Come un batter d'ali

di su5000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** Dejà-vu ***
Capitolo 3: *** Una bionda in meno ***
Capitolo 4: *** Notte senza te ***
Capitolo 5: *** Sempre qui ***
Capitolo 6: *** Il volo della farfalla ***
Capitolo 7: *** Sempre insieme ***



Capitolo 1
*** Risveglio ***


Quando inizio a svegliarmi, le prime luci dell'alba stanno già entrando dalla finestra.
Lancio un'occhiata alla sveglia. Sono appena le sei e trenta. Sarebbe inutile rimettersi a dormire, perciò decido di alzarmi.
Infilo le ciabatte e mi dirigo verso la cucina con ancora indosso il pigiama.
Apro le finestre per arieggiare l'ambiente.
L'aria è un pò fresca e raggiunge le mie braccia scoperte a causa della t-shirt a maniche corte.
Una leggera foschia ricopre l'ambiente circostante, segno che l'estate sta finendo.
Prendo posto davanti ai fornelli e mi appresto a prepare la colazione.
Negli ultimi tempi ho avuto modo di migliorare le mie abilità culinarie.
Non me la cavo più tanto male.
Quando però alcuni strani rumori mi distraggono; piccoli passi veloci scalpitano sul parquet.
Eppure dietro di me non vedo nessuno.
Mi asciugo velocemente le mani e lascio per un momento i fornelli.
Mi affaccio al corridoio. Guardo a destra poi a sinistra. Niente.
Mi vengono in mente le storie di fantasmi che girano sul tempio Saionji.
Molto tempo fa, una bimba morì tra queste mura, portata via da una grave malattia.
E se il suo fantasma girovagasse ancora da queste parti?
Immersa nei miei pensieri intanto ho raggiunto la camera da letto dove Kanata sta ancora dormendo.
Quel poltrone! Anche se oggi è domenica non c'è bisogno di dormire così a lungo.
- Kanata, Kanata, svegliati - lo chiamo rimanendo sulla soglia.
Apre leggermente le palpebre, ma ancora è mezzo addormentato.
-La colazione è quasi pronta- incalzo, mentre lui comincia ad allungare braccia e gambe, gesto che fa di consueto prima di alzarsi.
Intenta a verificare che si svegli del tutto, nuovamente il rumore di piccoli passi si fa sentire alle mie spalle.
Mi giro di scatto richiamata da quello scalpitio. Anche stavolta niente.
Stacco le mani dalla porta lasciandola semi aperta e intuendo la direzione dei passi, mi dirigo verso la stanza dall'altra parte del bagno. Mi avvicino con l'orecchio alla porta sentendo un tonfo continuo e regolare.
TONF TONF TONF TONF
Apro la porta della camera...
TONF TONF TONF TONF
Non appena mi vede la sua risata risuona per tutta la stanza. Quella piccola bambina sta saltando su e giù sul futon. I suoi capelli, pochi e chiari, svolazzano leggermente e la sua vocina si fa sempre più divertita quando mi chiama:
-Mamma, mamma, viei mamma, viei!-
-Piccola monella cosa stai combinando?- la rimprovero con tono giocoso avvicinandomi a lei e appena l'afferro la faccio fermare a forza di solleticarla.
La sua risata si fa ancora più fragorosa.
-Che sta succedendo?- la voce arriva dalla soglia della camera, alla quale un Kanata sveglio da poco si è affacciato.
-Papà, papà- la piccola lo chiama contenta di vederlo.
-Buongiorno piccola Miu, che ci fai già in piedi?- e così dicendo, Kanata si avvicina a noi, abbraccia la bimba e mi da un leggero bacio sulla fronte.
Guardo teneramente mio marito e la mia piccola bimba, mentre casa Saionji, ormai sveglia, è pronta ad affrontare un'altra giornata.

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Capitolo 2
*** Dejà-vu ***


Il sole ormai è alto quando finiamo di fare colazione.
-Fuori, fuori, fuori- la piccola Miu saltella e grida, impaziente di andare a giocare.
-Va bene vai pure, ma non allontanarti dal cortile e soprattutto non ti avvicinare alle scale- la avverte suo padre prima di farla uscire.
Ho già iniziato a lavare le stoviglie, quando Kanata mi porta le ultime ciotole e mi aiuta asciugando i piatti che ho già lavato.
Mi viene da sorridere se penso che ci diamo una mano l'un l'altra sin da ragazzini, tra alti e bassi è vero, ma sempre pronti ad aiutarci.
Ora però accanto a me c'è un uomo, più alto e forte che a dicembre avrebbe compiuto venticinque anni.
Pensare a quanto tempo è passato mi fa venire in mente che, prima di dicembre, qualcun altro compirà tre anni.
-Senti, che ne pensi di organizzare la festa di compleanno della piccola Miu per domenica prossima? - a quella domanda, lo sguardo di Kanata è perplesso.
Il compleanno della nostra bimba questa volta cade di giovedì.
Da tempo cercavamo di individuare il giorno ideale per festeggiare e sa che se posso avere deciso, c'è un'unica spiegazione.
-Dico che va bene, ma quando avresti avuto intenzione di dirmi che vengono a trovarci i tuoi?- mi guarda di sottecchi e se potesse giurerei che mi fulminerebbe.
-Eh eh eh- lo guardo sorridendo - Mia madre mi ha mandato un messaggio ieri sera. L'ho saputo da poco anch'io.-
-Per stavolta ti credo, d'altra parte non ci si può aspettare altro dai tuoi genitori che una visita dell'ultimo secondo- commenta sarcastico.
In fondo so che però è contento. Nostra figlia adora i suoi nonni e sa che sarà contentissima nel vederli.
-Sai cosa faccio?- Kanata si blocca improvvisamente e mi guarda con gli occhi di una persona che ha appena avuto un'illuminazione -Contatterò mio padre e farò venire anche lui- e così dicendo mi sorride.
- La trovo una splendida idea- gli dico ricambiandogli un sorriso.
Ma quel momento idilliaco ha avuto vita breve, quando da fuori un urlo agghiacciante ci sopraggiunge.
Ci scambiamo una rapida occhiata, abbandoniamo il lavello e corriamo nel cortile dove dovrebbe trovarsi la nostra Miu.
-Momoka!!- è stato Kanata a dire quel nome.
Momoka deve essere venuta a trovarci. Capisco che il grido proveniva da lei, mentre la vedo stringere forte a se la piccola Miu nel tentativo di proteggerla da un buco nero che si è formato dinnanzi a loro.
-Kanata, quello è...è...- nella mia voce ormai si sente solo terrore e a mala pena riesco a pronunciare quelle parole.
- Temo proprio che sia una distorsione temporale!- è mio marito a terminare la frase.
Improvvisamente, Momoka con in braccio la mia bimba inizia ad essere trascinata dalla forza di quell'enorme distorsione.
Dinnanzi a questa scena mi torna in mente la mamma di Lou. Come un déjà-vu, penso al dolore che deve aver provato nel perdere il figlio e nel non rivederlo per tanto tempo. Quante volte avrà pensato di non poterlo più abbracciare? O di non poterlo più sentir ridere?
Sento il mio cuore scoppiarmi nel petto. I miei piedi iniziano a correre, svelti, e quando ormai le due piccole stanno per essere risucchiate, afferro un lembo della maglietta di Momoka e con tutte le mie forze la trattengo a me.
Riesco a prenderle un braccio , ma la forza del vortice è pazzesca.
Mentre sono intenta a tenere salda la stretta, sento due possenti braccia cingermi i fianchi.
Kanata mi tiene stretta e vedo la fatica che fa nel cercare di portarci tutte in salvo.
Teniamo duro senza mollare nemmeno per un attimo. Sembra quasi che stiamo per riuscire a mettere in salvo le due bimbe, quando la distorsione improvvisamente acquista potenza diventando più grande.
A questo punto più niente riesce a salvarci e gridando all'unisono veniamo tutti risucchiati all'interno del vortice, diretti chissà in quale dimensione, chissà da quale parte dell'universo.
 
          
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Un batter d'ali, uno strano rumore come quello di un batter d'ali. E' tutto ciò che sento prima del silenzio.

 

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Capitolo 3
*** Una bionda in meno ***


Cos'è questo rumore? Questo strano suono come un batter d'ali. Ecco cosa sento, prima di sentire nient'altro che...dolore.                                                

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Dolore. Una fitta tremenda lungo la schiena mi indica che sono atterrato su una superficie molto dura.
" Coraggio Kanata, devi essere forte" mi faccio coraggio per mettere il dolore da parte e apro gli occhi.
Per prima cosa cerco la mia famiglia.
-Momoka, Miu!- vedo le due bimbe poco distanti da me, atterrate in mezzo a dei cespugli.
-State bene?- chiedo preoccupato.
- Si signor Saionji, stiamo bene - Momoka mi risponde abbastanza tranquillamente, continuando a tenere stretta a se la piccola Miu, ma i loro sguardi mostrano spavento e timore. Sorrido dolcemente cercando di farle sentire al sicuro, mentre con una mano accarezzo la testolina bionda della mia piccola bambina.
Eppure quella non dovrebbe essere la sola chioma chiara nei dintorni. Manca una persona.
Una certa vena di panico mi scorre lungo il corpo quando mi rendo conto che di Miyu non c'è traccia.
Cerco di riprendere controllo della situazione. Aiuto Momoka a rialzarsi e continuo a lasciarle mia figlia in custodia; non voglio che la mia piccolina si accorga del terrore che provo in questo momento.
- Siamo in un parco ...- dice Momoka sbalordita.
Guardandomi intorno mi rendo conto che ha ragione. Il problema è in quale paese e in quale dimensione?
Dall’ambiente mi sembra che per lo meno siamo ancora sulla terra.
-Aspettatemi qui un momento- dico a Momoka in tono fermo mentre supero la recinzione di quel parco sconosciuto.
Ci troviamo in un quartiere abitato di periferia. Ci sono alcuni avvisi attaccati qua e la. Li leggo cercando qualche indizio.
Non trovando niente sbuffo quasi arrabbiato e mi giro per tornare da Momoka e Miu.
Ed ecco che in lontananza riconosco la torre televisiva del centro città…
-Tokio, ecco dove siamo- finalmente ho capito. Corro ad avvisare le piccole- Momoka, siamo a Tokio.-
-Per fortuna almeno non siamo tanto lontani da casa- sorride quella ragazzina rassicurata dal sapere dove si trovi.
-Ma dov’è la signora Myiu?- a quella domanda mi blocco.
Che cosa gli dico, se nemmeno io conosco la risposta? Di nuovo sento il panico salire non solo perché non so come rassicurare i due paia di occhioni che mi guardano speranzosi, ma anche perché ho bisogno di ritrovare alla svelta mia moglie.
Deglutisco mandando giù ogni timore e, mantenendo la calma ancora una volta, parlo alla dolce Momoka:- Allora Momoka, adesso dovrai essermi davvero di aiuto, perché Miyu non è caduta con noi, quindi dobbiamo cercarla insieme. Sono sicuro che è qui vicino- e così dicendo le sorrido.
Con grande forza d’animo la giovane Momoka si alza in piedi e tenendo in spalla la piccola Miu mi guarda e ,con tono fermo, mi dice: -D’accordo signor Kanata. Ritroviamo la nostra Miyu!!!

 

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Capitolo 4
*** Notte senza te ***


Girovaghiamo per la città. Non sono mai stato da queste parti e mi sento al quanto spaesato. Sono un buono a nulla.
Se ci fosse Baumiao saprebbe cosa fare, ma lui non è qui. Sono passati dieci anni da quando si prendeva cura di noi. 
Dopo la sua partenza, ho sempre cercato io di proteggere Miyu, senza dover fare granchè in realtà. A parte salvaguardarla dalla sua goffaggine non ci siamo mai trovati in una situazione del genere.
E ora…ora l’ho persa. Che idiota, che idiota che sono! Sento di non farcela a stare senza di lei.
Mi manca tutto se non la sento accanto a me.
Ma ormai il sole sta calando e vedo Momoka al quanto affaticata. Ha appena tredici anni e deve sentirsi anche lei parecchio male lontana da casa.
Mi faccio scappare un sospiro pensando a quanto sono stato egoista. Ho considerato solo i miei sentimenti.
-Dai, Momoka, lascia che la prenda un po’ io- allungo le braccia rivolgendomi alla piccola Miu che si è addormentata in spalla alla ragazzina.
Momoka mi allunga la bimba e, facendo attenzione a non svegliarla, la stringo a l mio petto cullandola lievemente.
Giungiamo in prossimità della stazione. Immagino che dovremmo prendere un treno e tornare al tempio. Magari Miyu è rimasta la.
Il buoi però è già calato. Non è consigliabile viaggiare a quest’ora. Individuo un piccolo motel li vicino e decido che l’unica soluzione è quella di fermarsi e riposare, almeno per stanotte.
Stremata, Momoka si addormenta abbracciando la dolce Miu. Mi scappa un sorriso ammirandole.
Per quanto mi riguarda, vorrei riuscire a riposare come loro. Invece sto qui, a guardare nel vuoto fuori dalla finestra.
Cos’è successo quando abbiamo attraversato il vortice? Perché noi siamo qui e Miyu no?
Improvvisamente, riconosco uno strano suono che ho udito in precedenza. Lo stesso suono che ho sentito prima di riaprire gli occhi e trovarmi qui. Un rumore come di un batter d’ali, ma niente farfalle, niente ali. Niente Miyu.
In un baleno è giorno. Ci fermiamo a far colazione in un caffè. Nessuno ha molta voglia di parlare. Se Miyu fosse qui non ci sarebbe questo silenzio.
Si sono fatte ormai le dieci. Paghiamo e usciamo. Ad un certo punto dall’altra parte della strada riconosco un viso noto.
Sto per lanciarmi: - Momoka, prendi Miu, per favore!- ricordandomi che tenevo in braccio la mia bimba, l’affido alle cure di Momoka e attraverso la strada di corsa.
Il cuore scoppia nel petto. Finalmente. Dopo una giornata le mie ricerche si stavano concludendo.
 

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Capitolo 5
*** Sempre qui ***


~~Corro a perdifiato. Quella donna è velocissima, agitata. Cerca qualcosa. Forse qualcuno.
-Signora Kouzuki, aspetti! Signora Kouzuki!- mentre la chiamo si blocca. Sbatte le palpebre ripetutamente mentre mi fissa con sguardo languido.
-AHAHAHAH! Scusa ragazzo non posso parlare! Devo trovare la mia Miyu.-
.-Aspetti, cosa….- ma è già corsa via
È incredibile quanta energia abbia quella donna. E come sembra sempre giovanile. Ora che ci penso mi è parsa più giovane del solito.
Ritorno da Momoka dove ora la piccola Miu sembra agitata.
-Faalla, faalla!!!-
-Signor Kanata, si sta agitando così da quando è corso via- Momoka mi avvisa allarmata.
-Che cosa c’è Miu, eh?- mi avvicino alla bimba appoggiandole una mano sul capo.
-Faalla, faalla-
-Piccola mia cerca di spiegarti meglio- sono addolorato nel non capirla.
Quando una farfallina colorata svolazza nell’aria in mezzo ai nostri volti.
-Faalla, Faalla!!
Eccolo. Ancora. Lo sento forte e chiaro il suono di un batter d’ali. Il batter d’ali di una farfalla.
Come un automa inseguo l’insetto. Attraverso mezza città, guidato dal fruscio soave, ma chiaramente percettibile del volo della farfalla.
Infine, giungiamo ad un grande parco.
-Ma come…- rimango impalato, sbalordito quando mi rendo conto che si tratta dello stesso parco dove siamo atterrati il giorno precedente.
Stavolta però non è vuoto.
Una piccola bambina bionda, con due buffi codini, sta parlando con un altro bambino di circa la stessa età, accanto a dei grossi tubi di ferro.
Improvvisamente, la piccola accarezza dolcemente il bimbo come per consolarlo. Una strana sensazione mi attraversa, come se…come se…
-Miyu, Miyu! Dove ti eri cacciata…- la signora Kouzuki afferra la bimba e, in lacrime, l’abbraccia mentre il bimbo se ne va, di soppiatto.
-Ora ricordo- le parole mi escono senza accorgermene, mentre la giovane signora Kouzuki porta via la figlia. Mi ero dimenticato di quell’episodio.
Vengo distratto dalla farfalla che, ancora senza sosta, vola di qua e di la e si dirige verso quei tubi ora senza più nessuno vici…no.
-Miyu.- i lunghi capelli biondi e quegli occhi verdi. Gli riconoscerei ovunque, anche se non sembrano i soliti occhi pieni di vita, piuttosto paiono occhi persi nel vuoto.
-MIYU!!!!!- finalmente l’ho trovata, anche se mi appare quasi trasparente. Non è totalmente presente.
Ora è tutto chiaro. Ecco perché non l’ho vista ieri, ecco perché non l’ho trovata da nessuna parte. Lei è sempre stata qui, come un fantasma che appartiene solo in parte a questo mondo.
-MIYU, MIYU GUARDAMI! MIYU TI PREGO, GUARDAMI!- nessun segno, solo uno sguardo spento. E quando provo a scuoterla, il mio volto si copre di terrore nel vedere che le mie mani le hanno attraversato il corpo, senza poterla toccare ne sfiorare.
 

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Capitolo 6
*** Il volo della farfalla ***


~~

Miyu, Miyu. Improvvisamente, l’idea di non poterla più toccare o abbracciare, attanaglia le mie viscere e stringe il mio cuore.
Perché, perché ti è successo questo? Come faccio a riportarti da me?
-Miyu, miyu, coraggio guardami!- niente, nessuna risposta.
-Signora Miyu..Signora Miyu sono Momoka. Mi guardi sono Momoka e lei è la sua Miu. LA PREGO, CI GUARDI!!!- le parole della ragazzina escono dopo essersi avvicinata a noi continuando a tenere in braccio la piccola, ma vengono strozzate da alcuni singhiozzi quando le lacrime iniziano a scenderle lungo le guance non appena si è resa conto che sì, quella donna è Miyu, ma solo una parte di lei.
D’un tratto, una folata di vento e una forza alle nostre spalle comincia a risucchiarci. Ancora una volta, si è aperta una distorsione temporale.
La sua potenza è tale che comincia a portar via Momoka e Miu. Afferro la ragazzina per un braccio cercando di tenerla e mantenere il contatto visivo su Miyu.
-Miyu, forza, Miyu. Se non ti svegli noi andremo e tu starai qui. Ti prego, ti prego ascoltami!!!!-
In un momento sento ancora il batter d’ali. La farfalla che prima mi ha mostrato la mia Miyu è di nuovo qui. Svolazza come se intorno a lei non stesse accadendo nulla, come se la forza del vortice non la coinvolgesse. Quando passa sotto il naso di Miyu.
Come attirata dall’insetto, il volto di Miyu comincia a muoversi. Lentamente si gira e i suoi occhi sono a diretto contatto con i miei. La farfalla continua a volarle vicino, come a guidarla.
Sento la fatica pervadermi. Il vortice acquista sempre più forza. Non reggerò ancora per molto e la presa su Momoka è sempre più lenta.
-Miyu. Amore mio…-le parole escono come un soffio, ma continuo a fissarla come per gustarmi gli ultimi secondi in cui la vedrò.
Ormai il vortice sta per risucchiarci. Qualcosa ancora accade. Gli occhi di Miyu cambiano. Riacquistano vigore e mi guardano pieni di vitalità.
Vedo che i suoi piedi iniziano a muoversi cerca di raggiungermi. Allungo la mano libera, sto per afferrarla, ma lei è ancora un’entità quasi inpercettibile. Le nostre mani si trapassano senza afferrarsi. Ormai è troppo tardi. Il vortice ci prende…
-MIYUUUUUUUU….- ma ormai stiamo abbandonando quella dimensione con i nostri ricordi, con il nostro passato…con la mia Miyu.


                                          …………………………………………………………………………………………………….

 

Socchiudo gli occhi. Stavolta sono atterrato di faccia. Mi guardo attorno. Siamo di nuovo al tempio.

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Capitolo 7
*** Sempre insieme ***


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È la farfalla che mi guida. Grazie a lei riesco a trovare gli occhi di mio marito, ancora una volta riesco a vedere lo sguardo profondo e dolce del mio Kanata. Kanata, è proprio lui! Non mi sento ancora parte di questo mondo, ma ora che ho ritrovato il mio amore non posso lasciarlo andare. Mi muovo, le nostre mani si sfiorano, ma non riescono a toccarsi. Poi, li vedo andar via, trascinati dal vortice della distorsione. Qualcosa, però, trascina anche me, ma non è la forza della distorsione. Passo a passo entro anch’io nel buco temporale….

                                                      ……………………………………………………………………………………..

Kanata è a terra, disteso in mezzo alla polvere dell’ingresso del tempio. Socchiude gli occhi e si tira svelto in piedi.
-Momoka, Miu- grida fiondandosi verso le bimbe, che sono cadute  anche loro sul viottolo di cemento duro che porta alla casa.
-State bene?- chiede prendendo la piccola Miu in braccio
-Credo di si..- afferma Momoka massaggiandosi leggermente la schiena.
-Ma la signora Miyu?- Momoka domanda con un filo di speranza.
Lo sguardo di Kanata si fa serio, stringe gli occhi abbracciando forte la piccola Miu. Sta per parlare, quando:
-EHI!!!EHI, VOI LAGGIU’!!! Qua sull’albero…- si girano tutti verso il suono della voce-..non è che mi tirereste giù, per favore? Il ramo dell’albero sul quale sono appoggiata non è molto comodo.-
Gli occhi di Kanata si gonfiano di lacrime e di felicità non appena mi intravede tra le fronde dell'albero, mentre io gli sorrido dolcemente.
-Aspetta prendo una scala- appoggia la nostra Miu a terra accanto a Momoka.
Prende una scala e l’appoggia al tronco del grosso albero.
Sale un gradino alla volta e arrivato in cima mi tende la mano, senza mai staccare gli occhi dai miei.
Sorridente, allungo la mia mano e con fervore afferro la sua.
-Sei sempre la solita imbranata, come hai fatto a finire quassù?!
-Kanata ti sembra il momento…-
-Non è colpa mia se sei svampita.-
-UFFA, KANATA!!!!-
-Dai forza che ti aiuto a scendere. Ah se non ci fossi io..-
Appena scesi dalla scala:
-Mamma, mamma!
-Oh mia dolce Miu, quanto mi sei mancata- e la stringo forte a me, come se non la volessi più abbandonare.
-Signora Miyu- Momoka mi guarda con le lacrime agli occhi.
-Ciao Momoka- le dico sorridendo.
-Signora Miyu!!- e così dicendo mi corre incontro e mi abbraccia scoppiando in un pianto fragoroso.
- Coraggio, entriamo in casa!- dice Kanata, mettendomi una mano sulla spalla.



Passiamo la serata tutti insieme e Kanata prepara la cena. Dopo aver cenato mettiamo la piccola Miu a letto e Momoka si congeda; sorridente, ma esausta va a casa.
-La luna è splendente stasera..- Kanata mi parla vedendomi assorta nei miei pensieri mentre guardo il cielo.
-Già-sospiro- che giornata vero?-
-Pensavo davvero che non ti avrei rivista-
-Oh Kanata-
-Per curiosità, cos'è successo realmente?-
-Non saprei spiegartelo, però mentre eravamo all'interno del vortice ho sentito il rumore di un batter d'ali e incuriosita ho aperto gli occhi per vedere da dove provenisse. In quel momento il mio corpo si è come bloccato liberando la mia anima che è finita insieme a voi nel passato. Mentre aspettavo, ogni sensazione, ogni sentimento erano svaniti. Non provavo nulla, solo una strana idea di vuoto. Poi si sono avvicinati due bambini. Mi sembrava di conoscerli. Sentivo quello che dicevano ma non riuscivo a vederli.- sospiro lievemente e sorrido malinconica -E infine siete arrivati voi, e anche se sentivo le vostre voci non potevo muovermi. Solo quando ho sentito la farfalla ho finalmente ripreso controllo dei miei movimenti. E dopo che il vortice vi ha risucchiati, io sono entrata li richiamata dal mio corpo, che ancora era fermo in una sorta di limbo tra una dimensione e l'altra.- ora sorrido, contenta alla fine di essere di nuovo intera.
-Sai, sono sempre stato convinto che a legarci fosse stato l’arrivo di Lou. Insomma, il tempo trascorso con lui e tutte le avventure che abbiamo passato insieme...
Guardo Kanata estraniata, ascoltando attentamente ogni sua parole.
-....ma oggi mi sono reso conto che io e te ci conosciamo da sempre.- così dicendo mi abbraccia.
-Allora eri davvero tu il bimbo che incontrai quando avevo all’incirca quattro anni?!-
-Già! Me ne ero completamente scordato, poi tra il terrore di non ritrovarti e la paura di perderti, rivedere quella scena mi ha fatto capire che senza te non sarei quello che sono. Ci siamo incontrati da bambini e ci siamo ritrovati a tredici anni. E dopo dieci anni insieme se è possibile ti amo più di prima, Miyu.
-Kanata…- ma non faccio in tempo a parlare che le sue labbra hanno chiuso le mie perdendosi in un bacio appassionato, aprendo le porte ad una notte d’amore. Solo noi due, sempre insieme.

 


 


                                                                                        FINE...di un'avventura

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