Everybody hurts

di MargaretMadison
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Bye, Clifford ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: You’ re beautiful when you laugh ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: week one ***
Capitolo 5: *** capitolo 4: Week Two ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


EVERYBODY HURTS






Prologo






Si dice che il suicidio si commetta ogni quaranta secondi, eppure Michael è arrivato a ventisette quando sente le palpebre abbassarsi e il suo corpo scivolare nella vasca da bagno colma di acqua fredda.
Ventisette secondi per ventisette pastiglie tra gli antidepressivi e i sonniferi prescritti dallo psichiatra e altri medicinali che aveva trovato a casa.
Vede tutto al rallentatore e la testa gli gira mentre cerca di cogliere gli ultimi dettagli del bagno perché sa che probabilmente il suo spazzolino elettrico sarebbe stato l'ultimo ricordo di casa sua e della sua vita.
Si dice anche che prima di morire ti passa la tua vita davanti agli occhi, e questo è quello che sta succedendo e in tutti i suoi ricordi lei compare sempre.

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A cinque anni pensò che avesse il sorriso più bello del mondo.
A dodici anni le disse che era la compagna di classe più tenera che potesse avere.
A quindici anni era geloso di Luke, il ragazzo per cui aveva una cotta.
A diciassette anni quando lui perse la verginità desiderò che la sua ragazza fosse tanto bella quanto lei.
A diciotto anni capì che l'avrebbe persa per sempre.



2000


Michael guardava la bambina dai capelli castani raccogliere dei fiori da sola e subito aveva catturato la sua attenzione. Indossava una salopette di jeans e una maglietta bianca con disegnato sopra una farfalla. Gli piacevano le farfalle, le trovava bellissime e così anche la bambina, forse fu per quel motivo che decise di avvicinarsi e fare amicizia con lei.
Una volta più vicino si accorse che aveva gli occhi azzurri e vispi e sorrideva felice mentre ammirava soddisfatta il suo mazzo di margherite.
«Perché hai dei buchi in faccia?» chiese indicando le guance della piccola
Lei alzò lo sguardo guardandolo curiosa e Michael arrossì.
«Non sono buchi, si chiamano fossette. Penso che siano magiche perché mamma dice che mi vengono sempre quando sono felice» spiegò con la sua vocina dolce.
Michael voleva dirle che doveva continuare a sorridere perché aveva il sorriso più bello che avesse mai visto invece si limitò a mettersi una mano nella tasca dei bermuda neri calciando un sassolino sotto le sue scarpe da ginnastica.
«Mi piacciono - disse sorridendo a sua volta - però io non le ho»
La bambina lo prese per mano e Michael spostò lo sguardo da terra alle loro mani intrecciate.
«Non devi essere triste, anche il tuo sorriso è molto bello, è magico lo stesso. Però se vuoi posso provare a farti venire le fossette»
Michael la guardò stranito «É come vorresti fare?»
Lei ci pensò su un attimo «Ma aspetta, anche mio fratello e la mia mamma hanno le fossette! Se diventi anche tu mio fratello le avrai. Vuoi esserlo?»
A Michael sarebbe sempre piaciuto avere una sorellina da accudire e accettò con entusiasmo.
«Come ti chiami?» le chiese poi
«Fran e tu?»
«Michael»
Lei storse il naso «Ma é troppo lungo! Mikey é perfetto» sorrise mostrando ancora una volta le sue fossette.
A lui quel nome non faceva impazzire ma quando Fran l'aveva detto mostrandogli il suo bellissimo sorrise si sentì magico anche lui e decise che avrebbe fatto di tutto per rendere la sua nuova sorellina sempre felice.
«Accompagnami a dare i fiori alla mamma così la conosci» aggiunse prendendolo per mano in direzione di una signora coi capelli biondi e gli occhi azzurri come quelli di Fran.











2007

Quel giorno Fran arrivò a scuola nascondendo qualcosa dietro la schiena, un sacchetto rosso per la precisione. Camminava fiera fregandosene degli sguardi divertiti delle altre ragazzine che l'additavano solo perché aveva solo amici maschi.
Quando vide Michael che metteva la giacca nel suo armadietto corse nella sua direzione urlando "Buon San Valentino!"
Lui, come al solito, la salutò con un sorriso e un dolce bacio sulla guancia.
«Buon San Valentino a te, Fran»
Lei appoggiò la schiena contro l'armadietto affianco e sospirò guardando dritto difronte a sé «Hai ricevuto tanti regali dalle tue tante ammiratrici?»
Michael chiuse l'anta e si concentrò sulla sua amica. La conosceva da sette anni e continuava a paragonarla a una splendida farfalla.
«Che hai dietro la schiena?» chiese sporgendosi di lato per vedere il sacchetto ignorando la domanda dell’amica. A scuola Michael era considerato un ragazzo carino e molte gli facevano la corte.
Fran si spostò cercando di impedire all'amico di guardare il regalo.
«Mi nascondi qualcosa FranFran
La castana alzò gli occhi al cielo, odiava quando la chiamava così.
«É il tuo regalo per San Valentino, babbeo» spiegò
Michael rimase visibilmente sorpreso e poi si aprì in un sorriso.
«Posso averlo? -
Fran annuì e passò il pacchetto all'amico che lo scartò frettolosamente.
«Oddio - esclamò estraendo un piccolo peluche e forma d'orsetto - Fran ma è stupendo, insomma ha gli occhioni blu come i tuoi»
Fran arrossì cercando di nascondere un sorriso soddisfatto «Si chiama Frankey, è l'unione dei nostri nomi»
Michael corse ad abbracciare l'amica lasciandole un grosso bacio sulla sua guancia.
«Ho anche io qualcosa per te» disse mettendo la mano in tasca mostrando un piccolo cofanetto quadrato blu e bianco.
«Non sei un po' giovane per chiedermi la mano, Mikey?»
L'amico rise scuotendo la testa - Dai aprilo -
Fran non se li fece ripetere e obbedì.
Le sue pupille si dilatarono quando vide un ciondolo a forma di mezzo cuore con incisa la lettera M.
®Michael, sei il migliore è bellissima!» esclamò commossa con le lacrime che minacciavano di uscire.
L'amico gliela allacciò al collo e poi le mostrò la sua collana. Era il pezzo mancante del cuore e sulla sua metà era stata incisa una F.
«Sei tenerissima Fran, la compagna più tenera» le sussurrò baciandole la testa.










2010

«La smetti di fissare Luke? Inizio a pentirmi di avertelo presentato» sbuffò sedendosi al suo solito posto in mensa.
Fran sospirò come un'innamorata «É stupendo oggi»
Tutte le volte che lo vedeva con quel sorriso timido e il piercing al labbro lei sentiva il cuore accelerare e non poteva fare altro che sospirare come un'innamorata, cosa che aveva appena fatto e puntualmente Michael alzava gli occhi verdi a cielo scuotendo la testa.
«Bho, sarà» disse addentando il suo panino
Fran lo seguì con lo sguardo accogliendo il biondo con un sorriso raggiante e questo fece arrabbiare ancora di più Michael perché sprecava il suo bellissimo sorriso per quello lì quando era stato lui il primo a scoprire quanto fosse belle quando sorrideva.
«Buongiorno Luke» lo salutò e il biondo si sporse per lasciarle un bacio sulla guancia
«Nah, tranquillo io non voglio il tuo bacio» Disse Michael a bocca piena rompendo il momento magico di Fran che lo guardò malissimo.
Il biondo rise e si sedette vicino alla castana circondando le spalle con il suo braccio. Fran sussultò a quel contatto e arrossì di botto.
«Vi va di andare al cinema domani?» propose il biondo guardando prima Fran e poi Michael.
Ovviamente aveva capito che l’invito era più rivolto a lei che a lui quindi decise di rifiutare, osservando come l’amica guardava il biondo mentre sceglievano che film andare a vedere. Nella sua testa Michael pensava che l’avrebbe portata a vedere un horror così lei si sarebbe spaventata e l’avrebbe stretta a sé per concludere la serata con un bacio. Quelle scene gli fecero venire il voltastomaco e un senso di rabbia lo invase tanto che buttò nel cestino il panino e si allontanò dal tavolo senza manco salutare.
Quando si parlava di Fran Irwin perdeva la testa, nemmeno il fratello della castana, Ashton, era così protettivo nei suoi confronti. Ma per Michael, Fran rimaneva sempre quella bambina che raccoglieva le margherite nel prato e non poteva vederla crescere, aveva già accettato che fosse diventata una signorina e che le fossero spuntate le tette ma non era pronto per vederla con un ragazzo diverso da lui.
Quando il girono dopo Fran gli disse che Luke l’aveva baciata, seppure a stampo, Michael sussurrò un “wow” accompagnato da uno dei sorrisi più falsi della storia preoccupato che qualcuno potesse rendere il suo posto eppure c’era qualcos’altro che lo turbava. Insomma: era sempre stato lui il suo “primo tutto” e il fatto che avesse dato il suo primo bacio a un altro ragazzino lo faceva un po’ arrabbiare nonostante lui era già avanti in quel campo da molto tempo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
2012
 
Michael e Chantal uscivano assieme da due settimane e non facevano altro che pomiciare tutto il tempo e quando la bionda gli disse “i miei sono fuori per lavoro, ti va di venire da me?”, il ragazzo capì subito che quella sera avrebbe perso una parte di sé.
Chantal era un bella ragazza più grande di lui di qualche anno, forse uno o due, ed era molto conosciuta per essere una non troppo difficile a scuola quindi non ci aveva pensato due volte a provarci con lei.
Quando Michael si presentò sotto casa alle nove in punto, la bionda gli aprì la porta indossando solo una vestaglia rosa confetto che faceva benissimo vedere l’intimo sotto e in mano reggeva una bottiglia di vino rosso. Nel giro di pochissimo tempo i loro vestiti erano per terra insieme alla bottiglia vuota.
Michael la sentì sorridere sotto il suo tocco ma il suo sorriso non gli piaceva. Era una figa da paura perché aveva un fisico bestiale e gli occhi verdi come i suoi però quando sorrideva perdeva tutti i punti guadagnati. Non era un sorriso dolce, ne tanto meno sincero. E non aveva le fossette.
La guardava contorcersi sotto di lui con la sua voce roca chiedendogli di più, interessata solo al proprio piacere e più l’osservava più pensava che era meglio restare a casa a guardare la TV da solo o con Fran.
Fran.
La sua piccola Fran, così innocente che tutto ciò che aveva fatto con un ragazzo era stato un misero bacio a stampo con quell’idiota di Luke Hemmings che la scaricò il giorno dopo il loro fidanzamento. Lei era bella, bellissima in ogni cosa e odiava quando negli spogliatoi i ragazzi dicevano che doveva essere un po’ più facile e perdere quello status da suora solo perché in passato era rimasta scottata e aspettava il ragazzo giusto. Pensò a come sarebbe stato averla sotto di lui e donarle tutto il piacere che stava riservando a una ragazza che iniziava a non sopportare più. Lei lo avrebbe coccolato, gli avrebbe accarezzato i capelli mentre gli sussurrava qualche frase dolce all’orecchio. Poi passò a immaginare il corpo dell’amica. L’aveva vista in intimo e in costume un sacco di volte e poté constatare che sotto che felpe extralarge si celava un corpo perfetto capace di far impazzire chiunque.
Mentre pensava a come avrebbe potuto far sentire bene la sua piccola, diede qualche spinta più profonda a Chantal fregandosene se le stava facendo male e quando venne si staccò immediatamente.
Non venne nemmeno.
«Vuoi fermarti qui stanotte?» chiese accarezzandogli un braccio
«Forse è meglio se vado a casa» rispose raccattando i suoi vestiti per uscire da quella casa il prima possibile.
Si sentiva uno schifo, insomma, come poteva pensare certe cose sulla sua migliore amica?
Quella notte non dormì perché tutte le volte che chiudeva gli occhi vedeva Fran sorridergli e sussurrare il suo nome all’orecchio pregandolo di farla sua e nella sua testa balenava una sola domanda.
Ma che cazzo gli stava succedendo?














 

MY LITTLE TALK
 

Ciao ragazuole, eccomi ancora una volta a intasare il sito :)
Domani ricomincia la scuola e con la mia classe stiamo pensando di organizzare un suicidio di massa *si dispera*
Buenos, che ne dite di questa storia? se devo essere sincera questa enso che sia la fan Fictiona cui mi sono affezionata di più in assoluto e spero che succeda lo stesso anche con voi. Il personaggio principale é il mio Michael (per chi non lo sapesse io sono la sua famela version e bho, sono tropppo innamorata di lui) ma compariranno anche gli altri, Luke sarà un personaggio davver importante e penso che inizierò una serie col seguito della storia con protagonista Hemmo.
non sono ancora sicura di ciò quindi fatemi sapere se vi piace e volete che continui perchè ora mi stanno venendo tutti i dubbi esistenziali *si dispera ancora*

Se volete passate di qua dalle mie altre storie, come ho detto questa storia prende spunto da una mia vecchi Fan Fiction su Zayn dei One Direction

FF su Zayn:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1242284&i=1
OS sui 5SOS: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2798224&i=1
FF sui 5SOS: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2783663&i=1

FF su Niall: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2813694&i=1

se qualcuno vuole potete contattarmi su facebook, a chi vuole posso dare il mio link :)
bacissimi,
megghy e buon rientro a tutte per la scuola :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Bye, Clifford ***


Capitolo 1: Bye, Clifford








 
Il giorno dopo Michael evitò tutti a scuola e non avendo lezioni comuni con Fran, non gli fu difficile non vedere l’amica per le prime tre ore della mattina, il vero problema era la pausa pranzo delle mensa.
La vide seduta al solito posto bella come sempre mentre leggeva un libro sfogliando le pagine attentamente. Si fermò un attimo a osservarla meglio e non poté non trovarla perfetta: la sua felpa verde scura le calzava a pennello nonostante si notasse che fosse appartenuta a un ragazzo e non a lei e i jeans skinny neri le calzavano alla perfezione il corpo snello più da donna che da ragazza. I capelli le ricadevano sul viso e lei doveva puntualmente metterli dietro l’orecchio o appoggiarli sulla spalla opposta scoprendo così il suo collo niveo e a Michael venne in mente quando una volta per scherzo le aveva fatto un succhiotto: si era fatta scappare un gemito quando aveva iniziato a baciarle il collo e quando si spostò ghignando Fran corse subito in bagno cacciando un urlo nel vedere quella macchia rossa. In quel momento Ashton giurò di volerlo uccidere davvero. Poi passò lo sguardo sul naso piccolo e sulle labbra schiuse che in quel momento voleva addosso a sé.
«Hey Clifford» lo salutò un suo compagno di lasse lasciandogli una pacca amichevole sulla spalla.
Michael non ricambiò il saluto e tantomeno non degnò di uno sguardo il ragazzo che se ne andò via scuotendo la testa borbottando un “lo sapevo che questo era strano forte”, tutto ciò che riusciva a vedere era la sua piccola Fran che chiuse il libro con un fondo e dopo aver raccolto la sua borsa a tracolla abbandonata al suo fianco, gli andò incontro sorridendo.
«Non ti ho visto oggi all’entrata» disse lasciandogli un dolce bacio sulla guancia.
Michael sentì un brividio oltrepassargli la spina dorsale e chiuse li occhi in modo da godere maggiormente di quel dolce contatto.
«Ero in ritardo» mentì
Fran non disse niente, tenne il libro stretto al petto con lo sguardo basso, si era accorta che nel comportamento di Michael c’era qualcosa di strano.
«Com’è andata con Chantal?»
Michael alzò le spalle “una merda, ho pensato per tutto il tempo che ci fossi tu al suo posto” «benissimo, mi è piaciuto un sacco. Penso che dovremmo farlo più spesso» sorrise
Fran sorrise forzatamente «Mi fa piacere- fece una pausa – pranziamo assieme?»
Il ragazzo annuì passandosi una mano tra i capelli blu accesi e andarono al loro solito tavolo.
«Non mangi?» chiese notando che Fran non aveva il vassoio
La ragazza si massaggiava le tempie, gli occhi chiusi e gli indici che facevano movimenti circolari ai lati della testa «Meglio di no, ultimamente ho sempre mal di testa e la nausea, mamma ha detto che se vado avanti ancora a stare male mi farà fare delle visite. Oggi le ho detto che sto meglio così la smette di allarmarsi, anche papà e Ashton sono preoccupati ma io insisto dicendo che non è niente di grave»
Michael voleva dirle che non doveva mentire e che se c’era qualcosa che non andava doveva assolutamente farsi vedere da un medico ma si limitò a borbottare un “Ah, ok”
Fran lo osservava mangiare silenziosamente cercando ogni tanto di intavolare una conversazione, quando non ci vide più si alzò di scatto dalla panchina e lo guardò male «Si può sapere perché mi eviti?»
Michael finse di essere sorpreso «ma di che parli?»
«Stamattina sono passata sotto casa tua come al solito e alla stessa ora e tua mamma mi ha detto che eri già uscito. Tu, che mi fai aspettare venti minuti sotto casa tua perché non vuoi svegliarti, oggi eri a scuola prima di tutti. Mi ha detto che ti ha visto fare colazione alle sei della mattina. Si può sapere che ti prende? Ho sbagliato qualcosa?»
Michael si morse l’interno della guancia «Mi sono stufato di stare con te, va bene?»
Quelle parole gli morirono in gola e si sentì un peso all’altezza del cuore quando gli occhi di Fran persero la loro solita luminosità e si abbassarono «Per le voci sul mio conto?»
«Sì» mentì
Fran si sentì morire dentro e lottò con tutte le sue forze per non piangere davanti all’amico «Vuoi davvero finire qui anni e anni di amicizia per dei pettegolezzi? Cosa c’è Chantal ha scopato anche con l’unico neurone buono che ti era rimasto e ti ha fatto il lavaggio del cervello?»
Michael abbassò gli occhi chiari sul tavolo, non voleva davvero lasciare andare la sua amica, aveva solo paura di quel mare di emozioni che provava quando stava con lei, aveva capito che i suoi sentimenti stavano mutando ed era meglio per tutti se li stroncava sul nascere.
«Addio, Clifford» sibilò lasciandolo solo on gli occhi gonfi dalle lacrime.
Michael la guardò allontanare maledicendosi per essere un così fottuto coglione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Erno passate tre settimane dall’ultima chiacchierata con Fran e Michael era a pezzi, passava il tempo libero con Luke a parlare del più e del meno e si trovava abbastanza bene nonostante avesse fatto soffrire la sua piccola Fran.
«Ti sei mai innamorato per davvero?» chiese Luke un giorno mentre prendevano il sole durante l’ora di pranzo.
Quella domanda lo spiazzò parecchio, da quanto erano così intimi? «Non credo» disse guardando in lontananza la piccola Fran Irwing che si sedeva a tavola con alcune ragazze che ridevano e scherzavano tra loro. Anche Fran rideva ma non era il suo solito sorriso, era uno nuovo più spento, come il suo sguardo. Tutti i giorni la fissava e la sera con la scusa di portare a spasso il cane dei vicini, Michael passava sotto la sua finestra per osservare la luce della sua camera fino a quando non si spegneva.
Ultimamente l’aveva vista più magra e pallida, si vedeva che non stava bene ed era anche in parte causa sua.
«Nemmeno io, qualche anno fa ero davvero stupido ma ora che sono diventato più maturo sento di essere pronto a una vera e propria relazione. Ma non con qualcuna della scuola, ci vorrebbe qualcuno di nuovo, mi spiego?»
Michael annuì distrattamente continuando a fissare la ragazza. Quel giorno era ancora più bella con quel maglioncino blu col collo a V con la scollatura un po’ troppo profonda che faceva intravedere la linea tra i seni sodi. Nella sua testa comparvero altre scene dove mentre le toglieva quell’insulso indumento, affondava il su viso in quel meraviglioso ben di Dio per assaporare meglio il suo dolce profumo che tanto lo inebriava e che in quel momento gli mancava come l’aria.
«L’anno prossimo si trasferisce a Sidney mia cugina dal Canada, magari te la presento»
Lo sguardo di Luke si accese «Lo faresti davvero?»
«Certo amico»
Il biondo sorrise giocando un po’ col piercing «Con Fran?»
«Niente»
Luke si alzò sedendosi meglio vicino all’amico «Si vede che ci tieni ancora a lei, che aspetti a dimostrarglielo?»
Michael alzò le spalle spostando gli occhi verdi dalla ragazza al biondo «Non lo so, mi dovrà arrivare un segnale dal cielo, penso»
Si tolse il cappellino nero di lana e sfoggiò i suoi nuovi capelli fucsia per poi trovare disteso facendo leva sugli avambracci permettendo così al vento di scompigliargli la chioma disordinata.
Si chiese se anche Fran pensasse ancora a lui, se sentiva la sua mancanza e dei suoi abbracci di prima mattina, se il sabato sera guardasse ancora American Horror Story come facevano per poi commentare gli episodi assieme la domenica mattina quando lui passava a prepararle la colazione intrattenendosi a chiacchierare con Ashton.
Chiuse gli occhi, il vento gli accarezzava il viso e nella sua testa passavano tutti i ricordi assieme della loro infanzia e della loro adolescenza.
«Michael?»
«Uhm?» rispose tenendo gli occhi chiusi
«Sei ancora convinto della tua risposta alla mia domanda di prima sull’innamorarsi?» chiese Luke osservandolo di profilo.
Ovvio che non lo era, non sapeva niente a parte il fatto chela sera si svegliava sudato dopo aver sognato la sua ex migliore amica «Sicurissimo»
“Bravo Michael, continua a mentire agli altri e a te stesso, complimenti” si disse ripensando agli occhi chiari di Fran.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E il segnale dal cielo gli arrivò qualche sera dopo nel momento esatto in cui quella sera mise piede in casa.
Urlò un frettoloso “Sono a casa” lanciando le chiavi sul comodino affianco alla porta d‘entrata assieme ea quelle di sua madre e di suo padre, che stranamente era tornato a casa prima quella sera. Camminò per tutto il corridoio arredato con qualche mobile e le pareti tappezzate con foto dei suoi genitori o sue con Fran. Ce n’era una per ogni anno a partire da quando era un bimbetto di sei anni fino al ballo della scuola dell’anno scorso dove Fran aveva indossato uno splendido vestito nero senza spalline che le stava d’incanto. In quel momento non aveva fatto caso alle farfalle che gli svolazzavano nello stomaco quando la vedeva sorridere anzi, le affogò coi chili di alcool che bevve quella sera.
Non le disse mai quanto fosse dannatamente bella quella sera e se ne pentiva perché secondo lui Fran si meritava un ragazzo che ogni giorno le ricordasse quanto fosse fantastica in tutto. Pensò poi che negli ultimi giorni non l’aveva vista a scuola e gli mancava il suo sguardo o il suo sorriso sebbene non fossero più quelli di una vola.
I singhiozzi di sua madre lo riportarono alla realtà e andò in soggiorno dove trovò i suoi genitori seduti sul divano a piangere.
«Mamma…» sussurrò entrando e il suo sguardo finì sul grembo della donna dove teneva una foto di lui e Fran quando avevano otto anni.
Robert Clifford si alzò in piedi con il solito completo elegante da ufficio «Michael, dobbiamo parlare di una cosa importante ed è meglio che ti siedi»
Lui obbedì sedendosi sulla poltrona difronte al divano con le mani giunte e lo guardo fisso sulla foto.
«Mike, devi essere forte» gli sussurrò Teresa stringendosi al marito che intanto si era risieduto affianco alla moglie.
Roberto sospirò e Michael era pronto a dire ai suoi genitori di darsi una mossa a parlare quando il padre lo precedette.
«Hanno diagnosticato un tumore Fran, un tumore maligno purtroppo»


































MY LITTLE TALK

Ebbene dopo secula seculorum (?) sono tornata a pubblicare la storia :)
Poco stronzo Michael, eh? Comunque pensavo quasi di fare una serie sulla storia, voi che ne dite, potrebbe piacervi?
ma tornando al capitolo, essendo ina una persona molto drammatica, farò una storia molto sad, spero anche di farvi emozionare in alcuni capitoli che veranno dopo.
se vi è piaciuto vi chiedo di lasciare una recensioncina-ina-ina e magar passare nella nuova OS che ho pubblicato poco tempo fa a cui sono davvero stra-legata: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2977371&i=1

bene, detto ciò vi saluto e vi ringrazio dell'attenzione, la prossima volta giuro vi farò aspettare di meno
bacissimi,
Megghy

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: You’ re beautiful when you laugh ***


Sperando che questo caoitolo vi piaccia più del precedente.







 




Capitolo 2: You’ re beautiful when you laugh








 
Michael rimase zitto, gli occhi aperti e la bocca tanto spalancata che a momenti la mascella toccava terra.
Sperava che fosse uno scherzo, che sarebbero comparsi Ashton e Fran con delle videocamere in mano urlando che era una candind-camera e la castana lo abbracciava dicendo che stava bene e voleva che le cose tornassero come prima tra loro due perché rivoleva il suo migliore amico.
«È uno scherzo, vero? Fran, sta benissimo. Aveva solo la nausea ma è una semplice influenza e… dio io l’ho abbandonata, sono un coglione, cazzo» si passò una mano tra i capelli nervoso, sentiva le lacrime salirgli e la rabbia farsi largo dentro di sé.
«Devi essere forte, Mikey»
Le parole di suo padre non lo toccarono nemmeno. Si alzò di scatto dando un calcio alla lampada che si ruppe. Ecco come si sentiva lui.
I genitori non dissero nulla, si limitarono a chiudere gli occhi quando sentirono il rumore di vetri infranti.
Si asciugò le lacrime con le mani e parlò «Ho bisogno di lei, ho bisogno che sia lei a dirmi queste cose»
Con uno scatto fu fuori casa e si mise a correre in mezzo alla strada facendo slalom tra le macchine che costeggiavano il viale poco illuminato di casa sua.
Le lacrime ormai scendevano libere senza barriere lungo il suo volto e continuava a urlare il nome di Fran come se lei potesse sentirlo dal fondo della via.
Quando vide il portone di casa Irwin gli sfuggì un piccolo sorriso e nonostante avesse il fiatone aumentò il passo in modo da raggiungere la sua piccola il prima possibile.
Suonò prepotentemente il campanello fino a quando Ashton non gli aprì la porta.
«Michael, ma che diavolo…» lo sguardo del ragazzo era confuso
«Fammi passare Ashton, devo parlare con lei. Voglio che sia lei a dirmelo in faccia io… io non ci credo. Cazzo perché proprio a lei? Lei che è così buona perché deve morire, ti prego Ash, dimmi che non è tanto grave come sembra»
Michael doveva sembrare pazzo, cercò di scavalcare l’amico, salire al piano di sopra e riabbracciare la sua piccola Fran che tanto gli era mancata ma Ashton oppose resistenza placcandolo.
«Ascolta Michael, ascoltami bene» disse sforzandosi di calmarlo «adesso Fran sta riposando, non puoi andare da lei. Sta bene, riposa solo. Al suo risveglio potrai parlarle»
Quelle parole parvero tranquillizzarlo e Michael si scansò tirando su col naso.
Ashton guardò in direzione delle scale assicurandosi che la sorella dormisse «allora, non so cosa sia successo tra di voi ma Fran ha davvero bisogno di te ora, ok? Non la abbandonare, non ora. So che pensi che sia arrabbiata con te ma non lo è, nonostante tu l’abbia fatta soffrire parecchio lei ha ancora bisogno di te e tu di lei – fece una pausa e sospirò – sai, a volte penso che tu sia più fratello rispetto a me e la cosa un po’ mi ha sempre infastidito ma ora spetta te a essere quello forte, non farti vedere che hai pianto o si incazzerà, ok?»
Michael annuì abbracciò Ashton «Grazie» gli sussurrò.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando i signori Irwin tornarono dall’ospedale, Michael si diresse al piano di sopra dove c’era la camera di Fran, quel luogo che era stato da sempre un pilastro della loro amicizia. Come sempre la stanza era ordinata, appena entravi trovavi davanti alla porta il letto dove ora riposava Fran affiancato da due comodini, difronte c’era la lunga scrivania dove aveva appoggiato delle foto di loro due. A sinistra della porta c’era la cabina armadio dove una volta da piccoli si sono nascosti per delle ore mentre Ashton era preoccupato di averli persi per sempre.
Si avvicinò alla figura dormiente di Fran e non poté non pensare a quanto fosse bella e piccola, si era ripromesso di proteggerla sempre e l’aveva abbandonata, non poteva fare altro che rimediare. Si sedette vicino a lei e le accarezzò il palmo della mano come a lei piaceva.
«Michael…» sussurrò lei aprendo appena gli occhi.
Michael sorrise intenerito nel vederla coi capelli arruffati e gli occhi pesanti dalla stanchezza. Se non fosse stato per il fisico da donna la si sarebbe scambiata per bambina, sia per il viso ancora un po’ paffuto sua per come si comportava.
«Ciao piccola Fran»
La castana si stiracchiò chiudendo gli occhi «Ti ho sognato, sai? Tutte le sere sognavo che venivi da me e mi abbracciavi chiedendomi scusa»
«Oh Fran, mi dispiace così tanto. Non pensavo davvero le cose che ti ho detto, non so cosa mia sia successo. Ora sono qui per rimediare e per sapere la verità, tutta la verità»
Fran sospirò, lo sguardo basso e gli occhi che iniziavano a rimpiersi di lacrime.
«Ho un cancro al cervello» ammise con un sussurrò «I medici mi hanno detto che era una forma latente e ora che se ne sono accorti dicono che c’è poco da fare, l’ho scoperto due giorni dopo la nostra litigata. Mi resta poco meno di tre mesi di vita, se la chemio funzionerà magari posso arrivare a tre mesi tondi ma è molto improbabile»
Michael strinse nelle mani la coperta e con uno scatto d‘ira lanciò a terra i primi peluche che trovò sul letto e sul comodino sinistro. Poi si alzò in piedi. Camminava su e giù per la stanza con le lacrime che gli rigavano il volto e le mani che torturavano i capelli, era quasi tentato di strapparseli tutti.
«Michael, lo sai che le persone non vivono in eterno» disse lei con lo sguardo basso.
«Si ma non si può morire a diciassette anni per un cazzo di cancro al cervello - colpì il muro con un pugno - hai ancora tutta la vita davanti, hai ancora un sacco di esperienze da fare e Dio, vorrei che il tempo non passi così fottutamente in fretta»
Fran sospirò sporgendosi dal letto fino al comodino di destra, dove estrasse dal primo cassetto un quaderno rosa con attaccate sopra delle margherite di carta. Lo aprì e sfogliò qualche pagina per poi lanciarlo ai piedi del letto incitando l'amico a leggere.
" Dieci cose da fare prima di morire" lesse e alzò lo sguardo sulla castana cercando spiegazioni.
«Quando il dottore mi ha detto che mi restano solo tre mesi di vita ho deciso di annotare dieci cose che vorrei fare prima di morire e volevo farle con te, nonostante avevamo litigato tu eri il mio chiodo fisso e ti pensavo sempre, vorrei che tornassimo quelli di prima, Mikey. Rivoglio i Frankey di un tempo».
Entrambi ormai piangevano e quando Fran aprì le braccia per ricevere un abbraccio, Michael si fiondò addosso alla amica stringendola a sé come solo lui sapeva fare.
«Farò tutto quello che vuoi, Fran. Ti farò stare bene, lo prometto»
Fran singhiozzò «Resta on me stanotte, Michael. Resta con me e non lasciarmi, stringimi come se fossi tutto ciò che hai»
Michael voleva dirle che lei era davvero tutto ciò che possedeva e se lo lasciava, lui moriva assieme a lei.
«Certo, cucciola» sussurrò mettendosi sotto le coperte assieme a lei.
«Ti voglio bene Mikey» disse stretta al suo petto
«Anche io Fra, davvero tanto».
Quella notte Michael non dormì affatto, rimase sveglio a controllare che Fran stesse bene e che respirasse, stava diventando quasi maniacale ma lei era sua e lui possedeva a lei, erano una cosa solo: Frankey.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il giorno dopo, un venerdì, Fran insistette per andare a scuola.
«Voglio andare a scuola fino a quando avrò le forze, così mi sembrerà di essere una persona normalissima e non penserò al mio tumore»
Ashton dovette uscire dalla cucina quando la sentì parlare così da poter piangere tranquillamente.
«Io non capisco perché piangete, sono ancora viva d’altra parte. I pianti e la compassione lasciatemele per quando me ne sarò andata davvero» aggiunse poi e quelle parole colpirono il cuore di Michael come un martello.
A scuola nessuno sapeva di Fran e tutti la trattavano come sempre. I suoi sorrisi ora sembravano un po’ più sinceri e Michael pensò che fosse dovuto alla sua presenza.
Quando giunse l’ora del pranzo Luke sorrise nel vedere Michael e Fran raggiungerlo mano nella mano.
«Giorno belli» li salutò
Fran si sporse per baciargli la guancia e Michael risentì il moto di invidia pervaderlo e poi strinse di nuovo a sé la castana quando tornò vicina a lui. Pranzarono tutti assieme ridendo e scherzando tranquillamente e poi Luke se ne andò perché aveva un compito importante l’ora successiva.
«Stavo pensando alla lista» incominciò Michael «sono dieci punti, giusto? Potremmo suddividerli facendone uno alla settimana. Pensavo di iniziare da oggi»
Fran annuì «Potremmo fare che ogni venerdì esaudiamo un desiderio della lista»
La castana estrasse dallo zaino il quaderno dove aveva annotato tuto e lo passò a Michael che rilesse tutti e dieci i punti.
«Fran, sei… sei davvero sicura di volerli fare tutti con me? Insomma, molti sono dei punti, diciamo… importanti ecco»
Fran arrossì «Sei il mio migliore amico e mi conosci meglio di chiunque altro, pensavo di chiedere ad Ashton ma lui non avrebbe mai accetto. Preferirei farli con te che con chiunque altro ma se a te non va bene posso sempre cambiarli»
«Non ci pensare nemmeno! È la tua lista e se davvero vuoi che sia io ad aiutarti allora farò tutto quello che c’è scritto rendendo tutti questi momenti indimenticabili»
Fran ormai era completamente rossa in viso e sussurrò un ringraziamento all’amico.
Michael le fece l’occhiolino e lesse il primo punto «Questo mi piace, stasera ci divertiremo, babe»
Dopodiché cambiarono argomento commentando i pantaloni attillati del prof di storia, un tipo molto stravagante e Michael non si risparmiò con i commenti acidi e dispettosi e Fran rideva come noi mai alle battute dell’amico.
«Sei bella quando ridi» disse senza pensarci e Fran arrossì nuovamente sorseggiando la sua coca.
Era abituato a farle dei complimenti ma quello gli sfuggì dalle labbra con tale facilità che lo sorprese, che gli stava succedendo?










Ecco il nuovo capitolo, sincera,mente non so se continuare la storia o meno, quindi questo potrebbe essere l'ultimo capitolo come uno dei tanti, vedrò come fare.
Che dire? Beh, qui sientra nel vivo della storia e amo Michael, penso che lo stordirei e lo porterei i chiesa per sposarmelo awawaw.
Pensavo magari di creare un profilo facebook del mio EFP, così magari da conoscere meglio alcune di voi visto che nella mia cerchia di amici nessuno conosce i 5sos e non ho nessuno con cui sclerare #suchasadthing.
Fatemi sapere se vi é piaciuto il capitolo, rendetemi questa triste domenica mattina un pochino più piacevole e vi lascio le mie OS qui:
1-
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2977371&i=1
2- http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2986929&i=1

mi dileguo, bacissimi
Megghy

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: week one ***


Capitolo 3: Week one


 

A Michael, perché è il mio sorriso.












 
 Dopo scuola Mike andò a casa sua a prendere dei vestiti, quella sera avrebbe dormito ancora a casa di Fran. Ashton e il padre dell’amica non erano molto dell’idea di farlo dormire nello stesso letto di Fran ma lei era irremovibile a alla fine dovettero accettare la sua decisione.
Quella sera avrebbe anche esaudito il primo desiderio di Fran ed era abbastanza emozionato all’idea di poterla rendere felice. Durante la lezione di matematica, mentre la prof spiegava le disequazioni di secondo grado, Michael ricopiò su un foglio preso dal quaderno tutti e dieci i punti ed estrasse il pezzo di carta dalla tasca posteriore dei suoi jeans.

“Lista dei desideri di Fran Irwing:

1- andare a fare il bagno a mezzanotte


Michael sorrise passando poi agli altri nove punti, la sua Fran era così innocente che gli aveva chiesto di fare delle cose che gli riempivano il cuore solo leggendole, eseguirle sarebbe stato un piacere.
Fran chiedeva solo di buttarsi in mare quando la luna era alta nel cielo e ridere sotto le stelle gridando per quanto fosse fredda l’acqua ma Mike aveva in mente altro, voleva organizzare tutto alla perfezione e passò in cucina.
Prese dei toast e li riempì di nutella oppure burro e marmellata alla fragola – la preferita di Fran – e poi prese alcune lattina di birra sperando di convincere la ragazza a berne almeno un sorso.
La verità è che Fran aveva sempre avuto un po’ paura di rischiare, di trasgredire le regole e a Michael era sempre andata bene questa parte dell’amica pensando che le cazzate che lui aveva fatto fin da piccolo, lei le avrebbe fatte una volta diventata più grande. Ma la vita era bastarda e Michael voleva far vivere appieno quel poco tempo che le restava. Gli sembrava così ingiusto e aveva voglia di prendere a calci qualcuno, ma con chi se la poteva prendere?
Tra poco avrebbe anche iniziato il primo giro di chemioterapia e l’avrebbe vista di meno, doveva godere a fondo i quei momenti assieme e infonderle tutta la sua forza.
Ma perché proprio lei, poi?
Non poteva beccarlo una persona cattiva? Una persona pericolosa magari e non una ragazza nel pieno della sua vita che voleva solo incontrare una persona che l’amasse e andare all’università? Che poi l'avrebbe voluto prendere lui pur di far star bene lei. Fu in quel momento che Michael si rese conto che Fran non sarebbe mai andata a studiare letteratura all’università di Sidney, non sarebbe mai andata a Firenze come sognava, non avrebbe mai incontrato Josh Franceschi – il cantante degli You me at six, una delle sue band preferite – per dirgli quanto la sua voce fosse bella e magica per lei e, soprattutto, non si sarebbe mai sposata, non avrebbe mai avuto figli.
Il suono del suo cellulare lo fece riportare alla realtà.
«Pronto?»
«Mikey? Stai… stai piangendo?»
Michael fece cadere il coltello sulla mensola della cucina per asciugarsi gli occhi col brodo del maglione «No Fran, che ti salta in mente?»
«Sembrava, scusa. Va beh, volevo sapere quando vieni da me, avevo voglia di Pop Corn e Harry Potter, ti va?»
«Certamente, raccolgo le ultime cose e sono da te, un bacio piccola»










«Michael!» appena lo vide, Fran gli saltò addosso come se non lo avesse visto da una vita quando in realtà si era assentato solo per qualche ora.
Michael la tenne stretta a sé, se avesse potuto l'avrebbe retta tra le sue braccia per sempre ma sapeva che non sarebbe stato possibile.
«Ti sono mancato così tanto, piccola?»
Fran nascose la testa nell'incavo del collo di Mike e aspirò a pieni polmoni il suo dolce profumo di... Mike. In tutti quegli anni di amicizia non era mai riuscita a riconoscere quale fosse il suo odore eppure quella strana fragranza di Clifford la faceva uscire fuori di testa.
«Un pochino» sussurrò baciandogli il collo e Michael non poté fare altro che rabbrividire perché, dannazione, avere Fran Irwin abbarbicata a te che bacia il tuo collo era una cosa che avrebbe fatto andare di matto chiunque, o per lo meno lui.
Quando Fran scese non poté fare a meno di notare la differenza d'altezza tra i due, saranno stati dieci centimetri buoni. Michael dovette cercare di non prendere la castana e riposizionarsela in braccio come qualche attimo prima, era come se si sentisse un po' più vuoto rispetto a prima e non sapeva spiegarsi il motivo di tale sensazione. In realtà non sapeva spiegarsi varie situazioni ma sembrava non volerci dare peso.
«Ho già preparato il film e i poc corn» spiegò lei per avviarsi verso il soggiorno dove ad attenderlo c'erano dei DVD e una ciotola di poc corn vicino a due succhi di pera.
Mentre camminavano, lei davanti e lui poco più indietro, il suo sguardo cadde sui fianchi piccoli e snelli di Fran che ondeggiavano in un modo che Michael avrebbe descritto sensuale dal momento che non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Sapeva benissimo però che l'amica non l'avrebbe mai provocato di proposito e il fatto che gli facesse perdere la lucidità a sua insaputa era una cosa provocante per Michael e il suo poco autocontrollo.
«"L'odine della fenice" o "la coppa maghi"?» chiese lei mostrandogli i DVD
«Pensavo proponessi "il prigioniero di Azkaban", visto che è il tuo preferito»
«Si ma l'ho già visto prima con Luke»
Quelle parole fecero innervosire parecchio Michael tanto che chiese le mani in due pugni e le nocche divennero bianche.
Che cazzo era andato a fare Luke a casa di Fran?
Un moto di gelosia s'impossessò di Michael che dovette contare fino a dieci più volte prima di fare gesti troppi impulsivi.
«Ah» disse solo.
Fran, accorta della brutta reazione dell'amico sospirò e tenne lo sguardo basso.
«L'ho invitato perché nonostante sia stato il primo a spezzarmi il cuore gli voglio bene e prima di andare voglio chiarire anche con lui. Gli ho detto della malattia e ha provato a baciarmi» lì Michael dovette davvero trattenersi dall'andare a cercare il biondo «Ma io l'ho allontanato. Gli ho detto che a me di lui non importa più niente dal puntko di vista sentimentale, nel senso che si, gli voglio bene ma voglio averlo come amico e voglio che sia presente negli ultimi attimi che avrò. E voglio anche che tu abbia qualcuno quando ti lascerò solo»
Michael non parlò, si limitò a stringerà a sé e baciarle la testa assaporando i suoi capelli che profumavano di albicocche.
«Metti su "Harry Potter e la coppa tre maghi" che mi piace sempre la scena dove Emma Watson indossa quell'adorabile vestito rosa»
Fran gli diede uno schiaffo amichevole su bicipite fingendosi offesa.
Per tutta la durata del film, Michael la strinse a sé accarezzandole le gambe lunghe lasciate scoperte dai pantaloncini di cotone che le fasciavano alla perfezione il suo sedere sodo -non che Michael si fosse soffermato più di tanto a osservarlo, uno sguardo giusto quando si era piegata a inserire il DVD nel lettore nel momento in cui i pantaloncini si erano alzati ancora di più- e di tanto in tanto le baciava il collo facendola sospirare.
Lo faceva impazzire il fatto che lei provasse quelle sensazioni solo quando era con lui, sapeva benissimo che la sua amica non era mai stata toccata e, nonostante fosse incredulo che una ragazza così bella non abbia mai avuto un ragazzo, la cosa lo faceva stare molto più tranquillo.
Continuava a giustificare il suo comportamento dicendo a se stesso di essere troppo protettivo nei suoi confronti ma quando fu Fran stessa a baciargli il collo -più precisamente dietro all'orecchio- capì, o per lo meno ammise, che forse stava diventando un po' troppo difficile vedere la sua piccola con gli occhi di un amico.
Aveva pensato una cosa del genere la sera in cui, quando perdeva la verginità, aveva immaginato di stare con lei ma pensava fosse solo una cosa temporanea. Poi però aveva iniziato ad andare anche con altre ragazze e Fran diventava sempre un chiodo fisso in quei momenti così intimi e giustificò dicendo che fosse solo una fantasia.
 «Ti vedo pensieroso» disse puntando gli occhi azzurri in quelli verdi di Michael «A che pensi?»
Al fatto che non ti vedo più solo come un'amica e non so spiegarmelo.
«A niente»
Fran annuisce anche se sa che quella è una bugia.
Il film terminò presto e così decisero di mettere su anche l'altro DVD
«Giornate produttive» commentò Fran facendo ridere Michael.
«Io e te siamo come Ron ed Harry» commentò Michael.
Fran storse il naso. «Siamo più come Harry ed Hermione se mai»
«Preferisco Ron ed Hermione»
Fran ci pensò un po' su «Si ma poi Ron ed Hermione si mettono assieme» puntualizzò.
Michael prese di peso Fran e la fece sedere in braccio a lui per poi poggiare le sue mano sul ventre piatto di lei
«Non ti piacerebbe stare con me?» sussurrò contro il suo orecchio.
Fran sussultò a quella vicinanza e soprattutto al modo  in cui Michael le aveva parlato era stato così... Sensuale?
Si girò in direzione dell'amico e sentì il caldo respiro di Michael sulle sue labbra. Non si era mai accorta che le sue labbra fossero così rosee e carnose.
 «Io... » Fran deglutì a vuoto cercando le parole per parlare ma nemmeno lei conosceva la risposta a quella domanda così inopportuna.
Un colpo di tosse li fece voltare all'improvviso.
«Ash!» Fran si alzò di scatto dalle gambe di Michael e andò incontro al fratello stringendolo in un abbraccio.
«Ho forse interrotto qualcosa?» chiese ricambiando la stretta della sorella.
Fran avvampò «Io e Michael stavamo solo guardando un film» si giustificò.
Ashton annuì poco convinto e si congedò dopo aver detto che la cena sarebbe stata servita tra poco.
Michael sbuffò buttando la testa all'indietro, gli sarebbe piaciuto sapere la risposta di Fran.










Verso le undici di sera, Michael e Fran uscirono di casa di soppiatto per non farsi vedere da Ashton o dai genitori di Fran che si sicuro non avrebbero acconsentito a farli uscire di casa troppo preoccupati per le condizioni fisiche della castana.
«Sono così emozionata» confessò Fran mentre raggiungevano la moto di Michael.
Lui sorrise e la prese per mano, anche lui era emozionato, lo era davvero e lo avrebbe dimostrato.
Diede il suo casco a Fran e l'aiutò a salire sulla moto. Doveva ammettere che era davvero carina con quel casco anche se le stava un po' grande.
«Hai paura?» rise quando Fran gli strinse forte i fianchi
«É che a volte premi troppo sull'acceleratore »
Michael ghignò e mise in moto, i primo venti metri li fece andando piano, quasi a passo d'uomo ma appena uscirono dal viale pieno di ville a schiera, accelerò e Fran, spaventata, lo strinse ancora più forte.
«Tranquilla piccola, stringiti ancora più » le sussurrò.
Fran ubbidì e quando Michael sentì la presa farsi ancora più stretta fece un'impennata nel mezzo della strada.
La castana urlò spaventata e urlò il suo nome più volte.
Michael rise, sembrava una bambina impaurita.
Durante il resto del tragitto Michael fece il bravo non superando i limiti di velocità imposti da Fran e dalla strada e non fece strane acrobazie, nel giro di venti minuti furono arrivati alla spiaggia deserta.
«Ho organizzato una specie di pic nic» spiegò Michael estraendo dal baule della moto lo zaino dove aveva messo un telo e i sandwich.
Fran, che stava guardando il mare come estasiata, si voltò e sorrise a Michael come per ringraziarlo.
«Sai, oggi il mare è bellissimo, mi sembra quasi la prima volta che lo vedo»
Michael rise e scompigliò i capelli a Fran. Poi prese il telo e lo stese per terra, subito la castana si sedette e cercò i panini alla marmellata.
«Spiegati meglio» disse Michael una volta seduto vicino a Fran.
«É che sono sempre stata abituata ad avere il mare vicino che non mi sono mai soffermata a guardarlo bene. Ti sei mai accorto di tutte le sfumature che ha? Come spiegheresti cos'è il mare ad un cieco?»
Michael la guardava incuriosito, era abituato ai discorsi di Fran, tutti filosofici, tutti difficili da capire per uno come lui. Non che fosse stupido Michael, solo non si faceva tutte le domande che si faceva lei.
Ma quella domanda l'aveva capita. Ora che le restava poco tempo da vivere voleva cogliere ogni cosa, anche la più insulsa.
«Spiegherei che è un'ampia distesa d'acqua che più vai avanti più l'acqua diventa profonda e più diventa profonda più l'acqua si fa scura»
Fran mangiò il suo panino ascoltando in silenzio, le piaceva la risposta: semplice ma esauriente.
Parlarono del più e del meno e Fran se ne uscì raccontando che Ashton si sentiva da tempo con una.
«Non so ancora niente di lei però Ash deve essere parecchio preso da lei dal momento che quando parlano assieme lui addolcisce sempre la voce e ogni tanto la chiama "piccola" o "amore"»  rise «però voglio conoscerla, voglio sapere chi è la ragazza che ha fatto impazzire così tanto Ashton Fletcher Irwin»
«Secondo me sarà la classica bionda con gli occhi azzurri e due tette che non finiscono, un classico di Ash»
Fran fece cenno di no «Secondo me non è così, secondo me la ragazza che farà perdere la testa a Ash sarà tutto ma non una delle classiche tipe che frequenta»
Quando arrivò la mezzanotte Michael prese in braccio Fran e corse verso la spiaggia con lei che urlava felice.
Michael si riempì le orecchie di quel suono melodioso e le urla si fecero più forti quando entrarono in acqua.
Michael e Fran si schizzavano l'acqua addosso come fanno i bambini quando all'improvviso, con un'abile mossa, il ragazzo blocca i polsi di lei dietro la schiena. Le risate cessarono quasi all'improvviso e Fran abbassò lo sguardo.
 «Fran» la richiamò Michael «tutto bene?»
Fran non rispose così Michael la liberò dalla sua presa e le alzò lo sguardo avvolgendo le guance della castana con le sue mani grandi.
«Piccola, che succede?» ripeté vicino al suo volto.
Aveva un po' di mascara colato e Michael tolse il nero con il pollice e quel gesto fece rabbrividire entrambi.
Gli occhi azzurri di Fran erano leggermente umidi e poteva benissimo vedere il riflesso delle stelle in quel blu mare.
«Michael, io... Io penso che...» mentre parlava appoggiò le sue mani sul petto di Michael e sorrise quando sentì i battiti del suo cuore così veloci ma non pensò che fossero per la loro vicinanza e soprattutto non credeva fossero dedicati a lei.
Michael le sorrise teneramente come per incitarla a parlare.
Fran schiuse le labbra e si avvicinò lentamente al viso di Michael, le mani ormai dal petto erano scivolate dietro al suo collo e con le mani giocava coi suoi capelli lunghi e tinti.
«Che hai piccola?» chiese ancora cercando di rimanere lucido anche se tutto quel contatto non aiutava per niente.
«Michael io stavo pensando che tu...»
non finì la frase che Fran gli diede una spinta e lo fece cadere in mare.
Quando riemerse sentì Fran ridere
«che tu hai perso, ecco cosa penso, dovevi vedere la tua faccia» disse reggendosi la pancia per le risate.
E Michael ci rimase di merda per la seconda volta nella serata.

















Grazie mille a tutti per aver letto, lasciate un commentino-ino-ino e... ala prossima settimana!
bacissimi
megghy

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Capitolo 5
*** capitolo 4: Week Two ***


Capitolo 4: week Two










«Hai sentito Fran?» chiese Luke quando vide Michael raggiungere il cancello della scuola.
Era una bella giornata quella e l'idea di passarla dentro quelle quattro mura ad ascoltare dei professori blaterare dei loro stupidi argomenti lo rendeva molto più depresso di quanto già non fosse.
«Si, mi ha detto che oggi non sarebbe venuta a scuola perché alcuni parenti da Melbourne venivano a farle visita»
Luke annuì distratto tirando fuori dalla tasca esterna dello zaino tabacco, filtro e cartine sotto lo sguardo attento di Michael.
«Vuoi una paglia? » chiese il biondo posizionando il tabacco nella cartina.
Michael scosse la testa «A Fran non piace il fatto che fumo, voglio smettere per lei»
Luke ghignò leccando la cartina per completare il drum «Spiegami meglio la cosa della lista»
Michael sospirò, non gli piaceva tanto che Fran gli avesse detto della lista, insomma: era una cosa loro. Puntualmente Luke passava uno o due pomeriggi a settimana da Fran e questo rendeva Michael inquieto e geloso.
 «In pratica quando il medico le ha detto del suo brutto male lei ha scritto dieci cose che avrebbe voluto fare assolutamente prima di morire e ha detto che vuole che sia io ad aiutarla» enfatizzò il "io" come per ricordare al biondo che era lui il migliore amico di Fran.
«Wow, é una cosa bellissima Mikey. Hai già realizzato qualcosa?»
Una folata di vento scompigliò i suoi capelli ormai troppo lunghi e si strinse maggiormente nella sua maglietta, poi annuì.
«Ieri l'ho portata in spiaggia a fare il bagno a mezzanotte »
Luke buttò fuori una nuvola di fumo dalla sua bocca per poi annuire «Da come ne parli non dev'essere andata molto bene» notò dal tono di voce di Michael.
Michael rimase un attimo in silenzio indeciso se parlare o meno. Aveva bisogno di sfogarsi e chiedere a qualcuno consigli soprattutto sul fatto che Fran per lui forse non era più solo un'amica e iniziava a provare qualcosa per lei ma non era ancora così tanto intimo con Luke. Di solito si sfogava sempre con Fran o Ashton, forse quella volta era meglio non toccare quell'argomento con loro.
«Ultimamente mi sento strano quando sono vicino a Fran»
Luke sorrise, aveva grossomodo capito tutto «Come ti senti?»
«Non lo so, é difficile da spiegare»
In quel momento la Campanella suonò e l'entrata iniziò lentamente a svuotarsi finché non rimasero solamente Luke e Michael fuori.
«E se andassimo al Burger King e mi racconti bene la storia? Tanto Fran non c'é che senso ha restare a scuola oggi?»










«Allora» disse Luke una volta seduto difronte a Michael «Da quanto va avanti questa storia?»
 Stranamente quella mattina il Burger King era quasi vuoto mentre di solito c’era la metà di molti studenti della loro scuola dal momento che i due edifici distavano cinque minuti a piedi. Invece quella mattina c'erano solo poche persone, principalmente famiglie o lavoratori che approfittavano della pausa.
«Penso da quando ho perso la verginità con Chantal. Non lo so il motivo ma mi sono chiesto come sarebbe stato farlo con Fran, farla stare bene sotto di me e... Non lo so poi sono andato a letto anche con altre due ragazze e ho fatto lo stesso pensiero ma credevo fosse una fantasia invece ieri quando mi é saltata in braccio io non ho capito più niente mi sentivo così bene ad averla tra le mie braccia che quando si é staccata l'avrei ripresa e stretta a me per sempre»
«É un classico» commentò sorseggiando la coca cola guadagnandosi un'occhiataccia da Michael.
«Poi ieri ci stavamo per baciare due volte: la prima é entrato Ashton in casa e ci ha interrotto e la seconda volta invece era tutta una scusa per buttarmi in acqua e a me sarebbe davvero piaciuto sapere se voleva davvero baciarmi o no insomma é una settimana che mi sto scervellando e non riesco a venirne a capo. Continuo a dire che é una cosa passeggera, una stupida fantasia ma intanto lei rimane nella mia testa. Sempre.»
Luke mise sul tavolo la sua bibita ormai finita «Michael, devi smetterla di pensare queste cose, é un gesto egoistico, lo so ma devi sapere che prima o poi Fran se ne andrà e tu rimarrai solo e cosa farai poi? Farai stare male te e lei non puoi mandare avanti questa storia. Ti presento Mary, la biondina del penultimo anno che ti viene dietro da sempre, esci con lei e ti distrai un po' da Fran»
Michael ci rifletté su un po' ed effettivamente Luke non aveva tutti i torti. Non si era mai posto la domanda "che cosa farai poi?". Come sarebbe stata effettivamente la sua vita una volta persa Fran?
«Non lo so Luke, forse dovrei ma... Non sono convinto»
«Va beh, io ti lascio il suo numero, poi scegli te cosa fare»
Detto ciò Luke scrisse su un tovaglioli il numero di questa "famosa" Mary e poi si misero a parlare della squadra di calcio della scuola, del futuro e poi Luke tornò sull'argomento "lista dei desideri di Fran".
«Fammi capire bene» disse Luke quando finì il suo mega panino stracolmo di cibo «devi andare sotto il suo balcone e cantare una canzone?»
Michael, che aveva preso un semplicissimo muffin dal momento che erano le nove di mattina, annuì finendo il cappuccino che aveva preso.
«E che canzone vorresti suonare?» continuò il biondo.
Senza parlare, stava ancora finendo di bere, estrasse dalla tasca dei pantaloni scuri un pezzo i carta piegato più volte e lo lanciò sul tavolo in direzione dell'amico.
«L'hai scritta te?» chiese alzando gli occhi azzurri dal pezzo di carta scarabocchiato
Annuì «Ti piace?»
Luke continuò a leggere parola per parola e annuiva di tanto in tanto.
«Hai già scelto gli accordi e il resto? Comunque é bella però dovresti cambiare alcune cose tipo nelle frasi però la canzone é tua, spetta a te decidere poi»
Michael passò lo sguardo dal pezzo di carta tutto mal scritto e pieno di accordi sparsi per la pagina e poi guardò Luke, quella canzone aveva bisogno di una sistemata, decisamente.
«Ok ma il ritornello non si tocca»










Dopo il Burger King, Michael aveva in mano la canzone più bella che avesse scritto ed era anche in parte merito di Luke se era riuscito a finirla.
Gli mancava Fran, gli mancava da morire.
Era andato altre due volte a dormire da lei e quelle sere non aveva dormito per niente troppo occupato ad esaminare ogni centimetro del suo viso perfetto. Stava diventando quasi una cosa maniacale a pensarci. Sapeva di avere una terribile memoria e aveva paura di poter dimenticare qualcosa di lei, le striature nere che aveva negli occhi, il suo profumo dolce, la morbidezza dei suoi capelli e la sua dolce risata.
Era in camera sua disteso sul letto a suonare la sua canzone nuova quando sentì qualcuno bussare alla porta.
«Mamma» Michael appoggiò la chitarra di lato e si alzò in piedi «che succede?»
Sua madre aveva uno sguardo severo e le braccia incrociate sotto al seno «Dobbiamo parlare del tuo rendimento scolastico, Gordon»
Michael sbuffò più per come l'aveva chiamato la madre che per il rimprovero, sapeva benissimo che nell'ultimo mese il suo mediocre rendimento era calato ulteriormente.
«Stai per rischiare l'anno, so che la cosa di Fran ti ha scombussolato ma non puoi smettere di studiare, manca poco alla fine della scuola e non puoi essere bocciato, lo sai vero?»
Michael voleva urlarle che la scuola era l'ultimo dei suoi problemi che voleva dedicare ogni attimo possibile a Fran perché stava per morire e lui poteva solo osservarla diventare sempre più piccola e fragile senza avere la possibilità d'intervenire.
Non si presentò a cena, aspettò che il cielo di fine aprile/inizio maggio si oscurò un pochino per uscire di casa senza nemmeno salutare.
I suoi avevano ragione, stava per rischiare l'anno ma sinceramente poco importava, pensava anzi di lasciare la scuola perché quell'edificio era stato testimone di troppi ricordi suoi e di Fran e l'idea di passeggiare per i corridoi senza di lei lo faceva stare male.
In mano reggeva il foglio della sua canzone -doveva ancora memorizzare le ultime cose che aveva cambiato con Luke - e sulle spalle pesava la sua chitarra, non valeva la pena usare la moto per fare così poco passi.
Per strada tutto taceva come sempre e Michael a un tratto si buttò a terra sulle ginocchia a piangere. Voleva urlare, buttare giù tutto ciò che gli stava davanti. Quella canzone rappresentava alla perfezione i suoi sentimenti e sapeva che avrebbe reso Fran davvero felice.
Si asciugò col gomito le lacrime e si alzò in piedi, doveva combattere e far vedere a Fran che stava bene, o almeno doveva provarci.
Pochi attimi dopo fu sotto la finestra di Fran. Sospirò a fondo più e più volte e poi prese un sassolino che giaceva poco distante da lui e lo lanciò, fece la stessa cosa anche una seconda volta.
Aspettò un attimo titubante prima di lanciare il terzo e finalmente la inesatta si aprì. Fran aveva i capelli mossi scompigliati sulle spalle e addosso aveva un pigiama con gli orsacchiotti che la faceva più piccola di quanto sembrasse.
«Mikey!» sorrise salutandolo con la mano.
Michael sorrise a sua volta ed estrasse dalla custodia la sua chitarra sotto lo sguardo attento di Fran.  Sospirò un paio di volte e poi iniziò ad accarezzare le corde della chitarra.
«Within a minute I was all packed up
I’ve got a ticket to another world
I don’t wanna go
I don’t wanna go
Suddenly words are hard to speak
When your thoughts are all I see
“Don’t ever leave,” she said to me
When we both fall asleep, underneath the same sky
To the beats of our hearts at the same time
So close but so far away
(Can you hear me?)
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was
Beside you
She lies awake
Trying to find the words to say
I wish I was, I wish I was
Beside you
Another day, and I’m somewhere new
I made a promise that I’ll come home soon
Bring me back, bring me back to you
When we both wake up underneath the same sun
Time stops, I wish that I could rewind
So close
but so far away
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was
Beside you
She lies awake
Trying to find the words to say
I wish I was, I wish I was
Beside you
The pieces of us both
Under every city light
And the shining as we fade into the night
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was
Beside you
She lies awake
Trying to find the words to say
I wish I was, I wish I was
Beside you
She lies awake
Beside you
I wish I was, I wish I was
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was»

 
Michael cantò tenendo lo sguardo fermo su Fran che l’osservava attentamente come a volere imprimere ogni sfaccettatura del ragazzo nella sua mente: dai capelli biondi, al sorriso accattivante, alla maglia dei Ramones fino ai jeans neri strappati sulle ginocchia. Era rimasta visibilmente colpita dalla canzone, non si sarebbe mai immaginata che Michael sapesse comporre così bene.
Una volta finita la canzone, gli fece segno di attendere, chiuse la finestra e sparì. Michael si mise una mano tra i capelli e sospirò lasciandosi sfuggire un sorriso. Era soddisfatto della sua canzone e di come aveva sorpreso ancora una volta Fran.
Mise via la sua chitarra e si appoggiò sulla sua moto con le braccia incrociate al petto quando la porta di casa si aprì e uscì Fran con addosso un paio di jeans stretti che le fasciavano alla perfezione il corpicino una canottiera corta che le scopriva la pancia e dei calzini neri. Si buttò a capofitto tra le sue braccia e lo strinse forte a sé.
«Mikey, ma è… è stupenda, grazie mille. Sei un angelo, giuro» sussurrò con le lacrime agli occhi dalla commozione, era molto meglio di quello che si sarebbe mai aspettata.
«Mi fa piacere che ti sia piaciuta, piccola. Te lo meriti» le accarezzò la testa e le lasciò un tenero bacio.
Fran si scansò leggermente in modo da poter guardare Michael negli occhi e affogare nel verde delle sue iridi. Non lo guardava come era solita fare un tempo, era uno sguardo più profondo quello che gli stava rivolgendo e non riusciva a leggere quello che i suoi occhi gli stavano dicendo.
«Mikey» lo richiamò «tu… tu lo sai che sei davvero importante per me, vero? Sai che tu per me significhi tutto?»
Michael sorrise intenerito, era impossibile non sorridere in presenza di Fran. Con i pollici scacciò via le lacrime «Certo piccola che lo so e anche per me è lo stesso»
Lei annuì sorridendo a sua volta debolmente «Ti va di restare a dormire da me stasera?»
«Certamente» prese la chitarra sulle spalle e poi intrecciò la sua mano a quella di Fran diretti a casa Irwin.
Tutto taceva e nel buio riusciva a malapena a distinguere i mobili e la figura di Fran che abilmente raggiunse la camera da letto.
«Ehm, dovrei cambiarmi» disse imbarazzata una volta vicina al letto.
Michael rise e si buttò al suo fianco nascondendo la testa tra i cuscini cercando di resistere alla voglia di sbirciare quel corpicino che da tempo sognava segretamente.
Dopo poco sentì Fran distendersi al suo fianco e le sue braccia avvolgergli i fianchi, Michael si girò osservandola negli occhi, erano molto vicini, forse anche troppo.
«Hey» sussurrò lei
«È tardi piccola, è meglio se ti riposi» rispose accarezzandole la guancia.
Fran annuì, spense le luci dall’interruttore affianco al letto e poi si avvolse nelle candide coperte che sapevano di lei e del suo shampoo.
Nessuno dei due parlò più, Michael appoggiò la sua mano sui fianchi di Fran e lei rimase con la testa sul suo petto ad ascoltare i battiti del cuore del ragazzo.
L’orologio segnava l’una del mattino quando Michael, che era rimasto sveglio tutta notte a osservarla, sentì Fran alzarsi dal suo petto. Voleva chiederle se stava bene ma le parole gli morirono in gola quando il respiro caldo di Fran si faceva sempre piò vicino al suo viso e poi successe una cosa che lo scombussolò: le labbra perfette della castana andarono a toccare le sue in un semplice bacio. Fu un semplice strofinamento di labbra eppure Michael si sentì lo stomaco in subbuglio e uno strano calore nel petto.
Fatto ciò Fran appoggiò nuovamente la sua testa sul petto di Michael e poi si addormentò.
Quella sera Michael non dormì affatto troppo preso a rivivere nella sa testa il suo primo “bacio” on Fran Irwin.










MY LITTLE TALK
Ok, molto probabilmente questa storia non piace a nessuno quindi non so perché sto ancora a pubblicare capitoli.
Insomma, nel prologo ho rivecuto molte letture e 4 recensioni, da lì in poi deserto dei tartari (?) Ero arrivata a metà della storia quindi ora valuterò se finirla o meno anche se mi scoccia mollarla lì.
Questa è la seconda sttimana, e uao. Michael confessa il suo amore per Fran a Luke e Fran lo bacia pensando che MIkey stesse dormendo.
Pensarete "é così palese che quei due si piacciono" invece do *musica di sotto fondo* le sorprese non sono finite. Anzi. The best is yet to come.
Vi propongo due mie nuove storie sperando che vi piacciano di pi§:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105743&i=1

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105761&i=1

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3110492&i=1

Adesso scappo, bacissimi
Megghy <3

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