Into The Wild

di Bomboletta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Santana ***
Capitolo 2: *** La base ***
Capitolo 3: *** La foresta ***
Capitolo 4: *** Scienziati ***
Capitolo 5: *** Pericolo ***
Capitolo 6: *** Holliday ***
Capitolo 7: *** Ormoni ***
Capitolo 8: *** Party! ***
Capitolo 9: *** Chiarimenti ***
Capitolo 10: *** Notte ***
Capitolo 11: *** Tempesta ***
Capitolo 12: *** Sospetti ***
Capitolo 13: *** Ferite ***
Capitolo 14: *** Confronto ***
Capitolo 15: *** Acqua ***
Capitolo 16: *** La verita' ***
Capitolo 17: *** Scelte ***
Capitolo 18: *** Biscotti ***
Capitolo 19: *** Ranger ***
Capitolo 20: *** Commenti inappropriati ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo - Santana ***




Erano da poco passate le dieci del mattino, quando la giovane Brittany aveva finalmente toccato la terra ferma.


Era stata una lunga navigazione la su
a, durata due notti e tre giorni, a poche centinaia di metri dalla costa di quello sconfinato paese, e finalmente la nave sulla quale viaggiava aveva raggiunto la foce del fiume. Scese sul molo, dall'aria mal ridotta e poco stabile, seguita da un uomo che reggeva senza fatica il suo borsone.


Respirò a pieni polmoni e si guardò intorno: il sole era alto in cielo, e picchiava forte, illuminando con la sua luce una distesa infinita di alberi, immensamente alti, che si estendevano a vista d'occhio fino all'orizzonte, v
erdi e rigogliosi. Quella che doveva essere la foce del fiume (non ne era così sicura, non riusciva nemmeno a vedere l'altra sponda) era un via vai di imbarcazioni di tutte le dimensioni, vi si potevano osservare grosse navi turistiche, bianche ed eleganti, piccoli mercantili dall'aria più modesta, e persino minute imbarcazioni a remi, che sembravano ricavate direttamente dagli alberi, manovrate dagli uomini del posto. L'uomo di fianco a lei la distrasse da quel panorama: 



"Bene signorina, questa è la sua fermata" disse in un inglese molto marcato "Questa è la foce del Rio,come avrà capito" indicò l'immensa distesa d'acqua. 



"E' immenso..." si limitò a dire. 



"Il mio lavoro finisce qui,questo è il suo borsone" continuò depositandolo vicino a lei "Tra qualche minuto verranno a prenderla,sono stato avvisato qualche minuto fa" 



"Aspetterò qui,allora" annuì la ragazza. 



"Bene,buona fortuna per tutto signorina Pierce,e ancora benvenuta" sorrise impacciato tendendole la mano. 



"Grazie Juan" lei ricambiò il sorriso,e strinse la sua manona sudata,per poi osservarlo voltarsi e allontanarsi a passi svelti. 

Adesso era sola,in attesa di non sapeva bene chi. Sedette sul molo con i piedi a penzoloni e attese,riempendosi gli occhi di quell'immensità. Non era certa di avere bisogno di fortuna...bravura forse,intelligenza,perspicacia,e tanta,tantissima attenzione. Si era laureata con il massimo dei voti,alla sua facoltà,pochi mesi prima. Amava il regno animale in tutte le sue sfaccettature,o quasi (gli insetti,proprio,non riusciva a digerirli) e finalmente,completato il suo percorso di studi in zoologia,aveva la sua prima occasione di scendere in campo. In realtà non era arrivata lì per caso: suo padre l'aveva messa in contatto con un importante professore di Yale,il quale,a sua volta,l'aveva spinta a iscriversi a quel concorso.

Sembrava infatti,che un importante zoologo,avesse bisogno di un'assistente in campo. Si occupava di uno studio nel mezzo della F
oresta Amazzonica,lontano da città o villaggi,e pareva che il progetto fosse in atto già da tre anni. A Brittany era subito parsa una grande occasione per vedere finalmente dal vivo tutte le specie che aveva sempre e solo studiato sui suoi libri,così aveva colto la palla al balzo e si era decisa a provarci. Grazie alle sue capacità,aveva prevalso sugli altri e il posto di assistente/tirocinante era suo. Avrebbe trascorso un anno in Amazzonia,lontana da tutto e da tutti. Si sentiva felice. 



"Brittany Pierce?" una voce la ridestò da quei pensieri. Abbassò lo sguardo e si accorse che a pochi metri dai suoi piedi,una ragazza alla guida di un motoscafo si avvicinava. 



"Si, sono io" annuì. La giovane accostò l'imbarcazione al molo. 



"Dammi la tua borsa" le ordinò. Brittany afferrò il suo borsone,e lo passò con fatica all'altra,che per poco non cadde in acqua sbilanciata da tutto quel peso "Accidenti!" brontolò. 



"Mi dispiace"  



"Sappi che non avrai bisogno di almeno la metà di ciò che ti sei portata" asserì seria "E adesso salta su!"comandò. Brittany sedette sul molo e si spinse giù con le braccia,atterrando sul motoscafo,di fronte alla ragazza. 



"Ciao" le disse. 



"Ciao Brittany, io sono Quinn Fabray" le strinse la mano. 



"Piacere Quinn,io sono...beh,lo sai già..." alzò le spalle. 



"Ti conviene metterti comoda,la strada è lunga" 



"Quanto lunga?" 



"Poco più di tre ore" 



"Oh cielo..." 



"Tranquilla,non le sentirai nemmeno" sorrise affabile,indicandole dove sedersi "Ma ti conviene tenerti forte" la avvertì. 



"Perché?" la risposta che aspettava non arrivò.


Quinn mise in moto e per poco Brittany non cadde giù,mentre l'imbarcazione schizzava a folle velocità sull'acqua. La bionda si aggrappò a una corda legata al bordo della barca,cercando invano di tenere il sedere incollato a quella specie di sedile. Non era per niente facile,andavano così veloci che il motoscafo si sollevava dall'acqua a ritmi regolari.


Osservò la ragazza al timone: era molto giovane,forse qualche anno in più di lei.


I suoi capelli erano biondi,baciati dal sole,corti e molto spettinati. due occhioni verdi che esibivano un'espressione concentrata,mentre si mordeva le labbra rosee e guidava con attenzione. La sua pelle era abbronzata e il fisico atletico. I
ndossava una t-shirt nera,aderente e pensanti pantaloni marroni,larghi sulle gambe,che coprivano parzialmente grossi scarponi neri.


Era molto bella.


All'improvviso la velocità del mezzo diminuì bruscamente.
 


"Siamo già arrivate?" chiese. Possibile che l'avesse fissata per tre ore? Quinn rise divertita. 



"No...non percorreremo il Rio,ma uno dei suoi affluenti,che ci condurrà alla nostra base in mezzo alla foresta" spiegò mentre imboccavano la foce di un fiume molto più piccolo alla loro sinistra. Adesso tutt'attorno a loro era molto più silenzioso. Persino il motore della barca emetteva solo un lieve borbottio.


Guardandosi attorno Brittany si accorse subito che quel luogo traboccava di vita: due grossi pappagalli dai colori sgargianti si nutrivano su un albero sopra le loro teste,chiaccherando rumorosamente tra un boccone e l'altro; sulla sponda opposta un gruppo di piccole scimmie saltava velocemente da un albero all'altro,urlando a tutti la loro presenza. E ovunque si girasse c'era qualcosa,uno stormo di uccelli,un insetto dai colori vivaci. Vide persino un caimano mimetizzato e immobile tra le radici di una mangrovia. Era estasiata,e si accorse troppo tardi di star sorridendo da sola.
 



"Bello,eh?" chiese Quinn. 



"E' incredibile..." annuì. 



"E' solo l'inizio,vedrai...la maggior parte degli animali nascondono la loro presenza agli esseri umani...bisogna saperli cercare..." 



"Lo credo bene...anche tu sei una zoologa?" chiese Brittany. 



"No,io mi occupo prevalentemente del laboratorio,sono una biologa....sai,analisi del sangue e una serie di altre cose...ma non abbiamo un veterinario specializzato,così faccio anche quello...io e Santana abbiamo imparato qualche nozione e..." 



"Chi è Santana?" Quinn inarcò un sopracciglio. 



"L'unica zoologa alla base...nonchè tuo capo" 



"E' una donna?" domandò. 



"Pensi che Santana sia un nome da uomo? Certo che è una donna! E che donna!" rise. 



"Scusa,è che nessuno me lo ha detto" cercò di giustificarsi. 



"Beh,adesso lo sai..." tagliò corto Quinn. 



"E com'è questa base? Sarà grande se c'è anche un laboratorio..." 



"Si,è molto grande..." la biologa iniziò a raccontare "Si articola su tre piani...al primo piano c'è il laboratorio di analisi,uno stabulario,i computer e tutte le attrezzature tecnologiche utili nella ricerca...al secondo piano c'è la cucina,il soggiorno e un po’ di spazio per quel poco tempo libero che abbiamo..e al terzo ci sono le camere da letto...ma è una base molto particolare,lo vedrai quando arriviamo...vengono a portarci le provviste dai villaggi vicini una volta alla settimana,ma a parte questo siamo nel bel mezzo della foresta,lontani da tutto a da tutti...tra ricercatori e collaboratori siamo una decina di persone,ma non voglio anticiparti tutto,vedrai con i tuoi occhi!" sorrise. 



"Da quanto lavori qui?" chiese nuovamente Brittany. 



"Da quando il progetto è iniziato,tre anni circa..." 



"Non ti manca casa tua?" 



"Non proprio...abbiamo un telefono satellitare e chiamo i miei genitori quando posso,ma nella mia città non ho lasciato altri affetti...e l'Amazzonia inizia ad avere il profumo di casa dopo tanto tempo..." 



Il fiume si era ridimensionato notevolmente. Adesso navigavano in un corso d'acqua largo cinque o sei metri,profondo forse due,ed erano circondati dalla più fitta vegetazione. 


"E com'è questa Santana? Dimmi di lei..." le piaceva parlare con Quinn,ed era davvero curiosa. 



"Beh,Santana è...è Santana!" 



"Adesso si che è tutto chiaro..." brontolò la biondina,facendo ridere l'altra. 



"Non è facile raccontarti Santana in poche parole...serve un libro a sé...è una delle persone più determinate che io conosca,ama il suo lavoro ed è talmente in simbiosi con la natura da far quasi paura...è testarda da morire,motivo per il quale litighiamo spesso quando si parla di lavoro...ma lei è fatta così,e tutti lo sanno alla base...ed è molto,molto spericolata...ma in maniera composta...in tre anni ci siamo trovati faccia a faccia con la morte decine di volte,ma nessuno di noi si è mai fatto davvero male...a parte lei ovviamente...sa farsi rispettare da tutti, e posso affermare con certezza che sia una delle persone più brillanti che io abbia mai conosciuto..." 



"Sembra tu abbia appena descritto una persona incredibile..." constatò Brittany. 



"Lo è...ma non solo in senso positivo..." 



"Interessante..." 



"Siamo arrivate" annunciò Quinn proprio nel momento in cui la prua del motoscafo sfiorava la sponda sinistra del torrente.


Davvero erano passate tre ore?


Le erano sembrati appena cinque minuti.
 


"Sul serio?" chiese. 



"Si,prendi il tuo borsone e seguimi,ma stai attenta a dove metti i piedi,ci sono non pochi animali velenosi da queste parti..." la avvertì.  


Brittany la seguì. 



Si sentì meglio quando avvertì il terreno solido sotto i suoi piedi.


Non amava andare in barca,tutto quell'ondeggiare,seguendo il moto delle correnti,le scombussolava lo stomaco.


Seguì Quinn,che si inoltrava spedita in mezzo al verde,e fece fatica a mantenere il suo passo,attenta com'era a ispezionare ogni millimetro quadrato in cerca di eventuali pericoli da evitare. Camminarono forse per tre minuti,in silenzio,e dal fitto della vegetazione emerse una grande radura.


 Brittany boccheggiò esterrefatta dinnanzi a quello spettacolo: due alberi immensi si ergevano imponenti dinnanzi a lei,alti trenta,forse quaranta metri,e i loro rami ricchi di foglie verdi,si sfioravano in alto. Al centro si trovava la base di ricerca,e Quinn aveva ragione,non era come sel'aspettava.


Era sopraelevata,ad almeno una decina di metri dal suolo,ed era interamente costruita in legno massiccio,dello stesso colore degli alberi. Vi si accedeva tramite una scala,anch'essa dello stesso materiale,e come la giovane biologa le aveva anticipato,era articolata su tre piani. Brittany si chiedeva come fosse possibile costruire una struttura così immensa senza utilizzare cemento o materiali più adatti alla costruzione,ma la trovò comunque bellissima.


Sembrava parte della foresta,una sorta di miracolo della natura.
 

 

"Wow" sussurrò. 

 

"Benvenuta alla base" sorrise Quinn. 

 

"Grazie" rispose dolce lei "Ma non c'è nessuno?" domandò guardandosi intorno "Dov'è questa Santana?" 



"Shhh!" la sua compagna le intimò in un gesto eloquente di fare silenzio,e Brittany si accorte che scrutava la vegetazione. 



"Che succede?" sussurrò spaventata. 



"Eccola lì" Quinn indicò col dito un punto in alto,mantenendo un tono di voce molto basso. 



"Eccola lì cosa?" 



"Santana" disse con fare ovvio.


La giovane osservò il punto indicato dall'altra,e sgranò gli occhi. Su un robusto ramo,ad almeno quindici metri d'altezza,c'era una ragazza dai lunghi capelli neri,stesa a pancia in giù,con un blocco di appunti tra le mani.


Osservava un tucano,che si puliva le penne ignaro sullo stesso ramo,a qualche metro da lei.


Era letteralmente sospesa nel vuoto,ma scriveva tranquilla come se stesse su una scrivania.
 



"Oh mio Dio...come ci è finita lassù? E...e come farà a scendere?" non riusciva a smettere di fissarla,nonostante la paura di vederla cadere giù da un momento all'altro. 



"Non temere...cerca solo di non fare rumore...se quel tucano vola via per colpa nostra potrai scordarti una buona accoglienza" bisbigliò Quinn. 



"Cosa sta facendo?" 



"Censimento dell'avifauna...prende qualche appunto su colori,dimensioni e segni particolari...poi scatta una foto,e aggiunge i dati al nostro archivio..." spiegò la biologa. 



Stetterò lì immobili,col naso all'insù,a osservare la scena.


La giovane donna,sospesa,afferrò la grossa macchina fotografica che le pendeva al collo,la accese,mise a fuoco e scattò una foto all'uccello,che sorpreso dal suono dello scatto,emise un verso e spalancò le ali,per poi volare via e appoggiarsi qualche ramo più in là. Lei sorrise,soddisfatta del suo lavoro e si tirò a sedere sul ramo,con le gambe penzoloni da quell'altezza infinita.


Si spinse all'indietro con le mani,facendo scivolare il sedere lungo il legno,fino a quando la sua schiena non toccò il tronco dell'albero. A quel punto allungò il braccio fino ad afferrare una grossa liana che pendeva lungo l'albero.


La usò per tirarsi su e si voltò.


Poi vi si aggrappò saldamente,e piantò i piedi sul tronco,utilizzando la liana come una corda naturale,per scendere da quella vertiginosa altezza. In pochi secondi,con poche mosse atletiche,si era liberata da una posizione,che forse per Brittany sarebbe stata letale. Si voltò verso di loro e le osservò.
 

"Non vi ho sentite arrivare" disse. 

"Se quell'uccellaccio fosse volato via sarei dovuta scappare,e non ne avevo voglia...siamo state silenziose" alzò le spalle Quinn. La giovane rise,mostrando una dentatura bianca e perfetta. 

 

"Tu devi essere Brittany Pierce" disse seria,voltandosi poi verso la nuova arrivata. 



"Si,sono io" annuì Brittany. 



"Io sono la Dottoressa Lopez" le tese la mano che la bionda strinse. 



"Molto piacere" la osservò.


Era un po’ più bassa di lei,e se Quinn era bella,lei lo era molto di più.


I suoi capelli erano neri come la notte,così come i suoi occhi,luminosi,che la scrutavano attenti. Le labbra erano rosse e piene,la carnagione scura e il fisico scolpito. Indossava un paio di larghi pantaloni mimetici,pieni di tasche,una camicia dello stesso colore,aperta sul petto,che lasciava intravedere un seno abbondante,con le maniche arrotolate sulle braccia. Scarpe da trekking marroni,adatte a lunghi percorsi o ad arrampicarsi.


A Brittany sembrò una versione moderna di Pocahontas.
 

 

"Pare che tu sia la mia nuova assistente" le disse scrutandola dalla testa ai piedi,minuziosamente. 



"Sono fiera di poter far parte di questo progetto,Dottoressa Lopez,so che ho tanto da imparare ma farò del mio meglio e..." 



"Quanti anni hai?" la interruppe la mora. 



"Ventitrè..." rispose Brittany confusa. 



"Bene...io ne ho ventisei,quindi sei pregata di darmi del tu,non sono tua nonna...il mio nome è Santana...e decisamente si,Pierce,hai molto da imparare,a cominciare dall'abbigliamento adeguato a muoversi in foresta" disse accennando ai suoi vestiti.


La bionda la guardò senza capire.


Indossava una semplice maglia rossa e jeans.


Anche le sue scarpe erano da trekking...
 



"Ma..." 



"Il rosso non è un colore naturale...o almeno non qui...richiama al pericolo,così il blu dei tuoi jeans,che sono anche scomodi per le lunghe camminate...qualunque animale ti veda con quei colori addosso si darà alla fuga,il chè sarebbe utile se tu incontrassi un giaguaro,ma non per il resto..." Brittany arrossì,sentendosi in imbarazzo. 



"Mi dispiace...io non lo sapevo..." si giustificò. 



"Blaine ti mostrerà la tua stanza...fatti una doccia,cambiati,nella speranza che tu abbia qualcosa di più discreto in quella borsa ingombrante...ceneremo fra tre ore,e andremo a dormire presto. Domani ti voglio in piedi all'alba,c'è molto lavoro da fare..." spiegò brevemente. 



"Blaine?" chiese la ragazza confusa. Per poco non urlò quando vide un ragazzo dalla chioma riccia spuntare alle sue spalle. Dannazione,ma avevano tutti quel passo così felpato in quel posto? 



"Ciao" disse. 



"Ciao" rispose tornando a osservare Santana. 



"Blaine,mostra a Brittany la sua stanza e il bagno...più tardi ti mostrerò il resto della base" disse poi rivolgendosi alla bionda. 



"D'accordo ,a più tardi allora..." annuì voltandosi verso Blaine che la guidò lungo la scala di legno iniziando a parlare fitto. 


Quinn e Santana la osservarono allontanarsi. 



"Che te ne pare?" chiese la bionda. 



"E' bella..." rispose Santana con espressione neutrale. 



"Molto bella" annuì Quinn esibendo un sorrisino. La mora rise,regalandole uno sguardo complice. 



"Mi aiuti a tirare su la barca?" 



"Certo,andiamo!" scomparvero poco dopo in mezzo al verde. 




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Ma salve! mi cimento per la prima volta in una AU,quindi non faccio promesse. Ho avuto l'idea questa mattina e ho definito questo primo capitolo. Le idee ci sono e la storia anche. Fatemi sapere che ne pensate :D

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Capitolo 2
*** La base ***





"Eccoci qua" Blaine si fermò davanti a una porta. L'aveva condotta al terzo piano con passo svelto,tramite una scalinata esterna,senza darle modo di vedere l'interno della base. In realtà,impegnata a stargli dietro,non era riuscita nemmeno a guardarsi intorno.


Raggiunto il terzo piano,si  era trovata di fronte a un lungo corridoio,con un pavimento in legno scuro,lavorato. C'erano diverse porte su entrambi i lati,e una scalinata alla fine del corridoio. Blaine si era fermato a metà del corridoio,e aveva indicato una porta.
 


 

"Questa è la tua stanza,mentre il bagno è da quella parte,l'ultima porta a destra..ti conviene utilizzarlo finchè è vuoto,sai,non credo resterà libero per molto...in camera tua troverai un accappatoio e tutto il resto...ciò che trovi in bagno è proprietà comune,quindi sentiti libera di utilizzare tutto ciò che vuoi" concluse osservando lo sguardo confuso di Brittany. 


 

"Sei davvero molto gentile,grazie Blaine" sorrise "Immagino ci vedremo dopo" 


 

"Certamente ceneremo tutti insieme,a dopo!" lui ricambiò il sorriso e tornò da dov'era venuto. 


 

Una volta sola Brittany aprì la porta della sua stanza: era semplice,spaziosa e accogliente. Il suo letto stava sulla sinistra insieme al comodino,mentre sulla destra si trovava un piccolo armadio.



Accanto al letto c'era una spaziosa scrivania e nella parete opposta alla porta,una finestra aperta. Appoggiò il borsone sul letto e si avvicinò curiosa di scoprire che visuale avesse.


Quando si sporse per poco la mascella non le cadde al suolo: era letteralmente in mezzo agli alberi. I rami si intrecciavano fitti sopra la sua testa e le foglie erano di ogni possibile tonalità di verde.



Era a quindici,forse venti metri d'altezza e la foresta si stagliava dinnanzi a lei in tutta la sua magnificenza. Guardò giù e vide Quinn e Santana spuntare nella radura dalla fitta vegetazione.


Quinn stava dicendo qualcosa che la ragazza non riusciva a sentire,ma che doveva essere molto divertente vista la risata di Santana,che quasi faticava a darsi un contegno. Sembravano molto amiche.


Si voltò,e raggiunse il letto.


Aprì l'armadio e trovò l'accappatoio del quale aveva parlato Blaine,così lo mise sottobraccio e andò in bagno.


Anche il bagno era grande.


La doccia era molto moderna,per essere in piena Foresta Amazzonica,e ci sarebbero entrate anche quattro persone contemporaneamente.


Chiuse a chiave e azionò il getto dell'acqua. Solo quando fu nuda ed entrò nella cabina,si rese conto di sentirsi veramente sporca. Aveva navigato per ore,sotto il sole tropicale,aveva camminato nel bel mezzo della vegetazione,e quella sensazione di fresco e pulito le sembrò un piccolo miracolo.



Quando finì,indossò l'accappatoio e tornò velocemente in camera sua. Svuotò il borsone e decise di indossare abiti comodi: morbidi pantaloni sportivi,neri,e una canottiera grigia. Mentre sistemava i suoi effetti nell'armadio qualcuno bussò:
 

 

"Avanti" disse. La porta si aprì rivelando Santana. 


 

"Posso?" chiese. 


 

"Certo" Brittany si rimise in piedi. 


 

"Allora,ti piace la tua nuova stanza?" domandò sedendo sul suo letto. 


 

"Molto! Il panorama è mozzafiato" sorrise. 


 

"Bene...vedo che Blaine ti ha mostrato il bagno...abbiamo un paio d'ore prima di cenare,mi piacerebbe mostrarti la base..." 


 

"Fantastico!" esclamò Brittany,forse con troppo entusiasmo,mentre la guardava alzarsi "Andiamo subito!" 


 

L'altra annuì e la condusse fuori dalla stanza,per poi iniziare a camminare lentamente. 


 

"Come avrai intuito,questo piano è riservato alle camere da letto...ce ne sono nove,e un bagno...ci sono altri due bagni,uno al secondo piano,con la vasca da bagno,e uno in laboratorio,ma quello in pratica serve soltanto se gli altri sono occupati e tu te la stai facendo addosso" scherzò. 


 

"E' così popolata questa casa?" chiese la bionda. 


 

"Non esattamente...tra ricercatori e collaboratori siamo una decina,ma non sempre siamo tutti qui,contemporaneamente...ad esempio oggi non c'è quasi nessuno...cinque di noi sono in foresta e trascorreranno la notte fuori...spesso non ci si incontra per giorni...ma si,è popolata...Blaine ti ha accompagnata dalla scala esterna. Ce ne sono due,la scala grande,che hai già visto,si arrampica a partire da terra fino al punto più alto della base,passando per ogni piano;quella piccola è una scala di emergenza...adesso ti mostro il secondo piano..." Santana la condusse lungo una scalinata interna,anch'essa in legno.



Scesero due rampe e si ritrovarono in un altro ambiente.


Era un ambiente unico,molto grande,che ospitava una cucina e un soggiorno.
 


 

"Questa è la cucina,e purtroppo è un ambiente comune..." indicò un tavolo in marmo a penisola "Sentiti libera di aprire il frigo,o la dispensa...se tu avessi voglia di cucinare,prepararti la colazione,puoi farlo...in teoria ognuno dovrebbe pensare per sé,ma in realtà è Blaine a cucinare sempre per tutti...ci sono i divani e un tavolo,ma non abbiamo una tv...non solo perché non prenderebbe nemmeno un canale,ma perché preferiamo non avere distrazioni...questo piano si popola soltanto alla sera,quando tutti hanno finito. C'è un terrazzo fuori,te lo mostro più tardi,adesso scendiamo in laboratorio" scesero di un altro piano e si trovarono in un piccolo corridoio con due porte,una di fronte all'altra.


Entrarono a sinistra e Brittany rimase sorpresa dall'immensità di quella stanza,e soprattutto dalle sembianze così moderne,in contrasto col resto della base.
 


Era tutta bianca,e la ragazza non sapeva su cosa concentrarsi prima.


Così Santana le fece strada:
 


 

"Questo è il cuore della nostra base,il laboratorio...Come vedi,alla tua sinistra,c'è la centrale informatica" indicò un lungo tavolo nero con cinque o sei computer di ultima generazione "Qui i dati raccolti vengono elaborati,le fotografie vengono osservate,selezionate e catalogate...ci sono programmi molto recenti,alcuni dei quali ideati appositamente per le nostre esigenze...siamo in grado di registrare i suoni della foresta,i versi degli animali,e poi sovrapporli e identificare chi ha emesso un richiamo in un gruppo di animali..." lo disse con una nota di soddisfazione nella voce. 


 

"Ma è davvero incredibile!" esclamò Brittany. 


 

"Abbiamo delle microcamere e delle fototrappole collegate direttamente al nostro sistema operativo,tramite GPS,e delle schede tecniche che permettono di identificare ogni singolo individuo osservato...e anche sonar,radar,registratori di ultrasuori ad alta frequenza e a bassa frequenza" contrinuò. Brittany la ascoltava impressionata. 


 

"In pratica siete forniti di tutte le più incredibili tecnologie" disse. 


 

"Molte sono necessarie,o indispensabili oserei dire...ma andiamo avanti..." camminò ancora e raggiunsero una serie di scaffali massicci,sui quali erano appoggiate decine di macchine fotografiche e obiettivi. 


 

"Wow" si lasciò sfuggire. 


 

"Questo è lo spazio dedicato alla nostra attrezzatura fotografica...alcune sono a disposizione di tutti,altre sono personali...servono fotocamere professionali,noi lavoriamo maggiormente con le reflex,e ci servono diversi obiettivi...i teleobiettivi sono importantissimi quando fotografiamo un animale a grande distanza" disse indicando un obiettivo lungo forse mezzo metro "E permettono un'inquadratura nitida e dettagliata...in pratica puoi fotografare una scimmia ragno a trenta metri di distanza da te,e riuscire a vedere si ha una pulce sul pelo" spiegò "Ma ci servono anche gli obiettivi adatti alla macrografia,che sono molto più piccoli e comodi...non solo per ragni,insetti e fiori,ma anche per catturare ogni dettaglio dell'epidermide di una rana,ad esempio,o per mettere a fuoco il dettaglio della pupilla di un serpente" 

 

"Bisogna essere molto vicini in quel caso,giusto?" chiese la biondina,che nel tempo libero si divertiva con la fotografia. 


 

"Si,o come nella maggior parte dei casi,bisogna immobilizzare l'animale...poi abbiamo le fototrappole...le posizioniamo sugli alberi e ogni volta che c'è un movimento parte uno scatto...utilizziamo quelle a infrarossi,così scattano anche di notte" mostrò una scatolina minuscola con un piccolo obiettivo montato su "E torniamo a recuperarle dopo qualche giorno...alcune registrano anche dei filmati e ci hanno dato grandi soddisfazioni...infine c'è l'attrezzatura subacquea,di fondamentale importanza quando lavoriamo con animali acquatici o pseudo acquatici...utilizziamo le action cameras,per i filmati,ma per le foto utilizziamo scafandri in fibra di carbonio per le reflex,per avere la migliore qualità...è roba costosissima,ma ne vale la pena" annuì convinta.



Camminarono ancora e raggiunsero due lunghissimi tavoli in marmo bianco,pieni di microscopi di diversi modelli,provette,soluzioni e centrifughe.



In piedi davanti a un microscopio,Quinn indossava un camice bianco e una sottile montatura,e stava trafficando con alcune provette.
 


 

"Infine il nostro laboratorio...qui analizziamo il sangue,i campioni di saliva,i veleni e tutto il resto..." 


 

"Ciao Quinn" sorrise Brittany. 


 

"Ciao Brittany" rispose lei versando alcune gocce di un liquido giallo in una provetta. 


 

"Cosa sta facendo?" chiese a Santana. 


 

"Un antibiotico" 


 

"Davvero?" 


 

"Si,sta osservando una colonia di batteri prelevata da un campione d'acqua e messa in coltura..è un antibiotico specifico per una serie di piccoli disturbi che possono provocare se ingerisci quell'acqua...dissenteria,ad esempio...non esiste in commercio,ne usufruiamo soltanto noi" spiegò sedendosi sul marmo e osservando la bionda. 


 

"E' fighissimo!" Santana prese un foglio prestampato e una penna e si appoggiò su una cartella. 


 

"Ti ho spiegato tutto ciò che c'è da sapere,Pierce,ma adesso ho bisogno che tu risponda ad alcune domande" 


 

"Che genere di domande?" chiese allarmata. 


 

"Ho bisogno di tastare le tue conoscenze e competenze,domani saremo da sole in foresta,ed è fondamentale per me sapere quanto potrò contare su di te,quanto sei in grado di fare da sola e come dovrò comportarmi con te..." 


 

"Dunque,cominciamo...hai detto di avere ventitrè anni,giusto?" 


 

"Giusto" 


 

"Voto di laurea?" 


 

"Centodieci e lode" disse fiera. Ma Santana non battè ciglio. 


 

"Soffri di qualche allergia? Pollini,pelo degli animali?" 


 

"Nessuna allergia" 


 

"Problemi di pressione? Cuore? Patologie più o meno gravi?" 


 

"Sono in perfetta salute" ribattè. E la donna scrisse qualcosa sul foglio. 


 

"Adesso passiamo a ciò che mi interessa davvero...Hai qualche altra esperienza sul campo?" 


 

"No,è la prima" 


 

"Per favore,rispondi solo con si o no,è tutto ciò che mi serve sentire" 


 

"D'accordo" 


 

"Sai nuotare?" 


 

"Si" 


 

"Hai un brevetto subacqueo?" 


 

"No" 


 

"Hai mai indossato una muta?" 


 

"No" 


 

"Hai la patente nautica?" 


 

"No" 


 

"Hai mai guidato una barca?" 


 

"No" 


 

"Hai la patente?" 


 

"Si" 


 

"Pensi di essere in grado di guidare un fuoristrada in foresta?" 


 

"No" Brittany iniziò a sentirsi frustrata,e in imbarazzo. 


 

"Hai un brevetto in speleologia?" 


 

"No" 


 

"Hai mai fatto free climbing?" 


 

Ma che cazzo di domanda è??? 


 

"No" 

 

"Sapresti arrampicarti su un albero con o senza il supporto di una corda?" 


 

"Non lo so..." 


 

"Lo prendo come un no,hai mai praticato sport?" 


 

"Si" 


 

"Che genere di sport?" 


 

"Danza" Santana scoppiò a ridere. 


 

"Danza? La danza non è uno sport!" 


 

"Si che lo è" ribattè la bionda. 


 

"Davvero? E che prestazione fisica ha una ballerina?" si fece seria "Quando dovrai scappare da una pantera incazzata,lo farai piroettando? Attirerai un branco di scimmie ancheggiando sulle note di like a virgin?" ringhiò "Il nuoto è uno sport,l'atletica è uno sport...la danza in foresta...può servirti quanto una sciarpa nel deserto" decretò. 



Brittany arrossì,abbattuta dall'acidità di quelle parole e strinse i denti.
 


 

"Mi hai fatto una domanda,e io ho risposto" disse in un sussurro. 


 

"E hai fatto bene,ma permettimi di esprimere il mio parere,Pierce...mi aspettavo un si ad almeno i tre quarti delle domande alle quali hai risposto no,devo dire che è un quadro della situazione piuttosto deludente...sai cosa ne deduco? Sei una che ha passato gli ultimi anni della sua vita china sui libri a imparare ogni rigo a memoria,scommetto che sapresti recitare a memoria i nomi scientifici di tutte le specie di uccelli presenti in questa foresta...tuttavia,non è quel che cerco...sappi che i tuoi libri servono a poco o nulla quando sei sul campo,e non vi troverai alcuna risposta,per questo esistono i ricercatori...e io,in quanto ricercatrice,ho bisogno di qualcuno in grado di camminare sulle proprie gambe" 


 

"Lo so..." annuì Brittany ormai vicina alle lacrime. 


 

"Non pretendo grandi cose,ma almeno voglio essere certa di non dovermi preoccupare di te...perciò ti indicherò tutto quel che ti serve sapere,ma domani,quando saremo in foresta,sarai l'unica responsabile della tua vita,chiaro? Se saremo in pericolo,io metterò in salvo la mia stessa vita e tu dovrai fare lo stesso...imparerai con l'esperienza tutto ciò che c'è da sapere,ma voglio essere chiara...Questo posto è pericoloso! Molto! E gli errori non sono consentiti,perciò impara in fretta o tornatene da dove sei venuta,intesi?" 


 

"Farò del mio meglio" rispose lei guardandola negli occhi. Quei pozzi neri erano quanto di più selvaggio avesse mai visto. 


 

"Bene...adesso prendi carta e penna,ho bisogno della più totale attenzione" La bionda eseguì l'ordine,si armò di penna e un foglio e la guardò di nuovo,incitandola a parlare. 


 

"Domani ti voglio in piedi alle cinque e mezza,faremo colazione e partiremo dalla base alle sei...voglio che indossi pantaloni lunghi e pesanti,con colori spenti come ti ho già spiegato...scarponi impermeabili e una maglia leggera,farà piuttosto cardo" Brittany prese un appunto sul foglio. 


 

"D'accordo" annuì. 


 

"Qui di fronte,uscendo dalla porta c'è un magazzino con tutte le attrezzature...gli scarponi li troverai lì,assieme a tutte le cose che sto per dirti e che,molto probabilmente non hai...ti servirà uno zaino,non troppo pesante...adesso ti elenco tutto ciò che dovrai portare,e quando dico tutto intendo che non voglio dimenticanze,sono stata chiara?" 


 

"Si" 


 

"Una corda,una torcia,un binocolo,un paio di guanti da lavoro,dei moschettoni,una borraccia" la giovane scriveva freneticamente "un impermeabile,un blocco degli appunti e credo sia tutto...prima di andare dovremo cospargerci di repellente...gli insetti sono terribili e quando sudiamo ci trovano molto più appetitose...passeremo la giornata in foresta,ti spiegherò domani lungo il cammino" 


 

"Va bene..." 


 

"Ti consiglio di preparare tutto prima di andare a dormire,adesso vado a dire a Blaine di preparare la cena.." voltò le spalle alle altre e sparì oltre la porta. Brittany rimase da sola con Quinn che la guardò. 


 

"Non prenderla troppo sul serio" le disse. 


 

"No?" chiese Brittany "A me sembrava piuttosto arrabbiata" sbottò. 


 

"Non la conosci ancora...lei è fatta così...ti assicuro che sapeva benissimo che avrebbe dovuto insegnarti tutto quanto..." 


 

"Allora perché mi ha detto tutte quelle cattiverie? Mi sono sentita in imbarazzo!" disse la giovane guardando la ragazza in camice. 


 

"Santana è come gli animali di questa foresta...non si fida di ciò che non conosce,ha bisogno di avvicinarsi con cautela,passo dopo passo,ogni giorno di più...soltanto quando avrà superato quella fase capirà che può abbassare la guardia...tu dimostrale che ne vale la pena" sorrise. 


Brittany ricambiò il sorriso dell'altra e si sentì riscaldata da quelle parole.



Forse non era andata poi così male...


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Hello, beh ditemi che ve ne pare. Sta per iniziare l'avventura in foresta :D

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Capitolo 3
*** La foresta ***








La notte trascorse troppo velocemente,e quando la sveglia suonò alle cinque e venti del mattino,per poco Brittany non urlò dallo spavento.



La colpì con un pugno,mentre cercava di placare il battito impazzito del suo cuore,e si mise a sedere sul letto.


Sospir
ò e si passò una mano sul viso,mentre l'emozione del suo primo giorno in foresta la coglieva alla sprovvista. Era eccitata all'idea di passare un'intera giornata nel verde,circondata da animali,ma allo stesso tempo aveva paura di finire in pasto a una belva nel giro di pochi minuti.



Cercò di non pensarci e indossò in fretta i vestiti che Santana le aveva suggerito la sera prima. Poi guardò lo zaino poggiato davanti la porta e prese la lista da sotto il cuscino,rileggendo uno ad uno tutti gli oggetti che aveva appuntato il giorno prima.


Era certa di non aver dimenticato nulla,così indossò gli scarponi che aveva trovato in magazzino la sera prima,si mise lo zaino in spalla e uscì dalla stanza.



Quando raggiunse la cucina,Santana era lì,sveglia e pimpante,i suoi capelli erano sciolti. Indossava pantaloni grigi,pieni di tasche,larghi e pesanti,e una canotta nera.



Trafficava con qualcosa in cucina:
 



"Buongiorno" disse senza neanche voltarsi. 



"Buongiorno" rispose Brittany.  



"So che alle cinque e mezza del mattino non è facile mangiare" iniziò voltandosi con un piatto "Ma cammineremo per tutto il giorno,quindi è necessario un adeguato apporto calorico...dovrai abituarti a una ricca colazione" disse porgendole un toast. 



"Stai scherzando,vero?" chiese la bionda mentre un forte odore di speck si diffondeva nella stanza. 



"Mai stata così seria,sbrigati a mangiarlo,finisci il tuo succo di frutta e partiamo" disse addentando famelica il suo toast e staccandone praticamente la metà. 



Brittany deglutì,ma capì di non avere scelta,così iniziò a mangiare nonostante lo stomaco chiuso. Nel frattempo Santana bevve un caffè.  



Poco dopo aveva finito la colazione (e doveva ammetterlo,si sentiva molto meglio) e guardò la mora che si agganciava un marsupio in vita. Vide che non aveva altro,a parte un lungo bastone metallico,in un fodero,sulle spalle: 



"Dov'è il tuo zaino?" le chiese. 



"Sulle tue spalle" spiegò brevemente "Hai tutto quello che mi serve...e adesso se non ti dispiace,è ora di andare" Brittany annuì e la seguì sul terrazzo,e poi lungo la scalinata di legno esterna. Le luci dell'alba illuminavano già la foresta,ma molti animali erano ancora dormienti,solo qualche uccello iniziava a cantare debolmente. Respirò quell'aria fresca e pulita,guardandosi intorno.  Quando furono in terra,Santana si fermò e si voltò a guardarla. 



"Dimenticato qualcosa?" chiese ingenuamente la bionda. 



"Prima di avviarci,ci terrei a farti qualche raccomandazione" iniziò l'altra con un'espressione molto seria. 



"Certo,ti ascolto" annuì Brittany. 



"Non ti anticiperò adesso tutta la giornata,ti spiegherò strada facendo,ma ci aspetta un giorno di cammino...e quando ti dico che dovrai stare attenta a ogni passo che fai,intendo letteralmente...guarda sempre dove metti i piedi,cerca di guardarti attorno,non parlare troppo forte,ma neanche troppo piano...e impara in fretta a difenderti..." 



"Per difendersi,intendi scappare?" chiese la giovane. 



"Dipende...è la via più semplice,e se sai correre veloce è anche la più sicura...ma certe volte non c'è scampo,allora devi escogitare qualcos'altro..." la penetrò con quello sguardo attento. 



"Come faccio a difendermi a mani nude?" 



"Non dipende dalle tue armi...dipende da questo..." disse indicandosi la tempia,eloquentemente "Ciò nonostante,non siamo sprovvedute,perciò puoi cominciare con questo" tese la mano e le porse un astuccio. 


Brittany lo prese e ne tirò fuori un grosso pugnale,che si rigirò attentamente tra le mani.
 



"Pensi davvero che dovrò usarlo?" chiese con voce tremante. Santana sorrise affabile. 



"Noi speriamo di no,ma non si sa mai...tienilo a portata di mano...." la ragazza annuì e lo assicurò alla sua cinta,con mano tremante, cosa che non sfuggì all'occhio attento di Santana "Non farti sopraffare dalla paura,è molto importante..." continuò "E' giusto averne un po’,lavoro qui da tre anni,ma spesso anch'io ho paura... è qualcosa che ti aiuta a essere razionale,a scegliere come muoverti...tuttavia,troppa paura ti paralizza...E un animale paralizzato...beh,fa una brutta fine...d'accordo?" Brittany deglutì forte. 



"D'accordo" disse. La vide voltarsi e iniziare a camminare,così la seguì. Furono fuori dalla radura in pochi istanti,e si ritrovarono avvolte dalla più fitta vegetazione. C'erano molti alberi,alti svariate decine di metri,arbusti,cespugli,e foglie enormi che spuntavano da ogni lato a intralciare il loro cammino.



Non era per niente facile seguire il passo di Santana,che non sembrava turbata dalla presenza di tanti ostacoli,e procedeva spedita lungo la strada. Camminarono in silenzio per mezzora circa,senza mai fermarsi. Poi all'improvviso,la mora si fermò,e Brittany le andò a sbattere contro.
 



"Mi dispiace,non..." Santana sollevò una mano,intimandole di fare silenzio. Poi alzò gli occhi al cielo,e guardò attraverso gli alberi,in diverse direzioni.


La bionda cercò di seguire il suo sguardo.
 



Cosa aveva visto? 



C'era un pericolo incombente? 



Stava cercando qualcosa? 



Non vide niente. 



"Possiamo proseguire..." disse,ma prima di muoversi aggiunse "Brittany,mi dispiace se ti ho spaventata prima..." la bionda non fece a meno di notare che l'aveva chiamata per nome per la prima volta. 



"Ma no" mentì "Non mi hai spaventata" 



"Siamo animali in mezzo alla foresta,come tutti gli altri...non abbiamo un'orda impazzita di predatori alle calcagna,stai tranquilla" si voltò a guardarla e si ritrovarono a pochi centimetri l'una dall'altra "Stammi vicina,e non ti succederà niente" sussurrò. 


Brittany avvampò.


Letteralmente.


E la sua salivazione scese a zero.


Riuscì ad annuire per miracolo.


Poi ripresero il loro cammino.


Passarono dieci minuti prima che la giovane riuscisse a riprendere un colorito umano,e a concentrarsi sul proprio percorso. Decise poi di rompere il silenzio:
 




"Cammineremo in mezzo alla vegetazione per tutto il giorno?" domandò. 



"No,questa è la parte più difficile...stiamo per incrociare un sentiero,e la nostra avanzata sarà più facile" 



"E cosa stiamo cercando di preciso?" chiese. Vide la mora voltarsi e sorridere. 



"Credevo non me lo avresti mai chiesto...Cebus capucinus..." 



"Scimmia cappuccino" rispose Brittany preparata. 



"Esatto" annuì Santana "Cosa sai dirmi a riguardo?" 



"Sono platirrine,scimmie del nuovo mondo" iniziò la bionda "Fanno parte dei cebidi,si muovono in gruppi abbastanza grandi,e hanno un vastissimo areale" 



"Molto bene" annuì la zoologa "C'è una famiglia che tengo d'occhio da alcune settimane...sono una quindicina,e i due terzi sono maschi...dovremo censirli singolarmente,osservare la loro dieta e registrare un comportamento che mi interessa particolarmente,e che vedrai dopo" 



"Come faremo a trovarlì? Si spostano ogni giorno per chilometri,potrebbero essere ovunque!"  



"Hai ragione" annuì Santana "Ma non devi preoccuparti di questo,ho un amico che ci aiuterà a trovarli" mentre proseguivano,la mora tirò fuori il bastone metallico che aveva portato con sé. Era lungo quasi quanto lei,aveva un uncino a un'estremità,ed era appuntito dall'altra.


All'inizio non si chiese perché Santana lo aveva tirato fuori e continuarono a camminare. Trovarono il sentiero,e da qul momento fu tutto più semplice. Non era necessario scavalcare radici o scostare piante e rami per passare.


Così il loro passo si fece più svelto.
 



Il sole era ormai alto in cielo quando si ritrovarono in una radura.


Santana alzò gli occhi al cielo e portò la mano alla bocca. Emise un fischio assordante,che fece sobbalzare la bionda. Pochi secondi e ripetè il gesto. Brittany non chiese cosa stava facendo,decise di restare lì a guardare,nella speranza che la risposta si sarebbe presto manifestata concretamente sotto il suo sguardo inesperto.


E così fu.


All'improvviso,dal cielo,saltò giù una piccola scimmia cappuccina,direttamente sulla spalla di Santana:
 



"Ciao Blake!" sorrise lei,soddisfatta,accarezzando il piccolo primate,che saltellava.  



"Oh Dio,scherzi vero?" osservò la ragazza tirare fuori una mela dal marsupio e darla al piccolo animale,che l iniziò a mangiarla voracemente. Qualunque animale,una volta ottenuto cibo,tendeva ad allontanarsi per andare a consumarlo al sicuro, e Brittany lo sapeva molto bene,ma la scimmia sembrava godere della loro presenza e mangiava la sua mela comodamente appollaiata sull'avambraccio della mora,che lisciava il suo pelo come se stesse giocando con un gattino. Guardò poi la bionda,ricordando di non essere sola. 



"E' un giovane maschio di un anno e mezzo" iniziò a spiegare "L'ho trovato in foresta quando era un cucciolo...la sua mamma era poco distante,morta...predata da qualche animale...non sarebbe sopravvissuto da solo in mezzo alla foresta,e senza una madre,i suoi similil lo avrebbero ucciso o allontanato,così l'ho portato alla base" il suo sguardo era perso in ricordi lontani,mentre accarezzava distrattamente l'animale "Gli ho dato del latte,l'ho lavato,gli ho dato da bere,e per i primi mesi è rimasto con me,giorno e notte...mi seguiva anche durante le spedizioni...poi ha iniziato a crescere,il latte è stato sostituito da frutta,radici,resine...gli ho insegnato a cacciare piccoli animali,a fuggire al suono di rumori inconsueti,a trovarmi quando avesse avuto bisogno,anche se non ero alla base...e ha imparato a rispondere a un richiamo...nel frattempo ho rintracciato,dopo giorni di ricerche,un piccolo branco,e dopo un lento e complicato processo di integrazione,è diventato uno di loro" concluse soddisfatta. 



"Davvero hai fatto tutto questo?" Brittany era esterrefatta. Cercava di immaginare quanto difficile potesse essere insegnare a una scimmia a sopravvivere nel suo ambiente. 



"Abbiamo registrato tutte le fasi della sua crescita in un video...la National Geographic mi ha offerto un milione di dollari per farne un documentario...ma ho rifiutato...è un'esperienza di vita privata e limitata ai pochi membri dello staff,alla base...possono tenersi i soldi se vogliono...ma bando alle ciance,ok? Blake ci porterà dalla sua famiglia,non è vero?" disse rivolgendosi alla scimmia. 



Per quanto stupefacente, non era sicura che la scimmia capisse ciò che Santana gli chiedeva. Fino a quando non la vide saltare dal braccio della donna,su un albero e iniziare un percorso articolato,mantenendosi comunque a vista d'occhio. 



"Dobbiamo seguirla?" chiese impressionata Brittany. 



"E anche molto in fretta!" Santana si lanciò all'inseguimento e l'altra la seguì. Corsero per dieci,forse quindici minuti. Poi si fermarono e di nuovo,fu il silenzio. 


Beh,non proprio...
 

Santana osservò il folto degli alberi sopra le loro teste.


Era un vociare concitato di uccelli e altre creature,molti nascosti alla vista,ma sicuramente non all'udito. La zoologa chiuse gli occhi e attese.


Fino a quando un verso acuto non si distinse dagli altri.
 



"Si è fermato...devono essere molto vicini" disse. 



"Ma non si vede nulla..." notò Brittany. 



"Certo che no,siamo a terra! Dobbiamo arrampicarci" la bionda si guardò intorno. Gli alberi attorno a loro erano altissimi e pregò che l'altra scherzasse,ma il suo sguardo le disse che non era così. 



"Come,esattamente?" 



"Se non ricordo male,ti ho detto di mettere una corda nel tuo zaino..." 



"Si" la ragazza aprì lo zaino e prese la corda,che era proprio in cima a tutto il resto. Poi gliela porse. 



"Bene. Andrò io per prima,e arrivata a destinazione ti lancerò la corda,dopo averla assicurata all'albero...devi legartela in vita...non sarà lei la tua corda,bensì il tuo salvataggio in caso di caduta...per arrampicarti ti serve una liana...pianti i piedi contro il tronco e ti arrampichi sulla liana" disse pratica "tutto chiaro?" 



"Spero di si,non l'ho mai fatto..." Brittany iniziò a sudare freddo. 



"Non importa,guarda e impara" si mise la corda attorno a una spalla,insieme allo zaino di Brittany, e afferrò la liana che pendeva da un albero dal tronco immenso.



Con un balzo piantò entrambi i piedi sul tronco e iniziò una salita veloce e semplice,aiutandosi sia con le mani che con i piedi.


A Brittany sembrò incredibile come un essere umano potesse avere una simile agilità in un ambiente così ostile.


Vedeva i muscoli delle braccia tesi per lo sforzo,e quelli delle spalle che si intravedevano ad ogni movimento. L'espressione concentrata e lo sguardo rivolto verso l'alto.


Le sembrò una pantera,decisa,veloce,silenziosa e determinata.


Ben presto scomparve dalla sua vista,e Brittany si trovò da sola in attesa. Passarono forse due minuti,poi la corda giunse ai suoi piedi,e si accorse che all'estremità,c'era un nodo,simile a un lazo. Santana le aveva risparmiato la fatica. Si ancorò alla corda e afferrò la stessa liana che aveva usato la ragazza prima di lei.
 


 

"Posso farcela" si disse "Non mi succederà niente,c'è una corda" annuì a sé stessa e balzò,cercando di imitare la collega. Quando i suoi piedi si staccarono dal suolo,percepì tutto il peso del suo corpo sulle spalle e strinse forte la liana. Iniziò un'arrampicata lenta e goffa,e dopo aver proseguito per cinque,forse sei metri,avvertì il sudore colarle dal collo,lungo la schiena. Si ripromise di mettersi a dieta,strinse i denti e continuò. Continuava a salire,imponendosi di non calare lo sguardo,certa che se lo avesse fatto,sarebbe svenuta a mezz'aria,facendo una figura patetica già al suo primo giorno. Le sembrò passata un'ora,quando finalmente vide Santana seduta su un grosso ramo,a gambe incrociate,come se fosse pronta a godersi un picnic. 



"Era ora,ragazzina! Il sole sta tramontando!" scherzò. 



"Molto divertente" ringhiò "Avrei voluto vedere te,la tua prima volta!" quando finì di dirlo vide la mora col braccio teso,pronta ad afferrarla. 



"Non ricordo molto della mia prima volta,ero ubriaca!" Brittany ci mise un po’ a capire di che diavolo stava parlando. E quando capì arrossì violentemente. Santana scoppiò in una fragorosa risata mentre prendeva la sua mano e la tirava su. 



La giovane preferì non rispondere e si appoggò al tronco respirando a fatica e cercando di riprendere fiato. Vide l'altra allungarle una borraccia piena d'acqua,e non si chiese dove l'aveva presa. Ne bevve quasi la metà. 



Poi,finalmente,si guardò intorno e si sorprese di quanto erano in alto. Superavano di certo i venti metri e da lassù c'era tutt'altra prospettiva: Si vedevano gli altri alberi,alcuni più in basso,altri più in alto; uno scorcio di fiume non distante. Ma la cosa più incredibile era la vita che popolava quel livello della foresta,animali che dal basso erano invisibili si trovavano adesso a pochissimi metri da loro: pappagalli,tucani,lucertole,insetti. E proprio qualche albero più in là,il branco di scimmie cappuccine.  



"Eccole qui" disse trionfante Santana "E' il nostro gruppo" 



"Wow" Brittany voleva piangere dall'emozione. Non aveva mai visto tanti animali tutti insieme. La mora si sedette sul grosso ramo e iniziò a spiegarle cosa avrebbero dovuto fare. 



"Come ti ho già spiegato,è un piccolo gruppo di scimmie...oggi non ho portato attrezzatura fotografica perché in prima analisi voglio osservare i loro comportamenti sociali...l'identificazione individuale la faremo nei prossimi giorni,cosa ne pensi?"  



"Mi sembra giusto" Brittany fu felice di costatare che la donna stava chiedendo il suo parere. 



"Nel tuo zaino ho messo un blocco degli appunti e una penna...hai a disposizione il binocolo e tutto il resto,quindi mentre io registro un paio di richiami e piazzo qualche fototrappola,tu osservali...stanno mangiando e penso che non si muoveranno da qui per almeno un paio d'ore...scrivi tutto quel che ti pare,caratteri fisici,colorazione,dieta...voglio vedere come te la cavi...E' solo una raccolta dei dati...ti hanno insegnato a fare un etogramma all'università?" 



"Si,ma non ne ho mai fatto uno..." 



"Questo non è un esame,quindi non farti paranoie...scrivi per te stessa,non per me..." 



"Perfetto,mi metto a lavoro" la bionda annuì afferrando il blocco e la penna da dentro lo zaino. La mora annuì e iniziò a trafficare con un coltello. 



Lavorarono nel silenzio più assoluto per tre ore almeno. 


Brittany osservava le scimmie col binocolo,e come la sua guida aveva previsto,il gruppo non si mosse da lì. Cercò di annotare approssimativamente il numero dei maschi e delle femmine,una descrizione fisica,il loro modo di nutrirsi. Tre ore dopo aveva scritto dieci pagine di annotazioni.
 

 

Nel frattempo Santana aveva azionato alcuni registratori ad alta frequenza per ascoltare i loro richiami. Aveva montato un paio di fototrappole a infrarossi e una videocamera satellitare che avrebbe mandato un video segnale direttamente alla base. Anche lei aveva preso appunti. 

 

Si fermò esausta,dopo aver assicurato l'ultima microcamera all'albero e sedette di fronte alla sua assistente,passandosi un braccio intorno alla fronte. 

 

"Sono quasi le tre" disse facendo sobbalzare la bionda "Non hai fame?" 



"Da morire" confessò Brittany. 



"Bene,per oggi puoi mettere tutto da parte. E' ora di pranzo" prese lo zaino e ne tirò fuori due contenitori,uno dei quali tese alla ragazza. Aprendolo,vide che era pieno di frutta a pezzi. 



"Ho così fame che mangerei anche il tronco dell'albero" 



"Dovrai accontentarti di un po’ di frutta" disse Santana portando alla bocca il primo pezzo "Abbiamo bisogno di zuccheri per il viaggio di ritorno,e anche di liquidi...inizia a fare parecchio caldo" 



"Hai già montato tutto?" chiese Brittany. 



"Si,ho finito,e i tuoi appunti?" 



"Sono abbastanza soddisfatta"  



"Bene" mangiarono in silenzio per qualche minuto,ma a quanto pareva la mora era in vena di chiacchere "Dimmi Pierce,cosa ti ha spinta a partire per l'Amazzonia?" chiese fissandola. 



"Beh..." la ragazza si prese qualche secondo per rispondere "Ho passato la mia vita sui libri,a imparare solo la teoria di un mestiere...era ora di iniziare una vera avventura...una di quelle che si ricordano per tutta la vita...mi piaceva l'idea di dimenticare per un po’ di tempo le mie abitudini,di lavorare con gente nuova che potesse davvero insegnarmi qualcosa,e spronarmi a dare il meglio di me ogni giorno...certo,alla mia famiglia dispiace un po’ che starò lontana per un anno...ma a parte loro,non c'era nessun altro a cui dover dare spiegazioni..." 



"Niente amici? niente fidanzato?" incalzò Santana. 



"Nessuno" ripetè Brittany. 



"Meglio così" 



"E tu? Cosa facevi prima di venire qui in Amazzonia?" chiese incerta la bionda. 



"Ho cominciato molto presto il mio lavoro in campo pratico...quando mi sono laureata avevo già sei pubblicazioni a mio nome...Ho lavorato molto in Africa...per quattro mesi con gli squali bianchi,in Sud Africa...poi con gli scimpanzè a Gombe,i bonobo in Congo...due mesi con le volpi volanti..." 



"Hai la mia età e hai girato il mondo..." constatò Brittany con una nota d'amarezza in bocca. 



"Potrei raccontare tante storie...ma non c'è nulla di paragonabile all'Amazzonia...forse te ne accorgerai col tempo..." 



"E che mi dici dei tuoi cari? Sei qui da tre anni,giusto?" la bionda ebbe paura di porre quella domanda. Non sapeva quanto fosse giusto chiedere faccende private a un'estranea. 



"Da tre anni,si...ho un fratello più piccolo ...mio padre è un chirurgo d'urgenza,mia madre una maestra di scuola media...sono a Lima,in Ohio...non li vedo da tre anni,ma ci sentiamo un paio di volte al mese...ogni tanto mi mancano,ma sai,questo è il mio lavoro..." 



"Niente amici? Fidanzato?" Brittany le rigirò astutamente la sua stessa domanda,e Santana rise quando se ne accorse. 



"Non ho mai definito qualcuno mio amico proprio a causa del mio lavoro...tendevo a creare rapporti sterili con i miei compagni,colleghi,collaboratori...ma qui è diverso...siamo una grande famiglia...Quinn è mia amica,Blaine è mio amico...e non sono i soli...per il resto...beh,mi sono unnamorata solo una volta in vita mia...e non è stata una buona idea...stavamo insieme da due anni quando una sera sono andata a casa sua a sorpresa...e la sorpresa l'ho avuta io...era in dolce compagnia...in camera da letto..." disse in un sorriso triste,guardando in basso.  



"Che gran bastardo..." si fece scappare la bionda. Santana alzò gli occhi e la penetrò con lo sguardo. 



"Bastarda" la corresse "Era una bastarda!" Brittany sbattè le palpebre un paio di volte. 



"Oh..." 



"Le ho mollato un pugno sul naso e sono tornata a casa...due giorni dopo mi è arrivata una telefonata...avevano approvato il mio Progetto Amazzonia...ed eccomi qui!" sorrise. 



"E adesso sei a capo di un progetto da milioni di dollari che da importanti contributi alla scienza e alla ricerca da tre anni" rise la bionda. 



"Esattamente" 



"Meglio di così si muore" anche la mora rise. 



"Beh,si è fatto tardi...abbiamo un lungo cammino prima di tornare alla base,e sono quasi le quattro...dovremmo scendere da quassù" 



Sistemarono in fretta tutte le loro cose e scesero dall'albero con cautela. Prima Brittany,poi Santana che recuperò la corda prima di scendere. Quando misero i piedi per terra,ripresero il loro cammino,a ritroso.  



Fu un percorso silenzioso.


Entrambe erano molto stanche e la latina sembrava persa in chissà quali strani pensieri.
 



Nella testa di Brittany invece,ce n'era solo uno: 



E così,a Santana piacevano le donne...  





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Buonaseraaaaaa :D questo terzo capitolo si è fatto attendere un paio di giorni in più...c'è stato un viaggio di mezzo,e troppe idee da concentrare su un paio di pagine. Finalmente nel vivo della storia. Grazie a chi ha recensito i due precedenti capitoli,spero di leggervi ancora :D

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Capitolo 4
*** Scienziati ***


 
NON SONO MORTA!
Sono solo senza connessione. Quindi per far perdonare la mia "sparizione”, questo capitolo è più lungo rispetto agli altri. Vi lascio alla lettura :D
 
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Era quasi buio quando videro la base in lontananza. Il sole stava ormai scomparendo dietro agli alberi, per lasciare posto al buio pesto della notte. Dalla base proveniva un baccano insolito:
"Sembra che i ragazzi siano tornati alla base" disse Santana mentre, scansato l'ultimo ostacolo, si ritrovavano nella radura.
"I ragazzi?" chiese Brittany col respiro corto.
"Il resto del team" spiegò pratica l'altra "Hanno trascorso qualche giorno e qualche notte in foresta"
"Cercavano qualcosa?"
"Battevano un'area che conosciamo poco...se hanno trovato qualcosa lo sapremo a breve, ma immagino che tu prima voglia farti una doccia"
"Oh, non sai quanto!" la bionda sorrise al solo pensiero.
"In questo caso ti consiglio di andare dalla scala esterna... altrimenti li incontrerai tutti adesso e non ti lasceranno andare via... direi che per conoscervi c'è tempo a cena" sorrise affabile.
"Mi sembra un'ottima idea" annuì la bionda "Posso andare, allora?"
"Certo...ci vediamo in salotto tra un'ora circa" le raccomandò.
"A dopo allora" si voltò e salì le scale in fretta. Giunse nella sua stanza e si chiuse la porta alle spalle. Era nervosa all'idea di conoscere altri ricercatori, e sperava di non trovarsi a corto di parole, una volta in loro compagnia.
Senza indugiare oltre, aprì il suo armadio e optò per qualcosa di casual. Si sentiva sporca, infangata e puzzolente come poche volte in vita sua.
Così corse in bagno, e dopo aver tolto in fretta quell'ammasso di fango che aveva addosso, entrò nella cabina doccia. Quanto l'acqua tiepida iniziò a scorrerle sulla testa ,ringraziò mentalmente chiunque ci fosse lassù, per aver inventato l'acqua.
La sensazione di sporco andò via presto, insieme alla stanchezza e ai dolori che si era portata dietro lungo la strada di ritorno. Massaggiò la schiena e le spalle col bagnoschiuma e ispirò l'odore d'arancia che si diffondeva nell'aria.
Quando fece troppo caldo si decise a uscire, e indossò i vestiti puliti: una t-shirt nera, aderente, una leggera felpa bianca, con la zip, e pantaloni sportivi grigi. Infine indossò le Converse nere e si guardò allo specchio.
Aveva un'espressione stanca e si chiese se fosse il caso di truccarsi un po’. Poi, però, decise che era troppo stanca e che sarebbe risultata mostruosa, quindi asciugò in fretta i lunghi capelli biondi, li spazzolò, e uscì dal bagno. Passò in camera sua solo per lasciare i vestiti sporchi.
Infine, si avviò nel corridoio un po’ nervosa, mentre sentiva il vociare di diverse persone farsi sempre più forte.
Entrò in salotto, dove fu accolta allegramente da Quinn:
"Hey Brittany!" le sorrise.
"Ciao Quinn!" quando parlò, cinque paia di occhi la fissarono.
"Ragazzi, lei è Brittany!" annunciò Santana, seduta sul divano con un tablet tra le mani e una sottile montatura sul naso "E' la mia assistente... e passerà il prossimo anno con noi" la bionda arrossì, mentre un ragazzone biondo si faceva avanti e tendeva la mano che lei strinse.
"Piacere di conoscerti, Brittany, io sono Sam"
"Ciao Sam, piacere mio"
"Quando sei arrivata?"
"Ieri pomeriggio"
"Grande, e così studi zoologia anche tu?"
"Si, mi sono laureata alcuni mesi fa, ma questa è la mia prima esperienza sul campo" spiegò "E tu cosa fai?"
"Sono un ecologo, in realtà siamo in due alla base..."
"Motivo per il quale dovresti sparire, e permettere al più bravo dei due di presentarsi" un ragazzo magro e minuto fece la sua comparsa, cercando di scansare Sam "Kurt Hummel al tuo servizio, è un piacere fare la tua conoscenza!" strinse la sua mano e le sorrise.
Brittany lo squadrò da capo a piedi e notò un abbigliamento chic che si addiceva poco o nulla una foresta.
"Ciao Kurt"
"Per fortuna non ci sono solo scimmioni rozzi in questo posto!" una ragazza bassa, mora e scura di carnagione si affiancò a Kurt e strinse la mano di Brittany "Santana ha provveduto anche a qualche presenza femminile in più"
"E me ne pento ogni giorno da tre anni, Berry!" si intromise Santana facendo ridere tutti.
"Sono Rachel Berry" continuò la giovane ignorando la battuta "Io sono una naturalista"
"Piacere" Brittany cercò di trattenere le risate, mentre Santana si avvicinava a loro.
"E per concludere queste odiose presentazioni" iniziò la zoologa "Lui è Mike Chang, fotografo naturalista tra i migliori nel suo campo" un ragazzo asiatico fece ciao da lontano mentre riponeva una reflex in custodia "E quello lì è William Schuester, tecnico del suono"
"Piacere Brittany" disse un uomo riccio, sorridendo al suo indirizzo.
"Adesso se non vi dispiace, avrei un po’ di fame, quindi sediamoci, la cena è in tavola" Ciascuno si accomodò al proprio posto, sul lungo tavolo imbandito di pietanze. Brittany non sapeva dove sedersi, ma Quinn le indicò il suo posto, così si accomodò anche lei. Era seduta di fronte a Quinn che le sorrideva, allegra come sempre. Il posto alla sua sinistra era occupato da Kurt, mentre il posto alla sua sinistra, a capo tavola, che era rimasto vuoto per qualche minuto, fu occupato da Santana:
"Buon appetito" disse Rachel a gran voce, seduta accanto a Quinn, e tutti iniziarono a mangiare.
"Serviti pure" le disse Santana, vedendola titubante "Questi rozzi sfaticati vengono da un'escursione lunga e con poco cibo, quindi nessuno penserà agli altri... dimentica i convenevoli e mangia tutto quello che puoi, prima che te lo rubi qualcun altro!" ridacchiò.
Poi prese un vassoio dal quale staccò una coscia di pollo. Brittany la imitò e la cena ebbe inizio.
Per essere nel mezzo della foresta Amazzonica, lontani da altri essere umani e da qualunque altra forma di civiltà, il cibo era delizioso e abbondante. Aveva dimenticato l'ultima volta che si era abbuffata così tanto. C'era davvero di tutto, pollo, patatine fritte, salsicce, costolette, bistecche, funghi, carciofi; e ancora frutta di ogni tipo, insalata e dolci.
Dopo l'ultimo boccone di torta al cioccolato, si massaggiò la pancia piena e decise che non c'era più spazio per ingurgitare altre schifezze. Erano una decina a quel tavolo ed erano tutti abbastanza rumorosi. 
Quinn stava ascoltando un monologo dettagliato dell'escursione, narrato da Rachel, mentre Santana mangiava composta e rideva sotto i baffi ai sospiri affranti della bionda. Kurt sussurrava qualcosa a Blaine, seduto alla sua destra, e Mike, Sam e Will bevevano allegramente sproloquiando ad alta voce:
"L'appetito non ti manca, ragazzina" Santana rise, guardandola, e Brittany arrossì.
"Beh... è stata una lunga giornata" si giustificò alzando le spalle.
"Ragazzi, posso avere un attimo d'attenzione?" chiese la donna, alzando appena il tono della sua voce. Tutti si zittirono all'istante.
"E' successo qualcosa?" chiese Kurt impaziente.
"Nulla di grave, vorrei solo essere informata degli esiti della spedizione esplorativa di questi giorni... non voglio i dettagli, di quelli mi occuperò dopo... Evans, dammi qualche buona notizia" guardò Sam, che annuì serio.
"Abbiamo battuto questa nuova area, scattato alcune foto dall'alto, preso le misurazioni base... io e Kurt abbiamo preso dei campioni d'acqua che abbiamo già dato a Quinn... e scommetto che troverai alcuni dati molto interessanti..."
"Ad esempio?" Santana aggrottò le sopracciglia.
"Ad esempio che è un ampio territorio di caccia per diversi predatori... durante il giorno abbiamo assistito a diversi attacchi di alligatori... il fiume è largo in quel punto ma la corrente è poca, c'è abbondanza di pesce ed è il territorio ideale per attacchi acquatici... inoltre c'è un nido poco distante dal fiume"
"Che nido?"
"Anaconda verde... una grossa femmina che supera i sei metri"
"Pazzesco!" sorrise la zoologa "E delle osservazioni notturne che mi dici?"
"Di notte l'aria si riempie di un suono sottile e monotono... sembra che ci sia una colonia di rane arboricole dagli occhi rossi, avevi ragione!"
"HA!" Santana battè una mano sul tavolo "Lo sapevo!"
"E non è tutto!" continuò Sam "Poco più a Nord ci siamo imbattuti in diverse pantere... due femmine e un maschio... erano a caccia ma purtroppo non li abbiamo visti all'opera"
"E tu non te la sei fatta addosso, Berry?" la latina si voltò verso Rachel e tutti gli altri risero.
"Molto spiritosa, Santana"
"Certo che se l'è fatta addosso" rise Kurt "Ma era troppo impegnata a urlare ogni volta che sentiva il gracidio di una rana troppo vicina a lei!" le risate aumentarono.
"Alla prossima spedizione magari resti a casa ad aiutare Blaine, che ne pensi?"
"Scordatelo! Non ti libererai di me così facilmente"
"Purtroppo... in ogni caso mi sembra che non sia andata troppo male... abbiamo nuovi elementi, specie da studiare e individui da tenere sotto osservazione... mi piacerebbe ribattere quella zona non appena avrò finito con le cappuccine... nel frattempo Kurt, Sam, lavorate sulle carte di quell'area, e segnate le coordinate, i punti precisi dove sono stati osservati i predatori, il nido e tutto quanto... voglio dei dati che mi indichino un punto preciso... devo sapere dove andare!"
"Cominceremo domattina" annuì Kurt serio.
"Fantastico... Quinn, tu lavora sui campioni d'acqua che ti sono stati portati, mi piacerebbe avere i risultati entro domani sera" disse alla giovane alla sua sinistra.
"Nessun problema, San"
"Mike, voglio una selezione accurata delle tue immagini... quelle degli animali mi servono domani pomeriggio, così in serata posso dargli un'occhiata... mentre quelle dell'ambiente dovrai gestirle da solo con il tuo programma... voglio una visione diurna e notturna dei luoghi che avete visto, in tre dimensioni... c'è molto lavoro da fare con le fototrappole quindi vorrei che tu ti allontanassi dal tuo computer solo per mangiare e dormire"
"Sarà fatto!" l'asiatico sorrise e portò la mano alla fronte ,come un soldato. Brittany aveva ascoltato molto attentamente ogni parola e ogni gesto. Santana Lopez sapeva il fatto suo, e di certo c'era una ragione se l'avevano messa a capo di quel progetto:
"Rachel, vorrei che domani aiutassi Quinn a trascrivere i risultati delle sue analisi, così sarete più veloci"
"D'accordo" l'altra mora del gruppo annuì.
"Se finiste prima del previsto, vorrei lavorare con il B-12, che ne pensate?" Sia Quinn che Rachel sgranarono gli occhi.
"Senza di te?" chiese allarmata Quinn.
"Ovvio che no, dovrete aspettare che io ritorni, ma domani rientrerò prima... vorrei un prelievo, e un sedativo per quando sarò tornata... quattro mani sono meglio di due"
"Dio, mi era venuto un colpo..." Rachel si ammosciò sulla sedia.
"Brittany..." la bionda la guardò, in attesa di direttive "Anche domani ti voglio in piedi alle cinque, andremo in foresta"
"Perfetto" la giovane annuì.
"Bene gente, domani sarà una giornata lunga e faticosa per ognuno di noi, quindi vi auguro la buonanotte, a meno che qualcuno di voi non voglia cominciare a lavorare adesso!" fece un finto sorriso e si alzò, seguita da tutti gli altri. La stanza si svuotò in fretta e tutti si diressero nelle loro camere. Anche Brittany seguì il gruppo, e si diresse mollemente verso la sua camera:
"Hey biondina, com'è andato il primo giorno?" Quinn la fiancheggiò e le mise amichevolmente un braccio sulla spalla.
"Stancante da morire, sono a pezzi!" mugugnò la giovane "Ma è stato pazzesco!"
"Siete andate a cercare le cappuccine?"
"Si, e le abbiamo trovate in fretta! Credevo mi sarei rotta l'osso del collo nel tentativo di arrampicarmi, ma alla fine ce l'ho fatta... e da lassù... wow... sembrava un documentario della BBC!" disse entusiasta.
"Ed era solo il primo giorno!" rise l'altra.
"Posso chiederti cos'è B-12?" domandò Brittany all'improvviso. Non fu Quinn a rispondere.
"E' un serpente corallo!" Rachel fece capolino dietro la bionda dai capelli corti.
"Cosa??? C'è un serpente corallo in questo edificio?" la ragazza iniziò a sudare freddo.
"Niente paura, è sotto chiave, in stabulario... non può fuggire, e in ogni caso c'è un sistema d'allarme... se fuggisse lo sapremmo!" spiegò.
"E cosa dovreste fare esattamente con quel concentrato di veleno?"
"Sedarlo, come ha detto Santana" le disse Quinn "Fare un prelievo, per poi controllare i suoi parametri vitali, e prelevare il veleno, cosa che farà lei, quindi suppongo lo vedrai anche tu"
"E a cosa vi serve esattamente?"
"A trovare un antidoto" ribattè prontamente la biologa "Stiamo lavorando con diversi veleni, e su alcuni i risultati sono molto buoni..."
"E' un lavoro pazzesco..." Brittany sorrise alle due, impressionata.
"Beh ,domani mi dirai... buonanotte Brittany"
"Buonanotte Quinn, buonanotte Rachel" le salutò con un cenno.
 "A domani" le disse Rachel "E' un piacere averti con noi" sorrise gentile.
 
Ognuna sparì nella sua stanza. E finalmente sola in camera sua, Brittany indossò il suo pigiama: un pantaloncino nero, e una leggera maglia gialla. Si distese sul letto, dopo aver chiuso la finestra, e sentì i muscoli della schiena sciogliersi sul materasso. Le gambe le facevano male, ed era certa che l'indomani avrebbero fatto ancora più male. Ma non vedeva l'ora di iniziare una nuova giornata nel verde, emozionante come la prima. Si mise comoda e cercò di addormentarsi.
Due ore dopo non riusciva ancora a prendere sonno. Il suo corpo era esausto, ma la mente fin troppo sveglia. Si girava e rigirava nel letto, ma ogni volta che chiudeva gli occhi, una forza invisibile la costringeva a riaprirli.
Così sbuffò spazientita, e decise di scendere in cucina a cercare una bustina di the. Qualcosa di caldo l'avrebbe aiutata, e magari muoversi dal letto l'avrebbe stancata a sufficienza. Si alzò, e uscì dalla sua stanza a piedi nudi. Camminò lungo il corridoio, e scese le scale nella penombra.
Fu sorpresa, una volta giunta in salotto, di scoprire che non era sola. Santana era seduta di fronte al tavolo, una piccola lampada vicina. Stava lavorando al suo portatile:
"Non riesci a prendere sonno, ragazzina?" le chiese senza neanche voltarsi.
Come diavolo aveva fatto?
"Affatto..." disse piano "Ero venuta a cercare un po’ di the"
"E' nello scaffale sopra i fornelli... il bollitore è a destra" le disse. Brittany seguì quanto indicato e trovò il the e le tazze.
"Ne vuoi un po’?" chiese piano, per non disturbare il suo lavoro.
"Perchè no" annuì l'ispanica. La bionda preparò due tazze, vi mise le bustine di the e un po’ di zucchero, fece bollire l'acqua e la versò. Quando furono pronte si avvicinò all'altra e le porse la tazza fumante.
"Ecco, tieni" le disse.
"Grazie" la prese e la poggiò sul tavolo.
Brittany sedette sul divanetto, con la sua tazza tra le mani. La poggiò sul tavolino vicino e si accucciò in una posizione comoda.
"Neanche tu riesci a dormire?" le chiese.
"No, ma a me capita spesso di restare sveglia fino a tardi... mi rilassa e si può lavorare in silenzio... suppongo che la tua sia l'euforia dei primi giorni"
"Probabile" annuì la bionda, e la guardò.
Era seduta a gambe incrociate sulla sedia. Anche lei indossava il suo pigiama.
Pantaloni lunghi e scuri, a quadrettoni, e una canottiera intima bianca, quasi trasparente. Aveva indosso la stessa montatura che portava per cena. I suoi lunghi capelli neri erano raccolti in una treccia che ricadeva lungo la sua spalla destra, gli occhi neri erano stanchi ma concentratissimi su quanto stava osservando al pc.
La canotta leggera mostrava una pancia piatta, molto atletica, e scolpita dall'attività estenuante alla quale la foresta sottoponeva.
Le braccia erano sottili, ma, come Brittany aveva potuto osservare, molto più muscolose di quanto non sembrassero a prima vista. Le spalle erano strette ma possenti.
Nel complesso era molto minuta, e più bassa di Brittany, ed era incredibile ciò che un corpo così piccolo fosse in grado di fare.
La sua voce quasi la fece sobbalzare:
"Volevi chiedermi qualcosa?" la sua voce era bassa e roca.
"N-no... perchè?"
"Perchè sono dieci minuti che non mi togli gli occhi di dosso" fece un mezzo sorriso mentre la bionda avvampava.
No, sul serio, come diavolo aveva fatto a vederla?
Era certa che non si fosse voltata. Nemmeno una volta.
"Ecco io... ero..." balbettò alla ricerca di una scusa "Persa nei miei pensieri!" provò.
"Capisco" Santana si lasciò andare a un sorriso spontaneo, mentre abbassava lo sguardo. E se possibile, Brittany arrossì ancora di più.
"E cosa fai per cercare di ingannare il tempo, quando non riesci a dormire?" cercò di cambiare discorso.
"Lavoro, naturalmente... stavo dando un'occhiata ad alcuni dati sui cappuccini... sembra che tra due settimane verrà a farci visita una primatologa..." mugugnò. Non sembrava felice all'idea.
"Come mai?"
"Le scimmie cappuccine sono le uniche scimmie non antropomorfe dotate di un'intelligenza fuori dal comune... e alcuni comportamenti interessanti, come ti ho accennato oggi, sembrano essere di rilievo per gli scienziati... io sono una zoologa, e penso di sapere molto sul comportamento degli animali, almeno dopo averli osservati a lungo... ma un primatologo può darci un'idea più chiara sul perchè di simili comportamenti... e soprattutto tengono in considerazione anche la genetica degli animali, e io, ahimè, di genetica so poco o nulla..."
"E chi è questa primatologa? La conosci?" chiese Brittany.
"Dottoressa Judith Robbins... questo è il suo nome... ma non ho trovato nulla che la riguardi su internet, e non mi piace...perciò tra due settimane, vedremo che sa fare, e, se non mi convince, sono più che autorizzata a rimandarla a calci da dove è venuta" annuì, ridendo spavalda.
"Quindi verrà con noi in spedizione..."
"Si, per questo voglio muovermi adesso... non mi piace avere estranei attorno, e voglio raccogliere più dati possibile in questi giorni, prima che arrivi... non mi va di condividere con altri un lavoro che posso fare benissimo da sola!" si voltò finalmente a guardarla, attraverso la montatura trasparente.
"Sono d'accordo con te"
"Brittany, ci sono alcune cose di cui volevo parlarti..." Santana si fece seria.
"Ti ascolto..." la giovane ebbe paura di avere sbagliato qualcosa durante la giornata, ma non lo diede a vedere. 
"Blaine è il nostro medico, alla base... e lui e Quinn, da quando siamo qui, lavorano a diversi farmaci e vaccini specifici... ci sono parassiti nell'acqua, batteri nei denti degli animali, veleni vari... e stando in foresta siamo a rischio ogni giorno... perciò loro sperimentano questi farmaci giù in laboratorio e ce li somministrano... ogni due settimane circa... non sono pericolosi, ma di solito li prendiamo nel tardo pomeriggio e l'indomani nessuno di noi si muove dalla base... a volte ci sono degli effetti collaterali... come fiacchezza, nausea, capogiri... nulla di grave... vorrei che iniziassi anche tu ad assumere queste medicine... possono salvarti la vita..."
"Che genere di farmaci sono? E in che ordine devo assumerli, esattamente?"
"Non c'è un ordine preciso... ma ad esempio, Quinn ha sperimentato un liquido che protegge dal novantatrè per cento dei batteri presenti nei denti degli animali... questo non significa che ti protegge solo se vieni azzannata alla gamba da un alligatore, parlo di morsi molto meno drastici... quello di qualche pesce ad esempio... sono piccoli e sembrano innocui, ma i loro dentini sono la casa di tanti fastidiosi parassiti... una punturina e il problema è risolto" le spiegò.
"Capisco..." Brittany annuì. Non le piacevano le punture.
"Insomma, se non sei d'accordo va bene lo stesso, ma il centro medico più vicino è a quattro ore da qui, e se si tratta di qualcosa di grave... quattro ore sono fatali..."
"No no, va benissimo, farò questa cura insieme a voi... è giusto così" stavolta annuì con convinzione.
"Molto bene... il prossimo giro è tra dieci giorni, quindi c'è ancora tempo... ma Blaine preparerà una scheda medica anche per te... un'altra cosa... ho letto gli appunti che hai scritto oggi..."
"Cos... quando?" chiese sgranando gli occhi. Era certa che gli appunti fossero al sicuro nella sua stanza.
"Mentre facevi la doccia... mi dispiace se sono entrata in camera tua, ma giuro che non ti ho perquisito e non ho rubato niente... volevo soltanto dare un'occhiata..."
"D'accordo..." disse nervosa "E cosa... insomma, che ne pensi?"
"C'è del materiale su cui lavorare... ho letto che sei riuscita a riconoscere alcuni individui da qualche carattere fisico che li distingueva dagli altri... ma c'è ancora molto da migliorare" continuò mentre in un sorso finiva il suo the "Io sono alla costante ricerca della perfezione... so che non esiste, ma ciò non mi vieta di arrivarci il più vicino possibile... quindi è necessario riconoscere ogni individuo, sapere come si muove e che relazione ha con gli altri, se è un anziano, un adulto, un subadulto, o un cucciolo... e via dicendo... lavoreremo su questo nei prossimi giorni, e il materiale fotografico ci aiuterà..."
"Farò del mio meglio!" disse la bionda.
"E' quel che mi aspetto da te... in ogni caso oggi non hai rischiato la vita e sei tornata a casa senza neanche un graffio... quindi direi che è stato un buon primo giorno"
"Grazie" sorrise Brittany.
"E' quasi mezzanotte..." continuò guardando l'orologio da parete "E tra poche ore saremo di nuovo in piedi... forse è il caso di andare a dormire, non pensi?"
"Si...decisamente" si alzò, mentre la mora spegneva il computer e la lampada. Si avviarono insieme al piano di sopra, e camminarono in silenzio lungo il corridoio, sempre illuminato da una fioca luce. Quando giunsero alla stanza di Brittany, Santana si fermò:
"Ci vediamo domani, allora..." disse.
"Dov'è la tua stanza?" chiese la bionda.
"Al piano di sopra" spiegò l'altra.
"Piano di sopra? Ma questo non è il livello più alto?" domandò confusa.
"Certo che lo è... non c'è nulla al di fuori della mia stanza, al quarto piano" le disse ridendo.
"Oh... d'accordo..."
"Buonanotte Brittany" le fece un cenno.
"Buonanotte Santana" Brittany aprì la porta della sua stanza, mentre l'altra si voltava e si avviava verso la scalinata esterna.
La guardò camminare lungo il corridoio e non potè fare a meno di notare quanto fosse silenzioso il suo passo. Si muoveva sinuosa ed elegante, e lo sguardo di Brittany cadde inevitabilmente sul suo posteriore, che si intravedeva ad ogni passo attraverso i morbidi pantaloni.
Arrossì inspiegabilmente.
Poi scosse la testa ed entrò in camera sua. Fece appena in tempo a sdraiarsi sotto le coperte, che Morfeo l'aveva già accolta tra le sue braccia.



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Ciao belliiiii! No, non sono Bomboletta; lei ha già fatto l'introduzione e insomma, ha qualche mania di protagonismo, si, ma non così evidente... Per cui ora scrivo io che sono gleekpanda. 
Vi scrivo io perchè la qui presente miss, sprovvista di internet, ha supplicato (che parolone) la mia magnifica persona per PUBBLICARE il capitolo. 
Ma io e le mie manie di perfezionismo non ci siamo ovviamente limitate a questo. 
Infatti dopo cinque ore di scuola, varie lezioni in conservatorio e due tragedie greche, io maniaca, dopo praticamente quanto? Tre anni? Tre anni e mezzo? Ho betato, per la prima volta e completamente, il suddetto capitolo, impiegandoci più di un'ora (maledetta sia la sua mania di non mettere mai un cristo di spazio tra punti, o virgole). 
E ora sto scrivendo questa orazione (che fa molto Cicerone&LaSuaUmiltà) per il puro e semplice gusto di (forse) rompere un po' le balle a voi che leggerete, ma soprattutto (sicuramente) vedere la sua reazione.
Si esatto, non sa niente di tutto questo. Ma lo vedrà presto.
Anyway, leggete e recensite gente. Si sa che le recensioni fanno l'autrice felice, e l'autrice felice è sempre ben disposta a non solo pubblicare prima, ma anche a elargire biscottini, fette di pane che vogliono tostarsi e perchè no, anche sesso gratis.
No, dai, scherzo..









forse.
Peace & make love people <3
-gleekpanda (e ovviamente -Bomboletta)

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Capitolo 5
*** Pericolo ***


SALVEEEE! Ho promesso che avrei aggiornato presto, ed ecco fatto! Ma devo confessare che io e la mia beta (ebbene sì, anche stavolta è merito suo se state leggendo) siamo rimaste un po’ deluse dalla carenza di recensioni. Si sa che uno scrittore felice produce di più :p perciò sto decidendo se andare avanti oppure no… vediamo che succede con questo capitolo… Buona lettura :)






-Pericolo-
 
 
 
 
 
 
 
Erano di nuovo circondate dalla natura selvaggia, verde e rigogliosa come in pochi posti sul globo si poteva osservare. La giornata era cominciata presto in Amazzonia, e Brittany e Santana avevano allestito un punto di osservazione poco lontano da quello del giorno precedente. Erano qualche chilometro più a ovest, a venticinque metri d'altezza. Questa volta Santana aveva scelto un albero più grande, che permettesse loro più comodità e stabilità. Aveva portato con sè diverse attrezzature fotografiche, e la sua assistente non era proprio contentissima di dover trasportare diversi chili in più sulle spalle, ma non aveva scelta.
 
Ormai erano diverse ore che le scimmie cappuccine penzolavano tra un ramo e l'altro, spulciandosi tra loro e trasportando alcune noci.
 
A quale scopo, poi, visto che non le mangiavano? Brittany se lo chiese diverse volte nell'arco della giornata, ma non lo chiese a Santana. Non voleva risultare stupida con una simile domanda. La mattinata trascorse osservando il gruppo, e la bionda cercò di annotare quanto più possibile. Le argomentazioni del suo capo a proposito della ricerca della perfezione erano ancora nitide, e lei si stava impegnando al massimo per adempiere ai suoi compiti da assistente perfetta (o quasi). Dal canto suo, la zoologa aveva passato ore a scattare foto alle scimmie, con un teleobiettivo talmente lungo e pesante da costringerla a distendere il braccio per reggerlo durante gli scatti. Si erano fermate qualche minuto per un pasto veloce, ma questa volta niente chiacchiere o aneddoti simpatici. Santana aveva imbracciato nuovamente la macchina fotografica, e Brittany, armata di binocolo, era tornata ai suoi appunti:
 
"Brittany... vieni a vedere, sbrigati!" le disse piano, guardando attraverso il suo obiettivo. La giovane si alzò e la raggiunse con cautela, pochi passi più avanti.
 
"Cosa?"
 
"Guarda laggiù" le indicò una direzione "Col binocolo" Brittany lo prese e lo puntò verso la direzione indicata. Alcune scimmie erano scese a terra. Tre adulti e un cucciolo. Avevano alcune noci. Un maschio ne prese una e la poggiò su un masso, grande e dalla forma appiattita. Poi prese una pietra, molto più piccola, tenendola saldamente con entrambe le mani. E Brittany non poteva credere ai suoi occhi: colpì la noce con la pietra. Un colpo preciso, forte, perfetto. Una, due volte. Il terzo colpo, secco, ruppe il guscio della noce, ma non il suo contenuto, che l’animale si affrettò a mangiare.
"Oh mio Dio..." sussurrò deglutendo "L'incudine e il martello... loro... loro stanno maneggiando degli utensili!" disse forte.
 
"Per questo ci mandano una primatologa" spiegò Santana "E' il comportamento del quale ti ho parlato..."
 
"E'... non credo ai miei occhi..." disse a corto di parole, mentre osservava un'altra scimmia fare lo stesso con altre pietre e altre noci. L'altra scattò qualche foto, e rimasero a osservare quel piccolo miracolo per più di un'ora.
Presto però, si fece tardi, e decisero di tornare. Scesero dall'albero dopo aver rimesso a posto l'attrezzatura. Una volta giù, Santana diede nuovamente a Brittany il pesante zaino, che la bionda indossò senza troppo entusiasmo. Non capiva perchè non potessero avere due zaini e portare la metà del peso. La zoologa non si faceva carico di niente, se non di quell'ingombrante bastone metallico, e un comodo e leggerissimo marsupio.
 
Camminarono a ritroso per mezz’ora. Santana si era fermata un paio di volte, la prima per indicarle un grosso geco perfettamente mimetizzato sul tronco di un albero, la seconda, per scrutare gli alberi sulle loro teste. Procedevano in silenzio, nel fitto della foresta, ma quando si ritrovarono al centro di una piccola radura, Santana piantò i piedi per terra e si irrigidì visibilmente. Per poco Brittany non le finì addosso:
 
"Che succede?" le chiese piano.
 
"Non muovere un muscolo" lo disse talmente piano che la sentì solo perchè regnava il più assoluto silenzio. Con un movimento lento ma rapido, afferrò il bastone metallico dall'astuccio nella sua schiena e lo impugnò con entrambe le mani, facendo scattare gli occhi da un punto all'altro, come se osservasse qualcosa di invisibile agli occhi di Brittany. Guardò in ogni angolo, sembrava tesa. Molto tesa. Brittany non le aveva mai visto quell'espressione nei due giorni precedenti.
 
"Che sta succedendo?" sussurrò anche lei, spaventata. Prima di rispondere, Santana fece una cosa strana: annusò l'aria.
 
"Siamo braccate" disse piano, senza distogliere l'attenzione dai cespugli. La bionda ebbe un brivido, e il suo cuore accelerò.
 
"Cosa?"
 
"Prendi il pugnale che ti ho dato, sbrigati!" continuò a sussurrare. Le mani di Brittany cominciarono a tremare, e quando afferrò l'arma, per poco non le cadde di mano.
 
"Cosa... che animale..." le mancavano le parole.
 
"Non lo so... ma usalo, se è il caso... e stai sempre dietro di me..."
 
"Ma se..." non finì la frase. Successe tutto in un istante. Una pantera balzò fuori all'improvviso dalla loro destra, con un ruggito spaventoso, avventandosi su Santana. Brittany urlò per lo spavento e cadde all'indietro.
 
Strinse il pugnale mentre, pietrificata dal terrore, vedeva la ragazza pararsi col bastone metallico sul quale la bestia aveva piantato le zampe. La spinse indietro solo con la forza delle sue braccia, mentre allargava le gambe per avere più stabilità sul terreno. L'animale emetteva un ringhio basso e costante, e cercò di girarle attorno, ma Santana si muoveva allo stesso modo, fronteggiandola e restando davanti a Brittany.
 
Impugnò il bastone con la mano sinistra, mostrando la punta acuminata al felino. Si muoveva piano, a destra e a sinistra, nonostante i suoi piedi restassero incollati al terreno:
 
"Vattene!" disse forte.
 
La pantera provò a colpire di nuovo, ma quando era sul punto di balzare, Santana scattò di lato, fulmineamente e assestò un colpo sul collo dell'animale, che indietreggiò di nuovo.
 
A quel punto la zoologa finse di colpirla, facendolo indietreggiare ancora. Confinata in un angolo della radura, e rendendosi conto di aver scelto la preda sbagliata, si voltò e sparì tra i cespugli. La giovane rimase in ascolto per qualche altro minuto, senza abbassare la guardia. Infine tirò un sospiro di sollievo e si voltò verso Brittany, ancora per terra, gli occhi sbarrati e il cuore che minacciava di scoppiarle in petto. Si abbassò e la guardò.
 
"Stai bene?" chiese. La bionda deglutì e cercò di annuire, senza trovare fiato per rispondere. Poi Santana le tese la mano e la aiutò ad alzarsi.
 
Fu a quel punto che Brittany scorse un lungo taglio sull'avambraccio destro della ragazza, che sanguinava copiosamente.
 
"Santana stai... stai sanguinando" disse, pallida.
 
"Non è niente, ci penserà Blaine una volta alla base...ma dobbiamo sbrigarci, potrebbe tornare" disse. Brittany annuì di nuovo e la seguì svelta attraverso il fogliame. Santana non ripose il bastone fino a quando pochi minuti dopo non sbucarono di fronte alla base.
 
Salirono in fretta dalla scala esterna e lasciarono l'attrezzatura davanti all'ingresso. Quando entrarono in cucina trovarono Rachel, che puntò gli occhi sul braccio sanguinante di Santana:
 
"Oh mio Dio, che è successo?" chiese alzandosi di scatto.
 
"Nulla di grave" disse la zoologa "Chiama Blaine, e dai un po’ d'acqua e zucchero a Brittany, ha avuto un grosso spavento..."
 
"BLAINE!" cominciò a urlare la ragazza "BLAINE VIENI, SBRIGATI!" il medico arrivò in un lampo.
 
"Cristo Santo, che hai fatto?" sbottò avvicinandosi a Santana, che continuava a perdere sangue "Siediti!" le intimò.
 
"Rachel, prenditi cura di Brittany!" ringhiò di nuovo la ragazza. Rachel fece sedere Brittany, e le porse l'acqua e zucchero che lei afferrò tremante.
 
"Santana, voglio sapere cosa è successo!" ripetè Blaine.
 
"Succede" iniziò Santana mentre si sedeva sul divanetto "Che siamo state attaccate in pieno giorno da una fottuta pantera, non lontano da qui!"
 
"Porca miseria" il ragazzo corse a prendere una valigetta mentre chiamava Quinn a gran voce. Quando tornò iniziò a tamponare la ferita.
 
"San, che cazzo hai fatto?" gridò allarmata Quinn quando fu dentro la stanza.
 
"C'è una pantera che caccia nei dintorni" spiegò Blaine al suo posto mentre ripuliva la ferita e la inondava di un liquido dal forte odore.
 
"Cazzo, Blaine, brucia!" si lamentò la latina.
 
"Devo pulirla dai batteri, lo sai benissimo! E' un morso o che altro?" chiese.
 
"Ti sembra un morso? E' una zampata!" disse.
 
"Vado a prendere un antibiotico" disse Quinn schizzando via.
 
"Servono dei punti..." disse il ragazzo, mentre cercava di fermare l'emorragia.
 
"Non c'è alcun bisogno di giocare al sarto impazzito col mio braccio" protestò Santana.
 
"Sono IO il medico, sono il TUO medico, e questa ferita è lunga e profonda abbastanza, potrebbe aver lacerato i vasi sanguigni, ecco perchè non smetti di sanguinare, quindi adesso chiudi la bocca perchè hai bisogno dei punti!" ringhiò il ragazzo. La zoologa sembrò sul punto di picchiarlo, ma non disse nulla e si sottopose alla sua medicazione.
 
Quinn tornò dopo qualche istante con alcuni attrezzi da pronto soccorso che pose al dottore. Così lui iniziò a cercare ago e filo sterilizzati, fece appoggiare a Santana il braccio sul bracciolo del divano e procedette con i punti.
 
"Tieni, bevi questo" la bionda porse l'antibiotico all'amica, che lo bevve senza fiatare, mentre con un'espressione di fastidio manifestava il dolore causato dai punti.
 
Quandò finì, Blaine le passò un cicatrizzante sulla ferita e la avvolse con una fasciatura spessa, che passava anche dal palmo della sua mano, coprendone il dorso. Sembrava una di quelle fasciature che indossavano i pugili prima di combattere.
 
"Quando dovrò tenerla?" chiese osservandola e muovendo le dita una per volta.
 
"Non meno di dieci giorni"
 
"Fico..." disse ironica, poi cercò lo sguardo di Brittany, che sorseggiava la sua acqua, ancora tremante.
 
"Brittany,tutto bene?"
 
"Sei tu che hai rischiato di dissanguarti e chiedi a me se sto bene?" rispose vicina alle lacrime. Santana rise.
 
"E' soltanto un graffio, sto benissimo!"
 
"Vai a stenderti" si intromise Quinn.
 
"Sto bene, Fabray, non fare la madre apprensiva" si lamentò.
 
"E' un ordine, chiaro? Non mi importa quello che fai, se dormi, mediti, giochi al computer, fai quel che ti pare, ma vai in camera tua, sdraiati sul tuo letto e RESTACI!"
 
"Ho delle cose da fare" tentò.
 
"Le farai tra un'ora o due, Blaine ti accompagnerà in camera tua, a Brittany ci pensiamo io e Rachel" disse decisa.
 
"Cristo... d'accordo..." si arrese alzandosi e dirigendosi al piano di sopra, scortata dal ragazzo.
 
"Brittany, perchè non prendiamo una boccata d'aria in terrazza?" propose Rachel con un sorriso.
 
"D'accordo..." uscirono in balcone insieme a Quinn che sedette sulla ringhiera in legno, mentre Brittany e Rachel occupavano il piccolo divano di fronte.
 
"Beh, doveva succedere prima o poi..." iniziò la biologa.
 
"Cosa?" chiese la giovane.
 
"Qualcosa di pericoloso...benvenuta in Amazzonia, tesoro!" rise,mentre Rachel imitava la sua risata.
 
"E' stato terribile" iniziò Brittany "Pensavo che saremmo morte..." Quinn scoppiò a ridere, come se la ragazza avesse detto la più assurda delle cose.
 
"Tu non hai idea!" l'anticipò Rachel "Di quanto spesso sia successo qualcosa del genere negli ultimi tre anni! Attacchi, incidenti e lotte sono il nostro pane quotidiano! O meglio... il pane quotidiano di Santana!"
 
"E' vero!" aggiunse Quinn "Non sai quante volte ci ha salvati da una fine molto dolorosa!"
 
"Ha già avuto incontri del generi con bestie feroci?" chiese Brittany scettica.
 
"Certo! Una volta ha salvato Kurt dall'attacco di un alligatore di quasi quattro metri...si è tuffata nel fiume e lo ha agganciato dietro la testa, costringendolo a risalire...pensavamo sarebbe morta!" disse gesticolando.
 
"Un pomeriggio Mike si avvicinò troppo a un'anaconda, e rischiò di essere stritolato...il serpente lo avvolgeva lentamente... beh,credici o no, Santana lo ha liberato a mani nude" continuò Rachel.
 
"E proprio un paio di mesi fa ha salvato la vita a Rachel che stava per cadere da un dirupo di centinaia di metri" concluse la bionda.
 
"Mi state dicendo che nessuno di voi si è mai ferito gravemente?" chiese ancora Brittany.
 
"Mai" Rachel scosse la testa.
 
"Santana dice sempre che non permetterà a nessuno di noi di morire"
 
“E negli ultimi tre anni, ha sempre mantenuto la promessa” la mora lo disse con un tono sicuro e deciso.
 
“E ti assicuro che anche se ha perso tanto sangue, quella ferita non è grave…ha fatto di peggio…” concluse Quinn roteando gli occhi.
 
“A quanto pare disturbo un piacevole pomeriggio tra ragazze” una voce roca e maschile le fece voltare tutte. E Brittany per poco non urlò.
 
Un ragazzo pendeva dal ramo di un albero, qualche metro più in alto di loro, ma a decine di metri dal suolo, reggendosi con una sola mano. Era scuro di carnagione, tutto muscoli, una cresta nera stile moicano. Penzolava pericolosamente.
 
“Giochi sempre a fare Tarzan, nel tempo libero?” chiese Quinn sorridendo, senza scomporsi. Lui si spinse in avanti e atterrò con un salto sul loro balcone.
 
“Tu devi essere la nuova assistente di Santana” disse rivolto a Brittany “Lo sapevo che avrebbe scelto un bel bocconcino” ridacchiò.
 
“E tu sei?” chiese Brittany, imbarazzata.
 
“Mi chiamo Noah” le tese la manona che lei strinse.
 
“Brittany” indossava dei vecchi bermuda neri, tutti strappati. Era il suo unico indumento. Il petto era nudo e scolpito, così come i piedi, sporchi di terra.
 
“Non sei un ricercatore…” chiese titubante lei “Vero?” Rachel scoppiò a ridere.
 
“Ma se non sa neanche leggere!”
 
“Io so leggere!” ribattè lui con aria di sfida “Ma no, non sono un ricercatore… sono un indigeno, vivo in una tribù locale” spiegò alla bionda.
 
“Ciao selvaggio!” Santana fece la sua comparsa sull’uscio.
 
“Ciao San!” quando la vide, sorrise spontaneamente,e le andò incontro. Era molto più alto di lei e largo almeno il doppio. La sollevò da terra e le stampò un bacio rumoroso sulla guancia. Brittany si sorprese di tale contatto. Nessuno si era mai avvicinato fisicamente a Santana.
 
“Ma tu non dovresti essere a letto?” la rimproverò Quinn.
 
“Che hai fatto alla mano?” chiese il ragazzo notando la fasciatura.
 
“C’è una pantera nei dintorni… e io e Brittany oggi abbiamo avuto un incontro molto ravvicinato… voleva darmi il cinque, ma non ha preso bene la mira” scherzò “E per rispondere a te, Quinn, ho riposato abbastanza, sto meglio, e B-12 ci aspetta!”
 
“Dacci cinque minuti di respiro, ok? E poi Noah è appena arrivato” sospirò la biologa.
 
“Così hai già conosciuto la mia assistente!” iniziò Santana sedendo sulla ringhiera.
 
“Ci siamo appena presentati, credeva fossi un ricercatore” sorrise.
 
“Chiedevo e basta” si schernì Brittany “Non sapevo ci fossero tribù indigene da queste parti”
 
“Non lo sapevamo neanche noi” spiegò Santana “Abbiamo ignorato la loro esistenza per tre mesi, fino a quando non ci siamo imbattuti nel loro accampamento durante una spedizione… lì abbiamo conosciuto Noah”
 
“Quindi parlate la nostra lingua?” chiese la giovane.
 
“Non proprio” lui scosse la testa “A me l’ha insegnata Santana”
 
“E gli ho regalato un paio di pantaloni… quello straccetto copri inguine mi ha traumatizzata per il resto della vita, la prima volta” scoppiarono tutti a ridere.
 
“Pantaloni e tanto altro ancora… Santana mi ha insegnato tutto quello che so, mi ha insegnato a scrivere, a leggere, e mi ha permesso di portare qualche innovazione all’interno del mio villaggio” la guardò riconoscente.
 
“Andiamo, smetti di elogiarmi, risparmiatelo per la mia morte” gli diede un pugno sulla spalla “Vieni a darci una mano col mostro? Un paio di braccia in più sono sempre utili”
 
“Certo, con piacere!”
 
Si spostarono tutti in laboratorio attraverso la scalinata interna. Era molto più illuminato rispetto a quando Brittany lo aveva visto la prima volta.
 
“Quinn, prepara il sedativo e il materiale per il prelievo; Rachel, il bicchierino per il veleno; Noah, Brittany, venite con me” ordinò la zoologa. Si spostarono in un’altra stanza, piena di teche e acquari, quasi tutti vuoti. C’era una teca illuminata da una forte luce a neon, e dentro, come la stessa targa recitava, B-12. Non era molto grande, superava appena il metro di lunghezza.
 
“San, noi siamo pronte!” urlò Quinn dall’altra stanza.
 
“Bene, allora… Noah, c’è un gancio per serpenti su quel tavolo, prendilo… Brittany, al mio tre apri la teca, così da permettermi di prenderlo… dobbiamo essere molto veloci o ci attaccherà… Noah, tieniti pronto col gancio, se dovesse mettersi male”
 
Il ragazzo si avvicinò col gancio metallico stretto in pugno, Brittany annuì e mise la mano sulla teca.
 
“Pronti?”
 
“Si” risposero in coro.
 
“Uno… due… tre!” Brittany aprì la teca lateralmente, e Santana fece scattare il braccio sinistro, afferrando il serpente esattamente dietro la testa. Lui soffiò e si dimenò, mentre lei lo tirava fuori. Lo strinse con entrambe le mani, mentre la bionda richiudeva la teca. Poi tornarono in laboratorio. Quinn aveva una siringa piena di un liquido trasparente, con un ago corto. Quando Santana si avvicinò, la ficcò sotto la pelle del serpente e inoculò il sedativo. Subito dopo l’animale smise di dimenarsi. La biologa tirò fuori dalla tasca un’altra siringa ed effettuò un prelievo. Il sangue vermiglio dell’animale riempì metà della siringa:
 
“Vado a metterlo in provetta, torno subito per il veleno” disse, quando finì.
 
“D’accordo… Brittany, ho bisogno del tuo aiuto” Santana la guardò negli occhi, seria.
 
“Sono qui” rispose lei.
 
“Stringilo all’incirca a metà del corpo, con la mano sinistra” la ragazza si avvicinò, e strinse la mano sinistra attorno al corpo del serpente.
 
“Così?” chiese. La zoologa annuì.
 
“Adesso metti la mano destra dietro la mia mano, qui vicino la testa,e stringi forte, non gli farai male…” Brittany eseguì l’ordine, e strinse forte il collo del serpente “Brava... ascoltami bene, adesso io lo lascio… devo fargli aprire la bocca e mi servono entrambe le mani, considerando che una è messa maluccio… cerca di tenerlo fermo… è sedato quindi non si dimenerà, ma appena gli farò aprire la bocca, opporrà resistenza, quindi stringi forte il collo, va bene?”
 
“Va bene” sentì una goccia di sudore scivolare sul suo collo. Santana lasciò il serpente, che adesso era tra le mani di Brittany, e prese un bicchierino trasparente, millimetrato, con sopra un sottile velo di plastica, tenuto ben teso da un elastico. Si avvicinò di nuovo al serpente, dal lato opposto di Brittany, e mise la mano destra, fasciata, su quella della ragazza, facendo una presa forte. Con la sinistra piazzò il bicchierino davanti alla bocca del serpente che la aprì e morse la plastica, affondandovi i denti.
 
“Fai una leggera pressione verso il basso” le disse, assecondando il suo movimento. L’animale soffiò, ma diverse gocce gialle caddero nel bicchierino, fino a riempirne il fondo. Quando l’ultima goccia di veleno cadde, Santana lo sganciò dal bicchierino, ma non lo lasciò, aveva ancora la bocca aperta. Tese il veleno a Quinn che schizzò via dopo averlo preso, e aspettò che il serpente richiudesse la bocca. Poi lo strinse di nuovo con entrambe le mani permettendo alla bionda di lasciarlo. Lo ripose nella teca, con l’aiuto di Noah, e tornò in laboratorio.
 
“Bene…” esordì “Qui abbiamo finito… Quinn, Rachel, chiudete voi il laboratorio, Noah, tu puoi restare con loro se vuoi”
 
“Certo, le aiuto qui” annuì lui.
 
“Brittany, tu sali con me” lei annuì e la seguì.
 
“Non stiamo andando a rischiare di nuovo la vita, vero?” chiese la bionda allarmata, mentre salivano le scale. Santana rise.
 
“No, non oggi… sei libera per il resto della giornata… vai a farti una doccia” Brittany sospirò sollevata.
 
“Grazie al cielo, a dopo allora”


“A dopo” si salutarono con un cenno e Brittany andò a farsi una doccia. Questa volta fu veloce, e indossò abiti comodi. Poi si rintanò nella sua stanza, e si addormentò, quasi senza accorgersene.
 
Quando si svegliò fuori era buio. Guardò l’orologio: le nove di sera. Si passò le mani sul viso, mentre il brontolio del suo stomaco le ricordava che era ora di cena. Così scese in cucina.
 
Non c’era nessuno, a parte Rachel.
 
“Oh ciao, Britt… Blaine ti ha lasciato un hamburger, è ancora caldo” le indicò un piatto dall’aspetto invitante.
 
“Molto gentile da parte sua” sorrise la ragazza “Voi avete già cenato?”
 
“Alcuni si, altri no… hamburger per tutti oggi, giusto per sbrigarci in fretta…non abbiamo nemmeno apparecchiato” spiegò.
 
“Beh, ho così fame che mangerei anche te” lei rise, per poi sparire nel balcone. Così Brittany si accomodò sul divano e mangiò il suo hamburger così in fretta da sorprendersi quando giunse all’ultimo boccone.
 
“Brittany?” Sam fece la sua comparsa in cucina.
 
“Ciao Sam” salutò.
 
“Ciao… senti, ho appena fatto rientrare Rachel dal balcone… Santana ha dato ordine di chiudere tutte le finestre e di non uscire per nessuna ragione dalla base… sono venuta a dirtelo in caso tu abbia lasciato la tua finestra aperta…” le disse.
 
“A dire il vero non ne sono sicura…” cercò di ricordare “Vado subito a controllare, grazie Sam” si alzò e si avviò di corsa su per le scale. Per fortuna la sua finestra era chiusa.
 
Così, sola nella sua stanza, chiuse la porta e si sdraiò sul letto. Pensò alla giornata appena trascorsa, e al pericolo scampato in quella radura. Nonostante non avesse subito un attacco in prima persona, si era davvero spaventata.
 
Giurò a sé stessa che avrebbe cercato di controllare la paura da quel momento: Santana se l’era cavata benissimo da sola, ma da quanto le avevano detto queste situazioni erano all’ordine del giorno, in Amazzonia, e lei non voleva restare paralizzata dalla paura. In quel modo non sarebbe stata d’aiuto né a sé stessa, né ad altri, e non le piaceva.
 
Passarono forse venti minuti, poi qualcuno bussò alla sua porta. Brittany si alzò e aprì. Santana era in piedi di fronte a lei:
 
“Hey… stavi dormendo?” chiese.
 
“No no, mi sono addormentata di pomeriggio e adesso a dire il vero non ho molto sonno…” le spiegò con un sorriso “Vuoi entrare?”
 
“No, in realtà volevo mostrarti una cosa… se ti va…” aggiunse.
 
“Certo” lei annuì senza pensarci.
 
“Vieni” Santana la invitò a seguirla e insieme uscirono in corridoio, per poi dirigersi verso la scalinata esterna “Dobbiamo fare in fretta, è pericoloso fuori” spiegò. La guidò lungo una scalinata più stretta, che Brittany non aveva mai notato prima, e che conduceva al quarto piano, luogo di cui fino al giorno prima aveva ignorato l’esistenza. Si ritrovò in un ambiente più piccolo degli altri piani, letteralmente in mezzo alle fronte degli alberi. C’era un balcone in legno, come gli altri, ma più largo, e una stanza al centro. Sembrava fatta di vetro, ma era tutta nera. Brittany non aveva mai visto una cosa del genere.
 
Santana aprì la porta e la invitò a entrare, così si ritrovò nella camera del suo capo. Era semplice e spoglia: a sinistra c’era un letto matrimoniale, coperto da un piumone blu notte; in fondo a destra una larga scrivania, con un computer e diverse carte e documenti; a sinistra un armadio, che si trovava vicino a un’altra porta. Ma ciò che sorprese davvero Brittany erano le pareti: sembrava di stare in una stanza di vetro, si vedevano gli alberi, le foglie, il balcone fuori. E il soffitto mostrava uno splendido cielo stellato, uno spicchio di luna, e le forme scure delle montagne in lontananza:
 
“E’ meraviglioso…” sussurrò.
 
“Benvenuta nel mio covo” scherzò la mora.
 
“Di cosa è fatta?” chiese lei alludendo alle pareti “Anche da fuori si vede l’interno?”
 
“Ovviamente no… è lo stesso principio dei vetri oscurati delle automobili… si vede dall’interno come un normale vetro, ma da fuori è tutto nero… in questo modo gli animali si avvicinano e non si accorgono della mia presenza… posso osservarli e fotografarli anche per ore” spiegò soddisfatta.
 
“E il panorama è mozzafiato” aggiunse Brittany.
 
“Ma non ti ho portata qui per vantarmi della mia camera” disse imbracciando un grosso binocolo “Questo binocolo è a raggi infrarossi… permette di vedere anche in condizioni di luminosità scarsa o nulla… prendilo e guarda in alto, tra i rami degli alberi” lo tese alla ragazza e le indicò dove guardare. Lei lo punto in alto e vi guardò dentro, ma all’inizio vide solo rami e foglie.
 
“Non vedo niente…” disse.
 
“Un po’ più a destra…” mise la mano sul binocolo e lo spostò mentre Brittany vi guardava dentro. Finalmente capì a cosa alludeva la zoologa: in mezzo alle fronde, pochi metri più in alto, una grossa pantera avanzava silenziosa, avvicinandosi pericolosamente alla base.
 
“Oh mamma…”
 
“E’ la stessa che ci ha attaccate oggi pomeriggio… a quanto pare ha deciso bene di cacciare da queste parti…” spiegò.
 
“Pensi che si avvicinerà alla base?” chiese la bionda riponendo il binocolo e guardandola.
 
“Non penso, a dire il vero… le pantere si avvicinano difficilmente agli edifici… non sono abituate agli umani, e per loro le novità sono pericolose… ma non bisogna dimenticare che oggi siamo state attaccate…”
 
“Per questo hai ordinato di chiudere tutte le finestre?”
 
“Si, la prudenza non è mai troppa… e preferirei che nessuno di noi uscisse di sera per qualche giorno… ho pensato che mostrartela da una postazione sicura ti avrebbe fatto passare un po’ di paura… hai preso un bello spavento oggi…”
 
“A tale proposito vorrei scusarmi con te…” Brittany si sentì tremendamente in imbarazzo.
 
“Scusarti? E perché?” Santana inarcò un sopracciglio.
 
“Ero pietrificata dal terrore, probabilmente non sarei stata d’aiuto se tu ne avessi avuto bisogno… il primo giorno mi hai detto di controllare la paura, e guarda quanto sono stata brava…”
 
“Non devi scusarti” la donna sorrise “Non pensavo ti saresti trovata in una situazione pericolosa così presto, speravo di avere più tempo per insegnarti a controllare le tue emozioni, ma la natura è imprevedibile in ogni sua sfaccettatura… andrà meglio la prossima volta, non preoccuparti… piuttosto, ringraziami per averti tirata fuori dalla tua stanza per un po’…”
 
“Perché?” chiese la bionda, confusa.
 
“Sembra che Quinn non fosse sola in camera sua, ti ho risparmiato un concerto inquietante…” la bocca di Brittany formò una O perfetta.
 
“Oh… beh… grazie allora” si guardarono e scoppiarono a ridere.
 
“Penso sia giunto il momento di riaccompagnarti in camera, dovrebbero aver finito…e non vorrei che la pantera si avvicinasse troppo” alzò le spalle.
 
“Certo… andiamo” uscirono dalla stanza di Santana e scesero in fretta, richiudendo subito la porta che dava sul corridoio. Erano quasi giunti alla camera di Brittany, quando la porta di Quinn si aprì, rivelando Noah, che si apprestava a uscire.
 
“Ciao San” la zoologa mise le braccia ai fianchi, mentre lui si richiudeva la porta.
 
“Sparisci zotico!” ringhiò lei “Sono stata fin troppo clemente, non costringermi a metterle una cintura di castità!” lui alzò le mani in segno di resa.
 
“Notte dolcezza!” le disse con un viso angelico, correndo verso la porta esterna e sparendo dopo essersela richiusa alle spalle. Nel frattempo Brittany aprì la porta della sua stanza ridendo. Si trovarono sole.
 
“Se non altro qualcuno si diverte!” sghignazzò.
 
“Anche troppo direi…” la mora si mise le mani in tasca “Domani mattina faremo un giro un po’ diverso, ma partiamo alle sei, come al solito…”
 
“Va benissimo…” annuì lei “Allora… grazie per avermi salvato la vita oggi…” le disse guardandola negli occhi.
 
“Ma scherzi?” Santana sorrise “E’ il mio lavoro”
 
“Beh, lo fai molto bene” ricambiò il suo sorriso “Buonanotte, Santana” si avvicinò e le stampò un bacio sulla guancia. Santana non se lo aspettava, e arrossì a quel gesto.
 
“Buona… notte” disse piano, si voltò e se ne andò.
 
Brittany si chiuse la porta alle spalle, ridacchiando tra sé. Aveva appena fatto arrossire Santana Lopez…














L'angolo della pazza
Buonsalve a tutti bella gente! Come la nostra mitica autrice vi ha già anticipato, beneditemi se questo capitolo è nato! Ci sono voluti secoli e molte rotture di balle (da parte mia) per farlo venire alla luce.
Oltre i soliti convenevoli vari, c'è una domanda seria da parte mia.
Sto sperimentando vari font per rendere l'editing più carino... Personalmente questo mi piace molto, e spero piaccia anche alla mitica B.. (ovviamente si affida a me a occhi chiusi, come minimo si stuferà delle note e non mi lascerà più betare nulla.. :P)
Ma soprattutto, la cosa più importante è che piaccia a voi che dovete leggere, quindi fateci sapere!
E, ovviamente, le recensioni... Insomma, ormai lo sapete. Le recensioni fanno l'autrice felice, e anche se stavolta l'autrice non è disposta a concedere sesso gratis (se non a me... OVVIAMENTE SCHERZO!!), può concedere molti BEI capitoli, if u know what I mean, e pancake. Con sciroppo d'acero incluso ovviamente.
Fatevi sentire gente! Una storia senza pubblico non può avere successo, e sappiamo tutti che per una volta nella vita avreste voluto essere una pantera per essere osservati da Santana.. O no? ;)

Peace and make love
-gleekpanda, e ovviamente la meravigliosa -Bomboletta

















 

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Capitolo 6
*** Holliday ***


IMPERDONABILE,LO SO!

Ma giuro che questa volta non e' colpa mia. Ho cominciato a scrivere il capitolo,ed ero a buon punto,ma ahime' il mio pc ha ben pensato di beccarsi un virus che gli impedisse di accendersi. Percio' ho perso il mio lavoro,ho dovuto riscriverlo e attendere un nuovo pc. Sono ancora senza internet,ma non per molto. Ergo se state leggendo,ringraziate la mia Beta per la terza volta :D

Ho ricevuto davvero tante recensioni nel capitolo precedente,tutte bellissime,e anche se non ho avuto il tempo di rispondere a tutte,vorrei dirvi sinceramente GRAZIE! Spero che anche questo capitolo andra' bene e di non deludere le aspettative! Show must go on!

Bomboletta

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Il sole era sorto già da un pezzo,in Amazzonia. I rami degli alberi erano popolati dalle più disparate forme di vita,pappagalli e uccelli del paradiso intrecciavano i loro canti dando vita a un’unica entusiasmante melodia,in grado di sciogliere il più gelido dei cuori.


Erano passate due settimane da quando Brittany era arrivata alla base e aveva cominciato il suo lavoro di assistente zoologa,e c’era un’unica,grande certezza,a farsi spazio tra tutte le sue paure: aveva imparato molto di più in quelle due settimane,che in tutta la sua vita.


All’inizio,doveva ammetterlo,non era stato facile abituarsi ai ritmi estenuanti della foresta,svegliarsi all’alba,stare in piedi tutto il giorno,dormire solo qualche ora,e poi tornare a lavorare. Ma stava assumendo quel ritmo di buon grado. Aveva trascorso più di dieci giorni registrando meticolosamente ogni passo e ogni movimento del gruppo di scimmie che stavano studiando,e se nei primi giorni,il suo compito era stato solo quello di scrivere su carta,ciò che vedeva attraverso un binocolo,qualche giorno dopo le sue responsabilità erano diventate molte di più. Santana le aveva procurato diversi articoli sui cebi cappuccini,e le aveva dato tre giorni di tempo per imparare tutto ciò che c’era da sapere a riguardo. Poi le aveva dato un computer e un dischetto che conteneva centinaia di foto. Insieme a quel dono,era arrivato un compito molto importante: dare un nome ai diciassette individui che facevano parte di quel branco,trovar loro un’identità,e un carattere distintivo. Classificarli,insomma.


Non era stato facile: il sesso era distinguibile per ovvie ragioni,ma dare un’età approssimativa,una correlazione con gli altri,e una serie di caratteristiche distintive per un facile riconoscimento a occhio,era tutt’altro che semplice. Il lavoro era stato semplificato dalla lettura meticolosa di tutti quegli articoli,e naturalmente,dalla presenza di Santana.


Si era fidata di Brittany,e le aveva affidato quel compito senza essere certa della sua capacità di portarlo a termine. Ma quando alla sera entrava in salotto e la vedeva al computer,intenta a esaminare foto e dati,e a compilare schede tecniche,si sedeva accanto a lei,indossava la sua montatura,e stavano lì per ore. Le dava consigli,le indicava alcuni di quei minuscoli particolari,che Brittany,data l’inesperienza,non notava nemmeno. Era come un faro in mezzo al mare,che suggerisce la giusta via anche quando fuori è buio.


Gli insegnamenti di Santana non si erano limitati soltanto alla teoria: non solo le aveva insegnato ad arrampicarsi (ormai non utilizzava più neanche la fune di sicurezza),adesso sapeva riconoscere i versi di molti animali e la direzione dalla quale provenivano,sapeva se si avvicinavano o si allontanavano. Inoltre sapeva leggere le carte,prelevare campioni e persino effettuare qualche analisi in laboratorio.

Il quindicesimo giorno,si alzò alla buon’ora,come sempre. Santana le aveva detto di non avere in programma uscite in foresta,per quel giorno,e di ritenersi libera. In giornata,infatti,sarebbe arrivata la primatologa che aspettavano già da tre giorni,e che per un motivo a loro sconosciuto,era in ritardo. Così avevano deciso di non muoversi dalla base. Quando giunse in cucina,si sorprese a trovare Santana con un’espressione a dir poco omicida,gli occhi di Quinn e Kurt puntati addosso,il telefono satellitare all’orecchio:

 

“Tardo pomeriggio?” sbraitò “Senta…mi ascolti bene…mi è stato comunicato un ritardo privo di alcuna plausibile giustificazione,ho già perso una giornata,non ne perderò un’altra…” attese risposta e continuò “Due dei miei uomini sono già in viaggio,e per colpa della vostra stupida organizzazione dovranno aspettare per ore,seduti su una barca a contarsi le dita dei piedi,quando sarebbero stati molto più utili a me,qui,alla mia base,visto che parliamo di ricercatori,non di contadini…e tutto questo perché la dottoressa dei miei stivali aveva di meglio da fare e ha perso il suo volo?”” urlò. Brittany e Quinn si guardarono con gli occhi spalancati,visti i termini poco delicati con i quali la zoologa si appellava a una sconosciuta che stava per arrivare.


 

“Non me ne importa un’accidente,questa storia sta iniziando con il piede sbagliato,quindi chiami chi deve chiamare,e fate comunicare alla dottoressa che i miei uomini la aspettano al molo,e di chiedere del professor Evans…e un’ultima cosa,se alle sei in punto non si presenterà nessuno,dirò loro di tornare alla base,con o senza primatologa…ARRIVEDERCI!” riagganciò e posò il telefono sul tavolo in malo modo. Poi si lasciò cadere sul divano e si passò una mano sul viso.

 

“Tutto bene,San?” chiese Quinn.

 

“No,non va tutto bene…non è ancora arrivata e già la odio” ringhiò.

 

“Che ti importa? Puoi mandarla via anche l’indomani,se non ti piace” disse Kurt.
 

“E così sarà,ne sono certa!” poi alzò gli occhi e guardò Brittany.

 

“Buongiorno” la bionda abbozzò un sorriso.

 

“Hai impegni per questa mattina?” le chiese.

 

“Non ancora…” rispose la bionda “Vuoi andare in foresta?”

 

“No,non oggi…vado al fiume,vuoi venire?”

 

“Certo…che faremo?”

 

“Lo vedrai una volta lì,ma prima devi seguirmi in magazzino,ci serve un abbigliamento piuttosto…particolare” sorrise,come se le fosse appena venuta un’idea.

 

Trenta minuti dopo camminavano sulla riva destra di uno degli affluenti del Rio e per la prima volta in vita sua,Brittany indossava una muta da sub. Era un unico pezzo,nera e blu,avvolgeva tutto il suo corpo,lasciando liberi soltanto la testa e le mani. I piedi erano protetti da speciali calzari neri in neoprene,leggeri e pratici,ma con una suola spessa,che a detta di Santana servivano a restare in piedi sul fondale del fiume. Anche il loro equipaggiamento questa volta era diverso: niente zaini ingombranti,Santana le aveva dato un piccolo zaino leggero,senza informarla sul contenuto.


Lei,invece,stringeva un lungo arpione nero con una punta sottile e acuminata. La sua muta era diversa da quella di Brittany: copriva le gambe fino alla caviglia,ma era smanicata e lasciava le braccia libere. Indossava il solito marsupio,e aveva un coltello assicurato al polpaccio.

 

Costeggiarono il fiume lungo la sponda destra,per alcuni chilometri,quasi senza parlare. Brittany osservava lo scorrere delle acque alla sua sinistra,e noto' che la corrente diminuiva man mano che procedevano.


 

Poi Santana si fermo' e scruto' il fiume.

 

In quel punto,l'acqua era limpidissima,si vedeva chiaramente il fondale,popolato da piante e pesci. Era poco profondo,e la corrente era quasi nulla.

 

“Bene,siamo arrivate!” esordi' la zoologa “Adesso entreremo in acqua,e ti spieghero' cosa fare” disse. Poi si mise a sedere sulla sponda e si lascio' cadere nel fiume senza esitazioni. L'acqua le arrivava sotto il seno.

 

“E lo zaino?” chiese la bionda.

 

“Portalo con te,non importa se si bagna” a quel punto Brittany segui' l'esempio della bionda ed entro' in acqua. Non era affatto fredda,e se ne sorprese. Cosi' come si sorprese di non dover faticare per restare ferma,con i piedi ben ancorati al fondo.

 

“Temevo che sarebbe stato piu' difficile” disse.

 

“Non cantare vittoria,abbiamo appena cominciato” ghigno' Santana.

 

“Sono tutta orecchie”

 

“Bene,perche' mi serve la tua completa attenzione,ragazzina...quanto ne sai di squali?”

 

“Mh...mi sembra una domanda fuori luogo...” inizio' Brittany “In ogni caso so che sono diffusi in tutti i mari e gli oceani,che ce ne sono oltre trecentocinquanta specie,ma che quelle pericolose per l'uomo si contano sulle dita di una mano...i piu' piccoli non arrivano a misurare mezzo metro,mentre il piu' grande e' lo squalo balena,che arriva a diciotto metri” Santana annuiva alle parole della ragazza,come se ascoltasse una filastrocca sentita migliaia di volte.

 

“Sai cos'e' uno squalo leuca?” chiese ancora. La bionda si blocco'.

 

“Non conosco singolarmente tutte le specie...questo deve essermi sfuggito” si giustifico'.

 

“Non importa,te lo diro' io...lo squalo leuca rientra nella lista di squali pericolosi per l'uomo...ci sono diversi attacchi registrati in tutto il mondo,alcuni con conseguenze letali...la sua lunghezza media e' di due metri,ma alcuni raggiungono i tre metri e mezzo...sono parecchio massicci,secondi solo al grande squalo bianco...sai dov'e' stato registrato l'ultimo attacco all'uomo da parte di uno squalo leuca?”

 

“No”

 

“In Australia...nulla di strano,vero? Se non per un piccolo dettaglio...l'attacco e' avvenuto a centoventi chilometri dall'oceano...in un canale,nell'entroterra” Brittany scoppio' a ridere.

 

“Oh,andiamo,e' ridicolo!”

 

“No,non lo e'...insieme ad altre due specie,e' l'unico squalo in grado di sopravvivere in acqua dolce...si spinge alla foce dei fiumi dove trova abbondanza di cibo,e noi oggi siamo qui per lui...” concluse soddisfatta.
 

“Stai scherzando,vero?” la giovane iniziava ad essere nervosa.
 

“Non scherzo mai sul mio lavoro,sappilo” disse seria.

 

“Tu mi stai...mi stai dicendo che cerchiamo una bestia di tre metri,che si trovera' in acqua?” balbetto' “Nella nostra stessa acqua?” inizio' a sudare freddo.

 

“Non ho scelto un punto del fiume a caso...sono mesi che controllo queste acque” spiego' con un ghigno abbastanza inquietante “Quindi no,non lo stiamo cercando...direi che sara' lui a trovare noi”

 

“Ok...ho giurato a me stessa che avrei cercato di mantenere la calma nonostante il pericolo...ma in questo momento non sono certa di poterlo fare...”

 

“Brittany,guardami!” ordino' la mora. Si trovavano una di fronte all'altra,a due o tre metri di distanza. Santana aveva le braccia conserte e la fissava.

 

“Ti guardo” annui' l'altra.


“Non sara' un'altra pantera,intesi?”


“Cosa vuoi che faccia?” domando' Brittany.


“Non devi fare niente,solo guardarmi le spalle! Sai come ci si comporta in presenza di uno squalo?”


“Non esattamente...”


“Allora ricorda queste poche regole: niente movimenti bruschi,fai uno scatto solo se pensi di essere piu' veloce di lui,ma soprattutto non cercare mai di scappare...un essere umano nuota a cinque chilometri orari,uno squalo arriva a sessanta...e' ovvio che non c'e' competizione...d'accordo?” Brittany degluti' ed annui' senza perdere il contatto visivo.


“D'accordo” disse.


“Molto bene...adesso lanciami il tuo zaino” la giovane non si chiese perche' non potesse semplicemente portarglielo. Se lo sfilo' in fretta e lo lancio' dritto tra le braccia della latina. Lei lo apri' e ne tiro' fuori cinque aggeggi neri,simili a grosse supposte,che Brittany non aveva mai visto.


“Cosa sono?” le chiese.


“Sono trasmittenti, e hanno un funzionamento molto interessante...le hanno utilizzate nel monitoraggio degli squali bianchi,in Sud Africa...vanno agganciate alla pinna dorsale dello squalo,e dal momento in cui toccano l'acqua,parte un segnale,che viene inviato ai satelliti,e da li',direttamente sui nostri computer...i movimenti degli squali leuca nelle acque continentali sono davvero molto interessanti”


“Ma come farai ad agganciare una trasmittente satellitare alla pinna dorsale di uno squalo?”


“Con questo” Santana mostro' il suo arpione e aggancio' il piccolo arnese vicino alla punta acuminata “E tu dovrai solamente restare dove sei,muoverti al massimo di un paio di passi,e avvertirmi se succede qualcosa”


“Faro' del mio meglio...”


“Ricorda di mantenere la calma...stavolta e' davvero indispensabile che controlli la strizza” Brittany roteo' gli occhi al cielo.


“Non ho la strizza” protesto'.


“Ce l'avrai tra due o tre secondi” Santana ghigno' nello stesso momento in cui un animale immenso,lungo almeno tre metri,passo' accanto a Brittany,e nuotando placido le sfioro' la mano. La bionda,quando lo vide,rischio' di svenire in acqua.


“Oh Cristo” senti' una goccia di sudore scendere gelida lungo la schiena. Cerco' di non muoversi.


“Da questo momento,non devi staccargli gli occhi di dosso” disse piano la zoologa “Quando sara' abbastanza vicino,io lo arpionero',e seguira' un po' di subbuglio in acqua...io vedro' poco,per questo mi servono i tuoi occhi...”


“Bene” lo squalo si avvicino' alla mora,e lei fece scattare l'arpione,piantandolo sotto la pinna dorsale del bestione che naturalmente non fu felice di sentire un ago d'acciaio lungo dieci centimetri perforargli la pelle. Si dimeno' facendo perdere l'equilibrio a Santana,che cadde all'indietro,quasi sullo squalo.



Il cuore di Brittany minaccio' di scoppiarle in petto per la paura,ma si trattenne dall'urlare e cerco' di distinguere i contorni dell'animale. Santana fini' sott'acqua,ma afferro' con la mano destra la pinna dello squalo,che la trascino' diversi metri piu' in la',dove l'acqua era piu' profonda. La giovane,che era riuscita a inserire la trasmittente con l'arpione,sembro' assucurarla al bestione con la mano sinistra,e mentre piccole bollicine uscivano dal suo naso,l'animale morse un tronco d'albero sul fondo del fiume. Era una scena silenziosa,tanto da essere inquietante. E Brittany si senti' impotente. Riusciva a vedere perfettamente quanto stava succedendo,grazie alla trasparenza dell'acqua,ma non sapeva cosa avrebbe fatto se le cose si fossero messe male. Per fortuna,pochi istanti dopo,Santana lascio' lo squalo,e risali' in superficie,respirando affannata. L'animale,invece,si allontano' nella direzione opposta.


La zoologa fece un paio di bracciate e raggiunse la riva,distendendosi per riprendere aria e indicando con un gesto alla sua assistente di fare lo stesso. Brittany sedette di fianco a lei,accertandosi di non lasciare i piedi a mollo,e la osservo'.


“Direi...che e' andata bene...” sospiro' la latina passandosi una mano tra i capelli fradici “Non pensavo che ci saremmo riuscite al primo tentativo”


“Non che io abbia fatto granche'” la bionda fece spallucce.


“Sei stata brava” le sorrise invece l'altra.


“Solo una domanda...come ha fatto a trovarci?” domando' curiosa. Santana mise le braccia dietro la testa,assumendo una comoda posizione,e la guardo'.


“Il tuo zaino...”


“Cosa??”


“C'era un trancio di pesce sanguinolento,dentro” rise.


“Oh mio Dio! Potevo morire!” ringhio' la bionda.


“Nessuno muore alla base...non finche' ci sono io” disse seria.


Passarono la mattinana al fiume,e inserirono il satellitare ad altri due squali,attirati dal forte odore di pesce. Brittany non dovette fare molto,ma imparava in fretta,e registrava mentalmente ogni movimento dell'altra.


 

Si avviarono verso la base solo a pomeriggio inoltrato. Il sole era calato dietro le montagne,oscurando il cielo:

“Abbiamo fatto un buon lavoro oggi” disse Santana,facendosi spazio tra la vegetazione.

“Non avrei mai immaginato di trovarmi in acqua con dei grossi squali e senza alcuna protezione” rispose la bionda alle sue spalle.


“Senza alcuna protezione? Avevi la migliore in assoluto...Santana Lopez!” rise.

Brittany annui' divertita.


“Pensi che riusciremo a vederli al computer?” le chiese.


“Lo spero proprio...o meglio,spero che non perdano le trasmittenti... ma controllero' al computer quando arriveremo alla base...vorrei tornare,la prossima settimana,e fare lo stesso lavoro”


“Quanti vuoi marcarne?”


“Mi piacerebbe arrivare a dieci...piu' ne marchiamo,piu' definita sara' la mappa dei loro spostamenti...e magari uno lo lascio a te!” si volto' e la guardo' mentre procedeva.


“Non so se avro' il coraggio di stare cosi' vicina a uno squalo...”


“Vedremo... piuttosto mi auguro che quella dannata primatologa sia arrivata,altrimenti me ne lavo le mani sul serio e mi faccio rimborsare i soldi che ho anticipato...”


“Lo spero anch'io,facevi piuttosto paura oggi,al telefono...” si lascio' sfuggire la giovane.


La base era ormai vicina. La vegetazione si faceva meno fitta e si udiva forte e chiaro il vociare concitato dei ricercatori,che a Brittany sembravano piu' rumorosi del solito.


“Diresti mai che ci lavorano una decina di persone? Sembra una tribu' di selvaggi!” brontolo' Santana. Sbucarono infine nella radura e la base si staglio' dinnanzi a loro. Erano quasi tutti fuori,Brittany vide subito Quinn,Mike e Rachel. C'era Noah,che spingeva un grosso scatolo aiutato da un uomo barbuto che la ragazza non aveva mai visto. Cosi' come tanti altri:


“San!Finalmente siete arrivate!” esordi' Quinn avvicinandosi.


“E questi chi diavolo sono?” chiese la zoologa alludendo ai volti sconosciuti.


“Stanno portando del materiale che a quanto pare sara' utile alla ricerca!” spiego' lei.


“La primatologa e' arrivata?” domando' secca.


“Si,se te lo stessi chiedendo,e' opera sua” annui' Quinn,con uno strano sorriso in volto.


“E lo trovi divertente?” la aggredi' la latina “Dove diavolo e'? Ho giusto un paio di cosette da dirle!” minaccio'.


“Sta' calma,soldo di cacio! Eccomi qui!” una donna bionda comparve,apparentemente dal nulla,nella radura,a qualche metro da loro.

Aveva quaranta,forse quarantacinque anni,era magra e atletica. Sfoggiava un sorriso spavaldo,e i suoi occhi vedi fissavano Santana con aria divertita. Brittany la guardo' e poi torno' a osservare Santana,pronta a vederla tentare un omicidio. Quanto vide,invece,la sorprese.


Nel momento in cui la donna era comparsa,la sua espressione era cambiata. Poteva leggervi stupore,sorpresa e...emozione?


La sua bocca si apri' in un'espressione stupita. Boccheggio' un paio di volte prima di riuscire a parlare.


“Holly...” disse in un sussurro. La donna sorrise.


“Dottoressa Lopez!”


“Holly!” esclamo' questa volta,e le corse incontro. Quando fu a pochi centimetri da lei,le salto' letteralmente in braccio,stringendola forte e agganciando le gambe alla sua vita. L'altra sembrava non attendesse altro,e la abbraccio' forte. Risero entrambe,di una risata liberatoria,cristallina,felice.


“Quanto tempo,eh?”


“Oh mio Dio,che accidenti ci fai qui?” chiese la latina baciandole la guancia.


“Che domande! Aspettavi una primatologa,no? Eccomi qui!”


“Ma mi avevano dato un altro nome e...tutto questo ritardo e...oh Dio!” stava piangendo?


Santana Lopez piangeva lacrime di commozione???


Brittany non credeva ai suoi occhi.


“Era tutto programmato...il falso nome,il ritardo per farti arrabbiare...pensavi che avrei preso il telefono e ti avrei detto che stavo arrivando? Dio,Santana,stai piangendo!” la donna rise divertita.


“Non sto piangendo!” si difese lei “E' una reazione involontaria del mio cervello”


“Oh,andiamo,a chi vuoi darla a bere! Vieni qui!” si abbracciarono di nuovo. Brittany si volto' verso Quinn che era rimasta al suo fianco e osservava la scena con un'espressione divertita.


“Quinn,chi e' quella donna?” non si trattenne dal chiederle.


“Quella e' Holly Holliday” inizio' Quinn “Insegnava al college,alla facolta' di zoologia,e Santana e' stata sua alunna...e' una zoologa,ma si occupa prevalentemente di primati...lei e Santana hanno condiviso molte spedizioni insieme prima che il progetto Amazzonia avesse inizio...e' stata Holly a proporle di partire la prima volta,e' stata lei a insegnarle quasi tutto quello che sa...credo che sia l'unica persona a non temere la nostra Santana,e in ogni caso non avrebbe nulla da temere visto che Santana la adora!”


“Gia'...l'ho notato...” questo spiegava molte cose.


“E tu devi essere la nuova assistente della mia San!” le due donne si erano avvicinate senza che Brittany se ne accorgesse.


“Ehm...si,salve...” balbetto' la giovane.


“Salve? Ti sembro cosi' vecchia? Dammi del tu!” esclamo' teatrale,stringendole la mano.


“Holly,lei e' Brittany,la mia assistente...Brittany,ti presento la dottoressa Holly Holliday,e' stata la mia insegnante al college” Santana le presento'.


“Molto piacere” disse la bionda in imbarazzo.


“Di' un po',ti ha fatto fare qualcosa di pericoloso?” le chiese curiosa Holly.


“Beh,oggi abbiamo marcato degli squali leuca ma...”


“Non sorprenderti se e' venuta su' cosi'...alla nostra prima spedizione le ho fatto attraversare un fiume straripante di coccodrilli...ritieniti fortunata a non avere ancora cicatrici visibili,lei ne ha un bel po'” rise.


Ma bene,e cosi' conosce anche le sue cicatrici. Se l'era scopata o che altro?


Si chiese Brittany.


“Sono davvero felice che tu sia qui,e abbiamo tante,tantissime cose da raccontarci” disse la latina,elettrizzata “Ma io e Brittany abbiamo passato la giornata al fiume e abbiamo bisogno di darci una rinfrescata...mando qualcuno a prepararti la stanza,tu sistema le tue cose,sentiti libera di utilizzare la doccia,e tutto quello che ti pare,e per cena sono tutta tua! Che te ne pare?” le chiese.


“Mi sembra un'idea brillante,soldo di cacio!” annui' Holly.


“Fantastico! A dopo allora!”


Santana si congedo',sparendo al quarto piano,e Brittany decise di prendere esempio dileguandosi in bagno.


 

Due ore dopo,la tavola era imbandita di ogni prelibatezza,e la squadra di ricercatori al completo era seduta al tavolo a godersi la cena,insieme alla dottoressa Holly e a un ragazzo allampanato che sedeva alla sua destra,affiancato da Rachel,che a quanto pareva era il suo assistente.


Holly aveva usurpato quello che normalmente era stato il posto di Brittany,alla sinistra di Santana,e la cosa l'aveva infastidita parecchio. Lei era stata declassata,e adesso sedeva di fianco a Quinn e si trovava di fronte i due nuovi arrivati.


Tutti alla base sembravano conoscere Holly,aveva chiaccherato animatamente con Noah,chiesto a Quinn come procedeva la sua ricerca sui veleni,e parlato di fotografia con Mike.


Santana pendeva letteralmente dalle sue labbra,e non la perdeva mai di vista.


“La conoscono tutti perche' e' gia' stata qui” le disse Quinn,che a quanto pare aveva imparato a leggere i suoi pensieri.


“Ah si?” chiese lei fingendo indifferenza.


“Poco piu' di due anni fa...il progetto aveva da poco visto la luce,e i lavori alla base erano appena finiti...e' venuta a trovare Santana,si e' trattenuta per due mesi,ma poi l'hanno chiamata per un importante progetto in Congo,ed e' partita...ma e' una gran bella persona,sai? In quelle poche settimane ha lasciato il segno in tutti noi...” spiego'.


“Non ha un marito?” chiese secca la bionda.


“No,e' uno spirito libero almeno quanto la nostra Santana...”


“Ragazzi!” la voce di Holly zitti' tutti all'istante “Vorrei fare un brindisi” inizio'.


“Mi sa che abbiamo finito lo champagne” scherzo' Blaine.


“Guarda in frigo,Anderson,ho portato del buon vino direttamente dall'Italia” Blaine corse a controllare e torno' con due bottiglie di vino bianco.

“Corvo Glicine...mai sentito!” disse prima di versarlo a ciascuno.


“Sono davvero onorata di sedere con voi questa sera...Santana mi ha accennato dei vari progetti in corso,e devo dire che sembrate davvero cresciuti...individualmente,ma soprattutto come squadra...penso dobbiate tanto alla vostra mentore...difficilmente si trova una donna tanto intelligente quanto bella,ma voi siete fortunati,perche' avete Santana Lopez...lei rappresenta la determinazione,il coraggio,l'astuzia...e tutto cio' che siete diventati oggi,a tre anni dall'inizio del progetto Amazzonia,lo dovete a lei...ho percorso decine di migliaia di chilometri per essere qui con voi oggi,per unirmi al vostro progetto,per esserne parte integrante,e perche' mi fido di Santana...da domani ognuno di noi riprendera' il lavoro che ha lasciato oggi,ma questa sera,non pensate a quanto c'e' ancora da fare,bensi' a cio' che e' stato fatto e rallegratevi,perche' state facendo un lavoro straordinario...” tiro' su' il calice “Al progetto Amazzonia!”


“Al progetto Amazzonia!” tutti seguirono il suo esempio,e poi bevvero. Il vino era delizioso,e Brittany doveva ammettere che Holly sapeva intrattenere il suo pubblico. Il silenzio fu rotto da Santana che chiese:


“Quanto ti intratterrai con noi,Holly?”


“Fin quando non deciderai di rimandarmi a casa a calci nel sedere!” rispose lei con un'alzata di spalle.


“Cos...vuoi dire che resti?” Holly sorrise finendo il suo vino.


“Se proprio insisti...”


“Waaaaaaaa!” Santana la abbraccio' e tutti iniziarono a complimentarsi con lei,alcuni batterono le mani,altri fischiarono,altri ancora si complimentarono.



Quando Brittany si trovo' finalmente sola,nella sua stanza,si distese sul letto e sospiro'. Era stata una lunga giornata,piena di sorprese,e non sapeva davvero come si sentiva. Era fiera del lavoro svolto con Santana al fiume,felice di aver mantenuto la calma,e di essere stata d'aiuto. Ma la seconda parte del pomeriggio era un punto interrogativo. Non sapeva se questa Holly Holliday le piaceva. Non aveva fatto altro che parlare di quanto bella e brava fosse Santana,di quante splendide esperienze avessero condiviso,di quanto fosse felice di essere tornata in Amazzonia.


E Santana?


Dio,sembrava quasi ipnotizzata da quella donna. Che avesse una cotta per lei?


Ma che diamine ti salta in mente?


Disse una vocina nel suo cervello.


Qualcuno busso' alla porta. E lei corse ad aprire. Si trovo' Santana,in pigiama di fronte:


“Ciao Brittany,ti disturbo?”


“Ciao...no,dimmi” lei apri' di piu' la porta.


“Volevo solo dirti che domani partiremo alle sei,come sempre...dobbiamo rintracciare i cebi cappuccini e non sara' facile visto che li abbiamo seguiti poco negli ultimi giorni”


“D'accordo...nessun problema” annui'.


“Holly verra' con noi” preciso',ma era fin troppo scontato.


“Bene...”


“Fantastico...buona notte allora”


“Buonanotte” la mora si volto' e si incammino' nel corridoio. Stava per richiudere la porta,ma si senti' chiamare.


“Oh...Brittany!” affaccio' la testa e vide Santana lanciarle qualcosa di molto piccolo,che lei afferro' al volo.


“Cos'e'?” chiese aprendo la mano e rivelando un piccolo triangolo bianco,luccicante e seghettato.


“E' un dente dello squalo di stamattina...lo ha lasciato conficcato nel tronco e ho pensato che potesse farti piacere avere qualcosa che ti ricordasse il tuo primo squalo...” sorrise con un'alzata di spalle “Consideralo un piccolo trofeo” Brittany sorrise emozionata.


“Grazie,Santana” disse sincera. La mora le schiaccio' l'occhio e torno' sui suoi passi. Quando Brittany fu di nuovo nel suo letto,osservo' il dente e ripenso' alla mattina al fiume. Lo accarezzo' col pollice e lo mise sotto il cuscino,per poi addormentarsi senza quasi accorgersene.


 

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Capitolo 7
*** Ormoni ***


HELLOOOO! Questa volta ho fatto presto,e ho scritto talmente tanto da superare di gran lunga il limite di pagine che mi ero prefissata...il capitolo e' parecchio piu' lungo degli altri,mi auguro non dispiaccia a nessuno! Io mi sono divertita da morire a scriverlo,e spero vi divertirete anche voi che leggete!

 

Anyway,volevo ringraziare coloro che hanno recensito i capitoli precedenti,SIETE TROPPO BUONI. Spero di non aver combinato guai con in grassetto e con l'editing,questa volta.

Percio' buona lettura,ci vediamo di sotto :D

 

 

 

 

 

Brittany era consapevole del fatto che con l'arrivo della primatologa ci sarebbero stati dei cambiamenti,sia nella sua vita lavorativa che in quella quotidiana. Solo non immaginava cambiamenti cosi' radicali. Da quando Holly Holliday era arrivata alla base, dieci giorni addietro, le cose erano diventate piu' difficili. Avevano rintracciato presto il branco di cebi e avevano piazzato delle fototrappole nei luoghi piu' frequentati dai piccoli primati. Ma le spedizioni erano diventate quasi una tortura. Holly le seguiva ovunque, e alle volte si portava dietro anche quel bietolone del suo assistente, per nulla di compagnia, sempre taciturno e con la testa tra le nuvole.

Non sembrava neanche tanto intelligente.

 

 

 

E se era gia' difficile mettere d'accordo due persone,figurarsi tre o addirittura quattro.

 

 

 

La teoria di Holly era che i cebi cappuccini imparassero ad aprire le noci con utensili, grazie all'insegnamento dei genitori, e l'osservazione degli adulti. Ma come ogni teoria, era necessario trovare dei riscontri concreti.

 

Come avevano imparato il principio dell'incudine e il martello?

 

 

A che eta' i genitori iniziavano a istruire i piccoli?

 

 

E i piccoli,quanto ci mettevano ad apprendere la tecnica?

 

 

Le domande erano tante, le risposte invece, pochissime.

 

 

A Brittany i cambiamenti non piacevano,e quel cambiamento non faceva eccezione.

Da quando quella donna aveva fatto la sua comparsa, lei era passata in secondo piano. Santana non le affidava piu' compiti importanti, non le chiedeva il suo parere, non si soffermava piu' a parlare, non bussava piu' alla sua porta.

 

 

Holly Holliday non le piaceva per niente.

 

 

Non capiva come mai fossero tutti cosi' assuefatti da lei e dai suoi modi di fare. Era senza dubbio intelligente, e amava il suo lavoro, ma chi in quel posto non aveva quelle qualita'?

 

 

E poi non faceva altro che fissarla.

 

 

Se Brittany la guardava,lo sguardo era prontamente ricambiato,se guardava Santana,sentiva ugualmente il suo sguardo addosso. Sembrava che tenesse ogni suo movimento sotto controllo.

 

 

 

Era una domenica mattina,e quel giorno Santana aveva dato un giorno libero a tutti. Era stata una settimana molto stressante,e il giorno prima avevano assunto un vaccino,cosi' il sabato sera si erano riuniti tutti in salotto e avevano concordato insieme che era meglio rimettersi in forze con un po' di riposo.

 

 

Era accovacciata sul divanetto in balcone,da sola. Sorseggiava una spremuta d'arancia e si godeva il silenzio. Era presto e forse i ragazzi ne stavano approfittando di quel giorno libero per recuperare qualche ora di sonno persa.

 

 

Non aveva incontrato nessuno, e non si sentivano rumori. Era una splendida e calda giornata.

 

 

Il sole illuminava il balcone con i suoi raggi e gli uccelli dell'Amazzonia cantavano diverse melodie. Brittany era concentrata su uno splendido esemplare maschio di uccello del paradiso,dalla livrea dorata. Era appoggiato su un ramo,non molto distante dal balcone,appena un po' piu' in alto,e si esibiva in un canto molto articolato.

 

 

“Buongiorno” sobbalzo' quando la voce di Quinn ruppe il silenzio.

 

 

“Ciao Quinn” la saluto' poi,facendole spazio “Succo d'arancia?” chiese.

 

 

“No,grazie,ho appena bevuto il caffe'” rispose lei con voce assonnata,sedendosi accanto a lei.

 

 

“Come mai gia' sveglia?”

 

 

“Non riesco a dormire fino a tardi,non importa a che ora vado a dormire...cosi' mi sono detta che non aveva senso restare a letto...e' una cosi' splendida giornata...”

 

 

“Gia',e' magnifica...dove sono tutti?”

 

 

“Sotto le coperte,naturalmente...tu piuttosto,che ci fai in piedi?”

 

 

“Sono andata a dormire molto presto ieri,e mi sono svegliata di conseguenza”

 

 

“Non ti si vede molto in giro,ultimamente...” noto' Quinn.

 

 

“Beh,seguo ogni giorno un branco di scimmie e tu sei sempre in laboratorio,e' normale che non mi vedi in giro” Brittany rise.

 

 

“Ma no,non intendevo questo...quando sei qui,sei sempre chiusa in camera tua,e sei piu' taciturna del solito...sei sicura che vada tutto bene?” la biologa sedette a gambe incrociate e la fisso'.

 

 

“E' che sono sommersa dal lavoro...” menti'.

 

 

“Brittany...Sei qui da piu' di un mese ormai,fai parte della famiglia...” sorrise la giovane “E ho come la sensazione che qualcosa ti turbi...non voglio insistere,ma se ti va di parlarne,voglio che tu sappia che hai un'amica con cui farlo”

 

 

Brittany ricambio' il suo sguardo e accenno' un sorriso.

 

 

Poteva fidarsi di lei?

 

 

Cosa le dava la certezza che non avrebbe spifferato tutto ai quattro venti?

 

 

Che non sarebbe corsa da Santana a raccontarle lo sfogo della sua nuova assistente?

 

 

La sua espressione sembrava sincera. Cosi' il fiume di parole parti' prima che potesse fermarlo.

 

“Da quando Holly e' arrivata alla base,sono cambiate troppe cose...e non so se questo cambiamento mi piace” inizio'.

 

 

“Che vuoi dire?” chiese curiosa Quinn,assumendo un'espressione concentrata.

 

 

“Sento costantemente il suo sguardo addosso,come se controllasse ogni mio movimento,e mi da cosi' fastidio!” sbotto' “Come fa a piacervi cosi' tanto? A me da su i nervi!”

 

 

“Beh...Holly e' un tipo particolare...difficilmente la si apprezza fin dal principio...non piaceva neanche a me quando l'ho conosciuta”

 

 

“Davvero?” Brittany fu sorpresa da quell'affermazione. La biologa si passo' una mano tra i capelli

corti,scompigliandoli ulteriormente.

 

 

“E' arrivata in un momento delicato,sai? Era passato poco tempo dall'inizio del progetto e ci conoscevamo molto poco...” inizio' a raccontare “Immagina tanti perfetti sconosciuti che si trovano all'improvviso sotto lo stesso tetto,e che non hanno contatti con il mondo esterno...c'era parecchia tensione,e molti di noi,me compresa,non erano abituati a ritmi lavorativi cosi' serrati...prima di accettare questo incarico lavoravo in un laboratorio,quattro giorni a settimana,cinque al massimo...poi sono arrivata qui e mi sono trovata catapultata in un'altra dimensione...nel mezzo della foresta pluviale,a lavorare anche quindici ore al giorno,con un paio di giorni liberi al mese se ero fortunata...non ci si abitua facilmente...”

 

 

“Hai mai pensato di andare via?” le chiese la giovane assorta “Di tornare alla tua vita,insomma”

 

 

“Tante volte...fino a quando non ho fatto la mia prima scoperta in laboratorio...un virus mai analizzato prima,che colpisce rettili e anfibi...Santana indosso' il camice e trascorse giorni con me in laboratorio...mi aiuto' a scrivere un articolo...fu la mia prima pubblicazione scientifica...mi sentii per la prima volta parte del mondo,e mi dissi 'cavolo,Quinn...sei qui da pochissimo e il tuo nome e' su una rivista scientifica,vuoi davvero mollare?' ...no che non lo volevo,mi sentivo viva!” esclamo' guardando un punto in alto,oltre gli alberi,persa nelle sue memorie “Inoltre scoprii quanto fosse pazzesca Santana...aveva mollato tutto il resto per aiutarmi e non aveva neanche voluto il suo nome sulla pubblicazione...diceva che il merito era solo mio, e che lei mi aveva solo indicato la giusta direzione...”

 

 

“Sara' stata una gran soddisfazione” constato' Brittany.

 

 

“La prima di una lunga serie...ma torniamo ad Holly” disse guardandola “All'inizio sapevamo solo che era la vecchia professoressa di Santana,e ai miei occhi sembrava una ragazzina troppo cresciuta...col tempo mi sono resa conto,che paradossalmente,il suo ruolo era catalizzante...se c'era un litigio,un diverbio,un'incomprensione sul lavoro,lei riusciva a mettere tutti d'accordo anche semplicemente con una frase...e col tempo ha imparato a farsi adorare...e' una gran bella persona,ma te ne accorgerai col tempo”

 

 

“Non so,Quinn...prima che lei arrivasse Santana mi insegnava tante cose...lavoravamo insieme,chiedeva spesso il mio parere...adesso invece trascorre le sue giornate a confrontarsi con lei...il mio parere all'improvviso e' quasi nullo...e spesso devo ripetere le cose due o tre volte,prima di ottenere la sua attenzione” si lamento' “Darebbe fastidio a chiunque!”

 

 

“Non lo metto in dubbio,ma magari e' solo una forma di euforia iniziale...”

 

 

“O forse andra' avanti per sempre,visto che Holly rimane!” sbotto' “Magari faranno coppia fissa,e all'improvviso non le servira' piu' un'assistente! E tanti saluti Amazzonia!”

 

 

Ma che cazz..?

 

 

E Quinn scoppio' a ridere.

 

 

Rise talmente di gusto,che presto dovette lottare con le lacrime divertite che si facevano spazio agli angoli dei suoi occhi. Rideva come se Brittany avesse detto la cosa piu' assurda del secolo:

 

 

“Oh mio Dio! Ahahahaahah non...non posso crederci! Ahahahahahahah!” balbetto' tra i singhiozzi.

 

Brittany alzo' un sopracciglio.

 

 

“Cosa c'e' di tanto divertente?” chiese.

 

 

“Tu...ahahahah....tu hai....ahahahahah...hai una cotta per Santanaaaa ahahahahahah!” le risate la travolsero.

 

 

E Brittany si senti' avvampare.

 

 

“Ma che ti salta in mente?” disse salendo di un'ottava.

 

 

“Come ho fatto a non capirlo subito?” nulla,non riusciva proprio a smettere di ridere “Ahahahahah...e' gelosia!”

 

 

Brittany cerco' si assumere un colorito anche solo vagamente umano.

 

 

“Sul serio,Quinn” inizio' “Devi aver beccato qualche effetto collaterale del vaccino...stai delirando!” Quinn smise di ridere e si asciugo' gli occhi,ma non cancello' quell'espressione divertita dal suo viso.

 

 

“Dimmi che non ho ragione!”

 

 

“Assolutamente no!” esordi' la giovane cercando di non urlare “Il contrario,hai torto marcio! Non ho una cotta per nessuno e non sono affatto gelosa! Percio' non farti questi viaggi mentali!” disse nervosa.

 

 

“Stavo scherzando,Britt...non arrabbiarti,dai!” Quinn le mise una mano sulla spalla “Non ti conosco bene,non sono ancora in grado di leggere le tue espressioni e decifrare le tue parole...non so neanche se ti piacciono le donne...” disse con un'alzata di spalle,per nulla turbata dall'argomento “Ma mi piacerebbe essere tua amica,e per dimostrarti che puoi fidarti di me,chiedimi tutto quello che vuoi,e io rispondero'...spiegami cosa ti turba,come ti senti,e troverai consiglio...ti prometto che lo sapremo solo io,tu,e gli uccelli della foresta” sorrise affabile.

 

 

Cosi' Brittany sbuffo' e si calmo'.

 

 

“Sai...quando sono arrivata qui,un mese fa,ero terrorizzata...” comincio' “Questa e' la mia prima esperienza sul campo,e sapevo che una volta qui mi sarei confrontata con gente molto piu' in gamba di me,e con tanta esperienza...non solo ho scoperto di avere ragione,mi sono resa conto che tutto cio' superava di gran lunga le mie aspettative...E quando ho conosciuto Santana e ho avuto modo di parlare con lei,di capire cosa voleva da me,mi sono chiesta cosa avrebbe potuto dare una come me,a una come lei...mi sono sentita inadatta a ricoprire il ruolo che mi era stato dato...”

 

 

“Ti senti ancora cosi'?” chiese Quinn seria.

 

 

“Santana mi ha mostrato che si,senza dubbio ero inadatta...ma che avrei potuto imparare a essere all'altezza...mi ha insegnato a superare i miei limiti,a controllare le mie emozioni e le mie paure...e anche se so di aver imparato solo una minima parte di tutto cio' che c'e' da sapere,e che in fondo sono qui soltanto da un mese...per me,tutto cio' e' straordinario...stavamo facendo un bel lavoro insieme...ma da quando e' arrivata Holly ruota tutto intorno a lei...non sto dicendo che dovrei essere la sua priorita',ma percepisco una notevole differenza rispetto a prima...” sospiro'.

 

 

“Facciamo cosi'...ti diro' quello che penso...”

 

 

“Sono tutta orecchie”

 

 

“Penso che tu abbia ragione...se hai notato delle mancanze nei tuoi confronti,magari ci sono state per davvero,ma penso che sia una situazione temporanea...Holly non andra' via questa volta,e penso che Santana voglia pienamente integrarla nel progetto...non intendo a livello sociale,ma puramente lavorativo...percio' in questi giorni si sta dedicando a lei,trascurando te...so che non e' giusto,ma Santana sa quello che fa,di questo puoi starne certa!” annui'.

 

 

“Quindi tu pensi che non ci sia niente di personale?” Brittany continuava a guardarsi intorno. Non voleva che qualcuno ascoltasse quella conversazione.

 

 

“Saro' onesta Britt,alla base abbiamo varie teorie sul rapporto tra Holly e Santana...c'e' chi sostiene che il loro sia un legame esclusivamente professionale,dettato dalla passione comune per gli animali e la natura...Rachel dice sempre che senza dubbio c'e' una predilezione di Holly per Santana,e che quella donna rappresenti una linea guida per la nostra amica...una sorta di rapporto madre-figlia...Noah,invece pensa che siano solo buone amiche,che hanno condiviso tante belle esperienze insieme...e per finire c'e' Kurt,e non solo lui,che e' super convinto che quelle due se la spassino alla grande...ma noi non abbiamo mai visto comportamenti strani,contatti equivoci o cose simili...percio' sono tutte teorie...” concluse.

 

 

“E tu cosa pensi?” Brittany aveva notato che Quinn era molto attenta a cio' che succedeva alla base. Aveva un grande spirito di osservazione. E improvvisamente prese a cuore la sua opinione.

 

 

“Io non penso che ci sia qualcosa di fisico tra di loro...non esiste la benche' minima prova che dimostri il contrario....ma pensaci bene Britt,siamo in dodici,lontani dal resto del mondo...qui si vive in costante tensione sessuale...e' un classico” rise.

 

 

“Io non provo alcuna tensione sessuale” si difese la biondina.

 

 

“Non ancora,tesoro,sei qui da un mese! Ma in questo edificio c'e' gente che non fa sesso da tre anni! E capirai bene che non e' proprio piacevole...” scosse la testa.

 

 

“Tu hai Noah...”

 

 

“Io ho Noah da sei mesi o poco piu'...e ti garantisco che i precedenti due anni e mezzo non sarebbero stati piacevoli se non fosse stato per Sam...”

 

 

“Stavi con Sam?” chiese Brittany sorpresa.

 

 

“No! Ovvio che no,ci andavo a letto e basta! Sono stata a letto anche con Rachel,se proprio vuoi saperlo!” disse arrossendo.

 

 

“Oh Cristo!” Brittany comincio' a ridere “Ahahahahah non pensavo ti piacessero anche le donne!”

 

 

“E infatti non mi piacciono! E' questo che sto cercando di dirti!” Quinn gesticolo' ampiamente con le mani.

 

 

“Non ti seguo,Quinn...”

 

 

“Se sapesse che ti sto raccontando una cosa del genere,probabilmente mi ammazzerebbe a mani nude...ma una sera ci siamo trovate in camera sua,eravamo qui da un anno...lei era di cattivo umore a causa di un dibattito molto acceso con Santana e ha cominciato a blaterare su quanto si sentisse sola in quel posto,sul fatto che nessuno la capisse...diceva che sentiva la mancanza di un caloroso abbraccio...e posso essere onesta,Brittany?”

 

 

“C-certo...” la giovane annui'.

 

 

“Ero fottutamente arrapata! Non perche' Rachel mi piacesse...ma in quel momento sarebbe andato bene anche un manichino...lo era anche lei,ed e' successo! Prima che ce ne accorgessimo eravamo sotto le coperte,a cercare di trattenere le urla,e lo abbiamo fatto e rifatto,quella notte...ci siamo fermate stremate alle prime luci dell'alba,quando era quasi ora di andare a lavoro...abbiamo convenuto che era stato un caso e che non si sarebbe ripetuto...siamo rimaste ottime amiche,ma la ricordo come una delle scopate migliori della mia vita” rise imbarazzata “Capisci cosa sto cercando di dirti?” chiese guardandola all'improvviso.

 

 

“Non esattamente...” la zoologa si gratto' la testa.

 

 

“Che quando ti trovi in un posto del genere,con pochissime persone,gli ormoni sono completamente impazziti,il tuo corpo e' fuori controllo...quindi probabilmente Holly e Santana non stanno insieme,magari non sono mai andate a letto insieme,ma questo non esclude che lo facciano in futuro...” spiego' come se fosse ovvio “Ho sempre pensato che quello della base sia un curioso caso antropologico...sei uomini e sei donne,tra i quali ci sono tre omosessuali,sono nel bel mezzo della giungla,lontani dal mondo esterno...”

 

 

“Cos...tre omosessuali? Io ero rimasta a Santana!”

 

 

“Beh,Kurt e Blaine sono gay” disse abbassando il tono di voce.

 

 

“Oh...buono a sapersi” Brittany inarco' un sopracciglio “In ogni caso potresti avere ragione...io spero solo che le cose si sistemino in fretta...qualunque sia la causa,non mi piace questa situazione...”

 

 

“Vedrai che si sistemera'” Quinn sorrise al suo indirizzo.

 

 

“Quinn,grazie” disse riconoscente “Ero di pessimo umore quando mi sono svegliata,ma mi ha fatto bene sfogarmi con te,mi sento molto meglio...”

 

 

“Vieni qui,fatti abbracciare” la biologa allargo' le braccia e Brittany non se lo fece ripetere. Aveva ragione,il contatto umano era indispensabile.

 

 

Quell'abbraccio le diede una sensazione intensa come poche altre cose nelle ultime settimane. E provo' un sincero affetto per la prima volta,nei confronti di Quinn.

 

 

“Brittany?” una voce maschile la fece allontanare di scatto da Quinn,come se l'avessero sorpresa a commettere il piu' atroce dei reati. Kurt era davanti alla porta finestra,con il fiatone. Sembrava che avesse corso.

 

 

“Cristo,Hummel,per poco non mi veniva un infarto!” ringhio' Quinn.

 

 

“Esagerata! Stavate mica scopando!” ribatte' lui,per poi guardare Brittany “Santana ti sta cercando” le disse.

 

 

“Non poteva venire lei a cercarmi?” chiese con amarezza.

 

 

Adesso la mandava anche a cercare?

 

Evidentemente no,se ha mandato me...vuole che tu la raggiunga sulla riva del fiume,al di la' della radura,dove ormeggiamo le barche...” spiego'.

 

 

“D'accordo...ci vado subito” si alzo' e guardo' Quinn “Ci vediamo dopo” scese le scale e si avvio' verso il fiume. Una volta fuori dalla radura il percorso era breve. Si chiese per quale motivo l'avesse fatta chiamare in un giorno libero.

 

 

Magari voleva parlarle di Holly o di qualche scoperta che avevano fatto insieme. L'idea la infastidiva parecchio.

 

Giunse alla riva quasi senza accorgersene e la vide subito.

 

 

Non c'era nessun altro: era seduta all'ombra di un albero,con la schiena appoggiata al tronco. Una gamba allungata,l'altra stretta al petto. Indossavai i soliti pantaloni larghi,pieni di tasche,e una canottiera bianca,sportiva e scollata sulla quale ricadevano i capelli sciolti,neri e fluenti. Sembrava assorta nei suoi pensieri,il suo sguardo vagava lontano,al di la' del fiume. Non l'aveva nemmeno sentita arrivare:

 

 

“Ciao” esordi' Brittany. Lei si volto' e sorrise.

 

 

“Hey...spero che Kurt non ti abbia svegliata”

 

 

“Ma no,sono sveglia da ore,chiaccheravo con Quinn” spiego' vaga “Mi hai fatta chiamare?”

 

 

“Si,vieni,siediti” la invito' ad avvicinarsi,e Brittany la raggiunse,e si sedette per terra di fronte a lei.

 

 

“Che succede?” chiese curiosa.

 

 

“Se ti ho fatta venire qui,lontana dalla base e da orecchie indiscrete,e' perche' ti devo delle scuse...” disse guardandola negli occhi.

 

 

“Delle scuse? E perche'?” ricambio' quello sguardo.

 

 

“Gli ultimi giorni sono stati un autentico casino...con l'arrivo di Holly,lo studio sui cebi...ti ho un po' persa di vista e mi dispiace...sono stata parecchio assente,ultimamente,e non devo averti dato una buona impressione,te lo si legge negli occhi...” disse con amarezza.

 

 

A quel punto Brittany fu costretta ad abbassare lo sguardo.

 

 

Era davvero cosi' evidente?

 

 

“Santana,non mi devi alcuna scusa” disse piano “Tu stai solo facendo il tuo lavoro...io sono la tua assistente,e devo fare il mio” disse cercando di convincere piu' se' stessa che Santana.

 

 

“Non sto facendo il mio lavoro come dovrei...al di la' delle novita' il mio ruolo e' quello di seguirti,di permetterti di crescere nel tuo lavoro...non ho fatto il mio dovere...e ti chiedo scusa...” sembrava che la faccenda la turbasse parecchio “Non si ripetera' piu'...”

 

 

“Beh,scuse accettate,allora” Santana la guardo' e sorrise. Osservo' il luogo in cui si trovavano. Era passata di li' solo quando era arrivata alla base,ma nell'euforia del suo primo giorno non si era resa conto di quanto fosse splendido. L'acqua del fiume era trasparente e ricca di vita. Due motoscafi fiammanti erano ormeggiati a pochi metri da loro. Gli alberi erano illuminati dal sole.

 

 

“E' una splendida giornata,non trovi?” chiese la mora.

 

 

“Si,e' bellissima...vieni qui spesso?” domando'.

 

 

“Ogni tanto...questa mattina mi sono svegliata molto presto e sono venuta a vedere l'alba...vedere la foresta svegliarsi e' uno spettacolo incredibile come pochi...”

 

 

“Ogni cosa e' incredibile qui...ci sono tante cose che non ho ancora visto,tanti luoghi da esplorare...” sospiro'.

 

 

“Che piani hai per il resto della giornata?” Santana la guardo' e i suoi occhi brillarono.

 

 

“Nessun programma,in realta'...”

 

 

“Ti va' di andare a fare un giro in barca?” le chiese. Brittany la guardo' curiosa.

 

 

“Adesso?”

 

 

“Si,adesso! Nessun lavoro,prendila come una gita fuori programma” disse entusiasta.

 

 

“Mi piacerebbe davvero tanto” le sorrise.

 

 

“Andiamo allora!” Santana ricambio' il suo sorriso e si tiro' su,per poi afferrare la fune che assicurava la barca a terra,e tirarla verso riva. Aiuto' Brittany a salire senza finire in acqua,e con un atletico balzo la raggiunse sullo scafo. Si mise la mano nella tasca destra e ne tiro' fuori un mazzo di chiavi. Trovata quella che cercava,la inseri',la giro' e spinse la maniglia a destra del timone. La barca inizio' una lenta retromarcia.

 

 

“Dove mi metto?” chiese la bionda.

 

 

“Accomodati a prua,da li' avrai una bella panoramica” la mora le indico' la parte anteriore della barca,e Brittany sedette sul cuscino triangolare che si trovava li' “Tieniti forte” le consiglio',mentre a una velocita' moderata uscivano dall'affluente del Rio.

 

 

“Perche'?” chiese la giovane “Sei squilibrata quanto Quinn,al timone?” chiese. Il letto del fiume era molto pi' largo e profondo adesso. Santana inarco' un sopracciglio.

 

 

“Squilibrata Quinn? Ma se guida come mia nonna!” sghignazzo'. Poi spinse la leva completamente in avanti,e il motoscafo schizzo' a una velocita' folle. Per fortuna Brittany lo aveva previsto,e si era stretta al maniglione metalllico sulla fiancata destra,altrimenti sarebbe capitolata in acqua. Rise,per nulla intimorita. Si sentiva al sicuro,nonostante non si potesse negare quanto Santana fosse spericolata.

 

 

La guardo' togliere la mano dalla leva,che non aveva lasciato fino a quel momento,per prendere un paio di occhiali da sole,poco piu' a sinistra,e inforcarli. Poi si concentro' sulla guida,senza togliersi quel sorriso spavaldo dal viso.

 

 

“Dove stiamo andando esattamente?” urlo' Brittany per sovrastare il rombo del motore.

 

 

“Siamo sul Rio” urlo' Santana in risposta “Stiamo andando a nord!”

 

 

“Cosa c'e' a nord?”

 

 

“Lo vedrai!” urlo' “Nel frattempo goditi lo spettacolo che hai davanti al naso!” indico' un punto alle spalle della giovane,che si volto': proprio davanti alla barca,due delfini di fiume,saltavano nella loro stessa direzione. Se solo avesse allungato la mano,avrebbe potuto toccarli.

 

 

Strabuzzo' gli occhi sorpresa: non aveva mai visto i delfini di fiume,se non in tv. Erano rosa scuro,avevano il naso a bottiglia,molto piu' allungato dei loro cugini,ed erano piu' tozzi. Sorrise emozionata,mentre un quartetto di pappagalli sorvolava l'acqua,sfiorandone la superficie con le zampe.

 

 

Seguirono la loro imbarcazione per dieci minuti buoni,e Brittany non vi stacco' gli occhi di dosso. Intrapresero strade diverse quando Santana imbocco' un affluente del Rio e rallento' notevolmente. La vegetazione intorno a loro si fece fitta,tanto da impedire ai raggi del sole di penetrarvi. La mora si sfilo' gli occhiali,mentre rallentava ulteriormente:

 

 

“Il nostro tour ci porta a una buia galleria naturale,piena di predatori letali...” sussurro',teatrale.

 

 

“Stai cercando di farmi paura?” disse piano Brittany,mentre il gracidio solitario di una rana era l'unico rumore al di fuori del motore.

 

 

“Questo e' il territorio ideale per l'anaconda...” continuo' “Alla nostra destra,proprio sulla riva,puoi vedere una grossa femmina che digerisce il suo ingombrante pasto” disse soave.

 

 

Brittany si volto' e sussulto' quando si accorse che non era uno scherzo. Il serpente era parzialmente arrotolato sulla sponda,ed era immenso. Doveva essere lungo almeno sette metri,e un grosso rigonfiamento nel ventre,suggeriva una preda molto grossa.

 

 

“Povero animale...qualunque cosa fosse” disse.

 

 

“Un capibara,probabilmente...” lei alzo' le spalle “Dalla parte opposta,un caimano si tiene alla larga dal mostruoso rettile” aggiunse. Brittany si volto' a sinistra,e osservo' un piccolo caimano nuotare con movimenti ondeggianti del corpo,in direzione opposta alla barca.

 

 

“Non vorrei trovarmi in acqua,in questo momento” constato'.

 

 

“Ci resteresti per poco...queste acque brulicano di piranha...sono limpide,ma buie a causa della vegetazione...il fondo e' pieno di alghe e piante acquatiche...il loro ambiente perfetto,insomma...” spiego' passandosi una mano tra i neri capelli. La bionda si accorse che l'imbarcazione procedeva quasi a passo d'uomo.

 

 

“Sei mai stata qui?” le chiese. Cercava di nasconderlo,ma quella galleria acquatica,cosi' buia e piena di predatori,le metteva una certa ansia.

 

 

“Molto piu' spesso di quanto pensi” rispose lei “Stiamo per arrivare a destinazione”

 

 

“Destinazione? Quindi abbiamo una destinazione?” si senti' rincuorata.

 

 

“Naturalmente” la vegetazione sembrava infittirsi ulteriormente,ma Brittany fu felice di vedere un fascio di luce in fondo a quel tunnel. Era coperto dalle fronde degli alberi,e le liane scendevano dall'alto sfiorando la superficie del fiume. Ma quando raggiunsero quel sipario naturale,si spostarono leggiadre,aprendo un varco al motoscafo.

 

 

Alla ragazza per poco non cadde la mascella: improvvisamente si ritrovarono in una radura quasi interamente sommersa. Il sole illuminava ogni cosa,l'acqua era limpidissima, di un azzurro cosi' intenso da sembrare surreale. C'era una cascata,e l'acqua che portava,arrivava direttamente dove si trovavano loro,a valle. La riva era ricoperta di verde. Alti alberi raggiungevano con i loro rami i costoni rocciosi. Altri invece erano carichi di frutta. Un ampio scorcio di cielo azzurro,rendeva quell'angolo di paradiso luminosissimo. Brittany era a corto di parole adatte a descrivere tanta magnificenza:

 

 

“Diresti mai che un tunnel cosi' tetro porta a una simile meraviglia?” chiese Santana con aria compiaciuta.

 

 

“E'....e'....”

 

 

“Lo so” si avvicino' alla riva e lancio' una fune. Scese con un balzo,e riusci' miracolosamente a non bagnarsi. Assicuro' la barca a un masso,nelle immediate vicinanze dell'acqua e la avvicino' alla riva quanto possibile,per permettere all'altra di scendere. La aiuto' tendendole la mano,e finalmente Brittany tocco' terra.

 

 

Non riusciva a smettere di osservare quel posto meraviglioso,e Santana osservo' soddisfatta l'espressione che aveva dipinta in volto. Poi sedette sull'erba,a pochi centimetri dall'acqua,mise le braccia dietro la testa e si sdraio'. La bionda sedette vicino a lei:

 

 

“Tutto quello che devi fare e alzare gli occhi al cielo...” disse “La natura si presentera' dinnanzi ai tuoi occhi” sussurro'. Brittany segui' il suo esempio e si sdraio'. Vista da quella prospettiva la radura sembrava piu' grande,e degli alberi non si vedeva la fine. All'improvviso vide una piccola scimmia,piu' piccola dei cebi cappuccini,con un manto dorato,che saltava da un ramo all'altro. A seguito altre cinque o sei di loro,comunicavano con curiosi e acuti vocalizzi:

 

 

“Sono scimmie scoiattolo?” chiese,piano. Non voleva disturbarla,qualunque cosa stesse facendo. Ma si volto' impercettibilmente verso di lei,e vide che sorrideva di sbieco.

 

 

“Mi sorprendi,ragazzina...hai ragione” rispose. Il suo sguardo era concentrato sugli alberi,sopra di loro. Ma non era il solito sguardo attento,di quando lavorava. Sembrava serena.

 

 

“Spero non ci sia nulla di pericoloso qui...non mi andrebbe di rischiare la vita mentre non lavoro” si lascio' sfuggire. Quello che era un sorriso accennato,divento' un sorriso aperto.

 

 

“Dimentica la galleria...non ci sono predatori o animali pericolosi qui” disse in un sussurro,mentre chiudeva gli occhi “La cosa peggiore che puo' succederti qui,e' che una scimmia ti lanci una noce di cocco” rise.

 

 

“Niente predatori? Sei sicura?” si sedette e la fisso'. Non riusciva a stare distesa senza guardarsi attorno.

 

 

“Ce n'e' solo uno da queste parti...” inizio' “Ma si sta godendo i caldi raggi del sole” aggiunse. Solo qualche secondo piu' tardi Brittany capi' che alludeva a se' stessa.

 

 

“Simpatica...” mugugno'.

 

 

“Sei troppo nervosa,lo sai?” continuo' Santana.

 

 

“Io non sono nervosa!” si giustifico' la ragazza.

 

 

“Si che lo sei,abbassa la guardia e lascia andare lo stress...sei con me,non ti succedera' niente” sospiro',quasi fosse stanca di ripetesi.

 

 

“Parlami di questo posto” inizio' allora la bionda. Magari cambiare argomento l'avrebbe distratta.

 

 

“Cosa vuoi sapere?”

 

 

“Come lo hai scoperto? Hai lavorato su qualche specie qui?” domando'.

 

 

“L'ho scoperto per caso durante una delle mie uscite...ero da sola,in un giorno come tanti...l'ho trovato splendido e rilassante...cosi' ci sono tornata qualche giorno piu' tardi,armata di fotocamera e blocco degli appunti...ho visto quali specie lo popolavano,ho fatto qualche foto,ma a scopo puramente personale...non ho mai lavorato qui” spiego' brevemente.

 

 

“Come mai? Niente per il quale valesse la pena?”

 

 

“Tutto il contrario...questo luogo e' degno di nota per mille ragioni,ma mi e' piaciuto cosi' tanto da decidere di tenerlo per me...mi sono ritrovata qui tante volte,a riposare sotto il sole,a godermi le stelle nelle fresche sere estive...a nuotare in queste acque cristalline...nel periodo piu' caldo dell'anno e' meraviglioso...qualche volta ci sono venuta anche con la pioggia...non ci avevo mai portato nessuno...fino ad oggi...” concluse. Brittany si sorprese di quelle parole e la guardo' a lungo,approfittando del fatto che avesse gli occhi chiusi.

 

 

“Non veniva a cercarti nessuno,quando venivi qui?”

 

 

“Sono abituati a vedermi sparire...fa parte del mio comportamento...sono stata lontana dalla base anche per giorni,in solitaria” spiego'.

 

 

“Non hai paura?”

 

 

“Certo che ho paura...sarei una sciocca,se non l'avessi...ma come ti ho detto il primo giorno,la paura non puo' fermarci...l'esperienza me ne ha sempre dato conferma...quando vedi qualcuno morire per uno scontro con gli animali,ti fai un'idea molto precisa di cosa sia la paura” aggiunse piano.

 

 

Brittany degluti'.

 

 

“Hai...hai mai visto morire qualcuno?” quando lo chiese,Santana apri' gli occhi e la guardo'.

 

 

“Ero in spedizione in Sud Africa,imbarcata su una nave da ricerca...lavoravo con un team di biologi marini,tra i migliori nel loro campo...Ci occupavamo di diverse specie,ma quel luogo,come tutti sanno,e' famoso per i grandi squali bianchi...Mi sono immersa diverse volte con loro,protetta dalla gabbia,naturalmente...e credimi,se quando li vedi dalla barca ti sembrano immensi,quando sei in acqua,con loro,te la fai letteralmente sotto...sono un ammasso di muscoli...le femmine arrivano a misurare sei metri...e prova a immaginare una bocca con milleduecento denti affilati come rasoi,lunghi dieci centimetri...” si interruppe e prese un respiro profondo “Quel giorno lavoravamo vicini alla riva,l'acqua era alta solo un paio di metri,ci trovavamo nei pressi di una secca...e stavamo facendo delle riprese per un documentario sulle otarie...ce n'erano a centinaia,soprattutto cuccioli...e sono molto amichevoli,sai? Curiose e sprezzanti del pericolo...iniziano a nuotarti attorno e si lasciano anche accarezzare...una di loro fece scivolare la fotocamera di mano a Tom,un biologo poco piu' grande di me...e la corrente rischiava di portarsela a largo...era un attrezzo parecchio costoso,e nonostante il peso delle bombole,lui inizio' a nuotare,sott'acqua,per cercare di riprendersela...e' successo tutto in un attimo...lo squalo e' spuntato fuori dal nulla...era un mostro di quattro metri,e si e' lanciato su Tom a una veocita' pazzesca...il primo morso gli ha portato via la gamba destra...di solito gli squali mollano la preda quando si rendono conto che e' un errore,che quella non e' un'otaria...pensavo che lo avremmo recuperato e portato all'ospedale...che anche se la gamba era andata,saremmo riusciti a salvarlo...ma lo squalo non si fermo'...continuo' a mordere...a mangiarlo...lo abbiamo visto morire...e' stata una corsa a riva...eravamo sotto shock...e' una scena che ricordero' per il resto della mia vita...”

 

 

“Mi...mi dispiace davvero tanto...” Santana si tiro' a sedere.

 

 

“Quel giorno ho avuto paura come mai in vita mia...e ho giurato a me stessa,che se mai fossi stata responsabile,per la vita di qualcuno...non avrei permesso che succedesse la stessa cosa che e' successa a Tom...non avrei permesso a qualcuno di morire...”

 

 

“Da quel che dicono i tuoi ammiratori,alla base,hai sempre mantenuto la promessa” Brittany cerco' di smorzare e fu contenta di vederla sorridere “E poi perche' stiamo parlando di predatori? Hai detto che qui ce n'e' solo uno,e direi che me la cavo bene a tenerlo sotto controllo!” ridacchio'.

 

 

Santana inarco' un sopracciglio e sorrise beffarda.

 

 

“Attenta a non stuzzicarlo,questo predatore...” disse alzandosi “Se lo fai arrabbiare,potrebbe mangiarti!” la bionda rise e la osservo',senza ribattere. La vide andare verso un albero e afferrare una liana con entrambe le mani. Poi,inizio' ad arrampicarsi.

 

 

“Hey,dove vai?” chiese.

 

 

“Tu fai la brava e aspettami qui!” le disse. Spari' tra le fronde e neanche cinque minuti dopo,da quello stesso albero caddero un mango e due banane.

 

 

Santana ridiscese qualche istante dopo.

 

 

“Ancor meglio di una scimmia!” scherzo' Brittany,mentre la guardava raccogliere i frutti e andare verso di lei armata di coltello.

 

 

“Del resto siamo cugini” disse lei sedendosi e iniziando a sbucciare il mango “Sono tra gli animali piu' incredibili che Madre Natura abbia creato...e sono molto piu' umani di quanto si possa immaginare...”

 

 

“Ti riferisci ai cebi?”

 

 

“I cebi sono la punta dell'iceberg...ho visto scimpanze' portarsi dietro i corpi senza vita dei loro piccoli,incapaci di accettarne la morte,e piangere disperati quando finalmente realizzavano...ma secondo me,il bonobo rasenta la perfezione”

 

 

“Perche' proprio il bonobo?”

 

 

“Ha trovato il modo perfetto per risolvere ogni problema...il sesso! Sono in tensione? Loro non litigano,fanno sesso! E' ora di pranzo? Sesso! Hanno bisogno di coccole? Sono annoiati? La risposta e' sempre sesso! E' il loro catalizzatore,non esistono liti neanche tra gruppi rivali...li smorzano con sesso,in ogni sua sfaccettatura...Praticano sesso orale,i maschi di rango inferiore masturbano quelli piu' importanti...si fanno montare da loro...le femmine si accoppiano tra di loro,strusciano le loro parti intime le une contro le altre,riescono persino a provare orgasmi...molte volte mi chiedo chi discenda da chi!” concluse mentre passava a Brittany la sua porzione e iniziava a mangiare a sua volta.

 

 

“E' una teoria interessante” rise la bionda. Consumarono il loro pasto in silenzio,mentre lo scroscio dell'acqua che dalla cima della cascata giungeva a valle riempiva l'aria.

 

 

Santana aveva ragione,ancora una volta. Quel posto faceva davvero dimenticare ogni cosa: era rilassante,lontano da ogni cosa,persino lontano dall'Amazzonia stessa...quella che lei conosceva,almeno.

 

 

“E cosi' hai fatto colazione con Quinn,stamattina...” inizio'.

 

 

“Si,ci siamo incontrate in balcone e abbiamo passato un po' di tempo a chiaccherare...”

 

 

“Ti ha gia' detto della festa?” Brittany la guardo' curiosa.

 

 

“Festa?” ripete'.

 

 

“Evidentemente no...il prossimo sabato ci sara' una festa alla base...” disse brevemente.

 

 

“Che genere di festa?”

 

 

“Beh,a quanto pare tra le tante cianfrusaglie,Holly si e' portata dietro la stessa roba ingombrante che si era portata la volta precedente...amplificatori,mixer,microfoni per il karaoke e una compilation infinita...ha organizzato qualcosa di simile due anni fa e i ragazzi si sono divertiti...percio' ha ben pensato di fare il bis...ci sara' musica,luci psichedeliche...e soprattutto alcolici a fumi” rise.

 

 

“Uh,quindi ci si ubriaca” rispose la bionda,sorpresa.

 

 

“Ogni tanto bisogna concedersi qualche piacere,ragazzina” disse come se fosse ovvio.

 

 

“Mi trovi d'accordo!” Brittany alzo' le mani,fingendo di arrendersi all'evidenza.

 

 

“E direi che e' tempo di tornare verso la base...” aggiunse Santana guardando il grosso orologio che portava al polso “Sono quasi le quattro” si tiro' su' a sedere,recupero' la cima e salto' sulla barca senza avvicinarla alla riva “Dammi la mano,ti aiuto a salire” si sporse dall'imbarcazione e tese il braccio verso di lei.

 

 

“Ce la faccio da sola” ribatte' lei,fin troppo sicura. La mora si sposto' e lei balzo' sulla barca,attenta a non bagnarsi. Ma non atterro' bene sui suoi piedi,e perse l'equilibrio,cadendo rovinosamente sulla latina,che non se lo aspettava e cadde a sua volta,col sedere sul fondo della barca. Brittany sbatte' la fronte contro quella dell'altra.

 

 

“Ahu!” gemette Santana strabuzzando gli occhi.

 

 

“Accidenti!” la bionda si porto' una mano alla fronte,mentre cercava di tirarsi su. Solo quando apri' gli occhi si accorse di essersi trascinata dietro anche l'altra e di esserle completamente addosso. Santana la stava guardando negli occhi. I suoi occhi neri sembravano completamente immersi in quelli blu di Brittany. I loro visi erano talmente vicini che poteva sentire il caldo respiro dell'altra,veloce e irregolare. Tremo' trovandosi a quella distanza ravvicinata. E il tempo si fermo'.

 

 

Non sapeva esattamente per quanto si erano guardate in quel modo,cosi' vicine l'una all'altra,fino a quando Santana non ruppe l'incantesimo,spostandosi all'improvviso:

 

 

“Dovresti stare attenta a dove metti i piedi” disse prima di alzarsi,goffamente.

 

 

“Scusami...” a quel punto si senti' in imbarazzo,e si tiro' su' anche lei.

 

 

“Ti sei fatta male?” chiese.

 

 

“No” si limito' a rispondere mentre azionava il motore.

 

 

Uscirono dalla radura e percorsero nuovamente la galleria buia,a velocita' ridotta. Furono sul Rio in cinque minuti,e Santana spense la barca,nel mezzo del fiume,mentre Brittany,che si era seduta dietro di lei,a poca distanza,la guardava confusa.

 

 

“Perche' ci siamo fermate?” domando'.

 

 

“Hai mai guidato una barca?” chiese la latina,voltandosi verso di lei,uno strano sorriso stampato in volto.

 

 

“No,mai”

 

 

“Vuoi provare?”

 

 

“Io...mi piacerebbe,ma non so come si fa...” alzo' le spalle,giustificandosi.

 

 

“Ti insegno io” sorrise la mora “Vieni!” la incito' con un gesto.

 

 

Brittany mosse due passi verso di lei e la guardo' incerta. Ma Santana non sembrava preoccupata e si sposto' un po',per farle spazio.

 

 

“Che devo fare?” balbetto'.

 

 

“Metti la mano sinistra sul timone,e la destra sulla leva” inizio' lei,spostandosi alle sue spalle.

 

 

“Mi lasci da sola!?” scatto' allarmata la giovane.

 

 

“Sono qui...non temere” disse “La leva e' una sorta di cambio,ma e' piu' semplice...piu' la spingi in avanti,piu' andrai veloce...per decelerare la tiri indietro...” spiego',mentre Brittany stringeva la leva con la destra e il timone con la sinistra,senza muoverle.

 

“D'accordo” lei annui',guardando il timone.

 

 

Senti' la zoologa avvicinarsi alle sue spalle,e la vide appoggiare la mano destra sulla sua,stretta alla leva. Stava arrossendo,e tanto anche. Percepiva chiaramente le sue gote andare a fuoco.

 

 

“Spingila avanti...molto lentamente” le disse,e la spinsero insieme,muovendola appena. La barca riparti',a velocita' molto ridotta. Brittany era tremendamente nervosa,e non certo per la guida maldestra. La mano sinistra di Santana si sposto' proprio su quella della sua assistente,sul volante,che giro' leggermente a destra.

 

 

“Sei troppo tesa...” sussurro' al suo orecchio,vicina,troppo vicina “Lasciati andare,Brittany...” spinse ancora la leva e la barca accelero' leggermente. Sentiva il suo petto premere contro la sua schiena.

 

 

Dio,come si respirava?

 

 

Non era neanche stata in grado di proferir parola.

 

Cerco' con tutte le sue forze di concentrarsi sulla barca,sulle parole di Santana,evitanto il modo in cui erano state pronunciate. E provo' a seguire la direzione del fiume col volante.

 

 

Santana era sempre li',in piedi dietro di lei,le mani sulle sue,calde,incandescenti contro la sua pelle. Quando vide che Brittany stava prendendo il controllo della situazione,si avvicino' nuovamente al suo orecchio.

 

 

“Stai andando bene” le disse “Adesso ti lascio andare,ma non aver paura,d'accordo?” l'unico neurone ancora funzionante della giovane,la spinse miracolosamente ad annuire.

 

 

La zoologa lascio' le sue mani e si allontano' di qualche passo,poi si sposto' cautamente verso prua.

 

 

“Non hai paura che io possa perdere il controllo della barca?” le chiese,mentre la guardava accomodarsi,semisdraiata,nello stesso angolo che aveva occupato lei all'andata.

 

 

“No...probabilmente perche' ho piu' fiducia in te di quanta tu non ne abbia in te stessa” ribatte' inforcando nuovamente gli occhiali da sole “E in ogni caso al massimo finiamo in acqua...sentiti libera di accelerare!” Brittany sorrise,sentendosi piacevolmente incoraggiata dalle sue parole,dai suoi gesti.

 

 

Piano la tensione ando' via,complice la lontananza fisica di Santana. E lentamente,spinse la leva,e la spinse di piu',e anche se non se n'era resa conto,sfrecciava sull'acqua,mantenendo il perfetto controllo dell'imbarcazione,mentre la mora le indicava col braccio la direzione da prendere. Ma non era difficile,la strada era quasi tutta dritta,niente barche o ostacoli.

 

 

Le piaceva guidare la barca,molto piu' di quanto non si aspettasse. Nulla a che vedere con le automobili. Si sentiva libera. E sorrideva senza neanche accorgersene.

 

 

Anche Santana aveva un gran sorriso stampato in volto. Lo sguardo della bionda cadde su di lei diverse volte,stesa li' con gli occhiali da sole,l'espressione compiaciuta e i capelli neri che ondeggiavano al vento.

 

 

Fini' troppo presto. Quando raggiunsero l'affluente che portava alla base,Santana lascio' la sua postazione,affiancandola,e la aiuto' nelle manovre piu' delicate e precise,necessarie a muoversi nel canale. Ma la lascio' pilotare il motoscafo fino alla fine. E quando finalmente toccarono terra,non mancarono i complimenti:

 

 

“Sei stata brava,sai?” le disse.

 

 

“Ho avuto una brava insegnante” si scherni' lei.

 

 

“Anche oggi hai imparato qualcosa,allora” scherzo' la mora.

 

 

“Ho passato davvero una bella giornata...grazie...” Brittany sorrise sincera,guardandola,mentre entravano nella radura.

 

 

“Diciamo che sono riuscita a farmi perdonare,allora!”

 

 

“Lo hai fatto per questo?” chiese la ragazza.

 

 

“Ovvio che no,Ragazzina,io non agisco per secondi fini!” disse severa “Ma diciamo che ho preso due piccioni con una fava!” sorrise spavalda.

 

 

Quella sera Brittany ando' a dormire con un umore insolito,diverso. Si sentiva spensierata,positiva,ottimista. In pace con se' stessa e con il resto del globo. Si addormento' pronta ad affrontare una nuova e incredibile giornata,con tutto cio' che ne sarebbe conseguito...

 

 

Stava guidando il motoscafo,ed era sola. La galleria era molto piu' buia di quanto non ricordasse,e l'acqua era nera. Un grosso caimano sembrava scortare la sua imbarcazione,e lei aveva paura,tanta paura. Finalmente la vide,l'arcata naturale,le liane che scendevano fin sull'acqua.

 

 

Era arrivata.

 

 

Giunse finalmente alla radura,e il sole per poco non l'acceco'.

 

 

Santana?” chiamo' a gran voce.

 

 

Dov'era finita?

 

 

Si guardo' intorno,ma il sole bruciava forte,troppo forte. Gli uccelli cantavano allegri,le scimmie si inseguivano giocose.

 

 

Ed eccola li',la zoologa...distesa sulla riva,a godersi quel paradiso. Non era da sola. C'era una donna con lei,una donna bionda.

 

 

Era Holly,e si stavano baciando. Sovrastava Santana con il peso del suo corpo,poteva vedere le loro lingue intrecciate,le mani della piu' grande sotto la maglia della latina.

 

 

Vagavano indisturbate sul suo corpo,accarezzandolo con desiderio.

 

 

Brittany cadde dalla barca,indietro. L'acqua era gelida e non capiva come avesse perso l'equilibrio. Cerco' di risalire,ma qualcosa glielo impediva.

 

 

Urlo',ma nessuno la sentiva.

 

 

C'era solo acqua,e nonostante ci provasse con tutte le sue forze,la risalita era impossibile.

 

 

“Brittany...BRITTANY!”

 

 

Si sveglio' di soprassalto,spalancando gli occhi. Vide il volto di Quinn a pochi centimetri dal suo. Sembrava preoccupata.

 

 

“Quinn...” sussurro'. Era sudatissima e il cuore le stava scoppiando in petto. Tremava,era terrorizzata. Ci mise qualche secondo a capire che era stato un sogno.

 

 

“Finalmente...non temere,e' stato solo un brutto sogno” la rincuoro' passandole una mano tra i capelli fradici.

 

 

“Che ci fai qui?” chiese.

 

 

“Stavi urlando...mi sono preoccupata e sono venuta a controllare...” spiego'.

 

 

“Dio...e' stato orribile...”

 

 

“Tieni” le porse un bicchiere “E' acqua fresca...ci ho messo un calmante...”

 

 

“Grazie...” la bevve in un sorso e si senti' subito meglio “Che ore sono?”

 

 

“Le cinque”

 

 

“Devo alzarmi tra mezzora...fantastico...” mugugno' “Mi dispiace di averti svegliata...scusami...”

 

 

“Fa nulla,tra un po' devo alzarmi anch'io...cerca di riposare,adesso...” si alzo' e la guardo' nella penombra della sua stanza “E magari domani,mi racconterai che ti ha fatto Holly,stavolta...” ridacchio' e spari' oltre la porta.

 

 

Brittany si rigiro' e affondo' il viso sul cuscino. Aveva ancora il cuore in gola e un solo,preciso pensiero si fece spazio tra tutti gli altri: aveva una voglia matta di mollare un pugno in faccia a quella maledetta primatologa!

 

 

 

 

Alloraaaaa...avete sentito,no? C'e' un party in programma,con fiumi di alcolici...e un'orda di ricercatori frustrati vi partecipera'.

 

Non possiamo perdercelo,direi! :D

Alla prossima!!!

 

Bomboletta.

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Capitolo 8
*** Party! ***


SALVEEEE!

Scusate l'attesa,ma il capitolo e' stato abbastanza impegnativo. Dunque! Per la prima volta,in questo capitolo,scopriremo un po' i pensieri di Santana. Come vede Brittany,come reagisce a determinate situazioni e via dicendo. E' la prima volta che sperimento una parvenza di songfic,quindi fatemi sapere se l'esperimento e' ben riuscito. Detto cio' godetevi la festa!!!

 

Bomboletta

 

 

 

 

 

 

 

Un'altra settimana se n'era andata,e quel giorno l'Amazzonia era piu' selvaggia del solito. La primavera stava lasciando il posto all'estate,le temperature erano aumentate,e le giornate erano fin troppo calde,soprattutto quando bisognava camminare per ore sotto il sole battente. L'umidita' era insopportabile,e Brittany detestava quella sensazione di sudore appiccicoso sulla pelle. Si passo' il braccio sulla fronte,mentre scansava col piede una radice che spuntava fuori dal terreno.

Lei,Santana e Holly stavano tornando alla base,dopo aver trascorso gran parte del giorno in foresta. Erano le quattro del pomeriggio,e avevano concordato di tornare prima. Quella sera,infatti,c'era in programma il party organizzato dalla primatologa. Per giorni non avevano parlato d'altro alla base,neanche dovessero partecipare alla notte degli oscar. La giovane zoologa non ci aveva realmente pensato fino a quel momento,si era buttata a capofitto sul lavoro mettendo nel dimenticatoio ogni altra preoccupazione.

 

Quanto a Santana,aveva mantenuto la sua promessa. Brittany era tornata ad essere parte integrante di ogni sua decisione o movimento,e non solo la latina si preoccupava nuovamente per lei,l'aveva addirittura messa al pari della stessa Holly. Quando c'era un lavoro da fare,sia pratico che al computer,si rivolgeva a lei e alla primatologa,dividendo il lavoro in piu' parti,facendosi carico delle cose piu' importanti e affidando loro il resto.

 

In una particolare occasione,aveva dato un camice a Brittany e le aveva chiesto aiuto in laboratorio. Quando Holly si era presentata per contribuire,lei l'aveva mandata via,dicendo che l'aiuto della sua assistente era piu' che sufficiente. La bionda si senti' parecchio soddisfatta di quel trattamento,e si trattenne dal fare una linguaccia a Holly.

 

Quando finalmente raggiunsero la grande radura,si accorsero che i preparativi per il party erano gia' in corso: Mike e Sam stavano spingendo un grosso amplificatore,mentre Noah,arrampicato su un albero,trafficava con un faro,nel tentativo di assicurarlo a un ramo. Sembravano allegri:

 

“Non e' un po' presto? Non avete di meglio da fare?” ringhio' la latina ai due ragazzi.

 

“Se tu vedessi quanta roba c'e' da montare,e quanta da trascinare nel mezzo della radura,diresti che abbiamo anche cominciato tardi” spiego' Mike asciugandosi la fronte sudata. Santana si volto' vero Holly.

 

“Mi auguro che tu abbia portato alcolici buoni,e' il minimo,visto come mi state stravolgendo la radura” le disse seria.

 

“Tesoro,in magazzino c'e' talmente tanta roba da mettere k.o. te e il tuo team al completo per almeno una settimana!” sghignazzo' lei “Tu pensa solo a divertirti!” la ragazza scosse la testa e si volto' verso Brittany.

 

“Ti consiglio di riposare un paio d'ore,dopo la doccia...sara' una lunga notte e siamo in piedi dalle cinque” sorrise gentile.

 

“Penso che seguiro' il tuo consiglio” annui' lei “Ci vediamo dopo” si arrampico' lungo le scale e raggiunse la sua camera,dove prese un cambio di vestiti. Poi si chiuse in bagno e si concesse una lunga doccia. Asciugo' i lunghi capelli,si ricopri' di crema per il corpo,indosso' una felpa larga e pantaloni di tuta,e si avvio' verso la sua stanza. Poi si addormento'.

 

Si sveglio' un paio d'ore dopo,perche' qualcuno bussava insistentemente alla porta.

 

“Avanti..” biascico'. La porta si apri' e Rachel e Quinn si fiondarono dentro in maniera poco delicata.

“Buongiorno biondina! Sei carica per la serata?” esordi' Rachel sedendosi sul suo letto.

 

“No...lasciatemi dormire” mugugno' senza aprire gli occhi,mentre nascondeva il viso sotto il cuscino.

 

“Oh,andiamo!” Quinn cerco' di strapparglielo di mano “Dobbiamo prepararci! Sono le otto!”

 

“Prepararci?” Brittany apri' gli occhi,mentre la bionda lanciava il cuscino ai piedi del letto,e osservo' le loro sagome,poco illuminate.

 

“Certo! Vorrai mica andarci con la tuta!” a quel punto la biondina si mise a sedere,a gambe incrociate,e le osservo' dopo aver acceso la luce.

 

“Ragazze...spiegatemi bene...che tipo di festa sara'?” chiese perplessa.

 

“Beh,ci sara' musica,alcol,karaoke...buon sano intrattenimento” spiego' Rachel.

 

“Si ma...devo vestirmi elegante?” si senti' stupida nel fare una domanda del genere.

 

“Tu come ti vestiresti per andare a una festa?” chiese Quinn.

 

“Non so...tu cosa ti metti?”

 

“In realta' non ho ancora deciso,ma penso che indossero' il mio vestito blu...sai,non abbiamo larga scelta da questo punto di vista,ho solo un paio di vestiti e scarpe carine”

 

“E tu,Rachel?”

 

“Non ne ho completamente idea” la mora alzo' le spalle.

 

“Quindi indosserete qualcosa di particolare...” non pote' non notare.

 

“Beh,piu' o meno! E faresti bene a prepararti in fretta,la festa comincia tra un'ora!” Quinn le stampo' un bacio sulla guancia “Se ti servono trucchi o qualcosa,puoi bussare da Rachel o da me” entrambe sorrisero e si dileguarono.

 

Brittany rimase da sola nella sua stanza e si guardo' intorno spaesata. Era arrivato il momento di frugare nel vero senso del termine,nel suo guardaroba.

 

Dopo un esame attento e un'osservazione di tutti i possibili accoppiamenti esistenti tra i suoi vestiti e le sue scarpe,sul letto rimasero solo pochi capi.

 

Ringrazio' mentalmente quella vocina,che prima di partire per l'Amazzonia le aveva ricordato che tutto poteva succedere,che bisognava essere pronti per qualunque evenienza,che era il caso di portarsi davvero di tutto,e che l'aveva convinta a mettere due paia di scarpe in piu' in valigia. Cosi' indosso' i capi che aveva scelto,le scarpe e apri' nuovamente l'armadio. Si trucco',e quando fu soddisfatta dell'esito ando' in bagno e guardo' il suo riflesso sullo specchio a parete. Cio' che vide non le dispiaceva: scarpe sportive,da tennis,bianche e comode,praticamente nuovissime. Le aveva comprate il giorno prima di partire. Shorts in jeans praticamente invisibili: lasciavano scoperte le lunghe gambe,snelle e toniche. Brittany si soffermo' su quel dettaglio. La vita in foresta l'aveva decisamente aiutare a mettere su' massa muscolare. Non che ne avesse bisogno,ma star china sui libri per raggiungere la laurea le aveva impedito di dedicarsi alla danza quanto avrebbe voluto,e anche se in minima parte,il suo fisico ne aveva risentito. La maglia era larga e bianca,quasi trasparente. Lasciava una spalla scoperta,e mostrava la bretella del reggiseno nero. I suoi capelli erano sciolti e mossi,il viso era appena truccato. Aveva messo un sottile strato di eyeliner,coperto le occhiaie fin troppo evidenti,e spruzzato una dose abbondante del suo profumo preferito sul collo. In generale era parecchio soddisfatta del risultato finale. Sorrise e scese alla festa. Mentre faceva le scale la musica inizio' a riempire l'aria,sulle note di “Happy”.

 

Un inizio allegro,senza dubbio.

 

Quando Brittany raggiunse la radura,si chiese quasi se era nel posto giusto: due amplificatori degni di un concerto di Michael Jackson troneggiavano ai lati della radura,e tra di essi si trovava quella che assomigliava a una postazione da dj,con mixer,cuffie e computer. Diversi tronchi d'albero erano stati utilizzati come panchine ed erano disposti attorno a quella che aveva l'aria di essere una pista di ballo,illuminata da una gran varieta' di colori e forme,proiettati dalle luci psichedeliche posizionate sugli alberi. Due angoli erano stati adibiti a piano bar,ed erano carichi di alcolici di ogni tipo,talmente tanti da bastare per decine di persone:

 

“Sei arrivataaaaa!” Quinn le corse in contro sorridendo e Brittany la osservo'. Come aveva gia' anticipato,aveva indosso un vestito blu,non troppo elegante. Era un colore tra l'azzurro e il blu notte,corto,ma non troppo,accompagnato da scarpe col tacco dello stesso colore. I capelli erano sbarazzini come al solito,ma era truccata,le sue labbra erano di un rosso sgargiante.

 

“Wow,stai benissimo!” le disse,salutandola con un bacio.

 

“Anche tu,Britt,hai un look molto Kesha” rise.

 

“Per fortuna qualcun altro ha deciso di indossare i pantaloni,cosi' non mi sento sola!” Rachel spunto' da poco lontano,e la bionda si accorse che indossava jeans lunghi e attillati.

 

“Temevo anch'io di essere l'unica” le sorrise la giovane. Aveva spezzato la sobrieta' dei jeans con un tacco nero vertiginoso e una maglia celeste,scollata ed elegante.

 

Si guardo' intorno. Sam e Kurt stavano chiaccherando allegramente ed entrambi indossavano jeans e camicia bianca. Quella di Sam era mezza sbottonata,mentre il suo interlocutore era impeccabile. Dall'altro lato Blaine,camicia nera e papillon bianco,gesticolava ampiamente con Finn,che indossava una camicia grigia e pantaloni neri. Vicino agli amplificatori,Noah era seduto per terra,con una chitarra acustica tra le braccia,il petto scoperto e i soliti vecchi bermuda strappati. Poco distanti da lui,Mike e Holly ridevano,mentre lei gli rubava la bottiglia di birra e ne beveva un sorso generoso. Indossava un abito color panna,e anche se Brittany odiava ammetterlo,stava divinamente.

 

“Vieni,andiamo a prendere da bere” Quinn la trascino' per il braccio,mentre lei cercava Santana con lo sguardo,senza trovarla.

 

“Da cosa vuoi cominciare?” si inseri' Rachel.

 

“Non so,che abbiamo a disposizione?” chiese lei trovandosi davanti a un tavolo imbandito delle piu' disparate varieta' alcoliche.

 

“Io propongo questa” disse la biologa sventolando un paio di birre piccole “E' una birra europea che ha un contenuto alcolico maggiore del vino.

 

“Che razza di birra e'?” Brittany non ne aveva mai sentito parlare.

 

“Du demon!” Rachel spiego' esperta prendendone un'altra e aprendole tutte e tre “Un inizio di serata coi fiocchi!” ne porse una ciascuna alle amiche e brindarono insieme. Poi Brittany bevve un sorso e capi' che le ragazze avevano ragione. Era parecchio forte,e non se ne poteva mandar giu' troppa,come con una normale birra,ma era molto buona. Una voce nota tuono' negli amplificatori,sovrastando la musica:

 

“Prova? Prova? Funziona Holly,ce l'abbiamo fatta!” e finalmente la vide,dietro il mixer,che spegneva il microfono,le adocchiava da lontano e si dirigeva verso di loro con un gran sorriso.

 

Brittany strabuzzo' gli occhi e boccheggio' un paio di volte,mentre la squadrava da capo a piedi. Indossava un vestito nero,attillato,attillatissimo,che si avvolgeva sull'addome piatto,stringeva il seno abbondante e fasciava il fondoschiena scolpito. Le spalle erano entrambe scoperte,cosi' come le gambe. Le cosce abbronzate erano libere,abbronzate e toniche. Un paio di stivali neri coprivano fin sopra la caviglia e avevano un tacco chilometrico,che slanciava quel corpo gia' perfetto. I capelli erano sciolti,neri e fluenti,il suo viso truccato,gli occhi coperti da uno strato di eyeliner. Era quanto di piu' bello si avesse la fortuna di osservare. Le raggiunse e sorrise al suo indirizzo:

 

“E' un miraggio,o quella bella bionda e' la mia assistente?” chiese. Brittany tremo'.

 

“Sei...sei splendida”

 

Oh Cristo,lo aveva davvero detto ad alta voce?

 

“Grazie” si avvicino' e le stampo' un bacio sulla guancia “E ciao” sussurro'. Un forte odore la inebrio' facendole girare la testa.

 

“Ciao” riusci' a dire.

 

“Avete iniziato a bere senza di me,ragazzacce!” protesto'.

 

“Non e' colpa mia se ti sei autoeletta tecnico del microfono!” Rachel le fece una pernacchia mentre porgeva una birra anche a lei.

 

“Non e' colpa mia se sono circondata da un branco di idioti!” ribatte' lei facendo una smorfia all'altra e bevendo dalla bottiglia.

 

“Perche' non abbassi la criniera e ti godi la festa?” scherzo' Quinn “Tra un po' inizia il karaoke!” disse entusiasta.

 

“Oh beh,in questo caso permettimi di accomodarmi e spiegare a Brittany quanto siete psicopatici” Santana sorrise e guardo' la sua assistente.

 

“Oh,no,se pensate che cantero' avete sbagliato persona,non mi piace essere al centro dell'attenzione!” si scherni' lei.

 

“Lo immaginavo” sorrise la mora avviandosi verso un tronco-panchina e accomodandosi. Le fece cenno di sedersi accanto a lei.

 

“A chi e' che piace cantare?” chiese finendo la sua birra in un sorso e osservando l'altra fare lo stesso.

“Un po' a tutti in realta'...” inizio' la latina,mentre un Mike gia' molto allegro le mollava in mano una bottiglia di vino bianco e due bicchieri “Diciamo che per quanto mi costi ammetterlo,Rachel e' impareggiabile...” riempi' i due bicchieri e ne porse uno a Brittany “Ce ne siamo accorti una mattina,sei o sette mesi dopo l'inizio del progetto...avevamo un giorno di riposo e Rachel stava pulendo in cucina,cantava una canzone a squarciagola,con la base musicale nel cellulare...Kurt l'ha sentita e ha iniziato a cantare con lei...in poco tempo cantavamo tutti o quasi...e' stato divertente,e lo e' stato ancora di piu' alla festa precedente...molti sono dei talenti mancati,qui” rise mandando giu' il contenuto del suo bicchiere tutto d'un fiato e riempendolo di nuovo.

 

“Quindi sai cantare anche tu?” chiese la bionda curiosa,mentre osservava Rachel trafficare con un paio di microfoni.

 

“Al liceo facevo parte del glee club...diciamo semplicemente che non sono stonata come una campana” alzo' le spalle.

 

“Allora ti sentiro' cantare?”

 

“Ne dubito...non piace neanche a me stare al centro dell'attenzione,quindi suppongo che faro' da coro” rise.

 

“Buona sera giovani anime perdute!” la voce di Holly risuono' nella radura,forte e chiara “Noto con piacere che la meta' dei presenti sono gia' in fase pre-coma etilico,ma cercate di andarci piano,la serata e' appena cominciata,e non c'e' modo migliore per cominciare di un bel giro di karaoke!”

 

Non fini' di dirlo che la base parti',e la musica si diffuse nella radura. Rachel sfilo' il microfono dalle mani di Holly e se lo porto' alla bocca:

 

 

 

Give me a second, I, I need to get my story straight
My friends are in the bathroom getting higher than the Empire State
My lover he's waiting for me just across the bar
My seat's been taken by some sunglasses asking bout a scar, and

 

 

Rachel aveva una voce acuta e cristallina, Aveva iniziato a intonare la prima strofa di una celebre canzone,che Brittany adorava. Non riusci' a non sorprendersi della sua bravura. Ma ebbe poco tempo per riflettere sulla voce di Rachel. Dall'altro capo della radura,con un altro microfono spuntato da chissa' dove,Noah continuo' a cantare,mentre la mora veniva affiancata da Sam e Quinn.

 

 

I know I gave it to you months ago
I know you're trying to forget
But between the drinks and subtle things
The holes in my apologies, you know
I'm trying hard to take it back

 

 

Noah aveva una voce calda e scura,in perfetto contrasto con quella di Rachel. Il suo inglese era scorrevole,melodico. Sam e Quinn condivisero il microfono continuando da dove l'indigeno aveva lasciato,e creando un intreccio di voci cosi' diverse eppure complementari.

 

So if by the time the bar closes

And you feel like falling down
I'll carry you home

 

Quasi tutti intonarono il ritornello,e Brittany sorrise,non sapendo chi osservare. Erano incredibilmente bravi,le loro voci sembravano uscite direttamente da un musical di Broadway. Vide Rachel dividere il microfono con Quinn e Sam,mentre Kurt e Blaine si erano avvicinati a Noah. Will e Holly cantavano senza microfono,e la loro voce non si sentiva. Anche Santata,accanto a Brittany,canticchiava,e sorrideva estasiata.

 

 

Tonight
We are young
So let's set the world on fire
We can burn brighter than the sun

Tonight
We are young
So let's set the world on fire
We can burn brighter than the sun

 

 

“Che ti avevo detto?” Santana si fece improvvisamente vicina e sussurro' al suo orecchio “Una banda di uccellini canterini” rise,vicina,troppo vicina per i gusti di Brittany,e quella risata provoco' un brivido sul suo collo. Cosi' mando' giu' tutto il vino rimasto nel bicchiere in un solo sorso. Non si aspettava che la latina lo riempisse prontamente.

 

“Sono bravissimi” sorrise in risposta. Fu il turno di Holly,che esibi' una voce rockeggiante.

 

Now I know that I'm not all that you got
I guess that I
I just thought maybe we could find new ways to fall apart

 

E di nuovo,Rachel si intromise. Sembrava quasi si fossero messi d'accordo sulle strofe da dividersi,nessun errore,steccatura,o sovrapposizione sbagliata di voci.

 

 

But our friends are back
So let's raise a cup
'Cause I found someone to carry me home

 

Tonight
We are young
So let's set the world on fire
We can burn brighter than the sun

 

Tonight
We are young
So let's set the world on fire
We can burn brighter than the sun

 

 

Brittany inizio' a canticchiare quasi senza rendersene conto. Evidentemente il vino iniziava a fare effetto perche' si sentiva allegra. Tutti i pensieri erano spariti,ed ebbe l'impressione di trovarsi in un locale del centro citta' piuttosto che in Amazzonia. Fu talmente naturale,che inizio' anche a ciondolare a tempo di musica,mentre Santana seguiva il suo esempio.

 

 

Carry me home tonight
Just carry me home tonight
Carry me home tonight
Just carry me home tonight

 

Furono solo le ragazze a intonare questa parte,mentre gli uomini cantarono altre parole. Un gioco di voci degno di professionisti.

 

 

The world is on my side
I have no reason to run
So will someone come and carry me home tonight

 

E di nuovo,le ragazze.

 

The angels never arrived
But I can hear the choir
So will someone come and carry me home

 

Tonight
We are young
So let's set the world on fire
We can burn brighter than the sun

Tonight
We are young
So let's set the world on fire
We can burn brighter than the sun

 

Il pezzo fu chiuso dalla voce di Sam.

 

So if by the time the bar closes
And you feel like falling down
I'll carry you home tonight

 

La radura esplose in un applauso. Gli stessi autori del pezzo applaudivano con entusiasmo. Brittany urlo' complimenti,mentre Santana batteva forte le mani.

 

“Bene,signore e signori,la serata e' finalmente decollata!” urlo' Rachel al microfono.

 

“Qualcuno tolga il microfono alla Berry!” urlo' Santana facendo ridere i presenti “Ha gia' preso possesso di quell'aggeggio infernale” rise finendo il vino.

 

“Buonasera a lei,dottoressa Lopez” la voce della naturalista si fece profonda “Accolgo la sua proposta,saro' felice di duettare con lei!” la guardo'.

 

“Scordatelo Frodo,non sono abbastanza ubriaca!”

 

“Non ti serve esere ubriaca San,sappiamo entrambe quanto adori cantare con me,e quanto ti costi fingere il contrario” Rachel sussurro' al microfono. La zoologa si alzo' scuotendo la testa,con un sorriso spavaldo in volto e si avvicino' a Noah.

 

“D'accordo,qualcuno le tolga anche l'alcool,la serata e' appena iniziata e gia' sta dando i numeri!” la latina non termino' nemmeno la frase. Una musica molto movimentata,un suono di batteria,riempirono l'aria. E Rachel parlo' cantilenando a tempo di musica,al centro della radura,sembrava trattenesse le risate:

 

I don’t know why I like it, ha!
I just do!

 

La musica si fece allegra,e alla base di batteria si aggiunsero tastiere e chitarra,mentre Santana,dopo aver detto qualcosa all'orecchio a Sam,si avvicinava al centro della radura,dove Rachel la osservava. Si muoveva con passi lenti e un'andatura suadente,lontana anni luce dal passo felpato o dalla marcia alla quale Brittany era abituata. Ad ogni passo il vestito nero scopriva ulteriormente le gambe ambrate e mostrava la forma del fondoschiena scolpito. Brittany non riusciva nemmeno a guardare Rachel. Poi,contro ogni aspettativa,Santana tiro' fuori il microfono che aveva nascosto abilmente dietro la schiena,e inizio' a cantare.

 

 

I’ve been hearing your heartbeat inside of me
I keep your photograph beside my bed

 

Brittany spalanco' la bocca in un'espressione di puro stupore. Il solo udire il suono della sua voce,le mando' un brivido caldo lungo la schiena. Era una voce calda,caldissima,profonda...sexy.

 

Livin’ in a world of fantasies
I can’t get you out of my head

 

Si porto' una mano alla tempia,fissando Rachel,con un sorriso seducente. Si guardarono e gemettero al microfono. E Brittany,fu certa di essersi lasciata sfuggire un gemito a sua volta. Perche' all'improvviso faceva cosi' caldo?

 

Santana aggancio' Rachel per la vita e la avvicino' a se',mentre l'altra intonava la seconda parte della strofa.

 

I’ve been waiting for the phone to ring all night
Why you wanna make me feel so good?
I’ve got a love of my own, baby
I shouldn’t get so hung up on you

 

La zoologa fece volteggiare l'altra,che alla fine quasi precipito' tra le sue braccia. Erano cosi' vicine che avrebbero potuto cantare con un solo microfono. Non lo fecero,ma le loro voci si mischiarono mentre si guardavano negli occhi.

 

I remember the way that we touched I wish I didn’t like it so much

 

Un altro gemito. Santana lascio' andare Rachel e le due si trovarono a qualche metro l'una dall'altra mentre intonavano il ritornello. Rachel incitava il loro pubblico – come se ce ne fosse stato davvero bisogno – invitandoli a battere le mani a tempo,mentre Santana strinse il microfono nella mano sinistra e pianto' lo sguardo su un'attonita Brittany.

 

I get so emotional, baby
Every time I think of you
I get so emotional, baby
Ain’t it shocking what love can do?

 

Ain’t it shocking what love can do?
Ain’t it shocking what love can do? Hee

 

Brittany aveva definitivamente perso la capacita' di pensare. E nonostante nessuno se ne potesse accorgere,arrossi' e si senti' tremendamente in imbarazzo,quando percepi' una forte e calda umidita' tra le gambe.

 

Che diavolo le stava succedendo?

 

Rachel e Santana cantarono insieme la seconda strofa,in un miscuglio di voci che le metteva alla pari,con toni diversi. Acutissimi per Rachel,piu' profondi per Santana. Avevano una chimica tale,che se Brittany non avesse saputo dell'astio reciproco e dei loro continui battibecchi,avrebbe giurato che ci fosse qualcosa tra di loro.

 

I gotta watch you walk in the room, baby
I gotta watch you walk out, mm-hmm
I like the animal way that you move
And when you talk, I just watch your mouth

 

Oh, I remember the way that we touched I wish I didn’t like it so much, (No, no, no)
I get so emotional, baby
Every time I think of you
I get so emotional, baby
Ain’t it shocking what love can do?

 

Un lungo assolo musicale,permise alla biondina di disintossicarsi per qualche secondo dll'oblio nel quale quella voce l'aveva trascinata. Il problema era che Santana stava riempendo quel vuoto canoro ancheggiando e strusciandosi contro una divertitissima Rachel,con movenze che nel resto del mondo,tra la gente comune,le avrebbe fatto guadagnare una denuncia per atti osceni in luogo pubblico. Senza ombra di dubbio.

 

Il pubblico applaudiva a tempo,Quinn era seduta per terra,su Noah. Kurt ancheggiava almeno quanto Rachel,mentre Blaine beveva una birra. Fu quanto la bionda riusci' a vedere,prima che il suo sguardo tornasse come una calamita sul corpo di Santana.

 

 

h, I remember the way that we touched I wish I didn’t like it so much, (No, no, no)
I get so emotional, baby
Every time I think of you
I get so emotional, baby
Ain’t it shocking what love can do?

I get so emotional….
Oh baby
Oh, oh yea!

 

Il pezzo fini',e Brittany riusci' a rendersene conto solo perche' la musica si interruppe e le urla,i fischi,gli applausi,la fecero tornare con i piedi per terra. Cerco' di sorridere,ma era quasi certa di avere un'espressione abbastanza ebete. E applaudi',mentre si ripeteva mentalmente di guardare qualcun altro,quanto meno di degnare Rachel di un minimo di considerazione. Niente,proprio non ci riusciva. Accolse come una benedizione il bicchiere che Mike – O Will,non era neanche sicura – le porse passando,e mando' giu' l'intero contenuto in un sorso. La gola brucio' e per un attimo la sua vista si appanno'. Quando si riprese,capi' che il karaoke era momentaneamente sospeso,e che si stavano aprendo le danze. Una pezzo molto piu' dance aveva dato il via a un gioco di luci psichedeliche,e Will e Holly si stavano scatenando in pista,seguiti subito da Kurt e Blaine.

 

Brittany si accorse forse troppo tardi,che Santana le era venuta in contro e si era seduta nuovamente vicino a lei. Le parole iniziarono a fluire,senza che se ne rendesse davvero conto:

 

“E cosi' questa e' Santana Lopez quando decide di mostrare il suo lato sexy...” le disse. La latina la guardo' e inarco' un sopracciglio.

 

“A quale lato ti riferisci esattamente?” chiese.

 

“Non credevo tu fossi brava...wow!” balbetto'. Ok,forse doveva chiudere il becco prima di parlare troppo. La zoologa si fece vicina.

 

“Ho notato che ti e' piaciuto parecchio” sussurro'. Doveva avere avuto un'espressione davvero stupida se Santana se n'era accorta. O stava solo giocando?

 

“A chi non e' piaciuto?” domando' ironica.

 

“Beh,non lo so...l'alcol sta finendo come acqua di sorgente nel deserto” rise “Molti domani non lo ricorderanno neanche”

 

“Sull'alcol non posso darti torto,sono brilla anch'io...Ma penso proprio che lo ricordero' domani e nei giorni a seguire”

 

Ma quale brilla? Sei completamente andata,Cristo!!!

 

“E tu? Sbaglio o avevi detto di essere una ballerina?” Santana si fece curiosa. Quasi tutti ormai si erano concentrati al centro della radura,e ballavano frenetici. Mancavano solo loro,Finn e Sam.

 

“Non sbagli,ma come ti ho detto all'inizio della serata,non amo trovarmi al centro dell'attenzione!” alzo' le spalle,cercando di mantenere un alone di mistero attorno a quell'affermazione.

 

“Non ti ho detto mica di prendere un cubo e metterti al centro della pista,cosi' che tutti possano vedere quanto sei brava!”

 

“Ottimo,perche' non lo avrei mai fatto!” rise. Santana invece si fece seria.

 

“Pero' potresti venire in pista e ballare con me” Brittany degluti'. E la testa le giro'. Stava davvero tirando troppo la corda. Un altro sorso di vino e avrebbe perso il controllo sul serio. Poi pero' ci riflette',e capi' che se avessero ballato insieme,per una volta,ne era sicura,avrebbe avuto il coltello dalla parte del manico.

 

“E' una proposta molto piu' ragionevole” tiro' fuori il sorriso piiu' bello del suo repertorio,e si alzo'. Vide un'espressione smarrita,per una frazione di secondo,negli occhi di Santana,che subito dopo si alzo' a sua volta e ricambio' il sorriso. Insieme si avviarono verso il centro della radura mentre la musica cambiava. La canzone che comincio',diede a Brittany la conferma che aspettava. Quello era il suo momento. Amava quella canzone,il suo significato era quasi perfetto,e aveva montato una gran bella coreografia per quel pezzo. Ricordava ogni mossa. Cosi' chiuse gli occhi per un momento,e una scarica elettrica pervase il suo corpo,quando inizio' a ballare.

 

 

I hear your heart beat to the beat of the drums
Oh what a shame that you came here with someone
So while you're here in my arms
Let's make the most of the night like we're gonna die young
We're gonna die young
We're gonna die young
Let's make the most of the night like we're gonna die young

Let's make the most of the night like we're gonna die young

 

 

Quando la giovane inizio' a muoversi,Santana degluti' un paio di volte,e lascio' scorrere il suo sguardo lascivo lungo il corpo scoperto e marmoreo della sua partner. Si rese conto in fretta che non si stava muovendo affatto e che come minimo doveva far finta di starsi concentrando sulla musica,se non voleva fare una figura da perfetta idiota. Brittany aveva piroettato e poi aveva cominciato a muovere le gambe,e il bacino. Quel sedere,striminzito in quei minuscoli shorts,andava a tempo di musica,ed era ovunque. Il suo movimento era ipnotico. I piedi della bionda non restavano nello stesso punto per piu' di mezzo secondo,e Santana si senti' quasi un pezzo di legno,messa li' ad ancheggiare cercando di seguire il ritmo della musica,con quell'unica,minuscola,parte di cervello che non era concentrata su Brittany.

 

 

Young hearts, out our minds
Runnin' till we outta time
Wild childs, lookin' good
Livin' hard just like we should
Don't care who's watchin' when we tearin' it up (you know)
That magic that we got nobody can touch (for sure)

 

 

La giovane Pierce aveva abbandonato ogni pensiero concreto e razionale. Era musica, e non c'era nient'altro. Allungo' la mano e la poso' sul fianco di Santana,attirandola a se' e continuando a ballare,senza perdere per un solo istante il contatto visivo. I suoi occhi erano neri come la pece,ed esprimevano un'espressione eccitata e confusa allo stesso momento. Brittany lo sapeva. Sapeva di essere in grado di fare quell'effetto quando ballava. Si senti' un secondo paio di occhi addosso e vide Quinn,alle spalle di Santana,che la guardava con la bocca spalancata.

 

 

Lookin' for some trouble tonight (Yeah)
Take my hand, I'll show you the wild side
Like it's the last night of our lives (uh huh)
We'll keep dancin' till we die

 

 

Non le importava,e di nuovo si concentro' sulla zoologa,che non le staccava gli occhi di dosso e che sembrava quasi faticare a concentrarsi solo sul suo viso.

 

 

I hear your heart beat to the beat of the drums
Oh what a shame that you came here with someone
So while you're here in my arms
Let's make the most of the night like we're gonna die young
We're gonna die young
We're gonna die young
Let's make the most of the night like we're gonna die young

Let's make the most of the night like we're gonna die young


 

Si volto',dando le spalle alla latine,allungo' le braccia dietro di se' e afferro' senza timore le sue mani. La tiro' a se' fino a quando non senti' il suo petto contro la schiena. Sorrise,intreccio' le dita a quelle di Santana e le guido' lungo tutto il suo busto,mentre ancheggiava. All'improvviso senti' la presa della mora farsi salda sulla sua vita. I loro bacini si scontrarono,e il suo respiro le giunse all'orecchio:

 

“Wow,ragazzina,non pensavo che questo fosse il tuo concetto di danza” era un tono cosi' suadente che a Brittany quasi cedettero le gambe. Decise pero',che non poteva dargliela vinta proprio adesso,e ribatte' a tono.

 

“Evidentemente mi hai sottovalutata”

 

“Parecchio,anche...hai un predatore completamente sotto controllo...” Di nuovo Brittany si volto',e questa volta la attiro' per la nuca e fece scontrare piano le loro fronti. Pianto' gli occhi nei suoi.

 

“Non avevi detto che la danza non mi sarebbe servita in Amazzonia?”

 

 

Young punks, takin' shots
Strippin' down to dirty socks
Music up, gettin' hot
Kiss me, gimme all you got
It's pretty obvious that you got a crush (you know)
That magic in your pants, it's makin' me blush (for sure)

 

 

“Evidentemente mi sbagliavo...serve a fare eccitare me” Bingo. Le sue barriere erano cascate ufficialmente. Questa volta fu Brittany ad assumere un'espressione spavalda.

 

“Io invece ci avrei scommesso” le disse.

 

Lookin' for some trouble tonight (Yeah)
Take my hand, I'll show you the wild side
Like it's the last night of our lives (uh huh)
We'll keep dancin' till we die

 

 

“Attenta,Ragazzina...” intimo' Santana “Potrei decidere di mangiarti” la bionda tiro' fuori un sorriso malizioso.

 

“E cosa ti fa pensare che te lo lascerei fare?”

 

“Le prede facili sono piuttosto noiose,sai?” la mora la strinse nuovamente per i fianchi. I loro corpi erano vicinissimi.

 

 

I hear your heart beat to the beat of the drums
Oh what a shame that you came here with someone
So while you're here in my arms
Let's make the most of the night like we're gonna die young
We're gonna die young
We're gonna die young
Let's make the most of the night like we're gonna die young

 

 

La canzone fini' cosi' come era cominciata,e Brittany si allontano' da Santana,la quale non ebbe il tempo di proferire parola. Sam e Mike,infatti,si erano avvicinati a loro. A Brittany giro' forte la testa,chiaro segno che il vino stava facendo il suo effetto:

 

“Accidenti,Brittany,sei bravissima a ballare!” esordi' Sam. Fu allora che la bionda realizzo',che probabilmente il suo spettacolino non era proprio passato inosservato.

 

“Grazie Sam” rispose,mentre la musica si abbassava notevolmente di volume. Rachel e Kurt stavano scegliendo la compilation.

 

“Anche io sono un bravo ballerino” si intromise Mike “Balli con me alla prossima?” propose sorridendo.

 

“Mi farebbe davvero piacere,Mike” inizio' lei “Ma mi gira parecchio la testa,ho bevuto troppo...credo che andro' a stendermi nel mio letto...non mi va di vomitare dappertutto” cerco' di tirarsi fuori.

 

“Ti accompagno in camera,se ti gira la testa” propose Santana.

 

“Mi gira parecchio,in effetti...”

 

“Posso accompagnarti io,se vuoi” si offri' Sam. Brittany voleva ucciderlo. Seriamente.

 

“Evans,Chang,cercavo proprio voi!” Holly spunto' fuori tra i due ragazzi,prendendoli sotto braccio “Mi servono due omaccioni belli e forti per spostare l'amplificatore!” li spinse lontani dalle ragazze,e quando Brittany la guardo',le fece l'occhiolino.

 

Rimasero li' per qualche secondo,poi Santana mosse qualche passo.

 

“Andiamo” le disse.

 

Salirono dalla scalinata esterna,lentamente,mentre la musica ricominciava ad animare la festa.

 

“Adesso capisco cosa intendevate tutti,dicendo che le feste di Holly non si dimenticano facilmente” inizio' Brittany,quando finalmente il volume le permise di parlare senza urlare.

 

“E' stata di tuo gradimento?” chiese Santana.

 

“Suppongo che smaltiro' la sbornia fra tre giorni,e che il mal di testa mi fara' compagnia gia' da domatitna...ma a parte questo e' davvero una bella festa,non me lo aspettavo!”

 

“Bisogna lasciarsi andare ogni tanto” convenne la mora,con un sorriso,mentre raggiungevano il corridoio.

 

“Tornerai alla festa?”

 

“No...in realta' mi hai dato una gran bella scusa per sparire nella mia stanza,chiudermi a chiave e non aprire fino a quando non saro' certa che stanno dormendo tutti...mi fanno male i piedi...”

 

Giunsero davanti alla camera di Brittany e si fermarono. La musica proveniva da fuori,ed era attutita,ma il volume era decisamente alto. La bionda la guardo' e non seppe cosa dire. La latina era in piedi davanti a lei e la guardava,in attesa di qualcosa:

 

“Beh...suppongo che ci vedremo domani allora...” disse.

 

“Certo”

 

“Grazie per avermi accompagnata...e per la bella serata...”

 

“Grazie a te...era da tanto che non stavo cosi' bene...” la mora sorrise sincera “Buonanotte,Brittany” si avvicino' e le diede un bacio sulla fronte. Si volto' e fece per andarsene,ma prima che la giovane se ne rendesse conto,quasi come se il suo corpo agisse senza aspettare un impulso del suo cervello,il suo braccio scatto' in avanti,e la sua mano si poso' salda su quella dell'altra.

 

“Santana...” la chiamo'. Lei si volto',e guardo' le loro mani per diversi secondi,prima di immergere il suo sguardo negli occhi azzurri di Brittany,talmente scuri,che le ricordarono le profondita' oceaniche.

 

“Si?”

 

“Resta..” quell'unica,semplice richiesta,espressa in una frase,ebbe il potere di far cadere il muro che Santana aveva costruito attentamente,mattone dopo mattone,in tre lunghi anni. Si avvicino' alla bionda,le furono necessari due passi. E parlo' piano,a pochi centimetri dalle sue labbra.

 

“Restare?” ripete'.

 

“Si” la giovane annui' impercettibilmente “Ti prego” si guardarono ancora,e la mora scruto' ogni dettaglio del suo viso. Gli occhi scuri,smeraldini,concentrati sui suoi. Le lentiggini sul suo viso,appena accennate. Infine le labbra dischiuse,invitanti come poche altre. Cerco' qualche segno di esitazione sul suo volto,ma non ne trovo'.

 

E come se avesse imboccato una strada a senso unico,e se ne fosse accorta troppo tardi,si fece ancora piu' vicina e la bacio'. Le loro labbra si sfiorarono appena,in un incontro delicato,timido,sorprendente.

 

In quel momento Brittany sussulto',e strinse Santana a se' per paura che ci ripensasse,che andasse via. Fece aderire i loro corpi,mentre la mora allungava la mano sinistra e le portava una ciocca di biondi capelli dietro l'orecchio. Mosse le labbra sulle sue,e si senti' viva. Qualunque cose fosse,non voleva che finisse,per nessuna ragione al mondo. La mora inclino' la testa di lato,e titubante,approfondi' il bacio. La sua lingua si fece spazio tra le labbra della giovane,e quando trovo' la sua,si intrecciarono in una danza sensuale,senza fine.

 

Brittany cerco' la maniglia della porta,senza interrompere quel bacio incandescente,e miracolosamente la trovo'. Apri' e Santana la spinse dentro. Richiuse la porta con un calcio,e sollevo' la sua giovane assistente con la sola forza delle braccia,permettendole di avvinghiare le gambe intorno alla sua vita,e premendo la sua schiena contro la parete della porta.

 

Il bacio si fece piu' appassionato e Brittany inizio' a sospirare impaziente,mentre di nuovo,quella calda umidita' le faceva compagnia,per la seconda volta in quella serata. Le mani della zoologa iniziarono a scorrere freneticamente lungo il suo corpo e quasi le strappo' la larga maglia,nel tentativo di toglierla.

 

La spinse sul letto e si avvento' sul suo collo candido.

 

Eccola,la pantera che Brittany aveva visto il primo giorno in Amazzonia,arrampicata su un albero,fiera e selvaggia. Le strappava un gemito dietro l'altro,mentre con la bocca scendeva dal lobo destro al collo,e ancora piu' in basso,sul reggiseno in pizzo nero.

 

La bionda accarezzo' le sue gambe ambrate con entrambe le mani,e quando arrivo' all'orlo del vestito,lo sollevo' appena e si infilo' senza pudore,al di sotto di esso. Sfiorare gli slip di Santana,bagnati di eccitazione,le provoco' un'ondata di calore al basso ventre,mentre un gemito le scappava prepotente dalle labbra.

 

Fu riportata alla realta' dalle mani della mora che sfibbiavano in fretta i suoi shorts,mentre tornava famelica sulle sue labbra. E sussulto' quando senti' la sua mano sinistra,bollente, intrufolarsi sotto gli slip e accarezzare piano la sua intimita'.

 

Sarebbe potuta venire in quel preciso momento.

 

Quando Santana si accorse di quanto Brittany era bagnata,gemette incontrollabilmente:

 

“Oh Dio” sussurro'.

 

Inizio' un lento massaggio,mentre sentiva la bionda morderle forte il collo,provocandole un altro gemito.

 

Tutto fini' come era cominciato. Santana si blocco' all'improvviso e guardo' la giovane negli occhi,per lunghi,lunghissimi stanti.

 

“Qualcosa non va'?” chiese lei,stranita,accarezzandole i capelli neri. Lei scosse la testa.

 

“Mi dispiace...non posso...” si alzo' dal letto e si sistemo' il vestito. Poi usci' dalla stanza come una furia,lasciando Brittany seminuda e confusa,riportata bruscamente alla realta'. Boccheggio' diverse volte. Voleva chiamare il suo nome,andarle dietro,fermarla. Invece non lo fece. Rimase li',distesa. Il mal di testa si fece insopportabile,e prima che potesse chiedersi cosa avesse fermato Santana,scivolo' inconrollabilmente in un sonno senza sogni...

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Chiarimenti ***


ECCOMIIIII! Buon salve! Finalmente eccoci al fatidico giorno dopo. Un ringraziamento speciale a tutte coloro che hanno recensito. Siete TROPPO buone. Vediamo se qualcuna ha azzeccato cosa succedera'.

 

Fatemi sapere!

 

Bomboletta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il risveglio di Brittany,fu forse il peggiore da quando era arrivata in Amazzonia. La prima sensazione concreta fu il sapore,amaro e fastidioso,dell'alcol. La sua lingua era impastata,e fece una smorfia,prima ancora di aprire gli occhi. Le sue tempie pulsavano,come se qualcuno avesse lasciato un martello pneumatico acceso,li' vicino. E la sua schiena era dolorante. Si passo' una mano sugli occhi prima di aprirli,e quando lo fece,la sua testa sembro' sul punto di esplodere.

 

 

Il sole che penetrava dalla finestra aperta,illuminava tutta la stanza. E dando una prima occhiata di perlustrazione,si accorse che si era addormentata con indosso i vestiti della sera prima.

 

 

La festa.

 

 

Il vino.

 

 

Il karaoke.

 

 

Altro vino.

 

 

La musica.

 

 

Santana.

 

 

Brittany inizio' a ricostruire la serata,un tassello dopo l'altro,e non ci volle tanto prima che ricordasse.

 

 

Santana l'aveva accompagnata in camera sua,lei l'aveva fermata. Si erano baciate. E poi...poi...

Avvampo' al solo ricordo del 'poi' . Sentiva ancora le mani bollenti di Santana,che si muovevano deliberatamente sul suo corpo,che la toccavano in quel modo. Le sue morbide labbra che la baciavano.

 

 

Poi,inspiegabilmente,si era fermata. Si era scusata,era sparita. Questo ricordo la rese nervosa,tesa,confusa.

 

 

Perche' si era fermata?

 

 

Sembrava decisa all'inizio. Forse era talmente ubriaca da non rendersi conto di cosa stesse succedendo. Ma Brittany non ne era convinta. Le era sembrata piuttosto sveglia e padrona delle sue azioni.

 

 

Quanto a se' stessa,era piuttosto confusa. Non le era mai capitato di trovarsi in una situazione cosi' intima con un'altra donna. E non era in grado di paragonare l'accaduto con circostanze precedenti.

 

 

Capi' che l'unica cosa da fare era trovare Santana e parlarle. Chiederle chiarimenti,rassicurarla. Spiegarle che non aveva fatto nulla di sbagliato. Forse era impaurita.

 

 

Guardo' l'orologio e vide che era mezzogiorno. Piuttosto tardi,ma con ogni probabilita' erano ancora tutti a letto.

 

 

Cosi' si diede tempo. Si concesse una lunga,lunghissima doccia. Lavo' i capelli,lascio' che l'acqua calda scorresse sul suo corpo. Indosso' vestiti comodi e scarpe sportive,lavo' i denti e finalmente il fresco sapore del dentifricio sostitui' il retrogusto amaro del vino.

 

 

Un'ora dopo,scese in cucina.

 

 

Come previsto era deserta,a parte una persona:

 

 

 

“Buongiorno” Holly sorrise sorseggiando qualcosa da una tazza.

 

 

 

“Ciao Holly,gia' sveglia?” la bionda cerco' di sorridere.

 

 

 

“Gia'...ieri mi sono sbronzata cosi' tanto che il mal di testa non mi ha quasi permesso di chiudere occhio...” spiego' “Vuoi del caffe'?”

 

 

 

“Si,grazie” raccolse la tazza che la primatologa le porgeva,e bevve tutto d'un sorso. Si senti' subito meglio.

 

 

 

“Fa miracoli per il mal di testa post sbornia” la donna sorrise.

 

 

 

“Per caso sai se Santana sta ancora dormendo?” chiese forse troppo velocemente.

 

 

 

“Dormendo?” la sua espressione era sorpresa “Tesoro,si vede che non la conosci ancora...e' uscita questa mattina presto!”

 

 

 

“Ah...e' andata in foresta?” chiese delusa.

 

 

 

“Non credo,in realta'...non mi e' sembrata equipaggiata per una lunga camminata,non aveva niente addosso...sara' nelle vicinanze...magari e' andata al fiume,o a scattare qualche foto...” ipotizzo'.

 

 

 

“D'accordo,ti ringrazio”

 

 

 

“Di nulla!” torno' in camera sua e prese la borraccia dal suo zaino. Si assicuro' il coltello alla vita,e usci' dalla scalinata esterna. Non le andava di essere vista da Holly.

 

 

 

Cosi' giunta ai piedi della base,decise semplicemente di incamminarsi verso una qualunque direzione,stando attenta a non perdersi.

 

 

La cerco' in lungo e in largo. Guardo' sugli alberi,tra le fronde,chiamo' il suo nome un paio di volte,ma di lei non c'era traccia. Penso' che magari l'avrebbe trovata nella radura alla fine della buia galleria,ma quello sarebbe stato un guaio.

 

 

Brittany c'era stata soltanto una volta,non sapeva come arrivarci,e soprattutto non aveva le chiavi della barca.

 

 

Costeggio' la riva del fiume dopo oltre due ore di ricerca,e giunse al luogo dove ormeggiavano le barche. Anche li' non c'era nessuno. Stava per incamminarsi verso la base,quando finalmente la vide.

 

 

Si trovava sull'altra sponda del fiume,che era illuminata ancora dal sole. Era seduta per terra,a gambe incrociate. Brittany la guardo' piu' attentamente: stringeva tra le mani il suo bastone metallico,ed era...bendata. Una fascia nera copriva bene i suoi occhi,e lei non si muoveva di un centimetro. La bionda non sapeva se chiamarla,andarle in contro in qualche modo,o semplicemente stare a guardare. Non capiva cosa stesse facendo.

 

 

Poi – per poco non le venne un ifarto – vide Noah piombare dall'alto,letteralmente su Santana,stringendo in pugno un bastone simile al suo. Ma lei si posto' di lato appena in tempo per non essere colpita e scatto' in piedi.

 

 

Come diavolo ha fatto?

 

 

Si trovarono faccia a faccia,e anche se la mora,a differenza del ragazzo,era bendata,sembrava quasi che lo potesse vedere. Lui si lancio' contro di lei,che paro' il suo colpo. E inizio' a coplirlo a sua volta. Parava ogni colpo inflitto dall'indigeno,e lo colpiva a sua volta. Non importava da dove arrivasse l'attacco,lei riusciva a schivarlo.

 

 

L'unico rumore era quello del metallo,dei due bastoni che si scontravano. Erano talmente silenziosi,che Brittany si chiede come facesse la zoologa a percepire gli attacchi dell'altro senza vederlo.

 

Era

una scena decisamente curiosa. Noah era molto piu' alto di Santana,e il suo corpo era tutto muscoli,ma in qualche modo,nonostante l'aspetto innocuo e minuto,la zoologa era molto piu' agile. Lo respinse diverse volte. Lui giocava di forza,lei invece di velocita'. Finalmente,con un colpo piu' deciso,Santana fece volare lontano il bastone del ragazzo,che osservo' sorpreso la sua traiettoria fino a quando non rotolo' sul terreno.

 

 

La latina si sfilo' la benda,sorridendo.

 

 

“Dah,mi arrendo” sbuffo' l'indigeno esasperato “Sul serio,San,come fai? Sei bendata,non mi vedi,e penso di essere abbastanza silenzioso!Eppure e' la quinta volta che mi batti!” lei si passo' una mano sulla fronte imperlata di sudore.

 

 

 

“La vista alle volte ti deconcentra,sai? Io non posso vedere,quindi posso solo concentrarmi sui suoni,e sugli spostamenti d'aria...quindi so da dove stai per colpire!”

 

 

 

“E' complicato! E poi guardati,sei uno scricciolo! Dovrebbe essere facile disarmarti!”

 

 

 

“Naaah,sono piccola ma non per questo meno forte! Ti rifarai la prossima volta!”

 

 

 

“Non vedo l'ora” il ragazzo recupero' il bastone.

 

 

 

“In ogni caso grazie per la bella mattinata...era da un po' che non picchiavo qualcosa,mi ci voleva proprio” spiego' lei dandogli una pacca sulla spalla.

 

 

 

“Santana” Brittany chiamo' il suo nome quasi senza rendersene conto,ed entrambi si voltarono verso di lei.

 

 

 

“Brittany,ciao”

 

“Ciao...io volevo parlarti...” disse d'un fiato. La mora si volto' verso il ragazzo.

 

 

 

“Noah,ci lasci da sole?” chiese eloquente.

 

 

 

“Certo...ciao Britt,ci si vede!” Lui corse via,lungo la sponda,e presto fu lontano. Santana invece afferro' una liana e si spinse verso il fiume,per atterrare qualche istante dopo vicina a Brittany.

 

 

 

“Eccomi” la guardo' seria,come se sapesse esattamente di cosa avrebbero parlato “Ti ascolto” la invito' con un cenno. Brittany prese un respiro profondo.

 

 

 

“Volevo...parlare di quel che e' successo ieri sera” disse sentendosi improvvisamente nervosa “Sei andata via cosi' e a dire il vero...non ho capito molto...”

 

 

 

“La ragione per cui sono andata via e' semplice,Brittany” Santana la guardo' negli occhi,seria “Sono stata inappropriata,questa notte...non mi sognerei mai di dare la colpa all'alcol...ero su di giri,ma ricordo ogni momento...eravamo nel mezzo di una festa,e' vero,ma cio' non giustifica il mio comportamento nei tuoi confronti...tu sei la mia assistente,e ti stai dimostrando davvero un valido aiuto,giorno dopo giorno...io sono il tuo capo,la tua guida...non dovevo saltarti addosso alla prima occasione...mi sento molto imbarazzata per quello che ho fatto...ma sono umana anch'io,e certe volte non sono in grado di reprimere gli istinti,evidentemente...percio' ti chiedo scusa per quel che e' successo...non succedera' piu'...” concluse.

 

 

 

Brittany la fisso' come se la vedesse davvero per la prima volta e degluti',metabolizzando lentamente ogni parola. Era un esito che non si aspettava.

 

 

 

“Non...non devi scusarti...” balbetto'.

 

 

 

“Certo che devo”

 

 

 

“Eravamo in due...”

 

 

 

“Non importa,Brittany...tu non hai sbagliato nulla...dimenticalo,ok?”

 

 

 

“Beh...d'accordo...” si volto',senza aggiungere altro,e lentamente si incammino' nella direzione opposta.

 

 

 

“Brittany...” la mora la chiamo',ma lei non si volto' e spari' in fretta in mezzo alla vegetazione. Santana fisso' il punto in cui era sparita,per diversi secondi. Poi strinse i denti,e mollo' un pugno rabbioso a un albero,che aveva l'unica colpa di trovarsi li' vicino.

 

 

 

Brittany procedette a rilento,attraverso la foresta. Per una ragione che non riusciva a comprendere,si sentiva vuota. Sentiva le lacrime bruciarle gli occhi,ed era nervosa,perche' davvero,non c'era una ragione logica per sentirsi cosi'. Eppure nel momento in cui lo aveva pensato,ecco che le lacrime avevano cominciato a rigarle il volto.

 

 

Se all'inizio era confusa,adesso lo era molto di piu'. Era andata da Santana senza neanche pensarci. Non aveva pensato alle parole da dirle,e soprattutto non aveva pensato alla risposta che aveva ricevuto. Non sapeva neanche cosa avrebbe voluto sentirsi dire. Ma una cosa la sapeva: quel che si era sentita dire non le era piaciuto per niente. L'aveva ferita,e non sapeva perche'.

 

 

Il suo corpo,per la seconda volta nelle ultime ventiquattr'ore,era distaccato dal suo cervello. Le lacrime scendevano incontrollabili,e si appoggio' al tronco di un albero,prima di iniziare a singhiozzare.

 

 

Perche' sto piangendo? Perche' mi fa male?

 

 

Si chiese.

 

 

Ma una risposta non la trovo'. Lascio' che le lacrime scorressero,che il suo corpo sfogasse la rabbia. Quando anche l'ultima lacrima,lascio' il suo volto,asciugo' cio' che ne restava e respiro' profondamente. Spero' vivamente di non avere il viso arrossato,e giunse alla base,sperando di non incontrare nessuno.

 

 

Sali' dalla scalinata interna e giunse in cucina. Era deserta,cosi' ne approfitto' per mangiare un panino in fretta. Non aveva fame per niente,ma non mangiava dalla sera prima e il suo stomaco aveva iniziato gia' da qualche ora a protestare rumorosamente. Bevve un po' d'acqua e si trascino' mollemente al piano di sopra.

 

 

Evidentemente erano tutti talmente provati dalla nottata trascorsa da decidere di smaltire nelle proprie stanze. Non aveva incontrato nessuno.

 

 

Finalmente giunta nella sua stanza,apri' la porta e per poco non le venne un infarto. Quinn era seduta a gambe incrociate sul suo letto,e sorrise quando la vide:

 

 

“Era ora,signorina,ti ho aspettata oer ore! Dove ti eri cacciata?”

 

 

 

“Quinn...” Brittany si porto' una mano al petto “Mi hai fatto prendere un colpo!”

 

 

 

“Ho una faccia cosi' brutta dopo una notte quasi insonne?” rise lei.

 

 

 

“No,ma io non mi intrufolo nelle stanze altrui” la giovane richiuse la porta e si sedette vicino a lei “Che ci fai qui?”

 

 

 

“Beh,mi sembra piuttosto ovvio!” la biologa sorrise.

 

 

 

“Non lo e'...”

 

 

 

“Voglio sapere i dettagli piccanti! Cosa e' successo ieri?” Brittany arrossi'.

 

 

 

“Non so di che parli”

 

 

 

“Oh certo,il rossore e' sintomo di Alzheimer precoce? Andiamo,racconta!”

 

 

 

“Non c'e' niente da raccontare!” ringhio'.

 

 

 

“No? Ti indico io la strada giusta,allora...raccontami cosa e' successo da quando tu e Santana ve ne siete andate nel bel mezzo della festa,dopo la tua esibizione a dir poco pornografica nel mezzo della pista da ballo,a quando non l'ho intravista salire in camera sua,quasi un'ora dopo!”

 

 

Brittany cambio' espressione. Si fece scura in volto,strinse i pugni e le lancio' un'occhiata talmente severa,che il sorriso si spense,sulle labbra dell'altra.

 

 

 

“Quinn...vattene...” sussurro'. Il suo tono di voce era cosi' inquietante,che Quinn si alzo' subito.

 

 

 

“Mi dipsiace Britt...non volevo esagerare...sembra che tu non sia in vena di racconti...perdonami se ti ho disturbato...ci vediamo dopo...” apri' la porta,gettandole uno sguardo colpevole.

 

“Quinn...” Brittany la fermo' “Scusami tu...non volevo essere scortese...mi faresti compagnia?” le chiese cercando di abbozzare un sorriso. La giovane rientro' nella stanza e si sedette di fronte a lei.

 

 

 

“Che ti succede,piccola?” le chiese “Sembri sconvolta...” le accarezzo' una spalla. La ragazza la guardo',incerta. E trattenne le lacrime.

 

 

 

“Mi prometti che non mi giudicherai?” le chiese.

 

 

 

“Certo,Britt,non potrei mai” la rassicuro' Quinn.

 

 

 

“E che non dirai niente a nessuno? Neanche a Rachel?”

 

 

 

“Fidati di me...non lo farei mai” le prese la mano e la guardo' negli occhi. Non poteva non essere sincera. Brittany sospiro' e inizio' a parlare a briglia sciolta.

 

 

 

“Ieri sera,dopo aver ballato...mi girava la testa...evidentemente tutto quel vino ha fatto il suo effetto,e volevo tornare in camera mia...Santana si e' offerta di accompagnarmi...quando siamo arrivate davanti alla porta della mia stanza,mi ha augurato la buonanotte e stava per andare via...ma e' scattato qualcosa in me...non volevo che se ne andasse,e l'ho fermata...le ho chiesto di restare...” Quinn la guardava concentrata.

 

 

 

“E lei?”

 

 

 

“Lei...mi ha baciata...” la biologa strabuzzo' gli occhi.

 

 

 

“Scherzi?” chiese cercando di mantenere un tono di voce basso “Ma...baciata...sul serio!?”

 

 

 

“Si...sul serio” abbasso' lo sguardo “All'inizio era un bacio innocente...uno sfiorarsi di labbra...ma un bacio tirava l'altro,ed e' diventato molto piu'...passionale,ecco...siamo entrate in camera mia...e...” arrossi'.

 

 

 

“E...?” la incito' l'altra.

 

 

 

“Ha iniziato a spogliarmi...mi toccava ovunque...stavamo per...ma poi si e' fermata...”

 

 

 

“Fermata?”

 

 

 

“Si...mi ha detto che non poteva farlo...ed e' andata via...quasi correndo...ero troppo stanca e avevo troppo alcol addosso per rincorrerla...mi sono addormentata senza rendermene davvero conto...” concluse. L'amica boccheggio' diverse volte prima di riuscire a parlare.

 

 

 

“Wow...stiamo...parlando della stessa Santana Lopez,giusto?” disse con espressione indecifrabile.

 

 

 

“Direi proprio di si...”

 

 

 

“Sono...che dire? Senza parole... Da quello che so,Santana ha sempre evitato qualunque contatto fisico di troppo con noi...lo hai visto anche tu...si concede qualche abbraccio,o bacio innocente...vi siete viste oggi?” chiese assorta.

 

 

 

“Sono andata a cercarla...volevo chiederle perche' e' andata via...volevo capire...l'ho trovata vicino alle barche,impegnata in una specie di combattimento a occhi chiusi con Noah...e abbiamo parlato,pochi minuti fa” sospiro' ancora.

 

 

 

“E cosa ti ha detto?”

 

 

 

“Si e' scusata,Quinn...mi ha detto che non doveva succedere,che e' stata inappropriata e che non doveva cedere ai suoi istinti...assicurandomi in fine,che non capitera' piu'...”

 

 

 

“Beh,una cosa posso dirtela quasi con certezza” Quinn si avvicino' ulteriormente a Brittany “Santana picchia sempre qualcuno o qualcosa quando e' turbata o nervosa...e' il suo modo di sfogarsi...e il fatto che stesse combattendo con Noah dimostra che quanto e' successo non dipende dall'alcol o dal clima della festa...”

 

 

 

“Turbata o meno,che importa?” Brittany sorrise amara “E' stata piuttosto chiara...”

 

 

 

“C'e' una cosa che ancora mi sfugge in tutta questa storia,Britt” la biologa la guardo' intensamente “Tu come ti senti? Cioe'...la serata trascorsa insieme...quando ti ha baciata...dimmi cosa provi...mi sembri affranta...” parlo' piano,e attese che la ragazza fosse pronta a rispondere.

 

 

 

“Beh...sono confusa...sai,ieri quando l'ho vista alla festa,ho pensato che fosse bellissima...e mentre cantava non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso...ma ho dato la colpa al vino...non mi era mai capitato prima d'ora di sentirmi attratta nei confronti di una donna...Ma non ero ubriaca,Quinn,giuro...quando abbiamo ballato,volevo semplicemente avvicinarmi sempre di piu'...volevo che mi desiderasse...” arrossi' nel pronunciare quelle ultime parole.

 

 

 

“E quando hai visto che stava funzionando?” Quinn non sembrava turbata dall'argomento.

 

 

 

“Siamo salite in camera mia,e parlavamo...e' stata molto dolce,mi ha detto che era da tanto che non stava cosi' bene...e sai...ho passato tutta la sera a guardarla,a pensare a quanto intrigante fosse quella situazione...e poi eccola li',a spiattellarmi in faccia una di quelle frasi dolci e sincere,che mai ti aspetteresti fuoriuscire dalle labbra di Santana Lopez...e' stato il colpo di grazia...non volevo che andasse via...e poi mi ha baciata e...non saprei dirti cosa ho provato...e' cosi' diverso da ogni contatto fisico che io abbia mai avuto...dolce,ma intenso...da una parte avevo paura,ero nervosa...ma dall'altra non volevo che smettesse...” le labbra di Quinn si aprirono lentamente in un sorriso,ma Brittany non la guardava,persa com'era nei suoi pensieri,e non se ne accorse.

 

 

 

“E quando la situazione e' diventata piu'...calda?” chiese senza tradire emozioni.

 

 

 

“Ho solo spento il cervello” inizio' lei senza esitare “Non sapevo cosa fare,ma non mi importava...volevo sempre di piu',e non voglio scendere nei dettagli...ma quando mi ha toccata in quel modo...Dio... pensi...pensi che sia la tensione sessuale della quale mi parlavi?” finalmente la guardo' negli occhi e torno' a connettersi col resto del mondo.

 

 

 

“No...al contrario...penso che tu ti stia prendendo una bella sbandata per la nostra Santana” sorrise,e Brittany si senti' avvampare fino all'attaccatura dei capelli.

 

 

 

“Beh,se anche fosse,che importa?” alzo' le spalle tristemente “Ha detto che e' stato uno sbaglio,non fa alcuna differenza...”

 

 

 

“Fa tutta la differenza del mondo,piccola Britt!” gli occhi della biologa si illuminarono.

 

 

 

“Non ti seguo...”

 

 

 

“Santana e' sotto shock...perche' e' da tre anni che non ha un contatto umano di questo tipo con qualcuno...lo ha sempre evitato,e da quello che mi raccontava,ha avuto una brutta delusione in passato,che presumibilmente le ha fatto perdere fiducia nel genere umano,quando si parla di sentimenti...per di piu' tu sei la sua assistente,lei e' il tuo capo...e cosa pensi tu quando senti dire che il boss della situazione si e' scopato la segretaria? Lo prendi per porco maiale pervertito,come prima cosa...nessuno vorrebbe sentirsi appellare in questo modo...soprattutto una come Santana che ha fatto del suo lavoro una ragione di vita,perche' e' tutto quello che ha...”

 

 

 

“Ma allora vedi che dai man forte alla mia teoria?” chiese Brittany confusa.

 

 

 

“No,Britt,sto dicendo l'esatto contrario! Sai cosa si fa quando un animale e' spaventato? Ferito?”

 

 

 

“Non esattamente...”

 

 

 

“Beh,hai due possibilita'...puoi lasciarlo li',ferito e solo...e lui continuera' a perdere fiducia,a ringhiare contro tutti e a mostrare i denti a chiunque si avvicini...oppure puoi avvicinarti con cautela,fregandotene di un eventuale morso...e dimostrargli che non vuoi fargli del male,che sei li' per curare quelle ferite...certe volte questo processo richiede del tempo e tanta forza di volonta'...ma e' una scalata al successo...” concluse.

 

 

 

“Stai dicendo che Santana e' un animale ferito e che io dovrei curarlo?” Brittany alzo' un sopracciglio.

 

 

 

“Esattamente!” Quinn esibi' un sorriso soddisfatto.

 

 

 

“Non lo so,Quinn...non ne sono convinta...” si passo' una mano tra i biondi capelli.

 

 

 

“Guardami negli occhi” ordino' l'altra,e quando i loro sguardi si incrociarono continuo' “Lei ti piace?” chiese.

 

 

 

“Io...credo...credo di si” ammise in fine.

 

 

 

“Allora che ti blocca? Falle vedere che ne vale la pena,che stai combattendo perche' sai cosa vuoi...che sei sicura delle tue scelte,e che se lei non lo e' le farai cambiare idea! Santana sembra forte e severa,ma e' molto piu' fragile di quanto tu non possa pensare...e non ha un cuore di pietra...”

 

 

 

“Lo so...ma cosa dovrei fare? Io...non ho mai inseguito nessuno...e lei e' diversa da chiunque io abbia conosciuto fino ad ora...” la bionda era confusa.

 

 

 

“Potresti iniziare fingendo che non sia successo nulla tra voi...confondila,Britt...se lei vuole dimenticarlo,stai al suo gioco e dimenticalo anche tu...abbassera' la guardia presto se sa che non ha ragione di preoccuparsi...e li' inizierai a giocare...qualche frasetta maliziosa sfuggita accidentalmente dalle tue innocentissime e angeliche labbra...sguardi lunghi e intensi...andiamo,ti ho vista ballare ieri...ti e' bastato sculettare un po' per farti quasi violentare nel mezzo della pista...non hai bisogno di me per questo,sai benissimo come farti desiderare...il resto lo vedremo in base all'evolversi della situazione...”

 

 

Brittany ci riflette'. Solo pochi minuti prima aveva ammesso ad alta voce di provare attrazione per una donna. E adesso stava gia' pensando a cosa escogitare per conquistarla. Era una situazione surreale,ma l'idea la eccitava. Voleva mettersi in gioco,e dimostrare a Santana di che pasta era fatta. Sorrise all'amica.

 

 

 

“Sai che ti dico? Hai ragione...lo faro'!”

 

 

 

“Questa e' la Britt che mi piace!” sorrise l'altra.

 

 

 

“Sei un'amica Quinn...grazie” le disse sincera.

 

 

 

“La migliore di tutta l'Amazzonia!” scherzo' lei “Fatti abbracciare!” si strinsero a lungo in un abbraccio sentito.

 

 

 

“Hai programmi per la serata?” chiese la zoologa all'altra.

 

 

 

“Si,in realta' pensavo di andare a raziare il frigorifero e organizzare un pigiama party last minute con la mia amica Brittany,che te ne pare?” propose.

 

 

 

“Mi sembra un'ottima idea! Ma solo se mi prometti che non finira' come con Rachel!” ridacchio'.

 

 

 

“Hey! Silenzio,ragazzina,se ci sente sono una biologa morta!” le tappo' la bocca “E fino a prova contraria non sono io quella che ha fatto coming out!”

 

 

 

“Deficiente!” Brittany la schiaffeggio' per gioco “Vai a raziare,ti aspetto qui!” rise.

 

 

Quinn trotterello' in cucina con aria divertita,e per poco non si scontro' con Santana,intenta a cucinare una fetta di pollo.

 

 

 

“Ciao San” la saluto'.

 

 

 

“Ciao Quinn!” apri' il frigo e inizio' a tirare fuori due bottiglie di birra,e dei succhi di frutta. Mentre apriva la credenza,il suo sguardo cadde sulla mano sinistra della zoologa,sporca di sangue rappreso. Le nocche erano scorticate e circondate da piccoli tagli.

 

 

 

“Hey,che hai fatto alla mano?” le chiese.

 

 

 

“Ho sbattuto” disse forse troppo in fretta.

 

 

 

“E dove?” chiese di nuovo la biologa.

 

 

 

“In magazzino...c'era una vecchia ferraglia”

 

 

 

“Che strano,sembra piuttosto che tu abbia preso a pugni qualcosa” cinguetto' mentre ficcava la testa nella credenza.

 

 

 

“Se non la smetti di fare domande,prendo te a pugni!” ringhio' allora.

 

 

 

“Che sgorbutica” rise la bionda,tirando fuori popcorn,patatine,biscotti e cioccolata.

 

 

 

“Si puo' sapere dove vai con tutta questa roba?” la latina la fisso' attraverso la montatura.

 

 

 

“Vado da Brittany,dormo da lei” nascose il ghigno dietro tutta quella roba.

 

 

 

“Ah” rispose secca Santana “Divertitevi,allora”

 

 

 

“Puoi scommetterci” la giovane si avvio' su per le scale,quasi trattenendo le risate “Buona serata,San” le schiaccio' l'occhio e si dileguo'. Le cose stavano prendendo una piega interessante...

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Capitolo 10
*** Notte ***


HALOAAAA!!!

 

Ecco sfornato un nuovo capitolo,con in allegati gli auguri di Buona Pasqua! Grazie a tutte le meraviglie che continuano a recensire e a motivarmi! Spero di non deludere le vostre aspettative e attendo pareri e opinioni.

 

Buona lettura :D

 

 

 

 

 

 

 

Il sole aveva dato il buongiorno alla foresta gia' da un pezzo,e in Amazzonia tutto era tornato alla normalita'. Le ricerche proseguivano,cosi' come le esplorazioni,gli esperimenti,le sedute di laboratorio. E per quanto fosse difficile parlare di ordinarieta' in un luogo cosi' pieno di vita e biodiversita', tutto procedeva secondo uno schema preciso e ripetitivo nelle sue piccole variazioni quotidiane. Le giornate scorrevano in fretta,tra lavoro,spostamenti,pasti consumati in fretta,molte volte nel bel mezzo del nulla,ed erano gia' passati venti giorni da quella sera in cui Santana aveva baciato Brittany. Il fatto sembrava essere stato riposto con accuratezza nel dimenticatoio,tanto dalla zoologa,quanto dalla sua assistente,e aveva influito poco o nulla sul loro rapporto lavorativo e non.

 

 

 

Santana insegnava e Brittany apprendeva.

 

 

Santana consigliava e Brittany accoglieva il suggerimento.

 

 

Santana ordinava e Brittany eseguiva.

 

 

Brittany inciampava e Santana la aiutava a rialzarsi.

 

 

Ma c'era spazio anche per momenti di gioco,di scherzo. Momenti in cui ridere e scherzare. Si erano anche trovate da sole un paio di volte,soprattutto la sera,quando elaboravano i dati raccolti durante la giornata,ma tra le due non c'era apparentemente alcuna forma di imbarazzo.

 

 

Quanto al loro lavoro insieme,le cose procedevano molto bene. La ricerca sui cebi cappuccini era giunta a termine. Dopo quasi due mesi di appostamenti,osservazione,interpretazione,riprese e fotografie,la conclusione era prossima. Sembrava che i piccoli primati fossero dotati di incredibile intelligenza,e che fossero le uniche scimmie non antropomorfe in grado di utilizzare degli strumenti a proprio vantaggio. Le nuove scoperte venivano condivise all'interno del gruppo e trasmesse di generazione in generazione.

 

 

Era una scoperta sensazionale,forse tra le piu' importanti da quando il progetto Amazzonia aveva visto la luce,e adesso non restava altro che stendere un articolo scientifico e pubblicarlo,rendendo nota quella incredibile verita'.

 

 

Anche quel giorno,il team era libero,come ogni domenica. Era da poco passata ora di pranzo,quando Brittany scese in cucina alla ricerca di qualcosa di fresco per placare l'insaziabile sete di quelle calde ore estive. E in cucina ci sarebbe senz'altro arrivata,se non si fosse scontrata con un amasso di persone accalcate nel corridoio appena dietro la porta.

 

 

L'ammasso in questione era costituito da Sam,Blaine,Quinn e Kurt. Sembravano delle statue:

 

 

“Hey ma che diav...!” non fece in tempo a dirlo che Quinn le tappo' la bocca con espressione omicida.

 

 

 

“Non fiatare!” le ordino' “E io non entrerei,se fossi in te” intimo'.

 

 

 

Brittany non riusci' materialmente a chiedere la ragione,quando un urlo adirato,proveniente proprio dalla cucina,la fece trasalire.

 

 

“Assolutamente no! E' fuori discussione!” era la voce di Santana.

 

 

 

“Soldo di cacio,non ti sto mica chiedendo il permesso!” a ribattere era stata Holly,e anche se non poteva vedere nessuna delle due,la giovane avrebbe giurato che anche il suo tono di voce non era esattamente amichevole.

 

 

 

“Beh,dovresti,sai? Se sto perdendo il mio tempo qui con te,e' proprio perche' voglio mettere in chiaro alcune cose!”

 

 

 

“Ti sto ascoltando” la voce della primatologa sembrava aver lanciato una sfida.

 

 

 

“Queste decisioni spettano a me! E se lo ritengo opportuno posso chiedere un tuo parere,ma questo non cambia la mia prospettiva,nella maggior parte dei casi!”

 

 

 

“Dovrebbe,Santana...rimango delle mie idee,te l'ho gia' detto!”

 

 

 

 

 

“E' fuori discussione!” ripete' la zoologa alzando ulteriormente il tono di voce “Brittany ha lavorato sodo almeno quanto te! E il suo nome sulla pubblicazione sara' al pari del mio quanto al pari del tuo!” ringhio'.

 

 

Brittany assunse un'espressione corrucciata. Perche' parlavano di lei?

 

 

“E' la tua assistente! Non capisco dove sta il problema!” Holly suonava decisa. Ma Santana era sul piede di guerra.

 

 

 

“E' una zoologa quanto me e quanto te,ha schedulato i dati individuali di quelle scimmie una per una,mi ha seguita a trenta metri dal suolo nel suo primo giorno solo perche' io glielo avevo ordinato,e abbiamo passato ore,durante la notte,a lavorare su quei dati,dormendo anche tre ore a notte...non staro' qui a spiegarti le mille ragioni per le quali ritengo di avere ragione,ma Brittany si e' fatta in quattro! Ha lavorato tanto,e' stata una presenza fondamentale per questa ricerca,e tu non la sovvarcherai!” sbraito'.

 

 

 

“Non sto sovvarcando nessuno,sto ammettendo la realta' dei fatti! Abbassa la cresta e ascoltami!” aveva tutta l'aria di essere un ordine. E anche se non poteva vederle,Brittany immaginava perfettamente lo sguardo carico d'ira di Santana.

 

 

 

“Non azzardarti,Holly! Non ti permetto di pararmi come se avessi di fronte una ragazzina! Sarai anche stata la mia professoressa,ma qui siamo lontani anni luce dal college,e i tempi in cui ti trotterellavo dietro come un cane sono finiti gia' da un pezzo...se per caso non ti fosse chiaro,fino a quando sei qui,sono IO il tuo capo...e tu prendi ordini da me...Brittany ha fatto anche piu' di te,e se proprio non vuoi che il tuo nome sia al pari del tuo,scommetto che sara' d'accordo a proporre TE come semplice collaboratrice...questa e' la mia decisione...puoi accettarla e iniziare a stendere l'articolo...o puoi continuare a inveire contro il tuo capo fino a quando non decidera' di licenziarti...se non ti sta bene,sai dov'e' la porta...e' la mia ultima parola...” disse decisa.

 

 

Quando sentirono i suoi passi,schizzarono tutti lontani dalla porta,compresa Brittany,che non sapendo dove rifugiarsi,si chiuse in fretta in bagno.

 

 

Era sola nella stanza e si trovo' per qualche minuto a riflettere su quanto aveva appena ascoltato. Non era sorpresa dal fatto che Holly volesse stare piu' in alto di Brittany,e non riusci' a non darle parzialmente ragione. Era una primatologa con anni di esperienza alle spalle,il suo nome era di rilievo nel suo ambito,e chi vorrebbe mai essere sovvarcato o anche solo affiancato da un'anonima zoologa alle prime armi?

 

 

Forse anche lei,al suo posto,avrebbe fatto il diavolo in quattro per far valere le sue ragioni.

 

 

Cio' che invece l'aveva sorpresa era la presa di posizione di Santana. Sembrava irremovibile sull'idea che la sua assistente meritasse la pubblicazione tanto quanto Holly,e tanto quanto lei. Il loro battibecco era stato pesante e i toni non erano decisamente amichevoli. L'aveva persino minacciata di licenziarla.

 

 

E si chiese il perche'.

 

 

Non poteva dire di conoscere bene Santana,nonostante trascorresse ogni giorno al suo fianco,ma riteneva di essersi fatta conoscere abbastanza. La latina aveva un grande spirito di osservazione,riusciva a decifrare persino uno sguardo sfuggente,e sapeva – Brittany ne era sicura – che anche una semplice citazione nella pubblicazione le sarebbe stata bene.

 

 

Perche' si era scaldata cosi' tanto?

 

 

Decise di uscire dal bagno,non prima di aver fatto un po' di rumore per dare credibilita' alla sua presenza li' dentro. E quando apri' la porta si trovo' davanti proprio la zoologa,con un'espressione serena in viso,quasi sorridente.

 

 

“Buongiorno” le disse.

 

 

 

“Buongiorno Santana!” sorrise lei.

 

 

 

“So che e' domenica,e che sei ufficialmente libera,ma vorrei andare in foresta...c'e' una zona vicino al fiume che ho adocchiato qualche giorno fa e mi piacerebbe darvi un'occhiata piu' da vicino...mi piacerebbe che venissi con me” disse tutto d'un fiato.

 

 

 

“Ma sono le quattro” rispose la bionda guardando l'orologio “Fara' buio presto”

 

 

 

“Non ci metteremo molto,voglio solo dare un'occhiata...se non ti va',posso andare da sola...”

 

 

 

“Nono,era per dire...vengo con te!” Brittany cambio' tono.

 

 

 

“Fantastico!” stavolta sorrise davvero “Vado a cambiarmi allora,ci vediamo alla barca tra dieci minuti!” si allontano' senza darle il tempo di ribattere e anche lei ando' a cambiarsi.

 

 

 

Dieci minuti dopo stava camminando di buona lena verso la riva del fiume. Aveva indossato vestiti molto leggeri,visto il caldo. Una canottiera bianca e pantaloni lunghi e comodi,verde militare.

 

 

Santana era li',che frugava tra alcune cose nella barca. Indossava pantaloni larghi,grigi e pieni di tasche. Una maglia larga,a maniche lunghe,bianca di lino. Aveva le spalle larghe e ricordava l'abbigliamento delle piratesse. Sotto si intravedeva una canottiera nera.

 

 

Brittany la osservo' mentre metteva al sicuro il suo bastone metallico e richiudeva uno sportello laterale,per poi inserire le chiavi.

 

 

“Sei pronta?” chiese senza nemmeno voltarsi a guardarla.

 

 

 

“Non capiro' mai come hai la certezza che ci sia qualcuno e che si tratti di me,senza neanche guardarmi” ridacchio' lei balzando agilmente sulla barca.

 

 

 

“Te l'ho gia' detto,Ragazzina,conosco il tuo passo,che tu ci creda o no” mise in moto l'imbarcazione e partirono. Il viaggio fu breve. Solcarono le acque del Rio per dieci minuti circa,a gran velocita',e si immisero in uno dei suoi affluenti. Era molto grande,forse il piu' largo tra tutti quelli che Brittany aveva visto fino a quel momento,eppure la corrente era quasi nulla. Altri dieci minuti e Santana si fermo'.

 

 

Lascio' che il motoscafo raggiungesse la riva destra. Poi getto' l'ancora e lancio' la solita fune a riva. Salto' fuori e la lego' stretta a un albero,per poi far cenno alla sua assistente di scendere. La bionda si guardo' attorno. Si trovavano in un ampio spazio circondato da vegetazione bassa. C'era molto spazio per muoversi,l'erva era bassa e fitta,di un verde quasi accecante. Ricordava i prati inglesi.

 

 

Quattro grandi alberi si trovavano ai margini di quella zona,ma non erano troppo alti e lasciavano libero un grosso squarcio di cielo,celeste e bellissimo,senza neanche una nuvola. Il sole che illuminava il suolo,regalava migliaia di sfumature verdi alla vegetazione. Uscendo da quella sottospecie di radura,iniziava la vera foresta,quella piena di alberi che si intrecciavano tra loro andando a creare quelle gallerie infernali che non permettevano al sole di passare,se non da qualche spiraglio.

 

 

Anche Santana si stava guardando intorno.

 

 

“Bene” esordi' “Questo e' il posto che voglio perlustrare...mi piacerebbe concentrarmi sulle caratteristiche che fanno la differenza tra la riva e la zona circostante,e la foresta...”

 

 

 

“Su quale vuoi concentrarti?” le chiese Brittany.

 

 

 

“Sulla riva...avrai notato che qui la vegetazione e' meno fitta,ed e' il luogo ideale per tante specie che non si trovano a proprio agio quando ci sono troppi alberi...le rane arboricole ad esempio”

 

 

 

“Le rane arboricole hanno bisogno degli alberi...”

 

 

 

“Ma anche dell'acqua” fece notare “E guardati bene attorno...cosa noti?” Brittany si guardo' attorno e vide un particolare che all'inizio le era sfuggito: alberi larghi e con radici che fuoriuscivano dall'acqua e si intersecavano pochi centimetri al di sopra di essa.

 

 

 

“Mangrovie...” disse.

 

 

 

“Esattamente...conto di trovarle qui...si avvicina la stagione degli accoppiamenti e sarebbe interessante documentarla da vicino,con la tecnologia moderna...”

 

 

 

“Ma le rane arboricole vengono fuori al calar del sole...”

 

 

 

“Naturalmente,e io non voglio trovarle oggi...non siamo attrezzate per passare la notte in foresta,quindi oggi voglio solo guardarmi attorno...e torneremo nei prossimi giorni...”

 

 

 

“D'accordo,cosa devo fare?”

 

 

 

“Seguimi...” Santana inizio' a camminare e Brittany la segui'.

 

 

 

Camminarono lungo la riva muovendosi di poche decine di metri all'interno della foresta,per tutto il pomeriggio. Santana guarddava gli alberi,cercava di memorizzare la conformazione del territorio. Brittany invece era piu' concentrata sul riuscire a non inciampare e cadere con la faccia per terra. Non ci avrebbe fatto esattamente una gran bella figura.

 

 

 

Il sole stava gia' calando quando la zoologa ordino' di tornare alla barca. E per la schiena di Brittany fu un sollievo sedere sul morbido cuscino del motoscafo dopo aver scansato radici e alberi per quasi tre ore. Il sollievo,tuttavia,venne meno quando si accorse che Santana non riusciva a mettere in moto l'imbarcazione.

 

 

 

“Che succede?” chiese allarmata.

 

 

 

“Succede che non parte!” giro' la chiave nuovamente,ma il motore emetteva solo un leggero suono. L'elica non girava e il quadro rimaneva spento.

 

 

 

“Stai scherzando...” provo' ad azionare il motore a mano,ma niente. La barca sembrava prima di vita.

 

 

 

“Dannazione!” la latina impreco' sbattendo il pugno sul motore. Respiro' profondamente.

 

 

 

“Non possiamo tornare a piedi?” propose la bionda “Non e' cosi' lontano...” Santana la fisso' come se avesse detto la stronzata del secolo.

 

 

 

“Oh certo che non lo e',guidando un motoscafo a centotrenta chilometri orari...a piedi sono quasi sei ore di cammino,e se tu non lo avessi notato sta calando la notte...” scosse la testa.

 

 

 

“Allora cosa possiamo fare?” chiese,mentre sentiva il panico impadronirsi di lei.

 

 

 

“Mi sembra ovvio,passeremo la notte qui” Santana alzo' le spalle come se avesse appena fatto una constatazione sul tempo.

 

 

 

“Hai detto che non siamo attrezzati...”

 

 

 

“Ci arrangeremo...forza,scendi!” le ordino'. Brittany scese,e la vide prendere il bastone metallico dall'angolo del motoscafo.

 

 

 

“Come pensi di sopravvivere tutta la notte in foresta?” la bionda era vicina alle lacrime. Santana si volto' verso di lei e alzo' un sopracciglio.

 

 

 

“Come ho fatto centinaia di altre volte” disse con fare ovvio “Tu puoi cominciare sedendoti qui,prendendo un respiro profondo e calmandoti” intimo'. Poi si sedette a sua volta per terra,si sfilo' gli scarponi e le calze,poi tiro' su' i pantaloni fin sopra il ginocchio.

 

 

 

“Che stai facendo?” chiese l'altra.

 

 

 

“Ci procuro la cena”

 

 

 

“Cena?” stavolta Santana non rispose.

 

Strinse il bastone metallico e si avvicino' al fiume,immergendo i piedi. L'acqua le arrivava poco sopra la caviglia. Scruto' la superficie guardando attentamente. Non doveva esserci una gran visibilita'. Il sole aveva appena iniziato la sua discesa dietro le montagne e non illuminava piu' quello squarcio di foresta.

 

 

In uno scatto,la zoologa lancio' con forza il bastone in acqua,fendendo la sua superficie,e piantandolo con entrambe le mani al fondo.

 

 

“Maledetto!” sussurro'.

 

 

L'acqua si stava agitando e la latina spinse il bastone ancora piu' forte. Quando lo tiro' su, rivelo' un enorme pesce conficcato all'altezza dello stomaco,che continuava a dimenarsi disperatamente.

 

 

“Come cavolo hai fatto?” Brittany era esterrefatta.

 

 

 

“Questa sera il menu prevede pesce gatto alla Lopez!” la giovane rise soddisfatta,poggiando il grosso animale su una roccia. Poi tiro' fuori un coltello dalla tasca e glielo pianto' in testa,uccidendolo.

 

 

Brittany la guardo' decisamente impressionata,anche quando spari' in mezzo al fogliame per tornare poco dopo con un ceppo d'albero piuttosto grosso. Lo appoggio' per terra e osservo' la ragazza.

 

 

“Mi servirebbe il tuo aiuto” le disse.

 

 

 

“Che devo fare?” chiese pronta la bionda.

 

 

 

“Raccogli qualche ramo,e qualche arbusto,a meno che tu non voglia mangiare sushi” lei annui' e inizio' a raccoglierli. Quando torno' vide che la latina stava sfregando due pietroline bianche tra di loro e che ogni scontro provocava piccole scintille. Quando appoggio' i rami che aveva raccolto sul ceppo,una scintilla diede vita a un fuoco.

 

 

 

“E' un acciarino?” chiese.

 

 

 

“No,e' pietra focaia...la porto sempre con me in caso di emergenza...cosi' oltre a cucinare,possiamo star certi che nessun animale pericoloso si avvicinera'” spiego'.

 

 

 

Poi,mentre il fuoco catturava i rami attorno al ceppo e diventava piu' grande,Santana pianto' un bastone dentro la bocca del pesce e lo mise vicino al fuoco,per permettergli di cuocere.

 

 

Subito dopo torno' alla barca,balzandovi dentro con agilita'. Prese una borsa molto ingombrante e due grosse coperte (o almeno,a Brittany sembrarono tali,in un primo momento) e si avvicino' nuovamente al fuoco. Distese le due coperte,che si rivelarono essere sacchi a pelo,e vi poggio' sopra la borsa,dalla quale tiro' fuori una borraccia piena d'acqua.

 

 

 

“Sacchi a pelo?” Brittany era decisamente sorpresa “Non hai detto che non eravamo attrezzate per la notte?”

 

 

 

“Infatti non abbiamo una tenda,e se dovesse piovere sarebbe un bel guaio,ma almeno non moriremo di freddo” spiego' pratica,mentre l'ultimo raggio di sole spariva dietro la montagna.

 

 

 

La luna piena sostitui' il sole,e l'aspetto rassicurante della foresta illuminata dal giorno,venne meno. Brittany inizio' a guardarsi nervosamente attorno. Santana invece,sembrava perfettamente a suo agio,stava seduta per terra,a gambe incrociate. Di tanto in tanto rigirava il pesce e lo punzecchiava con un coltellino.

 

 

 

“Non pensi che saranno preoccupati alla base?” le chiese la bionda.

 

 

 

“Non credo proprio...passo spesso la notte fuori,pur non essendo costretta da una barca che non parte” alzo' le spalle.

 

 

 

Poco dopo il pesce fu pronto,e Santana lo puli' col coltello e diede a Brittany la sua meta'. Era delizioso, e quasi stentava a credere che fosse cibo di fortuna per sopravvivere con qualcosa nello stomaco fino all'indomani.

 

 

“E' davvero buono” disse,tra un boccone vorace e l'altro.

 

 

 

“Purtroppo manca il sale” scherzo' la mora.

 

 

Consumarono il loro pasto in silenzio,e in fretta. Brittany continuava a guardarsi attorno,certa che da un momento all'altro qualche animale gigantesco avrebbe approfittato del suo essere indifesa per attaccarla.

 

 

Santana invece era perfettamente a suo agio,e guardandola,la bionda si accorse che sembrava parte della foresta. Stava seduta a gambe incrociate. Una brezza leggera le scompigliava i lunghi capelli neri e faceva svolazzare la maglia quasi trasparente che indossava,ma non apparve infreddolita. Un brivido di freddo,invece,scosse il corpo di Brittany,e alla latina la cosa non passo' inosservata.

 

 

 

Fini' in un ultimo boccone la sua cena e frugo' nuovamente nella borsa,finche' non ne tiro' fuori una felpa bianca,col cappuccio.

 

 

 

“Tieni” le disse,allungando il braccio verso di lei.

 

 

 

“Sto bene” si scherni' lei.

 

 

 

“Fa freddo” ribatte' allora “Potresti assiderarti se non ti copri”

 

 

 

Finalmente si fece convincere e si appresto' a indossare la felpa.

 

 

 

“Grazie”

 

 

 

“Potrebbe starti un po' stretta...e' mia,ma sempre meglio di non avere niente addosso” quando la indosso' non ebbe dubbio sulla sua provenienza. Senti' l'odore della pelle di Santana addosso.

 

 

 

“E tu?” le chiese.

 

 

 

“Io non ho freddo,ci sono abituata” accenno' un sorriso mentre la guardava. Poi la sua espressione cambio' bruscamente.

 

 

 

“Che succede?”

 

 

 

“Lo senti?” disse piano. Brittany si mise in ascolto. Si sentiva un gracidio in lontananza,lieve e soffuso,ma perfettamente distinguibile dagli altri suoni della foresta.

 

 

 

“Cosa e'?”

 

 

 

“Non muoverti di qui” si alzo' di scatto e corse verso il buio. Brittany la guardo' incuriosita ma non ebbe il tempo materiale di chiedersi dove fosse andata. La vide tornare con passo lento,un sorriso vittorioso in volto e qualcosa tra le mani.

 

 

 

“Tutto bene?” chiese la giovane osservando la sua sagoma illuminata dal fuoco.

 

 

 

“Molto piu' che bene” sorrise sedendosi vicina a lei “Guarda” tra le mani teneva due rane arboricole.

 

 

 

Come faceva ad avere sempre ragione?

 

 

Come era possibile avere un fiuto cosi' infallibile?

 

 

E soprattutto,come aveva fatto a prenderle?

 

 

Erano verde pastello,con delle sfumature blu intenso lungo gli arti. Gli occhi erano rossi e il ventre tendeva al giallo. Erano bellissime.

 

 

“E cosi' avevi ragione” Brittany le sorrise “Ancora una volta”

 

 

 

“Vuoi tenerle?” le chiese.

 

 

 

“Posso?” alla bionda brillarono gli occhi.

 

 

 

“Certo! Avvicina le mani,ma non muoverti troppo bruscamente o salteranno via” Brittany segui' le sue parole e Santana vi fece scivolare i piccoli anfibi. Erano umidi e un po' viscidi al tatto,ma da vicino erano uno splendido spettacolo ancora piu' grande.

 

 

 

Mentre li guardava,Santana prese dalla borsa una delle sue ingombranti macchine fotografiche,e ne approfitto' per scattare qualche foto.

 

 

 

“A cosa ti servono queste foto?” chiese la giovane mentre rigirava le rane e la mora ne approfittava per immortalarle da diverse angolazioni “Riesci a distinguere anche le rane?”

 

 

 

“No...in realta' con gli anfibi e' quasi impossibile...puoi riuscire a distinguerne il sesso,nient'altro...diciamo che ho sempre amato la fotografia naturalistica...e' un capriccio...le terro' per me” le fece l'occhiolino “Vuoi una foto con le ranocchiette?” chiese inquadrandola con l'obiettivo.

 

 

 

“Terrai anche questa per te?” chiese in un sussurro,mentre piantava gli occhi su di lei.

 

 

 

“Magari se ti piace,potrei cedertene una copia...ma solo una” sussurro' roca,in risposta,mentre le scattava qualche foto “Sono molto gelosa delle mie cose”

 

 

 

Brittany degluti',ma cerco' di mostrarsi tranquilla,continuando a osservare le rane con un'espressione divertita. Poco dopo Santana la invito' a lasciarle andare,e loro si dileguarono in fretta nella foresta,un balzo dopo l'altro. Il loro gracidio era distante,ma udibile.

 

 

 

Calo' di nuovo il silenzio e Santana si distese sul sacco a pelo,le braccia dietro la testa e lo sguardo in cielo. Fu proprio lei a parlare.

 

 

 

“A partire dalla prossima settimana,vorrei lavorare con te per un'ora al giorno la sera,dopo cena...”

 

 

 

“Per cosa?” domando' Brittany.

 

 

 

“Per stendere l'articolo sui cebi cappuccini...Sarai parte della ricerca al cento per cento,lo sei stata in ambito pratico,non vedo perche' non dovresti esserlo in campo teorico...lo stenderemo insieme...” disse seria.

 

 

 

“E Holly?”

 

 

 

“Se vorra' partecipare sara' la benvenuta” inizio' “Abbiamo avuto una discussione oggi...”

 

 

 

“Lo so...” la bionda non riusci' a trattenersi.

 

 

 

“Beh,suppongo ci abbiate sentite tutti...” disse con fare ovvio.

 

 

 

“Saro' onesta,Santana...apprezzo davvero che tu abbia preso le mie parti,ma non avrei problemi a essere riconosciuta anche solo come collaboratrice...Holly e' una primatologa e tu sei a capo del progetto...” sembro' che la mora avesse ricevuto uno schiaffo in pieno viso.

 

 

 

“Beh,fai male a pensarla cosi'!” scatto' a sedere.

 

 

 

“Perche'? Sono appena arrivata,e' giusto che la mia sia una scalata lenta...non posso partire dalla cima della montagna...”

 

 

 

“Devi puntare in alto!” la rimprovero' la zoologa “Ti ho scelta come mia assistente,non perche' tu sia una mia sottomessa,ma perche' ho bisogno di un aiuto concreto...una zoologa completa come me...e tu ci arriverai,ma devi combattere insieme a me!” era seria e decisa e la guardava negli occhi,con rammarico “Hai ventitre' anni...io alla tua eta' avevo sei spedizioni alle spalle e qualcosa come quindici pubblicazioni scientifiche...e tu vuoi accontentarti di una collaborazione?”

 

 

 

“Beh...non e' una gara...”

 

 

 

“Non mi importa delle manie di protagonismo di Holly,d'accordo? Hai lavorato tanto e meriti il tuo nome in cima all'articolo anche piu' di lei,quindi non sentirti in colpa,chiaro? Se le sta bene,si unira' a noi la sera,altrimenti andra' via...il lavoro non le manca di certo!” ringhio'.

 

 

 

“Non mi sento in colpa...solo non pensavo fosse cosi' importante per te...”

 

 

 

“Allora non hai capito molto di me...non esiste qualcuno piu' bravo di qualcun altro,qualcuno piu' meritevole...neanch'io lo sono...dirigo il progetto ma non ha nulla a che vedere con il merito...siete tutti ricercatori,e siete i migliori nel vostro campo...avete mollato le vostre famiglie e la vostra vita per seguirmi in mezzo alla foresta e questo dimostra una grande forza di volonta' e dedizione...tutto cio' che succede e' una lezione di vita...il fallimento ci rattrista,ci rende nervosi,ma ci spinge anche a tentare di nuovo,a fare di meglio...e quando ci riusciamo,la vittoria e' un'emozione che non ha eguali...ed e' giusto celebrare queste vittorie...quindi non dimenticarlo...celebrerai la fine della ricerca con il tuo nome in copertina...accanto al mio...e forse,accanto a quello della dottoressa Holliday...” concluse.

 

 

 

Brittany si senti' profondamente commossa da quelle parole,toccata.

 

 

 

“Grazie” le disse sincera.

 

 

 

“E per cosa?” chiese Santana guardandola,mentre si stendeva nuovamente.

 

 

 

“Perche' credi in me” spiego' semplicemente.

 

 

 

“Mi hai dato ragioni per farlo,e non me ne hai mai fatto pentire fino ad ora...percio' non ringraziare me,ringrazia te stessa...” sorrise. E lei non pote' non ricambiare il suo sorriso. Si stese anche lei sul suo sacco a pelo,che era distante pochi centimetri da quello di Santana.

 

 

 

Il fuoco scoppiettava vispo,e il freddo di poco prima era sparito. Brittany guardo' il cielo per la prima volta,e ne resto' incantata. Senza luce artificiale,lo spettacolo della natura era senza eguali. Milioni di stelle puntellavano il cielo,e la luna piena rischiarava quella serata meravigliosa. Il gracidare delle rane sembrava piu' forte,adesso e di tanto in tanto il verso di un rapace notturno,forse un gufo,rompeva la quiete.

 

 

 

“E' bellissimo” sussurro'.

 

 

 

“Gia'...dalla base non si puo' ammirare un cielo cosi' bello...”

 

 

 

“Posso chiederti una cosa?”

 

 

 

“Certo...”

 

 

 

“Come hai capito di essere...gay?” Brittany non sapeva perche' glielo aveva chiesto.

 

 

Ma sperava di non aver distrutto accidentalmente il clima magico che si respirava in quel momento. Santana,tuttavia,non sembrava turbata o sorpresa da tale domanda.

 

 

 

“Credo di averlo sempre saputo...” disse “Ma non l'ho accettato facilmente...al liceo ero una stronza come poche...ero popolare,brava a scuola,capo cheerleader...e sono stata con tanti di quei ragazzi,da aver perso il conto...non ricordo neanche il nome di uno di loro...li baciavo e non provavo niente...ci andavo a letto ed era anche peggio...ma volevo convincermi che fosse normale...ho vissuto la mia adolescenza come una bugia...Al college e' cambiato tutto...”

 

 

 

“Come?” Brittany era molto attenta.

 

 

 

“Io e la mia compagna di stanza,Amy,eravamo molto amiche...una sera ci siamo ubriacate e siamo finite a pomiciare sul suo letto...l'indomani eravamo sobrie,ma la cosa e' andata avanti in qualche modo...mi si e' aperto un nuovo mondo...baciare le ragazze mi piaceva,mi intrigava...e quando si andava oltre...Beh,diciamo che senza andare nel dettaglio,ho scoperto quanto bello,intenso,appagante,fosse farlo con un'altra donna...Le voci giravano in fretta,e cosi' dopo Amy ci fu Carmen...Jenny...Katy...Hayley...e potrei andare avanti a elencare...ce ne sono state parecchie...poi ho conosciuto Natalie...”

 

 

 

“Natalie?”

 

 

 

“Si...la ragazza della quale mi sono innamorata...e' stata la prima e l'ultima che contasse davvero qualcosa...siamo state davvero felici,o almeno io lo ero...la parte triste della storia te l'ho gia' accennata,quindi me la risparmiero'...” disse brevemente.

 

 

 

“Che e' stata la prima posso anche crederci...ma come puoi dire che e' stata l'ultima?” Brittany si tiro' su' con i gomiti e la guardo'.

 

 

 

“E' per questo che mi sono rifugiata in Amazzonia” rise Santana “Per accertarmi che lo fosse!”

 

 

 

“Ma tu non eri quella che non scappa di fronte al pericolo?” incalzo' lei.

 

 

 

“Vale solo per gli animali”

 

 

 

“Che strano...avrei giurato di aver sentito proprio con queste orecchie che siamo anche noi animali nella foresta...”

 

 

 

“Ci sono delle eccezioni” taglio' corto. E Brittany lascio' che il silenzio parlasse per lei. Chiuse gli occhi e cadde in un placido sonno.

 

 

 

Santana senti' il suo respiro farsi regolare,e si volto' verso di lei. Dormiva,un'espressione serena in volto,e si chiese come fosse possibile,se era sembrata cosi' spaventata,solo qualche minuto prima. Il suo viso era illuminato dal fuoco che danzava sulla sua pelle in un gioco di ombre. La guardo' a lungo,mentre tante domande si facevano strada,affollandole la mente. E la trovo' bella come poche altre cose. In quel momento,per una ragione che non riusciva a spiegare nemmeno a se' stessa,si senti' felice. E pochi istanti dopo chiuse gli occhi,e scivolo' in un sonno vigile e pieno di sogni strani...

 

 

 

 

Il sole illumino' il suo viso in maniera brusca. Era sudata,anzi sudatissima. La felpa bianca che l'aveva protetta dalle intemperie durante la notte,era zuppa,e la costringeva in una prigione di quaranta gradi e oltre. Il collo le doleva. Si tiro' a sedere e tasto' il sacco a pelo,sotto di lei. Poi apri' gli occhi,e prima ancora di guardarsi attorno,si sfilo' la felpa.

 

 

Il sollievo fu immediato,e il suo corpo,bagnato di sudore,sembro' respirare. Poi si volto' alla sua destra,e come previsto,Santana non era li'. Si guardo' brevemente attorno e la trovo' quasi subito. Era accavalciata sul motore della barca.

 

 

Il coperchio metallico era aperto e lei aveva entrambe le mani al suo interno. Sembrava impegnata in un lavoro di precisione. Brittany la osservo' meglio: indossava solo la canottiera nera,ed era scalza. I suoi piedi,che penzolavano a pochi centimetri dall'acqua,erano sporchi di terra. I capelli corvini erano legati in una coda di cavallo,alta e scomposta,e il viso concentrato era sporco,macchiato di nero sulla guancia e sotto il mento. Il sudore scendeva lungo il suo collo. Ma era comunque meravigliosa. Bella e selvaggia,uno spettacolo della natura.

 

 

Ci fu un rumore metallico e uno schiocco all'interno del motore. Santana diede un uttimo sguardo all'interno e annui' soddisfatta,poi richiuse tutto e si passo' un braccio sulla fronte. Guardo' l'acqua dalla cima della barca,e poi,sotto lo sguardo stupito di Brittany,che nel frattempo stava bevendo dalla borraccia lasciata incustodita,si sfilo' i pantaloni.

 

 

Per poco la bionda non si strozzo' con la sua stessa saliva,quando vide che si stava togliendo anche la canotta nera. Rimase praticamente in intimo. Gli unici indumenti che la coprivano erano un paio di slip neri,a dir poco invisibili,e un reggiseno sportivo dello stesso colore. Libero' i neri capelli dall'elastico e sali' sul bordo della barca. Poi,contro ogni aspettativa,si tuffo' in acqua,con un balzo aggraziato,sparendo sotto la superficie quasi senza fare rumore.

 

 

Riemerse pochi istanti dopo,lontana diversi metri dal punto in cui si era tuffata,e porto indietro i capelli bagnati. Brittany rimase li' a guardarla,con l'espressione di chi era stato appena colpito da una pallonata,dritta in faccia. Fu proprio la voce della latina a riportarla al mondo reale.

 

 

“Ben svegliata,bella addormentata!” rise dall'acqua.

 

 

 

“Fai la doccia cosi' tutte le mattine?” la scherni' lei ridendo a sua volta.

 

 

 

“Non tutte,ma ho passato le ultime due ore a cercare di riparare il motore,mentre tu dormivi,una bella rinfrescata me la son proprio meritata,non pensi?”

 

 

 

“Dipende...la barca funziona?”

 

 

 

“Naturalmente!”

 

 

 

“Allora te la sei meritata!” rise Brittany.

 

 

 

“Perche' non mi fai compagnia,invece di blaterare? Deliziami con le tue forme!” rise,ma quella richiesta suonava tanto come una provocazione.

 

 

 

La giovane si fermo' a pensarci giusto il tempo di far mente locale su alcuni dettagli. E ricordare,per esempio,che intimo indossava. Quando lo fece,un sorriso furbo si fece spazio tra le sue labbra.

 

 

Santana voleva giocare?

 

 

Bene,Brittany avrebbe giocato,ma con le sue regole.

 

 

 

“Mi hai letta nel pensiero!” disse “Sono tutta sudata!” salto' sulla barca e si tolse le scarpe,poi si spoglio' di pantaloni e canottiera,molto ma molto lentamente.

 

 

Santana la osservava dall'acqua,poco distante,e la bionda vide il sorriso spavalto morire sulle sue labbra,quando rivelo' il reggiseno rosso in pizzo e il perizoma dello stesso colore. Godette di quel momento di soddisfazione,prima di balzare in acqua.

 

 

 

Era piacevolmente tiepida e finalmente si senti' un po' piu' pulita. Riemerse vicino alla latina,che nel frattempo aveva recuperato la sua espressione da bastarda dentro.

 

 

“Potevi togliere anche il resto” le disse “Non fa mica tanta differenza!”

 

 

 

“Capisco che ti piacerebbe,senza contare la sensazione di liberta' che si prova nel nuotare completamente nuda” ribatte' lei portando i capelli bagnati dietro la schiena “Ma non vorrei mettere a dura prova il voto di castita' che hai fatto prima di partire per l'Amazzonia”

 

 

 

“Io non ho fatto nessun voto di castita'” Santana lo disse mentre si portava vicina alla barca con poche bracciate e si aggrappava al bordo “Ho una vita sessuale piu' che attiva,anche se la cosa ti riguarda poco” Brittany ridacchio' mentre la raggiungeva.

 

 

 

“Guarda che il fai da te non conta!” sussurro' guardandola negli occhi. La zoologa boccheggio' scoinvolta,prima di scuotere la testa e issarsi sulla barca.

 

 

 

La bionda segui' il suo esempio,e si ritrovarono semi nude e sgocciolanti sullo scafo. Santana tiro' fuori un asciugamani e lo porse alla ragazza.

 

 

 

“Tieni,quando finisci dallo a me,per favore” Brittany lo prese e la guardo' mentre andava a recuperare la borsa e i sacchi a pelo. Carico' tutto sulla barca,e Brittany si fermo' a guardarla meglio,mentre si asciugava lentamente.

 

 

 

La sua pelle era ambrata,puntellata di goccioline condensate sul suo corpo. I glutei sembravano essere stati scolpiti da Dio in persona. Le sue gambe erano toniche e snelle.

 

 

 

Quando si volto',mise in mostra la pancia piatta,che ad ogni passo rivelava la forma perfetta degli addominali modellati dalla frenetica arrivita' in foresta. Le spalle erano strette,ma atletiche. Era di una bellezza mozzafiato,e nonostante Brittany si fosse ripromessa di non farsi distrarre in alcun modo,in quel momento si sentiva una preda indifesa.

 

 

 

La giovane sali' nuovamente a bordo,e mentre sistemava il bastone metallico e le altre cose,la bionda noto' un piccolo tatuaggio sotto la nuca. Era l'Africa. E la trovo' sexy.

 

 

 

“Posso asciugarmi anch'io?” la sua voce la ridesto',e si accorse che doveva avere un'espressione davvero idiota,visto il cipiglio divertito dell'altra.

 

 

 

“Certo...scusa” si affretto' ad allungarle l'asciugamani,e la guardo' asciugarsi mentre indossava nuovamente i suoi vestiti.

 

 

 

Poco dopo mise in moto la barca,che parti' senza problemi,e sfrecciarono sull'acqua.

 

 

 

“E' stata una bella nottata...” disse la zoologa,guardandola.

 

 

 

“Gia'...potremmo farlo di nuovo qualche volta...”

 

 

 

“Potremmo,si...” fu la fine della loro conversazione,e il viaggio prosegui' in fretta.

 

 

 

 

 

Alla base,nel frattempo,Quinn e Holly facevano colazione insieme.

 

 

“Non sei preoccupata?” chiese la piu' grande all'altra “Non sono ancora tornate...”

 

 

 

“Non lo sono” Quinn alzo' le spalle “Santana sta spesso fuori in solitaria durante la notte...se anche fosse successo qualcosa,sono certa che torneranno entro sera”

 

 

 

“Forse ho esagerato...” Holly sembro' pensierosa.

 

 

 

“Non ti capisco a dire il vero,Holly,non pensavo ci tenessi tanto a quella pubblicazione...”

 

 

 

“Infatti non me ne importa un accidenti!” la primatologa la guardo' come se fosse ovvio.

 

 

 

“Come sarebbe a dire? Avete sbraitato per tutta la mattina!”

 

 

 

“Non ho nulla contro Brittany,quella ragazza e' un angelo...volevo solo scoprire quanto Santana ci tiene a quella ragazza...e direi che ci sono riuscita!”

 

 

 

Quinn spalanco' la bocca per lo stupore.

 

 

 

“Cosa!?” chiese salendo di un'ottava “Hai rischiato di farti licenziare per nulla!?”

 

 

 

“Ho regalato loro una notte da sole in foresta,accomunate dal risentimento nei miei confronti,ti pare nulla questo?” domando' la donna con aria furba. Poi si alzo' e lascio' la stanza senza dire altro. In quel momento Quinn realizzo' di non essere l'unica ad aver fiutato la situazione...

 

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Capitolo 11
*** Tempesta ***


 

SERAAAAA! (O dovrei dire notte...)

 

Il nuovo capitolo e' arrivato in fretta,troppe idee che necessitavano di essere trascritte. DUNQUE: in questo capitolo avremo modo di esplorare un po' piu' da vicino i rapporti interpersonali di alcuni di questi psicopatici...e per il resto...

 

Beh,vi auguro una buona lettura :*

 

 

 

 

 

 

Al laboratorio regnava un silenzio quasi surreale. Sarebbe sembrato deserto,se non fosse stato per il suono del click del mouse,di tanto in tanto. Di qualche tasto sul computer. Leggeva concitata,attenta ad ogni parola,ogni virgola,ogni composizione di parole. E con il mouse trascinava le ultime foto da posizionare. Sollevo' lo sguardo,e osservo' attraverso la sobria montatura,la ragazza bionda,che poco distante osservava qualcosa al microscopio e prendeva qualche appunto silenzioso:

 

 

 

“Pensi che riuscirai a terminare in un'ora?” le chiese con tono basso,temendo di disturbare la solennita' del suo lavoro. Lei non distolse lo sguardo,ma si limito' a raccogliere i corti capelli in una piccola coda,che lasciava fin troppi ciuffi ribelli.

 

 

 

“Anche meno” rispose “Le mie colture sono quasi pronte...volevo chiederti,piuttosto,se hai ancora le dendrobatidi in camera tua”

 

 

 

“Le ho liberate qualche giorno fa”

 

 

 

“Merda...”

 

 

 

“A cosa ti servivano?”

 

 

 

“Avevo bisogno di alcuni campioni di muco”

 

 

 

“Non e' un problema,andremo a prenderle appena il tempo sara' migliorato...possiamo andarci insieme” alzo' le spalle “Se avessi saputo che ti servivano le avrei tenute qualche altro giorno”

 

 

 

“Nah,meglio cosi'...sai che mi terrorizza sapere che tieni animali potenzialmente letali in camera tua,lontani dalla sicurezza del laboratorio...posso accettare di morire stritolata da un'anaconda,o sbranata viva da un giaguaro...ma per colpa di una rana da quattro soldi no,non ci sto!” la guardo',finalmente con le mani ai fianchi. L'altra comincio' a ridere di gusto.

 

 

 

“Una rana da quattro soldi?” disse tra le risate.

 

 

 

“E non ridere!” afferro' la penna che aveva sul tavolo e gliela lancio',colpendola in testa.

 

 

 

“Mi ricorda i tempi del college,sai?” chiese sospirando nostalgica,mentre si alzava e andava a frugare nel frigo ben nascosto,tirandone fuori due birre. Le stappo' e ne porse una alla collega.

 

 

 

“Ti riferisci a quando eri una latina bipolare studentessa modello di giorno e mangiatrice di donne di notte?” stavolta fu lei a ridere.

 

 

 

“No...mi riferisco a quando ero china sul mio microscopio,durante l'esercitazione di biologia...una certa Stacey si rovescio' sui pantaloni una provetta che conteneva sperma di bufalo...e lei comincio' a correre come un'ossessa credendo che avrebbe partorito una specie di mutante fratello del minotauro...” la bionda inizio' a ridere “Cercavo di trattenermi,ma poi ho alzato lo sguardo e tu eri li',talmente concentrata nel mantenere un'espressione dignitosa,da essere completamente rossa in viso...ci siamo guardate e siamo scoppiate a ridere,mentre il club delle oche da cortile andava ad aiutare la poveretta a trovare un contraccettivo...” guardo' lontano,persa nei suoi ricordi.

 

 

 

“Come dimenticarlo” la bionda sorseggio' la sua birra “Poi mi sono avvicinata e ti ho stretto la mano”

 

 

 

“Sono Quinn Fabray,e tra qualche anno saro' una biologa alle dipendenze della piu' bella,sexy,intrigante,colta e intelligente zoologa che il mondo abbia mai visto” la mora imito' una vocetta stridula nel pronunciare quelle parole. La risposta della bionda fu una voce calda e mascolina.

 

 

 

“Io sono Santana Lopez,una sborona di prima categoria che pagherebbe col suo rene destro pur di avere una biologa cosi' brillante nel proprio team di squilibrati!”

 

 

Risero insieme. Santana mise in stampa il documento che aveva finito di rielaborare e sistemo' i fogli nella stampante.

 

 

 

“Ci pensi che sono passati sette anni?” le chiese.

 

 

 

“Ti prego...mi fai sentire vecchia,San...”

 

 

 

“Oh,no,cambiamo argomento allora...mi serve il tuo spirito giovanile,sta arrivando una tempesta se tu te lo fossi scordata!”

 

 

 

“Piuttosto,hai gia' contattato il centro meteorologico? Giusto per avere qualche dettaglio in piu'...” domando' la ragazza in camice.

 

 

 

“Ho chiamato prima di scendere...il tizio che mi ha risposto parlava un portoghese cosi' stretto che ho avuto parecchie difficolta' a capirlo...in ogni caso si sposta parecchio velocemente,dovrebbe arrivare qui verso sera...percio' abbiamo tutto il tempo per sistemare tutto e barricarci dentro...non dovrebbero esserci problemi...Sam e' gia' a lavoro” spiego'.

 

 

 

Nel frattempo,due piani piu' in alto,Brittany ebbe un risveglio parecchio indelicato. Sobbalzo' quando senti' qualcosa martellare troppo vicino al suo orecchio,e si tiro' a sedere di soprassalto. Apri' gli occhi e quasi urlo' quando vide Sam,mezzo nudo,fuori dalla finestra della sua stanza,che martellava reggendosi a qualcosa. Si alzo',con i capelli tutti scompigliati e l'espressione assonnata,e si avvicino' alla finestra. Lui la vide quasi subito:

 

 

“Buongiorno raggio di sole!” scherzo' sorridendo.

 

 

 

“Posso sapere cosa stai facendo?” gli chiese,notando che stava inchiodando una tavola di legno alla sua finestra.

 

 

 

“Ti metto al sicuro!”

 

 

 

“Mi stai murando viva o che altro?” chiese di nuovo,confusa.

 

 

 

“C'e' una tempesta tropicale in arrivo,e il grande capo mi ha ordinato di sbarrare tutte le finestre”

 

 

 

“Una tempesta? Non ne sapevo nulla...” si massaggio' gli occhi.

 

 

 

“Abbiamo ordini ben precisi,nessuno puo' abbandonare la base, e c'e' una riunione in salotto tra un

quarto d'ora” riprese a martellare,con piu' vigore.

 

 

 

Brittany guardo' l'orologio. Erano le sette e un quarto del mattino. Ebbe appena il tempo di farsi una doccia veloce e cambiarsi,che era gia' ora di scendere per la riunione.

 

 

Quando arrivo' nello stanzone,respiro' un forte clima di tensione. Parlavano tutti a voce molto alta,si percepiva nervosismo sui volti altrui. In quel momento Quinn e Santana entrarono in salotto. Quinn aveva ancora il camice. Santana la vide e si avvicino' a lei,scavalcando una Rachel che sembrava molto vicina alle lacrime:

 

 

“Ciao” le disse “Non e' nulla di grave,non temere” la rassicuro'.

 

 

 

“Sembrano tutti terrorizzati” non riusci' a trattenersi dal dirglielo.

 

 

 

“POSSO AVERE UN MOMENTO DI ATTENZIONE?” Santana sbraito' senza preavviso,facendo sobbalzare la meta' dei presenti,Brittany compresa. Il silenzio calo' nella stanza e lei ordino' a tutti di sedersi. Rimase solo lei in piedi di fronte alla sua piccola platea.

 

 

 

“Dio,Sam,vai a farti una doccia!” Kurt spinse un sudatissimo Sam lontano da se',prima che Santana iniziasse a parlare.

 

 

 

“Dunque...come avete saputo e' in arrivo una tempesta tropicale...ho chiamato il centro meteorologico poco fa e mi sono informata su ogni dettaglio,percio' ascoltatemi bene...” esordi' “La tempesta arrivera' questa sera...ci sono venti forti,sfiorano i duecento chilometri orari...la pioggia sara' torrenziale e il fiume si ingrossera'...come quasi tutti voi sapete,c'e' stata una tempesta anche l'anno scorso,di natura quasi identica,e abbiamo subito molti danni...ma l'esperienza ci insegna,quindi considerando che sono solo le otto del mattino,abbiamo tutto il giorno per metterci al sicuro e per proteggere la base...adesso organizzeremo il da farsi e ognuno di voi lavorera' sodo per adempiere al compito che vi e' stato dato...badate a non scambiarvi i compiti,ho bisogno che ciascuno di voi faccia cio' che io ho chiesto di fare...Sam” guardo' il biondo.

 

 

 

“Dimmi”

 

 

 

“Gia' questa mattina ti ho chiesto di sbarrare le finestre,Will ti dara' una mano” l'uomo con i capelli ricci annui' “Sbarratele per bene,non lasciate spazio tra un'asse di legno e l'altra...occupatevi di ogni piano,con particolare attenzione al laboratorio...potete andare”

 

 

 

“Sara' fatto” i due ragazzi si dileguarono in fretta,armati di martello e chiodi.

 

 

 

“Mike,Holly,Kurt...voi tre dovete occuparvi del laboratorio...Mike,metti al sicuro tutta l'attrezzatura fotografica e i computer...che ciascuno di loro vada nella propria custodia,in magazzino...Kurt,occupati dei microscopi e delle provette...Holly,tu penserai agli animali dello stabulario...sigilla le teche e coprile con un telo...dai da mangiare agli animali e cambia la loro acqua...non toccare il serpente corallo,non voglio morti sulla coscenza” i tre annuirono.

 

 

 

“Rachel...Brittany...” le due alzarono gli occhi “Ho bisogno che vi occupiate delle barche,al fiume...la tempesta lo fara' ingrossare,percio' devono essere trascinate a terra se non vogliamo perderle...in due dovreste farcela...trascinatele a terra,svuotatele di ogni cosa,prendete tutto...una volta a terra copritele con i teli...ogni barca ha il proprio telo vicino ai giubbotti di salvataggio...copritele e assicurate i teli per terra con i picchetti...fatevi dare un martello da Sam...”

 

 

 

“D'accordo” dissero all'unisono.

 

 

 

“Quinn,tu mi aiuterai a recuperare le fototrappole e videocamere disseminate attorno alla base...ce ne sono trentasei,percio' e' un gran bel lavoro da fare,non posso farcela da sola”

 

 

 

“Ok,San”

 

 

 

“Blaine...tu tieni a portata di mano la tua attrezzatura medica,nel caso in cui Sam decida di giocare a fare Gesu' Cristo...se non dovessero esserci emergenze,prepara cibo per tutta la giornata...servono un pranzo e una cena veloci ma ipercalorici,e bevande zuccherate...”

 

 

 

“Agli ordini”

 

 

 

“Bene,se non ci sono domande,e' tutto!” Santana li guardo' uno per uno,ma era stata talmente chiara da non lasciare ombra di dubbio “Allora a lavoro,ragazzi!” tutti sparirono nelle direzioni indicate.

 

 

 

Holly,Mike e Kurt scesero in laboratorio,Blaine inizio' a tirare fuori la sua strumentazione da medico,Santana e Quinn uscirono fuori,cosi' come Rachel e Brittany. E i lavori di messa in sicurezza della base ebbero inizio.

 

 

Brittany si chiedeva come fosse possibile pensare a una tempesta imminente: era una splendida giornata di sole,il caldo era afoso come sempre,e non si muoveva una foglia.

 

 

“E cosi' c'e' stata una tempesta l'anno scorso?” chiese a Rachel dopo che,con non poca fatica,tirarono a riva la prima barca,che avevano precedentemente svuotato di ogni cosa. Stavano bevendo la limonata che aveva portato Blaine,per riprendere fiato,prima di assicurarla al terreno.

 

 

 

“Si,e' stato un vero disastro” spiego' la ragazza “Il centro meteorologico locale ci aveva assicurato che la tempesta non sarebbe passata da qui,che avrebbe percosso il versante ovest della foresta,lontano da noi...e senza nemmeno accorgercene ci siamo ritrovati proprio nel bel mezzo della tempesta...”

 

 

 

“Cosa e' successo?” Brittany la guardo' curiosa.

 

 

 

“Beh,non eravamo preparati...alcuni di noi erano in missione...abbiamo perso tantissime attrezzature...ventiquattro fototrappole sono andate distrutte,le barche sono affondate...I vetri di quattro finestre sono andati in frantumi...e Kurt,Sam e Mike sono rimasti bloccati per due giorni in foresta...il fiume era straripato ed era impossibile prosegiure o tornare indietro...per fortuna avevano il telefono satellitare e ci hanno avvisati che stavano bene...ma e' stato un incubo...”

 

 

 

“E quando la tempesta e' finita?”

 

 

 

“Quando e' finita la tempesta e' iniziato l'uragano Lopez...” rise “Santana era su tutte le furie...avevamo subito migliaia di dollari di danno,tre dei nostri erano rimasti bloccati,e tutto per un'informazione sbagliata...ha fatto causa al governo brasiliano,e si e' fatta rimborsare fino alll'ultimo centesimo,piu' centomila dollari di danni morali per i ragazzi dispersi...ma credimi,non avresti proprio voluto vederla in quei giorni!” rise.

 

 

 

“Beh,sembra che stavolta sia diverso...ha chiamato lo stesso centro meteorologico?”

 

 

 

“Ovvio che no,da quel giorno chiama il centro nazionale,non quello locale,e si premura di ricordare l'evento passato per accertarsi di avere informazioni precise e dettagliate” risero entrambe.

 

 

 

“Scommetto che andra' meglio...ha preso tutte le possibili precauzioni”

 

 

 

“E sara' cosi',vedrai...Noi abbiamo Santana Lopez” le schiaccio' l'occhio e si rimisero a lavoro.

 

 

La giornata trascorse cosi',a correre da una punta all'altra,dentro e fuori la base. Brittany e Rachel impiegarono quasi quattro ore per assicurarsi che le barche fossero saldamente inchiodate a terra. Era stato un lavoro faticoso e lungo. Di tanto in tanto intravedevano Santana arrampicata su qualche albero nelle vicinanze,che smontava pazientemente una fototrappola. Aveva occhi dappertutto,riusciva a controllare i movimenti di chiunque dentro e fuori la base,e per la prima volta da quando si trovava in Amazzonia,Brittany la vide andare in giro con il telefono satellitare sempre in tasca.

 

 

Si fermarono solo per ora di pranzo,consumando un panino al volo giusto per rimettersi in forze. Poi di nuovo a lavoro. Fu tutto pronto per le sei del pomeriggio. Ogni lavoro era stato portato a termine e loro erano barricati dentro la base. Nessuno doveva uscire dalla base. Ordini categorici di Santana.

 

 

Cosi' Brittany ebbe il tempo di farsi una meritata e piacevolissima doccia. Rimase li' dentro per almeno un'ora,e non era neanche certa di aver lavato via tutto il sudore. Si senti' rinata quando usci' e indosso' abiti freschi e casalinghi: pantaloni di tuta neri,morbidi e leggeri,e una canottiera verde militare. Aveva i capelli ancora umidi quando scese in cucina.

 

 

Molti dei ragazzi erano li' e si facevano compagnia in attesa della tempesta,come se aspettassero una vecchia amica. C'era anche pero',chi aveva deciso di dileguarsi e attendere nel silenzio della propria camera. Sul tavolo c'era un piatto con dei tranci di torta al lampone. Stava per prenderne un pezzo quando Blaine la rimbecco'.

 

 

“Hey Britt,Santana ha chiesto di te” le disse. Lei alzo' lo sguardo.

 

 

 

“Nel senso che vuole vedermi?”

 

 

 

“Si,ha detto che vuole parlarti” aggiunse Kurt dal divano.

 

 

 

“Sapete dov'e'?” chiese allora.

 

 

 

“E' in camera sua”

 

 

 

“Bene,non ti dispiace se prendo questa,vero Blaine?” chiese alludendo alla torta,e prima di ricevere risposta aveva gia' rubato il piatto e si era dileguata nel corridoio.

 

 

Usci' nella scalinata esterna e si arrampico' con una sola mano lungo la scaletta che portava alla stanza di Santana. Poi busso' e attese il suo arrivo da dietro la porta. Le apri' sorridendo:

 

 

 

“Mi cercavi?” chiese.

 

 

 

“Ciao Brittany...si,volevo parlarti,entra...” si sposto' e la invito' ad entrare. La stanza di Santana,che aveva visto solo una volta,era ordinata e profumava di frutti tropicali. Il letto grande coperto da un piumone bordeaux,la scrivania piena di fogli e con il portatile acceso,l'armadio all'angolo,la porta del bagno chiusa.

 

 

 

“Ho saccheggiato la cucina” le disse mostrando la torta.

 

 

 

“Grandioso,ho una fame!” le sorrise e prese il piatto dalle sue mani,poggiandolo sulla scrivania,dalla quale prese un malloppo di fogli rilegati in un piccolo libro. Poi si sedette sul letto e la invito' a fare lo stesso.

 

 

 

“Di cosa volevi parlarmi?” chiese la bionda.

 

 

 

“Questa e' la pubblicazione rivista e corretta” disse mostrando i fogli “L'ho riletta per intero questa mattina,ho allegato le foto che ho scattato e l'ho stampata...prima di mandarla,pero',tu e Holly dovete firmarla,io l'ho gia' fatto” Brittany era confusa.

 

 

 

“D'accordo...ma potevo firmarla anche domani,no?” chiese “Neanche Holly l'ha firmata...”

 

 

 

“Lo so...infatti questa e' la punta dell'iceberg...c'e' un'altra cosa di cui volevo parlarti,senza nessuno attorno,soprattutto senza Holly,altrimenti la licenzio sul serio...” mugugno'.

 

 

 

“Di che si tratta?”

 

 

 

“Negli ultimi giorni ho visionato molto materiale sui cebi,e ho prestato particolare attenzione al tuo lavoro di riconoscimento sui singoli individui della famiglia...”

 

 

 

“Ho sbagliato qualcosa?” scatto' Brittany allarmata.

 

 

 

“No,assolutamente,anzi...c'e' davvero tanto bel materiale...e penso che dovresti farne una tua pubblicazione...” la guardo' seria.

 

 

 

“Cos...una pubblicazione...mia?” non credeva alle sue orecchie.

 

 

 

“Si,stendi un documento e spiega che metodologia hai usato per riconoscerli...in che modo la documentazione fotografica ti ha aiutata,quanto tempo li hai osservati,come e' piu' facile distinguerli fisicamente...scrivimi dieci pagine,stampale,firmale...io devo solo sottoscrivere in quanto direttrice del progetto” spiego'.

 

 

 

“Ma non ci ho lavorato da sola”

 

 

 

“Oh si che lo hai fatto” Santana sorrise affabile “Io ti ho solo dato una linea guida” le mise una mano sulla spalla.

 

 

 

“Ti fidi cosi' tanto di me?” la bionda era commossa.

 

 

 

“Si” salto' dal letto e la abbraccio' forte,quasi stritolandola. Santana quasi perse l'equilibrio.

 

 

 

“Grazie San! Grazie grazie grazie!”

 

 

 

“Non hai bisogno di ringraziarmi,Brittany...te lo meriti” sorrise e poi si alzo' e recupero' la torta,porgendone un pezzo alla bionda. Iniziarono a mangiarla insieme.

 

 

 

“E' buonissima”

 

 

 

“Stupido Blaine” la mora si lamento' con la bocca piena “Mi fara' ingrassare,e non saro' piu' in grado di muovermi”

 

 

 

“Ma piantala!” rise l'altra.

 

 

 

La loro conversazione fu interrotta da uno squillo simile a quello di un telefono. Proveniva dal computer di Santana,che era illuminato e indicava una videochiamata. Lei fisso' il computer per qualche secondo.

 

 

“E' la mia famiglia” spiego' breve “Ti dispiace se rispondo? Resta pure,se vuoi farmi compagnia”

 

 

 

“Ma certo” le sorrise “Fai pure,io resto in un angolino” la giovane allora corse a recuperare il portatile e sedette a gambe incrociate sul letto,vicina a Brittany,che pero' non era inquadrata dalla telecamera. Poi avvio' la videochiamata.

 

 

 

Dall'altra parte c'era un giovane,poteva avere vent'anni. Aveva i capelli neri come quelli di Santana,ma gli occhi castani erano piu' chiari. Anche la carnagione era scura,e il sorriso spavaldo era lo stesso. Le somigliava da morire,e quando la vide sorrise.

 

 

“Sbaglio o quella che vedo e' la mia sorellina?” disse con voce scura.

 

 

 

“In carne ed ossa” rispose Santana.

 

 

 

“Beh,piu' ossa che carne a dire il vero...”

 

 

 

“Ma che ne capisci! Questi sono i muscoli che tu sogni la notte” lei gli fece una linguaccia e questo fece ridere Brittany “Come stai Roy? Come va' all'universita'?”

 

 

 

“Ah,solita noia” sbuffo' lui portando le mani dietro la testa “Sempre qualche esame da dare,e stupidi spocchiosetti che ottengono piu' di me,ho mandato al diavolo il professore di anatomia ieri...”

 

 

 

“Roy!” Santana lo richiamo' “Vuoi farti davvero buttare fuori?”

 

 

 

“Oh,andiamo,Sannie,eri cosi' anche tu,e guarda dove sei adesso!” protesto'.

 

 

 

“In Amazzonia,lontana da tutti i prof che ho mandato al diavolo?” la zoologa rise,facendo ridere anche il fratello.

 

 

 

“Hai fatto il lavaggio del cervello a tutti,in questa casa...pensa che ieri e' entrata una lucertola in casa...mamma si e' messa a strillare e voleva colpirla con la scopa...ma papa' ha detto che se tu fossi stata in casa non glielo avresti mai permesso...l'ha presa a mani nude!” rise “Era terrorizzato,Sannie,diceva che era una sensazione orribile al tatto,ma ha fatto l'uomo di casa,l'ha presa e l'ha liberata in giardino!” Santana scoppio' a ridere.

 

 

 

“Davvero mamma voleva colpirla con la scopa!?” chiese.

 

 

 

“Si! Ma super Pa' ha fermato lo scempio!”

 

 

 

“Sta di nuovo parlando male di sua madre,non e' vero?” alle spalle del giovane spunto' una donna sulla cinquantina,e il volto di Santana si illumino'.

 

 

 

Brittany capi' dove Santana aveva preso tutta la sua bellezza. Sua madre era uno splendore nonostante l'eta' non proprio giovanissima. Sembrava bassa e minuta,proprio come la figlia,ma era altrettanto bella.

 

 

 

“E cosi' volevi approfittare dell'immensa distanza che mi impedisce di sbraitarti contro,per prendertela con una povera innocente lucertolina?” la mora aveva un tono dolce,estasiato,che la bionda non conosceva “Ma cosa ti ho insegnato in questi anni? Eh?” chiese sorridendo.

 

 

 

“Ricordami,tesoro,chi e' la madre di chi?” rispose a tono la donna,prendendo posto accanto al figlio.

 

 

 

“Tu hai insegnato a me,e' giusto che io ricambi il favore! Come stai,mammina?”

 

 

 

“Sicuramente meglio di te...Dio,Santana,sei sempre piu' magra,ma ti fanno mangiare in quel postaccio? Sei pallida,lavori troppo!”

 

 

 

“Certo,mamma” rispose paziente. Brittany non riusciva a distogliere lo sguardo da quello spettacolo. Era priva di ogni tipo di difesa,era cosi' se' stessa,e i suoi occhi brillavano di felicita'.

 

 

 

“Bene” Roy finse di prendere appunti “Facendo una diagnosi accurata in base ai sintomi descritti dalla nostra genitrice...stai morendo,Sannie,ti restano due mesi di vita,usali bene!” la zoologa rise ancora,mentre il fratello si beccava uno schiaffo affettuoso dalla madre.

 

 

 

“E dov'e' l'eroe di casa?” domando'.

 

 

 

“A salvare vite in ospedale,come sempre” sua madre parlo' con tono orgoglioso.

 

 

 

“Ma volete piantarla di parlare come due vecchie?” si intromise di nuovo il ragazzo,guardando alternativamente la madre e lo schermo del pc,come se davanti avesse davvero sua sorella “Parliamo di cose importanti! Si cucca in Amazzonia,sorellona?” ammicco' allo schermo.

 

 

 

“Cucco in ogni caso piu' di te!” eccola,la Santana che conosceva.

 

 

 

“Posso ben crederci! Hai trovato il tuo posto da femmina alfa in una tribu' di scimmie amazzoniche?” Brittany scoppio' a ridere senza rendersene conto,e porto' le mani alla bocca. Santana si volto' a guardarla.

 

 

 

“Stai ridendo,per caso?” le chiese con aria di sfida. E questo aumento' le sue risate.

 

 

 

“Chi c'e' con te?” il ragazzo dall'altra parte si fece curioso.

 

 

 

“Nessuna scimmia,Roy, e' la mia assistente,che trova divertenti le stronzate che ti escono di bocca!” senza preavviso volto' il computer inquadrando la bionda che ancora rideva. Lei si senti' in imbarazzo quando realizzo' di essere osservata con curiosita' dal fratello e dalla madre del suo capo.

 

 

 

“Scusate l'interruzione” disse rossa in viso,facendo un cenno con la mano. Roy si volto' verso la madre.

 

 

 

“Mamma,voglio andare in Amazzonia!” stavolta fu Santana a ridere senza ritegno,mentre mamma Lopez gli tirava un altro scappellotto.

 

 

 

“Perdona mio figlio” si giustifico' “E' un delinquente,spero che almeno mia figlia si stia comportando bene!” la mora roteo' gli occhi al cielo.

 

 

 

“Mamma,Roy,lei e' Brittany...Brittany,loro sono mamma e Roy” disse brevemente,cantilenando.

 

 

 

“Piacere di conoscerla,signora”

 

 

 

“Niente signora,sa proprio di vecchia! Mi chiamo Carmen” sorrise la donna.

 

 

 

“Ciao Brittany” aggiunse Roy facendo ciao con la mano “Com'e' avere mia sorella come capo? Devastante,non e' vero?”

 

 

 

Prima che la ragazza potesse rispondere,un forte colpo di vento le fece voltare entrambe. Alzarono gli occhi al soffitto,che era trasparente,e si accorsero che la tempesta era iniziata. Pioveva forte,all'improvviso,e un ramo si stacco' dall'albero,precipitando con un forte rumore sul tetto della stanza di Santana.

 

 

 

“Dannazione” mormoro' quest'ultima.

 

 

 

“Cos'e' questo baccano?” chiese la madre,in ascolto.

 

 

 

“Mamma...la tempesta e' appena iniziata...era in previsione,ma speravo arrivasse piu' tardi...potrebbe cadere la linea in qualunque momento,quindi se succede non allarmatevi,non sto morendo” spiego'.

 

 

 

“Ti chiamiamo nei prossimi giorni,tesoro,vai pure...”

 

 

 

“D'accordo...vi scrivo domani” disse lei,con un sorriso triste.

 

 

 

“Brittany,e' stato un piacere” sorrise benevola guardando la bionda.

 

 

 

“Il piacere e' tutto mio” lei ricambio' il suo sorriso.

 

 

 

“Ciao Sannie” il fratello la saluto' con un gesto “Ci manchi a casa”

 

 

 

“Mi mancate anche voi” sospiro' “Date un bacio a papa'” fece un ultimo gesto e chiuse la chiamata.

 

 

 

Poi si guardo' intorno,nel silenzio e si rese conto che la tempesta si era scatenata per davvero. Il vento soffiava fortissimo e i rumori provenienti dall'esterno non erano per nulla rassicuranti. La pioggia era battente.

 

 

“Direi che e' cominciata...” sussurro' Brittany.

 

 

 

“Gia'...ho due notizie,una buona e una cattiva...”

 

 

 

“Dimmi quella cattiva...” disse spaventata.

 

 

 

“Quella cattiva e' che non puoi tornare in camera tua...ho dato ordine di chiudere le porte a chiave non appena la tempesta fosse iniziata,e in ogni caso e' pericoloso uscire...” disse in fretta.

 

 

 

“E quella buona?” chiese.

 

 

 

“Quella buona e' che puoi restare qui...il mio letto e' grande,c'e' abbastanza spazio...anche se dubito che riusciremo a dormire con questo baccano...” Brittany arrossi',e tanto anche. Ma di contro,anche la mora sembrava parecchio imbarazzata dalla propria affermazione.

 

 

 

“Grazie...” balbetto'.

 

 

 

“Posso darti un cambio se vuoi dormire comoda...c'e' il bagno” disse indicando la porta.

 

 

 

“Non e' un problema,posso dormire cosi'” spiego'.

 

 

 

“D'accordo” lei annui',scese dal letto e ripose il computer sulla scrivania,dopo averlo spento. Poi ando' in bagno,e Brittany ne approfitto' per stendersi sul letto,sotto le coperte. Fece attenzione a restare sul lato destro del letto.

 

 

 

Quando Santana usci',spense le luci e la raggiunse,prendendo posto dalla parte opposta. Nonostante la tempesta coprisse il cielo,con le sue nuvole,non era buio. La luce naturale rischiarava la stanza e permetteva alla bionda di avere una visuale chiara di ogni dettaglio attorno a lei.

 

 

Santana era stesa con le braccia dietro la testa,guardava il soffitto. Scrutava i rami scossi dal vento,e d'un tratto il suo volto fu illuminato da un fulmine.

 

 

 

“Accidenti” disse mentre il rombo del tuono lo seguiva,spedito “E' anche peggio dell'altra tempesta”

 

 

 

“Pensi che ci saranno danni?” le chiese la bionda,accucciata di lato,mentre la fissava.

 

 

 

“Non questa volta,andra' tutto bene” disse forse piu' a se' stessa.

 

 

 

“Sai...” inizio' la giovane “Somigli tanto a tua madre” la mora si volto' e la guardo' con un mezzo sorriso.

 

 

 

“Se vedessi mio padre,diresti che sono una via di mezzo”

 

 

 

“Da quanto non li vedi?”

 

 

 

“Roy e' venuto a trovarmi due anni fa...e' rimasto un paio di settimane...invece mamma e papa' non li vedo da tre anni”

 

 

 

“Devono mancarti molto...”

 

 

 

“Moltissimo” sussurro' “Penso spesso a quanto mi piacerebbe svegliarmi la mattina con l'odore dei pancakes di mia madre...passare il giorno del Ringraziamento in famiglia...o anche solo aspettare mio padre che torna per cena...”

 

 

 

“Hai una famiglia meravigliosa,Santana...si vede che ti vogliono un gran bene...e poco fa ho visto nei tuoi occhi lo stesso amore nei loro confronti” la latina si volto'. Adesso era anche lei rannicchiata,e guardava Brittany.

 

 

 

“Nessuno di voi e' abituato a grandi dimostrazioni d'affetto da parte mia...pero' con la mia famiglia e' diverso” sembro' quasi giustificarsi.

 

 

 

“Ed e' stupendo” le sorrise l'altra.

 

 

 

“Sai...amo il mio lavoro piu' di ogni altra cosa...lavorare con gli animali,in mezzo alla natura,mi rende felice,e sto davvero bene qui...non sono mai stata cosi' bene in nessun altro posto...” sembro' pesare le parole che stava per dire “Ma in certi momenti sento che mi manca qualcosa...probabilmente e' solo la mia costante ricerca di una perfezione inesistente...in fondo nessuno ha una vita perfetta...”

 

 

 

Brittany riflette' sulle parole appena pronunciate dall'altra,ma la risposta venne fuori prima che fosse in grado di formulare la giusta combinazione di parole.

 

 

 

“Non e' la ricerca della perfezione...cio' che ti manca e' ben diverso...” l'affermazione incuriosi' Santana.

 

 

 

“E cosa sarebbe?”

 

 

 

“Ti manca un contatto umano” disse semplicemente.

 

 

 

“Stiamo di nuovo parlando di sesso?” anche nella penombra Brittany vide chiaramente le sua sopracciglia sollevarsi fin troppo,e rise di una risata innocente e cristallina.

 

 

 

“Ma no,scema,non e' questo che intendo...guardami,Santana,e sii onesta...quando e' stata l'ultima volta che hai guardato un film in compagnia di qualcuno,commentando qualche scena mal riuscita mentre divori un pacco di popcorn?” Santana la fisso' colpita “A chi hai dato l'ultimo abbraccio sincero,solo perche' avevi voglia di farlo? Quando hai ascoltato le confidenze di un amico che aveva bisogno di sfogarsi?”

 

 

 

All'inizio non rispose.

 

 

Quelle parole la colpirono forte,e vi medito' a lungo. Ma per qualche ragione non riusciva a interrompere il contatto visivo con gli occhi azzurri e sinceri di Brittany. Aveva ragione,e lei lo sapeva.

 

 

Cosi' sospiro' sconfitta.

 

 

“Cosi' tanto tempo fa,da aver dimenticato cosa si prova...” lo disse piano,con vergogna. E Brittany si avvicino' a lei. Tanto,troppo. Le loro gambe si sfioravano.

 

 

 

“Poco fa hai detto di fidarti di me...” inizio'.

 

 

 

“Che stai facendo?” chiese,improvvisamente nervosa.

 

 

 

“Ti sto ricordando cosa si prova” aggiunse,prima di circondare la sua vita,in un abbraccio. Santana si senti' arrossire.

 

 

 

“Brittany,non...” annaspo'.

 

 

 

“Dimenticatelo,ok?” la interruppe lei “Dimentica che sei il mio capo,dimentica che sono la tua assistente...Siamo Brittany e Santana,nient'altro...fuori c'e' una tempesta,ma qui dentro si sta bene...” Santana non sapeva cosa dire. Era pietrificata in quella posizione,e si sentiva indifesa.

 

 

 

“D'accordo...” sussurro'.

 

 

E abbasso' la testa. Non voleva mostrare troppa debolezza,e non voleva essere vista in quello stato di imbarazzo.

 

 

Brittany,che non sapeva da dove aveva tirato fuori tutto quel coraggio,ne approfitto' per sistemarsi meglio in quella posizione. Le permise,con gesti delicati,di appoggiarsi al suo petto,ma percepiva il suo nervosismo e il suo disagio.

 

 

“Sei tesa” disse gentile.

 

 

 

“Lo so...”

 

 

 

“Rilassati,San... chiudi gli occhi e dimentica la tempesta... raccontami qualcosa” propose.

 

 

 

“Ad esempio?”

 

 

 

“Parlami della tua famiglia...del lavoro di tuo padre,dei progetti di tuo fratello,del rapporto con tua madre...quel che vuoi” la zoologa chiuse gli occhi,anche se Brittany non poteva vederla,e prese un respiro profondo.

 

 

 

“Mia madre e' colombiana,mio padre spagnolo...ma io e mio fratello siamo nati a New York...papa' e' un chirurgo d'urgenza,tra i migliori nel suo campo...e' un lavoro duro,soprattutto quando non riesce a salvare i suoi pazienti,ma lui ci mette il cuore...e' la sua passione...” Brittany ascoltava attentamente “Nonostante passi quasi tutto il giorno in ospedale,ha sempre trovato del tempo da dedicare alla famiglia...e' un padre e marito esemplare,non dimentica mai un compleanno o l'anniversario di matrimonio...e' cosi' d'esempio per noi,che Roy ha deciso di seguire le sue orme...sta studiando medicina...”

 

 

 

“Vuole fare il chirurgo d'urgenza anche lui?”

 

 

 

“In realta' vorrebbe fare il neurochirurgo...e anche se e' uno scapestrato,ha le idee molto chiare sul suo futuro...ce la fara',sicuramente...”

 

 

 

“Siete molto legati,vero?” chiese ancora la giovane.

 

 

 

“Anche se e' piu' piccolo di me,ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella mia vita,e mi ha sempre protetta...una volta prese a pugni un tipo che mi aveva appellata in modo molto volgare davanti ai cancelli della scuola,dopo aver ricevuto un due di picche” rise al ricordo,e il suo respiro si fece sereno.

 

 

I muscoli si rilassarono,il suo corpo si sciolse lentamente. Non protesto' quando Brittany inizio' ad accarezzarle i capelli,portandoli dietro il suo orecchio.

 

 

 

“Anche tua mamma ha un viso incredibilmente dolce...”

 

 

 

“Mamma e' il nord della bussola...il punto di riferimento fondamentale...ricordo ancora il mio primo Natale a casa di ritorno dal college,per le vacanze...ci siamo trovate sole in cucina,mentre lei preparava la cena...era un periodo molto duro per me...studiavo tanto,seguivo troppi corsi...scoppiai a piangere senza potermi fermare...e tra un singhiozzo e l'altro le dissi che c'era qualcosa di sbagliato in me,che il mio mondo girava al contrario...perche' per un assurdo motivo che non mi spiegavo,mi piacevano le ragazze,e non potevo farci niente...lei mi abbraccio'...mi abbraccio' cosi' forte da stritolarmi...mi disse che era orgogliosa di me,che ero stata coraggiosa,e che,ne era certa,lo sarei stata anche in futuro...che mi avrebbe sempre sostenuta,e che un giorno sarebbe venuta al mio matrimonio,poco importava che sposassi un uomo o una donna...” concluse.

 

 

 

Fu il silenzio.

 

 

Adesso Santana era rilassata,il suo respiro era regolare. Non sentiva piu' neanche i suoni della tempesta,fuori. E la bionda lo percepiva,era soddisfatta del risultato ottenuto.

 

 

“Va' almeno un po' meglio?” le chiese piano.

 

 

 

“Molto...molto piu' di quanto credessi possibile” disse.

 

 

 

Alzo' la testa.

 

 

Il contatto umano che le era mancato per tutto quel tempo,stava iniziando a ricordarlo. E senti' il bisogno di guardarla negli occhi.

 

 

Era certa che il suo sguardo trasmettesse gratitudine,e sapeva che Brittany era in grado di leggerla.

 

 

Quando i loro occhi si incontrarono erano vicine. I loro corpi erano stretti l'uno all'altro,e Santana poteva sentire il suo respiro infrangersi sulla sua pelle. Ebbe un brivido.

 

 

Gli occhi di Brittany erano chiari e limpidi,e la vide sorridere debolmente. L'aveva vista,la gratitudine nei suoi occhi neri. Sorrise di rimando. La mano della bionda si poggio' sul suo viso,in una carezza che le fece socchiudere gli occhi,ma glieli fece anche riaprire subito. Erano davvero troppo vicine.

 

 

“Britt...” sussurro' con voce spezzata. Era la prima volta che la chiamava cosi'.

 

 

 

“Si?” la sua voce era roca.

 

 

 

“Questo e'...” cerco' le parole,ma il suo odore la stordiva “Inappropriato...” disse infine. Lei annui' impercettibilmente.

 

 

 

“Lo so...” e raccolse le sue labbra in un bacio.

 

 

Le impedi' di dar sfogo ai suoi pensieri,di farsi troppe domande,di tornare sulla difensiva. Santana,poi,sulla difensiva non voleva tornarci. O forse non ne aveva semplicemente la forza. Sapeva soltanto che era bastato quel tocco lieve a farle dimenticare il resto. Sapeva che l'aveva stretta di piu' a se',senza rendersene conto. Sapeva che anche lei la stava baciando.

 

E non aveva nulla,nulla a che fare con la sera della festa,quando le era praticamente saltata addosso. Non c'era traccia del desiderio carnale,della voglia animalesca di strapparle i vestiti di dosso.

 

Brittany la stava baciando dolcemente,muoveva piano le labbra sulle sue,in un contatto fresco e gentile. Le sue labbra sapevano di lampone. Erano morbide e si incastravano perfettamente sulle sue. A quel bacio ne segui' un altro e un altro ancora.

 

Le sue mani non cercavano l'elastico dei pantaloni,per farli sparire dalla circolazione. Le accarezzava il viso,si spostava dolce sul collo,poi sui fianchi. La sovrasto' con il suo piccolo peso,e Brittany non aspettava altro,nonostante i loro corpi fossero gia' vicinissimi.

 

Le loro lingue si cercarono e si trovarono,si accarezzarono e intrapresero un ritmo perfetto,sebbene fosse improvvisato. Passarono minuti,o forse ore,a baciarsi,senza dirsi una parola,tra una carezza e l'altra. Di tanto in tanto un sospiro tradiva l'emozione. E presto si addormentarono in un abbraccio,nel silenzio di quella stanza,mentre fuori imperversava la tempesta...

 

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Capitolo 12
*** Sospetti ***


SERAAAA!

Anche questo capitolo e' arrivato in fretta,e se pensate che i guai per le nostre meraviglie siano finite,beh vi sbagliate di grosso!

 

Vedrete per la prima volta scene in cui non ci sono ne' Brittany ne' Santana,e osserverete il punto di vista di qualcun altro.

 

Buona lettura :D

 

 

 

 

 

 

Brittany si sveglio' perche' il sole battente del mattino aveva circondato la stanza. Non c'erano tende o pareti vere li' dentro,ed era come essere fuori. Era supina,con il viso affondato sul morbido cuscino. Il lenzuolo era abbandonato ai piedi del letto,e in quella stanza riusciva a respirare un odore diverso da tutto il resto.

 

 

Il suo odore.

 

 

Mosse appena le braccia,e si accorse di essere sola nel letto matrimoniale. Santana non c'era. Ma non era sorpresa. Era in un momento di pace interiore che avrebbe lasciato andare il piu' tardi possibile.

 

 

Preferiva rimandare le domande a un secondo momento. Cosi' si stiracchio' con un lamento,allungando gli arti quanto possibile. Sistemo' i capelli che le erano caduti davanti al viso e si massaggio' gli occhi.

 

 

Poi,finalmente,li apri'.

 

 

La tempesta sembrava passata.

 

 

Il ramo che er precipitato sul tetto di Santana era ancora li',e i grossi alberi che circondavano la base,mostravano i segni inconfondibili di distruzione,che vento e pioggia avevano portato. Ma splendeva di nuovo il sole,e non tirava un filo di vento. Un rumore lievissimo,quasi impercettibile,la fece voltare a sinistra.

 

 

E la vide.

 

 

Santana era li',fuori dalla stanza,all'aria aperta. Era seduta a gambe incrociate sulla ringhiera in legno del suo balcone,a qualcosa come trenta metri dal suolo. C'era un pappagallo appollaiato vicino a lei,un Ara macao,blu elettrico. Era una creatura incredibilmente rara,persino in Amazzonia.

 

 

Santana gli dava delle noci,e lui le prendeva placidamente dalle sue mani,senza alcun timore,le apriva con il robusto becco,e consumava l'interno morbido in sua presenza.

 

 

Indossava gli stessi vestiti della sera prima,pantaloncini neri e canotta intima,bianco trasparente. Il sole illuminava la sua figura e rendeva la sua pelle ancora piu' bronzea. Aveva un'espressione dolce in viso,mentre riportava indietro i lunghi capelli scuri. Accarezzava il collo del pappagallo,per nulla spaventata dal becco grosso e appuntito.

 

 

Brittany ricordo' che dall'esterno non si vedeva l'interno della stanza,percio' si posiziono' meglio e osservo' quello spettacolo. Le sarebbe tanto piaciuto poter immortalare quel momento.

 

 

Vedere Santana appollaiata su quel pezzo di legno,a suo agio con la foresta e le sue creature,senza la sua solita espressione concentrata in viso,senza difese,senza preoccupazioni. E con quel sorriso in volto,bianco e smagliante,che avrebbe fatto sciogliere le calotte polari.

 

 

Stava parlando all'animale,gli diceva qualcosa,ma dall'interno,purtroppo,non riusciva a sentirla. Gli diede l'ultima noce,e quando lui fini' di mangiarla,striscio' il becco contro la sua mano,in quella che aveva tutta l'aria di essere una carezza,prima di spiegare la grandi ali e spiccare il volo.

 

 

Santana rimase li', a fissare l'animale che si dileguava in fretta nel verde della foresta. Poi si stiracchio' e fece il giro della stanza,per giungere alla porta.

 

 

Brittany si affretto' a cambiare posizione,e quando la mora apri' la porta,si stiracchio' forte,fingendo di sobbalzare per il rumore,e inscenando,per altro,un risveglio appena avvenuto. Santana le sorrise,con lo stesso sorriso che le aveva visto impresso qualche istante prima:

 

 

“Buongiorno,dormigliona!” le disse. Il suo tono era allegro.

 

 

 

“Buongiorno” sorrise di rimando.

 

 

 

“Dormito bene?”

 

 

 

“Benissimo,e tu?”

 

 

 

“Molto bene” disse,senza aggiungere molto.

 

 

 

“Direi che la tempesta e' passata...”

 

 

 

“Ma ha lasciato la sua scia di distruzione...te ne accorgerai quando scendiamo...”

 

 

 

“Quindi passeremo la giornata a ricostruire cio' che e' andato distrutto?” chiese.

 

 

 

“Beh,dobbiamo togliere in qualche modo tutti i rami crollati sulla base e nella radura...dobbiamo schiodare le finestre...e rimettere tutto al posto,quindi si,suppongo che andra' via tutta la giornata” alzo' le spalle sbuffando “La tempesta ha cambiato i programmi per tutta la settimana,purtroppo...”

 

 

 

“Tutta la settimana? Perche'?” Brittany si tiro' su' a sedere,mentre l'altra si sedeva a gambe incrociate di fronte a lei.

 

 

 

“Il fiume e' ingrossato,e sicuramente ha straripato in diversi punti...le zone circostanti saranno fangose,vere e proprie paludi...la corrente ci mettera' molto a diminuire,quindi non usciremo in missione per tutta la settimana...gli animali sono spaventati,e pensa alla distruzione che avranno subito le loro tane,i loro nidi...sarebbe poco produttivo...” spiego'.

 

 

 

“E cosa faremo alla base?”

 

 

 

“Il lavoro c'e' sempre...ci occuperemo del laboratorio,aiuteremo Quinn con alcuni lavori che sta facendo,cosi' ne approfitto per insegnarti ad analizzare campioni d'acqua,e cose del genere...magari ti insegnera' lei piu' di me,in fondo non sono io la biologa...inoltre potrai dedicarti alla tua pubblicazione” disse pratica.

 

 

 

“Mi sembra un piano perfetto” concordo'.

 

 

 

“Sara' meno perfetto quando avro' passato piu' di dodici ore con Rachel attorno” la bionda rise.

 

 

 

“Suvvia,dici di non sopportarla e poi ci duetti insieme!” la prese in giro Brittany.

 

 

 

“Avrai notato che serve tanto,tantissimo vino,per permettermi di cedere!” ridacchiarono insieme.

 

 

 

“Credimi,non mi muoverei da qui tutto il giorno” inizio' la bionda stiracchiandosi “Ma ho seriamente bisogno di una doccia...quindi dovrei andare” si alzo' dal letto e sistemo' il pigiama che indossava.

 

 

 

“D'accordo,allora ci vediamo in laboratorio appena finisci” annui' lei accompagnandola alla porta “Porta il computer” le raccomando'.

 

 

 

“Certo...ci vediamo dopo...” si aggrappo' alla scaletta e inizio' la sua discesa.

 

 

 

“Brittany” Santana la chiamo'.

 

 

 

“Si?” la giovane la guardo',e vide che sembro' pensare a cio' che stava per dire. Poi scosse la testa.

 

 

 

“Niente...sbrigati a fare la doccia,ho bisogno del tuo aiuto...” lei sorrise un'ultima volta,prima di sparire al piano di sotto. E quando fu lontana dal suo sguardo sorrise ancora di piu'.

 

 

 

“Sembra impossibile che qualcuno riesca a sorridere cosi' alle otto del mattino,eppure,guardando la tua espressione,non posso che ricredermi!” Brittany sobbalzo' quando si trovo' di fronte Quinn,a braccia conserte,seduta in terrazza con un caffe' davanti. Aveva un'espressione curiosa,il sopracciglio destro pericolosamente alzato,e sembrava che trattenesse le risate.

 

 

 

“Dio benedetto,Quinn” si porto' la mano al petto,cambiando espressione “Mi hai messo paura!”

 

 

 

“E perche' mai?” chiese “Non volevi essere vista mentre sgattaiolavi fuori dalla stanza del tuo capo?” incalzo'.

 

 

 

“Non sgattaiolavo,non cominciare” la giovane zoologa alzo' gli occhi al cielo.

 

 

 

“E tu non mentire,piccola Pierce,e raccontami tutto!”

 

 

 

“Non c'e' niente da raccontare,vado a farmi una doccia!” taglio' corto.

 

 

 

“Scordatelo,non ti mollo finche' non avrai parlato!” Brittany entro' in cucina e prese un muffin al volo,iniziando a mangiarlo mentre si recava in camera sua,con Quinn che le saltellava dietro.

 

 

 

“Sputa il rospo!” le ripeteva.

 

 

 

“Sento una zanzara fastidiosa” cantileno' in risposta sventolando la mano sinistra davanti la faccia. Persino quando entro' in camera,la biologa la segui' e la barrico' dentro.

 

“Andiamo,Britt!”

 

 

 

“Quinn,per l'ultima volta,non c'e' assolutamente niente da raccontare” le disse.

 

 

 

“E pensi che ti credero'? Hai passato la notte in camera di Santana,avete condiviso lo stesso letto,e vuoi dirmi che non e' successo nulla?” disse con tono troppo alto. Brittany chiuse la porta di scatto.

 

 

 

“Non gridare,Quinn!” la rimprovero'.

 

 

 

“E tu dimmi cosa e' successo!”

 

 

 

“Sono salita in camera sua,e ci siamo sedute a parlare della pubblicazione e di alcuni lavori da fare nel corso della settimana...e la tempesta e' arrivata all'improvviso,penso che lo avrai notato...e' caduto un grosso ramo sul tetto della stanza,e diluviava,quindi non potevo tornare in camera mia,era pericoloso...” spiego' breve “Santana mi ha detto che non c'erano alternative e che avrei dovuto passare la notte in camera sua...ci siamo messe ai lati opposti del letto,e che tu ci creda,o no,abbiamo solo dormito” concluse.

 

 

L'espressione di Quinn divenne delusa.

 

 

“Vuoi dirmi che non ne hai approfittato per saltarle addosso?” mugugno'.

 

 

 

“Quinn...ma per chi mi hai presa?” chiese con un tono nervoso nella voce “Non sono quel tipo di persona...posso sorridere,lanciare uno sguardo intenso...ma fine della storia,mi sono sempre limitata a questo e non ho intenzione di cambiare adesso” spiego'.

 

 

 

“Quindi avete solo dormito...”

 

 

 

“Esattamente” annui' “Adesso posso andare a fare la doccia?” chiese prendendo le sue cose.

 

 

 

“Si...che delusione...” brontolo' prima di lasciare la stanza. Brittany sospiro' e si diresse in bagno.

 

 

 

Mentre l'acqua tiepida scorreva sul suo corpo,si chiese cosa l'avesse spinta a mentire a Quinn. Sapeva che poteva fidarsi di lei,del resto gliene aveva dato prova giorno dopo giorno,dimostrandosi un'amica vera. L'aveva consigliata,l'aveva ascoltata,l'aveva dissuasa dall'agire in modo sbagliato.

 

 

Eppure...

 

 

Sentiva che cio' che era successo quella notte,era qualcosa di talmente intimo da non poter essere raccontato nemmeno a Quinn. Non intimo nel senso reale del termine,del resto si erano solo baciate. Ma tutto cio' che si erano dette prima,il fatto che Santana avesse parlato con lei della sua famiglia,delle sue emozioni... si era aperta con lei,si era fidata. Cosa,che a detta degli altri,non aveva mai fatto con qualcuno.

 

 

Questa fiducia non poteva essere tradita.

 

 

Quanto a lei,si sentiva bene.

 

 

Incredibilmente bene.

 

 

Quando la sera prima si era presa di coraggio e l'aveva stretta a se', il cuore le stava per scoppiare in petto,ma era certa che Santana non se ne fosse accorta. E quando,qualche minuto dopo,aveva percepito i suoi muscoli rilassarsi,e aveva capito che finalmente iniziava a sentirsi a suo agio,si era sentita importante. Non avrebbe saputo spiegare,razionalmente,cosa l'avesse spinta a baciarla. Aveva osato,e tanto anche.

 

 

Senza contare che si aspettava uno schiaffo in risposta.

 

 

Ma quando si erano guardate negli occhi,si era sentita sprofondare in quelle pozze nere,vi aveva letto tristezza,rammarico...ma anche gratitudine,ed emozione. E quando aveva risposto al suo bacio,era certa di aver raggiunto la pace dei sensi.

 

 

Tutto era al suo posto,esattamente dove doveva essere. Lei era stretta tra le sue braccia,e la accarezzava con una dolcezza che non aveva mai conosciuto prima,ne' in Santana,ne' in nessun altro. Non sapeva cosa sarebbe successo adesso,e non voleva pensarci piu' di tanto.

 

 

Non era sembrata pentita quella mattina,era serena,rilassata,e sorrideva. Tanto bastava.

 

 

 

 

Un'ora dopo erano in laboratorio. Quando Brittany era scesa,c'era solo Santana,che le aveva detto di sedersi davanti al pc e mettersi a lavoro. A riordinare il laboratorio ci avrebbero pensato lei e Quinn. In sua assenza,aveva dato ordini a tutti,e cosi' c'era chi stava rimettendo in sicurezza la radura,chi si stava occupando di smontare le assi di legno,chi raccoglieva i rami caduti.

 

 

Si sentiva egoista a stare seduta davanti al computer a scrivere il suo articolo,mentre gli altri lavoravano anche per lei. All'inizio Quinn non aveva fatto domande,si era limitata a chiaccherare con Santana e a gettarle un'occhiata curiosa di tanto in tanto. Poi,vinta dalla voglia di sapere,aveva chiesto ad alta voce:

 

 

“A cosa stai lavorando,Britt?”

 

 

Prima di rispondere,la bionda aveva lanciato uno sguardo veloce a Santana,che si trovava alle spalle della biologa,due fotocamere sotto braccio. Lei aveva annuito impercettibilmente,permettendole di dire a Quinn la verita'.

 

 

“Sto scrivendo un'articolo” le disse.

 

 

 

“Un articolo? Su cosa?”

 

 

 

“Sul metodo di riconoscimento dei cebi cappuccini”

 

 

 

“Credevo aveste finito l'articolo giorni fa...” disse voltandosi a cercare conferma nell'espressione di Santana.

 

 

 

“Quello che Brittany sta scrivendo e' un altro articolo” le disse “Un lavoro suo e basta”

 

 

 

“Farai una pubblicazione,Britt?” chiese sorpresa,alzando il tono di voce.

 

 

 

“Gia...” disse lei,piano.

 

 

Sapeva che piu' tardi,la ragazza avrebbe manifestato il suo disappunto per aver ricevuto la notizia dalla mora e non da lei. Cosi' abbasso' lo sguardo.

 

 

“Congratulazioni,allora” disse semplicemente.

 

 

 

“Grazie..” cerco' di non guardarla negli occhi,ma non dovette faticare tanto. Santana la impegno' in una conversazione sulle sue colture in laboratorio,distraendola dal precedente argomento.

 

 

 

La mattinata passo' cosi',e a meta' pomeriggio Rachel scese in laboratorio a chiedere a Quinn una mano per spostare il tavolo in cucina. La bionda sali' ad aiutarla,e Santana ne approfitto' per avvicinarsi a Brittany,che scriveva di buona lena.

 

 

 

“Come procede?” chiese.

 

 

 

“Abbastanza bene” le rispose lei.

 

 

 

“Posso?” chiese alludendo allo schermo.

 

 

 

“Certo” E si chino' dietro Brittany,per leggere il contenuto del suo documento. Le mani erano appoggiate al bordo del tavolo,e circondavano,forse accidentalmente,la bionda. Lesse in fretta,e mentre leggeva,Quinn torno' in laboratorio. Le vide vicine,e si accorse che nessuna delle due sembrava imbarazzata.

 

 

“E' davvero molto buono” le disse piano “Brava”

 

 

 

“Grazie” in quel momento Quinn si schiari' la voce,per comunicare la sua presenza,e quando se ne resero conto,Santana si allontano' e si ricompose.

 

 

 

 

La settimana alla base,lontani dalla foresta e dalle spedizioni,aveva i suoi pro e i suoi contro. Era sicuramente una scusa per riposarsi un po' fisicamente,visti i ritmi estenuanti ai quali l'Amazzonia li sottoponeva costantemente. Non dovevano alzarsi alle cinque del mattino,e Santana aveva concesso loro riposo fino alle otto per tutta la settimana. Mangiavano meglio e di piu',riuscivano persino a fare merenda nel pomeriggio,cosa assolutamente improponibile quando si dedicavano alla consuetudine in foresta. E molto spesso si trovavano a scherzare tra di loro o a intavolare piacevoli chiaccherate tra colleghi.

 

 

 

Tuttavia,considerando dieci persone chiuse in un'area circoscritta,le cose non andavano sempre cosi' bene.

 

 

 

Santana,ad esempio,non riusciva a stare ferma per piu' di dieci minuti. Doveva necessariamente fare qualcosa,era arrivata al punto di pulire le barche,lucidando centimetro per centimetro,pur di non starsene con le mani in mano.

 

 

Anche perche',se non faceva qualcosa,iniziava a inveire contro qualcuno. Rachel,nella maggior parte dei casi.

 

 

Quinn,abituata a lavorare in silenzio e con al massimo un paio di presenze attorno a se',si trovo' il laboratorio invaso di gente,e non ne fu esattamente contenta.

 

 

E quando una risata sguaiata di Sam,la fece spaventare,mandando in frantumi una provetta piena,che le scivolo' di mano,prese il computer del poveretto,glielo lancio' tra le braccia in malo modo e lo caccio' fuori dalla stanza a suon di spintoni.

 

 

Era un clima di tensione generale,e dopo tre giorni chiusi alla base,quando alle undici di sera,Santana urlo' per la decima volta contro Rachel,facendola piangere,Brittany non ce la fece piu':

 

 

 

“Adesso basta!” sibilo',mentre Santana si volto' anche verso di lei con un'espressione a dir poco omicida.

 

 

 

“Prego?” chiese trattenendosi dal continuare a urlare. Erano tutti a letto. Per fortuna.

 

 

 

“Le urli contro da tutto il giorno,non ti rendi conto di quanto sia esasperante?” inizio' a gesticolare “Io al suo posto ti avrei gia' mandata a fanculo!” l'espressione della zoologa era sorpresa e indignata.

 

 

 

“Sa che la licenzierei,se solo ci provasse” ringhio'.

 

 

 

“No che non la licenzieresti! Lo sai,e lo sa pure lei! E' solo troppo buona per mandarti al diavolo”

 

 

 

“Stai esagerando,Brittany” le intimo' allora,avvicinandosi minacciosa.

 

 

 

“No,TU stai esagerando!” le punto' il dito contro “Sei il capo qui dentro,dovresti mantenere l'ordine,essere comprensiva e sostenere la tua squadra nel bene o nel male...e invece cosa fai? Fino ad ora ti ho vista solo lamentarti tutto il santo giorno su quanto detesti non potere andare in foresta e sfogare tutta la tua rabbia su Rachel...se volevi renderti insopportabile,sappi che ci sei riuscita! Alla grande!” concluse.

 

 

E si volto' per andarsene. Aveva quasi lasciato il salotto quanto,sorprendentemente,la mora la richiamo'.

 

 

 

“Brittany...” lei si volto',lanciandole un'occhiataccia.

 

 

 

“Cosa?”

 

 

 

“Hai ragione...” ammise in un sospiro “Sono molto nervosa...e ho esagerato...”

 

 

 

“Decisamente” rincaro' la dose.

 

 

 

“Ti chiedo scusa...” abbasso' lo sguardo.

 

 

 

“Non e' con me che devi scusarti”

 

 

 

“Domani mattina mi scusero' con Rachel...sono stata ingiusta con lei...” la bionda si sorprese,ma non lo diede a vedere.

 

 

 

“D'accordo...” si diresse nuovamente verso di lei “Mi sembra una buona idea...”

 

 

 

“Forse e' meglio se vado a dormire...” sospiro'.

 

 

 

“Perche' non resti?” chiese invece la giovane “Io mi sparo un documentario sulla grande barriera corallina...se ti andasse di dimenticare l'Amazzonia per un'ora...” alzo' le spalle. Santana sembro' meditarci un attimo.

 

 

 

“Perche' no...” disse infine.

 

 

 

Rachel,che nel frattempo aveva ascoltato tutta la loro conversazione,da dietro la porta,aveva un'espressione a dir poco sconcertata,e schizzo' al piano di sopra per poi bussare freneticamente alla porta della stanza di Quinn. Quando apri',la bionda si stava massaggiando gli occhi:

 

 

 

“Stavo dormendo,Rach...che succede?” disse con la voce impastata dal sonno.

 

 

 

“Tu non hai idea di cosa e' appena successo!”

 

 

 

“Entra e raccontami tutto...” rispose accennando un sorriso,incapace di chiuderle la porta in faccia.

 

 

 

Al termine del suo racconto,come sempre ricco di dettagli irrilevanti,Quinn aveva un'espressione indecifrabile e fissava l'amica come se le avesse appena raccontato di un incontro con alieni a tre teste.

 

 

 

“Stai bene,Quinn?”

 

 

 

“Fammi capire bene...tu mi stai dicendo che Brittany ha inveito contro Santana,che l'ha praticamente mandata a quel paese,e che Santana,non solo non le ha urlato contro,ma ha ammesso di avere torto?” chiese mentre il suo tono di voce aumentava.

 

 

 

“Esatto,ma non e' tutto...si e' scusata con lei e le ha promesso che domani si scusera' con me!” Quinn assunse un'espressione pensierosa.

 

 

 

“Brittany si comporta in modo strano da qualche giorno,sai?” disse “Ogni volta che parliamo e si arriva a qualcosa di privato,cambia discorso...sembra che mi nasconda qualcosa...”

 

 

 

“Ci conosce da pochi mesi,Quinn,non puoi aspettarti che ti consideri un'amica a tutti gli effetti...” Rachel gesticolo' ampiamente con le mani.

 

 

 

“Si,ma prima parlavamo...e anche cio' che mi hai appena raccontato non ha assolutamente senso...ti risulta che Santana abbia mai ammesso di avere torto in tre anni?”

 

 

 

“No” rise la mora.

 

 

 

“E quando mai si e' scusata? Credo di non aver mai sentito parole come 'scusa' o 'mi dispiace' fuoriuscire dalle sue labbra”

 

 

 

“Nemmeno io...ma non mi importa la causa,sai? Se Brittany e' in grado di farla ragionare,ben venga!” concluse.

 

 

 

“Senti vado...a bere un bicchere d'acqua,mi aspetti qui?” chiese.

 

 

 

“Dipende,posso dormire con te?” Rachel assunse un'espressione tenera,che fece ridere Quinn.

 

 

 

“D'accordo,ma al primo calcio ti rimando in camera tua!” si allontano' dalla stanza dopo averle sorriso di nuovo e scese le scale. Era scalza e fece attenzione a non farsi sentire. Quando giunse dietro la porta della cucina,si accorse che era aperta,e che dall'interno si sentiva una voce narrata,che parlava di pesci e barriere coralline. Cosi' diede un'occhiata. Cio' che vide la sorprese e non poco:

 

 

 

Brittany e Santana erano sul divano.

 

 

Il pc,sul tavolo,a qualche metro di distanza,trasmettava un documentario. La bionda era seduta a gambe incrociate,un cuscino tra di esse. Guardava lo schermo assorta e mangiucchiava dei popcorn.

 

 

Santana,invece (Quinn dovette osservarla a lungo e sgranare gli occhi diverse volte,prima di rendersene conto) era appoggiata sulle gambe di Brittany,rannicchiata e rivolta verso il computer.

 

 

Dormiva beatamente.

 

 

Gli occhiali sottili erano leggermente storti sul naso,a causa della posizione,ma la sua espressione era quella di una bambina al sicuro tra le braccia di qualcuno. Non poteva credere ai suoi occhi.

 

 

Santana Lopez,quella Santana Lopez,era fisicamente vicina a qualcuno.

 

 

 

Torno' nella sua stanza con espressione stralunata,e moriva dalla voglia di fare una chiaccherata con Rachel,di chiederle cosa ne pensasse,di esprimere i suoi dubbi ad alta voce. Quando apri' la porta,pero',si accorse che l'amica si era addormentata nell'attesa. Non riusci' a non sorridere,e si infilo' sotto le coperte,per poi depositarle un bacio sulla guancia e abbracciarla.

 

 

 

“Notte” biascico' la mora,nel sonno.

 

 

 

“Buonanotte,Rach” e si addormento' domandandosi se davvero Brittany le avesse nascosto qualcosa.

 

 

 

I suoi dubbi aumentarono quando l'indomani,Santana chiese pubblicamente scusa a Rachel,davanti a Brittany,Blaine,e alla stessa Quinn.

 

 

 

Il resto della settimana trascorse in maniera piu' placida e silenziosa,e si iniziava gia' ad organizzare il lavoro arretrato da recuperare,una volta tornati in foresta. Dove dirigersi,cosa fare,quali attrezzature portare.

 

 

 

Al mattino del settimo e ultimo giorno di reclusione alla base,erano passati quasi otto giorni dalla tempesta,Santana,Brittany e Quinn,si trovarono in laboratorio. Vi avevano passato molto tempo,in quei giorni,e sotto richiesta della latina,Quinn aveva dato qualche nozione di laboratorio alla sua assistente. Le aveva insegnato come occuparsi di una coltura di batteri,e il suo compito era quello di stabilire a quali antibiotici fossero immuni e a quali no.

 

 

 

Quando fu ora di pranzo,pero',la biologa decise che il suo lavoro li' era finito. Brittany indossava il suo camice ed era china sul microscopio. Santana invece,stava studiando delle carte,al computer,ed era concentrata su alcune immagini riprese dal satellite,che mostravano la conformazione di un territorio che voleva visitare nei prossimi giorni:

 

 

 

“San,io vorrei andare a pranzare” esordi' Quinn,guardandola “Hai ancora bisogno di me?”

 

 

 

“No,Quinn,vai pure...posso chiudere io quando finisco” disse senza distogliere lo sguardo dal computer.

 

 

 

“Grazie...a dopo,ragazze”

 

 

 

“Ciao,Quinn” Brittany fece un cenno e lei si avvio' su per le scale.

 

 

Quando furono sole,Santana sospiro'.

 

 

“Stavo pensando che potremmo riprendere con la marcatura degli squali leuca,la prossima settimana...” disse.

 

 

 

“Mi sembra una buona idea” rispose la bionda,dalla sua postazione.

 

 

 

“Ma mi piacerebbe anche dedicarmi alle abitudini alimentari degli anaconda,e fare qualche ripresa,o documentazione fotografica...” aggiunse.

 

 

 

“Se stai ancora li' a pensare,da qui a stasera ti verranno in mente altre cento cose da fare” rise la giovane.

 

 

 

“Sara' la noia..” si lamento' “E con i tuoi batteri come procede?” chiese alzandosi e avvicinandosi a lei.

 

 

 

“Uno schifo” disse.

 

 

 

“Perche'?” la raggiunse e rimase dietro di lei,guardandola intenta a scrutare la coltura al microscopio.

 

 

 

“E' un processo lento e fastidioso... la biologia non fa per me...” concluse.

 

 

 

“Cosa devo dedurne?” chiese ancora. Brittany si volto' e la guardo'. Lascio' cadere le braccia sul corpo,in segno di resa.

 

 

 

“Che ci rinuncio!” brontolo'.

 

 

Poi appoggio' la fronte sulla spalla destra di Santana,facendola ridere.

 

 

“Battiamo la fiacca,Pierce?” cantileno',abbbracciandola e scompigliandole i capelli,in un gesto dolce.

 

 

 

“E' cosi' terribile avere un'assistente alla quale non piace la biologia?” chiese mentre si sedeva sul tavolo di marmo,vicino al microscopio,e la guardava.

 

 

 

“Non e' terribile,ma non e' neanche un bene...cosa succede se c'e' un'emergenza e ho bisogno che tu riconosca un antidoto,un antibiotico o qualcosa?”

 

 

 

“Chiami Quinn?” rispose ridendo.

 

 

 

“E se Quinn non ci fosse?”

 

 

 

“Oh,va bene,cerchero' di dedicarmi per quanto possibile a queste cose...” sbuffo'.

 

 

 

“Non puoi fare sempre quello che ti piace...nessuno puo'...” Santana alzo' le spalle.

 

 

 

“Sarebbe tutto molto piu' semplice,ti pare? E invece ci complichiamo la vita,come tanti idioti!”

 

 

 

“Gia'...” la mora rise di nuovo,e la guardo' da capo a piedi,attraverso gli occhiali.

 

 

 

“Che c'e'?” chiese la bionda,alla quale la cosa non era sfuggita.

 

 

 

“Il camice ti sta molto bene” le disse di getto. Lei arrossi' e si guardo'.

 

 

 

“Dici? Io mi sento un insaccato...”

 

 

 

“Ti assicuro che l'effetto che fai e' ben diverso” le schiaccio' l'occhio. E Brittany decise di osare,almeno a parole.

 

 

 

“Qualcuno ci ha preso gusto...” disse piano.

 

 

 

“A fare cosa?” la latina si avvicino' di qualche passo.

 

 

 

“Questa storia del contatto umano...adesso che ricordi un po' meglio cosa significa,ti concedi qualche abbraccio...e sei riuscita ad essere sentimentale persino con Rachel...” era attenta a non perdere il contatto visivo. E Santana sembrava reggerle il gioco.

 

 

 

“E' difficile riabituarsi a questo genere di cose dopo tre anni fisicamente lontana dall'umanita'...” disse raggiungendola e parandosi di fronte a lei “Ma devo ammettere che mi piacciono i tuoi abbracci,si...” lo disse con malizia.

 

 

E Brittany sorrise.

 

 

Con quel sorriso.

 

 

 

“Sono contenta che non ti manchi niente,allora” aggiunse.

 

 

 

“In realta' c'e' un'altra cosa che mi manca...” ribatte' appoggiando le mani ai lati del tavolo,dove lei era seduta.

 

 

Bloccandola.

 

 

 

“Che strano...non lo avrei mai detto,visto che sono passati otto giorni...” finse di meditare,mentre Santana si avvicinava,con espressione assorta.

 

 

 

“Perche',sai gia' cosa sto per dire?” domando' in un sussurro,sfiorandole il naso.

 

 

 

“Suppongo che sia la stessa cosa che manca a me...” sospiro'. E finalmente,Santana annullo' la poca distanza rimasta,baciandola con trasporto. E le strinse la vita,sotto il camice.

 

 

 

Brittany porto' le braccia attorno al suo collo e apri' le gambe per permetterle di avvicinarsi di piu'. Poi le cinse la vita con le gambe,mentre le sue mani affondavano tra i capelli corvini e morbidi dell'altra.

 

 

Le loro lingue si cercarono,si trovarono,ed entrambe sospirarono. Era una sensazione in qualche modo familiare,ma c'era quella passione in piu' che l'emozione aveva ben nascosto,la notte della tempesta.

 

 

Non si erano piu' baciate da quella sera.

 

 

Non ne avevano parlato,non si erano trovate in situazioni del genere,nonostante si fossero ritrovate da sole decine di volte. E solo adesso,che la stava baciando di nuovo,Brittany si accorse che quella sensazione le era mancata terribilmente. Il vuoto allo stomaco,il cuore impazzito. Il profumo di Santana,il suo respiro sul viso.

 

 

Le sue carezze,il suo tocco delicato sui fianchi,la dolcezza nei movimenti,la portarono a provare sensazioni indescrivibili a parole. Era quasi certa che Santana si sbagliasse. La perfezione esisteva,lo stava sperimentando proprio in quel momento.

 

 

E continuarono a baciarsi a lungo,talmente prese dal momento,da non accorgersi di non essere sole.

 

 

Una scoinvolta,scoinvoltissima Quinn,le guardava dall'ingresso del laboratorio,con gli occhi talmente sgranati da far quasi male.

 

 

Era scesa per avvisare Santana che tutte le fototrappole erano state riposizionate attorno alla base,ma non era per nulla preparata a vedere il suo capo e la sua assistente,strette in un bacio cosi' intimo.

 

 

Non riusci' a non soffermarsi per analizzare la scena.

 

 

Santana stretta a Brittany,Brittany stretta a Santana. Era un bacio appassionato ma innocente nello stesso momento. Quelle carezze nascondevano un contenuto desiderio da parte di entrambe.

 

 

E fu solo per paura di essere scoperta dopo averle colte in flagrante,che fece dietro front e torno' in salotto a passi svelti. Non riusci' a togliersi quell'immagine dalla testa per tutto il giorno.

 

 

Fu solo dopo cena,quando Brittany stava tornando in camera sua,che si avvicino' a lei con espressione seria e decisa:

 

 

“Brittany...ho bisogno di parlarti...”

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Ferite ***


SALVE!

Ecco sfornato un altro bel (?) capitolo! Non anticipero' nulla,so che molti si scuseranno con miss Fabray dopo di cio',e NON DICO ALTRO!

 

Buona lettura :D

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quinn fece accomodare Brittany in camera sua,e le porse un bicchiere di birra,invitandola a sedersi sul suo letto. Lei,invece,prese posto sulla sedia,accanto alla scrivania,e la guardo':

 

 

 

“E' successo qualcosa,Quinn?” chiese la zoologa analizzando la sua espressione. Sembrava molto seria.

 

 

 

“Un po' di cose,a dire il vero...non saprei da dove cominciare...” bevve dal suo bicchiere.

 

 

 

“Prova a cominciare dall'inizio...” propose. E Quinn la guardo' con i suoi grandi occhi verdi.

 

 

 

“Per quanto me lo avresti tenuto nascosto?” chiese all'improvviso.

 

 

 

“Cosa?”

 

 

 

“Cosa...anche questa e' una gran bella domanda...dovresti essere tu a dirmi cosa...” continuo'.

 

 

 

“Quinn...so che hai appena cominciato,ma ho gia' perso il filo,non so di che stai parlando” si scuso'.

 

 

 

“D'accordo,provero' ad essere piu' precisa...” prese un respiro “Pensavo ti fidassi di me,quanto io mi fido di te...e quando la scorsa settimana sei scesa al mattino presto dalla stanza di Santana e mi hai detto che avevate soltanto condiviso il letto,io ti ho creduta...perche' mi sono fidata di te...poi pero' sono cominciate a succedere delle cose strane...”

 

 

 

“Quali cose strane?” Brittany iniziava a sentirsi nervosa.

 

 

 

“Tanti piccoli gesti quotidiani che non mi quadravano,ma ho cominciato a non capirne piu' molto quando Rachel ha bussato alla mia porta e mi ha detto che ti eri infuriata con Santana e che lei ha ammesso di avere torto...non credevo alle mie orecchie quando si e' scusata con Rachel,qualche giorno fa...e sono scesa in salotto quella sera...volevo capire se Santana ti avrebbe uccisa o meno...e invece eravate comodamente accucciate sul divano,e lei dormiva sulle tue gambe...la stessa Santana che se stringe la mano a qualcuno poi se la va a lavare...” Brittany perse il contatto visivo con l'amica. Aveva la sensazione di sapere dove sarebbe andata a finire quella conversazione.

 

 

 

“Non capisco Quinn...” provo'.

 

 

 

“Fammi finire” la interruppe “Non era mia intenzione immischiarmi in affari che,evidentemente non mi riguardano,ed e' stato uno sfortunato caso che io oggi pomeriggio sia scesa in laboratorio e vi abbia trovate in un contesto a dir poco inequivocabile,avvinghiate sul mio tavolo...” ed ecco che la zoologa senti' il sangue pompare sul suo viso,mentre avvampava in un millesimo di secondo e abbassava lo sguardo. Eccola li'.

 

 

 

“Dio...” le usci' un verso strozzato dalle labbra.

 

 

 

“Britt,non mi importa,ok?” le disse calma,mentre l'altra si sforzava di guardarla “Volevo solo dirti che mi dispiace averlo saputo in questo modo...speravo di infonderti un po' di fiducia in me,tutto qui...” alzo' le spalle. E Brittany si senti' terribilmente in colpa.

 

 

 

“Volevo parlartene” le disse subito “Morivo dalla voglia di raccontartelo,credimi...”

 

 

 

“Pero' non lo hai fatto...” la ragazza sospiro',e decise di evitare stupide giustificazioni e dirle la verita'.

 

 

 

“Quando l'altra sera sono salita in camera sua,e' davvero successo quel che ti ho detto...abbiamo parlato della pubblicazione e tutto...poi ha ricevuto una videochiamata dalla sua famiglia e mi ha detto che se volevo potevo restare...ho visto sua madre e suo fratello,e ho visto un'espressione nel suo viso che in due mesi qui non avevo mai visto...Era dolce e nostalgica...poi e' iniziata la tempesta,e ci siamo trovate nel suo letto a parlare...mi ha detto che i suoi le mancavano molto e che nonostante sia innamorata del suo lavoro,le manca qualcosa e non sa cosa e'...io l'ho ascoltata...ho azzardato...e le ho detto che cio' che le manca e' un contatto umano...” Quinn ascoltava in silenzio “Lei credeva alludessi al sesso,ma le ho detto che parlavo di gesti piu' quotidiani...superficiali...un abbraccio,le confidenze con un amico...qualcosa mi ha spinta ad avvicinarmi a lei,e le ho detto che le avrei fatto ricordare cosa si prova...l'ho abbracciata...ma non c'erano secondi fini,l'ho solo abbracciata...”

 

 

 

“E lei si e' lasciata abbracciare?” Quinn parlo' in un sussurro,attenta a non compromettere la solennita' del momento.

 

 

 

“All'inizio era tesa...il suo corpo era rigido...cosi' le ho detto di dimenticare i rapporti lavorativi tra di noi...e le ho chisto di raccontarmi qualcosa dei suoi genitori...lei ha iniziato a parlare e lentamente i suoi muscoli si sono sciolti...all'improvviso stava bene in quell'abbraccio...mi ha detto di stare molto meglio di quanto immaginasse e mi ha guardata...sembrava sincera...io mi sono avvicinata di piu'...e quando ha capito le mie intenzioni mi ha detto che era inappropriato...ma si e' lasciata baciare...ha risposto al mio bacio e siamo rimaste li',semplicemente a baciarci,e non era un volersi saltare addosso...ci siamo addormentate poco dopo...per questo non te l'ho detto,Quinn,non perche' non mi fidassi...sembrava qualcosa di talmente intimo...privato...davvero,non mi sembrava giusto parlare di lei e di cio' che aveva fatto...”

 

 

 

“Adesso e' tutto piu' chiaro...forse avrei fatto lo stesso...” riflette' la biologa ad alta voce.

 

 

 

“Quello che hai visto oggi,e' stato solo il secondo bacio...non ce ne sono stati altri,e ha sorpreso anche me...non so che sta succedendo,noi non ne abbiamo nemmeno parlato...non so se la situazione si evolvera',se rimarra' cosi'...se tornera' indietro... non ti nascondo di essere anche un po' spaventata...”

 

 


“Perche'?”

 

 

 

“Perche' credo di provare qualcosa...” lo disse senza pensarci “Qualcosa che non riesco a gestire...”

 

 

 

“Fai bene ad aver paura...” Quinn annui' e sembrava pensierosa.

 

 

 

“Spero che tu non sia arrabbiata con me...sei la mia unica amica qui dentro...non voglio che pensi che non mi fidi abbastanza...tutta questa situazione mi confonde...” spiego'.

 

 

 

“Non sono arrabbiata...anch'io ti ho mentito,Britt...”

 

 

 

“Di che stai parlando?” adesso era molto confusa.

 

 

 

“E' una storia molto lunga...”

 

 

 

“Ho tutto il tempo di ascoltarla” la invito'. Quinn prese un respiro profondo e inizio' a parlare.

 

 

 

“Io e Santana lavoriamo insieme in Amazzonia da tre anni...ma ci conosciamo da molto,molto piu' tempo...”

 

 

 

“Cosa!?”

 

 

 

“Ci siamo conosciute otto anni fa,al college...eravamo entrambe matricole e anche se frequentavamo due diverse facolta',ci siamo trovate in laboratorio insieme una volta,e ci siamo presentate...siamo diventate inseparabili in pochissimo tempo...passavamo tutto il tempo libero insieme,e anche durante le vacanze estive ci vedevamo,talvolta partivamo anche insieme...al college la conoscevano in molte...era una studentessa modello,ma non era quella che definiresti una brava ragazza...riusciva a portarsi in camera una ragazza diversa ogni sera...qualche volta anche due...molte di loro non erano nemmeno gay,volevano solo provare...e a Santana stava bene,lei non cercava storie serie...non so se ti ha mai detto di Natalie...” la guardo' in cerca di risposta.

 

 

 

“Mi ha detto che e' stata la sua unica ragazza...e che l'ha tradita...” disse breve Brittany.

 

 

 

“Gia...io c'ero quando ha conosciuto Natalie...Santana era la mia migliore amica,e un giorno venne da me a dirmi che aveva conosciuto una ragazza...credevo fosse la solita storia di sesso sfrenato,ma ho capito subito che c'era qualcosa di diverso...non aveva quasi parlato del suo aspetto fisico,bensi' di cosa le piacesse fare,dei posti dove andava di solito,del timbro della sua voce...solo qualche giorno dopo mi mostro' una foto su facebook...Natalie era molto bella,una bellezza fuori dal comune...capelli rossi,occhi verdi,sorriso innocente...hanno cominciato a uscire insieme e ho visto la mia amica Santana innamorarsi di lei giorno dopo giorno e rifiutare decine di altre ragazze dalla quale avrebbe potuto avere tutto quello che voleva...non era iniziato tutto come da copione,con una notte di fuoco in mezzo alle coperte...fu tutto graduale...ricordo ancora quanto era emozionata quando mi racconto' che si era presa di coraggio e l'aveva baciata...sono state insieme per due anni,e credimi...Santana era felice...di una felicita' che non e' facile descrivere in poche parole...”

 

 

 

“Perche' mi stai raccontando tutto questo,Quinn?” chiese.

 

 

 

“Questa e' solo una lunga premessa,Britt...io c'ero anche quando Natalie l'ha tradita...Santana venne a bussare alla mia porta alle due di notte,facendomi prendere un grosso spavento...e quando la vidi,mi si spezzo' il cuore...era in ginocchio,si reggeva allo stipite della porta,con la spalla,e singhiozzava... non l'avevo mai vista piangere,soprattutto non cosi'...singhiozzava tanto che ci volle piu' di un'ora per farla calmare e farmi raccontare tutto...le aveva colte in flagrante...Santana voleva fare una sorpresa a Natalie e si era presentata a casa sua,ma l'ha trovata a letto con un'altra...la sua ex ragazza,a quanto scoprimmo...Da quel giorno e' cambiato tutto...e quando dico tutto,intendo in primis Santana...la vidi trasformarsi in un automa senza sentimenti...rifiuto' di uscire con altre ragazze,rifiuto' di divertirsi...perse peso e inizio' a restare sveglia anche di notte...anche il nostro rapporto si incrino' irreparabilmente...si chiuse in se' stessa e non si confido' piu' molto con me...era come se in qualche modo io facessi parte del suo doloroso passato...non mi parlava piu',non mi abbracciava piu',non sorrideva...non sorrideva a nessuno...passo' qualche giorno prima di ricevere l'approvazione del suo progetto per l'Amazzonia,e mi propose di partire con lei,come biologa...come penso sia ovvio,ho accettato... e posso dirti che il lavoro,da quel giorno,l'ha sempre aiutata ad andare avanti,a ritrovare se' stessa,ad avere una ragione per lottare,e per sorridere...sono quelle le uniche circostanze in cui vediamo Santana sorridere...quando e' soddisfatta del suo lavoro...quanto sta succedendo tra di voi mi preoccupa tantissimo,Britt...” concluse.

 

 

 

All'inizio Brittany non rispose. Stava elaborando talmente tante informazioni da non riuscire a proferire parola. Santana umana,Santana innamorata,Santana tradita,Santana Robot.

 

 

 

“Perche' sei cosi' preoccupata?” chiese infine.

 

 

 

“Tre anni fa,eravamo in Amazzonia da due mesi,si uni' a far parte della ricerca un'erpetologa,tra le migliori nel suo campo...si chiamava Sarah...e fin da subito sembrarono molto affiatate...ma un mese dopo successe qualcosa...Santana ci fini' a letto,e se ne penti'...non perche' Sarah avesse fatto qualcosa di sbagliato ma...questa e' Santana...la licenzio' con una scusa e la mando' via dall'Amazzonia...io non voglio che succeda niente del genere con te,Britt...non voglio che tu sia una vittima in qualche modo...non fraintendermi,non sto definendo Santana come un mostro...ma e' cosi' ferita che...”

 

 

 

“Quinn,sei stata tu a dirmi di provarci!” la interruppe Brittany “A dirmi che dovevo cercare di dimostrarle che non doveva avere paura...e adesso che lo sto facendo,vieni a dirmi che e' una pessima idea?” sbotto'.

 

 

 

“Non ti sto dicendo cosa fare...e' una scelta tua,io posso solo darti qualche consiglio...sto solo cercando di dirti che conosco Santana molto meglio di quanto tu non possa immaginare,e che non dovresti sorprenderti se venisse li' all'improvviso a dirti che e' stata una mossa sbagliata e che e' meglio limitarsi a un rapporto professionale...ti voglio bene,e non voglio che tu esca ferita da questa situazione,soprattutto ora che mi dici di provare qualcosa...l'ultima cosa che voglio e' che tu te ne vada...” spiego'.

 

 

 

Brittany assunse un'espressione dolce. Capiva bene cio' che Quinn stava cercando di dirle,e in effetti,il suo lungo e dettagliato racconto,apriva il sipario a mille possibili risvolti.

 

 

 

“Nemmeno io voglio andare via...ma non voglio spaventarla...” aggiunse.

 

 

 

“Quindi cosa pensi di fare?”

 

 

 

“Aspettero' di vedere cosa succede...e quando trovero' il momento adatto le parlero'...prima di parlarle devo fare chiarezza dentro di me...” si sorprese di averlo detto ad alta voce.

 

 

 

“Non lo hai ancora fatto?” chiese la biologa. Lei ci penso' un attimo.

 

 

 

“Provo qualcosa,come ti ho gia' detto...ma e' una situazione cosi' nuova per me,sono sempre stata con ragazzi...” cerco' di spiegare “Non avevo mai preso neanche in considerazione l'idea di poter provare qualcosa per una ragazza...e' una continua scoperta...”

 

 

 

“Ti capisco,non deve essere facile...”

 

 

 

“Tu come ti sei sentita quando hai baciato Rachel? Quando sei andata a letto con lei?” chiese abbassando il tono di voce. Quinn non arrossi'.

 

 

 

“Beh...Il mio rapporto con Santana si e' molto incrinato da quando e' successo tutto quel casino con Natalie...e Rachel e io abbiamo subito fatto amicizia...eravamo le uniche due ragazze all'infuori di Santana...e' diventata la mia migliore amica e confidente...e' stato molto strano,ma familiare in qualche modo...non era una persona qualunque...”

 

 

 

“Fisicamente...non hai notato alcuna differenza rispetto a Noah,o Sam,o chiunque altro?” cerco' di essere piu' chiara.

 

 

 

“Naturalmente...il bacio di una donna e' completamente diverso rispetto a quello di un uomo...e' morbido e delicato...e non si trasforma in una violenza sessuale dopo dieci minuti” rise “Quanto al sesso...nessuna di noi due sapeva cosa fare...ma il corpo di una donna e' uguale al tuo,lo conosci...sai dove mettere le mani...e' parecchio intenso...” si perse nei suoi ricordi “Senti,Britt...e' soggettivo...che importa? Dubito che i tuoi sentimenti siano legati al fatto che stiamo parlando di una donna...”

 

 

 

“No,lo so...sono d'accordo...” annui',ulteriormente confusa.

 

 

 

“In ogni caso tienimi aggiornata,va bene?” la zoologa annui'.

 

 

 

“Certo...adesso vado in camera,ho proprio bisogno di stendermi a non far nulla per la prossima ora”

 

 

 

“Mi sembra una buona idea...notte,Britt” le sorrise.

 

 

 

“Buonanotte,Quinn” apri' la porta,le fece un ultimo cenno,e la richiuse.

 

 

Apri' quella di camera sua,accanto,accese la luce e noto' subito un pezzo di carta sul suo letto. Lo prese,curiosa – era certa di non averlo lasciato lei – e si accorse che c'era un messaggio,scritto in una calligrafia stretta ed elegante:

 

 

 

 

Ho bisogno di parlarti con urgenza,vieni in camera mia appena puoi.

Santana.

 

 

 

Poche parole che la fecero preoccupare nel senso vero del termine. Non si cambio' nemmeno,indosso' una felpa leggera sulla canotta. Doveva uscire,e la sera faceva un po' freddo. Si precipito' fuori dalla stanza e raggiunse a passi svelti l'uscita. Si arrampico' lungo la scaletta che conduceva alla stanza di Santana e busso',spaventata. La mora apri' subito,probabilmente l'aveva vista arrivare,e le fece spazio per entrare,per poi richiudere.

 

 

 

“Che succ...” non riusci' nemmeno a formulare la sua domanda,che si ritrovo' messa a tacere dalle labbra di Santana,schiacciata improvvisamente contro la parete vitrea della sua stanza. Sobbalzo',ma non lo diede a vedere. Tutto si aspettava tranne quello. Allaccio' le braccia attorno al suo collo,mentre si sentiva sollevare da terra con forza.

 

 

 

“Non dovevi parlarmi urgentemente?” sospiro' sulle sue labbra,sorridendo,mentre lei la baciava ancora.

 

 

 

“In effetti e' piuttosto urgente” rispose ridendo,prima di avventarsi di nuovo sulla sua bocca. Brittany si strinse con le gambe attorno alla sua vita,senza smettere di baciarla. Baci caldi,morbidi,passionali,carichi di desiderio.

 

 

 

Santana la porto' di peso fino al suo letto per poi adagiarla su di esso e gattonare,come una pantera,finche' non si trovo' sopra di lei. Si abbasso' e la guardo'. I suoi occhi neri erano ardenti e selvaggi,scuri come la notte. E Brittany senti' un brivido correrle lungo il corpo,nel tentativo di sostenere quello sguardo.

 

 

Non dovette farlo per molto. La zoologa si chino' e bacio' nuovamente le sue labbra,tracciandone il contorno con la lingua. La bionda dimentico' le buone maniere e la afferro' per la nuca,costringendola,quasi, ad approfondire quel bacio.

 

 

Senti' una forte umidita' tra le gambe,quando la latina si sposto' sul suo collo,iniziando a depositarvi una scia di baci umidi. Risali' fino a raggiungere il suo orecchio,e le morse piano il lobo,facendola gemere sommessamente:

 

 

“Vuoi?” sussurro' roca al suo orecchio.

 

 

 

“Si” riusci' miracolosamente a dire,prima di essere trascinata in un altro bacio infinito.

 

 

 

Santana le sfilo' la felpa,e si disfece,subito dopo,anche della canotta di Brittany,lasciandola con indosso solo il reggiseno nero. La sua mano si sposto' in una carezza dal fianco destro,fino al seno. Le sue mani erano calde,e delicate,nonostante il desiderio. Le bacio' il mento,e si sposto' sul collo,scendendo piu' in basso. Poso' le labbra sul seno destro di Brittany,lasciandole tanti piccoli baci. La bionda ne approfitto' di quella posizione per tirarle via la camicia bianca che indossava.

 

Rimase per qualche istante a godere di quello spettacolo: la sua pelle ambrata,scoperta. Il reggiseno nero,stretto e striminzito,che teneva su' il suo seno abbondante e perfetto. Gli addominali,contratti per la posizione,erano visibili. Nel complesso era quanto di piu' sexy Brittany avesse mai visto.

 

 

Santana utilizzo' quel momento per rotolare e invertire le loro posizioni. Adesso Brittany era su di lei,la sovrastava col suo peso. Le loro lingue si accarezzavano,e la bionda senti' le sue mani muoversi dalla parte piu' bassa della sua schiena,verso l'alto,fino ad arrivare al reggiseno,che sgancio' con una mossa secca. La loro pelle scoperta era a contatto,e Brittany non pote' non constatare quando la pelle dell'altra fosse bollente. Si senti' arrossire,quando le sfilo' delicatamente il reggiseno.

 

 

Con un colpo di addominali si tiro' a sedere,senza mollare le sue labbra e si ritrovo' seduta sul suo letto,con Brittany tra le braccia. La bionda senti' un gemito rauco fuoriuscire dalle sue labbra,quando con entrambe le mani le accarezzo' il seno nudo. La guardo' per un istante,poi,senza preavviso,Santana lambi' con la bocca il suo capezzolo destro.

 

 

Brittany gemette sorpresa,e l'umidita' tra le sue gambe aumento', giungendo a ondate,quando senti' la sua lingua incandescente che si muoveva esperta,seguendo una circonferenza immagginaria. La mano sinistra stuzzicava l'altro capezzolo:

 

“Dio...” gemette,mentre la guardava,con la vista appannata.

 

 

Santana aveva gli occhi chiusi,e vederla in quella posizione,rischio' di farla morire. Era una visione terribilmente erotica. Non si era mai sentita cosi' al solo guardare qualcuno. Improvvisamente voleva di piu',moriva dalla voglia di sentirla davvero.

 

 

Sobbalzarono entrambe quando il telefono satellitare squillo' all'improvviso. E Santana sospiro'.roteando gli occhi al cielo.

 

 

“Maledizione” disse,poi si rivolse alla bionda “Dammi un attimo” le disse,afferrando l'aggeggio.

 

 

Lei annui',incapace di proferire parola.

 

 

 

“Sono impegnata” ringhio' senza nemmeno premurarsi di dire pronto,poi attese in ascolto e la sua espressione,si dipinse all'improvviso di puro terrore “D'accordo...arrivo subito,chiama Blaine!” riaggancio' e guardo' Brittany,scrollandosela di dosso delicatamente ma in fretta.

 

 

 

“Che e' successo?” chiese lei,riportata bruscamente alla realta'. La mora si stava gia' vestendo.

 

 

 

“Blake” disse in fretta “E' ferito,devo correre...mi dispiace” aggiunse terrorizzata “Vestiti e vieni”

 

 

 

Non aveva nemmeno finito di dirlo che aveva gia' indossato una maglietta presa a caso dall'armadio e spalancato la porta,per precipitarsi di sotto.

 

 

All'improvviso Brittany si senti' imbarazzata. Era seminuda sul suo letto e la porta era aperta. Si rivesti' piu' in fretta che poteva e la segui'. La vide con la coda dell'occhio scendere in laboratorio,di corsa,seguita da Blaine.

 

 

Quando giunse nella stanza,si accorse che c'erano delle macchie di sangue sul pavimento. La piccola scimmia cappuccina,con il suo collare rosso,era su un piccolo tavolo di marmo. La sua gamba destra era squarciata da un grosso taglio,che continuava a sanguinare. E Brittany si senti' mancare alla vista di tutto quel sangue. C'era Blaine in laboratorio,e Kurt con lui.

 

 

Santana si lavo' in fretta le mani,e indosso' il camice:

 

 

“Kurt,corri a chiamare Holly e Quinn...SBRIGATI!” urlo' fuori di se',mentre si avvicinava alla piccola scimmia,che accarezzo' “Blake,tieni duro...sono qui!” gli disse. Poi guardo' la ferita.

 

 

 

“Bisogna anestetizzarlo,Santana” disse Blaine,mentre trafficava con delle siringhe.

 

 

 

“L'anestesia puo' ucciderlo,Blaine” disse confusa.

 

 

 

“Anche il dolore puo' farlo...dobbiamo rischiare con un'anestesia locale...autorizzami,maledizione!” disse riempendo una siringa di liquido giallo.

 

 

 

“D'accordo” annui' “Fallo!”

 

 

 

Nel frattempo arrivarono Quinn e Holly,che si precipitarono sul tavolo.

 

 

 

“Come e' successo?” chiese Holly,mentre guardava la ferita.

 

 

 

“Per adesso tampona quella ferita!” ringhio' Santana. La scimmietta emise un debole verso,mentre Holly stringeva la sua gambetta pelosa a mani nude.

 

 

 

“San” gemette Quinn “Dobbiamo sbrigarci...deve essere operato!”

 

 

 

Blaine inietto' il liquido giallo nel braccio del piccolo animale,mentre Santana prendeva ago e filo e iniziava lentamente a cucire la ferita. Nel frattempo la bionda la disinfettava,spruzzandovi un liquido dal forte odore.

 

 

 

“Ha perso molto sangue” sussurro' la latina,mentre ricuciva la pelle con mano tremante.

 

 

 

“San” urlo' Blaine a un tratto “Non respira piu',sta avendo un arresto!”

 

 

 

Santana mollo' ago e filo e inizio' a fare quello che aveva l'aria di essere di massaggio cardiaco.

 

 

 

Brittany era stordita,fissava la scena immobile,senza sapere cosa fare. Vide Santana,che premeva contro il petto dell'animale,disperata.

 

 

 

“Ti prego,Blake” disse,e i suoi occhi si riempirono di lacrime “Non morire...non morire” singhiozzo',mentre le lacrime cadevano prepotenti.

 

 

 

La bionda non l'aveva mai vista piangere,non per disperazione,almeno. E fu quanto di piu' pietoso avesse mai visto. Avrebbe voluto aiutarla in qualche modo.

 

 

 

Finalmente la scimmietta respiro',e il gruppo di ricercatori tiro' un respiro di sollievo. Santana riprese in fretta a cucire la ferita,ma guardava il petto dell'animale in media ogni dieci secondi,per assicurarsi che il suo respiro fosse regolare.

 

 

 

Quando fini' ripulirono la gamba del primate e Quinn la fascio'. Santana tremava ed era pallida.

 

 

 

“San...” Quinn si avvicino' a lei,avevano entrambe le mani insanguinate,ma questo non impedi' alla biologa di afferrarla saldamente per le spalle e stringerle “Potrebbe non superare la notte...” disse piano. Santana annui',stringendo i pugni cosi' tanto che le sue nocche divennero bianche.

 

 

 

“Lo so...” disse infine.

 

 

 

“Vai a riposare...resto io qui...” propose.

 

 

 

“No Quinn...resto io...voglio esserci se...se...” non termino' la frase,e Quinn annui'.

 

 

 

“Resto anch'io...” disse,e la mora non ribatte'. Si lavarono le mani,e si tolsero i camici rossi di sangue. Holly si occupo' silenziosamente di farli sparire in un'altra stanza.

 

 

 

Tutti erano svegli,e quando Brittany si trascino' in cucina per dare a Santana e Quinn un po' di privacy,si accorse che molti parlavano sussurrando,silenziosamente,ed erano in apprensione. Blaine era quasi certo che Blake non avrebbe superato la notte,che la ferita era profonda e che aveva perso troppo sangue.

 

 

Rachel era piu' positiva,diceva che nonostante non avessero alcuna licenza veterinaria,Quinn e Santana erano molto brave a intervenire sugli animali feriti,e che di certo,questo avrebbe fatto la differenza.

 

 

Passarono ore,e pian piano molti di loro tornarono a dormire. Sam,Will,e Mike tornarono nelle loro stanze,Rachel e Kurt si addormentarono sul divano. Blaine era sulla poltrona e cercava di tenersi sveglio leggendo un libro,ma molte volte i suoi occhi si chiudevano e sonnecchiava per qualche minuto. Quinn e Holly entravano e uscivano continuamente dalla stanza,per prendere un caffe' o scambiare qualche parola con gli altri. L'unica che non usci' dal laboratorio fu Santana.

 

 

 

Brittany era fisicamente distrutta,restava accucciata con le braccia sul tavolo e il viso affondato tra di esse,e la sedia scomoda le aveva provocato un terribile mal di schiena. Si era addormentata un paio di volte,e sobbalzo',quando alle prime luci dell'alba,Santana e Quinn entrarono nella stanza. Raggiunsero l'uscio e Santana ando' in balcone. La biologa,invece,si volto' e osservo' la biondina che nel frattempo si era svegliata:

 

 

 

“Come sta,Quinn?” le chiese,temendo la risposta.

 

 

 

“Ha avuto una lunga notte” disse distrutta,lasciandosi cadere nella sedia accanto “Ha la febbre e molto dolore,la ferita e' profonda...ma un'ora fa gli ho dato un tranquillante e finalmente si e' addormentato...c'e' Holly con lui...sono riuscita a convincere Santana a prendersi una pausa e ad uscire da quella stanza che puzza di sangue...”

 

 

 

“E lei come sta?” chiese guardando eloquentemente la porta-finestra.

 

 

 

“Ha visto giorni migliori...magari dovresti andare a chiederglielo tu stessa...” suggeri'.

 

 

 

Lei non se lo fece ripetere due volte,e con passi lenti,stanca come non mai,usci' sul terrazzino.

 

 

Santana era seduta sul divanetto,con una tazza tra le mani. Di tanto in tanto beveva il suo caffe'.

 

 

Bastava guardarla per qualche secondo per rendersi conto di quanto fosse distrutta: era bianca in viso e gli occhi erano scavati da due grandi occhiaie. Rossi dal pianto,o forse dalla stanchezza. Le sue mani si aggrappavano a quella tazza come se ne valesse della sua vita,e guardava il vuoto,mentre il sole illuminava la radura con i suoi primi raggi.

 

 

 

“Ciao...” sussurro' per non spaventarla. Lei si volto' e la guardo per qualche istante.

 

 

 

“Ciao...” anche la sua voce era rotta.

 

 

 

“Quinn mi ha detto che Blake sta meglio...” provo' a dire,mentre si sedeva su una poltrona in vimini,di fronte a lei.

 

 

 

“Ha superato la notte” rispose lei “Ma non e' ancora fuori pericolo...”

 

 

 

“Stara' bene,vedrai...” Brittany cerco' di rassicurarla “Lo hai cresciuto tu,ha persino cercato la base per farsi curare...e' un osso duro,non ci sono dubbi...”

 

 

 

“E' una ferita profonda...potrebbe essersi infettata...e un animale cosi' piccolo non tollera troppe medicine...” disse razionale.

 

 

 

“Non temere...per una volta sarai felice di sbagliarti...” accenno' un sorriso. Ma quando Santana la guardo' – sembrava un fantasma – il sorriso le mori' sulle labbra.

 

 

 

“Brittany...ho bisogno che tu non mi odi...” sussurro'.

 

 

 

“Odiarti?” chiese confusa “Perche' dovrei odiarti?”

 

 

 

“Per quello che sto per dirti...” disse,prendendo un respiro profondo “E ho paura che sia troppo tardi...” aggiunse.

 

 

 

“Mi stai spaventando...” rispose la bionda, sinceramente.

 

 

 

“Vorrei...” degluti' “Che tu dimenticassi cio' che e' successo tra di noi...negli ultimi giorni...” disse d'un fiato. E Brittany perse un battito.

 

 

 

“Dimenticarlo?” ripete' “Perche?”

 

 

 

“Perche' non posso...” spiego' semplicemente “Devo dedicarmi al mio lavoro,al mio progetto...non posso distrarmi...e soprattutto non voglio usarti...non voglio che tu ti senta usata,e finirebbe per succedere...non voglio ferire nessuno...”

 

 

 

“Perche' pensi che mi feriresti?” chiese ormai vicina alle lacrime.

 

 

 

“Perche' io sono fatta cosi'!” sbotto' la mora guardandola negli occhi “Io ferisco la gente! Ho ferito Quinn,ho ferito Rachel...non voglio ferire anche te! Ascoltami,ti prego...dimentichiamolo...tu sei la mia assistente e io il tuo capo...riprendiamo da dove avevamo lasciato prima di quella tempesta...”

 

 

 

Brittany si alzo' e la guardo' con gli occhi lucidi.

 

 

 

“Beh,stai delirando Santana,ma su una cosa hai ragione” disse tra i denti mentre una lacrima scendeva dispettosa sul suo viso “E' troppo tardi!” la guardo' un'ultima volta,e se ne ando',lasciandola li' da sola.

 

 

 

Santana la vide sparire e si detesto' per il risvolto della loro conversazione. Nonostante avesse agito proprio per non ferirla,alla fine,l'esito era stato lo stesso,se non addirittura peggiore. Blake stava morendo,Brittany la odiava,e lei voleva sparire dal mondo.

 

 

Incredibile come una giornata iniziata cosi' bene,potesse terminare nel peggiore dei modi.

 

 

Sbatte' la tazza sul tavolo e si copri' il volto con le mani. Poi inizio' a singhiozzare sommessamente,lasciando andare finalmente,tutte le lacrime che aveva trattenuto durante quella notte infernale.

 

 

Da qualche parte alla base, un piano piu' in alto,Brittany raccontava l'accaduto a Quinn,tra i singhiozzi,incapace di darsi una spiegazione razionale.   

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Capitolo 14
*** Confronto ***


Attesa un po' piu' lunga del solito...Questa jungla mi distrugge! Ringrazio tutti coloro che hanno letto e in particolar modo coloro che hanno recensito! Alla prossima :D

 

 

 

 

 

La giornata che segui' la notte in cui Blake era arrivato alla base gravemente ferito,trascorse fin troppo lentamente. Ognuno di loro era andato a dormire ad un orario diverso,quindi si svegliavano e mangiavano a round.

 

 

Brittany si era addormentata in lacrime,tra le braccia di Quinn,che era crollata subito dopo. Avevano dormito fino ad ora di pranzo,poi la biologa si era alzata e aveva dato il cambio ad Holly,per permetterle di riposare.

 

 

Blake non si era ancora svegliato,e aveva la febbre,ma era vivo e la perdita di sangue sembrava essersi fermata. Cio' nonostante,Santana non lasciava il laboratorio per piu' di un'ora. Rachel si era premurata di pulirlo da cima a fondo,con l'aiuto di Will,per renderlo piu' accogliente e soprattutto per cancellare l'odore nauseabondo del sangue.

 

 

Quando giunsero al termine della lunga,lunghissima giornata,si trovarono esausti in balcone,a respirare l'aria pura dell'Amazzonia,piacevolmente diversa rispetto all'odore pesante che si respirava alla base. Brittany,Quinn,Rachel e Holly. Era una notte particolarmente afosa,non un filo di vento. Cosi' si stavano concedendo un the fresco al limone,per placare la sete costante:

 

 

 

“Era da tanto che non vivevamo una giornata del genere...devo dire che non mi era mancato” esordi' Rachel.

 

 

 

“Che intendi con del genere?” chiese Quinn mimando due virgolette con le mani.

 

 

 

“Le ultime ventiquattr'ore sono state piuttosto dolorose...e pesanti...mi sento triste...”

 

 

 

“E non hai cercato di rianimare una scimmietta morente...” sbuffo' Holly.

 

 

 

“No,mi sono occupata di pulire il suo sangue per tutto il giorno...”

 

 

 

“E' una giornata da dimenticare...” Brittany parlo' ad alta voce quasi senza rendersene conto.

 

 

 

“Non sono d'accordo” la primatologa la guardo' fissa.

 

 

 

“C'e' qualcosa di positivo in questa giornata?”

 

 

 

“Non e' stata una bella giornata...ma niente va dimenticato,Brittany...c'e' sempre qualcosa da imparare...”

 

 

 

“Hai ragione,Holly...vuoi sapere cosa ho imparato oggi?” le chiese la zoologa.

 

 

 

“Certo”

 

 

 

“Ho imparato che non bisogna mai dare per scontato qualcosa,che le certezze non esistono...e ho imparato che e' meglio non affezionarsi troppo a qualcuno...potrebbe morire...” disse tra i denti.

 

 

 

“Sei giovane,Brittany...forse troppo...non sai cosa significa vivere una vita senza amore...e sprecata!” la primatologa si accese una sigaretta.

 

 

 

“L'amore e' stupido...fa perdere il contatto con la realta'...bisogna essere razionali...”

 

 

 

“Ti dico un segreto” Holly si avvicino' e la guardo' dritta negli occhi,parlando comunque ad alta voce “Nessuno di noi e' qui per una scelta razionale...nemmeno tu...siamo tutti in questo angolo di terra sperduto,per amore...amore per la natura,amore per il nostro futuro,amore per noi stessi...chiamalo come vuoi,ma ti sfido a contraddire queste parole!”

 

 

 

Brittany mando' giu' il rospo.

 

 

 

“E' un altro tipo di amore...” provo' a dire.

 

 

 

“Non esistono tipi d'amore...l'amore e' quello e basta...” tiro' una boccata dalla sua sigaretta.

 

 

 

“Dovremmo mostrare un pizzico d'amore in piu' all'Amazzonia” rise Quinn “Ultimamente ho visto solo ferite,tempeste,scimmie morenti...”

 

 

 

La frase della biologa fece fermare tutti a pensare. E anche Brittany si trovo' a meditare.

 

 

Era in Amazzonia da poco piu' di due mesi,e c'erano gia' tante di quelle storie da raccontare,avventure vissute,attimi di panico,di paura,ma anche di allegria e soddisfazione. E se pensava a quello che sapeva quando era arrivata,a quello che aveva imparato in due mesi...sapeva benissimo che non c'era paragone.

 

 

Stava crescendo,in fretta.

 

 

Si sentiva mentalmente invecchiata di dieci anni. E nonostante avesse passato le ultime ventiquattr'ore a piangere,se le avessero chiesto di lasciare l'Amazzonia,come minimo si sarebbe barricata in camera sua.

 

 

 

“Ragazze,io me ne vado a dormire” annuncio' Rachel,rompendo quel momento.

 

 

 

“Gia',vengo con te” annui' Quinn. Brittany stava per seguirle,ma guardo' Holly che la fermo'.

 

 

 

“Resti a farti una birra con me,Brittany?” le chiese.

 

 

 

“D'accordo” disse senza accorgersene.

 

 

 

Quinn,Rachel e Holly si alzarono e lei rimase da sola per qualche minuto,fino a quando la primatologa non torno' con due bottiglie,porgendogliene una.

 

 

 

“Non ti nascondo che era da un po' che volevo fare due chiacchere faccia a faccia con te” le disse. Brittany si mise subito sulla difensiva.

 

 

 

“Perche'?” le chiese.

 

 

 

“So che non ti piaccio particolarmente” alzo' le spalle.

 

 

 

“Sciocchezze...chi te lo ha detto?”

 

 

 

“Non serve che qualcuno lo dica...si vede...” sorrise prima di bere.

 

 

 

“Non ho nulla contro di te,Holly,sei una mia collega,cosi' come tutti gli altri...” anche lei bevve.

 

 

 

“Ci si mette un po' di tempo per capire che tipo di persona sono...scommetto che ti sei fatta un'idea sbagliatissima di me,e forse e' un po' colpa mia...ma c'e' una cosa che ci tengo a dirti,giusto per rassicurarti quanto basta...” la giovane la guardo' curiosa.

 

 

 

“Cosa?”

 

 

 

“Non c'e' mai stato niente tra me e Santana” sorrise “E' come una figlia per me” Brittany si senti' terribilmente in imbarazzo.

 

 

 

“Non capisco perche' me lo stai dicendo...” provo'.

 

 

 

“Ho vent'anni in piu' di te...ed e' piu' che evidente che ti piace...inoltre ho accidentalmente ascoltato la vostra conversazione questa mattina presto...ero salita per un bicchere d'acqua,mi dispiace...”

 

 

 

Improvvisamente alla zoologa non importava cosa Holly avesse dedotto o scoperto,non le importava piu' di nascondersi.

 

 

 

“Non importa in che rapporti siete,Holly...non c'e' nulla tra me e lei...” disse amara.

 

 

 

“Non adesso”

 

 

 

“Ne' mai” aggiunse Brittany,secca “Non mi vuole...e forse e' un bene,io sono qui per lavorare,non per scoprirmi omosessuale e andare dietro al mio capo...” Holly rise di una risata genuina.

 

 

 

“La tua frase non ha capo ne' coda,Britt...non hai detto una sola cosa giusta...”

 

 

 

“Illuminami allora! Dove sbaglio?” chiese sarcastica.

 

 

 

“Primo” inizio' a contare sulle dita “Non ci si scopre omosessuale,tu non ti sei scoperta gay...ti sei solo resa conto,che come ogni singolo essere vivente sul globo,ci si innamora di un'anima,non di un corpo...” Brittany la guardava sorpresa “Secondo...c'e' qualcosa tra te e Santana dal momento in cui hai messo piede in questo poto...e terzo,ti vuole talmente tanto da essersi spaventata a morte quando ha capito che e' un sentimento corrisposto...”

 

 

 

“Direi che sei ubriaca...” la biondina alzo' un sopracciglio.

 

 

 

“Lo credi?” Holly era molto seria “Allora permettimi di raccontarti una storia...”

 

 

 

“Ti ascolto” la incito' lei.

 

 

 

“Circa otto anni fa,all'inizio del secondo semestre,insegnavo zoologia agli studenti del primo anno,e fu entrando in aula il mio primo giorno,che vidi Santana per la prima volta...a prima vista era una studentessa come tante,viso pulito,grandi occhiali,espressione attenta...inizio' a distinguersi forse due o tre giorni dopo...interveniva spesso,e molte volte e' stata in grado,con poche osservazioni,di smontare e rivoluzionare teorie che gli studiosi seguono fedelmente da centinaia di anni...ho capito subito che era diversa,che era una studentessa valida e che amava la natura...i suoi voti me ne diedero conferma...e ricordo ancora la gioia nei suoi occhi,quando finito l'esame di zoologia la convovai nel mio ufficio e le chiesi di seguirmi in Africa per uno studio su scimpanze' e altri primati...li' vidi cosa era in greado di fare...si puo' dire che ho imparato piu' io da lei,che lei da me...ci occupavamo di un gruppo di babbuini in quei giorni...dovevamo scattare delle foto,ma il maschio alfa era un bastardo e ci scatenava tutti contro ogni volta che provavamo ad avvicinarsi...sai che ha fatto Santana?”

 

 

 

“Cosa?”

 

 

 

“Lei e' andata avanti senza di noi,rischiando praticamente di essere uccisa...si e' prostrata e ha offerto del cibo a quel maschio...si e' fatta accettare da lui senza allontanarlo,senza usare la violenza...e siamo stati in grado di scattare le nostre foto,finalmente...l'ho portata sempre con me da quel giorno...l'ho messa sul mio stesso piano nonostante fosse solo una studentessa...le ho permesso di fare pubblicazioni,articoli...le ho mostrato che aveva delle grosse potenzialita'...poi e' arrivata Natalie e come tutti i suoi amici,l'ho vista innamorarsi...quando quella stronza l'ha tradita...Santana era andata a proporle di vivere insieme...una cosa del genere ti ditrugge...”

 

 

 

“Dio...” Brittany gemette.

 

 

 

“Da quel giorno ha fatto del suo lavoro,una ragione di vita,dimenticando che un essere umano non e' fatto per stare da solo...o almeno,lo aveva dimenticato fino a quando non sei arrivata tu...”

 

 

 

“Non capisco come fai a dedurre una cosa del genere...” sospiro' lei.

 

 

 

“Lo vedo da come ti guarda...guardava Natalie allo stesso modo,quando si sono conosciute...”

 

 

 

“Holly...se anche tu avessi ragione,credo sia troppo spaventata per intraprendere anche solo un tentativo...o forse semplicemente non pensa ne valga la pena...e' stata molto chiara,prima...non ho udito alcuna nota di pentimento nella sua voce...” bevve un lungo sorso di birra.

 

 

 

“Certo che no,Santana e' abituata a farsi rispettare,e a stare un gradino sopra gli altri...non sentirai mai una voce tremante o un tono incerto nella sua voce...ricordatelo...lei aspetta di trovarsi da sola...”

 

 

 

“Per fare cosa?”

 

 

 

“Per essere debole,per piangere...e' quello che ha fatto stamattina,dopo che sei andata via...” Brittany sussulto' senza rendersene conto.

 

 

 

“Ha...pianto?” chiese con voce spezzata.

 

 

 

“Si...e sono state poche le volte in cui ho visto la mia Santana piangere...”

 

 

 

“Non so cosa devo fare,Holly...sono cosi' confusa,disorientata...” all'improvviso le sembro' di parlare con una sorella maggiore,e non le importava se l'indomani Holly avrebbe raccontato tutto a Santana. Non le importava piu' nulla.

 

 

 

“Io,al tuo posto le darei tempo...lei ha provato ad avere un rapporto professionale con te,ma da quanto ho ascoltato,mi sembra che abbia provato anche tutt'altro tipo di rapporto...ti ha chiesto di fare un passo indietro,ma sara' un passo indietro anche per lei...adesso provera' di nuovo ad essere solo un capo con la sua assistente,e si accorgera' che non puo' piu' concedersi un sorriso malizioso,una battuta di troppo,alcun tipo di contatto fisico...se le manchi,se ne accorgera'...”

 

 

 

“Non fate altro che parlare dei suoi sentimenti!” sbotto' la giovane “Ma ai miei chi ci pensa? A chi importa se nel frattempo sto male? Se sono impotente di fronte al suo modo di agire e pensare? Se sono stata bene,se mi manca,se vorrei prenderla a pugni per quello che mi ha fatto?”

 

 

 

“A me importa” Holly era calma “Ma sta a te decidere se vuoi davvero metterti in gioco per lei o rinunciarci...se riprendere un rapporto professionale che non fara' mai piu' un passo avanti,o se riprenerlo consapevole del fatto che potreste ritrovarvi sotto le coperte tra un paio di settimane...”

 

 

 

“Ma qui non stiamo parlando di sesso!” ringhio' alzando la voce. E inaspettatamente,Holly rise.

 

 

 

“Morivo dalla voglia di sentirtelo dire...” sussurro'.

 

 

 

“Cosa?” chiese Brittany,confusa.

 

 

 

“Che ti stai innamorando...” disse ancora piu' piano. Lei abbasso' lo sguardo,mentre arrossiva.

 

 

 

“Tanto non fa differenza...” sussurro'.

 

 

 

“Al contrario...questo risponde alla mia domanda...se sei consapevole dei tuoi sentimenti,lo sei anche del fatto che non puoi piu' tornare indietro...solo,stai attenta ad ogni passo,Brittany...non farti del male...” le suggeri'.

 

 

 

“Continuate tutti a ripetermelo...ma e' come chiedermi di fare una nuotata in un mare infestato di squali senza essere divorata...quante possibilita' ci sono di uscirne viva?” chiese con tono deluso “A mio avviso,meno di zero...”

 

 

 

“Perche' non cambi semplicemente prospettiva? Sei in Amazzonia,tesoro,puoi farti male ovunque,in ogni momento,ogni giorno...”

 

 

 

“Non voglio essere usata per poi essere licenziata con una scusa...”

 

 

 

“Non succedera',Brittany...conosco molto bene Santana,e ti assicuro che non succedera'...”

 

 

 

“Ma quella ragazza...”

 

 

 

“Quella ragazza” Holly la interruppe “Era solo sesso...la differenza e' immensa...”

 

 

 

“Mi auguro che tu abbia ragione...piango da tutto il giorno...” sospiro'. Holly la guardo' con lo stesso sguardo che una madre riserva sua figlia.

 

 

 

“Buonasera,dolcezze!” per poco non ebbero un infarto simultaneo quando videro Noah,l'indigeno,comparire con un balzo sulla ringhiera della terrazza.

 

 

 

“Ma tu non hai presente l'idea di bussare?” urlo' Brittany “O che ne so...annunciare la tua presenza in modo piu' normale?” lui rise.

 

 

 

“Impara ad ascoltare i suoni della natura,piccola” le disse “E stai certa che mi sentirai arrivare!” si sedette sulla sedia lasciata libera da Quinn.

 

 

 

“Cosa ti porta da queste parti?” chiese Holly.

 

 

 

“Ho saputo di Blake” spiego' scuro in volto “Come sta?”

 

 

 

“Beh...ha subito un'operazione ed e' molto debole...ha perso tanto sangue,non si e' ancora svegliato” la primatologa sospiro'.

 

 

 

“E' con lui,vero?” chiese alludendo a Santana.

 

 

 

“Non si e' quasi mossa da li'...”
 

 

 

“Naturalmente...spero che quel piccoletto si riprenda in fretta...Santana non sta bene gia' da un po'...” sussurro'.

 

 

 

“Cosa te lo fa pensare?” chiese la donna piu' grande,notando la curiosita' impressa sul volto di Brittany.

 

 

 

“Cambia spesso umore da un po' di tempo...alcuni giorni e' allegra,altri invece ho quasi paura a farmi vedere...sai che quando e' nervosa picchia le cose...” chiese alla bionda.

 

 

 

“Tipico...”

 

 

 

“Ecco...di recente abbiamo combattutto con i bastoni,me le ha suonate...si e' anche ferita...e non mi piace...” assunse un tono perplesso.

 

 

 

“Noah?” a chiamarlo era stata Brittany. E lui si volto' a guardarla.

 

 

 

“Si?”

 

 

 

“Come hai fatto a imparare la nostra lingua cosi' bene e cosi' in fretta?” lui sorrise e abbasso' lo sguardo.

 

 

 

“E' una storia un po' lunga...”

 

 

 

“Abbiamo una lunga notte davanti” lo incoraggio'.

 

 

 

“Allora ti racconto dal principio” inizio' “La mia e' la tribu' degli Aguar,viviamo nel mezzo della foresta,lontani da qualunque forma di civilizzazione o tecnologia...viviamo di caccia,pesca,e raccolta di frutti e radici...Abbiamo una lingua nostra,molto antica,e siamo circa duecento...Ho incontrato Santana poco piu' di due anni fa...ero a caccia,in solitaria,e mentre ero su un'albero,il ramo ha ceduto facendomi cadere...mi sono fratturato il piede,non potevo camminare...quando mi ha visto per terra,dolorante,mi ha soccorso subito...ha cercato di dirmi qualcosa,ma non capivo neanche una parola...cosi' mi ha sorriso e mi ha portato alla base...”

 

 

 

“Come ti ha portato fin li' se non potevi camminare?”

 

 

 

“Mi ha trascinato tutta da sola,diventando una specie di stampella umana” rise.

 

 

 

“Non cambiera' mai...” Holly scosse la testa.

 

 

 

“Sono stato curato da Blaine,che mi ha ingessato il piede,e sono rimasto davvero incuriosito da tutto cio' su cui poggiavo gli occhi...microscopi,computer,luce elettrica...era tutto cosi' nuovo...mi piaceva...E nonostante l'incomprensione verbale,Santana ha visto la sorpresa nel mio sguardo...ha iniziato a parlarmi molto lentamente,a gesti...in totale abbiamo passato quasi un mese insieme,ogni giorno...mi ha insegnato a esprimermi nella vostra lingua,con frasi semplici...quelle piu' importanti...e pian piano ho imparato a leggere e scrivere...mi ha insegnato che esistono le medicine,e che tutto o quasi puo' essere curato...poi,un giorno,mi ha regalato una chitarra...e mi ha spiegato che ci si poteva far musica...e' stato il regalo piu' bello che avessi mai ricevuto...ho continuato a imparare,migliorando le mie doti linguistiche di giorno in giorno,passando da i libri per bambini a quelli piu' difficili...all'inizio ai membri del mio villaggio tutto questo non piaceva...”

 

 

 

“Perche' no?”

 

 

 

“Mi stavo civilizzando,capisci? Stavo utilizzando tutte quelle tecnologie che loro avevano sempre evitato consapevolmente...quando tornavo a casa con un libro,certe volte non mi parlavano per giorni...a me non importava,volevo imparare...poi pero' e' cambiato tutto...un'epidemia colpi' fortemente la mia gente...E alcuni di loro morirono...quando le morti iniziarono ad aumentare,riuscii a convincere il mio capo villaggio a ricevere Santana...e lei venne li',rischiando di essere colpita dalla malattia...parlo' con lui,io traducevo ogni parola...gli spiego' che poteva salvarci se solo lui si fosse fidato...cosi',nella disperazione,accetto' il suo aiuto...Blaine fece dei prelievi di sangue alla gente malata,e scoprirono che si trattava di un parassita dell'intestino che ci infettava quando mangiavamo carne di animali selvatici non cotta bene...Quinn riusci' a creare un vaccino in laboratorio,e la malattia fu debellata in due settimane”

 

 

 

Brittany sorrise,provando a immaginare la scena.

 

 

 

“Da quel giorno anche loro cambiarono punto di vista...Il capo ringrazio' Santana e le permise di introdurre alcune medicine all'interno del villaggio...e piccole cose,apparentemente di poco conto,come gli spazzolini da denti...il nostro tenore di vita e' migliorato davvero tanto...”

 

 

 

“E' fantastico” sorrise la zoologa.

 

 

 

“Quanto a me,ho continuato a imparare restando a contatto con loro,e lo rifarei mille e mille volte...”

 

 

 

Un forte rumore li fece voltare tutti verso l'ingresso della finestra. Santana era in piedi li',il volto pallido e il fiatone. Sembrava avesse corso. Ma i suoi occhi brillavano.

 

 

 

“Holly...ragazzi,venite...Blake si e' svegliato!”

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Capitolo 15
*** Acqua ***


SALVEEEE!

Stavolta l'attesa e' stata lunga,lo so. Purtroppo la colpa e' tutta dell'universita',ma spero di riuscire a farmi perdonare in questo modo.

Godetevi la lettura e ditemi cosa ne pensate!

 

B.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La convalescenza di Blake fu lunga e complessa. E in seguito al suo risveglio,le fasi di recupero della sua gamba,furono lente e articolate. Naturalmente,la sua riabilitazione divenne la priorita' assoluta di Santana,che mise in pausa tutto il suo lavoro e i suoi progetti,per potersi dedicare a tempo pieno al suo amico peloso.

 

 

Questo fermo' anche Brittany e Holly,che si ritrovarono a girovagare per la base,mendicando un po' di lavoro da Quinn,Sam o Kurt,e che finivano per passare giornate intere al computer,senza davvero fare qualcosa.

 

 

Blake richiedeva cure a tempo pieno. All'inizio non riusciva quasi a muoversi,e Santana doveva procurargli del cibo,proprio come farebbe una madre con il suo cucciolo,e portarlo alla base.

 

 

 

Quando dieci giorni dopo,la piccola scimmia riusci' a mettersi in piedi,nonostante l'arto fasciato,zoppico' malamente attorno alla radura,senza riuscire ad arrampicarsi.

 

 

Fu un processo maledettamente lento.

 

 

Non solo doveva recuperare sensibilita' alla gamba per tornare a usarla correttamente,ma doveva riprendere a procacciarsi il cibo da solo,cosa non tanto semplice,vista la sua giovane eta' e i numerosi pasti facili che aveva ottenuto grazie al suo incidente.

 

 

Passarono tre settimane.

 

 

L'unica cosa positiva di quell'inconvenevole,era il rapporto di Brittany e Holly,che dalla serata trascorsa insieme in terrazza,era notevolmente migliorato. Si erano trovate diverse volte a chiaccherare amichevolmente per ore,di esperienze passate,di lavoro,di strane teorie contorte,e persino di vita privata.

 

 

 

Brittany colse l'essenza delle parole di Quinn,che mesi addietro le aveva assicurato che il tempo aiuta ad amare Holly. Era la verita',e si stava manifestando a lei in un modo che mai si sarebbe aspettata. Da una parte era quasi una madre,attenta ad ogni dettaglio,in grado di capire fin troppo anche con un solo sguardo. Ma dall'altra parte era un'amica.

 

 

C'era una complicita' forte,un rapporto saldo fatto di risate nei momenti piu' sbagliati,di cattivi umori risollevati da un'idea improvvisa. Poteva ufficialmente confessare di essersi sbagliata su quella donna,e di grosso anche. Holly era una vera amica,almeno quanto lo era Quinn.

 

 

Naturalmente l'accaduto non sfuggi' a Santana,che piu' volte,mentre stava seduta per terra,nella radura,a nutrire Blake,aveva alzato lo sguardo verso la terrazza e le aveva viste a ridere a crepapelle,o a parlare fitto tra di loro. Questa cosa la sorprese. Era piu' che certa che a Holly non andasse giu' Brittany,e che Brittany non avesse stretto alcun tipo di rapporto con Holly.

 

 

Che diavolo succedeva all'improvviso?

 

 

Non lo avrebbe chiesto a nessuna delle due,questo era sicuro.

 

 

Non aveva voglia di impicciarsi in affari che probabilmente non la riguardavano. Se Holly e Brittany avevano deciso di dessere amiche,buon per loro. Meno tensioni alla base,senz'altro.

 

 

Fu alla sera del ventiduesimo giorno,che approffittando della cena – la prima che si potesse definire tale,con l'intero team seduto in tavola e un pasto caldo,da non sapeva nemmeno quanto – si alzo' in piedi e si schiari' la voce prima di rivolgersi alla sua piccola platea:

 

 

 

“Vorrei dirvi due parole” inizio',e tutti le puntarono lo sguardo addosso “Sono state tre settimane difficili...interamente dedicate a Blake...e la verita'...e' che ci siamo fermati” sospiro' “Ne avete risentito tutti,alcuni di voi anche troppo,e mi dispiace se vi ho lasciati quasi con le mani in mano per tutto questo tempo...domani riportero' Blake in foresta,finalmente sta bene...ed e' tempo di ricominciare da dove abbiamo lasciato tre settimane fa,ragazzi...percio' prima di andare a dormire,voglio parlare con ciascuno di voi...riorganizzare il lavoro,stabilire cosa fare domani e nei giorni a seguire” sorrise,apparentemente elettrizzata.

 

 

E il fatto che il resto della squadra sorridesse tanto quanto lei,le diede coraggio.

 

 

 

“Finalmente si torna in foresta!” esclamo' un contentissimo Kurt.

 

 

 

“Finalmente Brittany e Holly si tolgono dalle palle!” ribatte' Quinn,che fu prontamente colpita da uno scappellotto,direttamente dalla primatologa.

 

 

 

L'umore della serata cambio' all'improvviso,le tensioni si sciolsero.

 

 

Quando un'ora dopo,Brittany si trovo' da sola nella sua stanza,sospiro'. E una serie di emozioni contrastanti si fecero spazio dentro di lei.

 

 

Da una parte era felice di tornare a lavoro,quelle tre settimane di segregazione alla base erano state strazianti e infinite. Non vedeva l'ora di tornare a respirare l'aria selvaggia dell'Amazzonia.

 

 

Dall'altra parte,pero',tornare in foresta significava tornare a lavorare con Santana. Sapeva che sarebbe successo prima o poi,ma da quella maledetta notte,tre settimane prima,non avevano piu' parlato. Poche frasi scambiate in fretta,quasi sempre in presenza di qualcun altro. Nessun pentimento o ripensamento,nessun accenno a quanto era accaduto prima della comparsa di Blake,nessun sorriso,nessun gesto,nessun contatto fisico. Nemmeno una mano sulla spalla. Niente di niente.

 

 

E in quelle tre settimane si accorse che faceva male. Era ferita,anche se all'inizio non se n'era accorta. Una ferita che bruciava,ogni volta che ci pensava.

 

 

Si era trovata sveglia molte volte,durante la notte.

 

 

E aveva desiderato un suo abbraccio.

 

 

Le sarebbe piaciuto vederla sorridere al suo indirizzo,sentirsi osservata mentre lavorava al computer,dormire accanto a lei.

 

 

Si odiava per questo.

 

 

Una parte di lei era ancora convinta di stare facendo un grosso errore,provando dei sentimenti per Santana. Non perche' fosse donna,ma perche' era il suo capo. E lei non voleva perdere cio' che aveva in Amazzonia,non era disposta a scendere a compromessi.

 

 

Fu con quel pensiero,che si addormento' quella notte,e quando l'indomani mattina Santana busso' alla sua porta alle otto del mattino,la trovo' gia' sveglia:

 

 

 

“Ciao” le disse dopo aver aperto.

 

 

 

“Ciao” rispose lei “Sono venuta a dirti che tra un paio d'ore riporteremo Blake in foresta,e vorrei che tu venissi con me...”

 

 

 

“Viene qualcun altro?” chiese la bionda,con indifferenza.

 

 

 

“No,nessun altro...la mia assistente sei tu,percio' andremo io e te”

 

 

 

“D'accordo” annui'.

 

 

 

Due ore dopo erano sul motoscafo,e procedevano a una velocita' piuttosto modesta. Brittany era seduta a prua,Santana invece guidava. Blake era arrampicato sulla sua spalla sinistra,e osservava la foresta come se la vedesse per la prima volta in vita sua. La sua espressione buffamente umana esprimeva timore,ma anche impazienza.

 

 

Trascorsero venti minuti in barca,poi attraccarono vicino a una piccola rientranza e scesero per proseguire a piedi. Seguirono il letto del fiume,e Brittany si accorse che era un lato della foresta che non aveva mai visto. La corrente era forte e l'acqua parecchio torbida,in netto contrasto col cielo,blu e limpido. La foresta era fitta,ma loro non vi si inoltrarono.

 

 

Sembrava che Santana sapesse esattamente dove trovare la famiglia di Blake,e i sospetti della bionda furono confermati quando scorse in lontananza il piccolo gruppo di cebi cappuccini. Stavano raziando un albero carico di frutti. Santana sorrise mentre Blake si faceva impaziente:

 

 

 

“E' arrivato il momento,amico mio” disse piano,parlando alla scimmia “Sei stato davvero forte in questi giorni...ma adesso devi andare,i tuoi amici ti stanno aspettando!” l'animale la guardo' e sembrava quasi capire le sue parole.

 

 

Appoggio' la mano pelosa sul suo viso,e il movimento che fece,ricordo' a Brittany una carezza,che si protrasse per qualche secondo. Blake emise un verso.

 

 

 

“Ci vediamo in giro,Blake” aggiunse la mora,accarezzandogli la nuca. Lui si volto',dopo un ultimo sguardo,e con un agile balzo raggiunse il ramo piu' basso di un albero.

 

 

 

Sembrava aver ripreso tutta la sua energia,e in pochi secondi aveva gia' raggiunto il suo branco,che lo accolse con versi e schiamazzi.

 

 

 

Rimasero li' per qualche minuto ad accertarsi che Blake non avesse problemi a reintegrarsi con la sua famiglia. Santana lo guardava assorta,persa nei suoi ricordi. Gli occhi neri scrutavano il nulla,e tornavano presto a concentrarsi sulla piccola scimmia.

 

 

Brittany avrebbe tanto voluto sapere a cosa stava pensando. Il linguaggio del suo corpo era indecifrabile,ma tremendamente affascinante. E per quanto si sforzasse,non riusciva a non guardarla per piu' di un paio di secondi.

 

 

Fu proprio la sua voce a riportarla alla realta':

 

 

 

“Andiamo,Brittany...lasciamo Blake con la sua famiglia” le disse prima di incamminarsi “Abbiamo un bel po' di cose da fare,prima di tornare alla base”

 

 

 

“Ad esempio?” chiese la bionda,seguendola.

 

 

 

“Dobbiamo prendere qualche campione d'acqua al fiume per Quinn,in questa zona...e vorrei piazzare le fototrappole che ho portato con me giu' a valle...sono quattro,quindi ci metteremo un po'...” le spiego'.

 

 

 

“D'accordo” costeggiarono di nuovo il fiume,in silenzio. La forte corrente provocava un suono forte,abbastanza fastidioso. E fu proprio li' che Santana si fermo',tirando fuori alcune provette in vetro,vuote. Si sedette sulla riva e Brittany fece lo stesso.

 

 

 

“Se mi aiuti a riempirle,ci vorra' un attimo”

 

 

 

“Non dobbiamo entrare in acqua,vero?” chiese spaventata. E Santana rise.

 

 

 

“Ovvio che no,verremmo trascinate giu'...” prese la prima provetta e immerse il braccio in acqua,riempendola e richiudendola subito col tappo in plastica. Brittany segui' il suo esempio e ne riempi' un'altra.

 

 

Passarono forse cinque minuti a riempirle con l'acqua del fiume,e quando anche l'ultima fu piena,la mora le ripose accuratamente nel suo marsupio che richiuse con cautela,prima di alzarsi.

 

 

Brittany si tiro' su',ma proprio mentre si rimetteva in piedi,senti' il terreno franarle letteralmente sotto i piedi. La roccia si era sbriciolata,e prima di potere anche solo provare a fare un passo indietro,fu catapultata in acqua.

 

 

L'impatto fu terribile,e si accorse subito che la corrente era forte,la stava trascinando. Nuoto' con tutte le sue forze per riemergere,e quando ci riusci',prese una boccata d'aria disperata:

 

 

 

“Aiuto!” urlo',ma le mancava il fiato.

 

 

Era gia' molti metri piu' avanti rispetto al punto in cui era caduta.

 

 

 

“BRITTANY!” Santana urlo' e inizio' a correre seguendo il fiume,nel tentativo di raggiungerla. La giovane la vide per qualche secondo,poi la corrente la trascino' di nuovo giu'.

 

 

Agito' freneticamente i piedi,ma sbatte' la testa contro qualcosa. Un masso,forse. Riemerse di nuovo,per miracolo.

 

 

La corrente era sempre piu' forte,e lei respiro' a fatica.

 

 

I muscoli erano indolenziti,la testa pulsava. Santana correva disperatamente,ma in qualche modo la corrente era piu' veloce di lei. Vedeva la giovane sballottata da un lato all'altro,la vedeva andare giu' e riemergere sempre piu' lontano.

 

 

 

“Tieni duro!” urlo di nuovo.

 

 

 

Brittany era terrorizzata.

 

 

Sentiva che avrebbe perso i sensi da un momento all'altro,e sapeva che se fosse successo,sarebbe stata la fine. Cerco' di nuotare contro corrente,ma era a dir poco impossibile.

 

 

Non riusciva piu' a vedere Santana,e quando riemerse ancora,e scorse la cascata in lontananza,capi' che era finita. Era impossibile sopravvivere a un simile impatto,cosi' come era impossibile riuscire a raggiungere la riva. Non avrebbe mai pensato di morire in quel modo,per una stupida caduta in acqua,cosi' lontana da casa. Sola.

 

 

Cosi' giovane e con tante esperienze ancora da fare,andava a trovare la morte li',in Amazzonia. Erano gli ultimi istanti della sua vita,e prego' che non facesse troppo male.

 

 

Poi chiuse forte gli occhi,mentre sentiva la corrente farsi ancor piu' forte,e sentiva il rumore della cascata,l'infrangersi di migliaia di metri cubi d'acqua al suolo.

 

 

 

 

 

Ed ecco il vuoto sotto di lei. Avvenne in fretta. Senti' qualcosa agganciarla per i polsi.

 

 

 

 

E quando apri' gli occhi si trovo' sospesa a mezz'aria,a venti metri d'altezza. La cascata sotto di lei. Alzo' lo sguardo e la vide,Santana,che la teneva forte,quasi ne valesse della sua stessa vita. Sospesa anche lei,i piedi agganciati al ramo di un albero che si protendeva sul fiume. Respirava affannosamente,e aveva il terrore dipinto negli occhi:

 

 

 

“Quante volte devo dirtelo,Pierce?” boccheggio' “Nessuno muore alla base! Tanto meno tu!”

 

 

 

Per un brevissimo istante si guardarono,in quella assurda situazione. Sospese a decine di metri d'altezza,a un passo dalla morte.

 

 

Santana reggeva il peso di entrambe,e si vedeva che stava faticando.

 

 

Brittany faceva fatica a restare cosciente,e non avrebbe saputo dire come fecero a scendere da li'.

 

 

Sapeva soltando che ad un tratto si trovava a terra,distesa e distrutta,completamente inzuppata,e che la mora,vicino a lei, cercava di riprendere fiato.

 

 

Tossi' forte e sputo' dell'acqua.

 

 

Quell'immagine divento' presto sfocata. Poi divenne buio,e perse i sensi.

 

 

Santana si concesse qualche minuto di riposo. Se l'erano vista davvero brutta. E il suo corpo era indolenzito. Ma Brittany era svenuta,bisognava portarla alla base. Aveva bisogno di cure.

 

 

Cosi' sirimbocco' le maniche e si tiro' in piedi. Poi la prese tra le sue braccia e la porto' da sola fino all'imbarcazione. Non era per nulla facile procedere in mezzo alla foresta con un simile peso addosso,ma lei non si lamento',non si fermo'. Strinse i denti e prosegui',passo dopo passo.

 

 

Quando raggiunse la barca,riusci' a salire per miracolo,e dopo aver appoggiato la sua felpa sul fondo,vi adagio' il corpo privo di sensi della giovane.

 

 

Mise in moto e parti' in direzione della base,sfrecciando sull'acqua come se ne valesse della sua vita,lanciando occhiate nervose alla sua assistente.

 

 

 

 

 

Quando Holly,Quinn e Sam,videro spuntare Santana nella radura,che reggeva a fatica il corpo esanime di Brittany e avanzava quasi per miracolo,si precipitarono di corsa in suo soccorso:

 

 

 

“Che e' successo!?” chiese Sam,quasi urlando.

 

 

 

“Aiutami!” rispose lei con voce strozzata,prima di lasciare Brittany tra le sue braccia,con un sospiro “Portala in camera sua e chiama Blaine!” ordino' per poi guardare Quinn “Tu vai con lui,ha sbattuto la testa,deve essere visitata da cima a fondo,non lasciarla da sola e chiamami appena si sveglia!” la ragazza annui' attenta,e lei e Sam andarono all'interno della base,con Brittany.

 

 

 

Santana li osservo' fino a quando non sparirono al secondo piano,poi sali' mollemente su per le scale,e si lascio' cadere su una sedia.

 

 

 

“Holly,ho bisogno di un po' d'acqua” sussurro' supplicante. La donna bionda corse in cucina e torno' subito dopo con l'acqua,che la mora bevve come se non bevesse da tre giorni.

 

 

 

“Tesoro,cosa e' successo?” chiese preoccupata alla giovane.

 

 

 

“Ha ceduto il terreno” disse guardandola “Brittany e' caduta in acqua,e la corrente l'ha trascinata...me la sono vista brutta,Holly...” si passo' una mano tra i capelli.

 

 

 

“Ti sei tuffata?”

 

 

 

“Non potevo! Sarei stata trascinata anch'io...ho corso come una matta,e la vedevo sballottata da una parte all'altra...andava giu'...e ogni volta pregavo che riuscisse a risalire...l'ho salvata per miracolo...”

 

 

 

“Come hai fatto?” Holly stentava a credere alle sue orecchie.

 

 

 

“C'era un albero,mi sono arrampicata...e sono riuscita a prenderla proprio quando stava per cadere giu',al bordo della cascata...non ho neanche avuto il tempo di assicurarmi all'albero con una liana o qualcosa...mi reggevo solo con i piedi,e ho rischiato di andare giu' anch'io...”

 

 

 

“Ma lei sta bene?” chiese la primatologa.

 

 

 

“Ha solo perso i sensi” spiego' “Era stremata,e si e' presa un grosso spavento...”

 

 

 

“Con Blaine li' dentro,stara' meglio in un paio d'ore” la rassicuro' lei.

 

 

 

“Gia'...” Holly si avvicino' a lei e la abbraccio'. Lei,in risposta,poggio' la fronte sulla sua spalla,ricambiando debolmente la sua stretta. Ebbe un fremito.

 

 

 

“Sei stata pazzesca,come sempre” le disse la bionda,all'orecchio.

 

 

 

“Ho avuto paura di non riuscire a salvarla...” rispose lei,con la voce tremante.

 

 

 

“Ma l'hai salvata,ed e' l'unica cosa che conta...” la strinse piu' forte.

 

 

 

Rimasero cosi' per un paio di secondi,poi la mora la guardo',con espressione stanca.

 

 

 

“Ho davvero bisogno di una doccia...vai a vedere come sta,e spiega a Quinn,d'accordo?”

 

 

 

“Tranquilla,ci siamo io e Quinn...tu vai a riposare per un paio d'ore...” la mora annui' e sali' la scalinata esterna lentamente,fino a raggiungere la sua stanza.

 

 

 

 

 

 

Quando Brittany riprese conoscenza,la prima cosa che avverti' fu un dolore lancinante alla testa. Se la massaggio' prima ancora di aprire gli occhi,e cerco' di capire dove si trovasse.

 

 

 

“Finalmente ti sei svegliata” la voce di Quinn la fece sobbalzare,e apri' gli occhi forse troppo velocemente.

 

 

 

Era nel suo letto,in camera sua. E subito le tornarono in mente le ultime ore prima di svenire. La caduta,la corrente,la cascata.

 

 

 

“Santana...” disse subito “Sta bene?” vide la bionda sorriderle.

 

 

 

“Sta facendo la doccia,tranquilla...” solo voltandosi vide che c'era anche Holly.

 

 

 

“Blaine ti ha appena visitata...” spiego' Quinn “Ti ha medicato la ferita sulla testa,non e' nulla di grave...e hai un paio di lividi sparsi un po' in giro...ma stai bene,Britt...un paio di giorni e sarai come nuova”

 

 

 

“Come sono arrivata qui?” chiese confusa “Ricordo solo di essere stata salvata...”

 

 

 

“Poi sei svenuta” inizio' Holly “E Santana ti ha portata fin qui...”

 

 

 

“Dovresti mangiare qualcosa,Britt...sei debole...” si intromise la biologa.

 

 

 

“Non ho fame...” protesto'.

 

 

 

“Ordini di Santana,almeno devi mangiare questo” le porse un piattino con dei pezzi di frutta.

 

 

 

“Non mi uccide mica,se non lo mangio...”

 

 

 

“No,ti uccido io” minaccio' Quinn. Lei roteo' gli occhi al cielo e inizio' a mangiare.

 

 

 

Per quanto detestasse ammetterlo,si senti' subito meglio,e dopo i primi bocconi avverti' anche la fame. Era stata una giornata di quelle che capitano una volta nella vita,e decisamente non in senso buono. Mangio' tutto e chiese a Holly di avere dell'altra frutta.

 

 

 

“Te la mando su' con Blaine,e' ora di cena anche per noi,ma suppongo che proporti un pollo arrosto sia troppo...”

 

 

 

“Ho la nausea solo a pensarci...la frutta andra' benissimo,andare pure a mangiare...”

 

 

 

Le due donne scesero al piano di sotto,e quando Blaine le porto' il piatto di frutta,si ritrovo' da sola a mangiare. Lo consumo' in fretta e si stese di nuovo a letto. Si sentiva debole e le faceva male ogni centimetro del suo corpo. La testa pulsava e si sentiva stanchissima.

 

 

 

Aveva rischiato di morire quel giorno,e lo sapeva molto bene. Se non fosse stato per la velocita' e il sangue freddo di Santana,certamente non ne sarebbe uscita viva. Aveva scoperto il lato letale dell'Amazzonia,e adesso sapeva che ne era terrorizzata.

 

 

Non aveva neanche avuto il tempo di realizzare che le era franato il terreno sotto i piedi,era gia' in acqua. E ogni volta che veniva trascinata sotto,aveva paura di non riuscire a risalire. In quei secondi interminabili,era certa che sarebbe morta.

 

 

 

Non sapeva per quanto rimase sola nella sua stanza,fino a quando la porta non si apri' piano. Lei guardo' verso l'uscio e vide che Santana era li'.

 

 

 

“Posso entrare?” le chiese.

 

 

 

“Si” sussurro' lei.

 

 

 

Indossava i suoi pantaloni a quadri leggeri,quelli del pigiama,e una canotta bianca. I capelli erano sciolti,il viso struccato. Si richiuse la porta alle spalle e la guardo'.

 

 

 

“Come ti senti?” domando'.

 

 

 

“Ho visto giorni migliori...” Santana sedette sul suo letto,accanto a lei,che era rimasta appoggiata.

Le mise la mano sulla sua,stringendola debolmente.

 

 

 

“Mi hai salvato la vita...” le disse piano. Lei ricambio' la stretta.

 

 

 

“Fa parte del mio lavoro” rispose,cercando di sminuire l'impresa.

 

 

 

“Se non fosse stato per te... io...” non riusci' a terminare la frase.

 

 

 

“Magari adesso inizierai a credermi,quando ti dico che nessuno muore alla base...” abbozzo' un sorriso.

 

 

 

“Ti ho sempre creduta...solo non pensavo che avresti dovuto salvare anche me da una fine orribile”

 

 

 

“Questa e' l'Amazzonia,Britt” la guardo' “Succede...pensi che non ci sia alcun pericolo,e all'improvviso ti trovi a scappare,a correre...a lottare per vivere...”

 

 

 

“Sei stata tu a lottare...io non ce l'avrei fatta...”

 

 

 

“Sono contenta che ce l'abbiamo fatta insieme” si stese accanto a lei,senza interrompere il contatto visivo “E sono contenta che tu sia viva”

 

 

 

“Grazie... per tutto” Brittany aveva ancora la paura negli occhi,e alla zoologa non sfuggi'.

 

 

 

“Vieni qui” la abbraccio' forte,e per quanto non se lo aspettasse,la bionda ricambio' l'abbraccio. Il silenzio duro' poco,e fu presto rotto dal pianto liberatorio della giovane.

 

 

 

“E' stato terribile” singhiozzo'. Santana la strinse piu' forte.

 

 

 

“Hey...” sussurro' “Non piangere”

 

 

 

“Ho avuto cosi' paura”

 

 

 

“E' tutto finito,Britt...ci sono io qui” disse dolce,baciandole la fronte.

 

 

 

“Non andartene” supplico' lei.

 

 

 

“Non me ne vado” la rassicuro' “Resto qui” aspetto' che smettesse di piangere,e quando i singhiozzi cessarono,si sistemo' meglio e attese di sentirla dormire. Brittany si addormento' cosi',stretta tra le sue braccia,e con in viso affondato nel suo petto. Ma non ebbe sonni tranquilli.

 

 

Ogni volta che chiudeva gli occhi e si addormentava,riviveva quei momenti. L'acqua che la circondava e la corrente che la trascinava. Non riusciva a respirare e nessuno veniva a salvarla. Urlava,ma non la sentiva nessuno.

 

 

E ogni volta che si svegliava,di soprassalto,Santana era li',e le accarezzava i biondi capelli,con delicatezza,fino a quando non si addormentava di nuovo.

 

 

Certe volte si addormentava subito,ma altre volte stava sveglia a lungo,forse per paura di chiudere gli occhi e vedere di nuovo il fiume.

 

 

Piu' stava sveglia,piu' Santana la stringeva forte e la accarezzava con quel dolce tocco. E forse era quello il motivo per il quale non voleva riaddormentarsi.

 

 

I suoi sogni erano dominati dall'acqua,dal fiume,e dal pericolo imminente. Vedeva la morte sempre piu' vicina,e ogni volta era piu' reale. La senzazione di essere trascinata sul fondo,l'acqua che le entrava nei polmoni senza alcuna pieta',la cascata che era sempre piu' alta.

 

 

La realta',in quel momento,era quanto di piu' rassicurante potesse esistere. Santana che la stringeva forte,il suo respiro che si infrangeva sulla sua testa,le labbra ad appena qualche millimetro dalla fronte. L'odore intenso di shampoo che sprigionavano i suoi capelli,mischiato a quello dolce e inconfondibile della sua pelle nuda. Quello era il motivo per cui non voleva che quella notte finisse.

 

 

E finalmente,a notte inoltrata,riusci' ad addormentarsi placidamente,esausta ma certa di trovarsi nel luogo piu' sicuro al mondo. Fu solo dopo aver avuto la certezza che Brittany dormisse,che anche Santana si lascio' andare tra le braccia di Morfeo.

 

 

 

Quando la mattina si sveglio' ancora stretta a lei,si concesse qualche minuto prima di alzarsi,e la guardo' dormire. La sua espressione era lievemente accigliata,ma finalmente serena. Il viso tempestato di lentiggini era fresco al tatto,le labbra dischiuse. I capelli biondi ricadevano disordinati lungo le spalle e la schiena. Le mani stringevano la canotta bianca della mora,giusto per assicurarsi che non andasse via durante la notte.

 

 

 

Sorrise piu' a se' stessa che a lei,e si sorprese dell'immagine bella e pura che si trovava di fronte. Sembrava un piccolo angelo biondo,e quando ripenso' che aveva rischiato di morire poche ore prima,tremo' nel senso letterale del termine. Le porto' i biondi capelli dietro l'orecchio,e le accarezzo' la gota col pollice. Poi,approfittando del suo sonno profondo,si avvicino' a lei e la bacio' piano sulle labbra,chiudendo gli occhi al contatto e dimenticando tutto il resto per una frazione di secondo.

 

 

Si alzo' attenta a non svegliarla,e lascio' la sua stanza.

 

 

Brittany era sveglia gia' da un pezzo,anche se lei non lo sapeva.

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Capitolo 16
*** La verita' ***


 

RIECCOMI!

 

So di non avere aggiornato proprio in fretta,ma l'universita' mi sta uccidendo. Spero di farmi perdonare con il capitolo. Buona lettura :D

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Brittany rimase stesa sul suo letto,con il cuore che batteva all'impazzata,per almeno mezz'ora. La luce del sole l'aveva svegliata,e aveva sentito Santana svegliarsi poco dopo. Si era mossa appena,l'aveva accarezzata allo stesso modo in cui aveva fatto per tutta la notte. E prima di andarsene,l'aveva baciata.

 

 

 

Non se lo aspettava affatto,e aveva dovuto lottare contro se' stessa per evitare di afferrarla per la maglietta e costringerla a rimanere. Cosi' come aveva dovuto lottare contro una serie di altre cose. L'emozione del momento,l'imbarazzo che quasi l'aveva fatta arrossire,la felicita' che aveva sentito quando le labbra della mora si erano poggiate sulle sue.

 

 

 

Adesso pero' era confusa. Non riusciva a smettere di pensare a quella manciata di secondi e alla possibile ragione che avesse spinto Santana a quel gesto. Poteva essere qualunque cosa. Pentimento per l'atteggiamento avuto fino a quel momento,consapevolezza di un sentimento,istinto.

 

 

 

Se lo chiese a lungo,senza tuttavia trovare una risposta. E la sua confusione aumento' nel corso della giornata. Incontro' Santana diverse volte,un paio di volte erano anche rimaste da sole. Lei era stata premurosa,le aveva chiesto come stava,le aveva intimato di stare a riposo. Gentile come solo lei sapeva essere,ma terribilmente enigmatica.

 

 

 

Non un accenno a quanto era successo,poche occhiate fugaci,il sorriso dolce di una madre apprensiva. Non sembrava pentita,e non si era richiusa in se' stessa,ma era in una posizione statica e incomprensibile.

 

 

 

E Brittany si interrogo' a lungo nel tentativo di venirne a capo,e rimase in un silenzio composto per tutta la giornata. All'inizio non ne parlo' con nessuno,sia perche' aveva ancora bisogno di riprendersi dall'idea di aver visto la morte in faccia,sia perche' non sapeva quasi cosa dire.

 

 

 

Fu al terzo giorno di pragmatico silenzio,quando Holly le chiese cosa ci fosse sotto,in una calda sera solitaria,che glielo disse. Lei sembro' sorpresa e compiaciuta:

 

 

 

 

“E' un piccolo passo” le aveva detto “Magari adesso devi lasciare che sia lei a giocare la sua partita e a capire cosa vuole fare davvero...” aveva detto assorta.

 

 

 

 

“In realta' non so neanch'io cosa fare” le aveva risposto la biondina “Semplicemente non me lo aspettavo”

 

 

 

 

Quinn,invece,era stata di tutt'altra opinione,e quando Brittany gliene aveva parlato,approfittando dell'intimita' della sua camera,era sembrata categorica e sul piede di guerra:

 

 

 

 

“Parlale!” aveva sbottato “La deve piantare,d'accordo? Non puo' fare quello che vuole quando vuole...tu hai dei sentimenti,e scommetto che lei lo sa molto bene!”

 

 

 

 

“Quinn,calmati...non mi ha mica violentata...” la giovane soologa aveva provato a placarla con scarsissimi risultati.

 

 

 

 

“Beh,dobbiamo aspettare che faccia anche quello?”

 

 

 

 

E cosi' Brittany si ritrovo' in un limbo. Era come se Quinn e Holly stessero giocando a interpretare le due vocette della sua coscienza,sempre in lotta tra di loro. Il fatto che lei non sapesse a chi dare retta,era un classico.

 

 

 

I giorni passavano e Santana non faceva un passo,ne' in avanti,ne' indietro. Cosi',esasperata non solo dai silenzi della mora,ma persino da se' stessa e dal suo continuo rimuginare sui fatti,decise di prendere il toro per le corna e parlarle una volta per tutte.

 

 

 

Aspetto' che passasse tutta la giornata,e dopo cena,quando quasi tutti erano tornati nelle loro stanze,si arrampico' di soppiatto fino al quarto piano. Rimase aggrappata sulla scaletta metallica per un paio di minuti. Sapeva che Santana l'avrebbe vista anche prima che lei si decidesse a bussare,e all'improvviso senti' il peso di cio' che stava per fare. Il cuore prese a battere all'impazzata,la salivazione quasi si azzero',e le mancarono le parole.

 

 

 

Ebbe quasi paura di arrivare fin li' e iniziare a boccheggiare come un'idiota,finendo con l'essere scambiata per pazza. Ma scosse la testa a quel pensiero,perche' sapeva che non le avesse parlato immediatamente,non lo avrebbe fatto mai piu'. Cosi' giunse di fronte alla sua porta e busso' con mano tremante.

 

 

 

Santana le apri' qualche secondo dopo. Era in pigiama e indossava gli occhiali. Dietro di lei si intravedeva il computer acceso. I capelli erano sciolti e le ricadevano sulle spalle:

 

 

 

“Ciao Brittany” le disse con un sorriso.

 

 

 

“Ciao...posso entrare?” chiese. Lei annui' e le face spazio per poi richiudere la porta alle sue spalle.

 

 

 

“E' successo qualcosa?” Brittany sedette sul suo letto,lei invece torno' alla sua sedia girevole e volse lo sguardo verso di lei.

 

 

 

“Volevo parlarti di una cosa...” disse guardando il pavimento.

 

 

 

“Ti ascolto” la mora annui',guardandola attraverso la montatura.

 

 

 

“Per la precisione di quanto e' successo la scorsa settimana...quando sono caduta nel fiume...” Santana accenno' un sorriso.

 

 

 

“Britt,mi hai ringraziata un milione di volte...sul serio,non c'e' bisogno che...” le sue parole furono bloccate dalla bionda,che scuoteva la testa e la guardava.

 

 

 

“Non sto parlando di questo...”

 

 

 

“E di cosa,allora?” domando' inarcando un sopracciglio.

 

 

 

“Non smettero' mai di ringraziarti per quello che hai fatto...se oggi sono qui a parlarti e' solo grazie a te...sarei morta in quel fiume,ne sono certa...ero terrorizzata quando sono uscita da li'...”

 

 

 

“Lo so...” sorrise dolce.

 

 

 

“Ma al termine di quella notte infernale,in camera mia,tu mi hai baciata...” disse d'un fiato. E il sorriso mori' sulle labbra di Santana.

 

 

 

“Cos...”

 

 

 

“Non dormivo...e forse lo hai fatto nella convinzione che stessi dormendo...ma non l'ho sognato,so quello che dico” asseri' senza smettere di guardarla.

 

 

 

“Brittany...”

 

 

 

“Voglio sapere perche'” continuo' decisa. Santana la guardo' negli occhi per qualche secondo,sembrava alla ricerca delle parole giuste da dire,e sospiro' prima di parlare.

 

 

 

“Hai ragione,pensavo dormissi” inizio' “E se avessi saputo che eri sveglia...non lo avrei fatto...”

 

 

 

“Perche'?” domando' di nuovo la bionda.

 

 

 

“Perche' ho avuto paura” rispose sincera “So che qui dentro mi vedete tutti come una specie di Wonder Woman,ma che tu ci creda o no,ti ho salvata per miracolo...ho temuto di non riuscirci...e sono umana anch'io Brittany,e' un gesto che in qualche modo...mi ha fatta sentire al sicuro...”

 

 

 

“Quindi avresti baciato Quinn,se fosse caduta nel fiume al mio posto...” incalzo' lei “O Sam...” il silenzio di Santana fu lungo e carico di tensione.

 

 

 

“Non puoi semplicemente dimenticarlo?” chiese alla fine.

 

 

 

“No,non posso...e non puoi neanche tu...non fai altro che parlare di avventure,forza di volonta'...coraggio...infondi coraggio a tutti qui dentro...ma la verita' e' che sei una codarda...” sorrise amara.

 

 

Santana si alzo' di scatto.

 

 

“Non ti azzardare a parlarmi in questo modo!” ringhio'.

 

 

 

“Guardami negli occhi,Santana!” si alzo' anche lei fronteggiandola “Quattro mesi fa sono arrivata qui piena di speranze,progetti,obiettivi...miravo solo a fare carriera...quando c'e' stata la festa di Holly si e' scatenato qualcosa in me...quando mi hai baciata per la prima volta,ho provato delle emozioni che mai avevo provato in vita mia...mi hai confusa e incuriosita allo stesso tempo...cosi' ho iniziato a farmi delle domande,ho cercato di capire me stessa,ma allo stesso tempo anche di capire te...e la notte della tempesta,credevo di esserci riuscita...mi piaceva quello che vedevo,sai? Mi piaceva il tuo lato professionale,quello che mi spingeva a credere nelle mie capacita'...mi piaceva la dolcezza che ho visto nei tuoi occhi mentre parlavi con la tua famiglia,e la nostalgia che l'ha sostituita poco dopo...ho visto per la prima volta la sensibilita' che nascondevi dietro quello sguardo rigido...Ti ho vista fragile subito dopo,quando tremavi per un abbraccio...e quando ti ho baciata...Dio,mi si e' aperto il mondo...era tutto cosi' perfetto...tu eri perfetta,le emozioni che provavi lo erano...cosi' come le mie...al mio risveglio,il giorno dopo,quando ti ho vista seduta fuori,sulla ringhiera,ho desiderato di svegliarmi cosi' per il resto della mia vita...io ho fatto dei passi e delle scoperte...che non credevo avrei mai fatto...e penso di essermi dimostrata molto piu' coraggiosa entro le mura di questa stanza,che nel mezzo della Foresta Amazzonica...” Santana la guardava senza controbattere “Ho iniziato a provare qualcosa...e ho smesso di lottarvi contro...i miei sentimenti crescevano...e mi sentivo bene come mai in vita mia...il giorno in cui mi dicesti di metterci una pietra sopra ho desiderato la morte...e ho davvero creduto di essere stata usata...ho pensato che volessi solo portarmi a letto,o divertirti quando ti faceva comodo...ti ho odiata per questo,ma so di aver sbagliato...ho sbagliato a crederlo...perche' non c'era desiderio nelle tue carezze,quando mi sono svegliata tremante per gli incubi durante la notte...non c'era desiderio nel bacio che mi hai dato prima di andare via...” concluse.

 

 

 

“Tu non capisci” Santana strinse i denti.

 

 

 

“Bene,sono qui per questo!” sbotto' “Aiutami a capire!”

 

 

 

“Io non posso,d'accordo!?” urlo' la mora “Ho delle responsabilita',un lavoro! E metto tutte le mie energie in quello che faccio,non posso permettermi alcuna distrazione!” gesticolo' ampiamente.

 

 

 

“E' questa la bugia che ti racconti ogni sera,Santana?” ringhio' Brittany “E' cosi' che ti addormenti da sola nel tuo letto freddo?”

 

 

 

“Adesso basta!”

 

 

 

“Tu provi dei sentimenti per me...sei solo talmente brava a mentire persino a te stessa,da esserti convinta che e' la verita'...”

 

 

 

“Tu non sai niente di me!” gli occhi della giovane si fecero lucidi “Vieni qui a giudicarmi e a dirmi come vivere la mia vita...ma che ne sai tu?” le lacrime iniziarono a scendere copiose prima che potesse controllarle “Non sai cosa si prova ad amare davvero qualcuno...a progettare una vita insieme,a costruire un futuro che sembra perfetto...e' proprio quando tutto sembra perfetto che la vita decide di disarcionarti e calpestarti...E ti auguro di non provare mai la sensazione che ho provato io,quando sono entrata in quella camera da letto...” singhiozzo' “E' come se ti prendessero il cuore e te lo facessero a brandelli...diventa tutto silenzio...persino le urla,le scuse...le finte spiegazioni...sembrano provenire da una stanza lontana...Il dolore,Brittany....non e' il morso di un giaguaro sbucato dal nulla,o la caduta da un albero...E cio' che si perde e' troppo grande...”

 

 

 

Anche Brittany aveva iniziato a piangere,e se ne accorse solo all'udire della sua stessa voce tremante,quando parlo' con un filo di voce.

 

 

 

“Io non sono lei...” sussurro' semplicemente.

 

 

 

“Ma potresti esserlo...e forse hai ragione,sai? Ho paura...ho paura di provare ancora un dolore cosi' grande...e non affidero' mai la mia vita a qualcuno,sapendo che potrebbe provocarmelo ancora...”

 

 

 

Si guardarono negli occhi,a lungo. Piangevano entrambe,in maniera composta.

 

 

 

“Allora mi dispiace...” disse la bionda “Mi dispiace che tu non abbia trovato le qualita' che ti servono per la tua assistente...magari' andra' meglio in futuro...”

 

 

 

“Che cosa stai dicendo?” chiese la zoologa confusa.

 

 

 

“Sto dicendo che me ne vado” disse secca. E gli occhi di Santana si dilatarono per la paura.

 

 

 

“No...” disse piano “Non puoi”

 

 

 

“Devo!” controbatte' lei “Non ho altra scelta...”

 

 

 

“Tu sei la mia assistente”

 

 

 

“Sai Santana...sono in un luogo che ho sempre sognato di esplorare...rimanevo affascinata da bambina,quando vedevo i documentari sulle foreste pluviali...in questi mesi in campo ho imparato molto di piu' rispetto a quanto i libri mi abbiano insegnato...e speravo davvero di diventare qualcuno...ma la mia salute mentale viene prima di tutto il resto...non posso piu' restare in Amazzonia...” lascio' cadere le braccia lungo i fianchi “Preparero' le mie cose stasera,cosi',se tutto va bene,domani a quest'ora,saro' sull'aereo che mi riportera' a casa mia...” prese quella decisione cosi',senza rifletterci. Lo disse prima ancora di pensarlo. E quando si soffermo' a pensarci,capi' che non c'era altro da fare. Era l'unica soluzione,l'unica via d'uscita da quella situazione.

 

 

 

“Tu hai firmato un contratto!” Santana alzo' di nuovo la voce.

 

 

 

“Beh,l'ho firmato in maniera razionale...col cervello...il mio cuore non ti aveva ancora incontrata” disse ancora piu' piano lei.

 

 

 

“Ti salvo la vita e questo e' il ringraziamento!” urlo' “Benissimo! Vattene! Scappa lontano se non sai fare di meglio!” indico' la porta in maniera eloquente.

 

 

 

Brittany si avvio' senza una parola.

 

 

 

“Del resto me lo hai insegnato tu” la guardo' un'ultima volta,con gli occhi lucidi,e se ne ando',lasciandola da sola in camera sua.

 

 

 

Giunse in fretta nella sua stanza e tiro' fuori il borsone con il quale era arrivata. Prese a tirarci dentro tutti i suoi vestiti e i suoi effetti personali,alla rinfusa,senza nemmeno premurarsi di piegarli. Le sue mani tremavano,ma decise di fare tutto in fretta,prima di crollare. Prese i suoi documenti,il suo lavoro. Inseri' i dati salvati sul suo computer in una chiavetta,e richiuse il computer,che non avrebbe portato con se'.

 

 

Poi prese carta e penna e scrisse due righe per Quinn e Holly. Si scuso' per non averle salutate e spiego' brevemente i motivi della sua scelta. Le ringrazio' per esserci state nei momenti piu' difficili e per aver condiviso con lei tante esperienze,che avrebbe sempre portato nel cuore. Disse loro che le sarebbero mancate e giuro' che si sarebbero tenute in contatto. Ripiego' il foglio e lo mise in bella vista,dove lo avrebbero trovato.

 

 

 

In fine apri' la finestra e si ritrovo' davanti la radura,che era piena di vita nonostante il buio. Respiro' una boccata d'aria fresca e pulita,e seppe che mai,in nessun altro luogo al mondo,avrebbe respirato quella stessa aria.

 

 

Quella che trasmetteva liberta',voglia di scoprire,di mettersi alla prova,di osare. La stessa Amazzonia che il primo giorno l'aveva terrorizzata,le aveva fatto credere che non sarebbe durata un giorno,che era un ambiente troppo ostile,una sfida troppo ardua per lei,adesso sembrava quasi supplicarla di rimanere.

 

 

 

La luna era piena,il cielo limpido e puntellato di migliaia di stelle. Gli alberi con i loro rami alti e intricati non facevano paura,ed erano pieni di vita. Gli animali notturni riempivano il silenzio con i loro versi e i loro movimenti,saltando da una fronda all'altra,sbattendo le grandi ali,ronzando impertinenti.

 

 

Non riusciva quasi a credere che non avrebbe piu' potuto ammirare un tale miracolo della natura,e se avesse saputo che la sua avventura in Amazzonia sarebbe durata cosi' poco,sicuramente se la sarebbe goduta di piu' e piu' intensamente. Stava lasciando un grande pezzo del suo cuore in Amazzonia,e lo sapeva.

 

 

Era proprio per quello che andava via.

 

 

Il suo cuore.

 

 

In qualche modo si stava arrendendo,stava perdendo per una sua scelta,quello che era stato il sogno della sua vita. Aveva avuto un'occasione che non capita a tutti nella vita,e la stava buttando al vento. Ma sapeva che non era colpa sua. Sapeva di non avere scelta.

 

 

E se la prospettiva era quella di vivere in un paradiso terrestre,crescendo professionalmente,ma diventando allo stesso tempo un automa senza sentimenti,costretto a reprimere tutto cio' che sentiva,allora preferiva marcire in uno schifoso monolocale di periferia per il resto dei suoi giorni.

 

 

Si sedette sul suo letto e si guardo' intorno. Vedere la sua stanza,buia e vuota di ogni cosa,le fece venire un groppo alla gola. E quando gli occhi si posarono sul borsone pieno,scoppio' in lacrime. Si distese e strinse forte il suo cuscino,maledicendo quell'assurda situazione e sperando di essere forte abbastanza per dimenticare.

 

 

Anche se non lo sapeva,nella penombra del corridoio del terzo piano,c'era qualcun'altro.

 

 

Santana era seduta per terra e la sua schiena era appoggiata alla fredda parete,accanto alla porta della stanza di Brittany. Aveva una gamba stretta al petto,l'altra invece era allungata sul pavimento. Era a piedi nudi,la sua testa era appoggiata al muro. Sentiva la giovane singhiozzare dentro la sua stanza.

 

 

Le sue lacrime,invece,scendevano copiose,ma composte.

 

 

Per la prima volta in vita sua,quella sera,aveva rivissuto il momento piu' brutto della sua vita,e lo aveva rivissuto ad alta voce,condividendolo in qualche modo con qualcuno. Non aveva mai espresso ad alta voce i suoi sentimenti nei confronti di Natalie,nel momento in cui aveva scoperto il suo tradimento. Si era portata quel peso dentro per tre lunghi anni,e dopo cosi' tanto tempo era diventato un macigno che le impediva di respirare.

 

 

Ricordo' il momento in cui aveva visto Brittany arrivare alla base. La sua espressione curiosa e determinata,l'aveva subito colpita. E quella ragazza si era dimostrata una piacevole scoperta giorno dopo giorno. Era intelligente,perspicace,decisa e recidiva in tutto quello che faceva.

 

 

Ricordo' la festa di Holly,quando avevano ballato insieme,e il dedsiderio di strapparle i vestiti di dosso aveva preso il sopravvento. Il modo in cui l'aveva sentita sussultare quando l'aveva baciata,nonostante fosse stata lei a chiederle di restare. Il nervosismo misto a desiderio che poteva avvertire nel suo tocco impertinente. La sconcertata sorpresa nel suo sguardo,quando si era fermata all'improvviso e l'aveva lasciata li'.

 

 

Ricordo' la notte della tempesta,quando erano rimaste a parlare come se si conoscessero da sempre,e l'aveva persino presentata alla sua famiglia. Il momento in cui era stata lei a sentirsi nervosa,nel momento in cui aveva realizzato che non c'era modo di far tornare Brittany in camera sua,che avrebbero dovuto condividere il suo letto.

 

 

Ricordo' il suo cuore impazzito quando Brittany l'aveva abbracciata,e il modo in cui si era sentita gradualmente meglio man mano che il tempo scorreva. La pace interiore quando la bionda l'aveva baciata,il ritrovato contatto umano del quale parlava. Le sua carezze innocenti e delicate,gli sguardi intensi,ma allo stesso tempo puri.

 

 

Sorrise tra le lacrime,quando le torno' in mente la sua espressione confusa,alle prede con l'esperimento da laboratorio di Quinn,e il momento in cui si era appoggiata alla sua spalla,esasperata,e lei moriva dalla voglia di abbracciarla. La scarica elettrica quando aveva lasciato cadere ogni sua difesa e l'aveva baciata,e il desiderio di non mollarla mai piu'.

 

 

E ancora il terrore di vederla morire in quel fiume maledetto,e di non riuscire a salvarla in tempo. L'idea terribile che l'aveva fulminata per un istante,di dover cercare un corpo piuttosto che una vita da salvare. Di vedere Brittany senza vita,di sentirsi in colpa per il resto dei suoi giorni. Di dover tornare alla base con un cadavere. Aveva passato i giorni successivi tremando ogni volta che le tornava in mente,e cercando con tutte le sue forze di scacciare quell'orribile pensiero.

 

 

Era arrivata ad avere un coinvolgimento emotivo che mai e poi mai si sarebbe aspettata,ed era arrivato con una forza tale da impedirle di gestirlo,qualunque cosa fosse. Aveva mandato tutto all'aria,e alla fine,aveva fatto soffrire Brittany.

 

 

Continuava a fissare quella porta,mentre ascoltava impotente i singhiozzi della ragazza,e non sapeva cosa fare. Era da sola,al buio. Di nuovo...

 

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Capitolo 17
*** Scelte ***


SALVEEEEE!

Ecco qui il nuovo capitolo. E' stato parecchio difficile scriverlo,ma alla fine diciamo che ne e' venuto fuori qualcosa di apparentemente buono!

 

Buona lettura :D

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fu una notte lunga e difficile. Forse la piu' difficile della sua vita. E quando Brittany decise di alzarsi,erano le cinque del mattino. Non aveva chiuso occhio. Aveva passato ore a piangere le lacrime che aveva trattenuto fin troppo a lungo,e quando aveva perso persino le forze per versare lacrime,si era limitata ad ascoltare i suoni della foresta.

 

 

In Amazzonia non esisteva il silenzio,ed era una cosa che adorava. Non c'era mai troppa quiete,non rimbombavano le orecchie,non si era mai troppo soli con i propri pensieri. Nonostante,almeno nel suo caso,i pensieri fossero davvero troppi.

 

 

Si stiracchio' con un sospiro e usci' dalla sua stanza,a piedi nudi. Il corridoio era buio,cosi' come il resto della base. Cosi' penso' di scendere in cucina e prepararsi un caffe'. Avrebbe dovuto affrontare interminabili ore di viaggio,e considerando il fatto che non dormiva da quasi ventiquattr'ore,sapeva che sarebbe stata un'impresa.

 

 

Anche in cucina la luce era spenta,ma quando ando' alla ricerca della caffettiera,si accorse,con sorpresa,che era bollente e piena di caffe'. Qualcuno doveva averlo fatto poco prima,ma non si chiese chi. Ringrazio' mentalmente chiunque fosse stato,e ne verso' una buona dose nella sua tazza,poi usci' in terrazza.

 

 

Senti' un brivido di freddo.

 

 

Nonostante fosse piena estate,le temperature di notte scendevano vertiginosamente e il clima notturno non aveva nulla a che vedere con quello che si percepiva durante il giorno. Solo quando,dopo aver bevuto il suo caffe',poggio' la tazza sul tavolino,si accorse di non essere sola.

 

 

All'angolo del balcone stava appoggiata Santana,cosi' scura da confondersi con i colori della notte,tra le mani una tazza. Ecco chi aveva fatto il caffe'. Penso' di andarsene visto che non aveva alcuna voglia di rimettersi a litigare,ma d'altra parte,penso' che in quel modo,magari,la mora l'avrebbe seguita.

 

 

Invece se fosse rimasta li',semplicemente ignorando la sua presenza,magari sarebbero rimaste in silenzio,senza rivolgersi la parola.

 

 

Appoggio' le braccia alla ringhiera e prese a scrutare gli alberi. Sobbalzo' quando Santana parlo' piano:

 

 

 

“Quattro mesi non sono sufficienti a imparare ad ascoltare il silenzio” disse “Serve molto piu' tempo”

 

 

 

“Evidentemente si” rispose lei,a denti stretti “E' un peccato che io stia per andare via” aggiunse ironica.

 

 

 

I suoni della notte riempirono l'aria per diversi minuti,prima che il silenzio fosse nuovamente interrotto dalla zoologa.

 

 

 

“Sai come ho capito di essermi innamorata di Natalie?” chiese. E Brittany penso' che stesse scherzando.

 

 

 

Sul serio le stava parlando della sua ex!?

 

 

 

“Non vedo perche' dovrebbe interessarmi” ringhio'. Ma Santana continuo' a parlare,quasi non avesse sentito le sue parole.

 

 

 

“C'era qualcosa nei suoi occhi,nel suo sguardo...qualcosa di diverso,una scintilla...e ogni volta che mi guardava sentivo lo stomaco fare le capriole...ed era una sensazione che ho totalmente dimenticato da quando abbiamo rotto...fino a quando non sei arrivata tu...” Brittany strinse le mani attorno alla ringhiera “Tu hai la stessa scintilla...”

 

 

 

“Se e' un modo carino per cercare di farmi cambiare idea,hai capito male” la bionda non la degno' di uno sguardo.

 

 

Non voleva guardarla negli occhi. Sapeva che avrebbe ricominciato a piangere.

 

 

Tuttavia era come se Santana stesse parlando senza ascoltarla,come se non le importasse come avrebbe risposto o cosa sarebbe successo. Continuava il suo monologo,come se stesse raccontando una delle sue avventure.

 

 

“Non ho mai avuto un rapporto semplice con i miei colleghi,e nel mio lavoro tendo a dibattere all'infinito...perche' sono maledettamente testarda,sai? Ho bisogno di dimostrare agli altri,ma soprattutto a me stessa,che ho ragione...anche quando la ragione non ce l'ho...devo sbatterci la testa cento volte prima di capire,che forse sto sbagliando...e anche quando lo capisco,c'e' un lungo processo di mezzo...devo assimilare il mio errore,devo capire perche' ho sbagliato...se posso rimediare e in che modo...faccio questo lavoro da appena otto anni,e per quanto suoni strano,mi considero una principiante... servono decine d'anni di esperienza per riuscire a gestire al meglio il proprio lavoro e quello degli altri...per imparare ad essere rispettati,ma soprattutto a rispettare...e' l'esperienza che aiuta a fare passi avanti...ma otto anni di esperienza,quando di anni ne hai ventisei,sono nulla...” sospiro' e Brittany la senti' muoversi alle sue spalle,ma non si volto' “La mia esperienza come ricercatrice cresce giorno dopo giorno,lentamente,ma con buoni risultati...semplicemente perche' passo tutto il mio tempo a studiare gli animali,a lavorare con loro...imparo sempre qualcosa,nel bene o nel male...ma c'e' una cosa sulla quale sono sempre impreparata...le mie emozioni...non so gestirle,non so neanche capirle la maggior parte delle volte...sono rimasta ferita,profondamente...e invece di curare questa ferita e farla rimarginare,l'ho lasciata li',sanguinante,pensando che sarebbe bastato non guardarla per guarire...invece si e' solo infettata,e il dolore e' diventato lancinante,mi ha impedito di muovermi...non era difficile capire che l'unica cosa da fare era medicarla...ma io ho continuato,nella mia cocciutaggine,a non guardarla...ho dovuto assistere al tuo dolore,e a cio' che ne conseguiva dentro di me,per capire...ho sbagliato tutto,e mi dispiace...” la mora la guardo',di spalle,appoggiata alla ringhiera.

 

 

 

“Se questo servira' a farti sentire meglio con te stessa,accetto le tue scuse” Brittany lo sussurro',perche' sapeva che se avesse parlato a voce piu' alta,la sua voce si sarebbe incrinata.

 

 

 

Sobbalzo' letteralmente,quando senti' Santana alle sue spalle,cingerle i fianchi e stringerla forte.

 

 

 

“Resta” sussurro'.

 

 

 

“Non posso...”

 

 

 

“Il tuo posto e' qui,Britt...”

 

 

 

“Puoi trovare un'altra assistente” ripose piano “Non avrai problemi”

 

 

 

“Non voglio un'altra assistente...voglio te...” Brittany si sciolse da quella presa e si volto' finalmente a guardarla.

 

 

 

“Perche'?” chiese ormai vicina alle lacrime.

 

 

 

“Dovevo capire il giorno in cui ti ho vista arrivare alla base,che eri diversa...invece ho avuto bisogno di vederti soffrire a causa mia...e di portarti a prendere una decisione cosi' estrema,per capire quanto sei importante per me...” la bionda abbasso' lo sguardo.

 

 

 

“Santana,non...”

 

 

 

“Guardami!” Santana la prese per le spalle,strattonandola appena,e quando Brittany torno' a guardarla vide la disperazione nei suoi occhi “Io ho bisogno di te! E non come assistente...avevi ragione fin dall'inizio,io sto bene con te...provo qualcosa che non volevo ammettere...qualcosa che non riesco neanche a controllare...ma lo sto ammettendo adesso,qui,di fronte a te...ti sto pregando di non andartene...”

 

 

 

Due lacrime caddero dagli occhi di Brittany senza che riuscisse a fermarle,ma la zoologa le raccolse prontamente con le dita,accarezzandole il volto.

 

 

 

“Non piangere” sussurro' “Ti ho ferita,lo so...ma non fare il mio stesso errore,non lasciare che la ferita si infetti...permettimi di rimediare...voglio davvero provarci...voglio stare con te...” appoggio' la fronte alla sua.

 

 

 

“Come faccio a sapere che domani non cambierai idea?” chiese Brittany “O tra una settimana,un mese?”

 

 

 

“Puoi solo fidarti di me...” disse lei,semplicemente “Cosi' come io mi sto fidando di te...sto accantonando la paura che tu possa ferirmi...percio' vai a disfare quel maledetto borsone,e resta con me” la supplico'.

 

 

 

Brittany la guardo' negli occhi e seppe che non stava mentendo. Cosi' annui' impercettibilmente,incapace di proferire parola. Il sospiro di sollievo di Santana fu lungo,prima che la stringesse a se' con tutta la forza che aveva. Sentire che la giovane ricambiava quella stretta,la fece sentire meglio.

 

 

Quanto a Brittany,l'idea di rivedere la sua stanza piena delle sue cose,le riscaldo' il cuore. Si allontano' appena dalla stretta della mora,per guardarla negli occhi.

 

 

Neri come la notte,che stava ormai lasciando posto al giorno. Santana accenno' un sorriso quando i loro sguardi si incontrarono,le prese il viso tra le mani e la bacio'.

 

 

La bacio' cercando di infonderle un po' di quella sicurezza che lei stava trovando soltanto in quel momento,per la prima volta. La bacio' infondendole in un gesto il coraggio del quale aveva avuto bisogno anche lei,per dirle tutto cio' che le aveva detto,per aprire il suo cuore.

 

 

Capi' di esserci riuscita,quando la bionda la aggancio' per i fianchi,e la strinse piu' forte,sospirando di sollievo in quel bacio. Si allontanarono per respirare e si guardarono.

 

 

Il sorriso che Santana le regalo',fu quanto di piu' bello Brittany potesse ammirare quella notte. E le sorrise di rimando,portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

 

 

Santana la bacio' di nuovo,e la sollevo' tra le sue braccia,permettendole di agganciarsi alla sua vita con le gambe. Poi si mosse,come se avesse sollevato un peso piuma,e cammino' quasi alla cieca,salendo la scalinata esterna che le avrebbe portate al terzo piano. Quando arrivarono fuori,Santana la guardo':

 

 

“Vieni” le disse,facendola scendere. E si arrampico' lungo la scaletta che portava al quarto piano. Brittany la segui' e si trovo' presto spinta all'interno della stanza di Santana,sollevata di nuovo tra le sue braccia,le labbra incollate alle sue. Le depositava tanti piccoli baci sulle labbra,veloci,fugaci,bagnati,dolci. E sorrideva tra un bacio e l'altro.

 

 

I baci si facevano piu' lunghi,le sue labbra si soffermavano di piu' su quelle dell'altra,e presto non riuscirono piu' a separarsene. Brittany senti' la lingua dell'altra farsi spazio tra le sue labbra,e gemette quando incontro' la sua,trascinandola in un bacio lungo e carico di passione.

 

 

Santana porto' la mano sinistra dietro la nuca della bionda,approfondi' quel bacio piu' che poteva,mentre sentiva un brivido correrle lungo la schiena.

 

 

Non sapeva nemmeno lei come aveva fatto ad arrivare fino al suo letto,e a trascinarsi Brittany dietro. Sapeva solo che la bionda,e aveva sfilato la canotta bianca con una mossa secca,lasciandola in reggiseno nero. Si sedette e lei le si accavalcio' addosso con un sospiro,mentre si allontanava dalle sue labbra per dedicarsi al collo.

 

 

Santana porto' la testa all'indietro,respirando pesantemente al contatto delle sue labbra umide con la sua pelle. Ne approfitto' di quella posizione per tirarle via la maglietta che ando' a finire da qualche parte in giro per la stanza.

 

 

Si liberarono presto anche dei pantaloni,e nel breve istante in cui Santana riemerse dai baci caldi di Brittany,e apri' gli occhi,si vide in intimo nero,seduta sul letto,accaldata e col respiro affannato. Brittany era accavalciata su di lei,in intimo rosso.

 

 

Lo stesso intimo rosso,in pizzo,che indossava la mattina in cui avevano nuotato al fiume. La pelle scura della latina,creava un delizioso contrasto con quella candida della bionda. Il suo tocco audace era un piacere per il corpo,e anche se poteva percepire la timidezza,di chi non ha molta esperienza,di chi sta esplorando un territorio sconosciuto,non avverti' alcuna forma di esitazione nelle carezze lascive che riceveva.

 

 

Santana le bacio' il mento,mentre con mano esperta percorreva il perimetro della sua schiena,dal basso verso l'alto e sganciava con un movimento secco il reggiseno della bionda. La guardo' negli occhi mentre glielo toglieva,e i suoi occhi assunsero una tonalita' che Brittany non aveva mai visto.

 

 

Erano castani,quasi color nocciola,e se ne sorprese. Si guardarono per un breve istante,poi la mora,si aveento' senza preavviso sul suo seno,facendola gemere di sorpresa.

 

 

Lambi' il suo capezzolo sinistro con la bocca,e prese a stuzzicarlo con la lingua,tracciando circonferenze immaginarie su quel lembo di pelle. Brittany gemette affondando le mani tra i suoi capelli e assecondando quel movimento.

 

 

Senti' la zoologa morderle il capezzolo,e le sfuggi' un ansito di bocca:

 

 

 

“Ah...San...” di questo passo sarebbe venuta prima ancora di cominciare. Senti' un'ondata di eccitazione scivolare tra le sue gambe,infradicendo gli slip rossi.

 

 

La mora succhio' forte,per poi dedicare lo stesso trattamento anche all'altro capezzolo. Brittany riusci',con lo sguardo appannato,a tirarle via il reggiseno,ma prima che se ne rendesse conto,la giovane le stava togliendo l'ultimo indumento rimasto.

 

 

Brittany la guardo',i loro sguardi si incrociarono,e all'improvviso la bionda si senti' in imbarazzo. Alla mora non sfuggi':

 

 

“Qualcosa non va'?” le chiese.

 

 

La sua voce era spezzata,tradiva desiderio. Tuttavia era dolce,e preoccupata.

 

 

 

“No” lei scosse la testa “E' solo che...io non...non ho mai...” non ebbe bisogno di finire la frase. Santana capi',e sorrise di un sorriso dolce.

 

 

 

“Non preoccuparti” le sussurro' “Va tutto bene” le porto' una ciocca di capelli dietro l'orecchio,e le diede un bacio a fior di labbra. Si sfilo' gli slip neri da sola,dopo esserserla scrollata gentilmente di dosso ed essersi alzata,senza interrompere il contatto visivo con la compagna. Poi si chino' e la bacio' di nuovo prima di parlare in un sussurro.

 

 

 

“Resta semplicemente con me” in quel momento le paure andarono via.

 

 

La paura di essere impacciata,di non essere all'altezza,di non essere abbastanza. Si dileguarono,nel momento in cui Santana la spinse dolcemente sul letto,sovrastandola col suo peso.

 

 

La bacio' con passione,e le loro lingue si lasciarono andare a una danza lenta e sensuale,mentre la mora si accavalciava su di lei.

 

 

Brittany sussulto' impercettibilmente quando senti' una calda umidita' tra le gambe...che non era la sua. E si senti' bagnata di riflesso.

 

Santana era incastrata a lei,le loro gambe erano intrecciate. E fu solo quando si mosse appena,che la bionda si accorse dei loro clitoridi a contatto. Per uno sciocco istante penso' fosse stata una fortunata coincidenza,ma quando la latina si mosse in avanti,capi' che non era cosi' e gemette.

 

 

Si tiro' a sedere con un colpo di addominali e si ritrovo' con la mora tra le braccia,che si muoveva,d'un tratto,con un ritmo costante,serrato,provocandole scariche di piacere. Apri' di piu' le gambe,e afferro' Santana per i glutei,guidandola nel movimento e rendendolo piu' conciso. Eccolo li'. A un tratto la mora tocco' un punto che fece scappare un gemito incontrollabile dalle labbra di Brittany:

 

 

 

“Oh,Dio” quello sfregare,cosi' bagnato,era quanto di piu' sensuale avesse mai provato. Era maledettamente eccitata,e piu' Santana si muoveva,piu ' lei la invitava a muoversi in fretta,piu' forte.

 

 

Ai suoi gemiti si unirono quelli della zoologa,che la stringeva,e sembrava impegnata nel tentativo di far fondere i loro corpi. Di tanto in tanto portava la testa all'indietro,e Brittany ne approfittava per avventarsi sul suo collo. Baciarlo,morderlo,marchiarlo. Inizio' a muoversi anche lei,senza rendersene conto,assecondando e seguendo il movimento dell'altra. Le scariche di piacere erano intense,sferzate che giungevano a intervalli sempre piu' ravvicinati.

 

 

Santana aumentava il ritmo,e Brittany con lei. L'aria in quella stanza era piena dei loro gemiti,del loro odore,della loro eccitazione. Raggiunsero il culmine insieme,nello stesso momento,e sentirono tutti i loro muscoli tendersi,il piacere raggiunse l'apice,e un gemito liberatorio fuoriusci' dalle loro labbra,all'unisono.

 

 

Si accasciarono esauste,Santana su Brittany. I loro corpi imperlati di sudore,il respiro affannato,la bocca secca. Le mani tremanti e il petto che si alzava e abbassava a un ritmo frenetico. Rimasero in quella posizione per dieci minuti,nel silenzio piu' totale,mentre la stanza della donna veniva illuminata dal sole che sorgeva.

 

 

Poi,finalmente,si alzo' sui gomiti e la guardo' negli occhi,sorridendo. Brittany le sorrise di rimando e parlare non fu necessario. Si addormentarono in quella posizione,incuranti del giorno che stava per cominciare.

 

 

 

 

 

Il loro sonno non duro' molto. La base si era svegliata e i rumori della foresta,uniti a quelli di una decina di individui a lavoro,non passava di certo inosservato. Brittany fu svegliata da un forte rumore metallico di dubbia provenienza,e sobbalzo'. Ci mise qualche minuto a capire dov'era,poi ricordo'.

 

 

E quando apri' gli occhi,il timore di ritrovarsi di nuovo da sola venne meno. Santana era li',appoggiata vicino a lei,sveglia e vigile gia' da un pezzo a giudicare dal suo aspetto e dalle sue occhiaie.

 

 

La guardava con un'espressione serena in volto,e quando si accorse che si era svegliata,sorrise apertamente,di un sorriso spensierato che la bionda aveva visto solo in un'altra occasione: la mattina dopo la tempesa. Era ancora nuda,come lei d'altronde,ma sembrava perfettamente a suo agio a mostrare il suo corpo:

 

 

“Ciao” le disse con voce roca.

 

 

 

“Ciao” Brittany ricambio' il suo sorriso.

 

 

 

“Dormito bene?”

 

 

 

“Poco” la bionda fece spallucce “Ma molto bene,grazie...e tu?”

 

 

 

“Benissimo”

 

 

 

A differenza di Santana,Brittany non amava l'idea di rimanere svestita troppo a lungo,e cosi' si alzo' in fretta,con un'espressione di giustificazione in viso,e indosso' di nuovo la maglietta che era finita sulla scrivania diverse ore prima. Allo stesso modo indosso' gli slip,facendo ridere la mora.

 

 

 

“Posso usare il bagno?” le chiese.

 

 

 

“No,puoi fartela addosso!” rise la zoologa.

 

 

 

Brittany le fece una linguaccia per poi sparire dietro la porta che conduceva al bagno. Santana rimase sola per pochi istanti. Senti' la scaletta di metallo vibrare,segno che stava arrivando qualcuno. Poco dopo ne emerse la figura di Quinn.

 

 

Era pallida e la sua espressione non era proprio amichevole. Stringeva un foglio tra le mani e busso' prima che Santana potesse muoversi dal letto. Busso' freneticamente,quasi ne valesse della sua vita.

 

 

 

“Arrivo!” urlo' lei,per poi catapultarsi giu' dal letto e indossare in un lampo il suo pigiama. Non si premuro' nemmeno di indossare l'intimo sotto,avrebbe richiesto troppo tempo. Apri' la porta col fiatone.

 

 

 

“Buongiorno,Qu...” non ebbe neanche il tempo di finire la frase. La biologa la colpi' in faccia,con un pugno dritto al naso,con tutta la forza che aveva in corpo.

 

 

Santana indietreggio' di due passi per il colpo e ci vide viola per un attimo. Si porto' le mani al viso per il dolore,in un gemito. Poi tossi',e riusci' a guardarla,nel timore che la colpisse di nuovo. Vide che Quinn si stringeva la mano dolorante. Si era fatta male anche lei:

 

 

 

“Sei impazzita?” disse con voce strozzata mentre il naso iniziava a sanguinare.

 

 

 

“TU!” la bionda le punto' il dito contro,fuori di se' “E' tutta colpa tua!” entro' nella stanza di vetro,senza troppi complimenti e la spintono' con forza.

 

 

 

“Ma che...?” Santana non sapeva cosa fare. Si tamponava il naso sanguinante,e contemporaneamente cercava di evitare la follia ingiustificata di Quinn.

 

 

 

“Lo sapevo che sarebbe finita cosi'!” continuo' lei,spingendola ancora “L'hai trattata male,l'hai ferita...hai giocato con i suoi sentimenti e l'hai costretta ad andarsene! Mi fai schifo,Santana,ne ho abbastanza di te!”

 

 

 

“Quinn!” inutile,non riusciva a fermare quello sfogo.

 

 

 

“Mandi sempre tutto all'aria,e' proprio nella tua schifosa natura,non puoi farci niente! Lasci una scia di sofferenza alle tue spalle,quasi stessi cercando di battere un record personale! Adesso Brittany e' andata via e tu...”

 

 

 

In quel momento la porta del bagno si apri',rivelando Brittany che si ritrovo' davanti a una scena alla quale non era preparata. Quando la vide,la biologa strabuzzo' gli occhi.

 

 

 

“Brittany...” balbetto'.

 

 

 

“Che succede qui?” domando' la giovane. Santana sputo' del sangue per terra e cerco' di tamponare quello che usciva copioso dal suo naso.

 

 

 

“Ma tu...”

 

 

 

“Stavo cercando di dirtelo” ringhio' la zoologa con un verso di dolore.

 

 

Quinn guardo' l'amica bionda,in magliettina e mutande e non ci mise tanto a comprendere quello che era successo e a creare una breve cronologia degli eventi. Sposto' lo sguardo su Santana e vide che il suo naso non smetteva di sanguinare. Capi' di aver combinato un casino.

 

 

 

 

Pochi minuti dopo erano tutte e tre in salotto. Blaine era con loro e stava medicando il naso a Santana,che non smetteva di borbottare rimproveri. Holly,invece,che era arrivata da poco,stava rileggendo la lettera che Brittany aveva lasciato in camera sua,e cercava di afferrare a pieno la dinamica degli eventi:

 

 

 

“Allora...fatemi capire bene” inizio' “Tu hai fatto le valigie” indico' Brittany “E hai lasciato questo biglietto a me e Quinn...”

 

 

 

“Si” annui' la giovane zoologa.

 

 

 

“Poi hai cambiato idea e sei rimasta...” fece una pausa “Allora perche' Santana ha il naso gonfio e sanguinante?” chiese osservando la giovane che si faceva curare.

 

 

 

“Stamattina mi sono svegliata presto come al solito” a parlare era stata Quinn,seduta al tavolo con la testa tra le mani “Stavo andando a svegliare Brittany,ma la porta della sua stanza era spalancata...non c'era nessuno,tutti i suoi effetti personali erano spariti...e il borsone,a quanto pare,era dentro l'armadio...ho trovato la lettera e ho pensato che fosse andata via senza neanche salutarci...mi sono disperata,ho dato di matto e sono salita da Santana...le ho dato un cazzotto in faccia...” lo sussurro',ma Santana lo aveva sentito benissimo.

 

 

 

“Non sai quanto ti costera' Fabray,lasciami finire qui” ringhio'.

 

 

 

“Stai ferma!” la rimbecco' Blaine.

 

 

 

Brittany ebbe la sensazione che Holly stesse trattenendo una risata.

 

 

 

“E quindi volevi andare via senza salutarci,eh piccola ingrata?” la primatologa la rimprovero' e lei abbasso' lo sguardo,sentendosi improvvisamente in colpa.

 

 

 

“Mi dispiace” disse semplicemente.

 

 

 

“In ogni caso cio' che conta e' che tutto si sia risolto...Brittany non andra' da nessuna parte,e se solo ci prova di nuovo la andro' a trovare ovunque abbia deciso di rintanarsi!” minaccio' la bionda.

 

 

 

“Non si e' risolto un bel niente!” protesto' Santana “Ho il naso rotto!”

 

 

 

In quel momento Blaine fini' di medicarla e lei pote' alzarsi e guardare le tre donne sedute al tavolo. Il suo naso era gonfio e di un colore nero-violaceo nella parte superiore. L'emorraggia si era fermata ed era stata medicata con una crema a base di erbe e un cerotto orizzontale che le dava un aspetto da indiana d'America.

 

 

 

“Augh!” disse Holly,imitando un rozzo ma lineare saluto con la mano.

 

 

 

Brittany scoppio' a ridere prima di riuscire anche solo a pensare di controllarsi. Santana la fulmino' con lo sguardo.

 

 

 

“Oddio” disse tra le risate “Scusa!” non riusciva a smettere di ridere. E le sue risate fecero un effetto a catena. Si ritrovarono tutti a ridere allegramente,riempendo l'ambiente di un suono finalmente felice.

 

 

 

 

 

Il sole stava tramontando in Amazzonia,e Santana ammirava lo spettacolo dalla riva del fiume. Sedeva sulla prua della barca ormeggiata,a gambe incrociate,e guardava l'acqua e la vegetazione circostante tingersi di un arancione infuocato,chhe dava un aspetto quasi surreale al panorama. Il passo di Quinn si faceva sempre piu' vicino ed esitante. Lo aveva avvertito diversi istanti prima di udire il suono della sua voce. Come sempre,non aveva avuto bisogno di voltarsi:

 

 

 

“Posso farti compagnia?” chiese raggiungendola sulla barca.

 

 

 

“Sei venuta per il secondo round?” chiese la mora ironica,senza guardarla. Indossava i soliti pantaloni neri pieni di tasche,e una camicia bianca,in lino,quasi trasparente. I capelli erano legati in una treccia che ricadeva sulla sua spalla destra,fin sopra il seno. Quinn si sedette poco distante da lei.

 

 

 

“Scusa se ti ho picchiata...” disse piano.

 

 

 

“Forse me lo sono meritata” alzo' le spalle.

 

 

 

“No” la bionda scosse la testa “Io ero fuori di me,mi dispiace,non...” Santana si volto' a guardarla e la interruppe con un cenno.

 

 

 

“Sono io che devo scusarmi con te Quinn...”

 

 

 

“Non mi hai fatto niente...”

 

 

 

“Ho fatto fin troppo invece...nel senso piu' negativo del termine...eravamo cosi' amiche al college,eri la mia migliore amica...e se il nostro rapporto si e' tanto raffreddato e' solo colpa mia...rompere con Natalie mi ha portata ad eliminare il mio passato,e stupidamente ho buttato via anche le cose belle...come la nostra amicizia...so che ne hai sempre sofferto,tanto quanto me e mi dispiace...il fatto che tu mi abbia seguita in Amazzonia e sia rimasta al mio fianco nonostante tutto,dimostra che sei una persona straordinaria...e anche se magari servira' del tempo,voglio provare a rimediare a tutti i miei errori...vorrei chiederti perdono,Quinn...e ricostruire mattone dopo mattone,lo splendido rapporto che avevamo” gli occhi della biologa si riempirono di lacrime.

 

 

 

“Non chiedo altro,San” la mora si alzo' e la abbraccio'. La stretta fu subito ricambiata dalla bionda che si aggrappo' alle sue spalle. Santana le bacio' la fronte.

 

 

 

“Ti voglio bene,Q” le disse.

 

 

 

“Anch'io” il silenzio duro' solo una manciata di secondi. Poi Santana la guardo'.

 

 

 

“Che ne pensi se andassimo a recuperare un paio di quelle dendrobatidi che ti servivano in laboratorio?” chiese come se l'idea l'avesse appena fulminata. Quinn sorrise complice.

 

 

 

“Mi sembra una grande idea”

 

 

 

“Pero' guidi tu! Io sono infortunata!” la prese in giro. La bionda mise in moto l'imbarcazione senza fare storie,mentre la zoologa tirava su' l'ancora. E insieme si avviarono lungo il fiume.

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Capitolo 18
*** Biscotti ***


SALVEEEEE!
Non mi sono dimenticata dell'Amazzonia. Purtroppo la sessione e' stata lunga e sofferta e non ho potuto aggiornare per un bel po' di tempo. Per farmi perdonare,il capitolo e' piu' lungo degli altri.

Vorrei precisare che sulla fine il rating si tinge di rosso,percio' se siete sensibili,non leggetelo.

B.








Il corso d'acqua scorreva placido tra le radici delle mangrovie,che vi affondavano le grosse radici.Il silenzio era surreale. Era pieno giorno. Il sole picchiava forte,in quella giornata dal caldo torrido. Un grosso alligatore,lungo quasi tre metri, si godeva i raggi del sole sulla riva. Le sue immense fauci,semichiuse,rivelavano denti affilati e lunghi diversi centimetri; il corpo era massiccio e affusolato. 


Le due giovani donne fissavano il grosso animale,da una postazione sicura,nascoste tra le fronde di una mangrovia:


“Sicura di volerlo fare?” chiese piano la mora,all'altra.



“Sicura”



“Ricordi tutto quello che ti ho detto?” chiese ancora.



“Me lo avrai ripetuto dieci volte nell'ultima mezz'ora”



“Bene... prendi questo” 



Brittany fisso' l'oggetto,e poi Santana,con espressione curiosa.



“Il tuo bastone?” domando'.



“E' solo in caso di emergenza” le spiego' lei.



“Come farai tu?”



“Io non ne ho bisogno...lo avrei comunque lasciato qui” la piu' giovane delle due afferro' il bastone metallico e lo strinse alla mano destra.



“Quando vuoi” sussurro' annuendo.



“Vai!” 



In uno slancio Brittany si trovo' catapultata fuori dal suo nascondiglio sicuro,a pochi metri dall'immenso rettile,che si mosse di qualche centimetro a ritroso una volta accortosi della sua presenza. Poi spalanco' le fauci.


La bionda allargo' le gambe,ancorandosi al terreno vagamente fangoso,e allargo' le braccia,stringendo l'arnese metallico. Si avvicino' di qualche passo,tenendo a mente che l'alligatore poteva scattare in avanti da un momento all'altro. Era nervoso per l'intrusione di quell'ospite indesiderato,nel suo territorio. Agitava la coda lentamente ed emise un verso gutturale poco rassicurante.



“Stai calmo,cucciolo,ci vorra' un attimo” gli disse muovendosi appena verso destra “Adesso,San!” disse a voce un po' piu' alta. 



La mora sbuco' alle spalle dell'animale e corse in fretta,per lanciarglisi letteralmente addosso e agganciare le braccia attorno al suo collo. L'alligatore inizio' a dimenarsi e Brittany si tuffo' prontamente sul suo muso,aiutando l'altra a chiudergli la bocca.



“Usa tutta la tua forza,non gli farai male!” ordino' Santana,che faticava a restare a cavalcioni sulla bestia. Tiro' fuori una siringa munita di un grosso ago appuntito e gliela conficco' malamente sotto il collo,per poi riuscire a fatica a prelevare il suo sangue.



“Ok,ci sono” ansimo' “Quando te lo dico io molla la presa e allontanati da lui”



“D'accordo”



“VIA!” 



Entrambe si allontanarono in fretta dall'alligatore che soffio' nervoso e scosse l'enorme testa. Poi si appoggiarono a un albero vicino e ripresero fiato. 



“Medaglia al coraggio, Dottoressa Pierce!” rise Santana “Pensavo avrei dovuto salvarti di nuovo”



“Il primo giorno ti ho detto che avrei imparato in fretta” rispose lei “Non e' colpa mia se non ci hai creduto”



“Quinn sara' contenta,torniamo alla base” la invito'. 



Camminarono nel cuore della foresta per circa mezz'ora,passando dal paesaggio di fiume a quello fitto circondato dagli alberi. E presto si ritrovarono nella radura.



Giunte in cucina si concessero una limonata fresca,ma la cucina era un campo di battaglia a causa di una serie di carte che Sam e Kurt stavano analizzando.



“Perche' non portate il culo in laboratorio?” ringhio' Santana.



“Perche' non siamo vampiri,e li' sotto non batte il sole” spiego' Kurt in una risata.



“Ogni scusa e' buona...” si lamento' la zoologa “Vieni Britt” chiamo' l'altra. Si avviarono nel corridoio.



“Vai a farti la doccia?” chiese la bionda.



“No,ho una chiamata importante da fare” spiego' salendo un paio di scale “Porti tu la provetta a Quinn?”



“Nessun problema” la mora se la sfilo' dalla tasca e la lancio' alla giovane,che la afferro' al volo con la mano destra. Santana assunse un'aria sorpresa.



“Uuuuh,impressionante!” rise.



“Che avresti fatto se non l'avessi presa?” chiese Brittany alzando un sopracciglio,e osservandola sul pianerottolo,cinque o sei scalini piu' in basso.



“Ne ho un altro campione” provo'.



“Bugiarda,c'e' solo questo” la bionda sorrise “E' che detesti ammettere di fidarti di me!”



“Cosa te lo fa pensare?” chiese curiosa la latina.



“Beh,mi hai permesso di tenere a bada un alligatore di tre metri mentre gli tiravi via mezzo litro di sangue...”



“Non e' fiducia,e' che non ho scelta” ribatte' Santana con un ghigno.



“La verita' e' che sei tremendamente orgogliosa” si sporse appena e le schiaccio' l'occhio “E io sono adorabile!”



Santana roteo' gli occhi al cielo e le fece una smorfia,prima di girare i tacchi e procedere su per le scale. Lei invece si diresse in laboratorio.



“Buongiorno raggio di sole!” esordi' quando vide Quinn “Ti ho portato un regalino!”



“Qualcuno e' di buon umore!” cantileno' la biologa.



“Beh,sono uscita vincitrice da una lotta con un bestione,certo che sono di buon umore!” le porse la provetta e le stampo' un bacio sulla guancia.



“Congratulazioni” sorrise la ragazza. Brittany sedette sul tavolo,vicino al microscopio,e la guardo'.



“Hai pensato a quello che ti ho detto ieri?” le chiese cambiando espressione. Quinn ricambio' lo sguardo.



“Beh,Britt...ci ho pensato tutta la notte,e come ti ho detto ieri e' una cosa complicata,non e' neanche detto che ci riusciamo...pero' possiamo provarci! Scommetto che Holly sara' felice di darci una mano!” La giovane zoologa sorrise di nuovo.



“Ti  adoro!”



“Pero' dobbiamo coordinarci,e mettere in chiaro le cose...servono soldi,astuzia,e velocita'...”



“Possiamo farcela,Quinn...quanto tempo abbiamo?” chiese.



“Pochissimo,a dire il vero...il compleanno di Santana e' tra due giorni,dobbiamo muoverci in fretta...e per la prima parte del piano,siamo io e tu...dobbiamo creare un diversivo...” la bionda si passo' una mano tra i corti capelli.



“Hai in mente qualcosa?”



“Si,in realta'...lei e' sotto la doccia?” 



“No,doveva fare una telefonata”



“Bene,allora lo faremo adesso...” si addentro' nello stabulario e torno' con una piccola teca piena di rane blu.



“Che vuoi fare con quelle?” Brittany la guardo' curiosa.



“Tu adesso vai in bagno,apri l'acqua e fingi di stare facendo la doccia...io apriro' questa teca simulando un incidente...le rane saranno dappertutto,e sono velenose...verra' lei ad aiutarmi,e credimi,recuperare venti minuscole rane che saltano ovunque non sara' facile...appena la senti scendere,sai cosa fare” rise malefica.



“Dio,sei un genio del male!” la bionda era esterrefatta.



“Coraggio,vai!” non se lo fece ripetere due volte. Corse due piani piu' in alto e si chiuse in bagno,aprendo l'acqua della doccia. Non attese molto. L'urlo di Quinn probabilmente aveva spaventato anche gli animali sugli alberi vicini:



“AIUTOOOO! OH DIO,SANTANAAAA!” 

Brittany senti' dei passi concitati,e in lontananza,l'inconfondibile voce della mora esclamare:



“Oh,merda!” capi' che era il suo momento,e attenta a non farsi vedere da nessuno,schizzo' al quarto piano,arrampicandosi lungo la scaletta metallica. Entro' nella stanza di Santana che era prevedibilmente aperta. Degluti' e apri' il suo portatile. Trovo' in fretta il nome che cercava e sorrise vincitrice.





Trascorse la serata in camera di Holly,insieme a Quinn,a stabilire i dettagli dell'impresa e il ruolo di ciascuna di loro. Il giorno successivo sarebbe stato fondamentale,non potevano commettere errori. 
Era da poco passata la mezzanotte,quando finalmente auguro' la buonanotte alle sue amiche. Scese in cucina alla ricerca di qualcosa di fresco,e si accorse con sorpresa,che Santana era ancora sveglia. Seduta su una sedia,indossava gli occhiali e stava leggendo un articolo. Si volto',quando la vide entrare,e le sorrise:



“Non e' un po' tardi per lavorare?” le chiese Brittany cingendole le spalle e appoggiando il mento sulla sua spalla.



“Non sto lavorando” rispose lei piano “Sto solo leggendo”



“Di tanto in tanto potresti cambiare versione...saresti un tantino piu' credibile” sussurro' al suo orecchio. Santana rise.



“Tu piuttosto,che ci fai ancora sveglia?” domando' “Sai che dobbiamo essere sveglie e pimpanti tra meno di sei ore?”                                                



“Lo so,lo so...mi sentivo un po' sola...” la mora si volto' e la guardo'. Poi senza una parola,la tiro' giu' facendola quasi capitolare sulle sue gambe. Brittany vi si accomodo' senza indugio.



“Ho spedito il tuo articolo un paio d'ore fa” annuncio' la zoologa,senza preamboli.



“Davvero?”



“Si...se tutto va bene,verra' pubblicato la prossima settimana...ma ne riparleremo quando avro' notizie certe”



“Suona strano,sai?” Brittany assunse un'espressione pensierosa.



“Cosa?”



“Non so...stiamo parlando di un mio lavoro che verra' pubblicato...fa molto documentario BBC” 



“Cosa pensavi,quando hai accettato il posto di lavoro? Che avresti passato la vita a portare il mio zaino sulle spalle?”



“Oh no” rise la bionda “Il mio piano era dettagliato fin dall'inizio...scoparmi il capo in modo da fare carriera velocemente” Santana scoppio' a ridere e le diede uno scappellotto.



“Deficiente” disse “Non mettevi in conto che ti sarebbe piaciuto,pero'!” 



“Beh,prima di arrivare immaginavo di trovare un uomo brutto e peloso...quindi no,non lo avevo messo in conto!” Santana la invito' ad alzarsi e fece di conseguenza.



“Andiamo Ragazzina, e' ora di andare a nanna!”



Salirono insieme e Santana la accompagno' davanti alla sua stanza. Il corridoio era ancora acceso nonostante l'ora tarda,ma era deserto. Probabilmente dormivano tutti.



“Buonanotte,capo” sussurro' la bionda. 



“Notte!” Santana fece ciao con la mano e si avvio' in corridoio.



“Hey!” Brittany la afferro' in malo modo per il polso e la trascino' indietro “Mi prendi in giro?” chiese facendo scontrare le loro labbra. La mora sorrise in quel bacio,stringendola a se' e approfondendolo subito. Il suo stomaco fece una capriola quando la senti' sospirare e allacciare le braccia intorno al suo collo. 



Si allontanarono e si guardarono negli occhi.



“Su,muovi quel bel culetto e portalo a dormire,domani ti voglio pimpante!” la bionda roteo' gli occhi.



“Va bene” sbuffo' “Buonanotte!” le stampo' un ultimo bacio sulle labbra.



“Buonanotte” la mora sorrise e si allontano' nel corridoio.








Al mattino Brittany si sveglio' esattamente come aveva previsto: con le urla adirate di Santana. Rise prima di aprire la porta,e cerco' di assumere una faccia stranita,prima di lasciare la sua stanza.


Scese in soggiorno e la trovo' con il telefono all'orecchio,mentre ascoltava la voce di qualcuno dall'altra parte,un'espressione parecchio nervosa. Quinn era seduta sul tavolo e la fissava assorta,mentre Holly mescolava placidamente il suo cappuccino.



“Senta,forse non e' chiaro,qui ci vivono dieci persone,nel mezzo del nulla! Stiamo parlando di beni di prima necessita'!” ringhio'. Attese la risposta,mentre Brittany cercava di non guardare negli occhi le ragazze. 



“Siete un branco di incompetenti! Sa che le dico? Ho chiuso con la vostra compagnia,andate al diavolo!” riaggancio' e lancio' il telefono sul tavolo,a pochi millimetri da Quinn.



“Che e' successo?” chiese Brittany con voce tremante.



“Hanno un guasto al maledetto elicottero!” sbraito' “Quindi niente provviste!” diede un calcio a una sedia.



“Beh...cosa manca di importante?” chiese Holly,con voce neutrale “Acqua? Latte? Riso?”



“Siamo a secco,Holly! Abbiamo l'acqua,ma giusto per darti una vaga idea,non abbiamo neanche il cibo per questa sera...ripareranno il guasto non prima di domani!”



“Rilassati,soldo di cacio,qual e' il problema?” chiese la primatologa “Facciamo una lista delle cose piu' importanti e andiamo io e Quinn!”



“La citta' piu' vicina e' sulla costa,sono tre ore di navigazione!” protesto'.



“E allora? Sono le sette del mattino...se partiamo tra un'ora saremo di ritorno nel pomeriggio!”



Santana ci penso' un attimo,fece qualche conto mentale,penso' a cosa avrebbero dovuto comperare e allo spazio che offriva la loro imbarcazione piu' grande. Poi guardo' la biologa,che era rimasta in silenzio.



“Per te va bene?” le chiese.



“Nessun problema” lei alzo' le spalle “Non mi dispiace uscire un po'”



“D'accordo,allora...”



Sedettero al tavolo e compilarono una lista. Poi fu il turno di Brittany,che doveva giocarsi la sua parte.



“San?” la mora alzo' gli occhi dal foglio e la guardo' attraverso gli occhiali.



“Si?”



“Ecco...mi chiedevo se...posso andare con Quinn e Holly?” disse d'un fiato. Santana assunse un'espressione accigliata.



“Perche'?” chiese.



“Beh...da quando sono qui non mi sono mai mossa dalla foresta...mi piacerebbe approfittarne per andare un paio d'ore in citta'...sai,fare un giro per i negozi...comperare qualcosa per me...pero' se hai bisogno di me va bene lo stesso,andro' un'altra volta...” 



Santana ci penso'.



“Va bene...puoi andare con loro...” acconsenti'. Brittany cerco' di mostrarsi contenta e felice.



“Grazie!” le stampo' un bacio sulla guancia facendola arrossire. Vide Holly rimettere lo zucchero al suo posto e approfittarne per ridere sotto i baffi.


Mezz'ora dopo,Brittany e Quinn stavano raggiungendo Holly e Santana sulla riva del fiume che stavano sistemando le poche cose che avrebbero portato con se'.


“Sei certa che lo fara'? E se non dovesse funzionare?” Brittany era un fiume di domande.



“Credimi,Britt...lo fara'...” 


Quando arrivarono,Santana era per terra,mentre Holly stava mettendo in moto la barca.


“Pronte a partire?” chiese alle due.



“Prontissime!” Quinn alzo' le braccia con entusiasmo. Santana invece sembrava preoccupata,e fissava a turno le tre ragazze.



“Ci vediamo stasera,San!” la saluto' Brittany,fingendo di non accorgersene.



“Qualcosa non va'?” chiese invece Quinn,come da copione.



“Tre bionde da sole,a zonzo per la citta' sulla mia barca...ecco cosa non va!” spiego' esitante “Al diavolo,vengo con voi!” si arrese e salto' sulla barca. A Brittany venne da ridere. Non si spiegava come avessero previsto tutto,e soprattutto come tutto cio' che avevano previsto si fosse avverato.


E vide Holly e Quinn darsi il cinque,coperte dal volante della barca. 


Il viaggio duro' poco meno di tre ore. Nonostante il caldo asfissiante,fino a quando il motoscafo rimase in movimento,non soffrirono particolarmente. La brezza che derivava dall'alta velocita' era un climatizzatore naturale niente male,e lo spettacolo della foresta che scorreva ai lati del Rio,era incredibile. 


Arrivarono sulla costa quasi alle undici. Il sole era alto in cielo,e il traffico navale in quella zona,alla foce,faceva girare la testa. Attraccarono vicino a un piccolo molo di legno,e dopo aver assicurato la barca,scesero e si arrampicarono sul pontile.


Nei mesi di permanenza alla base,Brittany aveva dimenticato cosa fosse la civilta'. E riscoprirla in pieno giorno,nel mezzo di un mercato locale,popolato da centinaia di persone,non era esattamente nelle sue aspettative. 


Era un tripudio di colori e odori. I mercanti urlavano i prezzi della loro merce nelle lingue piu' disparate,dal portoghese,allo spagnolo,a una grande varieta' di dialetti locali. I bambini correvano,facevano il bagno al fiume,mangiavano frutta fresca.


Le bancarelle offrivano merce di ogni tipo. Cibo,vestiti,stoffe,tappeti,arnesi artigianali,e persino prodotti chimici e tecnologia.


Brittany vide Santana dare alcune indicazioni a Quinn e Holly,che si allontanarono insieme dopo aver annuito.



“Dove vanno?” chiese la bionda,raggiungendola.



“A comprare alcune cose che ci serviranno..ci rivedremo qui tra un paio d'ore” spiego' lei,mentre si incamminavano tra le bancarelle.



“E noi che facciamo?”



“Facciamo un giro...cosi' ti mostro il mercato” alzo' semplicemente le spalle. Si trovarono davanti a un banco pieno di vestiti. Sembrava il classico abbigliamento sportivo che la mora amava utilizzare in foresta: pantaloni pratici,canotte leggere e camicie in lino. 



“Come stanno i tuoi vestiti?” chiese alla bionda.



“In che senso?” lei alzo' un sopracciglio.



“Beh,i miei sono strappati e usurati...qui costano davvero poco,percio' vorrei approfittarne...e' un abbigliamento abbastanza comodo...ti va se prendiamo qualcosa?” Brittany annui'.



“D'accordo..” scelsero insieme diversi vestiti,sia per Santana che per Brittany,e quando fu ora di pagare,e la bionda mise mano al portafogli,si guadagno' un'occhiataccia che avrebbe potuto uccidere,e Santana pago' di tasca sua,intimandole di non insistere.



Ripresero il loro cammino e qualche metro piu' avanti si imbatterono in una bancarella dall'aria curiosa,che sembrava vendere strani intrugli utilizzati come pozioni,ammuleti contro il malocchio,e vari articoli di quel genere. C'era un grosso barattolo che conteneva almeno due dozzine di rane arboricole dagli occhi rossi,tutte ammassate e visibilmente sofferenti. Santana si fermo' a guardarle accigliata,poi si rivolse al vecchio signore che gestiva la bancarella:



“Estan a la venta?” chiese. Brittany non l'aveva mai sentita parlare in spagnolo,e fu piacevolmente sorpresa da quel caldo accento latino.



“Claro” rispose l'uomo.



“Me gustaria comprar a todos” aggiunse poi,seria.



“Bueno” l'uomo prese il barattolo e lo mise in un sacco. Lo porse a Santana che pago' con due banconote. Poi con un cenno lo saluto' e si rimise in cammino.



“Perche' hai comprato quelle rane?” chiese la bionda,curiosa.



“Perche' qualcun altro le avrebbe comprate per mangiarle” spiego' lei “Le libereremo quando torniamo alla base” Brittany sorrise di quello splendido gesto.



“Dottoressa Lopez!” una voce le fece voltare entrambe “Deve essere successo qualcosa di grave,se sei uscita dalla tana!” a parlare era stata una donna,che camminava verso di loro. Alta piu' o meno quanto Santana,indossava i pantaloni di una divisa e pesanti scarponi. Una canotta nera con uno stemma inciso sopra e un cappellino da baseball in tinta con i pantaloni. Pistole alla cintura,braccio destro completamente tatuato,capelli corti e neri e occhi di ghiaccio.



“Qualcosa di gravissimo” sorrise Santana “Ci hanno lasciati senza provviste alla base! Ciao Ruby” la donna bacio' la mora sulla guancia,e Brittany strinse i pugni. 



“Ciao bellezza”



Bellezza!? Ma chi cavolo e' questa!?



Sembro' accorgersi della presenza della bionda solo in quel momento,e la guardo' curiosa.



“E tu chi sei?” chiese.



No,ma al massimo chi sei TU! 



La bionda strinse anche i denti.



“Lei e' Brittany,la mia assistente...Brittany, lei e' Ruby,il capo ranger della citta'” le presento' la mora. Suo malgrado,Brittany le strinse la mano.



“Molto piacere” disse. 



“Il piacere e' tutto mio!” sorrise. Un sorriso perfetto. Ammaliante. Troppo ammaliante.



“Che ci fai da queste parti?” le chiese Santana.



“Abbiamo ricevuto una soffiata su un tizio che commerciava tartarughe alligatore,e siamo andati a perquisire casa sua...Dio,non puoi immaginare quanta roba di contrabbando abbiamo sequestrato...” sospiro' pesantemente.



“Bastardo...” ringhio' la mora.



“E cosi' ho pensato di venire a dare un'occhiata al mercato...la scorsa settimana abbiamo chiuso due baracche...speravo di beccarne un paio anche oggi,ma per il momento calma piatta...” spiego'.



“E' un peccato non avere restrizioni maggiori...”



“Purtroppo funziona cosi'...la brava gente compra gli animali per andarli a liberare...” alluse alla busta che Santana stringeva “Io e i ragazzi abbiamo portato sette coralli,tre scimmie ragno e due cappuccine in foresta,tre giorni fa...scommetto che la meta' dello stipendio torna nelle tasche di questi bastardi...” scosse la testa con un sospiro. Santana le mise una mano sulla spalla.



“Ma vuoi mettere la gioia di vederli tornare nel loro branco?” sorrise. La giovane le sorrise di rimando.



“Bella sensazione come poche!”



“Mi piacerebbe fermarmi per una birra,ma la strada per la base e' lunga,e devo ancora recuperare meta' della truppa” le disse Santana.



“E io non posso bere in servizio” aggiunse Ruby.



“Perche' non passi alla base? E' da tanto che non ti si vede da quelle parti...”



“Faro' del mio meglio”



“Ci becchiamo presto,ciao Ruby!”



“Ciao San,fate un buon ritorno” le fece l'occhiolino “Ciao Brittany,e' stato un piacere!”



“Ciao” disse la bionda,cercando di non mandarla a quel paese. 



Lei e Santana si incamminarono a ritroso e raggiunsero la barca,che era ancora ormeggiata. Quinn e Holly non erano ancora arrivate,ma sul motoscafo c'erano due sacchi pieni di frutta e uno con tre polli.



“A quanto pare le ragazze hanno gia' fatto un viaggio” disse la mora,saltando sulla barca “Suppongo che stiano per tornare...” Brittany la segui.



“E' lesbica?” chiese a bruciapelo. Santana si volto' a guardarla.



“Di chi parli?” 



“Quella tizia...Ruby” Santana trattenne una risata.



“Perche' vuoi saperlo? Ti piace?” la bionda strabuzzo' gli occhi.



“Stai scherzando!? Dio,NO!” scosse la testa “E' che ho notato troppi sguardi languidi e sorrisi dolci in una frazione di secondo!” si rese conto di averlo detto ad alta voce quando ormai era troppo tardi. E Santana scoppio' in una fragorosa risata.



“Sei gelosa?” chiese ridendo forte. La bionda si senti' avvampare.



“Assolutamente no! Era una constatazione!”



“Siamo solo amiche” preciso' facendosi seria “Negli anni le ho dato un paio di soffiate su alcune postazioni dei bracconieri,da quando lei e' a capo dei ranger del luogo,li abbiamo quasi dimezzati...e lei mi ha mostrato molti posti importanti per la ricerca...c'e' molta stima reciproca,tutto qui!” alzo' le spalle.



“Capisco...”



“E poi ha una ragazza” aggiunse.



“HA! Lo sapevo!” Brittany si accese “Stava flirtando!”



“Britt...hai mai avuto un'amica lesbica?” chiese la mora.



“Inclusa te?”



“No”



“Allora no”



“Quello che hai visto e' normale! Anche un uomo scherza cosi' con un'amica donna...perche' dovrebbe flirtare con me,se ha una ragazza?” 



“Meglio allora” continuo' la bionda “Che ha una ragazza e che tra di voi non c'e' stato niente” concluse. Santana cerco' le chiavi nel marsupio e le scappo' una risata.



“Io non ho mai detto che non c'e' stato niente” Brittany spalanco' la bocca,incredula,mentre la guardava ridere. Ma prima che potesse proferire parola,arrivarono Holly e Quinn con altri due sacchi.



“Metti in moto quel maledetto affare e andiamocene a casa!” sbuffo' Holly salendo in malo modo.



“Come mai voi siete cosi' fresche?” chiese Quinn guardandole male.



“Oh fidati,siamo parecchio calde anche noi!” rise Santana prima di accendere il motore e partire a gran velocita'.





Il viaggio di ritorno trascorse in fretta. Il sole stava calando e sembrava che fossero rimaste in citta' piu' del previsto. Erano parecchio stanche e di certo,passare sei ore in barca non era un'impresa semplice. Ma se fisicamente era stremata,Brittany era mentalmente fin troppo sveglia. Sperava che durante la loro assensa,alla base fosse andato tutto per il verso giusto.


Arrivarono alle sette circa,e la bionda inizio' a sentirsi nervosa. Sperava ne valesse la pena,sperava non ci fossero intoppi. E per fortuna,di intoppi non ce ne furono. Arrivarono alla radura e salirono le scale. Sam e Finn aiutarono le ragazze con i sacchi,e quando le quattro giovani entrarono in cucina,trovarono la tavola imbandita di ogni prelibatezza. Antipasti,bibite,bottiglie di vino. Santana guardo' quella tavolata accigliata,e sposto' lo sguardo su Blaine,che era impegnato a smanettare col forno:



“Blaine...mi vuoi spiegare da dove viene tutta questa roba?” chiese.



“Hanno riparato l'elicottero” spiego' lui “Cosi' hanno portato il carico di roba che avevi ordinato e non hanno voluto un centesimo...si sono scusati per il disguido...ho pensato che ormai era troppo tardi per avvisarvi,e ho avuto il tempo di cucinare una cena come Dio comanda” disse breve.



“In pratica abbiamo fatto un viaggio a vuoto...” brontolo'.



“Beh,vedila cosi'...vi siete prese un giorno libero” sorrise benevolo.



“Gia'...”



“A proposito,hai ricevuto un regalo di compleanno” aggiunse alludendo a un pacchettino rettangolare sul tavolo,che nessuno aveva notato. 



Santana lo prese e lo scarto' davanti agli altri. Conteneva un pacco di biscotti,che per qualche ragione la fece sorridere come se avesse ricevuto il piu' prezioso dei tesori. C'era un biglietto,che lesse ad alta voce:



“Tuo fratello e' certo che siano la cosa che ti manca di piu' di New York. Buon compleanno San. Mamma,Papa' e Roy” poi guardo' Blaine.



“Cosa sono?” chiese Quinn.



“I miei biscotti preferiti...non li mangio da tre anni” sorrise “Ma non capisco,Blaine...la posta arriva il giovedi'...oggi e' martedi'...”



“Io non ho mai detto che e' arrivato per posta” sorrise lui. Una voce alle loro spalle li fece voltare tutti.



“Quanto Cristo sei tonta? Sul serio ti fanno dirigere questa baracca?” alle loro spalle,Roy,il fratello di Santana,tratteneva le risate. Affiancato dai genitori. 



Santana spalanco' gli occhi,che subito si riempirono di lacrime.



“Oh Dio!” fu avvolta dall'abbraccio del ragazzo,che non resistette oltre. E all'abbraccio si unirono il padre e la madre di Santana. Brittany,Holly,Quinn e Blaine osservarono la scena,sorridendo. Videro la testa di Santana sbucare tra la folla,il viso rigato da lacrime di gioia.



“Che ci fate qui?” singhiozzo'.



“Siamo stati vittime di una sorpresa quasi quanto te” disse il padre della ragazza,un uomo sulla sessantina,alto e brizzolato,che guardo' il trio di ragazze. Santana se ne accorse e le guardo'.



“Siete...state voi?” chiese. Loro fecero spallucce con un sorriso,mentre la mamma di Santana non riusciva a frenare i singhiozzi e continuava a toccare il volto della figlia,quasi a volersi accertare che fosse viva e in salute.



Si fece ora di cena,e con la famiglia di Santana al completo,ebbero una cena davvero ricca. Il compleanno di Santana sarebbe stato l'indomani,ma celebrarono come se fosse quella sera.



La torta di compleanno arrivava direttamente dal Brasile,ed era deliziosa. Attesero la mezzanotte e brindarono tutti insieme al ventisettesimo compleanno della latina. E Brittany fu felice di essere riuscita nella sua impresa. Vedere Santana cosi' contenta e gioiosa era esattamente cio' a cui aspirava,e sapeva che valeva molto piu' di un qualunque regalo materiale.



Era cosi' contenta che abbraccio' tutti,ad uno ad uno,ringraziandoli per cio' che avevano fatto. E naturalmente regalo' il giorno successivo come giorno libero a tutti quanti.


Dopo cena si attrezzo' per dare alla sua famiglia una sistemazione. Sarebbero rimasti una settimana,e la notizia la rese ancora piu' felice. Quando fini' era quasi l'una. Erano tutti stremati nelle loro stanze,pronti a dormire. Lei aveva dato a Roy l'unica camera libera,e quando fini' di sistemarla,gli propose una birra in balcone. Lui non se lo fece ripetere.



“Dove li hai messi mamma e papa'?” chiese facendo scontrare le loro bottiglie in un brindisi.



“In camera mia”



“E tu dove dormirai?”



“Sul divano,suppongo” rise.



“Allora,non muori dalla voglia di sapere come siamo finiti cosi' lontani da New York?” rise.



“E' per questo che ti ho invitato a bere!” scherzo' lei,lasciandosi cadere sul divanetto. Lui invece,si accomodo' su una poltrona di fronte a lei. La fresca brezza serale li cullava.



“Solo ieri ho ricevuto una videochiamata su skype...era la tua assistente,Brittany”



“Brittany!?” ripete' Santana sorpresa.



“Proprio lei! Ci ha messi di fronte a fatto compiuto...ha detto che aveva comprato tre biglietti aerei e che saremmo partiti quella stessa notte...che lei e i suoi colleghi avevano pagato il volo di tasca propria,e che l'idea era quella di farti una sopresa per il tuo compleanno...e' stato il panico,San...ho chiamato mamma che era a lavoro...lei e papa' hanno dovuto chiedere delle ferie immediate,soprattutto quando ho detto loro che avevamo gia' i biglietti e la possibilita' di andare in Amazzonia per stare con te...papa' ha minacciato di licenziarsi se non gli avessero concesso questi giorni di riposo...Ci hanno detto di non dirti niente,perche' era una sopresa...e siamo partiti cosi',senza preavviso,San...quando eravamo sull'aereo non potevamo crederci...mamma non ha smesso di piangere per un solo secondo...l'hostess pensava stessimo andando a un funerale!” rise. Santana rise di rimando ma era senza parole.



“Sono davvero impressionata Roy...io non...non mi aspettavo niente di tutto cio'...hanno pianificato tutto talmente bene che non ho avuto il minimo dubbio...non so neanche come ha fatto a prendere il tuo contatto dal mio computer...”



“Beh...ti vogliono un gran bene” le sorrise. Santana lo guardo' e penso' che le era davvero mancato. Il suo viso era piu' maturo,la barba piu' fitta,lo sguardo piu' deciso.



“Mi sei mancato” gli disse semplicemente. Lui scosse la testa.



“Lo so...ma so anche che ti mancherebbe molto di piu' tornare a casa e non essere qui...questo e' il tuo posto...”



“Mi piacerebbe far coincidere le due cose...”



“San,non puoi portare l'Amazzonia a casa...ma di tanto in tanto puoi portare noi in Amazzonia...e' un buon compromesso!” Si passo' una mano tra i capelli corti e fini' la sua birra.



“E' vero!” sorrise “Dove l'hai acquistata questa saggezza? Te l'hanno insegnata al college?”



“Dove mi porti domani?”



“Dove vuoi...potremmo fare un giro in barca tutti insieme...pensi che mamma morira' di infarto se vede un coccodrillo o un serpente?” chiese assorta.



“Mi sa che dobbiamo correre il rischio!”



“Gia'...”



“E Brittany? Che mi dici di lei?” cambio' discorso.



“Cosa vuoi sapere?” 



“E' single?” chiese ammiccando.



“Mmmh...sei arrivato tardi...” rise.



“Oh,dai,sul serio!?”



“Le piace quella bella della famiglia” Roy strabuzzo' gli occhi.



“Non ci credo...tu ...te la sei fatta!?” Santana scosse la testa “Te la scopi...”



“Voi uomini pensate solo al sesso!” rise “Brittany e'... e' la mia ragazza” disse con una nota di imbarazzo nella voce. E il giovane cambio' espressione e rise dolcemente.



“Lo so...volevo solo sentirtelo dire” le disse “L'ho capito ieri,quando mi ha parlato...”



“Lei e' diversa...” spiego' Santana “Mi capisce...mi fa stare bene...” Roy la fisso'.



“Sai...circa un mese fa ho incontrato Natalie in un locale...” disse incerto. Santana guardo' il fratello.



“Ah,si?” chiese neutrale.



“Si...ho fatto finta di non vederla,ma lei e' venuta a salutarmi...e naturalmente mi ha chiesto di te...”



“E tu cosa le hai detto?”



“Le ho detto che rompere con lei e' stata la cosa migliore che ti sia mai capitata...che adesso dirigi un progetto di fama mondiale,e sei praticamente miliardaria...inoltre sei dove dovresti essere,circondata da persone incredibili...lei mi ha detto di essersi pentita di averti trattata in quel modo...e io le ho detto che se solo si azzardasse a cercarti o a farsi viva,la vado ad ammazzare con le mie mani” concluse. Santana rise e si alzo',avvicinandosi e baciandolo sulla guancia.



“Ti voglio bene” gli disse.



“Te ne voglio anch'io,San” si alzo' e la abbraccio'.



“Io penso che andro' a dormire...ti suggerisco di fare lo stesso se non vuoi addormentarti domani” gli raccomando'.



“Hey,sei tu la vecchia,io sono un giovane pimpante!”



“Come ti pare” alzo' le spalle “Ma non piangere quando ti buttero' giu' all'alba!” rise. Poi si volto' e si avvio' lungo la scalinata. Si fermo' al terzo piano,dove la luce era ormai spenta,e giunse fino alla camera di Brittany. Busso' piano,ma non aspetto' un invito per entrare. 



La stanza era buia,ma la bionda era sveglia,in piedi davanti alla finestra. Osservava il cielo stellato,in silenzio,ma si volto' quando Santana fece il suo ingresso:



“Ciao” le disse.



“E cosi' me l'hai fatta sotto il naso,eh,Pierce?” inizio'. E Brittany rise.



“Ci sono riuscita alla grande,direi!” la latina si avvicino'.



“Non so come tu abbia fatto,Britt...sul serio...” le cinse la vita e la guardo' da vicino “Ma e' il regalo piu' bello che potessi ricevere...grazie...” 



“Ho avuto un grande aiuto,non ho agito da sola” si scherni lei “Ma sono contenta che ti sia piaciuto...buon compleanno” sorrise.



“Grazie” la bacio' sulle labbra. Un bacio fresco e delicato. Poi Brittany si volto' nuovamente verso la finestra e torno' ad ammirare il panorama. Santana era dietro di lei,la abbracciava.



“Dove dormono i tuoi?” le chiese.



“Nel mio letto...” 



“E tu?”



“Nel divano...ho dato a Roy l'unica altra stanza vuota...”



“Magari potresti dormire qui con me...” azzardo' la bionda. Santana si avvicino' al suo orecchio.



“E secondo te dormirei davvero?” sussurro'.



“No?” chiese Brittany “E cosa faresti?”



“Farei ben altro...” le morse piano il lobo.



“Magari te l'ho chiesto per questo” biascico' intrecciando le dita alle sue “Magari ho un altro regalo per te...” aggiunse. 



Santana lascio' scivolare le mani sotto la canotta leggera della bionda. La sua pelle era incandescente. Si fece spazio sotto l'elastico dei pantaloncini ,al di sotto degli slip,e scese lentamente. Si fermo' quando le sue dita incontrarono un lago bollente.



“Dio...” gemette. Brittany porto' la testa indietro appoggiandola sulla sua spalla.



“Non cosi' in fretta...” intimo' sfilandole la mano dai pantaloni.



Allora la latina torno' a farsi spazio sotto la sua canotta,e fece un'altra piacevole scoperta. Brittany non indossava il reggiseno. Entrambe le mani si posarono sui piccoli seni che strinse appena,mentre le labbra sfiorarono il collo,e lo baciarono lentamente. 


Le mani di Brittany si poggiarono su quelle di Santana,guidando quelle della mora,come se fosse necessario. Gemette,quando la senti' stringere forte. Il bacio sul collo divenne un morso famelico. E lei si volto',incapace di attendere oltre,avventandosi sulle sue labbra,baciandola con trasporto. La lingua di Santana si fece subito spazio tra le sue labbra,approfondendo il bacio e beandosi di quel dolce sapore che le era mancato per tutto il giorno.


Non protesto' quando la bionda le tiro' via la maglietta e la spinse sul suo letto. Brittany sii lascio' cadere su di lei e le permise di disfarsi di quella canotta,lasciandola quasi nuda.


I vestiti sparirono in fretta,prima che se ne rendessero davvero conto. Erano sparsi dappertutto,sul pavimento. E quando furono nude,Brittany blocco' le braccia di Santana e la bacio' di nuovo. Scese sul collo e lo morse provocandole un gemito. Le sue mani scesero sui seni,e servirono solo come guida per le sue labbra,che lambirono il capezzolo destro della mora. Lo succhio' con forza,mentre la latina gemeva di nuovo,e si aggrappava con entrambe le mani alla sua candida schiena,graffiandola con le unghie.


Brittany riservo' lo stesso trattamento all'altro capezzolo,e si fermo' solo per raggiungere l'orecchio dell'amante:



“Muoio dalla voglia di assaggiarti” sussurro. 


La salivazione di Santana era scesa a zero,e i suoi battiti cardiaci erano aumentati. La vide scendere lungo il suo petto,lasciando una scia di baci bagnati. Si fece spazio tra le sue gambe e inizio' a baciare il suo interno coscia,muovendosi verso l'interno con una lentezza estenuante. 


La latina chiuse gli occhi,ma li riapri' pochi istanti dopo,quando senti' la lingua rovente della compagna appoggiarsi sul suo clitoride. Segui' un gemito rauco.


Brittany inizio' a muovere la lingua,e nonostante non sapesse esattamente cosa fare,qualunque cosa stesse facendo,evidentemente le stava riuscendo abbastanza bene,a giudicare dai versi di Santana. 


La mora apri' di piu' le gambe,e prese a muovere il bacino in avanti,assecondando il ritmo dell'altra,mentre il piacere arrivava a ondate. Ad un tratto senti' la lingua della ragazza,affondare dentro di lei,e quasi urlo':



“Ah...Brittany...” inizio' a perdere la ragione. Allungo' la mano sulla testa di Brittany e la spinse piu' a fondo,continuando a dare colpi di addominali. La bionda torno' sul suo clitoride,e si fece piu' veloce. Senti' i gemiti della latina aumentare,ed esercito' una maggiore pressione.

Santana sbatte' i fianchi piu' forte e spinse la sua testa piu' a fondo.



“Britt...Dio...” l'orgasmo fu travolgente,senti' il piacere invaderla con una scossa lungo tutto il corpo. Roteo' gli occhi e tutti i suoi muscoli si tesero,fino a quando,pochi secondi dopo,non si accascio' esausta,godendo degli ultimi sprazzi. 


Brittany la raggiunse e si appoggio' accanto a lei. Passarono pochi istanti prima che la mora si riprendesse e la guardasse negli occhi:



“Wow” le disse “E questo dove lo hai imparato?”



“Non lo so...” lei sorrise “Istinti...”



“Vieni qui...” le disse. Brittany si avvicino' e lei la bacio' dolcemente,portandole indietro una ciocca di capelli biondi.



Brittany ricambio' il suo bacio e la strinse forte a se'. Si guardarono negli occhi,e la mano di Santana scese in una carezza sul collo. Giunse al seno,dove si soffermo' piu' del dovuto,e arrivo' in fretta tra le gambe.


La bionda chiuse gli occhi a quel contatto. E senza preavviso,Santana lascio' scivolare un dito dentro di lei,facendola sussultare e aprire la bocca per la sorpresa.



“Vuoi farmi morire?” chiese in un gemito.



“Dio...” sussurro' la mora,guardandola “Sei caldissima...”



Il suo dito si mosse piano dentro di lei,esplorandone le pareti,sfiorando i punti piu' sensibili,accarezzandola. Lo mosse avanti e indietro un paio di volte,lentamente. E Brittany inizio' a gemere,mentre si sentiva bagnare ulteriormente.


Fu facile,per Santana,aggiungere un altro dito,che scivolo' dentro di lei come fosse fatta di burro. La bionda gemette.



“San...” 



Santana le mosse dentro e fuori,con un ritmo terribilmente lento,che era una piacevole tortura per l'altra. Eccitante,ma allo stesso tempo non abbastanza.



“San...” la chiamo' di nuovo. La mora si fece vicina,senza interrompere quel movimento.



“Si?” Brittany le morse il labbro,e la guardo' con gli occhi velati di lussuria.



“Voglio sentirti dentro...” sussurro'.



Santana la accontento',e finalmente inizio' a muovere le dita con un ritmo serrato e veloce,dentro e fuori dal suo corpo. 



“Ah...Dio,si!” Brittany porto' la testa indietro,e permise alla compagna di avventarsi sul suo collo,che morse con forza,provocandole un altro gemito. E a quello ne segui' un altro,e un altro ancora. La stanza era piena dei suoi gemiti.


Santana inarcava le dita dentro di lei,le spingeva dentro,con forza,aumentando il ritmo. E quando decise di inserire il terzo dito,Brittany urlo' di piacere. Urlo' e prese a sgroppare contro la sua mano. Si sentiva aperta come mai in vita sua,ed essere riempita dalle dita della sua Santana,la fece letteralmente impazzire. 


La giovane aumento' il ritmo e spinse piu' a fondo,con forza,muovendo le dita senza mai fermarsi. E quando senti' le pareti di Brittany,farsi strette intorno alla sua mano,spinse piu' veloce. 


La bionda venne con un lungo gemito sulla sua mano,e si accascio' sul suo petto qualche istante dopo,ansimando alla disperata ricerca di ossigeno. 



“Stai bene?” sussurro' dolce Santana,stampandole un bacio sulla fronte,mentre tirava fuori le dita dalla sua apertura.



“Mai stata meglio in tutta la mia vita” la attiro' a se' e la bacio'.



Si sistemarono sul letto,una stretta all'altra e attesero che Morfeo le accogliesse tra le sue braccia. L'ultimo pensiero razionale di Santana,fu che non ricordava un compleanno migliore di quello. E che era appena cominciato.

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Capitolo 19
*** Ranger ***


NO NON SONO MORTA NEMMENO STAVOLTA!

 

Spero che anche questa volta,il capitolo piaccia abbastanza da farmi perdonare...

Buona lettura!

 

B.

 

 

 

 

 

 

 

 

Santana si sveglio' di tutto punto. Senza un rumore,senza una sveglia. Era nel letto di Brittany,lei le dormiva accanto. Ma il suo orologio biologico era perfettamente sincronizzato con la lancetta dell'orologio da polso,che segnava le cinque del mattino. Si svegliava a quell'ora da anni ormai,e la sua giornata iniziava cosi'. Scivolo' fuori dal letto attenta a non disturbare il sonno dell'altra,e cerco' i vestiti nella penombra. Mentre si rivestiva,la bionda mormoro' facendola sobbalzare:

 

 

 

“Dove vai?” chiese con la voce impastata di sonno.

 

 

 

“Ho un lavoretto da fare” sussurro' lei,indossando la maglia.

 

 

 

“Ti serve il mio aiuto?”

 

 

 

“No,resta a dormire” sorrise “Ci vediamo tra un paio d'ore”

 

 

 

Brittany mugugno' prima di affondare il viso nel cuscino,e riaddormentarsi senza troppi complimenti. La mora trattenne una risata,prima di lasciare la stanza e iniziare la sua giornata.

 

 

 

Erano le sette e mezza passate,quando Brittany decise che aveva dormito abbastanza. Il sole batteva impertinente sulla finestra,e illuminava la stanza. I suoi raggi entravano liberi,forti della stagione calda. Non c'era nessuna tenda a bloccarli o a dare un po' di refrigerio all'ambiente,e la bionda era certa che la scelta di non mettere tende alle stanze non fosse casuale. Con quel caldo e tutta quella luce,non si poteva restare a letto a lungo.

 

 

Cosi' si tiro' su' a sedere e si stiracchio'. Apri' l'armadio,e dopo aver scelto cosa indossare si diresse in bagno pronta a una doccia.

 

Venti minuti dopo era vestita e pimpante, fresca nei suoi leggeri pantaloni sportivi e la canotta nera. Scese in cucina,che era ancora vuota,e preparo' la sua colazione.

 

 

Cappuccino italianissimo e mufffin al lampone ancora caldi. Trascino' il suo operato in terrazza e si accomodo' sul divanetto,addentando famelica il primo muffin.

 

 

Si guardo' intorno,scrutando gli alberi. Non ci volle molto a trovare Santana: era quindici metri piu' in alto di lei,su un albero molto vicino.

 

 

Accavalciata su un grosso ramo,come sempre senza alcuna protezione da eventuali cadute, era affiancata da una coppia di Ara macao che non sembravano infastiditi dalla sua presenza. Sarebbe stato curioso,ma lo era ancora di piu' perche' Santana era a pochi metri dal loro nido.

 

 

Il loro piumaggio blu pastello non era difficile da notare,ed erano pappagalli enormi,tra i piu' grandi del mondo. Un morso con quel becco affilato avrebbe potuto tranciare un dito. Evidentemente Santana non lo teneva neanche lontanamente in considerazione. Scriveva su un piccolo blocco e scattava diverse foto agli animali,che non protestavano. Il loro nido era costituito da una cavita' sul tronco dell'albero,un ramo piu' in alto,e i genitori piumati non si allarmarono neanche quando uno dei loro piccoli usci' impertinente dal nido e capitolo' tra le gambe di Santana.

 

 

Non un movimento brusco,non un verso infastidito. La mora rise e aiuto' il piccolo,che faceva un gran rumore,ad avvicinarsi impacciato a mamma e papa'. Il gesto fece sorridere Brittany.

 

 

Non poteva neanche definirla uno degli animali della foresta,perche' avrebbe significato darle un posto nella catena alimentare. Invece lei era in simbiosi con gli animali di quel posto,con tutti loro. Li capiva, li interpretava e in qualche modo loro si fidavano. Qualcosa dava loro la certezza che quella strana creatura senza peli,con quegli intensi occhi neri e quegli aggeggi strani appesi al collo,non avrebbe fatto loro del male. E avevano ragione.

 

 

“Buongiorno” una voce la fece sobbalzare. La bionda si volto' e vide la madre di Santana in terrazza.

 

 

 

“Signora Lopez, buongiorno” fece un cenno “Gradisce una tazza di cappuccino?” chiese gentile.

 

 

 

“Brittany,giusto?” rispose lei “Credo di averti gia' detto che non mi piace quando mi chiamano signora...Carmen va benissimo” disse altera.

 

 

 

“Carmen...d'accordo...” la bionda annui' impacciata.

 

 

 

“E accetto l'offerta,grazie” sorrise subito dopo. Brittany si alzo' in fretta indicandole il divanetto.

 

 

 

“Accomodati” la invito' per poi correre in cucina a versare il cappuccino ancora caldo in una tazza. Mise anche qualche biscotto alle mandorle in un piattino,e torno' fuori,per porgere il tutto alla madre di Santana.

 

 

 

“Sei molto gentile,grazie” la donna la guardo' sedersi sul suo stesso divanetto “Mia figlia sta ancora dormendo?” chiese. Brittany rise senza rendersene conto.

 

 

 

“Tua figlia e' a lavoro dalle cinque,come ogni giorno” era proprio difficile darle del tu. La donna sembro' sorpresa.

 

 

 

“A lavoro? E dov'e'?” chiese confusa. La ragazza alzo' lo sguardo e indico' il ramo che aveva tenuto d'occhio da quando era uscita in terrazza.

 

 

 

“Eccola” disse.

 

 

 

“Oh santo cielo!” Carmen si porto' una mano al cuore e la sua voce sali' di un'ottava.

 

 

 

“L'ho detto anch'io il primo giorno” Brittany la rassicuro' “Ma non la vedrai cadere, e' piu' agile di una scimmia!”

 

 

 

La donna si volto' verso di lei e la squadro',bevendo il suo cappuccino.

 

 

 

“Cosa sta facendo,esattamente?” domando'.

 

 

 

“C'e' una coppia di pappagalli con lei,hanno un nido...suppongo stia controllando lo stato di salute dei piccoli e scattando qualche foto per il censimento...sono uccelli molto rari...”

 

 

 

“Lo fa spesso? Arrampicarsi sugli alberi?”

 

 

 

“E' la cosa meno pericolosa...da quando la conosco l'ho vista combattere con una pantera armata solo di un bastone,prendere a mani nude un serpente letale,montare una telecamera sulla pinna di uno squalo,restare sospesa sul finire di una cascata reggendosi al ramo di un albero solo con la forza dei piedi...”

 

 

 

“In pratica mia figlia rischia di morire ogni giorno” mormoro'.

 

 

 

“Sa quello che fa...direi piuttosto che salva delle vite ogni giorno” alzo' le spalle,distogliendo lo sguardo dalla mora sull'albero,e si volto' a guardare la madre,sentendone lo sguardo addosso.

 

 

 

“E cosi' sei la sua assistente...” inizio' Carmen “Non deve essere una passeggiata” non si trattenne dal notare,roteando gli occhi al cielo e facendo ridere la bionda.

 

 

 

“All'inizio e' stato terribile...”

 

 

 

“Raccontami” la incito'.

 

 

 

“Era la mia prima esperienza sul campo” inizio' lei “E quando sono arrivata Santana mi ha trascinata in foresta dopo ventiquattr'ore,pretendeva che fossi in grado di muovermi bene come lei e arrampicarmi come lei...mi ha fatta sentire la persona piu' inadatta del mondo a ricoprire il ruolo che mi era stato dato...”

 

 

 

“Non mi sorprende” la donna sembrava ascoltasse una storia sentita migliaia di volte.

 

 

 

“Devo ammettere che mi e' servito parecchio tempo per capire,che in realta' mi stava soltando indicando la giusta via...lei si e' fidata di me e mi ha insegnato tanto in poco tempo...mi ha mostrato che anche se non ero adatta,potevo diventarlo...”

 

 

 

Carmen sorrise appena,dopo aver ascoltato le parole di Brittany.

 

 

 

“Mia figlia ha sempre avuto le idee molto chiare sul suo futuro...il mondo animale la affascina da quando era una bambina...immaginerai che essendo sua madre,speravo in qualcosa di un po' meno rischioso...sai,uno studio veterinario o qualcosa del genere...di certo non la ricerca sul campo in un posto cosi' lontano da casa,lontano anche dagli ospedali...ma ho capito fin troppo presto che era una battaglia persa...diversi anni fa eravamo in vacanza in Florida,da amici di famiglia,e un giorno siamo usciti in barca tutti insieme...avevano da poco brevettato le ormai famose reti anti-squalo,per garantire protezione ai bagnanti in acque che sono praticamente infestate...passavamo proprio vicini a una porzione di questa rete,che partendo dalla superficie,arrivava fino al fondo del mare,a venti o trenta metri di profondita'...Santana si accorse che sotto la superficie,a un paio di metri di profondita',c'era una tartaruga marina enorme,impigliata nella rete...lei indosso' la maschera,afferro' un coltello e si tuffo' nonostante le mie proteste...aveva sedici anni...raggiunse l'animale e inizio' a tagliare la rete...e' riemersa forse due volte,per prendere aria...riusciva a stare sott'acqua anche per due minuti,e a me sembravano un'eternita'...non si arrese fino a quando la tartaruga non fu libera...e ricordo ancora l'espressione compiaciuta,sul suo viso,quando l'ha vista riemergere per respirare e allontanarsi subito dopo...il suo sorriso non aveva eguali...” Brittany sorrideva,cercando di immaginare una piccola Santana sedicenne,che sfida la morte in acque infestate dagli squali.

 

 

 

“Non so quanto Santana parli del suo lavoro qui,e in ogni caso sono certa che sminuisca davvero tanto il lavoro che fa...la verita' e' che riesce a gestire il lavoro di dieci persone,da sola...sa sempre cosa fare,e' in grado di risolvere i problemi di tutti...di tanto in tanto perde le staffe e inizia ad urlare” rise “Ma ci spinge tutti a dare il meglio di noi stessi, a metterci in gioco e a fidarci gli uni degli altri...senza mai chiedere nulla in cambio...e' determinata,testarda...certe volte anche troppo testarda...ma ama davvero il suo lavoro...” la madre di Santana la guardo' intensamente.

 

 

 

“Da quanto lavori qui?” le chiese.

 

 

 

“Circa cinque mesi” rispose lei,sorseggiando il suo cappuccino.

 

 

 

“E da quanto sei innamorata di mia figlia?”

 

 

 

Il cappuccino le ando' di traverso e comincio' a tossire incontrollabilmente,sbattendosi il pugno sul petto. La donna trattenne una risata e la osservo' poggiare la tazza sul tavolino e alzarsi di scatto nel tentativo di riprendersi.

 

 

 

“Britt,tutto bene?” Santana era spuntata dal nulla,saltando agile da un ramo dell'albero al terrazzo spazioso. Le ando' incontro e le diede un forte colpo sulla schiena. Miracolosamente riprese a respirare,e prese ampie boccate d'aria.

 

 

 

“Grazie” riusci' a dire con voce strozzata.

 

 

 

“Ciao mamma” disse voltandosi verso la madre.

 

 

 

“Buongiorno,tesoro” sorrise lei,fiera.

 

 

 

“Le hai gia' fatto il terzo grado,non e' vero?” chiese.

 

 

 

“Non so di cosa parli” si scherni'.

 

 

 

“E pensi che io ti creda?” inarco' un sopracciglio in una tipica espressione alla Lopez “Usciamo tra dieci minuti,quindi recupera Roy e papa'” aggiunse.

 

 

 

“Dove ci porti?” chiese Carmen.

 

 

 

“Andremo a fare un giro in barca,mettete vestiti comodi e scarpe chiuse,le trovate in magazzino se non le avete”

 

 

 

“Va bene” annui' la donna “Tu ci aspetti qui?”

 

 

 

“Giu' in radura”

 

 

 

“D'accordo,ci vediamo li'” la madre di Santana fece retro-front e rientro' in cucina.

 

 

 

“Andiamo,Britt” invito' la bionda e scesero insieme in radura.

 

 

 

“Non devo prendere niente?” chiese la giovane.

 

 

 

“No,ci hanno gia' pensato Quinn e Holly, e' tutto sulla barca” le sorrise.

 

 

 

“Vengono con noi?” chiese curiosa.

 

 

 

“Si,sai,siamo in tanti e se succede qualcosa non posso cavarmela tutta da sola...meglio avere rinforzi” le disse.

 

 

 

“Sono d'accordo” la bionda la guardo' intensamente.

 

 

 

“Hai fatto colazione?” chiese la zoologa,preoccupata.

 

 

 

“Si, e tu?”

 

 

 

“Si,ma sono ancora affamatissima!” le riservo' uno sguardo malizioso.

 

 

 

“Adesso si dice affamata?” la prese in giro Brittany.

 

 

 

Santana le rubo' un bacio sulle labbra,dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno in giro e le regalo' un innocente sguardo,palesemente finto,prima di vedere arrivare i genitori e Roy. Finalmente si avviarono tutti insieme al fiume, dove Quinn e Holly stavano sistemando due cesti e diversi zaini.

 

 

 

“Tesoro,ti ricordo che io e mamma abbiamo una certa eta',quindi niente postacci dove potrebbe essere necessario scappare a gambe levate,d'accordo?” raccomando' il padre di Santana.

 

 

 

“La casa di riposo e' da quella parte!” aggiunse Roy indicando un punto in mezzo agli alberi. Santana rise.

 

 

 

“Pensi davvero di avere una figlia cosi' sprovveduta?” ribatte' Santana aiutandoli uno per uno a salire sulla barca bianca “Vi faro' solo fare un giro e pranzare in un bel posticino,non correte alcun rischio” disse salendo a sua volta. Li guardo' acciglata,uno per uno.

 

 

 

“Qualcosa non va?” chiese il fratello della giovane.

 

 

 

“Siete tutti sul lato destro della barca,ecco cosa non va...bilanciatevi!” ringhio',mentre Brittany, alle sue spalle,tratteneva una risata.

 

 

 

Quinn,Holly e Roy si spostarono a sinistra,mentre i genitori di Santana rimasero a destra. Ciascuno si sedette al proprio posto,e finalmente la zoologa mise in moto la barca. La bionda la fiancheggio'.

 

 

 

“Dove andiamo,capo?” la prese in giro, guardandola languidamente. La latina ricambio' il suo sguardo,e rise. Rise di uno di quei sorrisi belli da togliere il fiato, spontaneo, sincero, sexy.

 

 

 

“Pensavo che potremmo portarli alla radura, quella alla fine della galleria buia” le disse.

 

 

 

“Mi sembra una splendida idea!”

 

 

 

Partirono.

 

 

Come sempre,il primo tratto del fiume,piccolo affluente dalle acque basse,scorse lentamente. Ma quando giunsero finalmente sul grande Rio,Santana raccomando' a tutti di tenersi,e parti' a tutta velocita'.

 

 

Brittany rimase al fuo fianco,si teneva saldamente al paravento della barca e osservava i presenti. Holly e Quinn chiaccheravano fitto,parlandosi all'orecchio per riuscire a capirsi nonostante il suono quasi assordante del motore.

 

 

I genitori di Santana si tenevano stretti alle maniglie,per riuscire a rimanere seduti in una posizione quantomeno decorosa,osservando il panorama attorno a loro. Anche il piu' inesperto degli osservatori avrebbe potuto scorgere decine di animali attorno a loro,era impossibile non notarli. Sulla riva sinistra del fiume si poteva ammirare una famiglia di lontre giganti che giocavano spensierate.

 

 

Due tucani schiamazzavano tra gli alberi,talmente forte da essere perfettamente udibili, e uno stormo di pappagalli coloratissimi li scorto' per i tre quarti del viaggio.

 

 

Roy imbracciava una videocamera e riprendeva tutto cio che riusciva a catturare con lo sguardo,ridendo delle espressioni spaventate che si dipingevano regolarmente sul volto della madre,ad intervalli di due o tre minuti. Il viaggio fu breve come sempre, e presto la zoologa fu costretta a rallentare a causa della strettoia che conduceva al tunnel.

 

 

 

“Cos'e'? Il tunnel degli orrori?” chiese il fratello di Santana. La sua voce riecheggio' in quel silenzio spaventoso.

 

 

 

“C'e' un caimano alla tua destra, se te la fai sotto posso riprenderlo io” sghignazzo' la mora. Lui non se lo fece ripetere e lo inquadro'.

 

 

 

“Non siamo mai stati qui” osservo' Quinn guardandosi intorno.

 

 

 

“Parla per te,Fabray” la rimbecco'.

 

 

 

“Tesoro,sai dove stai andando,non e' vero?” chiese cauto il signor Lopez. Santana roteo' gli occhi al cielo.

 

 

 

“Si papa'” sbuffo'.

 

 

 

Pochi minuti dopo,ecco il fascio di luce che Brittany riconobbe come l'ingresso della magica radura dove aveva avuto la fortuna di passare un pomeriggio,un paio di mesi prima. Le fronte si aprirono di nuovo,come un sipario,consentendo l'ingresso del motoscafo con a bordo i suoi passeggeri.

 

 

L'espressione di stupore alla vista del paradiso che si paro' dinnanzi ai loro occhi,fu espresso da un “Oooh” generale e da sguardi estasiati. La radura era ancora piu' bella di quanto Brittany la ricordasse. L'acqua era limpida, dipinta di un azzurro cielo,talmente pulita da permettere una perfetta visione del fondo,diversi metri piu' in basso. Gli alberi verdeggianti davano un tocco di colore al costone roccioso alla loro destra,dove la cascata mandava giu' litri e litri d'acqua. La sponda era ricoperta d'erba e vegetazione e offriva ampio spazio per godere di quel posto meraviglioso, baciato dal sole.

 

 

 

“Che meraviglia!” esclamo' Carmen.

 

 

 

“Benvenuti in paradiso” Santana lo disse in maniera teatrale,ma il suo sorriso divertito era lo specchio dei loro volti sorpresi.

 

 

 

“Che posto e' questo?” chiese Holly,guardando la mora.

 

 

 

“Questo era un posto sereno,silenzioso,libero dai predatori...uno di quelli dove puoi passare una giornata intera senza che nessuno venga a cercarti...o almeno lo era fino ad oggi!” rise la giovane.

 

 

 

“Stronzetta,volevi tenere questo paradiso tutto per te,eh?” la rimbecco' la primatologa.

 

 

 

“Beh, e' quello che ho fatto per anni!” spiego' “Holly,aiuti gli altri a scendere,cosi' calo l'ancora?” chiese.

 

 

 

La donna guardo' l'ambiente circostante e il punto in cui si erano fermati,a qualche metro dalla riva.

 

“Ce la fai ad andare un po' piu' vicino?” chiese. La latina annui' e avanzo' di qualche metro. Holly scese dalla barca e aiuto' gli altri a scendere uno per uno. I genitori di Santana,Roy,Quinn. Tutti balzarono a terra senza bagnarsi e a quel punto Santana torno' indietro di un paio di metri,con Brittany ancora a bordo,per calare l'ancora.

 

 

 

“Perche' non la lasciavi semplicemente li'?” chiese la bionda.

 

 

 

“Perche' l'ancora deve agganciarsi in profondita',altrimenti la barca se ne andra' per i fatti suoi” spiego' spegnendo il motore e iniziando a calare l'ancora a mano,senza alcun supporto “Noi scenderemo con un lungo salto,tanto le scarpe sono impermeabili”aggiunse accennando ai loro piedi.

 

 

 

Brittany mosse alcuni passi in direzione del suo zaino,ma il movimento fece oscillare la barca piu' del previsto. Senti' un tonfo sordo,si volto' e realizzo' in una frazione di secondo che Santana era capitolata in acqua. Aspetto' di vederla riemergere e inizio' a ridere incontrollabilmente:
 

 

 

“Ahahahahahahahaah sei....Oh mio Dio,sei cadutaaaa!” era piegata in due dal ridere,e le risate che giunsero dalla sponda,non fecero che peggiorare la situazione. Santana, tutta vestita,e con tanto di scarponi,la guardava con sguardo omicida,mentre si teneva a galla.

 

 

 

“Lo trovi divertente?” ringhio'.

 

 

 

“Da morire ahahahah, Dio ahahahahah”

 

 

 

“Mi hai fatta cadere con il tuo passo da elefante zoppo!” rincaro'.

 

 

 

“Scusa ahahahahah non riesco...ahahahahah!” ormai si teneva la pancia ed era pericolosamente piegata in avanti.

 

 

 

L'espressione livida della latina,ancora in acqua,si trasformo' in una smorfia di dolore, all'improvviso. Si porto' la mano sinistra al polpaccio. E Brittany fece uno scatto in avanti.

 

 

 

“San,tutto bene?” chiese allarmata.

 

 

 

“No” la sua voce tradiva dolore “Ho un crampo” ansimo' strabuzzando gli occhi.

 

 

 

“Sbrigati,dammi la mano” Brittany tese il braccio verso di lei “Ti aiuto a salire!”

 

 

 

La mora si avvicino' goffamente alla barca e afferro' la mano della ragazza,cercando di tenersi saldamente nonostante la mano bagnata. Quando l'ebbe afferrata,guardo' Brittany,negli occhi,e la sua smorfia divenne un ghigno vittorioso.

 

 

 

“Cosi' ingenua, Pierce!” Santana vide l'espressione confusa dipingersi nei suoi vivaci occhi azzurrri, poi la trascino' con forza verso il basso, facendola cadere rovinosamente in acqua.

 

 

 

Riemerse con uno sguardo a dir poco sconcertato, boccheggiando mentre portava i capelli bagnati dietro le spalle. Le risate provenivano dalla riva erano decisamente piu' forti adesso. E Santana non riusciva quasi a tenersi a galla per il troppo ridere.

 

 

 

“Sei...sei...”

 

 

 

“Bellissima?” domando' la zoologa “Intelligente? Perspicace?”

 

 

 

“Perfida!” ringhio' “Mi hai fatto cadere in acqua!”

 

 

 

“TU mi hai fatta cadere in acqua!” puntualizzo' la latina.

 

 

 

“E tu mi ci hai trascinata!”

 

 

 

“Beh,visto che siamo fradice,tanto vale approfittarne per dare un'occhiata,ti pare?” chiese. Con due bracciate raggiunse la barca e afferro' qualcosa alla cieca: due maschere.

 

 

 

“Ossia?”

 

 

 

“Ti mostro le meraviglie di questi fondali,se ti va'” propose scrollando le spalle. La rabbia di Brittany svani',lasciando posto a un sorriso curioso.

 

 

 

“Mi piacerebbe” disse. La latina si volto' verso il gruppo sulla riva,che le osservava.

 

 

 

“Holly,posso allontanarmi per dieci minuti?” chiese alla primatologa.

 

 

 

“Naturalmente!” sorrise la donna,di rimando. Santana diede una maschera a Brittany, indosso' la sua,e le fece cenno di seguirla. Poi inizio' a nuotare.

 

 

 

Brittany indosso' la maschera,prese un respiro e immerse il viso in acqua. Era come vedere il mondo da una prospettiva completamente diversa,surreale. L'acqua era colorata di un blu intenso,ed era un tripudio di vita. I pesci erano di mille colori e dimensioni, dai piccoli pesciolini gialli che nuotavano in gruppo, a quelli piu' grandi che si muovevano da soli,sprezzanti di eventuali pericoli. I colori passavano da ogni immaginabile sfumatura. Rossi,viola,arancioni. E ancora azzurri,verdi,bianchi,rosa. Le acque amazzoniche non avevano decisamente nulla da invidiare alle grandi barriere coralline.

 

 

Nuotarono per diversi metri, Brittany stava dietro,si faceva guidare da Santana. La zoologa si immerse,ando' sott'acqua in apnea,per diversi metri,sotto la superficie. La bionda rimase a osservarla, e non fece a meno di notare che persino l'acqua sembrava essere il suo elemento in tutto e per tutto. Nuotava agile e aggraziata,con movimenti precisi,veloce come uno squalo,aggraziata come una manta. Non sembrava nemmeno che stesse trattenendo il respiro,non lo dava a vedere. Se non avesse saputo che era umana quanto lei,avrebbe giurato che avesse le branchie.

 

 

Quando Santana risali' prese una boccata d'aria e la guardo'.

 

 

 

“Vuoi vedere il retro della cascata?” le chiese.

 

 

 

“Esiste un retro della cascata?” domando' la giovane.

 

 

 

“Seguimi,non passare dal mezzo” disse prima di ricominciare a nuotare. Brittany la segui',e dopo alcune bracciate,aggirando la cascata e tenendosi alla larga dall'acqua in discesa,che provocava vortici e correnti molto pericolosi,raggiunsero il retro di cui la zoologa parlava.

 

 

Dietro la cascata c'era una sorta di grotta formata dal costone roccioso che scendeva fin sotto l'acqua,e Santana vi salto' a sedere invitando la compagna a fare lo stesso,e sfilandosi subito la maschera. Con qualche difficolta' in piu',Brittany riusci' a sederle a fianco. I loro corpi fradici erano fuori dall'acqua,ma dalle ginocchia in giu' erano ancora immerse. Di fronte a loro la cascata che scorreva,catapultando migliai e migliaia di litri d'acqua nella radura. I raggi del sole che filtravano attraverso la distesa d'acqua,davano alle rocce un colorito ceruleo,molto suggestivo.

 

 

 

“Wow” sussurro' Brittany,meravigliata.

 

 

 

“Gia', wow” annui' l'altra,prima di avvicinarsi e baciarla all'improvviso. Brittany sorrise sulle sue labbra e si avvicino' di piu' a lei,stringendo il suo corpo bagnato e sussultando per quel contatto meravigliosamente inaspettato.

 

“Ciao” sussurro' sulle sue labbra.

 

 

 

“Ciao” Santana sorrise di rimando “Mi mancavi” disse riprendendo a baciarla. Brittany la attiro' per la nuca,approfondendo quel bacio e cercando impazientemente la sua lingua. Sospirarono, e Santana si allontano' quasi subito,guardandola colpevole.

 

 

 

“Credimi” le disse “Mi piacerebbe continuare a baciarti,e sbarazzarci di questi vestiti bagnati,ma temo che tra non molto verranno a cercarci” alzo' le spalle. Brittany le regalo' un sorriso fresco.

 

 

 

“Abbiamo tutta la notte,godiamoci la presenza della tua famiglia” disse saggia. Le stampo' un ultimo bacio e si rituffo'.

 

 

 

Dieci minuti dopo si erano cambiate ed erano sedute sulla riva insieme agli altri. Brittany era stata felicissima di apprendere che Santana aveva previsto il bagno e aveva portato un cambio anche per lei. Avevano finito di pranzare,e mentre Roy riprendeva un gruppo di scimmie che si nutrivano su un albero,i genitori di Santana erano un fiume di parole, e stavano raccontando a Quinn,Holly e Brittany, storie su Santana risalenti a parecchi anni prima. Alcune erano relative al suo amore per gli animali,altre invece,erano storie a dir poco imbarazzanti:

 

 

 

“Quando aveva dodici anni decise che voleva costruire una casa sull'albero” stava raccontanto Pablo,il padre di Santana “Mi fece comprare assi di legno,chiodi,martello...svaligio' il garage,ma si rifiuto' di ricevere aiuto...quando la sua opera fu finita,una settimana dopo,sali' sulla casetta che aveva costruito' e le frano' letteralmente sotto i piedi!”

 

 

 

“Papa'!” lo rimprovero' la zoologa,rossa in viso,mentre le altre si sbellicavano dalle risate.

 

 

 

“Poi pero' divenne una sfida con se' stessa...mia figlia non ha mai sopportato la sconfitta,e dopo un mese di lavoro riusci' a costruirne una coi fiocchi...cosi' resistente che e' ancora li',ci giocano i figli dei vicini!”

 

 

 

La giornata in radura trascorse in fretta,e attorno alle cinque del pomeriggio decisero di tornare. La famiglia di Santana si era goduta la giornata e anche le ragazze ne avevano approfittato per distrarsi un paio d'ore dal loro lavoro quotidiano. Cosi' salirono sulla barca e si avviarono alla base.

 

 

 

Una volta fuori dall'affluente, sul Rio, Santana accelero', come sempre, ma la sua corsa duro' cinque,forse dieci minuti. Udirono inconfondibili sirene di polizia,e si accorsero che una motovedetta le stava seguendo. Cosi' la latina decelero' bruscamente,fino a fermarsi per permettere all'altra barca di accostare:

 

 

 

“Dottoressa Lopez,stiamo di nuovo oltrepassando il limite consentito di velocita'!” alla guida del motoscafo c'era Ruby,la donna capo ranger che Brittany aveva conosciuto il giorno prima.

 

 

 

“Vuole multarmi,agente?” chiese Santana con un ghigno,mentre Ruby saltava da una barca all'altra con un balzo.

 

 

 

“Assolutamente si” annui' la ragazza.

 

 

 

“E per quale assurdo motivo?”

 

 

 

“Guida in stato di figaggine, eccesso di belle ragazze a bordo, e un carico illecito di sensualita' che lei non si premura neanche di nascondere!” finse di scrivere sul suo blocco,e a quel punto Quinn,Roy e Holly scoppiarono a ridere “Buon compleanno,Dottoressa Lopez!” sorrise.

 

 

 

“Mamma,papa',Roy, vi presento il capo ranger della citta' e della foresta limitrofa” poi si volto' verso Ruby “Capo ranger dei miei stivali,la mia famiglia!” li indico'.

 

 

 

“Piacere di conoscervi,il mio nome e' Ruby”

 

 

 

“Il piacere e' tutto nostro!” garanti' Roy.

 

 

 

“E cosi' hai portato la tua famiglia in Amazzonia per festeggiare il tuo compleanno!” disse a Santana.

 

 

 

“Non proprio,in realta' e' stata una sorpresa delle ragazze...che ci fai da sola?” chiese.

 

 

 

“Sono andata a rilasciare un piccolo di anaconda del quale si era occupato il veterinario del paese alcuni giorni fa, e sono di ritorno” spiego'.

 

 

 

“E te ne vai in foresta sola soletta?”

 

 

 

“Suppongo di non essere l'unica” Ruby le fece l'occhiolino.

 

 

 

“Perche' non ti fermi da noi?” chiese Santana. La giovane sorrise.

 

 

 

“Ho una bottiglia di vino italiano che potrebbe piacerti” rise tornando sulla sua barca “E in effetti non mi dispiace passare una notte in foresta,fai strada?”

 

 

 

“Naturalmente” la latina mise in moto.

 

 

 

“Quinn,mi fai compagnia?” chiese Ruby dalla motovedetta,rivolgendosi alla biondina. Lei scatto in piedi come se non aspettasse altro.

 

 

 

“Certo!” disse,troppo in fretta per i gusti di Brittany,che osservo' l'amica saltare sulla barca di Ruby,con un sopracciglio alzato.

 

 

 

Le due imbarcazioni partirono nuovamente alla volta della base,e per tutto il tragitto di ritorno,Brittany non riusci' a non guardare la barca dietro di loro,dove Ruby e Quinn sembravano impegnate in una profonda e interessante conversazione. Doveva essere anche parecchio divertente,visto che la bionda scoppiava a ridere in media ogni due o tre minuti.

 

 

 

Quando attraccarono vicino alla base, Brittany aspetto' di vederli tutti sparire tra la vegetazione prima di fermarsi e fingere di sistemarsi la scarpa. Come previsto,Santana la aspetto',e certa della distanza che aveva guadagnato dal resto del gruppo, chiese alla giovane:

 

 

 

“Perche' Quinn e' cosi' euforica? Mi sono persa qualcosa?” Santana ci penso' un attimo prima di rispondere,quasi non fosse certa di cio' che stava per dire. Ma poi sospiro' sconfitta.

 

 

 

“Quinn ha una cotta per Ruby” disse semplicemente.

 

 

 

“Cosa!?” la voce della bionda sali' di un'ottava.

 

 

 

“Gia'...”

 

 

 

“Ma non sta con Noah?” chiese vicina a una crisi isterica.

 

 

 

“Beh,non proprio...Noah ha una promessa sposa nella sua tribu',e presto dovra' convolare a nozze...cosi' hanno deciso che era meglio chiuderla li'...”

 

 

 

“Bene,ho altre due domande” Brittany scatto' “Quinn non era etero? E Ruby non ha una ragazza?”

 

 

 

“Beh...ti diro' come la penso...Quinn e' sempre stata con uomini che io sappia...ma quando parla di Ruby,o meglio,quando parla con lei...non ne parla come di una fantasia sessuale o qualcosa del genere...sembra che le piaccia davvero e non so quanto mi piace questa cosa...Ruby non e' esattamente affidabile o almeno credo...e l'ultima volta che ne abbiamo parlato,aveva una ragazza,si” annui' guardandola.

 

 

 

“Cosa e' successo esattamente tra te e Ruby?” incalzo' Brittany.

 

 

 

“E' stato tanto tempo fa,Britt...abbiamo festeggiato quando ha saputo di essere stata nominata capo ranger, e siamo finite a letto insieme...ma a suo tempo era single...credo stia con questa ragazza da quattro o cinque mesi...” lo disse senza timore, senza distogliere lo sguardo. Dal suo canto, Brittany aveva improvvisamente voglia di prendere a schiaffi quella tizia.

 

 

 

“Quindi prima si e' scopata la mia ragazza,e adesso vuole farsi la mia migliore amica?” aveva di nuovo parlato senza rendersene conto. Fantastico.

 

 

 

“Beh,non so se vuole andare a letto con Quinn,ma sicuramente ha capito di piacerle...” rise “Indagheremo” aggiunse.

 

 

 

Poi si avviarono alla base,con passo spedito.

 

 

 

Cenarono tutti insieme,e come sempre,il momento della cena fu ricco di argomenti svariati, dal lavoro ai passatempi,passando persino dalle barzellette. Ruby e Quinn flirtarono spudoratamente per tutta la serata,e al termine della cena,quando quasi tutti si dileguarono nelle loro stanze,Santana mando' Quinn a recuperare un file dal suo computer,dicendo che le serviva con estrema urgenza.

 

 

Brittany vide Santana invitare Ruby a fare una passeggiata,e scesero insieme verso il piano terra. Non resistette,e si apposto' in modo da non essere vista,ma da potere sentire cosa si sarebbero dette. Vide Ruby appoggiarsi al pilastro che sorreggeva la base,vicino alla scale,con la sua birra stretta in mano. Santana invece si sedette sul penultimo scalino e sospiro'.

 

 

 

“Ruby,Ruby” disse piano “Che devo fare con te?” chiese retoricamente.

 

 

 

“A che proposito?” rise lei. Santana punto' gli occhi neri sui suoi.

 

 

 

“Che sta succedendo con Quinn?” incalzo'. L'altra si prese qualche secondo prima di rispondere.

 

 

 

“Non so di che parli”

 

 

 

“Ah no? Che strano, persino i muri vi hanno viste flirtare da quando sei arrivata” la voce di Santana iniziava ad incrinarsi,e Ruby sospiro' senza ribattere,cosi' lei continuo' “Non voglio impicciarmi negli affari altrui,ma da amica ti dico che non mi piace...sbaglio o hai una ragazza?”

 

 

 

“Sbagli...” anche Ruby aveva cambiato tono adesso “Abbiamo rotto un mese fa...l'ho...trovata a letto con un uomo...” la sua voce si fece talmente sottile,che Brittany fatico' per udire le sue parole.

 

 

 

“Mi dispiace,Rub...perdona le mie accuse,non lo sapevo...” la latina si scuso' “Ti va di raccontarmelo?” la giovane sospiro'.

 

 

 

“Era strana...fredda...evitava ogni contatto...dovevo restare fuori di notte per lavoro,ma ho trovato un collega che mi ha dato il cambio...sono tornata a casa senza avvisarla, e l'ho trovata a letto con un omaccione palestrato...Orribile,San...nessuno meglio di te puo' capirmi...”

 

 

 

“Gia'...” Santana rise di un sorriso amaro.

 

 

 

“A casa mia,capisci? L'ho buttata fuori seduta stante...lei e il porco in questione,adesso sto meglio ma all'inizio non e' stato facile...”

 

 

 

“Scusa se ti ho giudicata...sono solo preoccupata per Quinn...e' come una sorella per me...”

 

 

 

“Lo so...San,se ti dico una cosa,mi prometti di non dare di matto?” Ruby fini' la sua birra.

 

 

 

“Ti ascolto” la incito'.

 

 

 

“E' da un paio di settimane che sono in contatto con Quinn...ci siamo sentite quasi per caso,avevo chiamato alla base una mattina,cercavo te...eri in missione e mi ha risposto lei,cosi' siamo rimaste a parlare per un po'...da li' abbiamo iniziato a sentirci...e sai,adesso che ci siamo viste,che abbiamo avuto modo di parlare,e' anche meglio...voglio solo che tu sappia che non sto giocando con lei...e' presto per dire cosa succedera',ma mi piace davvero...non vorrei che pensassi che voglio solo farmi una sana scopata...” Santana la guardo'.

 

 

 

“Devo dire che questa chiaccherata mi ha fatto bene...quindi adesso mi dileguero',cosi' potete tornare ai vostri affari” si alzo'.

 

 

 

“Tu piuttosto,che combini con quella dolce biondina?” chiese il capo ranger.

 

 

 

“Lo scoprirai nella prossima puntata!” Santana rise e si avvio' su per le scale. Brittany schizzo' in terrazza,e si catapulto' sul divanetto,inscenando un momento di relax. Santana e Ruby giunsero vicini a lei nello stesso momento in cui Quinn tornava dal laboratorio,porgendo una pendrive a Santana.

 

 

 

“Ecco a te,San”

 

 

 

“Che diavolo e'?” domando' la zoologa. Quinn inarco' un sopracciglio.

 

 

 

“Il documento che mi hai chiesto?”

 

 

 

“Oh...gia',lo avevo dimenticato” prese la chiavetta “Che sbadata!” rise nervosa. Brittany giunse in suo soccorso.

 

 

 

“Perche' non andiamo subito a dargli un'occhiata,San?” chiese alzandosi e trascinandola in cucina.

 

 

 

“Bella idea, buonanotte ragazze!” fece ciao con la mano,prima che Brittany la trascinasse al piano di sopra.

 

 

 

“Sai,quando inventi una stronzata,dovresti tenerla a mente per i dieci minuti successivi!” la rimbecco' Brittany,mente chiudeva la porta della sua stanza.

 

 

 

“Che posso farci? Sono abituata a non mentire!” fu schiaffeggiata sulla mano quando provo' ad accendere la luce,visto che era buio pesto “Ahi,ma che...”

 

 

 

“Non ti azzardare,vieni!” la prese per mano e la trscino' vicino alla finestra,poi le indico' eloquentemente di fare silenzio. Quando affacciarono cautamente,si accorsero che Quinn e Ruby erano ancora li',e che da lassu' la visuale era perfetta.

 

 

 

“Sei terribile!” sussurro' Santana.

 

 

 

Chiaccheravano piano,osservando le stelle. Quinn non riusciva a staccarle gli occhi di dosso,e Ruby sembrava meditare sui perche' della vita. Poi si volto' a guardarla.

 

 

 

“Quinn,grazie” le disse.

 

 

 

“Per cosa?” domando' lei.

 

 

 

“Per avermi guarita in qualche modo...da quando abbiamo iniziato a parlare,non mi addormento piu' tra le lacrime...” lo disse con una nota di imbarazzo.

 

 

 

“Non devi ringraziarmi...”

 

 

 

“Si invece...” si avvicino' a lei e le accarezzo' il viso. Le loro labbra si incontrarono, si baciarono in un sospiro carico di emozioni. E il bacio si fece piu' profondo,piu' intimo. Brittany poteva vedere le loro lingue accarezzarsi.

 

 

 

“Direi che e' arrivato il momento di lasciarle da sole...” propose piano Santana,cingendola per la vita e baciandole la testa.

 

 

 

“Pensavo di andare a fare una doccia...” inizio' Brittany “Vuoi venire?” chiese maliziosa.

 

 

 

“C'e' una pistola in camera mia...nel secondo cassetto del mio comodino...” la bionda la guardo' confusa.

 

 

 

“Una pistola? Cosa!?”

 

 

 

“Si...se mai dovessi rispondere 'no' a questa domanda,usala per uccidermi!” Brittany scoppio' a ridere.

 

 

 

“Che idiota!” rise,per poi trascinarla in fretta in bagno...

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Capitolo 20
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SALVE!

 

Purtroppo questa volta mi sono distaccata dalla storia per molto, moltissimo tempo. Tra la mancanza di tempo e, ahime' di ispirazione.. Nel frattempo, se a qualcuno potesse interessare, ho scritto una shot SwanQueen.

 

Ad ogni modo, ho deciso che questo, con ogni probabilita',sara' il penultimo capitolo della storia. Ho notato un calo bruschissimo di visualizzazioni e recensioni nel capitolo precedente, probabilmente dovuto alla mia prolungatissima assenza. Quindi forse, e' meglio chiudere in bellezza.

Spero, comunque, che questo capitolo possa piacere. Alla prossima!!

B.

 

 

 

 

 

In Amazzonia,la parola staticita' non era contemplata. Tutto era in perpetuo movimento, e il cambiamento era costante,visibile,palpabile. L'acqua del fiume scorreva, il vento scuoteva le fronte degli alberi, gli animali si muovevano circospetti,crescevano,mutava. Le nuvole cambiavano forma,si riempivano d'acqua che poi svuotavano sul terreno. Il sole sorgeva,illuminava la giornata,tramontava e lasciava posto alla luna. Tutto scorreva,ogni cosa aveva il proprio ciclo.

E a proposito di ciclo, quella giornata non era proprio iniziata nel migiore dei modi:

 

 

 

“Secondo me questo e' il percorso migliore” Brittany indico' un sentiero tracciato in vedre,sulla cartina che occupava tutto il tavolo della cucina.

 

 

 

“Detesto contraddirti,ma il percorso giusto,e' questo” Santana punto' il dito su un altro sentiero,ben distante dal primo,tracciato in rosso.

 

 

 

“Che dici? E' molto piu' lungo! Si passa dal fitto della foresta,lontano dai corsi d'acqua” gesticolo' lei.

 

 

Stavano scegliendo il percorso da seguire,per giungere a un corso d'acqua,affluente del Rio,che conduceva a uno stagno. Avevano scoperto,grazie a una soffiata di Noah,che era un territorio popolato dai piu' disparati rettili. Sarebbe stato facilissimo raggiungerlo in barca,ma purtroppo erano acque troppo basse e fangose,assolutamente non navigabili. L'unico modo per arrivarci,era camminare.

 

 

 

“Sono piu' che sicura di cio' che dico” rincaro' Santana con un sospiro.

 

 

 

“Puoi darmi retta,per una volta in vita tua?” Brittany era esasperata.

 

 

 

“Posso ascoltare il tuo parere,e prendere le mie decisioni in base a cio' che IO ritengo piu' opportuno... o devo ricordarti chi e' il capo?” la guardo' nervosa. La bionda spalanco' la bocca.

 

 

 

“Sul serio,Santana? Davvero la stai mettendo sul piano professionale?” chiese minacciosa.

 

 

 

“Certo che si, stiamo lavorando o ho capito male?” ringhio,fulminandola con lo sguardo “Il percorso che seguiremo e' questo,fine della storia!” si alzo' e lascio' la stanza. La giovane strinse i pugni,e soffoco' un urlo. Holly,dall'angolo della stanza, non riusci' a trattenere una risata.

 

 

 

“Problemi in paradiso?” chiese. Quella che si guadagno', non era la piu' amichevole delle occhiate.

 

 

 

“E' cosi' testarda!” sbuffo'.

 

 

 

“Ma davvero!?”

 

 

 

“Piantala,Holly, non sei divertente!”

 

 

 

“Deve essere frustrante lavorare insieme mettendo da parte il fatto che state insieme...sembra che a Santana riesca piuttosto bene!”

 

 

 

“Beh, non c'entra stare insieme...qui si tratta di ascoltare qualcuno,e IO sono la sua assistente!” batte' un pugno sul tavolo “Adesso mi sentira'!” si alzo' e si precipito' al piano di sopra.

 

 

 

Holly scosse la testa,nascondendo un sorriso mentre sorseggiava il suo caffe'.

 

 

Quando Brittany raggiunse la camera di Santana,apri' la porta di scatto,senza aspettare alcun invito. Lei stava tirando su i larghi pantaloni neri.

 

 

 

“Adesso non bussi neanche piu'?” chiese senza degnarla di uno sguardo.

 

 

 

“Perche' sei cosi' cocciuta” domando' “Perche' non puoi semplicemente ammettere di avere torto?”

 

 

 

“Perche' io non ho torto!” spiego' nervosamente “Non capisco perche' dovrei seguire un percorso, se ho la certezza di averne uno migliore!” si allaccio' gli scarponi marroni e imbraccio' il suo bastone metallico.

 

 

 

“Potresti semplicemente fidarti di tanto in tanto!” la bionda divento' paonazza.

 

 

 

“Non so chi delle sue dovrebbe fidarsi di piu'” Santana la guardo' seria “Cosa credi? Che essere la mia ragazza ti autorizzi a prendere decisioni che spettano a me? Che non hanno niente a che fare con la nostra relazione? Hai capito male!” ormai urlava. Brittany la guardo' sprezzante.

 

 

 

“Sai che c'e'?” chiese “Vai al diavolo,Santana!” la mora la guardo' amareggiata.

 

 

 

“Benissimo” sibilo'. Non aggiunse altro,e lascio' la stanza.

 

 

 

Rimasta sola in quella stanza,la biondina sedette sul letto e sospiro'. Forse aveva esagerato. E seppe,senza neanche controllare,che Santana si stava inoltrando in foresta,senza di lei.

 

 

 

Il sole era tramontato da un pezzo, e di Santana non c'era traccia. Il terrazzo era illuminato, e discretamente popolato. Brittany era seduta su uno sgabello e guardava la radura nella speranza di vederla spuntare da un momento all'altro. Di tanto in tanto mordeva il toast che Blaine le aveva ficcato tra le mani con la forza. Holly leggeva un libro,mentre Quinn,Ruby e Rachel,consumavano la loro cena. All'ennesimo sbuffo della zoologa, Quinn alzo' gli occhi al cielo:

 

 

“Tornera',Britt,lo sai... non stare in pena!” disse,addentando il suo toast.

 

 

 

“Lo so che tornera'” ribatte' senza distogliere lo sguardo dalla radura “Mi infastidisce non sapere quando...” preciso'.

 

 

 

“Beh,lo sai com'e'... molto probabile che passi la notte in foresta”

 

 

 

“Non mi piace...e' li' fuori da sola...potrebbe succedere qualunque cosa...”

 

 

 

“Io sarei piu' preoccupata per gli animali che si imbatteranno in lei!” ridacchio' Ruby.

 

 

 

“Simpatica...” mugugno' Brittany.

 

 

 

“Senti,Britt...non so perche' avete litigato,e non mi interessa” continuo' la capo ranger “Ma poco fa ho dato un'occhiata a quelle carte...e il sentiero rosso e' il piu' indicato” la bionda avrebbe voluto mollarle un pugno.

 

 

 

“Dio,anche tu?” rise nervosa “Almeno spiegami il perche'!”

 

 

 

“E' il piu' lungo,ma il meno pericoloso...hai ragione,si passa dalla fitta foresta,ma e' un percorso quasi diritto, riparato dal sole anche in pieno giorno e poco battuto dai grandi predatori...il sentiero che vuoi percorre tu e' piu' breve, su quello non ci sono dubbi...ma dopo un'ora di cammino ti trovi in una zona perennemente umida,e quando ha piovuto da poco,il fango e totalmente liquefatto,sono delle vere e proprie sabbie mobili...ci sono finita dentro la prima volta che ho battuto quel luogo,e mi sono trovata immersa nel fango fino al collo...supponiamo anche che tu riesca ad aggirarlo,e credimi,non e' facile...altri venti minuti di cammino,ed eccoci nella zona di piu' alta concentrazione di ragni e insetti velenosi di tutta l'Amazzonia,gli alberi attorno sono popolati da serpenti corallo...vuoi che continuo,Britt?” chiese alzando le spalle “Nessuno sano di mente metterebbe piede in quel posto a meno di non essere costretto dall'assenza di percorsi alternativi...Santana aveva ragione...” a quel punto Brittany inizio' a sentirsi in colpa, non solo per averla mandata al diavolo, ma anche,e soprattutto,per non essersi fidata di lei.

 

 

 

“Beh,poteva dirmelo...” disse semplicemente.

 

 

 

“Magari voleva che tu ti fidassi di lei...” abbasso' lo sguardo colpevole,ma quando vide un ragazzone,nella radura,che camminava con passo lento,le si illumino' lo sguardo. Senza una parola scese e lo raggiunse,con passo svelto.

 

 

 

“Ciao Noah” gli disse.

 

 

 

“Hey, Britt” lui sorrise,alzando la mano in segno di saluto.

 

 

 

“Hai visto Santana?” chiese senza giri di parole.

 

 

 

“Santana?” ripete' lui “Non...non e' con te?” la sua esitazione lo tradi'.

 

 

 

“So che sai dov'e'...” gli disse. Lui abbasso' lo sguardo,colpevole.

 

 

 

“Non posso dirtelo,Britt,scusa...sai che non vuole essere trovata,quando e' nervosa...preferisce sbollire da sola...” si giustifico'. Lei gli mise una mano sul braccio.

 

 

 

“Ho bisogno di trovarla,Noah...abbiamo litigato,e devo dirle che mi dispiace...ti prego,sei l'unico che puo' aiutarmi...” supplico'. Il ragazzo la guardo' esitante,poi sospiro' sconfitto.

 

 

 

“Non e' molto lontana...mezz'ora di cammino o poco piu'...la radura a sud-est del fiume,poco distante dalla fossa dei serpenti...”

 

 

 

“Fossa dei...serpenti?” ripete' confusa.

 

 

 

“Oh,d'accordo...vieni con me!” si offri' di accompagnarla.

 

 

 

“Grazie!” esclamo' lei “Sei un amico!” saltello'.

 

 

 

Camminarono al buio per piu' di mezz'ora. Come Santana.anche Noah non aveva paura della foresta. Avanzava a piedi nudi,per nulla impaurito dalla miriade di animali velenosi che avrebbe potuto incontrare lungo il suo cammino. E se Brittany ci aveva messo venti minuti buoni ad abituarsi al buio che li circondava,il ragazzo sembrava non essere disturbato dal cambio repentino di luce.

 

 

Giunsero in un luogo che la giovane zoologa non aveva mai visitato,nei mesi di lavoro in Amazzonia. Si trovavano in una radura diversa dalle altre: gli alberi si diradavano all'improvviso,lasciando uno spazio aperto e mostrando una grande porzione di cielo,prima di interrompersi per lasciare posto al fiume. L'acqua scorreva cosi' piano da non fare rumore.

 

 

 

“Bene,principessina,siamo arrivati” comunico' il giovane. Brittany si guardo' intorno.

 

 

 

“Non la vedo” disse lei.

 

 

 

“Beh,guardati meglio in giro...io torno alla base,volevo parlare con Rachel...”

 

 

 

“Ancora grazie,Noah...” lui alzo' le spalle e sorrise di sbieco.

 

 

 

“Mi farai da scudo quando cerchera' di uccidermi per avertelo detto” annui' “Buona fortuna” spari' tra gli alberi,e Brittany si trovo' da sola. Il silenzio di quel luogo era surreale. Riusciva persino a sentire il suono dei suoi passi attutiti dall'erba morbida.

 

 

 

“Santana?” la chiamo. E la sua voce riecheggio' nell'oscurita'.

 

 

 

Cammino' lentamente,guardandosi attorno alla ricerca della giovane. Il suo cuore perse un battito,quando finalmente la vide lontana. Era su un albero,accavalciata a un grosso ramo. La schiena appoggiata all'imponente tronco,le mani strette a quello che aveva l'aria di essere un telescopio. Era riuscita persino a stabilizzare un cavalletto su quel ramo,ed era concentratissima su cio' che vedeva attraverso la lente.

 

 

La notte la rendeva piu' selvaggia del solito. I capelli neri erano sciolti,ricadevano sulla felpa bianca che indossava,creando uno splendido contrasto. La pelle scura era illuminata dalla luce della luna. Rimase a fissarla per una manciata di secondi,fino a quando la voce scura della latina la fece trasalire:

 

 

 

“Come hai fatto a trovarmi?” chiese seria,senza distogliere lo sguardo dal telescopio. Aveva parlato pianissimo,ma la sua voce riecheggio'.

 

 

 

“E' importante?” chiese lei di rimando.

 

 

 

“Si,dal momento che ero venuta qui per stare da sola” ringhio'.

 

 

 

“Sei stata da sola per tutto il giorno...” Santana lascio' il telescopio,e scese dall'albero in un secondo,grazie a una liana. Le si paro' davanti e la guardo',con quegli occhi neri come la notte.

 

 

 

“Cosa vuoi?” domando'.

 

 

 

“Scusarmi” disse semplicemente Brittany.

 

 

 

“Bene,scuse accettate, ora puoi tornare alla base!”

 

 

 

“Sul serio Santana...mi dispiace per non averti ascoltata...e mi dispiace per averti mandata al diavolo...avrei dovuto darti retta...” abbasso' lo sguardo con aria colpevole.

 

 

 

“Quando ti ho detto che volevo stare con te, quando tutto questo e' iniziato... ho accettato di fidarmi di te,perche' la fiducia viene ancor prima dei sentimenti... e tu non ti fidi nemmeno di una semplice affermazione? E' cosi' che ricambi la mia fiducia?” chiese nervosa.

 

 

 

“Hai ragione” la bionda fece un passo verso di lei “Ho sempre paura di dire o fare qualcosa che rovini tutto...non riesco ad abbassare la guardia o a godermi le piccole cose...e ho finito per combinare lo stesso un casino...mi fido di te, non mi sono mai fidata di nessuno allo stesso modo,anche se non te ne ho dato prova...” sospiro' “Non puoi...perdonarmi e bas...”

 

 

Fu zittita dalle labbra della mora,che raccolsero le sue all'improvviso,con impellenza,quasi ne valesse della sua stessa vita. Trattenne in fiato,ma i suoi muscoli si sciolsero con quel gesto. Duro' qualche secondo,poi Santana la guardo'.

 

 

 

“Vieni con me” le disse.

 

 

 

“Torniamo alla base?” chiese Brittany,speranzosa.

 

 

 

“No...seguimi e basta” la prese per mano,guidandola nell'oscurita', a pochi metri dalla sponda. Si allontanarono dall'albero dove aveva lasciato incustodito il suo telescopio.

 

 

E del resto,chi avrebbe potuto rubarlo?

 

 

Neanche cinque minuti dopo,si trovarono ai piedi di un largo albero...illuminato?

 

 

La bionda guardo' meglio,con espressione,da principio corrucciata. E guardandolo meglio,si accorse che lassu' c'era una casa. Era esterrefatta.

 

 

 

“Hai...una casa sull'albero nel bel mezzo della foresta amazzonica?” chiese,mentre la sua voce saliva di un'ottava. Santana rise.

 

 

 

“Vuoi guardarla dal basso per sempre, o posso invitarti a entrare?” le chiese. Poi si arrampico' lungo una scaletta che Brittany non aveva notato,all'inizio. La segui',guardandosi attorno. E ricordo' il racconto del padre di Santana,in merito alla casa sull'albero costruita meticolosamente nel giardino di casa Lopez, e ancora in piedi dopo quindici anni.

 

 

Era una costruzione simmetrica, precisa, resistente. Bellissima,a dirla tutta. Le dimensioni erano quelle di una stanza al massimo.

 

 

 

“L'hai costruita tu?” chiese alla latina.

 

 

 

“Asse dopo asse” rispose lei.

 

 

 

“Le hai sparse in tutta la foresta?” rise la bionda “Quante ce ne sono in giro?”

 

 

 

“Solo questa” spiego' lei aprendo la porta di legno “Quando piove e' un problema gironzolare in foresta, mi serviva un rifugio di emergenza lontano da altri sapiens”

 

 

L'interno sembrava direttamente tirato fuori da una favola. C'era un letto grande,nel mezzo della stanzetta,con un copriletto verde scuro. Le finestrelle si trovavano ai lati,erano grandi e illuminavano la stanza. Permettevano una vista panoramica sulla radura. C'era una piccola scrivania, una macchina fotografica e un computer. Sull'altra parete una libreria piena di grossi tomi dall'aria interessante. In pratica tutto cio' di cui Santana Lopez aveva bisogno quando non era alla base. L'illuminazione venne meno,e la porta si chiuse.

 

 

 

“Hey, perche' hai spento la..” le spiegazioni giunsero prima di formulare la sua domanda. Giunsero insieme alle labbra di Santana, che premevano sulla sua pelle, appena sotto l'orecchio.

“Che credi di fare?” soffio' mentre un sorriso si allargava sulle sue labbra.

 

 

 

“Ti mostro i vantaggi del passare la notte lontani dalla base” sussurro'.

 

 

 

“L'ultima volta che ho controllato,avevamo una certa privacy anche in camera tua...” la prese in giro la bionda.

 

 

 

“Ma qui puoi urlare quanto ti pare...” Brittany spalanco' la bocca.

 

 

 

“Santana!” la rimbecco' ridendo. La latina la spinse sul letto,in malo modo,e le fu addosso in una manciata di secondi. Le sue labbra cercarono quelle dell'altra e le baciarono con impellenza.

 

 

Brittany avvolse le braccia attorno al suo collo,accogliendo quel caldo saluto,mentre lasciava entrare la sua lingua tra le labbra e sospirava. Si allontanarono cosi' che la bionda potesse sfilarle la felpa bianca,sotto la quale trovo' una canotta nera.

 

 

 

“Sei piu' vestita del solito” si lamento' “Non mi piace...”

 

 

 

“Sai,fa freddo...” l'ispanica le morse il mento,mentre le sue mani si intrufolavano sotto la maglia della bionda.

 

 

 

“Scommetto di poterti riscaldare meglio di una stupida felpa” aggiunse graffiando la pelle scura. I loro vestiti volarono via in fretta, i loro corpi nudi si scaldarono e si amarono per tutta la notte.

 

All'alba, il loro litigio era un ricordo lontano.

 

 

 

Alla base,nel frattempo,Quinn e Holly facevano colazione,gettando occhiate preoccupate attorno a loro.

 

 

“Penso che dovremmo andare a cercarle” esordi' la piu' giovane.

 

 

 

“Non c'e' bisogno” Holly scosse la testa.

 

 

 

“Non mi preoccupo per Santana,ma Brittany e' sparita nella foresta ieri notte...”

 

 

 

“Dio,Quinn,dovresti uscire piu' spesso dal tuo laboratorio...c'era Noah giu' in radura,e di certo l'ha portata da Santana...”

 

 

 

“Davvero?”

 

 

 

“Si...saranno qui a breve,garantito!” la primatologa scosse la testa.

 

 

 

“Spero tu abbia ragione...”

 

 

 

“Piuttosto...che sta succedendo nella tua vita?” Holly la guardo' intensamente.

 

 

 

“In merito a...?” Quinn inarco' un sopracciglio.

 

 

 

“A tutto in realta'...alla rottura con Noah, a questa storia con Ruby...a Rachel...”

 

 

 

“Beh...” la biologa sospiro' “Io e Noah avevamo una grande intesa...ma prima ancora di essere amanti eravamo, e siamo, grandissimi amici... sapevamo fin da principio che lui ha dei doveri nei confronti della sua tribu'...sapevamo che questo momento sarebbe arrivato, e anche se praticamente non conosce la sua futura moglie, che mostri saremmo a continuare a stare insieme alle sue spalle? Lui ha un onore e dei principi, e io non sono una sgualdrina...doveva finire...ci siamo divertiti finche' abbiamo potuto, adesso e' giusto restare amici” alzo' le spalle,con un sorriso triste.

 

 

“Dovreste essere orgogliosi della maturita' con la quale state affrontando tutto cio'...ma Quinn, sul serio sei pronta a un'altra relazione? Con Ruby, poi, che ha un lavoro lontano da qui?”

 

 

 

“Primo, non stiamo insieme” preciso' scaldandosi un po' troppo “Secondo...Ruby e' diversa...stavo male per Noah e lei si era lasciata da poco tempo...ci siamo date conforto quando entrambe ne avevamo bisogno...stiamo bene...”

 

 

 

“In pratica siete amiche che vanno a letto insieme” Holly non amava girare attorno alle cose.

 

 

 

“Non ho detto questo!”

 

 

 

“E Rachel?” incalzo' la primatologa.

 

 

 

“Che c'entra Rachel?”

 

 

 

“Beh...sappiamo entrambe che non e' Ruby quella che vuoi!”

 

 

 

“Prego?” Quinn avvampo' letteralmente.

 

 

 

“Puoi darla a bere a chi vuoi, ma vi ho viste,sai? Quando Ruby non c'e' la inviti a dormire in camera tua, passate ore a parlare ma eviti accuratamente di parlare con lei della tua vita sessuale” Holly cercava di non ridere, nonostante la voglia fosse impellente.

 

 

 

“E' la mia migliore amica,Holly!”

 

 

 

“E io sono Pocahontas!”

 

 

 

“Senti, ma che importa? A lei piace quel bietolone del tuo assistente...Jim, Finn, o come diavolo si chiama...” ringhio'.

 

 

 

“Ah si? Per questo gli ha mollato un cazzotto in faccia quando lui ha provato a baciarla?” Quinn boccheggio'.

 

 

 

“Ha provato a baciarla!?” la sua voce divenne acuta.

 

 

 

“Bionda,ma mi ascolti quando ti parlo? Ti ho detto che lei lo ha preso a pugni!” a quel punto scoppio' inevitabilmente a ridere.

 

 

 

“Ma non mi ha raccontato nulla...”

 

 

 

“Fai due piu' due...” Quinn si blocco', sovrappensiero “Ascolta Q, non sono tua madre,ma ti voglio bene e se io fossi al tuo posto...beh, farei chiarezza nel mio cuore...parlerei con Ruby e poi con Rachel...rimetterei ogni tassello al proprio posto...puoi provare a incastrare due pezzi del puzzle quanto vuoi, ma se sono pezzi di due quadri diversi...non combaceranno mai...”

 

 

 

“Dottoressa Holliday, vorrei prenotare una consulenza privata, se non le dispiace...mi e' giunta voce che lei e' in grado di guidare ogni essere sulla retta via!”

 

 

 

Le due donne si voltarono,trovando Santana appoggiata alla ringhiera, con un ghigno in volto, e Brittany a poca distanza da lei.

 

 

 

“Purtroppo non posso fare miracoli,signora Lopez, i casi disperati di solito vanno a ricoverarsi!”

 

 

 

Scoppiarono a ridere, e mentre la primatologa le invitava a unirsi a loro per la colazione, Quinn andava a prendere cappuccino e biscotti anche per loro. Meditava, nel suo cuore, sulle parole dell'amica...

 

 

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Capitolo 21
*** Epilogo ***


La stanza d'albergo era bianca e luminosa. Situata al quarantasettesimo piano di un grattacelo a dir poco esagerato, permetteva una vista mozzafiato sulla citta' illuminata. Una camera dotata di tutti i comfort: tv in alta definizione, computer da tavolo, mini frigo, lenzuola fresche e profumate. Per non parlare del bagno in camera con tanto di vasca idromassaggio e prodotti costosissimi. Servizio in camera a dir poco tempestivo e attivo ventiquattr'ore su ventiquattro. Il letto matrimoniale era morbidissimo e decisamente confortevole. Era proprio su quel letto che Brittany stava sdraiata, con i vestiti ancora addosso, guardandosi attorno.

 

 

Quella stanza era decisamente piena di cianfrusaglie. Non riusciva a definirla altrimenti. Chi aveva bisogno di una tv con piu' di ottocento canali?

 

 

E perche' mai avrebbe dovuto lavare i suoi capelli con un flacone di shampoo da venticinque dollari?

 

 

Adagio' lo sguardo sulla ragazza china sulla scrivania. Aveva tra le mani un malloppo di documenti, i fogli erano sparsi dappertutto. Rileggeva tra le righe attraverso la sottile montatura,sospirava di tanto in tanto. E anche se non lo dava a vedere, era nervosa. Brittany lo sapeva:

 

 

“Dovresti chiudere tutto e venire a letto” le disse “E' mezzanotte”

 

 

Santana alzo' lo sguardo e la fisso'.

 

 

“Sto solo rileggendo le ultime scartoffie” si giustifico' “Non penso che riusciro' a dormire”

 

 

 

“E chi ha parlato di dormire?” le schiaccio' l'occhio, riuscendo a farla sorridere. Si alzo' e spense la lampada da tavolo, lasciandosi cadere, sfinita, vicino alla bionda.

 

 

 

“Fa cosi' strano essere qui...” sbuffo'.

 

 

 

“Gia'...”

 

 

 

Il Progetto Amazzonia era giunto al termine. I quattro anni finanziati per la ricerca sul campo, erano scaduti, e cosi' era arrivato il momento di tirare le somme di quella incredibile avventura. L'ultimo mese nella foresta Amazzonica era stato davvero difficile: bisognava rivedere tutto il lavoro di quegli anni, completare documenti, scrivere articoli, rimettere ogni tassello al proprio posto. Cio' nonostante, si continuava a lavorare sul campo, ad andare in esplorazione, a montare fototrappole, a lavorare in laboratorio.

 

 

Non fu per niente facile rassegnarsi all'idea che non avrebbero piu' rivisto i colori vivaci dell'Amazzonia, gli schiamazzi degli animali, i suoni della notte. O almeno, non lo fu per Brittany. Quando aveva finalmente ritrovato un equilibrio stabile con se' stessa e con gli altri, tutto cio' che aveva costruito, stava per venir meno.

 

 

Santana, nonostante i preparativi per la partenza, aveva dato ordine di smantellare la base solo dopo. Non se la sentiva di vedere quella che era stata la sua casa, il suo lavoro, la sua vita, per tutto quel tempo, portata via asse dopo asse, scaffale dopo scaffale.

 

 

E l'ultima sera, quando finirono di consumare la cena prelibata che Blaine aveva preparato per l'occasione, dopo che tutti quanti avevano raccolto i loro effetti personali e li avevano ficcati a forza nei borsoni, si alzo' in piedi e parlo' a ciascuno di loro, dopo essersi schiarita la voce:

 

 

 

“E' molto difficile riuscire ad accettare pienamente che queste siano le ultime ore in Amazzonia” aveva detto “Siamo stati tutti insieme, sotto lo stesso tetto, per quattro lunghi anni ed e' stato un viaggio che ognuno di noi ha vissuto in modo unico e speciale... Abbiamo affrontato momenti difficili, e spesso abbiamo pensato di non trovare una soluzione,ma alla fine ce l'abbiamo sempre fatta, insieme...” un sospiro aveva tradito la sua emozione “L'Amazzonia e' stata una parte molto importante della mia vita...non tutti hanno la fortuna, nella loro vita, di svegliarsi al mattino esattamente dove vorrebbero essere...non tutti hanno la mia fortuna... per quattro anni sono stata affiancata da un team di ricercatori, tra i migliori nel loro campo, che mi hanno supportata, mi hanno guidata, e hanno reso il mio lavoro talmente incredibile, che tutt'ora faccio fatica a considerarlo un vero lavoro.... Purtroppo da domani non sara' piu' cosi'...la nostra grande avventura e' terminata, e per ciascuno di noi si apre un nuovo capitolo della propria vita...ma ci tengo davvero a ringraziarvi, uno per uno, per esserci stati dall'inizio alla fine, per non aver mai mollato un progetto che molti definirebbero folle...per non aver mai abbandonato me... spero che questa esperienza vi abbia donato anche solo la meta' delle soddisfazioni che ha donato a me...e che rimarra' nei vostri cuori...nel mio avra' un posto speciale...Grazie, ragazzi” concluse alzando il suo calice.

 

 

Il gruppo esplose in un applauso, brindando alla riuscita del progetto, e a turno, ciascuno di loro si alzo' per abbracciare Santana. Divenne all'improvviso una serata emotivamente delicata. Ovunque si guardasse, c'era qualcuno che abbracciava qualcun altro, si promettevano di non perdere i contatti, di mantenere i loro rapporti, qualcuno pianse.

 

 

E quando alla sera, Brittany si arrampico' lungo la scaletta che conduceva alla stanza di Santana, la vide affacciata al balconcino, fuori dalla sua stanza. Piangeva in maniera composta. E lei si avvicino' senza una parola, e la strinse forte.

 

 

Erano passati due giorni, e si trovavano tutti quanti in quel lussuoso albergo di New York. Era il passo finale, il passo conclusivo. L'indomani sarebbero stati i protagonisti di un'importantissima conferenza, indetta proprio per parlare del Progetto Amazzonia. Sarebbe stato un evento in grande stile, trasmesso in diretta televisiva in tutt'America, alla presenza dei piu' importanti nomi della scienza, giornalisti da tutto il mondo, emittenti radio e rappresentanti degli enti di ricerca piu' importanti del globo. Avrebbero illustrato il lavoro svolto in quei quattro anni, i risultati del progetto, i metodi di ricerca. E avrebbero risposto alle domande del loro immenso e variegato pubblico. Brittany si sentiva nervosa come non mai all'idea di dover parlare alla presenza di tanti sconosciuti, per di piu' in diretta nazionale. Il suo cuore scoppiava al solo pensiero. E anche Santana era visibilmente nervosa.

 

Sospiro', passandole un braccio intorno alla vita. Non voleva chiederle cosa sarebbe successo dopo quel giorno, non voleva scoprire quali folli piani aveva in serbo Santana, e in tutta onesta' non aveva neanche la certezza assoluta che ne avrebbe fatto parte:

 

 

“Andra' bene” disse ad alta voce, e si chiese se il suo fosse un tentativo di consolare la donna, o di rassicurare se' stessa. Si rese conto solo qualche istante dopo, non udendo risposta, che la giovane si era addormentata.

 

 

 

 

La stanza era gremita di gente. File su file di sedie, occupate da scienziati, ricercatori, studiosi, biologi e curiosi. Fotografi e cameramen in ogni angolo dell'aula, telecamere letteralmente dappertutto. Un lungo tavolo si trovava sul lato corto della stanza, era rettangolare e pieno di sedie su un lato, quello rivolto verso la folla. Davanti a ciascuna sedia, sul tavolo, c'era un cartello con uno dei loro nomi, affiancato da una bottiglietta d'acqua fresca e da un microfono da tavolo. Quando il team di ricercatori fece il loro ingresso, Brittany senti' le gambe tremare ad ogni passo, e si senti' miracolata quando riusci' a raggiungere la sua sedia. I flash la accecavano.

 

 

Santana era seduta al centro del tavolo. Alla sua destra stava Holly, alla sua sinistra Brittany. Quinn stava seduta accanto alla primatologa,mentre Rachel affiancava Brittany. Seguita da Kurt, Sam e Blaine. Mentre dall'altra parte stavano Mike, Will e Finn. Erano tutti vestiti in modo composto ed elegante, a dir poco impeccabile.

 

 

E quando il moderatore invito' il pubblico al silenzio, calarono le luci e parti' un video da un maxi schermo alle loro spalle. Vi scorrevano immagini girate da Mike, in Amazzonia, che mostravano gli animali piu' disparati, i colori piu' incredibili, le angolazioni piu' remote. Accompagnati da un mix di suoni composti da Will, che permettevano di udire i versi degli animali, e i suoni della natura, accompagnati da una splendida musica di sottofondo. Duro' circa tre minuti, e quando termino', il primo applauso si levo' dalla platea.

 

 

Poi Santana si alzo'. Indossava eleganti pantaloni e una camicia candida, stretta per far risaltare le sue forme armoniose. I capelli ricadevano, lisci e morbidi, sulle sue spalle, lo sguardo, contornato da un lieve strato di trucco, era concentrato, attento. La sua figura era slanciata dalle scarpe col tacco. Si schiari' la voce, mentre gli sguardi erano tutti puntati su di lei, e inizio' a parlare:

 

 

 

“Vorrei dare il benvenuto a tutti i presenti, alla prima conferenza ufficiale sul Progetto Amazzonia” inizio' “Sono la Dottoressa Santana Lopez, e sono stata a capo del progetto per tutta la sua durata, accompagnata dalla Dottoressa Fabray, che si e' occupata del laboratorio, dalla primatologa Holly Holliday” li indico' uno alla volta “Dalla zoologa Brittany Pierce, dagli ecologi Kurt Hummel e Sam Evans, dalla naturalista Rachel Berry, dal Dottor Blaine Anderson, il fotografo naturalista Mike Chang, Il tecnico del suono Will Schuster e dall'assistente Finn Hudson”

 

 

Santana inizio' a parlare del progetto Amazzonia in tutte le sue sfaccettature, delle attrezzature a loro disposizione, delle piu' innovative tecnologie che avevano fatto la differenza per la ricerca, dei tempi di lavoro, dei rapporti di fiducia instaurati con i ricercatori. Parlo' senza sosta per oltre venti minuti, e ancora una volta, Brittany si sorprese di vedere come Santana riuscisse a mantenere la totale attenzione dei quasi seicento presenti. Pendevano dalle sue labbra, immersi in un racconto che non sembrava quasi un resoconto tecnico, bensi' una storia avvincente.

 

 

 

“Il Progetto Amazzonia” disse a conclusione del suo lungo monologo “Ha permesso di scoprire, identificare e successivamente studiare, otto nuove specie di vertebrati e undici di invertebrati...animali mai studiati in precedenza, mai osservati, mai fotografati, adesso hanno un nome... in termini di ecologia, il legame tra i vari organismi, la loro relazione con l'ambiente circostante, i metodi di sopravvivenza, sono stati documentati e approfonditi per la prima volta nella storia, e questa potrebbe essere solo la punta dell'iceberg, potrebbe essere quell'inizio di cui il mondo aveva bisogno, la spinta necessaria affinche' si comprenda che l'Amazzonia e' uno dei pochi incontaminati tesori rimasti al mondo, in grado di fornire tante risposte, di dare uno spunto per lo studio del mondo animale e non solo... E' una terra ricca di specie uniche al mondo, che hanno una storia, un comportamento, una natura da scoprire...noi siamo stati i primi, e speriamo vivamente di non essere gli ultimi...e che questa terra possa essere valorizzata come merita”

 

 

Un altro applauso si levo' dagli spalti, questa volta piu' fragoroso, mentre Santana tornava a sedere al suo posto, e Brittany la sentiva sospirare, sollevata.

 

 

 

“Il team di ricercatori del Progetto Amazzonia, rispondera' adesso alle domande” annuncio' il moderatore “Prego, per alzata di mano e solo dopo aver ricevuto il mio consenso”

 

 

Diverse mani si alzarono e il primo a parlare fu un uomo dall'aria distinta, in terza fila, alla loro destra.

 

 

 

“La mia domanda, naturalmente, e' rivolta a tutti voi...” inizio' “L'Amazzonia e' un ambiente molto ostile, noto per l'alto numero di animali e piante potenzialmente velenosi, come e' possibile passare quattro anni in foresta senza incorrere in alcun incidente di questo tipo?” chiese.

 

 

Fu Sam a prendere parola.

 

 

“Naturalmente incidenti di questo tipo erano quasi all'ordine del giorno...la maggior parte di noi passava giornate in foresta, e ci siamo imbattuti innumerevoli volte in serpenti velenosi, ragni letali, o altri pericoli di questo tipo... la prima accortezza era quella di guardare letteralmente dove si mettevano i piedi...se ci muovevamo in mezzo alla vegetazione, era indispensabile prestare attenzione alle foglie, agli alberi, al terreno umido...e di incidenti ne sono successi... per fortuna molti veleni non caratterizzavano un problema, se non i primi mesi... la dottoressa Fabray, in laboratorio, si occupava anche di alcuni antidoti sperimentati proprio per le nostre esigenze,e ne avevamo sempre una dose a disposizione quando eravamo in foresta” spiego'.

 

 

 

“Dottoressa Fabray” una donna con un blocco degli appunti prese parola “Di che genere di esperimenti si occupava nel suo laboratorio?”

 

 

 

Quinn parlo' con voce tremante.

 

 

 

“In realta' ho cominciato occupandomi solo dell'analisi dei campioni che giungevano in laboratorio, a partire dai veleni degli animali, passando per i campioni d'acqua e tutto il resto...poi pero' alcune situazioni esigevano una certa sicurezza sul campo, cosi' ho cominciato ad occuparmi anche di antidoti e vaccini... insieme al dottor Anderson ho studiato le componenti di alcuni batteri, ed elaborato degli antibiotici appositi per contrastarli...siamo arrivati al punto in cui ci sottoponevamo tutti quanti a dei trattamenti medici per evitare malattie e contagi vari...per fortuna si e' rivelata una strategia vincente, nessuno di noi ha mai contratto patologie gravi” concluse soddisfatta, esibendo il sorriso perfetto.

 

 

Un giornalista armato di un registratore,si alzo' dalla prima fila.

 

 

 

“Come si puo' vivere per quattro anni,nel pieno della foresta, lontani dalla civilta' e con soli pochi individui con cui avere un minimo di relazione sociale?” fu Rachel a prendere parola.

 

 

 

“Non e' facile per nulla...da principio eravamo tutti semplicemente convinti di avere per le mani una di quelle occasioni che trasformano i sogni in realta'...immagini il sole, gli animali, la natura...non fai i conti con la realta' fino a quando non vieni catapultata li'...ci si inizia a rendere conto che siamo in mezzo al nulla, che se litighiamo non possiamo semplicemente mandarci a quel paese e andare da un'altra parte...che non possiamo andare a pranzo dalla mamma, la domenica...o andare a prendere un caffe' con le amiche...e se da una parte e' devastante, dall'altra non c'e' nulla di piu' sincero dei legami che crei con quelle poche persone che hanno la fortuna di essere li' con te... nel bene o nel male, sono quanto di piu' sincero possa esserci...impari a interpretare gli sguardi, le parole, persino i silenzi...e se uno schiaffo e' sincero, un abbraccio lo e' molto di piu'...E' un rapporto puro proprio perche' non c'e' scelta, e ci si lega inevitabilmente perche' l'unione fa la forza...puo' sembrare una frase fatta ma e' cosi'...”

 

 

La platea si levo' in un altro applauso, e Brittany vide con la coda dell'occhio, che Quinn guardava l'amica con aria commossa, orgogliosa. Rachel arrossi' lievemente per quelle attenzioni che giunsero tutte insieme, da diverse angolazioni.

 

 

 

“Dottoressa Hollyday” intervenne un uomo dal fondo della sala, al quale era stato dato un microfono “Da quanto ho letto su carta, la Dottoressa Lopez e' stata sua allieva al college...non e' un po' strano che sia diventata il suo capo?”

 

 

 

Holly rise prima di rispondere.

 

 

 

“Beh, a differenza degli altri ricercatori, posso vantarmi di aver saltato la parte delle selezioni e dei colloqui infiniti...mi sono recata in Amazzonia e ho chiesto a Santana se ci fosse un posto vacante, personalmente...non perche' non avessi altri lavori a disposizione o altre offerte in giro per il mondo...ma ho visto questa ragazza crescere” indico' Santana con la mano “Crescere professionalmente, diventare donna, ed entrare in sintonia con il mondo animale come nessuno prima di lei...e' poco piu' che ventenne, ed ha piu' esperienza sul campo di tanti uomini con la barba bianca...questa giovane donna ha portato al termine un progetto unico nel suo genere...quindi piu' che strano...direi che e' stato un onore, lavorare al suo fianco” disse, fiera.

 

 

 

“Dottoressa Pierce” Brittany trasali' “Lei e' l'ultima arrivata in Amazzonia, ha trascorso con gli altri ricercatori solo l'ultimo anno...com'e' stato l'impatto con un ambiente cosi' ostile, eppure consolidato?”

 

 

 

Brittany riflette' solo qualche istante, prima di avvicinarsi al microfono e iniziare a parlare.

 

 

 

“Quando sono arrivata in Amazzonia ero terrorizzata” ammise “Non sapevo cosa aspettarmi, che compagni avrei trovato...e quando ho conosciuto Santana,confesso che mi sono spaventata a morte” qualche risata parti' sporadica, in aula “Sono stata catapultata nel bel mezzo della foresta pluviale a meno di ventiquattr'ore dal mio arrivo e mi sono trovata faccia a faccia con una realta' che non conoscevo...pero' era necessario imparare, e' la legge della natura...Darwin ci insegna che non e' il piu' forte a sopravvivere...ma quello che si adatta al cambiamento... dovevo dimostrare a tutti, ma soprattutto a me stessa, che potevo farcela...e' stata una lenta risalita, piena di ostacoli...ma c'erano tante mani ad aiutarmi quando cadevo...e una volta in cima, il panorama era quanto di piu' bello potessi immaginare...”

 

 

Ancora una volta gli applausi colmarono il silenzio che segui' le parole della giovane, e lei sorrise a quel pubblico entusiasta.

 

 

La conferenza stampa si protrasse per l'ora successiva, ognuno di loro venne sommerso dalle domande, alle volte molto tecniche e riguardanti il lavoro svolto, altre volte decisamente personali, mirate a cercare di capire la dinamica delle relazioni sociali di una decina di individui confinati in uno spazio tanto grande, eppure tanto piccolo.

 

 

Una volta terminata, gli applausi durarono tanto, tantissimo. I presenti si alzarono in piedi, elogiando le gesta di un gruppo di pazzi. Poi giunse il momento dei convenevoli: strette di mano, poche parole bilanciate con altri scienziati, ricercatori, giornalisti. Un'infinita' di foto che, a detta di chi se ne intendeva, sarebbero finite praticamente su tutti i giornali, dai quotidiani alle riviste di divulgazione scientifica.

 

 

Naturalmente quella davvero presa d'assalto era Santana, che si trovava letteralmente placcata dai fotografi, circondata dai microfoni, e a stringere mani sconosciute.

 

 

Brittany e gli altri riuscirono lentamente a scivolare fuori dalla grande stanza e, dividendosi strategicamente, raggiunsero i piani alti dell'albergo, dove si trovavano le loro stanze.

 

 

 

 

 

La giovane zoologa era sola in camera, visto che Santana non era stata fortunata quanto loro. Sedette sul letto e penso' a un futuro, con o senza la ragazza, a New York o da qualche altra parte. Il problema e' che vedeva tutto nero. Per quanto si sforzasse, non riusciva a immaginare cosa avrebbe fatto l'indomani. La verita' era che quell'ultimo anno le aveva cambiato la vita. E il termine del progetto non aveva portato via solo l'aspetto professionale e l'opportunita' di lavoro, ma anche tutto il resto. Dopo un anno in mezzo alla natura, la giungla sembrava proprio New York City, piena di suoni fastidiosi, macchine bloccate nel traffico, un mare di gente che inondava i marciapiedi fino a farli scoppiare, lo sferragliare metallico della metropolitana sotto terra. Tutto cio' le dava confusione. Le mancavano i manicaretti di Blaine, gli scatti di Mike, i monologhi salva vita di Holly, e persino i litigi di Santana e Rachel. Passo' un'ora li' distesa, a rimuginare sul passato e sul futuro, senza venirne a capo. Cosi' non si rese realmente conto, di scivolare in un sonno profondo e senza sogni.

 

 

 

 

 

 

Cinque stanze piu' avanti, sullo stesso piano, Quinn sedeva poco delicatamente sul letto, sfilando in fretta le scarpe dal tacco vertiginoso:

 

 

 

“Dio, ti ringrazio!” gemette quando i suoi piedi furono liberi da quelle trappole infernali. Guardo' Rachel che a qualche metro da lei, faceva lo stesso movimento.

 

 

 

“Madre Natura ci ha fatte basse” si lamento' “Che vuoi farci?”

 

 

 

La bionda si passo' una mano tra i corti capelli, e le parole iniziarono a fluire prima che se ne rendesse davvero conto.

 

 

 

“Che farai adesso?” chiese.

 

 

 

“Beh, una doccia, per cominciare!”

 

 

 

“No, intendo...a partire da domani...” Rachel capi' l'allusione dell'altra e si sedette per terra, a gambe incrociate, a un passo da lei.

 

 

Sospiro' pesantemente.

 

 

“Mi piacerebbe tornare a Lima, dai miei genitori...non li vedo da tanto, sai? E siamo ufficialmente disoccupate, Quinn...so che il progetto ci ha decisamente stipendiate alla grande, e abbiamo un bel po' di soldi messi da parte...ma la staticita' non fa per me...penso che cerchero' un nuovo lavoro, magari vicino casa...avendo un simile lavoro sul curriculum non dovrebbe essere difficile...per nessuno di noi...l'Amazzonia mi manchera', ma si va avanti...bisogna concentrarsi sul futuro...” alzo' le spalle con una nota di tristezza nella voce.

 

 

La bionda si prese la testa tra le mani.

 

 

“Ma come si fa a guardare al futuro? Non so neanche da dove cominciare...”

 

 

 

“Hey...” Rachel allungo' una mano e la poggio' sul suo ginocchio “Quinn, sei la piu' eccelsa biologa di tutt'America, puoi fare letteralmente quello che vuoi! Andare dove ti pare, lavorare ovunque tu voglia...hai carta bianca per scrivere il tuo futuro!” sorrise incoraggiante. Ma quando Quinn alzo' lo sguardo, e la mora incontro' i suoi occhi verdi pieni di lacrime, il sorriso le mori' sulle labbra.

 

 

 

“E di noi che ne sara'!?”

 

 

 

“Noi non ci perderemo, Quinn...lo sai...ci scriveremo, ti chiamero', e cercheremo di vederci quando sara' possibile...non ci stiamo dicendo addio, solo non...” Quinn la interruppe.

 

 

 

“Non ci stiamo dicendo addio?” la guardo' mentre le lacrime iniziavano a scendere sul viso candido “E cosa ci stiamo dicendo? Che ricevero' un paio di chiamate alla settimana? Che il mio momento di felicita' sara' il tuo messaggio del buongiorno al mattino, perche' sara' l'unico segno che avro' della tua presenza? Che se tutto andra' bene ci vedremo una o due volte all'anno perche' siamo ai due lati opposti del pianeta?” crollo' in ginocchio, di fronte a lei “Dimmi, Rachel, come faccio? Come cazzo faccio adesso, a vivere ogni maledetto giorno della mia vita, senza la donna che amo?” singhiozzo'.

 

 

Rachel rimase impietrita, guardandola con la bocca dischiusa e un'espressione stralunata. Ma non fu sufficiente a fermare quel fiume di parole.

 

 

“Sono una stupida” continuo' Quinn “Avrei dovuto dirtelo tanto tempo fa, alla base... quando eravamo solo io e te, lontane dal resto del mondo... ma la mia vita e' un totale disastro, io sono un disastro...intraprendo sempre i percorsi piu' difficili, e la maggior parte delle volte mi portano solo a perdermi nel mio egoismo...Mi dispiace, Rach...Mi dispiace per non essermi data una possibilita' quando potevo...mi dispiace per non averla data a noi due...Vorrei poter tornare indietro e ricominciare da capo, ma non si puo'...” abbasso' lo sguardo, respirando a fondo, e senti' un enorme macigno scivolarle via dal petto. Nel bene o nel male, glielo aveva finalmente detto. Se non altro, era riuscita ad essere sincera.

 

 

Si senti' prendere il viso tra le mani, e si ritrovo' a baciare Rachel, senza rendersene conto. Le labbra della mora erano schiacciate contro le sue, con forza opposta alla delicatezza con la quale le accarezzava il volto. E quando,finalmente, capi' cosa stava accadendo, si aggrappo' disperatamente alla camicia dell'altra, muovendo le labbra sulle sue.

 

Le loro labbra si dischiusero, le lingue si incontrarono, e respirarono pesantemente, riportando alla mente una folle notte di qualche anno prima, durante la quale si erano amate senza vergogna, senza saperlo. Fu un bacio disperato, esigente, emozionante.

 

 

Quando si allontanarono, Rachel si immerse in quegli occhi vedi, bagnati di lacrime.

 

 

 

“Dio, Quinn, ce ne hai messo di tempo...” disse con voce rotta.

 

 

 

“Non ha piu' molta importanza, ormai” la bionda abbasso' lo sguardo, ma Rachel le prese il mento e la costrinse a guardarla nuovamente.

 

 

 

“Non deve andare cosi'...” le disse “Potremmo cercare lavoro insieme... ho un appartamento a Lima, i miei me lo hanno comprato quando mi sono laureata...vieni con me, Quinn...vieni con me a Lima” le propose.

 

 

Quinn ci mise un po' ad assimilare cio' che la mora le stava dicendo.

 

 

 

“Davvero?” chiese, mentre i suoi occhi si riempivano di nuovo.

 

 

 

“Davvero...” le asciugo' le lacrime con la mano “Pero' smetti di piangere, odio quei brutti segni rossi che le lacrime lasciano sul tuo viso...” la bacio' di nuovo, e questa volta senti' la tensione della giovane sciogliersi al suo tocco. La strinse forte, mentre a un bacio ne seguiva un altro, e un altro ancora.

 

 

 

“Sai Quinn” disse la giovane tra un bacio e l'altro “Dovrei prenderti a schiaffi...”

 

 

 

“Perche'?” chiese Quinn aggrottando le sopracciglia, ancora stretta tra le sue braccia.

 

 

 

“Perche' sono piu' di tre anni che non mi faccio una sana scopata!” scoppio' a ridere, facendo ridere anche l'altra.

 

 

 

“Permettimi di rimediare, allora!” rise trascinandola sul letto. Le crollo' addosso e riprese a baciarla.

 

 

 

 

 

 

Quando Brittany si sveglio', fuori era quasi buio. Era crollata senza rendersene conto, e si era svegliata praticamente nella stessa posizione. Non aveva dormito molto, forse un paio d'ore. Si domando' dove fosse Santana, visto che non era in camera con lei, e afferro' il cellulare per chiamarla. Ma si accorse della presenza di un messaggio sul display e lo apri'. Era proprio da parte della latina, ed era stato spedito qualche minuto prima. Poche parole:

 

 

 

Vediamoci alla sala comune del quarto piano tra dieci minuti.

 

 

 

Brittany fu incuriosita da quel messaggio. Indosso' in fretta un paio di scarpe piu' comode e apri' la porta della stanza. Quando si trovo' nel corridoio, quasi si scontro' con Quinn e Rachel.

 

“Hey, Britt” chiese la bionda “Hai ricevuto il messaggio di Santana?”

 

“Lo avete ricevuto anche voi?” la giovane era confusa. E osservo' le due che annuivano.

 

 

Quando presero l'ascensore, si ritrovarono a bordo con Kurt e Blaine. A quanto pareva, tutti loro avevano ricevuto lo stesso messaggio.

 

 

Finalmente giunsero alla sala comune, costituita da alcuni divani e una tv. Niente di sfarzoso, era piccola e accogliente come il salotto di casa. Trovarono Santana seduta su una poltrona, con indosso ancora i vestiti che indossava alla conferenza. Su un divano, accanto, c'era il resto del gruppo. Quando li vide arrivare sorrise, e li invito' a sedersi tutti.

 

 

Aveva un aspetto impeccabile, bella come il sole, ma il suo viso appariva stanco e provato. Il silenzio calo' spontaneo in mezzo al gruppo, e lei si schiari' la voce:

 

 

“Vedo che ci siete tutti” inizio' “E immagino vi starete chiedendo perche' vi ho convocati tutti qui, stasera... saro' breve e concisa, e' stata una lunga giornata per tutti, ma voglio che mi ascoltiate molto attentamente...” sospiro' “Ho passato piu' di due ore a parlare con il Dottor David Richmond, che e' il portavoce di una serie di esponenti del mondo della ricerca sul campo, nonche' di ricchi facoltosi che hanno a cuore la scienza...cio' che mi ha detto mi ha sorpresa e lasciata letteralmente di stucco, e ho bisogno di condividerlo con ognuno di voi...Richmond mi ha detto, che dopo un'attenta osservazione dei progressi in ambito di ricerca e delle scoperte portate alla luce durante questi quattro anni...il consiglio ha deciso...di finanziare il Progetto Amazzonia per altri quattro anni...”

 

 

Tutti iniziarono a mormorare tra di loro, mentre Brittany si sentiva stordita. La zoologa, tuttavia, richiamo' l'attenzione del suo pubblico, alzando lievemente la voce.

 

 

“Ascoltatemi bene...tecnicamente parlando, i vostri contratti sono scaduti ieri, cosi' come il mio...nessuno di noi e' piu' tenuto a tornare in Amazzonia...Per quanto mi riguarda, ho firmato il rinnovo del mio contratto un paio d'ore fa, e dirigero' nuovamente il progetto...per quanto riguarda voi, ciascuno di voi, vi lascio la piena liberta'...Siete i migliori nel vostro campo, e sarei davvero onorata se decideste di riprendere il vostro posto al mio fianco...sappiate che c'e' un contratto per ognuno di voi, sul mio tavolo...dall'altra parte so benissimo che questi quattro anni hanno avuto un prezzo per tutti voi...avete lasciato le vostre famiglie, i vostri amici e la vostra vita, e non potrei mai chiedervi di farlo nuovamente...potrei fare delle selezioni e costituire un nuovo team... non voglio una risposta immediata...prendetevi qualche ora per pensarci...domani mattina, alle nove, partira' un aereo privato per il Brasile...c'e' un posto per ognuno di voi, a bordo...io vi sto offrendo il vostro vecchio posto di lavoro...e allo stesso tempo, vi sto chiedendo in cambio, di rinunciare alla liberta' che avete appena ritrovato...e' un prezzo molto alto, percio'...pensateci bene...”

 

Sorrise appena, conscia del peso delle sue parole, si volto' e usci' dalla stanza. Il trambusto che ne segui',era prevedibile, nessuno si aspettava una notizia del genere o cosi' poco tempo per riflettere. Brittany boccheggiava, esterrefatta. Mentre pensieri contrastanti iniziavano una zuffa immaginaria, dentro la sua testa.

 

 

 

 

 

 

Erano le 8.30 del mattino, una tiepida giornata primaverile a New York. L'aeroporto era un continuo via vai di gente impazzita, e Santana fu felicissima di non dover fare la fila per stupidi controlli di sicurezza. Indossava i jeans. Aveva dimenticato la sensazione di quel tessuto rigido a contatto con la pelle. La felpa nera, gli occhiali da sole sulla testa, a tenere indietro i capelli. E uno zaino da viaggio in spalla. Camminava spedita verso il grande aereo verde, senza guardarsi indietro. Sapeva che se lo avesse fatto, non sarebbe partita. E quando si trovo' ai piedi della scalinata, inspiro' profondamente l'aria della sua citta' natale. Per l'ultima volta. Poi sali'.

 

 

Una gentilissima hostess, prese in carico il suo zaino e lei la ringrazio' cortese. Scosto' la tendina, lo sguardo sul cellulare che stava per spegnersi, in vista del volo. Una voce la fece sobbalzare:

 

 

“Dottoressa Lopez, finalmente! Pensavamo avessi cambiato idea!” alzo' lo sguardo e vide Quinn, in piedi, i gomiti appoggiati sulla testata di una poltrona da viaggio. Aveva un sorriso beffardo in volto.

 

 

Al suo fianco c'era Rachel, in mano un libro sugli ecosistemi Amazzonici.

 

 

Santana sorrise, osservando Kurt e Blaine poco distanti, che chiaccheravano con Mike. Sam e Will, alla sua destra, si ingozzavano di cibo come se non ci fosse un domani. Holly stava in piedi a braccia conserte, un'espressione decisamente soddisfatta stampata in viso, e la fissava. Persino Finn era nel suo angolo con un paio di grosse cuffie che coprivano le orecchie. Li guardo' tutti, uno alla volta, e si commosse nel vedere tutti quegli sguardi sorridenti e carichi di energia.

 

 

Tuttavia, nonostante avesse setacciato con lo sguardo ogni angolo della cabina, non vide Brittany a bordo. E senti' gli occhi bruciare di lacrime.

 

 

Forse non le aveva dato una ragione per partire, forse il suo amore non era abbastanza. O magari, Brittany voleva semplicemente tornare alla sua vita, in mezzo alla gente. Penso' a come sarebbe stata vuota la base senza di lei. Penso' ai percorsi in foresta che sarebbero tornati ad essere solitari e silenziosi. E al suo letto all'improvviso troppo grande.

 

 

Non poteva biasimarla. L'Amazzonia non era per tutti, e ad ogni modo, sebbene fosse stata un'esperienza importante, per la bionda, forse voleva andare avanti, fare carriera, vedere altri luoghi e crescere. Non ne avevano parlato la sera prima, dopo che li aveva riuniti tutti quanti. Quando era rientrata in camera sua, a notte fonda, Brittany dormiva gia', nella stanza accanto. Non aveva avuto modo di capire cosa avrebbe voluto fare, di provare a convincerla che il suo posto era in Amazzonia, al suo fianco.

 

 

Ne aveva il diritto, poi?

 

 

Aveva il diritto di chiedere a qualcuno di mollare tutto, consapevolmente, per quattro lunghissimi anni, solo perche' lei ne aveva un disperato bisogno?

 

 

No, non lo avrebbe mai fatto. Non l'avrebbe mai spinta a scegliere in quel modo. E non riusciva ad essere arrabbiata. Era solo profondamente turbata, e vuota.

 

 

Osservo' l'hostess che si sporgeva a chiudere il portellone, e si volto', cercando di nascondere il dispiacere, pronda a sedersi da qualche parte.

 

 

 

“ASPETTI! UN MOMENTO!”

 

 

 

Una voce. Inconfondibile.

 

 

Il portellone si riapri' e quella testolina bionda fu catapultata all'interno, con una spinta che la fece quasi capitolare. Appoggio' le mani sulle ginocchia, piegata pericolosamente in avanti per riprendere fiato. Poi alzo' lo sguardo, e i suoi occhi azzurri incontrarono quelli di Santana, che sembravano essere tornati improvvisamente alla vita:

 

 

 

“Perdonate il ritardo” disse mentre il petto si alzava e abbassava freneticamente “A quanto pare, secondo la sicurezza, una lametta da viaggio rappresenta una possibile arma da serial killer” ansimo'.

 

 

Santana percorse in due falcate quei pochi passi che la separavano dalla giovane, e la stritolo' in un abbraccio.

 

 

 

“Deficiente” disse piano “Pensavo avessi deciso di restare qui!” la bionda rise in quell'abbraccio, e si allontano' quel tanto che bastava a guardarla negli occhi.

 

 

 

“Sul serio pensavi che ti avrei lasciata andare in Amazzonia da sola?” chiese “Non dureresti cinque minuti, senza di me!”

 

 

Scoppiarono a ridere, cosi' come tutti gli altri. Brittany la bacio', al diavolo le hostess con gli occhi fuori dalle orbite, al diavolo i fischi poco simpatici di Sam, o i gridolini di Holly.

 

 

Santana li guardo' tutti, ancora una volta, uno per uno. E parlo' con la voce rotta dall'emozione:

 

 

“Non mi sarei mai aspettata di vedervi tutti qui, oggi...nemmeno nelle mie piu' rosee aspettative... state mollando tutto, di nuovo, per seguirmi... torno in Amazzonia con il mio team al completo...il migliore di tutti... Grazie, ragazzi...davvero” sorrise sincera, mentre Quinn si avvicinava e la abbracciava, esprimendo il pensiero comune di ognuno di loro, con un gesto.

 

 

 

 

La base era esattamente come l'avevano lasciata. Raggiunsero la radura nel primo pomeriggio, con il sole ancora alto in cielo, e una fresca brezza ad accoglierli.

 

 

E mentre percorreva il corridoio del secondo piano, Santana si accorse che il buon umore era palpabile. Kurt aveva sparato un cd a palla e la musica riempiva l'atmosfera. Blaine stava sistemando le nuove provviste tra frigo e credenza, Finn gli dava una mano.

 

 

Sam rideva sguaiatamente, mentre trasportava, insieme a Will, alcune pesanti attrezzature. Scese in laboratorio e vide Quinn che saltellava, letteralmente, accendendo microscopi e attrezzature:

 

 

“Il mio laboratoriooo!” cinguettava “Mammina e' tornataaaaa!”

 

 

 

“Ti ricordero' questo momento, quando inizierai a lamentarti per la robaccia che ti porto!” le disse la latina, con un sorriso.

 

 

 

“Ma tu porti sempre robaccia” disse avvicinandosi con un ghigno “In laboratorio e ovunque tu vada!” le fece una linguaccia. Lo sguardo attento di Santana cadde sul collo dell'amica, proprio sopra la spalla.

 

 

 

“Bel succhiotto, Fabray!” fu lei a ghignare, mentre vedeva la bionda spalancare gli occhi e avvampare letteralmente. La supero' ridendo di gusto, per poi uscire sulla scalinata esterna. Sali' di nuovo al secondo piano, e incontro' Holly e Rachel sul terrazzino, che risistemavano i tavolini e il piccolo divano. Chiaccheravano allegramente.

 

 

 

“Buongiorno, capo!” Rachel era raggiante.

 

 

 

“Hey, Berry!” le disse sorridendo “So che sei laureata in un qualcosa di indefinito e, presumibilmente, non utile, ma al piano di sotto ci lavora una biologa...una grande biologa... ti suggerisco di contenere la passione la prossima volta, ha un succhiotto sul collo grande quanto il tuo naso! Con il camice da troppo nell'occhio, sai?”

 

 

 

Holly scoppio' a ridere, di una risata sguaiata e altrettanto genuina, mentre la povera ragazza assumeva un colorito purpureo con una sfumatura violacea. Santana le fece l'occhiolino, mentre saliva al terzo piano e, finalmente, si arrampicava al quarto. Si appoggio' alla ringhiera e guardo' quell'infinita distesa di verde attorno a lei. Si sentiva a casa. Tutto era al proprio posto. Il vento le scompigliava la chioma scura, i suoi occhi erano persi oltre l'orizzonte. E non vedeva l'ora di tornare a lavoro. Udi' il passo di Brittany ai piedi della scaletta, e non ebbe bisogno di voltarsi per sapere che si era appena arrampicata.

 

La bionda la affianco', e ammiro' il panorama con lei. Rimasero cosi', in silenzio, per lunghi minuti. Poi Brittany parlo':

 

 

“Cosa avresti fatto, se non avessero rifinanziato il progetto?” le chiese. Santana rispose di getto, senza pensarci.

 

 

 

“Avevo gia' un posto di lavoro a New York, aspettavano solo che firmassi il contratto...sarei tornata al mio vecchio appartamento...e ti avrei chiesto di venire a vivere con me, come una stupida sentimentale” sorrise scuotendo la testa. Brittany spalanco' la bocca.

 

 

 

“Tu...cosa!?” era certa di aver capito male.

 

 

 

“Gia'...” la mora si volto' a guardarla, e vide la sorpresa nei suoi occhi “Non sono una persona molto statica, lo sai... non mi piace l'idea di lavorare entro quattro mura, senza poter sfidare me stessa...e sono certa che avrei viaggiato, mi sarebbe venuta qualche folle idea, tipo imbarcarmi alla volta dell'Antartide, o prendere un aereo per l'Isola di Pasqua...ma ti volevo al mio fianco... forse e' da egoisti...ma ti amo, e ho sperato fosse sufficiente...” alzo' le spalle. Brittany senti' il cuore esploderle in petto. Si avvicino' a lei e le accarezzo' il viso.

 

 

 

“Sarebbe stato piu' che sufficiente” le disse “Ti avrei detto di si, senza pensarci”

 

 

 

“E' un bene che io non debba trascinarti al Polo Sud” Santana la bacio'. La bacio' mentre il suo cuore esplodeva di felicita', e la senti' sorridere in quel bacio. Quando si staccarono, gli occhi azzurri di Brittany incontrarono i suoi.

 

 

 

“Ti amo anch'io” le disse. E la mora le sorrise.

 

 

 

“La sveglia, domattina e' alle cinque” le comunico'.

 

 

 

“Fantastico!”

 

 

 

“Vedi di non farmi aspettare, Ragazzina...e non essermi d'intralcio, o ti licenzio!” ringhio'.

 

 

 

“Agli ordini, capo!” Brittany le pizzico' il naso, prima di entrare in camera sua.

 

 

 

Santana inspiro' profondamente l'aria pura dell'Amazzonia. Si sentiva felice come mai in vita sua. E non vedeva l'ora di ricominciare. Tutto era esattamente come doveva essere...

 

 

 

FINE.

 

 

 

 

 

 

 

Incredibile ma vero, la storia e' giunta al termine. Personalmente sono abbastanza contenta del risultato finale, nonostante mi dispiaccia doverla concludere. Vorrei ringraziare tutti voi che avete letto, recensito, commentato, atteso fino alla fine. Grazie, per le belle parole, per i consigli, per le risate e per le strigliate, che ogni tanto ci stanno.

Spero che il finale sia stato di vostro gradimento, considerando che e' una sorta di chiusura del cerchio, di ritorno al punto in cui tutto e' cominciato. Lascia anche aperta la storia, in qualche modo, nel caso in cui riuscissi ad avere il tempo e l'ispiraizone, in futuro, per scrivere ancora dell'Amazzonia.

 

Purtroppo al momento posso concedermi solo qualche shot, quando mi sento ispirata, Brittana e non (mi sto drogando di Once Upon A Time, e ho gia' scritto una SwanQueen, ne prevedo delle altre, se a qualcuno interessasse). Spero di leggere i vostri commenti e le vostre opinioni su questo epilogo. Grazie ancora a tutti voi!

 

Bomboletta.

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