Il tango del sole a scacchi

di Edmond Dantes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Calì: Pop ***
Capitolo 3: *** Hanna: Six ***
Capitolo 4: *** Pansy: Squish ***
Capitolo 5: *** Luna: Uh-uh ***
Capitolo 6: *** Astoria: Cicero ***
Capitolo 7: *** Ginny: Lipschitz ***
Capitolo 8: *** Hermione: Cheat ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il tango del sole a scacchi

PROLOGo


Hermione aveva ascoltato le loro storie in silenzio, raggomitolata nell'angolo più scuro della cella, il mento poggiato sulle ginocchia, strette al petto.
In un certo senso erano state una benedizione. All'inizio aveva creduto di impazzire: le gocce d'acqua che battevano sulla dura pietra, i sospiri dei 
Dissennatori e lo zampettare incessante dei topi la tenevano sveglia di notte. Poi la sensazione, opprimente e imperturbabile, di essere stata privata di tutta la felicità, la tormentava da quando aveva messo piede nella prigione.
Il terzo giorno pensava già al suicidio.
Devi aspettare il processo, si continuava a ripertsi, ma quel giorno pareva non arrivare più. “Difesa personale” avrebbero provato a definirlo, addirittura “omicidio involontario”, ma un Avada Kedavra non viene scagliato per caso. Era tutto destinato a finire con un bacio, quello del Dissennatore.

Le chiamavano “le sei mogli assassine di Azkaban”. Le conosceva di fama, conosceva anche le loro storie, eppure le aveva ascoltate lo stesso come se fosse stata la prima volta. Avevano sussurrato le loro vicende attraverso le grate delle loro celle, bisbigli che, scivolando sulla pietra come un rigagnolo d'acqua, avevano raggiunto le sue orecchie.
« Se lo sono meritato » ripetevano. « Se li avessi visti, se li avessi sentiti, scommetto avresti fatto la stessa cosa. Ci hanno usato, hanno abusato di noi. È stato un omicidio, non un crimine. »
Ma se non è stato un crimine, aveva pensato Hermione, allora perché siete qui?
C a t's corner: Betato da Bertu

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Capitolo 2
*** Calì: Pop ***


CALI'S STORY: POP

« SO I TOOK THE SHOTGUN OFF THE WALL,
AND I FIRE TWO WARNING SHOTS.
INTO HIS HEAD. »

« Incontrai Dean Thomas a scuola. Si dice che i più grandi amori nascano tra quelle mura, e Hogwarts non fu da meno. Sembrava un ragazzo dolcissimo e premuroso. Iniziammo a uscire durante il sesto anno: mi portava da Madama Piè di Burro durante le gite ad Hogsmeade, mi faceva regali a San Valentino, Natale e Capodanno, era carino con mia sorella Padma: riusciva a lasciarci lo spazio che ci serviva, senza però trascurarmi. E poi era affabile, sensibile, protettivo e simpatico: perfetto, insomma.

« Dopo il matrimonio, cambiò tutto radicalmente. Usciva la mattina presto e tornava a notte innoltrata, ubriaco fradicio; era dispotico e violento. E poi aveva quei piccoli tic, cose quasi trascurabili, ma, se sommate al tutto, riuscivano a farmi uscire di testa: lasciava i calzini spaiati in giro per casa, la biancheria sporca sempre sotto al letto e, il più fastidioso di tutti, gli piaceva masticare gomme. No, non masticarle, farle scoppiare.

« Un giorno tornai a casa, veramente irritata, sperando in un po' di compassione, che, puntualmente, non arrivò. Ecco Dean, sdraiato sul divano, una bottiglia di birra in una mano, il telecomando nell'altra, occupato a masticare la sua gomma. No, non la stava masticando, la stava facendo scoppiare! Non ero in vena di tollararlo, e gli dissi “Fa scoppiare quella gomma un'altra volta...”. Lui alzò la testa solo in quel momento, come se si fosse appena accorto di me, e, con un ghigno irrisorio, quasi di sfida, lo fece.

« Avrei potuto scegliere tra una vasta gamma d'incantesimi per mettere in atto la mia minaccia: insomma, ero una strega diplomata, e con ottimi voti! Invece presi il suo fucile da caccia babbano, quello di cui si vantava con gli amici e che non aveva mai effettivamente usato, e sparai due colpi d'avvertimento.

« Dritti dentro la sua testa. »


Cat's corner: Terribile ritardo, perdonatemi! È che ho appena iniziato la scuola (sono in prima superiore) e mi sta prendendo un sacco di tempo. Comunque spero di riuscire a pubblicare i capitoli per tempo, d'ora in poi.
Grazie per aver letto,
C a t 
Credits: Grazie a Bertu per il betaggio.

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Capitolo 3
*** Hanna: Six ***


HANNA: SIX

« so that night, when he came home from work
i fixed him a drink, as usual.
You know, some guys just can't hold their Draught of the living death! »

« Non ebbi molto fortuna con la scuola: non ero una studentessa modello, brillante e diligente, e me la cavai appena con la sufficienza. Dopo il diploma non riuscì a trovare lavoro. Passai quattro anni terribili; sopravvissi solo grazie ai soldi che mi passavano mensilmente i miei genitori. Fu un vero supplizio. Poi Madama Rosmerta, conoscendo la mia situazione, mi contattò, facendomi sapere che aveva bisogno di una cameriera. Iniziai a lavorare quel settembre: non era un impiego che avrei scelto di mia spontanea volontà, ma, considerando tutto, mi sembrò sciocco rifiutare. E poi guadagnavo bene, e avevo pure un alloggio proprio sopra la locanda.

« Conobbi Neville perché lui, in qualità di professore di Hogwarts, aveva il dovere di accompagnare gli alunni ad Hogsmeade. Lo conoscevo già di vista, a scuola frequentavamo lo stesso anno, ma non avevamo mai parlato molto. Lui veniva ai Tre Manici di Scopa, si sedeva al bancone, ordinava il cocktail rosa che gli piaceva tanto e rimaneva lì a chiacchierare con me fino a quando doveva riaccompagnare i ragazzi a scuola. Mi parlava del suo lavoro, dei suoi amici, della sua famiglia. Mi disse che era single e che viveva solo in un appartamento nella scuola.

« Fu così fino a metà marzo, quando venne licenziato. A causa di uno scandalo, dicevano alla locanda, ma io avevo imparato a non dar importanza a quei sussurri. Lui tornava comunque lì tutte le sere, ordinava il suo cocktail rosa pallido, aspettava l'orario di chiusura e poi mi portava a fare un giro. Mi trasferii da lui tre mesi dopo e, come si aspettavano tutti, ci sposammo.

« Single, mi disse! Single col cavolo! Non solo era sposato, aveva altre sei mogli! Era uno di quei mormoni. Trovai una scatola con altre sei fedi e, anche se potrò sembrare stupida, riuscii a fare due più due. All'inizio me la presi un sacco, ma poi mi tranquillizzai: era solo una scelta di vita, infondo.

« Così, il giorno seguente, quando tornò a casa dal lavoro, andò tutto come al solito: si sedette sul divano, prese il giornale e io, da brava moglie, gli portai il cocktail rosa che ordinava sempre ai Tre Manici di Scopa.

« Sapete, certe persone proprio non reggono il Distillato di Morte Vivente! »

Credits: Betaggio di Bertu


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Capitolo 4
*** Pansy: Squish ***


Pansy: Squish

« And then he run into my knife.
He run into my knife ten times. »

« Quello tra me e Draco non fu un matrimonio d'amore: eravamo destinati a sposarci già da quando avevamo poco più tre anni. I nostri genitori organizzavano incontri e riunioni per far sì che legassimo e imparassimo a conoscerci: io partivo sempre piena di buoni propositi che lui, puntualmente, distruggeva. Era riservato e schivo e le poche parole che mi rivolgeva servivano a intimarmi di tacere. Si sedeva sotto un albero, il manico di scopa sulle gambe, e rimaneva tutto il tempo a lucidarlo e controllare i rametti della coda. Successivamente, a Hogwarts, entrammo nella stessa casa, e i nostri genitori ne furono estremamente contenti. Però non fu che un'altra delusione: certo, ero entrata a far parte della sua cricca, ma venivo trattata come un oggetto scenico più che come una persona.

« Raggiunti i vent'anni, come da contratto, ci sposammo. Avemmo un... contatto solo la prima notte di nozze, e io rimasi incinta. Non che Draco Malfoy si fosse improvvisamente votato alla castità, oh no! Aveva una sfilza di amanti che non si premurava nemmeno di nascondere. In compenso, mi toccava solo quando era ubriaco fradicio, e non si spingeva mai troppo in là. Quando persi il bambino fu un trauma. Lui mi guardava come se la colpa fosse solo mia, e no delle sue urla e dei suoi colpi violenti.

« Un giorno ero in cucina a farmi i fatti miei, stavo lavando i piatti, mentre un coltello incantato tagliava delle bistecche di pollo per la cena. Draco entrò di corsa con una bottiglia di Whiskey Incendiario in mano, che lanciò sul pavimento, mandandola in frantumi. "Te la fai con il lattaio!". Era in preda ad un attacco di gelosia, ma ormai capitava spesso. "Te la fai con il lattaio!" continuava a urlare, avvicinandosi sempre più. Mi prese per il braccio, e iniziò a precuotermi, continuando a gridare.

« Fu un colpo di bacchetta, e lui cadde sul mio coltello. Cadde sul mio coltello dieci volte. »

Credits: betaggio di Bertu

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Capitolo 5
*** Luna: Uh-uh ***


Luna: Uh-uh


La storia di Luna era la più tragica. Conobbe suo marito Rolf grazie al Cavillo, il giornale per cui lavorava. Lui condivideva le sue idee rispetto Nargilli, Ricciocorni Schiattosi e tutti gli altri animali che suo padre aveva inventato nel corso degli anni. Le inviava numerose lettere d'apprezzamento per gli studi che puntualmente pubblicava sul Cavillo, alle quali aggiungeva la sua opinione. Iniziarono a uscire insieme e, qualche anno dopo, si sposarono.
Durante il loro secondo anno di matrimonio Luna iniziò a registrare degli spostamenti di massa di Nargilli, che li portarono a trasferirsi nell'America del Sud, ai confini con la Foresta Amazzonica. All'interno di essa trovarono una tribù d'indigeni che veneravano esseri simili ai Nargilli e praticavano una medicina molto simile alla magia. Luna e suo marito entrarono a far parte di questa tribù, assorbendone cultura, costumi e lingua.
Vissero tranquillamente lì per più di cinque anni, lasciandosi quasi totalmente alle spalle la loro vita precedente. Un giorno, però, un gruppo di bracconieri che fuggiva alle autorità Sudamericane riuscì ad entrare nella tribù, creando scompiglio. Tra Luna e Rolf non c'era più affiatamento come al principio del matrimonio: lui iniziava a sentire la mancanza del tenore di vita che avevano in Inghilterra, della sua famiglia e dei suoi amici, mentre lei sarebbe volentieri rimasta tra i selvaggi. Questo, sommato all'ingenuità di Luna, la portarono tra le braccia di uno dei bracconieri: le sue promesse di amore eterno e felicità la fecero innamorare, portandola persino a progettare una fuga.
Non poteva però immaginare che l'uomo stesse mirando alla ricchezza del marito e che, invece di una fuga, stesse progettando un omicidio: avrebbe ucciso Rolf e poi, dando la colpa a Luna e consegnandola alla polizia, sarebbe scappato con l'amante in un paese dell'Europa Orientale.
La parte riguardante l'omicido era la più confusa: la ragazza, totalmente dimentica della lingua inglese, era riuscita ad esprimersi solo a gesti, dando una versione completamente diversa rispetto a quella dei giornali. Un unico punto combaciava in entrambi i racconti: l'uomo era stato ucciso da un potente veleno ed era stato trovato al limitare della foresta, tra le braccia della moglie, grazie ad una soffiata anonima. In principio si era pensato ad un serpente, ma, non essendo presenti morsi sul corpo della vittima e avendo trovato le mani dell moglie cosparse della letale sostanza, si era passato facilmente all'omicidio.

« Ma allora sei stata tu? » chiese confusa Hermione dopo aver ascoltato il racconto da Ginny, guardando nel punto dove pensava si trovasse la cella di Luna.

« Uh-uh. Non colpevole. »

Angolo autrice: Lo so, lo so, sono in tremendo ritardo. E non ho scusanti, perché i capitoli sono già tutti pronti e betati dalla grandissima Bertu. Questo capitolo è piuttosto diverso dagli altri, ma mi piace particolarmente. Un bacio, Catherine.

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Capitolo 6
*** Astoria: Cicero ***


Astoria: Cicero


« I can't remember a thing, it wasn't until later,
when i was washing the blood off my hands,
I even knew they were dead. »

« Conobbi mio marito in un modo non proprio... casto. Io ero una ballerina in uno strip-club, uno dei più famosi del mondo magico, e Blaise era un cliente abituale: veniva lì tutti i sabati sera, lanciava un po' di monete sul palco, ordinava da bere e poi mi pagava per seguirlo nel privè. "Sei la mia preferita", diceva quando finivamo. "Troverò un modo per farti uscire da qui", ripeteva, dando per scontato che odiassi il mio lavoro. Comunque, un modo lo trovò: sposandomi.

« Lui era un ricco figlio di papà, io un arrampicatrice sociale: mai esistita coppia meglio assortita! Cercai di convincerlo a mettere i soldi per un progetto che mi svolazzava in testa da un po' di tempo, e, con molta difficoltà, riuscii a farmi finanziare. Così io e mia sorella Daphne partimmo per una tournèe nei migliori teatri, Babbani e non, mettendo in scena uno spettacolino acrobatico, e lui venne con noi.

« Facevamo venti numeri acrobatici di fila: uno, due, tre, quattro, cinque, spaccata, aquila ad ali spiegate, doppio salto mortale, flip-flop uno dietro l'altro. Eravamo perfettamente sincronizzate e ci mettemmo poco ad essere conosciute in tutta Inghilterra. Avevamo spettacoli ogni sera, con incassi record e un pubblico che ci adorava.

« Non andava tutto perfettamente, però, tra di noi. Io e mia sorella litigavamo spesso per decidere chi dovesse fare questo o quel numero, entrambe vogliose di essere l'unica al centro dell'attenzione del pubblico, e mio marito sembrava aver ripreso il vizietto che lo spinse a sposarmi. O, più probabilmente, non l'aveva mai abbandonato.

« Una notte prima dello show ci trovavamo al Cicero, un hotel lussuosissimo poco distante dal teatro dove ci saremmo esibite il giorno dopo. Eravamo solo noi tre, bevendo e divertendoci come non accadeva quasi mai. Finimmo il ghiaccio, e io scesi alla reception per prenderne dell'altro. Quando tornai su, trovai Daphne e Blaise che facevano il numero diciassette sul mio letto: l'aquila ad ali spiegate. Lanciai loro un Sectumsempra, solo per ferirli, e poi ci fu un blackout totale nella mia mente.
« Ecco, ero in uno stato di shock totale che non riesco a ricordare niente. Solo mentre mi stavo lavando il sangue dalle mani, capii che erano morti. »
Credits: betaggio di Bertu.

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Capitolo 7
*** Ginny: Lipschitz ***


Ginny: Lipschitz

« I guess we can say we broke up because of artistic differences:
he saw himself as alive,
I saw him dead. »

« Harry Potter fu la mia cotta da adolescente, ma un po' tutte eravamo innamorate di lui: insomma, era il mago che aveva sconfitto Voldemort a nemmeno un anno d'età. Fu una sorpresa quando il Bambino Sopravvissuto, ormai diventato un uomo, dimostrò un suo interesse nei miei confronti. Presi l'occasione al volo e, dopo l'ultimo anno di scuola, ci sposammo.

« Comprammo una casetta a Godric's Allow, avemmo tre figli e vivemmo felici e contenti a lungo. Lui lavorava come Auror al ministero assieme a mio fratello Ron, che intanto si era sposato con Lavanda Brown, e io mi occupavo di casa e bambini. Ci sorprendemmo tutti quanti quando lui lasciò il lavoro per diventare un pittore. Era un uomo davvero artistico e sensibile, e faceva dei quadri splendidi, che non ebbero però molto successo. I bambini erano ormai ad Hogwarts per la maggior parte dell'anno, e ciò voleva dire tre bocche in meno da sfamare, ma anche noi due dovevamo pur campare con qualcosa.

« Percui, mantre io mi spaccavo la schiena facendo anche più lavori alla volta, lui continuava a ripetere che doveva cercare sé stesso. Così lui usciva tutte le sere e sulla strada trovava Ruth, Gladys, Rosemary e un certo Irving Lipschitz.

« Si può dre che rompemo per divergenze artistiche: lui si vedeva libero, mentre io lo vedevo morto. »




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Capitolo 8
*** Hermione: Cheat ***


Hermione: cheat

« Cormac McLaggen mi fece una corte spietata ad Hogwarts. Non era esattamente il mio tipo: troppo pieno di sé, così sicuro di ciò che faceva e assolutamente pronto a sacrificare lo studio per il suo prezioso ruolo di portiere nella squadra di Grifondoro¹. Uscii con lui due volte, durante il quinto anno, solo perché non avevo nessuno con cui passare le gite ad Hogsmeade, ma lasciai perdere subito: si era dimostrato un emerito idiota, proprio come mi aspettavo. Poi, però, qualcosa lo cambiò e, durante l'ultimo anno di scuola, riuscì a strapparmi un altro appuntamento. Mi convinse che il modo in cui si comportava era una maschera, che gli interessavo davvero e che con me voleva fare sul serio. Così iniziammo a frequentarci: più che altro, studiavamo assieme in biblioteca, ci sedevamo vicini in Sala Grande e in Sala Comune e andavamo ad Hogsmeade insieme. Era una cosa molto adolescenziale, e fu un tira-e-molla anche fuori da Hogwarts: il nostro lasciarci e riprenderci durò per anni, e terminò con un matrimonio troppo affrettato.

« Tra me e Cormac, però, c'era almeno una cosa positiva: la passione. Era su quello che si basava il nosto matrimonio – oltre, certo, al suo sconfinato amore nei miei confronti. Non che io non lo amassi: gli volevo molto bene, ma il mio amore era nettamente inferiore a quello che provava lui per me. Ahimè, quel sottile pilastro che portava avanti la nostra relazione si sgretolò sotto il peso degli anni, e io iniziai quasi ad odiarlo, quello sciocco, che pensava gli fossi devota come al principio.

« In più, io volevo fama, essere conosciuta ovunque, mentre lui si accontentava semplicemente del suo stupido posto da Florian Fortebraccio e voleva mettere su una famiglia. Una famiglia! Come se non sapesse che tutto ciò mi avrebbe soltanto frenata.

« Così conobbi Fred Weasley, che possedeva tutto ciò che bramavo e che Cormac non poteva più darmi: passione, avvenenza e una promessa di fama e popolarità. Accecata, caddi facilmente tra le sue braccia, e iniziai a tradire ripeutamente Cormac, che, pur di portare qualche soldo in più per soddisfare i miei bisogni, lavorava pure di notte. "Ti presenterò a questo mio amico!" mi diceva Fred, "diventerai famosa ovunque!" continuava, mentendo spudoratamente.

« Una notte insistetti più del dovuto, e Fred perse la pazienza. "Stupida vacca, credevi veramente a ciò che dicevo?" mi urlò mentre si rivestiva, "ti facevo più intelligente, e invece sei buona solo ad aprire le gambe al primo che passa!". E io, come una stupida vacca, me ne stavo rannicchiata in un angolo, piangendo. O, almeno, feci così finché una furia incredibile si impossessò del mio corpo, facendomi agguantare la baccheta e lanciare un Avada Kedavra. Lo colpì dritto al centro del petto, senza dargli il tempo nemmeno di finire la frase, e facendogli sbattere la testa sul tavolino.

« Cormac stette al mio gioco, in principio, dicendo alla polizia che lo aveva colpito per legittima difesa, visto che stava cercando di derubarci, e che lo aveva colpito con uno Stupeficium andato a male. Poi, però, quando seppe il nome della vittima, capì del mio tradimento, e smise di coprirmi, raccontando all'Auror² come stessero veramente le cose.

« E io capii tutto in quel momento: quanto ero stata ingrata con quell'uomo che mi amava così tanto, e quanto fossi stata stupida a sposarlo: se non lo avessi fatto, probabilmente ora non sarei qui a parlare con voi! »


¹Nel mio strano universo in cui Hermione riesce a finire in prigione (really?), non è mai diventata amica diventata amica di Ron e Harry, e quindi non ha lanciato il Confundus a Cormac durante le selezioni.
²Suppongo che, rintracciando una Maledizione Senza Perdono, il Ministero abbia preferito mandare un Auror.

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