Uno sguardo verso il passato

di Aliak
(/viewuser.php?uid=737337)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Il cielo era ancora striato di rosa e oro quando un inu-youkai, era scivolato fuori da una porta laterale in modo anonimo, guardando nel corridoio silenzioso dietro di lui prima di far scorrere la porta chiusa.

Nulla si mosse, e gli occhi ambrati brillavano di soddisfazione. Anche se mentalmente si rimproverò per aver agito come un ladro, lui comunque era soddisfatto del successo della sua furtività finora.
Erano passate settimane da quando aveva impiegato tale manovra in segreto, e anche se in piccola scala, sentiva l'emozione del successo e una  leggerezza di spirito al rimanere inosservato, e nel riuscire finalmente a sfuggire di nuovo da quelle mura. 

L'inverno aveva ricoperto la terra con un manto bianco e soffice, non permetteva di fare  lunghe e facili falcate, e muoversi in volo sarebbe stato una pessima idea, era consapevole però che quella neve rallentava i suoi passi, in modo che la sua incursione nel mattino freddo sembrava meno una ritirata tattica che in realtà era.

Gli stivali scricchiolavano attraverso la crosta friabile che si era formato sulle derive irregolari di neve caduta durante la notte, le labbra del giovane signore si incresparono in una espressione di divertimento. Eccolo la, l'eroe conquistatore, come era attualmente ridotto, come un topo che cercava di sgraffignare un po di formaggio, senza esser visto dal gatto, eppure le mura da cui era appena uscito, poteva definirle casa.

Furtivo curvo le spalle mentre continuava attraverso il cortile vuoto, era molto presto e i turno di guardia stava proprio in quel preciso momento cambiando, era consapevole di avere poco tempo, si mosse verso le vicine stalle.

Fra qualche ora ci sarebbe stata una riunione del consiglio degli Inuyoukai, uno dei soliti incontri annuali per segnare i fatti accaduti, e come procedevano i vari clan,  una tradizione di lunga data, probabilmente precedente alla sua nascita, e forse anche di quella di suo padre, e di suo nonno.

Da bambino, aveva amato il tumulto dei preparativi e la pausa dalle lezioni regolari, dalla solita rutine ogni volta quell'incontro portava grandiose feste, che rallegravano la solita vita del castello.

Ma quella volta i festeggiamenti erano in grande stile, e era comprensibile; c'era una buona ragione per festeggiare. Nel corso degli ultimi decenni, parlare di conquista e sussurri di una nuova minaccia dalla terraferma, in questo stesso periodo l'anno scorso, il loro incontro era stato poco più di un consiglio di guerra, con lo stretto di cenni risparmiati alla tradizione. Avevano stabilito i piani di battaglia che consumarono i loro mesi primaverili ed estivi.

L'autunno portò la loro vittoria, le orde barbariche provenienti dalla terraferma erano stati respinti, con facilità.
Con i suoi stessi artigli, aveva strappato la vittoria e la lama demone Sounga nelle sue terre, un pazzo che aveva portato distruzione ovunque andava, con la sua sete di potere.

La battaglia era costata troppe vite, ma la vittoria che avevano racimolato, aveva garantito la pace futuro per le Terre occidentali, e non solo.

All'indomani della sua conquista, youkai vicini erano stati rapidi ad allearsi con il trionfante Inu. Nel giro di poche settimane, il generale si è trovato nella posizione insolita di essere in pace con tutti, si erano create alleanze il rispetto nei suoi confronti si era spanso per tutte le terre, portandolo sulla strada della conquista.

Aveva comuque capito subito che mentre la sua abilità sul campo di battaglia gli aveva guadagnato una reputazione per grandezza, serviva un diverso tipo di forza, per mantenere i territori che aveva rivendicato, con quella vittoria. Le sue attenzioni si spostarono quindi, sul condurre e proteggere il suo popolo, era un po' sorpreso di scoprire che quelle funzioni di capo, si adattavano perfettamente al suo temperamento. 

Come mai allora stava scappando? Non era propriamente la parola adatta quella, ma era nauseato dai suoi consiglieri, che gli dedicavano tutte le attenzioni per garantire che le terre fossero in pace il più a lungo, e rafforzare il dominio degli Inuyoukai.

Si sentiva oppresso mentre sempre di più sorgeva negli attuali discorsi, tra alleanze fra i vari generali e eserciti, sembravano sempre tirar fuori in qualche modo una sola richiesta..

Prendere moglie..

Seppur lo facessero con assoluta diplomazia, cercando di non fargli capire e rimanendo sul vago, dicendo allo stesso tempo che avrebbe rafforzato i legami con uno o altri alleati.

Era ancora estremamente giovane per legarsi a qualcuno, e non ne trovava nemmeno il bisogno, a lui attualmente interessava solo combattere, eliminare ogni nemico che minacciava le sue terre, non voleva che niente e nessuno intralciasse il suo cammino e le sue armi, c'era ancora tanto da fare era solo a un passo da quello che si era prefissato.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Rimbombavano nella sua testa ancora quelle parole "dinastia"  ; "eredità" per stabilire e fortificare il suo regno.

Venivano sbandierati con allarmante regolarità. Il taiyoukai ringhiò sottovoce a quel pensiero, avevano anticipato la riunione, che si sarebbe dovuta fare a fine mese, prima della fine dell'anno e invece.

Era stata spostata all'inizio, il tutto per stabilire un fronte unito, perché la loro persistenza in questione è stata al limite del ridicolo.

Sono circondato ... inferiorità numerica ... assediato.

Solo un anno fa, erano tutti lì dicendo che era 'ancora giovane' e ​​non ci sarebbe abbastanza tempo per queste cose successive, tutto era pian piano cambiato con la morte di mio padre.

Ora, era cambiata la situazione improvvisamente 'nel pieno della sua vita' e stava sprecando il tempo secondo il pensiero dei consiglieri. Nonostante i suoi migliori sforzi per porre loro fuori, il consiglio degli inuyoukai aveva deciso in massa che il padiglione del capo della moglie era stato vuoto per troppo tempo, con la morte prematura della moglie del loro ex comandante; ed erano ansiosi di vedere il posto al suo fianco riempito e la sua linea assicurata dalla nascita del suo erede.

In quello che è stato sicuramente visto come un tentativo di aiutare il loro capo a raggiungere uno stato di beatitudine coniugale, i clan erano giunti a quella festa invernale.

Sembrava che ogni generale, ogni cortigiano, e anche un paio di alleati che rappresentano varie altre specie di demoni, erano arrivati ​​con le loro figlie al seguito. In pochi giorni il villaggio si era riempito di yasha, ovunque si voltava, c'erano loro ossequiosi che hanno voluto per un attimo del suo tempo, una parola privata, un umile favore.

Li aveva scansati troppo rigido, e anche un paio di inviti vagamente inadatti per conoscere meglio le giovani femmine. In realtà, la competizione per catturare la sua attenzione è stata seguita con maggiore interesse rispetto ai vari giochi e concorsi che erano stati disposti come spettacoli.

La loro audacia crescente è stata la ragione che sta dietro l'uscita furtiva di quella mattina. Molti dei suoi uomini sapevano che lui era un tipo mattiniero, e aveva cercato di trarre vantaggio. Dopo aver sopportato interruzioni prima dell'alba due giorni in esecuzione, il taiyoukai aveva deciso di adottare misure preventive e di allontanarsi da suo alloggio prima dell'invasione.

Pace era quella che cercava, un paio di ore non era chiedere troppo, sicuramente. Capiva le loro speranze, ma il loro senso di urgenza era stato troppo. Non aveva intenzione di sottrarsi il suo dovere; si limitò sperava di ritardare l'inevitabile per una volta in modo che potesse dare la sua piena attenzione a fissare l'Occidente in quell'ordine e pace che non aveva mai visto in vita sua da quando era nato.

Il compito che gli imponeva di messa a fuoco, e l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era la distrazione del corteggiamento. Purtroppo, i suoi consiglieri non erano d'accordo, e in base a ciò che aveva sentito le conversazioni durante la cena della sera precedente, erano permettendo voci di proliferare.

A quanto pare, era risaputo che Taisho avrebbe dovuto fare la sua scelta, e l'annuncio del suo fidanzamento era prefissato per il primo giorno del nuovo anno, solo due giorni quindi.

Aveva le spalle al muro un paio di degli interferenti veterani, condividendo alcune parole scelte e rendendo la sua posizione nota senza mezzi termini. Il taiyoukai sbuffò il modo in cui aveva cercato di gestire lui. Aveva effettivamente avuto l'idea temeraria di fingere un fidanzamento, ogni giorno si riversava nella sua mente.

Però sapeva di non avere tanto tempo, non abbastanza per mettersi d'accordo con qualcuno.. In ogni caso quella scelta avrebbe influenzato tutto il suo futuro, anche se, come un generale, era certamente abituato a prendere decisioni che cambiano la vita sul  momento.

Lui alla fine era: il maschio alfa riconosciuto di tutti i clan, legittimo sovrano delle Terre occidentali, fidato difensore coloro che hanno dato la loro fedeltà a casa sua ...  Eppure c'era un voto di fiducia.

"Posso essere giovane ancora, ma io non sono pazzo." Non poteva davvero dipendere dalla oggettività dei suoi consiglieri, anche perchè troppi di loro avevano offerto le loro figlie e le nipoti. Anche il più affidabile probabilmente aveva aspirazioni, pensavano magari con le loro figlie di controllarmi, forzandomi in una scelta che un'altra, ma io non ci cascavo di certo in tali macchinazioni.

Sapevo che un compagno non era molto diverso che costruire un'alleanza, poteva portare vantaggi come svantaggi, il ruolo al proprio fianco portava con sé determinate aspettative e responsabilità, e l'onere cadde su di lui a scegliere una donna capace di soddisfare le aspettative del regno. Il taiyoukai era sicuro che entro la fine della settimana, sarebbe stato introdotto a ogni femmina di buona educazione presente in Occidente, ancora libera.

Egli non aveva mai avuto il tempo o la voglia di innamorarsi, soprattutto nel ristretto periodo di tempo, e poiché non voleva che nessuno di loro, avrebbe semplicemente dovuto decidere quale donna sarebbe stata un minimo accettabile.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III ***



Arrivò alle porte della stalla senza interferenze , il taiyoukai si infilò nel relativo calore dell'edificio cavernoso. Diverse teste si voltarono al suo ingresso, e un coro di ruggiti uscì dalle fauci di quei draken contenti di vedere il loro padrone. Lui annuì contento di quel caloroso accoglimento, e senza dire una parola si mosse in direzione di Ashun.

Lui che aveva offerto un saluto informale,  dal suo cancello della recinzione. Non vi erano soldati ne guardiani, nessuno a controllarli, nemmeno l'ex soldato pacato era offerto di rimanere alla fortezza,  come capo delle scuderie. Lui ed i suoi due figli, ha avuto una certa affinità con quelle strane creature non si potevano definire veri e propri draghi, erano una via di mezzo fra gli stessi e i cavalli.

Erano comunque demoni minori che venivano usati come destrieri per lui e le sue truppe ed erano senza precedenti per la velocità, la resistenza e l'intelligenza, spesso formando forti legami con i loro cavalieri. Ashun stava giocando pigramente con il ciuffo di una delle fattrici presenti nella stalla, ma lo sguardo sembrava puntato molto più distante.

Prima che potesse dare voce ponendogli la domanda, quello con un cenno di muso indicò dietro le spalle della fattrice, da quella posizione non vedeva nulla, e solo allora però si accorse dell'odore di un Inuyoukai, mosse qualche passo incerto per cercare il modo di vedere quella figura che si trovava nelle stalle, temendo quello che sarebbe successo.

Ma rimase sorpreso da quello che i suoi occhi incontrarono..

Una piccola figura slanciata si sporgeva prudentemente da una delle staccionate della recinzione, a una debita distanza dalla mandria.

Gli era capitato altre volte, di incontrare cuccioli in quelle stalle, affascinati da quelle strane creature, ma di norma venivano in gruppo o comunque accompagnati, da adulti e non certo a quell'ora.

Invece li davanti a lui si stagliava la figura di una giovanissima Inuyoukai, l'ampio cappuccio del mantello ricadeva sulle spalle adornato dalla bianca pelliccia della coda, come parte della mantella pregiata fattura come il kimono sottostante, dall'aspetto si deduceva dovesse far parte di una delle casate nobiliari.

La voce di Ashun risuonava nella testa "questo è il terzo giorno di fila, che di nascosto viene nelle stalle, nelle ore più improbabili" l'avvertì la sua cavalcatura.

Incuriosito si avviò lentamente verso la cucciola, cercando di riconoscere i tratti della sua famiglia e del clan di appartenza, doveva far parte del suo stesso clan, a vedere i tratti che appartenevano al suo stesso..

I Lunghi capelli argentei ricadevano ben divisi da piccoli nastri dorati, sulle sue spalle, a mala pena arrivavano a sfiorare la spalla probabilmente sciolti non sarebbe stato così, la frangetta lasciava scoperto al centro della fronte, una graziosa e piccola falce di luna calante orgogliosamente tenuta in mostra, proprio come suo padre.

Una serie di singoli, strisce magenta colpivano tutti e due i suoi zigomi alti. Sakamaru era uno dei suoi generali, la sua famiglia serviva da secoli la sua, ottimo alleato in battaglia, affidabile condottiero e stratega, ottimo consigliere in caso di dubbi, oltre a essere portatore, del gene veleno.

Era uno inuyoukai affidabile, in tanti secoli non vi era mai stato tradimento, e aveva diversi figli cresciuti anche loro al suo servizio.

Gli venne in mente al taiyoukai che questa ragazza potrebbe effettivamente essere figlia o nipote di Sakamaru.

Anche se gli si era avvicinato lei non aveva accennato a muoversi, aveva solo spostato lo sguardo ambrato per pochi istanti su di lui, per poi tornare a fissare le creature che gironzolavano nella recinzione, lasciando il taiyoukai con l'impressione che era stato liquidato come poco interessante. La somiglianza di famiglia continuava a presentarsi, notò con un sorrisetto ben celato come fosse simile più degli altri figli, a suo padre...

Sakamaru spesso è riuscito a farlo sentire come un giovane inerme, con un solo sguardo, e lei..

Mantenendo il suo tono casuale, si rivolse a lei. -Buongiorno, mia signora. Cosa ti porta alle scuderie a quell'ora?-

Sembrò finalmente donargli una parola. -Non ho mai visto draken da così vicino, e volevo guardarli-, ha annunciato con una voce che era leggera e remota tristezza, era qui perchè lo voleva ma da quel tono intuì che i suoi genitori non glielo avrebbero invece permesso. Lei era qui quindi senza che loro lo sapessero, gli piaceva la grinta di quella cucciola, la ribellione verso i suoi, gli ricordava un po' lui da giovane, e tutt'ora non era così cambiato.

Anche se lei sembrava leggermente più grande di quelli della sua età, sospettava che fosse di almeno quattro o forse cinque decenni troppo piccola, che fossero anche necessari per raggiungere la piena maturità, doveva avere fra i 100 e 120 anni e un Inuyoukai si poteva definire adulto fra i 170 ei 200 anni anche a seconda dei vari casi.

Questo era anche probabilmente il motivo per cui lei non era stata presentata, probabilmente aveva accompagnato le sue sorelle e i genitori a quella festa, ma non gli era stata presentata durante la settimana insieme a tutte le altre.. anche se un secondo pensiero, vacillò nella sua mente.

Il taiyoukai chiese se la sua famiglia avrebbe cercato in ogni caso. Clan della ragazza aveva la reputazione di essere molto orgoglioso, e lui davvero non poteva vedere Sakamaru tentativo di ingraziarsi in un tale modo.

La giovane si avvicinò di più a un Draken che sostava più vicino al recinto, e allungò una mano verso di lui. Lo stallone inarcò il collo muscoloso, scosse la criniera scura, avvicinò lentamente il muso, annusando il palmo della inu per diversi istanti, per poi addossarlo allo stesso, permettendo così che l'ultima lo accarezzasse.

-Vuoi che ti presenti Ryouma? Lui è molto socievole- Le sue labbra si erano abbassate, in un grazioso broncio.

-non mi è permesso, alla mamma non piacciono i draken- Interessante, se la stessa sapesse che veniva la ogni mattina.

-Se non sei autorizzato toccare Draken, allora perché sei qui?- Studiò la ragazza con la coda dell'occhio, cercando la reazione a quelle sue attuali parole, da questo punto di vista, era determinata, sembrava che se si mettesse in testa qualcosa, l'avrebbe portata comunque a termine, leggeva in lei una forte determinazione, tanto da mettersi contro i suoi

Doveva sapere. La domanda ha portato i suoi occhi sui i suoi, e questa volta lo sguardo della ragazza era speculativo. Il suo sguardo accese, ora lo stava guardando veramente dalle marcature viola frastagliate sulle guance al ciuffo d'argento, poi indugiò per un po' sulla impugnatura della spada visibile sopra la sua spalla destra, e scendere lentamente su quel corpo di giovane guerriero.

La sua risposta, arrivò poco dopo, con una leggera scrollata di spalle. -Lei non ha detto che non potevo guardare.-

-E nessuno lo avrebbe saputo-
, ha sottolineato con toni misurati con attenzione, guardando la ragazza con interesse.

Lei inarcò un sopracciglio verso di lui, ma non degnò la sua proposta con una risposta. Deliberatamente lei si allontanò da lui, apparentemente per guardare gli occupanti di un recinto vicino, ma la taiyoukai sentì che era causata dalle sue azioni, dall'essersi avvicinata a lei, e non era di certo opportuno.

-E se dovessi offrirmi di a parlare con tuo padre, spiegare le cose, per prendere la colpa per te?-

-Io non posso accettarlo.-
 Non c'era dubbio che la ragazza sapeva chi era e l'autorità che possedeva, e tuttavia ha rifiutato di approfittare della sua posizione. Lui aggrottò la fronte pensieroso, si spinse lontano dal cancello e si avvicinò di più di nuovo a lei

-Perché, mia signora?- Lei non si ritrasse dalla sua presenza questa volta, nonostante la sua maggiore altezza e la presenza imponente. Se non altro, si raddrizzò ulteriormente come se si rinforzava per affrontare la sfida che gli aveva presentato.

-Non sarebbe onesto-, ha spiegato. Approvava quelle parole, l'orgoglio di quella ragazza, il suo modo di pensare, aveva allungato senza accorgesene una mano verso il di lei volto. Diventarono rosa le guance e lei abbassò gli occhi sommessamente. In qualche modo quella cucciola aveva guadagnato il suo rispetto.

-L'onore è importante per te, non è vero?- sorrise.

-Certo-, ha dichiarato con orgoglio, sollevando di nuovo il suo piccolo volto, tornando a fissarlo negli occhi.

-Ne sono lieto di saperlo, mia signora-, dichiarò con gravi cortesia.

-Ora, se volete scusarmi tornerei nelle mie stanze- Chinò giustamente, e lui annuì prima di spostarsi per le stalle afferrando delle briglie, lo stallone si agitò con entusiasmo alla prospettiva di uscire, entrò nel recinto facendogliela indossase, poi salì di colpo in groppa al Draken, e guardò indietro lungo il corridoio centrale dove lei rimase a guardare.

I suoi occhi tradivano il fascino e l'ammirazione nei suoi confronti nel cavalcare quell'essere così orgoglioso che rampava il terreno in quella attesa scalpitante, e poi si allontanò lasciandosi alle spalle quella cucciola e le stalle.

La ragazza era rimasta impressa nella sua mente. Si chiedeva se poteva parlare con il padre quella stessa mattina senza che la ragazza finisse nei guai. Lei  lo aveva divertito e l'aveva colpito al cuore dove altre donne fin'ora non erano riuscite nemmeno a avvicinarsi. Così giovane aveva già un senso dell'onore così alto, sapeva che il suo valore deve essere stato instillato in lei fin dall'infanzia.

Aveva un senso, per la famiglia di Sakamaru la stessa aveva una reputazione molto alta. La sua ammirazione per il loro clan era aumentato di dieci volte nelle ultime ore.

"Che bella eredità per garantire ... per i propri ... figli ... Che cosa accadrebbe se io ... " Mente di correvo attraverso i pro ei contro e le possibili conseguenze di seguire il suo improvviso capriccio. Questa potrebbe essere la mia risposta. Lignaggio di Sakamaru era eccezionalmente forte, e  offriva la possibilità di passare a lungo la capacità di usare il veleno, una risorsa rara e formidabile.

La ragazza aveva dimostrato che poteva essere rispettosa, lei non avrebbe paura inutilmente. Non aveva dubbi che avrebbe potuto affrontare le sfide che il suo ruolo al suo fianco avrebbe portato. Il taiyoukai tamburellava con le dita contro la sua coscia come il suo entusiasmo per il nuovo piano che era nato, in quello sgattaiolare dal proprio castello.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


La sua lealtà, la sua volontà tenace, il suo senso dell'onore, avrebbero sicuramente combinano bene con le proprie forze per produrre un erede esemplare.

Lui annuì con fermezza, a quei pensieri che ancora vacillavano per la sua mente, aveva fatto la sua scelta, era anche stato abbastanza diplomatico nella stessa, razionale. Avrebbe fatto fronte alla richiesta del consiglio, annunciando il suo fidanzamento se il padre avesse accettato, prima dei due giorni di tempo prefissati.

Si adattava anche ai suoi piani futuri, un luccichio malvagio balenò occhi ambrati, strinse la presa sulle redini dello stallone, spronandolo a aumentare la sua andatura ancora di più.

Non vedeva l'ora di vedere le loro facce quando quei vecchi cospiratori astuti, avrebbero accolto la sua scelta, dopotutto gli avevano dato la libertà di scegliere da solo chi potesse affiancarlo, senza dare restrizioni, e questo gli aveva dato campo libero.

Si rese conto che la sua futura compagna avrebbe richiesto parecchi anni, decenni, anche a crescere nelle responsabilità che si trovavano davanti a lei, e questo gli permetteva allo stesso tempo, di prendere tempo per se.

Essi avrebbero protestato, anche se educatamente, ma la ragazza era particolarmente adatta al ruolo, e avrebbe sfidato tutti i consiglieri a trovare un difetto, nella sua futura compagna, un sorriso decisamente compiaciuto curvò sulle labbra.

"Mi hanno assediato, e circondato, ma li ho scavalcati." Quando arrivò il momento per lui di nominare il suo intento, sarebbe stato pronto a ogni parola, e avrebbe ribattuto le stesse con fermezza.

Avrebbe parlato con Sakamaru dopo la prima colazione, mancavano ancora quattro ore, avrebbe dichiarato a lui le sue intenzioni, sperando che accettasse la sua proposta di prendere la mano della sua figlia minore, sarebbe stato un grande onore, per lui e la sua famiglia avrebbe rafforzato quel legame tra le loro, che era già presente da anni.

La soluzione era la migliore che potesse escogitare, avrebbe avuto la sua tregua, ea tempo debito, le terre occidentali avrebbero avuto un erede ... il suo erede ... e un patrimonio di forza e l'onore da portare in futuro, cominciava a piacergli la cosa, quell'incontro sembrava aver dato i suoi frutti, con il tempo sarebbero maturati.

Camminava per i corridoi del palazzo, aveva lasciato alle stalle lo stallone nelle mani di Otumaru, si era incamminato per i corridoi alla ricerca da lui, ma per ora non era riuscito a trovarlo, possibile che fosse uscito? Magari alla ricerca della figlia scomparsa?

Incontrò sul suo cammino uno dei servi del palazzo, avvicinandosi a lui gli porse la domanda -Sapete per caso dove si trova Sakamaru?- Lo stesso porgendo a lui un profondo inchino alla fine pronunciò la risposta.

-Sembra che la figlia più piccola del generale, sia scomparsa; e insieme a un piccolo gruppo di guardie, è andata a cercarla-, era sconvolto da quella notizia dubitava fortemente che ancora si trovasse alle stalle, ci era stato poco prima, dove poteva esser finita, oltretutto si era congedata prima che lui si allontanasse.

-Mio signore- disse il servo prima di vedere qualcosa negli occhi del suo padrone, e tremare come una foglia, rapido si era mosso uscendo dal palazzo, ricordava il suo odore perfettamente, gli era rimasto impresso nella mente, doveva essere rapido, doveva cercarla. 

Le tracce lo conducevano lontano dal palazzo, com'era possibile che si fosse allontanata così tanto; da sola per di più. Discese lentamente a terra trovando uno dei nastrini che quella mattina legavano i suoi capelli argentei, lo portò al naso portava ancora il suo odore, ma anche quello di un altro demone.

Non gli piaceva quella situazione, mentre il cielo cominciava a far scendere su di lui lacrime beffarde, doveva muoversi rapido prima che la pioggia cancellasse le tracce, e la perdesse del tutto.
 
***
Erano troppi e non era riuscita a ribellarsi, ne aveva uccisi due, ma alla fine l'avevano sopraffatta con la forza, dopotutto era ancora una bambina e non era mai stata addestrata per il combattimento, l'istinto si era impossessato di lei e aveva spazzato via quegli insignificanti demoni.

Era lì distesa a terra, il fianco destro gli bruciava sentiva il veleno di uno di quei demoni, mangiargli la carne se fosse stato un'altro probabilmente sarebbe morta, ma il veleno su di lei non poteva avere l'effetto desiderato, si era stordita ma era ancora viva.

Sentiva mormorare quei demoni su vendette verso gli inuyoukai, da quel che aveva capito a quanto pare, quei demoni si erano ribellati al loro potere, e erano stati quasi tutti annientati solo, quel gruppo era ancora rimasto in vita e voleva vendicarsi, l'avevano presa in ostaggio mentre tutti erano distratti dai preparativi della festa.

Erano stati astuti, avevano aspettato il momento giusto e sopratutto gli era capitato un bersaglio facile, non l'avevano ammazzata anche perchè si erano accorti che doveva far parte di qualche casata nobiliare, vista l'eleganza degli abiti.

Vide uno di quei demoni orribili deformi avvicinarsi, era veramente orribile quell'essere il viso sembrava essere stato squaiato da un qualche veleno o acido, come lo stesso corpo, gli dava la nausea vedere quell'essere. 

-Vedo che ti sei svegliata finalmente- si chinò su di lei, avvicinandosi sempre di più, cercò quindi di alzarsi a sedere, sputandogli infine in faccia per allontanarlo.

-Feccia non avvicinarti-, gli ringhiò contro mentre la testa gli girava così tanto, da sembrargli che quell'essere si fosse sdoppiato.

-Ohoh.. ma guarda sei ancora così tanto in forze, interessante-, non potè ribellarsi, l'aveva schiacciata a terra di nuovo con forza, si trattenne da far uscire un gemito di dolore dalle sue labbra, il suo onore non glielo permetteva anche se in inferiorità di forza, non si sarebbe abbassata a farsi vedere da quell'essere infido debole.

-Posso giocare un po' con lei?-, domandò a quello che sembrava essere il loro capo, un brivido gli percorse la schiena, sembrava averlo avvertito anche quell'essere infatti aveva puntato gli occhi di nuovo su di lei, e sul viso era comparsa una smorfia orribile, simile a un ghigno o forse un sorriso.

-Kakuro basta che la tieni in vita, ci serve viva, puoi fargli quello che ti pare-, degluti a fatica mentre una risata, usciva dalle labbra di quel demone.

-Hai sentito mia bella signorina? Ora mi divertirò un po' con te-, sentì le mani di quel lurido demone, scostare le pregiate stoffe della gonna del suo kimono, toccare le sue coscie, salendo sempre più in alto, non riusciva a muoversi a ribellarsi, ma i suoi occhi lo sfidavano se si sarebbe ripresa l'avrebbe ammazzato con le sue stesse mani, nel peggiore dei modi.

Un rumore sinistro arrivò dalle spalle del demone, sembrava che qualcosa o qualcuno avesse strappato, delle carni e poco quel demone che la sormotava, urlò per poi accasciarsi addosso morto, scorse la figura che gli era familiare, quella di quel demone che aveva incontrato nelle stalle quella mattina, con le mani ancora tinte di rosso sangue di quei demoni.

-Stai bene mia Piccola Signora?- mi domandò mentre con un calcio allontanava quell'essere spregevole, era seminuda la a terra si sentiva imbarazzata dalla figura di Taisho, ma non riusciva a muoversi sembrava che ogni sua terminazione nervosa si rifiutasse di ubbidirgli.

Si era abbassato e mi aveva infine preso in braccio sorreggendo il mio corpo trattenendomi a se, quell'abbraccio era confortevole come quello di mio padre, mi abbandonai nello stesso sentendomi al sicuro finalmente chiudendo gli occhi.
 
***
Era la in attesa all'esterno della porta della sua stessa camera, quando era tornato al palazzo con lei in braccio priva di sensi, era andato verso le proprie camere, aveva chiesto alla servitù di chiamare di corsa Yaone, di farla venire nelle sue stanze era dentro da almeno mezz'ora, e non era ancora uscita.

Alzò lo sguardo incontrando la figura di Sakamaru, che si stava avvicinando rapido, la servitù doveva averlo avvertito.

-Taisho- pronunciò quel nome, mentre le ambrate di quell'uomo si poggiarono sui pannelli di carta di riso, che lo dividevano da sua figlia -Come sta?- gli domandò, scosse il capo non aveva risposta.

Solo allora Yaone uscì lentamente dalla porta, per poi richiuderla alle sue spalle, gli occhi di entrambi preoccupati erano puntati su di lei, attendendo il suo dire.

-Ho pulito le ferite, e gli ho dato l'antidito al veleno, dovrebbe riprendersi del tutto tra mezz'ora, ma è meglio che per due giorni si riposi e non faccia troppi sforzi-, lì avvertì per poi congedarsi, aveva fatto il suo dovere come sempre, e aveva come l'impressione che era meglio lasciare quei due da soli.

-Non so come ringraziarvi, non ho altro da offrirvi la mia lealtà verso la vostra famiglia, che già l'avete. Avete anche rifiutato le mie altre figlie, non so proprio cosa potrei darvi in cambio, più di quanto non possa avervi proposto- si era chinato in ginocchio pronunciando quelle parole, la sua lealtà era forte, le parole sincere.

-Ho solo una cosa da chiedervi-, diede una pausa a quelle parole, mentre vide il capo di lui appena sollevarsi per guardarlo in faccia, aspettando in silenzio le sue parole. -Vorrei la mano di lei-, notò lo stupore negli occhi dell'altro, colto alla sprovvista dalle parole del suo Signore.

-Ma Irasue è troppo giovane- quindi era quello il suo nome Irasue, alla fine lei sapeva chi era ma lui no.

-Lo so benissimo, aspetterò il momento in cui sarà all'altezza del compito di sedere al mio fianco, sul trono del regno occidentale-, era fermo nelle parole, non avrebbe voluto obbiezzioni.

-Come volete mio Signore- Un sorriso soddisfatto increspò le labbra, era giunto quindi il momento di andare dal consiglio, e proclamare la mia scelta era curioso di vedere le varie facce dei consiglieri.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Era la davanti al consiglio riunito, erano entrati nella stanza  tutti felici e fiduciosi quando aveva rivelato il perchè di quella riunione, ma quando poi aveva detto il nome di colei che lo avrebbe affiancato sul trono dell'occidente, tutto era cambiato.

Uscì dalla sala mentre all'interno della stessa ancora quegli esseri confabulavano contro, con o senza il loro consenso non avrebbe cambiato i suoi piani, e non avrebbero mai avuto il coraggio di mettersi contro di lui, avrebbero dovuto solo accettare quella situazione, non accettava repliche e la sua parola era legge in quelle mura.

Alle sensibili nari arrivò il suo odore, era la a pochi metri di distanza gli occhi ambrati puntati su di lui, le dita giocavano nervosemente con la seta delle ampie maniche del kimono, stroppicciandole rischiando di lacerare quella stoffa con gli artigli.

Sembrava tesa anche da così lontano, pochi passi e l'aveva raggiunta lei non si era allontanata, ne aveva detto nulla, aveva solo allontanato lo sguardo da lui fissando un punto imprecisato alla sua destra.

-Seguimi- disse semplicemente incamminandosi lungo i corridoi, nemmeno attendendo di vedere se lei lo stesse seguendo, era sicuro che lo avesse fatto, sentiva i passi alle proprie spalle che confermavano.

Erano giunti fino ai giardini interni del palazzo, lo splendore dello stesso non si rivelava sotto quella bianca coltre, ma era certo che la nessuno li avrebbe disturbati, si erano avvicinati al laghetto ghiacciato, sotto di essa si scorgeva ancora quell'acqua che aspettava il momento per risorgere a nuova vita, non più costretta in quella prigione.

Si era fermato alla fine davanti al rosso ponticello, che divideva l'una e l'altra parte di quel giardino, era calato un silenzio innaturale tra i due, come se il tempo si fosse fermato all'improvviso.

-Perchè avete scelto me?-, domandò mentre ancora lui gli dava le spalle, senza guardarla in volto.

Si era voltato di nuovo verso di lei, guardava quel corpo esile, che ben presto sarebbe sbocciato, già qualche accenno si intravedeva fra la seta che la ricopriva, era ammaliato dalla bellezza di quella cucciola, guardava oltre la sua giovane età pensando a quello che sarebbe divenuta da grande.

-Potevate scegliere tra tante altre, più grandi e preparate di me..- si era incamminato verso di lei, aveva notato un rossore tingere le guance candide, non sembrava però tirarsi indietro, anche se lo sguardo esitava per incontrare il suo.

Era a pochi passi ormai da lei, la propria coda l'aveva cinta delicatamente sollevandola da terra, avvicinandola di più alla sua altezza, voleva guardarla negli occhi, senza abbassare lo sguardo, e lei non poteva a sua volta approfittare della diversità di altezza.

Senza rispondere a quelle domande, cogliendola impreparata, aveva allungato il colletto del kimono, e aveva scostato con l'altra mano i capelli argentei dal collo, il suo respiro caldo sull'incavo del collo, la faceva fremere dolcemente, prima che si rendesse conto realmente di quello che stava per succedere sentì dei passi alle loro spalle, non poteva vederli da quella posizione, ma l'odore era quello del padre, e altri inuyoukai del consiglio.

Un dolore penetrante la scosse, quando affondò le zanne nel suo collo, le labbra si arricciarono e un ringhio profondo uscì dalle sue labbra, le braccia lo avvinghiarono affondando dentro di lui gli artigli avvelenati.

In tutta risposta grugnì contro la sua gola, e poco dopo aveva affondato ancora di più le zanne nella sua carne, sentendo il sapore del suo sangue. Sapeva bene che per lei era un dolore lancinante, la strinse di più a se, mentre con lo sguardo in cui brillava una luce inquietante, minacciava gli altri di avvicinarsi di più ai due.

Sapevano loro stessi che era rischioso, quello era un rito più antico che tutti i Daiyoukai conoscevano, rispettavano. Vi era la morte per chi osava intralciarlo, entrambi cominciarono a sentire che le loro anime si stavano intrecciando le une con le altre, i cuori cominciarono a battere all'unisono potevano sentire le emozioni dell'altro, poteva percepire lui il suo dolore causato dalla sua morsa, e lei quello di lui degli artigli che ancora affondavano nella propria pelle.

Anche se quel rito non aveva trovato la sua completezza, con l'unione anche carnale tra i due, un senso di appartenenza si diffondeva fra di loro. Lentamente sentì che aveva ritirato i suoi artigli, pian piano le ferite si sarebbero rimarginate, il veleno avrebbe ritardato ma non era un problema, le zanne rientrarono nascondendosi sotto le labbra, passo delicatamente la lingua su quella ferita aperta lambedola, per poi staccarsi lentamente da lei.

Sakamaru era la insieme ai consiglieri scioccato, la adagiò lentamente in modo che lei si sorreggesse di nuovo sulle sue gambe, ma le gambe cedetterro era indebolita ancora dal marchio, le sue braccia rapide la sostennero portandola vicino al proprio petto stringendola delicatamente a se, accarezzandogli i capelli argentei.

-Ti rendi conto di quello che hai appena fatto.- disse uno dei consiglieri, mentre sul proprio volto le labbra si sollevarono appena mostrando un sorriso divertito, non gli interessavano le loro parole, si alzò in volo allontanandosi dal giardino.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


La mente vagava nei ricordi, quanto tempo era passato dall'ultima volta che l'aveva vista? Ne aveva perso il conto, ma l'affievolirsi del marchio e di quel legame, gli faceva intuire ne fossero passati abbastanza da poterne risentire. Vi era stata pace per anni, ma era tornata la guerra, ed era stato lontano dalle sue terre, e dalla sua compagna a lungo, portando con se parte del loro esercito lasciandola scoperta. 

Ogni giorno temeva gli fosse successo qualcosa, ma sapeva bene che se fosse stato così l'avrebbe percepito, ma ora stavano tornando a casa con una nuova vittoria sulle spalle e una pace da cercar di mantenere, il più a lungo possibile.

Stava chiedendo tanto al suo destriero, Ashun anche lui era stanco ma voleva arrivare prima possibile al proprio palazzo, ancor prima dei propri soldati che lo seguivano cercando di mantenere una giusta distanza, ma lui era il più rapido si muoveva con disinvoltura a una andatura che agli altri non era permessa.

Era arrivato fino alle stalle, e aveva lasciato il suo stallone nelle mani dello stalliere, e ecco che varcò i confini del suo palazzo non vi era nessuno a accoglierlo, gli sembrava strano, sapevano anticipamente del loro ritorno, ma a parte qualche servitore che gli si stava avvicinando di tutta fretta, era inquietante quella calma piatta che si poteva quasi tagliare con una lama.

-Mio signore siete tornato-, disse il servitore mentre anche l'esercitò si unì al loro generale.

-Che cosa succede qui Koyo?- domandò anche i suoi soldati sembravano agitati da quella situazione, non vi era nessuna altra guardia possibile che il palazzo fosse stato lasciato così senza difese.

-Mio signore..- si stava trattenendo, sembrava fosse stato costretto a mantenere il silenzio, Sakamaru mi si affiancò preoccupato, pure io non avevo percepito il suo odore.

-Ir... Irasue, insieme all'esercito è andata a fronteggiare il nemico che sta attaccando il palazzo del nord, hanno chiesto aiuto aveva atteso fino al vostro ritorno, ma.. a quanto pare il nemico non l'ha fatto.- aveva abbassato lo sguardo il servo, perchè probabilmente aveva visto il suo sguardo furente.

Eravamo partiti di nuovo perlomeno chi era di loro in grado di combattere ancora, si sentivano stremati per il viaggio ma non poteva non poteva lasciarla la a combattere, non contro il clan dei draghi, doveva aspettarselo che prima o poi quella ostilità continua fra i due clan sarebbe sfociata in qualcosa di più grande.

Ora si domandava realmente quanti anni fossero passati, cercava di farsi un calcolo mentale, seguendo le stagioni che erano passate, quando l'aveva conosciuta ancora il suo corpo non era abbastanza forte per combattere. Erano ormai molto vicini alla meta, si sentiva il fragore della battaglia, già dalla loro attuale posizione, l'odore di sangue molto sangue si estendeva per quelle terre, portato dal vento, erano nel pieno di quella battaia.
***
Erano la già da diverse ore, ma ancora quei maledetti non si facevano vedere, i soldati erano schierati di entrambi l'eserciti, pronti a attaccare il nemico che si stava avvicinando, fissava la scena dall'alto degli appartamenti del castello.

Il cielo era tinto di blu, con toni bianchi giallastri che si stavano facendo spazio, pochi momenti prima dell'alba, il cielo era pledidamente sereno, l'aria fredda ormai l'inverno era agli sgoccioli si stava avvicinando la primavera, si sentiva l'odore nell'aria.
 
Nessuno dormiva al castello tutti in attesa, un suono provenì da non molto lontano, era il segnale dei nemici, ed eccoli li scorse avvicinarsi in una massa compatta, afferrando la lama la estrasse, mentre si librò in aria uscendo da quelle mura, atterrando poco avanti ai suoi soldati, insieme all'altro generale, attendevano un suo ordine.

Erano ormai abbastanza vicini, -Carica!- Un forte urlo, una voce femminile ruppe quel silenzio, gli enormi eserciti degli inuyoukai si mossero furiosamente contro l'esercito nemico, sporcizia polvere sangue si agitava nell'aria, da entrambi le parti cadevano sotto la forza dei fendeti vari amici o alleati, disseminavano morte dovevano proteggere il castello.

Non si guardava indietro spazzava via i suoi nemici, lasciando piste di cadaveri continuando la sua corsa, doveva trovare il capo di quel gruppo, era lui che gli interessava degli altri non se ne faceva nulla, si abbassò per non essere colpita da una grossa ascia di un demone, per poi contrattaccare tagliandogli le gambe di netto e quando ormai si era riversato a terra, la testa era volata via.

Balzo in aria, salendo su un ramo di quella foresta, cominciando a camminare fra il fitto tetto, era inutile continuare a sprecare energie con quelli, al fine orfatto arrivò infine il suo odore, le sue labbra si incresparono in un sorriso divertito lo avrebbe spazzato via, ne seguì la traccia fino a scorgerlo era distante e circondato da guardie.

-Ryomugi, avete così tanta paura di me da nascondervi dietro le vostre guardie e esercito senza combattere in prima linea.- beffarde quelle parole, erano uscite dalle proprie labbra, lo sguardo del demone drago si era puntato su di lei.

-Portatemi la sua testa- Ordinò i suoi scagnozzi si erano avventati su di lei, scendendo da quel tronco aveva tagliato a metà uno di quei demoni, con la tagliente lama della sua spada, ma non era riuscita a parare un fendente di un'altro, l'armatura aveva ceduto contro quella forza incrinandosi, per poi rompersi su un fianco, sentiva il sangue sgorgare.

-Maledetto- con la mano libera aveva afferrato quel demone per il braccio, l'aveva spezzato facendolo urlare aveva lasciato la presa quasi subito, e gli aveva dato il colpo di grazia, si era preparata agli altri aveva perso d'occhio il suo nemico numero uno che apparentemente era rimasto in disparte.

All'improvviso si sentì schiacciata a terra, non aveva avuto il tempo di ribellarsi sentiva la lama di lui premuta contro la sua gola, una mossa falsa e sarebbe morta, eppure lui sembrava esitare. -Devo dire che non siete come quei soliti stupidi demoni cani, ti faccio una proposta.. che ne diresti di unirti a noi, i più potenti Dayoukai presenti su queste terre, e diventare moglie di mio figlio, spazzeremo via tutte le altre razze, e regneremo sovrani su queste terre, che ne dici?-

-Proposta allettante probabilmente per chiunque, ma sono già legata a un'altro- era fredda la sua voce, aveva appena allentato la presa mentre aveva pronunciato quelle parole, forse credendo che avrebbe ceduto così facilmente, in un turbine di aria che lo spazzò via all'istante mutò al'improvviso nel suo reale aspetto, stava per attaccarlo quando anche l'altro mutò e cominciò così la vera battaglia.

***
Aveva seguito il fragore di quella battaglia dall'alto, mentre i suoi soldati e Sakamaru, aiutavano gli altri, lui aveva visto la possente figura del drago innalzarsi nelle aree seguita da quella più esile e elegante di una giovane femmina inuyoukai, l'odore l'avrebbe riconosciuto tra mille era lei.

Fissava la battaglia, cercava di affrettarsi a raggiungerla, mentre fendenti andavano a segno da entrambe le parti ma quel maledetto sembrava aver la meglio su di lei, esperienza e maggior forza, di quei secoli del drago che portava sulle spalle, un urlo straziante uscì dalle fauci di lei quando quel demone aveva affondato le zanne nel collo.

Si era mosso rapido e aveva spazzato via l'altro da lei, vedendola crollare a terra, diversi metri più sotto voleva andar da lei, ma non poteva stava per riattaccarlo, gli piantò uno dei suoi artigli nel petto dove doveva trovarsi il cuore, trafiggendolo fu troppo il colpo, lo vide esalare l'ultimo respiro per poi schiantarsi a terra, ritornando nella forma umana.

Discese a terra, ancora nella sua reale forma, avvicinandosi cautamente a lei il muso si era allungato verso la sua compagna a sfiorarlo, un ringhio di protesta uscì dalle fauci, era ancora viva anche se respirava a malapena, la ferita alla gola era profonda e servivano assolutamente delle cure urgenti.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Era inginocchiato accanto al suo futon, le ancelle erano uscite dalla stanza lasciandoli da soli, avevano cambiato le bende e messo i medicamenti, erano ormai tre giorni che non apriva gli occhi in bilico tra la vita e la morte, le ferite stavano lentamente guarendo, eppure era ancora così debole, sentiva sotto le dita la sua pelle fredda era molto pallida più di quanto ricordasse.

Sospirò profondamente mentre passò a sfiorare i suoi bellissimi capelli argentei, setosi morbidi gli corniciavano quel viso da bambola, in lei ancora vedeva quella bambina, ma era cresciuta ormai quasi una donna, ben presto sarebbe potuta diventare veramente la sua degna compagna.

Nessuno l'avrebbe fermato, anche i consiglieri si erano dovuti ricredere, con gli anni quella piccola cucciola aveva conquistato anche quelli che non avevano creduto fino a prima, aveva mostrato una grande forza e coraggio prendendo le briglie del suo popolo facendosi rispettare da tutti senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno.

-Non mi puoi lasciare proprio ora che sono tornato- Si era allungato verso il suo viso, sfiorando con le labbra le sue, quanto aveva sognato baciarla, in quegli anni, troppe volte, sentì un lieve movimento sotto le stesse, sembrava ricambiare dolcemente quel bacio, si staccò lentamente mentre lei apriva gli occhi, puntandoli sul proprio viso.

-Taisho- era stato pronunciato il suo nome in un flebile sussurro, si sentiva ancora troppo debole, a malapena riusciva a mantenere gli occhi aperti che si rifiutavano, non accettando la lieve luce delle lanterne rosse accese nella stanza, gli bruciava da morire la ferita alla gola, ma stava guarendo del tutto senza lasciare nemmeno una cicatrice.

-Riposa- disse semplicemente quelle parole per poi lasciarla da sola nella propria stanza, doveva riposare e la sua presenza era una distrazione, il fatto che avesse finalmente aperto gli occhi, l'aveva rassicurato togliendogli quell'ansia che gli pesava sulle spalle.



Non doveva essere lì lo sapeva anche lei, eppure era stanca stufa di quelle quattro mura della sua stanza in cui era rinchiusa, ormai le ferite si erano rimarginate del tutto, e il suo corpo si era risanato finalmente era in forze, in modo tale da uscire da sola, camminava lungo quel viale, il vento scompigliavai capelli, che ondeggiavano liberi alle sue spalle.

Vesti scivolavano morbide ed eleganti, come acqua fra le rocce, nel suo avanzare senza meta, si aggirava fra i ciliegi in fiore, si era giunta finalmente la primavera, aleggiava nell'aria il profumo dei fiori, calpestava a piedi nudi l’erba verde accanto al laghetto, ricoperto di ninfee non ancora schiuse e circondato da azalee colorate.

Inspirò l'aria a pieni polmoni, prima di bisbigliare qualcosa a se stessa che nessuno avrebbe udito -La fioritura di questa primavera è stupenda.- , fermò la marcia, giunta all’ombra dei sakura più belli e vecchi del giardino. S’inginocchiò con fare vellutato , il tessuto lavanda, esternamente, era in armonia con il paesaggio che la contornava, diversamente dal blu interno del tessuto che contrastava con i colori caldi della primavera e il giallo del soprabito che indossava.

L’abito era pesante, fatto da molteplici strati che stabilivano i ranghi ed il prestigio delle donne, eppure sembrava non risentirne degli stessi anche se negli ultimi anni, si era sentita più a suo agio indossando la sua armatura, ritornare a quegli usi che non erano suoi da anni gli faceva sentire la nostalgia dei campi di battaglia.

Aveva aperto il palmo, rivolgendolo verso l’alto lentamente, un petalo cadde, posandosi delicato sulla pelle liscia. -Il fiore per eccellenza è un ciliegio.. l'uomo per eccellenza è il guerriero- quelle parole uscirono spontanee dalle rosee labbra, mentre ruotando il polso fece cadere quel piccolo fiore a terra.

Arrivarono fino a lei rumore di passi, insieme a quell'odore che avrebbe riconosciuto tra mille, non aveva nemmeno alzato lo sguardo per incontrare la sua figura che si faceva sempre più vicina.

-Non dovresti essere qui.- sollevai lo sguardo incontrando quello di lui.

-Non volevo perdermi, il primo giorno di fioritura.- era una scusa lo sapeva lei stessa che quelle parole, non erano uscite sincere, lo vide inginocchiarsi davanti a se il tempo di cingerla con un braccio per la vita, e sollevarla di peso, come se non pesasse nulla, facendo dolcemente aderire il proprio corpo al suo.

Lo scosto bruscamente, non era più una bambina come allora, un ringhio gli uscì dalle labbra -Non trattarmi da bambina conosco i miei limiti, meglio degli altri.- sentiva il corpo tremare dalla rabbia, era tornato ne era felice ma allo stesso tempo, per quanto era stato via per una buona causa, e quella lontananza aveva incrinato quel rapporto.

Il suo orgoglio ruggiva dentro di lei, non si sarebbe abbassata a buttarsi fra le sue braccia così facilmente, non si sarebbe facilmente sottomessa alla sua presenza, no doveva conquistarla un tempo non aveva avuto la forza di contrastarlo ma ora, era quasi adulta e poteva farlo, le labbra di lui erano increspate in un sorriso.

Aveva mosso qualche passo verso di lei, riavvicinandosi avrebbe voluto fare qualche passo indietro ma le sue gambe non volevano muoversi, era così vicino da poter sentire il suo respiro sulla pelle, ormai erano quasi alti uguali, anche se con molta probabilità sarebbe rimasta leggermente più piccola di lui.

-Lo so benissimo e sei diventata una magnifica donna- deglutì a fatica mentre lui aveva allungato la mancina verso di lei, e aveva accarezzato delicatamente la guancia destra per poi scivolare lentamente sul collo e sfiorare la pelle alla base, dove si celava l'ormai marchio quasi del tutto scomparso. -sei diventata tutto quello che mi aspettavo, ti ho scelto allora perchè non eri una semplice bambolina come le altre, sapevo che in quella piccola cucciola si celava una compagna perfetta degna del trono di oriente, e non mi hai deluso.-

Quel flebile tocco aveva scaturito in lei un brivido, che la scosse dalla punta dei capelli fino alla punta delle dita, il cuore sembrava aver perso un battito per poi ricominciare a battere all'unisono con quello di lui, quelle parole l'avevano colta impreparata, allora non gli aveva risposto sul perchè aveva scelto lei fra le tante e ora aveva la risposta.

L'aveva di nuovo cinta in un dolce abbraccio, e lei sembrava essersi abbandonata allo stesso, rilassata in quelle forti braccia. -Non volevo una sottomessa, volevo qualcuno che a testa alta mi avrebbe affrontato, che avrebbe osato dove altre non avrebbero fatto. In mia assenza hai fatto quello, che nessuna delle altre donne avrebbe fatto.-

L'aveva baciata su quelle labbra carnose, lei lo lasciò fare non fece nulla per fermarlo, anzi sembrava ricambiare quel bacio famelica, l'aveva stretta ancor di più a se sentiva il calore di quel corpo aumentare, sotto quelle pregiate stoffe, il respiro di lei era accelerato quando ormai si era staccatto, aveva tirato leggermente il suo labbro inferiore, facendogli uscire un gemito di piacere dalle labbra.

-Io sono Inu no Taisho, signore e erede delle terre dell'ovest, la nostra gente è forte e orgogliosa..- Rimbobavano nella sua testa quelle parole, il Rote sapeva benissimo il suo significato, e il perchè le stava usando quel canto per la stella del mattino, erano così alti i toni che chi era al castello, l'avrebbe avvertiti, qualcosa nel suo basso ventre si mosse. -il nostro gruppo è forte! E vorrei aggiungere voi alla nostra forza.-

Aveva scostato ancor di più il colletto del kimono, mostrando quel marchio che aveva impresso quando ancora era una bambina, lo sentiva pulsare a ogni parola, socchiuse gli occhi prima ancora di sentire le zanne di lui sul proprio collo, l'aveva morsa con fermezza ma questa volta non percepì il dolore di allora, no era tutto diverso ora.

Si era lentamente staccato, aveva leccato la ferita, richiudendola sentiva il suo respiro sulla pelle non si era allontanato ancora -I miei artigli devono afferrare e trattenere. La mia mascella sulla vostra gola, il mio respiro è nel vostro orecchio. La mia caccia a avuto la sua fine.- sentiva le gambe molli a ogni parola che lui pronunciava, la trattenne più saldamente a se stringendola amorevolmente.

-Il mio profumo è sulla vostra pelle, la mia tana ora è la tua casa, il mio compagno è al mio fianco.- era giunta alla fine quella promessa, le ultime parole, e sarebbero stati legati in eterno, -Questa è la mia scelta! Questo è il mio segno! Tu sarà mia!-

Aveva chiuso gli occhi mentre lui si era alzato in volo, quando lì riaprì erano in quelle che sarebbero state le loro stanze d'ora in avanti, l'aveva adagiata dolcemente sul futon, mentre le mani abili di lui la stavano svestendo senza che lei obbiettasse, anzi le braccia si erano allungate verso di lui, andando a sua volta a scostare e togliere le vesti di lui.

Erano nudi ormai, i corpi a contatto gli uni con gli altri, ancora non congiunti in quella danza antica come il mondo, lui accarezzava dolcemente il suo corpo, seguendone i lineamenti, le forme sinuose accarezzandole, lei dal suo canto assaggiava quei muscoli scattanti, si era abbassato sentiva il suo respiro sul collo, il naso sfiorargli il marchio delicatamente solleticandolo, e infine baciandolo.

Lentamente i baci si erano spostati, sulla gola accarezzandola, fino al mento per poi salire alle labbra, nel mometnto stesso in cui lui entrò dentro di lei, si era irrigidita sentendo quel dolore, lui aveva continuato a accarezzarla dolcemente cercando di rilassarla, e baciarla così intensamente da fargli dimenticare tutto.

Cominciò a muoversi lentamente in lei, ma le spinte pian piano diventarono sempre più intense, ormai anche lei non provava più dolore, si stava abbandonando a quel piacere di due corpi congiunti. Un'ondata di puro piacere li travolse, inondando lei, la sentì fremere sotto di lui mentre un gemito era uscito dalle di lui labbra, e si era accasciato dolcemente contro il suo corpo, ancora dentro di lei appagato, l'accarezzava dolcemente e sua volta lei faceva lo stesso. 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Sdraiato su un fianco acarezzava dolcemente la sua compagna, la sua testa era addossata al suo petto, sentiva  il regolare caldo morbido respiro sulla pelle. Si rese conto che però si era fatto tardi, la luce che traspariva dall'esterno stava diventando rossastra segno che il sole stava tramontando, lasciando spazio alla notte.

Sgusciò dal letto senza far rumore, lo sguardo si poggiò per un'ultima volta sul corpo nudo di lei, esitando su ogni curva, e sulle sinuose gambe intrecciate. Il pensiero di riprenderla in quel momento, di nuovo, lo scosse come un fulmine a ciel sereno, ma allontanò quei pensieri non poteva pensarci ora, anche se voleva abbandonarsi nel suo calore, nel suo abraccio, ma andò infine a ricoprirla con le coperte, donando un'ultimo bacio.

Lei si mosse leggermente nel sonno rannicchiandosi su se stessa, la coda dolcemente l'avvolse notava quel movimento della stessa da sotto le coperte.

Si era vestito, infine indossando la sua armatura era sceso al piano terra, dove le sue guardie lo aspettavano insieme a un messaggero che ancora tratteneva tra le dita la pergamena arrotolata, appena lo raggiunse gliela porse srotolandola cominciò a leggerne il contenuto, erano le notizie del clan del nord, l'arrotolò di nuovo per poi porgerla al messaggero.

-Cosa faremo capitano?- domandò uno dei soldati, nemmeno lui esattamente sapeva come muoversi, a quanto pare il clan dei draghi dopo la sconfitta del loro capo era scomparso nel nulla, nel senso che tutto d'un tratto il villaggio loro si era svuotato, non avevano lasciato tracce di una fuga, nessuno aveva visto nulla, o probabilmente chi aveva visto, o era morto o era stato minacciato tanto da temere più i draghi che loro.

-L'unica cosa che possiamo fare ora è aspettare, e mandare in ricognizione di tutti i territori alcuni soldati- sapevano già come muoversi ne avevano parlato nei giorni precedenti, aspettavano solo la conferma dai territori a nord, si congedarono le guardie lasciandolo, si voltò rientrando nel suo palazzo, nella seconda lettera c'era un invito per lui e la sua compagna.

Dopo quello che era successo si voleva scusare, aveva rischiato di perderla in quella battaglia, perchè aveva richiesto il loro aiuto e lei aveva accettato  di farlo, avrebbe dovuto rifiutare forse? no non gli dava in realtà colpa di quello, l'importante è che era arrivato in tempo per salvarla, se avesse tardato quel poco in più non sarebbe stato così.

Ma vista l'attuale situazione non si fidava nemmeno più di tanto dall'allontanarsi dai loro territori, per quanto quella festa erano stati invitati tutti i clan degli inu insieme ai corrispondenti capi, e da quel punto di vista ne aveva l'obbligo i presenziare alla stessa. Sbuffò sonoramente mentre la figura di Sakamaru, gli si avvicinava.

Sapeva di aver ancora l'odore di sua figlia addosso, oltre quello di accoppiamento lo poteva percepire da solo, senza che qualcuno gli desse conferma, aveva sul viso lui una espressione indecifrabile. -Sembra esserci oltretutto una cerimonia, la trovo una pessima idea, è un modo per concentrarci tutti in un solo punto, potrebbero approfittare per attaccarci-

-Anche se sono della tua stessa idea, conviene andarci, in questi anni siamo stati lontani dalle corti, e dobbiamo ben capire cosa è rimasto uguale e cosa è cambiato. Non so esattamente come l'abbia gestita lei la cosa, ne tanto meno il consiglio, da quel che ho capito fin'ora a preso Irasue le redini del regno, dovremmo parlare con lei- 
 

Si era svegliata avvolta nelle coperte del futon, non c'era lui si sollevò lentamente a sedere mentre la coda ricadeva dolcemente di lato, lasciando libere gambe e il corpo, scorse la figura di una delle sue ancelle entrare si rese solo ora conto che fosse nuda, afferrò le coperte in modo da avvolgerle intorno al suo corpo nudo celandolo.

-Mia signora volevo solo avvisarla che è ora della cena- disse chinandosi riverosamente, non sembrava imbarazzata da quella scena, solo lei invece in quel momento voleva che quella serva non fosse lì, o quanto meno che fosse vestita. -Vi serve una mano per vestirvi?- domandò in realtà avrebbe voluto dire di no, ma sapeva che ormai non poteva permettersi più di insossare le vesti, da condottiera ignorando il suo rango e la sua natura di donna, quella sera non c'era solo il proprio compagno, ma anche alcuni esponenti nobiliari, del loro clan oltre ai consiglieri.

-Grazie.- Rispose inizialmente stava per allontanarsi in modo da andar a prendere le vesti, che doveva indossare, quando la fermò -Sapete se si hanno notizie da nord?- domandò la stessa si voltò di nuovo verso di lei.

-Oggi è arrivato un messaggero, ma se ne sta occupando il Generale mia Signora- disse con una lieve punta di rammarico, sapeva benissimo che quella notizia del tutto non mi sarebbe piaciuta, ma dovevo abituarmi a quello anche se sarebbe stato traumatico ritornare, alla rutine della corte ignorando quello che la circondava. -E' stato preparato un bagno caldo, se volete favorire- annuì semplicemente scattando rapida, afferrando una veste da camera indossandola per poi allontanarsi senza dire altro.

Si era immersa completamente aveva lasciato che anche il capo si immergesse all'interno scoparendo sotto quella superficie increspata, non poteva di certo percepire il movimento alle sue spalle, di chi stava entrando nel bagno, lentamente riemerse l'aqua scivolava dolce sulle sue forme, i capelli bagnati erano appiccicati alla sua pelle, dava le spalle a quella figura che per ora poteva ammirare solo il suo lato B.

L'odore di Taisho arrivò fino alle nari, non fece in tempo a girarsi verso di lui, che sentì l'acqua muoversi era entrato all'interno di quella vasca in legno, abbastanza grande da permettere tranquillamente di star all'interno insieme e muoversi liberamente, si sentì cingere con un braccio, mentre le sue spalle si scontrarono contro il petto muscoloso dell'altro la schiena aderì completamente allo stesso.

Gli mancava il respiro a quel contatto, si tratteneva dall'aderire completamente a lui, si sentiva ancora imbarazzata per quanto quello che era successo prima si era lasciata trasportare dall'impeto del marchio, e della promessa sancita, ora quell'intimità quasi gli faceva paura, sentì le guance colorarsi di rosso mentre chinava appena il capo a far si che i capelli celassero il suo viso.

-Siamo stati invitati alla festa del clan del nord-  era così vicino al suo orecchio, sentiva il suo respiro contro lo stesso, scansò il braccio che la cingeva, lui sembrava averglielo permesso, senza fare obbiezioni il viso era tornato al colore originale, le ambrate era poggiate su le sue, si era voltata in modo da non dargli più le spalle.

-Immagino sia per festeggiare la nascita del principino- ammise, dopotutto quel giorno stesso della battaglia la compagna del generale stava per dare alla luce il so secondo erede, anche per quello aveva chiesto maggior aiuto, perchè una parte del suo esercito si doveva trattenere al palazzo per cercare di proteggere il loro erede, e la loro sovrana.

-Devo ammettere che non ho letto il perchè, ero più interessato alle notizie sui draghi- ammise mentre lo sguardo scivolava sul corpo di lei, poteva appena intravedere i seni turgidi, l'intero corpo era immerso nell'acqua che in parte lo celava.

-Nessuna notizia?- domandò, e lo vide scuotere il capo. -Maledizione!- mormorò tra se e se ma lui che era così vicino, l'aveva di sicuro sentita. Il bussare alla porta la destò dai quei pensieri -Mia signora è tardi.- era la voce della ancella, si sollevò di scatto nella vasca quanda stava per uscire, Taisho l'afferrò facendola di nuovo calare nella stessa stringendola a se.

-Aspetteranno!- mi sussurrò a fior di labbra, mentre fece aderire completamente il mio corpo contro il suo, lo sentivo a contatto con la mia pelle nuda, sussultai quando lentamente mi fece divaricare le gambe, che istintivamente si intrecciarono intorno ai di lui fianchi. L'ancella era entrata nello stesso momento in cui si era introfulato nelle mie coscie, un ansito uscì dalle mie labbra, mentre lei imbarazzata era uscita di corsa dal bagno senza nemmeno richiudere la porta alle sue spalle.
 

Erano infine giunti nella sala, il gruppo era già riunito al tavolo, aveva scorto la figura di suo padre non troppo distante da sua madre, e dalla sua sorella maggiore, abbastanza distanti dalla sua posizione nel tavolo, li avrebbe voluti vicini, ma il suo posto era al centro del tavolo insieme al suo compagno, lentamente si sedettero al tavolo mentre, i servitori portarono lentamente le portate a tavola, ancora fumanti.

Taisho discuteva con quelli del consiglio, sugli avvenimenti degli ultimi anni, mentre io fissavo tutti senza dir nulla chiusa in un silenzio per ora, parlando solo quando venivo interoggata per qualche dubbio, con disinvoltura alla fine cominciammo a parlare, delle strategie belliche usate da entrambi negli ultimi anni, le varie alleanza che si erano formate, fra clan e le famiglie, pian piano gli altri intanto cominciarono a mangiare, ignoravo invece il mio piatto, lo stomaco mi si era chiuso quella sera rifiutando qualsiasi cosa, solo a vedere i piatti avevo la nausea. 

La cena era ormai finita, egli ospiti se ne stavano lentamente andando,  i servi lentamente passavano per i tavoli togliendo i piatti vuoti. -Mia signora non avete mangiato nulla!- affermò Nikki, scossi il capo lievemente senza rispondere a parole. -Posso far cucinare qualcosa per voi, magari più leggero?-

-No, tranquilli potete andare- non sembrava molto convinto ma alla fine, si allontanò continuando nel suo lavoro. 

Mi sollevai dalla sedia, incamminandomi lentamente fuori dalla sala erano rimasti ancora diverse figure, ma avevo bisogno di aria in quel momento, raggiunsi il giardino, sentivo la mia bestia agitarsi per tutta la cena, non era rimasta calma, voleva uscire e si era accorta che anche il suo compagno a stento tratteneva la sua, l'aveva visto diverse volte artigliare i braccioli della sedia, e trattenere ringhi.

Si era addossata a una delle colonne del porticato, e aveva socchiuso gli occhi, respirava lentamente l'aria notturna, riempendosi i polmoni, l'aveva raggiunta, non si era nemmeno resa conto che l'avesse seguita, sentiva la pelle bruciargli di piacere quella parte di lei, premeva contro il suo corpo di essere liberata.
 
 
Per tutta la serata, era stato difficile mantenere la calma, lei non sembrava essersi accorta di nulla, quella sera c'era stata una sottile tensione intorno alla sua presenza, non dovuta di certo alla discussione, aveva lanciato occhiate furenti a tutti i maschi nella sala, mentre si tratteneva dallo sbranarli. Era andata in calore, "Calore" quel pensiero lo tormentava, quanto il suo odore, la sua bestia voleva uscire, e raggiungerla era stato difficile quella sera imbrigliarla.

Sapeva che era stato lui stesso a indurla a quello stato, era difficile di norma per quanto si legassero di norma le due nature degli youkai, erano ben distinte e separate nella scelta dei compagni, invece erano attratti a vicenda da quella, se n'era accorto quando l'aveva vista in difficoltà con il drago, un forte senso di possessione l'aveva travolto, l'avrebbe voluto dilaniare quel corpo, strappare le carni, lasciarne solo brandelli, invece si era preoccupato più dello stato in cui stava lei, per la prima volta nella sua vera natura, si era preoccupato di altro.

Si era avvicinato, l'odore era così intenso da oscurargli la mente, fissava il corpo di lei addossato a quella colonna, vedendo oltre quel corpo umano, un verso gutturale uscì dalle labbra, la vidi aprire gli occhi trovandoli rossi scarlatti le cui iridi erano diventate piccole fessure quasi del tutto scomparse, i segni sul viso sembravano pulsare, in tutta risposta un verso molto simile, uscì dalle sue labbra.

In un battito di ciglia si era ritrovato vicino a lei, e nemmeno si era reso conto di quando si fosse mosso dalla posizione di prima, sentì lei strusciarsi contro il suo corpo, che tremava leggermente non poteva resistere a lungo sentiva le loro vere nature poco sotto la pelle rovente, entrambi erano così vicini dal perdere completamente il controllo, e lei l'aveva perso del tutto. In un attimo l'aveva afferrato, e erano mutati volando via dal castello.
 

Si tendevano gli arti in avanti mentre il possente corpo si stiracchiava, aprendo gli occhi si rese conto di essere mutata, tutto sembrava molto più piccolo, gli alberi le foglie gli animali non troppo distante un cervo si stava abbeverando al lago, le orecchie erano puntate verso le possenti figure dei due inuyoukai dormienti, era pronto casomai a scappare, gli occhi erano puntati su di lui su quella preda sentiva l'odore della paura, si era accorto che si era svegliata.

Si stava leccando il muso, assaporando quel momento, lo stomaco sembrava reclamare cibo, dopotutto ieri sera non aveva toccato nulla, non sarebbe di certo bastato ma per ora doveva accontentarsi di quello, i muscoli erano tesi pronti a scattare al minimo movimento dell'altro.

Di colpo cercò invano di scappare, rapide le zampe si mossero raggiungendolo, le fauci si avvolsero intorno al corpo di quel giovane cervo affondando nello stesso, era ormai morto il sangue colava dal muso, sentiva il corpo sempre di più farsi freddo. Lo lasciò a terra cominciandolo a mangiare avidamente quella carne, sentì un movimento alle proprie spalle, ogni predatore diventa preda quando mangia beve o dorme, l'istinto fù rapido a rispondere a quella minaccia. 

Le zanne erano snudate, si era voltata verso l'altro ringhiando il pelo bianco si era rizzato, solo dopo un po' si accorse che era Taisho, cercò di tenere a bada quell'istinto e pian piano quel ringhio cominciò a scemare fino a scomparire del tutto, il capo si era abbassato mentre la possente figura si avvicinava, possente in tutti i sensi non solo per grandezza, il suo corpo cominciava a rilassarsi aveva allungato il muso a sfiorare il suo mento scusandosi, era il suo alfa oltre a essere il suo compagno, quel comportamento non era degno.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Eravamo sul nostro carro volante diretti verso le terre del nord, eri rimasta in silenzio dopo quello che era successo il pomeriggio presto, non ti davo nessuna colpa, eri a caccia affamata e ti avevo colto alla sprovvista, avrei dovuto pensarci due volte prima di muovermi, mi avvicinai sedendomi accanto a te poggiando le mie labbra sul tuo collo, sentivo il tuo dolce odore un sorriso increspava le mie labbra.

Ti sentì sussultare mentre la mano destra, si era poggiata su quella piccola rotondità del ventre, ancora troppo piccola quasi impercettibile, ma io conoscevo perfettamente il tuo corpo, avevo imparato a conoscerlo amarlo in ogni sua forma, quella piccola rotondità mi metteva gioia, una gioia infinita che non avevo mai provato in vita mia, non mi sarei voluto mai staccare da te. 

Ti eri rilassata alla fine tra le mie braccia, appoggiando il tuo viso sull'incavo del collo, sentivo il tuo respiro dolce sulla mia  pelle, ti strinsi ancor di più a me, stando attento a non farti assolutamente male, non volevo che succedesse nulla ne a te, ne al cucciolo che portavi nel ventre. Stavo ripensando per l'ennesima volta a quello che era successo, non avevi solo protetto quella che era stata la tua preda, avevi reagito così anche alla mia presenza minacciosa, l'istinto di proteggere quella creatura che non era ancora nata.

-Siamo quasi arrivati.- costatai guardando il panorama al di fuori di quella finestrella -Come ti senti?- domandai, erano partiti anche se era stata male, Yaone gli aveva dato degli infusi, per riprendersi un po' e anche per le nausee ei capogiri, ma il viso era pallido come un ciencio e non aveva mangiato nulla, a parte quel cervo, seppur gli era stato consigliato di farlo.

-Ce la posso fare.- Dal tono non sembrava lei stessa convinta di quelle parole, la carrozza si era poggiata a terra, e la porta era stata aperta uscì per primo, pronto per aiutarla in caso gli servisse a scendere le piccole scalette, lo sguardo si poggiò sulla  guardia personale che li aveva seguiti nel viaggio, erano rimasti ai loro posti solo Hime, ci avrebbe seguiti all'interno del palazzo.

I paggi ci accolsero accompagnandoci all'interno di quelle mura, avevano raggiunto il salone dove sembravano tutti riuniti, erano grandi i festeggiamenti nobili e generali dei vari paesi e regioni, erano la riuniti non vi erano solo inu, ma anche altre specie mi ero staccato leggermente da lei, donando uno sguardo a Hime, che annuì lievemente non l'avrebbe lasciata sola, il passo si era volto verso il capo delle terre del nord.

-Siete arrivati!- lo sguardo dell'altro stava cercando la sua figura, non era troppo distante sembrava parlare con un giovane inuyoukai della sua stessa età, non lo conoscevo -conviene chiamarla, in modo da spostarci nell'altra sala insieme agli altri- aveva di nuovo volto il capo verso di lui, a quelle parole, sapeva bene il motivo dietro a quella festa, e cosa c'era dietro nella lettera era scritto tutto, e ne aveva evitato di parlarne con la sua compagna.

-No, preferisco lasciarla fuori da questa situazione.- lo sentì ribattere. -Capisco bene la vostra paura- no non capiva nulla, non poteva capirlo o forse si ma ora non gli interessava, si incamminarono alla fine insieme fuori da quella sala, senza dare nell'occhio, sentì il suo sguardo su di me non serviva che mi voltassi, per incontrare il suo sguardo, speravo solo che Hime, la distraesse in modo che non ci seguisse.
 

-Mia Signora- sentì la voce di Hime chiamarmi, mentre seguivo con lo sguardo Taisho e Shion uscire da quella stanza, dove si stavano dirigendo volevo seguirli. Eppure lei con quelle due parole, sembrava volermi fermare non capivo il perchè, sapeva forse qualcosa che mi era all'oscuro, mi voltai a fissarla negli occhi, il suo viso era rimasto impassibile, si mi nascondeva qualcosa la conoscevo bene dopo anni a fianco a lei in battaglia.

-Che cosa succede?- domandai, con tono deciso e freddo, volevo una risposta quella domanda era quasi un ordine, la sentì sussultare appena.

-Mia signora non posso, il vostro compagno...- dallo sguardo avvelenato che gli lanciavo, intuivo il perchè non volesse continuare a fare quel discorso, mi conosceva bene abbastanza da sapere cosa sarebbe accaduto se mi avesse fatto realmente arrabbiare, era molto incerta se seguire gli ordini del suo alfa, o sottomettersi a me come era sempre accaduto.

-Irasue dai è meglio che non ci pensi, dovresti solo riposarti viste le tue condizioni.- questa volta a parlare era stato Shin, nemmeno mi voltai a guardarlo, lo sentì tremare alle mie spalle, sentiva la mia rabbia riversarsi su di lui. Quella scarica l'aveva percepita anche lei, e alcuni presenti intorno a loro, li aveva visti strofinarsi lievemente le braccia, ma non si erano voltati a vedere da dove era scaturita quella sensazione.

L'avevo afferrato per il colletto del kimono, prendendolo alla sprovvista, e l'avevo appena sollevato da terra aveva sgranato gli occhi a quella mia reazione -Lo ripeto una seconda volta, e questa sarà l'ultima- fece una breve pausa a quelle parole, mentre Hime era chiaramente incerta su come reagire -Che cosa sta succedendo?- una delle guardie del principe si era avvicinata, accorgendosi della mia reazione, con un cenno lui l'aveva fermato.

Il tempo di raccontarmelo, e avevo seguito decisa quel gruppo, l'odore di lui era ancora netto poteva seguirne la traccia fino a raggiungere la sala del trono, il tempo di arrivare davanti alla stessa che si era bloccata di colpo, si era dovuta appoggiare alla parete accanto per sorreggersi, la testa gli girava vorticosamente, mentre un dolore lancinante al ventre la colpiva, piegandola in due; non riuscì a trattenere l'urlo di dolore che uscì dalle labbra.

L'avevano sentito anche i presenti nella sala, troppo forte si era espanso per quelle pareti e mura, era scivolata lentamente a terra mentre alcune figure uscivano dalla sala, non riuscivo a riconoscerle, avevo la vista offuscata gli occhi si facevano sempre più pesanti, mentre sentivo l'odore pungente del mio sangue, sentì solo qualcuno sollevarmi di peso da terra, conoscevo quelle braccia forti che la sorreggevano, sembrava pronunciare delle parole in mia direzione, ma le percepivo ovattate come le altre voci.
 

Lentamente riaprì gli occhi dove si trovava, non conosceva quella stanza, si sentiva molto debole cercai di girarmi, ma mi sentivo ancora indolenzita e piena di dolori, ricordava il dolore della sera precedente, troppo dolore la stanza era vuota apparte lei, non c'era nessuno che gli spiegasse cosa era successo, eppure le lacrime senza motivo cominciarono a sgorgare dagli occhi, ei singhiozzi non stentarono a uscire dalle labbra.

Sentì la porta aprirsi e l'odore del suo compagno affiorare nella stanza, il rumore della porta che si chiudeva alle sue spalle, si stava avvicinando al futon sentì il tocco di lui sul mio viso, gli occhi incontrarono quei lineamenti, si era abbassato a baciarla dolcemente sulle labbra, e lei aveva allungato una mano a sfiorargli il viso. Si staccò dalle mie labbra per baciare quella.

-Che cosa è successo?- gli chiesi, continuava a accarezzarmi dolcemente senza dire nulla, cominciavo seriamente a preoccuparmi, la mano libera era andata a cercare il ventre, trovandone la rotondità tirò un sospiro di solievo, era ancora lì non gli era successo nulla percepiva quella piccola creaturina che stava crescendo nel ventre.

-Ho temuto di perdervi! Ma alla fine i guaritori del palazzo, sono riusciti a fermare l'emorrargia.- si era disteso accanto a lei cingendola delicatamente, aveva scostato le lenzuola in modo che stessero più vicini, aveva aperto lievemente il kimono di lui in modo da abbandonarsi contro il petto nudo, aveva bisogno di quel lieve contatto in quel momento come se gli mancasse l'aria.
 

La carrozza era pronta l'ultima settimana l'avevano passata al palazzo del nord, i cerusici avevano sconsigliato lo stress del lungo viaggio, sia per lei che per il cucciolo che portava nel ventre, lentamente l'aveva vista riprendersi del tutto da quello che era successo quella sera, non aveva osato realmente dirgli la verità, lo tratteneva per se custondendolo nei meandri della testa.

Era scesa finalmente l'aveva raggiunto, l'aveva aiutata a salire sulla carrozza mentre con un ultimo saluto, alla fine la carrozza si era librata in cielo -Finalmente torniamo a casa- cominciava anche lui a sentire nostalgia dei suoi territori, ogni giorno arrivavano notizie dagli stessi come aveva richiesto, tutto sembrava calmo, almeno lo confortava l'idea che non fosse successo nulla. 

Accarezzava dolcemente il ventre che cominciava lentamente a lievitare, era aumentato nell'ultimo periodo dopotutto sarebbero mancati meno di due mesi alla nascita del suo primo genito, aveva passato una settimana infernale, temendo che lo perdesse, nei primi giorni dopo quella notte, era stata una lotta estrema, mantenere in vita il gemello. Si in reltà scoprirono che aspettava due cuccioli, ma uno dei due non avrebbe mai visto la luce del mattino.

-Che cosa succede?- doveva aver una faccia preoccupata, se la sua compagna gli aveva posto quella domanda, scosse appena il capo lasciandogli un dolce bacio sulle labbra.

-Pensavo alla reazione dei consiglieri all'arrivo prossimo del nostro erede.- aveva poggiato la mano sul suo ventre accarezandolo a sua volta, lei lo guardava con uno sguardo indecifrabile, sembrava non essere del tutto convinta di quelle parole. -Non credi che ne saranno felici?- domandai, cercando di sviarla, ma il suo sguardo faceva capire che non gli credeva, non sapeva se dirglielo o no.

-Non mentire- sussurrò appena quelle parole, mentre un sospiro profondo uscì dalle labbra. -Che cosa ti preoccupa?-

-Perdere anche questo cucciolo- ammisi alla fine non riuscendo a trattenere quelle parole, le dita si intrecciarono le une con le altre scostandosi entrambe dal ventre -Promettimi che non farai nulla di avventato, che proteggerai te stessa e nostro figlio!- La vidi annuire ma non mi bastava, volevo che pronunciasse quelle due parole. -Mi basta averne perso uno, per non voler che si ripeta una seconda volta, e che tu ne possa soffrire come ti ho visto soffrire in questa interminabile settimana.-

Le lacrime stavano scivolando dal suo viso, le labbra cercarono di catturarle prima che sfuggissero su quelle belle guance rigandole -Te lo Prometto, te lo Giuro!- si sentiva meglio dopo quelle sue parole, sapeva che era troppo orgogliosa per permettersi di andar contro a quelle parole che aveva pronunciato, avrebbe preferito la morte.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Era lì da sola nelle sue stanze, aveva chiesto ai suoi servitori di lasciarla in pace, minacciandoli se avessero osato intrufolarsi nei suoi appartamenti. Dove era lui? In una delle solite campagne di guerra, e proprio ora sembrava esser giunto quel fatidico momento, non poteva aspettare il suo ritorno! No quella piccola creatura premeva contro il suo corpo per mostrarsi al mondo. 

Le mani erano poggiate sul ventre ormai enorme, cerò di calmarsi dopo una ennesima fitta, artigliando le lenzuola del letto, era stata una delle più forti degli ultimigiorni, l'approssimarsi dell'arrivo del cucciolo aveva portato dolore al basso ventre, ma di norma duravano poco e non erano tanto intense, invece quella gli aveva mozzato il fiato, e non era l'unica di quella giornata.

-Taisho- Sussurrò quel nome, non gli sarebbe arrivato dove era, troppo lontana da lui per essere udito, sentì qualcuno bussare alla porta un ringhio fuoriuscì dalle labbra minaccioso -Vattene!- Urlò carica di rabbia, mentre cercava di sollevarsi a sedere sul letto anche se a fatica, il corpo tremava a stento riusciva a stare in quella posizione.

La porta venne aperta anche contro il suo ordine, scorsela figura di una delle serve entrare, con sguardo basso sapeva benissimo che non sarebbe dovuta entrare temeva la sua ira -Mia signora non potete continuare così, non fa bene ne a voi ne a vostro figlio. Vi prego fatemi chiamare Yaone- erano delle suppliche quelle parole, scricchiolarono le dita mentre stava per prepararsi a attaccarla.

Sentì un liquido vischioso scivolare fuori dal suo corpo, sentì le lenzuola sotto di se inumidirsi, quell'odore arrivare fino alle fine nari, non serviva abbassare lo sguardo per sapere che gli si erano rotte le acque, il suo corpo era ormai allo stremo non avrebbe potuto resistere di più, vide la sua serva uscire di corsa dalla sua stanza, probabilmente andando da yaone per portarla di corsa alla sua padrona.

Si sentiva quasi spezzata in due dal dolore, si distese di nuovo nel futon, la schiena non la reggeva più in quella postura, dagli occhi scendevano lacrime causate, sia dal dolore fisico che quello dovuto alla sua assenza -Taisho- Pronunciò di nuovo il suo nome, sperando che arrivasse fino a lui,  la mancina cercava il marchio netto contro il collo, accarezzandolo cercando conforto da quel contatto.
 

Era lì era corso al palazzo lasciando il suo esercito nel bel mezzo della battaglia, qualcosa gli diceva che doveva tornare al palazzo da lei, dal suo cucciolo, si mosse verso i piani che gli appartenevano, il palazzo era in fermento sembravano quasi non essersi accorti che il loro generale era lì -Andate a prendere di corsa il necessario, avete sentito gli ordini di Yaone- disse l'anziana serva alle più giovani, che scattarono di corsa, al suo ordine, la vide voltarsi verso di lui -Generale siete tornato, la vostra compagna sta per partorire- 

Senza che dicesse altro si mosse ancor più rapido, arrivando nella propria stanza, dove scrutava la figura di lei adaggiata sul futon e Yaone, che preparava tutto, era entrato appena in tempo per sentire lei, pronunciare il suo nome, scorgendola sfiorare infine il marchio sul collo, troppo il dolore e la stanchezza che non si era accorta che era entrato nella stanza.

Si era avvicinato scorse Yaone voltarsi verso di lui stupita, mentre si sedeva affianco al futon afferrando e allontanando la mano poggiata sul marchio e portarla al suo viso -Sono qui!- pronunciò mentre lei riaprì gli occhi ruotando il capo verso di lui per guardarlo meglio, notava lo stupore nei suoi occhi.

-Mio signore, è meglio che uscite dalla stanza, almeno finchè non sarà nato il vostro cucciolo.- Anche se vedeva che lei, si stava di nuovo rilassando al tocco del suo compagno, era stanca ma lui sembrava tranquillizzarla per quanto il dolore potesse essere forte, le serve erano arrivate con panni puliti e asciutti e una bacinella d'acqua in modo che quando sarebbe nato, l'erede sarebbe stato pulito a dovere.

La vide irrigidirsi di colpo dopo l'ennesima forte contrazzione stringere fortissimo la mano del proprio compagno, aveva notato una lieve smorfia di dolore, che trattenne subito dopo nascondendola, cercando di essere forte per lei.

Si era portata sotto le lenzuola guardando la situazione, la cervice completamente dilatata, ormai era pronto il piccolo sulla via di direttura per uscire dal corpo della yasha, notava la testa intravedersi, la sentiva tremare stremata, il suo compagno cercava con una peza bagnata di rinfrescargli la fronte. Un'altra contrazione molto forte sconquassò quel corpo. -Mia signora, è ora che cominciate a spingere- La sentì sussultare.

Con una nuova ondata di dolore, prese un gran respiro e cominciò a spingere inarcandosi in avanti, un grido uscì dalle sue labbra, dolore rabbia frustazione, carico di tanti sentimenti da essere più doloroso, di quello che stava accadendo -così mia signora- disse mentre si lasciò sul letto, e dopo aver ripreso fiato rincominciò a spingere stingendo sempre di più la mano del generale stritolandola, sentì un rumore di ossa che si rompevano, quelle della mano di taisho che veniva stritolata, sarebbero guarite in poche ore, al massimo in un giorno, ci avrebbe pensato dopo a lui.

Fù così che accolse nelle forti braccia quel neonato, fù invasa la stanza da un pianto di un neonato, che si agitava nelle mani della levatrice, portava il suo odore e quello della sua compagna, insieme all'aspro del sangue, vide l'altra allontanarsi tempo di lavarlo e pulirlo, per poi tornare da loro e porgerlo alla sua compagna, che aveva sollevato in modo da metterla a sedere, sorreggendola temendo che non avesse la forza di rimaner in quella posizione.

-E' un bellissimo Maschio, miei signori-  disse la levatrice orgogliosa fissando quel microscopico inuyoukai, che si era appena affacciato a quella vita, mostrava la capigliatura argentata come loro, due segni per ogni guancia rossi come quelli della madre, e una piccola falce di luna sulla fronte, aveva lentamente aperto gli occhi mostrando delle ambre liquide, che fissavano i suoi genitori, sorrise dolcemente a quella scena.

Fissava quella piccola creatura tra le braccia della madre, molto più simile a lei che a lui, ma forse negli anni si sarebbe ricreduto di quel pensiero che avevano velato la mia testa, lei aveva scansato leggermente la veste da notte mostrando il seno, il piccolo si era allungato avidamente verso di quello cominciando a poppare, le labbra si incontrarono in un famelico bacio, che durò diversi istanti.

-Sesshomaru!- pronunciò il nome del piccolo, che avevano atteso a lungo, erano già giunti alla decisione dei nomi, da settimane, ancor prima che partisse. -Erede al trono delle terre occidentali!- accarezzava il viso di quel neonato trovandone il solievo. -Sei stata bravissima amore mio, sono orgoglioso di te- come non poteva esserlo, eppure anni fa, non avrebbe voluto quella situazione, l'avevano costretto, ma ora la felicità che provava in quel momento. L'arrivo del suo cucciolo si rese conto di quanto aveva atteso, che prima o poi quel giorno arrivasse.

Nei giorni a seguire, i clan erano in fervento all'arrivo dell'erede, giungevano gli auguri dai luoghi più sparati, e dai vecchi alleati di terre lontane, tutti sembravano voler conoscere il principe, figlio di quei due grandi guerrieri che avevano portato pace e enore in quelle terre, da una parte era preoccupato dell'incolumità di esso, ancora nessuna notizia dei draghi, ma di tanto in tanto vi erano attacchi. 

Guardava sua moglie sorridente coccolarsi quella piccola creatura, era felice come non mai e lui non poteva essere di meno, erano in giardino quel pomeriggio all'ombra di un salice piangente, Sesshumaru gattonava felice, non troppo distante, lei era addossata al suo petto, la cingeva dolcemente a se con un braccio, mentre lei giocava con alcune delle ciocche argentee.

-Padroni!- Sentirono urlare uno dei loro servi, mentre si avvicinava di fretta Sesshomaru, annusava l'aria e all'improvviso avvertì un ringhio uscire dalle piccole labbra, la sua coda si era rizzata, preoccupata Irasue l'aveva preso al volo fra le sue braccia -Padroni..- stava cercando di riprendere fiato, quando ormai era vicino a loro rallentò -è successo un disastro-

Rimasero in silenzio aspettando il dire del servo -Il clan del nord, è stato completamente sterminato, e il villaggio e il castello raso al suolo- Si era alzata di scatto la sua compagna, stupita e sconcertata da quella notizia, non era di meno lui. -Nessuno purtroppo è sopravvisuto e quelli del est, se ne sono accorti troppo tardi- aveva abbassato lo sguardo il servitore, senza riuscire a guardarli più negli occhi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Quattro giorni erano passati da quella notizia, il tempo di decidere il momento e dove sopratutto, e si erano riuniti in quella sala tutti i capi e esponenti dei vari clan, tutti gli occhi erano puntati sul posto al suo fianco dove risiedeva la propria compagna, era stata chiamata a presenziare alla riunione anche lei, pur sapendo le attuali condizioni; lei non aveva di certo rinunciato a venire, per di più non erano soli, non volendo rischiar di lasciarlo incustodito al palazzo senza la loro protezione.

Si gli occhi erano poggiati sulla piccola figurina del cucciolo, gli occhietti curiosi di lui guardavano attentamente quello che intorno lo circondava, di tanto in tanto toccando la sua compagna in un tacito scambio di parole non dette, ma fatte di gesti avevo allungato una mano a sfiorare il volto del mio piccolo, che si strusciò delicatamente con il viso contro il palmo.

-Mi dispiace vi abbiamo scomodati a venire, a voi Irasue e al principino- vidi la mia compagna sollevare il capo, c'era una maschera di freddo cinismo su quel volto che non riuscivo a riconoscere, scosse lievemente il capo verso il Nekoyoukai che aveva appena pronunciato quelle parole, per poi rispondere a quelle parole.

-Vista la situazione, non potevate di certo far a meno di farlo- era seria la risposta quanto il tono usato, aveva imparato a conoscere quel tono, lo usava quando era necessario, in quella situazione la calma e la freddezza la lucidità della mente doveva esser mostrata, non erano nel loro palazzo ma a cospetto dei vari capoclan, e farsi vedere deboli per quanto fossero alleati non era una buona cosa.

-Siamo tutti allora- disse il vecchio youkai, mentre anche l'ultimo si era seduto sul trono, e la porta venne chiusa alle loro spalle -La situazione è tragica, l'attacco a nord è stato un massacro, non abbiamo ben capito cosa abbia spazzato via tutto senza lasciare nemmeno una traccia, come se non fosse mai esistito nulla in quel luogo, e questo è grave, se non sappiamo come reagire o cosa aspettarci da questi attacchi, o chi sia il nemico ci porterà semplicemente alla loro stessa fine-

Borbottì si propagavano per la stanza, vedevo Sesshomaru agitarsi lievemente tra le braccia di sua madre, poteva avvertire pure lui la tensione, con gesti delicati e calcolati cercava di placarlo, le ore passarono nello studiare il miglior modo per tenere sott'occhio i vari territori a vicenda in modo che nessuno rimanesse scoperto, ne tanto meno che rimanessero all'oscuro gli altri clan di quello che era accaduto, alla fine si erano decisi che i vari gruppi ognuno degli stessi avrebbe mandato i loro guerrieri negli altri, in modo da spartire le varie qualità, e mantenere tutti sotto una protezione uguale, non riusciva a esserne convinto di quella scelta, ma non poteva essere nemmeno del tutto inutile, dopotutto anche gli inuyoukai avevano dei limiti, così sarebbe state annullate o quanto meno dissipate quel poco che bastava, per aver un pò di più di pace.

Erano usciti dalla stanza, lasciandosi alle spalle gli altri clan, per primi Sesshomaru si era di nuovo agitato e stava per piangere e lei aveva preferito allontanarsi dalla sala, la trovò all'esterno vicina al porticato che allattava il proprio cucciolo, lontana da sguardi indiscreti, il piccolo avidamente mangiava con le mani poggiate contro il seno della sua compagna.

Si era voltato verso di lui, sorridendogli dolcemente poi lo sguardo si era spostato poco più indietro alle sue spalle, mentre l'odore del Nekoyoukai arrivava fino alle nari -Tonka- pronunciò il suo nome voltandosi verso di lui, mentre con una mano cingeva delicatamente la vita della sua compagna, l'uomo sorrideva dolcemente verso la propria compagna, conosceva quel neko da lungo tempo, era una delle persone di cui si fidava di più in assoluto, Sesshomaru lentamente si era staccato per poggiare lo sguardo sul gatto, incuriosito dall'odore dello stesso lo vedeva annusare lentamente le aree, non ne aveva percepiti mai fino a ora, e in quella sala strapiena di odori conosciuti non si era soffermato su nessuno.

-Volevo farvi conoscere mio figlio- aveva pronunciato lui.

-Volete mandarlo in battaglia?- domandò la mia compagna, mentre lentamente si era ricoperta di nuovo il seno. Lo vidi annuire -Credete che ne sia all'altezza, non dubito della vostra opinione, ma è molto giovane.- Era lievemente imbarazzata nel dire quelle parole.

-Me lo ha chiesto lui in realtà, non ero convinto nemmeno io se devo dirlo, ma vista la situazione in parte, non posso nemmeno non accettare anche questo aiuto.- Non aveva del tutto torto si accorgeva che nel pronunciare quelle parole, il tono era mutato rispetto al solito, la fermezza e la decisione sempre presente nella voce di lui era in parte sparita del tutto. -Voi, veramente volete combattere?- chiese a lei, poggiai lo sguardo sulla mia compagna che aveva abbassato lo sguardo sul nostro cucciolo.

-Da una parte non vorrei.. vorrei stare con il mio cucciolo proteggerlo al meglio, ma da un'altra questa battaglia serve anche per garantire, un futuro migliore anche a lui, e quindi...- 

-E' meglio che tornate al castello, lo vedo stanco e vi vedo anche a voi stanca Irasue, o se volete posso offrirvi una stanza da noi e ripartirete domani- era una proposta allentante e non sapeva, se convincerla a dire di si o no, la vedeva stanca anche lui, alla fine era inutile far finta di nulla la gravidanza e quel cucciolo la stavano debilitando e si rifiutava allo stesso tempo di darlo alle nutrici, non gli dava torto dopotutto.
 

Era scesa lentamente dal letto andando da Sesshomaru che dormiva nella culla, sembrava essersi svegliato ancora non era sorto il sole, ma presto si sarebbe rivelato notava i raggi rossicci trapelare dalla finestra, lui ancora sembrava dormire tempo di fare un passo e le ginocchia avevano ceduto, era caduta a terra ma si era trattenuta con le braccia cercando di non far si che fosse ancor di più rovinosa quella caduta, lo stomaco era in sobbuglio, si era appena accostata alla culla cercando di riprendere fiato e lui ancora piangeva, sentì un lieve movimento nella direzione del letto mentre sollevai lo sguardo incontrai la figura di lui, che mi si era avvicinata.

-Irasue che cosa c'è?- mi aveva preso in braccio ripoggiandomi infine sul futon, avevo sorriso lievemente per poi scuotere il capo, alla fine si era allontanato per andar a prendere il nostro cucciolo che continuava a piangere, si era seduto accanto a me e avevo allungato la mancina verso la piccola figurina del neonato.

-Nulla tranquillo- avevo afferrato quel cucciolo, aveva chiaramente fame il corpo lievemente tremava mentre lui si era attaccato al seno. MI aveva cominciato a accarezzare dolcemente il viso e dall'espressione del suo volto, sembava non essere molto convinto di quello che lei aveva appena detto. Una nuova fitta, il corpo tremò sentì le braccia di lui sorreggermi, mentre anche Sesshomaru si era staccato, e mi guardava preoccupato gli accarezzavo il volto cercando di tranquillizzarlo.

-Non mi sembra- aveva detto, un sospiro uscì dalle mie labbra mentre il piccolo cominciò di nuovo a mangiare -ultimamente non stai bene, ti si legge da lontano e non credo sia solo la stanchezza del parto, e l'allattamento- avevo scosso la testa per ora non ne volevo parlare, anche perchè avrei prima voluto parlare con Yaone, di quella strana sensazione.
 

Appena tornati al castello lei si era rifuggiata all'interno della loro stanza, mentre aveva chiesto ai servitori di chiamare Yaone, cominciava a salire l'ansia mentre nell'attesa si era occupato dei suoi soldati, stava studiando chi mandare nel villaggio dei neko, dopotutto aveva accettato quelladecisione presa dal consiglio, e stava studiando la situazione con freddezza seppur la mente stava oltre, vidi avvicinarsi a me Sakamaru -cosa succede generale?- domandò mentre avevo congedato gli altri.

Ormai dopotutto avevo deciso, non serviva che stavano ancora lì -non lo so!- dopotutto era solo, la pura verità si mosse quindi con lui all'interno del castello, continuava a seguirlo in silenzio, fino a che non si era diretto ai piani che gli appartenevano, e lui era rimasto in disparte dopotutto non lo aveva invitato, era arrivato nei pressi della loro camera quando vide una delle nutrici con il piccolo Sesshomaru -ancora stanno dentro?- domandò quella annuì lievemente, sorpassai la sua figura per poi entrare nella stanza.

Era la seduta nel salottino antecedente alla camera da letto, si erano voltate entrambe verso di me, le mani di lei erano poggiate su una tazza fumante che aveva portato alle labbra. -Generale- sembrava imbarazzata Yaone, al fatto  che era entrato allimprovviso nella propria stanza, dopotutto era la sua.

Mi ero avvicinato a Irasue, che cercava in tutti i modi di non guardarmi negli occhi, a sfuggire dal mio sguardo -cosa succede?- chiesi rivolto all'uno e all'altra, volevo una risposta dalla mia compagna ma mi sarei accontentata anche dell'altra, vidi sussultare appena Irasue poggiai delicatamente una mano sulla propria spalla, lo sguardo dell'altra si spostava tra me e lei, come a cercare conferma se rispondere, dopotutto doveva stare agli ordini di entrambi, e il dubbio forse era fin troppo naturale, vidi annuire percettibilmente la mia compagna mentre mi faceva segno di sedermi vicino a lei, ma rifiutai.

-Purtroppo come sapete da quando...- erano molto incerte le sue parole, sembrava temer di pronunciarle, vidi il volto della mia compagna rabbuiarsi -ha rischiato di perdere Sesshomaru- dove voleva arrivare con quelle parole, guardava con uno sguardo strano Irasue e io aspettavo con ansia il suo verdetto -il suo corpo ne ha risentito-

-Lo so benisssimo, per quasi una settimana è stata malissimo non serve ricordarmelo- ero arrabbiato, ci stava girando intorno a quello che volevo sapere, sentì la mano della mia compagna, stringere la mia che era poggiata sulla sua spalla -ma ora sta bene, stanno bene tutti e due, non gli è successo nulla- quelle parole erano uscite con impeto.

-Non del tutto- ammise rimasi stupito -temo che purtroppo la vostra compagna, non potrà più avere figli, è stato già un miracolo che il principino sia sopravvisuto e sia venuto alla luce, ma temo non ci saranno altre possibilità- Sentì la terra mancarmi sotto ai piedi, oltre i singhiozzi della mia compagna, che aveva cominciato a piangere. -Mi dispiace per ora non è sicuro, ma ci sono buone probabilità.- La strinsi a me mentre cercai di consolarla e lei si congedava, mi ero seduto accanto abbracciandola dolcemente accarezzandola.

-Non importa- dopotutto già lui all'inizio non avrebbe voluto avere figli, il fatto che potesse non averne altri da lei, non sembrava cambiarlo. -Tranquilla- cercava di calmarla ma sembrava tutto inutile, lei continuava a piangere contro il suo petto, mentre lui la cullava dolcemente. -L'importante è che ci sei tu, e c'è Sesshomaru- L'aveva accompagnata alla fine al letto dove si erano distesi insieme, lei sembrava stanca oltre a essere stressata, lasciò che le nutrici si occupassero del bambino, voleva che almeno per oggi fosse lasciata in pace.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2820509