Combatti Con Me Amore! di rosa di vetro (/viewuser.php?uid=639778)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** E poi soffoco tra verità e dolore ***
Capitolo 3: *** Inciampando tra verità e ricordi ***
Capitolo 4: *** Qualcosa di più su Isahaia ***
Capitolo 5: *** stretti ai rami della vita ***
Capitolo 6: *** Ancora un altro po'... ***
Capitolo 7: *** Ragione di vita ***
Capitolo 1 *** PROLOGO ***
Voglio morire ma non invano
Sono in ritardo, miseriaccia. Il mio capo, nonché mio padre,
il grande Harry Potter, mi potrebbe uccidere, se dovessi arrivare in
ritardo, anche solo di un minuto. Oggi è il grande giorno,
quello per cui abbiamo lavorato da due anni a questa parte: cattureremo
Isahaia Merrick Dukcisander, Il più grande terrorista magico
degli ultimi anni, che non si batte per una religione o per un tipo di
politica, ma per un suo ideale distorto di mondo e di morale.
Non so quanti stanziamenti d'auror ha fatto saltare o quanti palazzi
del ministero ha fatto bruciare per la sua "giusta" causa.
Agli atti eclatanti ha anche accostato torture e omicidi a sangue
freddo di coloro che hanno cercato di catturarlo o esponenti di quel
mondo che lui ritiene corrotto e da purificare. Dopo anni
d’indagini, ricerche, missioni, di uomini persi da ambo le
parti, abbiamo finalmente scoperto dove si nasconde e come catturarlo.
Più di una volta abbiamo trovato il suo nascondiglio,
è sempre riuscito a sfuggirci, ma questa volta non ci
riuscirà.
Mi riscuoto e guardo l'orologio, posto sul comodino affianco al mio
letto, che emette una lucina verdognola abbastanza fastidiosa.
Sono le 5.50 e l'appuntamento con gli altri è alle
sei.
Chi aveva scelto quell'orario assurdo? Ma, soprattutto, come
faccio a essere sempre in ritardo?
Non ho tempo da perdere, perciò mi alzo dal letto e saltello
su una sola gamba, cercando di slegare le lenzuola, che si sono legate
intorno alla caviglia dell'altra.
Dopo essermi liberata del malefico lenzuolo, inizio a cercare a tentoni
la mia divisa da auror nella stanza completamente buia. La sera prima
sono tornata esausta da lavoro e non ho fatto caso a dove avevo buttavo
le cose. Come se non bastasse, poi, non riesco a trovare nemmeno la mia
bacchetta! Maledizione, arriverò di sicuro in ritardo, se
continuo di questo passo.
Finalmente trovo la bacchetta e, con essa, la divisa, che si era
mimetizzata con le coperte.
Mi fiondo fuori dalla stanza e vado in cucina, dove afferro un pezzo di
torta di mia madre. Santa donna, se non fosse per lei e i manicaretti
che mi manda regolarmente ogni martedì, vivrei solo ditake
away o di aria, come le piante.
Ingurgito il pezzo e, saltellando, mi dirigo verso il bagno, cercando
al contempo di infilare una gamba nella divisa.
Quando ci riesco, m’infilo fino alla vita la parte
inferiore, mi levo la maglietta nera logora che utilizzo come pigiama,
la lancio senza guardare nella vasca e afferro un reggiseno che, non so
bene perché, è lì.
Mentre mi lavo con foga i denti, m’infilo anche la
parte superiore della divisa, che chiudo tirando su la zip fin sotto il
mento. Dopo essermi sciacquata la bocca e la faccia, mi dirigo verso il
salotto, dove si trova il camino. Mi fermo un attimo in corridoio dove
c'è uno specchio e con sguardo truce osservo la mia immagine
riflessa, poi l'occhio mi cade su altri due oggetti: il calendario e il
plico di lettere sotto di esso.
Il primo, nel giorno 25 ottobre, in altre parole oggi, è
contrassegnato da un post-it, che mi ricorda che alle 4,30 ho una
visita medica. Ormai è diventata un abitudine per me andare
dal dottore e sentire discorsi deprimenti, ma poi guardo le lettere e
penso che stasera, dopo aver bevuto un bicchiere di Whiskey
Incendiario, le brucerò nel fuoco scoppiettante e
festeggerò le due vittorie ottenute.
Mi metto allegra gli stivali, rigorosamente neri, come la
divisa e con fare baldanzoso afferro un po' di polvere,
m’infilo nel camino e, con voce forte, urlo: - Ministero
della magia, sezione H, auror! – e, nel frattempo, la lancio.
Arrivo nella stanza delle riunioni alle cinque e
cinquantacinque minuti e ventotto secondi. Un record per i miei
standard, tanto che sono diversi i colleghi che si voltano stupiti
quando entro nella stanza. Anche mio padre mi guarda sconvolto: che
uomo di poca fede! Mi siedo tranquillamente vicino al mio amico Jack,
che mi fissa intensamente per qualche secondo, poi, con sguardo
perplesso e la voce divertita mi dice: - Che ne hai fatto della mia
amica Lily? Sputa il rospo, lei non è mai in orario!-
Per tutta risposta gli tiro un pugno sulla spalla e ci mettiamo a
ridere sommessamente insieme.
Alle sei vedo alzarsi Harry Potter dalla sua seggiola al centro del
tavolo. Tutti ci zittiamo.
- Oggi è un grande giorno, finalmente cattureremo questo
pazzo. Sappiamo che è nascosto in una grotta della montagna
che porta il nome di Blea Rigg. Essa ha una sola entrata, ma dalle
nostre fonti sappiamo che lui e i suoi scagnozzi hanno creato altre due
uscite. Di conseguenza, ci divideremo in tre gruppi: io, Franklin,
Joshua, Elisabhet e Mark entreremo dalla porta dall'entrata. Il gruppo
formato, invece, da Ron, Johnny, Trudi e Millicent accederà
da ovest. Teddy, Jack e Lily, invece, s’introdurranno da est.
Ricordatevi di bloccare le uscite, nessuno di loro dovrà
poterlo fare. Sono stato chiaro? -
- Sì! - l'urlo rimbomba nella stanza per qualche
minuto.
- Allora andiamo. -
Tutti ci smaterializziamo nello stesso momento presso la base
della montagna, il capo dà le ultime istruzioni e, mentre
compie un incantesimo per evitare le smaterializzazioni, io guardo
tutti i presenti, dal primo all'ultimo. Per me, questo gruppo
è come una seconda famiglia, anche se è un po'
più spericolata della prima. Tutti, qui, siamo disposti a
morire l'uno per l'altro, ognuno di noi affiderebbe la propria vita e
quella dei propri cari all'altro.
Ci dividiamo nei gruppi e, con un silenzioso sguardo, ci abbracciamo
tutti, poi, con passi felpati, ci dirigiamo nelle varie postazioni.
Mentre aspettiamo il segnale convenuto, Teddy ci guarda intensamente e
dice: - Io aprirò la fila, mentre tu, Lily, la chiuderai.
Ricordati di fare l'incantesimo per bloccare qualsiasi tentativo di
fuga di quei vermi-.
Ho appena avuto il tempo di annuire, che sentiamo il segnale;
rimaniamo qualche secondo fermi con le bacchette strette tra le mani,
finché non udiamo dei passi concitati. Dall'apertura escono
cinque uomini, che non hanno nemmeno il tempo di capire cosa sta
succedendo, perché li schiantiamo e li leghiamo alla roccia,
incoscienti. Afferro le loro bacchette, le spezzo e le lancio
giù dalla montagna.
Con un cenno della testa, Teddy entra nella caverna, seguito
da Jack, mentre io chiudo la fila. Entrata nel loro covo, mi volto
verso l'entrata da cui ci siamo introdotti e, con un incantesimo non
verbale, blocco qualsiasi tentativo di fuga, avviandomi verso il rumore
di duelli, insulti e grida.
Percorro il piccolo tunnel e giungo in un enorme spiazzo,
dove si sta compiendo una vera e propria battaglia e, senza pensarci
neanche un secondo, mi butto nella mischia. Schianto, disarmo, lancio
incantesimi per attaccare e difendere. Un piccolo omino si pone di
fronte a me e con un ghigno malefico inizia a lanciarmi Cruciatus, ma
io li paro tutti e, quando sta per rialzare il braccio per lanciare un
altro incantesimo, urlo: - Incarceramus! -
L'omino viene attanagliato da diverse catene ed io lo appendo come un
salame al soffitto.
Paro altri schiantesimi che giungono nella mia direzione. Un ragazzo
comparso dal nulla, però, mi disarma, allora gli afferro il
braccio, la bacchetta cade e, io, per sbaglio, la rompo. Spezzo il
braccio del mio assalitore e, con una gomitata alla base del collo, lo
mando nel mondo dei sogni. Sto cercando la mia bacchetta, quando alzo
lo sguardo e lo vedo.
Quel folle, alto e dinoccolato, con un sorriso sia sulla bocca, sia
negli occhi che riflette tutta la sua pazzia. Alza il braccio e
schianta senza problemi Jack, il mio caro amico che per me è
come un fratello, che sbatte la testa contro la parete opposta. Aspetto
che si rialzi e che torni a combattere con un sorriso omicida sulla
bocca come fa sempre, ma non lo fa e dalla sua tempia vedo fuoriuscire
del sangue.
Tanto sangue.
Non ci vedo più dalla rabbia. Mi voltò verso
Isahaia, ma lui non c'è più, allora lo cerco con
sguardo febbrile e dopo pochi secondi lo trovo alle spalle di mio
padre, a qualche metro di distanza. Con lentezza alza il braccio per
scagliare un incantesimo mortale.
Non penso, reagisco. Corro nella lorodirezione.
Mentre lo faccio, vedo passarmi davanti agli occhi tutta la vita, tutte
le pazzie che ho combinato da piccola, tutte le risse tra cugini cui ho
preso parte, tutte le persone a me care.
Mi metto in mezzo fra loro due, apro le braccia e, con sguardo sereno,
guardo in faccia il mio assassino.
Nessuno della mia famiglia morirà di nuovo a causa
sua, nessuno che amo deve morire, non lo permetterò.
Vedo Isahaia ghignare e dire, con voce tranquilla: - Et cum vix parvam
stillam mortis.*– . Poco prima di essere colpita da
quel raggio bianco, nero e oro, immagino il viso della persona che amo
di più al mondo, quella di cui sono innamorata da anni, se
non da sempre, quella cui non sonoriuscita a dichiarare il mio amore,
un po' per orgoglio, un po' perché avevo paura di essere
rifiutata.
Con un sussurro mormoro: - Scorpius, ti amo. -
Vengo colpita in pieno petto e, da questo scontro, sento fuoriuscire
dal mio cuore un'onda di forza che va ad avvolgere tutte le persone che
amo lì presenti come una sorta di protezione.
Sento un dolore lanciante al petto, dove sono stata colpita,
e non riesco a trattenermi, un urlo straziante mi esce dalla bocca.
Cado sulle ginocchia e mi accascio al suolo. Il mio respiro
si fa sempre più pesante e spezzato, la mia vista offuscata
e percepisco solo del gran trambusto intorno a me.
Sento delle mani grandi e calde afferrarmi, voltarmi e
accogliermi in un abbraccio. Con la vista ancora offuscata intravedo
solo un viso e dei capelli neri scompigliati.
- Non mi lasciare, Lily, ti prego, non mi lasciare. Resisti, Lily.
Parlami, dimmi qualcosa, qualunque cosa, maledizione! - la voce
disperata di mio padre mi arriva alle orecchie, come se fosse lontano e
non accanto a me.
- Jack... è vivo? - riesco a biascicare in qualche modo.
- O, per le mutande di Merlino, ha parlato – disse, rivolto a
qualcuno che non riuscivo a scorgere – Sì, sta
bene, ha solo una ferita alla testa, ma starà presto meglio.
Ti portiamo al San Mugo. Starai meglio, te lo prometto. -
- No! Non voglio essere salvata. - dico allarmata, mentre la mia vista
torna a essere nitida e, con essa, anche il dolore lancinante al petto.
- C-cosa? Lily, cosa stai dicendo? -
- Non voglio soffrire, lasciatemi morire. Vi prego, lasciatemi morire
come desidero. - il mio respiro si fa più pesante, le
lacrime mi bruciano gli occhi - Vi prego.-
- Non ti lascerò morire, Lily. Non lo permetterò!
-
Il mio corpo si fa più pesante, non sento più
neanche la mano, stretta convulsamente da mio padre, perché
la mia vista torna a offuscarsi e il mio respiro si fa praticamente
inesistente.
Due donne, due giovani donne con il nome Lily Potter hanno sacrificato
la loro vita per quella di altri. Il destino ha proprio uno strano
senso dell'umorismo.
Non provo più dolore, sento solo dei rumori distanti.
Riesco solo a sussurrare ancora un -Vi prego - prima che il buio, il
caldo e rassicurante buio, mi avvolga.
Nda
* il sussurro della morte
Ciao a tutti!
Ecco a voi una nuova LilyxScorpius che stiamo facendo
insieme: LilyRoseWeasley96 e Rosa di vetro.
La storia come avete capito è ambientata dopo Hogwarts,
quando i nostri eroi sono già grandi...
Questa Long non sarà molto lunga ma solo di 5 capitoli: ogni
capitolo sarà dal punto di vista di un protagonista diverso.
Speriamo che vi piaccia e che c'è lo facciate sapere.
Come sempre ringraziamo chi legge, segue, ricorda e chi
recensisce. ringrazio anche la nostra betareader che ci aiuta e ci
segnala gli errori: lady viviana
un bacione
Rosa e LilyRose
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Capitolo 2 *** E poi soffoco tra verità e dolore ***
E poi soffoco tra verità e dolore
- Ginny, amore, chiama subito i ragazzi e venite al San Mugo, abbiamo avuto un incidente. Lily è stata colpita. - il patronus di Harry è scomparso mentre la stanza da letto torna al buio. Con il respiro affannato, faccio leva con le mani per alzarmi dal letto. Sono troppo confusa, troppo preoccupata per poter formulare un pensiero coerente.
Raggiungo l'armadio con passo veloce, mi vesto. Agito la bacchetta e poi dopo aver mandato il mio patronus a James e Albus, mi smaterializzo mentre ancora in testa risento le parole di mio marito che si ripetono all'infinito, come se fossero state messe in replay.
È strano come tutto il tuo mondo possa in pochi minuti crollare.
Io, Albus Severus Potter, continuo a guardare il patronus a forma di cavallo di mia madre, il quale si dissolve lentamente.
Il rumore di vetro rotto mi riscuote dalla stato di shock in cui sono caduto, guardo ai miei piedi e vedo le provette che poco prima tenevo in mano frantumate per terra. A passi incerti mi avvicino al muro, per poi afflosciarmi per terra. Le orecchie mi fischiano, la vista mi si annebbia e il mio corpo pian piano diventa più freddo.
Sento delle mani forti scuotermi, ma il dolore che provo mi avvolge come se fossi in una bolla. Alzo lo sguardo e incontro il viso del mio migliore amico: Scoprius Hymperion Malfoy. Mi sta parlando, mi strattona, cerca di farmi reagire ma il dolore, il desiderio di non credere alle parole di mia madre mi avvolge stretta per non farmi muovere.
-Lily è ricoverata d'urgenza al San Mugo.- queste parole mi escono dalla bocca senza che io possa fare nulla. Con esse però arriva la consapevolezza e lo strazio interiore che stavo cercando di evitare.
Mi perdo nello sguardo di Scorpius che diversamente dal mio sta urlando dal dolore.
Anche il suo mondo è crollato.
Mi afferra le mani e ci smaterializziamo.
- James scendi subito - la voce del mister giunge alle mie orecchie e senza farmi attendere plano, fino a raggiungere in volo il bordo. Scendo dalla scopa e mentre poso cautamente la scopa, mi passo una mano tra i capelli per sistemarmeli. Mi avvicino all'uomo che mi attende impaziente in panchina.
- Mister. - lo saluto in segno di rispetto. Stranamente il coach mi sembra nervoso e la cosa mi preoccupa. Il mister non é solito comportarsi così, è una delle persone più calme che io conosca.
- James, tua madre mi ha mandato un patronus per informarti che...- fa una pausa non sapendo come esprimersi.
- É successo qualcosa a papà? - chiedo preoccupato. Al suo dissenso mi rilasso.
Ma subito dopo torno in allerta.
- Allora chi? - chiedo con i nervi a fior di pelle.
- Lily - dice in un sussurro.
Mi sento gelare. La mia Lily...Lily!!
(JACK)
Mi siedo con riluttanza su una di quelle maledette seggioline di plastica che occupano il lato destro del corridoio e inizio ad osservare quello che sta succedendo intorno a me. Noto gente che piange, che urla per il dolore, che corre per soccorrere i feriti, oppure persone che guardano la scena come me.
Osserviamo quello che succede come se fossimo solo degli spettatori, come se niente ci sfiorasse di quella tragedia.
Sento ancora il sangue caldo che scorre giù dalla mia tempia, ma non me ne preoccupo.
Io guardo, io osservo, io penso e rivivo quegli attimi orrendi. Rivedo gli occhi color cioccolato della mia amica, della mia compagna di avventure, della mia partner di lavoro, della mia Lily che urlano un grido silenzioso prima che io svenga. Poi quando li ho riaperti ho visto il suo corpo quasi senza vita e ho sentito solo quelle poche parole che mi hanno spezzato il cuore, che mi hanno lacerato dentro:"Lasciatemi morire, vi prego.."
Ho la testa fra le mani e quando alzo leggermente gli occhi vedo due lunghe gambe avvolte da stretti pantaloni neri di fronte a me. Alzo ancora di più lo sguardo e comprendo che i pantaloni fanno parte di una divisa, i miei occhi salgono ancora di più fino a giungere a due occhi bicolore, uno grigio l'altro verde che mi osservano curiosi.
La ragazza dai neri capelli ricci si abbassa alla mia altezza e mi osserva.
Io spazientito sbotto: - Che vuoi Trudi? -
- Volevo sapere come stavi. - mi risponde per niente turbata dal mio tono duro.
- Ora che hai constatato che sono vivo puoi andare.-
- È vero, Jack, sei vivo ma non stai bene. Non ti sei fatto nemmeno curare la ferita che hai sulla testa, ma quanto sei scemo? -
- O mamma mia che rottura che sei, tra un po' vado a farmi curare. -
- No, adesso! - replica perentoria.
- Non mi puoi costringere.-
Con fare noncurante si guarda le unghie, poi sollevando lo sguardo su di me le si forma un sorriso diabolico e dice tranquillamente: - Eccome se posso costringerti, tu puoi scegliere se con le buone o con le cattive.-
Per tutta risposta mi stravacco sulla scomodissima seggiola, spalanco le gambe e appoggio le braccia sugli schienali delle seggiole vicino alla mia e con voce sorniona dico:- Fai del tuo peggio. -
Mi osserva per qualche secondo poi si abbassa lentamente, afferra una valigetta nera con dentro tutto quello che serve per curare una ferita e l'appoggia vicino a me. Poi senza che io abbia il tempo di reagire si siede a cavalcioni su di me, afferra le mie mani e le lega fra loro. Mentre cerco di divincolarmi dalle sue gambe, che maledizione hanno una presa di acciaio sulla mia vita, sento una voce profonda e divertita dire: - Ragazzi! Ma cosa state facendo? Vi pare il luogo? -
Dietro le spalle di Trudi vedo la figura imponente di Johnny che se la ghigna a mie spese.
- Aiutami, Trudi mi vuole stuprare! -
Sento la pressione sulla mia vita aumentare causandomi un forte dolore sull'anca destra, sulla quale a quanto pare ho un livido. Mentre afferra una strana boccetta con all'interno della polvere rosata afferma decisa rivolta a Johnny: - Non lo sto stuprando, sto cercando di curarlo.- poi si avvicina al mio orecchio e mi sussurra - E se mi volessi approfittare di te, ne saresti contento te l'assicuro. - detto questo mi soffia nell'orecchio e quel gesto mi provoca un brivido lungo la schiena.
Afferrata la boccetta, la stappa e ne versa il contenuto sulla mia ferita che inizia a bruciare.
- Per tutte le pluffe, Trudi, brucia da morire! - sbotto strofinandomi gli occhi poiché un po' di quella maledetta polvere mi è finita nelle pupille.
- Oh che lagna che sei, Jack! Neanche mio nipote di cinque anni di lamenta così.- borbotta divertito Johnny che nel mentre si è seduto al posto della borsa dei medicinali che ora tiene in bilico sulle ginocchia. Noto anche che sopra la borsa ha appoggiato tre ampolle, due piccole e una grande, contenenti uno strano liquido nero-blu. Mentre Trudi mi sta fasciando la ferita sulla testa chiedo con fare sospettoso: - Cosa sono quelle ampolle? -
- Eh?- mi chiede stupito Johnny, poi notando cosa sto guardando esclama -Ah! Sono delle medicine. -
- E per chi sono queste medicine? -
- Per noi, mi pare ovvio. -
Guardo con fare circospetto sia le medicine che Johnny. Quando ha finito di fasciarmi e di pulirmi dal sangue secco, Trudi afferra una delle ampolline piccole, la stappa e un odore di uovo marcio misto a putrefazione mi giunge alle narici.
- Eeeeeh che puzza! - sbotto.
Trudi per tutta risposta alza gli occhi al cielo e lo beve tutto di un fiato.
Dopo averla bevuta, schiocca la lingua e fa un'espressione disgustata e la stessa cosa fa Johnny, che siano in realtà fratelli separati dalla nascita?
Mentre mi chiedo se tra loro ci sia una qualche parentela di sangue, mi accorgo che entrambi mi stanno fissando. Poi con voce tranquilla Trudi mi dice: - Ora tocca a te. -
- Cosa? - guardo tutti e due di traverso poi mi accorgo che è rimasta l'ampolla più grande.-Come, come? Che storia è questa?! Perché io mi devo ingurgitare l'ampolla grande? Ve lo sognate che io beva quell'intruglio! -
- Eddai Jack non fare il bambino. Noi l'abbiamo bevuta per precauzione, ma tu sei ferito. Ti serve! - borbotta Trudi mentre stappa l'ampolla e cerca di avvicinarla alle mie labbra.
- Manco morto! - sbotto io a denti stretti.
Passiamo almeno cinque minuti buoni in questa specie lotta dove Trudi cerca di farmi bere la pozione mentre io la schivo spostando la testa manco fossi Piton davanti a un flacone di shampoo. Dopo un po' spazientita Trudi sbuffa e dice rivolta a Johnny che osservava la scena divertito: - Aiutami se no qui facciamo notte! -
Ridacchiando dice: - D'accordo - poi afferra la mia testa in una morsa salda e la fa inclinare all'indietro costringendomi a socchiudere la bocca e in quella frazione di secondo Trudi mi versa nella gola tutta l'orrenda medicina, fino all'ultima goccia. Tossisco e mi libero delle mani di Johnny che ora non tengono la mia testa in una morsa così stretta. Guardo in cagnesco entrambi e sbraito: - Ma mi volevate uccidere? Mi stavo per strozzare! -
- Naaaah, se ti avessimo voluto morto avremmo fatto di peggio. - dice divertita Trudi - Bene con te abbiamo finito. - Mentre afferma questo si alza, poi mentre fa scrocchiare la schiena nota una nostra compagna e inizia a dire:
- Ehi ma quella è Millecent e non si è ancora fatta curare! Ehi Millicent - sbraita nella sua direzione e contemporaneamente le si avvicina con passo baldanzoso - Millicent cara perché non ti sei ancora fatta controllare? -
- Ma come fa ad avere tutta questa energia? - chiedo rivolto a Johnny che a sua volta si è alzato e cerca di chiudere la valigetta dei medicinali.
- Non lo so, ma sono sicuro che se Lily fosse sveglia farebbe la stessa cosa. Sono molto simili sotto questo aspetto quelle due. - con voce più seria poi sussurra - Jack non ti abbattere, ce la farà, Lily è una combattente nata.-
Abbasso lo sguardo non sapendo cosa dire e vedo le mie mani legate, allora rialzo lo sguardo per chiedere se me le può slegare e noto che è sparito.
Chiudo gli occhi e penso che sì Lily si sarebbe comportata nello stesso modo di Trudi, facendo forse anche più casino.
Non cederò.
Mi alzo risoluto dalla sedia e inizio la ricerca di qualcuno che mi possa liberare da quei lacci che mi ha messo quella folle.
No, non mollerò e non perderò la speranza. Lily è troppo ostinata per morire.
Vivrà, ne sono sicuro.
( HARRY POTTER)
Mi guardo attorno ancora niente, c'è un grande silenzio e questo non ha senso dato che Trudi, Johnny e Jack sembrano parlare con voce molto alta del normale.
Mi fermo un po' e mi guardo attorno, ancora niente solo un odioso ronzio nelle orecchie e il silenzio assoluto. Guardo per l'ennesima volta la porta della stanza operatoria e sospiro. Era passata una lunghissima ora, miseriaccia!!!
Da quando abbiamo portato Lily al San mugo è passata un ora 25 minuti e 31 anzi 32 secondi e ancora quell'odiosa porta a due ante è chiusa. La cosa sta diventando a dir poco ridicola!! Un semplice incantesimo, capisco che è sempre un incantesimo e la magia può essere molto pericolosa ma grazie a Dio non è una maledizione senza perdono e noi siamo maghi, per Merlino !! Non dovremmo sprecare tanto tempo per somministrare una semplice pozione. A meno che ci sia qualcosa sotto, a meno che Lily non sia in pericolo di vita. Forse non dovrei ma non riesco a non pensare alle cose negative d'altronde stiamo parlando della mia dolce principessa e di un membro di grande valore per il corpo auror.
Perché ci mettono tanto? Perché continuano ad entrare e uscire medi maghi e infermiere senza mai rivolgermi la parola? Sono stufo per Merlino! Sono o non sono Harry Potter? E poi dove diavolo sono gli altri, ci vuole così tanto per smaterializzarsi qua dentro?!
- Capo - alzo lo sguardo verso la giovane Whorol e noto la preoccupazione trapelate dai suoi occhi bicolore. La guardo sorpreso e poi mi viene quasi da ridere. Non c'è niente da ridere mi ripeto nella mia testa mentre combatto contro la voglia di mettermi a ridere proprio lì, in quel momento mentre la mia unica figlia è forse sul letto di morte, mentre i miei cari figli sono alle prese di uno stupido ritardo inappropriato soprattutto in questo momento e dinanzi al mio corpo auror che mi guarda.
Sospiro - Che succede Trudi? -
- Volevo informarla che stanno tutti bene, mi sono occupata personalmente di somministrare loro le cure adatte. Manca solo lei signore - dice guardando la mia espressione attentamente e ponendomi una boccetta con un liquido bluastro.
Non mi fermo molto ad osservarlo tolgo il tappo e lo butto giù tutto di un colpo e sento quella sostanza viscida e disgustosa scendermi per la gola e una smorfia di disgusto spunta nella mia bocca senza che io ne possa fare meno.
Le porgo la boccetta vuota - Questo è tutto, signorina Whorol? - chedo stanco.
- A dire il vero signore c'è del altro -
Sbuffo spazientito - Dimmi!-
- Riguardo il prigioniero signore, i ragazzi si stanno chiedendo cosa devono farne di lui.-
- Ti sembra il momento Trudi? Mia figlia sta morendo!- la mia voce seccata la fa sobbalzare.
Mi alzo e mi dirigo verso la porta d'uscita e passandole accanto sussurro uno scusa e un mi dispiace, poi esco senza aspettare altro.
Il San Mugo, che posto odioso, con questo suo odore di ammoniaca, detersivo e morte. I muri sono sempre tutti uguali: bianchi, freddi e spogli di qualunque cosa, fanno venire la pelle d'oca.
E poi tutti quei corridoi fanno venire un groppo allo stomaco grande quanto un'uragano spinato mentre la disperazione si fa strada nei cuori della gente.
- Papà- la voce di James arriva con un urlo disperato.
James corre come se ne valesse della sua vita, corre come se niente avesse importanza e mi sento soffocare ancora di più. Non ho mai visto mio figlio così. Mi si spezza il cuore vederlo così, venirmi incontro con quello sguardo disperato e preoccupato al tempo stesso.
- James- lo stringo a me.
Si scioglie dall'abbraccio e mi guarda alternando uno a me è uno all'ingresso della porta.
- Come sta lei ?- dice con voce rauca e con fiato corto a causa della corsa.
- Non lo so! Continuano a tenerla nella sala operatoria da quando l'abbiamo portata e nessuno ci dice niente - sbuffo spazientito guardando a mia volta un posto indeterminato mentre il mio battito aumenta attendendo la fatidica domanda.
- Che cosa è successo papà ?-
Sorrido tristemente.
- Lily è stata colpita durante la missione-
Crack.
Mi giro verso il rumore di materializzazione alla mia destra.
Sono Albus e Scorpius. Li guardo, anche loro hanno uno sguardo spaesato, confuso e al tempo stesso preoccupato. E nonostante tutto il mio cuore si spezza di nuovo. Si avvicinano e mi guardano e poi guardano James.
- Che cosa è successo a Lily?Come è successo? Papà spiegaci!- dice alternando lo sguardo a me e al fratello con la tensione che sta crescendo dentro i suoi occhi e che si vede in tutti i suoi gesti.
- Al, è successo tutto troppo velocemente, io...-
Un altro crack interrompe nuovamente il mio discorso e di colpo due braccia mi saltano addosso mentre una folta e rossa chioma mi sbatte contro il viso diffondendo nell'aria un odore di menta e di girasoli.
- Ginny calmati amore- la stringo a me accarezzandole la schiena e i capelli rossi, cercando di calmare il pianto disperato di una madre di fronte al figlio ferito e sofferente.
- Che cosa è successo alla mia Luna, Harry? - dice tra un singhiozzo e l'altro mentre io le asciugo le lacrime che le scendevano sulle guance arrossate. Le bacio la fronte e le accarezzo i capelli ramati calmandola e mentre seguo
delle linee immaginarie con le dita sul suo braccio inizio a parlare - È successo tutto di fretta io ero di spalle e combattevo con due dei suoi uomini e mentre n'è schiantavo uno ho visto Jack che veniva schiantato. Ancor prima di poter andare da lui ho sentito Isahaia inviare una maledizione contro di me. Lily si è frapposta e la presa al mio posto- sospiro mentre sposto il mio sguardo dal braccio di Ginny hai suoi occhi nocciola e li vedo inumidirsi. Sposto ancora lo sguardo e vedo Al che tiene una mano poggiata sulla spalla di Scorpius per farsi forza mentre boccheggia con i occhi spalancati, sposto ancora lo sguardo e vedo James nelle stesse condizioni di Al tranne per la mano che gli ricade lungo i fianchi come un macigno.
Chiudo gli occhi e cerco di trovare la forza di andare avanti, ma mi chiedo fino a quando la riuscirò a trattenere. In fondo sono diventato vecchio, forse non quanto i genitori di Ginny e neanche quanto Silente quando è morto, ma ormai ho una certa età, forse tutto ciò che ho passato nella vita non mi ha giovato, ne mi ha ringiovanito. Forse è questa la fregatura di essere un eroe o un auror.
- Signor Potter! Signore! - Johnny arriva con passo svelto verso di noi è si ferma a osservarci e poi incrocia il mio sguardo - L'infermiera e il medi mago la stanno cercando sono appena usciti dalla sala operatoria -
Sbarro gli occhi e senza aspettare altro mi dirigo verso la sala d'aspetto pensando che la cosa più stupida che potevano fare i nuovi padroni del San mugo era quella di mettere incantesimi di protezioni attorno alla struttura.
Ridicolo! Come se questo servisse a qualcosa, oltre a far perdere tempo a chi del tempo da perdere non ha.
Arrivo a destinazione e trovo tutto come lo lasciato prima: il gruppo di auror seduti sulle seggiole di plastiche, il portone bianco a due ante chiuso, l'unica differenza è che vicino alla porte si è creato un gruppo formato da un uomo e due donne che parlottano sottovoce con l'aria preoccupata. Il primo dal camicione bianco che porta sembra un medi mago le altre due invece per logica sono infermiere. L'uomo alza lo sguardo e appena incontra il mio si gira verso le due infermiere e sussurra loro qualcosa prima di avvicinarsi a me con passo svelto.
Lo guardo arrivare, è un uomo dalla carnagione chiara a tratti abbronzata e gli occhi di una tonalità di blu scuro che sembra nero.
- Signor Potter la stavamo cercando- esclama con voce calma.
Ignoro l'affermazione e chiedo senza giri di parole con voce calma a mia volta - Come sta mia figlia?.-
È strano come può la mia voceessere così calma quando dentro di me sento scatenarsi l'inferno. Qualche anno prima probabilmente non sarei riuscito a trattenermi e di sicuro avrei fatto qualche sciocchezza ma ora dopo tutto questi anni di pratica come auror sono cambiato tanto.
- Purtroppo signor Potter devo darle brutte notizie!- dice ancora con voce
impropriamente calma senza rendersi conto di aver innescato una bomba. La quale sta facendo il conto al rovescio per esplodere mentre tutti la guardano senza avere il minimo coraggio di fare qualcosa o di reagire.
- Che...che cos'ha ?- dice James da dietro di me con voce rauca e bassa quasi un sussurro impercettibile ma non in questo caso in cui la sala è dannatamente silenziosa come quando si è prossimi ad una catastrofe e nessuno osa fiatare.
- Magia oscura! - dice il medico guardando dritto verso James come se quelle parole rispondessero alla sua domanda.
- Che cos'ha?- questa volta le parole sono uscite dalla mia bocca dando sfogo hai miei pensieri.
Mi guarda e io alzo un sopracciglio, sospira e nei suoi occhi leggo compassione, il mio sguardo si indurisce e mi estraneo da qualunque sentimento, mentre dentro ribollo di rabbia. Come osa, quell'uomo provare compassione! Come osa!
- Che cos'ha ? - ripeto, ormai nemmeno io riesco a riconoscere la mia voce.
- L'incantesimo ha peggiorato la sua condizione! - guarda prima me e pian piano anche gli altri, ma vedendo la confusione negli loro occhi aggiunge - La magia oscura ha avuto una reazione involontaria con la malattia di Lily aggravandola di più.-
Trattengo il respiro e poggio una mano sul muro mentre cerco con tutto me stesso di calmarmi. Lei vivrà mi dico, dove vivere. E tutta colpa mia e solo colpa mia.
- Di che malattia sta parlando? - questa volta la voce non mi è molto familiare quindi per capirne l'origine ruoto leggermente gli occhi verso il rumore e vedo il giovane Scorpius Malfoy.
I Malfoy sono cambiati da quando è finita la guerra, ed è anche per questo che poi due anni dopo la pace durante il giudizio dei ex mangia morte ho preso le difese di Draco. Suo figlio è una persona in gamba l'ho capito subito quando Albus l'ha portato a casa per presentarcelo come suo nuovo miglior amico, ho visto subito in lui un gran persona.
- Non ne sapete nulla? - mi ridesta la voce stupita del medi mago che incredulo comincia a guardare prima l'uno e poi l'altro .
- Illuminaci!- sbotta Scorpius con voce seria.
- No, mi dispiace non possiamo rivelare le condizioni dei nostri pazienti se essi non ne hanno fatto parola nonostante ne siano completamente coscienti. Andrebbe contro le leggi della privacy. - non conclude la frase che già si ritrova le mie mani addosso mentre lo sbatto con violenza al muro. Lo sento gemere, ma non lo lascio andare. Stringo ancora di più la presa sulla cravatta - se fossi in te non giocherei con la mia pazienza, perché la perderò con molta più facilità del solito e credimi se ti dico che se la perdessi per una volta ne sarei molto felice e soddisfatto. Ma sono sicuro che tu non voglia farti una ricostruzione facciale, vero?- inclino la testa di lato mentre con voce minacciosa e con sguardo omicida lo invito a parlare.
- Io...io non posso!- farfuglia lui con voce tremolante - Andrei contro le leggi-
- Bene dato che tu continui a non capire e io non ho tempo da perdere, vai a chiamami il tuo capo, voglio parlare con lui della questione,immediatamente - dico con voce che mette i brividi mentre lascio la presa su di lui.
Mente lo guardo dirigersi verso un corridoio a destra sento Jack dire a Johnny - Ricordami di non far arrabbiare mai il capo- .
Non ci bado molto, non è il momento, mi dirigo a sedere in una seggiola di plastica di fronte al corridoio mentre sento lo sguardo di tutti puntato su di me. Non mi interessa, a costo di sapere che cosa ha mi figlia, andrei a parlare personalmente anche con Merlino. Guardo un punto indeterminato della finestra, in fondo è una bella giornata se solo fosse andato tutto secondo i piani ora saremmo in qualche buon ristorante a festeggiare la cattura di uno dei più temuti criminali da circa due anni a questa parte.
Continuo a guardare il cielo leggermente nuvoloso quando comincio a sentire un leggero borbottio diffondersi in sala allora intuisco l'arrivo di due uomini, d'istinto mi alzo e punto gli occhi in quelli del nuovo arrivato: capelli lisci color biondo cenere gli cadono sulla fronte e occhi di un marrone chiaro cremisi mi osservano.
Comincia lui - Peter mi ha detto che mi voleva parlare e...- comincia guardando l'uomo che ha di fianco, ma io lo interrompo subito e senza degnare il presunto Peter dico:
- Voglio sapere che cos'ha mia figlia! - esclamo con voce calma. Fin troppo calma. Quel tipo di calma che urla stai attento da un momento all'altro si scatenerà l'inferno.
- Signor Potter capisco che lei sia preoccupato ma...- lo interrompo nuovamente.
- No, niente ma. Voglio sapere che cos'ha mia figlia, ora!- esclamo di nuovo ormai sto perdendo la pazienza.
- Signor Potter credo che Peter l'abbia già informata sul fatto che non possiamo dare informazioni riservate sui nostri pazienti-
Scoppio a ridere e inclino la testa di lato - Forse non mi sono spiegato bene - mi avvicino di due passi.
- Se non mi dice cosa ha mia figlia immediatamente non risponderò alle mie azioni e mi creda mettersi contro un come me che è provvisto di un intero corpo di auror non è il massimo- mi fermo un secondo per riprendere fiato e per indicare il gruppo di uomini che nel sentirsi chiamare in causa si alzano e lo vedo impallidire - Ma mettersi contro di me che sono già con i nervi a fior di pelle non è un idea molto intelligente. Sarà un peccato ridurre un monumento appena ristrutturato in un cumulo di macerie, non trova anche lei ?- rispondo con voce fredda guardandomi a torno.
- Lo sa che questo si chiama ricatto, Potter ?- la voce che mi giunge dalle
spalle mi fa voltare e un mezzo sorriso mi increspa le labbra.
- Papà - sento esclamare Scorpius. Mi giro, mi ero dimenticata della loro presenza. Sembrano distrutti.
- Scorpius.- risponde Draco Malfoy a mo' di saluto e tornando a guardarmi divertito della scena che si era venuta a creare. Ma perché non dargli ragione infondo un auror che minaccia un medi mago non è qualcosa che si vede tutti i giorni.
- Beh a questo punto non me ne può importare di meno come si chiama, Malfoy! Ma se vuoi sapere come si chiama possiamo sempre chiamare in causa Hermione!-
Sposto leggermente lo sguardo verso l'uomo dai occhi nocciola è lo vedo impallidire a sentire questo nome. In fondo avere come migliore amica il ministro della magia non è poi tanto brutto e per una volta è bene sfruttarlo.
- Va bene, va bene d'altronde la ragazza è in pericolo di vita a quanto ho capito e penso i genitori debbano saperne la causa- a quelle parole mi si gela il sangue nelle vene:"in fondo la ragazza è in pericolo di vita". - Sto aspettando!- dico con voce impassibile.
- Peter illustra loro la situazione!-
- Certo signore! - esclama poi mi guarda e comincia - la signorina Lilly Luna Potter a distanza di un anno è stata portata qui da un un uomo che l'ha vista svenire, allora per controllare che cosa avesse abbiamo fatto un controllo. Abbiamo scoperto che aveva una ipertensione già nell'ultima fase. Così le abbiamo spiegato la sua condizione e che doveva fare al più presto un intervento molto pericoloso e che non doveva lavorare più come auror. Lei, però, ha rifiutato. Di conseguenza noi le abbiamo dato una pozione che da allora le viene somministrata ogni mese, purtroppo la malattia si è aggravata sempre di più e di certo il suo lavoro non migliorava la situazione quindi in lei aumentavano gli sintomi i quali: visioni alterate, svenimenti, mal di testa e insufficienza cardiaca. Con il tempo il suo cuore ha cominciato a gonfiarsi e la situazione ci é fuggita di mano in quanto la paziente non voleva assolutamente che nessuno lo venisse a sapere e men che meno voleva fare l'intervento. Scelta che ha fatto visto le poche possibilità, il 30%, di sopravvivenza. Due settimane fa, le abbiamo detto che il suo cuore non ce l'avrebbe fatta e che entro un mese le sue arterie sarebbero scopiate e il cuore si sarebbe fermato. Da allora Lily non si è più fatta vedere - si interrompe un po' e poi continua - La magia oscura non ha fatto altro che diminuire i tempi- conclude.
Mi sento morire e il mio cuore per la terza volta lo sento infrangerai contro il pavimento e rompersi in mille pezzi. E mi chiedo quante volte un cuore può uscirne distrutto e cominciare da capo. Sento un tonfo mentre Ginny cade in ginocchio con la mano sulla bocca a piangere. Vedo James, Albus e Scorpius andarle accanto e cercare di aiutarla. Vedo Jack mentre si agita e Johnny che cerca di calmarlo. Vedo Trudi che ormai davanti ai medi mago dice qualcosa riguardante "un crimine" qualcosa come "atto irresponsabile" e altro come " è una cosa inaccettabile e che chiamerà in causa tutti i medi mago responsabili".
Io però al contrario di tutti non reagisco osservo tutto come se tutto fosse un qualche stupido show e che di sicuro da un momento all'altro uscirà la mia principessa e con lei un gruppo con le telecamere in mano e dirà:"ci siete cascati, non vi sbarazzerete di me così facilmente." Allora io mi arrabbierò e le darò uno schiaffo perché se lo merita ma subito dopo me ne pentirò e la stringerò tra le mie braccia dicendole che non dovrà mai più fare una cosa del genere, mai più.
Cerco più intensamente in ogni angolo della stanza le fantomatiche telecamere. Ci sono, ne sono sicuro, devo solo cercarle e trovarle. Ignoro i singhiozzi di Ginny e la voce dei miei figli che cercano di calmarlo e cerco.
Tic tac
Sono sicuro che le troverò
Tic tac
Ma possibile che tutto sia vero?
Tic tac
Lily non puoi lasciarmi solo. Tu non sei solo l'unica mia figlia sei anche l'unica cosa che mi fa sentire mia madre vicina. Lily mia principessa. Alzo lo sguardo.
- Lei è morta?- chiedo, mentre il mio cuore accelera. Lo guardo negli occhi.
- No, è in coma. Era l'unico modo possibile per bloccare il processo-
Dice e leggo nei suoi occhi un sincero dispiacere. Perché nessuno augura neanche al suo peggiore nemico la morte di un figlio.
Bip bip bip bip
Un oggetto si materializza nel mio palmo aperto. Al tatto è liscia e sottile avvicino la mano verso il capo e guardo la busta bianca che tengo tra le mani.
La giro e leggo il nome dell'emittente sgrano gli occhi. A piccoli caratteri vedo scritto : Lilian Luna Potter. Mi giro di scatto verso gli altri per dirglielo, ma noto che anche loro tengono una lettera e dal loro sguardo capisco che l'emittente è lo stesso. Mi siedo e apro la lettera.
Cari mamma e papà,
Vi scrivo per farvi sapere quanto vi voglio bene e quanto sono fiera di essere stata vostra figlia.
Mamma, tu sei la persona più incredibile di questo mondo.
Sei forte e bella, sei come un tornado e, al tempo stesso, un venticello.
Sei un uragano, che assorbe e attira tutto ciò che incontra, qualcosa che nessuno può ignorare, o non apprezzare. Influenzi tutti e riesce a portare allegria ovunque vai. Sei come un venticello di primavera che passa leggero, che ti fa sentire bene, sei leale e fedele, sei sempre stato un punto fermo nella mia vita. Grazia, mamma ti voglio un mondo di bene. Abbi cura di tutti, te li affido.
Papà, non so che dirti, essere la figlia di Harry Potter è stato un qualcosa di unico e bellissimo. Inutile dirti quanto ti voglio bene e quanto sei stato bravo con me, Jamie e Albus. Ti sei preso cura di noi senza mai stancarti, volendoci bene per quello che siamo veramente e aiutandoci a essere noi stessi.
Essere tua figlia è stata la cosa più bella e, al tempo stesso, la più difficile che mi sia successa, perché ho dovuto impegnarmi molto, per non essere solo vista da tutti come la figlia di Harry Potter, o la sorella del grande cercatore della Gran Bretagna, James Sirius Potter, o la sorellina del nuovo pozionista prodigio dell'ultimo secolo, Albus Severus Potter, oppure ancora la figlia della grande Ginny Weasley in Potter, la più giovane giovane giornalista d'assalto che la Gazzetta del profeta abbia avuto. Ma c'è lo fatta! E mi sento felice, perché mi sono superata, papà, ora sono Lily Luna Potter, la più abile stratega tra gli auror.
Sono fiera della mia vita e di tutto.
Grazie papà, grazie! Davvero tanto.
Vi voglio bene,
La vostra unica figlia, Lily Luna Potter.
Ps: mamma, papà, ricordate quella volta, tanti anni fa, quanto avete trovato la casa allagata e avete incolpato a James? Beh, non è stato lui ad allagare la casa e a bagnare i documenti di mamma, sono stata io. Ma non è stata colpa mia!
Volevo lavarmi le mani, però, essendo troppo piccola, non sono riuscita a chiudere il rubinetto e ho avuto paura, così non ho detto niente. Mi dispiace tanto. A dire la verità, ho cercato più volte di confessarlo, però voi eravate troppo arrabbiati e io non volevo fare la fine di Lord Voldemort.
Ora, però, mi sono decisa a vuotare il sacco, tanto sarò così lontana che non potrete inseguirmi e, quando mi raggiungerete, l'arrabbiatura sarà passata.
Almeno spero...
Mi alzo, tutti mi guardano, la mia destinazione è nota ma nessuno sembra voler dire qualcosa. Meglio così!
Entro con cautela chiudendo la porta alle mie spalle. I movimenti sono meccanici non rifletto prima di farli. I movimento sono estremamente lenti ma non me ne curo affatto. In certe occasioni alcune cose vanno in secondo piano rispetto ad altre. La mia principessa per ora è l'unica cosa importante, tutto il resto scende di grado d'importanza. I suoi capelli rossi sono l'unica cosa ancora viva. Mi si stringe il cuore. Il torace si alza e si abbassa lentamente segno inconfutabile della mia respirazione però mi sento soffocare lo stesso, come se fossi in apnea da ore, forse da quando quel dannato pazzo l'ha colpita.
(GINNY)
"Ha ipertensione già nell'ultima fase."
"Lily è stata colpita durante la missione"
"Il suo cuore a cominciato a gonfiarsi e la situazione ci é fuggita di mano in quanto la paziente non voleva assolutamente che nessuno lo venisse a sapere e men che meno voleva fare l'intervento."
L'acqua su di me ha un effetto benefico e calmante.
Mi lavo più volte la faccia con l'acqua fredda. Uno, due, tre volte. Mi fermo e poggio le mani sul lavabo e mentre l'acqua scorre mi guardo allo specchio di fronte. Mi guardo ogni dettaglio dai capelli arancioni stile Weasley che ormai da tempo porto caschetto, alla pelle fine e chiara. Scruto con più attenzione il mio viso alcune tracce del tempo ci sono: i lineamenti ormai divenuti morbidi, le poche rughe che con il tempo si sono insediate nella fronte, tutte cose che non hanno poco valore. Forse una sola cosa non è cambiata e quelli sono gli occhi nocciola della stessa tonalità che ha mia figlia. Non so se gli occhi invecchiando cambiano e non so nemmeno quali sono i loro possibili cambiamenti. Guardando però il riflesso dei miei occhi di una cosa sono sicura: la forza c'è ancora, forse sepolta tra i dolori, la disperazione e la paura ma c'è. Mi lavo nuovamente la faccia e poi prendo un po' di carta per asciugarmi il volto.
Io non sono una qualunque! Io sono Ginevra Weasley in Potter, io sono la bambina che ha soli undici anni ha dovuto combattere contro un horcux. No, non sono una donna che crolla! Non l'ho fatto quando Harry mi ha lasciata, non l'ho fatto quando ero sola mentre l'amore della mia vita, mio fratello e la mia migliore amica erano in continuo pericolo e io non sapevo mai se erano vivi o morti. Non l'ho fatto quando ho visto Harry morto e poi risuscitato, e non l'ho fatto quando mio fratello è morto. E non lo farò di certo ora!
Mia figlia non merita lacrime merita di più. Per mia figlia che nonostante tutto ha combattuto cosicché la sua famiglia non soffrisse, lei che sta combattendo ora in uno specie di limbo, ma sappi Lily che tua madre e con te, mia piccola Luna. Combatteremo insieme, amore.
Esco dal bagno delle donne del San Mugo e mi dirigo verso la porta in cui un'ora prima mio marito era entrato.
Sono a due passi dalla porta quando il dottor Peter si frappone tra me e la porta e quindi tra me è mia figlia.
- Non si può entrare!- afferma autoritario.
- Ah, capisco! Harry può entrare e io no. Credevo le leggi fossero uguali per tutti.- gli dico combattiva.
- È suo marito! Inoltre è un auror e suppongo lei abbia visto le sue condizioni. Non mi sembrava prudente farlo arrabbiare più del necessario.-
- Suppongo che lei non sappia perché Harry tra tutte abbia scelto proprio me? Io potrei fare di peggio. Non so se mi spiego- lo sento sbuffare mentre lo superò, apro la porta ed entro.
- Harry che fai?- gli chiedo avvicinandomi e guardandolo. È seduto per terra in ginocchio con la schiena verso la porta e gli occhi puntati sul lettino, mentre le mani racchiudono le piccole mani di nostra figlia in una stretta ferrea come se avesse paura che fuggisse.
- Non è bellissima, la nostra bambina?- risponde lui con tono pensieroso e con sguardo fermo sul suo viso come se si aspettasse che da un momento all'altro Lily si alzasse.
- Certo che lo è- mi avvicino di più e poggio la mano sulla sua spalla per fargli forza.
Si gira e mi guarda negli occhi con i suoi occhi verdi che sembrano per ora quasi spenti.
- Non voglio che le succeda qualcosa- guarda di nuovo Lily e poi guarda me - È stata colpa mia, lei ha protetto me, l'incantesimo era destinato a me e lei si è frapposta. Si è sacrificata per me. È tutta colpa mia...- mi guarda negli occhi da cui riesco a percepire tutti i suoi sentimenti ed è come se qualcuno mi avesse inondata con un secchio di acqua fredda. Un unica e sola parola si forma nella mia mente ed è "egoista". È così che mi sento, perché io so quanto Harry soffra per la morte della madre e quanto si senta in colpa e ora sta succedendo la stessa cosa anche alla figlia che porta lo stesso nome.
-Non le succederà niente- gli dico con dolcezza.
- È in coma, Ginny! Hai sentito cosa ha detto, c'eri anche tu!!- esclama esasperato e al tempo stesso disperato.
- C'ero, ho sentito quel che hanno detto. Ma loro non sanno chi é Lily, loro non la conoscono!! Tu pensi che Lily è tipo di arrendersi e guardare?-
Mi guarda e poi si volta a scrutare il pallido viso di sua figlia.
- Certo che no! -
- Bene allora Harry non fare così! Non disperare e combatti con me, amore! Combatti con me per salvarla o almeno per fare il possibile. Perché anche lei combatterà e sono sicura darà del filo da torcere anche alla morte in persona se quest'ultima ostacolerà il suo cammino.-
- Hai ragione tu, tesoro- si alza di nuovo con l'aria combattiva di sempre - Coraggio, non siamo qui per fare una tragedia greca, scusami!- mi guarda - Se non |
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Capitolo 3 *** Inciampando tra verità e ricordi ***
Inciampando tra verità e ricordi
Tic Tac.
Mi muovo sulla seggiola facendola cigolare.
Tic Tac.
Il mio tallone continua a picchiettare sul pavimento freddo.
Tic Tac.
Ho la testa fra le mani e ho un tremendo mal di testa.
Tic Tac.
Sento mio fratello parlottare con il suo amico.
Tic Tac.
Vedo uscire dalla stanza di Lily mio padre e mia madre con una faccia distrutta come se una parte di loro fosse morta, ma con uno sguardo forte e le mani unite come se nulla li potesse abbattere.
Tic Tac.
Mi alzo di scatto dalla seggiola con l'intenzione di strappare quel maledetto orologio dal muro per farlo volare fuori dalla finestra, magari beccando quello stupido piccione che da mezz'ora continua a raschiare contro il vetro.
Tic Tac.
Guardo attentamente le lancette che si muovono inesorabili, indicando il tempo che passa mentre Lily rimane lì, senza aprire i suoi meravigliosi occhi.
Perché? Perché mi hai fatto questo? Perché non ti sei venuta a confidare con me, come facevi quando eravamo piccoli?
Mille domande mi frullano per la testa e non capisco più nulla.
Tic.
Mi avvicino alla porta della sua stanza bianca come tutto il resto dell'ospedale.
Afferro la maniglia e apro la porta, rimango qualche secondo sulla soglia a rimirare la scena poi decido di entrare. La camera è del medesimo colore di tutto l'ospedale, l'unica cosa che stona in tutto questo asettico bianco è lei, con i suoi improbabili capelli rosso sangue e quelle impertinenti lentiggini che gli coprono il suo nasino all'insù e le sue gote. Mi avvicino come se mi stesse chiamando a sé, ma ad ogni passo che faccio la mia rabbia aumenta sempre più. Le sono così vicino che potrei accarezzarle la guancia, ma non lo faccio. Non ci riesco.
Sembra che stia dormendo, non è collegata a macchinari che la fanno respirare o le introducono strani intrugli nelle vene. C'è solo lei con il suo leggero respiro, dovuto ad un incantesimo che le fa contrarre i polmoni, c'è solo lei con i suoi capelli e le sue lentiggini e io non riesco a starle accanto. C'è solo lei e uno schermo che riporta varie informazioni che io non riesco a capire, ma che sono importanti per la sua sopravvivenza.
Inizio a camminare per tutta la stanza, mi muovo come un animale in gabbia. Non capisco, perché? Perché hai voluto ferirmi così?
Mi avvicino ai piedi del letto e stringo l'inferriata, la guardo e sento tutta la rabbia ribollire, la mia tristezza aumentare e il dolore all'altezza del cuore farsi più acuto.
"Perché? Perché? Perché? Perché?" mi continuo a ripetere. Poi inizio a parlarle come se mi potesse sentire, come se in realtà fosse tutto uno stupido e insensato gioco.
- Dimmi perché non ti sei venuta a confidare Lily, perché hai dovuto tenere tutto nascosto. Non ti fidavi? Non mi credevi degno di poter mantenere il segreto? Dov'è che ho sbagliato? Miseriaccia, Lily svegliati, alzati, parlami se vuoi puoi anche urlarmi contro non mi interessa, ma reagisci! - Torno a girovagare per la stanza, ma più velocemente di prima, con più rabbia i miei piedi si appoggiano a terra, con maggior paura il mio sguardo osserva il tuo volto.
- Ho paura Lily e tu non sei qui per aiutarmi! Tu non ci sei, non ci hai provato. Ti sei rifiutata di fare l'intervento, ti sei rifiutata di diminuire il carico di lavoro, per cosa? Desideri davvero così tanto morire? Stai aspettando con ansia il momento del non ritorno? - a quelle parole tiro un pugno al muro, lo fisso per qualche secondo, poi torno a camminare per la stanza con maggior vigore guardando la mano, con cui ho dato il pugno, che ha le nocche leggermente sbucciate. La guardo, ma in realtà non la vedo. Davanti ai miei occhi c'è solo il suo volto.
- Dimmi non vedi l'ora di abbandonare: me, papà, la mamma, Al? Cosa ti abbiamo fatto per meritarci questo trattamento? Volevi fare l'eroina? Quella che non si piega davanti a niente e a nessuno? - a queste parole faccio seguire un gran fracasso, credo di aver fatto cadere il comodino su cui erano appoggiati dei tulipani, i suoi fiori preferiti.
- Ti odio. Ti odio perché ci stai facendo soffrire. Ti odio perché non sei più la mia piccola sorellina. Ti odio perché con questo tuo comportamento mi hai ferito profondamente e non so se ti potrò perdonare. Ti odio anche perché ho altri motivi per odiarti, ma sono così tanti e io sono così arrabbiato che non riesco a concentrami. So solo che ora io ti odio.-
- Mamma mia quanto odio per una sola persona.- a quella voce sconosciuta mi volto di scatto e vedo una ragazza vestita interamente di bianco eccetto per le cuciture che sono rosse. Ha capelli biondo grano e due occhi neri come la pece, che possono inghiottirti e possono non lasciarti più andare. Mi guarda per qualche secondo, poi si avvicina a Lily, le controlla il polso, osserva il monitor come se capisse i geroglifici scritti su di esso e mentre annota qualcosa su una cartella dice semplicemente: -Lei non voleva ferire nessuno e non ha il complesso dell'eroe.-
- E tu chi sei per dirlo? - ringhio io.
- Sono la sua infermiera da un anno a questa parte, nonché sua amica. Siamo uscite parecchie volte insieme, e un'ottima ascoltatrice e consigliera. - afferma la ragazza scostando una ciocca di capelli dal viso di mia sorella e prima di tornare a scrivere sulla cartellina mi lancia un occhiata che avrebbe fatto cagare in mano per la paura anche Lord Voldemort.
- Vattene.-
- Cosa? Lei non può...- cerco di protestare.
- Io posso e lo faccio. Se ne vada, non è nelle condizioni di stare qui. Si vada a fare un giro e ad schiarirsi le idee.- appoggia la cartellina nel suo apposito spazio in foto al letto e poi si frappone fra me e mia sorella mettendo le mani sui fianchi e con sguardo omicida dice: - Lei non sa quanto Lily abbai sofferto. Lei vede solo il suo dolore. Quando avrà capito perché si è comporta così e l'avrà perdonata potrà tornare.-
- Ma cosa? Lei non può...-
-Io posso e l'ho appena fatto. Se ne vada. - non mi arriva neanche sotto al mento e non ha paura di sfidarmi. Che coraggio!
- Ora! - esclama indicando con il dito la porta.
La guardo con rabbia e frustrazione per qualche secondo, ma lei non si piega, ne evita il mio sguardo, anzi mi sfida a provocarla. Scuoto la testa e mi dirigo verso la porta, prima di uscire lancio un ultimo sguardo a Lily su cui è chinata l'infermiera.
No, non ti posso perdonare.
Uscendo sbatto la porta.
Tac.
Cammino anche se non ho una meta. Siamo a dicembre e io non ho nemmeno il giubbotto con me, ma non sento freddo. Vedo le persone affianco a me proseguire velocemente per la strada, tutte impegnate per raggiungere i loro scopi, ma io uno scopo non ce l'ho. Mi fermo a guardare questo via vai di streghe e maghi indaffarati, poi mi volto e vedo la mia immagine riflessa. Quasi non mi riconosco. Capelli neri disordinati come al solito, maglietta a maniche lunghe rossa, jeans scuri e un tatuaggio tribale si scorge dal collo della maglietta. Quello che mi lascia perplesso è il volto: smunto, bianco cadaverico e un leggero presagio di occhiaie sotto gli occhi marroni, così simili, se non identici, a quelli di Lily. Com'è possibile che io abbia già questo aspetto? Non sono passate neanche 24 ore e io sembro già un fantasma. Davvero un solo evento può stravolgere una vita così?
Mi riscuoto e guardo con più attenzione la vetrina opaca del locale che riporta la scritta "Il Birrodotto". Sorrido. Qui ha avuto la sua prima sbronza.
*INIZIO FLASHBACK*
"Lily?"
"Ehilà Jamiiiiiiiiiiiie!" strascica il mio nome, mi sorride divertita e si appoggia a me come se non riuscisse a stare in piedi. Siamo difronte al locale dal quale esce un gran fracasso che alcuni definirebbero musica. Lily guarda divertita la vetrata opaca come se riuscisse a vedere cosa sta succedendo all'interno e inizia a ridacchiare.
"Lily sei ubriaca?"
"Io,ubriaca? Mai!" detto questo si volta e mi guarda stralunata. "Jamie, fratello, non sapevo avessi un gemello. Come si chiama?"
La guardo male poi affermo:"Tu sei decisamente ubriaca." cerco di prenderla di peso ma lei sfugge alla mi presa e inizia a ballare per la strada deserta.
"Io, mio caro, non mi sono mai ubriacata in vita mia e di sicuro non lo sono adesso. Stavo scherzandooo, pensavi davvero che vedessi un tuo gemello?" dice divertita mentre improvvisa una ruota "Sai non vorrei sconvolgerti ma sono tua sorella, me ne sarei accorta se tu avessi avuto un gemello, no? Comunque smettila di muoverti!" sbotta fermandosi in mezzo tra me e il locale e osservandomi con sguardo truce, poi abbassa lo sguardo sulla strada e borbotta:"Ho un tremendo mal di testa." poi senza che io riesca a fermarla cade a peso morto sulla strada tenendosi la testa fra le mani.
"Questi, sorellina mia cara, sono le avvisaglie di una sonora sbronza." le dico mentre cerco di tirarla su. Proprio in quel momento si affaccia alla porta del locale una figura snella e alta che urla:"Oppa!!"
Lily si volta e cade di nuovo a peso morto per terra vanificando tutti i miei sforzi e urla anche lei:"Oppa!!"
"Lily ti sto cercando da dici minuti, ehi tu chi sei? Stalle lontano brutto pervertito!" Non ho nemmeno il tempo di capire cosa sta succedendo che la ragazza che stava parlando con mia sorella si lancia su di me facendomi cadere di schiena sulla strada dura e bagnaticcia. Mentre cerco di liberarmi di quella iena incontro due occhi bicolori annebbiati a causa dell'alcool.
"Trudi sono James, non un pervertito!"
L'altra sorda alle mie proteste tenta di strozzarmi, ma qualcuno la solleva malamente permettendomi di respirare nuovamente. Mi alzo e vedo Johnny che sta tendendo Trudi per la vita, mentre Jack che sembra leggermente alticcio cerca di farla ragionare. Mi avvicino a Lily che è ancora seduta per terra con la testa rivolta al cielo mentre cerca di contare le stelle.
"Lily forza andiamo a casa"
Abbassa lo sguardo su di me e sorride leggermente, poi volta la testa e si copre gli occhi con la mano e sbotta:"Che sole!"
"Lily non sono neppure le due di mattina, non c'è il sole."
"Beh e tu come lo chiami quello?" mi chiede con aria di sfida indicando qualcosa alle mie spalle. Mi volto e sospiro, poi l'aiuto ad alzarsi, la pulisco e dico:"Quello è un lampione."
"Secondo me tra noi due quello ubriaco sei tu." biascica ponendo il suo dito indice sul mio petto.
Mentre finisco di pulirla si avvicina Johnny e dico un po' arrabbiato:"Grazie di avermi avvertito, ma dovevate contattarmi prima che si ubriacasse."
"Quella di contattarti è stata un idea di Jack. Comunque è grande e vaccinata, può ubriacarsi quanto vuole." mi risponde tranquillamente il compagno di lavoro di mia sorella.
"È la prima volta che si ubriaca! Dovevate stare più attenti!" dico alzando la voce.
Sentendo quelle parole Trudi si scosta bruscamente da Jack e si dirige barcollando verso di noi. "Lily! - la nominata in causa alza la testa con un sorriso ebete dipinto sul volto- Sei stata mefa...meta...metaforicame....vabbe' quella cosa lì, sverginata! Ora sei entrata nel mondo degli adulti ubriachi! Yeeeeeeh!!" dopo quelle parole senza senso si accascia su Johnny che l'afferra appena in tempo.
Jack si avvicina guardando storto Trudi che continua a borbottare cose prive di logica e poi dice:"Quella di andare a bere è stata un idea di Lily, comunque."
Abbasso lo sguardo su mia sorella che sta piangendo silenziosamente e sbotto alzando gli occhi al cielo:"Oh perfetto siamo arrivati alla fase del pianto isterico."
Noto che anche Trudi sta iniziando a piangere e lancio un'occhiata agli altri due che con uno sguardo sconfitto e un'alzata di spalle afferrano Trudi. Poi con un cenno del capo a mo' di saluto si smaterializzano.
"Non lo dirai a mamma e a papà, vero?" biascica Lily tra un singhiozzo e l'altro.
"Se non mi chiederanno niente io non dirò nulla. Dovresti ringraziarmi, mentirò per te." dico ridacchiando.
Lily mi guarda qualche secondo poi mi abbraccia e dice con più lucidità di prima:"Omettere non vuol dire mentire, significa proteggere le persone da una verità che sicuramente li ferirà. Grazie Jamie."
*FINE FLASHBACK*
È passato un anno... Mi stavi già mentendo, Rossa?
Mi sono perso nei meandri della città fino ad arrivare alla Londra babbana. Cammino senza sosta, ma la mia rabbia e il mio dolore non diminuiscono. Continuo a cercare risposte che so che non troverò perché l'unica che me le può dare è sdraiata su un letto di ospedale, impossibilitata a rispondermi. Proseguo nel mio cammino fino ad arrivare alla British Library, la biblioteca più grande e più importante di Londra. Edificio maestoso dove la sapienza sia babbana che magica si riunisce. La guardo attentamente mentre uomini in cravatta e donne in tailleur mi sorpassano velocemente dandomi anche degli spintoni.
Salgo alcuni gradini e come quella volta mi siedo sullo stesso gradino e nel medesimo punto, aspettando un miracolo o un'illuminazione. Quella volta arrivasti tu, come sempre del resto...
"Non capisco come Fred possa dire che questo sia un gioco divertente." penso mentre cerco di far funzionare quello stupido giocattolo babbano, che tanto appassiona mio cugino.
"Se continui così lo spacchi."
Mentre cerco di far arrotolare quella stupida pallina sul filo lancio uno sguardo a Lily che è in piedi di fianco a me e mi guarda con aria divertita. Mi si avvicina e me lo prende dalle mani, poi con abilità inizia a giocarci come se non facesse nient'altro da mattina a sera.
"Allora mi vuoi dire cos'è che ti turba? E non osarmi mentire! Io ti conosco meglio di chiunque altro." afferma mentre si appoggia allo scorrimano di marmo.
Non le rispondo e continuo a guardare davanti a me con sguardo truce. Proseguiamo con questo duello silenzioso, interrotto solo dal sibilo prodotto dallo yo-yo, per almeno cinque minuti buoni, poi con lentezza Lily ferma il giocattolo, lo ripone nella tasca della felpa e si siede di fianco a me. Mi prende sotto braccio, appoggia la sua testa sulla mia spalla e guarda insieme a me l'orizzonte. E io lo sento, lo sento il suo sostegno incondizionato, non ha bisogno di dirmelo, lo avverto perché in fondo io e lei siamo fatti così. Non ci piace esternare i nostri problemi, tutti ci vedono sempre sorridenti, sempre allegri e sono convinti che noi non soffriamo che siamo immuni dal dolore, ma non è vero. In realtà noi siamo le prime vittime del dolore e della sofferenza, siamo solo bravi a nasconderci dietro le nostre maschere.
Scosto lo sguardo dal punto che stavo fissando e mi volto appoggiando il mento sulla criniera indomabile di mia sorella.
"Ho paura" sussurro, ma lei non dice niente aspetta che io continui, che mi sfoghi, che mi liberi da tutto il peso che mi porto sulle spalle.
"Sono all'ultimo anno di scuola e non so cosa sarà del mio futuro. Guardo i miei amici, guardo Albus e guardo anche te e vedo che tutti voi avete un'idea ben precisa di cosa farete nel futuro. Io invece sono allo sbando, ho paura di sbagliare, di deludere papà, mamma e tutti. Papà vorrebbe che io facessi l'auror, ma io non lo sento come il lavoro fatto per me. Mamma vorrebbe che io facessi il medimago e non so come le possa essere venuta in mente questa idea balzana visto che sono una schiappa a scuola! Lily, davvero non so cosa fare. Sto impazzendo..." lascio volare la frase per la città come se aspettassi una risposta divina alla mia follia.
"James, sei all'ultimo anno e hai ancora tempo, non tanto, ma ce l'hai. Non ti basare sui desideri degli altri, segui il tuo cuore. Nessuno potrà dirti niente se farai quello che vuoi realmente. Papà desidera che tu faccia l'auror perché da piccolo era il tuo più grande sogno come quello di essere, com'è che lo chiamavi? Ah, sì un guerriero protettore. Lui vuole solo che tu sia felice, è rimasto indietro nel tempo, se fosse per lui mi regalerebbe un regno solo perché da piccola volevo essere una principessa. Per quanto riguarda la mamma cerca di convincere sia Al che me a diventare un medimago, è il suo sogno avere un figlio che svolga quel mestiere, ma anche lei sarà felice qualsiasi lavoro tu sceglierai di intraprendere. Tutti noi saremo lì a sostenerti e qualora qualcuno avesse qualcosa da ridire se la dovrà vedere con me! Siamo una enorme, chiassosa, insopportabile famiglia, ma ti vogliamo bene. Anche Al sta dalla tua parte anche se non te lo dice apertamente." conclude dandomi un bacio sulla guancia.
I miei occhi si oscurano e sussurro:"Io e lui non risolveremo mai."
"Oooooh, certo che risolverete!" esclama spazientita Lily "Magari non oggi, ne domani ma risolverete e tornerete a essere i fratelli molesti che mi fanno gli scherzi solo per divertimento."
"Me lo prometti?" chiedo io come un bambino di cinque anni.
"Certo! Se entrambi foste meno cocciuti avreste già risolto da tempo." mi accarezza la guancia e sussurra "Capirà quanto bene gli vuoi, in fondo sei qui seduto perché lui è dentro alla biblioteca e hai paura che tornando a casa si perda, svampito com'è."
Le sorrido e le afferro entrambe le mani "Mi starai sempre vicina? Non mi abbandonerai?"
Si alza e fa fare la stessa cosa anche a me. Mi arriva sotto il mento e con sguardo dolce appoggia la sua mano sul mio cuore "Ci sarò sempre per te, fratellone, anche quando non mi vedrai sarò al tuo fianco. Te lo prometto."
Mi tocco il cuore, ma non ti sento Lily. Mi hai abbandonato. Non hai mantenuto nessuna delle due promesse che mi hai fatto.
Sono solo e tu non sei qui con me.
Questa volta so dove mi stanno conducendo i miei piedi, so dove sono diretto. Entro nel parco vicino a casa dei miei genitori. Un enorme parco frequentato sia da babbani, sia da maghi. Esploro il luogo di mille avventure di quando eravamo piccoli, palco di mille storie di eroi e principesse. Rivivo tutto dalle risse che ingaggiavamo fra noi alle risate che condividevamo. Vorrei ritrovare quel legame che a quel tempo ci univa, un legame non solo fraterno ma di amicizia indissolubile.
Noi tre come i tre moschettieri.
Continuo a percorre le strade lastricate del parco fino ad arrivare al nostro posto segreto: un albero dal tronco basso dal quale si ramificano grossi rami su cui è facile arrampicarsi. Albero che si trova nella parte più sperduta e meno frequentata del parco, nascosto alla vista poiché circondato da altri alberi.
Mi avvicino e mi siedo sulla parte del tronco da dove si ramificano tutti i rami. Questa parte lo chiamavamo il trono perché terribile era la assomiglianza, ed era la parte che occupavo sempre io. Risento tra quei rami le nostre risate di quando eravamo piccoli e mi guardo in giro aspettando di vedere comparire da dietro qualche albero dei folletti di cui eravamo convinti fosse pieno il parco.
- Perché quel muso lungo? -
A quella voce infantile alzo lo sguardo di scatto e incontro, qualche ramo più in su, un paio di occhi color cioccolato.
- Cosa ci fai lassù? - chiedo.
- Quello che fai tu, mi nascondo. -mi risponde la bambina scendendo dal ramo su cui era seduta per poi fermarsi ad un ramo alla mia altezza.
Osservo la bambina vestita di un cappotto e un cappellino bianco che le copre i capelli e un paio di pantaloni rossi e bianchi a quadri accompagnati da dei scarponcini neri. Il visino lentigginoso si avvicina pericolosamente al mio per sorridermi dolcemente. Un'altro viso più adulto si sovrappone al suo, ma viene velocemente allontanato dalla mia logica. Impossibile che sia lei.
- Allora perché sei triste? - mi domanda.
- I tuoi genitori non ti hanno detto di non parlare con gli sconosciuti? -
La bambina arrabbiata, perché per la seconda volta ho evitato di rispondergli, gonfia le guance e corruga la fronte. Proprio come... No! Non può essere lei.
Mi volto e torno ad osservare gli alberi. Rimaniamo in silenzio per molto tempo, finché spazientito non le chiedo: - Non te ne andrai finché non ti avrò detto perchè sono triste, vero? -
- Esatto! - risponde allegra la piccola peste che contenta per aver vinto la battaglia silenziosa che avevamo intrapreso, mi dona un sorriso enorme iniziando a dondolare le gambine.
- Sono arrabbiato con una persona.-
- Perché?-
- Beh, perché mi ha mentito.-
-Su cosa ti ha mentito?-
- Sulla sua salute... Non mi ha detto che stava male e adesso rischia di morire. Non credo, però, che siano argomenti adatti per una bambina di sette anni.-
- Otto, prego. Quindi sei arrabbiato perché non ti ha detto che stava male? - mi chiede guardando corrucciata le sue gambe dondolare.
- Esatto..-
- Tu le hai mai chiesto della sua salute? -
- Io... No, non credo... Sono molto impegnato, non la vedo molto spesso... Però se avesse avuto bisogno, io ci sarei stato! - sbottò arrabbiato nei confronti del mio balbettare difronte ad una bambina che mi sta guardando pensierosa.
- Se sei così impegnato come faceva a dirti che stava male? Ci vuole molto coraggio per dire certe cose. Magari ci ha provato ma non ci è riuscita, come fai a sapere che non ci ha neanche provato? -
- Io... Non lo so...-dopo aver pronunciato quelle parole scendo dall'albero e inizio a camminare avanti e indietro, mentre vengo osservato attentamente dalla bambina.
- Vuoi molto bene a questa persona, no? Allora prova a mettersi nei suoi panni, in questi casi bisogna immedesimarsi nell'altro per capire davvero. Me lo dice sempre il mio papà! - afferma guardandomi con uno sguardo insieme paziente, dolce e divertito.
Un suo tipico sguardo che mi rivolge nei momenti di discussione. Sembra impossibile, ma è lei.
- È un uomo molto intelligente tuo padre.- dico fermando il mio andirivieni.
- Il mio papà è il migliore del mondo. È il mio eroe e quando sarò grande lo sposerò!- dice aprendosi in un sorriso immenso.
Mi avvicino lentamente a lei e per la prima volta da quando ho saputo dell'incidente sorrido.
- Non ho mai capito la mania di mamma di metterti questi cappelli. Tu hai dei meravigliosi capelli, dovresti mostrarli.-
A quelle parole si sfila il cappello e lunghi e mossi capelli rosso sangue le ricadono sulle esili spalle.
- Ti ringrazio Lily, non saprei come fare senza di te.-
Senza aspettare neanche un secondo Lily si lancia verso di me e io l'afferro abbracciandola stretta.
-Ti voglio tanto bene, fratellone.-
- Anche io, sorellina-
La stringo più forte, mentre sento gli occhi bruciare.
- Anche io...-
La tengo stretta al mio petto per un tempo interminabile, per sentire per più tempo possibile quel piccolo corpo profumato di vaniglia e talco vicino a me.
Dopo un po' ci stacchiamo e l'appoggio a terra. Mi metto in ginocchio per essere alla sua altezza. Allaccia le sue piccole braccia al mio collo e dopo pochi secondi mi dice:- Ora devo andare, mamma e papà mi staranno cercando. -
Annuisco e continuo a guardarla.
- Vedrai che si risolverà tutto, orsetto potto. -afferma sorridendomi diabolica.
- Quante volte ti ho detto che non mi devi chiamare in quello modo? Non sono un peluche! - sbotto facendo finta di essere arrabbiato.
Ridendo mi da un bacio sulla punta del naso per poi si scostarsi da me. Mi alzo e pulisco i pantaloni dalla terra, poi rialzo lo sguardo e lei è sparita senza aver fatto nessun tipo di rumore.
Mi guardo intorno sperando di scorgerla, ma non la trovo. Appoggio le mani sulle tasche dei pantaloni e sento qualcosa di duro nelle tasche posteriori, lo tiro fuori e trovo la lettera. Ruvida al tatto, l'avvicino al naso e sento quell'odore inconfondibile che ha solo lei: vaniglia mista a talco.
La guardo per qualche secondo, poi prendo a due mani il mio coraggio e inizio a leggere.
Ciao,
James, fratellone, se ora stai leggendo questa lettera vuol dire che io mi stanno operando. Mi dispiace, lo so che sei molto arrabbiato con me, per non averti detto niente, ma per favore vorrei che tu facessi una cosa per me. Lo farai? avvererai questo mio ultimo desiderio? Tu hai sempre detto di essere in grado di fare qualunque cosa. Quindi io, oggi, ti propongo una missione, un po’ particolare, a dire il vero.
James, tu sei forte, e questa è la cosa per cui io ti ammiro molto e ti stimo e per questo certe volte sono diventata gelosa. Perché in fondo io non sono forte e coraggiosa come te, ma sono pazza. Anche se non ho ancora capito se questa è una cosa bella oppure no.
Vorrei che tu non piangessi, non per me, almeno, e vorrei anche, che tu provassi a far sorridere anche gli altri. Lo so, è assurdo che io ti chieda una cosa simile, però non voglio essere ricordata tra le lacrime e tra il dolore, per favore e non voglio che qualcuno pianga per me. Voglio essere ricordata nei momenti in cui stavo bene, quando io, tu e Al facevamo casini e tutti si arrabbiavano, e non quando ero sul letto di morte. Questa è la tua missione. riuscirai a compierla?
Spero per te di sì, perché se così non fosse, potrei purè tornare indietro da là su, per prenderti a calci, ci siamo intesi?
A quanto pare, dove andrò tra poco, c’è anche una specie di televisione a sessantacinque pollici, il doppio di quella a casa nostra, invidioso, fratellone? In cui si può vedere tutto quello che viene fatto da tutti qua giù e, quindi, se stai pensando di non fare ciò che ti ho chiesto, perché tanto io non potrò verificare il tutto, penso di averti smentito.
Ahahah, insieme alla lettera ti lascio anche un regalo. E, se ti conosco bene, ti piacerà! Vai a vedere …
allora ti piace?Voglio che ti rimanga qualcosa di me e cosa c’è di meglio di una scopa? In fondo, lo sanno tutti che è l’unica cosa al femminile con cui non ti arrabbi mai e che continui ad adorare sempre e senza pretendere nulla in cambio. Mi raccomando, trattala bene! Mi è costata un occhio della testa.
Infine, James, e non perché è meno importante vivi la vita e goditela, lo devi fare anche per me. Sei obbligato a farlo, perché vivrai non solo per te ma anche per me. Volare è una cosa bellissima, non smettere mai di farlo e, ogni volta che lo farai, ricordati di me, ricordati della tua cercatrice preferita, con cui hai vinto moltissime partite.
Alla prossima, Jamie.
Lo so, ma il nostro non sarà mai un addio, MAI, ma solo un arrivederci perché nemmeno la morte può dividere i tre malandrini, non è vero?
Ti voglio bene,
La tua principessa per sempre.
Mi manca il fiato e sento uno strano peso sullo stomaco mentre assimilo quello che ho letto. Guardo per l'ultima volta l'albero poi mi smaterializzo al San Mugo. Senza calcolare minimamente le persone che mi circondano entro nella sua stanza e la trovo nello stesso modo in cui l'ho lasciata. Mi avvicino e questa volta le afferro la mano per poi avvicinare il mio viso al suo.
- Io combatterò, Lily, tu però devi combattere con me! - dico posandogli un bacio sulla fronte.
-Hai capito allora.-
Non ho bisogno di voltarmi per capire chi è la proprietaria della voce. Continuando a guardare il volto della mia sorellina, accarezzandole dolcemente la mano dico: - Ho avuto bisogno di una spintarella da parte tua e dell'intervento del mio angelo custode, ma poi ci sono arrivato.-
- Me l'aveva detto che sei un po' testardo.-
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti quegli occhi neri come la pece che mi incatenano a loro.
-Come ti chiami?- le chiedo sorridendo come un deficiente.
- Natalie.- dice sorridendomi con le gote leggermente rosse.
-Piacere Natalie, io mi chiamo James detto anche orsetto potto.-
Nda :
Ciao a tutti! Innanzitutto chiediamo scusa perché nel capitolo precedente abbiamo dimenticato il famoso "Nda: note di autore". Dunque, io e la collega siamo felicissime perché in breve tempo la storia sta piacendo davvero tanto. E c'è addirittura chi sta chiedendo anche di aggiornare più rapidamente. Ahahahaha, che dire siete gentilissimi. Siamo giunti alla seconda lettera, quindi ne mancano altre 3. In questo capitolo è comparsa la Lily piccola. Qualcuno pensa: " impossibile"? Beh, a quanto pare non lo è del tutto. La Lily angelo custode comparirà altre volte, vedremo se sarà degna del nome angelo custode o meno?
Bene pensiamo di aver detto tutto. Anzi no, c'è dell'altro, c'è chi ci ha chiesto se Jack provasse qualcosa di più dell'amicizia per Lily, ci teniamo a dire che no, lui non prova altro per Lily che non sia della buona amicizia. Scusate perché non siamo in grado di far uno di quei Nda lunghissimi e divertenti. Ringraziamo tutte le sante anime che leggono, tutti quei incredibili angeli che seguono, preferiscono e ricordano. E per ultimo ma non per questo meno importante, a tutti quelli che incuriositi da questa storia hanno sprecato il loro tempo a recensire per fare piacere a due pazze come noi! Grazie mille, Merci, thank you very much, muy gracias chicos de Efp... E in tutte le altre lingue di questo mondo. Un bacione
Alla prossima
Rosa e LilyRose
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Capitolo 4 *** Qualcosa di più su Isahaia ***
Qualcosa di più su Isahaia
Dire che sono arrabbiata é dire poco. Quel deficiente, troglodita, imbecille di un serpeverde mi ha avvertita solo ORA! La mia migliore amica è sdraiata su un letto d'ospedale e quel babbuino mi lascia un messaggio vocale per avvertirmi delle sue condizioni!
Cammino spedita per tutto l'ospedale senza guardare chi mi sta intorno. Supero ostacoli, schivo lettini che sbucano da ogni angolo, sbatto porte, scanso persone, fino ad
arrivare alla mia meta, la sezione terapia intensiva del San Mugo.
Entro nel lungo corridoio bianco e un senso di soffocamento mi pervade, come se in quel luogo la felicità non fosse contemplata. Cammino adagio per quel dedalo di corridoi
cercando le tipiche chiome rosse, stampo Weasley.
Finalmente li trovo, ma il primo che distinguo quel folto
gruppo è lui: Albus Severus Potter, il motivo della mia rabbia e della mia disperazione, ma anche il proprietario del mio cuore.
Albus come
richiamato si volta verso di me e mi saluta con un cenno del capo.
Un cenno? Lui ha
davvero osato salutarmi con un cenno? Non solo è un
troglodita senza il benché
minimo senso del tatto, ma è anche un cafone di prima
categoria.
La rabbia mi
pervade tutta, la mia migliore amica sta per morire per un motivo
sconosciuto e
lui sta lì in piedi impassibile come se non stesse
succedendo nulla.
Mi sento prudere
tremendamente la mano.
Ad ogni passo
che faccio la mia collera aumenta, il mio odio che è
così simile all'amore è
alle vette storiche.
Non
m’interessa
dove siamo, ora lo distruggo.
Faccio l'ultimo
passo per raggiungerlo e lui si volta verso di me. Non ha neanche il
tempo di
capire cosa sta per succedere che la mia mano si abbatte sulla sua
guancia.
Il rumore
rimbomba per tutta la sala. Nessuno osa muoversi, tutti i presenti mi
guardano
sbalorditi, in fondo non mi hanno mai visto arrabbiata.
Non calcolando
minimamente chi mi sta intorno afferro la cravatta di Albus e la tiro
verso di
me, facendo in modo che la cravatta si stringa in torno al suo collo.
Avvicino
il suo viso al mio e gli sussurro con voce pericolosa: - Provaci
un'altra volta
ad avvertirmi di una cosa del genere con un messaggio vocale e vedi
cosa ti
succede, chiaro? -
Ormai paonazzo
la serpe acconsente con la testa ed io soddisfatta dal timore che gli
leggo
negli occhi, lo lascio andare.
Dopo averlo
lasciato,
divento rossa per l'imbarazzo, non ho mai fatto una cosa del genere.
Con passo
leggero mi dirigo verso i genitori di Lily, Harry è seduto
su una delle mille
sedie che costellano il corridoio, è piegato in avanti e
mentre guarda
intensamente per terra, tiene stretta tra le sue mani quella di sua
moglie.
Ginny mi sorride tristemente e sussurra: - Alice, finalmente sei
arrivata. - la
sua postura è rilassata, mentre i suoi occhi mi esprimono
tutto il dolore e la
tristezza che prova. Mi siedo vicino a lei e le pongo un bacio leggero
sulla
tempia, mentre lei mi afferra la mano. Appoggio la mia testa sulla sua
spalla
ed entrambe iniziamo a guardare la porta di fronte a noi.
Una porta bianca
che se non fosse per la maniglia si mimetizzerebbe con il corridoio.
Una
semplice porta ostacola il mio cammino per arrivare alla mia migliore
amica, ma
io non riesco ad andare oltre. Le mie gambe, la mia mente, tutto il mio
essere
mi blocca sulla seggiola. Troppo simile all'altra volta. Non riesco
muovermi, o
forse non voglio farlo.
Sì,
io Alice
Paciock, nonostante sia stata smistata dal cappello parlante nei
grifondoro, la
culla dei coraggiosi di cuore, non riesco a superare una porta per
vedere con i
miei stessi occhi le condizioni in cui versa la mia migliore amica. Ho
paura.
Rimango a
fissare la porta per non so quanto tempo finché non vengo
riscossa da dei
mormorii. Mi guardo attorno e vedo Albus e Scorpius parlottare a
qualche
seggiola di distanza. Senza farmi vedere mi metto a origliare la loro
conversazione, continuando a guardare la porta di fonte a me, senza
vederla
realmente.
- ... e come
pretendi di farlo? È una magia sconosciuta anche ai
medimaghi! - sussurra
velenoso Albus.
- Al, ci
dobbiamo provare! Lei sta morendo, lo capisci? - sbotta esasperato
Scorpius.
- Lei non sta
morendo, è troppo cocciuta per farlo. Presto si
sveglierà, vedrai. -
Sento nella voce
di Albus una nota di disperazione e gli lancio uno sguardo veloce. Per
la prima
volta in vita mia vedo sul viso di Albus puro e
semplice dolore. Un dolore lacerante. E in quel momento
vorrei andare di
corsa da lui, abbracciarlo forte, stringerlo al mio petto.
- Non si
risveglierà se non scoprono cos’ha! - ringhia
Scorpius mentre lo scuote -
Dobbiamo trovare un antidoto al più presto! –
- Va bene
cerchiamo questo maledetto antidoto, ma dimmi grande genio come
facciamo se non
sappiamo quale magia l'ha colpita? - sbotta acido Albus.
Scorpius si
gratta il mento pensieroso e dopo pochi secondi sbuffa rassegnato. Mi
alzo
dalla seggiola e mi pongo di fronte a loro, facendoli sobbalzare. Non
mi hanno
sentito arrivare.
- Avete i
sintomi della magia che ha colpito Lily, no? Basatevi su quelli.- dico
agitata.
Entrambe le
serpi mi guardano sbalorditi, poi con voce ironica Albus dice: - Stavi
origliando? -
Gli lancio
un’occhiata
apprensiva, poi mi rivolgo a Scorpius, che fra i due mi sembra il
più propenso
a trovare una soluzione.
- Potete
lavorare sui sintomi, finché non troveremo quale magia
oscura l'ha colpita. -
- Aspetta! Chi
ti ha chiesto aiuto? - interviene Albus.
Prima che io
possa replicare Scorpius gli tira uno scappellotto e con voce
mostruosamente
calma dice: - Lei almeno sta cercando di dare una soluzione al nostro
problema,
mentre tu non fai altro che comportati come un bambino. Quindi smettila
e
ascoltala!! -
Scorpius poi si
volta verso di me e con un cenno del capo m’invita a
continuare: - Mentre voi
iniziate a cercare una pozione o qualche libro che ci possa ricondurre
a questa
magia, io andrò al Ministero per parlare con gli auror e
vedere Isahaia, magari
riesco a trovare delle risposte... -.
- Tu cosa? -
esplodono
insieme Scorpius e Albus.
- È
l'unico modo
che abbiamo per scoprire cosa le ha lanciato. -
- Mi stai
prendendo in giro? Tu credi davvero che ti lasceranno vederlo? - mi
chiede
esasperato Albus.
Con sguardo duro
osservo entrambi e dico: - La mia migliore amica sta per morire, non
sono in
vena di scherzi. Se c'è una minima possibilità
per salvarla, io farò di tutto,
anche andare a parlare con il diavolo in persona! E lo farò
con o senza la
vostra approvazione. Inoltre dimenticate che anche io lavoro con gli
auror non
sarà molto difficile convincerli -
Un silenzio
tombale scese su di noi, finché Scorpius con un movimento
fluido si alza dalla
sedia e prendendomi per il polso dice: - Vai e torna solo quando avrai
una
risposta. Noi ti aspettiamo al nostro laboratorio. - Dopo uno sguardo
d’intesa
mi lascia andare. Faccio solo due passi verso l'uscita del reparto ma
vengo di
nuovo presa per il polso. Mi fermo e mi volto verso Albus che mi guarda
intensamente con i suoi occhi verdi, così simili ad uno
smeraldo. Ci osserviamo
in silenzio per qualche secondo, poi prima di lasciarmi mi sussurra
senza
guardarmi negli occhi: - Torna da me intera. -
Non ho il tempo
di rispondergli che lui si è già allontanato.
Rimango a guardarlo solo per un
istante, poi mi volto e mi avvio verso l'uscita, accompagnata solo dal
rumore
che producono i miei stivali sul pavimento.
Uscita dal
reparto di terapia intensiva mi guardo in torno e inizio a cercare la
sala dei
passaggi. Stanza chiamata così perché collega
tutti gli edifici importanti del
mondo magico fra loro. Dopo aver chiesto indicazioni a varie persone,
finalmente la trovo. Entro all'interno di una stanza rotonda vuota, se
non si
contano i vari camini sulla parete. Ognuno è diverso
dall'altro: c'è il camino
della Gringott, fatto di marmo bianco e custodito da due gargoyle di
pietra
grigia, c'è il camino di Hogwarts, su cui sono appesi i
quattro stemmi delle
quattro case, vi è il camino della Biblioteca Nazionale,
caratterizzata da un
colorino azzurrino sulla cui mensola sono appoggiati vari libri e una
candela
consumata, e così via.
Mi guardo in
giro finché non trovo un camino fatto di mattoni neri con le
rifiniture grigie
e sulla cui la canna fumaria si trova una grande
“M” d'orata del camino del
Ministero della magia. Senza attendere oltre prendo un po' di polvere
verde dal
contenitore posto sul camino e mi ci infilo dentro. Chiudo gli occhi e
la
lancio ai miei piedi. Sento una strana sensazione di calore che mi
avvolge e
poi uno strappo, riapro gli occhi e mi ritrovo nella grande sala
d'ingresso del
Ministero. Vedo una grande fiumana di gente muoversi verso la fontana
che
svetta davanti agli ascensori. M’immetto in questa folla e mi
faccio
trascinare. Dopo pochi minuti arrivo in uno degli ascensori e spingo il
bottone
per arrivare alla sezione auror. Mentre aspetto che arrivi il mio piano
guardo
in alto e vedo una gazzetta del profeta, l'afferro e quando apro la
prima
pagina mi si gela il sangue. Al centro della pagina svetta una foto
enorme di
Lily sorretta dal padre. Sopra a grandi lettere c'è scritto:
- Il prescelto
rischia di perdere la sua bambina? -. Scorro velocemente l'articolo e
rimango
inorridita, la danno già morta come se fosse una cosa
inevitabile. La trattano
come un oggetto, al centro dell'articolo c'è Harry e la sua
sfuriata in
ospedale. Com’è possibile che già tutto
il mondo magico sappia delle sue
condizioni?
Le porte si
aprono al mio piano, mi faccio largo tra le persone stipate
nell'ascensore ed
esco. Ancora sconvolta mi dirigo verso la sala, dove sono solito
riunirsi Lily
e i suoi compagni. Mentre passo, sento un vociare che mi accompagna,
sussurri
di pietà e parole di morte. Velocizzo il passo e mi fiondo
dentro la piccola stanza,
dove al centro svetta un tavolo basso attorniato da poltroncine e
divanetti. I
colori che dominano la stanza sono tenui, tendenti allo scuro. Sul
divano
addossato alla parete, scorgo la figura supina di Jack che tiene un
braccio
appoggiato sul viso a coprire gli occhi. - Johnny, ti ho già
detto di
andartene! Non voglio parlare con nessuno. - borbotta Jack quando sente
che mi
siedo nella poltrona vicino a lui.
- Non sono
Johnny. - dico tranquillamente.
Al suono della
mia voce si alza di scatto e mi guarda stralunato: - Alice! Cosa ci fai
qui? -
- Devo chiederti
un favore. -
Il ragazzo mi
guarda sospettoso, con quegli occhi color pece, così neri
che sembrano
avvolgerti per non lasciarti più. Quanto avrei voluto che
tra noi avesse
funzionato, ma come me lui non ha più potere sul suo cuore
perché gli è stato
rubato senza che lui potesse fare nulla.
- Jack, ho
bisogno che tu mi aiuti. - dico con voce leggermente disperata.
Il suo sguardo
si addolcisce e con voce comprensiva dice: - Tutto quello che vuoi,
Ali. -
- Voglio vedere
Isahaia. -
- Che? No,
assolutamente no! -
- Ma hai appena
detto tutto quello che voglio! - dico sorpresa e un po' ferita.
Lui mi guarda
stralunato come se di fronte a lui ci fosse una pazza. Bah, forse lo
sono...
- Questo no,
Alice! Questo non posso farlo! -
- Ma...ma...Ho
bisogno di vederlo -
- Alice, senti
io non posso... -
Non lo faccio
finire e borbotto: - Sì che puoi, Jack! Ti prego fammelo
vedere, ti chiedo solo
questo piccolo favore. Quanti te ne ho fatti io? -
Jack si alza dal
divano e inizia a camminare avanti e indietro per la stanza. Lo seguo
con
sguardo disperato e sussurro: - Ti prego... -.
A quelle due
parole si ferma come raggelato, poi si dirige alla porta, la spalanca e
borbotta:
-
Seguimi.-
Mi alzo a mia
volta e lo seguo con un sorriso in faccia, per tenere il suo passo devo
quasi
correre. Giriamo angoli, apriamo porte, scendiamo scale fino ad
arrivare a un
corridoio freddo rischiarato solo dalle torce appese alle pareti. Ci
fermiamo
davanti a due porte in fondo al corridoio, entrambe di legno con sopra
scritta
una strana incisione ormai illeggibile per via del tempo. Jack mi posa
una mano
sulla schiena e con la mano, libera m’indica la porta a
sinistra. Io mi avvio,
ma prima di entrare mi volgo verso di lui e incontro due occhi gelidi.
Gli
sorrido dolcemente, lo sto per ringraziare quando vedo arrivare Trudi.
Un'idea
mi balza in testa. Torno a guardare Jack, mi avvicino a lui e dico: -
Ti ringrazio
Jack. - Gli bacio l'angolo della bocca e prima di allontanarmi
sussurro: - Basta
fingere, Jack, è ora di aprire il tuo cuore. -
Mi scosto dal
mio amico, faccio un occhiolino a una Trudi decisamente arrabbiata e
entro
felice nella stanza indicatami.
Tradita.
Ecco come mi
sento, tradita.
Non ha senso,
perché io e lui non siamo niente, lui per me non
è altro se non un amico e
allora perché? Perché provo tanta rabbia, e una
voglia matta di prendere a
schiaffi quella bionda da strapazzo. Cammino dritta con le mani strette
in
pugni e il polso destro che mi prude. Sono arrabbiata così
arrabbiata che se mi
avesse incontrato Voldemort in persona si sarebbe spaventato e tirato
indietro.
Non posso
crederci, io credevo, credevo che lui fosse diverso che provasse
davvero
qualcosa di sincero e reale per me e invece niente, alla prima
occasione si è
tirato fuori.
Respiro a fondo
cercando di togliere le immagini: di Alice che lo bacia spudoratamente,
Alice che
sorride, Alice farmi l'occhiolino come per sfidarmi a fare qualcosa,
Alice,
Alice e sempre Alice. In fondo loro sono cresciuti insieme e tutti
pensavano
che fossero una coppia e forse anche loro ora lo pensano.
Accelero il
passo, devo andarmene da lì il più rapidamente
possibile, perché se non lo
faccio immediatamente rischio di esplodere, di piangere e di tremare e
questo
non succederà mai, non lo permetterò, non davanti
a lui.
Gli passo
accanto, lo vedo ancora confuso, allora ne approfitto e tiro dritto
sperando di
non attirare la sua attenzione ma ancora prima di poter tirare un
sospiro di
sollievo, Jack mi blocca dal polso. Mi giro di scatto e lo vedo
stringere il
mio polso con una muta domanda che faccio finta di non aver appreso,
provo a
scostarmi con più forza ma non ci riesco.
- Lasciami!
– dico
senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
Cerco di
dimenarmi ancora e ancora ma non c'è la faccio proprio la
sua stretta sembra di
acciaio.
- lasciami ti ho
detto - la rabbia m’invade da dentro e comincio a ribollire
come una pentola a
vapore sotto pressione.
Tiro fuori la
bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni della tuta auror e
gliela punto
alla gola.
- Lasciami -
ripeto per l'ennesima volta.
Lo sento
avvicinarsi di un passo e piano mi dice: - vuoi schiantarmi, Trudi o
vuoi
uccidermi con la tua bacchetta? - mi chiede con tono calmo.
Alzo lo sguardo
per
la prima volta e lo guardo dritto negli occhi.
- Nessuna delle
due, voglio che mi lasci la mano - lo guardo furente - Ora - aggiungo.
-
Perché sei
così arrabbiata? O meglio la cosa che ti fa rabbia
è che Alice mi abbia
baciato? - mi chiede a bruciapelo.
- Stai cambiando
argomento, lasciami -
- Ora sei tu che
hai cambiare argomento. Cos'è non vuoi rispondere? Ti ha
dato fastidio quel
bacio? - ribatte a tono avvicinandosi ancora di più a me
fino a quando sento la
presenza delle sue labbra a pochi centimetri da me. Mi costringo a non
guardargli le labbra. Non dovevo. La tentazione era troppa ma se lo
avessi
fatto, sarebbe stato ovvio che sono attratta da lui. Solo che io non
sono attratta
da lui! Non lo sono perché non ha senso.
Dopotutto sono
stata io a dirgli di no quando si è dichiarato a me, sono
stata io ad
allontanarlo mesi fa quando lui ha tentato di baciarmi. Allora
perché sono
arrabbiata per quel bacio? Non devo esserlo, lui non mi piace, lui...
Le sue
labbra sono davvero così lisce? Sono morbide e
così rosee, sembrano finte.
No non ci devo
pensare. Trudi concentrati! Ne sono sicura a me Jack non piace.
È
così bello con
quei capelli alla rinfusa che gli cadono sulla fronte.
Basta! Sono
sicura! È ovvio, lui non mi piace punto e accapo.
Che bel profumo
che ha, sa di muschio e more. Vorrei poter avvicinare per sentirlo
meglio.
Dio! Smettila di
fare così. Concentrati Trudi.
- Esattamente
che t’importa se mi ha dato fastidio o meno? - mi accingo a
rispondere perché
mi ero persa nuovamente nei miei pensieri interrompendo una
conversazione e
fissando il mio interlocutore per un periodo al quanto sospetto non che
lui
fosse da meno ovviamente.
Infatti, Jack
per tutto il mio tragitto mentale non mi ha tolto gli occhi di dosso.
Lui fa un
altro passo verso di me e poi mi bacia. La sorpresa mi blocca sul posto
ma pian
piano mi sciolgo e stranamente rispondo al bacio con trasporto, forse
un po'
troppo per una cui non piace il ragazzo che sta baciando. Che strana
sensazione! E come mangiare una di quelle caramelle fair che sanno di
dolce ma
anche di fuoco che ti fanno sentire bruciare ma al tempo stesso non
vuoi
abbandonare perché hai scoperto che proprio quello
è il tuo dolce preferito! A
proposito di dolci, ma oggi non c'è l'offerta alla
pasticceria per il dolce al
cioccolato? Sì, meno male che me ne sono ricordata
così ci faccio un salto.
Dolce, dolce le sue labbra sono una lussuria, così dolci! mi
fanno impazzire.
Magari gli chiedo che incantesimo usa per renderle cosi! Tanto non
c’è niente
di male. Ma stai zitta tu! Non farò mai una cosa del genere,
farei una
bruttissima figura. E poi sono così morbidi sembrano
zucchero filato. Uh, che
buono lo zucchero filato, l'ultima volta che l’ho mangiato
era due settimane fa
con Lily e... Aspetta … ma lei non mi aveva detto che me lo
avrebbe comprato
mercoledì scorso, convincendomi in cambio di pagare io
quella volta, e non me
l’ha ancora comprato. Ha fatto scivolare via la storia.
Appena si sveglia le
faccio una bella lavata di testa. Ma com'è che sto parlando
di Lily? E perché
sto baciando Jack?
“Oh ma
basta!
Chiudi il becco!” Esclama una voce dentro di me intimandomi
il massimo silenzio
e così spaventata da quella voce, spengo la mente e mi
abbandono a quello
strano bacio molto bello di cui sia chiaro a me, non me ne importa
niente, in
quanto Jack non mi piace.
Quel gioco
continua condotto un po' da me un po' da lui mentre sento le sue mani
dappertutto sul mio corpo e le mie mani (non so come ci siano arrivate)
sui
suoi capelli rendendoli molto arruffati.
Le sue labbra
sono
incollate sulle mie e le mie beh anch’esse sono sulle sue,
fino a quanto a un
certo punto ci stacchiamo per riprendere aria. Ma appena riprendiamo
aria,
torniamo a baciarci, come se non ci fosse un domani.
Richiudo la
porta alle mie spalle e osservo la stanza che sarebbe completamente al
buio se
non fosse per la luce che proviene dalla parete a destra. La stanza
è occupata
da un tavolo sbilenco appoggiato alla parete sinistra e delle strane
attrezzature occupano metà della stanza. Con pochi passi
raggiungo la parete
destra, dove si trova una grande specchio dal quale proviene la luce.
Guardo
attraverso e vedo una stanza simile a quella dove mi trovo io, solo che
è più
luminosa e all'interno si trova al centro un tavolo anch'esso malmesso,
una
seggiola se possibile messa peggio del tavolo e un uomo seduto su di
essa. Un
uomo massiccio, dai lineamenti duri, una barba folta e lunghi capelli
grigi. Ha
varie cicatrici sul volto, un sorriso ironico gli incurva le labbra e
le
palpebre sono abbassate, ma al di sotto si vedono le orbite muoversi
freneticamente. Indossa abiti puliti, il mantello è
ripiegato al suo fianco ed
è pettinato in modo impeccabile. Sarebbe un uomo qualunque
se non fosse per le
manette legate ai polsi e alle caviglie, agganciate con lunghe catene
al
tavolo.
Mentre lo
osservo il mio cervello si mette in funzione e inizia a cercare uno suo
punto
debole, analizzando il suo comportamento attraverso la descrizione che
Lily mi
aveva fatto di lui e il suo attuale atteggiamento.
- Sembra un tipo
senza scrupoli. -
A queste parole
mi volto di scatto e quasi svengo vedendo la persona che mi sta di
fronte.
- Non
può essere
vero... Tu non puoi... Lily? -
Una giovane
ragazza dai rossi capelli arruffati è seduta a gambe
incrociate sul tavolo, la
divisa scolastica le cade scomposta sul corpo con le calze strappate in
vari
punti. Mi sorride divertita accentuando così il piccolo
taglio sulla guancia
destra.
- Sì,
Ali. Sono
la tua migliore amica ricordi? -
- Tu... tu non
avrai più di 11 anni... Com'è possibile? - chiedo
sconvolta dandomi un
pizzicotto per essere sicura di non star sognando.
La ragazza
inizia a ridere divertita e mentre scende dal tavolo si asciuga una
lacrima
immaginaria.
- Beh anche tu
sei cambiata... Sei vecchia. - afferma.
- Ehi! Piano con
le parole - dico offesa, guardo un attimo il mio riflesso. Sono
mediamente
alta, ho lunghi capelli biondi, occhi castani, le forme al posto giusto
e ho un
viso a forma di cuore, fresco senza rughe...
Scuotendo la
testa mentre continuando a ridacchiare Lily giovane indica l'uomo
dall'altra
parte del vetro dicendo: - Allora sai come farlo parlare, mio grande
psicologo?
-
Guardando
Isahaia mi mordo il labbro inferiore e sussurro: - Non ne sono
sicura... -
Sento un forte
dolore alla spalla sinistra e guardo Lily che con un pugno alzato mi
minaccia:
- Non dire queste cose, miseria! L'Alice che conosco io, trova sempre
una
soluzione per i problemi che si torva davanti. Non dirmi che
invecchiando ti
sei rammollita! Ora guardalo attentamente e dimmi cosa vedi. Dimmi i
suoi punti
deboli. -
La guardo di
traverso, mi soffermo su quegli occhi color cioccolato caldo e ci
sprofondo
inevitabilmente. Però quando tocco il fondo trovo la forza
per superare le
barriere che mi circondano, le barriere di insicurezza che si erano
strette
intorno a me. Mi volto con determinazione verso l'uomo e dico: -
È egocentrico,
molto. Quando l'hanno interrogato molto probabilmente lo avranno
minacciato e
insultato, minando il suo orgoglio. Però queste cose con lui
non funzionano,
non servirebbe neanche adularlo. Bisogna dargli un avversario al suo
pari,
qualcuno che lo sfidi, che gli faccia fare un passo falso. -
Assentendo con
la testa e sorridendo orgogliosa Lily mi si avvicina: - Quel qualcuno
sei tu! -
- C-cosa? No,
oooooh no! Non mi è permesso. -
Alzando le
sopracciglia, incrociando le braccia sul petto e allontanandosi di un
passo mi
guarda esasperata: - Alice Paciock! Ora tu infrangerai qualsiasi
divieto ti abbiano
imposto e andrai di là! -
- Ma... -
- Niente ma!
Muovi il didietro, su! Didietro per di più che si trova
infilato in un paio di
pinocchietti orrendi. Lo sai vero che sono fuori moda dal 1900? -
Mi fa girare
verso la porta e inizia a spingermi.
-
Perché credi
che con me si aprirà? - chiedo ignorando il commento sui
miei vestiti mentre
cerco di fare resistenza.
-
Perché tu sei
Alice Paciock. -
A quelle parole
rimasi sconvolta per la loro semplicità che mi
colpì diritto nel cuore. Quelle
semplici parole mi diedero la spinta di afferrare la maniglia e con
essa quel
coraggio che il cappello parlante aveva visto in me. Apro la porta di
botto e
senza calcolare minimamente Trudi e Jack, mi dirigo verso la porta
affianco. Appena
afferrato la maniglia quando una mano mascolina si appoggia sulla
porta,
bloccandomi il passaggio.
- Cosa credi di
fare? - chiede pericolosamente calmo Jack.
Senza guardarlo
negli occhi, ma analizzando le venature della sua mano dico: - Parlare
con
Isahaia. -
- Alice... -
- Sexy il
ragazzo! - esclama Lily che per gli altri due è indivisibile.
- Credi di
riuscire a farlo parlare? – s’intromette Trudi.
Lily le si avvicina a un palmo
dal naso, lancia uno sguardo a Jack per poi tornare sulla ragazza e
rivolta a
me dice: - Questi due sono sicuramente amanti! Dai guarda lei ha le
gote rosse
e le labbra talmente piene per i baci ricevuti che impossibile
sbagliarsi! -
Io mi volto
verso Trudi e ignorando le parole di Lily, anche se dentro di me
esultavo, dico
con voce sicura: - Sì. -
Trudi mi guarda
per qualche secondo poi esclama un – Perfetto -, prende per
la manica Jack
ignorando le sue proteste e lo trascina nella stanza da cui sono appena
uscita.
Quando si
chiudono la porta alle spalle Lily dice: - In gamba la ragazza! -
Io mentre guardo
la mia mano sulla maniglia per qualche secondo.
- Respira -
sussurra Lily vedendo la mia espressione e avvicinandosi a me mi
stringe la
mano.
Faccio due
respiri profondi poi con fare sicuro entro nella stanza. Mi siedo di
fronte a
Isahaia e ignorandolo inizio a sfogliare un fascicolo che avevo
precedentemente
sottratto a Jack. Passano vari minuti durante i quali mi sento
osservata.
- Non hai accuse
o insulti da lanciarmi? - mi sento chiedere da una voce profonda e
pacata.
- No. - rispondo
mentre esamino una foto.
- Allora cosa
sei venuta a fare qui? -
- Sono qui per
parlare - dico chiudendo il fascicolo e guardandolo in faccia.
Lui sogghigna
tenendo
ancora gli occhi chiusi: - Ho capito sei qui per sapere che magia ho
utilizzato
contro quell'auror. -
- Esatto. - dico
tranquillamente.
-
Perché vuoi
saperlo? -
-
Perché voglio
salvare la mia amica e poi è l'unica cosa davvero
interessante sul tuo conto. -
A quelle parole
Isahaia apre di scatto gli occhi e rimasi sconvolta. I suoi occhi erano
talmente azzurri da sembrare bianchi, tanto quasi da confondersi con le
iridi.
- Inquietante -
mi sussurra Lily al mio orecchio per poi spostarsi verso il prigioniero
per
osservarlo meglio. – forse se più giovane
… - aggiunge pensierosa fissandolo con
uno sguardo critico - chissà magari era un po’
meno sfigato! Che ne dici tu?-
chiede rivolgendosi a me come se stessimo discutendo della nuova
scoperta che
cambierà il mondo.
- L'unica. Cosa.
Interessante? - scandisce Isahaia.
- Oh-oh, punto
nel vivo. - ridacchia Lily al suo fianco.
- Hai sentito
perfettamente. È l'unica cosa interessante riguardante il
tuo conto, vedi mi è
bastato analizzare il tuo comportamento e leggere il tuo fascicolo per
capire
che tipo sei. - dico lanciandogli il fascicolo che avevo in mano.
- brava! Vai
così! – esulta Lily scagliando un pugno per aria.
Alzo gli occhi al cielo.
Isahaia guarda
per qualche secondo il fascicolo poi divertito dice: - Impossibile! -
Mi chino verso
con lui, e con fare cospiratorio sussurro: - Scommettiamo? -
Stringendo la
mascella mi guarda in cagnesco, Lily al suo fianco iniziò a
ridere
sguaiatamente: - Ahah, lo stai facendo incavolare! Vai così
Ali!! Solo tu sai
incavolare le persone in questo modo -
Sorridendo sotto
i baffi dico: - Sei un uomo egocentrico e prepotente, ti piace l'idea
di avere
tutto il potere concentrato nelle tue mani, anche se condanni le
tirannidi tu
stai cercando di crearne una. Stai cercando di mostrare di essere il
migliore
forse perché da piccolo tuo padre, o un tuo famigliare ti
diceva che non eri
nessuno.. -
- Tu non sai
nulla di me! - sbotta Isahaia.
- Oh, invece io
posso sapere tutto. Il tuo corpo è molto rivelatore, come
per esempio quello
spasmo che hai avuto all'indice destro quando ho parlato di tuo padre.
Ti picchiava,
vero? Mentre tua madre stava lì a guardare impotente,
perché veniva picchiata
più forte se cercava di fermarlo, no? Molto probabilmente
lui è stato la tua
prima vittima, mentre la tua mammina l'avrai messa al sicuro. -
- Non osare
parlare di mia madre! -
Ignorando lui e
Lily che stava facendo delle boccacce a Isahaia continuo dicendo: - Sei
un uomo
intelligente, sei un auto didatta. Tutto quello che sai lo hai imparato
da
solo. Tu vuoi distruggere questo mondo corrotto, attacchi gli
stanziamenti auror
perché loro non ti hanno salvato te e tua madre dai
maltrattamenti, nonostante
più volte siate scappati e abbiate chiesto aiuto. Loro vi
rimandavano indietro
e le punizioni per questa disobbedienza erano le più dure,
vero? Era tua madre
che le riceveva mentre tu eri costretto a guardare se non a
partecipare.
Attacchi la politica perché è lei che permette
tutto ciò. -
- Questo
è un
mondo corrotto ed io porterò nuova luce. Non
permetterò che qualcuno subisca
quello che ho subito io! - mi urla in faccia Isahaia.
Lily che fino a
quello momento era stata a fare linguacce si blocca, mi guarda
divertita, sale
sul tavolo e si avvicina a me - Trova la crepa. -
Rimango in
silenzio per vari minuti, continuando ad osservare Isahaia, metto
insieme tutti
i pezzi del puzzle finché non trovo il suo punto debole, la
sua crepa. Sorrido
sorniona e dico: -Tua madre è ancora viva, vero? E sono
sicura che si trova in
un ospedale psichiatrico e con lei si trova la risposta al mio
problema... -
Non ho il tempo
di finire la frase che Isahaia emette un ruggito rabbioso, sbatte
entrambe le
mani sul tavolo e fa cadere la sedia. Si avvicina pericolosamente
vicino a me e
dice: - Lascia fuori mia madre da tutto questo. -
Sento dei rumori
fuori dalla porta, silenziosamente la blocco in modo tale che nessuno
possa
intromettersi e con voce calma, anche se dentro me stessa sto per
morire dalla
paura, dico: -L'hai fatta entrare tu in questo gioco quando hai ferito
la mia
amica. - Mi alzo a mia volta e mi avvicino al suo viso di qualche
spanna: - Come
ho già detto tutto quello che sai lo hai imparato da solo,
scommetto quindi che
tu abbia tenuto un diario o dei libri su cui hai scritto tutte le magie
e
pozioni che ti sarebbero servite. Orami le sai tutte a memoria e allora
hai
dato i libri a tua madre perché è l'unica persona
di cui ti fidi realmente. Io
la troverò e con lei quei libri, te lo giuro! -
Isahaia ghigna
divertito e prima che io possa fare qualcosa mi afferra per la parte
dietro del
collo e avvicina al mio viso al suo, i nostri nasi si sfiorano.
- Sei un ottimo
avversario. - mi sussurra
Sento un gran
fracasso, ma non riesco a liberarmi dalla sua stretta ne dal suo
sguardo
penetrante. Qualcuno ci afferra e ci stacca, mi volto e mi ritrovo a
due
centimetri dal viso di Albus. Un viso magnifico, senza imperfezioni,
mascella
squadrata solcata da una leggera barba nera come i capelli, due occhi
verde
smeraldo nascosti da un paio di occhiali decisamente fuori moda, ma che
lo
rendono tremendamente sexy.
- Manca solo che
inizi a sbavare! - mi riscuoto dalla mia contemplazione e mi volto
verso Lily
che mi guarda divertita. Sposta lo sguardo da me e Albus a Jack e Trudi
che
tengono saldamente Isahaia,
attorniato
da altri dieci auror: - Non so chi di voi è più
ottuso … - borbotta Lily nella
mia direzione.
Mi
sento strattonata e torno a guardare Albus che cerca
di trascinarmi fuori dalla stanza. Siamo appena uscita dalla porta
quando
sentiamo un urlo: - Alice Paciock! -
Mi
congelo sul posto e odo
distintamente dei rumori di
colluttazione finché non sento di nuovo la voce di Isahaia
urlare: - Alice
Paciock! Non mi dimenticherò mai di te! Quando
uscirò da qui ti troverò!! -
Queste parole furono seguite da una risata disumana. Albus nero in
volto mi
trascina per il dedalo dei corridoi mentre io sembro in tranche. Dopo
poco
arriviamo in una sala rotonda, dove sono riuniti vari auror tra cui
Harry
Potter e stranamente al suo fianco Draco Malfoy. Albus mi fa sedere al
fianco
di quest'ultimo che mi guarda ironico, anche se vedo brillare una
piccola
fiammella di ammirazione. Tutti parlano fra loro mentre io sono ancora
sotto
shock, al mio fianco Albus discute con Draco e Harry, però
sento la presenza di
Lily giovane dietro di me che, ne sono sicura, si sta divertendo come
una
scema. Tutti si zittiscono quando Trudi e Jack arrivano e prendono
posto poco
distante da me. Sorrido fra me notando che le labbra di Trudi sono
ancora
sospettosamente gonfie. Troppi baci?
- Allora -
inizia Harry - grazie ad Alice ora sappiamo molto di più sul
conto di Isahaia.
- A quelle parole tutti si girano verso di me come se avessi sul capo
un enorme
segnale luminoso ad indicarmi.
-
Però ora
dobbiamo scoprire, dove si trova la madre di Isahaia... - borbotta Ron.
- Non
sarà così
facile, Weasley - interviene Draco - sapete quanti ospedali, cliniche e
centri
psichiatrici ci sono in Inghilterra? Per non parlare in tutto il mondo?
Chi vi
dice che l'abbia fatta ricoverare qui? Se poi l'abbia fatta internare
veramente...-
Un silenzio
pesante calò dopo queste parole finché la mia
bocca decise di parlare senza il
mio permesso: - In realtà un modo per restringere il campo
ci sarebbe... - Per
la seconda volta tutti si girarono verso di me, Harry mi guarda
incoraggiante
mentre Draco con stizza come se non credesse alle mie parole. Prendo un
respiro
profondo e sento che qualcuno mi stringe forte la mano da sotto il
tavolo per
darmi forza, Albus. Un piccolo sorriso m’incurva le labbra: -
Isahaia avrà
fatto in modo di tenere la madre vicino a sé quindi non si
trova all'estero, ma
qui in Inghilterra. Evitate le grandi metropoli e ospedali o cliniche
famose
perché sicuramente non l'avrà portata
lì. Quindi io indirizzerei le ricerche a
centri clinici e ospizi specializzati. Ah, poi il cognome di Isahaia
è falso,
non il nome però. - Finito di parlare mi sento la faccia in
fiamme per
l'imbarazzo di essere stata al centro dell'attenzione, e per aver
parlato per
così tanto tempo davanti a così tante persone. Ci
fu un minuto di silenzio, poi
Harry si riscosse e disse: - Beh, Alice ti ringraziamo di questo
suggerimento è
invito tutti a mettersi al lavoro. -
Io sono una
delle prime ad alzarmi e uscire, devo assolutamente tornare in
ospedale. Devo
rivedere Lily.
Mi sto dirigendo
verso i camini per raggiungere l'ospedale quando mi sento strattonare.
Non ho
il tempo di reagire e vengo portata dentro una stanza semi buia. Vengo
sbattuta
senza tante cerimonie alla parete, due mani si trovano ai lati del mio
viso per
bloccarmi il passaggio e due occhi verdi smeraldo mi inchiodano alla
parete.
Uno sguardo così simile a quello della sorella, ma allo
stesso tempo così
diverso. Senza preavviso s’impossessa delle mie labbra. Un
bacio divoratore che
mi fa bruciare le labbra, che mi fa sentire più viva e
forte. M’inarco verso di
lui, aggancio le mie dita ai suoi capelli neri come la notte e conficco
le mie
unghie nella sua pelle delicata. Albus mi fa aderire al suo corpo con
il
braccio destro mentre con il sinistro si sorregge alla parete, ma non
smette un
secondo di baciarmi. Esplora, accarezza, ferisce, lenisce,
dà e toglie come fa
un padrone con la sua schiava. Non mi è mai piaciuto essere
dominata.
Ribalto le
posizioni e dopo aver ripreso un po' di aria mi fiondo sulle sue labbra
e lo
marchio come mia proprietà. Le nostre lingue si scontrano,
s’incatenano e si allontanano
per poi tornare a cercarsi.
Dopo poco ci
stacchiamo per riprendere fiato, Albus mi accarezza i lunghi capelli
lisci
biondi che mi ricadono scomposti. Con sguardo serio sussurra: - Tesoro,
potresti evitare di farti uccidere? Ci siamo sposati solo da due giorni
e tu ti
fai come nemico giurato il peggior terrorista mai visto su questa
terra. -
Sorridendo
imbarazzata gli accarezzo la guancia e dico: - Ci credi se ti dico che
non l'ho
fatto apposta? -
Comprendo la mia
mano con la sua mi sorride e dice: - Lo so, amore, ma questo non vuol
dire che
tu non mi abbia fatto perdere 10 anni di vita quando ho saputo che
stavi
interrogando Isahaia. -
- Mi spiace... -
Scuotendo la
testa esasperato, Albus mi prende la mano e mi porta fino al camino per
smaterializzarmi. Ci guardiamo ancora per qualche secondo poi ci
lasciamo le
mani.
- Devo andare...
- sussurro. – lo sai non possiamo farci vedere insieme! -
Assente con la
testa, mentre io m’infilo nel camino senza staccare i miei
occhi dai suoi
finché non sento uno strappo alla base dell'ombelico.
Mi trovo di
nuovo davanti a quella maledetta porta. La bocca del mio stomaco
è chiusa in
una morsa ferrea, le gambe mi tremano e la mia testa è
pesante come un macigno.
Non c'è la faccio... Non potrei sopportare di nuovo una
perdita del genere, non
voglio che succeda come l'ultima volta...
- Non puoi
vivere nel passato, Ali. -
Non ho bisogno
di voltarmi per capire chi è stato ha parlare. In fondo lei
c'è sempre stata
quando avevo bisogno e anche se è in coma, lei
c'è. Sempre.
- Lily tu non
capisci... -
- Sì
che
capisco. Tu hai paura che si ripeta quello che è successo
con tua madre. -
La mia paura
aumenta. Lily si avvicina al mio fianco e guarda insieme a me la porta.
- Quella volta
non fu colpa tua Alice. Tua madre morì per
un’orrenda malattia senza cura, ma
questa volta hai fatto quello che era in tuo potere per salvare la vita
alla
tua amica. -
Mi preme la mano
destra sulla base della schiena e mi spinge verso la porta.
Chissà cosa direbbe
se sapesse che è lei l’amica?
- È
ora che
superi le tue paure. Su muoviti! Chiunque sia al di là della
porta sarà fiera
di te. -
Appoggio la mano
sulla maniglia, la apro, mi volto verso Lily, entro nella stanza e
mentre la
porta si chiude la vedo scomparire.
Una stanza
completamente
bianca mi avvolge, l'unica cosa che spicca sono i suoi capelli rossi,
come al
solito disordinati e sparsi nel cuscino. Mi avvicino e mi siedo nella
sedia
posta al suo fianco. La osservo per vari minuti in silenzio poi senza
un motivo
apparente mi metto a ridere e inizio a raccontarle tutto quello che mi
è
successo in quel giorno. Tutto, dall'inizio fino alla fine. Gli
racconto del
ceffone ad Albus, dei probabili baci che si sono scambiati Jack e
Trudi, del
fatto che ho discusso con una lei più giovane, che ho
interrogato Isahaia e
alla fine della paura che provo in questo momento, la paura di
perderla.
Dopo vari
tentennamenti prendo la lettera che mi si era smaterializzata questa
mattina
dalla tasca della mia camicia. La sfioro con le punta delle dita, poi
con gesti
veloci la apro e inizio a leggerla ad alta voce:
"Cara
Alice,
Scommetto
che per aprire questa lettera ti ci sarà voluto
un bel po'. Sei proprio una scema, ma è per questo, che ti
voglio tanto bene.
Sei
la migliore amica che tutti desiderano sei buona,
generosa, folle per certi versi e tanto coraggiosa. Non nel senso che
tutti
connotano a questa parola, ovvero non avere paura di nulla ed essere
arroganti
davanti ad ogni evento. Anzi tu hai paura e non sei assolutamente
arrogante, ma
hai quel coraggio che ti sprona a superare qualsiasi tua paura e non
arrenderti
mai.
Sei
unica Alice e non te lo dico solo perché sei la mia
migliore amica, ma perché ci credo e voglio che tu ci creda
fin dal profondo.
Vorrei che tutti lo notassero, ma già la persona che per te
è la più importante
l'ha notato, vero? Mi dispiace di non essere vissuta abbastanza per
vedere
realizzato il tuo sogno d'amore, ma ti prometto che veglierò
sempre su di te.
Sempre.
Con
tanto affetto,
Lily."
Leggo e rileggo
la lettera, cerco di comprendere di accettare il fatto che tu creda di
non
poter superare questo ennesimo ostacolo che la vita ti ha posto
davanti. Le
lacrime mi scendono copiose sul volto. Non riesco a fermarle.
- Tu non ti
arrenderai. Non ti permetterò di abbandonarmi, tu sei una
guerriera Lily. Tu
sei la mia guerriera e ora combatterai con me! Su forza Lily, non
arrenderti.
Combatti! -
Le stringo la
mano, piango silenziosamente, ma mentre piango un sorriso di speranza
mi
incurva le labbra.
Combatti con me,
amica mia!
NDDA: ovvero
Note Di Due Autrici,
Allora
per prima cosa vi chiediamo umilmente scusa per aver tardato circa un
mese,
purtroppo sono susseguiti vari problemi. come vi è sembrato
il capitolo? di
sicuro molte cose si sono chiarite! e molte coppie sono venute alla
luce:
Trudi/Jack e Alice/Albus. che ne dite di queste due fantastiche coppie?
aspettiamo i vostri commenti e le vostre recensioni che ogni volta ci
fanno
morire dal ridere! Ringraziamo come sempre chi recensisce, chi segue,
chi ricorda,
chi preferisce e anche chi legge in silenzio. speriamo che il capitolo
vi
piaccia e alla prossima. tanti baci! Rosa di vetro
e LilyRoseWhesley. Ps: che ne dite della
copertina?
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