La spada del conquistatore

di Lost In Donbass
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un flaccido americano, un ciclista esaltato e un' innocente vittima degli eventi ***
Capitolo 2: *** Di mendicanti, misteri e spade perdute. ***
Capitolo 3: *** Case misteriose, concerti d'organo e omicidi ***
Capitolo 4: *** Di inseguimenti, sequestri e risoluzioni ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Un flaccido americano, un ciclista esaltato e un' innocente vittima degli eventi ***


CAPITOLO PRIMO : UN FLACCIDO AMERICANO, UN CICLISTA ESALTATO E UN INNOCENTE VITTIMA DEGLI EVENTI
-Ecco spiegato il perché la stricnina cambia colore a seconda di dove viene messa- il ragazzo si alzò, si spazzolò i jeans e si passò una mano tra i folti capelli neri. Avevano ancora le tracce della tinta bionda che sua zia aveva cercato di togliergli con risultati più che scarsi.
-Veramente non ho capito nulla- il ragazzo biondo che sedeva compostamente davanti a lui aveva un’aria decisamente confusa. Come dargli torto del resto?
-Lascia stare Michael, tanto non potrai mai capire queste sottigliezze. Piuttosto, sei riuscito a scoprire che ne è stato del gioiello del rajah in visita dall’India?-
-Uffa Billie, te l’ho già detto tante volte! L’aveva rubato una gazza ladra-
Billie Joe sbuffò
-Trovo l’estate una stagione noiosa e opprimente-
-Io non la trovo così male. C’è tanto sole, c’è il mare, non c’è scuola-
-Lo vedi che non capisci nulla Michael? Io intendo che non accadono mai cose degne di importanza-
-Io ti avevo invitato alla festa, sei tu che non sei venuto!-
-Quella non è una cosa importante! Riuscirai mai a distinguere le cose importanti e serie da quelle inutili e bislacche?-
Il biondo sospirò e guardò il grande sole che splendeva sulle loro teste.
-Sei frustrante a volte, lo sai Billie?-
-Definisci la parola Frustrante-
- Billie Joe Armstrong, persona deprimente, scoraggiante e demoralizzante –
L’interessato guardò con una smorfia imbronciata l’amico
-Hai mangiato un vocabolario per colazione Mike?-
-Hai fatto incetta di limoni stamane,BJ?-
I due erano seduti lì, sul dondolo di casa di Mike da tempo immemorabile. Guardavano la gente andare al mare e si limitavano a seguirla con lo sguardo. A volte la gente li squadrava, a volte ridacchiava nervosamente ma loro continuavano nel loro lavoro di “fissamente”. L’aveva ideato Billie Joe. Fissare le persone e cercare di carpire il più possibile da essi. Quel gioco a Mike non era mai piaciuto perché poi si finiva col parlare di chimica e poi col litigare. Sempre e immancabilmente. E ripetere la stessa scena due volte a settimana capirete bene che non era una cosa particolarmente esaltante. Forse aveva ragione Billie alla fine. Le loro estati erano belle quanto quelle di un bradipo sul letto di morte. Tutte uguali e immancabilmente schematizzate. Il lunedì e il giovedì “Fissamente”; il martedì e il venerdì “Ricerca di misteri o cose da fare” quei giorni alla fine li passavano seduti in biblioteca indecisi su che libro prendere fino a che la biblioteca non chiudeva e loro non avevano scelto nulla. Quindi uscivano sempre con libri di cui non poteva importare meno a nessuno dei due; il mercoledì “lavori socialmente utili” che alla fine consistevano nel fissare il posto sogno di ogni ragazzo intelligente cioè la sala pub/musica. Il weekend “organizzazioni compiti” alla fine si ritrovavano con Mike che faceva i compiti di entrambi e Billie che piangeva per colpa di qualche paturnia mentale dovuta alla lettura di un libro troppo deprimente. Quando poi si riaveva dalle lacrime correggeva i compiti di entrambi. Ok, dovete ammetterlo che vivere in California e avere delle estati così a 14 anni è deprimente. Ma anche per loro il destino aveva in serbo qualcosa di speciale. E quel qualcosa si chiamava Frank Wright! Come dicevamo prima, i nostri BJ e Mike stavano seduti sul vecchio dondolo ad annoiarsi e a guardare le nuvolette bianche come panna montata quando un tonfo li fece sobbalzare. Alzando lo sguardo notarono un ragazzetto con la cresta carponi sul marciapiede di fronte a loro, incastrato con la bicicletta in un cespuglio
-Tutto bene?- Mike si alzò e andò a controllare che il ciclista non si fosse fatto troppo male. Billie Joe, da bravo apatico, non mosse un muscolo.
-Si, grazie, ho preso solo una ginocchiata perché i freni non funzionano tanto bene … comunque piacere, mi chiamo Frank, ma puoi chiamarmi Tre –
-Oh, piacere mio Mike, sei sicuro che non ti sei fatto niente?- il ragazzo cercava con fatica un nesso tra il nome Frank e il soprannome Tre, ma non lo trovava
-Davvero, tutto ok. Ma, il tuo amico sta bene?- il ciclista guardava strano Billie Joe che non pareva volersi muovere di un millimetro tanto era immobile.
-Si, è fatto così, sta pensando. Si chiama Billie Joe. Sembra scemo, ma è molto intelligente-
-Ah, che strano tipo. Va beh, grazie comunque. Ci si vede in giro, eh?-
Neanche il tempo di salutarlo che il nanerottolo era balzato in sella alla bici. Mike non poté fare a meno di notare che il manubrio era storto e le ruote anche.
-Chi era?-
-Un ragazzo che è caduto dalla bici. Si chiama Frank, ma ha detto che puoi chiamarlo Tre. Potevi anche un minimo fare un cenno di saluto, però! Sei molto maleducato Billie –
-Essere educato non rientra nei miei propositi per l’estate, Mike, dovresti saperlo-
Il biondo sbuffò e ritornò sul dondolo
-Dobbiamo continuare a giocare a Fissamente o possiamo fare qualche cos’altro?
-Il gioco è concluso e ho vinto io. Ora dobbiamo … -
Un altro tonfo li fece sobbalzare. Il ciclista scivertato di prima era tornato e stava picchiando la bici
-Olà, ci si rivede! Piacere Frank ma puoi chiamarmi Tre- il ragazzetto tese la mano verso quella di Billie
-Piacere, Billie Joe – il nostro tappo strinse giusto meno di un millesimo di secondo quella dell’altro, per poi osservarlo con occhio critico
-Indossi una camicia con i fiori-
-Si! È bellissima vero? Sono fiori di nasturzio!-
-E’ assolutamente abominevole e riprovevole da indossare -
Tre guardò Billie con delusione estrema e Mike dovette velocemente intervenire
-Ah, è originale, intendeva quello il mio amico … non voleva offenderti-
Tre fece un sorriso che mise in mostra i denti storti e una luce leggermente folle gli attraversò le pupille
-Che ne dite se andiamo a prendere un gelato? Non so che fare e voi neanche quindi potremmo cominciare a fare amicizia e … -
Tre si bloccò notando l’espressione interrogativa di Mike e quella schifata di Billie Joe
-Ehm, scusate, ho parlato troppo veloce! Intendevo dire, volete venire con me a mangiare un gelato? Scusate l’intrusione ma mi sembrate persone interessanti e qui a Rodeo se ne vedono poche di facce interessanti-
Mike considerò le alternative : o mangiare un gelato in compagnia di un bambino pazzo o litigare con un becchino incarnato in ragazzo. Decisamente più conveniente il gelato
-Io vengo per il gelato- disse convinto
Billie Joe storse il naso e tornò sul dondolo
-Andate in pace, io non mi muovo-
Dopo 10 minuti tre ragazzini aspettavano dal chioso del gelataio con un dollaro a testa stretto nel pugno.
-Si! C’è il gusto al melone! È secoli che lo aspetto!- esultò Tre con aria compiaciuta. Billie Joe non trovava un gusto che gli andasse bene. In realtà a lui nessun gusto andava a genio, fatta eccezione per il cioccolato ma era assolutamente da poppanti chiedere un cono al cioccolato. Insomma, aveva 14 anni e una reputazione da mantenere!
-Allora ragazzo, che gusto vuoi?-
Il gelataio lo strappò via dal suo mondo fatto da coni al cioccolato
-Io … ehm, crema?- lui odiava la crema. Era assolutamente vomitevole. E il suo dollaro venne risucchiato da uno stupido cono alla crema. L’aveva sempre detto lui : la colpa di tutti i guai e i mali era il gelato alla crema.
Osservò disgustato la massa gialla e informe che lo fissava ghignante, compiaciuta del suo dolore. Trattenne un conato e regalò il suo obbrobrioso gelato a Tre che sembrava insaziabile con la sua oscena camicia a fiori e le Superga verdi. Verdi! Billie pensò di non aver mai visto delle scarpe più terrificanti di quelle. Proseguirono lungo la spiaggia particolarmente gialla, con il mare splendidamente azzurro che frusciava leggero ai loro piedi, quasi a volerli isolare dalle grida della gente e dei bambini felici e contenti. Tutto come in uno schifoso film di serie B, pensò Billie Joe osservando acido un gruppo di surfisti. “Tutta colpa del gelato alla crema” su questo non c’era dubbio alcuno.
-Oggi il mare è bellissimo, vero?- commentò Mike con il suo solito buonumore che faceva impazzire Billie Joe. Al diavolo, come poteva il suo amico essere sempre così allegro e ottimista quando al mondo milioni di balene morivano vittima di fiocine e altrettanti ettari di foresta venivano risucchiati da enormi macchinari?! Ok, doveva decisamente smetterla di leggere i giornali ecologisti di sua zia.
-Lo sapete che ho letto su di un giornaletto per ragazzi  che il gelato alla crema è fatto con le uova di squalo?- disse Tre
-Che fico- sorrise Mike
Billie ingoiò a fatica il conato che era pronto a uscire
-Ovviamente era uno scherzo. Credo.-
-Piuttosto- interruppe Billie per cambiare argomento –Hai per caso individuato qualche mistero o caso particolare?-
Mike alzò gli occhi al cielo e Tre assunse un’espressione di difficile interpretazione
-No, perché? Siete investigatori?-
-Certo che si- BJ assunse un’aria professionale per quanto gli fosse possibile
-Diciamo che troviamo interessante provare a risolvere qualche piccolo mistero- rettificò Mike
Tre assunse un’espressione di pura e genuina ammirazione
-OH,dei veri detective … quanti casi avete risolto?!-
Preso leggermente in contropiede, Billie articolò
-Ehm, beh, cioè … - cercò con gli occhi l’aiuto di Mike, ma quel bastardo del suo migliore amico si limitò ad alzare le spalle come a dire “te la sei cercata”
-Glab, più o meno … abbiamo … -
-Non abbiamo risolto nulla sino ad ora- intervenne Mike, stroncando ogni sogno vanaglorioso di Billie Joe.
-Che fico però! Anche io adoro investigare! Potremmo fare un club di investigazione che ne dite?! I tre investigatori … suona bene! Tre giovani ragazzi di Rodeo che risolvono con intelligenza e presenza di spirito casi impossibili- mormorò Tre con voce sognante. Mike sbuffò: aveva detto esattamente le cose che Billie gli ripeteva da oramai più di un anno.
Prontamente il tappo dagli occhi verdi si fece sentire
-Oh si! È esattamente ciò che pensavo anche io! Assolutamente si deve fare. I tre investigatori!-
­-Ma scusate, chi ha detto che io accetti?-
I due si voltarono a fissare Mike che li guardava con aria di sfida. O quello che in teoria per il ragazzo era un’aria di sfida.
-Tu devi accettare- Billie lo guardò come se fosse un pazzo che sta rinunciando a una montagna d’oro.
-Perché non vuoi?- Tre spalancò gli occhi da procione con un’espressione stupita.
-Mi sento obbligato ad accettare mentre in realtà non voglio-
-Ma ti ha dato di volta il cervello Michael?- ecco di nuovo la voce stridula e alterata –Presto saremo famosi, i detective più giovani d’America! Immaginati fama, ricchezza, casi risolti con maestria. E’ il modo per lasciare questo paese pidocchioso! Ti rendi conto?! Niente più signora Pink che ci urla dietro per averle sottratto il pane, niente reverendo Mumford  e prediche sull’Apocalisse ogni domenica, niente bulli che ci prendono a pugni!-
Ok, ora stava esagerando. Nessuno avrebbe considerato tre quattordicenni che giocano ai detective! Billie leggeva troppo. E vedeva troppa tv. Decisamente troppa tv.
-E’ solo che mi sembra assurdo, ecco tutto. Non ha senso!-
-Invece si- intervenne prontamente Tre facendo voltare più di una persona nella propria direzione –Perché ho il sesto senso (e il mio 6 senso non ceffa mai) che invece saremmo bravissimi e daremo un valido contributo alla polizia. E fidati del 6 senso Mike, l’ho ereditato dalla nonna che leggeva carte, tarocchi, fondi di the, fondi di caffè, rune, incisioni rupestri e i fumetti di Topolino!-
Mike osservò i suoi amici tappi che lo guardavano con un’aria molto seria che però sembrava quasi comica, poi guardò la gente che cominciava a ridere di loro e infine riguardò i due
-E va bene, convinto. Ma se cominciamo a metterci nei guai tipo che veniamo sequestrati o uccisi io me ne vado!-
-E come fai ad andartene se ci uccidono?! Michael svegliati, non capisci niente- tanto la strigliata di Billie Joe se l’aspettava. Normale routine. Meno nella routine invece venire abbracciati da MichiamoFrankmapuoichiamarmiTre in mezzo alla spiaggia. Decisamente spinosa come situazione se contiamo che c’era tutta la scuola al mare che ridacchiava di loro. Mike poteva vantare di avere due amici nonché colleghi assolutamente imbarazzanti, pazzi, sconclusionati ma … assolutamente fantastici. Soprattutto dopo che teneva Billie Joe in pugno, in seguito alla scoperta accidentale del poster di Goldrake in camera del signorino Armstrong che fino a un momento prima gli aveva fatto l’elmetto sull’inutilità del suddetto cartone. Quella era stata una giornata grandiosa per Mike, un po’meno per BJ.
-Allora il patto è suggellato. Signori, sputate qui-
Billie si sputò sulla mano, imitato dagli altri due e il patto fu saldato. Si sentivano importanti in quel momento. Tornarono a testa alta verso casa di Mike, dove tutto era incominciato, per cominciare a delineare le sorti dei neonati TRE INVESTIGATORI. La casa era rimasta assolutamente immutata nel corso delle due orette e la mamma del biondo non sembrava essere tornata all’ovile. Meglio ovviamente. Si intrufolarono in casa e Tre si precipitò in cucina dove poté attaccare voracemente il barattolo di burro d’arachidi. Billie piazzò foglio unto di carta e penna rosicchiata a Mike ordinando gli di scrivere ciò che sarebbe stato detto durante la riunione di d’apertura. Tanto era sempre così.
-Allora, facciamo il punto. Prima di tutto dobbiamo trovarci un covo segreto dove poter agire indisturbati e poter organizzare con precisione le azioni di coordinazione per la risoluzione dei misteri. Secondo dobbiamo cominciare a informarci sugli eventuali enigmi che ci propone Rodeo. Qualcuno ha qualche idea?-
-Io avrei un covo- bofonchiò Tre, leccandosi le dita
-Bene, e dov’è?-
-Avete presente la scuola? Si? Ok, allora sapete che dietro c’è quel negozio di alimentari che vende le caramelle alla fragola e melone? Perfetto , dietro quel negozio c’è una roulotte scassata e abbandonata, sepolta da roba inutile. È agibile e vi posso assicurare che lì nessuno ci ficca il naso. Il negozio è dei miei zii e tranquilli che la roulotte è più sicura di un bunker. L’avevo precedentemente messa un poco in ordine quando non sapevo che fare e … insomma, mi pare adatto come nascondiglio-
Billie Joe ponderò la situazione e poi annuì
-Perfetto, Michael hai scritto tutto? Possiamo andare a vedere questa roulotte?-
Il trio riuscì di  casa e si diressero spediti verso il negozio delle caramelle fragola melone.
-Uffa, certo che sta città è allegra quanto un elefante morto- disse Mike
-Una macchia sulla cartina della California - assentì BJ
Girarono un po’di traverse e stradine secondarie fino a giungere al negozio degli zii di Tre. Girarono attorno alla staccionata e la scavalcarono dal retro. Sul retro del negozio era ammassata una spropositata quantità di oggetti rotti o talmente vecchi di dar l’idea che abbiano visto la nascita degli USA. Sotto quel marasma di anticaglie dormiva la roulotte
-Mi spieghi come ci entriamo nel covo?- chiese Billie che non aveva nessuna voglia di fare acrobazie su di una pila traballante di vecchiumi. Ovviamente era invece ciò ch avrebbero dovuto fare. Tre sgattaiolò sulla pila come un topolino e dalla cima chiamò
-Dai ragazzi, venite! Si entra dall’ abbaino sul tetto-
-Ma … ma io, veramente non so … - balbettò Billie Joe
Mike, contento che finalmente ci fosse un po’d’azione, seguì Tre e arrivò sul tetto. Il povero BJ si guardò attorno alla ricerca di una scala (che non c’era) e poi si decise a salire. Dopo neanche un metro si ritrovò in difficoltà evidente. Un telefono era sbucato all’improvviso, impedendogli di raggiungere il manico di scopa che avrebbe dovuto issarlo un po’. Inoltre i piedi cominciarono a scivolare ed annaspare nel vuoto. Ora si che aveva paura. Rimase spiaccicato lì piagnucolando.
-Ehi, ma perché Billie Joe non viene?- chiese preoccupato Tre
Mike sogghignò ridacchiando
-Mai sentito parlare del “flaccido americano”? Ebbene, lui ne è un esempio-
Detto ciò andò a recuperare un terrorizzato Billie, se lo caricò in spalla e si rifece la scalata.
-Ehm, grazie Mike io … - BJ spalancò i suoi grandi occhi verdi e lo guardò con un’espressione stile pulcino caduto dal nido. Tre rideva come uno scemo e poi si decise ad aprire un piccolo abbaino che rivelava l’interno della roulotte. Fece un ghigno poco rassicurante e si calò giù cadendo con un sordo rumore sul pavimento. Billie Joe sbiancò
-Ma dovrei buttarmi giù? No … io –
Mike si calò giù rovinando al suolo con un tonfo
-Dai noioso, ti prendo al volo-
-Ma prendimi, eh?! Michael, guai se non mi prendi-
-E buttati Billie!-
Il ragazzo fece un respiro profondo, si sventagliò e si lasciò cadere all’interno con uno strillo. Mike lo prese al volo e barcollò sotto al suo peso
-So … sono morto?-
-Sei vivo e vegeto, apri gli occhi lagnone-
Il corpo di Billie venne scaricato sul pavimento di legno e finalmente si decise ad aprire gli occhi. Tre era per terra da quanto ridere si stava facendo con quei due strambi individui. Era assolutamente esilaranti! I ragazzi si guardarono un po’intorno. Era grande e buia, una lampadina penzolava dal soffitto e vi erano tre sedie semi scasse, una cassa, una tenda nera, una scrivania che aveva visto giorni migliori come una specie di tavolo con sopra degli strumenti appartenenti a “Il piccolo chimico”e una sottospecie di armadio senza ante scassato e troppo basso per essere un vero armadio
-L’ho organizzato io! Vi piace?- chiese orgoglioso Tre
-Ben fatto, buona organizzazione- Billie cercava di riprendersi dagli avvenimenti al cardiopalma degli ultimi 10 minuti. Ed era inutile che Mike lo guardasse ghignando perché lui non era abituato a fare certe cose! Vederle in tv era una cosa, farle un’altra. Insomma nei film sembrava tutto così facile ma non era facile per niente scalare una catasta di roba e poi calarsi in una roulotte dal tetto.
-Questo sarebbe quindi il covo … - mormorò Mike più a se stesso che agli altri – Qui la roba di chimica, nella cassa gli arnesi del mestiere, nell’armadio le cose teoriche e tecniche e … -
-Si potrebbe fare una camera oscura dietro alla tenda!- commentò Tre
-Si! Ottima idea. Domani ci vediamo qui alle 9 del mattino per cominciare a mettere in ordine il covo- stabilì Billie Joe
-Ehi Billie ci conviene andare perché mamma se non rientro per cena domani non mi fa uscire- Mike lo strattonava per la giacchetta.
-Caspita, sono in ritardo anche io!- strillò Tre issandosi velocemente su per l’abbaino seguito da Mike e Billie. O meglio, Billie lo dovettero tirare su di peso e non fu un’impresa semplice.
Quindi si separarono e corsero verso le rispettive case. Nella folle corsa Billie Joe pensò di non essersi mai stancato tanto ma tutto pur di non arrivare tardi a cena.
-Eh, Mike, ma … magari se poi rimetti … rimettiamo a posto il … covo possiamo … mettere de … delle entrate … se .. segrete per … non … cala … calarci ogni volta- ansimò il nostro tappo, prossimo all’arresto cardiaco.
-Si, buona idea, ci pensiamo domani-
Correre. Dai, ce la potevano fare. Erano solo le 7.7. In tre minuti potevano arrivare a casa. No, rettifichiamo: dovevano arrivare a casa se ci tenevano alla pelle. Alle 7.10 i nostri ragazzi entrarono in casa. Billie Joe svenne, ma era salvo.
Una volta sotto le coperte si perse a pensare a quanto sarebbe stato bello fondare il club con Mike e Tre e comunque avrebbero di certo trovato un mistero. Anche semplice, non voleva omicidi o furti di opere d’arte (a parte il fatto che l’unica opera d’arte di Rodeo era la statua del fondatore che BJ da sempre sospettava fosse fatta di gesso). Dai, anche il furto dell’anello della vicina di casa gli sarebbe andato bene. Avrebbe trovato pane per i suoi denti ne era certo.
Ma Billie Joe, Mike e Tre non sapevano che presto, molto presto qualcosa di grosso sarebbe arrivato in città e non sapevano che il Fato voleva metterli subito alla prova con un mistero talmente intricato che solo tre quattordicenni scapestrati avrebbero potuto risolvere.

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Non so se qualcun conosce i libri dei Tre Investigatori. Non ho saputo resistere all'idea di calare i cari Green Day in versione ragazzini nelle loro avventure. Abbiate pietà di me. 
Hasta luego

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Capitolo 2
*** Di mendicanti, misteri e spade perdute. ***


CAPITOLO SECONDO : DI MENDICANTI, MISTERI E SPADE PERDUTE
-E se scavassimo un entrata sotterranea?- Billie Joe fece una smorfia
-Ma io continuo a non capire perché non possiamo passare dal tetto invece di scervellarci per trovare altre entrate- sbuffò Tre, giocherellando con un bottone
-Perché Billie è pigro, grassoccio e poco allenato- ghignò Mike
-Non sono pigro, grassoccio e poco allenato sono solo … ehm, una persona posata che preferisce leggere e istruirsi piuttosto che bighellonare per strada!
-E mangiare panini in continuazione.
-Non mangio panini in continuazione!
-Va bene, calma- intervenne Tre, cerando di sedare la litigata che era pronta a sbocciare –Ne parlerete dopo, ora dobbiamo “trovare un’altra entrata”.
Seriamente, ci voleva così tanto per scalare una pila di anticaglie?! Il sole era alto nel cielo azzurro e riscaldava gli animi arzilli e gioiosi del trio. Erano riusciti a immettere la luce elettrica del nascondiglio grazie alla lampadina e al futuro da elettrotecnico di Mike. Avevano provocato un black-out totale di mezz’ora in tutta la California, ma con perseveranza e costanza erano riusciti nel loro intento. Avevano messo a posto le sedie (la zia di Tre stava cercando da ore il “mille chiodi”che i ragazzi le avevano sottratto e che avevano finito), avevano riordinato la roulotte e rimesso in sesto ciò che presentava evidenti difetti (il ferramenta all’angolo aveva riscontrato furto di chiodi, martello e attrezzi vari) e si erano dati da fare per rifornire il covo degli oggetti utili per un’indagine. Ora era circa l’una del pomeriggio e i tre erano stanchi morti ma perlomeno soddisfatti. Avevano anche dato vita a quella che doveva essere una camera oscura ma che aveva più infiltrazioni di luce lei di tutta la roulotte. Rimaneva solo … l’entrata.
-E se facessimo una porta?
-No, gli zii la vedrebbero subito.
-Scavare un passaggio?
-Come minimo facciamo partire le tubature dell’acqua.
- Dall’interno del negozio … 
-No! è quasi impossibile fare un’entrata che non sia il tetto.
-Hai detto quasi! Quindi c’è un margine di probabilità.
- Billie non essere così puntiglioso! Semmai ci mettiamo una scala e facciamo finta che sia lì per caso-
Billie Joe non era convinto di tutto ciò. Doveva esserci un modo accidenti!
-Un tubo per terra che colleghiamo opportunamente alla botola della roulotte che ho notato esserci nella zona sotto la scrivania-
-beh, questo è fattibile … 
Senza attendere altro il tappo più noioso del pianeta recuperò un tubo molto grande abbandonato nel giardino e lo trascinò ai piedi del covo
-Il problema ora è rimuovere tutta la roba alla base per mettere il tubo per evitare che tutta la copertura ci crolli addosso massacrandoci- Mike aveva una tendenza a essere catastrofico.
-Lasciate fare a me- con la precisione e la circospezione di uno che deve disinnescare una bomba, Tre cominciò a togliere roba. Gli altri due lo fissavano trattenendo il fiato, neanche il loro respiro avesse fatto fallire l’azione.
-Ok, tubo- Tre li guardò con aria concentrata e urgente, come un chirurgo che stesse operando una persona in fin di vita. Il tubo gli venne allungato e venne messo velocemente sotto il buco creatosi, bloccando “la struttura prima che crollasse riducendo il piccolo Tre in una piadina di sangue e budella”. Ok, Mike doveva decisamente darci un taglio con i film apocalittici.
-Ecco fatto commilitoni, l’ordigno è stato disinnescato con efficacia- Il ragazzo si alzò, spazzolandosi i vestiti e inchinandosi di fronte agli applausi entusiasti degli altri due. Ora avevano due entrate. Billie era particolarmente contento del passaggio del tubo. Perlomeno non si sarebbe dovuto arrampicare rischiando di strappare la sua giacchetta nuova di trinca. Insomma, era di terza mano, un’assoluta novità! E aveva solo cinque patacche di unto!
-Allora il covo ora è pronto per venir utilizzato!-
-Rimane solo da trovare un mistero da risolvere e siamo a cavallo per tutta l’estate-
-Dovremmo dividerci per questo- iniziò BJ –Uno di noi dovrebbe … che so, andare dal parrucchiere dove si annidano tutte le notizie più succose della città, un altro potrebbe invece fare sede al porto e un altro … in chiesa.
-Io in chiesa no- esclamò Mike –Che con la mia solita fortuna mi becco tutte le vecchiette che ti pizzicano le guance con le dita nodose e ti tartassano dicendoti “Quanto sei cresciuto, o quanti anni hai, che scuola frequenti eccetera”.
I ragazzi erano seduti sull’erba con in mano un hamburger ciascuno, premio delle innumerevoli fatiche.
-Allora tu puoi … qualcuno deve andare dal parrucchiere per caso?
-Io ci sarei dovuto andare comunque, quindi io cerco notizie dal barbiere all’angolo- disse Tre, accarezzandosi la cresta di uno schifoso arancione fluorescente
-E io vado al porto, va. Almeno posso far finta di pescare- decise Mike
-Ve bene, a me tocca la chiesa … - sbuffò Billie Joe –Allora sbrighiamoci. Appuntamento qui tra due ore. Se qualcuno non è qui entro il limite d’orario beh, verremo a cercarlo.
I tre si rialzarono pronti per l’azione e si separarono. Tre si diresse a passo di carica dal barbiere all’angolo ed quando arrivò davanti alla porta fu accolto dal solito coro di risatine mal trattenute. Ma poi che ci vedeva di male la gente nelle camicie a fiori, nelle scarpe e nei capelli fluorescenti?! Sempre i soliti classisti poco aperti alle novità importate dal movimento hippie degli anni 60. E meno male che il movimento era californiano se no figurarsi! Ignorò gli sguardi degli altri uomini e annunciò
-La mamma ha detto che devi lavarmi per bene i capelli e farmi un taglio decente. Cioè di cercare di rendermi la cresta una vera cresta e non un cespuglio d’ananas–
Il nostro eroe venne fatto accomodare su una poltrona troppo alta per lui e il parrucchiere (e meno male che era suo amico) cominciò a lavargli la testa cosa che Tre odiava perché … ahi! Continuava a tirargli i capelli con malagrazia. Cercando di sopportare questa immane tortura tese le orecchie, pronto a captare qualsiasi cosa sospetta ma l’unica cosa sospetta fu la sparizione del gatto del signor Marshall (in realtà Tre sapeva benissimo che fine aveva fatto quel gatto, infatti cercò immediatamente di distogliere l’attenzione dei signori da quell’animale). Per il resto erano tutti impegnati a parlare del baseball. Cosa ci trovavano poi in quello sport immondo lo sapevano solo loro.
Dall’altra parte della città Mike era seduto sul molo con la sua vecchia canna da pesca (che consisteva in un bastone con un filo bianco e un amo ossidato, ma tant’è …) ad ascoltare i marinai ma l’unica cosa interessante era stata il discorso sulle uova di squalo che servivano per fare il gelato alla crema. Quel discorso l’aveva già sentito da qualcuno … tese ancora le orecchie ma nulla di particolarmente esaltante venne fuori a parte i soliti discorsi sull’inquinamento eccetera. In compenso un pesce abboccò al suo amo. Per ultimo invece Billie Joe si era presentato in chiesa con stampato in faccia il suo sorriso migliore. A questo scopo si era pure lavato i denti!!! La piccola chiesa era vuota, a parte per la presenza del reverendo Mumford affaccendato dietro alle piante del giardino.
-Buongiorno reverendo- salutò Billie sfoderando il suo tono più finto, mieloso e innocente che piaceva tanto agli adulti
-Oh, Billie Joe Armstrong quant’è che non ti vedo!
“Cretino” pensò BJ “Non mi vedi da domenica e ora è martedì”. Comunque cercò di mantenere il sorriso da angioletto, sbatté gli occhioni verdi che avrebbero fatto sciogliere anche Satana in persona e continuò
-Passavo di qua e ho pensato di venir a dare un’occhiata al giardino. Io adoro questi fiori ma non riesco mai a studiarli accuratamente perché la domenica c’è un tale trambusto dopo e prima della funzione. E volevo anche complimentarmi per la lettura del brano dell’Apocalisse. Un pezzo che mi è rimasto nel cuore- Ok, aveva un posto all’inferno assicurato dopo questa bugia.
-Ma che bambino intelligente e maturo che sei! Sono felice che ti sia piaciuta la lettura e dimmi che ne pensi di queste zinnie africane?- il reverendo infilò tre zinnie arancioni nel naso del ragazzo che per poco non morì soffocato ma riuscì comunque a borbottare un segno di apprezzamento
-Ha notato quanta criminalità che c’è in giro oggi?- prima andava al punto prima poteva andarsene –Sempre peggio ogni giorno che passa.
-Lasciamo perdere Billie Joe,caro. Tu stai sempre attento mi raccomando che con la gente di oggi c’è poco da fidarsi.
-Proprio. Finirà che presto anche la nostra tranquilla città verrà assediata da stolti e malfattori-
Il reverendo lo squadrò con un’espressione strana ma non fece commenti. Si limitò a dire
-Vai in canonica che la signorina Peck ha bisogno d’aiuto per la preparazione del concerto con organo. Verranno presto diramati gli avvisi e spero che verrai anche tu con la tua famiglia. Vai caro-
Billie Joe strinse i denti e si avviò verso la canonica. Arrivò davanti alla canonica, un edificio basso e bianco, con il tetto di tegole rosse e i fiorellini alle finestre. Cercò il campanello e … maledizione! Era troppo alto per lui! Fece un salto, poi un altro e un altro ancora. Ma perché diavolo la gente si ostinava a farli così alti?! Finalmente le sue fatiche vennero premiate e il ragazzo si appese al campanello. Dopo un minuto e mezzo (BJ teneva sempre il conto di quanto ci metteva la gente ad aprire la porta) la signorina Peck aprì la porta e gli sorrise
- Billie Joe Armstrong, se non erro.
-Non erra signora, sono proprio io. Il reverendo mi ha chiesto di darle una mano per l’organizzazione della festa con l’organo … posso esserle utile in qualche modo?-
La signora si produsse in un verso di apprezzamento che a Billie sembrava più quello di un coniglio che sta tirando le cuoia ma tant’è … Lo fece entrare in una sala arredata con un tavolino munito di tazze di the, un tappeto persiano e una credenza di legno scuro. Le tendine di pizzo alle finestre assieme alla lampada Tiffany contribuivano a creare un ambiente molto da Miss Marple e Co.
-Come sai domani sera verrà inaugurato l’organo nuovo della chiesa, dopo ci sarà un  rinfresco quindi deve essere tutto perfetto. Decoreremo il tavolo di fiori, come l’altare. Vieni con me-
Il povero piccolo Billie Joe venne quindi costretto ad aiutare la signorina Peck con fiori e tavoli e piatti non riuscendo a trovare nulla di interessante. Alla fine si eclissò con una stupida scusa e tornò al covo dove trovò altri due investigatori depressi e frustrati quanto lui
-Io non ho trovato nulla- mugolò Tre
-Idem- sbuffò Mike –Però ho ricavato un dollaro vendendo le cinque sardine che hanno abboccato al mio amo-
-Bene … io ho dovuto aiutare la signorina Peck per la festa che si terrà domani per l’inaugurazione del nuovo organo. Ci venite anche voi, vero? Perché io ci andrò di sicuro … -
I due annuirono demoralizzati perché, dai diciamocelo, assistere alle feste proposte dal reverendo è la cosa più odiata dai quattordicenni di tutto il mondo. I tre si guardarono con sguardi eloquenti e si avviarono a caso per le strade deserte tirando calci alle pietre quando una voce cupa e profonda li fece sobbalzare
-Ehi voi, la sapete la storia?-
Si voltarono di scatto e videro un mendicante seduto per terra con barba e capelli lunghi e unti, avvolto in stracci vecchi e sporchi. Aveva gli occhi penetranti e magnetici e stava fissando proprio loro
-Che … che storia?- balbettò Mike
-Ci … ci conosciamo?- farfugliò Billie Joe arretrando istintivamente di un passo
-Non lo so. È possibile che io conosca voi ma voi non conosciate me- la risata roca del mendicante si ripercosse per la strada inquietantemente vuota. I ragazzi sentirono le gambe prudergli per la voglia di scappare ma lo sguardo dell’uomo li teneva inchiodati al loro posto.
-Allora volete sentire la storia o no?-
-Va bene- tartagliò Tre. Dire di no a quel tipo gli sembrava la cosa più sbagliata da fare
-Sapete che qui, in questa triste città, vi è nascosto il tesoro dei conquistatori spagnoli?-
-Sta scherzando?!- esclamarono i ragazzi, improvvisamente attratti da quel losco figuro
-Io non scherzo mai. Non si sa dove qui viene custodita la spada di gioielli di Don Manolo de La Vega, appunto un conquistatore-
-Le faccio notare che qui siamo nel centro nord della California e che i conquistatori ebbero maggior rilievo al sud- interruppe Billie meritandosi un calcio negli stichi da parte di Mike e una gomitata da parte di Tre
-Non fare tanto il saputello ragazzo, perché con le leggende non funziona così. E vi posso assicurare che qualcuno di meno pulito di voi sta disperatamente cercando codesta spada. Qualcuno di assolutamente insospettabile, un finto buon cristiano. Vi conviene muovervi se volete, come mi è parso di capire, trovare un mistero da risolvere.
-Ehi, come diavolo fa a sapere che siamo detective?!- strillò Tre
-Io so quello che devo sapere ragazzo, non chiederti il perché quando pensi a me.
-E noi come possiamo fidarci di lei? Potrebbe essere benissimo uno scherzo- disse Mike, la fronte aggrottata come a cercare di ricordarsi dove avesse già visto quel mendicante
-Voi non potete fidarvi di me infatti. Potete vedere se ho ragione ma non potete darmi completa fiducia-
-No, adesso però mi spiega … - intervenne BJ, ma l’accattone non disse più nulla liquidandoli con un gesto della mano.
I tre si guardarono e poi se ne andarono di nuovo verso casa
-Ragazzi io ho un po’paura di quel tizio- confessò Tre, guardandosi alle spalle con un certo terrore
-Ma non c’è da aver paura, tranquillo è solo un vecchio pazzo. Fai come me che ho subito capito che era un pezzente ubriaco … - lo consolò Billie con aria spavalda per saltare immediatamente urlando in braccio a Mike al minimo movimento sospetto di un povero gatto che passava.
-Dai fifone era un gatto … comunque io quel tizio l’ho già visto da qualche parte. E secondo voi la storia della spada è una scemenza o è la verità?- disse Mike
-Boh, dovremmo fare qualche ricerca in proposito in biblioteca- asserì Billie Joe rassettandosi la giacchetta di terza mano. Le chiazze di unto erano aumentate, raggiungendo quota sette.
-Allora passiamoci ora. Siamo vicini- decise Tre indicando un basso edificio in fondo alla strada.
I ragazzi entrarono nella polverosa biblioteca venendo immediatamente squadrati dal bibliotecario. In effetti avevano più l’aria da teppisti che da bravi studiosi ma l’apparenza inganna infatti in perfetto silenzio i tre raggiunsero lo scaffale dei libri storici.
-Che ne dite di questo “Storia della California”?-
-Prendilo, io ho trovato “Leggende della costa ovest”-
-Già che siamo qui “Origini dello stato” penso sia interessante-
Dopo un’ora il bibliotecario si ritrovò sommerso da libri su storie, leggende e origini della California tutti presi in prestito da tre ridicoli ragazzini. Uscirono barcollando sotto il peso dei tomi e si trascinarono al covo dove posarono il tutto sulla vecchia scrivania e si prepararono a un lungo lavoro di consultazione. Sfogliavano, leggevano, sottolineavano, ricopiavano, prendevano appunti tutto sotto le note di Radio America che trasmetteva musica tradizionale (in realtà a nessuno dei tre piaceva la musica country ma era l’unica radio che prendeva nella roulotte).
-Uffa, ma io non ho trovato nulla- lagnò Tre
-Non perderti d’animo, prima o poi qualcosa troveremo- lo rassicurò BJ
-A meno che il mendicante non ci abbia giocato- fece Mike sbuffando
-Qualcosa mi dice che c’è del vero in tutta questa faccenda- Billie annuì con aria saputa, quasi a rimarcare le proprie parole. Il sole rosseggiava all’orizzonte, illuminando la roulotte. Tra un’ora sarebbe tramontato e il tramonto del sole era sempre una cosa quasi triste da vedere. Anche quel giorno era giunto al termine e i nostri dovettero di nuovo fiondarsi a casa per  cena rischiando il solito collasso.
Billie passò tutta la cena in uno stato di semi trance a ragionare su ciò che avevano studiato per tutto il pomeriggio. Era stata una giornata decisamente intensa ma i libri che riposavano sul divano di casa non potevano aspettare perciò dopo mangiato il ragazzino si rinchiuse in camera a continuare il lavoro iniziato. Si erano divisi opportunamente i libri e a lui erano toccati i più complessi in quanto il più acculturato dei tre. Cerca che ti cerca, sottolinea che ti sottolinea il ragazzo trovò qualcosa che poteva veramente fare il caso loro. Lesse con attenzione la pagina del vecchio volume riscrivendo ciò che riportava
Molti secoli orsono, nell’epoca dei conquistatori, correva voce che Don Manolo De La Vega avesse raggiunto con i suoi uomini la parte a nord di San Francisco e lì fosse morto lasciando la sua preziosa spada con il manico impreziosito da rubini, smeraldi, zaffiri e ametiste grosse come uova e un enorme diamante nel mezzo. Si dice che la spada fu andata perduta ma nessuno seppe mai dire come mai. Venne ritrovato poi un manoscritto lasciato dallo stesso De La Vega che indicava con una serie di enigmi il luogo della sepoltura della spada. Tale documento venne bruciato durante l’incendio alla biblioteca di San Francisco dove era custodito. Ora è rimasto il mito della spada ma oramai le sue tracce si sono perse nella leggenda.
Billie Joe sorrise felice. Ora doveva immediatamente riferire tutto a Mike. Corse in salotto dove sua madre e i suoi fratelli stavano litigando come al solito. Accidenti! Il telefono era sul tavolino del salotto e lui non avrebbe mai potuto parlare in tranquillità con il suo amico con tutta la famiglia in ascolto, contando che quando si trattava dei fatti privati del piccolo di casa tutti dimenticavano discordie e dissapori per farsi gli affari suoi. Doveva recuperare il telefono ad ogni costo e levarsi da mezzo. Ma in camera non poteva portarlo perché dividendola con due dei suoi fratelli c’era la fregatura. In cucina neanche per idea. In bagno! Se si chiudeva in bagno nessuno poteva venire a disturbarlo! Si sentiva troppo intelligente in quel momento. Ora si trattava solo di prendere l’apparecchio telefonico. Nessuno lo guardava. Era ora di agire. Si buttò pancia a terra e strisciò per terra fino ad arrivare alla presa di corrente e staccò la spina. Rotolò sul tappeto evitando una scarpa lanciata da qualcuno contro qualcun altro. Si mise in ginocchio e acchiappò il telefono rigettandosi per terra e strisciando come un vermiciattolo guadagnò la porta. Basta, era un eroe! Controllando che tutti i familiari fossero distratti (ma tanto nessuno faceva caso a lui in nessun caso, a parte quando comunicava con qualcheduno) si buttò oltre l’uscio del salotto e rotolò pesantemente lontano con il telefono. Emise un leggero strillo di gioia e corse in bagno, si chiuse a chiave dentro e attaccò la spina. Compose il numero di Mike e, appunti a portata di mano, era pronto per delineare il mistero.
-Pronto?
-Ehi Mike sono io, Billie Joe. Sei solo?-
-Si, ma … perché parli così piano?-
-Poi ti spiego. Apri bene le orecchie che ho trovato qualcosa riguardante la spada di cui ci ha parlato il mendicante di oggi!-
-Davvero?! Allora non era uno scherzo-
-No! senti qua- il ragazzo gli lesse il pezzettino che aveva ricopiato dal libro
-Ma non dice molto- Mike era deluso. Si aspettava una di quelle storie da film con sacrifici e pergamene magiche non due righe di roba inutile …
-Lo so che non è granché ma è pur sempre un punto di partenza. Ragiona, se il mendicante ci ha detto la verità sulla spada vorrà dire che allora veramente qualcuno è sulle tracce del tesoro di De La Vega e noi dobbiamo ostacolarlo!-
-Frena i bollori BJ! Se a stento sappiamo cosa sia quest’arma non possiamo ostacolare alcunché. Prima dobbiamo fare ricerche approfondite dato che abbiamo la conferma della sua esistenza e poi e solo poi cercare un possibile malvivente-
-Ma si, ma si ovvio però domani, al concerto d’organo guardiamo bene che magari vediamo qualche faccia sospetta. E apriamo anche bene le orecchie perché potremmo scoprire qualcosa di strano. D’altronde il mendicante è stato abbastanza chiaro. Voleva farci capire che qui a Rodeo c’è qualcuno che si nasconde sotto una facciata di buon cristiano ma è in realtà un ladro-
-Ok, domani terremo gli occhi ben aperti. Ma non ti sembra strano che tutto riguardo a sta spada sia andato perduto? Come se qualcuno avesse voluto … -
-Insabbiare il tutto. Ci ho pensato anche io Mike, ma è un po’ al di fuori della nostre possibilità cercare cose riguardanti un passato così lontano e … un attimo! Stai calma!-
-Ehm, Billie, tutto ok?-
-Ma si, niente. Allora tu guarda un po’ sui tuoi libri e cerca ulteriori notizie … no! Vai in giardino!-
-Ma dove sei? Cosa urli Billie?-
-Stupidate, lascia perdere. Ti ho detto che ora ci sono io, almeno qui lasciami in pace!-
-Ora mi spieghi che diavolo sta succedendo!- esclamò  Mike
-Domani, ora abbiamo ben altro a cui pensare. Quindi in città si aggira un … BASTA!!! Lasciami quietare maledizione!!-
-Diamine Billie Joe ma che succede in quella casa?!-
- Perché mi sono chiuso in bagno per parlare tranquillamente con te e allora quei malnati dei miei fratelli mi fanno la posta fuori dalla porta-
-Oddio Billie! In bagno! Ma sei impossibile-
-Queste sono tecniche di sopravvivenza estrema Michael, impara dal sottoscritto-
-Sarà … va beh, prima che i tuoi fratelli ti squartino esci da quel bagno per piacere. Ci dirai tutto domani-
-Ok, tu fai ciò che ti ho detto e chiama Tre per metterlo al corrente. Notte-
-Notte-
Billie Joe buttò giù e ponderò la situazione. Ora doveva uscire da quel bagno ma non poteva far vedere di avere il telefono se no probabilmente non avrebbe più visto la luce del giorno. Difficile situazione. Idea! Avrebbe giocato la carta “effetto sorpresa”. Si accostò alla porta con il telefono tra le braccia come un bambino, girò la chiave nella toppa e poi vi si lanciò contro spalancandola e fiondandosi in salotto e gettando l’apparecchio sul tavolino. L’effetto sorpresa era servito perché gli diede giusto il tempo di lanciarsi su per le scale e guadagnare la sua stanza. Fu tutto così veloce che pensò di svenire quando cadde sul letto. Si sentiva come James Bond in “Dalla Russia con amore” il film che lui e Mike avevano avuto il lusso di andare a vedere infiltrandosi nel piccolo cinema. Tirò un sospiro di sollievo per la brillante azione all’ ultimo sangue e si addormentò pesantemente pensando al ladro che indisturbato si aggirava per Rodeo e alla spada che giaceva nascosta nelle vicinanze.
 
 

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Capitolo 3
*** Case misteriose, concerti d'organo e omicidi ***


CAPITOLO TERZO : CASE MISTERIOSE, CONCERTI D’ORGANO E OMICIDI
INTERLUDIO N°1
-Ehi, Cave, sei proprio certo che il piano non fallirà?-
-Fidati del mio fiuto, qui si tira a fregarci e dobbiamo eliminarlo-
-Intendevo se sei certo che nessuno ci possa scoprire-
-Mi spieghi come farebbero a scoprirci? Il piano è perfetto e nessuno potrà mai sospettare di noi-
-Sarà … allora a stasera-
-A stasera e non tradirti-
FINE INTERLUDIO
-Allora il tipo non ci aveva detto una stupidata! E magari veramente qualcuno sta cercando la spada perduta!- esclamò esaltato Tre
-E’ quello a cui pensavo io. Mike hai trovato qualcosa in più?-
I ragazzi erano nel covo, intenti a stilare un piano per ritrovare la spada. Mike continuava a pensare che tutto ciò fosse una gran cretinata ma siccome era una persona di buon cuore non gli pareva giusto smontare i sogni di gloria dei suoi amici.
-Ebbene, ho scoperto che De La Vega aveva una residenza qui nelle alture sopra Rodeo e che era un appassionato di arti occulte. Nascose alla sua morte la spada in quello che si diceva fosse un boschetto delle streghe ma nessuno andò mai a controllare per paura della maledizione. Poi molti secoli addirittura dopo venne ritrovata una pergamena che indicava attraverso indovinelli e rompicapi la posizione della spada. Questa pergamena venne portata alla biblioteca di San Francisco e perduta in seguito a un terribile incendio. Poi non si seppe più nulla di tale tesoro se non che probabilmente sia ancora in quel bosco maledetto. Magari qualcuno ha riscoperto questa pregiata lama e la sta cercando per appropiarsene e forse venderla al mercato nero-
-Bravo, ottima esposizione orale della faccenda!- sorrise Billie
-Potremmo fare una sottospecie di sopralluogo nel bosco magico- suggerì Tre, cercando di trattenere un piccolo brivido che gli percorse la spina dorsale.
-Ok, allora andiamoci ora che poi viene tardi. Non è lontano ma neanche vicinissimo- disse Mike alzandosi
-Ve bene, mano alle bici e sbrighiamoci- decise BJ
Il trio andò a recuperare le tre biciclette, una nera una verde e una rossa e una più scassa dell’altra. Balzarono in sella e partirono pedalando il più veloce possibile verso “Villa Ombrosa” che a detta di Mike si trovava in cima alla collina che dominava la cittadina. L’aria fresca della California soffiava come a volerli spingere verso il luogo deputato a essere il fulcro dell’indagine. La collina di erba verde saliva ripida verso l’alto e sulla sommità stava la villa dall’aspetto abbandonato e deserto. Una piccola stradina si snodava tra l’erba incolta e ai ragazzi non rimase che darsi da fare per scalarla. Billie Joe pensò che fare l’investigatore si stava rivelando più faticoso del previsto ma resistette fino in cima dove stramazzò al suolo sbuffando e grugnendo quando vide i ghigni dei suoi amici
-Cosa avete da guardare? Io sono un uomo di scienza mica un atleta!-
Mike scosse la testa e lo tirò in piedi
-Dai uomo di scienza fai il tuo dovere e aprici la via per la casa infestata-
A quelle parola sia Billie che Tre si scambiarono un occhiata spaventata. Come diavolo faceva Mike a essere così tranquillo e scherzarci anche sopra?! Risposta semplice : non prendeva sul serio la loro missione.
-Ok, ho capito vado io!- disse l’interessato partendo spedito verso la vecchia porta di legno marcio seguito da due titubanti nanerottoli. Il ragazzo forzò un po’la porta che si aprì senza opporre una particolare resistenza e li introdusse in un atrio di legno marcio, con vecchi mobili coperti da grossi teli bianchi. La polvere regnava sovrana insieme alle ragnatele. Una tenda rosicchiata dalle tarme sventolava sferzata dai colpi di vento. Vetri di finestre da tutte le parti. Tre si affacciò a una finestra e osservò la baia, Rodeo, l’oceano e il suo sguardo si spinse fino al Golden Gate. Solo il vento respirava in quella casa morta insieme ai respiri pesanti dei tre ragazzini.
-Ci dividiamo, ok?- sussurrò BJ perché turbare con le loro voci la quiete di quel luogo sembrava un delitto
-Tre tu potresti cercare qui al primo piano, Mike tu andare al piano superiore e io potrei cercare nei sotterranei- si vedeva lontano un miglio che BJ non voleva andare nei sotterranei ma che cercava di sacrificarsi in favore dei suoi amici
-Io vado nei sotterranei e tu al piano di sopra- decise Mike avviandosi verso al scala che presumibilmente portava in cantina. Tanto lui non aveva paura. Era solo una vecchia casa, diamine, che c’era da spaventarsi tanto?! Tre cominciò a frugare al secondo piano e Billie bello felice che i suoi amici gli avessero riservato il piano meno pericoloso ispezionò il salotto.
Mike cercò di abituarsi al buoi pesto della cantina e alla puzza di putrido e muffa. Accese la pila e si guardò intorno, studiando i vecchi barili che probabilmente contenevano pregiato vino ai tempi d’oro. Inciampò un paio di volte sul pavimento dissestato svegliando qualche scarafaggio addormentato e passò nella seconda stanza che presentava sacchi di grano marcito e vecchi scaffali di legno marcio. Osservò le grosse pietre che reggevano il peso della casa quando ruzzolò per terra. Gemette e guardò cosa lo avesse fatto capitombolare al suolo. Alla luce della torcia notò quello che sembrava un bottone nero. Che ci faceva qui un bottone che pareva nuovo per giunta?! Sospetto. Lo mise in tasca e si preparò a continuare la sua indagine all’umido quando un urlo lo fece sobbalzare e precipitarsi di sopra. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille perché solo Billie Joe poteva strillare a quel modo. Sbucò nell’atrio col fiatone e vide Billie e Tre uno in braccio all’altro oramai fuori dalla porta che urlavano terrorizzati con il vero orrore negli occhi.
-Ragazzi che succede?!-
-C’è un fantasma nella camera numero due!!!- piansero i due nanerottoli
-Un fantasma?! Ma per favore-
-Davvero! Mike vai via da lì!!-
Il biondo guardò gli amici, guardò le scale e disse
-Vado a vedere, voi state qui-
Mike partì in quarta su dalle scale. Un fantasma, ma ti prego! Chissà cosa avevano visto quei due imbecilli! Arrivò al secondo piano, entrò nella camera numero due e qualcosa gli sfiorò delicatamente la guancia. Fece un salto e davanti a lui … il vestito sgualcito e semi distrutto di una ex-abitante della casa probabilmente risalente al 1700 sventolava a causa del vento che filtrava dalla finestra rotta. Eccolo lì il terribile fantasma. Scosse la testa e si avviò da BJ e Tre che aspettavano tremolando in giardino
-Era un vestito, niente di malvagio-
I due fecero una smorfia sconvolta e non dissero nulla a parte Billie che cercò di articolare una sorta di frase ma che riuscì più un mugolio affranto.
-Che ne dite di rientrare e magari non separiamoci questa volta- sbuffò Mike
I tre rientrarono nella casa e ripartirono dal salotto ma nulla trovarono di importante quando Tre inciampò nelle stringhe slacciate e cadde lungo disteso per terra
-Ahia, accipicchia … ehi, cos’è questo?- il ragazzo sollevò da terra una cicca di sigaretta
-Che ci fa una cicca in una casa così?-
-Portiamola a casa e ci lavoreremo- BJ la mise nella tasca insieme al bottone di Mike che gli era stato consegnato. Almeno Billie era l’unico che per quanto fosse disordinato non perdeva mai nulla
Salirono al piano superiore e visitarono ogni stanza
-Qui c’è stato qualcuno  e molto di recente- notò Billie Joe, passando il dito sulla superficie di una scrivania che non risultava coperta da polvere
-Ma chi avrebbe potuto venire in luogo così?-
-Qualcuno interessato alla spada, naturalmente-
-Guardate, qui qualcuno ha grattato con le unghie questo cassetto- esclamò Tre, indicando un cassetto che aveva evidenti graffi vicino alla toppa della chiave
-Si deve essere rovinato le unghie di brutto dopo questo lavoro- commentò BJ, soprapensiero.
-Ehi, ci conviene ora tornare a casa e poi fare un secondo sopralluogo domani. Abbiamo un po’ di materiale- disse Mike
I ragazzi tornarono pedalando il più velocemente possibile verso casa. Il caso si stava facendo più intrigante mano a mano che scoprivano indizi. Arrivarono a casa giusto in tempo per il pranzo e poi si ritrovarono tranquillamente al covo pronti per l’esame degli indizi.
-Un bottone nero, circolare con una scanalatura sul bordo … - borbottò Tre, sollevandolo alla luce della lampadina e aggrottando la fronte
-Sembra quello di una tonaca da prete- commentò Mike
-Se guardiamo bene, la vedete quella piccolissima croce incisa?- aggiunse Billie indicando una sottilissima incisione di una croce su un bordo del bottone
-Questo la fa sembrare ancor più una tonaca da prete- considerò Mike, assumendo una strana espressione
-Non vorrete mica insinuare che sia stato il reverendo Mumford, vero?- scherzò Tre
-Figurati! Quello è capace solo di predicare e di infastidire la gente- rise Mike
Passarono quindi alla sigaretta.
-Semplice cicca fumata e strafumata … che marca strana!-
I ragazzi osservarono il mozzicone e strinsero gli occhi per osservare la marca “Black Kangaroo” .
-Ma da dove vengono queste sigarette? Non ho mai visto questa marca- disse Tre
-Neanche io … che strano … - bofonchiò Mike
-Ehi ma … aspetta! È una marca neozelandese! Ne sono certo!- urlò Billie Joe
-Neozelandese?! E che ci faceva lì?-
-E’ quello che dobbiamo scoprire. Il mistero si infittisce-
I ragazzi si guardarono e improvvisamente venne in mente a tutti e tre che la sera si sarebbero incontrati in chiesa per il concerto d’organo.
-Ehi, quando siamo in chiesa osserviamo bene le facce della gente che non si sa mai. Cerchiamo qualcuno che abbai sigarette Black Kangaroo nel taschino o qualcuno che abbia le unghie rovinate a causa di un ripetuto sfregare contro una superficie legnosa. E magari teniamo d’occhio il prete che tanto giusta non me la conta. Quando ieri sono andato in chiesa e ho buttato lì la frase “Finirà che presto anche la nostra tranquilla città verrà assediata da stolti e malfattori” ha fatto una faccia stranissima e mi ha subito mandato a far dell’altro. Non mi convince. Mi raccomando occhi aperti, tanto nessuno baderà a noi- disse BJ
Gli altri due annuirono con aria grave
INTERLUDIO N°2
-Hai preparato tutto?-
-Ti ho detto di si. Stai calmo maledizione- l’uomo si voltò sbuffando e schiacciò una sigaretta sotto il piede
-Senti Cave, forse non c’entra ma … ho paura-
-Paura?! Sei forse tu colui che deve compiere un omicidio?-
-No, ovviamente. Ma ieri è venuto da me un ragazzino e mi ha detto “Finirà che presto anche la nostra tranquilla città verrà assediata da stolti e malfattori”-
-Ti fai spaventare anche da un ragazzino adesso?-
-Non hai capito, aveva una faccia … una faccia strana quando me l’ha detto-
-Smettila di fare la donnicciola. Nessuno può sospettare nulla. E presto la spada di De La Vega sarà nostra-
-Lo voglia il Cielo … comunque quel ragazzino mi ha inquietato-
-Facciamo così. Stasera me lo indichi, ok? E ti dirò subito se bisogna temerlo o no-
-Va bene-
FINE INTERLUDIO
I ragazzi tornarono ognuno sui propri passi, rimuginando sulle cose appena scoperte ma era ancora troppo poco per poter dare un senso agli avvenimenti. Mentre correva verso casa, Mike venne fermato da una voce
-Ehi, Michael, vieni qui-
Si immobilizzò e si voltò con lentezza esasperante. Il mendicante del giorno prima lo guardava fisso
-Cosa vuole? E come fa a sapere come … mi … mi chiamo?- si guardò nervosamente intorno ma nessuno era nei paraggi. Avrebbe volentieri voluto darsela a gambe.
-Come ho detto al tuo amico Frank non dovete chiedervi il perché e il percome quando parlate con me. Piuttosto, so che siete andati a Villa Ombrosa. Trovato niente?- il mendicante ghignò.
-Non … non le interessa!- balbettò il ragazzino
-Giusto. Non mi interessa. E stasera aprite bene gli occhi al concerto perché qualcuno vi teme. Un povero Cristo, voi dite? No, non è così-
-Io … scusi ma … -
Il tipo si era già chiuso in se stesso e a Mike non rimase che correre il più velocemente possibile a casa e chiamare immediatamente Billie Joe
-Ehi, Billie sono io mi è successa una cosa stranissima!-
-Come?! Che è successo?! Ti sei fatto male?! Sei caduto? Sei all’ospedale?Vengo? Devo portarti qualcosa?-
-Ma no, non mi sono fatto nulla sono a casa, volevo semplicemente dirti che ho incontrato il vagabondo che sapeva della nostra visita a Villa Ombrosa. Io non gli ho detto nulla ma … sapeva i nostri nomi! E ha di nuovo ribadito che in città c’è uno che sa la spaccia da “povero Cristo”ma in realtà è una canaglia!-
-Uhm … capito … ma … ha proprio detto povero Cristo?-
-Testuali parole-
-Non ti sembra strano che quando parla del “cattivo” di Rodeo faccia sempre dei riferimenti ecclesiastici?!- La testa di Billie Joe cominciò a ragionare. Prese velocemente appunti su un post-it
-Ehm, BJ, sei ancora lì?- disse Mike, che non sentiva più nulla dal’altro capo del filo
-Eh?! Ah, si, scusa, stavo pensando. Il reverendo Mumford è sicuramente imbriccato in questa faccenda, quanto è vero che mi chiamo Billie Joe –
-Ma ne sei sicuro? Perché … -
-Senti Michael, quante volte ho sbagliato nel considerare una persona colpevole o innocente?-
-Ehm, mai …?-
-Appunto, quindi stai pur certo che uno dei malviventi l’abbiamo trovato-
-Ma non abbiamo prove Billie!-
-Le troveremo e lo incastreremo. Ti fidi di me?-
-No-
-Risposta corretta. A stasera-
Il ragazzo buttò giù e si precipitò al covo da solo perché aveva bisogno di ragionare. Entrò dalla sua entrata del tubo e si raggomitolò sulla sedia col cuscino. Prese un quadernetto e scrisse tutto ciò che lui e i ragazzi avevano scoperto in quei due giorni
1)Spada di Don Manolo De La Vega nascosta a Rodeo
2)Qualcuno oltre a noi sa della sua esistenza
3)Nella casa dei De La Vega trovato bottone da tonaca da prete e sigaretta Black Kangaroo
4)Mendicante che sa tutto di noi. Sembra sappia chi è uno dei delinquenti.
5)Ho buone basi oramai per accusare il reverendo Mumford
Il ragazzo si lascio cadere per terra sbuffando. Difficile. Molto. E forse la chiave di tutto sarebbe stato andare al concerto. Il suo sesto senso diceva che sarebbe accaduto qualcosa di irreparabile all’inaugurazione dell’organo e lui doveva esserci. Si guardò una ciocca di capelli nero corvo e la avvolse attorno al dito. Li avrebbe tinti di blu. Il blu era il colore della tempesta. Esattamente ciò che stava avvenendo nella sua testa. Sgattaiolò fuori dal covo e si diresse spedito verso casa. Ora il suo unico pensiero era tingersi i capelli di blu. Oltremare. Ottima scelta, BJ.
****
-Al diavolo queste cavolo di camicie!- sbottò Mike, cercando senza successo di slacciarsi almeno un bottone. Era sicuro di soffocare prima della fine del concerto. Tre dal canto suo ridacchiava e dondolava i piedi perché la panca della chiesa era troppo alta e lui troppo basso. Billie Joe sorrideva a ogni ragazza che lo guardava e strizzava l’occhio alle più carine con unico risultato di farle ridere ancora di più. Il nostro tappo prediletto era convinto che le ragazze lo guardassero perché era “incantevole, il vero bel ragazzo californiano che sognano le figliole” per dirla come la direbbe lui. In realtà lo guardavano perché era esilarante con tutti quei capelli blu oltremare tinti male.
-Occhi aperti, mi raccomando- sussurrò ai suoi due compagni di sventura impegnati a non far soffocare Mike cercando di slacciargli il bottone della camicia.
-Ehi, si è visto il prete?- borbottò Tre esultando per essere riuscito a slacciare quel maledetto bottone.
-Non ancora ma … no, eccolo lì. Zitti che inizia a parlare-
I tre si erano sistemati nell’ultima panca per poter essere vicini all’uscita in caso qualcuno di poco pulito fuggisse. Il reverendo si avvicinò al microfono, si schiarì la voce e iniziò a parlare
-Fratelli e Sorelle siamo qui riuniti oggi per assistere all’inaugurazione del nostro nuovo organo che abbiamo acquistato per mezzo delle generose offerte dei nostri concittadini-
-Lecchino- borbottò Tre facendogli una linguaccia di nascosto
-Come sempre, il nostro organista Marc Lannegan ci delizierà con la sua abilità facendoci ascoltare opere di Bach, Hendel e Wagner. Che dire ancora? Godiamoci lo spettacolo-
Un coro di applausi e si vide l’organista di Rodeo stagliarsi accanto al mastodontico strumento, inchinarsi e sedersi al proprio posto.
-Concerti Brandeburghesi- annunciò –Johann Sebastian Bach –
La musica iniziò con ardore e trasporto. Tutti erano estasiati (o,più probabilmente, facevano finta) dalla musica trascinante che dipartiva dall’imponente organo. “Società ipocrita e menzognera. Ribellarci, dovremmo ribellarci” gli stessi pensieri martellavano nella testa dei tre ragazzini che si guardarono scuotendo la testa “Ribellione, ribellione a una società decaduta, fraudolenta e fallace ” ripetevano come un mantra. Poi si ricordarono di dover prestare attenzione ai movimenti del prete e della gente.
-Musica sull’acqua- ruggì Lannegan dall’alto –Georg Hendel –
Proprio come pioggia le note caddero a cascata sul pubblico.
-Ehi, avete notato una cosa?- sussurrò Billie –Il reverendo guarda sempre un punto al di sopra del pulpito-
Il ragazzo fece notare agli altri due lo sguardo agitato del prete, che, in effetti, fissava con insistenza un punto non troppo ben identificato sopra il pulpito e, i ragazzi notarono, fissava un po’troppo frequentemente l’orologio.
-Non è che ora succede qualcosa di brutto?- Mike aggrottò la fronte
Tre assunse un’espressione strana, quasi corrucciata e strinse i pugni
-Ehi, va tutto bene? Tre? – Billie Joe e Mike si guardarono con aria interrogativa
-Tre? Stai male?!-
Il ragazzino impallidì, strinse gli occhi a due fessure, i pugni stretti, la mascella in tensione
-Mike, ma che ha?-
-Non lo so … Tre stai bene? Ti viene da vomitare? Ti accompagniamo in bagno?-
D’improvviso il ragazzo si risvegliò come colpito da una scarica elettrica
-Un omicidio- guardò i suoi amici spaventato
-Un omicidio? Ma che dici?-
-Il sesto senso della nonna dice che … presto qui qualcuno morirà!-
I ragazzi erano sconcertati e BJ stava per ribattere quando una donna davanti a loro si voltò e gli intimò di tacere con aria severa
-Aria n°4 di Wagner – tuonò l’organista
La musica cominciò per spegnersi pochi minuti dopo con un orrendo stridio. Molta gente balzò in piedi, compresi i ragazzi. Si sentì un coro di “Che succede?” e proprio allora i ragazzi si avvidero di una cosa semplicemente raccapricciante. Il corpo di Marc Lannegan, organista di Rodeo giaceva riverso sull’organo morto. Billie e Mike fissarono Tre che alzò le spalle come a dire “io non l’ho ucciso. Ho semplicemente predetto la sua uccisione”. Poi corsero velocemente verso la porta dove stavano entrando i poliziotti.
-Ok, ragazzi facciamo così. Mike, vai a parlare con la polizia, Tre tu cerca di infiltrarti dal cadavere e io andrò a spiare dal sacra cattedra per controllare che nessuno esca- decise Billie Joe
I ragazzi ubbidirono. Tre sgattaiolò su per la scala che portava alla postazione dell’organo che era sopraelevata rispetto alla navata. Doveva sbrigarsi e superare in velocità la polizia che ora sarebbe salita e avrebbe contaminato la scena del delitto. Vide i capelli riccioli di Lannegan pendere sui tasti neri e bianchi. Si avvide che il corpo era stato colpito da un colpo da arma da fuoco direttamente al cuore. Chiaramente il killer doveva essere preparato e molto bravo per compiere un lavoro di tale precisione. Certamente doveva avere uno di quei fucili ultra moderni con mirino e probabilmente silenziatore perché non si era sentita nessuna detonazione. Il ragazzino cercò di tracciare una possibile traiettoria della pallottola e l’occhio gli cadde sul pulpito. Ehi, da lì si era in linea diretta con il corpo. Un semplice colpo in linea retta e bom! Fatto!
-Ragazzino levati dai piedi!- un poliziotto gli diede uno strattone –Ti sembra il caso di andare a impestare le prove?! Spostati malnato!
-Malnato sarai tu!- gli rispose Tre correndo giù dalle scale evitando i poliziotti.
Mike stava appiccicato agli agenti cercando di non perdersi nessuna parola. Questo era il suo espediente : bastava tacere e stare in un angolo e nessuno si sarebbe accorto di te. Era il suo trucco, perché Billie non lo sapeva mettere in pratica. Cosa faceva intanto Billie Joe? Beh, girava dalle parti del pulpito e in mezzo alla gente per trovare qualche tipo sospetto. Localizzò il prete cercare di calmare alcune comari ( tra cui anche sua madre e le madri dei suoi amici. Dio, che famiglie che si erano trovati). Si acquattò in un angolino e notò che alla tonaca del prete mancava un bottone. Sorrise compiaciuto perché oramai era sicuro che il prete fosse uno dei ladri. Non l’assassino, perché non avrebbe potuto sparare ma di sicuro appoggiava il killer. Era lì in procinto di alzarsi quando qualcuno gli inciampò sopra
-Ahia!
-Maledizione!
Billie alzò lo sguardo e vide sopra di lui un uomo alto e longilineo, con una sigaretta spenta tra le labbra, i capelli neri e unti, un cappotto nero e una borsa sospetta. Sulla testa del ragazzino cadde … un pacchetto di sigarette “Black Kangaroo” che lui si affrettò a raccogliere e a porgere al tipo
-Scusa ragazzo- borbottò quest’ultimo afferrando il pacchetto e scomparendo tra la folla. “Pesante accento australiano” registrò BJ alzandosi e correndo a cercare i suoi amici.
Mike era schiacciato dietro l’organo intento ad ascoltare i discorsi (inutili) dei poliziotti
-Ucciso con un colpo di pistola- disse il capitano Jones
-Così parrebbe- annuì il sergente Graves
“Se la polizia è questa, possiamo stare tranquilli che la nostra incolumità non corre rischi” pensò acido Mike
-Da dove avrebbero potuto sparare?- chiese Graves
-Uhm … non saprei … forse – tentennò Jones
-Dal pulpito- intervenne il nostro amico biondo. A Rodeo c’erano solo tre poliziotti e tutti e tre incapaci.
-Chi ha parlato?!- esclamò Jones
-Capo, però la voce aveva ragione … - commentò Graves
-Giusto. Bene, il colpo è partito dal pulpito- decise il capitano.
Siccome nulla si sarebbe potuto ricavare dai due abertuelati Mike corse giù da Billie e Tre. Billie Joe raccontò brevemente ciò che aveva scoperto
-Allora abbiamo gli assassini- disse Mike
-Dobbiamo seguire Mumford e il suo collega- decise BJ –Muoviamoci. Probabilmente sono già sulle tracce  della spada del conquistatore.
-Ma perché uccidere l’organista?- obiettò Tre
-E se fosse stato un loro collega che li ha precedentemente ingannati e loro per vendetta l’hanno ucciso?!- provò Mike
-Ottima osservazione Michael. Vedo che stai migliorando in quanto a ragionamento deduttivo. Credo proprio che Lannegan fosse in combutta con loro, ma, avendoli fregati magari omettendo di aver trovato un’indicazione per la spada, loro gli abbiano prima fregato l’indicazione e poi l’abbiano ucciso. L’uomo che mi ha investito aveva proprio l’aria da killer- ragionò Billie
-Allora inseguiamoli!- strillò Tre.
I tre ragazzini si lanciarono fuori dalla chiesa, nella calda aria della California pronti a inseguire i due ladri.

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Capitolo 4
*** Di inseguimenti, sequestri e risoluzioni ***


CAPITOLO QUARTO : DI INSEGUIMENTI, SEQUESTRI E RISOLUZIONI
I tre si guardarono intorno alla ricerca dei due cattivi. L’uomo australiano era scomparso ma non se ne sarebbe andato via senza il reverendo che era rimasto bloccato dalle solite comari. I ragazzi si nascosero dietro un cespuglio e attesero che il prete dicesse solenne
-Dopo questo affronto alla casa del Signore (“infido” si dissero i ragazzi) devo andare immediatamente a dare l’allarme alla moglie del compianto organista. Lasciatemi andare e tornerò subito- detto ciò il reverendo fuggì, lasciato libero anche dalla polizia
-Ma Lannegan non era sposato!- obiettò Tre
-Ipocrita, ladro, bugiardo e pure cretino! Che persona splendida- commentò Mike
-Sbrighiamoci!- urlò Billie –E’ salito in quella berlina nera!-
Mumford salì sulla berlina nera del collega che mise in moto e partì sgommando
-Come facciamo a inseguirli? Hanno un’auto!- esclamò Tre
- Michael, piano C4- ordinò Billie Joe
Mike annuì e scattò verso la giardinetta beige del maniscalco, posteggiata lì vicino. Tutti a Rodeo sapevano che suddetta automobile fosse perennemente aperta quindi … i tre ragazzini salirono in macchina e Mike mise in moto (era talmente scassa quella macchina che per accenderla bastava una forcina). Billie prese in braccio Tre e l’inseguimento cominciò. Fortunatamente la città era deserta perché con Mike alla guida non si era mai molto sicuri …
-Gira a destra- strillò Billie
Con una curva degna di 007, la giardinetta curvò a destra e finalmente vide davanti a lei la berlina. Mike premette sull’acceleratore e la giardinetta fece un balzo in avanti con ruggito incorporato.
-Dai che li stiamo raggiungendo!
-Ehm, avete idea di come si fermi sto coso?
-Ma Michael sei tu quello che paciuga con i motori dovresti saperlo!
-Infatti lo so dov’è il freno ma in sta macchina non c’è!
-Volete dire che ci schianteremo?
-Maledizione Frank piantala di fare il menagramo!
La macchina seguì la berlina che aumentava velocità per seminarli ma la giardinetta non demordeva rombando rumorosamente. La berlina cominciò a salire lungo il pendio che portava alla villa dei De La Vega ma la nostra giardinetta non riusciva a salire tale pendenza così i ragazzi furono costretti a lanciarsi giù, a prendere dolorose ginocchiate e botte per terra e vedere la macchina schiantarsi contro un palo. Senza un lamento cominciarono a correre su per la salita dietro alla berlina che però era ovviamente già arrivata.
-Ma quando arriviamo su che dobbiamo fare?- chiese Tre
-Cercare la spada ovviamente- rispose Mike
Billie stava letteralmente morendo dalla fatica ma cercò di tenere duro il più possibile. La luna illuminava la vecchia casa di inquietanti bagliori perlacei. I due uomini erano probabilmente già alla ricerca disperata della spada e i nostri eroi dovevano precederli sul tempo.
-Mi raccomando, silenzio assoluto. Non devono beccarci per nessun motivo e … - iniziò BJ
-Troppo tardi- l’australiano era dietro di loro ghignante. I ragazzi cacciarono un urlo e cominciarono a darsela a gambe ma vennero immediatamente fermati da tre violenti colpi in testa. L’ultima cosa che videro erano i visi distorti dei due ladri, poi più nulla.
Billie Joe aprì un occhio e sentì la testa dolergli come non mai. Che diavolo … ? provò a muoversi e si rese conto di essere legato mani e piedi ai suoi amici. Gemette. Si erano lasciati miseramente beccare e ora erano legati come salami in quella che, a giudicare dalla puzza, era la cantina. Ma perché non li avevano uccisi subito? Beh, forse Mumford essendo un prete … nah, figurarsi. Dovevano avere un altro motivo più losco di sicuro.
-Ragazzi … - sussurrò
-Ahia … - mugugnò Tre
-Ma dove cavolo siamo?- mormorò Mike
-Nelle cantine. Legati come salami
-Caspita, ci hanno beccati
-Come facciamo a liberarci? Non sembrano esserci cose taglienti nei dintorni …
-Ehi, aspetta! dovrei avere il coltellino a serramanico in tasca- esclamò BJ
Cominciò a dimenarsi con scarsi risultati
-Aspetta, provo a prenderlo io. Dov’è che è?- chiese Mike
-Appeso alla cintura
Mike cominciò a ravattare nella speranza di riuscire ad afferrare il coltellino. Dopo sforzi atroci ci riuscì e lo aprì. Lentamente cominciò a segare le corde che per loro fortuna erano abbastanza marcescenti.
-Ce l’hai fatta?-
-Un attimo … ecco … dai che cede … libero!- il ragazzino si slegò i piedi e cominciò a liberare i suoi amici
-Oddio che male ai polsi!- piagnucolò Billie Joe, che non perde occasione per lamentarsi
Tre saltò in piedi
-Loro non sanno che ci siamo liberati! Dobbiamo coglierli di sorpresa.
I tre cercarono di aprire la porta della cantina, che fortunatamente era aperta e sgusciarono nella sala abbandonata. Sentirono dei rumori provenire dal piano di sopra e si acquattarono sul fondo delle scale
-E ora che si fa?- mormorò Mike
-Uhm … cerchiamo la spada?- disse Billie Joe
-Ma non abbiamo indizi- contestò Tre
-Ragioniamo. Se foste dei conquistatori e aveste una spada molto preziosa dove la nascondereste?
-Sotto al letto?- azzardò Mike
-Ma lo vedi che sei sempre più scemo Michael? Cosa vuoi che nascondano delle spade sotto al letto come se fossero i tre dollari che ci danno quando facciamo i lavoretti estivi?!- inveì BJ
-Io la nasconderei … dietro al frigo!- esclamò Tre fiero della sua brillante idea
-In quanto a cretineria vi siete trovati!- commentò acido Billie –Non esistevano i frighi a quei tempi Frank!-
-Sentiamo, genio, tu dove l’avresti nascosta?
-Nel forno!
-E poi dici che siamo noi quelli tonti Billie Joe! Il forno mica esisteva!- berciarono Tre e Mike
-Ah, è vero. Forse in un anfratto nel muro … o dietro ad un arazzo!
-Questo è già più probabile. Forza, muoviamoci.
Il trio cominciò a tastare silenziosamente le pareti senza nulla trovare.
-Cavolo, ma sta spada è veramente introvabile … chissà dov’è …
-Misteri della fede proprio …
I ragazzi erano talmente impegnati nella ricerca che non si ricordarono che in casa con loro c’erano due assassini … la loro negligenza venne però punita perché i due uomini erano scesi in salotto sconfitti. La spada sembrava dissolta nel nulla
-Ma che ci fate voi qui?!-
-Oh ehm, noi … - i ragazzi si fissarono terrorizzati. Si erano lasciati scoprire come dei principianti …
Cave, l’australiano, li prese tutti e tre per i capelli e li sbattè sul divano. Ai nostri non sembrò una buona idea cercare di ribellarsi visto i due kalashnikov puntati contro di loro.
-Sempre tra i piedi voi tre, eh?- disse Mumford con un sorriso che nulla prometteva di buono
-Mi appello alla Convenzione di Ginevra!- strillò Billie Joe
-Non la passerete liscia perché la CIA, l’FBI, i marines, la polizia, il governo, l’ONU,la Nato ci stanno cercando!- urlò Mike sputando volontariamente sulla scarpa di Mumford.
-Esatto, la giustizia trionferà e comunque morirete di mille torture!- gridò Tre –Pena capitale!-
-Voi dite?- rise Cave –Io credo di no. perché ora vi uccideremo e nasconderemo i vostri cadaveri, poi troveremo la spada, ucciderò Mumford, andrò oltre confine e passerò il resto della mai vita da nababbo-
-Ben detto- disse Mumford per poi impallidire e dire –Ma … vuoi uccidermi?-
-Che perspicace ..- commentarono tutti
Mentre i due uomini litigavano, Mike sussurrò
-Ehi, avete notato quella corda marcescente che pende dal soffitto?
Vicino a Billie pendeva una corda che partiva direttamente dal soffitto.
-Che significa?- biascicò Tre
-Non lo so, ma BJ penso che l’abbia capito- rispose Mike occhieggiando il suo migliore amico che osservava la corda concentrato. Poi annunciò con voce solenne e seria
-Ehi, voi. La vostra fine è prossima. La spada di Damocle calerà senza riserve sulle vostre luride teste
-Ma ragazzo che stai …
Billie Joe si appese alla corda e tirò con tutte le sue forze. Dal soffitto si aprì una botola e la spada del conquistatore cadde sulle teste dei due uomini tramortendoli
-Grande Billie Joe!!!- strillarono i suoi due amici saltando sui cattivi tramortiti.
Dalla testa di Cave sgorgava un rivolo di sangue. I ragazzi si affrettarono a legarli e Tre corse a chiamare la polizia. Mike si inginocchiò e posò due dita sulle carotidi di Cave.
-L’ … l’ho ucciso?- balbettò Billie Joe, diventando bianco più di quanto già non fosse
-No, BJ, no. Non mi pare almeno. Stai tranquillo
I ragazzini osservarono la spada che riluceva argentea alla luce della luna. Il grosso diamante creava un bagliore senza vita e distante. Le pietre preziose pulsavano quasi di vita propria.
-E così ce l’avete fatta … -
I ragazzi si voltarono e alle loro spalle videro in controluce il mendicante
-Non le sembra l’ora di spiegarci qualcosa?- dissero i due, stranamente calmi e controllati come se la spada fosse un antidoto contro l’agitazione.
-Da spiegare non c’è nulla. Avete risolto il caso con maestria. Io … beh, definitemi il vostro diavolo custode-
-Il nostro che?
-Arrivederci ci rivedremo prima di quanto pensiate- il mendicante, avvolto da un baluginio verdastro scomparve alla vista con uno sbuffo.
-Ma cos’era?- balbettò Mike
-Non credo lo sapremo mai … - rispose Billie
I ragazzi rimasero seduti immobili sull’angolo del divano finchè la polizia non irruppe nella casa e portò via i due lestofanti.
-Siete voi quelli che hanno messo fuori combattimento i due assassini?- chiese il capitano
-Vede qualche d’un altro ?- risposero i ragazzi
-Oh, beh, ovvio. Il vostro amico Frank Wright ci ha spiegato tutto nel venire in qua e devo dire che avete svolto un’ottima indagine ma …
Tre era saltato addosso ai suoi amici stringendoli in un abbraccio da mozzare il fiato
-Siamo i detective più bravi del mondo!!!! Abbraccio!!!!!
Il trio rotolò sul tappeto in un unico abbraccio finché il capitano non disse
-Però dovete spiegarmi alcune cose. Primo fra tutti, perché non ci avete avvertiti subito?
-Secondo lei ci avrebbero creduto?- rispose Mike
-Ehm … no, hai ragione. Seconda domanda. Come avete fatto a capire che la spada era lassù in cima?
-In realtà non l’avevamo capito. È stata più la forza della disperazione che mi ha detto di tirare la corda- rivelò Billie Joe
-Ok … e come siete venuti a conoscenza di tutto ciò? Della spada intendo.
-Per caso, leggendo un libro di storia della nazione- intervenne Tre. Una bugia lì di stava per forza.
-Bene. Allora venite in centrale a rilasciare una dichiarazione scritta- il capitano Jones li accompagnò in macchina (Tre lo obbligò ad accendere la sirena perché “fa fico” e Billie ottenne il permesso di potersi affacciare e sbracciare tra gli applausi scroscianti delle ragazze). In centrale rilasciarono la dichiarazione, ottennero una medaglia all’onore per aver risolto il mistero della spada (che venne portata a san Francisco) e tutta la popolazione li acclamava. Finalmente poterono trascinarsi stanchi morti a casa
-Ve l’avevo detto che il sesto senso della nonna non fallisce mai!- rise Tre
-Vedi Michael?! Sempre il solito malfidente di turno!Siamo i migliori in circolazione!- strillò Billie Joe accennando una specie di passo da ragazza pon pon.
-E chi lo avrebbe mai detto che saremmo riusciti nell’intento … - annuì Mike, guardando la grossa luna piena che era sorta nel frattempo nel cielo blu cupo della California.

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


EPILOGO
Il giorno dopo i ragazzi erano nel covo, intenti a stilare il resoconto della loro prima avventura insieme. Mike era chino sulla scrivania, impegnato a ultimare il lavoro. Tre riordinava la camera oscura e Billie guardava con aria sognante il soffitto, perso in sogni di gloria.
-Ecco qui, ultimato- Mike sorrise e allungò agli altri un fascicolo fittamente scritto con la sua bella e ordinata calligrafia, completo di foto e titolo “Il mistero della spada del conquistatore”.
-Ottimo lavoro … che caso, però ragazzi. Non l’avrei mai immaginato!- disse Tre
-Se come primo caso abbiamo risolto questo potremmo risolvere un sacco di cose in futuro- fece Mike
-Ovviamente, siamo stati molto bravi- BJ si alzò, si tese sulle punte dei piedi e inserì il primo fascicolo nel mobile –Questo è il primo-
-ehi vi piace? Ho pensato che dopo questa brillante indagine un po’di pubblicità non farebbe male- Tre tese un biglietto bianco con su stampato
I TRE INVESTIGATORI
???
Indagini di qualsiasi tipo
Investigatore capo e rompiscatole : Billie Joe Armstrong
Secondo investigatore e fac totum  : Tre Cool
Ricerche,documentazioni e persona normale : Mike Dirnt
-E’stupendo!- esclamò Mike
-Troppo chic! Complimenti Tre- si complimentò Billie
-Ehm, ma per cosa stanno i punti interrogativi?- Mike era un po’perplesso
-In realtà non so … però faceva fico- Tre arrossì un pochino
-Ce l’ho!- sorrise Billie –Se ci chiederanno qualcosa noi diremo “Il punto interrogativo è il simbolo di qualcosa che non si sa, ma che si vorrebbe sapere : è il simbolo della nostra agenzia. Tre punti interrogativi, uguale tre investigatori, pronti a risolvere qualunque mistero o problema. Questi tre punti interrogativi diventano un marchio cioè qualcosa che si riconosce di colpo e si ricorda più facilmente di un nome. E siccome bisogna, prima di tutto, farsi conoscere, io sono certo che tutti faranno come te Mike. Chiederanno cosa significano quei tre punti interrogativi. Così noi avremo l’occasione di parlare della nostra agenzia, del nostro programma, delle nostre capacità. Una forma di pubblicità insomma! E voi sapete che la pubblicità è l’anima del commercio, serve ad attirare clienti … ed è proprio quello che ci interessa.” Capito?
-Grande BJ, ottima interpretazione!
I ragazzi si guardarono e uscirono nel giardino, tra le belle piante di nasturzi e petunie. Respirarono a pieni polmoni l’aria pura californiana e Tre commentò
-Non ci resta che attendere altri casi, allora.
-Oh si ragazzi!- strillò BJ saltellando –Saremo famosi!!
-Saremo famosi … - sospirò Mike, seguendo con lo sguardo il volo di un gabbiano che si librava libero nel cielo azzurro –Saremo famosi.
THE END … (Maybe)

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