- Kage x 2 -

di Ljn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - Kage x 2 - La cotta. ***
Capitolo 2: *** - Kage x 2 - Un sakè delizioso ***



Capitolo 1
*** - Kage x 2 - La cotta. ***


Come ho messo nella presentazione, questa sarà una raccolta di storie che posterò di tanto in tanto, quando ne avrò un'altra di pronta. Le avrei pure messe in una serie (volevo provare...) ma ho scoperto che tecnicamente le serie sono intese per altro, quindi...
 
ATTENZIONE: Non svenite!!
Saranno storielle leggere, senza morti o drammi particolari. ... Lo so che siete preoccupate che il mio doppio vi stia scrivendo da un punto imprecisato di un'altra dimensione, ma sono io e sono nella mia casa della stessa vostra galassia e del vostro stesso flusso temporale, ve lo posso assicurare. Solo... Sono in ferie e, ovviamente, dato che sono in ferie mi è venuta l'influenza, cosa che ha comportato un sacco di tempo per essere libera di vaneggiare, durante le notti in cui tremavo di freddo e non riuscivo a dormire perchè non respiravo.
La pacificità relativa di questa serie è dovuta alla mancanza di ossigeno al cervello, ecco. Oh, e la scemenza pure...

Comunque... vorrei dedicare la mia idiozia a Ryanforever. Non perchè si meriti storie sceme, ma perchè da inguaribile ottimista e meravigliosa lettrice si merita di vedersi dedicate delle storie in cui per una volta non mi muore o mi viene torturato nessuno. Grazie per esserci sempre!

PS. Ho deciso di nominare queste storie che avranno un sottofondo comune "Kage x 2" per motivi che a me paiono ovvi, ma che per voi al momento non lo saranno così tanto e immagino vi avranno portato a pensare machiavellici significati assolutamente non casti e puri e innocenti quanto lo sono io. Beh ... leggete questo primo testo, e capirete a cosa mi riferivo. Forse...
Baci ^^

- Kage x 2 -

La cotta.

Ovvero di una Sakura con gli occhiali dalle lenti rosa, un Naruto in sua balìa e un Sasuke … Sasuke.
 

- Sakura-chan, non credo sia una buona idea, tutto sommato.

- Ma che dici, Naruto?! È un’idea stupenda!

- A me sembra di più una istigazione all’omicidio … - mormorò aggiustando il peso da un ginocchio all’altro. Erano secoli che non sentiva più il desiderio di mettere deliberatamente alla prova la pazienza del Teme. E non ci teneva particolarmente ad essere là, quando questa sarebbe finita e Sasuke si sarebbe reso conto che il motivo per cui lo era, era un piano diabolicamente stupido che lo aveva coinvolto. Di nuovo.

- Oh, piantala! Questa sarà la prova definitiva che Sasuke è diventato umano.

Aggrottò le sopracciglia, studiando infelice e un po’ piccato l’amica.

- … Sakura-chan … a parte che Sas’ke è sempre stato umano, non mi pare corretto sacrificare una bambina per provarlo. Ouch! Sakura-chan!

- Zitto e goditi la scena, invece di piagnucolare!

Naruto si massaggiò la testa e sospirò all’aria piena di aspettativa della donna inginocchiata al suo fianco. Quindi si rassegnò a spiare nell’ufficio del suo secondo in comando -barra- schiavista –barra- compagno -barra- maledizione –barra- tutto quello che era importante al mondo –barra- sadico Teme che non conosceva la pietà né aveva idea alcuna di come rapportarsi in modo salutare con gli altri appartenenti al genere umano. Ah … sarebbe finita male.

Sakura aveva questa stupida idea romantica che da quando lui e Sas’ke stavano insieme “insieme”, quest’ultimo si fosse ammorbidito. E dopo che lui le era scoppiato a ridere in faccia quando aveva deciso di metterlo a parte di questa “verità”, si era intestardita a volerglielo provare oltre ogni ragionevole dubbio.

… Forse invece di ridere avrebbe piuttosto dovuto spiegarle che il Teme gli andava bene così com’era, e che se si fosse votato alla bontà e all’apertura verso il prossimo, lo avrebbe spaventato a morte, portandolo a credere fosse venuta la fine del mondo come lo conoscevano.

Vedendo entrare nell’ufficio la dodicenne cavia che Sakura aveva coinvolto questa volta nella sua follia, pensò che probabilmente era un po’ tardi per un altro tentativo per cercare di farla ragionare.

Sasuke avrebbe ucciso la mocciosa, colpevole di aver sfruttato il fatto di essere una delle poche persone che avevano qualche speranza di poter entrare e soprattutto uscire dal Regno del Kage no Õ di Konoha, come sapeva che veniva chiamato segretamente da metà buona degli shinobi della città compresi i loro amici, senza eccessivi prezzi da pagare in carne e sangue e lacrime perché possessori di un permesso esplicito del regnante in questione. Per una “confessione d’amore”, che lui giudicava la forma più bassa di insulto alla sua persona.

E lui in quanto Hokage legittimo sarebbe stato costretto a condannarlo per questo fatto (Sakura voleva farlo passare alla storia come il primo e ultimo regicida di Konoha!). Poi sarebbe stato costretto a scrivere una lettera di dimissioni senza copiare quella di Tsunade, spremere il cervello per congegnare un piano senza danni collaterali per tirarlo fuori di galera dove ce lo aveva appena ficcato e fare i bagagli, e lui odiava fare i bagagli quasi quanto odiava scrivere lettere.

Quindi lo avrebbero aspettato una fuga durante la quale era improbabile che sarebbe mai riuscito a mangiare un ramen decente, e lunghi anni in compagnia di un Teme ancora irritato, assolutamente non in vena di essere grato per lo sforzo che Naruto aveva fatto per lui e determinato a fargliela pagare perché, secondo Sasuke, tutto quello che gli capitava era colpa sua. A prescindere dalle premesse.

Oltre al fatto che non sarebbero mai più potuti tornare a Konoha, naturalmente. Proprio ora che era riuscito a rendere casa più accogliente e a convincere Sas’ke che anche se di tanto in tanto offriva del tè non avvelenato ai suoi minutamente selezionati ospiti, non sarebbe caduto il mondo.

Riportò l’attenzione alla scena che stava vedendo per mezzo della tecnica di spionaggio di Sakura. Se non fosse stato per le conseguenze che avrebbe portato, sarebbe pure potuta essere divertente, tutta quella roba. Però Naruto conosceva troppo bene i suoi polli, o per meglio dire il suo gallo, per riuscire a trovare gioia alcuna, o speranza di un futuro roseo se era per quello, nella confessione a cui stava per assistere.

La ragazzina, l’unica bambina del team che Kakashi aveva suggerito loro di seguire almeno saltuariamente per “imparare la divina arte della pazienza e crescere, finalmente” in un impeto di sadismo che loro avevano subito senza fiatare … troppo (visto che conoscevano l’espressione che stava facendo sorridere così dolcemente il loro ex sensei), si era fermata davanti alla scrivania di Sasuke, stringendo nervosamente una busta al petto.

- Sensei. – chiamò la poveretta, dato che il Teme non aveva fatto cenno di riconoscerne la presenza, una volta dato il permesso di entrare.

- Spero che sia una cosa importante, Mayu.

Naruto gemette di pietà, quando la bambina arrossì balbettando un assenso, e si voltò con aria dolorante verso l’amica. – Sakura-chan! – bisbigliò per non farsi scoprire dal mostro della caverna là vicina - Dobbiamo intervenire, prima che quella povera bambina venga masticata dal Teme e risputata in un ammasso di vomito e ossa! Uff …

Sakura ritirò la mano con la quale lo aveva colpito sulle costole senza neppure guardarlo. – Vedrai che andrà tutto bene. Sasuke risponderà ottimamente all’amore di Mayu.

Lui la incenerì. La sua fede nella presunta bontà di Uchiha era quantomeno degna di una valutazione psichiatrica.  Per non parlare del fatto che il supporre che Sas’ke avrebbe potuto rispondere ai sentimenti della BAMBINA, implicava sospettare il Teme di una personalità virante verso la pedofilia, una delle poche cose di cui non si poteva davvero accusare con prove almeno circostanziali il Teme di avere. – Stai davvero sperando che Uchiha Sasuke risponda con amore ad una BAMBINA?

- Io non spero nulla. Io SO che lo farà. – replicò con fervente convinzione Sakura senza staccare gli occhi affamati dalla scena al di là della parete.

- Haruno! Primo: stai ipotizzando davvero che il tuo compagno di squadra accetterebbe le avance di una bambina? E secondo: non ricordi che detto compagno di squadra è il MIO COMPAGNO?!

Era ben attento a non usare la parola “fidanzato” per riferirsi a Sasuke, da quando questi gliela aveva sentita miagolare (parola sua) in una conversazione con Kiba, e come risultato Naruto si era trovato con due costole incrinate, il naso rotto e nella necessità di tagliare quasi a zero la sua fluente chioma bionda, dato che per metà lunghezza era stata accidentalmente (sempre parola sua) carbonizzata dall’innesco altrettanto accidentale (idem come sopra) di Amaterasu. Che era stato “per caso” appiccato dagli occhi che “per caso” il Teme aveva tenuto puntati su detta chioma fino a quando questa non si era accorciata di buone due dita sulla sinistra. Ma questa precisazione Naruto non l’aveva fatta rilevare al maledetto COMPAGNO, perché un paio di grammi di polvere di buon senso ancora aleggiava sui filtri che dividevano i suoi pensieri da quello che gli usciva dalla bocca.

A volte davvero si domandava se la loro relazione fosse sana. Poi era lui a rompere un braccio a Suke, e si dimenticava di cercare la risposta alla sua domanda preoccupata.

Lei sbuffò. – Oh, la fai sembrare una cosa tanto brutta.

- SAKURA!

- Sta’ buono, baka! Se urli questa tecnica non resisterà. AH! Ora viene il bello.

La ragazzina aveva effettivamente inspirato profondamente, chiuso strettamente gli occhi e abbassato la testa, e sporto bruscamente le mani in avanti, busta rosa sigillata tremolante e in offerta sopra i palmi sudati. Oh, Kami-sama … – Vi prego di accettare i miei sentimenti, Sasuke-sensei!

Per un istante, un lungo, lunghissimo istante per Naruto, il mondo parve trattenere il fiato con lui e Sakura.

Poi Sasuke posò la penna con la quale stava firmando i rapporti sulla scrivania e intrecciò le mani sotto il mento con fare solenne. Aspettando, era assolutamente palese per Naruto, che la ragazzina davanti a lui si rendesse conto del silenzio surreale della stanza e alzasse gli occhi ad incrociare i suoi impenetrabili per accertarne la causa.

Quindi Sasuke fece qualcosa che impietrì sul posto Mayu, fece diventare una statua di sale Sakura, e gelò il sangue nelle vene di Naruto.

Sorrise.

E Naruto iniziò a fare mentalmente i bagagli e pianificare la prima, ultima e più monumentale fuga della sua vita. Avrebbe dovuto scrivere anche una lettera d’addio per ognuno dei suoi amici? O ne sarebbe bastata una?

- Fammi capire bene. – disse il Kage no Õ di Konoha con tono spaventosamente leggero. Naruto si coprì gli occhi con una mano. – Tu hai interrotto l’allenamento che ti avevo assegnato, sei venuta fin qui, mi hai interrotto e fatto perdere del tempo prezioso che non ho anche a causa del fatto che mi tocca addestrare te e i tuoi compagni assolutamente privi di talento alcuno … per chiedermi di uscire con te?

Mayu, ancora con la lettera ben tesa davanti a sé, esitò a lungo prima di rispondere: - S … Sì?

Sasuke fece di nuovo quel sorriso mieloso che aveva messo i brividi a Naruto. – Quanti anni hai?

- D … Dodici?

- E quanti anni pensi che abbia io?

- N … non l … lo so?

- Pensi davvero che potrei essere interessato ad una bambina imbranata e inutile avendo a disposizione praticamente ogni essere vivente di Konoha e delle altre quattro Nazioni?

- M … ma …

- Indirizza le tue stupide speranze verso qualcuno alla tua portata, e non seccarmi più con le tue sciocche illusioni. – detto questo, riprese la penna in mano e riprese il proprio lavoro, ignorando la ragazzina che boccheggiò sperduta. Naruto inarcò le sopracciglia, sorpreso. Tutto qui?

- Ma io!

- Sei ancora qui?

Lei si strinse la lettera al petto e si voltò di scatto, uscendo dall’ufficio con le lacrime agli occhi.

… Beh, poteva andare peggio. In fondo, il Teme si era limitato a distruggere crudelmente i sogni e la sicurezza in se stessa di una ragazzina che lo ammirava dal profondo della sua anima ingenua e candida.

E lui non avrebbe dovuto ancora mettere in moto il piano per il salvataggio del bel culo del suo amante.

Naruto sospirò, iniziando ad alzarsi. In qualche modo era deluso. Già si vedeva nella parte dell’eroe che va a salvare il suo Re dalle grinfie … di se stesso. Bah. Meglio così. Data la sua fortuna, avrebbe dovuto compilare carte su carte anche per la fuga pianificata. – Sakura-chan è meglio se ci spostiamo. Se il Teme scopre … Sakura-chan?

Lei era ancora in ginocchio davanti alla porta, bocca spalancata ed espressione attonita. – Oh … - formulò tremante. – Oh …

Il sorriso del bastardo aveva davvero un effetto notevole, Naruto doveva concederglielo. Forse avrebbero potuto usarlo come arma segreta? – Sakura-ch …

La porta dell’ufficio di Sasuke si spalancò di scatto sulla figura di lui. – Sapevo che eravate qui.

Oh …

Quell’espressione Naruto la conosceva. E non voleva dire nulla di buono.

- Cosa ci fate inginocchiati dietro la mia porta?

Difficile da spiegare senza guadagnarsi un sonoro pugno in faccia … - Beh … - non era da lui, però, rifiutare una sfida – Sakura-chan ha perso un orecchino. Lo stavamo cercando.

Un nero sopracciglio si inarcò, arrogante e incredulo e tanto Kage no Õ da spingerlo quasi a rabbrividire di soggezione. – Davanti alla porta che divide i nostri uffici?

Si portò una mano alla nuca, a sfregare i capelli ancora eccessivamente corti. Sorrise, fingendo una disinvoltura che non sentiva. - Sai come sono quei maledetti aggeggi, no? Vanno a nascondersi nei posti più impensati … hahahahahhaha …

- E da quando è che Sakura indossa orecchini?

La risata nervosa gli morì sulle labbra. Ah. Giusto.

Era nella merda.

- È colpa di Naruto! – sbottò allora Sakura, alzandosi di scatto e adoperandosi nella miglior versione di ritirata strategica che Naruto avesse mai visto.

Cercò comunque di fermarla, allungando una mano e chiamando il suo nome. - Sak …

Non ci poteva credere! L’aveva abbandonato in balia del nemico!

Nemico che stava aspettando pazientemente che lui si voltasse: le sentiva, le sue pupille, puntate fermamente contro la nuca, che lo sfidavano a fuggire dalla sua furia. Le SENTIVA.

Rise di nuovo, nervosamente, raggranellando il coraggio necessario per affrontare il suo fato. Perché non era mai stato così intimidito da Sasuke fino a quando non aveva cominciato ad andarci a letto?

Una volta poteva litigare con il Teme su praticamente qualsiasi cosa, sostenendo di essere nel giusto per giorni interi anche con la consapevolezza di aver sbagliato (cosa che non capitava spesso, eh! Ma che poteva RARAMENTE essere effettivamente accaduta). Ora, invece, era ridotto a tremare come una gelatina ogni volta che Sasuke lo beccava a cospirare con Sakura!

Oh, giusto … Prima Suke poteva solamente minacciare di uccidere lui e tutti quelli che aveva giurato di proteggere. Ora …

La sua dolce metà avariata lo fissava a braccia incrociate. – Sas’ke …

- Sai perché non ho buttato fuori dalla finestra quella ragazzina, Dobe?

-  … Perché in fondo hai un cuore di burro, Teme? – chiese speranzoso, non credendoci neanche lontanamente.

- Perché vi ho sentiti al di là della porta.

- Ah. – constatò rassegnato.

- Vi aspettavate davvero che prendessi seriamente la cotta di una ragazzina? Stavate sperando davvero che commettessi un reato contro un minore?! Mi hai preso per un depravato, DOBE?!

- NO! Per chi mi prendi TU! Non ho pianificato io la faccenda, ‘ttebayo! È solo che Sakura-chan è determinata a dimostrarmi che ti sei … aah … - lo avrebbe ammazzato …

- Mi sono cosa?

- … Ammorbidito? – ora suonava come la ragazzina in lacrime appena fuggita.

Sasuke alzò un po’ di più il mento, fissandolo dall’alto in basso con occhi regalmente impenetrabili. – Ammorbidito. – chiese conferma annuendo leggermente.

- Sì … - lo avrebbe decisamente ammazzato. Forse poteva fargli notare che se lui lo uccideva non ci sarebbe stato nessuno a tirarlo fuori di galera e a fuggire poi con lui verso il tramonto? … No. C’era sempre il suo fan club, da considerare. E anche se Sas’ke lo vedeva come una minaccia alla sua pace mentale e alla decisione di non bruciare vivo nessuno se non assolutamente necessario e inevitabile, non era detto che fosse così redento da non accettarne il momentaneo aiuto per scaricarlo una volta libero.

- E dato che SAKURA ha questa convinzione, tu hai deciso che andava bene lasciarle fare quello che voleva per dimostrarla.

Naruto spostò il peso sulle gambe, a disagio. - Non la metterei proprio così … Sai che quando Sakura-chan si mette in testa qualcosa non è possibile convincerla del contrario.

- Ma TU le hai PERMESSO di usare la TUA allieva per provare la SUA teoria.

- Non occorre che enfatizzi così tanto le parole, Teme. E poi non è che ho avuto molta voce in capitolo, che credi! È piombata qui dentro e mi ha trascinato in ginocchio davanti alla tua porta!

- Ma tu non hai interrotto la scena che ne è seguita!

- Stavo pensando al piano per farti uscire di galera! Sii grato!

- Perciò pensavi che me la sarei presa con una RAGAZZINA?! O pensavi che sarei finito in galera perché le avrei suggerito di provare i suoi sentimenti facendo sesso con me?!

- Kami-sama NO! Neanche per un istante ho pensato che avresti accettato, Teme! E sul fatto di prendertela con una bambina, tu TE LA SEI PRESA con lei! Potevi anche respingerla con un po’ più di grazia, ‘ttebayo! E poi pensavo che avresti ucciso più plausibilmente Sakura che Mayu! – mentì per salvarsi la vita e cercò di cambiare argomento, incrociando le braccia e assumendo un’aria concentrata - … Anche se quel sorriso splendente mi ha fatto esitare un istante, lo ammetto. Ho pensato che potremmo usarlo in battaglia per distrarre il nemico, Teme, cosa ne pensi?

Sorrise con entusiasmo, sforzandosi di apparire il più innocente possibile. L’espressione degli occhi neri sotto le palpebre semi abbassate non pareva molto propensa a bersela, però …

- … Penso che sei un idiota. Penso che non capisco che malattia mentale mi abbia preso per convincermi a permetterti di starmi intorno. Penso ad un sacco di cose, e tu non le vuoi sapere tutte, te lo assicuro. E penso anche che ora andrai a cercare la mocciosa e ti accerterai che la prossima volta che poserò gli occhi su di lei non vedrò una singola lacrima o un’emozione diversa dall’ammirazione per un suo superiore, in lei. E pure che farai bene a fare un discorsetto convincente anche con Sakura, perché se si azzarda di nuovo a fare qualcosa del genere solo per provare una sua bizzarra teoria, tu non dovrai davvero costringere l’unico neurone funzionante che ti ronza in testa a pensare ad un modo per farmi uscire di galera, perché non mi limiterò a strapazzarla per bene, questa volta, ma annichilerò lei e tutti quelli che fino a questo momento ho tollerato mentre sussurravano idiozie su di me.

Naruto studiò cauto l’espressione mortalmente seria di Sasuke, sorvolando sull’insulto e sforzandosi di capire quanto SERIA fosse davvero. Sasuke aveva un sacco di espressioni “mortalmente serie”, in fondo.

- Cosa fai ancora qui?

Esitò. Pareva davvero sincero. – Devo ancora finire il lavoro che mi hai assegnato per oggi …? - Sasuke odiava quando non finiva il suo lavoro …

- Lo finirai questa notte.

- Questa notte?! – protestò prima di pensare che sarebbe stato più saggio non farlo.

Il maledetto sopracciglio del maledetto bastardo che governava la sua vita, privata e lavorativa, si inarcò nuovamente. Sempre regale e sempre dannatamente “serio”. – Non crederai mica di essere il benvenuto nel mio letto.

- Sas’ke!

- E neppure sul divano del salotto. Non fino a quando non vedrò le PROVE che hai fatto ciò che ti ho ordinato di fare.

- Teme …

- E non pensare di poter usare dei cloni per abbreviare la tua punizione. Se solo ti azzardi a provarci, ti farò pentire di avermi mai conosciuto, e tu SAI che sono capacissimo di farlo molto meglio di quanto Sakura potrà mai fare.

 

Sasuke osservò Naruto spalancare la bocca per continuare a protestare, per poi cambiare saggiamente idea (in quegli anni di duro addestramento qualche nozione era riuscita a inculcargliela, allora) e dirigersi invece velocemente alla prima finestra disponibile per andare ad eseguire i suoi ordini il prima possibile. Quindi seguì la fuga dell’idiota per diversi secondi, prima di sospirare soddisfatto e voltargli le spalle.

Troppo facile.

Erano ormai settimane che aveva notato le azioni di Sakura, e il modo in cui la donna aveva circuito Naruto reclutandolo come scudo di emergenza contro la sua ira.

Questo episodio, che tutto sommato si aspettava sarebbe capitato già da un po’, dato che non era cieco come il Dobe né stupido quanto … beh, la sua pietra di paragone per l’idiozia patologica era sempre Naruto, quindi … Comunque, questo episodio gli aveva fornito la giusta occasione per liberarsi dei fastidi che continuavano a perseguitarlo e allo stesso tempo vendicarsi dell’inettitudine del proprio compagno, sempre disgustosamente succube della volontà di Sakura.

Non che lui fosse geloso, intendiamoci. Gli dava solo estremamente fastidio che il Dobe non fosse così malleabile quando era lui a fare semplici e innocue richieste: quando si trattava di esaudire un SUO desiderio infatti, era tutto un “Teme non si fa” o “Teme non ne ho voglia” oppure un seccato “Fattelo da te, se proprio ci tieni”.

Aprì la porta verso l’ufficio della segretaria del Dobe. – Sato-san, ti spiacerebbe portarmi una tazza di tè?

- Anche per l’Hokage, Uchiha-sama? – chiese la donna alzandosi per eseguire. Date le preferenze dei suoi capi, in ufficio c’era sempre dell’acqua bollente per il tè di Uchiha-sama e delle confezioni di ramen istantaneo per le emergenze di Hokage-sama. Kage no Õ fingeva di non saperlo, lei ne era pienamente consapevole dato che era stata testimone della loro scoperta e del relativo sospiro solo per metà seccato che era uscito dalle sue labbra quando era avvenuta, come fingeva di non sapere il nomignolo che gli avevano affibbiato poche settimane dopo aver assunto la sua attuale carica. Uchiha-sama in effetti fingeva di non sapere molte cose, e fingeva di non farne molte altre. Tante quante anche Uzumaki-sama non “sapeva” e non “faceva”, aveva scoperto nel corso dei due anni durante i quali aveva lavorato per entrambi.

Sasuke sorrise lentamente, incapace di trattenere il compiacimento. – No, l’Hokage si è ricordato improvvisamente un impegno urgentissimo. Non tornerà prima di notte.

La donna lo fissò, sorpresa. – Di solito siete molto attento a che l’Hokage non dimentichi nulla.

Fece un vago cenno con la mano. – Nessuno è perfetto, suppongo. – commentò girandosi per tornare nel proprio ufficio per essere fermato dalla successiva domanda di lei.

- E il lavoro che avevate stabilito lui dovesse finire per oggi? Volete che faccia io quello che non necessita dell’approvazione diretta dell’Hokage?

Quella donna gli piaceva. Non solo perché la prima volta che gli aveva parlato non aveva battuto ciglio, tremato, balbettato, vomitato, sputato o era svenuta, ma anche perché aveva subito capito come erano distribuiti i poteri e gli incarichi all’interno della relazione in corso tra il capo di Konoha e il capo degli Anbu di Konoha. E aveva disinvoltamente saputo gestire al meglio tale informazione per ottimizzare tempi e distribuzioni dei compiti in ufficio.

Intendiamoci.

Naruto era un buon capo, Sasuke poteva tranquillamente ammetterlo con se stesso, se non con lui. Era la guida energica e forte che tutti sognavano di poter seguire, quella che sarebbe sempre stata là al loro fianco ad incitarli e a credere in loro e a correre verso la battaglia prima ancora, di loro. Senza per questo passare per un uomo senza spina dorsale e che nel caso di necessità non può prendere una decisione di vitale importanza con saggezza e calma. Era effettivamente, un buon capo, amato e rispettato dai propri concittadini e dagli alleati.

Però la burocrazia gli faceva letteralmente venire l’orticaria, e la strada per essere un cinico politico stagionato, era ostacolata dai morbidi angoli di ottimismo e fiducia nel prossimo presenti nel suo carattere, e dalle troppe verità che tristemente gli uscivano dalle labbra senza molto controllo.

E a Sasuke, e a tutti i suoi amici e collaboratori, stava anche bene così a dire la verità, anche se a volte il Dobe avrebbe anche potuto evitare di essere un tale concentrato di cocciuta positività. Avrebbe reso il suo lavoro molto più facile, e gli avrebbe evitato sgradevoli dubbi sulla necessità di più assidue visite dal dentista a causa dell’assunzione di così tanto miele per osmosi. Ma andava bene lo stesso, fino a quando Naruto sarebbe rimasto Naruto.

Quindi lui, Sasuke, di comune accordo con chi non desiderava vedere morire quel lato del carattere del suo biondo idiota ma solo di poterlo un giorno vedere comportare come un adulto con una maturità nella media, si era assunto con onesto agio e sincero gusto l’incarico di impersonare quei lati taglienti che questi non possedeva e che lui non desiderava imparasse a masterizzare. Perciò aveva iniziato con l’imporre a Naruto un po’ di disciplina nel lavoro d’ufficio, che infatti sotto la sua guida funzionava come un orologio, e finendo con l’essere la voce della dura realtà quando l’Hokage era intensamente intenzionato a fottere tutto il loro duro lavoro precedente in un eccesso di ottimismo. Diventando così per tutti “Kage no Õ”.

- No, no. Tu hai già il tuo lavoro da completare. – riprese ad avvicinarsi alla sua poltrona, ma ci ripensò in favore di un avvertimento alla segretaria, sapendo che lei come tutti aveva un debole per gli occhi da cucciolo ferito che il Dobe riusciva a tirar fuori dal cappello quando gli era comodo. - E non pensare neppure lontanamente di rimanere qui ad aspettarlo. È colpa dell’Hokage se questo impegno lo ha distratto dal lavoro. Perciò sarà l’Hokage a pagarne le conseguenze.

Sato Miyuki studiò pensierosa il proprio capo, poi uscì a recuperare la tazza ormai pronta di tè e gli si avvicinò nuovamente porgendogliela. – Sapete, Uchiha-sama … quando ho accettato questo lavoro, avevo dei pregiudizi piuttosto forti su di voi e su Hokage-sama.

- Oh? – chiese poco interessato lui, già con la mente alla pianificazione della prossima missione diplomatica, o magari sui risultati dell’ultima missione svolta per conto dell’Alleanza delle Nazioni, o chissà … magari occupata a calcolare quanto tempo il suo compagno avrebbe impiegato a completare la punizione che Miyuki immaginava gli aveva inflitto per chissà quale motivo e a cosa poteva occupargli il tempo in modo da farsi trovare casualmente in ufficio per quell’ora.

- Sì. – rispose, ferma davanti alla sua scrivania con il sangue freddo che le aveva permesso di resistere più delle sue settimane di media di coloro che l’avevano preceduta. Aspettò che gli occhi profondi dell’uomo incontrassero i suoi con quell’aria di falsa indifferenza che gli era tanto cara.

- E ora?

Lei sorrise. – Ora ho delle certezze. – affermò sibillina prima di ritornare nel proprio ufficio, sapendo perfettamente che a differenza dell’Hokage, Kage no Õ non avrebbe insistito per sapere quali fossero tali certezze, e si sarebbe roso dalla curiosità fino a quando una casuale considerazione generica sul fatto che lei aveva affermato quello che aveva affermato, non gli sarebbe uscita sempre “casualmente” dalla bocca davanti al compagno.

Miyuki si sedette alla propria scrivania e riprese con tranquillità a battere a macchina la relazione dell’ultima riunione con i Consiglieri. Avrebbe avuto tempo l’indomani per pensare ad un elenco completo di tali certezze. Di solito le curiosità di Uchiha-sama maceravano per qualche giorno prima di essere espresse da quelle di Uzumaki-sama, ma con la punizione in corso, l’esperienza le diceva sarebbe passato più tempo.

Si fermò un attimo a riflettere per calcolare tale ritardo. Dunque … punizione, riappacificazione … ah, Haruno-san era fuggita poco prima di Hokage-sama. Avrebbe dovuto tener conto anche della vendetta verso di lei? E conseguente ripicca dell’Hokage per essersela presa con la sua “Sakura-chan”?

Ridacchiò sommessamente riprendendo a battere: quel lavoro era la cosa più divertente che le fosse mai capitata.

Doveva ricordasi di ringraziare ancora una volta Iruka per averla praticamente gettata in quello che al tempo era conosciuto come “l’Antro delle Bestie divora assistenti”.

 
--O--
Nota: Kage no Õ è la approssimativa traduzione di Shadow King, che è l’approssimativa traduzione di Re Ombra, perché Re Oscuro mi preoccupava un po’ per il suo maligno significato implicito. Perdonate. Non ho saputo resistere all’idea di fare di Suke un Kage ….
https://translate.google.it/#en/ja/shadows%20king
Ora avete capito perchè Kage x 2? ^^

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Capitolo 2
*** - Kage x 2 - Un sakè delizioso ***


Salve ^^
Dato che l'influenza ha deciso che le mancavo, dopo una settimana di lontananza, sono di nuovo a casa da lavoro, stavolta senza febbre e con la mente appena un po' più lucida. Quindi ho deciso di portare avanti alcuni lavoretti lasciati in sospeso nella cartella di sproloqui incompiuti.
Ciò che segue è esattamente questo. L'ho iniziato a settembre (altra infuenza, quella volta con insonnia appiccicata addosso) e poi l'ho lasciato quasi perdere fino ad ora perchè non mi veniva la fine. Ora mi si è presentata come una visione, dopo mesi di "parole aggiunte una alla volta", quindi ve la offro nella speranza che vi piaccia.
E' un po' meno verde della precedente shot, ma ancora nulla di scandaloso, a parte un po' di linguaccia sboccata e discorsi non pudici. Spero non vi secchi, se ho deciso di non cambiare rating, ancora. Nel caso potrebbe essere un arancio? Ma non ne sono sicura, ditemi voi che ne pensate.
Per la cronaca, ho pure il rosso, nelle "incompiute", ma le pubblicherò a parte. ... Credo di averlo già detto °scema°
Beh...
Buona lettura!
Prossimo aggiornamento un capitolo del Giardino, poi vedremo cosa riesco a mettere insieme.
Baci ^^

 

- Kage x 2 -

Un sakè delizioso.

 

Quel pranzo pareva non dover finire mai.

Se avesse saputo che sarebbe stato così, fare l’Hokage, avrebbe lasciato il posto a Sas’ke. Davvero.

… Anche se … occhieggiò alla sua destra, dove il Teme stava spiluccando con elegante disdegno la quattordicesima portata di quell’infinita e colossale noia … Anche se tutto sommato, si sarebbe trovato nella stessa situazione, o quasi, se fosse stato il compagno a detenere il titolo più alto tra loro due.

Però lui non era obbligato ad essere gentile, disponibile e sorridente con tutta quella marmaglia di boriosi politici! Scambiò una breve ma fervente occhiata carica di invidia con Sasuke, che stava disinvoltamente ignorando i tentativi del commensale alla sua immediata destra di coinvolgerlo in un qualche genere di discorso. Il bastardo stirò l’angolo destro della bocca verso l’alto, mostrando di avere un’idea ben chiara del motivo di quell’invidia.

Teme fino al midollo. Lo aveva sempre detto, lui! E Sakura che non ci credeva!

Afferrò il bicchiere con rancore profondo e si dedicò ad affogare i propri dispiaceri nell’unica cosa decente presente a quel tavolo. Sabaku esclusi, ovviamente.

- … Così mi è venuto questo enorme dubbio, sai? – sentì vagamente la Mizukage dire – Voglio dire … avendo a disposizione un amante con una tecnica del genere …

Eh? Naruto abbassò lentamente il bicchiere quel tanto da spiarvi da sopra il bordo e da rendersi conto che il tavolo si era improvvisamente zittito, e che tutta l’attenzione ronfante di malizia della Mizukage era rivolta a lui, anche se stava parlando con … - Insomma Uchiha. Da donna a donna. Ti sei mai fatto soddisfare dai suoi cloni?

Naruto tossì dentro il bicchiere, inspirando sakè invece che aria.

EH?

Una mano familiare gli batté senza troppa delicatezza sulla schiena, e Naruto voltò la faccia rossa e lacrimante verso quella impassibile di Sasuke, che non si scompose minimamente rispondendo alla donna seduta loro davanti, senza divergere lo sguardo o sembrare minimamente turbato dal fatto che durante una cena ufficiale, uno dei loro invitati gli avesse fatto delle domande sulla sua vita sessuale – Guarda che la donna non sono io.

- Oh? – miagolò soddisfatta Mei, facendo scorrere lentamente lo sguardo malizioso su e giù per la figura un tempo bionda e ora rosso oro di Naruto. – Ma davvero? Credevo che la consorte reale fossi tu.

- Ti sbagliavi. – replicò laconico, continuando a massaggiare la schiena di Naruto, che voleva solo scomparire per sempre in un buco. Possibilmente tirandosi dietro anche l’animale senza vergogna che si portava a letto. E che per incredibile stupidità aveva voluto sedesse al suo fianco, invece che all’altro capo della sala come il protocollo esigeva.

- E non lo avete mai provato? Anche se sei tu quello che sta sopra, non significa che un uomo in più nel letto non possa essere utile. Hai mai pensato a come sarebbe vedere due biondi come il piccolo Naru-chan mentre si prendono cura di te? Oppure darsi conforto a vicenda mentre tu lavori su entrambi?

Aveva bisogno di sakè. Tanto sakè. Un barile di sakè. Una cantina intera di sakè! Soprattutto perché la mano sulla sua schiena si fermò, come se il suo proprietario stesse considerando seriamente l’idea, e la bastarda bocca che (di solito) amava così tanto continuò il discorso invece di troncarlo con una delle sue caustiche battute dall’efficacia lungamente collaudata.

- Sì. Qualche volta.

AH?! Fissò con orrore il compagno, mentre un suono strozzato alla sua sinistra gli comunicava di non essere il solo sconvolto dall’argomento della conversazione.

- E come mai non ti sei adoperato per rendere questi pensieri reali?

Sasuke scrollò semplicemente le spalle. – Ho cose più piacevoli con cui allietare le mie notti che considerare possibilità che sprecano chakra a caso.

- SAS’KE!

Naruto si sentì scrutato dagli occhi dell’intera tavolata, compresi quelli vagamente perplessi di Gaara e quelli curiosi di sua moglie.

- Perciò non pensi che lui sarebbe d’accordo a farsi fottere da se stesso?

Annaspò, fissando sconvolto l’alieno che aveva preso il posto della Mizukage. – Non vi pare sia il caso di cambiare l’argomento della conversazione?! – pregò con tono stridulo e speranzoso. Venne ignorato.

- Ovviamente no. Ho dovuto insegnargli io tutto quello che sa. Se non fosse stato per me, sarebbe ancora incerto sull’uso del pendaglio che ha tra le gambe.

Mei sogghignò incontrando i suoi occhi dilatati dopo aver fatto scivolare lentamente lo sguardo caldo su e giù per la parte del suo corpo che poteva vedere da dietro il tavolo. - Non che lo usi molto, dato che sei tu quello che … virilmente si prende la responsabilità di fargli scoprire le gioie dell’orgasmo.

Sasuke si limitò a portare con calma il bicchiere alle labbra. Bevve, deglutì, e infine rispose con un tono che a lui parve disgustosamente condiscendente. - Non è mica il solo che conosce tali gioie. – disse infatti occhieggiandolo con fare calcolatore - Devo ammettere che è piuttosto bravo in questo campo, anzi.

Naruto aveva cambiato idea. Il buco condiviso non era l’opzione ottimale. Avrebbe seppellito il Teme in uno, e se ne sarebbe creato un altro. Possibilmente comunicante con un’altra dimensione.

- Non avrei mai detto. – esclamò Mei, con fare ammirato. Sembrava che gli stessero prendendo le misure! Naruto si sentì nudo, sotto il loro scrutinio.

- Voglio morire. – mormorò convinto, incassando di più la testa nelle spalle. La donna davanti a lui lo stava studiando come fosse molto più interessante di quanto non le fosse parso all’inizio, e come se non bastasse gli altri commensali parevano iniziare a provare sincero interesse (non solo shock) per la conversazione, dato che sentiva mormorare commenti sulla sua capacità presunta di mantenere un bunshin anche se così potentemente distratto.

- Perché non l’hai provato e mai lo proverai. La sua bocca attorno al mio -/- SASUKE!!!! -/- è una cosa che appartiene e apparterrà solo a me.

- Mmh … - Mei lo stava fissando con un’aria da gatta soddisfatta. Ci mancava solo che si leccasse le labbra, e lui avrebbe avuto un infarto sul posto. Già si sentiva ardere le guance dall’imbarazzo … per fortuna che la discussione pareva … - E un po’ di elettricità? L’hai mai considerata?

Si alzò di scatto dalla sedia, prima che Sasuke potesse rispondere affermativamente. – Se non vi dispiace il soggetto della vostra discussione è stufo di essere trattato da voi come un giocattolo sessuale! La cena è finita, quindi auguro a tutti una buona amnesia selettiva e ci vediamo tutti all’incontro ufficiale di domani. Uchiha. – sibilò velenosamente – Con me. Ora.

L’occhiata neutra che Sasuke gli regalò dimostrava chiaramente che il Teme non aveva paura delle conseguenze che le sue azioni avrebbero causato. Naruto giurò a se stesso che lo avrebbe fatto pentire amaramente per questa leggerezza.

- L’ho in effetti già provata, ma non è stato poi tutto questo granché. Anche perché comporta un inutile ammontare di sforzi, poi, calmarlo abbastanza perché sia di nuovo collaborativo. E io non amo aspettare.

- Oooooooora, Teme. – ripeté con il suo miglior tono autoritario.

- Mmh. Non è per il sadomasochismo, allora. Immagino allora che non abbiate neppure provato qualche attrezzo?

- No. Il dolore non piace a nessuno dei due, e non vedo lo scopo in qualcosa di artificiale, quando posso avere il suo corpo a soddisfarmi.

- Uchihhaaahhh …

- Hai provato anche con qualche innocente giochetto di corda? Le manette danno una bella sensazione, sai?

- Se lo faccio con lui significa che mi piace che partecipi, ti pare? Altrimenti mi arrangerei da solo.

- E lo hai mai guardato mentre si da piacere da solo? Com’è? Bella vista? Che versi fa? Sexy, vero?

Naruto si sentì di nuovo svenire. Ora parlavano di lui che … di lui che! – NON! – la protesta gli uscì stridula dalle labbra, ma ottenne di far alzare lo sguardo a Sasuke, che lo fissò con espressione blanda, e a distrarre la carnefice del suo orgoglio derelitto, facendo avanzare ulteriormente la conversazione.

- E i giochi di ruolo? Conosco un ottimo artigiano che confeziona …

Non la lasciò finire. Le riservò l’occhiata più rossa e demoniaca che ci fosse nel repertorio di Kurama, e poi si abbassò a sibilare all’orecchio del compagno – Se ci tieni a poter usare ancora quel coso di cui vai tanto fiero, alzati ed esci da questa stanza senza una parola in più, mi sono spiegato, Suke?

La soddisfazione che provò quando il bastardo si alzò e con fare rilassato uscì senza voltarsi indietro, fu talmente grande che grugnì di approvazione.

Si voltò quindi verso Mei, che per parte sua lo guardò con un leggero broncio giocosamente insoddisfatto, e le sorrise allegramente, come se nulla fosse successo. – Come ho già detto prima, credo che l’ora si sia fatta tarda, e domani abbiamo un saaaacco di lavoro da fare. Perciò vi auguro di nuovo una felice amnesia collettiva! Buona notte.

 

- Sei completamente impazzito? – sibilò non appena  furono lontani da orecchie indiscrete.

Era furibondo. Non poteva credere che quel bastardo avesse potuto umiliarlo in quel modo davanti a tutte quelle persone importanti.

- Come ti è venuto in mente di assecondare una conversazione del genere?! Hai idea dell’umiliazione … no, lascia stare. Lo so che ci godi ad umiliarmi. Però ti rendi conto che farlo davanti ad un tale pubblico mette in pericolo tutto quello per cui abbiamo lavorato in questi anni?

- Non capisco di cosa tu stia parlando. – rispose, altero, il bastardo.

- AH. Non fare il finto tonto, Uchiha! Come non fossi stato tu a … - Naruto aggrottò le sopracciglia, quando un particolare ondeggiamento del compagno interruppe le sue giustificate proteste.

– Ehi, Teme. Stai male? – chiese improvvisamente preoccupato. Se non fosse stato per il fatto che Sasuke non sarebbe mai ricorso ad una banale scusa come quella, Naruto avrebbe pensato che stesse fingendo per evitarsi la lite imminente.

- Sto benissimo. – replicò l’altro, laconico.

- Hai barcollato.

- Io non barcollo. – barcollò.

Naruto ammiccò, perplesso e un po’ pensieroso. - Tu non dai neppure corda a nessuno, ma questa sera lo hai fatto. – ragionò. – Ah! E lo hai fatto a mie spese, bastardo!

- Io non ho fatto proprio nulla.

- E allora quella conversazione con Mei, come la chiami? “Discutere del tempo”?

- La chiamo “conversazione”, baka-Dobe.

- Tu non “conversi”! Tu grugnisci, sbuffi, Mmmhffi, insulti. Al massimo quando sei di buon umore comunichi a monosillabi! Tu NON CONVERSI. MAI.

- Sto conversando con te, no? Mi pare di farlo piuttosto spesso, anzi.

- Sasuke. Hai. Risposto. Alle sue domande.

- No.

- Sì.

- No.

- S … CAZZO, Teme! Ero là! C’era metà del mondo, là!

- Sei ubriaco.

- Ho bevuto due bicchieri. E sai che Kurama è un ottimo anti-ubriacatura. Purtroppo. – aggiunse con fare lugubre dopo averci pensato un secondo. Magari, se fosse stato ubriaco, ora di mattina si sarebbe dimenticato l’intera serata. Invece …

- Se hai delle allucinazioni, è logico pensare che ci sia stato qualcosa che te le ha procurate. – il tono sussiegoso e condiscendente di Sasuke lo riportò alla realtà della loro conversazione - Io ero là con te, perciò non può essere che tu sia caduto in un genjutsu come tuo solito. Quindi, la cosa più logica da dedurre è che tu sia ubriaco.

Che razza … Stronzo illogico! - Sasuke. Io non mi ubriacooooooo!

- Non è vero. Ricordo distintamente almeno un’occasione in cui eri così fatto da far arrossire di vergogna pure Kakashi.

- Fat … ERANO ANTIDOLORIFICI! E SAI MI HA DATO QUELLA COSA CHE PENSAVO FOSSE ACQUA!

- Puzzava di alcool anche da dove stavo io di vedetta. È inutile fingere di non essertene accorto.

- Teme! Avevo il naso rotto e Sakura-chan mi aveva appena ficcato quella siringa di roba dritta in vena! Vedevo il tuo corpo che si portava a spasso una papera, al posto della tua testa! E per la cronaca, non è colpa mia se non riconosco un liquore sopra il sapore del sangue, soprattutto quando non sa di niente prima di arrivare in gola! Ero troppo occupato a cercare un modo per riportare il tuo culo a casa, per fare vita sociale come te e acquisire il giusto tipo di esperienza nell’alcool!

- Il mio culo ho deciso di riportarlo io, dove lo volevo. Tu non hai mai avuto nulla a che farci, e non ci avrai mai neppure a che fare in futuro, prima che ti vengano strane idee da ubriaco.

Boccheggiò dall’indignazione. – Ingrato bastardo! Io non agisco solo se penso che me ne verrà qualcosa in cambio! Mica sono te! E mi pare di ricordare un certo tizio dal culo disponibile a dei sonori calci che è stato convinto dai MIEI pugni a ficcarsi la coda tra le chiappe strette che si ritrova e tornare a casa!

- Il mio culo non è disponibile proprio a niente. E comunque per chi mi hai preso? Io mi comporto in modo disinteressato e altruista più spesso di te.

- AH! Solo un ubriaco potrebbe interpretare la realtà in modo così distorto!

- Vedi. Sei ubriaco. Lo hai ammesso pure tu.

- Io non ho … - incenerì il compagno, interrompendosi. Non aveva senso discutere con un ubriaco so-tutto-io. Soprattutto quando detto Uchiha era più illogico del suo solito “ho sempre ragione, anche quando ho torto”. Naruto sospirò, quindi aggottò le sopracciglia cogliendo un nuovo lieve ondeggiamento del Teme. – Va bene. Come vuoi tu. Io sono ubriaco e tu sei scemo. Perciò che ne dici di assecondare questo biondo ubriaco e portarlo a casa prima che vomiti la cena?

Con sua enorme sorpresa, Sasuke non parve accorgersi dell’insulto, limitandosi a riprendere a camminare emettendo un vago sbuffo altezzoso.

Naruto cercò di scavargli un buco nella schiena a furia di occhiatacce, poi però cedette al sottile divertimento che gli stava tirando le labbra verso l’alto. Sasuke ondeggiava.

- Ehi, Teme … - chiamò bonario.

- Che vuoi?

- Mi prepari il ramen domani?

- E perché dovrei farlo? Quella roba mi rovina le pentole.

- Non è vero!

- Certo che è vero. L’ultima volta che te l’ho cucinato, ho dovuto comprare una nuova wok perché la vecchia era morta a causa dell’affronto!

Affronto? Trattenne la risata che si sentiva gorgogliare in gola. – Secondo me sono tutte quelle robe verdi che ti ostini a cucinarci. La povera bestia sarà stata in astinenza da carne.

 - La “povera bestia”, come la chiami tu, era abituata al cibo sano. È stata la tua presenza costante di divoratore di schifezze, che l’ha mandata in analisi già diverso tempo fa. Non è una sorpresa che la vicinanza con quella roba abominevole che mi costringi a vedere posizionata sugli scaffali di casa nostra abbia reso vana la terapia e l’abbia portata ad arrugginirsi.

… Stavano davvero discutendo del suicidio di una pentola? E aveva detto davvero “casa nostra” con tanta disinvolta casualità? – Per me è stato il contatto con un tizio dall’aria stitica che ha fatto la differenza, non il fatto che era appoggiata vicino alle mie scorte di ramen. – replicò con fare distratto - Sas’ke dobbiamo andare a sinistra, non a destra, qui.

Il capo dei suoi Anbu fermò di scatto la sua avanzata verso il lato sbagliato del villaggio e si voltò verso di lui, occhi socchiusi e aria arrogante e infastidita di chi si vede fare un richiamo ingiusto e stupido rovinata dall’ondeggiamento sempre più accentuato. Doveva avere la nausea. – Non sai più neppure riconoscere la strada di casa, Dobe?

Naruto si morse le labbra per non rimbeccare l’ubriacone stanco, decidendo che sarebbe stato più saggio assecondare la serata. – È che ho voglia di un po’ di aria fresca, penso farà miracoli per la nausea. – allungò la mano nella direzione del compagno – Camminiamo un po’?

Con sua enorme sorpresa, Sasuke barcollò verso di lui sbuffando con fare di sopportazione e gli afferrò la mano. – Sei un disastro. Cosa faresti senza di me?

Ripresosi dalla sorpresa, Naruto sorrise dolcemente al compagno. – Sarei perso, ovvio. – ammise docilmente guidando entrambi sulla via di casa. – In fondo, sei l’altra metà della mia anima, no?

L’altro fece una smorfia disgustata, arrossendo clamorosamente. – Non dire merdate da femmina, Dobe!

Rise allegramente facendo dondolare le loro mani allacciate strettamente. Di solito un’uscita del genere gli avrebbe guadagnato un calcio negli stinchi e un muso che sarebbe durato giorni. E ovviamente nessuna replica, non quella cosa che pareva uscita dalla bocca di un dodicenne.

– Ehi, Teme? – chiamò nuovamente dopo aver aperto il cancello che chiudeva il giardino anteriore di casa loro, trascinandosi dietro un imbronciato ventitreenne offeso.

- E adesso che vuoi?

- Mi ami?

- Certo che sì, cretino. Altrimenti non avrei sopportato la tua stupida persona per tutto questo tempo!

Davanti alla porta di casa, Naruto sorrise sornione e vittorioso. C’era riuscito! C’era riuscito a farglielo ammettere! Doveva ricordarsi di chiedere al padre di Choji di procurargli una scorta del sakè che era stato servito questa sera. Aveva un bell’effetto sul suo bastardo preferito.

Venne colto di sprovvista, quando un corpo caldo e solido premette contro la sua schiena, mentre cercava le chiavi di casa. Aveva lasciato la mano di Sasuke per pescarle dalla tasca, e il moro si era appoggiato al muro accanto, a che ricordava di quello che era accaduto appena tre secondi prima. Squittì ancora più incredulo quando dei denti affondarono non troppo gentilmente nella curva del suo collo, per poi passare a mordicchiare il suo lobo destro. Sas’ke non era mai stato così … Così … Bloccò velocemente le dita che si stavano infilando sotto i suoi pantaloni con fare deciso. – Ah … Sas’ke? Che stai facendo? – chiese cautamente.

- Tu che dici? Ti pare che stia pensando di studiare una nuova tecnica? – le vibrazioni della risata del bastardo gli risuonarono contro la schiena, mentre la sua bocca vezzeggiava di nuovo la curva del suo collo in un modo deliziosamente anomalo e dolce che gli fece scorrere brividi di anticipazione lungo tutto il corpo. Oh … cielo … – Potremmo pure provare qualche gioco di ruolo, che ne pensi? – gli miagolò una voce bassissima nell’orecchio, prima di infilarvi la lingua.

OH! CIELO!

Non fosse stato per il successivo respiro che l’ubriacone gli alitò sulla curva della mascella mentre ci strusciava il naso contro, Naruto avrebbe colto l’offerta al volo e con gioia. Però il respiro di Sasuke pareva quello di una distilleria illegale, e Naruto era un uomo di sani principi, e sarebbe stato come approfittare di un incapa … i suoi pensieri si incepparono improvvisamente quando Sasuke perse la pazienza e decise che avrebbe avuto più successo con le mani occupate in faccende più interessanti che essere trattenute dalle sue. E Naruto si ritrovò voltato bruscamente e con le spalle premute contro la porta di casa, le mani esperte del compagno nei pantaloni e la sua bocca a divorare la sua.

Al diavolo i sani principi, pensò prima di abbracciare il diavolo tentatore davanti a lui e ricambiare con entusiasmo il suo bacio.

 

- Nnngh …

Sasuke si coprì gli occhi che aveva appena cercato di aprire. La testa gli scoppiava. Si sentiva in bocca una discarica. Aveva la nausea …

- Ah, vedo che ti sei svegliato.

Voltò lentamente la testa verso la voce cinguettante che stava cercando di dare il colpo di grazia alla sua testa con la sua disarmonica altezza, e socchiuse un quarto di occhio nella direzione della figura arancione a cui apparteneva. Il verme voleva pure fargli avvizzire gli occhi nelle orbite con quel maledetto colore brillante. – Fottiti. – mugugnò richiudendo le palpebre. Kami-sama … che gli era successo?

- Anch’io ti amo tanto, Teme. – gli rispose con fare ancora più gioioso la sua disgrazia personale.

Stava per rimbeccarlo, quando improvvisamente parole spaventosamente simili dette da qualcun altro gli affollarono la mente. Si premette i palmi delle mani sugli occhi. – Dimmi che Sakura o Ino mi hanno fatto una dichiarazione d’amore, ieri sera. – ordinò, ma il tono sembrava una preghiera anche a lui.

Naruto rise allegramente. Cazzo! Voleva distruggergli anche i timpani?!

- No. – rispose poi la minaccia, abbassando la voce ma non perdendo il tono divertito. – Non c’è stata nessuna femmina infernale che ha dichiarato il suo amore eterno al re dei demoni. – specificò, chiaramente gustandosi il suo malessere. Il suono della sua voce era più vicino. E poi era lui, quello crudele. Sadico bastardo. Sasuke voltò di nuovo la testa verso la porta della camera e liberò un occhio dallo schermo sicuro delle sue dita.

Ecco. Lo sapeva. L’idiota biondo con cui divideva casa e vita era inginocchiato accanto al loro letto, sorridendo con evidente affetto. Disgustoso.

– Buongiorno, raggio di Sole. – gli disse con una risata nella voce. Poi alzò le mani che erano fuori dal suo campo visivo per fargli vedere una tazza che profumava divinamente, salvandosi dalla morte che lo attendeva dopo l’abominio appena pronunciato. – Ti ho portato il caffè.

Sasuke si tirò faticosamente a sedere, schermandosi gli occhi, e accettò con un grugnito la tazza che era rimasta pazientemente in attesa. Quindi osservò pensierosamente il suo compagno alzarsi e andare ad accostare più strettamente le tende alle finestre per ombreggiare di più la stanza.

… Forse poteva pure sopportarlo, in fondo. Sorseggiò il caffè nero con un sospiro di soddisfazione, ripensando a cosa lo aveva portato ad avere quel mal di testa indegno.

Aggrottò le sopracciglia, ricordando un altro pezzo della serata mentre realizzava che il Dobe pareva in attesa di qualcosa. – Naruto … - iniziò con una sensazione di panico crescente - … Non è che … Non abbiamo mica … Tu non hai …!?

Il tizio arancione davanti a lui ridacchiò. Ridacchiò! – No, Teme. Non abbiamo … io non ho … e tu non hai. – gli aveva fatto il verso! - AVREI potuto, e tu me lo avresti lasciato fare, sottolineiamolo questo, ma non ho fatto quello che ti si legge in faccia temi di aver permesso che ti facessi. Sarebbe stato come approfittare di un incapace.

Sasuke assorbì il colpo chiudendo gli occhi. Il sollievo che provò, abbastanza intenso da permettergli di lasciar correre l’insulto implicito dell’ultima frase.

- Ti consiglio di farti una doccia e svegliarti, perché tra un’ora e mezzo dobbiamo essere all’incontro dei Kage, e tu sei una merda. Ti ho lasciato la colazione sul tavolo della cucina, assieme ad un paio di pasticche per aiutarti col dopo sbornia. Io vado avanti.

Lo fissò trucemente agitare una mano mentre usciva dalla stanza, poi si alzò lentamente e, appoggiandosi al muro, si diresse verso il bagno.

 

Naruto, sulle scale, contò mentalmente i secondi che ci vollero al suo ubriacone preferito per arrivare davanti allo specchio del lavandino e … - DOBE! Che cazzo hai fatto al mio collo!

Naruto rise, fuggendo il più velocemente possibile dalla casa.

Solo ben fuori dai confini del quartiere, e solo perché sapeva che Sasuke non gli sarebbe corso dietro senza aver inghiottito almeno un paio di pastiglie, con l’emicrania che gli pulsava sicuramente più forte in testa dopo aver urlato in quel modo idiota, Naruto si concesse una fermata per stiracchiarsi e godersi appieno il sapore della vittoria.

Così imparava, il bastardo, a fargli fare figure del cazzo davanti alla gente.

Fischiettò soddisfatto ricambiando il saluto dei suoi concittadini, mentre riprendeva a camminare verso la torre. Non vedeva l’ora di vedere il Teme comparire alla riunione con una sciarpa legata attorno al collo per nascondere i succhiotti, e non vedeva l’ora che Mei si incuriosisse per lo strano indumento e decidesse di indagare. Sarebbe stata una scena da annali ninja, pensò deliziato.

Non avrebbe mai pensato che la vendetta potesse avere il gusto delizioso del sakè.

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