'io come sono riuscita a scrivere questo nuovo capy. Merito un applauso xD

IMPORTANTISSIMO:

Scusatemi, se adesso vi scoccerò le scatoline. Per chi mi conosce sa che con il computer sono proprio negata; è già tantissimo se so usare word xD Bé mi piacerebbe tanto che questa storia avesse una propria grafica, ma io non saprei proprio da dove iniziale. Se qualcuno di voi è disposta a realizzarne una, mi farebbe davvero il regalo più bello per Natale. Questa è l email dove potete inviare l'immagine : newviky94@hotmail.it

Grazie, anche solo di aver letto queste righe.

 

Adesso passiamo ai ringraziamenti: grazie alle persone che hanno aggiunto la mia ff tra i preferiti/seguiti/ ricordati. Siete stati super gentili.

Grazie anche ai lettori che hanno commentato lo scorso capitolo rendendomi felice con le loro opinioni. Fatemi sapere cosa ne pensate anche di questo nuovo capitolo.

 

BUONA LETTURA!

 

                        http://static.tuttogratis.it/628X0/cinema/tuttogratis/it/news/wp-content/uploads/2011/02/Robert-Pattinson-e-Kristen-Stewart.jpg

                                           SOLO ROSPETTO E PRINCIPESSA!

5 capitolo:

<< Ciao Bella >>

Appena ho messo il piede nell'atrio principale della scuola, Alice si è allontanata da un gruppetto di ragazzi per avvicinarsi a me.

<< Ciao Alice, come va? >>

<< Bene, benissimo >> mi da un leggero bacio sulla guancia. << tu? Mi sembri così stanca >>

Non ho dormito per tutta la notte ripensando alla strana serata passata, alle occhiatacce di rimprovero dei miei genitori, ma in particolare ad Edward: come fa quel ragazzo a distruggere la maschera che ho costituito anni dopo anni? Solo con lui riesco ad essere la vera me.

<< tranquilla. Tutto bene! >>

<< ok. Oggi ti va, dopo la scuola, uscire con me per la nostra sessione di shopping? >>

Provo a rispondere con il suo stesso entusiasmo, ma è proprio un impresa.

<< certo >>

<< EVVIVA! >> esclama lei, felicissima << allora ti vengo a prendere a casa. Se non ti dispiace poi potremmo passare da Jasper, che ne dici? >>

<< Va benissimo >> le sorrido.

Vedo negli occhi di Alice la voglia di raccontarmi tutto su questo ragazzo; non aspetta altro che io le faccio la fatidica domanda. Ed anche se più di tanto non mi interessa, mi ricordo che Alice mi ha salvato ieri sera quindi glielo devo.

<< Chi è questo Jasper? Com'è? >>

<< Oh, stiamo insieme ormai da tre mesi. Ci siamo conosciuti l'estate di due anni fa e per me è scoccata subito la freccia di Cupido. Lui all'inizio mi vedeva solamente come una bambina, ma poi stufa del suo comportamento sono andata sotto casa sua e gli ho detto di colpo “ tu mi piaci “. Renditi conto che poi sono scappata via, mentre lui mi rincorreva >> ed in soli cinque minuti mi racconta, senza neanche prendere fiato, la sua storia d'amore con Jasper un ragazzo di ventitré anni che lavora in un negozietto di musica di Seattle e suona la chitarra. Fa parte di una band di musica dove suona la chitarra. << lo dovresti sentire, quanto è bravo! >>

<< ci credo >>

<< aspetta se vuoi sul mio iphone ho tutti i suoi migliori brani e dopo alla pausa pranzo te li faccio ascoltare >>

<< non vedo l'ora >> Cosa ho fatto di male? Mi sta per esplodere la testa; ma ci sarà un pulsante per spegnere Alice.

<< allora ci vediamo dopo. Buona giornata >>

<< Buona giornata anche a te >>

 

                                                               * *** *

Mi siedo al primo banco, per poi tirare fuori l'enorme, ma tanto amato libro di Biologia. Se fosse per me farei tutti i giorni solo questa materia. Rileggo per l'ennesima volta la lezione di oggi approfondita da alcune ricerche che non le ha chieste il professore, ma le ho fatte solo per il gusto di sapere.

Sento la sedia accanto a me venire spostata rumorosamente e d'istinto alzo lo sguardo verso di Jessica credendo che fosse stata lei. Invece mi ritrovo accanto a me, seduto sulla sedia con quel sorriso strafottente Edward.

<< ciao Bamboletta >>

<< Ciao, Edward! >> sorrido tra me e me sentendo il tono della mia voce amichevole. Sono in classe, ci sono molti ragazzi quindi mi devo comportare bene. Mi avvicino lentamente a lui, in modo che nessun altro a parte Edward mi ascolta.

<< Idiota, quello è il posto di Jessica >>

<< stupida, questo adesso è il mio di posto. Jessica ha detto che non ce la faceva più a stare al primo banco insieme a te e quindi abbiamo deciso di fare cambio >> ed indica con la testa Jess all'ultimo banco insieme ad una finta rossa che si truccano come se dovessero fare un provino da clow in un circo. Ma non si rendono conto di essere ridicole con tutto quel fondotinta e fard?

Sospiro rumorosamente; sto per rivolgere lo sguardo di nuovo sul mio libro, quando sento le sue mani sul mio mento ed alzarlo. Mi ritrovo vicinissimo a lui, alle sue labbra: maledizione tutto ciò è troppo pericoloso.

<< hai una bruttissima cera >>

<< e a te chi ti interessa? >> la colpa è anche tua se non ho dormito. Ogni volta che chiudevo gli occhi mi immaginavo le tue mani sul mio corpo, ma questo non posso dirtelo, anzi non lo devo nemmeno pensare. Non posso più correre il rischio di innamorarmi di qualcun altro. Dopo tutto quello che è successo con Jacob, non mi voglio buttare di nuovo in mezzo ad una nuova storia, in particolare con uno come Edward. Stronzo, Bastardo e...

< stai male? Non sei riuscita a dormire,vero? >>

...e a volte così dolce, come ora. Sono in questi momenti che ho paura di me, di quello che potrei fare.

<< non ho dormito molto questa notte >>

<< brutti incubi? >> il suo sguardo sembra preoccupato, quasi sincero.

<< non proprio >>

<< mmm, ti va di parlarne? >>

<< No >> a salvarmi è il professore che tutto trafelato entra in classe e dopo averci chiesto scusa del suo clamoroso ritardo ci dice di aprire il libro.

<< eh... >>

Adesso cosa diamine vuole?

<< sì, Edward >> mi rivolgo verso di lui sorridendo << dimmi pure? >>

<< b'è mi sono dimenticato il libro di Biologia. Posso guardare con te? >>

No, certo che no. Sei proprio stupido se ti dimentichi un libro.

<< Ma certo! >>

<< Grazie >> ridacchia divertito. Si avvicina a me e mentre io tengo lo sguardo fisso sulla pagina del libro, sento il suo sguardo sul mio viso con insistenza. Mi mordicchio il labbro superiore con nervosismo. Cazzo, ma che ha da guardare?

Poi sento una sua mano posarsi con naturalezza sul mio ginocchio e stringerlo. Subito sento il fuoco divampare sulle mie guance.

Devo immediatamente togliere le sue mani da me.

L'occasione arriva immediatamente, quando vedo il professore alzarsi per scrivere delle formule alla lavagna.

Senza pensarci nemmeno un secondo gli do un pizzico alla sua mano che stava cominciando, senza nemmeno un po' di pudore, a salire.

<< ah >> esclama ad alta voce Edward facendo girare tutti gli sguardi su di lui.

<< Signor Cullen è successo qualcosa? >> chiede il prof preoccupato.

<< ah il ciclo di Krebs che bella cosa. Molto utile davvero >>

Mi porto le mani sulla bocca per non scoppiare a ridere.

<< ne sono lieto che lo trova molto utile >> il professore pensieroso continua la sua lezione, mentre io sorrido sotto i baffi.

 

<<... quindi mi consegnerete questa ricerca la prossima settimana. Farà la media del voto del secondo quadrimestre. >> dopo averci detto questo, il professore ci lascia andare.

Bene, farò un capolavoro di ricerca.

Sistemo il quaderno e il libro all'interno dello zaino ed aspetto tranquilla che Jessica abbia finito di parlare con la finta rossa per chiederle se vuole fare la ricerca con me, anche se so già la risposta.

<< eh, che fai lì impalata? Andiamo in mensa >>

<< Edward, grazie, ma sto aspettando Jessica >> Sparisci immediatamente.

<< su andiamo >> mi prende la mano e con decisione mi trascina fuori dalla classe, sotto il mio sguardo furioso. Se non fossimo a scuola, in mezzo a ragazzi curiosi che non vedono l'ora di vedermi distrutta, lo avrei già attaccato.

<< cosa c'è Edward? Mi devi dire qualcosa? >>

<< sì, devo parlarti >> con delicatezza fa aderire la mia schiena addosso alla superficie fredda di un armadietto, appoggia le sue mani ai lati della mia testa creando in questo modo una gabbia.

Vedo due studenti fissarci per qualche secondo indecisi se continuare a vedere la scena o andare in mensa. Alla fine la fame ha la meglio e se ne vanno.

<< cosa vuoi? >>

<< facciamo insieme la ricerca di biologia >>

<< la mia risposta è no >>

<< io non te lo ho chiesto. La mia è un'affermazione >>

Odioso!

<< mi dispiace, ma la farò con Jessica... >>

<< certo, come no? >> scuote la testa << volevi dire che tu facevi la ricerca da sola, mentre Jessica si prendeva anche lei il merito. Bé io non sopporto queste... >>

<< come fai a sapere che faccio da sola la ricerca? >> c'è qualcosa che non va.

Il mio sospetto cresce quando vedo Edward rimanere in silenzio a fissarmi pensieroso. Solo dopo qualche secondo ritorna il solito strafottente Edward.

<< perché conosco te e so che faresti qualsiasi cosa per avere il massimo del voto, mentre Jessica è come uno stupido parassita. Non vuole fare nulla, ma allo stesso tempo vuole avere dei buoni voti. Ho ragione? >>

<< sei un ottimo osservatore >> ed è vero questo ciò, però continua ad essere strana la storia.

<< dai, sarà uno spasso fare questa ricerca insieme. Ti prego >> ed ecco i suoi occhi da cane bastonato.

<< Bella >> mi chiama Jessica che agitando le mani corre verso di me << ciao Edward. Bella, facciamo insieme la ricerca, vero? >>

<< Scusami, Jess, ma Edward me lo ha chiesto prima. E poi ha avuto delle difficoltà... >> No, non ci posso credere. Ho deciso di fare la ricerca insieme all'Idiota.

<< Dai Jessica, ci sarà di certo Selly felice di farla con te >> continua Edward sorridendo soddisfatto della mia decisione.

<< Va bene >> Jessica si allontana con lo sguardo abbassato e rabbioso, ma allo stesso tempo spaventata dal fatto che per una volta le toccherà lavorare.

<< Bene, adesso mi puoi lasciare andare? >> non riesco più a stare così vicino a lui. Lo voglio toccare, ora. << o hai deciso di tenermi rapita qui per sempre? >>

<< Il rapimento mi attrae particolarmente. Vederti mezza nuda, legata sul mio letto, mentre ti dimeni per piacere, sentirti gemere e pronunciare il mio nome anzi urlarlo con tutto il fiato che hai. Bé sì, questo piano mi piace: averti totalmente alla mia mercé >>

Queste parole riescono sì ad imbarazzarmi, ma anche ad eccitarmi terribilmente. Sta semplicemente parlando, pensiamo com'è realizzare per davvero questo piano. Anzi Bella, non ci pensare se no qui è la fine.

Sento la sua mano appoggiarsi alla mia vita, le sue labbra sfiorare la mia fronte ed io chiudo gli occhi per beami la sensazione. Il suo odore penetra dentro di me, lasciandomi stordita, mentre le sua labbra scendono sulla mia guancia. Socchiudo la bocca aspettando impazientemente il bacio, che non arriva.

<< Bella, che delusione che sei! >>

Apro gli occhi di scatto e lo vedo ridere divertito << e dici che mi odi, invece eri pronta a donarti a me >>

<< Non è vero >>

<< davvero? Basta che dici che mi vuoi come io voglio te >> la sua mano dalla vita sale, al di sotto della maglietta al contatto con la mia pelle surriscaldata.

<< no che non ti voglio >>

<< Bugiarda. Dillo finalmente che mi desideri, che sei attratta da me >>

<< NO >>

<< invece sì. >> la sua mano si mette a fare dei cerchi immaginari << perché è per te è così difficile dire che vuoi andare a letto con qualcuno. >>

<< quello che adesso desidero... >> sei tu, Edward. Ma non voglio di nuovo ritrovarmi in una relazione, almeno non per ora. L'unico mio obiettivo adesso è quello di riuscire ad entrare una prestigiosa Università <<... è andare a pranzo. Sto morendo di fame >>

<< Uffa. Non so proprio più cosa fare con te >> scuotendo la testa ridendo, si allontana di qualche passo da me staccando le sue mani dal mio corpo << allora andiamo a mangiare >>

<< finalmente! >>

 

                                                               * *** *

Finalmente siamo usciti dal negozio di biancheria intima con un'Alice piena di buste, mentre io ne tengo solo due: una contenente una maglietta e l'altra un completo intimo davvero, molto forse eccessivamente poco coprente. Va bé tanto quando arrivo a casa lo butterò dentro l'armadio dove passera tutta la sua esistenza con ancora l'etichetta attaccata. È stata Alice a costringermi a comprarlo. “ Lo devi assolutamente comprarti. Ti sta benissimo “ Ho cercato in tutti i modi di convincerla che non è vero che mi stava bene addosso il completo, ma non ci è stato nulla da fare. Impossibile, ma vero: è più testarda di me.

<< lo sai adesso che ci vuole? >>

<< cosa? >> non mi dire che vuoi andare a vedere altri stivali? Ha fatto impazzire non solo me, ma anche la commessa che tra un momento all'altro si strappava i capelli dalla disperazione. Ero pronta a trascinare Alice via dal negozio, quando ad un tratto si è innamorata di un paio di ballerine dorate che costavano un botto di soldi

<< un buon frullato. Conosco un bar dove fa i frullati migliori di tutta l'America, anzi di tutto il mondo >>

Dentro di me tiro un forte respiro, ma di fuori continuo ad apparire tranquilla e disposta a far qualsiasi cosa anche rifare tutto il centro commerciale.

<< allora andiamoci! >>

<< Evviva! È così bello fare shopping con te. Non ti sei mai lamentata? Le altre mie amiche non fanno altro che tirarmi, sbuffare, invece tu sembri... addirittura contenta! Sei grande >>

<< No, ma dai. >> in realtà sono semplicemente un'ottima attrice. << è divertente uscire con te >> Sì, vedo nella mia vita il premio Nobel come attrice protagonista di un film.

<< anch'io mi sto divertendo >>

Ridendo tra noi ci dirigiamo verso il mare dove si trova un piccolo bar, ma pieno di persone.

Ordiniamo i nostri frullati e riusciamo a trovare addirittura un tavolo dove sederci.

<< wow! È ottimo! >> Non avevo mai assaggiato un frullato così buono. Aveva ragione Alice.

<< visto, donna di poca fede? >>

Senza sapere anche noi il motivo scoppiamo di nuovo a ridere. È va bene, lo ammetto. Forse quest'uscita non è stata così noiosa. Potrei anche riuscire con Alice.

Bé come al solito parlo sempre troppo presto ed infatti un biondo, slanciato e lievemente muscoloso si avvicina al nostro tavolo. Quando Alice lo nota, si lancia verso di lui per poi baciarlo. Ma ciò che mi spaventa di più è che accanto al biondino c'è Edward. Maledizione, più cerchi di evitare una persona e più quella persona appare nella tua strada.

<< Bella, ti presento Jasper. Jasper questa è la mia nuovissima e migliore amica Bella. Lo sai che non si è mai lamentata, neanche una volta, delle mie pazze compere! >>

<< Wow! Una santa >> Jasper mi sorride cordiale.

<< sì, davvero una Santa >> Edward ridacchiando si siede accanto a me, seguiti da Jasper ed Alice.

      http://www.bambini.eu/wp-content/uploads/2009/11/Immagine-211.png

Da un occhio esterno tutto ciò può apparire come un uscita a quattro: Jasper ed Alice io e l'Idiota.

<< Alice vuoi venire al negozio? Ti faccio sentire una nuova melodia >>

<< Sì, mi piacerebbe molto >> ma poi scuote la testa << no, mi dispiace. Dovrei riaccompagnare Bella a casa >>

<< potrei accompagnarla io >>

No, ferma tutto. Io in macchina con Edward da sola? Neanche morta. Mi potrei ritrovare in strane situazioni, in un rapimento...

<< Bella non ti dispiace andare con Edward? >> mi domanda Alice speranzosa.

<< no, non ti preoccupare >>

<< Grazie >>

Rimaniamo ancora una mezz'oretta al bar, per poi salutarci.

Ed ecco che mi ritrovo da sola con Edward.

<< ti va di fare una passeggiata? >> sto per rispondergli per no, ma lui con naturalezza stringe la mia mano con la sua << non mi va molto di ritornare a casa >>

Vedo nei suoi occhi per solo pochi secondi un infinita tristezza, ma che dura solamente un attimo.

<< ok >> senza neanche rendermene conto gli sorrido sincera, mentre dentro la mia mente mi frullano una serie domande che gli vorrei porre. Lo so che non dovrei famigliarizzare con il nemico, però dall'altro lato scoprire qualcosa sul suo passato lo potrei usare per difendermi. Uffa! Lo ammetto sono curiosa. << come ti trovi qua a Forks? >>

<< diciamo che mi sto iniziando ad abituarmi... Tu sei sempre vissuta qui? >>

<< sì, sfortunatamente sì. Ho sempre vissuto qua. Una volta però sono andata a New York. I miei genitori avevano una conferenza... >> ed io sono rimasta l'intera settimana rinchiusa nella stanza d'hotel vedendo stupidi cartoni animati.

Per fortuna Edward capisce che non mi va tanto di parlare di me e del mio rapporto con i miei genitori e cambia discorso.

<< Alice si è proprio divertita insieme a te. Di solito le sue amiche si stufano ben presto quando fanno shopping. Mia cugina ha la mania di far compere >>

<< anch'io sono stata bene con lei e credo che uscirò di nuovo con Alice >>

<< Infondo sei una buona amica >> ridacchia divertito << il tuo autocontrollo può essere molto utile in certe situazioni >>

<< quanto sei divertente >> e scuoto la testa ridendo.

<< lo so che sono uno spasso >>

<< Idiota >> sento la sua mano stretta la mia stringersi ancora di più a me. È una bella sensazione percepire il suo calore che si irradia sulla mia pelle di solito sempre fredda. << come mai ti sei trasferito qui? >>

Lo sento irrigidirsi e capisco di avergli posto la domanda sbagliata.

<< scusami, se non ti va di rispondere non... >>

<< sono stato sospeso da scuola. Ho litigato con un ragazzo ed alla fine sono passato alla maniera forte >>

<< No, non ci credo >> mi stacco dalla sua mano di colpo. << non è vero >>

<< come fai a dire che non è vero quello che ti sto dicendo? >>

Bella domanda, a saperla la risposta.

<< perché... >> non lo so. È una sensazione che sento; Edward non mi sembra un tipo violento, che fa a botte con la gente senza un buon motivo. << ci devo pensare >>

<< ci devi pensare? >> e si mette a ridere di gusto facendomi innervosire.

<< Uffa! Ma che hai da ridere? >>

Mi giro di scatto per andarmene da qui e ritornare a casa. Faccio qualche passo in avanti quando vedo avvicinarsi a me con la sua pelle muscolosa ed abbronzata, i capelli lunghi e bagnati ed un sorriso stampato sulle sue labbra rosse. In mano tiene la sua amata tavola da surf. È proprio l'ultima persona che credevo di incontrare qui.

<< Ciao Bella ! >>

Le parole quasi mi muoiono in gola, le gambe sono troppo deboli per reggermi. Aiuto sto per crollare.

<< C... Ciao... >> fatti forza Bella << Jacob >

  http://images.movieplayer.it/2009/10/24/una-foto-promo-di-jacob-black-taylor-lautner-di-schiena-135750.jpg

 

Angolo autrice:

uhhhhh è tornato Jacob! Adesso cosa succederà? Bella si lascerà trascinare dai sentimenti che ancora prova per Jacob? Ed Edward cosa combinerà?

Quante domande e nessuna risposta.

Comunque vi ricordo del mio appello di sopra: Qualcuno di voi è disposto a realizzare una grafica per questa storia? Vi prego, aiutate una disperata come me.

Un bacione e alla prossima.

Bellina3000 :***

 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


 

Ciao! Ho molto da farmi perdonare; è da tanto che non aggiorno e mi è dispiaciuto tantissimo. Non vi romperò le scatole con i motivi che mi hanno tenuta lontano dallo scrivere. Sappiate che ne ho sofferto tanto.

Questo è il nuovo capitolo, ricco di azione e nuove svolte. Vi chiedo un piccolo favore, quello di leggere le note infondo relative a questa storia.

Prima che me lo dimentichi. Buon San Valentino a tutti!!!!!

 

BUONA LETTURA:

 

 

6 capitolo

Pov Bella

 

Mi asciugo in fretta e furia i capelli bagnati a testa in giù, sperando di averli asciutti prima dell'arrivo di Edward. Questo pomeriggio ci dedicheremo alla maledetta ricerca di biologia. Non vedo l'ora. Penso ironica tra me e me.

Stufa decido di legarmi i capelli, seppure sono ancora umidi, e vado in camera mia con la speranza di vedere Ranocchio in linea: nulla.

Mi siedo e vado nelle conversazioni, per rileggere l'ultima che ho avuto con lui ieri sera fino quasi alle due di notte. Avremmo continuato a parlare per ore se mamma non fosse arrivata in camera mia e mi avesse ordinato di spegnere il computer. A malincuore ho dovuto farlo.

Mi aveva promesso che avremmo parlato un pochino anche questo pomeriggio, ma lui non c'è. bé è pure vero che in questi ultimi giorni si stava dedicando, anima e corpo, alla sua nuova melodia dedicata alla misteriosa fanciulla. Lo so che non dovrei essere gelosa, però il pensiero che lui provi qualcosa -anche di serio- per qualcuna mi fa infuriare. Vorrei essere io al posto di quella. Ranocchietto è un ragazzo sensibile, dolce, attento e che sta ore ad ascoltarti senza lamentarsi, anzi interessato. Tutto l'opposto dell'Idiota.

Dlin Dlin.

Ecco, parli del diavolo e subito spuntano le corna.

<< arrivo! >> con riluttanza chiudo la pagina delle conversazioni e scendo le scale. Anche oggi, i miei genitori stanno in laboratorio e probabilmente ci rimarranno fino a sera tardi. Come mi ha spiegato papà ci sono stati dei lievi problemi.

Apro la porta sbuffando.

<< wow. Modera il tuo entusiasmo, piccola >>

<< che spiritoso che sei! >>

<< lo so... >> e mi sorride.

<< andiamo, idiota >>

<< Ci sono i tuoi genitori? Devo dirgli di come ti rivolgi a me >>

Basta! Non c'è la faccio più.

<< no, stanno a lavoro >>

<< quindi abbiamo la casa tutta per noi >>

<< non ti fare strane idee >>

<< e chi se le fa strane idee? >> ridacchia divertito.

Voglio un coltello, un paio di forbici, qualsiasi arma da tirargli dritto al cuore.

<< dai, andiamo in camera mia >>

<< Wow! Dritto al sodo. >> il suo sorriso diventa ancora più luminoso, se ciò è possibile << facciamo una cosa in fretta che ho da fare>>

<< ma perché pensi sempre al sesso tu? >> mi sta portando all'esasperazione. Ancora sono arrabbiato con lui per quello che è successo con Jacob. Non lo perdonerò facilmente.

<< guarda che io intendevo la ricerca. Sei tu la maniaca di sesso. >> scuote la testa. << ma se vuoi, dopo che abbiamo finito di studiare, potremmo divertirci. Pensa, ho un paio di preservativi nel portafoglio >>

<< non ci provare neanche... Preservativi nel... >>

<< certo. Ricordati, sesso sicuro >> e si mette a ridere con forza, ricevendo da me un occhiataccia.

Inizio a salire le scale, seguita da Edward che mi fissa con attenzione.

<< sono perdonato? >>

<< no >>

<< dai, sono passati tre lunghi giorni da quello che è successo >>

<< non mi interessa. Non ti perdonerò mai, per tutta la mia vita, anzi ti odierò anche quando sarò morta >>

<< che drammatica >>

Perché non riesce a capire il motivo per cui mi sono così incazzata contro di lui? Non doveva comportarsi in questo modo, soprattutto davanti a Jacob.

 

Dopo aver presentato Edward a Jake, era calato uno strano imbarazzo ed io non sapevo come poterne uscire. L'unica cosa che desideravo era prendere una pala e sotterrarmi. Per fortuna, bé dai punti di vista, il telefono di Edward ha iniziato a squillare e dopo avermi chiesto scusa e detto con aria minacciosa << ti riporto io a casa, quindi non osare scappare >> si è allontanato. Io e Jacob, invece, ci siamo seduti su una panchina, e dopo aver parlato di qualche cavolata, che adesso non mi ricordo neanche, il discorso è andato a finire su mia sorella. Ad un certo punto, non sono riuscita a trattenere qualche lacrima.

In quel momento è arrivato Edward che trovandomi con gli occhi lucidi è diventato una belva. Mi ha preso tra le sue braccia, stringendo con forza il mio corpo al suo

<< non so cosa gli hai detto, ma guai a te se la fai di nuovo piangere >>

<< dai, amico, tranquillo. Stavamo solamente parlando. Non è colpa mia se Bella è una piagnucolona >>

Avrei voluto picchiare sia Edward che Jake per come si stavano comportando. Ma chi si credono di essere?!?

<< Non è una piagnucolona, anzi... quindi non ti azzardi a rivolgerti in questo modo alla mia ragazza >>

Tua ragazza? Alt bello, cosa cazzo stai dicendo?

<< Io non sono la... >> ma non riuscì a finire la frase che mi ritrovai le sue labbra incollate alle mie.

Non si deve permettere di dire in giro che io e lui stiamo insieme, ed inoltre come ha osato baciarmi e soprattutto baciarmi davanti a Jacob.

 

Entriamo nella mia camera e mentre mi siedo sulla scrivania, lui si butta sul mio letto.

<< eh, scendi da lì >>

<< no, sto comodo qua. Intanto tu collegati ad internet >> prese la mia bambola di pezza, fissandolo con attenzione come se non avesse mai visto un pupazzo.

http://www.pianetamamma.it/network/giocattoli/files/2010/09/realizzare-una-bambola-di-pezza1.jpg

<< non mi dare ordini. >> mi collegai ad internet e digitai sul motore di ricerca di google le “Fasi lunari”. Mi alzo e prendo il libro di biologia, sbattendolo con forza sulla scrivania.

<< eh, nervosetta. Ti devono venire, vero? >>

Oh mio Dio! Basta, vi prego. Non mi interessa più se vengo arrestata, ma io questo qua lo uccido.

<< sei sempre nervosa, ed io so il perché >>

<< ah, sai il perché? >> chiedo scettica. Forse perché ho dei genitori che non mi degnano di uno sguardo? Che vorrebbero mia sorella al posto mio? Oppure perché devo avere massimi voti in tutte le materie? << su, dimmi il perché? Illuminami grande saggio>>

<< bé perché non scopi >>

Cristo Santo!

<< ho sbaglio. Non dovevo chiamarti grande saggio, ma grande Cazziario >>

<< bé sì... c'è l'ho abbastanza grande >> mi sorride, ma subito continua la frase per non farmi ribattere << se vuoi puoi controllarlo >>

<< no, non ci penso per niente >> sento le mie guance andare a fuoco.

<< come vuoi! >> e scoppia a ridere.

Che bambinone dal cervello di cinque anni.

<< comunque, ho ragione io. Dovresti andare a letto con qualcuno più spesso. È scientificamente provato. Alcuni scienziati, non so chi, hanno dimostrato che chi ha una vita sessuale moooolto attiva.. >>

<< Basta. Stai zitto >> mi alzo di scatto e corro a chiudere la porta della mia camera per paura che mamma possa ritornare prima a casa e sentire questi discorsi. Non voglio immaginarmi che cosa mi possa fare solo perché qualcuno ha osato pronunciare a casa sua la parola che inizia con la S e finisce con esso.

<< Bella, mica mi vorrai violentare? >> chiede preoccupato, per finta, Edward.

<< La vuoi smettere? >> mi dirigo verso di lui per colpirlo, ma lui più veloce e più forte di me mi prende per la vita portandomi sopra il suo corpo che è ancora sdraiato sul letto.

<< ecco, mi piacciono le donne intraprendenti >>

<< cosa? Se hai fatto tutto te >>

<< sì, dite tutte così >> mi stringe ancora di più al suo corpo << comunque, vediamo se ho capito bene la situazione. >>

<< ne dubito >> borbotto tra me e me.

<< allora tu vuoi avere ottimi voti a scuola. Per questo dovremmo fare coppia fissa... >>

Coppia fissa? Dove vuoi arrivare?
<< per quanto riguarda le ricerche in coppia >>

<< p... perché? >> arriva al dunque.

<< semplice. Sono uno degli studenti migliori della scuola. >>

<< sei stato sorpreso in quella tua vecchia >> subito mi pento di quello che ho detto, quando vedo scorrere per un attimo tra i suoi occhi un infinita tristezza. Vorrei chiedere cos'è successo, ma non ne trovo il coraggio. Di sicuro è qualcosa di grosso.

<< due geni sono meglio di uno >>

Non riesco a non trattenere un sorriso.

<< è la prima volta che mi fai un complimento >>

<< già, bamboletta >> mi sorride con dolcezza.

<< va bé hai ragione. Dovremmo fare coppia fissa... >> immediatamente continuo la frase << per le ricerche >>

<< ovvio >>

Ma adesso arriva la mazzata.

<< quindi perché non essere amici anche di letto? >>

Cosa?

<< non fare quello sguardo. >> avvicina il suo viso pericolosamente al mio collo << non mi dire che non senti che tra noi c'è una strana attrazione fisica >> e per dimostrarmelo,comincia a darmi dei leggeri morsi sul mento, per poi scendere sul collo. << allora perché non approfondire la nostra conoscenza? >>

<< è sbagliato >> andare a letto con qualcuno anche se non lo ami, anche se non provi nulla per lui?

<< perché? Ci divertiremo un po'. Che male c'è >> mi accarezza i capelli << sia io che te avremmo dei vantaggi. Oltre a divertirci, sarai anche meno stressata. Meno stress e più capacità d'impegno a scuola. E così miglioreresti la tua media scolastica Fidati >>

<< tu sei completamente pazzo? >> ed io sono scema che ti sto a sentire.

<< sarà il nostro segreto. Ti giuro che non lo dirò a nessuno >>

<< ah, i tuoi giuramenti valgono poco e nulla >>

<< dirò a tutti che non sei la mia ragazza, che sei solamente una mia compagna di classe. I nostri incontri avverranno in un modo discreto, non sospetteranno neanche. >>

<< sei pazzo >> ma che discorsi sta facendo? Mi conosce solo da un mese e mi sta proponendo ciò? Forse dovrei avvertire un manicomio...

<< già me lo hai detto >>

<< perché hai scelto me? >> a scuola ci sono un sacco di ragazze che vorrebbero venire a letto con te.

<< perché è te che voglio. Solo te. >>

Mi sembra che la mia pelle sta andando a fuoco.

<< non ho mai provato un attrazione così forte come quella che provo con te. Proviamoci >>

Proviamoci? Ma che razza di ragionamenti fai.

<< Io... >> neanche matta andrei a letto con te. Bé in realtà ci sono già andata.

<< Bella, arrenditi >> le sue labbra si posarono sulle mie con delicatezza. Basta questo semplice contatto, questo bacio così casto preludio di quello che può succedere se gli dico di sì, e quasi mi arrendo.

 

ANGOLO AUTRICE:

Grazie di esservi fermati a leggere queste poche righe, per me vuol dire tanto.

Non lo so se andrò avanti con questa storia, ho i miei grossissimi dubbi. Quindi, se questo dovesse essere l'ultimo capy, volevo dire grazie a tutti coloro che hanno letto questa storia, a coloro che l'hanno aggiunta ai preferiti/ seguiti/ ricordati e a coloro che hanno commentato. GRAZIE!!!

Bellina3000.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


 

Ciao a tutti!!! Sorpresi, eh? Anch'io. Cercherò, mi impegnerò con tutta me stessa, di riprendere gli aggiornamenti più regolari. Anche se la vedo davvero molto dura, ma mi impegnerò; promesso.

Bé dove eravamo rimasti? Ah sì. Eravamo arrivati alla proposta di Edward di diventare più intimi. Cosa farà la nostra cara Bella? Accetterà oppure no? Bellissima domanda. Ma in questo capy lo scopriremo. Un bacione.

Aspettate un attimo. Volevo dirvi semplicemente grazie a tutti voi. Grazie a chi ha inserito la mia storia tra i preferiti/seguiti/ricordati. Grazie alle fantastiche persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Grazie del vostro appoggio. Spero che non mi abbandonerete...

 

BUONA LETTURA

 

7 capitolo

 

Pov Edward

 

<< sì mamma, non ti preoccupare >> sto ripetendo questa frase da quasi mezz'ora, ma mia madre non ha proprio intenzione di lasciarmi.

<< e mi raccomando di studiare molto >>

<< sì, mamma >> faccio un lungo sbadiglio << adesso devo andare proprio a... a studiare. Ciao mamma >>

<< ti voglio bene >>

Riattacco.

Una volta le avrei creduto, ma adesso non più. Invece di stare dalla mia parte proprio del momento in cui avevo più bisogno di lei, mi ha abbandonato.

Entro nel bagno che la zia Esme mi ha dato ed inizio a spogliarmi. Ho bisogno di farmi una doccia, l'unico modo che ho per calmarmi.

Queste ultime due settimane sono state le più difficile: le continue chiamate di mia madre che mi prega di ritornare, le strillate di mio padre che dice che sono un completo fallito, il buon zio Carline che tenta di difendermi e poi c'è lei: Bella.

Entro nella doccia e socchiudo gli occhi ripensando a quel pomeriggio a casa sua, quando gli ho fatto la proposta di diventare più intimi.

Conoscendola ero sicura che mi avrebbe preso a schiaffi o a parolacce, invece mi ha guardato con quei suoi occhi di cioccolato desiderosi di potermi dire di sì, ma dalle sue labbra non è uscito nulla.

Ho aspettato, l'ho baciata e lei ha ricambiato. So che mi desidera come io desidero lei. Allora perché dirmi di no? Perché si è liberata dalla mia presa ed è andata davanti al pc per fare quella dannatissima ricerca? Per tutto il pomeriggio non ho più accennato nulla per quanto riguarda la mia proposta, ma mi sono comportato da gentiluomo.

Perché lei non mi rivolge più la parola?

Sbatto il pugno sulla parte ripensando a come mi sta evitando, persino quando stiamo al banco insieme non mi degna di uno sguardo. Perché non mi dice che ha? Cazzo.

Questa mattina stufo della situazione tesa, prima che andasse a pranzo, l'ho trascinata in un aula vuota.

<< allora, cosa ti è preso? >>

Mi ha guardato dritto negli occhi senza rispondermi.

<< allora? >>

<< nulla >>

<< mi dispiace >> senza sentire nessuna sua risposta ho continuato << non dovevo espormi... in quel modo. Spero che mi perdonerai >>

Niente. Non mi ha risposto.

Ho appoggiato le mani sulla sua spalla

<< mi dispiace se in qualche modo la mia... proposta... ti ha turbato. Non volevo di certo questo >> le ho accarezzato con delicatezza la guancia ed ho sentito subito uno strano brivido scorrere su tutta la mia schiena e ciò mi diede una carica nuova. << però non riesco a chiederti scusa per quello che provo. Ti desidero troppo >> poso le labbra sulla sua fronte fredda << sei diventato un incubo per me. >> le bacio la guancia << il mio dolce incubo >>

Le mie mani si intrufolano sotto la sua maglia, al contatto diretto con la sua pelle. Sorrido nel sentila rabbrividire.

<< Edward... >> ha sospirato.

<< ti prego, fidati di me. Non ti farei mai... mai del male >> e le ho dato un lieve bacio sulle labbra << lasciati amare da me, non ti pentirai >>

<< io... non... >>

<< dì di sì e ci divertiremo. Te lo prometto >>

Le sue mani, sorprendendomi, cominciarono ad accarezzare il mio petto.

Ma poi tutto ad un tratto mi ha spinto lontana da lei

<< Edward, non voglio >> senza dire nient'altro se n'è andata.

Avrei voluto rincorrerla per chiederle delle spiegazioni, perché negarsi quello che sia io sia lei vogliamo. Io la desidero. Lei mi vuole. Allora perché dire di no. Sono rimasto per tutta l'ora di pranzo in quell'aula aspettando che lei venisse. Ma nulla.

E questo è stato il nostro ultimo incontro.

Chiudo gli occhi e la vedo davanti a me con gli occhi chiusi e le sue labbra pretese verso le mie aspettando un mio bacio.

Scuoto la testa provando a riprendermi e cercando di calmare anche il mio amichetto che si è svegliato. Isabella, ti odio. Esci dalla mia mente e lasciami vivere in santa pace. Ti prego finisci di torturarmi.

Sento il citofono suonare con insistenza facendo aumentare il mio cattivo umore. Mi copro con un semplice asciugamano e corro ad aprire credendo che fosse Carline ritornato dal lavoro.

E quindi, bé vi potete immaginare la sorpresa quando vidi davanti a me Bella tutta trafelata come se avesse fatto una lunga corsa per venire da me. Illuso. Idiota.

<< ciao >> mi dice lei con semplicità.

<< ah sì ciao >> cosa vuoi? Perché sei venuta qua?Edward stai calmo.

Rimaniamo a fissarci a lungo, senza muoverci neanche di un centimetro fino a quando lei imbarazzata mi chiede con un filo di voce.

<< posso entrare? >>

<< se proprio devi >> ricordati bamboletta: odio essere trattato come se non esistessi, come se fossi invisibile.

La porto in salone sbuffando leggermente.

Si siede sulla poltrona e si toglie il giubbotto posandolo accanto a lei, ed io rimango a fissarla.

Mi fa impazzire quando accavalla le gambe, come sta facendo adesso, perché è nervosa.

<< voi qualcosa? >> mi mordo subito le labbra. Cazzo la mia parte da bravo padrone di casa è emersa. La guardo ed in questo momento provo il forte desiderio di possederla qui, su quel divano, sul freddo pavimento, anche sul tavolo.

<< no, grazie >> alza finalmente il suo volto su di me ed i suoi occhi scrutano il mio corpo in uno strano modo.

Ti prego non mi guardare in quel modo o se no davvero non riesco a resistere.

Rimango in piedi davanti a lei, aspettando che dica il motivo per cui è piombata qui.

Il silenzio è diventato così pesante che mi fa innervosire.

<< allora perché diamine sei qui? Ti sei ricordata di me? >> forse sono stato troppo brusco con lei. Potrebbe esserle successo qualcosa di grave?

<< io... >> ed arrossisce.

<< tu? >>

Fa un pesante respiro, ma non parla.

<< Ok, Bella ti tolgo io dall'imbarazzo, non ti preoccupare. Sei venuta qua per dirmi che ti devo lasciare in pace? Ok, mi va benissimo. Lo sai quante ragazze vorrebbero che gli facessi la stessa proposta che ho fatto a te. Bene, adesso puoi anche sparire. >>

<< ho deciso di accettare la tua proposta... >> dice tutto ad un tratto bloccando il mio discorso. Mi guarda un attimo e poi abbassa di nuovo lo sguardo in imbarazzo <<... di diventare amici di letto >>

Aspetta! Non ci posso credere quello che sto sentendo. Isabella ha accettato. No, ti prego ripeti quello che hai detto.

<< amici di letto? >> ridacchio.

<< sì >> sbuffa innervosita.

Adesso sono proprio curioso

<< e come mai hai cambiato idea? >>

<< boh, nulla di che. >> ma capisco subito che mi sta mentendo, che è successo qualcosa che l'ha spinta ad accettare. Dovrei insistere, ma so che lei non mi risponderebbe. Ormai ho capito che non si fida più di nessuno in particolare del genere maschile. È scommetto che la colpa è di quel Jacob. Lo ridurrei a pezzettini...

<< ok >> mi avvicino a lei, accarezzandole con delicatezze le guance.

<< eh, no aspetta >> di scatto si alza dal divano e si allontana di qualche passo da me. Mi sembrava troppo facile per essere vero. << ci sono delle condizioni >>

Ovvio. Mi sembrava troppo facile.

<< parla pure. >> vediamo un po' cos'hai in mente.

<< primo: nessuno dovrà mai... MAI sapere della ... nostra... nostra particolare amicizia, chiaro? >>

<< mi va benissimo >> su, vai avanti.

<< quindi dovremmo stare molto attenti e … >>

<< faremo una tabella con gli orari, se questo ti fa stare più al sicuro >> ma che cazzo sto dicendo? Ormai ho proprio fuso il cervello. Mi sembra di essere diventato un maniaco. Guardo il meraviglioso corpo di Bella, me lo immagino nudo con il mio... calmo Edward, devi essere calmo o almeno apparire tale.

<< va bene. Secondo: quando uno ha un impegno importante e non può venire all'incontro deve avvertire, mentre l'altro non dovrà fare pressioni >>

<< Può andare a patto che quello che che non è potuto venire all'incontro stabilito, la prossima volta dovrà farsi perdonare >> le sorrido malizioso, facendole capire in che modo dovrà farsi perdonare.

<< Uffa. Ok. Andiamo avanti. Quarto: quando uno dei due non gli andrà più bene questo tipo di amicizia e vorrà far finire, l'altro non dovrà fare nessun genere di pressione >>

Alla faccia Bella, già parli di fine. Non abbiamo neanche iniziato. No, non mi piace per niente.

<< Oh, non ti preoccupare bamboletta, non ti stancherai mai di me, del mio corpo... >>

La vedo stringere le sue mani a pugno e guardarmi con sfida: ecco la vera Bella, quella che mi fa impazzire. << soprattutto della mia bocca. Sai la mia lingua riesce a fare... cosette in certi punti che... >>

<< bé, sai, non mi ricordo un bel nulla di quella notte con te. >> osservo quasi a bocca aperta il suo dito posarsi sulle sue labbra provocando il forte desiderio di succhiare uno per uno le sue dita. << quindi non sei così tanto bravo come vuoi farmi credere >>

Che cosa? Mi hai sfidato bamboletta, ed io accetto.

<< rimedio subito >> senza aspettare nessuna sua obiezione la bacio e subito la mia lingua incontra la sua. La stringo forte a me come se avessi paura che potrebbe fuggire da me.

<< eh, aspetta. Ci sono altre condizioni >>

<< mi vanno bene tutte >> le bacio il mento cominciando a scendere sempre più giù << tutte >>

La prendo la mano tra le mie e la conduco, guardandola ogni tanto, in camera mia. Con una delicatezza che credevo di non avere inizio a spogliarla. Sembra così fragile, ma so che può diventare una terribile tigre. Sto per togliere il maglione azzurro che indossa quando la sua mano mi ferma.

<< eh, c'è un' altra importante condizione >>

<< ancora? >>

<< PREAUCAZIONE >> mi sorride << se mi vuoi, devi avere sempre con te un pacchetto di preservativi. >>

<< non potresti usare la pillola? >>

<< no, ho detto che voglio che tu usi i preservativi >> il suo tono di voce deciso, mi fa capire che non posso ribattere.

<< va bene >> sto per riprendere felice il punto dove mi ero fermato, ma mi blocca di nuovo. Lo sta facendo apposta. << che c'è? >>

<< fammi vedere il preservativo >>

<< stai scherzando? >>

<< per niente >> incrocia le braccia sul petto << no preservativo no sesso. >>

Non riesco a trattenere il sorriso di comparire dalle mie labbra. L'adoro quando è così testarda. Lo so che se fossi normale dovrei arrabbiarmi per questo suo comportamento, per questa poca fiducia che ha verso di me, ma non ci riesco. Mi fa davvero portare all'orlo della pazzia.

<< se proprio insisti >>

<< sì, insisto >>

Sbuffo e cerco nel portafoglio, sicuro di trovare qualcosa lì.

Merda. Non c'è!

Allora dov'è l'ho messo? Pensa Edward. Questa mattina c'era, ne sono sicurissimo. Quando ho pagato alla mensa scolastica, l'avevo visto. No, maledizione! Luc me l'ho ha chiesto ed io glielo ho dato. Ma posso essere così sfortunato.

<< eh... >> inventati qualcosa << se vuoi, posso andare a comprarli? >> che figuraccia.

Mi aspetto una sua strillata oppure che scappa subito via urlando, ma quando la vedo scoppiare a ridere rimango come un babbeo a fissarla.

<< non ci posso credere >>

Rimango così a fissarla: quando ride diventa, se è possibile, ancora più bella. Mi piacerebbe vederla sempre così. Vorrei dirlo ad alta voce, ma ho paura di rovinare tutto.

In questo momento comincio a rendermi conto che qualcosa sta cambiando e ne ho paura delle conseguenze.

 

Pov Bella.

 

Entro in casa consapevole che i miei genitori ancora non sono tornati al lavoro. Con il sorriso ancora stampato sulle labbra, ripenso allo strano pomeriggio passato con Edward.

Dopo che si è accertato che non aveva nessun preservativo nascosto da qualche parte, sotto il mio sguardo ridente. Non mi sono mai così tanto divertita. Il gran don giovanni...

<< B'è, se vuoi potremmo divertirci in qualche altro modo? >>

alla sua proposta, sono subito arrossita. Non vorrà mica che io faccia lui...

<< Edward, non ci pensare neanche! Io non ho nessuna intenzione di praticare... >> non sono riuscita neanche dirla ad alta voce. È vero che non sono vergine da un bel po' di tempo, ma ancora parlare di sesso mi imbarazza e mi rende anche nervosa.

<< guarda che ti stavo proponendo di farci una partita alla Wii >>

<< ah >>

<< ho dei giochi che ti potrebbero piaceri >> ed ha detto dei nomi di giochi che io non ho capito ed imbarazzata ho dovuto dirgli che non ho mai giocato alla Wii.

<< che cosa? Aspettami giù in sala, io mi vesto e poi ci facciamo una bella scaricata di giochi >> ed ha borbottato tra se qualcosa di incomprensibile.

Per tutto il pomeriggio è stato così dolce verso di me, non è stato né provocante né il bastardo che ho conosciuto. Solo alla fine, quando me ne sono andata, mi ha dato un lieve bacio

<< la prossima volta ci dedicheremo ad altro. Te lo prometto, bamboletta >>

 

Se si comportasse sempre in un modo così dolce, carino, protettivo, sono sicura che me ne potrei innamorare.

Ma cosa sto pensando? Cancello subito l'ultimo pensiero. Io innamorarmi dell'Idiota, ma siamo impazziti. L'unica persona che mi piace, un pochino ovvio, è Rospetto.

Fino a quando non sarò diventata un medico, non mi innamorerò mai più di un ragazzo. L'ho promesso a me stessa.

Ma inizio ad avere un bruttissimo presentimento. Ho paura di non farcela.

 

ANGOLO AUTRICE:

I nostri due protagonisti hanno deciso di lasciarsi andare alla passione che provano. Voglio sottolineare una cosetta: non c'è ancora amore fra i due, anche se stanno iniziando a percepire dei cambiamenti nel rapporto. Nel prossimo capy vedremmo un po' come sarà la loro particolare “ relazione “ . è già pronto, quindi aspettate un rapido aggiornamento.

Un bacione!!!!!

Bellina3000.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


 

Ciao a tutti!!! Speravate di non vedermi più, ma eccomi di nuovo qua a rompervi le scatoline hihihihi :D Inoltre per la gioia di tutti voi ho già scritto un po' di capitoli per questa storia, contente vero? Come no?!?! Weee * bellina disperata piange a dirotto davanti al pc*

Cosa posso dirvi di questo capitolo. Ah, sì. Che Alice sarà semplicemente grandiosa. Se volete sapere altro, vi tocca leggere.

Prima però volevo dire grazie a coloro che hanno aggiunto la ff tra i preferiti/ seguti/ ricordati. Ma com'è possibile che diventate sempre di più?!?

Grazie anche ai cinque angioletti che hanno recensito lo scorso capitolo rendendomi felicissima.

Parlo troppo lo so. Vi lascio al capy. Ci vediamo dopo.

 

BUONA LETTURA

 

capitolo 8

 

 

Pov Bella

Principessa: ahahah

Rospetto: ti rendi conto?!?

Principessa: non ci posso credere.

 

Sono solamente le sei e mezzo di mattina ed è da quasi un ora che io e rospetto stiamo parlando. Dopo aver passato una terribile nottata, avevo bisogno di sfogarmi aggiornando il mio blog, ma quando l'ho visto in linea, subito sono entrata in chat.

 

Principessa: in questo periodo sei sempre di buon umore :)

Rospetto: sì è vero :D mi sto avvicinando sempre di più alla mia musa ispiratrice.

Principessa:sono felice per te.

Cerco di trattenere la strana sensazione di gelosia che provo. Infondo chi lo conosce questo qua. È insensato essere gelosi di un ragazzo virtuale. Giusto?

Rospetto: e tu invece? Quel ragazzo ancora ti sta dando fastidio?

Principessa: no... io e l'Idiota ci stiamo avvicinando.

Arrossisco. Avvicinarsi è dir poco.

Rospetto: ne sono felice :D

Principessa: infondo non è così bastardo... xD

In realtà rimane ancora un mistero Edward Cullen con i suoi modi d'agire a volte senza senso.

Non riesco a non cancellarmi dalla mente quel pomeriggio passato a casa sua a giocare ai video giochi. Quel giorno in cui sono corsa da lui per dire che accetto la sua strana proposta, che sono stufa di essere sempre madam perfezione.

Principessa: sto provando a far uscire fuori la vera me.

Rospetto: finalmente.

Principessa: però è difficile.

Rospetto: ma non ti stufi a cercare di essere una persone che non sei?

 

Uffa! Tu non puoi capire.

Principessa: se io riuscissi a diventare come mia sorella, allora finalmente i miei genitori riuscirebbero a volermi bene.

Ma perché glielo ho detto? Infondo lui già ha tanti problemi, non posso rompergli anche con i miei. Aspetto con ansia una sua risposta con il cuore che batte a mille per la paura di un suo giudizio.

 

Rospetto: ti capisco e come se ti capisco... anch'io ho vissuto per anni con la convinzione che se mi fossi comportato come avrebbe voluto mio padre, mi avrebbe finalmente voluto bene. Invece ogni cosa che facevo era sempre sbagliata. Ogni gesto che compievo, anche il più banale come allacciarsi le scarpe, mi sentivo addosso gli occhi di mio padre pieni di delusione.

 

Sembra che stia descrivendo la mia di situazione.

 

Rospetto: l'unico sfogo che avevo in questo clima, era il mio amato pianoforte. Ma poi, anche lì mio padre ha avuto da ridire. “ la vuoi smettere di giocare con il piano! È solamente una perdita di tempo Devi solo studiare, capito? Anche se ormai ho perso le speranze con te. Non combinerai mai nulla di buono” Quando mi ha detto ciò, non so cosa mi è successo. È come se tutta la rabbia che ho represso in tutta la mia vita è uscita fuori. E finalmente sono riuscita a mandarlo a quel paese.

 

Ma io non ci riuscirò mai a fare ciò che sei riuscito a fare tu. Il solo pensiero di dire di no a mio padre, mi fa venire la pelle d'oca.

 

Rospetto: ho capito che ormai qualunque cosa farò per lui non gli andrà mai bene. Anche se riuscissi a diventare quello che vorrebbe lui, avrebbe da ridire. So che mi vuole bene, che a modo suo vuole solo il meglio per me. Spero che un giorno riuscirà a capirmi. Voglio decidere io cosa voglio fare nella mia vita.

 

Riesco a percepire, anche se ci sono chilometri a dividerci, una strana tensione nell'aria. Forse sarebbe meglio parlare di qualcos'altro.

 

Principessa: e cosa vorresti fare nella tua vita?

Rospetto: mmm diventare un pianista professionista, amato da tutti. Poter suonare in teatri famosi con centinai di spettatori che mi acclamano, soprattutto ragazze xD.

Principessa: ah ah ah sei sempre il solito ^^

Rospetto: e naturalmente ci saresti anche tu nella folla. Ti vedo proprio con enorme tatuaggio sul braccio con il mio nome seguito da un ti amo! Hihihi

 

ah, sì?

 

Principessa: già fatto. Mi sono tatuata: Rospetto, ti amo alla follia!

Rospetto: ah ah ah ah. Ottima scelta di frase. Ah ah ah.

Principessa: scusami, ma adesso devo andarmi a preparare. La scuola mi aspetta...

Rospetto: a chi lo dici? Oggi ho pure un'interrogazione

Principessa: allora in bocca a lupo

Rospetto: crepi.

 

Sto per staccarmi, quando noto che mi ha inviato un altro messaggio.

Subito apro di nuovo la pagina, curiosa.

 

Rospetto: comunque... adoro parlare con te. Riesci a capirmi come mai nessuno ci è riuscito. Ti sento a volte così vicina a me.

 

Perché il mio cuore batte così forte? Perché mi sento quasi svenire, ma allo stesso tempo mi piacerebbe correre per tutta la stanza urlando a squarcia gola?

 

Rospetto: vorrei davvero che tu vivessi vicino a me. Anche se so che è impossibile.

 

Lo vorrei anch'io.

 

Rospetto: so già che, se fossi vicina a me, mi potrei innamorare perdutamente di te.

Rimango a bocca aperta per qualche secondo. Innamorarsi perdutamente di me? Ce l'ha proprio con me.

Sto per scrivergli che sono le stesse sensazioni che provo anch'io, che mi piacerebbe poter sentire la sua voce. Addirittura gli scrivo anche il mio nome con il mio numero di telefono. Però, dai, si potrebbe fare un tentativo. Sto per premere il tasto invio, quando lui si scollega.

Subito, imbarazzata, cancello il messaggio. Ma cosa diamine mi è preso? Io non mi innamorerò mai e poi mai.

 

* *** *

Sveglia, suona ti prego. Questo deve essere solamente un incubo.

B-

Aspetto di svegliarmi, mi do addirittura un pizzicotto sulla mano, ma nulla. Rimango ancora in classe con il foglio del compito di trigonometria davanti a me con il suo orrendo voto B-.

Non ho mai preso un voto così basso.

È vero che io e i numeri non andiamo molto d'accordo, ma sono sempre riuscita ad avere un A.

Ma adesso questa B- ma da dove è spuntata.

<< professore, potrei avere delle spiegazioni? >> chiedo ad un filo di voce.

<< dai, Isabella non essere così dispiaciuta. Infondo non è andata così male >>

Come non è andata male? È una catastrofe!

<< sì, però... >>

<< Isabella, adesso non ci rimanere male per quello che sto per dirti. È un ottimo voto. Il compito non era di certo una passeggiata. Ok? >> annuisco << sarà la prima volto che lo dico, in più ad uno studente, ma... Isabella, cerca anche di divertirti. Non esiste solo lo studio. >>

CHE COSA? Voglio un arma per colpirlo. Nello zaino dovrei avere un compasso; potrebbe diventare un ottima arma.

<< dai, Isabella. La prossima volta prenderai la solita A. Arrivederci >>

<< si arrivederci >> brutto bastardo incompetente << la prossima volta andrà di certo meglio >> o se no farai una brutta fine.

Esco dalla classe, infuriata nera, e mi ritrovo davanti a me un Edward tutto euforico che mi sta aspettando appoggiato al muro. Un gruppo di ragazze del secondo anno lo fissano come una divinità scesa sulla Terra.

<< ciao bellissima >>

Uffa. Gli occhi di quelle allieve saettano su di me provando a distruggermi solamente con lo sguardo: per fortuna nessuna di quelle oche ha quel potere.

Faccio finta di non vederlo e continuo a camminare, sperando che lui capisca che voglio stare da sola. Ma come al solito, è troppo idiota per capirlo.

<< ho una notizia stupenda! >> mi sussurra all'orecchio.

<< te ne vai da Forks? >>

<< mmm no mi dispiace >> mi sorride << oggi abbiamo tutta casa per noi. >>

Oddio. Ma com'è possibile che pensa solo al sesso?
<< mi dispiace ma oggi non posso >>

<< ah... >> il sorriso sparisce, lasciando spazio ad una strana smorfia << cos'è successo adesso? >>

<< cosa è successo? Mi stai chiedendo cosa è successo? >>

<< sì >> annuisce serio per qualche secondo prima di far ricomparire sul suo volto un luminoso sorriso << ma se non me lo vuoi dire non fa niente. Ormai mi sono arreso di capire cosa ti passa nella mente >>

Tu?

<< invece la tua mente è così semplice da capirla. Pensi solo al sesso. >> mi mordo le labbra, aspettando che alcuni ragazzi si allontanano dal corridoio. Com'è possibile che questo ragazzo riesce a farmi innervosire così tanto ? Appena siamo da soli riprendo << per te l'unico problema è “oggi con chi devo scopare?” >>

<< invece tu ti fai troppi problemi. >>

<< comunque non posso venire. Devo studiare trigonometria per recuperare un votaccio >> abbasso lo sguardo per non fargli vedere gli occhi lucidi, pronti al pianto. Sarebbe troppo umiliante.

Sento una sua mano posarsi sul mio braccio, accarezzandolo con dolcezza.

<< oggi vieni da me. In trigo vado davvero molto bene. Posso darti una mano, ok? >>

Alzo la testa pronto a mandarlo a quel paese, urlargli che posso farcela da solo, ma le parole mi muoiono in gola, quando sento le sue labbra posarsi sulle mie con delicatezza.

<< adesso ci sono io a darti una mano >>

<< o... ok >> mi sta di nuovo per ribaciarmi, ed io mi metto in punta di piedi per facilitarlo, quando mi ricordo che stiamo a scuola, più precisamente in un corridoio dove qualcuno ci potrebbe vedere. << se mi baci, ti mordo >>

<< correrò il rischio >>

<< stiamo a scuola... >>

<< ed allora? >>

<< allora? Non voglio che qualcuno mi veda, mentre ti sto baciando. Sai che ho una reputazione da mantenere in tatto >>

<< Sei insopportabile. >>

<< e tu odioso >>

<< stronza >>

<< bastardo >>

<< ti odio >>

<< io di più >>

<< ma la volete finire? >>

Entrambi ci giriamo di scatto e vediamo davanti a noi un Alice a braccia consorte che ci guarda con attenzione << mi sembrate già marito e moglie >>

Cazzo! Ci hanno beccato. Cosa faccio?

<< non è... >> come sembra.

<< zitti e fatemi parlare >> fa qualche passo in avanti verso di noi, infuriata nera << non riesco proprio a capire chi è il più scemo fra voi due. Non vi siete stancati di mentirvi a voi stessi? >>

<< Alice, non sai nulla di quello che c'è fra me e Bella >>

<< Io vedo davanti a me due idioti che cercano di reprimere i loro sentimenti. Ma non avete capito che siete pazzi l'uno per l'altra? >>

<< che cosa? >> urliamo sia io ed Edward insieme, sconvolti entrambi da quello che sta dicendo la nanetta dinnanzi a noi.

<< io pazza di questa qua? >> e ride divertito << è solamente una matta isterica >>

<< io isterica?!? Ma come ti permetti, grosso idiota con un solo neurone >>

<< eh, non osare rivolgiti così a me? >>

Vedo Alice scuotere la testa con uno strano sorriso sulle labbra << eh già. Se andate avanti così, presto mi toccherà partecipare al vostro matrimonio >>

<< ma stai scherzando! >> esclamo irritata << Edward non mi piace per niente. Ok, è vero che fisicamente è... >> uno schianto totale. << è... è passabile. Ma per quanto riguarda l'intelligenza è sotto lo zero >>

<< questo non lo dovevi dire. Oggi vieni alle tre da me e spiegherò trigonometria talmente bene che anche una stupida come te lo possa capire >>

<< ok. Alle tre ci sarò >>

Ci diamo la mano per suggellare l'accorgo, mentre Alice se ne va ridendo e borbottando qualcosa del tipo “sono proprio innamorati“.

* *** *

Sembra tutto un sogno irreale: io seduta a gambe incrociate sul suo letto con addosso solamente una sua maglia, e lui davanti a me con solo i box che mi sta spiegando un esercizio di trigo.

Fisso la sua mano dalle dita affusolate che si muove per scrivere alcune formule sul quaderno. Quelle mani che adesso stanno stringendo la penna, hanno toccato fino ad una mezzora fa la mia pelle, i punti più delicati del mio corpo portandomi all'orlo della pazzia. Anche se è dura ammetterla, Edward ci sa davvero fare sia con la bocca sia con le mani.

Sento le mie guance bruciare al pensiero di come, appena mi ha portato in camera sua, gli sono saltata addosso. Ma cosa mi è preso? È vero che era da tantissimo tempo che non facevo dell'esercizio fisico – se così si può chiamare- ma spingerlo sul letto e saltargli sopra è stato eccessivo.

<< hai capito? >>

Arrossisco ancora di più quando sento la sua voce.

Bella, pensa ad altro.

<< sì, certo, certo. Poi dividiamo per due e... >>

<< Uffa! >> sbuffa e chiude il libro di colpo, per poi buttarlo a terra << ma sai fare tutti gli esercizi. Ma quanto diamine hai preso al compito? >>

<< una B- >> appena sente il mio orrendo voto, si mette a ridere divertito.

<< oh mio Dio! E ti sei disperata per così poco >>

<< smettila. Un mediocre come te, non può capire >>

Lentamente smette di ridere e diventa tutto pensieroso

<< non è che era una scusa per venire qui e violentarmi >>

<< cosa? >> gli do un pugno sullo stomaco << guarda che non sei così bravo come credi >> no lo sei mille volte di più!

<< ah, no >> alza le sopracciglia << sei hai urlato così forte che per un pelo mi rompevi i timpani >>

<< non è vero. Te lo sarai immaginato, scemo >>

<< certo >> e a sorpresa comincia a farmi il solletico sulla pancia talmente forte che quasi mi esco le lacrime dagli occhi per il troppo ridere, mentre con la bocca mi da dei leggeri morsi sul collo.

Mi sento così spensierata come se tutti i problemi che mi assillavano, fossero scoparsi. E ti ringrazio Edward di avermi fatto allontanare dalla realtà.

Non avete capito che siete pazzi l'uno per l'altra?” “ sono proprio innamorati “ Ma perché proprio in questo momento, con Edward che mi sta baciando, mi devono venire in mente le parole di Alice. Si sta sbagliando, la nana. Tra me e suo cugino non c'è nulla, ma solo del sano e divertente sesso. Amore? Neanche per sogno. Sarebbe solo una distrazione. Se mi metessi con Edward, poi dovremmo iniziare a comportarci come due fidanzatini: uscire sempre insieme, andare quasi ogni sera a cena insieme, vedere qualche film romantico insieme, passare il sabato sera in discoteca insieme... tutte cose che mi farebbero perdere del tempo utile per lo studio. E alla fine mi ritroverei incinta, in mezzo alla strada senza lavoro e senza soldi.

È meglio mettere le cose in chiaro e da subito.

Blocco a malincuore il bacio e rimango davvero sorpresa nel trovarmi con la testa posata sul cuscino ed Edward già sopra di me.

<< aspetta... >>

<< sì... >> invece continua a baciarmi il collo. Devo fermarlo, prima che mi lasci andare alle sue mani.

<< ti prego >> e mi scappa un gemito dalle labbra << vi è un altra condizione... >>

<< ancora? >>

<< è importante >>

<< dimmi >>

Il cuore mi batte a mille, il mio respiro diventa agitato, e qualcosa dentro di me mi sta gridando di non farlo.

<< promettimi che non ci innamoreremo l'uno dell'altra. >>

Alza la testa di scatto, come se fosse sconvolto di ciò che ha appena sentito ed i suoi occhi caldi si specchiano nei miei, perdendomi in quelle due pozze di smeraldo sciolto, sperando di rimanere così per sempre.

Non so lui cosa vede in me, ma alla fine si arrende

<< va bene >> e mi inizia a baciare la guancia asciugando le mie lacrime che copiose, senza che io riesca a trattenere, escono dai miei occhi bagnandomi le guance, il mento.

<< oh Edward >> lo stringo con tutta la forza che ho sul mio corpo. << grazie >>

<< tutto quello che desideri, mia principessa >>

E riprendiamo da dove avevamo interrotto.

 

ANGOLO AUTRICE:

Dai dobbiamo fare un applauso ad Alice, se lo merita proprio.

Bene, finalmente è iniziata la loro particolare relazione... chissà come andrà a finire hihihihi.

Posso chiedervi una cosa, un piccolo consiglio. Vi piacerebbe avere pov anche di altri personaggi che non sono i nostri eroi? Oppure è esagerato?

Comunque, poiché è già pronto il capy, vi lascio un piccolo spoiler

<< giochini, eh? >>

<< guarda che mi stavo riferendo a monopoli >>

<< sì, certo. Stavi proprio pensando di fare una tranquilla giocata a monopoli tutti insieme >>

<< è proprio così. >> la luce maliziosa si accentua ancora di più << se poi ti va di fare dei giochetti solamente io e te... >>

<< ma sei proprio un maniaco! >> esclamo irritata.

Dal prossimo capy ne vedremo delle belle.

Un bacione gigantesco.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


 

 

Ciao a tutti... Aspettate, vi prego abbassate le pistole, bastoni e altre armi. Scusatemi del ritardo, ma lo studio mi sta distruggendo. Non ho più neanche il tempo di dormire... sembro uno zombi xD.

Ma appena la scuola finisce, mi vedrete più spesso...

Vi lascio subito al capitolo.

BUONA LETTURA

 

9 capitolo

Pov Bella

 

<< mmmm >>

<< Edward...>> ormai gemo senza più ritegno, graffiandogli la schiena << sììì >> e finalmente mi lascio andare.

Anche Edward dopo poche altre flebili spinte collassa sul mio corpo accaldato e sudato come il suo. Appena si riprende si sposta subito per poi cullarmi e stringermi forte al suo petto. Chiudo gli occhi godendomi del calore che emana il suo corpo. È tutto così sbagliato. È un errore stare insieme, è un grave sbaglio la nostra relazione, ma allo stesso tempo è semplicemente perfetto.

È ormai più di un mese che andiamo avanti con la nostra particolare relazione. Quando stiamo a scuola o a davanti a delle persone, ci comportiamo come se fossimo solamente dei conoscenti, ma appena stiamo da soli scoppia la scintilla. Ci incontriamo quasi ogni pomeriggio o a casa sua, ma soprattutto in camera mia poiché i miei genitori non ci sono quasi mai.

Edward è un amante perfetto con una grande fantasia ed il sesso con lui è semplicemente stupefacente. È così attento alle mie esigenze, ha imparato in breve tempo ciò che mi fa più impazzire, ed anche dopo che ci siamo “divertiti” continua a coccolarmi, a stringermi forte al suo petto.

Come in questo momento con la mia testa adagiata proprio sopra il suo cuore, le sue dita che mi accarezzano la schiena nuda e le sue labbra sui miei capelli. Sì, sono in Paradiso.

Peccato che il dovere mi richiama.

<< Edward, devo mettermi a studiare >>

Le sue mani si fermano, sento le sue braccia staccarsi dal mio corpo con lentezza

<< o... ok >>

Scusami, Edward, ma sai che per me lo studio sarà sempre al primo posto.

Mi alzo da lui e raccolgo per terra il mio intimo e la mia maglietta sentendo i suo occhi concentrati nei miei movimenti come se li volesse imprimere nella sua memoria.

<< vado a farmi una doccia >>

<< Ok, Edward. Fai come se fossi a casa tua. Ormai per tutto il tempo che ci passi qui la conosci come se fossero le tue tasche.>>

<< mi piacerebbe un po' di compagnia >> mi dice con un tono di voce dolce, suadente.

Non lo guardo consapevole che se i miei occhi si specchiano nei suoi non riuscirei a dirli di no.

<< mi dispiace, ma passo. >>

<< come vuoi >>

Appena sento l'acqua scorrere, tiro un sospiro di sollievo misto di delusione. Prendo dalla piccola libreria della cameretta il libro di biologia, mi siedo sulla scrivania e a malincuore inizio a studiare.

La relazione tra me ed Edward non dovrà mai per nessun motivo essere d'intralcio per il mio studio. Appena diventerà un problema, mi toccherà porre fine. Sento qualcosa, come un nodo all'altezza della gola, al solo pensiero di non avere Edward in quel modo. Ormai mi sono affezionata a lui. Però dall'altro lato, non posso distrarmi dal mio obiettivo.

Poso la testa sulla mia mano, provando a concentrarmi su quello che sto leggendo, ma è tutto inutile.

Delle braccia mi stringono da dietro, i suoi capelli bagnati mi solleticano la guancia, mentre le sue labbra si muovono dall'attaccatura dei capelli dietro l'orecchio fino alla mia spalla scoprendola.

<< come sta andando? >>

<< b.. bene, ma andrebbe meglio se … se qualcuno non mi d...distrarrebbe >>

<< mmm >>

<< Edward, ti scongiuro. Fermati >> sto per abbandonarmi alle sue mani, quando lui si stacca di colpo da me.

<< come vuoi >> ridacchia divertito vedendo il mio sguardo di delusione. << dai studiamo un pochino. Ho il brutto presentimento che domani il prof mi interroghi >>

Si siede accanto a me e comincia a leggere ad alta voce, sotto il mio sguardo leggermente sorpreso. Ormai, mi conosce proprio bene e non so se ciò è una cosa buona oppure no.

* *** *

Appena entro a scuola, un Alice tutta euforica mi prende per un braccio e mi stampa un bacio sulla guancia

<< ho una magnifica notizia! >>

<< Ciao Alice >> Ti prego, speriamo che non vuole passare un altro pomeriggio di shopping. L'altra volta siamo stati due ore nel negozio di intimo. Stavo per impazzire! Però è vero anche che in quell'occasione mi sono comprata, consigliata da Alice, un babydool nero, trasparente, che quando Edward me l'ho ha visto addosso bé... l'ho ha gradito molto.

<< si, ciao anche a te >> gli occhi di Alice luccicano di gioia << non potrai credere alle tue orecchie. Non sai quanto sono felice. I miei questo week end non ci saranno. Mio padre deve tenere un noiosissimo convegno, una di quelle rotture di palle... ed indovina un po'? Mi ha dato il permesso di tenere un pigiama party. Non è una notizia FAVOLOSA!!! Un week end tutto per noi. Ci divertiremo un sacco. >>

Cosa? Ma io in quei giorni avevo in mente di andare avanti con il programma di chimica.

Cerco di rimanere calma

<< wow si è una notizia... >>... orrenda << magnifica >> riprendo le sue stesse parole che ha usato. << però devo dirlo ai miei genitori >> che naturalmente diranno di no. Evviva!

<< gli ho avvertiti già io e sono entusiasti anche loro, soprattutto tua madre. >>

Traditrice di una madre!

<< Ciao Bella! >> ed ecco che arriva anche Edward che questa mattina sembra ancora più raggiante del solito << Alice ti ha dato la sua magnifica notizia >>

Uffa! Ma perché stiamo usando tutti la parola magnifica. È una notizia disastrosa.

<< Oh, sì glielo ho data. È strafelice >>

Alice, dimmi, ma dove vedi tutta questa grande felicità in me.

<< e poi Bella, lo sai che ci divertiremo un sacco. Passeremo tutta la sera a parlare, a dirci i nostri più oscuri segreti. Vedremo dei bei film divertenti, ma naturalmente faremo tanto, ma proprio tanto shopping. Ah sarà fantastico >>

Sarà un vero proprio incubo.

<< non vedo l'ora >> le sorrido.

<< lo sapevo. >>

<< inoltre, se vi va potremmo fare qualche gioco tutti insieme, tanto rimarremmo pure io ed Emmet >> ed Edward si gira completamente verso di me, con una strana luce maliziosa negli occhi << Emmet ha comprato un nuovo gioco per la Wii >> mi sorride << oppure ti va di fare qualche altro... giochino? >>

Che cosa? Sento tutto il mio volto, anzi quasi tutto il mio corpo andare a fuoco.

<< sarà fantastico >> continua Alice che diventa ancora più entusiasta, senza aver prestato attenzione al cugino << ecco è arrivata anche Angela. Aspettate che vado ad invitare anche lei. Più siamo e meglio è! >> saltellando, tutta felice, va verso la prossima vittima.

Scappa Angy, fino a quando sei in tempo.

Appena Alice si è allontanata do un calcio sul piede di Edward

<< giochini, eh? >>

<< guarda che mi stavo riferendo a monopoli >>

<< sì, certo. Stavi proprio pensando di fare una tranquilla giocata a monopoli tutti insieme >>

<< è proprio così. >> la luce maliziosa si accentua ancora di più << se poi ti va di fare dei giochetti solamente io e te... >>

<< ma sei proprio un maniaco! >> esclamo irritata.

<< ... potremmo farci una bella e rilassante partita a scacchi >>

<< basta. Finiscila, sei insopportabile. >>

<< oppure giocare all'allegro chirurgo. Io faccio il paziente e tu la sex infermiera... >>

<< Edward, stai zitto. Potrebbe sentirci qualcuno e rendersi conto che tu sei un grosso idiota ed anche maniaco. Vergognati. >>

<< l'unica maniaca sei tu. Io sto proponendo solamente degli innocui giochi da tavola... >> e lo vedo diventare, ad un tratto, pensieroso.

Gli scuoto una mia mano davanti gli occhi, leggermente preoccupata.

<< tutto bene? >>

<< stavo pensando... >> e quando vedo di nuovo un sorriso comparire sulle sue labbra, tiro un sospiro di sollievo. Posso continuare il mio battibecco con lui.

<< ah, perché pensi anche? >>

<< dovremmo battezzare anche il tavolo della cucina. Ti rendi conto che non abbiamo ancora fatto lì >>

Oddio!

<< che dramma!>> borbotto tra me e me in modo ironico << dovremmo darci da fare anche lì >>

<< per me va super bene. Visto, abbiamo trovato qualcosa di interessante da fare la sera. >> ridacchia divertito, ottenendo da parte mia un occhiataccia irritata.

<< si, Edward, non vedo proprio ora >> alzo gli occhi in alto.

Sta per rispondermi, ma si blocca e lo vedo per un secondo rabbrividire.

<< uffa, mi devo nascondere >>

<< che cosa? >> la confusione subito scompare, quando vedo Tanya la super ochetta sculettare verso Edward.

<< finalmente ti ho trovato >> ridacchia.

<< che bello >> risponde Edward, ma dal suo tono freddo capisco che è terribilmente scocciato.

<< ed adesso non ti libererai mai più di me >>

Che croce! Non vorrei essere mai al posto di Edward in questo momento: avere sempre accanto un essere vuoto come Tanya è davvero una disgrazia.

<< dovevi dirmi qualcosa di importante? >>

<< sì, che mi sei mancato tanto >>

Non devo assolutamente scoppiare a ridere.

<< solo questo mi dovevi dire? >>

Tanya annuisce.

<< bene. Scusami, ma stavo parlando con Bella. >> e si gira verso di me, dando le spalle a madam culetto rifatto << allora come stavo dicendo, credo che oggi a biologia riprenderemo da quel punto. Forse ci farà vedere il famoso... >>

Non lo riesco più ad ascoltare, leggermente felice dallo sguardo di fuoco, carico di odio e di invidia, di Tanya. Sbuffando, se ne va, ma capisco subito che dovrò stare molto attenta con lei. Me la farà di certo pagare.

<< perché lo hai fatto? Credo che Tanya sarebbe estremamente felice di assecondare tue certe voglie >>

<< non è lei che voglio >>

<< perché, no? >> è vero che Tanya non ha neanche un cervello, però per quanto riguarda il corpo è una vera e propria bomba. Poi ho sentito, una volta per caso, da alcuni studenti che è davvero brava a fare certe cose. << è davvero molto bella >>

<< lei è nulla al confronto di te. Non provo per lei neanche un decimo di attrazione che mi lega a te* >>

Voglio baciarlo, ora. In questo momento, in questo preciso punto.

<< Evviva. Anche Angela può venire. Non è favoloso? >> Per fortuna arriva Alice che trascina letteralmente Angy verso di noi << passeremo due giorni favolosi >>

<< sì Alice, ci divertiremo di sicuro >> ed inoltre grazie di avermi salvato prima che commettessi un gravissimo errore.

Però dall'altro lato ho paura di quello che può accadere in questi due giorni fra me ed Edward. Quando sto con lui, mi lascio andare troppo.

 

Angolo autrice:

Rieccomi a voi.... Allora cosa ve ne pare di questo capy? Alice si sta proprio impegnando per farli mettere insieme quei due.... Chissà cosa accadrà in questi due giorni a casa Cullen.... Riusciranno i nostri due eroi a “battezzare” anche il tavolo della cucina? Hihihi xD

Per farmi perdonare del mio ritardo vi dico che nel prossimo capy entra in scena un nuovo personaggio... il suo nome inizia con la V. ed è una finta rossa hihihihi. Chissa chi è xD

Alla prossima.

Un bacione gigantesco a tutti!!!!!!

 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


 

Salve a tutti. Credevo di non farcela neanche oggi di aggiornare, invece eccomi qua.

Contente, vero?

Scusatemi, vado di fretta (come al solito, in questo periodo) e quindi vi lascio al capitolo.

 

BUONA LETTURA!

 

 

10 capitolo

 

Pov Bella.

 

Rospetto: sì, lei mi piace molto...

 

Stiamo parlando da quasi un ora e non so neanch'io in che modo il discorso è andato a finire sulla sua “ musa ispiratrice “. Lo so che è stupido essere gelosi di un ragazzo che non so neanche di che colore sono gli occhi, che chissà dove vive, eppure sono invidiosa di quella ragazza che sta conquistando lentamente il suo cuore.

 

Principessa: però dovresti provarci ad avvicinarti a lei.

 

Rospetto: Ci sto provando! Ma...

 

Aspetto che completa la frase con una strana ansia. Non lo so perché mi sento così strana. Ho una maledetta paura che mi possa abbandonare anche lui.

 

Rospetto: è come se si fosse creata un muro invisibile intorno a lei ed io non riesco a distruggere. Sto provando in qualsiasi modo per avvicinarmi a lei. Ma nulla. Lei è quasi sempre fredda, distante da me. Sembro invisibile ai suoi occhi. È una sensazione orrenda. E la odio quando fa così.

 

La odia! Uno stupido sorriso compare sulle mie labbra, mentre dentro di me scoppiano i fuochi d'artificio. Sto per mettermi a ballare.

 

Rospetto: tuttavia...

 

Tuttavia, cosa? Il sorriso sparisce e dentro di me sento dei violini che suonano una melodia malinconica.

 

Rospetto: tuttavia, ci sono alcune volte che diventa così dolce, calorosa, appassionale che mi lascia senza fiato. E poi quanto sorride... cancella ogni cosa, ogni sofferenza.

 

Ogni parola che leggo è una pugnalata al cuore, sento gli occhi inumidirsi. Faccio un lungo respiro e sto per scrivergli che me ne devo andare, ma subito cancello la frase. Rospetto ha bisogno di me ed io ho il dovere di aiutarlo. Quindi lottando contro i miei sentimenti, cerco di comportarmi da amica.

 

Principessa: perché non glielo dici? Dovresti andare da lei e parlarci, farle capire che ti piace.

 

Rospetto: la situazione è molto più difficile di quanto sembra. Lei ha una paura tremenda di amare. Scommetto che la colpa è del suo ex :(

 

Vorrei poterlo aiutare, dargli un buon consiglio, ma la mia mente è vuota. Io per le questioni di cuore sono negata. Datemi un problema, un equazione impossibile da risolvere, ed io vi darà subito il risultato.

 

Principessa: cerca di diventare un confidente per lei, una persona di cui lei si può fidare...

 

Rospetto: come potrei vivere senza di te?

 

Arrossisco. Dovrei scriverlo io quella frase. Senza di te, mio caro rospetto, la mia vita sarebbe ancora più schifosa. Senza di te, senza i tuoi consigli, senza il tuo appoggio, io semplicemente impazzirei. Però, fino a quando possiamo continuare così? Un giorno tutto ciò finirà. Il solo pensiero mi fa sentire male. Pensiamo ad altro.

 

Principessa: lo so che sono indispensabile ahahah

 

Rospetto: ah ah ah.

 

Mi sento un pochino meglio nell'aver alleggerito la situazione, sebbene vorrei essere più utile per lui. Leggo la sua nuova frase e percepisco di nuovo la tensione su tutto il mio corpo

 

Rospetto: quello che sto per dirti in qualche modo non è giusto. È completamente sbagliato.

 

Principessa: non ci siamo sempre detti la verità? Quindi non ti devi preoccupare. Dopo che mi hai detto che sembro una zitella inacidita, posso sopportare di tutto xD

 

Rospetto: è che io voglio conoscerti. Mettere finalmente un volto alla mia amata principessa.

 

Principessa: io non so che dirti

 

Rospetto: per me sei diventata una delle persone più importante della mia vita. Sei la mia migliore amica!

 

Migliore amica! È un bel complimento, no? Allora perché sto piangendo? Perché mi sento così delusa?

 

Principessa: scusami, ma devo andare. Ci risentiamo.

 

Rospetto: aspetta un attimo! Fammi finire quello che ho da dirti...

 

Mi disconnetto subito, impaurita di cos'altro posso leggere. Lo so che è da stupidi soffrire per un ragazzo conosciuto su internet, però è più forte di me. Cosa mi aspettavo che mi doveva dire? Che mi amava? Io non credo neanche in quel sentimento.

Mi sdraio sul letto e piango non so per quanto tempo fino a quando Angela non mi chiama per metterci d'accordo per andare a casa di Alice.

Quando riattacco vado al bagno e quasi mi spavento nel vedere i miei occhi gonfi, rossi, dal troppo piangere. Devo subito fare qualcosa. Non posso farmi vedere in queste condizioni. Adesso devo riprendere la mia recita!

 

* *** *

 

Alla fine questa giornata non è stata così pesante come temevo, anzi mi ha anche distratto da quello che è successo con Rospetto. Io ed Angela siamo andate insieme a casa dei Cullen alle ore diciotto come d'accordo. Appena entrate, Alice non ci ha neanche salutato che ci ha portato in camera sua dove ha un gigantesca cabina armadio grande quasi come camera mia.

Ha chiuso la porta a chiave e ci ha fatto sedere sul letto matrimoniale.

<< bene possiamo iniziare a fare il nostro lunghissimo discorso dove ci racconteremo i nostri più oscuri segreti >>

Deglutisco spaventata. Ne ho troppi di segreti.

<< dai, da che vogliamo iniziare? >> chiede Angelica anche lei estremamente euforica. Si toglie le scarpe e si sdraia sul letto.

<< ovvio. Da ragazzi >> risponde, quasi urlando, Alice

Tossisco. Sto quasi per soffocare.

<< allora Angela, dimmi un po'. A che punto siete arrivati tu e Ben? >>

<< bé, n... non... non a quel p.. punt... punto ecco. >> la vedo arrossire e coprire il volto con il cuscino.

<< dai, Angy non c'è niente di male >> e le accarezzo il braccio << vorrete avere i vostri tempi >> ed io voglio scappare da qui. << quando sarà il momento, sarà semplicemente naturale e fantastico >>

<< io amo Ben con tutto il cuore però mi imbarazza tantissimo,anche solo il pensiero >>

<< bè dai, anche per me all'inizio con Jazz era talmente imbarazzata che diventavo tutta rossa come un pomodoro, chiudevo addirittura gli occhi e gli dicevo “ fai quello che devi fare”. Lui rideva come un matto. Adesso invece è cosi... non so come descriverlo. Quando sto con Jazz in quel modo mi sembra la cosa più giusta.>>

<< speriamo che anche con me la situazione si sbloccherà. >>

<< non devi cercare di affrettare le cose. Sarebbe un vero peccato>>

<< grazie Alice >>

Ecco, adesso speriamo che il discorso vada a finire da qualche altra parte.

Speranza inutile.

Gli occhi di Angela ed Alice si scontrano nei miei con insistenza, mettendomi paura.

<< adesso, mia cara, tocca a te parlare. Sappiamo che ci stai nascondendo un paio di cosette >> ed Alice mi sorride in un modo semplicemente spaventoso.

<< io non sto con n.. nessuno >> ed è la verità. Infondo tra me ed Edward c'è solamente un particolare tipo d'amicizia. Invece con Rospetto bé è più una cosa virtuale.

<< allora, Bella raccontami a che età e con chi è stato la tua prima volta >> sto per ribattere dicendo che sono ancora vergine, ma la nanetta non me lo permette << non osare dirci che ancora non hai combinato nulla >>

Dal suo sguardo capisco che non posso mentire.

<< è stato con Jacob >>

<< il ragazzo della riserva? Quello CHE HA CERTI MUSCOLI DA FAR IMPAZZIRE? JACOB! >>

<< Angy non urlare, ti prego >> le tappo la mano con la bocca << sì è stato con lui. Siamo stati insieme per qualche mese , ma poi è finita. Eravamo troppo diversi >> sospiro rumorosamente, pensando a quella sera quando lui mi ha detto che io valevo troppo poco per lui.

<< e dove lo avete fatto? Quando? E com'è stato? >>

Angela, vuoi chiedermi altro? La prossima volta ti faccio un video mentre lo faccio.

Mi guarda aspettando che io parla, ed anche Alice sembra interessata anche se non ha capito chi è questo Jacob.

<< è stato lui a chiedere di far diventare qualcosa di più la nostra amicizia ed io ho accettato >> ero così felice quel giorno. Mi piaceva da quando eravamo piccoli ed io lo prendevo a schiaffi e lo costringevo a mangiare le mie polpette di fango. << dopo una settimana che ci vedevamo ci fu il nostro primo bacio >> me lo ricordo ancora. Io ero così in imbarazzo che volevo correre via, mentre Jacob sembrava molto esperto. << poi due mesi dopo il nostro primo bacio ci fu la nostra prima volta che avvenne... >> ammutolisco imbarazzata. Non posso dirgli il luogo poco romantico dove sono diventata donna. Inventiamo << è stato a casa sua. Aveva ricoperto tutta la sua stanza di petali di rosa e di candele profumate. Poi ci siamo lasciati. Fine >>

<< Wow! Jacob è così romantico. >>

Certo, come no?

<< Basta ricordare il passato. Adesso vogliamo sapere il nuovo ragazzo che sta nel tuo cuore.>>

Alice dove vuoi arrivare? Sono curiosa di sapere fino a che punto sai di me e di Edward.

<< non c'è nessuno. Ho deciso di chiudere per un po' con i ragazzi >> infondo è così.

Mi guardano serie e con attenzione per qualche secondo prima di scoppiare a ridere.

<< ma chi la vuoi dare a bere? >>

<< dai, sei una ragazza non solo molto bella, ma anche intelligente. Non sai neanche quanti ragazzi ti girano intorno >>

<< smettila, Angy. Non è per niente così >> Non sono niente di speciale. Sono solamente una ragazza normale con niente caratteristica particolare. Mia sorella era davvero bella ed intelligente.

<< smettila tu. Non ti sei mai resa conto di Mike, Eric, Tom.... >> ed Angela continua con una serie di nomi, molti dei quali non li conosco neanche. Che assurdità!

<< e soprattutto c'è mio cugino >> Alice entra subito nel discorso.

<< Ma cosa stai dicendo Alice? Te l'ho già detto una volta. Edward non mi interessa. È un caro amico, ecco >> Siamo solo due amici che condividono un letto, questo non significa che c'è del tenero tra noi.

<< sì, si vede che siete molto amici, ma si avverte subito che c'è anche dell'altro in voi. >> sospira << fareste una bellissima coppia >>

<< non è vero! >> arrossisco di colpo << Edward è troppo immaturo, sembra ancora un bambino. Prende tutto come uno scherzo, senza rendersi conto che ci sono cose estremamente serie. Non è per niente adatto a me. >>

<< e tu perché continui a lottare per quello che provi per lui. Cosa c'è di male nell'amare? >>

L'amore non è così grandioso come ti fanno credere. Ti fa solo soffrire, Alice, fidati di me. Ti distrae dalle cose importanti. Ti fa provare sensazioni incedibili, indimenticabili, per poi portare tutto via e lasciarti lì da sola a piangere sommersa solamente da sofferenza.

Mi ricordo come fosse ieri, il giorno in cui Jake mi ha detto che è finita. Credo sia stato uno dei periodi più dolorosi di tutta la mia vita.

<< Alice, ti stai sbagliando >>

<< o forse sei tu che stai sbagliando >>

<< Un giorno, Bella, potresti pentirti di non aver seguito il tuo cuore. >> mi dice Angela con dolcezza << anch'io mi sono resa conto che tra te ed Edward c'è molta... affinità. >> i suoi occhi ad un tratto si illuminano << perché non provate ad uscire un po' insieme? Potreste accorgervi che avete molte cose in comuni >>

<< e da cosa nasce cosa >> continua Alice entusiastica.

<< e se sono rose fioriranno >>

<< LA VOLETE FINIRE! >>anche se non vedo la mia immagine riflessa in nessuno specchio, so che le mie guance sono diventate rossissime.

<< mi hai quasi rotto un timpano >> Alice mi lancia un cuscino addosso al viso << comunque io ed Angy vogliamo fare le damigelle del tuo matrimonio con mio cugino >>

Ma questa qua è ancora più testarda di Edward.

Sto per ribattere dicendo che non mi sposerò mai, quando...

<< Eh, dolci fanciulle, volevo avvertirvi che è arrivata la pizza. Io ed Edward vi aspettiamo in sala >> ci urla Emmet, dal corridoio facendoci sobbalzare.

Santo Emmet! Per una volta mi ha salvato.

 

* *** *

 

Stiamo ridendo come matti da quasi un ora e per il troppo ridere quasi mi sento scoppiare. Io ed Angy siamo sedute sul divano, Alice è ai nostri piedi che batte le mani facendo da sottofondo ad Emmet che in piedi davanti a noi sta cantando o meglio dire urlando. Ci stiamo proprio divertendo un sacco. Bé in realtà non siamo proprio tutti. Edward, seduto sulla poltrona isolato da noi, sembra triste, deluso e anche tanto arrabbiato. Perché? Glielo vorrei chiedere, ma ho troppa paura di quello che poi mi direbbero Alice ed Angela. Quindi rimango ferma, ed ogni tanto mi giro a guardarlo, sperando di incontrarmi con i suoi occhi, Ma nulla.

Vorrei dargli un pugno, ma dall'altro lato lo vorrei stringere con forza a me e consolarlo.

<< ah ah ah! Oh Emm, basta ti prego >> Alice si asciuga le lacrime agli occhi per il troppo piangere << Tocca a me, adesso >>

<< no, mi dispiace ma mi sto allenando. Potrei diventare un cantante professionista >>

<< certo, certo. E gli asini sanno volare >>

<< Uffa. Quanto sei antipatica >>

Emmet alla fine si viene a sedere accanto a me, mentre Alice gli fa una linguaccia e si alza da terra, prende fiato, ma rimane a bocca spalancata quando sente il citofono suonare.

<< Chi è a quest'ora? >> con lentezza e tenendo il broncio, Alice va ad aprire la porta << oh, ciao! >> esclama sorpresa.

<< ciao, Alice >> la voce è femminile e riesco a vederla quando dà un lieve bacio sulla guancia ad Alice per poi entrare in sala.

La nuova arrivata è una ragazza niente male: alta, slanciata, dai capelli lunghi e rossi, i suoi occhi sono azzurro si illuminano completamente quando vede Edward.

<< Ciao, Viky. >>

<< ciao, tesoro. >>

<< grazie di aver fatto così presto >>

<< lo sai che per te ci sono sempre >>

<< bene. >> Edward si alza e finalmente vedo un sorriso comparire sul suo volto. Va verso a questa Viky e le da un lievissimo bacio sulla guancia. << dai, vieni in camera mia >>

<< ok. Dritto a sodo >> e ridacchia con malizia. Sto per prendere una fetta di pizza rimasta e tirargliela addosso. Ma chi è questa qua?

<< scusate >> Edward prendendo per mano la nuova arrivata, la porta in camera sua sotto il mio sguardo di fuoco.

<< Buon divertimento >> grida Emmet, ed in questo momento vorrei uccidere anche lui.

Sento gli sguardi di Alice ed di Angela fissarmi, analizzando le mie emozioni, e per questo mi tocca rimanere calma.

Ma infondo cosa mi importa di Edward e delle sue “amichette”? Può andare a letto con chi gli piace. Infondo è solamente un gigantesco Idiota che pensa solo a come potersi divertire.

<< Bene, riprendiamo >> esclama Alice, iniziando a cantare non so cosa, mentre io cerco di percepire dei suoni di sopra.

Uffa! Smettila Bella. Potrebbero essere anche solo dei semplici amici, giusto?

Però lo sguardo di lei era così... intimo.

Ma a me che me ne importa in che modo lui vuole passare le sue serate?

<< bravissima Alice >>

<< sei stata davvero brava >>

Sento le voci di Emm e Angy che fanno i complimenti ad Alice, mentre io rimango in silenzio, isolandomi in me stessa.

Bella, adesso fai un forte respiro, e cercati di calmare. Sappiamo che fra te ed Edward c'è solo attrazione fisica: non siete né fidanzati ne altro. Quindi lui può fare ciò che desidera. Adesso calmati. Mi ripeto dentro di me.

Mentre sto avendo questa lotta dentro di me, sul mio viso è spuntato un falso sorriso. Non posso mostrare il mio turbamento. La recita deve continuare.

Dal mormorio che sento di sottofondo, riesco a percepire qualcosa che dice Alice.

<< certo che Edward è stato proprio un grosso maleducato ad invitare Victoria, quando abbiamo degli ospiti e poi rinchiudersi con lei in camera >>

Emmet rispose ridendo

<< dai, sappiamo che ad Edward gli piace divertirsi in quel modo >>

<< BASTA! >> mi rendo conto di avere urlato ad alta voce, quando mi trovo tutti gli sguardi rivolti verso di me. Ma non mi interessa.

Lentamente il mio sorriso sparisce lasciando al suo posto la rabbia.

Io all'Idiota gliene devo dire quattro: non sono una sua bamboletta con cui giocare e poi abbandonarmi in mezzo alla spazzatura. La nostra relazione è finita.

Intorno a me vedo tutto rosso. Qualcuno questa sera farà una brutta fine.

Salgo le scale in fretta come una furia pronta a distruggere qualsiasi cosa trovo nel mio cammino.

Mi fermo davanti alla sua porta chiusa, riprendendo il fiato.

È stato tutto un grosso sbaglio. Sono stata una vera e propria stupida ad accettare, a farmi trattare come se fossi una prostituta.

Ti odio, Edward.

Mi lascio crollare per terra, distrutta, perché lentamente sto iniziando ad analizzare i sentimenti che sto provando in questo momento. Rabbia, dolore, vergogna e tanta... gelosia.

Fa male ammetterlo, ma sì sono gelosa. Conosco troppo bene questo sentimento, lo so ormai riconoscere.

Il pensiero che adesso Edward stia baciando la finta rossa, che la stia toccando come fa di solito con me, i loro corpi uniti... Smettila Bella.

Alzati e scendi giù dai tuoi amici come se nulla fosse mai successo.

Obbedisco al mio ordine, ho fatto un passo in avanti quando sento qualcosa sbattere da dentro la sua camera. Quindi alla rossa le piace il sesso violento, eh... COSA?????

Subito, senza neanche rendermene conto, appoggio l'orecchio alla porta curiosa di sentire cosa sta succedendo. Sono proprio diventata pazza.

Provo a sentire, ma nulla.

Viky sarà una donna silenziosa.

Poi, in pochi secondi, mi ritrovo con il sedere sul pavimento bianco, con Edward davanti a me che ha aperto la porta.

<< cosa cazzo stai facendo? >>

Merda! Che figuraccia.

Mi alzo immediatamente con il volto divenuto completamente rosso.

<< allora? >>

<< io... >> cosa gli dico?

<< Bé, io dovrei andare >> Victoria accarezza con dolcezza il braccio di Edward.

<< di già? >>

<< sì, è meglio così >>

<< vuoi che ti accompagno? >>

<< no, te l'ho detto. Sono in macchina. Grazie >>

Gli osservo quasi incantata dall'intensità che ci sono nei loro gesti, di come Edward è preoccupato per lei e di come Viky, invece, cerca di rassicurarlo. Inoltre tutte e due sono splenditi.

<< grazie, di tutto. >> Victoria mi guarda per pochi secondi, analizzandomi, poi da un lieve bacio sulle labbra di Edward, e se ne va lasciandomi da sola con lui.

Ora come mi devo comportare? Come potergli dire che tra noi è finita?

Edward chiude la porta con forza facendomi sobbalzare dalla paura. Non capisco perché è così arrabbiato con me. Infondo alla fine che cosa ho fatto di male? Dovrei essere io quella arrabbiata.

<< ancora non mi hai detto cosa stavi combinando >>

<< n... nulla >> non devo balbettare.

<< ah, nulla? >> scuote la testa << mi stavi spiando? >>

<< io... >> fai un forte respiro e dirgli che non ci riesci ad andare avanti così. << è... >> finita.

Non riesco a finire la frase che lui mi prende per le spalle e mi fa sbatte con la schiena sul muro.

<< ti ho sentito>>

<< scusami? >>

<< ti ho ascoltato quando hai detto che sono troppo immaturo, sembro ancora un bambino. Prendo tutto come uno scherzo, senza rendermi conto che ci sono cose estremamente serie. Ho detto tutto, tesoro? >>

Deglutisco più volte cercando di allontanare il senso di nausea che mi ha colpito. Negli occhi di Edward adesso, oltre la rabbia, vedo anche tanta tristezza. Con le mie parole l'ho offeso.

<< io... >>

<< Non pensavi che ero un bambino quando ti baciavo in questo modo, no? >> la sua bocca mi bacia con violenza la mia, le sue mani mi stringono al suo corpo e avvinghiata a lui avverto la sua eccitazione.

<< cosa c'è? La tua amichetta non ti ha soddisfatto >> attacco, per difendermi.

Si stacca da me compiendo qualche passo indietro con il respiro agitato come il mio. Mi guarda attentamente, senza sorridermi, ma con una serietà che quasi mi spaventa. È come se stesse cercando di leggere la mia anima.

Scuote la testa

<< sei per caso gelosa? >>

<< NO, CERTO CHE NO >> abbasso subito la voce per la paura che quegli di sotto possono sentirmi. In che guaio mi sono cacciata? Sto rovinando tutta la mia vita solo a causa dell'idiota qui di fronte. << puoi andare a letto con chi ti pare e piace. >>

<< mmm >> lo vedo portarsi una mano sulla bocca come per coprire un sorriso che sta nascendo.

Che nervi che mi dà!

<< comunque hai ragione. È meglio finirla qua >> appena ho detto queste parole, me ne pento subito. C'è una parte di me che mi sta gridando di rimangiarmi tutto, che io ho bisogno di Edward... Ma cosa sto pensando? Io non ho bisogno di nessuno, ma solo di me stessa. << è stato divertente fino a quando è durato. È stato tutto solamente un gioco. Quindi è meglio finirla qua, prima che questo gioco diventi pericoloso. Anche tu la pensi come me, no? Quindi addio. Ognuno per la propria strada...>>

<< lo sai che mi sto iniziando a rompermi le palle. Adesso mi dici anche cosa devo pensare e cosa non devo pensare? >> vedo di nuovo nei suoi occhi la rabbia. << e se io ti dicessi che quello che ci è stato fra noi, per me non è stato un gioco? Se io ti dicessi che provo qualcosa per te? >>

Scuoto la testa, mentre vedo tutto attorno a me cominciare a girarmi.

<< se provassi qualcosa per me, non saresti andata a letto con un'altra? >>

<< ma chi ti hai detto che io sono andata a letto con Victoria? >>

<< Basta, Edward. È finita >>

Lentamente vedo nel suo volto scomparire tutta la rabbia ed apparire una dolcezza devastante che mi lascia senza parole.

<< sei una stupida, Isabella. Quando ti deciderai ad aprire gli occhi? >> si riavvicina a me, accarezzandomi con delicatezza una guancia << perché non ti accorgi di me? Sono invisibile per caso? >>

Sto per baciarlo, sento il suo fiato sulla mia bocca a aperta. Lo desidero con tutta me stessa. Cosa c'è di sbagliato nel desiderare una persona?

Le sue labbra sfiorano le mie delicatamente, una sua mano si posa sulla mia vita, mentre con l'altra mi accarezza una guancia. Socchiudo gli occhi quasi abbagliata dall'intensità del suo sguardo.

<< ti voglio, Bella >>

Anch'io ti voglio. Il desiderio, che provo per questo ragazzo, è talmente violento che quasi mi fa male. Tutta la storia con Victoria, tutta la mia rabbia, la mia strana gelosia mi scivola addosso sotto il suo sguardo pieno di sentimenti così intensi da spaventarmi.

<< io... >>

<< shhhh >> le sue labbra furono di nuovo sulle mie questa volta impazienti. Mi sta portando dritto all'inferno. << non sai quanto ti desidero. Lasciati amare da me. Non te ne pentirai di avermi dato una possibilità >>

<< n... non po... posso, io >> mi stacco da lui di colpo, lottando contro la voglia del mio corpo di entrare di nuovo in contatto con lui. << è finita! >>

Abbasso lo sguardo impaurita di quello che può succedere. Aspetto una sua strillata, un suo nuovo attacco. Rimango sorpresa nel sentire le sue labbra sfiorare i miei capelli

<< mi sento davvero un fallito >> lo sento annusare il profumo dei miei capelli << vorrei essere in grado di distruggere la barriera che hai creato >>

<< scusami >> è l'unica cosa che riesco a dire, scappando dalla sua stanza, e ritrovandomi senza neanche sapere come tra le braccia di Alice.

 

ANGOLO AUTRICE:

Su dai, non fate quelle faccette preoccupate. Proprio perché sono di buon umore, vi dico che nel prossimo capy ci saranno delle svolte. Inoltre ho fatto un piccolo conteggio e vi dico che mancano più o meno cinque-sei capy.

Un bacione grandissimo a tutti voi.

Bellina.

 

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


 

Salve a tutti!!!

In questo capitolo ci sarà una notevole svolta. Un piccolo consiglio che vi do è di leggere fino alla fine tutto il capy. Spero di esser riuscita a trasmettere al meglio i sentimenti, la confusione, la paura che prova Bella. ( mi dispiace così tanto che il mio modo di scrivere è ancora così infantile...)

Se avete dei consigli da darmi, ovviamente sarebbero molto graditi.

 

BUONA LETTURA!

 

 

Capitolo 11

 

Pov Bella

 

Mi sveglio di colpo ritrovandomi stretta tra le braccia sia di Alice sia di Angela che dormono sodo accanto a me. Che tenere! Sono davvero così fortunata nell'avere due amiche così straordinarie. Mi hanno tenuta stretta a loro senza chiedermi cosa è successo con Edward, consolandomi semplicemente.

In realtà non so neanch'io qual è la causa del mio pianto.

Adesso ho bisogno di bere solo un buon bicchiere d'acqua e ritornare a dormire.

Mi alzo e stando attenta a non svegliarle camminando in piedi di punta mi dirigo sulle scale.

Subito percepisco una lieve e dolce melodia di pianoforte.

Osservo da dietro le sue spalle, Edward suonare il piano che si trova in sala. Ed io che pensavo che fosse solamente un ornamento della casa!

Mi siedo sullo scalino, chiudo gli occhi beandomi della melodia.

È davvero bravo!

Poi ricordandomi quello che è successo qualche ora fa, mi alzo e corro in cucina a prendermi un bicchiere d'acqua. Tutto il mio corpo trema e so che non è per il freddo.

È stata la scelta giusta interrompere con Edward prima che diventasse qualcosa di serio, prima che io perdessi il controllo della situazione. Sorrido lievemente. In realtà quanto mai ho avuto la situazione sotto controllo? Con Edward mi sono sempre lasciata andare, tirando fuori la vera Bella, quella piena di difetti e imperfezioni.

Riempo il bicchiere d'acqua fredda, senza però bere.

Non posso permettermi di legarmi troppo ad Edward. Un giorno anche lui potrebbe rendersi conto di quanto valgo poco e lasciarmi di nuovo da sola.

E poi come posso fidarmi davvero di lui? Chissà con quante ragazze va a letto!

<< eh.. >> sobbalzo quando sento due braccia prendermi da dietro, la mia schiena scontrarsi con il suo petto.

<< ch... che cosa vuoi? >>

<< parlare >> mi bacia la pelle sensibile dietro l'orecchio. Poi mi fa girare verso di lui << adesso che ci siamo tranquillizzati, potremmo parlare di quello che è successo? >>

<< io non credo che sia una buona idea >> borbotto, ma lui facendo finta di non avermi sentito, mi toglie dalle mani il bicchiere e lo posa sulla penisola e prendendomi per mano mi porta in sala facendomi sedere sul divano, accanto a lui.

Bella, perché stai qui con lui? Hai posto la fine a questa particolare relazione. Ti porterà solamente i guai.

Lo osservo in silenzio, guardando il suo volto che serio scruta il mio in cerca di non so cosa.

<< Bella... >> solamente sentire il mio nome pronunciato dalle sue labbra in un lieve sussurro mi provoca dei brividi. No, non posso ritornare indietro. << io... >>

<< ti prego lasciami andare. Ormai è finita. È stato tutto un grossissimo sbaglio. Quello che ci è stato fra noi era solamente un gioco pericoloso che ci avrebbe fatto del male un giorno all'altro >> Mi avrebbe fatto del male.

Sospira rumorosamente, per poi comparire uno strano sorriso sulle sue labbra.

<< sei una bugiarda dolcissima >>

<< grazie >> rispondo acidamente. << scusami, ma avrei sonno. Ci si rivede... anzi no, è meglio di no. Addio >>

Mi riprende la mano e mi rifa di nuovo sedere accanto a lui.

<< adoro quando tiri di nuovo i tuoi artigli, la mia tigre >>

<< la vuoi finire? Sei odioso ed un grosso idiota >>

Ma a che gioco stai giocando, Edward? Dove vuoi arrivare? Cosa vuoi da me? Che diamine vuoi che faccia?

Un brivido mi percuote leggermente la schiena al pensiero di cosa io potrei fare per riavere di nuovo Edward con me, in quel particolare modo.

Bella, ma perché non riesci ad essere coerente?

Sento, di colpo una sua mano sul mio mento, alzandomi il volto verso il suo.

<< perdonami per quello che è successo. Sono stato troppo brusco con te >>

<< Edward, puoi fare quello che ti pare e piace. Non mi interessa nulla di te >>

<< mi fai finire di parlare? Bella, tra me e Victoria non è mai successo nulla. È una carissima amica che sta passando un periodo difficile >>

<< ok. Ed io che centro con te e con lei? >> sono una vera e propria bastarda, ma non ci posso fare nulla. Non posso permettermi che Edward, come Jacob, mi distrugga di nuovo.

<< sei proprio gelosa >>

<< GELOSA, IO?!? >> mi mordo le labbra con forza, spaventata che qualcuno possa essersi svegliato. Nulla, silenzio totale. << noi due non stiamo neanche insieme >>

<< bé, questo è colpa tua >> mi risponde lui come se niente fosse, mentre io arrossisco.

<< perché tu voi diventare il mio ragazzo? >> gli chiedo scettica, alzando le sopracciglia.

<< solo ora lo hai capito? >> serio, la sua voce è completamente seria, priva di note di divertimento.

Come fa questo ragazzo a mettere tutta me stessa in subbuglio?

<< ti prego, cerca di essere serio >>

<< non sono mai stato più serio di così >> guardandomi sempre negli occhi, si avvicina pericolosamente a me. << perché per te è così difficile renderti conto che c'è una persona che ti vuole bene? >>

Anche Jacob mi diceva che mi voleva bene anzi che mi amava, che ero la sua vita e poi puff. Un giorno stanco di stare con una bambinetta come me mi ha lasciato.

<< non dire idiozie >>

Le sue mani coprono le mie che tremano, mentre i suoi occhi si scuriscono trasmettendo un sentimento così profondo da spaventarmi.

<< Bella, perché non ti lasci amare da me? >> le sue labbra sfiorano l'incavo del mio collo e subito il mio corpo si tende al suo, mentre nella mia testa sento il suono di un allarme.

<< Bella, la mia piccola e dolce tigre >>

Tutto il mio corpo trema dai singhiozzi che perforano il mio corpo lasciandomi senza fiato, con rabbia comincio a sbattere i miei pugni sul suo petto.

<< me lo avevi promesso. Sei un bugiardo. Come posso fidarmi di te se non sei riuscito a mantenere neanche una stupida promessa? Ti odio! >>

i singhiozzi si trasformano finalmente in lacrime << lo avevi giurato. Niente amore fra noi due. Perché hai voluto rovinare quello era nato fra noi? Era solo sesso, del sano e divertente sesso. >>

Brocca i miei polsi tra le sue mani con forza

<< solo SESSO? Bella quando finalmente smetterai di lottare contro di me e contro te stessa? Quando capirai che quello che c'é fra noi è qualcosa che va oltre il sesso >>

<< tu non capisci! >>

<< cosa non capisci? Dimmelo >>

<< ho paura. Ho una maledetta paura di quello che ci lega >> sento dentro di me come un enorme macigno scomparire.

Mi abbraccia con forza a se facendo poggiare la mia testa sul suo petto, cullandomi fra le sue braccia.

<< Bella! >> è l'unica parola che dice prima di baciarmi.

Le lacrime continuano a scorrere sulle mie guance, sul mio mento, bagnando addirittura la sua maglietta. Continua a tenermi stretta a lui come se avesse paura che io ad un tratto possa sparire. Ma non capisci Edward che io non ho più la forza di allontanarmi da te?

 

                                                          * *** *

 

Mi sento un vero e proprio schifo. La testa pesante, gli occhi che mi bruciano dal troppo piangere. Tengo lo sguardo basso imbarazzata dal mio aspetto orrenda. Invece come al solito Edward mi sorprende: mi accarezza la schiena e mi sussurra un “ sei bellissima

Sorrido lievemente.

<< e adess... adesso cosa si fa? >> ho una tremenda paura per quello che potrebbe succedere da ora in poi. Ho paura di rovinare ancora di più quel poco di rapporto che ho con i miei genitori. Ho paura di non riuscire a realizzare gli obiettivi che mi sono prefissa da una vita. Ho paura che tu, Edward, ti stai solo divertendo con me.

<< seguire finalmente quello che proviamo sarebbe un buon inizio >>

<< io... >> mi allontano lievemente da lui, in modo da guardarlo dritto negli occhi. << io non so come si fa. Io sono completamente negata nelle questioni di cuore. >>

<< Impareremo insieme >> mi bacia la fronte << Bella, io non mi arrenderò. Ti giuro che lotterò per noi, per quello che ci lega... >>

<< Edward, ti farò del male >> perché non capisci? Io non voglio legarmi a nessun uomo.

<< l'unico dolore per me insopportabile è quello di stare senza di te. >>

Le sue parole così dolci, così appassionate, così... vere, mi devastano. Vorrei lasciarmi andare, fidarmi di lui, ma il ricordo di Jacob è ancora dentro di me.

<< Tu mi farai del male >> l'amore uccide tutto, rende le persone strane, stupide, che non riescono più a guardarsi obiettivamente intorno a loro, ma pensano solo al loro amore.

<< non potrei mai farti del male. Te lo giuro. >>

<< non giurare, ti prego >> scuoto la testa << perché? >>

<< perché, cosa? >>

<< che cosa ti spingi a trasformare il nostro “ gioco “ >> quando sente il termine gioco compare subito una smorfia sul suo viso, ma mi lascia continuare il mio discorso << in qualcosa che forse non ci sarà mai, anzi che ci potrebbe distruggere >>

Aspetto con il cuore a mille una sua risposta. Ci guardiamo con attenzione perdendoci uno negli occhi dell'altro, cercando di leggere la nostra anima per capire cosa davvero vogliamo.

<< che stupido che sono >> la sua voce è solo un lieve sussurro, ma lo sento lo stesso << solo ora mi rendo conto di quanto sei stata ferita >> le sue mani, lieve, si avvicinano al mio viso prendendolo con delicatezza il mio volto come se fosse di vetro.

<< cosa? >>

<< te lo prometto che ci proverò a curare una per una ogni tua ferita. >> mi sorride.

Sto per ribattere, ma lui mi bacia e subito mi ritrovo anch'io a ricambiare, lasciando che sia il mio corpo a guidarmi.

Gli tolgo la maglia non vedendo l'ora di poter toccare, mordere la sua pelle, sentirlo fremere al mio tocco.

Si stacca da me con il fiato corto come il mio

<< Bella, ti prego. Dammi una possibilità >>

Mi sento nuda dinnanzi al suo sguardo così attento, così profondo.

<< sì >> sussurro talmente piano che temo che non mi abbia sentito, ma quando vedo il suo sorriso sghembo comparire sul suo volto illuminandolo non resisto più e lo bacio.

Di colpo mi prende in braccio, portandomi le mani davanti la bocca per trattenere un urlo di spavento, e mi porta in cucina.

<< scusa? >>

Lui mi guarda divertito adagiandomi sul tavolo della cucina

<< eh, vorrei ricordarti che il tavolo della cucina ancora non ci abbiamo combinato nulla >>

E scoppiamo a ridere, ma lentamente le risate diventano sospiri e gemiti d'amore.

 

                                                       * *** *

Vestiti sparsi nella cucina, io e lui con indosso solo l'intimo che continuiamo a baciarci, l'orologio che segna le due di notte, intorno a noi un silenzio rassicurante rotto solamente dai nostri sussurri.

<< devo andare >> bacio.

<< dove? Devi rimanere con me >> un altro bacio.

<< saremmo nei guai se qualcuno ci trova così >>

<< non mi importa nulla >> le sue labbra scendono pericolose sul mio collo, soffiando sulla mia pelle calda e leggermente sudata.

Le mie mani si intrecciano nei suoi capelli.

<< Edward! >>

<< Bella >> sorride << dormi insieme a me, voglio coccolarti per tutta la notte. Voglio sentire il tuo corpo accanto al mio. Voglio svegliarmi con te accanto. Ti prego >>

Rimango in silenzio un po' perché sono in imbarazzo un po' perché stiamo correndo troppo velocemente. Ho bisogno di riflettere, di capire quello che voglio davvero. Trovare una risposta alla domanda mi piace davvero Edward?

Eppure gli dico di sì e dopo esserci rivestiti andiamo in camera sua.

 

 

                                                           * *** *

Siamo abbracciati sul suo letto.

Le sue braccia sono strette al mio corpo.

Il suo respiro è tra i miei capelli.

Il suono del suo cuore da sottofondo.

È tutto così perfetto, o almeno è quello che io voglio credere.

Mi sento terribilmente confusa. Io non so quello che provo per Edward. C'è una grande passione fra noi due, ma poi che altro c'è? Sì gli voglio bene. Ma già questa affermazione mi mette paura.

Le persone che ami hanno il potere di distruggerti, di farti a pezzi e poi buttarti via.

Le parole di Edward sono dolci, rassicuranti, eppure mi mettono paura. E se mi stesse mentendo come faceva Jacob?

Sento le sue labbra sfiorarmi la fronte.

Apro gli occhi ed alzo il volto verso di lui dandogli un lieve bacio sul mento.

<< Buongiorno Bella Addormentata >>

<< ciao >>

<< hai dormito bene? >>

Arrossisco di colpo ripensando alla notte che abbiamo passato insieme. Mi ha coccolato, mi ha tenuto stretto a se per tutto il tempo.

<< sì, tu? >>

<< è stata la notte più bella della mia vita >>

Trattengo il fiato, rimanendo senza parola.

Mi stai dicendo la verità o le tue sono soltanto bugie? Se è un modo per prendermi in giro, io non ti perdonerei mai più.

<< ancora non ti fidi di me? >> ridacchia imbarazzato << ma ti prometto che ti farò cambiare idea. >>

Sorprendendomi, come solo lui riesce a fare, dopo avermi baciato la spalla nuda si alza e si veste sotto il mio sguardo interrogativo.

<< c... che intend... che intendi dire? >>

Mi sorride e si siede accanto a me. Mi prende una mia mano tra la sua ed inizia a giocherellare con le mie dita tenendo però i suoi occhi puntati nei miei.

<< ovvio. Ho intenzione di corteggiarti >>

<< ch... che cosa? >> mi inizia a mancare l'aria. Chiamate subito un'autoambulanza o anche direttamente un becchino.

<< non mi basta più solamente il tuo corpo >> mi da un lievissimo bacio sulle labbra << adesso voglio anche la tua anima >>

 

 

ANGOLO AUTRICE

Rieccomi qua! Edward ormai ha capito che prova qualcosa di profondo per Bella e farà qualsiasi cosa per conquistarla. Non si arrenderà facilmente. Il problema invece c'è ancora per Bella. È confusa, non sa cosa vuole, non sa neanche qual'è il suo vero carattere. La storia con Jacob l'ha ferita terribilmente (non vi preoccupate, piano piano si scoprirà che cosa ha combinato quello là ) ed adesso ha bisogno di prendere sicurezza, fiducia nelle proprie capacità.

Un bacione grandissimo a tutti voi!!!!

Bellina.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


  

Salve a tutti!!! Voglio darvi subito la bella notizia! In quest'ultima settimana mi sono impegnata molto per questa storia e posso dirvi che sono quasi arrivata a scrivere l'ultimo capitolo. Questo significa che adesso aggiornerò molto più spesso, ogni volta che posso connettermi ad internet.

In questo capy come nel prossimo sarà dedicato esclusivamente al rapporto tra Bella ed Edward. Godeteli perché dopo tutta questa calma scoppierà la tempesta. Ahahahah * parte la risata diabolica di Bellina*

 

 

BUONA LETTURA!

 

capitolo 12

Pov Bella

 

Appena Edward entra nel suo bagno, io in punta di piedi mi ritiro in camera di Alice dove per fortuna tutti stanno ancora dormendo. Cercando di essere più silenziosa possibile mi riposizione al mio posto e chiudo gli occhi sperando di poter dormire qualche ora e di non pensare a quello che sta succedendo con Edward.

<< Bella... >> mi sussurra Alice continuando a tenere gli occhi chiusi << … sono felice che tu e il mio cugino avete fatto pace >>

Non ce la faccio neanche a controbattere stanca per tutto quello che mi è capitato in un solo giorno. Per non parlare della notte...

<< anch'io ne sono felice >> ed è la verità.

 

* *** *

Mi sto pettinando i capelli, mentre mia madre seduta sul mio letto vuole sentire tutto quello che è successo in casa Cullen in questi due giorni. Naturalmente nel mio resoconto mancherà tutta la parte con Edward. Credo che i miei rimarrebbero secchi se sapessero che non sono vergine da un bel po' di tempo.

<<... poi domenica mattina siamo andati a Port Angeles solo noi donne >> da un lato sono rimasta così male che Edward non sia voluto venire con noi, però dall'altro lato lo ringrazio di avermi lasciato un po' da sola per poter riflettere sulla situazione.

<< Bella, mi prometti che non mi hai fatto fare nessuna figuraccia? >>

<< no, mamma. Tranquilla! >> mi siedo accanto a lei e rimango un po' in silenzio. Avrei bisogno di un consiglio da madre a figlia, però temo troppo la risposta.

<< ok, mi fido >> mi sorride. Questa sera è proprio di buon umore, potrei addirittura osare << sono così felice che tu sei riuscita a fare amicizia con i Cullen. >>

<< sì anch'io. Sono persone fantastiche >> che faccio? Non mi ha ancora strillato, anzi non ha fatto altro che sorridermi e a guardarmi con soddisfazione. << mamma ti posso chiedere una cosa? >>

<< certo >>

<< bé... come si fa a capire se ti piace qualcuno? >> cosa? L'ho detto davvero? Voglio scomparire immediatamente. In questo momento mi piacerebbe essere la donna invisibile: così uso i miei poteri e scappo via.

<< bravissima! Tanto stupida non lo sei >> mia madre mi guarda in un modo raggiante << ti piace Emmet Cullen? >>

<< no, per niente >> in realtà mi piace l'altro Cullen.

<< bé allora te lo farai piacere. Già me lo vedo il vostro matrimonio con il quale la nostra famiglia si unirà alla loro. >>

<< mamma, stai correndo troppo >>

<< Uffa, svegliati Bella. La famiglia Cullen è RICCHISSIMA! Ed i soldi, ricorda, sono sempre utili >> mi guarda, ma adesso nel suo sguardo non c'è più soddisfazione ma mi sta sfidando. Vuole vedere se le dirò di sì, oppure la sfiderò provocando la sua ira.

<< sì, mamma >> è l'unica cosa che riesco a dirle prima di chiudere nel bagno mettermi a piangere. Non so più come comportarmi con Edward, con i miei genitori, con la mia vita. Non riesco più a capire chi sono.

* *** *

È un sogno, anzi dovrei dire un ricordo. Un dolce ricordo.

Stiamo in camera mia: io ed Edward, da soli. Lui sopra di me che con delicatezza tocca il mio corpo, quasi venerandolo. Le sue labbra, le sue dannatissime labbra, che sfiorano la mia pelle portando a livelli di eccitazione insostenibili. Urlo e lui sorride, soddisfatto.

Sa dove toccarmi, sa quali sono i miei punti più sensibili e sa usare con abilità le mie debolezze. Sorrido. Velocemente, grazie anche al suo aiuto, cambiamo la posizione e questa volta sono io a dominare su di lui.

<< adesso tocca a me >> sorrido con malizia. << signor Cullen >>

<< sono nelle tue mani, signorina Swan >>

Era divertente passare i pomeriggi in questo modo, sfogarmi in qualche modo. Ma adesso lui vuole qualcosa in più da me. Ed io sono disposta a darglielo?

 

Mi sveglio di scatto, più stanca di quanto mi sono addormentata.

Mi giro a guardare la sveglia credendo che fosse presto, per questo rimango sorpresa quando mi accorgo che sono le 7:30.

<< merda. Sono in un mega ritardo! >>

 

Corro per tutta casa arrabbiata con me stessa del fatto che mi sono svegliata tardi, in più i miei genitori stanno ancora in casa e per tanto pronti a strillarmi per qualsiasi cosa. Infatti...

<< Bella, cazzo, hai fatto? Su che arriverai tardi a scuola >> mi grida papà di sotto, mentre io finisco di riempire lo zaino di libri.

<< eccomi >> corro talmente veloce dalle scale che per un pelo non cado.

<< Bella, stai più attenta >> ecco che tocca anche a mamma strillarmi. Evviva << e ricordati di quello che ti ho detto di Emmet. Pensaci >> in realtà questa sua frase significa DEVI portare Emmet all'altare, punto. Il solo pensiero mi provoca la nausea. Emmet è un caro ragazzo, simpatico, ma niente di più. E so che anche lui non mi vedrebbe mai come sua ragazza, figuriamoci come moglie?!?

Esco di casa e subito l'aria fresca mi rilassa un pochino. Tuttavia dura poco questo stato di beata tranquillità, anzi l'ansia torna più forte di prima, quando vedo la sua Volvo fermarsi proprio davanti a me ed uscire con un sorriso raggiante il proprietario della macchina.

<< Buongiorno >>

<< Ciao >> ma come fa ad essere così bello già di prima mattina? Bella, concentrati.

Si avvicina a me e come se niente fosse mi da un leggero bacio sulla guancia.

<< cosa stai facendo? >> gli domando imbarazzata.

<< ti sto corteggiando >>

Vorrei prendere a schiaffi prima lui e poi me. Il mio sguardo va subito alla finestra della cucina che affaccia sul nostro viale dove mia madre ci sta osservando con uno sguardo raggelante, mentre Edward la saluta con la mano. E tra poco dal cielo appariranno i tre angeli della Apocalisse pronti a distruggere ogni cosa.

<< ti serve un passaggio? >>

<< io... >> guardo mia madre e scuoto la testa.<< Non posso accettare, mi dispiace. >>

Invece Edward, come se non mi avesse sentito, mi prende per mano e mi fa entrare nella sua macchina.

<< ti prego, non posso >>

<< Bella mi dispiace, ma non mi arrendo più con te. Ho detto che lotterò per noi due e lo farò. >>

Ecco, adesso ho di nuovo paura di tutto quello che può succedere. Vorrei così tanto lasciarmi amare da Edward, farmi coccolare da lui, ma ce sempre questo dannatissimo ma.

<< allora come hai dormito oggi? Sei così pallida >>

<< bene >> rispondo secca, senza neanche girarmi continuando a guardare dal finestrino il paesaggio.

<< io ho dormito malissimo >>

Di scatto mi giro verso di lui

<< come mai? >> subito mi mordo le labbra, pentendomi della domanda appena fatta. Dovrei essere arrabbiata con lui per avermi costretto a salire nella sua macchina, invece basta che mi dice che sta male e subito mi preoccupo per lui. Sono pessima!

<< tu non stavi accanto a me >> i suoi occhi, due pietre di smeraldo sciolto, mi fissano con dolcezza << sei meglio di una camomilla >>Non sapendo bene cosa dire annuisco solamente e riprendo a guardare il panorama.

Adesso cosa faccio? Mi sento così in imbarazzo. È la prima volta che qualcuno mi corteggia. Con Jacob sono stata io a fare il primo passo: andavo tutti i posti dove era sicuro che lui c'era, mi facevo invitare dalla sue sorelle a cena, indossavo abiti con i suoi colori preferiti, gli facevo addirittura dei regali. Poi un giorno Jake mi ha chiesto “ ti piaccio, vero? “ ed io “ “ e lui “ va bene. Mettiamoci insieme”

Ripensandoci, Jacob non è mai stato un tipo romantico, il cosiddetto principe azzurro che con il suo cavallo bianco va a salvare le donzelle in pericolo. No, lui è più il tipo “ o me la dai oppure puoi andare a quel paese “ almeno era così che si comportava con me. Chissà invece come si comportava con le altre? Di certo le trattava un pochino meglio. Uffa, ma perché voglio farmi ancora del male? Sono diventata masochista.

Sospiro rumorosamente, cercando di ritornare al presente, per trovare una soluzione per quello che sta succedendo con Edward.

<< posso farti una domanda? >>

<< certo >> mi sorride.

<< che cos'è che ti piace di me? >>

<< mmmm >> mi guarda un attimo prima di girare, di colpo, in un viale e parcheggiare l'auto. Che cavolo vuole fare?

<< E... Edward dovremmo andare. Siamo già in ritardo per la scuola >> ma come al solito lui non mi dà ascolto. E mi ritrovo così con la schiena attaccata alla portiera ed Edward che si avvicina sempre più a me. Maledizione, ma perché lo devo sempre provocare?

Le sue mani presero ad accarezzare il mio braccio salendo fino alle spalle

<< mi piace il tuo carattere. Sei sempre così decisa, testarda... >> le sue labbra sfiorano il mio collo << mi piace il tuo corpo, il tuo seno così perfetto per le mie mani... >> mi accarezza per un attimo il mio petto, prima di sciogliere i miei capelli ed annusarli << il tuo odore è diventato un ossessione... >>

Sorrido lievemente, rimasta ormai incantata dalle sue parole.

<< e poi vi è il tuo sorriso che adoro più di qualsiasi altra cosa >> rabbrividisco e tendo le mie labbra alle sue << se non ti bacio adesso credo che impazzirò >> mi sussurra tra le mie labbra aperte in attesa di qualcosa.

<< allora baciami >>

Non se lo fa ripetere due volte.

Subito le sue labbra sono sulle mie, le sue mani sul mio corpo, i nostri respiri accelerati e uniti. Le mie mani si intrufolano sotto la sua maglia per accarezzargli gli addominali scolpiti. Dice che il mio odore è un ossessione, allora vuol dire che non ha sentito mai il suo? Avvicino il mio volto al suo collo, annuso il suo odore cercando di imprimerlo nella mia memoria: la sua colonia mi stordisce.

Lo sento rabbrividire ed io sorrido soddisfatta di avergli provocato tale reazione.

<< Bella... no >> si stacca da me di colpo e ritorna a sedersi nel posto del guidatore sotto il mio sguardo sorpreso.

<< ch... che cosa? >> il mio respiro è agitato come il mio cuore e la mia mente.

<< siamo in ritardo per le lezioni >> scoppia a ridere << non vorrei mai che la studentessa migliore della scuola arrivi in ritardo per la prima volta >>

<< SEI INSOPPORTABILE! >> incrocio le braccia offesa.

Preferisce andare a scuola che divertirsi con me?!?

Ma cosa sto pensando? La scuola, per me, è e deve essere sempre al primo posto nella mia vita.

E di nuovo ritornano le mie solite paure a farmi compagnia.

 

* *** *

Entriamo, sotto lo sguardo sorpreso ed invidioso degli altri allievi, a scuola tenendoci per mano. Io cammino con lo sguardo basso imbarazzata, mentre Edward saluta come se nulla fosse i suoi amici.

<< eh, raga, finalmente siete arrivati >> Alice saltellando corre verso di noi dando un bacio sulla guancia a me ed un pugno sullo stomaco ad Edward. Poi il suo sguardo fissa le mani unite mie e di suo cugino e sorride. << bé ci vediamo a pranzo. Ciao. Ciao >>

No, Alice non te ne andare. Ti prego di non lasciarmi da sola con questo qua.

<< allora che lezione hai? >>

<< trigo >> borbotto sempre più imbarazzata.

<< bene. Ti accompagno >>

<< n... non d... devi >>

<< voglio stare un altro po' con te >> parla come se fosse la cosa più naturale del mondo.

<< o... ok >> no, che non va bene.

Camminiamo in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri, e passiamo addirittura difronte al gruppo di cheer ledear che mi osservano con odio, in particolare Tanya. Sì vendicherà di questo ormai ne sono certa.

<< sei silenziosa >>

<< non ho nulla da dire >> ci fermiamo difronte alla mia aula.

<< questo pomeriggio hai qualcosa da fare? >>

<< n... nulla >> a parte studiare, ovvio.

<< bene. Allora ti porto al cinema >>

Trovo finalmente il coraggio di alzare il mio volto verso di lui, cercando di capire che cos'ha in mente, quali sono i suoi piani, ma rimango abbagliata dal suo sorriso.

<< per... perché? A casa mia non c'è nessuno, quindi... >> un suo dito si posa sulle mie labbra impedendomi di finire la frase.

<< sarà il nostro primo appuntamento! >>

CHE COSA?
Inizio a tossire e contemporaneamente a ridere dall'ansia. << ti prego, smettila >>

<< perché ? Guarda che mi stai ferendo >>

<< Edward cerca di essere serio. Non credi che sia un po' tardi per il nostro primo appuntamento? Siamo andati molto oltre per quello >>

<< ancora non lo hai capito, eh? >> scuote la testa divertito, facendomi innervosire << non mi fermerò fino a quando non avrò anche il tuo cuore >>

Mi avvicino ad Edward in modo che mi possa sentire solo lui

<< e chi ti dice che ti darò anche il mio cuore? >>

<< intuito maschile >> mi accarezza una guancia con la punta delle dita per soli pochi secondi, ma abbastanza da far riempire la mia pelle di brividi di piacere.

<< ti odio! >>

<< ne sei sicura che mi odi? >>

<< sì >>

<< bé già è qualcosa. >>

Adesso tiro fuori il libro di trigonometria e glielo do in testa così finisce di dire stupidaggini. Farebbe perdere la pazienza anche ad un Santo!

Smette di ridire e avvicina le sue labbra al mio orecchio.

<< e comunque non verrò mai più a letto con te... >> trattengo il fiato dalla sorpresa << ...ovviamente fino a quando non capirai che mi ami >>

 

Pov personaggio x

 

Mi sento una vera e propria vigliacca. Nascosta dietro un armadietto osservo Bella chiacchierare con un ragazzo davvero stupendo. Sicuramente è il suo fidanzato.

Continuo a tenere lo sguardo fisso su Isabella e rimango davvero sorpresa di come è cresciuta in questi anni che non l'ho vista. Sento le lacrime pronte a scorrere sul viso e mi porto una mano sulla bocca per trattenere un singhiozzo. Quanto mi è mancato! Vorrei tanto correre da lei ad abbracciarla, ma qualcosa mi dice di rimanere ferma e buona.

Ho paura di come potrebbe reagire se mi vede in questo momento e soprattutto in queste condizioni. Scuoto la testa e due lacrime iniziano a scorrere sul mio volto, ma io le asciugo in fretta imbarazzata. Maledizione a questi stupidi ormoni impazziti

Indosso di nuovo il capello con la visiera e decido di andarmene da lì per poi andare a rintanarmi nella stanza che ho preso ad un Hotel di Port Angeles.

Tra poco dovrò entrare in scena anche io e nessuno al mondo toccherà la mia bambina. Questa volta, non mi interessa, andrò contro anche a Renéé e a Charlie.

 

ANGOLO AUTRICE

Chi sarà il personaggio x? Su dai, partono le ipotesi.

Per quanto riguarda il rapporto tra Bella ed Edward, lui si sta impegnando proprio tanto. E poi ammettiamolo: è cosìììììììì dolce. Nel prossimo capitolo vedremo il loro primo appuntamento. Chissà cosa combineranno?

 Un bacione gigantesco a tutti!!!!!

 Bellina.

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Capitolo 13
*** 13 capitolo ***


 

Salve a tutti! Scusatemi per tutto. Volevo aggiornare molto prima, ma la scorsa settimana sono stata molto male e ancora adesso non sto ancora tanto bene... Se oggi sono riuscita a postare questo capy è solo perché lo avevo già pronto. Mi dispiace tantissimo di non poter rispondere alle vostre meravigliose, stupende, bellissime recensioni . Mi sento così in colpa verso di voi. Sono una pessima scrittrice weeeee!!!! voi siete così gentili verso di me ed io vi ripago facendovi così tanto penare con la mia storia :( Scusatemiiiiiiiii!!!!!! Però vi prometto che questa storia avrà una fine, anche se durerà un po' di più del previsto.

Adesso ritornando alla storia in questo capy ci sarà il loro primo appuntamento e per farmi perdonare vi voglio fare due anticipazioni:

  1. anche nel prossimo capy ci sarà un altro loro appuntamento ( godeteveli, questi capitoli perché dopo la storia si movimenterà un bel po')

  2. dopo questo e il prossimo capy, ci sarà finalmente un capitolo in cui si saprà chi è il personaggio x e altri piccoli misteri.

Ok, vi lascio il capy... ho la testa che mi gira tutta xD xD

 

 

BUONA LETTURA!

 

 

13 capitolo

 

Pov Bella

 

Sono seduta sul pavimento freddo davanti all'armadio aperto con i miei vestiti migliori sul letto. Cosa si indossa al primo appuntamento? Con Jacob non ci è mai stato un vero e proprio appuntamento. Ci vedevamo o a casa sua o in auto o quando era di buon umore in spiaggia. Ed ogni volta passavamo la giornata a baciarci con Jake che mi palpava da tutte le parte ed io che stavo sempre buona e zitta. E dopotutto ero felice. Credevo che mi volesse davvero bene, che mi desiderava. Scuoto la testa. Mi domando quando finalmente il ricordo di Jacob se ne andrà via dalla mia vita.

Smettila Bella, adesso devi trovarti un vestito per questo dannato appuntamento. Forse la camicetta bianca con quei pantaloni neri potrebbe andare? No, certo che no. Con quei vestiti mi scambierebbero per una nonnetta. Ho un bisogno di un consiglio!

Prendo il cellulare e guardo nella rubrica qualcuno che mi può aiutare.

Mia madre non se ne parla troppo..

Jessica... wow non sapevo neanche di avere il suo numero. Comunque non si sa vestire e quindi è inutile.

Alice si intende di moda. Sto per digitare il suo numero, ma mi blocco. Se poi accanto a lei c'è Edward? E se lui scopre che sono entrata nel panico solo perché non so come vestirmi? Mi prenderebbe in giro per tutta la mia vita.

Angela! Angela è l'unica che può darmi una mano.

<< Ciao Bella! Come va? >>

<< Ciao Angela! Tutto bene >> silenzio. Ok, ormai l'hai chiamata quindi fatti coraggio << in realtà no >>

<< cos'è successo? Ti senti male? Vuoi che venga da te? Oggi eri troppo pallida a scuola. >>

Mi sento commossa dalla preoccupazione di Angela nei miei confronti. Non mi stancherò mai di ripetere che sono fortunata nell'avere delle amiche così.

<< tranquilla. In realtà ho un appuntamento... >>

<< UN APPUNTAMENTO? >>Angela urla dalla gioia, rompendomi il timpano dell'orecchio << scommetto con quel fico di Edward >>

<< sì >> sospiro. << ho un bisogno di un consiglio. Non so cosa mettermi. Forse dovrei annullare il nostro appuntamento. Ti rendi condo che non ho nulla di decente da indossare? Sono un disastro. Adesso è meglio che lo chiamo per dirgli... >>

<< non osare chiamarlo per annullare il vostro appuntamento. Tranquilla. Fai dei forti respiri >> seguo l'ordine, ma è tutto inutile. Mi sento così ridicola. Infondo è solo uno stupido appuntamento. Neanche quando io ed Edward ci dovevamo incontrare per fare la nostra “ attività fisica “ sono entrata in panico.

<< allora dove dovete andare? >>

<< al cinema >>

<< bene. Quindi niente di eccessivamente elegante. Aspetta un secondo >> sento degli strani rumori dall'altra parte del telefono come se stesse smontando qualcosa << bene. Fra cinque minuti sono da te. Porto qualcosa che ti starà di certo bene >>

<< Angela, non voglio disturbarti così tanto... >>

<< macché disturbo. >> la sento ridere << hai del trucco vero? >>

<< eh... >> non lo so. Credo di aver del rossetto da qualche parte.

<< Bella, sei un disastro >> e scoppiamo a ridere entrambi << ti porto i miei trucchi, ma da domani facciamo shopping >>

<< Va bene! >>

 

* *** *

 

Mi guardo allo specchio a bocca aperta, mentre Angela sorride soddisfatta del capolavoro che ha realizzato.

Faccio una piccola giravolta per ammirarmi. Indosso semplicemente una minigonna a pieghe e una maglietta molto aderente delle stesso colore delle ballerine viola che mi coprono i piedi. Un lieve trucco al viso e i capelli sciolti, lisciati con la piastra.

<< stai benissimo! >>

<< io, non so c... come ringraziarti >>

<< finiscila. Per tutte le volte che sono io entrata nel panico e tu sei corsa da me >> mi abbraccia << però devi stare tranquilla >>

<< ma la gonna non è troppo mini? >> osservo le mie gambe che mi sembrano due stecchini.

<< dai, mica ti puoi vestire come una suora >> scuote la testa divertita << scommetto che Edward appena ti vede ti salta addosso >>

<< magari >> sospiro, sognante. Ormai so quanto Edward è testardo, anche più di me, e se ha detto che non verrà a letto con me fino a quando non gli dirò che lo amo sono sicura che posso pure farmi trovare nuda nel suo letto e non succederebbe nulla.

<< adesso io vado. >> prende i suoi trucchi che aveva lasciato e li mette nella sua beauty << mi raccomando. Appena torni a casa devi subito chiamarmi e raccontarmi TUTTO! >>

<< o... ok >> le sorrido.

<< bene. Allora bocca a lupo >>

<< crepi >> la riabbraccio di nuovo.

Accompagno alla porta Angela cercando di mantenere il sorriso, ma appena se ne va mi lascio cadere per terra.

Andrà malissimo!

Cadrò, anche se porto le ballerine e mi romperò qualcosa.

Oppure potrei dire qualcosa di stupido. O ancora, durante il film mi addormenterò e russerò!

Mi alzo e vado a sedermi sul divano. Manca ancora mezz'ora prima del suo arrivo. Potrei chiamarlo e dirgli che ho l'influenza. Scuoto subito la testa. Potrebbe venire qui a vedere come sto.

Mi porto le ginocchia sul petto, appoggiando la testa sulle gambe.

Ma la cosa peggiore che potrebbe capitarmi è scoprire che Edward si sta prendendo gioco da me. Dai lui è mister le scopo tutte io, detentore del record più orgasmi multipli dati ad una donna. Però devo ammettere che in tutti questi mesi che è stato a Forks non ha mai dato corda a Tanya e alle altre ochette. È sempre sembrato interessato solo a me. L'ho visto con una donna,Victoria, solamente qualche giorno fa però mi ha detto che non è successo nulla fra loro due.

Fidarsi o non fidarsi, questo è il problema.

Din Don!

Merda! È già arrivato ed io ancora non ho deciso se voglio uscire con lui oppure no. Vi prego alieni se esistete rapitemi proprio in questo momento.

Smettila Isabella. Adesso ti alzi e vai ad aprire la porta.

Cammino lentamente, cercando di prendermi il comando del mio corpo che non fa altro che tremare.

Apro la porta e subito rimango abbagliata dal suo sorriso. Bene, iniziamo proprio bene.

<< credevo che non venivi più ad aprirmi >>

<< eh... >> ti prego, non mi guardare in quel modo. Invece gli occhi di Edward mi scrutano con attenzione quasi maniacale, come se volesse registrare ogni mia caratteristica. Il suo sguardo indugia soprattutto sulle mie gambe prima di ritornare, leggermente imbarazzato, a guardare il mio viso.

<< sei bellissima >>

<< g.. grazie >> mi gratto la guancia, cercando di riordinare i pensieri. Alieni siete ancora in tempo. Prometto che vi farò da cavia spontaneamente. << bé anche tu stai bene >>

<< grazie >> ridacchia divertito. << possiamo andare? >>

Annuisco con la testa e lui continuando a sorridermi mi prende per mano. Subito sento di nuovo quell'elettricità che i nostri corpi producono quando stiamo insieme. Parte dal contatto delle nostri mani e si concentra nel mio basso ventre. Lo voglio adesso, ora, subito. Se no al cinema io questo qua lo stupro.

<< potremmo vederci una commedia che te ne pare? >>

Commedia? Sospiro. Per fortuna ha capito che non voglio vedere nessuna storia sdolcinata e romantica. Un punto a tuo favore, Edward.

Vediamo però come te la cavi se ti faccio questa proposta.

<< non possiamo vederci un film.... >>

 

Pov Edward

 

La osservo seduta accanto a me beandomi a pieni polmoni del suo odore né eccessivamente dolce, ma neanche aspro. La osservo, mentre lei tiene lo sguardo basso e gioca con le sue mani piccole. Le vorrei prendere e baciarle, portare le sue dita sulle mie labbra e succhiarla una per una. Mordicchiare il suo polso. E poi mi piacerebbe poter accarezzare le sue gambe e andare sempre più su... stringo le mani a pugno e distolgo per qualche secondo lo sguardo da lei.

È così strana vederla in imbarazzo e rimango davvero sorpreso quando la vedo arrossire per un mio complimento.

Però questo silenzio mi sta iniziando a darmi sui nervi. Voglio ascoltare la sua voce e voglio di nuovo vedere quella scintilla di sfida nei suoi stupendi occhi.

<< allora Bella, non credevo che ti piacevano i film horror >> mi sistemo meglio sulla poltroncina del cinema in modo da poter guardare la mia Bella con attenzione: non voglio perdermi niente di lei.

Alza lo sguardo sorridendomi lievemente

<< bé sé è troppo per te... >>

Ecco che sta ritornando la mia tigre.

<< se ti fa sentire meglio Edward, ti proteggo io dai mostri cattivi >> lo sguardo si accende di sfida ed io ovviamente l'accetto.

<< davvero? Oh mio dolce eroe. Sono in buone mani >>

<< in ottime mani >> mi sorride in modo malizioso.

<< allora posso stare tranquillo >>

<< mmm >> scuote la testa << no, non sei per niente al sicuro >>

Tossisco, mentre le sue labbra si avvicinano al mio orecchio

<< preparati ad un mio attacco >>

Un suo attacco? Bene, Edward, mi sa che questo film sarà molto più lungo del provvisto.

 

* *** *

 

Cerco di seguire la trama del film, di tenere i miei occhi fissi sullo scherma, ma la mia attenzione dura pochi secondi che subito mi ritrovo a guardare Bella. Da quando si sono spente le luci che ho il forte desiderio di baciarla per tutta la durata del film. E poi so che non mi fermerò di certo a solo dei semplici baci, no andrei avanti e sono sicuro che neanche Bella mi dirà di smetterla.

Sospiro. No mi comporterò come un gentiluomo. Deve iniziare a mettere ordine alla sua vita, capire cosa vuole e che cosa non vuole. E naturalmente prendere coscienza dei sentimenti che prova per me.

Io, ormai, sono sicuro di quello che provo per lei. Certo desidero il suo corpo e mi costa tanto rifiutarla, però vorrei qualcosa di più di una semplice scopata. So che quello che c'è fra noi non è solo sesso. Speriamo che lo capisca anche lei.

Sbadiglio, annoiato da questo cavolo di film.

Ad un tratto sento Bella trattenere una risata ed incuriosito mi rivolgo a lei

<< che c'è? >>

<< questo film è troppo stupido >> scuote la testa << ma si vede che il sangue è finto >> ridacchiamo tutte e due.

<< guarda lo zombie, adesso gli stacca il braccio >>

<< la mano ancora si muove >>

Ridiamo un pochino più forte del dovuto ed un gruppo di ragazzi davanti a noi, si gira, guardandoci incuriositi.

Appena si rigirano scoppiamo di nuovo a ridere, coprendoci la bocca con la mano.

Continuiamo in questo modo per un bel po' di tempo, prendendo in giro tutti i personaggi nessuno escluso.

Ecco, finalmente, è ritornata la Bella che mi fa impazzire.

Adesso si è rilassata, anzi si è addirittura avvicinata a me per parlare. Lentamente porto il mio braccio sulle sue spalle e Bella di scatto alza lo sguardo su di me incuriosita. Poi lasciandomi di sasso appoggia la sua guancia sul mio petto e socchiude gli occhi.

La stringo più forte a me e non so che cosa fare, mi venderei anche l'anima al diavolo, perché quest'istante non finisse mai.

Per sempre tra le mie braccia, ecco dove Bella dovrebbe stare.

Sfortunatamente questo momento dura poco. Ad un tratto sento le mani di Bella che con sicurezza iniziano a scendere un pochino troppo giù.

<< Edward, la casa è ancora vuota >>

Ecco che Bella è diventata la mia micetta.

<< no, dobbiamo finire di vedere il film >>

<< ma è noiosissimo >>

<< lo hai scelto te >>

La sento sbuffare per poi mettere il suo adorabile broncio, incrociando anche le braccia al petto. Vederla in questo modo, eccita un bel po' delle mie fantasia. Faccio un lungo respiro cercando di calmarmi.

<< mi dispiace, ma fino a quando non dirai le magiche parole non faremo l'amore >>

<< ti odio >>

<< mi ami >>

<< no >>

<< sì, invece >>

<< sei un idiota >>

<< e tu sei bellissima >> ed ecco che le sue guance si tingono di quel delizioso rossore che mi fa direttamente impazzire e porta la mia eccitazione a livelli inauditi. Se fosse per me, farei l'amore con lei tutti i giorni, ogni attimo della mia vita...

<< uffa! Ma perché ti sei così tanto fissato con questa storia dell'amore. Perché dobbiamo dare per forza un nome a quello che ci lega >>

<< visto? Ammetti che c'è qualcosa fra noi >>

La sento sospirare e per un attimo i suoi occhi tornano allo scherma, prima di puntarli di nuovo nei miei.

<< io n... no... non lo so >> scuote la testa più volte e mi costa davvero tanto rimanere fermo a guardarla semplicemente, senza poterle dare un bacio su quelle labbra che mi stanno facendo morire. Ma ho bisogno che lei finalmente si apra con me. E non mi interessa se passeranno anche anni, seguirò il suo ritmo, pur di non perderla.

<< Edward, ci siamo divertiti in questi mesi. Perché non continuare in quel modo? >> deglutisco a vuoto più volte. << oppure è solo una scusa perché non mi desideri più? Forse ti stai prendendo gioco di me? >>

<< no, certo che no >> cerco di non alzare troppo la voce, consapevole di essere in un cinema, ma è difficile. Lei un gioco per me?!? Ma è impazzita! È di questo che ha paura, che io la stia prendendo in giro? Crede che io sia così bastardo? << Bella, ma sei stupida o altro? >> provo a trattenere la mia rabbia, anche se è difficile. << ma perché non apri i tuoi occhi e la smetti di difenderti da chiunque. Vuoi vedere quanto di desidero? >> la stringo più forte a me, e la vedo arrossire di colpo quando percepisce la mia eccitazione << se non ti prendo ora, qui, è solo perché voglio che tu metti in ordine i tuoi sentimenti... >>

<< io... >> abbassa lo sguardo, mortificata << m... mi disp... dispiace tanto. >>

Tutta la mia rabbia verso di lei sparisce di colpo per poi riversarsi con violenza verso di me. Sono un enorme idiota!

<< i... io te lo avevo detto ch... che non ero brava con i sentimenti. Te lo avevo detto che ci s... saremo fatti del male >> la sua voce tremante è come un pugno in pieno di viso: mi lascia stordito, senza fiato, con un dolore lancinante.

Più cerco di avvicinarmi a lei e più lei si allontana da me. Sono un vero e proprio fallito.

<< mi dispiace >> le prendo il viso tra le mani per alzarlo, in modo che mi guarda, che veda la sincerità riflessa nei miei occhi << solo che mi sono sentito offeso... tu per me non sei un gioco. Tu per me sei... >> l'amore della mia vita. Mi fermo giusto in tempo. So che ancora non è pronta a sentire uscire dalle mie labbra la parola amore. Avrebbe di certo una crisi di panico e scapperebbe via, urlando a squarciagola, da me ed addio qualsiasi possibilità << ...sei semplicemente tutto per me >>

Mi guarda per qualche secondo in silenzio. Poi ad un tratto spunta un sorriso ad illuminarle il viso e senza dirmi nulla torna dalle mia braccia.

Adesso finalmente capisco la frase che mi diceva sempre mia madre “a volte un gesto vale più di mille parole “

 

* *** *

<< ma dai, non ci posso credere! >> ride divertita ed io la osservo incantato. Mi piacerebbe che fosse sempre com'è in questo momento sorridente, con gli occhi che luccicano di gioia, le guance lievemente arrossate, tutto il suo corpo pieno di vita. È semplicemente bellissima. E non sono l'unico ad accorgersene. Ad esempio quel dannato cameriere che ogni volta che viene a romperci le scatole con “ volete che vi porto un'altra coca cola, signorina? “ mentre Bella risponde con un “ no, grazie”, io vorrei rispondergli “ se non la finisci subito, ti rompo la mandibola " E poi quel cavolo di camerino da strapazzo fissa con troppa insistenza le gambe della mia Isabella. In quei momenti mi vorrei lo vorrei prendere e farlo a mille pezzettini perché sta guardando la mia ragazza. Sono molto protettivo per le persone importanti della mia vita. Invece Bella non si accorge proprio di nulla dell'attenzione del cameriere.

<< e la cosa bella che Emmet continuava ad andare in giro con quello stupido foglio di carta incollato dietro >>

<< ma poverino. Glielo dovevi dire. Sei stato perfido >>

<< ma era troppo divertente >>

Dopo il cinema, abbiamo fatto una passeggiata per i negozi curioso di vedere quali sono i gusti di Bella. Voglio conoscere tutto di lei, ogni suo desiderio, ogni suo pensiero, ogni suo progetto. Sì, sta diventando una vera e propria ossessione.

In seguito alla passeggiata, sono riuscita a convincerla a mangiarsi una pizza. Ed eccoci qua a ridere e a scherzare!

<< allora miss Swan, finite le scuole superiore cosa vorrebbe fare? >>

<< andare all'università >>

<< e poi? >>le sorrido, rimanendo però concentrato ad ogni sua parola.

<< voglio diventare un medico >>

Medico? Non la vedo molto come medico.

Cerco di immaginarla con addosso un camice bianco che cura malati, ma la mia mente produce tutt'altro: io e lei rinchiusi nel suo studio, appoggiati sulla sua scrivania ed io che le strappo il camice da medico. No, pensiamo ad altro.

<< e tu, signor Cullen? Progetti per il futuro? >>

<< oltre a fare il giro dei giorni in ottanta giorni... >> rido, scuotendo la testa << non lo so >>

<< come non lo sai? Tra poco finiremo la scuola e tu ancora sei indeciso >>

<< è difficile la situazione >>

Percependo il mio nervosismo, cambia subito discorso ed io la ringrazio mentalmente. Né io né lei siamo ancora pronti per il mio passato. Io non sono ancora in grado di rivelarglielo, lei non è pronta a sentirlo.

Inizia, stupendomi davvero, a parlare di sua sorella di come era brava, bella, intelligente questa Rosalie. Noto dal suo tono di voce orgoglio per la sorella.

La sua voce si incrina quando mi racconta in che modo è morta. La sua macchina ha sbandato dal ponte ed è caduta nel mare. Il suo corpo non è stato mai ritrovato.

<< ti deve mancare molto, vero? >>

<< sì >> si porta un bicchiere di coca cola sulle labbra, senza però bere. .

Vorrei chiedergli qualcosa di più di sua sorella, però oggi abbiamo fatto così tanti passi in avanti che ho paura di dire una parola sbagliata distruggendo tutto quello che stiamo costruendo insieme.

<< uno dei tuoi ricordi più imbarazzanti? >> mi domanda lei.

<< quando ero piccolo, una mia amichetta si divertiva a vestirmi con abiti da donna >>

Mi guarda seria per qualche secondo, quasi sconvolta, per poi scoppiare a ridere ed anch'io non riesco a non sorridere. Chiudo per un attimo gli occhi gustandomi il suono delle sua voce, ma subito gli riapro per vedere il suo stupendo sorrido.

<< hai delle foto, vero? >>

<< credo di sì >> Nascoste per benino dagli occhi indiscreti di Emmet. Se le vedesse, mi prenderebbe in giro per il resto della mia vita.

<< allora me le dovrai far vedere >>

<< no, non se ne parla >> rispondo con finta rabbia.

<< ma dai, che male c'è? >> sbatte più volte le sue lunga ciglia e si porta una mano sul cuore << per favore >> le manca solamente l'aureola e potrebbe essere un angelo.

Oppure il mio demone personale.

<< forse... >>

<< grazie! >> esclama lei tutta felice.

<< adesso tocca a me! >> ho così tante domande da porle che non so da dove iniziare. << uno dei primi ricordi che hai >>

Stranamente il suo sorriso scompare ed io mi irrigidisco. Cazzo! Ecco che ho fatto il passo sbagliato.

<< se non vuoi rispondermi... >>

<< l'ospedale >>

Ospedale? Aspetto che continua, senza sapere come comportarmi, percependo i miei muscoli sempre più.

<< avevo più o meno cinque anni >> parla, tenendo lo sguardo fisso sulla tovaglia << i miei genitori mi hanno detto che eravamo andati a sciare e ho avuto un incidente. Sono stato in un ospedale un mesetto. Però non riesco a ricordare che cosa c'è stato prima nella mia vita, prima di quell'incidente. >> scuote la testa una volta sola << i medici hanno detto a causa di un trauma... ma sto bene. >> mi sorride.

<< Bella >> allungo la mia mano verso il suo volto accarezzandolo con dolcezza, mentre lei si lascia andare alla mia carezza.

<< sto bene >> un lieve sorriso si dipinge sulle sue labbra.

Come vorrei poter eliminare tutto il dolore che vedo nei suoi occhi. Avere una speciale gomma che possa cancellare tutte le sue sofferenze per lasciare un foglio bianco nel quale posso riempirlo di mille colori.

Ma te lo giuro, riuscirò a renderti felice.

<< eh, Edward? >> muove una mano davanti ai miei occhi, preoccupata, ed io subito lascio quei pensieri in un angolo della mente per dedicarmi a Bella.

<< allora dove vuoi andare adesso, bamboletta? >>

<< b'è... >> la vedo mordicchiarsi le labbra in imbarazzo << non ti dispiace riaccompagnarmi a casa, v... vero? Domani abbiamo la scuola... >>

<< eh, non ti preoccupare. >> le prendo una mano tra le mie << tranquilla. >> inizio a sfiorarle il dorso della mano compiendo dei cerchi immaginari e la vedo lentamente rilassarsi. << andiamo? >>

<< s... sì >>

Ed è bellissimo, quando ci alziamo, ed è lei questa volta a cercare la mia mano ed uscire così dal ristorante mano nella mano.

 

* *** *

Parcheggio la macchina davanti al viale della casa Swan e rimango davvero sorpreso quando vedo che è tutto buio e l'auto di Charlie non c'è.

Sono passate da poco le ventitré. È da questa mattina che non vedono Bella, non l'hanno mai chiamata neanche per chiederle come sta. È vero anche che Bella non è una bambina, però...

Scendo dall'auto e vado subito ad aprire la portiera dal lato di Bella, aiutandola poi a scendere.

<< grazie >> mormora tenendo lo sguardo basso, fissando le nostre mani unite.

L'accompagno fino davanti al portone per poi rimanere lì fermi senza sapere bene cosa fare.

Però non avverto nell'aria tensione o imbarazzo, ma solamente una strana quiete. Potrei rimanere tutta la notte qui in piedi con Bella e so che non mi stancherei.

Con la mano libera accarezzo la sua guancia scendendo fino al collo. Appena la mia pelle sfiora la sua sento di nuovo quella scossa di eccitazione percuotere tutto il mio corpo.

Com'è è possibile desiderare una persona fino a questo punto?

Neanche con Kate, la mia ex con la quale ho scoperto le meraviglie del sesso, ho provato una tale passione.

<< forse è meglio che vada... >> lentamente stacco la mia mano tra la sua.

<< sei sicuro che non vuoi entrare? >>

Scuoto la testa poiché le parole non vogliono uscire.

So che se entro in casa con lei ci ritroveremmo a fare l'amore per tutta la notte, in ogni punto della stanza, in tutte le posizioni che conosco.

<< allora buonanotte, bamboletta >> le bacio il collo assaporando il sapore della sua pelle, poi inizio a salire più su, mentre lei inizia a tramare e di certo non per il freddo.

Le mordo con delicatezza il mento e lei dischiude le sue labbra così invitanti. Ma non la bacio.

<< ti vengo a prendere anche domani per andare a scuola. Fatti trovare pronta >> con fatica mi allontano da Bella che mi guarda dispiaciuta.

Sento i suoi occhi trafiggermi la schiena, mentre mi dirigo nella mia auto.

Mi costa così tanto dirle di no, ma non posso abbandonarmi alla passione fino a quando lei non smetterà di lottare contro se stessa e contro di me.

<< Edward! >> mi urla lei, bloccandomi << muovi subito il tuo bel sederino e vieni qui a baciarmi. Immediatamente! >>

Mi metto a ridere, ma subito mi ritrovo a baciarla, stringendola al mio corpo, accarezzandole le gambe coperte da delle leggere calze scure.

Ma non andiamo oltre, passiamo solo un bel po' di tempo a baciarci e a coccolarci.

Ormai ne sono certo. Quello che ci lega non può essere altro che amore e lo sa anche lei.

 

ANGOLO AUTRICE

Dai, Edward è così dolce!!!! Forse un po' troppo, ma per una volta voglio essere completamente romantica. Dopo tutto quello che sta succedendo, credo che abbiamo il diritto di poterci per un attimo staccarci dalla realtà, no? Per questo questa storia avrà molto probabilmente un lieto fine.

In questo capy abbiamo scoperto il nome della sorella di Bella, Rosalie, e com'è morta. Ma ci sono ancora molti misteri da scoprire, anche relativi ad Eddy. Secondo voi perché se né è andato da Chicago? Dai su, abbiano inizio le ipotesi.

Un bacione enorme a tutti voi!!!!

Bellina.

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


 

Salve a tutti!!!

All'inizio questo capy non ci doveva stare, ma poi oggi non ho resistito è l'ho scritto tutto in un fiato. Godetevelo perché questo sarà l'ultimo capitolo “ tranquillo” anche se verso la fine si animerà con l'intervento di due nuovi e importanti personaggi. Però vi tranquillizzo subito. Si scoprirà gia dal capitolo 15 chi sono e cosa vogliono.

Infatti già dal prossimo capy un bel po' di misteri verranno svelati. Su un po' di pazienza. Vi lascio al capitolo.

 

BUONA LETTURA!

 

 

14 Capitolo

 

Pov Bella

 

Stringo più forte la mia mia mano in quella di Edward, mentre camminiamo per le vie affollate del mercato dove si sta tenendo la fiera di primavera. Mamma mia quanta gente! Non credevo che a Forks vivessero così tante persone.

<< guarda che carini! >> esclamo estasiata fermandomi davanti ad un recinto dove vi sono dei cuccioli di cane, una mucca e due pecorelle. << sono così teneri >>

Edward ridacchia divertito

<< sì, è vero >>

Delicatamente accarezzo il pelo del volpino bianco, rimanendo sorpresa di quanto fosse morbido.

<< ti piacciono proprio gli animali? >> mi chiese Edward come al solito curioso di sapere tutto di me. A volte credo di annoiarlo con i miei lunghi discorsi, ma invece sembra sempre così interessato a me. Una volta gli ho chiesto “ ma sei sicuro che non ti annoi? “ e lui mi rispose, sorridendomi con dolcezza “ perché mi dovrei annoiare? Stai parlando della tua vita ed è una cosa assai importante. “* Mi aveva guardo con il suo sguardo così attento, così espressivo, quello sguardo che riuscirebbe a sciogliere anche il ghiaccio, quello sguardo che sta sempre di più conquistandomi.

<< mi sarebbe sempre piaciuto avere un animale da accudire, da coccolare. Un cagnolino. >> sorrido << mio padre era d'accordo. Me l'avrebbe voluto comprare, diceva che in questo modo sarei potuta diventare più responsabile. Invece mia madre odia qualsiasi tipo di animale. Dice che sporcano, mangiano tutto quello che trovano, mordono, fanno rumore, lasciano peli sporchi... >>

<< bé lo sai che ti dico? >> gli occhi di Edward si illuminarono, facendo perdere qualche battito al mio cuore << quando avremmo una casa tutta nostra potrai avere tutti gli animali che vuoi >>

<< EDWARD! >> arrossisco di colpo. Ecco, a volte esce fuori con queste frasi che mi imbarazzano tantissimo. Alcune persone si girano a guardarci incuriositi, mentre l'Idiota qui accanto a me ride come un matto. Appena ci siamo allontanati un pochino da lì, riprendiamo il nostro discorso << sei così certo che mi sposerò con te >>

<< ovvio. Siamo nati per stare insieme. Quand'è che lo capirai? >>

<< smettila di dire questa cavolate >> faccio qualche passo in avanti, ma lui mi blocca prendendomi per la vita.

<< Bella, te lo prometto. Con me avrai sempre tutto quel che desidero >> mi da un bacio sulla guancia << adesso non posso comprarti un animale. Non vorrei che litigassi per colpa mia con tua madre, anzi dovrei iniziarla a chiamare suocera. Però posso provare a vincere quel coniglietto di pezza >>

Indica con la testa una bancarella dove vi sono alcuni ragazzi che cercano, sparando con un fucile a giocattolo, di far cadere alcuni barattoli per terra.

<< non ce la farai? >>

<< mi stai sfidando bamboletta? >> mi sorride, i suoi occhi si illuminano di entusiasmo. << ed io accetto sempre le sfide >>

Con un colpo solo fa cadere tutti i barattoli disposti a piramide sotto il mio sguardo meravigliato.

<< che mira! >> osservo prima Edward e poi i barattoli per terra. << potresti diventare un ottimo poliziotto >>

Lo vedo per un attimo nei suoi occhi una strana luce di tristezza, il suo sorriso mi appare spento. Sto per chiedergli che cos'ha, ma il proprietario della bancarella esclama ridendo

<< finalmente abbiamo un vincitore! >>

<< eh, voglio provare anch'io >> prendo dalle mani di Edward il fucile e lo punto ad un'altra piramide di barattoli. Spero in questo modo di fargli ritornare il sorriso, aspettando il momento opportuno per chiedergli delle spiegazioni

<< Bella, aspetta. Non si tiene così >> si posiziona dietro di me. Una mano l'adagia sulla mia vita, portando la mia schiena ad aderire sul suo petto, l'altra si muove dalla mia spalla, lungo tutto il mio braccio, bloccandosi poi sulla mia mano che regge il fucile. << adesso prendi la mira... >> La sua voce, il suo respiro, il suo calore mi provocano mille brividi sul mio corpo.

Sta giocando sporco. Bene, allora anch'io gli faccio vedere chi sono.

<< così? >> mi stringo ancora di più a lui ed un lieve gemito esce dalle mie labbra , quando mi accorgo che è eccitato quanto me. Edward questa volta ti farò cedere.

<< b... bene >> la sua voce è roca. << adesso mira e spara >>

Obbedisco. Quando vedo due barattoli cadere, euforica abbraccio Edward che subito mi stringe a lui.

<< hai visto che ho fatto centro >>

<< bravissima >>

<< bene. Adesso voglio provare da sola! >> ridendo, punto un'altra volta il fucile. Non credevo di avere un'ottima mira!

Sfortunatamente il proiettile di plastica colpisce il palloncino di un povero bambino che subito si mette a piangere.

<< ops >> no, ho una pessima mira.

 

* *** *

<< la vuoi smettere? >> incrocio le braccia sul petto, mentre Edward ride ancora come un matto per il piccolo incidente di prima.

<< per me il piccoletto non andrà mai più a nessuna fiera. Lo hai traumatizzato a vita >>

<< alla fine gli ho comprato tutti i palloncini di quella bancarella. Quindi non ha nulla da lamentarsi >>

<< sei pericolosa. Ti dovrei denunciare per tentato omicidio. >>

<< Ti avverto che se continui così, farai la fine di quel povero palloncino. >>

Mi guarda serio per qualche secondo, ma poi scoppia di nuovo a ridere. Se continua a ridere così forte si sentirà male. Ed io potrei diventare la sua infermiera personale, coccolandolo per tutto il tempo.

<< Uffa! Guarda vado a prendere di nuovo quel fucile e ti colpisco >>

Il respiro mi muore in gola, quando i suoi occhi smeraldini si specchiano nei miei incatenandomi a lui. Prende una mia mano che era appoggiata sul tavolino del bar e se la porta vicino alla sua bocca, senza però baciarla << ma tu già mi hai colpito... >> le sue labbra sfiorano il dorso della mia mano lentamente << ...un colpo dritto al cuore >>

Sto per baciarlo, il mio corpo si è staccato dalla mia mente. Non mi interessa se sto in un bar, se qualcuno che conosco potrebbe vedermi, mentre syo violentando Edward. Lo voglio. E anche lui mi vuole.

Ma come al solito Edward non riesce a stare zitto

<< e per fortuna hai colpito il cuore. Con la mira che ti ritrovi, rischiavo di avere un polmone bucato >>

<< sei odioso >> stacco le mie mani dal contatto con la sua pelle ed abbasso lo sguardo fissando il gelato che ho ordinato.

<< eccovi qua! Finalmente abbiamo trovato la coppietta innamorata e felice >> saltellando tutta contenta, entra Alice nel bar seguita da Jasper che porta sulle spalle una pesante chitarra.

<< Ciao Alice. Ciao Jasper. Come va? >>

<< tutto bene, Bella. Il vestito che abbiamo comprato insieme ti dona tantissimo >>

Alla fine ho trovato il coraggio di fare un'altra sessione di shopping con Alice, durante la quale mi ha fatto comprare un sacco di vestiti, scarpe, trucchi, accessori. Ho riempito tutti i miei armadi di roba.

<< eh, cuginetto. Cosa te ne pare del vestito di Bella? >> Alice sorride con malizia Edward e ricevendo da me un occhiataccia. È la solita!

<< è semplicemente stupenda... >> mi sorride, Edward <<... come sempre >>

Tossisco imbarazzata ed Alice ed Edward si mettono a ridere, mentre Jasper scuote la testa anche lui divertito.

Forse è meglio che cambiamo discorso.

<< eh, Jasper come mai hai portato la chitarra? >>

<< oggi la mia benda teniamo un piccolo concerto per la fiera. >>

Allora è davvero bravo!

<< Bella naturalmente ci devi essere >> dice Alice entusiasta, con gli occhi che le brillano di luce << non gli hai mai ascoltato, vero? Rimarrai a bocca aperta >>

<< stai esagerando, scimmietta >> Osservo Alice e Jasper e vedo che il loro legame è molto forte, i loro occhi esprimono solo un grande amore. Scommetto che tra poco ci sarà il loro matrimonio.

Ad un tratto sento il mio cellulare squillare e rimango all'inizio disorientata poiché a cercarmi è Mike. Poi mi ricordo che mi aveva chiesto se lo aiutavo a scegliere un regalo per Jessica. Tra qualche giorno sarà il compleanno di lei. Finalmente ha aperto gli occhi, quel ragazzo.

<< Ciao Mike! >>

Al sentire quel nome, vedo apparire sul volto di Edward rabbia. Meglio che mi allontano un attimo, prima che si trasforma diventando l'incredibile Hulk e spacca ogni cosa.

<< Bella, ho bisogno del tuo aiuto >>

<< non ti preoccupare >> mi alzo dal tavolo, chiedo scusa a tutta la compagnia, in particolare ad Edward, ed esco un attimo fuori.

Mi sono messa in testa di far mettere insieme Mike e Jessica, così tutte e due smetteranno di rompermi le scatole. Ed inoltre, gli vedo così bene insieme. In questo periodo sono così felice, che voglio che anche le altre persone siano felici.

<< allora dimmi Mike >> mi siedo su una panchina, davanti proprio al bar.

<< sono così indeciso. Voglio regalare a Jessica qualcosa di bello. Ma non ho idee >>

Cerco di pensare anch'io, ma rimango davvero sorpresa rendendomi conto che alla fine non conosco così bene Jessica. Provo un po' di dispiacere. Ci conosciamo dal primo anno delle superiori, ma non ho mai cercato di aumentare il nostro rapporto, troppo presa dallo studio. Chissà quante altre cose mi sono persa.

<< un profumo? >> Mi ricordo che una volta sono stata a casa sua ed il suo bagno era pieno di cosmetici.

<< oppure? >>

Mi mordo le labbra in tensione. Tra poco mi strapperò i capelli dall'ansia.

<< delle piante? >> ma subito me ne pento. Le farebbe subito morire. Bella concentrati.

Ad un tratto, si illumina una lampada nella mia testa

<< ma perché non ci ho pensato prima? Invitala ad una cena romantica, però in un posto carino, mi raccomando. E compragli delle rose rosse >>

<< si, dai potrebbe andare >>

<< fidati, la renderai felicissima >>

Jessica ha sempre desiderato avere un appuntamento con suo Mike. Me lo ripeteva ogni giorno, ogni volta che ci incontravamo.

<< ok. Grazie. >>

<< di niente ciao >>

<< ciao >>

Riattacco subito prima che mi potesse chiedere anche quale ristorante portare Jess. Socchiudo gli occhi, gustandomi la brezza che mi scompiglia i capelli per poi alzandomi per riandare di nuovo dal mio Edward. Sorrido. Il mio Edward. Suona bene.

<< oggi è il mio giorno fortunato >>

Mi alzo di scatto spaventata, trovandomi davanti un ragazzo che mi fissa con uno strano sorriso sulle labbra. Lo osservo. Cerco di capire se lo conosco. Alto. Pelle abbronzata. Occhi scuri. Capelli dorati, che gli arrivano quasi alle spalle. Vestito con giacca e cravatta, eccessivamente elegante per una semplice fiera. Non lo conosco. E non mi piace per niente.

Faccio per andarmene, ma lui mi trattiene per un braccio.

<< ma come si permette! >> esclamo indignata.

Che cosa diamine vuoi? Adesso lo uccido se non mi lascia subito.

<< stai tranquilla >>

<< mi scusi, ma non la conosco >>

<< come puoi non conoscermi? >> ride con cattiveria.

<< no, non la conosco. Adesso devo andare >>

<< guardami bene, Isabella. >>

Come fa a conoscere il mio nome? Inizio ad avere paura. Mi preparo a trattenere tutto il fiato possibile per urlare.

Lo osservo con attenzione, sento un brivido percuotermi tutta, quando i miei occhi si incontrano con i suoi. Sono neri come una notte priva di stelle. Ed io gli ho già visti da qualche altra parte. Ma dove?

<< è un vero peccato... >> sorride con cattiveria << comunque mi chiamo Simon >>

E tanto piacere.

Il suo nome non mi ricorda nulla.

<< lasciami subito o te ne pentirai >>

<< che paura >> si avvicina pericolosamente a me, mentre io mi preparo a dargli il mio famigerato calcio in mezzo alle sue gambe.

<< che sta succedendo qua? Problemi? >>

Subito la mano di Simon si stacca da me e fa qualche passo indietro come spaventato dal nuovo arrivato, un ragazzo dal viso giovanile, dai capelli pieni di ricci, muscoloso più di Emmet

<< nulla. Stai tranquillo >>

<< allora sparisci >>

Guardo prima Simon e poi il ricciolito, spaventata. Sento il mio respiro agitato, la testa che mi gira vorticosamente. Ma chi sono? Cosa vogliono da me? Me ne voglio andare via, subito.

<< Bella! >>

Tiro un sospiro di sollievo, quando Edward mi abbraccia per la vita, accarezzandomi i capelli per rassicurarmi << tutto bene? Sei così pallida? >>

<< s... sì, tutto apposto >> cerco di prendere il controllo del mio corpo che trema, senza sapere il perché. Ho paura. Ho tanta paura.

Edward mi tiene per mano e poi guarda con attenzione sia Simon sia l'altro sconosciuto, in particolare quest'ultimo. Avverto nell'aria una grande tensione come se tra poco sta per esplodere una bomba.

<< scusatemi. Mi sembrava di conoscere la fanciulla >> Simon si rivolge completamente a me << spero che mi perdoni, Isabella anzi Bella >>

Ridendo si allontana e lo osservo fino a quando la sua figura non scompare dalla mia visuale.

<< vuoi un bicchiere d'acqua? >> mi domanda Edward, osservandomi preoccupato.

<< falla sedere sulla panchina >> dice lo sconosciuto << credo che stia per svenire >>

<< ho detto che sto bene. >> il mio respiro comincia a ritornare come prima, percepisco di nuovo il sangue scorrere di nuovo nel mio corpo, dandomi un po' di calore. Infondo è successo solamente che uno sconosciuto si è avvicinato a me, ha preso un po' di troppe confidenze, ma per fortuna si è risolto subito la situazione. In realtà ciò che mi spaventa di più è che lui conosceva il mio nome. Potrebbe avermi spiato. Ed i suoi occhi. Io quelli gli ho visti già da qualche parte.

<< Bella, tranquilla >> Edward si inchina davanti a me, prendendo le mie mani fredde tra le sue << nessuno ti farà del male. Guardami. >>

Tutta questa sua preoccupazione eccessiva verso di me mi sta facendo innervosire.

Alzo il mio viso verso il suo e tutta la mia rabbia scompare, perdendomi in quelle pozze di smeraldo fuso.

<< ricordati quello che ti sto per dire, io ti proteggerò da qualsiasi cosa... >> stringe con forza le mie mani alle sue << …a costo anche della mia vita. >>

Da che cosa mi deve proteggere? Mi sta iniziando a farmi innervosire tutta la sua preoccupazione verso di me, come se io fossi una bambola di porcellana. Da chi cazzo mi devi difendere, l'incredibile Edward? Da chi?

Vorrei chiederglielo, ma la mia mente si rifiuta di voler sentire la risposta, come se il mio subconscio sa che è qualcosa di terribile.

<< Edward... >>

<< sì, bamboletta? >>

Mi mordo le labbra, per non urlare contro di lui. Non se lo merita.

<< mi potresti riaccompagnare a casa? >>

<< certo! Tutto ciò che desideri principessa >>

<< grazie Edward... >>

Ho bisogno di pensare quello che è successo oggi, di riordinare i miei pensieri caotici, senza senso.

Simon. È questa la parola chiave. Simon, ho il brutto presentimento che presto diventerà il mio incubo.

 

Pov personaggio x

 

Cazzo! Quel bastardo ha già fatto la prima mossa. Come ho potuto essere così stupida? Dovevo aspettarmi una sua entrata, ma non credevo in questo modo, ora. Butto il tramezzino nel cestino, colpita dal senso di nausea mischiato alla rabbia.

<< eh, tutto bene? >>

<< sì, adesso mi passa >> gli sorrido, commossa di tutte le sue attenzione << grazie Peter >>

<< di niente, piccola >> mi sorride, illuminando il suo volto giovanile.

<< grazie anche di aver protetto Bella. >>

<< finiscila. Lo sai che dopo tutti questi anni farei qualsiasi cosa sia per te sia per Bella >> mi prende per la vita, aiutandomi a sedere su una panchina. << Sei eccessivamente pallida e debole. Forse dovresti andare da un …. >>

<< NO! Non posso allontanarmi da Bella >> scuoto la testa << adesso che Simon l'ha trovata, siamo in grossi guai >>

Se non fossi in queste condizioni, avrei inseguito quel bastardo per poi ucciderlo il prima possibile. Lo odio con tutta me stessa. Solo il suo nome mi fa pensare a tutto il male che Simon insieme a suo padre ha fatto a me, al mio compagno, alla mia famiglia, alla mia Bella. Provoca in me una rabbia che riuscirei a distruggere qualsiasi cosa davanti a me. Attila, al confronto di me, non è nulla.

<< io troverò il modo per distruggere Simon. Ha rovinato la mia vita, tutta la mia esistenza. A causa sua ho perso Stefan, l'uomo della mia vita... >> sento le lacrime pronte a scorrere sul mio volto, ma le trattengo. Odio piangere. Odio farmi vedere debole. << no, non mi arrenderò per nessun motivo, anche se ciò potrebbe portarmi alla morte. >>

Tiro fuori il telefono e cerco il numero di Renéé. Deve sapere che sono ritornata a Forks e quali sono i miei piani.

<< si, pronto? >>

<< sono io >>

<< ah, sei tor... tornata? >>

<< sono venuta a prendere Bella >>

<< no, tu non puoi portarmela via. Tu non hai nessun diritto... >>

Riattacco subito, non volendola ascoltare.

Peter scoppia a ridere e si porta una mano sui capelli scompigliando ancora di più i suoi riccioli.

<< bene, questa volta Simon non ha nessuna possibilità di scamparla >>

Lo spero, davvero

 

ANGOLO AUTRICE

Se avete delle ipotesi su chi è il personaggio misterioso, questa è l'ultima volta che potete dirle perché nel prossimo capy il mistero verrà svelato. Così potete vedere se avete vinto oppure no.

Per quanto riguarda Simon e il riccioluto si scoprirà già nel prossimo capy chi sono. Quindi tranquilli e abbiate fiducia in me.

Nel prossimo capitolo si entrerà nel vivo della storia e ci saranno notevoli svolte.

Un bacione grandissimo a tutti voi.

Bellina

 

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


 

Ciao a tutti! Sono riuscita ad aggiornare davvero molto presto. Voglio un applauso per questoxD

Comunque questo è il famosissimo capitolo delle SVOLTE!!!! In realtà non mi convince per niente, l'ho riscritto non so quante volte ma nessuno di questa mi piaceva. Sento che manca qualcosa... Inoltre ho lasciato vagare un po' troppo la mia mente, come capirete anche voi mentre leggete. Ok, ho capito. Vi lascio al capitolo.

 

BUONA LETTURA!

 

 

15 Capitolo

 

Rileggo per la millesima volta il paragrafo di chimica, ma subito il mio sguardo cade sul telefonino. Ancora nessuna sua chiamata.

Quanto mi manca Edward! È solo un giorno che non ci siamo visti, eppure mi sembrano anni. Mi manca da morire.

È più di un mese che ci stiamo frequentando, vedendoci quasi ogni giorno: una volta siamo andati a cena fuori, un'altra volta siamo andati ad un museo, un 'altra ancora abbiamo fatto una passeggiata, un pomeriggio abbiamo studiato insieme e tutte le volte Edward è stato semplicemente perfetto. In questi giorni mi ha coccolato, viziato, amato in tutte le maniere possibili. L'unica cosa che manca del nostro rapporto è il sesso. Ho cercato in tutti i modi per farlo cedere, ma nulla. Solo una volta si è lasciato quasi andare.

Eravamo in camera sua a studiare e soprattutto a baciarci. Non so come ci ritrovammo sul suo letto, io sopra di lui. Ci togliamo i vestiti desiderosi di rimanere nudi, pelle contro pelle.

<< non sai quanto ti voglio, Edward >> stavo per togliere i jeans, quando mi ritrovai io sotto di lui, le sue labbra incollate nelle mie, le sue mani strinsero le mie per poi portarle sopra la mia testa.

<< Bella, no... >>

<< pe... perché? >>

<< lo sai il perché >> anche se le sue parole mi dicevano di no, il suo corpo urlava di sì.

<< ti prego. >>

<< no, amore mio >> continuò ad accarezzare il mio corpo.

Amore mio. Quando mi disse quelle parole percepì, per la prima volta, nel mio corpo un calore, una gioia che si irradiava dal mio cuore che mi lasciava senza fiato, bene con me stessa.

Avrei voluto dirgli “sì, amore mio”, ma la paura mi bloccò le parole, non vollero uscire dalla mia bocca, ma rimasero conficcate nel mio cuore.

Allora lo abbracciai forte a me, facendogli appoggiare la sua testa sul mio petto, sperando in questo modo che lui percepisca le parole che non riesco, ancora, a dirle ad alta voce.

 

Merda! Riprendo di nuovo il libro di chimica ed inizio a sottolineare alcune parole a casaccio per poi ritrovarmi a fare mille cuoricini.

Scuoto la testa e cancello tutto.

Mi guardo intorno e vedo alcuni ragazzi che come me stanno studiando.

Questo pomeriggio per studiare, ho deciso di andare in biblioteca. Ormai camera mia è invasa dai regali di Edward: fiori, pupazzi, libri, CD, addirittura vestiti. Sulla mia scrivania c'è una foto tra me ed Edward abbracciati ed un'altra che ci baciamo.

Ogni sera, prima di andare a dormire, le osservo con sguardo sognante; in quest'ultimo periodo la mia mente viaggia ancora di più con la fantasia realizzando un futuro tra me ed Edward.

Il mio sorriso si spegne. Anche se questo periodo credo che sia uno dei più felici della mia vita, vi sono molte volte che mi sento malissimo.

Non ho più avuto strani incontri, non ho più visto Simon. Eppure sento sempre qualcuno che mi osserva con ossessione. Anche adesso che sto qui, china su questo libro, percepisco qualcuno che studia ogni mia mossa. Oppure, come ieri sera, stavo facendo una piccola passeggiata e ad un tratto è apparsa una macchina scura che mi ha inseguito fino a quando non sono rientrata a casa. Ho avuto una paura. Avrei voluto chiamare qualcuno – Edward,la polizia, i miei genitori – però poi mi sono detta, dopo aver bevuta una buona camomilla, che non è nulla, che è solo la stanchezza a farmi vedere cose che non ci sono.

Inoltre mi manca il mio caro Rospetto. È da quella volta che abbiamo quasi discusso, quando lui mi ha detto che sono la sua migliore amica, non oso più entrare nel mio blog.

Osservo il pc accesso della mia postazione. Potrei entrare nel mio sito, vedere come sta Rospetto, e poi mettermi a studiare seriamente.

Infondo mezz'oretta di riposo mi farà bene.

Rimango delusa quando lui non c'è. Probabilmente anche Rospetto si starà preparando per gli esami di fine anno, mancano ormai meno di un mese.

Rileggo la nostra ultima conversazione ed il senso di nausea aumenta. Ho paura che non lo sentirò mai più.

<< ma cosa stai combinando? >>

Spaventata giro la testa e mi ritrovo davanti a me Tanya, che fissa lo schermo del computer. Maledizione.

Chiudo subito la finestra, con il cuore che mi batte a mille.

<< che cosa vuoi Tanya? >>

<< nulla >> sorride con cattiveria.

Aspetto che se ne vada, ma invece rimane a fissarmi con insistenza. Se non sparisce entro cinque secondi, giuro che la prendo a schiaffi.

A salvarla è il mio cellulare che suona, finalmente.

<< Edward! >> esclamo felice, quando rispondo alla chiamata.

Gli occhi di Tanya diventano due fessure quando sentono pronunciare il nome di Edward dalle mie labbra.

<< Ciao, bamboletta! >>

<< allora come va? Ci vediamo? >> ti prego dì di sì.

<< sì, credo di farcela fra un ora >>

Evviva!

<< va bene. Allora vado a casa a prepararmi... >>

<< perché dove stai? >> La sua preoccupazione verso di me, mi provoca un sorriso. Anche se a volte è troppo eccessivo. Quando sono uscita con Angela e siamo andate a Seattle non so quante volte mi ha chiamato, credo ogni mezz'ora chiedendomi “ dove stai?” oppure “ con chi stai? “ . Quando poi ci siamo visti abbiamo avuto la nostra prima, vera discussione.

<< tu non andrai più da nessuna parte senza di me, chiaro? >>

<< uffa! La vuoi smettere, Edward. Me la so cavare anche da sola... >>

<< tu non capisci. Sei una grossa stupida >>

<< e tu sei troppo protettivo verso di me. E sei anche un idiota >>

Siamo andati avanti così, rinchiusi in camera mia, a dirci cattiverie a vicenda fino a quando lui ha preso e se ne è andato mandandomi a quel paese.

Voglio che lui capisca che io non sono una bambolina da proteggere da chiunque. Sono in grado di cavarmela anche da sola, senza il suo aiuto.

 

<< in biblioteca. Non riuscivo a studiare in camera mia >>

<< ok, a dopo >>

<< ah, va bene. A dopo >>

Non mi piace per niente. È stato troppo freddo, distante. Forse ha avuto una discussione con i suoi genitori.

Oggi aveva un appuntamento con loro a Seattle, per discutere di alcuni questioni. Abbiamo parlato molto, eppure ci sono molte cose che ancora non so di lui. Ad esempio il motivo per cui ha dovuto lasciare Chicago e venire qui a Forks. Solo una volta ho trovato il coraggio di chiederglielo, ma lui ha scrollato le spalle ed ha sviato il discorso. Anche se è stato solo un attimo ho visto nei suoi occhi una scintilla di rabbia. Da quella volta non sono più riuscita a chiedergli altro del suo trasferimento, leggermente spaventata. Non so, ho l'impressione che se Edward si arrabbia davvero potrebbe far impallidire di paura anche Hulk.

Sistemo i libri nello zaino e corro felice, sotto lo sguardo di una Tanya arrabbiata nera.

 

* *** *

Mi domando perché la felicità dura solamente pochi secondi e poi ti tocca di nuovo lottare per riavere quell'attimo. Il mio unico pensiero per questo pomeriggio era “ cosa piacerà ad Edward vedermi addosso “ oppure “ dove andremo questa sera? “, invece adesso mi ritrovo in ansia, nel panico più totale. Quella famosa macchina che ieri sera mi ha inseguito è parcheggiata nel viale di casa mia. Ho il brutto presentimento che sta per succedere qualcosa di davvero orrendo. Potrei accendere di nuovo la mia auto e andare a casa Cullen ad aspettare Edward. Ma quando vedo la macchina dei miei genitori, mi faccio forza ed entro in casa e subito sento la voce di mia madre che strilla.

<< NO, TU NON PUOI FARMI QUESTO! >>

<< dai, calmati Renéé. È per il bene di vostra figlia >> riconosco la voce maschile: è il ragazzo riccioluto che è corso in mio aiuto alla fiera, quello che mi ha difeso da Simon. Che ci fa lui qui?

<< IL BENE DI QUALE FIGLIA? >> sento qualcosa che si rompe, probabilmente uno dei tanti vasi di ceramica che si trova in ogni angolo della casa << IO NON HO PIÙ NESSUNA FIGLIA >>

Un colpo basso. Mi devo appoggiare al mobile dell'ingresso per non cadere per terra. Però non scoppio a piangere. Sì sto male, ma quello che sento anche è rabbia.

Corro in sala, spalanco la porta pronta a tirare fuori tutto quello che sento

<< E DIMMI, MAMMA, COSA DEVO FARE PER DIVENTARE TUA FIGLIA. DIMM... >> la voce mi muore subito in gola. Rimango semplicemente a bocca aperta, con tutto intorno a me che gira vorticosamente. Il mio sguardo fisso davanti alla sua figura, seduta sul divano che sorseggia un tè.

Forse sono morta?

È diversa da come me la ricordo.

Osservo i suoi capelli biondi diventati più scuri e lunghi, la sua pelle abbronzata, i suoi occhi blu che mi scrutano preoccupati. Sì, è molto diversa dai miei ricordi, ma sono sicura che è lei. E ciò è completamente impossibile.

<< Bella! >> la sua voce, un lieve sussurro, intrisa di preoccupazione.

<< Rosalie? >> inizio a scuotere la testa e mi sto per lasciare andare sul pavimento, sperando di essere inghiottita dalla terra,ma qualcuno mi prende fra le braccia.

<< Peter, farla sdraiare sul divano, subito. >>

<< certo, certo >>

No.

No!

NO!

Lei è morta.

Lei non può essere viva.

Mi adagiano sul divano e subito Rosalie si inchina davanti a me, mi prende una mano tra le sue, ed io vorrei scansarmi disgustata da quel contratto, ma non ne ho la forza.

Mi sento così piccola, vulnerabile, una bambina che ha bisogno di qualcuno che l'accompagni per mano.

<< ascoltami, piccola. Va tutto bene. >> poi si volta verso il riccioluto << Peter, vai subito a prendere un bicchiere d'acqua. >>

Mi sembra che tutto intorno a me si muove velocemente. Mia madre che si siede accanto a mio padre sulla sedia, Peter che è dietro a Rosalie già con il bicchiere d'acqua.

<< bevi a piccoli sorsi, cara >>

Invece appena sento il bicchiere sulle mie labbra, inizio a bere con avidità, assaporando l'acqua come se non la bevessi da anni.

Appena finisco, Rosalie posa il bicchiere per terra, e prende ad accarezzarmi i capelli con gli occhi pieni di lacrime.

<< Oh, Bella lo so che ti senti confusa. Però fammi spiegare. Ti racconterò tutto, promesso >>

<< no, non voglio sentire nulla >> mi porto le mani sulle orecchie, scuoto la testa.

Mi sento esplodere!

Chiudo con forza gli occhi, sperando poi di risvegliarmi e ritrovarmi nel mio letto, al sicuro e questo sia solo un sogno.

<< Isabella, smettila di comportarti da bambina >> la voce scocciata di mia madre mi spaventa. Non sembra per niente sorpresa che Rosalie sia viva. << adesso tu stai lì buona e ascolta tutto quello che hanno da dire Rosalie e Peter, chiaro? >>

Annuisco con la testa e ciò la fa arrabbiare ancora di più.

<< ti ho detto che non devi comportarti da bambinetta! Usa la voce e non i gesti. Va bene? >>

<< sì, mamma >>

Vedo Rosalie dare un occhiataccia glaciale a Renéé, per poi girarsi verso di me con un sorriso caloroso, rassicurante, mentre io rimango impassibile.

<< bé, non so neanche io da dove iniziare. >> fa un lungo respiro << abbiamo dovuto mettere in scena la mia morte. Era tutta una falsa per proteggere me, ma soprattutto te. >>

<< p... perché? >>

<< io lavoro per FBI da quando avevo diciannove anni. >>

No, qui la situazione sta diventando sempre più assurda, meno reale.

Tra poco mi spunteranno le ali e volerò via e andrò in Francia dove comincerò una nuova vita.

<< lo so che sembra assurdo, ma ascoltami. Tre anni fa stavo seguendo le tracce di un uomo che ti voleva fare del male. Solo che non ci eravamo reso conto di quando era potente e quando ce ne siamo accorti, eravamo caduti nella sua trappola. Mi avrebbe di certo ucciso poiché avevo scoperto i suoi piani... >> la vedo mordersi le labbra con forza, facendolo quasi sanguinare << … comunque, mi avrebbe ucciso. Per ciò prima che facesse lui la prima mossa, abbiamo messo in scena la mia morte. >>

L'ascolto, però alcune sue parole mi sfuggono.

Continua tutto ad essere troppo assurdo, come se fosse la mia mente a costruire questa storia.

<< mentre tutti pensavano che fossi morta, continuavo a fare le mie ricerche e ti proteggevo da quell'essere >>

Tante domande premono dentro di me, ma tutte le parole mi muoiono in gola.

Ad un tratto Rosalie mi abbraccia, facendo adagiare la mia testa sul suo seno

<< oh quanto mi sei mancata! Non puoi neanche immaginarlo >> solo adesso, stretta forte al suo corpo, mi rendo conto che la sua pancia è grossa: è incinta! << ti prego, perdonami >>

Non rispondo, ancora sconvolta. Mi sembra così assurdo, impossibile. Osservo mia sorella china davanti a me, che mi stringe con forza al suo corpo. Chiudo gli occhi. Ripenso a quanto ho sofferto in questi anni, a quante volte avrei voluto dirle “ ti voglio, bene”. Adesso ho questa occasione.

<< a... anche tu mi s... sei mancata. Tantissimo >>

Ci guardiamo un attimo e scoppiamo a piangere, riabbracciandoci forte, lasciandoci cadere sul divano.

 

* *** *

<< chi è? Che cosa vuole da me? Perché mi vuole fare del male? >> dopo aver pianto una bella mezz'oretta, mi sento un pochino meglio, libera dal macigno che mi opprimeva la gola. Mia sorella è viva. È qui con me. Sta bene.

Mi sento più o meno stabile, anche se ho tanta paura. C'è qualcuno che mi vuole uccidere ed io non so neanche il motivo.

<< lo hai conosciuto alla fiera >>

<< S... Simon? >>

<< esatto >>

Rabbrividisco al pensiero di rincontrare quello strano uomo, di sentire di nuovo la sua pelle a contatto con la mia.

<< Bella, tranquilla. Ti proteggeremo noi >> Peter, serio, si da un lieve pugno sul petto per poi scoppiare a ridere. Uffa! Io non ci trovo niente di divertente? Uno mi vuole morta ed io dovrei pure scherzarci su?!?

<< ma perché vuole me? Io non gli ho fatto nulla >>

Percepisco il corpo di Rosalie irrigidirsi di colpo, inizia a spostare lo sguardo da un oggetto all'altro.

<< cara, non credo che sei pronta per saperlo >>

<< no, Rosalie. Non mi puoi dirmi ciò. Ho bisogno di risposte. >> cerco il suo sguardo, ma lei si alza in piedi e subito Peter si fa accanto a lei.

<< Bella, non credo che reggeresti ad un colpo del genere >> la voce di mio padre mi fa sussultare. Per tutto il tempo della discussione, dei chiarimenti, lui è stato in silenzio guardandoci attentamente, pronto però ad intervenire se c'era il bisogno.

<< perché non dobbiamo dirlo. È giunto finalmente il momento. >> mia madre sorride, come se ormai si fosse rassegnata << tu non sei nostra figlia >>

<< NO! >> urlo, mi alzo di scatto e mi avvicino verso Renéé, scuotendo la testa << no! >> .

È l'unica parola che riesco a dire. Le uniche due lettere che la mia voce emette continuamente.

<< smettila! Adesso calmati subito >> mi dice Renéé, ma per una volta non la ascolto << la nostra unica figlia è Rosalie >>

Rosalie?

Unica figlia?

Io, non solo la loro figlia.

Lei non è mia sorella.

Mi giro verso di lei aspettando che mi dica che non è vero, ma invece rimane fra le braccia di Peter con lo sguardo chino. Bene, ho capito. Quello che ha detto mia madr... cioè Renéé è la verità.

Non urlo più. Rimango in silenzio trattenendo il turbine di sentimenti che provo nella mia maschera di freddezza, in piedi alla stanza, mentre tutto intorno a me diventa il caos più totale.

<< ma come hai potuto dirlo in questo modo, eh? >> Charlie scuote per le spalle più volte Renéé con forza.

<< tanto lo avremmo dovuto dire un giorno all'altro >>

<< sì, mamma, è vero. Ma non ora >> anche Rosalie si mette ad urlare, mentre Peter ci dice di calmarci un po'.

Voglio andarmene da qui. Mi sento soffocare, l'aria inizia a mancarmi come se qualcuno mi stesse stringendo la gola.

Ad un tratto sento una macchina avvicinarsi al nostro viale e tutto il mio corpo è all'allerta, preoccupato che possa essere quel pazzo.

Ma poi mi ricordo di Edward. Lui doveva venire a prendermi a casa.

Mi ritrovo ad aprire il portone della porta e sorridere quando vedo la Volvo davanti a me, mentre intorno a me sento qualcuno che mi urla di rimanere a casa, che è troppo pericoloso uscire... Ma non gli ascolto. Come posso fidarmi di persone che nel corso della mia vita non hanno fatto altro che mentirmi?

<< Edward, corri. Portami subito via da qui >>

 

* *** *

Stiamo in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.

Edward ha parcheggiato la macchina in una via di campagna, poco traffica, aspettando che io parli. Ma non ci riesco.

Non so come dirglielo, non so quale siano le parole più giuste per spiegare una situazione così confusionale. Però credo che sia giusto che sappia che se sta con me, la sua vita è in pericolo. Lo voglio proteggere a tutti i costi. Però come iniziare il discorso “ Sai, Rosalie non è veramente morta. Era tutta una recita per difendermi da un pazzo che mi vuole far fuori. I miei genitori.... non sono i miei genitori

<< cos'è successo? >> la sua voce è un sussurro, ma giunge chiara a me. I suoi occhi mi scrutano con attenzione e credo che arrivino dritti alla mia anima.

<< i miei genitori... >>

<< hai litigato con loro? >>

<< ho scoperto che non sono i miei veri genitori >>

Non mi chiede nient'altro. Si protende verso di me e mi abbraccia, mentre io mi lascio cullare da lui, socchiudo gli occhi ed ascolto il suo cuore, unica melodia che riesce a calmarmi. Rimaniamo in silenzio, il nostro respiro in una perfetta sintonia. Mi piacerebbe rimanere in questo modo, tra le sue rassicuranti e forte braccia, ma il tempo continua a passare.

<< credi questa notte posso dormire da te? >>

<< Bella... >> sta per farmi la predica, ma poi vedendo lo stato penoso in cui mi ritrovo, ci rinuncia << certo. Alice ne sarà euforica. >>

Sto sbagliando e lo so. Ho un psicopatico che mi vorrebbe morta ed io corro tra le braccia di Edward, mettendo così in pericolo lui e tutta la sua famiglia. Però ritornare a casa non mi va proprio, non ho più la forza di sentire altre bugie che crollano. Sì, sono proprio un egoista.

<< tu, invece? Com'è andato con i tuoi genitori? >> Edward mi sembra così pallido e stanco. Delicatamente inizio ad accarezzargli i capelli.

<< diciamo male >> scuote la testa. << siamo proprio incasinati io e te >>

<< già >>

Rimaniamo un altro po' in silenzio coccolandoci a vicenda.

Com'è possibile che questo ragazzo sia in grado di calmare il mio corpo, me stessa? Per un attimo tutti i miei problemi – Simon, i miei genitori, Rosalie- sembrano così lontani.

Mi stacco dal suo corpo, preparandomi a tirare fuori i miei sentimenti, cercare di usare le parole per esprimere il tornato di emozioni che provo

<< Edward, io ti amo >> sul suo volto finalmente spunta il suo dannatissimo sorriso sghembo << sei la persona più importante che ho, l'unico di cui mi posso fidarmi davvero. Sei tutta la mia vita adesso. E vorrei fartelo capire, ma non ci riesco. Io.. >> ma le sue labbra mi azzittiscono, con violenza sono sulle mie e mi lasciano senza fiato.

<< Bella, non sai da quanto aspettavo queste parole >> un bacio sul mento, mordicchiandolo << ti amo. >> un bacio sul collo << sei l'unica che io voglio, ora per sempre. Per il resto dei miei giorni, solo tu. Lo vuoi? >>

<< sì, che lo voglio >> e questa volta sono io a baciarlo sulle labbra.

Sì, lo vorrei tanto, ma so che non sarà possibile. Domani ti dirò la verità, amore mio, e se per proteggerti dovrò separarmi da te lo farò. Adesso, in modo egoistico, voglio godermi ogni attimo possibile con Edward. Voglio avere una persona che mi ama.

<< Edward... >> lo chiamo, senza neanche io sapere cosa voglio dire. Lo chiamo solo per pronunciare ad alta voce il suo nome. <<... il mio Edward >> I suoi occhi chiari, limpidi si specchiano nei miei, trasmettendomi un amore sconfinato. E ciò mi rende ancora più mostro: sto mettendo in pericola la persona più importante della mia vita.

<< Bella, la mia piccola e dolce Bella >> mi da un bacio sulla punta del naso, mentre io gli sfioro il petto.

<< Edward, il mio piccolo e dolce Edward >> ridacchiamo per poi baciarci un'altra volta.

<< Ascoltami, bamboletta >> ad un tratto si fa serio ed io aspetto cercando di tirare fuori un sorriso rassicurante: se si vuole sfogare per quello che è successo con i suoi genitori, sono pronta ad ascoltarlo. << un giorno ti spiegherò tutto. Ti racconterò ogni cosa mi è successo a Chicago, il motivo che mi ha indotto a venire qui. Te lo prometto >> sposta una mia ciocca di capelli dal mio volto, portandomela dietro l'orecchio << ricordati quello che sto per dirti. Ti amo Bella, qualsiasi cosa succederà. Ti amerò per sempre. Anzi il “per sempre” è troppo poco per l'amore che provo per te. Quindi, ti scongiuro, di non dubitare mai dell'amore che provo per te qualsiasi cosa succederà >>

Cosa deve ancora succedere?

Perché dovrei dubitare del tuo amore?

Edward, mi stai tenendo nascosto qualcosa.

Ma la mia mente è troppo stanca, sconvolta da tutti gli avvenimenti accaduti in un giorno solo, per poter comprendere a pieno le parole di Edward.

Mi lascio andare in modo egoistico al suo amore, azzittendo la mia mente.

 

ANGOLO AUTRICE:

 

Ebbene, abbiamo scoperto finalmente chi è il personaggio x: Rosalie.

Ok, lo ammetto. Ho lasciato andare troppo la mia fantasia però ho capito che è così che deve andare questa storia. Da questo capitolo in poi, la storia diventerà una successione di svolte una dopo l'altra. Uffa! Ho parlato troppo, come al solito. Meglio che me ne vada, prima che vi rivelo qualcos'altro.

Un bacione gigantesco a tutti!

Bellina.

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


 

Salve a tutti!!! Come sta andando a voi questi giorni estivi? A me bene, se non fosse per tutto questo caldo :(

 

Parlando della storia, sì ci sono stati notevoli cambiamenti e questo è solamente l'inizio come potrete costatare voi stessi in questo nuovo capy.

Volevo dirvi anche che se ci sono cose non chiare, dubbi o altro, voi ditemelo. Cercherò di spiegarvi quello che non avete capito. So che la mia scrittura molto spesso non è chiara, anzi a volte non si capisce nulla.

Quindi voi domandate ed io vi risponderò.

Vi lascio subito al capy.

 

BUONA LETTURA!

 

 

16 Capitolo

 

Pov Bella.

 

Mi sento un vero e proprio mostro a stare qui. Sto mettendo tutti in pericolo solo perché sono una codarda.

Cerco di portare, per educazione un altro boccone di dessert in bocca, ma il mio stomaco mi sta urlando di no.

Come posso mettere nei guai una famiglia buona come quella dei Cullen? Loro che mi hanno accolto senza chiedermi nulla.

Loro che sono sempre stati così gentile verso di me.

Ed ecco come li ripago: mettendoli tutti in pericolo di vita. Un psicopatico vuole uccidermi ed io invece di seguire i consigli di Rosalie, che lavora per FBI, sono scappata via. Ma dovevo andarmene da casa Swan. Mi sentivo troppo oppressa, male, per poter rimanere lì.

<< sei sicura che per i tuoi genitori vada bene poter rimanere qui? >> mi chiede con dolcezza Esme.

<< sì >> in realtà ho spento il cellulare per non ricevere le loro chiamate.

<< evviva! Quanto sono felice! >> esclama Alice tutta euforica, mentre io mi domando se sarebbe lo stesso felice se sapesse che per causa mia la sua famiglia sta rischiando la vita.

Osservo per uno per uno i componenti della famiglia: Carlisle che sta ascoltando una battuta di Emmet, Alice che aiuta Esme a sparecchiare, Edward accanto a me che tiene la mia mano stretta alla sua sotto il tavolo. Ho qui davanti ai miei occhi la famiglia che ho sempre desiderato avere ed invece di proteggerla, la sto mettendo nei guai senza che loro neanche lo sappiano.

Mi sento così in colpa. Sono un mostro capace solamente di scappare dai propri problemi, invece di affrontarli.

Mi alzo e comincio anch'io a sparecchiare.

<< non ti preoccupare, Bella. Faccio io >> Alice mi toglie i piatti dalle mani e mi da un bacio sulla guancia. Questo gesto, fatto così tante volte fra me e lei, mi provoca un dolore incredibile, mi fa aumentare i sensi di colpa.

<< ma su, Alice. Ormai Bella è di famiglia. Presto diventerà una cugina acquisita, vero Eddy? >> Emmet scoppia a ridere divertito, mentre Edward gli da una violenta gomitata. Intanto con la coda dell'occhio vedo Carlisle fare un gesto ad Esme che subito comprendo. Si stanno dividendo i compiti per questa sera.

Carlisle ha mandato a sua moglie il messaggio “ io controllerò Edward “ ed Esme ha risposto “ ok, io invece Bella

 

* **** *

Mi lascio cadere sul letto di Alice con il desiderio di non dovermi più alzare da lì. Mi sento soffocare. Una lacrima solitaria inizia a scorrere sul viso con lentezza, ma subito l'asciugo. Non voglio più piangere. Voglio diventare una donna forte, sicura di sé.

<< io e te dobbiamo chiacchierare >> mi dice Alice entrando nella stanza con un sorriso malizioso sulle labbra, gli occhi eccitati. Dà un calcio alla porta per chiuderla prima di andarsi a sedere accanto a me. << allora tu e mio cugino....? >>

<< stiamo insieme >> è inutile tenerlo nascosto. Poi ad Alice sarebbe una perdita di tempo.

<< EVVIVA! >> urla con tutto il fiato che ha, per poi abbracciarmi forte a se << lo sapevo. Io lo sempre detto che tu ed Edward avreste fatto coppia un giorno all'altro. Mamma mia ! >>

Riesco a tirare fuori un lieve sorriso, sperando in cuor mio che Alice non mi chieda nient'altro. Ho un grande bisogno di staccarmi dalla realtà dormendo un po', ma le mie speranze sono inutili.

<< e da quando state insieme? >>

<< cr... credo da oggi >>

<< WOW! >> fa un sospiro sognante. Poi scoppia a ridere sotto il mio sguardo leggermente sconvolto.

<< ci avete impiegato di tempo per mettervi insieme. Siete due testoni >>

<< già >> Bella, pensa un modo per far chiacchierare Alice interrottamente, senza che tu debba per forza stare attenta. Ma certo!

<< invece tu e Jasper? Come sta andando? >>

Bingo. Ho fatto centro.

I suoi occhi si illuminano di colpo, prende fiato ed inizia il suo lungo monologo.

<< finalmente mi sono convinta. Ho deciso di presentare Jasper ufficialmente come il mio ragazzo ai miei genitori. Non sai quanto sono euforica. >> abbraccia strettamente il cuscino del letto << però dopo toccherà a Jasper presentarmi alla sua di famiglia. Di questo ho un po' di paura. Spero di non fare figuracce... >>

Mi sembra tutto così strano!

Stare qui in questa stanza con Alice, parlare di cose così futili, mentre ho qualcuno che cerca di uccidermi. Dovrei trovare risposte, invece mi gusto questi momenti di tranquillità. Ho lo strano presentimento che quando ritornerò a casa Swan, le mie giornate non saranno per niente calme.

 

* *** *

 

Un urlo di donna. Un mio singhiozzo.

Nascosta sotto qualcosa osservo spaventata il buio attorno a me.

Uno sparo.

Un altro.

Il mio respiro è più agitato, il mio cuore batte con violenza facendomi male. Nell'aria si respira l'odore della morte.

Un passo.

Un altro passo.

Passi che si avvicinano al mio nascondiglio.

Poi sento qualcuno che mi prende per le braccia, trascinandomi sempre più giù.

Cerco di urlare, ma non ho voce.

Cerco le mani per difendermi, ma non le trovo.

Cerco le gambe per correre, fuggire, ma non ci sono.

Sono sola.

Sola.

Per sempre.

 

 

E mi sveglio tutta sudata con il fiato in gola, il corpo che mi trema, la mia bocca che morde con violenza la mano per trattenere un urlo.

Stringo con forza il cuscino per cercare di trattenere il rumore dei singhiozzi per non svegliare Alice che dormono accanto a me.

La guardo e provo strane sensazioni: invidia.

Lei sta vivendo una vita tranquilla in una famiglia amorevole.

Lei non sta rischiando la vita.

Lei non ha nessuno che la sta cercando per farla fuori.

Le sue preoccupazioni sono relative a Jasper, a quale vestito deve indossare oggi, se l'interrogazione di domani andrà bene...

Ma cosa cazzo sto pensando?

Mi porto una mano sulla fronte, togliendomi una ciocca di capelli sudata.

Scusami, Alice dei pensieri cattivi che ho fatto su di te. Non te li meriti.

Mi sento così sola.

Ricomincio a piangere pensando che sono sola, che non ho neanche una famiglia mia, ma solo problemi su problemi.

Guardo la porta chiusa della stanza dietro la quale, in fondo al corridoio c'è la stanza di Edward.

Ho bisogno di lui, delle sue braccia strette al mio corpo, delle sue labbra che si muovono in sintonia con le mie. Ho bisogno di essere amata.

Lottando contro il senso di colpa, mi alzo dal letto e camminando in punta di piedi per non svegliare nessuno mi dirigo nella stanza di Edward.

La sua porta è chiusa.

Adesso cosa faccio?

L'apro lentamente e mi avvicino a letto dove Edward sta dormendo beatamente. Sembra un angioletto. Disteso su un fianco, i capelli completamente scompigliati, una mano sotto il cuscino, l'altra vicino al suo viso. E poi quelle labbra, quelle dannatissime labbra che voglio solo toccare.

Appoggio un ginocchio sul bordo del letto, avvicinando la mano al suo volto, sfiorando con le dita la sua guancia. Ma di colpo mi ritrovo con la schiena sul materasso e lui sopra di me, entrambi con il respiro agitato.

<< scusami >> la sua voce mi appare così melodiosa.

<< no, la colpa è mia. >>

<< credevo che non saresti più venuta >>

<< invece eccomi qua >>

Rimaniamo a guardarci, occhi negli occhi, solo un lieve raggio di luna ad illuminarci. Come potrò vivere senza Edward? Alla fine lui ci è riuscito. Mi ha conquistato, ha distrutto tutte le mie inutili barrire.

Ma se abbandonandolo, lo potrei salvare da Simon lo farei anche ora seppure il solo pensiero mi sta portando all'orlo della pazzia.

<< ti odio >>

<< ed io che credevo che avevamo superato questa fase >> ridacchia divertito.

<< ti odio perché non posso più vivere senza di te >> la mia voce si inclina lievemente, si prepara per un nuovo pianto. << ti odio perché ti amo. E adesso che ti amo puoi distruggermi, farmi a pezzi >>

Mi guarda perplesso cercando di capire il motivo della mia tristezza, della mia disperazione.

<< io ti amo, Bella. Non potrei mai farti del male. Se ti distruggessi, distruggerei me stesso. Tu sei parte di me, mia piccola Bella. >> mi sposta qualche ciocca di capelli dalle guance, continuando a guardarmi dritta negli occhi, per poi finalmente baciarmi.

Appena le nostre labbra si toccano, divampa il fuoco fra di noi, iniziamo la nostra gara nel spogliarci i vestiti il più presto possibile.

Via la sua maglietta. Via il pezzo sopra del mio pigiama.

Sistemo meglio la testa sul cuscino percependo qualcosa di duro sotto di esso.

<< ma che..? >> trattengo un urlo, quando Edward mi prende in braccio.

<< su, vieni al bagno >>

<< bagno? Abbiamo qualcosa da battezzare lì? >>

Ride divertito, sotto il mio sguardo perplesso, lasciandomi seduta poi sul bordo della vasca. Mi dà un bacio a stampo, per poi riempire la vasca d'acqua e di bagnoschiuma.

<< aspettami qui. Vado a prendere un asciugamano pulita >>

<< o... ok >>

<< non ti muovere. Torno subito >> mi dà un bacio e poi torna in camera sua, chiudendo la porta comunicante delle due stanze.

Uffa! C'è qualcosa che non mi convince. Cos'è questa storia di farci questo bagno insieme? Lo potevamo fare dopo.

Mi alzo e senza poter dare un freno al mio corpo, spio dalla serratura i movimenti di Edward. Tira fuori dal sotto il cuscino qualcosa di scuro che lo mette nascosto nel suo armadio.

Non mi piace per niente questa storia. Appena viene, gli chiederò delle spiegazioni.

Ma quando Edward ritornò le mie labbra furono impegnate in altro, la mia mente si offuscò di piacere.

 

* *** *

 

Mi sveglio di scatto più stanca di quando mi ero addormentata, con le lenzuola attorcigliate fra le mie gambe, una mano che stringe con forza il mio pigiama. Il cuore batte a mille a causa dell'incubo avuto. Ho ancora l'urlo disperato della donna del sogno in testa.

Stringo con forza la mano di Edward adagiata sulla mia vita. Il suo respiro tranquillo sul mio collo, mi fa capire che sta ancora nel regno dei sogni.

Mi giro verso di lui, sorridendo lievemente.

È così bello. È così intelligente. È così innamorato di me.

Ma oltre ciò, so che c'è dell'altro e di questo ne ho paura.

Il mio sguardo cade sull'armadio chiuso. Cosa avrà nascosto lì dentro?

Lo so che glielo dovrei chiedere, ma ho il presentimento che non risponderebbe o mi direbbe una bugia.

Ripenso alla mia storia con Jacob, in che modo ho chiuso gli occhi per non accorgermene dei suoi tradimenti, del suo falso amore per me.

Mi ricordo come se fosse ieri quando è venuto a casa mia per lasciarmi. Il bastardo mi ha raccontato di tutti i suoi tradimenti, vantandosene pure.

Come quando, mentre io stavo aiutando sua sorella a studiare, lui si stava scopando una sua compagna di classe nel mio vecchio pick up, invece di ripararmelo. Dopo che mi ha raccontato ciò ho preso la mazza di baseball di Charlie e ho distrutto la mia automobile.

E poi, colpo di grazia, mi ha detto

la colpa non è mia, ma tua. Sei così infantile, troppo poco per me “

Invece di reagire, sono corsa via per andarmi a rintanare in camera mia dove ho pianto per un intera settimana.

Ma adesso con Edward, ho imparato cos'è il vero amore.

Cercando di essere più silenziosa possibile mi avvicino all'armadio con il cuore in gola. Le mani mi tramano mentre apro prima un anta e dopo un' altra. Sposto una serie di camicie.

Ed ecco che la vedo.

No, non può essere!

Forse è finta?

Con le dita tremanti l'accarezzo lentamente, prima di prenderla in mano.

È una pistola. Vera.

<< NO! >>

<< Bella, amore, cos'è successo? >>

Mi giro lentamente verso di lui con lo sguardo sconvolto, pieno di lacrime.

Cerca di avvicinarsi a me, ma io faccio qualche passo indietro.

<< n... non mi toccare >>

<< cosa cazzo ti prende? >> mi chiede lui arrabbiato ed anche ferito.

Non resisto più.

Mi metto a correre, senza sapere dove, desiderosa solo di allontanarmi da lì. Sento Carlisle che cerca di fermarmi, ma io lo scanso in mal modo.

Una pistola. Edward, il mio Edward, possiede una pistola. Ecco perché è stato così bravo, quella volta alla fiera, con quel fucile a giocattolo. Lui ha un'arma vera. Un brivido di paura mi percuote tutta la schiena. Forse è dovuto andarsene da Chicago perché aveva fatto del male a qualcuno?

La pioggia mi bagna completamente mischiandosi con le mie lacrime, il vento soffia con forza graffiandomi quasi, ma continuo a camminare per la strada con passo malfermo. Tossisco più volte. Inciampo e per un poco non vado a sbattere contro un palo della luce. Mi lascio cadere sul marciapiede stanca di camminare, di scappare, ed alzo lo sguardo in alto. Perché destino ti stai accanendo così tanto contro di me? Urlo di rabbia fino a quando la gola non mi inizia a bruciare.

La mia vita è completamente distrutta.

Tutta la mia esistenza si basava solamente bugie su bugie: i miei genitori, la morte di mia sorella, Edward.

Ed ecco che lentamente tutto si sta distruggendo, lasciando me senza sapere cosa fare, dove andare.

Chiudo gli occhi e appoggio la testa sul palo, provando in qualche modo di calmarmi.

C'è una grande parte di me che spera tra poco di ritrovarsi dalle rassicuranti breccia di Edward.

Sciocchina, quella mica è una vera pistola “ ridendo, mi avrebbe baciato con forza, facendomi dimenticare qualsiasi cosa anche il mio nome.

Ma allora perché non arrivi? Ti sto aspettando, amore mio.

Forse non riesce a vedermi?

Provo ad alzarmi, ma le mie gambe non reggendomi, mi ritrovo di nuovo per terra.

Inizio a sentire caldo, molto caldo.

Con gli occhi socchiusi riesco a vedere una macchina fermarsi davanti a me. Devo scappare. Oppure mettermi ad urlare.

Sorrido.

Esce dall'auto, vestito in giacca e cravatta Edward che si inchina davanti a me, preoccupato.

<< eccoti finalmente >>

Sì, sono qui.

Sono contenta quando mi prende in braccio. Ecco la mia casa. Ecco il posto dove devo stare. Tra le calde e protettive braccia del mio amore.

 

ANGOLO AUTRICE:

Povera Bella, mi fa così taaaanta pena. Mi dispiace, sono stata un po' cattiva con lei. Adesso anche Edward con quella pistola. Non è che centra qualcosa con Simon?

Secondo voi è davvero Edward, la persona che ha preso tra le braccia Bella? O è qualcun altro?

Un bacione enorme!

Bellina.

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


 

Ciao a tutti!!!!

Volevo chiedervi un favore grandissimo. Quello di leggere le note infondo al capitolo.

Parlando di questo capy, ci sono alcune parti che non mi convinco e come al solito ho lasciato andare un po' troppo la fantasia. Spero che vi possa piacere.

 

BUONA LETTURA!

 

17 Capitolo.

 

Pov Bella.

 

Buio. Osservo attorno a me questo dannato buio. Provo a camminare in avanti, ma il mio corpo non obbedisce e continua a rimanere fermo.

Un grido di donna. Il mio cuore spaventato che batte furente.

Una risata cattiva e poi uno sparo. Un altro.

Chi è?

Un fulmine, per un attimo, illumina il pavimento dove vi sono delle grosse macchie di sangue.

Mi sento soffocare.

Un passo.

Un altro passo, più vicino a me.

Si sta avvicinando.

Poi mi sento prendere da qualcuno da dietro e inizio a cadere sempre più giù. Sento la mia pelle bruciare. Sto andando all'inferno.

 

Apro un occhio e non riesco a riconoscere la stanza dove mi trovo. Fa caldo, molto caldo. Cerco di mettere a fuoco gli oggetti intorno a me, ma la mia vista è annebbiata. Ad un tratto percepisco una mano fredda accarezzarmi la fronte. Volto lo sguardo dall'alto lato, ritrovandomi due occhi neri fissarmi con attenzione.

Io conosco questa persona. Ma non so chi è. Merda, la mia mente non ci sta proprio oggi.

<< dormi. Hai la febbre alta >> mi accarezza con lentezza il viso, alleviandomi il dolore, ma dall'altro lato vorrei chiederla di smettere. Il suo tocco mi fa paura.

 

 

Quando riapro gli occhi, mi sento un pochino meglio seppure tutta sudata. La vista è ritornata come prima, la testa non mi sta esplodendo e credo che mi sia abbassata la febbre. Mi guardo intorno spaventata. No, questa stanza non la conosco.

Mi ritrovo in un letto gigantesco pieno di cuscini e coperte dai colori chiari, come i muri che circondano la stanza. Al centro vi è un piccolo tavolino di vetro sopra il quale vi è un vaso di fiori e un vassoio pieno di roba da mangiare.

Dove sono? Perché sto qui?

<< ti sei svegliata >>

Mi giro dall'alto lato e vedo davanti a me, seduto su una poltroncina, Simon osservarmi con estrema attenzione. Uno strano sorriso sulle sue labbra.

Adesso che cosa faccio? Il mio sguardo cade per un attimo sul telefono posto sul comodino. Potrei chiamare aiuto appena lui si allontana un po'.

Si alza e lentamente si avvicina a me per poi sedersi sul letto. Il suo odore mi stordisce. L'ho sentito già da un'altra parte, ma dove? Chi sei Simon? Cosa vuoi da me?

Le sue mani ghiacciate mi spostano i capelli della fronte con delicatezza per poi posare le sue labbra sulla mia pelle.

Immediatamente mi scanso dandogli un occhiataccia di avvertimento.

Lui ride divertito

<< bé la febbre è diminuita molto. Dovresti mangiare qualcosina. Sei così debole >> noto nella sua voce una tonalità di cattiveria.

Prende il vassoio e lo appoggia sulle mie gambe, aspettando che io mangi qualcosa. Invece rimango ferma a fissarlo. Potrebbe essere avvelenato.

<< fammi indovinare. Scommetto che ti hanno detto che io sono il cattivo della storia, che ti voglio fare del male >>

<< perché non è vero che vuoi uccidermi? >> la mia voce gracchiante, un po' isterica, fastidiosa anche per le mie orecchie.

<< se avessi voluto ucciderti, lo avrei già fatto no? >>

Non so come ribattere.

<< invece ti ho preso dalla strada. Ti ho curato. E voglio aiutarti davvero >> la sua voce è suadente ed io sono troppo debole per lottare. E poi in fin dei conti ha ragione: se avesse voluto farmi del male, lo avrebbe già fatto.

Nel momento in cui bevo il succo di frutta che mi accorgo che sto morendo di sete.

Bevo tutto di un fiato anche il bicchiere di latte ed ho ancora sete. Simon accorgendosene prende una bottiglie d'acqua e mi aiuta a berla.

Non è mai stata così buona l'acqua come in questo momento.

<< bravissima >>

Riprendo fiato e socchiudo lievemente gli occhi

<< voglio delle spiegazioni >> sì, credo che sia arrivato il momento.

<< bene. Te le darò >>

Mi viene da ridere. Mi trovo in una stanza di hotel a chiacchierare con colui che mi hanno detto che mi vuole uccidere. Invece di scappare, urlare o altre cose del genere, gli chiedo delle spiegazioni.

<< che cosa vuoi da me? >>

<< semplice. Proteggerti >>

Sì, adesso scoppio a ridere.

<< da chi? >>

<< dalla vera persona che ha ucciso i tuoi veri genitori >>I miei veri genitori? Il mio papà e la mia mamma. Uccisi? Perché? Per un attimo sento che sto per perdere i sensi e mi appoggio al cuscino cercando di fare dei lunghi respiri. Devo calmarmi in qualche modo. Devo essere lucida.

Non avevo mai pensato a loro fino in questo momento.

Ma sono morti ed io non potrò mai sapere chi erano, veramente.

Mi sento così triste. Non potrò mai conoscerli perché qualcuno gli ha uccisi. Ma perché sono stati assassinati? Ed io che cosa centro con tutto ciò?

<< ti prego, raccontami tutto quello che sai >> ho il bisogno di sapere, di trovare delle risposte ai miei quesiti.

<< ti accontento subito. I tuoi genitori erano Valerie e Leonard Stevens. >>

Valerie? Leonard? Ecco i nomi della mia vera famiglia. Stevens è il mio cognome. << Su Leonard si basava gran parte dell'economia americana. Era uno degli uomini più ricchi del nostro paese, pensava solo come aumentare il proprio patrimonio. Non gli interessava nulla se in questo modo avrebbe distrutto intere famiglie. Lui insieme a suo fratello Richard diventavano ogni giorno sempre più potenti. Un giorno, Leonard compì un viaggio in Francia. Aveva in mente di sbarcare il suo impero anche in Europa. Ma giunto lì, si innamorò di una semplice artista di strada. Passava i suoi pomeriggi su una panchina ad osservare la sua anima gemella fare i suoi meravigliosi disegni. Appena finiti, lui li ricomprava tutti. Solamente dopo tre mesi che andava avanti così, Leonard chiese a Valerie di uscire con lui. Da lì ebbe inizio la loro lunga storia d'amore. Dopo un anno Leonard ritornò in America con Valerie e si sposarono. Era cambiato. Non li interessava più la sua sete di potere. Inizio a fare persino beneficenza. >>

Rimango a bocca aperta, mentre ascolto questa storia. Sembra tanto uno di quei libri d'amore dove tutto poi finisce bene. Ma so già che qui il finale sarà una tragedia. I due protagonisti moriranno.

<< ebbero una deliziosa bambina che chiamarono Isabella. Erano così felici, così innamorati. Sembrava tutto perfetto. Poi una notte, entrò qualcuno nella loro villa e li uccise. Due spari. Uno alla moglie. Uno a Leonard. L'unica a salvarsi fu la bambina di soli cinque anni. >>

Avevo cinque anni? Allora dovrei, in teoria, ricordarmi qualcosa dei miei veri genitori. Ma nulla, vuoto totale. Perché i miei ricordi non vanno oltre a quel mese di ospedale. Il mio primissimo ricordo è il sospiro di sollievo di Renéé seduta su un divano vicino al letto dell'ospedale.

ti sei svegliata “

Ma oltre ciò, la mia mente non ci riesce andare più indietro come se ti trovasse a lottare contro un muro di cemento.

<< e chi è stato ad ucciderli? >>

<< secondo la polizia un ladro >> mi sorride << secondo l'FBI io. Ma sono innocente e lo proverò. Non ho ucciso nessuno >>

<< e tu chi sei veramente? >> c'è qualcosa in lui che non mi convince. Quei suoi occhi scuri, privi di luce, gli ho già visti da qualche parte, ma dove? Provo a spingere la mia mente più indietro, ma ad un tratto sento un forte mal di testa farmi gemere dal dolore.

<< stai bene? >> mi chiede Simon notando il mio gemito di sofferenza.

<< sì, tutto ok. >> scuoto la testa, smettendo di lottare contro quel muro. << ancora non mi hai risposto >>

Ride, portandosi la testa di lato continuando, però, ad osservarmi cercando qualcosa nei miei occhi.

<< sei testarda come tua madre >>

Io come mia madre. Che cosa strana assomigliare ad una persona che neanche conosci.

<< hai gli stessi occhi di tuo padre e la stessa sua risata. Ma tutta la tua bellezza l'hai presa da Valerie. Era una donna che semplicemente andava oltre alla bellezza. >>

Ascolto registrando ogni parola che mi dice, cercando di ricordarmi qualcosa. Nulla. Vuoto totale.

<< continui a non rispondermi >> parlo, un pochino irritata.

<< giusto. >> fa un forte respiro di colui che ormai è rassegnato << sono l'unico figlio di Richard. >>

Figlio di Richard.

Richard era il fratello di mio padre, quindi mio zio.

<< sei mio cugino? >>

<< sembri sorpresa >> e ride più forte, mentre io rimango a bocca aperta.

Mi sento così confusa. Tutta questa storia appare così lontana dalla mia vita.

<< Isabella, perché non vieni a New York insieme a me? Potresti riprenderti quello che ti aspetta di diritto, scoprire qualcosa di più sulla tua famiglia. >>

No, sta andando tutto troppo veloce. Io non posso andarmene da Forks. Non posso lasciare Renéé e Charlie così. Rosalie potrebbe impazzire per ritrovarmi. Poi devo dire addio ad Angela e Alice. Inoltre devo sistemare la questione con Edward. Per non parlare dei miei studi. E poi con chi devo scappare? Con il presunto assassino dei miei genitori? No, la mia risposta è no.

<< Isabella >> si siede sul letto per poi prendermi le mie mani nelle sue ghiacciate << Bella, vieni con me >> i miei occhi si persero nel buio dei suoi << ti proteggerò da chiunque osasse anche solo pensare di farti del male. Sei l'unica parente che mi è rimasta. Ho solo te >>

Ha solo me?

Proteggermi?

La mia confusione aumenta sempre di più come il mio mal di testa. L'unica cosa che io so è che non me ne devo andare da Forks, ora. Ho troppe questioni da sistemare.

Stacco le mie mani dalle sue ed abbasso lo sguardo

<< perché alla fiera mi hai aggredito? Come facevi a sapere che ero io? Perché in tutti questi anni non mi hai cercato? >>

<< avevano detto a mio padre che anche tu eri stata assassinata. Il dolore per la morte del fratello con tutta la sua famiglia è stato così grande che mio padre si ammalò gravemente e dopo qualche anno morì. >> tutta la freddezza che caratterizzava il suo volto scomparve e vidi davanti a me solamente un uomo che soffriva tanto.

<< m... mi dispiace >>

<< un giorno venne a casa mia alcuni agenti per farmi delle domande. E lì scoprì che ero stato accusato di aver ucciso i tuoi genitori, ma quei due agenti mi rivelarono anche che tu eri viva, che eri al sicuro lontana da qui. Non sai la gioia che mi diedero. Tornai di nuovo a vivere. Allora ingaggiai un detective... >>

Lo ascolto attentamente, cercando di capire se mi stesse raccontando la verità, ma ormai ho capito che in queste cose non sono brava. Charlie e Renéé sono riusciti ad ingannarmi in tutti questi anni. Non ho mai sospettato che loro non potessero essere i miei genitori.

Mi sento così confusa. Vorrei... non so neanche io cosa voglio veramente. Tutta la mia vita è distrutta. Io sono distrutta. Dove troverò la forza per andare avanti?

<< appena ti trovò, decisi subito di venire qui a Forks. Il detective mi diede alcune foto tue per riconoscerti. Quando ti vidi alla fiera, così bella, così cresciuta, un piccola copia di Leonard e Valerie non ho resistito. Sono corso da te per conoscerti. Ti chiedo scusa se ti ho aggredito in quel modo, ma tu cerca anche di vedere dal mio punto di vista. Finalmente potremmo essere una famiglia >> il suo sorriso che mi appare vero, autentico, spinge a sorridere pure me.

Finalmente potremmo essere una famiglia! Questa sua frase, mi fa sperare di avere anch'io una famiglia che mi voglia bene, che sia contenta di me.

Ma posso fidarmi davvero di Simon? Oppure anche lui si rivelerà una grossa delusione?

<< mi dispiace, ma non so se voglio venire con te >> dico quello che penso veramente, ma mi sento male, quando lo vedo rattristirsi. Tutta la sua euforia, sparisce di colpo. << ma devo mettere chiarezza alla mia vita. Ho bisogno di riflettere. >> adesso mettiamolo alla prova. << voglio ritornare a casa Swan. >>

Lo osservo in silenzio, tesa, aspettando la sua risposta con il cuore a mille.

<< bene. Ti accompagno subito >>

Cosa? Stai dicendo la verità, Simon? Mi riaccompagni a casa senza farmi del male? Allora, forse non mi vuoi uccidere? Come me, anche tu provi il desiderio di riavere una famiglia? Per ciò Rosalie mi ha detto un'altra bugia?

No, ho bisogno di riflettere, di avere altre risposte ma non da Simon.

 

* *** *

 

Entro in quella che credevo fosse casa mia e mi dirigo in salone dove Renèè, Charlie, Rosalie e Peter stanno fermi, immobili, come mummie.

Appena mi vedono si risveglino dal loro torpore e mi guardano con sentimenti diversi: preoccupati, arrabbiati, felici, esausti.

<< ma cosa ti è preso? Sparire in questo modo. Ti abbiamo cercato ovunque. >> mi grida Renéé con uno strano tono di voce. Sembra davvero preoccupata per me << noi ti diciamo che hai un pazzo che ti vuole uccidere e tu te ne vai a zonzo. Non lo fare mai più. CHIARO? >> e lasciandomi a bocca aperta mi abbraccia, seguito poi da Charlie che ci cinge le spalle senza dire nulla.

In questo momento, irrazionalmente, mi sento esplodere dalla felicità davanti a questa manifestazione d'affetto verso di me. No, io non sto proprio bene con la testa.

Mi scanso dal loro abbraccio per poi guardare Rosalie dritta negli occhi.

<< so chi sono i miei veri genitori. Leonard e Valerie Stevens. >>

<< bene >> è agitata. Lo noto da come muove le dita delle mani.

<< me lo ha detto Simon, mio cugino >> calco queste due ultime parole.

<< COSA? >> urla Renéé, sconvolta << quel maledetto... >> e lo riempe di parolacce, mentre Charlie cerca di calmarla.

<< però ho bisogno di altre risposte. >>

<< sono qui proprio per questo >> poi con la mano indica il posto accanto a lei << siediti. Sono pronta per raccontarti tutta la storia >>

 

* *** * **** * ***** *

 

Pov Edward

 

Parcheggio l'auto di fronte casa Cullen, arrabbiato nero con me stesso e con Bella. L'ho cercata ovunque. Sono andata anche a casa sua, sperando che lei fosse lì, ma non c'era nessuno neanche i suoi genitori. Vorrei capire cosa sta succedendo.

Non potrò mai cancellare dalla mia memoria il suo sguardo sconvolto, irrigato di lacrime, mentre correva via da me. È stata peggio di una pugnalata. Mi porto le mani sul volto, senza sapere cosa fare. Se le è successo qualcosa, io non potrei vivere più.

Finalmente tutto si era sistemato. Eravamo riusciti a rivelarci quello che provavamo, ci stavamo preparando per vivere il nostro amore, ma poi questa mattina tutto è stato distrutto. Perché non riesco a dirle la verità? Perché non trovo la forza di rivelarle il mio passato? Conosco le risposte a queste domande. Perché ho una maledetta paura di perderla.

Però se le avessi raccontato tutto di me, forse lei mi avrebbe capito e non sarebbe scappata da me?

Tiro fuori dalla tasca dei jeans il mio portafoglio. Osservo la foto mia di Isabella che ci baciamo. Un'altra in cui siamo semplicemente abbracciati. Ma poi, più nascosta delle altre, vi è una vecchia foto leggermente sgualcita. Io da bambino seduto su un giardino fiorito che rido come un matto. Con una mano tengo quella di una bambina più piccola che indossa un delizioso vestitino blu. Anche lei ride divertita. Tra i capelli ha una corona di fiori. La guardo e sorrido con tristezza.

Rimetto di nuovo le foto al loro posto.

Devo trovare Bella a tutti i costi.

Riaccendo la macchina e riprendo la mia ricerca, non vedendo l'ora di riaverla fra le mie braccia.

Amore mio, ti troverò.

Sempre.

 

ANGOLO AUTRICE:

Su, in questo capy sono stata molto buona e vi ho dato molti suggerimenti. Secondo voi chi è la bambina della foto di Edward? Una sorella nascosta? Un'amica? Inoltre abbiamo scoperto chi erano i veri genitori di Bella e chi è Simon. Ma sarà davvero innocente come dice lui oppure no?

Un bacione enorme a tutti voi!!!

Bellina.

 

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


 

Salve a tutti!!!

Prima di tutto volevo dire grazie a tutti voi, soprattutto a quei 20 lettori che hanno recensito lo scorso capitolo. Con le loro parole, mi hanno dato un conforto incredibile. GRAZIE! Mi dispiace di non aver potuto rispondere alle vostre recensioni, credevo di non farcela neanche ad aggiornare. Comunque voglio che una cosa sia chiara. Le note finali dello scorso capy (che poi ho cancellato) sono stato un mio sfogo personale; nessuna tecnica per avere commenti in più. Ho scritto solamente quello che sentivo in quel momento. Diciamo che lo scorso capy è stato uno sfogo generale contro recensioni che ci fanno male ( mi è dispiaciuto notare che ci sono tantissimi autori che hanno lo stesso mio problema. Dai, dobbiamo essere forti!)

 

Parlando di questo capy, vi ho fatto un regalo. In realtà è l'unione di due capitolo. Contenti, vero?

Leggete tutto il capitolo, le spiegazioni stanno alle note in fondo.

 

BUONA LETTURA!

 

18 Capitolo

 

Pov Bella

 

Rosalie mi ha raccontato la stessa storia d'amore di Leonard e Valerie che mi aveva narrato anche Simon. Bene, su questo punto non mi hanno mentito.

Ogni tanto il mio sguardo cade su Renèè e Charlie, seduti che si tengono per mano come per darsi il conforto, mi fissano con estrema attenzione.

<< e come mai credete che sia stato Simon ad uccidere i miei genitori? >>

Rosalie fa un lungo respiro e beve un altro sorso di tè freddo, stanca, con lo sguardo un po' basso.

<< forse sarebbe meglio fare una pausa? >>

<< no, ti prego. Continua >> ho la necessita di non avere solamente domande, ma anche risposte.

<< Come già ti avevo detto, Leonard dopo il suo matrimonio cambiò. Sembrava che non li interessava più la sua caccia al potere. Per questo motivo entrò in contrasto con suo fratello, Richard. >> compare sulle sue labbra un sorriso amaro << quando nascesti tu, il rapporto tra i due fratelli sembrò ritornare come ai vecchi tempi. In realtà, il vecchio Richard aveva altri piani. Voleva far sposare Simon con te >>

Tossisco a causa del nervosismo. Matrimonio combinato tra me e mio cugino? Questo non me lo aveva raccontato, Simon.

Matrimoni combinati, gelosie, storie d'amore, assassini... mi sembra di essere finita in un film ambientato nell'Ottocento

<< tuo padre andò su tutte le furie e ruppe definitivamente il suo rapporto con suo fratello. >>

Mi sento proprio orgogliosa di mio padre: ha difeso me, mi ha protetto da suo fratello andando contro di lui.

Doveva essere una persona grandiosa.

<< la stessa sera Richard, ubriaco, ebbe un incidente in auto e perse l'uso delle gambe. Simon, a quei tempi aveva già sedici anni, ha dato la colpa ai tuoi genitori. Alcuni camerieri, dissero che un giorno Simon venne lì e ha litigato di brutto contro Leonard. Ha detto che si sarebbe vendicato, lo avrebbe ucciso. Dopo tre mesi i tuoi genitori vennero trovati morti. >>

Sentì una serie di brividi sul mio corpo, il respiro diventare agitato. Ripenso al dolore di Simon quando gli ho detto che non lo seguirò a New York, rivedo il suo sorriso felice quando mi disse che noi potremmo essere una famiglia. Vedo Rosalie trattenere il respiro per qualche secondo prima di parlare << inoltre con la tua morte, Simon avrebbe nelle sue mani una ricchezza incredibile, senza paragoni. >>

<< ma ne siete sicuri che sia stato Simon? Non c'era testimoni? La casa è grande, un cameriere avrà sentito qualcosa >>

<< bé c'è un testimone >> rimane in silenzio, abbassando di nuovo lo sguardo.

<< Rosalie parla, ti prego >> l'ansia sta salendo sempre di più, ho il cuore in tumulto.

<< l'unico testimone che abbiamo sei tu >>

Io?

Scuoto la testa più volte, semplicemente sconvolta, desiderosa che per un attimo che il tempo si fermasse per riprendermi un attimo. Io? Come posso essere l'unico testimone? Io che non ricordo nulla dei miei veri genitori.

E poi perché non ho ricordi del mio passato? Perché la mia mente non va oltre a quel mese in ospedale? Mi hanno dato qualche droga?

Sento che sto per perdere il controllo.

Rosalie, in ansia, fa grossi respiri

<< siamo certi che tu eri nascosta da qualche parte e... e … >> si porte una mano sulle labbra, deglutisce più volte a fatica << … e hai visto Simon uccidere i tuoi genitori. Lo shock fu talmente grande che quando la polizia ti trovò, avevi la febbre altissima. Credevano che non ce l'avresti fatta. Invece eri una bambina fortissima. La tua febbre scese, riuscì a guarire senza complicazioni gravi. Ma non ti ricordavi nulla dei tuoi veri genitori. Secondo i medici questo fu causato dal trauma che hai subito. Con il tempo i tuoi ricordi sarebbero tornati >>

Non reggendo più tutto lo stress accumulato, mi alzo di scatto ed inizio a muovermi intorno la stanza.

Devo mettere ordine alla mia vita.

Ho visto i miei genitori morire, ma non ricordo nulla. Vuoto totale. I miei ricordi non vanno oltre al quel mese di ospedale. Perché?

<< quindi l'incidente con gli scii era una scusa. io... >>

<< no, non sei mai stata a sciare >> mi dice Renéé stranamente con dolcezza.

Mi fermo ad un tratto, appoggiandomi al tavolo del salone, sentendomi svenire. Adesso ho capito. Il mio incubo con gli spari. Non è un semplice sogno, ma un ricordo. Il mio subconscio sta provando a far rivivere il mio passato.

Ho bisogno assolutamente di altre risposte.

Mi rivolgo verso coloro che credevo che fossero i miei genitori

<< perché avete deciso di prendervi cura di me? >>

<< tua madre, la grande Valerie, era così buona. L'ho conosciuta. >> gli occhi di Renéé si perdono nel vuoto << Credeva nello sviluppo... finanziò le mie ricerche nel campo medico, per trovare nuove cure per le malattie mentali. Diventammo grandi amiche. >> una lacrima scorse sulla sua guancia. Non l'avevo mai vista piangere. << quando fui avvertita che i tuoi genitori erano stati assassinati, mi si spezzò il cuore. Andai subito a New York consapevole che non sarei stato di grande aiuto per le indagini. Scoprì che tu eri viva, ma che stavi in ospedale. Allora decisi di andare lì, per portare il mio aiuto da medico. >> un sorriso felice comparve sulle sue labbra << quando ti svegliasti e mi dissi con quella vocina tenera“ tu sei la mia mamma? “, io non resistetti e ti dissi di sì. Promisi sulla bara di tua madre che ti avrei protetto, che ti avrei reso forte per questo mondo. Ti ho insegnato a dare il massimo, sempre... >> di scatto si alza e borbottando un scusa, scappa via andando in camera da letto.

<< bene >> adesso tocca Charlie andare avanti con il racconto. << non avevi nessuno che poteva prenderti cura di te, per ciò fu per noi abbastanza facile adottarti. Ci trasferimmo e andammo a vivere in un paesino dimenticato da tutti: Forks. Qui nessuno ci conosceva, quindi fu molto facile tener nascosta la tua identità e proteggerti. All'inizio ci venivano a trovare spesso quegli del FBI per cercare in modo di farti ricordare qualcosa >>

Mi viene in mente che a volte ero costretta quando ero piccola a stare a casa poiché arrivavano strani tipi a parlare con me. Adesso capisco chi erano << Rosalie gli piacevano così tanto che appena poté entrò a far parte anche lei del FBI. È stata lei insieme a Peter a continuare il caso dei Stevens. E questo è tutto ciò che noi sappiamo >>

Mi siedo di nuovo sul divano portandomi le mani dal viso, mentre tutto il mio corpo è scosso da singhiozzi. Non c'è la faccio più. Tutta la mia vita è distrutta. Tutto quello a cui credevo, le persone di cui mi fidavo, tutto è finito. Mi sento così debole. Basterebbe anche una folata di vento per ridurmi in mille pezzettini.

<< Bella, ascoltami... >> Rosalie si inchina dinnanzi a me, togliendomi le mani dal volto per guardarmi negli occhi << tu non sei sola. Hai me. Hai Charlie e Renéé. Insieme ce la faremo. Ti ho sempre protetto quando eravamo due bambine e ti proteggerò anche adesso. Ti scongiuro, fidati di me >>

Non ci riesco. Vorrei tanto, ma è difficile fidarsi di qualcuno che ti ha deluso così tanto. Mi sembra che il mondo mi sia crollato addosso. Come farò ad andare avanti?

<< ti voglio bene, Isabella. Tu sei mia sorella. Quando mi hanno detto che sarei stata costretta a mettere in scena la mia morte, a rinunciare alla mia famiglia, alla mia vita mi sono sentita davvero morire. Non volevo cambiare il mio nome, ricominciare tutto da capo... >> vedo i suoi occhi illuminarsi per un secondo di una rabbia cieca, per poi ritornare di nuovo freddi << capisci? Io non volevo separarmi né da te né dalla mia vita. Ma se era l'unico modo per tenerti a sicuro, ho accettato. È stata dura vedere tutti i miei amici, le persone che conoscevo piangere a dirotto, mentre io rimanevo nascosta ad ascoltarli. Quando dopo una settimana dal funerale, sono andata alla tomba vuota per salutare la vecchia Rosalie ho visto te che piangevi e urlavi dalla disperazione, avrei voluto abbracciarti e raccontarti tutto >>

Sentire il suo racconto, quello che ha dovuto passare, percepire il suo dolore, mi fa sentire male come se qualcuno mi avesse appena sbattuto qualcosa in faccia. Non è giusto che lei insieme ai suoi genitori abbia dovuto soffrire così tanto a causa mia. Charlie e Renéé non potranno mai dire “ guardate, quella è Rosalie. Ed è nostra figlia! “

E la colpa è solamente mia.

Dico che la mia vita è distrutta, ma solo ora mi rendo conto di quante altre vite sono state distrutte a causa mia.

<< Rosalie, ti voglio bene >> l'abbraccio forte a me e lei ricambia, mettendoci a piangere di nuovo.

Mi sento un mostro che annienta ogni cosa si trova davanti. Attila al confronto di me è stato un dolce agnellino.

E chissà quanto altro male verrà fatto!

<< mio Dio! Ma tu bruci >> si stacca da me, mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio << fila a metterti un pigiama, mentre io ti preparo qualcosina. >>

<< agli ordini >>

 

* *** *

Esco dalla doccia un pochino più rilassata con i capelli completamente bagnati e coperta da un telo bianco. Avrei voluto andare da Renéé per parlarle, per chiederle scusa che a causa mia ha perso sua figlia, ma si è rinchiusa in camera sua a piangere.

Abbiamo deciso che non andrò più a scuola, tranne i giorni in cui ci saranno gli esami e poi il tanto sospirato diploma.

Speriamo che per quella data avremmo preso l'assassino dei miei genitori e in cuor mio spero che non sia Simon. È l'unico mio vero parente rimasto.

Osservo il mio cellulare con più di cento chiamate di Edward. Dovrei rispondergli, dire che sto bene, ma non trovo il coraggio di parlarci. Dopo tutto quello che mi sta succedendo, chi mi garantisce che Edward non sia un assassino? Ok, il mio cuore mi dice di no, ma la mente è piana di domande. Perché ha una dannata pistola nell'armadio? Perché se ne è andato da Chicago? Per quale motivo so poco del suo passato?

Faccio un lungo respiro trattenendo con forza le lacrime.

Esco dal bagno e vado in camera mia, prima che Rosalie mi possa vedere mezza nuda che cammino per il corridoi. Mi strillerebbe di certo!

Mi tolgo il telo e lo butto sulla sedia.

<< non mi hai richiamato >>

Mi giro di scatto spaventata, trovando Edward sdraiato tranquillamente sul mio letto che stringe tra le mani il mio coniglietto di pezza, quello che ha vinto nella fiera. I suoi occhi che scrutano il mio corpo nudo diventando sempre più scuri.

Imbarazzata, con il volto divenuto completamente rosso, mi metto subito una maglietta. Maledizione! Come ha fatto ad entrare? Peter sta fuori a controllare il perimetro di casa... Adesso, solo in questo momento, mi rendo conto di quanto possa essere pericoloso Edward. È riuscito ad entrare in una casa controllata da quelli del FBI.

Mi giro verso di lui, cercando di mostrare uno sguardo freddo.

<< come mai sei qui? >>

<< me lo chiedi pure? >> la sua voce è ghiacciata più della mia, rimane fermo a guardarmi con rabbia. << sei scappata da me, piangendo. Non sapevo che fine avevi fatto. Stavo per impazzire dalla paura che ti fosse successo qualcosa. >>

<< e che altro dovevo fare? Hai una pistola in camera tua >>

<< io... >> si siede sul letto, tenendo lo sguardo basso, si porta una mano tra i capelli teso.

Ma cosa gli è successo? Faccio un passo in avanti per andarlo ad abbracciare, ma mi fermo subito. No, non posso essere debole in questo momento. Mi deve delle spiegazioni. E se non me le dà, allora anche se fa male porro fine alla nostra relazione.

<< fuori >>

<< c... che cosa? >> alza lo sguardo verso di me, sconvolto.

<< ti ho detto di andartene da camera mia >> con la mano gli indico la porta, cercando di rimanere impossibile.

Ma non ci riesco. Vederlo così disperato, distrutto, mi rende debole. Vorrei poterlo abbracciarlo forte, baciarlo, dimostrargli tutto l'amore che provo per lui. Ma non posso. Lui è pericoloso.

<< Bella, io vorrei tanto spiegarti... >>

<< allora farlo? >> ti prego, Edward. Non mi distruggere anche tu. Dimmi che cazzo ci devi fare con quella dannata pistola. Non puoi averla per gioco.

<< ma non posso >>

<< bene. Allora te ne puoi anche andare >> sto per scoppiare a piangere.

Mi sento di nuovo così debole. Speravo che Edward mi desse, finalmente, delle spiegazioni, ma invece nulla. Avevo posto davvero delle speranze per la nostra relazione, mi sono fidata di lui, credevo al suo amore, ma se mi amasse veramente mi darebbe delle spiegazioni.

<< Bella, piccola, ascoltami >>

Alzo lo sguardo e spaventata quando me lo ritrovo davanti a me. È così silenzioso, veloce... mi fa paura.

<< v... vatt... vattene >>

<< Bella >> le sue mani sfiorano la mia spalla come per rassicurarmi, ma ottengo l'effetto contrario. Sento la rabbia iniziare a scorrere nel mio corpo, facendomi vedere tutto rosso. Non sto mica chiedendo la Luna? Voglio solamente delle risposte. Cazzo, non è così difficile da capire.

<< non mi toccare >>

<< maledizione. Mi vuoi ascoltare? >>

Scuoto la testa, il mio volto pieno di amare lacrime, e poi mi ritrovo a sbattere i miei pugni sul suo petto

<< ti odio. Ti odio con tutto il mio cuore. Maledetto il giorno in cui ti ho con... >> blocca con una mano i miei polsi, mentre con l'altra appoggiata alla mia vita mi abbraccia a se, facendo aderire il mio corpo al suo. << Lasciami. Mi fai paura. Staccati subito da me, idiota. >>>

<< Bella, non mi maledire. Sono solamente un ragazzo innamorato che cerca di proteggere la donna che ama >> alza il mio volto verso il suo << non ho mai usato quella pistola. Non ho mai ucciso nessuno. Solo una volta ho fatto a botte con uno. Ma non sono un tipo violento. Ti ho mai fatto del male? >>

Scuoto la testa incapace di parlare. “Un ragazzo innamorato che cerca di proteggere la donna che ama”. Questa è la frase chiave.

<< te lo giuro. Ti racconterò tutto. >> i suoi occhi si illuminano come se avesse appena avuto un ispirazione divina << ti racconterò tutto il giorno del diploma. Non sono un assassino. Non sono neanche un ladro. Fidati di me. Adesso sei troppo scossa per ascoltarmi >> fa un lungo respiro << però anche tu mi devi delle spiegazione. Ad esempio chi è il tipo fuori casa tua... >>

<< Edward... >>

Ma le sue labbra, inaspettatamente, furono sulle mie azzittendo la mia domanda. Con rabbia gli mordo il labbro, mentre con le mani provo a spingerlo via da me, ma è troppo forte. Continua a baciarmi con disperazione, come se questo fosse il nostro ultimo bacio.

Il mio corpo, non obbedendo alla mia mente, si lascia andare al bacio, la mia pelle si riempe di brividi quando sento una mano di Edward sfiorare il mio seno.

<< ti odio >> borbotto tra le sue labbra.

<< già me lo hai detto >>

<< non è valido così. Mi stai distraendo >>

<< ti amo >> mi bacia questa volta con dolcezza. Tutta la violenza che lo aveva animato è sparita, ritornando così il mio Edward.

<< v... va bene >>

<< che ti amo? >> alza un sopracciglio, incuriosito e divertito allo stesso tempo.

<< no. Cioè si. uffa >> scuoto la testa, mentre lui ridacchia. Faccio un lungo respiro per cercare di organizzare una frase << il giorno del diploma ci racconteremo tutto. Non ci devono essere più segreti fra me e te >>

Ho più o meno più due settimane per preparare un discorso decente, se sarò ancora viva ovvio. Inoltre devo essere pronta psicologicamente per ascoltare Edward.

<< benissimo. Dovremmo suggellare il nostro patto con un po' di sano ses... >>

<< Edward, no! >> scuoto la testa convinta, dando un lieve schiaffo alla sua mano che stava ritornando sul mio seno.

<< Bella, ti va di dormire insieme a me? >> entra in camera, senza bussare, una Rosalie tutta euforica con un cuscino in mano.

Il suo sguardo da euforico diventa scioccato, mentre osserva prima me poi Edward e soprattutto le mani di quest'ultimo che si trovano sotto la mia maglietta.

<< ops. Spero di non aver rovinato l'atmosfera >>

Mi stacco imbarazzata da Edward che ridacchia divertito. Adesso che cosa faccio?

<< comunque io sono Rosalie, una cugina di non so di che grado di Bella >>

<< piacere. Sono Edward, il suo ragazzo >> dal suo tono di voce e da come ha pronunciato “ suo ragazzo “ sembra fiero di sé. Vorrei gridargli “ Tesoro, fino a quando non mi racconti la storia della pistola te lo scordi che io sono la sua ragazza “. Sfortunatamente c'è Rosalie. Chissà come la prenderebbe che il mio ragazzo ha una pistola in camera sua.

Si stringono la mano.

Comunque Ros non mi sembra così tanto sorpresa nel vedere Edward nella mia stanza. Forse lo hanno lasciato entrare, credendo che io abbia bisogno un po' di “ distrazione”.

<< Bella... >> gli occhi di Rosalie si scontrano con i miei << io vado in camera mia. Divertitevi! >> divento se è possibile più rossa, desiderosa di poter sparire, mentre Edward scoppia a ridere.

<< grazie mille >> dice tra una risata e l'altra, l'idiota di fronte a me.

<< l'unica cosa vi chiedo di essere silenziosi. Sono un pochino stanca >>

<< va bene. Tapperò la bocca a Bella >>

<< grazie. Un ultimissima cosa. Usate le giuste precauzioni >>

No, basta. Questo sta diventando un incubo.

<< se volete ho qualche preservativo... >>

<< no, non ti disturbare. Ho tutto quello che serve >>

<< Edward, sei un bravo ragazzo >>

<< grazie >>

<< BASTA! >> tale conversazione sta diventando troppo assurda, troppo imbarazzante. Meglio farla finire prima che Rosalie tira fuori da qualche parte una lavagnetta ed inizia a spiegare alcune posizioni con Edward che prende appunti. Li vedrei proprio benissimo. << Rosalie potresti un attimo uscire. >>

<< certo, certo. Non sono molto d'accordo a fare cose a tre >> ridendo se ne va. Ma anche se sembra così tranquilla con quel sorriso stampato sulle labbra, vedo per un attimo Rosalie fissare Edward con una strana attenzione. Appena chiude la porta della mia stanza do un pugno sullo stomaco ad Edward.

<< simpatica tua cugina >>

<< se vuoi, puoi andare da lei >>

<< gelosona >>

<< io NON sono gelosa. Sai che puoi andare con chi ti pare e piace. >>

Alla fine, l'idiota riesce a distrarmi, a farsi perdonare da me senza darmi delle spiegazione. Mi chiedo perché sono così debole.

<< ma io voglio solo te >>

Sospiro rumorosamente, mentre lui inizia ad accarezzarmi le spalle, notando la mia tensione. Chiudo gli occhi, consapevole che se non lo mando via mi ritroverò nuda tra le sue braccia.

<< te ne devi andare >>

<< ma... >>

<< no, nessun ma. >> mi giro verso di lui, provando a non rimanere incantata dai suoi occhi che sembrano ancora più profondi << adesso sono io che non voglio venire a letto con te >> sorrido << ovviamente fino al giorno del nostro diploma, quando ci diremo tutta la verità. >>

<< mi hai rubato l'idea. >> borbotta un pochino irritato. << e poi perché non potremmo fare l'amore. Siamo due adulti che si amano tantissimo... >>

<< e dimmi come posso donare tutta me stessa a una persona di cui non conosco niente? Di cui non so neanche il motivo per cui ha una pistola? >>

provo a non gridare, ma mi costa davvero tanto. La situazione sta diventando troppo stressante, i problemi aumentano sempre di più, mentre io sono sempre la stessa debole Bella.

<< Bella, lo so. Hai ragione. Ma ti prego, abbi fiducia in me >> mi abbraccia ed io ricambio la sua stretta << te l'ho detto. Non dubitare mai del mio amore >> sento un suo respiro fra i miei capelli << ti lascio. Vatti a vestire che hai un po' di febbre >> e lo fa davvero. Stacca le sue braccia dal mio corpo, mi da un lieve bacio sulle mie labbra e si dirige alla finestra.

Solo quando lo vedo aprire la finestra, mi riprendo.

<< che intenzioni hai? >>

<< di andarmene, come mi hai detto te >>

<< ma da dove? >>

<< semplice. Mi calo dalla finestra >>

<< tu sei un grosso idiota >>

<< fidati di me, amore mio >> fa un inchino.

<< non mi chiamare amore mio. >>

<< le donne, valle a capire >> borbotta Edward tra le labbra, ricevendo da me un occhiataccia. Ma quando sta prendendo la rincorsa per saltare, mi spavento.

<< su vieni, ti accompagno al portone. >>

<< Uffa! Come desideri, bamboletta >>

Lo prendo per mano e scendiamo giù. Tutta la casa è al buio e l'unico suono che si sente sono i nostri passi, le nostre risate.

<< allora Edward, puoi andare adesso. >>

<< mmm >> anche se è buio so che sta sorridendo << neanche il bacio della buonanotte! >>

<< no, non te lo meriti. Su vai... >>

Ma le sue labbra impazienti furono sulle mie, la sua lingua che inizia a giocare con la mia in una danza erotica. Una sua mano tiene ferma la mia testa, mentre l'altra mi accarezza la gamba.

C'è qualcosa che mi devo ricordare, ma la mia mente è annebbiata dal piacere. Tanto piacere.

Gli tolgo la giacca che indossa e la faccio cadere non so dove. Di sicuro lontano dal corpo di Edward. Voglio sentire la sua pelle nuda con la mia.

<< no, ferma >>

<< mmm >> mugolo di protesta.

<< devo andare. >> mi accarezza con mano tremante la guancia << ti amo. Non lo dimenticare, questo. Ti prego. >> è così disperato << Buonanotte, mia principessa >> mi bacia, prima di andarsene.

Mi lascio cadere per terra, non reggendo più tutto quello che mi sta succedendo. Ho paura. Ho paura anche della mia ombra.

Dice che non è né un assassino né un ladro, ma allora cosa diamine gli serve avere una pistola.

Chiudo gli occhi.

Vedo per un attimo Edward in piede che indossa una camicia completamente bianca, ai suoi piedi vi sono corpi senza vita. Le sue mani sono sporche di sangue e stringono con forza la pistola. Poi alza l'arma verso di me.

ti amo. Ricordati questo. Non ti farò mai del male “

Ma è davvero la verità?

 

Sono sotto le coperte a piangere a dirotto, incapace di trattenermi.

Ormai ne sono certa. Edward è un ragazzo pericoloso. E ha tanti segreti, forse più di me...

Dovrei stare lontana da lui, ma ormai è troppo tardi.

Si sa che l'amore è irrazionale ed io sono perdutamente innamorata di lui,

 

ANGOLO AUTRICE:

Vi voglio dare delle spiegazioni. Per prima cosa non sono per niente d'accordo come Edward e Bella stanno affrontando la situazione. Nel senso che dovrebbero, finalmente, chiarirsi e parlare. Una relazione, secondo me, si basa sulla fiducia e sul dialogo. Questo è come la penso io, Sono una persona che le cose le dice in faccia, se qualcosa non mi va bene la dico subito, non mi faccio problemi... Preferisco essere considerata una persona stronza piuttosto che falsa o bugiarda. Naturalmente questa è come la penso io. Forse Edward ha fatto bene ad aspettare? Bella era ancora sotto shock per quello che aveva appena scoperto da Rosalie. Io, invece, se fossi stato al posto di Eddy anche se Bella non si era ancora ripresa, le avrei rivelato tutto. E probabilmente in questo modo l'avrei persa ( ve lo dico, Edward nasconde un grandissimo segreto)

sarei davvero curiosa di sapere invece voi cosa pensate di ciò.

A questo punto mi potreste chiedere “ perché stai facendo procedere in questo modo la storia se non sei d'accordo?” Perché i miei personaggi non sono perfetti, anzi sono pieni di difetti. Hanno le loro paure, in questo caso di perdere il proprio amore rivelando i loro segreti. Sto cercando di renderli più realistici possibili con le loro virtù e vizi.

Poi, poiché oggi mi sento un angioletto, vi do dei piccoli indizi su cui riflettere. Come mai Rosalie e Peter hanno fatto entrare Edward in casa? Che siano a conoscenza del passo di Eddy? Forse Edward fa parte del FBI? Oppure ce dell'altro? ( io lo so, io lo so.... hihihihi) Mi stavo quasi per dimenticare. Nello scorsco capy ci sarà l'ultimo dialogo tra Principessa e Rospetto nel quale il nostro caro Rospy farà un passo falso...  meglio che me ne vada prima che vi dico qualcos'altro xD

Un bacione enorme!
Bellina.

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


 

Ciao! Anche se mi sto sciogliendo a causa di tutto questo caldo, eccomi qua per un nuovo aggiornamento!

 

Vi avverto già che non so se potrò continuare a pubblicare anche in Agosto poiché parto e sto via tutto il mese. I capitoli sono già pronti, quindi devo vedere se riesco a convincere una mia amica ad aggiornare al posto mio.

Facciamo così. Tanto prima di partire credo di riuscire a pubblicare un nuovo capy e vi do le notizie con più precisione. Per voi non ci sarebbero problemi se la storia venisse aggiornata anche in Agosto, vero?

Ok, adesso vi lascio al capy.

 

BUONA LETTURA!

 

Capitolo 19

 

 

 

Pov Bella.

 

Questa volta ho ancora più paura. Adesso che so che non è un semplice sogno, ma un ricordo provo a sforzare la mia mente ad abbattere quel muro.

Il buio mi avvolge come al solito.

Sento alcuni passi avvicinarsi.

Una risata.

Il primo sparo.

Il grido di donna. Forse è mia madre che sta urlando?

Parte il secondo sparo.

Silenzio. Sento solo il mio respiro che si infrange sulle mie labbra socchiuse.

Un passo.

Un altro.

Tendo di uscire dal mio nascondiglio per vedere l'assassino, ma qualcuno mi tira per una gamba.

Mi giro di scatto per capire chi osa tenermi ferma.

Cade un fulmine.

Luce per pochi secondi.

Una mano insanguinata mi tiene per la gamba.

Urlo.

Mi sento tirare giù e...

 

E mi sveglio con il fiato ancora agitato, con la testa scombussolata, come se un tornado di emozioni mi avesse colpito in pieno.

Osservo la sveglia posta sul mio comodino.

Sono solo le cinque.

Chiudo gli occhi cercando di addormentarmi, ma la mano insanguinata del sogno me la rivedo di nuovo a stringere con violenza la mia gamba.

Mi alzo dal letto e cercando di non tremare, mi avvicino allo specchio non sapendo neanch'io cosa mi aspetto di vedere.

Una ragazza di diciotto anni con i capelli tutti arruffati, gli occhi lucidi e gonfi, le guance arrossate. Con le dita inizio a sfiorarmi il volto sudato in cerca di non so cosa.

Poi per solo pochi minuti vedo riflesso nello specchio una donna che mi assomiglia molto:i capelli del mio stesso colore ma più lunghi, gli occhi color blu come il mare, le labbra piene, rosse, che mi sorridono.

Sbatto gli occhi, turbata.

L'immagine cambia. La donna ha gli occhi spalancati, privi però di vita, il volto bianchissimo e un buco posto proprio in mezzo alla fronte dove esce dal sangue.

Trattengo un urlo e cado per terra spaventata.

Era mia madre? Mi sono ricordata com'era.

Inizio a ridere sempre più forte, fino a quando non mi ritrovo a singhiozzare per poi a piangere. Con rabbia butto a terra la sedia. Vorrei spaccare ogni cosa. Urlare con tutto il fiato che ho.

Invece sono seduta per terra a piangere, a sbattere i pugni sul pavimento.

Piango perché i miei genitori sono morti.

Piango perché ho qualcuno che mi vuole uccidere.

Piango perché la persona che amo può essere pericolosa.

Piango perché non so più chi sono.

Piango...

Poi ricordandomi che non voglio più piangere, mi rimetto a ridere per poi scoppiare di nuovo a piangere. Non ce la faccio più!

Non so per quanto tempo rimango in questo stato. Ad un tratto mi ritrovo in piedi, senza più lacrime pronte a scorrere, con il forte desiderio di placare la mia sete.

Vado in cucina dove vedo Rosalie seduta sul tavolo con il pc accesso in cerca di qualche cosa. Appena mi vede mi sorride con calore

<< buongiorno, tesoro >>

<< ciao >>

Prendo un bicchiere di latte e mi siedo davanti a lei.

<< che cos'hai? Mi sembri stravolta >>

<< il solito incubo >>

<< ah... >>

Rimaniamo in silenzio. Bevo tutto di un sorso il latte sentendomi subito meglio. Se riuscissi a ricordarmi anche un solo particolare dell'assassino.

Appoggio la testa sul tavolo, chiudo gli occhi e provo a ritornare indietro con la mente. Arrivo ai giorni dell'ospedale. Mi ricordo anche il volto baffuto del dottore che mi teneva in cura. Provo andare più indietro, ma è come se sbattessi in continuazione la testa contro un muro di cemento.

Riapro gli occhi di scatto, mordendomi le labbra per trattenere un gemito di dolore a causa del mal di testa che mi ha colpito.

Ho bisogno di pensare ad altro.

<< Rosalie, ti posso fare una domanda? >>

<< certo. Chiedi pure >> mi sorride, staccando gli occhi del pc per osservarmi.

<< chi è il padre del bambino? >>

Rimane impassibile, sembra quasi che ha smesso di respirare. Solo le sue mani tremano leggermente.

<< bè... è una lunga storia. >> comincia in modo nervoso ad attorcigliare una ciocca di capelli << si chiama Stefan. Era da più di un anno che ci frequentavamo. Non conosceva nulla del mio passato, cioè del mio vero passato. Avevamo intenzione di sposarci, non perché ero rimasta incinta, ma perché ci amavamo o almeno credevo fosse sincero il suo amore. Però quando mi sono decisa a raccontargli la mia vera identità, che non ero una semplice fioraia, il giorno dopo è sparito. >> abbassa lo sguardo << ma so che la colpa è mia. Dovevo dirglielo primo la verità, ma avevo troppa paura. Paura di perderlo. Paura di metterlo nei guai. Ma una cosa ho imparato. Una relazione si deve basare sulla fiducia, non su bugie.... >>

<< mi d... dispiace. Ho rovinato la tua vita e quella dei tuoi genitori. Mi sento un mostro >> So che con le scuse, non potrò mai ridare la vita che Rosalie desiderava. Non potrò mai cancellare il dolore che hanno provato Charlie e Renèè. E in più non riesco neanche a ricordare quel dannato passato. Mi sento così inutile.

<< Bella, sei già sveglia >> Renéé entra in cucina già vestita e truccata con il telefonino in mano. << bene. Lavati e poi inizia a studiare. Non voglio ricevere nessuna delusione da parte tua... >>

<< sì, Renèé >> mi alzo, lavo in fretta il bicchiere percependo lo sguardo profondo di Renèè sulla mia schiena. Non so come comportarmi con lei. Percepisco uno strano imbarazzo.

<< Bella, mi farebbe molto piacere se continuassi a chiamarmi mamma. Naturalmente se tu vuoi >>

Mi giro sconvolta, credendo di essermi immaginata quelle parole.

Non posso credere che Renéé vuole che io la chiamo mamma. Sono sempre stata una delusione per lei e suo marito. Sempre così imperfetta ai loro occhi.

<< lo so che sono stata molto... severa con te. Ma io voglio che le mie figlie Rosalie e Bella diano sempre il massimo in ogni cosa che fanno. >>

<< ti prego, basta. >> non riesco ad ascoltarla. Come può dirmi ciò dopo che mi ha sempre umiliato, mi ha detto che sarò sempre al di sotto di Rosalie. << vado in camera mia >> con rabbia, sbattendo i piedi per terra, lascio la stanza.

 

Alla fine arrivarono anche gli esami che tennero impegnati la mia mente in uno studio che oserei dire disperato e pazzo per imparare qualsiasi data, qualsiasi nome anche stupide curiosità. Credo che neanche il grande Leopardi si sia impegnato in uno studio come il mio. Tutto ciò solo per tenere la mente impegnata in modo da non pensare a tutti i problemi che mi stanno assalendo. Studiavo anche di notti, fino a quando i miei occhi non si chiudevano per poi ritrovarmi nei miei soliti incubi senza uscita.

Ovviamente uscì dagli esami con il massimo dei voti e con Charlie e Renéé fieri di me.

E poiché ero stata la più brava, il preside mi ha chiesto di tenere il discorso per il giorno del diploma. Alla fine ero riuscita ad avere quello che volevo qualche giorno fa, ma non mi sento per niente fiera di me.

 

Ed eccomi qua nello spogliatoio della palestra nel giorno del diploma.

Indosso la stupida tunica giallo canarino e guardo i ragazzi accanto a me tutti euforici, che fanno progetti per il futuro, felici che le superiori siano finiti. Invece io mi sento completamente vuota.

Esco dallo spogliatoio alla ricerca di Edward, ma lui ancora non è arrivato. Mi sento così in ansia. Oggi finalmente ci diremo la verità a vicenda. Io gli racconterò tutta la storia dei miei veri genitori, della loro morte e della possibilità che Simon possa essere il loro assassino. E gli dirò anche che per l'estate andrò con Rosalie e New York a scoprire il mio passato. Poi toccherà il turno di Edward per spiegarmi il motivo per cui ha lasciato Chicago, perché ha una pistola.

<< ciao Bella. >> Alice mi abbraccia per poi darci il nostro solito bacio sulla guancia << ma sei tutta sudata. Dai stai tranquilla. Farai un discorso strabiliante. >>

<< sì, certo >> ma chi se ne “ frega” del discorso. Se fosse solo quello il mio problema. << andiamo fuori >>

<< beata te che hai finito. Tu, Emmet ed Edward il prossimo anno mi lascerete da sola qui... >>

<< dai, ti manca solo un anno e anche tu poi prenderai il diploma >>

Ci dirigiamo al cortile dove alcuni insegnanti ci stanno dicendo dove andarci a sedere. Con dispiacere mi tocca lasciare Alice, per dare una mano a sistemare. In fin dei conti sono sempre l'allieva perfetta. Mentre corro avanti ed indietro per cercare di portare un po' d'ordine mi guardo intorno con nostalgia.

Osservo Jessica e Mike seduti sugli scalini che si baciucchiano anche se credo che tra poco inizieranno a fare un bel film porno.

Angela e Ben che camminano avanti ed indietro, tenendosi per mano e parlando probabilmente del loro futuro insieme.

Tanya circondata dalle altre ochette ops volevo dire con le sue carissime amichette.

Charlie e Renéé che chiacchierano con altri genitori. Peter circondato da ragazze già pazzamente innamorate di lui. Rosalie che sta parlando un po' troppo animatamente al telefono. Per fortuna nessuno l'ha riconosciuta e come potrebbero riconoscerla? In questi anni è così cambiata.

Invece di Edward, nessuna traccia.

Ho un brutto presentimento.

Ripenso alla conversazione che ho avuto con Rospetto questa mattina, quando mi sono svegliata alle tre dopo aver avuto il solito incubo. Non riuscendo ad addormentarmi, mi sono collegata al mio blog per aggiornare. E dopo cinque minuti si è collegato Rospetto. Ero così felice. Mi sono detta “ oggi sarà di certo una giornata stupenda “

Principessa: ciao

 

Rospetto: ciao. Non sai quanto mi sei mancata!

 

Principessa: anche tu.

 

Rospetto: facciamo pace?

 

Principessa: ma certo.

 

Ci siamo messi a chiacchierare un pochino e come al solito, ogni volta che sono in sua compagnia, mi sento completamente bene. Mi sembra di ritornare una semplice diciottenne ed è una sensazione che dire stupenda è dire poco. E così mi sono lasciata andare un pochino troppo. Stupida!

 

Principessa: ho scoperto un sacco di cose su di me...

 

Rospetto: ti va di parlarne?

 

Principessa: tu hai già i tuoi di problemi.

 

Rospetto: smettila. Lo sai che per me sei una delle persone più importanti della mia vita. Se tu soffri, soffro anch'io.

 

Mi ero addirittura commossa alle sue dolci parole. Che stupida che sono!

 

Principessa: ho scoperto che sono stata adottata. I miei genitori sono stati uccisi, quando ero molto piccola. Adesso il loro assassino sta cercando anche a me.

 

Pensavo che non mi avrebbe creduto. È una storia così assurda. Invece mi ha sorpreso, credendomi.

 

Rospetto: maledizione! Hai qualcosa in mente?

 

Ed io gli ho scritto, più che altro per scherzare un pochino. Non ho ancora nessun progetto chiaro per il futuro.

 

Principessa: forse scapperò di casa. Potrei diventare una ballerina, che ne dici?

 

Rospetto: ma sei stupida? Bella, devi stare attenta.

 

Bella? Mi ha chiamato con il mio vero nome. Lui ha sempre saputo chi ero. Dopo essere rimasta ferma, senza respirare, per qualche secondo con la testa che mi esplodeva, l'ansia e il dolore, si trasformarono in una rabbia cieca. In quel momento avrei potuto distruggere l'intera casa per quanto ero arrabbiata.

 

Principessa: bastardo! Come facevi a sapere del mio nome, eh?

 

E la mia mente iniziò ad evolvere ipotesi su ipotesi arrivando alla conclusione che colui con cui stavo parlando poteva essere anche l'assassino dei miei genitori. O uno del FBI che doveva controllarmi? Oppure un semplice maniaco che al momento opportuno mi avrebbe fatto del male. In fin dei conti chi conosce davvero questo rospetto?

 

Principessa: bastardo, come mai conosci il mio vero nome? Chi sei?

 

Rospetto: Bella, ascoltami. Io non sono un pericolo per te...

 

Ed improvvisamente si è distaccato dal blog.

Non sapevo che cosa fare. Mi sentivo e mi sento ancora una grossa stupida. Ho dato la mia fiducia ad un completo sconosciuto.

Stavo per andare a cercare o Peter o Rosalie, quando quest'ultima è entrata in camera mia canticchiando

<< su, pigrona, è ora di farti bellissima. >>

<< che cosa? >>

<< ti prego! Ho sempre desiderato poterti truccare per un'occasione importante. Oppure darti qualche consiglio sui ragazzi. >>

Invece di raccontarle la storia di Rospetto, feci lo sbaglio di rimanere in silenzio, mentre lei si divertiva a prepararmi. Ma era così felice e non ci riuscì a rovinare questo momento.

 

Cammino guardandomi intorno sperando di vedere Edward spuntare e correre da me con il suo sorriso sghembo sulle labbra. Ma lui non c'è.

Noto Emmet con indosso la tonaca gialla seduto sul cofano di una macchina. Vado da lui sperando che sappia che fine ha fatto suo cugino.

<< ciao bellina >>

<< Emm, dov'è Edward? >>

<< te lo stavo per chiedere a te? >>

<< che cosa? Non è venuto con voi? >> mi sento così in ansia. Lui non verrà. Mi ha mentito. Sono state solo bugie.

<< no, è uscito prima. Credevo che era venuto a prenderti >>

<< NO >> scuoto la testa mordendomi le labbra con forza.

<< Bella, che cos'hai? >> Rosalie che probabilmente mi tiene sempre sott'occhio sì è avvicinata a me. Si inchina verso di me e mi sussurra << hai visto Simon? >>

Scuoto la testa incapace di parlare.

<< ti senti male? >>

<< no, è solo a causa dell'ansia. Sai il discorso che devo tenere >>

Mi sento male quando mi accorgo che lei ci crede. Altre bugie su bugie. Forse un giorno finirà tutto questo mentire...

Tira un sospiro di sollievo e ridacchia divertita.

<< andrai benissimo >>

<< ma certo. Farai un discorso stupendo >> Emmet mi fa l'occhiolino.

Sorrido con finzione. Meno male che ci hanno creduto.

Rosalie sposta il suo sguardo da me verso Emmet.

<< e tu chi saresti? >>

<< sono Emmet Cullen. Tu? >>

<< una cugina di Bella, Rosalie >> stranamente sorride con quel suo speciale sorriso che ha fatto strage di cuori. << piacere >>

<< no, il piacere è tutto mio >>

Si danno la mano, ma invece poi di staccarsi subito si guardano dritti negli occhi in silenzio come se fossero rimasti folgorati uno dalla bellezza dell'altro.

<< io v... vado. >>

Annuiscono con la testa anche se credo che non mi abbiano nemmeno ascoltato. Un giorno all'altro si staccheranno o almeno lo spero.

Mi allontano da quei due solamente di qualche passo, quando vedo finalmente parcheggiare la sua Volvo. Sorrido, felice. È venuto!

Ma la mia felicità dura poco, quando vedo uscire dall'auto Victoria.

Lei perché è qui?

Come una furia mi incammino verso Edward, sbattendo di qua e di là le persone con cui mi scontro. Non mi interessa nulla far vedere a tutti la ragazza perfetta che non sono. Non mi interessa se sto per tirare fuori il mio vero io. Ma io devo uccidere qui due. Primo taglio la testa della rossa a morsi e poi faccio in mille pezzi Edward.

<< ciao, bamboletta. Sei stupenda con quella tunica giall... >>

Parte il mio primo schiaffo.

<< ma cosa... >>

Sta per partire il mio secondo schiaffo, ma lui mi blocca la mano.

Allora provo con l'altra mano, ma mi tiene anche quella.

Cerco di dargli un calcio, ma ferma la mia gamba tra le sue.

Ok, credo che la scena sia abbastanza ridicola.

<< mi dici che hai? >>

<< sei uno stronzo, bastardo, un grosso idiota senza cervello. >>

<< ok, anche io ti amo >> risponde ironico.

<< come hai potuto? >> faccio qualche passo indietro, staccandomi dalla sua stretta. Bella, calmati. Chiudo gli occhi per un attimo compiendo dei grossi respiri per calmarmi. Ma sono così arrabbiata! Questa giornata che doveva essere semplicemente perfetta si sta trasformando sempre di più in un incubo.

<< che cosa cazzo ho fatto ora? >> sbotta Edward, irritato dal mio silenzio e dal mio comportamento.

<< e me lo domandi pure? >>

<< sì. Ma sei impazzita? >>

Se andiamo avanti così a farci solamente domande e nessuna risposta, la vedo proprio dura chiarirci.

<< su, Bella. Seguimi. Dobbiamo fare un bel discorsetto tra donne. >> tirandomi per un braccio, Victoria mi porta al bagno dove subito ci raggiunge Alice che saltella felice.

Entriamo al bagno e chiudiamo la porta.

<< Bella, ti ho visto prima. Sei un mito, sorella >> ed Alice mi da una pacca sulla spalla << ma cosa ha fatto mio cugino? >>

<< ha portato quella là >> indico con la testa Victoria che tranquillamente seduta su un water si sta preparando una sigaretta o almeno spero che sia quella, fischiettando anche.

Non la sopporto!

Adesso chiedo a Peter di prestarmi una sua arma.

<< e allora? >> chiede Alice, facendomi innervosire sempre di più. E che cavolo! Sei mia amica, dovresti stare dalla mia parte.

<< come allora? >>

Victoria inaspettatamente si mette a ridere talmente forte che cade per terra.

<< la vuoi smettere! Sei insopportabile >>

<< e tu sei troppo simpatica >> mi guarda e scoppia a ridere. << guarda che fra me e Edward non è mai successo nulla. >> Ed io ho scritto in faccia la parola “ STUPIDA “. << Non mi piace per niente Eddy. Nel mio cuore c'è un'altra persona. La dovresti conoscere. Si chiama James >> James? No, non conosco nessun James. Sbuffa vedendo il mio sguardo interrogativo << James, James Smith. Il tuo professore... >>

<< di trigonometria. Il bastardo! >> esclamo, sorpresa di questa rivelazione. Il professore Smith è un uomo molto bello, alto, biondo, pelle abbronzata e non deve essere neanche troppo grande. Di certo non supera i trent'anni. Peccato che è un grosso bastardo. Una volta ha osato mettermi un voto inferiore ad A. Solo per averci pensato, merita di essere frustato a morte.

<< ancora non capisco... >>

<< Edward ci ha beccati una volta io e lui che ci davamo da fare in un aula vuota. Però non ha detto nulla. In realtà non ci sarebbe niente di male nella nostra relazione. Ho diciotto anni e lui ventotto. Sono solamente dieci anni di differenza. Poi non sono neanche una sua allieva. Però James dice di aspettare. >> sorride pensierosa << oggi sono venuta per vederlo vestito elegantemente. È così sex >>

<< e allora perché sei andata in camera di Edward? Che avete fatto? >> e no, cara mia, non te la scampi in questo modo.

Victoria si mette di nuovo a ridere questa volta più forte.

<< sveglia! Era per farti ingelosire. Edward mi ha chiamato per chiedermi un piccolo aiuto. Mi ha detto che doveva far ingelosire una... poiché gli dovevo un favore ed inoltre adoro fare scherzi alle persone, bé ho subito accettato. È stato davvero uno spasso >>

Provo a digerire le sue spiegazioni, confusa. Fidarmi o non fidarmi? Questo è il problema.

<< Bella, ascoltami. Lo so che dovrei farmi gli affari miei, ma tutta questa storia mi sta iniziando a rompermi. Tu e mio cugino siete fatti per stare insieme. >>

<< Ok, Alice. Dimmi pure >>

La vedo guardarsi intorno come se cercasse da qualche parte le parole migliori per iniziare il suo discorso. Sposta il peso da una gamba all'altra, nervosa.

<< al diavolo. Te lo dico. Però mi devi promettere che non dirai nulla ad Edward >>

<< certo. Promesso >> ma ti prego di parlare. Se non mi dici subito quello che mi devi dire, credo che esploderò dall'ansia peggio di una bomba atomica, distruggendo ogni cosa.

<< Edward è sempre stato attratto da te, anche quando tu non ti accorgevi di lui nei primi mesi che è arrivato a Forks. Mi ricordo che una volta mio cugino ti ha salutato, ma tu hai continuato a camminare leggendo un libro di medicina. Era disperato. Correva da me per avere dei consigli, per sapere cosa ti piace e cosa no. Credo che all'inizio sia stata più una sfida per lui. Sai è così bello e tutte le donne tendono subito a cadere fra i suoi piedi. >>

Quel “ tutte le donne” non mi piace per niente. Sarà un punto da discutere con Edward. Ma rimango in silenzio ascoltando il discorso di Alice.

<< Edward non è mai stato quel tipo di bastardo che si scopa tutte come voleva farti credere. Ha avuto solo una storia importante con una certa Kate. Quando si sono lasciati ha sofferto tantissimo. Poi è arrivato qui a Forks, ha visto te sempre così in disparte, lontana da tutti quei maschietti ed è iniziata, possiamo dire, una specie di sfida. >> Mi sento offesa. Lui era attratto da me solo perché non mi interessavano i ragazzi? Secondo punto da discutere. Su Alice vai avanti, mentre io affilo le unghie.

<< ma tu nulla. Continuavi a far finta di non vederlo >>

In realtà non lo vedevo proprio. Ho scoperto della sua esistenza solo quando ci siamo scontrati in quel corridoio, dopo un mese che si era trasferito qui.

<< poi una sera ti ha visto ubriaca in un pub di Seattle. Ti eri messa a ballare con uno strano tipo, vestito secondo me un po' troppo elegante. Comunque Edward appena ti ha visto, preoccupato, ti ha tolto dalle grinfie di quell'uomo e ti ha portato a casa. >> ridacchia divertita, ma io non ci trovo niente da ridere. Quella, è una sera da dimenticare. Ops in realtà non mi ricordo nulla, quindi non ho nulla da dimenticare << hai cercato di sedurlo. Non è che ti ho visto perché ero in camera mia, però sentivo la tua voce che urlava “ Scopami, chiunque tu sia “ Sei stata fortunata che non c'erano i miei genitori, se no saresti stata nei guai. >> riprende a ridere << ed Edward ti urlava “ ma adesso non possiamo fare nulla. Domani ne riparliamo “ e tu rispondevi “ ora. Ti voglio ora. Su vieni qui, tesoro “ >>

<< Alice, ti prego >> che vergogna. Quella strana ed odiata serata in cui mi sono ubriacata ed il giorno dopo mi sono ritrovata nel letto di Edward, nuda.

<< comunque credo che sia stata quella sera che ho deciso che tu non eri così antipatica come tutti credevano, anzi ti ho trovata simpatica e ho capito che saremo diventate grandi amiche. >>

Certo che Alice è proprio strana. Ha deciso di diventare mia amica quando ero completamente ubriaca.

<< dopo che siete andati avanti in quel modo e ti sei spogliata, sei crollata nel suo letto. Edward ti ha coperto con un sacco di coperte, temeva che prendessi freddo, e poi è andato a dormire sul divano. Non è successo nulla fra voi due a parte una divertente discussione >>

Che cosa? Ed io che credevo che avessimo fatto del sesso selvaggio. O almeno così mi aveva raccontato Edward.

<< ti ha solo protetto quella sera. Ti ha protetto da tutti i strani tipacci che stavi attirando nella discoteca. Ti ha protetto anche da te stessa. Edward non ti farebbe mai del male, di questo ne sono certa. Vorrei che lo capissi anche te... >>

Non l'ascolto più. Ho sentito già abbastanza. Abbraccio Alice stretta a me, borbotto un grazie a Victoria ed esco dal bagno in cerca di Edward che sta fuori al cortile, sistemando alcune sedie.

Corro tra le sue braccia e senza neanche dargli il tempo di capire cosa sta succedendo lo bacio.

Ok, all'inizio mi ha mentito, ma lo ha fatto solo per attirare la mia attenzione. Lo so che è sbagliato, ma sono troppo felice per discutere su questo punto. Lui mi ha protetto quella sera, anche se io lo sempre trattato male. Non si è approfittato di me, ma anzi mi ha tenuto al sicuro. E mi proteggerà sempre. Ormai sono sicura che non mi farà mai del male. E di certo ce una spiegazione perché ha quella pistola. Ha detto che non l'ha mai usata ed io... sì, io mi fido di lui. Sono così felice anzi felicissima.

Abbiamo tutto il tempo per chiarirci, per porre fine a questa catena di bugie, ma adesso voglio solo gustarmi le sue labbra, il suo corpo. Mi è mancato così tanto in questi giorni.

Porto le mie braccia sulla spalla per alzarmi, approfondendo così il bacio, mentre Edward mi stringe a se.

<< Bella, io... >>

<< ti amo >> lo ribacio << mi fido di te. Ti amo da morire >>

<< ed io ti odio >> ridacchia divertito, ricevendo un occhiataccia da me.

<< quella è la mia battuta, tesoro >>

<< e le spiegazioni... >>

<< dopo abbiamo tutto il tempo per parlare. Adesso voglio fare dell'altro >> ci ribaciamo questa volta con più intensità. Se non la smettiamo subito, faremo noi un film porno e non Jessica e Mike. << troviamo un posto... >>

<< ok, andiamo in un aula vuota >>

Non mi interessa nulla che stiamo in una scuola nel giorno del diploma. Io se non faccio l'amore con il ragazzo qui accanto a me, muoio.

Sfortunatamente il preside ci richiama all'ordine

<< su ragazzi, andatevi a sedere. È ora di iniziare la cerimonia >>

Maledizione! Ma proprio ora ci doveva interrompere? Fantasmi di Forks se esistete, è arrivato il momento di dimostralo. Prendetevi il mio preside e portatelo via da me o se no lo uccido io.

<< andiamo... >> borbotto, irritata, sperando che il tempo passi in fretta.

Ci tocca sedere in ordine alfabetico. Quindi Edward si ritrova tra i primi posti vicino ad Emmet, mentre a me mi tocca stare in fondo accanto a Jessica che non fa altro che parlare di quanto è bello Mike, di quanto è intelligente...

Ma pure all'ultimo giorno mi deve scocciare. Fino alla fine come si suor dire.

<< bene, ragazzi. Finalmente è arrivato il tanto sospirato diploma... >> il preside inizia il suo lungo monologo nel quale nessuno lo sta ascoltando, mentre mi ripeto mentalmente il mio.

Sarò semplicemente perfetta.

Ovviamente il mio discorso sarà tremila volta migliore di quello del preside. Già mi vedo tutti gli applausi degli altri allievi.

Appena il preside smette con la sua lagna, mi sto per alzare, ma più veloce di me sale sul palco Tanya vestita anche lei con la tonaca.

Alla fine pure l'ochetta senza cervello è riuscita ad ottenere il diploma. Scommetto che è andata a letto con tutti i professori...

<< ciao a tutti! >>

Ma che inizio orrendo.

<< sapete prima che iniziavano gli esami, ero andata in biblioteca per studiare >>

In biblioteca, Tanya? Questa si che è bella! Sto per scoppiare a ridere, ma poi mi ricordo di averla incontrata un giorno in biblioteca. Il famoso giorno in cui è comparsa Rosalie nella mia vita. Mi sembra così lontano.

<< ed ho trovato una bella storiella. Adesso ve la racconto >>

Ma dove vuole arrivare? Non si rende conto che è ridicola.

So che Tanya è completamente scema, eppure ho un brutto presentimento. Qualcosa di importante mi sfugge. Ma cosa? Bella, ragiona...

<< il titolo della storia è “ Solo rospetto e principessa!” >>

 

ANGOLO AUTRICE

 

Abbassate le varie armi che avete preso per colpirmi, vi scongiuro * Bellina, si inginocchia per terra e scoppia a piangere* posso spiegarvi tutto. Molti in questo capitolo si aspettavano di scoprire chi era Rospetto. Però prima di questo, ho voluto mettere un po' in chiarezza sul rapporto di alcuni personaggi come ad esempio Victoria. Però nel prossimo si saprà chi è Rospetto, ve lo prometto. Inoltre vedremo una Bella finalmente cresciuta, desiderosa di riavere il proprio passato.

E forse, potrebbe starci un interessante pov di un particolare personaggio... Non dico nient'altro.

Ve lo ripeto, potrei aggiornare prima di domenica se volete, quindi fatemelo sapere se non ci sono problemi. 

Un bacione a tutti!!!!

Bellina.

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


 

Ciao a tutti! Questa volta mi faccio i complimenti da sola. Sono stata velocissima nell'aggiornare. Sfortunatamente non so se domenica riesco a pubblicare il nuovo capitolo. Su non fate quelle faccine preoccupate, ma anche io ho bisogno di un po' di riposo.

 

Volevo dirvi anche che sono rimasta davvero sorpresa nel vedere quanti di voi stanno seguendo questa storia con passione. Non credevo che una delle mie FF sarebbe stata amata così tanto.

Spero di essere in grado di continuare a farvi amare i personaggi di questa storia, le loro vicende. Sto per scoppiare a piangere, ma mi sembrava giusto dirvi grazie dell'appoggio che mi date. Siete trooooppo gentili con me!

 

Ok, vi lascio al capitolo.

 

BUONA LETTURA!

20 Capitolo

 

Pov Bella.

 

Merda!

È l'unico pensiero che la mia mente riesce a propormi. Che lei abbia scoperto qualcosa di me e di Rospetto? Ma come?

Accanto a Tanya adesso salgono anche un'altra ochetta vestita tutta di verde di nome Irina

Uffa! Cosa hanno in mente di fare?

Irina porge sulla testa di Tanya una coroncina di plastica.

Con lo sguardo cerco Edward e lo trovo che anche lui mi sta guardando con attenzione. Mi sembra che sia preoccupato. Ma sono troppo lontana da lui per capire il suo stato d'animo.

Devo stare calma. Tanya non sa nulla del mio blog. Eppure non mi piace per niente questa storia, il mio intuito mi sta gridando di salire sul palco e ferma la scena. Ma sento gli occhi di Renéé e Charlie puntanti su di me come se temono che io li faccio sfigurare in qualche modo.

Faccio un forte respiro, cercando di controllare il movimento delle due ochette.

<< scusate, ma cosa state combinando? >> domanda il preside, un pochino irritato. Vorrei alzarmi e fare un applauso a quell'uomo. Per la prima volta nella sua vita ha posto una domanda utile.

<< durerà pochissimo >> esclama Tanya per poi rivolgersi di nuovo a noi.<< Buona visione >>

Il cuore mi batte con violenza quando mi accorgo delle parole che pronuncia Tanya, quelle parole che io ho scritto.

<< 10 Settembre. Mi sento così sola. Anche oggi ho litigato di nuovo con la mia famiglia. Non riesco a capire cosa devo fare perché loro siano fieri di me. Oh, povera me >> e Tanya si porta in modo teatrale una mano sul cuore << sono così sola in questo mondo crudele >>

Sento alcuni ragazzi dietro di me ridacchiare, mentre io vorrei solamente lanciare qualcosa addosso a quella stronza.

Irina fa un passo in avanti e con il pollice e l'indice si tappa il naso

<< crac crac. Ma tu non sei sola, mia principessa. Ci sono io! >>

<< Oh, c'è il mio amato rospetto >>

Merda! Non può essere vero.

Tanya va avanti, continua a leggere altre pagine del mio blog oppure altre conversazioni con Rospetto, rendendole ridicole.

Vorrei seppellirmi dentro oppure uccidere quelle stupide ochette senza cervello.

Tuttavia le ochette senza cervello mi stanno “ fregando “.

<< Oggi poi è avvenuto uno strano incontro. Stavo camminando per i fatti miei, quando un colosso si è scontrato con me facendomi quasi cadere per terra. Devo ammettere che era davvero un bel ragazzo ed i suoi occhi mi hanno incantato. Peccato che era un grande maleducato. L'Idiota mi ha osato insultare ed umiliarmi. >> Tanya si porta le mani sul volto, sconvolta << che cafone! Ha osato prendere in giro la principessa sul pisello >>

Le risate diventano più forti, mentre io mi tappo le orecchie per non sentirle più, gli occhi che si riempono di lacrime. Mi sento così debole. Vorrei fare qualcosa, ma la mia mente è completamente vuota.

<< sono così geloso, crac >> Irina tira fuori una spada finta, tutta arrugginita << difenderò la virtù della mia principessa da quel cafone. >> si muove compiendo dei cerchi, mentre Tanya urla << il mio eroe. Il mio piccolo rospetto >>

Lentamente però la situazione si aggrava ulteriormente.

<< non ce la faccio più >> Tanya sbatte i piedi per terra, come una bambina capricciosa << la giraffa Jessica non fa altro che rompermi le palline con la storia del tonto Mike. Quanto bello è il tonto. Quanto è intelligente il tonto... uffa. Non ce la faccio più. Ha una voce così gracchiante, la giraffa Jessica. E poi è completamente stupida. Non capisce neanche che a me non mi interessa nulla di lei. >>

Come hanno fatto a capire quali erano le persone a cui mi riferivo? Io non ho mai scritto un nome. No, Tanya non può essere così intelligente?

Inoltre ha modificato di molto le mie frasi, rendendole ancora più offensive.

Sposto lo sguardo verso Jessica che ha smesso di ridere, il suo volto è diventato completamente bianco. Scuote la testa più volte.

Devo fare qualcosa, ma cosa?

<< inoltre se sapesse che il tonto Mike non fa altro che provarci. Il mascalzone una volta ha osato toccarmi un braccio. Ma come si è permesso. >>

<< crac non ti preoccupare, ti difendo io >>

<< basta. Smettetela con questa falsa! >> esclama irritato Edward, ma Tanya scoppia a ridere e continua come se niente fosse, mentre le risate aumentano sempre di più. Guardo Jessica accanto a me e provo tenerezza per lei.

<< la nanetta Alice, non fa altro che rompermi con il suo stupido shopping. Ma non pensa al domani? Come farà a costruire un futuro, se pensa solo a divertirsi. Dobbiamo rimanere rinchiusi in casa, a studiare dalla mattina alla sera >> Tanya sorride, mentre Irina batte le mani e dice che ha ragione.

<< poi ce la farfallina Angela che mi chiama per avere consigli su come vestirsi, su come truccarsi... uffa. Mica sono un ufficio di consulenza. E che cavolo. Io devo solo studiare. Poi che ne so se lo scarafaggio Ben è innamorato della farfallina Angela? Non mi interessa per niente >>

Non me lo ricordavo neanche di aver scritto qualcosa contro le buone Angela ed Alice. Loro due sono le mie migliori amiche. Come ho potuto scrivere quelle cattiverie?

<< basta, Tanya. >> urlo, cercando di mantenere una voce sicura, anche se mi sento semplicemente malissimo. << devo tenere il mio discorso. >>

<< ma è solo l'inizio, >> la vedo le sue labbra tendere in quel sorriso carico di cattiveria, malvagità <<... principessa >>

Rabbrividisco. Sapevo che un giorno si sarebbe vendicata Tanya, ma non credevo in questo modo. Pensavo più ad uno stupido scherzetto, come ad esempio lanciarmi un barattolo di vernice, invece si sta vendicando in grande di stile.

Mi dispiace così tanto per quello che ho scritto. Io non volevo fare del male a nessuno. Vedo Angela piangere, Ben ed Edward che urlano di smetterla, Alice fra le braccia di Jasper sconvolta. Non è giusto che soffrono in questo modo per causa mia.

<< è proprio scema l'ochetta Tanya! Pensa solo a divertirsi, a godersi la vita; passa da una letto all'altro. Non capisco come mai tutti i ragazzi si innamorano di questa qua. Infondo non ha nulla di speciale! L'ochetta Tanya ha solo un corpo perfetto! >>

<< crac crac. Ma tu sei migliore di lei perché hai un cervello e studi tanto, tanto. Brava! Tu sì che farai carriera crac crac. >>

Mi copro il volto con le mani, scuoto la testa, sentendomi completamente inutile. Ma perché il preside non la ferma? Ah, sì sta ridendo anche lui insieme ai professori.

Tanya va avanti a leggere le pagine del mio blog, mentre le risate intorno a me diminuiscono. Infatti quando sentono il loro nome e capiscono che si tratta di loro, i mal capitati diventano paralizzati, delle statue viventi che fissano il palco senza proferire parole. Alcuni iniziano ad urlare di smetterla, ma l'ochetta continua.

Quando tocca anche i professori, il preside cerca di togliere dalle mani di Tanya il microfono, ma lei si scansa.

<< adesso scommetto che siete curiosi di sapere chi è l'autrice del blog dove ho tratto questa storia e chi è il sex rospetto, no? >>

No, ti prego di non farlo. Ti scongiuro.

<< sì, voglio sapere chi sono i bastardi! >> urla Jessica, facendomi rabbrividire di paura. Non l'ho mai sentita così arrabbiata. Però ha ragione, essere umiliati in questo modo in più nel giorno del diploma fa molto male.

<< bene! >> esclama felice Tanya, vedendo com'è riuscita ad eccitare la folla << facciamo un applauso all'autrice del blog... >> anche da qui riesco a vedere il sorriso cattivo di Tanya, il suo sguardo su di me felice di vedere quanto sono terrorizzata. Ti prego, non farlo. Ti scongiuro abbi pietà di me. Chiudo gli occhi. << … è Isabella Swan. >>

NO!

Sento subito qualcuno colpirmi con forza sul viso facendomi cadere per terra.

<< stronza! Maledetta che non sei altro! IO TI UCCIDO! >> mi grida Jessica, scuotendomi con forza il mio corpo. << era quello che pensavi di me, veramente? >>

Non parlo. Non mi muovo. Rimango là ferma, mentre mi ritrovo circondata da occhi arrabbiati desiderosi di vendetta. Io non volevo creare tutto questo male con il mio blog. Era solamente uno sfogo personale di una persona stufa di apparire perfetta.

<< ma su, adesso scopriamo chi è il nostro caro rospy >>

Cosa? Lui è qui?

Con fatica mi alzo, gli occhi velati di lacrime e un po' di sangue fuoriesce dal naso a causa del pugno di Jessica.

<< bene. Rospetto è... >>

<< NO! >> sento un urlo di rabbia e contemporaneamente di dolore. Tutto intorno a me mi sembra muoversi a rallentatore. Vedo Edward salire, gridando, sul palco cercando di togliere il microfono a Tanya, ma lei più veloce scende.

<< ebbene il nostro Rospetto non può essere altro che... >> gli occhi vittoriosi di Tanya si scontrano con i miei disperati. Non è possibile. Questo è solo un orrendo incubo, non può essere la realtà.

<< … il nostro caro... >>

Abbasso lo sguardo, chiudo gli occhi.

<<... Edward Cullen >>

No, non è vero.

Alzo il volto verso di lui, aspettando che si metta a ridere. Ti prego, amore mio, dimmi che non è vero.

Non può essere lui.

È impossibile.

È una bugia.

È...

I nostri occhi si incontrano, finalmente, rimaniamo a guardarci in silenzio fino a quando Edward non rompe il contatto abbassando lo sguardo.

È la dura verità.

Jessica mi sta per colpire di nuovo con più forza, ma Rosalie veloce compare accanto a me e le ferma il braccio in alto.

Mi guardo intorno spaventata, sentendomi soffocare in quegli occhi, pozze profonde di rabbia, in quei mormori carichi di odio, lo sguardo di delusione di Renéé che mi trafigge la schiena. Basta!

Mi metto a correre senza neanche rendermene conto per poi rinchiudermi a chiave nel bagno.

Alla fine anche lui è riuscito a distruggermi. Mi fidavo di lui. Mi ero lasciata sedurre dalle sue parole così convincenti, sensuali. Avevo creduto davvero che provava qualcosa per me. Stupida! Stupida che non sei altro. Erano solo bugie. Il nostro rapporto si fondava su bugie su bugie da parte mia, sua... Le gambe non reggono più tutto il peso che devono subire, mi lasciano cadere sul pavimento freddo. Appoggio la testa sulle ginocchia circondandole poi con le braccia. Chiudo gli occhi con forza, mentre una solitaria lacrima scorre sul mio viso, scende sul mento e bagna il dorso della mia mano.

La mia vita è costituita solamente da bugie, da segreti che quando si svelano mi annientato.

Chissà come si sarà divertito Edward nel prendermi in giro, nel ridere delle mie pene. Ma perché proprio contro di me?

<< Bella, apri questa porta >> mi urla Edward, dando un calcio alla porta chiusa del bagno. Non rispondo, rimango in silenzio ascoltandolo << cazzo! Aprila. Voglio spiegarti tutto. >>

<< vai a quel paese >> non voglio ascoltarlo. Non voglio più nulla da lui. So che se lo ascoltassi, riuscirebbe di nuovo ad ingannarmi incantandomi con le sue meravigliose parole cariche di un amore fasullo.

Ma no, questa volta sarò più forte.

<< apri o se no ti giuro che la butto giù questa dannata porta >> inizia a riempirla di calci e pugni che diventano sempre più violenti << ti prego, amore mio. Dammi una possibilità per spiegare >>

<< te ne ho date così tante di possibilità >>

Poi la rabbia lentamente, non dico che scompare, ma diventa debole lasciandomi dentro di me il vuoto totale. Adesso potrebbe anche scoppiare un esplosione nucleare che uccide tutti gli abitanti della terra al di fuori del bagno dove mi sono rintanata, ma non sentirei nulla dentro di me. I sentimenti mi sembrano così lontano da me. Vuota. Ecco il termine più appropriato per spiegare cosa sto provando.

Mi alzo e con freddezza apro la porta del bagno. Il pugno di Edward che stava per colpire la porta, si ferma qualche centimetro dal mio volto. Rimango ferma, lo guardo dritto negli occhi senza piangere, impassibile.

Lui invece mi guarda disperato, leggermente arrabbiato, ma soprattutto tanto dolore.

Ma questa volta non mi incanterai.

Faccio un lungo respiro

<< voglio che rispondi a delle mie domande >>

<< bene >>

Cerco di rimettere ordine nei miei pensieri che seguono strade diverse alla ricerca della domanda che mi preme di più.

<< sei tu, Rospetto? >>

Voglio sentire uscire dalla sua voce la risposta.

<< sì >>

Annuisco con la testa.

<< e... >> deglutisco più volte, come se le parole non uscissero di fuori << e hai sempre saputo che Principessa ero io? >>

<< sì >>

Stringo le mani a pugno, mi mordo le labbra con violenza fino a quando non sento un suo dito muoversi con delicatezza su di esse.

Mi scanso subito, disgustata dal suo tocco.

<< sapevi che eri tu, l'Idiota? >>

<< sì, lo avevo capito >>

Per un attimo mi manca il respiro, vedo tutto intorno a me girare in modo vorticoso. Appoggio la schiena sul muro, cercando qualcosa che riesca a tenermi in piedi.

Mi sento così tradita da lui. Io mi sono confidata con Rospetto, gli ho detto cose che non sono mai riuscita ad ammetterle anche a me stessa. In qualche modo lo amavo. Era la persona eccezionale, sempre pronta a darmi un consiglio, ad aiutarmi, a consolarmi. Che stupida! Mi sento così deficiente, idiota. Ho parlato, nel mio blog, anche di quello che provavo per Edward... scuoto la testa più volte, mordendomi questa volta le guance per non piangere. Stupida! Sono così stupida!

<< Bella... >>

<< quando parlavi con Principessa della tua musa ispiratrice era... >>

<< eri te. Sei sempre stata solo te l'unica donna che volevo accanto a me. >> fa un lungo respiro << io ti amo. Ho amato la principessa che scriveva nel blog il suo sfogo, i suoi tormenti, ma anche le sue gioie. Ho amato Bella, la ragazza che non si lascia mai piegare da nessuno, colei che non riesce a fidarsi delle persone, che è sempre disposta a dare il suo meglio... Ed è vero, autentico, quello che provo per te. >>

Ogni sua parola, ogni suo “ ti amo” colpisce il mio cuore, trafiggendolo con mille pugnalate. Non capisce che adesso, dicendomi quello che prova per me, mi sta facendo solamente del male. Mi sento presa in giro.

<< da quanto sai che ero io principessa? Come lo hai scoperto? >>

<< l'ho sempre saputo. Dalla prima volta che ti ho contattato come Rospetto >>

Mi sento ancora più confusa. Ce qualcosa di importante che mi sfugge, ma non riesco a capire che cosa. La mia mente è ancora annebbiata a causa dello shock.

<< che stupida che sono! Mi hai solo preso in giro. Ti sarai di certo divertito, no? >> riesco a dirle ad alta voce, finalmente, quello che sto pensando con la voce inclinata, pronta ad un nuovo pianto.

<< no, per me tu non sei solamente un gioco. Tu sei la mia vita, sei tutto per me. >>

Parole. Sono solo parole per me vuote di significato. Dici di amarmi? Dici che sono tutta la tua vita? Allora perché mi hai fatto questo? Perché mi stai uccidendo?

<< sono andato via da Chicago, solo per te. >>

<< Basta, Edward! Non voglio più sentire nulla >> mi tappo le orecchie, scuoto la testa più volte. Non voglio più ascoltarlo, anche se c'è il lato mio razionale che mi dice che devo avere altre risposte alle mie domande: come facevi a sapere che ero io? Perché ti interessavo tanto? Centri qualcosa con i miei veri genitori? O con Simon? E quella pistola? Volevi uccidermi, per caso? Sarebbe stato meglio che mi sparavi. Avrebbe fatto meno male di quello che sto provando in questo momento.

Ma non ci riesco ad ascoltarlo. Sono stufa di subire tutto ciò, ogni giorno. Verità scoperte, genitori finti o uccisi, assassini che ti danno la caccia, fidanzati con pistole. BASTA! Voglio essere una ragazza come tutte le altre.

<< Bella, ti prego. Devi ascoltarmi, dobbiamo chiarire questa situazione. Ci amiamo e questo... >>

<< NO, EDWARD. IO NON VOGLIO AVERE PIÙ NULLA A CHE FARE CON TE >> mi sento troppo debole per avere altre risposte.

<< Bella, cazzo, ascoltami per una volta. >> mi prende per il mento alzandomi il volto verso i suoi occhi << non è possibile che ti sei dimenticata di me, di quello che abbiamo passato insieme >>

<< che cosa non mi devo dimenticare? Delle bugie che mi hai riempito in questi mesi? >> vorrei prendere a schiaffi prima lui e poi me.

<< No, maledizione. >> sbatte un pugno sul muro, molto vicino alla mia testa, facendomi sobbalzare dalla paura. << Bella ma sei completamente stupida! Smettila di fare la cretina e ragiona. >> mi sta offendo davvero, no sta scherzando.

Sento come se qualcuno mi avesse dato un calcio in pieno stomaco, lasciandomi senza fiato per terra distrutta chiedendo, poi, a qualcuno di fermare il dolore che sento.

<< non ca... capisco cosa stai dicendo. Tu sei un p... pazzo >>

<< sì, sono pazzo di te >>

<< no, lasciami. Mi fai paura. Lasciami >> provo a staccarmi dalla sua presa, ma è troppo forte da me o sono io che non ho più forze.

Inizio a dargli dei pugni a ogni parte del suo corpo che trovo a tiro con gli occhi coperti da un velo di lacrime. Non voglio più ascoltare. << lasciami subito, grosso idiota. Ti odio >>

<< lasciala, immediatamente >> Peter compare dietro le spalle di Edward << lasciala o se no te ne pentirai >> di solito la sua voce è sempre stata giovanile, simpatica, ma adesso sembra così minacciosa, terribile.

Sento le braccia di Edward che con lentezza si staccano dal mio corpo. Subito corro tra le braccia rassicuranti di Rosalie che mi stringe a sé.

<< stai bene? >> mi toglie alcune ciocche di capelli dalle guance.

<< sì >>

<< ma cosa sta succedendo? >>

<< d... dopo, ti spiegherò tutto >>

<< Bella, ti prego! >> esclama Edward completamente disperato, dandomi un ultimo colpo al mio cuore divenuto morto.

<< è finita. Non voglio avere mai più niente a che fare con te >> mi stacco dalle braccia di Rosalie, dirigendomi al cortile che è entrato nel caos più totale. In realtà ho ancora così tante domande da porre a quello stronzo, bastardo di Edward, ma in questo momento ce un'altra cosa che mi preme più forte.

<< andiamo a casa >> Rosalie prova a fermarmi prendendomi per un braccio, ma mi stacco subito da lei.

<< ho un discorso da tenere >>

A testa alta salgo sul palco, mentre molti ragazzi mi prendono a parolacce e volano buh dovunque.

<< era da quasi una settimana che preparavo il mio discorso dove avrei parlato della speranza del futuro, che siamo entrati nel liceo bambini e ne usciamo adulti e altre stupidaggini di questo genere >> prendo il mio discorso e lo riduco in mille pezzettini. Faccio un lungo respiro. << bene. Ho passato tutti gli anni della mia vita alla ricerca di essere, anzi no sarebbe meglio dire apparire, la ragazza perfetta, la figlia che tutti i genitori hanno sempre desiderato, l'allieva dei sogni dei professori. >> lentamente le parolacce scompaiono e cala uno strano silenzio, gli occhi tutti puntati su di me << Volevo essere quella ragazza sempre sorridente, che aiuta il prossimo, la prima in tutto. Volevo che la gente mi invidiasse, che desiderasse essere me. Per realizzare ciò ho imparato a tenere a bada il mio vero io, quello capriccioso e così imperfetto secondo me. >> sorrido ripensando a tutte quelle che volte che avrei voluto mandare al quel paese qualcuno, quando avrei voluto dire di no, ma invece mi sono stato in silenzio mordendomi le labbra per non dire qualcosa di poco piacevole. << sono stata una vera e grossa stupida. E la cosa peggiore e che me ne rendo conto solo in questo momento. La perfezione non esiste. Potrò impegnarmi quanto mi pare, ma non sarò mai perfetta. Ed è così che deve essere. Tutti noi abbiamo pregi e difetti ed è proprio questo che ci rende semplicemente perfetti >> lo ammetto. Mi sembra un discorso così banale, ma per me è come se avessi ricevuto una rivelazione divina che mi dice “ ecco l'elisir dell'eterna giovinezza“.

Faccio un altro lungo respiro.

<< mi dispiace proprio tanto di aver fatto soffrire così tante persone a causa del mio blog. Per me era uno sfogo personale. Quando scrivevo quelle cose, tiravo fuori il peggio del mio io. Non riuscivo a tenerlo incatenato come facevo per tutto il giorno. In quei momenti la vera Bella usciva fuori più potente che mai per distruggere le persone. Molto di quello che ho scritto non era neanche quello che provavo veramente. >> non so più cosa dire, non so come dire a parole quello che provo. << spero che un giorno riuscirete a perdonarmi >>

Scendo dal palco a testa bassa, desiderosa che tutto potesse tornare come prima. Ma so che ciò è impossibile.

<< che bel discorsetto, principessa. Mi hai fatto quasi piangere >> Tanya davanti a me a braccia incrociate che mi sorride felice della sua grandiosa vendetta.

<< ho una domanda da farti. Come hai fatto a scoprire che ero io l'autrice, che Rospetto era Edward e via dicendo? >>

<< quel giorno in biblioteca ti sei dimenticata di spegnere il pc e di chiudere la pagina del tuo blog. Che stupida che sei. >> non le rispondo, aspettando che vada avanti con le sue spiegazioni << ho iniziato a leggere. È stato così semplice capire a chi ti riferivi. Per quanto riguarda le conversazioni tra te e il Rospetto Eddy, ho chiesto a mio fratello, che ci sa fare proprio con i computer, di trovare la tua password. Ed il gioco è fatto. >>

Lo devo ammettere. Tanya è un ottimo genio del male, si sa proprio vendicare.

<< comunque ancora complimenti per il discorsetto. Commovente la parte in cui stavi piangendo, sembrava così reale. >>

Non resisto. Le tiro un pugno in pieno di viso con il forte desiderio di poter cancellare quella sua odiosa smorfia di superiorità.

<< grazie >> sorridendo, mi allontano da lei.

Sento nella mia testa l'applauso della finta Bella insieme alla vera Bella, entrambe soddisfatto di quello che ho compiuto.

Ma per stare davvero bene con me stessa, per scoprire chi sono davvero, chi è la vera Isabella, devo riavere il mio passato.

<< Rosalie, ho deciso. Voglio andare a New York dove abitavano i miei genitori >>

 

ANGOLO AUTRICE:

Prima di tutto volevo dirvi che mi sono ispirata al film Cindarella Story per la parte in cui Tanya svela chi sono Principessa e Rospetto.

Alla fine ci doveva stare anche il pov dell'assassino, ma l'ho cancellato poiché avrebbe confuso un po' troppo le idee. Voglio aspettare che vengono scoperti altri particolari per quel pov.

Abbiamo scoperto che Edward è Rospetto e che nasconde mooolte cose. Ancora non ci ha spiegato il perché ha una pistola xD

Però vi dico che mancano solamente due capitoli e si saprà tutto sul passato di Edward. Un pochino di pazienza e tutti i misteri verranno svelati. Per quanto riguarda il discorso di Bella era un pochino scontato, lo ammetto anch'io. Però volevo mostrarvi una Bella che sta crescendo, che finalmente sta imparando ad affrontare i suoi problemi invece di scappare. Non so se mi avete capito.

Da ora in poi la storia si sposterà a New York e vi avverto già che ci saranno capitoli un pochino violenti, altri molto romantici.Spero che continuerete a voler bene a questa storia...

Nel prossimo capitolo tra le note iniziali ci sarà un piccolo riassunto di tutto quello che è successo fino adesso, se qualcuno si è perso a causa della mia scrittura poco chiara.

 Un bacione enorme.

Bellina.

 

 

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Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


 

Buona domenica a tutti! Mamma mia, ho il fiatone per quanto ho corso xD

Ma eccomi qua. Questa volta non mi accontento solo di un applauso, voglio anche una statua d'oro anzi di cioccolato.

E da questo capitolo in poi inizia la seconda fase della storia.

 

Importante!!!!!!!!

Prima di tutto vi voglio dire che in questo capy si parla di ipnosi. Io non l'ho mai fatta e non conosco persone che l'hanno fatta, quindi non posso dirvi se funziona oppure no. Mi sono documentata, ma si sa che su queste cose alcuni sono d'accordo e altri no. Nella mia storia possiamo dire che funziona. Era l'unico modo per farla andare avanti. Spero di non urtare la sensibilità di nessuno.

 

Ho realizzato un piccolo riassunto della storia fino a questo punto.

RIASSUNTO:

Bella è una ragazza che cerca sempre di sembrare agli occhi delle altre persone perfetta, sperando in questo modo di ottenere il rispetto da parte dei suoi genitori che le rifacciano, ad ogni occasione, che non sarà mai come sua sorella Rosalie, morta in un incidente.

Isabella tiene un blog dove sfoga il suo vero io e dove chiacchiera con un ragazzo il cui nome è Rospetto.

Conosce a scuola Edward, ragazzo dal passato misterioso espulso dalla vecchia scuola e trasferitosi da suo zio Carlisle Cullen. Tra loro due ha inizio una particolare relazione stile “ amici di letto” fino a quando Edward non rivela che vorrebbe qualcosa di più e decide di corteggiarla. L'impresa sarà molto ardua in quanto Isabella non vuole legarsi a nessun uomo a causa della brutta esperienza avuta con Jacob. Ma il nostro caro Edward riesce a conquistarla.

Intanto Bella scopre che Rosalie non è veramente morta, ma che lavora per l'FBI, e che Charlie e Renéé l'hanno addotta. I suoi veri genitori, Leonard e Valerie Stevens, sono stati uccisi e l'unico testimone che ha visto l'assassino è Bella che aveva 5 anni quando è successo. Sfortunatamente la ragazza non ricorda nulla dei suoi primi 5 anni di vita. L'FBI le rivela, inoltre, che il possibile assassino può essere Simon, cugino di Isabella.

Bella, non riuscendo più a sopportare tutte queste scoperte, si va a rifugiare a casa Cullen dove scopre che Edward tiene una pistola. Spaventata, fugge di nuove, ritrovandosi così nelle grinfie di Simon che le rivela che lui non è il vero assassino. Allora Isabella ritorna a casa Swan dove scopre che il padre di Simon, Richard voleva far sposare suo figlio con Bella. Inoltre Edward le promette che il giorno del diploma le racconterà del suo passato.

Intanto, Bella continua a scrivere nel suo blog e un giorno, mentre si stava sfogando con Rospetto, quest'ultimo la chiama con il suo vero nome e non con Principessa.

Arriva finalmente il giorno del diploma dove Tanya, per vendicarsi di Bella, inizia a leggere il blog della ragazza davanti agli altri allievi per poi rivelare chi sono veramente Principessa e Rospetto. Quest'ultimo era proprio Edward.

Bella, come al solito, prende e si va a nascondere nel bagno.

Edward la raggiunge. Iniziano a litigare e durante la loro discussione Edward le dice che ha lasciato Chicago per lei.

Arrivano anche Rosalie e Peter (agente del FBI) che ordinano ad Edward di allontanarsi da Bella.

Quest'ultima per una volta, decide di non scappare ma sale sul palco per dare una spiegazione del suo blog.

Finito il suo discorso, dice a Rosalie che è pronta ad andare a New York, dove abitavano i suoi genitori, per scoprire il suo passato.

 

Ed eccoci qua! Spero che il mio riassunto sia stato abbastanza chiaro, se avete delle domande da pormi sono a vostra disposizione.

Adesso vi lascio al capy!

BUONA LETTURA!!!!

 

 

 

 

 

 

 

21capitolo

 

Pov Bella

 

Sento qualcuno che mi sta pettinando i capelli, intrecciandoli in un elaborata acconciatura, ricca di treccine. Sto davanti ad un enorme specchio, ma ciò che riflette non è l'immagine di una diciottenne, ma il viso un po' paffutello di una bambina.

Vorrei potermi allontanare da quella tortura, ma il mio corpo rimane fermo. Sono solo una semplice spettatrice.

<< ma quanto siamo belle oggi, miledy >>

Entra nella stanza con in mano un vassoio pieno di biscotti al cioccolato – credo che siano i miei preferiti – una donna giovane, dal viso che esprime una dolcezza unica con le labbra inclinate in un lieve sorriso, i capelli ricci del colore del rame legati in una semplice coda di cavallo. << oggi farai di certo conquiste >> i suoi occhi azzurri mi fissano amorevolmente.

Ridacchio, stringendo tra le mani un pupazzo a forma di orsacchiotto.

<< ma io sono sempre bella >>

<< hai ragione >> mi da un lieve bacio sulla guancia, appoggiando poi il vassoio sul tavolino difronte a me.

Inizio a rompermi a stare ferma, mentre la parrucchiera o almeno credo che sia lei, sta per finire la pettinatura.

<< su Isabella, fate la brava >>

<< dai miledy, ecco abbiamo quasi finito >> mi sorride la cameriera, quella che ha portato il vassoio. Come vorrei riuscire a ricordare il suo nome. La me bambina è molto affezionata a lei, la considera come una parente per essere più precisi una zia anche se non lo è. << oggi alla festa tutti vi guarderanno e vi diranno “ che bella bambina è la festeggiata “ >>

Wow! Oggi è il mio compleanno.

Appena la parrucchiera esclama soddisfatta di aver finito, velocemente mi alzo dalla sedia e scappo dal bagno per andare a farmi ammirare da mia madre.

Apro la porta del bagno ritrovandomi poi in un enorme stanza piena di giocattoli: bambole, pupazzi enormi, una casa delle bambole, libri da colorare.

Chiudo per un attimo gli occhi e quando gli riapro, mi ritrovo a correre in un corridoi dalle pareti chiare e ricche di quadri preziosi. Corro alla ricerca dei miei genitori, fino a quando non mi ritrovo a scontrarmi addosso ad un ragazzo.

<< ciao, Simon! >> esclamo tutta felice osservando il mio cugino vestito in giacca e cravatta. Certo che i suoi gusti, per quanto riguarda i vestiti, non sono cambianti nel corso del tempo.

<< ciao, Isabella. Auguri! >> mi da un bacio sulle guance.

Dietro di Simon, ad un tratto, compare un uomo grosso, alto, dai capelli scurissimi come i suoi occhi.

<< ciao zio! >>

<< ma siamo proprio bellissime >> quest'uomo è Richard, il fratello di mio padre. Mi da anche lui un bacio facendomi il solletico a causa dei baffi. << quanti anni compiamo >>

Con la mano alzo tutte le cinque dita.

<< alla faccia! Quanto è cresciuta, vero Simon? >>

Mio cugino annuisce un pochino irritato. Capisco dal suo sbuffare in continuazione che non vuole stare qui.

<< Bella perché non porti Simon a far vedere i tuoi nuovi giocattoli? Io devo parlare con tuo padre di cose noiosette >>

<< sì! >>

NO! voglio vedere i miei genitori, voglio andare subito da loro. Non mi interessa nulla dei giocattoli.

Invece sento la Bella bambina tutta felice di accompagnare suo cugino a far vedere i suoi giocattoli, mentre Simon vorrebbe scappare solo da lì. E come lo capisco. Ha sedici anni, si starà di certo annoiando a passare il tempo con me, una bambina di cinque anni.

Gli prendo la mano iniziamo a camminare iandando chissà dove, e dentro di me cerco di fermarmi, di ritornare indietro per seguire Richard. Ma nulla. La mano di Simon si libera dalla mia stretta e il ragazzo scompare inghiottito dal buio. Rimango ferma, da sola, mentre vedo intorno a me gli oggetti scomparire. Mi ritrovo nel vuoto.

Sola.

Sempre più sola.

 

Apro con lentezza gli occhi, per poi chiuderli di nuovo bruciati da un raggio di luce.

<< bentornata nel presente >> la voce professionale e allo stesso tempo rassicurante del dottor Carson, tranquillizza un pochino il mio cuore che batte con violenza.

Riapro gli occhi e mi guardo all'inizio disorientata. Sono seduta su un poltrona nera, di finta pelle, il dottore accanto a me che mi porge un bicchiere d'acqua. Rosalie, distante da noi, appoggiata al muro. I suoi occhi fissi sulla mia figura.

<< g... grazie >> bevo l'acqua.

La mia mente ricomincia a funzionare come devo. Mi trovo nello studio del psicologo Carson, a New York, in una delle nostre sedute in cui lui è riuscito ad ipnotizzarmi e a permettermi di trovare un piccolo buco in quel muro che si trova nella mia testa e che non mi permette di ricordare il mio passato.

<< hai ricordato qualcosina? >> mi chiede Rosalie fiduciosa, sperando che abbia visto l'assassino dei miei genitori. Mi sa che per quello ci vorrà ancora molto tempo.

<< ho ricordato Simon da giovane e per la prima volta ho visto Richard... >> mi porto un dito sulle labbra, pensierosa << inoltre ho ricordato anche una cameriera. Dovevo essere molto affezionata a lei >>

<< bene, anzi benissimo! >> esclama tutto felice Carson scrivendo qualcosa nel suo taccuino nero << abbiamo fatti passi in avanti >>

Nelle due scorse sedute l'unica cosa che sono riuscita a ricordare era che il giardino di casa era molto grande e sempre fiorito. << ci vediamo la prossima settimana >>

 

* **** *

 

Mi sdraio sul letto stanca morta. Osservo la stanza d'hotel che abbiamo preso, talmente grande che posso anche perdermi: tre stanze da letto ( dove dormiamo io, Rosalie e Peter), due bagni, due sale entrambe con un televisore gigantesco. Ovviamente tutto l'hotel è sorvegliato da almeno dieci uomini del FBI alcuni travestiti da camerieri come ad esempio Jane – siamo subito diventate amiche- altri da ospiti. È un pochino imbarazzante camminare per i corridoi dell'hotel e sentirsi tanti occhi addosso, ma come mi ha spiegato Rosalie io sono l'erede di un grandissimo patrimonio e potrebbero starci molte persone in cerca di me. Qualsiasi pazzo che scopre chi sono potrebbe provare a farmi del male.

Per questo motivo, Peter ogni giorno rimanda la visita alla casa vuota dei miei genitori. Ma io ci voglio andare! In questo modo, forse potrei ricordarmi qualcosa del mio passato? Ma in nessuna maniera riesco a smuovere Peter. È così testardo!

Naturalmente non posso neanche uscire, senza una buona scorta costituita da almeno sei uomini, a farmi una sana passeggiata.

Quindi mi ritrovo rinchiusa in questa dannata stanza tutto il giorno, ogni tanto in compagnia oppure da sola come ora, poiché Rosalie e Peter hanno molto da fare. Le uniche mie uscite sono solo dal dottore.

Così mi ritrovo completamente abbandonata a me stessa a pensare ed ovviamente i miei pensieri tornano all'Idiota.

Chi è veramente Edward Cullen?

Bella domanda, senza risposta. Ho commesso un grave errore nel scappare da Edward senza ascoltare le sue spiegazioni. Ma non c'è la facevo ad ascoltarlo, sconvolta da quello che avevo scoperto.

Quando siamo ritornati dal maledetto giorno del diploma, io e Rosalie ci siamo rinchiuse in camera mia per parlare. In realtà ho passato quasi un ora a piangere, mentre lei mi stringeva a sé consolandomi. Tra un singhiozzo e l'altro le ho raccontato del mio blog, di Rospetto, di Edward...

Quando le ho raccontato completamente disperata anche della pistola che Edward tiene nascosto, Rosalie è diventata di ghiaccio

<< tu devi stare lontana da quel ragazzo. Premettimelo >>

<< p... promesso >>

Sì sto lontana da lui fisicamente, ma con il pensiero sono troppo vicina a lui.

Dopo tutto mi manca da morire.

Sono una grossa stupida. Dopo il male che mi ha fatto, le bugie che mi ha riempito, continuo a provare qualcosa per lui oltre all'odio e alla rabbia.

Mi do dell'idiota senza cervello non so quante volte dicendomi che lui è pericoloso, che potrebbe centrare con la morte dei miei genitori, essere un assassino. Ma poi ce quella parte di me, quella irrazionale, che pensa ai suoi dolci baci, ai suo “ ti amo “ sussurrati sulle mie labbra, la sua pelle che con venerazione toccava la mia. È inutile negarlo. Io lo amo. E sarà dura dimenticarlo.

Prendo il quadro appeso sopra il letto e lo butto con violenza dall'altro lato, andando a sbattere sul pavimento e rompendosi in mille pezzi.

Ecco come mi sento, come quel quadro.

Ti odio, Edward. Mi hai distrutto anche tu, mi hai detto solo bugie, non ti sei fidato di me... ma ciò che più odio di te è che non riesco a cancellarti dalla mia vita, non riesco a cancellare l'amore che provo ancora per te.

Adesso capisco che è possibile odiare e amare allo stesso tempo una persona.

Mi alzo dal letto per uscire a prendere un po' d'aria, ma inciampo sui miei stessi passi e proprio per un soffio non colpisco la testa sul muro. Non trovando la forza per rialzarmi, permetto al mio corpo di cadere sul pavimento. Stringo le braccia alle ginocchia prima di tuffare la testa su di esse, chiudo gli occhi.

Un piccolo attimo, ma abbastanza da farmi risentire l'urlo di mia madre prima della sua morte.

Non ce la faccio più! Basta, vi prego, basta.

Tutto il mio corpo e percosso da singhiozzi, mentre la mia mente mi fa risentire più volte l'urlo di Valerie, la risata di qualcuno che stava in quella stanza e i passi che si avvicinano a me.

<< BELLA! >>esclama Jane che fa cadere per terra il vassoio con il tè e si inchina su di me, abbracciandomi a sé. Poi sento anche la voce di Rosalie che dice qualcosa, ma la mia mente non riesce a registrare le sue parole.

Poi sento un dolore sul braccio. Una puntura. Mi hanno dato un calmante.

Il buio totale mi avvolge...

 

La prima cosa che registra la mia mente quando riemerge dal buio è una mano che stringe la mia. La riconosco subito: è quella di Rosalie.

<< ti sei svegliata >>

<< s.. sì, sono sv... svegl... sveglia>> la mia voce trema un po' come il mio corpo, la mia mente ancora annebbiata. Quando starò di nuovo bene? Quando finirà tutto ciò? Sento di nuovo quella strana sensazione di non riuscire a controllare il mio corpo, di esplodere in mille pezzetti. Faccio dei lunghi respiri, cercando di pensare a qualcosa di più tranquillo.

<< quando ho dormito? >>

<< tutto il pomeriggio. Sono appena passate le diciotto >>

<< ah... >> anche se ho dormito così tanto, mi sento terribilmente stanca.

Perché non ha ucciso anche me quella sera? Perché sono ancora viva? Cosa vuole da me?

<< Bella... >> sbuffa nervosa << va bé, te lo dico. Abbiamo trovato la cameriera, quella del tuo ricordo, seguendo la descrizione che ci hai dato, Peter ha fatto alcune ricerche e adesso si trova di là... >>

<< CHE COSA! >> finalmente, dopo l'incidente del diploma, mi sentono felice. Mi alzo dal letto di scatto ridendo sotto lo sguardo preoccupato di Rosalie che crede che sto per avere un'altra crisi. Lei è qui. Potrà raccontarmi qualcosa dei miei veri genitori. Ed io di certo ricorderò. Che bello! << andiamo a parlarci. >>

<< aspetta! >> mi prende per un braccio e mi fa sedere sul letto, davanti a lei. Ma cosa devo aspettare? Finalmente avrò dei ricordi del mio passato da Stevens. << lei non sa nulla dei nostri sospetti verso Simon >>

<< ah... ho capito >> le do un bacio sulla guancia, sistemo con la mano i miei capelli ridotti in una massa di ricci che vanno dove vogliono, faccio un lungo respiro e tenendo la mano di Rosalie stretta alla mia per darmi coraggio entriamo nella stanza.

La vedo di spalle seduta sul divano a bere una tazza di tè. Adesso cosa faccio? Mi sento così in ansia, peggio di quando avevo un interrogazione o compito in classe.
<< Elisabeth, siamo qui >> dice Rosalie con una finta allegra che serve a me per rilassarmi un po', mentre la sconosciuta si gira verso di noi. I nostri occhi si incontrano, rimaniamo in silenzio a studiarci. Osservo i suoi capelli rossicci che le arrivano a malapena oltre le orecchie, le sue labbra che si dispongo in un sorriso dolce, i suoi occhi così blu.

<< miledy, siete proprio voi? >>

Annuisco con la testa, senza sapere come comportarmi.

Elisabeth si alza e protende le braccia verso di me come se mi volesse abbracciare, ma si ferma a pochi centimetri notando il mio sguardo turbato. Osservo i suoi occhi diventare lucidi come i miei. Tra poco scoppiamo a piangere. Lei perché mi ha trovato, io perché speravo che nel vederla i ricordi sarebbero riemersi, invece nulla.

<< posso abbracciarvi? >>

Annuisco sempre con la testa, incapace di parlare. Sento le sue braccia su di me e mi ritrovo anch'io a ricambiare questo abbraccio, chiudo gli occhi con la speranza di riuscire ad abbattere quel muro. Nulla. Perché non ci riesco?

Ci andiamo a sedere sul divano con io in mezzo a Rosalie che mi tiene la mano per darmi coraggio, mentre Elisabeth alla mia sinistra che mi osserva incantata.

<< dammi del tu, ti prego >> non sopporto che mi da del lei.

<< non sai q... quanto sono felice di v... veder... vedere che stai bene >> imbarazzata tira fuori dalla borsa un fazzoletto e si asciuga in fretta gli occhi. Rimaniamo in silenzio e solo dopo qualche secondo capisco che adesso devo dire qualcosa anch'io.

<< grazie Elisabeth, di essere venuta qua. È molto importante per me. Come ti avranno riferito, non mi ricordo nulla dei miei primi cinque anni di vita >> faccio un lungo respiro, lottando contro il senso di tremolio del mio corpo. << se tu potessi raccontarmi qualcosa relativa a quegli anni... io potrei ricordare >>

<< ma certo. Ti dirò tutto quello che vuoi sapere >> con delicatezza mi prende tra le sue mani la mia, per poi iniziare a rispondere alle mie domande.

<< ho iniziato a lavorare dai Stevens come cameriera di tuo padre... >>

Poi quando Leonard si sposò, Elisabeth divenne la cameriera personale di mia madre, l' ex-marito di Elisabeth si occupava della sicurezza. Ha un figlio, di pochi anni più grande di me, con cui giocavo.

Mi racconta anche che mio padre amava da morire mia madre, che per sposarla è andato contro mio zio ritrovandosi da solo, mentre per quanto riguarda me, mi adorava tantissimo. Ride, quando racconta che la sera mio padre si sedeva per terra e si metteva a giocare con me oppure rimaneva incantato ad ascoltarmi, mentre io gli raccontavo qualche mia avventura.

Era buffo vedere un uomo imponente come mio padre, sempre vestito con abiti eleganti, seduto sul pavimento a prendere il caffè circondato da pupazzi.

Provo a concentrami, cerco di andare oltre quel muro per evocare i ricordi dei miei genitori, ma l'unica cosa che riesco ad ottenere è un violento mal di testa.

<< niente >> piagnucolo, fermando il racconto di Elisabeth << non ricordo nulla di ciò che mi stai dicendo. Non ricordo che mio padre giocava con me, non mi ricordo i disegni di mia madre, non ricordo nulla >> il mio respiro si fa più agitato e subito Rosalie si inchina su di me asciugandomi il volto con le sue mani

<< tranquilla. Hai sentito cosa ha detto il dottore. Non bisogna insistere. Presto ti ricorderai tutto >>

<< sì >> invece no. Non riuscirò a ricordare nulla. La mia mente è troppo debole per riuscire ad abbattere quella barriera che mi impedisce di poter ricordare. << p... posso andare a dormire? >>

<< certo! Ti senti stanca, vero? >>

Annuisco con la testa imbarazzata da tutte quelle attenzioni.

Dopo aver salutato Elisabeth che mi ha promesso di venirmi a ritrovare il più presto possibile, vado nella mia stanza.

Un giorno ricorderò il mio passato.

Un giorno troverò me stessa.

Un giorno sarò felice.

 

* *** *

 

<< papà! >> grido felice, buttandomi fra le sue braccia avvolte in una strana nuvola bianca. Lui mi prende di colpo facendo cadere per terra la sua ventiquattr'ore, ridendo e baciandomi il viso con mille baci. Il mio papà è ritornato a casa!

<< quanto mi sei mancata, peste che non sei altro >> inizia a farmi il solletico ed io vado dritta in estasi.

<< basta, papà. Ti prego >> invece continua la sua dolce tortura, proprio come io veramente voglio, mentre sento la risata anche di una donna anche lei coperta da una nube che osserva me e mio padre con amore.

Sono felice!

Papà, dopo avermi dato un bacio sui capelli, mi appoggiare con delicatezza per terra per poi dare un bacio a stampo a mia madre.

<< ben tornato a casa, amore mio >>

<< grazie >>

Cerco di vedere meglio, di mettere a fuoco i miei genitori, ma continuano a rimanere delle macchie bianche.

 

Poi, non so neanche io bene come, mi ritrovo a correre tra gli alberi di un bosco. Intorno a me sento solo una risata cattiva, poi due spari.

<< aiuto! >> grido sperando che compaia mio padre in sella ad un cavallo a salvarmi. Ma nulla.

<< Basta, Valerie! Non voglio più che tu ti comporti così amichevolmente con una della servitù >> Sento le loro voci arrabbiate, ma non li riesco a vedere. Vi sono solo alberi davanti, dietro, a destra, a sinistra. Dovunque solo dannati alberi che mi sembrano che abbiano due occhi e che mi guardano.

<< ma perché? >>

<< perché lei è una domestica e tu sei una signora! >>

<< vorrei ricordarti, Leonard caro, che io ho vissuto per anni in mezzo ad una strada >>

<< MA ADESSO NON PIÙ! >>

<< smettila di urlare come un pazzo. Sveglierai tutti in questo modo >>

Vorrei chiederli di smetterla, che non mi piace che litigano ma che mi piacerebbe vederli sempre felici e contenti.

<< e poi non voglio che nostra figlia frequenti il bambino di una domestica. Lei è una Stevens >>

Finalmente le mie gambe, stanche, smettono di correre e mi ritrovo a piangere a dirotto.

 

Mi sveglio tutta sudata osservando il soffitto della stanza. Mi giro per un fianco prendendo dal comodino il telefonino: sono le cinque di mattina ed ho un nuovo messaggio.

Bella, ma perché non mi rispondi? Stai bene? :* Alice

Ebbene sì, Alice ed Angela mi hanno perdonata. La mattina dopo il diploma sono venute insieme nella mia stanza per chiarire. Dopo avermi riempito di parolacce ed io di scuse, ci siamo ritrovate abbracciate a piangere.

Poi le ho detto che sarei partita insieme a mia cugina a New York.

<< ma ritornerai, vero? >> mi ha chiesto Angela.

<< c... certo ! >> se troveremo l'assassino dei miei genitori.

Mi è dispiaciuto tantissimo di non averle potuto raccontare la verità, ma non posso metterle in pericolo. Loro sono le mie migliori amiche!

Siamo partiti di sera io, Rosalie e Peter, e ci hanno accompagnato solo i signori Swan.

Siamo stati in silenzio per tutto il viaggio in automobile fino all'arrivo all'aeroporto di Seattle. Quando dovevamo imbarcarci sull'aereo, Charlie imbarazzato ha abbracciato prima Rosalie e poi me dicendomi di stare attenta. Invece Renéé dopo avermi dato un bacio frettoloso sulla fronte mi ha detto

<< ricordati che sei anche una Swan. Quindi dai il tuo meglio >>

L'ultimo ricordo che ho di loro due è quando stavo per oltrepassare il metal detective e mi sono girata verso di loro: Renéé che piangeva con Charlie che la stringeva forte a sé.

Faccio un lungo respiro e chiudo gli occhi, ma il sonno non mi arriva quando sento Peter e Rosalie litigare per la prima volta da quando li ho conosciuti.

<< dovesti lasciare il caso. >>

<< no, io non abbandonerò mai Bella. Lei rimarrà sempre mia sorella >>

<< Ros, nelle condizioni in cui ti trovi... >>

<< sono solo incinta, ok? >>

<< Ros... >>

<< quando non ce la farò più, allora lascerò il caso. Promesso >>

Poi non sento più nulla.

Povera Rosalie, ha ragione Peter. Non dovrebbe stressarsi a causa mia nelle condizioni in cui si trova.

Porto solamente guai.

 

* *** *

 

<< Rosalie vado a farmi un bagno nella piscina dell'hotel. Tu rimani pure a letto a dormire. Tanto lì ce tanta gente. Sono al sicuro >>

Rosalie è sdraiata sul letto, sopra il materasso, circondata da buste di patatine, una bottiglie di coca cola e tanti yogurt di tutti i gusti. Infatti in questo modo sta mangiando due yogurt contemporaneamente, uno al cioccolato e l'altro alla fragola .

<< va bene >> borbotta con la bocca piena << ma come si è permesso Peter di dirmi quelle cose? Se lo acchiappo... >>

Ridacchiando lascio la stanza con Rosalie che manda altre maledizioni a Peter, continuando a riempirsi di cibo.

Appena esco dalla stanza Jane smette di portare il carrello pieno da un lato di asciugamani pulite, mentre dall'altro lato quelle sporche.

<< dove vai, Bella? >>

<< in piscina >>

<< ok. Divertiti >>

È un pochino imbarazzante e allo stresso tempo odioso avere così tante persone che ti proteggono, che appena ti vedono camminare fuori dalla tua stanza da sola subito vengono da te e tirano fuori le loro armi per proteggerti. Non ce la faccio più!

Le porti dell'ascensore finalmente si aprono e sento delle braccia prendermi per la vita e spingermi con forza all'interno dell'ascensore. Sto per urlare, ma le mie labbra vengono tappate in un bacio violento.

Le porti si chiudono.

Il suo odore mi stordisce e senza volerlo mi ritrovo a ricambiare il bacio disperato di Edward.

Mi ha mentito.

Mi ha distrutto.

E dopo tutto sono ancora innamorata di lui.

È sbagliato! Lo so. Maledizione, sì che lo so.

Ma posso fare almeno di lui? Risposta semplice. No.

Gli mordo le labbra con violenza fino a quando non sento sulla mia lingua il sapore del suo sangue.

<< ma che cazzo ti prende? >> mi stacco di lui spingendolo lontano da me << come hai fatto a trovarmi? Perché sei qui? >>

<< ciao anche a te, bamboletta >> mi sorride fiero di sé. << ti sono mancato, vero? >>

Sto per tirargli un ceffone con tutta la forza che ho, ma lui mi blocca per un polso e con decisione avvicina il dorso della mia mano, con la quale lo stavo per colpire, sulle sue labbra << ricordati quello che sto per dirti. Io ti troverò sempre. Ovunque tu andrai >>

Il mio cuore inizia a battere con violenza sentendo la sua dolce minaccia.

Basta Bella! Edward è pericoloso per te.

Scuoto la testa riprendendomi dal suo sguardo profondo e porto la mia mano dietro la schiena, pulendomela dal suo bacio. Eppure lo sento ancora sulla mia pelle, brucia con dolore sul mio dorso e sulle mie labbra.

<< sparisci immediatamente >>

<< ma se sono appena arrivato >>

Che rabbia! Mi ero dimentica che non solo è in grado di far battere il mio cuore a mille o di distarmi, è anche l'unico capace di farmi arrabbiare in pochi minuti.

<< abbiamo un discorso da portare a termine >>

<< no, non voglio avere più nulla a che fare con te >> sto per fargli anche la linguaccia, quando lui di colpo dà un pugno ad un pulsante rosso dell'ascensore bloccandola.

<< c... che cosa hai fatto? >>

<< così potremmo parlare in santa pace. Impiegheranno circa un' oretta per liberarci. Abbiamo tutto il tempo per parlare >>

<< TU SEI PAZZO! >>

<< e tu sei semplicemente adorabile. >>

Mi tolgo la scarpa e con rabbia la lancio addosso ad Edward, senza però colpirlo. Maledizione alla mia pessima mira.

<< Bella, mi dispiace >> sento le sue mani che leggere a coppa mi reggono il viso facendo incontrare i miei occhi in quei due smeraldi fusi << ho sbagliato a mentirti. Però se l'ho fatto era solo per proteggerti. >> provo a spostarmi, ma lui non me lo permette << ma anche tu non sei stata sincera con me, principessa. E poi era una cosa poca carina chiamare la tua dolce metà Idiota >> ridacchia un pochino per poi ritornare serio << inoltre non mi hai raccontato di Simon quando sei venuta a casa da me. Hai messo in pericolo, così, tutta la mia famiglia >>

Questo è un colpo basso.

<< sei cattivo >> porto la testa sul suo petto, abbracciandolo, impedendo così di farmi vedere piangere. Ancora mi sento così male il pensiero che ho messo a rischio tutta la famiglia Cullen quella volta.

Sento le sue mani che potrebbero essere sporche anche di sangue di persone innocenti che accarezzano con una delicatezza infinita i miei capelli. Vorrei scansarmi da quell'abbraccio, ma non ci riesco. Quella mia stupida parta irrazionale mi sta urlando di dare una possibilità ad Edward. E poi, smettendo di fare la ragazzina ferita, non so ancora nulla di lui.

<< anche tu sei cattiva con me >> mi stringe per un attimo più forte a sé come se volesse fondere il suo corpo con il mio, sento dopo tutti questi giorni il suono del suo cuore che batte con forza nel mio orecchio. Poi si stacca da me per fissarmi negli occhi << ci siamo fatti del male a vicende. Ma basta bugie. Ti giuro che da ora in poi ti dirò solamente la verità. Promesso. Ti racconterò tutto del mio passato >> aspetto che anche io dica qualcosa, ma rimango in silenzio. Allora continua a parlare << ma una cosa sincera c'era nella nostra relazione. Il nostro amore. Ti amo. Ed è vero ciò che provo per te >> sto per arrendermi. Sto per lasciarmi ingannare dalle sue parole che sembrano così dannatamente vere. Abbasso lo sguardo, mi mordo con violenza le labbra

<< ma io non ti amo >>

Con violenza prendendomi per il mento alza il mio volto

<< ridirlo >>

Il mio respiro che si unisce al suo, i nostri occhi incatenati in cerca della verità.

<< non ti amo >>

<< bugiarda! >>

Sento tutte le inutili barriere che ho cercato di creare cominciare a sgretolarmi, arrendendomi di nuovo. Lo odio. Ma odio di più me stessa che sono così così troppo debole.

Scuoto la testa fino a quando lui non mi lascia il mento. Ho bisogno di spazio, d'aria per riprendere il controllo di me. Non posso cedere a lui, alle sue parole. È pericoloso per lui, per me.

<< Edward è finita. Perché non lo capisci? >>

I suoi occhi luccicano di rabbia ed io ho quasi paura di quello che lui potrebbe farmi, qui rinchiusa in questa ascensore.

<< e tu quando la smetterai di dire queste cazzate? Perché non riesci a vedere che siamo fatti per stare insieme >>

<< io... >> ho troppa paura. Tutte le persone che mi fidavo si sono dimostrati dei bugiardi. Deglutisco più volte. << Ma perché cazzo cerchi sempre di sviare il discorso? Voglio solo che mi dai altre risposte. Ancora non mi hai spiegato la storia della pistola e perché te ne sei andato da Chicago? Mi interessa solo avere le risposte. Per il resto è tutto finito >>

<< Bella, ti prego, non mi lasciare >> adesso la sua voce è completamente disperata, priva di quella rabbia che lo ha animato fino a qualche secondo fa. I suo strani sbalzi d'umore mi lasciano sempre così, a bocca aperta << te lo giuro ti dirò tutto. Ma tu non mi abbandonare. Cosa sono io senza di te? Il nulla. Solo con te ho iniziato a vivere... >>

Scuoto la testa mordendomi le labbra per non dire quello che lui vuole sentire da me.

<< troverai di certo qualcun'altra >>

Vedo il suo volto impallidire di colpo, tutto il suo corpo tremare leggermente ed io mi pento subito di quello che ho detto. Maledizione alla mia boccacia che non sa mai quanto deve stare in silenzio.

<< ed anche tu troverai qualcun altro >> è un lieve sussurro, quasi non riesco a sentire. Sento le sue mani posarsi sui polsi delle mie mani per poi iniziare a salire lungo il braccio con lentezza. << il solo pensiero mi uccide. Tu che sorridi ad un altro. Tu che baci delle labbra che non sono le mie. Tu che giaci tra le braccia di un altro. Tu che gemi di piacere, mentre ce qualcun altro dentro di te... >> le sue mani si fermano sul mio collo. << no, tutto ciò sarebbe insopportabile. Sono un essere geloso, per natura. Preferirei ucciderti con le mie stesse mani >> il mio cuore batte con una forza inaudita, facendomi male. Edward, tenendo sempre i suoi caldi occhi puntati nei miei si inchina davanti ai miei piedi. Alza la mia maglietta scoprendo la pelle della mia pancia. << sì, ti ucciderò di piacere >> inizia a mordicchiare, a baciare con venerazione la mia pelle. Cazzo! Così non vale!

Mi scanso subito, andando a sbattere con la schiena contro il muro. Se lui mi tocca, io sarò perduta.

<< la devi smettere, ok? Io non sono la tua bamboletta con cui puoi giocare ogni volta che ti pare. Sono una persona. Ed esigo avere delle risposte. >>

<< Bella, te le darò. Promesso. >>

<< allora perché non inizi? >>

Abbassa lo sguardo per un attimo, il suo respiro è diventato più agitato del mio

<< perché ti perderò quando saprai la verità >>

<< mi stai già perdendo >> ed è la verità. Perché ha così tanta paura di raccontarmi del suo passato? Che centrasse qualcosa con la morte dei miei veri genitori?

<< no >> cade in ginocchio sul pavimento coprendosi il volto con entrambi le mani, disperato. Mi siedo accanto a lui percependo il nodo alla gola diventare ancora più stretto.

<< Edward... >>

<< Bella, ascoltami. Ti racconterò tutto di me. Promesso. Ma tu ti prego, non mi lasciare. Ti amo così tanto... >>

Ed io mi sciolgo alle sue parole

<< Ormai è troppo tardi per ritornare indietro. Ti amo >> lo bacio con dolcezza riempiendomi i polmoni del suo odore. Quanto mi è mancato << però voglio sapere tutto su di te. Niente più segreti. Per favore >>

<< niente più segreti. Promesso, amore mio >>

Un altro bacio.

Poi ad un tratto sentiamo che l'ascensore riparte.

<< Che peccato. L'hanno già riparata >>

Osservo interrogativa Edward che mi sorride con quel suo dannato sorriso sghembo. Che cosa voleva fare rinchiuso in un'ascensore? Domanda stupida.

<< sai, non avevo mai fatto sesso in ascensore. Uno di questi giorni ci dobbiamo provare... >>

<< Edward! >> lo rimprovero, mentre lui scoppia a ridere. Mi prende la una vita con il braccio dandomi un lieve, ma dolcissimo bacio sulle mie labbra.

<< bene. Troviamo un posto tranquillo dove potrai ascoltare la mia storia... >>

<< va benissimo! >> esclamo felicissima.

Usciamo dall'ascensore ancora abbracciati. Ma facciamo solo pochi passi in avanti. Trattengo a malapena un urlo. Peter tiene una pistola puntata sulla fronte di Edward.

<< staccati subito da lei o se no ti ritrovi un buco in testa >>

 

ANGOLO AUTRICE:

 

Sono stata davvero buona in questo capy. Vi ho dato così tanti indizi non solo su Edward, ma anche relativi alla morte dei genitori di Bella. Adesso tocca a voi capire.

Ebbene sì, nel prossimo capitolo si scoprirà la verità su di Edward. Già mi sento in ansia... xD Vi avverto che per il prossimo capy ho lasciato andare a briglie sciolte la mia fantasia. Quindi preparatevi psicologicamente. Vi lascerò, spero, sorpresi. Non posso dire nient'altro.

Allora ci sentiamo alla prossima.

Un bacione enorme.

Bellina.

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Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


 

Salveeeeee!!!! Eccomi qui, una nuova domenica un nuovo capitolo. Ebbene sì, questo è il capy nel quale si scoprirà il passato di Edward. Vi avverto, la mia fantasia è volata in alto molto in alto. Ma credo che alla fine è così che deve andare. Allora vi lascio subito al capitolo, sperando di essere stata capace di esprimere i vari sentimenti di Bella.

Aspettate, prima un po' di pubblicità. In quest'estate sono state due le storie che mi hanno colpito maggiormente.

 

 

the force of love - la forza dell'amore L'autrice è la mia carissima amica VictP1380

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1054056&i=1

 

Scappare è la cosa più giusta? L'autrice è Kia30

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1153509&i=1

Adesso vi lascio alla lettura del capy

 

 

 

BUONA LETTURA!

 

 

22 capitolo

 

Pov Bella.

 

Stringo con forza la mano di Edward che è seduto accanto a me sul divano e di fronte a noi ci sono Peter che è molto arrabbiato, mentre Rosalie mi osserva impassibile.

Nell'aria si percepisce una strana tensione che potrebbe sfociare in una tormenta se qui nessuno si decide a parlare.

<< allora... >> ma mi blocco subito non sapendo neanche io cosa ben dire.

<< Edward... >> la voce di Rosalie non è stata mai così fredda come ora, così lontana da quella di mia “ sorella”. << … non credi che sia arrivato il momento di darci delle spiegazioni? >>

<< è quello che avevo in mente >> anche Edward è freddo.

Mi sento così in ansia. Ce una parte di me che non vede l'ora di avere altre risposte, ma l'altra parte di me teme quali possono essere.

<< Bella, mi sarebbe piaciuto parlare da solo con te... >> inizia Edward dolcemente, ma viene interrotto da Peter

<< te lo scordi che vi lascio soli, bastardo >>

Ma cosa sta succedendo? Che cosa ha fatto Edward?

Di una cosa ormai ne sono quasi certa, anzi togliamo anche il “ quasi”: lui centra qualcosa con i miei veri genitori.

<< ti prego, dimmi tutto >>

Sento le sue dita cominciare a fare circoli immaginari sul dorso della mia mano cercando in qualche modo di tranquillizzare sia lui che me.

<< bene. >> fa un lungo respiro. << non so neanche io bene da dove iniziare... >>

Lo osservo in silenzio trattenendo l'attacco di domande che mi frullano in testa.

<< ok. Iniziamo >> si gira completamente verso di me dando le spalle a Rosalie e a Peter, prende entrambi le mie mani nella sua. << in realtà, io e te ci siamo già conosciuti anche se tu non ti ricordi... hai incontrato da pochi giorni mia madre >>

<< E... Elisabeth? >> domando esitante.

<< sì >>

<< quindi tu eri il bambino con cui giocavo quando ero piccola? >> rimango letteralmente a bocca aperta, sconvolta. Io ho già conosciuto il mio Edward? E non mi ricordo nulla!

Seppure cerco di rimanere più razionale possibile, di non farmi prendere dal panico totale,vi è una piccola ma importante parte di me che si senta ancora presa in giro da lui. Ok, può dirmi tutto quello che gli pare, che l'ha fatto per proteggermi, ma tutte queste bugie non mi vanno ancora giù.

Quanto mi avrebbe raccontato tutto ciò?

Annuisce con la testa, sorridendo timidamente.

È la prima volta che lo vedo così imbarazzato.

<< quando i tuoi genitori furono uccisi i miei si lasciarono. Mio padre, sai era l'addetto della sicurezza dei Stevens, non riusciva a trovare pace per la morte di Leonard e Valerie. O almeno è questa è la scusa che ci ha dato... >> borbotta, mentre io lo guardo interrogativa.

<< secondo me voleva solo liberarsi di me e di mia madre >>

<< ah >>

Adesso che ci ripenso, Rospetto si lamentava spesso del rapporto problematico con suo padre, dei lunghi litigi che hanno avuto. Allora si è confidato davvero con me quando scriveva sul mio blog? Sta per spuntarmi un sorriso sulle labbra. Almeno non mi ha mentento del tutto.

<< ora vive insieme ad un'altra donna... >>

<< m... mi di... dispiace >> se fossimo stati da soli, lo avrei abbracciato forte a me, intrecciato i suoi capelli tra le mie dita, ma ho tutti gli occhi su di me

Scuote la testa sorridendo

<< Ha aperto un agenzia che si occupa di addestrare ragazzi che vogliono diventare guardie del corpo, poliziotti, anche agenti del FBI o della CIA. >> vedo comparire per un attimo una strana smorfia sul suo viso che non riesco a decifrare. Ce qualcosa che lo ferisce. << ha addestrato anche me, da quando avevo sei anni. Il mio compito da grande sarebbe stato quello di proteggerti, di diventare la tua guardia del corpo >>

Guardia del corpo? Addestramenti? Aspetta, non sto capendo nulla! Di cosa sta parlando?

<< aspetta, Edward. >> esclama Rosalie notando il mio turbamento. << devi sapere Bella, che la famiglia Stevens da generazioni in generazioni adottava bambini maschi per poi farli diventare guardie del corpo, ottimi maggiordomi, ma anche sicari molto abili. >>

Sicari molto abili? Guardie del corpo?

<< ovviamente ricevano anche un ottima educazione da ragazzini normale >>

Ovvio. Tra una lezione e l'altra di come dovevano ammazzare una persona, imparavano anche a leggere.

No, tutto ciò è troppo assurdo!

<< in questo modo quei ragazzi, grati di essere stati salvati dalla strada, dalla miseria, da adulti non avrebbero mai tradito la famiglia dei Stevens >>

Annuisco con la testa, cercando di digerire quello che sto scoprendo. Piccoli bambini che diventano delle armi pronti anche ad ammazzare per salvare me o la mia famiglia. Non è giusto!

<< mio padre fu adottato dal padre di Leonard. >> sento la mano di Edward stringere la mia con forza, come se cercasse in me il coraggio per andare avanti con il suo racconto. Peccato che non ho tutta quella forza che mi sta chiedendo. In questo momento ho bisogno anch'io di reggermi a qualcosa di solido, per non lasciarmi trascinare nel buio della disperazione << di solito questi ragazzi non potevano sposarsi. Se avessero avuto una famiglia tutta loro avrebbero messo al primo posto la moglie o i propri figli, e non più Stevens >> appare sulle sue labbra un sorriso teso << Leonardo invece permise mio padre di sposarsi con mia madre. Non ho mai capito il perché >>

Tutto ciò lo trovo sbagliato Non solo vengono addestrati per diventare ottimi assassini, ma non possono neanche sposarsi con la persona che amano, non possono avere una propria famiglia.

<< Bella... >>

<< aspetta un attimo >> faccio un forte respiro, sentendomi completamente schiacciata dalle nuove verità apprese ora. Il pensiero che anche i miei genitori hanno adottato bambini per farli diventare delle guardie del corpo, pronti ad obbedire a qualsiasi ordine anche ad uccidere, mi fa stare male. Continuo a ripeterlo: non è giusto! È un atto così altruista adottare bambini, ma non farli diventare degli assassini. << ok, vai avanti >>

In realtà vorrei solamente scappare in camera mia e dimenticare tutto quello che ho scoperto da quando Rosalie è comparsa dalla mia vita. Ma non posso farlo. Troppe persone hanno rischiato la loro vita per me, per non parlare dei miei veri genitori che hanno sacrificato la loro vita.

<< Bella, forse ciò potrebbe scioccarti ma io non ho la tua stessa età. Sono un pochino più grande >>

<< BASTA! >> esplodo, alzandomi come una molla dalla poltrona. No, questo no! Tra poco scoprirò che sono una mutante, nata per distruggere la Terra. << quanti anni hai? >> Fino alla fine la mia vita deve essere circondata da bugie? Adesso anche sull'età. Davvero Edward, quando me lo avresti voluto raccontarmi tutto ciò? Ho dato la mia fiducia ad un idiota che mi ha solo mentito. Ma chi se ne “frega” che l'ha fatto per proteggermi. È entrato nella mia vita, mentendo. E forse anche amarmi è stato solo un enorme bugia. “Scommetto per proteggermi.” Penso ironicamente.

<< ho ventuno anni >> si alza e cerca di abbracciarmi, ma io mi sposto. In questo momento ho la necessità di avere spazio per non perdere il controllo. Lo osservo, mentre lui si siede coprendosi il volto con le mani scuotendo più volte la testa.

Merda! Ma non ce nulla di vero, autentico nella nostra relazione?

<< forse sarebbe meglio fare una pausa? >>

<< No, Ros >> so che se mi fermo, poi non vorrei più riprendere questa conversazione che fa così male. Mi avvicino ad Edward, rimanendo in piedi davanti a lui fino a quando non sposta le sue mani dal volto

<< dimmi che c'è qualcosa di vero fra di noi. Mi ami? >> lo osservo analizzando i sentimenti che scorrono sul suo volto, ma riesco a vedere solamente un grande amore per me.

<< certo che ti amo, Bella. Non sarei qui con te se non ti amassi... >>

<< o... ok >> annuisco poco convinta, sedendomi di nuovo accanto ad Edward e prendendo la sua mano tra le mie << vai avanti, ti prego >>

<< Leonard aveva adottato due bambini orfani: Nik e Laurent. >> sia il suo respiro che il mio diventano agitati e scommetto anche che il nostro cuore in questo momento sta battendo con lo stesso ritmo agitato. << Quando la tua famiglia fu uccisa, credevamo che anche tu eri morta. Così ci avevano detto. La signora Ghibert, la cuoca di casa, prese in affidamento i due bambini. All'età di diciannove anni scappai di casa con la mia ex, Kate, e ci trasferimmo a Chicago. >>

Osservo le nostre mani unite, consapevole di non essere in grado di reggere lo sguardo di Edward senza scoppiare a piangere. Bene, raccontami anche della tua ex. È vero che voglio sapere tutto di te, ma perché devi mettere in mezzo anche una tua vecchia fiamma in questo momento? Che centra? Oppure anche lei potrebbe essere una presunta assassina dei miei genitori? Ma sì, in quel periodo c'era un concorso “ ammazza la famiglia Stevens ed otterrai un premio!”

<< Stiamo stati insieme per un anno, lavoravamo ad un ristorante come camerieri. Poi un giorno venne Nik a Chicago per dirmi che tu eri viva >>

<< Il Nik di cui parli è il detective Nicolas Ghibert, vero? >> domanda Peter che continua a tenere in mano la sua pistola pronta a sparare. Quasi quasi gliela prendo l'arma per puntarla addosso ad Edward se continua a parlare di questa ex.

<< sì, esatto. Ha voluto sfruttare in qualche modo il suo addestramento, diventando un detective. In questo modo è riuscito a scoprire che tu eri viva e dove abitavi... comunque è venuto da me dicendomi che dovevamo andare a Forks per proteggerti. Era il nostro dovere. >> scuote la testa, mentre i suoi occhi diventano due pozze di una tristezza devastante. Ho un brutto presentimento. << Io gli ho risposto che se lo poteva scordare. Indovina un po' poi che cosa è successo? Kate e Nik si sono innamorati. >> tutto il suo corpo si irrigidisce di colpo e per me è come una batosta in testa. Merda! Pensa ancora a lei. << Kate se n'è andata con lui dicendomi che era l'uomo della sua vita. Mia madre mi ha riferito che si sono sposati un mese fa... >>

Inizio a far respiri irregolari, provando a trattenere la domanda che mi preme sulle labbra “ provi ancora qualcosa per lei?” Di tutte le domande che dovrei fargli, ecco quella che mi viene in mente. Maledetta, gelosia.

<< comunque lasciarono Chicago e Nik dimenticò alcuni documenti su di te nel mio appartamento. Una notte, non sapendo cosa fare, iniziai a leggerli. C'era scritto dove abitavi, chi erano i tuoi genitori adottivi, i tuoi voti scolastici e vi era il link del tuo blog. Incuriosito ti contattai subito come Rospetto. >> mi sorride teso, notando la mia pelle assumere uno strano pallore. Ma che vuole da me? Che mi metta a ballare di felicità nell'aver scoperto tutto ciò? Già è tanto che non sono scappata via.

Non si rende conto che fa male, molto male? Sapeva già tutto di me, del mio vero passato.

Una lacrima tenta di uscire, ma subito l'asciugo imbarazzata.

So che Edward era a conoscenza di tutto già prima di iniziare a raccontarmi della sua storia, però continua a farmi soffrire ciò. Ho fatta così tanta fatica per aprirmi, per poi scoprire che lui sapeva già quelle cose. Mentre io non sapevo nulla di lui. Non sapevo che i suoi genitori erano divorziati, non sapevo di Kate, non sapevo che aveva ventuno anni.

Io non sapevo nulla di lui.

È dolorosa questa consapevolezza.

<< nella documentazione c'era scritto anche che il presunto assassino dei tuoi genitori fosse Simon. E che ti stava cercando. Avendo paura di perderti di nuovo, preparai dei documenti falsi e mi trasferì a Forks. Per fortuna lì viveva Carlisle con tutta la famiglia. >>

<< s... sapevano anche loro del m... mio passato? >> Bene, tutti sapevano la verità su di me tranne io. Cazzo! Mi sembra di essere la scema del villaggio.

<< no, stai tranquilla. Poiché abitavamo lontano non ci siamo mai visti. Forse solo una volta per il compleanno di Alice. Comunque Carlisle è l'unico che sa che non ho diciotto anni, ma non mi ha chiesto nulla >>

Tiro un sospiro di sollievo, calmandomi un pochino, mentre Edward diventa ancora più teso. Capisco subito che c'è qualcos'altro che mi deve dire. Aspetto, preparandomi a ricevere un'altra batosta.

Ma lui rimane in silenzio, giocando con le mie dita, trasmettendo la sua ansia a me.

<< eh, Edward ancora non sei arrivato alla parte più interessante. >> esclama Peter con cattiveria e rabbia allo stesso tempo. Mi ero quasi dimenticata di lui << dirle di come tuo padre ha trovato i soldi per aprire la sua attività? >>

<< c... che intendi dire? >>

Osservo prima Edward e poi Peter. Il primo sembra sconvolto e disorientato, mentre il secondo appare come una furia pronta a distruggere ogni cosa.

<< i soldi glieli ha dato Simon >> continua Peter

La mano di Edward stringe la mia con una tale violenza che trattengo a malapena un gemito di dolore.

<< no, mio padre non può centrare con la morte dei Stevens >>

<< grazie all'addestramento che ha ricevuto, potrebbe essere lui stesso l'assassino >> continua Peter con la sua voce divenuta di ghiaccio, che mi colpisce in faccia peggio di un pugno.

Delle grosse lacrime riescono ad abbattere il mio controllo, scorrendo sul mio volto.

Sapere anche che il padre del tuo ragazzo può essere l'assassino dei tuoi genitori è un brutto colpo. Ma non posso avere una vita normale come tutte le ragazze? No, devo essere circondata da assassini e da bugiardi. Per non parlare di tutti quegli uomini che mi devono difendere.

Adesso come mi devo comportare? Perché a scuola, oltre ad insegnare a fare conti e a scrivere, non ti insegnano anche a come reagire se uno dei parenti del tuo ragazzo è un assassino?

Scuoto la testa.

Ragioniamo Bella, prima di impazzire del tutto.

Ma se suo padre centrasse davvero con la morte dei miei genitori, il rapporto con Edward subirà dei cambiamenti? Potrei odiarlo? No, certo che no. Lui non centrerebbe con gli errori causati dal padre. E poi ormai è troppo tardi, sono perdutamente innamorata del ragazzo qui accanto a me.

<< Che possa essere Simon il colpevole sono d'accordo. Quell'uomo è sempre stato strano. >> fa un lungo respiro << ma non credevo che anche mio padre potesse centrare in questa storia. >> distoglie lo sguardo da me per incontrare quello di Rosalie << ok, mio padre è un grosso bastardo, ma non è un assassino >>

<< è da poco che è entrato nella lista degli indagati >> Ros continua ad essere fredda anche se vedo che un po' nervosa da come muove le mani. << quando abbiamo parlato con tua madre, abbiamo notato che vi sono alcune cose che non coincidono. Ad esempio dov'era tuo padre la sera della morte dei Stevens? Tuo padre aveva raccontato alla polizia che era andato a trovare un vecchio amico, ma noi abbiamo fatto delle ricerche più approfondite ed abbiamo scoperto che stava a casa. Allora come mai non ha sentito che qualcuno si stava intrufolandosi dentro? >>

<< sì, hai ragione >> si porta le mani sul viso coprendolo, disperato. Sembra una persona che stia morendo lentamente ed io non so come comportarmi.

Non so neanche cosa dirgli, perché mentirei.

Allora lo abbraccio da dietro, posando la testa sulla sua schiena, le mani che circondano la sua vita. Vorrei piangere sperando in questo modo che un po' di tensione lasci il mio corpo, ma non posso. In questo momento devo essere forte per lui.

Provo a cambiare discorso.

<< e pe... per questo che hai quella pistola? Serviva per proteggermi? >>

<< sì. Mio padre mi ha insegnato ad usarla quando ero molto piccolo. Odiavo il suo addestramento, era molto duro, ma adesso mi sento fortunato nell'essere capace di difendere la donna che amo >>

Stupidamente sorrido, felice di essere la donna che lui ama. Infondo sono sempre una diciottenne innamorata.

Poi mi ricordo di una domanda che era da tanto tempo che volevo fare a Rosalie, alzo lo sguardo verso di lei

<< la sera in cui è entrato in camera mia, perché hai permesso che rimanesse lì? >>

<< sapevo chi era. Il figlio di uno dei bambini adottati da tuo padre, nato per proteggerti, quindi pensavo che non era pericoloso per te. Ora non so più >>

<< Rosalie, ascoltami >> la voce di Edward appare di nuovo decisa, guardando Ros dritta negli occhi pronto anche ad esplodere << te lo giuro, io amo Isabella più della mia stessa vita. Se è stato davvero mio padre, sarei io stesso ad ucciderlo. >>

Un brivido mi percuote tutta la schiena. No, Edward non può parlare seriamente. Non può davvero avere il coraggio di uccidere suo padre. Questa storia andrà a finire male, ne sono certa ormai.

Rosalie inaspettatamente scoppia a ridere di gusto

<< Oh quanto sei drammatico, ragazzo mio! >> scuote la testa divertita, come se le avessero raccontato la barzelletta più divertente di questo mondo << ok, non mi sembri un tipo pericoloso. Troppo drammatico, questo sì. Ti darò un'ultimissima possibilità >>

Sospiro felice, mentre Peter scatta in piede sempre ancora più arrabbiato, e cerca di ribattere

<< ma non puoi parlare seriamente, R... >>

<< Però Edward, ricordati che noi sappiamo dove abita tua madre, tuo padre,i tuoi zii, i tuoi cugini... hai capito? Commetti solamente un passo sbagliato e ti ritroverai addosso tutti quelli del FBI. Non scherzo >>

Certo che Rosalie sa mettere proprio paura. La vedrei bene come dittatrice.

Peter si alza di scatto, i suoi occhi che luccicano di rabbia e, dopo aver dato un calcio alla sedia dove era seduta prima, lascia la stanza.

Bene, meravigliosamente bene. Finalmente ho scoperto il passato di Edward, il motivo per cui è venuto a Forks. Credevo che poi mi sarei sentita meglio, ma mi sento solamente confusa e tradita allo stesso tempo. Mi domando: posso stare con lui? È davvero amore il nostro?

Il mio cuore mi grida sì, certo che lo è stupida! Ma come si può amare una persona che in fin dei conti non conosci fino in fondo? Una persona che ti ha solo mentito... è sbagliato. Mentire è sbagliato. Amare una persona sconosciuta è impossibile. Eppure io lo amo il ragazzo qui accanto a me.

Stacco la mia mano da quella di Edward tenendo lo sguardo basso, consapevole che non sono in grado di reggere i suoi occhi indagatori che riescono a leggere ogni volta anche la mia anima.

Ho bisogno di riflettere, cercare di mettere in ordine i miei sentimenti.

<< Bella, non ti preoccupare. Ho capito. Ti lascio da sola. >> si alza ed io mi sento di nuovo sola. Uffa! Perché è tutto così complicato?

<< aspetta! >> esclamo entrando in crisi quando vedo che ha già aperto la porta. Gira di scatto la testa verso di me con speranza.

<< ti accompagno... all'ascensore >> ricevo un pugno sullo stomaco quando vedo i suoi occhi diventare due pozzi di infinita tristezza. Scusami, mi dispiace tantissimo, ma ho bisogno di riflettere.

Camminiamo in silenzio lungo il corridoio e seppure stiamo fianco a fianco, le nostri corpi quasi si sfiorano, lo sento così lontano da me. Come se ad un tratto fosse calata su di me una barriera invisibile che tiene alla larga tutti da me.

Ci fermiamo davanti all'ascensore.

<< Bella... >> si gira verso di me, scompigliando ancora di più i suoi capelli << ti capisco. Lo so che è difficile accettare tutto ciò. >>

<< no, non mi dire che capisci. Ti prego >> sento la rabbia montarmi addosso, ma subito la ricaccio via. Manca solo un litigio con Edward e poi posso affermare che questa giornata è stata la più bella della mia vita. Penso ironicamente tra me e me.

<< comunque se mi vuoi lasciare... >> sia io che lui rabbrividiamo insieme << ...anche se mi lasci, io starò sempre al tuo fianco per proteggeri, per consigliarti. Io ci sarò sempre per te. >>

<< oh, Edward! >> rivedo, finalmente davanti a me il ragazzo meraviglioso che ha fatto di tutto per conquistarmi, che è sempre stato accanto a me in questi mesi anche se io lo mandavo a quel paese. Lui è il mio Edward. Non è la mia guardia del corpo oppure un sicario al servizio della mia vera famiglia. Lui è il ragazzo che ha vinto per me un coniglio di pezza, che mi ha proposto di diventare amici di letto per poi dirmi che voleva di più, colui che mi ha tenuto a caldo fra le sue braccia... << Non ti sto lasciando. Ho solo il bisogno di pensare. Ti amo, Edward. E amo anche Rospetto. >> sorrido, sentendo qualcosa sciogliermi dentro << e voglio conoscerti per davvero Edward. Voglio conoscere anche il ragazzo che è stato addestrato per usare una pistola >> lo vedo irrigidire alle mie parole, ma continuo << e so che mi innamorerei anche di lui. Perché sei sempre tu, il mio Edward. Il mio amato Edward. Non la mia guardia del corpo, ma solo il ragazzo che amo >>

<< Bella! >> mi bacia, stringendomi a se, le sue mani strette sui miei fianchi mentre fa aderire la mia schiena sulle porte chiuse dell'ascensore.

Reggendomi alle sue spalle mi alzo in punta di piedi per approfondire il bacio, le nostre lingue che felice si rincorrono. Ma purtroppo mi devo staccare.

<< Edward, scusami. Ma devo stare da sola, adesso. Devo mettere in ordine i miei pensieri, riflettere su quello che ho scoperto oggi. Non ti sto lasciando >>

Mi sorride, scuotendo la testa

<< non ti preoccupare. Ti capisco, bamboletta >>

<< però dall'alto lato ho bisogno anche di te >> come si può desiderare di avere due cose che sono una l'opposto dell'altra?

<< se v... vuoi posso venire questa sera? >> mi chiede esitante, ma anche con la speranza che io dica di sì.

Annuisco.

<< va bene. Ci vediamo dopo, allora. Così potremmo parlare >>

<< sì, sì. Proprio parlare. >> borbotta ironicamente, ma più veloce di me e del mio pugno, entra in ascensore. << ciao, ciao bamboletta! >>

 

* *** *

 

Mi lavo per bene i denti, tenendo lo sguardo fisso sullo specchio del mio bagno per poi pettinarmi con cura i capelli che cadono come onde sulle mie spalle nude.

Vorrei chiedere ad Edward di raccontarmi della sua ex, Kate. Chiedergli se pensa ancora a lei. Domandargli anche di Nik e Laurent. Ma non questa sera. Entrambi abbiamo bisogno di altro.

Ok, ce una parte di me che vorrebbe stare lontana da lui per mettere un po' d'ordine ai propri pensieri. Ma oggi posso essere viva e domani no. Dura verità. Per questo voglio godermi questa notte insieme ad Edward, dimenticandomi anche solo per un'ora i miei problemi.

Niente assassini. Niente FBI. Niente bugie. Solo due ragazzi che si amano. Sto sbagliando? Non mi interessa.

Timidamente fisso il completino intimo nero che indosso, tutto pizzo e merletti, sperando che ad Edward possa piacerli. Forse è meglio che mi trucco un pochino... Esagero soprattutto con il rossetto.

Finisco l'opera indossando delle calze autoreggenti e delle scarpe con un terribile tacco alto. Speriamo che non inciampo.

Guardando la mia figura riflessa nello specchio, vedo solamente una ragazza che si prepara a fare l'amore con il proprio ragazzo. Ed è così che deve essere. Almeno per una notte, voglio ritornare una ragazza diciottenne spensierata.

<< Edward, preparati >> ridacchio imbarazzata.

Esco dal bagno e sorrido soddisfatta quando vedo Edward, sdraiato sul mio letto, che spalanca la bocca. Meno male, sono carina!

<< ciao >> provo a fare una voce seducente << sei pronto, tesoro >>

Cammino lentamente analizzando tutti i sentimenti che scorrono sul viso di Edward: sorpresa, felicità, paura, desiderio, amore.

Speriamo che non cado. Speriamo che non inciampo. Prego dentro di me e sospiro quando mi siedo sul letto. Evviva! Non sono caduta! Inoltre sono così felice, non solo per la meravigliosa notte che mi aspetta, ma anche perché mi sento così normale. È una sensazione incredibile! E chi l'avrebbe mai detto che un giorno avrei desiderato essere una ragazza comune?

Porto le braccia sul suo collo e lo bacio con dolcezza, lentamente, gustandomi il suo sapore, sapendo che abbiamo tutta la notte.

<< Bella, la mia Bella >> sospira tra le mie labbra aperte, ma poi inaspettatamente si allontana un pochino da me << abbiamo promesso che ci saremo detti sempre la verità. >>

<< sei sposato? >> cerco di alleggerire un po' l'atmosfera tesa che si sta creando.

<< no >> scuote la testa, solo un sorriso amaro compare sulle sue labbra << sei si... sicura che non fa niente se sono un pochino più grande? >>

Capisco subito che non era questo la domanda che mi voleva porre, ma non fa niente. Scuoto la testa. Ok, dopo che ho scoperto che Rosalie non è morta, che Charlie e Renéé non sono i miei veri genitori, ho un pazzo che mi vuole uccidere bé la scoperta che Edward non ha diciotto anni non è così sconvolgente. Non più, almeno. Devo solo ricordarmelo.

<< perché hai finto di avere diciotto anni? >>

<< l'unico modo per avvicinarmi a te era la scuola >> sorride, teso << non eri una persona molto socievole. La mattina la passavi a scuola, il pomeriggio rinchiuso a casa. Per proteggerti dovevo entrare in stretto contatto con te e... >>

Fisso Edward con attenzione. Non sembra per niente un ventenne.

<< stai bene? >>

Annuisco con la testa sorridendo.

<< ti amo, ormai. >>

Mi protendo in avanti per baciarlo, ma lui mi blocca tenendomi a distanza.

<< e se fosse s... stato d... davv... davvero mio padre ad uccidere i tuoi... >> non è solamente disperato, ma anche spaventato. Ed ecco la vera domanda che mi voleva porre.

<< ti amerei lo stesso. >> rispondo senza esitazione, sicura di quello che provo per lui << tu non sei tuo padre e le sue colpe non devono ricadere su di te. >>

Finalmente mi bacia, schiacciando il mio corpo sul materasso, le sue mani che accarezzo il mio viso per scendere più giù. Poi ad un tratto sento qualcosa che mi bagna le guance e apro gli occhi spaventata. E per la prima volta vedo Edward piangere.

<< Bella, adesso dici così ma... >>

<< Edward dimmi come potrei vivere senza di te? Il solo pensiero mi uccide. >> scuoto la testa, cercando di trovare le parole più adatte per quello che provo, per cercare di cancellare il dolore che prova Edward << Vorrei essere in grado di esprimere con le parole, ma sfortunatamente non esistono termini in grado di dare un nome a quello che provo per te. Amore? No, è troppo riduttivo. Quello che provo per te va oltre all'amore. >> faccio un lungo respiro, cercando di analizzare l'emozioni che stanno trapassando il mio corpo. << E ho paura. Una terribile paura. Questo amore ci ucciderà, lo sento >> cerca di spostarsi, di allontanarsi da me, ma questa volta riesco ad essere più forte e non glielo permetto. Lo faccio adagiare sul letto e mi metto a cavalcioni sopra di lui, portando le sue mani sopra la sua testa. << ma se devo morire voglio morire tra le tue braccia, con il tuo sapore sulle mie labbra. Però se non vuoi correre più nessun rischio, se mi vuoi lasciare io ti capirò >> ecco sono riuscita a dirlo ad alta voce.

<< L'esistenza senza di te sarebbe l'inferno, in quel caso la morte diventerebbe una dolce amica. >> i suoi occhi ardono di passione, di decisione << ti voglio, Bella. E se per averti, morirò, bene sono pronto. Eccomi. Sono tuo. Fammi quello che vuoi >> sento la sua mano che scorre sulla mia vita, tutto il mio corpo percosso da mille brividi << uccidimi, anche. >>

Sorrido lievemente.

Forse sono parole dettate dalla passione del momento. Parole prive di significato concreto, nate da uno slancio di passione. Non lo so. So solo che ho bisogno di sentirmi amata, di sentire Edward fuori e dentro di me. E lui mi conosce abbastanza da sapere che in questo momento necessito di parole d'amore, parole che farebbero invidia anche a Romeo e Giulietta.

Le lacrime scorrono sul mio volto, scendono sul mento e vanno a bagnare le guance di Edward.

Lo bacio. Ricambia subito.

Il mio dolore si mescola al suo.

È sbagliato? È giusto? Non lo so. Non mi ricordo neanche più come mi chiamo.

Mentre mi spoglia con lentezza, osservandomi come se fosse la prima volta che mi vedesse, tutti i problemi sembrano scomparire. Nessun segreto. Nessun assassino. Ci siamo solamente io e lui. Ci sono solamente due ragazzi che si amano. Giusto. Perfetto.

 

 

ANGOLO AUTRICE!
Ecco, arrivano alcune spiegazioni. L'ultima parte del capy ho tirato fuori il mio lato romantico. Però per difendermi posso dire che quando l'ho scritto stavo studiando Romeo e Giulietta. E mi sono lasciata andare xD Però dopo tutto quello che ha scoperto, Bella aveva bisogno di sentirti amata.

 

Il mistero della morte dei Stevens si infittisce sempre di più. Centrerà davvero il padre di Edward? Oppure manca ancora un importante tassello?

Vi dico solo che ci sono ancora altri misteri da svelare perché Valerie e Leonard non sono stati dei veri e propri Santi. Hanno commesso anche loro alcuni errori... Piccola anticipazione: il prossimo capy sarà dedicato ad Edward e Bella e sarà abbastanza tranquillo, ma da dopo diventerà molto movimentato.

Un bacione enorme!
Bellina.

Ps. Auguro un buon ferragosto a tutti voi!!!!!!!!!

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Capitolo 23
*** capitolo 23 ***


 

Ciaoooooo!!!!!! Come va? Spero bene :D

Io invece sono stanca morta oltre che sudata. Tra poco per tutto questo caldo mi sciolgo. Vi chiedo scusa se non rispondo alle vostre recensioni, ma sono appena tornata e ho ancora tutte le mie cose da mettere al proprio posto. Quindi posto subito il capitolo prima che mi addormento davanti al pc xD

Comunque vi darò la bella notizia!!! Adesso ho anch'io una beta!!! Sono felicissima. Non saprò mai come ringraziare ChocolateEyes di essere diventata la mia beta :)

Ok, vi lascio al nuovo capy.

 

BUONA LETTURA!

Capitolo betato da ChocolateEyes!

 

23Capitolo

 

Pov Bella.

 

Socchiudo gli occhi, felice, mentre sento i baci delicati di Edward sui miei capelli, le sue mani che mi accarezzano la schiena nuda provocandomi dei brividi di piacere.

«Sei bellissima!».

Alzo lo sguardo per rispecchiarmi in due pozze di dolcezza devastante.

Sorrido per poi dargli un bacio sul mento.

«Dovremmo dormire... sembri così stanca».

Scuoto la testa.

«Non voglio dormire. Se chiudo gli occhi, farò il solito incubo». Sento le braccia di Edward stringermi ancora di più al suo corpo, il suo fiato diventare più agitato.

«Ti va di raccontarmelo?».

«Sogno la morte dei miei genitori» rispondo ad un filo di voce, sentendo il solito nodo stringermi la gola.

«Oh, Bella!». Le sue labbra sulle mie che mi baciano con amore e venerazione. «Dimmi come posso aiutarti e lo farò». Il mio dolce cavaliere.

Non voglio rovinare la stupenda nottata passata con Edward a causa dei miei incubi. È tutto così perfetto. Mi sembra che tutti i miei problemi siano scomparsi o almeno relegati in una parte dentro di me. E vorrei che il tempo si fermasse in quest'attimo dove tutto è più leggero. Ma ciò può durare solamente questa notte, da domani si ricomincia la ricerca dell'assassino, del mio passato. Uffa! Basterebbe che l'alba non arrivasse portando con se tutti quei problemi, e vivere in questo modo in eterna notte. Sarebbe bello, ma non si può.

«Non farmi addormentare. Raccontami qualcosa di noi due da bambini».

«Va b... bene». Sorride, incerto. E così mi ritrovo ad ascoltare la voce suadente di Edward che mi racconta quello che combinavamo da piccoli. Cerco anch'io di ricordare qualcosina, anche uno stupido dettaglio, ma come al solito mi ritrovo a lottare, invano, contro quel dannato muro.

«Niente. Nessun ricordo» interrompo la sua frase coprendomi il volto con il braccio.

«Aspetta!» esclama Edward con gli occhi che luccicano. Si alza e tira fuori dalla tasca dei jeans il suo portafoglio, per poi ritornare da me con una fotografia. Si siede sul letto, mi prende di nuovo tra le sue braccia in mezzo alle sue gambe aperte facendo aderire la mia schiena al suo petto. Sento il suo calore così rassicurante che mi riscalda, facendomi sentire al sicuro. Amata.

«Guarda. Ce l'ha scattata mia madre».

La osservo con gli occhi incantati sulla figura del bambino seduto sull'erba che ride, gli occhi due pietre di smeraldo pieni di vita, il viso un pochino arrossato. Anche da piccolo, Edward era uno schianto!

La mano del Edward bambino stringe quella di una bambina, più piccola di lui, che indossa un delizioso vestito blu e sui capelli porta una corona di fiori colorati.

«S... sono io?» domando un pochino esitante.

«Sì...».

«E' il giorno del mio compleanno». Sorrido, mentre alcuni ricordi riaffiorano dentro di me e senza neanche rendermene conto parlo ad alta voce: «La parrucchiera aveva appena finito di farmi quell'odiosa acconciatura, che sono corsa da... da te. Speravo che mi dicessi che ero carina con il mio nuovo vestito, invece...». Scuoto la testa. «...hai detto che ero un mostriciattolo». Mi giro verso di lui che sta cercando di trattenere la risata coprendosi con la mano. «Che stronzo!».

«Sei scoppiata a piangere. Non sapevo come consolarti».

«Allora mi hai fatto quella coroncina di fiori». Scuoto la testa, divertita.

Ho un ricordo. Ho finalmente un ricordo della mia vecchia vita.

Una lacrima di felicità esce dal mio controllo e subito Edward la blocca con il dito, per poi portarselo sulle labbra.

«H... hai altre foto?».

Lui scuote la testa pensieroso.

«Credo forse di averne qualcuna a casa?». Mi da un bacio, euforico. «Potremmo andare domani, cioè...». Guarda il display del cellulare che indica le tre di mattina. «… cioè oggi, a casa mia. Dovrei avere qualche altra foto».

«Andare a Chicago?» chiedo incerta, grattandomi pensierosa la guancia.

Edward mi fissa per un attimo seriamente per poi scoppiare a ridere, facendomi innervosire.

«No, sciocchina».

«Allora quale casa?» domando, trattenendo a malapena il nervosismo.

«Quando Kate mi ha lasciato». Evviva, parliamo delle ex! Ecco qua rovinata la stupenda nottata. «volevo ritornare a New York. Ho comprato un piccolo appartamento e ho anche iniziato ad arredarlo. Ma quando mi dovevo trasferire da Chicago, mi sono reso conto che il mio posto non era New York, una città che mi ha solo rovinato la vita...». I suoi lineamenti si addolciscono di colpo, facendo perdere qualche battito al mio povero cuore. «…ho capito che dovevo venire da te. Era come se sentissi un sottile filo che mi legava a te. Ed adesso quel filo è diventato indistruttibile».

«Oh, Edward!». La rabbia scompare subito al sentire le parole dolci di Edward. E lui lo sa. Mi conosce bene, ormai.

«Allora, principessa, ti piacerebbe venire a vedere la mia umile dimora?». Lo sento è euforico, entusiasta e la sua felicità si trasmette subito a me.

«Sì! Sì! Sì». Non resistendo dalla gioia lo abbraccio strettamente a me. Non solo vedrò le foto di quando eravamo piccoli, ma avrò l'occasione di andare a casa di Edward. Quanto sono felice!

Maledizione, mi stavo per dimenticare una cosa importante. «Ros e Peter non accetteranno di certo che io esca dall'hotel. Uffa!».

«Fammi parlare con loro. Riuscirò di certo a convincerli».

 

* *** *

Mi stringo forte ad Edward, mentre lui sfreccia veloce con la sua moto per le strade trafficate di New York.

Alla fine è riuscito a convincere Rosalie dicendole che questa “gita” a casa sua sarebbe stata molto utile per la mia memoria.

Peccato che prima di lasciare l'Hotel Ros mi ha preso in disparte.

«Ok, credo che Edward non sia pericoloso».

«Certo che non è pericoloso». Mi fido di lui. È il ragazzo che io amo da impazzire.

«Tuttavia, non ne possiamo essere sicuri. Per tanto se vuoi uscire con lui dovrai...».

Subito ci ho litigato, ma se non avessi obbedito a Rosalie non sarei potuta uscire. Quindi, in conclusione, ho dovuto accettare di avere una piccola telecamera attaccata alla cintura che porto sui jeans. Non ho detto nulla ad Edward, ho paura della sua possibile reazione: si infurierebbe di certo.

Invece, io mi voglio godere solamente quest'uscita con il mio ragazzo, consapevole che arriveranno presto tempi più duri. Ho come la sensazione che presto succederà qualcosa di brutto, che la felicità appena trovata me la toglieranno dalle mani.

No, Bella, non ci pensare ora.

«Siamo arrivati?».

«Ancora no, un po' di pazienza». Anche se indossiamo i caschi sento la sua risata spensierata. Come vorrei vederlo sempre così.

Aumenta lievemente la velocità della moto facendomi urlare un pochino dalla paura. È la prima volta che vado in moto. Charlie e Renèè non lo avrebbero mai permesso, dicevano che è troppo pericoloso, che non è adatto per una donna, e la vecchia Bella obbediva ai loro ordini.

Invece la nuova Bella vuole fare nuove esperienze, vuole trovare non solo il suo passato, ma anche il suo vero Io.

 

* *** *

Ci fermiamo finalmente davanti a un palazzo ristrutturato da poco, con un piccolo giardino di fronte.

«Casa, dolce casa!» esclama Edward che parcheggia la moto sul marciapiede. Si toglie il casco per poi levarlo anche a me, dandomi inaspettatamente un bacio che sa di felicità, d'amore, di futuro insieme... è proprio di buon umore oggi. E' quando si trova in questo stato che sento che l'amore che provo verso di lui cresce di più. In realtà lo amo anche quanto è arrabbiato, diventa così sexy in quei momenti.

Amo Edward sempre.

«Su, andiamo». Sprizza gioia da tutti i pori.

«Andiamo!». Come posso non essere euforica come lui?

Prendendomi per mano entriamo nello stabile, ridendo felici come due bambini nella notte di Natale.

 

Osservo a bocca aperta l'appartamento di Edward rimanendo incantata dall'aria tranquilla che si respira dominata da colori chiari e caldi allo stesso tempo.

Tenendomi sempre per mano mi porta a fare un giro portandomi in cucina, nel salone, nei due bagni, un piccolo studio, due stanze per gli ospiti e alla fine la sua camera da letto.

«Allora ti piace?» mi domanda Edward sorridendomi teso, tenendo lo sguardo fisso su di me, studiando le mie emozioni.

«Mi domandi se mi piace?». Sorrido, per poi buttarmi tra le sue braccia «Io adoro questa casa!».

Mi osserva incerto se credere o no alle mia risposta, quando finalmente mi bacia con passione lasciandomi senza fiato, con il cuore a mille.

Vorrei proprio capire che cosa ha oggi!

Tenendomi con un braccio per la vita stretta a lui, con la mano libera inizia ad accarezzarmi il volto, incantato.

«Sei talmente bella, intelligente, perfetta per me, che ho paura un giorno di scoprire che sei stata solamente una dolce illusione».

Rimango disorientata difronte a queste parole che esprimono bene quello che provo io quando sto insieme a lui.

«Io non sono un'illusione. Starò con te, per sempre. Fino a quando tu mi vorrai...».

Non mi fa neanche finire la frase che mi ritrovo sul letto, schiacciata dal suo corpo, sopraffatta dall'irruenza del suo bacio. Poi le sue labbra iniziano a scendere più giù, sul mento, sull'incavo del collo.

«Sul letto, eh?» lo provoco. «Stai iniziando a perdere un po' di fantasia. È un po' noiosetto». Sono proprio una bugiarda. Mi piace sempre fare l'amore con Edward dovunque: sul letto, nella doccia, in vasca, sul tavolo della cucina...

Lui mi sorride con malizia.

«Mia cara, ci sono ancora molte cose che ti devo insegnare». E poi inaspettatamente inizia a farmi il solletico. «Quindi non ti permettere più di dire che sono noioso».

«B... basta, ti prego». Non ce la faccio più; dal troppo ridere stanno iniziando ad uscirmi anche le lacrime.

«No, fino a quando non mi chiederai scusa». La sua voce appare dura, arrabbiata, ma nei suoi occhi leggo che si sta divertendo nel torturarmi.

«No, questo no».

«Ah, si?».

Riesco, non so neanch'io come, a prendere un cuscino e glielo tiro addosso, per poi liberarmi dalla sua stretta. Inizio a correre inseguita da Edward, ridendo come matti, spensierati e soprattutto innamorati.

Vorrei che questa giornata non finisse mai!

Giro intorno alle sedie della cucina, per poi andarmi a rifugiare in salone dove mi fermo ad osservare il pianoforte posto difronte alla finestra. Gli vorrei chiedere di suonarmi qualcosa. Sfruttando questo mio momento di distrazione Edward mi prende e mi bacia con passione.

«Bamboletta, non ti libererai facilmente di me».

No, gli chiederò dopo di farmi sentire qualcosa. Adesso mi va di fare altro.

E finalmente mi fa sua.

 

«Stai bene?» mi domanda Edward spostandomi una ciocca di capelli dal volto arrossato.

«Sì» rispondo, ancora in piena beatitudine.

Stiamo sdraiati sul tappeto del salone, con la pancia in su a fissare il soffitto bianco, le nostre mani congiunte. Ovviamente la mia cintura con la telecamera è posta molto lontana da noi due, coperta dalla mia maglietta. Scusami Rosalie, ma non ti offro spettacolo gratis.

«Oggi mi sembri così di buon umore».

«Perché non dovrei esserlo? È così... rilassante non avere più segreti».

Sorrido. Anch'io mi sento così bene nel sapere che non ci sono più bugie a dividerci. Ma fino a quando durerà questo stato di tranquilla felicità?

Sospiro.

Come mi piacerebbe avere un futuro sicuro, rassicurante, privo di rischi. Non dico che voglio l'elisir dell'eterna giovinezza o la macchina del tempo, ma avere la possibilità di costruire progetti per il domani senza la paura che un pazzo te li porti via. Ma fino a quando non scopriremo chi è mi toccherà vivere con la paura.

«Oh, Bella!» esclama Edward dandomi un bacio sulla fronte. «Ce la faremo. Andrà tutto bene».

«Come fai a saperlo?».

Non ho bisogno di rassicurazioni senza fondamento. Ho bisogno di avere certezze. Sono stufa di tutto ciò.

Sta per dirmi qualcos'altro, ma si blocca spaventato, mentre sentiamo il portone aprire e una voce femminile, familiare chiamarlo.

«Edward! Sei qui, vero?».

«Merda! È mia madre! Vestiti subito».

Edward indossa subito il pantalone di jeans senza boxer per poi correre nell'ingresso, mentre io rossa in viso cerco di riprendere tutti i miei vestiti sparsi in salone.

Cerco di darmi una sistemata i capelli, che urlano "abbiamo scopato ed è stato MERAVIGLIOSO!", con le dita, mentre provo a calmare i battiti del mio cuore.

Sarebbe stato un grosso guaio se ci trovava in salone nudi a muoverci... Non ci pensare!

Avrei bisogno di una buona doccia calda per calmarmi davvero, ma non credo che sia una buona idea. Infatti, adesso che faccio?

Li raggiungo?

Vado a nascondermi da qualche parte?

Cerco di diventare la donna invisibile, per poi andare a spiarli? Quest'ultima idea mi piace.

«Bella, puoi venire?» mi grida Edward dalla cucina.

Dai su, non fare la bambina e vai dal tuo amore e da sua madre. Non sarà peggio di trovarsi faccia a faccia con l'assassino, no?

Con passo più sicuro che riesco a fare, cercando di non cadere da nessuna parte, vado in cucina dove trovo una Elisabeth molto indaffarata che sta mettendo a posto alcune scatole di cibo nei vari cassetti, mentre Edward la osserva divertito.

Quando però il suo sguardo cade su di me, i suoi occhi diventano di smeraldo fuso, luminosi come non mai, lasciandomi senza fiato.

«Mamma, ho l'onore di presentarti la mia ragazza». Si alza dalla sedia e mi prende per mano stringendola lievemente, le sue dita che mi sfiorano le nocche.

Elisabeth rimane per un attimo a bocca aperta lasciando cadere sul pavimento una busta di pasta, i suoi occhi si spostano velocemente dal volto mio a quello di suo figlio, per poi rimanere fisso sulle nostre mani congiunte.

«Mamma, tutto bene?».

Per me adesso sviene...

«Sì, tutto bene. Fatemi un attimo riprendere». Si siede sulla sedia ed inizia a ridacchiare. «Wow! Non me lo aspettavo tutto qui». Fissa Edward con attenzione in cerca di qualcosa. «Vi amate?».

«L'amo» risponde con decisione Edward.

«Anch'io l'amo». Le mie parole escono decise come quelle di Edward.

«Bene. Fatevi abbracciare».

Non so, ma tutto ciò non mi convince. Mi sembra una recita, tutto così falso. Oppure sono io che come al solito faccio fatica a fidarmi delle persone?

Elisabeth mi abbraccia, dandomi una carezza sulla testa con affetto.

«Sono felice per voi, miledy».

«G... grazie». Adesso mi sento commossa. Come posso non avere fiducia in Elisabeth? La me bambina adorava la donna qui accanto a me, per tanto devo smettere di dubitare di lei.

«Su, vi preparerò un ottimo pranzetto» esclama contenta Elisabet.

«Aspetta, ti do una mano».

«No, non vi preoccupate miledy. Posso fare da sola».

«No per me è un piacere. È comunque... mi chiamo Bella».

«Ah, va b... bene».

Per un attimo scorgo nel suo sguardo un odio profondo verso di me, ma probabilmente sarà solo la mia immaginazione. Infondo io cosa le ho fatto? Nulla.

 

 

 

Osservo le foto rapita, mentre la mia mente si inonda di ricordi che mi lasciano senza fiato. Quante cose mi ero dimenticata!

La buona cucina della signora Ghibert, la voce profonda di mio padre, i calorosi abbracci di mia madre...

Edward, seduto a gambe incrociate accanto a me con i suoi piedi vicini ai miei sul divano, ad ogni nuova foto che mi porge mi racconta qualcosa di nuovo.

Stiamo così da quasi due ore. Appena finito il pranzo, Elisabeth è dovuta andare al lavoro. Anche se mi dispiace pensarlo, sono contenta che se ne sia andata: mi metteva così in imbarazzo con le sue occhiate profonde. Credo che non le piaccia molto l'idea che io stia con suo figlio. Ma ciò di cui ho più paura è che lei sappia qualcosa di grosso relativo ai miei genitori, alla loro morte.

«Eh, Bella? Mi stai a sentire?».

«No, scusami. Mi ero un attimo distratta».

Si mette a ridacchiare, accarezzandomi la caviglia con la punta delle dita disegnando dei cerchi.

«Perché non rimani a dormire da me?».

Che cosa? Ma è impazzito? È già tanto che ho potuto passare questa giornata insieme a lui, senza nessuna scorta del FBI. Inoltre ho bisogno di stare un po' da sola per mettere in ordine i miei ricordi, cercare soprattutto di ricordare anche un solo particolare relativo all'assassino.

«Rosalie mi ucciderebbe» mormoro sospirando.

«Sì capisco». Sospira anche lui, abbassando lievemente lo sguardo. «Solo che domani non credo che riusciremo a vederci. Avevo intenzione di andare da mio padre a vedere se scopro qualcosa. Per questo mi sarebbe piaciuto stare un altro po' con te».

Rabbrividisco di paura. Un giorno senza di Edward, potrei impazzire! Mi vedo domani mattina, anzi già questa sera, sul letto a stringere un cuscino, mentre piango come una fontana d'acqua preoccupata che possa succedere qualcosa ad Edward.

«Dai, adesso le chiamo e vediamo». Sorrido, alzandomi dal divano e andando in cucina dove ho appoggiato il cellulare.

«Ciao Bella». Rosalie risponde al primo squillo, tutta contenta, con la sua voce cristallina. «State ritornando, vero?».

«Mmh...». Su, è come la ceretta. Uno strappo e via. Però fa così male! «Rimango a dormire da Edward» le dico tutto d'un fiato, velocemente.

«Ahahahah! Che simpatica che sei». Ok, ha preso il lato divertente della situazione. Meglio così. «Dai, ti aspetto».

«No, non torno. Voglio rimanere da Edward».

«E' troppo pericoloso». La sua voce, da allegra, è diventato in pochi secondi di ghiaccio.

«Non è vero!». Mi sembra di comportarmi come una bambina capricciosa.

«Bella...»

«Ho detto che rimango da Edward. Ciao». Senza aspettare la sua risposta riattacco, soddisfatta di me. Domani ne pagherò le conseguenze.

Tutta contenta corro da Edward che si trova in piedi difronte alla cucina. Gli salto letteralmente addosso e gli urlo: «Sì, rimango qui da te!».

«Wow! Sono così felice».

 

* *** *

 

Mi sveglio di scatto, trattenendo un urlo mordendo il cuscino. Questa volta l'incubo mi ha lasciato ancora più distrutta delle altre volte. Sento il corpo di Edward aderire completamente con il mio, le sue gambe poste tra le mie, le sue mani che mi stringono la vita come se temesse che possa scappare da lui. Gli accarezzo il volto, soffermandomi poi sulle sue labbra un pochino aperte.

Mi alzo dal letto, stiracchiandomi gambe e braccia indolenzite dal troppo “movimento”, indosso la maglietta di Edward e vado in salone. Ho bisogno di pensare seriamente a tutto quello che ho scoperto in questi giorni.

Ma quando sono in salone i miei pensieri vengono catturati dal pianoforte e mi ritrovo a sfiorarlo con delicatezza, consapevole di quanto Edward è affezionato a questo strumento.

Chiudo gli occhi e sentendomi forte, provo ad abbattere quel dannato muro.

 

«Che cosa? Io non ci posso credere!». Mia madre strilla con rabbia, mentre i suoi occhi sono gonfi di chi ha troppo pianto. Mio padre è accanto a lei che cerca di calmarla.

«Ti prego, non fare così».

«E come dovrei fare? Spiegami». Sbatte con rabbia per terra un quadro appeso sul muro. «Come hai potuto farmi questo? Io ti amavo».

«Ma anch'io ti amo». Tenta di abbracciarla, ma mia madre più veloce si scansa dal suo tocco. «Lei è stata prima di conoscere te, mio unico vero amore. Con lei c'è stato solamente del sesso».

Valerie si siede sul bordo del letto, mordendosi le labbra con forza mentre le lacrime iniziano a scorrere sul suo viso. É distrutta.

«Me lo av... avevi detto che avevi avuto tante relazioni, ma... ma… ma fa tanto male lo stesso».

Vorrei correre da lei ed abbracciarla con forza, dicendole che tutto passerà, che capisco bene cosa sta provando, ma non posso muovermi. Sono solo una semplice spettatrice.

«Lei è passato. Tu sei il mio presente e il mio futuro».

«Allora perché l'hai assunta?».

«Perché aveva bisogno di un lavoro!».

«Oh, sì. Ed io ti dovrei credere».

Poi ad un tratto sia mio padre sia mia madre volgono lo sguardo sulla porta che si apre.

«Cosa ci fai tu qua? Sparisci subito...». Mia madre urla verso il nuovo arrivato, che io non riesco a vedere poiché è avvolta dalla nebbia.

«Eh, aspetta. Cosa vuoi fare?» domanda mio padre terrorizzato. «Posa subito quella pistola».

Poi corre verso di mia madre facendole da scudo e parte il primo colpo.

 

Riapro gli occhi, ritrovandomi per terra con la testa posata sulla ginocchia, le lacrime che scorrono con violenza.

Mi asciugo velocemente il volto che brucia. Ho bisogno d'aria. Mi sento soffocare, un dolore lancinante che parte dal centro del mio stomaco e arriva fino alla punta delle dita dei piedi .

Esco sul terrazzo e subito il vento fresco di New York riesce a calmarmi, a farmi respirare in modo decente.

Ok, cerchiamo di capire un po' la situazione.

Mio padre ha avuto altre relazioni prima di conoscere mia madre e questo Valerie ne era a conoscenza. Allora perché era così disperata? Forse perché papà ha assunto una sua vecchia amante? Oppure perché ha scoperto che Leonard continuava a mantenere questa relazione?

Solo il pensiero mi fa venire la nausea. No, non può essere vero. Lui amava mia madre, ha cambiato persino stile di vita.

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

«Eh...».

Sobbalzo spaventata, mentre le braccia di Edward mi stringono i fianchi, la mia schiena si scontra con il suo petto. «Che combini?».

«Nulla. Pensavo». Alzo lo sguardo in alto nel cielo, cercando in qualche modo di trattenere le lacrime o almeno di non mostrarle ad Edward.

«Hai avuto il solito incubo?».

Annuisco incapace di parlare, mentre lui posa il mento sulla mia spalla dandomi un bacio sul collo.

Rimaniamo in silenzio gustandoci la notte fino a quando non sento Edward ridere.

«Sei impazzito?». Lo osservo interrogativa. Adesso cos'ha da ridere?

«Guarda sotto».

Seguo la traiettoria del suo dito che indica due persone che si trovano sotto e che ci fissano. Subito li riconosco, sono due del FBI.

«Rosalie» borbotto irritata. «non riesce proprio a fidarsi». Be', se devo essere sincera, mi sento un pochino più al sicuro sapendo che c'è qualcuno che sta controllando la casa. Non è che non mi fido di Edward, ma se l'assassino scopre che sono qui potrebbe farsi strane idee e venire ad uccidermi.

Mi distrae dai miei pensieri il movimento della mano di Edward che saluta gli uomini del FBI allegramente.

«Forse dovrei offrirgli qualcosa... Non si sa mai che mi arrestino perché sono un cattivo padrone di casa».

Scoppio a ridere coprendomi la bocca con la mano.

«Sei il solito idiota».

«Grazie, amore mio. Sono sempre così tenere le tue dolci parole».

Rabbrividisco di nuovo.

«Su, andiamo dentro prima che mi diventi un ghiacciolo». Mi stringe a sé, mentre rientriamo in camera sua. Osservo la sua sveglia posta sul comodino. Sono già le quattro di mattina. Tra poco mi toccherà ritornare nella mia prigione, non vedere il mio Edward chissà per quanto tempo.

«Bella...».

«Sto bene, anzi sto benissimo».

«La mia adorabile bugiarda».

«Uffa! Non ho nulla». Scuoto la testa, irritata e stufa di tutta questa situazione. «Ritorniamo a dormire». Mi sdraio sul letto e mi copro con la trapunta fino la testa, seppure adesso mi sento accaldata. Ascolto Edward che apre dei cassetti fischiettando un motivetto allegro, facendomi innervosire ancora di più. Come può essere così di buon umore sapendo che non passeremo la giornata insieme? Uffa! Ma chi mi prende? Mica voglio stare appiccicata ad Edward tutto il giorno.

Solo che se gli succede qualcosa ne morire anch'io. Perché mi sono innamorata proprio ora? E poi di lui?

Alza la trapunta e mi ritrovo il viso di Edward pochi centimetri da me, raggiante come non mai

«Ho un regalo per te». Accende l'abat-jour, mentre io mi siedo sul letto incuriosita.

Si siede accanto a me circondandomi tra le sue braccia, il suo respiro caldo che solletica la pelle sensibile dietro il mio orecchio.

Poi fa pendere davanti a me una catenina d'argento sulla quale vi è un anello maschile: è un suo anello!

«Voglio che porti con te qualcosa di mio». Mi sorride incerto, temendo la mia reazione consapevole di quello che penso dei regali. «Lo so che non ti piace ricevere regali... Però voglio che non ti scordi di me, del nostro amore».

«Oh, Edward, è bellissimo».

«Forse sarebbe stato meglio con un ciondolo di cuore, ma non ce l'ho...» borbotta, teso, mentre io scuoto la testa.

«Meglio così, se no mi sarei dovuta preoccupare».

Ridacchiamo, mentre le sue mani spostano da un lato i capelli per potermi mettere la collana.

«Grazie, Edward. Grazie di tutto».

«Di niente, bamboletta».

Ci diamo un dolcissimo bacio, poi sorrido.

«Posso avere anche la maglietta che indosso? Mi piace tantissimo».

«Ok». Mi osserva felice, sulle sue labbra si dipinge un sorriso malizioso. «Devo ammettere che ti dona la mia maglietta, anche se ti preferisco senza».

 

* *** *

 

Maledizione! Sarebbe dovuto essere qui già tre ore fa, invece niente. Non mi ha neanche chiamata. Appena viene gliene dico quattro. Ma è questo il modo di comportarsi con la sua ragazza?

Sono ormai due giorni che non ci vediamo, da quella meravigliosa giornata che ho passato a casa sua.

Quando poi sono ritornata all'Hotel, Rosalie era arrabbiata nera, mi ha messo in punizione dicendomi che per un intera settimana non mi era permesso uscire dalla stanza.

Però n'è valsa la pena. Sono contenta di essere rimasta con Edward quella sera.

Sorrido, mentre sento l'anello sulla mia pelle, sotto la mia maglia. Non l'ho più tolto, mentre la sua maglietta è posata sul letto.

Uffa! Ma perché non arriva? Perché non mi chiama? E se gli è successo qualcosa?

Maledizione! Non gli dovevo permettere di andarsene.

Il telefonino squilla e subito mi precipito a vedere chi è.

Amore”

Felice, sentendo come un macigno sparire dallo stomaco, accetto la chiamata.

«Oh, Edward finalmente. Ero così preoccupata. Non lo farò mai più una cosa del genere. Credevo di impazzire. Sì, forse sto esagerando un pochino... ma ti amo». Stranamente non sento la sua risata o una sua stupida battuta. «Edward?».

«Mi dispiace, ma non sono il tuo Edward».

Cazzo! Le gambe non reggendo il colpo, mi lasciano andare giù fino a quando non mi ritrovo in ginocchio sul pavimento. Tutto il mio corpo trema, la testa che gira vorticosamente e un unico pensiero a colpirmi "speriamo che stia bene".

«Oh, ci sei piccolina?».

No, non può essere vero!

No, non lui...

«S... Simon?».

«Allora, se vuoi vedere sano e salvo la tua dolce metà devi fare quello che ti dico».

«C... chi mi d... dice che Edward è lì con te?». Non può essere vero! È solo un brutto incubo.

«Vediamo un po'...» e sento un urlo di dolore che mi ghiaccia il sangue nelle vene. È Edward. Gli stanno facendo del male. Il mio Edward, il mio amore. È tutta colpa mia.

«No, Bella! Non farlo» lo sento gridare e per me è come se una lama incandescente trapassasse il mio cuore, più volte.

Chiudo gli occhi con forza, provo a prendere il controllo del mio respiro e del mio corpo. Devo salvarlo. Non posso ridurmi in questo stato.

«D... dimmi che vuoi».

So già che da questo momento in poi inizierà l'inferno.

 

ANGOLO AUTRICE:

Rieccomi qua! Ho decido per questo capy di far vivere a Bella una giornata “tranquilla” solo perché dopo tutto quello che ha passato le serviva questa pausa.

Però dal prossimo capitolo la situazione cambierà notevolmente. Diciamo che diventerà un pochino più difficile per i nostri protagonisti. Mi fanno già pena xD. Chissà se il loro amore sarà così forte da resistere a tutto quello che succederà? È già, verrà messo a dura prova... mmm no non dico nient'altro. Il resto vi tocca aspettare.

Un bacione a tutti!

Bellina.

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Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


 

 Ciao a tutti!

Imbarazzata, entro tenendo in mano una bandiera bianca.

Ebbene, lo so che non credete ai vostri occhi, vi state domandando se sono io oppure no, invece eccomi di nuovo qui con la mia storia.

Mi è dispiaciuto davvero tanto lasciare questa ff, soprattutto senza avvertirvi, ma diciamo che ho avuto così tante “cosette” che non avevo neanche più il tempo per respirare. Ma non c'era giorno che non pensavo a questa storia, a come poterla continuare... ed ecco che sono ritornata. Voglio essere sincera, non so quando potrò aggiornarla, quando avrò un po' di tempo per poterla continuare a scrivere ma vi giuro che questa storia avrà un suo finale. E voi siete ancora disposti a continuare a seguire questa storia?

 

Parlando del capy precedente, mi sono accorta che tutti quanti avete accusato la povera Elisabeth. Sapete che sono sadica, dunque portiamo un po' di dubbi. Allora Elisabeth la prima volta che ha rivisto Bella era tutta felice, il suo comportamento è cambiato quando ha scoperto che era la fidanzata di suo figlio. Dobbiamo ricordarci che Elisabeth ha lavorato per i genitori di Bella, i quali sono stati assassinati. E l'assassino non è stato ancora trovato.

Sarà forse che Elisabeth è semplicemente una madre preoccupata per il suo unico figlio? Oppure sono solo io che voglio portarvi sulla cattiva strada? Oppure c'è dell'altro? Per avere tali risposte, vi toccherà aspettare. Hihihihi, lo so che mi volete bene xD

Bene, vi lascio al nuovo capitolo!!!!

 

BUONA LETTURA!!!!

Capitolo betato da ChocolateEyes!

 

24 Capitolo

Pov Bella

Ho il cuore che batte talmente forte che ho paura che uno degli agenti del FBI possa sentirlo, scoprendo così che sto cercando di scappare. Mi abbasso ancora di più la visiera del capello che porto, gli occhi nascosti dietro dei grossi occhiali da sole. Indosso un paio di shorts di jeans e la maglietta di Edward come portafortuna.
Cammino velocemente, tenendo lo sguardo basso e senza rendermene conto mi ritrovo davanti alla reception. Trattengo il fiato quando vedo davanti all'uscita, seduto su un divano rosso, Peter che chiacchiera con due uomini.
Merda! Adesso? Lui mi scoprirà di certo e per Edward sarà la fine.
Esalo un profondo respiro, ripetendomi “posso farcela!”.
Mi avvio verso la porta, con il cuore che martella sempre di più, prossima ad avere una crisi. Non ce la farò! Sono una stupida solo per averci pensato.
Come ho potuto credere che una stupida incapace, che non ha fatto altro che mentire a sé stessa e agli altri, di farla a degli agenti esperti come quelli della squadra di Rosalie. Stupida!
Invece mi ritrovo fuori dall'Hotel senza che nessuno mi abbia fermato. Ci sono riuscita! Non ci posso credere!
Mi guardo intorno alla ricerca della macchina.
"Esci dall'hotel. Fuori troverai una limousine che ti aspetta."
Eccola!
Sto per scendere gli scalini, quando sento la voce di Peter dietro di me. Mi ha scoperto! Merda! Inventati un'ottima scusa.
<< Signorina... >>
Che cosa? Non mi ha riconosciuto? Impossibile.
Peter non è stupido e so che uno degli agenti più abili che Rosalie abbia.
Forse, però, per una sola volta nella mia vita ho la fortuna che gira dalla mia parte. Speriamo bene.
Mi giro, rimanendo in silenzio, consapevole di non essere capace di modificare la voce.
Peter si ferma a pochi centimetri, guardandomi dal basso verso l'alto, disorientato da come sono vestita. Crederà che sia una pazza.
<< Le è caduto questo. >> Mi porge un pacchetto di fazzoletti che non sono miei. Bene, era solo una scusa per avvicinarsi a me, per capire chi fossi.
Prendo il pacchetto sorridendo ed anche lui stranamente ricambia il sorriso. Di solito non è molto "affettuoso" con gli sconosciuti.
Poi continuando a rimanere in silenzio gli faccio 'ciao' con la mano e mi incammino verso la macchina dalla quale esce un autista vestito con una divisa nera e bianca.
Mi apre la portiera posteriore ed io salgo. Appena sono seduta e la macchina si allontana dall'hotel mi tolgo il capello e gli occhiali, stringo con forza un lembo della maglietta. Oh, Edward!
Non so come, mi addormento e sogno di stare tra le braccia del mio amore.

<< Signorina, siamo arrivati. >>
Mi guardo intorno, disorientata, ritrovandomi sdraiata su un fianco, sulla limousine con l'autista che, impassibile, tiene aperta la portiera.
Scendo dalla macchina guardando davanti a me l'enorme villa che dire gigantesca è dir poco, sembra che tocchi il cielo per quanto è grande. Ha un sacco di stanze e finestre tutte con dei vasi di fiori. Mi giro e vedo che anche il giardino è davvero enorme, pieno di aiuole e di fontane con statue di angeli e di Venere.
Be', Simon è davvero molto ricco! Questo vuol dire che sarà anche pieno di guardie... maledizione, sarà difficile poter scappare.
Esce dal portone di legno una cameriera, che indossa una ridicola divisa blu con il grembiule e una cuffietta a coprirsi i capelli dorati, legati in una treccia.
<< Signorina, mi segua >> mi dice lei con una voce tranquilla, professionale.
Obbedisco senza fiatare, chiedendomi dove abbiano nascosto Edward, se stia bene.
Cammino dietro la cameriera, guardandomi intorno, notando che Simon è fissato con le piante. In ogni angolo libero della casa vi è un vaso di fiori.
Entriamo in una piccola stanza dove vi sono altre due cameriere che mi osservano con freddezza, senza far trasparire nessun sentimento.
Si avvicinano a me, troppo per i miei gusti, ed una di loro tenta di togliermi la maglietta.
<< Ma sei scema!? >> esclamo indignata, portando le braccia sul petto e dandole un occhiataccia di fuoco. Vorrei proprio capire che cosa vogliano queste qua.
<< Mi dispiace. Ordini del signore >> mi dice una di quelle pazze, impassibile. << Dobbiamo controllare che non porti nulla di sospetto. >>
Impallidisco, prossima allo svenimento.
Devo resistere. Lo devo fare per Edward.
Lascio cadere le braccia, arresa, e con gli occhi chiusi sento le quattro donne spogliarmi, togliermi ogni cosa, anche l'intimo. Rabbrividisco, sentendomi come un'animale, nuda davanti a quell'estranea, priva anche di dignità. Quando trovano il telefono spento, senza un briciolo di tentamento, una di loro lo fa cadere a terra e lo calpesta con il piede, riducendolo in mille pezzettini.
<< Adesso apri la bocca. >>
Obbedisco, mentre una di loro mi controlla la bocca, un'altra cameriera, quella che mi è venuta a prendere appena sono arrivata, mi controlla tra i capelli. Per un attimo vedo nei suoi occhi una strana luce - di comprensione? - ed io trattengo il fiato. Poi lei scuote la testa.
<< Non ha nulla con sé. La porto dal signore. >>
<< Va bene. >>
Mi rivesto cercando di essere più veloce possibile, per sfuggire da quelle donne che mi osservano come se fossi un animale. Le odio!
Poi la cameriera, sempre la prima che ho incontrato, mi fa il cenno con la testa di seguirla e ci ritroviamo a camminare in quei corridoi così uguali, pieni di quadri dal grande valore e di fiori.
Alla fine ci fermiamo davanti ad una porta chiusa.
La cameriera bussa.
Si sente un 'Avanti', mormorato lievemente.
Il respiro mi muore in gola, mentre entro in quello che deve essere uno studio.
Simon, in giacca e cravatta come al solito, si trova dietro ad un enorme scrivania bianca, scrivendo qualcosa su dei fogli di carta.
<< Signore. >> La cameriera fa un lieve inchino.
<< Sparisci, subito. >>
Parla senza alzare lo sguardo su quei documenti.
La cameriera, senza far trasparire le sue emozioni, lascia la stanza chiudendo dietro di sé la porta con dolcezza, per non provocare rumore.
Mi sembra di essere appena entrata in una gabbia piena di leoni affamati, pronti a sbranarmi. Ed io sono uno stupido agnellino.
Devo rimanere calma.
Sfioro con le dita tremanti l'anello di Edward, l'unico oggetto che in questo momento mi può dare forza per andare avanti.
Ho bisogno di te, amore mio.
Simon si alza e con una lentezza esasperante si avvicina tenendo i suoi occhi scuri su di me, fissandomi quasi schifato.
<< Non ti sai proprio vestire. >>
<< La prossima volta indosserò una cravatta. >> Mi mordo le labbra, pentendomi di aver detto quello che pensavo. Non lo devo fare arrabbiare o se no sarà la fine per Edward e per me.
Con il dorso della mano mi accarezza una guancia e riesco a rimanere ferma, a trattenere le mie gambe che vorrebbero solo scappare da lì.
Ma quando la sua mano inizia a scendere più giù, sotto il mento, mi scanso dal suo tocco lanciandogli un'occhiataccia di ghiaccio.
<< Dov'è Edward? Lo voglio vedere. >>
Per un attimo vedo una scintilla di rabbia illuminare gli occhi dell'uomo difronte a me. Sto per crollare a terra, consapevole che finirà male questa storia, ma non voglio dare questa soddisfazione a Simon. Non mi vedrà mai piangere.
<< Pensi solo alla tua dolce metà, piccolina? >>
Odio quando mi chiama 'piccolina'. Lo dice con disgusto, sputandomi tutto l'odio che prova.
<< Sono qui, come promesso. Ora fammi vedere Edward. >>
Non riesco a pararmi al colpo per quanto è inaspettato e veloce. Mi dà un pugno in pieno viso facendomi sbattere sul muro. Rimango senza fiato a bocca aperta, tenendo il mio volto fisso su quello freddo e cattivo di Simon. Nessuno mi aveva mai picchiato fino a questo momento neanche Renèe e Charlie. Sento le lacrime pronte ad uscire, non tanto per il dolore ma per l'umiliazione, però riesco a reprimerle. Devo essere forte.
<< Non osare più darmi degli ordini. Sono io che comando, qui. CAPITO?! >> urla, mostrandomi finalmente il suo vero io: un mostro, nascosto nelle fattezze di un angelo. Come sono stata ingenua quella volta a fidarmi di lui. Lo avrei dovuto ammazzare, così adesso il mio Edward sarebbe al sicuro.
<< Sì >> borbotto, arrabbiata, mentre cerco di rimettermi in piedi. Però Simon più veloce di me mi dà un calcio sullo stomaco che mi toglie il fiato facendomi ricadere sul pavimento.
<< NON HO SENTITO. >>
<< Sì, signore. >> Sto per piangere dalla rabbia, dal dolore, ma mi mordo le labbra con violenza. No, io non piangerò.
<< Bene. Adesso chiedimi con più dolcezza, umiltà, di accompagnarti dal tuo amore. Poi sarò io a decidere se ti voglia portare da lui. >>
Maledizione!
Mi rialzo e appoggiandomi al muro dietro la mia schiena, provo a tener sotto controllo la mia ansia. Posso farcela.
<< Ti p... pre... prego, Simon. Mi potresti port... portare da Edward? >>
<< Mmmh. >> Si gratta il mento, osservandomi divertito.
Parla, maledizione. Dimmi di sì oppure no. Ma lui vuole giocare con me, gustarsi la mia paura. Sa che io sono nella sua totale mercé, che non posso difendermi in nessun modo, ma solo subire.
<< No, non mi va. >>
Stringo le mani a pugno, desiderosa di tirargliene uno in faccia come ha fatto a me. Ma so che sarebbe inutile, anzi mi ritroverei tutto il corpo pieno di lividi. Ormai ho capito che Simon è uno violento.
Sento una sua mano, fredda più del ghiaccio, sotto il mio mento, alzarmi il viso in modo che i miei occhi si perdano in quelli vuoti del mostro davanti a me.
<< Sei una delusione, piccolina. >> Scuote la testa più volte con le labbra inclinate in un ghigno spaventoso. << Non mi domandi neanche il perché ti ho voluta qua. >>
<< Per uccidermi come hai fatto con i miei genitori. >>
Chiudo gli occhi aspettando uno schiaffo che non arriva, mentre la sua risata irruppe nella stanza, facendomi rabbrividire.
<< Non sono stato io ad uccidere i tuoi genitori. Sporcarmi le mani, non fa per me. Sono uno di classe io. >>
A che gioco stai giocando? Dove vuoi arrivare? Perché si ostina a dire che non è lui l'assassino?
Rialzo lo sguardo, disorientata.
<< A... allora cos... cosa vuoi da me? >>
<< Voglio che tu mi sposi >> risponde come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
Provo ad allontanarmi per prendere un po' di spazio e calmarmi, ma Simon mi blocca stringendomi dolorosamente una ciocca di capelli.
Sposarlo? Perché?
E come se mi avesse letto nella mente, risponde alla mia domanda.
<< In questo modo avrò nelle mani anche il tuo patrimonio. Nessuno mi fermerà. >>
No, questo non può essere vero. Io che sposo Simon... deve essere un incubo.
Ma quando sento senza preavviso la bocca di Simon sulle mie, che cerca di aprirmi con forza, le sue mani sul mio corpo che mi tengono ferma con violenza, capisco che questa è solo la dura realtà. Terrorizzata a morte per quello che sta succedendo e per quello che può succedere, inizio a dargli dei pugni sul petto per farlo smettere, ma lui, arrabbiandosi, mi dà un altro schiaffo sul volto, questa volta talmente forte che crollo per terra con il sangue che mi esce dal naso. Ho la testa che mi gira, tutta la mia mente annebbiata dal dolore, la nausea che sale sempre di più come la mia disperazione.
Che cosa devo fare?
<< Ancora non hai imparato? Devi fare quello che ti dico o se no il tuo Edward farà una brutta fine. >>
No! No! NO!
Scuoto la testa terrorizzata, solo il pensiero mi porta all'orlo della pazzia.
<< Bene. Voglio essere clemente. Seguimi, ti porto dal tuo Edward. >>
Che cosa? Questi suoi sbalzi d'umore mi lasciano disorientata!
Ha in mente qualcosa, ne sono certa, ma non posso fare altro che seguirlo in silenzio mentre entriamo in un'altra stanza, molto piccola, dove vi è solamente una libreria.
<< Girati, guarda verso la porta. >>
Obbedisco in silenzio.
Sento uno strano rumore dietro di me, come se ci fosse qualcosa di grosso che si sta spostando strusciando per terra.
<< Adesso girati. >>
Con il cuore in tumulto mi volto senza sapere cosa aspettarmi, rimanendo di sasso quando vedo che la libreria è scomparsa lasciando il posto ad una gradinata di marmo grigio che porta di sotto.
Un passaggio segreto. Qui la situazione si complica sempre di più.
Lo seguo, mentre scendiamo le scale ripide, illuminate dalla debole luce di alcune candele poste sul muro di cemento.
Le temperature si abbassano di colpo, trovandomi a tremare di freddo oltre che di paura. Sento odore di morte dovunque.
<< Uffa! Indossa questo. >> Si ferma, porgendomi la sua giacca scura. << Prendila subito. Non voglio mica che ti ammali. Ho bisogno di te per alcuni... lavoretti. >>
Alcuni lavoretti? Che cosa intende? Cosa vuole da me?
I soldi.
Ma allora perché non uccidermi? Perché vuole questo matrimonio?
Io non ho ucciso i tuoi genitori.
All'ultimo scalino scivolo e cado a terra con le braccia in avanti. Sento i suoi occhi freddi sulla mia schiena.
<< Alzati subito. >> La sua voce sembra calma, ma noto lo stesso il tono di minaccia.
Per paura di ricevere un altro schiaffo, obbedisco subito all'ordine trovando davanti a Simon un uomo basso, dagli occhi uno di colore verde l'altro blu, che mi osserva curioso.
<< Felix, andiamo su. Il nostro caro ospite sarà contento di avere visite. >>
<< Certo, signor Stevens. >>
Li seguo guardandomi intorno, spaventata delle innumerevoli celle che si trovano, sentendo odore di morte ovunque. Dove sei, amore mio? Ce la faremo insieme ad uscirne da questo pasticcio, ripeto dentro di me, per calmare i miei nervi tesi.
Sto per svenire. Non può essere il mio Edward.

Rinchiuso in una cella, in piedi con le gambe e polsi incatenati a formare una croce, le braccia rivolte verso l'alto, la testa china con gli occhi chiusi.
Faccio un passo in avanti verso di lui, appoggiando le mani sulle sbarre della cella, mentre tutto il mio corpo è percosso dai singhiozzi.
Osservo con la vista offuscata il mio amore ridotto a uno straccio. Indossa solo un paio di jeans strappati e sporchi di fango, terra, mentre il suo petto è nudo ricoperto da uno strato di sangue secco. Alzo ancora di più lo sguardo per poi emettere un gemito di dolore quando vedo il suo volto, il suo stupendo voto, graffiato e con un livido al di sotto dell'occhio destro. È stato picchiato, torturato. Non può essere il mio Edward, non possono averlo ridotto in quello stato.
<< Perché? Lui non c'entra nulla >> sussurro, livida.
<< E' vero. La colpa è solo tua. >> Mi giro verso di lui, sconvolta dal colpo basso che mi ha dato. Fa più male degli schiaffi che ho ricevuto oggi. << Lo ami. Quindi mi toccherà fargli del male... >>
<< No! NO! Prenditela con me, ma non con lui! >> urlo disperata.
Appare, accanto a Simon e Felix, un altro uomo, alto e muscolo, dal viso ricoperto da un folto strato di barba, pelato.
<< Apri la cella, Demetri. Vediamo come sta oggi il nostro ospite. >>
Il nuovo arrivato tira fuori dalla tasca dei suoi pantaloni una chiave un pochino arrugginita ed apre la cella.
Appena la porta viene aperta, corro verso di Edward per abbracciarlo, baciargli ogni ferita, ma Simon più veloce di me mi prende per la vita e mi butta con rabbia sul muro.
<< Ti ho detto che ti potevi avvicinare ad Edward? >>
<< N... no. >>
<< B... Bella? >>
Alzo lo sguardo, scioccata, percependo una scossa elettrica che ha colpito il mio corpo che parte dal mio cuore ed arriva fino alla punta dei piedi al sentire la voce di Edward così debole, stanca.
I miei occhi si incatenano ai suoi, disperazione con altra disperazione.
<< P... per... perché s... sei q... qui? >>
Perché sono qui?
Perché ti amo più della mia stessa vita. Perché senza di te non potrei vivere. Perché tu sei ormai parte di me. Perché se ti dovesse succedere qualcosa la colpa sarebbe solamente mia.
Ma non lo dico ad alta voce, rimango in silenzio con i denti che affondano nel labbro inferiore, temendo la reazione di Simon se sentisse quanto è grande l'amore che provo per Edward.
<< Voglio dimostrarti che sto facendo seriamente, piccolina. Demetri sai quello che devi fare. >>
Cosa sta succedendo?
Che ha in mente di fare?
Demetri si avvicina ad Edward, portando tra le mani un enorme tenaglia di ferro che regge un carbone ardente.
No! Merda! Non può farlo veramente!
Invece avvicina il carbone ardente alla schiena di Edward che inizia ad urlare dal dolore, muovendo braccia e gambe per liberarsi. Ma nulla.
No, questo è troppo per me.
Le sue grida, il suo dolore mi colpiscono come una serie continua di spari al cuore. No, basta per favore!
Scoppio a piangere, buttandomi ai piedi di Simon con le mani in segno di preghiera.
<< Ti scongiuro, Simon. Fallo smettere. Ti prego! >> Mi alzo e stringendomi con forza al lembo della sua camicia continuo la mia preghiera, mentre le grida di Edward diventano ancora più dolorose. Devo fermarli. Devo fare qualcosa a tutti i costi. << Farò tutto quello che vorrai. Ti sposerò. Ti darò i soldi. Ma ti prego, non fare del male ad Edward. Ti scongiuro. >>
<< Sei patetica. >> Sono le uniche parole che mi dice con freddezza.
<< TI PREGO! >> Vorrei essere più forte, avere una pistola tra le mani e ucciderlo senza pietà. In questo momento potrei ucciderlo anche a mani nude.
<< Qk. Ok. >> Sbuffa, annoiato. << Demetri... >>
Subito le grida di Edward si placano.
Mi giro a guardarlo, percependo una morsa al cuore nel vederlo in quello stato. Ed è tutta colpa mia.
Se non mi avesse conosciuto, se io non avessi ricambiato i suoi sentimenti adesso non starebbe in questo stato.
<< Bene. Andiamo Bella, dobbiamo decidere alcuni dettagli relativi alla nostra convivenza. >>
<< S... sì. >> Faccio un passo verso di Edward, ma ricordandomi la reazione di Simon mi giro verso di lui. << Posso almeno salutarlo? >>
Osserva prima me e poi Edward, teso, non sapendo forse neanche lui come comportarsi. Ti prego, Simon.
<< Ok, basta che ti sbrighi. >>
Con passo malfermo mi avvicino ad Edward e sorrido lievemente quando vedo i suoi occhi spalancasi, terrorizzati.
<< S... scapp... scappa. >>
Scuoto la testa mordendomi le labbra, trattenendo un gemito di dolore.
Sento il respiro agitato di Edward sulla mia fronte e socchiudo gli occhi godendomi di quell'esile contatto.
<< M... mi dispiace così tanto. Scusami per tutto quello che stai passando per causa mia. >> Deglutisco più volte, cercando in qualche modo di alleggerire il nodo che sento sulla gola. << Adesso sono io che ti chiedo questo favore: non ti scordare che ti amo, qualsiasi cosa succeda. Ti amo e ti amerò per il resto dei miei giorni. Anche se non potremo stare insieme, questo non significa che non ti amo. Sei l'unico detentore del mio cuore e della mia anima. >> Appoggio ambedue le mani sul volto di Edward, rabbrividendo nel vedere quanto la sua pelle sia calda e gonfia. Chiudo gli occhi e lo bacio con delicatezza. Le mie lacrime si mescolano alle sue, il suo dolore si unisce al mio. Sappiamo tutti e due che è la fine. Abbiamo perso.
<< Isabella! >> La voce di Simon è come una doccia ghiacciata. Mi stacco da Edward con il fiato agitato e senza voltarmi, seguo Simon in silenzio.
Perdonami, amore mio.
Forse è la fine della nostra vita.
Forse è la mia di fine.
Ma farò in modo che non sia la tua di fine.
Ti salverò, amore mio.

* *** *

Adesso che mi ritrovo nello studio con Simon seduto davanti a me, sulla poltrona dietro la sua scrivania sorridendomi, la mia mente ha ripreso a ragionale in modo razionale, non avvolto dalla disperazione più cupa. Ci sono molte cose da chiarire.
Cercando di apparire tranquilla, sperando in cuor mio che la voce non mi trema troppo. Finalmente anni ed anni di duro allenamento per nascondere il mio vero io, la vera me stessa, mi saranno utili.
<< Chi m... mi garantisce che non farai del male ad Edward? >>
<< Mmmh. >> Si gratta il mento, pensieroso. << Se farai quello che voglio ti garantisco che non gli sarà torto neanche un capello. Promesso. >>
<< Ed io dovrei credere alle tue promesse... >> Mi mordo subito le labbra, pentendomi subito del tono che ho usato. Aspetto uno schiaffo che non arriva per mia fortuna, ma noto la sua rabbia da come luccicano i suoi occhi.
<< Ok, voglio essere clemente. Tu farai tutto ciò che voglio senza discuterne e ti darò la possibilità di vedere il tuo Edward. >>
Rimango senza fiato. Vuol dire che non lascerà libero il mio Edward. In realtà, stupidamente, pensavo che lo avrebbe liberato, ma adesso che la mia mente sta riprendendo a ragionare mi rendo conto che questa ipotesi era irrazionale. Se liberasse Edward io non farei più quello che lui vuole, tenterei di scappare. Ma se ha Edward sotto il suo controllo, io starò qua buona a rispettare i suoi ordini. Cazzo! Non c'è nessun modo per uscirne.
<< Bene. Accetto. >> Almeno in questo modo potrò controllare che Edward stia bene o almeno non sia in fin di vita.
<< Andremo d'accordo io e te. >>
Non ci contare. Ti odio, Simon, come non ho mai odiato nessun'altra persona.
<< Ovviamente non terrai nessun contatto con quelli del FBI. Se io scopro che invece stai organizzando un piano per scappare o tieni dei contatti con quegli stronzi, stai certa che ti farò passare le pene dell'inferno. Me la prenderò molto con il tuo Edward. >>
Rabbrividisco. Le grida di Edward mi faranno compagnia per tutte le notti della mia vita, non riuscirò mai a cancellare il suo sguardo disperato. Al solo pensiero che Simon potrebbe fargli più male, mi si spezza il cuore.
E continuo a non capire perché non mi uccida. Sarebbe tutto più semplice. Devo capire.
<< Perché mi vu... vuoi sposare? >>
Scuote la testa, una strana luce brilla per un attimo nei suoi occhi più scuri del buio.
<< Per i soldi. Ovvio >>
<< Ma perché non mi uccidi? >> Sto rischiando con il fuoco, lo so. E sono consapevole che mi brucerò. Bruciare? Sento tutto il mio corpo percorso da innumerevoli brividi ripensando alla tortura che è stata inflitta ad Edward. Sto per scoppiare...
<< Mi sa che sei un pochino sorda. Te lo ripeto: non ho ucciso i tuoi genitori. >> Parla lentamente strusciando le parole. << E non ho intenzione di ucciderti... per ora. >>
Continuo a non capire.
<< Sì, ma perché non mi uccidi ora? Sarà più semplice per te prendere i soldi... >>
<< Quanto sei stupida! >> Scuote la testa, ridendo. << Non sei per niente intelligente. E pensare che tuo padre era un genio. >>
Sta cercando di provocarmi, di farmi innervosire in modo che lui poi passa avere la scusa per punirmi. Adora ferirmi, picchiarmi, torturarmi in tutte le maniere che lui conosce.
Rabbrividisco più volte, capendo che lui si divertirà a farmi del male non solo fisicamente. Rabbrividisco di nuovo pensando a quello che passerò rinchiusa in questo palazzo. Un altro brivido che parte dalla testa e giunge fino alla punta delle dita dei miei piedi al pensiero di come potrebbe il pazzo difronte a me ridurre il mio Edward.
I miei denti iniziano a mordicchiare il labbro inferiore per non far uscire nessuna sgradevole parola.
<< Comunque non ti posso uccidere fino a quando non diventerai mia moglie. >>
Mia moglie?
La moglie di Simon...
Per un attimo la vista si appanna e sento che sono prossima allo svenimento. La mia mente non trova più la forza di essere vigile, sveglia, a sopportare tutto ciò.
<< Leonard, nel testamento, ha inserito una piccola clausola. Se tu dovessi morire senza aver dato alla luce nessun erede, i soldi andrebbero a finire in una di quelle associazioni di beneficenza... >>
Niente famigliari. Questo può significare solamente che mio padre non si fidava né di Richard né di Simon, ma neanche di nessun altro parente... Che bella famiglia che mi ritrovo!
<< Scusami, spero che tu mi possa perdonare, ma tra poco deve venire un mio amico. Quindi adesso seguimi senza fiatare. Ti mostro la tua stanza. >>

* *** *

La stanza si trova al terzo piano, quindi sarebbe molto difficile scappare dalla finestra senza rompermi qualcosa. La osservo cercando di rimanere impassibile, di non mostrare il disgusto che provo. La camera è davvero enorme, più grande di quella dell'hotel, dominata da tinte di un orrendo colore viola scuro.
<< Spero che ti piaccia. >>
Non rispondo.
<< Mi scusi signore... >> Entra nella stanza un'altra cameriera che subito fa un lieve inchino a Simon. << …è arrivato il signor Masen. >>
<< Digli che arrivo subito. >>
La cameriera fa un altro inchino e silenziosamente lascia la stanza.
Sento lo sguardo di Simon su di me, pensieroso
<< Quei vestiti sono orrendi. Mi toccherà comprarti qualcosa di decente. >>
Vorrei rispondergli a tono, ma non mi va di ricevere un altro pugno da parte sua. Ancora mi fa male la schiena per le botte che ho ricevuto contro il muro. E poi mi sento a pezzi, schiacciata da tutti gli eventi che stanno succedendo.
Mi riprendo dai miei pensieri quando sento le labbra di Simon sfiorare per qualche secondo le mie che non si muovono. Rimango ferma. Non voglio che Edward subisca qualche altra violenza. Però mi costa tanto non staccarmi da quel contatto indesiderato.
Si stacca subito da me, senza aggiungere nient'altro, lascia la stanza chiudendomi a chiave.
Trattengo il fiato, aspettando qualche minuto temendo che Simon possa entrare. Ma lui non viene. E non viene neanche nessuna delle sue strane cameriere.
Con le mani che mi tremano, sfioro i miei capelli per poi toccare la nuca. Con delicatezza la tolgo. La stringo con forza tra le mie mani, pregando intensamente che abbia funzionato fino adesso.
Apro la mano e... cazzo! La microspia è spenta. Tento di accenderla, ma nulla. È morta e sepolta.
Con tutta la rabbia e disperazione che provo, sentendo tutto il mondo crollarmi addosso, do un violento pugno al muro. Poi un altro ancora. Ed ancora un altro. Sono stata una grossa idiota! Non dovevo accenderla prima di partire, ma ora. Solo che temevo che l'avrebbero scoperta... ma l'hanno scoperto! Quella cameriera non può non averla trovata. Ma allora perché non ha detto nulla? È una nemica o può diventare una mia alleata?
Rosalie riuscirà a trovare me ed Edward? Scommetto che ormai sia lei che Peter avranno scoperto della mia fuga. La microspia avrà funzionato abbastanza da permettergli di individuarmi?
Schiacciata da tutte le emozioni che ho provato in questa giornata, sentendomi così terribilmente fragile che anche una semplice folata di vento sarebbe in grado di farmi a pezzi, invecchiata di almeno cinquant'anni, scoppio a piangere a dirotto. E so che questo è solo l'inizio. Sono nelle mani di un mostro.
Mi guardo intorno con gli occhi pieni di lacrime, con l' orrendo odore di Simon su di me. Sospiro quando vedo che per fortuna vi è un'altra stanza dove c'è il bagno.
Mi precipito a vomitare anche l'anima e contemporaneamente piango, incapace di porre un altro blocco alla mia disperazione.
Non so per quanto tempo rimango in questo stato, alla fine crollo in ginocchio sul pavimento.
Devo essere forte. Ripeto dentro di me questa frase, sperando di convincere me stessa.
Ma chi voglio prendere in giro?
Non c'è nessuna soluzione.
È la fine.
E sono sola.
Completamente sola.

 

ANGOLO AUTRICE:

Ok, lo ammetto! Questo capitolo è davvero molto triste, mi è dispiaciuto così tanto maltrattare in quel modo il povero Edward. Però diciamo che ho dovuto dare sfogo al mio lato drammatico e sadico xD

Per quanto riguarda il prossimo capitolo, che ancora non so quando lo potrò pubblicare, vi do una piccola anticipazione. Forse, finalmente, apparirà l'assassino... non vi dico nient'altro.

Un bacione a tutti.

Bellina.

 

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Capitolo 25
*** capitolo 25 ***


 

Ciaooooo!!!! E saltellando, canticchiando un motivetto allegro, entra la vostra autrice preferita. (lettori: e chi sarebbe?) Ma come chi? Io!!! weee* Bellina si mette a piangere*

Devo ammetterlo, da un lato sono così felicissima di notare che alcuni di voi non mi hanno abbandonato, ma continuano a pensare a questa storia. Non so, ma mi sento commossa. Però dall'altro lato mi è dispiaciuto così tanto vedere molta gente abbandonare questa ff. E mi piacerebbe capire il perché. Forse è perché non riesco ad aggiornare più regolarmente? Vorrei solamente capire.

Comunque non vi preoccupate, questa storia avrà un finale. Ve lo prometto.

Bene, prima di lasciarvi al capy vi dico subito che Edward ha la febbre molto alta (ricordiamoci che è stato torturato).

 

 

BUONA LETTURA!

 

25 Capitolo

 

Pov Edward

 

Sono Edward Cullen.

Età: 21 anni.

Nato: il 26 Marzo

Genitori: madre Elisabeth Cullen; padre Anthony Masen.

Ripeto più volte, dentro di me, queste mie caratteristiche per non dimenticare chi sono. Ma è dura. Mi sembra così lontano il ragazzo libero che ero...

Tento di fare un lungo respiro per calmarmi, ma sento un dolore violento colpirmi all'altezza del mio cuore. Respirare ancora mi fa mele. Mi fa male anche pensare.

<< sei proprio uno stupido! >> esclama Demetri, ridendo in quel modo sguaiato che mi dà suoi nervi, da dietro le sbarre della mia prigione. << innamorarti della tua padrona. Che idiozia! >>

Non ribatto.

Non so neanche più come si parla.

Non so nulla.

Ha ragione Demetri. Sono stato un grosso stupido. Innamorarmi di Isabella Stevens... STUPIDO! Sapevo che lei mi avrebbe portato dritto alla morte, c'è l'ha scritto sulla fronte: “io porto solo guai”. Perché ho lasciato Chicago? Perché sono andato a Forks a proteggere quella ragazzina? Perché?

Dannato Nik che ora se la sta spassando con Kate, mentre io sto marcendo in questa prigione. E dannata anche Isabella.

Se non l'avessi mai conosciuta, adesso starei in condizioni migliori forse in compagnia di qualche ragazza “normale”, che non porta con sé la morte.

Mi stringo ancora di più le coperte vecchie e sporche sul mio corpo adagiato su un pagliericcio, sentendo dei brividi che mi percuotono tutto.

Adesso sento caldo. Tanto caldo.

Che sia finalmente morto? Che mi trovo dritto all'Inferno?

Edward...”

Oh, sì. Oh questo è proprio l'inferno.

Edward... “

E lei è la mia diavoletta preferita.

Edward, amore mio “

Ti prego, vattene.

Edward...

Lasciami in pace almeno adesso che sono morto.

Il mio Edward.”

Ancora continui a mormorare il mio nome. Che cosa vuoi da me? Dimmi, Bella, che altro vuoi da me? Non vedi che sono morto?

Edward...”

Ti prego, lasciami libero.

Edward, ti amo

Apro gli occhi di scatto sentendo la sua dolce voce mormorare quelle parole che mi colpiscono in pieno. Ed ecco che la ritrovo qua, davanti a me, in piedi luminosa più del sole con quel suo sorriso che mi fa impazzire. La osservo quasi a bocca aperta con il respiro che diventa sempre più agitato.

Lei è qui. È qui davanti a me.

Tento di alzarmi, ma le catene che mi stringono all'altezza delle caviglie e dei polsi, non me lo permettono. O sono io che sono troppo debole?

Edward... “ continua a mormorare con quella sua dannata voce il mio nome.

Ti prego Bella, lasciami morire.

Non vedi che sono diventato inutile? Non posso più difenderti.

Lei mi osserva con una dolcezza che mi devasta con la testa lievemente inclinata di lato, le guance arrossate ed i capelli che le cadono sulle spalle come una cascata.

Edward ti amo così tanto...”

Allora uccidimi. Se mi ami, uccidimi. Fammi finire questa tortura.

Di colpo cade in ginocchio, il vestito che indossava scompare, per poi ritrovarsi vestita solamente con la mia maglietta, quella che le ho regalata io. Porta entrambi le mani sul suo cuore ed abbassa lo sguardo e per un attimo mi sembra che stia piangendo.

Bella, che cos'hai?

Edward “ sospira lei per poi sdraiarsi accanto a me con il volto rivolto verso il mio, la guancia appoggiata sul pavimento sporco. I suoi occhi lucidi, ricoperti di lacrime rosso sangue.

Bella! Bella! Bella!

Che cos'ha?

Che cosa sta succedendo?

Che cosa...?

La sua immagine scompare, mentre un violento calcio mi colpisce sul fianco lasciandomi senza fiato. Apro la bocca alla ricerca d'aria, ne ho assolutamente bisogno.

<< smettila, stupido! >> esclama Demetri dandomi un calcio più violento di quello di prima << la devi smettere di chiamare la tua Bella, ok? Lei non è tua. Lei è di Simon. Lei è la tua padrona. Tu non sei nessuno. >>

Io sono nessuno.

Lei non è mia.

Lei è di Simon.

Chiudo gli occhi sentendomi così stanco, invecchiato di almeno cent'anni, ma proprio quando mi sto per abbandonare ecco che mi arriva un altro colpo, questa volta sul petto.

<< se non te ne fossi dimenticato di ciò, se avessi deciso di stare al servizio di Simon, non staresti di certo in queste condizioni così penose. >>

Ha ragione. Ha maledettamente ragione. Io non mi dovevo innamorare di Isabella. Non dovevo. Stupido errore. Stupido, Edward!

Ma sfortunatamente al cuore non si comanda.

Sorrido, non riesco a non farlo, quando apro gli occhi e vedo di nuovo l'immagine stupenda di Bella appoggiata sulla parete difronte. Mi osserva all'inizio seria per poi illuminarsi con il suo sorriso semplicemente meraviglioso. Quel sorriso che mi ha incatenato a lei, insieme ai suoi occhi profondi, alla sua intelligente, alla sua simpatia... ok tutto mi piace di lei. Anche i suoi difetti.

Edward!” e ricomincia la mia tortura.

Ma questa volta accanto a lei, compare anche la Bella bambina che tiene in mano una ghirlanda di fiori.

Edward! “ esclama tutta contenta la bambina “ sei il mio migliore amico

Ed eccomi di nuovo all'inferno. Chiudo gli occhi, lasciando che i sensi mi abbandonano, sperando di poter dormire fino a quando non mi rimetto in sesto.

E sogno o dovrei dire che rivivo un ricordo.

 

Oggi è il compleanno della piccola peste e tutta casa è in festa. Vedo persone correre a destra e a sinistra, soprattutto mia madre che è la cameriera personale della signora Valerie. Un onore! Come dice sempre mio padre.

<< Edward, tesoruccio! >> esclama la signora Ghibert, la cuoca, mentre entro in cucina annoiato << tieni. Prendi un po' di biscotti >>

<< grazie >> adoro vivere qui. Ci sono un sacco di perone gentili, simpatiche, e naturalmente vi è anche la piccola peste che è così buffa. Mi fa sempre ridere << vado in giardino >> prendo una manciata di biscotti al cioccolato – sono i miei preferiti- e me li butto tutti in bocca prima di correre in giardino.

Anche lì ci sono molti camerieri che portano vasi di fiori, teglie di cibo, persino palloncini dalle forme più varie.

Chissà se ci sarà anche un simpatico pagliaccio? Ovvio che sì. La peste è la figlia di quel riccone di Leonard, ogni suo desiderio è un ordine.

Annoiato mi sdraio sull'erba alta osservando le nuvole che hanno forme buffissime. Sto quasi per addormentarmi quando...

<< Edward! >> sento una vocina cristallina che mi chiama e dei passi soffici che si avvicinano verso di me. << Edward, come sto? >>

Mi alzo e ritrovo davanti a me una bambina dalle guance un po' arrossate a causa della corsa, i capelli scuri intrecciati in una serie di trecce e i suoi occhi del colore della nutella: buonissima!

Indossa un vestito blu scuro. Sembra una principessa, protagonista delle fiabe che mi racconta la mamma prima di addormentarmi.

<< allora come sto? >> sbuffa, innervosita del mio silenzio, sbattendo i piedi per terra, incrociando le braccia sul petto. È così buffa.

<< sembri un mostriciattolo >> non so perché ma adoro farla arrabbiare.

Mi aspetto che mi dia uno schiaffo o mi lancia qualche suo giocattolo, di solito fa sempre così, invece mi guarda con i suoi occhioni alla nutella per poi scoppiare a piangere.

Cosa ho combinato? Sto per piangere anch'io, ma poi mi ricordo quello che mi dice sempre il mio papà “ gli uomini non piangono mai “ e poi “ non si deve mai far piangere le bambine “

Adesso cosa faccio? La piccola peste è una bambina e sta piangendo. Succederà di certo qualcosa di brutto.

<< Dai Isa, smettila. Se vuoi mi picchio da solo >>

Mi guarda per un attimo per poi riprendere di nuovo a piangere più forte di prima. Perché le femmine sono così complicate? Non le capisco proprio.

È la sua festa di compleanno, dovrebbe essere felice.

Cerchiamo di farla sorridere in qualche modo.

<< se vuoi ti posso fare una coroncina di fiori. Così sarai proprio una principessa >> speriamo che vada bene.

<< tu non le sai fare le corone >> risponde lei a tono, facendomi anche la linguaccia per poi scoppiare in lacrime. Uffa! Piccola peste!

<< invece sì. Me lo ha insegnato mia madre >> rispondo io, offeso.

Stappo dei fiori dal giardino ed inizio ad intrecciarli, cercando di copiare i movimenti di mamma. Alla fine ci riesco, anche se non è proprio bellissima.

Invece quando Bella la vede, smette immediatamente di piangere e mi sorride, strappandomela dalle mani.

<< è bellissima! >> esclama felice, mentre io mi sento fiero di me.

Le prendo la manina ridendo come un matto.

Ed è così che mia madre, nascosta dietro un albero ci scatta quella foto che io porto sempre con me.

<< Edward, sei il mio migliore amico >>

 

<< Edward... >> ancora una nuova illusione della mia Bella, pronta a torturarmi.

Continuo a tenere gli occhi chiusi, sperando di potermi riaddormentare, ma trattengo il fiato quando percepisco qualcosa di fresco, di delicato accarezzarmi la fronte. No, è solo un'illusione. Una stupida illusione creata dalla mia mente. Lei non è qui.

Anzi scommetto che si sarà anche dimenticata di me, della sua stupida guardia del corpo. Infondo io chi sono per lei? Nessuno.

Sono solo in questa prigione in compagnia delle mie illusioni e di Demetri.

<< Edward... >> mormora piano, con uno strano tono di voce come se stesse per crollare.

Bene, così mi lascerà in pace.

E poi sento qualcosa bagnarmi il viso. Rabbrividisco. Sono lacrime.

È lei. Non è un illusione.

Apro gli occhi di scatto rispecchiandomi in quelli color cioccolato di Bella.

Imbarazzata, si asciuga il volto per poi baciarmi la fronte. Poi le guance. Poi la punta del naso. Ed infine le mie labbra.

<< Bella... >> finalmente riesco a trovare la mia voce.

<< shhh. Non ti sforzare amore mio. >> mi stringe con delicatezza, temendo di spezzarmi, tra le sue braccia. La mia testa appoggiata sul suo grembo.

Qualsiasi cosa mi dirà Demetri o Simon, non riuscirà mai a cancellare quello che provo per Bella.

Io l'amo.

E lei mi ama.

Come ho potuto dimenticarmi di ciò? Come?

Sei uno stupido, Edward Cullen.

Sì, sono proprio uno stupido.

Uno stupido innamorato.

Le accarezzo con la mano che mi trema il suo volto divenuto troppo pallido, imprimendo nella mia mente il suo odore.

E guardando dritta negli occhi io faccio il mio giuramento: Bella, ti prometto amore mio che ti porterò ai tuoi piedi la testa di Simon.

 

Quasi due mesi dopo...

 

Pov Bella

 

Sono sdraiata sul letto su un fianco, stringendo tra le braccia la maglietta di Edward, annusando l'odore in cerca del suo, ma ormai è scomparso.

Mi sento così sola, perduta.

È passato quasi più di un mese, per la precisione cinquantacinque maledetti giorni, da quando sono venuta da Simon in questa gigantesca e terribile prigione. Per fortuna, il maledetto mi permette di vedere Edward l'unica ancora che mi permette di non affondare, che mi da ancora un briciole di forza per non impazzire.

Sono rinchiusa in questa stanza sentendomi come un animale in gabbia e mi sembra a volte di essere osservata. È inquietante ciò.

Viene la cameriera, quella che mi ha accompagnato la prima volta allo studio di Simon e che ho scoperto che si chiama Nancy , solamente all'orario dei pasti ed ogni mattina per darmi vestiti e intimo pulito e nuovo. Come il vestito verde chiaro che indosso ora, che non mi copre neanche il sedere. Sono certo che è lui a scegliere questi abiti.

C'è una parte di me che mi dice che dovrei cercare di farmi amica Nancy, almeno avrei un alleata, però vi è un'altra parte che non riesce a fidarsi. In fin dei conti lavora per quel pazzo di Simon, però...

Ormai ne sono quasi certa che lei, quella volta, abbia trovato nascosto tra i miei capelli la microspia. Ma allora perché è rimasta in silenzio? Vorrei proprio a capire da che parte sta.

Mi alzo dal letto di scatto, arrabbiata con me, con Simon, con Rosalie, con tutto il mondo e ritorno di nuovo in terrazza per respirare un po' d'aria pulita, per cercare almeno di diminuire il senso di oppressione che provo.

Invece continuo a sentirmi schiacciata da quello che mi sta succedendo. Vorrei scoppiare di nuovo a piangere, ma mi trattengo. Non posso passare tutto il mio tempo a disperarmi. Ma in fin dei conti che altro posso fare se non disperarmi? Trovare un modo per scappare? Ed Edward? Non posso lasciarlo qui.

Inoltre questo posto è molto sorvegliato, è pieno di telecamere e guardie di sicurezza, quindi sarebbe una vera follia anche solo tentare di fuggire da qui.

Mi permette di vedere Edward una volta al giorno, ma è troppo poco per me. Per fortuna ogni giorno che passa, lui migliora sempre di più, diventa di nuovo il ragazzo forte che ho conosciuto. E se questo mi rassicura, dall'altro lato ho paura: lo conosco, ormai, e so che sta escogitando un piano per scappare. Ma se non dovesse funzionare? Se lo dovessero uccidere? Il solo pensiero, mi sta annientando.

<< a cosa stai pensando? >>

Sobbalzo spaventata, mentre Simon si avvicina a me lentamente guardandomi dal basso verso l'alto con apprezzamento. Sembra un gatto pronto ad uccidere il topo << bene. Sono lieto di vedere che questo vestito ti dona. L'ho scelto io. Ti piace? >>

<< sì >> Guarda lo adoro allo stesso modo in cui adoro te. Penso ironicamente tra me e me.

Ma non lo devo fare arrabbiare. Può passare dall'essere più tranquillo ad una belva. Questi suoi eccessivi sbalzi d'umore mi disorientano. Non so come comportarmi, se avessi studiato un po' di psicologia li potrei usare a mio favore.

<< ne sono felicissimo. >> un sorriso illumina il suo volto, facendolo apparire come un angioletto sceso dal Paradiso. Chissà quante altre persone avrà ingannato con quel visetto? All'inizio è riuscito anche a “fregare” me. Avevo chiesto a Rosalie se era sicura che fosse lui il colpevole. Quanto sono stata ingenua!

Sperando che duri la sua felicità, gli chiedo finalmente se posso andare a vedere Edward. Oggi ancora non sono potuto andarlo a vedere e ciò, ovviamente, mi provoca ansia.

Mi osserva e lentamente il suo sorriso sparisce, mentre i suoi occhi si inscuriscono di colpo. Capisco che sta per arrivare una tempesta.

<< non fai altro che pensare a quell'idiota, eh? >> non rispondo, deglutisco più volte alla ricerca di aria. Ecco che è passato alla fase incazzata. << Edward di qua, Edward di là. Ed io? Sei solamente un egoista >> si avvicina pericolosamente a me ed io per riflesso tento di allontanarmi << Io ti sto vestendo. Ti sto dando da mangiare. Sto spendendo i miei soldi per te... e tu neanche un grazie? >>

Certo, brutto bastardo. Adesso ti devo anche ringraziare di tenermi in una prigione, di torturare l'amore della mia vita... GRAZIE MILLE!!!

Mi mordo le labbra con violenza, fino a quando non sento il sapore del mio sangue sul palato. Non devo rispondere. So che lui vuole che io reagisca, che io rispondi alle sue provocazioni per poter punire me o Edward. Dunque stai zitta, Isabella. Stai zitta! Cuciti quella tua dannata bocca, Bella.

<< Tu farai tutto quello che voglio io d forse potrai vedere il tuo amore >> dice con disgusto “ il tuo amore “ riversando un odio così profondo che sono costretta ad appoggiarmi al muro per non crollare a terra, davanti a tutta questa rabbia. << ma se mi farai arrabbiare... >>

Non continua la frase, la lascia così in sospeso in modo teatrale, ma io so come l'avrebbe finita.

Rabbrividisco solo al pensiero di Edward che viene punito per causa mia.

Lui non centra nulla in questa storia. Preditela con me, ma lascia stare il mio Edward.

<< sì, farò come vorrai >> rispondo, fredda, con un tono di voce distante da quello che provo veramente, come se ci fosse una barriera di vetro a separare la mia bocca dalle mie emozioni. Ma so che questa barriera è troppo fragile, piena di crepe, non durerà a lungo.

Mi tira per un braccio e in mal modo mi fa rientrare in camera, facendomi sedere sul bordo del letto.

<< non voglio più vederti sul terrazzo senza il mio permesso, capito? >>

<< sì, ho capito >> rispondo velocemente, non riuscendo a reggere alla velocità dei suoi sbalzi d'animo. Ho il fiato che insieme al mio cuore stanno facendo una gara di chi è il più agitato.

Ho una tremenda paura che un giorno, preso da uno dei scatti d'ira Simon mi uccida a mani nudi.

<< però probabilmente ti starai annoiando... >> borbotta fra sé e sé, grattandosi il mento pensieroso, come se stesse cercando di risolvere un equazione difficilissima << ...ti farò portare qualche buon libro . Ti piace leggero, vero? >> Ecco che adesso è più o meno calmo, ma ormai ho più o meno imparato a conoscere: basta un'altra parola da parte mia che non gli va a genio che subito scatta, pronto ad attaccarmi.

Annuisco più volte con la testa incapace di parlare, con ancora lo spavento addosso.

<< bene. Allora ci vediamo dopo. Mi piacerebbe questa sera cenare con te. >> e se ne va così, chiudendomi anche questa volta a chiave nella stanza.

Brutto stronzo, psicopatico, idiota... la mia mente cerca tutti gli aggettivi più disprezzativi alla ricerca di quello che lo descriva meglio. Non esiste! Al confronto il diavolo è un angioletto.

Poi con rabbia butto per terra i cuscini e vorrei poter distruggere tutta la stanza, ma so poi come reagirebbe Simon.

Mi copro il volto con entrambi le mani, sentendomi molto vicina all'orlo di un esaurimento nervoso. Sono sempre così gli incontri tra Simon e me, a volte molti più violenti ed in questo caso si concludono con il mio corpo ricoperto da dei lividi. Mi picchia così, per motivi stupidi, illogici, mentre altre volte mi riempe di regali senza senso che ho lasciato sulla scrivania, ancora in tatti. Già è tanto che non li ho fatti volare dalla finestra. È come se ci fossero due Simon: uno che mi vuole ferire in tutti i modi che conosce e l'altro che mi vuole comprare.

Ed io devo essere forte.

 

* *** *

 

<< ecco! Abbiamo quasi finito! >> esclama Nancy tutta allegra, mentre finisce di truccarmi. Non riesco proprio a capire perché mi devono addobbare come una bambolina di porcellana per una stupida cena. Ma se ciò rende calmo la bestia ed Edward al sicuro, bene mi metterò anche a ballare sul tavolo mezza nuda. Farò qualsiasi cosa per proteggere il mio amore.

Osservo con freddezza il vetro che riflette la mia immagine: una ragazza troppo magra, troppo pallida, con due occhi pieni di disperazione.

Rabbrividisco. Non riesco più a riconoscermi. E ogni giorno che passa, diventa sempre peggio.

<< bene, ho finito! >>

Vorrei proprio capire perché è così contenta! È stupida o non ha ancora capito la situazione? Oppure è solamente una recita?

Scuoto la testa, compiendo dei forti respiri, trattenendo le crudeli parole contro la cameriera. Devo ancora capire il ruolo che ha lei in questa faccenda.

<< andiamo >> mormoro, distogliendo lo sguardo dallo specchio del bagno.

Nancy in silenzio,come se fosse un fantasma per quanto si muove leggera nei corridoi del palazzo, mi conduce nell'enorme salone dove Simon, vestito con una giacca blu scura e camicia bianca è seduto dietro un tavolo lungo, apparecchiato, che beve tranquillamente qualcosa in un bicchiere di certo molto pregiato.

<< signore! >> esclama Nancy, inchinandosi e tenendo la testa bassa.

Simon sorride, fissandomi con un'attenzione maniacale, che mi fa innervosire. È come se mi volesse spogliare.

Ma chi si crede di essere?

<< siediti, Isabella >> ed indica con la testa la sedia alla sua destra.

Rimango ferma per qualche secondo, trattenendo a fatica l'impulso di dargli uno schiaffo in pieno viso e gridare tutta la mia rabbia.

Sì, questa sarà una cena davvero molto lunga e soprattutto dura per i miei poveri nervi.

Infatti per tutta la serata, vi è un silenzio carico di una tensione soffocante.

Ogni tanto Simon mi strilla “ devi tenere la forchetta in questo modo” oppure “ schiena dritta, stupida” o “ sei senza cervello? Non si beve in quel modo “. Mi rimprovera per qualsiasi cosa, senza che riesca a capire il motivo. Non credo di mangiare in un modo così orrendo. Renèè da quando sono piccola mi ha insegnato come stare a tavola ed era davvero molto severa con me.

Ma per Simon sono un vero disastro. È come se facesse di tutto per provocarmi e quasi ci riesce quando mi dice “ sei più scema di tua madre “. Al sentire questa frase ho dovuto mordermi a sangue l'interno guancia e stringere le mani al pugno conficcando le unghie sulla mia pelle, per non prendere il coltello e conficcarlo dritto al suo cuore.

Ma non sono così stupida, so che sarebbe impossibile la realizzazione di tale piano anzi mi ritrovare per terra mezza morta.

Dunque mi tocca rimanere qui, in silenzio, ad ascoltare i rimproveri senza senso del pazzo accanto a me, senza aver la possibilità di potermi difendere.

Ma un giorno finirà tutto questo?

Certo, quando mi avrà ucciso.

Ma prima mi toccherà sposarlo e...

Leonard, nel testamento, ha inserito una piccola clausola. Se tu dovessi morire senza aver dato alla luce nessun erede, i soldi andrebbero a finire in una di quelle associazioni di beneficenza...

Un figlio. Mio. Di Simon. Tutto il mio corpo inizia a tremare lievemente, mentre una piccola, solitaria lacrima scorre sul mio volto.

Abbasso la testa per non mostrare questa mia piccola debolezza a Simon.

Per fortuna, a distrarlo da me, è l'arrivo di corsa di un maggiordomo, tutto trafelato.

<< Mi scusi. Non volevo disturbare. É che è arrivato il signor Masen >>

Ancora lui. Sembra che venga qua ogni giorno.

<< bene. Accompagnalo qui >> taglia corto Simon che sorride con cattiveria facendomi subito capire che ha in mente qualcosa che certo non mi piacerà.

<< come desiderate >>

Il maggiordomo scompare, per poi ricomparire con accanto un uomo alto dai capelli biondicci, muscoloso, vestito in modo elegante. Ma ciò che mi colpisce non è la cicatrice che parte dall'occhio destro e arriva quasi fino al mento, ma sono i suoi occhi verdi così simili... a chi?

<< Leonard >> mormora a mo' di saluto rimanendo in piedi, davanti a noi. Il suo sguardo passa da Simon a me con freddezza, facendomi rabbrividire.

Mio Dio! Mi sembra di stare in un palazzo di ghiaccio.

<< Anthony, amico mio, dai siediti. Posso offrirti qualcosa? >> chiede Simon, sorridendo con finto calore.

<< no, grazie >> scuote la testa, sedendosi proprio di fronte a me dandomi così la possibilità di osservarlo meglio.

Subito mi rendo conto, dalla sua postura, da come parla, dal modo in cui rimane freddo che è uno dei bambini addestrati dai Stevens. Ho imparato a distinguerli grazie a Demetri e a Felix, anch'essi bambini-killer.

Anthony Masen.

Lo osservo con attenzione, concentrandomi sulla sua figura ed isolando tutto il resto. Non so di cosa stanno parlando e in questo momento non mi interessa.

Quegli occhi. Quel verde. Quel nome: Antony Masen. No, non è nulla di nuovo. Ma dove l'ho visto? Dove?

E poi un ricordo del mio passato che con prepotenza entra nella mia mente, oltrepassando quella dannata barriera che mi impedisce di ricordare.

Bum! Rimango senza fiato, quasi a bocca aperta, lasciando cadere per terra la forchetta.

Bum! Un altro violento pugno da parte della mia mente che mi colpisce all'altezza dello stomaco.

No, cazzo!

<< brutto figlio di puttana! >> esclamo con violenza, non riuscendo a trattenermi, prendendo tra le mani il primo coltello che trovo sulla tavola e precipitando verso di lui per conficcarglielo dritto al cuore.

Antony Masen è il padre di Edward.

È lui il traditore.

 

Angolo autrice

E rieccomi qua. Ok, lo ammetto. Ho lasciato il capy sul più bello, ma sarebbe stato troppo lungo.

Sembra che Bella si sia ricordata finalmente chi è l'assassino dei suoi genitori. Oppure, no? Forse si è solamente ricordata che quell'uomo è il padre di Edward, e vedendolo da Simon ha tirato fuori delle sue conclusione?

Ok, proprio perché mi sento buona oggi vi faccio una piccola anticipazione. Nel prossimo capy, Antony racconterà la sua vita, mettendo al proprio posto molti tasselli del puzzle.

Un bacione enorme!!!!

Bellina.

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Capitolo 26
*** capitolo 26 ***


Sono imbarazzatissima. È passato già due anni, da quando ho messo da parte con dolore questa mia ff. Non so che dire, oltre che mi dispiace tantissimo. Ho avuto un sacco di disavventure: litigate con amiche, poi l'arrivo della maturità ed infine i test per entrare all'università. Quando credevo finalmente di poterla riprendere in mano tale ff , il mio vecchio computer è morto. Non si accendeva più. Ho perso tutte le mie storie (a parte il mio gattino, ff che avevo scritto sul tablet). È stato davvero un brutto colpo, credetemi. E difficile è stato riprendere in mano questa ff. Ma eccomi qua. So già che nessuno mi seguirà. È passato un sacco di tempo. So che ormai vi ho perso, ma questa ff doveva avere la sua conclusione. Edward, deve uscire dalla sua prigione. Bella deve riprendersi.

E quindi eccomi qui.

Non so neanche se qualcuno la leggerà questo capitolo, ma non fa niente.

E quindi dopo avervi chiesto umilmente scusa, in ginocchio, vi lascio alla storia.

Chiedo scusa a tutte quelle persone che avevano messo questa storia tra i preferiti, seguiti e ricordati. Scusa a chi recensiva ogni volta. Scusa alla mia beta che si era gentilmente offerta di correggermi i capitoli.

Potrete mai perdonarmi????


 


 

BUONA LETTURA!!!


 

                                   http://pad.mymovies.it/cinemanews/2011/64441/b_dawn11.jpg
 

 

SOLO ROSPETTO E PRINCIPESSA!



26 capitolo


 

Pov Bella


 

Appoggio la mia testa sul tavolo di legno chiaro posto nel giardino, fissando il nuovo giardiniere che sta tagliando un aiuola.

Come posso dire ciò che ho scoperto ad Edward? Come posso trovare il coraggio di andare nella prigione in cui è rilegato per dirgli: sai, è stato tuo padre ad uccidere i miei genitori.

No, non ci riesco.

Ci eravamo promessi di dirci tutto, niente più bugie, ma rimango sempre una codarda.

Tremo, nonostante sia una giornata calda e respiro a pieni polmoni l'aria fresca. Oggi, Simon era proprio di buono umore a causa di un affare portato a termine e che gli frutterà un bel po' di soldi. Mi domando il motivo per cui mi vuole assolutamente sposare se è già così ricco. È proprio vero che il potere corrompe.

Però anche mio padre non era di certo un angioletto e non era per niente cambiato come ho scoperto tre sere fa, alla cena in cui ha partecipato anche Antony.

<< brutto figlio di puttana! >> esclamo con violenza, non riuscendo a trattenermi, prendendo tra le mani il primo coltello che trovo sulla tavola e precipitando verso di lui per conficcarglielo dritto al cuore. Ma lui è sempre uno di quei bambini, divenuti grandi, addestrato ad uccidere e così si alza di colpo e mi blocca, buttandomi poi contro il tavolo. Per un pelo non colpivo con la testa lo spigolo.

Come puoi rimanere qui, tranquillo, con quell'aria di freddezza, quando suo figlio è rinchiuso in una cella, che sta patendo le pene dell'inferno solo perché si è innamorato di me?

Ti odio. È anche colpa tua per quello che sta patendo Edward.

Mi domando come fai a guardarti allo specchio nel sapere che il tuo unico figlio sta per essere ucciso? Dimmelo!

<< come hai potuto tradire i miei genitori? >> riesco a dire senza piangere, incanalando tutti i miei sentimenti nella rabbia che sento. Sarebbero ancora vivi e con me, se l'uomo qui di fronte a me non li avrebbe uccisi.

Ti odio!

<>

Sbam! Uno schiaffo in pieno viso avrebbe fatto meno male.

No, non è vero.

Menti!

Mio padre amava mia madre.

Leonard ha cambiato la propria vita per Valerie, per essere degno del suo amore.

Questa era la mia unica certezza.

No, no, non ci posso credere.

Sei un bugiardo!

<< su basta parlare in piedi. È da maleducati. Sedetevi immediatamente >> ci ordina Simon. Ma io riesco lo stesso a leggere dal suo tono di voce che lo diverte lo spettacolo che gli stiamo offrendo. Era proprio ciò che voleva. Ferirmi in tutti i modi, sia fisicamente sia spiritualmente. E sai che c'è? Ci stai riuscendo. Se non riesci però a distruggermi completamente è solo grazie ad Edward, ancora in questa tempesta.

Mi siedo, osservando in cagnesco Antony. Lui è il padre del mio amore ed è anche l'uomo che ha ucciso i miei genitori.

Perché ci hai tradito in questo modo?

<< merito delle spiegazioni >>

Lui sorride e per un attimo mi sembra di vedere lo stesso sorriso di Edward.

Cazzo, no! Non devo fare paragoni.

<< Antony, raccontale tutto. Te lo ordino >>

Me lo devi, bastardo!

Voglio sapere il perché lo hai fatto? Perché hai mentito su tua moglie e mio padre?

Antony sospira pesantemente come se non volesse iniziare questo racconto. Ma Simon, il suo nuovo padrone, lo ha ordinato e quindi non può non parlare.

<< Ho conosciuto Elisabhet in una discoteca. Era una delle poche serate libere che Leonard mi ha concesso. Mi ricordo ancora, come se fosse ieri, quando i miei occhi si sono scontrati con quelli dolci di una ragazza dai capelli rossissimi. Sembrava un petirosso. Fu....amore a prima vista. Sapevo che ciò era proibito, ma... ma... non mi interessava. Per una volta volevo essere un egoisto e pensare a me e non a Leonard >> ringhia con una tale ferocia il nome di mio padre che riesco a leggere tutta la rabbia che prova nei suoi riguardi. Ma oltre alla rabbia c'è anche delusione. << Iniziammo a frequentarci ed in breve ci fidanzavamo. Lei parla di un futuro insieme in una casa vicino al mare dove far crescere i nostri bambini. Io vedevo solo la sua morte. Ho tentato, lo giuro, di lasciarla, ma non ci riuscivo. Una sera, tuo padre mi ha convocato nella sua stanza. >> la sua voce trema debolmente, mostrando un uomo ferito. Ma dura poco. Ritorna già una macchina per uccidere, privo di emozioni e sentimenti. << mi ha sbattuto in faccia delle foto in cui c'ero io ed Elisabhet. Mi ha gridato perché l'ho fatto, per quale motivo l'ho tenuto nascosto. Sono rimasto in silenzio. Sapevo già che ci avrebbero ucciso. Eravamo andati contro la legge dei Stevens. Ed invece, quando io ho detto che l'amavo quella donna, lui mi ha abbracciato e mi ha detto che c'era un posto anche per lei come cameriera. Capisci? Mi stava dicendo che potevo sposarmi con lei e crearmi una famiglia, purché continuassi nel mio lavoro >> i suoi occhi verdi, della stessa tonalità di Edward, si illuminano di gioia per un attimo, forse preso dal ricordo. Ma allora che cosa è andato storto? È proprio vero che non esiste l'eterna felicità. << Quando raccontai tutta la verità ad Elisabeth, temevo che mi avrebbe lasciato, ma invece ha detto “ pensavo che mi tenevi nascosto qualcosa di peggio. Ti amo e sono incinta ”. Ci sposammo dopo un mese e andammo a vivere insieme a casa di Leonard. Io continuavo a fare la guardia del corpo. Elisabeth era una cameriera. >> ma ecco che so già che arriviamo alla parte in cui questa bolla di gioia è destinata a scoppiare. Ed io mi preparo per questo nuovo colpo. << era da poco nato Edward. Stavo ritornando nella mia stanza, ritornato prima da uno pestaggio che dovevo ad un tipo, e quando stavo per aprire la porta ho sentito un gemito. L'ho subito spalancata per vedere mia moglie in ginocchio che succhiava il cazzo del tuo adorato paparino. E lo sai che cosa mi ha ordina? Di andare a farmi un giretto che si sarebbe occupato lui di mia moglie. >>

Deglutisco, cercando di buttare indietro il nodo che mi stava stringendo la gola, ma questo diventa ancora più possente, rendendo difficile la mia respirazione. Sto soffocando.

Non è vero, mio padre non può essere stato così crudele.

Non ci credo.

<< lo avrei voluto uccidere, ma lui, probabilmente capendo il mio stato d'animo, ha deciso di partire per sbarcare in Europa >>... e lì, in Francia conobbe mia madre.

<< sono stato io ad uccidere i tuoi genitori. Era quello che meritavano >>

Vorrei poter ribattere in qualche modo,ma rimango in silenzio ancora non riuscendo a credere a quello che ho appena appreso.

<< lo so che continuavano ad avere questa relazione. Non lo sopportavo >>

Allora, non eri per niente cambiato Leonard? Sei solamente diventato un bravo attore che è riuscito ad ingannare a tutti proprio come Simon. Forse è il sangue di Stevons, marcio fino in fondo, che li rende tutti dei bugiardi approfittatori. Ed anche dentro di me scorre tale sangue. Sono marcia anch'io come loro.


 

<< Isabella, eccovi qui. Su dovete ritornare nella vostra stanza. C'è una sorpresa per voi! >> esclama Nancy, destandomi dall'incubo appena avuto. Adesso, oltre al solito sogno con i due spari, rivivo anche il racconto di Antony e mi domando fino a quando continuerò ad essere torturata in questo momento.

Se non ci fosse anche Edward qui, mi sarei già uccisa, perché ho il terrore di essere come gli altri Stevens, una famiglia che non pensa a nessuno a parte avere più potere. Ed infondo non mi sono comportata così a scuola? Prendevo in giro tutti, mentre mostravo fuori una ragazza buona e gentile con qualsiasi persona, sempre disposta ad aiutare e facevo ciò in realtà solo per me.

E quindi alla fine non sono così migliore di mio padre. Forse, crescendo, compierò azioni ancora più brutte?

Seguendo Nancy in silenzio, non chiedendole di che cosa si tratta. Probabilmente sarà un altro regalo di Simon: uno stupido vestito che mi fa sembrare una prostituta. Mi sa che si diverte nel ridurmi in questo stato.

Ma quando entro nella mia stanza dove ci sono tre cameriere ad aspettarmi, mi raggelo nel vedere sul mio letto disteso un vestito da sposa.

Questo significa che si avvicina la data del matrimonio.

E dopo il matrimonio, Simon mi violenterà per farmi rimanere incinta del suo bambino.

Oddio! Mi appoggio al muro, lottando con tutta me stessa contro il senso di nausea che mi sta uccidendo.

Non voglio neanche immaginare come sarà.

Mi domando perché Rosalie e tutti coloro che fanno parte della sua squadra non sono ancora qui a salvare me ed Edward.

Dove siete?

Non possono averci abbandonato pure loro! Sono la nostra unica salvezza.

Forse non riescono ad individuarci?

Forse Simon non ha mai dichiarato questa villa?

Maledizione a quella dannata microspia che si è spenta nel momento peggiore, prima di arrivare qui.

<< su, signorina. Indossiamo il vestito >>

Rimango immobile, mentre loro mi trattano come se fossi una bambola di plastica spogliandomi e mettendomi addosso quel vestito da sposa color avorio che vorrei poter fare a pezzi.

Quando finiscono l'opera, non oso alzare lo sguardo nello specchio per paura di avere una crisi.

Non posso farcela.

<< andiamo a farci vedere dal padrone >> mormora Nancy, legandomi i capelli con un nastro blu << e sorridete un po'! Non è bello vedere una futura sposa così triste >> Pensavo che sarebbe potuta essere una mia alleata, Nancy, ma con queste sue stupide parole mi ha confermato il fatto che sono sola qui ad affrontare questo pazzo. Edward, se fosse stato al mio posto, avrebbe già trovato una soluzione. Purtroppo non può fare nulla fino a quando rimarrà là rinchiuso, con quelle catene a tenerlo fermo.

Una lacrima scorre sul mio volto, ma subito l'asciugo con il dorso della mano vergognandomi di essermi mostrata debole.

Posso farcela.

Andrà tutto bene.

Nella vita bisogna essere positivi.

Cazzo! No che non andrà bene. Finirà male questa storia, me lo sento. Tutto dentro di me mi sta gridando ciò.

E così seguo di nuovo Nancy in quei corridoi tutti identici con quei vasi pregiati che vorrei poter distruggere uno ad uno solo per gustarmi la faccia sconvolta di Simon.

Bussa alla porta del suo studio e quando sento la voce scorbutica di quel pazzo che mormora un avanti, vorrei poter avere una qualsiasi cosa tra le mani, anche un semplice coltello, per poterlo conficcare nel suo cuore.

Non c'è la faccio più. Sto impazzendo lo so. Come so che non tornerò mai più la Bella di una volta che voleva fare il medico. Ormai è morta.

Entriamo e Simon subito si alza dalla sedia facendo cadere per terra dei documenti e si avvicina a noi.

<< sparisci Nancy! Voglio stare da sola con la mia futura moglie >>

<< certo mio, Signore >>

No, ti prego! Non mi lasciare da sola con lui. Ho paura. I suoi occhi oggi brillano di una strana luce che mi sta facendo rabbrividire fino oltre le mie ossa. Ho davvero tanta paura.

Ma lei non può contrastare il suo padrone e se ne va.

Io lo osservo trattenendo il fiato e solo ora mi rendo conto di quanto assomigli a lui fisicamente e probabilmente anche dentro sono come lui: un mostro.

Deglutisco ed ordino a me stessa di rimanere ferma, mentre sento le sue mani accarezzare il profilo del mio viso per poi scendere lungo il mio collo.

<< sei bellissima >>

<< g... grazie >> Se non lo faccio arrabbiare, non mi farà del male oggi.

<< il vestito che ti ho scelto ti sta proprio bene. Non vedo l'ora che diventi mia moglie. E tu? >>

Per niente! Preferirei morire che essere sposata con un essere come te.

<< c... certo... >> non riesco a continuare la frase. Non riesco a mentire. Mi ha sconvolto sapere che presto ci sposeremo. Credevo di avere più tempo.

Tempo?

Tempo per fare cosa?

Non posso scappare senza di Edward.

<< Bene. E avremmo un bel bambino. Non temere, quando tu non ci sarai più, lo crescerò bene >>

E provo pena per tale bambino che avrà la disgrazia di avere un padre del genere.

Ed anche se ancora non è nato, provo l'istinto di difenderlo, proteggerlo con tutta me stessa contro il mostro che ho di fronte a me.

Non sarebbe giusto che una creatura così indifesa deve subire quello che sto patendo adesso, senza potersi difendere da un padre pazzo come Simon.

Strano, non pensavo di avere un istinto del genere.

Si china verso di me con la sua bocca troppo vicina alla mia e mormora con cattiveria

<< ti conviene che mi bacia di tua spontanea volontà, se non vuoi che torturi il tuo Edward >>

Sento ad un tratto dentro di me le grida disperate del mio amore mentre la sua pelle brucia, lasciando brutte cicatrici non solo fisiche.

No, non voglio che faccia del male all'unica persona che mi ha amata così come sono anche se sono egoista, bugiarda e falsa. Lui ha buttato la mia maschera e ha cullato il mio “io” più profondo, amandolo con tutto se stesso.

E grazie a lui se ho capito cos'è l'amore, sentimento che pensavo che nessuno avrebbe mai potuto provare per la vera me.

Bacio Simon, immaginando che le labbra che ora sto toccando siano quelle di Edward.

Amore, mio. Se per me è troppo tardi, farò di tutto per poter salvare te anche se non so come “

Mi metto in punta di piedi, iniziando a mordicchiare il suo mento per poi scendere con le labbra sul suo collo. Le mie mani scivolano nella patta dei suoi pantaloni gonfi dal desiderio.

Deglutisco.

È rischioso.

Ma devo provarci.

Alzo gli occhi per specchiarmi in quelli velati di desiderio di Simon.

Lo faccio per Edward, solo per lui mio unico ed eterno amore.

<< ti amo.... Ho capito che ti amo. Che sei l'unico uomo che voglio come marito >> qualche lacrima esce dal mio controllo e prego con tutta me stessa che lui pensa siano causate dall'emozione.

<< lo sapevo che ti saresti innamorata di me >> mi abbraccia rudemente, con una sua mano che palpita con troppa forza il mio sedere, così da spingere il mio bacino contro la sua erezione.

Oh, merda!

No, non sono pronta per andarci a letto.

Ti prego, fai che mi lascia andare. Per favore.

Con uno schiaffo in pieno viso, mi sbatte per terra e quando cerco di rialzarmi, lui si posiziona sopra di me.

<< bene, adesso fammi vedere quello che sai fare >> il suo tono di voce è ancora più cattivo di quello di cui mi sono abituata.

Mi bacia, mordendomi le labbra fino a farmi uscire del sangue, mentre le sue mani velocemente mi alzano l'ampia gonna.

No, no, fermo!

Non lo fare!

Per favore.

Edward, devo pensare a lui.

Sento lo sbottonare dei bottoni, mentre smette di baciarmi. Il suo fiato, che puzza di alcol e sigarette, mi fa girare la testa. Sembra un animale.

Vorrei poterlo strangolare fino ad ucciderlo, ma sono costretta a rimanere ferma.

Chiudo gli occhi con forza, dopo aver visto che si è abbassato i box.

Ho solo accelerato quello che sarebbe successo fra poco. Spero che non mi faccia tanto male, anche se so che ciò è impossibile.

Ma ecco che, di colpo, sento il rumore di qualcuno che sta bussando la porta.

<< Via! >> grida Simon con una sua mano sul mio collo per bloccarmi a terra.

No, per favore, entra chiunque sei!

Sei l'unico che può salvarmi.

<< mi dispiace mio signore. Devo parlare di una cosa urgente >>

Simon, dopo aver borbottato qualcosa tra i denti, si alza e si riveste immediatamente, mentre io ancora confusa rimango per qualche secondo sul pavimento.

Sono salva anche questa volta.

Mi rimetto in piedi con la testa china per non mostrare i miei occhi lucidi e pieni di paura, mentre la porta viene aperta.

<< mio signore, le devo far vedere una cosa.... >>

Alzo immediatamente la testa, al sentire la sua voce, così da potermi specchiare nei suoi occhi verdi. È Antony.

<< io... io... con il vostro per... permesso... >> borbotto con voce insicura rivolta verso Simon. Non riesco a rimanere da sola in una stanza così piccola, insieme a due mostri del genere. Non ho mai provato un odio così profondo come lo sto provando per questi due.

Ho bisogno d'aria.

<< vattene. Devo parlare di cose importanti >>

Bene, posso andarmene.

Era proprio ciò che volevo.

Corro via da quella stanza per ritornare nella mia e togliermi questo dannato abito che pesa a tal punto che penso sia fatto di metallo.

Indosso la maglietta di Edward, anche se ormai non ha più il suo odore, ma puzza di morte e disperazione e bacio il suo anello stringendolo alla mia guancia. Scoppio a piangere, crollando nel letto.

Ora sono sola, posso piangere.

Non devo mostrare una forza che io non ho.

Sono debole.

Edward, resisti.

Rosalie, Peter, Jane, ci staranno cercando e ci troveranno.


 

* *** *

 

Sto sognando.

Deve essere per forza un sogno, se no non me lo so come spiegarlo.

Edward è qui accanto a me.

Mi sta baciando.

Mi culla tra le sue braccia.

Mi dice che dobbiamo scappare.

<< ti amo >> mormoro io, accarezzando il livido violaceo sotto il suo occhio con delicatezza per timore di fargli del male.

<< Bella, dobbiamo andarcene. >>

<< lo so. Riusciremo a fuggire >>

<< No, ti prego. Non è un sogno >>

Non è un sogno?

Che intendi dire?

Tu non poi essere davvero fuggito da quella prigione.

Non puoi.

Edward sbuffa innervosito ed ansioso allo stesso tempo, dandomi un pizzicotto sul braccio.

<< eh, mi hai fatto male >> grugnisco io, quasi piagnucolando dal dolore.

Aspetta?!?

Mi ha fatto male?!?

Non è un sogno?

Lui è qui vicino a me.

Oddio!

Mi getto alle sue braccia, facendolo cadere sul letto e lo bacio con ardore, risucchiando la sua lingua nella mia, ignorando il mondo che ci chiama per dirci che non siamo di certo al sicuro.

Ma non mi interessa.

Possono anche adesso uccidermi. Sarebbe una morte dolce.

No, accidenti. Io non voglio morire. Voglio avere un futuro con Edward, avere almeno quattro figli che assomigliano a me e a lui. Ora che possiamo fuggire, ora che abbiamo una possibilità per un futuro, non butterò via questa possibilità.

<< come hai fatto a fuggire dalla prigione? >> gli domando, riuscendo a staccarmi dalle sua invitante bocca. Mi metto in piedi e tiro fuori un paio di pantaloni scuri e li indosso velocemente. Se dobbiamo attuare una fuga, non posso di certo rimanere mezza nuda.

<< non lo so. Mi ero appena svegliato ed ho tr... trovato la cella aperta. Le catene er... erano state tolte... >> mormora lui, scompigliandosi i capelli. Tale gesto mi commuove. Mi fa ricordare i vecchi tempi, quando eravamo solamente due ragazzi spensierati. << stavo uscendo, quando Dimetri è apparso ed ha tentato di mettermi K.O. Ma io sono riuscito a fermarlo, facendolo svenire. L'ho messo nella cella, coprendolo con la coperta. Non so per quanto tempo durerà questo.... presto scopriranno che io sono fuggito >>

Chi può averlo aiutato?

Forse al palazzo vi cono alcuni infiltrati del FBI? Possibile?

<< dobbiamo andarcene prima possibile >>

<< e come? Vi sono un sacco di uomini che lavorano per Simon che... >> le parole mi muoiono in gola, quando la porta viene spalancata di colpo.

Edward balza in piedi pronto ad attaccare, ma poi si ferma quando vede Nancy alzare le mani in segna di resa, mentre chiude la porta dietro di lei con un calcio.

<< quelli del FBI stanno per fare irruzione. Edward devi tenere nascosta Bella da qualche parte. Simon è stato avvertito che ci sono dei strani tipi intorno alla villa e sta organizzando la sua fuga. Andatevene, ora >>

<< ma perché lo fai? >> domando io, mentre Edward mi prende per mano.

<< dovevo un favore a tua madre. Ma basta chiacchiere. Avremmo tutto il tempo per parlare. Ora andatevene su... >>

Edward annuisce e, tenendo sempre la sua mano intrecciata alla mia, corriamo via da quella stanza, la mia odiosa prigione.

Sento un esplosione proveniente dal piano terra che fa tremare l'intero palazzo e per un attimo, mi sembra che tutto sta per crollare.

Stanno venendo a salvarci.

Presto questa storia sarà conclusa.

Finalmente liberi.

Mentre corre, Edward stacca la sua presa su di me per colpire gli uomini di Simon che incontriamo nel nostro percorso. È una furia. Sta facendo quello che gli hanno insegnato da quando era piccolo.

E solo ora mi accorgo della terribile arma che è Edward.

No, smettila Isabella.

Mi vengono in mente tutte le volte che ha scherzato con me, mi ha preso in giro. Mi ricordo di quella volta in quella fiera, quando è si è divertito ad insegnarmi come sparare, ma alla fine invece di colpire quei stupidi barattoli, ho fatto scoppiare il palloncino di un bambino.

Ecco, voglio ritornare a quei giorni spensierati.

Stiamo salendo le scale, quando ad un tratto esce fuori da una porta proprio l'ultima persona che avrei mai voluto vedere in questo momento.

Edward si irrigidisce e riesco a percepire la sorpresa che prova nel vedere suo padre qui.

Oh, no!

Non sono pronta per affrontare tale conversazione, soprattutto non durante la nostra fuga.

Stringo con forza un lembo della maglietta bianca di Edward, troppo grande e che probabilmente ha preso in prestito da Dimitri, per ricordargli che io sono qui con lui, che ha il mio appoggio.

<< dobbiamo andarcene >>

<< hai ragione, papà >>

<< io e te. Lei rimane qui >>

<< va a quel paese >> ringhia immediatamente Edward, mentre io rimango paralizzata.

Come può voler salvare suo figlio ora, dopo che in questi mesi ha servito un mostro come Simon?

Che faccia tosta!

<< Edward, lei è una Stevens. Porterà solamente guai. È nel suo sangue.... >>

Deglutisco, abbassando subito lo sguardo per non dargli la grande soddisfazione nello scoprire che le sue parole mi hanno altamente ferito. Fa male! Molto male! Soprattutto perché ha ragione.

Ha dato voce ai miei pensieri.

<< non può essere! Sei stato tu a tradire Leonard e Valerie? Come hai potuto fare ciò? Dopo tutto quello che hanno fatto per noi? >>

Oh, Edward! Perdonami se sto rimanendo in silenzio. So che dovrei raccontarti la verità su mio padre e tua madre, ma non ci riesco. Sono una codarda, amore mio.

<< non possiamo parlarne ora. Vieni con me... >> Antony tira fuori una pistola e la punta su di Edward << … o ti uccido >>

So già che non sta scherzando.

In questi mesi è rimasto in silenzio, mentre suo figlio rimaneva torturato. Ormai ho capito che è capace di tutto e che le sue minacce non sono a vuoto.

Sono sempre stata una vigliacca.

Ma ti amo, Edward.

Non ti farà del male. Ha in mente qualcosa.

Non puoi competere con lui adesso, in queste condizioni, in cui non riesci neanche a correre senza zoppicare lievemente, dovendo badare anche a me.

Questo non è un addio.

Ci rivedremo quando questo inferno sarà finito.

Do un occhiataccia ad Antony e lui capisce subito quello che ho in mente di fare.

<< Giuralo che non gli farà del male. >> quasi urlo, rimanendo impassibile sotto lo sguardo interrogativo di Edward.

Annuisce lentamente con la testa.

Bene.

Sento in lontananza alcuni uomini urlare dando vari ordini per affrontare l'entrata in scena del FBI.

<< vai con lui >> mormoro e prima che possa anche solo reagire, gli do un bacio sulla guancia vicino alla sua bocca.

Lo spingo di lato ed inizio a scendere le scale, velocemente quasi inciampando nei miei passi.

Edward, c'è la faremo.

Voglio un futuro insieme a te.

Ma ad un tratto mi fermo quando sento il suono di uno sparo, proveniente proprio sul punto in cui ho lasciato Antony ed Edward.

Alzo lo sguardo, ma l'unica cosa che riesco a vedere è Edward che sta cadendo in ginocchio sul pavimento.

NO!

Cazzo, no!

Il mondo si ferma in quest'attimo di dolore.

Con le lacrime agli occhi, faccio un passo in avanti per correre da lui.

Non puoi farmi questo.

Non puoi morire.

Ti prego.

Alzati.

Corri da me.

Come hai potuto Antony, farlo?

Lo avevi giurato?

Che stupida sono stata io nel crederti.

Perdonami, Edward.

Ma qualcuno mi prende da dietro tappando la mia bocca con un panno bagnato.

Oh, no!

Tento di liberarmi.

Scalcio.

Mordo.

Ma niente.

L'uomo dietro di me è troppo forte.

Alla fine le forze iniziano ad abbandonarmi, non riesco più a tenere aperti gli occhi, il mio unico pensiero è che Edward si salvi. Ma sono un illusa.

Lui è morto.

È stato suo padre ad ucciderlo.

Il buio, inesorabilmente, mi avvolge trascinandomi via dall'Inferno intorno a me.


 

* *** *


 

Lentamente, riesco a riprendere il controllo del mio corpo, obbligandomi a svegliarmi per affrontare la realtà.

Un dolore alla testa mi fa quasi vomitare.

Sono in macchina e lo capisco dai sobbalzi sotto il sedere.

Sbatto le palpebre per mettere a fuoco,per vedere chi è la persona che sta guidando, sperando con tutta me stessa che sia uno del FBI.

Come vorrei che fosse mia sorella.

O anche Peter.

Anzi sarei felice anche sia Renee. Voglio fare pace con lei. Mi è mancata, proprio come Charlie. Alla fine sono stati la mia famiglia, mi hanno cresciuto in questi anni.

Quando la nebbia che avvolgeva la mia vista si dimena, mi rendo conto che chi sta guidando è Simon.

<< ti sei svegliata, maledetta >>

Oh, no!

Il mio incubo non è finito.

Tremo. Alla fine non c'è l'hanno fatta quelli del FBI.

<< volevi scappare con quel bastardo del tuo amante >>

Amante?

Edward!

L'ultimo ricordo che ho è lui che crolla a terra.

No, no, no.

Lui non può essere morto. Non può avermi lasciato da sola. Sa che io non posso vivere senza di lui, senza il suo amore.

Io....

<< adesso andremo in una chiesetta. È tutto preparato. Ci sposeremo >>

Io... non posso.

Ormai non ho più nulla per lottare.

Grazie, Simon. Sei riuscito a distruggermi, insieme ad Antony.

L'unico motivo per cui non mi sono uccisa in quei giorni di tortura, il motivo per cui non ho permesso alla pazzia di governare il mio corpo, è per lui, per il mio amore.

Ma lui adesso è morto. Ed io voglio raggiungerlo, dovunque lui stia, anche all'Inferno.

Se non possiamo stare insieme in questo mondo, allora staremo nell'aldilà.

Almeno lì, nessuno ci dividerò mai più.

Ma porterò con me anche qualcun'altro.

Distolgo lo sguardo da Simon per vedere la strada, anche se sono consapevole che non so dove ci troviamo. Osservo il segnale e sorrido: una curva.

Edward, aspettami. Sto per raggiungerti.

Mi tolgo la cintura di sicurezza e velocemente, con tutta la forza che ho, mi butto addosso a Simon mordendogli la mano e puntando la macchina addosso al lampione della luce.

Ma il mostro accanto a me, cerca di riprendere il controllo dell'auto.

<< stronza! >> mi urla addosso.

Ma ormai è troppo tardi.

La macchina sbatte ed io raggiungo Edward....


 

ANGOLO AUTRICE

Non lo so se qualcuno sta leggendo queste mie note, ma le voglio lo stesso lasciare, proprio come i vecchi tempi. Probabilmente sto parlando da sola xD

Forse può sembrare affrettato questo capitolo, ma è davvero così che doveva andare, era arrivato il momento di entrare in azione. Per quanto riguarda l'ultimo pezzo: tutti i membri della famiglia Stevens dovevano morire. È giusto così.

Ma davvero vi lascerò in questo modo?

Aggiornerò fra una quindicina di giorni, quindi a presto.

Un bacione enorme!

Bellina.


 

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Capitolo 27
*** capitolo 27 ***


Eccomi di nuovo qui!!!

Dai, non vi ho fatto aspettare tanto questa volta xD

Sono stata davvero commossa nel vedere che non vi siete dimenticate né di me né di questa storia.

Grazie mille!!! Non so che altro dire, mi avete fatto rimanere senza parole. Adesso scoppio di nuovo a piangere.... quindi è meglio che parlo del capitolo.

È stato un vero e proprio PARTO scriverlo, uno dei capitoli più difficili che abbia mai scritto. Entrare in mezzo al dolore che hanno passato questi protagonisti, cercare di descrivere al meglio i loro stadi d'animo è stata una vera sfida per me. Purtroppo vorrei dire che sono fiera di me, ma penso di non esserci riuscita a piano a descrivere. Ma ho dato tutta me stessa, e di questo mi sento fiera.

Spero con questo capitolo di riuscire a farvi un pochino emozionare e perché no? Anche commuovervi.


 

BUONA LETTURA!


 


 

27 capitolo


 

Pov Bella


 

Un dolore lancinante parte all'altezza della mia testa, quando tento di rimettermi in piedi. Osservo la macchina capovolta e mi chiedo come sono riuscita ad uscirne fuori. No, non posso avercela fatta da sola.

<< Bastardo! Muori figlio di puttana! >>

Questa voce, la riconoscerei ovunque anche se mi sento così confusa e disorientata. Tento di girarmi per vedere che cosa sta succedendo di lato a me, ma non riesco a muovermi. Sono completamente paralizzata.

Questo di certo non è il Paradiso, fa troppo male.

Ma se è l'inferno, dove sono le fiamme?

<< no, t... ti p... prego. Fermati >>

Simon!

Anche lui è qui!

Alloro questo è l'Inferno. Alla fine avevo ragione, sono un mostro come tutti gli Stevens.

<< è quello che ti meriti! >>

Edward!

Sei tu vero?

Ma dove sei?

Sento la tua voce, m non riesco a vederti.

Il rumore di qualcosa che cade mi fa sobbalzare.

Devo girarmi.

Devo capire che cosa sta succedendo.

Grugnendo dal dolore che provo ora non solo sulla tesa, ma in tutto il mio corpo come se tutte le mie ossa si fossero rotte.

<< questo è per quello che hai fatto Bella >>

Edward, vieni qui da me, ti prego. Mi sento malissimo, talmente male che penso che sto morendo se non sono già morta ovvio.

Altre urla e di scatto lottando contro questo dolore senza fine riesco a girarmi, schiacciando completamente il mio petto e stomaco sull'asfalto bagnato.

Edward è in piedi. Ha la maglietta bianca sporca e strappata in vari punti. Sta dando calci fortissimi a Simon buttato per terra che cerca di coprirsi la testa, ma lo stesso riesco a vedere che sta piangendo a dirotto come un bambino. Contro un albero vi è una moto che mi sembra fosse di Dimitri, ma non ne sono tanto certa.

Inizio a pensare che non siamo morti. Provo troppo dolore e se fossi morta non dovrei sentire nulla, o almeno credo.

No, siamo vivi.

Il mio respiro diventa agitato a questo penriero: siamo vivi. Vorrei ridere e piangere allo stesso tempo, ma l'unica cosa che il mio corpo mi permette di fare e chiudere per un attimo gli occhi.

Sono viva.

Edward è vivo.

Anche Simon è vivo o per poco. Se continua ad essere così malmenato, non penso che durerà per molto. È quello che si merita per quello che ci ha fatto patire. Alla fine esiste una giustizia divina.

Spalanco gli occhi per vedere il volto di mio cugino ricoperto da sangue e fango.

Mostro, ecco quello che ti meriti.

Mostro?

Come posso definirlo mostro se anch'io mi sto comportando come farebbe lui, uccidere il mio nemico.

No, Edward fermati. Abbiamo già troppi fardelli da parte dei nostri genitori da portare sopra le nostre spalle: quindi non possiamo aggiungere anche questo. Verremo schiacciati inesorabilmente.

Edward! Ma non mi esce nessun suono dalla mia bocca a parte un esile sospiro.

Mi sento così debole.

Ed inutile.

Non posso farcela.

Ma se non ci provo a fermarlo, non potrò mai più guardarmi allo specchio senza disgusto.

Cerco con tutte le mie poche forze di mettermi in piedi ma una scossa di dolore più forte di prima parte dalla mia gamba. Urlo e ritrovo in questo modo la voce.

<< Bella? >>

<< Edward, fermati ti prego. Non lo uccidere. Lo so come ti senti. Mi sento anch'io in questo modo. Ma... ma... ti prego, fermati. Sarà un peso troppo grande portare la sua morte su di noi. Non mi interessa più il passato. Io voglio un sereno futuro al tuo fianco. Voglio ricominciare daccapo insieme a te. Ma ti prego, non lo fare. Per quel bastardo, la morte è troppo poco. Dovrà passare la sua esistenza a ricordarsi ciò che ha combinato >> non lo so neanch'io come sono riuscita a formulare tali frasi. Non so neanche se mi ha sentito. Non so neanche se le ho dette ad alta voce o le ho solo pensato. Non so davvero niente.

Chiudo gli occhi. Non riesco più a tenerli aperto. Mi fa male da tutte le parti. Aiutatemi vi prego. Fa troppo male. Non voglio morire. Ho troppe cose da fare. Voglio vivere.

<< Bella, tra poco Rosalie e gli altri saranno qui. Non mi lasciare amore mio. >> la voce di Edward riesce a calmarmi un po'. Sento qualcosa di morbido ed umido accarezzare il mio viso con una dolcezza devastante.

Vorrei riuscire a parlare di nuovo per rassicurargli.

Dove posso andare senza di te?

La mia casa e dove sei tu.

Edward....


 

* *** *


 

<< VOGLIO VEDERE EDWARD! >> urlo per la millesima volta alla dottoressa che mi sta visitando e alle infermiere venute per aiutarmi.

Mi sono già svegliata da quasi sette ore, intontita, con tremila occhi a fissarmi come se fossi un qualche strano esperimento.

Sono davvero in brutte condizioni. Ho la gamba destra ingessata. Le braccia avvolte da fasce bianche e attaccati a varie flebo e macchinari. La mia fronte è bendata fin quasi agli occhi. In più ogni volta che respiro mi parte un dolore alle costole. Ma sono viva! Ed anche Edward è vivo. Sta nel mio stesso piano, a qualche stanza di distanza. Invece Simon non è ricoverato in questo ospedale, nascosto da qualche parte fino a quando non arriverà il giorno del processo.

Da quello che ho capito, ho dormito per tre giorni interi da quando siamo fuggiti da quell'inferno.

Ancora non ci posso credere che sia finito, che presto potrò iniziare una vita nuova, spensierata e lontana da esseri come Simon.

<< Bella, tesoro mio! >> Rosalie fa un grido talmente forte che temo possa rompere i vetri della finestra. Mi abbraccia e subito, anche se mi mordo le labbra un gemito fuoriesce dalla mia bocca. << scusami, scusami sorellina. Mi dispiace un sacco >>

<< non fa... ni.... niente >> la osservo quasi piangendo nel rendermi conto che sto di nuovo con lei, quando mi rendo conto di un piccolo particolare.... in realtà è bello grosso << ma la tua pancia? >>

<< ah, ho partorito circa un mese fa >>

<< oh, no! Me lo sono perso >>

Lei scuote le spalle.

<< adesso dove sta il bambino? >>

<< bè.... >> le sue guance diventano dello stesso colore dei pomodori. È strano vederla in imbarazzo. << … tu conosci Emmet, il cugino di Edward? >>

<< certo! Vi ho presentato io >>

<< pensavo all'inizio che fosse un idiota, ma... ma... non lo è. Quando non ha avuto più notizie di suo cugino, è venuto qua per scoprire che cosa sia successo. Stava attirando un po' troppo 'attenzione con le sue domande e quindi l'FBI l'ho ha preso sotto custode e gli abbiamo dovuto rivelare tutto. E mi ha colpito il fatto che invece di andare nel panico ha risposto “ Cazzo! Certo che Bella ed Edward ne combinano di guai!”. Si è mostrato così forte, diverso dal padre di mio figlio. Adesso sta a casa mia, ha deciso di diventare il babysitter di Marcus. >>

Non so che dire.

Lo so che dovrei essere felice che dopo tutto quello che ha patito per il suo ex, Rosalie abbia iniziato a rivivere, però mi fa male e mi fa anche arrabbiare sapere che mentre io stavo passando le pene dell'inferno lei era felice con Emmet.

Fa male sapere che mentre tu eri in prigione, la vita intorno a te è andata avanti, lasciandoti indietro.

Ci avrebbe potuto trovato prima, liberandoci da quella prigione, dagli sbalzi d'umore di Simon, dalle sue mani che mi feriscono...

Il fiato mi diventa agitato, mentre calde lacrime scorrono sul mio volto.

E se lui riesce a liberarsi?

Se i suoi uomini riescono a modificare le prove per non farlo andare in galera?

Verrà a cercare me ed Edward. Si vendicherà di quello che abbiamo fatto. Ci ucciderà questa volta senza pensarci due volte

<< Bella, calmati. Sei al sicuro. >>

<< no, che non lo sono. >>

<< Bella >>
Ma non l'ascolto.

Lei non può capire quello che abbiamo passato.

Può solo immaginare quello che mi ha fatto Simon.

Mi corpo il viso con le mani. Lei mi abbraccia con delicatezza, facendo appoggiare la mia testa sul suo petto, mentre le sue mani accarezzano i miei capelli.

<< perdonami, se ci ho impiegato così tanto tempo nel trovarti >>

<< pensavo che non saresti più venuta, che ti fossi dimenticata di me. È stato orrendo >> ora non devo più mostrare una forza che non ho, posso finalmente dare sfogo a tutta la disperazione, rabbia che ho provato in questo periodo. E voglio poter dimenticare quello che ho passato. Vorrei che esistesse una gomma in grado di cancellare tali ricordi. Ma non esiste purtroppo.

<< ecco qua che la nostra Bella s è svegliata >>

<< Peter! >> esclamo felice di vederlo e alzando le braccia per abbracciare anche lui. All'inizio rimane paralizzato sorpreso di questo mio gesto per poi ricambiare imbarazzato.

<< sai che sono incazzato nero con te? >>

Deglutisco, senza riuscire a rispondere.

<< mi sei scappata davanti agli occhi. Potresti diventare anche tu un agente.... >>

<< no, no. Non ci penso proprio >> e di questo ne sono pienamente certa. Non ne sarei in grado. Non è la mia vita.

<< Isabella! >>

A questa voce sobbalzo, sorpresa di vedere anche lei qui.

<< mamma? >> alla fine è stata lei la donna che mi ha cresciuto.

<< tu mi hai fatto invecchiare cent'anni a causa della tua marachella >> e mi abbraccia, dando una gomitata sia a Peter che a Rosalie per staccarle da lei.

Mi ricordo che quando ero piccola spesso mi abbracciava così, canticchiandomi ninna nanne stupide, stando accanto a me fino a quando non mi addormentavo.

Come ho potuto dimenticare i bei ricordi con lei?

Papà ci abbraccia me e mia madre, con una mano che tiene quella di Rosalie.

Adesso in questo momento dovrei dire: bene, sono finalmente a casa, ma purtroppo non è così.

Mi sento un pesce fuori d'acqua.

Sono felice di essere sana e salva, ma... ma.... ma mi manca qualcosa, anzi qualcuno.

Loro non posso capire quello che ho dovuto passare in questi mesi, alle torture fisiche e psicologiche che ho subito e che rimarranno indelebili dentro di me.

È come se anche se fossi qui, la mia mente non riesce a non pensare a Simon e a quello che potrebbe farmi se non viene arrestato.

<< voglio v... ved... vedere Edward >>

Lui è l'unico che può capire come mi sento perché l'ha vissuto con me.

<< Bella, non dire stupidaggini. Deve stare qui a letto a risposarti >> mi ordina mia madre irritata, ritornata la solita, mentre Rosalie sorridendomi sistema il cuscino.

<< no, no. Lo devo vedere. Devo controllare che sta bene. Devo.... vi prego voi non capite. >> il mio fiato è diventato agitato. E se non vogliono farmelo vedere perché è morto? << No, non può essere! Lui deve essere vivo! Vi prego, ditemi che è vivo! Anzi no, fatemelo vedere. No, non posso vivere senza di lui >>

<< Bella, Cristo santo, calmati. Lui sta bene. >> papà prende con decisione il mio viso tra le sue mani << adesso fai un forte respiro. Respira insieme a me. Calmati >>

<< ti prego, papà >> piagnucolo io con ormai gli occhi gonfi e la testa che mi gira << devo vederlo con i miei occhi poi farò tutto quello che vorrai >>

Un altro compromesso sono costretta a fare per vedere Edward, proprio come ho fatto con Simon.

<< Basta! Ha bisogno di vederlo! >> esclama Peter, l'unico in quella stanza forse in grado di capire come mi sento in questo momento. Mi prende in braccio, sotto lo sguardo sbigottito di tutti, mentre io mi mordo le labbra per non gemere di dolore. Con una delicatezza incredibile mi posa su una sedia a rotella, mandando a quel paese Rosalie quando tenta di fermarlo e dando un occhiataccia ai miei genitori.

Inizia a spingermi in silenzio, mentre io ho il cuore che batte a mille.

Finalmente potrò vederlo e constatare con i miei occhi se sta bene.

La sua stanza non è molto lontana dalla mia.

Senza bussare, entriamo e subito il mio cuore rallenta la sua corsa arrivando addirittura a non batterlo più. Sta dormendo. Sembra così giovane, quasi un bambino, nel letto dell'ospedale.

Riesco per fortuna a non scoppiare di nuovo a piangere, soprattutto quando vedo il suo livido sotto l'occhio, consapevole che sulla sua schiena vi sono cicatrici più brutte per non parlare di quelle psicologiche che Simon, Dimitri e quei bastargli ci hanno lasciato.

Ma stiamo adesso bene.

E stiamo insieme.

Peter mi spinge fino a che le ruote non sfiorano la gamba del letto.

<< vi lascio soli >> mormora lui al mio orecchio, ma io non rispondo.

Con le dita che mi tremano, sentendo un emozione che non ha parole per essere descritta, ma che mi lascia senza fiato sfioro la sua guancia con lentezza.

<< Bella >> mormora lui sorridendo per poi spalancare i suoi occhi.

<< Edward >>

<< la mia principessa >>

<< il mio rospetto >>

Non parliamo più.

Rimaniamo a fissarci.

La sua mano raggiunge la mia sul suo viso per stringerla.

Ho così tante cose da dire e chiedere, ma alla fine dico quella di cui ho più bisogno.

<< ti amo >>

<< anch'io ti amo >>

E questo ormai è certo.

Il nostro amore è forte, a resistito a tutto quello che abbiamo subito tenendoci in piedi e dandoci una forza incredibile.

<< pensavo che non ti avrei più rivisto. Quando... quando Antony …. lo sparo... ti ho visto cadere... >>

<< lo so >> chiude gli occhi ed un brivido scuote il suo corpo, facendomi capire che neanche lui è pronto a parlarne.

E forse non lo saremo mai. Ma non fa niente. Faremo finta che quello che abbiamo passato non sia mai accaduto. Ecco, un brutto incubo.

Ci amiamo.

Insieme saremo felice.

Me lo sento.


 

* *** *

Un mese e mezzo dopo...


 

Canticchiando tra me e me, sistemo il vaso dei fiori sul tavolo nel salone di casa di Edward. Ogni tanto tiro fuori il mio cellulare per vedere quanto ancora manca prima che lui venga.

Oggi finalmente lo hanno dimesso dall'ospedale. Io sono stata dimessa già quindi giorni fa e sono andata a vivere da Rosalie ed Emmet, ma ora che Edward è fuori potremo vivere insieme come una coppietta felice. È quello che ho detto anche il mio psicologico. A causa di quello che abbiamo passato, ci hanno consigliato anzi meglio sarebbe dire costretto ad entrambi ad andare da un psicologico (non lo stesso) per superare quello che abbiamo subito.

Lo ammetto, ancora adesso ho paura di uscire da sola di casa. Non ci riesco. Temo che Simon riesca ad evadere dalla cella o che un suo sicario mi uccida, anche se tutti i bambini-killer al suo servizio sono stati arrestati.

Sospiro.

Ma so già che quando io ed Edward vivremmo insieme tutto ritornerà come prima. Ed anche questo l'ho detto al psicologo.

Ma ne sei proprio certa che stai facendo la scelta giusta? Non è che ti stai aggrappando ad un amore.... . È da tanto che non vi baciate? “ le domande di quell'idiota del psicologo mi hanno fatto arrabbiare. Come può pensare che l'amore mio e di Edward sia finito? Lui non può capire che se siamo riusciti a sopravvivere e grazie al pensiero che dopo tutta questa storia avremmo potuto costruire il nostro felice futuro insieme.

E poi la questione dei baci, è vero che non ci siamo baciati più dalla casa di Simon, ma è anche vero che ci vediamo solamente in una stanza di un ospedale. Non è una bella cosa baciarci lì, non ci sembra giusto.

Ma so che questa notte sarà la nostra, anche se probabilmente rimarremo solamente abbracciati, progettando che cosa fare da questo momento.

Distolgo immediatamente lo sguardo dal vetro della finestra per non vedere la brutta cicatrice che mi è rimasta sulla fronte, così lucida, così evidente. Ho intenzione di farmi un intervento chirurgico – soprattutto ora che sono una delle donne più ricche.

Quella dannata cicatrice mi ricorda il passato ed io voglio solo dimenticare Simon, i miei veri genitori, la loro morte terribile, i loro peccati.... Tutto questo via da me!

Poi come se tutto ciò non fosse già troppo, questa mattina ho riavuto il ricordo della morte dei miei genitori, soprattutto perché mi ha lasciato senza parola, svenendo. E questo mi ha fatto capire che ho chiuso con la mia infanzia da Stevens. Se non me la ricordo, ci saranno dei motivi. Per questo alla fine quando mi sono ripresa dallo shock del terribile ricordo, ho indossato una maschera di indifferenza per la questione nascondendo il dolore, la rabbia e altri sentimenti relativi a quello che ho visto quando i miei genitori sono morti in una prigione dentro la mia mente, chiusa a chiave.

Rabbrividisco, imponendo a me stessa di non pensarci ora. Rosalie e Peter si staranno già occupando della questione, mentre io mi dedicherò completamente ad Edward anima e corpo. Per questo gli ho chiesto di rivelare la nostra scoperta domani.

Lo so che Edward si arrabbierà molto, ma abbiamo bisogno di una serata normale io e lui.

Amore mio, non vedo l'ora che sei qui.

Emmet e Jasper hanno subito deciso che sarebbero andati loro a prendere, mentre Alice ed Angela si sarebbero occupati di andare a comprare del cibo. Io invece mi sono occupata di casa, dandole una bella pulita. Alice mi aveva proposto l'idea di riempire ogni angolo dell'appartamento di piante così da dare allegria, ma io ho subito detto di no quasi strillandola. Me ne sono pentita immediatamente, prendendomi a schiaffi, ma per fortuna la mia migliore amica ha compreso che la mia reazione dipendeva da quei mesi passati con Simon. La sua casa era piena di piante e fiori da tutte le parti. Non riuscirei mai a vivere in un posto che mi ricorderebbe troppo quel periodo. Ed ecco per questo che ho deciso di vendere la casa dei miei veri genitori, senza neanche andarla a vedere. Renee mi ha detto di aspettare, che è un bellissimo palazzo, che un giorno potrei pentirmene di non essere andata a vedere la casa della mia infanzia, ma io ho risposto che voglio rompere qualsiasi legame con la famiglia Stevens. Stupidamente, penso che se rimarrò con il cognome Swan, potrei non diventare un mostro spregevole come sono stati tutti gli Stevens.

Sono stupida?

Sì, lo sono.

Sento citofonare alla porta e subito corro ad aprire gridando un “arrivo!”. Sarò proprio una brava padrona di casa e quasi scoppio a ridere a questo pensiero.

Apro la porta e quasi svengo. Pensavo che fossero Alice ed Angela arrivati con il cibo per la piccola festicciola. Ma di certo non mi aspettavo di vedere di fronte a me l'assassino dei miei veri genitori che mi punta una pistola addosso.

Indietreggio, spaventata, chiedendomi perché ogni volta che sono felice, che ogni volta qualcosa sembra andare per il verso giusto ecco che mi arriva la batosta in modo inaspettato e soprattutto dolorosa.

Non so che dire.

Non so neanche come abbia fatto a scappare dagli agenti del FBI venuti per acchiapparla.

<< tu non avrai mio figlio. Guarda che cosa gli hai causato, maledetta >>

<< Elisabeth, ti prego... >> ma come posso continuare tale frase, quando le sue parole accusano quello che già faccio da sola.

Se Edward non mi avesse amato, se non fosse venuto a Forks, non si sarebbe trovato in una prigione torturato fino a ridurlo in fin di vita. È tutta come mia. Non sono di certo migliore dei miei veri genitori. Quello è il mio sangue, il mio DNA.

<< ti devo uccidere, capisci? Io non voglio. Sei solamente una stupida bambina, ma devo farlo. Mio figlio è più importante di te. Lui è tutta la mia vita. Non può correre rischi a causa tua. >>

<< io lo amo Edward. >>

<< lo so, piccola mia. E so anche che lui ama te. Siete una bellissima coppia, ma non potete stare insieme. Tu lo capisci vero? >>

<< sì... >> annuisco con la testa e mi sembra di ritrovarmi di fronte a Simon.

Non riesco a muovermi.

Neanche a respirare.

<< lascia cadere immediatamente la pistola >>

Questa è la voce di Peter.

Per fortuna è qui.

<< se la uccidi, Edward non ti perdonerà mai. >>

<< ma lo faccio per il suo bene >> Elisabeth parla, senza però girarsi, con la pistola ancora puntata su di me.

<< non si riprenderà mai più nel sapere che sua madre ha ucciso la donna che amava più della sua stessa vita. Ti odierà. Desidererà la tua morte e la sua. Potrebbe anche decidere di uccidersi per raggiungere Bella. Ed è quello che vuoi? >> Peter continua, senza pietà, mentre la donna scoppia a piangere con tutto il suo corpo che trema.

<< io voglio solo il suo bene >>

<< allora lascia quella pistola >>

Per un attimo mi sembra che lo faccia, ma poi si blocca.

<< andrò in galera. >>

<< se ti dichiarerai colpevole, tenterò di fare qualcosa per te... ridurre gli anni >>

<< andrò in galera. Io non voglio andare in galera. Non ho fatto nulla di male >> poi sorride come se di colpo le sue paure fossero scomparse. È inquietante. SI muove con lentezza, portando la canna della pistola in bocca.

<< NO! >> urlo, ma è troppo tardi.

Cado in ginocchio piangendo, senza riuscire a distogliere lo sguardo sul cadavere il cui sangue sta sporcando tutto.

Sangue.

Altro sangue.

Altri morti.

<< mamma no >> l'ultima voce che sento è quella disperata di Edward, prima di svenire.


 

* *** *


 

15 giorni dopo...


 

Lo osservo mentre distrutto si accascia sopra la tomba di sua madre, piangendo a dirotto. Non l'ho mai visto così distrutto come in questo momento. Ed io mi sento così imponente. Non so che fare.

Dopo che sua madre si è suicidata si è allontanato moltissimo da me, come se ci fosse un muro a separarci, il quale ogni giorno diventa sempre più grande.

Ha bisogno di me, ma non so come abbattere il muro.

Tutti mi dicono che ha bisogno di tempo per riflettere, per rimettere al proprio posto quello che prova, ma io lo voglio aiutare.

Deglutisco e facendomi coraggio mi avvicino a lui.

<< vattene >>

<< Edward >>

<< vattene, ti prego. Non voglio che mi vedi così >>

Ma non lo ascolto. Mi inginocchio, abbracciandolo poi di dietro con la mia guancia sulla sua schiena. Rimaniamo in silenzio. Solamente i suoi singhiozzi rompono questo silenzio così carico di tensione.

Anche quando si calma, continuo a cullarlo fra le mie braccia, cercando di fargli capire che ci sono. Abbiamo scoperto che colui che ha aperto la sua prigione a casa di Simon non è stata Nancy come sospettavamo all'inizio, ma suo padre Antony, il quale dovrà scontare almeno dieci anni di prigione.

Peter mi ha detto che l'uomo non fa altro che tentare di uccidersi. Alla fine, nonostante tutto, amava ancora Elisabeth e si era preso la colpa di un assassino che non aveva fatto.

<< sto cercando una casa dove andare a vivere >>

Non mi risponde.

Chiude solamente gli occhi.

<< ho pensato che potremmo andare in Europa o anche in Australia. In un posto dove nessuno ci conosce così da poter cominciare da capo. Cancelleremo il passato e... >>

<< è finita >>

<< certo che è finita. Quello è ormai il passato. >>

Edward si alza di scatto e subito anch'io lo seguo, iniziando a comprendere che c'è qualcosa che non va. Non mi guarda negli occhi. Ha lo sguardo fisso oltre la mia spalla.

<< è finita >> ripete di nuovo, questa volta con un tono di voce più sicuro.

Finita?

No, non si riferisce alla questione Stevens.

<< mi stai lasciando? >> rimango sorpresa io stessa di essere riuscita a porre tale domanda in questo modo, quasi con freddezza, lontana dalle mie vere emozioni di panico.

Lo perderò se non sto attenta. Ed io non voglio perderlo. Non sono in grado di rimanere a galla senza lui, il mio salvagente. Affonderò.

<< non possiamo stare insieme. Non dopo tutto quello che è successo. Mia madre ha ucciso i tuoi genitori >>

<< zitto! >> urlo portando le mie mani sulle orecchie. So già ciò, ho visto Elisabeth ucciderli davanti ai miei occhi, nascosta all'interno di un armadio.

Edward però non mi da retta. Con forza, arrabbiato, mi prende le mani levandole dal mio viso.

<< tuo padre si scopava mia madre >>

<< per favore, zitto >>

<< Bella, come possiamo continuare a stare insieme dopo tutta questa merda! Anche se fingi che non sia mai successo purtroppo è successo. Non possiamo fa finta di niente. >>

<< ma io ti amo >> lo dico piangendo, non riuscendo a credere che ci stiamo per lasciare. Stringo un lembo della sua maglietta con forza, quasi strappandola.

<< anch'io Bella ti amo. Ma a volte l'amore non basta >>

Sa per allontanarsi da me e so che se non lo fermo in qualche modo, non lo vedrò più.

Veloce mi paro davanti a lui

<< il nostro amore è forte. Ci riusciremo. È vero. Dobbiamo parlare di quello che abbiamo passato. Hai ragione, ma insieme possiamo farcela. Ti ricordi quando scrivevamo come rospetto e principessa? Ti ricordi che mi dicevi sempre che io ero l'unica a capirti davvero? >> deglutisco per togliermi quel nodo alla gola che mi sta stringendo al ricordo di quei pomeriggi spensierati la cui mia unica preoccupazione era andare bene a scuola. << anche ora nessuno riesce a capire, neanche quegli idioti medici. Tu sei l'unico che può capirmi proprio come io posso capire te. Insieme sopravviveremo anche questa. Solo il nostro amore è riuscito a tenerci in piedi nonostante tutto quello che abbiamo subito. Insieme possiamo farcela. >>

Ma lui non mi risponde.

Abbasso lo sguardo, sconfitta, alla ricerca disperata di qualche appiglio per non cadere in questo tunnel oscuro.

Ad un tratto sento le sue mani sul mio viso. Me lo solleva. Il mio cuore inizia a battere di speranza. Le sue labbra delicate scivolano sulle mie in un bacio di dolcezza.

<< insieme possiamo farcela >> mormora lui ed io annuisco più volte con la testa.

<< ritorneremo come prima >>

 

* *** *


 

Un singhiozzo fuoriesce dalle mie labbra mentre Edward inferocito dal mio comportamento inizia ad urlarmi addosso.

<< bene. Se non mi vuoi Bella basta dirlo. Andrò a cercare qualcun'altra >>

<< no, ti prego non andartene >> piango disperata coprendo il mio volto con il braccio, mentre con l'altro cerco di nascondere la mia nudità. Questo non fa altro che aumentare la sua rabbia.

Siamo sdraiati sul pavimento nel nostro nuovo appartamento. Avevamo deciso finalmente di fare di nuovo l'amore, così da battezzare la nostra nuova vita insieme.

Mentre lui era uscito per comprare qualcosa da mangiare, io, per distrarmi dalla paura che lui non ritorni più da me, ho deciso di mettermi a pulire per la millesima volta l'apartamento per poi accendere alcune candele così da creare un'atmosfera romantica. Invece ho fatto un grossissimo sbaglio.

Quando lui è tornato a casa ha iniziato a dare di matto. Pensavo che avesse superato la sua paura per il fuoco, invece è ancora una lunga strada. Le ho spente immediatamente, ma lui me l'ha strappate dalle mani per lanciarle poi dalla finestra.

<< ti prego, non mi lasciare >> continuo io senza riuscire a calmarmi, a porre un freno a queste mie dannate lacrime. Ho paura. Ho un enorme paura. Se Edward esce potrebbe essere ucciso. Oppure potrebbe entrare in casa uno dei sicari di Simon e farmi del male. Anche se so che quel bastardo è all'interno della prigione, ho sempre il terrore che uno dei suoi uomini possa venire qua e vendicarsi della fine del proprio padrone. E per questo dormo poco la notte. Rimango sveglia, a contare i secondi che passano. Sono costretta a prendere non so quante gocce per riuscire a dormire qualche ora.

<< che cazzo vuoi da me, Bella? >> mi scuote le spalle con cattiveria.

<< Voglio che sei gentile con me, che mi abbracci, che mi dici che andrà tutto bene >>

<< andare bene? Secondo te stiamo andando bene? >> e sbatte il pugno sul pavimento facendomi sobbalzare dalla paura. << devo uscire da qui. Non riesco a sopportarti ora. >>

<< no, per favore, rimani qui >> lo bacio con foga mischiata al terrore.

Lui ricambia invece con rabbia, schiacciandomi sul pavimento con il suo peso. Una sua mano mi stringe il seno, con l'altra invece mi sposta la frangetta che ho fatto crescere per nascondere la mia cicatrice.

Una su gamba si intrufola tra le mie per allargarle. Sento la sua erezione avvicinarsi di nuovo nelle mie pieghe.

Ma ad un tratto mi sembra di stare di nuovo in quella prigione e che invece di Edward sopra di me ci sia Simon.

Tu diventerai mia moglie

No, non voglio.

tranquilla, crescerò il nostro figlio “

<< no, lasciami. Vattene mostro! >> esclamo, iniziando a dare calci e graffiando la sua schiena.

Ad un tratto, qualcosa di forte come tenaglie bloccano i miei attacchi inutili, deboli, facendomi male.

<< bene. Finalmente lo hai detto! >> esclama e subito capisco il grave sbaglio che ho commesso.

Oh, no!

<< Edward, no, no no. Te lo giuro, non c'è l'avevo con te >>

Mi fissa e nel suo sguardo vedo solo un odio profondo nei miei riguardi, ma so che oltre a tale sentimento c'è il dolore di un uomo distrutto e che sto distruggendo con i miei continui sbagli.

Si mette seduto sui talloni, cercando una sigaretta nelle tasche dei suoi jeans. Ha preso la cattiva abitudine di fumare spesso, anche se sa che odio l'odore di fumo.

<< quindi mentre cerco di scoparti, tu pensi ad un altro? >>

<< no, non è questo >>

Come posso dirgli che ero pronta ad andare a letto con Simon pur di proteggerlo?

<< e allora che cazzo c'è? >> sbraita ed io mi faccio piccola piccola, stringendo il mio corpo con la speranza di diventare invisibile ai suoi occhi.

Vorrei riuscire a raccontargli quello che ho passato in quei mesi, a spiegare che anch'io come lui ho subito una tortura, ma ogni volta che ci provo – sono poche lo ammetto- le parole mi muoiono in gola. Non voglio che capisca l'essere meschino che sono stata, che ho cercato di essere gentile e dolce con quell'essere. Gli ho anche detto che lo amo.

Tutto questo Edward non lo accetterebbe mai.

Lo considererebbe tradimento,

Mi domando se continuerebbe a baciarmi nel sapere che quelle stesse labbra hanno toccato quelle di quel mostro.

O se continuerebbe a guardare nel mio corpo con ardore sapendo che è stato schiacciato da quello di Simon?

Ho troppa paura nel dare risposte a queste mie domande.

<< è il mio corpo, vero? >> la sua voce adesso sembra calma, come se tutta la rabbia di prima fosse evaporava via dalla sua anima e questo è ancora peggio. Preferisco che mi urla addosso, rispetto a questa freddezza. Freddezza che serve a nascondere il suo tormento da me. << provi disgusto >> Non è una domanda.

Che cosa stai dicendo?

Non è vero.

Inghiotto le parole cattive che mi stavano per uscire, picchiandomi mentalmente. Sono stanca di litigare sempre con lui. Farei di tutto per ritornare a circa un anno fa, al nostro punzecchiare a vicenda, ai pomeriggi passati ad esplorare il corpo dell'altro....

<< sai che non è vero? >>

<< ah, lo so? >> è ancora calmo, distante da me. Cerco di accarezzare la sua mano, ma lui subito l'allontana ammonendomi con una sua occhiataccia << allora perché è tutto buio? >>

<< volevo farlo a lume di candele >>

<< sai che non sopporto troppo il fuoco >>

Già, lo so, ma nonostante questa mia consapevolezza ho lo stesso voluto rischiare, ferendoti. Ed ecco che ho ricevuto anche la mia punizione per la mia stupidaggine.

Pensavo che con questa notte, avremmo chiuso con il passato.

Pensavo che eravamo abbastanza forti da iniziare a costruire le basi di una nuova vita.

Sono una sciocca? Sì, lo sono. Ma sono solamente una sciocca innamorata.

<< bene, amore >> ma calca talmente tanto la parola “amore”, gettando un disprezzo che mi lascia disorientata ed impaurita.

Di colpo, inaspettatamente, le luci del lampadario vengono accese, accecandomi.

Edward si siede accanto a me togliendomi il braccio con il quale mi ero coperta gli occhi per proteggermi dalla luce.

<< guardami, cazzo >>

Ed io lo faccio.

Osservo il suo volto, il suo meraviglioso volto, per poi scendere lungo il suo corpo da David sentendo altre lacrime prossime a fare il loro ingresso nel soffermarmi nelle cicatrici che deturpano la sua pelle. Cicatrice fatte con il fuoco e le frustate che ha ricevuto per causa mia.

<< mi dis... dispiace >> mormoro, avvicinando le mie mani per accarezzarlo, ma lui subito indietreggia come un animale spaventato.

<< no, non voglio la tua pietà >>

<< che cosa vuoi da me? Dimmelo e lo farò... >>.... basta che non mi lasci.

<< che mi guardi come facevi prima di tutto questo schifo >>

<< ma io ti amo lo sai. Non è cambiato... >>

<< cazzo, smettila di ripetere in continuazione che mi ami. Mi fa venire la nausea >>

<< e allora che vuoi che faccia? >>

Non mi risponde.

Vorrei poterlo abbracciare, per poi baciare tutte le sue cicatrici, ma ho paura di una sua possibile reazione, che mi caccia via di nuovo. E quindi, in modo vigliacco, rimango ferma aspettando che avvenga un Miracolo.

<< mi ami? >> ho bisogno di sentirmelo dire.

Ho bisogno di qualcuno che mi ami nonostante l'essere spregevole che sono, nonostante nelle mie vene scorre il sangue dei Stevens.

<< a volte vorrei riuscire a smettere di amarti. Sarebbe più semplice lasciarci >>

No, non lo dire questo. Ti prego.

Non potrei sopravvivere senza di te.

<< ci stiamo distruggendo >> Edward si alza e va nella camera da letto, mentre io scoppio di nuovo a piangere maledicendo la famiglia Stevens.


 

Angolo autrice

Questo capitolo è stato davvero un lavoraccio per me. È stato difficile cercare di immedesimarmi in loro due, a quello che provano quando ritornano a “vivere” fuori da quella prigione.

Lo ammetto, ho forse un po' affrettato alcuni fatti come ad esempio la storia di Elisabeth. Avrei dovuto soffermarmi di più. Però ho pensato che dopo 27 capitoli, era arrivato il momento di svelare questa verità.

Inoltre alla fine ho deciso di effettuare una scelta e dedicarmi in questo capitolo alla parte psicologica dei personaggi, alla lunga strada che dovranno percorrere.

Spero di non avervi deluso troppo.

Per quanto riguarda il prossimo capitolo sto decidendo se mettere già l'epilogo o scrivere altri capitoli (non tanti perché siamo arrivati alla fine).
Un bacione enorme!!!
Bellina

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Sogno perverso in corso. Aggiornamento ogni domenica.

Il mio gattino conclusa.

Io e te? conclusa

Le strade del destino Os, che presto diventerà una storia.

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