Begin Again

di E Smile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Non ci posso credere, non posso credere l’abbiano fatto per davvero.
Sono scioccata, guardo ancora una volta la porta chiusa incredula, non è vero, non può essere vero, non può.
Sospirai sedendomi sul marciapiede, infatti non è vero.
Probabilmente è un incubo, si è solo un incubo ora mi siederò qua e aspetterò di svegliarmi nel mio letto, esatto tra poco mi risveglio.. si sento che tra poco mi risveglierò..

tirai un calcio ad un sassolino facendolo rimbalzare dall’altra parte della strada,  possibile che non riesca a svegliarmi? Ok ora proverò a pizzicarmi, magari mi sveglio così..

Oh, merda. Merda. Merda! Non è un sogno, non è un cazzo di incubo! Mi hanno davvero cacciata di casa! E ora dove vivrò? Sotto i ponti? Farò compagnia ai piccioni e ai topi? Sotto i ponti ci sono gli scarafaggi? No perché se ci sono preferisco dormire sui tetti delle case, magari lì non esistono.. e ora? Magari..


Ok, sto facendo la cazzata più grande della mia vita, ma cos’altro posso fare? Devo trovarmi u posto dove vivere. Non importa come. Possibile che esistano dei genitori che caccino la propria figlia di casa? È incredibile, non pensavo l’avrebbero fatto per davvero..

Scesi dal pullman e mi affrettai a raggiungere il luogo dove avrei trovato Olivia, girando sul suo profilo vari giorni fa mi era parso di leggere che cercava un coinquilino con cui condividere il suo appartamento e pochi giorni dopo avevo letto di una partita a non so quale gioco proprio qui, probabilmente lei mi aiuterà, è sempre stata gentile con quegli anonimi che le facevano le domande su quel social network, probabilmente ascolterà la mia storia dato che è simile alla sua e si convincerà a lasciarmi vivere un po’ con lei, fino a quando almeno non avrò un po’ di soldi e un lavoro per potermene andare..
Eccomi, questo è il parchetto dove si sarebbe dovuta ritrovare con un’amica prima di andare, mi guardai un po’ attorno speranzosa di incontrarla e infatti eccola lì in tutto il suo splendore, dire che era bella era dire davvero poco, aveva ragione nel voler lavorare nel mondo della moda: era perfetta, capelli lunghi neri e ricci che le ricadevano fino a metà schiena, occhi azzurro ghiaccio e pelle color cappuccino. Mi avvicinai a lei e più mi avvicinavo più sembrava esser ancora più bella, mi fermai davanti a lei fissando quel volto dai lineamenti perfetti, il naso era equilibrato anche se piccolo e le labbra erano rosse e carnose anche se non troppo, ogni elemento equilibrava l’altro; era incredibile, sembrava che la bellezza si fosse concentrata tutta in una persona.
La ragazza mi guardò sorridente mostrando una schiera di denti dritti e bianchi – posso aiutarti?-chiese con gentilezza,
la cosa mi rincuorò così mi decisi a parlare – ciao sono Jamie, faccio il tifo per te da un po’ per il tuo sogno e volevo chiederti un favore- iniziai, non ricevendo risposta continuai – beh ecco io.. sapevo che tu cercavi una coinquilina e..-

-Scusa ma quanti anni hai?- mi chiese –beh io ne ho 19 da poco, sono maggiorenne, non avresti nessun problema e appena troverò un lavoro dividerò l’affitto con te e..-
 
-Non hai un lavoro?- chiese interrompendomi di nuovo Olivia con espressione stupita. 
-beh al momento no, ma vedrai che ne troverò uno presto e..- 
 
-no, mi dispiace- rispose, senza traccia di dispiacere sul viso – non ho intenzione di condividere il mio appartamento con una che non ha neanche un lavoro- rispose.

-Ma a me serve! ho bisogno di un posto! Sono stata cacciata di casa dai miei genitori, non ho altri posti dove andare, te lo chiedo per favore.. io no so cos’altro potrei fare- le risposi presa dal panico, la ragazza continuò a guardarmi, non sembrava per nulla toccata dalla mia storia, ma stava pensando a qualcosa così aspettai speranzosa.

-Mi  dispiace- continuò – ma proprio non posso, però oggi dovrebbe esserci anche una mia amica che potrebbe aiutarti-  mi rispose sorridendo – quindi dai vieni con noi e ti divertirai, così non penserai più a tutta questa storia e ti divertirai-  continuò raggiante.

Mi chiesi se aveva compreso la mia situazione, le stavo dicendo che non avevo più una casa e che sarei potuta finire sotto i ponti e lei mi invita a divertirmi. Probabilmente la gente non è come vuol far credere di essere, ma ormai ero lì e non avevo nulla da perdere, nel vero senso della parola. Sospirai –ok, allora- si sedette sulla panchina, lasciandomi un po’ di spazio – beh allora aspettiamo-
 
Erano passati dieci minuti e dell’amica non c’era ancora nessuna traccia, mi guardai attorno, non che sapessi riconoscerla ma avrei sicuramente notato una ragazza che si stava avvicinando a noi. Un’altra decina di momenti dopo Olivia sembrò accorgersi di qualcosa perché si alzò e prese il cellulare, lesse ciò che avrebbe dovuto essere un messaggio e sospirò scrutandomi. Ebbi subito una brutta sensazione, ma non dissi comunque nulla spettando che lei parlasse per prima e infatti lo fece:

-Beh.. mi dispiace ma la mia amica ha avuto un impegno, non può più venire-
Non può più venire, non può più venire.. all’improvviso mi cadde il terreno da sotto i piedi, mi sentii cadere nel vuoto, non avevo più niente, niente. Mi accorsi dopo qualche minuto che Olivia mi stava scuotendo per una spalla e che ero caduta a terra. Mi guardò sempre con quell’espressione di ghiaccio – ti andrebbe di venire alla partita con me?- mi chiese, la guardai incredula, mi stava chiedendo di andare ad una stupida partita quando sapeva che non avevo neanche più una casa in cui abitare? Mi chiesi se quella ragazza non avesse qualche problema, ma non riuscii a dire nulla, scossi solamente la testa senza neanche guardarla. Mi si parò davanti sedendo proprio di fronte a me – senti.. lei era la mia compagnia, se non c’è non posso giocare e diranno che ho lasciato perdere per paura- alzai lo sguardo per incrociare il suo – stai scherzando spero- sussurrai acida, stavo cercando con tutte le forze di non urlarle in faccia – TI RENDI CONTO CHE NON HO UNA CASA?- ok, non ce l’avevo fatta, ma l’egoismo di quella ragazza non era normale – E TU ORA MI CHIEDI COME NIENTE FOSSE DI AIUTARTI A VINCERE UNA STUPIDA PARTITA DI NON SO NEANCHE COSA?-  la riccia si alzò sbuffando- è un torneo di ping pong- rispose incrociando le braccia – e poi comunque è un peccato che tu non voglia venire, la persona contro cui avrei dovuto giocare è anch’essa in cerca di un coinquilino con cui dividere la casa.. ma a quanto pare non sei molto interessata..-
Alzai lo sguardo e la fissai, forse non era tutto perduto.- beh ok, ma aiuterò te solo se tu aiuterai me- risposi decisa. 
allora muoviamoci, ci stanno aspettando e siamo in ritardo- mi prese per il braccio e mi tirò su, per poi accelerare il passo e andare –allora? Ti devo anche prendere in braccio?- chiese voltandosi.
 
-finalmente!- esclamò un ragazzo al nostro arrivo. Olivia alzò gli occhi al cielo sbuffando e  mi lanciò uno sguardo che non riuscii a decifrare, aggrottai le sopracciglia cercando di farglielo capire. – oramai abbiamo fatto iniziare Karol e Justine, toccherà a noi alla fine della sua partita.. ma che fine ha fatto Alice?- chiese il ragazzo.
-Alice non c’è- rispose secca la riccia ,poi mi indicò con lo sguardo – però ho già trovato un sostituto- concluse sorridendo.
 Il ragazzo mi squadrò e sorrise divertito – e lei sarebbe il sostituto?- chiese marcando con la voce la prima parola, mentre tratteneva le risate concentrando lo sguardo su Olivia dopo avermi dato una rapida occhiata –non hai trovato di meglio? Insomma voglio vincere, ma non troppo velocemente- continuò lui.
– vedrai che ti straccerò anche con lei- rispose acida la riccia
  • Avete finito di parlare come se non fossi presente?- chiesi stizzita. I due mi guardarono scettici, Olivia aprì la bocca ma fu il ragazzo a parlare per primo:
  • Almeno sai giocare?- chiese lui, col suo tono strafottente.
  • Beh io... in realtà..-
Olivia mi si parò davanti, incredula – non sai giocare?!- esclamò quasi urlando
-non ho detto questo.. ci ho giocato due o tre volte.. molto tempo fa..- sussurrai imbarazzata sulla difensiva. In realtà non avevo mai giocato e non vedevo cosa ci fosse di tanto grave in questo, la stavano prendendo un po’ troppo seriamente…
Il ragazzo sembrò capire la verità così mi spiegò come si gioca e le regole, tra insulti e provocazioni , ero mentalmente distrutta distrutta, tutto questo per una persona che non mi avevano ancora presentato e che non sapevo nemmeno se mi avrebbe accettata.

-Allora? Hai capito?- sospirai dopo dieci minuti di spiegazione –capito.- mi allontanai cercando Olivia che nel frattempo si era dileguata e ne aveva tutte le ragioni, quel ragazzo era insopportabilmente pieno di sé. Un braccio mi circondò le spalle mozzandomi il respiro
-Allora bellezza, simpatico il tuo probabile coinquilino?- sospirai incrociando i suoi occhi azzurro ghiaccio

-potrei anche dirtelo se solo me lo avessi presentato- risposi piccata

-ma io l’ho fatto- rispose lei con semplicità ridendo poi dell’espressione scioccato che mi si era dipinta in viso. No. No, non può essere lui, preferivo vivere sotto i ponti con i piccioni e gli scarafaggi e.. no dai non esageriamo, tutto era meglio della situazione di merda in cui ero finita.

-Ma non avevi detto che mi avresti aiutata?- chiesi scettica e speranzosa allo stesso tempo.

-Lo farò- disse Olivia sorridendo – vedi, il modo migliore per far si che lui ti ascolti è vincere-concluse lei.
–che mi ascolti?- chiesi scettica, e se non avesse accettato dopo avermi ascoltata?
-già- annuì lei con ovvietà – e ora muoviti che tocca a noi. –


ok,questa è la mia prima fanfic e spero vi piaccia, vorrei solo chiedervi il favore di commentare e dirmi cosa ne pensate e che le critiche costruttive sono ben accette,spero davvero vi piaccia, mi scuso se avete riscontrato qualche errore ma volevo scriverla ieri prima di dimenticarla ma non ho avuto tempo e ho dovuto ritagliarmi un pò di tempo oggi.. l'idea in sè mi è arrivata con un sogno, lo so è strano, ma svegliandomi mi son detta: perchè no? ed eccomi qui. spero vi piaccia e che la seguiate, grazie mille in anticipo. beh a questo punto al prossimo capitolo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Non è stato male, è stato divertente e avevo anche giocato bene, ovviamente Olly aveva fatto la maggior parte dei punti, ma appena finita la partita ha ben deciso di sparire e di conseguenza di non rispettare la sua parte del patto. Ero incazzata, la cercavo ormai da una ventina di minuti ma non si era fatta vedere, la gente iniziava ad andarsene e mi prese il panico, dovevo trovarla prima che il ragazzo se ne andasse, ma  proprio in quel momento andai a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno. Feci per chiedere scusa, ma quando alzai lo sguardo incrociai i suoi occhi verdi: era quello stesso ragazzo, il mio probabile coinquilino e mi stava osservando con un’espressione scocciata, dovevo cogliere la palla al balzo e così mi decisi a parlare.
“senti.. ho sentito che stai cercando un coinquilino..” tentai imbarazzata, lui alzò un sopracciglio ma non fiatò.
“.. e beh.. a me serve una casa dove stare.. e pensavo che..” mi bloccai rendendomi conto di quello che stavo facendo, stavo davvero chiedendo di vivere a casa di un perfetto sconosciuto?
“pensavi che..?” mi incitò lui.
Presi un respiro “potrei essere io la tua coinquilina” buttai lì tutto d’un fiato, senza riuscire a guardarlo negli occhi, non ero abituata a chiedere aiuto alla gente.
“Ma scusa quanti anni hai?” chiese lui, che al contrario di me non aveva smesso di scrutarmi
“19” sospirai.
Mi fissò perplesso senza dire nulla “ non ho nessun’altro posto dove stare, è per questo che te lo chiedo” continuai costringendomi ad evitare il suo sguardo. Cercò di mettermi una mano sulla spalle, forse spinto da compassione, ma mi scansai serrando la mascella, non avevo bisogno della sua compassione, era già di per sé imbarazzante chiedere aiuto a persone che manco conosco..
Fu lui a sospirare questa volta, mi lanciò uno sguardo e mi fece cenno di seguirlo. Ci fermammo davanti a una macchina nera, tirò fuori le chiavi “ io sto andando a casa ora, non hai delle valige?” chiese indicando la mia borsa.
“no, domani vado a prendere le mie ultime cose” sospirai entrando in macchina dopo di lui
Forse non era così cattivo come si dimostrava, dopotutto è stato più buono di Olivia e mi aveva accettata senza fare storie. Trattenni il respiro appena udii il motore partire: ora sarebbe cambiato tutto “ tranquilla non son il tipo di persona che fa del male alle ragazze” incrociando il suo sguardo mi sentii stupida “ non ci avevo neanche pensato, sinceramente” mormorai più a me stessa che a lui, rannicchiandomi  di più sul sedile e spostando lo sguardo fuori dal finestrino “ ad ogni modo io sono Andrew” si presentò “ Jamie”  risposi soltanto, e nessuno dei due aprii più bocca per tutta la durata del viaggio.
“eccoci” disse quando finalmente arrivammo. Era davvero una casa carina, rimasi a bocca aperta quando entrai, era accogliente: appena entravi ti trovavi davanti ad un soggiorno col pavimento in parquet, qualche vetrina sopra una delle quali c’era una tv, un caminetto, un tavolino, una sedia a dondolo e un divanetto bianco sotto il quale era disteso un tappeto beige, forse era piccola come casa, ma giusta per una o due persone. Mi guardai attorno sorridendo, sì era decisamente accogliente “vieni, questa è la tua stanza” disse salendo le scale e percorrendo un piccolo corridoio per indicarmi poi una porta, alzò il dito e indicò quella di fronte “questa è la mia, non puoi entrarci ovviamente, a meno che non sia qualcosa di estremamente importante e ricordati di bussare”.
“lì c’è il bagno, ce n’è uno anche di sotto, bene ora ti lascio pure disfare le valigie” concluse andando di sotto. Aprii la porta della mia stanza, era.. era..  beh era una stanza cosa mi aspettavo? Pareti bianche, un armadio, un letto, una finestra.. era una stanza. Non potevo aspettarmi le pareti viola, non potevo aspettarmi il profumo alla lavanda, i segni sul muro che disegnavo mano a mano che crescevo, non potevo aspettarmi la mia stanza e quella cosa mi rendeva triste, forse non avrei più rivisto la mia stanza, ma a chi la davo a bere? Io ero triste perché non avrei più rivisto mio padre, è vero, mi aveva cacciata di casa ma era pur sempre mio padre, ed era la persona a cui tenevo di più al mondo, la roccia su cui mi aggrappavo da quando mamma se n’era andata. Ma da quando mamma se n’era andata lui aveva trovato Sally e lei gli aveva fatto il lavaggio del cervello, quella donna era una persona orribilmente egoista, e di mio padre gli interessavano solo i soldi, probabilmente gli interessavano solo i soldi e basta. Una cosa era certa, nella mia nuova vita Sally non mi sarebbe mancata affatto. Sospirai tirando fuori quei pochi vestiti che mi ero portata appresso e una volta finito scesi di sotto, trovai Andrew in cucina così decisi di buttarmi sul divano accendendo la tv, poco dopo lo vidi sbirciarmi dalla cucina “ti ho disturbato?” chiesi, “no, è che.. non mi son ancora abituato ad avere qualcun altro che gira per casa” annuii e rivolsi lo sguardo alla tv “ho ordinato una pizza.. se per te va bene.. ma comunque l’ho già ordinata quindi..” disse grattandosi la testa, “pizza va benissimo” lo interruppi sorridendo. “certo..”  mi guardò imbarazzato e tornò in cucina.
Sorrisi a me stessa, no, non era cattivo.
“cosa è successo?” mi chiese mentre addentava il suo trancio di pizza, “sono stata cacciata di casa” risposi secca, senza accennare a dire altro “ e perché..” “ora vado a dormire, ho sonno, grazie per la pizza” tagliai corto gelida alzandomi e andando in bagno. Quella notte contrariamente a come mi immaginavo mi addormentai subito e non ebbi neanche incubi.


eccomi di nuovo,so di essere sparita e che è un pò corto ma il computer si era rotto e poi con la scuola non ho fatto in tempo e quindi scriverò una volta a settimana. spero vi piaccia e alla prossima.

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