Lélek (Anima)

di Athalahild
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nascere ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sapete come nasce una fata?
È importante che lo sappiate perché questa storia inizia proprio con due nascite,quella di una bambina e quella di una fata.
Quindi per chi non lo sapesse,ma anche per chi già lo sa (dopotutto non è mai male ripassare ciò che si conosce) le fate sono creature della natura,nascono da essa in molti modi diversi e a seconda del modo in cui vengono al mondo esse possono essere:fate del fuoco se si originano dallo spegnersi o dall’accendersi di una fiamma,dell’aria quando sono create da un soffio di vento,delle acque se vengono alla luce dall’infrangersi di un onda sulla riva o dalle conchiglie marine,di terra se nate da fiori o da foglie che cadono,del ghiaccio se prendono vita dallo sciogliersi di un fiocco di neve…
Ma le fate veramente importanti di questa storia appartengono ad altri due tipi.
Le fate del giorno,nate dalla prima risata di un bambino e quelle notturne create,invece,dalla sua prima lacrima.
E quindi ora partiamo proprio dalla prima risata della bambina “Del nuovo giorno”.




Ciao a tutti,questa è la prima storia che pubblico e per questo ci terrei veramente a ricevere vostri pareri e recensioni così da poter capire i miei errori e migliorarmi. Ovviamente questo non è che il prologo.
Voglio precisare una cosa sul titolo. Lélek è una parola Ungherese che appunto significa anima e si legge Lilac. Se vi state chiedendo perché ho scelto di usare proprio l’Ungherese vi dico che in realtà io di Ungherese non so nulla,cercavo una lingua dove la parola anima suonasse in modo fatato e la vincitrice è stata l’ungherese. Forse anche per il fatto che la pronuncia lilac è uguale al modo di scrivere la parola inglese lilac (che ha però un’altra pronuncia) e che significa lilla,colore derivato dal nome dei fiori lillà e che ricorda anche “la variazione della fata Lilla” del balletto “La bella addormentata del bosco” o ancora "Il Libro Lilla Delle Fate" (The Lilac Fairy Book) che è ultimo di una serie di libri di fiabe chiamata "Andrew Lang's "Coloured" Fairy Books" in cui nel titolo di ogni libro c'è un colore diverso .

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Capitolo 2
*** Nascere ***



Non appena essa venne al mondo sua madre Elwyn capì subito che sarebbe stata diversa da tutti i bambini che mai sono nati e che mai nasceranno.
Infatti invece di piangere,urlare e disperarsi era nata nel più completo silenzio,teneva gli occhi chiusi e tremava così tanto che nonostante non avesse nessun modo per comunicare come si sentisse,chiunque,anche la persona più insensibile,avrebbe capito immediatamente il suo enorme terrore.
Il totale silenzio però spavento la donna che aveva aiutato Elwyn a partorire.

La signora in questione si chiamava Idelle,aveva avuto quattro figli e quando Elwyn era sbucata un giorno dal nulla con una gravidanza in stato avanzato si era subito offerta di aiutarla.
Da quel poco che la giovane donna aveva detto su dove venisse, Idelle e gli altri del paese avevano capito che doveva aver gironzolato in piccoli e grandi centri abitati da sola per mesi ma da dove fosse partita forse neanche lei lo sapeva.
Questo aveva convinto Idelle che in condizioni normali avrebbe potuto benissimo anche cavarsela da sola,perché altrimenti non sarebbe sopravvissuta tutto quel tempo,ma ora che aspettava un bambino e non c’era nessuno che si prendesse cura di lei o le dicesse cosa avrebbe dovuto fare “quel” giorno sapeva che la donna non ce l’avrebbe fatta senza l’aiuto di qualcuno,né lei né il bambino che stava aspettando o meglio,come avrebbero scoperto dopo il parto, la bambina che stava aspettando.

Ora la bimba era appena nata ma non piangeva…non faceva nulla oltre a tremare.
Idelle pensò che non fosse affatto una buona cosa. “Tutti i bambini piangono all’inizio,i miei lo hanno fatto e l’ho fatto io quando sono nata e tutti gli altri come me…” pensò “Tutti quelli sani”.
E si perché per lei se la bambina non piangeva allora qualcosa non andava e Idelle non sapeva come dirlo alla madre che si stava riprendendo dallo sforzo appena compiuto.
Intanto però era certa che Elwyn avrebbe voluto vedere la sua bambina e gliela sistemò sul petto così che il piccolo orecchio della bimba si trovasse sul cuore di lei.
Allora la piccola si fermò,la paura l’abbandonò completamente e volgendo il viso verso quello di sua madre fece il più bel sorriso che si possa immaginare e con esso la sua prima risata.
Un suono dolce,assolutamente puro.
Proprio come la piccola creatura che avrebbe generato.
Quella risata volo nell’aria,e continuò a risuonare fino ad arrivare nel centro della terra e contemporaneamente al di fuori di essa.

E in un posto assai lontano da dove era partita generò un piccolo soffio e come se si condensasse divenne una creaturina non più grande di un pollice,aveva capelli mossi,castano chiaro che terminavano in uno sfavillante color oro,due lunghissime orecchie a punta e due alucce color lilla su cui sopra c’erano come mille ghirigori e ricami d’argento. Erano assolutamente bellissime e quando sarebbe cresciuta lo sarebbero state ancora di più.
Una fata era appena nata.

Quando una nuova fata sta per nascere tutte le altre lo sentono,ma solo quelle vicino al posto preciso dove la giovane vita si trova riescono ad avvertirne chiaramente la nascita ed allora iniziano a cercare la nuova venuta.

E fu così che sotto un grande fungo un gruppetto di fate trovò la piccola,una di loro le si avvicino,la prese in braccio e l’avvolse in una leggera copertina ricavata da una tela di ragno che aveva fabbricato proprio qualche giorno prima sapendo dell’evento che si stava avvicinando.
Poi senza sapere perché sentì nel suo cuore che quella fatina avrebbe dovuto chiamarsi Mira.
Allora la chiamo e lei come se avesse capito aprì i suoi splendidi occhi,erano chiarissimi e color del ghiaccio ed erano unici perché dello stesso identico colore,quando ogni fata ha gli occhi di colore diverso fra di loro.

E nello stesso identico momento anche la bambina che le aveva dato la vita aprì gli occhi rivelandone il colore,del tutto uguale a quello di Mira.
“Come la chiamerai?” disse Idelle.
Una sola parola di risposta.
“Dagney”.

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