Draco Malfoy/ Hermione Granger and the Half-blood Prince

di Lylasly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Va bene, ormai so che non sono un asso nello scegliere i titoli delle mie fanfic, ma spero comunque di avervi dato un’idea. So che questa storia non si possa definire il massimo della fantasia o dell’inventiva, perché più che altro mi limito a riprendere pari pari le sequenze del libro aggiungendoci la storia tra Draco e Hermione, ma ci tenevo lo stesso a pubblicarla perché comunque volevo sapere cosa ne avreste pensato. A me personalmente piace, ma se per voi non dovesse essere così, sappiate che accetto le recensioni negative quanto quelle positive, quindi non tiratevi indietro e datemi un parere.


Capitolo 1


Era una mattina piovigginosa quella che condizionava il tempo dell’umida Gran Bretagna, ma il primo settembre nessuno si aspettava niente di diverso.
C’era chi fissava quella fine pioggerellina senza vederla, però.
<< Hermione? Mi stai ascoltando? >>
Lei si voltò.
<< Oh, si, scusa Harry >>.
In uno scompartimento dell’Espresso di Hogwarts erano seduti tre inseparabili amici: Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger, che stavano per affrontare il loro sesto anno a Hogwarts.
Hermione e Ron erano appena tornati nello scompartimento dopo aver svolto il loro compito di prefetto, ed avevano informato Harry che Malfoy non era in servizio per quella stessa carica. La notizia fece esultare immediatamente Harry, che da più di un mese ormai covava forti sospetti che Draco Malfoy stesse tramando qualcosa.
<< Devo scoprire cosa ha in mente -sbottò Harry, convinto- se solo potessi ascoltare cosa sta dicendo ai Serpeverde… >>
E continuò con frasi del genere per un bel po’, però con solo Ron come spettatore, non particolarmente interessato.
Hermione teneva la Gazzetta del Profeta davanti a sé senza in realtà vederla.
Non poteva semplicemente credere che Malfoy avesse cattive intenzioni. Forse Harry stava esagerando.
Gettò il giornale sul sedile e toccò il vetro appannato.
Chissà come sarebbero andate le cose quell’anno. Certo, se i presupposti per un anno tranquillo e felice iniziavano in quel modo, c’era poco da stare contenti. Neanche era passato il primo giorno che già Harry vedeva Mangiamorte dappertutto!
Ma Malfoy non poteva esserlo. No… era malvagio, sì, freddo e crudele, ma lei non ce lo vedeva ad essere uno di loro.
Già altre volte si era chiesta, distrattamente, se quel ragazzo avesse qualcosa di più sotto quella maschera che ogni giorno esponeva come la sua vera anima. Ma tanto non lo avrebbe mai scoperto.
<< Hermione… >>
Lei trasalì e si volto verso Harry.
<< Sai dove sono andate Ginny e le altre? >>
<< No, non le vedo da un’ora >> rispose la Grifondoro cupamente.
Si distrasse con il libro di Aritmanzia per due orette buone, finchè non arrivò una ragazza che invitò Harry ad un pranzo con Horace Lumacorno.
<< Bè, allora io vado >> disse Harry.
Ron e Hermione annuirono.
Poi lui disse:
<< E se andassimo a vedere cosa succede nel treno, Hermione? Potremo cercare Neville, Dean e Seamus >>.
<< No, Ron -rispose ferma Hermione- e le nostre vesti scolastiche, i bauli, gli animali? Non possono restare incustoditi. Starò qui io, tu se vuoi puoi andare >>.
Ron parve pensieroso.
<< Bè, allora vado solo a prendere qualcosa da mangiare. Torno subito >>.
E uscì fuori dallo scompartimento come un fulmine.


In un’altra cabina dello stesso treno c’erano alcuni Serpeverde del sesto anno che si annoiavano terribilmente.
Draco Malfoy sbuffava spazientito, con la testa contro il vetro per mancanza di cose da fare; Tiger e Goyle leggevano un fumetto insieme e ridacchiavano ogni tanto come due idioti; Pansy Parkinson reggeva uno specchietto davanti a sé e si metteva il mascara con evidente ammirazione.
Draco sbadigliò sonoramente. Erano già passate tre ore e lui era in quella posizione da parecchi minuti.
Poi alzò il capo, accigliato: perché non ci aveva pensato prima?
<< Tiger!Goyle! >> sbottò rudemente.
I due mollarono il fumetto, guardando Draco un po’ intimoriti.
Draco si alzò e si stiracchiò.
<< In piedi -ordinò- si va da Potter >>.
Tiger e Goyle scattarono in piedi gongolanti, e Pansy sorrise in modo sgradevole.
Dopo qualche secondo Draco si faceva avanti nello stretto corridoio del treno con i due gorilla alle calcagna. I bimbi del primo, secondo e terzo anno rientravano nel proprio scompartimento quando lo vedevano, timorosi e impauriti.
Draco si lasciò sfuggire un ghigno divertito mentre guardava a destra e a sinistra per cercare quell’idiota di Potter. Dopo alcuni minuti vide uno scompartimento con dentro la Mezzosangue. Aprì la porta a vetri e scoppiò a ridere.
Hermione alzò gli occhi su di lui, e per un istante era rimasta interdetta. Dio, come era cambiato. Erano passati solo tre mesi, ma… c’era qualcosa di diverso in lui. Non sapeva perché, ma gli sembrava che Malfoy emanasse una strana aura di felicità e… potere.
Persa per un attimo in quei pensieri, riuscì comunque ad assumere un’espressione contrariata.
<< Cosa vuoi, Malfoy? >> disse freddamente.
Draco notò che c’era solo lei lì. La Granger era uno dei suoi bersagli preferiti a scuola, ma stuzzicarla non aveva mai dato grosse soddisfazioni. Comunque decise che per combattere la noia ogni distrazione andava bene.
<< Ma guarda -disse sarcastico- ehi, Granger, non ci sono i tuoi amichetti con te? Hanno deciso di andare a disinfettarsi? >>
<< Esci! >> sibilò Hermione, puntando imperiosa un dito verso la porta.
Il ghigno di Draco si allargò.
<< Il solito caratteraccio…anche quando non c’è nessuno a proteggerti… >>
Hermione si alzò.
<< Proteggermi da cosa? Ora smettila di dire cavolate e vattene, Malfoy! >>
Draco continuava a guardarla divertito. Poi estrasse la bacchetta.
Hermione sgranò gli occhi. Non poteva crederci: ma come, la voleva attaccare? Era solo perché c’erano stati Harry e Ron a proteggerla che non le aveva ancora scagliato addosso una maledizione?
<< Non dirmi che sei così stupido come sembri >> ringhiò estraendo a sua volta la bacchetta.
Il sorriso svanì dal viso di Draco. Non poteva permettere ad una Babbana di offenderlo.
<< Datti una calmata, Granger- rispose con tono minaccioso- sai che non ci metterei niente a levarti di mezzo… >>
Era troppo. Accaddero tante cose in pochi secondi.
Hermione si fece avanti e tolse la bacchetta dalla mano di Draco, gli diede una spinta tanto forte da farlo inciampare nello stipite della porta e gliela rilanciò dritta in testa.
Tiger e Goyle tentarono di rialzarlo, assordati dalle sue urla:
<< Come ti permetti, lurida Mezzosangue… >>
Ma nel corridoio c’era già il putiferio: il carrello dei dolciumi, abilmente incantato per far danni, sfrecciava per il corridoio investendo la maggior parte dei passanti, e una piccola folla di ragazzi urlanti si stava dirigendo proprio verso i tre Serpeverde.
Tiger e Goyle, terrorizzati, riuscirono a chiudersi nello scompartimento dietro di loro lasciando Draco al suo destino; in quanto al biondo Serpeverde, riuscì velocemente ad alzarsi in piedi e a riprendere la bacchetta, ma venne investito in pieno dal carrello e catapultato in quello di Hermione, proprio addosso alla malcapitata.
La porta si richiuse con uno scatto assordante: il vetro vibrò minacciosamente.
Draco aveva solo una vaga idea di cosa fosse successo. Hermione invece si rialzò imbufalita, spintonandolo.
<< Eh stai più attento, idiota! >>
Draco si rialzò subito. Le manate di Hermione stavano facendo effetto.
La guardò e la vide incavolata nera. Aveva i capelli piuttosto spettinati, più del solito.
Poi pensò che non si era mai trovato da solo con lei, e ringraziò il cielo che in passato non ci fossero state occasioni come quella.
Avanzò minaccioso verso di lei.
<< Non ti permettere mai più, sporca Babbana.. >>
Hermione si accorse di non poter (o dover) arretrare, così lo spintonò sul petto ancora una volta, ma Draco riuscì a pararsi e ora le teneva ferme le braccia.
<< Lasciami! -gridò lei- lasciami! >>
<< Zitta! >> le urlò Draco, e lei chiuse gli occhi prima di alzare lo sguardo su di lui.
Draco la guardava con disgusto. E lei stava facendo lo stesso, ma nei suoi occhi c’era qualcos’altro… era forse paura?
Lei inavvertitamente si liberò dalla sua stretta e nel farlo gli fece scivolare un pò più in giù le maniche della sua felpa.
Poi vide qualcosa di nero lampeggiare sull’avambraccio sinistro di Draco.
Hermione si coprì le mani con la bocca, fissandolo esterrefatta.
Non poteva crederci. Non era possibile…
Draco, dopo lo stupore iniziale, sospirò furiosamente e si tirò giù le maniche.
Ecco fatto. La Mezzosangue aveva visto il suo Marchio Nero…adesso sì che c’era da incavolarsi sul serio.
Indietreggiò di un passo.
<< Non lo dirai a nessuno -disse, rabbioso e incerto- vero? >>
Hermione ricominciò a guardarlo arrabbiata, pensando intensamente.
Certo, lo avrebbe detto a Harry. Che domande!
<< Pensi che ti protegga? Non sperarci, Malfoy, io non sono dalla tua parte >>.
E, in una frazione di secondo, vide i suoi occhi pallidi riempirsi di uno strano sentimento che non aveva mai visto in lui prima d’ora: era ansia… preoccupazione.
<< Granger, non rompermi le palle! Devi tenere la bocca chiusa!- sbottò, aggressivo- Tu non hai idea di quello che combineresti se lo raccontassi a giro! >>
E tacque, ansimando, con il cuore che batteva forte per la paura. Cazzo… non ci voleva!
<< Sì, ti spedirebbero ad Azkaban, dove dovresti stare! >> disse Hermione freddamente, guardandolo torva.
Draco prese coraggio, maledicendosi.
<< Non è me che sto cercando di proteggere! >> gridò frustrato.
La vide esitare, con gli occhi lievemente spalancati.
Hermione era stupita. Il tono di Malfoy non era mai stato più serio. E la sua situazione… sembrava complicata, anche se non la conosceva. Qualcosa le diceva che lui fosse nei guai.
E lei… stava esitando, guardandolo, indecisa come non mai. Lo avrebbe diffamato ai quattro venti, rovinandogli la vita? Gliel’avrebbe fatta pagare, per averla sempre disprezzata e offesa?
I loro battibecchi sembravano così futili in quel momento. Tutto si era fatto tanto difficile, e… oscuro. Ma perché?
<< D’accordo, non dirò nulla -rispose dopo un attimo- ma te lo meriteresti.. >>
Oh, se se lo meritava. Se c’era una sola cosa che guastava il soggiorno suo e dei suoi amici lì a Hogwarts, era proprio quel Serpeverde deficiente davanti a lei.
La porta dietro di loro si aprì ed entrò Ron, carico di Cioccorane, Gelatine Tutti i Gusti+1 ed altri dolciumi vari. Non appena vide Malfoy scaricò tutto sul sedile e si fece avanti, rabbioso:
<< Che fai, Malfoy, cerchi rogne? Sparisci di qui! >>
Malfoy gli scoccò un’occhiata sprezzante e uscì dallo scompartimento senza dire una parola.
Ron parve compiaciuto di sé stesso.
<< Cosa voleva? Cosa ti ha fatto? >> aggiunse, vedendo la faccia scioccata e insieme furibonda di Hermione.
<< Nulla, Ron. Cercava Harry >>.
Poi guardò fuori dal finestrino. Hogwarts si vedeva appena, minuscola, coperta dai giganteschi pini che infestavano le colline.
Ripensò a Draco, e si chiese se avesse fatto la cosa giusta. Avrebbe dovuto avvertire Harry, dandogli quindi le prove sulla fondatezza dei suoi sospetti verso Malfoy, oppure… lasciarlo in pace?
Non sapeva neanche lei perché avesse accettato di coprirlo. Era una cosa senza senso, inconcepibile. Ma cosa diavolo le era preso?
Si strofinò gli occhi, incerta e confusa, chiedendosi quali guai non avrebbero tardato ad arrivare.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Quella sera, nella sala comune dei Grifondoro, Harry raccontò a Ron ed Hermione che si era intrufolato nello scompartimento dei Serpeverde e riferì in ogni dettaglio la conversazione origliata.
<< Malfoy è un Mangiamorte! -affermò trionfante- ve l’ho già detto, ha preso il posto di suo padre! >>
<< Harry -disse calma Hermione- è improbabile che Tu-Sai-Chi permetterebbe a un sedicenne di unirsi… >>
La Grifondoro tentò di fargli lasciar perdere Draco, ma senza risultati. Harry aveva la testa dura.
Si sentiva terribilmente in colpa di dover mentire ad Harry, e si chiese per un istante se ne valesse davvero la pena.
<< Non è me che sto cercando di proteggere! >>
Quelle parole le rimbombavano in testa ogni volta che Harry tirava fuori le sue teorie. Magari, pensò Hermione meditabonda, non era solo Malfoy ad essersi unito? C’erano anche altri Mangiamorte alle prime armi come lui, dentro alla scuola?
Forse, tenendo la bocca chiusa, avrebbe reso più facile la vita a molte persone.
Passò circa un mese, in cui le giornate nuvolose trascorrevano noiose tra compiti e ricerche, ed Hermione raramente trovò tempo per stare con Harry e Ron come ai vecchi tempi.
Stava vivendo praticamente in biblioteca, in cui si recava assiduamente per cercare informazioni in più sui compiti da svolgere, ma riuscì a ritagliare un po’ di tempo per preoccuparsi per il Principe Mezzosangue, libro alquanto strano che il professor Lumacorno aveva prestato ad Harry, che gli erano valsi voti così alti in Pozioni da superare quelli di Hermione, invidiosissima del suo improvviso successo.

Draco non se la passava meglio. Aveva un compito da portare a termine entro la fine dell’anno: far entrare i Mangiamorte nella scuola ed uccidere Albus Silente.
Aveva già progettato tutto: al quinto anno aveva sentito parlare dell’Armadio Svanitore (Montague ci si era perso dentro)  e da allora gli era venuta l’idea di acquistarne un altro per far passare direttamente i Mangiamorte da un Armadio all’altro.
In quanto ad assassinare Silente… bè, lo avrebbero aiutato i Mangiamorte. Non sapeva se si sentiva in grado di compiere una simile azione, ma Voldemort lo aveva a dir poco costretto “onorandolo” con il compito, altrimenti avrebbe ucciso lui con tutta la sua famiglia.
Una sera Draco era solo in sala comune.
Tutti gli altri Serpeverde erano al campo di Quiddich per deridere gli allenamenti del Grifondoro.
Si arrotolò la manica sinistra e fissò costernato il Marchio Nero, che ondeggiava lievemente sulla sua pelle color latte.
Tempo prima, ogni volta che lo guardava si sentiva orgoglioso, forte, invincibile…  adesso la cosa non appariva più molto esaltante, anche perché non aveva idee per aggiustare quel maledetto Armadio…
La porta della sala comune si aprì violentemente.
Draco si tirò su la manica dell’uniforme. Ah, erano solo Tiger e Goyle.
Loro non sapevano della missione. Non avevano mai neanche visto il marchio, anche se dopo ciò che aveva detto loro sull’Espresso di Hogwarts avrebbero potuto giustamente sospettarlo.
Tutti e due si bloccarono alla vista di Draco.
<< Oh, Malfoy. Ti stavamo cercando, vieni con noi al campo? >>
Draco ci pensò un momento. L’ idea di scendere al campo di Quiddich a offendere Potter e gli altri era allettante, ma quell’anno aveva cose più importanti da fare.
<>.
Tiger e Goyle uscirono. Anche Draco lo fece, dopo qualche secondo.
Mentre risaliva le scale di pietra, pensava a cosa fare.
Sarebbe potuto tornare nella Stanza delle Necessità, per tentare di aggiustare l’Armadio…ma da solo non poteva fare niente.
Aveva bisogno di capire un po’ come fare.
Così si diresse verso la biblioteca per cercare un libro sulla riparazione di oggetti in legno. Quando entrò vide Madama Pince intenta a spolverare una pila di libri, ma a parte lei la biblioteca sembrava vuota.
<< Sbrigati, ragazzo -lo avvertì lei- la biblioteca chiude solo tra un’ora e mezzo >>.
Draco le scoccò un’occhiata velenosa (che riservava solo alle persone che gli rivolgevano troppo la parola) e si insinuò tra gli scaffali polverosi.
Qualche minuto dopo ne uscì con una grossa pila di libri tra le braccia, e poi svoltò l’angolo, cercando un tavolo…
Sbam.
Ci fu un’esplosione di libri e pergamene per aria, e nessuno all’inizio capì cosa fosse successo.
Poi Draco, massaggiandosi la testa, ancora sdraiato per terra, alzò gli occhi e si accorse una Grifondoro che ormai stava vedendo troppo spesso.
Hermione quando lo vide non ne fu felice, anzi: dargli fastidio in quel modo voleva dire farsi odiare ancora di più.
<< Perché diavolo correvi, Mezzosangue? >> sbraitò Draco alzandosi prontamente. Certo che quella dannata lo stava proprio seccando!
<< Non urlare in questo modo, idiota, siamo in una biblioteca! >> sussurrò infuriata Hermione, inginocchiandosi a riordinare i libri.
Draco ebbe una mezza intenzione di lasciar raccogliere a lei tutti i suoi libri, poi l’idea che la Mezzosangue scoprisse quali tipi di libri stesse cercando lo costrinse a chinarsi per togliere di torno i suoi.
Ma era troppo tardi.
Hermione prese tra le mani un libro e lesse “Come riparare oggetti di legno e intagliare il legno di Fermùt”.
Poi guardò Draco. Lui le tolse il libro di mano.
Ci mancava solo che la sporca Mezzosangue, dopo aver visto il suo Marchio Nero, scoprisse anche dell’ Armadio Savanitore!
Però non resse a lungo lo sguardo indagatore della Granger, così sibilò:
<< Adesso non farti strane idee, Mezzosangue. Fatti gli affari tuoi e gira alla larga da me. >>
Hermione sbuffò, afferrò i libri di Malfoy e comincio a tirarglieli addosso.
<< Bè allora vedi di non tornare più in biblioteca, Malfoy, anche perché sei così stupido che potresti perderti tra gli scaffali! >>
Detto questo Hermione si ricaricò i libri sulle braccia e se ne ritornò indietro.
Draco non poté sopportare che qualcuno l’avesse trattato in quel modo, soprattutto una Mezzosangue.
La raggiunse e con una spintarella le fece cadere tutti i libri. Adesso che ci pensava, se alla fine dell’anno fosse riuscito a fare entrare davvero i Mangiamorte, avrebbe potuto convincerli a torturare i Mezzosangue della scuola…
Hermione guardò i libri che le erano caduti, imponendosi calma, e si voltò lentamente verso Malfoy, contando mentalmente fino a 10 prima di scoppiare. Ma lui parlò per primo.
<< Stà attenta Granger, che se continui a sfidare la mia pazienza in questo modo te ne pentirai… >>
Hermione ne aveva abbastanza. Fece un passo avanti.
<< Ma davvero? -sussurrò minacciosa- e cosa mi farai? Mi torturerai? Chiamerai un po’ di amici di tuo padre per farmi galleggiare per aria? >>
Draco rimase intimamente un po’ sconcertato dalla sua ira: non l’aveva mai vista così infuriata, neanche quella volta sull’Espresso di Hogwarts. Aveva il volto deformato dal disgusto, e nei suoi occhi c’era un sinistro luccichio.
<< Sei sveglia, Mezzosangue -mormorò Draco, sogghignando- ma se terrai la bocca chiusa non succederà niente… >>
<< E se non lo facessi? -lo sfidò Hermione avvicinandosi ancora di più- e se andassi da Silente e gli dicessi che c’è un Mangiamorte nella scuola? Cosa credi che farebbe, eh? Ti ritroveresti espulso in pochi minuti, e allora io sarei salva! Perché tu sei un Mangiamorte, Malfoy, ma non credo che tu abbia ancora ucciso nessuno. Chi mi garantisce che una volta presa la mano tu non faccia fuori anche me? >>
Draco assunse un’espressione imperscrutabile.
Era così che lei lo voleva far sentire. Un Mangiamorte spietato.
Ed era questo che sarebbe diventato, uccidendo Silente?
<< Forse non hai afferrato il concetto -continuò Hermione, come spiegando qualcosa a un bambino di cinque anni- perché io dovrei mantenere il segreto? Perché non dovrei dirlo a Harry e agli altri? Io stò mentendo ai miei amici, Malfoy. Cosa ci guadagno io a tenere la bocca chiusa? Non ci credo se mi dici che sopravviverò, non vedi l’ora di sbarazzarti di me da anni >>.
La durezza di quelle parole lo travolse come un tornado, ma non si curò di correggere la Grifondoro.
Non poteva certo biasimarla. Per cinque anni interi l’aveva offesa pesantemente, considerandola una nullità indegna di camminare persino sul suo stesso terreno.
Lui e la mezzosangue erano nemici dal loro primo incontro, ma lui aveva sempre considerato le loro liti come piccoli battibecchi infantili. Invece lei sapeva che Draco, in futuro, se avesse avuto l’occasione le avrebbe dato la caccia.
E perché lei doveva mantenere il suo segreto? Se lui fosse stato nei panni della Granger lo avrebbe sbandierato ai quattro venti, dicendolo prima di tutti a Potter.
Invece era stata zitta…lui le era debitore.
Ma non si sarebbe mai abbassato a dirle grazie. Mai.
Poi le lacrime scesero dagli occhi della Mezzosangue, che se le ripulì appena e si chinò a raccogliere i libri. Poi fece marcia indietro.
<< Granger >>.
Hermione si fermò, il viso seminascosto dai libri, ma non si voltò. Non voleva guardarlo.
Draco si odiava per quanto stava per dire, ma tenere il suo losco piano al sicuro era più importante di qualsiasi cosa.
<< Se non dirai a nessuno ciò che sai io…non ti offenderò più, fino alla fine dell’anno, neanche… neanche i tuoi amici >>
Hermione sorrise, ma lui non potè vederlo.
Poi corse via.


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Qualche giorno dopo, un sabato precisamente, Draco Malfoy fu svegliato di soprassalto.
<< Draco! Dai, Draco, svegliati! >>
Lui si rizzò a sedere, con un forte mal di testa.
Doveva aver dormito si e no sei ore: la notte prima era rimasto fino a tardi nella Stanza delle Cose Nascoste per continuare ad aggiustare l’Armadio Svanitore, ed essere svegliato alle sette e trenta del mattino dall’assordante vocetta di Pansy Parkinson non era molto piacevole.
<< Dai, alzati! -cinguettò lei ridendo- andiamo a fare colazione e poi a prendere in giro i provini del Grifondoro! >>
<< Ah, già… >> mormorò Draco togliendosi il pigiama.
Era solo con Pansy nel dormitorio, ma non gli importava che lei lo vedesse in mutande.
In effetti, aveva visto anche di più. Solo l’anno prima aveva ceduto alle avances di Pansy ed erano andati a letto insieme, ma da quando era iniziato il sesto anno non si erano neanche baciati…forse lei ci sperava…
Finì di abbottonarsi la camicia, e Pansy prontamente si fiondò davanti a lui per fargli il nodo alla cravatta.
<< Draco.. -sussurrò lei dolcemente- che ne dici di stare un po’ da soli, prima di scendere? >>
Draco le toccò le spalle, cercando mentalmente le parole giuste.
Come dirle che a lui non interessava? Come confessarle che era stato con lei solo per gioco, che addirittura si pentiva di aver ceduto?
Come spigarle che si sentiva un po’ più serio, che non gli piacevano più tanto quei giochetti? Quell’anno aveva altri pensieri in testa… non c’era bisogno del contributo di altri problemi, che Pansy era sempre stata abile nel comportargli.
Non gli lasciò neanche il tempo di pensare che Pansy si sporse e tentò di baciarlo.
Si sfiorarono e basta, Draco inclinò il capo appena in tempo per schivarla.
Prese il mantello dell’uniforme e si diresse verso la porta senza guardarla.
Come si era aspettato, lei lo prese per un braccio e lo fece voltare.
<< Che succede? Che hai? >> disse lei, con la voce che tremava leggermente.
<< Nulla, voglio solo scendere >> rispose Draco glaciale.
<< Non prendermi in giro! >> sibilò lei furiosa.
Draco abbandonò subito l’idea della fuga. Anche correndo a perdifiato fino alla Sala Grande non sarebbe riuscito a seminarla.
Era giunto il momento delle spiegazioni.
Ma era meno risoluto che mai.
<< Non ho voglia, Pansy. Non ho più voglia >>.
Gli occhi neri di lei divennero colmi di lacrime.
<< Hai un’altra? >>
<< No >> rispose subito Draco.
<< Allora? - una lacrima le rigò la guancia- finisce tutto così? Mi…mi molli senza un motivo? >>
<< Io e te non stiamo insieme! >> sbottò Draco, un po’ più rudemente di quanto avesse voluto.
L’effetto fu devastante.
Pansy si mise a piangere senza ritegno, tenendosi i capelli con le mani e pestando i piedi.
<< Io.. Io pensavo che tu mi ricambiassi! Pensavo che tu avessi capito che ti amo! >>
Draco sgranò leggermente gli occhi, la bocca appena spalancata.
Pansy si fece avanti e gli si lanciò addosso, approfittando dello stupore di lui, atterrandolo sul letto e cominciando a baciarlo come non aveva mai fatto.
Draco scansò le mani di lei che volavano dappertutto e si alzò in piedi, leggermente scarmigliato, uscendo di filata dalla camera e varcando la soglia della Sala Comune.
Quando fu scuro di essere a debita distanza, riprese a camminare normalmente.
Pazza. Era completamente pazza. Andata.
Il suo non era amore, pensò Draco con rabbia. Era ossessione. Pansy era morbosa, ossessiva, fuori di cervello.
Non poteva perdere tempo con gente del genere.
No, d’ora in poi l’avrebbe tenuta alla larga, e tanto per cominciare si sarebbe chiuso a chiave di notte.

Hermione si diresse insieme a Harry e Ron al campo di Quiddich, ma durante il tragitto Lavanda Brown sorrise a Ron in modo troppo amichevole.
E, con lieve sorpresa di Hermione, quella cosa le diede un fastidio pazzesco. Guardò torva la Brown, chiedendosi cosa le fosse preso, così all’improvviso.
Gelosa? Lei non lo era mai stata! Eppure…
Ron era suo. Solo suo. Era il suo migliore amico, andava  a casa sua tutte le estati, passavano intere giornate insieme, praticamente in simbiosi, e sapeva, ne era certa, che a lui piacesse: lo capiva dal modo in cui lui la guardava, le parlava, perché certe volte era geloso di lei o si interessava troppo ai suoi affari di cuore.
Così, a pensarci sul momento, Ron non le sarebbe dispiaciuto. Era così una frana con le donne, in un modo che le suscitava tenerezza. E poi era estremamente protettivo con lei.
Sbuffò, seccata: ma perché non ci aveva ancora provato con lei apertamente? Come se avesse paura di… dimostrarle i propri sentimenti fino in fondo? Forse lei lo aveva frenato, con qualche comportamento involontario o inconsapevole?
Bè, pensò scendendo con loro la collina, in effetti era una ragazza un po’ fredda. Diciamo che non si sbilanciava troppo. Forse era stato questo a farlo pensare due volte.
Ma poi il suo sguardo si fece di nuovo arcigno, e si trovò arrabbiata tutt’un tratto: non era una scusa valida, quella.
No, lei si era dimostrata disponibile, o almeno, libera. Se Ron aveva avuto ripensamenti, erano stati problemi suoi, diamine!
E poi se era caduto tra le grinfie di Lavanda Brown come un allocco era solo colpa sua, e dei suoi ormoni maschili! Inviperita, si diresse verso gli spalti del Grifondoro senza augurargli buona fortuna per il suo provino di Portiere.

I Serpeverde entrarono nelle tribune, e Draco Malfoy si guardò intorno.
La Mezzosangue era seduta da sola, proprio in fondo alle tribune, e guardava i provini con le braccia incrociate.
Poi calcolò una cosa: e se i suoi amici l’avessero presa in giro? Lui avrebbe dovuto unirsi alle risate, allora lei se ne sarebbe accorta e avrebbe detto a Potter…
<< Andiamo in alto- declamò alla piccola folla composta da Tiger, Goyle, Zabini, Nott e altri ragazzi- lì potremo vederli meglio >>.
Nessuno si oppose, così cominciarono a salire. Poi Tiger rovinò tutto.
<< Ehi, guardate…laggiù c’è la sporca Mezzosangue! Se ci mettiamo dietro riesco a scagliarle una fattura… >>
<< No >>sibilò Draco freddamente.
Gli altri si accigliarono.
<< Ci sono i professori- disse in tono noncurante- c’è Madama Bumb e la McGranitt, passeremo dei guai se ci vedono…Ehi, c’è Weasley! >>
E si distrassero tutti, perché la banda si mise seduta e iniziò a sfottere pesantemente Weasley e la sua famiglia, anche se Draco si astenne dalla questione.
Il rischio che la Mezzosangue lo udisse era troppo alto per rischiare. Accidenti a lei, adesso non poteva neanche divertirsi in santa pace!
Weasley parò tutte le Pluffe, cosa che rese livida di rabbia tutti i Serpeverde.
Così fu scelto come nuovo portiere.
<< Bè, meglio così -commentò Zabini sprezzante- almeno la vittoria di Sempreverde è assicurata. Con quell’idiota come portiere…l’anno scorso non è stato granchè. Basterà rimettere in circolazione le spille di “Weasley è il nostro re”…che ne dici, Malfoy? >>
Ma Draco non aveva ascoltato una sola parola.
Aveva seguito con lo sguardo la granger, che era scesa dalle tribune e stava correndo verso weasley e gli altri.
Poi Hermione e Lenticchia si sorrisero.
<< Ah, si…hai ragione >>tagliò corto Draco, turbato.


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4



Qualche giorno dopo, Draco si trovava nella Stanza delle Necessità, ancora una volta.
Quando alzò lo sguardo su un vecchio orologio e vide che erano le undici, si sentì mancare e sbatté il capo contro l’Armadio, depresso.
Intorno a lui c’erano cumuli di oggetti rotti o smarriti. Il pavimento che circondava l’Armadio Svanitore, invece, era sovrastato da polverosi libri della biblioteca su come aggiustare oggetti di legno.
Diede un forte calcio a uno di questi e si appoggiò al muro.
Che situazione di merda. Non poteva aggiustare l’Armadio. Non ci sarebbe riuscito. E oramai restavano poco più di sette mesi a separarlo dalla fine della scuola.
Tutti gli incantesimi che aveva provato non erano stati utili a niente, come i “consigli” che quel disgraziato di Sinister gli aveva suggerito, ovvero portare l’Armadio direttamente nel suo negozio. Sì, certo, come se Draco potesse vagare indisturbato per la scuola trasportando un Armadio e dicendo che prima o poi sarebbe ritornato al suo posto, dove l’aveva trovato.
Un Mangiamorte amico di suo padre aveva scagliato la Maledizione Imperius su Madama Rosmerta, la barista dei tre Manici di Scopa, così adesso obbediva agli ordini di Malfoy. Sua madre gli aveva detto che prima o poi si sarebbe rivelato utile, forse, avere degli alleati a Hogsmeade, e Draco non aveva ribattuto nulla, chiedendosi quando fosse arrivato quel momento. E adesso era arrivato.
L’indomani sarebbero stati tutti a Hogsmeade, e la barista avrebbe dato una collana a uno studente che l’avrebbe portata a Silente.
Era una collana stregata, bastava toccarla a mani nude per morire.
Draco cominciò a camminare in tondo.
Già, non era quello che si poteva tecnicamente definire un piano perfetto, anche perché solo all’ultimo momento a Draco era ritornata in mente quella strana collana esposta da Sinister, quindi non aveva avuto molto tempo per pensare agli imprevisti. Voleva che la cosa si risolvesse il prima possibile, in modo da essere libero di… viversi il suo sesto anno tranquillamente.
Quel maledetto Armadio gli stava prendendo un sacco di tempo. Non ce la faceva più a fare niente, neanche i compiti, se le cose fossero continuate in quel modo non sarebbe arrivato al settimo anno. L’unica speranza era che… il piano dell’indomani fosse funzionato.
E se lo studente avesse guardato cosa c’era dentro al pacchetto?
“Non pensarci -si ripeté Draco, mentalmente- anche se lo studente morisse nessuno potrebbe mai risalire a te…”
Poi decise di andare a letto. Era inutile passare del tempo in quella stanza con troppi pensieri in testa.
Oltrepassò quel ciarpame, abbattuto per non aver risolto nulla ancora una volta, ed uscì.
I corridoi erano naturalmente vuoti, illuminati dalla luce dorata delle torce appese ai muri.
Draco camminò silenziosamente, con le orecchie tese ad ogni minimo rumore sospetto: se gazza o MrsPurr lo avessero visto sarebbe finito proprio nei guai…
Poi, in fondo al quinto piano, vide un a ragazza che camminava…aveva capelli castani e ricci, e una camminata svelta e decisa …poi si fermò e si voltò.
Anche Draco si fermò, e si mise a fissare sprezzante la Mezzosangue, che stava incontrando sempre più spesso…troppo spesso…
Hermione si fermò, fissandolo da lontano. Chissà cosa avrebbe fatto, Draco Malfoy, costretto a passarle vicino senza neanche il piacere di offenderla. Le sarebbe davvero piaciuto saperlo.
Draco riprese a camminare. Più si avvicinava, più si chiedeva se dovesse rivolgerle la parola o no.
Ma lei continuava a fissarlo. E se le avesse parlato? Tanto non  c’era nessuno in giro…
Si fermò davanti lei. Poi si rese conto che meno due mesi prima non l’avrebbe mai fatto.
<< Che ci fai in giro per i corridoi a quest’ora di notte, Granger? >>
Hermione lo guardò sdegnosa.
<< Potrei farti la stessa domanda, Malfoy >>.
E riprese a camminare. Draco fece lo stesso, dietro di lei.
Poi Hermione si decise a rispondere.
<< Sto tornando dal Lumaclub. Sai, una specie di riunione di ragazzi che il professor Lumacorno ha invitato. E tu, Malfoy? >>
Adesso camminavano fianco a fianco.
<< Questi non sono affari tuoi, vero, Granger? >>disse Draco, sorridendo malignamente.
Non voleva entrare in rapporti troppo amichevoli con una Mezzosangue.
Hermione sbuffò.
<< Non mi aspettavo nient’altro di meglio da te. Voi Serpeverde siete tutti uguali. Snob, presuntuosi e arroganti. Tu e il tuo amico Zabini ne siete la prova vivente >>.
<< Ah si? -replicò Draco, piuttosto divertito- e voi Grifondoro fate tutti i santarellini, quando le regole principali vengono infrante proprio da voi. E non faccio esempi >>.
Hermione lo guardò furente, mentre imboccavano il quarto piano.
<< Non ho nessuna voglia di litigare con te, Malfoy. Anzi…posso farti una domanda? >>
Hermione si fermò, e la sua espressione si era fatta stranamente seria, più del solito.
Draco la guardava, in attesa. La Grifondoro si avvicinò di un passo. Non gli piaceva quella situazione…si erano parlati troppo, quella sera, e non l’aveva ancora chiamata Mezzosangue! Dio, stava impazzendo. Sì, forse era diventato un po’ tocco.
<< Dimmi la verità, Malfoy- cominciò Hermione, con gli occhi che luccicavano- tu…insomma, tu sei un Mangiamorte, e sei ad Hogwarts, mentre gli altri sono fuori. Stai per  caso…tramando qualcosa per uccidere Harry, su loro ordine, o con il loro aiuto? >>
Draco aprì la bocca, poi la richiuse.
Era partito con l’idea di risponderle male, di dirle di tenere la bocca chiusa e di farsi gli affari suoi,  ma poi si rese conto di non poter dire nulla del genere con gli occhi umidi preoccupati della Mezzosangue davanti a sé. E neanche con la specie di promessa che le aveva fatto che gravava su di lui.
Non poteva trattarla male, o si sarebbe arrabbiata, e tentata di fargliela pagare soltanto raccontando un po’ di cose al suo caro amico Potty.
Forse le doveva una risposta.
<< No. Non sto tramando per uccidere Potter >>.
Hermione sospirò di sollievo. Si era tolta un gran peso.
Draco invece si sentiva più avvilito di prima, non sapeva bene perché.
Poi guardò di nuovo la Granger, preoccupato.
L’indomani sarebbe andata sicuramente ai Tre Manici di Scopa. E se Rosmerta avesse passato a lei la collana? E se la Mezzosangue fosse morta?
<< Grazie >> mormorò Hermione, salendo le scale.
Draco, disgustato di sé stesso per aver pensato di essere dispiaciuto della morte della Mezzosangue, la seguì.
Poi Hermione si fermò.
<< Cosa stai facendo? >>
<< Cosa vuoi dire? >> domandò lui, strafottente.
<< Il dormitorio dei Serpeverde è nei sotterranei- rispose lei tranquilla- io sto andando al mio >>.
Draco si morse il labbro, incavolato nero.
Scese di volata gli scalini, poi fece una cosa inaudita. Una cosa insensata, irragionevole, non da lui.
<< Senti Mezzosangue…domani farà freddo, mettiti i guanti di pelle di drago >>.
Lei lo guardò interrogativa.
<< Draco! >>
Zabini era sbucato da un corridoio vicino, e si fermò sprezzante nel vedere un suo amico parlare con una Mezzosangue.
Draco ormai, convinto che nulla potesse andare peggio, decise di comportarsi come al solito.
<< E levati dai piedi, Mezzosangue- sibilò, abbastanza forte perché Blaise lo sentisse- e dà un calcio in culo a Potter da parte mia >>.
Hermione, che aveva capito al volo, corse su per le scale e sparì.
<< Che facevi con quella? >> chiese Zabini, avvicinandosi.
<< Io non ero con lei- rispose Draco, freddo, inviandosi verso i sotterranei- l’ho solo vista per caso >>.
Zabini non rispose. Poi sbadigliò.
<< Non la sopporto, quella- disse, seccato- fa troppo la saputella. Poi è una dannata figlia di Babbani, e prego il Dio di non doverci mai parlare in vita mia. Ma a quanto pare sono quasi l’unico a pensarla così >>.
<< Cosa vuol dire? >> disse Draco, tagliente.
L’ultima cosa che voleva era che Blaise lo accusasse di essere un leccababbani.
<< Che Nott, Tiger e Goyle sono d’accordo con me -rispose Zabini, stufato- ma non tutti gli altri Serpeverde. Ho sentito un gruppo del settimo anno che parlava addirittura di farsela. Tu cosa ne pensi? >>
Draco fu colto di sorpresa.
<< Per favore, Blaise, con chi diavolo credi di parlare? Sai benissimo come la penso su di loro >>.
Qualche minuto di silenzio.
Poi Zabini chiese:
<< Vieni anche tu domani a Hogsmeade? >>
<< No -rispose Draco- sono..in punizione con la McGranitt >>.
<< Davvero? -chiese Zabini incuriosito- e perché? >>
<< Non ho finito i compiti di Trasfigurazione. Non ho avuto tempo >>.
<< Eh, ci credo- sospirò Zabini- torni tutte le notti dopo mezzanotte, lo so. Hai intenzione di farti tutte le ragazze di questa scuola prima che ci siano le vacanze? >>
<< Si, tutte tranne le Mezzosangue >> replicò Draco ghignando.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5



Ma quella per Hermione fu la gita peggiore in assoluto.
Brutto tempo a parte, fu l’incontro con Mundugus Fletcher a far imbestialire Harry. Così la Grifondoro lo trascinò ad un tavolo dei Tre Manici di Scopa e gli mise in bocca una burrobirra per cercare di calmarlo.
<< L’Ordine non può controllare Mundugus? Non possono almeno impedirgli di portar via tutto ciò che non è inchiodato alle pareti quando è al Quartier Generale? >>
<< Sst! -sussurrò Hermione angosciata, guardandosi intorno: Zabini era appoggiato ad una colonna lì vicino, e per un momento si chiese perché Draco non fosse con lui- Harry, anch’io sarei arrabbiata, lo so che sta rubando le tue cose… >>
Dopo altri tentativi Harry riuscì a calmarsi, decidendo di dire a Silente dei furti di Mundugus.
Hermione tirò fuori la proposta di tornare al castello, e tutti e tre uscirono dal locale, avvolti nei mantelli contro il vento freddo.
Poi però delle voci si alzarono nel vento, che appartenevano a Katie Bell e alla sua amica.
<< Non sono affari tuoi, Leanne! >>
Katie stava stringendo a sé un pacchetto. Leanne fece per toglierglielo, ma si strappò e cadde a terra.
Fu allora che Katie si levò a mezz’aria, con grazia, le braccia aperte, come se stesse volando.
Ma c’era qualcosa di inquietante in quella visione, Hermione lo capì subito.
Poi, quasi a due metri dal suolo, Katie emise un urlo terrificante, e Harry, Ron, Hermione e Leanne cercarono di trascinarla giù.
Harry andò poi a cercare aiuto. Hermione era scioccata da tutta la situazione.
Cosa stava succedendo? Possibile che... c'entrassero i Mangiamorte?
Si bolccò un attimo, lo sguardo fisso sulla neve sotto di sé. I Mangiamorte. Malfoy.
Ma non ebbe tempo di riflettere, perchè Harry tornò poco dopo, accompagnato con Hagrid.
Il Mezzo Gigante, pallido come un cencio, caricò in braccio Katie e la portò al castello.
I tre interrogarono Leanne, mentre si avviavano in direzione di Hogwarts: a quanto pare Katie era entrata nel bagno dei Manici di Scopa ed era uscita con quel pacchetto tra le mani, dicendo che doveva consegnarla a qualcuno a Hogwarts.
<< Malfoy sa della collana- proruppe Harry all'improvviso, dopo qualche istante di silenzio- Era in una teca di Magie Sinister quattro anni fa, l'ho visto che la guardava quando mi nascondevo da lui e da suo padre.
E' questa la cosa che stava comprando il giorno che l'abbiamo seguito! Se l'è ricordata ed è  tornato a comprarla! >>
Hermione guardò Harry, spazientita. Non mollava proprio. E comunque in quel momento si ritrovava confusa e turbata quanto Harry, non sapendo cosa pensare.
<< Non... non so, Harry- fece Ron esitante- un sacco di gente va da Magie Sinister... e la ragazza non ha detto che Katie l'ha presa dal bagno delle donne? >>
Hermione fu intimamente grata a Ron, che a quanto pare non condivideva le opinioni di Harry in questa storia.
<< Ha detto che quando è tornata dal bagno l'aveva con sè, non è detto che l'abbia trovato proprio in bagno... >>
Però la Grifondoro dovette ammettere che la situazione era strana. Ma non credeva che Draco avesse dato davvero a Katie la collana. No, non poteva crederlo.
Ma il peggio fu quando Harry rivelò qualche minuto dopo, alla McGranitt, i sospetti che aveva su Malfoy.
Hermione cercò di non far trasparire la sua stanchezza.
<< Questa è un'accusa molto seria, Potter- rispose la McGranitt- Hai qualche prova? >>
Harry allora le raccontò delle conversazione di Malfoy da Magie Sinister. La professoressa parve confusa.
<< Malfoy ha portato qualcosa da riparare da Magie Sinister? >>
<< No, professoressa- rispose Harry- voleva solo che Sinister gli dicesse come aggiustare una cosa, non l'aveva con sè. Il fatto però è che ha comprato qualcosa nella stessa occasione, e io credo che fosse quella collana... >>
<< Hai visto Malfoy uscire dal negozio con un pacchetto simile? >> domandò la McGranitt accigliata.
<< No, professoressa, ha detto a Sinister di tenergliela da parte >>.
<< Ma Harry- lo interruppe Hermione- Sinister gli ha chiesto se voleva portarla con sè, Malfoy ha detto di no... >>
<< Perchè non voleva toccarla, è chiaro! >>
<< Veramente ha detto 'Non posso portarlo così per strada'  >> gli ricordò Hermione.
<< Bè, sarebbe sembrato un'idiota a portare una collana >> intervenne Ron.
<< Oh, Ron- sospirò Hermione- sarebbe stata impacchettata, per non toccarla, e quindi piuttosto facile da nascondere sotto un mantello: nessuno l'avrebbe vista! Secondo me, qualunque cosa si sia fatto mettere da parte Malfoy, dev'essere rumorosa o voluminosa: qualcosa che sapeva avrebbe attirato l'attenzione... >>
Facendo quest'affermazione, Hermione si bloccò un istante.
Le vennero in mente, chissà perchè, i libri su come riparare oggetti di legno che voleva leggere Draco. Ma non ebbe tempo per pensarci, perché i loro battibecchi durarono ancora un pò, finché la McGranitt non li interruppe:
<< Il signor Malfoy oggi non era a Hogsmeade. Era in punizione con me. Non ha finito i compiti di Trasfigurazione per due volte di fila. Quindi grazie per avermi rivelato i tuoi sospetti, Potter, ma adesso devo andare in infermeria per vedere come sta Katie Bell. Buona giornata a tutti >>.
I tre uscirono. Hermione sospirò, stanca di quelle insulse affermazioni, ma purtroppo Harry non pareva essere dello stesso avviso.
<< Chissà perchè Malfoy le ha detto di portarlo dentro al castello... >>
<< Harry, Malfoy non era a Hogsmeade! >> esclamò Hermione, pestando un piede per la frustrazione. Aveva solo voglia di stare da sola a pensare, a riflettere, per tentare di vederci chiaro…
<< Avrà usato un complice- insistette Harry- Tiger o Goyle... oppure, adesso che ci penso, un altro Mangiamorte, avrà un mucchio di compari migliori di Tiger e Goyle adesso che si è unito... >>
Hermione non poté credere alle sue orecchie. Accidenti, era più convinto di quanto pensasse.
Entrarono nella Sala Comune e Hermione si sedette sul divanetto accanto al fuoco, con Harry e Ron.
Si tolse il cappotto di lana e la sciarpa, pensierosa. Se fosse stato davvero Malfoy, però?
Tutta la situazione era troppo strana...
Poi si tolse i guanti, e li fissò. Sgranò gli occhi senza accorgersene.
"Senti, Mezzosangue... domani farà freddo, mettiti i guanti di pelle di drago".
Fissò ancora i suoi guanti di pelle di drago.
La collana maledetta uccideva chiunque la prendesse a mani nude...
"Mettiti i guanti di pelle di drago".
I guanti di pelle di drago sono più resistenti di quelli di lana... e non corrono il rischio di bucarsi...
"Non posso... deve stare nascosto. Ho bisogno solo che lei mi dica come fare".
Draco stava tramando qualcosa... voleva aggiustare qualcosa...
"Non posso portarlo così per strada".
Doveva essere qualcosa di rumoroso o voluminoso...
"Non una parola con nessuno, Sinister, mia madre compresa".
Era qualcosa di segreto... cosa poteva essere...
"Sa come aggiustarlo?"
Aggiustarlo...
"Come riparare oggetti di legno e intagliare il legno di Fermùt".
Hermione si ritrovò a bocca aperta.
<< Hermione, cos'hai? >>
Guardò Ron, che la stava fissando preoccupato.
Hermione si alzò di scatto.
<< Devo andare in biblioteca >>.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6



Draco Malfoy si stava tirando avanti nel corridoio.
Si sentiva totalmente depresso. La McGranitt aveva passato tutta la mattina a sgridarlo per la punizione e gli aveva fatto scrivere almeno duecento volte di fila le stesse istruzioni, e in più la riparazione dell'Armadio Svanitore non stava procedendo bene.
Come se non bastasse, si sentiva terribilmente in ansia per il piano della collana. Non sapeva se fosse andato bene o meno, non aveva avuto modo di sentire voci di terrore o preoccupazione nel castello.
Ma era tutto troppo tranquillo. Chissà, pensò sogghignando, magari avevano deciso di fare alcuni minuti di silenzio in memoria del nobile preside Albus Silente, morto quel giorno per aver toccato una collana maledetta...
Nel corridoio apparvero Tiger e Goyle, che gli andavano incontro, sorridendo come ebeti.
Draco si arrestò. Erano felici. Voleva dire che forse...
<< Malfoy, sai cos'è successo?- grugnì Tiger, emozionato- a Hogsmeade una ragazza  ha toccato una collana maledetta, ma non è morta. L'hanno portata al San Mungo >>.
Draco sospirò, socchiudendo gli occhi furibondo.
Piano fallito. Gli venne una mezza idea di prendere a pugni Tiger, poi chiese:
<< Chi è la ragazza? >>
Tiger guardò Goyle, assumendo un'espressione confusa.
<< Uh... del nostro anno, Grifondoro >>.
Malfoy stava per spalancare la bocca per la sorpresa. La Mezzosangue!
<< Chi era, Tiger?- sbottò, furioso- Dimmi chi era! >>
<< Katie Bell. L'hanno trovata... uh... Potter, Weasley e la Mezzosangue >>.
Il cuore di Draco si calmò. Almeno non era andato proprio tutto a rotoli. Riuscì a sorridere il suo sorriso freddo ancora una volta.
<< Bè, la squadra del Grifondoro arriverà ultima quest’anno. Prima Weasley come portiere, adesso una cacciatrice in meno. Che consolazione >>.
Tiger e Goyle lo guardavano, in attesa.
Draco allora decise che riparare l’Armadio era diventata la sua massima priorità. Senza più la collana maledetta, il piano rischiava di andare a monte.
<< Tornate a ciò che stavate facendo. Ci vediamo stasera >>.
Quando Tiger e Goyle furono spariti dal corridoio, Draco prese ad inviarsi verso il settimo piano.
Poi, arrivato al quarto, sentì dei passi che rimbombavano. Passi che correvano.
Quando vide la Granger davanti a lui si fermò.
Ma Hermione quando vide Draco continuò a correre. Ecco, proprio lui cercava.
Draco osservò in po’ sconcertato la Grifondoro che, serissima, lo prendeva per un braccio e lo faceva entrare rudemente nel bagno più vicino.
Hermione chiuse la porta del bagno a chiave, poi prese a controllare gli altri cubicoli, per essere certa che non ci fosse nessuno.
Poi, ancora fuori di sé, si voltò verso Draco, la bacchetta serrata tra le dita.
Draco la guardò, incredulo e arrabbiato. E adesso, cosa voleva la maledetta?
<< Lo so che sei stato tu >>.
Draco era accigliato. Poi gli venne un presentimento terribile. E se lei sapesse…
<< Non so di che diavolo parli. Ora, scusa Mezzosangue, ma dovrei…  >>
E si girò per togliere il lucchetto alla porta, ma Hermione lo fece voltare di nuovo.
<< Sei un irresponsabile- sibilò lei, disgustata- uno stupido irresponsabile. Sarebbe potuto morire chiunque, anche una Serpeverde, Malfoy. Ma a te non importa niente. Potevi almeno cercare di non far rimettere agli altri la tua stupidità >>.
Draco non pensò neanche per un attimo di negare tutto. Adesso però si sentiva infuriato almeno quanto lei.
<< Qual è il problema, Mezzosangue?- sussurrò lui di rimando- i tuoi amichetti stanno bene, e anche tu, non ti devo spiegazioni… >>
<< Zitto!- fece Hermione, interrompendolo- Adesso hai avuto quello che volevi, no? Hai tolto di mezzo Katie Bell per almeno tre mesi, non sei contento? Allora, perché volevi ucciderla? >>
Malfoy la guardò sdegnoso. Prima rispondeva alle domande della Granger, prima se ne andava di lì.
<< Io non volevo ucciderla! Adesso basta, Mezzosangue, me ne voglio andare… >>
Hermione gli tirò uno schiaffo, più o meno come aveva fatto al suo terzo anno.
Draco prima la guardò allibito, poi con odio.
La Granger era così vicina che avrebbe potuto renderle lo schiaffo facilmente, ma lui non colpiva le ragazze con le mani. E poi lei lo aveva in pugno, si rese conto amaramente.
Hermione gli si avvicinò ad un orecchio. Era strano come quel gesto le fosse venuto spontaneo, così all’improvviso. Per un attimo restò interdetta.
<< Va bene, allora- sussurrò con voce minacciosa- facciamo finta che non sia successo niente, ma solo perché io, Harry e Ron stiamo bene. Però ti suggerirei una cosa >>.
Draco ascoltò con attenzione, ma poté giurare di aver sentito il volto appena più rosato… e non solo per colpa dello schiaffo.
<< Non so che cosa stai tramando- continuò Hermione- e scoprirlo per me non ha molta importanza. Ma per qualcun altro sì- non parlò per un istante, per far assorbire a Malfoy le sue parole- Per quanto tu possa sentirti forte e imbattibile, dei nemici ce li hanno tutti. E ce l’hai anche tu >>.
Hermione fece un passo indietro.
<< Più piani ti andranno male, più indizi su di te lasci in giro. Harry è convinto che tu sia un Mangiamorte, e sono sicura che farà di tutto per metterti alle spalle al muro >>.
Non sapeva perché glielo avesse detto. Sapeva solo che… non voleva altri guai. Non voleva che Harry si complicasse la vita con le sue supposizioni, e soprattutto lei non aveva voglia di dissuaderlo.
<< Potter?- ringhiò Draco- lui… lui pensa… cazzo >>.
Prese a camminare per il bagno, incazzato nero. Potter. Cosa diavolo voleva quello?
<< Non puoi biasimarlo- commentò Hermione, appoggiata al muro, le braccia conserte- ci hai dato fastidio per cinque anni, Malfoy, è logico che adesso voglia staccarti quell’espressione arrogante dalla faccia >>.
Draco si fermò e la guardò.
<< Certo, e tu come minimo gli starai dando un sacco di informazioni per mettermi nel sacco… >>
<< Ti sbagli- rispose Hermione semplicemente- ho sempre cercato di sviare i suoi sospetti su di te >>.
Sembrava sincera.
<< Bene >> borbottò lui.
<< In breve, piantala di farti vedere sempre in giro per i corridoi in questo modo. Se Harry ti vede, potrei mettere la mano sul fuoco sul fatto che ti seguirebbe per scoprire dove vai. E sarebbe utile se girassi un po’ più spesso con delle scorte >>.
Draco la guardò in modo strano e sospettoso.
<< Mi stai aiutando? >>
Hermione sbuffò.
<< Malfoy, lo faccio solo per non far dannare la vita a Harry. Non per altro >>.
Draco annuì, osservando pensieroso il pavimento.
<< Malfoy >>.
La voce di Hermione era più acuta del solito.
<< Katie Bell era la tua vera vittima? >>
Cosa gli costava risponderle bene, per una volta?
<< No, non lo era >>.
Hermione lo guardò con gli occhi lucidi.
<< Allora attaccherai di nuovo. Non ti chiederò cosa intenderai fare, Malfoy, ma giuro che se metti in mezzo i miei amici… >>
Non riuscì a continuare. Riaprì la porta con la magia e scappò via.
Draco rimase a fissare il punto da cui era sparita, a malapena respirando.
Doveva ammettere che la Mezzosangue stava facendo molto per lui. Manteneva il suo segreto, gli dava consigli per la sua missione, e mentiva a Potter… per Draco.
Per un istante si chiese se Hermione non provasse qualcosa per lui, poi si ricordò che lei lo odiava.


Raggiunse il dormitorio, e si guardò intorno. Tiger e Goyle erano seduti a un tavolo lontano, a mangiare ciambelle, ed erano soli. Tutti gli altri dovevano essere a dormire. Draco si avvicinò a loro.
<< Ho bisogno che facciate una cosa per me >>.
I due, per quanto tonti, capirono che si trattava di una cosa importante. Malfoy li squadrò attentamente, chiedendosi se avrebbero fatto storie.
<< Io… in questi giorni sto lavorando nella stanza delle Necessità. Ma nessuno deve saperlo, né vedermi mentre esco o entro da lì. Per questo è essenziale che voi due siate di guardia, che controlliate se si avvicina qualcuno >>.
Tiger guardò Goyle preoccupato.
<< Ma non sembrerà sospetto se… noi due stiamo sempre appostati lì? >>
<< No, perché nessuno saprà se siete voi due- disse Draco minaccioso- berrete la pozione Polisucco, e vi trasformerete ogni volta in ragazze diverse >>.
Tiger e Goyle erano increduli.
<< Ragazze? >>
<< Sì, Tiger, ragazze- ripeté Draco secco, poi si arrotolò la manica sinistra- vedete? E’ il Marchio Nero. Se lavorate per me, lavorate anche per il Signore Oscuro. Se voi due non dovreste collaborare adeguatamente, lui lo saprà subito, e provate a immaginarvi la vostra fine. Cominceremo domani, abbiamo il pomeriggio libero >>.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7



Il mattino dopo, a lezione di Erbologia, Hermione parlava con Harry e Ron del Lumaclub, mentre spremevano baccelli.
<< Lumacorno darà una festa a Natale, Harry, e non potrai evitarla stavolta, perché mi ha chiesto di controllare le tue serate libere in modo da organizzarla quando potrai esserci anche tu >>.
Ron era irritato.
<< E questa è un’altra festa riservata ai cocchi di Lumacorno, vero? >>
<< Solo per il Lumaclub, sì >> rispose Hermione cauta, osservando la sua reazione. A Ron non era mai piaciuto essere messo in disparte.
A Harry sfuggì il baccello dall’altra parte della stanza, e si precipitò ad andare a riprenderlo. Sembrava che Ron aspettasse di essere solo con lei per ghignare perfidamente:
<< Lumaclub… >>
<< Senti, non l’ho inventato io il nome Lumaclub… >> ribadì Hermione stancamente.
<< Lumaclub- ripeté Ron, con lo stesso ghigno- è penoso. Bè, spero che ti diverta. Perché non provi a uscire con McLaggen, così Lumacorno potrà nominarvi Re e Regina dei Lumaconi… >>
Ron era geloso! Forse… era l’occasione giusta, pensò Hermione un po’ rossa in viso.
<< Possiamo portare degli ospiti, e stavo per chiederti di venire, ma se la pensi così allora lascio perdere! >>
Ecco, l‘aveva detto. Doveva essere uscita fuori di testa, completamente. Almeno, adesso, Ron sapeva la verità.
<< Stavi per invitare me? >> chiese lui, in tutt’altro tono.
<< Sì. Ma se preferisci che esca con MacLaggen… >> lo provocò Hermione.
<< No che non preferisco >> bisbigliò Ron.
Era il momento!, si rese conto Hermione guardandolo. Finalmente Ron lo aveva confessato! Adesso avrebbe potuto chiedergli di andare con lei, e tutto sarebbe andato bene!
Fece per aprire bocca, emozionata, quando Harry tornò da loro facendo pesantemente rumore con la sua cavolo di ciotola.
Oh, no. Non poteva chiederglielo con Harry presente. Si sarebbe vergognata troppo.
Così riprese a lavorare al suo baccello, immusonita.

Pochi giorni dopo ci fu l’imminente partita di Grifondoro contro Serpeverde.
Malfoy quel mattino era ancora a letto, la testa tra le mani.
Non poteva giocare. Non poteva. Si era allenato pochissimo dall’inizio dell’anno scolastico, e poi il tempo della partita gli sottraeva quello che avrebbe potuto trascorrere nella Stanza delle Necessità.
Proprio due giorni prima aveva ricevuto via gufo alcune istruzioni da Sinister per riparare quell’armadio, compresi incantesimi che ancora doveva imparare a padroneggiare.
Il piano della collana era andato a monte. E l’armadio… avrebbe potuto non riuscire ad aggiustarlo mai! Si sentiva disperato… solo e disperato. Ma non se la sentiva di chiedere aiuto a nessuno, i suoi compagni non erano degni di fiducia.
Ci sarebbe voluto qualcuno di intelligente, che imparasse facilmente, sveglio…
Si bloccò. La Mezzosangue.
Scoppiò a ridere, dandosi dell’idiota. No, non poteva funzionare. Non lo avrebbe mai aiutato. E poi voleva coinvolgerla il meno possibile.
<< Tiger! Tiger! >> gridò Draco.
Tiger uscì dal bagno del dormitorio.
<< Dì a Urquhart che oggi non posso giocare. Digli che sono malato e che può mandare avanti una riserva >>.
Tiger lo guardò confusamente, poi uscì.
Al diavolo il Quiddich. Lui e i suoi genitori erano più importanti di una stupida partita.

Hermione di certo non era più felice di Malfoy.
Era incavolata nera, sicura che Harry al mattino avesse messo la Felix Felicis nella bibita di Ron. Il suo malumore non si attenuò neanche con la vittoria del Grifondoro, così andò negli spogliatoi da Harry e Ron per parlare chiaro.
<< Hai messo la pozione della fortuna nel succo di Ron! La Felix Felicis! >>
<< No che non l’ho fatto >> ribatté Harry.
<< Invece sì, Harry, ed è per questo che tutto è filato liscio, c’erano dei giocatori di Quiddich assenti e Ron ha parato tutto! >>
<< Invece no!- disse Harry, sorridendo- volevo solo che Ron lo credesse, così ho fatto finta quando sapevo che stavi guardando. Hai parato tutto perché ti sentivi fortunato. Hai fatto tutto da solo >>.
Per Hermione fu come ricevere una batosta. Quindi lei aveva fatto tutta quella scenata… per nulla?
Poi Ron si scagliò contro di lei.
<< Visto? So giocare anche senza aiuto, Hermione! >>
Lei indietreggiò, perdendo in un attimo tutta la rabbia.
<< Non ho mai detto che non sei capace… Ron, anche tu credevi che te l’avesse data! >>
Ma Ron era già uscito, senza darle retta. Hermione lo seguì con sguardo incredulo finché non sparì dalla sua vista.
<< Ehm… - disse Harry- andiamo su alla festa, allora? >>
<< Vacci tu!- esclamò Hermione, con gli occhi lucidi- non lo reggo proprio, Ron, adesso, non so cosa avrei dovuto fare… >>
E anche lei uscì di corsa dallo spogliatoio. Risalì la collina, affranta, chiedendosi cosa gli fosse successo.
Ron la stava trattando con freddezza, in quei giorni, e lei non capiva perché. Accidenti, che cosa aveva fatto di male?
Con un lieve sussulto, si accorse di lui. Era davanti a lei, a qualche metro di distanza.
Doveva chiarire, si rese conto Hermione correndo per raggiungerlo. Non poteva lasciare correre tutto così. Non senza sapere cosa fosse successo.
<< Ron! >> disse esausta, quando gli fu a un passo. Lui si voltò, arcigno, sbuffò e riprese a camminare.
<< Ron, fermati!- disse lei, infuriata- ti stai comportando come un bambino! >>
E, come prevedeva, Ron si era bloccato.
Si voltò, guardandola duramente.
<< Lasciami in pace. Non abbiamo nulla da dirci >>.
<< Sì invece!- ribadì lei con forza, guardandolo- Non fare finta di niente, da una settimana mi stai trattando male! Che cosa ti ho fatto? >>
Lui esitò, scrutandola.
<< Lascia perdere. Non importa più >>.
<< Ron… >>
<< Lascia perdere, d’accordo?- si infuriò lui all’improvviso- Non capisco perché fai finta di essere interessata a me quando hai già baciato qualcuno! >>
Hermione tacque un momento, ad occhi sgranati. Poi si accigliò.
<< Allora è questo il problema, che ho baciato un altro ragazzo? E’ successo due anni fa! >>
<< Non c’entra nulla, avresti potuto evitarlo se poi avevi intenzione di uscire con me! >>
Hermione digrignò i denti. Si trovò infuriata all’improvviso, e disgustata al tempo stesso. Dio, era proprio un bambino!    
<< Ti ricordo, Ronald, che all’epoca tu non avesti il coraggio di dirmi che ti piacevo, come invece ha fatto Vicktor! Pensavi forse che avrei aspettato che ti decidessi per l’eternità? >>
Ron, con l’espressione contratta dalla rabbia, sbuffò ancora una volta.
<< Fai come vuoi. Sai una cosa? Adesso farò proprio a modo tuo, così capirai come ci si sente >> le sibilò acido, risalendo la collina voltandole le spalle.
Hermione restò impassibile, assorbendo l’effetto di quelle parole.
Avrebbe fatto a modo suo? Cosa voleva dire? Avrebbe…
Infuriata, cominciò a marciare verso il castello. Quell’idiota. Pensava forse di essere il centro del suo universo?
Chi l’aveva trattata con gentilezza, nel suo quarto anno? Chi l’aveva romanticamente invitata al ballo? Chi le aveva confessato apertamente i suoi sentimenti, facendola sentire importante, amata?
Vicktor. Non Ron.
E aveva anche il coraggio di arrabbiarsi! Roba da non credere.
Arrivò nei giardini della scuola. Fece per varcare il portone d’ingresso, quando qualcosa la distrasse.
In una panchina un po’ nascosta dagli alberi era seduto Draco Malfoy, a scrivere su una pergamena. Hermione esitò un attimo. E… se fosse andata da lui?
Che ci sarebbe stato di male? Insomma… non erano amici, certo, però in un certo senso adesso si sentiva sua complice. Era una cosa un po’ strana, e, senza rendersene conto, si ritrovò davanti a lui senza ricordarsi come ci fosse arrivata.
<< Malfoy >>.
Draco alzò gli occhi, e, accidenti a lui, pensò che vederla così, con i capelli che ondeggiavano al vento e l’espressione sorridente, fu una visione stupenda.
Si affrettò ad abbassare lo sguardo sulla lettera piena di parolacce e bestemmie che stava scrivendo a Sinister. Ma che diavolo gli era preso?
Aveva trovato la Granger stupenda? Ma… era rincitrullito?
<< Granger >> rispose freddamente.
Hermione si mise a sedere sull’erba bagnata di fronte a lui.
<< Non eri alla partita >>.
Draco non la guardò.
<< Sì… avevo da fare >> rispose.
Un attimo di silenzio.
<< Come va il tuo piano? >> gli chiese come se nulla fosse.
Draco non poté credere alle sue orecchie.
<< Stai indagando per conto di Potter, per caso? >> chiese, sarcastico ma non troppo.
<< Non me lo nominare nemmeno >> si lasciò sfuggire Hermione.
<< Non dirmi che hai litigato col tuo ragazzo >> fece Draco in tono distaccato.
<< Harry non è il mio ragazzo! A dir la verità ho litigato con Ron >>.
Draco la fissò.
<< Io esulterei dalla felicità >> disse.
Un piccolo trambusto alle loro spalle li fece voltare. Un gruppetto di Corvonero uscì dal castello. Draco si fece guardingo, cosa che a Hermione non sfuggì.
<< Stai controllando che non ci siano Serpeverde in giro, vero? Bè, tolgo il disturbo, nel caso ti vedessero con una sporca Mezzosangue >>.
Si alzò e fece per allontanarsi.
Anche Draco balzò in piedi, e non seppe cosa glielo fece fare.
<< No, Granger… >>
Ma sapeva che Hermione aveva ragione. Gli aveva proprio letto nel pensiero.

Hermione tornò nella Sala Comune, con le lacrime agli occhi.
Draco si vergognava di lei, Ron la odiava, solo Harry e Ginny le erano ancora accanto.
Però, quando varcò la soglia della signora Grassa, si sentì morire.
Ron stava pomiciando con Lavanda Brown. Rimase basita solo per un istante, dopodichè travolse il buco del ritratto per uscire.
Era assalita da troppe emozioni. Dio, non ci stava capendo più niente.
Entrò nella prima aula che vide, sedendosi sulla cattedra.
Il silenzio che c’era parve parlare per lei. Bè… non poteva dire di non esserselo aspettato.
Ecco cosa intendeva Ron con quella frase di poco prima. Voleva fargliela pagare.
Quindi… era tutto perduto. Hermione non aveva più possibilità. Ci sarebbe stato troppo rancore dietro.
Fece apparire dal nulla dei canarini e si incantò a guardarli. Forse era meglio distrarsi da quei pensieri, ma sentì comunque le lacrime pungerle gli occhi.
All’improvviso entrò Harry.
<< Oh, ciao, Harry- disse nervosamente- mi stavo esercitando >>.
<< Sì, sono … ehm… proprio venuti bene… >> balbettò Harry.
Hermione esitò un momento.
<< A quanto pare Ron si sta godendo i festeggiamenti >>.
<< Ehm… davvero? >>
<< Non far finta di non averlo visto- replicò lei malinconica- non si stava precisamente nascondendo, no… >>
La porta si spalancò, e entrò Ron, ridendo e tirando Lavanda per la mano. Hermione non poté credere ai suoi occhi. Ma perché quel ragazzo non spariva dalla sua vista?
<< Oh >> fece Ron, guardando Hermione.
Lavanda uscì indietreggiando. Hermione fissò Ron con insistenza, quasi come a sfidarlo a dirle che adesso la sua vendetta era compiuta, quasi come a sfidarlo a ridere malignamente.
<< Ciao, Harry! Mi stavo chiedendo dove fossi finito! >>
Hermione scivolò giù dalla cattedra, e fissò Ron con disgusto.
<< Non dovresti lasciare Lavanda fuori ad aspettarti. Si chiederà che fine hai fatto >>.
Avanzò verso la porta, ma improvvisamente gridò: << Oppugno! >> e tutti i canarini si lanciarono su Ron, beccandolo. Aprì la porta ed uscì. Era  a pezzi, ma finalmente si era vendicata pure lei.
Corse fino al dormitorio, si gettò sul letto e iniziò a piangere come una fontana.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8



Il giorno dopo, Draco si trovava di nuovo in biblioteca. Aveva cercato tutto il pomeriggio altri maledetti libri per aggiustare l’Armadio, ma non era riuscito a carpire altre informazioni di cui non fosse già al corrente. Stava rimettendo tutti i libri a posto, furibondo, quando dalla fessura dello scaffale vide la Granger e Potter voltati di spalle, che parlavano.
Cosa ci sarebbe stato di male ad origliare? Dopotutto Potter lo avrebbe fatto.
<< Bè- stava dicendo la Mezzosangue- stai attento a quello che bevi, perché Romilda Vane aveva l’aria di fare sul serio >>.
<< Aspetta un momento- disse Potter- pensavo che Gazza avesse messo al bando qualunque cosa dei Tiri Vispi Weasley, no? >>
<< E da quando in qua si fa caso a quello che mette al bando Gazza? >>
<< Ma io pensavo che tutti i gufi venissero perquisiti- rispose Potter- Come mai allora queste qui riescono a far passare filtri d’amore a scuola? >>
Draco si era bloccato, la bocca socchiusa per lo stupore. Persone che si facevano mandare pozioni illegali a scuola senza essere scoperti. Questo era un argomento interessante… che avrebbe potuto rivoltare a suo favore.
<< Fred e George li mandano sotto forma di profumi e pozioni per la tosse- rispose Hermione- fa parte del loro servizio ordini via Gufo >>.
<< Sei molto osservata >> commentò Potter.
<< C’era scritto sulle bottiglie che hanno mostrato a me e a Ginny quest’estate. Io non verso pozioni nelle bibite della gente, e neanche faccio finta, che è altrettanto disonesto… >>
<< Sì, va bene, lasciamo perdere- ribatté Potter in fretta- Il punto è che Gazza viene imbrogliato, no? Queste ragazze ricevono a scuola cose sottoforma di altre! Quindi perché Malfoy non avrebbe potuto portare la collana…? >>
Draco si irrigidì. La Granger aveva ragione allora. Potter si stava davvero interessando al suo piano!
Gli venne una voglia matta di scavalcare lo scaffale e andare lì a fargliela pagare, ma la curiosità per quell’argomento prevalse sulla sua voglia di vendetta, quindi rimase immobile ad ascoltare.
<< Oh, Harry… non di nuovo… >>
<< Andiamo, perché no? >>
<< Senti- sospirò Hermione- i Sensori Segreti intercettano fatture, maledizioni e incantesimi dissimulanti, no? Sono abituati a trovare Magia Oscura e oggetti Oscuri. Avrebbero riconosciuto una maledizione potente come quella della collana in pochi secondi. Ma qualcosa che è solo stato messo nella bottiglia sbagliata non viene notato… E, comunque, i filtri d’amore non sono Oscuri e nemmeno pericolosi… >>
<< Lo dici tu >> fece Potter seccato.
Draco fu intimamente grato alla Granger per averlo difeso ancora una volta.
Ma poi si chiese ancora: perché lo stava facendo? A volte non lo capiva.
<< Quindi sarebbe compito di Gazza capire che non si tratta di una pozione, ma non è un mago molto abile, dubito che sappia distinguere una pozione da… >>
Un libro era scivolato dalla pila che Draco aveva tra le braccia. Con il cuore in gola, lo vide appoggiarsi con un piccolo tonfo sullo scompartimento di fronte a lui, e si abbassò di botto.
Non li sentì dire niente. Accidenti, meno male che non lo avevano visto.
Si rialzò e si mise febbrilmente a cercare altri libri. Gli era venuta un’ idea.
Poteva farsi mandare una cosa al posto di un’altra…
Un veleno, pensò sogghignando. Ma certo. Bastava che Madama Rosmerta lo affidasse a qualcuno in contatto con Silente… sembrava tutto così facile! Perché non ci aveva pensato prima?
Portò fuori dalla biblioteca il maggior numero di libri sui veleni che riuscì a tenere tra le braccia, e si diresse verso la Stanza delle Necessità, elettrizzato.

Il giorno dopo ci sarebbe stata una festa di Natale per il Lumaclub.
Hermione naturalmente era invitata, ma non sapeva proprio con chi andarci.
Arrivò il pomeriggio, e lei si trovava a studiare nella Sala Grande con un diavolo per capello. Ron, neanche dirlo, era già impegnato. Non c’era nessun altro che le fosse interes…
Prima che avesse avuto il tempo di finire mentalmente la frase, un immagine imponente le si parò come davanti agli occhi.
Come una foto, con una persona dai capelli biondi…
Si bloccò, a bocca spalancata. Malfoy? Perché diavolo aveva pensato a lui?
No, pensò preoccupata, non era possibile che lui le piacesse. No… sarà stato un caso… anche perché era odioso e altezzoso, sicuramente non il tipo che faceva per lei…
Come per un infausto scherzo del destino, Draco Malfoy le passò davanti per uscire dalla Sala Grande.
E… la guardò.
Solo un’occhiata, una frazione di secondo, un istante. Un’espressione senza sentimento, che non diceva niente, che non trasmetteva, in apparenza, alcuna emozione.
Ma per Hermione non fu così. Ricambiò quell’occhiata, impassibile, e lo guardò finché non fosse uscito.
Volse il capo sul libro, turbata. Cos’era quel groppo in gola che si sentiva?
Cos’era stato quel brivido che aveva provato, quando si era sentita toccare dal suo sguardo?
No, basta, non doveva pensarci. Lei non era quel tipo di ragazza.
Non gli sarebbe corsa dietro come un’oca, non avrebbe pensato a lui. Doveva toglierselo dalla testa, aveva altre cose a cui pensare, come la scuola. E alla festa di Lumacorno.
Scosse il capo, pensierosa, cercando di svuotare la mente dei ricordi di una certa persona.
Harry aveva appena invitato Luna Lovegood. Non c’era… più nessuno.
Fu allora che Hermione si rese conto di essere disperata, e che dovesse invitare per forza qualcuno che non le piacesse.
Si fece guardinga, scrutando la Sala, alla ricerca di qualche ragazzo solo. Il suo sguardo cadde su Ron e Lavanda che pomiciavano su una panchina lontana, e una folle determinazione le fece gonfiare il petto, infuriata. L’avrebbe pagata. Avrebbe fatto ingelosire Ron, con chiunque, non le sarebbe importato chi.
Un ragazzo era solo. Era Cormac McLaggen.
Hermione continuò a far vagare lo sguardo per la Sala, un po’ abbattuta, per esser sicura di non aver scelta. Un altro ragazzo senza compagnia era Zacharias Smith. No, l’altra volta aveva massacrato i suoi amici alla cronaca della partita…
Si avvicinò a McLaggen, e si sedette accanto a lui. Purtroppo Ron non se ne accorse. Lui la guardò.
Nessun brivido. No, quel tipo non le sarebbe proprio potuto piacere.
<< Ciao, Cormac >>.
<< Ciao, Hermione >> rispose lui, smettendo di scrivere.
<< Sai- disse Hermione esitante- mi chiedevo se volessi venire alla festa di Lumacorno con me, stasera >>.
McLaggen era sorpreso. Evidentemente non si sarebbe mai aspettato un invito da parte di una ragazza carina come Hermione.
<< Io… sì, va bene >> rispose, compiaciuto.

Draco si trovava nella Stanza delle Necessità dalle cinque del pomeriggio. Era lì da più di tre ore, arruffato e sudato, e stava versando il veleno che aveva preparato il giorno prima in una fiaschetta.
Era di colore giallo ambrato, facilmente confondibile con l’idromele.
Sogghignò perfidamente, tappandola. Questa volta avrebbe funzionato di sicuro.
L’indomani sarebbe andato a Hogsmeade e l’avrebbe portato a Rosmerta, e poi ci avrebbe pensato lei a venderla a qualcuno.
Uscì dalla stanza gettando un’occhiata insolente all’Armadio Svanitore nell’angolo, parzialmente aggiustato. Si ritrovò in corridoio, e si ricordò che quel giorno Tiger e Goyle non c’erano. Sbuffò. Sarebbe dovuto tornare in Sala Comune da solo. Doveva solo sperare che nessuno, a quella tarda ora, lo beccasse…

Hermione era nella Sala Comune dei Grifondoro, e stava aspettando McLaggen.
Per l’occasione delle festa di Natale si era messa un vestito rosso aderente, non troppo lungo, lunghi stivali neri e si era lasciata i capelli sciolti, meno crespi del solito. Poi si era fatta truccare da Calì. Naturalmente l’effetto non era eguagliabile a quello del Ballo del Ceppo, ma era comunque un cambiamento notevole.
Ma quando McLaggen arrivò, la salutò con un “Ciao, Hermione” e non parve notare nulla di nuovo in lei.
Camminò tenendole il braccio attorno alla vita, cosa che a lei diede un fastidio pazzesco, ma il peggio fu quando aprì bocca:
<< Sai, ci sono rimasto male di non essere entrato a far parte della squadra di Grifondoro. Mi sono sempre allenato, fin da quando ero piccolo.
Vicino a casa mia c’è un prato enorme, e i Babbani non ci vanno mai, così io con gli amici mi alleno lì a Quiddich quasi ogni giorno dell’estate, dalla mattina alla sera, naturalmente come portiere. La mia prima parata fu a dorso di una Scopalinda, il mio primo anno a Hogwarts, poi decisero di darmi una Stellafreccia e ne feci molti di più. Arrivai al secondo anno che già avevo fatto 27 parate, ma solo per gli allenamenti, perché poi non mi presero per far parte della squadra >>.
Continuò con quella solfa per tutto il corridoio, poi, con grande gioia di Hermione, arrivarono davanti porta dell’ufficio di Lumacorno.
Il corridoio era deserto. McLaggen guardò in alto, e Hermione, senza pensarci, lo imitò.
Vischio.
La Grifondoro andò dritta verso la porta.
<< Allora, entriamo? >>
Ma McLaggen non rispose. Andò verso di lei, sorridendo come un maiale, e cominciò a toccarla dappertutto, il viso pericolosamente vicino al suo.
<< No… McLaggen, io… >> balbettò Hermione imbarazzata, facendo resistenza senza risultati. Accidenti, non aveva previsto che fosse così porco! McLaggen provò a baciarla, ma Hermione abbassò la testa.
<< Smettila! Vattene, basta… >>
<< McLaggen! >>
McLaggen lasciò immediatamente Hermione e si voltò.
Draco Malfoy era in mezzo al corridoio, non molto lontano da loro.
Si avvicinò, notando più che altro che il vestito della Mezzosangue le stava proprio bene, e che avrebbe volentieri voluto spaccare la faccia a McLaggen. Dio santo, ma che gli stava succedendo in quei giorni? Stava difendendo la Granger!
<< Vattene- gli intimò, imperioso- o avviso i professori >>.
<< Vattene tu, Malfoy- gli rispose McLaggen- non dovresti neanche essere qui, non sei invitato. E poi stai disturbando >>.
Hermione arrossì violentemente, senza avere il coraggio di guardare nessuno dei due, e si buttò a capofitto verso la festa.
Malfoy scoccò un’occhiata furente a McLaggen, che ebbe il buonsenso di non restare a tiro di Malfoy e andarsene, poi continuò a percorrere il corridoio.
Draco si sentì stranamente turbato. Ma la Mezzosangue era davvero bella…
Scosse il capo, come per scacciare un insetto molesto, e si concentrò per mettere in atto l’Occlumanzia. Non doveva pensare alla Granger… per tanti motivi. Non era la cosa giusta da fare, innanzitutto, vista la sua situazione. Non doveva lasciarsi distrarre da nulla, soprattutto da una Mezzosangue Grifondoro. Poi il cuore gli fece un balzo, nel vedere Gazza davanti a sé, che sorrideva trionfante.
<< Aha, colto nel sacco! >>
Draco si sentì rodere le viscere per la sua stupidità. Era stato così impegnato a pensare alla Granger che non si era neanche ricordato di far attenzione a Gazza!
<< Io… devo andare alla festa di Lumacorno! Sono in ritardo >> improvvisò convincente.
Gazza lo scrutò ringhiante, guardandolo dall’alto in basso.
<< Non sei vestito per una festa, vero? Senza contare che stavi andando nella direzione opposta, ragazzo, non sai che l’Ufficio del professor Lumacorno è dietro di te? >>
Draco esitò un attimo, esasperato e irritato, e quell’ istante bastò per convincere Gazza: lo prese per un orecchio e lo trascinò dentro l’ufficio di Lumacorno.
Ma la cosa peggiore fu quando lo portò nel bel mezzo di un gruppo di maghi: Piton, Lumacorno, Luna Lovegood e Potter.
<< Professor Lumacorno- disse Gazza- ho trovato questo ragazzo nascosto nel corridoio. Sostiene di essere stato invitato alla sua festa e di essere in ritardo. Lei lo ha invitato? >>
Draco si liberò dalla presa di Gazza, furente.
<< D’accordo, non sono stato invitato! Stavo cercando di imbucarmi, contento? >>
<< No, per niente!- ribatté Gazza, gioioso- Sei nei guai, oh, sì! Il preside non ha detto che andare in giro di sera è vietato, se non si ha il permesso? >>
Ma Lumacorno lo salvò dalla situazione, dicendogli che poteva restare.  Draco si infuriò ancora di più. Voleva solo andare alla Guferia per mandare una lettera a Rosmerta, oppure comunicare con lei tramite monete stregate, non starsene ad una stupida festa a cui non era neanche dell’umore di partecipare.
Improvvisamente, Piton proruppe con un:
<< Seguimi, Draco >>.
Draco lo fissò allibito per un attimo, poi lo seguì depresso.
Lo condusse in un’aula vicina. Draco sentì montare la collera ancora di più. Erano mesi che Piton cercava di scoprire il suo piano, ma non si faceva abbindolare.
Lo guardò chiudere la porta, impassibile ma furibondo.
<< La notizia di Katie si è diffusa in tutta la scuola. Era sicuramente un tuo piano, ma sai che non puoi permetterti degli errori, Draco, perché se vieni espulso… >>
<< Io non c’entro niente, chiaro? >> sbottò Draco all’istante.
<< Spero che tu stia dicendo la verità, perché è stato un tentativo goffo e sciocco insieme. E tu ne sei già sospettato >>.
<< Chi sospetta di me?- s’infuriò Draco, in cuor suo sapendo già la risposta. Quindi Potter andava a sbandierare i suoi sospetti ai professori!- Per l’ultima volta, non sono stato io… >>
Ma Piton continuò a insistere, finché Draco, frustrato e irascibile, non si lanciò verso la porta sfuggendo dalle sue grinfie, per poi allontanarsi verso i sotterranei, chiedendosi quante intromissioni avrebbe dovuto ancora sopportare.




Ciao ciao… spero che la storia non vi stia annoiando, anche perché la avete già vissuta nel libro della Rowling, ma comunque spero che stiate continuando a seguirmi. Grazie per le recensioni e le vostre letture, mi fanno molto piacere. Bacioni!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9



Hermione passò le vacanze di Natale a casa dei suoi genitori. Il giorno di ritorno ad Hogwarts andò verso Harry e Ginny, ignorando Ron.
<< Ho un sacco di cose da dirti >> le disse Harry.
Raggiunsero un tavolo libero, mentre Ron era impegnato con Lavanda, e con orrore di Hermione, le raccontò di un dialogo che aveva appena udito da Piton e Draco.
Lei si morse il labbro, non appena lui tacque per vedere una qualsiasi sua reazione. Dannazione, ma non gli aveva detto di far attenzione a Harry?
<< Non credi…? >>
<< Che stesse fingendo di aiutarlo in modo da convincere Malfoy a dirgli cosa sta facendo? >> fece Harry precipitosamente.
<< Bè, sì >> rispose Hermione, decisa a non incoraggiare Harry sul fatto di vedere qualcosa di oscuro nella vicenda.
<< Ma questo dimostra senza dubbio che Malfoy sta tramando qualcosa, non puoi negarlo >> insistette Harry.
<< No, infatti >> convenne Hermione, decidendo che difendere troppo Malfoy sarebbe parso sospetto.
<< E agisce per ordine di Voldemort, come ho detto io! >>
<< Mmm… uno dei due ha fatto davvero il nome di Voldemort? >>
<< Non ne sono sicuro…- rispose Harry meditabondo- Piton ha detto certamente “il tuo signore”, e chi altri potrebbe essere? >>
L’ Oscuro Signore, naturalmente.
<< Non so… forse suo padre? >> tentò Hermione, in un ennesimo disperato tentativo di tenere Malfoy fuori dai guai.
Ma Harry non sembrava scoraggiato, anzi. Si sarebbe impegnato a fondo per risolvere il mistero, ne era sicura. C’era una certa urgenza di parlare con Draco.

Il giorno dopo erano a lezione di Pozioni con i Serpeverde. Hermione si sedette accanto a Ernie McMillan, ignorando Harry e Ron.
Era ancora arrabbiata con Ron per colpa di Lavanda Brown, e adesso anche con Harry perché quel mattino le aveva proposto di fare la pace con Ron. Certo, come se fosse stata colpa di Hermione! Non le avrebbe chiesto scusa neanche morta, se prima non si fosse scollato di dosso quella sgualdrina della Brown.
Però in quella posizione stava meglio… riusciva a vedere Malfoy con la coda dell’occhio, che era seduto vicino alla finestra, attorniato dai compagni Serpeverde. Scosse la testa ancora una volta, amareggiata.
Che cretina. Si era messa in quella posizione per Malfoy senza neanche rendersene conto. Oddio, stava proprio perdendo il cervello.
Draco tirò fuori l’attrezzatura per pozioni, incavolato come sempre. Il piano del veleno sarebbe entrato in atto solo tra qualche giorno, se tutto andava bene.
Oramai non si preoccupava più dell’Armadio Svanitore. Non sarebbe importato, se la fortuna fosse  soffiata dalla sua parte.
Poi era anche incazzato con Potter, che non si faceva mai i cavoli suoi. Doveva dire due paroline alla Granger. Meditabondo, cominciò a pensare a come dirglielo, quando Pansy gli si attaccò al braccio guardandolo con apprensione.
<< Draco, cos’hai? Sei pallido… tutte le sere torni tardi, dopo la mezzanotte… non è che hai un’altra? >>
Lui la guardò male. Un’altra? Quando mai lui si era messo con Pansy?
Decise comunque di fare finta di nulla, sfogliando il suo libro di Pozioni Avanzate.
Poi entrò il professor Lumacorno, che ebbe la maledetta idea di far creare agli studenti un antidoto a un veleno.
<< Buona fortuna, e non dimenticate i guanti protettivi! >>
Hermione scattò in piedi prima di tutti per andare a prendere il veleno. Draco sbuffò, fissandola. Come diavolo avrebbe fatto a parlarle?
La guardò tornare a posto e scambiare due parole con Potter, mentre anche tutti gli altri tornavano ai loro tavoli, poi si rialzò di nuovo per prendere altri ingredienti.
Draco decise che era quella l’occasione.
Andò accanto alla Granger, e, fingendo di rovistare tra le erbette, sospirò a un angolo della bocca:
<< Alle due alla Guferia >>.
E se ne ritornò al posto, senza guardare la sua reazione, con in mano ingredienti di cui non sapeva neanche il nome.

Tre ore dopo Hermione stava salendo le scale della Guferia, furibonda con il mondo.
Harry era riuscito ad ottenere ancora una volta elogi e complimenti da Lumacorno, per aver solo tirato fuori dall’armadio una pietruzza, mentre lei si era affacchinata come una schiava due ore intere per preparare qualcosa di decente.
Poi ce l’aveva anche un po’ con Malfoy.
Proprio la Guferia doveva scegliere? Ma certo, un posto lontano e isolato a tutti, in modo che non potessero vederlo in una simile compagnia…
Ma quando arrivò in cima al’edificio e lo vide appoggiato al muro di pietra, sentì svanire  tutta la rabbia. Si bloccò, guardandolo. Com’era bello… sembrava un angelo.
Troppo perfetto. Troppo irraggiungibile.
Volse lo sguardo verso terra, imbarazzata per quelle strane nuove emozioni da cui era afflitta, sperando che lui non avesse notato nulla di diverso nel suo comportamento.
<< Granger >>.
Draco si fece avanti.
<< Il tuo amico Potter- sbottò- va a raccontare ai professori i suoi sospetti su di me. Questo mi complica le cose >>.
<< Lo so- fece Hermione, risoluta- io gli ho detto un sacco di volte di smetterla, ma non mi da retta. E poi, ecco… alla festa di Natale del Lumaclub, Harry ti ha seguito quando eri con Piton. Ha origliato tutta la vostra conversazione >>.
Draco aprì la bocca, senza emettere alcun suono.
<< Questa è la volta buona che lo ammazzo >> ringhiò, dirigendosi imbestialito verso le scale.
Hermione lo bloccò per le braccia.
<< No, Malfoy! Me l’hai promesso… ricordi? >>
Draco guardò i suoi occhi imploranti.
<< Adesso cosa pensa Potter? >> sussurrò, nel tentativo di calmarsi.
<< Pensa che tu stia tramando qualcosa, che sei un Mangiamorte, che agisci per ordine di Voldemort e che, naturalmente, ci sia tu dietro l’attacco della collana >>.
Draco sbuffò sonoramente. Reprimendo la voglia di sfogarsi, la guardò.
<< Posso chiederti un favore? >> domandò, con innaturale gentilezza.
<< Dipende >> rispose fredda Hermione.
<< Puoi tenere Potter il più possibile lontano dal settimo piano? >>
Hermione lo guardò stupita.
<< Non voglio che Potter mi veda lì intorno- spiegò Draco- non posso spiegarti perché. Allora, lo farai? >>
<< Sì- rispose Hermione, pensierosa- ma… lì non c’è la Stanza delle Necessità? >>
Draco cercò di non suscitare reazioni. La Mezzosangue era sveglia!
<< Non farmi domande- rispose lui, con un’alzata di spalle- adesso usciamo di qui, fa freddo >>.
Scesero le scale ghiacciate e camminarono fianco a fianco sull’erba gelata. Che situazione strana.
<< Guarda >> disse Hermione, guardando il cielo. Nevicava.
Lei adorava la neve. Lui anche, ma non lo dava a vedere.
Draco osservò immobile i fiocchi che si appoggiavano sulla Granger, che chissà perché sembrava felice.
Poi lei incrociò il suo sguardo. Lui assunse un’espressione scettica.
<< Non ti piace proprio nulla, eh? >> fece Hermione con un sorriso amareggiato.
Draco diede un’alzata di spalle.
<< No, non è vero >> replicò lui distrattamente.
Vide Hermione avvicinarsi. Lo stava fissando.
<< E cosa ti piace? >>
Anche Draco la guardò. Un brivido gli scorse lungo la schiena. Si guardarono per un istante, finché lui non distolse lo sguardo.
Riprese a camminare.
<< Dài, andiamo >>.
Sentì Hermione seguirlo, poco distante.
Camminarono in silenzio fino al portone di Hogwarts. Si fermarono.
<< Tu entra di qui- disse Draco- io… conosco un passaggio segreto >>.
Hermione annuì. Si sentì come svuotata.
A Draco non piacque per niente quell’espressione sconsolata.
<< E’… meglio non dare sospetti, no? >>
<< Sospetti su cosa? >> chiese Hermione alzando gli occhi su di lui.
Draco esitò. Non lo sapeva neanche lui. Ma non gli andava di essere visto con lei.
I suoi amici non avrebbero mancato di commentare. E aveva già fin troppi problemi senza che nessuno gli chiedesse se fosse fidanzato con la Granger.
Visto che lui non rispondeva, Hermione se ne andò con aria affranta. Aveva di nuovo gli occhi lucidi.















Finalmente le cose cominciano a muoversi, anche se non di molto, visto che Draco è un maschio cretino come tutti gli altri e quindi NON capisce un tubo. Senza offesa per lui, sapete che lo adoro.
Ne approfitto per ringraziare whateverhappened, ancora una volta pei_chan, ferao, Lily_Hime_x di nuovo, Hollina, gloria85, e Himura, che hanno commentato la storia fin dall’inizio. E mi raccomando continuate a farlo!

whateverhappened___  Bel nick! Grazie per le tue recensioni e i tuoi complimenti!

ferao___  Grazie per aver commentato, spero che continuerai a seguirmi per vedere che succede (come se già non si sapesse)!

pei_chan___ Sei troppo gentile a recensirmi! “Una sintesi ammirevole”, come avrebbe detto Silente leggendo il tuo commento. Eh già, c’è già amore nell’aria… ma nessuno di quei due depravati che lo fiuta. Ah, verrebbe da mettersi le mani nei capelli. Mi raccomando continua a seguirmi!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10



Arrivò Febbraio, e insieme ad esso le prime incomprensioni.
Draco aveva già avuto il sospetto che Tiger e Goyle si fossero stufati di fare la guardia per lui, ma non gli avevano mai detto nulla. Comunque, i suoi sospetti si rivelarono fondati.
Quel giorno c’era la prima lezione di Smaterializzazione, e Draco entrò nella Sala Grande insieme ai suoi compagni Serpeverde. Si mise davanti al suo cerchio di legno mentre tutti gli altri studenti entravano. Notò che la Granger era svariati metri davanti a lui, accompagnata da Potter.
Entrò il professor Twycross, che cominciò a spiegare le regole della Materializzazione.
Tiger era accanto a lui.
<< Anche oggi dobbiamo fare la guardia? >> sbottò.
<< Sì >> rispose Draco, prevedendo la sua reazione.
<< Non credo che verrò. Basta Goyle >>.
Draco cominciò ad scaldarsi.
<< E invece vieni, perché mi servite tutti e due… >>
<< Silenzio, Malfoy, e stai attento! >> urlò la McGranitt.
Draco arrossì, conscio del fatto che tutti lo stavano guardando. Poco dopo furono disposti tutti a distanza di un metro e mezzo l’uno dall’altro.
<< Harry, dove vai? >> domandò Hermione.
Harry si stava dirigendo verso il fondo della sala, ed era sicurissima che volesse origliare Draco.
<< E’ da Ottobre che dura questa storia. Cosa fai là dentro? >> sbottò Tiger, arrabbiato.
<< Non so quanto ancora durerà, va bene? Ci vuole più tempo di quanto immaginassi >> gli sibilò Draco.
Ma Tiger aveva altre proteste.
<< Senti- lo anticipò Draco- quello che faccio non ti interessa, tu e Goyle fate come dico io e state di guardia! >>
Poi una voce arrivò alle loro spalle.
<< Io racconto ai miei amici cosa ho in mente, se voglio che facciano la guardia per me >>.
Draco aveva riconosciuto quella voce. Si sentì ribollire di rabbia, cercò di estrarre la bacchetta ma un rimprovero dai quattro direttori delle Case lo costrinse a voltarsi.

Una settimana dopo il piano del veleno era in atto. Draco aveva ricevuto un messaggio da Madama Rosmerta del fatto che avesse venduto l’idromele avvelenato a Lumacorno, dicendo che lo avrebbe regalato a Silente. Avrebbe solo dovuto aspettare…
Hermione quel giorno si trovava nella Sala comune dei Grifondoro, con il libro di Antiche Rune davanti a sé e una lunga pergamena su cui stava scrivendo la traduzione.
All’improvviso la porta si spalancò ed entro Ginny, agitata.
<< Hermione, vieni, presto! Ron è stato avvelenato… >>
La Grifondoro lasciò cadere la piuma, esterrefatta, e si alzò velocemente.
<< Che cosa? >>  disse brusca.
<< Sta bene, non preoccuparti- la tranquillizzò Ginny- Harry l’ha salvato… >>
Corsero tutte e due fino all’infermeria, dove trovarono Harry al di fuori, che spiegò loro brevemente cosa era accaduto.
Pochi minuti dopo Hermione, Harry, Ginny, i gemelli Weasley e Hagrid erano tutti attorno al letto di Ron, e stavano discutendo di ciò che era appena accaduto.
Hermione era meditabonda e furiosa.
Era stato Draco. Ne era sicurissima, chi altri avrebbe potuto essere?
Si asciugò le lacrime, che da molti minuti stavano lottando per liberarsi.
Gliel’aveva detto. L’aveva avvertito di non fare del male ai suoi amici.
I patti erano sciolti. A lei non importava più niente. Doveva solo cercare quel bastardo e suonargliele per bene… non importava dove, anche di fronte alla banda di Serpeverde!
Ma non poteva lasciare Ron. Non in quel momento.
Poco dopo si avviò con Harry verso i dormitori e se ne andò a letto presto.
Si mise sotto le coperte, in lacrime ancora una volta, perchè i rapporti con Draco erano destinati a fallire... come se il destino fosse contro di loro.
Eppure non l’avrebbe mai creduto capace di fare una cosa simile. Sapeva che aveva ricevuto un incarico, ma… questo era stato troppo.
Aveva sopportato di dover mentire ad Harry, ed il limite era già stato superato. Rischiare di perdere Ron era semplicemente impensabile, e imperdonabile.

Il giorno dopo la notizia di ciò che era successo a Ron si diffuse rapidamente.
Draco era in Sala Comune quando lo seppe.
<< Indovina?- cinguettò Pansy, sedendosi sulle sue ginocchia- Ieri Weasley è stato avvelenato nell’ufficio di Lumacorno! Potty però l’ha salvato… >>
E gli raccontò ogni dettaglio. Draco, dopo aver passato dieci secondi buoni immobile ad assorbire dolorosamente quelle parole, la spinse rudemente via e corse nel dormitorio, che era vuoto.
Chiuse la porta e ci sbatté la testa. Cazzo. Non era possibile.
Quell’idiota di Lumacorno… doveva aver dato l’idromele a Weasley, invece che a Silente. Ma perché?
Dio, perché tutto era sempre, inesorabilmente contro di lui?
Ma non era questo che lo faceva sentire un verme.
Si inginocchiò sul pavimento. La Mezzosangue.
“ Giuro che se metti in mezzo i miei amici…”
E aveva pianto. La Granger aveva pianto, sotto i suoi occhi. Batté un pugno sul pavimento.
L’aveva fatta grossa.

Le lezioni quel giorno finirono alle tre del pomeriggio. Hermione scappò dall’aula di Trafigurazione più veloce degli altri, e corse fino al settimo piano. Era sicura che Draco fosse nella Stanza delle Necessità…
Quando vi giunse, però, trovò due ragazzine imbronciate ai due lati della parete, dove avrebbe dovuto esserci la porta.
Hermione si incamminò verso di loro, notando che una teneva tra le braccia una grossa bilancia d’ottone. La stava guardando torva.
Improvvisamente lasciò cadere la bilancia.
<< Immobilus! >>
Hermione reagì con una velocità impressionante, e la bilancia si bloccò a mezz’aria.
Le ragazzine scapparono dal corridoio a gambe levate. Hermione dedicò loro solo uno sguardo confuso prima di prendere la bilancia e appoggiarla per terra, per poi incrociare le braccia, contrariata. Avrebbe dovuto aspettarlo.
Si mise a sedere appoggiata al muro, ostinata e testarda, certa di aver potuto attendere lì anche tutta la notte.
Non le importava.
Passarono le ore, ed Hermione incominciò a sentirsi stufa.
I suoi pensieri cominciarono a vagare su Ron, a cosa gli era accaduto, e alla testa di cazzo di Malfoy… aveva rischiato di farlo morire. Scoppiò in un pianto dirotto.
Un quarto d’ora dopo apparve la porta della stanza delle Necessità, ed Hermione sussultò. Draco uscì, ma poi si bloccò.
La Granger lo stava guardando con espressione minacciosa. Si alzò, lentamente, senza mai staccare gli occhi dai suoi. Draco invece sentiva di non poter reggere quello sguardo. Si sentiva un coglione, soprattutto perché lei aveva appena pianto.
Hermione si avvicinò a lui. Draco rimase immobile, senza sapere cosa sarebbe successo. E… improvvisamente prese a schiaffeggiarlo, a tirargli manate, pugni, a fargli male ovunque riuscisse ad arrivare.
Draco indietreggiava, schivandone la maggior parte, ma esibiva già comunque una guancia rosso fuoco e dolori terribili sulle braccia.
Dieci secondi dopo Hermione si calmò. Sospirò, furiosa, e si schiarì la voce.
<< Te l’avevo detto… te l’avevo detto di non toccare i miei amici >>.
<< Non l’ho fatto apposta >> mormorò Draco velocemente, con voce roca.
<< Non mi importa un accidente!- urlò Hermione, spintonandolo- Non voglio le tue scuse! Sei spietato, non provi pena per nessuno, io… mi fai schifo, Malfoy! >>
Draco chinò il capo.
Qualche mese prima non avrebbe permesso a una Mezzosangue di urlargli in faccia in quel modo. Adesso invece non si sentiva in dovere di fare nulla… Hermione aveva ragione. Perfino lui era disgustato di sé stesso, da fin troppo tempo.
Poi la guardò di nuovo.
Si avvicinò a lei, che era immobile e lo fissava.
Non seppe cosa glielo fece fare, ma allungò una mano… e le asciugò una lacrima che stava scendendo. Poi le accarezzò la guancia.
Che pelle morbida aveva. Come mai non se ne era mai accorto prima?
Hermione stava continuando a guardarlo, gelida, mentre l’incredulità la stava invadendo lentamente. Un po’ dell’odio che provava per lui sembrò svanire nel nulla.
Le stava accarezzando la guancia. Draco Malfoy. Era così che lui… dimostrava affetto per le persone?
Draco si era già perso nei suoi occhi d’ambra. Non stava pensando a niente, era così facile, quando lei era vicina…
Poi si riscosse, quando la Grifondoro gli allontanò la mano con uno scatto.
<< Cosa stai facendo? >>
Draco arrossì un poco. Ma gli occhi della Mezzosangue erano ancora lividi di rabbia.
<< Non era lui la mia vittima >> sussurrò.
<< Bè, allora cerca di concentrarti sulla tua vittima- gli sibilò Hermione furibonda- e cerca di non mettere mai più in mezzo persone innocenti, soprattutto amici miei. Non te la perdonerò mai, Malfoy. Mai >>.
Si voltò prese correre verso l’infermeria. Quando arrivò si accorse di piangere ancora.
Si asciugò velocemente le lacrime ed entrò, sospirando.
Ron era sveglio.
<< Oh, ciao >> disse.
Hermione sorrise e chiuse la porta. Si sedette accanto al letto di Ron, trepidante.
<< Ron- mormorò- Mi… mi dispiace per quello che è successo tra di noi >>.
Era vero. Adesso che aveva quasi rischiato di perderlo, il loro litigio aveva perso di importanza. Non valeva più niente, assolutamente.
<< Ah- sospirò lui- bè, ci mettiamo una pietra sopra? >>
Hermione era raggiante.
<< Direi di sì. Senti, Ron… >>
Stava per dirlo. Stava per dire che era stato Malfoy a far accadere tutto questo, che era il responsabile… Voleva svelare che era un Mangiamorte, che stava tramando per uccidere qualcuno nella scuola, che erano tutti in pericolo…
Ma le parole le morirono in gola. Si ricordò della carezza che le aveva fatto.
Dei suoi occhi grigi, meno gelidi del solito. Della lacrima che le aveva asciugato. Del fatto che avesse subito le sue urla senza difendersi, senza trattarla male.
Una lotta interiore si scatenò all’improvviso dentro di lei, facendole dolorosamente male al cuore, che stava battendo forte.
Provava qualcosa. Sì, quel maledetto Serpeverde era riuscito, in qualche modo, a farla invaghire di lui. Dannato.
Si sentiva la sua marionetta. Sempre accondiscendente, sempre lì quando lui la cercava, sempre pronta a parargli il culo.
Avrebbe dovuto smetterla, dire basta. Però, quella carezza… entrò invadente nei suoi pensieri ancora una volta, addolcendola. E se lui fosse davvero così?
E se la sua maschera si fosse sciolta, in quell’istante? E se lei lo avesse visto davvero per quello che era, in quell’unico momento?
Restò senza parole. Non riuscì a dire nulla, sebbene Ron la stesse guardando interrogativo.  
No, non avrebbe detto niente. Il suo cuore glielo impediva.            










Hollina_____ Bè… tu dimentichi che, in questa fanfiction, lo scopo è rimanere fedele allo stesso libro di Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Harry(per fortuna) non nota nulla di strano, quindi non verrà mai a sapere di Hermione e Draco, proprio perché nel libro non li scopre. Insomma, nascono in incognito e… continueranno in incognito, comunque. E poi hai ragione, McLaggen è un maiale. Ma io me lo immaginavo così, tu no? Grazie per la recensione, un bacione!



ferao_____speri in una svolta Dramione? Se parli della fine… ricorda che devo rimanere fedele ai fatti del sesto libro. Ma ci sarà comunque una sorpresa, alla fine. Grazie per il sostegno, spero che continuerai a recensire!


pei_chan_____ non preoccuparti, non sono così sadica da farli rimanere per sempre nella loro gretta ignoranza! Prima o poi, più prima che poi, metteranno in funzione i neuroni e la smetteranno di prendersi in giro da soli… purtroppo le cose devono procedere piano, per far sembrare la storia più reale, anche perché in questa fic hanno solo sedici anni e non sono così maturi da passare sopra tutto e tutti per chi amano… soprattutto Draco. Che è proprio un’idiota. Grazie per i tuoi commenti, davvero! Un abbraccio!


Kimly______ Letta tutta in una volta? Sul serio?? E come hai fatto a non crepare di sonno? Chissà quanti caffè! Comunque, a parte gli scherzi, grazie infinite! Spero di non averti delusa con questo chap!


whateverhappened______ Ciao! Inutile dirti grazie per il sostegno, davvero, sei gentilissima. Passando alla tua domanda… sì, lo scopo di questa storia sarebbe di mantenere tutti i fatti accaduti nel sesto libro… per filo e per segno. Ma non è detto che Hermione debba per forza odiare Draco per quello che avrebbe (in teoria) dovuto fare; forse, e dico forse, dopo quel che è successo, avranno un altro momento per, ehm, parlare. Insomma non vorrei dirti la fine, ma stai tranquilla!
Passando a Obbligo o Verità…. Grazie 10000000 per aver recensito! Mi sono commossa! Va bè, passiamo ai tuoi commenti.
Per quanto riguarda Daphne… io nella fic parlavo dal punto di vista di Draco, e sì, secondo me lui la vede brutta, anche perché con lei non si fa mai vedere e poi alla fine sceglie sua sorella Astoria! Ma chi lo sa, forse mi sbaglio.
In quanto a Ginny… condivido più che pienamente il tuo parere! Io personalmente non la sopporto, e infatti stentavo a crederci quando Harry l’ha scelta come sua ragazza… ma credo che sia per la somiglianza che ha con Lily. Tutte due con i capelli rossi, insomma, forse caratteri simili… e poi Harry ha una sorta di venerazione per sua madre, secondo me, da come la guarda nel settimo libro, e altre cose così… è solo un po’ mammone e Ginny gliela ricorda!
Per quanto riguarda il lieto fine, mi spiace ma di questa storia sono soddisfatta così. E poi, sinceramente, Draco è già innamorato cotto e quindi non verrebbe fuori nulla di emozionante, credo. Un bacione!


E adesso mi faccio un po’ di pubblicità!
Se vi piacciono le Draco/Harry andate a vedere la mia shot “I Hate Everything About You” che ho postato qualche giorno fa, ci tengo ad avere dei pareri!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11



Nei giorni seguenti c’era la partita Tassorosso - Grifondoro. Malfoy quel mattino si svegliò con un senso di vuoto dentro, che non aveva niente a che fare con il Quiddich.
Poi ricordò. Tutti i giorni aveva quella sensazione… da quando aveva litigato con la Granger, più di una settimana prima. Ancora non riusciva a capacitarsi di come fosse arrivato in quella situazione.
Si vestì, accigliato. La Mezzosangue gli mancava. Se ne era reso conto solo in quel momento.
Avere qualcuno da cui non dovesse nascondersi, con cui non dover fingere, da cui cercare consigli, e aiuto… erano state le cose più belle.
E il ricordo dell’ultima cosa che lei gli aveva detto gli faceva ancora rodere le viscere di pentimento, rimorso e anche dispiacere.
“Non te la perdonerò mai, Draco. Mai”.
Era finito. Non le avrebbe più rivolto la parola, non avrebbe più potuto guardarla.
Si passò stancamente le mani sul viso, turbato e confuso.
Ma da quando era diventato così sentimentale? E da quando teneva a qualcuno che non fosse i suoi genitori?
Dio… gli piaceva la Granger? No, non ci poteva credere. Sarebbe stata una cosa passeggera, insomma, l’avrebbe dimenticata tra qualche giorno. Forse…
Però quando era con lei… si sentiva in pace. Si sentiva bene.
Si sentiva rilassato, estraneo a qualsiasi pericolo o sofferenza. Era una sensazione mai provata.
Incredulo, si toccò la parte sinistra del petto. Il cuore.
Gli stava battendo forte. Non… non era mai successo, mai per una donna.
Riabbassò la mano, sconvolto. Si… stava sentendo emozionato per il solo ricordo della Granger!
Una cosa da pazzi! Doveva essere proprio andato.
Non aveva tempo per le cotte. Non aveva tempo per la Granger.
Lui aveva una missione da portare a termine, non avrebbe dovuto dedicare i suoi pensieri a… quelle cose.
Scese nella Sala Comune, praticando Occlumanzia, e vide Tiger e Goyle.
<< Prendete la pozione- ordinò- non abbiamo molto tempo >>.
Due minuti dopo erano tutti e tre nel corridoio. Poi vide Potter, vestito da Quiddich.
Si bloccò. E se… l’avesse seguito?
No, doveva giocare a Quiddich, non si sarebbe perso la partita per pedinarlo.
Scoppiò a ridere per averlo pensato, e continuò a camminare.
<< Dove vai? >> gli chiese Potter.
Dio, che faccia tosta! Quanto avrebbe voluto dargli un bel pugno sul naso.
<< Già, e lo vengo a dire a te, perché sono affari tuoi, Potter. E’ meglio che ti sbrighi, saranno tutti lì ad aspettare il Capitano Prescelto, il Ragazzo che Segnò, o come diavolo ti chiamano adesso >>.
Spinse da parte Potter e si avviò nella Stanza delle Necessità.


Ma le cose non andarono bene. Draco si rese conto di non riuscire ad aggiustare l’Armadio.
Batté il capo sul mobile, facendosi male, ma non gli importò.
Si sentiva depresso. Si sentiva debole, e incapace.
Voldemort gli aveva ordinato di terminare la missione entro la fine dell’anno scolastico… e mancavano quattro mesi.
Non aveva intenzione di uccidere Silente in qualche altro modo, sarebbe di sicuro finita male e la Mezzosangue si sarebbe arrabbiata ancora di più. Non poteva più permettersi di rischiare.
Sinister non faceva altro che mandargli lettere con le istruzioni, ma Draco non ci stava capendo proprio più niente con quel maledetto armadio.
Ma non poteva mollare tutto. Anche se non vedeva altra via.
I suoi genitori sarebbero morti, per colpa sua. Lo stesso Draco sarebbe morto…
Uscì dalla Stanza delle Necessità, correndo. Il corridoio era deserto, e lui si infilò nel primo bagno che vide.
Si appoggiò al lavandino e scrutò il riflesso nello specchio sporco e incrinato di fronte a lui. Si sentiva pervaso dall’angoscia e dall’ansia.
Suo padre era ad Azkaban. Sua madre sarebbe stata uccisa per prima se non avesse portato a termine la missione.
Doveva uccidere Silente. Come diavolo avrebbe fatto? Uccidere una persona… era davvero così facile come sembrava? Ce l’avrebbe fatta a non tirarsi indietro all’ultimo momento?
Chinò il capo: capì che stava per vomitare. Sentì gli occhi bruciare, e poi le guance bagnarsi.
Che situazione di merda… ma perché capitava tutto a lui?
<< Perché piangi? >>
Draco si voltò di scatto e gli venne un colpo.
Il fantasma di una ragazza all’incirca della sua età, con i capelli legati in due code e gli occhiali in stile “Harry Potter” veleggiava a pochi metri da lui, gli occhi sbarrati.
<< Chi diavolo sei, tu? >> fece Draco, accigliato, asciugandosi il viso.
<< Io sono Mirtilla- disse lo spettro con voce lagnosa- a dir la verità non vengo mai in questo bagno, ci sono finita per caso. Sono morta circa cinquant’anni fa, mi ha uccisa il Basilisco della Camera dei Segreti >>.
Draco le scoccò un’occhiataccia diffidente.
<< Bè, non stavo piangendo. Ora vorrei essere lasciato in pace >>.
Ma Mirtilla continuava a fissarlo.
<< Oooh… ma io ti conosco! Tu devi essere Draco Malfoy, vero? Ho sentito tanto parlare di te, nel bagno tre piani più in giù >>.
Draco si voltò verso di lei, incuriosito.
<< Chi ha parlato di me? >>
<< Quattro anni fa- fece Mirtilla ghignando- la Granger faceva la Pozione Polisucco nel bagno… parlava di chiederti informazioni, con Harry Potter e il suo amico rosso… >>
Draco non ci aveva capito niente, ma decise di lasciar perdere.
Prese mentalmente nota di chiedere alla Granger, poi si voltò al lavandino e represse un conato di vomito. Già… loro non si parlavano più.
<< Non dirò a nessuno che devi uccidere qualcuno >> disse Mirtilla all’improvviso.
Draco la fissò truce.
<< Che diavolo ne sai tu? >>
<< Oh, è un segreto >>.
Draco ne ebbe abbastanza e uscì dal bagno, senza però non sentire:
<< Tornerai a trovarmi? >>

Quella sera Hermione si trovava in sala comune con Harry e Ron a scrivere un tema sui Dissennatori.
Avevano appena finito, quando…
Crac.
Hermione avrebbe voluto ammazzare Harry. Aveva spedito Dobby e Kreacher a pedinare Draco!
Scoprirono così che entrava nella stanza delle Necessità, e che usava Tiger e Goyle come guardia.
Hermione alcune cose le sapeva già, ma di fronte all’entusiasmo di Harry si rese conto che il piano di Draco non era più tanto sicuro.
Andò a dormire, seccata e turbata, senza sapere se dover avvertire Draco o no.
Ma certo che no, concluse rigirandosi dall’altra parte. Erano affari suoi. Se poi Harry lo beccava, allora tanto meglio, così nessun altro avrebbe rischiato la vita per colpa dei piani di quel Serpeverde idiota. Però…
Sbuffò. Il pensiero di doverlo tenere all’oscuro di ciò che Harry stava per fare la faceva sentire, in un certo senso, in colpa. Se Harry l’avesse scoperto, Draco avrebbe passato i guai.
Sarebbe stato espulso, per non dire mandato ad Azkaban insieme a sua madre. No… lei non lo voleva!
Sarebbe rimasta a guardare, mentre Harry scopriva sempre più cose per incastrarlo? Non avrebbe fatto niente, quando Draco sarebbe stato a un passo dal dire addio alla sua vita di sempre?
Avrebbe mai più avuto il coraggio di guardarlo in faccia, pentendosi di non averlo difeso?
No, non l’avrebbe fatto.







Kimly____ Grazie di cuore, davvero! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!


whateverhappened_____  Millemila ipotesi? Accidenti! E comunque hai ragione, anche secondo me Hermione si innamora dei tipi più improbabili! Lenticchia, Krum, che anche nel libro non è chissà cosa… mentre ignora palesemente Draco! Dio, ma come si fà????? Grazie per il commento!   


Hollina_____  Sì, Draco che arrossisce… poveraccio, è un essere umano come noi, come può evitarlo? Forse con un po’ di cipria ^_^ Comunque appena ho letto il tuo commento sono andata subito a vedere e sono rimasta TOTALMENTE sconvolta dall’attore che fa McLaggen! Sì sì, è proprio bello! Accidenti, ma di attori per Harry Potter 6 non ne beccano uno giusto! Un bacione!


pei_chan____ E’ vero, sono teneri… anche se credo di aver toccato la soglia del diabete solo con “Unexpected Meet” ^_^  qui sono dolci, ma niente di eccessivo, spero. Bè se dopo aver letto un mio capitolo comincerete a mangiare solo salato, vuol dire che c’è qualcosa che non va! Spero che questo capitolo non ti abbia delusa, un abbraccio!



prischina____ grazie infinite! Ecco il nuovo chap… spero di risentirti!


marcolp_____  lp come linkin park?? Grazie per il sostegno, spero che la storia continui a piacerti!


Martuzza_____ Grazie per la recensione! Hai completamente ragione, Harry non si regge… ma fin dal primo libro, personalmente parlando. E nella mia storia lui NON c’è! Ne avevo abbastanza di lui, dopo sette libri passati a stargli dietro… qualunque fic senza Potty è come una boccata di aria fresca! Spero che questo capitolo ti piaccia, un bacione!


Ringrazio tantissimo anche le 37 persone che hanno messo la storia tra i preferiti, ma anche chi legge soltanto. Ciao ciao!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12



Passò circa una settimana.
Draco non vedeva miglioramenti per l’Armadio Svanitore. Si sentiva sempre più depresso e impaurito, e molte volte, anche tra una lezione e l’altra, correva in bagno a vomitare, o a piangere. Tutte le volte che succedeva trovava sempre Mirtilla Malcontenta, che lo confortava e lo consolava. Draco la lasciava parlare, ascoltandola appena; non aveva la forza per dirle di andarsene, che non c’era bisogno che lei stesse lì, perché lui era solo, completamente solo… e nulla avrebbe mai potuto cambiare.
Hermione era presissima dai suoi compiti, ma aveva tempo per pensare ad altro. Oramai era da tanto che non parlava con Draco, e questo la rendeva un po’ cupa. Si scopriva a fissarlo, qualche volta nella Sala Grande o durante le lezioni, e, con suo grande imbarazzo, scopriva che Draco faceva lo stesso.
I loro occhi si incrociarono di nuovo molte volte, ma Hermione distoglieva subito il suo, pentita.
Harry poi non faceva altro che andare davanti a quella stupida Stanza delle Necessità, e questo le dava i nervi, anche se era sicura che non sarebbe mai riuscita a entrare dentro.
Una domenica mattina Draco fu preso da un altro conato di vomito proprio mentre si dirigeva verso la Stanza.
Si infilò velocemente nel primo bagno che vide nel quinto corridoio e si appoggiò alla parete.
Poi pianse. Non poté fare a meno.
Si odiava per la sua autocommiserazione, si disprezzava per la sua stupidità e per la sua dannata arroganza, che se non avesse fatto uscire magari adesso sarebbe in una situazione diversa…
Era inutile, non era stato capace di fare niente. Non avrebbe mai potuto salvare nessuno. Non lui… non era la persona giusta. Non era Harry Potter.
<< Draco… >>
Il suo cuore sussultò. Conosceva quella voce, ma era anche l’ultima che avrebbe mai voluto sentire.
Cercò di asciugarsi le lacrime, con scarso successo. Alzò gli occhi e la vide accanto alla porta.
Dio, com’era bella. Volse lo sguardo sul pavimento, non sapendo cos’altro fare.
<< Cosa vuoi? >> disse con arroganza. Ma la sua voce tremava.
Hermione andò accanto a lui. Cavoli, non l’aveva mai visto così. Quello era il Draco Malfoy vero.
Quello era il ragazzo per cui aveva perso la testa. Non un arrogante presuntuoso, ma un ragazzo normale. Forse lei… era stata la prima a vederlo piangere.
Draco decise di guardarla. Non avrebbe mai voluto che lo vedesse in quel modo.
Ma sapeva che lei non l’avrebbe mai detto. Sapeva che di lei si poteva fidare.
E quando la Mezzosangue lo abbracciò fu quasi un sollievo.
Ricambiò la stretta, immediatamente, e continuò a lacrimare, desiderando di non staccarsi mai più da lei.
Un abbraccio. Una cosa così semplice, che a lui però mancava.
Poter contare su qualcuno, sentirsi amato. Sentire di… valere qualcosa.
<< Cos’è successo? >> chiese Hermione dolcemente, guardandolo negli occhi.
<< Non mi va di parlarne qui >> mormorò Draco.
Allungò una mano, e gliela prese nella sua. Non seppe che cosa glielo fece fare, ma seppe immediatamente, sentendo il suo calore, che era stata la cosa giusta.
Il cuore di Hermione batté furiosamente, guardandolo, ma non osò stringergliela anche lei. Draco prese a camminare, portandosela dietro. Il castello era deserto, dovevano essere circa le sette del mattino.
Lui la condusse fuori e un’ ondata di gelo li invase, ma ne lui né lei ci fecero caso: si sentivano caldi dentro, e seppero che bastava.
Senza dire una parola, Draco decise di lasciarle la mano e si mise a sedere vicino a una sponda del Lago Nero,  appoggiato a un albero.
Hermione si sedette vicino a lui. Si sentiva così confusa, e spiazzata.
Guardò Draco, che prese a fissare l’acqua con uno sguardo dolente sul bel volto. Uno sguardo sofferente, costernato, che rese impossibile agli occhi di Hermione staccarsi da esso.
Poi sospirò.
<< Lui… il Signore Oscuro mi ha affidato una missione che devo portare a termine prima della fine dell’anno scolastico >>.
Draco si voltò verso di lei. Hermione lo stava guardando, ed era vicina, molto vicina. Riuscì a reggere il suo sguardo un po’ impaurito.
<< Non sono sicuro di riuscirci. Io ci ho messo tutte le mie forze, ma… >>
<< Questa missione- lo interruppe Hermione- consiste… nell’uccidere qualcuno? >>
<< Sì >> rispose Draco sospirando. Si sentiva un verme, ma anche… più libero.
<< E i tentativi che hai fatto tempo fa… dovevano uccidere un’unica persona? >>
Draco annuì. Hermione si voltò a guardare il lago.
<< Non ho scelta >>.
La Grifondoro si voltò di scatto. Draco aveva di nuovo gli occhi lucidi.
<< Sono segnato- continuò Draco, infiammandosi- Gli altri hanno deciso per me. Ho sempre fatto ciò che mi comandavano di fare >>.
Si voltò verso Hermione, che lo guardava comprensiva.
<< Ho passato sei anni d’inferno. Prima di venire a Hogwarts mio padre mi ha fatto un elenco di come dovevo comportarmi. Non legare con quelli delle altre case. Non parlare con i Mezzosangue. Fatti un nome, là, vantati, fatti adorare come un Dio. Non mostrare sentimenti. Cerca di diventare amico di Potter, perché forse tutti i Mangiamorte un giorno potranno fare di lui il nuovo capo… e adesso lui è ad Azkaban, e spero che ci rimanga ancora a lungo, senza di lui a casa è tutto molto più sopportabile >>.
Era la prima volta che parlava di come stavano realmente le cose. Era la prima volta che si confidava, e fu lieto del fatto che la prima volta fosse stata con lei.
Hermione lo guardò con tristezza.
<< Non avevo idea >> mormorò.
<< Già- rispose Draco- e sono costretto ad eseguire i suoi ordini, se non voglio che i miei genitori muoiano >>.
Hermione stette in silenzio, con espressione sofferente.
<< La persona che devi uccidere- disse, esitante- è mia amica? >>
Draco la guardò. Hermione si sentì arrossire sotto quello sguardo penetrante.
<< Amica forse no. Ma non vorresti che morisse. Pochi lo vorrebbero >> concluse, tornando a scrutare il Lago.
Hermione decise di non voler sapere chi fosse la vittima, perché poi mentire a Harry sarebbe stata davvero dura… e l’avrebbe fatta sentire in colpa, terribilmente.
<< E’ impossibile che ci riesca- continuò Draco- non ce la farò mai. Mi… mi ammazzerà >>.
<< Non devi dire così- lo consolò Hermione- non può averti dato una missione impossibile. A meno che… >>
Si interruppe.
<< A meno che cosa? >> la incoraggiò Draco.
<< Bè… magari vuole che tu rimanga ucciso nel tentativo. Vuole solo vendicarsi di tuo padre >>.
Draco la fissò stupito.
<< Questo mi fa sentire molto meglio >> disse, sarcastico.
<< Scusa >> disse Hermione dispiaciuta, raccogliendo una margherita lì vicino.
Non parlarono per un  po’.
<< Non avrei mai pensato di ritrovarmi qui con te, un giorno >> disse Draco all’improvviso.
Hermione lo guardò di sottecchi. Strano che volesse affrontare quell’argomento.
<< Già… neanche io. Non siamo mai andati molto d’accordo >> rispose cauta.
Draco la osservò giocherellare con la margherita.
Aveva dei riccioli stupendi, che ora catturavano la luce del sole che si era affacciato timido tra le nuvole grigie.
Si sentì riscaldare. Stare con lei gli piaceva.
Non riusciva a sentirsi arrabbiato. Era una piacevole distrazione.
<< Bè, per colpa mia >> sogghignò lui.
Hermione lo guardò, e in un attimo lui le passò il braccio attorno al collo stringendola a sé. Rimase basita da quel gesto, ma decise di rimanere immobile, assaporando quel contatto in cui non avrebbe mai sperato.
<< Granger- sussurrò lui - se non avessi tutti questi obblighi e divieti, le cose tra noi non sarebbero così >>.
<< E come sarebbero? >> chiese Hermione. Il cuore le stava letteralmente scoppiando dal petto.
<< Non lo so. Ma non ci troveremmo in questa situazione >> rispose Draco, arrossendo lievemente.
<< Per te è sbagliato stare qui con me >> ribatté Hermione tristemente.
Draco non rispose subito.
<< Non mi importa, Granger. Ho voglia di stare qui, adesso >>.
Hermione sbatté le palpebre. Non disse niente, rimando ferma tra le sue braccia.
Che quello fosse l’inizio di qualcosa? Aveva paura a sperare di sì.







Kimly______  grazie per aver incrociato le dita! Eh già a Draco manca Hermione… ma ora è tutto a posto! Piaciuto questo capitolo? Bacioni!

ferao_____ grazie! Bè quella con Mirtilla non sarà l’unica missing moments… insomma, alla fine lo scoprirai! Grazie per il supporto, davvero!

whateverhappened_____ Hai ragione, ma la Rowling purtroppo “impersona” Harry e quindi l’unico scorcio VERO della vita di Draco che abbiamo è quando lo trova in bagno a piangere… tutto il resto sono stata libera di immaginarmelo. Sì anche a me piace questa storia. Ma che strano, l’ho scritta io. Comuuuuunque… quoto assolutamente, Harry non si fa mai i cavoli suoi! Anche a me ha dato un fastidio terribile quando ha fatto quella domanda a Draco! Dio quanto è arrogante!
C’è da dire, però, che se Harry non fosse così ficcanaso, non avremmo mai scoperto cosa sta macchinando Draco… eccetera eccetera. Quindi, in un certo senso, gli sono grata. Grazie per le tue recensioni, bacioni!

Hollina____ grazie per il sostegno, è andata benissimo! 9+ a matematica… ma non sono troppo un mito?????? ^_^ Eh sì, comunque il nostro Draco ha proprio perso la testa! O almeno, non proprio a botta… voglio dire sta procedendo tutto piano, ma era per rendere la storia più realistica. Spero di esserci riuscita. Ciao ciao!!

marcolp_____ oh… devo indovinare? Uhm… lp lamborghini???^_^ va bè lo so che non è questa, ma non ne ho proprio idea! Dimmi almeno se è inglese o italiano! Scusa l’invadenza ma sono curiosa^_^  spero che la diabeticità di questo capitolo non ti abbia sconvolto! Ciao ciao

prischina____ ti è piaciuta la parte riflessiva? Davvero??? Meno male, io credo sempre che la gente si annoi a leggerla, quindi non metto chissà cosa… sono contenta! Ho aggiornato, vedi? Che ne pensi?? Va bè un abbraccio!!

Nel caso vi interessasse saperlo, nel prossimo capitolo ci sarà un’altra scena del libro… modificata in Dramione naturalmente! Non perdetevelo!


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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13



Nel mese seguente, a Draco cominciava ad andare meglio. Si scoprì molte volte a pensare a Hermione, infatti i suoi compagni di Serpeverde lo beccarono parecchie volte con un espressione imbambolata sul volto.
Per quanto riguardava l’Armadio, aveva quasi terminato di aggiustarlo. Ormai mancava poco. Ma più ci riusciva, più sentiva crescere dentro di sé la terribile sensazione di dover uccidere qualcuno.
Pensò a Silente, e si disse che non poteva farlo. Dio…
Non poteva, no… ma non aveva scelta…
<< No… non posso farlo… >>
Disse, piangendo nel solito lavandino, nel solito bagno con Mirtilla Malcontenta.
<< No- gemette lei- no… dimmi che cosa c’è che non va… io posso aiutarti… >>
Sarebbe stato bello. Ma non era possibile.
<< Nessuno può aiutarmi- rispose Draco, tremante- non posso farlo… non posso… non funzionerà… e se non lo faccio presto… dice che mi ucciderà… >>
Poi singhiozzò e deglutì.
Guardò lo specchio. Il cuore gli batté in un sussulto.
Potter.
Si voltò di scatto ed estrasse la bacchetta. Un’ira crescente si sprigionò dentro di lui, soffocandolo di frustrazione repressa…
<< Crucio! >> urlò, mancandolo.
Bloccò la fattura di Potter e continuarono a scagliarsene di tutti i colori, finché…
<< Cru… >>
<< Sectumsempra! >> urlò Potter.
Draco si accorse di essere stato colpito in pieno.
Cadde a terra, e sentì il sangue scorrergli via dal corpo… poi il buio.
Dopo quelli che parvero secoli si alzò e vide Piton accanto a sé, che lo sorreggeva.
Stava camminando  con lui per i corridoi, e gli stava dicendo delle cose, ma non riusciva a capire… a sentire…
Poco dopo si ritrovò su un lettino dell’infermeria, e vide Madama Chips che gli metteva del dittamo su alcune ferite del torace e del volto, e Draco, al momento, non si ricordò come se le fosse fatte.
<< Ora aspetta che faccia effetto, signor Malfoy, tra una decina di minuti ritornerò >>la sentì dire.
Draco rimase da solo, intontito.
Poi la porta dell’infermeria si aprì di nuovo, ed entrò il suo angelo. Ma collegò anche un’altra cosa.
<< Potter! >> ringhiò, ricordandosene all’istante.
Provò ad alzarsi, ma Hermione lo tenne inchiodato, un po’ imbarazzata nel trovarlo mezzo nudo.
<< Cosa ti è successo? Che cosa c’entra Harry? >>
<< C’entra che Potter mi ha davvero rotto i coglioni, stavolta!- urlò Draco, furibondo- ero nel bagno a parlare ad un fantasma della mia missione, e Potter stava ascoltando da dietro la porta! >>
Si alzò incazzato nero, ma Hermione gli accarezzò una guancia, facendolo voltare verso di lei. Inutile dirlo, Draco restò imbambolato su di lei e si scordò quasi del tutto di Potter.
<< Avete combattuto? >> chiese la Grifondoro, preoccupata.
<< Sì- rispose Draco- ma lo mancavo. E poi Potter mi ha colpito con un incantesimo che non ho mai sentito prima! >>
<< Okay, adesso calmati. Parlerò io con Harry >>.
Lui esitò, guardandola nei suoi occhi d’ambra.
<< Bè, convincilo  lasciarmi stare! Sei sicura che non si sia innamorato di me? >>
Hermione rise.
<< Vado da Harry! Tu rimettiti presto >>.
Ma si sentì afferrare il braccio, poi trascinare e finire contro il petto nudo e forte di Draco. Lui fece un mezzo sorriso e si chiese cosa gli stesse succedendo. Gli piaceva abbracciarla, era così piccola, sottile… e poi non opponeva resistenza, anzi, ricambiava l’abbraccio.
Si sentiva amato, in un certo senso.
La vide alzare la testa verso di lui. Lo stava guardando.
Si sentì eccitato, all’improvviso. Sapeva cosa voleva.
Si avvicinarono lentamente, persi ognuno negli occhi dell’altro, entrambi pensando che non avrebbero dovuto farlo, che si sarebbero dovuti trattenere…
Ma in un momento cambiò tutto.
Le loro labbra si toccarono appena, desiderose e appassionate, ma non ebbero il tempo di approfondire quel bacio.
Madama Chips era rientrata all’improvviso.
Draco la lasciò, sentendosela sfuggire dalle braccia. La vide rivolgergli un’occhiata dispiaciuta e uscire dall’infermeria, con i capelli che ondeggiavano al ritmo dei suoi passi.
Draco si ributtò sul letto, mentre quella maledetta infermiera usciva di nuovo dopo aver preso una medicina dall’armadietto. Si sentì avvilito.
Se solo non fosse entrata… niente avrebbe più potuto fermarlo. Avrebbe dato sfogo di tutto l’affetto che provava per Hermione, lì, su quel letto, fregandosene delle conseguenze. L’avrebbe fatto.
Ma non era stato possibile. Perché si trovava sempre ostacolato, qualunque cosa facesse?
Vide la porta riaprirsi di nuovo, e un istante sperò che Hermione fosse tornata… ma poi gemette sconsolato nel vedere Pansy.
<< Draco! >> esclamò disperata, buttandosi al collo di Draco. Lui non riuscì a ricambiare, e rimase rigido e immobile alla sua stretta stritola-ossa.
<< Quel Potter!- disse, agitata- vedrai che punizione gli aspetta! Oh, Draco, ero così in pensiero per te! >>
Poi tacque e lo fissò. Draco sapeva cosa stava per fare. Ma quando lo fece si ritrovò impreparato, con la lingua di Pansy in bocca.
La staccò violentemente.
<< Pansy- mormorò, sospirando-Non possiamo >>.
<< Perché?- domandò lei, sull’orlo di una crisi di nervi- mi stai respingendo dall’inizio dell’anno, io non so più cosa fare con te! Se non ti piaccio dimmelo adesso, non farmi illudere! >>
<< Non voglio una storia con te >> disse freddamente.
Pansy lo guardò sdegnosa, andandosene, ferita.



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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Se avete cliccato “ultimo capitolo”, bè, tornate indietro, perché oggi ne ho pubblicati due!


Capitolo 14



Qualcosa era cambiato. Sì… e non lo avrebbe mai sperato.
O pensato. Tutta quella situazione, era così dannatamente nuova, e emozionante…
E non gli era bastato. No, quel misero contatto nell’infermeria non aveva colmato un bel niente.
Non avevano riempito né il dolore, né la paura né la tristezza da cui si sentiva invaso da sempre. Non avrebbe potuto definirlo bacio, neanche passione, a dir la verità.
E la voleva. La voleva tutta per sé, in un unico momento da trascorrere con lei che sarebbe riecheggiato nell’eternità.
Un momento da non dimenticare. Che gliel’avrebbe sempre fatta ricordare. Un istante di pura gioia e follia. Qualcosa di indescrivibile.
Lei era sempre nei suoi pensieri. Sempre, incessantemente, anche quando avrebbe dovuto pensare ad altre cose.
Il viso di Hermione lo riportava a quel momento in cui avevano condiviso qualcosa. Sì, perché anche lei provava la stessa cosa, Draco ne era sicuro.
E moriva dalla voglia di averne finalmente una prova concreta.
Fu così che, incapace di trattenersi, cominciò a mandarle dei bigliettini senza firma, in cui le chiedeva di incontrarsi.
Però… lei non arrivava. Draco aspettò per almeno un’ora che lei si facesse viva all’orario e nel posto stabiliti, ma di Hermione non c’era mai traccia.
Ed era questo che a Draco dava un po’ da pensare. Perché?
Come mai non veniva? Lo stava forse… rifiutando? Ci aveva ripensato?
Turbato, Draco cominciò a cercare il suo sguardo durante le lezioni, ma anch’esso non era presente. Lo stava evitando.
Hermione non guardava nella sua direzione neanche una volta, sedendosi in modo da dargli sempre la schiena. Anche nella Sala Grande, ogni volta che lui le passava davanti lei abbassava lo sguardo.
Draco all’inizio pensò che fossero solo coincidenze, che lei fosse solo un po’ triste oppure non si fidasse di lettere senza firma, ma una settimana dopo quel comportamento decise di averne abbastanza. No, lei stava facendo tutto di proposito.
Un po’ affranto, allora, decise di coglierla di sorpresa.
Una domenica mattina Hermione si trovava tra gli scaffali della biblioteca, concentrata sui libri da scegliere per fare una ricerca, quando un’ombra accanto a sé la fece sussultare.
Si voltò lentamente, un po’ intimorita, e rimase un po’ basita nel vedere Draco appoggiato allo scaffale, guardandola intensamente.
La passione di quello sguardo la fece arrossire e abbassare gli occhi sul pavimento. Dio… no, non adesso.
Draco la studiò per un momento, non riuscendo a sorridere. Restò in attesa, aspettando che Hermione si spiegasse, o che se ne andasse, ma la reazione che non prevedeva non era certo che sarebbe rimasta lì immobile, come in quel momento stava facendo.
Lei respirò a fondo, cercando di calmare i battiti del suo cuore, pensando a cosa diavolo dirgli. Aveva appena incominciato a raccogliere le parole quando si sentì portare contro lo scaffale quasi con violenza.
Draco era appoggiato contro di lei, il viso al di là del suo, le mani ancora nelle tasche. La stava tenendo bloccata, imprigionata… come a ribadire una proprietà. Come a voler dimostrare che lei… era solo sua.
Sentì le lacrime pungerle gli occhi, affondando il viso nell’incavo del suo collo, respirando il suo profumo. Ma non poteva crollare. No, non in quel momento.
Draco scostò un poco il viso, toccando la fronte di Hermione con le labbra. Era così calda.
Ma sentiva di non avere il coraggio di guardarla negli occhi. Non voleva leggerci sentimenti troppo contraddittori. E non voleva che lei percepisse la sua disperazione.
Le baciò la fronte, in modo lieve e dolce. Poi di nuovo, in un gesto più intenso, scendendo sempre più in basso.
Arrivò a baciarle la guancia, che scottava, morbida come non mai, e sentendola inerme, posò un bacio anche sull’angolo della bocca…
Fu allora che lei scostò il viso da un lato, nascosto dai capelli.
Draco esitò un momento, con il cuore a pezzi, chiedendosi cosa diavolo ci fosse che non andasse.
Tolse una mano dalla tasca e le scostò i capelli, in modo da vedere cosa avesse. In quel momento una lacrima le scese lungo la guancia.
Lei non lo stava guardando; il suo sguardo era rivolto altrove, verso il fondo della biblioteca, di certo non a lui.
Perché non poteva guardarlo. Non poteva.
Non voleva dargli false speranze… e non voleva darle neanche a sé stessa. Perché lui non capiva che era tutto impossibile?
Perché non capiva quanto fossero diversi, quanto le loro strade si sarebbero separate, nel futuro, o tra un mese? Perché non voleva alleviare quel dolore?
Avrebbero dovuto dimenticarsi, lo sapeva. Non ci sarebbe stato un futuro per loro. No… non ci sarebbe stato niente.
Draco continuò a guardarla.
Sentì di non poter riuscire a parlarle. Non voleva sapere. Non voleva sentirsi dire niente.
Non da lei. Hermione…
Neanche lo guardava in faccia. Neanche si sentiva in dovere di dirgli niente, come stavano le cose. Forse pensava che lui non se lo meritasse?
Lui, Draco, che per la prima volta aveva aperto il suo cuore? Che per la prima volta aveva dimostrato di tenere a qualcuno? Evidentemente no… era stato uno stupido.
Aveva solo creduto male. Si era illuso da solo. E lei aveva collaborato alla grande.
Stronza. Non avrebbe solo potuto lasciarlo perdere? Dio… non gliel’avrebbe mai perdonata.
Aveva giocato con il suo cuore, e poi gliel’aveva infranto. Non avevano davvero più nulla da dirsi.
Si staccò da lei freddamente, in un unico gesto, e senza più guardarla le diede le spalle, furioso, allontanandosi.
Fu in quell’unico momento che la forza di volontà di Hermione cedette.
Dal momento stesso in cui si sentì libera scoppiò in un pianto irrefrenabile, coprendosi il volto con le mani.
Draco, per quanto furioso e addolorato, non poté non voltarsi di nuovo nell’udirla. La fissò un momento, stupefatto da quella reazione improvvisa, poi pensò che se lo meritava.
Certo… si erano fatti male a vicenda. Adesso erano pari, perfettamente pari.
<< Draco… >>
Un brivido gli attraversò la schiena nell’udirla tra le lacrime. Non riuscì a staccare lo sguardo da lei, lì, disperata, che finalmente ricambiava la sua occhiata. Non riuscì neanche ad andarsene, cosa che avrebbe voluto fare di più al mondo: i suoi piedi sembravano incollati al suolo.
<< Mi dispiace… >>
Draco staccò lo sguardo dal suo, deglutendo. Le dispiaceva. Certo.
Non se la sentiva di crederle. Non se la sentiva di avere niente più a che fare con lei. La odiava, e basta. Avrebbe voluto solo non doverla rivedere mai più.
<< Lo sai che è impossibile- disse Hermione con voce tremante- Lo sai benissimo anche tu >>.
Quelle parole lo colpirono come una folata di vento gelido. Draco la guardò di nuovo, per un attimo senza parole.
Era vero. Aveva ragione, naturalmente. Ma non ce la faceva ad affrontare la cosa, a guardare avanti.
Deglutì di nuovo. Dio… ma perché non riusciva ad andarsene?
<< Dì… qualcosa >>.
E la furia si impadronì di lui all’improvviso, nel sentire quella frase.
Si fece velocemente avanti, arrivandole a un soffio da viso, con gli occhi incendiati dalla disperazione e l’odio.
<< Che vuoi che ti dica?- sibilò sprezzante- eh, Mezzosangue, cosa vuoi? Che ti supplichi? Che ti dica che non importa se finirà presto, ma che possiamo lo stesso godere di questi pochi giorni che ci rimangono? Vuoi che ti baci, vuoi che ti costringa a cedere, che ti faccia mia sapendo di farti anche del male? Allora? Cosa diavolo vuoi da me? >>
Urlò l’ultima domanda, facendole chiudere gli occhi per un momento. Le lacrime stavano ancora lottando per uscirle, e lei si sforzava di trattenerle.
<< Voglio che mi dimentichi >> sussurrò.
Draco si sentì mancare il respiro. Il cuore si fece pesante all’improvviso.
<< Bene. Benissimo. Non sarà un problema >> replicò glaciale, allontanandosi ancora una volta, lasciandola sola mentre i suoi occhi dorati lo seguivano ancora.





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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15



Era l’ora. Potevano davvero… agire. Era arrivato il momento.
Uscì dalla Stanza delle Necessità, un po’ agitato. L’Armadio era aggiustato, alla fine ce l’aveva fatta, grazie ad alcuni libri proibiti che sua madre era riuscita a farsi prestare da qualche collega Mangiamorte.
Inviò in fretta un messaggio con la moneta stregata, mentre scendeva le scale, che diceva di procedere non appena avesse inviato il segnale, solo il tempo di radunare gli altri Serpeverde…
Si mise a correre, con il cuore che gli tamburellava nel petto.
Avrebbe ucciso Silente. Avrebbe ucciso.
Non poteva farcela. No… non era quel tipo di persona. Però doveva provare. Per i suoi genitori, e per la sua stessa vita.
Corse a perdifiato, sperando di fare in fretta, quando una voce familiare lo costrinse a fermarsi.
<< Esattamente. E il primo posto dove andrò a guardare sono i registri dei vecchi premi di Pozioni >>.
Cazzo… era finito davanti al ritratto dei Grifondoro. Si era scordato che quello era l’accesso alla loro Sala Comune…
La vide uscire, e immobilizzarsi nell’accorgersi di lui.
Draco le scoccò solo un’occhiata carica di significati prima di riprendere a camminare, con un espressione senza sentimento.
<< Dove stai andando? >> gli chiese Hermione.
Sapeva che non avrebbe dovuto parlargli, ma… era strano. Era tutto sudato, e sembrava anche agitato, e un po’… impaurito.
<< Fatti gli affari tuoi >> replicò lui secco, senza neanche voltarsi. Ecco come avrebbe dovuto risponderle tutte le volte che lei si era interessata al suo piano.
Sentì dei passi dietro di sé, poi si accorse che lo stava seguendo. Si fermò, irritato.
<< Piantala di immischiarti, va bene? Vattene, sparisci dalla mia vista, è così difficile? >>
Anche Hermione si immobilizzò, con espressione addolorata, e fu quella a far vergognare Draco di quello che aveva appena detto.
<< Te ne andrai, non è così? Stai… per… .>>
Lei esitò, fissandolo confusa. Draco sentì svanire tutta la rabbia.
Fu come essere tornati indietro nel tempo, ad una settimana prima, quando tutto era ancora a posto. Quando ancora non si facevano problemi. Quando erano ancora complici, e… amici.
Perché lei era stata la sua prima vera amica. Sul serio. Si era sentito meravigliosamente bene a condividere la sua presenza, tutte le volte.
Però… adesso era finita. Stava già abbastanza male per la loro rottura, senza il contributo delle domande preoccupate di lei.
Ma non ebbe il tempo di decidere di fare nulla, neanche di scappare. Hermione l’aveva raggiunto.
No… perché proprio adesso? Proprio in quel momento?
<< Non farlo >>.
Draco la guardò stupito. La voce di Hermione era innaturalmente seria, e tremava.
Lo stava guardando un po’ implorante, con gli occhi dorati pieni di angoscia. Non gli lasciò neanche il tempo di rispondere, che continuò:
<< Tu non sei quel tipo di persona. Tu sei diverso. Sei cambiato. E lo sai anche tu >>.
Il suo cuore prese a battere un po’ più veloce. Avrebbe solo voluto urlarle di non immischiarsi, e di andarsene proprio a quel paese.
Ma come, prima gli diceva di dimenticarla e poi si faceva avanti con parole del genere? Viva la coerenza.
<< E io ti ripeto che non sono affari tuoi. Lasciami stare, sporca Mezzosangue >>.
E rimase a bocca socchiusa, fissandola. Dio… da quanto non glielo diceva? E chissà se le aveva fatto del male?
Evidentemente sì.
Hermione lo guardò per qualche secondo senza espressione, poi si voltò lentamente diretta verso la parte opposta.
Draco si sentì tremendamente colpevole.
<< No, io… non volevo dirlo >> bofonchiò, facendola fermare.
La vide voltarsi, e continuò:
<< Non ho tempo. Ho da fare, ho una missione. Non ho tempo per te, davvero, non mi importa più. Io… hai ragione, me ne andrò stasera. Addio >>.
Aveva appena finito di pronunciare l’ultima parola che Hermione, con gli occhi lucidi, gli arrivò a pochi centimetri dal viso. Draco non osò indietreggiare, sapendo perfettamente che avrebbe già dovuto andarsene da un bel pezzo.
La vide deglutire, e sospirare, prima di alzare gli occhi su di lui.
<< E’… l’ultima volta che ci vediamo? >>
Draco non poté credere alle sue orecchie. Dio… perché era tutto così difficile? E perché lei continuava a parlare? E soprattutto, perché lui si sentiva in dovere di dirle…
<< No. Puoi… venire fuori, più tardi. Al di là del cancello. Io uscirò di lì >>.
La vide esitare, poi annuire. Draco la guardò un ultimo momento, dandosi dell’idiota, prima di riprendere a correre, mettendo tra sé e lei più distanza possibile.


Hermione lo guardò sparire nel corridoio, immobile.
Draco.
Il ragazzo che voleva. Che, in qualche modo, era riuscito ad entrare dentro di lei.
Il ragazzo che l’amava. Perché era così. Lo sentiva.
Non era come Ron. Draco gliel’aveva dimostrato. Draco l’aveva amata, a modo suo, con le sue attenzioni, e i suoi sguardi. E quei baci in biblioteca.
Nel ricordarli, sentì una tremenda fitta al cuore. Sembravano passati anni da quel momento. Sembravano attimi lontanissimi, mai più evocabili.
E… aveva fatto bene a stroncare la cosa prima che le fosse sfuggita di mano. Se solo quel giorno l’avesse baciato… Dio solo sa cosa sarebbe potuto succedere.
Ma era stato tutto completamente inutile. Lui le aveva chiesto di incontrarsi di nuovo.
Per l’ultima volta. E non faceva più differenza, ormai.
Entrambi sapevano che era uno sbaglio. Un terribile sbaglio.
Ma lui non era riuscito a fare a meno di chiederle di incontrarsi un’ultima volta. E non accettare per lei sarebbe stata una sofferenza, un’atroce sofferenza.
Senza neanche accorgersene si mise a sedere sul pavimento, mollando tutti i libri al suo fianco, rendendosi conto solo in quel momento di averli con sé.
Si portò le mani sugli occhi, che bruciavano. Non sarebbe andata in biblioteca per indagare sul Principe Mezzosangue. Non era dell’umore. Non era la cosa giusta.
Sentiva ancora dentro di sé il peso di ciò che Draco le aveva appena detto, un peso grande come un macigno, e si chiese se fosse mai riuscita ad alzarsi di lì. Si chiese se tutto avesse avuto più senso, una volta che… se ne fosse andato.
Vide Jack Sloper passarle davanti, ma non si curò di salutarlo. Non si sentiva la forza.
Lo sentì entrare nella sala Comune, e nello stesso momento una lacrima le rigò la guancia. Se la asciugò all’istante, dandosi della stupida.
Passarono alcuni istanti, lunghi un’eternità, che il buco del ritratto si aprì di nuovo e stavolta uscì Harry, con una pergamena stretta in mano.
Non notò Hermione, perché corse da tutt’altra parte, proprio dove si era diretto Draco poco prima.
La Grifondoro si alzò di scatto.
<< Harry! >>
Ma lui non la sentì.







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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16



Draco arrivò trafelato alla sala comune, e non appena vi entrò fu grato e sollevato nel trovarvi Tiger, Goyle e Zabini, che stavano chiacchierando sul divano.
<< Sbrigatevi, dobbiamo andare >> annunciò Draco con la gola secca.
Gli altri lo osservarono stupiti.
<< Come?- fece Blaise confuso- non intenderai… >>
Dal suo sguardo Draco capì subito a cosa si riferisse.
<< Sì, e c’è poco tempo. Andiamo, muovetevi >> sbottò secco, e riprese a correre verso la stanza, sentendo dietro di sé gli altri che lo seguivano.
Ne approfittò per trafficare ancora un attimo con la moneta stregata, avvertendo Madama Rosmerta di dare il via al piano, e in pochi secondi si trovarono di fronte alla Stanza delle Necessità.
Più agitato di quanto non fosse mai stato, Draco non riuscì subito a far apparire la porta magica, ma dovette fare tre tentativi. Era impossibile concentrarsi su qualcosa, in un momento come quello.
Una volta che la porta fu apparsa, guidò gli altri nella stanza delle Cose Nascoste, con il cuore di piombo.
Lanciò un’occhiata all’Armadio, che era ancora chiuso, e rimase immobile, cercando di respirare più lentamente, senza far trasparire il suo stato di agitazione.
Gli altri si erano bloccati, e dopo essersi guardati un po’ intorno presero posto su alcuni cumuli di oggetti. Sembravano eccitati e un po’ intimoriti. Draco sentì di poterli capire.
Sostenevano Voldemort, la Magia Nera e tutto il resto, ma dava comunque una certa ansia il fatto che da lì a pochi secondi avrebbero incontrato i Mangiamorte più spietati e crudeli dei tempi attuali.
La paura per i Mangiamorte e per le loro idee malsane e contorte fece dimenticare a Draco per un attimo Hermione, a cui decise di dedicare meno pensieri possibili al momento, almeno finché non l’avesse rivista tra qualche ora. Per l’ultima volta… se fosse riuscita ad arrivare fino al cancello.
Improvvisamente, il forte rumore di due ante sbattute echeggiò nella vasta stanza, facendolo risvegliare dai suoi pensieri, e la densità della situazione gli piombò addosso come acqua ghiacciata.
Tutti si voltarono sorpresi e intimoriti verso l’Armadio Svanitore, da cui ne uscì una fila indiana di Mangiamorte che, Draco scoprì non appena se li trovò davanti, nessuno era poi così contento di vedere. Draco li guardò impassibile, chiedendosi cosa diavolo avesse dovuto fare.
Amycus Carrow gli si avvicinò velocemente e gli diede una pacca sulla spalla.
<< Ben fatto, Draco, sei riuscito ad aggiustare l’Armadio! L’Oscuro Signore ne sarà molto lieto… >>
<< Grazie >> borbottò Draco, senza sorridere. Scoprì di non riuscirci.
Guardò Amycus allontanarsi per fare la conoscenza degli amici di Draco, probabilmente prossimi a diventare Mangiamorte, quando gli andò vicino qualcun altro, che inizialmente non aveva riconosciuto.
<< Draco, ragazzo… >>
<< Buonasera, Avery >>.
E sentì un po’ della paura scivolare via, all’improvviso. Fu una sensazione strana, ma la vista di così tanta gente, i fratelli Carrow, Avery, Yaxley, Greyback e Gibbon, che erano venuti lì per aiutarlo e facilitargli il compito, lo fece sentire un po’ confortato e per una volta si disse che, forse, non era solo.
Fenrir Greyback guardò gli amici di Draco con una strana espressione che al ragazzo non piacque affatto, un misto di golosità e indecisione, poi lo vide scrollare le spalle, un po’ immusonito, e volgere gli occhi sul resto della Stanza.
Yaxley, intanto, aveva levato la bacchetta e fatto apparire qualche bottiglia di rum, idromrele, vino elfico, gin e whisky.
<< Allora!- fece, con una risata gioviale-  che ne dite, brindiamo alla salute del nostro Draco, senza il quale il piano non avrebbe mai potuto avere inizio? >>
<< Meglio andarci piano con quella roba- sbottò Alecto, decisa- dopotutto entreremo in azione solo tra poco. Allora, Draco, cos’è questa stanza? >> aggiunse, guardandosi intorno interessata.
<< Si chiama Stanza delle Necessità- rispose Draco, sentendosi un po’ più sicuro di sé- è una stanza che si apre solo se ne si ha veramente bisogno. Qui dentro ho trovato un sacco di roba utile… come la Polvere Buiopesto e altre cose … >>
<< Davvero? >> fece Amycus interessato, e tutti si radunarono attorno a lui, che, un po’ confortato dal fatto che lo stessero distraendo, perse un po’ di tempo mostrando loro tutti i trucchetti che aveva a disposizione.
<< Bene, bravo Draco!- fece poi Gibbon, esaltato- fregheremo gli Auror di sicuro, stanotte! >>
<< E non solo lui!- raspò Greyback maligno- un brindisi a Draco e al Signore Oscuro! >> declamò poi, dando un calice a tutti, che li levarono esplodendo in una fragorosa risata alla faccia di quell’idiota di Silente.
Poi, all’improvviso, la porta si socchiuse. Tutti esitarono, voltandosi interdetti, cessando immediatamente di ridere.
<< Chi è là? >> gridò una voce che Draco identificò subito come quella della Cooman. Con una fitta di irritazione e senza indugi, prese il vasetto che conteneva la Polvere Buiopesto e ne gettò un pizzico in aria.
La stanza si fece buia all’istante, e tutti gli altri scoppiarono di nuovo a ridere, tutti tranne Draco, che aveva afferrato la Mano della Gloria e si era mosso verso la professoressa.
Non poteva permettere che rovinasse tutto. No, non poteva. Dio, ci stava lavorando da mesi, non si poteva sciupare tutto in un unico momento!
La spinse nel corridoio con forza, facendola inciampare e rotolare via tutte le bottiglie che quella svampita aveva tra le braccia.
<< Come osi…. Aaaargh! >>
Richiuse la porta di scatto, pronunciando l’incantesimo per eliminare l’effetto della polvere, un po’ meno teso.
Infatti essa svanì, poco a poco, finché l’ambiente non fu di nuovo luminoso e limpido.
<< C’è mancato poco >> disse amaramente, sedendosi su una scatola rovesciata. Cavoli… come diavolo sarebbe finita tutta quella storia?
<< Dobbiamo decidere quando agire, Draco >> disse Yaxley con voce sicura.
Lui esitò, guardando un galeone falso che portava sempre in tasca. Le cifre che vi erano scolpite sopra non erano cambiate.
<< Appena Silente esce dalla scuola, Madama Rosmerta mi avviserà. Di solito lascia l’edificio intorno alle dieci e mezza, e non manca molto. Se decidesse di restare nel castello… lo attaccheremo di sorpresa >> aggiunse deglutendo.
Io, lo attaccherò di sorpresa, pensò Draco avvilito, mentre Alecto parlava.
<< Ma verranno aggiunte protezioni extra nella scuola, suppongo. Non metterà gli Auror, no? >>
<< Non sarà un problema- disse Greyback leccandosi le labbra- più siamo, meglio è >>.
Draco si sentì formicolare la nuca, e represse un brivido. Poi si schiarì la voce.
<< Non appena mi arriverà il segnale usciremo tutti dalla stanza. Tiger, Goyle e Blaise, voi tornerete nella sala Comune, chiaro? Non fate uscire nessuno di Serpeverde, se ce la fate >>.
<< Però..- disse Yaxley meditabondo- il Signore Oscuro non ci ha dato ordini riguardo ai ragazzi delle altre case >>.
Draco esitò.
<< Fate cosa volete. Non mi importa di chi torturate… >>
Ma poi si bloccò. Hermione.
Non le aveva detto di stare al sicuro. Non le aveva detto di non muoversi dalla sua Sala Comune… anzi, l’avrebbe indotta a uscire dal castello mentre la battaglia sarebbe stata appena agli inizi, rischiando quindi di venire travolta. Dio… che stupido!
Dannazione! Urlò dentro di sé, decisamente arrabbiato. Perché non gli era venuto in mente? Perché?
Si prese la testa tra le mani, dolorante.
Non poteva pensare a lei in quel momento. Non poteva permettersi distrazioni. E non doveva neanche permettere al suo viso di riaffiorare nella sua mente, con quell’espressione così dolorosa e mesta da averlo fatto vergognare tante volte.
Perché solo ripensando a lei, solo ricordandosi delle sue parole… sarebbe stato un suicidio.
Perché Draco sapeva di non stare facendo la cosa giusta. L’aveva sempre saputo, in fondo.
Non era facile come sembrava. No… uccidere una persona non era semplice. E lui… non sapeva se se la sentiva di farlo, a dir la verità.
Scosse il capo e chiuse gli occhi, respirando profondamente, imponendosi di non vomitare. No, quello non era il momento per essere debole.
Ma gli altri non se ne accorsero.
I Mangiamorte presero a bere dai loro calici, brindando a questo e a quello; i suoi amici, invece, erano appoggiati al muro e li stavano fissando un po’ intimoriti.
Forse neanche loro volevano essere lì. Forse se ne erano già pentiti.
Ma almeno loro non dovevano commettere un omicidio, comunque. Almeno loro…
Poi si alzò di scatto, rovesciando la scatola, facendo voltare tutti gli altri. La sua moneta stava bruciando.






Prongsina____ una nuova lettrice! Grazie, spero che continuerai a seguirmi… E ricorda: Dramione sempre e comunque!

Nika_chan01____ grazie, questo era esattamente il mio intento! E sono contenta di averlo realizzato… mi ha fatto molto piacere la tua recensione, un abbraccio!

Grungiu_____ grazieeeee… troppo gentile! Sì continuerò presto, anche perché non vedo l’ora di finire di aggiornarla! Un bacione!

Tanny____ uhm… chi ucciderà Silente? Bè, riguardati l’ultima conversazione di Draco e Hermione… certe frasi a effetto non saranno ignorate! E con questo basta indizi ^_^ grazie per la recensione, bacioni!

marcolp____ eh già, la conclusione è vicina… ma non così tanto! Prima mi diverto con i Mangiamorte! Ciao ciao, seguimi fino alla fine!

Debora93____ non vedi l’ora che concluda? Uhm… già non mi sopporti più?^_^ Scherzo! Un bacio!

whateverhappened____ già a scuola?? Mamma mia che sciagura! Eh sì, il nostro Potty se ne va a cercare il medaglione (tarocco) e quindi… si è levato dai piedi! Aaah un capitolo intero senza nominarlo è stato… magnifico è dire poco! Bè alla prossima, un bacione!

pei_chan____ finale Dramione?



Ehm… bè non voglio rovinarti il finale! Non posso dirti nulla senza svelarti la fine, cosa che non voglio fare perché indegna di qualsiasi scrittore che si rispetti! (ehm ehm…) Grazie per la recensione, bacioni! ^_^

Kimly____ oh, meno male che vengo risparmiata! Mi sa però che alla fine mi becco sul serio un’Avada ben piazzato… mah, o forse no. Chissà? ^_^ Un bacione!

Hollina____ grazie carissima… mi raccomando continua a seguirmi! Bacioni! ^_^

prischina____  amore non corrisposto??? Nooooo, ma cosa dici? °_°  Non si è capito che sono innamorati? Oddio mi hai fatto venire un dubbio gigantesco… *sigh sob*  grazie per la recensione, un bacio! ^_^








 






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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17



La tolse dalla tasca, intimorito, e la guardò. Il suo cuore sprofondò.
<< Rosmerta dice che Silente è andato alla Testa di Porco, ma potrebbe tornare a momenti >>.
Alzò gli occhi sui Mangiamorte, che avevano assunto delle facce esaltate. Era il momento.
<< Bene, allora usciamo di qui! >> disse Gibbon, e gli altri annuirono con forza, estraendo le bacchette.
Draco prese la sua Mano della Gloria e la Polvere Buiopesto, sentendosi svuotato. Avrebbe ucciso. Avrebbe… ucciso Silente.
Reprimendo un conato di vomito, andò cauto verso la porta e la socchiuse.
Con un lampo di irritazione si accorse che nel corridoio c’erano Weasley, sua sorella e Paciock, apparentemente a… fare la guardia.
Dannazione, pensò, ma loro lo avevano già visto.
<< Eccolo, sta uscendo! >> gridò Ginny Weasley indicandolo agitata.
Draco si voltò dietro di sé.
<< Statemi attaccati, uso la Polvere! >>
E senza perdere tempo ne gettò in aria un altro pizzico, facendo scivolare tutto il corridoio nell’oscurità più totale. Sentì Goyle prendergli la veste, e con la Mano della Gloria guidò la fila indiana verso la luce, mentre i tre Grifondoro camminavano a tentoni urtandosi l’uno con l’altro.
Raggiunsero il piano di sopra in poco tempo, e fu preso dall’ansia sentendoli schiamazzare e ridere.
<< Non fate rumore, ci sentiranno! Voi tornate al dormitorio, presto! >> incitò i suoi compagni, che non se lo fecero ripetere e sparirono dalla sua vista.
I Mangiamorte, invece, parevano più esaltati che mai. Greyback si guardò intorno famelico.
<< Ma dove sono tutti gli studenti? Che divertimento c’è, così? >> ringhiò un po’ abbattuto, mentre Yaxley lo faceva tacere con la mano alzata.
<< Bisogna pensare a qualcosa. Draco deve essere solo quando ucciderà il vecchio. Non può farlo in mezzo a tutti >>.
Draco continuò a stare in silenzio, aspettando che giungessero a una soluzione, guardandosi nervosamente intorno. Se qualcuno li avesse visti…
<< In giardino- propose Gibbon- o… su una torre. Lì non ci sarebbe pericolo >>.
<< Sì, d’accordo- acconsentì Yaxley annuendo- mettiamoci il Marchio Nero, almeno sarà costretto a scendere lassù! >>
<< Alla Torre di Astronomia, allora >> disse Draco con voce sorda, guidandoli.
Perché stavano pestando i piedi in quel modo? I loro passi stavano echeggiando mostruosamente nei corridoi silenziosi, tanto forte di attirare sicuramente qualcuno di indesiderato. Aveva appena deciso di dire loro di fare attenzione, quando…
<< I Mangiamorte! Stupeficium! >>
Prima che Draco avesse capito cosa stesse succedendo, si sentì spinto e catapultato in un’aula vuota, poi il rumore di una porta sbattuta.
Si voltò, scoprendo che Alecto lo aveva tenuto fuori dai guai.
<< Non dovrebbero averti visto- sussurrò, tenendo premuto l’orecchio alla porta- Chi erano quelli? >>
<< Non lo so >> disse Draco scuotendo il capo, angosciato. Li avevano già scoperti! Di questo passo non sarebbe riuscito a fare un bel niente. I Mangiamorte si stavano dimostrando più d’impiccio che di aiuto.
<< Credo che siano gli Auror!- fece lei dopo un momento- Ma allora Silente sapeva… non sei sospettato da nessuno, vero? >> chiese con un sopracciglio inarcato.
Draco scosse la testa all’istante, un po’ nauseato, anche se dentro di sé un dubbio tremendo stava cominciando ad affiorare.
Possibile che Silente… davvero sapesse? Ma no, non era possibile. Lo avrebbe subito fermato, non sarebbe certo rimasto fermo a guardarlo mentre riparava l’arma che lo avrebbe portato incontro ad una morte certa! Però Potter… poteva averlo detto a Silente?
All’improvviso entrò Avery, facendo sussultare tutti e due, che richiuse la porta di scatto.
<< Ci hanno attaccati- disse agitato, lievemente sudato- ma per ora stiamo resistendo. Tra poco ci raggiungeranno altri Mangiamorte dall’Armadio Svanitore >>.
<< E il Marchio Nero? >> chiese Draco con il fiato mozzo.
<< Abbiamo mandato su Gibbon ad accenderlo… starà lassù di guardia, finché non vede Silente arrivare. E abbiamo deciso di creare una barriera in modo che gli Auror dopo non possano salire e disturbarti, mentre… >>
La sua voce si perse, mentre Draco si voltava e vomitava in un cestino della carta.

Hermione si volse verso Luna, che si era distesa a terra giocherellando con una Radigorda, in pace con il mondo.
<< Ma come fai ad essere così tranquilla? >> le chiese, un po’ esasperata.
Si trovavano nei sotterranei, e stavano sorvegliando l’ufficio di Piton come aveva detto loro Harry di fare. Solo che fino a quel momento era rimasto tutto tranquillo e silenzioso come sempre.
<< Dobbiamo solo aspettare e sperare che esca >> rispose Luna tranquilla.
Hermione, in piedi, si mise a camminare nervosamente in cerchio, torcendosi le mani. A volte era un po’ invidiosa della sicurezza di Luna, della sua consapevolezza innata di non vedere mai qualcosa di nefasto in ogni situazione.
<< Già, ma siamo qui già da un’ora e ancora non è uscito! >> sbottò, funerea.
<< Forse non esce perché sa che siamo qui >>.
<< Sì, come no >>.
Sbuffando, anche Hermione si mise seduta, per poi balzare di nuovo in piedi.
<< Luna! Ascolta… cosa sono questi rumori? >> sussurrò un po’ spaventata.
Luna si rizzò a sedere.
<< Già, li sento anch’io >> rispose semplicemente, fissando le scale.
Era un trambusto, un enorme trambusto di cose che si rompevano, urla, grida e scalpiccii di piedi che provenivano dai piani più alti.
E i pensieri di Hermione si volsero, immediatamente, su Draco.
Avrebbe portato a termine la sua missione quella notte.
Doveva uccidere qualcuno… ma perché allora c’era tutto quel rumore? Cosa stava succedendo? Era… per colpa di Draco?
<< Luna… vado su a vedere che succede. Torno subito >> disse, con il cuore in gola, poi si udirono dei passi.
<< Tre persone stanno scendendo le scale >> disse Luna con voce sognante.
Hermione la guardò per un attimo confusa, poi si voltò e vide Zabini, Tiger e Goyle che camminavano tranquillamente.
<< Che sta succedendo lassù? >> chiese Hermione.
Zabini si arrestò di colpo, fissandola sprezzante.
<< Niente che ti riguardi, sporca Mezzosangue. Ma se fossi in te starei qui… direi che lassù non è proprio il posto che fa per te >>.
E si allontanò con gli altri lungo il sotterraneo, sparendo alla loro vista.
Hermione li guardò accigliata, prima di voltarsi verso Luna.
<< E’ meglio se siamo qui. Credo… che ci siano i Mangiamorte nella scuola >> disse calma, mentre Luna spalancava appena gli occhi e si infilava la Radigorda in tasca.
<< Sicura che siano veri Mangiamorte? Papà dice che c’è in giro un’organizzazione che si fa chiamare in questo modo, composta da Animagus che si trasformano in mosche verdi fosforescenti che compongono il Marchio Nero >>.
Hermione sbuffò, scuotendo la testa, decidendo di non risponderle.
Chissà se Draco aveva già compiuto il suo dovere. Chissà se era già diventato un assassino. Chissà se… invece aveva ascoltato le sue parole, e lasciato perdere tutto quanto.





Ciao! Bè ho deciso di aggiornare in fretta perché non vedo l’ora di concludere…  anche se tanto lo sapete già come finisce!

pei_chan_____ già compiti al 1° giorno? Aaargh non ti invidio per niente! Io invece sono al grafico ed è tutta un po’ una pacchia ^_^ bè, cambiando discorso (mi sa che è meglio)… so che vi piacciono le Dramione (naturalmente) e so che volete l’happy end (io l’ho scoperto un po’ tardi) ma… il mio intento è, come ho detto nel primo capitolo, di rimanere fedele al libro. Insomma, la mia storia è semplicemente un’”alternativa” a ciò che è realmente accaduto, una sorta di “dietro le quinte”… capisci? Bè, non aggiungo altro… mi dispiace se ti ho delusa.

Hollina____ perché “mannaggia a Draco”?? Poveraccio, per una volta che non fa nulla di male… insomma, a parte vomitare e sporcare tutto il bagno. Grazie mille per la recensione, un bacione!

Kimly_____ mi sa che non esco viva da questa fanfiction. Mi sono forse condannata a morte da sola?? Credo di sì. ^_^’’ ma ormai quel che è scritto è scritto. ^_^ baci

Grungiu____ nooo non morire! Prima devi leggere fino alla fine! ^_^ scherzo! Bacioni!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18



Avery si affacciò nel corridoio.
<< Dobbiamo andare alla Torre, Draco >> disse, scrutando le mura in cerca di nemici.
I combattimenti infuriavano tra le mura di Hogwarts: fatture e maledizioni che volavano dappertutto, mura spaccate, sangue sui pavimenti…
<< Andiamo allora >> disse Draco, bianco come un cencio, e insieme a lui e ad Alecto si fece avanti ai lati del corridoio, scansando i vari duelli; poi la Mangiamorte fu colpita da una fattura della McGranitt.
<< Dai andiamo! >> lo incitò Avery spaventato, cominciando a correre con Draco che lo seguiva, a pezzi.
Tutte quelle urla e quegli strilli gli facevano venire solo voglia di fuggire, o tapparsi le orecchie e urlare insieme a loro, finché avesse potuto. Voleva solo che finisse tutto, tutto quanto…
<< Dannazione! >> ringhiò Avery fermandosi di colpo.
Draco seguì il suo sguardo e notò con orrore che un gruppetto di Auror si era posizionato davanti alla barriera magica, cercando di abbatterla con incantesimi di tutti i tipi… ma non ce la stavano facendo. Draco vide Macnair e altri Mangiamorte cercare di annientare le loro difese.
<< Vieni- gli disse Avery, avvicinandosi all’entrata della torre- cerchiamo di infilarci… Gibbon dovrebbe essere lassù ad aspettar… oh, cazzo! >>
Gibbon era a terra, immobile, lo sguardo perso nel vuoto, a metà tra il sorpreso e lo spaventato. Il suo corpo si trovava a metà della barriera verde su cui tutti stavano combattendo, ignorato. Draco sentì le gambe abbandonarlo.
Gibbon era stato ucciso… e non sarebbe stato l’unico, quella notte…
Distolse lo sguardo dal cadavere, impresso a fuoco nella sua mente. Sentì un nuovo conato di vomito farsi forza dentro di lui, mentre Avery gli diceva qualcosa a proposito di aprirsi un varco, e lo tirava dietro di lui per un braccio. Draco quasi inciampò su un corpo sconosciuto che aveva scavalcato.
Perché si sentiva così? Era quello che avrebbe dovuto fare lui tra pochi istanti, far diventare Silente un cadavere, proprio come Gibbon…
Ma ce l’avrebbe fatta? Più il viso marmoreo del Mangiamorte gli riaffiorava in mente, meno si convinceva del fatto che sarebbe riuscito davvero a fare qualcosa.
Un Auror afferrò Avery per la veste; il Mangiamorte fece uno sforzo e spinse Draco al di là della barriera verde, lottando per estrarre la bacchetta.
<< Vai! >> gli urlò, prima di cominciare a combattere.
Draco lo guardò per un attimo, terrorizzato, prima di voltarsi e cominciare a salire le scale di pietra.
Le percorse a capo chino, accigliato, respirando profondamente. Era arrivato il momento.
Sospirò, prima di aprire la porta di legno con un calcio.
<< Expelliarmus! >> urlò non appena vide Silente.
Per un attimo restò immobile, con la bacchetta puntata, compiaciuto del fatto di esser riuscito a Disarmare il vecchio; poi il suo sguardo si posò su due vecchie scope appoggiate lì accanto.
<< Buonasera, Draco >> disse Silente con tranquillità.
Draco notò, ansimando, che sembrava debole. Si stava sorreggendo ai bastioni della Torre con le mani tremanti.
<< Chi altro c’è? >> sbottò brusco.
Non doveva assolutamente lasciar trapelare il fatto che avesse paura, che fosse a dir poco terrorizzato. Stava indossando la sua vecchia maschera, quella che riservava ai suoi stati d’animo più difficili e cupi.
<< E’ la domanda che potrei farti io. O agisci da solo? >>
<< No- rispose Draco prontamente- ho dei rinforzi. Ci sono i Mangiamorte nella sua scuola, stanotte >>.
Si disse che poteva continuare a parlare, aspettando di calmarsi e allentare la tensione. O forse qualche Mangiamorte sarebbe potuto salire ad aiutarlo…
Ma non ci sperava poi molto.
<< Bene, bene… molto bene davvero. Hai trovato un modo per farli entrare, allora? >>
Draco non sapeva perché il vecchio si stesse interessando al suo piano, ma decise, per il momento, di non farsi troppe domande.
<< Sì, proprio sotto al suo naso, e non se n’è nemmeno accorto! >> esclamò, deridendolo.
<< Ingegnoso- rispose Silente, che sembrava tranquillissimo- eppure, perdonami… dove sono adesso? Non li vedo >>.
<< Hanno incontrato alcuni della sua guardia. Stanno combattendo di sotto. Non ci metteranno molto… io sono venuto avanti. Io… ho un compito da svolgere >> rispose, dopo un sospiro, tenendo ancora alta la bacchetta.
<< Bè, allora devi sbrigarti, mio caro ragazzo >> gli disse Silente, che non sembrava arrabbiato né spaventato. Draco lo scrutò torvo, finché il Preside non disse:
<< Draco, Draco, tu non sei un assassino >>.
Draco sgranò appena gli occhi pallidi nel sentire quella frase, e un’ira crescente montò dentro di lui.
<< Come fa a saperlo? Lei non sa di che cosa sono capace… lei non sa che cosa ho fatto! >> reagì furioso.
<< E invece sì- rispose Silente- Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. E’ tutto l’anno che, con crescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi… così deboli, in verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso… >>
Draco restò sbalordito. Come diavolo faceva a saperlo? Potter gli aveva detto qualcosa? Hermione… aveva fatto la spia?
Cercando di scacciare quel pensiero orrendo, si irrigidì e sbottò:
<< Ma certo! E’ tutto l’anno che ci lavoro, e stanotte… >>
Poi, dalle scale proprio dietro di lui, si udì un urlo soffocato. Draco si guardò alle spalle, poco tranquillo, cercando di ascoltare.
Il Preside parlò di nuovo, dicendo qualcosa a proposito dell’Ordine della Fenice e della bacchetta… ma non gli diede ascolto. Non riuscì a sentire più nulla dal piano di sotto.
<< Capisco- disse Silente all’improvviso- hai paura ad agire finché gli altri non sono con te… >>
<< Io non ho paura!- ringhiò Draco, piccato- dovrebbe averne lei! >>
<< Perché? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è neanche lontanamente facile come credono gli innocenti… Quindi dimmi, mentre aspettiamo i tuoi amici… come li hai fatti entrare? Sembra che ci sia voluto molto tempo, a trovare un modo >>.
Draco tacque un momento, serrando la mascella. Era vero. Era troppo vero per essere ignorato. Non ce l’avrebbe fatta, neanche se avesse davvero voluto. Però…
Pensò a sua madre, e alle parole di incoraggiamento che gli aveva sempre ripetuto fino ad allora.
“Fai solo quello che ti senti di fare, Draco. Ma sii forte lo stesso”, e poi era scoppiata in lacrime. E doveva farlo. Per lei.
Tese la bacchetta, diretta al cuore di Silente.
Aveva appena preso un gran respiro, che gli occhi privi di vita di Gibbon gli erano di nuovo balenati davanti. No… Dio, cosa diavolo avrebbe potuto fare?
<< Ho dovuto aggiustare quell’Armadio Svanitore rotto che nessuno usava da anni. Quello nel quale si è perso Montague l’anno scorso >>.
<< Aaaah… molto astuto. Ce n’è una coppia, suppongo >> disse Silente.
Draco prese un altro sospiro.
<< L’altro si trova da Magie Sinister- continuò, poco propenso a porre fine a quella situazione- formano una specie di passaggio. Montague mi ha detto che quando è rimasto chiuso in quello di Hogwarts era come intrappolato in una specie di limbo. Non riusciva a farsi sentire da nessuno, ma a volte ascoltava quello che succedeva a scuola, e altre volte quello che succedeva nel negozio, come se l’Armadio viaggiasse dall’uno all’altro. Alla fine è riuscito a Materializzarsi e a venir fuori, anche se non aveva mai dato l’esame. Per poco non ci lasciava le penne. Hanno pensato tutti che fosse una bellissima storia, ma io sono stato l’unico a capire che cosa significasse… nemmeno Sinister lo sapeva… l’unico a capire che si poteva raggiungere Hogwarts attraverso gli Armadi, se avessi aggiustato quello rotto >>.
Raccontò quella parte del piano senza peli sulla lingua, non seppe bene perché.
Ma Silente… gli ispirava fiducia. Sapeva che non c’era nulla di male a confidarsi con lui, niente di sbagliato a dirgli come stavano realmente le cose. Un po’ la stessa cosa che aveva provato con la Mezzosangue.
<< Molto bene… così i Mangiamorte passando da Magie Sinister sono riusciti a entrare nella scuola per aiutarti… un piano astuto, un piano molto astuto… e, come hai detto tu stesso, proprio sotto al mio naso… >>
<< Esatto! Proprio così! >> si esaltò Draco, e quelle parole accrebbero il suo senso di importanza e di autostima, in qualche modo.
Silente poi parlò di nuovo, in tono mite.
<< Ma ci sono stati momenti in cui non eri più sicuro di riuscire a riparare l’Armadio, vero? E allora sei ricorso a mezzucci volgari e sconsiderati come mandarmi una collana maledetta che è finita nelle mani sbagliate… avvelenare un idromele che aveva pochissime probabilità di essere bevuto da me… >>
Silente lo stava facendo sentire a dir poco un’idiota. Draco cercò comunque di non tradire tracce di offesa nella sua espressione.
<< Sì, bè, lei comunque non ha capito chi c’era dietro, no? >>
<< A dire il vero sì. Ero sicuro che fossi tu >>.





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Tanny_____ un brutto presentimento? Ma no… perché dovrei farvi patire uccidendo qualcuno che nel libro non muore? Ma mi vedete così cattiva? Vabbé che ho ucciso Draco nell’altra fic, ma non sono mica Satana solo per questo! Bè forse sì… insomma, l’unica cosa che c’è da sapere è che sono diventata più buona. Quindi… relax! Niente colpi bassi!
Grazie per la recensione, non preoccuparti se non hai recensito lo scorso chap… basta che continui a seguirmi! Bacioni!

Kimly_____ oddio… ma sai che hai assolutamente ragione? Adesso che ci penso, nella Stanza delle Necessità avrei potuto farli banchettare con l’aglio… come dire, “non c’è mai limite al peggio”… ma no, povera Herm, in fondo non si merita pure l’alito che sa di aglio. Il vomito basta e avanza. Va bè, non credo che comunque ci farà caso… o almeno, io non ce lo farei se stessi baciando il Serpeverde più fig… ehm, bello di tutti! Bacioni! ^_^

pei_chan_____ Spero che sarai abbastanza libera con i compiti per leggere questo capitolo tanto umile… ma tanto non ti perderesti nulla comunque. Insomma, se hai il sesto libro sei belle e a posto ^_^ comunque, grazie… le Cruciatus sono una prospettiva magnifica! E sono contentissima di non averti delusa… insomma l’happy end piace anche a me, strano ma vero, però quando ho scritto la storia, andando avanti ho capito che non poteva finire bene… se volevo attenermi al libro. Grazie per il sostegno, davvero! Bacioni! ^_^

Grungiu____ aggiorno in fretta? Bè visto che è già scritta non è molto difficile ^_^ Che ne pensi di questo chap? Resisti ancora un po’ che la fine si avvicina… e non credo che sia una minaccia! Baci!!


marcolp____ ah… curioso eh? Bè dovrai patire ancora un po’… mi piaceva staccare un po’ la loro storia d’amore dal resto, se sai cosa intendo. Continua a seguirmi mi raccomando! Ciao ^_^!!

Hollina____ si inizia la battaglia… mah, non so se ho fatto un buon lavoro con questa parte… bè, spero di aver messo insieme qualcosa di decente. Tanto per essere ottimisti, eh! ^_^ Baci!!!

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19



<< Perché non mi ha fermato, allora? >> chiese Draco con una punta di disperazione.
Accidenti a Silente! Perché non gli ha mai detto niente, perché? Se Silente avesse fatto qualcosa, se lo avesse fermato, smascherato… forse in quel momento non si sarebbe trovato in quella situazione!
Non avrebbe perso tante ore nella Stanza delle Necessità per riparare quel Maledetto Armadio, facendone soffrire alquanto il suo andamento a scuola, avrebbe potuto vivere il suo sesto anno a Hogwarts come sempre, con Tiger e Goyle che erano al suo fianco, senza schierarsi contro di lui, prendendo in giro Harry Potter e la sua compagnia come aveva sempre fatto…
Ma se quell’anno fosse davvero andato in quel modo… Hermione per lui non ci sarebbe mai stata.
Lei non avrebbe mai scoperto il suo Marchio Nero, non sarebbero stati legati da quella specie di patto che li aveva accomunati per nove mesi…
Ma sarebbe stato meglio non innamorarsi proprio di lei? Forse sì, pensò Draco…
Perché se in quel momento stava esitando era tutta colpa di Hermione. Tutta colpa di quel turbinio di buoni sentimenti che lo invadevano, e sicuramente provenivano tutti da lei, la sua Grifondoro. Dio… era riuscita a cambiarlo.
<< Ho provato, Draco- rispose Silente- il professor Piton ti tiene d’occhio per mio ordine… >>
<< Non esegue i suoi ordini, ha promesso a mia madre… >>
<< Naturalmente è quello che ha detto a te, Draco, ma… >>
<< Fa il doppio gioco, stupido vecchio, non lavora per lei! >> sbottò Draco infuriato, chiedendosi come potesse qualcuno essere così ingenuo.
<< Dobbiamo rassegnarci a dissentire su questo punto, Draco. Si da il caso che io mi fidi del professor Piton… >>
Draco si sentì irritato all’improvviso, e sogghignò per prendere un po’ di coraggio.
<< Bè, allora sta perdendo colpi! Piton mi ha offerto aiuto perché vuole partecipare… ‘Che cosa stai combinando? Sei stato tu con la collana, è stato stupido, avrebbe potuto far saltare tutto quanto… ‘ Ma io non gli ho detto cosa facevo nella Stanza delle Necessità: domani si sveglierà e sarà tutto finito e sarà troppo tardi, non sarà più il prediletto nel Signore Oscuro, non sarà nulla in confronto a me, nulla! >>
Si bloccò, ansimando. Quella era la sua strada, tracciata a Settembre. Ma adesso… non sapeva se se la sentiva di seguirla. Non sapeva più niente.
<< Una vera gratificazione- rispose Silente- a tutti noi piace essere elogiati per il nostro duro lavoro… ma tu devi aver avuto un complice… qualcuno a Hogsmeade, che ha passato a Katie La… La… aaaah… ma è ovvio… Rosmerta. Da quanto tempo si trova sotto la Maledizione Imperius? >>
Draco rise.
<< Ci è arrivato, finalmente, eh? >>
Ma poi si bloccò un’altra volta: qualcun altro aveva urlato nella battaglia. Si voltò appena, nervoso, per poi sentire Silente dire:
<< E così la povera Rosmerta è stata costretta ad appostarsi nel suo stesso bagno per passare la collana alla prima studentessa che fosse entrata da sola? E l’idromele avvelenato… bè, naturalmente Rosmerta è riuscita ad avvelenarlo prima di mandare la bottiglia a Lumacorno, convinta che dovesse essere il mio regalo di Natale… Sì, perfetto, perfetto… il povero Gazza non ha pensato di controllare una bottiglia di Rosmerta… Dimmi, come facevi a comunicare con lei? Credevo che avessimo sotto controllo tutti i canali da e per la scuola >>.
<< Monete stregate. Io ne avevo una e lei l’altra, e potevo mandarle dei messaggi >> rispose, ricordandosi di avere la sua moneta ancora nella tasca della sua divisa.
<< Non è il sistema usato l’anno scorso dal gruppo che si faceva chiamare Esercito di Silente? >> chiese l’altro, con lo stesso tono amabile che un  po’ infastidiva Draco.
<< Sì, ho preso l’idea da loro. Ho preso anche l’idea di avvelenare l’idromele dalla sporca Mezzosangue Granger, l’ho sentita dire in biblioteca che Gazza non sa riconoscere le pozioni… >>
Si interruppe. Aveva usato quella parola per chiamare Hermione, la parole che usava da cinque anni e che le aveva promesso di non ripetere mai più.
Glielo aveva promesso.
Si sentì gelare dentro, e avvampare di vergogna.
<< Ti prego di non usare quel linguaggio davanti a me >> disse Silente.
Poi si informò di come Draco sapesse che lui aveva lasciato la scuola, del suo piano per far entrare i Mangiamorte, e infine se fosse morto qualcuno, ma si levarono altre urla che fecero rizzare i capelli sulla nuca di Draco.
Sarebbe dovuto scendere laggiù già da un bel pezzo… annunciare che era tutto finito, che aveva portato a termine il suo compito… essere accolto dai Mangiamorte in festa, e da sua madre che era orgogliosa di lui…
Invece era rimasto lassù con Silente a parlare del suo piano, senza aver risolto nulla. Quel pensiero lo fece sentire ancora più angosciato.
<< Resta poco tempo, a ogni modo- disse Silente all’improvviso- quindi consideriamo le tue alternative, Draco >>.
Magari ce ne fossero state.
<< Le mie alternative! Sono qui con una bacchetta… sto per ucciderla… >>
A Draco venne quasi da ridere per il fatto che Silente si sentisse in condizioni di trattare.
<< Mio caro ragazzo, smettiamola di prenderci in giro. Se fossi in grado di uccidermi, l’avresti fatto subito dopo avermi Disarmato, non ti saresti fermato a fare questa piacevole chiacchierata >>.
Draco si sentì arrossire per l’umiliazione e la vergogna. Il vecchio aveva ragione su tutta la linea. Improvvisamente si sentì disperato.
<< Io non ho alternative! Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia! >>
La verità sembrò invadergli il corpo e sottrargli forza e volontà; si sentì tutt’un tratto una vittima, in quella penosa situazione.
<< Mi rendo conto della gravità della tua posizione- continuò Silente in tono grave- perché credi che non ti abbia affrontato prima d’ora se no? Perché sapevo che saresti stato ucciso se Lord Voldemort avesse compreso che sospettavo di te. Sapevo della tua missione, ma non ho osato parlartene nel caso che usasse la Legilmanzia contro di te. Ma ora possiamo parlare chiaro… non è stato fatto alcun male, non hai ferito nessuno, anche se devi solo alla fortuna che le tue vittime sono sopravvissute… io posso aiutarti, Draco… >>
Quelle parole lo rincuorarono enormemente, anche se non lo diede a vedere, e il fatto che ci fosse qualcuno a volerlo aiutare gli accese un piccolo barlume di speranza… ma cosa avrebbe potuto fare, Silente, ad aiutare Draco Malfoy a salvarsi?
L’idea era ridicola…
<< Non può, invece. Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta >> disse con voce sorda.
<< Passa dalla parte giusta, Draco- continuò Silente- possiamo nasconderti meglio di quanto tu possa immaginare. E, cosa più importante, manderò dei membri dell’Ordine della Fenice da tua madre, stanotte, per nascondere anche lei. Tuo padre per ora è al sicuro ad Azkaban… quando verrà il momento potremo proteggere anche lui… passa dalla parte giusta, Draco… tu non sei un assassino… >>
Draco fissò Silente, stupefatto. Non seppe se credere o no alle sue orecchie.
“Tu non sei quel tipo di persona. Tu sei diverso. Sei cambiato. E lo sai anche tu“.
Anche Hermione glielo aveva detto. E alla fine se ne era reso conto.
Ma era davvero… tutto così semplice come diceva Silente?
<< Ma sono arrivato fin qui, no? Credevano che sarei morto, e invece sono qui… e lei è in mio potere… ho la bacchetta in pugno… lei è qui, a chiedermi pietà… >>
<< No, Draco. E’ la mia pietà, non la tua, che conta adesso >>.
Draco non rispose, ancora con la bocca aperta e la bacchetta puntata su Silente.
Era una possibilità, quella che il preside gli stava offrendo. Una possibilità di vivere una vita… diversa.
Silente lo stava fissando, in attesa. Draco ricambiò il suo sguardo, e seppe, per un attimo, che poteva fidarsi…
In un istante fece per abbassare la bacchetta, ma sentì la porta dietro di lui aprirsi e fu spinto rudemente da parte.
Avery, Greyback, Alecto e Amycus erano arrivati, dopo aver vinto la battaglia di sotto.
Il barlume di speranza che si era acceso nel cuore di Draco fu come spento da una secchiata d’acqua gelata. Nel vederli, il mondo gli crollò addosso.
Era tutto finito. Non si sarebbe salvato.
<< Silente in trappola! Silente disarmato, Silente solo! Ben fatto, Draco, ben fatto! >> esclamò Amycus.
<< Buonasera, Amycus- rispose Silente cordiale- e hai portato anche Alecto… incantevole… >>
Alecto ridacchiò con  rabbia.
<< Credi che le tue battutine ti aiuteranno sul letto di morte? >>
<< Battutine? No, no, queste sono buone maniere >> ribatté Silente.
Draco non poté fare a meno di chiedersi, abbattuto e sconcertato, come diavolo facesse quell’uomo a rimanere così ostentatamente calmo, nonostante avesse dvanti a sé quattro Mangiamorte armati di bacchetta.
Sembrava che niente lo avesse sconvolto, quella sera, neanche la provvisa apparizione di Draco sulla torre, quasi come se… se lo fosse aspettato.
<< Fallo >> gli ringhiò Greyback, ridestandolo dai suoi pensieri.
<< Tu, Fenrir? >> chiese Silente con una punta di timore.
<< Proprio così. Contento di vedermi, Silente? >>
<< No, non posso dire di esserlo… >> fece Silente quasi senza parole.
E Draco si trovò a concordare intimamente in pieno con lui. Quel mannaro metteva i brividi, non era mai riuscito a non sentirsi in soggezione in sua presenza.
Continuarono a conversare, e il cuore di Draco continuava a farsi di piombo.
Il momento si avvicinava. Sì, inesorabile verso di lui. E non avrebbe potuto… tirarsene indietro.
<< Abbiamo ricevuto degli ordini. Deve farlo Draco. Ora, Draco, sbrigati >>.
Draco tese di nuovo la bacchetta su Silente, con il braccio che tremava in modo quasi incontrollabile. Scrutò il volto di Silente, che aveva assunto, ai suoi occhi, un aspetto molto diverso dal solito. In qualche modo, adesso era come se il vecchio fosse una persona diversa.
E sentì di non avere niente contro di lui. Silente non gli aveva fatto assolutamente niente, anzi, gli aveva offerto il suo aiuto per tirarlo fuori dai guai. E Draco, questo, non l’avrebbe dimenticato.
Quindi non poteva ucciderlo, no, neanche se non si fosse dimostrato gentile nei suoi confronti. Non poteva e basta, non era una cosa adatta a lui. Finché si parlava di ucciderlo andava bene, ma trovarsi lì davanti con quell’intento… cambiava tutto.
Era innocente, si rese conto all’improvviso. Era un ragazzo innocente che non aveva mai chiesto ciò che adesso si trovava di fronte. Hermione aveva ragione.
Era stato usato solo come un burattino per tentare di ripagare gli errori di suo padre. E perché avrebbe dovuto pagare lui, Draco, che non c’entrava assolutamente niente?
<< Hanno bloccato le scale! REDUCTO! REDUCTO! >>
Le urla stavano provenendo dalle scale. Draco si voltò nervosamente, immaginando che gli Auror stessero in qualche modo riuscendo a salire.
E, con sua grande sorpresa, sperò che davvero ci riuscissero. Voleva solo che arrivassero fin lassù, e avessero arrestato tutti i Mangiamorte coinvolti nel piano. Sentiva di poter patire persino Azkaban, piuttosto dell’inferno che stava subendo in quel momento.
<< Draco, fallo o spostati- disse Alecto- uno di noi… >>
Sì, uccidetelo voi allora, pensò Draco ringhiando dentro di sé. Se era davvero così facile…
Poi fu spinto di nuovo di lato, inaspettatamente, e sussultò appena nel vedere Piton.
Stava osservando la scena con durezza, ma per fortuna non gli rivolse nessuna occhiata di severità o rimprovero.
<< Severus… ti prego… >>
Draco volse la testa di scatto, e in un istante, capì. Piton lo stava per uccidere, avanzando verso di lui estraendo la bacchetta, stava eseguendo la missione di Draco. Sentì un brivido scorrergli per tutta la schiena, e si girò dall’altra parte, per evitare quello spettacolo.
<< Avada Kedavra >>.
Draco si sentì addosso il bagliore verde dell’incantesimo, mentre tentò di non immaginarsi cosa stesse accadendo dietro di lui, perché non aveva il coraggio di voltarsi e scoprirlo.
Seguì un attimo di sielzio.
<< Fuori di qui, sbrigatevi >>.
Draco fu afferrato per il colletto e mandato avanti per le scale.
<< Adesso dobbiamo correre- sentì la voce di Piton- dobbiamo raggiungere il cancello e poi ci Smaterializzeremo… tutto chiaro? >>
Draco annuì impercettibilmente, con gli occhi fissi sui piedi e un groppo in gola che gli impediva di emettere qualsiasi suono.
Poi alzò gli occhi davanti a sé, stralunato. Hermione. Come avrebbe fatto a rivederla?
Si ritrovò sul pianerottolo, dove regnava il caos: parte del soffitto era crollato, lasciando enormi pezzi di muro sparsi per il pavimento polveroso e pieno di gente ferita. La battaglia infuriava ancora, comandata dagli Auror che tenevano a bada i Mangiamorte con gli Schiantesimi, che minacciavano di colpire qualsiasi cosa.
Draco li guardò per un attimo, mentre Piton urlava:
<< E’ finita, andiamo! >>




Grungiu____ ma si può sapere come fai ad essere così ansiosa??? Insomma, se non hai Harry Potter e il Principe Mezzosangue corri a comprarlo, è la mia storia che è tarocca ^_^ Grazie per la recensione, pazienta ancora un po’ e saprai tutto! Baci!!

Kimly____ vuoi una scuola come la mia? Bè, passa al Grafico Pubblicitario e per i primi due anni è una pacchia.  Sugli ultimi tre però non assicuro niente, quindi meglio non rischiare ^_^ spero che tu abbia tre minuti per leggere il mio nuovo capitolo! Mi raccomando non studiare troppo o sennò ti ingobbisci come Hermione… già ne basta una. Spero che il capitolo ti sia piaciuto, continua a seguirmi! Bacioni!

Hollina____ il ruolo di Hermione? Bè, per coerenza non ho potuto farla combattere in veste di super ninja armata di arco, frecce, spade e scure, anche se avrei voluto *sigh sob* nel prossimo capitolo scoprirai che combina! Non ti preoccupare, non sta pomiciando con Ron ^_^ non glielo permetterò! Scusa per la risposta stupida ma… eh va bè, non ho giustificazioni. Scusa per la risposta stupida e basta. Ciao!!

prischina____ ah allora è tutto a posto! Mi avevi quasi fatto morire di crepacuore ^_^ Va bè, che ne pensi di questo capitolo? Sono sicura che non ti aspettavi niente di ciò che è successo… *ehm ehm*  i miei capitoli hanno una suspance garantita. Mi raccomando non perdere il prossimo! Baci!!

Tanny____ ancora questo brutto presentimento? Ahi ahi… non è che sei imparentata con la Cooman? ^_^ ahh ora chissà quanti dubbi ti ho fatto venire! Comunque, la tua non è una domanda stupida. L’unica cosa che posso risponderti è che… la storia tiene in considerazione il settimo libro. Hai ragione tu, forse avrei dovuto dirlo molto prima… ma avevo pensato che fosse evidente. Comunque all’ultimo capitolo sarà tutto molto più chiaro. Mi dispiace di non averci proprio pensato… cruciami pure se vuoi ^_^ me lo meriterei. Bacioni!

pei_chan____ nooo come faccio senza le tue recensioni?? *sigh sob* Comunque spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Mi raccomando trovalo un po’ di tempo per le mie storie *prega in cinese* voglio sapere che ne pensi! Ah, comunque neanche io riesco a immaginarmi Draco come un assassino… o meglio secondo me avrebbe potuto esserlo, solo che mi piace pensare che sia per colpa/merito di Hermione se ha esitato ^_^ son troppo romantica a volte! Va bè non farci caso… spero di risentirti! Bacioni!

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20



Hermione e Luna raggiunsero la Sala Grande di corsa, trafelate.
Hogwarts era invasa da una guerra, letteralmente. I tavoli erano stati spaccati e gettati alla rinfusa in fondo alla Sala, ai muri mancavano dei pezzi la clessidra di Grifondoro si era rotta, rilasciando sul pavimento una miriade di rubini rossi.
Gli Auror combattevano con i Mangiamorte, che erano più numerosi che mai.
Era appena sfuggito loro Piton, e adesso non sapevano proprio che pesci prendere.
<< Andiamo, Hermione!- la incitò Luna- dobbiamo trovare gli altri e combattere anche noi! >>
Ma Hermione la fermò per il polso, facendo un gran respiro. Era arrivato il momento di… andare da lui.
<< Luna… io non posso venire. Devo andare da un’altra parte, prima >>.
Luna sgranò gli occhi già enormi, sbalordita.
<< Da un’altra parte? Ma ci sono i Mangiamorte, ti… >>
<< Non succederà niente!- la interruppe Hermione con veemenza- Io tornerò subito, Luna, davvero. Tu non aspettarmi qui, mettiti al sicuro. Appena avrò finito vi raggiungerò in infermeria. A volte ci sono cose più importanti delle battaglie… persone più importanti di quanto avresti mai creduto >>.
Luna continuò a fissarla, un po’ in ansia.
<< Non dire niente a Harry e agli altri- aggiunse, allontanandosi- mi raccomando! >>
Si voltò e prese a correre, ritrovandosi in giardino in pochi secondi.
Lì era più tranquillo, i Mangiamorte non ci erano ancora arrivati. Si sentì invadere dalla gelida aria notturna varcando i prati verdi, che al buio apparivano tanto scuri.
Arrivò al cancello, guardandosi indietro.
Che avesse dovuto aspettarlo lì? Forse no… magari era troppo in bella vista. Se poi fosse stato accompagnato dai Mangiamorte, non avrebbe avuto via di scampo.
Si guardò attorno, ansante, emanando ondate di aria fredda, soffermando lo sguardo sul Lago Nero.
Le sue acque calme scintillavano sotto il chiaro della luna, che quella notte era piena e bianchissima, alta in cielo.
Granger.
Le parole che Draco le ebbe sussurrato quel giorno la raggiunsero all’improvviso, remote ma chiare.
Se non avessi tutti questi obblighi e divieti, le cose tra noi non sarebbero così.
E come sarebbero?
Prese a camminare in direzione delle acque, sospirando, tormentata dai dolci ricordi.
Questo non lo so. Ma non ci troveremmo in questa situazione…
Si avvicinò alla stessa quercia sotto cui le aveva detto quelle parole, assorta. Lì sotto erano stati vicini, per la prima volta, insieme.
Per te è sbagliato stare qui con me.
Sentì le lacrime inondarle gli occhi d’ambra, che si rifletterono sulla luna per impedire loro di scendere.
Non mi importa, Granger. Ho voglia di stare qui. Gli altri possono dire cosa vogliono.

Giunsero finalmente al giardino.
Draco si sentiva più in ansia che mai, non avendola vista da nessuna parte mentre scendevano. Che si fosse ferita? Che le avessero fatto del male? Oppure… che semplicemente non volesse vederlo?
<< Stupeficium! >>
Un getto di luce rossa planò oltre la testa di Piton, che si fermò di scatto.
<< Corri, Draco! >>
Ma lui non si era fermato. Continuò a correre, spaventato, voltandosi appena per capire cosa era successo.
Potter.
Li aveva inseguiti, e adesso scagliava incantesimi contro Piton, che si difendeva.
Era quella l’occasione. Piton non lo stava osservando… il cuore di Draco prese a battere più veloce, esaltato.
L’avrebbe rivista. L’avrebbe davvero rivista.
Varcò il cancello, ansimante, guardandosi morbosamente attorno per controllare l’eventuale presenza di Hermione.
Ma era tutto buio. Draco non riuscì a vedere tra le fronde degli alberi, che senza dubbio rappresentavano un buon nascondiglio.
Continuò a camminare avanti e indietro, divorato dall’ansia.
Ma più la cercava, più scopriva che non c’era. Hermione non era lì.
Perché, perché?
Pestò un piede sul duro terreno, frustrato e furibondo, sentendo la disperazione assalirlo. Non c’era. Era tutto finito.
Raccolse le forze per Smaterializzarsi, ma scoprì di non farcela. Avrebbe aspettato, finché fosse stato possibile. Forse era solo in ritardo. O magari, questo era il suo modo per dirgli addio, preferendo non vederlo.
Draco alzò gli occhi sulla luna, come se in essa potesse leggerci la risposta, e sentì gli occhi grigi bruciargli di lacrime.
<< Draco… >>
Quel suono lo raggiunse, più dolce e significante di quanto si fosse mai aspettato. Si voltò all’istante, ma non sorrise nel vedere la sua sagoma tra gli alberi scuri. No, non ne ebbe la forza.
E non ci fu un attimo per pensare.
Riprese solo a correre, velocemente, con il cervello sgombro. Si avvicinò a lei, la persona a cui voleva più bene, che in qualche modo, adesso, era parte di lui, e per sempre lo sarebbe rimasto.
Non ci fu nessuna parola, nessuno sguardo. Draco si avventò su di lei, avvinghiandola per la vita e posando le labbra sulle sue con passione.
E perse del tutto il senno. Fu un momento di delirio, di qualcosa che andava ben oltre a ciò di cui era abituato.
Rabbrividì sentendo le mani di Hermione accarezzargli la schiena e le guance, gemette con lei nel baciarla con coinvolgimento e trasporto, senza mai separarsi, senza mai osare rompere quell’incantesimo.
Non l’avrebbe mai pensato. No, mai. Se qualche mese prima gliel’avessero detto, lui sarebbe scoppiato a ridere.
Perché non sarebbe stato possibile che si innamorasse di lei. Proprio di lei.
Una Mezzosangue. Già… una Mezzosangue con il cuore d’oro, l’opposto di ciò che aveva lui.
E invece era accaduto. Si sentiva suo, di sua proprietà, completamente. Lei, la sua prima amica, la sua prima amante… il suo primo amore.
Ma non sarebbe durato. No… per loro non ci sarebbe stato futuro.
Si scostarono, riprendendo fiato, ancora abbracciati.
Adesso gli occhi dorati di Hermione risplendevano, guardandolo di sottecchi. Draco ricambiò il suo sguardo, un po’ accigliato, senza sapere cosa gli fosse accaduto.
Aveva paura a parlare, a dirle qualsiasi cosa. Sarebbe stato come mettere la parola fine a quel momento meraviglioso.
<< Hai fatto quel che dovevi? >>
Draco deglutì.
<< No. Non avrei mai potuto >> rispose piatto, e la vide sorridere lievemente.
Stettero ancora in silenzio, fissandosi. Draco ebbe l’impulso di baciarla di nuovo, ma prima che riuscisse a farlo, lei parlò.
<< Sai che non dovremmo, vero? Io… questo è un addio >> la sentì mormorare.
Il cuore si stava facendo peso, troppo peso. Tra poco si sarebbe spaccato.
<< Lo so. Ma, ecco…- esitò, prendendo coraggio- grazie per… quello che hai fatto, quest’anno >> fece, impacciato.
Hermione non sorrise questa volta, continuando a scrutarlo con intensità.
<< Dimentica tutto. Dimentica quello che c’è stato. Sai che è l’unica strada per non… >>
La vide bloccarsi, e gli occhi farsi lucidi. Draco sentì la gola seccarsi.
<< Lo so. Non… non pensarmi, d’accordo? E’… meglio così >> disse, odiandosi.
Che parole inutili. Come avrebbe fatto a non pensarla? Come avrebbe fatto a dimenticarla? Dio… non poteva lasciarla.
La baciò di nuovo, lottando con la sua lingua senza sosta, cercando di goderla fino in fondo, e lasciandole un ricordo di sé. Sentì il suo odore ancora una volta, il tocco della sua pelle, così liscia e vellutata, e la sensazione che, da troppo tempo, riusciva a darle solo lei: l’amore.
Fu Hermione a staccarsi per prima, allontanandosi di un passo. I suoi occhi d’ambra erano pericolosamente luccicanti.
Draco se la sentì sfuggire dalle braccia, ma non fece nulla. Rimase a fissarla, guardandola incrociare le braccia al petto, come per difendersi.
<< Vai, adesso. Ti stanno aspettando >> disse con voce sorda.
Draco non seppe se darle ascolto. No, non aveva intenzione di lasciarla, non adesso che aveva capito.
<< Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno >> disse, trovando il coraggio da chissà dove, con il volto rosato.
Hermione parve stupita per un momento, e una lacrima sfuggì dal suo controllo, rigandole la guancia.
<< E’ stato un errore. Draco… >> mormorò, con voce spezzata.
Ma quando lui fece per farsi avanti, lei arretrò, tenendosi dolorosamente a distanza.
<< Vattene. Scordati di me >> disse gelida.
Draco si bloccò nell’atto di raggiungerla, con le labbra socchiuse. Voleva che se ne andasse, non voleva più rivederlo.
Restò a fissarla per alcuni istanti, prima di schiarirsi la gola.
<< Addio >> le disse, sapendo che in realtà non era così. Perché il suo cuore apparteneva a lei.
La guardò ancora un attimo, facendo del male a entrambi, prima di darle le spalle, con un immane sforzo di volontà.
E, con il cuore lacerato dal dolore, Draco girò su se stesso e sparì.
Hermione rimase immobile, solo per un momento, fissando il punto in cui era sparito.
Adesso le lacrime potevano uscire senza che lei le trattenesse. Adesso era libera. Libera di amare qualcun altro… ma non lui.




Hollina____ ciao! Bè, che dire… grazie 1000 per il sostegno! Spero che continuerai a leggere, ci tengo! Un bacione

Kimly____ Bè, come hai visto, il nostro Draco ce l’ha fatta a raggiungerla. Delusa? Bè, dammi un tuo parere se ti va! Bacioni!!

Grungiu____ allora mi sento onorata del fatto che tu stia seguendo questa storia ^_^ grazie per la recensione, bacioni

Meggyina____ uao, grazie per i complimenti! Sono lieta di trovare un’altra anti-Ginny come me, ormai non ci speravo più! Davvero è merito mio se ora tifi Dramione?? Che bello^_^  mi sento davvero realizzata! Bè la mia storia, come avrai visto, non è delle più adatte per sperare in un lieto fine… ma volevo solo dimostrare che anche loro, con qualche accorgimento e “strana” coincidenza, possono essere una coppia a tutti gli effetti. Un bacione!

pei_chan____oh dai… la morte di Silente non è stata molto tragica, no? Draco l’ho fatto anche voltare in modo che non vi sconvolgeste nell’immaginarvelo ^_^ ma era necessario, purtroppo (anche a me piace Silente) meglio prendersela con la Rowling, piuttosto ^_^ grazie per essere sempre presente, ci tengo ai tuoi pareri! Ciaooo

Prongsina____ uhm, sono passati quattro giorni… sei mica in un manicomio? Oddio spero che almeno là abbiano internet ^_^ Ho aggiornato! Spero di non averti delusa, un bacione! ^_^

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21



Epilogo - Diciannove anni dopo


Si fecero avanti, attraverso la nebbia che quella mattina inondava la stazione di King’s Cross dandole un’aria quasi spettrale, mentre Scorpius correva davanti a loro, una testa biondissima che attirava l’attenzione di tutti i passanti, Babbani e non.
<< Finirò a Serpeverde! Finirò a Serpeverde! >> esclamò felice, per la decima volta da quando si era svegliato.
Draco sorrise appena, nel vederlo così contento. Anche per lui era stato così, il suo primo giorno di scuola.
Astoria, accanto a lui, prese Scorpius per mano.
<< Mi raccomando, scrivici stasera. Vogliamo sapere tutto >> gli disse, e il bambino sorrise.
Poi scorsero un gruppo di persone, più avanti.
Draco si fermò, come fecero anche Astoria e Scorpius, interdetti. Erano familiari. Il suo sguardo percorse i loro volti, uno ad uno.
C’era Potter, e anche Weasley e sua sorella, e al centro… Hermione.
Un brivido gli percorse la schiena, gelandolo sul posto.
I loro sguardi si incrociarono per un istante, sguardi senza sentimento apparente. Ma dentro di sé Draco stava tremando.
Eccola, alla fine. Era la prima volta dopo diciannove anni, che la vedeva.
Era più bella che mai. I suoi capelli erano più lunghi e riccioluti, gli occhi caldi e penetranti come sempre.
Teneva per mano una bambina che dimostrava circa l’età di Scorpius, dai capelli castani con qualche sfumatura rossa. Quell’aria saputella era inequivocabile… come il librone che teneva tra le piccole braccia, quasi più grande di lei.
Erano pressoché identiche. Come l’altro bambino alla sinistra di Hermione, pieno di lentiggini… ma con gli occhi dorati.
Guardò Ron Weasley, che era a fianco di Hermione e fissava Draco con un cipiglio appena sprezzante… e capì.
Lo aveva sposato.

****************************************************************************************************************

Draco restò in attesa di una risposta, in ansia e un po’ spaventato. Dio…
<< E la Nata Babbana, allora? >> ringhiò Greyback all’improvviso, spingendo Hermione sotto la luce, che teneva lo sguardo ostinatamente fisso a terra.
Draco tenne silenziosamente il respiro, sgomento. No…
<< Un momento… sì… sì, era da Madama McClan con Potter! Ho visto la sua foto sul Profeta! Guarda, Draco, non è quella Granger? >>
Dopo che Narcissa ebbe formulato la domanda, Hermione alzò la testa.
I suoi occhi trafissero Draco, che provò il familiare brivido lungo la schiena che oramai associava soltanto a lei.
E lo sostenne. Si guardarono in silenzio per pochi istanti, dopo troppo tempo trascorso senza di lei. Senza Hermione che lo sosteneva, che gli stava vicino.
Lei lo aveva salvato, e lui adesso avrebbe salvato lei. Avrebbe pareggiato i conti.
I conti con quella ragazza meravigliosa, che, in qualche modo, gli aveva regalato un cuore. Che lo aveva reso umano.
I suoi occhi dorati erano diversi. Più cupi, più segnati. E più seri e spaventati che mai.
Ma era lui ad avere più paura adesso. Era lui, non lei.
<< Io… forse… sì >> rispose con un filo di voce.
Hermione sgranò appena gli occhi, con il cuore pesante come il piombo.
Draco.
L’esitazione della su risposta valeva più di mille parole. Aveva capito.
Lui non la odiava per quello che era successo. Non si era vendicato per averlo fatto soffrire, dandola in pasto ai Mangiamorte. Aveva difeso Harry, e in qualche modo… l’aveva fatto anche con lei.
Sentì gli occhi invadersi di lacrime, al pensiero di… significare ancora qualcosa, per lui. Ma non avrebbe dovuto pensarci. Draco era al di fuori della sua vita, adesso.
E lo vide voltarsi dopo aver risposto, quasi come avesse paura di scottarsi nel mantenere il contatto visivo ancora a lungo. Quasi come se lei gli facesse ancora male.
<< Ma allora quello è il ragazzo Weasley!- ruggì suo padre osservando Ron- Sono loro, gli amici di Potter… Draco, guardalo, non è il figlio di Arthur Weasley, com’è che si chiama… >>
Draco stavolta non si voltò. Non poteva più rischiare di incontrare i suoi occhi, che gli lasciavano un dolore bruciante all’altezza del petto.
<< Sì, può darsi >> disse in tono piatto.
Poi arrivò l’unica persona in grado di peggiorare la situazione: Bellatrix.
<< Cosa c’è? Cos’è successo, Cissy? >> disse brusca, e fu immediatamente informata della cattura di Potter e dei suoi amici.
Cercò di convocare Voldemort toccando il Marchio Nero, ma seguì solo un trambusto tra lei e Lucius riguardo a chi dovesse averne l’onore, finché sua zia non diede di matto requisendo una spada ai Ghermidori affermando che erano tutti in pericolo.
<< Richiudete i prigionieri nel sotterraneo mentre decido sul da farsi! >> strillò, stressata e diabolica.
Narcissa si ribellò.
<< Questa è casa mia, Bella, tu non dai ordini in casa… >>
<< Fai come ti dico!- urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, con la voce che rimbombava nella stanza- Non hai idea del pericolo in cui ci troviamo! >>
Sua madre esitò un momento, scrutando torva la sorella. Infine, parve arrendersi.
<< Porta questi prigionieri nel sotterraneo, Greyback >>.
Ma Bellatrix la interruppe di nuovo, con lo sguardo che vagava sui prigionieri.
<< Aspetta. Tutti tranne… tranne la Mezzosangue >>.
Il cuore di Draco salì in gola. Cazzo!
<< No! Prendete me, tenete me! >>
Era stato Weasley ad urlare. Draco lo guardò per un momento, sorpreso.
C’era uno strano luccichio negli occhi di Weasley, uno strano sentimento. Non sapeva bene di cosa si trattasse… ma era una cosa che non aveva mai visto prima.
La sua espressione era addolorata, precipitosa, terrorizzata, la sua voce pronta a… qualsiasi cosa. E Draco fu colpito da un dubbio atroce.
Possibile che… lui e la Mezzosangue…
Ma Bellatrix lo aveva schiaffeggiato, con aria folle.
<< Se muore durante l’interrogatorio, tu sarai il prossimo. Un traditore del proprio sangue viene subito dopo un Mezzosangue. Portali di sotto, Greyback, e controlla che siano ben chiusi, ma non fare altro… non ancora >>.
Draco restò immobile, congelato, mentre Hermione veniva separata dal resto dei prigionieri e trascinata per i capelli da Bellatrix in mezzo alla sala.
Draco rabbrividì di nuovo, guardando la scena chiedendosi se non dovesse cambiare stanza. Quei capelli… erano morbidi e lucenti, Draco riusciva ancora a sentire il loro tocco sul suo viso, memore di quando l’aveva baciata. Come osava Bellatrix trattarli così?
La lasciò, levando la bacchetta.
<< E adesso dimmi… come l’avete presa? >>
Stava indicando la spada di rubini, poggiata sul tavolo.
Hermione le diede appena un’occhiata, e a Draco sembrò che stesse deglutendo.
<< L’ abbiamo trovata >> rispose velocemente, e in un attimo, si ritrovò a terra urlante di dolore, con Bellatrix che le puntava la bacchetta addosso con furia.
Draco sgranò gli occhi, sgomento, mentre sua madre, accanto a lui, osservava la scena con aria imperscrutabile.
<< HERMIONE! HERMIONE! >>
Era Weasley, la voce che arrivava dalla segreta. Il trasporto che nutriva per lei, adesso, appariva molto più nitido.
<< Dimmi la verità, Sporca Mezzosangue! Dimmelo, dove l’avete presa? >>
<< L’abbiamo trovata, è la verità! >>
Ma non riuscì a completare la frase: Bellatrix la torturò di nuovo, facendola cadere ancora per terra.
Draco sentì la furia dentro di sé dipanarsi, ma sapeva di doverla soffocare. L’istinto di irrompere e salvarla si faceva sempre più accentuato, sempre più forte. Ma che speranze avrebbe avuto? Nessuna.
Sarebbe stato ucciso con lei, e tutta la sua famiglia. Ma stare lì a sentirla gridare era insopportabile… Dio, non ce la faceva più.
<< Dimmelo! Chi vi ha aiutato? >>
E la torturò di nuovo, senza aspettare la risposta.
Hermione…
Sentì la pelle d’oca inondargli il corpo, e gli occhi riempirsi di lacrime. Perché non la lasciava stare? Perché la faceva soffrire in quel modo?
<< HERMIONE! >> urlò di nuovo Weasley, a Draco avrebbe dato chissà che cosa per poterlo imitare. Per essere libero di farlo.
Invece fu costretto a mordersi la lingua, sentendo il sapore del sangue, dominando i suoi sentimenti, ancora una volta.

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Aveva già capito, ai quei tempi, che c’era qualcosa tra quei due. Non avrebbe saputo dire cosa… ma il vederlo lì di fianco a lei, in quel momento, gli faceva rodere le viscere di rabbia. Perché era lui che ci sarebbe voluto essere, lui che veramente lo aveva desiderato con tutto il cuore… se solo fosse stato più libero.

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<< Bene! Draco, raccoglile! Il Signore Oscuro sta arrivando, Harry Potter! La tua morte si avvicina! >>
Tremando incontrollabilmente, Draco raccolse tutte le bacchette, mentre Bellatrix stava parlando con Narcissa, quando all’improvviso Dobby apparve sul lampadario, facendolo cadere.
Successe tutto talmente in fretta che Draco non ebbe il tempo di realizzare. Seppe solo che il lampadario era crollato addosso a Hermione, lasciata lì da Bellatrix.
Rimase sconvolto, paralizzato. Si bloccò, accorgendosi a malapena che le schegge di vetro gli stavano graffiando la pelle nuda. Rimase senza parole, sentendosi sfuggire le bacchette di mano, prima di chinarsi.
Guardò Ron estrarre Hermione da quel cumulo di detriti, lo guardò cercare di salvarla, desiderando con tutto il cuore di poter essere al posto suo. Ma non poteva… non poteva…
Si sentì trascinare lontano dalla battaglia, sentendo le dita sottili di Narcissa sulla spalle; lui non ebbe la forza di ribellarsi.
Non aveva occhi per la battaglia. Non gliene importava niente. Non stava facendo minimamente caso a Dobby che urlava contro Bellatrix, o alle agghiaccianti urla di sua zia, o a Potter che si preparava per Smaterializzarsi: tutta la sua concentrazione era su Hermione.
Sul suo corpo immobile, che adesso Weasley stava tenendo contro di sé, dopo averla salvata. Draco strinse i pugni, infastidito. Era innamorato.
Sì, Weasley era innamorato. Come lo era Draco.
Ma lei non lo voleva. No, Hermione gli aveva detto addio.
Era tutto finito tra di loro, doveva lasciarla stare. E lasciarle amare… qualcun altro.
Ma vedere Weasley, in quel modo, che la fissava adorante, era un vero pugno nello stomaco. Un dolore fisico, che non aveva mai provato.
E lo vide stringerle la vita, aggrapparsi a lei, e poi sparire insieme a Potter.
Sarebbe sopravvissuta? Sarebbe guarita?
Era inutile che se lo domandava. Non avrebbe mai potuto saperlo.


****************************************************************************


Invece lo seppe, alla fine del suo settimo anno, quando Hermione entrò con Potter nella Stanza delle Necessità… scoprì che era sopravvissuta.
Ma non lo aveva guardato, non c’erano stati sguardi tra di loro. Era troppo preoccupata per la battaglia…
Ma erano cose superate. Adesso il Signore Oscuro non c’era più.
E, come lei aveva sposato Weasley, lui aveva sposato Astoria. Le cose erano andate così.
Fece un cenno di saluto, che nessuno di loro ricambiò, troppo occupati a fissarlo con avidità. Compresa lei.
E, con uno sforzo disumano, le voltò le spalle.
Lei era il passato. Non ci sarebbe più dovuta essere. Era solo un ricordo.
Uno dei ricordi più belli.
E si sentì in grado di pensarlo, finalmente, dopo dolorosi anni a ricordare i suoi occhi, e le sue labbra, e la sua preoccupazione per il suo piano. Dopo anni passati ad amarla come mai aveva fatto.
Addio, Hermione Granger.





E così siamo giunti alla fine anche di questa storia. E’ stato bello condividerla con voi, perché più che una fanfiction vera e propria, questa storia era stata una sorta di esperimento, e sono felicissima del fatto che abbia raccolto tanti assensi.

Debora93____ Grazie mille, sei gentilissima!

whateverhappened____ non ti scusare… anche se devo ammettere che risentirti mi ha fatto un piacere immenso! Grazie, un bacione!

Hollina____ i brividi? Uao, ma allora sono giunta a qualcosa ^_^ grazie per essere arrivata fin qui!

pei_chan____ già, era un po’ triste… forse troppo? Se dopo aver letto il capitolo sei caduta in depressione, me ne prenderò tutte le responsabilità ^_^ grazie 1000 per il sostegno, bacioni!

marcolp____ che bello risentirti! E che entusiasmo… sono felice che ti sia piaciuto! ^_^

Kimly____ uhm… è stato emozionante? Ora sono io che te lo chiedo! Bè spero di sì, anche se forse non sembra, nell’ultimo capitolo ci ho perso parecchio tempo. Baci!!

Grungiu____ già, finalmente, dopo 21 capitoli a cianciare, si baciano! Si organizzano festini, e magari qualche brindisi non ci starebbe male! Bè forse ho fatto passare troppo tempo… ma almeno vi ho fatti rimanere incollati fino alla fine, no? ^_^ Bacioni!

Meggyna____ ciao! Allora, per risponderti subito: Tom Felton lo odio. Per carità, è un bravo attore e nei film di Harry Potter davvero bello *_* ma è ossessionato dalla pesca, è l’opposto del carattere di Draco (non fa altro che dirlo, maledetto) e si sceglie ragazze davvero discutibili. Dai un’occhiata all’ultima e capirai ^_^ Ma ogni volta che lo vedo in qualche nuova foto vado in visibilio, proprio perché oramai associo Draco a lui. E’ un po’ difficile da spiegare… ma se c’è una cosa che credo, è che non ti possono piacere contemporaneamente Tom e Draco, proprio perché sono l’opposto. Quindi, viva Draco ^_^ e abbasso gli orsacchiotti teneroni (Tommino). Per quanto riguarda il tuo caso, bè, Harry e Daniel sono quasi uguali di carattere, lo ha detto lo stesso Radcliffe… quindi si potrebbe facilmente confonderli ^_^ anche se avere un ragazzo come Harry sarebbe un incubo: prima viene Voldemort, poi tu. Che strazio. Come avrà fatto Ginny ad aspettare 6 anni? Scusa, sto andando fuori argomento… che dire, grazie infinite per la recensione, spero di risentirti!


Vi ringrazio quindi uno ad uno per avermi seguita, commentata, preferita o anche soltanto, letta: Hollina, whateverhappened, ferao, pei_chan, Lily_Hime_x, gloria85, Himura, Kimly, Martuzza, marcolp, prischina, Tanny, Debora93, Grungiu, Nika_chan01, Prongsina, Axyna, e Meggyna, in più le 70 persone che mi hanno messa nei Preferiti (ma che non posso citare perché altrimenti mi ci vorrebbero altre due pagine ^_^). I vostri complimenti mi hanno davvero fatto sciogliere, grazie di cuore.
Tanto per farmi pubblicità (sapete che non aspetto altro), stasera tardi ricomincio a pubblicare… ah, non vedevo l’ora di dirlo! Dicevo… sarà un’altra Dramione (ovviamente… c’era da chiederlo?) e il titolo è Vampires_ “Incubus & Succubus” , forse avrete già indovinato tutto (come se fosse difficile) ma spero che vorrete darle un’occhiata, mi raccomando fatevi risentire! *scongiuri e preghiere* no dai, solo *lamenti e suppliche* o forse *richieste disperate* , fatto sta che mi farebbe piacere se mi diceste che ne pensate di questo chap, anche un commentino piccolo piccolo… tanto per darmi un parere, se vi va.
Ciao a tutti!

 

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