Tomboy no Omoide

di Matrona
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 Pov Ranma ***
Capitolo 3: *** capitolo III Pov Akane ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***



L’orizzonte sfrigolava bollente sul finire di una torrida estate. Le piante e il cielo di colori accesi facevano quasi male agli occhi.
Ranma non riusciva a tenere lo sguardo fisso sul panorama tanto familiare del dojo dei Tendo. Aveva appena finito un durissimo allenamento in palestra.
Come sempre aveva dato il meglio di se, uscendone distrutto, madido di sudore ma soddisfatto. Allenarsi riusciva a distrarlo dai suoi problemi e dalla sua condizione.
Con il caldo, trasformarsi in Ranko ogni paio d’ore era quasi la normalità e il suo ego soffriva di questo.
Meglio un corpo di ragazza che il caldo asfissiante si ripeteva come un mantra e anche vivere in una casa di donne “vere” non era affatto semplice.

Da un paio di giorni fervevano i preparativi per il Matsuri di fine estate. Kasumi era stata proposta dal consiglio comunale per preparare il banchetto di beneficenza.
Tutto il quartiere conosceva le abilità culinarie della primogenita del rispettabile Soun Tendo. Quello che non sapevano è che un’altra delle figlie, l’erede del dojo,
era proporzionalmente brava nelle arti marziali quanto incapace nelle arti domestiche. Ovviamente si trattava di Akane e con altrettanta ovvietà si era offerta di dare una mano per la festa, scatenando una baraonda nella cucina e distruggendo metà delle porzioni preparate.
Fu proprio l’ennesima esplosione del forno a microonde che fece scattare la solita lite tra i due promessi sposi, egualmente famosi a Nerima per le loro rocambolesche avventure ed epiche litigate.



-------------------------------------Flashback:



- Dannazione Akane! Vuoi far saltare in aria la casa?! -

Aveva inveito un furibondo Ranma accorso non appena aveva sentito l’enorme boato provenire dal lato inferiore della villetta.
Lo scenario non era dei migliori. La cucina invasa da poltiglia schifosa, cibo che colava dalle pareti e un’ Akane bruciacchiata e in lacrime che tentava di rianimare la dolce Kasumi, momentaneamente svenuta.

- Io… ecco… non pensavo… - Sussurrò con scossa e mortificata.

- Già! Tu non pensi! Come ti  è saltato in mente di mettere il pesce avvolto nella carta stagnola nel microonde! Un happodaikarin farebbe meno danni!  -

- Ho sbagliato, capita! Non c’è bisogno di gridare!!!  -

- Sei una frana!  -

- E tu un idiota! - Lentamente Kasumi si stava riprendendo.

- Akane chan… -

- Oh Kasumi come ti senti? - Disse preoccupata la sorella.

- Kasumi diglielo anche tu che la cucina è off-limits per lei! -

- Fatti gli affari tuoi baka! A Kasumi non da fastidio che le dia una mano giusto? -

- Una mano ad ucciderci vorrai dire… -

- Ranma! - La maggiore sospirò e guardò alternativamente i due. -

- Akane Chan… forse è il caso che per un po' non entri in cucina… almeno il tempo di preparare tutte le pietanze per il banchetto.
Manca poco tempo alla festa, non è meglio che provi il tuo nuovo yukata così posso fargli tutti gli aggiusti del caso?

 
La mora guardò sconvolta la sorella e con odio il suo fidanzato.

- Ho…ho capito…-

- Brava! Vai a provarti lo yukata così Kasumi potrà allargargli i fianchi ma non illuderti con i capelli corti, piatta come sei ti prenderanno sicuramente per un uomo.
Per quanto sia brava tua sorella non si è ancora attrezzata per i miracoli.
- Ridacchiò con scherno.

- Sicuramente sono più uomo di te imbecille! -

E gli tirò un bicchiere d’acqua contro facendolo ovviamente trasformare per l’ennesima volta in quella giornata. A quel punto il codinato non ci vide più.

- Non sei per niente carina! Perché non prendi esempio da tua sorella! Non hai un briciolo di femminilità e capacità, qualsiasi ragazza che conosciamo sarebbe meglio di te…
sei un maschiaccio e tale resterai! -


Kasumi si portò una mano alla bocca sconvolta, istintivamente Ranma si rese conto di aver parlato troppo e deglutì sonoramente, guardando l’aura blu circondare la piccola di casa Tendo.
Con una voce scura e bassa lo guardò dritto negli occhi, seria e furente come non mai.

- In questa casa ti abbiamo accettato per quello che sei, ho cercato in questi anni se non altro di esserti amica…
evidentemente non hai nemmeno il buon gusto di evitare di criticare chi ce la mette tutta, anche se sa di non essere capace, bella o femminile come le tue innumerevoli fidanzate.
Se ti preme così tanto avere una mogliettina perfetta mi domando perché tu stia ancora qui a darmi fastidio.
-

Il codinato e Kasumi restarono basiti. L’aura blu era sparita lasciando il posto ad una malcelata tristezza negli occhi Akane.

- Lo, lo…dico…per…te, non troverai mai un marito se continui così! - Il ragazzo non aveva proprio il buon senso di stare zitto.

- Chi ti dice che io voglia un marito? Io odio gli uomini, tutti ma più di tutto odio te! Ranma Saotome! - E con un gran calcio lo spedì in orbita, come al solito.


Il ragazzo sapeva di aver esagerato e anche di parecchio. Le sue parole l’avevano ferito e forse avrebbe fatto meglio a chiederle scusa.
Si chiese ancora una volta perché  Akane odiasse tanto gli uomini, poteva capire lui che la provocava ma gli altri?
Con un tonfo sordo atterrò di testa su uno dei tetti del quartiere, proprio nel preciso istante in cui Happosai stava passando di li con l’ennesimo bottino di biancheria rubata.

- Hei Ranma! Perchè non ti provi uno dei miei zuccherini?! - Gridò, saltando sul petto della ragazza.

- Non ti ci mettere anche tu vecchio maniaco! - Sbuffò cercando di liberarsi dalla presa.

- Su non fare la ritrosa… - Un pugno sulla testa lo fece desistere.

- Siamo nervosette oggi Ranchan, litigato con la tua dolce metà? - Punzecchiò Happosai.

- Forse dovrei regalarli a lei questi zuccherini... -

- Tsk! Quella stupida! Dirmi tutte quelle cattiverie…. -  Bofonchiò mogio. Happosai era abituato a quelle scene ma notava negli occhi della ragazza un velo di dolore mai visto prima.
Forse avevano esagerato stavolta. Meglio così, avrebbe potuto sgattaiolare in camera di Akane indisturbato.

- Vorrei proprio sapere perché odia così tanto gli uomini… - Happosai cominciò a fumare la pipa.

- Vuoi sapere perché Akane odia i maschi? Beh è semplice… - Il codinato aguzzo le orecchie scrutandolo con occhi torvi.

- Che diavolo ti sta frullando nella testa eh? -

- Beh, un modo ci sarebbe per riuscire a scoprire perché odia così tanto gli uomini…dovremmo infilarci in camera sua stanott… -
Non ebbe il tempo di finire che un cazzotto lo colpì in pieno visto.

- Non ho alcuna intenzione di saltarle addosso nel sonno per capire se davvero odia gli uom… -

- Non ho mai detto che devi infilarti nel suo let… -

- Allora ti ci vuoi infilare tu?! - Altro pugno.

- Ci diamo un taglio ragazzina? Smani così tanto dalla voglia di saltarle nel letto che non mi fai nemmeno finire di parlare! - Ranma accusò il colpo e divenne color cremisi.

- Parla vecchio! - Happosai  soffiò piccoli cerchietti di fumo dalla pipa, guardandola con aria seria.

 - Potremmo usare la polvere dei ricordi. -

- La polvere di cosa? -

- E’ un preparato cinese antico di millenni. Basta scioglierla in un liquido, berla e farla bere alla persona della quale vuoi conoscere il passato e ogni suo segreto sarà svelato. -
La ragazza col codino deglutì. Le sembrava oltraggioso violare così la privacy di Akane e sicuramente non era pronto ad affrontare i ricordi di un passato che non lo riguardavano.

- Casualmente ne conservo ancora una bustina…ovviamente tutto questo ha un prezzo. Indosserai i miei zuccherini e mi farai tante belle foto per la mia collezione! -
Ancora una volta il vecchio la stava palpeggiando, strusciando il capo tra i suoi seni.

- Scordatelo brutto pervertito! - E con un calcio fece volare via Happosai nei celi di Nerima.

- Tsk! Cosa mi interessa di quel maschiaccio privo di sex appeal! - Sbuffò infastidita tornando a casa.


----------------------------------Fine Flashback.



Era proprio arrivato il momento di farsi un bel bagno. La casa sembrava avvolta in un silenzio irreale ed erano solo le cinque del pomeriggio.
Nabiki era fuori per compere e suo padre e Soun dormivano della grossa davanti la scacchiera da Go.
Effettivamente era strano trovare tutta quella quiete in una casa sempre rumorosa e affollata come quella dei Tendo.
Salì le scale piano, stanco dell’allenamento, quando un lieve vociare scosse i suoi pensieri. Proveniva dalla camera di Kasumi, lasciata involontariamente socchiusa.
La tentazione di sbirciare fu davvero irresistibile. Aveva riconosciuto due voci. Le due sorelle che parlavano sommessamente.
La calda luce del pomeriggio inondava la stanza dorando le due figure intente ad armeggiare con varie stoffe e obi.

-  Credi che se mi facessi ricrescere i capelli starei meglio? -

Akane era in piedi intenta a rimirarsi incerta allo specchio. I corti capelli corvini cadevano lisci appena sotto l’orecchio.
Era per colpa di Ranma che li aveva dovuti tagliare così, rinunciando alla sua splendida chioma lunga.
Appena appoggiato sulle spalle, lo yukata della festa, seta di un blu notte profondo, cosparso di piccoli pesciolini dorati.
Era davvero graziosa e a Ranma ricordò una di quelle antiche bambole kokeshi. Inghiottì il vuoto arrossendo, stava davvero benissimo e notò anche,
che al contrario delle sue parole, la figura di Akane era esile e delicata. Seduta ai suoi piedi la dolce Kasumi, canticchiava con ago e filo, mentre faceva gli ultimi ritocchi.

- Credevo ti piacessero così corti. -

- S..sì mi piacciono ma forse è il caso che cambi un pò look… -

- Come vuoi Akane-chan, l’ importante è che piacciano a te. Tutto quello che fai deve partire da da una tua scelta, non farti mai influenzare da nessuno. -

Con poche discrete parole, la saggia sorella gli aveva detto di essere sempre se stessa e di amarsi per come era.
Ranma dal suo nascondiglio non poté fare a meno di osservare il viso della fidanzata. Quella volta, tre anni fa, aveva detto che era più carina con i capelli corti e lo pensava davvero.
Il carré corvino le donava una luce particolare. Un tocco sbarazzino su quei delicati lineamenti da bambola. Arrossì ancora una volta.
Eh sì la sua Akane era una ragazza davvero carina e per quanto lo negasse, più di una volta era rimasto imbambolato a guardarla quando era assorta nello studio, al dojo,
per non parlare di tutte le volte che l’aveva vista vestita in modo particolare. Se solo fosse stata più docile e accomodante con lui…
Lo sguardo improvvisamente cadde sulle sue mani. Piene di tagli e cerotti. Era davvero testarda.
Nonostante sapesse di essere negata in cucina si ostinava a creare disgustosi piatti e a farglieli ingurgitare a forza. Che volesse ucciderlo?

- Per quanto riguarda Ranma…

- Non ho voglia di parlare di lui…

- Akane-chan… Ranma è un ragazzo rude e insensibile ma anche nel suo modo di rimproverarti, voleva farti capire di mettercela tutta nell’essere più femminile e imparare a cucinare. -
 

*non è proprio così* Pensò perplesso lui.

- Incitarmi? Lui vuole solo prendermi in giro e poi che gli importa. Certo non morirà di fame, può andare benissimo da Ukyo o Shan pu a mangiare. -

- Sarai tu sua moglie un giorno, non le altre, magari in un angolino del suo cuore vuole che sia tu a dedicargli attenzioni sia con la cucina che nelle le arti femminili. -
Akane avvampò contemporaneamente al ragazzo dietro la porta. Quella ragazza aveva il potere di capire subito il quadro della situazione, ancora più dei diretti interessati.

-Ka…kasumi, leggi troppi romanzi. Ranma mi considera a malapena una donna e non fa altro che ripetermi che sono un maschiaccio e non sono per nulla carina.
Non gli interessa nulla di me o di cosa faccio, vuole solo starne fuori il più possibile. -

- Non è vero… lo sai.. Ranma è accorso sempre in tuo aiuto… -
La maggiore era intristita dalle parole disilluse della sorella.

- Oh per i Kami non raccontiamoci bugie! Ranma mi viene a salvare, dai casini che crea lui tra l’altro, solo perché papà altrimenti lo ucciderebbe a suon di lacrime e lamenti. -
Tremava e stringeva i pugni. Ranma non poteva far a meno di sentirsi in colpa. Era davvero quella l’impressione che dava dall’esterno?

- Mi domando anche perché mi sforzi tanto nel cercare di compiacerlo. Ci ho provato credimi ma io sono fatta così…
non riesco ad esprimere i miei sentimenti ai quattro venti come Shan pu o a prendere un uomo per la gola come Ukyo.
Sono violenta, sgraziata e non sono brava nei lavori domestici…ma pensavo che i fatti e il cuore fossero le cose più importanti….
evidentemente mi sbagliavo. Come sempre del resto… è la storia della mia vita vero? -


- Oh Akane… -

Kasumi aveva gli occhi pieni di lacrime e il codinato sentì un nodo torcergli lo stomaco.
Non aveva la minima idea che lei covasse tutte quelle cose dentro. E poi cosa voleva dire, come sempre, è la storia della mia vita?  Mille scenari si aprirono nella sua mente.
Akane gli era sempre sembrata una persona limpida e semplice, possibile che nascondesse qualcosa del suo passato che non gli aveva mai detto?
Con passi veloci e felpati si allontanò dal corridoio. La curiosità lo rodeva dentro e voleva a tutti i costi capire e conoscere di più del suo passato.
Sbuffò sonoramente, intrufolandosi furtivamente in camera di Nabiki per prenderle in prestito la polaroid.
Se quello era lo scotto da pagare, lo avrebbe fatto o non si sarebbe più chiamato Ranma Saotome.



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A sera inoltrata e dopo una cena silenziosa e monotona. Ranma trovò il coraggio di fermare l’unico che poteva dargli una mano in quella situazione.
Con abile mossa dalla sua manica sfilò una serie di fotografie che lo ritraevano nella sua veste femminile, ovviamente poco vestita e ammiccante.
In maniera prevedibile il vecchio lo attaccò per prendersele, il codinato lo fermò atterrandolo con un pugno.

- Le avrai solo se mi darai quello che voglio.

- Hai cambiato idea eh?

- D’accordo, mi trovi magnanimo. Questa bustina vale molto di più di semplici foto…perché  non ti trasformi e ti provi quel reggiseno di pizzo azzurro?..
Ti starebbe.. ouch! -
La presa di Ranma si serrò ulteriormente.

- Vecchio maniaco non ti è bastato palparmi tutt’oggi? Le vuoi o no le foto? Altrimenti le brucio e non se ne fa nulla.

- Ok, ok. Hai vinto. - Disse estraendo una bustina dorata. Il ragazzo la prese al volo, osservandone la ricca calligrafia cinese.

- Sicuro che non mi stai imbrogliando? -

- Sarò anche un maniaco disonesto ma per venti foto tue, posso anche concederti questo regalo. - Il codinato lo guardò con scetticismo pur lasciando che si prendesse le foto.

- Oh…. quanto sei sexy qui! Oh e quest’altra, davvero roba di classe… - A Ranma vennero i brividi nel guardare il volto lussurioso di Happosai sbavare sulle foto.
Si era vergognato da morire nello scattare quelle polaroid con addosso la biancheria di Akane ma infondo lo scambio era equo. Stava per accedere ai più remoti ricordi della sua fidanzata.

- Allora prima che inondi la casa di bava. Come si usa questa roba? - Il vecchio si riprese per un attimo.

- Come ti ho già detto devi scioglierla in un liquido e berla insieme ad Akane prima di andare a dormire, esprimendo un desiderio.
Nel tuo caso conoscere perché lei odia gli uomini. Mi raccomando non dovete essere molto distanti altrimenti il flusso del sogno non si trasmette bene
e tu non riuscirai ad accedere ai suoi ricordi. L’effetto dura una notte e non è possibile ripetere l’esperienza.  -

- Niente controindicazioni o strani effetti collaterali?
- Chiese sospettoso.

- Ah sì! Anche lei vivrà alcuni dei tuoi ricordi.-

- Ma come!? Non è giusto! - Ranma non voleva che Akane  entrasse nei suoi tristi ricordi di bambino girovago.

- Beh di che ti lamenti? Occhio per occhio dente per dente. - Borbottò il vecchio disturbato dalle sue elucubrazioni ancora una volta.

- Beh io…

- Akane non sa di questa storia e ovviamente non avrà il tempo di formulare una domanda, quindi vivrà alcuni tuoi ricordi a caso in maniera passiva.
Hai solo diciannove anni che mai potrai aver fatto di scabroso da bambino? Pipì sul futon? -


Happosai rise sguaiatamente, invitando Ranma ad uscire e a non tediarlo più.
Il codinato si trascinò via nel corridoio con passo pesante, arrabbiato e pensieroso, cercando di ricordare qualcosa che Akane non avrebbe dovuto vedere nei suoi ricordi.
In quel momento Kasumi gli si parò davanti con un vassoio.

- Oh Ranma per fortuna! Ti va di portare un po' di tea ad Akane? Sta studiando e magari potresti… - Disse indicando il vassoio con uno sguardo eloquente.
Non poteva esserci occasione migliore. Due tazze di tea e la scusa di fare pace. Deglutì sonoramente, preso da una strana eccitazione mista a terrore.
Non sarebbe stato affatto facile fare pace con quella furia.

- Certo… con piacere. Grazie Kasumi. - Sorrise alla ragazza che annuì sollevata. -
Con passo incerto salì le scale, cercando di prepararsi un discorso, nel frattempo che metteva la polverina nella bevanda. Non poteva certo dirle che aveva origliato quel pomeriggio.
Doveva fare apparire le sue, sincere e disinteressate scuse. Troppo tardi si rese conto di essere arrivato davanti alla porta della sua stanza e aver bussato sonoramente.

- Chi è?

- Ak..akane. Tu sorella mi ha chiesto di portarti del tea.

- Ok. Ti apro. -
Disse con voce piatta e leggermente irritata. Un’ Akane in pigiama comparve sulla soglia. Una matita dietro l’orecchio e le mani sporche di penna. -

- Stai studiando ancora a quest’ora?

- Si a differenza di certe persone. - Bofonchiò piano, facendolo accigliare.

*Ranma calma, ti sta solo provocando*

- Eh eh… già. Non pensi sia il caso di fare una pausa? Kasumi ha preparato il tea. -
Con perplessità osservò le due fumanti tazze sul vassoio, accompagnate da piccoli Mochi ai fiori di sakura .

-  Suppongo che l’altra sia per te. - Questo voleva dire bere un tea insieme, soli, nella sua stanza. Non l’aveva calcolato.

- Già… - La ragazza sbuffò infastidita, sedendosi sul tappeto, mentre lui deglutiva sonoramente impreparato. Sarebbe stata più difficile del previsto.

- Senti Akane..io… senti io volevo chiederti scusa per oggi…

- Sì, sì… non è successo nulla contento? Non ho voglia di litigare… - Disse addentando svogliatamente un dolcetto.

- Ma ti ho chiesto scusa! -

- Sono tre anni che mi chiedi scusa Ranma, permetti sono un pò stanca… -

Non c’era rabbia nella sua voce, solo un lieve inflessione rassegnata. Il ragazzo sentì un tonfo sordo al cuore.
Si stava arrendendo e stava smettendo di combatterlo. Tremò impercettibilmente preso da una strana ansia.
In quel preciso istante Akane bevve un sorso di tea, cercando di rilassarsi. Non aveva voglia di discutere, era tutta la giornata che non faceva che parlare di lui.

*Sta bevendo, devo agire… voglio conoscere perché Akane odia gli uomini…*

Ranma velocemente la imitò, scottandosi la lingua e fremendo nell’attesa che l’intruglio cinese facesse effetto. Altri sorsi in sincrono, in religioso silenzio. Nulla.

*Quel vecchiaccio mi ha imbrogliato me la pagherà!*
 
Ma proprio in quell’istante accadde qualcosa di strano. La vista di entrambi si annebbiò e un forte desiderio di dormire si impossessò dei loro corpi.
Come due bambole di carta pesta, scivolarono sul pavimento uno di fronte all’altro cadendo in un sonno profondo.


 



Note dell'autrice:

Ma ciao! Eccomi qui di nuovo. Ma perchè? Direte voi. :D Avevo in mente questa fanfiction da un pò ma conoscendo la mia vena prolissa ho cercato di buttarla giù in maniera snella e semplice.
Infatti non sarà più di 3/4 capitoli. E' una long fic ma non troppo insomma, di più non riuscirei a fare visto che tra lavoro e vita privata il tempo che rimane è sempre poco.
Che ne pensate di questo capitolo?  " Tomboy no omoide" significa letteralmente i ricordi di un maschiaccio, chiedo venia se non è perfettamente corretto in giapponese e "tomboy" non l'ho tradotto, perchè mi piaceva così. Detto questo mi sono sempre chiesta perchè Akane odiasse così tanto i maschi e ho cercato di unire questo interrogativo con una trama tipica del manga. 
Quindi magia, divertimento e quel pizzico di sentimentalismo che ci sta sempre bene. Come sempre se trovate orrori di ortografia e strafalcioni ditemelo che provvederò a correggere. Spero ardentemente che vi piaccia e che i personaggi e la storia vi sembrino IC. Un abbraccio a chiunque leggerà e aspetto con ansia le vostre opinioni.

Buona giornata.
Karmy

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 Pov Ranma ***


Pov Ranma:



Odore di legno… pavimento duro. Gli occhi di Ranma dopo innumerevoli sforzi misero a fuoco il posto in cui si trovava.
Riverso sul pavimento del dojo, guardava le foglie autunnali cadere. Un leggero venticello lo fece rabbrividire.
Si rialzò ancora intorpidito dall’intruglio ingerito, guardandosi attorno stranito.

*Non è possibile, siamo in agosto…*  

Rumore di passi e di kata quasi urlati. Il suo cuore fece un capitombolo.
Davanti a lui una piccolissima Akane, si esercitava con foga nei suoi esercizi.
 Era uno scricciolo avvolta nel karate ji. Doveva avere all’incirca quattro o cinque anni.
I corti capelli la facevano somigliare ad un maschietto se non fosse stato per i grandi e luminosi occhi orlati da lunghe ciglia.
Era davvero carina anche da piccola.

*La polvere ha funzionato sono nei ricordi di Akane…*

- Yaiiiii! -

Gridò sferrando un calcio verso un nemico immaginario. Determinazione e gioia scintillavano nelle sue iridi.
Ranma si chiese se un giorno anche i loro bambini sarebbero stati così attivi e pieni di vita.
Arrossì intensamente per l’ardito pensiero, subito allontanato dall’arrivo di una nuova presenza.
Sulla porta del dojo una bella donna sui trentacinque anni sorrideva serena.

* Dev’essere la signora Tendo…*

I capelli corvini, erano avvolti in uno chignon morbido e l’andatura aggraziata ed elegante gli ricordarono tantissimo Kasumi ma il sorriso no,
era identica ad Akane in quello. Non conosceva molto della signora Tendo ma tutti l’amavano e spesso anche i vicini la ricordavano ancora con affetto, dopo anni.

- Akane chan, ti va di fare merenda? - Si sedette compostamente sul pavimento del dojo, disponendo il tea e i dolcetti. -

 - Sì mamma! -  


Felice come solo una bimba può esserlo, corse a perdifiato tra le braccia di sua madre, ringraziandola con un bacio per il dolce pensiero.
Ranma si sentì un po' invidioso dei ricordi della sua fidanzata, lui non ne aveva di così belli con la sua.
Quella scena esprimeva il tipico amore materno che gli era sempre mancato. Due minuti dopo si diede dello stupido.
La madre di Akane era morta improvvisamente, mentre lui la sua ce l’aveva ancora.
Solo i kami sapevano quanto dolore ancora provava ancora tutta la famiglia.

Non poteva essere visto, galleggiava come in un limbo in cui era solo spettatore dei ricordi, senza poter intervenire, così decise di seguire la conversazione per capirne di più.
Sedute a terra nella penombra del dojo erano ancora più simili. La mamma di Akane era una donna radiosa e veramente bella, non lo meravigliò che Soun dopo anni non avesse ancora che lei nel cuore.
Nemmeno quella pazza bomba sexy della professoressa Hinako* era riuscito a scalfirne il ricordo. Con amorevoli carezze chiacchierava fitto con la figlia e la guardava come fosse un gioiello prezioso.
Gli stessi occhi che sua madre Nodoka e spesse volte anche Akane avevano quando guardavano lui. Sospirò.

* Sono importante per te maschiaccio? *

- Ti sei impegnata molto negli esercizi, sono già le sei.

- Sì! Scusa mamma… non mi sono accorta del tempo.


- Brava la mia bimba! Sei proprio forte come il tuo papà. -
Disse amorevolmente, accarezzandole i capelli. Gli occhi di Akane brillarono intensamente per poi rabbuiarsi. La madre se ne accorse.

- C’è qualcosa che ti turba piccola mia?

- Ma…mamma Nabiki dice che le donne che praticano arti marziali sono dei maschi mancati… io sono un maschio? -

La signora Tendo trattenne a stento una risata. Sua figlia Nabiki aveva davvero una fervida fantasia e spesso la piccola Akane era vittima prediletta nei suoi scherzi.

- Oh, non curarti di Nabiki. Stava solo scherzando. Conosco molte donne che praticano le arti marziali. Non solo sono forti ma anche aggraziate e femminili.
Non devi preoccuparti, sono sicura che sarai una donna abile e gentile ma soprattutto una degna erede del dojo dei Tendo. -


Il broncio della piccola si allargò in un sorriso. Aveva sempre ammirato suo padre allenarsi e in cuor suo sperava un giorno di poter seguire le sue orme.
Contenta di aver portato il sorriso sul volto della figlia le chiese:

- Ti piacciono cos’ tanto eh?

- Sì… Mi fanno sentire bene. E’ come se tutte le cose cattive scivolassero via. Mi sento felice quando combatto.  -

Ranma rimase colpito da quelle parole. Un semplice dialogo tra madre e figlia aveva spiegato l’essenza delle arti marziali e la gioia di praticarle.
Si sentiva proprio come la piccola Akane, libero e felice.

- Akane chan… resta sempre come sei bimba mia e fa sempre ciò che il tuo cuore ti dice.

- Promesso! - Cinguettò la bimba, allungando il ditino mignolo verso la madre.

- Promesso. - E così siglarono un piccolo patto tra donne, in un tiepido pomeriggio settembrino.


Il codinato sorrise di riflesso. Era un ricordo dolce e prezioso che profumava di legno e pioggia autunnale.
La piccola Akane aveva paura di sembrare un maschio ma sua madre l’aveva prontamente rassicurata, incitandola a fare ciò che amava di più.
Ancora una volta gli si annebbiò la vista e per alcuni minuti ebbe l’impressione di cadere in un sonno ancora più profondo.




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Stelle. Un cielo limpido e trapuntato di piccoli bagliori, fece capolino nei suoi occhi lasciandolo stupito. Non era più nel dojo.
Era in strada e conosceva bene quel posto. Davanti all’insegna luminosa dell’ambulatorio del dottor Tofu, due figure si stavano allontanando lentamente.
Si avvicinò per inquadrarle meglio. Una ragazzina sui quattordici anni teneva per mano una bambina sui dieci.
Erano Akane e Kasumi che mano nella mano si avviavano verso casa. Il codinato ebbe un moto di apprensione.
Due bambine per strada da sole a quell’ora? Ok che Kasumi era responsabile ma gli era sembrato davvero strano.


- Akane chan ma perché hai fatto a botte con quei bambini più grandi? Ti sei di nuovo fatta male… ah se non ci fosse il dottor Tofu a rattopparti!  -

La piccola aveva il capo chino e il visetto imbronciato ancora sporco di terra. La gonnellina malconcia e le ginocchia livide. Era proprio incorreggibile.
Ranma si chinò per osservala da vicino. Aveva gli occhi pieni di lacrime ma furiosi. Gli stessi che lo fulminavano tutte le volte che esagerava con le parole.
Ebbe un sussulto. Lo odiava come stava odiando quei bulletti della scuola?

- I maschi sono tutti stupidi! Volevano alzare la gonna a me e Sayuri. Ci siamo solo difese. - Borbottò tra le lacrime.

- Oh Akane…picchiarli non è la soluzione. Dovevi chiamare la maestra. Guarda questa povera gonna. Se non diventi più femminile non potrai mai piacere al dottor Tofu. -
E fu in quel momento che Ranma apprese che poteva leggere nei pensieri di Akane oltre che vedere nei suoi ricordi.

* Kasumi è sempre così bella e femminile, il dottor Tofu non capisce nulla più quando la vede…forse… se mi facessi crescere i capelli lunghi come lei, il dottore mi troverebbe carina… *

Arrossì a quel desiderio così intimo. Non aveva la minima idea che una mocciosa di dieci anni pensasse già all’amore. Si trovò ad essere addirittura geloso di quell’innocente pensiero.

* Allora è per quello che portava i capelli così lunghi? *
A Ranma venne in mente ciò che lei gli disse quando con la caviglia storta e i capelli corti, era andata dal dottor tofu per farsi medicare.

* Stavo già pensando di darci un taglio…mmm, forse non intendeva solo i capelli…*

Con i capelli lunghi era bella ma i capelli corti riflettevano il suo vero essere, di questo il ragazzo col codino ne era sicuro,
infatti l’aveva trovata davvero cento volte più carina con quel look sbarazzino e il suo sorriso sincero immerso nel tramonto erano uno dei ricordi più cari.
Poco a poco si stava accorgendo che le incursioni nei suoi ricordi lo stavano aiutando a capire di più del carattere della sua fidanzata.
Era impulsiva, semplice e di buon cuore, pronta a buttarsi nella mischia per aiutare gli amici o difendere i suoi ideali.  

- Hai ragione Kasumi… l’ho fatto senza pensarci.

- Su andiamo a casa, papà sarà preoccupato.
-

E sparirono inghiottite nella notte di Nerima. E il buio inghiottì anche lui, facendogli vorticare leggermente la testa.




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Un suono.
La campanella della scuola. Il profumo dei ciliegi in fiore, tipico della primavera. Ranma si svegliò seduto sotto un grande albero dal tronco leggermente cavo.
Era in un giardino, sembrava un’istituto scolastico ma ad occhio e croce non era il Furinkan. Si alzò lentamente, quello sballottamento tra i vari ricordi non faceva bene al suo stomaco.
Girò un po' per il cortile cercandola con lo sguardo, tutti erano presi da mille impegni e nugoli di ragazzini correvano qua e la per il largo spiazzale antistante l’entrata.
Era una scuola media, dopo qualche incertezza ne aveva riconosciuto la divisa alla marinara blu scuro.
Era l’istituto Hoshido, ad est di Nerima, qualche volta ci era passato davanti con Akane e lei gli aveva detto che per un breve periodo l’aveva frequentato,
prima di essere trasferita ad uno più vicino alla palestra dei Tendo. Un vociare di ragazze lo condusse verso il teatro della scuola, forse anche lei era li.
Una moltitudine di persone attendeva raggruppata di fronte al palcoscenico, mentre un buffo ometto con la calvizie incipiente salì sul palco e con un microfono cominciò a proclamare i futuri protagonisti dello spettacolo.

- Megumi Hayashibara*, sarà la madre di Romeo, Seki Toshihiko* sarà Mercuzio, Yamadera Koichi* sarà una guardia dei Capuleti, Akane Tendo sarà… -

E la vide, in un angolo della stanza, quasi nascosta da un enorme drappo in velluto rosso.
I capelli le arrivavano alle spalle, ed erano divisi in due piccole codine, ferme con dei nastrini gialli,
la divisa alla marinara blu le metteva in risalto quel corpo giovane e atletico, un piccolo fiore che sboccia .
Aveva l’aria preoccupata e Ranma ebbe la netta impressione che volesse scappare via da li il più presto possibile.

- Romeo Montecchi! - La vide sbiancare e poi sorridere nervosa. Le compagne di classe le si erano praticamente gettate addosso.

- Wow Akane il ruolo di Romeo! Sarai fantastica! Con le tue capacità nelle arti marziali faremo uno spettacolo grandioso!  

- Eh…eh..già… -

Il codinato si era ricordato subito della determinazione della sua lei nel voler interpretare la parte della protagonista femminile e
per poco non gli era venuto un infarto quando aveva scoperto che tutto quel marasma non gli avrebbe portato nessun viaggio in Cina.

- Noriko Hidaka* sarà Giulietta Capuleti! -
Akane riemerse dal vociare intorno, sentendo che il professore continuava a strillare i nomi dei partecipanti e Ranma percepì chiaramente i pensieri della sua lei.

* Oh no… di nuovo il ruolo di Romeo ma cosa c’è che non va in me?… Noriko è ancora una volta Giulietta, non posso crederci…*  

Il codinato si sporse tra la folla per capire chi diavolo fosse questa ragazzina che impensieriva la mora. Dopo qualche minuto riuscì a vederla.
Minuta e gracilina una ragazzina dai lunghi capelli castani salì sul palco. Era sicuramente graziosa e femminile ma non era certamente una femme fatale, sempre se a tredici anni si possa esserlo.
Akane per quanto maschiaccio era stata davvero perfetta nei panni di Giulietta. Si rigirò a guardare la sua fidanzata ma non riuscì ad intercettarla tra la folla.

*Quella stupida si preoccupa per una mocciosa insipida! *  

Uscì fuori dal teatro per cercarla, magari stava piangendo in un angolo. Come prevedibile la trovò ma non in lacrime bensì intenta a prendere a calci un albero.
 
* Poi si lamenta che la scelgono per il ruolo di Romeo. *
Pensò quasi irritato.        


- Tendo… -

Una voce maschile lo colse di sorpresa e non fu il solo ad esserlo. Akane smise subito di picchiare l’albero e divenne color pulce, cominciando nervosamente a lisciarsi la gonna.
Un ragazzo alto e dallo sguardo limpido si era avvicinato. I corti e scarmigliati capelli castani, uniti a occhi luminosi, lo rendevano davvero carino.

- Yamaguchi* Sempai…

- Ti avevo detto di chiamarmi Kappei*… -
Ranma non poté fare a meno di rabbuiarsi. Chi diavolo era quel ragazzino spocchioso e quanta confidenza si  prendeva con la sua fidanzata, anche se li tecnicamente non si conoscevano ancora.

- Sì…Kappei kun… mi cercavi?

- Sì Akane san, ho sentito che hai avuto il ruolo di Romeo… beh complimenti
. - Il ragazzo non poté fare a meno di vedere la mora intristirsi.

- Sarai bravissima. Sei così forte e agile che qualche volta ti invidio… nessuno dei miei amici al corso di Karate è così forte. -  Disse poggiandole una mano sulla spalla.

* Ehi coso… tieni giù le mani!* - Sbottò il giovane Saotome.

- Eh eh…grazie… - Lo stesso disagio del teatro e quel fastidioso rossore su per il collo dato dalla sua vicinanza.

- Per quanto riguarda quella cosa di febbraio… - Ranma aguzzò subito l’udito. Essere li in quella pseudo situazione romantica lo imbarazzava e irritava come non mai.

- Ti ringrazio per il cioccolato… ma vedi l’ho preso in amicizia. Sei davvero carina ma per me sei come un’amica, posso parlare di tutto come faccio con Seki e Koichi*…
e poi ecco… voglio dirti la verità… non sopporterei di avere una ragazza più forte di me, dovresti trovarti un fidanzato che pratichi le arti marziali, sarebbe certamente più adatto. -


- Oh…Ok… ho capito…

- Se vuoi possiamo restare amici, ci terrei molto …


Akane poté sentire un sonoro crack nel petto. Il ragazzo alla quale con fatica aveva regalato del cioccolato per San Valentino, la vedeva come amica, anzi praticamente come un maschio.

* Perché…perché tutte a me?*

Erano gli unici disperati pensieri che il codinato riusciva a percepire. Quella ragazzina dalle codine corvine era in un mare di lacrime e stava scappando via da quel ragazzo crudele.
Non poté fare a meno di dispiacersi per lei nonostante la fervente gelosia. Avrebbe voluto mollare un pugno a quel cafone che l’aveva trattata così ma era solo spettatore del ricordo, non poteva intervenire.
Si fermò un attimo affannato dalla ricerca. Non aveva mai riflettuto che essere figlia di un’artista marziale non era facile. Vedere una ragazzina forte e abile per un maschio delle medie faceva quasi paura.
Nelle scuole che aveva frequentato lui c’erano solo ragazzi. Suo padre gli diceva sempre che una scuola mista lo avrebbe distratto dalle arti marziali,
mentre una scuola prettamente maschile poteva diventare un buon campo di allenamento.
Ripensò a tutte le volte che le aveva detto  * se sei così acida e violenta non troverai mai un ragazzo! * eppure l’Akane dei tredici anni ci aveva provato con tutta se stessa,
ricevendo un ruolo da Romeo e un due di picche dal ragazzo che le piaceva.

* Certo che è anche sfortunata… *

La trovò rannicchiata in un angolo del magazzino degli attrezzi. Piangeva silenziosamente e avrebbe tanto voluto consolarla.
Ranma le si avvicinò cautamente. Sperava ardentemente che venisse qualche sua amica a tirarle su il morale. 
D’ improvviso con un moto di stizza si sciolse i codini e si tirò a sedere asciugandosi gli occhi, il ragazzo saltò per lo spavento.

- Che stupida che sono… non si merita le mie lacrime… gli uomini sono tutti idioti e infantili! Non mi innamorerò mai più! Il mio unico scopo saranno le arti marziali!  -

Incitava se stessa a gran voce, con il fuoco della determinazione arderle dentro. In piedi contro le porte del magazzino, i capelli  al vento e il volto rigato di lacrime,
Ranma capì che Akane dentro di se voleva solo essere accettata per quello che era. Rimase in silenzio ad osservarla,
anche a tredici anni la sua fidanzata si dimostrava coriacea e dannatamente carina ed era proprio questo suo essere così indipendente e risoluta che lo affascinava tanto.
Infondo sapeva benissimo che lei riusciva cavarsela da sola e non le serviva certo un fidanzato,
era semplicemente una ragazza onesta e gentile che che si nascondeva dietro la corazza dell’essere maschiaccio per non essere ancora ferita.
Akane aprì la porta del magazzino, sicura e pronta ad affrontare una nuova vita. Mentre la luce intensa del tramonto la investiva,
il codinato si sentì di nuovo annebbiare la vista, scivolando in un senso di pesantezza e torpore.    



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Vapore denso e profumato di fiori si alzava in voluttuose spire. Ranma si sentì improvvisamente agitato. Un neon e delle piastrelle azzurre.
Balzò a sedere scattando come una molla. Era nel bagno dei Tendo e quell’aroma era inconfondibile.

* Lo shampoo che usa Akane…*

Deglutendo sonoramente si voltò al rallentatore verso l’ Ofuro dando un’immagine ai suoi pensieri.
La bella mora era placidamente distesa nell’acqua, capo reclinato e un panno caldo sugli occhi.
Doveva essere stata una giornata pesante ma il codinato non riusciva a incastrarla in uno spazio temporale preciso.
Aveva i capelli corti e il viso più maturo rispetto all’ultima visione.

* Forse qui già ci siamo conosciuti…*

Per poco non gli venne un infarto quando lei si ridestò improvvisamente e si tolse il panno dagli occhi. Le belle iridi nocciola fissavano il suo volto.

* Calma Ranma lei non può vederti…*

Osservò meglio i suoi tratti. Aveva pianto e scommetteva che la causa delle sue lacrime era proprio lui. Delusione mista ad una lieve rabbia.
Possibile che ancora dopo anni Akane non riuscisse a non farsi ferire dalle sue parole?

* Stupida…*    - S’impegnò per riuscire a captare i suoi pensieri.

* Quell’idiota… possibile che non riesca mai ad essere carino con me? Certo non ho il fisico sexy di Shan pu o i seni grandi della professoressa Hinako ma non sono certo da buttare.
Mi ci impegno da matti a cucinare o ad essere più femminile. Possibile che lui sia l’unico che non lo noti? Mi deve sempre offendere… sono così stanca…*  

* Sono così stanca… la stessa frase di ogg
i..*

Ranma rimase imbambolato a guardarla. Questi erano i suoi veri pensieri? Certo era uno che ci andava giù pesante a prenderla in giro ma lei non era da meno.
Si fermò a riflettere sulla questione. Possibile che per Akane le sue parole fossero così dolorose?
Vederla così fragile e insicura lo destabilizzò parecchio. In realtà non c’era proprio nulla che non andasse nel fisico della sua fidanzata.
Certo era assolutamente incapace di cucinare e per quanto fosse esteriormente femminile, bastava una battuta infelice a far uscire il camionista che è in lei e a spedirlo sulla luna
ma infondo Ranma adorava punzecchiarla e vederla prendersela tanto a cuore per il suo giudizio.
La cosa più snervante poi, era che tutti la adoravano e spesso, con somma irritazione, Hiroshi e Daisuke gli facevano notare questo o quel particolare nuovo o
semplicemente quanto era carina e gentile la sua Akane e quanto lui fosse un privilegiato a stare con lei.

* Sì carina con tutti, tranne che con me… *

Aveva un bel fisico tonico, i fianchi leggermente rotondi e la vita sottile. I seni erano grandi al punto giusto, gambe e sedere torniti e la sua pelle lattea come la luna.
Il viso poi era sicuramente qualcosa per cui ogni uomo sarebbe impazzito. Occhi grandi e limpidi orlati da lunghe ciglia.
Il nasino piccolo e aggraziato troneggiava appena al di sopra di una piccola bocca a cuore sempre vermiglia, il tutto contornato da corti e lisci capelli corvini.
Eh sì avvolte le moine di Kuno sull’avvenenza di lei erano del tutto comprensibili.
Si ridestò dalle sue elucubrazioni nel momento in cui la mora si alzò dalla vasca. Il cuore fece un capitombolo e il sangue dal naso non tardò a mostrarsi.

* Nuda… è nuda…*

Non riusciva ad articolare i pensieri, figuriamoci le parole. Piccole goccioline luminose imperlavano la sua pelle leggermente arrossata.
Aveva sognato, sbirciato e desiderato ardentemente di vederla così. Akane era davvero sexy e dopo questo non sarebbe più riuscito a guardarla con gli stessi occhi.
Tremendamente eccitato, si rimproverò mentalmente cercando di smettere di puntare lo sguardo nei punti più intimi.
Troppo tardi, con un gesto stizzito il codinato rivolse un cenno al cavallo dei suoi pantaloni.


- Ehi tu! Sta giù chiaro!? -
Ma cosa diavolo gli prendeva? Sapeva benissimo che non era un buon segno. Non riusciva a far smettere il suo cuore di galoppare impazzito;
era da circa un annetto ogni volta che aveva occasione di vedere una porzione del corpo nudo di Akane, di sfiorarla o di sognarla,
quello li partiva per conto suo e non la smetteva finché non veniva “sedato”, provocando momenti davvero imbarazzanti.

* L’unica cosa di cui mi vergogno nell’essere uomo…*

Fortunatamente la mora si avvolse in un telo da bagno e guardandosi allo specchio, calde stille ricominciarono a cadere lente.
Ranma le  corse dietro posizionandosi alle sue spalle. Una fitta dolorosa allo stomaco s’impossessò di lui, voleva toccarla,
abbracciarla e addirittura farsi prendere a cazzotti ma non poteva etereo e impalpabile com’era.

* Come diavolo fa a sopportare tutto questo…a sopportarmi?*

- P… perché mi sono innamorata di te?… Baka… avevo promesso che mai più nessuno avrebbe ridotto a brandelli il mio cuore…
perché te l’ho lasciato fare? Perché più lo fai e più non riesco a fare a meno di te? Mi odi così tanto? - 


Adesso il suo di cuore era a brandelli. Quanta sofferenza, quanto sciocco dolore le provocava con la sua fredda difesa.
Faceva tutto quello perché aveva una dannata paura di scoprire il suo cuore. Se avesse fatto un passo in più verso lei,
avrebbe dovuto esporsi, spiegare tutto alle varie pretendenti e i loro genitori li avrebbero costretti a sposarsi in trenta secondi.
Non che non volesse sposarla ma erano solo due ragazzini orgogliosi, tre anni fa.

* Sono già passati tre anni… *

 Ranma si rese conto che a malapena il loro rapporto si era evoluto, erano così impegnati a negare la loro unione che non si erano accorti del tempo inesorabilmente trascorso.
Dentro si amavano come se non ci fosse un domani, fuori erano due amichetti litigiosi dell’asilo, pronti ad azzannarsi la gola per sciocchezze
ma altrettanto pronti farsi strappare via le braccia se qualcun altro s’intrometteva nel loro rapporto. Quell’excursus nel passato della sua fidanzata gli aveva fatto capire tante cose.
I sentimenti che lei nutriva per lui e che celava abilmente, la lama fredda delle sue parole, che staccavano ogni giorno un pezzo della sua autostima e la maschera dell’orgoglio di entrambi che stava inesorabilmente inaridendo i loro cuori.

* Eh sì…siamo proprio due baka…*









Note dell' Autrice:
Eccovi un piccolo sketch che racchiude alcuni momenti di Akane del capitolo. Fatto a volo con una matita e la graphos:

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Spiegazioini sul capitolo:

* Hinako: Nel manga aveva provato a sedurre Soun per farsi sposare, perchè era rimasta colpita dalla sua gentilezza.

* Ho usato per i compagni di scuola di Akane i nomi dei doppiatori giapponesi di Ranma, perchè mi sembrava carino paragonarli alle voci dell'anime.
kappei yamaguchi: ranma, megumi hayashibara: ranko, noriko hidaka: akane, seiki toshihiko: mousse, koichi yamadera: ryoga. In più ho volutamente lasciato i vari
suffissi kun/chan/san e sempai per calarli un pò di più nell'atmosfera giapponese da drama.

* Akane nel manga/ anime aveva già recitato nel ruolo di Romeo proprio per il suo essere mascolina e combattiva, cosa che ha distrutto non poco la sua autostima,
quindi volevo riprenderlo come un ulteriore smacco a quello che aveva passato alle elementari.

* La storia dei capelli lunghi: Ovviamente Ranma non sa che Akane li portava così per piacere a Tofu e ho pensato fosse carino farglielo scoprire e fargli rivelare questo piccolo innocente ricordo.
Anche io la preferisco con i capelli corti. Rispecchiano di più il suo carattere e poi la differenziano dalle altre fidanzate mostrandola semplicemente per quello che è. Una bella ragazza acqua e sapone.



Ma ciao!! Come va? Spero bene... Grazie infinite per aver apprezzato il primo capitolo di questa piccola storia, spero che anche questo vi sia piaciuto.
Allora che ne pensate di questo giro tra i ricordi di Akane? Ho scelto dei ricordi in varie fasce d'età che hanno come filo conduttore il suo essere ribelle e maschiaccio ma anche la sua
crescita e il suo voler far sbocciare il suo lato femminile. Volevo che Ranma captasse i suoi pensieri più profondi, le sue paure, le sue insicurezze e che vivesse degli scorci di normale quotidianeità giapponese.  Spero come sempre di averli lasciati IC e che le situazioni che ho creato sembrino verosimili e atte alla presa di coscienza del nostro adorabile baka.
Nel prossimo capitolo conosceremo alcuni dei ricordi del nostro Ranma e scopriremo come reagirà Akane che è comunque convinta di sognare.
Grazie anticipatamente a chi si fermerà a leggere e a chi lascerà un graditissimo segno del suo passaggio. Vi auguro uno spendido weekend.

Karmy 

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Capitolo 3
*** capitolo III Pov Akane ***


POV AKANE



*Che avrà da guardarmi come un pesce lesso adesso? *
Pensò una irritata Akane, mentre addentava svogliatamente un mochi.

*Crede davvero che un tea e delle scuse risolvano i problemi?…
Vorrei affogarcelo quando mi fa questa faccia da cucciolo… se solo contasse fino a mille prima di aprire la bocca! Meglio berci su…  *


Il profumo fruttato della bevanda e il sapore del dolcetto si fusero insieme inebriando i suoi sensi,
mentre  fissava ancora contrariata il fidanzato, che si scottava la lingua.

*Che baka… vorrei proprio sapere perché si comporta così con me…
solo poche ore fa mi ha lanciato addosso un crogiolo di insulti e ora mi chiede scusa quasi ansioso che lo perdoni… mah…*


La bella Akane non poteva sapere di aver appena espresso un desiderio e non poteva certamente immaginare che quel tiepido e dolce senso di torpore,
che la stava facendo scivolare in un sonno profondo, l’avrebbe condotta nei meandri dei ricordi più segreti del suo promesso sposo.  


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Buio pesto. Solo un tiepido raggio di luna filtrava da una finestra illuminando il tatami e il futon appena affianco di essa.
Akane conosceva gli intarsi geometrici di quella coperta. Era sicuramente il letto di Ranma quello.
Deglutì sonoramente chiedendosi perché mai fosse al buio in camera dei Saotome.
Il leggero russare del signor Genma nella versione panda, rendeva la scena alquanto fastidiosa.
Gattonando carponi, la mora cercò di uscire di lì cercando di non svegliare nessuno.

- Mmm… quella stupida… Akane Tendo… non bastava la mia maledizione a rendermi sfortunato, anche una fidanzata camionista mi doveva capitare? -

Stava quasi per tirargli un calcio, quando si accorse, con l’aiuto della luce lunare, che aveva in testa un sacchetto del ghiaccio e la faccia pesta.

*Non mi sembrava di averlo colpito tanto forte… e poi prima non aveva affatto la faccia ridotta così. *

Un particolare la fece sobbalzare, erano almeno due anni che Ranma non indossava più quel pigiama.
Una casacca orientale colore del cielo con i pantaloni uguali. Si ricordava distintamente il giorno in cui l’aveva buttata perché gli andava troppo stretta e corta.

* Possibile che…*

Tentò di osservalo meglio, il volto era più giovane di quanto ricordasse, quasi infantile e i capelli erano avvolti in una treccia più corta del solito. Si portò una mano alla bocca incredula.

- Oh kami sto sognando… e questo è il Ranma di tre anni fa! -

La faccia pesta, il ghiaccio, era la sera della loro venuta in casa Tendo. La sera in cui si erano visti nudi e avevano scoperto che la lei era un lui.
Quanta delusione e imbarazzo aveva provato quel giorno.

- Ahi, che male… non riesco a prendere sonno. - Akane si voltò verso di lui e anche se non aveva proferito parola poteva leggere chiaramente nei suoi pensieri.

* Quella pazza…aggredirmi così! Non ho scelto io di essere il suo fidanzato! Quando ero ragazza, tutta uno zucchero e da uomo mi vuole morto…
certo però che quando sorride è proprio carina… eh sì mi sono messo proprio in un brutto guaio…*


Il codinato sbuffò sonoramente e Akane poté giurare di averlo visto sorridere prima di sprofondare nelle coperte.

*Che diavolo succede? Perché sono nel passato e posso leggere nella testa di quel baka?* 

Mentre formulava una serie di infinite domande il buio e il torpore la riavvolsero ancora una volta trascinandola altrove.


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Nuvole bianche, dense come zucchero filato, correvano veloci in un cielo terso e limpido.
Akane poteva quasi toccarle con mano. Era forse in paradiso?

*Dove sono?*

 Si alzò a sedere. Conosceva quel posto. Il tetto dell’ istituto superiore Furinkan.
Spesso con Yuka e Sayuri era andata a pranzare li, nelle belle giornate primaverili.
Contenta di essere in un ambiente meno imbarazzante, si incamminò alla ricerca di Ranma.
Nemmeno il tempo di voltarsi che lo trovò accovacciato appena dietro la porta, sudato e con il cuore a mille.

- Meno male sono riuscito a scampare alle grinfie di quelle arpie. Un giorno quelle tre mi uccideranno ne sono sicuro… -

Un moto di rabbia s’impossessò della mora, stava assistendo anche nei sogni al solito teatrino che cadeva con frequenza quasi giornaliera.
Ukyo, Kodachi e Shanpu o anche tutte insieme lo inseguivano per passare l’ora del pranzo con lui.

*Ecco dove scappa di solito…*

- Ranma! -

Il codinato scattò braccato come un’animale, senza accorgersi che la voce che lo chiamava era quella di un ragazzo.
Hiroshi e Daisuke con le braccia piene di panini lo chiamavano a gran voce. Avevano assistito alla scena ed erano ormai sicuri che lui si fosse rintanato li.

- Hei Ranma vieni fuori, siamo noi. Abbiamo il pranzo. -

Con un balzo si parò di fronte ai due ragazzi, facendogli quasi perdere l’equilibrio.

- Grazie, grazie amici! Si inchinò più volte con gratitudine. -

- Si ok, ma adesso mangiamo prima che riescano a trovarci. -


Tutti e tre mangiarono allegramente, erano davvero ottimi amici e Ranma era felice di poter aver un po' di supporto maschile ogni tanto,
visto che tutti gli uomini che conosceva lo volevano morto o volevano compiere oscenità con la sua controparte femminile.

- Vorrei tanto sapere cosa ci trovano in te Saotome. - Borbottò Daisuke addentando un panino.

- Che diavolo ne so! Quelle sono fuori come un balcone… -

- Ah ma non avevi il pranzo di Akane da mangiare? Si proclamano tutte tue fidanzate, ti portano regali e cibo, sei davvero fortunato. -

- Io non ho chiesto nulla! E poi meno male che nella ressa mi è caduto l’ Obento di quella pazza o a quest’ora sarei morto avvelenato! -


I due lo guardarono scettici e con una punta d’invidia, mentre Akane stava per tirargli una sonora e immateriale martellata.

- Povera Akane ti aveva preparato il pranzo con tanto amore…. non te ne basta una, ti piace volare di fiore in fiore eh?

Ranma sprofondò ulteriormente nel suo imbarazzo e nel suo senso di colpa nei confronti di Akane.

- Volare? Fiori? Ci…ci manca solo lei! Quel maschiaccio incapace… -

- Se fossi io il fidanzato di Akane, altro che pazze che mi inseguono, starei tutto il giorno a pomici…
-
Daisuke diede una gomitata nelle costole all’amico, intimandolo di smettere.

- Con Akane? Non farei mai nulla con quel mas… -

- Sì sì maschiaccio privo di sex appeal, rozza, violenta etc…
-

La mano di Hiroshi sventolava come a cacciar via una mosca, recitando l’elenco di dolci epiteti usati dal codinato nei confronti della fidanzata.
Non credeva ad una sola parola del giovane Saotome.

- Se non vuoi che ti diano più fastidio scegline una e amen. E poi se Akane è un maschiaccio e non ti piace, perché avvolte rimani imbambolato a guardarla per minuti,
sei nervoso se lei ti ignora o l’aspetti sempre per tornare a casa? -
    Piccato.

- Beh…perché… sì insomma…oh dannazione.  -
Akane ridacchiava nel vederlo in difficoltà. Quei due erano davvero tremendi ma Ranma un po' se lo meritava.

- Non sai rispondere. Ci sei simpatico lo sai, ma sei un tale disastro con le donne… comunque se ti lasci con lei possiamo provarci noi vero? -
Ranma si rabbuiò. Quei due erano tanto cari quanto snervanti con la loro ossessione per la sua ragazza, spesso dimenticava che anche loro erano membri attivi dell' Akane fan club.

- Ehi ragazzi non vi ci mettete anche voi…è stata un giornata terribile. Sicuramente quando tornerò a casa lei mi darà il carico da cento -

- Potresti approfittarne, chiederle scusa e poi baciarla appassionatamente…. -

- Si certo così mi spedirebbe su Marte in pochi secondi. -
Davvero aveva contemplato questa possibilità?

- Ah ah! Allora la vuoi baciare! Lo sapevo che non potevi essere così pesce lesso…dicci a che punto sei arrivato? Baci, carezze o proprio quel… -
Ranma si portò le mani alla bocca shoccato, urlando un sonoro “idioti” agli amici, in quel preciso istante Akane, poté leggere nei suoi più profondi pensieri.

 * Quell…intendono fare l’amore? Oh kami se solo Akane sapesse che l’ho sognato e immaginato più volte, mi darebbe fuoco seduta stante…
se non fosse sempre così sulla difensiva forse io potr… ma chi voglio prendere in giro? Sono un codardo… non ho il coraggio di prenderla per mano,
figuriamoci baciarla o altro…eppure quando non ci scanniamo per gli altri, stiamo così’ bene insieme….*


La mora arrossì inverosimilmente a quei pensieri. Ranma la desiderava? L’aveva sognata, immaginata?
Non se lo sarebbe mai aspettato da uno che non fa altro che dirle quanto sia brutta e goffa.

*Che baka, è tanto coraggioso da affrontare demoni e spiriti ma non ha coraggio di avvicinarsi ed essere semplicemente carino con me… *
    

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Un forte e fresco refolo di vento le spettinò i capelli, offuscando la sua vista per qualche minuto. Aprì di nuovo gli occhi cercando di dare un tono agli ormai scompigliati vestiti.
Non era più sul tetto ma davanti ad un incantevole danza di fiocchi bianchi e perlescenti.

*Sono al parco! Ed è inverno…* 

Si guardò intorno con un espressione indecifrabile, non riusciva a collocare il periodo, fino al momento in cui vide due sagome avvicendarsi lente lungo il viale principale.
Erano loro due, che passeggiavano al ritorno da scuola.

- La casa sarà inagibile per un bel po’ -
Borbottò piano il codinato, evitando di guardarla.

- Di piuttosto che è irrecuperabile… -
Rispose lei con un risolino.

-Già, quelle pazze l’hanno rasa al suolo… -
Silenzio. Respiro.

- Senti Akane, mi spiace che adesso siamo tutti in casa vostra… ecco…io…

- Non dire sciocchezze la tua famiglia è sempre benvenuta da noi… lo sai… - Imbarazzo.

Akane nel vedersi da fuori, affianco a lui ebbe un tuffo al cuore. Sembravano davvero due innamorati a passeggio, ed erano anche piuttosto carini insieme.
Cerco di focalizzarsi sui pensieri di Ranma e sul suo sospettoso silenzio, visto che si aggiustava nervosamente il colletto  della casacca imbottita.

* Chissà se gli fa piacere che sia tornato da lei? Io sono così contento… ho mia madre ma anche la famiglia Tendo, infondo loro sono stati la mia prima vera famiglia…*
Lei invece gli passeggiava accanto pensosa, osservandosi le mani e lui non poté fare a meno di pensare alla faccenda dell’anello della madre. Che baraonda per una scatolina di compresse!

* Chissà se c’è rimasta male del fatto che non era un anello di fidanzamento?
Infondo siamo insieme da tre anni, le nostre famiglie ora sono unite, tra un anno finiremo la scuola…
oh kami ma che penso, darle un anello significherebbe dimostrare che… *


Il codinato l’osservò meglio. Akane era una ragazza semplice, non aveva mai preteso nulla da lui.
Era gelosa, sgraziata e lo riempiva di botte ma era sempre li per lui, accollandosi anche problemi non suoi e combattendo al suo fianco senza lamentarsi mai.

*Come una vera fidanzata… infondo tu sei sempre stata l’unica…* 

Un’altra folata di vento. Ranma notò che la pesante sciarpa di Akane si era sciolta. Con un gesto fluido e gentile gliela risistemò meglio sulle spalle, facendola rabbrividire.
Per un lungo attimo i due si guardarono negli occhi, dicendosi mille parole ma ancora troppo codardi per dargli voce.

* Un giorno riuscirò a parlarti dei miei veri sentimenti… magari con un vero anello… non lo darei a nessun altra. Lo sai vero?*  

La mora che ascoltava il flusso mentale di quello sconclusionato del suo baka si commosse.
Ranma l’amava, nonostante tutte le apparenze il suo cuore aveva scelto lei e di questo non poteva che gioirne.
Le calde lacrime annebbiarono i suoi occhi, sfocando in piccoli punti di luce colorati lo scenario invernale.




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- Ranma kun, potresti darmi una mano? -
La dolce voce di Kasumi gli arrivava ovattata. Akane aprì gli occhi felice di trovarsi nella sua stanza. Si guardò intorno. Scatoloni e vari abiti sul letto.

* Mi sembra di aver fatto un po' di pulizia degli armadi in primavera, proprio dopo il…*

- Si Kasumi san arrivo! -

La voce di Ranma era squillante e vicina, evidentemente stava scendendo dalla sua stanza per aiutare la sorella.
In quel preciso istante vide se stessa entrare in camera. Aveva appena finito di farsi il bagno a quanto pareva.
Scese al piano di sotto per incontrare il suo fidanzato e sapere cosa Kasumi gli avrebbe chiesto.

- Eccomi, mi cercavi? -

- Si Ranma, volevo chiederti di prendere questi due pacchi, uno è tuo e l’altro di Akane, sono i vestiti del matrimonio, sono appena tornati dalla lavanderia. -

- Oh… -
L’espressione del ragazzo era indecifrabile.

- Sono riuscita a rammendarli e la lavanderia ha fatto un miracolo. Sono di nuovo lindi e puliti. -

- Ok, glielo porto, dovrebbe essere in camera giusto? -

- Credo si stia facendo ancora il bagno… ah Ranma, di ad Akane di non provare a buttarlo via di nuovo. Non è carino visto che papà ha speso un sacco di soldi. -
 
Il ragazzo la guardò incredulo.

*Voleva buttarlo via?*

- Beh sì, suppongo che dopo quel che è successo, quel vestito sia solo un concentrato di brutti ricordi,
però magari quando vi sposerete sul serio possiamo modificarlo un po’, non credi?
-

Il sorriso ingenuo della maggiore delle Tendo era disarmante.

- Eh eh eh… forse è meglio che lo porti su. -
Come svuotato si trascinò sulle scale verso la sua camera. Akane lo seguiva cercando di leggergli nel pensiero.


* Vuole buttarlo via… vuole cancellare tutto. Magari bastasse buttare via qualcosa per dimenticare…
non riesco a togliermi di mente la sua figura avvolta in quel vestito. Era davvero bellissima…
e se quella baraonda di idioti non ci avesse disturbato forse io sarei un uomo completo e anche sposato… *


Lo vide diventare color pulce per poi raggelarsi difronte la porta con la paperella gialla.

* Speriamo che non sia in camera, non ho voglia di litigare con lei, ultimamente è ancora più intrattabile… ma sì farò così... glielo lascio sul letto con un bigliettino…  *

Istintivamente aprì la porta convintissimo della sua assenza, invece si era trovato di fronte ad un’ Akane nell’atto di infilarsi un vestitino.
Ebbe appena il tempo di guardare la chiara stoffa accarezzarle la pelle e nascondere le sue belle gambe.

- Non si usa più bussare? -

*Ahi cominciamo bene…*

- Sc…scusa è che Kasumi mi aveva detto che eri andata a farti un bagno… -

- E quindi pensavi di entrare nella mia camera di nascosto?
- Perché con le parole Ranma era proprio un disastro.

- Ehi! Non è che volessi entrare in camera tua! Che ci dovrei venire a fare!? -

- Senti un po' hai intenzione di litigare?
- Borbottò  alla ricerca della spada da kendo.

- Affatto. Volevo solo darti questo, è arrivato oggi dalla lavanderia e Kasumi mi ha chiesto di portartelo, non volevo certo disturbarla sua altezza! -
Gli occhi di lei saettarono da lui al pacco che stringeva tra le mani, intuendo al volo di cosa si trattasse.

- Per quanto mi riguarda lo puoi buttare, non lo voglio. -
Ranma la guardava incredulo, davvero non voleva il vestito che aveva scelto con tanta cura per quel giorno?     

- Kasumi ha detto di non buttarlo. -

- Il mio armadio è già pieno e non so davvero cosa farmene. Non mi servirà più un abito da sposa, quindi puoi anche dargli fuoco per quel che mi riguarda. -


Certo che era testarda! Ranma poteva scorgere nei suoi occhi rabbia mista a tristezza e in un angolino del suo cuore si sentì dannatamente in colpa.

* Stupida… davvero non ti importa nulla? *

- Visto che il problema è risolto puoi anche uscire dalla stanza, ho da fare. -

- Ma io.. ma…
-

La mora lo spinse fuori in malo modo e Ranma rimase imbambolato con i pacchi in mano fuori la porta.

- Non sei affatto carina! Grr…-

* e adesso cosa me ne faccio? Anche io non ho poi tutto questo spazio nell’armadio! Forse in soffitta… *
  -

Akane lo seguiva per il corridoio. Aveva assistito a tutta la scena.

* Certo che arrabbiata faccio davvero paura…*

Ranma nel frattempo aveva abbassato la scaletta della soffitta ed era salito cercando di trovare un po' di posto a quei vestiti.
Accese la luce e rovistando tra gli scatoloni, trovò un baule abbastanza grande da contenerli.

- Perfetto li metterò li! -

 Nell’avvicinarsi però inciampò in un paio di pesi, messi li a casaccio e per bloccare la caduta fece strappare via l’involucro che conteneva gli abiti.
Un candido bagliore emerse tra le sue mani. Il ragazzo preso dalla curiosità, li tirò fuori per osservarli.
Non ne aveva avuto il tempo quel giorno ma i loro vestiti erano davvero belli. Mise l’abito da sposa vicino al suo tuxedo,
strizzando gli occhi e immaginandosi lui che teneva per mano Akane.

* Che peccato però… forse però ha ragione Kasumi, è meglio conservarli infondo potrebbero tornare utili un giorno…* -
Akane dietro di lui poteva percepire i suoi pensieri e rabbrividì.

Si avvicinò al vestito da sposa e staccò un piccolo fiore infilandoselo in tasca. Ripose gli abiti con cura nel baule, richiudendolo ermeticamente.

- Ho come il presentimento che non passerà poi tanto tempo prima di tornare qua su.. -

Ranma sorrideva e canticchiando si avviò giù. Akane rimase allibita a guardarlo.
Forse stava crescendo o più semplicemente aveva smesso di combattere contro se stesso e stava accettando i suoi sentimenti.

* spero tanto tu abbia ragione… vorrei tanto anche io che quel giorno non fosse lontano…*







Note dell' autrice:

Eccoci qua, come promesso eccovi i ricordi di Ranma. Come saggiamente Happosai ha fatto notare al nostro codinato,
per far funzionare la polvere bisogna esprimere un desiderio e in
questo caso quello di Akane era sapere perchè Ranma si comporta così con lei... ed ecco svelato il segreto, che infondo conosciamo tutti. Ahahah.
E' per questo che non ci sono ricordi di lui da piccolo ma partono dai primi episodi del manga.

Il primo incontro secondo me è stato decisivo è li che Ranma ha tirato un pò il freno adattandosi alla realtà di Nerima.
Era curioso e affascinato da una ragazza normale ma soprattutto forte e gentile come Akane.
Credo proprio che tra i due il primo ad essere stato fulminato dall'amore è stato proprio Ranchan, che ne pensate?

Nel secondo ricordo ho voluto dare anche a lui un ambientazione scolastica. Infondo il Furinkan, teatro di scontri e
battaglie di ogni genere è anche la sua quotidianeità adolescenziale e per Ranma che di normalità ne ha conosciuta ben poca è luogo anche di rifugio e amicizie.
Infatti io Hiroshi e Daisuke li adoro. Sono uno spasso e poi sono gli amici ideali. Ho sempre pensato che fossero di grande conforto per il
nostro protagonista, nonostante la marginalità dei personaggi. Non trovate?

Nel terzo ricordo è arrivato il momento di dedicare ai protagonisti un momento tutto loro. Quotidiano come il ritorno a casa ma contornato da uno scenario innevato e romantico.
Tutta la questione della scatolina porta pillole mi ha sempre affascinato e sono sicurissima che Ranma fosse al settimo cielo quando sono ritornati a vivere tutti dai Tendo.
Infondo i Tendo sono stati la sua vera famiglia. Pazienti, ospitali e un pò svitati come lui, infondo anche Nodoka è adorabile e a fare da "mamma" alle ragazze tendo non è poi così una cattiva idea...
in più è in questo momento che Ranma non considera poi così remota l'eventualità di sposarsi.
I segni sono evidenti: come guarda Akane quando riceve la scatolina, come risponde ai genitori quando vestono Akane da sposa e cercano di unirli forzatamente, insomma ci sono millemila
elementi della sua crescita che conoscete senz altro meglio di me. Ed è questo che ho voluto affrontare anche nel quarto ricordo.
La questione abito da sposa mi ha sempre attirato. Apparte il matrimonio organizzato in 10 nanosecondi, il signor Soun è un wedding planner da paura ahahah!
Mi sono sempre chiesta ma dopo? Come si sono appianate le cose? Akane come ha reagito a quella baraonda? E Ranma ha realizzato che stava per sposarsi?
Ecco questa è una mia interpretazione personale, mettendoci un tocco di romanticismo e descrivendo come sempre un momento molto semplice e casalingo.

Beh che dire ci vediamo al prossimo capitolo, vediamo un pò se questi due baka riusciranno a venirsi incontro e finalmente portare la loro relazione ad un passo successivo.
Grazie di cuore a tutte le persone che si sono fermate a leggere e a chi ha lasciato un graditissimo segno del proprio passaggio con un commento. Sono felice e onorata che il mio modo di scrivere vi piaccia e che il fandom di Ranma sia sempre così popolato e ricco nonostante l'età del manga.

Grazie di cuore.

karmy

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



Il lieto cinguettare degli uccellini e un brivido di torpore ridestarono Ranma dal suo viaggio onirico.
Era appena l’alba e la camera di Akane era ancora immersa nella penombra.
Deglutì sonoramente quando vide la sua piccola figura ancora addormentata al suo fianco.
Avevano passato la notte sul tappeto. Il ragazzo l’osservò meglio, sembrava serena.

*Forse sta facendo un bel sogno… chissà sa quale dei miei ricordi ha vissuto…*

Un’ ulteriore brivido gli traversò la schiena. E se avesse visto qualcosa di riprovevole?
Se non avesse voluto più avere a che fare con lui? Mille interrogativi ronzarono nella sua testa.
Non era pronto ad affrontarla dopo essere stato nei suoi ricordi più profondi.

* Calmati stupido, Akane non sa della polvere dei ricordi, per lei saranno solo sogni strani. Comportati come sempre e andrà bene. *

Evitando di fare il minimo rumore si tirò a sedere. Forse era il caso di metterla a letto.
Chissà che faccia avrebbe fatto nel trovarsi stesa sul pavimento, sicuramente l’avrebbe linciato visto che l’ultimo a vederla sveglia era stato proprio lui.
Con delicatezza la prese in braccio. Akane era uno scricciolo premuta contro il suo petto, tiepida e profumata.

*Ancora il profumo del suo shampoo…*

Il ragazzo divenne rosso dalla testa ai piedi e pregò i kami che il suo amico dei paesi bassi non si risvegliasse.
Dannazione perché gli faceva quell’effetto così eclatante. La stese adagio tra le coperte rimanendo qualche minuto di troppo a fissarla.

- Ranma… - Sussurrò piano la mora, che rimase ancorata al suo braccio.

*Mi sta sognando…* 
Il cuore galoppava così velocemente che temette di avere un infarto. Aveva sussurrato il suo nome in una maniera dolcissima e accennando un lieve sorriso.

* Vorrei tanto rimanerti accanto… ma non posso, almeno non ancora. Adesso che conosco i tuoi pensieri so cosa devo fare… *
A malincuore si staccò da lei e uscì con passo felpato dalla stanza, aveva bisogno di una doccia fredda e una colazione abbondante.




Tiepidi raggi di sole ridestarono dopo alcune ore la piccola Tendo.
Si sentiva le ossa a pezzi ma i sogni di stanotte l’avevano fatta svegliare col sorriso sulle labbra.

- Mmh… che dormita e che sogni strani. - Cercò di fare mente locale, si ricordava tutto.
Arrossì come un peperone, non era possibile, Ranma non poteva pensare quelle cose di lei. Il suo cuore batteva forte.

*Sei una stupida Akane, sei tutta contenta per dei sogni… *


- Akane chan, sveglia la colazione è pronta. -
La dolce voce di Kasumi la ridestò dalle sue elucubrazioni. Guardò l’orologio, erano appena le otto.

- Ottimo! Niente scuola. Una bella corsetta, doccia e poi stasera la festa. Magari potrei provare a cucinare qualcosa…-
Si rabbuiò improvvisamente, quello stupido di Ranma avrebbe sicuramente trovato qualcosa da ridire.

- Chi se ne frega di quel baka! - Borbottò fiera prima di correre giù per la colazione.


Scesa in sala trovò solo Nabiki e Happosai che insieme alla maggiore avevano quasi terminato. Si chiese istintivamente dove si fosse cacciato il suo fidanzato.
Happosai per qualche secondo si staccò dalla sua immersione in apnea nella ciotola di riso e guardò la ragazza con malizia.
Era più bella del solito e indossava un grazioso prendisole a fiori e i capelli erano fermati da un nastro verde acqua.

- Akane chan ma quanto siamo carine oggi. Fatto bei sogni? -

La mora senza alcun motivo arrossì piccata. Come faceva a sapere che aveva fatto dei sogni belli, anzi stupendi.
Nabiki la guardò sorpresa. Forse stamattina in casa Tendo c’era qualcosa di più interessante della rivista Japan Gossip che stava sfogliando avidamente.

- Sì Akane hai un aspetto così radioso! Non è che ieri sera Ranma abbia trovato un modo come dire “inusuale” per farsi perdonare? -
La mezzana e il vecchio se la ridevano di gusto, mentre Kasumi li rimproverava.

- Ma… cosa dite! Io… - Era viola dall’imbarazzo.

- Oh gli avevo detto di far pace con te, ma non immaginavo si spingesse così oltre. -
Con il suo sguardo limpido e ingenuo cercava di carpire una risposta di Akane che puntualmente si trasformò in un insieme di suoni disarticolati di vergogna.

- Noi non abbiamo fatto assolutamente nulla! Chi potrebbe mai far…

- L’ho visto uscire all’alba da camera tua, non mentire e poi diciamocelo era anche ora -
Osservò onesta Nabiki.

- Effettivamente, cominciavo a dubitare dei gusti di Ranma con tutta quella gente che gli ronza intorno. Ah beh se non altro siete stati molto silenziosi, bravi! -
Sorrise composta la maggiore finendo di servire il tea. - A poco servirono le proteste di Akane già confusa da tutte quelle illazioni e notizie.
Happosai invece la guardava silenzioso. Forse lui sapeva qualcosa.


* Ranma è uscito di camera mia all’alba? Ieri abbiamo preso il tea e poi zero, vuoto assoluto.
Cosa cavolo è successo? Oh kami se fosse davvero successo qualcosa e io non lo ricordo? *


- Comunque se lo cerchi, è andato con papà e zio Saotome a montare la tavolata per la festa di stasera.
La mezzana interruppe il filo dei suoi pensieri, infondo la sorellina era un libro aperto per lei.

- Per quel che mi importa… in realtà volevo sapere se c’era qualcosa che potevo fare anche io per la festa. Mi piacerebbe cucinare qualcosa. -
Il gelo attraversò la sala da pranzo e tutti si voltarono in attesa che Kasumi rispondesse qualcosa.

- Beh  ho trovato una ricetta molto semplice per dei biscotti al cioccolato. Ti andrebbe di provare? -
Quella donna era una santa. C’era poco da dire. O forse era il suo modo per farsi perdonare di averla allontanata dalla cucina il giorno prima. 
Il volto di Akane s’illuminò felice e con rinnovato ardore corse in cucina per cominciare.

- Ci avvelenerà tutti… - Sentenziarono in coro Happosai e Nabiki.



Mezz’ora dopo in cucina…


- Akane ascoltami bene. Qui c’è la ricetta, seguila passo passo senza aggiungere o togliere nulla.
Ho già preparato tutti gli ingredienti che ti servono sul tavolo. Se hai qualche dubbio fermati e chiedimi pure. Resto qui accanto a te. -

Non sapeva se quelle parole erano amorevoli e affettuose o più semplicemente ordini.
Poco male, avrebbe fatto di tutto per riuscire a cucinare qualcosa di decente.

- Sì Kasumi. - Rispose obbediente allacciandosi il grembiule.

- Ah una cosa importante. Non è una sfida. Rilassati e pensa a qualcosa di bello mentre cucini. Tutto verrà più buono. -

Akane aveva sempre pensato che la cucina fosse come le arti marziali: forza, dedizione e velocità.
Con timore e sotto l’occhio vigile di Kasumi cominciò a mescolare la farina con il cacao.
La voce dolce della sorella la seguiva dicendole di andare più piano e usare i sensi.
Il profumo del cioccolato le solleticava le narici e gli ricordava le volte che lei e Ranma si erano fermati a prendere una cioccolata al bar tornando da scuola.
Aggiunse le uova, il burro, lo zucchero e il latte mescolando con polso deciso senza avere fretta.
Il composto mano mano si stava amalgamando ed ebbe la netta impressione che avesse un aspetto decente.

- Assaggialo! - Esortò la sorella.

- Ma è crudo!

- Devi assaggiare per capire se è venuto bene. Molte cose all’apparenza non sono belle,
come questo impasto informe, ma assaggiandole riusciamo a capire se sono buone o meno.

* Già anche Ranma fuori sembra crudo e inaccessibile eppure dentro…
.*
Arrossì sperando che la sorella non captasse il suo imbarazzo.

Con esitazione infilò un dito nell’impasto molliccio e se lo portò alla bocca.
Sapeva di non essere capace a cucinare e non aveva mai assaggiato uno dei suoi piatti, tranne un raro caso in cui aveva fatto un curry decente*.
Il sapore del cacao si diffuse nella sua bocca e lo zucchero che si era amalgamato la lasciò piacevolmente stupita.

- Oh kami! Non sono morta ed è anche decente! -

- Vedi Akane chan. Se fai le cose con amore e ascolti il tuo cuore e i tuoi sensi tutto riesce bene. Era buono di zucchero? Il cacao si sente? -

- Sì Kasumi… io… grazie…
- Rispose con le lacrime agli occhi.

- Sù mancano ancora la cannella e delle scaglie di cocco. Di che forma vuoi farli?

- Di stella. E’ la festa dell’estate e il cielo stasera ne sarà trapuntato. Cosa ne pensi?

- Ottima idea sorellina!
-  Le due ragazze si sorrisero complici e continuarono nella realizzazione della ricetta.



Un’ ora dopo i biscotti erano pronti. Kasumi aveva spiegato alla sorella che anche la cottura va rispettata.
Non bisogna avere fretta ma nemmeno lasciare che passi troppo tempo ed Akane ebbe la netta impressione che non si riferisse solo alle piccole stelline di cioccolata.
Era il momento di prepararsi adesso. Lo yukata nuovo e l’ansia di sapere se i biscotti fossero effettivamente buoni le misero addosso un’energia incontenibile.

* Ah se solo i sogni di stanotte si realizzassero… *

Akane incrociò nel corridoio Happosai che puntualmente tentò di saltarle addosso!

- Zuccherino quanto sei bella con lo yukata, fatti abbracciare! - Prontamente la ragazza lo atterrò con un destro micidiale.

- Aiha! Mi hai fatto male sai? Eppure pensavo che fossi contenta dopo i sogni di stanotte!

- E tu che ne sai di cosa ho sognato stanotte?
- Quel vecchio non gliela raccontava giusta.

- Io nulla, è che ho visto Ranma entrare in camera tua… non pensavo… una ragazza così riservata come te…. - Un altro pugno lo compì in testa.

Cosa vorresti insinuare!? E poi non hai ancora risposto alla mia domanda! -
 
Happosai riuscì a sgattaiolare dalle sue grinfie non prima di avergli dato un’ ennesima palapatina e voltandosi verso li lei disse:

- Se non sono stati solo sogni dovrebbero esserci delle prove, tu non credi? - E così dicendo saltò via dalla finestra,verso i tetti del quartiere.


Akane rimase basita a guardarlo zompettare allegro per i tetti di Nerima.
Aveva ragione se quelli erano ricordi veri doveva esserci pur sempre una traccia tangibile.
Ma cosa cercare? In un primo momento si era decisa ad andare da Kasumi e chiederle dei vestiti ma poi si ricordò che nel sogno Ranma li aveva messi in soffitta.

Così presa dalla curiosità e col cuore in gola salì sopra l’angusto spazio tra le travi appena sotto il tetto.
Era da tempo che non andava li sopra e il battito accelerava sempre più ad ogni passo scricchiolante sul logoro parquet.
Nell’angolo sinistro dietro alcuni scatoloni ammonticchiati, pieni di addobbi natalizi ecco fare bella mostra di se il baule.
Akane sapeva di quel baule da tempo, era di suo padre e lo usava per tenerci vecchi cimeli.
cianfrusaglie raccolte nei suoi anni di training o di “apprendista ladro di biancheria” come sarebbe più appropriato dire.
Adesso bisognava solo constatare la realtà dei fatti.

E se non ci fosse stato nulla la dentro?
Se irrimediabilmente i sogni avuti erano solo il desiderio del suo subconscio già particolarmente provato negli anni da quel baka del suo fidanzato?
Con mani tremanti afferrò le due cerniere, deglutendo strizzò gli occhi per la paura di vedere.

* Bene Akane, stai calma e respira… al tre apri gli occhi… uno … due…tre! *

Le sue belle iridi nocciola si spalancarono dall’emozione.
Piegati con cura e avvolti nella carta di riso i due abiti nuziali erano lì, candidi e perfetti come quel giorno.
Con delicatezza, come se toccasse qualcosa fatto di cristallo, Akane aprì l’involucro che conteneva il suo. Era ancora più bello di quanto ricordasse.
I delicati ricami e i pizzi erano di un bianco accecante e la cascata di fiori sulle maniche un vero spettacolo…. e poi notò quel piccolo particolare.
Si accorse che mancava un fiore, tra la spalla e il corpetto. Quello che aveva staccato lui per ricordo.
Un incontenibile gioia investì la piccola Tendo che senza un motivo preciso cominciò a piangere, portandosi sconvolta le mani alla bocca.

* Non…non era un sogno… Ranma li ha messi qui davvero…ha staccato il fiore…*

Non riusciva a crederci, quel baka provava tutte quelle cose e lei non si sa come le aveva sognate, sentite… non poteva ragionare a mente lucida in un momento come quello.
Correre da Ranma, o fingere indifferenza per poi parlargli nel momento più opportuno?
A quest’ora sicuramente era nel pieno della festa. Tanto valeva raggiungerlo li e vedere come si sarebbero evolute le cose.
Con il cuore in gola scese giù e uscì trafelata dirigendosi alla festa, insieme a Nabiki che l’aspettava già da un bel po’.




Calda e stellata, la notte di Nerima aveva un qualcosa di magico e nostalgico al tempo stesso.
Sin da lontano le lanterne rosse e arancio illuminavano a giorno il tempio e due grandi fuochi ai lati del bosco ardevano creando giochi di luce incantevoli.
Affollatissimo come non mai il Matsuri di fine estate era l’evento prediletto della zona.
Tantissime bancarelle colorate e persone in abiti tradizionali brulicavano come formiche allegre e spensierate.
Non fu facile per Nabiki e Akane trovare la tavolata del comitato di quartiere.
In un piccolo spiazzale addobbato con fiori e lanterne, il tavolo con le pietanze di Kasumi,  troneggiava splendido e immacolato nell’accecante marasma dell’evento.
C’era davvero di tutto ed era sistemato con grazia e cura maniacale.
La maggiore delle Tendo era incantevole nel suo yukata rosa pesca con piccole carpe koi, mentre accoglieva gli ospiti con ossequiosi inchini. 
Akane si guardò intorno spaesata, vedeva tutti tranne lui.
Con un moto di coraggio prese i suoi biscotti a forma di stella e si incamminò per le viuzze del tempio.
Prima o poi l’avrebbe trovato e con un po' di fortuna avrebbero mangiato insieme le stelle di cioccolato e magari chiacchierato un po' da soli.
Nemmeno il tempo di salire le scale e svoltare l’angolo che lo trovò impegnato a sfuggire, come al solito, dalle grinfie di Ukyo e Shanpu, che partecipavano anche loro alla festa con i loro stand.
In più Kodachi si era unita al teatrino non appena aveva udito la voce del codinato.

- Lanma amole, assaggia la nuova licetta del mio Lamen! - Si strusciò addosso la bella cinese.

- No, Ranma assaggerà ma mia Okonomiyaki special tutti i gusti più uno* ! - Disse l’affascinante cuoca, arpionandosi al suo braccio.

- Che sciocche, io e Ranma passeremo la festa insieme e mangeremo nel migliore ristorante di Nerima!

- Zitta lagazza spatola! E tu pazza delle lose, volele combattele!?

- Non chiedo di meglio gatta morta dei miei stivali!

- Sarà un piacere battervi insulse sguattere.


- Ragazze non mi sembra il caso di… -

Ranma cercava di sedare gli animi, ed improvviso la vide.
Vicino la scalinata e sotto la luce di una lanterna, sembrava una bambolina.
Il suo yukata blu scuro ornato di pesciolini dorati splendeva come un prezioso gioiello mentre i suoi corti capelli corvini,
ornati da un piccolo fiore scarlatto, ondeggiavano lievemente insieme al caldo vento di scirocco.

Ranma inghiottì il vuoto. Era davvero incantevole.
Non l’aveva vista per tutto il giorno e si maledisse all’istante per aver permesso a quelle due matte di bloccarlo in quella situazione.
Era stato così bravo ad evitarle per tutto il pomeriggio nell’attesa di vederla e adesso lei stava li, con lo sguardo ferito e rassegnato, mentre un’ aura rabbiosa cresceva sempre più.
Anche le ragazze si accorsero della nuova arrivata e subito si posizionarono per l’attacco.

- Ah c’è anche lagazza violenta! Sei venuta pel combattele anche tu? -
Ad entrambe cadde lo sguardo sul cestino di biscotti che aveva tra le mani.

- Akane non dirmi che quei cosi li hai fatti tu? Vuoi per caso avvelenare Ranma? -
Chiese malignamente la cuoca. Tutti guardano contemporaneamente il contenuto del cestino.

- Biscotti al cioccolato a forma di stella? Che banalità, saranno sicuramente disgustosi! - Rincarò Kodachi.

- La pazza ha ragione, lascia a noi Ranchan sicuramente non morirà di fame!

- Ak… akane sono per me quelli? - Disse avvicinandosi cautamente.

Ranma la osservava tra l’apprensivo e il preoccupato. Era sempre così quando lei cucinava qualcosa.
Apprezzava il suo impegno ma era decisamente terrorizzato dal dopo, che spesso significava notti al bagno e vagonate di digestivo.

Akane cercò di mantenere la calma ma la rabbia saliva sempre di più,
avrebbe voluto spedirli tutti su marte con un calcio potentissimo ma non aveva la forza, si sentiva totalmente delusa.
Da lui e da se stessa. Come aveva potuto sperare che le cose cambiassero da un momento all’altro?
Poteva anche essere che Ranma provasse tutto quello di cui aveva sognato ma la realtà era ben altra.
Quel baka rimaneva sempre il solito inconcludente ragazzino incapace di dire no alle sue pretendenti.
Senza nemmeno il tempo di farle proferire parola, le tre ragazze le si avventarono addosso attaccandola.
Akane impreparata indietreggiò di qualche passo, cercando di mettere in salvo i biscotti, inciampando con gli zori nel gradino.
Sarebbe sicuramente ruzzolata giù in malo modo se Ranma non fosse arrivato in suo soccorso.

- Ma che diavolo fate!? -

Le piccole stelle di cioccolato volarono via dal cestino cadendo per terra, mentre il codinato era riuscito ad attutire l’impatto di Akane con le scale.
Riaprì lentamente gli occhi, era stretta contro il petto del suo fidanzato, rannicchiata tra le sue braccia.
I biscotti sparsi sul pavimento, la spatola di Ucchan che le aveva squarciato lo yukata. Era furente.
Perché diavolo non spioveva mai stare tranquilli in questa città. Alzò lo sguardo e lo vide.
Arrabbiato ancora più di lei e serio come non l’aveva mai visto. Puntava lo sguardo in direzione delle tre ragazze.

- Siete tutte pazze! Attaccare all’improvviso una persona disarmata non è leale! -

- Ma Ailen!

- Ranchan!

- Mio adorato! 
- Protestarono. 
Akane si rabbuiò, era stata solo colta di sorpresa, sicuramente sarebbe riuscita pararsi in qualche modo. Non era certo una bambina incapace.

- Non voglio sentire più una parola. Akane è un’artista marziale leale non come voi e soprattutto, perché diamine deve essere tutto una sfida all’ultimo sangue?

* Ranma…*

- Pelchè difendi lagazza violenta?!

- Già! Vuoi morire con le sue schifezze? -

- Ranma caro ti senti bene? Non è che quella scimmietta ti ha avvelenato con qualche poltiglia schifosa?

Inveirono in coro. Ranma inspirò profondamente era arrivato il momento di essere chiaro.
La rabbia fluiva nel suo corpo ma cercò di contenersi, erano pur sempre delle ragazze innamorate di lui.

- Akane non ha bisogno di essere difesa. E’ forte abbastanza. Sono io  che sono stanco di questa situazione.
Non voglio più vedervi combattere tra voi ne vedervi attaccarla. -

Deglutì sonoramente, fissandole con i suoi occhi profondi e determinati.

- Akane è la fidanzata che ho scelto da solo e senza alcuna imposizione, ed è ora di finirla con questo teatrino ridicolo.
Per me siete solo delle amiche e basta. -


Il vento soffiava caldo e dolce tra gli alberi e le stelle nel cielo parvero brillare con maggiore intensità.
Le sue parole si smarrirono nella confusione della festa ma rimasero scolpite nel cuore di quelle giovani fanciulle.
Il silenzio piombò sulla scena ma durò poco. Pochi attimi di smarrimento, il sacro fuoco della vendetta accese la sua folle miccia.

Ukyo e Shanpu lo guardavano come fosse un alieno mentre Kodachi si accasciò a terra in una posa tragica.
Non potevano credere alle sue parole ma non riuscivano a staccare gli occhi dal volto di quel ragazzo, così tremendamente serio e imbarazzato.
Si resero subito conto che non stava bluffando e che le loro più recondite paure avevano preso definitivamente forma.

Akane dal canto suo  si era gelata sul posto, incapace di credere alle sue orecchie.
Ranma non solo l’aveva salvata e difesa ma stava mettendo in chiaro una volta per tutte le cose con le altre presunte fidanzate.
Era terrorizzata all’idea della loro reazione ma piacevolmente avvampata per le accorate parole del codinato.

- Tu… lei… io non lo accetto! -

Shanpu fu la prima a reagire. Con le lacrime agli occhi, lanciando un grido disperato si avventò contro i due, seguita a ruota da Kodachi e Ucchan.
Era come se in quell’ultimo attacco stessero mettendo tutta la frustrazione e la delusione di quegli anni passati a sperare un qualcosa che infondo sapevano non sarebbe mai avvenuto.
Erano consce che essere contrarie non avrebbe attutito il sentimento sconvolgente di quei due provavano l’uno per l’altro.

Lo sapevano da sempre, ma si sa l’essere umano lotta per la propria felicità ed è egoista con i cuori altrui.
Quante volte e con quanti mezzi avevano tentato di dividerli, farli odiare e spezzare quel filo rosso che univa l’oggetto dei loro desideri ad un insipida e violenta ragazzina giapponese.
E fu così che in una notte d’estate, a bruciapelo il verdetto era stato pronunciato chiaro e tondo, sulle labbra del bel ragazzo con il codino, rinomato per la sua eterna indecisione e timidezza.

Ranma con un balzo all’indietro, riprese Akane tra le braccia e saltò via dalla battaglia, schivando abilmente le armi delle tre pretendenti.
Si aspettava una reazione del genere ma non aveva alcuna intenzione di fronteggiarle ancora una volta e spiegarsi con loro senza farsi ammazzare.
Era già stato così imbarazzante gridare i suoi veri sentimenti.
Non aveva nemmeno il coraggio di guardare la mora ancora rannicchiata tra le sue braccia, chissà cosa stava pensando, le aveva fatto piacere sentire quelle parole da lui?
Con pochi e agili balzi riuscì ad atterrare su di un piccolo ponte, nel giardinetto interno ad est del tempio, lontano dal caos del Matsuri.
Non avrebbero dovuto essere li ma sicuramente in quel momento di festa nessuno avrebbe fatto caso ai due ragazzi.


- Stai bene Akane? -
A malincuore si staccò da lei, attendendo con il cuore trepidante una sua parola.  La mora ancora stordita dal suo profumo si rimise in piedi, guardandosi attorno.
Il giardino era incantevole. Erano sul ponticello che divideva perfettamente a metà il piccolo specchio d’acqua, che rifletteva la moltitudine di stelle della volta celeste.

- Sì Ranma…. -
Non riusciva a guardarlo negli occhi. L’emozione era troppa e la paura di sbagliare altrettanta.

- Ecco… io non volevo difenderti perché non sei capace… ma solo perché… -
Tentò di giustificarsi boccheggiando insicuro.

- Lo so. Grazie. In realtà so tutto… -
Cosa voleva dire so tutto? Tutto cosa? Che sapesse della polvere dei ricordi? Ehi un momento lei lo aveva ringraziato.
Si sentì avvampare quando lei gli sfiorò una mano.

- Sai stanotte ho fatto un sogno molto strano… -
Il codinato deglutì mentre le sue viscere si contorcevano nell’ansia di essere scoperto.

- Che g…genere di sogno?

- Un sogno dove io riuscivo a leggere nei tuoi pensieri e conoscere alcune cose del tuo passato…
-
Si voltò leggermente verso lui cercando di carpirne una qualche reazione.

- Ah…

- E cosa hai… ?
- Terrore e curiosità lo stavano divorando.

- Non importa più… perché le parole di stasera sono state meglio di qualunque sogno… -
Lo disse quasi sussurrando e il cuore di Ranma fece una capriola di gioia.
Per la prima volta Akane era li e si stava esponendo, nonostante solo pochi minuti fa avrebbe voluto ucciderlo.

- Akane… io…quindi non sei arrabbiata per quello che ho detto? -
Le posò le mani sulle spalle e timidamente cercò di incontrare i suoi occhi. Voleva essere sincero fino infondo.

- Dovrei? Forse sì… - Aveva smesso di respirare.

- Avresti dovuto dirmelo prima… avresti dovuto parlarmi dei tuoi sentimenti…avremmo dovuto… - Rise leggermente malinconica.

- Siamo due baka forse è per questo che ci siamo trovati… -

Ranma si fermò a guardarla incantato. La sua voce melodiosa e sussurrata lo aveva tranquillizzato.
Erano così spaventati da una possibile reazione negativa dell’altro che si costruivano dei muri inaccessibili pur di non essere feriti, infondo non erano poi così diversi.
Solo che poi rimanevano in attesa dietro a quelle cortine struggendosi per uno sguardo o per una parola inappropriata.
Dichiararsi era stato così liberatorio ma dirle la verità e cominciare un nuovo domani con il piede giusto era essenziale in quel momento.

- Senti Akane io devo dirti una cosa… -
La mora si rabbuiò un secondo, che volesse fare marcia indietro?

- C’è un motivo per cui hai sognato quelle cose…
o meglio non so cosa hai sognato ma evidentemente non era poi così male…quindi io… ecco… -
Farfugliava in preda a suoni disarticolati.

- Ranma respira! Spiegati meglio… - Vide smarrimento e paura nei suoi occhi.

- Prometto di non picchiarti fino alla fine ok? - Sorrise maliziosa Akane. Lasciando il ragazzo inebetito.

- Ecco. Io ho chiesto ad Happosai la polvere dei ricordi o meglio lui me l’ha proposta,
perché io volevo sapere a tutti i costi perché odi così tanto gli uomini e se odiavi così tanto anche me… -


Le ultime parole andarono sfumando. Akane dapprima si arrabbiò, doveva usare un trucchetto alla Shanpu per chiederle una cosa così sciocca?
Ma poi si calmò. Era così tipico di lui, prendere i problemi alla larga e cercare soluzioni alternative pur di non esporsi.

- Quindi…?

- Ho visto alcuni ricordi del tuo passato. Mi spiace aver violato la tua privacy ma volevo capire…

- Così anche io ho potuto vedere i tuoi di conseguenza, giusto?
- Ranma spalancò gli occhi, non sembrava arrabbiata, piuttosto curiosa.

- Sì… era lo scotto da pagare per entrare nei tuoi sogni… ma ti giuro non ho visto nulla di compromettente… -

Sbraitò viola dall’imbarazzo. Akane non poté fare a meno di inarcare un sopracciglio divertita.
Pur di conoscere il suo passato aveva lasciato che lei entrasse nelle sue memorie più profonde e scoprisse le sue fragilità e i suoi segreti.
Ranma si era ammutolito non aveva il minimo coraggio di guardarla, anzi strizzò gli occhi in attesa di un pugno che non arrivò mai.
Con infinita dolcezza Akane gli sfiorò una guancia, forse due baka come loro dovevano ricorrere a mezzi del genere per capire di amarsi follemente.

- Grazie… - La mora gli sorrise teneramente e le gambe del codinato cominciarono a tremare.

*Non mi vuole ammazzare… mi sta sorridendo, ringraziando oh kami! *
Ranma si sentiva confuso e felice come quando sul monte Hooh aveva rivisto la sua amata sorridergli tra le braccia.

* Non sprecherò un’altra occasione…*  

Con mani tremanti la strinse di più a se, inspirando il profumo dei suoi capelli.
I visi si avvicinarono piano, caldi e imporporati dall’imbarazzo.
Akane si perse nei suoi occhi profondi e lui non poté fare a meno di fissare famelico le sue labbra vermiglie.
Si alzò sulle punte e chiuse gli occhi piena di emozione.

* Oh kamisama fa che nessuno ci interrompa…*

Ranma deglutì sonoramente, lei lo voleva…
si sentì l’uomo più felice della terra e una netta sensazione di vertigine lo colpì quando sfiorò le sue labbra con le sue.
Calde, morbide.Un incastro perfetto. Niente nastro adesivo, niente maledizione del gatto, niente scocciatori.
Solo loro due e il battito selvaggio dei loro cuori immersi nella notte stellata.
La mora si aggrappò con forza alla sua casacca, mentre calde lacrime cominciavano a scendere sulle gote.
Segno di una felicità palpabile e agognata. Una mano dietro la sua nuca e l’altra avvinghiata contro i suoi fianchi.
Ranma stava approfondendo quel bacio urgentemente e Akane si sentiva leggera ed euforica, pronta ad assecondare ogni suo capriccio.
Lo amava oh kami se lo amava. Presi dalla fastidiosa incombenza di respirare, si staccarono ansimanti con le labbra gonfie.
Ranma le prese gentilmente le mani, baciandole la punta delle dita mentre lei sussurrò le agognate parole in un singhiozzo.

- Ti amo Ranma… -
Il ragazzo mancò un battito e la strinse forte a se. Si sentiva così felice che avrebbe voluto sfidare mille nemici e gridare al mondo intero che lei era solamente sua.

- Anche io Akane, ti amo anche io… -
Affondò ancora una volta la testa nel suo petto. Tante emozioni, imbarazzo, gioia e amore la inondavano sempre più.

- Grrrrrr - Un brontolio. Si guardarono entrambi per poi scoppiare a ridere.

- Emh… nella fretta di liberarmi di quelle pazze non ho messo niente sotto i denti.-

- Beh potresti tornare da loro, non ti negherebbero un pasto…
- Ranma si rabbuiò e le strinse forte le mani.

- Fossi matto! Ho fatto tutto quel marasma per liberarmi di loro e mi dici queste cose?-
Akane gli sorrise dolcemente per poi chinarsi a raccogliere il cestino dei biscotti.

- Oh guarda ne è sopravvissuto uno. -
Una stellina di cioccolato malconcia giaceva sul fondo della scatola. Ranma si allarmò cercando di trovare le parole adatte per non farla arrabbiare.

- Emh… la mia non é proprio fame…

- Ah sì?
- Rispose Akane inarcando un sopracciglio.

- Emh.. ecco…

- Beh se non lo vuoi, lo mangerò io…anche io ho un certo languorino… -
La vide portarsi alla bocca il biscotto e addentarne una metà.

* Assurdo lo sta mangiando. Sta mangiando qualcosa cucinato da lei! *

- Akane non farlo, poi starai male!
- Non riuscì a trattenersi.

- Mmm…buono! - Mormorò sbocconcellandone un altro po’.

- Com..cosa?

*E’ commestibile?*

- Cucini qualcosa di commestibile e te lo mangi pure senza farmelo assaggiare? Dammelo! -

- Ma tu non lo volevi!

- Voglio tutto di te!


Si avventò su di lei e riuscì a catturarne un pezzo con la bocca, proprio l’attimo prima che la ragazza finisse di ingurgitarlo.
Il sapore del biscotto si sciolse sulla lingua e tra una risata e l’altra le loro labbra si ricercarono fameliche e vogliose.

Quella notte Ranma e Akane, finalmente smisero di combattersi, abbattendo i muri dell’orgoglio,
accogliendosi l’uno nell’anima dell’altro e  suggellandosi mute promesse a suon di baci all’aroma di cioccolato.




FINE.

* Curry decente... : Akane nel cap 26 del manga (la vicenda di Ryugenzawa) riesce a cucinare un curry decente, senza aiuto di nessuno. Ma Ranma e soci non lo vogliono assaggiare.
Suppongo che sia stata una botta di fortuna o forse Akane quando è rilassata e tranquilla cucina decentemente. :D

* Tutti i gusti più uno: Piccola citazione letteraria della mia JKRowling le caramelle tutti i gusti più uno sono uno dei dolci più apprezzati ad Hogwarts,
anche se potrebbe capitare nel sacchetto caramelle al gusto vomito o cerume, come capitò al povero Preside Dumbledore :D


Angolo dell' Autrice:

Ed eccoci qua. Alla fine di questa avventura. Avevo detto che non avrei fatto più (per il momento) long-fic e diciamo che ho mantenuto la promessa.
Quattro capitoli sono una media accettabile non trovate? :D
Che dire, sono contenta di esere riuscita a portare in parole quello che frullava nella mia mente malsana.
Era un pò di tempo che avevo questa idea sui sogni dei nostri protagonisti. Infondo nei loro pensieri e cuori si amano alla follia e ricordo che restai piacevolmente colpita,
leggendo il manga, dopo pochi capitoli erano già cotti l'uno dell'altra cosa particolare per i manga dell'epoca.
Peccato che la Rumiko non ci abbia messo momenti così romantici e soprattutto sto maledetto bacio.
Ma vabbè non lamentiamoci più di tanto, ci ha consegnato una delle storie più belle di sempre. Allora che ne dite di questo finale? Troppo melenso? Troppo OOC?
So che Ranma molto probabilmente non griderebbe mai alle altre che ama Akane ne le altre lo lascerebbero in vita probabilmente,
basti pensare a cosa hanno combinato a casa Saotome per il pseudo anello di fidanzamento. Volevo che facesse qualcosa di eclatante ma non troppo,
che si capisse che era arrivato anche lui al limite di tutto quel trambusto selvaggio. Spesse volte è proprio per questo che quei tontoloni si frenano, oltre al loro smisurato orgoglio.
Altra cosa, vi è piaciuta la storia dei biscotti e del loro significato? Kasumi è una santa vero?
Ovviamente anche qui Akane potrebbe risultare OOC visto che non si arrabbia più di tanto ma ho pensato che andasse bene così,
data l'evoluzione della trama e della sua disperata ricerca di un segno sui sogni fatti.
Spero ancora una volta di avervi appassionato e strappato un sorriso. Grazie di cuore ha chi ha seguito la storia fino adesso, a chi lascerà un segno, a chi comincerà a leggerla e anche a chi la
troverà banale e scontata. Sono davvero onorata di ogni singolo clik sul titolo di questo piccolo racconto. Se ci sono errori o incongruenze provvederò a correggere.
Vi auguro uno splendido weekend.
A presto
Karmy

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