Change.

di 5sosunshine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


 
Change.
 


ehi, volevo solo dire che so già che come primo capitolo potrebbe essere noioso, lo so, non vi biasimo,
ma credo sia normale, spero che continuiate a leggere comunque, grazie e buona lettura.:)




Quella mattina non era iniziata per niente bene, sarei dovuta trasferirmi da una città all'altra, da uno stato all’altro e perfino da un continente all’altro per andare a vivere con dei perfetti sconosciuti, il che non mi andava molto a genio; insomma, mio padre avrebbe almeno potuto presentarmi la sua "nuova moglie" ma no, a quanto pare gli piaceva tenermi in ansia. Per non tener conto che una volta arrivati la mi sarei sentita come un pesce fuor d'acqua, insomma, non è una cosa di tutti giorni. Ormai era da 3 anni che vivevo in Francia per via del lavoro di mio padre, in passato mi aveva più volte accennato che un domani avremmo dovuto cambiare città, o forse anche stato. Nonostante fosse pagato bene e a me non mancava niente odiavo il suo lavoro. Non stavo mai con lui e da quel giorno avrei dovuto iniziare a condividerlo con qualcun altro e la cosa mi urtava parecchio. Che poi, noi vivevamo a Parigi, come diavolo ha fatto mio padre a fidanzarsi con una donna che si trovava dall’altra parte del mondo? Quella era una domanda che mi ero sempre posta.
 
Mi vestii velocemente e presi le valigie per poi scendere le scale sperando che nessuno mi rivolgesse parola, perché detestavo quando qualcuno iniziava a rompere già di prima mattina, senza contare nemmeno il fatto che ero nervosa già di mio.
 
-“Sei già scesa”- ecco, mi riferivo a questo.
 
-“Si. Hai visto papà?”- dissi guardandomi intorno, quando poi sentii una voce provenire da fuori.
 
-“Ragazzi, se siete pronti potete già uscire, tra un paio di minuti partiamo per l’aeroporto.”-
 
Io e Logan uscimmo fuori per vedere mio padre che caricava le restanti valige in auto con l’aiuto del maggiordomo, mentre Kate ci fece cenno di salire in macchina.
Kate era la nostra domestica/tata in pratica è stata lei a crescere me, mia sorella e mio fratello, visto che nostra madre sen'era andata quando io e Emily avevamo solo 10 anni, mentre Logan 11.
 
-“Perché dobbiamo partire? Io sto bene qui. Non voglio andare in quella stupida città. Non possono trasferirsi loro da noi?”- dissi acida.
 
-“Credimi ti innamorerai di Sidney.”- sorrise mio padre mentre saliva, anche lui, in auto.
 
Certo, era ovvio che sorridesse, scommetto fosse felicissimo. Credo che per lui fosse un traguardo andare a vivere tutti insieme.
 
-“Si soprattutto quando troverai il ragazzo”- rise Emily.
 
Ma zitta non ci stava mai? La detestavo alle volte, per non dire sempre. Insomma, sì, era mia sorella, ma odiavo essere paragonata a lei per ogni minima cosa, sapevo che chiunque era migliore di me e di certo non migliorava la situazione mettermi a confronto con ‘la figlia perfetta’.
 
-“No.  Ti stai sbagliando. Quelli di Sidney sono orribili e poi io voglio rimanere qui a Parigi è inutile che mi dite tutte queste stronzate."- dissi girandomi a guardare fuori dal finestrino.
 
-“Eh dai Nicole. Cambiare aria forse farà bene anche alla tua testolina."- disse Logan scompigliandomi i capelli. Cercai di ignorarlo, per evitare di peggiorare tutto.
 
-“E' ovvio che a te piaccia l'idea di andare a vivere là, hai un sacco di amici che vivono da quelle parti.."- sbuffai.
 
-“Non é colpa mia se odi Sidney, la scorsa estate non sei voluta venire a conoscere Lisa, a quest’ora anche tu avresti fatto amicizia.”-
 
Si, okay, avevo avuto occasione per incontrare Lisa e il resto della famiglia (non che fossero poi così tanti là, se non sbaglio aveva solo un figlio.. o due) ma non credevo saremmo arrivati a quel punto. Ero stanca di sentir dire quelle cose da mio fratello quel giorno mi stava davvero irritando più delle altre volte. Non è che non andassi d’accordo con lui, anzi, stavo meglio con lui che con mia sorella Emily, ma stranamente quella mattina mi irritava averlo accanto. Misi le cuffie per ascoltare della musica e alzai il volume per isolarmi dal resto del mondo e riflettere su come la mia vita, in quelle poche ore, stesse cambiando senza nemmeno il mio consenso.
 
 
 
 
-“E dai, Nick, non è stato poi così male il viaggio”- face spallucce Logan ridendo.
 
Eravamo appena scesi dall’aereo. Ero terrorizzata. Durante il viaggio c’erano state parecchie turbolenze, inoltre non avevo mai perso l’aereo quindi quelle ore passate all'interno di quel mezzo furono terribili. Senza nemmeno contare che ci avevamo impiegato una vita. Eravamo appena scesi dall’auto dopo qualche ora di strada dall’aeroporto a quella che sarebbe diventata la mia nuova casa. Mi ritrovai davanti ad una villa enorme, più o meno quanto quella mia in Francia, non era niente male. C’era un cancello che portava ad un piccolo giardinetto che continuava anche sul retro della casa, o almeno così sembrava. Appena mio padre suonò il campanello, la porta d’ingresso si aprì mostrando una donna sulla quarantina, era vestita molto bene, insomma, come quelle signore snob che si vedono in tv, il che non mi andava molto a genio.
 
-“Oh ciao tesoro.”- disse andando incontro a mio padre.. bleh
 
Successivamente con un sorriso a trentadue denti salutò sia Emily che Logan come se li conoscesse da una vita, quando poi realmente era solo la seconda volta che li vedeva. Io rimasi indietro, non sarei mai andata di mia spontanea volontà a salutare colei che stava -secondo tutti, tranne me- sostituendo mia madre.
 
-“Uh, ma sbaglio o manca una delle due gemelle?”- disse sarcastica riferendosi a me mentre guardava Emily.
 
-“Certo, cara, ti presento Nicole.”- intervenne  mio padre presentandomi a lei.
 
La guardai in modo strano, mentre lei continuava a sorridere -“Piacere..”-  dissi stringendole la mano.
Non era per niente un piacere..
 
-“Piacere tutto mio dolcezza, tuo padre mi ha parlato molto di te.”- disse iniziando ad entrare in casa.
 
-“Mi immagino..”- farfugliai sottovoce, in modo che nessuno potesse sentirmi.
 
Entrando in casa sentii un forte odore di pulito, casa era arredata in modo moderno, dovevo ammettere che mi piaceva parecchio.
Mio padre mi face cenno di seguire Logan che stava salendo le scale, sicuramente per andare a posare le valige in camera. Se c’era una cosa positiva in tutto quello che stava succedendo era che per una volta non avrei dovuto condividere la stanza con EmilySotuttoio. Avrei potuto fare ciò che mi pareva, senza nessuno che mi tormentasse ogni cinque minuti dicendomi di tenere pulita la mia parte di stanza.
Davanti a noi notai la presenza di un ragazzo che non avevo visto prima, “Sarà suo figlio” pensai. Era poco più alto di me con i capelli castano chiaro. Stava indicando la camera a mia sorella che si trovava infondo al corridoio. Continuai a fissarlo mentre diceva a Logan che loro due avrebbero condiviso la stanza. Fossi stata in lui sarei andata via solo a sentirmelo chiedere, ma loro si conoscevano già quindi non doveva dargli fastidio più di tanto. Poco dopo si girò verso di me venendomi incontro.
 
-“Tu devi essere Nicole.”- mi sorrise.
 
Non ricambiai, ma annuii semplicemente.
 
-“Piacere, Ashton.”- disse continuando a sorridere e porgendomi la mano.
 
-“Mh.. si.”- dissi contraccambiando il gesto ma senza mutare minimamente la mia espressione.
 
Mi guardò con una faccia stranita, che si aspettava? Che gli sorridessi e “Si, piacere tutto mio”? Ma anche no, per me non era un piacere quella situazione.
 
-“Ehm vieni, ti mostro la sua camera.”- riprese per poi andare ad aprire una porta e riportare lo sguardo su di me.
 
Avanzai verso di lui ritrovandomi davanti una camera parecchio grande, con le pareti bianche, piuttosto luminosa, con un enorme finestra che dava la vista sul mare. Un’altra, e forse anche l’ultima, cosa da aggiungere alla ‘lista’ delle cose positive di quel posto.
 
-“Ecco, avevi lasciato l’altra valigia al piano di sotto.”- disse interrompendo i miei pensieri.
 
E adesso avrei dovuto ringraziarlo? No, nessuno gli aveva detto di scendere sotto e prendere la mia valigia.
 
-“Grazie, no grazie.”- dissi prendendola e portarla all’interno.
 
-“Eh?”-
 
-“Oh, nulla, ciao.”- feci per chiudere la porta, quando poi lui la bloccò.
 
-“Se vuoi quando è pronta la cena ti chiamo visto che avete saltato pranzo.”-
 
Lo guardai stranita, perché faceva tanto il gentile? Mi irritava più di qualunque altra cosa in quella casa. -“Si, ma non ho fame, quindi puoi anche evitare, okay? Okay. Ciao.”- dissi velocizzando le ultime tre parole e chiudendo, finalmente, la porta della mia nuova stanza.
 
Iniziai a disfare le valige: sistemai tutti i vestiti nell’armadio, per poi passare ai libri nella libreria e a tutti i CD negli scaffali. Forse quello sarebbe stato l’unico posto in cui mi sarei trovata a mio agio, come sempre d'altronde, cioè, anche quando stavo a Parigi l’unico posto in cui stavo davvero bene era la mia camera, sotto le coperte ad ascoltare musica oppure seduta in qualsiasi posto, anche in un angolino a leggere un libro. Non che non mi piacesse stare in compagnia, anzi, era solo che negli ultimi tempi mi ero ritrovata sola, senza nessuno con cui parlare, e questo mi aveva cambiata parecchio, non ero la Nicole di qualche mese fa’, quella gentile che ti avrebbe aiutato a qualunque costo, no, adesso invece facevo di tutto per ignorare le persone, tanto loro facevano lo stesso con me, quindi era indifferente. In quel momento avrei tanto voluto chiamare Melanie, per vedere come stava, ma appena qualche settimana prima avevo chiuso con lei, però non potevo farci nulla, era stata lei a volerlo, e sì, era la mia migliore amica, ma forse stavo meglio così. Ero stanca morta, davvero non avevo fame, avevo solo voglia di andare a letto a dormire.

 
 



okaay, grazie a chiunque sia arrivato fin qui, 

spero non aver commesso errori nel testo.
va bene, non aggiungo altro, spero vi sia piaciuto come primo capitolo,
adesso devo andare, alla prossima, spero. x.

ps.Mi piacerebbe sapere che ne pensate, se c'è qualcosa che non va, se vi sembra troppo noiosa, ditemelo, in una recensione oppure in un messaggio, come preferite, però fatemelo sapere, perché è importantissimo il vostro parere per me.

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


 
One more.
 
 


-"Dolcezza, so che a te potrebbe non interessare minimamente, ma tra un po' verranno qui dei miei amici e molto probabilmente faremo casino, quindi ti ho avvisata."- fantastico, era il mio secondo giorno a Sidney e venivo svegliata dalla voce di quel coglione di Ashton.
 
-"Sparisci."- sbiascicai con la voce ancora impastata dal sonno.
 
-"Mh.. sicura? Insomma, mi sembri un po' giù, forse dovresti mangiare qualcosa."- disse ad un palmo dalla mia faccia.
 
-"Oh Gesù - mi girai dalla parte opposta - smettila di rompere, no, non mangio, e poi si può sapere chi ti ha dato il permesso di entrare in camera mia?"- domandai più irritata che mai.
 
-"Per la cronaca questa è, o per meglio dire, era la mia camera, però sono stato tanto gentile da lasciarla a te, in modo che ti trovassi a tuo agio."- disse sedendosi sul letto
 
-"E comunque dovrai abituarti a me, diventeremo fratello e sorella tra qualche mese."- continuò. Adesso, invece, stava guardando i miei Cd sopra la mensola.
 
-"Fratellastri, prego, tu non diventerai realmente mio fratello."-
 
-"Mh.. sarà. - fece con non curanza - me lo presti?"- disse alludendo a uno dei Cd che teneva in mano.
 
-"Si, basta che non lo rompi, ci tengo."-
 
-"Uh, d'accordo, allora scendi a fare colazione?"- domandò avvicinandosi di nuovo al mio letto.
 
-"Non lo so, vediamo."- risposi per farlo zittire.
 
-"Okay dolcezza, ti aspetto allora."-
 
-"Non chiamarmi dolcezza."- dissi, ma sicuramente non mi aveva sentito, considerando che era già andato via.
 
Sbaglio o aveva detto che sarebbero venuti dei suoi amici? Perfetto, altri idioti in casa. Mi alzai dal letto per andare in bagno a fare una doccia. Emily poco prima di partire mi aveva detto che una volta sistemateci nella nuova casa avremmo fatto un giro per Sidney, non che la cosa mi andasse a genio, però sempre meglio di rimanere chiusa lì dentro. Mi truccai come al solito: eye-liner, mascara e matita. Misi un paio di jeans stretti con sopra una canotta. Mi guardai allo specchio, avevo proprio bisogno di cambiare colore dei capelli. Avevo iniziato a tingermi di capelli già da quando avevo 15 anni, per il semplice motivo che Emily, essendo la mia sorella gemella, era identica a me, quindi facevo di tutto per non somigliarle, non potevo fare grandi cambiamenti, una delle poche cose che potevo fare era tingermi i capelli e cercare di non vestirmi come lei, mi urtava sempre il fatto che mi confondessero per lei e viceversa. Fortunatamente non accadeva più da un paio di anni.
 
Forse sarei dovuta scendere davvero a fare colazione, insomma, quella ormai sarebbe stata la mia vita e non potevo rimanere chiusa tra quelle quattro mura. Una volta arrivata in cucina vidi tutti quanti seduti a tavola. Cambiai idea, potevo stare benissimo rinchiusa nella mia stanza per il resto dei miei giorni. Stavo per fare dietrofront quando..
 
-“Oh Nicole, vedo che sei scesa, vieni dai.”- mi sorrise Lisa facendomi cenno di sedermi accanto a lei.
 
Sbuffai per poi andarmi a sedere. La tavola era strapiena di roba da mangiare, c’era di tutto. Di sicuro non avrei mangiato. In quegli ultimi tempi mi ero ripromessa di perdere peso, quindi mangiavo il meno possibile e quando capitava che esagerassi con quello che mangiavo andava sempre a finire che scaricavo tutto nel water. Non avevo problemi, no, anzi quel metodo funzionava e inoltre mi stava facendo iniziare ad odiare qualunque alimento, bastava solo sentire l’odore forte del cibo che già mi veniva da rimettere, ma quello non era il caso.
 
-“Allora, che fate oggi?”- continuò mentre sorseggiava il suo caffè.
 
Mi schiarii la voce e tutti riportarono la loro attenzione su di me, così decisi di parlare. -“Ehm.. non ne ho idea..”- feci sperando che Emily parlasse.
 
-“Ah già, io e Nicole andiamo a fare un giro tra un po’.”- disse subito dopo.
 
Graziee
 
-“Oh allora perché non andate insieme a loro due invece che restare a casa?”- propose girandosi verso Ashton.
 
Che? No, non se ne parlava. Mi dava già abbastanza sui nervi a casa e adesso doveva anche uscire con me? No.
 
-“Mh va bene.”- rispose come se per lui non ci fosse nessun problema.           
 
Okay era ufficiale, mi stava sulle palle. Sbuffai almeno la millesima volta in quella mattina. Mi alzai dal tavolo con la scusa che di dovermi preparare. Quando poi suonarono alla porta e mi dissero di andare ad aprire, perché io? Insomma vivevo in quella casa da neanche 24ore e già mi chiedevano di andare ad aprire la porta? Chiunque mi avrebbe potuto perfettamente chiedere chi diavolo ero io e di sicuro non mi sarei preoccupata di chiudergli la porta in faccia. Avrei tanto voluto far finta di non sentire.
Andai ad aprire ritrovandomi davanti tre ragazzi.
 
Feci una smorfia. -“Si, entrate..”- dissi senza tanti giri di parole e prima che uno di loro potesse fare qualche domanda.
 
-“Tu saresti la sorellastra di Ashton?”- chiese il moro.
 
-“Si, quasi. - dissi richiudendo la porta - poi mi spieghi perché non sei andato tu ad aprire visto che era scontato che fosse per te.”- feci acida vedendo Ashton arrivare.
 
-“Perché tu eri l’unica alzata.”- rise.
 
Che aveva da ridere? Alzai gli occhi al cielo. Andai diretta verso le scale quando poi mi prese per il braccio. -“Non esci?”-
 
-“Non con te. Mi spieghi perché le hai detto di si?”-
 
-“Senti non dico che dobbiamo andare d’amore e d’accordo, ma almeno facciamoli felici.”-
 
-“Va bene, vado a chiamare Emily.”-
 
-“Emily non viene, si è offerta di uscire con mia mamma. Quindi dovrai uscire con me, Logan e i ragazzi.”- disse indicando i tre che per quel breve periodo di tempo avevo ignorato discutendo con Ashton come se ci fossimo solo noi due in quella stanza.
 
Li osservai uno ad uno, cosa che prima non avevo fatto. Uno dei tre - l’unico con cui avevo parlato - era poco più alto di me, con i capelli mori e gli occhi castani. Quello dietro di lui, invece, aveva la carnagione chiara, gli occhi verdi e i capelli bicolore abbastanza strani, forse perché non ne avevo mai visti, però erano belli, e anche lui lo era. Il terzo, non era niente di che, era biondo con gli occhi azzurri, ma non aveva nulla di speciale.
 
Riportai lo sguardo su Ashton più seria che mai -“E dai, non fare tanto l’acida. Siamo simpatici.”- scherzò.
 
-“Andiamo..”- dissi svogliatamente prendendo la felpa e andando verso l’uscita.
 
-“Brava ragazza.”- lo sentii dire dietro di me mentre eravamo già fuori.
 
-“Alloraa dove dovremmo andare?”- dissi bloccandomi dal camminare e girandomi in modo da poterli vedere.
 
-“Non ne ho idea, intanto cammina dolcezza.”-
 
-“Ti ho detto che non mi devi chiamare dolcezza.”- sbottai incrociando le braccia.
 
-“Dai Nick, non fare così, sembra ti sia mangiata un vasetto di yogurt scaduto.”- disse Logan dandomi una piccola spinta.
 
-“Che palle”- mi lamentai facendo passare tutti avanti e andandomi a mettere infondo alla fila.
 
 
 
Era da più di quindici minuti che camminavamo e fin’ora quei cinque non avevano fatto altro che parlare di calcio e blah blah blah cose da ragazzi. Vidi un sassolino per terra e iniziai a calciarlo man mano che camminavo, tal volta mi fermavo anche per andare a recuperarlo, era una cosa rilassante, lo facevo spesso quando ero in giro e mi annoiavo.
 
-“Non sei una che parla molto, eh?”- mi sorrise iniziando a camminare di fianco a me.
 
Alzai lo sguardo da terra facendo un sorriso misto ad una smorfia -“Non mi piacciono molto le persone, preferisco rimanere sulle mie.”-
 
-“L’ho notato..”- rise.
 
-“Ragazzi che ne dite se andiamo a prendere qualcosa?”- propose Ashton.
 
-“Ma se abbiamo appena finito di mangiare!”- intervenni senza problemi.
 
-“Non mi pare che tu abbia mangiato, ma comunque lo prendo come un si da parte di tutti.”-
 
-“Mh io non ho molta fame.”- disse il ragazzo accanto a me.
 
-“Va bene, andiamo lo stesso, vuol dire che tu non mangerai Cal.”- disse il biondo.
 
Okay, una persona in più che mi stava sulle palle, chissà a quanto sarei arrivata alla fine della giornata.
 
 
 

 ***
ehy ehy salve pipol ecco il secondo capitolo.
Sono letteralmente entrati i ragazzi yee, anche se ancora Nicole non sa bene chi sono.
Che ne pensate di lei? vi piace?

Mi piacerebbe sapere che ne pensate, se c'è qualcosa che non va, se vi sembra troppo noiosa, ditemelo, in una recensione oppure in un messaggio, come preferite, però fatemelo sapere, perché è importantissimo il vostro parere per me. 
Spero che questo capitolo non sia stato troppo noioso e spero di non aver commesso errori nello scrivere. Grazie per aver letto.
Adesso vado. alla prossima, spero. xx.
- twitter @5sosunshjne

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


 
I Win.

 

-“Va bene, andiamo lo stesso, vuol dire che tu non mangerai Cal.”- disse il biondo.
 
Okay, una persona in più che mi stava sulle palle, chissà a quanto sarei arrivata alla fine della giornata. Penso che di lì a poco sarebbe diventata una specie di lista nera, e indovinate un po’ chi si aggiudicava il primo posto in classifica? Mister “tu non mangerai Cal” Bah.
Stavo iniziando davvero ad annoiarmi più di quanto non lo fossi già prima. Ero di nuovo a camminare sola infondo al gruppo. Iniziai seriamente a pensare che semmai sarei sparita nessuno se ne sarebbe accorto. Ma comunque fosse, dovevo rimanere là, non conoscevo il posto e di sicuro mi sarei persa. Maledizione a quella città. Perché Emily non era venuta? Doveva per forza darmi buca? Cioè sapeva che sarebbe dovuta uscire con me, quindi perché era andata con Lisa? Ah pensavo troppo, che me ne fregava, tanto prima o poi saremmo dovuti tornare a casa, e io sarei potuta andare a dormire, anche se era mattina ed era abbastanza strano che andassi a dormire dopo essere già uscita, ma non mi importava.
I ragazzi continuavano a scherzare mentre ormai la mia pazienza era finita, alla prima occasione mi fermai e andai a sedermi. Sarei rimasta lì, senza alcun dubbio. Non mi andava di andare in un posto dove c’era altro cibo, soprattutto con quei tizi che nemmeno conoscevo. Iniziai a giocare con il telefono quando poi sentii i passi di qualcuno che mi passava davanti, ma non diedi importanza alla cosa, solo che, ad un certo punto, i passi si interrompevano.
 
-“Si può sapere che ci fai qui?”-
 
-“Niente, volevo solo vedere se vi accorgevate della mia assenza.”- dissi incrociando le braccia.
 
-“Be’ veramente se n’è accorto il mio amico, nessun altro a parte lui.”- sorrise facendomi cenno di alzarmi.
 
Feci una smorfia per poi passargli avanti e camminare decisa.
 
-“Eddai, scherzavo, me ne sono accorto anch’io. Mi dici dove hai intenzione di andare se non sai nemmeno la strada?”- fece piazzandosi davanti a me.
 
-“Andiamo, genio  - dissi facendo cenno di passare avanti - dove sono gli altri?”-
 
-“Mh saranno già alla caffetteria, sicuramente ci staranno aspettando.”-
 
Camminammo per un paio di minuti, in silenzio stranamente, visto che colui con cui stavo camminando fosse Ashton, e lui non sembrava quel tipo di persona che stava zitta. Una volta arrivati vidi gli altri già seduti ad un tavolo, avevano già ordinato.
 
-“Sì, certo Ashton, ci hanno aspettati.”- dissi ironica aprendo la porta per entrarvi.
 
Lui non rispose, mi sorrise soltanto dirigendosi verso il bancone. -“Vuoi qualcosa?”-
 
-“Emh.. no, non ho nemmeno soldi con me.”- feci spallucce.
 
-“No problem, pago io. Scegli quello che vuoi.”- disse per poi andarsi a sedere.
 
Che palle. Quante volte avrei dovuto dirgli che non volevo niente? Presi un caffè solo per farlo stare zitto. Il caffè era l’unica cosa che tolleravo. L’ordinai, e subito dopo mi andai a sedere tra Ashton e mio fratello. Davanti avevo gli altri tre. Non alzai il volto, continuai fissare il bicchiere. Volevo tornare a casa, non quella di Ashton, quella dove sarei dovuta rimanere a vivere per un bel po’, ma la mia casa, là avevo tutto, ed ero già abbastanza stanca di quel posto.
 
-“Nicole, tu non dici niente?”- rise Logan.
 
Mi schiarii la voce -“Devo andare in bagno.”- dissi per poi alzarmi e andare dritta verso il bagno.
 
-“Non sai nemmeno dov’è.”- rispose lui alle mie spalle.
 
-“Tirerò ad indovinare..”- dissi senza girarmi.
 
Che poi era infondo a destra. Non ci voleva mica la laurea per trovare il bagno. Entrai e rimasi lì per un po’, contando il tempo e sperando che tutti e cinque avessero finito quella roba che avevano ordinato. Feci avanti e indietro, tanto c’ero solo io. Cercai di tenere lo sguardo fisso per terra o in qualsiasi altro punto che non fosse la parete principale che era in gran parte occupata da uno specchio. Odiavo specchiarmi, lo facevo solo una volta prima di uscire di casa, poi basta, non mi piaceva e non mi era mai piaciuto quello che ci vedevo riflesso. Sbuffai, mi bloccai e guardai una volta per tutte, era come una lotta contro non so cosa. Mi sistemai la frangia, che aveva decisamente bisogno di un’accorciatina. Forse anche i capelli, li tenevo sempre poco sotto la spalla però ultimamente, come avevo già detto, da quando avevo saputo del trasloco, li avevo trascurati ed erano diventati troppo lunghi per i miei gusti.
 
-“Nick, so che sei li dentro, ti conviene uscire, sennò rimarrai qui per sempre.”-
 
Idiota. -“Si, sono qui.”- dissi uscendo e facendo spallucce.
 
Idiota qua, idiota di là, se non l’avreste capito ero circondata da idioti. Forse l’unico che si salvava era Calum, o forse lo dicevo solo perché era stata l’unica persona che, da quando ero là, mi aveva rivolto la parola di sua spontanea volontà, sì, perché non penserete mica che Ashton aveva deciso di parlarmi, lui l’aveva dovuto fare necessariamente.
 
Mi guardai intorno. Non c’era nessuno, tranne il non-idiota.
 
-“Ma dove sono andati tutti?”- non che fossi davvero meravigliata del fatto che mi avessero lasciata sola.
 
-“Se ne sono andati a casa.”- disse aprendomi la porta per uscire dall’edificio, non-idiota e anche gentile.
 
-“E perché tu sei qua?”- feci in un mezzo sorriso. Come per dire ‘perché non mi hai lasciata sola anche tu?’
 
-“Perché mi stai simpatica e non mi andava di lasciarti sola, e sono anche sicuro che ti perderesti.”-
 
Giusto. Be' forse a quel punto un 'grazie' era d'obbligo... No?
 
-"Grazie"- dissi affiancandolo mentre stavamo già camminando.
 
Non mi rispose, mi sorrise soltanto.
 
-"Allora, come ti sembra?"- disse dopo un po'.
 
-"Come mi sembra cosa..?"- feci non capendo a cosa si stesse riferendo.
 
-"Il posto dico, ti piace?"-
 
-"Diciamo.. No. Voglio tornare a Parigi, là avevo tutto.."- dissi abbassando lo sguardo.
 
-"Parigi? Wow non sapevo veniste da lì."-
 
Sospirai farfugliando appena un "già".
 
Poi mi guardò portandomi una mano dietro alla schiena. -"Dai, sicuramente qua ti troverai bene, non ti devi
preoccupare per questo. E poi ci sono io."- fece alla fine indicandosi con un nonchalance.
 
-"Grazie, di nuovo."- dissi.
 
-"Ah, non ringraziarmi, te l'ho già detto, mi stai simpatica."-
 
Poi stop, silenzio, di nuovo. Non avevo idea di cosa dire, quindi provai a dire qualsiasi cosa mi passasse per la testa.
 
-“Ehm.. - feci, lui si girò verso di me - quanto ci vuole per tornare a casa?”- continuai gesticolando.
 
-“Allora guarda - disse guardando davanti a sé - quella è la tua casa.”- disse indicando una casa non molto distante.
 
Strano, all’andata mi era sembrata molto più lunga la strada da fare.. bah. Entrammo in casa, i ragazzi erano tutti al piano di sopra, Calum andò da loro mentre io in cucina, visto che Lisa mi aveva chiamata.
Lei e mia sorella erano già tornate dal fare spese, e stava sistemando le cose che avevano comprato.
 
-“Mi hai chiamata?”-
 
-“Sì, dovevo dirti che domani dovrai andare a scuola.”- disse con tutta la calma che una persona potesse avere.
 
Strabuzzai gli occhi -“A scuola!? Non sono nemmeno arrivata e già devo andare a scuola?”-
 
-“Si, tesoro, prima di partire tuo padre ha spostato te e i tuoi fratelli, quindi sei già iscritta.”- mi sorrise.
 
Sbuffai -“ E i libri? E tutto il resto?”-
 
-“Non ti preoccupare io e Emily abbiamo già pensato a tutto mentre eravamo fuori.”- rispose.
 
Non le diedi più retta e salii diretta per la mia camera, quando sentii i ragazzi parlare nella stanza accanto alla mia, stavano parlando sì, ma non riuscivo a capire di cosa. Be’ affari loro io non avevo il minimo interesse nelle loro discussioni. Mi spostai dalla porta della loro stanza a quella della mia, però quando provai ad aprirla era chiusa a chiave. Era uno scherzo? Vero? Che senso aveva chiudere la porta? Scesi subito sotto.
 
-“Perché la porta della mia camera è chiusa?”- dissi con un tono di voce poco tranquillo.
 
-“Non lo so, poco fa era aperta quando sono salita per pulire.”- fece ancora del tutto calma, a differenza mia.
 
Me ne andai di nuovo sopra per poi bussare alla porta di Emily. Non rispose quindi entrai senza pensarci troppo.
Era vicino alla scrivania dove sistemava un paio di cose dentro una borsa.
 
-“Sai per caso perché la porta della mia camera è chiusa a chiave?”- domandai con le braccia conserte.
 
Alzò lo sguardo dalla copertina di un libro che stava leggendo e subito scosse la testa in senso di negazione. Mi avvicinai a lei. -“Non ti irrita la cosa?”- feci togliendole il libro dalle mani in modo che portasse la sua attenzione su di me.
 
-“Che cosa, Nick?”- domandò perplessa. A volte mi sembrava una di quelle stupide biondine senza cervello.
 
-“Questo! Il fatto che siamo arrivate da meno di un giorno e già domani dobbiamo andare a scuola.”- dissi buttandomi sul suo letto fissando il mio sguardo sul soffitto.
 
-“Che c’è di male? Dai andrà bene, eh poi li hai visti i suoi amici?”- ridacchiò, anche se quelle parole erano dette seriamente da parte sua.
 
-“No. Non ci credo, stai scherzando, vero? Ti hanno fatto qualcosa alla vista per caso?”- dissi continuando a guardare sopra di me.
 
-“Perché? Sono carini.”- rispose come se fosse una ragazzina di undici anni alla sua prima cotta.
 
-“No, tu stai male Emi.”- dissi alzandomi per poi aprire la porta, quando poi lei mi bloccò.
 
-“Ehi, ehi, Nick. Davvero, sono anche simpatici.”- fece come se volesse convincermi.
 
-“Non mi importa, sai?”- me ne andai chiudendo la porta.
 
Bene, e cosa avrei dovuto fare? Non potevo entrare nella mia stanza. Rimasi qualche secondo davanti alla porta di Emily, quando poi rientrai. -“Emi mi faresti un favore?”- dissi con un sorriso più falso che mai.
 
-“Bene, visto che ti piacciono tanto quei tipi, entra dentro e chiedi ad Ashton la chiave della mia stanza, perché io non ho intenzione di scendere di nuovo sotto e parlare con quella lì.”-
 
-“Ah, Nick, cosa devo fare con te?”- disse andando dritta a bussare alla porta.
 
-“No, no, aspetta prima che io me ne sia andata.”- le dissi sottovoce, la porta si aprì dopo alcuni secondi ed io entrai subito nella stanza di mia sorella. Non volevo sembrare una di quelle che alla prima difficoltà chiedono aiuto alla sorella maggiore. Si, sorella maggiore, per mezz’ora di differenza. Me lo rinfacciava sempre, come se questo la avvantaggiasse in qualcosa.
 
Rimasi dentro la camera, e da li non si sentiva nulla per mia sfortuna. Mi guardai meglio intorno. La mia stanza era più bella di quella. La camera di Emily dava sulla strada, mentre la mia, trovandosi sul retro della casa dava su una parte totalmente diversa.
 
-“E’ stato Ashton a chiudere la tua camera.”-
 
-“E allora? Ti sei fatta dare la chiave?”-
 
-“No.”- fece ritornando alla sua scrivania.
 
-“Ah allora l’ha aperta direttamente lui..”- dissi ovvia.
 
-“No. Il suo scopo era quello che tu andassi da lui e gli chiedessi se per favore avrebbe aperto la tua camera. In poche parole, devi andarci tu.”-
 
Che palle. Ne avevo fin sopra i capelli di quella situazione. Me ne andai da quella stanza una volta per tutte, sbattendo la porta. E bussai subito a quella di Ashton.
 
-“Oh Nicole, come mai qui?”- mi chiese come se non avesse combinato nulla.
 
-“Lo sai benissimo, Ashton. Dammi la chiave.”- dissi aprendo la mano davanti a lui.
 
-“Non ci penso nemmeno. Sei rimasta tutto il tempo in bagno poco fa’.”-
 
-“Quindi? Fatti miei. Dammi, su.”- insistetti.
 
Sembrò pensarci all’inizio. -“Si, ti darò la chiave, solo a due condizioni.”- mi sorrise. Gli feci cenno di continuare -“Bene, o me lo chiedi gentilmente di dartela oppure devi stare con noi ragazzi per tutto il giorno..”-
 
-“Bene - inizia come lui - allora, io scendo sotto, non sto con te e con i tuoi amici, non ti chiedo con gentilezza la chiave, e me ne sto in cucina a guardare la tv.”- risposi per poi scendere nuovamente e definitivamente al piano di sotto.
 
Con gentilezza? Gentilezza? Stava scherzando, vero? Lui faceva l’idiota chiudendo la porta e io dovevo chiedergli in modo gentile di riaprirla? Ma non se ne parlava per niente. Sarei scesa sotto e avrei aspettato mio padre. E poi sarei dovuta pur andare a dormire prima o poi, non poteva tenere la mia camera chiusa per sempre.
Mi misi a guardare la tv quando poi un rumore dei passi nelle scale mi distrassero. Sicuramente era uno degli idioti. Quindi non prestai tanta attenzione.
 
-"Io sto andando."- sentii picchiettare sulla mia schiena. Mi girai ritrovandomi davanti il moretto non-idiota.
 
-"Ciao."- feci sorridendogli.
 
Lui ricambiò il sorriso. Poi disse -"Credo proprio che questa ti serva."- per poi mostrarmi una chiave che si trovava nella sua mano sinistra.
 
-"Oh grazie Cal."- squittì prendendo quell'oggetto tanto voluto, nelle mie mani.
 
-"Come hai fatto?"- allusi alla chiave.
 
-“Ah, Ash la teneva sulla scrivania, mi è bastato che si distraesse per prenderla."- rise.
 
-“Uh, grazie ancora. Quindi vai?”-
 
-“Si, devo andare.”-
 
-“D'accordo, ehm.. Ci vediamo domani a scuola, no? Perché tu vai nella mia stessa scuola..?”- dissi anche se più che un affermazione era una domanda.
 
Lui rise -“Si, non ti preoccupare.”- disse per poi avvicinarsi alla porta principale.
 
-“Bene allora ciao.”- lo accompagnai alla porta mimandogli il saluto con la mano e lui, una volta fuori, ricambiò.
 
Ah l'avevo detto che era l'unico non idiota dei quattro. Feci spallucce pensando tra me e me. Andai a
spegnere la tv. E mi diressi verso la camera di Ashton per fargli vedere chi aveva "vinto".
Bussai un paio di volte. Questa volta però non venne ad aprirmi Ashton, ma il biondo-banale-antipatico. Non persi tempo -“Ashton?”-
 
Lui non disse nulla e si spostò dalla porta facendo cenno sicuramente al diretto interessato.
 
-“Uh, ti sei decisa Nick?”- sorrise compiaciuto.
 
Gli mostrai la chiave e a mia volta ricambiai il sorriso, il che fece sparire subito il suo.
 
-“Come diavolo hai fatto?”- fece stranito
 
Feci spallucce -“Eh, ho le mie fonti.”- dissi per poi andarmene.
 
Una volta entrata in camera mia nascosi per bene la chiave, in modo che la cosa non si ripetesse più. Il resto della giornata la passai come sempre, tv, letto, musica, libri e sistemai anche la mia stanza, in modo da farla sembrare più "accogliente" visto che ancora c'era qualche scatolone in giro. Ashton non mi parlò per tutto il giorno, se non alla fine, quando stavamo per andare tutti a letto.
 
-“Buonanotte Nick.”- disse stampandomi un bacio sulla guancia.
 
Rimasi bloccata, perché mi aveva dato un bacio? Che schifo. Lo guardai in cagnesco mentre mi asciugavo la guancia con la manica del pigiama. Lui rise della mia reazione, gli dissi che se l'avrebbe fatto di nuovo di baciarmi, anche solo sulla guancia, gli avrei tirato un pugno. Che schifo.
 
 

***
benee, allora, sarò breve, so che questo capitolo è abbastanza lungo e spero davvero che
qualcuno sia arrivato fino alla fine. Come sempre mi scuso se avete trovato errori e..
ditemi per favore se c'è qualcosa che non vi è piaciuta, se avete trovato qualcosa noioso, mi serve tantissimo per migliorare.
Detto questo vado, grazie per aver letto.:D
Alla prossima, spero xx. 

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


 
The Cute Idiot.
 
 
alla fine date una piccola occhiata allo spazio autrice, grazie:)


Stavo facendo un sogno orribile, mi ero trasferita improvvisamente da Parigi a Sidney, dovevo vivere con una tizia che mi dava sui nervi, e uno pseudo fratellastro che la sera, prima di andare a letto mi stampava un bacio sulla guancia, e come se non bastasse aveva tre amici, uno non idiota e gentile, uno idiota e antipatico, e uno idiota e carino -perché sì, pensavo che quel ragazzo fosse carinissimo - però poi mi svegliai e realizzai che.. Tutta quella era la triste e pura realtà e, come se già tutto questo non bastasse, erano le 6.30 del mattino, avevo sonno, e quel giorno, nonostante fossimo ai primi di Ottobre, sarebbe stato il mio primo giorno di scuola. Bello, eh? Come qualcuno che per svegliarti ti toglie le coperte di dosso e ti apre le tende per farti arrivare tutta la luce possibile in faccia. E sapete che vi dico? Quel giorno, il re degli idioti, mi svegliò in quel modo, naturalmente si può immaginare quale fu la mia reazione. Non appena fui pronta aspettai che si facesse l'ora esatta per uscire di casa, in modo che nessuno mi avrebbe obbligata a mangiare. Quando lo ritenni opportuno, scesi sotto, e subito dopo ero già in auto diretta verso la scuola. In pochi minuti arrivammo davanti al cancello, non salutai nemmeno e scesi dalla macchina. Caspita, il cortile era immenso, e si vedeva benissimo che tutti i ragazzi e le ragazze erano divisi ognuno di loro in dei piccoli gruppi. Mi guardai intorno, per poi affiancarmi a mia sorella.
 
-“Ti avverto Nick, sto andando dove va Ash, è inutile che mi segui se poi detesti i suoi amici.”- fece schietta.
 
-“Senti, non mi importa, non conosco nessuno qua, per caso vedi altre opzioni per me?”-
 
Arrivammo al solito gruppo, tutti si salutarono tra di loro, e indovinate un po' chi fu l'unica persona che io salutai..?
 
-“Ciao Cal.”- feci mentre guardavo gli altri parlare.
 
-“Ciao Nicole, come va?”- mi sorrise come al solito.
 
-“Bene, ti dico solo che questa mattina mancava poco che uccidevo Ashton.”- dissi riducendo gli occhi a due
fessure nel ripensare a come mi aveva svegliata.
 
Accennò un “Uh” per poi ridere, non capii se stesse ridendo della mia faccia oppure perché si era immaginato la scena. E comunque sia, non era per niente divertente.
La campanella suonò, mai esistito un suono più odiato di prima mattina, dopo la sveglia alle sei del mattino e, da oggi, la voce di Ashton. Sarei dovuta passare dalla segreteria scolastica per ritirare la tabella degli orari, siccome era il primo giorno, avrei potuto saltare la prima ora, in modo da poter visitare parte della scuola. Era piuttosto grande. Più di quella che frequentavo prima. Una volta suonata la campanella, che dava inizio alla seconda ora, mi avviai al mio armadietto. Sarei dovuta andare nel laboratorio di lingue in quell'ora, ma non avevo la più pallida idea di dove si trovasse, fortunatamente, intravidi Calum che stava parlando insieme all'altro tizio, qualche armadietto più avanti.
 
-“Ehi.”- feci per attirare la sua attenzione.
 
-“Ehi Nick.”- rispose.
 
-“Si saluta, comunque.”- disse l'altro sorridendo mi falsamente.
 
-“Oh certo..."- risposi ovvia fingendo di cercare di ricordarmi il nome.
 
Quest'ultimo sbuffò -“..Luke.”-
 
-“Si, Luke. Ehi - feci cenno con la mano come per accontentarlo - comunque sia, non mi importa.”- sorrisi. -“Sai per caso dirmi dov'è il laboratorio di lingue?”- chiesi riprendendo il mio lato gentile che riservavo solo quando parlavo con Calum.
 
-“Certo, devi andare infondo al corridoio, ed è la terza porta a sinistra, c'è anche scritto accanto, non puoi sbagliare.”-
 
-“Oh, va bene, grazie Cal.”- sorrisi per poi continuare -“eh ciao Luke.”- dissi infine avvicinando mi a lui e marcando il suo nome, per poi voltarmi ed andarmene.
 
-“È antipatica..”- lo sentii dire.
 
-“Vedi che ti sentoo..”- canticchiai alzando appena il tono di voce.
 
Una volta arrivata nel laboratorio vidi che ancora il prof non era arrivato, infatti la maggior parte delle persone erano in piedi. Notai subito che all'ultimo banco c'era seduto l'idiota carino, di cui non mi ricordavo il nome. Lo ammetto, Luke lo ricordavo, volevo solo farlo incazzare. Però il suo non me lo ricordavo per niente. Passai vicino al suo banco, sperando mi dicesse qualcosa. Infatti non appena gli passai vicino -“Se non hai altre preferenze, puoi sederti qui.”- mi girai.
 
-“Mh, non lo so..”- feci vaga.
 
-“Oppure puoi andarti a sedere la primo banco, ma credimi non ti conviene.”- mi sorrise.
 
Sbaglio o aveva i capelli di un colore diverso rispetto a ieri? Erano tutti neri, mentre il giorno prima no. Sospirai, fingendo di non avere altra scelta che sedermi con lui.
 
-“Mi fai sedere vicino alla finestra?”- tentai nonostante fossi sicura al cento per cento che la sua risposta sarebbe stata negativa.
 
-“No.”- disse diretto senza pensarci.
 
-“Perché?"- Chiesi imbronciata.
 
-“Perché mi piace guardare fuori dalla finestra semmai mi dovessi annoiare.”- fece con ovvietà.
 
Non gli risposi, anche perché non lo biasimavo, anch'io facevo come lui, però non guardavo dalla finestra solo quando mi annoiavo, guardavo fuori dalla finestra sempre. Se c'era una cosa che odiavo era essere costretta a rimanere chiusa in un posto in cui non volevo stare. Mi sedetti una volta per tutte. Continuando ancora a torturare la mia mente per ricordare il suo nome, ma niente. Presto entrò il professore. Non appena dentro si guardò in torno, per poi posare lo sguardo nella mia direzione, all'inizio credetti che stesse per dire qualcosa a me, che ero la "nuova arrivata” ma poi -“Clifford, che ne pensi se oggi mi fai l'onore di averti al primo banco?”- sorrise indicando il posto libero del primo banco, proprio quello davanti alla cattedra, e forse era proprio per quello che era libero.
 
 -“Ma Mr. Colins, sto benissimo qua.”- cercò di fargli cambiare idea. Ma niente, alla fine andò a sedere in quel posto odiato da tutti. Così io potei comodamente sedere vicino alla finestra, anche se quella fu la prima lezione in cui, invece di guardare fuori dalla finestra, guardai al primo banco, proprio quello davanti alla cattedra.. if you know what i mean. Fortunatamente il resto delle ore passarono veloci, l'ultima ora era quella che avevo in comunque con Calum, quindi era okay.
 
-“Nicolee.”- sentii quella voce chiamarmi. Che voleva?
 
Mi girai scocciata verso di lui -“Che vuoi?”- sbottai acida.
 
-“Ehi, calma. Dovevo solo dirti che oggi dobbiamo tornare a casa insieme perché Logan e Emily escono più tardi e verrà mia mamma a prenderli.”-
 
Mi fermai un attimo a pensare -“Allora, quindi torneremo a piedi.”- dissi in attesa della sua conferma che arrivò subito con un cenno di capo. -“E scommetto la mia bellissima camera nuova che ci saranno anche i tuoi amici.”- finii il mio ragionamento incrociando le braccia.
 
-“Non proprio, Michael e Calum devono andare in un posto, quindi con noi verrà solo Luke.”-
 
-“Ah Michael , ecco!”- pensai tra me e me, felice di aver scoperto quale fosse il suo nome.
 
-“Michael cosa?”- mi guardò stranito. Lo guardai per un secondo. Forse avevo alzato un po’ troppo la voce.
 
E ora cosa gli avrei dovuto dire? -“Ehm niente.. Chi ha detto Michael? Nessuno ha detto Michael. Sei tu ad aver detto Michael. Io non ho per niente detto Michael. Perché pensi che io abbia detto Michael?”-  dissi piuttosto su di giri, non rendendomi nemmeno conto di quante volte avevo detto quel nome. Cercai di tapparmi la bocca in modo da non sembrare una stupida.
 
-“Eh ma.. lascia stare.”- gesticolò per poi avviarsi verso l’uscita.
 
Ma Michael non doveva venire con noi? Perché non era con noi? Avrei voluto chiederglielo però non potevo.
 
-“Ma Michael.. non hai detto sarebbe venuto con noi?”- dissi infine senza rendermene conto, maledizione alla mia lingua.
 
Lui mi guardò ancora più stranito di prima, si avvicinò poco verso di me -“Michael? Io non ho detto che sarebbe venuto con noi..”-
 
Oh merda, era Luke che sarebbe dovuto venire con noi. Luke, stupida che ero. Cercai subito di correggermi.
 
-“Eh si, Luke, volevo dire Luke.”- feci in modo da riparare, anche se alla fine non ne era del tutto convinto di quello che avevo appena detto.
 
-“Ci aspetta fuori..”- disse piano indicando il cancello principale.
 
Giurai che quel giorno non avrei detto più niente. Avevo già combinato abbastanza casino in meno di cinque minuti.
 
-“Ah l’antipatico.”- sbuffai
 
-“Luke non è antipatico.”- intervenne
 
-“No, sai. Scusa, è diversamente simpatico.”- dissi imitando la sua voce.
 
Ashton mi guardò per poi girarsi scuotendo la testa. Secondo me mi odiava. Raggiunse Luke che era fermo all’uscita. Io li sorpassai iniziando ad andare verso casa, anche se non sapevo dove andare, speravo che entrambi avrebbero fatto lo stesso. Ma niente. Mi bloccai a guardarli. Stavano parlando e.. Stavano parlando! Io volevo subito andare a casa e quei due che facevano? Parlavano!
 
-“Ehi - dissi per attirare la loro attenzione - io vorrei tornare a casa prima di stanotte se si può.”-
 
I due mi vennero in contro. Ashton non disse nulla.
 
-“Che c’è miss simpatia ha fretta?”- mi prese in giro passandomi accanto.
 
-“Semmai qua ci deve essere un ‘mister simpatia’, stai sicuro che sei tu.”- dissi diretta.
 
-“Io? Sei tu quella che la mattina nemmeno saluta e fa finta di dimenticare i nomi.”- rispose facendo spallucce.
 
-“Oh andiamo, ce l’hai ancora con me per stamattina? Non mi dire che ti sei offeso.”-
 
-“Ragazzi o la finite o la finite.”- disse Ashton mettendosi tra di noi, giudicando da come aveva detto quelle cose e dalla sua espressione giurerei che si fosse arrabbiato.
 
-“Che varietà di scelta.”- commentai.
 
-“Ma ti stai zitta?”-
 
-“No. Non mi sto zitta. Non dirmi quello che devo fare, Luke”- dissi acida girandomi verso quest’ultimo.
 
-“Nicole. Zitta, cammina avanti.”- disse poi Ashton posizionandomi davanti a lui mentre io continuavo a camminare.
 
 
 
***
rieccomi, bene, che ne dite di questo capitolo? Lo so, non è un granché, spero di non aver commesso errori.
Comunquee grazie per aver letto fino a qua. ^_^
Come al solito, vi prego, se qualcosa non va fatemelo sapere, le critiche -costruttive- sono più importanti di qualsiasi altra cosa, secondo me. 

Aggiornerò ad una recensione, non chiedo tanto, anche perché non voglio andare avanti se nessuno mi dice nulla, perché evidentemente c'è qualcosa che non va..
Adesso vado. Grazie ancora, soprattutto a chi ha iniziato a seguire la storia, vi adoro. 
Alla prossima, spero. xx

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


 
 
Stay With Us.

 

Sbuffai. E Luke continuava a stare in netto vantaggio in cima alla lista, sì quella lista, di chi mi stava letteralmente sulle palle, in quel momento mi ricredetti e pensai che non era una vera e propria lista, ma era solo qualcosa in cui il suo nome era scritto mille volte sopra quello di Ashton e di sua madre. Aveva iniziato lui e ed ero io quella che doveva starsene zitta e con cui Ashton doveva prendersela? Non mi interessava il fatto che lui fosse seccato con me. Però detestavo che mi dovessero dire cosa fare.
Che poi quei due avevano ripreso a parlare come prima, quindi perché a lui non aveva detto niente? Dai, era palese che fosse tutta colpa sua, ma va bene. Presto capii che Luke non sarebbe stato con noi solo il tempo della strada scuola-casa, ma sarebbe rimasto anche a casa nostra. Appena arrivati a casa feci per salire sopra, ma subito Ashton mi bloccò -“Dove stai andando?”-
 
-“Da nessuna parte, sto semplicemente andando nella mia camera.”- feci spallucce.
 
Okay, sì avevo detto che era un idiota. Sì mi irritava, però adesso, da come si stava comportando, anche lui stava iniziando a starmi antipatico. Che odio. Possibile non ci fosse una persona amichevole da quelle parti?
 
-“Andiamo Nicole, non andarti a chiudere di nuovo in camera.”- si lamentò quasi come se mi stesse pregando di non andare nella mia stanza.
 
-“E che dovrei fare, scusa?”- dissi appoggiandomi al tavolo e guardando i due ragazzi davanti a me.
 
-“Stai con noi. So che lo detesti - disse indicando Luke - ma ignoralo, è un idiota.”- rise infine.
 
Luke lo guardò indignato -“Ehi, qua quello idiota sei tu.”- fece spingendolo giocosamente.
 
Ah meno male che lo sapevano di essere degli idioti, sarebbe stato grave se non se ne fossero resi conto. Io rimasi impassibile, mentre quei due continuarono a scherzare. Luke iniziò ad andare nella camera di Ashton, perché aveva detto di aver voglia di giocare alla play. Mentre Ash si trattenne qualche minuto in cucina a cercare di convincermi a passare un po' di tempo con loro. Non se ne parlava e poi tutti i tentativi che stava facendo erano inutili, ero ancora arrabbiata con lui. Cercai di far finta di non sentirlo mentre mi parlava.
 
-“Dai Nick - si avvicinò - non voglio che rimanga in camera tua, tutta sola.”- fece il labbruccio.
 
-“Ma che ti importa se sto sola o meno? Se sto sola vuol dire perché mi trovo bene. No?”- mi decisi a rispondergli.
 
-“Non ci credo, dai. A nessuno piace stare da solo.”- disse avvicinandosi a me e prendendomi per la mano e cercando di farmi muovere dalla mia posizione.
 
-“Sei incredibile.”- dissi in conclusione lasciando che mi portasse su con la mano. Come se non sapessi dove fosse la sua camera.
 
Entrai trovando Luke seduto sul letto davanti alla tv. Io mi andai a sedere sulla sedia accanto alla scrivania, ma quando Ashton entrò mi fece cenno di sedermi accanto a lui, che aveva preso posto sul letto vicino all'antipatico. Sì, continuavo ancora a chiamarlo così. Nemmeno per fare tante storie mi andai a sedere al suo fianco. Sospiravo dalla noia almeno due volte ogni tre minuti, record.
 
-“Ti stai annoiando?”- ridacchiò.
 
-“Non lo so, secondo te, Mr. simpatia?”- dissi sporgendomi e gettandogli un'occhiata.
 
-“Ti va di giocare un po'?”- mi chiese Ashton senza staccare lo guardo dallo schermo.
 
Mi girai a guardare un attimo la tv -“No, non mi va. Posso andare nella mia stanza a prendere una cosa?”-
 
-“Vai, torna subito.”- sorrise.
 
-“Da come fai sembra che io sia una tua prigioniera che nemmeno si può allontanare.”- dissi mentre uscivo.
 
Andai in camera mia a prendere un libro. Se non me l'avrebbe fatto leggere, riprendendo il discorso “ti isoli dal mondo” gliel'avrei tirato in faccia. Tornai nella camera andandomi poi a sdraiare nel letto libero, proprio accanto all'altro. Fortunatamente non disse nulla.
Passò quasi mezz'ora, quando poi sentimmo suonare alla porta. Io continuavo a leggere, mentre loro a giocare.
 
-“Nick vai tu?”- mi chiese.
 
-“Sto leggendo, vai tu.”- dissi come se lui non stesse facendo nulla.
 
Mise in pausa il gioco e scese sotto lasciando me e Luke soli.
 
-“Che leggi?”- disse avvicinandosi.
 
-“Un libro.”- risposi neutra mentre cercavo di leggere.
 
-“Davvero? Non l'avrei mai pensato.”-
 
-“È un libro Luke, e se ti dicessi il titolo non lo capiresti. Non mi sembri uno che legge molto.”- feci, stranamente, calma.
 
-“Stai dicendo che sono stupido?”-
 
-“No, Luke, sto dicendo che non sembri uno che legge. Basta, la mia frase non ha mezzi termini.”- dissi alzandomi.
 
-“Poi ti arrabbi se ti dico che sei antipatica.”-
 
-“Allora, biondino, hai iniziato tu dicendo che io sono antipatica. Io lo pensavo di te, anche se non te l'avevo detto in faccia. E questo dimostra che sei tu quello che ha torto. Perché come potevo tenerla io per me, la mia opinione su di te, potevi benissimo farlo anche tu. ”- dissi sorridendo.
 
-“Perché pensi che lo sia?”- fece spallucce.
 
-“Non lo so, hai l'aria di uno presuntuoso.”- continuai.
 
-“E se ti dico che non lo sono..?”- disse seguendomi fuori dalla stanza.
 
-“Non c'è bisogno che cerchi di convincermi cosa sei e cosa non sei. Perché noi non dobbiamo avere niente a che fare.”- conclusi scendendo sotto.
Forse ero stata troppo antipatica, come diceva lui, però era quello che pensavo. Non potevo farci niente. Ero sempre stata una tipa silenziosa, più una di quelle che pensava troppo e non parlava mai, però quando lo facevo dicevo sempre quello che pensavo.
 
Sentii delle voci provenire dall'ingresso. Quando poi vidi Calum e Michael parlare con Ashton. Salutai il moro con un bacio sulla guancia, mentre feci cenno con la mano a Michael. Quando lo salutai Ashton mi guardò serio per qualche secondo per poi ritornare alla discussione. Ripensai a quello che era successo a scuola. Con tutte le volte che avevo pronunciato il suo nome. Chissà se mi aveva rivolto quello sguardo per quello. Sicuramente. Sperai solo che in futuro non gliel'avrebbe raccontato. Sennò penso che l'avrei evitato per il resto dei miei giorni.
Stavano parlando di una festa. E di come ci sarebbero andati. Le feste, quanto le odiavo. Era solo un'occasione a favore delle solite troiette, che potevano uscire mezze nude e farsi quanti più ragazzi possibili in una sera,  la stessa cosa valeva per alcuni ragazzi. Ma almeno i ragazzi a differenza delle ragazze, non uscivano con vestiti che arrivano appena sopra il sedere, insomma anche perché sono ragazzi e sarebbe parecchio strano se uscissero con un vestito, figuriamoci uno di quelli che lascia poco spazio all'immaginazione. A farla breve ad una festa io preferivo di gran lunga restare a casa. Ma non perché sono un'emarginata o cose del genere. Chiariamo, a me piaceva molto uscire, però cose semplici, come, ad esempio, adoravo andare al cinema, oppure restare a casa a mangiare una pizza, cose così, e non stare fuori casa facendo le ore piccole, per poi fare cosa? Ballare, in mezzo ad un ammasso di gente. No, non se ne parlava. Odiavo la confusione, qualsiasi fosse l'ambito in cui si ci trovava.
 
-“Ti va di venire?”- una voce mi riportò alla realtà.
 
-“Ehm.. Dove?”- dissi sembrando, ancora una volta, una stupida.
Mi capitava sempre di soffermarmi sui miei pensieri e di non ascoltare cosa diceva la gente in torno a me, e puntualmente, proprio quando succedeva, arrivava qualcuno che mi faceva una domanda sull’argomento, e io venivo inevitabilmente persa come una scema che non capisce nemmeno di cosa si stava parlando.
 
-“Alla festa.”- sorrise Ash.
 
-“Ah, alla festa.. no. Non mi piacciono le feste.”-
 
-“Ma dai, non sarà niente di che, ci sarà poca gente. Tutto tranquillo.”- ritentò.
 
-“Ho detto di no, puoi obbligarmi di passare del tempo con te e i tuoi amici, ma non puoi obbligarmi ad andare ad una festa.”-
 
-“Va bene, ha ragione. Se non vuole andare non vale la pena costringerla.”- parlò Luke alle mie spalle.
 
Luke? Che diceva una cosa in mio favore? Wow. Okay, il suo nome era cancellato per una volta dalla mia preziosa lista mentale.
Ashton non disse niente. Pregai mentalmente che avesse capito, almeno questa volta.


***
Salve, eccomi qui con un nuovo capitolo, inizio col dire che so già quanto sia corto questo capitolo, e mi dispiace, ma schifo T.T, come sempre, se ci dovrebbero essere degli eventuali errori nel testo mi scuso.
Allora, ditemi, che ne pensate? Non dice molto questo capitolo, è solo un capitolo di passaggio.
Come al solito vi chiedo di farmi sapere che ne pensate, non solo di questo singolo capitolo, ma della storia, cosa vi piace o cosa non vi piace.
Okay, detto questo ringrazio immenzamente le persone che hanno recensito e quelle che hanno iniziato a seguire questa storia. Adesso devo andare,
aggiornerò a una/due recensioni, perché davvero (posso sembrare ripetitiva) ma ci tengo davvero a sapere che ne pensate.
Va bene, vado davvero lol. Alla prossima xx.

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


 
Too Close.
 


Era già passata una settimana, era arrivato sabato, e quella sera ci sarebbe stata quell'odiosa festa. Ashton, dopo quel volta, aveva tentato più volte di convincermi, ma nulla. Volevo restare a casa. Non mi andava. Quella settimana era andata normalmente, insomma, avevo scoperto che avevo parecchie ore in comunque con Mr. Simpatia, si, continuavo a chiamarlo così perché le cose tra noi non erano cambiate, anche se erano passati pochi giorni, a parte qualche piccola volta in cui mi dava, stranamente, ragione. Michael che, sotto ordine del prof, era dovuto rimanere al primo banco, quindi potrete immaginare come trascorrevo le ore di inglese. Qualche giorno prima avevo incontrato una ragazza mentre ero in biblioteca, era davvero molto gentile, si chiamava Ally, se non ricordo male, avevamo subito fatto amicizia, e da quel giorno iniziammo a stare insieme durante le pause. L'avevo anche vista qualche volta durante le lezioni, però non le avevo mai parlato fino ad allora; avevamo molte cose in comune, mi stava simpatica. Lei ci sarebbe andata alla festa però, anche perché a quanto pare era interessata a qualcuno che ne avrebbe preso parte, così mi aveva detto. Io sarei rimasta a casa, senza dubbio. Erano le 20.30 passate e già da un po' i ragazzi erano usciti diretti alla festa. Ash prima di andare mi chiese per la millesima volta se ero davvero sicura di non voler andare, io risposi che lo ero. Poi aggiunse che Emily sarebbe rimasta a dormire da una sua compagna. Come se a me importasse qualcosa. Se Ally non sarebbe andata alla festa sarei uscita con lei. Però l'ultima volta che ne avevamo parlato mi disse che era di "vitale importanza" andare a quella festa per cercare di attaccare bottone con il ragazzo che le piaceva, parole sue. Solo che non mi aveva voluto rivelare chi fosse. Speravo solo che non fosse chi pensavo io.
Mi stavo davvero iniziando ad annoiare, scesi sotto in cerca di qualcosa da mangiare, però quando arrivai in cucina mi ritrovai una Lisa sorridente che mi disse che non aveva ancora fatto la spesa. Così, pur di uscire proposi di andare a fare la spesa. Lei mi diede la lista, fortunatamente erano solo poche cose, e il supermercato era poco distante da casa, così che potei andarvi a piedi. Indossavo un paio di jeans stretti e chiari, fuori faceva un po' di fresco, così presi una felpa blu scuro, mi tirai su il cappuccio e, dopo aver preso i soldi, uscii. Lisa mi aveva spiegato dove si trovasse, anche se io lo ricordavo perfettamente. Era capitato più volte che uscissi con Ashton e che vi passassi davanti. Ashton era meno irritante, forse perché ormai ci avevo fatto l'abitudine a lui. Però mi dava troppe attenzioni, per ogni cosa si preoccupava troppo, odiava quando mi "allontanavo" dagli altri, voleva che rimanessi in gruppo, e non gli importava quante volte gli ripetessi che mi piaceva stare sola. Dopo un paio di isolati arrivai. Dentro vi era l'aria che di solito tira in un supermercato alle nove del sabato sera, quando sono tutti fuori a non curarsi di andare in un posto del genere, be' effettivamente lo era. Iniziai col prendere le poche cose che mi aveva chiesto Lisa, poi andai a prendere qualcosa per me. Stavo guardando tra gli scaffali mentre, a mio solito, ragionavo ad alta voce, quando poi mi resi conto di non essere la sola in quel reparto. Mi tappai subito la bocca, facendolo ridere.
 
-“Parli sempre sola, eh?”- sorrise come per prendermi in giro.
 
-“Oh, sta' zitto tu.”- dissi prendendo la prima cosa dallo scaffale di fronte a me, in modo da terminare quel discorso.
 
-“Non dovresti essere alla festa?”- mi bloccò lui.
 
Lo guardai per un attimo. Aveva anche lui il cestino della spesa e, anche lui, aveva il cappuccio della sua felpa nera, tirato su. Sembrava me, ma al maschile però.
 
-“Potrei farti la stessa domanda.”- dissi incrociando le braccia.
 
-“Non sono andato perché non mi andava, tutto qui.”- fece spallucce.
 
-“Be', nemmeno io. Non mi fanno impazzire le feste.”- ammisi iniziando a dirigermi verso le casse.
 
-“Sai che non ci avrei giurato?”- ridacchiò seguendomi.
 
Non gli risposi, pagai la roba che avevo preso, e dopo averla sistemata uscii. Cercando di non scambiare più alcuna parola con lui. Però, subito, me lo ritrovai dietro. Mi voltai e mi fece mezzo sorriso.
 
-“Mi segui?”- mi fermai.
 
-“No, ma si dà il caso che l'unico modo per uscire da qui è passare per il parcheggio.”- sorrise.
 
Forse aveva ragione -“Può darsi.”- farfugliai facendolo ridere.
 
-“Quindi, lasciami indovinare, stasera rimarrai a casa a non fare nulla?”-
 
-“Non mi sembra che tu farai qualcos'altro..”- dissi continuando a guardare avanti mentre lui mi camminava accanto.
 
-“Tu che ne sai? Magari a casa c'è una ragazza che mi aspetta.”- sogghignò.
 
-“Mh.. non mi importa, sai? E poi non credo che qualche ragazza, anche solo per una notte, ti possa sopportare.”-
 
-“Che stronza che sei.”- disse sorridendo falsamente a denti stretti.
 
Gli sorrisi, come se fossi compiaciuta di quello che mi aveva appena detto. Poi continuò -“Comunque no, non farò niente di diverso da quello che farai tu. Non perché nessuno mi sopporti, ma perché non mi va.”-
 
-“Capito.”- dissi facendogli intendere che non mi importava nulla di quello che avrebbe fatto.
 
-“Ti va di venire da me?”- propose piano.
 
Lo guardai scocciata, bloccandomi davanti a lui -“No, ma davvero. Non ci credo che tu me lo stia chiedendo. Cioè, per quei minuti che ci vediamo a scuola discutiamo sempre, e adesso tu mi stai chiedendo di passare insieme un sabato sera?!”- chiesi dissi piuttosto confusa.
 
-“Ehi, sono solo a casa.”- si giustificò.
 
-“Non mi importa! Cercati qualcun'altra.”- feci riprendendo la busta della spesa che poco prima avevo appoggiato per terra.
 
-“Eddai, Nicole. Mettiamo da parte tutto, dai, non mi va di stare solo.”- mi pregò come se fosse un bambino che si lamenta con la madre perché vuole qualcosa.
 
-“Non ti andava di andare alle festa, non ti va di stare solo a casa. Ma c'è qualcosa che ti va di fare? E poi non sapevi che se fossi rimasto a casa saresti stato solo?”- domandai.
 
-“Non sapevo che i miei fratelli sarebbero usciti.”-
 
-“Luke, per l'amor di Dio, è sabato, è ovvio che la gente normale esca.”- feci ovvia.
 
-“Si, però non ci ho fatto caso, adesso, cara Nicole, vieni?”- chiese più gentile possibile.
 
Risposi nuovamente di no. Per tutto il tragitto camminò al mio fianco, quando poi invece che passare da casa sua, iniziò davvero a venirmi dietro. Fino a casa mia. Continuava a ripetermi sempre la stessa domanda, ed io continuavo ad ignorarlo. Presi le chiavi dalla tasca della felpa. Nessuno poteva capire quanto mi irritava quel ragazzo a volte. Aprii la porta posando la busta nella rientranza che c'era appena varcata la soglia d'ingresso. Mi voltai verso di lui, che era rimasto a guardami. -“Allora, dimmi, dopo che vengo a casa tua, cosa dovremmo fare?”- incrociai le braccia.
 
-“Non so.. Ti va un film?”- fece spallucce.
 
Sbuffai per poi chiudete nuovamente la porta alle mie spalle e digitare qualcosa sul mio cellulare.
 
-“Andiamo.”- dissi, riponendo entrambi gli oggetti nelle mie tasche.
 
 
 
Notai subito che la casa di Luke, non era per niente vicina alla mia. Era stato un idiota a venirmi dietro per continuare a chiedermi di fargli compagnia. Quando fummo arrivati lui andò a posare le buste in quella che doveva essere la cucina. Io rimasi ferma davanti alla porta, non sapendo cosa avrei dovuto fare o dove andare.
 
-“Vieni, non ti mangio.”- disse facendomi strada verso una stanza dove vi era una grande tv.
 
-“Ah ah, molto divertente.”- dissi per poi sedermi. -“Il film lo scelgo io?”- continuai prendendo un cuscino e stringendolo.
 
Lui mi guardò annuendo, mentre accendeva il televisore. Io presi il telecomando e iniziai a guardare che film ci fossero nei canali dove di solito ne trasmettevano parecchi.
 
-“Mh, come mai solo a casa?”- dissi mentre leggevo la programmazione.
 
-“I miei sono fuori a cena e.. Perché stai abbracciando quel cuscino?”- rise.
 
-“Mi piace abbracciare cuscini. Zitto Luke.”- tagliai corto avendo trovato il film giusto.
 
-“Non mi dire di stare zitto.”- si lamentò.
 
-“Perché non dovrei? Anzi mi dovresti ringraziare di essere venuta qui.”-
 
-“Smettila di fare l'antipatica, so che non lo sei.”-
 
Abbassai il volume -“E chi te lo dice?”- inarcai le sopracciglia.
 
-“Lo vedo come ti comporti con Calum.”-
 
-“Quindi? Lui è mio amico.”- dissi alzando nuovamente il volume.
 
Poi lui lo abbassò nuovamente. -“Perciò con la gente che non è tua amica ti comporti male, no?”-
 
-“Mh, più o meno. Ora lasciami guardare il film.”- feci cenno alla tv. -“O dirò a tutti che hai paura a rimanere solo in casa.”-
 
-“Io non ho paura.”- disse spegnendo il televisore.
 
Lo guardai in cagnesco. -“Luke, accendi subito quel coso!”- dissi indicandolo.
 
Lui rispose di no mettendo il telecomando dietro la schiena. Lo guardai, per poi girarmi e non dire più nulla. Finché non lo avrebbe riacceso non gli avrei rivolto parola.
Rimanemmo qualche minuto in silenzio. Mi irritava, davvero.
 
-“Va bene, Nicole. Tieni.”- disse porgendomi il telecomando. Però non gli risposi. Così si sedette accanto a me, mentre prima era distante.
-“Dai, Nick, non essere seccata con me.”- continuai ad ignorarlo guardando dall'altra parte della stanza. Si avvicinò ulteriormente quando poi mi diede un piccolo bacio sulla guancia, poi un altro e un altro ancora.
 
-“Dimmi.”- dissi infine come se non fossi stata presente fino ad allora, così tanto per fargli smettere di fare quello che stava facendo, tenendo conto che mi stava facendo impazzire e non era una cosa buona. Mi sorrise per poi semplicemente mettermi quell'aggeggio tra le mani.
 
***
 
Ormai il film era iniziato già da un'ora, e stranamente non mi stavo per niente annoiando. Solo che Luke aveva il braccio posizionato sopra lo schienale del divano, come se lo avesse messo sopra le mie spalle, che per me era la stessa cosa. Poi era troppo vicino. Non si era spostato un millimetro da quando avevamo smesso di parlare, nemmeno quando era andato a perdere qualcosa da mangiare dalla cucina, anzi, forse era anche più vicino. Non mi andava per niente a genio la situazione. Non volevo che si prendesse tanta confidenza con me. Mi stavo per decidere se dire qualcosa o no, ma poi gli occhi iniziarono a farsi pesanti, ero davvero stanca, visto che quella mattina mi ero svegliata al solito orario per andare a scuola. Non riuscivo a tenere gli occhi aperti..


***
salve salve, lo so, fa schifo questo capitolo, ma gli altri saranno migliori, spero hahaha
alloraa Nicole con Luke eheh non "illudetevi" su di loro, faccio una premessa: la nostra Nicole non è "destinata" al biondino, più avanti capirete perché, non aggiungo altro sennò vi dico tutto e la sorpresa finisce lol.
Spero non aver fatto errori e spero anche che vi sia piaciuto questo capitolo, anche se io non ne sono molto soddisfatta. Btw se lasciate anche
una sola piccola recensione non puà farmi altro che piacere, ho bisogno tantissimo del vostro parere, quindi per favore, anche solo con un messaggio. Adesso devo andare, ditemi che ne pensate di questo capitolo.
Mi dissolvo, alla prossima, spero. xx

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


 
For Him? No More.



Luke's pov.
 
Nicole era davvero insopportabile alle volte. Insomma, era adorabile, però faceva di tutto per farsi odiare e non riuscivo a capire perché facesse in quel modo. Dovevo però ammettere che mi stupì molto il fatto che, nonostante dicesse di trovarmi antipatico, rimase da me. Stavamo guardando un film che aveva scelto lei, io nemmeno lo stavo seguendo, non mi importava più di tanto. Erano le dieci passate. Ad un certo punto sentii appena un penso sopra la mia spalla destra, mi voltai per accorgermi poi che si era addormentata e di conseguenza si era appoggiata sulla mia spalla. Si vedeva che era stanca, era stata una fortuna che non fosse andata alla festa, sennò sarebbe crollata. Però, quando non apriva la bocca per dire qualche cazzata, era davvero bella. Che poi oggettivamente non aveva niente di bello, insomma, era una ragazza come le altre, non aveva niente di più o niente di meno, però in quel momento mi sembrò bellissima, forse era perché eravamo al buio. Sicuramente se fosse stata sveglia e gliel'avessi detto mi avrebbe dato un pugno sul braccio, faceva sempre così quando non sapeva rispondere a quello che le dicevo mentre discutevamo come nostro solito. Cosa avrei dovuto fare adesso? Era venuta per farmi compagnia e si era addormentata. Bene. La prossima volta avrei davvero considerato l'idea di portarmi qualche ragazza a casa, come aveva detto lei. La sentii muoversi, per cercare sicuramente la posizione adatta, e di sicuro la mia spalla non era il cuscino migliore, così mi allontanai appena facendole appoggiare la testa sulle mie gambe. Presi il telecomando e iniziai a cambiare canale fino a trovarne uno dove trasmettevano roba decente, non troppo noiosa. Ma nonostante questo, continuavo ad annoiarmi comunque. Guardai nuovamente Nicole, aveva una ciocca di capelli davanti al viso, così gliela sistemai, per poi iniziare inconsapevolmente ad accarezzarle i capelli mentre la studiavo ogni minimo dettaglio del suo viso. Nonostante lei ed Emily fossero gemelle non si somigliavano un granché, insomma, si potevano riconoscere facilmente, e poi Nicole era bella, Nicole era bella? No, ma che stavo a pensare? Non lo era. E perché la stavo accarezzando? Mi bloccai subito. Cioè, non proprio lei..
Ero intendo a continuare a pensare alla ragazza che in quel momento stava dormendo sulle mie gambe, quando poi sentii la porta d'ingresso aprirsi. Non avrei mai voluto alzarmi, non perché fossi pigro, ma per ben altro. Eppure dovetti farlo, lentamente. Per poi sostituire le mie gambe con un cuscino sotto la sua testa. Mi diressi verso l'ingresso, trovandomi davanti mia mamma e facendole cenno di silenzio.
 
-“Perché?”- quasi bisbigliò.
 
-“Eh.. Niente di là c'è una mia amica che dorme.”- sì, certo. Amica.
 
Lei mi guardò con un mezzo sorriso senza dire nulla. -“Mamma, ho detto amica, non fare quella faccia.”- dissi indicandola.
 
-“E come mai è qui?“- disse mentre sistemava alcune cose che avevo lasciato in disordine.
 
-“Nulla, solo che stasera c'era una festa a cui nessuno di noi due era andato quindi le ho chiesto di venire qui, per non rimanere sola. - dissi ovvio - Ma papà dov'è?”- continuai accorgendomi, anche se in ritardo, all'assenza di mio padre.
 
-“L'hanno chiamato all'improvviso da lavoro ed è dovuto andare.”-
 
-“Ma è sabato!”- feci scocciato, era sempre a lavoro, non stava quasi mai a casa.
 
-“Luke, lo so benissimo che giorno è, ma se hanno avuto un'emergenza non possono farci nulla.”- disse diretta.
 
 
 
Nicole's pov.
 
-“Ma è sabato!”-
 
-“Luke, lo so benissimo che giorno è, ma se hanno avuto un'emergenza non possono farci nulla.”-
 
Sentii queste voci in lontananza, una era la voce di una donna, l'altro sembrava Luke, ma non ne ero sicura, perché mai avrei dovuto svegliarmi con la voce di Luke se ero a casa mia? Poi però mi venne il dubbio, mi guardai intorno, e presto realizzai di essere in un divano, il divano della casa di Luke. Mi ci volle qualche minuto per riassumente nella mia mente quello che era successo. Poi mi alzai e andai verso di loro. Sicuramente l'altra era la madre. Li ritrovai in cucina a discutere. Non avrei dovuto spuntare dal nulla, proprio in quel momento, sicuramente avrei dato fastidio, però erano quasi le undici, avevo ancora tanto sonno e volevo tornare a casa mia. Una volta che mi videro smisero di parlare. Luke sorrise e mi venne incontro.
 
-“Mh mamma, lei è Nicole, è la sorella acquisita di Ashton. Ricordi? Te ne avevo parlato..”- disse dandomi una piccola spinta verso la donna.
 
Lui aveva parlato di me a sua madre? Lo guardai stranita, per poi prendere il mio lato gentile e sorridere alla donna porgendogli la mano.
 
-“Piacere signora.”-
 
Lei ricambio il saluto, poi mi voltai in direzione di Luke. -“Ehm.. Luke, io dovrei andare a casa..”-
 
-“Non ti preoccupare ti accompagno.”- rispose, facendo così capire anche a sua madre che sarebbe uscito.
 
Salutammo per poi chiudere la porta alle nostre spalle. Ero ancora troppo assonnata, continuavo a stropicciarmi gli occhi, dal sonno. Luke rise continuando a guardare davanti a sé -“Ti sei addormentata su di me.”-
 
Io spalancai gli occhi. Mi ero addormentata su di lui? Dio, che figuraccia. Non potevo averlo fatto, insomma, quando dormivo ero orribile, figurati come gli ero sembrata addormentandomi su di lui.
-“Scusami, ma non ho retto”- feci guardando in basso cercando di giustificarmi. 
 
-“Fa nulla, figurati, non mi hai mica ucciso. Sai, sei adorabile quando non parli.”- disse con noncuranza mentre giocava con le chiavi di casa sua che si era portato.
 
Alla sua affermazione sentii le guance ribollire. No, no, no. Stupida Nicole, non mi aveva detto niente, perché il mio corpo doveva reagire in quel modo. Ecchecazzo. Feci meglio a non rispondergli, e a continuare a fissare l'asfalto sotto i miei piedi. Riflettei a quello che mi aveva detto. Mi ero soffermata su "sei adorabile" poi venne il resto..
 
-“Ehi! Perché "quando non parlo"?”- dissi imitando la sua voce.
 
Rise di gusto per il mio ritardo nel capire quello che lui mi aveva detto poco prima -“Perché è vero. Sei odiosa a volte. Quando poi in verità non lo sei affatto.”-
 
Lui era la prima persona che trattavo di merda eppure era la prima, a dirmi quelle cose, nessuno mai mi aveva detto che non ero "odiosa". Tutti si limitavano a dirmi di non sopportarmi, per poi sparire, oppure direttamente ignorarmi, era già da un po’ che chiunque conoscessi adottava questo metodo, non solo le persone con cui non andavo d’accordo, ma anche quelle a cui tenevo, e questo urtava parecchio.
 Nemmeno quella volta dissi nulla, non sapevo cosa avrei dovuto rispondere.
 
-“Come mai sei così stanca? Insomma, anch’io stamattina sono andato a scuola, eppure non ho tutto quel sonno.”- mi chiese.
 
-“Ah.. mi sta venendo un po’ pensate, sai, con la scuola, il fuso orario, non riesco a tenere tanto bene il ritmo e poi le lezioni sono stancanti.”- era la verità, seconda e forse anche ultima persona che mi chiedesse come stavo, ma sicuramente non gli importava nulla della risposta, lo aveva fatto solo per essere gentile.
 
-“Be’ se hai qualche problema puoi anche chiedere.”-
 
L’aveva detto davvero? Wow. Quella sera mi stava davvero sorprendendo. Insomma, non mi sarei mai immaginata da parte sua queste “attenzioni”, credevo non gli importasse nulla e non che mi dicesse che potevo, in un certo senso, contare su di lui.
Farfugliai un grazie, maledizione al mio orgoglio. Era davvero difficile che io ringraziassi una persona, non sapevo nemmeno perché mi venisse così difficile. Non lo facevo e basta. Però quella volta, quando arrivammo davanti casa mia, lo feci, insomma, era stato gentile.
Mi allontanai diretta ad entrare in casa
 
-“Non si saluta eh?”- ridacchiò mentre mi poneva quella domanda per la millesima volta da quando c’eravamo conosciuti.
 
Mossi la mano in segno di saluto credendo che fosse abbastanza, quando invece lui percorse la distanza che c’era tra di noi e mi tirò da un braccio per poi darmi un bacio, facendo dopo un cenno di saluto allontanandosi, lasciandomi sola sull’uscio di casa mia. Ricordate quello che avevo detto ad Ash quando, qualche sera avanti, mi aveva lasciato un bacio prima di andare a letto? Bene, quella cosa valeva per chiunque, ma per Luke non più.



***
Okay sarò breve, questo capitolo (anche se è davvero, davvero piccolo) mi piace parecchio, capirete il perché più avanti. Che ne pensate di Luke e Nicole? eh? 
Io li trovo bellissimi insieme. Come sempre mi scuso se avete trovato errori e ringrazio per aver letto fino a qui.

Vi prego, continuatemi a dire la vostra opinione, ne ho molto bisogno, non per forza con una recensione, ma anche con un messaggio, oppure su twitter (sono @5sosunshjne)
Okay, adesso vado, grazie ancora e alla prossima xx.

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


 
She Had To Stop

 
 
Erano passate già parecchie settimane da quella sera della festa, da quella sera passata con Luke, da quella sera dove, appena rientrata a casa, solo dopo qualche ora mi chiamò Ally dicendo che era riuscita nel suo intento con quel ragazzo, rilevandomi così chi fosse e peggiorandomi il fine settimana, e anche i giorni a venire. Proprio quella mattina la giornata a scuola, e non solo, era iniziata nel peggiore dei modi, dieci, dico dieci capitoli di storia da studiare in meno di due giorni, prof di merda, perché se i professori non hanno una vita o sono frustrati per fatti loro si devono 'sfogare' con noi caricandoci di compiti? Come se cambiasse qualcosa. Per poi non parlare del fatto che la sera precedente i nostri genitori erano partiti fuori città per andare a far visita ad una zia di Lisa, la sera prima nessuno di noi quattro aveva pensato di puntare la sveglia, così quella mattina mi svegliai con almeno quattro chiamate perse e sette messaggi, se non di più, da parte di Luke, uno era il solito messaggio del buongiorno, mentre i restanti chiedevano dove diavolo fossi finita. Naturalmente in quella casa non fui l’unica in ritardo, in poche parole quella mattina ci eravamo svegliati malissimo e avevamo dovuto fare tutto di fretta. Per fortuna c’era la pausa pranzo, solo che non era più tanto piacevole quando la si passava isolata dagli altri, e sì pensate pure che Ashton mi odiasse per questo, perché lo faceva, ma c’era un motivo validissimo per cui io non trascorressi la pausa pranzo con loro, e non avrei mai e poi mia detto a nessuno questa cosa, mi costava molto ammetterlo a me stessa, che ero gelosa di una mia amica, figuriamoci dirlo ad alta voce o a qualcuno per giunta. Non l’avrei mai detto nemmeno a Luke, e di Luke mi fidavo parecchio.
Mi avviai verso il mio armadietto per posare i libri, dopo sarei andata in biblioteca.
 
-“Hai intenzione di rimanere in biblioteca a fare la secchiona anche oggi?”- una voce parlò alle mie spalle.
 
-“E anche se fosse?”- risposi, avendo ovviamente capito chi fosse. Dannazione, tra tutte le persone in quell’istituto proprio lui, lui che ne era la causa, doveva venirmi a dire di stare in mensa con loro? Per poi cosa? Farmi passare anche l’appetito più di quanto non accadesse già ogni giorno, per via dei miei complessi? No, grazie.
 
Chiusi l’armadietto per poi girarmi senza nemmeno guardarlo e andarmene, ma lui mi prese dal polso. -“Dai Nick, stai con noi?”- mi pregò.
 
-“Michael, no, non sto con voi, non ne ho voglia. E poi mi dici chi comprende questo ‘noi’?”- feci diretta, volevo proprio vedere cosa avrebbe risposto.
 
-“Noi, dai, io Calum, Ash e anche Luke.”- ridacchiò alla fine per poi pizzicarmi la guancia, come se fossi una bimba di cinque anni.
 
Che aveva da ridere? Lo detestavo quando faceva così. Ogni volta che io e Luke passavamo del tempo insieme e per caso lui ci vedeva iniziava con quella risatina di intesa. Oppure quando i ragazzi venivano a casa mia, lui faceva quelle battutine e le reazioni erano le seguenti: Calum che rideva, stronzo, era mio amico non doveva ridere; Luke che lo spingeva per farlo smettere e Ash che diventava subito serio e si incazzava con me, quel ragazzo era davvero strano, secondo me era bipolare, stavo iniziando a pensarlo davvero.
Fatto stava che Michael mi dava tanto sui nervi quando si comportava in quel mondo.
 
 -"Oh, finiscila Michael."- dissi, avrei voluto allontanarmi, però lui continuava a tenermi il polso.
 
-"Vedi che oggi Ally non c'è quindi se vai in biblioteca o in qualsiasi altro posto non la trovi mica."-
 
"Non la trovi mica" ma era coglione o cosa? Perché disse quelle parole come se davvero io passassi la pausa pranzo con Ally, come se lei non stesse tutto il tempo attaccata a lui come una piovra. Che odio, no, aspettate, odio no, non era mica colpa loro se io mi ero presa una cotta pazzesca con il ragazzo che piaceva già ad una mia amica, ma lei non mi aveva detto nulla al riguardo, se lo avesse fatto avrei evitato tutto questo, avrei evitato di isolarmi, avrei evitato di stare così fottutamente male la sera in cui Ally mi chiamò felice dicendomi che lei e Michael erano stati insieme, avrei evitato di morirgli davanti ogni volta che lui mi guardava negli occhi, avrei evitato di fare sempre figure di merda in sua presenza visto che diventavo impacciata quando lo vedevo. Insomma era un casino. Però quel giorno non c'era Ally e forse avrei potuto fare un piccolo stappo alla regola.
 
Alzai gli occhi in cielo -"Perché vuoi così tanto che io venga?"-
 
-"Perché sì, dai andiamo."- disse infine senza lasciarmi e iniziando a camminare verso la mensa.
 
Non mi aveva lasciata, wow, però non dovevo farmi strane illusioni, no, lui stava con Ally ormai, e perché avrebbe dovuto pensare me a quel modo quando aveva una ragazza come lei che era mille volte meglio di me? Figuriamoci, chiunque era meglio di me, non è che ci voleva tanto.
Scendemmo le scale e in un attimo ci ritrovammo al piano terra dove infondo al corridoio principale vi era una grande porta che apriva alla mensa. Una volta entrati mi chiese se volessi qualcosa, però rifiutai, tanto per cambiare.
 
-"Oddio, non ci credo Nicole Coleman che si unisce a noi per una volta."- fece Ashton piuttosto acido quando mi vide arrivare con Michael.
 
Lo ignorai, non mi andava di discutere, mi sedetti accanto a Michael, considerando che quelli fossero gli unici posti liberi. Sicuramente il solito posto di Ally, era come se quel giorno in un certo senso la stessi rimpiazzando, ma -per mia sfortuna- non ero appiccicata a Michael. Passammo quella mezz'ora a parlare, o per lo meno, passarono. Ci rimasi un po' male perché Michael non mi disse quasi nulla per tutto il tempo, ma d'altronde cosa mi aspettavo? Di sicuro non mi avrebbe fatto la confessione. Bah, non dovevo dare così tanta importanza a tutto quello che faceva, dovevo togliermelo dalla testa punto e basta. Alzai lo sguardo notando che Luke mi stava guardando, quel giorno nemmeno avevo risposto ai suoi messaggi per via del ritardo e non gli avevo nemmeno parlato di presenza perché l'unica ora in comunque che avevamo l'avevo saltata, matematica, chi l'ha mai capita? Lui invece era bravo. Gli sorrisi e lui subito ricambiò, era adorabile. Lo so, avevo detto che lui era il primo sulla lista delle persone che non mi andavano a genio, ma ehi, avevo anche detto che per lui la regola "non mi baciare/non avvicinarti a me" non valeva più dopo quella sera. Poi però lo sguardo mi cadde su Ashton, mi stava guardando in un modo orribile.
 
Ma che aveva? Lo guardai seria ma poi lui distolse lo sguardo disse qualcos'altro a bassa voce a Calum, il quale lo guardò per poi alzarsi e -“Ragazzi, io ad Ash dobbiamo andare, perché dobbiamo ripassare cinque minuti per via del compito della prossima ora. Ci si vede”- sentenziò andandosene seguito da Ashton.
 
Che strani quei due. Li guardai in cagnesco mentre si allontanavano, poi sentii una mano posarsi sulla mia, persi due anni di vita perché per un millisecondo pensai fosse stato Michael a compiere quel gesto, ma quando tornai alla realtà vidi che lui se n'era già andato con mio fratello.
Era Luke. Che non esitò un -“Ehi, tutto bene?”-
 
Gli sorrisi -“Sì, tutto bene, perché?”-
 
-“Mh nulla, oggi sei strana, come mai sei venuta qui? Credevo saresti rimasta in biblioteca, stavo per venire a farti compagnia.”- disse tranquillo.
 
-“Michael sa essere convincete a volte.”-
 
-“Certo, Michael, però se te lo chiedo io mi rispondi sempre di no.”- fece fingendo di essere offeso.
Lo guardai nuovamente sorridendogli, ma lui restò serio.
 
-“Oh andiamo Luke..”- dissi abbracciandolo e rimanendo in quel modo -“Non fare il serio, sai che odio quando lo fai, dai.”- continuai per poi poggiare la mia testa sulla sua spalla e sistemare il mio viso nell'incavo del suo collo.
 
-“Sbaglio o adesso abbiamo storia?”- fece diretto alzandosi e di conseguenza facendo alzare anche me.
 
Lo guardai confusa, che gli prendeva? Biascicai un 'si' per poi seguirlo, visto che lui era già parecchio distante dal tavolo dove eravamo seduti.
 
 

Luke's pov
 
Doveva smetterla. Assolutamente.
 
-“Luke aspettami.”- mi urlò contro nel bel mezzo del corridoio.
 
Mi girai facendole segno di fare silenzio e lei si tappò la bocca mentre avanzava verso di me. Doveva smetterla di fare così, davvero. Entrammo in classe e per mia sfortuna i posti erano già tutti occupati e questo valeva a dire che mi sarei dovuto sedere accanto a lei.
Insomma, ero la persona più strana del mondo, di solito quando ad una persona piace qualcuno fa di tutto per stargli vicino qualsiasi cosa faccia. Solo che quello che aveva fa fatto prima non me lo sarei aspettato, cioè non aveva fatto niente di ché, anche se mi fece uno "strano" effetto.
 
-“Ehi Luke, ho dimenticato il libro, puoi mettere il tuo in mezzo così seguo la spiegazione?”- mi sorrise.
 
Non le risposi mettendo direttamente il mio libro in mezzo in modo che anche lei potesse vedere. Ma nonostante questo si avvicinò. Ho già detto che doveva smetterla? Non si doveva avvicinare, mi faceva innervosire, diventavo impacciato come non mai quando stava troppo vicina, ma dannazione, allo stesso tempo volevo che non si allontanasse, la volevo vicina, non sapevo nemmeno io cosa volessi in quel momento.
 
-“Sai cosa prende ad Ashton?”- domandò esitate.
 
Cosa prendeva ad Ashton? -“Nulla, perché?”-
 
-“Ah perché mi guarda sempre male, si incazza dal nulla.”- disse ovvia
 
-“No, Nick non ci ho fatto caso.”- anche se davvero non ci avevo fatto mai caso.
 
Lei fece spallucce per poi tornare a seguire la lezione. Poi mi avvicinai al suo orecchio -“A te invece che ti prende negli ultimi tempi? Ci eviti sempre quando stiamo tutti insieme.”-
 
-"Ti sbagli, non vi evito. Sai come sono fatta, preferisco stare per conto mio.”- tagliò corto per poi tornare nuovamente a fingere di essere interessata a ciò che il prof stava dicendo.
 
 

***
ehi ehi ecco qua, Luke, se non l'avreste ancora capito Luke è stracotto di Nicole
ma a quanto pare lei non se ne accorge neanche è troppo impegnata a pensare a Michael e la sua amica insieme.
Che ne pensate? Vi prego ditemelo, sono felicissima ogni volta che vedo una vostra recensione. Ringrazio chi ha recensito gli scorsi capitoli, a qualcuno piacevano i litigi tra Nicole e Luke, non vi preoccupate, il fatto che si sia preso una sbandata per lei non vuol dire che siano finiti;) anche se saranno leggermente diversi da prima. Che ne pensate di Michael? Non ho parlato molto di Ally ma lo farò più avanti, quale coppia preferite? E Ashton? E' davvero strano quel ragazzo, non pensate?
Okay, penso di aver scritto un po' troppo, adesso devo andare, grazie per aver letto, aggiornerò il prima possibile, scusate se avete trovato errori, il capitlo non è tanto lungo ma dice molto, alla prossima.
 
ps. oh ho dimenticato, se per caso a qualcuno viene scomodo seguire questa ff da qua ho iniziato a pubblicarla anche su Wattpad, mi chiamo  (ti voglio bene luke) lol e naturalmente il titolo della storia è lo stesso anche se è di qualche capitolo più indietro, va bene, adesso ho finito davvero, ciao ♥

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***


 
Little Black Dress




Calum's pov
 
-“Ehi amico calmati, non ci puoi fare nulla e tu questo lo sai meglio di me è inutile che ti incazzi così.”- dissi una volta per tutte facendo terminare quella conversazione -“Piuttosto dovremmo ripassare davvero sennò siamo fottuti.”- feci sfogliando qualche pagina del libro che avevo davanti.
 
Ashton era in piedi di fronte a me mentre camminava avanti e in dietro. Stava iniziando farmi girare la testa, fino ad allora non aveva fatto altro che parlare e parlare, ne avevo fin sopra i capelli.
Lui non mi rispose a ciò che avevo detto, continuava a blaterare tra se e sé. Non riuscivo a leggere nemmeno una parola di quel libro con lui che faceva in quel modo.
 
-“Ashton sai che ti dico? Io entro in classe perché devo ripassare e non posso permettermi un'altra insufficienza. Quando ti calmerai, e ti renderai finalmente conto che i tuoi complessi sono delle tali stronzate, fammi sapere.”- detto questo mi alzai e andai dritto in classe a prendere posto.
 
Passarono pochi minuti che entrò in classe e si sedette accanto a me. Era Ancona nervoso, glielo si leggeva in faccia. Dopo più di mezz'ora in classe ci arrivò la notizia che quel giorno il professore sarebbe mancato, quindi saltava tutto e noi avevamo un'ora libera. Per fortuna, non mi ricordavo nemmeno su cosa fosse il compito. Uscii fuori dall'aula posando poi il libro nell'armadietto.
 
-“Calum, oggi non torno a casa con voi, ho da fare.”- disse sbrigativo.
 
-“Fare cosa..?”- chiesi incuriosito.
 
-“Nulla, adesso devo andare, ciao.”- fece andandosene.
 
Che cazzo, prima si innervosiva e poi improvvisamente diceva che aveva da fare. Non lo capivo più, era da un po' che si comportava stranamente. Guardai l'orologio, mancava poco alla fine dell'ora, così sarei andato da Nicole e le avrei detto che sarebbe dovuta tornare a casa senza Ash, perché lui aveva "da fare".
 
 
Nicole's pov
 
Dai mancava poco, non ne potevo più di quella storia, mi stavo per addormentare, non ce la facevo più, e non capivo nemmeno se la prof prendesse fiato mentre spiegava. Non sapevo cosa fosse più grave tra le due cose. Finalmente l'ora finì e la campanella suonò, così potei tirare un sospiro di sollievo.
 
Però poi ci fu un "ma" da parte della professoressa -“Ragazzi so che è già finita l'ora ma ho dimenticato di dirvi che la prossima settimana mancherò da scuola, quindi non potrò interrogarvi sui nuovi argomenti. Perciò la settimana seguente, al mio ritorno, voglio che mi consegniate una relazione sugli ultimi argomenti che abbiamo affrontato, cioè sui dieci capitoli che vi ho assegnato precedentemente e su quei due che ho spiegato adesso, così vi faciliterà lo studio per il test che ho intenzione di sottoporvi. Fate il lavoro in gruppi da due se volete. Potete andare.”- disse tutto questo con una lentezza fuori dal comune.
 
Al "potete andare" eravamo già  tutti fuori dalla classe, senza nemmeno ribattere su quello che aveva detto. Oh per quanto riguardava la relazione mi sembrava palese che l'avrei fatta con Luke.
 
-“Luke allora quando iniziamo? Abbiamo parecchio lavoro.”- dissi affiancandolo.
 
-“Ma di che stai parlando?”- mi guardò con una smorfia.
 
-“Della relazione di storia. Di cosa sennò?”- feci ovvia.
 
-“Ma veramente io..”- non terminò la frase che la voce di Calum lo bloccò, tanto meglio, non accettavo scuse da parte sua.
 
-“Cazzo Nick, ma quanto tempo ci sei stata? È da un quarto d'ora che sto qua fuori aspettando che tu esca.”- disse venendomi incontro.
 
-“Uhuh perché mi stavi aspettando?”- chiesi incuriosita.
 
-“Niente, oggi dobbiamo tornare insieme perché Ashton non c'è.”- fece spallucce.
 
Gli risposi che andava bene e siccome ero sola anche a casa, data la mancanza di Ashton, gli chiesi se sarebbe rimasto da me e lui accettò, per il resto parlammo tra di noi del più e del meno, quando poi Luke, di cui avevamo ignorato la presenza per tutto quel tempo, si schiarì la voce -“Io devo andare."- disse diretto.
 
-“Luke ma dobbiamo metterci d'accordo per la relazione!”- ma niente, non rispose, anche se ci avrei messo la mano sul fuoco che aveva sentito. Mi aveva ignorata, ovvio.
 
-“Bah, secondo te cos'ha?"- chiesi indicandolo mentre girava il corridoio.
 
-“Mh non ne ho idea, andiamo?”- mi sorrise.
 
 
Luke's pov
 
Mi ero rotto le palle di vedere quei due che conversavano allegramente di quello che avrebbero e non avrebbero fatto quel pomeriggio. Insomma, parlate di cioè che volete ma non facendo finta che io non ci fossi. Non avevo la minima intenzione di fare con lei la relazione di storia, erano dodici capitoli avremmo impiegato più di due pomeriggi e due pomeriggi erano troppi. Non potevo passare tutto quel tempo con lei, dovevo dimenticarla, era  ovvio che le piaceva qualcuno.
 
-“Dove vai così di fretta? Non aspettiamo gli altri?”- mi bloccò Michael.
 
-“No, oggi torno solo a casa.”- dissi per poi riprendere a camminare.
 
-“Problemi con Nicole per caso?”- continuò con le domande cercando di stare al mio passo, tenendo conto che stavo camminando molto velocemente e che lui era rimasto indietro.
 
-“Si, cioè no, non lo so, secondo me le piace qualcuno.”- feci spallucce.
 
-“Mh ed è per questo che sei incazzato e non vuoi tornare a casa con noi?”- storse la bocca.
 
-“No, è perché insomma, c'era Calum fuori dalla classe e appena siamo usciti subito hanno iniziato a parlare ignorandomi, senza tenere il conto del fatto che quei due passeranno il pomeriggio a casa, soli.”- dissi marcando l'ultima parola.
 
-“Ehi, sei geloso di Calum per caso?”- fece indicandolo visto che in quel momento stava uscendo dall'edificio accompagnato da Nicole.
 
Li guardai mentre ridevano e scherzano, forse lo ero, però se a Calum fosse piaciuta Nicole me l'avrebbe detto, almeno credevo. Scossi la testa continuando a tenere lo guardo fisso su Nicole, cosa avrei dovuto fare con quella relazione del cazzo? Non potevo passare altro tempo con lei, davvero ero fin troppo preso da quella ragazza.
 
-“Ah Luke, Luke dai andiamo, ti aiuto io con Nicole, anzi mi devi ringraziare per oggi, l'ho portata nella mensa apposta per te, quindi ho già iniziato ad aiutarti.”- fece ovvio.
 
-“Michael, Nicole è la mia migliore amica, non c'era bisogno che la portassi a mensa, se volevo ci sarei potuto andare perfettamente io a cercarla.”- chiarii.
 
Ma lui fece finta di non sentire, gli raccontai della relazione che sicuramente avrei dovuto fare con lei, ma che io non volevo per niente. Mi disse che ero un coglione e che avrei dovuto cogliere l'occasione per passare un po' più di tempo con lei, magari cercando di capire chi le piacesse, sempre mettendo che le piacesse qualcuno. Forse avrei dovuto dare retta a Michael. Pensai di mandarle un messaggio, ma poi mi fermai, avrebbe dovuto cercarmi lei, dato come mi aveva ignorato quando aveva visto Calum. E se le piaceva Calum? No, non poteva essere, lui era un mio caro amico, passavo un sacco di tempo con lui e se fosse accaduto qualcosa tra loro due io ci sarei stato malissimo. Ah tutto questo sentimentalismo, sembravo una ragazzina di dodici anni alla prima cotta. Sperai proprio che non fosse Calum. In un modo o nell'altro gliel'avrei chiesto, dovevo scoprirlo.
 
 
Nicole's pov
 
Calum era appena tornato a casa, si era trattenuto più del previsto ed era tardissimo, da me già dormivano tutti quanti. Dopo essermi messa a letto iniziai a pensare a quanto strano fosse stato Luke quel giorno. Alla mensa, quando  dopo storia se n'era andato via senza salutare. Forse era arrabbiato con me.. Dovevo chiamarlo, non aveva importanza che ora fosse, non era la prima volta che lo chiamavo a mezzanotte passata.. Così presi il cellulare da sopra il comodino e feci partire la chiamata. Il telefono squillò qualche volta e io pregavo mentalmente che mi rispondesse perché avevo l'ansia, l'ultima cosa che volevo era che lui ce l'avesse con me. Dopo pochi minuti, che a me sembrarono un eternità, lo sentii rispondere.
 
-“Nicole, ma sai che ore sono?”- mi chiese con la voce roca, stava dormendo, mi sembrava ovvia la cosa.
 
-“Scusami Luke se ti ho svegliato, ma ho bisogno di parlarti.”- dissi mordendomi il labbro inferiore.
 
Mi disse che potevo pure parlare, e che non c'era problema -“Insomma, scusa per oggi, se ho fatto qualcosa di male intendo..”- lasciai la frase in sospeso cercando di fargli capire.
 
-“Nicole, quando per la relazione?”- cambiò discorso.
 
Gli stavo chiedendo scusa perché mi sentivo tremendamente in colpa e lui mi chiedeva della relazione. Senti amico, io non ti stavo chiamando alle due di notte per parlare di storia. Ma cercai di ignorare questa sua "risposta" alle mie scuse, non volevo litigare.
 
-“Non so, poi magari ne parliamo..”- cercai di riportarlo al discorso precedente, ma niente.
 
-“Va bene, adesso posso tornare a dormire?”- fece più acido che mai.
 
-“Luke vaffanculo, sei uno stronzo.”- dissi chiudendogli il telefono in faccia. Lo chiamavo per chiedergli scusa, cosa non da me e lui lo sapeva quanto mi era difficile, ma nonostante ciò faceva l'acido con me. Quanto lo detestavo quando si comportava così.
 
 
**
Ero al centro commerciale con Ally che era alla ricerca di qualcosa di carino da indossare per l'appuntamento che avrebbe avuto quella sera con Michael. Stranamente la cosa non mi dava per niente fastidio. Avevo passato molto più tempo con lei, mi aveva raccontato tutto e anche se all'inizio mi infastidiva un po' in quel momento avevo imparato ad accettarli, se “accettarli” era il termine corretto. Si vedeva che non mi interessava più così tanto Michael e ne ero molto felice, perché volevo bene a Ally e lei era entusiasta della sua relazione con lui, perciò era una cosa positiva. Avevo anche finito di pranzare da sola, stavo sempre con loro, il che lasciava già pensare quanto Ashton fosse gentile e non incazzato con me in quei giorni.
 
-“Nick cosa ne dici di questo?”- mi mostrò un vestitino che aveva appena tirato fuori.
 
Lo guardai bene, era davvero molto carino, a me i vestiti piacevano molto, ma non addosso a me. Mi avvicinai a lei prendendo quel vestito per guardalo meglio: era beige, tinta unita e senza spalline, con sottile fascia sotto il seno; neanche la parte di sotto era non tanto elaborata, cadeva dritta e arrivava a più o meno a metà coscia. Pensai fosse perfetto per lei.
-“È bellissimo Ally.”- le sorrisi nel modo più sincero possibile.
 
-“Dovresti prenderne uno pure tu.”- propose.
 
-“Ally, non mi sembra il caso. Quando dovrei indossarlo poi?”- io non avevo mai occasione di indossare vestiti o cose del genere, come avevo già detto preferivo le cose semplici e non andare a delle feste.
Ma non avevo nemmeno fatto in tempo a dire quella frase che già era andata alla ricerca di qualcosa per me. Ad un certo punto la vidi sorridere a trentadue denti e avvicinarsi velocemente a me mostrandomi un vestito. Era davvero bello, dovevo provarlo assolutamente. Nero, con le spalline, era più stretto in vita, mentre la gonna che si apriva e arrivava, anche questa, a metà coscia.
 
-“Ally, è stupendo, davvero, ma come ti ho già detto non so quando dovrei indossarlo.”- dissi sincera
 
-“Beh questo vuol dire che troveremo in modo di fartelo indossare.. Mh tipo.. Che ne dici di stasera?”- fece fingendo di esitare sull'ultima parte.
 
Quella sera? Mi stava per caso chiedendo di fare il terzo in comodo?
-“Aspetta, fammi capire, mi hai appena chiesto di fare il terzo in comodo?”- chiesi piuttosto confusa.
 
-“Assolutamente no, possiamo fare un'uscita a quattro.”- sorrise come per convincermi.
 
-“E sentiamo con chi dovrei andare io?”- chiesi incrociando le braccia.
 
-“Eh.. Luke, sì, Luke sarebbe perfetto.”- disse facendomi capire però che era già tutto organizzato da prima, cioè: Luke non era un nome che le era passato per caso per la testa sul momento.
 
-“Luke? Scordatelo, non parlo con lui da tipo quattro, se non più, giorni.”- era vero, da quella notte non gli avevo più parlato.
 
-“Bene, allora è un modo per riappacificarvi..”- fece spallucce.
 
No, non avevo intenzione di uscire con loro e Luke, perché sapevo già come sarebbe andata a finire, loro due avrebbero fatto la coppietta mentre io e lui saremmo rimasti soli senza nemmeno parlare tra di noi.
Farfugliai qualcosa in segno di negazione, però poi Ally mi implorò di andare con loro dicendomi di tutto, mi comprò persino il vestito, anche se la pregai di non farlo. Mi passò la busta del negozio che lo conteneva. Capii presto che quella sera sarei dovuta uscire di controvoglia per un appuntamento tra coppiette, e fui sempre più convinta di ciò che avevo pensato, cioè che Ally e Michael sicuramente ci avrebbero lasciati soli per andare per conto loro. E fu in quel momento che mi prese un nodo allo stomaco e iniziai a prendermi d’ansia temendo che quella sera non sarei stata abbastanza decente con quel vestito, facendo mille domande ad Ally alla quale lei rispondeva sempre con un “Nick, andrà tutto bene, sarai una meraviglia” non sapevo cosa mi stesse prendendo.


**
hi friends
allora mh Nicole e Luke.. Che ne pensate dei due?
A Nicole forse non piace più Michael, dico forse. Adora troppo Ally per pensare 
al suo ragazzo in quel modo, non credete?
Ashton invece? E' strano, è vero. Calum sta buono per ora.


Anyway spero di non aver fatto errori e che questo capitolo non sia troppo banale
preparatevi al prossimo perché sarà una vera bomba, almeno spero, spero anche di
avervi incuriositi.
Una cosa, come sapete la scuola è già iniziata e giuro che farò il possibile di continuare questa
storia, perché davvero ci tengo, perciò non mi abbandonate se aggiornerò con un po' di ritardo.


Aggiornerò quando ci sarà qualche recensione (anche una lol), 
ho davvero bisogno del vostro parere, e ringrazio tanto chi segue questa storia.
Adesso vado, qui sotto ci sono i vestiti che Nicole ed Ally indosseranno nel prossimo capitolo, 
spero che vi piacciano.

(non dimenticate che questa ff è pure su
wattpad, nel caso a qualcuno venga meglio seguirla da là, mi chiamo @lukesabtch)

                   
            Nicole                                                                                                                               Ally


ps. so che gli abbinamenti fanno schifo, ma li ho fatti per darvi più o meno un'idea dei vestiti.

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