Come back to me

di flakes
(/viewuser.php?uid=649048)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo (1) ***
Capitolo 2: *** Prologo (2) ***
Capitolo 3: *** Were you thinking about her? ***
Capitolo 4: *** See you can make feel her better ***
Capitolo 5: *** I don't wanna see him! ***
Capitolo 6: *** You cannot give up ***
Capitolo 7: *** Do you really wanna let him go? ***
Capitolo 8: *** I couldn't stand to lose her ***
Capitolo 9: *** I was wrong, and I ask your forgiveness ***
Capitolo 10: *** Would you like to meet tomorrow? ***
Capitolo 11: *** Do you still play the piano? ***
Capitolo 12: *** I was wondering the same ***
Capitolo 13: *** Buddy! ***
Capitolo 14: *** I just needed one last dance ***
Capitolo 15: *** I love you ***



Capitolo 1
*** Prologo (1) ***


Prologo (parte 1)
 


Laura’s POV
 
Ed eccomi qui, a rimuginare sul passato mentre cerco di convincermi che non ho bisogno di lui.
Mi chiamo Laura Marano, ho vent’anni e sono un’attrice. La prima vera parte in questo campo l’ho ottenuta come protagonista in una serie Disney, Austin & Ally. Allora avevo solo 15 anni, e non avrei mai immaginato che su quel set avrei incontrato alcune tra le persone alle quali ora non potrei rinunciare. Dopo la fine delle riprese della quarta stagione la serie finì, così decisi di continuare con la recitazione, la mia vera passione, così come fece Raini.
Raini Rodriguez interpretava la mia migliore amica, Trish, e presto diventammo inseparabili anche nella realtà. Raini è bassa, in carne e coi capelli ricci e nerissimi. Probabilmente è la persona più dolce che abbia mai conosciuto, ma quando serve riesce ad essere anche alquanto tosta.
Ora abitiamo insieme da poco più di un anno in una casa a New York.
Tra gli altri c’era anche Calum Worthy, un ragazzo alto, magro, dai capelli rossi e pieno di lentiggini, che nella serie interpretava quel pazzo di Dez (non si può certo dire che nella realtà sia più serio; forse solo più intelligente). Be’, anche lui ha continuato la carriera di attore, tornando però a Victoria, in Canada, dov’era nato. Se non fosse per Raini che ha mantenuto un buon rapporto con lui, forse non l’avrei più rivisto. Certo, ci vediamo una volta ogni sei mesi, ma almeno ci vediamo.
Ma al di sopra di tutto questo c’era un’altra persona, Ross Lynch, il mio coprotagonista Austin.
Il nostro rapporto, in particolare, fu quasi identico a quello dei nostri personaggi. Ci conoscemmo come amici, e presto diventammo ottimi amici. D’altronde avevamo solo 15 anni, non poteva essere altrimenti. Ci divertivamo, scherzavamo, avevamo un bellissimo rapporto, che pensavo sarebbe durato per sempre.
Poi crescemmo. Stavamo per compiere 17 anni, e mi accorsi che i miei sentimenti stavano cambiando, mio malgrado. Ross era diventato più alto, più muscoloso, e molto più attraente: i suoi capelli biondi e spettinati, i suoi occhi color nocciola profondi e dolci. Mi accorsi di cominciare a vederlo sotto occhi diversi, in un modo che non avrei mai immaginato. Non ero innamorata di lui, ma sicuramente mi attraeva.
Poi, quando anche i nostri personaggi, Austin e Ally, si innamorarono l’uno dell’altra, mi resi conto di quanto le nostre storie si assomigliassero. Ogni volta che giravamo una scena romantica, sì, stavamo recitando, ma presto mi accorsi che nella mia mente quegli sguardi e quelle carezze non erano finti, o almeno non volevo che lo fossero.
Poco dopo ci fu il bacio. Il primo, vero bacio tra i nostri personaggi, e tra di noi. Incredibilmente, fu in quel momento che capii che per me lui era più che un amico, molto di più.
Ma non trovai mai il coraggio di dirglielo. I motivi erano diversi: la paura di rovinare la nostra amicizia, la paura che lui non provasse lo stesso per me.
Sì, durante le scene sembrava che provasse la stessa cosa, ma stavamo pur sempre recitando, e dato che non mi aveva mai trattata diversamente da un’amica, forse era solo nella mia testa.
Raini sapeva di tutto questo, e non perdeva occasione per farmi capire che era meglio buttarmi e dichiararmi a Ross. Ma io decisi di aspettare; aspettare che fosse lui a fare la prima mossa. Ma passarono mesi, e il nostro rapporto non superò mai la soglia dell’amicizia. Così io mi abituai a fingere che fossimo solo migliori amici, e alla fine perfino Raini capì che non valeva la pena continuare ad insistere.
Ovviamente continuammo a vederci anche dopo la fine delle riprese dell’ultima stagione, ma pian piano, non so come, ci allontanammo. La sua carriera era mossa più che altro dalla passione per il canto e la musica, mentre la mia dalla recitazione. Quando io e Raini affittammo una casa a New York, dove dovevamo girare un film, io e lui avevamo già smesso di vederci da un bel po’, complice anche il fatto che lui fosse partito per un tour in Sud America con la sua band.
Un giorno, passando davanti al negozio del giornalaio mentre tornavo a casa per riposarmi dopo una giornata di riprese, non poté che saltarmi all’occhio una di quelle riviste di gossip con il viso di Ross stampato sulla copertina. Non fu però questo a colpirmi, ormai era diventato famoso. Quello che mi sorprese fu la persona che era con lui in copertina: Maia Mitchell, una giovane attrice che aveva girato insieme a Ross il loro primo film. Maia era una ragazza australiana, molto bella e matura, e non posso fingere di non aver mai provato un po’ di invidia per la sua bellezza; quei capelli castani e mossi, quegli occhi grandi e marroni e quelle labbra perfette.
L’annuncio sulla copertina del giornale parlava chiaro: a quanto pare dopo essere usciti insieme per alcune settimane, Ross e Maia hanno ufficialmente confermato di stare insieme.
All’inizio cercai di convincermi che non mi importava, ma dopo qualche minuto cominciai a correre per le strade di New York per raggiungere il mio appartamento. Non volevo tutta quella gente intorno, avevo bisogno di stare da sola e pensare. Mi chiusi in camera mia e, senza neanche accorgermene, le lacrime cominciarono a rigarmi il viso. Menomale che Raini quel giorno era rimasta un po’ di più sul set, perché in quel momento avevo bisogno del mio momento di solitudine.
Non riuscivo a capire perché mi sentissi così male. Pensavo di essermi abituata a non avere vicino Ross, anche quando ero ancora a Los Angeles. In certi momenti riuscivo perfino a convincermi che lui non mi piacesse più.
Di sicuro non ero arrabbiata con lui. Se gli piaceva Maia, non ero certo io ad impedirgli di stare insieme a lei. E non ero arrabbiata neanche con la ragazza: la conoscevo, ed eravamo buone amiche. Ma lei non sapeva di ciò che provavo per Ross, perciò perché avrebbe dovuto farsi tanti problemi nel mettersi con lui?
No, la verità è che ero arrabbiata con me stessa. Ero arrabbiata per non avergli detto ciò che provavo fin dall’inizio, per aver aspettato qualcosa che non sarebbe mai arrivato. E l’ho fatto solo per proteggere la nostra amicizia, che alla fine è andata in fumo ugualmente.
Decisi che non avrei mai più rivisto quel ragazzo. Non avrei più parlato con lui, avrei ignorato ogni cosa che parlava di lui: giornali, programmi tv, radio. Volevo dimenticarlo, così da smettere di soffrire.
Mi asciugai le lacrime e, non appena arrivò Raini, le dissi che saremmo rimaste a New York, in quella casa, più lontane possibile dal ragazzo che amavo.
 
 
Spazio Autrice:
Probabilmente qualcuno di voi mi conosce già perché ho letto e recensito qualcuna delle vostre storie, ma vi saluto comunque. Be’, questa è la mia prima storia, ci ho provato. Spero vivamente che possa piacere qualcuno. Se è così, o anche se avete qualche critica o consiglio, lasciate una recensioncina per farmi sapere cosa ne pensate ;-)
Grazie in anticipo a tutti quelli che recensiranno o leggeranno e basta <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Prologo (2) ***


Prologo (parte 2)
 



Ross’s POV
 
Sono proprio io, Ross Lynch, il cantante degli R5. Ho vent’anni, e io e i miei fratelli abbiamo pubblicato tre album negli ultimi tre anni. Il quarto è quasi pronto, e ora sono nello studio di registrazione con la mia band e il nostro manager per discutere sulle ultime date del tour da fissare.
Ormai è tardi e, mentre gli altri se ne vanno, decido di rimanere ancora un po’ in quello studio.
Quello sarebbe stato il nostro secondo tour mondiale, dopo quello del 2014-2015. Tutto questo mi ricordava il periodo in cui mi allontanai definitivamente dalla mia migliore amica, Laura Marano. Ci eravamo incontrati sul set della serie che aveva reso entrambi famosi, Austin & Ally.
Fin da quando conobbi Laura capii che era perfetta. Era piccola e minuta, ma non per questo meno attraente fisicamente, e aveva il sorriso più dolce della Terra. E poi la sua voce era bellissima, una delle più meravigliose che avessi mai sentito. Non capirò mai perché dopo la serie avesse deciso di abbandonare la musica.
Ricordavo il mio desiderio sempre maggiore di starle vicino e di stringerla, come per proteggerla. Ma ero sicuro di essere solo un amico per lei, e questo mi andava più che bene, non volevo certo mettermi con lei. Il nostro rapporto era fantastico anche così, e non c’era motivo di cambiarlo.
Ma dopo l’ultima parte del tour cambiò tutto. Rimasi fuori da Los Angeles e dagli Stati Uniti per più di sei mesi, e durante quell’arco di tempo lei andò a New York temporaneamente per girare un film con Raini.
Tornai a Los Angeles, e dopo poche settimane ricominciai a girare Teen Beach Movie 3, con Maia Mitchell, una mia grande amica, che avevo conosciuto durante le riprese del primo film, qualche anno prima. Dopo qualche settimana, lei cominciò a provare interesse per me, e ovviamente non potevo non far caso alle avance di una ragazza così sexy. Cominciammo ad uscire insieme, e poco dopo ci fidanzammo.
In quel periodo cercai anche di chiamare Laura, ma non rispondeva mai. Le lasciavo messaggi in segreteria, sul cellulare, ma mai nessuna risposta o chiamata da parte sua.
Alla fine dell’estate sarebbe dovuta tornare in città, ma venni poco dopo a sapere da Calum, uno dei miei amici più stretti, che lei sarebbe rimasta a vivere là con Raini. Avevo intuito che non voleva vedermi, ma non capivo il motivo di un comportamento così ostile da parte sua da un momento all’altro. Alla fine dovetti rassegnarmi e smettere di cercarla.
Intanto l’inizio della storia tra me e Maia era fantastico, ma più tempo passavo con lei, più capivo che non era lei la persona che volevo. Ma chi volevo prendere in giro? Non lo era mai stata. Forse mi ero messo con lei solo per cercare di non pensare a Laura, ma ciò causò solo l’effetto contrario. Anche se non provava lo stesso per me, non potevo rinunciare a quel sorriso. Maia lo capì, e mi disse che dovevamo prenderci una pausa. Non potevo essere più d’accordo. Alla stampa e ai fan dicemmo che la differenza d’età aveva giocato a nostro sfavore, e solo noi due sapevamo che non era la verità. La decisione di lasciarsi era stata unanime, perciò continuammo ad essere amici.
Però il fatto di aver lasciato Maia non risolveva il problema che Laura mi ignorasse. Normalmente non mi sarei fatto scrupoli ad andare a New York e cercarla, ma in quel momento avevo davvero troppi progetti in corso, e non volevo deludere i miei fratelli. Alla fine passò più di un anno, ed io e Laura non ci sentimmo più.
Ad oggi, nonostante il lungo periodo di lontananza, continuavo a pensare a lei, e non potevo non chiedermi se anche lei continuava a pensarmi. Probabilmente no, dato che non mi aveva mai cercato.
 
 
Spazio Autrice:
Ecco, sono finalmente riuscita ad aggiornare! Pensavo di riuscirci prima, ma ho davvero molti impegni...
Comunque, ecco la seconda parte del prologo. Volevo far raccontare questa parte della storia anche da Ross, così mi è uscito questo capitolo un po’ cortino, ma la vera e propria storia inizia nel prossimo ;-)
 
Ovviamente voglio ringraziare tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente, cioè:
- Sara_Damon_Milan
- sofia_2000
- ross_lynch_love
- StayStrunz
- rauraforever_08
- rauraloveauslly
- emmina2000
Nonché ad Aoi Bara e ILoveCullen che seguono la mia storia.
Grazie a tutti <3 Bacioni :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Were you thinking about her? ***


Were you thinking about her?
 



Ross’s POV
 
Rimasi da solo nello studio per pensare a me, a lei, a noi, e a come potevamo esserci allontanati.
Ormai le prime date del tour erano fissate, e prima di tornare in Europa avremmo fatto qualche tappa sull’East Coast. Ovviamente non ne mancava una a New York. Non posso mentire: ho insistito io per passare da quella città, sperando che Laura accettasse di vedermi. Non appena la data fu definitivamente fissata, poco più di una settimana prima, mandai un messaggio a Laura dicendole che prima del tour vero e proprio io e gli R5 saremo passati dalla sua città. Se avesse voluto rivedermi, avrebbe solo dovuto rispondere a quel messaggio.
Non sapevo neanche perché ci speravo. Erano due anni che non mi cagava, perché avrebbe dovuto farlo ora? E chi mi diceva che non avesse addirittura cambiato numero, forse solo per non ricevere più le mie chiamate?
Nonostante tutti i pensieri negativi che affollavano la mia mente, non perdevo d’occhio il cellulare da quando le avevo mandato quel messaggio, anche se ormai sapevo che non mi avrebbe più risposto.
Decisi di approfittare della solitudine. Presi la mia chitarra, entrai in cabina e mi sedetti sullo sgabello davanti al microfono. Chiusi gli occhi e cominciai a strimpellare gli accordi di If I Can’t Be with You, la prima canzone che scrissi pensando a Laura. Ne seguirono molte altre, ma questa era senza dubbio la mia preferita.
Mi lasciai trasportare da quella melodia e incominciai a cantare.
 
I don’t wanna be famous
I don’t wanna if I can’t be with you.
Everything I eat is tasteless
Everything I see don’t compare to you
Paris, Monaco and Vegas
I’d rather stay with you if I had to choose
Baby, you’re the greatest
And I got everything to lose
 
And I just wanna be with you
And I can’t ever get enough.
Baby, give it all up, up
I’d give it all up
If I can’t be with you.
All of this stuff sucks
Yeah, all of this sucks
If I can’t be with you
And
No Oscar, no Grammy
No mansion in Miami
The sun don’t shine,
The sky ain’t blue
If I can’t be with you
 
Non feci in tempo a riaprire gli occhi che sentii un battito di mani da fuori la sala. Mio fratello Riker mi stava guardando e applaudiva. Dalla sorpresa caddi dallo sgabello, poi mi alzai facendo finta di niente. Intanto mio fratello aveva smesso di battere le mani e stava entrando nella cabina.
“Stavi pensando a lei?” mi chiese.
Non ne avevo parlato molto con i miei fratelli, ma loro sapevano, o comunque avevano intuito, che io provavo qualcosa di più di un semplice sentimento di amicizia per Laura. Riker in particolare, il mio fratello più grande, aveva un rapporto speciale con me. In pratica io sapevo tutto di lui e lui sapeva tutto di me. Siamo stati molto uniti fin da quando eravamo bambini, ma certe volte questa cosa mi scocciava. A questo punto non potevo far finta di niente.
“Si vede così tanto?” rimandai.
Sorrise. “Non volevi darlo a vedere, ma io e Rydel abbiamo capito subito che insistevi su New York per vedere Laura.” Quindi lo sapeva anche mia sorella. Gli altri probabilmente non se n’erano accorti perché erano troppo presi a scherzare tra di loro, ma Rydel e Riker erano troppo intelligenti per cascarci. “Perché avete smesso di vedervi?”
Mi resi conto di non sapere la risposta. “E’ questo il punto, non lo so.” confessai. “Quando siamo tornati dal tour, un anno fa, Laura ha smesso di cercarmi e di rispondermi. Dopo qualche mese ho lasciato perdere perché non ne valeva la pena.”
“Sì, lo so, ma non ne riesco a capire il motivo.” Di rimando, mi limitai a scuotere la testa.
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, mentre io rimettevo a posto la mia chitarra e mio fratello prendeva la bottiglia d’acqua per la quale era tornato indietro.
“Ok, senti, non ne voglio più parlare. Se deciderà di vedermi, tanto meglio, altrimenti me ne farò una ragione e andrò avanti.” tagliai corto infine, anche se a questo punto non ero sicuro di riuscire ad andare avanti.
Riker mi mise un braccio intorno alle spalle e ce ne tornammo a casa. 


Spazio Autrice:
Ciao a tutti! Ecco il primo, vero capitolo della mia ff. Spero vivamente che vi piaccia ^_^
Ringrazio di nuovo tutti quelli che hanno recensito i capitoli scorsi e che seguono la mia storia. Molte grazie a tutti <3
Continuo al più presto, baci :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** See you can make feel her better ***


See you can make feel her better
 



Laura’s POV
 
Raini ormai sapeva che avevo intenzione di dimenticare Ross. Ma se in un anni non ci ero riuscita, forse era un obbiettivo senza traguardo. La mia migliore amica sapeva del messaggio di una settimana prima, e sapeva che non avevo la minima intenzione di rispondergli.
“Andiamo, Laura.” disse di punto in bianco, mentre eravamo sul divano a guardare un film. “Non lo vedi da anni, è ovvio che ti manca.”
“Non l’ho ignorato per più di un anno senza motivo. Non ha alcun senso richiamarlo ora. Ormai le nostre strade si sono divise e non ho intenzione di farle incrociare di nuovo.” dissi ferma.
“Laura, lui ti manca. Hai provato a dimenticarlo, ma evidentemente non ci sei riuscita. E a quanto pare neanche lui, ammesso che ci abbia mai provato.”
Sbuffai. “Ah, non ci doveva neanche provare. Non hai visto con quanta velocità mi ha rimpiazzata con Maia? Per lui non sono importante quanto lui lo è per me, non lo sono mai stata.”
“E allora perché vuole vederti?”
“Non lo so, per una rimpatriata? Non certo per chiedermi di sposarlo.”
“Quindi che c’è di male? Lo rivediamo entrambe per una sera prima che parta per un tour per altri quattro mesi. A me non dispiacerebbe.”
Feci finta di pensarci su, ma ormai avevo deciso che Ross non doveva far parte della mia vita. “Raini, no. Non voglio farlo, e non insistere. E’ la mia vita, non la tua.” Detto questo mi alzai e andai a farmi una doccia, non lasciando neanche alla mia migliore amica il tempo di ribattere a ciò che avevo appena detto.
Avevo bisogno di pensare.
 
 
Ross’s POV
 
Il giorno dopo, stranamente, non ebbi niente di meglio da fare che starmene seduto nella mia camera a fissare il mio cellulare. Menomale che Ryland, il mio fratello minore, col quale dividevo la camera, era uscito con Savannah, la sua fidanzata, altrimenti si sarebbe insospettito vedendomi così attaccato al cellulare. Ogni volta che arrivava un messaggio o una chiamata e vedevo che non era Laura, rimanevo immancabilmente deluso. Nonostante tutto, dentro di me non volevo smettere di sperare in una sua chiamata.
Passai la giornata così. Arrivò l’ora di cena, e la tavola era come sempre occupata dai miei genitori, i miei tre fratelli, mia sorella, l’immancabile Ratliff, e, in via del tutto eccezionale, anche Savannah. Avevo lasciato il cellulare sul comodino in salotto, alzando la suoneria.  Mentre mangiavo, il mio cellulare cominciò a squillare, e a malavoglia mi alzai per controllare chi fosse.
Che posso dire, appena vidi il nome sul display del telefono rimasi a bocca aperta.
Non ci potevo credere. Laura mi stava veramente richiamando, dopo così tanto tempo? Indugiai qualche momento prima di rispondere, accorgendomi che non parlavo con lei da molto, e che sarebbe stato difficile trovare le parole giuste. Alla fine cliccai il tasto e risposi. “Laura?” chiesi con indugio, ma con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
“No, Raini.” mi rispose dall’altro lato la sua migliore amica. Certo, era troppo bello per essere vero. Non potevo dire di esserne felice, ma era comunque bello ascoltare la voce di un’amica dopo tanto.
“Ah, Raini.” dissi cercando di mostrare entusiasmo. “Come mai stai usando il cellulare di Laura?”
“Anch’io sono felice di sentirti.” ironizzò; già, forse non ero stato il massimo della galanteria. Continuò a parlare. “So del messaggio che le hai mandato, e so che lei non vuole vederti.”
Non dissi niente.
“Quindi ho deciso di chiamarti io.” continuò. “Perché so che, anche se lo nega, vederti le farebbe bene.”
“Ok, e che cosa hai in mente?” chiesi, forse con un po’ troppo entusiasmo.
“Dovresti arrivare qui un giorno prima, così potresti venire a cena da noi. A Laura non diremo niente.”
Continuò con altri dettagli su come si sarebbe svolta la serata. Accennò al fatto che avrebbe invitato anche Calum, e si dilungò fin troppo sul fatto che non avrei dovuto accennare niente a Laura di tutto ciò, come se lei si disturbasse a leggere ciò che le scrivevo.
Non chiesi niente sulla faccenda di Laura che non voleva vedermi, perché avrei chiarito tutto una volta arrivato a casa loro.
Raini aveva avuto un’idea fantastica.
 
 
Spazio Autrice:
Ciao a tutti! Vorrei cominciare con il dire che non sono troppo soddisfatta di questo capitolo... mi accorgo che forse non è il massimo, ma c’erano alcune cose che non riuscivo a rendere bene. Spero almeno che sia leggibile J
E anche riguardo la lunghezza non è proprio il massimo... ma non vi preoccupate, il prossimo sarà più lungo.
Ringrazio come sempre tutti quelli che recensiscono e seguono la mia storia. Spero che questo capitolo non vi deluderà troppo...
Bacioni :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I don't wanna see him! ***


I don’t wanna see him!
 



Laura’s POV
 
Erano passati quattro giorni, e Raini aveva escluso dalle conversazioni l’argomento ‘Ross’, per mia fortuna. Ultimamente questa storia mi stava stressando, e proprio per questo non vedevo l’ora di finire il film, per potermi riposare un po’. Ero rimasta sul set per girare le ultime scene, mentre Raini aveva preso un permesso per tornare a casa prima. Non aveva voluto saperne di dirmi il motivo, ma d’altronde mi nascondeva qualcosa un giorno sì e l’altro pure, perciò non le diedi molto peso.
E poi mi stavo concentrando al massimo sul film. Mancava ancora qualche settimana di lavoro, poi il mio compito di attrice sarebbe finito. Volevo che succedesse al più presto per allontanarmi per due o tre mesi da set e stampa. Ero un po’ stressata in quel periodo.
Sulla via di casa passai per Times Square in taxi, e ricordo che buona parte degli schermi annunciavano l’imminente concerto degli R5, tra due giorni.
Ok, avrei dovuto sopportare quei prossimi giorni, poi per un po’ non avrei più sentito parlare di Ross e della sua band; almeno non così tanto.
Il tassista si fermò davanti a casa mia. Gli diedi la mancia e scesi. Non appena m’incamminai per il vialetto, notai la presenza di una macchina che non conoscevo. Né io né Raini avevamo la patente, perciò doveva esserci un ospite. Ecco cosa voleva nascondermi.
Le opzioni solitamente erano due. O si era trovata un nuovo ragazzo oppure aveva chiamato Calum a cena. Puntavo sulla seconda, dato che ero convinta che quella macchina fosse la sua.
Non riuscii ad appoggiare il dito al campanello che si spalancò la porta e un paio di braccia mi presero per la vita.
“Laura!” esclamò Calum, mentre mi prendeva in braccio e mi faceva girare.
“Sono felice di vederti!” lo salutai abbracciandolo, non appena mi lasciò andare. Mi accorsi che non lo vedevo da molto tempo e che lui mi ricordava i vecchi tempi, quelli sul set di A&A. Infatti, nonostante avesse quattro anni in più di me, è sempre stato così infantile e simpatico che non potevo non dire che vederlo mi rendeva felicissima.
Entrammo in casa. Raini doveva essere in cucina, forse non mi aveva sentita arrivare. “Allora, come va?” chiesi d’obbligo a Calum mentre mi avviavo nell’altra stanza. Ma non riuscii a capire la sua risposta, perché non appena girai l’angolo oltre la porta sbattei contro qualcuno.
Il mio primo pensiero fu che si trattasse di Raini, ma capii subito che era troppo alta e robusta per essere lei.
Alzai lo sguardo e incontrai quegli inconfondibili occhi nocciola, incorniciati da una chioma di capelli biondi.
Ross mi stava fissando, sorpreso almeno quanto me.
 
 
Ross’s POV
 
Un attimo prima parlavo con Raini, un attimo dopo Laura aveva sbattuto contro la mia schiena. Probabilmente Calum l’aveva vista arrivare e lei non aveva avuto bisogno di suonare il campanello.
“Laura.” sussurrai, incerto su cosa dire dopo tanto tempo. Avevo desiderato talmente tanto rivederla, e ora non sapevo che fare, da quale domanda cominciare, tra tutte quelle che avevo in testa.
Lei era ancora più bella di come la ricordavo. Anche senza trucco i suoi occhi sarebbero stati grandi e profondi come una volta, di quel marrone scuro che ti faceva perdere ogni volta che li guardavi. Ora aveva i capelli lisci, e non mancavano le punte color caramello che teneva dall’età di 16 anni..
“Ross.” sussurrò a sua volta fissandomi. Sentirle pronunciare il mio nome dopo tanto tempo era quasi strano.
Rimanemmo a fissarci per qualche secondo, i nostri visi erano vicinissimi. All’improvviso sentii Calum schiarirsi la voce, dietro a Laura, e mi ricordai che non eravamo soli. Laura si allontanò da me di poco e abbassò lo sguardo.
Io non sapevo che fare. Dovevo abbracciarla, chiederle spiegazioni o cos’altro?
“Che ci fai qui?” mi chiese senza alzare lo sguardo.
“L’ho chiamato io.” intervenne Raini, probabilmente dopo essersi accorta che ero in difficoltà.
Laura alzò lo sguardo verso l’amica. “E perché l’avresti fatto? Ti avevo detto più di una volta che non lo volevo rivedere!” sbottò.
A questo punto l’imbarazzo fece spazio alla rabbia. “Aspetta, che vuol dire ‘non lo volevo rivedere’?” domandai cercando di mantenere la calma. Non potevo credere che dopo tanto tempo non fosse nemmeno un po’ felice di vedermi.
Dopo avermi lanciato una frecciata, Laura uscì velocemente dalla stanza, con Raini al seguito che cercava di convincerla a parlarmi. Io e Calum le sentivamo discutere dal corridoio del piano di sopra. Rimanemmo a fissarci, totalmente sconcertati da quello che stava succedendo.
“Amico.” iniziò lui. “Che le hai fatto?”
Scossi la testa, ormai non sapevo più cosa pensare. Raini ci raggiunse. “Scusa, Ross, si è chiusa in camera. Non ne vuole sapere di vederti.”
“Non devi scusarti. Le voglio parlare io.” le risposi avviandomi per le scale, mentre sentivo Raini spiegare a Calum la faccenda. Al piano di sopra c’erano tre stanze, una probabilmente per gli ospiti.
“Laura?” chiamai.
“Vattene, per favore.” sentii Laura, e mi avvicinai alla porta dalla quale proveniva la sua voce.
“Laura, ti prego. Dimmi almeno perché mi tratti in questo modo, cosa ti ho fatto?”
Appoggiai un orecchio sulla porta e sentii che la sua voce era vicina. “Ross, non è colpa tua. Ma ti prego di non chiedermi niente e di andartene.”
“Ma che significa? Ci rivediamo dopo tanto tempo e tutto quello che fai è cacciarmi?” Non sentii nessuna risposta. “Laura?”
Sentivo dentro di me un misto di dispiacere e rabbia. Scesi le scale, salutai Raini e Calum e mi rassegnai all’idea che probabilmente non avrei più rivisto Laura.
 
 
Spazio Autrice:
Salve a tutti ed ecco a voi il terzo capitolo! Finalmente Ross e Laura si sono incontrati, anche se non è andata come sperato...
Per il quarto vorrei arrivare almeno a 6 recensioni per questo; grazie in anticipo se recensirete ;-)
Come sempre ringrazio chi ha recensito i capitoli precedenti e chi segue la mia storia, grazie grazie grazie! :-)
Allora spero che il capitolo vi piaccia. Baci :-*

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** You cannot give up ***


You cannot give up
 



Laura’s POV
 
Avrei voluto dire qualcosa, ma le lacrime avevano già cominciato a scendere dai miei occhi. Sapevo che se avessi detto qualcosa la mia voce sarebbe stata rotta dai singhiozzi, e non volevo far capire a Ross quanto soffrivo.
Ma ora ero combattuta. Ovviamente Ross voleva mettere a posto le cose, ritornare al rapporto stupendo che avevamo prima, ma a questo punto avrei mandato all’aria tutti gli ultimi mesi passati a dimenticarlo. Ma non c’ero mai riuscita, forse tornare ad essere amici era la cosa migliore per me. Sarei stata più felice, e sicuramente dimenticarlo non era ciò che volevo.
Era cambiato così tanto. Vent’anni e lineamenti quasi infantili, occhi nocciola, che alla luce del sole diventavano verde scuro. E per quanto ci avessi potuto provare, non avrei mai dimenticato il modo in cui arricciava il naso quando rideva.
Ma ormai se n’era andato, e probabilmente ora era lui quello che non avrebbe più voluto rivedermi.
E vogliamo parlare di Raini? Non poteva decidere per la mia vita, anche se pensava fosse la cosa migliore per me. Tuttavia in questo momento ci mancava solo che litigassi con lei. Anzi, mi serviva qualcuno con cui parlare, ero rimasta sola in camera ormai per troppo tempo. Per fortuna poco dopo dall’altra parte della porta la sentii chiamarmi e chiedermi se ero arrabbiata con lei. Con gli occhi ancora lucidi, spalancai la porta e l’abbracciai. Lei non disse niente, si limitò a confortarmi ricambiando l’abbraccio.
Eravamo amiche da molto tempo, perciò sapeva che nei momenti di crisi avevo soltanto bisogno di sapere che avevo qualcuno accanto. Andammo a sederci sul mio letto e la mia amica mi chiese cos’era successo. Per la prima volta le raccontai nel dettaglio ciò che era successo dopo il tour degli R5.
“Laura, io non voglio insistere, ma credo non abbia comunque senso continuare ad ignorarlo, anche dopo che ha dimostrato di voler riaggiustare le cose con te.” disse dopo che ebbi finito di raccontare.
“Lo so, ci ho pensato anch’io ma... forse non voglio cedere perché vederlo con Maia mi farebbe soffrire.” confessai.
“Cosa?” esclamò Raini. “Quindi tu pensi che lui stia ancora con Maia?” Il mio sguardo si fece interrogativo, così lei sorrise. “Laura, loro non stanno più insieme già da mesi. Se non avessi evitato in qualsiasi modo le notizie riguardanti Ross lo sapresti.”
Oh, Ross non stava più con Maia. Be’, è chiaro, Raini non me l’aveva detto perché trovava scontato il fatto che lo sapessi. Ora mi sentivo leggermente stupida. Forse, se l’avessi saputo... ma no, le cose non sarebbero cambiate. Non poteva averla lasciata perché continuava a pensare a me, ammesso che l’avesse mai fatto.
“Ok, e perché si sono lasciati?” chiesi a Raini dopo aver elaborato la notizia per qualche secondo.
“Be’, la versione ufficiale è che ‘la differenza d’età ha giocato a loro sfavore’, ma io sono quasi sicura che ci sia qualcos’altro sotto.” Il suo sguardo mi fece capire a cosa si riferiva.
Non potei fare a meno di sorridere.
“Raini, sai benissimo che non è così.” dissi abbassando lo sguardo e tornando seria.
“Perché no?” insisté. “Seriamente, io so che non ti considera solo un’amica. Se il problema era solo la sua relazione con Maia, ti porto immediatamente all’arena dove c’è il concerto e...” Mi bastò fulminarla con lo sguardo per farle capire. “D’accordo. Io devo limitarmi a dire quello che penso, senza agire.” disse, come per convincersene da sola. “La decisione dev’essere tua.”
Annuii. Speravo che avesse davvero capito. “Grazie.”
Ci abbracciammo un’ultima volta, poi mi accorsi che era quasi mezzanotte. Quanto tempo avevo passato da sola in camera quindi, almeno un’ora? Le promisi che ci avrei dormito sopra, quindi mi disse buonanotte e se ne andò nella sua stanza.
In verità mi accorsi velocemente che dormire non sarebbe stata un’impresa facile. La sera dopo ci sarebbe stato il concerto, e subito dopo la partenza di Ross. Quattro mesi di tour, tra Stati Uniti ed Europa. Sapevo che quella notte non avrei dormito. Avevo troppe cose su cui riflettere.
 
 
Ross’s POV
 
Ovviamente quando ero uscito da casa di Raini e Laura, Calum mi aveva seguito a ruota. Dopo una marea di domande su ciò che era successo là dentro, capì che ne sapevo quanto lui. Mi promise che avrebbe scoperto tutto lui, ma conoscendolo gli dissi che era meglio che non entrasse in questa storia. E poi ormai non m’interessava più: se Laura non voleva rivedermi, nemmeno io lo volevo. Sorprendentemente, non vedevo l’ora di finire il concerto a New York per poter ripartire. Calum soggiornava nello stesso hotel in cui eravamo io e i miei fratelli, dato che aveva organizzato tutto Raini. A parte me, nessuno di loro l’aveva ancora rivisto, e ne furono tutti più che contenti. Scoprimmo che la sera successiva sarebbe venuto all’aeroporto con noi, dovendo tornare a Victoria.
Passarono tutti la serata nella hall a chiacchierare e scherzare. Calum era sempre stato un ottimo intrattenitore.
Ma io non riuscivo a divertirmi. Ero distratto da tutto ciò che era successo.
Andai in camera poco prima della mezzanotte. Mi misi davanti alla finestra e cominciai a guardare le stelle. Fortunatamente, vista la tarda ora, le fan urlanti se n’erano ritornate a casa e sotto alla finestra non c’era nessuno a disturbarmi.
Ma pochi minuti dopo sentii sbattere contro lo stipite della porta. Mi girai e Rydel, mia sorella, era lì. Già, era probabile che lei o Riker si sarebbero fatti vivi prima o poi.
“Allora, com’è andata la serata?” mi chiese avvicinandosi a me alla finestra.
Dal tono si capiva che era piuttosto una domanda d’obbligo: aveva capito benissimo che non era andata per niente bene.
Scossi la testa. “Laura non ha voluto saperne di parlare con me.” le risposi.
Mentre guardavo le stelle cercando di non far trasparire le mie emozioni, sentivo il suo sguardo su di me che cercava di leggermi dentro ciò che da fuori era impercettibile.
“Anche se non so perché ti tratti così, mi dispiace.” disse cingendomi le spalle con le braccia e appoggiando la testa alla mia spalla. “Credi che potrei parlarle io? Eravamo buone amiche un tempo...”
“No, non farlo. Credo sia meglio rinunciare.” dissi con tono indifferente, anche se non lo ero affatto.
Alzò la testa di scatto. “Ma lei ti piace! Non puoi rinunciare così.”
“Ma Rydel...” iniziai.
“No, non dire niente.” m’interruppe. “Lo so cosa devi fare. Sperando solo che lei veda il concerto.”
All’inizio non capii, poi lei mi disse il suo piano. Mentre la ascoltavo mi ricordai di tutti i consigli che mi dava fin da quando eravamo piccoli, da brava sorella maggiore. Io sono il penultimo figlio, solo Ryland era più piccolo di me. E di conseguenza ero il più giovane della band. Erano tutti fantastici, ma le idee e i consigli di Rydel erano sempre i più originali ed efficaci.
E, come sempre, la sua idea non era male. Forse Laura non avrebbe comunque voluto rivedermi, ma almeno avrebbe capito ciò che provavo.
 
 
Spazio Autrice:
Lo so, ho fatto un ritardo pazzesco, e vi chiedo scusa. Sapete, l’ultimo mese di scuola è difficile per tutti...
A questo punto credo che prima della fine dell’anno scolastico pubblicherò al massimo altri due capitoli, così poi durante l’estate potrò dedicarmi più alla storia ;-)
Comunque, grazie di nuovo a tutti quelli che hanno recensito e che leggono, siete stupendi!
Come per lo scorso capitolo, vorrei arrivare a 5/6 recensioni per continuare presto... anche se avete qualche critica, recensite. Anzi, ne sarei anche più felice, così potrei cercare di migliorare.
Grazie in anticipo, baci.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Do you really wanna let him go? ***


Do you really wanna let him go?
 



Laura’s POV
 
Tra pochi minuti gli R5 avrebbero cominciato a suonare e probabilmente io non avrei fatto niente per impedire la partenza di Ross.
Raini era già munita di pop-corn, coca cola e coperta di lana per tenersi calda mentre seguiva il concerto in diretta dalla TV. No, non aveva una cotta segreta per uno dei fratelli di Ross, era solamente appassionata di musica e guardava ogni concerto che le interessasse minimamente. E poi tutti i componenti erano suoi amici, quindi vederlo era d’obbligo.
M’invitò a vederlo con lei, ed ammetto di essere stata combattuta. Era così tanto tempo che non sentivo la voce di Ross; ma alla fine rifiutai e me ne andai in camera.
Ma cavolo, Raini aveva alzato al massimo il volume, e anche con la porta chiusa sentivo tutto. Per una persona che li sentiva per la prima volta non era facile distinguere la voce di Ross da quella di Riker e Rocky, ma io ci riuscivo benissimo. Nonostante la somiglianza, la sua era quella più forte, che trasmetteva più emozioni, ed era difficile rimanere indifferente ad un talento del genere.
Ogni tanto sentivo Raini cantare qualche verso delle canzoni, segno che bene o male li aveva sempre seguiti. E presto mi accorsi che io avevo fatto male a non seguirli neanche un po’: le canzoni erano una più bella dell’altra ed erano tutti diventati addirittura più bravi di com’erano prima, il che lo trovavo incredibile.
Dopo più o meno una mezz’oretta di canzoni, cominciarono a suonare quelle un po’ più datate, delle quali ricordavo alla perfezione i ritornelli. Istintivamente, mi avvicinai alla porta per sentire meglio. Senza accorgermene, stavo cantando insieme a Ross If I Can’t Be with You, una delle loro canzoni migliori, anzi, una delle canzoni più belle che avessi mai sentito. Mi sentivo una stupida: dopo un anno e mezzo passato ad ignorare lui e la sua band, ora ero appoggiata alla porta della mia stanza con aria sognante a cantare insieme a lui.
Poi mi venne sete e, anche se era più una scusa per vedere almeno qualche secondo del concerto, scesi e andai in cucina a prendere una bottiglietta d’acqua. Quando passai per il salotto, gli R5 stavano cantando uno dei loro primi singoli, Pass Me By, e Raini azzardò: “Non potevi proprio fare a meno di vederlo, vero?”
“Coooosa?” gracidai. “Ma ti pare?” Nel sentire la mia stessa risposta mi venne inevitabilmente in mente il mio personaggio, Ally. Mamma mia, a volte eravamo proprio uguali.
Anche se era voltata verso il televisore, capii che Raini stava sghignazzando. Sbuffando, andai in cucina a prendermi la bottiglietta d’acqua.
Mentre uscivo dalla cucina mi fermai per un attimo sulla soglia a guardare Ross. Adoravo la sua voce. Anzi, adoravo tutto di lui. Il modo in cui ballava, in cui recitava, i suoi occhi, i suoi capelli, il suo viso, il suo corpo... Ma dovevo smetterla di pensare a lui in quel modo. Dovevo smetterla di farlo in qualunque modo. Non l’avrei più rivisto, ed era una mia scelta. Quella sera, subito dopo il concerto, sarebbe ripartito per il tour, e non c’era modo di fargli cambiare idea, ormai. O di farla cambiare a me.
Mentre ero ferma sulla porta della cucina a pensare a tutto ciò, Ross e gli altri si erano sistemati su alcuni sgabelli. Il concerto andava avanti ormai da due ore, e questa doveva essere una delle ultime canzoni. Cominciarono a suonare, ma io mi stavo già avviando al piano di sopra. Ma la voce di Raini mi fermò. Mi sorprese, perché ero sicura non si fosse accorta che ero ancora lì, anche perché il volume della TV dava poco spazio ad altri suoni.
All’inizio non capii perché mi volesse trattenere, ma subito dopo riconobbi quegli accordi. Ma certo, conoscevo quella canzone... Here Comes Forever.
Nessuno aveva ancora cominciato a cantare e, mentre gli strumenti dei suoi fratelli suonavano quella romantica melodia, Ross prese parola.
“Questa sarà l’ultima canzone della serata e vorrei dedicarla a una persona speciale. Ricordo che, quattro anni fa, ogni volta che avevamo un momento libero mi chiedeva di suonarla insieme a lei al piano. Diceva sempre che era la sua canzone preferita, e spero tanto che lo sia tutt’ora.” Cominciò anche lui a suonare la chitarra. “Se sta guardando, capirà che parlo di lei. Ricorda che non ti dimenticherò.”
Sia io che Raini capimmo di chi stesse parlando, e rimanemmo a bocca aperta. Perfino tutte le ragazze urlanti rimasero zitte mentre Rocky intonava le prime note della canzone.
 
I’m like that boom box
Outside of your window
I’m that Delorean
Blowing past 88
And where we’re goin’ girl
Won’t be needing roads ‘cause
This ain’t no 51st dates
 
Ma certo, non avrei mai dimenticato quella canzone. Ogni volta che avevamo un momento libero tra una ripresa e l’altra della seconda stagione, lo portavo nella stanza della musica di Austin & Ally, dove c’era il piano che usavamo durante le scene, e cantavamo insieme Here Comes Forever. Erano passati tre anni, ma lui se lo ricordava. Iniziò anche lui a cantare, e dalla sua voce si sentiva l’emozione che provava ricordando probabilmente gli stessi momenti che avevo in mente io.
 
I’m talkin’ about
Starting out as friends
I’m talkin’ about
Real and not pretend
I’m talkin’ about
Roles of a life time
You and I can even write the end
 
Continuando a fissare il televisore, feci il giro del divano e andai a sedermi vicino alla mia amica. Mentre Ross iniziava a cantare il ritornello, Raini si girò verso di me.
“Vuoi davvero lasciarlo andare di nuovo?” mi chiese alzando un sopracciglio.
 
Here comes that movie scene
One you hate
So cliché
That moment when we kissed
By the lake
Pouring rain
I ain’t no Superman
But I can
Change your world
Here comes forever, girl
 
Non sapevo che dire. La parte più testarda di me mi avrebbe detto di continuare per la mia strada come avevo sempre fatto, ma l’istinto stava prendendo il sopravvento. Ogni verso di quella canzone mi ricordava un momento diverso sul set di A&A. Quando eravamo ancora tutti uniti, e nessuno soffriva. Capii solo in quel momento quanto in quell’anno e mezzo mi fosse mancato qualcosa, come una parte di me.
Sono stata innamorata di lui per tutto quel tempo e, anche se non sapevo se lui provava sentimenti forti come i miei, era ovvio che teneva molto a me.
“No.” risposi a Raini quando la canzone finì. “No, stavolta non lo lascio andare.”
 
 
Spazio Autrice:
Prima di tutto scusatemi davvero tanto per il ritardo, mi rendo conto che sono praticamente due settimane che non aggiorno, ma sono davvero stata sommersa di impegni.
Ma ora la scuola è finalmente finita, e per un po’ sarò del tutto libera ;-)
Bene, non ho molto da aggiungere. Grazie come sempre a tutti quelli che leggono e recensiscono, e spero che il capitolo vi piaccia. Non l’ho ricontrollato prima di postarlo, perciò se ci sono errori sapete il perché >.<
Ultima cosa, per una settimana non potrò aggiornare perché sarò in vacanza da domani, ma nel tempo libero cercherò di scrivere comunque qualche capitolo.
Tanti baci <3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** I couldn't stand to lose her ***


I couldn’t stand to lose her
 



Narrator’s POV
 
Fino a poco prima erano tutti e due convinti che non avrebbero più rivisto l’altro e che in qualche modo sarebbero andati avanti. Ma adesso la storia era cambiata per entrambi, seppur in modo diverso: Laura avrebbe fatto di tutto per convincerlo a perdonarla, mentre Ross aveva capito che non era sicuro di poter continuare la sua vita come niente fosse senza di lei. Ma sperava almeno che Laura avesse visto il concerto e avesse capito che teneva molto a lei.
E fortunatamente lei aveva ricevuto forte e chiaro quel messaggio. Lei e Raini dovevano fare in fretta. Normalmente l’aeroporto sarebbe stato a quaranta minuti da casa loro, ma col traffico, dato in parte dall’affluenza che c’era per il concerto, ci avrebbero potuto mettere anche un’ora e mezza. Mentre l’hotel in cui alloggiavano gli R5 era proprio a fianco all’aeroporto. Se Laura non ce l’avesse fatta non se lo sarebbe mai perdonato.
 
 
Ross’s POV
 
Stavo preparando le valigie nella stanza che condividevo con Ratliff e Rocky, e mentre questi ultimi scherzavano tra di loro, io mi fermava ogni trenta secondi a fissare il vuoto pensando alla ragazza che stavo per perdere di nuovo, senza saperne il motivo.
Un quarto d’ora dopo, loro avevano finito, mentre io era ancora a metà. Non volevo partire; anzi, non ci riuscivo. Non sopportavo l’idea che la persona a cui tenevo di più non mi volesse vedere e non saperne il perché.
“Ross, dovresti sbrigarti.” m’incitò Ratliff, riportandomi alla realtà dopo l’ennesimo sguardo perso nel vuoto.
“Sì, ho quasi finito.” risposi facendo finta di niente.
“No, non hai quasi finito.” ribatté Rocky osservando tutto ciò che c’era ancora fuori dalla valigia. “Non hai messo dentro nemmeno metà della tua roba.”
Mi limitai a sbuffare e ricominciare a infilare roba dentro la valigia.
I due si scambiarono uno sguardo complice. “Mi sa che qui qualcuno è innamorato.” cantò Ratliff.
Mi girai verso di loro mentre avevo in mano un paio di boxer rosa. “E di chi dovrei essere innamorato, sentiamo?” ribadii, cercando di sembrare sicuro di me. Mi consideravo un bravo attore. Ed ero sicuro che loro due non sapessero della faccenda ‘Laura’, anche se forse lo sospettavano dopo quello che avevo detto durante il concerto.
Sulla faccia di Ratliff si dipinse un sorriso strafottente, ma allo stesso tempo esilarante. “Ma è ovvio: di Laura.” Come pensavo.
Rocky gli si appostò di fianco e incrociò le braccia annuendo.
Stavo cercando di tenere il muso a quei due, ma erano troppo buffi per riuscirci. Mi misi a ridere e infilai i boxer nella valigia.
“Ehi, non ci hai risposto.” insisté Rocky.
“Che cosa dovrei dirvi?” rimandai senza voltarmi. “E’ ovvio che mi piace Laura.”
Ell si portò una mano al mento. “Ma non ne sei innamorato. E’ più una cotta, giusto?”
La valigia ormai era piena. “Non lo so, ragazzi. So solo che non sopporterei di perderla.” dissi girandomi verso di loro e appoggiando la schiena alla testiera del letto.
Si guardarono di nuovo, ma ora erano seri. Avevo capito che avrebbero voluto supportarmi, ma cosa potevano dire o fare per aiutarmi? Ormai non c’era modo di cambiare le cose.
Riker aprì la porta della nostra stanza con in mano la sua valigia. “E’ ora di andare.”
 
 
Laura’s POV
 
Ma perché questo cavolo di tassista non si sbrigava? Certo, a Times Square c’era un traffico inimmaginabile, e non era certo colpa di quell’uomo se il taxi non poteva andare più veloce. Era solo che non ce la facevo. Ora che finalmente avevo deciso di ricominciare da capo con Ross, non avrei potuto raggiungerlo in tempo per colpa del suo stesso concerto. Che ironia.
Eravamo fermi da quasi dieci minuti di fila, e non sapevo più che fare. All’improvviso vidi Raini sbattersi la mano sulla fronte, come se si fosse ricordata di qualcosa.
“Chiamalo con il cellulare e digli che stai andando da lui!” disse tutto d’un fiato.
Sgranai gli occhi e sorrisi. Ma che stupide! Eravamo uscite così in fretta che nessuna delle due si era ricordata di avere un cellulare.
Istintivamente spostai la mano destra per infilarla nella borsetta. Oh no, sempre la foga di uscire me l’aveva fatta dimenticare, e con lei il mio cellulare. Raini invece l’aveva presa, ma il suo cellulare era rimasto come sempre sul comodino vicino al divano. Uffa, mi sentivo una deficiente, e, vedendo la faccia di Raini, lei sembrava provare la stessa sensazione.
Il taxi era ancora fermo, e vedevo la gente sui marciapiedi che scorreva molto più velocemente di noi.
Ci pensai per un attimo, poi ordinai a Raini di dare i soldi all’autista e la trascinai fuori dal taxi.
Che altro potevo fare? E poi eravamo a poco meno di due chilometri dall’aeroporto e se avessimo corso avremmo potuto farcela.
Ci facevamo strada tra la folla, mentre i tacchi mi uccidevano. Ora capivo cosa intendeva Raini quando diceva che le davano fastidio. Ma non volevo mollare. Io sarei arrivata da Ross, costi quel che costi.
 
 

Spazio Autrice:
I’m back, guys.
Sono tornata dalla vacanza e finalmente posso continuare tranquillamente a scrivere la mia storia.
Siamo più o meno a metà storia, perciò vorrei ringraziare tutti quelli che l’hanno seguita o la seguono:
- rauraforever08
- Raura_fan
- R5family
- Auslly e raura love
- Love Auslly Ita
- ross_lynch_love
- Gio_Lodovica01
- rauraloveauslly
- emmina2000
- RauraLove2
- StayStrunz
- sofia_2000
- Day And Night
- Sara_Damon_Milan
- Crice_chan
- Aoi Bara
- chanty_445
- ChibiRoby
- debcross
- Fr5
- ino_san98
- normaber
- Zikiki98
Ecco tutto. Come ho detto, grazie di seguire la mia storia e tutto il resto, siete fantastici <3
Bene, ora vado. Spero come sempre che il capitolo vi piaccia, e ricordate di dirmi cosa ne pensate :-)

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** I was wrong, and I ask your forgiveness ***


I was wrong, and I ask your forgiveness
 



Narrator’s POV
 
Ed eccolo lì, Ross, seduto ad aspettare l’annuncio del volo privato per Philadelphia insieme ai suoi fratelli. Avevano tutti qualcosa da fare: Rocky ed Ell si stavano intrattenendo con Calum, Riker era su Instagram e Rydel stava rispondendo ai fan su Twitter. Ross, invece, non aveva niente di meglio da fare che starsene seduto a pensare a Laura. Mentre quest’ultima stava correndo a perdifiato per la strade di New York per raggiungerlo.
Poco dopo entrava attraverso le porte girevoli dell’aeroporto, spettinata ed esausta; e Raini la seguiva, ovviamente nelle stesse condizioni.
Ora il problema era trovare Ross. Non sapevano che volo avrebbe preso, e, anche se fosse, non avrebbero comunque saputo dove andare. Laura si guardò attorno disperata, non sapeva da dove cominciare. E se fosse stato troppo tardi? Non voleva neanche prendere in considerazione questa possibilità.
Poi le saltò all’occhio il centro informazioni vicino all’entrata. La vista del microfono collegata all’altoparlante le fece venire un’idea. Corse verso la cabina, con al seguito Raini che le chiedeva cosa avesse in mente. Laura, senza nemmeno risponderle, entrò e prese in mano il microfono, sotto gli sguardi interrogativi della commessa, della signora con la quale parlava e della stessa Raini.
“Per favore, un attimo di attenzione.” iniziò dopo aver premuto il pulsante di accensione.
Raini, ancora fuori dalla cabina, si guardò attorno: la voce della sua amica si stava propagando per tutto l’aeroporto. Anche Ross la sentì. Inizialmente non ci fece caso, anche perché si stava preparando per partire. Ma mentre lei parlava, lui si rese conto di conoscere molto bene quella voce.
“Ross.” continuava. “Se ci sei ancora, ti prego di non andartene. Ho sbagliato, e ti chiedo scusa. Vorrei rimettere le cose a posto.” Avrebbe potuto dire altro, ma la donna del centralino le intimò di uscire. D’altronde, se Ross avesse deciso di ascoltarla e di rimanere, avrebbe potuto dirgli tutto il resto di persona.
E lui eccome se voleva ascoltarla. Aveva cominciato a correre verso l’entrata per raggiungere la ragazza non appena aveva sentito pronunciare il suo nome. Ehm... ma quale entrata?
Cavolo, Laura non aveva fatto in tempo a dirlo. Raini glielo fece notare, e dopo aver sbuffato, la ragazza cominciò a correre da uno scompartimento all’altro, nella speranza di avvistare Ross, seguita ovviamente a ruota dall’amica. Calum, nervoso, era in piedi vicino alle sedie dalle quali aspettava l’annuncio del suo volo, dopo aver sentito Laura dall’altoparlante. Pochi secondi dopo vide Ross che correva, seguito dal resto della band, e non poté fare a meno di seguirlo a sua volta; non poteva perdersi il ricongiungimento di Ross e Laura.
Seguito da un gruppo di sei persone costrette a trascinare anche valige e cappotti, Ross si faceva strada tra le persone, controllando le facce di ognuno quando passava vicino a una delle tante entrate dell’edificio, nella speranza di trovare Laura.
Quest’ultima invece camminava velocemente, controllando a sua volta ognuna delle facce che incontrava. Non lo vedeva da nessuna parte, e stava seriamente iniziando a pensare che non fosse più lì all’aeroporto. Senza accorgersene, le lacrime cominciarono a scenderle dagli occhi, in un misto di nervosismo e delusione, mentre continuava ad osservare ogni persona, continuando comunque a sperare.
Due minuti dopo si fermò e si portò le mani al viso, sentendo che non sarebbe più riuscita a controllare le lacrime. Si accovacciò a terra, mentre Raini la raggiungeva e cercava di rassicurarla, anche se in un momento del genere era difficile trovare il modo migliore per farla stare meglio. Una ragazza accovacciata a piangere nel mezzo di un aeroporto, tra una folla che non si curava minimamente di ciò che succedeva.
Ma ad un tratto Raini lo vide. Vide Ross che stava venendo in quella direzione, guardandosi intorno, come se stesse cercando qualcuno o qualcosa. La sua espressione era come disperata, anche se sapeva che di lì a poco avrebbe riabbracciato Laura. La disperazione però era mista al desiderio, il desiderio incontenibile di rivederla.
Cominciò a scuotere il braccio dell’amica, che aveva ancora il viso tra le mani. Alzò la testa e asciugandosi le guance guardò Raini, che si alzò in piedi e le indicò la direzione in cui era Ross, che ancora non si era accorto di loro. Laura si alzò a sua volta, e non appena si accorse di lui il suo viso s’illuminò.
“Ross!” urlò con tutta la voce che aveva, e non appena il ragazzo si girò nella sua direzione, le lacrime ricominciarono a scendere, ma stavolta di felicità.
Cominciò a correre verso di lui e gli saltò addosso abbracciandolo, ancora prima che lui potesse rendersi conto che il suo nome era stato pronunciato proprio da lei.
 
 
Ross’s POV
 
Abbassai lo sguardo e mi accorsi di quegli inconfondibili capelli scuri che si appoggiavano al mio petto; sentivo le sue braccia slanciate che stringevano i miei fianchi. Sorrisi come un ebete e ricambiai l’abbraccio, stringendola più forte che mai. Solo in quel momento mi resi accorsi che molto raramente fuori dalle riprese l’avevo abbracciata; voglio dire, non in quel modo.
Né io né lei avremmo voluto sciogliere quell’abbraccio, ma gli sguardi quasi incantati degli altri stavano iniziando a mettermi in imbarazzo. Ci staccammo, continuando però a guardarci negli occhi sorridendo.
“Cosa ti ha fatto cambiare idea?” le chiesi prima che lei potesse dire qualsiasi cosa.
Sorrise imbarazzata. “Be’, ho visto il concerto e... ho capito che ti riferivi a me.” rispose semplicemente, mentre le sue guancie si coloravano.
Sorrisi divertito da quell’atteggiamento, e prima che potessi dire qualcosa, Rydel si mise tra di noi.
“Già, be’, modestamente è stata una mia idea.” si vantò ironicamente con Laura, mentre io alzavo gli occhi al cielo.
Lei rise e abbracciò mia sorella. “Oh, Delly, mi sei mancata!”
Partì una sorta di saluto collettivo, in cui Raini e Laura si mischiarono agli R5 e abbracciarono ognuno. Anche se non avevo mai pensato a questo aspetto in un possibile ricongiungimento tra me e Laura, era bello vedere il cast e la mia famiglia insieme come succedeva tempo fa.
 
 
Spazio Autrice:
Prima di tutto mi dispiace tantissimo del ritardo! Non ho avuto il computer a casa per un po’ di tempo, e ho perso la chiavetta, così non potevo nemmeno aggiornare da un altro computer. Avevo anche promesso ad alcune di voi che il prossimo capitolo sarebbe arrivato presto, mentre invece ci ho messo più di una settimana per aggiornare.
Inoltre il capitolo è corto e devo dire che non ne sono molto soddisfatta. Prometto che il prossimo sarà più lungo. E più bello, se ci riuscirò :-)
Spero che vi piaccia lo stesso. Un bacio a tutti <3

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Would you like to meet tomorrow? ***


Would you like to meet tomorrow?
 



Laura’s POV
 
Dopo i soliti saluti, Riker cominciò a lamentarsi riguardo il bisogno improvviso di spostare ogni data e le conseguenti polemiche dei fan e degli organizzatori. Adoravo quel ragazzo, ma qualche volta prendeva troppo sul serio il suo compito di leader. Ma in effetti, se non era lui a rimettere in riga i fratelli, non l’avrebbe fatto nessuno.
Io e Raini li ospitammo a casa per quella sera, insieme a Calum che, a sua detta, trovava la nostra storia troppo romantica per ripartire e perdersi tutto. Ma se devo essere sincera, per ora non l’avrei considerata ‘romantica’. Insomma, sì, avevamo deciso di ricominciare da capo, ma ciò non significava dichiararci i nostri sentimenti e vivere una felice vita insieme. Almeno, non ancora.
 
Fu una delle sere più belle della mia vita: nonostante Riker si alzasse ogni cinque minuti per rispondere alle chiamate del padre Mark che cercava di rimettere in ordine il tour, avevo dimenticato quanto ci si divertisse con i Lynch.
Ma dopo che Riker si assentò per l’ennesima volta, mi scusai e andai al piano di sopra. Entrai nella mia stanza e aprii un cassetto del comodino. Trovai la foto di me e Ross di qualche anno fa che conservavo tutt’ora. Lo guardai. Probabilmente lì avevamo sui sedici anni, perché lui sembrava molto più giovane. Era una delle prime foto da quando ci conoscemmo. Paradossalmente, l’avevo conservata anche nel periodo in cui volevo dimenticarlo. Chissà cosa mi passava per la testa in quei momenti.
Sentii dei passi, e quando mi girai vidi Ross sulla porta che mi chiese di entrare. Misi via la foto stando attenta che non la vedesse e lui si fermò vicino alla porta.
“Sei salita perché ti davano fastidio le continue telefonate di Riker? Guarda che posso dirgli di smetterla.” si offrì.
Scossi la testa. “No, non è per lui.” lo rassicurai. Ed era vero. Sì certo, le sue telefonate mi davano un po’ fastidio, ma dopo tutto quello che era successo avevo solo bisogno di pensare.
“Allora perché?”
Esitai. “Forse mi sento solo strana. E’ più di un anno che non ci vediamo e mi sento come... in imbarazzo.” confessai infine.
Ross sorrise e si avvicinò a me. “Forse sarebbe tutto più facile se mi dicessi perché non ci siamo visti da più di un anno.” tentò.
Gli sorrisi a mia volta. Apprezzai il tentativo. “Vorrei tanto dirtelo ma... oh, Raini mi sta chiamando!” mentii correndo al piano di sotto, seguita poco dopo da Ross.
Non è che non glielo volessi dire, solo che non era ancora il momento. Avrei dovuto pensare a come e quando farlo, perché rivelarglielo avrebbe significato anche fargli sapere ciò che provavo per lui. Mi serviva solo tempo.
 
Rimasero tutti a casa nostra più o meno fino a mezzanotte, per poi tornarsene all’hotel, che per fortuna aveva le loro stanze ancora libere.
La giornata era stata davvero assurda. Stavo per salire e andarmene a dormire, ma Raini mi fermò.
“Ehi, non scappare.” mi richiamò. “Guarda che mi sono accorta che tu e Ross vi siete allontanati dalla confusione per flirtare.”
“Cooooosa?” schiamazzai nervosamente. “Abbiamo solo chiacchierato per qualche minuto.”
“Certo. Quindi stai dicendo che ne è valsa la pena di perdonarlo?” mi chiese.
Sapevo dove voleva arrivare. “Devo dirlo? Sì, mi sono accorta che mi è mancato molto. Troppo” ammisi. “E sì, tu avevi ragione.” conclusi.
Non l’avevo mai vista così felice. Era un anno che non le davo ascolto, ma aveva sempre avuto ragione. Avevo bisogno di Ross.
Continuò a farmi domande a go-go su di lui, ma dopo poco tempo ci accorgemmo entrambe di essere esauste.
Poco prima di entrare nel letto, però, il mio cellulare vibrò. Era Ross. Ehi, L-Dawg. Dopo tutto quello che è successo oggi non penso di riuscire a dormire molto presto. Domani ti va di vederci?, diceva il messaggio.
Sorrisi vedendo scritto il soprannome con il quale mi aveva chiamata. Aveva scoperto per caso qualche anno fa il modo in cui mi chiamavano i miei amici e da quel momento in poi non fece che chiamarmi così.
La conversazione con lui mi tenne sveglia per un’altra mezz’ora. Non riuscivo ancora a credere di aver messo le cose a posto con lui, e che avremo passato la giornata insieme dopo tanto tempo.
 
 
Ross’s POV
 
Ok, questa me la sono segnata sul calendario come la giornata più bella della mia vita. Nessuno si rendeva conto, forse nemmeno io, di quanto in quegli ultimi mesi avessi desiderato rivedere Laura. Almeno non finché successe davvero.
Quella notte riuscii a dormire solo per qualche ora, e non appena se ne presentò l’occasione uscii dall’hotel e mi diressi verso casa di Laura e Raini.
Uscii di casa vestito con giacca e pantaloni neri, con tanto di occhiali da sole. Insomma, la notizia della nostra permanenza a New York e la rinuncia temporanea al tour si stava spargendo velocemente tra i fan, e non volevo brutte sorprese lungo la strada. Per fortuna il sole splendeva e non avrei destato sospetti pur avendo addosso quegli occhiali. Ovviamente qualcuno mi riconobbe e mi fermò, ma fu solo questione di qualche ragazza.
Lungo il tragitto entrai nel negozio di un fioraio e comprai un grosso bouquet per Laura. Arrivai velocemente a casa sua e, dopo essermi tolto gli occhiali, suonai il campanello. Quando lei aprì non mi riconobbe perché i fiori mi coprivano la faccia.
“Oh mio Dio, che belli!” esclamò non appena vide quell’insieme di colori. “Da parte di chi sono?”
“Mia.” dissi sorridendo e spostando il mazzo.
Non appena mi vide il suo viso s’illuminò, e ciò mi fece sentire le farfalle nello stomaco, una cosa che non mi era mai successa con nessuno che non fosse lei.
Mi fece entrare in casa e sistemai la mia giacca sull’appendiabiti, così almeno il mio abbigliamento prese un po’ di colore, mostrando la t-shirt che portavo sotto.
“Oh, quindi Raini non c’è.” conclusi dopo essermi guardato un po’ intorno. Capii di averlo detto facendo trasparire troppa soddisfazione perché Laura sorrise e scosse la testa, come se avesse davanti un completo deficiente.
Sì, probabilmente era quello che sembravo se lei era lì intorno.
“E’ fuori con i produttori del film che stiamo girando. E’ una cosa che ti rende particolarmente felice?” mi chiese continuando a sorridere.
Portai la mano dietro la nuca. “No, no, era solo... insomma, un commento disinteressato.”
Va bene, adesso stava davvero ridendo. Davvero, ero felicissimo anche di aver rivisto Raini, ma il fatto che in quel momento non fosse in casa rendeva la cosa decisamente meno imbarazzante.
Laura andò in cucina e m’invitò a seguirla. Indossava gli shorts più corti che avessi mai visto addosso a una ragazza, o forse era solo una mia impressione. Di certo ciò non aiutava a mantenere lucida la mia mente, ma almeno la maglietta bianca che indossava non era troppo scollata.
Era incredibile quanto mi attraesse quella ragazza.
 
 
Spazio Autrice:
Esatto, sono riuscita ad aggiornare!
Ross e Laura finalmente sono riusciti a vedersi da amici!  Spero che il capitolo vi piaccia, e lasciate qualche commento, che sia positivo o negativo.
Bene, grazie in anticipo, baci <3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Do you still play the piano? ***


Do you still play the piano?
 



Laura’s POV
 
Invitai Ross a venire in cucina con me e gli offrii da bere. Non lo aspettavo così presto, ma ero felice di vederlo ancora. Per quanto la situazione m’imbarazzasse, iniziai a capire quanto mi fosse mancato in quel periodo.
Mi sedetti al tavolo della cucina insieme a lui. “Mi dispiace di averti fatto perdere il tour.” mi scusai, dato che non se n’era ancora presentata l’occasione. L’unico problema era che non ero sicura di riuscire a prestare attenzione alla sua risposta: la t-shirt azzurra che indossava era fin troppo aderente.
“Cosa?” replicò subito. “E’ stato molto meglio così. Per quanto mi possa piacere esibirmi e stare a contatto con i fan, preferisco rimanere qui con te.”
Gli sorrisi, non trovando immediatamente una risposta adeguata. “Be’, sì, rimarrai qui per un po’, ma cosa succederà quando dovrai effettivamente ripartire per il tour?” azzardai.
Quello che gli avevo domandato mi fece pensare al loro primo tour, e sappiamo tutti come andò a finire.
“Ehi.” Rispose sorridendo. “Ripartirò tra più o meno due settimane. Fino ad allora, passeremo tutto il tempo insieme.” Fece una pausa e tornò serio. “E quando ripartirò... be’, dovremmo stare separati per un po’. Questo tour non si può rimandare per sempre.”
Annuii, sapendo che aveva ragione. Ma in fin dei conti due settimane non erano poi così poche. Io avevo quasi finito il mio film, lui non aveva concerti o prove ulteriori, perciò avremmo potuto davvero passare la maggior parte del tempo insieme.
Scossi la testa. “Ok, hai ragione, due settimane non sono così poche. Nel frattempo, non pensiamo a niente, pensiamo solo a recuperare il tempo che abbiamo perso.” annunciai con un gran sorriso. Mi alzai per rimettere il mio bicchiere sul piano della cucina, e lui fece lo stesso.
“Ben detto.” concordò.
Mi accorsi che se era di fianco a me dovevo alzare molto la testa per guardarlo negli occhi. Senza tacchi non gli arrivavo nemmeno alla spalla. Del resto era sempre stato così, solo che non ci ero più abituata.
Il fatto di non poter uscire tranquillamente senza essere assaliti da fan o fotografi non ci dava molte alternative a parte stare chiusi in casa la maggior parte del tempo.
Andammo in salotto e Ross si accorse del pianoforte nell’angolo della stanza. “Suoni ancora il piano?” mi chiese sedendosi e sgranchendosi le dita.
“Praticamente mai.” gli risposi. “Più che altro lo usa Raini ogni tanto per tenersi allenata, ma io ormai sono mesi che non lo tocco.”
“E perché?” mi domandò girandosi verso di me.
Mi appoggiai alla cassa dello strumento, alla destra di Ross. “Veramente non lo so. Forse a poco a poco la recitazione non ha più lasciato spazio alla musica.” confessai.
“E’ un vero peccato.” disse, mentre mi accorsi che pensava a una canzone da poter suonare. “Canti mai?”
“Vuoi dire da sola? Nella mia stanza, dove nessuno può sentirmi? Sì, molto spesso.” risposi. “Ma se parli di pubblico, la risposta è mai.”
Iniziò a suonare una melodia. La riconobbi quasi subito: era You Can Come to Me, una delle canzoni di Austin & Ally. Se la ricordava ancora.
“Credo sia il momento giusto per farlo.” replicò.
“Tu non sei un pubblico, sei solo... tu.” contestai.
Aggrottò le sopracciglia. “E’ commovente la considerazione che hai di me, L.”
Risi. “Sai cosa intendo.”
“Con qualcuno si dovrà pure iniziare. Ti consideri davvero così brava da poter rientrare nella scena musicale quando ti pare ed essere acclamata da tutti?” mi stuzzicò con quell’espressione odiosa che mi mancava tanto.
“Quindi tu non mi consideri abbastanza brava?” replicai.
Presi la nota giusta e mi misi a cantare.
 
When you’re on your own
Drowning alone
And you need a rope that
Can pull you in
Someone will throw it
 
Lo guardai con aria di sfida, incitandolo a continuare.
 
And when you’re afraid
That you’re gonna break
And you need a way to feel
Strong again
Someone will know it
 
Mi unii a lui nella canzone.
 
And even when it hurts the most
Try to have a little hope
That someone’s gonna be there when you don’t
When you don’t
 
Mi sedetti vicino a lui, e continuammo a cantare insieme.
 
If you wanna cry, I’ll be your shoulder
If you wanna laugh, I’ll be your smile
If you wanna fly,
I will be your sky
Anything you need that’s what I’ll be
You can come to me
 
Smise di suonare. “Avevo ragione, ti serve della pratica.” mi disse.
Gli piantai un pugno sulla spalla. “Cosa? Lo dici solo perché sei geloso del mio talento.”
Ci mettemmo a ridere entrambi.
“Davvero, rimango dell’idea che dovresti riconsiderare la faccenda della musica.” mi consigliò.
Mi alzai in piedi, e lui fece lo stesso. “Per adesso credo che dovrei continuare con la recitazione. Ma non escludo di ripensare a quello che mi hai detto.” conclusi.
“Fantastico.” disse sorridendo a avvicinandosi a me. “Hai una voce meravigliosa, e so che ami ancora la musica come un tempo.”
Non sapevo cosa rispondere. Quegli occhi marroni che si avvicinavano sempre di più ai miei mi stavano mandando in confusione.
Ma capii che non serviva rispondere. Sapevo cosa stava per fare, e non l’avrei fermato. Il momento che aspettavo da una vita stava per arrivare.
Ma proprio quando le nostre labbra erano a pochi centimetri di distanza, qualcuno aprì la porta di casa.
 
 
Spazio Autrice:
Ciao ragazze! Beeeeene, Ross e Laura hanno cantato insieme. Quante se lo aspettavano?
E spero che non mi ammazzerete per questo finale in sospeso, è uscito così.
E se trovate degli errori (spero non ce ne siano) è perché non ho avuto tempo di ricontrollare il capitolo prima di postarlo. Quindi avvertitemi e li correggerò.
Baci <3

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** I was wondering the same ***


I was wondering the same
 



Laura’s Pov
 
Era domenica, e dopo aver passato la mattinata in gruppo, io e Raini avevamo finito i preparativi e finalmente il film era pronto. Sarebbe uscito due mesi dopo, e finalmente avrei potuto dedicare tutto il mio tempo a Ross, e a cercare di capire se e quando avrei potuto dirgli ciò che provavo per lui.
Inaspettatamente, quella stessa sera mi chiese di vederci a Central Park da soli, per festeggiare la notizia della fine delle riprese.
Scesi in salotto ad aspettare che arrivasse dopo essermi preparata per uscire.
“Esci ancora con Ross?” mi chiese Raini quando mi vide scendere.
“Sì, certo.” risposi.
“Perché non passi qualche serata con la tua migliore amica?” mi chiese mettendo il broncio.
Ci pensai su. “Perché non passi il tempo con Calum?” le proposi infine.
“Quello?” mi chiese cambiando totalmente espressione. “Ma se passa tutto il tempo a chiedermi quello che è successo prima che tu e Ross tornaste amici.”
Ci mettemmo a ridere.
“Credi si siano messi d’accordo?” le chiesi sgranocchiando una patatina presa dal vassoio sul tavolino del salotto.
“Non lo so, Ross non è il tipo che fa accordi.” rispose copiando le mie mosse. “In ogni caso glielo dovrai dire prima o poi.”
Sospirai. “Sì, lo so.” mi arresi. “Ma come posso fare?”
“Non lo so, forse...” iniziò, ma venne interrotta dal suono del campanello.
Andai velocemente ad aprire la porta e Ross era lì ad aspettarmi.
“Andiamo?” mi incitò dopo aver salutato me e la mia migliore amica.
Ci avviammo per Central Park, quando ormai era già buio. Era incredibile passeggiare di nuovo con lui, parlargli di qualunque cosa. Be’, dovevo riabituarmi. Ma ero sicura che ogni volta sarebbe stata come la prima.
Era stato davvero dolce: aveva portato un cesto per un pic-nic e avevamo trovato un posto davvero carino sotto ad un albero. Eravamo vicini a un gazebo vuoto, nel quale c’era un piccolo juke-box finto dal quale partivano canzoni a random. Era molto romantico. Quel parco era magnifico, a qualunque ora del giorno.
Nel cestino c’erano panini, pizzette e anche un paio di go-gurt, segno che mi conosceva davvero bene.
“Allora hai finalmente finito le riprese.” buttò lì mentre scartava un panino al prosciutto crudo.
“Sì.” dissi con un espressione vincente. “Finalmente potremo uscire quando vorremmo, senza impegni imprevisti o cose così.”
“Già. Non abbiamo molto tempo, e dovremmo usarlo al meglio.”
Scartai un go-gurt alla fragola e lo assaggiai. “Questo sì che è buono...” dissi.
Mi guardò come se fossi la persona più strana che avesse mai incontrato. “Mangi mai altro?” mi chiese. “Speravo che la tua dieta fosse variata rispetto al passato, ma a quanto pare mi sbagliavo” disse ridacchiando.
Gli feci una smorfia. “Ehi, parla quello che cena ogni giorno con la pizza con ananas sciroppato” rimandai.
“Touché” rispose.
“Come ho fatto tutto questo tempo senza di te?” buttai lì.
“Mi stavo chiedendo la stessa identica cosa” disse ironico.
All’improvviso dal juke-box sentimmo una canzone conosciuta, sia da me che da lui: era One Last Dance, una canzone degli R5.
“Che coincidenza.” buttò lì Ross, e io annuii.
Poi mi guardò e sorrise. Si alzò e mi porse la mano. “Mi concedi questo ballo?” mi domandò.
Il ballo non era il mio forte, ma se me lo chiedeva Ross non potevo certo rifiutare. Intrecciai la mia mano alla sua e mi lasciai portare verso il gazebo da lui, accompagnati dalle romantiche parole di quella canzone.
 
Teardrops stained your hazel eyes
I can’t believe I made you cry
It feels so long
Since we went wrong
But you’re still on my mind...
 
 
Spazio Autrice:
Scusatemi tanto tanto tanto tanto per il ritardo! Sono più di due settimane che non aggiorno e mi dispiace un sacco. Inoltre il capitolo è molto corto e sono sicura che sia anche brutto. Cercherò di pubblicare il prossimo al più presto, anche perché è più lungo. Ditemi cosa ne pensate, in ogni caso :)
E poi volevo dire una cosa che non c’entra molto con la storia, ma che ho voglia di chiedervi: avete sentito il nuovo EP degli R5? Qual è la vostra canzone preferita? Io adoro tutte le canzoni, sono stupende.
Ok, ora vi saluto. Aggiornerò al più presto, baci <3

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Buddy! ***


Buddy!
 



Ross’s Pov
 
Proprio mentre stavo per baciare Laura, Raini entrò in casa interrompendo il mio momento. Io e Laura ci allontanammo istintivamente l’una dall’altro; lei si appoggiò al divano con nonchalance, mentre io mi misi a passeggiare per la stanza facendo finta di niente. Raini ci guardò leggermente confusa, ma non era sorpresa. Probabilmente si aspettava di trovarmi lì.
“Non ti aspettavo così presto.” disse Laura con più calma di quanto mi aspettassi, probabilmente perché aveva capito che Raini non si era accorta di niente.
“Lo so, ma abbiamo finito prima, così eccomi qui.” spiegò. “Voi... che facevate?” ci chiese tornando all’espressione confusa di prima.
“Niente!” rispose Laura con la voce stridula che assumeva ogni volta che era in imbarazzo o nervosa. Sapevo che non sarebbe resistita troppo. “Stavamo parlando del più e del meno.”
Di sicuro Raini capì qualcosa vedendo la mia faccia imbarazzata, sia per ciò che stavamo per fare pochi minuti prima, sia per la reazione di Laura, ma fece finta di niente.
Passammo il resto della mattinata con lei; avevo dimenticato quanto Raini amasse parlare e spettegolare. Ma la capivo, non mi vedeva da un anno.
 
Il pomeriggio lo passai in hotel. Riker continuava a lamentarsi per il tour, ma gli altri erano tranquilli.
Ripensando a ciò che era successo quella mattina, afferrai un particolare: né Laura né Raini avevano accennato al motivo per il quale Laura non avesse voluto vedermi. Voglio dire, era una cosa che non riuscivo a capire: prima dice in mia presenza che non vuole più vedermi, confermando tutti i dubbi che avevo avuto durante l’anno; poi quella stessa sera mi rincorre per tutto l’aeroporto di New York per farsi perdonare. Inoltre il giorno dopo si comporta come se nien-te fosse, ridendo e scherzando con me. Non che non gradissi, solo che era strano.
Ci pensai per un bel po’ di tempo, per poi arrivare alla conclusione che sicuramente era qualcosa che aveva difficoltà a rivelarmi, forse qualcosa di imbarazzante. Quindi decisi di lasciar fare a lei; se avesse voluto dirmelo di lì a poco ne sarei stato felice, altrimenti le avrei lasciato il tempo che le serviva.
Verso il tardo pomeriggio, Calum irruppe nella mia stanza chiedendomi tutti i particolari di quella mattina. Ci mancava solo lui, dopo l’interrogatorio di Rydel di qualche ora prima.
“Amico!” mi salutò entrando nella stanza e posizionandosi davanti al mio letto, sul quale ero appostato da quando ero tornato all’hotel. “Com’è andata con Laura?” mi chiese con quella faccia maliziosa che gli avevo visto poche volte in faccia.
Esitai. “Uhm, bene.” risposi. “Credo.”
“Che è successo?”
“Be’, ho cercato di baciarla.”
Calum si interessò improvvisamente alle mie parole. Non disse niente, invitandomi a continuare.
“... ma è arrivata Raini prima che potessi fare qualunque cosa.” finii.
Aggrottò le sopracciglia. “Che palle.” commentò.
Annuii. “Già.”
Rimase zitto per qualche minuto. “E ora... cosa siete?”
Questa domanda mi mise in difficoltà. Mi resi conto di non sapere esattamente la risposta. “A dire il vero non lo so.” confessai. “Siamo ancora amici, probabilmente.”
“Ma ora lei sa che ti piace.” mi fece notare.
Aggrottai le sopracciglia. “Credo lo sapesse già.”
“Allora mettetevi insieme!”
“Questa conversazione sta diventando banale.”
“Rispondi e basta.”
“Calum, non so cosa devo fare.” dissi. “Il problema rimane che lei non vuole dirmi perché fosse tanto arrabbiata con me. Voglio mettermi con lei, ma questo pensiero non abbandona la mia mente.”
“Oh.” si limitò a dire dopo un po’.
“Cosa dovrei fare?” gli domandai.
“Se non te lo dice ci sarà un buon motivo.”
Sospirai. “Suppongo di sì.”
“Allora non credo dovresti pensarci. Te lo dirà lei, quando vorrà.”
Ci pensai su. “Forse hai ragione.”
Sbuffò. “Io ho sempre ragione.”
Inarcai le sopracciglia, come per contraddirlo, e lui rise. “Devi ammettere che io ne so molto di più di te sulle ragazze.” azzardò.
Mi alzai dal letto, leggermente contrariato, ma anche divertito. “E come saresti arrivato a questa conclusione?”
“Be’, io ho avuto molte più storie serie di te. Con quante ragazze sei stato? Una? Due, al massimo.” continuò, stuzzicandomi.
Aprii la bocca per contestare quello che aveva detto, ma aveva ragione.
“Ok, hai vinto.” mi arresi.
Parlammo per un po’, e lui cercò di aiutarmi, consigliandomi ogni genere di cose. Devo ammettere che aveva dei buoni consigli da dare, cosa che in realtà non mi aspettavo. E avevo intenzione di seguirli.
 
 
Spazio Autrice:
Mi dispiace, è una settimana che non aggiorno! Sono stata molto su questo capitolo perché non riuscivo a scriverlo bene.
Infatti non è né lungo, né bello, e scusatemi per questo. Volevo scrivere un dialogo tra Ross e Calum, così l’ho fatto, ma sicuramente non è uno dei capitoli migliori...
Ditemi comunque cosa ne pensate, se avete dei consigli per migliorarlo sarei contenta di sentirli.
Grazie a chi lo leggerà, baci.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** I just needed one last dance ***


I just needed one last dance
 



Ross’s Pov
 
Andammo sotto al gazebo a iniziammo a ballare un lento accompagnati dalle note di One Last Dance.
Dopo quasi un minuto, mi resi conto che era leggermente migliorata come ballerina. Ma ci sarebbe voluto più di un "leggermente" perché diventasse brava.
“Allora, che ne dici?” domandò. “Sono migliorata nel ballo?”
"Sì! Sei veramente fantastica!" mentii. “Devi migliorare solo la postura, i passi, lo stile...” 
Rise, accorgendosi che stavo scherzando. “Hai ragione. Sono un disastro.”
“Forse un po’.” concordai. “Ma hai anche tanti pregi.” aggiunsi.
Alzò le sopracciglia e sorrise imbarazzata. "Ah sì? E quali?"
"Be’, sei bella, intelligente, simpatica, hai una voce fantastica..."
Avrei potuto continuare, ma lei alzò una mano per fermarmi. "Ehi, aspetta, così sembra che io sia perfetta. Ed è ovvio che non lo sono."
Scossi la testa. "Infatti non lo sei per niente." convenni. "Sei anche testarda, secchiona, una pessima ballerina. E non dimentichiamoci permalosa e insicura. E a volte anche pignola."
"Hai finito?" mi chiese alzando le sopracciglia.
Scossi la testa. "No. Volevo aggiungere che sono queste le cose che mi piacciono di te." le dissi accarezzandole la guancia e avvicinandomi al suo viso. "Le cose di te che mi fanno impazzire."
I suoi grandi occhi color cioccolato erano fissi nei miei. Non disse niente. Il suo sguardo mi faceva capire che lo voleva quanto me. Perciò continuai ad avvicinare lentamente la mia bocca alla sua, sperando veramente che stavolta nessuno ci avrebbe interrotti.
 
 
Laura’s Pov
 
Ross stava per baciarmi. Eravamo così vicini, e il suo profumo mi stava trasportando in un altro mondo. Un mondo meraviglioso, un mondo in cui desideravo stare e che finalmente, dopo tutti questi mesi, mi avrebbe resa felice.
Ma all’improvviso tornai alla realtà, e iniziarono a balenarmi in testa tutte le immagini dei momenti che avevo passato senza di lui. Era stato uno dei periodi più brutti della mia vita, e mi ricordai che per altri quattro mesi lui sarebbe ripartito.
D’istinto abbassai la testa, così che lui non potesse riuscire a baciarmi.
"Che c’è?" mi chiese quando si accorse che non volevo farlo.
"Io non posso." gli dissi senza alzare lo sguardo. "Tu ripartirai tra poco, e non ha senso metterci insieme se continueremo a non vederci per tanto tempo."
Esitò. 
"La pensi davvero così?" mi domandò alla fine. Il suo tono non era arrabbiato o deluso. Era tranquillo, quasi come se la pensasse come me. Come se stesse valutando se avessi ragione o meno.
Incontrai i suoi occhi e annuii. "Mi dispiace, non sai quanto io lo voglia." continuai. "Ma aspettare qualcuno è ancora peggio che stare senza di lui."
Non disse niente, e dai suoi occhi capivo che era combattuto: forse all’inizio non si era posto questo problema, ma ora aveva dei dubbi. Valeva la pena mettersi insieme ora quando sapevamo che saremmo dovuti stare separati ancora? E se in tour avesse conosciuto altre ragazze e mi avesse dimenticata? 
"Laura..." mi chiamò con esitazione. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse, come se ci avesse ripensato. Lo guardai curiosa.
"Sì?" lo incitai.
Mi guardò per un attimo, come se non fosse sicuro di cosa volesse dire. Poi però si decise. "E se tu venissi con noi?"
Ci misi un attimo per realizzare cosa intendesse. Lo guardai confusa.
Sorrise. "Voglio dire, in tour. Con me e gli R5. Hai appena finito di girare il film e non hai altri progetti e potremmo continuare a stare insieme!" propose, mentre il suo sorriso si allargava ancora di più.
Rimasi a bocca aperta. "Sì, sì, sì!" urlai, e gli saltai letteralmente addosso abbracciandolo. 
"Quindi se ho capito bene accetti?" mi chiese ironico, facendomi ridere.
Mi allontanai e lo guardai. "Sì, certo, ma sei sicuro che gli altri saranno d'accordo?"
"Sicuramente. E se non lo saranno se la vedranno con me." scherzò. "Hai ragione tu, soffrirei se dovessi aspettarti. Ma non posso stare ancora senza di te."
Mi morsi il labbro. Me lo meritavo un ragazzo così? 
Senza pensarci due volte, mi avvicinai a lui e lo baciai, prima che qualcos’altro potesse interromperci. 
Certo, l'avevo già baciato alcune volte sul set, ma un bacio vero era tutta un'altra cosa. C'era sentimento, passione, sicurezza. Era come baciarlo per la prima volta. 
Quando ci staccammo, sorridemmo entrambi. Ross posò per un attimo lo sguardo sul juke box, per poi tornare a guardarmi. "Mi è servito solo un ultimo ballo." disse Ross, citando le parole della canzone che stavamo ascoltando, appena giunta al termine.
Gli sorrisi, appoggiando la mia testa al suo petto, mentre continuavamo a ballare abbracciati sulle note di quelle canzoni romantiche.
 
 
Spazio Autrice:
Ho fatto ancora ritardo e mi dispiace. Stavolta il mio computer ha preso un virus. Ora è a posto, ma mi ha fatto perdere tempo con la storia.
Comunque, spero che il capitolo vi piaccia! E’ il penultimo, e il prossimo sarà solo una specie di epilogo per questa parte della storia. In realtà mi sono resa conto che è successo troppo poco, e avrei già qualche idea per creare un seguito, creando una serie. Credete che sia una buona idea?
Non ho ancora iniziato a scrivere niente, quindi se lo pubblicherò lo farò tra un bel po’, ma vorrei sapere cosa ne pensate.
Ora vi lascio, grazie in anticipo a chi leggerà e recensirà <3

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** I love you ***


I love you
 
Narrator’s Pov
Due settimane dopo

Calum era tornato a Victoria da una settimana, dopo la soddisfazione di aver rivisto insieme due dei suoi migliori amici.
Per quanto riguardo Raini, Ross aveva deciso di invitare in tour anche lei, così non sarebbe dovuta rimanere sola, dato che Laura stava partendo. Ma lei decise di rimanere in città, dato che aveva qualche progetto al quale non voleva rinunciare.
A proposito di Laura, stava per partire con gli R5 per il loro secondo tour europeo, e non sarebbe potuta essere più felice.
Nonostante New York non fosse famosa per essere una città calda, in quel giorno di fine agosto i 30 gradi non glieli toglieva nessuno. Laura era tornata al suo vecchio look, i capelli mossi, ed era pettinata con una coda di cavallo. Indossava una maglietta rossa e arancio, un paio di shorts e un paio di sandali rossi con il tacco.
Ross invece aveva addosso dei jeans chiari, le immancabili sneakers, una maglietta nera a maniche corte e un paio di occhiali da sole. Laura non riusciva a smettere di fissarlo: quei muscoli, quei capelli biondi e spettinati... sotto un sole così splendente lo rendevano ancora più sexy del solito, e lei si ritrovò a vagare in pensieri che non aveva mai pensato avrebbe potuto avere con lui, se non in condizioni diverse. 
Non che Ross fosse da meno, perché, come sappiamo, Laura e gli shorts non erano un’unione sana per lui.
Si erano allontanati dal resto della compagnia per stare un po’ insieme da soli prima di salire in aereo. Stavano passeggiando mano nella mano davanti alle vetrine dei negozi dell’aeroporto.
"Non posso credere che visiterò finalmente l’Europa! E per di più che lo farò con te." disse Laura.
"Sì, sembra quasi un sogno." rispose Ross sorridendole dolcemente. "Ma prima..." continuò, facendola fermare davanti a una fontana. "... devo chiederti una cosa." Si sistemò gli occhiali sulla testa per poter guardare negli occhi la sua ragazza.
"Dimmi." lo spronò lei, diventando seria.
Lui si portò la mano dietro la nuca. "Volevo solamente sapere... per quale motivo eri così arrabbiata con me da non volermi vedere?" le chiese.
Lei non si aspettava quella domanda in un momento del genere, e, anche se si rese conto che lui aveva il diritto di sapere, non si era preparata.
"Ross..." Stava cercando un modo per uscirne, ma lui la interruppe.
"Tranquilla." la rassicurò. "Non ti giudicherò, se è di questo che hai paura."
Laura prese un respiro e decise di fidarsi e di dirgli tutto quello che era rimasto in sospeso.
"Perché eri arrabbiata con me?" chiese di nuovo Ross, incitandola a rispondergli e stringendole le mani.
"No, Ross, non ero arrabbiata con te." confessò lei, sotto lo sguardo curioso del ragazzo. "Ero arrabbiata solamente con me stessa, perché mi sono convinta di poter riuscire a dimenticarti, ma ovviamente non ce l’ho fatta."
Ross non disse niente, inducendola con lo sguardo a continuare. "Ecco, tu eri appena tornato dal tour, ed io ero qui a New York. Tu hai girato Teen Beach Movie 3, e hai iniziato ad uscire con Maia." disse velocemente, come per togliersi di netto il pensiero.
Ross non riusciva ad afferrare il punto. "Quindi tu eri arrabbiata con... Maia? Perché stava con me?" le chiese cercando di rimanere serio, anche se la sua espressione faceva trapelare ogni domanda che gli passava per la testa.
"No, no." si affrettò a negare lei. "Te l’ho detto, ero arrabbiata con me stessa. Vederti con un’altra ragazza mi fece capire veramente quanto desiderassi stare con te, e mi pentii di non essermi dichiarata prima." Ormai le parole le uscivano da sole. "Allora avevo deciso di non vederti più e di dimenticarti, perché tu saresti stato con Maia e probabilmente mi avresti dimenticata a tua volta. Lo so, è stata una decisione affrettata e testarda e sono stata una stupida. E’ tutta colpa mia, non tua o di Maia." Si portò una mano alla fronte, ripensando a quanto avevano sofferto entrambi per colpa sua.
Ross si mise a ridere. "Pensi davvero sia tutta colpa tua?"
Lo sguardo della ragazza si fece interrogativo.
"Pensaci, e se io mi fossi dichiarato prima? Avevamo entrambi paura dei nostri sentimenti, perciò è ugualmente colpa mia. E poi dai, hai davvero creduto che avrei potuto dimenticarti?"
Si mise a ridere anche lei, vedendo come lui riusciva a sdrammatizzare un momento del genere.
"Maia è una ragazza fantastica, ma ho dovuto lasciarla perché sapevo di non essere sincero con me stesso stando con lei. Anche se all’inizio non me ne rendevo conto, ho sempre voluto stare con te." Laura era sempre più commossa dalla dolcezza di Ross. "E, a parte questo, stare lontani per tutto questo tempo ci ha aiutati. Nemmeno la lontananza ha affievolito i nostri sentimenti, e questo significa molto."
Laura sorrise e annuì. "Sì, abbiamo capito entrambi quanto abbiamo bisogno l’una dell’altro."
Dopo quella frase pronunciata da lei, lo sguardo di Ross si fece dolce. Alzò la mano, che fino a quel momento era rimasta intrecciata a quella di Laura, e la accarezzò. "Ti amo." le sussurrò.
Quello sguardo e quelle parole rappresentavano ogni emozione che lui sentiva quando era con Laura, e lei se ne rese conto. Nel sentire quelle parole, così attese, così desiderate, i suoi occhi diventarono lucidi.
"Io ti amo." ripeté. "Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata. Ti ho sempre amata e ti amerò sempre. Non ti libererai di me tanto facilmente." Disse quest’ultima frase ridendo, suscitando il sorriso di Laura, quel sorriso che amava tanto.
Detto questo, Laura riunì le sue labbra a quelle di Ross.
Ora non li avrebbe separati più niente, sarebbero stati sempre insieme.
Quando si staccarono appoggiarono le fronti l’una all’altra. "Ti amo anch’io." gli rispose Laura.
 
 
Spazio Autrice:
Ciao a tutti! Sarà quasi un mese che non aggiorno, e mi dispiace tantissimo! 
Comunque, siamo arrivati all'ultimo capitolo. Che ne pensate? Alla fine ho deciso che farò un seguito. Ma non l'ho nemmeno ancora iniziato a scriverla, quindi non lo pubblicherò molto presto, ma sicuramente prima o poi potrete leggerlo ;)
E visto che questo è l'ultimo capitolo, vorrei ringraziare tutte le persone che hanno seguito e/o recensito la mia storia:
 
- Love Auslly Ita
- Angelauri
- Auslly e raura love
- _crazy_katycat_
- R5family
- Raura__AusllyR5
- rauraforever_08
- Aoi Bara
- piasross
- Raura_fan
- _Just_BBRAT_
- scriverepervivere
- Talking to the Moon
- Gio_Lodovica01
- 5idiotsavedme
- AlessiaR5
- chanty_445
- ChibyRoby
- debcross
- F_R5
- Gaya1507
- Giuly_R5
- hermione03
- ino_san98
- Noe89
- normaber
- PleaseBitch97
- Zikiki98
- Crice_chan
- ILoveAnime
- emmina2000
- rauraloveauslly
- ross_lynch_love
- RauraLove2
- sofia_2000
- Sara_Damon_Milan
- StayStrunz
 
E ovviamente anche tutti i lettori silenziosi. Grazie mille a tutti, spero che questo finale non vi abbia delusi/e. 
Baci :-*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2594690