Letters for a friend

di M4RT1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** FROM: Thomas - TO: Minho ***
Capitolo 2: *** FROM: Newt - TO: Minho ***
Capitolo 3: *** FROM: Newt - TO: Alby ***
Capitolo 4: *** FROM: Newt - TO: Thomas ***



Capitolo 1
*** FROM: Thomas - TO: Minho ***


Caro Minho,

tu non leggerai mai questa lettera. O, almeno, spero che sarà così.


Perché se la leggessi vorrebbe dire che loro hanno vinto, che mi hanno aperto il cranio e ne hanno tirato fuori il cervello
ancora funzionante per tagliarlo come Frypan faceva con i quarti di bue prima di cuocerli. E no, nonostante tutto non
vorrei che finisse così.
Se, però, per una sfortunata congiunzione di stelle (o perché si tratta solo di un’altra prova della C.A.T.T.I.V.O. e quel
caspio di Uomo Ratto fosse appostato qui fuori per rubarmi la lettera e controllare le contrazioni del tuo cervello mentre la leggi) la troverai sul serio, allora ti prego di scusarmi. Scusami per quello che ho fatto, scusami per avertelo tenuto nascosto. Scusami e basta, Pive.

Ho ucciso Newt. Ecco, l’ho detto.

Ho ucciso Newt e nulla mi peserà mai più di questo. Gli ho puntato una pistola alla testa e ho sparato, senza neanche avere il coraggio di guardarlo negli occhi un’ultima volta. Non ho voluto credere che la vita lo avesse abbandonato prima del
previsto per colpa mia, non ho voluto accertarmene. Sarebbe stato tutto troppo reale. Troppo. Insopportabile per me.

Mi ha chiesto lui di ucciderlo, Minho. Me l’ha scritto su un foglio, quel giorno in cui stavamo scappando dalla C.A.T.T.I.V.O. e andò fuori di testa, prima che vi picchiaste come folli. Come Spaccati. Mi aveva detto di non aprire quel biglietto prima del tempo e io non l’ho fatto, salvo ricordarmene quando credevo fosse già troppo tardi: “Uccidimi. Se sei mai stato mio amico, uccidimi”. Ecco cosa diceva.

Ma non volevo. Solo che poi lo trovai, caspio, lo vidi tra una folla di Spaccati che di umano non avevano più nulla. Ed era così… Newt, nonostante tutto. Così fuori posto tra quei folli – i suoi occhi non erano diversi da quelli degli altri Spaccati, in realtà, ma era ancora umano. Umano quel tanto che bastava per chiedermi di ucciderlo. Di nuovo.

Ho ucciso Newt. Mi sento uno schifoso assassino – e sono consapevole di aver ucciso una quantità imprecisata di altre persone, i Creatori e qualche agente della C.A.T.T.I.V.O. durante la nostra fuga, ma con lui è stato diverso. Lui era nostro amico. Non era uno sconosciuto uscito fuori di testa, era il vice capo dei Radurai. Era un amico. E più scrivo queste cose, più mi sento in colpa. Vorrei credere che non sia morto a casa mia, che io abbia mancato il bersaglio e che sia stato ucciso da un altro Spaccato – o magari che sia ancora vivo, a distruggere sacchi dell’immondizia, ma vivo. E non so se è una cosa di cui andar fieri, ma una parte di me si è aggrappata alla speranza di aver mancato la sua testa fino a quando non ho sentito il suo corpo crollare e ho capito.

Minho, ti prego di scusarmi. Ho cominciato questa lettera con l’idea di dirti quanto la tua testa di caspio fosse importante per me, quanto mi hai aiutato quando ero il Fiagiolino tra i Radurai e nessuno credeva in me. Forse ti avrei perfino detto che ti ho voluto bene. E invece sono finito a confessarti la cosa che più odio di me.

Ma, forse, proprio questo dovrebbe farti capire quanto tu sia importante.

Spero di rivederti presto,
buona fortuna.

 
Thomas

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Capitolo 2
*** FROM: Newt - TO: Minho ***


Caro Minho,

mi sento un cacchio di testa di sploff a scriverti una letterina.

Ed è per questo che non l’avrai mai, perché la porterò con me ovunque la mia vita di Spaccato deciderà di gettarmi, mentre aspetto la fine.

E mi assicurerò che venga bruciata o strappata in pezzi piccolissimi.

Non so nemmeno perché ti scrivo, dato che ho appena saputo di essere pazzo. Non lo sento ancora, ma so che presto comincerò a dare di matto, magari a insultarti (questa non sarà una novità, eh?) e a picchiarti di brutto con qualche ascia che casualmente troverò in giro. O magari semplicemente ti darò un pugno in faccia. E te ne chiedo scusa già adesso.

Ti volevo ringraziare, cacchio. Non so perché, ma volevo davvero farlo. Forse è solo che sei l’unico Pive che era con me fin dall’inizio, quando eravamo ancora un branco di Fagi che perdevano tempo a piangere come tante bambine e a vagare senza meta tipo zombie. Forse solo perché sei stato tu a riportare indietro Alby e non ti ho mai ringraziato per avergli salvato la vita. O forse perché sto dando già di matto.

State dormendo tutti, adesso, perciò ti scrivo. Tommy per terra, come uno scemo, con le coperte ovunque, e tu sul divano affianco al mio: sembri Frypan quando russava e svegliava tutta la Radura, ma non russi. Nel senso che te ne stai con la cacchio di bocca aperta, i denti da fuori, un filo di bava e le coperte fino sopra il tuo brutto naso. E i piedi da fuori. Vorrei darti questo foglio solo per farti leggere la mia descrizione di te che dormi, ma non ne vale la pena. Magari poi ti lascio un biglietto con un tuo ritratto o qualcosa del genere.

Cacchio, mi sento ancora più idiota a scriverti senza permetterti di leggere questa lettera. Forse sto impazzendo davvero, cacchio. O forse è
solo che sei una delle poche persone che ancora sono qui, con me, e sei diventato fottutamente importante. Cacchio. Ti sei mai accorto di quante volte ripeto quella parola? Cacchio. Forse dovrei togliermi questo vizio. Ma tanto sto morendo, non importerà agli Spaccati quando mi mangeranno.

Okay, finisco qui. Brenda la tizia strana (ma mai quanto Teresa, eh) si è alzata e non voglio che pensi che stia scrivendo un cacchio di diario.

Ci vediamo quando ti svegli, pive.
Newt
 
P.S: ti sei mai accorto che non ho ancora un soprannome per te? Cioè, Thomas è Tommy, Chuck era Chuckie, Alby… beh, è già un soprannome. Posso chiamarti Minny?
 

N.d.A.: per una serie di cause esterne (il mio compleanno, mia nonna che mi invita a casa sua, un caspio di temporale che ha distrutto non-so-cosa impedendomi di usare internet) sono mancata per due giorni, finché non ho visto che internet era tornato e mi sono fiondata qui (dopo una danza della felicità e aver controllato Facebook, ovviamente U_U).
Quindi niente, so di esservi mancata (?) e spero di farmi perdonare così :3

 

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Capitolo 3
*** FROM: Newt - TO: Alby ***


Caro Alby,

Non comincerò questa lettera dicendo che vorrei che tu fossi qui, perchè la verità è che non augurerei a nessuno di vivere in questo cacchio di posto.

Avevi ragione, Alby, il Labirinto era meglio. Quel giorno in cui ti dissi che, una volta fuori, avremmo vissuto felici e contenti sbagliavo, evidentemente. Non c’è nulla di bello, qui, non c’è nulla e basta. Non ci sono prati, alberi, animali. Non c’è il cibo che avevamo alla Radura, non c’è nessuno che ci mandi quello di cui abbiamo bisogno.

Eravamo un esperimento, sai? Eravamo cavie.

E ora siamo solo soggetti. Io sono il soggetto A5, il Collante. Quello la cui vita è servita a tenere insieme il gruppo, finché… Non fa niente.
A te non importa più.

Sono malato, sai? E no, non ho l’influenza. Ho una cosa che si chiama Eruzione e che mi farà impazzire. Prima o poi comincerò a mangiare altri cacchio di ragazzi e sono contento che tu non vedrai mai tutto questo. Mi vergognavo già quando non riuscivo a camminare, lo sai, figuriamoci ora.

Eppure, egoisticamente vorrei che fossi qui. Cacchio, vorrei che mi riprendessi con quei modi da animale che avevi e che mi facessi rinsavire. Vorrei che mi avessi obbligato a restare nel Labirinto, perché è lì che mi piacerebbe tornare, adesso. Vorrei che fossi tu a fermarmi quando comincio ad arrabbiarmi senza motivo e mando tutto a fancaspio. Ieri ho picchiato Minho e ora me ne vergogno un sacco, cacchio. Non aveva fatto niente!

Caro Alby, ho scritto un biglietto a Tommy. Gli ho chiesto di uccidermi, non ho mantenuto la promessa. Ma non credo che si possa parlare di suicidio, perché gli ho chiesto di farlo solo quando sarà il momento, quando sarò così andato che non potrò più essere considerato umano. Già, arriverà un cacchio di momento del genere e ho paura.

Ho una paura così grande, Alby. Non come quando correvo da Velocista, più come quando ti sei fatto inglobare dai Dolenti e mi sono sentito vuoto e solo. Ma soprattutto solo. E ho dovuto organizzare un cacchio di attacco senza di te mentre pensavo al fatto che mi avessi tradito, che mi avessi salvato dal suicidio per poi ucciderti a tua volta.

E lo penso ancora, solo che non sono arrabbiato. Sul serio, ho capito la tua scelta quando ho compiuto la mia: solo che tu hai mollato prima, mi hai lasciato solo contro un mare di Dolenti e quei trenta Radurai da organizzare.

Non ho mai voluto essere il Capo di quei Pive. Mai. Volevo essere solo utile. Come quando facevo il Velocista e poi il Vicecapo, perché non potevo più correre. E ora che non servo più a niente, allora ciò che posso fare è limitare i danni.

E morire, Alby.

Scusami.
Newt
 

N.d.A.: manco per qualche giorno e, naturalmente, torno con un po' di sano Angst. E di Alby/Newt. La vita è così U_U
 

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Capitolo 4
*** FROM: Newt - TO: Thomas ***


Sì, so che su quattro lettere tre sono di Newt, una di Thomas e in tutte (credo) viene menzionato Minho. Ma ormai ho legato questi tre indissolubilmente, quindi continuerò su questa strada.
E questa è una specie di Thomas/Newt, in un certo senso, quindi almeno ho abbandonato un momento (solo uno, eh) la Nalby, perciò non lamentatevi U_U


Tommy,

È il terzo cacchio di bigliettino che ti scrivo ed è ancora peggio degli altri, ma è necessario. Perciò, nonostante probabilmente lo troverai frugando nelle mie tasche di Spaccato morto in cerca di armi (e quindi nel bel mezzo di una colluttazione), ti prego di leggerlo con grande attenzione.

Per prima cosa: grazie per avermi ucciso. Sul serio, quando leggerai questo pezzo di carta spiegazzata sarò bell’e andato (è per questo che ho chiesto a te di uccidermi, perché sono sicuro che manterrai la promessa) e, se non sarò morto, ti chiedo di non fidarti di me. Quando mi rivedrai, Fagio, non sarò più il magnifico Vicecapo zoppo dei Radurai, purtroppo per voialtri. Sarò solo uno degli Spaccati che proveranno a farvi fuori a morsi.

Ma non è per questo che sto rischiando la vita nascosto dietro una specie di vecchissima pista da bowling. Vorrei chiederti un ultimo favore: tieni d’occhio Minho per me.

È vero che quei cacchio di tatuaggi dicevano che è lui il capo e tutte quelle altre caspio di cose, ma lui non è forte come sembra. Nessuno lo è, credo. E lui avrà bisogno
di te, quando sarete soli.

Lui ne avrà bisogno sul serio, Pive.

Quando eravamo ai primi giorni, nella Radura il Capo non era Alby. E così lui ed io passavamo la giornata a piangere con Minho, tutti e tre nascosti in un cacchio di angolo nel Casale. Poi Alby è diventato un Pive influente, io ho provato a buttarmi da un cacchio di muro e Minho è diventato Intendente; sembrava che avessimo tutti un nostro posto (io non più, dopo che mi sono autoeliminato dai Velocisti) e non avessimo più bisogno di riunirci nel cacchio del club dei Pive che piangono. Invece no, Minho piangeva ancora – di nascosto, ma piangeva. Non me l’ha mai detto, ma continuava a recarsi in quell’angolo di Casale, da solo. E non voglio che succeda di nuovo.

Minho è stato uno dei miei migliori amici, forse il migliore in assoluto, e non deve soffrire a causa mia. Intesi, Tommy?

Un ultima cosa, cacchio: grazie per essermi stato amico. Lo so, l’ho già scritto, ma che ci vuoi fare? Mi piace dirvelo, dato che non avrò altre cacchio di occasioni per farlo a voce. A, tra parentesi, non far caso a cosa ti griderò o ti farò quando (se) ci rincontreremo. Sul serio, non sono padrone di me stesso, ormai.

Beh, credo di aver finito. So che è un cacchio di bigliettino sdolcinato, ma è anche l’ultimo della mia vita. E prima di morire avevo voglia di scrivere qualcosa di vomitevolmente dolce.

Ciao, Tommy.
Newt lo Spaccato

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