Draco Malfoy/ Hermione Granger and the Half-blood Prince di Lylasly (/viewuser.php?uid=51264)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Va
bene, ormai so che non sono un asso nello scegliere i titoli delle mie
fanfic, ma spero comunque di avervi dato un’idea. So che
questa storia non si possa definire il massimo della fantasia o
dell’inventiva, perché più che altro mi
limito a riprendere pari pari le sequenze del libro aggiungendoci la
storia tra Draco e Hermione, ma ci tenevo lo stesso a pubblicarla
perché comunque volevo sapere cosa ne avreste pensato. A me
personalmente piace, ma se per voi non dovesse essere così,
sappiate che accetto le recensioni negative quanto quelle positive,
quindi non tiratevi indietro e datemi un parere.
Capitolo 1
Era una
mattina piovigginosa quella che condizionava il tempo
dell’umida Gran Bretagna, ma il primo settembre nessuno si
aspettava niente di diverso.
C’era
chi fissava quella fine pioggerellina senza vederla, però.
<<
Hermione? Mi stai ascoltando? >>
Lei si
voltò.
<<
Oh, si, scusa Harry >>.
In uno
scompartimento dell’Espresso di Hogwarts erano seduti tre
inseparabili amici: Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger, che
stavano per affrontare il loro sesto anno a Hogwarts.
Hermione e
Ron erano appena tornati nello scompartimento dopo aver svolto il loro
compito di prefetto, ed avevano informato Harry che Malfoy non era in
servizio per quella stessa carica. La notizia fece esultare
immediatamente Harry, che da più di un mese ormai covava
forti sospetti che Draco Malfoy stesse tramando qualcosa.
<<
Devo scoprire cosa ha in mente -sbottò Harry, convinto- se
solo potessi ascoltare cosa sta dicendo ai Serpeverde…
>>
E
continuò con frasi del genere per un bel po’,
però con solo Ron come spettatore, non particolarmente
interessato.
Hermione
teneva la Gazzetta del Profeta davanti a sé senza in
realtà vederla.
Non poteva
semplicemente credere che Malfoy avesse cattive intenzioni. Forse Harry
stava esagerando.
Gettò
il giornale sul sedile e toccò il vetro appannato.
Chissà
come sarebbero andate le cose quell’anno. Certo, se i
presupposti per un anno tranquillo e felice iniziavano in quel modo,
c’era poco da stare contenti. Neanche era passato il primo
giorno che già Harry vedeva Mangiamorte dappertutto!
Ma Malfoy
non poteva esserlo. No… era malvagio, sì, freddo
e crudele, ma lei non ce lo vedeva ad essere uno di loro.
Già
altre volte si era chiesta, distrattamente, se quel ragazzo avesse
qualcosa di più sotto quella maschera che ogni giorno
esponeva come la sua vera anima. Ma tanto non lo avrebbe mai scoperto.
<<
Hermione… >>
Lei
trasalì e si volto verso Harry.
<<
Sai dove sono andate Ginny e le altre? >>
<<
No, non le vedo da un’ora >> rispose la
Grifondoro cupamente.
Si distrasse
con il libro di Aritmanzia per due orette buone, finchè non
arrivò una ragazza che invitò Harry ad un pranzo
con Horace Lumacorno.
<<
Bè, allora io vado >> disse Harry.
Ron e
Hermione annuirono.
Poi lui
disse:
<<
E se andassimo a vedere cosa succede nel treno, Hermione? Potremo
cercare Neville, Dean e Seamus >>.
<<
No, Ron -rispose ferma Hermione- e le nostre vesti scolastiche, i
bauli, gli animali? Non possono restare incustoditi. Starò
qui io, tu se vuoi puoi andare >>.
Ron parve
pensieroso.
<<
Bè, allora vado solo a prendere qualcosa da mangiare. Torno
subito >>.
E
uscì fuori dallo scompartimento come un fulmine.
In
un’altra cabina dello stesso treno c’erano alcuni
Serpeverde del sesto anno che si annoiavano terribilmente.
Draco Malfoy
sbuffava spazientito, con la testa contro il vetro per mancanza di cose
da fare; Tiger e Goyle leggevano un fumetto insieme e ridacchiavano
ogni tanto come due idioti; Pansy Parkinson reggeva uno specchietto
davanti a sé e si metteva il mascara con evidente
ammirazione.
Draco
sbadigliò sonoramente. Erano già passate tre ore
e lui era in quella posizione da parecchi minuti.
Poi
alzò il capo, accigliato: perché non ci aveva
pensato prima?
<<
Tiger!Goyle! >> sbottò rudemente.
I due
mollarono il fumetto, guardando Draco un po’ intimoriti.
Draco si
alzò e si stiracchiò.
<<
In piedi -ordinò- si va da Potter >>.
Tiger e
Goyle scattarono in piedi gongolanti, e Pansy sorrise in modo
sgradevole.
Dopo qualche
secondo Draco si faceva avanti nello stretto corridoio del treno con i
due gorilla alle calcagna. I bimbi del primo, secondo e terzo anno
rientravano nel proprio scompartimento quando lo vedevano, timorosi e
impauriti.
Draco si
lasciò sfuggire un ghigno divertito mentre guardava a destra
e a sinistra per cercare quell’idiota di Potter. Dopo alcuni
minuti vide uno scompartimento con dentro la Mezzosangue.
Aprì la porta a vetri e scoppiò a ridere.
Hermione
alzò gli occhi su di lui, e per un istante era rimasta
interdetta. Dio, come era cambiato. Erano passati solo tre mesi,
ma… c’era qualcosa di diverso in lui. Non sapeva
perché, ma gli sembrava che Malfoy emanasse una strana aura
di felicità e… potere.
Persa per un
attimo in quei pensieri, riuscì comunque ad assumere
un’espressione contrariata.
<<
Cosa vuoi, Malfoy? >> disse freddamente.
Draco
notò che c’era solo lei lì. La Granger
era uno dei suoi bersagli preferiti a scuola, ma stuzzicarla non aveva
mai dato grosse soddisfazioni. Comunque decise che per combattere la
noia ogni distrazione andava bene.
<<
Ma guarda -disse sarcastico- ehi, Granger, non ci sono i tuoi amichetti
con te? Hanno deciso di andare a disinfettarsi? >>
<<
Esci! >> sibilò Hermione, puntando imperiosa
un dito verso la porta.
Il ghigno di
Draco si allargò.
<<
Il solito caratteraccio…anche quando non
c’è nessuno a proteggerti…
>>
Hermione si
alzò.
<<
Proteggermi da cosa? Ora smettila di dire cavolate e vattene, Malfoy!
>>
Draco
continuava a guardarla divertito. Poi estrasse la bacchetta.
Hermione
sgranò gli occhi. Non poteva crederci: ma come, la voleva
attaccare? Era solo perché c’erano stati Harry e
Ron a proteggerla che non le aveva ancora scagliato addosso una
maledizione?
<<
Non dirmi che sei così stupido come sembri >>
ringhiò estraendo a sua volta la bacchetta.
Il sorriso
svanì dal viso di Draco. Non poteva permettere ad una
Babbana di offenderlo.
<<
Datti una calmata, Granger- rispose con tono minaccioso- sai che non ci
metterei niente a levarti di mezzo… >>
Era troppo.
Accaddero tante cose in pochi secondi.
Hermione si
fece avanti e tolse la bacchetta dalla mano di Draco, gli diede una
spinta tanto forte da farlo inciampare nello stipite della porta e
gliela rilanciò dritta in testa.
Tiger e
Goyle tentarono di rialzarlo, assordati dalle sue urla:
<<
Come ti permetti, lurida Mezzosangue… >>
Ma nel
corridoio c’era già il putiferio: il carrello dei
dolciumi, abilmente incantato per far danni, sfrecciava per il
corridoio investendo la maggior parte dei passanti, e una piccola folla
di ragazzi urlanti si stava dirigendo proprio verso i tre Serpeverde.
Tiger e
Goyle, terrorizzati, riuscirono a chiudersi nello scompartimento dietro
di loro lasciando Draco al suo destino; in quanto al biondo Serpeverde,
riuscì velocemente ad alzarsi in piedi e a riprendere la
bacchetta, ma venne investito in pieno dal carrello e catapultato in
quello di Hermione, proprio addosso alla malcapitata.
La porta si
richiuse con uno scatto assordante: il vetro vibrò
minacciosamente.
Draco aveva
solo una vaga idea di cosa fosse successo. Hermione invece si
rialzò imbufalita, spintonandolo.
<<
Eh stai più attento, idiota! >>
Draco si
rialzò subito. Le manate di Hermione stavano facendo effetto.
La
guardò e la vide incavolata nera. Aveva i capelli piuttosto
spettinati, più del solito.
Poi
pensò che non si era mai trovato da solo con lei, e
ringraziò il cielo che in passato non ci fossero state
occasioni come quella.
Avanzò
minaccioso verso di lei.
<<
Non ti permettere mai più, sporca Babbana.. >>
Hermione si
accorse di non poter (o dover) arretrare, così lo
spintonò sul petto ancora una volta, ma Draco
riuscì a pararsi e ora le teneva ferme le braccia.
<<
Lasciami! -gridò lei- lasciami! >>
<<
Zitta! >> le urlò Draco, e lei chiuse gli
occhi prima di alzare lo sguardo su di lui.
Draco la
guardava con disgusto. E lei stava facendo lo stesso, ma nei suoi occhi
c’era qualcos’altro… era forse paura?
Lei
inavvertitamente si liberò dalla sua stretta e nel farlo gli
fece scivolare un pò più in giù le
maniche della sua felpa.
Poi vide
qualcosa di nero lampeggiare sull’avambraccio sinistro di
Draco.
Hermione si
coprì le mani con la bocca, fissandolo esterrefatta.
Non poteva
crederci. Non era possibile…
Draco, dopo
lo stupore iniziale, sospirò furiosamente e si
tirò giù le maniche.
Ecco fatto.
La Mezzosangue aveva visto il suo Marchio Nero…adesso
sì che c’era da incavolarsi sul serio.
Indietreggiò
di un passo.
<<
Non lo dirai a nessuno -disse, rabbioso e incerto- vero?
>>
Hermione
ricominciò a guardarlo arrabbiata, pensando intensamente.
Certo, lo
avrebbe detto a Harry. Che domande!
<<
Pensi che ti protegga? Non sperarci, Malfoy, io non sono dalla tua
parte >>.
E, in una
frazione di secondo, vide i suoi occhi pallidi riempirsi di uno strano
sentimento che non aveva mai visto in lui prima d’ora: era
ansia… preoccupazione.
<<
Granger, non rompermi le palle! Devi tenere la bocca chiusa!-
sbottò, aggressivo- Tu non hai idea di quello che
combineresti se lo raccontassi a giro! >>
E tacque,
ansimando, con il cuore che batteva forte per la paura.
Cazzo… non ci voleva!
<<
Sì, ti spedirebbero ad Azkaban, dove dovresti stare!
>> disse Hermione freddamente, guardandolo torva.
Draco prese
coraggio, maledicendosi.
<<
Non è me che sto cercando di proteggere! >>
gridò frustrato.
La vide
esitare, con gli occhi lievemente spalancati.
Hermione era
stupita. Il tono di Malfoy non era mai stato più serio. E la
sua situazione… sembrava complicata, anche se non la
conosceva. Qualcosa le diceva che lui fosse nei guai.
E
lei… stava esitando, guardandolo, indecisa come non mai. Lo
avrebbe diffamato ai quattro venti, rovinandogli la vita?
Gliel’avrebbe fatta pagare, per averla sempre disprezzata e
offesa?
I loro
battibecchi sembravano così futili in quel momento. Tutto si
era fatto tanto difficile, e… oscuro. Ma perché?
<<
D’accordo, non dirò nulla -rispose dopo un attimo-
ma te lo meriteresti.. >>
Oh, se se lo
meritava. Se c’era una sola cosa che guastava il soggiorno
suo e dei suoi amici lì a Hogwarts, era proprio quel
Serpeverde deficiente davanti a lei.
La porta
dietro di loro si aprì ed entrò Ron, carico di
Cioccorane, Gelatine Tutti i Gusti+1 ed altri dolciumi vari. Non appena
vide Malfoy scaricò tutto sul sedile e si fece avanti,
rabbioso:
<<
Che fai, Malfoy, cerchi rogne? Sparisci di qui! >>
Malfoy gli
scoccò un’occhiata sprezzante e uscì
dallo scompartimento senza dire una parola.
Ron parve
compiaciuto di sé stesso.
<<
Cosa voleva? Cosa ti ha fatto? >> aggiunse, vedendo la
faccia scioccata e insieme furibonda di Hermione.
<<
Nulla, Ron. Cercava Harry >>.
Poi
guardò fuori dal finestrino. Hogwarts si vedeva appena,
minuscola, coperta dai giganteschi pini che infestavano le colline.
Ripensò
a Draco, e si chiese se avesse fatto la cosa giusta. Avrebbe dovuto
avvertire Harry, dandogli quindi le prove sulla fondatezza dei suoi
sospetti verso Malfoy, oppure… lasciarlo in pace?
Non sapeva
neanche lei perché avesse accettato di coprirlo. Era una
cosa senza senso, inconcepibile. Ma cosa diavolo le era preso?
Si
strofinò gli occhi, incerta e confusa, chiedendosi quali
guai non avrebbero tardato ad arrivare.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo
2
Quella sera,
nella sala comune dei Grifondoro, Harry raccontò a Ron ed
Hermione che si era intrufolato nello scompartimento dei Serpeverde e
riferì in ogni dettaglio la conversazione origliata.
<<
Malfoy è un Mangiamorte! -affermò trionfante- ve
l’ho già detto, ha preso il posto di suo padre!
>>
<<
Harry -disse calma Hermione- è improbabile che Tu-Sai-Chi
permetterebbe a un sedicenne di unirsi… >>
La
Grifondoro tentò di fargli lasciar perdere Draco, ma senza
risultati. Harry aveva la testa dura.
Si sentiva
terribilmente in colpa di dover mentire ad Harry, e si chiese per un
istante se ne valesse davvero la pena.
<<
Non è me che sto cercando di proteggere! >>
Quelle
parole le rimbombavano in testa ogni volta che Harry tirava fuori le
sue teorie. Magari, pensò Hermione meditabonda, non era solo
Malfoy ad essersi unito? C’erano anche altri Mangiamorte alle
prime armi come lui, dentro alla scuola?
Forse,
tenendo la bocca chiusa, avrebbe reso più facile la vita a
molte persone.
Passò
circa un mese, in cui le giornate nuvolose trascorrevano noiose tra
compiti e ricerche, ed Hermione raramente trovò tempo per
stare con Harry e Ron come ai vecchi tempi.
Stava
vivendo praticamente in biblioteca, in cui si recava assiduamente per
cercare informazioni in più sui compiti da svolgere, ma
riuscì a ritagliare un po’ di tempo per
preoccuparsi per il Principe Mezzosangue, libro alquanto strano che il
professor Lumacorno aveva prestato ad Harry, che gli erano valsi voti
così alti in Pozioni da superare quelli di Hermione,
invidiosissima del suo improvviso successo.
Draco non se
la passava meglio. Aveva un compito da portare a termine entro la fine
dell’anno: far entrare i Mangiamorte nella scuola ed uccidere
Albus Silente.
Aveva
già progettato tutto: al quinto anno aveva sentito parlare
dell’Armadio Svanitore (Montague ci si era perso
dentro) e da allora gli era venuta l’idea di
acquistarne un altro per far passare direttamente i Mangiamorte da un
Armadio all’altro.
In quanto ad
assassinare Silente… bè, lo avrebbero aiutato i
Mangiamorte. Non sapeva se si sentiva in grado di compiere una simile
azione, ma Voldemort lo aveva a dir poco costretto
“onorandolo” con il compito, altrimenti avrebbe
ucciso lui con tutta la sua famiglia.
Una sera
Draco era solo in sala comune.
Tutti gli
altri Serpeverde erano al campo di Quiddich per deridere gli
allenamenti del Grifondoro.
Si
arrotolò la manica sinistra e fissò costernato il
Marchio Nero, che ondeggiava lievemente sulla sua pelle color latte.
Tempo prima,
ogni volta che lo guardava si sentiva orgoglioso, forte,
invincibile… adesso la cosa non appariva
più molto esaltante, anche perché non aveva idee
per aggiustare quel maledetto Armadio…
La porta
della sala comune si aprì violentemente.
Draco si
tirò su la manica dell’uniforme. Ah, erano solo
Tiger e Goyle.
Loro non
sapevano della missione. Non avevano mai neanche visto il marchio,
anche se dopo ciò che aveva detto loro
sull’Espresso di Hogwarts avrebbero potuto giustamente
sospettarlo.
Tutti e due
si bloccarono alla vista di Draco.
<<
Oh, Malfoy. Ti stavamo cercando, vieni con noi al campo?
>>
Draco ci
pensò un momento. L’ idea di scendere al campo di
Quiddich a offendere Potter e gli altri era allettante, ma
quell’anno aveva cose più importanti da fare.
<>.
Tiger e
Goyle uscirono. Anche Draco lo fece, dopo qualche secondo.
Mentre
risaliva le scale di pietra, pensava a cosa fare.
Sarebbe
potuto tornare nella Stanza delle Necessità, per tentare di
aggiustare l’Armadio…ma da solo non poteva fare
niente.
Aveva
bisogno di capire un po’ come fare.
Così
si diresse verso la biblioteca per cercare un libro sulla riparazione
di oggetti in legno. Quando entrò vide Madama Pince intenta
a spolverare una pila di libri, ma a parte lei la biblioteca sembrava
vuota.
<<
Sbrigati, ragazzo -lo avvertì lei- la biblioteca chiude solo
tra un’ora e mezzo >>.
Draco le
scoccò un’occhiata velenosa (che riservava solo
alle persone che gli rivolgevano troppo la parola) e si
insinuò tra gli scaffali polverosi.
Qualche
minuto dopo ne uscì con una grossa pila di libri tra le
braccia, e poi svoltò l’angolo, cercando un
tavolo…
Sbam.
Ci fu
un’esplosione di libri e pergamene per aria, e nessuno
all’inizio capì cosa fosse successo.
Poi Draco,
massaggiandosi la testa, ancora sdraiato per terra, alzò gli
occhi e si accorse una Grifondoro che ormai stava vedendo troppo spesso.
Hermione
quando lo vide non ne fu felice, anzi: dargli fastidio in quel modo
voleva dire farsi odiare ancora di più.
<<
Perché diavolo correvi, Mezzosangue? >>
sbraitò Draco alzandosi prontamente. Certo che quella
dannata lo stava proprio seccando!
<<
Non urlare in questo modo, idiota, siamo in una biblioteca!
>> sussurrò infuriata Hermione,
inginocchiandosi a riordinare i libri.
Draco ebbe
una mezza intenzione di lasciar raccogliere a lei tutti i suoi libri,
poi l’idea che la Mezzosangue scoprisse quali tipi di libri
stesse cercando lo costrinse a chinarsi per togliere di torno i suoi.
Ma era
troppo tardi.
Hermione
prese tra le mani un libro e lesse “Come riparare oggetti di
legno e intagliare il legno di Fermùt”.
Poi
guardò Draco. Lui le tolse il libro di mano.
Ci mancava
solo che la sporca Mezzosangue, dopo aver visto il suo Marchio Nero,
scoprisse anche dell’ Armadio Savanitore!
Però
non resse a lungo lo sguardo indagatore della Granger, così
sibilò:
<<
Adesso non farti strane idee, Mezzosangue. Fatti gli affari tuoi e gira
alla larga da me. >>
Hermione
sbuffò, afferrò i libri di Malfoy e comincio a
tirarglieli addosso.
<<
Bè allora vedi di non tornare più in biblioteca,
Malfoy, anche perché sei così stupido che
potresti perderti tra gli scaffali! >>
Detto questo
Hermione si ricaricò i libri sulle braccia e se ne
ritornò indietro.
Draco non
poté sopportare che qualcuno l’avesse trattato in
quel modo, soprattutto una Mezzosangue.
La raggiunse
e con una spintarella le fece cadere tutti i libri. Adesso che ci
pensava, se alla fine dell’anno fosse riuscito a fare entrare
davvero i Mangiamorte, avrebbe potuto convincerli a torturare i
Mezzosangue della scuola…
Hermione
guardò i libri che le erano caduti, imponendosi calma, e si
voltò lentamente verso Malfoy, contando mentalmente fino a
10 prima di scoppiare. Ma lui parlò per primo.
<<
Stà attenta Granger, che se continui a sfidare la mia
pazienza in questo modo te ne pentirai… >>
Hermione ne
aveva abbastanza. Fece un passo avanti.
<<
Ma davvero? -sussurrò minacciosa- e cosa mi farai? Mi
torturerai? Chiamerai un po’ di amici di tuo padre per farmi
galleggiare per aria? >>
Draco rimase
intimamente un po’ sconcertato dalla sua ira: non
l’aveva mai vista così infuriata, neanche quella
volta sull’Espresso di Hogwarts. Aveva il volto deformato dal
disgusto, e nei suoi occhi c’era un sinistro luccichio.
<<
Sei sveglia, Mezzosangue -mormorò Draco, sogghignando- ma se
terrai la bocca chiusa non succederà niente…
>>
<<
E se non lo facessi? -lo sfidò Hermione avvicinandosi ancora
di più- e se andassi da Silente e gli dicessi che
c’è un Mangiamorte nella scuola? Cosa credi che
farebbe, eh? Ti ritroveresti espulso in pochi minuti, e allora io sarei
salva! Perché tu sei un Mangiamorte, Malfoy, ma non credo
che tu abbia ancora ucciso nessuno. Chi mi garantisce che una volta
presa la mano tu non faccia fuori anche me? >>
Draco
assunse un’espressione imperscrutabile.
Era
così che lei lo voleva far sentire. Un Mangiamorte spietato.
Ed era
questo che sarebbe diventato, uccidendo Silente?
<<
Forse non hai afferrato il concetto -continuò Hermione, come
spiegando qualcosa a un bambino di cinque anni- perché io
dovrei mantenere il segreto? Perché non dovrei dirlo a Harry
e agli altri? Io stò mentendo ai miei amici, Malfoy. Cosa ci
guadagno io a tenere la bocca chiusa? Non ci credo se mi dici che
sopravviverò, non vedi l’ora di sbarazzarti di me
da anni >>.
La durezza
di quelle parole lo travolse come un tornado, ma non si curò
di correggere la Grifondoro.
Non poteva
certo biasimarla. Per cinque anni interi l’aveva offesa
pesantemente, considerandola una nullità indegna di
camminare persino sul suo stesso terreno.
Lui e la
mezzosangue erano nemici dal loro primo incontro, ma lui aveva sempre
considerato le loro liti come piccoli battibecchi infantili. Invece lei
sapeva che Draco, in futuro, se avesse avuto l’occasione le
avrebbe dato la caccia.
E
perché lei doveva mantenere il suo segreto? Se lui fosse
stato nei panni della Granger lo avrebbe sbandierato ai quattro venti,
dicendolo prima di tutti a Potter.
Invece era
stata zitta…lui le era debitore.
Ma non si
sarebbe mai abbassato a dirle grazie. Mai.
Poi le
lacrime scesero dagli occhi della Mezzosangue, che se le
ripulì appena e si chinò a raccogliere i libri.
Poi fece marcia indietro.
<<
Granger >>.
Hermione si
fermò, il viso seminascosto dai libri, ma non si
voltò. Non voleva guardarlo.
Draco si
odiava per quanto stava per dire, ma tenere il suo losco piano al
sicuro era più importante di qualsiasi cosa.
<<
Se non dirai a nessuno ciò che sai io…non ti
offenderò più, fino alla fine
dell’anno, neanche… neanche i tuoi amici
>>
Hermione
sorrise, ma lui non potè vederlo.
Poi corse
via.
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
Qualche
giorno dopo, un sabato precisamente, Draco Malfoy fu svegliato di
soprassalto.
<<
Draco! Dai, Draco, svegliati! >>
Lui si
rizzò a sedere, con un forte mal di testa.
Doveva aver
dormito si e no sei ore: la notte prima era rimasto fino a tardi nella
Stanza delle Cose Nascoste per continuare ad aggiustare
l’Armadio Svanitore, ed essere svegliato alle sette e trenta
del mattino dall’assordante vocetta di Pansy Parkinson non
era molto piacevole.
<<
Dai, alzati! -cinguettò lei ridendo- andiamo a fare
colazione e poi a prendere in giro i provini del Grifondoro!
>>
<<
Ah, già… >> mormorò
Draco togliendosi il pigiama.
Era solo con
Pansy nel dormitorio, ma non gli importava che lei lo vedesse in
mutande.
In effetti,
aveva visto anche di più. Solo l’anno prima aveva
ceduto alle avances di Pansy ed erano andati a letto insieme, ma da
quando era iniziato il sesto anno non si erano neanche
baciati…forse lei ci sperava…
Finì
di abbottonarsi la camicia, e Pansy prontamente si fiondò
davanti a lui per fargli il nodo alla cravatta.
<<
Draco.. -sussurrò lei dolcemente- che ne dici di stare un
po’ da soli, prima di scendere? >>
Draco le
toccò le spalle, cercando mentalmente le parole giuste.
Come dirle
che a lui non interessava? Come confessarle che era stato con lei solo
per gioco, che addirittura si pentiva di aver ceduto?
Come
spigarle che si sentiva un po’ più serio, che non
gli piacevano più tanto quei giochetti? Quell’anno
aveva altri pensieri in testa… non c’era bisogno
del contributo di altri problemi, che Pansy era sempre stata abile nel
comportargli.
Non gli
lasciò neanche il tempo di pensare che Pansy si sporse e
tentò di baciarlo.
Si
sfiorarono e basta, Draco inclinò il capo appena in tempo
per schivarla.
Prese il
mantello dell’uniforme e si diresse verso la porta senza
guardarla.
Come si era
aspettato, lei lo prese per un braccio e lo fece voltare.
<<
Che succede? Che hai? >> disse lei, con la voce che
tremava leggermente.
<<
Nulla, voglio solo scendere >> rispose Draco glaciale.
<<
Non prendermi in giro! >> sibilò lei furiosa.
Draco
abbandonò subito l’idea della fuga. Anche correndo
a perdifiato fino alla Sala Grande non sarebbe riuscito a seminarla.
Era giunto
il momento delle spiegazioni.
Ma era meno
risoluto che mai.
<<
Non ho voglia, Pansy. Non ho più voglia >>.
Gli occhi
neri di lei divennero colmi di lacrime.
<<
Hai un’altra? >>
<<
No >> rispose subito Draco.
<<
Allora? - una lacrima le rigò la guancia- finisce tutto
così? Mi…mi molli senza un motivo?
>>
<<
Io e te non stiamo insieme! >> sbottò Draco,
un po’ più rudemente di quanto avesse voluto.
L’effetto
fu devastante.
Pansy si
mise a piangere senza ritegno, tenendosi i capelli con le mani e
pestando i piedi.
<<
Io.. Io pensavo che tu mi ricambiassi! Pensavo che tu avessi capito che
ti amo! >>
Draco
sgranò leggermente gli occhi, la bocca appena spalancata.
Pansy si
fece avanti e gli si lanciò addosso, approfittando dello
stupore di lui, atterrandolo sul letto e cominciando a baciarlo come
non aveva mai fatto.
Draco
scansò le mani di lei che volavano dappertutto e si
alzò in piedi, leggermente scarmigliato, uscendo di filata
dalla camera e varcando la soglia della Sala Comune.
Quando fu
scuro di essere a debita distanza, riprese a camminare normalmente.
Pazza. Era
completamente pazza. Andata.
Il suo non
era amore, pensò Draco con rabbia. Era ossessione. Pansy era
morbosa, ossessiva, fuori di cervello.
Non poteva
perdere tempo con gente del genere.
No,
d’ora in poi l’avrebbe tenuta alla larga, e tanto
per cominciare si sarebbe chiuso a chiave di notte.
Hermione si
diresse insieme a Harry e Ron al campo di Quiddich, ma durante il
tragitto Lavanda Brown sorrise a Ron in modo troppo amichevole.
E, con lieve
sorpresa di Hermione, quella cosa le diede un fastidio pazzesco.
Guardò torva la Brown, chiedendosi cosa le fosse preso,
così all’improvviso.
Gelosa? Lei
non lo era mai stata! Eppure…
Ron era suo.
Solo suo. Era il suo migliore amico, andava a casa sua tutte
le estati, passavano intere giornate insieme, praticamente in simbiosi,
e sapeva, ne era certa, che a lui piacesse: lo capiva dal modo in cui
lui la guardava, le parlava, perché certe volte era geloso
di lei o si interessava troppo ai suoi affari di cuore.
Così,
a pensarci sul momento, Ron non le sarebbe dispiaciuto. Era
così una frana con le donne, in un modo che le suscitava
tenerezza. E poi era estremamente protettivo con lei.
Sbuffò,
seccata: ma perché non ci aveva ancora provato con lei
apertamente? Come se avesse paura di… dimostrarle i propri
sentimenti fino in fondo? Forse lei lo aveva frenato, con qualche
comportamento involontario o inconsapevole?
Bè,
pensò scendendo con loro la collina, in effetti era una
ragazza un po’ fredda. Diciamo che non si sbilanciava troppo.
Forse era stato questo a farlo pensare due volte.
Ma poi il
suo sguardo si fece di nuovo arcigno, e si trovò arrabbiata
tutt’un tratto: non era una scusa valida, quella.
No, lei si
era dimostrata disponibile, o almeno, libera. Se Ron aveva avuto
ripensamenti, erano stati problemi suoi, diamine!
E poi se era
caduto tra le grinfie di Lavanda Brown come un allocco era solo colpa
sua, e dei suoi ormoni maschili! Inviperita, si diresse verso gli
spalti del Grifondoro senza augurargli buona fortuna per il suo provino
di Portiere.
I Serpeverde
entrarono nelle tribune, e Draco Malfoy si guardò intorno.
La
Mezzosangue era seduta da sola, proprio in fondo alle tribune, e
guardava i provini con le braccia incrociate.
Poi
calcolò una cosa: e se i suoi amici l’avessero
presa in giro? Lui avrebbe dovuto unirsi alle risate, allora lei se ne
sarebbe accorta e avrebbe detto a Potter…
<<
Andiamo in alto- declamò alla piccola folla composta da
Tiger, Goyle, Zabini, Nott e altri ragazzi- lì potremo
vederli meglio >>.
Nessuno si
oppose, così cominciarono a salire. Poi Tiger
rovinò tutto.
<<
Ehi, guardate…laggiù c’è la
sporca Mezzosangue! Se ci mettiamo dietro riesco a scagliarle una
fattura… >>
<<
No >>sibilò Draco freddamente.
Gli altri si
accigliarono.
<<
Ci sono i professori- disse in tono noncurante-
c’è Madama Bumb e la McGranitt, passeremo dei guai
se ci vedono…Ehi, c’è Weasley!
>>
E si
distrassero tutti, perché la banda si mise seduta e
iniziò a sfottere pesantemente Weasley e la sua famiglia,
anche se Draco si astenne dalla questione.
Il rischio
che la Mezzosangue lo udisse era troppo alto per rischiare. Accidenti a
lei, adesso non poteva neanche divertirsi in santa pace!
Weasley
parò tutte le Pluffe, cosa che rese livida di rabbia tutti i
Serpeverde.
Così
fu scelto come nuovo portiere.
<<
Bè, meglio così -commentò Zabini
sprezzante- almeno la vittoria di Sempreverde è assicurata.
Con quell’idiota come portiere…l’anno
scorso non è stato granchè. Basterà
rimettere in circolazione le spille di “Weasley è
il nostro re”…che ne dici, Malfoy? >>
Ma Draco non
aveva ascoltato una sola parola.
Aveva
seguito con lo sguardo la granger, che era scesa dalle tribune e stava
correndo verso weasley e gli altri.
Poi Hermione
e Lenticchia si sorrisero.
<<
Ah, si…hai ragione >>tagliò corto
Draco, turbato.
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo
4
Qualche
giorno dopo, Draco si trovava nella Stanza delle Necessità,
ancora una volta.
Quando
alzò lo sguardo su un vecchio orologio e vide che erano le
undici, si sentì mancare e sbatté il capo contro
l’Armadio, depresso.
Intorno a
lui c’erano cumuli di oggetti rotti o smarriti. Il pavimento
che circondava l’Armadio Svanitore, invece, era sovrastato da
polverosi libri della biblioteca su come aggiustare oggetti di legno.
Diede un
forte calcio a uno di questi e si appoggiò al muro.
Che
situazione di merda. Non poteva aggiustare l’Armadio. Non ci
sarebbe riuscito. E oramai restavano poco più di sette mesi
a separarlo dalla fine della scuola.
Tutti gli
incantesimi che aveva provato non erano stati utili a niente, come i
“consigli” che quel disgraziato di Sinister gli
aveva suggerito, ovvero portare l’Armadio direttamente nel
suo negozio. Sì, certo, come se Draco potesse vagare
indisturbato per la scuola trasportando un Armadio e dicendo che prima
o poi sarebbe ritornato al suo posto, dove l’aveva trovato.
Un
Mangiamorte amico di suo padre aveva scagliato la Maledizione Imperius
su Madama Rosmerta, la barista dei tre Manici di Scopa, così
adesso obbediva agli ordini di Malfoy. Sua madre gli aveva detto che
prima o poi si sarebbe rivelato utile, forse, avere degli alleati a
Hogsmeade, e Draco non aveva ribattuto nulla, chiedendosi quando fosse
arrivato quel momento. E adesso era arrivato.
L’indomani
sarebbero stati tutti a Hogsmeade, e la barista avrebbe dato una
collana a uno studente che l’avrebbe portata a Silente.
Era una
collana stregata, bastava toccarla a mani nude per morire.
Draco
cominciò a camminare in tondo.
Già,
non era quello che si poteva tecnicamente definire un piano perfetto,
anche perché solo all’ultimo momento a Draco era
ritornata in mente quella strana collana esposta da Sinister, quindi
non aveva avuto molto tempo per pensare agli imprevisti. Voleva che la
cosa si risolvesse il prima possibile, in modo da essere libero
di… viversi il suo sesto anno tranquillamente.
Quel
maledetto Armadio gli stava prendendo un sacco di tempo. Non ce la
faceva più a fare niente, neanche i compiti, se le cose
fossero continuate in quel modo non sarebbe arrivato al settimo anno.
L’unica speranza era che… il piano
dell’indomani fosse funzionato.
E se lo
studente avesse guardato cosa c’era dentro al pacchetto?
“Non
pensarci -si ripeté Draco, mentalmente- anche se lo studente
morisse nessuno potrebbe mai risalire a te…”
Poi decise
di andare a letto. Era inutile passare del tempo in quella stanza con
troppi pensieri in testa.
Oltrepassò
quel ciarpame, abbattuto per non aver risolto nulla ancora una volta,
ed uscì.
I corridoi
erano naturalmente vuoti, illuminati dalla luce dorata delle torce
appese ai muri.
Draco
camminò silenziosamente, con le orecchie tese ad ogni minimo
rumore sospetto: se gazza o MrsPurr lo avessero visto sarebbe finito
proprio nei guai…
Poi, in
fondo al quinto piano, vide un a ragazza che camminava…aveva
capelli castani e ricci, e una camminata svelta e decisa
…poi si fermò e si voltò.
Anche Draco
si fermò, e si mise a fissare sprezzante la Mezzosangue, che
stava incontrando sempre più spesso…troppo
spesso…
Hermione si
fermò, fissandolo da lontano. Chissà cosa avrebbe
fatto, Draco Malfoy, costretto a passarle vicino senza neanche il
piacere di offenderla. Le sarebbe davvero piaciuto saperlo.
Draco
riprese a camminare. Più si avvicinava, più si
chiedeva se dovesse rivolgerle la parola o no.
Ma lei
continuava a fissarlo. E se le avesse parlato? Tanto non
c’era nessuno in giro…
Si
fermò davanti lei. Poi si rese conto che meno due mesi prima
non l’avrebbe mai fatto.
<<
Che ci fai in giro per i corridoi a quest’ora di notte,
Granger? >>
Hermione lo
guardò sdegnosa.
<<
Potrei farti la stessa domanda, Malfoy >>.
E riprese a
camminare. Draco fece lo stesso, dietro di lei.
Poi Hermione
si decise a rispondere.
<<
Sto tornando dal Lumaclub. Sai, una specie di riunione di ragazzi che
il professor Lumacorno ha invitato. E tu, Malfoy? >>
Adesso
camminavano fianco a fianco.
<<
Questi non sono affari tuoi, vero, Granger? >>disse
Draco, sorridendo malignamente.
Non voleva
entrare in rapporti troppo amichevoli con una Mezzosangue.
Hermione
sbuffò.
<<
Non mi aspettavo nient’altro di meglio da te. Voi Serpeverde
siete tutti uguali. Snob, presuntuosi e arroganti. Tu e il tuo amico
Zabini ne siete la prova vivente >>.
<<
Ah si? -replicò Draco, piuttosto divertito- e voi Grifondoro
fate tutti i santarellini, quando le regole principali vengono infrante
proprio da voi. E non faccio esempi >>.
Hermione lo
guardò furente, mentre imboccavano il quarto piano.
<<
Non ho nessuna voglia di litigare con te, Malfoy. Anzi…posso
farti una domanda? >>
Hermione si
fermò, e la sua espressione si era fatta stranamente seria,
più del solito.
Draco la
guardava, in attesa. La Grifondoro si avvicinò di un passo.
Non gli piaceva quella situazione…si erano parlati troppo,
quella sera, e non l’aveva ancora chiamata Mezzosangue! Dio,
stava impazzendo. Sì, forse era diventato un po’
tocco.
<<
Dimmi la verità, Malfoy- cominciò Hermione, con
gli occhi che luccicavano- tu…insomma, tu sei un
Mangiamorte, e sei ad Hogwarts, mentre gli altri sono fuori. Stai
per caso…tramando qualcosa per uccidere Harry, su
loro ordine, o con il loro aiuto? >>
Draco
aprì la bocca, poi la richiuse.
Era partito
con l’idea di risponderle male, di dirle di tenere la bocca
chiusa e di farsi gli affari suoi, ma poi si rese conto di
non poter dire nulla del genere con gli occhi umidi preoccupati della
Mezzosangue davanti a sé. E neanche con la specie di
promessa che le aveva fatto che gravava su di lui.
Non poteva
trattarla male, o si sarebbe arrabbiata, e tentata di fargliela pagare
soltanto raccontando un po’ di cose al suo caro amico Potty.
Forse le
doveva una risposta.
<<
No. Non sto tramando per uccidere Potter >>.
Hermione
sospirò di sollievo. Si era tolta un gran peso.
Draco invece
si sentiva più avvilito di prima, non sapeva bene
perché.
Poi
guardò di nuovo la Granger, preoccupato.
L’indomani
sarebbe andata sicuramente ai Tre Manici di Scopa. E se Rosmerta avesse
passato a lei la collana? E se la Mezzosangue fosse morta?
<<
Grazie >> mormorò Hermione, salendo le scale.
Draco,
disgustato di sé stesso per aver pensato di essere
dispiaciuto della morte della Mezzosangue, la seguì.
Poi Hermione
si fermò.
<<
Cosa stai facendo? >>
<<
Cosa vuoi dire? >> domandò lui, strafottente.
<<
Il dormitorio dei Serpeverde è nei sotterranei- rispose lei
tranquilla- io sto andando al mio >>.
Draco si
morse il labbro, incavolato nero.
Scese di
volata gli scalini, poi fece una cosa inaudita. Una cosa insensata,
irragionevole, non da lui.
<<
Senti Mezzosangue…domani farà freddo, mettiti i
guanti di pelle di drago >>.
Lei lo
guardò interrogativa.
<<
Draco! >>
Zabini era
sbucato da un corridoio vicino, e si fermò sprezzante nel
vedere un suo amico parlare con una Mezzosangue.
Draco ormai,
convinto che nulla potesse andare peggio, decise di comportarsi come al
solito.
<<
E levati dai piedi, Mezzosangue- sibilò, abbastanza forte
perché Blaise lo sentisse- e dà un calcio in culo
a Potter da parte mia >>.
Hermione,
che aveva capito al volo, corse su per le scale e sparì.
<<
Che facevi con quella? >> chiese Zabini, avvicinandosi.
<<
Io non ero con lei- rispose Draco, freddo, inviandosi verso i
sotterranei- l’ho solo vista per caso >>.
Zabini non
rispose. Poi sbadigliò.
<<
Non la sopporto, quella- disse, seccato- fa troppo la saputella. Poi
è una dannata figlia di Babbani, e prego il Dio di non
doverci mai parlare in vita mia. Ma a quanto pare sono quasi
l’unico a pensarla così >>.
<<
Cosa vuol dire? >> disse Draco, tagliente.
L’ultima
cosa che voleva era che Blaise lo accusasse di essere un leccababbani.
<<
Che Nott, Tiger e Goyle sono d’accordo con me -rispose
Zabini, stufato- ma non tutti gli altri Serpeverde. Ho sentito un
gruppo del settimo anno che parlava addirittura di farsela. Tu cosa ne
pensi? >>
Draco fu
colto di sorpresa.
<<
Per favore, Blaise, con chi diavolo credi di parlare? Sai benissimo
come la penso su di loro >>.
Qualche
minuto di silenzio.
Poi Zabini
chiese:
<<
Vieni anche tu domani a Hogsmeade? >>
<<
No -rispose Draco- sono..in punizione con la McGranitt >>.
<<
Davvero? -chiese Zabini incuriosito- e perché?
>>
<<
Non ho finito i compiti di Trasfigurazione. Non ho avuto tempo
>>.
<<
Eh, ci credo- sospirò Zabini- torni tutte le notti dopo
mezzanotte, lo so. Hai intenzione di farti tutte le ragazze di questa
scuola prima che ci siano le vacanze? >>
<<
Si, tutte tranne le Mezzosangue >> replicò
Draco ghignando.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo
5
Ma quella
per Hermione fu la gita peggiore in assoluto.
Brutto tempo
a parte, fu l’incontro con Mundugus Fletcher a far
imbestialire Harry. Così la Grifondoro lo
trascinò ad un tavolo dei Tre Manici di Scopa e gli mise in
bocca una burrobirra per cercare di calmarlo.
<<
L’Ordine non può controllare Mundugus? Non possono
almeno impedirgli di portar via tutto ciò che non
è inchiodato alle pareti quando è al Quartier
Generale? >>
<<
Sst! -sussurrò Hermione angosciata, guardandosi intorno:
Zabini era appoggiato ad una colonna lì vicino, e per un
momento si chiese perché Draco non fosse con lui- Harry,
anch’io sarei arrabbiata, lo so che sta rubando le tue
cose… >>
Dopo altri
tentativi Harry riuscì a calmarsi, decidendo di dire a
Silente dei furti di Mundugus.
Hermione
tirò fuori la proposta di tornare al castello, e tutti e tre
uscirono dal locale, avvolti nei mantelli contro il vento freddo.
Poi
però delle voci si alzarono nel vento, che appartenevano a
Katie Bell e alla sua amica.
<<
Non sono affari tuoi, Leanne! >>
Katie stava
stringendo a sé un pacchetto. Leanne fece per toglierglielo,
ma si strappò e cadde a terra.
Fu allora
che Katie si levò a mezz’aria, con grazia, le
braccia aperte, come se stesse volando.
Ma
c’era qualcosa di inquietante in quella visione, Hermione lo
capì subito.
Poi, quasi a
due metri dal suolo, Katie emise un urlo terrificante, e Harry, Ron,
Hermione e Leanne cercarono di trascinarla giù.
Harry
andò poi a cercare aiuto. Hermione era scioccata da tutta la
situazione.
Cosa stava
succedendo? Possibile che... c'entrassero i Mangiamorte?
Si
bolccò un attimo, lo sguardo fisso sulla neve sotto di
sé. I Mangiamorte. Malfoy.
Ma non ebbe
tempo di riflettere, perchè Harry tornò poco
dopo, accompagnato con Hagrid.
Il Mezzo
Gigante, pallido come un cencio, caricò in braccio Katie e
la portò al castello.
I tre
interrogarono Leanne, mentre si avviavano in direzione di Hogwarts: a
quanto pare Katie era entrata nel bagno dei Manici di Scopa ed era
uscita con quel pacchetto tra le mani, dicendo che doveva consegnarla a
qualcuno a Hogwarts.
<<
Malfoy sa della collana- proruppe Harry all'improvviso, dopo qualche
istante di silenzio- Era in una teca di Magie Sinister quattro anni fa,
l'ho visto che la guardava quando mi nascondevo da lui e da suo padre.
E' questa la
cosa che stava comprando il giorno che l'abbiamo seguito! Se
l'è ricordata ed è tornato a comprarla!
>>
Hermione
guardò Harry, spazientita. Non mollava proprio. E comunque
in quel momento si ritrovava confusa e turbata quanto Harry, non
sapendo cosa pensare.
<<
Non... non so, Harry- fece Ron esitante- un sacco di gente va da Magie
Sinister... e la ragazza non ha detto che Katie l'ha presa dal bagno
delle donne? >>
Hermione fu
intimamente grata a Ron, che a quanto pare non condivideva le opinioni
di Harry in questa storia.
<<
Ha detto che quando è tornata dal bagno l'aveva con
sè, non è detto che l'abbia trovato proprio in
bagno... >>
Però
la Grifondoro dovette ammettere che la situazione era strana. Ma non
credeva che Draco avesse dato davvero a Katie la collana. No, non
poteva crederlo.
Ma il peggio
fu quando Harry rivelò qualche minuto dopo, alla McGranitt,
i sospetti che aveva su Malfoy.
Hermione
cercò di non far trasparire la sua stanchezza.
<<
Questa è un'accusa molto seria, Potter- rispose la
McGranitt- Hai qualche prova? >>
Harry allora
le raccontò delle conversazione di Malfoy da Magie Sinister.
La professoressa parve confusa.
<<
Malfoy ha portato qualcosa da riparare da Magie Sinister?
>>
<<
No, professoressa- rispose Harry- voleva solo che Sinister gli dicesse
come aggiustare una cosa, non l'aveva con sè. Il fatto
però è che ha comprato qualcosa nella stessa
occasione, e io credo che fosse quella collana... >>
<<
Hai visto Malfoy uscire dal negozio con un pacchetto simile?
>> domandò la McGranitt accigliata.
<<
No, professoressa, ha detto a Sinister di tenergliela da parte
>>.
<<
Ma Harry- lo interruppe Hermione- Sinister gli ha chiesto se voleva
portarla con sè, Malfoy ha detto di no... >>
<<
Perchè non voleva toccarla, è chiaro!
>>
<<
Veramente ha detto 'Non posso portarlo così per
strada' >> gli ricordò Hermione.
<<
Bè, sarebbe sembrato un'idiota a portare una collana
>> intervenne Ron.
<<
Oh, Ron- sospirò Hermione- sarebbe stata impacchettata, per
non toccarla, e quindi piuttosto facile da nascondere sotto un
mantello: nessuno l'avrebbe vista! Secondo me, qualunque cosa si sia
fatto mettere da parte Malfoy, dev'essere rumorosa o voluminosa:
qualcosa che sapeva avrebbe attirato l'attenzione... >>
Facendo
quest'affermazione, Hermione si bloccò un istante.
Le vennero
in mente, chissà perchè, i libri su come riparare
oggetti di legno che voleva leggere Draco. Ma non ebbe tempo per
pensarci, perché i loro battibecchi durarono ancora un
pò, finché la McGranitt non li interruppe:
<<
Il signor Malfoy oggi non era a Hogsmeade. Era in punizione con me. Non
ha finito i compiti di Trasfigurazione per due volte di fila. Quindi
grazie per avermi rivelato i tuoi sospetti, Potter, ma adesso devo
andare in infermeria per vedere come sta Katie Bell. Buona giornata a
tutti >>.
I tre
uscirono. Hermione sospirò, stanca di quelle insulse
affermazioni, ma purtroppo Harry non pareva essere dello stesso avviso.
<<
Chissà perchè Malfoy le ha detto di portarlo
dentro al castello... >>
<<
Harry, Malfoy non era a Hogsmeade! >> esclamò
Hermione, pestando un piede per la frustrazione. Aveva solo voglia di
stare da sola a pensare, a riflettere, per tentare di vederci
chiaro…
<<
Avrà usato un complice- insistette Harry- Tiger o Goyle...
oppure, adesso che ci penso, un altro Mangiamorte, avrà un
mucchio di compari migliori di Tiger e Goyle adesso che si è
unito... >>
Hermione non
poté credere alle sue orecchie. Accidenti, era
più convinto di quanto pensasse.
Entrarono
nella Sala Comune e Hermione si sedette sul divanetto accanto al fuoco,
con Harry e Ron.
Si tolse il
cappotto di lana e la sciarpa, pensierosa. Se fosse stato davvero
Malfoy, però?
Tutta la
situazione era troppo strana...
Poi si tolse
i guanti, e li fissò. Sgranò gli occhi senza
accorgersene.
"Senti,
Mezzosangue... domani farà freddo, mettiti i guanti di pelle
di drago".
Fissò
ancora i suoi guanti di pelle di drago.
La collana
maledetta uccideva chiunque la prendesse a mani nude...
"Mettiti i
guanti di pelle di drago".
I guanti di
pelle di drago sono più resistenti di quelli di lana... e
non corrono il rischio di bucarsi...
"Non
posso... deve stare nascosto. Ho bisogno solo che lei mi dica come
fare".
Draco stava
tramando qualcosa... voleva aggiustare qualcosa...
"Non posso
portarlo così per strada".
Doveva
essere qualcosa di rumoroso o voluminoso...
"Non una
parola con nessuno, Sinister, mia madre compresa".
Era qualcosa
di segreto... cosa poteva essere...
"Sa come
aggiustarlo?"
Aggiustarlo...
"Come
riparare oggetti di legno e intagliare il legno di Fermùt".
Hermione si
ritrovò a bocca aperta.
<<
Hermione, cos'hai? >>
Guardò
Ron, che la stava fissando preoccupato.
Hermione si
alzò di scatto.
<<
Devo andare in biblioteca >>.
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo
6
Draco Malfoy
si stava tirando avanti nel corridoio.
Si sentiva
totalmente depresso. La McGranitt aveva passato tutta la mattina a
sgridarlo per la punizione e gli aveva fatto scrivere almeno duecento
volte di fila le stesse istruzioni, e in più la riparazione
dell'Armadio Svanitore non stava procedendo bene.
Come se non
bastasse, si sentiva terribilmente in ansia per il piano della collana.
Non sapeva se fosse andato bene o meno, non aveva avuto modo di sentire
voci di terrore o preoccupazione nel castello.
Ma era tutto
troppo tranquillo. Chissà, pensò sogghignando,
magari avevano deciso di fare alcuni minuti di silenzio in memoria del
nobile preside Albus Silente, morto quel giorno per aver toccato una
collana maledetta...
Nel
corridoio apparvero Tiger e Goyle, che gli andavano incontro,
sorridendo come ebeti.
Draco si
arrestò. Erano felici. Voleva dire che forse...
<<
Malfoy, sai cos'è successo?- grugnì Tiger,
emozionato- a Hogsmeade una ragazza ha toccato una collana
maledetta, ma non è morta. L'hanno portata al San Mungo
>>.
Draco
sospirò, socchiudendo gli occhi furibondo.
Piano
fallito. Gli venne una mezza idea di prendere a pugni Tiger, poi chiese:
<<
Chi è la ragazza? >>
Tiger
guardò Goyle, assumendo un'espressione confusa.
<<
Uh... del nostro anno, Grifondoro >>.
Malfoy stava
per spalancare la bocca per la sorpresa. La Mezzosangue!
<<
Chi era, Tiger?- sbottò, furioso- Dimmi chi era!
>>
<<
Katie Bell. L'hanno trovata... uh... Potter, Weasley e la Mezzosangue
>>.
Il cuore di
Draco si calmò. Almeno non era andato proprio tutto a
rotoli. Riuscì a sorridere il suo sorriso freddo ancora una
volta.
<<
Bè, la squadra del Grifondoro arriverà ultima
quest’anno. Prima Weasley come portiere, adesso una
cacciatrice in meno. Che consolazione >>.
Tiger e
Goyle lo guardavano, in attesa.
Draco allora
decise che riparare l’Armadio era diventata la sua massima
priorità. Senza più la collana maledetta, il
piano rischiava di andare a monte.
<<
Tornate a ciò che stavate facendo. Ci vediamo stasera
>>.
Quando Tiger
e Goyle furono spariti dal corridoio, Draco prese ad inviarsi verso il
settimo piano.
Poi,
arrivato al quarto, sentì dei passi che rimbombavano. Passi
che correvano.
Quando vide
la Granger davanti a lui si fermò.
Ma Hermione
quando vide Draco continuò a correre. Ecco, proprio lui
cercava.
Draco
osservò in po’ sconcertato la Grifondoro che,
serissima, lo prendeva per un braccio e lo faceva entrare rudemente nel
bagno più vicino.
Hermione
chiuse la porta del bagno a chiave, poi prese a controllare gli altri
cubicoli, per essere certa che non ci fosse nessuno.
Poi, ancora
fuori di sé, si voltò verso Draco, la bacchetta
serrata tra le dita.
Draco la
guardò, incredulo e arrabbiato. E adesso, cosa voleva la
maledetta?
<<
Lo so che sei stato tu >>.
Draco era
accigliato. Poi gli venne un presentimento terribile. E se lei
sapesse…
<<
Non so di che diavolo parli. Ora, scusa Mezzosangue, ma
dovrei… >>
E si
girò per togliere il lucchetto alla porta, ma Hermione lo
fece voltare di nuovo.
<<
Sei un irresponsabile- sibilò lei, disgustata- uno stupido
irresponsabile. Sarebbe potuto morire chiunque, anche una Serpeverde,
Malfoy. Ma a te non importa niente. Potevi almeno cercare di non far
rimettere agli altri la tua stupidità >>.
Draco non
pensò neanche per un attimo di negare tutto. Adesso
però si sentiva infuriato almeno quanto lei.
<<
Qual è il problema, Mezzosangue?- sussurrò lui di
rimando- i tuoi amichetti stanno bene, e anche tu, non ti devo
spiegazioni… >>
<<
Zitto!- fece Hermione, interrompendolo- Adesso hai avuto quello che
volevi, no? Hai tolto di mezzo Katie Bell per almeno tre mesi, non sei
contento? Allora, perché volevi ucciderla? >>
Malfoy la
guardò sdegnoso. Prima rispondeva alle domande della
Granger, prima se ne andava di lì.
<<
Io non volevo ucciderla! Adesso basta, Mezzosangue, me ne voglio
andare… >>
Hermione gli
tirò uno schiaffo, più o meno come aveva fatto al
suo terzo anno.
Draco prima
la guardò allibito, poi con odio.
La Granger
era così vicina che avrebbe potuto renderle lo schiaffo
facilmente, ma lui non colpiva le ragazze con le mani. E poi lei lo
aveva in pugno, si rese conto amaramente.
Hermione gli
si avvicinò ad un orecchio. Era strano come quel gesto le
fosse venuto spontaneo, così all’improvviso. Per
un attimo restò interdetta.
<<
Va bene, allora- sussurrò con voce minacciosa- facciamo
finta che non sia successo niente, ma solo perché io, Harry
e Ron stiamo bene. Però ti suggerirei una cosa
>>.
Draco
ascoltò con attenzione, ma poté giurare di aver
sentito il volto appena più rosato… e non solo
per colpa dello schiaffo.
<<
Non so che cosa stai tramando- continuò Hermione- e
scoprirlo per me non ha molta importanza. Ma per qualcun altro
sì- non parlò per un istante, per far assorbire a
Malfoy le sue parole- Per quanto tu possa sentirti forte e imbattibile,
dei nemici ce li hanno tutti. E ce l’hai anche tu
>>.
Hermione
fece un passo indietro.
<<
Più piani ti andranno male, più indizi su di te
lasci in giro. Harry è convinto che tu sia un Mangiamorte, e
sono sicura che farà di tutto per metterti alle spalle al
muro >>.
Non sapeva
perché glielo avesse detto. Sapeva solo che… non
voleva altri guai. Non voleva che Harry si complicasse la vita con le
sue supposizioni, e soprattutto lei non aveva voglia di dissuaderlo.
<<
Potter?- ringhiò Draco- lui… lui
pensa… cazzo >>.
Prese a
camminare per il bagno, incazzato nero. Potter. Cosa diavolo voleva
quello?
<<
Non puoi biasimarlo- commentò Hermione, appoggiata al muro,
le braccia conserte- ci hai dato fastidio per cinque anni, Malfoy,
è logico che adesso voglia staccarti
quell’espressione arrogante dalla faccia >>.
Draco si
fermò e la guardò.
<<
Certo, e tu come minimo gli starai dando un sacco di informazioni per
mettermi nel sacco… >>
<<
Ti sbagli- rispose Hermione semplicemente- ho sempre cercato di sviare
i suoi sospetti su di te >>.
Sembrava
sincera.
<<
Bene >> borbottò lui.
<<
In breve, piantala di farti vedere sempre in giro per i corridoi in
questo modo. Se Harry ti vede, potrei mettere la mano sul fuoco sul
fatto che ti seguirebbe per scoprire dove vai. E sarebbe utile se
girassi un po’ più spesso con delle scorte
>>.
Draco la
guardò in modo strano e sospettoso.
<<
Mi stai aiutando? >>
Hermione
sbuffò.
<<
Malfoy, lo faccio solo per non far dannare la vita a Harry. Non per
altro >>.
Draco
annuì, osservando pensieroso il pavimento.
<<
Malfoy >>.
La voce di
Hermione era più acuta del solito.
<<
Katie Bell era la tua vera vittima? >>
Cosa gli
costava risponderle bene, per una volta?
<<
No, non lo era >>.
Hermione lo
guardò con gli occhi lucidi.
<<
Allora attaccherai di nuovo. Non ti chiederò cosa intenderai
fare, Malfoy, ma giuro che se metti in mezzo i miei amici…
>>
Non
riuscì a continuare. Riaprì la porta con la magia
e scappò via.
Draco rimase
a fissare il punto da cui era sparita, a malapena respirando.
Doveva
ammettere che la Mezzosangue stava facendo molto per lui. Manteneva il
suo segreto, gli dava consigli per la sua missione, e mentiva a
Potter… per Draco.
Per un
istante si chiese se Hermione non provasse qualcosa per lui, poi si
ricordò che lei lo odiava.
Raggiunse il
dormitorio, e si guardò intorno. Tiger e Goyle erano seduti
a un tavolo lontano, a mangiare ciambelle, ed erano soli. Tutti gli
altri dovevano essere a dormire. Draco si avvicinò a loro.
<<
Ho bisogno che facciate una cosa per me >>.
I due, per
quanto tonti, capirono che si trattava di una cosa importante. Malfoy
li squadrò attentamente, chiedendosi se avrebbero fatto
storie.
<<
Io… in questi giorni sto lavorando nella stanza delle
Necessità. Ma nessuno deve saperlo, né vedermi
mentre esco o entro da lì. Per questo è
essenziale che voi due siate di guardia, che controlliate se si
avvicina qualcuno >>.
Tiger
guardò Goyle preoccupato.
<<
Ma non sembrerà sospetto se… noi due stiamo
sempre appostati lì? >>
<<
No, perché nessuno saprà se siete voi due- disse
Draco minaccioso- berrete la pozione Polisucco, e vi trasformerete ogni
volta in ragazze diverse >>.
Tiger e
Goyle erano increduli.
<<
Ragazze? >>
<<
Sì, Tiger, ragazze- ripeté Draco secco, poi si
arrotolò la manica sinistra- vedete? E’ il Marchio
Nero. Se lavorate per me, lavorate anche per il Signore Oscuro. Se voi
due non dovreste collaborare adeguatamente, lui lo saprà
subito, e provate a immaginarvi la vostra fine. Cominceremo domani,
abbiamo il pomeriggio libero >>.
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Capitolo
7
Il mattino
dopo, a lezione di Erbologia, Hermione parlava con Harry e Ron del
Lumaclub, mentre spremevano baccelli.
<<
Lumacorno darà una festa a Natale, Harry, e non potrai
evitarla stavolta, perché mi ha chiesto di controllare le
tue serate libere in modo da organizzarla quando potrai esserci anche
tu >>.
Ron era
irritato.
<<
E questa è un’altra festa riservata ai cocchi di
Lumacorno, vero? >>
<<
Solo per il Lumaclub, sì >> rispose Hermione
cauta, osservando la sua reazione. A Ron non era mai piaciuto essere
messo in disparte.
A Harry
sfuggì il baccello dall’altra parte della stanza,
e si precipitò ad andare a riprenderlo. Sembrava che Ron
aspettasse di essere solo con lei per ghignare perfidamente:
<<
Lumaclub… >>
<<
Senti, non l’ho inventato io il nome Lumaclub…
>> ribadì Hermione stancamente.
<<
Lumaclub- ripeté Ron, con lo stesso ghigno- è
penoso. Bè, spero che ti diverta. Perché non
provi a uscire con McLaggen, così Lumacorno potrà
nominarvi Re e Regina dei Lumaconi… >>
Ron era
geloso! Forse… era l’occasione giusta,
pensò Hermione un po’ rossa in viso.
<<
Possiamo portare degli ospiti, e stavo per chiederti di venire, ma se
la pensi così allora lascio perdere! >>
Ecco,
l‘aveva detto. Doveva essere uscita fuori di testa,
completamente. Almeno, adesso, Ron sapeva la verità.
<<
Stavi per invitare me? >> chiese lui, in
tutt’altro tono.
<<
Sì. Ma se preferisci che esca con MacLaggen…
>> lo provocò Hermione.
<<
No che non preferisco >> bisbigliò Ron.
Era il
momento!, si rese conto Hermione guardandolo. Finalmente Ron lo aveva
confessato! Adesso avrebbe potuto chiedergli di andare con lei, e tutto
sarebbe andato bene!
Fece per
aprire bocca, emozionata, quando Harry tornò da loro facendo
pesantemente rumore con la sua cavolo di ciotola.
Oh, no. Non
poteva chiederglielo con Harry presente. Si sarebbe vergognata troppo.
Così
riprese a lavorare al suo baccello, immusonita.
Pochi giorni
dopo ci fu l’imminente partita di Grifondoro contro
Serpeverde.
Malfoy quel
mattino era ancora a letto, la testa tra le mani.
Non poteva
giocare. Non poteva. Si era allenato pochissimo dall’inizio
dell’anno scolastico, e poi il tempo della partita gli
sottraeva quello che avrebbe potuto trascorrere nella Stanza delle
Necessità.
Proprio due
giorni prima aveva ricevuto via gufo alcune istruzioni da Sinister per
riparare quell’armadio, compresi incantesimi che ancora
doveva imparare a padroneggiare.
Il piano
della collana era andato a monte. E l’armadio…
avrebbe potuto non riuscire ad aggiustarlo mai! Si sentiva
disperato… solo e disperato. Ma non se la sentiva di
chiedere aiuto a nessuno, i suoi compagni non erano degni di fiducia.
Ci sarebbe
voluto qualcuno di intelligente, che imparasse facilmente,
sveglio…
Si
bloccò. La Mezzosangue.
Scoppiò
a ridere, dandosi dell’idiota. No, non poteva funzionare. Non
lo avrebbe mai aiutato. E poi voleva coinvolgerla il meno possibile.
<<
Tiger! Tiger! >> gridò Draco.
Tiger
uscì dal bagno del dormitorio.
<<
Dì a Urquhart che oggi non posso giocare. Digli che sono
malato e che può mandare avanti una riserva >>.
Tiger lo
guardò confusamente, poi uscì.
Al diavolo
il Quiddich. Lui e i suoi genitori erano più importanti di
una stupida partita.
Hermione di
certo non era più felice di Malfoy.
Era
incavolata nera, sicura che Harry al mattino avesse messo la Felix
Felicis nella bibita di Ron. Il suo malumore non si attenuò
neanche con la vittoria del Grifondoro, così andò
negli spogliatoi da Harry e Ron per parlare chiaro.
<<
Hai messo la pozione della fortuna nel succo di Ron! La Felix Felicis!
>>
<<
No che non l’ho fatto >> ribatté
Harry.
<<
Invece sì, Harry, ed è per questo che tutto
è filato liscio, c’erano dei giocatori di Quiddich
assenti e Ron ha parato tutto! >>
<<
Invece no!- disse Harry, sorridendo- volevo solo che Ron lo credesse,
così ho fatto finta quando sapevo che stavi guardando. Hai
parato tutto perché ti sentivi fortunato. Hai fatto tutto da
solo >>.
Per Hermione
fu come ricevere una batosta. Quindi lei aveva fatto tutta quella
scenata… per nulla?
Poi Ron si
scagliò contro di lei.
<<
Visto? So giocare anche senza aiuto, Hermione! >>
Lei
indietreggiò, perdendo in un attimo tutta la rabbia.
<<
Non ho mai detto che non sei capace… Ron, anche tu credevi
che te l’avesse data! >>
Ma Ron era
già uscito, senza darle retta. Hermione lo seguì
con sguardo incredulo finché non sparì dalla sua
vista.
<<
Ehm… - disse Harry- andiamo su alla festa, allora?
>>
<<
Vacci tu!- esclamò Hermione, con gli occhi lucidi- non lo
reggo proprio, Ron, adesso, non so cosa avrei dovuto fare…
>>
E anche lei
uscì di corsa dallo spogliatoio. Risalì la
collina, affranta, chiedendosi cosa gli fosse successo.
Ron la stava
trattando con freddezza, in quei giorni, e lei non capiva
perché. Accidenti, che cosa aveva fatto di male?
Con un lieve
sussulto, si accorse di lui. Era davanti a lei, a qualche metro di
distanza.
Doveva
chiarire, si rese conto Hermione correndo per raggiungerlo. Non poteva
lasciare correre tutto così. Non senza sapere cosa fosse
successo.
<<
Ron! >> disse esausta, quando gli fu a un passo. Lui si
voltò, arcigno, sbuffò e riprese a camminare.
<<
Ron, fermati!- disse lei, infuriata- ti stai comportando come un
bambino! >>
E, come
prevedeva, Ron si era bloccato.
Si
voltò, guardandola duramente.
<<
Lasciami in pace. Non abbiamo nulla da dirci >>.
<<
Sì invece!- ribadì lei con forza, guardandolo-
Non fare finta di niente, da una settimana mi stai trattando male! Che
cosa ti ho fatto? >>
Lui
esitò, scrutandola.
<<
Lascia perdere. Non importa più >>.
<<
Ron… >>
<<
Lascia perdere, d’accordo?- si infuriò lui
all’improvviso- Non capisco perché fai finta di
essere interessata a me quando hai già baciato qualcuno!
>>
Hermione
tacque un momento, ad occhi sgranati. Poi si accigliò.
<<
Allora è questo il problema, che ho baciato un altro
ragazzo? E’ successo due anni fa! >>
<<
Non c’entra nulla, avresti potuto evitarlo se poi avevi
intenzione di uscire con me! >>
Hermione
digrignò i denti. Si trovò infuriata
all’improvviso, e disgustata al tempo stesso. Dio, era
proprio un bambino!
<<
Ti ricordo, Ronald, che all’epoca tu non avesti il coraggio
di dirmi che ti piacevo, come invece ha fatto Vicktor! Pensavi forse
che avrei aspettato che ti decidessi per
l’eternità? >>
Ron, con
l’espressione contratta dalla rabbia, sbuffò
ancora una volta.
<<
Fai come vuoi. Sai una cosa? Adesso farò proprio a modo tuo,
così capirai come ci si sente >> le
sibilò acido, risalendo la collina voltandole le spalle.
Hermione
restò impassibile, assorbendo l’effetto di quelle
parole.
Avrebbe
fatto a modo suo? Cosa voleva dire? Avrebbe…
Infuriata,
cominciò a marciare verso il castello.
Quell’idiota. Pensava forse di essere il centro del suo
universo?
Chi
l’aveva trattata con gentilezza, nel suo quarto anno? Chi
l’aveva romanticamente invitata al ballo? Chi le aveva
confessato apertamente i suoi sentimenti, facendola sentire importante,
amata?
Vicktor. Non
Ron.
E aveva
anche il coraggio di arrabbiarsi! Roba da non credere.
Arrivò
nei giardini della scuola. Fece per varcare il portone
d’ingresso, quando qualcosa la distrasse.
In una
panchina un po’ nascosta dagli alberi era seduto Draco
Malfoy, a scrivere su una pergamena. Hermione esitò un
attimo. E… se fosse andata da lui?
Che ci
sarebbe stato di male? Insomma… non erano amici, certo,
però in un certo senso adesso si sentiva sua complice. Era
una cosa un po’ strana, e, senza rendersene conto, si
ritrovò davanti a lui senza ricordarsi come ci fosse
arrivata.
<<
Malfoy >>.
Draco
alzò gli occhi, e, accidenti a lui, pensò che
vederla così, con i capelli che ondeggiavano al vento e
l’espressione sorridente, fu una visione stupenda.
Si
affrettò ad abbassare lo sguardo sulla lettera piena di
parolacce e bestemmie che stava scrivendo a Sinister. Ma che diavolo
gli era preso?
Aveva
trovato la Granger stupenda? Ma… era rincitrullito?
<<
Granger >> rispose freddamente.
Hermione si
mise a sedere sull’erba bagnata di fronte a lui.
<<
Non eri alla partita >>.
Draco non la
guardò.
<<
Sì… avevo da fare >> rispose.
Un attimo di
silenzio.
<<
Come va il tuo piano? >> gli chiese come se nulla fosse.
Draco non
poté credere alle sue orecchie.
<<
Stai indagando per conto di Potter, per caso? >> chiese,
sarcastico ma non troppo.
<<
Non me lo nominare nemmeno >> si lasciò
sfuggire Hermione.
<<
Non dirmi che hai litigato col tuo ragazzo >> fece Draco
in tono distaccato.
<<
Harry non è il mio ragazzo! A dir la verità ho
litigato con Ron >>.
Draco la
fissò.
<<
Io esulterei dalla felicità >> disse.
Un piccolo
trambusto alle loro spalle li fece voltare. Un gruppetto di Corvonero
uscì dal castello. Draco si fece guardingo, cosa che a
Hermione non sfuggì.
<<
Stai controllando che non ci siano Serpeverde in giro, vero?
Bè, tolgo il disturbo, nel caso ti vedessero con una sporca
Mezzosangue >>.
Si
alzò e fece per allontanarsi.
Anche Draco
balzò in piedi, e non seppe cosa glielo fece fare.
<<
No, Granger… >>
Ma sapeva
che Hermione aveva ragione. Gli aveva proprio letto nel pensiero.
Hermione
tornò nella Sala Comune, con le lacrime agli occhi.
Draco si
vergognava di lei, Ron la odiava, solo Harry e Ginny le erano ancora
accanto.
Però,
quando varcò la soglia della signora Grassa, si
sentì morire.
Ron stava
pomiciando con Lavanda Brown. Rimase basita solo per un istante,
dopodichè travolse il buco del ritratto per uscire.
Era assalita
da troppe emozioni. Dio, non ci stava capendo più niente.
Entrò
nella prima aula che vide, sedendosi sulla cattedra.
Il silenzio
che c’era parve parlare per lei. Bè…
non poteva dire di non esserselo aspettato.
Ecco cosa
intendeva Ron con quella frase di poco prima. Voleva fargliela pagare.
Quindi…
era tutto perduto. Hermione non aveva più
possibilità. Ci sarebbe stato troppo rancore dietro.
Fece
apparire dal nulla dei canarini e si incantò a guardarli.
Forse era meglio distrarsi da quei pensieri, ma sentì
comunque le lacrime pungerle gli occhi.
All’improvviso
entrò Harry.
<<
Oh, ciao, Harry- disse nervosamente- mi stavo esercitando
>>.
<<
Sì, sono … ehm… proprio venuti
bene… >> balbettò Harry.
Hermione
esitò un momento.
<<
A quanto pare Ron si sta godendo i festeggiamenti >>.
<<
Ehm… davvero? >>
<<
Non far finta di non averlo visto- replicò lei malinconica-
non si stava precisamente nascondendo, no… >>
La porta si
spalancò, e entrò Ron, ridendo e tirando Lavanda
per la mano. Hermione non poté credere ai suoi occhi. Ma
perché quel ragazzo non spariva dalla sua vista?
<<
Oh >> fece Ron, guardando Hermione.
Lavanda
uscì indietreggiando. Hermione fissò Ron con
insistenza, quasi come a sfidarlo a dirle che adesso la sua vendetta
era compiuta, quasi come a sfidarlo a ridere malignamente.
<<
Ciao, Harry! Mi stavo chiedendo dove fossi finito! >>
Hermione
scivolò giù dalla cattedra, e fissò
Ron con disgusto.
<<
Non dovresti lasciare Lavanda fuori ad aspettarti. Si
chiederà che fine hai fatto >>.
Avanzò
verso la porta, ma improvvisamente gridò: <<
Oppugno! >> e tutti i canarini si lanciarono su Ron,
beccandolo. Aprì la porta ed uscì. Era
a pezzi, ma finalmente si era vendicata pure lei.
Corse fino
al dormitorio, si gettò sul letto e iniziò a
piangere come una fontana.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Capitolo
8
Il giorno
dopo, Draco si trovava di nuovo in biblioteca. Aveva cercato tutto il
pomeriggio altri maledetti libri per aggiustare l’Armadio, ma
non era riuscito a carpire altre informazioni di cui non fosse
già al corrente. Stava rimettendo tutti i libri a posto,
furibondo, quando dalla fessura dello scaffale vide la Granger e Potter
voltati di spalle, che parlavano.
Cosa ci
sarebbe stato di male ad origliare? Dopotutto Potter lo avrebbe fatto.
<<
Bè- stava dicendo la Mezzosangue- stai attento a quello che
bevi, perché Romilda Vane aveva l’aria di fare sul
serio >>.
<<
Aspetta un momento- disse Potter- pensavo che Gazza avesse messo al
bando qualunque cosa dei Tiri Vispi Weasley, no? >>
<<
E da quando in qua si fa caso a quello che mette al bando Gazza?
>>
<<
Ma io pensavo che tutti i gufi venissero perquisiti- rispose Potter-
Come mai allora queste qui riescono a far passare filtri
d’amore a scuola? >>
Draco si era
bloccato, la bocca socchiusa per lo stupore. Persone che si facevano
mandare pozioni illegali a scuola senza essere scoperti. Questo era un
argomento interessante… che avrebbe potuto rivoltare a suo
favore.
<<
Fred e George li mandano sotto forma di profumi e pozioni per la tosse-
rispose Hermione- fa parte del loro servizio ordini via Gufo
>>.
<<
Sei molto osservata >> commentò Potter.
<<
C’era scritto sulle bottiglie che hanno mostrato a me e a
Ginny quest’estate. Io non verso pozioni nelle bibite della
gente, e neanche faccio finta, che è altrettanto
disonesto… >>
<<
Sì, va bene, lasciamo perdere- ribatté Potter in
fretta- Il punto è che Gazza viene imbrogliato, no? Queste
ragazze ricevono a scuola cose sottoforma di altre! Quindi
perché Malfoy non avrebbe potuto portare la
collana…? >>
Draco si
irrigidì. La Granger aveva ragione allora. Potter si stava
davvero interessando al suo piano!
Gli venne
una voglia matta di scavalcare lo scaffale e andare lì a
fargliela pagare, ma la curiosità per
quell’argomento prevalse sulla sua voglia di vendetta, quindi
rimase immobile ad ascoltare.
<<
Oh, Harry… non di nuovo… >>
<<
Andiamo, perché no? >>
<<
Senti- sospirò Hermione- i Sensori Segreti intercettano
fatture, maledizioni e incantesimi dissimulanti, no? Sono abituati a
trovare Magia Oscura e oggetti Oscuri. Avrebbero riconosciuto una
maledizione potente come quella della collana in pochi secondi. Ma
qualcosa che è solo stato messo nella bottiglia sbagliata
non viene notato… E, comunque, i filtri d’amore
non sono Oscuri e nemmeno pericolosi… >>
<<
Lo dici tu >> fece Potter seccato.
Draco fu
intimamente grato alla Granger per averlo difeso ancora una volta.
Ma poi si
chiese ancora: perché lo stava facendo? A volte non lo
capiva.
<<
Quindi sarebbe compito di Gazza capire che non si tratta di una
pozione, ma non è un mago molto abile, dubito che sappia
distinguere una pozione da… >>
Un libro era
scivolato dalla pila che Draco aveva tra le braccia. Con il cuore in
gola, lo vide appoggiarsi con un piccolo tonfo sullo scompartimento di
fronte a lui, e si abbassò di botto.
Non li
sentì dire niente. Accidenti, meno male che non lo avevano
visto.
Si
rialzò e si mise febbrilmente a cercare altri libri. Gli era
venuta un’ idea.
Poteva farsi
mandare una cosa al posto di un’altra…
Un veleno,
pensò sogghignando. Ma certo. Bastava che Madama Rosmerta lo
affidasse a qualcuno in contatto con Silente… sembrava tutto
così facile! Perché non ci aveva pensato prima?
Portò
fuori dalla biblioteca il maggior numero di libri sui veleni che
riuscì a tenere tra le braccia, e si diresse verso la Stanza
delle Necessità, elettrizzato.
Il giorno
dopo ci sarebbe stata una festa di Natale per il Lumaclub.
Hermione
naturalmente era invitata, ma non sapeva proprio con chi andarci.
Arrivò
il pomeriggio, e lei si trovava a studiare nella Sala Grande con un
diavolo per capello. Ron, neanche dirlo, era già impegnato.
Non c’era nessun altro che le fosse interes…
Prima che
avesse avuto il tempo di finire mentalmente la frase, un immagine
imponente le si parò come davanti agli occhi.
Come una
foto, con una persona dai capelli biondi…
Si
bloccò, a bocca spalancata. Malfoy? Perché
diavolo aveva pensato a lui?
No,
pensò preoccupata, non era possibile che lui le piacesse.
No… sarà stato un caso… anche
perché era odioso e altezzoso, sicuramente non il tipo che
faceva per lei…
Come per un
infausto scherzo del destino, Draco Malfoy le passò davanti
per uscire dalla Sala Grande.
E…
la guardò.
Solo
un’occhiata, una frazione di secondo, un istante.
Un’espressione senza sentimento, che non diceva niente, che
non trasmetteva, in apparenza, alcuna emozione.
Ma per
Hermione non fu così. Ricambiò
quell’occhiata, impassibile, e lo guardò
finché non fosse uscito.
Volse il
capo sul libro, turbata. Cos’era quel groppo in gola che si
sentiva?
Cos’era
stato quel brivido che aveva provato, quando si era sentita toccare dal
suo sguardo?
No, basta,
non doveva pensarci. Lei non era quel tipo di ragazza.
Non gli
sarebbe corsa dietro come un’oca, non avrebbe pensato a lui.
Doveva toglierselo dalla testa, aveva altre cose a cui pensare, come la
scuola. E alla festa di Lumacorno.
Scosse il
capo, pensierosa, cercando di svuotare la mente dei ricordi di una
certa persona.
Harry aveva
appena invitato Luna Lovegood. Non c’era…
più nessuno.
Fu allora
che Hermione si rese conto di essere disperata, e che dovesse invitare
per forza qualcuno che non le piacesse.
Si fece
guardinga, scrutando la Sala, alla ricerca di qualche ragazzo solo. Il
suo sguardo cadde su Ron e Lavanda che pomiciavano su una panchina
lontana, e una folle determinazione le fece gonfiare il petto,
infuriata. L’avrebbe pagata. Avrebbe fatto ingelosire Ron,
con chiunque, non le sarebbe importato chi.
Un ragazzo
era solo. Era Cormac McLaggen.
Hermione
continuò a far vagare lo sguardo per la Sala, un
po’ abbattuta, per esser sicura di non aver scelta. Un altro
ragazzo senza compagnia era Zacharias Smith. No, l’altra
volta aveva massacrato i suoi amici alla cronaca della
partita…
Si
avvicinò a McLaggen, e si sedette accanto a lui. Purtroppo
Ron non se ne accorse. Lui la guardò.
Nessun
brivido. No, quel tipo non le sarebbe proprio potuto piacere.
<<
Ciao, Cormac >>.
<<
Ciao, Hermione >> rispose lui, smettendo di scrivere.
<<
Sai- disse Hermione esitante- mi chiedevo se volessi venire alla festa
di Lumacorno con me, stasera >>.
McLaggen era
sorpreso. Evidentemente non si sarebbe mai aspettato un invito da parte
di una ragazza carina come Hermione.
<<
Io… sì, va bene >> rispose,
compiaciuto.
Draco si
trovava nella Stanza delle Necessità dalle cinque del
pomeriggio. Era lì da più di tre ore, arruffato e
sudato, e stava versando il veleno che aveva preparato il giorno prima
in una fiaschetta.
Era di
colore giallo ambrato, facilmente confondibile con
l’idromele.
Sogghignò
perfidamente, tappandola. Questa volta avrebbe funzionato di sicuro.
L’indomani
sarebbe andato a Hogsmeade e l’avrebbe portato a Rosmerta, e
poi ci avrebbe pensato lei a venderla a qualcuno.
Uscì
dalla stanza gettando un’occhiata insolente
all’Armadio Svanitore nell’angolo, parzialmente
aggiustato. Si ritrovò in corridoio, e si ricordò
che quel giorno Tiger e Goyle non c’erano. Sbuffò.
Sarebbe dovuto tornare in Sala Comune da solo. Doveva solo sperare che
nessuno, a quella tarda ora, lo beccasse…
Hermione era
nella Sala Comune dei Grifondoro, e stava aspettando McLaggen.
Per
l’occasione delle festa di Natale si era messa un vestito
rosso aderente, non troppo lungo, lunghi stivali neri e si era lasciata
i capelli sciolti, meno crespi del solito. Poi si era fatta truccare da
Calì. Naturalmente l’effetto non era eguagliabile
a quello del Ballo del Ceppo, ma era comunque un cambiamento notevole.
Ma quando
McLaggen arrivò, la salutò con un
“Ciao, Hermione” e non parve notare nulla di nuovo
in lei.
Camminò
tenendole il braccio attorno alla vita, cosa che a lei diede un
fastidio pazzesco, ma il peggio fu quando aprì bocca:
<<
Sai, ci sono rimasto male di non essere entrato a far parte della
squadra di Grifondoro. Mi sono sempre allenato, fin da quando ero
piccolo.
Vicino a
casa mia c’è un prato enorme, e i Babbani non ci
vanno mai, così io con gli amici mi alleno lì a
Quiddich quasi ogni giorno dell’estate, dalla mattina alla
sera, naturalmente come portiere. La mia prima parata fu a dorso di una
Scopalinda, il mio primo anno a Hogwarts, poi decisero di darmi una
Stellafreccia e ne feci molti di più. Arrivai al secondo
anno che già avevo fatto 27 parate, ma solo per gli
allenamenti, perché poi non mi presero per far parte della
squadra >>.
Continuò
con quella solfa per tutto il corridoio, poi, con grande gioia di
Hermione, arrivarono davanti porta dell’ufficio di Lumacorno.
Il corridoio
era deserto. McLaggen guardò in alto, e Hermione, senza
pensarci, lo imitò.
Vischio.
La
Grifondoro andò dritta verso la porta.
<<
Allora, entriamo? >>
Ma McLaggen
non rispose. Andò verso di lei, sorridendo come un maiale, e
cominciò a toccarla dappertutto, il viso pericolosamente
vicino al suo.
<<
No… McLaggen, io… >>
balbettò Hermione imbarazzata, facendo resistenza senza
risultati. Accidenti, non aveva previsto che fosse così
porco! McLaggen provò a baciarla, ma Hermione
abbassò la testa.
<<
Smettila! Vattene, basta… >>
<<
McLaggen! >>
McLaggen
lasciò immediatamente Hermione e si voltò.
Draco Malfoy
era in mezzo al corridoio, non molto lontano da loro.
Si
avvicinò, notando più che altro che il vestito
della Mezzosangue le stava proprio bene, e che avrebbe volentieri
voluto spaccare la faccia a McLaggen. Dio santo, ma che gli stava
succedendo in quei giorni? Stava difendendo la Granger!
<<
Vattene- gli intimò, imperioso- o avviso i professori
>>.
<<
Vattene tu, Malfoy- gli rispose McLaggen- non dovresti neanche essere
qui, non sei invitato. E poi stai disturbando >>.
Hermione
arrossì violentemente, senza avere il coraggio di guardare
nessuno dei due, e si buttò a capofitto verso la festa.
Malfoy
scoccò un’occhiata furente a McLaggen, che ebbe il
buonsenso di non restare a tiro di Malfoy e andarsene, poi
continuò a percorrere il corridoio.
Draco si
sentì stranamente turbato. Ma la Mezzosangue era davvero
bella…
Scosse il
capo, come per scacciare un insetto molesto, e si concentrò
per mettere in atto l’Occlumanzia. Non doveva pensare alla
Granger… per tanti motivi. Non era la cosa giusta da fare,
innanzitutto, vista la sua situazione. Non doveva lasciarsi distrarre
da nulla, soprattutto da una Mezzosangue Grifondoro. Poi il cuore gli
fece un balzo, nel vedere Gazza davanti a sé, che sorrideva
trionfante.
<<
Aha, colto nel sacco! >>
Draco si
sentì rodere le viscere per la sua stupidità. Era
stato così impegnato a pensare alla Granger che non si era
neanche ricordato di far attenzione a Gazza!
<<
Io… devo andare alla festa di Lumacorno! Sono in ritardo
>> improvvisò convincente.
Gazza lo
scrutò ringhiante, guardandolo dall’alto in basso.
<<
Non sei vestito per una festa, vero? Senza contare che stavi andando
nella direzione opposta, ragazzo, non sai che l’Ufficio del
professor Lumacorno è dietro di te? >>
Draco
esitò un attimo, esasperato e irritato, e quell’
istante bastò per convincere Gazza: lo prese per un orecchio
e lo trascinò dentro l’ufficio di Lumacorno.
Ma la cosa
peggiore fu quando lo portò nel bel mezzo di un gruppo di
maghi: Piton, Lumacorno, Luna Lovegood e Potter.
<<
Professor Lumacorno- disse Gazza- ho trovato questo ragazzo nascosto
nel corridoio. Sostiene di essere stato invitato alla sua festa e di
essere in ritardo. Lei lo ha invitato? >>
Draco si
liberò dalla presa di Gazza, furente.
<<
D’accordo, non sono stato invitato! Stavo cercando di
imbucarmi, contento? >>
<<
No, per niente!- ribatté Gazza, gioioso- Sei nei guai, oh,
sì! Il preside non ha detto che andare in giro di sera
è vietato, se non si ha il permesso? >>
Ma Lumacorno
lo salvò dalla situazione, dicendogli che poteva
restare. Draco si infuriò ancora di
più. Voleva solo andare alla Guferia per mandare una lettera
a Rosmerta, oppure comunicare con lei tramite monete stregate, non
starsene ad una stupida festa a cui non era neanche
dell’umore di partecipare.
Improvvisamente,
Piton proruppe con un:
<<
Seguimi, Draco >>.
Draco lo
fissò allibito per un attimo, poi lo seguì
depresso.
Lo condusse
in un’aula vicina. Draco sentì montare la collera
ancora di più. Erano mesi che Piton cercava di scoprire il
suo piano, ma non si faceva abbindolare.
Lo
guardò chiudere la porta, impassibile ma furibondo.
<<
La notizia di Katie si è diffusa in tutta la scuola. Era
sicuramente un tuo piano, ma sai che non puoi permetterti degli errori,
Draco, perché se vieni espulso… >>
<<
Io non c’entro niente, chiaro? >>
sbottò Draco all’istante.
<<
Spero che tu stia dicendo la verità, perché
è stato un tentativo goffo e sciocco insieme. E tu ne sei
già sospettato >>.
<<
Chi sospetta di me?- s’infuriò Draco, in cuor suo
sapendo già la risposta. Quindi Potter andava a sbandierare
i suoi sospetti ai professori!- Per l’ultima volta, non sono
stato io… >>
Ma Piton
continuò a insistere, finché Draco, frustrato e
irascibile, non si lanciò verso la porta sfuggendo dalle sue
grinfie, per poi allontanarsi verso i sotterranei, chiedendosi quante
intromissioni avrebbe dovuto ancora sopportare.
Ciao
ciao… spero che la storia non vi stia annoiando, anche
perché la avete già vissuta nel libro della
Rowling, ma comunque spero che stiate continuando a seguirmi. Grazie
per le recensioni e le vostre letture, mi fanno molto piacere. Bacioni!
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Capitolo
9
Hermione
passò le vacanze di Natale a casa dei suoi genitori. Il
giorno di ritorno ad Hogwarts andò verso Harry e Ginny,
ignorando Ron.
<<
Ho un sacco di cose da dirti >> le disse Harry.
Raggiunsero
un tavolo libero, mentre Ron era impegnato con Lavanda, e con orrore di
Hermione, le raccontò di un dialogo che aveva appena udito
da Piton e Draco.
Lei si morse
il labbro, non appena lui tacque per vedere una qualsiasi sua reazione.
Dannazione, ma non gli aveva detto di far attenzione a Harry?
<<
Non credi…? >>
<<
Che stesse fingendo di aiutarlo in modo da convincere Malfoy a dirgli
cosa sta facendo? >> fece Harry precipitosamente.
<<
Bè, sì >> rispose Hermione, decisa
a non incoraggiare Harry sul fatto di vedere qualcosa di oscuro nella
vicenda.
<<
Ma questo dimostra senza dubbio che Malfoy sta tramando qualcosa, non
puoi negarlo >> insistette Harry.
<<
No, infatti >> convenne Hermione, decidendo che difendere
troppo Malfoy sarebbe parso sospetto.
<<
E agisce per ordine di Voldemort, come ho detto io! >>
<<
Mmm… uno dei due ha fatto davvero il nome di Voldemort?
>>
<<
Non ne sono sicuro…- rispose Harry meditabondo- Piton ha
detto certamente “il tuo signore”, e chi altri
potrebbe essere? >>
L’
Oscuro Signore, naturalmente.
<<
Non so… forse suo padre? >> tentò
Hermione, in un ennesimo disperato tentativo di tenere Malfoy fuori dai
guai.
Ma Harry non
sembrava scoraggiato, anzi. Si sarebbe impegnato a fondo per risolvere
il mistero, ne era sicura. C’era una certa urgenza di parlare
con Draco.
Il giorno
dopo erano a lezione di Pozioni con i Serpeverde. Hermione si sedette
accanto a Ernie McMillan, ignorando Harry e Ron.
Era ancora
arrabbiata con Ron per colpa di Lavanda Brown, e adesso anche con Harry
perché quel mattino le aveva proposto di fare la pace con
Ron. Certo, come se fosse stata colpa di Hermione! Non le avrebbe
chiesto scusa neanche morta, se prima non si fosse scollato di dosso
quella sgualdrina della Brown.
Però
in quella posizione stava meglio… riusciva a vedere Malfoy
con la coda dell’occhio, che era seduto vicino alla finestra,
attorniato dai compagni Serpeverde. Scosse la testa ancora una volta,
amareggiata.
Che cretina.
Si era messa in quella posizione per Malfoy senza neanche rendersene
conto. Oddio, stava proprio perdendo il cervello.
Draco
tirò fuori l’attrezzatura per pozioni, incavolato
come sempre. Il piano del veleno sarebbe entrato in atto solo tra
qualche giorno, se tutto andava bene.
Oramai non
si preoccupava più dell’Armadio Svanitore. Non
sarebbe importato, se la fortuna fosse soffiata dalla sua
parte.
Poi era
anche incazzato con Potter, che non si faceva mai i cavoli suoi. Doveva
dire due paroline alla Granger. Meditabondo, cominciò a
pensare a come dirglielo, quando Pansy gli si attaccò al
braccio guardandolo con apprensione.
<<
Draco, cos’hai? Sei pallido… tutte le sere torni
tardi, dopo la mezzanotte… non è che hai
un’altra? >>
Lui la
guardò male. Un’altra? Quando mai lui si era messo
con Pansy?
Decise
comunque di fare finta di nulla, sfogliando il suo libro di Pozioni
Avanzate.
Poi
entrò il professor Lumacorno, che ebbe la maledetta idea di
far creare agli studenti un antidoto a un veleno.
<<
Buona fortuna, e non dimenticate i guanti protettivi! >>
Hermione
scattò in piedi prima di tutti per andare a prendere il
veleno. Draco sbuffò, fissandola. Come diavolo avrebbe fatto
a parlarle?
La
guardò tornare a posto e scambiare due parole con Potter,
mentre anche tutti gli altri tornavano ai loro tavoli, poi si
rialzò di nuovo per prendere altri ingredienti.
Draco decise
che era quella l’occasione.
Andò
accanto alla Granger, e, fingendo di rovistare tra le erbette,
sospirò a un angolo della bocca:
<<
Alle due alla Guferia >>.
E se ne
ritornò al posto, senza guardare la sua reazione, con in
mano ingredienti di cui non sapeva neanche il nome.
Tre ore dopo
Hermione stava salendo le scale della Guferia, furibonda con il mondo.
Harry era
riuscito ad ottenere ancora una volta elogi e complimenti da Lumacorno,
per aver solo tirato fuori dall’armadio una pietruzza, mentre
lei si era affacchinata come una schiava due ore intere per preparare
qualcosa di decente.
Poi ce
l’aveva anche un po’ con Malfoy.
Proprio la
Guferia doveva scegliere? Ma certo, un posto lontano e isolato a tutti,
in modo che non potessero vederlo in una simile compagnia…
Ma quando
arrivò in cima al’edificio e lo vide appoggiato al
muro di pietra, sentì svanire tutta la rabbia. Si
bloccò, guardandolo. Com’era bello…
sembrava un angelo.
Troppo
perfetto. Troppo irraggiungibile.
Volse lo
sguardo verso terra, imbarazzata per quelle strane nuove emozioni da
cui era afflitta, sperando che lui non avesse notato nulla di diverso
nel suo comportamento.
<<
Granger >>.
Draco si
fece avanti.
<<
Il tuo amico Potter- sbottò- va a raccontare ai professori i
suoi sospetti su di me. Questo mi complica le cose >>.
<<
Lo so- fece Hermione, risoluta- io gli ho detto un sacco di volte di
smetterla, ma non mi da retta. E poi, ecco… alla festa di
Natale del Lumaclub, Harry ti ha seguito quando eri con Piton. Ha
origliato tutta la vostra conversazione >>.
Draco
aprì la bocca, senza emettere alcun suono.
<<
Questa è la volta buona che lo ammazzo >>
ringhiò, dirigendosi imbestialito verso le scale.
Hermione lo
bloccò per le braccia.
<<
No, Malfoy! Me l’hai promesso… ricordi?
>>
Draco
guardò i suoi occhi imploranti.
<<
Adesso cosa pensa Potter? >> sussurrò, nel
tentativo di calmarsi.
<<
Pensa che tu stia tramando qualcosa, che sei un Mangiamorte, che agisci
per ordine di Voldemort e che, naturalmente, ci sia tu dietro
l’attacco della collana >>.
Draco
sbuffò sonoramente. Reprimendo la voglia di sfogarsi, la
guardò.
<<
Posso chiederti un favore? >> domandò, con
innaturale gentilezza.
<<
Dipende >> rispose fredda Hermione.
<<
Puoi tenere Potter il più possibile lontano dal settimo
piano? >>
Hermione lo
guardò stupita.
<<
Non voglio che Potter mi veda lì intorno- spiegò
Draco- non posso spiegarti perché. Allora, lo farai?
>>
<<
Sì- rispose Hermione, pensierosa- ma…
lì non c’è la Stanza delle
Necessità? >>
Draco
cercò di non suscitare reazioni. La Mezzosangue era sveglia!
<<
Non farmi domande- rispose lui, con un’alzata di spalle-
adesso usciamo di qui, fa freddo >>.
Scesero le
scale ghiacciate e camminarono fianco a fianco sull’erba
gelata. Che situazione strana.
<<
Guarda >> disse Hermione, guardando il cielo. Nevicava.
Lei adorava
la neve. Lui anche, ma non lo dava a vedere.
Draco
osservò immobile i fiocchi che si appoggiavano sulla
Granger, che chissà perché sembrava felice.
Poi lei
incrociò il suo sguardo. Lui assunse
un’espressione scettica.
<<
Non ti piace proprio nulla, eh? >> fece Hermione con un
sorriso amareggiato.
Draco diede
un’alzata di spalle.
<<
No, non è vero >> replicò lui
distrattamente.
Vide
Hermione avvicinarsi. Lo stava fissando.
<<
E cosa ti piace? >>
Anche Draco
la guardò. Un brivido gli scorse lungo la schiena. Si
guardarono per un istante, finché lui non distolse lo
sguardo.
Riprese a
camminare.
<<
Dài, andiamo >>.
Sentì
Hermione seguirlo, poco distante.
Camminarono
in silenzio fino al portone di Hogwarts. Si fermarono.
<<
Tu entra di qui- disse Draco- io… conosco un passaggio
segreto >>.
Hermione
annuì. Si sentì come svuotata.
A Draco non
piacque per niente quell’espressione sconsolata.
<<
E’… meglio non dare sospetti, no? >>
<<
Sospetti su cosa? >> chiese Hermione alzando gli occhi su
di lui.
Draco
esitò. Non lo sapeva neanche lui. Ma non gli andava di
essere visto con lei.
I suoi amici
non avrebbero mancato di commentare. E aveva già fin troppi
problemi senza che nessuno gli chiedesse se fosse fidanzato con la
Granger.
Visto che
lui non rispondeva, Hermione se ne andò con aria affranta.
Aveva di nuovo gli occhi lucidi.
Finalmente
le cose cominciano a muoversi, anche se non di molto, visto che Draco
è un maschio cretino come tutti gli altri e quindi NON
capisce un tubo. Senza offesa per lui, sapete che lo adoro.
Ne
approfitto per ringraziare whateverhappened, ancora una volta pei_chan,
ferao, Lily_Hime_x di nuovo, Hollina, gloria85, e Himura, che hanno
commentato la storia fin dall’inizio. E mi raccomando
continuate a farlo!
whateverhappened___
Bel nick! Grazie per le tue recensioni e i tuoi complimenti!
ferao___
Grazie per aver commentato, spero che continuerai a seguirmi per vedere
che succede (come se già non si sapesse)!
pei_chan___
Sei troppo gentile a recensirmi! “Una sintesi
ammirevole”, come avrebbe detto Silente leggendo il tuo
commento. Eh già, c’è già
amore nell’aria… ma nessuno di quei due depravati
che lo fiuta. Ah, verrebbe da mettersi le mani nei capelli. Mi
raccomando continua a seguirmi!
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Capitolo
10
Arrivò
Febbraio, e insieme ad esso le prime incomprensioni.
Draco aveva
già avuto il sospetto che Tiger e Goyle si fossero stufati
di fare la guardia per lui, ma non gli avevano mai detto nulla.
Comunque, i suoi sospetti si rivelarono fondati.
Quel giorno
c’era la prima lezione di Smaterializzazione, e Draco
entrò nella Sala Grande insieme ai suoi compagni Serpeverde.
Si mise davanti al suo cerchio di legno mentre tutti gli altri studenti
entravano. Notò che la Granger era svariati metri davanti a
lui, accompagnata da Potter.
Entrò
il professor Twycross, che cominciò a spiegare le regole
della Materializzazione.
Tiger era
accanto a lui.
<<
Anche oggi dobbiamo fare la guardia? >> sbottò.
<<
Sì >> rispose Draco, prevedendo la sua
reazione.
<<
Non credo che verrò. Basta Goyle >>.
Draco
cominciò ad scaldarsi.
<<
E invece vieni, perché mi servite tutti e due…
>>
<<
Silenzio, Malfoy, e stai attento! >> urlò la
McGranitt.
Draco
arrossì, conscio del fatto che tutti lo stavano guardando.
Poco dopo furono disposti tutti a distanza di un metro e mezzo
l’uno dall’altro.
<<
Harry, dove vai? >> domandò Hermione.
Harry si
stava dirigendo verso il fondo della sala, ed era sicurissima che
volesse origliare Draco.
<<
E’ da Ottobre che dura questa storia. Cosa fai là
dentro? >> sbottò Tiger, arrabbiato.
<<
Non so quanto ancora durerà, va bene? Ci vuole
più tempo di quanto immaginassi >> gli
sibilò Draco.
Ma Tiger
aveva altre proteste.
<<
Senti- lo anticipò Draco- quello che faccio non ti
interessa, tu e Goyle fate come dico io e state di guardia!
>>
Poi una voce
arrivò alle loro spalle.
<<
Io racconto ai miei amici cosa ho in mente, se voglio che facciano la
guardia per me >>.
Draco aveva
riconosciuto quella voce. Si sentì ribollire di rabbia,
cercò di estrarre la bacchetta ma un rimprovero dai quattro
direttori delle Case lo costrinse a voltarsi.
Una
settimana dopo il piano del veleno era in atto. Draco aveva ricevuto un
messaggio da Madama Rosmerta del fatto che avesse venduto
l’idromele avvelenato a Lumacorno, dicendo che lo avrebbe
regalato a Silente. Avrebbe solo dovuto aspettare…
Hermione
quel giorno si trovava nella Sala comune dei Grifondoro, con il libro
di Antiche Rune davanti a sé e una lunga pergamena su cui
stava scrivendo la traduzione.
All’improvviso
la porta si spalancò ed entro Ginny, agitata.
<<
Hermione, vieni, presto! Ron è stato avvelenato…
>>
La
Grifondoro lasciò cadere la piuma, esterrefatta, e si
alzò velocemente.
<<
Che cosa? >> disse brusca.
<<
Sta bene, non preoccuparti- la tranquillizzò Ginny- Harry
l’ha salvato… >>
Corsero
tutte e due fino all’infermeria, dove trovarono Harry al di
fuori, che spiegò loro brevemente cosa era accaduto.
Pochi minuti
dopo Hermione, Harry, Ginny, i gemelli Weasley e Hagrid erano tutti
attorno al letto di Ron, e stavano discutendo di ciò che era
appena accaduto.
Hermione era
meditabonda e furiosa.
Era stato
Draco. Ne era sicurissima, chi altri avrebbe potuto essere?
Si
asciugò le lacrime, che da molti minuti stavano lottando per
liberarsi.
Gliel’aveva
detto. L’aveva avvertito di non fare del male ai suoi amici.
I patti
erano sciolti. A lei non importava più niente. Doveva solo
cercare quel bastardo e suonargliele per bene… non importava
dove, anche di fronte alla banda di Serpeverde!
Ma non
poteva lasciare Ron. Non in quel momento.
Poco dopo si
avviò con Harry verso i dormitori e se ne andò a
letto presto.
Si mise
sotto le coperte, in lacrime ancora una volta, perchè i
rapporti con Draco erano destinati a fallire... come se il destino
fosse contro di loro.
Eppure non
l’avrebbe mai creduto capace di fare una cosa simile. Sapeva
che aveva ricevuto un incarico, ma… questo era stato troppo.
Aveva
sopportato di dover mentire ad Harry, ed il limite era già
stato superato. Rischiare di perdere Ron era semplicemente impensabile,
e imperdonabile.
Il giorno
dopo la notizia di ciò che era successo a Ron si diffuse
rapidamente.
Draco era in
Sala Comune quando lo seppe.
<<
Indovina?- cinguettò Pansy, sedendosi sulle sue ginocchia-
Ieri Weasley è stato avvelenato nell’ufficio di
Lumacorno! Potty però l’ha salvato…
>>
E gli
raccontò ogni dettaglio. Draco, dopo aver passato dieci
secondi buoni immobile ad assorbire dolorosamente quelle parole, la
spinse rudemente via e corse nel dormitorio, che era vuoto.
Chiuse la
porta e ci sbatté la testa. Cazzo. Non era possibile.
Quell’idiota
di Lumacorno… doveva aver dato l’idromele a
Weasley, invece che a Silente. Ma perché?
Dio,
perché tutto era sempre, inesorabilmente contro di lui?
Ma non era
questo che lo faceva sentire un verme.
Si
inginocchiò sul pavimento. La Mezzosangue.
“
Giuro che se metti in mezzo i miei amici…”
E aveva
pianto. La Granger aveva pianto, sotto i suoi occhi. Batté
un pugno sul pavimento.
L’aveva
fatta grossa.
Le lezioni
quel giorno finirono alle tre del pomeriggio. Hermione
scappò dall’aula di Trafigurazione più
veloce degli altri, e corse fino al settimo piano. Era sicura che Draco
fosse nella Stanza delle Necessità…
Quando vi
giunse, però, trovò due ragazzine imbronciate ai
due lati della parete, dove avrebbe dovuto esserci la porta.
Hermione si
incamminò verso di loro, notando che una teneva tra le
braccia una grossa bilancia d’ottone. La stava guardando
torva.
Improvvisamente
lasciò cadere la bilancia.
<<
Immobilus! >>
Hermione
reagì con una velocità impressionante, e la
bilancia si bloccò a mezz’aria.
Le ragazzine
scapparono dal corridoio a gambe levate. Hermione dedicò
loro solo uno sguardo confuso prima di prendere la bilancia e
appoggiarla per terra, per poi incrociare le braccia, contrariata.
Avrebbe dovuto aspettarlo.
Si mise a
sedere appoggiata al muro, ostinata e testarda, certa di aver potuto
attendere lì anche tutta la notte.
Non le
importava.
Passarono le
ore, ed Hermione incominciò a sentirsi stufa.
I suoi
pensieri cominciarono a vagare su Ron, a cosa gli era accaduto, e alla
testa di cazzo di Malfoy… aveva rischiato di farlo morire.
Scoppiò in un pianto dirotto.
Un quarto
d’ora dopo apparve la porta della stanza delle
Necessità, ed Hermione sussultò. Draco
uscì, ma poi si bloccò.
La Granger
lo stava guardando con espressione minacciosa. Si alzò,
lentamente, senza mai staccare gli occhi dai suoi. Draco invece sentiva
di non poter reggere quello sguardo. Si sentiva un coglione,
soprattutto perché lei aveva appena pianto.
Hermione si
avvicinò a lui. Draco rimase immobile, senza sapere cosa
sarebbe successo. E… improvvisamente prese a
schiaffeggiarlo, a tirargli manate, pugni, a fargli male ovunque
riuscisse ad arrivare.
Draco
indietreggiava, schivandone la maggior parte, ma esibiva già
comunque una guancia rosso fuoco e dolori terribili sulle braccia.
Dieci
secondi dopo Hermione si calmò. Sospirò, furiosa,
e si schiarì la voce.
<<
Te l’avevo detto… te l’avevo detto di
non toccare i miei amici >>.
<<
Non l’ho fatto apposta >> mormorò
Draco velocemente, con voce roca.
<<
Non mi importa un accidente!- urlò Hermione, spintonandolo-
Non voglio le tue scuse! Sei spietato, non provi pena per nessuno,
io… mi fai schifo, Malfoy! >>
Draco
chinò il capo.
Qualche mese
prima non avrebbe permesso a una Mezzosangue di urlargli in faccia in
quel modo. Adesso invece non si sentiva in dovere di fare
nulla… Hermione aveva ragione. Perfino lui era disgustato di
sé stesso, da fin troppo tempo.
Poi la
guardò di nuovo.
Si
avvicinò a lei, che era immobile e lo fissava.
Non seppe
cosa glielo fece fare, ma allungò una mano… e le
asciugò una lacrima che stava scendendo. Poi le
accarezzò la guancia.
Che pelle
morbida aveva. Come mai non se ne era mai accorto prima?
Hermione
stava continuando a guardarlo, gelida, mentre
l’incredulità la stava invadendo lentamente. Un
po’ dell’odio che provava per lui sembrò
svanire nel nulla.
Le stava
accarezzando la guancia. Draco Malfoy. Era così che
lui… dimostrava affetto per le persone?
Draco si era
già perso nei suoi occhi d’ambra. Non stava
pensando a niente, era così facile, quando lei era
vicina…
Poi si
riscosse, quando la Grifondoro gli allontanò la mano con uno
scatto.
<<
Cosa stai facendo? >>
Draco
arrossì un poco. Ma gli occhi della Mezzosangue erano ancora
lividi di rabbia.
<<
Non era lui la mia vittima >> sussurrò.
<<
Bè, allora cerca di concentrarti sulla tua vittima- gli
sibilò Hermione furibonda- e cerca di non mettere mai
più in mezzo persone innocenti, soprattutto amici miei. Non
te la perdonerò mai, Malfoy. Mai >>.
Si
voltò prese correre verso l’infermeria. Quando
arrivò si accorse di piangere ancora.
Si
asciugò velocemente le lacrime ed entrò,
sospirando.
Ron era
sveglio.
<<
Oh, ciao >> disse.
Hermione
sorrise e chiuse la porta. Si sedette accanto al letto di Ron,
trepidante.
<<
Ron- mormorò- Mi… mi dispiace per quello che
è successo tra di noi >>.
Era vero.
Adesso che aveva quasi rischiato di perderlo, il loro litigio aveva
perso di importanza. Non valeva più niente, assolutamente.
<<
Ah- sospirò lui- bè, ci mettiamo una pietra
sopra? >>
Hermione era
raggiante.
<<
Direi di sì. Senti, Ron… >>
Stava per
dirlo. Stava per dire che era stato Malfoy a far accadere tutto questo,
che era il responsabile… Voleva svelare che era un
Mangiamorte, che stava tramando per uccidere qualcuno nella scuola, che
erano tutti in pericolo…
Ma le parole
le morirono in gola. Si ricordò della carezza che le aveva
fatto.
Dei suoi
occhi grigi, meno gelidi del solito. Della lacrima che le aveva
asciugato. Del fatto che avesse subito le sue urla senza difendersi,
senza trattarla male.
Una lotta
interiore si scatenò all’improvviso dentro di lei,
facendole dolorosamente male al cuore, che stava battendo forte.
Provava
qualcosa. Sì, quel maledetto Serpeverde era riuscito, in
qualche modo, a farla invaghire di lui. Dannato.
Si sentiva
la sua marionetta. Sempre accondiscendente, sempre lì quando
lui la cercava, sempre pronta a parargli il culo.
Avrebbe
dovuto smetterla, dire basta. Però, quella
carezza… entrò invadente nei suoi pensieri ancora
una volta, addolcendola. E se lui fosse davvero così?
E se la sua
maschera si fosse sciolta, in quell’istante? E se lei lo
avesse visto davvero per quello che era, in quell’unico
momento?
Restò
senza parole. Non riuscì a dire nulla, sebbene Ron la stesse
guardando interrogativo.
No, non
avrebbe detto niente. Il suo cuore glielo
impediva.
Hollina_____
Bè… tu dimentichi che, in questa fanfiction, lo
scopo è rimanere fedele allo stesso libro di Harry Potter e
il Principe Mezzosangue. Harry(per fortuna) non nota nulla di strano,
quindi non verrà mai a sapere di Hermione e Draco, proprio
perché nel libro non li scopre. Insomma, nascono in
incognito e… continueranno in incognito, comunque. E poi hai
ragione, McLaggen è un maiale. Ma io me lo immaginavo
così, tu no? Grazie per la recensione, un bacione!
ferao_____speri
in una svolta Dramione? Se parli della fine… ricorda che
devo rimanere fedele ai fatti del sesto libro. Ma ci sarà
comunque una sorpresa, alla fine. Grazie per il sostegno, spero che
continuerai a recensire!
pei_chan_____
non preoccuparti, non sono così sadica da farli rimanere per
sempre nella loro gretta ignoranza! Prima o poi, più prima
che poi, metteranno in funzione i neuroni e la smetteranno di prendersi
in giro da soli… purtroppo le cose devono procedere piano,
per far sembrare la storia più reale, anche
perché in questa fic hanno solo sedici anni e non sono
così maturi da passare sopra tutto e tutti per chi
amano… soprattutto Draco. Che è proprio
un’idiota. Grazie per i tuoi commenti, davvero! Un abbraccio!
Kimly______
Letta tutta in una volta? Sul serio?? E come hai fatto a non crepare di
sonno? Chissà quanti caffè! Comunque, a parte gli
scherzi, grazie infinite! Spero di non averti delusa con questo chap!
whateverhappened______
Ciao! Inutile dirti grazie per il sostegno, davvero, sei gentilissima.
Passando alla tua domanda… sì, lo scopo di questa
storia sarebbe di mantenere tutti i fatti accaduti nel sesto
libro… per filo e per segno. Ma non è detto che
Hermione debba per forza odiare Draco per quello che avrebbe (in
teoria) dovuto fare; forse, e dico forse, dopo quel che è
successo, avranno un altro momento per, ehm, parlare. Insomma non
vorrei dirti la fine, ma stai tranquilla!
Passando a
Obbligo o Verità…. Grazie 10000000 per aver
recensito! Mi sono commossa! Va bè, passiamo ai tuoi
commenti.
Per quanto
riguarda Daphne… io nella fic parlavo dal punto di vista di
Draco, e sì, secondo me lui la vede brutta, anche
perché con lei non si fa mai vedere e poi alla fine sceglie
sua sorella Astoria! Ma chi lo sa, forse mi sbaglio.
In quanto a
Ginny… condivido più che pienamente il tuo
parere! Io personalmente non la sopporto, e infatti stentavo a crederci
quando Harry l’ha scelta come sua ragazza… ma
credo che sia per la somiglianza che ha con Lily. Tutte due con i
capelli rossi, insomma, forse caratteri simili… e poi Harry
ha una sorta di venerazione per sua madre, secondo me, da come la
guarda nel settimo libro, e altre cose così…
è solo un po’ mammone e Ginny gliela ricorda!
Per quanto
riguarda il lieto fine, mi spiace ma di questa storia sono soddisfatta
così. E poi, sinceramente, Draco è già
innamorato cotto e quindi non verrebbe fuori nulla di emozionante,
credo. Un bacione!
E adesso mi
faccio un po’ di pubblicità!
Se vi
piacciono le Draco/Harry andate a vedere la mia shot “I Hate
Everything About You” che ho postato qualche giorno fa, ci
tengo ad avere dei pareri!
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Capitolo
11
Nei giorni
seguenti c’era la partita Tassorosso - Grifondoro. Malfoy
quel mattino si svegliò con un senso di vuoto dentro, che
non aveva niente a che fare con il Quiddich.
Poi
ricordò. Tutti i giorni aveva quella sensazione…
da quando aveva litigato con la Granger, più di una
settimana prima. Ancora non riusciva a capacitarsi di come fosse
arrivato in quella situazione.
Si
vestì, accigliato. La Mezzosangue gli mancava. Se ne era
reso conto solo in quel momento.
Avere
qualcuno da cui non dovesse nascondersi, con cui non dover fingere, da
cui cercare consigli, e aiuto… erano state le cose
più belle.
E il ricordo
dell’ultima cosa che lei gli aveva detto gli faceva ancora
rodere le viscere di pentimento, rimorso e anche dispiacere.
“Non
te la perdonerò mai, Draco. Mai”.
Era finito.
Non le avrebbe più rivolto la parola, non avrebbe
più potuto guardarla.
Si
passò stancamente le mani sul viso, turbato e confuso.
Ma da quando
era diventato così sentimentale? E da quando teneva a
qualcuno che non fosse i suoi genitori?
Dio…
gli piaceva la Granger? No, non ci poteva credere. Sarebbe stata una
cosa passeggera, insomma, l’avrebbe dimenticata tra qualche
giorno. Forse…
Però
quando era con lei… si sentiva in pace. Si sentiva bene.
Si sentiva
rilassato, estraneo a qualsiasi pericolo o sofferenza. Era una
sensazione mai provata.
Incredulo,
si toccò la parte sinistra del petto. Il cuore.
Gli stava
battendo forte. Non… non era mai successo, mai per una donna.
Riabbassò
la mano, sconvolto. Si… stava sentendo emozionato per il
solo ricordo della Granger!
Una cosa da
pazzi! Doveva essere proprio andato.
Non aveva
tempo per le cotte. Non aveva tempo per la Granger.
Lui aveva
una missione da portare a termine, non avrebbe dovuto dedicare i suoi
pensieri a… quelle cose.
Scese nella
Sala Comune, praticando Occlumanzia, e vide Tiger e Goyle.
<<
Prendete la pozione- ordinò- non abbiamo molto tempo
>>.
Due minuti
dopo erano tutti e tre nel corridoio. Poi vide Potter, vestito da
Quiddich.
Si
bloccò. E se… l’avesse seguito?
No, doveva
giocare a Quiddich, non si sarebbe perso la partita per pedinarlo.
Scoppiò
a ridere per averlo pensato, e continuò a camminare.
<<
Dove vai? >> gli chiese Potter.
Dio, che
faccia tosta! Quanto avrebbe voluto dargli un bel pugno sul naso.
<<
Già, e lo vengo a dire a te, perché sono affari
tuoi, Potter. E’ meglio che ti sbrighi, saranno tutti
lì ad aspettare il Capitano Prescelto, il Ragazzo che
Segnò, o come diavolo ti chiamano adesso >>.
Spinse da
parte Potter e si avviò nella Stanza delle
Necessità.
Ma le cose
non andarono bene. Draco si rese conto di non riuscire ad aggiustare
l’Armadio.
Batté
il capo sul mobile, facendosi male, ma non gli importò.
Si sentiva
depresso. Si sentiva debole, e incapace.
Voldemort
gli aveva ordinato di terminare la missione entro la fine
dell’anno scolastico… e mancavano quattro mesi.
Non aveva
intenzione di uccidere Silente in qualche altro modo, sarebbe di sicuro
finita male e la Mezzosangue si sarebbe arrabbiata ancora di
più. Non poteva più permettersi di rischiare.
Sinister non
faceva altro che mandargli lettere con le istruzioni, ma Draco non ci
stava capendo proprio più niente con quel maledetto armadio.
Ma non
poteva mollare tutto. Anche se non vedeva altra via.
I suoi
genitori sarebbero morti, per colpa sua. Lo stesso Draco sarebbe
morto…
Uscì
dalla Stanza delle Necessità, correndo. Il corridoio era
deserto, e lui si infilò nel primo bagno che vide.
Si
appoggiò al lavandino e scrutò il riflesso nello
specchio sporco e incrinato di fronte a lui. Si sentiva pervaso
dall’angoscia e dall’ansia.
Suo padre
era ad Azkaban. Sua madre sarebbe stata uccisa per prima se non avesse
portato a termine la missione.
Doveva
uccidere Silente. Come diavolo avrebbe fatto? Uccidere una
persona… era davvero così facile come sembrava?
Ce l’avrebbe fatta a non tirarsi indietro
all’ultimo momento?
Chinò
il capo: capì che stava per vomitare. Sentì gli
occhi bruciare, e poi le guance bagnarsi.
Che
situazione di merda… ma perché capitava tutto a
lui?
<<
Perché piangi? >>
Draco si
voltò di scatto e gli venne un colpo.
Il fantasma
di una ragazza all’incirca della sua età, con i
capelli legati in due code e gli occhiali in stile “Harry
Potter” veleggiava a pochi metri da lui, gli occhi sbarrati.
<<
Chi diavolo sei, tu? >> fece Draco, accigliato,
asciugandosi il viso.
<<
Io sono Mirtilla- disse lo spettro con voce lagnosa- a dir la
verità non vengo mai in questo bagno, ci sono finita per
caso. Sono morta circa cinquant’anni fa, mi ha uccisa il
Basilisco della Camera dei Segreti >>.
Draco le
scoccò un’occhiataccia diffidente.
<<
Bè, non stavo piangendo. Ora vorrei essere lasciato in pace
>>.
Ma Mirtilla
continuava a fissarlo.
<<
Oooh… ma io ti conosco! Tu devi essere Draco Malfoy, vero?
Ho sentito tanto parlare di te, nel bagno tre piani più in
giù >>.
Draco si
voltò verso di lei, incuriosito.
<<
Chi ha parlato di me? >>
<<
Quattro anni fa- fece Mirtilla ghignando- la Granger faceva la Pozione
Polisucco nel bagno… parlava di chiederti informazioni, con
Harry Potter e il suo amico rosso… >>
Draco non ci
aveva capito niente, ma decise di lasciar perdere.
Prese
mentalmente nota di chiedere alla Granger, poi si voltò al
lavandino e represse un conato di vomito. Già…
loro non si parlavano più.
<<
Non dirò a nessuno che devi uccidere qualcuno
>> disse Mirtilla all’improvviso.
Draco la
fissò truce.
<<
Che diavolo ne sai tu? >>
<<
Oh, è un segreto >>.
Draco ne
ebbe abbastanza e uscì dal bagno, senza però non
sentire:
<<
Tornerai a trovarmi? >>
Quella sera
Hermione si trovava in sala comune con Harry e Ron a scrivere un tema
sui Dissennatori.
Avevano
appena finito, quando…
Crac.
Hermione
avrebbe voluto ammazzare Harry. Aveva spedito Dobby e Kreacher a
pedinare Draco!
Scoprirono
così che entrava nella stanza delle Necessità, e
che usava Tiger e Goyle come guardia.
Hermione
alcune cose le sapeva già, ma di fronte
all’entusiasmo di Harry si rese conto che il piano di Draco
non era più tanto sicuro.
Andò
a dormire, seccata e turbata, senza sapere se dover avvertire Draco o
no.
Ma certo che
no, concluse rigirandosi dall’altra parte. Erano affari suoi.
Se poi Harry lo beccava, allora tanto meglio, così nessun
altro avrebbe rischiato la vita per colpa dei piani di quel Serpeverde
idiota. Però…
Sbuffò.
Il pensiero di doverlo tenere all’oscuro di ciò
che Harry stava per fare la faceva sentire, in un certo senso, in
colpa. Se Harry l’avesse scoperto, Draco avrebbe passato i
guai.
Sarebbe
stato espulso, per non dire mandato ad Azkaban insieme a sua madre.
No… lei non lo voleva!
Sarebbe
rimasta a guardare, mentre Harry scopriva sempre più cose
per incastrarlo? Non avrebbe fatto niente, quando Draco sarebbe stato a
un passo dal dire addio alla sua vita di sempre?
Avrebbe mai
più avuto il coraggio di guardarlo in faccia, pentendosi di
non averlo difeso?
No, non
l’avrebbe fatto.
Kimly____
Grazie di cuore, davvero! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!
whateverhappened_____
Millemila ipotesi? Accidenti! E comunque hai ragione, anche secondo me
Hermione si innamora dei tipi più improbabili! Lenticchia,
Krum, che anche nel libro non è chissà
cosa… mentre ignora palesemente Draco! Dio, ma come si
fà????? Grazie per il commento!
Hollina_____
Sì, Draco che arrossisce… poveraccio,
è un essere umano come noi, come può evitarlo?
Forse con un po’ di cipria ^_^ Comunque appena ho letto il
tuo commento sono andata subito a vedere e sono rimasta TOTALMENTE
sconvolta dall’attore che fa McLaggen! Sì
sì, è proprio bello! Accidenti, ma di attori per
Harry Potter 6 non ne beccano uno giusto! Un bacione!
pei_chan____
E’ vero, sono teneri… anche se credo di aver
toccato la soglia del diabete solo con “Unexpected
Meet” ^_^ qui sono dolci, ma niente di eccessivo,
spero. Bè se dopo aver letto un mio capitolo comincerete a
mangiare solo salato, vuol dire che c’è qualcosa
che non va! Spero che questo capitolo non ti abbia delusa, un abbraccio!
prischina____
grazie infinite! Ecco il nuovo chap… spero di risentirti!
marcolp_____
lp come linkin park?? Grazie per il sostegno, spero che la storia
continui a piacerti!
Martuzza_____
Grazie per la recensione! Hai completamente ragione, Harry non si
regge… ma fin dal primo libro, personalmente parlando. E
nella mia storia lui NON c’è! Ne avevo abbastanza
di lui, dopo sette libri passati a stargli dietro… qualunque
fic senza Potty è come una boccata di aria fresca! Spero che
questo capitolo ti piaccia, un bacione!
Ringrazio
tantissimo anche le 37 persone che hanno messo la storia tra i
preferiti, ma anche chi legge soltanto. Ciao ciao!
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Capitolo
12
Passò
circa una settimana.
Draco non
vedeva miglioramenti per l’Armadio Svanitore. Si sentiva
sempre più depresso e impaurito, e molte volte, anche tra
una lezione e l’altra, correva in bagno a vomitare, o a
piangere. Tutte le volte che succedeva trovava sempre Mirtilla
Malcontenta, che lo confortava e lo consolava. Draco la lasciava
parlare, ascoltandola appena; non aveva la forza per dirle di
andarsene, che non c’era bisogno che lei stesse
lì, perché lui era solo, completamente
solo… e nulla avrebbe mai potuto cambiare.
Hermione era
presissima dai suoi compiti, ma aveva tempo per pensare ad altro.
Oramai era da tanto che non parlava con Draco, e questo la rendeva un
po’ cupa. Si scopriva a fissarlo, qualche volta nella Sala
Grande o durante le lezioni, e, con suo grande imbarazzo, scopriva che
Draco faceva lo stesso.
I loro occhi
si incrociarono di nuovo molte volte, ma Hermione distoglieva subito il
suo, pentita.
Harry poi
non faceva altro che andare davanti a quella stupida Stanza delle
Necessità, e questo le dava i nervi, anche se era sicura che
non sarebbe mai riuscita a entrare dentro.
Una domenica
mattina Draco fu preso da un altro conato di vomito proprio mentre si
dirigeva verso la Stanza.
Si
infilò velocemente nel primo bagno che vide nel quinto
corridoio e si appoggiò alla parete.
Poi pianse.
Non poté fare a meno.
Si odiava
per la sua autocommiserazione, si disprezzava per la sua
stupidità e per la sua dannata arroganza, che se non avesse
fatto uscire magari adesso sarebbe in una situazione diversa…
Era inutile,
non era stato capace di fare niente. Non avrebbe mai potuto salvare
nessuno. Non lui… non era la persona giusta. Non era Harry
Potter.
<<
Draco… >>
Il suo cuore
sussultò. Conosceva quella voce, ma era anche
l’ultima che avrebbe mai voluto sentire.
Cercò
di asciugarsi le lacrime, con scarso successo. Alzò gli
occhi e la vide accanto alla porta.
Dio,
com’era bella. Volse lo sguardo sul pavimento, non sapendo
cos’altro fare.
<<
Cosa vuoi? >> disse con arroganza. Ma la sua voce
tremava.
Hermione
andò accanto a lui. Cavoli, non l’aveva mai visto
così. Quello era il Draco Malfoy vero.
Quello era
il ragazzo per cui aveva perso la testa. Non un arrogante presuntuoso,
ma un ragazzo normale. Forse lei… era stata la prima a
vederlo piangere.
Draco decise
di guardarla. Non avrebbe mai voluto che lo vedesse in quel modo.
Ma sapeva
che lei non l’avrebbe mai detto. Sapeva che di lei si poteva
fidare.
E quando la
Mezzosangue lo abbracciò fu quasi un sollievo.
Ricambiò
la stretta, immediatamente, e continuò a lacrimare,
desiderando di non staccarsi mai più da lei.
Un
abbraccio. Una cosa così semplice, che a lui però
mancava.
Poter
contare su qualcuno, sentirsi amato. Sentire di… valere
qualcosa.
<<
Cos’è successo? >> chiese Hermione
dolcemente, guardandolo negli occhi.
<<
Non mi va di parlarne qui >> mormorò Draco.
Allungò
una mano, e gliela prese nella sua. Non seppe che cosa glielo fece
fare, ma seppe immediatamente, sentendo il suo calore, che era stata la
cosa giusta.
Il cuore di
Hermione batté furiosamente, guardandolo, ma non
osò stringergliela anche lei. Draco prese a camminare,
portandosela dietro. Il castello era deserto, dovevano essere circa le
sette del mattino.
Lui la
condusse fuori e un’ ondata di gelo li invase, ma ne lui
né lei ci fecero caso: si sentivano caldi dentro, e seppero
che bastava.
Senza dire
una parola, Draco decise di lasciarle la mano e si mise a sedere vicino
a una sponda del Lago Nero, appoggiato a un albero.
Hermione si
sedette vicino a lui. Si sentiva così confusa, e spiazzata.
Guardò
Draco, che prese a fissare l’acqua con uno sguardo dolente
sul bel volto. Uno sguardo sofferente, costernato, che rese impossibile
agli occhi di Hermione staccarsi da esso.
Poi
sospirò.
<<
Lui… il Signore Oscuro mi ha affidato una missione che devo
portare a termine prima della fine dell’anno scolastico
>>.
Draco si
voltò verso di lei. Hermione lo stava guardando, ed era
vicina, molto vicina. Riuscì a reggere il suo sguardo un
po’ impaurito.
<<
Non sono sicuro di riuscirci. Io ci ho messo tutte le mie forze,
ma… >>
<<
Questa missione- lo interruppe Hermione- consiste…
nell’uccidere qualcuno? >>
<<
Sì >> rispose Draco sospirando. Si sentiva un
verme, ma anche… più libero.
<<
E i tentativi che hai fatto tempo fa… dovevano uccidere
un’unica persona? >>
Draco
annuì. Hermione si voltò a guardare il lago.
<<
Non ho scelta >>.
La
Grifondoro si voltò di scatto. Draco aveva di nuovo gli
occhi lucidi.
<<
Sono segnato- continuò Draco, infiammandosi- Gli altri hanno
deciso per me. Ho sempre fatto ciò che mi comandavano di
fare >>.
Si
voltò verso Hermione, che lo guardava comprensiva.
<<
Ho passato sei anni d’inferno. Prima di venire a Hogwarts mio
padre mi ha fatto un elenco di come dovevo comportarmi. Non legare con
quelli delle altre case. Non parlare con i Mezzosangue. Fatti un nome,
là, vantati, fatti adorare come un Dio. Non mostrare
sentimenti. Cerca di diventare amico di Potter, perché forse
tutti i Mangiamorte un giorno potranno fare di lui il nuovo
capo… e adesso lui è ad Azkaban, e spero che ci
rimanga ancora a lungo, senza di lui a casa è tutto molto
più sopportabile >>.
Era la prima
volta che parlava di come stavano realmente le cose. Era la prima volta
che si confidava, e fu lieto del fatto che la prima volta fosse stata
con lei.
Hermione lo
guardò con tristezza.
<<
Non avevo idea >> mormorò.
<<
Già- rispose Draco- e sono costretto ad eseguire i suoi
ordini, se non voglio che i miei genitori muoiano >>.
Hermione
stette in silenzio, con espressione sofferente.
<<
La persona che devi uccidere- disse, esitante- è mia amica?
>>
Draco la
guardò. Hermione si sentì arrossire sotto quello
sguardo penetrante.
<<
Amica forse no. Ma non vorresti che morisse. Pochi lo vorrebbero
>> concluse, tornando a scrutare il Lago.
Hermione
decise di non voler sapere chi fosse la vittima, perché poi
mentire a Harry sarebbe stata davvero dura… e
l’avrebbe fatta sentire in colpa, terribilmente.
<<
E’ impossibile che ci riesca- continuò Draco- non
ce la farò mai. Mi… mi ammazzerà
>>.
<<
Non devi dire così- lo consolò Hermione- non
può averti dato una missione impossibile. A meno
che… >>
Si
interruppe.
<<
A meno che cosa? >> la incoraggiò Draco.
<<
Bè… magari vuole che tu rimanga ucciso nel
tentativo. Vuole solo vendicarsi di tuo padre >>.
Draco la
fissò stupito.
<<
Questo mi fa sentire molto meglio >> disse, sarcastico.
<<
Scusa >> disse Hermione dispiaciuta, raccogliendo una
margherita lì vicino.
Non
parlarono per un po’.
<<
Non avrei mai pensato di ritrovarmi qui con te, un giorno
>> disse Draco all’improvviso.
Hermione lo
guardò di sottecchi. Strano che volesse affrontare
quell’argomento.
<<
Già… neanche io. Non siamo mai andati molto
d’accordo >> rispose cauta.
Draco la
osservò giocherellare con la margherita.
Aveva dei
riccioli stupendi, che ora catturavano la luce del sole che si era
affacciato timido tra le nuvole grigie.
Si
sentì riscaldare. Stare con lei gli piaceva.
Non riusciva
a sentirsi arrabbiato. Era una piacevole distrazione.
<<
Bè, per colpa mia >> sogghignò lui.
Hermione lo
guardò, e in un attimo lui le passò il braccio
attorno al collo stringendola a sé. Rimase basita da quel
gesto, ma decise di rimanere immobile, assaporando quel contatto in cui
non avrebbe mai sperato.
<<
Granger- sussurrò lui - se non avessi tutti questi obblighi
e divieti, le cose tra noi non sarebbero così
>>.
<<
E come sarebbero? >> chiese Hermione. Il cuore le stava
letteralmente scoppiando dal petto.
<<
Non lo so. Ma non ci troveremmo in questa situazione >>
rispose Draco, arrossendo lievemente.
<<
Per te è sbagliato stare qui con me >>
ribatté Hermione tristemente.
Draco non
rispose subito.
<<
Non mi importa, Granger. Ho voglia di stare qui, adesso
>>.
Hermione
sbatté le palpebre. Non disse niente, rimando ferma tra le
sue braccia.
Che quello
fosse l’inizio di qualcosa? Aveva paura a sperare di
sì.
Kimly______
grazie per aver incrociato le dita! Eh già a Draco manca
Hermione… ma ora è tutto a posto! Piaciuto questo
capitolo? Bacioni!
ferao_____
grazie! Bè quella con Mirtilla non sarà
l’unica missing moments… insomma, alla fine lo
scoprirai! Grazie per il supporto, davvero!
whateverhappened_____
Hai ragione, ma la Rowling purtroppo “impersona”
Harry e quindi l’unico scorcio VERO della vita di Draco che
abbiamo è quando lo trova in bagno a piangere…
tutto il resto sono stata libera di immaginarmelo. Sì anche
a me piace questa storia. Ma che strano, l’ho scritta io.
Comuuuuunque… quoto assolutamente, Harry non si fa mai i
cavoli suoi! Anche a me ha dato un fastidio terribile quando ha fatto
quella domanda a Draco! Dio quanto è arrogante!
C’è
da dire, però, che se Harry non fosse così
ficcanaso, non avremmo mai scoperto cosa sta macchinando
Draco… eccetera eccetera. Quindi, in un certo senso, gli
sono grata. Grazie per le tue recensioni, bacioni!
Hollina____
grazie per il sostegno, è andata benissimo! 9+ a
matematica… ma non sono troppo un mito?????? ^_^ Eh
sì, comunque il nostro Draco ha proprio perso la testa! O
almeno, non proprio a botta… voglio dire sta procedendo
tutto piano, ma era per rendere la storia più realistica.
Spero di esserci riuscita. Ciao ciao!!
marcolp_____
oh… devo indovinare? Uhm… lp lamborghini???^_^ va
bè lo so che non è questa, ma non ne ho proprio
idea! Dimmi almeno se è inglese o italiano! Scusa
l’invadenza ma sono curiosa^_^ spero che la
diabeticità di questo capitolo non ti abbia sconvolto! Ciao
ciao
prischina____
ti è piaciuta la parte riflessiva? Davvero??? Meno male, io
credo sempre che la gente si annoi a leggerla, quindi non metto
chissà cosa… sono contenta! Ho aggiornato, vedi?
Che ne pensi?? Va bè un abbraccio!!
Nel caso vi
interessasse saperlo, nel prossimo capitolo ci sarà
un’altra scena del libro… modificata in Dramione
naturalmente! Non perdetevelo!
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Capitolo
13
Nel mese
seguente, a Draco cominciava ad andare meglio. Si scoprì
molte volte a pensare a Hermione, infatti i suoi compagni di Serpeverde
lo beccarono parecchie volte con un espressione imbambolata sul volto.
Per quanto
riguardava l’Armadio, aveva quasi terminato di aggiustarlo.
Ormai mancava poco. Ma più ci riusciva, più
sentiva crescere dentro di sé la terribile sensazione di
dover uccidere qualcuno.
Pensò
a Silente, e si disse che non poteva farlo. Dio…
Non poteva,
no… ma non aveva scelta…
<<
No… non posso farlo… >>
Disse,
piangendo nel solito lavandino, nel solito bagno con Mirtilla
Malcontenta.
<<
No- gemette lei- no… dimmi che cosa c’è
che non va… io posso aiutarti… >>
Sarebbe
stato bello. Ma non era possibile.
<<
Nessuno può aiutarmi- rispose Draco, tremante- non posso
farlo… non posso… non
funzionerà… e se non lo faccio presto…
dice che mi ucciderà… >>
Poi
singhiozzò e deglutì.
Guardò
lo specchio. Il cuore gli batté in un sussulto.
Potter.
Si
voltò di scatto ed estrasse la bacchetta. Un’ira
crescente si sprigionò dentro di lui, soffocandolo di
frustrazione repressa…
<<
Crucio! >> urlò, mancandolo.
Bloccò
la fattura di Potter e continuarono a scagliarsene di tutti i colori,
finché…
<<
Cru… >>
<<
Sectumsempra! >> urlò Potter.
Draco si
accorse di essere stato colpito in pieno.
Cadde a
terra, e sentì il sangue scorrergli via dal
corpo… poi il buio.
Dopo quelli
che parvero secoli si alzò e vide Piton accanto a
sé, che lo sorreggeva.
Stava
camminando con lui per i corridoi, e gli stava dicendo delle
cose, ma non riusciva a capire… a sentire…
Poco dopo si
ritrovò su un lettino dell’infermeria, e vide
Madama Chips che gli metteva del dittamo su alcune ferite del torace e
del volto, e Draco, al momento, non si ricordò come se le
fosse fatte.
<<
Ora aspetta che faccia effetto, signor Malfoy, tra una decina di minuti
ritornerò >>la sentì dire.
Draco rimase
da solo, intontito.
Poi la porta
dell’infermeria si aprì di nuovo, ed
entrò il suo angelo. Ma collegò anche
un’altra cosa.
<<
Potter! >> ringhiò, ricordandosene
all’istante.
Provò
ad alzarsi, ma Hermione lo tenne inchiodato, un po’
imbarazzata nel trovarlo mezzo nudo.
<<
Cosa ti è successo? Che cosa c’entra Harry?
>>
<<
C’entra che Potter mi ha davvero rotto i coglioni, stavolta!-
urlò Draco, furibondo- ero nel bagno a parlare ad un
fantasma della mia missione, e Potter stava ascoltando da dietro la
porta! >>
Si
alzò incazzato nero, ma Hermione gli accarezzò
una guancia, facendolo voltare verso di lei. Inutile dirlo, Draco
restò imbambolato su di lei e si scordò quasi del
tutto di Potter.
<<
Avete combattuto? >> chiese la Grifondoro, preoccupata.
<<
Sì- rispose Draco- ma lo mancavo. E poi Potter mi ha colpito
con un incantesimo che non ho mai sentito prima! >>
<<
Okay, adesso calmati. Parlerò io con Harry >>.
Lui
esitò, guardandola nei suoi occhi d’ambra.
<<
Bè, convincilo lasciarmi stare! Sei sicura che non
si sia innamorato di me? >>
Hermione
rise.
<<
Vado da Harry! Tu rimettiti presto >>.
Ma si
sentì afferrare il braccio, poi trascinare e finire contro
il petto nudo e forte di Draco. Lui fece un mezzo sorriso e si chiese
cosa gli stesse succedendo. Gli piaceva abbracciarla, era
così piccola, sottile… e poi non opponeva
resistenza, anzi, ricambiava l’abbraccio.
Si sentiva
amato, in un certo senso.
La vide
alzare la testa verso di lui. Lo stava guardando.
Si
sentì eccitato, all’improvviso. Sapeva cosa
voleva.
Si
avvicinarono lentamente, persi ognuno negli occhi dell’altro,
entrambi pensando che non avrebbero dovuto farlo, che si sarebbero
dovuti trattenere…
Ma in un
momento cambiò tutto.
Le loro
labbra si toccarono appena, desiderose e appassionate, ma non ebbero il
tempo di approfondire quel bacio.
Madama Chips
era rientrata all’improvviso.
Draco la
lasciò, sentendosela sfuggire dalle braccia. La vide
rivolgergli un’occhiata dispiaciuta e uscire
dall’infermeria, con i capelli che ondeggiavano al ritmo dei
suoi passi.
Draco si
ributtò sul letto, mentre quella maledetta infermiera usciva
di nuovo dopo aver preso una medicina dall’armadietto. Si
sentì avvilito.
Se solo non
fosse entrata… niente avrebbe più potuto
fermarlo. Avrebbe dato sfogo di tutto l’affetto che provava
per Hermione, lì, su quel letto, fregandosene delle
conseguenze. L’avrebbe fatto.
Ma non era
stato possibile. Perché si trovava sempre ostacolato,
qualunque cosa facesse?
Vide la
porta riaprirsi di nuovo, e un istante sperò che Hermione
fosse tornata… ma poi gemette sconsolato nel vedere Pansy.
<<
Draco! >> esclamò disperata, buttandosi al
collo di Draco. Lui non riuscì a ricambiare, e rimase rigido
e immobile alla sua stretta stritola-ossa.
<<
Quel Potter!- disse, agitata- vedrai che punizione gli aspetta! Oh,
Draco, ero così in pensiero per te! >>
Poi tacque e
lo fissò. Draco sapeva cosa stava per fare. Ma quando lo
fece si ritrovò impreparato, con la lingua di Pansy in bocca.
La
staccò violentemente.
<<
Pansy- mormorò, sospirando-Non possiamo >>.
<<
Perché?- domandò lei, sull’orlo di una
crisi di nervi- mi stai respingendo dall’inizio
dell’anno, io non so più cosa fare con te! Se non
ti piaccio dimmelo adesso, non farmi illudere! >>
<<
Non voglio una storia con te >> disse freddamente.
Pansy lo
guardò sdegnosa, andandosene, ferita.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Se
avete cliccato “ultimo capitolo”, bè,
tornate indietro, perché oggi ne ho pubblicati due!
Capitolo 14
Qualcosa era
cambiato. Sì… e non lo avrebbe mai sperato.
O pensato.
Tutta quella situazione, era così dannatamente nuova, e
emozionante…
E non gli
era bastato. No, quel misero contatto nell’infermeria non
aveva colmato un bel niente.
Non avevano
riempito né il dolore, né la paura né
la tristezza da cui si sentiva invaso da sempre. Non avrebbe potuto
definirlo bacio, neanche passione, a dir la verità.
E la voleva.
La voleva tutta per sé, in un unico momento da trascorrere
con lei che sarebbe riecheggiato nell’eternità.
Un momento
da non dimenticare. Che gliel’avrebbe sempre fatta ricordare.
Un istante di pura gioia e follia. Qualcosa di indescrivibile.
Lei era
sempre nei suoi pensieri. Sempre, incessantemente, anche quando avrebbe
dovuto pensare ad altre cose.
Il viso di
Hermione lo riportava a quel momento in cui avevano condiviso qualcosa.
Sì, perché anche lei provava la stessa cosa,
Draco ne era sicuro.
E moriva
dalla voglia di averne finalmente una prova concreta.
Fu
così che, incapace di trattenersi, cominciò a
mandarle dei bigliettini senza firma, in cui le chiedeva di incontrarsi.
Però…
lei non arrivava. Draco aspettò per almeno un’ora
che lei si facesse viva all’orario e nel posto stabiliti, ma
di Hermione non c’era mai traccia.
Ed era
questo che a Draco dava un po’ da pensare. Perché?
Come mai non
veniva? Lo stava forse… rifiutando? Ci aveva ripensato?
Turbato,
Draco cominciò a cercare il suo sguardo durante le lezioni,
ma anch’esso non era presente. Lo stava evitando.
Hermione non
guardava nella sua direzione neanche una volta, sedendosi in modo da
dargli sempre la schiena. Anche nella Sala Grande, ogni volta che lui
le passava davanti lei abbassava lo sguardo.
Draco
all’inizio pensò che fossero solo coincidenze, che
lei fosse solo un po’ triste oppure non si fidasse di lettere
senza firma, ma una settimana dopo quel comportamento decise di averne
abbastanza. No, lei stava facendo tutto di proposito.
Un
po’ affranto, allora, decise di coglierla di sorpresa.
Una domenica
mattina Hermione si trovava tra gli scaffali della biblioteca,
concentrata sui libri da scegliere per fare una ricerca, quando
un’ombra accanto a sé la fece sussultare.
Si
voltò lentamente, un po’ intimorita, e rimase un
po’ basita nel vedere Draco appoggiato allo scaffale,
guardandola intensamente.
La passione
di quello sguardo la fece arrossire e abbassare gli occhi sul
pavimento. Dio… no, non adesso.
Draco la
studiò per un momento, non riuscendo a sorridere.
Restò in attesa, aspettando che Hermione si spiegasse, o che
se ne andasse, ma la reazione che non prevedeva non era certo che
sarebbe rimasta lì immobile, come in quel momento stava
facendo.
Lei
respirò a fondo, cercando di calmare i battiti del suo
cuore, pensando a cosa diavolo dirgli. Aveva appena incominciato a
raccogliere le parole quando si sentì portare contro lo
scaffale quasi con violenza.
Draco era
appoggiato contro di lei, il viso al di là del suo, le mani
ancora nelle tasche. La stava tenendo bloccata,
imprigionata… come a ribadire una proprietà. Come
a voler dimostrare che lei… era solo sua.
Sentì
le lacrime pungerle gli occhi, affondando il viso nell’incavo
del suo collo, respirando il suo profumo. Ma non poteva crollare. No,
non in quel momento.
Draco
scostò un poco il viso, toccando la fronte di Hermione con
le labbra. Era così calda.
Ma sentiva
di non avere il coraggio di guardarla negli occhi. Non voleva leggerci
sentimenti troppo contraddittori. E non voleva che lei percepisse la
sua disperazione.
Le
baciò la fronte, in modo lieve e dolce. Poi di nuovo, in un
gesto più intenso, scendendo sempre più in basso.
Arrivò
a baciarle la guancia, che scottava, morbida come non mai, e sentendola
inerme, posò un bacio anche sull’angolo della
bocca…
Fu allora
che lei scostò il viso da un lato, nascosto dai capelli.
Draco
esitò un momento, con il cuore a pezzi, chiedendosi cosa
diavolo ci fosse che non andasse.
Tolse una
mano dalla tasca e le scostò i capelli, in modo da vedere
cosa avesse. In quel momento una lacrima le scese lungo la guancia.
Lei non lo
stava guardando; il suo sguardo era rivolto altrove, verso il fondo
della biblioteca, di certo non a lui.
Perché
non poteva guardarlo. Non poteva.
Non voleva
dargli false speranze… e non voleva darle neanche a
sé stessa. Perché lui non capiva che era tutto
impossibile?
Perché
non capiva quanto fossero diversi, quanto le loro strade si sarebbero
separate, nel futuro, o tra un mese? Perché non voleva
alleviare quel dolore?
Avrebbero
dovuto dimenticarsi, lo sapeva. Non ci sarebbe stato un futuro per
loro. No… non ci sarebbe stato niente.
Draco
continuò a guardarla.
Sentì
di non poter riuscire a parlarle. Non voleva sapere. Non voleva
sentirsi dire niente.
Non da lei.
Hermione…
Neanche lo
guardava in faccia. Neanche si sentiva in dovere di dirgli niente, come
stavano le cose. Forse pensava che lui non se lo meritasse?
Lui, Draco,
che per la prima volta aveva aperto il suo cuore? Che per la prima
volta aveva dimostrato di tenere a qualcuno? Evidentemente
no… era stato uno stupido.
Aveva solo
creduto male. Si era illuso da solo. E lei aveva collaborato alla
grande.
Stronza. Non
avrebbe solo potuto lasciarlo perdere? Dio… non
gliel’avrebbe mai perdonata.
Aveva
giocato con il suo cuore, e poi gliel’aveva infranto. Non
avevano davvero più nulla da dirsi.
Si
staccò da lei freddamente, in un unico gesto, e senza
più guardarla le diede le spalle, furioso, allontanandosi.
Fu in
quell’unico momento che la forza di volontà di
Hermione cedette.
Dal momento
stesso in cui si sentì libera scoppiò in un
pianto irrefrenabile, coprendosi il volto con le mani.
Draco, per
quanto furioso e addolorato, non poté non voltarsi di nuovo
nell’udirla. La fissò un momento, stupefatto da
quella reazione improvvisa, poi pensò che se lo meritava.
Certo…
si erano fatti male a vicenda. Adesso erano pari, perfettamente pari.
<<
Draco… >>
Un brivido
gli attraversò la schiena nell’udirla tra le
lacrime. Non riuscì a staccare lo sguardo da lei,
lì, disperata, che finalmente ricambiava la sua occhiata.
Non riuscì neanche ad andarsene, cosa che avrebbe voluto
fare di più al mondo: i suoi piedi sembravano incollati al
suolo.
<<
Mi dispiace… >>
Draco
staccò lo sguardo dal suo, deglutendo. Le dispiaceva. Certo.
Non se la
sentiva di crederle. Non se la sentiva di avere niente più a
che fare con lei. La odiava, e basta. Avrebbe voluto solo non doverla
rivedere mai più.
<<
Lo sai che è impossibile- disse Hermione con voce tremante-
Lo sai benissimo anche tu >>.
Quelle
parole lo colpirono come una folata di vento gelido. Draco la
guardò di nuovo, per un attimo senza parole.
Era vero.
Aveva ragione, naturalmente. Ma non ce la faceva ad affrontare la cosa,
a guardare avanti.
Deglutì
di nuovo. Dio… ma perché non riusciva ad
andarsene?
<<
Dì… qualcosa >>.
E la furia
si impadronì di lui all’improvviso, nel sentire
quella frase.
Si fece
velocemente avanti, arrivandole a un soffio da viso, con gli occhi
incendiati dalla disperazione e l’odio.
<<
Che vuoi che ti dica?- sibilò sprezzante- eh, Mezzosangue,
cosa vuoi? Che ti supplichi? Che ti dica che non importa se
finirà presto, ma che possiamo lo stesso godere di questi
pochi giorni che ci rimangono? Vuoi che ti baci, vuoi che ti costringa
a cedere, che ti faccia mia sapendo di farti anche del male? Allora?
Cosa diavolo vuoi da me? >>
Urlò
l’ultima domanda, facendole chiudere gli occhi per un
momento. Le lacrime stavano ancora lottando per uscirle, e lei si
sforzava di trattenerle.
<<
Voglio che mi dimentichi >> sussurrò.
Draco si
sentì mancare il respiro. Il cuore si fece pesante
all’improvviso.
<<
Bene. Benissimo. Non sarà un problema >>
replicò glaciale, allontanandosi ancora una volta,
lasciandola sola mentre i suoi occhi dorati lo seguivano ancora.
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Capitolo
15
Era
l’ora. Potevano davvero… agire. Era arrivato il
momento.
Uscì
dalla Stanza delle Necessità, un po’ agitato.
L’Armadio era aggiustato, alla fine ce l’aveva
fatta, grazie ad alcuni libri proibiti che sua madre era riuscita a
farsi prestare da qualche collega Mangiamorte.
Inviò
in fretta un messaggio con la moneta stregata, mentre scendeva le
scale, che diceva di procedere non appena avesse inviato il segnale,
solo il tempo di radunare gli altri Serpeverde…
Si mise a
correre, con il cuore che gli tamburellava nel petto.
Avrebbe
ucciso Silente. Avrebbe ucciso.
Non poteva
farcela. No… non era quel tipo di persona. Però
doveva provare. Per i suoi genitori, e per la sua stessa vita.
Corse a
perdifiato, sperando di fare in fretta, quando una voce familiare lo
costrinse a fermarsi.
<<
Esattamente. E il primo posto dove andrò a guardare sono i
registri dei vecchi premi di Pozioni >>.
Cazzo…
era finito davanti al ritratto dei Grifondoro. Si era scordato che
quello era l’accesso alla loro Sala Comune…
La vide
uscire, e immobilizzarsi nell’accorgersi di lui.
Draco le
scoccò solo un’occhiata carica di significati
prima di riprendere a camminare, con un espressione senza sentimento.
<<
Dove stai andando? >> gli chiese Hermione.
Sapeva che
non avrebbe dovuto parlargli, ma… era strano. Era tutto
sudato, e sembrava anche agitato, e un po’…
impaurito.
<<
Fatti gli affari tuoi >> replicò lui secco,
senza neanche voltarsi. Ecco come avrebbe dovuto risponderle tutte le
volte che lei si era interessata al suo piano.
Sentì
dei passi dietro di sé, poi si accorse che lo stava
seguendo. Si fermò, irritato.
<<
Piantala di immischiarti, va bene? Vattene, sparisci dalla mia vista,
è così difficile? >>
Anche
Hermione si immobilizzò, con espressione addolorata, e fu
quella a far vergognare Draco di quello che aveva appena detto.
<<
Te ne andrai, non è così? Stai…
per… .>>
Lei
esitò, fissandolo confusa. Draco sentì svanire
tutta la rabbia.
Fu come
essere tornati indietro nel tempo, ad una settimana prima, quando tutto
era ancora a posto. Quando ancora non si facevano problemi. Quando
erano ancora complici, e… amici.
Perché
lei era stata la sua prima vera amica. Sul serio. Si era sentito
meravigliosamente bene a condividere la sua presenza, tutte le volte.
Però…
adesso era finita. Stava già abbastanza male per la loro
rottura, senza il contributo delle domande preoccupate di lei.
Ma non ebbe
il tempo di decidere di fare nulla, neanche di scappare. Hermione
l’aveva raggiunto.
No…
perché proprio adesso? Proprio in quel momento?
<<
Non farlo >>.
Draco la
guardò stupito. La voce di Hermione era innaturalmente
seria, e tremava.
Lo stava
guardando un po’ implorante, con gli occhi dorati pieni di
angoscia. Non gli lasciò neanche il tempo di rispondere, che
continuò:
<<
Tu non sei quel tipo di persona. Tu sei diverso. Sei cambiato. E lo sai
anche tu >>.
Il suo cuore
prese a battere un po’ più veloce. Avrebbe solo
voluto urlarle di non immischiarsi, e di andarsene proprio a quel paese.
Ma come,
prima gli diceva di dimenticarla e poi si faceva avanti con parole del
genere? Viva la coerenza.
<<
E io ti ripeto che non sono affari tuoi. Lasciami stare, sporca
Mezzosangue >>.
E rimase a
bocca socchiusa, fissandola. Dio… da quanto non glielo
diceva? E chissà se le aveva fatto del male?
Evidentemente
sì.
Hermione lo
guardò per qualche secondo senza espressione, poi si
voltò lentamente diretta verso la parte opposta.
Draco si
sentì tremendamente colpevole.
<<
No, io… non volevo dirlo >>
bofonchiò, facendola fermare.
La vide
voltarsi, e continuò:
<<
Non ho tempo. Ho da fare, ho una missione. Non ho tempo per te,
davvero, non mi importa più. Io… hai ragione, me
ne andrò stasera. Addio >>.
Aveva appena
finito di pronunciare l’ultima parola che Hermione, con gli
occhi lucidi, gli arrivò a pochi centimetri dal viso. Draco
non osò indietreggiare, sapendo perfettamente che avrebbe
già dovuto andarsene da un bel pezzo.
La vide
deglutire, e sospirare, prima di alzare gli occhi su di lui.
<<
E’… l’ultima volta che ci vediamo?
>>
Draco non
poté credere alle sue orecchie. Dio…
perché era tutto così difficile? E
perché lei continuava a parlare? E soprattutto,
perché lui si sentiva in dovere di dirle…
<<
No. Puoi… venire fuori, più tardi. Al di
là del cancello. Io uscirò di lì
>>.
La vide
esitare, poi annuire. Draco la guardò un ultimo momento,
dandosi dell’idiota, prima di riprendere a correre, mettendo
tra sé e lei più distanza possibile.
Hermione lo
guardò sparire nel corridoio, immobile.
Draco.
Il ragazzo
che voleva. Che, in qualche modo, era riuscito ad entrare dentro di lei.
Il ragazzo
che l’amava. Perché era così. Lo
sentiva.
Non era come
Ron. Draco gliel’aveva dimostrato. Draco l’aveva
amata, a modo suo, con le sue attenzioni, e i suoi sguardi. E quei baci
in biblioteca.
Nel
ricordarli, sentì una tremenda fitta al cuore. Sembravano
passati anni da quel momento. Sembravano attimi lontanissimi, mai
più evocabili.
E…
aveva fatto bene a stroncare la cosa prima che le fosse sfuggita di
mano. Se solo quel giorno l’avesse baciato… Dio
solo sa cosa sarebbe potuto succedere.
Ma era stato
tutto completamente inutile. Lui le aveva chiesto di incontrarsi di
nuovo.
Per
l’ultima volta. E non faceva più differenza,
ormai.
Entrambi
sapevano che era uno sbaglio. Un terribile sbaglio.
Ma lui non
era riuscito a fare a meno di chiederle di incontrarsi
un’ultima volta. E non accettare per lei sarebbe stata una
sofferenza, un’atroce sofferenza.
Senza
neanche accorgersene si mise a sedere sul pavimento, mollando tutti i
libri al suo fianco, rendendosi conto solo in quel momento di averli
con sé.
Si
portò le mani sugli occhi, che bruciavano. Non sarebbe
andata in biblioteca per indagare sul Principe Mezzosangue. Non era
dell’umore. Non era la cosa giusta.
Sentiva
ancora dentro di sé il peso di ciò che Draco le
aveva appena detto, un peso grande come un macigno, e si chiese se
fosse mai riuscita ad alzarsi di lì. Si chiese se tutto
avesse avuto più senso, una volta che… se ne
fosse andato.
Vide Jack
Sloper passarle davanti, ma non si curò di salutarlo. Non si
sentiva la forza.
Lo
sentì entrare nella sala Comune, e nello stesso momento una
lacrima le rigò la guancia. Se la asciugò
all’istante, dandosi della stupida.
Passarono
alcuni istanti, lunghi un’eternità, che il buco
del ritratto si aprì di nuovo e stavolta uscì
Harry, con una pergamena stretta in mano.
Non
notò Hermione, perché corse da
tutt’altra parte, proprio dove si era diretto Draco poco
prima.
La
Grifondoro si alzò di scatto.
<<
Harry! >>
Ma lui non
la sentì.
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
Capitolo
16
Draco
arrivò trafelato alla sala comune, e non appena vi
entrò fu grato e sollevato nel trovarvi Tiger, Goyle e
Zabini, che stavano chiacchierando sul divano.
<<
Sbrigatevi, dobbiamo andare >> annunciò Draco
con la gola secca.
Gli altri lo
osservarono stupiti.
<<
Come?- fece Blaise confuso- non intenderai… >>
Dal suo
sguardo Draco capì subito a cosa si riferisse.
<<
Sì, e c’è poco tempo. Andiamo,
muovetevi >> sbottò secco, e riprese a correre
verso la stanza, sentendo dietro di sé gli altri che lo
seguivano.
Ne
approfittò per trafficare ancora un attimo con la moneta
stregata, avvertendo Madama Rosmerta di dare il via al piano, e in
pochi secondi si trovarono di fronte alla Stanza delle
Necessità.
Più
agitato di quanto non fosse mai stato, Draco non riuscì
subito a far apparire la porta magica, ma dovette fare tre tentativi.
Era impossibile concentrarsi su qualcosa, in un momento come quello.
Una volta
che la porta fu apparsa, guidò gli altri nella stanza delle
Cose Nascoste, con il cuore di piombo.
Lanciò
un’occhiata all’Armadio, che era ancora chiuso, e
rimase immobile, cercando di respirare più lentamente, senza
far trasparire il suo stato di agitazione.
Gli altri si
erano bloccati, e dopo essersi guardati un po’ intorno
presero posto su alcuni cumuli di oggetti. Sembravano eccitati e un
po’ intimoriti. Draco sentì di poterli capire.
Sostenevano
Voldemort, la Magia Nera e tutto il resto, ma dava comunque una certa
ansia il fatto che da lì a pochi secondi avrebbero
incontrato i Mangiamorte più spietati e crudeli dei tempi
attuali.
La paura per
i Mangiamorte e per le loro idee malsane e contorte fece dimenticare a
Draco per un attimo Hermione, a cui decise di dedicare meno pensieri
possibili al momento, almeno finché non l’avesse
rivista tra qualche ora. Per l’ultima volta… se
fosse riuscita ad arrivare fino al cancello.
Improvvisamente,
il forte rumore di due ante sbattute echeggiò nella vasta
stanza, facendolo risvegliare dai suoi pensieri, e la
densità della situazione gli piombò addosso come
acqua ghiacciata.
Tutti si
voltarono sorpresi e intimoriti verso l’Armadio Svanitore, da
cui ne uscì una fila indiana di Mangiamorte che, Draco
scoprì non appena se li trovò davanti, nessuno
era poi così contento di vedere. Draco li guardò
impassibile, chiedendosi cosa diavolo avesse dovuto fare.
Amycus
Carrow gli si avvicinò velocemente e gli diede una pacca
sulla spalla.
<<
Ben fatto, Draco, sei riuscito ad aggiustare l’Armadio!
L’Oscuro Signore ne sarà molto lieto…
>>
<<
Grazie >> borbottò Draco, senza sorridere.
Scoprì di non riuscirci.
Guardò
Amycus allontanarsi per fare la conoscenza degli amici di Draco,
probabilmente prossimi a diventare Mangiamorte, quando gli
andò vicino qualcun altro, che inizialmente non aveva
riconosciuto.
<<
Draco, ragazzo… >>
<<
Buonasera, Avery >>.
E
sentì un po’ della paura scivolare via,
all’improvviso. Fu una sensazione strana, ma la vista di
così tanta gente, i fratelli Carrow, Avery, Yaxley, Greyback
e Gibbon, che erano venuti lì per aiutarlo e facilitargli il
compito, lo fece sentire un po’ confortato e per una volta si
disse che, forse, non era solo.
Fenrir
Greyback guardò gli amici di Draco con una strana
espressione che al ragazzo non piacque affatto, un misto di
golosità e indecisione, poi lo vide scrollare le spalle, un
po’ immusonito, e volgere gli occhi sul resto della Stanza.
Yaxley,
intanto, aveva levato la bacchetta e fatto apparire qualche bottiglia
di rum, idromrele, vino elfico, gin e whisky.
<<
Allora!- fece, con una risata gioviale- che ne dite,
brindiamo alla salute del nostro Draco, senza il quale il piano non
avrebbe mai potuto avere inizio? >>
<<
Meglio andarci piano con quella roba- sbottò Alecto, decisa-
dopotutto entreremo in azione solo tra poco. Allora, Draco,
cos’è questa stanza? >> aggiunse,
guardandosi intorno interessata.
<<
Si chiama Stanza delle Necessità- rispose Draco, sentendosi
un po’ più sicuro di sé- è
una stanza che si apre solo se ne si ha veramente bisogno. Qui dentro
ho trovato un sacco di roba utile… come la Polvere Buiopesto
e altre cose … >>
<<
Davvero? >> fece Amycus interessato, e tutti si
radunarono attorno a lui, che, un po’ confortato dal fatto
che lo stessero distraendo, perse un po’ di tempo mostrando
loro tutti i trucchetti che aveva a disposizione.
<<
Bene, bravo Draco!- fece poi Gibbon, esaltato- fregheremo gli Auror di
sicuro, stanotte! >>
<<
E non solo lui!- raspò Greyback maligno- un brindisi a Draco
e al Signore Oscuro! >> declamò poi, dando un
calice a tutti, che li levarono esplodendo in una fragorosa risata alla
faccia di quell’idiota di Silente.
Poi,
all’improvviso, la porta si socchiuse. Tutti esitarono,
voltandosi interdetti, cessando immediatamente di ridere.
<<
Chi è là? >> gridò una
voce che Draco identificò subito come quella della Cooman.
Con una fitta di irritazione e senza indugi, prese il vasetto che
conteneva la Polvere Buiopesto e ne gettò un pizzico in aria.
La stanza si
fece buia all’istante, e tutti gli altri scoppiarono di nuovo
a ridere, tutti tranne Draco, che aveva afferrato la Mano della Gloria
e si era mosso verso la professoressa.
Non poteva
permettere che rovinasse tutto. No, non poteva. Dio, ci stava lavorando
da mesi, non si poteva sciupare tutto in un unico momento!
La spinse
nel corridoio con forza, facendola inciampare e rotolare via tutte le
bottiglie che quella svampita aveva tra le braccia.
<<
Come osi…. Aaaargh! >>
Richiuse la
porta di scatto, pronunciando l’incantesimo per eliminare
l’effetto della polvere, un po’ meno teso.
Infatti essa
svanì, poco a poco, finché l’ambiente
non fu di nuovo luminoso e limpido.
<<
C’è mancato poco >> disse
amaramente, sedendosi su una scatola rovesciata. Cavoli…
come diavolo sarebbe finita tutta quella storia?
<<
Dobbiamo decidere quando agire, Draco >> disse Yaxley con
voce sicura.
Lui
esitò, guardando un galeone falso che portava sempre in
tasca. Le cifre che vi erano scolpite sopra non erano cambiate.
<<
Appena Silente esce dalla scuola, Madama Rosmerta mi
avviserà. Di solito lascia l’edificio intorno alle
dieci e mezza, e non manca molto. Se decidesse di restare nel
castello… lo attaccheremo di sorpresa >>
aggiunse deglutendo.
Io, lo
attaccherò di sorpresa, pensò Draco avvilito,
mentre Alecto parlava.
<<
Ma verranno aggiunte protezioni extra nella scuola, suppongo. Non
metterà gli Auror, no? >>
<<
Non sarà un problema- disse Greyback leccandosi le labbra-
più siamo, meglio è >>.
Draco si
sentì formicolare la nuca, e represse un brivido. Poi si
schiarì la voce.
<<
Non appena mi arriverà il segnale usciremo tutti dalla
stanza. Tiger, Goyle e Blaise, voi tornerete nella sala Comune, chiaro?
Non fate uscire nessuno di Serpeverde, se ce la fate >>.
<<
Però..- disse Yaxley meditabondo- il Signore Oscuro non ci
ha dato ordini riguardo ai ragazzi delle altre case >>.
Draco
esitò.
<<
Fate cosa volete. Non mi importa di chi torturate…
>>
Ma poi si
bloccò. Hermione.
Non le aveva
detto di stare al sicuro. Non le aveva detto di non muoversi dalla sua
Sala Comune… anzi, l’avrebbe indotta a uscire dal
castello mentre la battaglia sarebbe stata appena agli inizi,
rischiando quindi di venire travolta. Dio… che stupido!
Dannazione!
Urlò dentro di sé, decisamente arrabbiato.
Perché non gli era venuto in mente? Perché?
Si prese la
testa tra le mani, dolorante.
Non poteva
pensare a lei in quel momento. Non poteva permettersi distrazioni. E
non doveva neanche permettere al suo viso di riaffiorare nella sua
mente, con quell’espressione così dolorosa e mesta
da averlo fatto vergognare tante volte.
Perché
solo ripensando a lei, solo ricordandosi delle sue parole…
sarebbe stato un suicidio.
Perché
Draco sapeva di non stare facendo la cosa giusta. L’aveva
sempre saputo, in fondo.
Non era
facile come sembrava. No… uccidere una persona non era
semplice. E lui… non sapeva se se la sentiva di farlo, a dir
la verità.
Scosse il
capo e chiuse gli occhi, respirando profondamente, imponendosi di non
vomitare. No, quello non era il momento per essere debole.
Ma gli altri
non se ne accorsero.
I
Mangiamorte presero a bere dai loro calici, brindando a questo e a
quello; i suoi amici, invece, erano appoggiati al muro e li stavano
fissando un po’ intimoriti.
Forse
neanche loro volevano essere lì. Forse se ne erano
già pentiti.
Ma almeno
loro non dovevano commettere un omicidio, comunque. Almeno
loro…
Poi si
alzò di scatto, rovesciando la scatola, facendo voltare
tutti gli altri. La sua moneta stava bruciando.
Prongsina____
una nuova lettrice! Grazie, spero che continuerai a
seguirmi… E ricorda: Dramione sempre e comunque!
Nika_chan01____
grazie, questo era esattamente il mio intento! E sono contenta di
averlo realizzato… mi ha fatto molto piacere la tua
recensione, un abbraccio!
Grungiu_____
grazieeeee… troppo gentile! Sì
continuerò presto, anche perché non vedo
l’ora di finire di aggiornarla! Un bacione!
Tanny____
uhm… chi ucciderà Silente? Bè,
riguardati l’ultima conversazione di Draco e
Hermione… certe frasi a effetto non saranno ignorate! E con
questo basta indizi ^_^ grazie per la recensione, bacioni!
marcolp____
eh già, la conclusione è vicina… ma
non così tanto! Prima mi diverto con i Mangiamorte! Ciao
ciao, seguimi fino alla fine!
Debora93____
non vedi l’ora che concluda? Uhm… già
non mi sopporti più?^_^ Scherzo! Un bacio!
whateverhappened____
già a scuola?? Mamma mia che sciagura! Eh sì, il
nostro Potty se ne va a cercare il medaglione (tarocco) e
quindi… si è levato dai piedi! Aaah un capitolo
intero senza nominarlo è stato… magnifico
è dire poco! Bè alla prossima, un bacione!
pei_chan____
finale Dramione?
…
…
…
Ehm…
bè non voglio rovinarti il finale! Non posso dirti nulla
senza svelarti la fine, cosa che non voglio fare perché
indegna di qualsiasi scrittore che si rispetti! (ehm ehm…)
Grazie per la recensione, bacioni! ^_^
Kimly____
oh, meno male che vengo risparmiata! Mi sa però che alla
fine mi becco sul serio un’Avada ben piazzato…
mah, o forse no. Chissà? ^_^ Un bacione!
Hollina____
grazie carissima… mi raccomando continua a seguirmi!
Bacioni! ^_^
prischina____
amore non corrisposto??? Nooooo, ma cosa dici?
°_° Non si è capito che sono
innamorati? Oddio mi hai fatto venire un dubbio gigantesco…
*sigh sob* grazie per la recensione, un bacio! ^_^
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Capitolo
17
La tolse
dalla tasca, intimorito, e la guardò. Il suo cuore
sprofondò.
<<
Rosmerta dice che Silente è andato alla Testa di Porco, ma
potrebbe tornare a momenti >>.
Alzò
gli occhi sui Mangiamorte, che avevano assunto delle facce esaltate.
Era il momento.
<<
Bene, allora usciamo di qui! >> disse Gibbon, e gli altri
annuirono con forza, estraendo le bacchette.
Draco prese
la sua Mano della Gloria e la Polvere Buiopesto, sentendosi svuotato.
Avrebbe ucciso. Avrebbe… ucciso Silente.
Reprimendo
un conato di vomito, andò cauto verso la porta e la
socchiuse.
Con un lampo
di irritazione si accorse che nel corridoio c’erano Weasley,
sua sorella e Paciock, apparentemente a… fare la guardia.
Dannazione,
pensò, ma loro lo avevano già visto.
<<
Eccolo, sta uscendo! >> gridò Ginny Weasley
indicandolo agitata.
Draco si
voltò dietro di sé.
<<
Statemi attaccati, uso la Polvere! >>
E senza
perdere tempo ne gettò in aria un altro pizzico, facendo
scivolare tutto il corridoio nell’oscurità
più totale. Sentì Goyle prendergli la veste, e
con la Mano della Gloria guidò la fila indiana verso la
luce, mentre i tre Grifondoro camminavano a tentoni urtandosi
l’uno con l’altro.
Raggiunsero
il piano di sopra in poco tempo, e fu preso dall’ansia
sentendoli schiamazzare e ridere.
<<
Non fate rumore, ci sentiranno! Voi tornate al dormitorio, presto!
>> incitò i suoi compagni, che non se lo
fecero ripetere e sparirono dalla sua vista.
I
Mangiamorte, invece, parevano più esaltati che mai. Greyback
si guardò intorno famelico.
<<
Ma dove sono tutti gli studenti? Che divertimento
c’è, così? >>
ringhiò un po’ abbattuto, mentre Yaxley lo faceva
tacere con la mano alzata.
<<
Bisogna pensare a qualcosa. Draco deve essere solo quando
ucciderà il vecchio. Non può farlo in mezzo a
tutti >>.
Draco
continuò a stare in silenzio, aspettando che giungessero a
una soluzione, guardandosi nervosamente intorno. Se qualcuno li avesse
visti…
<<
In giardino- propose Gibbon- o… su una torre. Lì
non ci sarebbe pericolo >>.
<<
Sì, d’accordo- acconsentì Yaxley
annuendo- mettiamoci il Marchio Nero, almeno sarà costretto
a scendere lassù! >>
<<
Alla Torre di Astronomia, allora >> disse Draco con voce
sorda, guidandoli.
Perché
stavano pestando i piedi in quel modo? I loro passi stavano echeggiando
mostruosamente nei corridoi silenziosi, tanto forte di attirare
sicuramente qualcuno di indesiderato. Aveva appena deciso di dire loro
di fare attenzione, quando…
<<
I Mangiamorte! Stupeficium! >>
Prima che
Draco avesse capito cosa stesse succedendo, si sentì spinto
e catapultato in un’aula vuota, poi il rumore di una porta
sbattuta.
Si
voltò, scoprendo che Alecto lo aveva tenuto fuori dai guai.
<<
Non dovrebbero averti visto- sussurrò, tenendo premuto
l’orecchio alla porta- Chi erano quelli? >>
<<
Non lo so >> disse Draco scuotendo il capo, angosciato.
Li avevano già scoperti! Di questo passo non sarebbe
riuscito a fare un bel niente. I Mangiamorte si stavano dimostrando
più d’impiccio che di aiuto.
<<
Credo che siano gli Auror!- fece lei dopo un momento- Ma allora Silente
sapeva… non sei sospettato da nessuno, vero?
>> chiese con un sopracciglio inarcato.
Draco scosse
la testa all’istante, un po’ nauseato, anche se
dentro di sé un dubbio tremendo stava cominciando ad
affiorare.
Possibile
che Silente… davvero sapesse? Ma no, non era possibile. Lo
avrebbe subito fermato, non sarebbe certo rimasto fermo a guardarlo
mentre riparava l’arma che lo avrebbe portato incontro ad una
morte certa! Però Potter… poteva averlo detto a
Silente?
All’improvviso
entrò Avery, facendo sussultare tutti e due, che richiuse la
porta di scatto.
<<
Ci hanno attaccati- disse agitato, lievemente sudato- ma per ora stiamo
resistendo. Tra poco ci raggiungeranno altri Mangiamorte
dall’Armadio Svanitore >>.
<<
E il Marchio Nero? >> chiese Draco con il fiato mozzo.
<<
Abbiamo mandato su Gibbon ad accenderlo… starà
lassù di guardia, finché non vede Silente
arrivare. E abbiamo deciso di creare una barriera in modo che gli Auror
dopo non possano salire e disturbarti, mentre…
>>
La sua voce
si perse, mentre Draco si voltava e vomitava in un cestino della carta.
Hermione si
volse verso Luna, che si era distesa a terra giocherellando con una
Radigorda, in pace con il mondo.
<<
Ma come fai ad essere così tranquilla? >> le
chiese, un po’ esasperata.
Si trovavano
nei sotterranei, e stavano sorvegliando l’ufficio di Piton
come aveva detto loro Harry di fare. Solo che fino a quel momento era
rimasto tutto tranquillo e silenzioso come sempre.
<<
Dobbiamo solo aspettare e sperare che esca >> rispose
Luna tranquilla.
Hermione, in
piedi, si mise a camminare nervosamente in cerchio, torcendosi le mani.
A volte era un po’ invidiosa della sicurezza di Luna, della
sua consapevolezza innata di non vedere mai qualcosa di nefasto in ogni
situazione.
<<
Già, ma siamo qui già da un’ora e
ancora non è uscito! >> sbottò,
funerea.
<<
Forse non esce perché sa che siamo qui >>.
<<
Sì, come no >>.
Sbuffando,
anche Hermione si mise seduta, per poi balzare di nuovo in piedi.
<<
Luna! Ascolta… cosa sono questi rumori? >>
sussurrò un po’ spaventata.
Luna si
rizzò a sedere.
<<
Già, li sento anch’io >> rispose
semplicemente, fissando le scale.
Era un
trambusto, un enorme trambusto di cose che si rompevano, urla, grida e
scalpiccii di piedi che provenivano dai piani più alti.
E i pensieri
di Hermione si volsero, immediatamente, su Draco.
Avrebbe
portato a termine la sua missione quella notte.
Doveva
uccidere qualcuno… ma perché allora
c’era tutto quel rumore? Cosa stava succedendo?
Era… per colpa di Draco?
<<
Luna… vado su a vedere che succede. Torno subito
>> disse, con il cuore in gola, poi si udirono dei passi.
<<
Tre persone stanno scendendo le scale >> disse Luna con
voce sognante.
Hermione la
guardò per un attimo confusa, poi si voltò e vide
Zabini, Tiger e Goyle che camminavano tranquillamente.
<<
Che sta succedendo lassù? >> chiese Hermione.
Zabini si
arrestò di colpo, fissandola sprezzante.
<<
Niente che ti riguardi, sporca Mezzosangue. Ma se fossi in te starei
qui… direi che lassù non è proprio il
posto che fa per te >>.
E si
allontanò con gli altri lungo il sotterraneo, sparendo alla
loro vista.
Hermione li
guardò accigliata, prima di voltarsi verso Luna.
<<
E’ meglio se siamo qui. Credo… che ci siano i
Mangiamorte nella scuola >> disse calma, mentre Luna
spalancava appena gli occhi e si infilava la Radigorda in tasca.
<<
Sicura che siano veri Mangiamorte? Papà dice che
c’è in giro un’organizzazione che si fa
chiamare in questo modo, composta da Animagus che si trasformano in
mosche verdi fosforescenti che compongono il Marchio Nero
>>.
Hermione
sbuffò, scuotendo la testa, decidendo di non risponderle.
Chissà
se Draco aveva già compiuto il suo dovere. Chissà
se era già diventato un assassino. Chissà
se… invece aveva ascoltato le sue parole, e lasciato perdere
tutto quanto.
Ciao!
Bè ho deciso di aggiornare in fretta perché non
vedo l’ora di concludere… anche se tanto
lo sapete già come finisce!
pei_chan_____
già compiti al 1° giorno? Aaargh non ti invidio per
niente! Io invece sono al grafico ed è tutta un
po’ una pacchia ^_^ bè, cambiando discorso (mi sa
che è meglio)… so che vi piacciono le Dramione
(naturalmente) e so che volete l’happy end (io l’ho
scoperto un po’ tardi) ma… il mio intento
è, come ho detto nel primo capitolo, di rimanere fedele al
libro. Insomma, la mia storia è semplicemente
un’”alternativa” a ciò che
è realmente accaduto, una sorta di “dietro le
quinte”… capisci? Bè, non aggiungo
altro… mi dispiace se ti ho delusa.
Hollina____
perché “mannaggia a Draco”?? Poveraccio,
per una volta che non fa nulla di male… insomma, a parte
vomitare e sporcare tutto il bagno. Grazie mille per la recensione, un
bacione!
Kimly_____
mi sa che non esco viva da questa fanfiction. Mi sono forse condannata
a morte da sola?? Credo di sì. ^_^’’ ma
ormai quel che è scritto è scritto. ^_^ baci
Grungiu____
nooo non morire! Prima devi leggere fino alla fine! ^_^ scherzo!
Bacioni!
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
Capitolo
18
Avery si
affacciò nel corridoio.
<<
Dobbiamo andare alla Torre, Draco >> disse, scrutando le
mura in cerca di nemici.
I
combattimenti infuriavano tra le mura di Hogwarts: fatture e
maledizioni che volavano dappertutto, mura spaccate, sangue sui
pavimenti…
<<
Andiamo allora >> disse Draco, bianco come un cencio, e
insieme a lui e ad Alecto si fece avanti ai lati del corridoio,
scansando i vari duelli; poi la Mangiamorte fu colpita da una fattura
della McGranitt.
<<
Dai andiamo! >> lo incitò Avery spaventato,
cominciando a correre con Draco che lo seguiva, a pezzi.
Tutte quelle
urla e quegli strilli gli facevano venire solo voglia di fuggire, o
tapparsi le orecchie e urlare insieme a loro, finché avesse
potuto. Voleva solo che finisse tutto, tutto quanto…
<<
Dannazione! >> ringhiò Avery fermandosi di
colpo.
Draco
seguì il suo sguardo e notò con orrore che un
gruppetto di Auror si era posizionato davanti alla barriera magica,
cercando di abbatterla con incantesimi di tutti i tipi… ma
non ce la stavano facendo. Draco vide Macnair e altri Mangiamorte
cercare di annientare le loro difese.
<<
Vieni- gli disse Avery, avvicinandosi all’entrata della
torre- cerchiamo di infilarci… Gibbon dovrebbe essere
lassù ad aspettar… oh, cazzo! >>
Gibbon era a
terra, immobile, lo sguardo perso nel vuoto, a metà tra il
sorpreso e lo spaventato. Il suo corpo si trovava a metà
della barriera verde su cui tutti stavano combattendo, ignorato. Draco
sentì le gambe abbandonarlo.
Gibbon era
stato ucciso… e non sarebbe stato l’unico, quella
notte…
Distolse lo
sguardo dal cadavere, impresso a fuoco nella sua mente.
Sentì un nuovo conato di vomito farsi forza dentro di lui,
mentre Avery gli diceva qualcosa a proposito di aprirsi un varco, e lo
tirava dietro di lui per un braccio. Draco quasi inciampò su
un corpo sconosciuto che aveva scavalcato.
Perché
si sentiva così? Era quello che avrebbe dovuto fare lui tra
pochi istanti, far diventare Silente un cadavere, proprio come
Gibbon…
Ma ce
l’avrebbe fatta? Più il viso marmoreo del
Mangiamorte gli riaffiorava in mente, meno si convinceva del fatto che
sarebbe riuscito davvero a fare qualcosa.
Un Auror
afferrò Avery per la veste; il Mangiamorte fece uno sforzo e
spinse Draco al di là della barriera verde, lottando per
estrarre la bacchetta.
<<
Vai! >> gli urlò, prima di cominciare a
combattere.
Draco lo
guardò per un attimo, terrorizzato, prima di voltarsi e
cominciare a salire le scale di pietra.
Le percorse
a capo chino, accigliato, respirando profondamente. Era arrivato il
momento.
Sospirò,
prima di aprire la porta di legno con un calcio.
<<
Expelliarmus! >> urlò non appena vide Silente.
Per un
attimo restò immobile, con la bacchetta puntata, compiaciuto
del fatto di esser riuscito a Disarmare il vecchio; poi il suo sguardo
si posò su due vecchie scope appoggiate lì
accanto.
<<
Buonasera, Draco >> disse Silente con
tranquillità.
Draco
notò, ansimando, che sembrava debole. Si stava sorreggendo
ai bastioni della Torre con le mani tremanti.
<<
Chi altro c’è? >> sbottò
brusco.
Non doveva
assolutamente lasciar trapelare il fatto che avesse paura, che fosse a
dir poco terrorizzato. Stava indossando la sua vecchia maschera, quella
che riservava ai suoi stati d’animo più difficili
e cupi.
<<
E’ la domanda che potrei farti io. O agisci da solo?
>>
<<
No- rispose Draco prontamente- ho dei rinforzi. Ci sono i Mangiamorte
nella sua scuola, stanotte >>.
Si disse che
poteva continuare a parlare, aspettando di calmarsi e allentare la
tensione. O forse qualche Mangiamorte sarebbe potuto salire ad
aiutarlo…
Ma non ci
sperava poi molto.
<<
Bene, bene… molto bene davvero. Hai trovato un modo per
farli entrare, allora? >>
Draco non
sapeva perché il vecchio si stesse interessando al suo
piano, ma decise, per il momento, di non farsi troppe domande.
<<
Sì, proprio sotto al suo naso, e non se
n’è nemmeno accorto! >>
esclamò, deridendolo.
<<
Ingegnoso- rispose Silente, che sembrava tranquillissimo- eppure,
perdonami… dove sono adesso? Non li vedo >>.
<<
Hanno incontrato alcuni della sua guardia. Stanno combattendo di sotto.
Non ci metteranno molto… io sono venuto avanti.
Io… ho un compito da svolgere >> rispose, dopo
un sospiro, tenendo ancora alta la bacchetta.
<<
Bè, allora devi sbrigarti, mio caro ragazzo >>
gli disse Silente, che non sembrava arrabbiato né
spaventato. Draco lo scrutò torvo, finché il
Preside non disse:
<<
Draco, Draco, tu non sei un assassino >>.
Draco
sgranò appena gli occhi pallidi nel sentire quella frase, e
un’ira crescente montò dentro di lui.
<<
Come fa a saperlo? Lei non sa di che cosa sono capace… lei
non sa che cosa ho fatto! >> reagì furioso.
<<
E invece sì- rispose Silente- Hai quasi ucciso Katie Bell e
Ronald Weasley. E’ tutto l’anno che, con crescente
disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati
deboli tentativi… così deboli, in
verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te
stesso… >>
Draco
restò sbalordito. Come diavolo faceva a saperlo? Potter gli
aveva detto qualcosa? Hermione… aveva fatto la spia?
Cercando di
scacciare quel pensiero orrendo, si irrigidì e
sbottò:
<<
Ma certo! E’ tutto l’anno che ci lavoro, e
stanotte… >>
Poi, dalle
scale proprio dietro di lui, si udì un urlo soffocato. Draco
si guardò alle spalle, poco tranquillo, cercando di
ascoltare.
Il Preside
parlò di nuovo, dicendo qualcosa a proposito
dell’Ordine della Fenice e della bacchetta… ma non
gli diede ascolto. Non riuscì a sentire più nulla
dal piano di sotto.
<<
Capisco- disse Silente all’improvviso- hai paura ad agire
finché gli altri non sono con te… >>
<<
Io non ho paura!- ringhiò Draco, piccato- dovrebbe averne
lei! >>
<<
Perché? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non
è neanche lontanamente facile come credono gli
innocenti… Quindi dimmi, mentre aspettiamo i tuoi
amici… come li hai fatti entrare? Sembra che ci sia voluto
molto tempo, a trovare un modo >>.
Draco tacque
un momento, serrando la mascella. Era vero. Era troppo vero per essere
ignorato. Non ce l’avrebbe fatta, neanche se avesse davvero
voluto. Però…
Pensò
a sua madre, e alle parole di incoraggiamento che gli aveva sempre
ripetuto fino ad allora.
“Fai
solo quello che ti senti di fare, Draco. Ma sii forte lo
stesso”, e poi era scoppiata in lacrime. E doveva farlo. Per
lei.
Tese la
bacchetta, diretta al cuore di Silente.
Aveva appena
preso un gran respiro, che gli occhi privi di vita di Gibbon gli erano
di nuovo balenati davanti. No… Dio, cosa diavolo avrebbe
potuto fare?
<<
Ho dovuto aggiustare quell’Armadio Svanitore rotto che
nessuno usava da anni. Quello nel quale si è perso Montague
l’anno scorso >>.
<<
Aaaah… molto astuto. Ce n’è una coppia,
suppongo >> disse Silente.
Draco prese
un altro sospiro.
<<
L’altro si trova da Magie Sinister- continuò, poco
propenso a porre fine a quella situazione- formano una specie di
passaggio. Montague mi ha detto che quando è rimasto chiuso
in quello di Hogwarts era come intrappolato in una specie di limbo. Non
riusciva a farsi sentire da nessuno, ma a volte ascoltava quello che
succedeva a scuola, e altre volte quello che succedeva nel negozio,
come se l’Armadio viaggiasse dall’uno
all’altro. Alla fine è riuscito a Materializzarsi
e a venir fuori, anche se non aveva mai dato l’esame. Per
poco non ci lasciava le penne. Hanno pensato tutti che fosse una
bellissima storia, ma io sono stato l’unico a capire che cosa
significasse… nemmeno Sinister lo sapeva…
l’unico a capire che si poteva raggiungere Hogwarts
attraverso gli Armadi, se avessi aggiustato quello rotto
>>.
Raccontò
quella parte del piano senza peli sulla lingua, non seppe bene
perché.
Ma
Silente… gli ispirava fiducia. Sapeva che non
c’era nulla di male a confidarsi con lui, niente di sbagliato
a dirgli come stavano realmente le cose. Un po’ la stessa
cosa che aveva provato con la Mezzosangue.
<<
Molto bene… così i Mangiamorte passando da Magie
Sinister sono riusciti a entrare nella scuola per aiutarti…
un piano astuto, un piano molto astuto… e, come hai detto tu
stesso, proprio sotto al mio naso… >>
<<
Esatto! Proprio così! >> si esaltò
Draco, e quelle parole accrebbero il suo senso di importanza e di
autostima, in qualche modo.
Silente poi
parlò di nuovo, in tono mite.
<<
Ma ci sono stati momenti in cui non eri più sicuro di
riuscire a riparare l’Armadio, vero? E allora sei ricorso a
mezzucci volgari e sconsiderati come mandarmi una collana maledetta che
è finita nelle mani sbagliate… avvelenare un
idromele che aveva pochissime probabilità di essere bevuto
da me… >>
Silente lo
stava facendo sentire a dir poco un’idiota. Draco
cercò comunque di non tradire tracce di offesa nella sua
espressione.
<<
Sì, bè, lei comunque non ha capito chi
c’era dietro, no? >>
<<
A dire il vero sì. Ero sicuro che fossi tu >>.
span>
Tanny_____
un brutto presentimento? Ma no… perché dovrei
farvi patire uccidendo qualcuno che nel libro non muore? Ma mi vedete
così cattiva? Vabbé che ho ucciso Draco
nell’altra fic, ma non sono mica Satana solo per questo!
Bè forse sì… insomma,
l’unica cosa che c’è da sapere
è che sono diventata più buona.
Quindi… relax! Niente colpi bassi!
Grazie per
la recensione, non preoccuparti se non hai recensito lo scorso
chap… basta che continui a seguirmi! Bacioni!
Kimly_____
oddio… ma sai che hai assolutamente ragione? Adesso che ci
penso, nella Stanza delle Necessità avrei potuto farli
banchettare con l’aglio… come dire, “non
c’è mai limite al peggio”… ma
no, povera Herm, in fondo non si merita pure l’alito che sa
di aglio. Il vomito basta e avanza. Va bè, non credo che
comunque ci farà caso… o almeno, io non ce lo
farei se stessi baciando il Serpeverde più fig…
ehm, bello di tutti! Bacioni! ^_^
pei_chan_____
Spero che sarai abbastanza libera con i compiti per leggere questo
capitolo tanto umile… ma tanto non ti perderesti nulla
comunque. Insomma, se hai il sesto libro sei belle e a posto ^_^
comunque, grazie… le Cruciatus sono una prospettiva
magnifica! E sono contentissima di non averti delusa…
insomma l’happy end piace anche a me, strano ma vero,
però quando ho scritto la storia, andando avanti ho capito
che non poteva finire bene… se volevo attenermi al libro.
Grazie per il sostegno, davvero! Bacioni! ^_^
Grungiu____
aggiorno in fretta? Bè visto che è già
scritta non è molto difficile ^_^ Che ne pensi di questo
chap? Resisti ancora un po’ che la fine si
avvicina… e non credo che sia una minaccia! Baci!!
marcolp____
ah… curioso eh? Bè dovrai patire ancora un
po’… mi piaceva staccare un po’ la loro
storia d’amore dal resto, se sai cosa intendo. Continua a
seguirmi mi raccomando! Ciao ^_^!!
Hollina____
si inizia la battaglia… mah, non so se ho fatto un buon
lavoro con questa parte… bè, spero di aver messo
insieme qualcosa di decente. Tanto per essere ottimisti, eh! ^_^ Baci!!!
|
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
Capitolo
19
<<
Perché non mi ha fermato, allora? >> chiese
Draco con una punta di disperazione.
Accidenti a
Silente! Perché non gli ha mai detto niente,
perché? Se Silente avesse fatto qualcosa, se lo avesse
fermato, smascherato… forse in quel momento non si sarebbe
trovato in quella situazione!
Non avrebbe
perso tante ore nella Stanza delle Necessità per riparare
quel Maledetto Armadio, facendone soffrire alquanto il suo andamento a
scuola, avrebbe potuto vivere il suo sesto anno a Hogwarts come sempre,
con Tiger e Goyle che erano al suo fianco, senza schierarsi contro di
lui, prendendo in giro Harry Potter e la sua compagnia come aveva
sempre fatto…
Ma se
quell’anno fosse davvero andato in quel modo…
Hermione per lui non ci sarebbe mai stata.
Lei non
avrebbe mai scoperto il suo Marchio Nero, non sarebbero stati legati da
quella specie di patto che li aveva accomunati per nove mesi…
Ma sarebbe
stato meglio non innamorarsi proprio di lei? Forse sì,
pensò Draco…
Perché
se in quel momento stava esitando era tutta colpa di Hermione. Tutta
colpa di quel turbinio di buoni sentimenti che lo invadevano, e
sicuramente provenivano tutti da lei, la sua Grifondoro.
Dio… era riuscita a cambiarlo.
<<
Ho provato, Draco- rispose Silente- il professor Piton ti tiene
d’occhio per mio ordine… >>
<<
Non esegue i suoi ordini, ha promesso a mia madre…
>>
<<
Naturalmente è quello che ha detto a te, Draco,
ma… >>
<<
Fa il doppio gioco, stupido vecchio, non lavora per lei!
>> sbottò Draco infuriato, chiedendosi come
potesse qualcuno essere così ingenuo.
<<
Dobbiamo rassegnarci a dissentire su questo punto, Draco. Si da il caso
che io mi fidi del professor Piton… >>
Draco si
sentì irritato all’improvviso, e
sogghignò per prendere un po’ di coraggio.
<<
Bè, allora sta perdendo colpi! Piton mi ha offerto aiuto
perché vuole partecipare… ‘Che cosa
stai combinando? Sei stato tu con la collana, è stato
stupido, avrebbe potuto far saltare tutto quanto…
‘ Ma io non gli ho detto cosa facevo nella Stanza delle
Necessità: domani si sveglierà e sarà
tutto finito e sarà troppo tardi, non sarà
più il prediletto nel Signore Oscuro, non sarà
nulla in confronto a me, nulla! >>
Si
bloccò, ansimando. Quella era la sua strada, tracciata a
Settembre. Ma adesso… non sapeva se se la sentiva di
seguirla. Non sapeva più niente.
<<
Una vera gratificazione- rispose Silente- a tutti noi piace essere
elogiati per il nostro duro lavoro… ma tu devi aver avuto un
complice… qualcuno a Hogsmeade, che ha passato a Katie
La… La… aaaah… ma è
ovvio… Rosmerta. Da quanto tempo si trova sotto la
Maledizione Imperius? >>
Draco rise.
<<
Ci è arrivato, finalmente, eh? >>
Ma poi si
bloccò un’altra volta: qualcun altro aveva urlato
nella battaglia. Si voltò appena, nervoso, per poi sentire
Silente dire:
<<
E così la povera Rosmerta è stata costretta ad
appostarsi nel suo stesso bagno per passare la collana alla prima
studentessa che fosse entrata da sola? E l’idromele
avvelenato… bè, naturalmente Rosmerta
è riuscita ad avvelenarlo prima di mandare la bottiglia a
Lumacorno, convinta che dovesse essere il mio regalo di
Natale… Sì, perfetto, perfetto… il
povero Gazza non ha pensato di controllare una bottiglia di
Rosmerta… Dimmi, come facevi a comunicare con lei? Credevo
che avessimo sotto controllo tutti i canali da e per la scuola
>>.
<<
Monete stregate. Io ne avevo una e lei l’altra, e potevo
mandarle dei messaggi >> rispose, ricordandosi di avere
la sua moneta ancora nella tasca della sua divisa.
<<
Non è il sistema usato l’anno scorso dal gruppo
che si faceva chiamare Esercito di Silente? >> chiese
l’altro, con lo stesso tono amabile che un
po’ infastidiva Draco.
<<
Sì, ho preso l’idea da loro. Ho preso anche
l’idea di avvelenare l’idromele dalla sporca
Mezzosangue Granger, l’ho sentita dire in biblioteca che
Gazza non sa riconoscere le pozioni… >>
Si
interruppe. Aveva usato quella parola per chiamare Hermione, la parole
che usava da cinque anni e che le aveva promesso di non ripetere mai
più.
Glielo aveva
promesso.
Si
sentì gelare dentro, e avvampare di vergogna.
<<
Ti prego di non usare quel linguaggio davanti a me >>
disse Silente.
Poi si
informò di come Draco sapesse che lui aveva lasciato la
scuola, del suo piano per far entrare i Mangiamorte, e infine se fosse
morto qualcuno, ma si levarono altre urla che fecero rizzare i capelli
sulla nuca di Draco.
Sarebbe
dovuto scendere laggiù già da un bel
pezzo… annunciare che era tutto finito, che aveva portato a
termine il suo compito… essere accolto dai Mangiamorte in
festa, e da sua madre che era orgogliosa di lui…
Invece era
rimasto lassù con Silente a parlare del suo piano, senza
aver risolto nulla. Quel pensiero lo fece sentire ancora più
angosciato.
<<
Resta poco tempo, a ogni modo- disse Silente all’improvviso-
quindi consideriamo le tue alternative, Draco >>.
Magari ce ne
fossero state.
<<
Le mie alternative! Sono qui con una bacchetta… sto per
ucciderla… >>
A Draco
venne quasi da ridere per il fatto che Silente si sentisse in
condizioni di trattare.
<<
Mio caro ragazzo, smettiamola di prenderci in giro. Se fossi in grado
di uccidermi, l’avresti fatto subito dopo avermi Disarmato,
non ti saresti fermato a fare questa piacevole chiacchierata
>>.
Draco si
sentì arrossire per l’umiliazione e la vergogna.
Il vecchio aveva ragione su tutta la linea. Improvvisamente si
sentì disperato.
<<
Io non ho alternative! Devo farlo! Lui mi ucciderà!
Ucciderà tutta la mia famiglia! >>
La
verità sembrò invadergli il corpo e sottrargli
forza e volontà; si sentì tutt’un
tratto una vittima, in quella penosa situazione.
<<
Mi rendo conto della gravità della tua posizione-
continuò Silente in tono grave- perché credi che
non ti abbia affrontato prima d’ora se no? Perché
sapevo che saresti stato ucciso se Lord Voldemort avesse compreso che
sospettavo di te. Sapevo della tua missione, ma non ho osato parlartene
nel caso che usasse la Legilmanzia contro di te. Ma ora possiamo
parlare chiaro… non è stato fatto alcun male, non
hai ferito nessuno, anche se devi solo alla fortuna che le tue vittime
sono sopravvissute… io posso aiutarti, Draco…
>>
Quelle
parole lo rincuorarono enormemente, anche se non lo diede a vedere, e
il fatto che ci fosse qualcuno a volerlo aiutare gli accese un piccolo
barlume di speranza… ma cosa avrebbe potuto fare, Silente,
ad aiutare Draco Malfoy a salvarsi?
L’idea
era ridicola…
<<
Non può, invece. Nessuno può aiutarmi. Mi ha
detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta
>> disse con voce sorda.
<<
Passa dalla parte giusta, Draco- continuò Silente- possiamo
nasconderti meglio di quanto tu possa immaginare. E, cosa
più importante, manderò dei membri
dell’Ordine della Fenice da tua madre, stanotte, per
nascondere anche lei. Tuo padre per ora è al sicuro ad
Azkaban… quando verrà il momento potremo
proteggere anche lui… passa dalla parte giusta,
Draco… tu non sei un assassino… >>
Draco
fissò Silente, stupefatto. Non seppe se credere o no alle
sue orecchie.
“Tu
non sei quel tipo di persona. Tu sei diverso. Sei cambiato. E lo sai
anche tu“.
Anche
Hermione glielo aveva detto. E alla fine se ne era reso conto.
Ma era
davvero… tutto così semplice come diceva Silente?
<<
Ma sono arrivato fin qui, no? Credevano che sarei morto, e invece sono
qui… e lei è in mio potere… ho la
bacchetta in pugno… lei è qui, a chiedermi
pietà… >>
<<
No, Draco. E’ la mia pietà, non la tua, che conta
adesso >>.
Draco non
rispose, ancora con la bocca aperta e la bacchetta puntata su Silente.
Era una
possibilità, quella che il preside gli stava offrendo. Una
possibilità di vivere una vita… diversa.
Silente lo
stava fissando, in attesa. Draco ricambiò il suo sguardo, e
seppe, per un attimo, che poteva fidarsi…
In un
istante fece per abbassare la bacchetta, ma sentì la porta
dietro di lui aprirsi e fu spinto rudemente da parte.
Avery,
Greyback, Alecto e Amycus erano arrivati, dopo aver vinto la battaglia
di sotto.
Il barlume
di speranza che si era acceso nel cuore di Draco fu come spento da una
secchiata d’acqua gelata. Nel vederli, il mondo gli
crollò addosso.
Era tutto
finito. Non si sarebbe salvato.
<<
Silente in trappola! Silente disarmato, Silente solo! Ben fatto, Draco,
ben fatto! >> esclamò Amycus.
<<
Buonasera, Amycus- rispose Silente cordiale- e hai portato anche
Alecto… incantevole… >>
Alecto
ridacchiò con rabbia.
<<
Credi che le tue battutine ti aiuteranno sul letto di morte?
>>
<<
Battutine? No, no, queste sono buone maniere >>
ribatté Silente.
Draco non
poté fare a meno di chiedersi, abbattuto e sconcertato, come
diavolo facesse quell’uomo a rimanere così
ostentatamente calmo, nonostante avesse dvanti a sé quattro
Mangiamorte armati di bacchetta.
Sembrava che
niente lo avesse sconvolto, quella sera, neanche la provvisa
apparizione di Draco sulla torre, quasi come se… se lo fosse
aspettato.
<<
Fallo >> gli ringhiò Greyback, ridestandolo
dai suoi pensieri.
<<
Tu, Fenrir? >> chiese Silente con una punta di timore.
<<
Proprio così. Contento di vedermi, Silente? >>
<<
No, non posso dire di esserlo… >> fece Silente
quasi senza parole.
E Draco si
trovò a concordare intimamente in pieno con lui. Quel
mannaro metteva i brividi, non era mai riuscito a non sentirsi in
soggezione in sua presenza.
Continuarono
a conversare, e il cuore di Draco continuava a farsi di piombo.
Il momento
si avvicinava. Sì, inesorabile verso di lui. E non avrebbe
potuto… tirarsene indietro.
<<
Abbiamo ricevuto degli ordini. Deve farlo Draco. Ora, Draco, sbrigati
>>.
Draco tese
di nuovo la bacchetta su Silente, con il braccio che tremava in modo
quasi incontrollabile. Scrutò il volto di Silente, che aveva
assunto, ai suoi occhi, un aspetto molto diverso dal solito. In qualche
modo, adesso era come se il vecchio fosse una persona diversa.
E
sentì di non avere niente contro di lui. Silente non gli
aveva fatto assolutamente niente, anzi, gli aveva offerto il suo aiuto
per tirarlo fuori dai guai. E Draco, questo, non l’avrebbe
dimenticato.
Quindi non
poteva ucciderlo, no, neanche se non si fosse dimostrato gentile nei
suoi confronti. Non poteva e basta, non era una cosa adatta a lui.
Finché si parlava di ucciderlo andava bene, ma trovarsi
lì davanti con quell’intento… cambiava
tutto.
Era
innocente, si rese conto all’improvviso. Era un ragazzo
innocente che non aveva mai chiesto ciò che adesso si
trovava di fronte. Hermione aveva ragione.
Era stato
usato solo come un burattino per tentare di ripagare gli errori di suo
padre. E perché avrebbe dovuto pagare lui, Draco, che non
c’entrava assolutamente niente?
<<
Hanno bloccato le scale! REDUCTO! REDUCTO! >>
Le urla
stavano provenendo dalle scale. Draco si voltò nervosamente,
immaginando che gli Auror stessero in qualche modo riuscendo a salire.
E, con sua
grande sorpresa, sperò che davvero ci riuscissero. Voleva
solo che arrivassero fin lassù, e avessero arrestato tutti i
Mangiamorte coinvolti nel piano. Sentiva di poter patire persino
Azkaban, piuttosto dell’inferno che stava subendo in quel
momento.
<<
Draco, fallo o spostati- disse Alecto- uno di noi…
>>
Sì,
uccidetelo voi allora, pensò Draco ringhiando dentro di
sé. Se era davvero così facile…
Poi fu
spinto di nuovo di lato, inaspettatamente, e sussultò appena
nel vedere Piton.
Stava
osservando la scena con durezza, ma per fortuna non gli rivolse nessuna
occhiata di severità o rimprovero.
<<
Severus… ti prego… >>
Draco volse
la testa di scatto, e in un istante, capì. Piton lo stava
per uccidere, avanzando verso di lui estraendo la bacchetta, stava
eseguendo la missione di Draco. Sentì un brivido scorrergli
per tutta la schiena, e si girò dall’altra parte,
per evitare quello spettacolo.
<<
Avada Kedavra >>.
Draco si
sentì addosso il bagliore verde dell’incantesimo,
mentre tentò di non immaginarsi cosa stesse accadendo dietro
di lui, perché non aveva il coraggio di voltarsi e scoprirlo.
Seguì
un attimo di sielzio.
<<
Fuori di qui, sbrigatevi >>.
Draco fu
afferrato per il colletto e mandato avanti per le scale.
<<
Adesso dobbiamo correre- sentì la voce di Piton- dobbiamo
raggiungere il cancello e poi ci Smaterializzeremo… tutto
chiaro? >>
Draco
annuì impercettibilmente, con gli occhi fissi sui piedi e un
groppo in gola che gli impediva di emettere qualsiasi suono.
Poi
alzò gli occhi davanti a sé, stralunato.
Hermione. Come avrebbe fatto a rivederla?
Si
ritrovò sul pianerottolo, dove regnava il caos: parte del
soffitto era crollato, lasciando enormi pezzi di muro sparsi per il
pavimento polveroso e pieno di gente ferita. La battaglia infuriava
ancora, comandata dagli Auror che tenevano a bada i Mangiamorte con gli
Schiantesimi, che minacciavano di colpire qualsiasi cosa.
Draco li
guardò per un attimo, mentre Piton urlava:
<<
E’ finita, andiamo! >>
Grungiu____
ma si può sapere come fai ad essere così
ansiosa??? Insomma, se non hai Harry Potter e il Principe Mezzosangue
corri a comprarlo, è la mia storia che è tarocca
^_^ Grazie per la recensione, pazienta ancora un po’ e saprai
tutto! Baci!!
Kimly____
vuoi una scuola come la mia? Bè, passa al Grafico
Pubblicitario e per i primi due anni è una
pacchia. Sugli ultimi tre però non assicuro
niente, quindi meglio non rischiare ^_^ spero che tu abbia tre minuti
per leggere il mio nuovo capitolo! Mi raccomando non studiare troppo o
sennò ti ingobbisci come Hermione… già
ne basta una. Spero che il capitolo ti sia piaciuto, continua a
seguirmi! Bacioni!
Hollina____
il ruolo di Hermione? Bè, per coerenza non ho potuto farla
combattere in veste di super ninja armata di arco, frecce, spade e
scure, anche se avrei voluto *sigh sob* nel prossimo capitolo scoprirai
che combina! Non ti preoccupare, non sta pomiciando con Ron ^_^ non
glielo permetterò! Scusa per la risposta stupida
ma… eh va bè, non ho giustificazioni. Scusa per
la risposta stupida e basta. Ciao!!
prischina____
ah allora è tutto a posto! Mi avevi quasi fatto morire di
crepacuore ^_^ Va bè, che ne pensi di questo capitolo? Sono
sicura che non ti aspettavi niente di ciò che è
successo… *ehm ehm* i miei capitoli hanno una
suspance garantita. Mi raccomando non perdere il prossimo! Baci!!
Tanny____
ancora questo brutto presentimento? Ahi ahi… non
è che sei imparentata con la Cooman? ^_^ ahh ora
chissà quanti dubbi ti ho fatto venire! Comunque, la tua non
è una domanda stupida. L’unica cosa che posso
risponderti è che… la storia tiene in
considerazione il settimo libro. Hai ragione tu, forse avrei dovuto
dirlo molto prima… ma avevo pensato che fosse evidente.
Comunque all’ultimo capitolo sarà tutto molto
più chiaro. Mi dispiace di non averci proprio
pensato… cruciami pure se vuoi ^_^ me lo meriterei. Bacioni!
pei_chan____
nooo come faccio senza le tue recensioni?? *sigh sob* Comunque spero
che questo capitolo ti sia piaciuto! Mi raccomando trovalo un
po’ di tempo per le mie storie *prega in cinese* voglio
sapere che ne pensi! Ah, comunque neanche io riesco a immaginarmi Draco
come un assassino… o meglio secondo me avrebbe potuto
esserlo, solo che mi piace pensare che sia per colpa/merito di Hermione
se ha esitato ^_^ son troppo romantica a volte! Va bè non
farci caso… spero di risentirti! Bacioni!
|
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
Capitolo
20
Hermione e
Luna raggiunsero la Sala Grande di corsa, trafelate.
Hogwarts era
invasa da una guerra, letteralmente. I tavoli erano stati spaccati e
gettati alla rinfusa in fondo alla Sala, ai muri mancavano dei pezzi la
clessidra di Grifondoro si era rotta, rilasciando sul pavimento una
miriade di rubini rossi.
Gli Auror
combattevano con i Mangiamorte, che erano più numerosi che
mai.
Era appena
sfuggito loro Piton, e adesso non sapevano proprio che pesci prendere.
<<
Andiamo, Hermione!- la incitò Luna- dobbiamo trovare gli
altri e combattere anche noi! >>
Ma Hermione
la fermò per il polso, facendo un gran respiro. Era arrivato
il momento di… andare da lui.
<<
Luna… io non posso venire. Devo andare da un’altra
parte, prima >>.
Luna
sgranò gli occhi già enormi, sbalordita.
<<
Da un’altra parte? Ma ci sono i Mangiamorte, ti…
>>
<<
Non succederà niente!- la interruppe Hermione con veemenza-
Io tornerò subito, Luna, davvero. Tu non aspettarmi qui,
mettiti al sicuro. Appena avrò finito vi
raggiungerò in infermeria. A volte ci sono cose
più importanti delle battaglie… persone
più importanti di quanto avresti mai creduto
>>.
Luna
continuò a fissarla, un po’ in ansia.
<<
Non dire niente a Harry e agli altri- aggiunse, allontanandosi- mi
raccomando! >>
Si
voltò e prese a correre, ritrovandosi in giardino in pochi
secondi.
Lì
era più tranquillo, i Mangiamorte non ci erano ancora
arrivati. Si sentì invadere dalla gelida aria notturna
varcando i prati verdi, che al buio apparivano tanto scuri.
Arrivò
al cancello, guardandosi indietro.
Che avesse
dovuto aspettarlo lì? Forse no… magari era troppo
in bella vista. Se poi fosse stato accompagnato dai Mangiamorte, non
avrebbe avuto via di scampo.
Si
guardò attorno, ansante, emanando ondate di aria fredda,
soffermando lo sguardo sul Lago Nero.
Le sue acque
calme scintillavano sotto il chiaro della luna, che quella notte era
piena e bianchissima, alta in cielo.
Granger.
Le parole
che Draco le ebbe sussurrato quel giorno la raggiunsero
all’improvviso, remote ma chiare.
Se
non avessi tutti questi obblighi e divieti, le cose tra noi non
sarebbero così.
E
come sarebbero?
Prese a
camminare in direzione delle acque, sospirando, tormentata dai dolci
ricordi.
Questo
non lo so. Ma non ci troveremmo in questa situazione…
Si
avvicinò alla stessa quercia sotto cui le aveva detto quelle
parole, assorta. Lì sotto erano stati vicini, per la prima
volta, insieme.
Per
te è sbagliato stare qui con me.
Sentì
le lacrime inondarle gli occhi d’ambra, che si rifletterono
sulla luna per impedire loro di scendere.
Non
mi importa, Granger. Ho voglia di stare qui. Gli altri possono dire
cosa vogliono.
Giunsero
finalmente al giardino.
Draco si
sentiva più in ansia che mai, non avendola vista da nessuna
parte mentre scendevano. Che si fosse ferita? Che le avessero fatto del
male? Oppure… che semplicemente non volesse vederlo?
<<
Stupeficium! >>
Un getto di
luce rossa planò oltre la testa di Piton, che si
fermò di scatto.
<<
Corri, Draco! >>
Ma lui non
si era fermato. Continuò a correre, spaventato, voltandosi
appena per capire cosa era successo.
Potter.
Li aveva
inseguiti, e adesso scagliava incantesimi contro Piton, che si
difendeva.
Era quella
l’occasione. Piton non lo stava osservando… il
cuore di Draco prese a battere più veloce, esaltato.
L’avrebbe
rivista. L’avrebbe davvero rivista.
Varcò
il cancello, ansimante, guardandosi morbosamente attorno per
controllare l’eventuale presenza di Hermione.
Ma era tutto
buio. Draco non riuscì a vedere tra le fronde degli alberi,
che senza dubbio rappresentavano un buon nascondiglio.
Continuò
a camminare avanti e indietro, divorato dall’ansia.
Ma
più la cercava, più scopriva che non
c’era. Hermione non era lì.
Perché,
perché?
Pestò
un piede sul duro terreno, frustrato e furibondo, sentendo la
disperazione assalirlo. Non c’era. Era tutto finito.
Raccolse le
forze per Smaterializzarsi, ma scoprì di non farcela.
Avrebbe aspettato, finché fosse stato possibile. Forse era
solo in ritardo. O magari, questo era il suo modo per dirgli addio,
preferendo non vederlo.
Draco
alzò gli occhi sulla luna, come se in essa potesse leggerci
la risposta, e sentì gli occhi grigi bruciargli di lacrime.
<<
Draco… >>
Quel suono
lo raggiunse, più dolce e significante di quanto si fosse
mai aspettato. Si voltò all’istante, ma non
sorrise nel vedere la sua sagoma tra gli alberi scuri. No, non ne ebbe
la forza.
E non ci fu
un attimo per pensare.
Riprese solo
a correre, velocemente, con il cervello sgombro. Si avvicinò
a lei, la persona a cui voleva più bene, che in qualche
modo, adesso, era parte di lui, e per sempre lo sarebbe rimasto.
Non ci fu
nessuna parola, nessuno sguardo. Draco si avventò su di lei,
avvinghiandola per la vita e posando le labbra sulle sue con passione.
E perse del
tutto il senno. Fu un momento di delirio, di qualcosa che andava ben
oltre a ciò di cui era abituato.
Rabbrividì
sentendo le mani di Hermione accarezzargli la schiena e le guance,
gemette con lei nel baciarla con coinvolgimento e trasporto, senza mai
separarsi, senza mai osare rompere quell’incantesimo.
Non
l’avrebbe mai pensato. No, mai. Se qualche mese prima
gliel’avessero detto, lui sarebbe scoppiato a ridere.
Perché
non sarebbe stato possibile che si innamorasse di lei. Proprio di lei.
Una
Mezzosangue. Già… una Mezzosangue con il cuore
d’oro, l’opposto di ciò che aveva lui.
E invece era
accaduto. Si sentiva suo, di sua proprietà, completamente.
Lei, la sua prima amica, la sua prima amante… il suo primo
amore.
Ma non
sarebbe durato. No… per loro non ci sarebbe stato futuro.
Si
scostarono, riprendendo fiato, ancora abbracciati.
Adesso gli
occhi dorati di Hermione risplendevano, guardandolo di sottecchi. Draco
ricambiò il suo sguardo, un po’ accigliato, senza
sapere cosa gli fosse accaduto.
Aveva paura
a parlare, a dirle qualsiasi cosa. Sarebbe stato come mettere la parola
fine a quel momento meraviglioso.
<<
Hai fatto quel che dovevi? >>
Draco
deglutì.
<<
No. Non avrei mai potuto >> rispose piatto, e la vide
sorridere lievemente.
Stettero
ancora in silenzio, fissandosi. Draco ebbe l’impulso di
baciarla di nuovo, ma prima che riuscisse a farlo, lei parlò.
<<
Sai che non dovremmo, vero? Io… questo è un addio
>> la sentì mormorare.
Il cuore si
stava facendo peso, troppo peso. Tra poco si sarebbe spaccato.
<<
Lo so. Ma, ecco…- esitò, prendendo coraggio-
grazie per… quello che hai fatto, quest’anno
>> fece, impacciato.
Hermione non
sorrise questa volta, continuando a scrutarlo con intensità.
<<
Dimentica tutto. Dimentica quello che c’è stato.
Sai che è l’unica strada per non…
>>
La vide
bloccarsi, e gli occhi farsi lucidi. Draco sentì la gola
seccarsi.
<<
Lo so. Non… non pensarmi, d’accordo?
E’… meglio così >> disse,
odiandosi.
Che parole
inutili. Come avrebbe fatto a non pensarla? Come avrebbe fatto a
dimenticarla? Dio… non poteva lasciarla.
La
baciò di nuovo, lottando con la sua lingua senza sosta,
cercando di goderla fino in fondo, e lasciandole un ricordo di
sé. Sentì il suo odore ancora una volta, il tocco
della sua pelle, così liscia e vellutata, e la sensazione
che, da troppo tempo, riusciva a darle solo lei: l’amore.
Fu Hermione
a staccarsi per prima, allontanandosi di un passo. I suoi occhi
d’ambra erano pericolosamente luccicanti.
Draco se la
sentì sfuggire dalle braccia, ma non fece nulla. Rimase a
fissarla, guardandola incrociare le braccia al petto, come per
difendersi.
<<
Vai, adesso. Ti stanno aspettando >> disse con voce sorda.
Draco non
seppe se darle ascolto. No, non aveva intenzione di lasciarla, non
adesso che aveva capito.
<<
Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno >> disse,
trovando il coraggio da chissà dove, con il volto rosato.
Hermione
parve stupita per un momento, e una lacrima sfuggì dal suo
controllo, rigandole la guancia.
<<
E’ stato un errore. Draco… >>
mormorò, con voce spezzata.
Ma quando
lui fece per farsi avanti, lei arretrò, tenendosi
dolorosamente a distanza.
<<
Vattene. Scordati di me >> disse gelida.
Draco si
bloccò nell’atto di raggiungerla, con le labbra
socchiuse. Voleva che se ne andasse, non voleva più
rivederlo.
Restò
a fissarla per alcuni istanti, prima di schiarirsi la gola.
<<
Addio >> le disse, sapendo che in realtà non
era così. Perché il suo cuore apparteneva a lei.
La
guardò ancora un attimo, facendo del male a entrambi, prima
di darle le spalle, con un immane sforzo di volontà.
E, con il
cuore lacerato dal dolore, Draco girò su se stesso e
sparì.
Hermione
rimase immobile, solo per un momento, fissando il punto in cui era
sparito.
Adesso le
lacrime potevano uscire senza che lei le trattenesse. Adesso era
libera. Libera di amare qualcun altro… ma non lui.
Hollina____
ciao! Bè, che dire… grazie 1000 per il sostegno!
Spero che continuerai a leggere, ci tengo! Un bacione
Kimly____
Bè, come hai visto, il nostro Draco ce l’ha fatta
a raggiungerla. Delusa? Bè, dammi un tuo parere se ti va!
Bacioni!!
Grungiu____
allora mi sento onorata del fatto che tu stia seguendo questa storia
^_^ grazie per la recensione, bacioni
Meggyina____
uao, grazie per i complimenti! Sono lieta di trovare un’altra
anti-Ginny come me, ormai non ci speravo più! Davvero
è merito mio se ora tifi Dramione?? Che bello^_^
mi sento davvero realizzata! Bè la mia storia, come avrai
visto, non è delle più adatte per sperare in un
lieto fine… ma volevo solo dimostrare che anche loro, con
qualche accorgimento e “strana” coincidenza,
possono essere una coppia a tutti gli effetti. Un bacione!
pei_chan____oh
dai… la morte di Silente non è stata molto
tragica, no? Draco l’ho fatto anche voltare in modo che non
vi sconvolgeste nell’immaginarvelo ^_^ ma era necessario,
purtroppo (anche a me piace Silente) meglio prendersela con la Rowling,
piuttosto ^_^ grazie per essere sempre presente, ci tengo ai tuoi
pareri! Ciaooo
Prongsina____
uhm, sono passati quattro giorni… sei mica in un manicomio?
Oddio spero che almeno là abbiano internet ^_^ Ho
aggiornato! Spero di non averti delusa, un bacione! ^_^
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 ***
Capitolo 21
Epilogo
- Diciannove anni dopo
Si fecero
avanti, attraverso la nebbia che quella mattina inondava la stazione di
King’s Cross dandole un’aria quasi spettrale,
mentre Scorpius correva davanti a loro, una testa biondissima che
attirava l’attenzione di tutti i passanti, Babbani e non.
<<
Finirò a Serpeverde! Finirò a Serpeverde!
>> esclamò felice, per la decima volta da
quando si era svegliato.
Draco
sorrise appena, nel vederlo così contento. Anche per lui era
stato così, il suo primo giorno di scuola.
Astoria,
accanto a lui, prese Scorpius per mano.
<<
Mi raccomando, scrivici stasera. Vogliamo sapere tutto >>
gli disse, e il bambino sorrise.
Poi scorsero
un gruppo di persone, più avanti.
Draco si
fermò, come fecero anche Astoria e Scorpius, interdetti.
Erano familiari. Il suo sguardo percorse i loro volti, uno ad uno.
C’era
Potter, e anche Weasley e sua sorella, e al centro… Hermione.
Un brivido
gli percorse la schiena, gelandolo sul posto.
I loro
sguardi si incrociarono per un istante, sguardi senza sentimento
apparente. Ma dentro di sé Draco stava tremando.
Eccola, alla
fine. Era la prima volta dopo diciannove anni, che la vedeva.
Era
più bella che mai. I suoi capelli erano più
lunghi e riccioluti, gli occhi caldi e penetranti come sempre.
Teneva per
mano una bambina che dimostrava circa l’età di
Scorpius, dai capelli castani con qualche sfumatura rossa.
Quell’aria saputella era inequivocabile… come il
librone che teneva tra le piccole braccia, quasi più grande
di lei.
Erano
pressoché identiche. Come l’altro bambino alla
sinistra di Hermione, pieno di lentiggini… ma con gli occhi
dorati.
Guardò
Ron Weasley, che era a fianco di Hermione e fissava Draco con un
cipiglio appena sprezzante… e capì.
Lo aveva
sposato.
****************************************************************************************************************
Draco
restò in attesa di una risposta, in ansia e un po’
spaventato. Dio…
<<
E la Nata Babbana, allora? >> ringhiò Greyback
all’improvviso, spingendo Hermione sotto la luce, che teneva
lo sguardo ostinatamente fisso a terra.
Draco tenne
silenziosamente il respiro, sgomento. No…
<<
Un momento… sì… sì, era da
Madama McClan con Potter! Ho visto la sua foto sul Profeta! Guarda,
Draco, non è quella Granger? >>
Dopo che
Narcissa ebbe formulato la domanda, Hermione alzò la testa.
I suoi occhi
trafissero Draco, che provò il familiare brivido lungo la
schiena che oramai associava soltanto a lei.
E lo
sostenne. Si guardarono in silenzio per pochi istanti, dopo troppo
tempo trascorso senza di lei. Senza Hermione che lo sosteneva, che gli
stava vicino.
Lei lo aveva
salvato, e lui adesso avrebbe salvato lei. Avrebbe pareggiato i conti.
I conti con
quella ragazza meravigliosa, che, in qualche modo, gli aveva regalato
un cuore. Che lo aveva reso umano.
I suoi occhi
dorati erano diversi. Più cupi, più segnati. E
più seri e spaventati che mai.
Ma era lui
ad avere più paura adesso. Era lui, non lei.
<<
Io… forse… sì >> rispose
con un filo di voce.
Hermione
sgranò appena gli occhi, con il cuore pesante come il piombo.
Draco.
L’esitazione
della su risposta valeva più di mille parole. Aveva capito.
Lui non la
odiava per quello che era successo. Non si era vendicato per averlo
fatto soffrire, dandola in pasto ai Mangiamorte. Aveva difeso Harry, e
in qualche modo… l’aveva fatto anche con lei.
Sentì
gli occhi invadersi di lacrime, al pensiero di… significare
ancora qualcosa, per lui. Ma non avrebbe dovuto pensarci. Draco era al
di fuori della sua vita, adesso.
E lo vide
voltarsi dopo aver risposto, quasi come avesse paura di scottarsi nel
mantenere il contatto visivo ancora a lungo. Quasi come se lei gli
facesse ancora male.
<<
Ma allora quello è il ragazzo Weasley!- ruggì suo
padre osservando Ron- Sono loro, gli amici di Potter… Draco,
guardalo, non è il figlio di Arthur Weasley,
com’è che si chiama… >>
Draco
stavolta non si voltò. Non poteva più rischiare
di incontrare i suoi occhi, che gli lasciavano un dolore bruciante
all’altezza del petto.
<<
Sì, può darsi >> disse in tono
piatto.
Poi
arrivò l’unica persona in grado di peggiorare la
situazione: Bellatrix.
<<
Cosa c’è? Cos’è successo,
Cissy? >> disse brusca, e fu immediatamente informata
della cattura di Potter e dei suoi amici.
Cercò
di convocare Voldemort toccando il Marchio Nero, ma seguì
solo un trambusto tra lei e Lucius riguardo a chi dovesse averne
l’onore, finché sua zia non diede di matto
requisendo una spada ai Ghermidori affermando che erano tutti in
pericolo.
<<
Richiudete i prigionieri nel sotterraneo mentre decido sul da farsi!
>> strillò, stressata e diabolica.
Narcissa si
ribellò.
<<
Questa è casa mia, Bella, tu non dai ordini in
casa… >>
<<
Fai come ti dico!- urlò con tutto il fiato che aveva nei
polmoni, con la voce che rimbombava nella stanza- Non hai idea del
pericolo in cui ci troviamo! >>
Sua madre
esitò un momento, scrutando torva la sorella. Infine, parve
arrendersi.
<<
Porta questi prigionieri nel sotterraneo, Greyback >>.
Ma Bellatrix
la interruppe di nuovo, con lo sguardo che vagava sui prigionieri.
<<
Aspetta. Tutti tranne… tranne la Mezzosangue
>>.
Il cuore di
Draco salì in gola. Cazzo!
<<
No! Prendete me, tenete me! >>
Era stato
Weasley ad urlare. Draco lo guardò per un momento, sorpreso.
C’era
uno strano luccichio negli occhi di Weasley, uno strano sentimento. Non
sapeva bene di cosa si trattasse… ma era una cosa che non
aveva mai visto prima.
La sua
espressione era addolorata, precipitosa, terrorizzata, la sua voce
pronta a… qualsiasi cosa. E Draco fu colpito da un dubbio
atroce.
Possibile
che… lui e la Mezzosangue…
Ma Bellatrix
lo aveva schiaffeggiato, con aria folle.
<<
Se muore durante l’interrogatorio, tu sarai il prossimo. Un
traditore del proprio sangue viene subito dopo un Mezzosangue. Portali
di sotto, Greyback, e controlla che siano ben chiusi, ma non fare
altro… non ancora >>.
Draco
restò immobile, congelato, mentre Hermione veniva separata
dal resto dei prigionieri e trascinata per i capelli da Bellatrix in
mezzo alla sala.
Draco
rabbrividì di nuovo, guardando la scena chiedendosi se non
dovesse cambiare stanza. Quei capelli… erano morbidi e
lucenti, Draco riusciva ancora a sentire il loro tocco sul suo viso,
memore di quando l’aveva baciata. Come osava Bellatrix
trattarli così?
La
lasciò, levando la bacchetta.
<<
E adesso dimmi… come l’avete presa?
>>
Stava
indicando la spada di rubini, poggiata sul tavolo.
Hermione le
diede appena un’occhiata, e a Draco sembrò che
stesse deglutendo.
<<
L’ abbiamo trovata >> rispose velocemente, e in
un attimo, si ritrovò a terra urlante di dolore, con
Bellatrix che le puntava la bacchetta addosso con furia.
Draco
sgranò gli occhi, sgomento, mentre sua madre, accanto a lui,
osservava la scena con aria imperscrutabile.
<<
HERMIONE! HERMIONE! >>
Era Weasley,
la voce che arrivava dalla segreta. Il trasporto che nutriva per lei,
adesso, appariva molto più nitido.
<<
Dimmi la verità, Sporca Mezzosangue! Dimmelo, dove
l’avete presa? >>
<<
L’abbiamo trovata, è la verità!
>>
Ma non
riuscì a completare la frase: Bellatrix la
torturò di nuovo, facendola cadere ancora per terra.
Draco
sentì la furia dentro di sé dipanarsi, ma sapeva
di doverla soffocare. L’istinto di irrompere e salvarla si
faceva sempre più accentuato, sempre più forte.
Ma che speranze avrebbe avuto? Nessuna.
Sarebbe
stato ucciso con lei, e tutta la sua famiglia. Ma stare lì a
sentirla gridare era insopportabile… Dio, non ce la faceva
più.
<<
Dimmelo! Chi vi ha aiutato? >>
E la
torturò di nuovo, senza aspettare la risposta.
Hermione…
Sentì
la pelle d’oca inondargli il corpo, e gli occhi riempirsi di
lacrime. Perché non la lasciava stare? Perché la
faceva soffrire in quel modo?
<<
HERMIONE! >> urlò di nuovo Weasley, a Draco
avrebbe dato chissà che cosa per poterlo imitare. Per essere
libero di farlo.
Invece fu
costretto a mordersi la lingua, sentendo il sapore del sangue,
dominando i suoi sentimenti, ancora una volta.
****************************************************************************
Aveva
già capito, ai quei tempi, che c’era qualcosa tra
quei due. Non avrebbe saputo dire cosa… ma il vederlo
lì di fianco a lei, in quel momento, gli faceva rodere le
viscere di rabbia. Perché era lui che ci sarebbe voluto
essere, lui che veramente lo aveva desiderato con tutto il
cuore… se solo fosse stato più libero.
*****************************************************************************
<<
Bene! Draco, raccoglile! Il Signore Oscuro sta arrivando, Harry Potter!
La tua morte si avvicina! >>
Tremando
incontrollabilmente, Draco raccolse tutte le bacchette, mentre
Bellatrix stava parlando con Narcissa, quando all’improvviso
Dobby apparve sul lampadario, facendolo cadere.
Successe
tutto talmente in fretta che Draco non ebbe il tempo di realizzare.
Seppe solo che il lampadario era crollato addosso a Hermione, lasciata
lì da Bellatrix.
Rimase
sconvolto, paralizzato. Si bloccò, accorgendosi a malapena
che le schegge di vetro gli stavano graffiando la pelle nuda. Rimase
senza parole, sentendosi sfuggire le bacchette di mano, prima di
chinarsi.
Guardò
Ron estrarre Hermione da quel cumulo di detriti, lo guardò
cercare di salvarla, desiderando con tutto il cuore di poter essere al
posto suo. Ma non poteva… non poteva…
Si
sentì trascinare lontano dalla battaglia, sentendo le dita
sottili di Narcissa sulla spalle; lui non ebbe la forza di ribellarsi.
Non aveva
occhi per la battaglia. Non gliene importava niente. Non stava facendo
minimamente caso a Dobby che urlava contro Bellatrix, o alle
agghiaccianti urla di sua zia, o a Potter che si preparava per
Smaterializzarsi: tutta la sua concentrazione era su Hermione.
Sul suo
corpo immobile, che adesso Weasley stava tenendo contro di
sé, dopo averla salvata. Draco strinse i pugni, infastidito.
Era innamorato.
Sì,
Weasley era innamorato. Come lo era Draco.
Ma lei non
lo voleva. No, Hermione gli aveva detto addio.
Era tutto
finito tra di loro, doveva lasciarla stare. E lasciarle
amare… qualcun altro.
Ma vedere
Weasley, in quel modo, che la fissava adorante, era un vero pugno nello
stomaco. Un dolore fisico, che non aveva mai provato.
E lo vide
stringerle la vita, aggrapparsi a lei, e poi sparire insieme a Potter.
Sarebbe
sopravvissuta? Sarebbe guarita?
Era inutile
che se lo domandava. Non avrebbe mai potuto saperlo.
****************************************************************************
Invece lo
seppe, alla fine del suo settimo anno, quando Hermione entrò
con Potter nella Stanza delle Necessità…
scoprì che era sopravvissuta.
Ma non lo
aveva guardato, non c’erano stati sguardi tra di loro. Era
troppo preoccupata per la battaglia…
Ma erano
cose superate. Adesso il Signore Oscuro non c’era
più.
E, come lei
aveva sposato Weasley, lui aveva sposato Astoria. Le cose erano andate
così.
Fece un
cenno di saluto, che nessuno di loro ricambiò, troppo
occupati a fissarlo con avidità. Compresa lei.
E, con uno
sforzo disumano, le voltò le spalle.
Lei era il
passato. Non ci sarebbe più dovuta essere. Era solo un
ricordo.
Uno dei
ricordi più belli.
E si
sentì in grado di pensarlo, finalmente, dopo dolorosi anni a
ricordare i suoi occhi, e le sue labbra, e la sua preoccupazione per il
suo piano. Dopo anni passati ad amarla come mai aveva fatto.
Addio,
Hermione Granger.
E
così siamo giunti alla fine anche di questa storia.
E’ stato bello condividerla con voi, perché
più che una fanfiction vera e propria, questa storia era
stata una sorta di esperimento, e sono felicissima del fatto che abbia
raccolto tanti assensi.
Debora93____
Grazie mille, sei gentilissima!
whateverhappened____
non ti scusare… anche se devo ammettere che risentirti mi ha
fatto un piacere immenso! Grazie, un bacione!
Hollina____
i brividi? Uao, ma allora sono giunta a qualcosa ^_^ grazie per essere
arrivata fin qui!
pei_chan____
già, era un po’ triste… forse troppo?
Se dopo aver letto il capitolo sei caduta in depressione, me ne
prenderò tutte le responsabilità ^_^ grazie 1000
per il sostegno, bacioni!
marcolp____
che bello risentirti! E che entusiasmo… sono felice che ti
sia piaciuto! ^_^
Kimly____
uhm… è stato emozionante? Ora sono io che te lo
chiedo! Bè spero di sì, anche se forse non
sembra, nell’ultimo capitolo ci ho perso parecchio tempo.
Baci!!
Grungiu____
già, finalmente, dopo 21 capitoli a cianciare, si baciano!
Si organizzano festini, e magari qualche brindisi non ci starebbe male!
Bè forse ho fatto passare troppo tempo… ma almeno
vi ho fatti rimanere incollati fino alla fine, no? ^_^ Bacioni!
Meggyna____
ciao! Allora, per risponderti subito: Tom Felton lo odio. Per
carità, è un bravo attore e nei film di Harry
Potter davvero bello *_* ma è ossessionato dalla pesca,
è l’opposto del carattere di Draco (non fa altro
che dirlo, maledetto) e si sceglie ragazze davvero discutibili. Dai
un’occhiata all’ultima e capirai ^_^ Ma ogni volta
che lo vedo in qualche nuova foto vado in visibilio, proprio
perché oramai associo Draco a lui. E’ un
po’ difficile da spiegare… ma se
c’è una cosa che credo, è che non ti
possono piacere contemporaneamente Tom e Draco, proprio
perché sono l’opposto. Quindi, viva Draco ^_^ e
abbasso gli orsacchiotti teneroni (Tommino). Per quanto riguarda il tuo
caso, bè, Harry e Daniel sono quasi uguali di carattere, lo
ha detto lo stesso Radcliffe… quindi si potrebbe facilmente
confonderli ^_^ anche se avere un ragazzo come Harry sarebbe un incubo:
prima viene Voldemort, poi tu. Che strazio. Come avrà fatto
Ginny ad aspettare 6 anni? Scusa, sto andando fuori
argomento… che dire, grazie infinite per la recensione,
spero di risentirti!
Vi ringrazio
quindi uno ad uno per avermi seguita, commentata, preferita o anche
soltanto, letta: Hollina,
whateverhappened, ferao, pei_chan, Lily_Hime_x, gloria85, Himura,
Kimly, Martuzza, marcolp, prischina, Tanny, Debora93, Grungiu,
Nika_chan01, Prongsina, Axyna, e Meggyna, in
più le 70 persone che mi hanno messa nei Preferiti (ma che
non posso citare perché altrimenti mi ci vorrebbero altre
due pagine ^_^). I vostri complimenti mi hanno davvero fatto
sciogliere, grazie di cuore.
Tanto per
farmi pubblicità (sapete che non aspetto altro), stasera
tardi ricomincio a pubblicare… ah, non vedevo
l’ora di dirlo! Dicevo… sarà
un’altra Dramione (ovviamente… c’era da
chiederlo?) e il titolo è Vampires_ “Incubus
& Succubus” , forse avrete
già indovinato tutto (come se fosse difficile) ma spero che
vorrete darle un’occhiata, mi raccomando fatevi risentire!
*scongiuri e preghiere* no dai, solo *lamenti e suppliche* o forse
*richieste disperate* , fatto sta che mi farebbe piacere se mi diceste
che ne pensate di questo chap, anche un commentino piccolo
piccolo… tanto per darmi un parere, se vi va.
Ciao a tutti!
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