Una notte da leoni spaziale

di _TimeLady
(/viewuser.php?uid=754778)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. No, non è possibile, ci siamo ricascati! ***
Capitolo 2: *** 2. Dottore chi? ***
Capitolo 3: *** Un amico per Alan ***
Capitolo 4: *** Il momento delle spiegazioni ***



Capitolo 1
*** 1. No, non è possibile, ci siamo ricascati! ***


Una notte da leoni... spaziale!




1. No, non è possibile, ci siamo ricascati!


Finalmente anche Alan, il più pazzo del gruppo (o “il branco” come l’aveva soprannominato nella loro prima avventura a Las Vegas) si era deciso a fare il grande passo e mettere la testa a posto: Phil e Stu erano convinti che, una volta diventato marito, avrebbe compreso tutte le responsabilità tipiche di una persona adulta e questo avrebbe calmato il suo spirito selvaggio, goloso di avventure estreme come quelle vissute negli addii al celibato fatti anni prima.

La sposa, Cassie, non era certo la migliore di questo mondo, ma era la persona perfetta per uno come Alan: d’altronde solo lui era riuscito, con il suo fascino, ad ottenere l’aiuto indispensabile per salvare la vita dei tre amici.

Nonostante la coppia assai strana, la cerimonia si svolse senza troppi problemi. Phil e Stu erano fiduciosi: questa volta avevano convinto Alan a non organizzare niente di estremo per evitare di finire chissà dove senza ricordare niente dell’avventura appena trascorsa.

Dopo la prima notte di nozze, i tre amici uscirono per festeggiare: serata in pizzeria con solo una birra media ciascuno, risate per ricordare i vecchi tempi...

Il giorno seguente, Phil si svegliò con la testa dolorante e subito un pensiero conquistò la sua mente: “Non ci posso credere, ci siamo ricascati di nuovo! No, non è possibile! Adesso chissà dove siamo finiti... speriamo non di nuovo in mezzo agli spacciatori...”

Si guardò in giro: era in una stanza circolare con al centro una specie di computer o chissà cosa...

Intanto anche Alan e Stu avevano ripreso conoscenza.
« Dove siamo?» chiese preoccupato, come al solito, Stu.
« Alan ma che cavolo! Lo avevi promesso!» Phil lo incenerì con lo sguardo.
« Ehi, ma io non ho fatto niente, lo giuro!» Alan si sentiva la coscienza pulita: aveva controllato ogni cosa scrupolosamente, non aveva più comprato droghe o altro.
L’amicizia con Phil e Stu era l’unica cosa che contava per lui.
« E allora come mai non sappiamo dove siamo e soprattutto come siamo finiti qui?»

« A questo posso rispondere io.»

I tre amici non erano soli in quella strana stanza. Vicino all’aggeggio computerizzato c’era uno strano tipo vestito con un completo scuro.

« E tu saresti...»

« Il dottore.»

To be continued...



Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. Dottore chi? ***


2. Dottore chi?


« Il dottore, eh? Salve collega...» Stu si fece amichevole con l’estraneo, come sempre quando incontrava qualcuno che come lui avesse fatto medicina.
« Collega? Dai, sei solo un dentista... e comunque non sono dottore in quel senso. » Come al solito la professione di Stu veniva snobbato da tutti: dopotutto il dentista veniva sempre considerato una professione di serie B. A volte Stu si chiedeva se avesse fatto bene a sceglierla...

«Phil è un tuo parente? È tuo fratello?» Alan amava tutto del suo migliore amico e aveva notato che il “dottore” aveva la sua stessa voce.

«Alan non è il momento, cristo! E anche tu Stu... Non vedete che siamo finiti chissà dove, non ci ricordiamo niente di ieri sera...» Phil guardò con rabbia lo sconosciuto. «Scommetto che è colpa di questo “dottore”... ci ha dato il rufis per fare chissà quali esperimenti... »

«Il rufis eh? La droga dello stupro... Sostanza utilizzata per facilitare lo stupro possono avere effetti sedativi, ipnotici, dissociativi e/o causare l'amnesia e possiede la caratteristica di poter essere somministrate alla vittima, assieme a cibo o bevande, senza che questa se ne renda conto. Tranquilli non vi è successo niente di tutto questo... » Il dottore riprese ad armeggiare con quello strano arnese tipo computer al centro della stanza.

«Sì lo sappiamo cos’è mr Wikipedia... Ah e noi come facciamo a sapere se tu dici la verità? »

«I parenti di Phil dicono sempre la verità! » Alan era rimasto impressionato dal fascino e dalla parlantina del dottore. Nella sua personale classifica degli amici forse lo sconosciuto stava per rubare il primo posto al mitico Phil.

Il capo del branco rimase zitto; tanti pensieri gli riempivano la testa e non gli davano pace.
Questo dottore stava minacciando la sua posizione: era lui nel branco quello bello, quello che riusciva sempre a cavarsela, quello più in gamba... e adesso sto secchione belloccio voleva fargli le scarpe e rubargli i suoi amici? Ma col cavolo!
Ci sarebbe riuscito anche questa volta: un paio di sorrisi, battute al momento giusto, intuizioni e bam! Avrebbe riportato tutti a casa sani e salvi.
Si diresse verso la porta per andare a cambiare l’aria al cervello; l’aprì e... quasi cadde nel vuoto! La stanza stava volando nello spazio! Ma come era possibile?

«Non è rufis, è qualcosa di peggio... »


---------------------------------------


Spazio autrice: in questo capitolo ho sfruttato il fatto che Phil e Tenth abbiano lo stesso doppiatore italiano.
Ah la cosa del rufis spiegato dal dottore l'ho presa da Wikipedia...

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un amico per Alan ***


3. Un amico per Alan


«Ricapitolando: siamo in una specie d’astronave immersi nello spazio chissà dove, nessuno di noi sa cosa sia successo ieri notte e soprattutto il perchè siamo finiti in questa situazione! Cristo santo... » Phil stava combattendo contro un attacco di panico che rischiava di renderlo inutile per la salvezza dei suoi amici. “Calmati, non sei Stu! Tu hai il controllo delle tue emozioni, riuscirai a risolvere tutto, come al solito. Ora respira...”

«Nelllo spazio? Siamo nello spazio? Ma come è possibile... voglio andare a casa! » Stu invece si comportò come al solito: cedette al panico e si trasformò in una specie di bambino che sentiva nostalgia della mamma.

Solo una persona rimaneva zitta senza mostrare inquetudine o altri segni di terrore: Alan, il più pazzo del trio, ammirava senza parlare il dottore e tutto quello che faceva. Forse non si era reso conto di dove fosse finito, forse era così felice di vivere una nuova avventura che non aveva mai sognato... difficile dire che pensieri dominavano quella testa matta.

«Succede sempre così: oddio siamo nello spazio, moriremo tutti, fammi andare a casa, bla bla bla... E ovviamente poi danno sempre la colpa al sottoscritto...» Il dottore era stufo d’essere trattato come un capro espiratorio ogni volta che gli alieni volevano conquistare la terra. Non era mica colpa sua se loro volevano distruggerlo! Solo perchè proteggeva gli esseri umani che trovava troppo simpatici e non si meritavano la fine tremenda che alcuni abitanti delle stelle tramavano alle loro spalle.

«Non sei l’unico, dottore parente di Phil... secondo te perchè prima che Doug si mettesse con mia sorella, tutti mi evitavano? Perchè sono una catastrofe vivente: anche se agisco con le migliori intenzioni, finisco sempre per combinare casini... e neanche a farlo apposta, quelli che subiscono le conseguenze sono i miei amici. » Alan aveva gli occhi lucidi. «Ma non è colpa mia! Io voglio solo... solo... essere... un amico... divertente... qualcuno... con cui... » Le frasi erano spezzate da singhiozzi molto forti; era da tempo che la testa matta del branco non si confidava con qualcuno.

Sentiva nel suo animo che il dottore era un lupo solitario, come lui.

E aveva bisogno di un branco.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il momento delle spiegazioni ***


4. Il momento delle spiegazioni


« Ragazzi, calmatevi! Allora qui vi trovate in un Tardis: non una semplice astronave ma una macchina del tempo...»
«Macchina del tempo? Per la miseria! » Phil non si sarebbe mai aspettato di vedere nella sua vita qualcosa del genere.
Non aveva mai creduto a quelle storie fantascientifiche su chi poteva viaggiare nel tempo, nel passato e nel futuro...
Erano solo sogni da bambini, destinati a finire in un cassetto e dimenticati una volta adulti.
Erano solo fantasie... o no?

«Oddio... una... macchina del tempo... e... astronave? » Stu non si era ancora ripreso dal suo attacco di panico e
tutte queste nuove notizie non riuscivano a calmarlo, anzi era sul punto di crollare.

Per Alan invece era come se si fosse trasferito in uno dei suoi sogni e sembrava che niente e nessuno potesse rovinare
quel suo sorriso estasiato: ogni nuova informazione che riceveva non fece altro che aumentarlo.

«Quindi, se questa è una astronave... tu sei un... »
«Alieno? Sì.»
«No... Non mi dire!» disse Alan con una voce da ragazzina quando incontra il tuo idolo musicale.
«Sei un alieno? Sul serio? » Phil era molto scettico al riguardo. «Niente cavolata alla ET? Niente squame o roba schifosa o testa alta tre metri o occhi enormi?
Solo un tipo in impermeabile? Tutto qua?»
«Certo che sulla Terra siete molto razzisti anche riguardo chi viene da un’altra galassia... » Il dottore reagì alle domande di Phil con eccessiva supponenza.

«Ehi amico abbassa un po’ la cresta okay? Mettiamo subito in chiaro una cosa: tu non mi piaci.
Non mi piace la tua astronave del piffero, Tarchis, Tacos o quello che è.
E soprattutto non mi piace essere portato in giro per lo spazio senza un motivo. Quindi adesso mi riporti a casa prima che mi arrabbi sul serio.»
Con questo Phil chiuse il discorso e si allontanò dal gruppo.

Alan cercò di rallegrare un po’ l’atmosfera. «Eh, come si dice... Parenti serpenti, giusto? »

Il dottore e Phil rinunciarono a cercare di convincere invano quella testa matta che loro due avevano degli alberi genealogici completamente diversi.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2819913