Ours hearts are stronger than we know

di SickOfLoveSong
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***



Capitolo 1
*** chapter 1 ***


“L'inferno non esiste! IL vero inferno è una vita andata storta.”



Perché era quella la vita di Doroty : una vita andata storta.
24 anni di sacrifici, di rinuncie, di violenze mentali, perché in fondo era colpa sua se i suoi genitori erano stati costretti a sposarmi, perché lei era arrivata come un regalo non apprezzato ed era per questo che era stata disposta ad eclissarsi per 24 anni in modo da poter aiutare in tutto e per tutto la sua famiglia, era stata a disposta anche a dimenticarsi di se stessa.
E poi un miracolo/disgrazia era successo ; sua nonna era venuta a mancare e i suoi genitori avevano deciso di partire in Italia per assistere ai funerali, e fu in quell'istante che Doroty fece la prima di una lunga serie di pazzie : impacchetto' le poche cose che aveva, fece un biglietto di sola andata per Brooklyn e ritiro' dal suo conto corrente i pochi risparmi che aveva.



-Ho detto che mi servivano solo 4 scatole di torrone con le nocciole ! Diamine Lily lo sai che gli affari non vanno bene e che se continuiamo di questo passo dovro' chiudere la psaticceria!-
Gwen sospiro' prima di accomodarsi su una delle sedie presenti in Betty Bakery, mentre con l'indice e il medio di entrambi le mani si massaggiava le tempie facendo dei movimenti circolari.
Betty Bakery era la pasticceria aperta da sua nonna cinquant'anni prima dopo essersi traferita da Parigi per seguire un soldato americano che le aveva rapito il cuore : suo nonno.
Gwen, manager alle prime armi, aveva preso le redini di quella pasticceria e ne aveva aperte altre due vicino Times Square pensando di fare fortuna, decisione andata storta !
E adesso si ritrovava sul bordo del fallimento, costretta a chiudere le due filiali e a licenziare 5 operai, ma si era rifiutata di chiudere « Betty », perché era quella il soprannome che aveva dato al locale, la sua Betty e per un istante si ritrovo' ad osservarla.
Betty Bakery non era un locale spazioso ma era piccolo quanto bastava per rendere l'ambiente familiale, le parenti bianche davano un senso di pulito a la lunga mensola verde, che costeggiava le vetrate del negozio, poteva ospitare tranquillamente 10 persone, e poi c'era il bancone ripieno di delizie culinarie che solo sua nonna era in grado di rendere singolari e magnifiche allo stesso tempo.



-Chris non dimenticarti che alle 7 hai una cena con il senatore McKellen-
-Si Vicky, non ti preoccupare- rispose il biondino uscendo dallo studio e lasciando la segretaria alle sue mansioni quotidiane.
Chris Evans, giovane trader nascente, aveva ripreso le quote del padre prima che quest'ultimo andasse in pensione e adesso si ritrovava a parlare solo ed esclusivamente di azioni e fallimenti.
Nei suoi 33 anni di vita, non aveva ancora trovato il suo posto, si sentiva in gabbia le sue decisione erano dettate dal buon senso e dalla gratitudine che nutriva nei confronti dei suoi genitori che non si erano risparmiati per inviarlo nelle migliori scuole newyorkesi.
Chris apri` lo sportello della sua Chevrolet Impala del `67 nera , uno dei vantaggi di far parte di una delle più importanti famiglie della città era poter comprare la macchina dei suoi sogni ; sempre e solo attaccamento materiale : una nuova auto, un nuovo orologia da polso, telefono di ultima generazione ma non la vita dei suoi sogni : regista a Hollywood.
Il biondino ogni tanto invidiava il suo migliore amico che aveva avuto il coraggio di mandare tutti a quel paese e seguire la sua strada, anche se cio' lo aveva obbligato a trasferirsi a Londra, lontano da tutti e tutto, dove nessuno lo conosceva.



Donmar Theatre
presents
Tom Hiddleston
in
Coriolanus



-Luke il volantino é perfetto- si complimento' con lui Tom.
Tom Hiddleston, li' a Londra, tutti lo conoscevano come un attore emergente ma nessuno sapeva che proveniva da un'importante famiglia della Big Apple ed era meglio cosi', il passato doveva rimanere sepolto.
-Allora prenditi questa pausa, te lo sei meritato, ci rivediamo tra un mese-
Luke Windsor era stato l'unico che aveva preso il rischio di sponsorizzarlo ; 30 anni erano tanti per un debuttante e Tom questo lo sapeva, motivo per cui era eternamente grato a Luke per avergli offerto questa nuova vita, iniziato dopo aver messo fine a una serie di scelte già imposte e sbagliate.
Adesso Tom aveva un mese di pausa in cui il teatro si preparava ad accogliere la sua performance e quella dei suoi colleghi attori, non aveva la minima idea di quello che avrebbe fatto se in una delle tanti serate passate lungo il Tamigi, il suo vechio e caro amico Chris non lo avesse chiamato chiedendogli di raggiungerlo per il suo compleanno dove aveva intenzione di invitare tutti i suoi amici del liceo, e in quell'istante il ragazzo si ritrovava a fare le valigie per ritornare nel posto da cui era scappato 5 anni prima.



SickOfLoveSong
é un po' di tempo che stavo pensando a questa storia e finalmente ho deciso di pubblicarla.
Dunque Tom e Chris non sono famosi anche se provengono da famiglie altolocate, mentre Gwen e Doroty sono persone normalissime.
Tom ha davvero recitato in Coriolanus e Chris al TIFF ha dicharato di volere, forse, in un remoto futuro, lavorare come regista.
Il Betty Baker esiste davvero e si trova in 448 Atlantic Ave, Brooklyn.
Spero di avervi incuriosito, se la storia interessa a qualcuno nel prossimo capitolo postero' i prestavolto delle ragazzi visto che i ragazzi li conosciamo tutti ;)
Buona serata :*

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***



"Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo.
Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi.
Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni."


 
In quelle due settimane, il momento peggiore si presentava, come un appuntamento giornaliero, la sera quando lei rincasava, dopo aver visitato tutto il giorno delle agezie di lavoro, in quel motel anonimo abbellito da carta da parati anni '70 in stile Honolulu, l'unico che poteva permettersi e Doroty era ormai quasi al verde.
La sera iniziava a sentire la solitude che le attenagliava il petto per farsi più forte al livello del cuore, ma si era ripromessa che non avrebbe contatto la sua famiglia, la sua vita valeva più dei sacrifici e dei malesseri che la assalivano la notte ; anche se lasciava il suo telefono sempre a portata di mano ; a volte, quando la sua forza di volontà diminuiva, digitava con sicurezza e senza esitazione quei 10 numeri che l'avrebbero messa in contatto con sua madre e poi all'improvviso, come se una lampadina si fosse accesa, si ricordava del perché era scappata via e lanciava il telefono, dopo averlo spento, sul letto, il più lontano da lei.

Quella sera Doroty infilo' le chiave nella serratura del numero 13 e accese l'interruttore a destra della porta laccata di un verde speranza, illuminando la stanza, si tolse la borsa a tracolla rossa e la lascio' cadere a terra mentre con passo svelto si diresse verso il bagno dove accese l'acqua calda, facendola scorrere sul piatto doccia, e lentamente si spoglio' per lasciarsi andare sotto il getto quasi bollente e far scorrere via tutta la negatività che iniziava a impossessarsi della sua mente.

-No, mi dispace. Non abbiamo bisogno di un'interprete-
-Nemmeno una tata?-
-No, mi dispiace-


Per l'ennesima volta, Doroty fu liquidata da un'altra agenzia di lavoro, ormai era al limite, sapeva che sarebbe dovuta ritornare a casa.
Un brontolio si fece spazio nei pensieri della ragazza facendola distrarre, alzo' lo sguardo e vide una pasticceria «Che coincidenza, sembra anche carina, speriamo costi poco» penso' dando un occhiata al portafoglio e dirigendosi verso Betty Bekery.



Quel giorno Gwen aveva lasciato la mattinata libera a Lily e adesso si trovava dietro il bancone nell'attesa che qualche cliente arrivasse.
Un cigolio si fece spazio tra la musica che la radio stava trasmettendo, una porta che si richiudeva su stessa e un Buon Giorno detto quasi cantilenando.
-Cosa desidera?- chiese Gwen indossando i guanti di gomma per poter prendere il dolce richiesto
-Mh... Una fetta di quella torta li'- rispose la cliente, indicando un pan di spagna farcito di latte condensato e ricoperto dallo zucchero a velo.
-Mangia qua?-
-Perché no- rispose Doroty prendendo il pezzo di torta e accomodandosi su una delle tante sedie vuote.

Doroty osservo' la ragazza dietro al bancone servirsi anche lei una fetta dei quella torta e nel silenzio più totale con solo la musica di sottofondo, entrambe addentarono il dolce.
La smorfia che fece la cliente fu lampante come un tuono a ciel sereno, il pan di spagna era duro e stupposo, quasi difficile da mandare giù, la farcitura era un aiuto nell'ingoiare.
-Mai provato ad aggiungere un bicchiere di acqua calda nell'impasto?- chiese Doroty girandosi verso l'altra ragazza.


« Acqua calda ? »
Perché Gwen non ci aveva mai pensato ? Perché la nonna non glielo aveva detto ? E poi un flashback si fece spazio nella sua mente, prepotente e carico di ricordi dolorosi.

Era una domenica sera, una delle tante dove tutta la famiglia si riuniva per passare qualche ora insieme intorno a una tavola stracolma di cibo e in compagnia di qualche bicchiere di un vino tenuto nascosto chissà dove per avvenimenti importanti, e quello era un avvenimento importante.
Gwen si era appena diplomata, doveva scegliere la strada da seguire e tutti erano curiosi di sapere se avrebbe portato avanti la pasticceria della nonna Betty che sprizzava vivacità da tutti i pori nonostante i suoi novant'anni.
-Allora Gwen?- chiese a fine serata la nonna, riuscendo dopo non pochi tentativi a far tacere tutti gli altri ; all'improvviso la ragazza si senti' osservata come in quei teatri dove l'attore principale si trova al centro del palco con un occhio di bue puntato addosso, sotto gli sguardi indiscreti di tutti gli spettatori.
-Diventero' manager e apriro' delle filiali di Betty in tutta NY- rispose e una parte di lei si spense in quel momento, quello era il sogno di sua madre, non il suo, lei voleva stare accanto a sua nonna e aiutarla a creare dolci.
Da quel giorno sua nonna non fu più la stessa, le forze la abbandonavano sempre più fino a quando, due settimane dopo l'annuncio, venne a mancare ; Gwen non se lo perdono' mai e un senso di colpa la accompagnava tutt'ora.

-Acqua calda ? Ho sempre aggiunto un bicchiere di latte-
-L'errore che commettono tutti-
disse Doroty sorridendo -quanto fa?-
-Un dollaro- la cliente prese il portamonete cercando la banconota e non appena la trovo', la porse a Gwen.

-Non é che...- le ragazze parlarono all'unisono e dopo essersi scambiate uno sguardo fugace scoppiarono a ridere, era per entrambe una risata liberatoria, nessuno si loro sapeva il perché ma da quando si erano viste avevano provato un senso di pace, si erano piaciute a prima vista.
-Non é che ti serve un lavoro?- chiese Gwen sorridendo
-Ne avrei davvero bisogno ! Mi sono appena trasferita e ho i soldi per pagare il motel fino a dopo domani ma non riesco a trovare nessun lavoro-
-Tutto il palazzo é nostro, se vuoi puoi occupare il secondo piano e lavorare durante il giorno, poi per l'affitto non lo conto. Se aspetti mezz'ora, chiudo per pranzo, andiamo dove alloggi cosi' puoi prendere le tue cose e iniziare ad istallarti e domani puoi già iniziare a lavorare-




-Mi dispiace ancora Kitty per l'inconveniente- si scuso' per l'ennesima volta Chris.
Non aveva detto a nessuno che quella sera sarebbe arrivato Tom, i suoi genitori non approvavano quell'amiciza, « Ti porta sulla cattiva strada » disse suo padre, tempo addietro, quando avevano scoperto che il ricciolino era scappato in Inghilterra.
Chris, quella sera, era tornato a casa su di giri, mancavano solo un paio di ore all'atterraggio, il tempo di farsi una doccia e avviarsi al John-Fitzgerarld-Kennedy per recuperare il suo migliore amico ; invece aprendo il portone principale, che dava sul salone, senti' delle voci femminili che conversavano convivialmente.
Kitty gli faceva il filo da un bel po' di tempo, precisamente da quando suo padre era entrato in collaborazione con i McKellen, già perché Kitty era la figlia del senatore e i suoi genitori gli facevano pressioni affinché si fidanzassero, ma almeno in quell'occasione era riuscito a tener loro testa, Chris aveva dedicato ai suoi genitori la sua vita, non potevano prendersi anche il suo cuore.
« Piuttosto single a vita che con qualcuna che mi sposa per i soldi » disse loro e la conversazione termino' li' con Bob, suo padre, che usci' di casa sbattendo il portone e facendo tremare i vetri che lo ornavano.


-Scusa per il ritardo!!!- disse Chris raggiungendolo.
Prima di abbracciarlo, Tom gli poso' le mani sulle spalle e lo osservo' ; non era cambiato di una virgola, era il solito di Chris, ad eccezione della barba che adesso cresceva incolta.

Tom era arrivato in areoporto poco prima e accendendo il suo cellulare, per avvisare Luke del suo arrivo, si rese conto che Chris gli aveva lasciato un messaggio in segreteria per avvisarlo del fatto che avrebbe accomulato del ritardo.

-Quindi sei arrivato a casa e hai trovato la barbie ad altezza naturale ad aspettarti- disse Tom riassumendo il discorso del compagno,
-Kitty, Tom ! Si chiama Kitty- rispose quest'ultimo.
Tom lo riconosceva, Chris era fatto cosi', aveva sempre preso le parti dei più deboli, anche se in quel caso non era la giusta parte ; Tom conosceva Kitty, frequentavano lo stesso corso di Francese alle superiori e l'aveva sempre trovata odiosa con quella vocina acuta che si infilava nei timpani.
-Lasciatelo dire ! Kitty mi ricorda tanto il nome di un gatto- e finalmente Chris si lascio' andare a una risata liberatoria, una di quelle che, se la ascolti, ti viene voglia di ridere senza alcun motivo, una di quelle che trasmette allegria e che metteva in mostra la sua dentatura perfetta e scintillante, scintillante come i suoi occhi color cielo che si illuminavano lasciando posto alla felicità e scacciando le preoccupazioni che lo assalivano e non lo lasciavano in pace.


Per raggiungere casa di Chris, ci avevano impiegato solo un quarto d'ora, era incredibile come alle 11 sera le strade si svuotassero ; una volta arrivati, si erano accomodati in salotto e si erano versati un bicchiere di Scotch in onore dei vecchi tempi.
-Ti ricordi quella volta che abbiamo saltato la scuola per andare a fare una partita di calcio nel Nw Jersey?- chiese Chris con lo sguardo perso in un punto indefinito della stanza,
-Dio ! Avevamo 15/16 anni?- domando' Tom, mentre un sorriso si apri' sul volto, e il biondino annui' -Quella volta tuo padre annullo' tutti gli appuntamenti per venirti a prendere e ti mise in punizione due settimane ! Come sta il vecchio Booby?- continuo' il ricciolino.
-Se la passa bene-
-E tu Chris?-

Chris sapeva che Tom era diventato serio, aveva notato come in un milli-secondo il suo viso era mutato, l'allegria aveva lasciato il posto alla preoccupazione, e si era preso un momento per formare una frase di senso logico nella sua mente, una frase che non contenesse delle lamentele ma che dipingesse la sua vita in modo quasi perfetto.
Tom capi' quel silenzio, sapeva che il suo amico stava cercando un modo per dirgli che adorava la sua vita, ma sapeva anche che non esisteva nessun modo perché non era cosi', perché Chris non adorava la sua vita.
-Vieni con me a Londra, insieme, come due vecchi amici, ce la possiamo fare- disse abbassando il tono di voce, quasi impaurito, quasi non volesse rompere quel silenzio carico di tristezza che si era venuto a creare.
-E' tardi, dovrei riposare. Domani mattina devo presentarmi in ufficio alle 7, quindi fai con calma, se ti serve un auto, in garage ci sono le chiavi della Mini Cooper, non farti problemi ad utilizzarla- e cosi' Chris mise fine a quel discorso spinoso e Tom si rese conto che stava perdendo il suo migliore amico, doveva fare qualcosa o non avrebbe avuto più nessuno motivo di ritornare a New York.


SickOfLoveSong
me voilà ^^ ho finalmente aggiornato, se la storia continua a piacere aggiornero' tutti week-end ^^
quindi Tom e Chris si sono riuniti, le due ragazze si sono incontrate e uno strano feeling é nato tra di loro^^ sia chiaro, non feeling tra due persone che si amano ma tra due amiche ^^
come promesso ecco i prestavolti di Gwen e Doroty ^^
Doroty --> Lea Michele
Gwen --> Naya Rivera
Visto che il pc ha dei problemi, non riesco a caricare le foto, già é un miracolo che riesco a pubblicare... Quindi le foto le carico il prima possibile :)
 
A presto
Sofia :*

 

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


" Mostrare impazienza non è da adulti "



Un raggio di sole temerario era riuscito a farsi spazio tra le persiane verdastre della stanza da letto, un solo raggio di sole in una stanza dove la calma e la tranquillità regnavano, un solo raggio di sole era stato sufficiente per far svegliare Tom.
Nella mezz'ora successiva al suo risveglio, Tom si preparo' e si diresse nel garage, dove sapeva avrebbe trovato la Mini Cooper rossa fiammante e tolse il disturbo, senza che nessuno lo vedesse.
Il ragazzo aveva sempre avuto una strana impressione che non lo aveva mai abbandonanto nonostante tutti gli anni che erano passati, sentiva che non era ben accetto in quella casa, che i genitori di Chris non lo avevano mai sopportato, perché Chris diventava se stesso quando frequentava Tom e Lisa e Bob non potevano permettarsi di perdere un figlio.
Tom sfrecciava attraverso le strade newyorkesi indisturbato, mentre le canzoni si susseguivano senza interruzioni alla radio e il sole faceva copolinea attraverso gli innumerevoli grattacieli.


Quella mattina Chris usci' di casa senza nemmeno bere la sua tazza di caffé che Lisa gli aveva premurosamente preparato comme tutte le mattina, indosso' un jeans e una maglia di cotone grigio chiaro, indosso' un paio di scarpe color beige e sali' nella sua amata auto ; ingrano' la marcia e a tutta velocità si allontano' dalla villa, deciso a mettere più distanza possibile tra lui e Tom.
Da quando Tom era tornato la sera precedente, non era riuscito a chiudere occhio, una serie di ricordi sfilano nella sua mente e una strana sensazione di malessere si era stabilita sul suo petto.
Il biondino era impaziente di mettere piede nel suo ufficio per tenersi mentalmente occupato con le quote dei suoi clienti.


-Chris, ha chiamato Kitty. Vuole sapere come ti vestirai per la festa-
Vicky entro' nell'ufficio senza bussare, sapeva che il suo capo stava lavorando ormai da un paio di ore sul caso del vecchio Dean.
-Quale festa?-
L'entrata improvvisa della sua segretaria lo distrasse dal caso di Dean.
-Quella del tuo compleanno-
-Ma ci vuole ancora...-
-Mancano solo due settimane-


Ormai erano già passate un paio di ore da quando Chris aveva preso il fascicolo di Dean e si era concentrato sulle mosse vincenti da fare per poter aumentare le quote in borsa dell' anziano signore affinché egli potesse comprare una casa al giovane nipote.
Il trader si era ricordato dell'imminente compleanno e guardando il calendario si era reso conto che era già il 30 maggio e lui doveva ancora occuparsi degli invitanti, della festa e dell'after-party.
-Vicky, occupati degli invitati, io mi occupo del cibo- e in quel modo congedo' la ragazza.
Non ebbe il tempo di riconcentrarsi che il suo cellulare, di ultima generazione, inizio' a vibrare sulla scrivania di mogano.
-Allora sei ancora vivo- disse Chris rispondendo
-Non ti libererai tanto facilmente di me-
-Grazie a Dio-

-Ascolta un po', stasera sei libero per le 7?-  chiese il ricciolino dall'altra parte del telefono, il biondino diede un'occhiata di sfuggita all'agenda aperta e posata sull'angolo del tavolo.
-Si perché?-
-Ho appena preso un appuntamento per la tua torta-
Tom quasi riusciva a vedere il suo amico sorridere,
-A quest'ora, di solito già mi chiedevi dei consigli per la torta e visto che ancora non lo hai fatto, presumo che non ci hai ancora pensato- continuo' Tom.
Dopo essersi scambiati l'indirizzo, Chris torno' infine al suo lavoro con un po' più di determinazione rispetto a quando era entrato nell'ufficio.



Quella mattina Doroty scese le scale del negozio a due a due, era cosi' impaziente di iniziare a lavorare, segretamente aveva sempre adorato cucinare specialmente i dolci e adesso si ritrovava a lavorare in una pasticceria francese.
Non sapeva cosa sarebbe successo quel giorno ma una strana sensazione di impazienza si era impossessata di lei, quella che caratterizza tutti i bambini il giorno di Natale o del loro compleanno, quella impazienza piena di gioia e felicità, perché in fondo al cuore di Doroty c'era una vocina che iniziava a scalpitare e gridare la sua felicità.
Ma la giornata non si dimostro' facile, anzi tutt'altro.
La commessa principale di Betty Bakery non si era dimostrata contenta dell'ultimo acquisto di Gwen, forse si sentiva minacciata, come se una ragazza appena arrivata da oltre oceano potesse prenderle il posto.

Il primo cliente della giornata si presento' poco prima della chiusura mattinale, all'incirca verso mezzogiorno e mezzo, Doroty non stava più nella pelle, un po' per il fatto che era sola nel negozio visto che Lily era già partita e un po' per la voglia di far bene ; voleva rendersi utile e provare al capo di meritarsi quel posto in quella pasticceria di famiglia.

-In cosa le posso essere utile ?-
Doroty sfoggio' il suo miglior sorriso e porto' le mani dietro la schiena per poi intrecciarle e aspetto' che il cliente ordinasse.
-Non é che... Insomma... C'é Gwen?-
Adesso che la ragazza lo osservava, non era niente male, capelli ricci biondi che davano sul rossiccio, occhi azzurri e una barbetta fintamente incolta.
-Scusa il mio essere sgarbato. Io sono Tom- disse il ricciolino allungando la mano oltre la vetrina per poter stringere quella della ragazza.
-Io sono Doroty- rispose afferando la mano di Tom e stringendola quasi come se fosse un ancora di salvataggio.

I due passarono l'ora successiva parlando come due vecchi amici e scambiandosi informazioni su Gwen, Tom prese addirittura un appuntamento per la sera stessa, secondo il ragazzo, il suo migliore amico doveva festeggiare il suo compleanno e aveva bisogno di dolci compresa la torta.
-Allora ci vediamo stasera- disse Tom avvicinandosi per posare un bacio sulla guancia di Doroty prima di uscire dal negozio e dirigersi verso casa di Gwen.

Doroty osservava cosi' spesso l'orologio da muro posizionato di fronte alla cassa che le lancette sembravano ferme, come se avessero una vita propria e si rifiutavano di avanzare.
-Lily vado in laboratorio- e l'unica risposta che ottenne fu un Mmm sommesso.
Per ammazzare il tempo la ragazza si era rintanata nel laboratorio della pasticceria, era cosi' concentrata nella preparazione del Tiramisu' che si dimentico' dell'arrivo di Gwen ; come concordato si sarebbero dovute incontrare per le 6 e mezzo, in modo da potersi organizzare sui dolci da presentare a Mr. Evans.

-Voilà- disse tra sé e sé, la giovane infilando il dolce nella cella frigorifera, uscendo da quella stanza e salendo al piano di sopra di strofino' le braccia per riscaldarle.
-Buona sera, un mio amico oggi ha preso un appuntamento e mi ha detto di chiedere di Doroty-
La diretta interessata guardo' il suo orologio da polso ed ebbe un mini infarto, erano le 7 e un quarto e non c'era traccia di Gwen, aveva appoggiato la mano sulla maniglia e stava aprendo la porta.
-Chi ? La nuova ? Se n'e andata- rispose Lily
-E Gwen?-
-Non c'é, non era al corrente dell'appuntamento, la tipa non lo avrà segnato sull'agenda-

-Stavi dicendo qualcosa?- chiese Doroty entrando nella stanza
-Ehm il ragazzo ti cercava. Io ho finito il turno, ci vediamo domani- disse in risposta la biondina, si catapulto' a prendere il giacchino di jeans e a testa bassa usci' dal negozio.
-Pffff che tipa-
Doroty aveva momentaneamente dimenticato la presenza del ragazzo, che con la sua risata sommesa la fece ritornare alla realtà.
-Ups, mi scusi. Mi dia un minuto per chiamare la proprietaria-
Eccola, la parte razionale prese il sopravvento di Doroty, nel giro di un secondo si trasformo' quasi in una manager, e la trasformazione non sfuggi' agli occhi del ragazzo che, attentivamente, scrutavano tutto.

-Gwen ! Dove diavolo sei?- chiese Doroty in preda al panico
-Doroty calma ! Ho avuto un imprevisto, occupati tu del ragazzo, mi fido di te- rispose chiudendo la chiamata, un grido di frustazione scappo' dalle labbra chiuse di Doroty.



Una decina di minuto dopo il suo arrivo nel negozio, la famosa Doroty si presento' a lui e lo guido' in uno stanzino adibito a ufficio.
-E Tom?- la sfacciataggine della ragazza lo colpi', non si sarebbe mai aspettato che una domanda cosi' diretta potesse uscire dalle labbra di una ragazza che, all'apparenza, sembrava cosi' fragile e insicura di se stessa.
-Ha avuto un imprevisto, perdona il moi essere insensibile : ma non sei di Brooklyn?- e Doroty sorrise abbassando lo sguardo.
-Si sente cosi' tanto?- e il ragazzo la guardo' corrucciando la fronte, evidentemente non aveva afferrato il senso della domanda, e sorridendo come una mamma protettiva, mentre due fossette nascevano sulle sue guancie paffute, Doroty riformulo' la domanda.
-Il mio accento ! Si sente cosi' tanto? Comunque mi sono appena trasferita dalla Spagna. Mi dica Mr. Evans- contnuo' prendendo il catalogo delle torte dal cassetto della scrivania
-Chris, chiamami Chris-
E un sorriso pieno di tranquillità nacque sulle sue labbra. Chris non sapeva cosa gli stava prendendo ma si sentiva come a casa e tra un informazione e l'altra per la festa faceva qualche battuta facendo ridere Doroty.
-Per l'after party potete fare una torta con la forma di macchina cinematografica?-
-Ovvio ! Niente é impossibile per Betty Bekery-
rispose prontamente Doroty ridendo.
-Sai sei strana-
-Lo prendo per un complimento-
-No, voglio dire, in una situazione normale, qualsiasi ragazza mi avrebbe chiesto perché la macchina cinematografica, ma tu, tu non hai battuto un ciglio-
disse Chris poggiando i gomiti sul tavolo e posando la testa sulle mani chiuse a pugno,
-Presumo che sia il tuo sogno messo in un cassetto chiuso a doppia mandata, sicuramante sei figlio unico e hai dovuto prendere le redini di un'agenzia messa in piedi da tuo padre dopo tanti sacrifici e non hai potuto dire no-
-Vedo che qualcuno ha fatto i compiti oggi-
-Ho solo osservato, l'orogio Rolex la dice lunga sul tuo conto-
rispose la ragazza facendogli l'occhiolino.
Chris era sul punto di ribattere ma la suoneria del suo telefono lo blocco'.
-Cavolo!- disse istintvamente vedendo l'ora : 9 meno un quarto
-Devo scappare ! Ci vediamo domani- disse prendendo la borsa a tracolla che aveva poggiato a terra e uscendo dal negozio in un batter d'occhio.



SickOfLoveSong
Me voilà ^^ chiedo immensamente scusa per il ritardo ma ho avuto problemi con il pc e il blocco dello scrittore in queste due settimane... Scrivere questo capitolo é stato un parto XD
Dunque, questo capitolo é centrato più su i ragazzi, spero che non dia fastidio, per me é molto difficile visto che i protagonisti in realtà sono 4 e ho sempre pasura di trascurare qualcuno... Spero di ricevere ancora dei consigli e vedervi numerosi ^^
Per terminare vi lascio alcune foto ;)
Chris outfits --> http://i58.tinypic.com/2vrwn75.jpg
Doroty --> https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQx1G0XIXZRcvp84BG8udSTCzMrOhVKTdhngrLpIBL7GPNPr9onXJqhow
Gwen --> http://img1.wikia.nocookie.net/__cb20130930233651/bookclub/images/c/ce/Naya-rivera-cat-eye-makeup-look-w724.jpg
Mentre per Lily, Vicky e Kitty devo ancora trovare i loro presta-volto XD
detto questo vi lascio in pace ;)
Alla prossima,
Sofia :*


 

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


« L'incontro di due personalità é come il contatto tra due sostanze chimiche ;
se c'é una qualche reazione chimica,
entrambi ne vengono trasformati »

 

 

-Pronto Gwen ? Ti disturbo?-
-Doroty ! E successo qualcosa ? -
La ragazza si era allarmata, non si aspettava una chiamata da Doroty, non durante la sua prima giornata lavorativa e non dopo aver passato la serata precedente insieme per poterle spiegare tutto quello che c'era da sapere sulla pasticceria.
-No ! Era solo per dirti che stasera hai un appuntamento per una torta di compleanno- rispose la ragazza, dall'altra parte del telefono, sorridendo.
-Come si chiama il cliente ?-
-Un certo Mr Evans-
Chris... Chris Evans...
Il biondino non si era fatto più sentire da quando Tom era andato via.
Ormai erano 3 anni che Chris aveva tagliato tutti i ponti con la sua vecchia vita.
E giusto 3 anni fa, era iniziato il suo declino, la sua corsa verso il baratro era iniziata nel momento in cui Gwen aveva perso il suo migliore amico e si era terminata con la dichiarazione del fallimento delle due pasticcerie.
-Pronto Gwen ?-
-Si scusa !! A che ora é stato fissato l'appuntamento?-
Dopo essersi messe d'accordo sul da farsi, Gwen chiuse la chiamata e mise il telefono in modalità silenziosa ; se Chris aveva deciso di andare da Betty, per comandare una torta di compleanno, c'era un motivo e lei doveva farsi vedere al top.
Cerco' tutti i deplians che aveva, deplians sul design delle torte, deplians sui tipi di farciture, deplians sui confetti e sulle bomboniere di compleanno...

Alla fine la ricerca si era dimostrata fruttuosa , le aveva richiesto un po' di tempo ma ne era valsa la pena ; Gwen osservo' l'orologio da muro : 15:15.
« Ho ancora del tempo per un bagno » penso' prima di dirigersi verso la scalita in legno che portava al secondo piano e osservando la sua tenuta ( http://i60.tinypic.com/14wfwog.jpg ).
La verità era che Gwen era stanca di quella vita ; scelte sbagliate che le avevano portato solo dispiaceri e sacrifici, ma in fondo la colpa non era solo la sua, se il suo migliore amico non se ne fosse mai andato forse le cose sarebbero state diverse, forse in un universo parallelo sarebbe stata felice.
Svogliatamente poso' il piede destro sul terzo scalino e in seguito alzo' quello sinistro, non fece in tempo a posarlo a terra che il companello della porta d'ingresso suono'.
Uno sbuffo sonoro sfuggi' dalle labbra semi chiuse della ragazza e lentamente, cosi' come era arrivata a metà scalinata, torno' al punto di partenza.
Le lunghe mani affusolate si poggiarono sul pomello argentato e freddo, quest'ultimo giro' verso la destra e la porta di legno si apri'.

Un secondo, uno solo basto' a Gwen per riconoscere la figura che si trovava sulla soglia di casa sua e un altro secono le basto' per ragionare e chiudergli la porta in faccia.
-Gwen ! Dai Gwen apri la porta- in realtà era una richiesta ma la voce del ragazzo suonava quasi come una supplica.
Nel frattempo la ragazza poggio' la fronte sullo stupite, una strana sensazione si era impossessata di lei : il cuore inizio' a scalpitare nella gabbia toracica, il petto che si alzava e si abbassava velocemente, aveva anche il fiatone.
Quante volte aveva immaginato di incontrarlo di nuovo ? Quante ?
E tutte le volte gli scenari cambiavano cosi' come la fine dell'incontro, a volte litigavano, a volte si abbracciavano, a volte si riconciliavano e a volte no.

 

« Certo che é proprio simpatica la ragazza, tipico di Gwen ! » penso' Tom uscendo dal locale.
Il ricciolino entro' nella Mini Cooper rossa, infilo' le chiavi nel quadrante e non non appena sposto' il piede dal freno all'acceleratore, l'auto si mise in moto cosi' come la radio, Tom mise la freccia a destra e, dopo aver controllato nello specchietto retro-visore che la strada fosse libera, parti' verso la meta predestinata.
Le note di Immortals dei Fall Out Boy riempivano il veicolo in corsa, i finestrini erano aperti e l'aria accarezzava i ricci ribelli.
Quante volte Tom aveva quasi rinunciato al suo sogno ? Quante volte Tom avrebbe voluto tornare a NY ? Specialmente in quel periodo dell'anno.
Quel sole, quella luce, quella sensazione di benessere che si impossessava di lui in giornate come quelle ; non che Londra non gli piacesse ma preferiva il sole alla pioggia e alla nebbia.

20 minuti dopo il veicolo era parcheggiato in un viale alberato, di fronte una villetta a due piani, il ragazzo ( http://i61.tinypic.com/2cwlmw8.jpg ) scese lentamente, aggiusto' i jeans e la camicia bordeaux e si avvio' verso il numero 12.
Un giardino curato e verde lo accolse e segui' il viottolo che lo condunceva direttamente sulla porta di legno.
« Dai Tom ! Puoi farcela... 1..2...3 »e poggio' il dito sul campanello.
Dopo quella che al ricciolino sembro' un'eternità, la porta di apri' e la vide.
Era li', era vera, era esattamente come se la ricordava.
Apri' la bocca per parlare ma nessun suono ne usci' perché cosi' come si era aperta, cosi' la porta si era richiusa : all'improvviso.
-Gwen ! Dai Gwen apri la porta-
Tecnicamente era una richiesta, ma Tom era consapevole che il suo tono di voce suonava piuttosto come una supplica.


-Non lo fare più!-
-Scusa Gwen... Lo sai meglio di me... Se quel giorno fossi passato i qui a salutarti non sarei più partito- rispose Tom stringendo la ragazza in un lungo abbraccio.

Dopo una mezz'ora intensa, fatta di suppliche, Gwen era riuscita a farsi convincere e aveva, infine, riaperto la porta e adesso erano comodamente coricati sul divano del salotto, come anni addietro quando i due ragazzi passavano interi pomeriggi chiusi in casa a parlare del più e del meno.
-Credo che sia il tuo telefono!- disse il ricciolino sorridendo.

-Gwen ! Dove diavolo sei?- chiese Doroty in preda al panico
-Doroty calma ! Ho avuto un imprevisto, occupati tu del ragazzo, mi fido di te- rispose Gwen chiudendo la chiamata.

-La tua nuova impiegata?-
-Si, l'ho assunta ieri, potrai anche dire che sono pazza ma mi fido di lei-
-Ti capisco, l'ho incontrata oggi ed é proprio simpatica-
-Allora sei stato tu a prendere l'appuntamento per Chris! Mi ero preparata al peggio, sai che non lo sento da quel giorno ? Come sta ?-

Il giorno della partenza di Tom era ancora una ferita aperta per Gwen, le faceva male parlarne e Tom lo sapeva cosi' come sapeva che era stato una tragedia anche per l'amico vederlo andare via.
Il ragazzo si mise a sedere e prima di lasciarsi andare a un lungo sospiro si strofino' con entrambe le mani la faccia.
-Non se la passa bene, ha bisogno di aiuto-

 

Come concordato, Chris a fine giornata si diresse verso l'indirizzo che Tom gli aveva inviato per messaggio.

448 Atlantic Ave, Brooklyn
Non mi aspettare, ho avuto un imprevisto.
Tom

Aveva riconosciuto quel luogo all'istante, subito dopo aver messo il piede fuori dall'auto, cosa aveva in mente il suo migliore amico ?
Chirs prese un bel respiro e si avvio' verso il locale.
-Buona sera, un mio amico oggi ha preso un appuntamento e mi ha detto di chiedere di Doroty-
Il biondino sfoggio' il suo sorriso perfetto e attese una risposta.
-Chi ? La nuova ? Se n'e andata- rispose quella che doveva essere una commessa.
-E Gwen?-
« Com'era possibile ? Possibile che Tom si fosse sbagliato ? » Chris iniziava a innervosirvi, odiava quella sensazione che lo pervadeva quando qualcuno si prendeva gioco di lui.
-Non c'é, non era al corrente dell'appuntamento, la tipa non lo avrà segnato sull'agenda-
Non fece in tempo a replicare che una seconda voce femmenile si intromise, Chris la osservo' chiudere una porta bianca e entrare nel locale a testa alta.
-Stavi dicendo qualcosa?- chiese quest'ultima
-Ehm il ragazzo ti cercava. Io ho finito il turno, ci vediamo domani- disse in risposta la biondina, si catapulto' a prendere il giacchino di jeans e a testa bassa usci' dal negozio.
-Pffff che tipa- continuo' la mora sbuffando e Chris non poté far a meno di ridere sommessamente.
La ragazza era cosi' semplice e naturale, sembrava ancora una ragazzina.

Dopo una decina di minuti, finalmente il biondino riusci' a dare un nome a quel volto : Doroty.
-Come Doroty, la protagonista del Mago di Oz?-
-Si come quella Doroty- rispose la ragazza sorridendo, e quel sorriso non sfuggi' agli occhi attenti e osservatori del trader ; era un sorriso pulito, sincero, che trasmetteva gioia, un sorriso a 32 denti e contornato da due fossette.
Chirs si ritrovo' in uno stanzino adibito a ufficio e ascoltava attentamente tutte le descrizioni delle torte e delle differenti farciture, più ascoltava la ragazza e più si rendeva conto che c'era un piccolo accento,e dopo aver fatto une delle tante domande improvvise, scopri' che era spagnola e osservandola bene avrebbe dovuto accorgersene : grandi occhi a mandorla e castani, lunghi capelli e sorriso caldo e accogliente.
Le lancette giravano velocemente e nessuno dei due se ne rese conto, erano troppo presi dalle loro conversazioni per poter guardare l'orologio.
Erano arrivati a un punto interessante della conversazione, Chris era pronto a ribattere, gli piaceva parlare con Doroty, aveva capito che non doveva dare niente per scontato, la tipa era un ottima osservatrice e i loro discoris erano interessanti, ma la suoneria del suo telefono lo blocco'.
-Cavolo!- disse istintivamente vedendo l'ora : 9 meno un quarto
-Devo scappare ! Ci vediamo domani- continuo', prendendo la borsa a tracolla che aveva poggiato a terra, e uscendo dal negozio in un batter d'occhio.

 

-Chris mi ascolti?-
-Si si continua-

-Allora dimmi qual'é stata la reazione di Tiffany dopo aver visto il mio vestito-
Da quando Kitty era diventata cosi' insopportabile ? Chris non se lo sapeva spiegare.
-Scusa Kitty, non stavo ascoltando- rispose prendendo il calice di vino bianco in mano e sorseggiandolo.
-Oh tesoro ! L'ho dico sempre a mio padre che quel lavoro ti farà uscire pazzo- replico' la biondina mentre accarezzava le braccia muscolose del suo ragazzo.
-Sai il vecchio Dean... Non é un caso facile e devo fare attenzione...- Chris sapeva come soggiogare la ragazza : bastava fare gli occhi triste e abbassare di poco il tono di voce ed era fatta, Kitty cadeva immancabilmente nella rete di bugie che ormai avvolgeva la loro relazione.

La verità era un'altra e Chris lo sapeva bene ; non riusciva a smettere di pensare a Doroty, quel sorriso, quella leggerezza e sapeva anche che Tom avrebbe fatto qualsiasi cosa per rovinare la sua relazione con Kitty, quindi si aspettava di tutto dal suo migliore amico e per una volta non ne era spaventato, forse aveva davvero bisogno di essere salvato da quella vita monotona che stava conducendo, forse aveva davvero bisogno di scappare dai suoi doveri di figlio modello.


SickOfLoveSong
Eccomi qui ^^ ho deciso di continuare comunque la storiaXD
penso che non ci sia niente da dire, le storia iniziano a intrecciarsi, vediamo i ragazzi incontrarsi e troviamo un Chris un po' diverso da come ce lo aspettiamp, non é il dolce e tenero Chris ma una persona un po' più furba.

Per terminare vi lascio alcune foto ;)
Chris -> http://nyppagesix.files.wordpress.com/2014/03/chris-evans1.jpg
Tom -> http://www.hellomagazine.com/imagenes//celebrities/2013102015199/tom-hiddleston-video-tilda-swinton/0-77-202/tom-new--a.jpg
Kitty -> http://pichost.me/1628881/
Gwen -> http://img1.wikia.nocookie.net/__cb20130930233651/bookclub/images/c/ce/Naya-rivera-cat-eye-makeup-look-w724.jpg
Dorory -> http://www.realreviewsbysavvyk.com/wp-content/uploads/2013/05/lea-michele.jpg
Alla prossima,
Sofia :*

 

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


“You'll find that life is still worthwhile,
if you just smile.” 

 

Quella notte, Doroty dormi' poco e niente ; l'incontro con quel ragazzo l'aveva scombussolata, passare quelle poco ore con Chris l'avevano fatta dimenticare dei suoi problemi, come se la felicità fosse un qualcosa di tangibile anche per lei.
Il risultato di quella notte insonne fu una torta farcita di crema pasticcera e decorata con dei motivi primaverili (http://i59.tinypic.com/dzdruf.jpg ); la ragazza aveva appena messo la torta in esposizione quando Gwen entro' nel locale.

-Già sveglia?- Gwen era quasi stupita di vedere la commessa all'opera e subito sposto' lo sguardo verso la parete dove era presente l'orologio.
-Ho l'abitudine di svegliarmi molto presto- rispose la mora sorridendo.
-Wow l'hai fatta tu?- chiese e, prima ancora che la ragazza potesse aprire la bocca, spari' nel laboratorio e ne riemerse 20 minuti dopo con un vassoio e 4 tazze fumanti.
-Potevi dirmi che andavi a prepare il caffé ! Ne avrei fatto uno all'italiana!- disse giocosamente Doroty, ma la diretta interessata non ebbe tempo di rispondere.

Una voce maschile si intromise nel locale.
-Buon giorno ragazze!-
Gwen corse verso Tom, lo abbraccio' e fece sprofondare il viso nel petto del ragazzo.
-Mi sei mancato- disse sommessamente, la sua voce era attutita dall'abbigliamento del ragazzo (http://i57.tinypic.com/9ksbqr.jpg ).
-Doroty come stai ?- chiese Tom osservando la ragazza, il suo sguardo era cosi' solare ma allo stesso tempo era attentivo, come se volesse guardare l'anima della mora e non sono i suoi occhi.


-Vicky, annulla l'appuntamento delle 9, arrivo per le 10.-
Chris, la sera precedente, era tornato a casa relativamente presto, di solito non varcava la soglia dell'abitazione se la lancette del suo orologio non segnavano le 2 del mattino ; parchéggio' l'auto nel garage e sali' le scale che conducevano al salotto, osservo' il pendolo che si trovava sul camino.
« Solo mezzanotte e mezzo... » penso' mentre con l'indice e il pollice iniziava ad allentare il nodo della cravatta, immancabilmente nera.
Prima di dirigersi verso la sua stanza, fece una tappa davanti all'alloggio del suo migliore amico ; non lo vedeva dalla sera precedente, quando lo aveva lasciato sul divanetto del salotto a rimurginare sulla sua risposta fredda e distaccata.
L'indice della mano destra, curvato ad uncino, era a un millimetro dalla superficie di legno della porta, ma non la sfioro', nessun rumore proveniva dall'interno, nemmeno il solito suono fastidio che caratterizzava le notti di Tom : il suo russare.
Per questo, Chris ritorno' sui suoi passi e raggiunse la sua tanto amata stanza.

L'indomani mattina, di buon ora, il biondino usci' dal suo letto e senza nemmeno cambiarsi si diresse verso la stanza di Tom ; entro' senza nemmeno bussare, voleva sapere se il ricciolino era rientrato a casa.
Lo vide li', nel letto, beatamente addormentato a pancia in su', le lenzuola erano scivolate durante la notte e lo coprivano dalla vita in giù, Chris smise di respirare per un secondo e un sorriso illumino' il suo viso sbarbato, eccolo li' ; il famigerato ronfare di Tom, cosi' leggero e cosi' profondo.
-Tom!- grido' il biondino e il diretto interessato si alzo' facendo un salto
-Dio mio Chris !! Ci sono quasi rimasto secco!- rispose portandosi una mano sul pettorale sinistro.
-Vestiti, ti porto a fare colazione- rispose quest'utltimo sorridendo.

Un'ora dopo, i ragazzi erano in auto e si dirigevano verso Brooklyn.
-Non dirmi che devi scegliere ancora tu la musica!!!- si lamento' Tom
-L'auto é mia!-
-E io sono l'ospite!- continuo' il ricciolino incrociando le braccia e facendo il broncio.
Tom adorava Chris (http://i57.tinypic.com/mky836.jpg ), lo stimava per il suo coraggio, il suo grande cuore, la sua gentilezza ma c'era una nota dolente, i suoi gusti musicali...
-Non puoi ascoltare Johnny Mathis il 2 giugno !!! Mancano ancora 6 mesi a Natale!!-
-Va bene ! Va bene ! Hai vinto tu- rispose Chris togliendo il cd, poco dopo sintonizzo' la radio su Sirius XM e le note di Uptown Funk (https://www.youtube.com/watch?v=OPf0YbXqDm0 ) riempirono l'abitacolo.
Tom inizio' a cantare a squarcia gola e per l'ennesima volta, quella mattina, vide il suo migliore amico sorridere ; erano anni che non lo vedeva in quello stato e cio' lo rendeva felice.

Doroty era rimasta incantata dalla scena che le si parava davanti : Tom e Gwen sembravano due facce della stessa medaglia, quando si erano abbracciati, erano sembrati due pezzi di uno stesso puzzle ; la ragazza sorrideva sommessamente tra sé e sé, erano passati solo un paio di giorni da quando aveva incontrato i 3 ragazzi eppure le sembrava che il mondo, che la circondava, iniziasse a diventare colorato.
-Doroty-
Doroty quella voce l'avrebbe riconosciuta da per tutto, anche ad un concerto heavy metal e anche se il ragazzo avesse parlato a malapena.
-Chris, passato una bella serata?-

I 4 ragazzi presero posto alla grande tavolata bianca che costeggiava la finestra del locale, Doroty aveva tagliato un pezzo di torta per ognuno di loro e Gwen aveva offerto i caffé ; se qualcuno fosse passato davanti alla pasticceria in quel momento, avrebbe benedetto qualche essere superiore per aver mandato sulla Terra dei giovani ancora disposti a sorridere e a passare un po' di tempo insieme, il vero problema era che nessuno, nemmeno i diretti interessati, sapeva l'inferno che stavano attraversando ; ognuno era protagonista di una propria battaglia personale, eppure avevano ancora il coraggio di sorridere.

-E allora abbiamo rinchiuso quella spia di John nel bagno!- le due ragazze scoppiarono a ridere, avevano ascoltato attentivamente i casini che avevano combinato Chris e Tom al liceo e ancora non se ne capacitavano che due visi angelici come i loro potessero essere cosi' cattivi.
Un millesimo di secondo dopo, tutto si mise a tacere.
Doroty era impegnata a ridere e nemmeno se ne rese conto, ma gli altri si ; il grande tavolo bianco fu macchiato da una goccia rossa, una sola goccia di sangue riusci' a fare tacere tutte le risate.
-Doroty stai bene?!- Chris era il più allarmato tra i 3, le era corso incontro prendendo il fazzoletto di pezza che teneva nella tasca destra del suo jeans.
-Si non vi preoccupate, é solo del sangue che cola dal naso- rispose la ragazza prendendo il fazzoletto bianco dalle mani di Chris, per un secondo le loro dita si sfiorarono e involontariamente i loro sguardi si incontrarono, non servivano delle parole per esprimere quella strana sensazione che li aveva invasi, entrambi compresero quello che stava succedendo.

-Sono passati 5 minuti ed é il terzo fazzoletto che butti nel cestino- replico' Gwen
-Ma é normalissimo ! Ho il setto nasale deviato, i capillari sono deboli e quando fa cosi' caldo scoppiano, non vi preoccupate-
Alla fine, Chris dovette partire cosi' come Tom e il naso della ragazza smise di sanguinare all'improvviso.
Doroty aveva ragione, il sangue era solo dovuto al troppo caldo.

 

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


« In this life, we have to make many choices.

Some are very important choices. Some are not.

Many of our choices are between good and evil.

The choices we make, however, determine to a large extent our happiness

or our unhappiness,

because we have to live with the consequences of our choices. »

 

 

-Borsa ? Eccola- disse Doroty prendendo la borsetta argentata che giaceva sul sedile affiaco a lei ; controllo' che ci fossero le chiavi dell'appartamento e il telefonino.

-Torta ? Anche lei c'é- continuo' la ragazza osservando lo specchietto retrovisore per essere certa di aver messo al sicuro quel capolavoro.

Una volta finito il check-in, la mora messe in moto la C1 arancione che Gwen le aveva prestato.

-Il gps!- si ricordo' all'improvviso.

Se fosse passato qualcuno affianco a quell'auto avrebbe visto una ragazza parlare sola e avrebbe pensato che fosse pazza ma Doroty non era pazza, era solo sola.
Parlare ad alta voce le dava l'impressione di essere meno sola, come se qualcuno da un momento all'altro avrebbe potuto risponderla.
Doroty sgancio' la cintura e sbrigandosi apri' la portiera della macchina per potersi dirigere verso il locale.


La C1 era parcheggiata da oramai 10 minuti, solo il parco e il bodyguard saparavano Doroty dal portone imponente dell'hotel.
- THE BRYANT PARK HOTEL
40 West 40th Street...
Ok... L'indirizzo é quello giusto
- si disse la ragazza mentre controllava l'indirizzo sul gps e il nome dell'hotel.

Ammesso e non concesso che fosse stato Chris a organizzare la festa in quel posto lussoso, Doroty doveva ammetterlo, il ragazzo aveva gusto.( http://i61.tinypic.com/dd12px.jpg )
La facciata imponente dell'immobile le faceva quasi paura, quel colore scuro scrupolosamente abbinato allla tonalità dorata del fregio gridava a caratteri cubitali « OSPITO SOLO PERSONE IMPORTANTI » e Doroty sapeva di non essere nessuno, per questo quando aveva ricevuto l'invito aveva ripetutamente chiesto a Gwen e Tom se Chris non si fosse sbagliato, continuava a ripetersi che c'era stato uno sbaglio da qualche parte.

-Adesso o mai più!-
Fece un gran respiro, prese il telefono dalla pochette che aveva appoggiato sul sedile alla sua destra e compose il numero del capo.

 

-In fondo al corridoio, girate a destra. Cellar bar- disse il bodyguard.
-Doroty!- disse Gwen ( http://i57.tinypic.com/2a8nkuq.jpg ) girandosi di scatto ma rimase delusa nel vedere un gruppo di ragazze sulla trentina.
-Che fine avrà fatto ? E se si fosse persa?-
-Calmati Gwen, avrà trovato del traffico, tra poco arriverà- rispose Tom poggiando delicatamente la mano sul braccio sinistro della ragazza per tranquillizzarla.
-Ma é in ritardo di 15 minuti ! Doroty non é mai in ritardo- continuo' quest'ultima mentre con la coda dell'occhio osservava l'imponente orologio da muro posizionato di fronte all'ingresso.
-La chiamo- e recupero' il telefono dalla borsetta argentata, ma non fece in tempo a sbloccare lo schermo che quest'ultimo si illumino'.


-Doroty !! che fine hai fatto?-
-Sono qui fuori-

-Arriviamo- ma prima che Gwen potesse chiudere la chiamata, Tom era già uscito dall'hotel.

Il ricciolino intravide la silouhette della ragazza da lontano e le corse incontro.

Dopo aver chiuso la chiamata, Doroty usci' dall'auto, si sistemo' il vestito ( http://i60.tinypic.com/262a9a8.jpg ) e apri' la portiera posteriore per poter prendere la torta.
Quella principale a tre strati era già nel locale, ma quella del after-party, quella a forma di ciak era nel sedile posteriore dell'auto di Doroty.
-Lasciati aiutare- una mano si era posata sulla sua schiena.
I peli sugli avambracci della ragazza si erano drizzati e le gambe avevano perso le forze, Doroty non riusci' nemmeno a gridare, l'unico movimento che era riuscita a fare era un sussulto.
-Doroty sono io ! Tom-
-Dio ! Tom non fare mai più una cosa del genere, ci sono quasi rimasta secca!- rispose la ragazza facendo un grande sospiro.
-Dai siediti un attimo- il biondino apri' lo sportello anteriore e fece sedere Doroty.
-Sarà meglio andare, conoscendola, Gwen mi vorrebbe uccidere per il ritardo-

Tom non le fece nessuna domanda sul suo essere in ritardo, ma la osservava attentamente, sapeva che qualcosa non andava bene ma sapeva anche che quella paura che la stava bloccando era nascosta fin troppo bene sotto chili e chili di sorrisi imitati cosi' bene che sembravano quasi veri.

Gwen osservava le porti scorrevoli dell'ingresso e quando vide arrivare i suoi due amici, si alzo' dal divanetto con l'intenzione di aiutarli.
-Tutto bene Doroty?- ma la mora non ebbe il tempo di rispondere perché Gwen l'aveva abbracciata di slancio per farle capire che non era sola.
Tutti e tre si erano diretti verso il locale Cellar Bar dove dovevano lasciare la torta.
Doroty rimase a bocca aperta.
Si era ritrovata in un sottosuolo adibito a locale per piccole feste private, aveva un forma rettangolare e le piccole lanterne che brillavano aiutavano i decori gotici a dare al locale un aria familiare ma allo stesso tempo elegante. ( http://i61.tinypic.com/2istxq8.jpg )

-Credete che possa fare gli auguri a Chris prima che la festa cominci ?- chiede Doroty guardando Tom e Gwen, quasi come una figlia guarda i suoi genitori per chiedere qualcosa.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo d'intesa e Tom prese per la mano Doroty per accompagnarla fuori da quella sala.

-Sai Chris ha affittato una stanza per lui e i suoi genitori cosi sono più tranquilli- disse Tom una volta che furono entrati nell'ascensore.
-E tu ? Voglio dire come mai tu e Chris siete cosi amici ? Sembrate cosi diversi- affermo' la mora mentre osservava le dita del ragazzo sfiorare il tasto con il numero 24, sicuramente indicava il numero del piano sul quale si trovava la stanza del biondino.
-Chris non é stato sempre cosi' freddo e calcolato, prima era diverso. Ma questa é un'altra storia Doroty-

Pochi secondi dopo il rumore dell'ascensore che si apriva invase il corridoio ormai vuoto, Doroty segui' il suo accompagnatore che svolto' subito a sinistra.
-Aspetta qui- disse Tom guardandola mentre con la mano destra bussava alla porta 313.

Subito dopo una voce ovattata lo invito' ad entrare.
-Tom sei tu!-
Il ricciolino entro' nella stanza e socchiuse la porta alla sue spalle.
-Buona sera signori Evans- disse cordialmente quest'ultimo e poi cambiano tono di voce si rivolse al suo amico.
-Chris, Doroty vorrebbe farti gli auguri-.

La ragazza, senza farlo apposta, stava ascolto' tutta la conversazione.
-Ma chi si crede ? Solo perché l'ho invitata alla festa, non vuol dire che siamo cosi' amici che puo' permettersi di venirmi a disturbare in stanza!-
Doroty non credette alle sue orecchie, forse aveva sentito male, non poteva essere Chris ad aver pronunciato quelle parole e subito un sentimento di rabbia e delusione inizio' a crescere nel suo petto.
« Io non ci volevo nemmeno venire a questa stupida festa ! » penso' tra sé e sé.

-Chris!- lo rimprovero' Tom.
Il ricciolino non ebbe il tempo di uscire nel corridoio, in lontananza senti' il rumore dell'ascensore che si azionava, Doroty se ne era andata.
-Vergognati ! Voleva solo farti gli auguri mica violentarti- continuo' prima di andarsene anche lui.

Fino a quel momento, i genitori di Chirs erano rimasti in silenzio.
-Hai fatto bene, caro. Queste ragazze che sognano una scalata sociale dovrebbero rimanere solo nei bassi fondi da cui provengono. Ti aspettiamo sotto tesoro- disse sua madre uscendo dalla stanza.
Chris prese la prima cosa che vide, un pacchetto regalo appoggiato sul letto pulito, e lo scaravento' a terra.
« Che stupida ! Non poteva aspettare 5 minuti ! »
Chris non sapeva se arrabbiarsi con lui o con Doroty ; se chiudeva gli occhi, poteva ancora rivedere lo sguardo disgustato che pochi minuti prima gli aveva rivolto il suo migliore amico.
« Non avevo altra scelta ! » continuava a ripetersi, « Se non lo avessi fatto io, mia madre l'avrebbe umiliata ancora di più. »
Nonostante le frasi che continuava a ripetersi, lo stato affettivo del biondino non migliorava, le sembrava quasi che il suo cuore fosse stato dilaniato nel giro di pochi secondi.

Tom non fece in tempo ad arrivare nella sala d'ingresso dell'hotel, la C1 arancione era già sparita, allora ritorno' da Gwen.
La ragazza sapeva che era successo qualcosa al piano 24, se ne era accorta non appena aveva visto il ricciolino entrare nella sala, il suo sguardo era pieno di frustrazione, rancore e rabbia.
-Cosa é successo ? E Doroty?-
In pochi secondi Tom racconto' l'accaduto sotto lo sguardo incredulo della ragazza.
-Ma dov'é il festeggiato?- disse Kitty all'improvviso.
Quel tono infantile fu la goccia che fece traboccare il vaso.
-Vieni andiamoci- disse Gwen prendendo Tom per la mano, quasi come fa una mamma preoccupata per il suo bambino.

Chris si era dato una rinfrescata, aveva chiuso il suo malessere in una cassaforte nascosta tra i tanti rimorsi che galleggiavano sul suo cuore, e scese nella sala Cellar Bar.
Apri' la porta di legno massiccio della sala e per un pelo non si scontro' con il suo migliore amico.
-Tom- la sua voce era quasi un sussurro.
Lo sguardo che il ricciolino gli rivolse fu l'ennesima pugnalata al cuore.
-Lasciami spiegare-
Ma Tom non gli lascio' nemmeno il tempo di finire la frase. Continuo' dritto sulla sua strada lasciando Chris sommerso dalla folla che iniizio' a cantargli la fatidica canzoncina.

 

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