Ain't fun.

di GinnyW
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo e scheda. ***
Capitolo 2: *** in viaggio per Hogwarts. ***
Capitolo 3: *** Il ballo ***
Capitolo 4: *** Non è un appuntamento ***
Capitolo 5: *** Via il vestito via il dolore ***



Capitolo 1
*** Prologo e scheda. ***


Il Il treno sbuffò nuovamente, segno che ormai stava per partire.
I ragazzi si affrettarono a fare gli ultimi saluti, chi con le lacrime agli occhi, ad esempio i primini, chi con un sorriso sulle labbra.
Quell’anno sarebbe stato un anno grandioso, per qualcuno ci sarebbero stati i G.U.F.O. per qualcun altro i M.A.G.O. , ma comunque l’ennesimo anno ad Hogwarts, fatto di studio, divertimento e tanto altro.
Tutti, in un modo o nell’altro, cercavano di scappare dalla monotonia che si era creata durante quelle vacanze estive, e non potevano essere più felici di ricominciare la scuola, o magari di rivedere persone care.
Passato qualche minuto il treno prese velocità, e sparì agli occhi dei genitori.
Un nuovo anno era cominciato.

Angolo autrice:
Questa, signori e signore, è una storia interattiva, per questo motivo il mio prologo è molto piccolo, non potendo ancora scrivere dei vostri personaggi.
Spero partecipiate in molti, il limite di posti è 15, non più di tre a persona :D
X GinnyW.





NOME:
SECONDO NOME (facoltativo):
COGNOME:

ANNO FREQUENTATO:
ANNI + DATA DI NASCITA:
CASA DI APPARTENENZA:
DESCRIZIONE FISICA (niente ragazzi/e perfetti/e):
DESCRIZIONE CARATTERIALE (niente ragazzi/e perfetti/e):
MATERIE PREFERITE:
MATERIE ODIATE:
LUOGO PREFERITO:
ANIMALE DOMESTICO (facoltativo):
COTTA/STORIA D’AMORE:
QUIDDITCH:
PREFETTO/CAPOSCUOLA:
CURIOSITA’/STRANEZZE:
PATRONUS:
BACCHETTA:
STATO DI SANGUE:
AMICIZIE:
ORIENTAMENTO SESSUALE:
STORIA BREVE DELLA FAMIGLIA:
STORIA BREVE DEL PERSONAGGIO:
Eventuale immagine del personaggio (facoltativa):


Squadre di Quidditch:
Serpeverde

Capitano: Lorcan Scamander.
Cercatore: Lorcan Scamander.
Cacciatori: Albus Severus Potter, Scropius Hyperion Malfoy, Arya Zabini
Battitori: Marion Nott, Vale_Misti.
Portiere: Kile Black

Corvonero
Capitano: Molly Weasley.
Cercatore: Allison Keats
Cacciatori: Lily Luna Potter, Dominique Weasley, Theresa Light
Battitori: Lysander Scamander, Jace Garristen
Portiere: Molly Weasley.

Tassorosso
Capitano: Libero.
Cercatore: Lucy Weasley.
Cacciatori: Alice Paciock, Lara Crowl, libero.
Battitori: Hugo Weasley, Melody Jensen.
Portiere: Libero.
Grifondoro
Capitano: James Sirius Potter.
Cercatore: James Sirius Potter.
Cacciatori: Fred jr. Weasley,Skyler White, libero.
Battitori: Roxanne Weasley, Frank Paciock.
Portiere: Dylan Waters
Prefetti Serpeverde Tassorosso Corvonero Grifondoro
5anno Connor, libero Alice, Melody Louise, libero Liberox2
6anno Lorcan, Arya Liberox2 Lysander, Merope. Rose, libero
7anno Liberox2 Liberox2 Liberox2 Liberox2
Caposcuola Vale_Misti Libero Libero Dylan



Personaggi:
Scegliete il personaggio per la vostra eventuale storia d’amore.
Personaggi in grassetto occupati.


James Sirius Potter, settimo anno, Grifondoro, 17 anni.
Fred jr. Weasley, settimo anno, Grifondoro, 17 anni.
Roxanne Weasley, sesto anno, Grifondoro, 16 anni.
Rose Weasley, sesto anno, Grifondoro, 16 anni.
Frank Paciock, settimo anno, Grifondoro, 17 anni.
Lucy Weasley, quinto anno, Tassorosso, 15 anni.
Hugo Weasley, quarto anno, Tassorosso, 14 anni.
Alice Paciock, quinto anno, Tassorosso, 15 anni.
Molly Wealey, settimo anno, Corvonero, 17 anni.
Lily Luna Potter, quarto anno, Corvonero, 14 anni.
Dominique Weasley, sesto anno, Corvonero, 16 anni.
Lysander Scamander, sesto anno, Corvonero, 16 anni.
Louise Weasley, quinto anno, Corvonero, 15 anni.
Albus Severus Potter, sesto anno, Serpeverde, 16 anni
.
Scorpius Hyperion Malfoy, sesto anno, Serpeverde, 16 anni.
Lorcan Scamander, sesto anno, Serpeverde, 16 anni.

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Capitolo 2
*** in viaggio per Hogwarts. ***


Il treno, come ogni anno, era pieno zeppo di studenti, non solo negli scompartimenti ormai quasi tutti occupati, ma anche nel corridoio, dove la gente si salutava come se non avesse dietro una fila di persone che voleva raggiungere il proprio scompartimento.
Una lunga fila di studenti stava, appunto, aspettando una ragazza che aveva avuto la brillante idea d’iniziare una lunga chiacchierata con un’altra ragazza.
Un coro di lamentele partì quando Skyler poggiò il suo baule contro il muro, segno che ne avrebbe avuto ancora per molto.

Skyler Lee White indossava una canottiera, nonostante l’aria di settembre iniziasse a farsi sentire, che le lasciava le braccia scoperte, facendo così vedere completamente il suo fantastico tatuaggio.
Rappresentava un drago che nasceva dal fuoco, e le ricopriva tutto il braccio destro, finendo poi con la coda attorcigliata al polso, a mo’ di bracciale.
La gente non le chiedeva nemmeno a che casa appartenesse, perché di coraggio per farselo ne doveva aver avuto tanto, considerando anche, soprattutto, il dolore provato.
Molti si chiedevano come avesse fatto una ragazza così a sopportare un dolore simile, era magra, ma non troppo, con i fianchi stretti e la vita sottile, e non molto alta, capelli neri, molto neri, leggermente mossi, e lunghi. Occhi azzurro chiaro, con striature tendenti al grigio verso l'interno. Labbra molto rosse e pelle chiara.
Però era anche molto affascinante, in effetti quel drago era un po’ come lei, si vedeva proprio che aveva un’aria pericolosa, ribelle, impulsiva e orgogliosa.

Una fila di persone si era creata anche dietro Dominique Weasley, la sua interlocutrice, che nel frattempo si era poggiata alla porta scorrevole di uno scompartimento, come se fosse affaticata, mentre in realtà stava cercando di far riposare i suoi piedi.
Ma qualcuno, seppur inconsciamente, salvò quella che si sarebbe trasformata in una battaglia all’ultimo sangue per passare.
La porta del suddetto scompartimento venne aperta di scatto, facendo finire Dominique all’interno di quest’ultimo, che per stare in equilibrio trascinò anche Sky, afferrandole un polso, cadendo rovinosamente l’una sopra l’altra.
Il baule di Skyler venne ‘gentilmente’ ‘passato’ a Louis Weasley, o anche colui che aveva aperto la porta, che prontamente lo riporse nell’apposito scompartimento per poi andare via velocemente, non prima di aver accennato un saluto.
A quel punto Sky, dopo essersi rimessa in piedi, si affacciò alla porta dello scompartimento.

-Ti sembra il modo di passare un baule? Potevano esserci cose fragili all’interno e tu l’hai lanciato! Dove credi di scappare, eh? Mi ricorderò di te, testa platinata!- Questo non fece che incrementare le risa dei suoi nuovi coinquilini di vagone.
Lo scompartimento era occupato da ben cinque persone, escluse le nuove arrivate.
Roxanne Weasley stava ridendo apertamente, senza nemmeno nasconderlo, Rose Weasley, invece cercava di reprimere le risate che le premevano in gola.
Lily Luna Potter e Hugo Weasley, proprio come Roxanne, non nascondevano le loro risate mentre Lucy Weasley aveva adottato lo stesso metodo di Rose, fallendo miseramente dopo qualche secondo.
Pochi minuti dopo lo scompartimento era occupato solamente da Rose, Roxanne, Sky e Dominique, poiché Hugo era corso dai suoi compagni di Tassorosso, insieme a Lucy, mentre Lily era tornata al suo scompartimento d’origine, ovvero quello dei Corvonero.
Dopo aver parlato per un po’ anche Dominique aveva lasciato lo scompartimento, lasciando sole le tre ragazze, per raggiungere la migliore amica Tessa.
Sky era molto amica con Dominique, anche se entrambe avevano delle migliori amiche, Rose e Roxanne per Skyler, si volevano comunque molto bene, e a entrambe piaceva passare del tempo insieme.


Nel frattempo, Dominique era arrivata al suo scompartimento, trovandolo completamente vuoto.
Si guardò intorno, come a volersi accertare che nessuno si fosse nascosto.
Pochi secondi dopo si ritrovò con a pancia a terra, immobilizzata dal peso di un koala gigante, o questo era quello che pensava lei.
La vista le era oscurata da una massa di capelli rosso tiziano, e in quel momento capì che no, non era un koala ad esserle saltato addosso, bensì la sua migliore amica Tessa.

Theresa Evelyn Light era bassina, 1.60 scarso, corpo esile ma con le curve ben proporzionate. Aveva i capelli lisci, portati a carré con la frangetta, e gli occhi grandi e di un bellissimo grigio chiaro, incorniciati da lunghe ciglia scure. Viso ovale, pelle nivea con delle leggere lentiggini sul naso e sugli zigomi. Sopracciglia sottili, leggermente all’insù e labbra rosate.

Dominique la spinse di lato, e dopo essersi alzata, per la seconda volta in quella mattinata, abbracciò con slancio Tessa, come se non si fossero viste da anni, quando in realtà erano passati solo tre giorni.
Tessa, proprio come Dominique, frequentava il sesto anno e apparteneva alla casa dei Corvonero.

Risero e continuarono ad abbracciarsi, come fossero l’ancora l’una dell’altra, il quadretto perfetto, o almeno lo era fino a quando..
-Ehm, Ehm- Le due ragazze sciolsero l’abbraccio e si voltarono verso la porta dello scompartimento, completamente spalancato e con qualcuno poggiatovi sopra con la spalla.
Tessa sbuffò indispettita e lanciò un’occhiata scocciata al nuovo arrivato, che per tutta risposta fece un sorrisetto sghembo.
-Light, che piacere rivederti. Pronta a perdere la coppa di Quidditch? Adesso che il vostro capitano si è diplomato non avete speranze contro Grifondoro-
-La squadra non è composta soltanto dal capitano, Potter.- Tessa lo guardò con sfida, curiosa di quale sarebbe stata la sua risposta.

-Ovviamente, altrimenti avrei già vinto- James Sirius Potter, o come lo chiamava lei l’essere, poiché l’essere più insopportabile, egocentrico e pallone gonfiato di tutto il castello era troppo lungo, si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli e la guardò accennando sempre il suo sorrisetto.
Le si avvicinò lentamente, e tirò fuori la mano dalla tasca dei pantaloni, portandogliela ai capelli.
Le sistemò il fiore di biancospino tra i capelli, proprio accanto agli altri, e le sussurrò qualcosa ad un orecchio.
-Aggiungilo alla collezione, e buona fortuna per il quidditch, ne avrai bisogno- Uscì dallo scompartimento facendole l’occhiolino, mentre a lei saliva l’istinto omicida non tanto per il fiore, che era, inconsapevolmente ,la loro tradizione annuale, quanto per quel ‘ne avrai bisogno ’.
Ma chi si credeva di essere? Quella era tutta invidia dovuta alla sconfitta dell’anno prima.

Dominique la riportò alla realtà facendole notare, in modo poco carino, che sembrava una teiera pronta ad esplodere, e che le usciva del fumo dalle narici.
-Ma smettila, sappiamo entrambe che non è affatto vero- Fu la risposta della sua migliore amica.
Lo scompartimento si aprì di nuovo, rivelando un ragazzo.

Sebastian Jace Garritsen frequentava il sesto anno nella casa dei Corvonero, proprio come le due ragazze, e i tre formavano il trio perfetto.
Aveva i capelli castano/biondicci e gli occhi grigio tempesta.
La sua voce era profonda e il suo fisico asciutto e abbastanza muscoloso, dovuto anche al quidditch, essendo un battitore.
Si presentava come un ragazzo che ormai stava abbandonando le forme da ragazzino, cominciando ad avere dei lineamenti più da uomo, avvicinandosi soprattutto alla maggiore età. Tuttavia non era ancora un uomo fatto, i lineamenti del viso dalla carnagione piuttosto chiara, non erano molto marcati ma aveva quella peculiarità che poteva far intuire la sua età approssimativa facilmente. Era un ragazzo alto, intorno al metro e settantacinque, dal fisico non eccessivamente muscoloso ma ben piazzato. Gli occhi erano molto espressivi, profondi, cangianti, cristallini. Castano\biondiccio, spesso gli era stato consigliato di tagliare il più possibile i capelli ma non lo aveva mai fatto, li portava sempre e da sempre un pò lunghi, mossi in piccole onde dorate, mai realmente in ordine, una prerogativa che lo faceva sembrare più bambino e ribelle. Ma, costretto dalla sorella, li aveva trasformati in una cresta sistemata verso destra dal gel.
Aveva anche una cicatrice bianca sull'avambraccio, procuratasela a dodici anni mentre giocava con suo padre con la bacchetta.

Gli piaceva vestire bene ma in modo comodo in quanto passava la maggior parte delle sue giornate a camminare per il castello. La sua camminata e la sua espressione erano sempre sicura, spavalda, il modo di rapportarsi agli altri in modo cortese quanto ostico, sorrideva spesso in modo ironico quanto spontaneo. Molto ambiguo nei suoi gesti e nel suo modo di vestire e parlare, narcisista, sicuramente dopo la bacchetta, l'oggetto che amava di più era lo specchio.
Inoltre aveva il vizio di umettarsi le labbra quando era nervoso e non alzava mai la voce, trovandolo una calata di stile che uno come lui non poteva permettersi.
Si volevano molto bene, loro tre.

Passarono il resto della giornata a parlare, e nel momento in cui le raggiunsero Lily Potter e Molly Weasley il loro argomento divenne il quidditch.



Molly era, appunto, il nuovo capitano della squadra di Corvonero, ed era disposta a tutto pur di vincere anche quell’anno, volendo dimostrare il suo meritato titolo.
Anche la piccola di casa Potter voleva vincere a tutti i costi, avendo due fratelli maggiori in squadre diverse si sarebbe dovuta impegnare il doppio, pur di batterli.
Dominique era un talento naturale a quidditch, come se fosse nata con la pluffa tra le mani.
Infine Tessa, che aveva il solo scopo di distruggere quel Potter.
Niente l’avrebbe fermata, e lui aveva fatto in modo di mischiare la sua indole vendicativa con quella competitiva.
No, Grifondoro non avrebbe vinto quell’anno, o almeno così speravano loro.


Louis Weasley, un nome una garanzia, lo studente perfetto, almeno secondo i professori.
Molti lo rispettavano, altri lo invidiavano, ma a lui non importava poi più di tanto.
Molte ragazze gli facevano la corte, ed era uscito un paio di volte anche con qualcuna di loro, appuntamenti falliti miseramente.
Adorava studiare, Louis, e odiava la gente che invadeva il suo spazio, proprio come quella ragazza che aveva davanti.

Melody Jensen gli stava proprio davanti, mentre i compagni di Louise ridevano sotto i baffi.
Frequentava il quinto anno, ed apparteneva alla casa dei Tassorosso.
Aveva i capelli rossi lunghi fino alle spalle mossi, Melody, e occhi verdi tendenti all'azzurro.
La sua pelle era chiara, come fosse una bambola di porcellana.
Non era affatto bassa, anzi, tutto il contrario, era alta 1.72 cm, quindi doveva abbassare la testa per parlare con Louis, che era seduto proprio davanti a lei.
Non era ne magra ne grassa, con le curve a posto, ed aveva una spruzzata di lentiggini sul naso.


-Su, alzati!- Continuava a ripetere Melody.
Il tutto poteva apparire molto strano visto da qualcuno che non era a conoscenza della motivazione di quel piccolo battibecco.
Melody continuava a chiedergli di alzarsi, poiché convinta che il suo amatissimo gatto, Yukii, si fosse comodamente sistemato sotto il posto di Louise.
Il tutto perché Mel aveva dimenticato, accidentalmente, di chiudere la gabbia della sua amatissima Yukii.
Lo aveva cercato per un buon quarto d’ora, fino a quando non aveva visto la sua coda scomparire dentro quel vagone.
La porta dello scompartimento venne aperta nuovamente, facendone comparire una scompigliata Alice Paciock, a cui brillarono gli occhi alla vista dell’amica.

-Paciock, quale onore- Brontolò Louis.
-Hai trovato il gatto, Mel?- Alice lo ignorò completamente, rivolgendosi all’amica, che non staccava gli occhi di dosso da Louise.
-Basta così, io sono stata paziente con te, e tu hai ricambiato con una buona dose d’acidità! Adesso o ti alzi o..- Sembrava stesse recitando un copione, Mel, aveva puntato un dito contro il ragazzo e il suo tono di voce era molto diverso da quello che usava di solito, come se avesse trovato qualcun altro da trasformare.
-.. O cosa?- Melody non ebbe nemmeno il tempo di aprir bocca per rispondere che Yukii, che era venuto fuori da sotto la poltrona, si era aggrappato alla gamba di Louise, graffiandolo in più punti, e lasciando tutti sbalorditi.
Un’altra testa si affacciò alla porta dello scompartimento, rivelando Lara Crowl, ultima componente del trio d’amiche.

Lara aveva i capelli bruni, lunghi fino a metà schiena, gli occhi color cioccolata e la pelle che sembra sempre abbronzata.
Inoltre, come Mel e a differenza di Alice, era molto alta, 1.75 cm per essere precisi, e grazie al Quidditch aveva anche un fisico asciutto.
Anche lei frequentava il quinto anno tra le fila dei Tassorosso.
-Vedo che l’avete trovato- Sembrava sollevata di vedere Yukii, tanto da non importargliene nulla del fatto che stesse per staccare la caviglia a Louis Weasley.

Incrociò per un momento lo sguardo di Lysander Scamander, Corvonero del sesto anno, e arrossì vistosamente.
Lara era una persona molto timida, e inoltre il fatto che fosse cotta di Lysander dal primo anno non faceva altro che farla arrossire vistosamente, e dire o fare cose stupide.
Il sorriso per aver trovato il gatto della sua migliore amica le morì in volto, e dopo aver farfugliato qualcosa si allontanò di scatto dallo scompartimento, finendo addosso alla signora dei dolci e facendo finire tutto a terra, oltra che fare un gran fracasso, fortunatamente tutti i dolci erano ben sigillati nelle loro confezioni di plastica.
Farfugliò qualche scusa alla signora dei dolci, e iniziò a rimettere a posto i dolci, seduta a terra, sperando di scomparire da un momento all’altro.
Nel frattempo nello scompartimento erano quasi tutti scoppiati a ridere.



Fortunatamente qualcuno ebbe il buon senso di aiutarla, un ragazzo di Serpeverde che aveva visto si e no un paio di volte in sala grande, Kile Black, le sembrava si chiamasse, poiché Melody era troppo impegnata a litigare con Luois Weasely, e Alice faceva di tutto per placare le acque.
Dopo che ebbero sistemato tutti i dolciumi quest’ultimo se ne andò senza dire una parola.

Kile Frederick Black frequentava il settimo anno e apparteneva alla casa dei Serpeverde.
Aveva i capelli castano scuro e gli occhi azzurri tendenti al verde, ma quando si arrabbiava si potevano notare delle striature violacee.
Piuttosto alto, circa 1,86 cm, con un fisico asciutto, dovuto agli allenamenti di Quidditch, dove giocava nel ruolo di portiere.
Il ragazzo proseguì per la sua strada, fino a raggiungere il suo vagone che era occupato unicamente da Serpeverde.


C’era Albus Severus Potter, che insieme a Scorpius Hyperion Malfoy e Lorcan Scamander raccontava a Marion Nott, Arya Zabini e a Cathubodva Hunter qualcosa riguardo alla caduta di due ragazze per mano, anche se inconsapevolmente, di Luois Weasley, il cugino di Albus.
-Scorpius, non si lanciano i bauli in quel modo, non è da gentiluomini- Affermò sarcasticamente Kile, andandosi a sedere davanti a Cath e accanto ad Albus.
Scorpius rise sommessamente e rispose all’amico.
-In realtà è stato Albus a lanciarlo, ma Skiller ha visto soltanto me, quindi-
-Si chiama Skyler, ed è una mia amica quindi attento a come parli- Lo mise in guardia Marion, puntandogli un dito contro con fare scherzoso facendogli alzare le mani in segno di resa.
- Niente risse oggi, Kile?- Chiese poi Lorcan, mettendosi comodo, pronto a sentire l’ennesimo racconto.
-Per chi mi hai preso? Sono un galantuomo, io!- Al che le tre ragazze scoppiarono a ridere rumorosamente, guadagnandosi le occhiate stranite dei ragazzi.
La loro era una cerchia molto ristretta che comprendeva appunto loro sette.
Non che non avessero altri amici all’infuori del gruppo, ma solitamente preferivano stare tra di loro, anche se di tanto in tanto le ragazze si isolavano per parlare di cose che i ragazzi non avrebbero potuto capire, facendoli incuriosire ancora di più e portandoli a spiarle con il mantello dell’invisibilità di Albus, che aveva barattato con James in cambio della mappa.


Arya Eltamin Zabini era una ragazza dalla carnagione mulatta, ma tendente molto verso l'olivastro. Occhi blu ereditati dal padre e capelli neri ereditati dalla madre.
Non eccessivamente magra e con tutte le curve al posto giusto, abbastanza alta ma non esageratamente.

Arya era, tra di loro, quella con meno amiche, non perché non fosse in grado di trovarsi qualcuno, ma poiché lei considerava tutte troppo stupide, che pensavano solo ai ragazzi e a come farsi belle per loro, mentre a lei non importava un bel nulla.
Per anni le avevano insegnato come si sarebbe dovuta comportare un ‘brava signorina’ non facendo altro che farla chiedere a riccio, e nonostante adorasse suo padre, doveva ammettere che i suoi insegnamenti erano stati un tantino maschilisti.
Poi era arrivata ad Hogwarts, e tutto era cambiato.
Aveva conosciuto Albus e Scorpius, non che non conoscesse già il secondo, ma non si erano mai considerati amici in passato.
Con Albus era stato semplicissimo stringere amicizia, sembrava così impaurito i primi giorni, che le aveva fatto quasi tenerezza.
Con Scorpius invece c’era voluto più tempo, entrambi erano diffidenti e riservati, ma alla fine, grazie anche all’aiuto di Albus, erano riusciti a diventare ottimi amici, i migliori.
Kile era entrato a far parte del loro gruppetto quasi subito, con la sua aria da ribelle, sembrava sfidare il mondo con gli occhi, quasi inconsapevolmente.
Marion inizialmente era, come Albus, un cucciolo smarrito, e il fatto che la sua unica amica, dei tempi, non facesse parte della sua stessa casa l’aveva rattristita molto.
La prima persona con cui aveva fatto amicizia era stata Lorcan, che ai tempi si era separato per la prima volta dal gemello, finito trai i Corvonero.
Il fatto che Albus conoscesse Lorcan, non poi così bene ai tempi, aveva fatto in modo di unificare i sette, creando quello che sarebbe stato il loro gruppo in futuro.
Cath era stata l’ultima ad entrare nella loro stretta comitiva.
Guardava tutti con sguardo strano, quasi a volergli cavare informazioni senza nemmeno aprir bocca.
Arya aveva subito provato affetto verso quella strana ragazza.
Non era la prima volta che la vedeva, molte volte era presente ai party che i suoi genitori davano, ma stava sempre sola, evitando di proposito le altre bambine.
Avevano iniziato a sedersi accanto durante le lezioni, entrambe non avevano spiccato parola per giorni, fino a quando un giorno non si erano ritrovate a ridere insieme, guardando Marion dormire durante l’ora di storia della magia, odiata da quest’ultima.


In realtà il gruppo era formato da otto persone, ma l’ultimo componente non si era ancora fatto vedere, poiché era richiesto nel vagone dei prefetti, essendo stato nominato proprio quell’anno, inoltre sarebbe passato anche dallo scompartimento del fratello di Albus, che lo ammirava, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Lui era il più piccolo nella cerchia, il suo nome era Connor ed era il ragazzo più divertente dell’intero castello.

-Allora Eltamin, passate belle vacanze?- Le chiese, sorridendo sghembo, Scorpius.
Lui sapeva, e lo sapeva benissimo, che nessuno poteva chiamarla in quel modo, a parte il fratello ormai diplomato.
-Scorpius Hyperion Malfoy, vuoi forse far estinguere la tua casata?- Il sorriso finto di Arya avrebbe potuto vederlo anche un cieco, tanta era l’ironia che aleggiava nella sua voce, mista alla minaccia.
-Oh, andiamo, scusami, prometto che non lo farò più. Ho notato che hai tagliato un po’ i capelli, ti stanno divinamente. E poi sono sicuro che quest’anno farai un lavoro grandioso come prefetto- Quello di Scorpius era stato un bel colpo basso, sapeva benissimo che la ragazza adorava essere adulata.
Lei evitò di rispondergli, non volendogliela dar vinta, ma gli sorrise comunque, era più forte di lei.




-Marion mi accompagneresti in bagno? Qui le finestre non si possono aprire- Chiese Cath all’amica, che annuì prontamente, prendendo il pacchetto di sigarette dell’amica.
Cathubodva Hunter era di altezza media, magra ma formosa, con gambe lunghe.
Portava una terza abbondante di seno, e i suoi capelli erano rosso sangue molto lunghi e ricci.
I suoi occhi erano grandi e color ambra contornati da lunghe ciglia.
Infine aveva un tatuaggio dove veniva raffigurata la runa ehiwaz (difesa) sulla nuca che si vedeva soprattutto quando portava i capelli legati.


-Se vuoi posso accompagnarti io, Cath- Le chiese allusivo Kile, facendo scoppiare a ridere Lorcan.
-Non sei divertente Kile-Gli rispose lei fingendo un sorriso.
Stava per aprire la porta dello scompartimento, ma qualcuno la precedette, spalancandolo e allargando le braccia, quasi fosse un Dio.


-Vi sono mancato?- Connor Pete Blake s’inchinò, davanti suoi amici, con fare molto teatrale e successivamente prese la mano di Cath e vi depositò un bacio.
Connor aveva i capelli castano chiaro, mossi, scompigliati, gli occhi chiari, medio-alto, sorriso "malandrino", sarcastico e storto.
Infine aveva tratti semplici quasi elfici, la pelle chiara, e il fisico nella norma.
-My lady, eri così impaziente di vedermi da venirmi a cercare?- Le fece l’occhiolino e si andò a distendere sul pavimento, con le braccia dietro la nuca e le gambe accavallate.
-Mi avresti sicuramente trovato nello scompartimento di..-
-Potter, Weasley e tutti gli altri, ho indovinato?- Sbuffò sarcastica.
-Mi chiedo come tu faccia a frequentarli, sono troppo impulsivi, quei Grifondoro, e l’unica cosa peggiore di un ragazzo impulsivo è un…-
-Un Tassorosso rammollito, e bla bla bla, quando cambierai discorso? Sono sempre uguali, proprio come la tua bellezza, non cambiano mai. Ah, Lorcan ti cercava ‘’Lysander’’- Gli fece un occhiolino, segno che non era certo Lysander a cercarlo, bensì una nuova conquista.


Lorcan e Marion e si scambiarono uno sguardo di sfida, ma nessuno dei due disse nulla, fin quando il ragazzo non si alzò e raggiunse la porta dello scompartimento.
Uscirono insieme, seguiti da Cath.
Marion si voltò stringendo i pugni, ma poco prima d’incamminarsi verso il bagno venne fermata da Lorcan, che le stringeva delicatamente il polso.
-Marion..?- La ragazza si voltò lentamente, notando il sorriso compiaciuto di lui, e aspettò che continuasse.
Lui, dopo essersi passato una mano tra i capelli, le consegnò un pacchetto di Black Devil alla vaniglia.
-Devono esserti cadute- Disse, per poi alzare i tacchi e dirigersi nella direzione opposta, con le mani in tasca e fischiettando.
No, Lorcan non sarebbe cambiato mai, pensò Marion sconsolata, guardandolo allontanarsi.



Marion Daphne Nott, frequentava, come la maggior parte di loro, il sesto anno tra i Serpeverde.
Aveva i capelli castani mossi legati sempre in un alta coda di cavallo, gli occhi verde prato ed era di statura media oltre che essere abbastanza formosa.
Proprio come l’amica aveva un tatuaggio dietro il collo, che raffigurava un infinito formato da un serpente che si mangiava la coda.
Aveva anche e una cicatrice sul ventre che partiva dal fianco destro e arrivava all'ombelico, ma non ne parlava mai, ed ne erano a conoscenza in pochi.
Sospirò amaramente e si diresse verso il bagno, in compagnia di Cath.


Nel frattempo, a qualche scompartimento di distanza c’era chi si stava divertendo, e anche molto.
Il vagone era occupato interamente da Grifondoro del settimo anno.
C’era James Sirius Potter, che dopo esser tornato dal suo abituale ‘giretto’, aveva iniziato a scherzare come sempre, programmare gli allenamenti di quidditch, le selezioni per il nuovo cacciatore, unico membro mancante della squadra, e ovviamente a sperimentare nuovi scherzi da fare, e parlare incessantemente delle sue conquiste estive.
Fred jr Weasley lo spalleggiava, come sempre, aggiungendo particolari di questo o quell’aneddoto.
Nel frattempo Frank Paciock ascoltava il tutto, mentre Dylan Waters rideva sommessamente.

Dylan Luke Waters era un Gifondoro del settimo anno, migliore amico dei tre ragazzi, formavano il quartetto perfetto.
Aveva i capelli neri, che non riusciva mai a tenere a posto, gli occhi d'ambra e la bocca carnosa.
Era alto e abbastanza muscoloso, e la sua pelle era olivastra.
-Oh, andiamo James, mi stupisco di te. Solo due ragazze in TUTTA l’estate?- Aveva un riproduzione di una pluffa in miniatura tra le mani, Dylan.
La passò a James, che l’afferrò prontamente.
-Non è che hai messo, e finalmente aggiungerei, la testa a posto, eh Jem?- Gli diede man forte Frank, facendo scoppiare Fred a ridere.
-Non è che ti stai innamorando?- Fred iniziò a sbattere convulsivamente le ciglia, fingendosi emozionato.
- Oh, ma piantatela! Tu invece, Dylan?- James rilanciò la mini pluffa al suo proprietario, con fare scocciato, mentre quello assumeva un’aria maliziosa.
-Tre ragazze e un ragazzo, direi che ti ho stracciato amico-
-Non mi hai stracciato affatto, quella spilla lì- Disse James indicando una spilla posata in malo modo sopra una dei posti liberi- Ha azzerato tutte le conquiste che hai fatto-
La spilla in questione aveva disegnato sopra una C, segno che il Grifone fosse diventato Caposcuola.
-Oh, ma questa spilla può sempre tornarci utile- Concluse Dylan, mentre gli altri tre sorridevano in modo strano.


La porta del vagone venne aperta da Merope Tomson, che frequentava il sesto anno tra i Corvonero.

Merope era bassina, i suoi capelli erano marrone chiaro, con uno strano ciuffo che cambiava colore a seconda dell'umore, lunghi fino alle spalle.
Inoltre aveva gli occhi verdi e il naso a patata.

Merope era una metamorfomagus, ma non completamente per quel che ne sapeva, visto che l’unica cosa che le cambiava colore era il ciuffo, e non avendo mai conosciuto i suoi genitori non poteva averne la certezza.
I genitori di Merope erano deceduti, a causa di un’incidente d’auto, e lei aveva passato il resto della sua vita in un orfanotrofio, fin quando non le era arrivata la lettera per Hogwarts.


Smistata tra le fila dei Crovonero, era la migliore amica di Lysander Scamander e di Fred jr Weasley.
Il suo rapporto con Fred però era leggermente diverso da quello con Lysander.
Un giorno sembravano essere il suo migliore amico, mentre il giorno dopo sembrava esserci qualcosa di più, che veniva prontamente scacciato via per paura di rovinare la loro amicizia.

-Prefetto Tomson, quale onore- Disse Dylan invitandola ad entrare con un gesto della mano.
-Caposcuola Waters, ero solo venuta a salutare Fred, oltre che voi- Rispose chiudendosi la porta alle spalle e accomodandosi accanto a James e difronte a Dylan, non prima di averli abbracciati tutti e quattro.

-Vedo che le notizie girano in fretta, e non ho nemmeno indossato la spilla.- Ci rise su, Dylan.
-Meno male che sei arrivata, dobbiamo raccontarti di uno scherzo grandioso per inaugurare l’anno, e ovviamente ci servi anche tu..- Iniziò James.

Pochi secondi dopo lo scompartimento si aprì di botto, rivelando una ragazzina di quattordici anni, e dato lo stemma sulla divisa, si poteva intuire che la sua casa di appartenenza fosse Corvonero.
I cinque ragazzi si girarono a guardarla, facendola sentire a disagio.
-Cercavo Lily- Si giustificò la ragazza.
-E’ nello scompartimento accanto- Le fece James.
-Grazie- La porta del vagone venne chiusa e la ragazza si affrettò ad aprirne un’altra.

Allison Amber Keats, Lis per gli amici, era la compagna di stanza di Lily Luna, nonché sua migliore amica.
Lis aveva dei lunghi capelli castani, abbastanza mossi, che le arrivano alla vita. I suoi occhi erano molto chiari, ma cambiavano colore in base alle sue emozioni, letteralmente.
Neri quando era stressata, marroni quando era nervosa, rossi quando era preoccupata, verdi quando era attiva, blu quando era amabile/affabile, turchesi quando era rilassata e violetti quando era romantica/innamorata.
Questo non le giovava affatto, perchè così era semplice capire il suo stato d'animo.
La sua pelle era molto chiara, le labbra rosse e il viso dolce, dai lineamenti teneri .
Inoltre era alta e molto magra, infatti Lily non faceva che ripeterle di mangiare di più.


Un tornado dai capelli rossi la travolse, letteralmente, facendole quasi perdere l’equilibrio.
Dopo essersi abbracciate per bene, Lis salutò anche gli altri ragazzi presenti nello scompartimento, non potendo fare a meno di arrossire al sorriso di Hugo Weasley, il cugino di Lily.

La ragazza, una volta seduta, si voltò verso il finestrino, osservando il paesaggio ormai buio.
Erano quasi arrivati ad Hogwarts, un nuovo anno era cominciato.


Angolo autrice:
Salve gente :D
Ecco qui il primo capitolo, spero vi piaccia, come spero vi piaccia il modo in qui ho rappresentato i vostri personaggi.
Ho preferito cominciare con il viaggio in treno in modo da poterli presentarli tutti senza farvi confondere, successivamente li rincontreremo ad Hogwarts.
Ci tengo a dire che i vostri personaggi mi sono piaciuti tanto, e mi sono divertita molto a scrivere di loro, inoltre, per chiunque volesse ancora iscriversi, sono disponibili gli ultimi due posti.
X GinnyW.


Skyler White e Allison Keats sono stati inventati da InsurgentRose.
Theresa Light è stata inventata di Cissy Lightwood.
Melody Jensen e Lara Crowl sono state inventate da oOMyaOo.
Kile Black è stato inventato da Devilenemis.
Arya Zabini e Sebastian Garritsen sono stati inventati da _ClaryFray_.
Cathubodva Hunter è stata inventata da Theshadowbehindthemoon.
Marion Nott e Dylan Waters sono stati inventati da Malfoy_Zabini_Nott.
Connor Blake è stato inventato da Sabaku No Konan Inuzuca.
Infine Merope Tomson è stata inventata da Kaki16.

Melody Jensen
Lara Crowl.
Skyler White.
Arya Zabini.
Kile Black.
Marion Nott.
Dylan Waters.
Allison Keats.
Sebastian Garritsen.
Theresa Light.
Ps. Per Cissy Lightwood: quando ho visto quest'immagine ho subito pensato che fosse perfetta per Tessa, fammi sapere se ti piace.

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Capitolo 3
*** Il ballo ***


Hogwarts, durante quei tre mesi estivi, non era cambiata di una virgola.
Come sempre riusciva a travolgerti, a farti sentire a casa, protetta da quei muri in pietra.
Gli studenti avevano ricominciato la solita routine, le lezioni, i compiti e tanto altro.
Le lezioni, appunto, erano iniziate da ben quarantacinque minuti quella mattina, ed erano in pochi ad avere la fortuna di avere un’ora buca. 


Il corridoio del terzo piano non era per niente affollato, se non per uno strano gruppo di ragazzi, che ogni tre per due si fermava e per poi riprendere a camminare.
Il gruppo era formato da ben quattro persone, che avendo saltato le lezioni con scusanti varie, si erano ritrovate, per i corridoi, per dare inizio ad un’altra delle loro solite burle.
Procedeva tutto liscio come l’olio, fin quando una voce rimbombò per la stanza, facendoli voltare allarmati, per poi rilassarsi subito dopo averne visto la fonte.
-Caposcuola Waters, non le sembra inappropriato quello che sta facendo?- La ragazza si diresse, a passo svelto, dal ragazzo sopracitato e da tutti gli altri.
-Prefetto Tomson, mi sembrava mancasse qualcuno-


 

Avevano uno strano rapporto Dylan e Merope, erano amici, facevano parte dello stesso gruppo, ma non si chiamavano mai per nome, non lo avevano mai fatto e non sembravano aver intenzione di cominciare.
C’era un tacito accordo tra i due, che si lanciavano ogni volta con lo sguardo, proprio nello stesso modo in cui si erano conosciuti, ma quella era un’altra storia.


Riuscivano a dirsi molte cose con lo sguardo, tant’è che ormai era diventata un’abitudine, cercare di capirsi senza emettere alcun suono.
Era il loro modo di scambiarsi i segreti senza che nessuno li scoprisse, sapendo di poter contare l’uno sull’altro.
Non si sarebbero mai traditi, lo sapevano bene.


 

Dylan non era certo Lysander per Merope, e Merope non era certo Frank o James o Fred per Dylan, ma a loro andava bene così.
-Non mi avete nemmeno aspettata prima di cominciare- Si finse offesa la ragazza, evitando accuratamente di salutare gli altri.
Nessuno ci fece poi tanto caso, il motivo era che Marion era sempre in ritardo, ma pretendeva comunque che gli altri l’aspettassero, fingendosi poi offesa quando non lo facevano.
-Adesso sei qui, non rimuginiamoci sopra- Tagliò corto James, continuando a camminare e a fermarsi, per poi ricominciare.


Fred, invece, si era fermato a guardare Merope, evitando di seguire James come ogni volta.
La guardò attentamente per un paio di secondi, senza che lei se ne accorgesse, per poi scuotere la testa e seguire il cugino.
Quello sguardo di sicuro però non era sfuggito a Frank, ne a Dylan, che subito dopo si erano scambiati un’occhiata carica di significati.


 

Frank e Dylan erano un po’ come fratelli, si conoscevano da sempre e il loro rapporto era sempre stato molto unito.
Entrambi non riuscivano a stare fermi per più di un secondo, preferivano pensare a qualche scherzo piuttosto che seguire le lezioni.
Avevano preso l’uno le abitudini dell’altro, anche le più strane, tipo il bere un bicchiere di latte e menta prima di andare a dormire, o di dormire al contrario prima di una partita di quidditch.


 

Frank, inoltre, era l’unico a sapere della cotta segreta di Dylan, non che volessero escludere James o Fred, solo che l’avrebbero ucciso, prima di prenderlo in giro per tutta la vita.
Frank se n’era accorto prima ancora di Dylan, aveva notato che non le staccava gli occhi di dosso, diventava nervoso quando la vedeva, e non gli era mai capitato con nessuno, ragazze incluse.
Ma la conferma gliel’avevano data gli odori che aveva sentito nell’amortentia, durante l’ora di pozione.


 

Fuoco, inchiostro e pergamena, mare.
Rose Weasley era l’amore segreto di Dylan Waters.
Era molto strana come cosa, considerando che lui di solito prediligeva le ragazze, o i ragazzi, facili.
Rose era tipa da maglioncino accollato, non da top striminzito, da gonna leggermente sopra il ginocchio, non a metà coscia, Rose era l’opposto dei ragazzi che Dylan frequentava solitamente.
Lei era una ragazza molto semplice, senza pretese.
Lei era pura, la persona più pura che lui avesse mai conosciuto, con quello sguardo limpido ti scavava a fondo, senza mai giudicarti, camminava leggera, quasi fosse un angelo, era sempre sincera, e non faceva mai le cose con cattiveria.
Lei era semplicemente troppo per lui, o almeno così pensava lui.


 

Poteva guardarla soltanto da lontano, altrimenti l’avrebbe sporcata, le avrebbe portato via quella purezza che le aleggiava intorno con i suoi peccati, e lui non voleva sporcarla con il suo sudiciume, perché lei era quel che era, perfetta secondo lui, mentre lui era soltanto un ragazzo, che fa cose idiote, commette errori e tutto il resto. 

 

Ma doveva darsi una mossa, perché ormai quello era il suo ultimo anno, e probabilmente non l’avrebbe più vista una volta diplomato.
-Connor non può coprirci le spalle a lungo, dobbiamo far presto, altrimenti …- Lasciò la frase in sospeso, Frank, ma bastò per far smuovere i suoi amici.
E continuarono quella che sembrava essere una strana passeggiata per i corridoi.


 


 

Connor Blake nel frattempo stava avendo una conversazione, piuttosto animata aggiungerei, con il custode, Gazza.
Erano davanti l’ufficio di quest’ultimo, e le loro voci potevano udirsi fino alla fine del corridoio.
Gazza, con il solito gatto tra le braccia, guardava Connor come si potrebbe guardare un bobbuttero particolarmente rivoltante, mentre quest’ultimo faceva di tutto per far uscire fuori di testa il custode.
La loro discussione riguardava proprio il gatto, che a quanto sosteneva Connor, aveva mangiato il suo topolino di compagnia, cosa alquanto strana, perché Connor non possedeva alcun topo, ma ovviamente questo il signor Gazza non poteva mica saperlo.


 

-Tu, piccolo ragazzino ripugnante, staresti insinuando che la mia adorata gatta, avrebbe mangiato il tuo altrettanto ripugnante topo? - 
-E’ quello che le sto spiegando da circa tre quarti d’ora, ma a quanto pare in quella sua testa non mancano solo i capelli- Connor tratteneva le risate come il migliore degli attori, mentre il custode si stringeva al petto la gatta, come a volerla proteggere dal ragazzo.
-Ragazzino insolente! Ti farò dare una punizione per questo tuo linguaggio…- Gazza non poté finire la frase che il ragazzo ricominciò a parlare a macchinetta.
-Oh, grazie al cielo! Pete, ti avevo cercato tanto- Per poi correre via, verso l’unica persona presente nel corridoio, a parte i due.
-Amica mia, me l’hai ritrovato!- Il custode li guardava con sospetto da lontano, mentre i due si allontanavano a passo svelto, o meglio, Connor trascinava Skyler via.


 

-Ci conosciamo?- Gli chiese Sky stranita, mentre il ragazzo continuava a camminare, e a portarsela dietro.
-Ti spiegherò tutto dopo, ti devo un favore dolcezza, io sono Connor comunque- Avevano camminato per un po’, con Sky che continuava a fare domande, e Connor che rispondeva in modo enigmatico, senza mai perdere il sorriso.
-Allora, razza di maniaco, adesso tu mi dici tutto quello che voglio sapere, altrimenti prima ti arriva un cazzotto sul naso, tanto per farti perdere quel sorrisetto insolente, e poi vado a dire alla McGranitt che mi hai sequestrata senza il mio permesso.-
Lui si fermò e le sorrise in modo molto ambiguo, per poi risponderle a tono.
-Da quando per sequestrare qualcuno serve il permesso?- Poi le strinse una mano intorno al polso, senza farle male, e riprese a trascinarla.
Svoltarono svariati corridoi prima che qualcuno ricominciasse a parlare.


 

-Dove stiamo andando? Pretendo di saperlo- Ovviamente il lato Grifondoro della ragazza si faceva sentire, mentre il leone che c’era dentro di lei ruggiva arrabbiato.
-Se te lo dico poi dovrei ucciderti-
Skyler, allora, stufa di tutti quei segreti, gli storse il braccio che le teneva il polso e gli fece fare un capriola in avanti, buttandolo per terra e salendogli sopra a cavalcioni, mentre gli puntava la bacchetta tra gli occhi.
Si sentì una risata in lontananza, e a quel punto entrambi distolsero lo sguardo l’uno dall’altra per portarlo alla fine del corridoio.
-Capitano!- Salutò Sky.


 

-Jem caro, potresti dire alla psicopatica che mi sta di sopra di togliersi leggermente di dosso? Non che sia fastidioso, ma poi la gente potrebbe anche pensar male- Fece malizioso Connor a James mentre Fred, Frank, Dylan e Merope raggiungevano i ragazzi, e scoppiavano tutti a ridere.
Skyler si sollevò e guardò in cagnesco il Serpeverde, mentre quest’ultimo si rimetteva in piedi come se non fosse accaduto nulla.
-Voi Serpi siete uno peggio dell’altro, ci si vede in giro capitano, ragazzi- Salutò Skyler per poi tagliare la corda, non prima che la voce di Connor la raggiungesse.
-Cinque punti in meno a Grifondoro per aver aggredito un prefetto, ci si vede in giro, e altri cinque per non esserti presentata!-


 

Nel frattempo i Serpeverde e i Grifondoro del settimo anno stavano avendo una lezione in comune, ovvero storia della magia, che vedeva come professore il fantasma Ruf, che, occupato com’era, non si era nemmeno reso conto della mancanza di quattro, dei suoi alunni, cosa che invece tutti gli altri avevano fatto.
Il professore si beava, per la prima volta, del silenzio che regnava in quella classe, spezzato soltanto dalla sua voce, poco gliene importava se la maggior parte dei presenti stesse dormendo.
All’ultimo banco, tra le fila dei verde-argento, sedeva una ragazza dai capelli castano scuro, ondulati e lunghi fino a metà schiena.
Aveva il viso ovale e la carnagione molto chiara, appena rosata sulle guance.
Il suo naso era piccolino, lievemente all’insù, le sue labbra piccole ma carnose, mentre i suoi occhi erano grigio-azzurri e cambiavano tonalità a seconda della luce.
Le ciglia lunghe e scure erano invece coperte da un ciuffo laterale.


 

Cassiopea Nashira Fawley, seduta di fianco a Kile Black, era l’unica a star ascoltando la lezione del professore.
Non aveva molti amici Cass, era una persona molto riservata, e timida, non le era facile fidarsi delle persone.
Era abituata ad essere trattare con freddezza le persone, essendo lei stata trattata con freddezza persino dai genitori.
Uno dei suoi pochi amici era Albus Sverus Potter, con lui la maschera di ghiaccio, che portava per nascondere il dolore interno, volava via, si scioglieva completamente mostrandola vulnerabile.
Aveva paura, Cass, paura di potersi affezionare troppo a qualcuno, perché i problemi iniziano proprio da lì.


 

E lei sapeva, ne era certa, che sarebbe stata delusa, ma a diciassette anni puoi avere delle certezze sbagliate, i tuoi pensieri, le tue certezze, sono un castello di carte costruito accanto ad una finestra aperta in pieno autunno.
Inizialmente non era stato semplice nemmeno per Albus aver a che fare con lei, non si sbilanciava mai, parlava solo se interpellata, si limitava a sorridere ed annuire non sciogliendosi mai in dimostrazioni d’affetto.


 

Lei doveva capire, studiare, decifrare e decidere se una determinata cosa era degna della sua attenzione, poi della sua fiducia, infine della sua amicizia.
Oltre ad Albus, la una delle sue poche amiche era Rose Weasley.
Nessuno riusciva a spiegarsi il perché, essendo due persone tanto diverse, ma ovviamente non c’è mica un perché quando si parla d’amicizia.
Al suo fianco, Kile sonnecchiava.
Erano molto simili Cass e Kile, avevano un passato familiare quasi identico, e lo stesso carattere venutone fuori di conseguenza. 
Entrambi erano stati costretti per anni a fingere di essere chi non erano.
Si conoscevano, ma non avevano mai voluto approfondire quella conoscenza, non erano mai voluti divenire amici.
Poco importava se le loro famiglie si conoscevano da anni, poco importava se erano uniti da qualcosa che nessuno dei due voleva.


 

Anzi, forse erano i motivi principali, quelli, entrambi credevano l’altro uguale alla propria famiglia, e preferivano starne alla larga il più possibile.
Kile non sapeva però che Cass covava dentro di se il più profondo degli asti per la propria famiglia, non sapeva che l’unica cosa che la ragazza avrebbe voluto fare era non tornare più in quella casa, li dove si sentiva una delusione, dove nessuno le diceva mai ‘sono orgoglioso di te’, li dove nessuno le dimostrava affetto.
E Cass on sapeva che per Kile era lo stesso.
Avrebbero potuto essere amici, ma nessuno dei due aveva intenzione di fare il primo passo, perché accecati dai pregiudizi.


 

Il banco davanti al loro era invece occupato da Gabriel Suarez.
Era un ragazzo dai capelli rossicci, con il ciuffo davanti gli occhi e una ciocca colorata di bianco e azzurro, i colori della sua nazione, l’Argentina.
Anche da seduto si poteva intuire la sua altezza, 1.80 per la precisione, non troppo magro e muscoloso.
La cosa più strana, e affascinante allo stesso tempo, di quel ragazzo erano gli occhi, di un grigio perla quasi trasparente, occhi che avevano incantato molte ragazza.
Era amico un po’ di tutti, e non aveva problemi a mostrarsi per quello che era, nonostante la sua leggera timidezza.
Gabriel aveva una sorella gemella, smistata tra i Grifondoro, che al momento era seduta proprio accanto a lui, avendo la lezione in comune.
Gabriela Suarez aveva, come il fratello, i capelli rossicci, lunghi fino al fondo schiena, che adorava portare in una coda alta, infine aveva la stessa ciocca colorata di Gabriel.
Inoltre i suoi occhi erano identici a quelli del fratello.
Ai due fratelli non piaceva molto storia della magia, la trovavano noiosa, così invece di seguire la lezione parlavano dei fatti loro.
I due ragazzi erano Argentini da parte di madre, e Londinesi da parte di padre.
Andavano fieri della loro doppia cittadinanza, e nonostante fossero stati smistai in case differenti, il loro rapporto non era mai cambiato.
Erano inoltre entrambi felicemente fidanzati con dei babbani.
Nonostante ciò, Gabriel era comunque molto geloso della sorella, e diventava davvero una furia se qualcuno le prestava più attenzioni di quanto non avrebbe dovuto.
Lei invece non ci faceva poi tanto caso, essendo innamorata del suo ragazza, con cui stava insieme da ben due anni.
Lui ovviamente non poteva sapere del fatto che lei fosse una strega, date le leggi magiche, ma avrebbe potuto saperlo nel momento in cui lei fosse stata sicura della propria relazione, e soprattutto non appena avesse raggiunto la maggiore età, e lo stesso valeva per il fratello.

La campanella suonò, facendo svegliare una buona parte degli studenti, annunciando la fine della lezione.
Gli studenti si apprestarono a lasciare l’aula, venendo investiti da un chiacchiericcio eccitato.
C’erano studenti ammassati, che si spintonavano tra di loro, e c’era chi invece se ne stava in disparte.
Quest’ultimo era il caso di Lara Crowl, e di altre ragazze, che al momento guardava schifata il manifesto attaccato al muro.


 

Indietreggiò, inciampando quasi suoi passi, e iniziò a sgomitare per attraversare il corridoio.
Non che non volesse arrivare in ritardo alla prossima lezione, ma aveva un conto in sospeso con qualcuno, che aveva appena visto e a cui stava andando incontro, e non aveva intenzione di perdere quel minimo di coraggio che aveva guadagnato. 
Passò davanti a Lysander senza nemmeno accorgersene, e non lo degnò nemmeno di uno sguardo, mentre quest’ultimo invece si aspettava il contrario, e si fermò davanti a Kile Black, che nel frattempo aveva quasi raggiunto il suo gruppo di amici. 


 

Lo fermò appena in tempo, e lo bloccò per un polso, costringendolo a girarsi verso di lei.
A quel punto le parole le morirono in gola, non sapeva più perché lo avesse fermato.
-Io.. Grazie- 
Kile invece la stava guardando stranito, molto probabilmente aveva già dimenticato quello che era successo sul treno, e lei gli sembrava una piccola pazza, quindi non proferì parola, fino a quando non fu lei a parlare di nuovo.
-Per avermi aiutata in treno.- Dopo di ciò gli lasciò il polso, che teneva ancora, e si allontanò cercando di non pensare alla figura che doveva aver fatto.


 

Lara tornò indietro, sempre sgomitando, fino a quando non raggiunse Alice e Melody.
Di sfuggita vide Lysander parlare con una ragazza, mentre le indicava il manifesto, e sorrideva per poi ricominciare a parlare di qualcosa a lei ignoto.
Dallo stemma ricamato sulla divisa della ragazza, doveva essere una Corvonero, proprio come Lys.
Le pareva si chiamasse Merope, o qualcosa del genere, ed era davvero un bellissima ragazza.
Questo non fece altro che farla sospirare rassegnata, perché lei non aveva nessuna possibilità con Lysander, e lo sapeva bene.
Non si unì alla conversazione di Alice e Melody, ma continuò a fissare uno dei manifesti attaccati alla parete.


 

Ballo di Natale in maschera.
Affrettatevi a trovare il vostro accompagnatore per il ballo, che ha come tema l’inverno.

Lei non aveva nessuna speranza di trovare un accompagnatore, insomma, chi avrebbe mai voluto andarci con una timida Tassorosso? Lei non era mica una spavalda Grifona, o un’elegante Serpe, tanto meno una perfetta Corva, lei era solo la semplice Lara.
I suoi pensieri vennero interrotti da Melody, che le diede un pizzicotto sul braccio.
-Tutto bene, Lara?- 
-Tutto ok- 
Melody la guardò stranita, fingendo di crederle, le avrebbe chiesto tutto inseguito. 
Erano un po’ gli opposti, Lara e Melody.
La prima timida la seconda più sfacciata.

Si, perchè Melody era senza peli sulla lingua, se aveva da irti qualcosa, te la diceva senza pensarci troppo.

 

Molti la stimavano per questo, altri non la sopportavano proprio, ma lei non poteva farci nulla.

In quel momento passò, proprio davanti a loro, Louise, così vicino che Melody poté dargli un pizzicotto senza nemmeno farsi scoprire.

Louise Weasley era uno dei pochi, nonostante la conoscesse da poco, che le teneva testa in maniera a dir poco straordinaria.

E Lara sapeva bene che quei due, almeno a parer suo, sarebbero finiti insieme.

 

A pochi metri di distanza dalle tre Tassorosso, Kile stava avendo una discussione con i suoi amici, nulla di grave, stava soltanto ricevendo il terzo grado.

 

Marion e Arya gli stavano appunto chiedendo chi fosse la Tassorosso che lo aveva fermato e che cosa voleva, mentre Cath si fingeva indifferente.

Per loro era molto inusuale come cosa che Kile si fosse fermato a palare con una ragazza di quella casa, un evento più unico che raro.

Non che odiassero i Tassorosso, solo che condividevano, anche se silenziosamente, le idee di Cath.

-Non potresti lasciarlo in dormitorio quel 'coso'- Kile era sotto pressione, non sapeva più cosa dire, anche perchè non c'era nulla da dire, e il lupo albino di Cath, che lo fissava con i suoi occhi rossi, non aiutava di certo.

A quel punto Cath scattò come una molla, facendo di conseguenza scattare il lupo che iniziò a ringhiare contro Kile.

-Non iniziare a dare la colpa a Yanik, sai benissimo che non vuole stare in dormitorio, e io non posso farci nulla se tu sei nel tuo periodo del mese.- Detto questo girò i tacchi e s'incamminò verso l'aula dove si sarebbe svolta la prossima lezione.
Cath, nonostante fosse da sempre stata loro amica, non raccontava loro tutto.

Era arrivata ad Hogwarts durante il secondo anno di tutti loro, il terzo per Kile e il primo per Connor, ed era riuscita a farsi degli amici.

Nessuno però conosceva appieno la sua storia, nessuno sapeva del perché vivesse con il nonno paterno, Dante Black, né come fossero morti i suoi genitori.

Lei non parlava mai di tutto questo, e in pochi ne erano a conoscenza, uno dei quali era Kile.

Cath e Kile, infatti, erano parenti alla lontana, molto lontana, poiché uno discendeva da un determinato ramo dei Black, e l'altra da un altro completamente opposto.

Nonostante tutto però Kile sapeva, e lo sapeva dannatamente bene, perchè Yanik fosse sempre con lei.

Era con lui che lei andava nella foresta proibita per far sgranchire Nylaia.

Kile si morse la lingua e guardò Cath andar via, sapeva bene di non dover chiedere ne parlare di 'loro', soltanto lei poteva aprire l'argomento.

Si allontanò anche lui, diretto verso la lezione di Cura delle creature magiche, dove più che curare faceva il contrario, senza salutare i suoi amici.

Proprio quando lui lasciò il corridoio arrivò Lorcan,che con i capelli scombinati e la camicia fuori dai pantaloni sembrava gridare: 'Ehilà mondo, ho appena scopato', e tutti i presenti parevano aver sentito quelle grida silenziose.

Marion lo osservò per bene, ma non poté far nulla, infondo non erano mica fidanzati, erano solo amici.

-Tutto bene Marion?- Le chiese Lorcan con un sorrisetto beffardo, e questo non fece altro che farle bollire il sangue nelle vene.

Non solo faceva quel che faceva e glielo sbatteva pure in faccia, ma la prendeva pure in giro? Non sapeva chi si stava mettendo contro, ma l'avrebbe scoperto molto presto.

Eccome se l'avrebbe scoperto.

-A meraviglia. Andiamo a lezione Arya?- Il piano di Marion era appena iniziato.

 

Arya nel frattempo aveva capito molto più di quanto non avessero capito quei due idioti.

Insomma, si piacevano, perchè non stare insieme? Ma non disse nulla, si tenne tutto per se, avrebbero dovuto capirlo da soli, così l'assecondò, e insieme si diressero verso la loro aula.

 

A quell'ora i Serpeverde del settimo anno avevano lezione con i Corvonero.

La prima cosa che Arya notò una volta entrata nell'aula di pozioni, fu il mazzo di fiori di biancospino sopra un banco, per la precisione il banco dove si sedeva Theresa Light.

Non erano mai state amiche, lei e Theresa,ma sapeva che il padre era stato amico dei suoi genitori.

Era morto in uno scontro, esseno un Auror, quando la madre era ancora incinta.

Avrebbe tanto voluto esserle amica, ma non ce n'era mai stata l'occasione, nonostante ciò però Therea Light era una delle poco persone che le faceva venir voglia di fare amicizia, cosa davvero strana per una come lei.

 

Ad averle lasciato i fiori doveva essere stato quell'idiota di Potter.

Tessa entrò subito dopo di Arya e Marion, e non appena si rese conto di cosa vi fosse depositato sul suo banco accelerò il passo.

Subito dietro di lei c'erano Sebastian e Dominique, i suoi migliori amici.

Tessa prese un paio di fiori dal mazzo e li gettò all'interno del suo calderone, che aveva appena finito la fermentazione, per poi mescolare un paio di volte.

--Mi servivano proprio questi fiori, adesso la mia pozione è quasi completata- Esclamò brandendo il cucchiaio con cui mescolava.

La sua affermazione fece ridere di cuore sia Dominique che Sebastian, poiché non solo Potter aveva lasciato un biglietto con su scritto qualcosa, ma anche perchè non era sicuramente quello il motivo del regalo.

Il biancospino nel linguaggio dei fiori significava la speranza, e a quanto pareva James Sirius Potter continuava a sperare, e glielo comunicava in questo modo.

 

Dopo che tutti presero posto, e che il professor Lumacorno si fosse sistemato, i calderone di Tessa Scoppiò all'improvviso, imbrattando lei e Dominique di una sostanza appiccicosa da capo a piedi.

Il botto fece girare l'intera classe verso di loro, che guardavano allibite il calderone ormai vuoto, se non per i fiori di biancospino ancora perfettamente intatti.

A quel punto, prima ancora che Tessa potesse inveire contro James Potter e i suoi stupidi regali, Sebastian, che era seduto nel banco accanto al loro, e che grazie a Priscilla non era stato coinvolto nell'esplosione, prese il biglietto che Potter aveva allegato ai fiori e lo lesse ad alta voce.

-Non usarli nelle pozioni, sono leggermente modificati e non so che effetto possano dare..-

A quel punto scoppiò una risata generale.

-Potter ci sa davvero fare, da quel che vedo eh- Esclamò Sebastian per poi ridere anche lui, mentre Tessa gli rifilava una gomitata.

 

-Ah, davvero?- Chiese a quel punto Dominique, e dopo essersi scambiata uno sguardo con Tessa, iniziarono ad avvicinarsi a lui, mentre il professore di pozioni li guardava con occhi sbarrati.

Presero un po' di quella poltiglia e iniziarono a tirargliela addosso, mentre a quel punto Lumacorno correva verso di loro allarmato.

 

-Fermatevi immediatamente, e recatevi in infermeria, tutti e tre!-

I tre, dopo aver raccolto le loro cose, lasciarono l'aula e si diressero verso il luogo predestinato.

Durante il loro cammino incrociarono Lily Potter e Allison Keats intente a chiacchierare.

Sebastian a quella vista si blocco un momento, per poi riprendere a camminare come se non fosse successo nulla.

 

Allison e Lily nel frattempo stavano parlando del ballo che si sarebbe tenuto a scuola.

Erano entrambe molto emozionate poiché era il loro primo ballo, e volevano che tutto fosse perfetto.

Allison aveva gli occhi verdi, segno che era molto attiva, mentre Lily si passava una mano tra i capelli ogni tre per due.

Inoltre non sapevano quando sarebbe stato il primo allenamento di Quiddtch e questo non faevaa altro che renderle ancora più nervose.

Rimasero a parlare per un bel po', avendo la giornata completamente libere, dovuta all'assenza della professoressa di trasfigurazione, nonché preside.

Passate due ore si diressero in Sala Grande, pronte per il pranzo.

Erano molto amiche Lily e Allie, riuscivano a capirsi con un solo sguardo.

Si erano conosciute durante il primo anno, Lily era molto spaventata, aveva paura non solo di deludere i suoi genitori, ma anche di non riuscire a farsi dei veri amici.

Allison invece vedeva tutti quei bambini in gruppo, e se ne stava in disparte, non conoscendo nessuno.

Erano finite nella stessa barca per attraversare il lago nero, ed essendo le uniche due, l'avevano fatta sbilanciare e capovolgere, finendo nel lago.

Quello era stato l'inizio della loro amicizia.

La loro conversazione sul quidditch venne interrotta dalla voce della McGranitt, che rimbombò in tutta la stanza.

 

-Cari studenti, prima di mangiare vorrei dirvi due parole.

Alcuni di voi si saranno chiesti il perchè della mia assenza oggi, beh qualcuno ha voluto farci uno scherzo. Il ballo, della quale io non sapevo nemmeno l'esistenza, è una gigantesca burla che i vostri compagni hanno voluto fare. Ma non disperate, i malfattori sono stati puniti a dovere, e saranno loro ad organizzare il ballo, che ovviamente ci sarà, bene buon appetito.- Per tutta la durata del discorso guardò in direzione del tavolo dei Grifondoro, e se lo sguardo avesse potuto uccidere, qualcuno di loro sarebbe già morto.


Angolo autrice:
Salve gente, ecco a voi il secondo capitolo :D
Ringrazio tutti voi che avete recensito, e spero di aver reso i vostri personaggi al meglio.
Per chi non fosse nel gruppo di Whatsapp, si il ballo ci sarà davvero, dovete inviarmi i link degli abiti, le maschere, l'acconciatura e la bianchieria intima che i vostri personaggi utilizzeranno, reggiseni e mutande obbligatori.
Spero vi piaccia,
X GinnyW
Ps Il personaggio di Cassiopea Fawley è stato creato da Vale_misti.
I personaggi di Gabriel e Gabriela sono stati creati da Morgana 1994.

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Capitolo 4
*** Non è un appuntamento ***


Il ballo, l'argomento più discusso negli ultimi giorni.
Giravano molto voci, dalle più appetibili alle più fantasiose, sul perché la professoressa McGranitt avesse dato il permesso di realizzare un ballo.
Beh, il tutto era riconducibile al giorno in cui gli studenti avevano trovato i manifesti appesi alle pareti.

 

Ma non starò qui a raccontarvi di come il corpo docenti fosse venuto a scoprire i colpevoli, tutto ciò che posso dirvi è che ad Hogwarts anche i muri hanno le orecchie, o per meglio dire i quadri.

La verità era una soltanto, il ballo si sarebbe tenuto per dare una lezione a chi aveva avuto la brillante idea.
Lo scherzo migliore che avessero mai fatto si era rivoltato contro di loro, perchè non si sarebbero mica aspettati che la professoressa desse l'ok, che li mettesse in punizione si, ma non quella punizione.
E così James Sirius Potter, Fred jr. Weasley, Merope Tomson, Dylan Waters e Frank Paciock avrebbero dovuto organizzare il ballo, un ballo in maschera che non avrebbe però avuto il tema dell'inverno.

Spritz, questo era il nome.

Ma nemmeno la preside poteva metterli nel sacco, avrebbero provveduto a rendere il tutto perfetto, ma nel momento più bello...


 

Il quidditch, uno sport fatto sia per ragazzi che per ragazze, non se ne usciva mai contenti quando si parlava di quidditch.
La prima partita, quella che avrebbe dato inizio al campionato, sarebbe stata giocata di li a pochi minuti.

 

Tassorosso-Serpeverde.

 

Il capitano della squadra di Tassorosso, sorprendendo tutti, era Lara Crowl, che giocava nel ruolo di cacciatrice.
Il capitano delle serpi invece era Lorcan Scamander, e si stava già gustando la vittoria.
Peccato che nessuno gli avesse detto: ride bene chi ride ultimo.

 

Gli studenti erano già sugli spalti, pronti a fare il tifo per questa o quella squadra, mentre i giocatori erano ancora negli spogliatoi.
Sarebbe stata una partita importante quella, e Lara non voleva che le mettessero i piedi in testa fin dal primo giorno, altrimenti la coppa di quidditch l'avrebbe vista solo da lontano.
Un boato eruppe dagli studenti quando uscirono in campo i Serpeverde.

-Non preoccupatevi ragazzi, possiamo vincere.- Disse Lara alla squadra, ma non ne sembrava convinta nemmeno lei.
Si erano allenati, e anche molto, avevano provato le strategie più strane, e adesso era il loro momento di entrare in campo.
Uscirono dagli spogliatoi, si misero in groppa alle loro scope e nel momento in cui volarono sul campo, un boato li investì.

-Salve a tutti gente, è Connor Blake a parlare, ed oggi, come ad ogni partita di quidditch sarò il commentatore.
I componenti della squadra di Semprevince, volevo dire Serpeverde, sono Lorcan Scamander come cercatore, Albus Severus Potter, Scorpius Hyperion Malfoy e Arya Zabini come cacciatori, Marion Nott e Cassiopea Fawley come battitrici e Kile Black come portiere.
Mentre per Tassofrasso, cioè Tassorosso sono Lara Crowl, Alice Paciock e Sarah Cole come cacciatrici, Lucy Weasley come cercatrice, Hugo Weasley e Melody Jensen come battitori e Marlene Skit come portiere.
Madama Bum ha appena dato il via alla partita con il fischio d'inizio!-

 

Lara era un fascio di nervi, era la sua prima partita da capitano e non voleva fallire.

Molte volte i Tassorosso erano visti come dei bamboccioni, sempre all'ultimo posto nella coppa delle case, o in quella di quidditch, ma lei voleva che le cose cambiassero.
La partita era appena iniziata, e lei aveva già la pluffa in mano.

 

-Pluffa in mano ai Tassi, al momento il capitano Crowl sta spiazzando tutti con la sua grinta, la passa a Paciock che continua la sua avanzata verso gli anelli, Paciock a Cole, la pluffa però viene intercettata da Zabini che la passa a Potter, ma il bolide di Weasley la fa tornare nelle mani di Cole che la passa a Paciock, sembra che stia per tirare ma sorprendendo, persino me persona alquanto difficile da sorprendere, la passa a Crowl all'ultimo minuto, proprio davanti agli anelli, e con un gesto veloce della mano tira e...-

Accadde tutto velocemente, Alice stava per tirare ma l'aveva passata a Lara.

C'era stato uno strano scambio di sguardi tra lei e Kile, e l'aveva visto sorridere di sbieco poco prima di tirare.
Sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene, ma quel primo goal, beh non lo sentiva suo.
L'aveva fatto di proposito a lasciarle campo libero, e lei aveva tirato, sbagliando di proposito, senza segnare.
Non aveva bisogno del suo aiuto, era una bravissima cacciatrice, la sua squadra avrebbe vinto perchè lo meritava.

 

-...La palla viene tirata troppo lentamente, così Black la para e la passa a Malfoy, ma a causa di un bolide che gli passa accanto è costretto a lasciarla andare, così viene presa da Paciock, che infischiandosene del bolide che le corre dietro, probabilmente lanciato da Nott, continua la sua corsa verso gli anelli, la passa a Cole che a sua volta la passa a Crowl, tira e viene parata, nonostante ciò è considerato goal, poiché con la forza del suo tiro, Crowl ha fatto indietreggiare di molto Black, facendolo arrivare al di la degli anelli, dove avrà trovato tutta quella forza quello scricciolo di ragazza? Comunque, 10-0 per Tassorosso.-

Lara guardò intensamente Lucy per qualche secondo, poi riprese a giocare.

 

-Weasley scende in picchiata, che abbia visto il boccino? Scamander la segue a ruota, sembra che tra i due sarà Weasley a conquistare la vittoria, ma non è mai detta l'ultima parola.-

Avevano un brutto vizio i Serpeverde, quando qualcuno avvistava il boccino tendevano ad assistere alla scena, dimenticandosi di star giocando.
Non era stato difficile per Lara scoprirlo, così aveva creato una strategia di gioco che avrebbe permesso alla sua squadra di vincere con o senza conquista del boccino.
Come volevasi dimostrare in quei cinque minuti in cui Lucy e Lorcan rincorrevano il nulla, Tassorosso aveva già segnato altre otto volte, mentre Serpeverde soltanto una.

Il tabellone dei punti segnava 90-10.

 

I Tassorosso stavano giocando in maniera impeccabile, fino a quando Lorcan Scamander non avvistò davvero il boccino d'oro, e facendo un'inversione a U abbastanza pericolosa iniziò ad inseguirlo, sotto gli occhi sbigottiti di Lucy, che guardò allarmata Lara.
Lara Crowl, insieme alle altre due cacciatrici iniziarono a giocare con ancora più impegno, per il capitano dei Tassi ogni punto segnato era una conquista, per Kile una sfida, per loro la partita non esisteva più, era soltanto una gara a chi era più bravo.
Ne aveva parate davvero tante, di pluffe, Kile durante quella partita, sembrava esser l'unico a prestar ancora attenzione al gioco, ma anche lui, preso com'era a sfidare Lara con lo sguardo, non si accorgeva di Alice o Sarah.

I cacciatori sembravano essersi annullati completamente, dalla parte di Serpeverde.

 

-Ed ecco che Scamander fa un'inversione a U e ricorre il boccino, seguito a ruota da Weasley che per riprendere quota fa un mezzo giro della morte e una curva spericolata. Weasley e Jensen hanno smesso di lanciare bolidi ai cacciatori e hanno iniziato a lanciarli al cercatore della squadra avversaria. Weasley sembra essere in difficoltà, nonostante la sua velocità è più indietro rispetto a Scamander. Ma qualcuno ha forse visto il tabellone dei punti? 130-10, Serpi, voi dovreste essere astute, invece di guardare il boccino, pensate a segnare! Jensen lancia un bolide verso Scamander, proprio vicino agli anelli, ma lo manca, prendendo in pieno Black, che adesso sta cadendo. Ma Crowl molla la presa dalla pluffa, che viene intercettata da Paciock, e si precipita a prendere il portiere di Serpeverde prima che cada a terra. Adesso Serpeverde si trova sprovvista di portiere e questo sembra svegliare i cacciatori e i battitori, mentre Tassorosso si vede senza capitano e cacciatrice per alcuni secondi, giusto il tempo che Black non si rompa la testa, o l'osso del collo. Il punteggio delle Serpi sale a 20, ma anche quello dei Tassi sale, avendo campo libero tra gli anelli.

Signore e signori 150-20 al momento, ma non è detta l'ultima parola, perchè Scamander è davvero vicino dal prendere il boccino. FORZA SCAMANDER. Nel frattempo Tassorosso ha segnato nuovamente, e un bolide lanciato da Fawley disarciona Crowl dalla sua scopa, lasciandola aggrappata al manico soltanto dalle mani, con il corpo a penzoloni. Paciock segna nuovamente.

Palla a Serpeverde, una volta tanto capita anche questo, Malfoy la passa a Zabini, che la passa a Potter che con la pluffa in mano si dirige verso la porta, ma viene raggiunto dal bolide di Weasley che lo costringe a svoltare bruscamente e lasciare la pluffa, presa da Cole che segna nuovamente un punto per la sua squadra. Nel frattempo Scamander passa con la sua scopa, ad alta velocità, proprio sotto al capitano della squadra avversaria, che scivolando si lascia cadere dietro il cercatore.-

Lara era stremata, non si sentiva più le gambe e le braccia le facevano male, in più aveva le mani sudate, non sapeva per quanto avrebbe ancora retto.
Quando aveva Lorcan sfrecciare verso di lei aveva pensato 'o la va o la spacca' e si era lasciata cadere, finendo miracolosamente dietro il cercatore.
Lorcan era rimasto un po' perplesso.

 

-Portami fortuna piccola Tassa- Le aveva sussurrato, prima di ricominciare ad andare a tutta velocità.

Il boccino era così vicino che persino Lara avrebbe potuto prenderlo, ma non Lucy, essendo troppo lontana.
Vide Lorcan allungare il braccio, mentre con l'altro teneva il manico di scopa, e poco prima che lui lo acchiappasse sentì il commentatore, Connor Blake, dire qualcosa sul fatto che Alice aveva nuovamente segnato.

Poi Lorcan si fermò del tutto, e mostrò al pubblico il boccino.

 

-Lorcan Scamander prende il boccino d'oro! La partita finisce così, 180-170 per Tassorosso, incredibile. La prima partita di questo campionato è stata vinta dai Tassorosso, nonostante il boccino sia stato catturato dal cercatore dei Serpeverde, ma gente... cos'è quello?-

I bolidi erano scoppiati in mille coriandoli formando in cielo la parola SPRITZ.

Era proprio vero, i Grifoni non riuscivano a non stare al centro dell'attenzione, era nel loro DNA.

 


Nel frattempo Lorcan era sceso di quota e Lara era saltata giù dalla scopa, dimenticando di ringraziarlo.
Ignorò i suoi compagni di squadra, e tutti i suoi compagni di casa e si diresse a passo spedito negli spogliatoi maschili di Serpeverde.

Spalancò la porta con gli occhi in fiamme, ed entrò senza nemmeno bussare.

-Fammi indovinare, avete vinto?- La voce di Kile la fece sobbalzare, non si era nemmeno accorta di avercelo dietro.

-Tu!- Gli puntò il dito contro Lara, arrabbiata.

I suoi occhi mandavano scintille, ma sembrava che a Kile non importasse molto.
-Non ho bisogno del tuo aiuto per potare la mia squadra alla vittoria, chiaro?-
-Era ovvio che vinceste, ho capito fin da subito la vostra strategia, al contrario dei miei compagni di squadra-
-E perché non lo hai fatto notare anche a loro allora? -
-Non potevamo mica fare salotto con thé e pasticcini, non trovi?-

Lara rimase in silenzio per un po', ormai la rabbia le era scivolata via di dosso sostituita da una strana euforia.

Avevano vinto la prima partita della stagione, ed era anche merito suo, lei Lara Crowl era riuscita a far vincere la propria squadra.
-Hai una bella grinta, chi l'avrebbe mai detto? Solo che dovresti migliorare alcune cosette. Ad ogni modo, hai già un accompagnatore per il ballo?- Kile lo disse con naturalezza, quasi stesse parlando del tempo.

Lara rimase perplessa, insomma, cos'era quello? La stava forse invitando? O voleva prendersi gioco di lei?

-Cosa... io non..-

-Perfetto, ti passerò a prendere io, ricorda che non è un appuntamento, adesso ti conviene andare, i miei compagni di squadra staranno per arrivare e se ti trovassero qui potrebbero pensar male-

Lara quasi fosse un automa si diresse verso l'uscita, e senza nemmeno voltarsi se ne andò, leggermente sconvolta.

Cosa voleva quel ragazzo da lei?

 

 

 

Hugo Weasley era sceso dalla sua scopa con un sorriso trentadue denti stampato in faccia.

Avevano vinto la prima partita di campionato, la sua prima partita in assoluto.

Si sentiva carico di energie, avrebbe potuto muovere il mondo se solo l'avesse voluto.

Una cosa la voleva per davvero, e l'avrebbe anche ottenuta.

La vide e le andò incontro, incurante di tutto.

Lei era li, i suoi capelli erano mossi dal vento, ed era bellissima.

-Ehi, Allison!-

-Hugo, congratulazioni per la vittoria!- Lei gli sorrise, e un po' sorrise anche lui, perchè se lei era felice, come poteva lui non esserlo?

-Ti andrebbe di venire al ballo, con me?- Chiese lui speranzoso. L'aveva chiesto senza balbettare, sembrare nervoso o cose così, come se fosse la cosa più normale del mondo, e forse un po' lo era.

-Mi farebbe davvero piacere-

-Bene, passo a prenderti alle otto- Si volto e corse verso gli spogliatoi, pronto a farsi una doccia calda.

Entrambi sorrisero, senza rendersene nemmeno conto.

 

 

James Sirius Potter era fiero della sua idea, adesso per essere pienamente soddisfatto gli serviva soltanto una cosa, una ragazza per il ballo, LA ragazza.

La partita si era appena conclusa e lei, come tutti gli altri, stava scendendo dagli spalti, pronta a tornare al castello.
Non erano molto lontani, così un po' spintonando la gente, riuscì a raggiungerla.
Erano nel campo da quidditch, e lei era lì, bellissima come sempre, con quei fiori tra i capelli.
Glieli aveva sempre regalati lui, ogni singola volta, lei li indossava, e questo lo faceva stare bene.
Era un rapporto strano il loro, nessuno riusciva a capirlo, a volte nemmeno loro.

Le cose scorrevano impercettibili, a volte le parole possono ferire, ma James non dava mai peso alle parole, e di questo se ne sarebbe pentito col tempo.

 

-Light!- Urlò il suo cognome, e lei si voltò immediatamente, sbuffando e sorridendo sotto i baffi.

-Cosa vuoi, Potter?-

-Vorrei tante cose, ma al momento sono qui per un'altra ragione, ovvero salvarti-

-Spiegati meglio, e vedi di non farmi perdere tempo.-

-Sono qui per informarti che verrai al ballo con il sottoscritto, emozionata?- Non voleva sembrare spavaldo, ma ultimamente era la cosa che gli riusciva meglio.

La sua boccaccia diceva cose che non doveva dire, e lui non riusciva a trattenersi.

Sapeva solo che quando c'era lei, lui si sentiva meglio, e non ci capiva più niente.

 

-Scordatelo, Potter- Odiava prendere ordini, e lui sembrava farlo apposta ogni volta. La trattava cose una sua proprietà, e la cosa doveva finire.

-Oh andiamo, non mi dirai che qualcuno ti ha già invitata. E poi non puoi mica rifiutarmi, io sono James Sirius Potter, mentre tu sei...- Era spavaldo, e lo sapeva bene, ma non riusciva a smettere di comportarsi come un idiota, forse perché un po' idiota lo era davvero.

Lei non gli rispose, e continuò a guardare in giro, fingendo che le sue parole non l'avessero ferita.

Insomma, era così improbabile che qualcuno volesse invitarla? Era una ragazza abbastanza carina, qualcuno la definiva anche bella.

 

-Solo Tessa. Non sono abbastanza per te? Ovvio che no, il grande James Sirius Potter non può mica perdere tempo dietro Theresa Light, io sono troppo poco, quindi quando lui mi fa una richiesta del genere devo assolutamente accettare, potrebbe non ricapitarmi!- Il sarcasmo era palese, tanto che anche James abbassò un po' la cresta.

-Non intendevo questo, lo sai...-

-Invece volevi dire proprio questo, ma sai che ti dico? Prendi i tuoi stupidi fiori e vattene, non voglio più vederti. Evita di cercarmi, evita di portarmi fiori, evita di parlarmi. E' chiaro?- Si tolse alcuni fiori dai capelli e glieli gettò contro, mentre lui la guardava quasi ferito.

 

 

-Io- Si voltarono contemporaneamente verso la persona che aveva parlato.

Albus Severus Potter cercò il consenso negli occhi di Tessa, e una volta ottenuto continuò il su discorso.

-L'ho già invitata io, e lei ha già accettato.-

Tra i due fratelli Potter scoppiò una guerra silenziosa, fatta di sguardi e parole non dette.

James guardò Albus e Albus guardò James.

-Divertitevi allora- E James se ne andò così, con l'amaro in bocca, guardando suo fratello accompagnare al ballo l'unica ragazza che avrebbe voluto portarci lui.

 

-James a volte è davvero un cretino, non connette cervello e bocca, ma non è cattivo-

-Grazie mille per avermi coperta ad ogni modo, io sono Theresa, ma puoi chiamarmi Tessa-

-Albus, e tranquilla, sarà un vero piacere portarti al ballo, adesso vado a farmi una doccia, ci si vede in giro. E ricorda, non è un appuntamento.- E se ne andò facendole l'occhiolino.

Lei rimase qualche minuto nel campo, ancora sconvolta per come si erano evolute le cose.

 



 Connor Blake invece stava cercando in lungo e in largo la ragazza tosta che gli aveva salvato, involontariamente, le chiappe.

Infatti, era l'unico a non esser finito in punizione, ovvero l'unico a non dover allestire un tendone per il ballo, grazie al cielo.

 

La trovò seduta nella riva del lago nero, con una matita in mano e piccolo album da disegno sulle gambe. Portava le una canottiera, incurante del leggero vento che le scompigliava i capelli neri.

Era davvero molto bella, e se ne sarebbe di certo invaghito se le sue attenzioni non fossero state rivolte a qualcun altro.

Scosse la testa e si avvicinò a Skyler senza fare il minimo rumore.

Un piccolo draghetto le volteggiava intorno, felice di potersi sgranchire le ali, mentre lei sbuffava o ridacchiava.

Le si sedette accanto, e si schiarì la voce.

-Allevare Draghi è illegale, non te l'ha detto nessuno?-

Skyler trasalì al suono di quella voce, possibile che ultimamente se lo trovasse sempre in mezzo ai piedi?

-Lui non è un semplice Drago, è un draghetto nano, non potrebbe farti male nemmeno volendo-

-E' comunque illegale- Connor rise sotto i baffi quando la vide sbuffare contrariata.

-Sei venuto qui per ricattarmi di denuncia forse?- Chiese sull'attenti, e a quel punto Connor scoppiò a ridere.
Successivamente si tolse il mantello e lo poggiò sulle spalle di lei, l vento cominciava a farsi sentire e quella strana ragazza portava ancora le maniche corte.

-In realtà sono venuto per invitarti al ballo- Lei si affogò con la sua stessa saliva, e questo non fece altro che farlo sorridere.

Era strano quel ragazzo, ma strano forte.

Eppure lei riusciva sempre ad inquadrare le persone, ma lui, lui era indecifrabile.

-Se è uno scherzo sappi che non è divertente.-

-Nessuno scherzo, ti passo a prendere per le otto. Comunque Charlie Weasley verrà a fare un seminario sui draghi, tra qualche settimana.- Si alzò Connor, e con molta lentezza iniziò ad allontanarsi.

-Skyler-

-Come?-

-Il mio nome, Skyler. E ricorda, non è un appuntamento- Sorrise, Connor, e poi andò via com'era venuto.

 

 

Nel frattempo Marion Nott aveva deciso di non disperarsi per Lorcan.

Non si fece nemmeno una doccia, e con la divisa ancora indosso e la scopa in spalla, cercava di raggiungere un ragazzo nel parco della scuola.

Non le importava di cosa avrebbe detto Lorcan, ne se al momento si stava facendo ''consolare'' da qualche ragazza, non le importava più di nulla, adesso doveva pensare solo a se stessa, ed era quello che stava facendo.

Lo vide fermarsi per allacciarsi una scarpa, così si mise a correre per raggiungerlo, e nel momento in cui lui alzò lo sguardo si trovò davanti questo terremoto dai capelli legati che lo guardava con quegli occhi verde prato.

-Ciao, Lysander Scamander, giusto?- Marion aveva ancora il fiatone per la corsa, e lui con quel sorriso così simile a quello del fratello non aiutava per nulla.

-Giusto, Marion Nott?-

-Esattamente, spero non mi prenderai per pazza, ma devo chiederti un favore.- Non sapeva bene come chiederglielo, così evitando di guardarlo negli occhi, gli fece la domanda.

-Dimmi-

-Ti andrebbe di andare al ballo, con me? Insomma ci siamo appena conosciti, potresti anche prendermi per pazza, o peggio per una stalker, cosa che non sono te lo garantisco, e spero che tu mi creda, davvero perchè non lo sono e..-

-Va bene- Le rispose Lys ridendo sotto i baffi.

-Bene, e ricorda, non è un appuntamento!- Disse Marion per poi correre via.

 

Quello sembrava davvero essere il giorno degli inviti al ballo.

Alice Paciock stava camminando per i corridoi di Hogwarts, e non vedeva l'ora di infilarsi sotto la doccia, poiché le docce degli spogliatoi non le piacevano molto.

Era arrivata davanti all'arazzo con la frutta, quello che portava alla sala comune dei Tassorosso, quando prima ancora che lei potesse muovere un muscolo qualcosa le cadde addosso, o per meglio dire qualcuno.
-Scusami tanto, non volevo travolgerti! Io sono Dylan Waters e … ei ma io ti conosco!-

-Oh.. Em.. - L'unica cosa a cui Alice riusciva a pensare al momento era 'AMICO DI TUO FRATELLO'

-Sei la sorella di Frank! Sono venuto più volte a dormire a casa vostra, ricordi?- Eccome se ricordava, aveva avuto una cotta per lui qualche anno prima, ovviamente era passata.

-Si.. em certo, ricordo.- Alice era un fascio di nervi al momento, sperava che lui invece non ricordasse tutte le figuracce che lei aveva fatto in sua presenza.

-Che ne dici di venire al ballo con me? Sai, farti da accompagnatore, sarebbe carino, no?- La buttò lì Dylan, mentre Alice iniziava a tossire.

-Come? Io e te, al ballo? Insieme?-

-Perfetto, allora ti passo a prendere alle otto! Ci si vede in giro- In fondo era pur sempre la sorella di Frank, e questo la rendeva anche un po' la sua di sorella, e con quello che avrebbero combinato al ballo era meglio tenerla d'occhio.

-NON E' MICA UN APPUNTAMENTO!- Gli urlò dietro Alice mentre lui andava via di corsa.

 

Erano riuniti nella sala comune dei Serpeverde, come al solito c'era chi giocava a scacchi, tipo Lorcan con Albus, chi guardava il fuoco, e chi leggeva.

-Vado al ballo con una Tassorosso.- Kile distrasse tutti dal loro compito, e mentre li scrutava uno per uno sapeva che la loro opinione non avrebbe cambiato nulla.

Lara era simpatica, sembrava così piccola e fragile ma dentro era un uragano, e lui l'aveva capito durante quella partita di quidditch.

-Beh, Connor ci va con una Grifona, io e Scorpius con una Corva, Marion e Arya con un Corvo, Lorcan e Cath con una Serpe, mancava solo il Tasso no? Dov'è il problema?- Disse Albus con Non-chalance.

-Non ve ne siete accorti? Stiamo crescendo, non c'importa più se qualcuno non è di Serpeverde, il mondo non è diviso in case, e sembra che noi ce ne siamo finalmente accorti.- Detto questo si alzarono pronti per andare a cena.

 

Mentre camminavano però Albus prese Lorcan per il gomito e lo portò in disparte.

-Prova solo a farle del male e mi dimentico che siamo amici chiaro? Non spingerti dove lei non vuole o cose così.-

-Non essere ridicolo Al, non torcerò un solo capello a Cassiopea, e non le farò fare nulla che non vuole.-

 

Il Serpeverde di cui parlava Albus, e con cui Cath sarebbe andata al ballo era Gabriel Suarez, mentre sua sorella Gabriela aveva deciso di andare con un gruppo di amiche.

Arya Zabini invece era stata invitata da Sebastian Garristen.

Inizialmente non gli aveva risposto, non di una risposta certa almeno, ma poi ne aveva parlato con Albus, e lui le aveva detto che Scorpius aveva già invitato una ragazza. Si sarebbe offerto di portarla lei al ballo, ma aveva già inviato Tessa, e non voleva darle buca, così Arya aveva accettato l'invito di Sebastian. In fin dei conti era un ragazzo abbastanza carino, non aveva nulla da invidiare a Scorpius, magari si sarebbe pure divertita.

 

 


A ora di cena Lara, Melody e Alice stavano cenando silenziosamente, ognuna con la propria novità, fino a quando Lara non aprì bocca.

-Andrò al ballo con Kile Black- Melody accanto a lei sputò tutto ciò che aveva in bocca addosso ad Alice, mentre quest'ultima tossiva ripetutamente.

-E' così tremenda come notizia?- Chiese Lara stranita, infondo non era mica brutto, anzi era parecchio bello.

-No, è fantastico! Hai già trovato un accompagnatore... io ci andrò con Frank Paciock. Adesso manca solo Alice.-

-Ehi! Anche io ho già trovato un accompagnatore. Dylan Waters- Rispose Alice fingendosi offesa.

-Una serpe e due grifoni? Oh, ci sarà da divertirsi, ne sono sicura.-




Angolo autrice:
Salve gente! :D
Spero che questo capitolo, che è di passaggio, vi sia piaciuto!! 
Tutti i personaggi che in questo capitolo sono stati trattati in maniere più leggera nel prossimo li vedranno  sicuro più presenti.
Detto questo vi lascio dicendovi che il prossimo capitolo sarà quello del ballo, quindi a tutte coloro che non mi hanno ancora inviato il materiale consiglio/obbligo di spedirlo al più presto.
X GinnyW.

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Capitolo 5
*** Via il vestito via il dolore ***


Lo Spritz era già iniziato, e lei si sentiva bene insieme ad Hugo.

Non c'erano state entrate da super dive, ne ragazze che la guardavano piene d'invidia, tanto meno ragazzi che la guardavano quasi fosse venere scesa in terra.

Ma a lei non importava, proprio per niente.

Il motivo era unico e solo, e portava il nome di Hugo Weasley.

Perché vedere il suo sorriso era mille volte meglio del sorriso malizioso di qualsiasi altro ragazzo, e il suo sguardo era di sicuro imparagonabile a quello invidioso di delle sconosciute.

Non conosceva l'amore, Allison, in fondo aveva ancora quattordici anni, tutta una vita per amare e per essere amata.

Una cosa però la sapeva, ed era che con Hugo stava bene, quando lo vedeva il suo battito cardiaco accelerava, quando la guardava le sembrava di stare sulla luna.

Si estraniava da tutto, si sentiva sciogliere.

 

In quel momento erano nel parco, circondati da tante candele sospese in aria, mentre la luna rifletteva il suo bagliore nel lago nero, facendolo di conseguenza sembrare uno specchio.

Erano vicini al tendone che avrebbe ospitato il ballo, e l'ora di cena era passata già da un po'.

E si guardarono, sorridendo di un sorriso sincero, le loro mani si sfiorarono, facendo arrossire entrambi per l'imbarazzo.

 

Lui con i suoi occhi azzurri la scrutava, attento a non dire o fare qualcosa di sbagliato, lei invece si era persa nel suo sguardo.

 

Come potevano essere due persone così vicine, ma allo stesso tempo così lontane?

 

-Senti Hugo..-

-Ehi Allison...-

Si bloccarono e risero, risero tanto, di una risata cristallina.

 

-Che ne dici se entriamo?- Chiese Hugo guardandola titubante, lei per tutta risposta annuì convinta.

S'incamminarono verso il tendone e Hugo sfiorò la mano di Allison, lei la strinse, quasi fosse un tesoro.

 

Prima di entrare si guardò intorno, e vide Lorcan Scamander in compagnia di una bellissima ragazza, e l'unica cosa a cui riuscì a pensare fu a quanto fosse sprecata per uno come lui.

 

A qualche metro di distanza Cassiopea stava guardando Lorcan con freddezza disarmante.

Per tutto il tragitto non aveva fatto altro che starsene sulle sue, risultare anche un po' altezzosa e parlare solo se le veniva posta qualche domanda.

 

Poi l'inaspettato, almeno per Lorcan, perché Cass parve sciogliersi, proprio come i fiocchi di neve che iniziarono a cadere dal cielo, sciogliendosi una volta toccato il suolo.

Iniziarono a ridere, così, senza alcun motivo logico, e il loro divertimento ebbe inizio, ma non era destinato a durare, purtroppo.

La neve ormai scendeva leggera, e iniziava a ricoprire il prato.

Si rincorsero come due bambini, si rotolarono sul prato, incuranti dei loro vestiti eleganti, del fatto che si stessero bagnando con la neve, e del fatto che di li a poco sarebbero dovuti entrare allo Spritz.

Si ritrovarono l'uno sopra l'altra, così vicini da potersi quasi toccare.

Lui chiuse gli occhi, e li chiuse anche lei.

Le loro labbra erano così vicine che potevano sentire i respiri dell'altro, ma non accadde nulla tra i due.

Si ritirarono entrambi, con una persona nella mente e il cuore che martellava in petto.

-Dovremmo entrare- Disse lui e l'aiutò ad alzarsi.

Entrarono, e lei si rimise la sua maschera, e non solo quella del costume.

 

 

Quella serata avrebbe dato inizio alla decaduta del magico gruppo di Serpeverde, qualcosa li mangiava dall'interno, ed erano le bugie, i segreti, le sfide e la mancanza di fiducia.

E purtroppo Marion le possedeva tutte.

 

Era l'anello debole, agiva senza pensare alle conseguenze delle sue azioni, una grifona mancata, così la chiamavano gli amici per prenderla in giro.

Era impulsiva, troppo impulsiva per essere una serpe e troppo poco per essere una grifona, sempre a metà.

Con Lorcan le cose stavano precipitando, erano sempre stati amici, con quel feeling in più che unisce due persone.

Si erano conosciuti, scoperti, e lei aveva finito per innamorarsene, ma lui?

Lui era indecifrabile, un libro chiuso, ma solo con lei.

E tutte quelle ragazze che gli ruotavano intorno, Merlino, quanto avrebbe voluto strozzarle, una più gallina dell'altra.

Avrebbe dovuto toglierselo dalla testa, altrimenti rischiava di non uscirne tutta intera.

 

Li vide da lontano, mentre accanto a lei, Lysander le parlava di non sapeva nemmeno cosa.

Si sentì mancare per qualche secondo, perché Cassiopea non era la solita gallina, la conosceva bene, ed era una ragazza perfetta a suo parere, con un passato familiare un po' burrascoso, ma comunque una ragazza intelligente.

 

Si aggrappò a Lysander, cercando di non cadere, mentre un senso di nausea le saliva in gola.

-Tutto bene Marion?- Le chiese il Corvonero.

-Si, mi devo incontrare con Skyler e sono già in ritardo, ti dispiace se entriamo?- Il ragazzo non le rispose, ma si avviò comunque verso il tendone, conscio di ci che stesse pensando la ragazza al suo fianco.

Come poteva un ragazzo come suo fratello comportarsi in quella maniera? Erano gemelli eppure certe volte non lo capiva per niente, ma gliel'avrebbe fatta vedere lui, perché a volte si ha bisogno di qualcuno che ci apra gli occhi, prima che sia troppo tardi.

 

 

Per Marion quella non era che l'ennesima conferma.

Quella cotta, che a suo parere stava durando un po' troppo, era diventata ormai insostenibile, qualcosa di terribilmente sbagliato da cui fuggire.

Doveva tenersi alla larga da tutto ciò che avrebbe voluto, altrimenti non ne sarebbe uscita tutta intera.

 

Si sarebbe lasciata andare come non mai, doveva scatenarsi, doveva toglierselo dalla testa, doveva dimostrare a se stessa di potercela fare senza di lui.

 

Entrarono e per una volta provò a divertirsi anche lei.

 

 

Arya era già entrata da un po', e con lei anche Sebastian.

Lui non sapeva perché l'avesse invitata, lei non sapeva perché avesse accettato, in fin dei conti non si conoscevano, avevano soltanto qualche amico che aveva qualche altro amico in comune, eppure era andata così.

 

Arya era una persona che andava scoperta, poco a poco, Sebastian invece era un tipo spavaldo, provvisto di quel pizzico d'invadenza che permetteva la conoscenza profonda delle persone.

Non sarebbero potuti andare d'accordo, per il semplice fatto che nessuno sarebbe riuscito a capire l'altro a causa dei loro caratteri estremamente differenti.

Eppure, seduti in quel tavolino per due a mangiare delle strane pietanze con la salsa di pomodoro, stavano ridendo.

Lui la stava facendo ridere, e anche di gusto.

 

Il tutto era iniziato casualmente, lui stava osservando il suo riflesso attraverso un cucchiaio, e lei lo aveva sorpreso così, mentre cercava invano di flirtare con se stesso, o forse stava provando qualche tecnica di seduzione, non ne era sicura.

 

Era scoppiata ridere, rimanendone successivamente sorpresa, e aveva contagiato anche lui con la sua risata.

Quando era uscita dal dormitorio aveva già fatto uno schemino di come sarebbe andata la serata, in una parola: male.

Aveva immaginato se stessa con il muso lungo, seduta, a guardare Scorpius divertirsi con una misteriosa Corvonero, mentre lei si crogiolava nella sua stessa solitudine, invece la serata era iniziata nel migliore dei modi.

Non aveva pensato a lui nemmeno per un secondo, si stava divertendo parecchio con Sebastian, così tanto da dimenticare tutto il resto, perfino la sua maschera.

 

Andava tutto bene, la serata stava procedendo magnificamente, fino a quando qualcun altro entrò nel tendone.

Scorpius Malfoy.

Scorpius Malfoy in compagnia.

Scorpius Malfoy in compagnia di Lily Potter.

 

Le lacrime che le stavano sfuggendo a causa delle risate terminarono, la sua risata si fermò del tutto, il suo volto perse espressione e Arya Zabini tornò ad indossare la sua maschera.

La proteggeva, soprattutto dai sentimenti indesiderati, così la gente non poteva vedere la sua debolezza, perché ci godeva, non riusciva a farne a meno.

Per la popolazione di Hogwarts umiliare qualcuno significava avere un nuovo pettegolezzo di cui poter parlare, non importava quanto l'interessata/o potesse starci male, il popolo di Hogwarts doveva riderne, commentare, criticare, gettare fango, doveva farsi gli affari degli altri, tanto per avere qualcosa da fare, come se i sessanta centimetri di pergamena sull'utilizzo del sangue di drago, o il tema sulla trasfigurazione animale non fossero sufficienti.

 

Hogwarts era casa, ma una di quelle piene di nonne, zie, prozie, bisnonne, e chi più ne ha più ne metta, super invadenti, che ti squadravano dalla testa ai piedi, perennemente interessate alla tua vita amorosa e con quelle battutine piene d'invidia poiché i loro figli non riuscivano a combinare nulla di buono nella vita, e ovviamente dovevano rigettare il tutto su di te.

 

Sebastian accanto a lei irrigidì la mascella, apparentemente non sembrava che la cosa l'avesse toccato più di tanto, ma lei riusciva a privare le persone delle proprie maschere, poiché sapeva esattamente come erano fatte.

 

La guardò e le fece un'unica domanda, era una domanda che sarebbe potuta sembrare normale in n altro contesto, ma in quel momento era carica di significato.

-Tutto bene?-

-Mi sono illusa che per una volta le cose potessero andare per il verso giusto.-

Chiusero l'argomento e non lo riaprirono più.

 

Nel frattempo Lily e Scorpius erano stati placcati da Skyler, che li guardava quasi fosse una maniaca, e da Connor, che sembrava voler urlare da un momento all'altra per la frustrazione.

 

Quando Sky li aveva visti entrare era subito partita in quarta, con Connor che le correva dietro esasperato, essendo la quindicesima volta circa che si alzava dal loro tavolo per andare da questa o quella persona.

Lui era affamato, erano arrivati da più di mezz'ora e non aveva potuto toccare cibo a causa di quell'uragano dai capelli neri, che continuava ad andare ovunque, tranne che al tavolo del buffet.

Gli aveva sfiorato la mente che fosse a causa dei punti che le aveva tolto quando l'aveva conosciuta, ma era un ragionamento troppo da serpe.

Inoltre aveva espressamente affermato che non gli avrebbe più restituito il suo mantello, davvero inaudito, il tutto perché voleva tenere un ricordo di scuola per quando avrebbe lasciato Hogwarts, e aveva scelto il SUO mantello, logico no?

 

Si era piazzata davanti ai due e aveva fissato Scorpius facendolo arrossire, mentre Lily Luna aveva ridacchiato sotto i baffi.

Lo sguardo di Skyler era un misto tra il confessa, chiedi scusa e non ti sa fatto alcun male, e il giuro che se non parli ti mollo un pugno su quel visino di porcellana.

 

-Ci conosciamo?- Scorpius era palesemente a disagio, e Skyler non faceva nulla per farlo sentire nulla, anzi incrementava il tutto con le sue occhiate.

-Oh, tu non mi conosci, ma io conosco te, brutto vermicolo ammuffito! Sei il ragazzo che ha lanciato il mio baule durante il viaggio verso Hogwarts, è stato davvero poco carino da parte tua, non ti pare?- Sky lo osservava, sperando che lui le chiedesse scusa, implorandola magari, davvero un'idea brillante.

Ad ogni modo i suoi piani furono distrutti a causa della risposta del ragazzo, perché no , non si aspettava mica che le dicesse quelle parole.

Lei si era preparata un discorso, sapeva già come sarebbe andata a finire, o almeno lo credeva.

-Oh, ma è stato Albus a lanciarlo, Albus Severus lo vedi? Quello accanto l'entrata, di fianco a Theresa Light, perché non vai a dirgliene quattro?!-

Skyler scattò sull'attenti e guardò immediatamente la direzione indicatale dal ragazzo e li pianto lì, senza nemmeno un saluto, pronta ad aggredire, verbalmente per il momento, il ragazzo.

 

Connor aveva guardato i due come a volersi scusare per lei, prima di correrle dietro sconsolato, di sicuro non avrebbe fatto in tempo a cenare.

Lily nel frattempo aveva dato una spintarella a Scorpius e lo aveva guardato con sguardo metà tra il divertito e l'arrabbiato.

-Per cominciare è stato davvero Albus a lanciarle il baule, quindi non guardarmi così, e poi ci tengo alla pelle, dico, ma l'hai vista? Se avesse potuto mi avrebbe ucciso con lo sguardo- Disse il ragazzo a mo di scuse, poi scoppiarono a ridere.

 

Nel frattempo, Skyler, dopo aver placcato Albus e Tessa, aveva iniziato a parlare a macchinetta.

-Tu!-

Albus, sentendo la voce di Sky, si voltò a guardarla.

Era bella, e si sorprese di non averla mai notata nel castello.

-Ci conosciamo?- Evidentemente lo conosceva, e il suo sguardo sembrava non promettere nulla di buono, faceva quasi paura.

Poco prima che lei potesse rispondere, si sentì sollevare dalle ascelle e portare via.

Ovviamente la sua maschera non le permetteva un'ampia visione delle cose, ma dopo aver visto Connor scusarsi con i due, non aveva più alcun dubbio di chi l'avesse portata via.

 

-Capitano- Lo salutò con tono rassegnato, mentre smetteva di scalciare.

-Skyler, è sempre un piacere vederti, e per quanto avrei voluto assistere alla scena, ho dovuto fare quello che ho fatto, avresti potuto compromettere quello che verrà dopo- James l'aveva lasciata andare, e avevano iniziato una conversazione destinata a non continuare.

 

-Capitano, perché ogni volta che parli in questo modo, dopo un po' succede sempre qualcosa di strano?- Skyler non si era arrabbiata con lui, poiché, nessuno riusciva a spiegarselo, lei non se la prendeva mai con James.

 

Lo rispettava, lo aveva sempre rispettato, e il motivo era semplice.

Lui era riuscito a essere quello che era infischiandosene di tutto e di tutti, non si vantava di essere il figlio del grande Harry Potter, non lo aveva mai fatto.

Voleva essere se stesso, e odiava chiunque lo paragonasse al padre, perché lui era semplicemente James, un mago come tanti altri.

E Skyler lo aveva sempre ammirato per questo.

 

Lui, invece, l'aveva sempre vista come una sorellina minore, alla pari di Lily, e la trattava d conseguenza.

Aveva sempre cercato di tirarla fuori dai guai, ed era stato lui stesso a consigliale di fare le selezioni per la squadra di quidditch.

Quando le aveva visto il tatuaggio, all'inizio dello scorso anno, avrebbe voluto farle una lavata di capo come si deve, una di quelle che non si dimenticano mai.

 

-Non ne ho la minima idea, Sky- Il sorriso nacque spontaneo sulle labbra del ragazzo, mentre lei sorrideva complice.

 

Ma il sorriso sulle labbra di lui durò poco, e lei se ne accorse, stava guardando il fratello e la sua dama.

 

-Ti va di parlarne?-

-Non c'è niente di cui parlare, sono stato uno stupido, tutto qui. Adesso ti lascio al tuo accompagnatore, che per la cronaca, credevo non sopportassi- E la lasciò li, mentre Connor veniva verso di lei.

 

-Che ne dici, andiamo a mangiare qualcosa?- Gli occhi del ragazzo s'illuminarono a quella richiesta.

 

 

 

Skyler intravide le sue amiche e le salutò con un fugace occhiolino.

 

Rose, Roxanne, Dominique e Gabriela avevano deciso di andare senza accompagnatore, ovviamente qualcuno le aveva invitate, ma loro avevano educatamente rifiutato, volendo passare una serata tra amiche a divertirsi, e non tra silenzi imbarazzanti.

 

Inoltre avrebbero dovuto consolare Gabriela, che si era lasciata da poco con il suo fidanzato babbano.

Lei, il ventisei di dicembre, lo aveva beccato mentre la tradiva con un'altra, e lui si era giustificato dicendole che i ragazzi avevano bisogno di certe attenzioni particolari che lei non gli dava, che era sempre lontana da lui, vista la sua scuola privata per ricconi, e che ormai si comportava da snob, come se si sentisse superiore a tutto e tutti.

 

Lei lo aveva mandato, in maniera piuttosto colorita, a quel paese, e gli aveva detto di non volerlo più vedere.

Un tradimento era una cosa grave, distruggeva le fondamenta di un rapporto, le faceva diventare cenere, e faceva cadere tutto il resto, lasciando un buco nel petto.

Ti rendeva insicura sulla tua persona, sulla tua vita, sul perché delle cose, e la tua fiducia se ne andava.

Tutte le tue certezze si sgretolavano davanti ai tuoi occhi, tutto quello in cui avevi sempre creduto.

E ti rendevi conto di star crescendo, capivi che la vita era fatta anche, e soprattutto, d'ingiustizie, la tua vita cambiava, e tu con lei.

Iniziavi a capire che il principe azzurro delle fiabe era presente solo in quest'ultime, che il vissero per sempre felici e contenti era solo una frase come un'altra, che il lieto fine era un'enorme bufala, perché, effettivamente, cosa c'era di lieto in una fine?

 

E Gabriela aveva lottato, aveva lottato tanto, prima contro se stessa, poi contro quel ragazzo che un tempo aveva considerato speciale, e aveva capito che non era lei ad essere quella sbagliata, ma lui.

 

Rose, la sua migliore amica, le aveva detto che era stato lui a perderci, non il contrario.

 

Erano sempre state amiche, lei e Rose, si erano capite fin dal primo momento in cui si erano viste.

Nonostante Gabri fosse di un anno più grande, erano molto legate.

 

-Sapete di cosa ho voglia?- Chiese Gabriela alle sue tre amiche.

-Cosa?- Le chiese Dominique.

-Alcol- Roxanne la guardò con sguardo complice, mentre Rose scuoteva la testa rassegnata e a Dominique spuntava un sorrisetto sulle labbra.

Quella sera si sarebbero di sicuro divertite.

 

 

Arya nel frattempo si era momentaneamente separata da Sebastian per andar a prendere qualcosa dal tavolo del buffet.

La serata per lei stava procedendo piuttosto bene, e il fatto di non aver più nemmeno visto l'ombra di Scorpius, o di Lily Potter, aveva contribuito a rendere il tutto più spontaneo e divertente.

Ovviamente il tendone era grande, ma non così grande da poter evitare qualcuno, infatti così era stato.

Se lo ritrovò davanti e le si bloccò il fiato in gola.

Non avrebbe permesso a Scorpius di rovinarle la serata.

Erano sempre stati migliori amici, ma lei aveva sempre sperato che lui provasse per lei qualcosa in più della semplice amicizia.

Ci aveva sempre sperato.

Lui, il primo a averla vista per quella che era, e lei aveva finito irrimediabilmente per innamorarsene.

I loro sguardi s'incrociarono, e lui le si avvicinò.

-Come va la serata?- Sembrava in imbarazzo, ma lei non ci fece caso, era troppo impegnata a fingere che non le importasse nulla.

-Bene, benissimo, magnificamente, a te?- Arya era sull'attenti, e non si era mai comportata così con lui.

-Bene... Io.. Per te.. Si, per te... Non c'è problema che io sia venuto con Lily, no?- Scorpius era esitante, voleva essere contraddetto, voleva che lei gli facesse capire qualcosa, che gli desse un segno, qualcosa, qualsiasi cosa, ma non quel silenzio, quel costante dubbio

-Nessun problema, ora scusami, devo tornare da Sebastian.- Si voltò e tornò al suo tavolo, mentre dietro di lei Scorpius sospirava rassegnato.

 

Erano già passate un paio d'ore dall'inizio del ballo, gli studenti avevano cenato, e i professori, stranamente, li avevano lasciati da soli per andare a dormire.

Ovviamente avevano incaricato i Caposcuola e i Prefetti di supervisionare la serata.

Nessuno però sapeva che nei calici dei docenti era stato versato uno strano intruglio, incolore e inodore, per assicurare un sonno senza sogni, il motivo verrà scoperto in seguito.

 

I ragazzi si stavano scatenando in pista e Marion non era da meno.

Si stava divertendo come una matta con Lysander, e non aveva pensato nemmeno per un secondo a Lorcan.

Ballava come se non ci fosse un domani, scuoteva i capelli, muoveva il bacino e oscillava le braccia.

Nel frattempo Lysander le teneva la vita con le mani e ballava a tempo di musica.

Si staccò da lei e le chiese se volesse qualcosa da bere, poi si allontanò verso il tavolo dei drink, lasciandola danzare.

 

Sorrise sotto i baffi, immaginando la reazione del fratello e prese due burrobirre.

Nel momento in cui allungò la mano, toccò quella di un'altra persona, si voltò e rimase a fissare la ragazza senza parole, facendola arrossire.

 

-Prego- Disse, facendole capire di poter prendere la bibita.

Gli sorrise, e dopo aver preso la sua burrobirra fece per andarsene, ma fu trattenuta dalla mano di lui.

-Ci siamo già visti, in treno, hai fatto cadere il carrello dei dolci.-

-Beh, grazie per avermelo ricordato- Rispose lei ironica, non le andava che la gente le ricordasse quanto era imbranata.

-Scusa, non volevo metterti in imbarazzo, ci tenevo a dirti che sei molto bella stasera- Lysander era diventato paonazzo, e aveva preso a farfugliare, dandosi mentalmente dell'idiota.

Lei gli sorrise di nuovo e lui acquistò più sicurezza, ma prima che potesse chiedere il suo nome lei gli disse di dover andare.

Prima di tornare da Kile, si voltò nuovamente verso Lysander e gli sorrise.

 

Lorcan e Marion nel frattempo stavano avendo una conversazione molto colorita, che venne interrotta dall'arrivo di Lysander.

-La tua burrobirra, Marion-

Lys non seppe mai cosa si dissero i due, ma di sicuro s n'era fatto un'idea.

-Oh, burrobirre, proprio quello che volevo, grazie fratello-

Le sfilò dalle mani di Lys e s'incamminò verso l'altro lato del tendone, per poi iniziare a fissarli.

 

Dopo quindici minuti abbondanti, Lorcan li stava ancora fissando, così Lysander decise d prendere in mano la situazione.

-Ti va di farlo andare fuori di testa?- Marion inizialmente non capì la richiesta del suo accompagnatore, in realtà non ci capì proprio niente, seppe solo che ad un certo punto si ritrovò le labbra di Lysander incollate alle sue.

 

Purtroppo però, Lorcan non era l'unico ad aver assistito alla scena, bensì anche Lara.

 

 

 

Cathubovda e Gabriel erano usciti per prendere una boccata d'aria.

Si erano divertiti parecchio e avevano ancora il fiatone, causato dall'incessante danzare.

Aveva invitato la ragazza per svagare la mente, ed essendo molto simpatica, oltre che carina, non si era lasciato sfuggire l'occasione.

 

La sua fidanzata babbana, purtroppo, lo aveva tradito, con l'ex fidanzato babbano della sorella, lasciando una voragine nel petto di entrambi i gemelli.

 

L'aveva invitata come amica, non volendo rovinare la serata al suo migliore amico Alec, che aveva già un'accompagnatrice.

Avevano passato una bella serata, e nonostante si fosse accorto di Yanik, che la 'sorvegliava' da fuori il tendone, si stava divertendo.

 

Il giardino era magnifico, aveva smesso di nevicare da un po', e la neve si era già sciolta, lasciando il prato bagnato.

La luna piena rifletteva il suo bagliore nel lago nero, facendo sembrare inutili le candele che fluttuavano a mezz'aria.

E la musica, che proveniva dal tendone rendeva l'atmosfera davvero singolare.

 

Fecero qualche passo e, a causa del terreno bagnato, Cath scivolò, ma fu subito presa dalle braccia forti di Gabriel.

Non erano gli unici però ad essere usciti, poiché anche Kile e Lara si trovavano in quel bellissimo giardino, ad assistere a quell'equivoca scena.

 

 

Kile non ne poteva davvero più di quella situazione, perché conosceva Cath meglio di chiunque altro, c'era sempre stato per lei.

Allora perché era Gabriel a stringerla tra le sue braccia e non lui?

Li vide sempre più vicini, e poco prima che potesse succedere qualcosa si avventò sul ragazzo.

 

A Gabriel, prevedendo il pericolo, s'illuminò il ciuffo di capelli, e poco prima che Kile potesse colpirlo, si scansò bruscamente, lasciando la sua presa su Cath.

 

Nessuno si curò del fatto che la ragazza fosse finita a terra, solo Yanik, che le corse immediatamente accanto, facendola sorridere.

Questa volta Gabriel non riuscì a schivare il pungo di Kile, che gli arrivò direttamente nel naso, facendolo barcollare all'indietro.

Gabriel, stanco di quella situazione, contraccambiò con la stessa moneta, e sferrò un pugno in un occhio a Kile, rompendogli il sopracciglio.

 

Finirono per terra e si azzuffarono come meglio potevano, fino a quando non arrivò Lorcan, che separò i due, tenendo Kile fermo.

 

Erano conciati piuttosto male, i vestiti erano sporchi di fango, e si era creato un gruppo di curiosi intorno a loro.

-Ringrazia solo che i professori non ci siano più da un pezzo.- Sussurrò Lorcan all'orecchio di Kile, mentre quest'ultimo sputava per terra saliva mista a sangue.

 

Lanciò uno sguardo gelido a Gabriel, prima che qualcun altro gli si piombasse davanti.

Marion, in compagni di Lysander.

-Si può sapere cosa ti è preso? Pensavo che la tu storia d'amore con le risse fosse finita con la fine dello scorso anno!- Marion era furibonda, aveva le guance paonazze e una vena che le pulsava sul collo, per non parlare dello sguardo omicida.

 

-A quanto pare ti sbagliavi- Il tono di Kile era pieno di ironia, in modo quasi cattivo.

Prima che potesse ribattere, Lorcan lo fece al posto suo, facendole uscire gli occhi dalle orbite.

-Penso che ti dovresti fare gli affari tuoi, Marion, perché non torni a divertirti?- Lysander dovette trattenere la ragazza dalle braccia, altrimenti sarebbe saltata addosso gli e lo avrebbe scuoiato vivo.

 

-Non parlarle così- Disse duramente Lysander al fratello, mentre quest'ultimo si avvicinava e Lysander spostava Marion dietro di lui.

-Altrimenti?- I nasi dei gemelli si toccavano, e tutti e due avevano uno sguardo gelido impresso in faccia.

 

-Adesso basta! Perché non vedete di smetterla e tornate dentro?- Era la prima volta che Lara apriva bocca da quando era accaduto il tutto, e la maggior parte di loro si accorse della sua presenza solo in quel momento.

 

Lysander, arrabbiato com'era, non pensò nemmeno a quello che disse prima di dirlo.

-Credo che se qualcuno dovesse farsi gli affari propri quella sei proprio tu, visto che non c'entri nulla nel discorso.- Lara incassò il colpo e si ammutolì, ma Kile no.

 

Si avvicinò in fretta a Lys e lo prese per il colletto della camicia, sbattendolo contro il tronco di un albero.

-Non provare a trattarla così-

Era diventato molto protettivo nei confronti di Lara, quasi fosse una sorellina, e Lysander, parlandole in quel modo, aveva messe a dura prova la pazienza di Kile, precaria fin dall'inizio.

 

Lara era rimasta senza parole, non si sarebbe mai aspettata che qualcuno la difendesse in quel modo, tanto meno il Serpeverde.

Il suo sguardo incredulo venne intercettato dalla sua migliore amica Melody, che per non far degenerare le cose, decise d'intromettersi.

-Cosa abbiamo qui? Una rissa in piena regola, sapete che potrebbero togliervi dei punti per questo?Ma certo che lo sapete, questo non vi ferma mica però. Voi due, accanto all'albero, smettete di fare cose sconce davanti a tutti, prendetevi una stanza! E tu, tutto sporco di fango, no, no, no, non è così che ci si comporta, giovanotto. La prossima volta, invece di rotolarti sul prato, insieme al tuo amante, assicurati che non ti sostituisca così facilmente. E queste povere fanciulle qui? Abbandonate dai loro cavalieri, ma dov'è finita la galanteria? Davvero, rimango senza parole. Adesso, tutti dentro!- il discorso della ragazza traspariva sarcasmo da tutte le parti, ma incuteva comunque un certo timore, perché quando li aveva invitati ad entrare, beh, era stato più un ordine che un invito.

 

Ma prima che gli studenti potessero rientrare accadde qualcosa di strano.

I loro vestiti scomparvero, lasciandoli tutti in intimo, ma le loro maschere rimasero dov'erano.

 

Tutti alzarono gli occhi al cielo nel momento esatto in cui comparve una scritta in cielo.

 

Spritz

 

 

 

Dylan, James, Frank, Fred e Merope avevano colpito ancora.

Louis rise sotto i baffi, più per il discorso che per lo scherzo, tutti si agitavano e lui rideva.

Melody se ne accorse, e piuttosto nervosamente, con le braccia conserte, gli chiese cosa Salazar lo facesse ridere.

-Il tuo discorso, ecco cosa mi fa ridere, è stato piuttosto ridicolo, anche se ha..- Melody non gli fece nemmeno terminare la frase.

-Ah, davvero?- Disse prima di tirargli un pugno in un occhio.

D'altronde quel ragazzo aveva dei precedenti.

 

Dopo i primi secondi di smarrimento, i ragazzi iniziarono a sentirsi a disagio, fino a quando qualcuno non smorzò la tensione con un grido.

-TUTTI NEL LAGO!-

 

 

 

Tutti gli studenti, nessuno escluso, iniziarono a correre verso il lago nero, pronti a farsi un bel bagno di mezzanotte.

 

I primi a tuffarsi furono Albus e Tessa, o meglio, Albus con Tessa sulle spalle, visto che lei avrebbe preferito rimanere asciutta.

Si erano divertiti molto, aveva scherzato, ballato, insultato James e tanto altro.

 

Dopo di loro entrarono Roxanne, Dominique, Gabriela e Rose.

Rose andò a sbattere contro Dylan perdendo l'equilibrio, che la prese al volo prima che potesse cadere all'indietro.

Le sorrise mentre lei arrossiva.

 

Contemporaneamente entrarono Lara, Melody e Alice, che per non farsi pedinare dal fratello, si aggrappò a Connor usandolo come muro/scudo umano.

Lui si guardò intorno stranito, e quando il pericolo 'fratello' cambiò strada, Alice poté finalmente lasciare andare la povera serpe e scoppiare a ridere.

-Non ci siamo mai presentati noi, io sono Connor-

 

A poca distanza da loro, Frank cercava con lo sguardo la sorella, non volendo che le succedesse qualcosa di male, quando si scontrò, nel vero senso della parola con Cassiopea.

Le era finito addosso, e la poverina era inciampata in avanti.

Lui era riuscito a prenderla prima che s'immergesse completamente in acqua, con l'unico risultato di finirci anche lui.

Si era scusato più volte, facendo ridere la ragazza, poi senza nemmeno rendersene conto avevano iniziato a parlare.

Avevano molte cose in comune, ma il fatto che lei fosse in intimo non rendeva per niente le cose facili, poiché a lui ogni tanto viaggiava l'occhio.

Ad ogni modo avevano deciso di vedersi di nuovo, magari per studiare qualcosa insieme, o cose del genere.

 

Lucy Weasley invece si stava scambiando effusioni con la sua ragazza, mentre la sorella maggiore, Molly, faceva lo stesso con un ragazzo.

 

James era davvero messo male, ubriaco, abbandonato dalla propria dama, costretto a guardare Tessa divertirsi con il fratello, davvero non capiva cosa potesse andare peggio.

 

Ovviamente c'era qualcuno messo peggio di lui, ed era Lorcan, che stava avendo una conversazione con Marion, conversazione precedentemente interrotta dal fratello di lui.

 

-Lorcan, perché non la smettiamo? Perché non facciamo come tutti gli adolescenti che provano sentimenti l'uno per l'altra? - Era stanca di tutto Marion, stanca di dover fingere, di dover sopprimere il sentimento che provava per lui, aveva bisogno di risposte certe, solo così sarebbe potuta andare avanti.

-Sette lettere, tre parole, dille e sono tua-*

-Io... io... - Lorcan non se lo aspettava, il loro rapporto non era mai stato fatto di certezze, ma di sguardi, di parole non dette, di inganni, di bugie anche, ma mai, mai si sarebbe sognato che lei lo mettesse davanti ad un bivio del genere.

Prendere o lasciare, stava lì il problema, la scelta era solo una.

-Non devo sapere altro- Ma Marion non voleva insicurezze, così si rassegnò, e mentre si allontanava da lui, una piccola lacrima le rigava il viso, subito seguita da molte altre.

Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederla piangere, di vederla star male per lui.

Adesso capiva tutto, amare era distruggere**

 

 

Gli unici a cui sembrava che la serata stesse andando bene erano Merope e Fred.

Si stavano baciando con lentezza, quasi fosse stato amore, ma per loro era sempre così.

Un gigantesco punto interrogativo in mezzo ad un sacco di parole.

Era fatta di questo la loro relazione, se così poteva esser chiamata, di insicurezze, di parole non dette, di baci fugaci, di amore represso, di scherzi, di guai.

Erano questi, ma quanto sarebbe durato ancora?

Si staccarono, ancora ansanti, e si guardarono negli occhi, ancora stretti in un abbraccio.

 

-Mer, devo dirti una cosa..- Fred distolse lo sguardo, continuando a stringerla a sé, quasi avesse para scomparisse da un momento all'altro.

Lei lo incitò a continuare con il suo silenzio, e così lui fece.

-Sono stato con un'altra, qualche giorno fa.- Merope s'irrigidì.

-No, no- Iniziò ad allontanarsi da lui, poiché quel gioco non le stava più bene.

-Merope, per favore, fammi parlare..- Fred era preso dal panico, il loro rapporto stava scivolando via e lui stava cercando di afferrarlo, nonostante ci avesse buttato sopra quintali d'olio.

-Di cosa vuoi parlare? Dello schifo di rapporto che abbiamo? Del fatto che non so nemmeno cosa siamo? Di cosa?-Stava urlando, odiava urlare, ma in quel momento non poteva farne a meno.

Lui l'aveva ferita, ed era giusto che lei lo ferisse per ripicca.

-Se solo mi lasciassi spiegare...- Fred, oh, lo amava, dal primo momento in cui l'aveva visto, era sempre stato amore, lo sapeva.

Ma lui? Cosa provava lui? Questo non poteva saperlo.

-Stare con te, per me era un salto nel vuoto, come buttarsi da un precipizio e non riuscire a vedere la fine poiché troppo profondo. Sei stato un rischio, lo sapevo benissimo, e ho capito che alla fin di un bivio non ci puoi trovare un materasso che attutisce la caduta, o un trampoli che ti riporta su, ma solo terra, e cadere fa male, fa dannatamente male, Fred.- Gli stava aprendo tutta se stessa, per poi chiudersi per sempre.

Si voltò, e fece un passo avanti, poi parlò di nuovo.

-Questa cosa che c'era tra noi, dimenticala.-

-Per favore, Merope!- Continuò ad urlare il suo nome, fino a quando lei non si allontanò troppo.

 

 

Dopo esser usciti tutti dal lago, gli studenti avevano deciso di riscaldarsi intorno ad un bel falò.

I loro vestiti erano ricomparsi una volta asciutti, e le loro maschere erano scomparse del tutto.

In molti avevano bevuto, lasciandosi andare una volta tanto, e James Sirius era uno di questi.

Non riusciva a capire perché quella ragazza gli interessasse così tanto, davvero non lo capiva.

Infondo poteva avere qualsiasi ragazza con un solo schiocco di dita, eppure non voleva questo.

Lui voleva quella ragazza che si metteva i fiori tra i capelli, quella che se c'era da risponderti male lo faceva, quella che gli sapeva tener testa, lui voleva Tessa.

 

Vide il fratello alzarsi, e lasciarla sola per la prima volta in tutta la serata.

Era il suo momento, la sua occasione per farsi perdonare.

Si alzò, pronto a raggiungerla ma si accorse di star barcollando, vedeva tutto offuscato.

Le si avvicinò lentamente, poi si sedette, quasi cadendo, accanto a lei.

-Potter, cosa ci fai qui?-

-Akkora, iiiio sono ubriaco, pero tu sei belisma.- James si fermò un attimo a riflettere, poi parlò di nuovo

-Oh, Merlino, che cazzo ho detto- Tessa invece era arrossita come un peperone.

-Mi dispiace tantisssssssimo di averrrrrr detttto quele brutte, brutte, brutte parooole. Ti preeeeego, perdonamii- James aveva iniziato a piangere come un bambino, cosa che da sobrio non avrebbe ftto di sicuro.

Quell'immagine intenerì davvero tanto Tessa, a tal punto che si inginocchiò di fronte a lui e prese ad asciugargli le lacrime.

-Shhhh, a tutto bene, ti ho perdonato, ok?- Sembrava un bambino piccolo, però almeno aveva smesso di piangere.

Al momento la guardava con gli occhi sgranati, ricolmi di lacrime, poi fece qualcosa di cui nessuno si sarebbe aspettato.

Avvicinò il suo volto a quello della ragazza e le diede un casto bacio sulle labbra, poi si staccò e corse via, per quanto l'equilibrio da ubriaco glielo permettesse.

E Tessa rimase lì, stupita e senza parole.

 

 

 

Kile invece stava parlando con Cath, o meglio stava subendo un interrogatorio.

Per lei era assurdo che lui avesse fatto a botte soltanto perché l'aveva trovata troppo vicina ad un ragazzo.

Insomma, chi si credeva di essere, suo padre?

-Una semplice spiegazione, Kile, è chiedere troppo?- Stavano urlando, l'uno contro l'altra, stavano litigando perché lui non rispondeva alle sue domande e lei continuava a farle, le domande, e questo li dava sui nervi.

Cosa voleva da lui? Che le dicesse che era geloso, che le dicesse che l'idea di saperla con qualcuno che non era lui gli faceva salire il sangue al cervello? Che era dannatamente cotto di lei? Beh, non era da lui fare dichiarazioni del genere, e lei purtroppo lo sapeva bene.

Doveva tirargliele fuori con le pinze le parole.

-Non lo so, dannazione!- Urlavano e non la smettevano più, erano l'uno di fronte all'altra e urlavano lo stesso, forse perché i loro cuori non erano vicini come loro, e per arsi sentire avevano bisogno di urlare.

-Ti chiedo solo una spiegazione!- Era frustrata, voleva capire, voleva delle certezze e voleva che fosse lui a dargliele, perché era stanca di darsele da sola, illudendosi magari.

Kile le prese il volto tra le mani, e dopo alcuni istanti fece incontrare le loro labbra.

Era un bacio urgente il loro, in cerca di risposte, di sicurezze che non erano in grado di dirsi a parole.

Si fusero e diventarono un'unica cosa.

-Ti basta come spiegazione?- Le chiese Kile ansante, quando si staccarono.

Lei non rispose, ma gli tirò un pugnetto sul braccio.

 

Erano un po' tutti ubriachi, ma non aveva importanza, quella serata non l'avrebbero dimenticata.



Angolo autrice:
Salve gente, ci tengo a precisare che corregerò il capitolo DOMANI, quindi per qualsiasi orrore sappiate che domani sparirà
Questo capitolo lo dedico a Caterina, che lunedì compie gli anni :D
Sono dispponibili due posti nella storia, un serpeverde settimo anno e una corvonero settimo anno, saranno i fidanzati dei gemelli Gabriel e Gabriela per chi volesse partecipare, altrimenti li inventerò io.
Il serpeverde sarà il migliore amico di Gabriel e il suo nome sarà Alec, per il resto stupitemi.
X GinnyW

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