Opposites.

di TaylorMcStyles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First meeting ***
Capitolo 2: *** Again ***



Capitolo 1
*** First meeting ***


CalAbbie. 6.00 Am.

Quella mattina , come ogni mattina la mia sveglia suonava già da un pò, Sono quel tipo di ragazza che sistema la sveglia tre ore prima sapendo che non si sveglia al primo suono, quella che dopo svariati si alza esausta di sentire quel suono maledetto.Scendo dal letto e molto svogliatamente lo rifaccio cercando di fare il prima possibile. Vado nel bagno, lego i capelli in una coda leggermente arruffata, lavo il viso, poi i denti. Torno in camera e apro l'armadio,infilo un paio di Jeans attillati ed un maglioncino nero,abbastanza largo che cade su una spalla. Prendo le mie vans nere e le infilo velocemente insieme ai calzini. Mi trucco leggermente e sciolgo la coda, spazzolo velocemenete i capelli e scendo di sotto a fare colazione. 

-"Buongiorno."-Sussurro appena entrando in cucina. 

-"Buongiorno peste, la colazione è pronta."- Sussurra mamma, bevendo gli ultimi sorsi del suo solito caffè, sbuffo leggermente avviandomi verso il bancone dove c'è la colazione preparata da mamma, mi siedo sullo sgabello e comincio a mangiare. Mamma mi guarda perplessa, mangiavo così velocemente che in pochi minuti ho già finito.Mi rialzo e ripongo tutto ciò che ho usato nel lavandino.Sento magicamente la porta della camera di mia madre aprirsi, un'uomo sulla quarantina spunta con un'asciugamano attorno alla vita, imbarazzata mi alzo velocemente e torno in camera. Da quando i miei hanno divorziato, mamma non fa altro che portarsi uomini a casa. 

Scendo di sotto, guardo l'orologio. 7:30. 
Le lezioni sarebbero cominciate alle 8:00 ma ero così lenta che sarei arrivata in orario. 

-"Io vado."- Dico uscendo di casa. Dopo pochi minuti di camminata, una macchina si ferma a pochi centimetri da me, mi giro, è una macchina sconosciuta, guardo il tipo alla guida, anche lui sconosciuto. Indietreggio di qualche passo e faccio avanzare l'auto, poi attraverso arrivando verso la scuola. 

Alcuni gruppetti sono fuori a fumare, altri sono nell'atrio che ripetono le lezioni. 

-"Claire, hai studiato per la verifica di letteratura?"- Chiede una ragazza del mio stesso corso. 

-"Oh si, era così semplice."- Dico sorridendo ampiamente. 

-"Almeno tu ci sei riuscita!"- Dice lei camminando al mio fianco, la guardo un'ultima volta prima di entrare e sedermi al mio solito posto vicino a Calum. 

-"Buongiorno."- Dice lui sorridendomi appena. 

-"Sempre in anticipo, eh?"- Dico scherzando. 

-Adoro arrivare in anticipo, lo sai no?"- sussurra appena, sistemandosi per bene sulla sedia. 

-"Si, ma se tu arrivi prima io sarò sempre più brava di te,perchè avrò più tempo per studiare."- Dico sospirando e annuendo conteporaneamente. 

-"Ti odio."- Sussurra lui , spintonandomi leggermente. 

Dopo un pò la campanella suona, annunciando l'inizio della lezione, dopo un quarto d'ora la lezione viene interrotta, qualcuno entra nell'aula disturbando la lezione. 

-"Mi scusi prof, ho avuto dei problemi."- Sussurra qualcuno chiudendo la porta dell'aula. alzo leggermente il viso, e noto il ragazzo dell'auto. Quel ragazzo che per poco non stava per prendemi sotto. 

-"E quando mai non ha problemi, signor Malik."- Dice la prof facendo ridere tutta la classe. Alzo ancora la testa vedendo il ragazzo passare accanto a me e sedendosi dietro di noi.

-"E' lui."- Sussurro nell'orecchio di Lucas cercando di non farmi notare dal ragazzo. 

-"Lui chi?"- dice  Calum in un sussurro quasi simile al mio. 

-"Stamattina stava per prendermi sotto."- Dico alzando leggermente la voce questa volta, irritata dalla situazione un pò imbarazzante. Mentre il ragazzo dietro di me comincia a punzecchiarmi la spalla. Mi volto verso di lui, poi poso di nuovo lo sguardo sulla prof, non era mia intenzione essere ripresa per uno stupido come lui. 

-"Eddai, voltati."- Dice lui con fare altezzoso, mi irrita un pò ma cerco in tutti i modi di mantenere la calma.Aspetto un minimo distoglimento della prof. 

-"Cosa vuoi?"- Sussurro voltandomi leggermente verso di lui che mi guarda ridacchiando appena. 

-"Bennet, è così poco interessata alla lezione?"- Domanda la prof con fare nervoso, mentre toglie gli occhiali posandoli sul banco. 

-"Mi scusi, Malik aveva bisogno di una penna."- Dico cercando di distogliere l'attenzione di tutti, mentre lui fa una risata, Calum mi lancia un'occhiata in segno di disapprovazione. 

-"Devi dirlo."- Dice Calum tamburellando leggermente la penna sul banco, io lo guardo sbuffando leggermente. 

-"Basta."- Sussurro appena cercando di calmare Lucas.Il ragazzo passa la maggior parte della lezione a lanciare palline di carta verso me e Cal , che ci colpiscono ripetutamente. 

-"Smettila."- Dico voltandomi verso di lui. 

-"Di fare?"- Sussurra lui con aria di sfida , continuando a colpirmi. 

-"Di colpirmi, o non sei tu?"- Dico leggermente irritata. 

*** 

Dopo la fine delle lezioni esco con  Calum, mi dirigo verso l'armadietto.Inserisco il mio codice e aprendolo trovo una decina di lettere, come ogni santa volta.Chiudo velocemente l'armadietto cercando di far notare il meno possibile le lettere a Calum. 

-"Quando deciderai di uscire con uno di loro?"- Domanda lui guardandomi storto, è stanco di vedermi sempre sola o sempre con lui, vuole che trovi qualcuno di speciale. 

-"Preferisco restare per sempre con il mio migliore amico."- Annuisco riaprendo l'armadietto e riponendo i libri, mentre riprendo le lettere e le infilo nella borsa. 

-"Comincio a pensare che tu sia lesbica."- Dice lui serio , prendendo le mie mani e stringendole nelle sue. 

-"Beh, non sarebbe male. O si?"- Domando restando seria, cercando di non ridere. Adoro prenderlo in giro , sopratutto se mi riesce bene. 

-"Lo stai per caso ammettendo?"- Domanda lui sbalordito. 

-"Non ho mai detto il contrario."- Lo stuzzico appena, cominciando a camminare verso l'uscita della scuola. Per metà tragitto Calum è con me, poi lo saluto e continuo a camminare verso casa. prendo il mio Ipod che mi accompagna per i dieci minuti di camminata verso casa, e infilo le cuffiette nelle orecchie. 

13:30 Pm.

Arrivo a casa dopo mezz'ora, come sempre mamma ha lasciato il mio pranzo sul tavolo ed è scappata a lavoro.Lascio la borsa sul tavolo e scarto la roba da mangiare, comincio a mangiare tutto ciò che mamma ha comprato, ormai sono abituata a mangiare quella roba.Appena termino tolgo la roba dal tavolo e la getto nella spazzatura, poi prendo la borsa e salgo in camera.
 
Sono in camera, studio per il compito in classe di letteratura,ma non riesco a smettere di guardare il cellulare. Cal , avrebbe dovuto già chiamare. Ripasso le ultime cose e appena finisco chiudo i miei appunti rimettendoli in borsa, metto il cellulare in carico e rifaccio il mio solito chignon arruffato. 

19.30 Pm.

Entro nel bagno, e sfilo tutto ciò che indosso, per poi infilarmi nella doccia. Apro l'acqua fredda cercando di non pensare a Cal, ogni volta che tardava a chiamarmi era perchè succedeva qualcosa. Finisco la doccia ed esco velocemente infilandomi l'accappatoio, vado in camera e prendo il telefono tra le mani "5 chiamate perse da Cal." Secondo me quel ragazzo lo fa apposta, lo chiamo e non risponde , faccio qualcosa e mi chiama. Sbuffo appena e prendo il cellulare, compongo il suo numero e lo chiamo.

-"Cal."- Urlo esasperata, staccando il telefono e muovendomi per tutta la stanza.ultimi due squilli e finalmente risponde.

-"Ehi piccola , ciao."- Dice lui molto tranquillamente,mentre io mi innervosisco sempre di più.

-"Piccola un corno, cosa cazzo aspetti a chiamarmi? Sono due ore che aspetto una tua fottutissima chiamata."- Urlo continuando a muovermi per tutta la stanza mentre prendo l'intimo e le robe da indossare. 

-"Scusa, avevo da fare."- Dice lui con fare sempre più tranquillo mentre io chiudo il telefono in faccia, lo lancio sul letto e comincio a vestirmi. Indosso l'intimo e poi mi infilo una gonna a righe bianche e nere ed un top nero, indosso le ballerine e noto il dispaly del cellullare illuminarsi, non ci bado più di tanto, torno in bagno e lavo i denti e il viso, poi comincio a truccarmi. Una riga leggera di eyeliner, un pò di mascara e un rossetto rosso. Metto un paio di ballerine bianche e scendo in salotto. 

21.30 Pm.

Il telefono è ancora di sopra, non ho chiamato Cal da quando gli ho chiuso il telefono in faccia, guardo l'ora e decido di chiamarlo. Vado di sopra, prendo il cellulare dal letto e "3 Messaggi in segreteria." , "7 chiamate perse." , "10 Messaggi." Ridaccio appena vedendo tutte quelle cose sul cellulare e poi decido di chiamarlo, compongo il suo numero e aspetto una sua risposta.

-"Chi non muore, si risente."- Dice lui rispondendo dopo pochi secondi alla chiamata. Rido appena e poi cerco di tornare seria per parlargli.

-"Dovevo vestirmi e non avevo tempo per parlare."- Trattengo le risate e prendo la borsa per scendere di nuovo in soggiorno.

-"Si certo, il problema è che sei gelosa. Sei gelosa del fatto che non mi scopo te."- Ride lui prendendomi in giro, mentre io cerco di non offendermi alla sua battuta.Il fatto è che tempo fa ero innamorata di lui, ma da quando ho saputo che era gay ho smesso di amarlo.

-"Misà che ti piacerebbe scoparmi, cioè come unica donna."- Rido cercando di sdrammatizzare, poi slego i capelli e li spazzolo, prendo la borsa ed esco di casa, come il solito Cal nonostante fosse al telefono con me è già fuori casa. Chiudo la chiamata e appena lo vedo , vado incontro abbracciandolo forte.

-"Sapevo che avresti reagito così."- Sussurra lui dolcemente continuando a stringermi mentre posa il cellulare nella tasca dei pantaloni. Scioglie l'abbraccio e mi prende entrambe le mani per poi allontanarsi leggermente. 

-"Cosa c'è?"- Domando leggermente spaventata, aspettando una sua risposta.

-"Sei uno schianto dolcezza, ma dovresti cambiarti."- Dice lui guardandomi per bene.

-"Ma perchè?"- Metto il broncio facendo gli occhioni dolci.

-"Perchè a quella fottuta festa ti salterebbero tutti addosso."- Dice lui guardandomi con fare leggermente irritato.

-"Sai che non mi toccherà nessuno, perchè non li farò avvicinare." Sussurro dolcemente, stampandogli un bacio sulla guancia.

-"é andata, solo perchè mi fido di te."- Sussurra lui prendendomi a braccetto e camminando verso l'auto.

-"Vabene, tranquillo."- Sussurro mentre arrivo all'auto ed entro ,mentre lui chiude lo sportello ed entra al posto del guidatore, non dice una parola e mette in moto sfrecciando.

-"Cosa c'è?"- Lo guardo, mentre lui continua a guardare la strada leggermente nervoso.

-"Il solo pensiero che qualche coglione possa toccarti."- Dice lui stringendo i denti per poi guardare qualche secondo verso di me.Prende la mia mano e la stringe con la sua. Lo adoro anche per questo, adoro il suo essere protettivo e possessivo nei miei confronti.

-"Non lo faranno, sarò sempre accanto a te. Non mi farò toccare."- Sussurro appena mentre cerco di calmarlo, accarezzando le nocche della sua mano. Lui si volta sorridendomi, io gli sorrido in modo tranquillo, cercando di calmarlo lentamente.

-"Sei mia , in ogni caso. Nessuno deve toccarti."- Sussurra per poi lasciare la mia mano e parcheggiare l'auto. Appena l'auto si ferma scendo, chiudo lo sportello e aspetto che Cal passi dal mio lato, appena arriva lo prendo a braccetto e cammino con lui verso la sala. Si ferma per qualche secondo sulla porta del locale, mi alza leggermente il top e abbassa la gonna.


-"Ma..."- Balbetto leggermente guardandolo, lui mi lancia uno sguardo di fuoco che mi fa guardare per terra. Lo lascio fare e poi aspetto. Finisce di sistemarmi ed entra dentro trascinandomi con se.

-"Ringrazia che non hai messo i tacchi."- Dice appena guardandomi, mentre lo sguardo di fuoco ritorna. Io lo guardo, adoro che lui sia così, ma a volte esagera. Dovrebbe fidarsi di me.

-"Ringrazia un corno, le ho messe apposta, il vestito diventerebbe troppo corto."- Lo guardo leggermente irritata, lui mi prende la mano con violenza e mi porta dentro.

-"Andiamo."- Sussurra entrando mentre io lo seguo senza dire più nulla.

Entriamo nella sala, Cal è praticamente incollato a me, alcuni mi buttano occhiate di approvazzione per ciò che indosso, altri mi guardano senza nessun occhiata. Cammino verso il bancone dei drink e prendo qualcosa, mentre Calm mi guarda.

-"Andiamo a ballare?"- Domanda lui vedendomi bere , mentre non mi lascia rispondere e sfila il bicchiere dalle mie mani , portandomi al centro della pista per cominciare a ballare.

-"Non avevo ancora risposto."- Dico, mentre lui comincia a ballare. Mi guardo un pò intorno e poi mi lascio trasportare dalla musica ballando con lui.

-"Non mi interessa, lo sguardo vale più di mille parole no?"- Domanda lui guardandomi con aria da superiore.

-"Smettila, tu stai male."- Lo guardo con aria di sfida, mentre continuo a muovermi per ballare.

3:30  Am.

Cal mi prende per mano portandomi fino all'auto , sono completamente sbronza e non capisco molto di quello che dice. Entro in auto e aspetto di arrivare a casa, mamma dorme già da un pezzo, Cal mi porta in casa fino alla  mia camera, mi sfila le ballerine e mi mette a letto.

-"Buonanotte piccola."- Sussurra dolcemente.. saranno le ultime parole che ricorderò. Chiudo gli occhi e ci metto solo qualche secondo prima di dormire. Sono finalmente nel mondo dei sogni, e mi rilasso del tutto.


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Capitolo 2
*** Again ***


Capitolo2 Il giorno seguente....

7.00 Am.

E' un ora che la sveglia suona, e che io automaticamente la spengo con qualche schiaffo o pugno, non ho nessuna voglia di alzarmi e sento un cerchio alla testa, sento che se proverò ad alzarmi andrò dritta per terra. Resto un altro po a letto.

Dopo qualche minuto mi alzo definitivamente , vedo la camera girare e cerco piano piano di arrivare al bagno, tolgo gli abiti della sera prima e mi infilo sotto la doccia fredda, le camere smettono di girare e finalmente sono sveglia.

Finita la doccia esco e indosso un'accappatoio, mi avvicio allo specchio, ho il trucco scolato e ho delle leggere occhiaie sotto gli occhi, questa mattina sono praticamente orribile. Sciacquo per bene il viso con il sapone e lavo i denti.

Torno in camera e apro l'armadio, infilo un paio di shorts neri e una felpa bianca abbastanza larga, indosso  un paio di converse bianche. Asciugo i capelli che ho lavato e gli spazzolo per bene, infine faccio  una treccia e comincio a truccarmi. Un pò di matita sugli occhi , mascara e un po di burrocacao. Prendo la mia solita borsa con gli appunti e scendo in cucina.

7.30 Am.

E' tardissimo, riempio il mio thermos con il caffè che mamma ha preparato ed esco velocemente di casa. Mamma sicuramente è uscita o magari ha passato la notte da quello "dell'asciugamano"..

-"Il cellulare."- Urlo, appena mi accorgo di non avere il cellulare con me, rientro in casa e vado in camera a prendere il cellulare. Ritorno giù ed esco di casa.

Arrivo a scuola, c'è chi fuma e chi limona con la propria fidanzata. Non ho voglia di fermarmi a parlare con nessuno, entro subito e vado dritta nel mio armadietto, imposto il codice e prendo i miei libri per la giornata. Vado subito in classe, e mi siedo al mio posto. Prendo gli appunti e comincio a ripassare la lezione.

-"Ehi, bella moretta. Che ci fai qui tutta sola?"- Mormora qualcuno di cui vedo solo le scarpe, non mi va di alzare il viso, non voglio avere problemi stamattina. Lo ignoro e continuo a studiare.

-"Prima o poi dovrai rispondermi."- Mormora con voce roca , mentre si avvicina al mio banco, alzo automaticamente il viso e trovo il ragazzo di ieri, sbuffo pesantemente e riposo gli occhi sul libro.

-"Devo studiare, non mi va di perdere tempo."- Mormoro , mentre il moro continua a restare d'avanti a me , mentre poggia una mano sui miei appunti.

-"Non mi interessa. L'unica cosa che voglio adesso è che tu venga con me."- Mormora lui con voce roca, mentre io alzo il viso e incontro il suo sguardo. Un misto di emozioni mi invadono, a cominciare dalla paura. Quegli occhi continuano a scrutarmi, sento come se mi stesse lacerando il viso con un solo sguardo.

-"C'è la lezione tra soli 5 minuti, lasciami in pace."- Dico alzando leggermente la voce e facendo incupire il ragazzo, che violentemente prende il mio polso e lo stringe tra le sue mani.

-"Tu, ora vieni con me."- Urla lui, mentre serra la mascella e smette di guardarmi.

-"Non ci vengo con te, smettila."- Urlo esausta , mentre strappo via gli appunti dalle sue mani. Mi alzo e vado fuori dall'aula. Senza alcun risultato, perchè lui mi segue e mi blocca. Mi sbatte ad un'armadietto ,facendomi gemere dal dolore.

-"Ecco quello che ti spetta, se non senti ciò che dico."- Mormora con voce roca mentre si allontana da me.Spaventata entro nel bagno delle ragazze e prendo un pò d'acqua sulle mani e la poggio leggermente sul viso arrossato. Esco dal bagno e rientro in classe, ci sono già tutti.

-"Buongiorno."- Mormoro leggermente imbarazzata mentre vado a sedermi vicino a Cal.

-"Tutto okay?"- Domanda Cal guardandomi leggermente preoccupato.

-"Si, tutto okay."- Mormoro con la voce spezzata, notando poi il moro entrare in aula.

-"Buongiorno."- Dice lui venendo a sedersi dietro di me.Resto immobile, leggermente terrorizzata poso gli occhi sul professore di letteratura.

***

Il tipo comincia a sbattere con la penna sulla mia spalla, cerco di non pensarci e continuo a seguire la lezione che il professore sta spiegando, Calum non si accorge di nulla, continua a tenere gli occhi sui suoi appunti. Mi alzo dal mio banco e vado dal prof.

-"Prof , vado un attimo in bagno."- Mi dirigo verso la porta , mentre il prof annuisce sorridendo. L'aria è diventata irrespirabile in quella classe, è come se non ci fosse nessuno, oltre a noi.

-"Ehi bella brunetta, dove vai tutta sola?"- Quella voce, dio quella voce comincia a farmi tremare, cerco di restare calma e mi volto indietro.

-"Di certo non sono affari tuoi."- Mormoro leggermente confusa <> mormoro tra me e me, mentre mi giro per andare verso l'uscita.

-"Oh bella brunetta, vieni qui."- Mormora il ragazzo con voce roca, raggiungendomi subito dopo e bloccandomi da un polso.

-"Non so nemmeno il tuo nome, ti prego stammi lontano."- Dico io , mentre tremo alla sua presa e cerco di non ansimare dal dolore.

-"Vieni qui."- Mormora lui facendomi entrare nel bagno delle ragazze, controlla tutti i bagni e poi cerca qualcosa per bloccare la porta.

-"No, vattene."- Mormoro appena, con la voce bloccata in gola e le gambe tremanti.

-"Una botta e via, dopo non mi rivedrai più." Dice lui con fare sicuro, prendendomi dai fianchi e lasciandomi sedere sul piano del lavandino.

-"Vattene."- Urlo ancora una volta,Mentre lui mi allarga le gambe infilandosi tra di esse.

-"Comunque mi chiamo Zayn".- Sorride maliziosamente lui. -"Magari raggiungendo l'orgasmo vorrai dire il mio nome."- Mormora lui facendomi sentire impotente.

-"Allontanati da me, subito. O tra due minuti urlo."- Dico , per poi sentire qualcuno bussare alla porta. Lui mi mette giù e mi fa segno di non dire nulla. Apre la porta ed esce come se nulla fosse.


***

Le cinque ore di lezione sono passate, saluto come sempre Calum a metà strada e prendo le cuffie per ascoltare la mia solita musica, le cerco ancora ma nel mio zaino non ci sono. Sento dei passi dietro di me, comincio a velocizzare il passo cercando il mio cellulare nello zaino per chiamare qualcuno. Sento qualcuno afferrarmi da un polso, i battiti accellerano ed io non ho il coraggio di voltarmi.


 

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