can you be my nightingale?

di MocoMengs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


MARCO
Udii la voce di Marta che risuonava dal fondo della tromba delle scale -Dai, Marco, muoviti che è già tardi, non aspettano mica tutti te!!- -Si, adesso, vado un attimo in bagno e arrivo!- in realtà ero appena uscito in quel momento dal bagno e dovevo ancora vestirmi, ma tanto ormai era risaputo che fossi un ritardatario e anche Marta sapeva che avrebbe dovuto aspettare almeno altri 10 minuti. Per la verità non avevo neanche molta voglia di andarmene da Milano proprio in quelle belle giornate di sole in quella lunatica primavera, ma anche questa volta, come l’ESC dell’anno precedente, si presentava un’ottima occasione per farsi conoscere all’estero e anche per far amicizia con tanti cantanti stranieri. Questa era una competizione mondiale, ovvero partecipavano solo i grandi paesi della musica mondiale: USA, Italia, Inghilterra, Spagna, Francia, Portogallo e Germania. Venivano portati da ogni stato 4 rappresentanti e nella prima fase la giuria avrebbe scelto uno dei quattro di ogni stato per poi disputare la finale contro gli altri stati. Così quel giorno sarei partito per New York portando alto il nome dell’Italia.
Ero finalmente pronto, presi le valigie e con un sospiro inchiavai il portone di casa e scesi anche questa volta pronto a subire le lamentele di Marta. Dopo una litigata amichevole, per la strada verso l’aeroporto, iniziò il quarto grado del colonnello –Marco sei pronto per spaccare tutto e vincere??!!?!- già non ero dell’umore adatto, infatti le risposi con un tono un po’ acido –Di già non vedo l’ora di tornare a casa mia!!- lei fece finta di nulla –Si, magari con il trofeo tra le mani!- io rimasi in silenzio, quella mattina ero un po’ strano, o forse avevo solo paura, solo un po’ di sana ansia da prestazione che mi rendeva agitato. Il fatto era che a me sarebbe piaciuto da morire vincere era ovvio e loro sarebbero stati ancora più contenti di me! A chi mi riferisco? Ai miei fan, all’Esercito, che tifa sempre per me con tutto il cuore e io non smetterò mai di ringraziarli, ma il problema era che non era un’impresa così facile, anche se, se mai avessi vinto, sicuramente avrei dedicato a loro la vittoria! Non volevo certo deluderli!
 
DEMI
Quella mattina mi svegliai estremamente felice, pronta per una nova competizione. Sarà che ero strana io, ma non mi era mai capitato di agitarmi prima delle competizioni, sarà stato un mio difetto ma nella mia vita non avevo mai puntato alla vittoria, il mio obbiettivo era sempre stato quello di andarmene con il sorriso sulle labbra e il cuore palpitante di gioia, diciamo che la vittoria rimaneva sempre il secondo obbiettivo, perciò riuscivo a rimanere sempre molto calma. Non vedevo l’ora di conoscere tutti i partecipanti e mi sarebbe piaciuto che tutti avessero cantato nella lingua originale, ma ciò non era possibile, tutti in inglese,lingua internazionale. Avrei tanto voluto anche aver ascoltato prima tutte le canzoni dei concorrenti, ma anche in questo caso non potei perché, ad esempio, dell’Italia non conoscevo nessun cantante, neanche per sentito nominare, anche perché in realtà non mi ero mai interessata, prima di allora, alla musica italiana e ai suoi artisti.
Qualche ora dopo partii per New York, dove si teneva la competizione, in aereo. In quelle ore pensai soltanto ai miei fans, che in certi casi avrebbero quasi dato la vita per me. Così, per la prima volta nella mia vita, decisi di pormi come primo obbiettivo la vittoria da dedicare esclusivamente a loro! Mi dovevo impegnare perché tutto ciò non era affatto facile.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


MARCO
Arrivammo in aeroporto, fortunatamente, giusto in tempo per il check-in e per salire a bordo, gli altri tre cantanti erano già su. Oltre a me tra i rappresentanti italiani c’erano: la più giovane, Greta, e anche l’unica ragazza, che era arrivata 2° l’anno precedente ad Amici, il mio amico-cantante Nesli, il quale credo sia un bravissimo compositore oltre che ottimo cantante e per ultimo il rapper Fedez che a me non è mai stato simpatico, ma lasciamo correre. Comunque io mi sedetti al mio posto, vicino al colonnello, per affrontare le 12 e passa ore di aereo: avrei sclerato di certo, e così fu!
Dopo 4 ore dalla nostra partenza ero già stanco e cercavo una posizione per dormire, ma appena ne trovavo una, dopo 2 secondi mi accorgevo che era scomoda e così mi dimenavo di qua e di là sul sedile senza sosta. Marta ad un tratto sbottò –Basta però, a Marco!! So 10 minuti che non stai un attimo fermo! Te la vuoi smette??!!- -Ma non ce la faccio più a sta su st’aereo!- lei mi guardò con una faccia di rimprovero come farebbe una mamma al suo bimbo capriccioso –Marco hai 25 anni, sopporti!! Sei peggio dei bambini!!- così feci una di quelle smorfie da sclerato con dei versi strani, almeno in quel modo mi divertivo un po’.

Finalmente eravamo arrivati a destinazione. Appena scesi prendemmo un taxi che ci portò all’hotel per posare le valigie. Dopo saremmo dovuti andare al Red Carpet e sfilare con la nostra bandiera d’origine.
 
DEMI
Arrivai a destinazione nel pomeriggio, posai con calma i miei bagagli in camera, nell’hotel dove alloggiavano tutti i concorrenti, ma essendo arrivata abbastanza in anticipo mi riposai un po’ prima di presentarmi al Red Carpet. Iniziai a farmi qualche foto un po’ stupida, dovevo passare il tempo e poi così in futuro avrei sorriso rivedendo quelle foto infantili. Non avevo nulla da fare, così almeno mi divertivo un po’ e magari più tardi le avrei postate sulla pagina ufficiale e avrei informato i miei fans del viggio.
Ero curiosa di scoprire chi dormisse nella camera accanto alla mia, avevo tanta voglia di fare nuove amicizie! Circa un’ora prima dell’orario stabilito iniziai a prepararmi, mi feci una bella doccia rinfrescante e scelsi un vestito verde acqua abbastanza morbido di quelli corti avanti e più lunghi dietro, sui piedi un paio di sandali tacco 12 intrecciati sulla caviglia che mi slanciavano un po’, poi, dopo essermi truccata, mi misi una di quelle fascette tipo Hippy che stavano tornando di moda e che a me piacevano tanto. Ero pronta! Guardai l’orologio.. ero in ritardo!! Presi la mia bandiera a stelle e strisce e uscii trafelata dalla mia stanza. Il Red Carpet stava aspettando solo me, o forse no.. infatti infondo al corridoio vidi un ragazzo moro, abbastanza alto con jeans, una giacca e delle scarpe sportive. Non l’avevo mai visto prima, affianco a lui c’era una ragazza, forse la sua manager, poi pensai che il mio sicuramente era arrabbiato e mi stava aspettando di sotto alla hall dell’hotel. Mi misi a correre giù per le scale dato che quel ragazzo aveva preso l’ascensore, ma quando arrivai di sotto non c’era nessuno, sarei sicuramente arrivata in netto ritardo o peggio non sarei arrivata affatto!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


MARCO
Sotto l’hotel salimmo in auto, ma un istante prima di partire vidi una ragazza che stava aspettando lì fuori, aveva un aria preoccupata e scorgendo la sua bandiera tra le mani capii che anche lei avrebbe partecipato alla competizione come me. Era americana e io non l’avevo mai vista prima di allora. Mi rivolsi all’autista –Scusi, potrebbe accostare un attimo, lì vicino a quella ragazza?- fece esattamente ciò che gli chiesi, abbassai il finestrino e presi la parola non pensando al fatto che non mi avrebbe capito se avessi parlato italiano –Ciao, ti diamo un passaggio noi! Dai Sali!- lei mi guardò un po’ confusa poi disse –I don’t speak italian..- così chiesi alla mia traduttrice di spiegarle la situazione perché essendo un ignorante in inglese non sapevo dirglielo. Mentre loro parlavano io la guardai attentamente: era molto carina, il suo viso così solare e sorridente, il suo corpo così perfetto. Finalmente si convinse e salì, si sedette accanto a me e con l’aiuto della traduttrice mi presentai –Piacere, io sono Marco!- cercai di fare una faccia simpatica, ma non troppo stupida, intanto lei mi sorrise e quel suo sorriso così prorompente mi contagiò. –Hi, I’m Demi, nice to meet you!- mi sforzai di capire senza chiedere aiuto e fare brutta figura e quella volta ci riuscii. Chiacchierammo un po’ durante il tragitto e lei cercò sempre di esprimersi con parole elementari affinché io capissi qualcosa.
Arrivammo proprio di fronte al Red Carpet pronti per la nostra sfilata, ma il problema era che entrambi eravamo in ritardo, infatti le nostre squadre erano già molto avanti, verso la fine. L’autista aprì la portiera e tutti i riflettori vennero puntati su Demi, era veramente bellissima e il verde acqua le donava parecchio. Appena scesi io, subito dopo di lei, sentii i telecronisti che farfugliavano qualcosa e ridevano, ma lì per lì non capii, afferrai il concetto un po’ dopo –Ecco a voi.. ohohoh Demi!! Ma.. aspettate un attimo, c’è qualcun altro con lei, chi sarà mai? Il suo manager forse?? Niente affatto, ma.. quello.. è Marco!! Si è proprio lui! E cosa ci fanno Demi e Marco nella stessa auto?!?!? Noi possiamo solo fare delle ipotesi.. ahahhaha- mi voltai e vidi Demi completamente rossa in viso, diceva qualcosa verso il pubblico e i giornalisti, seppi più tardi che rispondeva ai telecronisti smentendo i loro errati pensieri –E’ stato solo un caso, ci siamo appena conosciuti!-.
 
DEMI
Fortunatamente la sorte era dalla mia parte, infatti con mia grande sorpresa un taxi si avvicinò e si affacciò dal finestrino posteriore quel ragazzo moro che avevo visto prima. Appena scorsi il suo viso successe qualcosa di strano dentro di me, non so bene cosa, forse una reazione chimica? Chi lo sa!
Disse qualcosa nella sua lingua e io ovviamente non capii, così con un espressione un po’ perplessa gli spiegai che non parlavo italiano, perciò la sua traduttrice parlò al posto suo –ti va di venire al Red Carpet con noi?? Altrimenti ti si fa tardi!- intanto mi accorsi che quel ragazzo mi stava fissando con quei suoi occhi così profondi color cioccolata, mi sentii un po’ osservata e velocemente accettai la proposta. Salii in auto e mi sedetti accanto a lui, era davvero carino anche se mi sembrò un po’ impacciato per il fatto che conosceva poco l’inglese e ancor meno capiva l’americano. Gentilmente si presentò –Piacere, io sono Marco!- io gli sorrisi perché lui cercava di fare una faccia simpatica, ma allo stesso tempo era davvero buffo. Ero curiosa di sentirlo cantare, ero convinta che fosse molto bravo.-Hi, I’m Demi, nice to meet you!- gli ci volle un po’, ma poi capì, mi accorsi che si sforzava così tanto da solo e non chiese mai l’aiuto della traduttrice durante tutto il tragitto.
Eravamo arrivati, l’autista aprì la portiera e io scesi per prima seguita da Marco. Subito i telecronisti dell’evento si meravigliarono non capendo perchè io e Marco ci trovavamo sulla stessa auto e iniziarono ad avere strane idee che io cercai di smentire immediatamente, spiegando che era solo un caso e che c’eravamo appena conosciuti. Credo che non riuscii a convincere i giornalisti, oppure se ci riuscii fu solo per miracolo perché quando dissi quelle parole avevo il viso rosso fuoco dall’imbarazzo.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


MARCO
Sfilammo su quel tappeto rosso acceso, eravamo solo noi due in quel momento sotto i riflettori perchè gli altri già erano entrati e noi.. i due ritardatari. Io cercai di non fermarmi troppo a parlare con i giornalisti, non ne avevo alcuna voglia. L’unica cosa che dissi è che salutavo con affetto tutto l’Esercito, ovvero i miei fans. Demi al contrario fu molto disponibile con tutti e io da gentiluomo l’aspettai infondo prima di entrare. Mentre parlava e si muoveva da un giornalista all’altro io la fissavo incantato dal suo dolce modo di atteggiarsi e dai suoi passi così leggeri ed eleganti. Avevo una strana adrenalina dentro, volevo sapere tutto di lei, non sapevo assolutamente chi era, ma lo volevo scoprire, il mio animo non si dava pace. Ma tutto ciò era ancora troppo poco per capire quello che realmente stava accadendo.
Finalmente aveva finito, ora si dirigeva verso di me, in quel momento dimenticai tutto ciò che ci circondava, per me c’eravamo solo noi due, io e lei, lei di fronte mi sorrideva provocando in me una gioia immensa. Tornai alla realtà, fece un’espressione dolce per ringraziarmi di averla aspettata, poi io gentilmente le feci segno di passare avanti come un vero cavaliere fa con una dama e lei apprezzò anche quel gesto con un –Thank you, Marco!- era il minimo che potessi fare.
Appena fummo dentro ci salutammo un po’ di sfuggita perché ognuno doveva raggiungere i suoi compagni di stato. Poco più in là scorsi Greta un po’ in disparte e Fedez che conversava, non so riguardo cosa, con Nesli. Subito quest’ultimo vedendomi mi tirò un’occhiata amichevole ma allo stesso tempo anche un po’ di rimprovero –Dove eri?!?! Ti stiamo aspettando da non so quanto! Allora è proprio vero che arrivi sempre in ritardo!- io sorrisi un po’ in imbarazzo e alzando lo sguardo vidi Fedez che se la rideva di gusto per prendermi in giro, ma feci finta di niente e mi voltai verso Nesli che continuava a parlarmi –A Marcooo! Cominci subito??!? T’ho visto sa.. con quella là, siete venuti in macchina insieme!! Ahahhaa!- -Gli ho dato solo un passaggio all’hotel perché era in ritardo anche lei e il suo autista non era ancora arrivato!!- -Si, si, come no.. questo che fa il finto gay alla fine ce frega tutti!! Ahahaha..- sorrisi, ma non risposi, infondo aveva ragione, io avevo già conosciuto una bella americana!
 
DEMI
Sfilammo entrambi per quel lungo tappeto. Lui ci impiegò a mala pena qualche minuto, andava avanti a passo deciso cercando di non fermarsi troppo con i giornalisti, invece io facevo l’esatto contrario, mi piacevano le domande che mi porgevano. Ad un tratto mi si presentò affianco un giornalista –Ehi, Demi! Ti vedo proprio in forma! Tutto bene??- -Si, si, alla grande, pronta per la competizione!- -Ovviamente punterai alla vittoria??!!- -Si, questa volta!! Sarà dura, ma ce la posso fare, credo nelle mie capacità e quando mi ci metto non mi arrendo facilmente!- -Cosa vuoi dire ai fans?- -Primo, li saluto tutti e mando un bacio forte- posai le mani sulle labbra e scoccai un bacio verso le telecamere –Poi, se vincerò, la vittoria sarà dedicata esclusivamente a loro!- -Grazie mille Demi! In bocca al lupo allora!- -Crepi!- quello fu l’ultimo.
Avevo finito e mi dirigevo verso la fine, quando alzando lo sguardo vidi Marco, mi stava aspettando, chissà da quanto! Il fatto che mi avesse aspettato mi rese particolarmente felice e lo ringraziai con un sorriso. Appena gli fui vicino mi fece segno di passare avanti scostandomi la porta, questa volta me la cavai con un semplice ma dolce –Thank you, Marco!-. Lo guardai un attimo prima di salutarci un po’ di sfuggita e mi accorsi che era ancora più felice di me, ma in quel momento non sapevo il motivo e neanche mi passava lontanamente per la testa.
Infondo dietro tutti gli altri c’erano i miei compagni americani, per quanto mi consideravano non si erano neanche accorti della mia assenza. Non mi salutarono, né fecero segno di avermi vista, ma a me non importava, come si era dimostrato ero brava a fare amicizia e sicuramente non sarei stata sola in quella settimana, almeno speravo.
Marco mi incuriosiva parecchio come ragazzo, era molto gentile ma anche un po’ strano, non so come spiegarlo, nulla di negativo nella sua stranezza, unico nel suo genere, uno di quelli che va spesso contro corrente e per questo si distingue dagli altri. Avevo una voglia pazza di conoscerlo, diventare sua amica, ma allo stesso tempo avevo paura che già si fosse dimenticato di me o che magari io per lui contavo meno che zero. Comunque in quel momento, mentre aspettavo, mi isolai tra i miei pensieri e i miei sogni irraggiungibili.
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


MARCO
Stando attenti che nessuno mi scoprisse, la fissavo. Un po’ distaccata dal resto del gruppo con la testa un po’ tra le nuvole un po’ sulla terra sembrava dire –Io non sono come loro, io sono diversa.- in effetti gli altri tre americani si assomigliavano molto nel loro modo di comportarsi assolutamente opposto al suo. Quei tre facevano di tutto per mettersi in mostra e vantarsi della loro breve e insignificante carriera. E infatti lei era diversa, non aveva bisogno di tutto ciò, di crearsi un’impalcatura, lei era vera e avrei scommesso, pur non avendola mai ascoltata, che dalle sue tenere labbra sarebbe uscito un suono divino senza stonature, pieno di passione.
Greta, appena risorta dai suoi pensieri, mi colse con le mani nel sacco –Che hai tanto da fissare?! Chi guardi??- io mi destai di scatto e arrossii imbarazzato –Nessuno.. stavo solo pensando- -Non credo.. Demi, giusto?- -Si.. sgamato!- sorrisi, ormai mi aveva scoperto. –Allora che mi dici di lei?- -Ci siamo appena conosciuti.. non iniziamo con le esagerazioni!- -Ma il tuo sguardo è abbastanza chiaro, non mi inganni!- fortunatamente una voce proruppe sopra tutte le altre interrompendo quell’imbarazzante discorso –Ragazzi, per stasera è tutto, potete andare a cena o dove volete, poi qui alle 23.30 verrà allestito nel salone principale un bar con dei tavolini e musica, tutto offerto da noi! Grazie e buona serata.-.
Pian piano tutti uscivano e noi ci dirigemmo prima in albergo per sistemarci per la cena. Greta mi fulminò con lo sguardo –Questa volta te la sei scampata, finiamo il nostro discorso a cena!- -Allora stiamo tutti insieme?- -Si, abbiamo detto così! Alle 20.30 sotto alla hall, puntuali!!- -Ok, ci sarò, se non mi vedete arrivare venite a rimproverarmi in camera! Ahahahaha!!-.
 
DEMI
Non so per quanto tempo rimasi con la testa tra le nuvole, forse 1-2 o 10 minuti, comunque fino a che una voce non fece calare il silenzio per tutta la stanza informandoci che potevamo andarcene e che, per chi volesse, dopo cena veniva offerto un after nel salone principale. Io decisi di tornare in hotel prima di andare a cena. Nella strada di ritorno dei brutti pensieri inondarono la mia mente: quella sera sicuramente sarei stata a cena da sola, oppure ancora peggio, io e il mio manager, infatti ultimamente non andavamo molto d’accordo e dal momento che il giorno successivo sarebbe iniziata la gara di sicuro mi avrebbe riempito la testa di raccomandazioni probabilmente inutili e non avrebbe fatto altro che mettermi ansia. Di stare con gli altri americani non ci pensavo affatto, così uscendo dalla camera dell’albergo stavo accettando il fatto che sarei andata da sola, ma fortunatamente arrivò un angelo a salvarmi. Sentii una voce alle mie spalle –Ehi, Demi!- mi voltai e vidi Marco che stava uscendo dalla stanza accanto alla mia –Hi, Marco!- così cercò di parlarmi in inglese –Ti va di venire a cena con me e i miei compagni?- finalmente quel senso di solitudine, che provavo poco prima, se ne andò e con un sorriso gli risposi –Of course!-. Prendemmo l’ascensore insieme, ma entrambi, un po’ imbarazzati, non parlammo fino a che non arrivammo dai suoi connazionali e Marco mi presentò –Ehi ragazzi, questa è Demi!- -Piacere, io sono Greta- -E io Nesli!- io timidamente risposi –Nice to meet you..- poi Marco disse loro qualcosa –Ma.. Fedez dov’è??- -Ha detto che stasera non scende per cena, è troppo stanco- -A.. capito. Allora, dato che avevamo prenotato per 4, va bene se al suo posto viene Demi? Altrimenti sta sola soletta.. poverina- Marco li guardava con una faccina tenera come per convincerli, ma loro sembravano già così felici di vedermi!
 
MARCO
Me la svignai velocemente diretto verso l’hotel. Andai in camera un po’ pensieroso, non avevo affatto voglia di riaffrontare quello stupido discorso con Greta, infondo avevo fatto solo amicizia con una bella ragazza americana, non avevo mica ucciso qualcuno e tra di noi non c’era proprio niente! Non ho mai sopportato le persone che danno giudizi troppo affrettati per ogni cosa e questo era uno dei tanti casi. Ero, quindi, un po’ scocciato, perché sicuramente a cena avrebbe contribuito anche Nesli e perché no Fedez. Erano solo invidiosi! Ma io avevo la coscienza pulita e non dovevo render nulla a loro, e soprattutto dovevo iniziare a fregarmene del giudizio altrui!
Uscii dalla camera e la vidi, si ero sicuro che fosse lei anche se era di spalle, non potevo sbagliarmi, quel passo l’avrei riconosciuto anche tra altri mille. Tutti i turbamenti volarono via quando la chiamai e lei voltandosi fece un grande sorriso come se io la stessi salvando dalla sua solitudine.
(D’ora in poi scriverò sempre la traduzione delle sue risposte in modo che risulti tutto  più facile).
Comunque era felice di vedermi e mi salutò con molta educazione e compostezza –Ciao Marco!- allora sfruttai l’occasione, avevo voglia di parlare un po’ con lei e già che c’ero reggevo il gioco a Greta, avrei tanto voluto vedere la sua reazione! –Ti va di venire a cena con me e i miei compagni?- la vidi sorpresa della proposta, ma molto  convinta –Certo!- così scendemmo, la presentai agli altri, che sembravano contenti di conoscerla. Poi senza Fedez, che era rimasto in camera, ci dirigemmo verso il ristorante. Durante la cena non ci fu una grande conversazione, ognuno stava sulle sue e anche Demi un po’ timida non proferiva parola. Dopo un po’ io, stanco di quella situazione di stallo, con non troppa educazione, mi alzai da tavola –Scusate ragazzi, ma io vado fuori a fumarmi una sigaretta, non ce la faccio più a stare qui!- loro mi guardarono un po’ storto non capendo perché facessi in quel modo, ma non obbiettarono –Ok, vai pure tanto qui mi sa che abbiamo finito. Tu dopo vieni all’after??- -Non so, vedo, se mi va o se trovo di meglio da fare- entrambi fecero un sorrisetto d’intesa e io per provocarli decisi di fare ciò che avevo intenzione di fare già da una mezz’oretta, ma prima avevo paura del loro giudizio, mentre ormai in quel momento non me ne importava più –Demi, ti va di venire con me fuori?- lei sempre così gentile mi rispose –Si, va bene- non sapevo se lo faceva per compassione o cosa, ma io ero contento comunque.
 
DEMI
Finita la cena Marco mi invitò ad andare fuori con lui, l’idea mi allettava, forse allora contavo per lui, o forse l’aveva fatto solo per liberarsi dei suoi compagni che lo stavano canzonando, io accettai comunque. Per prima cosa accese una sigaretta, forse fino a quel momento per quel poco che lo conoscevo quel vizio era l’unica cosa che non mi piaceva di lui.
-Ne vuoi una? Prego, serviti pure da sola..- e mi diede il pacchetto di sigarette tra le mani –No, grazie mille.. ma non fumo- diventò un po’ rosso in viso come se prima era convinto che io fumassi e poi si era reso conto di aver fatto una brutta figura scoprendo il contrario. –A.. scusami, davvero, non volevo, pensavo che tu.. invece no..- buttò  a terra la sigaretta appena iniziata –Perché lo hai fatto!??! Non eri neanche arrivato a metà!- lui mi sorrise –Si, ma a te dà fastidio, fumerò più tardi in camera, quando sarò solo- apprezzai moltissimo quel suo gesto, non sapevo come ringraziarlo, volevo dargli un bacio sulla guancia o abbracciarlo, ma non ne avevo il coraggio, mi vergognavo troppo, perciò non feci nulla.
-Allora che vogliamo fare?- quella domanda mi metteva in difficoltà, avevo paura di pronunciarmi e poi non avevo le idee molto chiare. –Ti va di fare una passeggiata e conoscerci un po’ meglio?- sì, era esattamente quello che speravo che dicesse! –Va benissimo!- avevo però anche voglia di andare all’after dopo, così mi feci avanti –E dopo ti va di andare all’after?- ci pensò un attimo –Ok, prima passeggiata e poi after! Aggiudicato!- e mi sorrise. Iniziammo a camminare senza una meta.
 

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