Skyscraper

di ProfumodiLavanda
(/viewuser.php?uid=699002)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 19 Settembre ***
Capitolo 2: *** 26 Settembre ***
Capitolo 3: *** 31 Settembre ***
Capitolo 4: *** 6 Ottobre ***
Capitolo 5: *** 11 Ottobre ***
Capitolo 6: *** 31 Ottobre ***
Capitolo 7: *** 8 Novembre ***
Capitolo 8: *** 18 Novembre ***
Capitolo 9: *** 26 Novembre ***
Capitolo 10: *** Dicembre ***
Capitolo 11: *** 24 Dicembre ***
Capitolo 12: *** 6 Gennaio ***
Capitolo 13: *** 31 Gennaio ***
Capitolo 14: *** 7 Febbraio ***
Capitolo 15: *** 17 Febbraio ***



Capitolo 1
*** 19 Settembre ***


19 Settembre

 

Ok, primo giorno di scuola, ho il cuore a mille, compagni nuovi, vita nuova. Si spera.

E pensare che tutto è cambiato. Il suono delle campanella mi distoglie dai miei pensieri, è ora di affrontare le mie paure.
Con l'ansia che si ripercuote nei miei movimenti impacciati attraverso il lungo corridoio senza fine, molti ragazzi mi sorpassano sicuri della loro destinazione, io li fisso terrorizzata e addirittura invidiosa della loro sicurezza.

Alzo lo sguardo, 3^F, la mia classe, la mia nuova classe. Ora solo una porta mi separa dal mio destino, faccio un sospiro profondo ed entro. All'improvviso il caos, ragazzi che corrono ovunque e ragazze che ridono fra di loro. Spaventata scorgo un posto vicino alla finestra tra le prime file, una ragazza mora è intenta a sistemare le sue cose sul banco accanto al mio. Mi siedo invisibile agli occhi di tutti.

-Ciao! Tu devi essere quella nuova!- dice lei entusiasta per poi continuare – Io sono Kimberly, ma puoi chiamarmi Kim, tutti lo fanno ormai- sorride.

-Io sono Helen- biascico timidamente. Ecco, come tutti gli anni attivo il mio scudo di protezione verso il mondo esterno.

-Beh questo silenzio? Non essere così timida.- mi incita lei.

-Non sono di molte parole.- dico io concentrandomi più sul panorama che offriva la finestra accanto a me.

-Ho notato- ride.

Girai lo sguardo e notai un ragazzo seduto in ultima fila, era di una bellezza travolgente, che manteneva le distanze. I suoi occhi di un colore indefinito tra il giallo e il verde mi scrutano decisi e io abbasso lo sguardo.
Lo alzai poco dopo per vedere se lui continuava a fissarmi, il suo sguardo questa volta era diretto davanti a sé, alla porta, mi soffermai questa volta a guardare ogni dettaglio del suo corpo, i capelli neri mi ipnotizzarono, grazie alla maglietta leggermente attillata potevo notare il suo fisico atletico, a dir poco perfetto.
-Chi è quello?- chiesi sovrappensiero a Kimberly.

-Lui? Ash Dason. Il bullo della classe, è stato bocciato l'anno scorso e da allora ne combina ogni giorno una delle sue.. meglio starci lontani, specialmente per te che non mi sembri aggressiva al punto di assecondarlo..- risponde prontamente la mia compagna.

In quel momento entra la professoressa e quelle sono le ultime parole che scambio con Kim.

 

 

Torno a casa non riuscendo a togliermi dalla testa quel ragazzo, qualcosa di lui mi ha travolto facendomi dimenticare la preoccupazione.

-Helen, hai preso le pillole?- mi chiede mia madre dopo pranzo.

-Sì..- mormoro io, già in questa casa si parla solo e soltanto dei miei progressi, e se non sono i miei progressi sono le mie pillole.

Da quando ho subito quel trauma 4 anni fa tutto è cambiato. Ogni notte ho lo stesso incubo, sento una mano che mi afferra da dietro e non mi lascia andare per poi spingermi contro un muro. Ero piccola e indifesa, non sapevo cosa voleva da me quell'uomo, poi a un certo punto capisco, ma lo capisco troppo tardi, quando sento una dolorosa fitta al basso ventre.

Sì, tutto è cominciato da lì ed ora non sono più la stessa.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 26 Settembre ***


26 Settembre

Leggo per l'ennesima mattina la scritta sul cancello di ferro “Lasciate ogni speranza o voi che entrate” fatta con un pennarello nero da qualche studente qualche anno prima, sì forse ha ragione, questa scuola è un inferno e non solo per lo studio, sento gli sguardi addosso degli alunni che mi vedono ancora come la nuova arrivata.

Senza farci caso mi aggiro per il cortile interno della scuola in cerca della classe per la prima lezione, biologia.

Poco distante noto una ragazza con i capelli scuri che guardava il cellulare.

-Kimberly!- e solo dopo mi rendo conto di averlo detto ad alta voce, perché la ragazza si gira verso di me sorridendomi.

-Giorno Helen!- dice lei avvicinandosi per poi continuare – come va? Hai trovato la classe?-
-No, sinceramente mi stavo perdendo, comunque bene e a te?- chiedo io osservandola, aveva qualcosa di diverso -ti sei tagliata i capelli?-

-Tutto bene e sì! Ieri sono stata dal parrucchiere, mi sta bene questo nuovo taglio? - chiede

lei facendo un giro su se stessa e poi si mette a ridere contagiando anche me e mi prende a braccetto – dai ti porto io in classe- annuisco camminandole a fianco, in una settimana eravamo già diventate grandi amiche, mi ha sostenuto fin dall'inizio senza fare domande sul mio comportamento, che è a dir poco bizzarro.
Entriamo in classe e ci dirigiamo nei primi due banchi liberi, osservo la mia nuova classe, ancora non mi sono abituata al cambio, mentre tiriamo fuori i libri entra un ragazzo dai capelli dal colore biondo ramato che si dirige alle nostre spalle, non ho neanche bisogno di girarmi, in quell'angolo della classe c'è Ash, il ragazzo misterioso che ha catturato la mia attenzione fin dal primo istante.

Sorprendo Kim arrossire mentre lo guarda senza dare nell'occhio e le chiedo – Non è che ti devo raccogliere con il cucchiaino?- sorrido mentre si gira verso di me.

-Ma non vedi quanto è bello quel ragazzo?- Dice lei indicando con un cenno del capo il ragazzo appena entrato.

-Ma chi è?- chiedo io dandogli uno sguardo veloce. Sembrava un ragazzo normalissimo, ma oltre Kim molte delle nostre compagne lo guardavano con aria sognante, non era questa brutto eh! Ma neanche il ragazzo più bello del mondo: fisico da nuotatore, barbetta incolta e l'aria di uno che “sono bello e lo so”.

-Lui è Matt While, ha un anno in più di noi va nella sezione H, ed è fottutamente bellissimo- dice lei con sguardo innamorato.

-Sì, ok ce l'hai un cucchiaino dietro, vero?- chiedo io ridendo.

-Se tu ti mettessi con Ash e io con Matt, potremmo fare un uscita a quattro!- esclama lei cogliendomi di sorpresa, notando il mio sguardo continua dicendo – Hei, lo vedo che passi le giornate a guardarlo! Però non lasciarti abbindolare... l'apparenza inganna..- annuisce Kim, presi nota del suo consiglio e mi giro lanciandogli un'ulteriore occhiata che lui ricambiò facendomi l'occhiolino. Mi giro velocemente prima di arrossire sentendo lo sguardo di lui ancora su di me. Come poteva ridurmi così un ragazzo senza cervello? Non pensavo potessi cadere così in basso!

-Ah-ah! Allora per chi è il cucchiaino ora?- ride lei e io le tiro una gomitata scherzosamente per poi mettermi a ridere anche io. Non aveva del tutto torto, ma in cuor mio stavo sperando di perdere l'interesse per quel ragazzo.

Nel frattempo Matt esce dalla nostra classe al piano terra e lo vediamo passare dalle finestre aperte che danno sul cortile interno alla scuola – Ciao Kim!- dice lui sorridendole per poi incamminarsi verso la sua classe.

-Aaaah! Mi ha salutato!- sospira lei sul pianeta Matt.

-La prossima volta ci dobbiamo ricordare di portare due cucchiaini!- esclamo io ridendo e comincio a pensare che quest'anno sarebbe stato un po' diverso.
 

Angolino delle autrici!

Buonasera lettori :)
Non ci siamo presentate nel primo capitolo ma lo faremo ora, noi siamo Elena e Federica e abbiamo scritto questa "storia" insieme.
Siamo contente che in molti hanno già messo tra le preferite e tra le seguite, davvero! Ma soprattutto che siamo contente che ci date dei pareri.. insomma come ho già detto siamo alle prime armi, scrivere una storia a quattro può essere tanto facile come difficilissimo.. perdonateci per eventuali errori, noi ce le stiamo mettendo tutta!
Contiamo su di voi <3
Un bacio a tutti, al prossimo capitolo
F&E

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 31 Settembre ***


31 Settembre
 

 
 
La campanella dell'intervallo mi risveglia dallo stato comatoso profondo, mi giro verso Kim che già sta prendendo il portafoglio per andare alle macchinette per prendere qualcosa da mettere sotto i denti.
Mi alzo anche io e la seguo.
-Ho proprio bisogno di una coca, per svegliarmi un po'!- dico io rivolta a Kim che annuisce a sua volta.
Ci mettiamo in fila per le bibite, e dopo 5 persone tocca finalmente a noi. Lei inserisce la chiavetta, e la macchinetta segna 0.00.
-Sei ricca!- scherzo io mentre lei inserisce due sterline.
-Ma va là, prendi quello che vuoi!- ride lei e io schiaccio il pulsante della coca-cola e poi del the al limone per lei. Un giorno ciascuna ci offrivamo la merenda, o almeno chi aveva i soldi offriva. Il distributore fa cadere le nostre bibite e noi le raccogliamo, e dirigendosi di nuovo in classe le apriamo.
Noto Ash venire nella direzione opposta alla nostra e io mi perdo nelle mie fantasie sentimentali sorseggiando la coca fresca.
-Atten....- fa per dire Kim, ma non finisce la parola che qualcuno da dietro mi spinge involontariamente facendomi versare la coca-cola sul telefono nuovo di Ash. -..ta- conclude lei sgranando gli occhi.
-Porca puttana! Il cellulare nuovo! Ti rendi conto di quello che hai fatto?!- chiede lui cercando di asciugarlo– No che non te ne rendi conto!-
-Scusa non l'ho fatto apposta..- dico io in mia difesa. Davvero non l'avevo visto, almeno avevo visto lui ma giuro che non l'ho fatto di proposito. Mi sento davvero uno schifo.
-Non me ne fotte un cazzo!- dice lui e andando via mi da una spallata, io mi giro e lo guardo andare, facendomi innervosire ancora di più.
-Ma vaffanculo!- urlo verso di lui che non girandosi mi mostra il dito medio.
Non faccio in tempo a rispondere che una prof mi chiama per parlarmi, faccio segno a Kim di andare in classe e che l'avrei raggiunta poco dopo.
 
-Mamma mia, la prof di disegno non mi mollava più, se continuava ancora un po' mi faceva perdere tutto l'intervallo- dico entrando in classe velocemente.
- Tranquilla, potevi anche restare fuori, saremmo stati tutti più felici!- salta su Ash con aria presuntuosa mentre i ragazzi lo assecondano scoppiando a ridere.
- Invece di dire a me di andarmene perché non eviti tu di venire a scuola visto che mi hanno raccontato che sul registro sono segnate più le tue assenze che le tue presenze- rispondo io con un tono di sfida notando gli sguardi di tutti addosso.
- Senti, ma non hai mai pensato di cambiare classe?- mi dice lui con strafottenza, tenendo lo sguardo fisso nei miei occhi.
- A dire il vero si, ma grazie te ho cambiato idea, prevedo che questo sarà un anno molto divertente, inoltre non sopporto le persone arroganti e idioti come te!- rispondo io prontamente.
- Ma davvero, sapessi quanto mi dispiace- afferma lui con un tono sarcastico- Pensa un po', io non sopporto le ragazzine smorfiose, proprio come te!-
- Questo è un tuo problema!- Scrollo le spalle senza darci troppo peso.
- No, veramente il problema è tuo! E pensare che volevo anche provarci con te, insomma dopotutto sei anche carina, ma dopo aver visto il carattere che hai...- esitò un momento - Passo, e anche molto volentieri-
- Meno male, mi sarei sentita offesa ad essere corteggiata da un deficiente come te!- scoppio a ridere scuotendo il capo stupefatta.
- Hai un bel coraggio a rispondermi così!- mi dice lui fissandomi negli occhi.
- Io ti rispondo come mi pare e piace- ribatto io senza distogliere lo sguardo dal suo- Ah, un ultima domanda, quando vai a casa ti togli la brutta maschera che ti sei creato a scuola oppure ti piace essere un attore a tempo pieno?- dico e la campanella non gli da il tempo di rispondere, mi vado a sedere mentre entra la professoressa che zittisce il brusio di sottofondo che si era creato.
Qualcosa colpisce le mie spalle mi giro è Ash che mi mima con le labbra  'Hai rotto le palle alla persona sbagliata'
Non gli rispondo, mi rigiro e apro il libro alla pagina indicata dalla professoressa lasciando vagare la mia mente scovando pensieri nascosti che, talvolta, dovrebbero rimanere dispersi.

Angolo delle autrici

Ciao a tutti! Eccovi il nuovo capitolo! :3
Siamo in ritardo, lo sappiamo, la prossima volta saremo più veloci.. Però vediamo che voi leggete ogni giorno e siete sempre di più, il che ci fa moolto piacere!
Ora fateci sapere che ne pensate di questo!
Buona notte :)
Elli&Fede

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 6 Ottobre ***


OTTOBRE

 

6 Ottobre

 

 

Ero in classe seduta comoda, con lo sguardo rivolto al giardino della scuola immersa nei miei pensieri, oggi la giornata è particolarmente nuvolosa e crea l'atmosfera giusta per ciò che sto pensando, la voce della prof ronza come una mosca che disturba il sonno, ma cerco di concentrarmi meglio sul vento che spostava le foglie un po' gialle e un po' rosse dell'albero facendone cadere alcune.
-E tu Helen che cosa ne pensi?- Qualcosa o meglio qualcuno cerca di riportarmi sul pianeta 'Scuola' avrei voluto dire 'No, altri 5 minuti mamma'
-Come scusi?- dico io frenando il mio istinto riportando l'attenzione al disturbatore, la professoressa.
-Del bullismo, che cosa ne pensi? Qual è la tua opinione al riguardo?-
Non sapevo cosa rispondere, non avevo ascoltato per tutta la lezione presa dalle mie riflessioni sulla vita.
-Che c'è secchiona, non stavi attenta?- mi dice Ash accennando un sorrisetto sarcastico, beccandosi un occhiataccia dalla professoressa.
-No, ero attentissima solo che pensavo che la domanda era meglio farla a te! Dopotutto sei più informato tu al riguardo o sbaglio?- dico io con un tono di sfida.
-Sai qual'è il tuo problema? Tu sei troppo sicura di conoscermi mentre in realtà non mi conosci affatto.-
-A si?! Perché secondo me tu sei una persona falsa, arrogante, ipocrita, pensi solo a te stesso, ti scopi ogni giorno una ragazza diversa e ti vanti per questo; Fidati, penso di conoscerti bene.- scoppio io mentre mi alzo dalla sedia puntandogli il dito contro.
-Ah davvero?! Beh, molto meglio che essere una sfigata come te, che passa tutto il tempo sui libri e pensa di essere in grado di insegnare agli altri come vivere la propria vita!-
Non faccio in tempo a rispondere che la prof ci interrompe
-Dason, Keheer, subito in presidenza!- afferma con un tono deciso indicandoci la porta, ci dà il registro e ci fa uscire dalla classe.

Percorrendo il corridoio verso la presidenza mi avvicino a lui.
-Guarda che cosa hai combinato brutto scemo!- dico io guardandolo.
-A parte il fatto che centri anche tu, per me non c'è problema, ci sono abituato. Piuttosto tu preoccupati di non piangere, conoscendoti non sai neanche cosa vuol dire la parola presidenza.-
-No, so che cosa vuol dire ma a differenza tua non ci sono mai andata perché non ho bisogno di fare cazzate per sentirmi importante!- sbotto io.
-Io non ho bisogno di sentirmi importante, io sono importante!-
-E modesto aggiungerei.- scoppio a ridere
-Almeno io non morirò zitella.- mi sussurra nell'orecchio dopo di che apre la porta della presidenza -Buongiorno preside, come sta oggi? Com'è andata la cena di ieri?- comincia lui con molta scioltezza e per poco non ricomincio a ridere per la scena.
Si, Ash conosce molto bene il preside, e ci credo, passa più tempo con lui che in classe.
Mi faccio coraggio ed entro anch'io:
-E chi è la signorina?- mi dice il preside guardandomi.
-Helen Keheer...- rispondo io chiudendomi la porta alle spalle per accomodarmi.

-Allora ragazzi, perché siete qua?- comincia il signore baffuto davanti a me guardando prima Ash e poi voltandosi nella mia direzione.
-Preside, senta abbiamo avuto una piccola discussione...- risponde il ragazzo seduto nella poltroncina di pelle nera accanto a me.
L'ufficio del preside era una stanza molto luminosa, non grandissima. Al centro aveva questa scrivania in legno con pc non proprio ultramoderno e delle carte. Dietro la scrivania c'erano degli scaffali tutti pieni di libri o scatole.
-Una piccola discussione, Ash?- lo guarda.
-Beh forse non proprio piccola...media!- torna su Ash.
-Ok..beh da quel che so io non una piccola o media discussione... Helen hai da dire qualcosa?- mi incita il signore.
-Mh..preside mi dispiace, io..non sono mai finita in queste situazioni..-
-Sempre perfetta lei!- esclama Ash beccandosi un'occhiataccia da parte del preside.
-Visto che continuate, oggi pomeriggio rimarrete a scuola e aiuterete a pulire!- la mia condanna. L'aveva detto davvero quell'adorabile uomo davanti a me, ha una famiglia! Non può abbandonarmi così! Proprio una cattiva persona farebbe questo e lui...lui l'ha fatto.
-Ma preside..- diciamo all'unisono io e Ash.
-Niente ma, è stato deciso! Ora tornate in classe!- esclama lui facendoci alzare.
Salutammo in coro e tornammo in classe.
Non riuscivo a smettere di pensare che avremmo passato una giornata intera insieme, in che incubo ero mai finita? Svegliatemi! Le ore volarono, per mia sfortuna e Kim era preoccupata della non riuscita della punizione che avrebbe dovuto unirci...sì, non capisco perché i presidi o comunque la categoria 'insegnanti' pensa di unire due persone chiudendole in un unico luogo.



L'ultima campanella suona e io mi devo muovere per andare a prendere qualcosa da mangiare, saluto Kim che è libera e dopo aver preso un tramezzino e una bibita mi siedo su un banco a osservare il vuoto.
-Helen?- una mano si agita sotto i miei occhi. Metto a fuoco.
-Ash- sospiro seria e stanca.
-Senti, non puoi dare tutta la colpa a me! È anche colpa tua!-
-Che significa? Che mi puoi prendere a parole come e quando vuoi?- rispondo sarcasticamente. -Perché se è così allora fai pure...-
-Oh, ma allora sei proprio di coccio eh!- sbuffa. -Dobbiamo andare..- si gira per incamminarsi e poi si rigira verso di me continuando. -Io non capisco, cerco di fare un gesto carino e tu ti incazzi, faccio lo stronzo e ti incazzi, se dovessi sparire immagino che ti incazzeresti anche lì!-
Lo guardo e rimango in silenzio. Ecco cosa doveva fare! Doveva sparire!
-Beh mai dire mai, Dason! Magari l'unica cosa che aspetto e che tu sparisca!- scrollo le spalle e mi alzo, dovevamo sistemare la scuola ma a quanto pare avevano più o meno già fatto tutto le persone addette. Sono svelte! Comunque andiamo accanto ad una di loro che si chiama Maria.
-Salve! Senta noi dobbiamo dare una mano.. che dobbiamo fare?- chiede Ash cercando di dare l'impressione di essere un bravo ragazzo.
-Ma..ora come ora niente se volete sistemare i banchi.. non c'è molto da fare!- rispose lei con un tono dolce e disponibile.
Annuiamo e cominciamo a sistemare le aule già pulite.
-Un giorno Helen sparirò- esclama lui spostando un banco. -Te lo prometto, sparirò!-
-Perché dovresti?- rispondo io sistemando anche l'ultimo banco di quella classe, dopo quella ne mancava solo una.
Avevamo passato un pomeriggio a chiacchierare come due persone normali, come se non fosse successo niente la mattina. Non so come prenderla questa situazione, stava cambiando? Ci teneva a me? Ash non risponde alla mia domanda, stava pensando?
-Allora?- lo incito io.
-Ma niente, lo dico perché lo penso!- sbuffa lui, come se fosse scocciato. Ecco il vecchio Ash, scorbutico e arrogante. Guarda l'orologio con il cinturino in pelle. -Helen, senti posso andare via? Ho una cosa urgente da fare.. tanto hai solo un'aula e non penso ci metterai molto..- chiede lui e io mi ritrovo ad annuire. Aveva un tono allarmato.
-Tutto ok?- chiedo, da quando in qua mi interessa se gli va “tutto ok”?.
-Sì, non ti preoccupare.. e grazie, pensavo di non dovertelo dire mai, ma hai ragione tu “mai dire mai”! Sono in debito di un favore.- e corre via. Mi ritrovo sola in una classe che profuma di detersivo, sistemata e da sola. Osservo la scena di lui che se ne va e mi lascio andare ai miei pensieri.
Vagare per la scuola vuota metteva i brividi e anche l'Ash che avevo visto oggi metteva i brividi! Insomma..qual'era il vero Ash?
Dopo aver sistemato anche l'ultima aula passo da Maria, la saluto e prendo il primo autobus per casa. Non riuscivo a pensare e avevo bisogno solo di un letto, magari il mio. La situazione era sempre più strana, ingarbugliata ecco! E un tè caldo, un piumone e un film mi avrebbero rimesso in forma: avevo solo bisogno di quello, oggi.


Angolino d'autrici

Eccoci! Come vi sembra?
È lungo? Abbiamo cercato di allungarlo un po', vi piace?
Com'è misterioso Ash! Vorremmo sapere cosa ne pensate! Cosa nasconde?? :P
Un bacione a tutti quelli che la seguono e la leggono!
Fede&Elli


 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 11 Ottobre ***


11 Ottobre

 






 

Faccio per addormentarmi e Kim mormora.
-Ti voglio bene, Helen.-
 
Forse è meglio cominciare da stamattina.
Entro in classe in ritardo di 5 minuti e corro al mio posto il più invisibile possibile agli occhi della professoressa che sta facendo l'appello.
-Helen, attenta che dopo essere andata in presidenza e questi ritardi rischi di rovinare la reputazione da perfetta scolaretta- esclama Ash.
-Zitto tu- rispondo io con aria seccata e mi rivolgo alla prof -scusi il ritardo- e mi ritrovo a pensare al fatto che finalmente dopo cinque giorni quel ragazzo ci ha degnati della sua presenza, da dopo la punizione infatti non era venuto a scuola per un settimana piena, quasi quasi mi stavo preoccupando!
-Non si preoccupi signorina Keheer, cominciamo la lezione ragazzi aprite i libri a pagina 89..- la prof inizia la sua spiegazione sulla letteratura ma ascolto il giusto girandomi verso di Kim che ha il profilo coperto dai capelli scuri. Frugo nel suo astuccio e cerco una matita o qualsiasi altra cosa solo per farmi notare da lei che si gira sorridendomi.
-Come mai in ritardo?- mi chiede Kim sottovoce osservandomi.
-Svegliata tardi- rispondo sbadigliando, ricevendo la prima occhiataccia dalla professoressa di inglese.
-Capisco, senti ho un'idea! Ti va di venire da me stasera?- dice di nuovo lei facendo finta di ascoltare l'insegnante.
-Bah sì, tanto non ho altri impegni!- annuisco e scrollo le spalle.
-Yeeeh! Non vedo l'ora, ci vediamo alle 4 a casa mia, non ci sono i miei, e....- lei comincia ad organizzare la serata mentre io mi perdo nei miei pensieri, nel mio pensiero: Ash. Mi giro per un secondo verso di lui e i suoi occhi scuri come la notte mi stavano scrutando e appena mi nota cambia subito direzione. Sospiro. Non lo capirò mai.
 
Sono le 4, perfetto, sono puntuale. Mi sistemo i miei capelli lunghi per non far entrare il fresco nel collo e busso.
Mi trovo davanti la porta della casa di Kim una struttura molto carina, ha i mattoni in vista rossi e la porta è bianca, ha il battente con scritto sono il numero mi piace molto, ci sono un paio di casette così tutte attaccate e a dirla tutta pensavo che avrei fatto una figura di cacca bussando alla porta sbagliata. Mi sono rivelata più intelligente del previsto o forse la mia amica mi conosce un po' e mi ha scritto tre volte il numero al quale dovevo bussare.
Sento i passi veloci e a questo punto aspetto che mi venga ad aprire.
-Ciao Helen!- dice la voce da dietro la porta mentre mi apre.
-Ciao anche a te Kim!- mi fa entrare e poggio la borsa contenente il necessario per la serata sul divano e la osservo. Aveva indosso una maglietta...ma era al contrario!
-Scusa se non ti ho aperto subito ma non ero vestita...- si scusa lei cercando di essere accogliente, ma non era importante a casa sua c'era un calduccio irresistibile.
-Ti sei fatta perdonare grazie al tuo riscaldamento! E comunque la maglia è al contrario...- scoppio a ridere vedendo la sua faccia e mi tolgo la giacca.
-Ok, hai vinto tu questa volta...- ride anche lei e va in bagno a rigirarsi la maglia. Appena torna si sta facendo la coda per togliere i capelli che le cadono davanti al viso.
-Invidio il colore della tua pelle, insomma hai questa leggera abbronzatura tutto l'anno!- sbuffo facendo finta di essere seccata, ma con questa maglietta risalta ancora di più.
-Mozzarellina!- scherza lei. Sì, in confronto a lei sembro in una perenne visione di fantasmi. -Vuoi mangiare qualcosa? Io pensavo di prendere le pizze, sempre se ti va bene- mi chiede Kim, andando in camera sua.
-Ma non è presto?- chiedo io a mia volta. -Insomma io ci sto per le pizze, sia chiaro!-
Entro in una camera molto luminosa, con poster attaccati ovunque, una piccola scrivania si nota nell'angolo e di fronte c'è un armadio con accanto il letto a due piazze.
Mi fa accomodare sul letto e sorridendomi mi dice -Fai come se fossi a casa tua!- e poi continua. -sì insomma, dicevo per dopo!- riprende cambiando discorso. -ma hai dato corda ad Ash in questi giorni!-
-Mhmh..- annuisco ascoltandola.
-È solo che non pensavo fossi così..cioè che riuscissi a tenergli testa.- conclude lei.
-Una cosa è certa, ci vuole un cucchiaino in meno, Ash non mi attrae più- rispondo io e poi continuo – E tu con Matt?-
-Eeh le solite cose..Non penso di interessargli- annuisce rassegnata.
-Ma cosa dici? Ti sbava dietro!- esclamo io
-Tu dici?- inclina il viso accennando un sorriso.
-Dico, dico! Inoltre mi sembra un bravo ragazzo al contrario di qualcun altro...- dico io intendendo Ash.
-Beh dai però cerca di capirlo è normale che si sia arrabbiato, anche involontariamente gli hai rovinato un telefono costoso!- dice lei accennando una risata.
-Beh gli sta bene! Se lo merita.- annuisco e scoppio a ridere con lei.
 
Dopo due ore chiamiamo per la pizza che ci arriva a casa alle nove, mangiamo e ci guardiamo un film smangiucchiando schifezze.
Kim sbadiglia, e io sorrido, beh effettivamente è tardi sono le quattro del mattino.
-Kim dai andiamo a dormire, parliamo domani!- dico io alzandomi e la trascino su.
-Letto dolce letto- si butta lei a peso morto arrivate in camera -beh dai ti faccio posto, vieni!- dice e io mi sdraio al suo fianco e ci copriamo.
-Helen è vero che tra di noi non ci sono segreti?- chiede innocentemente e nel buio immagino i suoi grandi occhioni marroni che si fanno languidi.
-Effettivamente uno c'è...- dico io sospirando. Perché è sempre nella mia vita questo problema? Sapevo che prima o poi sarebbe saltato fuori. Ed è arrivato sia il prima che il poi.
-Lo sai che mi puoi dire tutto, sputa il rospo- lo dice sorridendo.
-Ecco...- come si dice una cosa del genere? Riprendo fiato. -...Quattro anni fa, è successo per non so colpa di chi, forse mia... insomma non ero così... rischiavo di più ecco.. ok, sembrano parole sconnesse- faccio una pausa. -..sono stata violentata- Kim scoppia a ridere.
-Dai non scherzare su queste cose!- dice lei tornando seria.
-Non scherzo, Kim..è la verità, avevo 12 anni e quello era più grande, non sapevo cosa volesse da me...solo che poi è successo.. e io...- cerco di trattenere un singhiozzo senza risultati e sento una lacrima calda scendermi sul viso.
-Helen non lo sapevo...mi dispiace tantissimo, è passato, dimenticalo.- mi abbraccia e io mi accoccolo a lei che cerca di farmi tranquillizzare. Non avevo bisogno di parole, di quelle ne avevo avute anche troppo in passato. Avevo bisogno di un abbraccio, di sentirmi dire che non mi sarebbe successo più. Ecco, lei era al momento giusto al posto giusto.
Dopo aver versato parecchie lacrime riesco a tranquillizzarmi. Kim è davvero una persona speciale, è la mia prima vera amica.
Faccio per addormentarmi e Kim mormora.
-Ti voglio bene, Helen.-
-Anche io, Kim- 




Angolino delle autrici
Ciaao a tutti! Allora io (Fede) ed Elena abbiamo deciso di mettere più di una volta a settimana il capitolo, sennò tra due anni saremmo ancora qua e non mi sembra il caso :P
Coomunque abbiamo una nuova idea! Insomma ci vedremo più volte a settimana e volevo proporvi una cosa, sempre se ci state eh! (per questo dovrete scriverci o almeno contattarci) Che ne dite se noi ogni tanto facessimo una domanda tipo "quale potrebbe essere il posto segreto di Helen e Kim?", per esempio e voi ci fate sapere, e l'idea magari più bella la inseriamo in uno dei prossimi capitoli, che ne dite??
Al prossimo! 
Fede&Elli

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 31 Ottobre ***


31 Ottobre
 

 
Entro in classe e scorgo nel corridoio Kim e Matt che parlano, mi annoto mentalmente di chiederle com'è andata.
A fine giornata ancora non ho risultati riguardo la loro conversazione, ma io non mollo. Sento vibrare il cellulare nella tasca destra, lo tiro fuori.
Un messaggio. Lo apro.

H, vieni al cinema stasera con me? K.”

Rispondo velocemente.

Ok, a che ora? Passo a prenderti io, fammi sapere l'orario ;)”

Un altro messaggio.
 
Alle otto da me, a dopo. <3
 
Non rispondo ma avviso mia madre.
 
Le feste di Halloween non mi sono mai piaciute, bambini travestiti che chiedono solo delle caramelle, non mi è mai interessato. Sbircio fuori dalla finestra e osservo i primi bimbi che accompagnati dai genitori si affrettano verso le casette nei dintorni. Una fissa di questa festa che mi ha accompagnato fin da piccola è che secondo me i genitori portano i loro figli a spasso solo per rubargli le caramelle che si sono giustamente mertati! Ah una categoria da quale stare alla larga il 31 Ottobre sono gli adolescenti. Questa “classe sociale” dovrebbe scomparire oggi.
Mi distolgo dai miei pensieri e alle 8 meno 10 sono quasi davanti casa di Kim, stasera mi sono vestita con un paio di jeans a sigaretta e cosa strana ho messo anche i tacchi! Insomma è festa!
Scendo dalla macchina e busso a casa di Kim, lei si è messa una maglia lunga con sotto leggins. Penso a come mai non abbia freddo ma contenta lei...contenti tutti.
-Wow! Stai proprio bene, anzi sei una grandissima gnocca!- scherza lei ridendo.
-Beh neanche tu sei male!- sorrido -Dai andiamo, il film ci aspetta!- dico io andando verso la macchina. Kim saluta mia madre che gentilmente si è offerta ad accompagnarci ed entriamo in auto.
-E non solo il film ci aspetta- dice sottovoce
-Ah? Cosa intendi dire?- dico io allacciando la cintura di sicurezza.
-Che c'è una sorpresa....- dice lei.
-Che tipo di sorpresa?- dico io osservandola.
-Non siamo sole, ma vedrai!- dice facendomi intendere che tipo di sorpresa.
-Kim se è quello che penso io, ti ammazzo!- la guardo male, lei non risponde e si concentra sulla strada.
Qualche minuto dopo l'incubo diventa realtà.
Matt ed Ash sono davanti all'entrata con l'aria di chi aspetta qualcuno, pregai mentalmente che non aspettassero noi, ma a vedere il passo deciso di Kim credo proprio che quella sia la nostra destinazione. Sospiro rassegnata pensando alla lunga serata.
-Ciao Kim!- fa Matt alla mia amica che ricambia con un sorriso e poi lui sorride a me -Ciao Helen!-
-Ciao anche a te!- dico io e guardo Ash, la camicia abbinata a quei jeans a vita bassa gli donavano tantissimo.
-Visto Ash? L'attesa è stata ripagata, guarda che due belle ragazze che sono arrivate- sorride Matt mettendo un braccio intorno alle spalle di Kim, che arrossisce.
-Ah-ah!- dice Ash osservandomi in ogni mio dettaglio -certo però c'era anche di meglio-
-Oh ma che gentiluomo- rispondo io con fare ironico.
-Credimi sono stato anche troppo gentile-
-Ma se mi fissi da quando sono scesa dalla macchina!-
-Dai andiamo a prendere i biglietti, che è meglio..- dice Matt e ci incamminiamo verso la biglietteria.
Gli sguardi erano tutti puntati su di me ed Ash, ma eravamo troppo occupati a urlarci addosso per farci caso.
-Che film vediamo?- disse Matt.
-Horror, vediamo se la signorina resiste!- Dice Ash, o cazzo ora sono nei guai, sono la cosa che odio di più.
-Ok, perfetto, andata per l'horror- dico cercando di non dare nell'occhio con i miei pensieri.
-Ma io...- dice Kim.
-Dai ci sono io!- risponde Matt sorridendole, e per fortuna non gli interessava, sorrido. -Vado a prendere i biglietti!- conclude lui allontanandosi con Ash, e io e Kim rimaniamo sole.
-Giuro che me la paghi!- e lei ride.
 
Un film horror, qualcuno poteva anche avvisarmi che era così spaventoso, no? Invece no! E poi potevo pure ribellarmi alla scelta di vedere sto coso, cioè pagare per poi passare la metà del tempo con gli occhi chiusi non ha senso! Eppure sono qua, bello eh?
Eppure fare una figuraccia davanti a tutti, o meglio davanti ad Ash, solo perché non riesco a sopportare la visione di qualche mostro e un po' di sangue sembra eccessivo, sì col cazzo. Deglutisco sentendo un urlo provenire dallo schermo, e che palle la prossima volta scelgo io.
Musica di sottofondo, l'ha uccisa, bello. Tutto normale, via libera posso riaprire gli occhi.
All'improvviso spunta un mostro facendomi sussultare e senza pensare stringo il braccio ad Ash bloccandogli la circolazione del sangue.
-Il fatto che mi odi non ti giustifica ad uccidermi- sussurra lui rivolgendomi uno sguardo veloce.
Ritiro la mano appena percepisco che quello non era il bracciolo con sdegno.
-Esagerato come sempre tu- biascico con ancora il cuore a mille per lo spavento facendo una smorfia -È una cosa istintiva,quando prendo paura afferro la prima persona che mi capita accanto.-
-Beh, dall'altra parte avevi Kim, potevi afferrare il suo di braccio, invece sei venuta da me direi che c'è un motivo.- dice con tono provocatorio.
-Sì, ti piacerebbe.- gli dico io accennando un sorrisetto ironico -fidati, non c'è nessun motivo.-
-E poi non amavi i film horror?- dice con fare ironico.
-Mai detto il contrario- sospiro io e ritorno alla 'visione' del bellissimo film.
 

Angolino delle autrici


Ciao belle persone! Come state?
Allora che ne dite di questo "appuntamento", se così possiamo chiamarlo, a quattro?
Fateci sapere, un bacio.
Fede&Elli

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 8 Novembre ***


NOVEMBRE

8 Novembre

Guardo il pezzo di carta ben decorato con l'ora e l'indirizzo della festa che mi era stato lasciato oggi sul banco. Diceva :
 
Sei invitata alla mia festa in piscina questa sera alle 20:00
Non puoi perderti l'evento dell'anno! Vieni anche tu!

Matt While

Ps. Non dimenticarti il custume! :P
 
Tiro fuori il cellulare dalla tasca e compongo il numero a memoria di Kim. Uno squillo, due squilli, tre squilli, quattro squilli. Non risponde, merda.
Lascio cadere quell'aggeggio malefico sul letto e continuo a scrutare il biglietto cercando di immaginare come sarà la festa, come saranno vestiti e come sarà lui, cerco di distogliere la mia testa da quell'ultimo pensiero, non devo pensare a lui, non devo cadere nella sua trappola, è stupido, rozzo, maleducato, incivile, stronzo.
Facendo passare questi aggettivi nella mia testa cerco di auto-convincermi dell'unica cosa certa: ho una cotta per Ash.
'Non può essere, no!' Continuo ad urlare la mia testa, ma sento benissimo il mio cuore rispondere con 'È così..mi dispiace amica mia ma questa volta vinco io'.
Sento qualcosa sotto la mia gamba vibrare mi sveglio di colpo, guardo l'ora, le cinque e un quarto, devo essermi addormentata prima, mi precipito a prendere il cellulare e guardo chi è.
Kimberly, l'intenzione di non risponderle c'era, ma schiaccio ugualmente il tasto verde.
-Pronto?- dico io con voce assonnata.
-Dormi ancora? Ti ho chiamata 2 volte!- dice lei arrabbiata.
-Ah beh, anche io ti ho chiamata!- dico io -dai siamo pari..-
-Va bene...- la sento sospirare, non le piace perdere.
-Tu stasera ci vai?..- chiedo io sperando in un 'no', ma sapendo chi organizza la festa era come chiedere ad un bambino goloso 'ti piacciono le torte al cioccolato?'.
-Ehm sì..sai com'è..Tu sai chi c'è?-
-Sì, c'è Ash, e io non ho voglia di venire- dico io evasiva.
-Non puoi lasciarmi sola, no, ti prego! Lo sai come divento quando c'è Matt nei paraggi! Ti prego, Helen non mi abbandonare ora!- sento ogni singola parola come una secchiata d'acqua fredda, sapendo quanto odio Ash lei mi deve trascinare a quella stupida festa.
-Va bene, vengo- mi stupisco anche io delle mie parole -ma non mi porto il costume- continuo con tono attonito.
-Lo porto io per te, grazie, grazie, grazie, grazie. Sei la migliore amica del mondo!- sorrido.
-A dopo- rispondo chiudendo al chiamata.
 
Mi alzo e vado a farmi la doccia con molta calma e mi metto le prime cose che trovo nell'armadio. Dopo due ore sono pronta per andare alla 'fantastica' festa, dove si trovano 'fantastiche' persone.
Suonano alla porta, prendo la borsa e mi precipito fuori dalla camera, mi dirigo verso il tavolino di vetro dell'ingresso per prendere l'invito. Per sbaglio prendo un altro biglietto, nella penombra non sono un asso, accendo la luce e apro la porta a Kim che entra.
-Ciao tesoro! Come sei bella stasera!-
-Ti prego....- la guardo male e apro la busta con scritto il mio nome, leggo.
 

Signorina Keheer, l'appuntamento per la visita psichiatrica è previsto per il 31 gennaio alle 10.30.
Cordiali saluti, dott.sa Dan

 
Annuisco mentalmente cercando di memorizzare l'ora e infilo in tasca la busta e prendo anche l'invito.
-Allora chi ti pensa?- chiede lei curiosa, vedendo la mia faccia.
-Ehm..la mia psichiatra..- biascico io.
-Oh..scusa-
-No tranquilla! Dai andiamo- cerco di sembrare il più serena possibile e prendiamo l'autobus che si ferma proprio sotto casa di Matt.
Durante il tragitto Kim mi aveva descritto casa sua ma non mi sarei mai immaginata un'abitazione così grande.
La casa era preceduta da un sentiero che attraversa il giardino illuminato da dei lampioni, lo attraversiamo introducendoci in un ingresso ampio, c'era gente ovunque, la musica a palla mi faceva scoppiare la testa, sulla scalinata incrociamo lo sguardo di Matt che ci fa un segno e scende a salutarci velocemente e mi ruba Kim dopo poco, promemoria: uccidere Kim a fine serata.
Sola mi aggiro per le stanze come un fantasma, solo che a differenza sua sono osservata da tutti, sapete tipo gli idioti che camminano con il lenzuolo in testa e fanno finta di essere un fantasma? Ecco ero più in quella situazione, non fantasma nel senso “non mi vedono”, fantasma nel senso “mi vedono, ma non mi cagano”.
Noto una figura maschile nell'angolo della stanza circondato da qualche ragazza. Poverette, ancora perdono tempo dietro Ash, davanti a me oltre a lui una piscina enorme si apriva ai nostri piedi, alcuni stavano là a divertirsi giocando con una palla gonfiabile.
Decido di non farmi notare da nessuno e mi metto sul divano lì vicino ad osservare la scena silenziosa. Giuro che uccido Kim 'non mi lasciare da sola, ti prego..sai come divento quando c'è Matt..' se, lo vedo!
Ash mi si avvicina, lo guardo male ma lui decide di sfidarmi, non sa che stasera gioca con il fuoco.
-Tu non perdi mai l'occasione per metterti in mostra, eh- ringhio io cercando di farlo allontanare.
-E tu non perdi mai l'occasione per rompermi i coglioni, vero?-
-Ma chi ti ha detto niente- dico io secca alzandomi.
-Lo vedo che mi segui da tutta la sera- risponde lui.
-Ma se sono stata seduta qua...Ash sai nuotare vero?-
-E questo che c'entra adesso?- mi guarda stranito.
-Forse è il caso che ti schiarisci le idee- annuisco – e se vuoi ti aiuto- lo faccio indietreggiare fino al bordo della piscina, lui perde l'equilibrio e cade in acqua, scoppio a ridere.
-Porca troia il cellulare! Ma ti pagano per rovinarmi la vita?!- ringhia lui, togliendosi il cellulare dalle tasche.
Lo guardo, aveva come definisco io un 'mattone' della seconda guerra mondiale.
-Oh guarda! Il cellulare dell'anteguerra! Sai aveva lo stesso modello mio nonno, durante la seconda guerra mondiale!- mi lascio sfuggire questa battuta, acida.
-Ma se neanche esistevano i cellulari durante la seconda guerra mondiale!- dice lui esasperato.
-Appunto. E comunque mi stupisce il fatto che tu sappia qualcosa di storia, ora il tuo livello di intelligenza è passato da 0 a 1!-
-Ti va di scherzare?- mi fulmina con lo sguardo serio.
-Sai qual è il tuo problema? Che te la prendi per così poco. Sei davvero così convinto che ti abbia rovinato apposta il cellulare?- forse aveva ragione, ma non l'avrei mai ammesso, mi dispiaceva averglielo rovinato, ma non era colpa mia la prima volta, la seconda l'avevo buttato io in acqua ma che palle, tu vai in piscina con il cellulare in tasca!?
-Sì, ne sono convinto!-
-Beh solo un idiota come te tiene in tasca il cellulare durante una festa in piscina!-
-E solo un'idiota come te può buttare qualcuno in acqua senza motivo!- dice lui.
-Ma io ce l'ho un motivo, ti odio, questo è un motivo più che valido, ora se vuoi scusarmi devo andare, buon bagno bel fusto- dico in modo ironico dandogli l'asciugamano vicino, una buona azione l'avevo fatta.
-Helen te la farò pagare prima o poi!- esclama lui, tirandosi fuori e asciugandosi.
-Non vedo l'ora- dico io girandomi verso di lui, facendo un sorriso finto e poi mi incammino verso l'uscita, tiro fuori il mio telefono e scrivo a Kim.
 
'Scusa ma non posso stare di piu', domani ti spiego, buonanotte ti voglio bene. H.'




Angolino delle autrici
Come state oggi? Che ve ne sembra? Amore o odio? 
Fateci sapere come sempre!
Un bacio 
Fede&Elli <3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 18 Novembre ***


18 Novembre

 
Ultima campanella. Mi alzo, sistemo la cartella e mi dirigo verso l'uscita della scuola, tutte azioni diventate meccaniche.
-Helen ci vediamo da me stasera verso le sei che ci prepariamo?- dice Kim.
-Certo, a più tardi!- dico io, correndo verso l'autobus che sta per chiudermi fuori.
 
Sono le sei e mezza e sono da lei già da mezz'ora, ebbene sì come tutte le donne preferiamo prepararci in coppia.
-Allora metto questo?- chiede Kim con un jeans stretto. Annuisco approvando.
Io mi ero messa un maglioncino e un paio di jeans, comoda ma allo stesso tempo alla moda, anche se la serata si preannunciava normale, la cena di classe non è di certo un evento speciale e per di più ci sarà quel troglodita di Ash.
Vado allo specchio e cerco nella trousse qualcosa da spalmarmi in faccia, per sembrare più carina. Trovo solo un fondotinta e un mascara, per fortuna mi ero portata dietro un rossetto. Mi sistemo, vado in bagno e mi spazzolo i capelli tirandoli in una coda alta. Torno in camera dove Kim sta ripetendo il mio rituale.
-Posso usare il tuo rossetto?- chiede mentre lo usa.
-Beh direi di sì..- sorrido guardandola e mi butto sul letto pronta.
Dopo le solite chiacchiere e le domande di routin decidiamo di uscire di casa.
Alle otto scendiamo davanti al ristorante dove si sarebbe tenuto di qui a poco la nostra cena.
Salutiamo la mamma di Kim e ci incamminiamo all'ingresso ridendo per la sua battuta, notiamo qualche nostro compagno e noi ci uniamo al gruppo, per fortuna il troglodita non è ancora arrivato, sospiro di sollievo: ho ancora qualche minuto di tregua.
 
Nel giro di qualche minuto la classe è al completo, e sbuffo per il fatto che quell'idiota è sempre sotto i miei occhi, saranno loro che cercano lui o è lui che cerca loro?
È dall'incidente in piscina che mi fissa traboccante d'odio, ma neanche io scherzo.
Ci accomodiamo ed iniziamo ad ordinare da bere, una coca-cola. Bevanda già famosa dall'incidente con il cellulare di Ash, tipo un mese fa: è la mia preferita. Questione di pochi minuti che ci portano le bibite, noto che Ash e i suoi amici hanno una birra. Beh si devono fare riconoscere, io e Kim cominciamo a chiacchierare delle nostre cavolate.
-ASH, VUOI UN PO' DI COCA-COLA?- gli urlo dall'altra parte del tavolo ottenendo un'occhiataccia e risate generali.
-Sei fortunata, non sai quanto il tuo sesso ti salva, altrimenti ti avrei già riempito di botte!- esclama lui.
-Sai invece che fortuna che ho? Che essendo una donna posso picchiarli, gli uomini!-
-E tu picchieresti me quindi?- dice lui con aria di sfida.
-Sai che differenza c'è tra il farsi picchiare da un maschio e farsi picchiare da una donna? Che il male è lo stesso ma l'autostima scende di più con una ragazza- dico io e lo vedo alzarsi.
-Dai allora picchiami!- provoca lui e io faccio per alzarmi ma la mano di Kim mi blocca.
-Non roviniamoci la serata- dice lei seria guardandomi negli occhi, torno a sedermi e Ash fa lo stesso.
 
 
Io e Kim siamo fuori a parlare e una bella donna, con i capelli biondi e gli occhi un misto tra il verde e il giallo,si dirige verso di noi.
-Scusate ragazze, conoscete Ash?- chiede lei per poi continuare vedendoci annuire -sapete dirmi dov'è?- chiede sempre gentilmente.
-Penso sia dentro- rispondo io seccata a causa dell'argomento.
-Grazie mille, ma comunque è la prima volta che ti vedo, sei una sua compagna?- mi chiede.
-Sì ma faccio parte della classe da solo quest'anno..-
-Ah quindi tu sei la nuova, Helen, ho sentito parlare di te e anche tanto...-  sorride lei.
-Scusi posso sapere chi è lei?- chiedo spaesata dal suo comportamento.
-Piacere Helen io sono Nina, la madre di Ash- la mia bocca deve aver toccato il pavimento.
-Aah allora è lei la madre di quell'adorabile ragazzo....- dico in modo sarcastico allungando la mano nella sua direzione stretta subito dopo da quella di Nina.
-Sì, sono io- dice lei senza aver capito il mio tono di voce ironico
-Sì, purtroppo lo conosco bene e so che suo figlio è ...aspetti che sto cercando una parola...ah sì, una merda!- annuisco e poi continuo -senza offesa per lei, mi sembra una persona per bene- lei si mette a ridere e poi va a cercare suo figlio mentre Kim e io scoppiamo a ridere.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 26 Novembre ***


26 Novembre
 
 
Intenta a cambiare canale in televisione una vibrazione attira la mia attenzione, mi alzo e cerco il cellulare disperso, dopo qualche secondo sbuca fuori sul mobile dalla cucina. Un messaggio.
 
'Ci vediamo piu' tardi alla gelateria vicina a casa mia, non e' un invito ma un obbligo. :P K.'
 
Lo rileggo incerta, va bene, ho capito, mi tocca vestirmi anche di domenica e io che speravo in una giornata fatta di pigiama, pop corn e televisione, invece no! Kim aveva voglia di uscire. E chi si porta dietro in questa sua folle idea? Me!
Poi poverina, folle idea... non è tanto folle, è l'idea di una normalissima ragazza, ma io penso che di normale ormai ho fin troppo poco.
Sposto il peso da un piede all'altro pensando sul da farsi e metto in ordine le cose da fare.
Sbuffo mentre mi ripeto mentalmente che Kim prima o poi per tutte le cose che mi combina me la pagherà, mi vado a vestire, shirt, jeans, trucco, capelli e si va.
Avvolta nella mia giacca mi guardo intorno pensando a come mi sono abituata velocemente a stare in questa città, a come la sento mia più di tutte le altre.
Dopo quattro città e cinque scuole diverse per me è stata una conquista questa affermazione e non so quanti capiranno... Mio padre lavora nelle forze dell'ordine è molto spesso lo cambiano di città e per ora questa sistemazione è stabile e spero di concludere qua gli studi o almeno di diventarci maggiorenne così da poter decidere di rimanere qua a vita!
Mi trovo veramente bene e la cosa mi stupisce ogni giorno di più.
Alle quattro la vedo allegra che mi fa segno con la mano, attraverso la strada, ci abbracciamo salutandoci.
-Ciao!- dice lei
-Ciao bella!- dico io. -entriamo che ho freddo?- non l'avessi mai detto, neanche il tempo di vedere tra le vetrate che scorgo due figure famigliari -oddio, non è possibile.- Mi porto una mano alla fronte sbuffando, non ci posso credere... ma allora è una maledizione!
-MAATT!- dice lei sprizzando di gioia.
-Ed Ash.- dico seria.
-Scusa... non lo sapevo..-dice lei affrettandosi ad entrare, ma sapevo che in fondo questo incontro non le pesava affatto. Beh l'unico lato positivo è che qui dentro si sta caldi.
-Hey ragazze, anche voi qua?- sorride Matt appena ci vede mettendo un braccio sulla spalla di Kim che pian piano diventa rossa. E giuro che se solo potesse essere un gelato in questo momento sarebbe sciolta a terra.
-Purtroppo sì..- dico io tentata di sputare in faccia ad Ash, ma mi devo trattenere per amor mio e di Kim.
-Ma che purtroppo! Per fortuna!- risponde di nuovo lui stringendosi a Kim.
-Eggià, che fortuna!- dice Ash ironicamente. Il gatto non gli ha morso la lingua, allora!
-Dai che vi offriamo qualcosa!- dice Matt indicando il bancone.
-Io non sgancio un soldo per questa qua- risponde Ash indicandomi con lo sguardo.
-Eddai non fare il tirchio, beh se lui non vuole, offro io tranquilla- dice rivolto prima a lui e poi a me.
-No tranquillo, non c'è problema, non avevo neanche voglia del gelato- dico io scuotendo le spalle, ma che persona maleducata!
-E allora perché sei qui?- chiede Ash. Ma allora è idiota.
-Ma farti gli affari tuoi, mai eh?- rispondo io.
-Ah l'amore com'è complicato!- esclama Matt, scoppiando a ridere con Kim, che gli sussurra il suo gusto di gelato e si allontana.
-Ma quale amore e amore? Mi sembra più odio!- dice Ash, scuotendo il capo.
-Ricordati... dove c'è odio, c'è amore- dice Matt captando la risposta di Ash.
-Ma non ci penso proprio, lui? Ma mi volete in un ospedale psichiatrico?- dico io prendendo consapevolezza dell'argomento in discussione. Perché dico certe cazzate a volte? Devo collegare meglio il cervello alla bocca al prossimo tagliando.
-Beh qual è il problema? Non dovresti già esserci?- dice lui.
Non so perché, ma una fitta allo stomaco mi riporta alla mente quel novembre di quattro anni fa. Deglutisco, non l'avrà detto apposta. E poi l'ho detto io per prima, sento le forze mancarmi e non riesco neanche a rispondergli, in un lampo mi passano davanti tutte quelle scene terrificanti.
Kim nota il mio sconforto e io esco fuori appena in tempo, una lacrima bagna il mio viso, non riesco a trattenermi e scoppio a piangere.
-Sei proprio un cretino.- dice la mia amica che mi raggiunge per abbracciarmi lasciando i due storditi per la situazione.
-Torniamo a casa dai..- dice lei allontanandoci.

Angolino d'autrici
Lo so, non succede niente di molto entusiasmante e non è molto lungo... diciamo che è un capitolo di passaggio e che dopo accadranno un sacco di cose per colpa di questo gelato! ;)
Grazie per le recensioni, ci servono molto per migliorare!
Quindi fatevi sentire e fateci sapere!
Un bacione grande a tutti!
Fede&Elli

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Dicembre ***


DICEMBRE

9 Dicembre
 
Avvolta nel mio piumone non riesco a non pensare, a tenere la mia mente spenta.
Dall'incontro in gelateria non ho avuto più la forza di guardarlo o di discutere con lui, non ne ho proprio voglia. Non ho più intenzione di abbassarmi ai suoi livelli.
Kim mi sta sempre molto vicina, ma so che è una cosa che devo superare da sola.
Durante le lezioni sono sempre più assente con la testa, i miei pensieri vagano tra le parole pronunciate da lui, quel terribile 26 novembre.
Perché sono uscita? Stare a casa? No, mi faceva proprio schifo, dovevo uscire per forza, e dovevo provocarlo proprio? Certo sennò non sarei stata contenta, beh eccoti il risultato: sul filo del rasoio tra depressione e crisi di nervi.
Cerco di tirarmi su ascoltando i Green Day, mi mettono carica e con le cuffiette il mondo sembra tutt'altro.
Il problema più grosso è che nonostante i progressi fatti le sue parole mi hanno fatto davvero male, se fossero state pronunciate da un altro ci avrei dato meno peso, ma pronunciate da lui sono state come una coltellata nello stomaco che si rigira ogni volta che ci penso.
Il secondo problema più grosso è che nonostante è uno stronzo, bastardo, incivile, maleducato e insensibile, mi piace lo stesso, sì mi piace, eccome.
Mi piace come mi guarda quando è arrabbiato, quando è curioso di capirmi, quando cerca di provocarmi, quando lo vedo incantato che osserva il mio corpo, quando mostra un briciolo di umiltà e quando mi guarda dispiaciuto, come quel giorno in gelateria, non mi posso dimenticare la sua occhiata, aveva capito di aver toccato un tasto dolente ed era dispiaciuto.
Veramente, l'ho visto dai suoi occhi, quando si dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima non si mente, gli uomini mentono ma gli occhi raccontano.
Il terzo problema più grosso è che oggi mia madre mi ha fatto rimanere a casa da scuola, non avevo né la forza, né la voglia di andarci. Devo essere proprio uno straccio, e poi incontrare lui sarebbe devastante per me, per il mio stomaco e per la mia testa.
 
 
 
17 Dicembre
 
Entro a scuola con la voglia pari a zero, il tempo fuori è freddo, sembra capire il mio stato d'animo, il corridoio era pieno di ragazzi che si precipitavano in classe.
La mia non dista molto ma me la prendo con calma, entro e la prima cosa che noto è il banco di Kim vuoto, la seconda è Ash seduto sul mio banco che mi attende.
Mi avvicino posando la cartella al mio posto non alzando lo sguardo, faccio finta di non averlo visto e faccio per sedermi mentre lui osserva ogni mio movimento silenziosamente.
-Ciao Helen!- dice lui accennando un sorriso.
-Senti Ash..non è giornata..ti prego lasciami stare, non ho voglia di discutere con te- dico io sospirando.
-No, volevo sapere come stavi...mi è dispiaciuto l'altro giorno..non volevo- dice lui con tono dispiaciuto, alzo lo sguardo e quando incontro il suo lo abbasso velocemente -Tranquilla, puoi guardarmi, non mordo mica..-
-Mhmh, lo so che non mordi, ma non voglio guardarti..- biascico io cercando Kim, sperando di vederla entrare con il fiatone per la corsa contro il tempo.
-Kim è malata, oggi prenderò io il suo posto di ancella se vuoi..- lo guardo stranita e scoppio a ridere.
-Ah, ehm certo.. - la professoressa ci interrompe e io mi siedo e vedo che lui si siede accanto a me, cerco di non darci peso e di ascoltare 'l'interessante' lezione sui Promessi Sposi.
Il resto della lezione la passiamo in silenzio, né io sapevo cosa dire né lui sapeva cosa fare.
Mi osserva, finalmente suona la campanella e vedendolo alzarsi tiro un sospiro di sollievo. Lo imito prendendo i libri che mi sarebbero serviti per l'ora successiva.
-Lascia, li porto io- dice lui togliendomeli dalle braccia e incamminandosi.
-Nono, grazie faccio io- rispondo secca e faccio per riprenderli ma lui mi blocca facendomi passare per prima dalla porta della classe -Mi devo fare perdonare lascia che faccio io- mi risponde camminando per i corridoio come se fosse tutto normale.
-E da quando ti fai perdonare?-
-Da oggi..-
Lo guardo stranamente ma lascio correre e mi dirigo verso l'aula della lezione successiva.
Durante l'intervallo la cosa che mi stupisce è che mentre vado alle macchinette cercando di seminarlo lui mi raggiunge e con fare gentile mi offre da bere.
-Immagino tu voglia una coca-cola!-
-Ehm..sì, grazie!- dico io, penso che comincerò ad abbassare la guardia, sembra sincero.
-Ah sì, comunque lo so che non è colpa tua per il telefono..mi dispiace anche per quello!-
-Ma no..cioè lo so che è anche colpa mia..- dico io sentendomi in colpa, qualcosa in lui stava cambiando, o forse era già cambiato senza che io me ne accorgessi.
-Dopo abbiamo educazione fisica, giochiamo a tennis, stai in coppia con me?- sì, è cambiato.
-Ehm..stai scherzando? Ash mi stai prendendo in giro?- lo guardo cercando di scorgere nel suo sguardo la verità.
-Nono, ti voglio in squadra con me! Non pensi che siamo una bella coppia?- annuisco incerta e bevo la mia bevanda cercando di non dare troppo peso alle sue parole.
-C'è un piccolo problema, sono una frana in quelle cose lì..- mi faccio sfuggire di bocca quelle parole.
-Dai ti insegno! Non è un problema- dice lui mettendo un braccio sulla mia spalla tornando a prendere i libri nell'aula della lezione precedente per poi andare ad educazione fisica.
Una strana sensazione si faceva strada nel mio corpo, un misto di desiderio, piacere e comunque un po' di distacco per paura che da un momento all'altro potessi svegliarmi da questo sogno che sembra non finire.
All'improvviso era diventato più gentile e disponibile e oggi mi sono sentita davvero bene. Sì, gli avrei dato sicuramente una possibilità per rimediare.
-Senti hai da fare domani?- chiedo io accennando un sorriso, il suo sguardo mi ipnotizzava e mi portava a sorridere ancora di più, rimanendo a fissarlo con una faccia da scema. In quel momento suona la campanella e tutto il mio mondo crolla all'istante.
-Secondo te ho tempo per te?- lo guardo stranamente.
-Come scusa?..- mi sento piccola e impacciata non so cosa dire.
-Te l'avevo detto che te l'avrei fatta pagare o no?- dice lui come se niente fosse.
-Ma..- sono senza parole, lo giuro ogni cosa sembra sbagliata poi ad un certo punto trovo il coraggio di rispondere – Ma non ti vergogni?- urlo facendo girare tutti verso di noi – Mi fai proprio schifo, non hai rispetto per le persone, sei piccolo e vuoi fare il grande, smettila così ti ritroverai da solo, e non è bello. Tra l'altro i tuoi scherzi del cazzo non fanno ridere a nessuno, pensavo fossi cambiato davvero invece rimani solo sempre il solito bastardo- dico io sostenendo il suo sguardo.
Lo lascio in mezzo alla folla che si era creata nel corridoio verso l'uscita e corro via, la sensazione di prima aveva lasciato il posto ad una terribile vergogna, ma alla fine ero anche orgogliosa per ciò che gli avevo detto lasciandolo lì spiazzato dalle mie parole e dagli sguardi dei nostri compagni.
Ma la parte più ingombrante era il timore di incontrarlo di nuovo, di cadere nella sua trappola per l'ennesima volta. Non guardo niente, e arrivo nella mia tana, non ho intenzione di farmi più vedere in giro, non voglio pensare a niente. Non posso essere così stupida, no..
Chiamo Kim e non mi risponde mi metto nel letto piangendo cercando di dimenticare, mi sento stupida, sprofondo nel sonno irrequieto bagnato di lacrime.

Angolino d'autrici

Ciao a tutti! Allora che ve ne sembra di questo Ash? Mh?
Abbiamo unito due giorni perché erano più o meno legati... vorremmo sapere cosa ne pensate! Dai fatemi questo regalo!! Ieri era anche il mio compleanno! (Fede)
Comunque grazie mille per seguirci sempre, vi adoriamo <3
Un abbraccio a tutti.
Fede&Elli

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 24 Dicembre ***


24 Dicembre

 
(Ash)
 
 
Sono sdraiato sul letto con la palla da basket tra le mani, faccio qualche palleggio in aria senza sapermi spiegare la sensazione di vuoto dentro di me.
È la Vigilia e dovrei godermi la giornata in famiglia ma non ci riesco, mi sono comportato da stronzo quale sono! Ma con tutti i problemi che ho in questo periodo Helen mi assilla, giorno e notte. Non ce la faccio più. La sogno di notte e la sogno di giorno. Non ne sono innamorato e lo so. So che non voglio che lei pensi che io sono uno stronzo, perché non lo sono. Ho solo molta confusione nella mia vita!
Ma com'è possibile? Quella ragazza, si è impossessata della mia testa! Ma la domanda è: chi si crede di essere? Sono io che comando la mia vita, lei non può arrivare da un giorno all'altro e distruggere tutto quello che sono. È insopportabile, e poi come si permette ad umiliarmi davanti a tutti? Chi gliel'ha permesso? L'unica risposta plausibile è: io.
È così convinta di conoscermi ma si sbaglia, lei non sa niente di me. A malapena mi conosco io, se io non mi conosco come fa a conoscermi un'altra persona?
La odio, la odio, la odio, la odio.. e allora perché mi manca?
È stupido pensare che una persona che odi ti possa mancare, come posso sentire la sua assenza? Si percepisce, quando lei non è nei dintorni c'è qualcosa che manca, una strana sensazione che viene colmata appena lei entra nel mio campo visivo e di conseguenza nei miei pensieri, dove non dovrebbe stare.
Non riesco a spiegarmi questa situazione e non mi piace, non ho mai permesso a nessuna di capirmi e soprattutto capire i miei sentimenti.
Ma so che devo fare una cosa per togliermi 'lei' dalla testa.
Mi alzo di scatto lasciando scivolare la palla a terra e prendo il telefono, compongo in modo frettoloso il numero del mio migliore amico. So che giorno è ma so che lui c'è sempre per me e io ci sono sempre per lui.
 
*Pronto* mi risponde la voce dall'altra parte del telefono.
*Ehi Matt, senti, devo chiederti un favore..* dico io incerto sul come porre la domanda.
*Dimmi!*
*Sai dove abita Helen?* dico tutto d'un fiato senza pensare alle conseguenze.
*No..ma penso che Kim lo sappia.. Perché?*
*Devo fare una cosa...*
*Che tipo di cosa?*
*Oh fatti i cazzi tuoi!* rispondo io ridendo.
*Va bene uomo, sento Kim e ti mando un messaggio, ma dopo voglio sapere i particolari!* ride lui.
*Piantala idiota, a dopo, ciao* stacco attendendo il suo messaggio ansiosamente.
 
Dopo qualche minuto vibra finalmente arriva l'attesa risposta da parte di Matt:
 
'Kim mi ha detto che abita di fronte alla stazione, la palazzina numero 5. Dopo voglio sapere tutto, l'hai detto tu! Ahahahaha :P
Buona fortuna, Matt.'
 
'Va bene, grazie idiota!'
 
Prendo la prima cosa che trovo sulla sedia e me la infilo in modo frettoloso, prendo le chiavi ed esco di casa, mi dirigo verso la moto, mi metto il casco e mi avvio verso la tana del lupo. Ho paura che non mi voglia vedere, che mi chiuda la porta in faccia, ma so che è la cosa giusta da fare, devo scusarmi per il comportamento infantile, certo anche lei non scherza solo che lei si è scusata, io no.
Arrivo, fermo la moto e prima di scendere mi domando per l'ennesima se è la cosa giusta da fare. E per l'ennesima volta la mia testa dice sì.
Scendo, palazzina numero 5, eccola davanti a me. Vado al citofono, suono.
Mi guardo intorno nell'attesa, un albero di Natale enorme è situato nella piazza, la luce del sole ormai scarsa fa risaltare le lucine del albero che crea un atmosfera festosa. Alcuni bambini giocano e i genitori li guardano seduti sulla panchina ai lati dell'attrazione centrale.
-Chi è?- la sua voce mi fa rendere conto che lo sto facendo veramente e la cosa mi fa rabbrividire ritorno alla realtà, mi riprendo.
-Ah..ehm..A-sh, sono Ash..- silenzio.
-Che vuoi?- sento dire e sono più che sicuro che si sia trattenuta dal dirmi qualcosa di più cattivo.
-Ho bisogno di parlarti puoi scendere?- sospira.
-Devo proprio?-
-Sì- dico deciso.
-Sto arrivando..- mormora e sento -mamma devo scendere!-
-E dove vai?- chiede un'altra voce femminile.
-Che palle mamma! A parlare con un idiota!- scuoto il capo sentendo la sua voce e mi allontano, aspetto. Il portone si apre e una ragazza con i capelli rossi avvolta in un felpa più grande di lei ne esce un po' insicura sul da farsi.
Mi precipito verso di lei.
-Ciao- dice distaccata.
-Ciao..senti devo parlarti..-
-Ash i tuoi giochini mi hanno rotto, ti prego vattene e questa volta non scherzo, non ci casco! Va bene? Sono stata una stupida l'altro giorno, sapevo che non mi dovevo fidare, lo sapevo eppure ti ho dato una possibilità e tu l'hai sprecata, ora per favore fammi il piacere di andartene..- dice lei sospirando alla fine, cercando di mantenere la calma.
-No, questa volta devo parlarti davvero, fidati per una volta!-
-Come posso fidarmi di te dopo quello che mi hai fatto?-
-Provaci, lo so è difficile ma devi provarci!- e senza darle il tempo di rispondere riprendo. -sono stato davvero un cretino, uno stronzo! Ma me ne sono reso conto solo dopo aver esagerato..Te lo giuro, mi sono pentito...-
-Si come l'altra volta no? Certo Ash!- dice lei interrompendomi.
-Cosa devo fare per fartelo capire? Mi dispiace! Sono sincero Helen!- dico io ormai senza speranze. Non so cosa fare per farmi perdonare da lei, sono proprio un cretino. 
-Niente, te ne devi solo andare e lasciarmi in pace, chiaro?- mi guarda negli occhi, non voglio andarmene, la guardo cercando di far ordine nella mia testa.
Succede tutto così in fretta, lei mi volta le spalle e io senza pensarci l'afferro per un braccio e la tiro verso di me, le metto una mano sul viso mentre con l'altra la stringo a me, la guardo per un millesimodi secondo e la bacio. La stringo di più a me lasciandoci andare ad un bacio caldo, passionale.
Finalmente stava andando tutto come doveva andare. Si allontana di scatto, interrompendo bruscamente tutto quello che mi ero immaginato, un suo schiaffo mi arriva in piena guancia, mi brucia.
Non so se brucia di più il petto o la guancia, la vedo correre dentro. 
-Helen aspetta!- dico ma ormai è troppo tardi, rimango a fissare la porta che pochi istanti prima lei aveva chiuso dietro di sè.
Me lo merito? Non so più cosa pensare. So solo che chiuderò per sempre questo capitolo.



Angolino delle autrici!

Siete sempre tantissimi che ci seguite e mi fate emozionare *-*
Cooooomunque torniamo a noi, o almeno, a loro! Che ne dite di questo lato di Ash? Mh?
Fa bene a voler chiudere questo capitolo? Lo chiuderà davvero???
Helen ha fatto bene??
Fateci sapere quello che pensate di tutto ciò, noi vi adoriamo come sempre.
Grazie di cuore a tutti voi.
Fede&Elli

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 6 Gennaio ***


GENNAIO
 

 
6 Gennaio
 
Sono passati 15 giorni da quel brutto incontro, o magico. Dipende dal punto di vista.
Entro in classe, lui è seduto al solito posto, alza lo sguardo, mi guarda, i nostri occhi si incontrano ma si staccano subito dai miei passando ad osservare il pavimento della nostra classe a scacchi neri e bianchi.
Mentre mi dirigo verso il banco tutti i pensieri che avevo tenuto repressi da ormai due settimane si fanno largo nella mia mente.
Perché mi ha baciata? Cosa pensa di dimostrarmi con questo? È cambiato davvero? Mi prende in giro? Perché l'ha fatto? Perché? Perché? Perché? La mia testa stava già per esplodere e non era ancora suonata la prima campanella, cerco di cancellare dalla mente questi pensieri che non mi avrebbero aiutata a passare la giornata indenne.
Per fortuna vedo arrivare Kim con il suo solito sorriso e la sua aria da brava ragazza che mi rallegrano, le sorrido e mi ricordo di chiederle come le sono andate le vacanze.
-Ciao Kim!- esclamo sorridendole.
-Heleen!- poggia con noncuranza lo zaino sul banco e si viene a sedere e super emozionata esclama -non sai cosa ho fatto!-
-Cosa hai fatto?- le chiedo, sapendo che non aspettava altro.
-Mi sono vista con Matt!- le do una pacca leggera sulla spalla
-E brava Kim! Allora vi mettete insieme eh!- scherzo -voglio essere la damigella d'onore al matrimonio!- esclamo ridendo e lei mi fulmina con lo sguardo
-Ancora non stiamo insieme...- ribatte lei
-Ancora!- sottolineo io facendola ridere.
Nel frattempo entra la professoressa di inglese, neanche il tempo di ricominciare che si mette a spiegare, che palle proprio oggi? Non poteva lasciarmi perdere almeno per oggi? L'omino crea problemi nella mia testa che si era andato a prendere un caffè, giusto il tempo di salutare Kim, si rimette a lavoro per cercare una soluzione o meglio un problema.
Ash due settimane fa, per la vigilia di Natale mi aveva baciata e adesso non riesce a guardarmi più negli occhi.. forse è davvero dispiaciuto, forse gli piaccio davvero e io l'ho trattato malissimo o forse mi sta prendendo ancora in giro.. no, non è possibile, non si può essere così stupidi da fare lo stesso errore due volte, no?
Mentre la mia testa ragionava passa la prima ora.
-Di già?- mi giro verso di Kim.
-Per fortuna!- ride lei e poi mi guarda -A cosa pensi? Cioè.. cos'è che non va?-
Abbasso lo sguardo e sospiro -Sapessi Kim, tu sei andata in vacanza e io sono rimasta qua a...- mi muoiono le parole in bocca e il professore di matematica mi salva.
Non volevo dire a Kim del bacio, e se si fosse arrabbiata perché non gliel'ho detto prima?
La mia migliore amica mi guarda perplessa -Dopo mi dici tutto, eh!- bisbiglia e so che dovrò farlo.
Il mio omino crea problemi è sottopagato, mi annoto di dargli un aumento a fine mese e lascio passare la giornata senza darci troppo peso e senza girarmi a guardare Ash, il mio unico e vero problema. Altro che la matematica.
 
-Helen! Aspetta!- mi grida Kim, peccato pensavo di averla seminata in corridoio!
-Hei Kim..Insomma pensavo ti vedessi con Matt!- cerco di non incontrare i suoi occhi.
-Sì, infatti ma ho del tempo per te.. parla!- mi guarda male e il suo tono non è molto incoraggiante.
-Ok...sai il 24? Quando ti ho detto che non avevo voglia di parlare al telefono?- chiedo titubante.
-Sì...che è successo?- risponde lei un po' più calma, meno male.
-Ash è venuto a casa mia e mi ha baciata- dico velocemente.
-E tu?!- esclama sorpresa da questa rivelazione.
-Gli ho tirato uno schiaffo!- annuisco rivedendo la scena davanti agli occhi, le sue labbra...
-Beh hai fatto bene..!- dice lei mentre mi distolgo l'immagine dalla testa, vedo passare Ash accanto a me. I nostri sguardi si incontrano sembrano dire tanto eppure non dicono niente, si gira e mi mostra il dito medio. Rimango perplessa per qualche istante e Kim mi abbraccia.
Mi arrendo Ash Dason è il ragazzo più idiota di questa terra.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 31 Gennaio ***


31 Gennaio
 
-Helen Keheer?- un'infermiera bassa con i capelli biondi raccolti fa capolino dalla porta, mi rendo conto che è il mio turno. Mi alzo, ringrazio con la testa la donna che mi aveva chiamata e mi dirigo verso lo studio della dottoressa entro e mi chiudo alle spalle la porta.
 
Dopo una bella chiacchierata con la dottoressa Dan che ultimamente non sembrava essere di grande aiuto, la mia testa era colma di altri pensieri, oltre all'ombra del mio passato.
Lei dice che tenere la testa occupata da altre cose potrebbe essere una cosa favorevole per la mia situazione, insomma non pensarci troppo poteva far allontanare il mio disagio e cominciare a vivere senza l'assillo del mio passato. Io non le davo molta fiducia, ma ci provavo.
Un risultato però si presentò come la rugiada in una mattina di primavera: mi ha diminuito i farmaci.
Insomma per lei l'avvento di Ash Dason era solo un bene. Per me..dipendeva dai punti di vista.
Non capivo cosa lui fosse per me e cosa io fossi per lui, il mio cervello lavorava notte e giorno su quel fronte.
 
Chiamo l'ascensore presa dai miei pensieri, aspetto qualche minuto e le grandi porte grigio metallizzato si aprirono davanti a me per lasciarmi entrare, una signora prima di me aveva premuto il tasto per andare al quinto piano quindi mi sarei dovuta sorbire la salita e poi la discesa, e poi figurati se qualche burlone non avesse chiamato facendo fermare questo aggeggio malefico ad ogni piano?
Pensato e accaduto, ho visto il quarto, il terzo e perfino il secondo...
Un ragazzo che sembravo conoscere si stava dirigendo dritto dritto nell'ascensore, un signore blocca le porte, lui riesce a salire e ci guardiamo per qualche istante.
-Ash..?- domando io preoccupata, la sua espressione era a dir poco terrorizzata.
-Helen... ciao - dice lui balbettando e preme il tasto del terzo piano. Ti devi mettere in coda bello, qua c'è gente che cerca di scendere da questo coso da ormai cinque minuti.
Ci perdo le speranze e mi rassegno al fatto che sono lenta nel premere quei tastini inutili e lo guardo.
-Che ci fai qui?- domando incuriosita.
Lui mi guarda, il panico attraversa i suo occhi e me ne rendo conto. Ha paura di me in questo momento.
-Ash, cosa ci fai qui? È tutto ok...- la mia voce si addolcisce, vedo che per poco non trema e abbassa lo sguardo.
-Ehi.. niente.. ero solo passato a..- si ferma un attimo e poi riprende. -a ritirare delle analisi per mia mamma.. ecco, sì.. per mia mamma!- mi risponde accennando un sorriso, quasi impercettibile. Non è rilassato e lo noto, non vede l'ora di scappare dall' insistenza del mio sguardo. Osservo ogni suo impercettibile movimento, non riesco a togliergli gli occhi di dosso. Voglio capirlo. Vorrei che si togliesse quella maschera che si è creato a scuola, insomma qua, davanti a me sembra così vulnerabile e sembra così spaventato.
-Sei sicuro? Insomma non sei molto tranquillo..- mi scappa dalla bocca, promemoria mentale “stai zitta, accidenti!”.
-No, era solo che mi sono stupito.. insomma non mi parli da un po'! Sono solo sorpreso!- Ecco che torna il vecchio Ash, deciso. L'Ash vulnerabile di dieci secondi fa era sparito e aveva lasciato campo libero a quello 'stronzo'. Sospiro. Le porte dell'ascensore si aprono e io lo seguo mentre scende.
-Io non ti parlavo perché.. insomma.. capiscimi!-lo seguo mentre si inoltra nei corridoi dell'ospedale con molta serenità. Quasi li conoscesse meglio di casa sua. Non mi risponde.
-Ehi? Sono sempre qua!-
-Helen.. senti ne parliamo in un altro momento.. non qui e non adesso!- esclama lui, facendomi indietreggiare... ora era lui che faceva paura a me. Come ci invertiamo i ruoli alla svelta io e lui.
-Ma Ash!..- proprio in quel momento un medico interrompe il nostro discorso.
-Ash, dai andiamo a fare il prelievo, senza di quello non possiamo fare altri accertamenti- il tono serio del medico mi fa sussultare. “Prelievo? Esami?” Mi ha mentito!
-Ash di che parla?- esclamo guardandolo dritto negli occhi. Esita a rispondermi.
-Arrivo dottore, un attimo- si gira verso di me dopo aver fatto allontanare il signore panciuto che indossava il camice. -Helen..torna a casa, è meglio per tutti! Vai- sospira e fa per allontanarsi.
-Ma..-
-Niente ma Helen. Va a casa e ricomincia ad ignorarmi come hai sempre fatto fino ad adesso!- e se ne va. Mi lascia lì. Da sola. In mezzo ad un sacco di gente lo vedo sparire dietro una grande porta.
Non mi vuole nella sua vita.


Angolino dell'autrici 

Scusate il ritardo ragazzi, ma sono stata molto impegnata! Odio quando tutta la famiglia viene a casa mia DD:
Non hai più un attimo libero D:
Detto questo spero vi piaccia il capitolo, fateci sapere!!
Un abbraccio
Fede

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 7 Febbraio ***


FEBBRAIO
 
7 Febbraio
 
Una mattina come tutte le altre la sveglia suona come ogni giorno alle sette e mi ritrovo a blaterale qualcosa di incomprensibile verso quell'oggetto.
Mi alzo e mi dirigo in bagno per lavarmi, ritorno di corsa in camera mia e mi vesto, scendo in cucina e bevo una tazza di latte e caffè. Esco di casa coperta tra la sciarpa, cappello e giacca e corro a prendere il bus che come al solito sta per andarsene senza di me.
A scuola come tutti gli altri giorni, penso alla lezione che mi toccherà alla prima ora e mi dirigo nella classe giusta, ormai anche io ero diventata sicura ed esperta di quella scuola. Lo sono diventata il giorno della punizione, quando ho dovuto sistemare tutti i banchi.
Entro in classe e mi vado a sedere nel mio solito posto, seconda fila il banco attaccate alla finestra.
Dopo le sistemazioni del pre-lezione la professoressa comincia il suo monologo che non vorrei ascoltare ma che avendo una carenza nella sua materia non ne posso fare a meno!
-Oggi ragazzi vi dividerete in gruppi da due per fare una ricerca!- esclama la professoressa di storia, mi giro dando uno sguardo alla classe che sbuffa, non capisco perché.
La prof. riprende il suo discorso. -E le coppie le faccio io!-
Ah, ora capisco il perché! Che odio i professori che fanno così, insomma... potrebbero farci scegliere a noi, no? No.
-Cominciamo..- comincia la prof riccia seduta davanti a noi, tira fuori un pezzo di carta dove aveva scritto le combinazioni vincenti e parte ad elencarli. Prego di essere con Kim.
-Biersack.. con Roger- pronuncia frettolosamente come al solito e le mie illusioni svaniscono, non sono con Kim...Ho sperato durante la sospensione della voce!
-Keheer con Dason- continua e sia io che Ash sospiriamo, avevo bisogno di un bel voto non di una punizione data dal preside, eh!
-Mi dispiace, pregavo per te!- sorride la mia compagna di banco e io scrollo le spalle in segno di resa.
Al pomeriggio avremmo cominciato a lavorare, avremmo dovuto presentare un lavoro sul '700 in Inghilterra.
Io ed Ash dovevamo collaborare e sarebbe stato tutto più facile se avessimo cominciato a parlare per metterci d'accordo.
Mi alzo lentamente dalla mia sedia e passo dopo passo mi avvicino al suo banco, non doveva essere così difficile. Sembrava semplice.
-Hei.. allora la sfortuna vuole che io e te siamo nella stessa squadra, quindi mi sembra abbastanza logico che dobbiamo aiutarci, che ne dici di cominciare?- gli porgo la mano per stringere il patto.
Ash mi guarda, mi osserva.
-Biblioteca, alle tre.. se non ci sei me ne vado, non voglio aspettarti- e torna a parlare con i suoi amici. Non mi ha neanche degnata di un saluto, un cenno! Che maleducato!
Ed io che mi preoccupo pure, torno al mio banco amareggiata del suo comportamento da bello e dannato e aspetto la fine delle lezioni. Non voglio parlare con nessuno.
 
Alle due e mezza sono davanti alla biblioteca della città. Non ha scuse.
Dopo un'ora di attesa il mio compagno di sventure arriva.
-Non dovevamo trovarci alle tre?- gli chiedo con sarcasmo.
-Beh tu dovevi essere qua alle tre, io non ero nel piano!- risponde lui abbassandomi il dito che gli avevo puntato un attimo prima ed entra in biblioteca, percorre molti corridoi e io dietro di lui anche.
Attraversiamo circa due stanze immense e piene di libri della sezione ragazzi e ci sistemiamo nella zona di lettura e/o studio di arte e cultura. Come faceva a conoscere così bene questa struttura? Io mi sarei persa al primo angolo.
Neanche il tempo di prendere confidenza con il posto che Ash è già in giro a cercare libri, gli lascio fare questo lavoro vedendo come si muove bene tra i polverosi scaffali e io mi sistemo in un banco in un angolo della sala.
Non c'è quasi nessuno qua dentro, solo un signore che controlla l'aula. Osservo il mio compagno che ritorna con un paio di libri in mano.
-Intanto cominciamo con questi..- afferma lui poggiandoli sul tavolo con un po' troppa forza da far riecheggiare il rumore in tutta l'ala. La puzza di polvere che fanno quei libri non mi permette di concentrarmi a pieno ma ci provo lo stesso. Se lui ci riesce ci devo riuscire anche io.
-Cosa vogliamo fare?- chiedo timidamente.
-Leggere- risponde lui serio e preso dalla sua lettura.
-Intendo dopo...- rispondo di nuovo io.
-Direi che dopo vediamo- risponde lui.
Un attimo di silenzio, meglio tornarci dopo su questo argomento.
-Non capisco cosa c'è scritto... è in un'altra lingua e non la so...- dico io cercando di tradurre per associazione una parola senza successo.
-Se vai dritto per questo corridoio e giri all'angolo a destra lì ci dovrebbero essere i dizionari..- dice lui riprendendo la sua lettura.
-Ma...come fai a saperlo? Non sarà uno scherzo dei tuoi!-
-Ma va...ho fatto il volontario in questo posto per ben tre anni di fila, la conosco meglio delle mie tasche, quindi fidati!- Ah-ah, svelato il mistero, l'unico problema è che non riesco ad immaginarmi Ash con la divisa che aiuta i lettori nella scelta di un libro, eppure... questo ragazzo è proprio un mistero!
Alza lo sguardo verso di me e mi sorride.
-Allora non vai? Hai paura che ti stia mentendo?- chiede lui accennando una risata.
-Nono.. ma non è un problema- annuisco e vado avanti nella lettura.
Dopo un paio di minuti il silenzio sta diventando angosciante e decido di girare pagina solo per nascondere il mio imbarazzo.
-Qua parla del furetto di corte, pensi che dovremmo portare anche il furetto di corte?- dice Ash ridendo.
-No, cioè lo farei solo per vedere la faccia della professoressa...- rido anche io all'idea di quella vecchia signora riccia con la faccia tutta rossa dalla rabbia.
-Ma sarebbe un'idea originale! Non può non premiare i nostri sforzi!- continua a ridere e chiude il suo librone. Guado i suoi occhi impenetrabili, si passa una mano fra i capelli neri e sospira. -Saremo un fallimento!- scherza.
-Mi sa di sì..- scuoto il capo con aria di insoddisfazione e poi scoppio a ridere seguita da lui.
-Ash..senti.. a parte gli scherzi... l'altro giorno mi sono preoccupata e non vederti a scuola mi ha fatto agitare di più. E.. volevo chiederti.. come era andato il tuo prelievo- dico io tornando seria non notando un suo cambiamento del volto.
-Come scusa?- dice lui, forse per darmi l'opportunità di cambiare domanda. Appoggia i gomiti sul tavolo e si sistema meglio fissandomi.
-Ti ricordi l'altro giorno all'ospedale...dovevi fare un prelievo...- dico io timidamente con un filo di voce notando questa volta l'indurimento del suo viso rilassato fino a qualche minuto fa.
-Non mi va di parlarne!- afferma lui seccato e io mi mordo la lingua.
-Lo sai che con me puoi parlare, lo so che non siamo molto in confidenza, ma ti puoi fidare di me...cos'è che non va?- insisto io, in questo momento preferirei tirare testate al muro. Perché parlo sempre?
-Ho detto che non ho voglia di parlarne, Helen!- mi guarda e poi continua. -Hai intenzione di continuare la ricerca o vuoi fare domande?- chiede con ironia. Lascia un attimo, ci pensa e poi riprende. -Devi capire che non puoi sapere tutto di tutti, ficcatelo in testa e lasciami stare! Non sei nulla per me e io non sono niente per te, quindi non ti devo dare spiegazione di nessun genere- si alza e prende i libri, probabilmente con l'intenzione di metterli al loro posto ma io lo trattengo per una manica tirandolo leggermente e avvicinando pericolosamente il suo viso al mio tanto da poterne sentire il respiro caldo sulle guance, ci fermiamo un attimo ad osservarci.
Si avvicina con movimenti lenti e arriva vicino al mio orecchio
-Niente, non ti devo niente!- sussurra con voce decisa ma carezzevole, sorride e io mollo prontamente la presa. Riprendo il controllo.
-Invece devi! Non sei venuto a scuola, non mi hai detto niente! E poi quel bacio? Dici che io non sono niente per te e probabilmente è vero, eppure mi hai baciata!- lo guardo, lui è di spalle e si gira lentamente.
-Quel bacio non significa niente..era solo un semplice bacio...- mormora, pensava me ne fossi dimenticata! E no eh. Non può fare così, non glielo permetto. Mi sento delusa, nello stomaco un macigno si crea e si posiziona proprio nella bocca dello stomaco.
-Fai sempre così? Più una persona cerca di esserti vicina e di conoscerti e più tu la respingi! Sei un ragazzo impossibile!- alzo la voce ma questa comincia a tradirmi tremando.
-Non ho bisogno che le persone si interessano a me! Le persone non devono affezionarsi!- si gira di scatto e mi guarda negli occhi alzando anche lui la voce.
-Ma che stai dicendo? A tutti fa piacere avere qualcuno in questo mondo di pazzi!- urlo io e il custode si avvicina a noi.
-Ragazzi dovete uscire, non potete fare confusione. Siete in una biblioteca fino a prova contraria, dovete uscire!- il signore barbuto che controllava la sala ci prega di uscire dalla sala. In questo momento non riesco a pensare alla figuraccia, penso solo al male delle parole di Ash.
Fuori dal portone guardo il ragazzo accanto a me che calcia i sassolini sull'asfalto.
-Lascia perdere, non puoi capire. Ci vediamo domani a scuola- dice e se ne va.
Rimango lì a guardarlo mentre va via, come sempre, sotto i miei occhi che questa volta sono gonfi e lucidi per le lacrime trattenute.


Angolino delle autrici

Eccoci con un nuovo capitolo, mi sa che questo è lungo!
Speriamo vi piaccia, fateci sapere come fate sempre (e noi vi adoriamo per questo!) :D
Un abbraccio a tutti,
Fede&Elli


Ps. secondo voi cosa nasconde Ash?

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 17 Febbraio ***


16 Febbraio 

Come ogni venerdì pomeriggio sul tardi mi ritrovo a passeggiare per il parco per schiarirmi i pensieri, mi piace prendermi un po' di tempo per me. Poi il rumore della città come sottofondo non mi dispiace, mi libera la mente.
Mentre passeggio avvolta nel mio bel giubbotto caldo mi vibra il telefono, un messaggio, lo guarderò dopo... non posso rovinarmi il momento magico.
Il sentiero prosegue e i rami sopra la mia testa s'intrecciano, spogli.
Il mio umore da dopo lo scontro in biblioteca con Ash non era molto alto e l'unica che riusciva a tirarmi su il morale era Kim.
Un ragazzo è sdraiato su una panchina alla mia destra con una birra in mano. Ma come si fa ad essere ubriachi alle sei del pomeriggio? Mi ritrovo a pensare a questo e lo supero cercando di non farmi notare. Questa situazione mi fa salire il magone e la paura torna.
E se dovesse succedere di nuovo? Ho paura.
Mantengo lo sguardo basso e il telefono stretto nella mano per qualsiasi evenienza. Sto stringendo così forte il pugno che le unghie mi stanno tagliando il palmo della mano, sussulto per il dolore e quasi non mi blocco dalla paura. Mi stringo nelle spalle e mi convinco che devo andare avanti e non devo fermarmi, non ora.
È un punto di forza e prima o poi dovrò superare tutte le mie paure.
Voglio tornare a casa. Ma non voglio passare di nuovo da quell'ubriacone.
Mi giro e guardo non è più sulla panchina ma a terra svenuto. Penso.
Mi avvicino, cerco di rilassarmi, sarei passata velocemente accanto a lui. Insomma se è svenuto non mi farà del male.
Sospiro e cammino nella direzione opposta a quella di prima, vado verso casa.
Il ragazzo ubriaco è ancora lì a terra e ho il tempo di superarlo, ma appena guardo bene il cuore perde un battito.
Ash Dason era lì, sdraiato a terra.
 
Mi avvicino e mi inginocchio vicino a lui, non è privo di coscienza. È solo molto, molto ubriaco.
Cerco di capire se mi riconosce.
-Ash? Mi senti? Sai cosa ti è successo?- lo scuoto leggermente dalle spalle con tutte e due le mani come mi avevano insegnato alla lezione di primo soccorso.
-Sono un po' ubriaco...- singhiozza. -mi sei venuta a prendere? Tu sì che sei il mio angelo custode!- ride.
-Ma che ti è saltato in mente!?- cerco di mantenere la calma, cosa quasi impossibile. -Ti riporto a casa, andiamo...- cerco di aiutarlo a sollevarsi ma la scena sembra molto in stile pinco-panco, senza pinco-panco.
-Helen? Mi riporti a casa?- chiede lui, con gli occhi rossi e lucidi.
-Certo, però aiutami a tirarti su!-
-Oh...sì! Mi piace il fatto che mi porti a casa, magari poi mi fai toccare le tette!- esclama lui, riprendendosi dalla tristezza di poco prima.
-Ash, cerca di contenerti, non sai cosa stai dicendo e ti stai umiliando da solo!- rido da sola. Lui non capisce cosa gli sto dicendo. E io gli metto il braccio intorno al mio collo come sostegno.
-Ma so cosa sto dicendo! Non sono ubriaco, non così tanto!- esclama e inciampa nei suoi passi tirando giù anche me.
-Ti prego Ash, ancora poco- sospiro pensando che casa sua è come minimo a cinquecento metri da qui.
 
Dopo una lunga e faticosa passeggiata, se così si può chiamare, siamo arrivati a casa sua e io mi ritrovo a bussare con un peso morto dall'altro lato. Perché si è ridotto così?
Continuava a dire cose senza senso durante il tragitto, ma cosa dovevo aspettarmi da un ubriaco?
Dalla porta sbuca quella bellissima donna che avevo incontrato alla cena di classe, rido pensando a quello che le avevo detto di suo figlio e lei ci guarda a tutti e due. Uno messo meglio dell'altro.
-Helen? Giusto? Cos'è successo?- guarda me e poi prontamente viene ad aiutarmi per dividere il carico e lo aiutiamo ad entrare in casa.
-Signora Dason, l'ho trovato al parco sdraiato a terra con una birra in mano, io stavo passeggiando e lui era lì...- sospiro e lo facciamo sedere sul divano.
-Mamma sei proprio bella oggi- dice lui con occhi sognanti e molto rossi.
-Helen, fammi un favore...portalo in camera sua...io chiamo il medico- dice sua madre correndo a prendere il telefono e io ritorno a sollevare Ash e a portarlo in una delle stanze che penso possa essere la sua. Non pensavo che avrei visto per la prima volta la sua stanza in queste circostanze.
Entro in una camera molto normale, di un ragazzo di 18 anni normalissimo. Le pareti erano bianche, una scrivania, un armadio e un letto singolo. Niente di molto esagerato, anzi, tutto molto spoglio.
-Helen, scusa ma ci siamo trasferiti da poco..- sospira lei cercando di tirare su qualche maglietta del figlio da terra.
-Non si preoccupi, ma penso che il medico non sia necessario... la sbronza passerà da sola...- dico scrollando le spalle.
-Oh no cara, poi da quando è arrivato l'esito del prelievo! Nelle sue condizioni fa la differenza anche una piccola sbronza!- sorride lei cercando di essere comprensiva nei miei confronti. Non capisco.
-In che senso, scusi?- chiedo timidamente, non sapendo niente.
-Non sai?- chiede lei stranita.
-No..poi, cosa non so?-
-Niente, niente... stai qui con lui.. io gli faccio qualcosa di caldo- sorride lei e se ne va in cucina.
Io rimango con lui fino a quando non arriva il medico, poi sua madre mi invita a tornare a casa visto l'orario.
Perché non mi dice niente? E io perché non gli dico niente?

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2658051