Blackout di una stella degli anni 2000

di Jason_dal_profondo
(/viewuser.php?uid=731737)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sola. ***
Capitolo 3: *** Insicurezze ***



Capitolo 1
*** Sola. ***


CAPITOLO UNO.
Era sera,una fredda sera di fine inverno 2007, e Britney guardava fuori dalla finestra. Si sentiva soffocare in quella casa. Eppure quella casa era così vuota. I suoi bambini ormai non c' erano piu, nessuno c'era piu. Era rimasta sola. Tutti l'avevano abbandonata. Il suo ex marito la odiava, i media le urlavano contro nonostante l'avessero acclamata anni prima, Paris Hilton, l'unica amica che l'era rimasta, non la chiamava più e la evitava. Britney si sentiva come una di quelle riviste di gossip inutili che si comprano ad 1 dollaro: le compri, le leggi finchè sono interessanti, le risfogli e poi le butti via. Ora i suoi unici amici erano le sigarette ed il caffè. Non riusciva piu a pensare ad un motivo per esistere. L'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era prendere della cocaina e sniffare, sniffare e non pensare a nient' altro. Ma non poteva, non voleva. Sapeva che se l'avrebbe fatto ci sarebbe ricascata, ed aveva promesso di non toccare piu quella roba, infatti non ne vedeva da 2 mesi. La sua casa di los Angeles era così grande, troppo grande per una sola persona. Gli occhi lucidi erano illuminati dalla luce della luna che risplendeva nel cielo. -E' così bella- pensava Britney. Passò una mano sulla fronte sudata, fino ad arrivare ai capelli. Quei capelli spettinati che non toccava e non pettinava da settimane. Gli aveva fatti scuri, i capelli. Voleva cambiare, dire addio al passato da bambolina bionda che era. Ma voleva dire addio al passato, o voleva semplicemente evitare la nostalgia e i ricordi dei precedenti anni, quando era ancora la principessina bionda acclamata da tutti? Finì la sigaretta, la spense e la gettò per terra, giu dalla finestra di quell' alto primo piano. Rimase immobile per qualche istante. Si sentiva dispersa in quel momento, ma si sentiva dispersa sempre, da mesi ormai. Non le importava più di registrare nuove canzoni, di ballare, di fare tour. Non le fregava piu nulla della fama. -Tanto con tutta la pubblicità che fanno  quei gossip su di me, a che serve lavorare ancora? Mi basta fare un' intervista e mi sono fatta i soldi per mezzo anno- pensava lei. Non sapeva piu cosa fare. Scese al primo piano e si sedette su una sedia, nel silenzio di quella sala pranzo. Il telecomando era affianco alla sua mano, ma forse non aveva il coraggio di accendere la tv. Aveva paura di trovare telegiornali che parlassero male di lei, nonostante fosse abituata. -Che potrebbero mai dire alle 2 di notte?- pensò. Accese la tv. Canale 32. -Britney Spears ormai ritirata dalle scene, chiusa in casa con alchool e sigarette...- diceva la voce di quel coglione in tv. -Ma vaffanculo- esclamò Britney, mentre spegneva la tv. Gettò persino il telecomando dalla finestra. Buttò uno sguardo fuori, mettendo un occhio nello spioncino. C'erano dei paparazzi. Dei paparazzi alle 2 di notte, di fronte casa sua. Non ne poteva proprio piu Brit. Voleva non pensare a tutti i casini che stava affrontando, voleva schiacciare un tasto e spegnere la sua mente per qualche ora, magari per riuscire a dormire. -Basta- esclamò. Si guardò allo specchio. Era vestita con un pantalone di tuta ed una t shirt nera. Si mise la sua giacca con la pelliccia. Un altro sguardo. Cercò di sistemarsi quelle odiose extensions che aveva tra i capelli, prese un cappellino e se lo piazzò in testa. Poi si mise anche gli occhiali da sole. Già, gli occhiali da sole di notte, le servivano per nascondere la sua faccia dai paparazzi. Aprì la porta di casa, come se non le importasse degli uomini fuori. Appena la videro, i paparazzi iniziarono a scattare foto, a gridare il suo nome. Britney disinvolta raggiunse la sua auto, una decappottabile nera lucida. La mise in moto, e sfrecciò via. Piangeva Britney, anche in quel momento.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Insicurezze ***


Erano le 2 di notte, e Britney guidava, senza neanche sapere la meta. Si trovava su una lunga strada a Los Angeles, una di quelle strade circondate dal nulla. Aveva gli occhi lucidi, e il viso bagnato dalle lacrime che poco prima aveva emesso. Il vento le sfiorava le guance bagnate, che sentiva raffreddarsi. Non sapeva neanche perchè avesse pianto, forse era uno sfogo. Uno sfogo, una voglia di urlare ed uccidere quei maledetti paparazzi, farli a fettine, e far provare loro almeno un minimo, del dolore che stava provando lei. Quegli uomini sempre a osservarla, a giudicarla, a fotografarla, la facevano sentire insicura, inquieta. Non riusciva a sentirsi libera, si sentiva soffocare non solo in casa sua, ma ovunque andasse. E non erano solo i paparazzi. Il mondo la giudicava in quel momento, la giudicava sempre, non importava se ella facesse del bene o del male, sarebbe comunque stata giudicata. Tutti parlavano e parlavano, ma nessuno la capiva. Perchè l'achool? perchè la droga? Era tutto un ciclo infondo. Più il mondo tendeva a starle addosso, piu beveva e prendeva sostanze, piu beveva e prendeva sostanze e piu il mondo le stava addosso. Non poteva far nulla senza che qualcuno le puntasse il dito contro. Aveva fatto degli errori, ma non per questo avrebbero dovuto toglierle da casa i bambini. Britney continuava per la sua strada, poi vide dei poliziotti che le fecero segno con la mano indicandole di accostare. -Ma porca puttana- pensava Britney innervosita. Si avvicinarono due uomini, due poliziotti del dipartimento di los Angeles, uno sui 30 anni e l'altro sui 45. Senza neanche guardarla in faccia, l'uomo piu grande le chiese la patente e il libretto, poggiandosi con la mano sullo sportello chiuso dell'auto. -Che succede agente?- chiese Britney dubbiosa. -Semplici controlli signorina- rispose l'uomo con aria scocciata. -Aspetta- disse il compagno piu giovane -Ma lei è Britney!- Il poliziotto piu grande lo guardò, e poi giro lo sguardo verso Britney per accertarsi delle parole dell' amico, mentre le restituiva i documenti. Britney Non rispose, si girò con la testa dall' altra parte. Nonostante gli inutili occhiali, la riconobbero. -Ehi Britney- disse sempre l'uomo imbarazzato ed emozionato -Se vado a prendere un foglio di carta e una penna puoi farmi un'autografo?- Britney fece cenno di sì con la testa, un pò indifferente. L'uomo corse subito a prendere il tutto. Britney muoveva le dita sullo sterzo dell'auto come in segno di nervosismo. -Dovete scusarlo, ma ha visto il suo idolo...capitelo- esclamò il poliziotto rimasto solo con Britney, riferendosi all'amico. -Sono abituata- rispose fredda Britney. Dopo qualche secondo di silenzio, l'uomo riprese a parlare. -Non dev'essere facile- disse. -Essere una superstar dico... non dev'essere facile- -Non lo è- rispose Britney. Ed in quel momento lo sguardo scocciato di Britney, nascosto sotto gli occhiali, divenne nuovamente triste. Poi abbassò la testa, come in segno di stanchezza, di stanchezza mentale. -Anche gli altri lo sanno che non sto bene- pensava. -E allora perchè continuano a farmi del male?-. Passò una mano tra i capelli, prese una ciocca e inizò a giocarci, come per smentire la sua tristezza. Il poliziotto era tornato con carta e penna. le diete a Britney, che firmò quell' autografo, venuto un pò male perchè per scrivere, il foglio fu poggiato sulla gamba. -Britney- disse sempre il poliziotto fan -Quando uscirà il tuo nuovo album? Tutti noi fan siamo ansiosi- Britney Non ne aveva idea. Aveva smesso da un pò di lavorare al suo nuovo album. Aveva iniziato le registrazioni già ad inizio 2006, ma con tutto ciò che era successo,aveva sospeso la produzione. Non aveva neanche intenzione di riprenderla, non le importava più ormai. Non le andava piu di lavorare, di fare niente, ma non era pigrizia. Alcuni giorni avrebbe voluto solamente chiudersi sotto le coperte e non uscire mai più. Si sentiva come un' adolescente vittima di bullismo a scuola. Solo che era una donna matura e cresciuta, aveva una vita che va oltre al passare 5 ore di giornata in una classe, e il suo bullo era mezzo mondo. Figuriamoci se in queste condizioni sarebbe riuscita a lavorare alla sua musica. -Ci sto lavorando- rispose, nonostante tutto. Poi mise in moto l'auto. per un ultima volta l'uomo si avvicinò a lei e disse -prenditi cura di te Brit.- Britney sorrise all'uomo. Non si era neanche accorta di quel sorriso. Aveva sorriso, perchè in quel momento qualcuno le aveva chiaramento fatto capire di tenere a lei. Qualcuno che non conosceva, teneva a lei. Ripartì, e sfrecciò nuovamente in strada. -Voglio scrivere una canzone- pensò. -Una canzone contro i paparazzi, contro a chi mi critica- pensò ancora, sicura di se stessa. -Voglio scrivere una canzone che segnerà il mio riscatto-.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2818380