One Destiel a day keeps the demons away

di Il Saggio Trentstiel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Turn! Turn! Turn! ***
Capitolo 2: *** Fever of love ***
Capitolo 3: *** Honey (I miss you) ***
Capitolo 4: *** Every little thing he does is magic ***
Capitolo 5: *** Fear of sleep ***



Capitolo 1
*** Turn! Turn! Turn! ***


Titolo: Turn! Turn! Turn!
Personaggi: Dean, Castiel
Genere: Fluff, Slice of life
Avvertimenti: ///
Note: ///
Prompt: Castiel e una porta girevole [suggerito da ThePirateSDaughter]
Rating: Verde
Conteggio parole: 318








Il continuo stupore di Castiel dinanzi alle cose più semplici e scontate – «Dean, perché le persone dovrebbero mangiare dei “cani caldi”?» – non mancava mai di colpire Dean e di intenerirlo, anche se col cavolo che l'avrebbe ammesso.
Dopo aver scoperto poi che l'ex Angelo non aveva mai assaggiato un gelato, aveva pensato bene di rimediare. Gelato pomeridiano al centro commerciale, un'ora e saremo di ritorno, cosa potrebbe accadere? Questo aveva pensato Dean e ogni frase rientrava di diritto nel novero delle ultime parole famose.
A braccia conserte, un'espressione vagamente imbarazzata, osservò Castiel compiere un altro giro – il sesto, se aveva tenuto bene il conto – e guardarsi intorno con aria smarrita.
«Non capisco».
Dean non lo udì, ma poté immaginare cosa avesse mormorato confusamente Cas.
Si era già radunata una piccola folla di persone, molte delle quali erano intente a riprendere i vani tentativi di quell'uomo bizzarro di uscire dalla porta girevole del centro commerciale.
«Non capisco».
Di nuovo. Due bambini si staccarono dal crocicchio e si unirono a Castiel in quello che per loro era un gioco, mentre per l'ex Angelo era un mistero irrisolvibile.
«Cas...» borbottò Dean «Esci e basta!» esclamò infine spazientito, venendo del tutto ignorato sia da lui che dal resto dei presenti.
Stava già per muoversi verso la porta, pronto a trascinarlo via e a gettare ogni briciolo di dignità alle ortiche, quando i bambini si aggrapparono al trench di Castiel ridendo come matti.
«Un altro giro?».
Castiel abbassò lo sguardo e gli occhi parvero illuminarglisi: annuì e sorrise.
«Va bene».
I tre ripresero a girare in tondo come matti: Cas si voltò raggiante verso Dean, mozzandogli il fiato.
Una signora accanto a Dean sospirò estasiata.
«Oh, non è bello?».
La domanda non era rivolta a lui, ma annuì comunque e un sorriso gli si dipinse sul volto.
«È la cosa più bella che abbia mai visto» .


















Angolo acuto dell'ottuso autore
Cosa fare quando una serie di autrici Destiel fino al midollo cominciano - su tua proposta - a suggerirti una serie infinita di prompt?
Ma scriverci su, ovviamente!
Da qui comincia questa full immersion nelle pillole di quotidianità, nei vizi, nelle follie e negli AU della coppia Dean/Castiel: allacciate le cinture (?) e unitevi a me!
*Si sente solo un lontano colpo di tosse*
Generi, avvertimenti e rating saranno variabili, a seconda dei prompt che le folli autrici (le conoscerete volta per volta) mi suggeriranno.
Cercherò di aggiornare rapidamente, ma contate anche che è estate (esamiesamiesamitesitesitesi).
Ciò detto, buona lettura :3

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Capitolo 2
*** Fever of love ***


Titolo: Fever of love
Personaggi: Dean, Castiel
Genere: Fluff, Slice of life, vagamente Lime
Avvertimenti: ///
Note: Human!Cas
Prompt: La prima influenza di Castiel e Dean versione infermiera [suggerito da Alioth]
Rating: Verde
Conteggio parole: 974




Dean osservò la sottile linea di mercurio del termometro ed emise un basso fischio.
«Quale sarebbe la normale temperatura per un Angelo?».
Il fagotto di coperte e malessere che rispondeva al nome di Castiel mugugnò qualcosa di indefinibile.
Mentre l'altro posava il termometro – indicava trentotto gradi, per la miseria, non quaranta! – Castiel tossicchiò per schiarirsi la voce.
«Non ne ho idea...» rantolò «Da Angelo non mi era possibile ammalarmi».
Dean alzò gli occhi al cielo.
«Era una battuta, Cas, per la miseria!».
Sospirò e si sedette sul letto, scostando appena le coperte dal volto di Castiel: aveva il volto arrossato e gli occhi lucidi e tutto in lui lasciava intendere quanto stesse male nonostante la temperatura non troppo elevata.
D'altronde dopo millenni vissuti come forza soprannaturale capace di respingere qualunque virus o batterio, era quasi logico che la prima influenza fosse un'esperienza tutt'altro che rilassante per lui.
«Morirò?».
La domanda era di una stupidità disarmante ma, Dio, si trattava di Cas! C'era un che di infantile in quell'unica parola e in quegli occhioni lucidi e sgranati e Dean dovette trattenersi dal lanciarsi a ricoprirlo di baci.
«Non oggi» sentenziò «E non sotto la supervisione del Dottor Sexy».
Castiel batté le palpebre un paio di volte, incerto se manifestare ad alta voce il suo smarrimento.
«Sarei io, Cas!».
«Oh» mormorò questi tirando poi su col naso. Dean gli passò un fazzolettino – e con quello erano a tre pacchetti terminati – e con un gesto indifferente gli rimboccò le coperte.
«In effetti saresti un dottore piuttosto sexy».
Disarmante, innocente e fin troppo eccitante. L'autocontrollo di Dean fu messo a dura prova ma l'uomo riuscì a trattenersi – o gli sarebbe saltato addosso e non per baciarlo – e a limitarsi a un sorriso incerto.
Si allontanò con passo malfermo, sperando che la febbre impedisse a Castiel di notare quell'imbarazzante rigonfiamento nei suoi jeans, e si diresse in bagno.
Riempì un bicchiere di acqua fredda e vi disciolse una pastiglia di antipiretico, rimanendo immobile a osservare le bollicine moltiplicarsi e salire fin sulla superficie del liquido formandovi una leggera patina di schiuma. Mai, mai avrebbe pensato di ritrovarsi nelle vesti di medico. O, per citare le divertentissime parole di suo fratello, di diventare “la solerte infermiera Winchester”. D'altronde Castiel sembrava avere su di lui lo stesso effetto che, molto tempo prima, Ruby aveva su Sam.
Ovviamente non avrebbe mai espresso questo pensiero ad alta voce, neanche sotto tortura.
«Dean?».
Si riscosse e tornò in camera da letto, il bicchiere con il medicinale ben saldo in mano.
«Ho freddo» si lamentò Castiel, e porca puttana quanto avrebbe voluto scaldarlo lui.
Mise da parte quell'ennesimo pensiero inappropriato e si sedette nuovamente sul letto, a debita distanza dal malato. E non per paura dei germi.
Castiel arricciò il naso osservando il bicchiere che l'altro gli porgeva.
«Ha un cattivo sapore?».
Come era possibile che un ex Angelo del Signore, un ex guerriero temuto e rispettato potesse regredire così repentinamente di fronte a una stupidissima malattia?
«Bevila e basta» replicò Dean in un tono che non ammetteva repliche: Castiel sbuffò ma prese il bicchiere – non sfiorarmi le dita, cazzo, non farlo! – e ne bevve a piccoli sorsi il contenuto, storcendo di tanto in tanto la bocca.
Terminata la tortura si sporse per posare il bicchiere sul comodino e lanciò a Dean un'occhiata che non aveva nulla da invidiare a quei cuccioli nei canili che sembrano essere solo in cerca di affetto.
«Mi metteresti un po' di Vaporub?».
Ecco. La fine era giunta. Dean inspirò di botto e cercò rapidamente una scusa, una qualunque, da propinare a Castiel.
«D'accordo».
Si odiò per quella risposta, per la sua voce malferma e per la malsana voglia di sesso che l'aveva invaso da quando, il giorno prima, aveva replicato alle frecciatine di Sam dichiarando che avrebbe giocato al dottore e all'ammalato con Cas. Tutto pur di far tacere il fratello e godersi la sua espressione sconvolta. Ora però quell'istante di divertimento stava ritorcendoglisi contro.
Prese con mani tremanti dal comodino il vasetto di pomata mentre Castiel, con esasperante lentezza, si sfilava la vecchia maglietta di Dean che utilizzava come uniforme da ammalato.
Dean si costrinse a non indugiare con lo sguardo sull'altro e, catturata con le dita una quantità forse eccessiva di pomata, passò a spalmarla delicatamente sul suo petto. Fissando ostinatamente la testiera del letto. Dove avrebbe voluto sbatt... No.
Di certo i mugolii soddisfatti di Castiel, e il fatto che il malato inconsciamente avesse posato una mano sulla sua, non contribuivano a migliorare la situazione.
«È bellissimo...» mormorò Cas, con quella cazzo di voce già così sexy ulteriormente arrochita dalla febbre «Continua...».
All'improvviso Castiel non avvertì più la rassicurante presenza della mano di Dean sul suo petto. Riaprì gli occhi, che aveva chiuso poco prima inebriato dal piacere, e fu stupito di trovarsi davanti Dean a torso nudo che armeggiava furiosamente con la cintura dei jeans.
«Dean...?».
«Zitto» quasi ringhiò lui «È il momento della cura speciale del Dottor Sexy».
Castiel lo osservò con aria sempre più stupita e, se possibile, preoccupata.
«Ma... Il brodino di pollo? La borsa d'acqua calda?»
«Stronzate!».
Dean riuscì a liberarsi dei jeans e, rimasto in boxer – dei boxer improvvisamente troppo stretti –, si catapultò sotto le coperte e si sistemò sopra Castiel.
«Il Dottor Sexy le prescrive una terapia a base di benefico, violento e selvaggio sesso!».
Cas rimase in silenzio per qualche istante – giusto il tempo che servì a Dean per liberarlo dei pantaloni – e poi annuì con aria seria.
«Come il Dottor Sexy comanda».
E mentre Dean si lanciava anima e soprattutto corpo nella nuova terapia, Castiel si ritrovò a pensare che l'influenza umana aveva strani effetti anche sui non malati. Eppure sperò che la sua malattia durasse ancora a lungo. Molto, molto a lungo.





























E il fluff mi sa che è andato a farsi benedire da un certo punto in poi... xD
Come un novello Joyce (se, proprio) mi sono ritrovato con un'idea di partenza ben chiara salvo poi cambiarla riga dopo riga, scrivendo di getto.
A voi l'ardua sentenza sul risultato finale!
Ma passiamo ai ringraziamenti per tutte le meravigliose personcine che si sono fatte sentire con delle graditissime recensie <3


Pirats: quel prompt mi aveva conquistato da subito, te l'avevo detto <3
E non parlarmi di pucciosità proprio tu, dopo quel capolavoro che hai scritto *awweggia*.
Ho corretto subito quella frasetta, grazie per la puntigliosità (sempre ricolma di pucciosity, of course :3)!


Edelvais: ma guarda chi si rivede :D
Mi fa piacere che tu non abbia dimenticato come recensire (*improvvisa visione di Peter Griffin che dimentica come ci si siede*) e che abbia deciso di ricominciare con la mia storia *^*
Io aspetto la canonizzazione (lol) della Destiel PERCHÈ TANTO AVVERRÀ, lo so u.u
E nonostante l'attesa lunghetta, qua sopra c'è la nuova pillola :3


Alioth: Bonsai <3
Non parlare di unicorni, please, che sono sensibile all'argomento... Ma aaawww, sei sempre così pucciosa!
Io sono al settimo cielo per il fatto che tu, la Pirats e GiriGiri abbiate raccolto la mia sfida e mi abbiate sommerso di promptZ così fantastici *^*
Feels e nonsense è il bene, sappilo: ti ricordo solo i vari aajshjbdshk che partono di tanto in tanto xD


Ciuffettina: aww, grazie per la fiducia! E mi fa piacere rileggerti anche qui, MIA ADEPTA.
*Si ricompone*
Nah, scherzi a parte, grazie davvero! Entrare in un fandom nuovo è sempre un bel salto nel buio, ma ritrovarsi così apprezzati e meraviglioso *hugga*


Polly: e tu fai sorridere me come un ebete con questa ennesima recensione :3
Capolavori? *collassa*
Troppo gentile, cara! *hugga*
E ora tocca a te aggiornare la tua raccolta con un'altra Destiel, su, che la attendo con ansia *^*


Ghost_Delia: ECCOTI *^*
Sì, Destiel di tutto il mondo UNITEVI!
La Megstiel è cosa buona e giusta, ma solo se infarcita di angst. Sono cattivo, ma la storia dell'unicorno ce l'ho piantata nel cuore come un paletto di frassino ç.ç
Amo dipingere Cas come un bimbo ingenuo – d'altronde nella serie ha di queste uscite spettacolari xD – e... Top 10? *sviene*
Grazie anche per i complimenti per “Seven years” *^*

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Capitolo 3
*** Honey (I miss you) ***


Titolo: Honey (I miss you)
Personaggi: Dean, Castiel
Genere: Comico
Avvertimenti: Missing Moments (VII stagione)
Note: ///
Prompt: Castiel compare nell'Impala nudo e ricoperto di miele [suggerito da ThePirateSDaughter]
Rating: Verde
Conteggio parole: 330




Il viaggio da Sioux Falls a Devils Lake – nome di pessimo auspicio, tra l'altro – procedeva tranquillo e monotono.
Dean aveva da tempo spento l'autoradio ed era impegnato a soffocare degli sbadigli sempre più frequenti. Aveva bisogno di un altro caffè o almeno di qualcosa che lo tenesse sveglio.
Il suo muto desiderio venne esaudito, seppure non nel modo che si aspettava. Senza alcun preavviso – come sempre d'altronde – Castiel comparve sul sedile del passeggero.
Dean sobbalzò e riuscì a evitare di finire fuori strada ma, quando si fu voltato per gridare contro a quell'Angelo sconsiderato, la voce gli morì in gola.
Castiel lo fissava, un sorriso sereno sul volto e il corpo completamente ricoperto di miele. Miele, porca puttana, che stava insozzando i sedili dell'Impala!
«Cas...» esalò Dean, incerto su cosa dire o anche solo pensare.
«Ciao, Dean» interloquì questo senza smettere di sorridere nonostante l'evidente assurdità della situazione.
Passarono diversi secondi prima che uno dei due tornasse a parlare e, di nuovo, fu Dean a infrangere il silenzio.
«Stai... Rovinando il sedile della mia piccola...» boccheggiò mentre l'idea che la sua automobile venisse irrimediabilmente rovinata gli invadeva il cervello: Castiel scosse il capo.
«No, non credo, sono senza vestiti».
Dean inchiodò di botto. Quella risposta era insensata. Quell'intera situazione era insensata.
Con un'incredibile nonchalance Castiel trasse fuori da chissà dove – Dio, non voglio saperlo! – un tozzo di pane, se lo passò sul braccio aspergendolo di miele e lo portò alla bocca con aria soddisfatta.
Masticò in silenzio e, quando percepì lo sguardo fisso di Dean su di sé, sorrise di nuovo.
«Ne vuoi un po'?».
Dean deglutì: stupendo se stesso prese con mani tremanti il pezzo di pane offertogli e lo passò esitante in corrispondenza del collo di Castiel che si lasciò sfuggire un mugolio.
Una figura distesa sul sedile posteriore chiuse gli occhi e si tappò le orecchie, orripilato.
Da quel giorno Sam Winchester non avrebbe più toccato un vasetto di miele.














Ok, non avevo idea che questo prompt sarebbe finito con dei risvolti traumatici per Sammy, possa il povero gigante buono perdonarmi x3

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Capitolo 4
*** Every little thing he does is magic ***


Titolo: Every little thing he does is magic
Personaggi: Dean, Castiel
Genere: Fluff
Avvertimenti: ///
Note: Human!Cas
Prompt: Dean odia le coccole. O forse no? [suggerito da Alioth]
Rating: Verde
Conteggio parole: 549








Dean Winchester odiava le coccole. Le riteneva una cosa imbarazzante e noiosa, lui che preferiva tendere nell'immediato al suo obiettivo piuttosto che passare secondi – o addirittura minuti – ad accarezzarsi e sfiorarsi senza ragione alcuna.
Per questo motivo, Dean detestava con tutto se stesso anche le commedie romantiche. I protagonisti perdevano chissà quanto tempo a sfiorarsi come se temessero di rompersi, a stringersi le mani, a...
«Cas?».
L'Angelo annuì per mostrare di averlo sentito, lo sguardo fisso sullo schermo del televisore sul quale Adam Sandler e Drew Barrymore flirtavano in maniera sdolcinata. Dean sbuffò e si sitemò meglio sul divano.
«Questo film è una palla. Possiamo vedere qualcos'altro?».
Castiel sbatté le palpebre un paio di volte e lo osservò con la coda dell'occhio.
«Credevo ti interessasse.»
«Lo credevo anch'io!» si lamentò Dean a gran voce «Adam Sandler fa sempre film da morire dal ridere, non robaccia zuccherosa per ragazzine!».
Cas gli dedicò tutta la sua attenzione, dimentico delle scene che si susseguivano sullo schermo.
«A me piace» dichiarò con semplicità come se l'essere stato involontariamente definito “ragazzina” da Dean non gli pesasse.
Calò un silenzio poco gradevole e Dean stava pensando di andare a prendere una birra nel frigorifero – almeno il piacere dell'alcool non poteva essergli negato! – quando Castiel lo prese per mano.
Oh no.
Adam Sandler e la Barrymore stavano tenendosi per mano. Poi l'attrice posò la testa sulla spalla dell'uomo e Castiel la imitò all'istante.
Cazzo.
Quella storia delle emozioni umane come novità assoluta per Castiel era preoccupante, a volte. Il più delle volte. Come in quel momento.
Drew Barrymore rise per una qualche battuta che Dean non aveva sentito e, prevedibilmente, Cas rise a sua volta.
Porca puttana.
«Ti somiglia un po'».
Ok, quello era meno prevedibile. Inarcò un sopracciglio e lanciò un'occhiataccia a Castiel, di nuovo tutto preso dal film. Come poteva anche solo pensare di paragonarlo ad Adam Sandler?
«Ha un passato difficile e secondo me nega e reprime i sentimenti che prova per lui».
...
Un momento.
Lo stava paragonando a Drew Barrymore?
Fece per replicare con qualcosa di sarcastico, ma Adam Sandler scelse proprio quel momento per lasciare un bacio mozzafiato alla sua compagna: quando abbassò lo sguardo, Dean si accorse che Castiel lo fissava in attesa.
Roteò gli occhi e si avvicinò al volto dell'altro per lasciargli un bacio rapido e indolore, ma questi lo afferrò per il mento con la mano libera e lo trasse a sé un po' più rudemente di quanto si sarebbe aspettato.
Il bacio fu breve ma affatto indolore e quando si separarono entrambi avevano il fiatone. E le dita ancora intrecciate.
La mano di Dean si mosse ma Castiel la strinse appena e si appoggiò a lui, infilandogli il naso nell'incavo del collo. Pochi istanti dopo, Dean si ritrovò ad accarezzargli i capelli e a stringere più forte la mano di lui, i battiti del cuore parecchio accelerati.
Rimasero così per chissà quanto tempo, del tutto dimentichi delle avventure della coppia Sandler-Barrymore, concentrati solo su quell'attimo infinito. Fu solo quando il respiro di Castiel si fu fatto profondo e regolare che Dean smise di carezzargli il capo.
Sorrise e, prima di rendersene conto, lo abbracciò con il braccio libero.
Sì, poté concludere Dean Winchester, le coccole non erano poi così male.


















Angolo acuto dell'ottuso autore
DANGER! DANGER! FLUFF LEVEL INCREASING!
Sì, stavolta credo di esserci andato giù pesantuccio con lo zucchero... Chiedo venia per eventuali carie, mandatemi pure il conto del dentista a casa :°D

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Capitolo 5
*** Fear of sleep ***


Titolo: Fear of sleep
Personaggi: Dean, Castiel
Genere: Fluff, Malinconico
Avvertimenti: ///
Note: Human!Cas
Prompt: Dean parla nel sonno, Cas ama ascoltarlo [suggerito da Alioth]
Rating: Verde
Conteggio parole: 781








Quando Castiel era ancora in possesso dei suoi poteri non aveva alcun bisogno di dormire.
Secoli, millenni si erano succeduti senza che lui si distendesse su un qualsivoglia giaciglio e serrasse le palpebre. Poi Dean Winchester era entrato nella sua vita – o era stato lui a farlo? – e Castiel aveva scoperto che anche con tutta la sua millenaria esperienza aveva chissà quante cose da imparare.
Gli hamburger sono buonissimi, chi guida l'automobile sceglie la musica, torte e crostate sono molto diverse tra loro. Queste alcune delle lezioni che aveva diligentemente appreso, ma il dormire... Oh, quello era difficile.
Più volte aveva provato a chiudere gli occhi e a sgombrare la mente ma era tutto inutile: mille e più pensieri si rincorrevano nella sua testa, la sua Grazia e la sua essenza gli impedivano semplicemente di lasciarsi andare a un sonno ristoratore.
Così Castiel, privo di occupazioni alternative, aveva cominciato a osservare Dean Winchester mentre dormiva. Ad ascoltarlo. A volte l'umano parlava nel sonno.
Le prime volte Castiel aveva replicato alle sue frasi sconnesse ed era rimasto interdetto quando non aveva ricevuto risposte. Poi, pian piano, aveva capito.
Il più delle volte Dean biascicava singole parole, solitamente a sfondo sessuale o gastronomico.
Di rado riusciva a formulare frasi di senso compiuto che Castiel ascoltava rapito.
Altre volte, invece, digrignava i denti e si lamentava sommessamente. La prima volta le mani di Dean aggrappate al cuscino e il suo volto contorto dal dolore avevano preoccupato Castiel che, istintivamente, aveva posato due dita sulla fronte dell'uomo, interrompendo le sue sofferenze.
Incubi. Dean soffriva spesso di incubi, ma Castiel era quasi sempre lì a confortarlo come un vero angelo custode.
Delicatamente, senza svegliarlo, gli sfiorava appena la fronte imperlata di sudore e lo osservava rilassarsi e, talvolta, borbottare qualche inudibile parola. Allora, e solo allora, Castiel sorrideva.








Quando Castiel aveva perso i suoi poteri avrebbe avuto bisogno di dormire ma, semplicemente, non ci riusciva.
Il suo corpo ormai umano lo pregava di stendersi e addormentarsi, la sua mente ancora angelica sembrava volerglielo impedire.
Ci volle tutto l'aiuto di Dean per imparare come rilassare corpo e mente, come favorire l'arrivo della sonnolenza e come riposarsi.
Castiel aveva lentamente appreso anche questa preziosa lezione: ciononostante non riusciva mai a dormire a lungo e ininterrottamente.
La sua parte angelica, quella che era rimasta ancorata al suo cuore e alla sua mente nonostante la perdita della Grazia, gli rammentava costantemente il suo compito. Vegliare su Dean Winchester.
Così Castiel si svegliava nel cuore della notte, a volte insonnolito e stordito, a volte terribilmente lucido, e in silenzio si sedeva accanto al letto di Dean.
Il Cacciatore non aveva perso l'abitudine di parlare nel sonno né Castiel quella di ascoltarlo con attenzione e sorridere dinanzi alle sue buffe espressioni; ma così come Dean parlava, poteva anche sognare. Avere incubi.
Castiel si sentiva inutile. Senza poteri non poteva far altro che osservare Dean contorcersi e lamentarsi – lo udì chiamare lui, Sam, Bobby –, macerandosi nell'attesa di un'alba che non giungeva mai troppo presto.
I primi raggi del sole mattutino sembravano rischiarare i pensieri di Dean che dopo un po' tornava a rilassarsi. Era quello il momento in cui Castiel si alzava e si allontanava, gettandosi sul suo giaciglio in preda al rimorso per non averlo potuto aiutare, incapace di riaddormentarsi.
Una notte Dean parve avere un incubo peggiore del solito. Si agitava tra le lenzuola umide, strizzava gli occhi dietro le palpebre e rantolava dolorosamente.
«No... No... Cas...».
L'ex Angelo si alzò dalla scomoda sedia di legno e gli si fece vicino. Dean aveva il volto lucido di sudore e sofferente oltre ogni immaginazione: il cuore umano di Castiel batteva con furia, come se volesse saltargli fuori dal petto.
«Non... Toccarlo...».
Castiel agì d'istinto. Levò una mano e la posò sulla fronte di Dean, consapevole di non avere più poteri ma...
«Cas...».
Sobbalzò, temendo di aver svegliato Dean, ma l'uomo era ancora addormentato. Sembrava anche essersi quietato dopo il suo tocco: eppure non aveva più poteri!
«Cas...» ripeté Dean a bassa voce, muovendo appena le labbra. Castiel avvicinò il volto al suo senza interrompere il contatto con la sua mano.
«Sono qui, Dean» replicò, sebbene l'esperienza gli avesse insegnato quanto fosse inutile; ma stavolta qualcosa accadde.
Il volto di Dean si rilassò completamente e gli angoli della bocca dell'uomo sembrarono incurvarsi appena verso l'alto. Il suo respiro si era fatto regolare, ben diverso dall'ansimare di poco prima e Castiel ancora non si decideva ad allontanare la mano dalla sua fronte.
«Torta di mele...».
L'ex angelo sorrise radioso e si accostò all'orecchio di Dean.
«Tutta la torta di mele che vuoi».
Allora, e solo allora, anche Dean sorrise.


















Angolo acuto dell'ottuso autore
Di nuovo, fluff a profusione e un pizzico di malinconia che non fa mai male!
Siate felici, eh, ché inizialmente ero intenzionato a imbottire questo capitolo di lacrime e angst... Ma attenzione perché la voglia di angst c'è sempre e potrebbe colpire quando meno ve l'aspettate *le muhahahah*
 

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