In & out of love

di La Figlia Della Luna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Becoming Famous ***
Capitolo 3: *** Falling In And Out Of Love ***
Capitolo 4: *** Your lies are haunting me. ***
Capitolo 5: *** Giving answer to the why ***
Capitolo 6: *** See the reason in your eyes ***
Capitolo 7: *** See the truth behind your lies ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


In & Out Of Love.
 

Quando la vita in un romanzo, non è mai stata così reale.

 



Prologo.

Il concerto dei Green Day doveva cominciare a momenti. Una ragazza, da più di un'ora, spintonava delle fan nel parterre per arrivare alle prime file. Una di quest' ultime si sentì travolgere da una massa corporea, come se le avessero tirato addosso fantocci ripieni di chili di farina. Così tanta fu la pressione, che le fece perdere l'equilibrio.
 
"Stai bene?" chiese un ragazzo sui 15 anni. Aveva i capelli corti tinti di nero, in stile manga, e portava una maglietta scura che ritraeva il gruppo americano. Doveva essere una di quelle esposte sulle bancarelle fuori al palazzetto dove si sarebbe svolto il concerto. Questa poi, si intonava perfettamente con un pantalone attillato, [più o meno della stessa tonalità] ornato da diverse borchie.
 
"Sì, grazie" Rispose la ragazza tendendogli la mano per farsi aiutare ad alzare. Cercò di sistemarsi i capelli castani mettendosi un cerchietto illuminato. Molti lo avevano indosso, alle sue spalle gli spalti erano pieni zeppi di gadget luminescenti, dai cerchietti alle collanine di plastica e vederli illuminarsi nel buio rendeva l'insieme senza dubbio uno spettacolo. Il ragazzo di prima continuava ad osservarla ricomporsi, meditando in silenzio sul suo aspetto longilineo, tanto quanto suo,il suo viso era chiaro mentre il suo modo di vestire risultava un po' dark, senza che facesse risaltare le sue curve in maniera volgare e sfrontata inoltre aveva ai polsi diversi bracciali e anelli. Non c'era un lembo di pelle che non fosse ricoperto dal 'metallo'.
 
Quando entrambi si trovarono all'altezza da potersi vedere faccia a faccia, il ragazzo decise al momento di presentarsi:
"Mi chiamo Bill, piacere." Porse di nuovo la sua mano destra alla ragazza, questa volta per stringerle l'altra con cortesia.
"Il piacere è tutto mio, io sono Linda" Rispose un po’ imbarazzata per la figura di niente che riteneva di aver fatto cadendo in quel modo.
"Beh, Grazie per avermi aiutato. Rischiavo davvero di diventare un tramezzino, fra queste scatenate". Disse lei cercando di fare conversazione con l'altro, in attesa che il concerto avesse inizio
"Di nulla, figurati. E' l'effetto collaterale di chi sceglie un posto come il parterre." Rispose Bill, portandosi una mano dietro la nuca, arrossendo. Quando la poté vedere meglio, si rese conto di aver dato una mano ad un bella ragazza, dagli occhi chiari e un sorriso che avrebbe contagiato chiunque. Non poté fare a meno di mandarne uno a sua volta.
"E' la tua prima volta, ad un concerto?" Gli chiese Linda, mentre si incuriosiva degli indumenti del ragazzo, in particolar modo, della manicure accurata, che sfoggiava tenendo una mano sul fianco sinistro.
"No, la prima volta è stato al concerto di Nena"
"Ah, per me invece è la prima volta e sono agitatissima. E' normale?" Chiese Linda con un tremolio nella voce. Bill cercò di rassicurarla, semplicemente annuendo. Per un attimo rivide in lei la paura e l'eccitazione di quando vide Nena sotto il palco di Oberhausen, lo stesso sotto il quale si trovava con Linda, forse qualche fila più avanti, e non riusciva a trattenere le lacrime dalla felicità. D'un tratto si spensero le luci e lo sguardo dei ragazzi si perse nel buio. A sovrastarli furono solo le urla isteriche dei fan che appena videro i propri idoli esibirsi sul palco, cominciarono a scatenarsi a ritmo di musica.
 
Alla fine dello spettacolo, riaccesero le luci e Linda e Bill si ritrovarono a guardarsi l'un l'altro sconvolti ma felici, si scambiarono un sorriso e uscirono in coda dal palazzetto. Quando furono fuori si accorsero che pioveva a dirotto e Linda aveva dimenticato l'ombrello: "Oh che sbadata!" esclamò cercando di ripararsi con il suo zaino rosa. Bill la vide agitarsi sotto l'acqua e ghignò divertito, poi, tirò fuori un ombrello dalla tracolla che aveva appoggiata sulla spalla sinistra. Era piccolo l'ombrello per due ma abbastanza grande per coprire la testa di un'altra persona il tempo necessario ad arrivare ad un riparo più stabile.
"Seguimi!" disse il ragazzo rivolgendosi all'altra con fare sbrigativo. Linda gli si avvicinò guardandosi i capelli un po' umidi. Bill per evitare che la ragazza continuasse a stare sotto la pioggia, la strinse a sé: "Andiamo laggiù!" Indicò con lo sguardo un palazzo dai costoloni spessi con una sfilza di negozi in fila dalle saracinesche chiuse. Quando lo raggiunsero, l'ombrello di Bill minacciava di rompersi, una stanghetta di metallo pericolosamente allentata. Scosse il capo mentre Linda, con il fiatone, strizzò le punte dei suoi capelli castano scuro: "Mi dispiace molto.... Per il tuo ombrello" Disse lei esitante.
 
"Se fossi stata più previdente" La ragazza si rimproverò tra sé, vedendo Bill scostarsi delle ciocche dalla fronte, leggermente bagnate. Lui la guardò raggiante, come se non fosse accaduto nulla che al posto di una perturbazione ci fosse stato invece, un cielo notturno puntellato di stelle splendenti.
 
"Non preoccuparti. Ad ogni modo, dovevo disfarmene" Bill rise, mentre Linda arrossì appena, incrociò le sue iridi color nocciola,dettaglio di cui non si era accorta fino ad allora, forse a causa dell'ansia e dell'agitazione nel momento del concerto. Poteva essere talmente presa da non essersi accorta di una cosa che avrebbe potuto benissimo catturare la sua attenzione? No, Linda amava i particolari, analizzarli secondo il suo punto di vista, andare spesso oltre la superficialità delle cose e l'essere delle persone. In quel preciso istante, gli occhi di Bill erano un soggetto piuttosto interessante e non solo a livello estetico, anche di più.
 
"Ti va di mangiare un boccone? Conosco un fast food qui vicino che è aperto fino a tardi" Propose Bill avvicinandosi alla ragazza ancora assorta nei suoi pensieri, continuando a tenere fisso lo sguardo su di lui.
 
"Va tutto bene? Hai da avvisare qualcuno, prima di andare?"
"Ehm... Si scusami. Avverto mio padre al cellulare che saremo qui all'angolo. Ho una fame" Linda rispose frettolosa alla sua domanda per non fargli notare che aveva tutt'altro per la testa, anziché un big-mac. "Bene". Bill sorrise compiaciuto ed entrambi si avviarono verso il fast-food.
 
Linda e Bill erano seduti ad un tavolino all'angolo, avevano ordinato un menù semplice in modo che non facesse peso al proprio stomaco, in particolar modo a Bill il quale teneva molto al suo peso forma a differenza di Linda che era capace di ingurgitare anche cibo poco commestibile, riusciva comunque a mantenere una linea perfetta. Questione di costituzione. Ma non era orario di cena, per cui sentiva il bisogno di mangiare leggero, in ogni caso.
 
Conversarono del più e del meno, tra un boccone e l'altro. Scoprirono in pochi minuti di avere molte cose in comune ma soprattutto un sogno: diventare famosi.
 
"E cosi', vuoi sfondare nel mondo della musica?" Chiese Linda incuriosita. Anche se con occhio prevedibilmente critico, aveva intuito subito che Bill avrebbe potuto avere un'ottima carriera come artista.
"Si io e mio fratello, con altri due compagni, formiamo una band e suoniamo nei locali in attesa che qualcuno ci proponga un contratto" Spiegò Bill speranzoso.
"Ti capisco sai, anche io spero di riuscire ad avere accordi editoriali, per un libro che vorrei pubblicare. Anche se non l'ho ancora ultimato" Disse Linda mentre giocherellava con una patatina fritta, affondandola in un po’ di kechap rimasto sul bordo del suo piatto.
 
"Una scrittrice dunque" disse Bill interessandosi subito.
"Gli hai dato già un titolo?" Le chiese sporgendosi di più sul tavolo.
"Ancora no" Rispose l'altra quando si sentì vibrare i pantaloni. Sfilò il cellulare e rispose alla chiamata. La telefonata fu molto telegrafica, forse implicando che il padre di Linda fosse venuto a prenderla e che l'aspettasse all'uscita del fast-food.
 
"Devo andare" Disse,infatti, lei con rammarico. Bill si rabbuiò quando prese coscienza che la breve serata con lei fosse giunta già al termine.
"Ti rivedrò?" Chiese Linda, alzandosi da tavola.
"Quando diventeremo famosi" Rispose divertito, Bill.
"Certo" Lei sorrise ed uscì dandogli l'ultimo saluto con lo sguardo.
Solo poco dopo, Bill ebbe l'idea di chiederle il numero, ma quando tentò di raggiungerla era troppo tardi, la vettura del padre di Linda era già sparita lungo la strada.
"Stupido..." Si disse, dandosi uno schiaffo sulla guancia.



Avvertenze: Storia Ispirata dai testi delle canzoni seguenti: "In & Out Of Love" di Armin van Buuren ft Sharon den Adel , e "Starstruck" di Sterling Knight. I contenuti sono adatti a tutti, La vita dei Tokio Hotel non appartiene all'autrice della fan Fiction, non ha scopo di Lucro, la storia è puramente inventata non e ha un secondo fine particolare. L'autrice è consapevole che per la seguente canzone "Starstruck" è stato realizzato un film, con il medesimo titolo. Precisa inoltre che non avendo mai visto la proiezione di questi, gli eventi e le situazioni della Fan Fiction sono realizzati solo ed esclusivamente basandosi sulle parole del testo.

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Capitolo 2
*** Becoming Famous ***


In & Out Of Love.

Quando la vita in un romanzo, non è mai stata così reale.


1) Becoming Famous


Alla Libreria Nazionale di Oberhausen molte persone erano accampate all'entrata. Non vedevano l'ora di incontrare la loro scrittrice preferita, Linda Seidel, autrice di un libro che aveva catturato l'interesse di giovani intraprendenti e determinati a raggiungere i propri obiettivi. Un Romanzo che aveva istigato molti di loro a non arrendersi alle difficoltà e li aveva spinti a credere che non c'era nulla di male nel pensare in 'Grande' per il proprio futuro.

"Le ambizioni sono parte del nostro essere egocentrici ma, cosa realmente ci porta avanti nella vita se non la voglia di emergere e di esaudire i propri sogni? Lottare per aspirare ad una vita migliore ed agiata, o una da VIP e stella dello spettacolo, non é un peccato se vengono ottenute con le proprie forze, senza compromessi"

Così vi era scritto in un capitolo del romanzo, intitolato: "Berühmt zu werden für sich selbst"* Dalla critica letteraria fu considerato un libro scandaloso, dal contenuto egoistico e narcisista. Allo stesso tempo però, fu apprezzato dai lettori, in quanto, aiutava questi ad avere autostima di sé e a credere nelle proprie capacità. Un libro guida, che denunciava una realtà della vita dura, cinica, dove non c'era posto per il moralismo sopratutto in una esistenza da celebrità. L'autrice con le sue parole forti e cariche di speranza, invitava i suoi interlocutori alla riflessione, segnando loro un percorso che avrebbe aperto gli occhi verso innumerevoli ostacoli da affrontare. Considerando la dedizione e la caparbietà, qualità fondamentali per andare avanti nelle situazioni più difficili. E una volta arrivati all'apice del successo, questo, avrebbe comportato delle rinunce.

Mancava poco che Linda entrasse nella libreria. Fu deciso all'ultimo momento di farla sgattaiolare dal retro, avrebbe avuto meno fotografi durante il suo brevissimo tragitto. Avevano organizzato una signing session, per tutti i suoi fan in attesa di farsi autografare una copia del suo libro tanto discusso. Solo alcuni giornalisti avevano accesso alla libreria. Linda avrebbe concesso loro una breve intervista [in via del tutto esclusiva] , dopo aver scattato qualche foto e firmato autografi.

Quando la sala principale, dove ebbe luogo la signing session cominciò a sfollarsi, Linda fu pronta a rispondere alle domande, una parte di esse furono selezionate grazie a un concorso vinto da alcune fan, e poi, in seguito, sarebbero subentrati i giornalisti, sia delle riviste locali che nazionali.

"Mi dica signorina Seidel..." "La prego, mi chiami Linda" Interruppe lei, rivolgendosi al giornalista di BILD.DE che stava per formulare una domanda. "Linda sia" Asserì l'altro con un sorriso smagliante: "Com'é sentirsi ammirata e criticata allo stesso tempo dal pubblico?" Chiese porgendole un registratore vocale davanti. "Beh, penso che sia una cosa davvero curiosa e normale dopotutto. Perché in un modo o nell'altro si parla di te. Questo vuol dire che c'e' interesse, anche se quest'ultimo si presenta con sfaccettature diverse" Rispose Linda, con nonchalance. Era abituata a questo tipo di domande. La cosa importante per lei, era mostrarsi tranquilla, anche per quelle che potevano mostrarsi ripetitive e irritanti. Ciò dipendeva da come le venivano poste dalla controparte.


Il giornalista non perse tempo, e passò ad un'altra domanda: "Girano voci di corridoio, le quali sostengono che lei stia preparando un nuovo romanzo di un genere completamente diverso da: "Berühmt zu werden für sich selbst"*. E' davvero così?"
"Si" Rispose ferma Linda, ghignando compiaciuta: " Ma non posso anticiparvi nulla, rovinerei la curiosità dei miei lettori". Il giornalista si meravigliò di sé stesso: era riuscito a confermare una notizia così importante! Cercò di moderare il suo entusiasmo annuendo sommessamente:

"Giusto. Vorrei farle un'altra domanda e poi la lascerò ai suoi impegni" Disse.
"Prego" Linda gentilmente lo invitò ad esporsi.
"Ho letto con piacere il suo romanzo, mi ha colpito molto una situazione esemplare tra due giovani che, si raccontano a vicenda cosa vorrebbero diventare in futuro e il desiderio di entrare nel giro delle celebrità. Ecco, il modo in cui la scena è stata descritta, l'ha resa così veritiera e sentimentalmente viva, da portarmi a chiederle se non fosse ispirata ad un momento particolare della sua vita..." Linda rimase senza parole. Tutti avevano letto il suo libro e solo un giornalista fu in grado di scoprire [inconsapevolmente] il punto chiave. Il culmine della storia che ne aveva segnato lo svolgimento del intero romanzo. L'unica parte di sé che con accortezza, aveva nascosto fra tante paratassi e periodi, come un rebus. Avrebbe giurato che nessuno sarebbe stato capace di interpretare il fatto che quelle, fossero righe autobiografiche. Ma si sbagliava.

Linda non aveva mai dimenticato quel ragazzo, Bill. L’aveva colpita così profondamente dal concerto dei Green Day di 5 anni fa, che aveva voluto ricordarlo nel modo che lei conosceva meglio: Scrivere. Avrebbe voluto che l'osservazione del giornalista fosse stata opera di Bill, che avrebbe potuto incontrare dopo essere diventata 'Famosa'. Linda sentiva di aver mantenuto una promessa insolita con una persona che le era per certi versi estranea. Ma lui, sarebbe riuscito a fare altrettanto?
In un istante Linda fu immersa nei ricordi, fino a quando delle urla di gioia ed isteria spezzarono violentemente il suo stato di trans. Tutte provenivano [stranamente] dal fuori della libreria. Quello che si riusciva a vedere da dentro, erano dei flash di macchine fotografiche e diverse ragazze dalle facce sconvolte e incredule, rivolte verso l'entrata.

"Ma cosa sta succedendo?!" Si chiese il giornalista leggermente spaventato. Linda non proferì parola. Ma una cosa era certa: i suoi fan non avevano mai urlato in quel modo per lei. Si alzò e cercò di avvicinarsi ad un piano lettura, posizionato più al centro della sala. Un uomo, alto quasi un metro e novantadue, entrò dalla porta di ingresso principale della libreria. Vestiva in modo molto particolare: una maglietta scollata grigia fin sulla curvatura delle spalle, lasciava intravedere bretelle di una canotta leggermente più scura; un paio di pantaloni stretti e delle scarpe, che Linda, a vista d'occhio, reputò orrende tanto che, non valeva la pena commentarle. Riuscì solo ad accertarsi che fossero a punta con una zeppa che spuntava appena dal basso.

L'uomo non curante degli occhi che gli puntavano addosso, si avvicinò a Linda, spedito e sorridente. Tirò fuori da una borsa capiente [che era tutt'altro che maschile], una copia del romanzo e chiese:

"Puoi firmarmelo?" "Si.... Certo" Rispose Linda preoccupata. Sperava che qualcuno andasse lì vicino e chiedesse al ragazzo di allontanarsi, in quanto il tempo per la signing session era gia' terminato. Ma nessuno lo fece. Perché? Dopotutto era solo una firma, non badò nel chiedersi perché diavolo il tizio si era messo delle scarpe assurde per venire da lei, che portasse degli occhiali da sole in pomeriggio inoltrato. Prese una penna e Linda gli chiese il suo nome. Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante, quando alzò lo sguardo e lo vide:

"Ciao Linda, ci rivediamo" Disse l'uomo sorridente, mostrandole i suoi occhi nascosti un attimo prima dalle lenti. A lei furono subito famigliari. Era Bill. Bill Kaulitz dei Tokio Hotel.

***


"Non credevo che fossi tu, Bill" Disse Linda con incredulità nella voce.
"Io invece, l'ho capito fin dal primo istante in cui ho aperto questo libro" La donna arrossì, quando Bill le si avvicinò con affare curioso.
"Cosa guardi?" Chiese lei agitata.
"Ti ho visto una volta sola e sembra che tu non sia cambiata di una virgola" Constatò lui.
"Davvero? Tu sì! Non ti avrei mai riconosciuto"
"Ho notato. Ammetto che sono cambiato vertiginosamente" Entrambi risero, come quella volta al concerto dei Green Day. Era da tanto che Linda non provava gioia in quel modo. Sia lei che Bill erano così presi l'una dall'altra a ricordare quella sera, che non si accorsero dei presenti attoniti, alla visione della loro intesa. Il Giornalista di BILD.DE si accostò alla scrittrice per catturare nuovamente la sua attenzione:
"Mi scusi signorina Linda, ma dobbiamo continuare la nostra conversazione. Ricorda?"
"Giusto! Mi scusi lei" Rispose Linda mortificata." Bill, puoi aspettarmi qui? Vorrei offrirti un caffè dopo" Bill la guardò ghignando. Si rese conto che la sua sbadataggine non l'avrebbe mai abbandonata.

"Si aspetterò. Ma ad una condizione" Disse Bill, mentre Linda si accigliò.
"Quale?"
"Te lo offro io" Rispose deciso, precludendo una possibilità di replica.
"Va bene, come preferisci" Si sorrisero e mentre Linda si accingeva a seguire il giornalista per concludere l'intervista, un fotografo si piazzò davanti ai due:
"Posso farvi una foto, per la rivista BRAVO?" Chiese spavaldo. "senta avremmo da fare, se potesse allontanarsi." Rispose il giornalista, un po’ riluttante. Già la sua pazienza veniva messa a dura prova, a causa di diverse interruzioni. Dopotutto era il suo lavoro mantenere la calma. Soprattutto per Linda e Bill, era fondamentale. Due persone sempre sotto i riflettori, costrette a sopportare eventuali vicissitudini derivanti dalla concorrenza mediatica. Mancava davvero poco che qualcosa degenerasse in una discussione piuttosto animata tra il giornalista e il fotografo. Questa fu sovrastata a voce alta da Bill, il quale esclamò: "Facciamo questa foto, allora!" Linda e gli altri due, lo guardarono meravigliati.
"Linda vieni vicino a me" Esortò lui, prendendola sotto braccio, non facendosi mancare la copia del libro fra le mani. Il fotografo lanciò uno sguardo minaccioso al giornalista e consigliò a Bill e Linda di accostarsi un po’ di più, invitandoli a sorridere davanti all'obiettivo, al momento dello scatto.

"Grazie. Presto verrà pubblicata sul nostro settimanale" Disse l'uomo, mettendo da parte la sua macchina fotografica. Poi strinse le mani e se ne andò.
"Bene. Adesso vai, l'altro ti aspetta" Disse Bill compiaciuto. Linda, d'un tratto, si ricordò della stessa espressione che lui aveva avuto quando gli si era rotto l'ombrello a causa sua. Nonostante tutto, si mantenne serena, come se non fosse accaduto nulla.
"Mi dispiace Bill, io... ." Linda cercò di scusarsi di nuovo. "Non preoccuparti é il tuo lavoro. Ti aspetto" Disse tranquillo. "Sì... ."

Quando il tutto fu terminato, Linda non vide l'ora di raggiungere Bill per andare a una caffetteria all'angolo. Dovettero passare per il retro della libreria, per evitare intoppi da parte dei media, durante il loro passaggio.
Arrivarono ad un bar probabilmente gestito da un italiano, perché portava un nome straniero sull'insegna dai colori tipici del paese.

"Sediamoci lì dietro, così non terremo gli occhi puntati dalla vetrina" propose Linda, prendendo Bill con sé più in fretta. Trovarono un tavolino proprio dietro un paravento caratteristico che, secondo Bill, era perfetto per proteggere un po’ della sua privacy con Linda. Quando vi sistemarono, ordinarono i due caffè tanto desiderati, la giornata per Linda era stata troppo movimentata. Bill nel ritrovarsi faccia a faccia con lei, rammentò distrattamente la sera che avevano trascorso in quel Mc Donald's 5 anni prima. Sperava lì per lì, che un' ipotetica conversazione, che era intenzionato ad iniziare, non durasse meno poco come l'ultima volta.

"Come lo hai trovato il mio libro?" Chiese Linda, curiosa dell'opinione di Bill.
"Esserne parte nell'anonimato é stato eccitante" Rispose lui malizioso.
"Oddio, speravo che non te ne accorgessi!" Esclamò l'altra, anche se in fondo ci credeva davvero che l'uomo potesse accorgersene. Questo denotava, secondo il suo punto di vista, che anche lui non l'aveva mai dimenticata. Tutto ciò, Linda lo pensò facendosi scappare un sorriso malinconico.

"Cosa é quell'espressione? Guarda il lato positivo, abbiamo mantenuto i nostri propositi e adesso siamo qui. Per ironia della sorte siamo seduti ad un tavolo, solo che al posto del Big-Mac abbiamo una tazza di caffè" Disse Bill sorseggiandone un po’: "Oltretutto bollente!" Esclamò infine, sventagliandosi la lingua con la mano sinistra. Linda rise a crepapelle, dandogli ragione.
"Dimmi di te. Come và il tuo lavoro da celebrità musicale?" Gli chiese, girando il cucchiaino nella sua tazza.
"Benissimo. Non potevo desiderare altro: cantare, viaggiare con il mio gruppo e stare in contatto con le fan durante i concerti. E' una sensazione unica ma... ." Bill si rabbuiò.
"Ma?" Chiese Linda preoccupata: "Ah, forse ho capito" Sospirò. "Cosa?"
"Non hai tempo per te stesso e magari, costruirti una vita privata con qualcuno accanto" Rispose lei chinando il capo sulla mano destra. Aveva il braccio che, la sorreggeva in modo altalenante a causa del suo peso.
"Già" Si limitò a dire Bill, abbandonandosi allo sconforto mentale al solo al pensiero di 'morire' senza aver avuto una storia d'amore che lo completasse.
"Deve essere frustrante per te. Io di certo, non ho una notorietà come la tua, Dio solo sa come riesca a trovare il tempo per me e scrivere un romanzo, ma posso capire quando non si ha un po' di spazio da dedicarsi in periodi di impegni maggiori, dal quale non puoi sottrarti. Dopotutto e' un lavoro e un dovere"
"Sì, hai ragione. L'importante che piaccia quello che fai, ma non solo agli altri soprattutto a te stesso. Ah!" Bill si mosse stranamente, scostandosi leggermente dalla sedia, per sfilare dalla tasca un biglietto.
"Questo é per te" Disse a Linda porgendoglielo fra le mani. "Cosa é? Qualcosa mi dice, che non sei venuto da me solo per farti firmare una copia del mio libro. Vero?"
"Forse sì, potrebbe essere stata una scusa per invitarti ad una festa organizzata dal mio produttore, ci andrò anche io. Ne avevo uno in più e così... ." Rispese Bill un po' imbarazzato. "Grazie Bill, verrò molto volentieri" Linda non si sentì di aggiungere altro quando, l'uomo gli propose anche di portare qualcuno, se avesse voluto.
" Il giorno é perfetto. Porterò Jeremy con me" Linda si rese conto che almeno tre giorni prima dell' evento al quale era stata invitata, sarebbe tornato il suo fidanzato dall' Australia. Avrebbe fatto una pausa dalle riprese per un film d'azione, che gli toccava girare lontano da casa e spesso dalla relazione con Linda. Nonostante questo, era abituata a mantenere un rapporto a distanza e quindi, comprendeva benissimo anche sotto questa ottica, la frustrazione amorosa di Bill che non ne aveva nemmeno uno. Linda si sentì un po’ in colpa per lui, ma allo stesso tempo fortunata che riuscisse a mantenere una storia d'amore a distanza. Almeno ci credeva.
"Jeremy Sumpeter, hai una relazione con un attore? Perché non ne sapevo niente?" Bill si sorprese.
"Te l'ho detto che non ho una notorietà come la tua" Rispose Linda ridendo.
"Ma lui si! Io adoro i suoi film, anche quelli in cui é regista. Lo trovo fenomenale" Disse entusiasta alzandosi, in procinto di andarsene.
"Allora non ti dispiace se lo porto con me. Ma dove vai?" Linda si alzò a sua volta.
"Mi piacerebbe conoscerlo. Purtroppo Linda, il lavoro mi chiama" Bill fu dispiaciuto di lasciarla. La conversazione aveva preso una piega interessante.
"Capisco. Allora ci vediamo alla festa?" Chiese lei flebilmente.
"Sì, non puoi darmi buca" Disse Bill scherzando. "Ma per chi mi hai preso, imbec ... ." Linda lo stava rimproverando amichevolmente quando, lui le diede un bacio sulla guancia da farla zittire di colpo. Non avevano mai avuto un contatto così ravvicinato, se non solo con lo sguardo.
"Ci vediamo" Disse infine Bill, uscendo dal bar in fretta, in compagnia di un bodyguard.

***


"STOOOP! Facciamo una pausa di dieci minuti." Annunciò un regista da dietro una macchina da presa.
"Bravo Jeremy." Disse un tecnico sul set, dando una pacca sulla spalla dell'attore.
"Grazie" gli rispose Jeremy, mentre gli venne data un asciugamano bianco, per asciugarsi il sudore a causa della fatica.
"Vuoi un po’ d'acqua?" Chiese un'altra dello staff
cinematografico.
"No vi ringrazio preferisco recarmi in camerino, se non vi dispiace." Disse di rimando Jeremy cercando di rifocillarsi, mentre la donna si fece da parte.
Il camerino di Jeremy, si trovava [in realtà], in un camper non poco distante dal set, dove stava girando una scena abbastanza impegnativa. Questa richiedeva lo spostamento di tutta la troupe e dell'intero cast del film. La maggior parte delle riprese venivano girate all'aperto e spesso in zone semi-deserte e ripide.
Jeremy non volle nessun altro che sé stesso all'interno della stanza. Si sistemò su una sedia, dandosi uno sguardo allo specchio avido di bellezza. Egli non aveva tutti i torti a sentirsi stupendo fisicamente: aveva i capelli corti leggermente spettinati, color biondo cenere; occhi azzurri chiari e dei lineamenti dolci e lineari. Così perfettamente simmetrici dalle narici del suo naso agli angoli di una bocca carnosa che, componendo un'attraente fisionomia, era difficile per una donna resistergli.

Jeremy aprì il suo portatile per controllare la posta elettronica: il novanta per cento di quello che riceveva era un insieme di lettere di ammiratrici con dichiarazioni d'amore strampalate. Il resto erano newsletter di siti giornalistici, spesso locali come quello di Oberhausen. All'uomo piaceva essere informato, soprattutto sulle attività di Linda, la sua fidanzata. Navigando fra i diversi articoli per le pagine web, di cui guardava di sfuggita, il titolo al massimo l'occhiello, si imbatté in una cover della rivista "BRAVO". Vi trovò la sua fidanzata a fianco e abbracciata ad un personaggio altrettanto famoso, di cui però, non fece mai caso a come si chiamasse e cosa facesse. Egli lesse solo, "Bill Kaulitz dei Tokio Hotel, alla signing session della giovane scrittrice, Linda Seidel" e poi una domanda insidiosa tipica dei giornali: "Una vecchia conoscenza o un amore ritrovato, tenuto nascosto dal tempo?"

Queste cose non facevano né caldo né freddo all'attore. Era abituato alle frottole che si scrivevano sulle riviste. Ma fra le numerose vecchie conoscenze che Jeremy sapeva, riferitogli comunque dalla buona fede di Linda, non rammentava nessun Bill Kaulitz che fosse stato nominato, almeno una volta dalla sua ragazza. Ad ogni modo, Jeremy si fidava cecamente di Linda, ma inevitabilmente gli si insediò un dubbio nella testa. Non poté fare a meno, di chiamarla. Avrebbe approfittato di quei 10 minuti di pausa concessi dalle riprese, per farlo.


… Lei quando lo rivide dopo tanto tempo, le fu inevitabile travolgersi dai ricordi. Con lui trascorse una sola sera e le sembrava di conoscerlo da una vita. Lui era molto cambiato da allora, ma nonostante il tempo fosse interferito fra entrambi, non fu difficile né per quell'uomo che per quella donna, riconoscersi. Erano bastati dei segni particolari degli atteggiamenti quasi impercettibili come: una fossetta sul viso, il modo in cui l'una si porgeva all'altra con un semplice sorriso o lo sguardo volto al pensiero di un momento nostalgico. Tutto riconduceva alla consapevolezza che lui non aveva mai dimenticato lei, e lei non aveva mai dimenticato lui, qualunque cosa fosse accaduta...

"Chi sarà?" si chiese Linda, impegnata a scrivere una parte del suo nuovo romanzo. Posò gli occhiali da lettura, tralasciando per un attimo, la tastiera del suo computer per rispondere al telefono:
"Pronto?"
"Sono Jeremy tesoro, come va?"
"Amore!" Esclamò lei entusiasta.
"Mi hai anticipato, avrei chiamato io tra non molto, sai?"
"Perché?" le chiese l'altro sorpreso.
"Beh, primo mi manchi La nostra casa é vota qui, senza di te; Secondo - siamo stati invitati ad una festa" Rispose Linda, provando durante la conversazione, a mettere i polpastrelli sulla tastiera.
"Anche tu mi manchi, non vedo l'ora di rivederti la prossima settimana" Disse Jeremy osservando all'insaputa della fidanzata, la copertina di BRAVO
"La festa di chi?"
"Di un mio vecchio amico, Bill Kaulitz, siamo ospiti per conoscenza" Rispose Linda, ignara dell'espressione meravigliata che, Jeremy assunse dall'altro capo del telefono. Egli fece finta di non aver mai avuto a che fare con quel nome. Gli si mostrava tutt'altro che normalmente famigliare.
"Potremmo andarci non appena tornerai ad Oberhausen, che ne pensi?" Poi fece una pausa: "Bill vorrebbe conoscerti, mi ha espressamente dimostrato la sua ammirazione per te." Disse Linda serenamente, ansiosa allo stesso di tempo, di conoscere un consenso da parte del suo fidanzato.
"Perché no?" Jeremy non aggiunse altro. Se non limitandosi a riflettere quanto potesse interessargli la questione e quanto però ci avrebbe tenuto Linda ad andarci. La conversazione tra i due, durò ancora qualche minuto, dopodiché si lasciarono, impegnandosi che a quella festa si sarebbero presentati al momento stabilito.


Jeremy pensieroso concluse la telefonata, mentre una mano alle sue spalle gli cinse la vita:

"Dovresti tornare al lavoro" Lo avvertì amorevolmente una donna. Jeremy, si voltò sicuro verso di lei per osservarla: magra, alta. Si potrebbe perfino considerare che avesse tratti delicati, simili a quelli di Linda. Ma con un’unica differenza: non era la stessa con la quale Jeremy, aveva finito di conversare alla cornetta. L’era molto vicina a un palmo dal suo naso, che lo baciava appassionatamente, lasciando l'attore, con il fiato sospeso dall’eccitazione.


*Diventando famosi per sé stessi
- Jeremy Sumpter è il "ragazzino", ormai un uomo, che ha recitato nel film "Peter Pan" (2006) il ruolo da protagonista.

Nota: Ogni capitolo sarà pubblicato ogni venerdì!

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Capitolo 3
*** Falling In And Out Of Love ***


In & Out Of Love.

Quando la vita in un romanzo, non è mai stata così reale.



2) Falling In And Out Of Love.

"Tom, secondo te mi sta bene questa cravatta?". Chiese Bill indeciso davanti allo specchio, mentre suo fratello lo guardava sistemarsi il colletto, un po' annoiato. Bill sparpagliava ovunque il suo guardaroba perfino qualcosa di banale, come una cinta o un paio di scarpe che magari, poteva indossare facilmente e creare degli abbinamenti, come piacevano a lui. Chissà perché quella sera, a una sola mezz'ora a disposizione, per poter essere puntuale alla festa, Bill era in crisi. Divagava per la stanza come uno zombie e Tom, non l'aveva mai visto così disorientato. Soprattutto quando si trattavano di vestiti da indossare:
"C'e' solo una ragione per cui ti trovi in queste condizioni". Disse, scrutando il fratello più da vicino, come se fosse una cavia da laboratorio.
"Oh, bene". Invocò Bill, mettendo per l'ennesima volta, la testa nel suo guardaroba:
"Sentiamo cosa ha da dire, lo psichiatra di turno". Ironizzò, dedito alla disperazione. Tom rise a crepapelle, mentre suo fratello gli lanciò un'occhiata minacciosa a denti stretti. Quando l'altro ebbe finito di sbellicarsi, accortosi a distanza, che Bill era in procinto di mangiarselo vivo, Tom si ricompose in fretta, pensando bene di esporsi:
"Oh avanti, quando mai sei stato così indeciso?". Chiese il gemello, incrociando le braccia serio. Poi continuò:
"Vuoi fare colpo su qualcuno, ti conosco troppo bene". Il chitarrista ghignò, nonostante scoppiasse dentro di sé dalle risate.
"Chi é lei?". Bill smise di rovistare nel proprio armadio e si lasciò andare a peso morto sul letto, stracolmo di indumenti. Vi si poteva aprire una boutique di seconda mano, con ciò che aveva [secondo il punto di vista di Tom].
"Lo sai, hai maledettamente ragione". Ammise Bill: "D’altronde chi meglio di mio fratello, può capire cosa realmente mi passa per la testa?" Si chiese il moro ad alta voce.
"O meglio CHI". Tom lo corresse.
"Vedrai stasera". Disse Bill compiaciuto.
"Puoi darmi una mano qui?" Chiese guardandosi di nuovo allo specchio. Aveva una cravatta annodata al collo come un damerino, quando Tom gli si avvicinò alle spalle e con l'aiuto dell'immagine riflessa del fratello, gliela sistemò come se fosse sua. Gli allentò leggermente il nodo, stirando con le mani, il colletto della camicia, attorno al quale era posizionata. Bill quando vide il risultato, si piacque molto e sorrise imbarazzato. "Vedi, basta poco". Disse Tom soddisfatto.
"Grazie fratellino, se non ci fossi tu". Bill si voltò per abbracciarlo, e Tom lo ricambiò.
"Se cambi idea, alla festa puoi sempre sfoggiare il torso nudo col tatuaggio marchiato sul fianco".
"Imbecille!" Esclamò Bill, dando a suo fratello una pacca forte sulla spalla.
"Bel modo di ringraziarmi". Concluse Tom ghignando, mentre se la massaggiava con finto vittimismo.

***


"Jeremy sbrigati, altrimenti faremo tardi!" Esclamò Linda, mentre indossava freneticamente un orecchino.
"Sei stupenda". Esordì Jeremy, osservandola prepararsi. Linda lo ringraziò teneramente dandogli un bacio sulla bocca:
"Hai preso tutto?". Chiese dandosi un ultimo al suo abito da sera.
"Sì ho fatto parcheggiare la nostra auto, qui, davanti al viale". Rispose Jeremy accompagnandola verso l'uscita. Entrambi erano ben vestiti per una serata che si preannunciava molto interessate: potevano farsi pubblicità [come se non ne avessero già abbastanza] una strategia spesso adottata, per avere visibilità, nuove occasioni di lavoro e creare nuove alleanze, conoscendo altrettanta gente celebre, ospite a quella festa. Ma Linda aveva un motivo in più per esservi presente, che andava ben oltre questi propositi. Aveva l'opportunità di conoscere bene Bill, finalmente nel suo ambiente, avere contatti con i suoi amici e colleghi, una curiosità che non l'aveva mai abbandonata, in quanto, Linda adorava il mondo della musica e le sue dinamiche.

Intanto davanti ad un locale esclusivo del centro di Oberhausen, si stava concentrando una fitta folla divisa tra paparazzi, reporter e qualche fan occasionale appostati all'entrata. Questa, era controllata da un buttafuori che prometteva tutt'altro, che una semplice figura per la sicurezza. Egli dava l'impressione di una persona di male affare e per quanto le persone cercassero di sfuggire al suo controllo, per imbucarsi alla festa di David Jost, allo stesso tempo dovevano fare attenzione ad un corpo opulento e massiccio, che non si scontrasse con il proprio.

Molte personalità dello spettacolo parteciparono alla festa. Bill, con il suo gruppo, arrivò fra i primi invitati. Non mancarono flash, interviste 'mordi e fuggì’ e richieste di autografi, durante il loro passaggio. Quando Bill fu dentro al locale, salutò David facendogli gli auguri e allo stesso tempo, con la coda dell'occhio controllava la sala riempirsi. Ma di Linda, non vi era alcuna traccia. Finché una donna dallo strascico nero alle spalle, seguito da una scollatura da ammirarne un fondoschiena perfetto, non si voltò rivolgendo al moro, un sorriso smagliante: "Bill, ti ho trovato!". Esclamò Linda, abbracciandolo senza esitazione.
Bill si sentì in paradiso. Lei aveva un modo di stringere a sé l'altra persona, in maniera così delicata ed elegante, che gli fu inevitabile ricordarsi, di come da ragazzo, avesse fatto altrettanto. Per Bill, avere un contatto fisico con Linda, stava diventando una necessità davvero curiosa.
"Sei incantevole". Disse affascinato.
"Grazie, ti presento il mio fidanzato, Jeremy". Disse Linda, facendosi indietro.
"Piacere. Tu devi essere il leader dei Tokio Hotel, giusto?". Jeremy strinse la mano di Bill, come se fosse in procinto di sfidarlo a un duello western.
"Sì, e tu sei il mio attore americano preferito!". Rispose l'altro leggermente a disagio, distendendo piano la mano destra un po’ indolenzita.
"Amore, vuoi qualcosa da bere?" Chiese restio Jeremy, alla sua fidanzata.
"Sì, grazie caro. Bill, tu vuoi qualcosa?".
"Ah no, ce l'ho già". Rispose Bill tranquillo, mostrandole un bicchiere di punch: "Ti presento i miei amici, vieni con me". esortò infine, prendendola sotto braccio. Linda e Jeremy si guardarono, quando l'ultimo le permise di andare e che l'avrebbe aspettata in giro.

Quando Bill e Linda furono 'relativamente' soli, poterono spettegolare sugli invitati, il tempo necessario che il primo raggiungesse David, seduto ad un tavolo con alcuni colleghi: "David, ho da farti conoscere una persona". Disse il moro, ghignando. L'uomo interruppe la sua conversazione sconvolto: "Ma lei é Linda Seidel?". La donna quando sentì nominarsi con adorazione, si sentì lusingata.
"Sì, é proprio lei; consideralo un regalo di compleanno da parte mia". Gli rispose Bill, sorridendo. Volse lo sguardo verso la sua amica accennandole di avvicinarsi.
"E' un piacere conoscerla, signor Jost". Disse lei.
"Sapeste per me, signorina Seidel…" David fece una pausa: "lei é il mio mentore e il suo libro é un capolavoro". Elogiò, invitandola a sedersi.
"Le presento: Peter Hoffman, Georg Listing e Gustav Shäfer". annunciò il giovane produttore ordinando un brandy.
"Oh no, la prego". Linda cercò di declinare l'offerta del drink. "Insisto". Continuò lui. Mentre l'altra iniziò spontaneamente una conversazione, con le persone sedute al tavolo. Bill, nel contempo, avvisò che si sarebbe allontanato per cercare suo fratello Tom. In lontananza, egli vide Jeremy avviarsi nei servizi igienici, con aria circospetta. Bill si chiese come mai, il fidanzato di Linda stesse agendo in quel modo, come se avesse qualcosa da nascondere. Il suo istinto, gli diceva che l'attore non avrebbe portato da bere molto presto, come aveva proposto poc'anzi.
***

"Tesoro, lo sai bene che non posso, ho promesso a Linda che sarei stato qui ancora qualche giorno". Jeremy parlava al suo cellulare specchiandosi nel bagno. Ignaro che ci fosse qualcuno, che origliava involontariamente la conversazione alle sue spalle: Tom Kaulitz.
"Vedrò cosa inventarmi per andare via da qui, mi sto annoiando a morte". Si lamentò Jeremy, mugolando ansimante al telefono. Tom rimase immobile nella cabina del bagno, la conversazione a luci rosse del tizio lo incuriosiva così tanto, da posare l'orecchio sulla porta. Dopo dieci minuti ai quanto ambigui:
"Aspettami dove ti ho detto, venti minuti e sono da te". Jeremy concluse la telefonata, emettendo un gemito di piacere ed uscì. Tom rimase tutto il tempo nascosto ad ascoltarlo, che quasi si dispiacque quando, ciò ebbe fine. Il chitarrista ebbe anche la stravagante idea di congratularsi con lo sconosciuto, ma ritenne che sarebbe stato troppo eccessivo e decisamente inopportuno. Tom quando uscì dalla cabina, non vide l'ora di raggiungere gli invitati e raccontare al primo che gli fosse capitato davanti, la clamorosa situazione alla quale aveva involontariamente assistito.


Bill era ancora in cerca del fratello, chiedendo a chiunque dove fosse. Durante il trambusto e il chiacchiericcio dei presenti, Bill si rivolse alla sua amica e collega dello staff del gruppo:
"Hey Bea, hai visto Tom?". Chiese stanco.
"Sta venendo proprio qui, é dietro di te". Rispose lei ridendo. "Ragazzi, non sapete a cosa ho appena assistito!". Esclamò Tom col fiatone.
"Ah sentiamo, Dove sei stato?" Chiese il moro sarcastico, mentre Bea beveva un po’ di punch dal suo bicchiere.
"In bagno, c'e' stato un tizio che ha conversato al telefono, probabilmente con un'amante, dovreste vederlo come si eccitava". Cominciò a raccontare Tom paonazzo dalle risate. "Tom, sei sempre il solito". Disse Bill disgustato, mentre Bea si dimostrò interessata all'aneddoto:
"Come fai a dire che ha un'amante, può essere anche la sua ragazza cosa ne sai?". Constatò brilla.
"Oh, chiunque fosse non le avrebbe fatto una telefonata da film porno diretto da Tinto Brass, fidati". Rispose Tom spavaldo, poi si avvicinò di più ai ragazzi per non farsi sentire: "Ammetto che stavo per venire anche io" Confessò utopisticamente.
"Ma che schifo!". Esclamò Bill tossendo, mentre Bea sputò il liquido alcolico dalla bocca sulla felpa di Tom, ridendo senza contegno.
"Oh scusami, ma é stato inevitabile immaginare la scena" Disse lei, avvisando che si sarebbe allontanata per un istante. "Così impari a sparare sciocchezze" Rimproverò Bill il quale fu l'unico a contenersi, anche se a fatica.
" Mi devi credere, era peggio di un maiale in calore" Ribatté Tom sottecchi.
"La vuoi finire?". Bill alzò gli occhi: "Dopo vieni con me, ti faccio conoscere Linda" Disse infine, cercando di cambiare argomento.

Nel frattempo, Bea raggiunse i gemelli con un fazzoletto: "Sta fermo che ti asciugo". Disse, provando a sfregargli il tovagliolo sulla parte della felpa bagnata.
"Bill, sbaglio o hai detto Linda?". Chiese Tom sentendosi leggermente strattonato dalla mano accorta di Bea, intenta a levargli la macchia più che poteva.
"Sì, Linda Seidel la scrittrice, perché?" Chiese Bill incuriosito dall'espressione sorpresa del fratello, che subito si tramutò in una più distesa e divertita.
"Ecco fatto". Disse Bea soddisfatta di aver in parte, estinto la macchia d'alcol ma Tom non le prestò attenzione:
"Ma cos'hai?". Gli chiese lei.
"Avrà visto Jessica Alba" Ironizzò Bill, bevendo.
"No, quello é il tizio della telefonata!". Esclamò Tom all'improvviso.
Bill e Bea si voltarono verso colui il quale, per il primo, si rivelò l'attore Jeremy Sumpter. Il moro dedusse all'istante che Linda fosse probabilmente vittima di adulterio. I tre si osservarono, mentre Tom tentennò: "Forse dovevo stare zitto, vero?".


Jeremy raggiunse Linda al tavolo dove chiacchierava amabilmente con uno degli amici di Bill. Questi, nel frattempo, guardava la scena della coppia a debita distanza. Rimuginava sul come e il perché, alcuni uomini come Jeremy e come se stesso, potessero in maniera meschina agire alle spalle delle persone. Senza rendersi conto che le stesse che si hanno davanti agli occhi siano proprio le migliori. Per Bill tutto questo non aveva senso, sopratutto se riguardavano i sentimenti. Spontaneamente gli bruciò tremendamente dentro, la consapevolezza che Linda fosse del tutto ignara, che il suo fidanzato le mentisse spudoratamente.
"Linda devo parlarti". Le disse Jeremy, dimenticandosi completamente di offrirle da bere. Ma la donna non ci fece molto caso. Infatti, aveva già ingerito un drink ed era così presa dalla conversazione degli uomini al tavolo, da non accorgersi della presenza dell'attore. Finché non fu lui a richiamarla:
"Ah Jeremy, scusate ragazzi".
"Certo, Linda. Fai pure". Tutti le diedero del "tu" e uno di loro, la vide allontanarsi con il suo compagno, dall'altra parte della sala. Georg fissava le forme femminili, con il boccale di birra fra le labbra.
"Come vuoi andar via?". Chiese Linda verso Jeremy dall'espressione meravigliata. L'uomo nel frattempo, si accingeva ad accendere una sigaretta.
"Mi sto annoiando, oltretutto dovrò partire domani". Rispose. "Di già? Mi avevi detto che saresti tornato in Australia la prossima settimana!". Esclamò l'altra delusa ma Jeremy non si scompose. Il suo unico pensiero era di schiodarsi a quella festa: "Puoi rimanere se vuoi" concluse spegnendo la cicca sotto la scarpa destra dopo solo due tirate.
"Fa come vuoi". Linda si sentì tutt'altro che presa minimamente in considerazione. Bill, intanto, aveva appena finito il suo cocktail. Manteneva ben sotto controllo, il quadro della situazione: Linda VS Jeremy. Ebbe la sensazione che qualcosa non andasse per il verso giusto fra i due. Il moro fu avido di curiosità, nel comprendere cosa si dicesse la coppia così animatamente. Fu indeciso se avvicinarvisi. Ma mentre valutava i pro e i contro lì per lì, vide Jeremy allontanarsi dalla donna, con riluttanza. Quel momento per Bill, fu propizio nel raggiungerla: "Và tutto bene?". Le chiese preoccupato. "Sì, bene". Gli rispose Linda portandosi una mano sulla fronte. Poi si sedette alla prima sedia che si trovò davanti. "Aspetta, ti porto dell'acqua". Disse Bill, per constatare le condizioni della donna.
"Qualunque cosa, ma non ho voglia di tornare a casa". Confessò lei nervosa: "Grazie Bill". L'altro le aveva appena portato un bicchiere pieno d'acqua. Più tardi il moro si offrì di accompagnarla al ritorno, con la sua limousine. Ma Linda fu così scossa dalla discussione avuta con Jeremy, che qualunque destinazione fosse stata dell'autista dei Tokio Hotel, le avrebbe fatto piacere. "Una buona occasione per distrarsi". Pensò la scrittrice.
Conclusosi il party, all'uscita del locale, vi erano ancora paparazzi e i fan che urlavano isterici. Sopratutto il nome di Bill e i membri del gruppo tedesco. Ma si sorpresero alla vista di Linda, in loro compagnia cosa avrebbe fatto? Cosa c’entrava con i ragazzi? Molti dei presenti si posero più o meno le stesse domande, tranne i diretti interessati. Non mancarono flash sfuggenti e qualche sguardo invidioso. La situazione che si concretizzò davanti a tutti, fu intrigante e curioso. Pochissimi avrebbero perso l'occasione, di scoprirne i retroscena.

***


Durante il tragitto in limousine, Linda ebbe l’opportunità di conoscere anche il fratello di Bill, del quale ebbe un’opinione personale positiva e davvero divertente. Con un sorriso, era in grado di spazzare via le preoccupazioni della scrittrice. Fra una parola e l’altra di Gustav e Tom e qualche battuta trascinante di Georg, David era seduto accanto a Linda che offriva dello spumante, a tutti i passeggeri; una bottiglia rimasta nello scomparto frigo della spaziosa vettura. Bill fu l’unico dell'allegra compagnia, serio e con affare pensoso. Senza che Linda gli rivolgesse lo sguardo, lui la osservava contemplando se fosse stato il caso, di avvertirla della soffiata adultera della quale, lo mise al corrente caldamente suo fratello. Il moro per un istante si violentò psicologicamente su due fronti:

a) Confessare di sapere, per dovere amichevole nei confronti della donna; b) Aspettare che l’assurda situazione facesse il suo corso, da scoprirlo da sola.

[Un' opzione della quale Bill, farebbe volentieri a meno. Per il bene che nutriva per Linda, non sarebbe mai riuscito a nasconderle un segreto del genere .]
Infatti, l’uomo concluse l’autoanalisi valutando che, se sputasse il rospo, si sarebbe potuto mettere in una posizione ambigua, in una faccenda privata, nella quale ficcarvi il naso voleva significare sabotare un rapporto “relativamente” serio che Linda difenderebbe con i denti, probabilmente.
Oppure, l’unica soluzione che avrebbe colmato [anche se non in maniera fattibile] la coscienza del frontman, era prestarsi alle esigenze di Linda, qualora lei ne avesse voluto bisogno e consigliarla nei momenti in cui si sarebbe trovata in difficoltà. Per quanto concerne quest’ultimo punto, Bill pregò mentalmente che quei momenti arrivassero quanto prima. Non che volesse approfittare delle sofferenze o delle debolezze della scrittrice ma, proprio per taluni motivi, lui era consapevole che per Linda non si sarebbero risparmiate, indipendentemente dal tempo che vi si poteva trascorrere. Ad ogni modo, Bill si promise in silenzio che non appena fossero accaduti, le sarebbe stato accanto sempre e comunque.

Quando nella comoda limousine vi rimasero soltanto Linda e i gemelli. Bill le volle cedere volentieri, anche solo per una notte, un’ala della propria abitazione, in una zona abbastanza tranquilla della provincia di Amburgo, dove il moro la spartiva con suo fratello Tom. Egli offrì alla scrittrice il tempo per sistemarsi, anche a medio lungo termine nell’eventualità in cui ne avesse voluto altro, per riflettere.
“Grazie Bill, non dovevi”. Ringraziò Linda, facendosi aprire una delle numerose stanze, nella quale avrebbe riposato. “Figurati a volte penso che, questa dimora sia troppo grande per due”. Disse il moro sorridendole. Infatti, quando vi fecero ingresso, Linda rimase a bocca aperta, affascinata dalla sontuosità degli spazi casalinghi: un salotto e una cucina, dall’arredamento moderno e sconfinato. Dalle comodità alla semplicità dello stile e della disposizione degli immobili che avrebbero fatto invidia a chi tempo addietro, possedeva una reggia. Per non parlare della presenza di sale di intrattenimento e una di registrazione, con svariati strumenti a disposizione. Al piano di sopra, oltre la camera dove Linda e Bill vi misero piede, ce ne erano altre quattro, tra cui uno studio e tre da letto con i rispettivi bagni privati. Una casa che tutti sognerebbero di avere, soprattutto quando questa, comprendeva all’esterno un giardino ben curato e una dependance con piscina a vista. “Ecco, indossa questo. Dovrebbe andar bene come tenuta da notte” Disse Bill rivolgendosi alla scrittrice, la quale si vide porgere una tuta blu scura, comoda e dal girovita stretto, come quello del frontman. Doveva sicuramente appartenere a lui, qualche tempo prima.
Linda lo ringraziò di nuovo, un po’ imbarazzata.
“Fa come se fossi a casa tua, se hai bisogno di qualcosa io e Tom siamo nelle camere a fianco” Disse Bill, in procinto di chiuderle la porta delicatamente. Linda lo vide andarsene sorpresa della sua gentilezza, si convinse che da allora, non era mai cambiato.
Fu notte inoltrata. Linda nonostante trovasse il letto così confortevole, non riusciva a prendere sonno dall’agitazione e dai troppi pensieri. Aver litigato con Jeremy l’aveva fatta sentire davvero male. Si rese conto che da un po’ di tempo, non capiva perché il suo fidanzato avesse un atteggiamento non curante nei suoi confronti, ma allo stesso tempo così premuroso e attento, da sciogliersi come un cioccolatino sotto al palato. La donna pensò bene di tirarsi su a sedere e accedere una lampadina posta su un comodino. Nel cassetto vi cercò una penna e un blocco notes. Volle sfruttare questo suo stato di confusione e di malessere, per buttare giù qualche riga, per il suo nuovo libro:

Lei amava il suo uomo più della sua stessa vita. Era disposta a tutto per difendere il suo rapporto da chiunque e qualsiasi cosa, si fosse messo in mezzo. Ma si sentiva male quando capitava di litigare con lui. Il suo comportamento la irritava soprattutto nel momento in cui non si sentiva abbastanza apprezzata e amata quanto lei facesse nei suoi confronti. Può l’amore sostituire il rispetto? ….

Linda sospirò a quella domanda che inconsciamente si pose sul pezzo di carta. Non seppe darsi una risposta, si chiese piuttosto se quel punto interrogativo fosse l’inizio di una crisi fra lei e Jeremy. Che la sua coscienza da scrittrice le stesse in qualche modo dicendo qualcosa? La donna trovò piuttosto bizzarra questa considerazione. Un romanzo come psicologo, non rientrava assolutamente in una prerogativa dello scrittore, quando lo si sfruttava come mezzo di evasione dalla realtà. Ma da come si pose il racconto, Linda trasse la conclusione che fosse troppo disorientata sentimentalmente in quel momento, da poter continuare a scrivere. Lasciò immediatamente la penna e scese dal letto. Avvolse le sue spalle un plaid ed uscì dalla stanza per recarsi in cucina.

Bill si preparò una camomilla, mettendo un pentolino sul piano cottura. Aveva bevuto troppo alla festa ma non ricordava, in altre occasioni, di accusare fastidi allo stomaco. Inoltre il pensiero di Linda e la sua inconsapevole situazione, non gli facevano chiudere occhio. Averla poi come vicina di stanza, lo faceva sentire ancora più a disagio.
"Ciao". Qualcuno gli sussurrò alle spalle, da farlo sussultare: "Oh, Linda!".
"Shh, scusami ti ho spaventato?" Chiese lei col dito sulle labbra, mentre Bill si versò tremante la camomilla, in una tazza. "Scusami tu, non credevo fossi sveglia". Rispose abbassando la voce.
"Di solito, sono sveglia tutta la notte, a fissare lo schermo del mio computer, per continuare a scrivere il mio romanzo. Ma adesso ... " Esitò Linda mesta. Si avvicinò al tavolo della cucina, passando istintivamente una mano sulla superficie lignea. Come se la donna volesse avvertirne al tatto, la semplicità del materiale levigato. La stessa semplicità che vorrebbe fosse la sostanza dei suoi tormentati pensieri.
"Ehi ... " La richiamò Bill dolcemente, mentre portava un vassoio tra le mani. C'erano due camomille fumanti e una manciata di biscotti ai cereali. Linda gli prestò uno sguardo malinconico sorridendogli poco dopo, come se non potesse fare a meno di osservare il viso del moro. La faceva sentire bene. "Vieni, sediamoci sul divano, staremo più comodi" Esortò Bill, con un cenno del capo. Poggiò il vassoio con le camomille, su un tavolino all'altezza dei cuscini del sofà a tre piazze. "Così, concilieremo facilmente il sonno". Constatò Linda accomodandosi un po’ goffa, a causa del plaid che portava ancora sulle spalle.

Bill si sedette accanto a lei, porgendole una tazza e Linda l'accolse fra le mani un po’ impacciata. "Fai attenzione, che scotta". Disse lui, sorseggiando dalla sua con accortezza.
"Come sei premuroso". Asserì Linda alzando un sopraciglio. "Lo sono sempre con le persone a cui tengo". Ribatté Bill. Ma la verità fu che aveva paura di farsi scoprire a conoscenza della causa del comportamento ingiusto di Jeremy. La domanda che lo assillava in una frazione di secondo era se Linda gli avesse mai creduto una volta averle detto il suo segreto.
"Bill, mi stai ascoltando?". Richiamò la scrittrice, rendendosi conto che l'uomo davanti a sé era stranamente distratto: "Scusami, cosa dicevi?" Chiese trovandosi la tazza mezza piena ormai tiepida.
"Ti ho chiesto come mai fossi sveglio a quest'ora".
Di certo Bill non poteva confessarle il vero motivo:
"Tom ronfa beatamente troppo" Fu l'unica cosa che gli venne in mente da dire.
"Tom. Cosa c’entra lui, voi non dormite in camere separate?". Chiese Linda accigliata. Era una donna troppo intelligente e intuitiva per mentirle. Ma Bill perseverò nella menzogna, doveva resistere:
"Mio fratello ha lasciato la porta socchiusa ed ecco… si sente tutto. E comunque potrei chiederti la stessa cosa". Bill cercò di sviare il discorso, grattandosi dietro la nuca dal nervosismo. "Ti dà fastidio se sono ancora in piedi?". Chiese Linda con voce flebile, posando la sua camomilla sul vassoio di prima.
Mancavano giusto due dita che la finisse di bere.
"Non volevo dire questo, perdonami". Bill cercò di riparare il modo sconveniente con cui, si era rivolto alla scrittrice, mettendole una mano sul suo ginocchio. Linda si incupì stringendosi di più al plaid che aveva indosso:
"Non faccio altro che pensare al litigio di stasera, con Jeremy". Disse, mentre Bill si sentì mancare l'ossigeno.
"Credi che mi stia mentendo? Non riesco proprio a capirlo" Continuò Linda a lamentarsi mentre, inevitabilmente, una lacrima le rigò il volto.
Bill fu in difficoltà e vederla piangere lo angosciava. La camomilla che stava bevendo, non aveva alcun effetto calmante sulle fitte continue che avvertiva allo stomaco.
Il pianto silenzioso della donna, si trasformò in singhiozzi. Più Linda ripensava all’accaduto, più si lasciava andare, senza trattenere le lacrime. Bill si accostò di più per accoglierla fra le sue braccia per consolarla.
“Ascolta, adesso sai che facciamo?”. Chiese l’uomo accarezzandole un braccio.
“ Cosa?”. Chiese Linda di rimando, mentre Bill prese il suo viso delicatamente fra le mani, asciugandole una lacrima. I due si guardarono intensamente stando molto vicini. Boccheggiarono entrambi esitanti, quando Linda pose a Bill la stessa domanda di prima in maniera più cadenzata e in stato confusionale:
“Bill, cosa facciamo? …. Io ….” .
“ Ecco, io vorrei ….” Bill continuava a guardarla incantato, avvertendo un lieve tepore sulle sue guance, mentre Linda sentiva di avvicinarsi a lui e di non perdere quel calore corporeo piacevole, che la coinvolse sorprendentemente. Ma Bill ebbe il coraggio di scostarsi dal contatto della donna alzandosi piano dal sofà:
“ Vorrei, proporti di guardare un dvd, ti và?”. Chiese infine, il moro sfilando una copertina da una parete attrezzata. “Ah …” Linda rise debolmente, mentre Bill mise il dvd in un lettore. E dopo aver preso un telecomando dal tavolino, si rimise a sedere sul divano:
“Così, ci distraiamo un po’ ”. Disse. “Cos’è ?” Chiese Linda, curiosa di sapere.
Bill accese la Tv al plasma e comparvero delle vecchie immagini: due bambini identici fra di loro, che correvano spensierati ad un parco giochi.
“Ci tenevo tanto a farti vedere com’ero da bambino”. Confessò Bill timidamente abbassando leggermente il volume.
“Oh, ma qui siete stupendi”. Disse Linda, portandosi una mano alla bocca dall’emozione: “Qui è proprio difficile individuarvi singolarmente”.
“Dovrei essere quello a destra, con il cappello a forma di cono”. Bill rise piano. Linda sbarrò gli occhi, divertendosi e guardando quelle immagini dei due gemelli. “Incredibile, sei così dolce!”.

Il filmino durò un quarto d’ora, quando Linda scivolò nel sonno sulla spalla di Bill. Questi, quando la vide addormentarsi così profondamente, sorrise. Spense la Tv e delicatamente la fece stendere sul sofà. Poi, prese il plaid che la donna aveva sulle spalle, e lo usò per coprire tutta la sua lunghezza longilinea, distesa e rilassata. Lui si accovacciò all’altezza del viso della scrittrice, dagli occhi chiusi e dal respiro regolare, decisamente più calmo, e le stampò un bacio sulla fronte: “Jeremy su, vieni a letto”. Linda bofonchiò nel sonno, convinta che Bill fosse il suo fidanzato ad averle dato un saluto tenero, prima di andare a dormire. L’uomo si alzò a sedere tentennando e salì le scale in silenzio. Involontariamente stanco e ansioso di incontrare il suo letto.



Note Finali: Ehilà, Stelline! Questa volta sono puntuale, eheh. *fa un passo di danza* Eccoci qui al secondo capitolo della fan fiction. Che dire? E' lunghetto, spero che vi soddisfi che non vi faccia sentire troppo in ansia per il prossimo. Vi dico questo perchè lunedì riparto per un'altra settimana tra sole, mare a tutto spiano, per cui non posso assicurarvi che venerdì prossimo ci sarà il seguito ma sicuramente tra lunedì 18 e martedì 19 lo potrete leggere. Una piccola curiosità: come sapete il racconto è una song-fic e quindi gran parte del titoli dei capitoli sono versi della canzone "In and out of love". Provate a leggerne il testo, e a individuare il titolo del terzo! ;) A presto e buon ferragosto! :D :D ☾ Lfdl

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Capitolo 4
*** Your lies are haunting me. ***


In & Out Of Love.

Capitolo Terzo:
Your lies are haunting me.


Venne mattina presto, quando Linda si ritrovò distesa sul divano, con un lembo del plaid stretto fra le mani. Doveva aver fatto molto freddo durante la notte. Il suo risveglio fu accompagnato, da un odore abbastanza invitante. Si alzò a sedere e trovò la colazione posta sul tavolino, dell'enorme soggiorno. Solo al levare del sole, poté rendersi conto a pieno della vistosità della sala. Vi erano su un vassoio identico a quello della sera precedente: un cappuccino con molta schiuma, un cornetto e un Waffel. L'insieme era dolcemente contornato da petali di rosa rossa; mentre in un angolo vi adocchiò un biglietto scritto da Bill che citava:

Se stai leggendo questo messaggio, vuol dire che ti sei appena svegliata, buongiorno! In questo momento non sono in casa, ma ho insistito con mio fratello a prepararti la colazione, prima di andare. Starò via con il gruppo per un paio d'ore. Qualora tu decidessi di tornare a casa, ti prego, lasciami un recapito in modo che io possa risentirti. Non voglio perdere di nuovo l'occasione, come è successo la sera del concerto, ricordi? ...

Linda rise divertita a quelle parole, così carine ed ingenue, poi continuò a leggere:

Ti ho lasciato una penna e un post-it, così potrai scrivermelo. Spero di ritrovarti al mio ritorno, ma so che non sarà così vero? Ti Voglio Bene Linda, a presto! Bill. P.S. I Petali di Rosa sono opera mia.

Lui aveva ragione. Linda voleva risolvere la questione con Jeremy. Avrebbe pensato quanto prima, di tornare a casa, riabbracciarlo e fare pace. La scrittrice cercò con gli occhi, il necessario per lasciare a Bill, indirizzo e numero di telefono, trovandolo sotto un tabloid odierno. Quando gli scrisse tutto, volle assaggiare subito il cappuccino preparatole e leggere la prima notizia della giornata.
D'un tratto Linda si irrigidì. Appena sfogliò il tabloid, vide un articolo, che avrebbe di lì a poco, dato la risposta a tutti i suoi dubbi: "Sumpter bacia alla francese, vicino al portone di casa". Sotto al titolo c'era una foto col suo fidanzato e una donna sconosciuta, scambiarsi effusioni a dir poco passionali. Lui la cingeva con ardore al suo petto e l'altra, gli manteneva i fianchi sorridendogli fra le labbra. Per l'assurda sorpresa, Linda si versò parte del suo cappuccino, da scottarsi la mano destra, mentre alcune gocce della bevanda vi caddero sulle pagine dello scandaloso articolo. Gli occhi della scrittrice rimasero inesorabilmente fissi sui titoli, e non persero tempo nel cercare un altro trafiletto che citava: "Sumpter VS Seidel. Coppia in crisi o Coppia aperta?" In basso a quella domanda, dal tono insidioso, vi era un'altra foto con lei e Bill. Erano mano nella mano, che entravano indisturbati in limousine. Linda, di fianco vi lesse un comma che prepotentemente, poneva una domanda ancora più fastidiosa, da ilare una polemica: "Chi la spunterà?" La donna non poté credere ai suoi occhi. Spettatori di uno scempio sentimentale che dalla sua parte, era tutto travisato sui giornali.

***

"Ragazzi, io vado a farmi una doccia". Disse Tom salendo di fretta, le scale di casa. "Bill, noi andiamo in sala prove, possiamo?". Chiese Georg, togliendosi gli occhiali da sole. Mentre Gustav chiuse la porta dietro di sé.
"Certo, vi raggiungo dopo. Controllo se Linda é ancora qui in casa". Disse l'altro, posando la giacca, ad un attaccapanni all'ingresso.
"Se la cerchi non é al piano di sopra!". Esclamò Tom dall'altra parte.
"Va bene!" Rispose il gemello un po’ deluso. Intanto il suono di una batteria si imbatté prorompente, fra le mura dell'enorme villa. Bill fece capolino nel soggiorno e vi vide ancora il vassoio della colazione, proprio come l'aveva lasciato la mattina presto e il plaid buttato in un angolo del divano, con il quale coprì Linda con premura, la sera prima. Egli si avvicinò di più al tavolino, speranzoso di trovare ciò che aveva chiesto alla scrittrice di lasciargli.
Quando lo fece, poté vedere ciò che si aspettava, ma nel contempo, si spiazzò alla vista del cappuccino rovesciato su una rivista imbevuta completamente dalla bevanda:
"Ma cosa diavolo...?". Bill non fece in tempo di terminare la domanda, che sgranò gli occhi sconvolto.
"Cavolo, NO!". Esclamò.
"Cosa c'e' Bill?". Chiese Tom in accappatoio e un asciugamano che lo coprivano dalla testa ai piedi, bagnato e in procinto di asciugarsi.
Il Fratello preoccupato non gli rispose, prese il post-it e sfilò dalla tasca, il suo telefonino dal touchscreen, componendo un numero.
"Vuoi dirmi cosa succede?". Chiese ancora una volta Tom, sfilandogli dalla mano sinistra, una carta sudicia di caffé-latte: "Saki, ho bisogno di un favore ...". Cominciò a parlare Bill, imprecando che vi fosse la segreteria telefonica attivata. Tom lo guardò stralunato. Ma non ci volle molto da parte sua, capire che fosse accaduto qualcosa fra suo fratello e Linda, che occupava di nuovo i suoi pensieri.
"Non c'e' tempo". Disse tra sé Bill, infilandosi di fretta la giacca. "Ma dove vai?". Chiese Tom, stufo di essere completamente ignorato, trovandosi la carta da giornale che gli gocciolava sui piedi.
Bill ancora non curante delle richieste insistenti del fratello gli attaccò sulla fronte, il post-it che aveva un momento prima fra le mani:
"Quando arriva Saki, dai quei recapiti". Indicò frettoloso. Poi aprendo la porta concluse:
"Digli che non c'e' tempo, che ci vedremo direttamente lì". "O - ok". Rispose Tom basito. Prese il foglio che aveva fra gli occhi, e vi lesse un'ortografia femminile: "Meine Strasse: ...".

***

Linda si trovò davanti la sua abitazione, in piedi ed inerme. Non aveva il coraggio di aprire la porta di ingresso. Troppe immagini suggestionavano i suoi pensieri. Vedere Jeremy in compagnia di un’altra donna, la faceva sentire distrutta e presa per i fondelli, da molto tempo. Da quanto pensava di mentirle? Il turbinio di emozioni contrastanti che provò in quel medesimo istante, la trascinarono nell’oblio e nell’insicurezza. A Tal punto da chiedersi: si può amare una persona con anima e corpo e rendersi conto di non conoscerla affatto? Linda, non voleva capacitarsene. Era incredula per quello che le stava per accadere. Conservò in sé quel poco di speranza che le rimase, per chiedergli spiegazioni. Se quello che aveva letto sui giornali fosse tutto un imbroglio, un modo losco per sabotare il rapporto di coppia o peggio, che ci fosse del vero.
Quando Linda si trovò sulla soglia di casa, vide Jeremy muoversi frettoloso fra il guardaroba e la camera da letto. Tanto fu assorto nel suo da fare, da non accorgersi della presenza della sua fidanzata ufficiale. La scrittrice approfittò della sua distrazione per entrare e coglierlo di sorpresa: “Perché scappi?”. Chiese lei, tenendo le gambe accavallate e le mani poggiate sul suo capezzale.
“Oh Linda, ho preso un colpo!”. Esclamò Jeremy spaventato. “Sono in ritardo. Ho un volo per Sidney tra venti minuti”.
Rispose leggermente a disagio. Aveva preparato dall’altra parte della stanza un bagaglio con tutti gli indumenti e il necessario per il viaggio.
“Ah, davvero? Credevo che fossi già andato via. Non ricordo che tu avessi fatto tardi alla festa”. Disse linda con vena sarcastica, puntando gli occhi sui movimenti agitati di Jeremy.
“E tu, dopo la festa dove sei stata? Ti sono mancato?”. Chiese lui chiudendo la cerniera della valigia.
“Come, non ti ricordi ?”. Linda si alzò dal letto e gli scaraventò il tabloid sulla faccia, che aveva trovato all’entrata posato sullo zerbino. Il suo fidanzato non aveva letto ancora la notizia ‘bollente’ della settimana.
“Ero con te ieri sera, no?”. Chiese Linda adirata. Mentre Jeremy sfogliò lentamente le pagine fino a trovarvi l’articolo scandaloso. Non poté che constatare di essere stato sgamato. Sperava di poterla fare franca dileguandosi, senza che la sua fidanzata venisse a conoscenza di essersi fatto un’amante. “Da quanto tempo va avanti?”.
“Linda ascolta, non è come pensi”. l’uomo cerco di discolparsi, mentre l’altra gli diede una spinta furente:
“Mi fai schifo! E’ lei il motivo dei tuoi improvvisi impegni?”.
“Fermati!”.
“E io che ci ho creduto. Animale!”.
Esclamò Linda, tirandogli addosso uno dei cuscini che si trovò sotto mano.
Uno dopo l’altro, mentre Jeremy l’afferrò per il polso facendole male:
“Lasciami!”. urlò lei, lanciandogli sguardi delusi e profondamente feriti.

***

Bill pagò un taxi per farsi depositare a un isolato da casa Sumpter - Seidel . Camminava a passo veloce lungo il ciglio della strada, finché non si sentì suonare alle spalle:
“Bill, sali!”. Esclamò Saki dalla vettura. In meno di un’ora l’aveva fortunatamente raggiunto.
“Oh, grazie a Dio”. Invocò Bill. Aprì la portiera del passeggero e salì a bordo.
“Quando ho ascoltato il tuo messaggio nella segreteria telefonica, mi sono allarmato, e ho fatto più in fretta che ho potuto”. Disse Saki, proseguendo lungo la strada.
“Sei arrivato giusto in tempo, hai fatto bene. Ho bisogno di te per risolvere la questione”. Bill fu piuttosto serio e preoccupato quando parlò al suo bodyguard, al quale nel frattempo, gli fu indicato dove svoltare.
“Ecco siamo arrivati”. Annunciò con ansia.
“Scendi che provo a parcheggiare qui davanti, e andremo a quella casa”. Disse Saki dai nervi saldi. Al contrario del vocalist, che fece orecchie da mercante. Non poté aspettare di constatare di lì a poco come potesse sentirsi Linda e come la situazione potesse evolversi.
“Diavolo Bill, perché non mi ascolti?”. Si chiese Saki, che dopo essere riuscito a parcheggiare la vettura, allo stesso tempo, controllava con la coda dell’occhio le azioni impulsive del moro. Bill fece segno al bodyguard di avvicinarsi inosservato all’abitazione, appena udì una discussione molto accesa provenire da una finestra aperta a rasoterra.

***

“Toglimi le mani di dosso, Jeremy!”. Urlò Linda disperandosi. “Sei intrattabile, è uno dei motivi per cui mi sono fatto un’altra!”. Confessò Jeremy.
Linda non aveva più lacrime da versare. Covava solo rabbia e delusione che la sovrastavano irreversibilmente.
“Vogliamo parlare del tuo amichetto?”. Chiese Jeremy irritato. “L’ho visto come ti guardava alla festa, ci hai fatto sesso?”. Egli si alberò usando la carta della vittima.
“Chi, Bill? Non pensare di riversare la colpa su di me o su di lui, siamo solo amici!”. Ribatté Linda provata dalla discussione.

***

“Saki, qui le cose si mettono male. Io entro.” Disse Bill, in procinto di arrampicarsi alla finestra.
“Ma cosa pensi di fare, vuoi farci arrestare per violazione di domicilio?”. Il Bodyguard lo fermò.
“Se non facciamo qualcosa, la polizia verrà per violenza domiciliare. Allora ci sei o no?” Bill fissò Saki negli occhi. Qualunque cosa avesse deciso al momento quest’ultimo, non avrebbe fatto nessuna differenza per il frontman. O era d’accordo, o avrebbe fatto tutto da solo.
“Tu sei pazzo, lo sai?”. Chiese Saki, rassegnato.
“Sì avanti, aiutami a salire che ti apro dall’interno. A quanto ho capito, sono al piano di sopra. Disse sicuro Bill, che con una spinta di braccia da parte del bodyguard e il suo peso corporeo guidato da un altro paio di braccia e le gambe lunghe, scavalcò il davanzale e riuscì ad entrare in casa.
Si trovò in una sala per gli ospiti. Era arredata molto semplicemente. Come la casa del vocalist, il tutto si presentava con ogni comfort che qualsiasi persona avrebbe desiderato. Bill vi attraversò l’area con cautela. Approfittando del vociare cruento della coppia, si recò all’ingresso per aprire Saki. Girò il chiavistello provando a non farsi sentire: “Dai, saliamo”. Incitò Bill a bassa voce, raggiungendo le scale dell’abitazione.
“Basta, sono stanca delle tue bugie. Come fai a guardarti allo specchio la mattina? Miserabile!”. Esclamò Linda, buttando giù il resto del guardaroba di Jeremy. Travisando tutto ciò che aveva sotto mano: “Vattene, sparisci!”. Continuò ad urlare, finché l’attore non le schiaffeggiò la guancia destra:
“Adesso mi stai a sentire!”. Disse Jeremy strattonandole le braccia. Quando l’uomo volle impartire un altro colpo violento verso la scrittrice, qualcuno si parò davanti:
“No!”. Esclamò Saki, uscendo allo scoperto, dopo aver visto Bill sfuggire dalle sue raccomandazioni di non avvicinarsi, non appena la situazione avesse sancito una tregua. Ma non fu così. Infatti, Saki e Bill, durante l’animata discussione, erano rimasti nascosti dietro l’intonaco della camera da letto, per constatare che Linda fosse in pericolo. Il vocalist non ci pensò due volte per mettersi in mezzo e proteggerla, da subire un pugno molto forte sul naso:
“Bill!”. Esclamò Linda basita, non aspettandosi minimamente che l’avesse raggiunta a casa sua.
“E tu che diavolo ci fai qui?!”. Chiese Jeremy meravigliato, sgranando gli occhi dal furore del momento. Mentre Bill si toccava il naso impacciato dal quale colava sangue come un fiume in piena:
“Oddio, fammi vedere”. Linda prese la testa di Bill fra le mani, cercando di tamponargli le narici con un fazzoletto.
“Non preoccuparti … ough, vieni via con me”. Disse Bill dolorante con la voce impastata dalla stoffa e alterata dall’otturazione del naso.
“Bill …”. Linda lo guardò mesta il suo amico, mentre lui, le mise un braccio attorno al collo:
“Saki, noi andiamo in macchina”. Disse Bill reggendosi alla scrittrice, mentre Jeremy cercò di fermarli.
“Cosa credi di fare, attore da strapazzo?”. Gli chiese minacciosamente il bodyguard, stoppando l’uomo con un'enorme mano sul petto, per evitare ulteriori scatti d’ira:
“Prova di nuovo a mettere le mani addosso a qualcuno e sei un uomo morto, sono stato chiaro?”.
“Io vi denuncio per violazione di proprietà privata”. Affermò Jeremy, scostandosi riluttante dal corpo portentoso di Saki, il quale sogghignò:
“Certo, fai pure. La polizia di quartiere sarebbe ben felice di arrestare un attore così amato dalle donne, che picchia la sua fidanzata per un diverbio. A meno che tu, non voglia rovinare la tua immagine, ti consiglio di stare al posto tuo e tornartene da dove sei venuto. Siamo intesi?”.
Jeremy rimase a bocca asciutta dopo la ramanzina eloquente di Saki, il quale pesò subito di raggiungere la sua auto per accompagnare Bill in ospedale.
Jeremy buttò per aria alcuni indumenti che aveva sul suo capezzale e dopo un po’ corse fuori di casa, infuriato. Spalancò la porta per assicurarsi che non ci fosse nessuno dinanzi all’abitazione che si fosse insospettito della disdicevole situazione. Quando non avvertì un rumore sinistro provenire da dietro una siepe piantata sul ciglio del viale:
“Hai visto qualcosa?!”. Esclamò insidioso l’attore, prendendo per la collottola un paparazzo, che sgamò nascosto fra le fronde:
“N-no … “. Rispose terrorizzato. Poi prese coraggio e il suo sguardo diventò complice a quello iroso di Jeremy. “Vuole fargliela pagare, non è vero? Potrei aiutarla”. Chiese, sentendosi lentamente lasciare dalla presa dell’uomo, il quale fu ben propenso a porgergli un sorriso complice, che non premetteva nulla di buono:
“Qualcosa mi dice, che sia capitato a fagiolo qui davanti la mia dimora”. Constatò Jeremy dando una pacca sulla spalla al paparazzo.
“Accetterò volentieri la sua offerta”.

***

“Bene sig. Kaulitz, il naso è apposto”. Annunciò un medico curante del pronto soccorso.
“Grazie”. Bill ringraziò mentre Saki e Linda lo fissavano, un po’ scossi per l’accaduto.
I tutti aspettarono che nella stanza non vi fosse più nessuno da poter parlare liberamente:
“Avrei dovuto prendere io quel colpo, non tu”. Disse Saki deluso dall’impulsività del moro.
“Ancora? Sciocchezze”. Bill fece finta di non sentire e guardava Linda sfuggente.
“Va bene. Vi lascio soli che è meglio, vi aspetto di sotto”.
Concluse il bodyguard senza replicare e chiuse la porta dietro di sé.
Linda e Bill rimasero entrambi a fissarsi e a disagio. Incapaci di poter parlare dell’accaduto finché la prima, non gli si avvicinò adirata:
“Se tu non avessi il naso in queste condizioni, ti avrei dato una sberla”. Bill istintivamente si coprì il naso fasciato. Poi, la scrittrice si incupì e allo stesso tempo gli levò la mano davanti e gliela strinse:
“Bill, tu non sai quanto ci soffra per quello che è successo, non dovevi assolutamente metterti in mezzo”. L’uomo la zittì improvvisamente con un bacio, avvicinandosi delicatamente e, allo stesso tempo esitante alle labbra di Linda. Inizialmente sembrava che non volesse ricambiarlo, poi lasciò che Bill l’approfondisse, sino a trovarsi tutti e due stretti in un abbraccio. Il moro mentre la teneva a sé guancia contro guancia, avvertiva ancora un po’ di dolore sul naso fasciato. Ma non era niente a confronto di quello che provava mentre la baciava, gli si apriva un mondo nuovo. Era un dolore di potersi dichiarare che non vedeva l’ora che finisse, da sentirsi felice e pronto a tutto. Dopo poco però, Linda si scostò dalle labbra del vocalist, portando lo sguardo in basso mortificata:
“No, Bill…non possiamo”. Disse, mentre si avviava all’uscita in lacrime, lasciando Bill l’impalato di fianco un lettino da visita.



Ave, Stelline! Come promesso, sono tornata con un nuovo capitolo! Spero l'attesa non sia stata estenuante :P. Giusto una delucidazione: ho cambiato il colore della tipologia fan fiction da Verde a Gialla, in quanto il contenuto iniziava a variare e dato che la storia in questione è del 2011, non ricordavo assolutamente in che termini si fosse svolta allora. Leggendo questo capitolo ho capito che era necessaria questa piccola modifica. Tutto il resto è autentico (Per ora XD) Un saluto e un abbraccio ;) ;) A Venerdì! ☾ Lfdl ☽

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Capitolo 5
*** Giving answer to the why ***


In & Out Of Love.

Quando la vita in un romanzo non è mai stata così reale.


4) Giving answer to the why .


Vi trascorsero due settimane, da quando Jeremy Sumpter sparì dalla circolazione. Probabilmente accanto alla sua nuova fiamma. Linda prima di poter entrare di nuovo in casa, fece razzia di tutti gli effetti personali rimasti del suo ex compagno di vita e pretese che nessuno a parte il suo editore e gli artefici dei suoi impegni improrogabili, l’avrebbero più disturbata. Dando tutta se stessa per il suo nuovo libro e il ruolo che rivestiva per esso e accantonare poi – per tempo indeterminato - una vita sentimentale. L’impresa non fu facile. Per quanto Linda cercasse di non pensare alla sua separazione sofferta e improvvisa, fu inevitabile per lei, volgere le sue preoccupazioni riguardo Bill e del bacio che si erano scambiati, dopo l’accaduto. Linda si sentiva confusa e insicura di come reagire, se imbattersi ipoteticamente in una nuova relazione, subito dopo una delusione o mantenere intatta l’amicizia con il frontman e non rovinarla. Fu anche per questo motivo, che la scrittrice volesse dedicarsi momenti in solitudine. Tutelarsi da altre illusioni. Ma Bill, per farsi avanti poteva essere del tutto sicuro di sé di averla accanto, tanto quanto averlo fatto per pietà. Questo, Linda lo doveva ancora comprendere, non seppe darsi una risposta, da riordinare le idee e mettere in luce le proprie intenzioni. La donna si sentiva in trappola e timorosa di tenere in mano nuove situazioni.

[...] Quando andò via, il mondo le crollò addosso. Non riusciva ad immaginare una nuova vita senza di lui. Una persona spregevole certo, ma lei ancora lo amava e si sentiva schiava di un’angoscia che difficilmente avrebbe dimenticato. Dal quale difficilmente avrebbe potuto riprendersi. […] Ma quel bacio, nonostante non fosse del suo uomo, le diede forse la speranza di essere amata ancora una volta. Lei, quanto era disposta a rischiare, per sfidare la paura di soffrire?

Linda quando concluse le ultime righe di un altro capitolo del suo romanzo, si lasciò andare ad un pianto straziante. Il suo viso si contorse dal dolore che non riusciva a sopportare. Che appesantisse l’anima lacerata e ferita nel profondo. Nemmeno la lama di un coltello inferto nella pelle, era comparabile all’impatto emotivo e cruento che la donna provava, ripercorrendo gli attimi vissuti con Jeremy nella mente.

Il giorno seguente Linda si svegliò con un mal di testa terribile. Aver pianto tutto il tempo il dì precedente, ciò che la tormentava l’aveva consumata a poco a poco, da non voler nemmeno fare le cose di prima necessità. Si trascurò completamente, chiudendosi letteralmente al mondo esterno. Quella era la sua intenzione, ci aveva provato, fino a ritrovarsi assediata dai media sotto casa. La scrittrice dedusse che la notizia di essersi lasciata con Jeremy era trapelata dappertutto ovunque lei fosse conosciuta, ammirata e criticata nel contempo. Linda tutto questo non lo poteva sostenere. Voleva trovare la forza di reagire, ma nulla le dava modo per farlo. Sentiva di essere circondata e incastrata per un reato mai commesso. Poteva essere la fama, un penitenziario per la sua esistenza? Quando la donna rifletteva sulla sua attuale situazione, ricordò un particolare che l’avrebbe fatta evadere temporaneamente, dalle insistenze le aspettative e l’oppressione mediatica.

Velocemente raggiunse il suo scrittoio e vi estrasse da un cassetto laterale, un numero di telefono. Lo guardò per un istante come se esitasse di volerlo comporre alla cornetta. Ma qualcosa dentro di sé le consigliava [almeno per il momento] che poteva essere la cosa migliore chiedere aiuto:

“Signorina, Seidel?”. Chiese una voce profonda e professionale. “Sì … “. Linda non sapeva come motivare la telefonata. Nonostante questo la persona dall’altra parte della cornetta, aveva intuito senza che la scrittrice proferisse parola. Era già preparata a quella evenienza:
“Ho capito. Non si muova, la vengo a prendere”.

***

"Cosa? Sta venendo qui?". Chiese Bill basito, aprendo vertiginosamente la bocca.
"Sì, Saki é andato a prenderla. Resterà qui da noi per un po'". Rispose Tom apparecchiando la tavola.
"Temevo che non volesse vedermi, dopo l'accaduto". Constatò costernato il moro.
"E' così infatti". Ribatté Tom secco, piazzandogli fra le mani delle stoviglie, per incitarlo a dare una mano per i preparativi. Non c'era molto tempo. I gemelli avevano in programma, un pranzo con gli amici nella propria dimora. Avrebbero invitato Georg, Gustav e Bea, la collaboratrice dell'entourage del gruppo tedesco. Con l'arrivo di Linda, avrebbero aggiunto un posto a tavola anche per lei.
"Appunto. Mi chiedo il perché". Bill proseguiva la conversazione, mentre sistemava posate e tovaglioli sul tavolo.
"Saki non mi ha detto molto. Ma infondo cosa importa? Sei almeno contento di rivederla?". Gli chiese Tom, controllando che tutto fosse apposto: sedie allineate, il centro tavola, perfino il tempo di cottura di quello che aveva in serbo per gli ospiti da far assaggiare.
"Io sì Tom. Ma non so se Linda vorrebbe vedermi. Sopratutto dopo averla ba....". Cercò di spiegare Bill quando suonarono alla porta.
"Sono già loro?!". Chiese Bill in ansia.
"Non credo. Saki era ancora per strada quando mi ha chiamato". Rispose perplesso, cacciando dal forno, una lasagna succulenta.
A Bill, non gli rimase che andare ad aprire all'ingresso.
"Eccoci qui!". Esclamarono in coro, Bea e tutto il resto del gruppo: Georg e Gustav.
"Ah, siete voi". Rise nervoso Bill, facendoli accomodare.
"Perche', aspettavi qualcun'altro?". Chiese Bea baciandolo sulla guancia, i ragazzi lo salutarono altrettanto, facendo anche fischi d'apprezzamento, nel vedere Tom in tenuta casalinga.
"Sei sexy anche in grembiule, lo sai?". Chiese Georg fingendosi arrapato. Mentre gli altri salutarono il gemello divertiti.
"Piantala idiota. Lo sono sempre". Ribatté il ragazzo con modestia.
"Certo tesoro". Acconsentì Bea, pizzicandogli il sedere, da farlo squittire. "Quante volte ti ho detto di non prenderti certe libertà?". Chiese Tom irritato alla ragazza. Mentre Georg e Gustav se la ridevano con gusto. "Avanti possono farlo le tue groupie e non la tua migliore amica?". Chiese lei ironicamente, con occhi da cerbiatto.
"La pagherai molto cara". Disse Tom tenendosi a distanza per un centimetro, dalla sua fronte. Bea lo fissò torva:
"A buon rendere". e scoppiò in una fragorosa risata. Georg e Gustav si mantenevano l'una all'altra per non "Morire" davanti alla scena comica che si stagliava dinanzi ai loro occhi, inconsapevoli del fatto che Bill, morisse invece, dall'agitazione. Per non parlare di invidia verso il rapporto tra suo fratello e Bea. Enigmatico certo, ma quanto il moro, avesse voluto uno simile tra lui e Linda. Perlomeno non cosi' litigioso e ironicamente spinto, ma amiche e affettuoso. Un rapporto basato sull'appoggio di l'una e l'altra persona, anche nei momenti difficili. Cosa che Bill aveva cercato di istaurare con Linda. Ci era quasi riuscito, se non fosse stato per quel gesto impulsivo di baciarla. Sentiva di aver sbagliato tutto. Nel contempo non si spiegava perché Lida stesse tornando da lui. Tom ne sapeva meno quanto suo fratello. Però l'occasione faceva l'uomo ladro. Bill ne avrebbe approfittato per chiarire con la donna o semplicemente per rivederla. Gli bastava un suo sguardo una espressione per sapere se stava bene, da sentirsi altrettanto per lei. Una sensazione che al moro, era già famigliare. Sperava con tutto se stesso, che quando l'avrebbe osservata, come quella sera di cinque anni fa, anche Linda avrebbe potuto rammentarlo.
"Bill, che ci fai lì impalato? Sbrigati che é arrivata". Lo richiamò Tom, guardando fuori dalla finestra, una Cadillac parcheggiarsi. Bill si destò dai suoi pensieri e si agitò più di quanto non stesse rammentando: "Subito!". Esclamò. Egli non diede il tempo di suonare alla porta che subito aprì:
"Linda". Esalò.
"Ciao Bill". Salutò la scrittrice con sguardo sfuggente. Ostinata a non fargli vedere la sofferenza che gridavano i suoi occhi chiari. "Porto i suoi bagagli di sopra, signorina Seidel". Disse Saki salendo la rampa di scale.
"Grazie. Non deve disturbarsi". Disse Linda accomodandosi. "Insisto".
Bill le chiuse la porta alle spalle, senza proferire parola dall'imbarazzo. Aspettò che gli altri presenti la salutassero e le dessero di nuovo il benvenuto:
"Puoi stare da noi quanto vuoi". Rassicurò Tom.
"Grazie, giusto il tempo che la notizia si sgonfi. Ho tanto bisogno di dedicarmi alla scrittura e di un posto tranquillo. Spero non sia un problema".
"Assolutamente". Disse subito Bill, attirando l'attenzione di tutti. "Siamo contenti di avere la tua compagnia". Interferì Bea nella conversazione: Georg e Gustav annuirono saccenti.
"Saki, pranzi con noi?". Chiese Tom invitando tutti a tavola. Aveva appena adocchiato il bodyguard avviarsi all'uscita.
"No ringrazio per l'offerta, ma ho una famiglia che mi aspetta". Rispose imbarazzato.
"Oh, buona giornata, allora". Disse Georg, seguito dai saluti generali dei suoi amici.
"Anche a voi". E l'uomo corpulento uscì di casa.
Trascorse un'ora da quando tutti si riunirono a tavola e Tom aveva già offerto la lasagna che deliziò volentieri i loro palati: "Non credevo fossi così bravo in cucina, Tom. Complimenti". Disse Linda sorridente. D'un tratto Bill, si illuminò vedendola distesa e rilassata sul proprio volto. Che stesse fingendo? Probabile. L'uomo non si convinse -anche se invano- che potesse essere finta forza d'animo.
"Grazie, Linda". L'ex rasta arrossì: "Ho imparato da autodidatta, adoro la cucina italiana e mi piace sperimentare nuove ricette". Spiegò impettito.
"E bravo, il nostro Tom". Disse divertito Georg, imitandolo. Tutti risero, mentre tra Bill e Linda calava un silenzio imbarazzante. "Aspetta di assaggiare il dolce". Bea fu molto critica nella sua affermazione, da far irritare nuovamente il chitarrista:
"Cos'hai contro i miei Waffel?". Bea lo guardò per un istante e poi rispose:
"Potresti fare di meglio. Questa cucina é all'italiana no?".
"E quindi?". Il gemello tenne le braccia conserte, per trattenersi da gesti inconsulti.
"Mi sarei aspettata che so, una Cassata?". Tutti la guardarono basiti.
"Cazzata?". Si sforzò Tom a ripetere il nome.
"Cassata, imbecille! E' un dolce della mia terra d'origine: la Sicilia" Rimproverò l'altra masticando un boccone di carne. "Non lo sapevo che fossi italiana!". Esclamò Gustav interessato, mentre Tom borbottava infastidito. La presenza di Bea, proprio non gli andava giù.
"Vuoi che ti sporchi di nuovo di vino, quella bella felpa bianca che hai indosso?". Chiese lei alterandosi.
"Provaci e sei finita!". Esclamò Tom reggendo una forchetta, minacciosamente. Bill rimase impassibile, gustandosi il pranzo. Sapendo bene che era consueto assistere a un litigio cane e gatto. Georg rideva divertito, scommettendo mentalmente una esigua somma di denaro, che i ragazzi, anziché odiarsi a morte, erano destinate a piacersi. Ma nessuna delle due si sarebbe decisa di confessare all'altra, una tenerezza recondita.
"E fate la finita!". Esordì Gustav, cercando di calmare gli animi. Bea non era decisa a mollare e versò un bicchiere di vino appositamente, per rovesciarlo addosso al chitarrista. "Fermati!". Disse Linda, bloccandole una mano. Tutti la guardarono sorpresi, per la sua inaspettata intraprendenza. Mentre Bill rischiava di affogarsi con la besciamella appena ingerita.
"Stai bene, Bill?" Chiese Georg dandogli dei colpetti dietro la schiena: "Prendi un po' d'acqua".
"Sì". Bill tossì.
"Perdonatemi, non so cosa mi sia preso". Disse Bea mortificata. "No, che non ti perdono! Mio fratello se ne stava andando all'altro mondo, a causa tua!" Esclamò Tom paonazzo dalla rabbia.
"Come ti permetti di dire una cosa del genere!?" Bea si alterò di nuovo, sbattendo il piatto sulla tavola: "Ti ricordo che la responsabilità é anche tua!".
"Insomma ragazzi, state tranquilli. Bill sta bene ora." Disse Linda, dando una rapida occhiata il ragazzo, che sorseggiava avido l'acqua.
"Sì, hai ragione". Annuì Bea, provando a ricomporsi: "Dico a te. Testa di rapa. E ascoltami bene: prima di farneticare sul mio conto lascivamente, ti consiglio dei corsi di sesso orale!".
Esclamò. Al ché Tom stufo di essere punzecchiato ribatté: "Io non sono Jeremy Sumpter", ricordandosi dell'episodio della festa, "sono un uomo che bada ai fatti, quando si tratta di donne, non alle parole. Non mi eccito per così poco". Mentì ma doveva pur difendersi dalle accuse assurde di Bea. "Si vede, non hai il minimo tatto. Presuntuoso e maiale!". Esclamò la ragazza sentendosi leggermente allentare la presa al polso. Linda si alzò da tavola sotto shock. Avrebbe sperato che almeno in quella giornata non venisse nominato il suo ex. Oltretutto in atteggiamenti da lei sconosciuti. Possibile che gente estranea sapesse veramente come fosse Jeremy? Perche' la persona che gli era stata accanto, no? Perche' certe cose l'erano state tenute nascoste? Poiché, quella situazione a pranzo, prese una piega inaspettata e forse peggiore di pochi istanti prima, Bea e Tom erano talmente coinvolti nella loro discussione infantile, da non accorgersi che di lì a poco avrebbero innescato un'altra, fra Linda e Bill. Questi sentendo le ultime parole espresse da suo fratello, sputò fuori l'ultimo sorso d'acqua che stava ingerendo, mentre i suoi amici sgranarono gli occhi allibiti. Tom e Bea si voltarono verso Linda, che mostrava un viso pallido.
"Scusaci, non volevamo...". Cercò di spiegare Tom. "Bill ... ". Esalò lentamente la scrittrice, allontanandosi dalla tavola.
D'improvviso calò un silenzio assordante.
"Tu lo sapevi?". Bill deglutì soltanto, mantenendo lo sguardo basso. Aveva troppa paura di affrontare la disperazione e la delusione nei suoi confronti attraverso i suoi occhi. Non seppe come, ma egli trovò la forza di alzarsi, seppur intimorito, da come Linda stesse ponendosi dinanzi a lui.
"Linda lascia che ti spieghi ...". Disse il frontman ma fu interrotto bruscamente.
"Ho fatto male a venire qui." Affermò Linda intensa a salire di sopra. Il suo pensiero si rivolse ai suoi bagagli nemmeno disfatti, da prenderli e uscire di casa Kaulitz, senza battere ciglio. Sembrava di poter dimenticare il dolore che l'aveva travolta. Vedere visi amichevoli e sinceri, Bill. Sì, in Bill aveva visto una speranza. Quel bacio nonostante fu sconvolgente e imbarazzante, voleva vederlo, sentire il suo affetto. Ma non sarebbe riuscita a confessarglielo. Sperava appunto che restandogli accanto avrebbe dimenticato tutto. Sopratutto avrebbe cominciato da zero. E invece no. Sembrava per lei, essere ritornata al baratro, che fosse destinata ancora a soffrire e combattere con i suoi demoni.

***

“Ti Prego Bill, scusaci” Disse Bea mortificata, Tom rimase a fissare suo fratello inerme. Gli altri due non sapevano davvero che fare in quella situazione. Sapevano poco o nulla di ciò che accadeva fra Linda e Bill in quel periodo, affidandosi alle voci e alle notizie di corridoio che bombardavano ogni giorno entrambi. Georg e Gustav sapevano bene però, che la parola del moro valeva di più di un gossip venduto a fior di euro. Ma sapevano anche che, finché Bill si fosse deciso a parlarne o che Linda cominciasse ad avere confidenza col gruppo, i ragazzi avrebbero di sicuro dato una mano e difeso la loro situazione – se l’avessero chiesto – per quanto instabile fosse.
“Andate al diavolo!”. Esclamò Bill. Cercò di raggiungere la scrittrice al piano di sopra, prima che accadesse l’irreparabile. L’uomo sentì che, era quello il momento di chiarire tutto con lei. Dirle la verità anche se aveva molta paura di perderla. “Non sapevi tenere la bocca chiusa?!”. Chiese Bea adirata pestando un piede al ex rasta.
“Non credevo fosse un segreto! Ma cosa ho detto?!” Rispose Tom, massaggiandosi sulla punta dolorante. Bea si toccò le tempie per tranquillizzarsi: “ Lascia perdere idiota, spero solo che non accada il peggio”. Affermò.
“Basta andare su per scoprirlo”. Disse calmo Georg a braccia conserte, mentre Gustav prese un bicchiere di vetro fra le mani. “Ma siete matti?”. Chiese Tom basito: “Ad origliare non ci sto!”. Bea non credeva ai suoi occhi.
“Saremmo pure matti, ma voi, oltre a scusarvi con Bill lo dovreste fare anche con lei. Se non ve ne foste accorti è Linda a soffrire per la faccenda”. Affermò Georg.
“Una faccenda che oltretutto, ci avete tenuto nascosto. Ma questo poco importa, perché la conosciamo abbastanza, da consigliarvi di riparare all’istante”. Continuò il discorso Gustav, il quale, osservava Tom e Bea ammutoliti.

***

“Cosa stai facendo”. Chiese Bill, giunto in quella che sarebbe dovuta essere la camera di Linda. Vi erano posati davanti al capezzale i suoi bagagli.
“Chiamo un taxi, non mi và di disturbare ulteriormente il tuo bodyguard”. Rispose Linda sul orlo di una crisi di nervi. Lei camminava per la stanza, in preda all’ansia con la cornetta del telefono portatile. Questi, non collaborava anzi, accennava disturbi alla linea fra suoni ripetitivi e crepitii.
“Ti prego Linda, parliamone”. Tentò Bill venendole incontro. Mancava poco che le sfiorasse la spalla.
“Non ti azzardare a toccarmi!”. Esclamò Linda facendo cadere il telefono. Poco dopo si accovacciò a terra, in preda alla disperazione. Non ne poteva più di soffrire. Bill non sapeva cosa fare. Teneva costantemente lo sguardo fisso su un punto qualsiasi della stanza.
“Perché non mi hai detto che Jeremy aveva un’altra?”. Chiese Linda in lacrime.
“Non lo sapevo infatti. Devi credermi Linda: è stato un equivoco.” Cercò di spiegare Bill, sedendosi lentamente sul pavimento. Si fece guidare dalla superficie della parete. Linda gli volse uno sguardo provato. Il rossore nei suoi occhi era piuttosto evidente:
“Allora, mi spieghi l’affermazione di tuo fratello poco fa a tavola?”. Bill le spiegò i dettagli dell’episodio nel bagno, incespicando nelle sue parole, di come anche per lui fosse stata una sorpresa squallida e una rivelazione scomoda, da proferire alla scrittrice. Il moro notando le sue reazioni capì che, proteggerla da quella notizia era stato un enorme sbaglio. Credeva di poterla allontanare da un dolore lancinante. Ma avergliela nascosta, aveva alimentato la sua angoscia, incentivato una depressione in lei, che sarebbe potuta diventare fatale. In quella stanza, Bill aveva imparato quanto Linda fosse impulsiva dall’animo travolgente, lasciandosi andare nel contempo, così facilmente.

“Avresti dovuto dirmelo Bill. Tu sei mio amico.” Asserì Linda, provando a rialzarsi. Fece leva sulle proprie forze e si sedette sul letto, continuando a lacrimare. Bill la raggiunse lentamente e ribatté:
“Avrei dovuto avvertirti, sì.” Sospirò: “Ma non ero in posizione di accusare il tuo ex in quel momento. Oltretutto, basandomi su una storiella raccontata da mio fratello”.
“Una storiella, Bill?! Quella che tu chiami storiella, è stata il principio di quello che sono io, ora: una nullità!” Esclamò adirata. “Non è vero. Tu non sei una nullità, lui non ti merita!”.
“Se la pensavi così, perché non me l’hai detto?”. Richiese Linda, conoscendo già la risposta. Bill le si avvicinò guardandola negli occhi:
“Mi avresti mai creduto?”.
“Ma io …” Linda esitò restando successivamente senza parole. “Ecco, appunto. Avendomi visto da poco rispetto a quella sera, avresti difeso il tuo Jeremy a spada tratta”. Constatò Bill, togliendosi metaforicamente un sassolino dalla scarpa:
“Sai quanto avrei voluto andargli vicino quella sera, e spaccargli la faccia? Avrebbe fatto differenza per te? Non mi avresti voluto più vedere. Questa è la verità” Concluse il moro, prendendo fiato.
Linda non seppe più cosa dire se non alternarsi fra gli sguardi con Bill e i singhiozzi che tentava di abortire. Era stanca di piangere e incolpare qualcuno per incapacità di trovare fiducia in se stessa e di reagire.
“Linda…”. Esalò Bill, portando il suo viso più vicino a quello della scrittrice bagnato dalle lacrime.
“Perché quella sera non mi hai fermata in tempo?”.
“Eh?!”. Chiese il frontman, accostandosi di più. La sua voce era diventata impercettibile da udire. Quando Linda premette le sue labbra su quelle del moro che, ricambiò delicatamente sorpreso.
Ad un tratto, non si seppe in quel momento chi avesse torto o ragione, chi fosse adirato o disperato. Erano semplicemente Linda e Bill. Quei ragazzi di cinque anni fa, incontratosi ad un concerto per caso. Il tempo di quel secondo bacio, si trasformò in una occasione che fino a un momento fa, sentivano di aver perso per sempre. Ciò, un attimo dopo, fu recuperato in quella stanza, dal letto non ancora disfatto. Linda si scostò leggermente da Bill e lo abbracciò, stringendolo forte a sé. Portò la sua bocca all’altezza del suo orecchio e gli sussurrò:
“Mi sei mancato tanto. Ti ho atteso molto da quella sera”. Disse versando ancora qualche lacrima.
“Oh Linda, te la ricordi?”. Domandò Bill, non facendo mancare qualche bacio, sul candido viso di lei. Provato dalla sofferenza, per la recente delusione d’amore.
“Come potrei dimenticarla? Ho temuto di non poterti più rivedere. Mi folgorasti.” Rispose Linda, accogliendo le dolci carezze di Bill. Colmo di gioia per aver udito quelle parole. “Anche io …anche io …” Ripeté più volte Bill, stringendola al suo petto. Ormai era chiaro: lui non aveva più intenzione di perderla, come quella volta. Linda fu altrettanto d’accordo, quando volle stringersi di più fra le braccia di Bill. Lei desiderosa e senza paura, sentiva il bisogno di avvertire il calore che lui emanava. Le piaceva da morire:
“Perché ce ne siamo accorti così tardi?”. Gli chiese. “Meglio tardi che mai”. Rispose Bill, baciando la scrittrice, questa volta, più sicuro di sé.
“Non sarà facile, Bill”. Disse Linda mesta.
“Lo so. Ma non sei più sola. Supereremo questa cosa insieme”. Rassicurò lui: “Saprò aspettare se tu lo vorrai. Ma sappi che avrò bisogno di te al mio fianco, è deciso” Bill fu serio. Linda lo scrutò con un sorriso, accarezzandolo su una guancia:
“Dio mio, quanto sei bello. Non sei cambiato per nulla al mondo!”. Constatò. Poi lo baciò con più voglia, sulle labbra. Linda stabilì in cuor suo, che delle attenzioni di Bill non ne avrebbe mai avuto abbastanza.

***

“Cosa si stanno dicendo?”. Chiese Georg in trepidazione, accorto a non farsi sentire dall’altra parte della porta. Tom e Bea si spintonarono sulla superficie lignea, posizionando il proprio bicchiere su di essa, per udire i discorsi di Linda e Bill. “Sarebbe molto meglio seguire una soap opera”. Esordì Tom ghignando. Ma dovette ammettere silenziosamente che, Bill era stato bravo a risolvere la situazione. Se fosse stato al suo posto, si sarebbe lasciato travolgere dal dispiacere senza reagire. Bea aveva ragione nel dire, che lui fosse insensibile in certe situazioni. Ma Tom lo era esclusivamente perché aveva paura di soffrire per amore, proprio come linda. L’ex rasta ammirava il coraggio di suo fratello, quando si trattava di affrontare i sentimenti. Mentre il chitarrista ci rifletteva, fissava involontariamente Bea che nel frattempo, si spaziava con Gustav, per udire la giovane coppia appena sbocciata, oltre quella porta. Tom si fece leggermente roseo in viso. Se non fosse stato per Georg che gli aveva pestato un piede, probabilmente non se ne sarebbe mai accorto. Anzi peggio, Bea l’avrebbe preso in giro a vita. Ma non sarebbe stato nulla a confronto, del dolore che Tom avrebbe provato, a causa del suo amico bassista che lo fece urlare tremendamente. Bea cercò di tappargli la bocca, anche se invano. Mentre Georg e Gustav si guardarono preoccupati, consapevoli che di lì a poco sarebbe arrivata la fine della loro penosa forma di spionaggio. Bill infatti, li aveva colti in flagrante. Aprì di colpo la porta, trovando tutti accasciati a terra ad effetto domino:
“La conoscete la parola privacy?”. Chiese l’uomo irritato. Linda gli venne accanto, facendosi circondare la vita affettuosamente. Georg e Gustav si rialzarono imbarazzati, mentre Tom e Bea risero nervosamente, l’una sopra l’altra.
“Per quanto tempo avete intenzione di stare lì, così?”. Domandò di nuovo il moro, questa volta più rilassato. La vicinanza di Linda lo faceva sentire tranquillo. Bea e Tom si guardarono, realizzando di essere estremamente vicini. Potevano sfiorarsi col respiro:
“Levati subito di dosso!”. Esclamò Bea spaventata. “E tu leva quelle sudici mani dal mio sedere!”. Urlò l’altro. Bill sospirò rassegnato. Avrebbe assistito ad una ennesima discussione. Non osava immaginare, quale altro danno avrebbero fatto, litigando in continuazione.
“Basta! Invece di sprecare fiato, non credete di dovere delle scuse a qualcuno?”. Interruppe Bill, al limite della sopportazione. Poi, col capo fece segno verso una Linda imbarazzata. Bea e Tom si fermarono di colpo, assumendo un atteggiamento serio. Così volsero il proprio sguardo alla scrittrice:
“Scusaci Linda, io ammetto di avere la lingua troppo lunga. Mi dispiace.” Cominciò Tom, grattandosi il capo.
“Si insomma, non abbiamo badato ai tuoi sentimenti. Anche io sono mortificata”. Concluse Bea, stringendole una mano. Linda non esitò a perdonarli. E senza dire una parola li abbracciò, mettendo fine a quello stato di tensione che aveva coinvolto un po’ tutti. Georg e Gustav sospirarono all’unisono, per quella visione affettuosa ma, furono subito interrotti da un’altrettanta eloquente visione di Bill:
“In quanto a voi, ho da farvi un discorsetto”. Esordì il moro, trascinandoli fuori dalla stanza. Tom lì seguì a ruota libera divertito, dopo aver stampato un bacio sulla guancia della scrittrice. Bea continuava a stringere le mani di Linda, come se avesse avuto il timore di lasciarsela sfuggire:
“Vieni al piano di sotto. C’e’ ancora il dolce da assaggiare” Disse ridendo.
“Sì, vengo tra un istante”. Rispose la donna un po’ tesa.
“Qualcosa non và?”. Chiese Bea preoccupata.
“No, tranquilla. Il tempo che mi risistemi e sono subito di sotto”. Rassicurò l’altra, avvicinandosi alla finestra. “D’accordo”. Bea la guardò un’ultima volta prima di dirigersi fuori dalla camera.

Linda rimase con lo sguardo perso, oltre il paesaggio che si stagliava davanti a sé. Non sapeva perché si sentisse così strana. Aveva la sensazione di essere osservata. Qualcosa le diceva chiaramente che la serenità con Bill appena conquistata, non sarebbe durata troppo a lungo: “Spero di sbagliarmi”. Pensò.



Buongiorno Stelline!!! Guardate che bel regalo che vi ho fatto è il secondo capitolo in una settimana :3 :3 Contente? Spero vi sia piaciuto. Dal mio canto trovo che sia il mio preferito fra quelli che ho pubblicato fin'ora. *W*. Riconosco che per quanto sia grammaticalmente accettabile il contenuto può risultare banale, pardon! T_T E' una storia comunque datata. Come vi avevo accennato sul mio profilo, tutte le storie raccolte sono vecchiotte, l'ultima risale al 2012. Qualora ne aveste letta qualcun'altra notereste che il mio stile è cambiato nel tempo e aggiungerei, menomale! Ad ogni modo, mi auguro che vi abbia fatto divertire questo capitolo, a presto, al prossimo Venerdì!! Ps: Chiedo venia a tutte coloro che sono fan di Jeremy Sumpter, di aver dato fin'ora una immagine che sicuramente non è decisamente reale! E' tutta invenzione! Un abbraccio.

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Capitolo 6
*** See the reason in your eyes ***


In & Out Of Love
Quando la vita in un romanzo non è mai stata così reale.



5) See the reason in your eyes


“Che cosa mi hai portato?”. Chiese Jeremy al paparazzo versandosi un bicchiere di vodka.
“Delle foto…no?” Rispose l’altro ironicamente. Mostrò all’attore, una busta contenente dei negativi e alcuni scatti. Jeremy l’aprì ispezionandola prima con le dita, poi con occhi sempre più vendicativi, dal giorno in cui aveva conosciuto il fotografo. Un fotografo eccezionale: faceva delle inquadrature perfette con dovizia di particolari, nonostante fossero in bianco e nero. Una di queste, ritraeva Linda Seidel uscire dall’auto di un bodyguard. E fin qui, Jeremy non emise alcun suono di disprezzo. In una seconda, vi era l’immagine della scrittrice al telefono, in compagnia di Bill. Questi, alle sue spalle le allungava un braccio. Jeremy in quel caso ghignò: posò il margine del bicchiere di Vodka sulle sue labbra, per avvertire il freddo del ghiaccio. Come il suo sguardo inespressivo. Infine c’era l’ultima foto, nella quale si poteva vedere chiaramente il bacio di riconciliazione tra Linda e Bill. L’attore si infastidì per quella visione che, spaccò il bicchiere di vetro fra le mani. Il fotografo non si scompose anzi, era palesemente tranquillo e soddisfatto. Era seduto su una poltrona in pelle, con le gambe accavallate:

“Allora, cosa ne dice? Sono ancora in prova?” Chiese l’uomo con aria di disinteresse. Jeremy prima di rispondergli, notò alcune gocce di sangue versarsi sulla carta stampata. Guardò la sua mano ferita e la strinse in un pugno, colmo di rabbia e vendetta:
“Sei assunto”. Disse. Poi si asciugò con un fazzoletto di seta bianco.
“Cosa vuole che faccia?” Il fotografo ghignò puntando il dito verso le foto.
“Per quanto mi riguarda, puoi farne ciò che vuoi”. Rispose Jeremy, pulendo lentamente la superficie della sua scrivania, schizzata di sangue. Poi si fermò, prese una delle foto e sorrise: “Sai bene cosa voglio”.
“Vuole spaventarli?” Chiese il paparazzo.
“No, di più: Rovinarli. E tu mi troverai un pretesto, per riuscirci”. Rispose l’attore, bruciando la fotografia con un accendino.


***

Lei si sentì rinascere. Temeva che la vita, non le avesse dato l’opportunità di innamorarsi. Temeva di non meritarsi un nuovo amore. Lui, era del tutto una sorpresa. Un ritrovamento inaspettato per lei. Tutto le parse più chiaro: scoprì di essergli appartenuta da sempre. Lei era consapevole, che fino a quel momento non aveva mai provato davvero a seguire il suo istinto. Stava imparando ad amare con la persona giusta.

“Cosa stai scrivendo?”. Chiese Bill, sbucando da dietro il personal computer di Linda. Quest’ultima lo chiuse frettolosamente. Quando, venne colta di sorpresa dagli occhi profondi color nocciola del frontman. Erano irresistibili. Bill continuava a guardare Linda, in attesa che gli desse una risposta, mentre lei, si tolse gli occhiali inebetita dal brillio di quelle iridi ambrate. Rimasero entrambi a fissarsi ancora un po’, l’una con l’altra. Poi, Linda scostò il computer dalle sue gambe distese sul letto, e accolse Bill fra le sue braccia:
“Sto scrivendo un nuovo romanzo”. Disse accarezzandogli i capelli. Lui mentre l’ascoltava, cinse le sue mani attorno alla vita di Linda, per poi sistemarsi meglio sul suo petto:
“Non vedo l’ora di leggerlo”. Sospirò: “Non puoi dirmi nulla? Sono un tuo grande fan, sai?”
Linda Rise. Mentre Bill cercava di corromperla con un bacio: “No, no. Che fai?” Chiese Linda approvando la loquacità del moro, ricambiando le sue labbra.
“Ti sto pregando, non vedi?” Ribatté Bill, trascinando la scrittrice in un altro bacio più profondo. I due rimasero incollati, tenendosi stretti e sdraiati sul letto. Bill avrebbe voluto avvicinarsi a Linda più intimamente. Ma sapeva bene, che sarebbe stato troppo presto per farlo. Quindi, molte volte si soffermava a guardare il suo corpo avvinghiato al proprio. Mentre gli occhi verdi della donna, conducevano il moro verso la perdizione a forza di ammirarli.

“Cosa c’è?” Chiese Linda, accarezzando dolcemente il volto del frontman.
“Sei bellissima. Vorrei restare con te, così, per sempre” Le rispose Bill con un sorriso luminoso. Linda lo baciò sulla punta del naso, dove ancora, vi portava una piccola lesione: “Ti fa male?” La scrittrice lo sfiorò appena.
“No, adesso che ci hai posato le labbra”. Rispose Bill, facendola arrossire.
“Non ci credo…” Esalò Linda. Quando udì dalla finestra, un brusìo di voci. Bill si stupì:
“Cosa?” Linda si alzò. Levò le tende ed esclamò: “ Bill, i pararazzi sanno che sono qui!”
“Come è possibile?!” Il frontman rimase basito, quando vide Linda abbassare la tapparella con agitazione. Poi Bill, si ricordò all’istante del motivo per cui fosse entrato in camera. Baciando Linda l’aveva completamente rimosso. Mise una mano nella tasca dei suoi jeans, ed estrasse un articolo ritagliato da un giornale:
“Dovresti leggere questo”. Disse, porgendoglielo. Lei guardò Bill aggrottando la fronte. Intenta a capire di cosa volesse avvertirla. Quando la scrittrice ebbe l’articolo fra le mani, non voleva credere ai propri occhi: era già trapelata in ventiquattro ore la notizia, che fosse impegnata in una nuova relazione. Vi erano pubblicate infatti, delle foto. Prove inconfutabili, per le quali Linda si incupì:
“Mi dispiace Bill, di averti trascinato in questo casino”. Disse, poi abbracciò l’uomo.
“Casino? Tesoro, io sono abituato a vivere in questo inferno mediatico, ogni santo giorno.” Bill Strinse Linda a sé: “Magari diviso con te sarà meno doloroso”. Concluse, accarezzando la scrittrice dietro la schiena. Linda sospirò. Prendendo coscienza dello stile di vita del frontman, capì che non aveva nulla a che fare con la sua vita tranquilla da scrittrice. Ma da quel momento, qualcosa stava per cambiare. Forse sarebbe diventato difficile, recuperare un’esistenza normale: “Mi sento una detenuta, agli arresti domiciliari”. Esordì Linda mogia.
“Beh, guarda il lato positivo: hai un compagno di pastrocchi, ora”. Ribatté Bill ridendo. Contagiò l’espressione mesta della donna che, non gli fece mancare un buffetto sulla guancia. Bill contraccambiò Linda, con un ennesimo bacio mozzafiato: “Mi dovrei sentire fortunata, allora”. Disse lei fra le labbra di Bill, che annuì.

“Posso?” Linda e Bill si voltarono e videro Tom poggiato sull’intonaco della porta.
“Cosa c’è?” Chiese il fratello, ricomponendosi imbarazzato. “E’ per Linda, c’è una persona che l’è venuta a trovare”. Rispose l’ex rasta, grattandosi una tempia.
“Davvero? Chi può essere?” Chiese sorpresa la donna.

Tutti giunsero al piano di sotto, per recarsi in soggiorno. Finché Linda non vi rimase ai piedi delle scale stralunata: “Papà?”.

L’uomo l’attendeva all’ingresso. Si tolse gli occhiali e sorrise: “Ciao, bambina mia.” Disse sistemandosi con una mano, i suoi capelli un po’ spettinati. Era un uomo interessante a prima vista. Dall’aria del genio incompreso: occhi chiari, proprio come sua figlia. Portava con sé una borsa ventiquattrore, e indossava un cappotto scuro ed elegante. Un uomo a modo, sopraffino e con affare rassicurante. Linda gli corse incontro commossa: “Cosa ci fai qui?” Chiese baciandolo su una guancia. Bill e Tom rimasero in silenzio ad osservare il quadro familiare, ai piedi della rampa di scale nella propria abitazione.

“Tesoro me lo chiedi pure?” Chiese l’uomo, distintamente vestito: “Volevo vedere come te la passavi. Questi giornalisti sono davvero assillanti”. Concluse roteando gli occhi. Fece una pausa, osservando sua figlia fra le braccia: “ Adesso sono qui con te, voglio starti vicino.” Disse. Linda vi scostò un istante, per presentargli i suoi amici:
“Papà, ti presento Bill e Tom”. Annunciò, accennando ai gemelli ad avvicinarsi.
“Piacere ragazzi, io sono Kaspar Seidel”. Il padre di Linda si presentò soffermandosi di più, sulla stretta di mano di Bill: “E’ molto fotogenico lo sa? Ha mai pensato di fare l’attore?”. Il moro strabuzzò gli occhi. Tom rise di sottecchi, mentre Linda gli faceva segno a Bill, di rispondere alla domanda senza esitazione:
“Ecco vede, mi sento lusingato davvero. A dir la verità, essendo impegnato con la band, mi sono limitato al doppiaggio di un personaggio d’animazione, fin’ora”. Spiegò il frontman imbarazzato.
“Oh si, Arthur e Il Popolo dei Minimei , giusto?”. Domandò di nuovo il signor Seidel, tenendo ancora stretta la mano del moro: “Sì.”

Linda si avvicinò a suo padre, per distrarlo dal suo amico: “Perdonalo Bill: è uno sceneggiatore. Quando vede qualcuno di interessante, gli è inevitabile fare domande” . Bill e Tom risero. “Oh mia cara, ma hai visto che bocconcino hai qui davanti?” Chiese Kaspar alla figlia, sfiorando con una mano il mento di Bill: “sarebbe perfetto, come protagonista in un telefilm, per il quale sto scrivendo la sceneggiatura”. Tom, dalle risatine passò ad un’espressione basita. Dopo quanto udito, Bill divenne più paonazzo, di quanto già non fosse.
“Insomma papà, Bill è un cantante non credo che al momento, abbia interesse di fare l’attore”. Disse Linda che silenziosamente, incitava Bill a tagliare corto. Allorché intervenne Tom:
“Potrei cimentarmi io, nel frattempo”. Le cose andarono di male in peggio, secondo la donna, la quale scosse la testa rassegnata. “Mi faccia vedere!” Esclamò Kaspar entusiasta. Lasciò la mascella indolenzita di Bill, concentrandosi sul viso del fratello: “Potresti fargli da controfigura, siete così identici!” Esordì l’uomo, mentre Tom gli fece una smorfia mentalmente. “Ma papà!” Esclamò la figlia: “Non mi sorprenderei sai? Sono gemelli”.
“Interessante. Molto interessante”. Esalò Kaspar, scrutando con occhi sadici entrambi:
“Dovete assolutamente venire con me in Italia, per fare un provino”. Disse infine intrufolandosi fra i ragazzi. Si mise sotto le braccio uno a destra e uno a sinistra.
“Possiamo parlarne con calma, sedendoci a un buon tavolo. Le andrebbe?” Chiese Tom, invitando lo sceneggiatore in salotto: “Volentieri!”si entusiasmò l’altro.

Bill ringraziò suo fratello con gli occhi, per averlo trascinato via da lui. Linda si avvicinò al frontman furtiva alle loro spalle, dandogli un bacio insaziabile:
“Scusami è incorreggibile”. Disse sottovoce.
“Tranquilla, è una persona davvero fantastica”. Rassicurò Bill, accarezzandole la schiena: “Andiamo”.

“Così, lei lavora in Italia?” Tom cominciò il discorso con lo sceneggiatore, entrambi seduti sul divano. Bill e Linda li raggiunsero poco dopo, mano nella mano.
“ Sì, da diverso tempo. E’ diventata la mia seconda casa.” Affermò Kaspar, guardando sua figlia sedersi davanti a lui. Attese e proseguì: “ Ho lasciato da molto tempo la Germania, per stabilirmi a Venezia, dove lavoro. Questi non mi ha permesso di vedere la mia bambina più spesso.”
“A cosa sta lavorando?” Chiese Bill incuriosito, stringendo di più la mano di Linda, la quale avvertì un forte tepore pervaderle le guance.
“Ad una serie televisiva sui vampiri. Stiamo cercando dei volti nuovi, per cominciare le riprese”. Spiegò Kaspar.
“Wow, adesso è tutto chiaro!” Esclamò Tom, fissando suo fratello con un ghigno. Bill capì subito che stesse alludendo alla sua pelle chiara, ai suoi occhi profondi dall’espressione cupa. Sì, proprio come un vampiro.
“Non sono qui per parlare di questo, nonostante ciò mi entusiasmi parecchio”. Disse lo sceneggiatore, assumendo un’ atteggiamento serio. Non ci volle molto da parte di Linda, capire, che suo padre si riferisse alla sua condizione .
“Beh, immagino che voglia parlare con sua figlia in privato”. Disse Bill alzandosi seguito da Tom, intenti a lasciare il salotto. “No, restate”. pregò Kaspar, mentre Linda pregava Bill con gli occhi di restarle accanto: “Perché sei venuto qui, papà?” Gli chiese, mentre Bill le strinse la mano.
“Linda, vorrei che tu venissi con me in Italia”. Kaspar si schiarì la voce, mentre sua figlia sgranò gli occhi: “Perché?”
“Vorrei starti accanto. Avresti bisogno di distrarti, da quello che ti sta accadendo”. Rispose il padre preoccupato. Linda non disse nulla. Guardò Bill accarezzarle le dita della mano nervosamente. “Cosa mi rispondi?” Chiese Kaspar, aspettando che sua figlia proferisse parola.
“Papà io sto bene, apprezzo il tuo gesto ma sento di potermela cavare”. Linda si difese con occhi lucidi, mentre Tom osservò Bill con amarezza, dalla sua poltrona.
“E’ proprio questo il punto: Sei pronta a sostenere questo assedio mediatico?” Chiese scettico lo sceneggiatore. Linda lo guardò con aria interrogativa:
“Che vuoi dire?”
“Con il dovuto rispetto che ripongo verso Bill, lui è abituato a situazioni del genere sin dagli esordi. Ma tu tesoro, fai tutt’altro lavoro: sei una scrittrice di talento, hai bisogno dei tuoi spazi per proseguire il tuo romanzo”. Argomentò Kaspar. Linda rise: “Credi che quattro o poco più, di giornalisti piazzati sotto casa mi deconcentrino?” Chiese scettica: ”Ti ricordo che tutto questo, non è stata opera mia. Inoltre lo hai detto tu stesso: Bill è abituato a ciò, potrebbe aiutarmi”.
“Vorrei solo proteggerti”. Kaspar cercò di difendere le sue buone intenzioni.
“Papà, non sono più una bambina”. Linda sospirò: “Ho come l’impressione che tu voglia impedirmi, di fare delle scelte. Ti dirò, lo hai sempre fatto”.
“Non è assolutamente vero” Si difese il padre alzandosi: “So che ne hai bisogno, vorrei solo che ponderassi la mia offerta”. Concluse l’uomo, facendosi accompagnare alla porta da Tom. Questi, sapeva bene che mettere parola su questioni familiari, non era mai stata una buona idea, qualunque fosse stata la propria opinione. Al contrario di suo fratello Bill che, intervenne nel discorso, cercando di calmare Linda piuttosto agitata che voleva a tutti i costi declinare la proposta del padre:
“Linda, forse Kaspar ha ragione”. Bill parlò senza badare alle conseguenze. Infatti Linda si sentì ferita nel suo orgoglio. Davvero non era in grado di ammettere di aver bisogno di aiuto? Credeva davvero che le cose stessero andando per il verso giusto? Forse era troppo presto per sostenerlo. Intanto Kaspar lasciò amareggiato l’uscio di casa Kaulitz, ringraziando i gemelli per l’ospitalità ricevuta.

Linda sfilò la sua mano da quella del vocalist, bruscamente. Bill comprese all’istante di aver fatto un’ennesima sciocchezza:
“Dove vai?” le chiese.
“Dove mi pare, tanto si è capito che, nemmeno tu mi vuoi qui!” Esclamò Linda sbattendo la porta di ingresso. Poco dopo: “Che fai? Perché mi hai fermato?” Chiese Bill irritato verso Tom, il quale lo braccò alla porta:
“Tornerà, lasciala sola per un po’”.
“Ma Tom, io devo raggiungerla!” Esclamò il moro.
“Calmati, le cose si metteranno apposto, vedrai. Aspetta che torni in giardino e potrai parlarle”. Disse l’ex rasta. Bill non oppose resistenza e attese.


***

I giornalisti andarono via da casa Kaulitz, già da tempo. Linda era seduta su un’altalena a gambe incrociate. Dondolava lentamente, mentre una brezza leggera, accompagnava il suo ritmo malinconico e distratto. Qualcuno però, destò Linda dai suoi pensieri: “Ehi … “ Bill le si avvicinò impacciato. Linda invece, si scostò. Si alzò e si diresse qualche centimetro più avanti. Come se quella distanza bastasse per tenersi lontana da lui.
“Senti …” Cominciò Bill: ”…Mi dispiace non volevo che te la prendessi”. si sedette sull’altalena al posto della donna la quale, volgeva le spalle tenendo le braccia conserte sul davanti:
“Non ce l’ho con te, Bill”. Disse lei.
“Allora cosa c’è che non và?” Chiese il vocalist, abbracciando linda da dietro.
“C’è che mio padre ha sempre ragione. Crede che io abbia ancora bisogno di lui, nei momenti critici”. Linda sospirò: “Ed è così”. Bill si sentì mancare l’aria, nonostante fosse all’aria aperta dove avrebbe avuto ossigeno più che a sufficienza. Poi, Linda proseguì il discorso stringendosi nelle spalle:
“Ma la verità è che non voglio separarmi di nuovo da te, adesso che ti ho ritrovato. Non voglio perderti, Bill” L’uomo l’abbracciò forte:
“Oh Linda, ma cosa blateri?” Chiese stampandole un bacio sulla fronte: “Tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata. Non pensare assolutamente a una cosa del genere, mi hai capito?”. Linda si lasciò travolgere dal calore del frontman, davvero sorprendente. Così però, avvertiva ancora di più il terrore per il distacco, seppur per un breve periodo. Bill prese fra le mani il viso della scrittrice e la baciò profondamente a fior di labbra.
“Perché sei d’accordo con lui?” Chiese Linda, sistemando la testa nel incavo del collo di Bill.
“Non sono d’accordo. Ma se é l’unico modo per poterti rilassare e trovare il tuo equilibrio, quale altro potrebbe essere, se non trascorrere un po’ di tempo con tuo padre, la tua famiglia?” Ragionò il vocalist, sorprendendosi di quanto fosse maturo e obiettivo il suo pensiero: “Sono disposto a tutto per te. Accetterei qualsiasi condizione e sacrificio, se fossero il prezzo da pagare, per starti accanto”.
“Se le cose stanno così, restare con te, non sarebbe la stessa cosa come potrei restare con mio padre?” Chiese Linda ingenuamente. Bill sospirò e portò più vicino al suo volto, il viso della scrittrice assorta nel suo sguardo:
“Non in questo momento. Non saprei darti il supporto che avresti bisogno, se c’é già la tua famiglia a dartelo”. Cercò di spiegare l’uomo: “Presto, parto per il Taiwan, per la promozione del nuovo album. Sarò via per quattro settimane”.
“Capisco” Linda cinse Bill più verso di sé: “Non preoccuparti per me, con mio padre sarò al sicuro in Italia. Aspetterò il tuo ritorno.” Il frontman la guardò nuovamente negli occhi, baciandole il labbro inferiore: “Ci sentiremo tutte le volte che vuoi. Non smetterò mai di pensarti quando sarò via, fino al giorno in cui ci rivedremo, promesso.”
Linda lo baciò con trasporto. L’altro non poté fare a meno di ricambiarla:
“Ti Amo, Linda” Disse fra le labbra.
“Anche io ...” Rispose la scrittrice schioccandole.
“Aspetta…” Bill si scostò a malincuore dal calore corporeo della donna, lanciando sguardi un po’ ovunque, intorno a sé:
“Entriamo, ho una strana sensazione”. Disse.
“Non sei il solo ad averla” Sottolineò Linda, facendosi trascinare delicatamente da Bill, dentro casa.

In lontananza delle luci si mostravano a macchia di leopardo, fra le fronde di una siepe antistante all’abitazione dei gemelli Kaulitz.



Buongiorno Stelline! Ben ritrovate! Ecco a voi il capitolo cinque. Abbiamo una new entry: Kaspar, il padre di Linda. Da questo punto in poi prestate attenzione a come questo personaggio giocherà il suo ruolo in questa storia, fatta ancora di incognite e sicuramente di diversi colpi di scena. Riuscireste a immaginare? Spero vi sia piaciuto. Alla prossima! *Lfdl*

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Capitolo 7
*** See the truth behind your lies ***


In & Out Of Love

Quando la vita in un romanzo non è mai stata così reale


6) See the truth behind your lies;


“Il signor Seidel, é sotto il nostro controllo”.
“Ottimo lavoro, compare”. Rispose compiaciuto Jeremy, al suo fotografo scagnozzo. Quest’ultimo gli mostrò sulla scrivania, gli sviluppi del losco lavoro.
“Continua a seguire i suoi movimenti”. Ordinò Jeremy, passandosi una mano sui capelli, unti di gelatina: “I due piccioncini come se la passano?” Chiese con voce greve.
“Sembrerebbe a gonfie vele, ma non per molto” Rispose il fotografo sogghignando.
“So, che l’androgino si recherà a Taiwan e voglio che tu lo segua e lo incastri a dovere”.
“Lo farò di persona”. Disse il fotografo, accendendosi una sigaretta:
”Ho trovato due persone adatte per reggere il teatrino, mentre sarò via.”
“Perfetto”, affermò Jeremy mentre gli porse un posacenere, dove la cicca vi cadde ancora fumante.

***

Trascorsero diverse settimane, da quando Linda e Bill si salutarono all’aeroporto, per questioni di lavoro. Infatti i Tokio Hotel, erano impegnati in un viaggio promozionale mentre, la scrittrice, si sarebbe trasferita a Venezia da suo padre. Per sfidare la nostalgia e colmare dentro di sé, il vuoto dell’assenza di Bill, si dedicò al suo ultimo romanzo. Le mancava un finale, dopodiché sarebbe stato pubblicato, per la gioia dei suoi fan.

Una finestra di dialogo, avvisò lo status in linea di un utente. Linda cliccò dal suo portatile, in un internet Point e allargò un sorriso.

Bill: Linda tesoro mio, ci sei?
Linda: Certo che ci sono! Non vedevo l’ora di sentirti, hai cenato?
Bill: Ancora no, presto finirò una diretta televisiva. Ho solo cinque minuti per la mia piccola.”
(Linda arrossì)

Linda: Così poco? Come sta andando?” (Bill sospirò e digitò un “mh” accompagnato da tre puntini sospensivi, che subito Linda colmò con un “Mi Manchi”. Una espressione che nel loro frangente, contava più di qualsiasi altra cosa. L’astinenza dal contatto fisico, era troppo forte.)

Bill: Come và il tuo libro?
Linda: Molto bene, manca solo il finale.
Bill: Fantastico! Il titolo?
Linda: Non l’ho ancora deciso. Credo che sarà la parte più difficile, quando lo concluderò
Bill: Ce la farai amore, adesso devo lasciarti. A presto!”


Linda volle ricambiare il saluto, ma non fece in tempo quando, le comparve lo status offline. La donna osservò l’orologio da polso e ritenne doveroso, tornare a casa da suo padre. Chiuse il portatile e si avviò verso l’uscita.

***

Mancavano pochi giorni all’apertura dell’evento dei Comet. Kaspar fu scelto come padrino per l’occasione, ma soprattutto incaricato di premiare l’artista per la categoria “Best Live act”. L’uomo era spesso soggetto a stress continuo, dovuto al suo lavoro da sceneggiatore e promettente regista. La sceneggiatura del telefilm sui vampiri, non era ancora pronta. Giorno e notte picchiettava sulla tastiera di un computer fisso, nel suo lussuosissimo studio, con la speranza di concludere l’operato al più presto e nei tempi richiesti. Se non fosse stato per quel ragazzo androgino, Bill, che aveva aperto nuovi orizzonti, alla sua fervida fantasia, l’uomo sarebbe stato ancora in alto mare.

“Signor Seidel?” Un uomo bussò alla porta dello studio.
“Sì Nigel?”
“Ci sarebbe una visita per lei”. Disse, mentre Kaspar teneva lo sguardo fisso sullo schermo:
“Fallo entrare”. Si tolse gli occhiali da vista, e Nigel si fece infondo all’entrata per far passare l’ospite.
“Oh, Jeremy Sumpter”. Kaspar si alzò dalla sua scrivania:
“Qual buon vento?” Chiese l’uomo, stringendo la mano dell’attore con vigore.
“Sono venuto qui, per dirle qualcosa di importante”. Rispose secco Jeremy, invitato a sedersi su una poltrona in pelle.
“Per essere venuto qui in Italia, deduco che sia più che importante”. Kaspar si dimostrò attento verso l’ospite: “Di cosa si tratta?” Jeremy ghignò, tirando fuori da una borsa che aveva con sé, un settimanale:
“Si tratta di sua figlia Linda”. Disse l’attore leccandosi le labbra: “Vorrei chiederle la mano, con la vostra benedizione”. Kaspar si ammutolì di colpo.

***

“Papà?” Linda chiamò Kaspar dall’ingresso di casa.
“Ah, sei qui“. La scrittrice lo vide sbucare fuori dal suo studio, non poco distante, arzillo e felice:
“Oh, figlia mia. Quando pensavi di dirmelo!?” Esclamò mentre, Linda continuava a non capire perché Kaspar fosse così euforico:
“Papà, mi dici che succede?” Chiese Linda molto confusa.
“Ah, giusto!” Kaspar si diede una pacca sulla fronte: “Non puoi saperlo, è una sorpresa!”
“Una sorpresa?”
“Sì, è proprio dietro quella porta”. Rispose Kaspar prendendo con sé le mani di Linda: “Sappi una cosa …” Lei lo guardò assorta: “Cosa, papà?”
“Hai fatto bene a lasciarlo, ti considerava solo una avventura. Tu sai bene che, io voglio il bene per la mia bambina”. Linda forse capì. Che suo padre si stesse riferendo a Bill? Possibile che questi, avesse finto di essere lontano kilometri, per raggiungerla in Italia?
“Vai bambina mia, in bocca al lupo”. Augurò eccitato, Kaspar.
“Grazie”. Disse Linda abbracciandolo forte. Quest’ultima non vide l’ora di scoprire, chi ci fosse dietro a quella porta dello studio. Infatti, si precipitò nella stanza finché non si trovò davanti, il corpo solenne e scolpito del suo ex: Jeremy Sumpter.

***


“Che ci fai qui?” Chiese Linda spaventata, intenta a richiamare suo padre dall’altra parte.
“Non lo farei se fossi in te”. Rispose Jeremy, avvicinandosi alla scrittrice , con cautela: “Chiudi la porta e siediti, se non vuoi che a tuo padre, accada qualcosa di molto spiacevole”. Minacciò ghignando.
“Cosa vuoi?” Linda fu truce quando, l’uomo le strinse il polso sinistro. Jeremy le intimò una seconda volta di sedersi, indegno di una replica da parte della scrittrice, la quale si accomodò su una poltrona. Era letteralmente impietrita.

“Vorrei che tu osservassi queste. ” Disse Jeremy, passando alla donna delle fotografie. Queste ritraevano un pedinamento giornaliero riguardo i movimenti di Kaspar.
“Che cosa significa?” Chiese la figlia, portandosi una mano sul petto:
”Perché lo hai seguito?”
“ Omicidio preterintenzionale. E’ una precauzione nel caso in cui tu non dovessi accettare la mia proposta”. Spiegò freddo Jeremy, afferrando il braccio di Linda:
“Mi vuoi sposare?”. Chiese.
Linda balzo a sedere dalla poltrona e fece cadere le fotografie sulla moquette:
“Tu sei pazzo, Perché?!”
“Perché sono innamorato di te, ovvio. E sì, lo ammetto, anche del patrimonio che potrebbe lasciarti Kaspar, una volta che ti sarai maritata”. Spiegò l’attore in piedi, con una mano nella tasca. Poi prese una sigaretta dall’altra e l’accese riprendendo il discorso:
“So che qualora tuo padre morisse, tutti i suoi averi andranno in beneficienza. A meno che tu, Linda, non prenda marito prima dei ventidue anni”
“Bastardo, se provi a toccare mio padre, io …” Linda alle argomentazioni eloquenti di Jeremy, provò a minacciarlo. Ma in che modo poteva fargliela pagare?
“Sposami Linda e, avrò la fetta di patrimonio che mi spetta. Se stai a queste condizioni, a tuo padre non sarà torto un capello.”

Linda non aveva via d’uscita. Doveva sposare Jeremy per interesse, come garanzia per salvare suo padre: “Se verrò all’altare con te, come mi assicuri che non gli accada più nulla?”. Jeremy finì la sua sigaretta e la spense, nel primo posacenere che si trovò davanti:
“Ragiona, Linda” Invitò lui:” Se lo facessi ammazzare, non andrebbe nulla nelle mie tasche. Ti provocherei un dispiacere lancinante, ma non mi basta”.
Poi si avvicinò a Linda, dandole un buffetto sulla guancia:
”Inoltre, Kaspar è un buon partito per la mia carriera d’attore, non avrei motivo alcuno di farlo fuori. Certo, eccetto quando non farai quello che ti dico”. Spiegò meccanicamente Jeremy, come se la vita della persona in questione, fosse un affare materiale purché un essere umano. Linda raccolse una delle fotografie di suo padre. Rimase stralunata e stordita, dalle crude rivelazioni e perverse intenzioni, da parte del suo ex. La donna, tutto si sarebbe aspettata. Il ritorno di Bill magari, tranne che essere minacciata da Jeremy e mentire a Kaspar, non di sua volontà.

“Perché mio padre avrebbe voluto inserire una clausola del genere e, fatto testamento così presto?” Chiese la scrittrice meravigliata. Jeremy le volse uno sguardo compassionevole: “Deduco che non ti abbia detto nulla, mi dispiace che tu lo debba sapere da me…” Alluse poi, voltandole di nuovo le spalle:
” L’ho scoperto per caso, durante uno dei diversi pedinamenti”.
“Cosa?!” Chiese Linda in preda all’ansia.
“Tuo padre è malato” Confessò l’attore.
“Non ci credo, tu menti!” Esclamò spaventata l’altra.
Jeremy con freddezza, estrasse dalla sua borsa di pelle una fotocopia: “ Questo è un referto medico. Attesta che da sei mesi gli è stato diagnosticato il morbo di Crohn”.
Linda prese fra le mani quel documento, pensando che tutto fosse un incubo. Ella balbettò dallo shock. Jeremy senza badare allo stato di pathos che Linda stava attraversando, in una frazione di secondo, continuò:
“Non credere che sia l’unico motivo per cui, Kaspar ha preso quella decisione: sapeva bene che te la saresti cavata da sola, senza il suo supporto economico”. Spiegò: “Quella clausola è stata una forma precauzionale, dovuta al suo stato di salute e perché no, un modo per dimostrare un affetto spesso ignorato da te, che io intendo prendere in considerazione”.

Linda cercò di prendere fiato e di farsi coraggio per controbattere. Ma ci volle qualche minuto per prendere coscienza che, l’incubo fosse una realtà. Le tornarono in mente, le parole di kaspar quando, insisteva che tornasse a vivere con lui. Che la malattia che aveva contratto, fosse stato il motivo della sua richiesta?
“Non puoi incastrarmi in questo modo…” Seppe dire Linda, in quel momento.
“Incastrarti? Mettiamola così: faresti la felicità di tuo padre sposandomi. Avresti l’occasione di approfondire il vostro rapporto. Dal mio canto, sarà tutta una questione di interesse”. Argomentò Jeremy, sfilando da una tasca del suo cappotto, una rivista di gossip che portò senza indugi sotto il naso della scrittrice:
“Adesso, ti rimane solo una cosa da fare” Disse.
“Cosa?” Chiese Linda allibita.
“Devi lasciare Bill: a pagina settantasette ti ho fornito un movente”.
La donna aprì la rivista e crollò in un pianto disperato. In quel istante, comprese [in via definitiva], che non aveva più una via di scampo. Capì come Jeremy, aveva convinto così facilmente Kaspar sul matrimonio lampo e di come Bill, ben presto, sarebbe stato tagliato fuori dalla sua vita, per sempre.

***

“E adesso, passiamo a una domanda di gossip”. Annunciò zelante, una presentatrice taiwanese:
“Questa è per te, Bill: Si vocifera che tu e la rinomata scrittrice Linda Seidel, abbiate una relazione”. Bill roteo gli occhi imbarazzato. Era seduto insieme ai ragazzi del gruppo, acclamati istericamente dalle fan spettatrici in studio.
“Ma ci sono anche delle foto”. Continuò la donna: “ che farebbero supporre che la storia con la Seidel sia stata un’avventura. Qui, vieni ritratto in compagnia di un’altra persona o meglio, una squillo”. Subito in sovraimpressione di un enorme tabellone, comparvero due immagini del tutto sconosciute al frontman:
“Vede, io non so davvero cosa siano. E’ una situazione che non mi appartiene”. Disse Bill sorridendo: “Ed è possibile che, con la signorina Seidel, sia qualcosa di più che un’avventura: abbiamo una storia”. Grida e applausi s’aizzarono in studio. La presentatrice si sorprese molto per la dichiarazione, in quanto, per un momento si confuse:
“Mi stai dicendo, che quelle foto sono truccate?” Chiese lei, sfogliando la sua cartellina. Dove vi era appuntata la scaletta del programma.
“Decisamente sì”. Rispose Bill sicuro.
Che senso aveva, nascondere il proprio amore per Linda?
“Suppongo allora, che la proposta di matrimonio di Jeremy Sumpter alla scrittrice, sia una bufala?!” Esclamò la taiwanese. Bill rise non molto convinto. Ma come tutti presenti era chiaro come il sole, che Linda aveva lasciato il suo ex compagno, per ragioni abbastanza impegnativi. Perché avrebbe dovuto sposarlo di punto in bianco? Ciò era assurdo. Bill accennò un sì, senza proferir parola, che potesse provocare altre polemiche.




Salve Stelline! Come è questo capitolo, ditemi? Vi annuncio che è il penultimo e spero vi sia piaciuto. :'). Al prossimo Venerdì, bacio! *lfdl*

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Capitolo 8
*** Epilogo ***





Epilogo.
 
“Mi raccomando, dimostrati accondiscendente e serena, quando faremo la festa di fidanzamento”. Disse Jeremy, accarezzando la guancia destra di Linda, la quale si eluse al suo tocco: “Sei tu l’attore non io”. Attaccò. Jeremy invece la bloccò per un braccio e pretese che lo guardasse negli occhi: “ Tu sforzati, altrimenti, conosci già le conseguenze”. Disse l’attore ghignando. Intanto un telefonino, suonava in ininterrottamente, senza che questi venisse aperto, per ricevere la chiamata.
 
***


Bill lanciò una scarpa col tacco, sulla parete della camera d’albergo, nella quale alloggiava da più di tre settimane:
“Perché non mi risponde?” Si chiese adirato, guardando in continuazione il display del suo I-phone.
“Calmati Bill, può darsi che abbia da fare”. Gustav cercò di calmarlo, proponendogli anche di farsi portare qualcosa su in camera, se il suo amico non se la fosse sentita di scendere per cena. Ma Bill declinò:
“E se fosse vero?”
“Vero, cosa?” Chiese il batterista aprendo il suo portatile, da una piccola scrivania posta dall’altra parte della stanza.
“Che Linda si stia per sposare: No, è inconcepibile!” Disse Bill, prostrandosi sul letto in preda all’ansia. Mentre Gustav picchiettava velocemente sulla tastiera:
“Vedrai Bill, sarà sicuramente una voce di corridoio. Lei ha detto di amarti … O forse … Non è stata del tutto convinta di quello che ha provato per te…”
“Ma cosa blateri, Gustav?” Esclamò allarmato Bill, osservando il suo amico seduto alla scrivania. Questi fissava lo schermo del portatile, in stato vegetativo.
“Gustav, mi ascolti?” Chiese Bill venendogli incontro in maniera sbrigativa. Ma il batterista gli si parò davanti:
“Ma che ti prende?” Chiese Bill, cercando invano di scostare l’amico: “Fammi vedere!” Esclamò.
“Dimentica quello che ho detto, Bill. Non ti conviene”. Rispose Gustav, provando a dissuadere il frontman. Ma fu troppo tardi. Bill aveva già preso il controllo del mouse. Lo mosse un istante, per eliminare lo screensaver che lo separava dalla pagina web visitata dal batterista.

L’attore Jeremy Sumpter e la rinomata scrittrice Linda Seidel, convoleranno a nozze per la gioia dello sceneggiatore Kaspar Seidel. Fino a qualche settimana fa, si era creduto fermamente che, la Seidel fosse in rottura definitiva con il suo futuro e australiano marito. Ma non è stato così. A quanto pare, la tresca amorosa della donna, avuta con il leader dei Tokio Hotel, Bill Kaulitz, non ha determinato la conclusione del fidanzamento. Ciò nonostante, rimane un mistero sulla attuale posizione sentimentale, del frontman tedesco il quale, proprio ieri ha dichiarato: “E’ possibile che con la signorina Seidel, sia qualcosa di più, che una semplice avventura”. Qualcosa non torna: Bill è stato raggirato, o la sua dichiarazione è stata una trovata pubblicitaria?Una cosa è certa, i novelli sposi, organizzeranno una festa prima del lieto evento, in un prestigioso locale di Oberhausen. Abbiamo chiesto al futuro sposo se poteva rivelarci una data:”Saliremo all’altare dopo l’evento serale dei Comet.” Beh, cosa dire? Auguri!


Bill lesse l’articolo tre volte, accorgendosi della presenza delle stesse fotografie truccate, presentategli durante l’ultima trasmissione in cui vi fosse stato ospite. Lui, in compagnia di una squillo, al bancone di un bar.
“Mi dispiace, Bill”. Gustav cercò di scusarsi. Mentre l’altro rise isterico ed assunse un’espressione delusa: “Vai via, voglio stare solo”. Disse chiudendo il portatile.
“D’accordo”. Gustav acconsentì. Prese la giacca che aveva con sé, riposta su una sedia e uscì dalla stanza. Poco dopo, sul display dell’I-phone, comparve il nome di Linda.
 
***
 
Bill appena tornato in Germania, non fece caso alla fila di giornalisti che lo perseguitavano ogni secondo. Il frontman non sapeva come comportarsi, dopo l’enorme colpo di scena, dove si vide coinvolto senza un motivo. Con la notizia delle nozze di Linda, la donna che avrebbe amato sino alla follia, si aggiunse la sua dichiarazione, considerata un flop mediatico. Bill non poteva restare con le mani in mano. Qualcosa non quadrava, superava perfino il limite dell’inverosimile. Possibile, che la scrittrice considerasse il rapporto con il frontman una menzogna? O peggio, una trovata pubblicitaria? Bill si chiedeva come avrebbe potuto difendersi, da una situazione così imbarazzante, agli occhi dell’opinione pubblica. Doveva indagare, cercare di colmare i suoi dubbi, riguardo l’ambiguo comportamento di Linda nei suoi confronti.
 
“Bill, sei proprio sicuro di volerlo fare?” Chiese Saki, seduto in macchina accanto al frontman. Questi, l’aveva appena parcheggiata, di fronte al locale più costoso di Oberhausen.
“Sì, tu invece, sei sicuro che lei sia qui?” Chiese Bill, indicando una enorme insegna.
“Sicurissimo, ho anche chiamato un amico, un buttafuori del locale, che potrebbe aiutarti ad entrare anche se non sei in lista”. Lo rassicurò il bodyguard.
“Ma quanto ti ammiro, Saki?” Domandò Bill divertito, dandogli una pacca sulla spalla massiccia: “Ci vediamo fra venti minuti, qui fuori”. Disse mettendosi un cappuccio. Uscì dall’auto e furtivamente, si recò sul retro del locale.
 
***
 
Tra musica e balli, Linda e Jeremy ricevevano regali di fidanzamento, dagli invitati piuttosto celebri. Solo un paio di mittenti televisive potevano accedere alla festa, con un regolare pass. Tutto era tenuto sotto controllo: i buttafuori erano in costante allerta, nel fare entrare le persone giuste, a parte uno.
“Allora, che te ne pare?” Chiese Kaspar a sua figlia, che si limitò a sorridergli. Era difficile per lei, sotenere la parte della ragazza innamorata di un criminale.
“Vuoi che ti prenda qualcosa al buffet?” Chiese di nuovo l’uomo.
“No papà, Grazie. Preferisco andare alla toilette”. Linda gli rispose con sguardo sfuggente. Gli porse infine, un succo di mirtillo che aveva in mano e corse dietro un paravento, molto velocemente.
 
Quando Linda fu in bagno, volle sciacquarsi il viso, prima di ritornare fra gli invitati. Si sentiva sporca e complice di una frode, capace di calpestare irreversibilmente, la sua dignità di figlia e di donna. La scrittrice pianse, raccogliendo dell’acqua che usciva dal rubinetto. Poi, estrasse un po’ di carta, da un contenitore affisso alla parete piastrellata e si tamponò le guance bagnate. Quando alzò il capo, Linda guardò fisso la sua immagine allo specchio:
“Bill?!” Esclamò terrorizzata. Il frontman si tolse il cappuccio e osservò Linda nel riflesso, con una espressione confusa:
“Cos’hai?” Chiese. La donna si voltò verso di lui, a testa bassa:
“Niente, è meglio che tu vada via”. Rispose volgendosi verso l’uscita. Bill, le si parò davanti: “Perché?”
“Per favore Bill, non complicare le cose”. Pregò la scrittrice, cercando di farsi largo, dal corpo longilineo del cantante.
“No!” Esclamò l’uomo: “Perché non mi accontento di un annuncio di matrimonio, fatto a mezzo mondo e di una telefonata per dirmi che è finita!” Poi scosse Linda per le spalle, per obbligarla a guardarlo negli occhi:
“Voglio che tu me lo dica in faccia, avanti!”
“Bill ti prego, lasciami!” Esclamò la scrittrice, piangendo: “Non posso. Io… Io ti amo Bill, non ce la faccio a mentirti, ancora”. Confessò subito dopo. Bill lasciò la presa:
“Non ti capisco, se ami me, perché sposi lui?” Chiese confuso. Quando Linda si gettò fra le sue braccia in lacrime: ”Jeremy mi sta ricattando” Disse agitata. Bill rimase senza parole. Quello che poté fare in quel frangente, era di stringere Linda al suo petto, con più forza che avesse in corpo. Il cantante aspettò che lei si calmasse, prima di farsi spiegare tutto: le foto truccate, le intenzioni perverse di Jeremy, comprese le presunte condizioni di salute di Kaspar.
 
“Adesso calmati”. Disse Bill stampandole un bacio sulla fronte:
“Dimmi, Jeremy ha ancora quelle foto?”
“Temo che abbia distrutto tutto”. Rispose Linda ancora singhiozzando: “Ho soltanto la parola contro la sua e il nulla, per dimostrare che mi sta minacciando”.
“Ascoltami” Bill richiamò l’attenzione di Linda verso di sé, tenendo il suo viso fra le mani:
“Farò tutto il possibile per aiutarti, promesso”. Poi la baciò sulle labbra. La donna non poté far altro, che ricambiare quella tenerezza di cui sentiva fortemente la mancanza.
“Aspetta”. Disse Linda, assumendo un atteggiamento pensieroso.
“Cosa c’è?” Chiese Bill, sistemandole una ciocca di capelli, sul lobo dell’orecchio sinistro.
“Ricordo che Jeremy, mi ha detto: Ti ho fornito un movente, quando mi ha consegnato quella rivista – Bravo credo che fosse – “. Bill provò a seguire il ragionamento della giovane, poi capì dove volle arrivare:
“Jeremy non può aver fatto tutto da solo”. Disse, portandosi un indice sulle labbra: “Forse se scoprissimo chi ha scattato quelle fotografie, potremmo risalire a qualcosa, un complice magari. Forse, ho un’idea” Affermò Bill, accogliendo le mani della donna nelle sue.
“Come farai?” Chiese lei, cercando di ricomporsi. Bill prese coscienza che da un momento all’altro, qualcuno la stesse venendo a cercare:
“Resisti amore mio, fidati di me”. Rassicurò baciando un’ultima volta Linda.
Prima di uscire, si sentì chiamare:
“Bill?”
“Sì?” Il cantante alla porta , si voltò in ansia, verso la scrittrice.
“Ti amo, non voglio perderti”. Disse lei commossa.
“Anche io”. Rispose l’altro, lasciando la toilette con un sorriso mesto.
 
***
 
Bill uscì definitivamente dal locale, trattenendo il cappuccio sulla testa. Corse per attraversare la strada e raggiunse Saki, che stava aspettando in macchina da più di mezz’ora:
“Dove eri finito? Cominciavo a preoccuparmi!” Esclamò il bodyguard.
“Tranquillo”. Lo rassicurò Bill, prendendo fiato seduto sul sedile: “Linda ha bisogno del mio aiuto e io del tuo”.
“Cosa dovrei fare?” Chiese Saki sorpreso. Poi, prese il volante cominciando a camminare.
“Tornare a casa mia, e cercare tutte le riviste che ho comprato in questo ultimo mese”. Rispose Bill: “Soprattutto le foto in cui, mi trovo in compagnia di Linda”.
Durante il tragitto, Bill cercò di spiegare l’accaduto. Soprattutto di quanto Linda fosse in pena per se stessa e suo padre, messa alle catene da un attore da strapazzo.
 
“Vederla in quello stato, mi fa così tanta rabbia”. Bill sospirò preoccupato.
“Capisco, non preoccuparti farò delle ricerche, chiamerò tutte le redazioni di stampa, se ciò può servire, per incastrare quel bastardo”. Affermò Saki.
Bill e il suo bodyguard avrebbero avuto a disposizione solo quarantotto ore, per risalire a qualcosa di concreto e sufficiente, per dimostrare gli atti illeciti dell’attore australiano.
 
***
 
La sera dei COMET giunse. In anteprima, avrebbe avuto luogo una passerella, di tutti i candidati nelle categorie in gara, accompagnati da diversi ospiti d’eccezione, come il padrino della serata: Kaspar Seidel. Fotografi e fan, erano alle transenne, in attesa che i partecipanti sfilassero su un tappeto rosso, allestito fino all’entrata del luogo della trasmissione. C’era chi aveva la speranza di farsi firmare un autografo e chi invece, aveva la voglia di scattare una foto ricordo, al primo occasionale sorriso, volto verso l’obbiettivo.
Telegiornali e palinsesti musicali, erano tutti in procinto di accaparrarsi interviste e dichiarazioni degli artisti. Questi non persero occasione di riprendere con le telecamere e i microfoni alla mano, i Tokio Hotel e l’arrivo della coppia del momento: Jeremy Sumpter e Linda Seidel. Tra flash e urla isteriche, Bill e Linda ebbero una fugace occasione di volgersi uno sguardo. Il primo, avrebbe voluto abbandonare tutto e strapparla via dalle braccia dell’attore australiano. Ma non poteva.
 
Quando i Tokio Hotel entrarono nello studio televisivo, vennero sistemati nell’area vip. In loro compagnia vi erano anche: Nathalie* e Beatrice. Tutti pronti a godersi la serata, decisamente spettacolare. A parte Bill, che era piuttosto agitato. Vedere Linda in compagnia di Jeremy dall’altra parte della sala, gli veniva una stretta allo stomaco. Inoltre Saki, era da moltissime ore che non dava più notizie di sé. Il frontman guardava disperatamente il suo I-phone, con la speranza che il bodyguard, lo informasse di qualche novità.
 
 
“Bill?” Georg destò il cantante in sovrappensiero: “Sì?”
“Hai visto dove sono finiti, Beatrice e Tom?” Bill era talmente fuori dalla realtà, da non essersi accorto della assenza di suo fratello:
“No, mi dispiace. Ma è strano che non siano ancora tornati”. Disse l’androgino.
“Quei due, non me la raccontano giusta”. Alluse Georg.
“Li vado a cercare, ho bisogno di alzarmi”. Disse Bill, sentendosi di nuovo nauseato al pensiero che Linda fosse ancora in balia di Jeremy.
“Va bene”. Georg si mise a sedere, vedendo il suo amico uscire dal settore dove, tutto il gruppo fu collocato.
 
***
 
“Avanti Saki, rispondi!” Esclamò Bill, dopo la trentesima telefonata inoltrata al suo bodyguard. Questi, ancora non dava segni di vita. Il frontman, diede un calcio ad una porta di uscita di sicurezza, con molta violenza. Aveva tutta l’intenzione di sfondarla per scaricare la tensione. Ma qualcosa di strano attirò la sua vacillante attenzione. Il cantante sorprese palesemente due persone, in atto sessuale, aggrappati l’una all’altra sulla parete. Non erano due individui qualunque bensì, Tom e Beatrice:
“Ma che significa?!” Bill rimase a bocca aperta.
“Oddio, non è come pensi!” Esclamò Beatrice, scostando una coscia dalla vita di Tom. Quest’ultimo, colto in flagrante come il “Dio del sesso in azione”, cercò di sistemarsi i pantaloni. Poco dopo, cadde su tutti un silenzio imbarazzante, nonostante si cercasse di spiegare la situazione. Non fu necessario che si parlasse, anzi. Bill rise impulsivamente a crepapelle. Beatrice e Tom si guardarono confusi:
“Lo trovi così divertente?” Chiese la prima.
“Perdonatemi”. Disse Bill, continuando a ridere: “Credevo che vi odiaste a morte”.
Tom ghignò e strinse la mano di Beatrice:
“Avremmo preferito dirtelo poi, se tu non lo avessi scoperto in questo modo: stiamo insieme da nove mesi e mezzo”. Confessò, grattandosi imbarazzato, il braccio destro. Bill rimase senza parole.
 
“Tutto apposto?” Chiese Beatrice, al gemello del suo ragazzo.
“Sì, vi stavo cercando” Rispose Bill, guardando per l’ennesima volta, il display del suo I-phone: “Georg si chiedeva, dove foste finiti”.
“Capisco, raggiungiamo gli altri, allora” Disse Tom, tenendo ancora per mano Beatrice.
Alla visione di quel gesto, fu inevitabile per Bill, non ricordare la sera in cui, conobbe Linda per la prima volta. Ma dovette risvegliarsi dal passato, quando, sentì vibrare la sua mano destra.
 
***
 
“Tesoro, io devo andare dietro le quinte. Fra poco dovrò premiare la categoria Best Live Act”. Avvisò Kaspar, dando un bacio sulla guancia della figlia.
“In bocca al lupo, io e Linda ti osserveremo da qui. Non è vero, cara?” Disse Jeremy, accarezzando una spalla della scrittrice.
“Sì, vai tranquillo” Affermò lei, sforzandosi di sorridere.
“Bene, a più tardi”. Kaspar salutò la giovane coppia e lasciò la tribuna.
Jeremy ghignò, ma non per molto.
Quando, due agenti in servizio si presentarono alle sue spalle:
“Lei è Jeremy Sumpter?” Chiese uno.
“Sì” Rispose l’attore con nonchalance, mentre l’altro agente lo invitò ad alzarsi, per dichiarargli i diritti:
“Non opponga resistenza e ci segua in centrale”. Disse preparando le manette, in caso contrario. Jeremy non disse una parola, guardando Linda con cattiveria.
Poi, fu trascinato via, sotto sguardi attoniti di alcuni presenti.
 
Linda si alzò a sua volta, per chiedere spiegazioni. Ma sapeva che in questo episodio, ci fosse stato lo zampino di Bill. Come aveva promesso, riuscì ad incastrare l’attore per le sue malefatte. Infatti, Linda si sentì sollevata quando vide, Saki in piedi, dall’altra parte della tribuna. Lei lo ringraziò col labiale e il bodyguard ammiccò sorridente.
 
Dove sei? Chiese Linda in un messaggio inviato al frontman.
Sono quassù, voltati! Bill le rispose all’istante quando, gli occhi della donna subito lo individuarono, intenta a raggiungerlo. Entrambi corsero fra il pubblico nello stesso momento, per potersi di nuovo congiungere. La distanza che li separava sembrava un’eternità, finché ebbero modo di trovarsi una di fronte all’altra:
“E’ finita!” Esclamò Bill col fiatone, baciando disperatamente le labbra di Linda. Quest’ultima gli cingeva il collo, in preda alla felicità e alla commozione:
“Ti amo, Bill”. Dichiarò, accarezzandogli voracemente il viso.
Lui l’abbracciò tenendola alla vita:
“Anche io, amore mio”.
“Come hai fatto?” Chiese Linda, posando le mani sul petto del cantante.
“ Il fotografo gli è stato complice, ha confessato e consegnato i negativi”. Spiegò Bill:
“Saki è risalito a lui, proprio come avevamo pensato di fare”.
“Attraverso le foto sulla rivista?” Chiese Linda incredula.
“Sì, più di una” Rispose l’altro, baciando la scrittrice per l’ennesima volta.
 
All’improvviso, calarono le luci. Kaspar Seidel fu pronto per annunciare dal palco, il vincitore della categoria Best Live Act. Alimentando così, la sunspace in studio:
“Esultiamo signore e signori, vincono i Tokio Hotel!” Esclamò l’uomo, mentre urla e applausi s’aizzarono fra il pubblico.
“Ce l’avete fatta!” Esclamò Linda, abbracciando Bill al settimo cielo.
“Vieni con me”. Disse il frontman, tenendo la scrittrice per mano.
 
Quando Linda e Bill, raggiunsero il palco per ritirare il premio, tutti i membri del gruppo e Beatrice erano lì, in attesa di quello mancante per il discorso. Kaspar quando vide sua figlia mano nella mano con Bill, non si scompose a differenza di tutti i presenti. Compresi i giornalisti che non riuscivano a spiegarsi quel momento particolare. Linda dedusse che suo padre fosse già stato informato di quello che era accaduto a Jeremy. Infatti, Kaspar le sorrise emozionato e raggiante, pensando di ritirare tutto quello che aveva sostenuto di falso, nei confronti di Bill.
 
“Vi ringraziamo infinitamente, per il vostro supporto”. Bill cominciò il suo discorso, con il premio fra le dita: “Io e i ragazzi, ci sorprendiamo sempre quando ci dimostrate affetto e ammirazione, nei nostri confronti. Siete incredibili!”. Poi l’uomo guardò per un istante Linda, e si rivolse di nuovo al pubblico: “Approfitto di questa occasione, per smentire tutto ciò che è stato dichiarato sui giornali in questo ultimo mese, sulla vita privata di Linda Seidel e la mia, naturalmente”. Bill guardò di nuovo la scrittrice, invitandola questa volta a salire sul palco:
“Quello che volevo dire, solo qualcosa è autentico”. Linda si avvicinò al frontman, facendosi circondare la vita con le braccia:
“Sono cinque anni che sono innamorato di questa donna”. Si avvertì un boato fra il pubblico.
“Proprio così, la conobbi una sera dopo un concerto. E da quel momento, mi promisi che un giorno l’avrei avuta al mio fianco per tutta la vita. Ecco, quel giorno è oggi”. Concluse Bill quando, Linda pianse di gioia baciandolo sulle labbra. Il pubblico applaudì, fra fischi e urla di apprezzamento. I ragazzi del gruppo, non credevano alle loro orecchie. In particolar modo Tom che strinse la mano di Beatrice, più di quanto non avesse mai fatto prima.
Lei arrossì:
“Tom?”
“Sì, Bea”. L’ex rasta la guardò e sorrise.
“Sono incinta”. Disse la sua compagna, piuttosto agitata.
“So tutto”. Tom avvolse Beatrice in un abbraccio, per tranquillizzarla. Poi, posò una mano sul suo ventre: “Speriamo che sia un maschietto”. Sospirò e rise, mentre Beatrice rimase senza parole:
“Come lo hai scoperto?” Chiese poco dopo, portandosi una mano alla bocca.
“Non importa. Credo di aver voluto anche io, che accadesse” Rispose Tom un po’ impacciato.
“Vuoi una famiglia, Tom?” Gli chiese Beatrice, accarezzandogli una guancia.
“Sì, insieme a te”. Affermò il chitarrista, sorprendendola con un bacio tenerissimo.
Quella sera ai COMET, tutto fu perfetto.
 
***
Circa dieci mesi dopo;
 
Ci si accorge di amare così tanto una persona, quando questa, scompare per sempre dalla propria vita. Un affetto così profondo che, lo si nasconde inconsapevolmente alle persone a cui teniamo. Che diamo per scontato quando sono ancora in vita. E’ stato così per Lei. Si è resa conto di aver vissuto poco con Lui. Che abbia goduto una felicità troppo intensa, da non meritarsi una lunga vita al suo fianco. Ma Lei lo sapeva. Nonostante questo, volle rischiare di stargli vicino, fino alla sua morte.
 
Die Höhen und Tiefen der Liebe – Epilog*.
 
„Non é una lettura troppo impegnativa, da far ascoltare al piccolo TJ?“. Chiese Bill alla sua compagna. Linda portava in braccio il nipotino dell’androgino, sfogliando il suo ultimo libro:
„Oh, guardalo, io credo che mi presti molta attenzione, invece. Non é vero piccolino?“.
Bill rise, sedendosi accanto ai due sotto un ombrellone, appostato in un set cinematografico. Infatti Kaspar, superata la malattia intestinale che lo aveva colpito, decise di dedicarsi a tempo pieno, nella sua nuova sceneggiatura. E decise anche di coinvolgere Bill e suo fratello Tom, come: attore e controfigura principali.
 
„Oh, Tom, anche tu in pausa?“ Chiese Bill, vedendo suo fratello venirgli incontro.
„No, smonto prima oggi“. Rispose l’altro, prendendo con sé suo figlio:
„Che dici cucciolo, andiamo a fare la poppata? Mamma ci aspetta“.
Linda e Bill si guardarono inteneriti. Beatrice li salutò da lontano, suonando il clacson della sua autovettura.
„Ci vediamo più tardi ragazzi, grazie Linda“. Disse Tom sorridente.
„Non c’é di che, papà!“ Esclamò la donna divertita.
 
Quando i neogenitori del piccolo TJ andarono via, Bill osservò il libro che Linda aveva fra le mani: „L’ho letto, sai?“ Disse l’uomo, indicandolo.
„Sei riuscito a finire Die Höhen und Tiefen der Liebe?“ Gli chiese Linda incrociando le braccia: „Sei sicuro, di stare parlando del mio romanzo?“ Bill arrossì:
„Vorrai dire il nostro romanzo, sembrerebbe che parli della nostra vita“. Affermò lui, quando la scrittrice, si sedette sulle gambe del suo compagno:
„Sì hai ragione, ma tralasci un particolare“. Gli fece notare la donna, incorniciandogli il collo, con le braccia.
„Cosa?“ Chiese Bill sfiorando il naso di Linda, col suo.
„Che, mentre il mio romanzo si conclude drammaticamente, il nostro ha un lieto fine“.
Entrambi scoppiarono a ridere all’unisono, scambiandosi poco dopo, un bacio appassionato.
 
Linda aveva ragione. Il suo rapporto d’amore con Bill, sarebbe stato decisamente, il romanzo più bello che avesse mai scritto. Un libro, che a tutti avrebbe potuto leggere e raccontare negli anni avvenire. Magari ad un figlio.
 
 
 
*Gli alti e bassi dell’amore, Epilogo.
*Nathalie è la truccatrice storica del gruppo tedesco.



 
Buongiorno Stelline! E così siamo giunte alla fine. Spero vi sia piaciuta la storia che vi abbia lasciato qualcosa. Mi rendo conto a distanza di anni, che il contenuto sia piuttosto banale. Ad ogni modo, non disperate! Approfitto di queste note finali per ringraziare chi ha letto e recensito questa storia in particolare Melanie18_ e Federica le mie prime e spero tante altre incognite o meno, sostenitrici su EFP. A presto! *Lfdl*

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