I passi dell'angelo

di danjelesbb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo; ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1; ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2; ***



Capitolo 1
*** Prologo; ***


Continuavo a stringere la sua maglia e a sentire l'odore che essa emanava. Mi sembrava tutto irreale.
Mi sembrava impossibile che fino due sere prima ero stesa accanto a lui e che adesso, l'unica cosa che su quel letto mi faceva compagnia era il suono delle mie urla di disperazione.
Nessuno poteva capire nemmeno lontanamente il mio dolore.
Ero sommersa da "mi dispiace", "era un bravo ragazzo", "adesso è in un posto migliore" ed era tutto così falso. Erano frasi dette giusto perchè era cortese dirle,non per farmi sentire meglio.
Al sentire quelle parole mi litimitavo ad un sorriso e avevo la sensazione che nessuno si rendesse conto che ogni singola parte di me nel frattempo stava morendo nella speranza di raggiungere ciò che prima mi era così vicino.
Ma alla fine, non potevo dargli la colpa per la loro non comprensione. Come si può spiegare cosa si prova quando, dallo stringere una persona così forte a sé, si passa alle giornate ad immaginare di averlo al proprio fianco?
La consapevolezza di essere impotente, di non poter tornare indietro, ti rende debole e ti fa sentire uno schifo, un vero e proprio schifo.
L'unica cosa che mi consolava era il suo ricordo e sapevo che l'avrei tenuto sempre nella mia mente e nel mio cuore perchè io, io non mi dimenticherò mai di noi.


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1; ***


25 giugno 2013; ore 23.30.
Discoteca di Artesia;

La musica era assordante, le persone ballavano in modo rozzo mentre impugnavano drink di ogni tipo ed io ero lì, seduta su quel divanetto, del quale avevo accuratamente osservato i particolari per far sembrare il tutto meno noioso.
Cosa ci facevo in quel posto? Io non appartenevo a questo luogo, a questa gente, a questo genere di vita.
Guardavo attentamente ogni singola persona, il modo in cui seguiva la persona con cui ballava, il modo in cui dimenticava le preoccupazioni di ogni singola giornata con della musica, che non ti permetteva nemmeno di capire cosa stavi pensando.
Mi chiedevo se lì in mezzo ci fosse qualcuno che si sentiva come me:inappropriato. Mi chiedevo se qualcuno lì in mezzo mi avesse guardato e pensato 'adesso magari le offro qualcosa da bere e le chiedo di ballare' ma immaginare ciò, mi portava più angoscia di quanta ne avessi già.
Non potevo aspettarmi di trovare qualcuno interessato a me adesso, perché lo sapevo, sapevo di non essere il genere di ragazza che si compra vestiti per apparire sensuale agli occhi degli altri e per dominare ogni tipo di ballo che avrebbero proposto nella serata.
'Basta' pensai mentre mi alzavo dal divano per raggiungere la porta d'uscita.
Poggiai la mano sulla maniglia quando all'improvviso, qualcuno mi afferrò il polso facendomi provare dolore.
Mi girai per inquadrare il viso della persona che nel frattempo aveva il viso rivolto verso avanti e faceva spazio tra la folla mentre mi stringeva ancora il polso.
Iniziai a urlare dicendo: « Lasciami andare! », ma ogni tentativo di fargli mollare la presa fu inutile. Non capivo chi fosse o cosa volesse e, perché non mi lasciasse andare dal momento che gliel'avevo chiesto urlandogli contro.
Ad un certo punto, lui si fermò e di conseguenza fece fermare anche me. Si girò verso di me, lasciò la presa e disse « Scusami se ti ho fatto male tesoro », a giudicare dal modo in cui l'aveva detto era sicuramente ubriaco. Continuò a parlare « Volevo chiederti se avevi voglia di ballare con me. Ti ho guardata tutto il tempo seduta sul divano e non potevo lasciarti andare via da qui delusa».
In realtà, non era il tipo di persona che desideravo mi chiedesse di ballare ma non mi sembrava adeguato dirglielo perciò rimasi in silenzio guardando quel poco di pavimento che il piede di qualcuno non occupava.
« Allora? Vuoi ballare o no? » disse catturando di nuovo la mia attenzione. Cosa avrebbe fatto se gli avessi detto di no?Mi avrebbe costretta? Non avevo voglia né di ballare, né di altro, perché avevo ancora intenzione di tornare a casa e, se lui non mi avesse fermato, adesso sarei sul mio letto a immaginare come sarebbe stato se almeno avessi provato ad avvicinarmi a qualcuno e non attirare un tipo ubriaco marcio.
« Mi dispiace ma devo assolutamente tornare a casa», iniziai a dire, « Mi sarebbe piaciuto passare del tempo con te ma davvero non posso». Pensai che magari così non si sarebbe offeso.
Cominciai ad osservarlo con molta cura e notai anche la cicatrice che aveva sul lato destra della fronte. Era un bel ragazzo;aveva degli occhi neri che mi sembravano unici rispetto tutti gli altri. Era molto chiaro di carnagione ed aveva un ciuffo che si innalzava dal capo.
No, non era il tipo da feste e discoteca e si capiva. Io l'avevo capito. Era vestito in modo totalmente inadeguato e mi ricordai di averlo visto seduto solo a bere una bevanda durante il tempo che passai a guardare le persone in sala.
Forse si sfogava con il bere ed era venuto qui per passare una serata con qualcuno e dimenticare i problemi o, forse, la mia immaginazione stava inventando un mare di cazzate.
Ad un certo punto, mi spinse a lui prendendosi per i fianchi e iniziò a baciarmi il collo. Provai in ogni modo a liberarmi, ma la sua stretta era troppo forte.
« Cosa vuoi? Lasciami! » continuavo ad urlare, ma la musica era troppo alta e nessuno sentiva. Nessuno si rendeva conto di nulla. Erano tutti troppo applicati a pensare ai movimenti da fare.
Iniziò a toccarmi con violenza, a scrutare ogni mia curva,e a quel punto,con tutte le mie forze riuscii a liberarmi e corsi verso l'uscita spingendo chiunque mi intralciasse la strada.
Poggia di nuovo la mano sulla maniglia e questa volta il cuore mi batteva così forte che potrei giurare di sentirmelo uscire dal petto.
Aprii la porta e mi sentii subito meglio. Mi sentii come un peccatore al quale era stata aperta la porta del paradiso.
Faceva molto freddo e quel venticello che tirava rendeva più leggero ogni mio respiro.
Continuavo a camminare con le braccia incrociate e con lo sguardo fisso a terra quando decisi di sedermi su una panchina lì vicino.
C'erano coppie di fidanzati, gruppi di amici e non notavo nemmeno una persona che camminasse sola in compagnia dei propri pensieri. Mi sentivo stupida.
'Ma torna a casa', pensai. Quel pensiero divenne come un ordine, girai i piedi verso la strada per casa e la percorsi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2; ***


26 giugno 2013;ore 9.24.
Casa;

I raggi del sole penetravano dalla finestra e riempivano la stanza di luce.
 I miei occhi si spalancarono al contatto con tanta luminosità e pensai a quanto fosse rilassante svegliarsi senza il suono stordante della sveglia alle 6.30 del mattino.
  Mi strofinai la mano sull'occhio e notai il trucco su di essa.
 Mi ricordai di ciò che era successo la sera prima:della discoteca,della musica,dei corpi che si muovevano seguendo il ritmo,di quel ragazzo e di quanto odio provavo nell'essere "la ragazza seduta senza compagnia".
 All'improvviso sentii l'inconfondibile suoneria del mio cellulare e allungai velocemente la mano verso il punto dove sentivo provenire la musica.
 Dopo aver cercato alla cieca senza risultati, mi alzai,posai lo sguardo sul comodino,e afferrai l'apparecchio per rispondere.
«Pronto?» dissi facendo involontariamente uno sbadiglio,
«Brianna!Sono io,Lorie!» rispose la voce dall'altra parte del telefono,
«Oh,ciao Lorie».
 Lorie era la mia migliore amica dai tempi delle elementari.
Era una bellissima ragazza e dovevo ammettere che io ero molto invidiosa del suo aspetto. Era solita portare i capelli molto corti da tantissimi anni e non riuscivo a capire come mai stesse lo stesso così bene.
Prima che si tagliasse per la prima volta la sua bellissima chioma in modo così drastico,li portava sempre raccolti in una coda perchè diceva che,se li lasciava sciolti,sentiva molto caldo ed erano d'intralcio,ma non avrei mai pensato che li disprezzasse così tanto da venire una mattina a scuola con i capelli quasi a zero. Mi ricordo ancora quel giorno;appena entrò tutti si soffermarono sul suo nuovo taglio di capelli ma io no,io mi soffermai sul suo viso,che era rimasto sempre quello di prima.Sembrava sempre uno di quei quadri spettacolari. Quelli che in un museo ti fermi a guardare per molto più tempo rispetto gli altri.
Ma c'è da dire che non sono mai stata invidiosa del suo carettare.La conoscevo da tantissimi anni ormai ma non avevo ancora capito quasi nulla di lei.
'Che pessima migliore amica' penserete,ma in realtà sapevo benissimo di essere un'ottima amica perchè ero l'unica ad esserle sempre stata vicina,nonostante i suoi continui cambiamenti.
Alcune volte sapeva farti ridere,altre risultava molto noiosa.
Sapeva essere convincente ma c'erano volte in cui non riusciva a convincere nemmeno sè stessa.
La volevo davvero molto bene ma l'unica cosa che mi tormentava era se lei ricambiasse il mio affetto.
C'erano giorni in cui sembravo l'unica persona che per lei contasse davvero e potrei giurare che,mi sentivo fin troppo bene quando mi abbracciava e nel frattempo urlava quanto mi fosse grata per le giornate passate con me.Ma poi sembrava quasi che crollasse e che tutto ciò che avevamo costruito insieme fosse una parte irrilevante della sua vita,quasi dimenticata e buttata in qualche scatolone in soffitta a prendere polvere.
«Ma ieri che fine hai fatto tesoro?»,disse con la sua voce angelica.
Oh allora:tu mi hai costretta a venire con te e farti compagnia in quell'orribile posto mentre alla fine sai,ho notato che forse tu avresti dovuto fare compagnia a me.Ah e poi,un tipo misterioso mi ha trascinato con sè e non voglio dirti le sue intenzioni,sono sicura che capirai da sola.La mia fine?Me ne sono corsa a casa delusa dalla serata perchè pensavo che tu mi saresti stata vicina e mi avresti fatto divertire,ma si vede che era delle tue giornate "Brianna-non-è-importante-per-me".
«Sono tornata a casa presto perchè ero molto stanca.Volevo dirtelo ma non riuscivo più a trovarti tra tutto quell'ammasso di corpi»,dissi.
Non sapevo se pentirmi o meno per non avergli detto ciò che in realtà avrei voluto dirle,ma ho lasciato che la conversazione continuasse senza dire i miei veri pensieri.
«Ah capisco,spero tu ti sia divertita.Magari possiamo tornarci la prossima settimana,che ne dici?» 
«Devo vedere se ho l'agenda libera,sai sono piena di impegni», risposi sperando che non sentisse nel mio tono di voce la voglia matta di non ritornare in quel posto,
«Va bene»,le scappò una risatina come se sapesse benissimo che io non avevo un'agenda e tantomeno degli impegni,«Allora fammi sapere.Adesso vado sulla spiaggia con un mio amico,poi ti racconto tutto!Ciao tesoro».
tin-tin-tin.
Nemmeno il tempo di risponderle che aveva terminato la chiamata.
'ottimo',pensai,'le interessa davvero molto'.
Feci una risatina per sdrammatizzare e lanciai il telefono sul letto.
Scesi al piano di sotto e come al solito,trovai un post-it scritto da mamma e papà sul frigo:
'Tesoro siamo andati a lavoro presto stamattina,
la colazione è nel frigo.
Un bacio,
mamma e papà'

Mi chiedevo come mai ancora mi scrivissero ancora post-it dal momento che andavano a lavoro la mattina presto da ormai qualche settimana.
Non ci pensaii più di tanto e aprii il frigo per prendere la mia colazione.
Succo d'arancia con pancetta e uovo,la mia colazione preferita.
«Ti adoro mamma!» dissi urlando mentre mi ingozzavo di pancetta.
Se mi avesse sentito qualcuno mi avrebbe preso per pazza,ma non m'importava.Pensavo al lato positivo:magari quell'urlo sarebbe arrivato da mamma e lei avrebbe capito quanto rendeva la sua figlioletta felice.
Ed ecco che arrivava il momento peggiore della giornata,quello in cui,dopo colazione,mi alzavo dalla sedia,mi guardavo intorno e pensavo a cosa avrei fatto a casa da sola tutto il pomeriggio fino a quando la sera,non sarei andata a dormire.
'Che schifo.Ho davvero una vita da schifo' pensai sbuffando.
Ma era colpa mia?Non lo sapevo.Non riuscivo a trovare qualcosa che avessi sbagliato per ridurmi in questo stato:con una 'migliore amica' e una colazione con pancetta e uovo come compagnia. 
Mi sdraiai sul divano in modo,dovevo dire,davvero goffo e presi il telecomando.
M'immaginai come una donna divorziata,stressata,sola e di quarant'anni in preda ad una crisi,che passava le sue giornate a mangiarsi le unghie e a guardare la tv come se non ci fosse un domani.
Iniziai a ridere ma poi mi resi conto che non c'era nulla di divertente perchè alla fine,davvero sembravo quel tipo di donna in cui mi ero immedesimata nella mia mente.
Provai a pensare ad altro,a girare i canali,a vedere qualche puntata di qualche show demenziale ma comunque,alla fine,quella mattina fu davvero difficile da sopportare.
-
26 giugno 2013,ore 18.40;
Vialetto fuori casa;

'Mamma,papà,
sono la vostra adorata figlia.
Ho scritto questo post-it per dirvi che sono scesa quindi se non mi trovate a casa,
no,non sono stata rapita,ucciso o presa da un alieno.
Un bacio,
Brianna.'

Ecco il post-it che lasciai sul frigo prima di andare a fare una passaggiata per evitare di diventare una parte immobile della casa.
Aprii la porta e rimasi lì,ferma,sulla soglia di casa,per quasi un minuto che sembrò non finire mai.
Ero indecisa se restare a casa sul divano a deprimermi o fare una passeggiata da sola,a deprimermi.
Ma alla fine,scelsi la seconda opzione.
La mia casa abitava in un vialetto che io ritenevo davvero delizioso.
Gli alberi sembravano come la cornice di un quadro per il modo in cui circondavano l'intera zona e tutte le case e i piccoli particolari presenti,sembravano schizzi dipinti quando immagini un posto tranquillo e sereno.
Purtroppo però,facevano parte del quadro anche i rumori assordanti delle macchine,le urla dei bambini e degli stessi adulti che litigivano come due ragazze di quattordici anni invaghite dello stesso ragazzino.
Ma ecco,io ero solo un punto irrelavante del quadro.Quello che nessuno nota.Quel particolare al quale nessuno fa caso.Mi sentivo come quel qualcosa di inutile che non fa la differenza,perchè io non avevo mai fatto la differenza.Non ero mai stata in grado di farla.
Ed ecco che partì la mia suoneria.
 « Pronto? »
 « Ciao tesoro,sono di nuovo io,Lorie! »
 « Ciao Lorie »,dissi mentre mi sedevo su una panchina vicino ad un parco.
 « Sono da poco tornata a casa e stamattina ti ho detto che sarei andata a mare con quel mio amico e mi ha baciata! ».
Sono contenta che hai una vita sociale molto attiva,Lorie.Sicuramente mi interessa molto parlare del tuo amico mentre io tra poco non so nemmeno cosa sia un ragazzo.
 « Oh ,bene.E com'è andata?Cioè com'è successo?»,domandai mentre pensavo che saperlo mi avrebbe solo fatto stare più male;

 « Stavamo giocando nell'acqua,sai tipo,ci schizzavamo l'acqua e cose del genere,quando all'improvviso mi prende per la vita e mi bacia.E' stato davvero bellissimo.Mi piace davvero tanto questo ragazzo,Brianna,so che ho sempre avuto la reputazione di quella che non ha mai voluto una storia di più di una notte,ma nessuno ha mai capito che cercavo solo il ragazzo giusto ed eccolo qua!Il mio amato Al»

 « Wow,quindi Al,si chiama Al.Sono contenta che tu,insomma,abbia trovato qualcuno con cui vuoi una relazione per bene»

 « Lo sono anche io tesoro! Ma non preoccuparti,non prenderà il tuo posto»,disse con un tono entusiasta.
 Per un momento riuscì a farmi essere felice usando quel tono di voce,ma poi ritornai a pensare a quanto invece io,al contrario di lei,fossi sola e la felicità volò via,come un aquilone lasciato in balia del vento.

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