Good girls come bad

di hazvoice
(/viewuser.php?uid=757993)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovo inizio, nuova vita ***
Capitolo 2: *** Incontri inaspettati ***
Capitolo 3: *** Stagli alla larga ***
Capitolo 4: *** Angeli tatuati ***
Capitolo 5: *** Aritmetica interessante ***
Capitolo 6: *** Festa ***
Capitolo 7: *** Shopping compulsivo ***
Capitolo 8: *** Preparativi ***
Capitolo 9: *** Mania ***
Capitolo 10: *** Opportunità ***



Capitolo 1
*** Nuovo inizio, nuova vita ***


I miei passi risuonavano pesanti nella stanza vuota.

Mi fermai al centro della stanza, fra le mura in cui ero cresciuta.

Il mio sguardo si posò sulla carta da parati rosa con le margherite che ancora non era stata tolta, sulla parete accanto a dove poco fa si trovava il mio letto c'erano ancora le dediche scritte col pennarello nero che Julia, Maia e Vivienne mi avevano scritto molti anni prima, quando ancora eravamo delle bambine spensierate e la vita era tutta rose, fiori e felicità.

Ci feci una foto col mio cellulare, in modo da avere una piccola parte di loro con me.

Ma ho imparato a mie spese che tutte le cose, belle o brutte che siano, prima o poi finiscono.

L'unica cosa che ora sembrava infinita era il dolore per aver perso mia madre, il che era anche il motivo per cui stavo lasciando questo paese, le amicizie, insomma la mia intera vita, per andare in un college a Boston.

Avevo pregato mio padre piangendo per restare qui fino a sette minuti fa, pensai. Lui era stato fermo, non si era scomposto e non aveva mostrato emozioni mentre mi ripeteva per l'ennesima volta che il suo lavoro da manager lo portava in giro per il mondo, e io ero ancora troppo piccola per restare qui da sola.

D'altronde non aveva neanche torto, ma io ero ancora troppo scossa per pensare in maniera razionale. Mia madre che è morta neanche una settimana fa, e ora io mi trovo qui, nella mia stanza vuota dove ho vissuto la mia vita, e stavo per lasciare tutto e andare incontro a chissà cosa.

"Arya! Prendi le valigie, è arrivato il taxi." Mi urlò mio padre da sotto.

Insistette per venire anche lui ad accompagnarmi all'aereoporto, ma avevo bisogno di lasciarmi tutto alle spalle il prima possibile, insieme a ogni cosa che mi ricordasse questo posto prima che mi venisse una crisi di nervi e panico, mio padre compreso.

Non era mai stato un grande sentimentalista lui, al funerale della mamma non l'avevo visto piangere, ma non per questo non era triste, come non per questo adesso non era triste a lasciarmi partire.

"Stammi bene piccola mia, ci rivediamo presto." Mi sussurrò mentre lo abbracciavo.

"Anche tu papà, ti voglio bene."

Cercando di non piangere salii sul taxi.

"Direzione, signorina?" Chiese il tassista.

"L'aeroporto, grazie."

E poi aggiunsi, quasi sussurrando: "si va a Boston."

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Incontri inaspettati ***


"Il suo nome prego?"

Mi chiese la signora alla reception. Era sulla cinquantina, pienotta e aveva degli spessi occhiali sulla punta del naso che gli davano un aria seria, e forse antipatica.

"Arya Deanne Morwen."

La signora, che secondo il tesserino che portava doveva chiamarsi Rosalie, mi porse un opuscolo le chiavi di quella che da oggi per il prossimo anno sarebbe stata la mia casa, se così si può chiamare.

"Ecco a lei, stanza 344. Benvenuta alla Dasten signorina Morwen."

Mormorai distrattamente un grazie e mi avviai verso l'uscita.

Non era di certo il massimo arrivare qui a metà semestre, quando già tutto è cominciato e tu sei solo la ragazza nuova con una triste storia che cerca di lasciarsi alle spalle. L'aria fredda di febbraio mi intorpidiva le mani e faceva uscire il mio respiro in piccoli sbuffi.

Il college sembrava un labirinto infinito, i vicoli si incrociavano ed andavano in tutte le direzioni e ogni tanto sbucava qualche cartello con scritto sopra dei numeri. Presi l'opuscolo che la signora della reception mi aveva dato e iniziai distrattamente a dargli un occhiata sperando che contenesse una mappa del college o un qualcosa per ambientarmi.

Improvvisamente sbattei contro qualcosa.

O qualcuno.

"Ehi!" Urlai spaventata.

"Ma cosa... Guarda dove cazzo cammini!"

Alzai gli occhi, e giuro non vorrei averlo mai fatto.

Il mio sguardo era inchiodato in un paio di occhi color nocciola che mi fissavano.

Ero come ipnotizzata, come se ogni cellula del mio corpo si fosse paralizzata. Ma forse era solo lo spavento per aver sbattuto contro qualcuno sbucato nel mezzo del nulla.

"Allora ti sposti o no?"

Continuavo a fissarlo. Era alto, muscoloso. Aveva dei tatuaggi che gli ricoprivano un braccio intero e fra le labbra stringeva una sigaretta.
In quel momento pensai che quella sigaretta era davvero fortunata.

Il suo sguardo si poso sui miei bagagli. "Sei nuova? Faresti meglio a sbrigarti, si sta facendo buio e di notte rubano le belle ragazze indifese."

Fece un sorriso non esattamente casto e io continuavo a guardarlo come un ebete.

"Io.. Non.. Non so dove andare.. e.."
Giuro che la mia mente stava cercando di formulare una frase sensata.

Sembrava un po infastidito.

"Oh, ho di meglio da fare che perdere tempo con te. Fammi vedere." Prese bruscamente la mia chiave dove c'era segnato il numero 344.

Come se conoscesse il college a memoria, mi disse senza esitazione: "segui il viale e vai a destra, poi sempre dritto. E vedi di non impicciarti più nel mio cammino, ora sono stato buono, ma la prossima..." Sorrise di nuovo e se ne andò con lo stesso silenzio con cui era arrivato.

Mi servirono diversi minuti per realizzare il tutto e muovere un passo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Stagli alla larga ***


Infilai la chiave nella serratura.

Mi era servita una buona mezz'ora dopo l'incontro con quel ragazzo sconosciuto per riuscire a trovare la stanza. Erano tanti piccoli appartamenti sparsi in quello che praticamente dovrebbe essere un boschetto.

La stanza era abbastanza grande. La parere principale era occupata da due letti messi uno affianco all'altro. Al lato c'era una piccola scrivania con una sedia e sul lato destro c'era un piccolo bagno. Questo fu quello che vidi quando entrai. Non notai subito una ragazza stesa sul letto, che quando si alzò, per la seconda volta quel giorno mi fece sobbalzare.

"Ehi! Potresti anche bussare sai?"

"Scusa io.."

"Ah, tranquilla. Devi essere quella nuova giusto? Mi avevano detto che saresti venuta oggi, ero ansiosa di conoscerti!"

Sorrisi e le porsi la mano. "Sono Arya Morwen."

Lei sorrise a mia volta e me la strinse. "Kristal Jefferson."

La osservai. Aveva i capelli biondini che gli arrivavano appena sulle spalle, e gli occhi verdastri. Alta quasi come me, ed era magra.

"Quindi? Come ti sembra qui?"

"Mhh. Carino..."

Lei quasi rise. "Quando passerai quasi tre anni qui dovrai trovarlo molto più che carino."

"Sei qui da tre anni?"

"Più meno da quando ne avevo quattordici. I miei erano convinti che avessi bisogno di una buona istruzione e mi hanno spedito qui." Storse un po il muso.

"E tu come mai ti trovi qui?"

Abbassai lo sguardo sulle mie converse. "Più meno la stessa cosa." Non volevo raccontare la mia storia a qualcuno che conoscevo appena. Magari più in la...

Lei annuì e poi aggiunse: "Questo posto di notte fa quasi paura, girano strane storie e questo cottage è abbastanza isolato dagli altri. Hai avuto problemi a trovarlo? Se avessi saputo a che ora saresti arrivata ti sarei venuta a prendere. Sai, Rosalie della reception non è molto gentile."

Ancora prima che finisse la frase già stavo pensando a quel ragazzo.

"Umh... Diciamo che un ragazzo mi ha... diciamo.. aiutato a trovarlo."

Lei socchiuse gli occhi. "Chiiiii?" Cantilenò.

"Veramente non so il suo nome. Non è stato proprio gentile, ma almeno non mi sono persa."

Lei sembrò pensarci su. Speravo davvero potesse dirmi qualcosa di più.

"Capelli neri, alto, muscoloso e tatuato?"

Annuii. Evidentemente era una di quelle persone che conosceva mezzo college.

"Zayn Jawaad Malik! Dio, ma che ti salta in mente?!"

"Perché?"

"Tutte le ragazze con un briciolo di cervello ci starebbero alla larga. Girano storie molto brutte su di lui "

Mi guardò seriamente per un paio di secondi e non sentendo risposta aggiunse: "certo, non sono qui a farti da grillo parlante. Ma non tutte le ragazze nuove hanno la fortuna di sentirselo dire. Spesso e volentieri sono le prime che ne rimangono fottute, nel vero senso della parola.

Ha messo incinta una sedicenne l'anno scorso, per fortuna che poi lei ha abortito, sennò ora Mr. SonofigoMalik si ritroverebbe a cambiare pannolini, il che non sarebbe una cosa costruttiva per nessuno e..."

Dopo un po smisi di ascoltarla. Parlava decisamente troppo per me ed io ero ancora intenta a pensare a quel ragazzo tatuato con la sigaretta fra le labbra.

"Pronto, Arya? Sto parlando con te!"

Mi riscossi dai miei pensieri di colpo. "Si, dimmi?"

"Quanti anni hai?"

"Quasi diciassette."

"Bene, vedi di resistere un altro anno tutta intera."

Volevo quasi chiedergli cosa intendesse per 'tutta intera' ma il sonno prese il sopravvento. Troppe emozioni in una giornata sola.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Angeli tatuati ***


Mentre pendevo il cibo dalla mensa stavo esattamente pensando che da due settimane che ero qui non avevo fatto altro che mangiare patatine fritte e brodini per tutto il tempo.

Non ero mai stata fissata con il cibo, ma diciamo che mia mamma mi ha sempre abituato a variarli. 

"Vuole altre patatine, signorina?" Mi chiese la tizia dietro il bancone.

"No, grazie." Dissi distrattamente. Mentre mi avviavo verso i tavoli cercando un posto dove sedermi, vidi una mano agitarsi e subito riconobbi la chioma bionda di Kristal. Gli andai incontro sorridente. Era seduta affianco ad una ragazza con i capelli rossi, gli occhi verdi e le guance cosparse di lentiggini.

"Ehi Arya, lei è Mayleen." Disse Kris mentre prendevo posto. Sorrisi alla ragazza e le porsi la mano. Lei sorrise a sua volta e me la strinse.

Stavo per chiederle qualcosa in più su di lei, quando lui entrò. La mela che stavo mangiando quasi mi si fermò in gola. Aveva lo sguardo basso mentre si dirigeva in un tavolo in fondo abbastanza in disparte.

Dio, persino il suo modo di camminare era sexy.

Mi resi conto che nessuno, a parte me lo fissava.

Indossava una canottiera che lasciava le braccia scoperte piene di tatuaggi. Mi chiesi come facesse a stare così scoperto, dato che era febbraio inoltrato e fuori quasi nevicava. Dopo un po, mi accorsi che affianco a lui c'erano altri due ragazzi.

Uno era biondo, con un piercing sul labbro, anche lui aveva le braccia piene di tatuaggi che gli spuntavano dalle maniche della felpa tirate su. L'altro aveva i capelli castani non troppo lunghi, una sigaretta spenta in bocca, un piercing sul sopracciglio e anche lui aveva dei tatuaggi che gli si intravedevano dal colletto della T-shirt. Tutti e tre presero posto e mangiarono in silenzio.

Le mie amiche si accorsero che li fissavo.

"Pensavo che Kristal ti avesse detto qualcosa al riguardo." Disse Mayleen.

"L'ho fatto." Rispose la mia compagna di stanza.

Non le ascoltai. "Chi sono gli altri due?"

"Altri da cui bisogna stare alla larga."

Alzai le sopracciglia, decisa a saperne di più.

"Quello biondo è Niall Horan, e l'altro alla destra di Malik si chiama Louis Tomlison. Era un bravo ragazzo di prima che conoscesse Zayn. Ci uscivo insieme." Kristal disse quest'ultima frase con una punta di soddisfazione mista a delusione.

Finimmo di mangiare e nessuno più disse nulla al riguardo. .
Kristal iniziò a parlare di quanto fossero fighi i modelli sulla rivista che stava sfogliando e Mayleen insisteva nel dire che era solo una bellezza convenzionale e bla bla bla. 

Io ogni tanto mi giravo e li guardavo. Se ne stavano in disparte, come fuori dal mondo. 

Erano così belli da sembrare angeli.

Angeli tatuati.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Aritmetica interessante ***


"Arya, Arya svegliati! Dio, possibile che ogni mattina devo fare questo?"

"Mmmmh" mi girai su un fianco.

"Arya, sono le 8 e un quarto, io sto scendendo. Fa' come ti pare."

"Cosa?!" Mi alzai di scatto buttando le coperte d'un lato e corsi in bagno.

Mi feci una doccia calda veloce cercando di ricordarmi quale corso avessi a prima ora. Forse arte o aritmetica... Dovrebbe essere aritmetica.

Quando uscii infilai le prime cosa che trovai e scesi di sotto. 


Alle 8 e mezza stavo varcando la soglia dell'aula di aritmetica. Guardai l'orario e mi accorsi che la lezione era appena cominciata. Mi sedetti in un banco vuoto infondo all'aula. La professoressa Rathfort si lanciò in una spiegazione di numeri astratti che non ascoltai e che fu interrotta da dei colpi alla porta.



"Avanti." Disse la Rathfort con voce grossa.



La porta si aprì lentamente. Era Zayn Malik.



"Signor Malik, sono passati venti minuti dall'inizio della lezione." Disse la professoressa guardando l'orologio.



Per tutta risposta, il ragazzo rise. "Ringrazi che sono venuto, professoressa."



La Rathfort aggrottò le sopracciglia e non disse nulla, evidentemente doveva esserci abituata a tali reazioni.



"Siediti lì infondo, vicino alla signorina Morwen."



Cosa? Oddio. No. Perfavore.



Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata mentre lui veniva verso di me. Tutto questo era ridicolo, sicuramente non si ricordava neanche chi ero. Non che mi importasse, ovvio. Ero una brava ragazza, e le brave ragazze si tengono alla larga da tipi come lui.



Si sedette con grazia vicino a me. Io lo ignorai, lui mi guardò e mi sorrise.



Dio, che sorriso.



Quante ragazze lo avevano ignorato? Praticamente pensai fossi l'unica, dato che mezza scuola, femmine e addirittura maschi, gli sbavava letteralmente dietro.



Ero decisa ad ignorarlo, giuro, ma tutti i miei tentativi crollarono quando mi disse:"hey."



Il mio cuore perse un battito. Era una una come una melodia, 'hey.'



Lo guardai e sorrisi debolmente, poi presi la penna e feci finta di scrivere appunti e di essere interessata alla lezione.



"Tu sei quella nuova vero? L'hai trovata la tua stanza?"



Mi ero sbagliata, si ricordava. "Si, l'ho trovata." Dissi alzano le sopracciglia.



"Peccato... Avrei potuto darti una mano." Disse facendomi l' occhiolino.



Cosa cosa cosa? Ci stava provando con me? E in un modo orrendo direi.



Non mi definivo un brutta ragazza, ero abituata alle advances dei ragazzi, ma nessuno era mai stato così spinto. Non che avessi avuto così tante esperienze poi.



Non lo risposi e continuai ad ignorarlo, ma lui sembrò non importarsene. "Sono Zayn Malik."



Lo so chi sei, cazzo! E credimi, vorrei non saperlo.



"Tu come ti chiami?" Continuò.



Ero decisa ad ignorarlo, ma mi sentivo i suoi occhi addosso e la cosa mi metteva a disagio. "A-arya... Morwen."



"Arya." Sussurò. Dio che voce. "Me lo ricorderò."



Per fortuna non disse più nulla fino al suono della campanella, quando scappai via sperando di lasciarmelo il più possibile alle spalle.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Festa ***


"Arya, hai sentito la novità?"

Disse Kristal quando mi sedetti al tavolo.

Mi guardai involontariamente intorno come fosse un abitudine. Non me ne accorsi neanche di farlo. Io però sapevo bene chi stavo cercando. Nella mia mente si formulò un immagine ben precisa. Alto, muscoloso, tatuato... Avrei potuto continuare all'infinito, trovando altri mille aggettivi.

Aspetta, ma che stavo dicendo?!

Mi venne in mente l'episodio dell'altro giorno durante aritmetica e fui felice di non doverlo vedere. La voce di Mayleen mi riportò alla realtà.

"Kris, come può saperlo? è appena arrivata!"

Al mio sguardo interrogativo rispose Kristal. "Parlo della festa! La festa degli studenti!" Disse battendo le mani entusiasta.

"Ah..." Risposi guardandole. "E quindi?"

"E quindi cosa? Dobbiamo uscire in città, cercare il vestito giusto, le scarpe, poi dal parucchiere tesoro, non vorrai andare con questi capelli!" Continuò.

Non ero mai stata un tipo da feste, più che andarci, preferivo passare la serata a casa in pigiama a guardare tutte le puntate di The Vampire Diaries.

"Io non vengo alle feste... Diciamo che non sono il mio forte." Dissi dando voce ai miei pensieri.

"No, no, no. Non resterai chiusa in camera quando tutta la scuola è a festeggiare! È la tua opportunità, sveglia! Ci sono un sacco di ragazzi li fuori!... O... Non è che.. Insomma.. Sei.. Lesbica? Non che abbia qualcosa in contrario ovviamente..."

"No!!" Esclamai di colpo a voce un po troppo alta.

"Ehi, stai calma, era solo una domanda." Rispose Kristal.

"Domani pomeriggio andiamo in città, e tu verrai con noi." Disse sorridendo.

"Non ho scelta eh?"
 

"Suppongo di no." Mayleen mi sorrise comprensiva come se anche lei ci fosse già passata. Anzi, probabilmente era così. Non avevo scampo.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Shopping compulsivo ***


Avevo sperato fino all'ultimo che la vicepreside non ci desse il consenso per uscire dal college negli orari settimanali, ma May e Kris sembravano avere il potete di spalancare tutte le porte.

A volte potevano sembrare antipatiche, ma con me erano sempre state dolci e gentili e le volevo bene.

Boston era una città gradevole.

Era pieno di negozi e botique dove le mie amiche si fermavano puntualmente senza comprare nulla. Io aspettavo semplicemente fuori, godendomi il sole che chissà per quale miracolo era spuntato. Forse anche lui voleva vedere Arya-che-fa-shopping, che era una cosa più unica che rara.

Poco dopo, ci fermammo da H&M. Non feci neanche in tempo a mettere piede nel negozio che Kris si avvicinò a me con una montagna di vestiti da provare.

Ecco cosa succedeva ad avere un amica patita per lo shopping. A volte pensavo davvero che fosse malata di shopping compulsivo. Che poi, io odiavo lo shopping.

"Provati questi." Mi disse prima di sparire dentro un camerino prima che potessi replicare, ed entrai in quello a fianco.

Esaminai i vestiti che mi aveva dato Kristal, provando il primo che mi capitò fra le mani.

Nel camerino non c'era uno specchio per cui fui costretta ad uscire fuori a cercarne uno. Lo trovai poco dopo vicino a una vetrata che dava sulla strada. Per fortuna non era una strada affollata, non ci tenevo a farmi guardare da sconosciuti.

Il vestito che avevo addosso era nero, decisamente troppo stretto e corto. Mi arrivava poco dopo sotto il sedere e mi stringeva il seno, non era per niente il mio genere.

Guardai Mayleen da lontano che si provava un paio di shorts blu elettrico, e vedendomi mi alzò un pollice, ma io per tutta risposta scossi la testa.

Non mi sarei messa questo vestito mai e poi mai. Ne provai un altro rosa, più lungo e largo rispetto al primo, ma avrei finito per sembrare un confetto e quindi lasciai perdere.

Alla fine ne comprai uno color verde acqua, che arrivava un po più sopra le ginocchia e aveva uno scollo a V.

Circa un'ora dopo stavamo uscendo dal negozio.

Avevo aiutato Kris e May a scegliere un abito. Kris aveva comprato un tubino lilla corto senza spalline e May aveva preso un vestitino rosso che finiva con una gonna di tulle non troppo lunga. Diceva che il rosso era di classe.

Mentre uscivamo dal negozio sentii il mio telefono squillare. Pensai fosse mio padre, o una delle mie vecchie amiche. Aggrottai la fronte quando lessi il messaggio sul display.
 

19:57 *Numero sconosciuto*
preferivo il vestito nero, era più sexy ;) xx

 

Chi poteva essere? Magari hanno sbagliato numero, pensai, ma ho davvero provato un vestito nero poco fa.

Mi guardai intorno cercando di scorgere qualcuno che magari se lá sghignazzava col cellulare il mano, ma la strada continuava ad essere deserta, a parte qualche signore che passava ogni tanto distratto nei suoi pensieri.

"Ary, va tutto bene?" Disse Kristal. "Ti vedo preoccupata."

"No, è tutto ok."

Andammo a comprare le scarpe e le ragazze mi convinsero a comprarne un paio con tacco 13. Magari non erano altissime, ma per me erano decisamente troppo alte, dato che non ero mai andata oltre il tacco 7.

Rientrammo al college verso le 9 di sera, lo sconosciuto non mandò più sms.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Preparativi ***


"Allora, Il DNA non è un'entità statica, ma è soggetto a mutazioni, cambiamenti ereditari che insorgono casualmente e sono alla base del processo evolutivo... Dico bene?"

Mayleen alzò gli occhi da sopra al libro di scienze. "Yeees" cantilenò.

Era il pomeriggio prima della festa. Kristen aveva delle cose da fare e perciò abbiamo deciso che ci saremmo viste da May alle 18. Io ero andata un po in anticipo per farmi dare una mano in biologia.

Poco dopo gli vibrò il cellulare. Lei si chinò sul comodino per prenderlo e un sorriso apparve sul suo volto.

"Uhhhh, chi è?" Chiesi curiosa.

May rise. "Nessuno... Solo un amico."

"Solo un amico? Nah, non va bene. Dimmi di più. "

Piegò leggermente la testa di lato, i lunghi capelli rossi che gli ondeggiavano sulla spalla. "Un mio amico sexy."

Risi anch'io. "Dai, come si chiama?"

"Va bene, te lo dirò. Tanto lo vedrai comunque stasera. Liam Payne."

"Umh, non lo conosco."

"Lo so. Sei arrivata un mese fa."

Sorrisi, cercando di non ricordare com'era la mia vita un mese fa. La vita di un adolescente perfetta che aveva tutto. Poi, di punto in bianco, non avevo più nulla.

Improvvisamente ci fu un altra vibrazione, ma non era il cellulare di Mayleen. Era il mio.

Lo sbloccai con le dita che tremavano.

18:07 *numero sconosciuto* non vedo l'ora che viene stasera, Arya. Ci divertiremo. :* xx

Avrei dovuto avere un espressione veramente sconcertata perché Mayleen inizio a preoccuparsi. "Arya, ehi, tutto bene? Chi è?" si sporse verso di me per sbirciare ma chiusi prontamente il messaggio.

"Si... Si, tutto okay. E' solo mio padre che vuole assicurarsi che stia bene."

"Sei sicura? Qualcuno ti importuna?" Non dovetti sembrare molto convincente.

"No." Dissi un po incerta. Mayleen incarcò le sopracciglia.

"No. E' mio padre. Va tutto bene." Stavolta il mio tono era fermo e deciso, e questo bastò a farla tranquillizzare.

In quel momento ci furono dei colpi alla porta e io sobbalzai.

"Arrivo!" Urlò Mayleen alzandosi dal letto.

"Ragazze! Cosa sono queste faccie moscie?! Mancano poche ore alla festa! Ci sarà da divertirsi. Non è vero Arya? La tua prima festa!" Kristen entrò in camera battendo le mani come una bambina che ha appena visto la sua torta di compleanno.

Per un momento mi venne da chiedermi se non fosse stata lei ad inviarmi questi messaggi, ma subito respinsi l'idea. Comunque vada l'avrei scoperto stasera, almeno spero.

"Forza, ragazze!" Continuò ad incitarci Kris. Notai che era piena di buste, su per giù una decina.

"Ho paura di chiedere cosa c'è lì dentro." Dissi.

"Come pensare di truccarvi e prepararvi senza i giusti accessori?"

Guardai May che ricambiò la mia occhiata. "Ma è sempre così?" Gli chiesi indicando Kristen, che nel frattempo aveva già aperto la sua trousse con 42 colori diversi di ombretto.

Mayleen rise. "Imparerai a conviverci col tempo."

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Mania ***


Dopo circa 3 ore di accounciatura e make-up stavamo camminando verso la palestra. Io un po troppo difficilmente, posizionando con attenzione un piede davanti all'altro cercando di non cadere con la faccia sul pavimento e osservando Mayleen con una punta di invidia che invece camminava leggiadra come se ai piedi avesse semplici ballerine.

Al nostro ingresso la palestra era già piena, nonostante la festa fosse iniziata solo mezz'ora fa. Era pieno di studenti, ma non c'era neanche una figura adulta. 

'Dove sono i professori? E il preside?' chiesi urlando per sovrastare la musica.

'In questo giorno dell'anno si guardano bene dal chiudersi nelle loro stanze. Non ci tengo a spiegarti l'ultima volta che un professore ha messo piede qui cosa è successo. Approposito' disse guardandosi intorno. 'Dov'è Kristal?'

'Mmmh, non è quella che ti sta strusciando su quel tizio riccio?'

La mia amica alzò gli occhi al cielo. 'Sempre la solita. Resta qui, vado a recuperarla o tra nove mesi ci ritroveremo a cambiare pannolini.'

Fece per andarsene mai poi si rigirò verso me. 'Ary, ascoltami bene. Non bere o fumare quello che ti offre la gente qui. Drink o sigarette, niente. La festa non è controllata e girano schifezze. E non andare con i rag...'

La interruppi. 'May, sarò praticamente il genere di persona più vicina ad una suora qui dentro. Non ho mai bevuto, mai fumato e non sono tantomeno mai andata con un ragazzo, e non ho intenzione di fare nessuna delle tre cose stasera. 

Lei sembrò tranquillizarsi. 'Grazie a Dio, una su due. Arrivo subito.' E sparì fra il casino.

Rimasi sola cercando un viso conosciuto in mezzo alla folla, e riconobbi un ragazzo vicino al buffet, la chioma bionda e le braccia tatuate. Con la mia mente ritornai a quel pomeriggio in mensa, quando avevo visto Zayn Malik e i due ragazzi per la prima volta.

Zayn. Se c'è Niall ci sarà sicuramente anche lui.

In quell'esatto momento squillo il cellulare. Esitai un secondo indecisa sul fatto di risponderlo o lasciarlo squillare ma dopo i primi quattro squilli pensai che potesse essere mio padre o qualche altro parente e mi diressi fuori lontano dal trambusto.

'Pronto?' dissi, la voce leggermente incerta.

'Arya!' la voce familiare dall'altro capo del telefono bastò a farmi tranquillzzare. 

'Den! Come stai?

Dennis Crawfort era come il fratello che non avevo mai avuto. Era il mio vicino di casa, e ci conosciamo praticamente da quando stavamo nelle pancie delle nostre madri. Insieme alle mie amiche, è stato  una delle persone che mi è dispiaciuto di più lasciare.

'Io sempre bene, lo sai, piuttosto come stai tu. Non è facile affrontare tutti questi cambiamenti in così poto tempo eh, Hubby?'

Sorrisi nell'udire il nomignolo con cui mi chiamava da quando eravamo piccoli.

'Si tira avanti, non si può fare nulla per cambiare le cose ormai, solo adattarsi.'

 'Sei forte, ce la farai.' Poi sospirò. 'Mi manchi, Hubs.'

'Mi manchi anche tu. Verrò a trovarti, promesso.'

Prima che lui potesse replicare dall'altro lato della cornetta si sentì come un rumore di pentole che sbattevano. 'Den, tutto okay?'
'Si... devo andare prima che la mia sorellina mi butti giù la cucina. Ti voglio bene.'

'Anche io. Salutami Sasha.' Dissi quasi a me stessa poichè lui aveva già riattaccato a 'ti voglio bene.'

Rimasi per qualche secondo ferma, il vento che mi si infilava fra i boccoli che Kris aveva impiegato due ore a fare e me li scompigliava. Se fosse qui, sarebbe stata furiosa. 

Poi sentii dei passi alle mie spalle. 'Era il tuo ragazzo?'

Sentii il sangue gelarmi nelle vene e mi sforzai di muovermi per girarmi verso la voce che in realtà gia dalla prima parola il mio cervello aveva involontariamente indovinato a chi appartenesse.

Quando mi voltai, gli occhi color nocciola di Zayn Malik mi fissavano. 'Allora?'

'N-no.' poi mi sforzai di tenere un tono più fermo. 'No. Era il mio migliore amico.'

Lui sorrise, aspirando dalla sigarette incastrata fra i denti e poi buttando fuori il fumo. Si avvicinò a me fin quando non ci furono pochi centimetri a dividerci e mise le sue mani sui miei fianchi.

'Sai, preferivo il vestito nero, ma devo ammettere che anche queso ti dona molto.'

Cosa?

'Si' disse lui quasi rispondendo alla mia domanda muta. Nel caso te lo stessi chiedendo, i messaggi te li ho mandati io. E stato facile seguirti fino in città, quel negozio con la vetrata è molto innovativo, dovrebbero farli tutti così. Ed è stato altrettanto facile intrufolarsi nell'archivio delle iscrizioni e prendere il tuo numero di telefono. Fantastico, vero?'

Continuava a fissarmi e sorrise. 

Rabrividii. 'Tu sei pazzo.' dissi con un filo di voce.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Opportunità ***


'Tu sei pazzo.' Dissi con un filo di voce.

Per tutta risposta lui si fece una risatina. 'Sai, me lo dicono in tante, Arya Morwen.'

Rabbrividii quando la mano di Zayn si posò sulla mia guancia. Abbassai gli occhi incapace di reggere il suo sguardo. 
'Cosa vuoi?' 

Lui inclinò la testa di lato, con ancora la sua mano sulla mia guancia. 'Mmmh, fammici pensare.' fece una pausa, come se ci avesse pensato sul serio. 'Te.'

Mi sforzai di fare una risatina sarcastica e resistetti al impulso di tirargli uno schiaffo, ma non penso l'avrebbe presa bene quindi mi limitai a stringere i pugni. 

'Molto divertente, Malik. Hai decisamente sbagliato ragazza. Ci sono un sacco di troie alla festa, và e scopatene una.'

'Beh, qui viene il bello. E' praticamente quello che faccio ogni volta, ma non c'è sfizio.' 

'E quindi sei qui ad importunare me?'

Trattenne una risata e si portò le mani alla testa e mi fece davvero irritare. 'Mi scusi signorina Morwen se la sto importunando.' Finì la frase scoppiando davvero a ridere, ma tornò subito serio e si avvicinò al mio orecchio. Sentivo il suo respiro caldo sul mio collo.
'Non ti lascerò stare così facilmente, se non mi dai un  opportunità.'

Suonava come una minaccia, dovevo preoccuparmi? Avevo la sensazione che non mi sarei liberata facilmente di lui, così feci l'unica cosa che mi passò per la testa in quel momento.

Lo guardai con aria di sfida e non so dove presi davvero quel coraggio. 
'Vuoi un opportunità? Bene. Ci vediamo domani sera al Roxy. Poi mi lascerai stare?'

Il suo volto si illuminò e un sorriso malizioso apparte sul volto di Zayn. 'Certo.'

'ARYA!'
 
Mi voltai quando all'improvviso mi sentii chiamare, e vidi Kristal e Arielle che correvano -o almeno cercavano di correre con i loro tacchi altissimi- verso di me. Si fermarono appena qualche metro da me quando videro chi avevo davanti.

'COSA CI FAI QUI?' La voce di Kristal fu quasi un ringio.

'Kris, è tutto okay.' sussurrai, cercando di rassicurarla.

Improvvisamente dalle spalle delle mie amiche sbucarono due ragazzi. O forse c'erano già da prima, ma col buio non li avevo notati. 
Uno era il riccio con cui avevo visto ballare Kristal in palestra, forse dovrebbe essere Harry Styles del corso di letteratura, e l'altro... era Liam Payne, il ragazzo di Arielle.

Entrambi si misero di fianco alle mie amiche in modo protettivo, guardando Zayn in modo ripugniante. 

Come ad un segnale muto, improvvisamente Zayn venne affiancato da Louis e Niall, tutti piercing e tatuaggi, che alla luce della luna facevano inquietudine. 

I cinque ragazzi si scambiarono occhiate ostili e per un momento temetti davvero il peggio.

'Bene.' dissi, contando sul buonsenso di Zayn di non dare spettacolo in una rissa. 'Io vado.'

Feci per allontanarmi, ma lui mi prese per un braccio. 'Aspetta.' Mi attirò a sè.

'Non mi piace che siano le ragazze a fare le regole, ma per te farò un accezione. Un' unica cosa: passo a prenderti con la mia moto. Stanza 344, giusto? Fatti trovare pronta.' sussurò così che solo io potessi sentirlo.

Poi si voltò e sparì nell'ombra seguito da Niall e Louis.

Letamente, mi voltai verso le mie amiche e i due ragazzi. Avevano tutti un espressione a metà fra la paura e lo sconcerto.
Il vento mi spostò fastidiosamente i capelli facendomi rabbrividire.

'Io vado.' dissi dirigendomi verso le stanze. Loro quattro rimasero immobili e in silenzio, a fissarmi mentre mi avviavo lungo il sentiero.

Mi ero davvero messa su una strada a senso unico, o avrei trovato un modo per uscirne? Mi sentivo già addosso il peso delle mie azioni, come se ogni singolo muscolo che muovessi fosse diventato improvvisamente di piombo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2833128