Saga degli Ingranaggi del Tempo

di cristal_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Al salvataggio ***
Capitolo 2: *** Gita termale ***
Capitolo 3: *** Rocce insidiose ***
Capitolo 4: *** Trio contro Trio ***
Capitolo 5: *** Il Custode ***



Capitolo 1
*** Al salvataggio ***


Passò qualche settimana dall'arrivo di Leah a Borgo Tesoro e dalla sua nomina a leader del Team Poképals. Ogni giorno fu più o meno uguale all'altro: ogni mattina sveglia ( Leah aveva ufficialmente bandito Loudred da quel ruolo, con grande disappunto del Pokémon ), cerimonia con motto della Gilda, poi via al lavoro, e alla sera, dopo essersi abbuffati in mensa con gli altri apprendisti, la buonanotte.
Ma Leah non sentì mai il peso di una routine, e non si accorse nemmeno del tempo che trascorse: non ricordava di essersi mai divertita tanto in vita sua come in quei giorni. Lei, Piplup e Chimchar portarono a compimento missioni su missioni, aiutarono Pokémon, sbatterono in cella criminali, risolsero molti problemi.
La ragazza non si era mai sentita così bene, ogni giorno era un'avventura nuova. e lei attendeva con impazienza che
arrivasse il mattino, carica d'energia e smaniosa di incominciare a lavorare. I rapporti con i suoi compagni di squadra migliorarono molto, e anche il loro lavoro di squadra progredì notevolmente.
Il dono di Piplup non si manifestò più , ma lui temeva ( e i suoi compagni con lui) che si sarebbe mostrato ancora, per questo divenne quasi paranoico quando gli toccava per forza di cose entrare in contatto con un qualcosa.
Chimchar, ad un certo punto, fu quasi sul punto di dargli una ripassata, ma ci ripensò, e si sforzò invece di tirargli su il morale, cosa per niente facile; talvolta esagerò forse un po', tanto che Piplup minacciò esasperato di tenergli la testa sott'acqua.
Leah però sapeva quanto in realtà il pinguino apprezzasse gli sforzi di Chimchar per distrarlo: dopo lo sfogo avvenuto in camera, nessuno di loro aveva più intenzione di vederlo di nuovo in crisi, e perciò ognuno fece del suo meglio per cercare di mantenere sempre alto l'umore del gruppo, e Chimchar, in questo campo, era quasi una cima ( tranne quando esagerava). Anche la fiducia tra di loro era aumentata, tanto che Leah, alla fine, si era arresa e aveva confessato il vero motivo per cui si sentisse male ogni volta che passavano davanti alla Banca Duskull.
A dover essere sincera con sé stessa, però,lo aveva fatto più per evitare ulteriori equivoci o fraintendimenti, ma neanche stavolta i suoi compagni l'avevano presa in giro, anzi, si erano mostrati molto comprensivi.
Avevano bollato la cosa dicendo semplicemente che, visto che lei era un Pokémon Psico, la sua paura per gli spettri
era pienamente giustificata. Chimchar si offrì anche di andare da solo a prendere i soldi, mentre loro andavano avanti, per poi raggiungerli. Leah  lo avrebbe baciato per questo, ma sarebbe stato imbarazzante per entrambi, e poi non era carino dargli delle false speranze.
Dopo quello scambio di abbracci che avevano avuto la prima sera aveva deciso di limitare le effusioni e le manifestazioni d'affetto: era stato il bisogno di conforto ad averla spinta tra le braccia di Chimchar, ma a mente lucida aveva capito che era stato spiacevole essersi lasciata andare così con un estraneo.
Quando sarebbero diventati più affiatati forse ci avrebbe ripensato, ma per il momento era più salutare limitare
i contatti fisici a strette di mano o cose così, ma niente di più. Sperava che il fuoco che aveva acceso in Chimchar si spegnesse presto, ma più per il suo bene che per atto egoistico.
La cosa buffa era che il piccolo scimmiotto sembrava non rendersi conto di essere innamorato di Leah: ogni volta che Piplup gli faceva notare il rossore sulle sue guance quando guardava la ragazza, cascava dalle nuvole e cercava una spiegazione soddisfacente a quel fenomeno, ma non ne trovava mai, e se provava a chiederle a Piplup lui sospirava e scuoteva la testa, lasciandolo più confuso di prima.
Da quando però le aveva regalato il Veloviola, Leah aveva notato l'impegno che aveva dedicato ad ogni missione: sempre entusiasta, mai esagerato, ma veramente notevole, anche se qualche volta le sembrò che volesse solo mettersi in mostra.  Sperava solo che non compisse di nuovo gesti folli come durante la missione per catturare Drowzee, perché in quel caso avrebbe avuto molto da ridire.
Oltre a loro, comunque, la ragazza aveva stretto un buon rapporto con quasi tutti i membri della Gilda:  Chimecho e Sunflora, che avevano iniziato a volerle bene già dalla prima volta che l'avevano vista a Borgo Tesoro, erano adorabili con lei, e le rivolgevano la parola ogni volta che ne avevano l'occasione; Bidoof ogni tanto chiese di andare con il Team Poképals in missione, e anche se il più delle volte combinò solo disastri, nessuno lo rimproverò mai.
Loudred abbassava la cresta ogni volta che vedeva Leah, e lei cominciò a temere di essere finita sulla sua lista nera, come ebbe modo di intuire un giorno, durante un turno di guardia.
Quel giorno aveva avuto modo di scoprire che Loudred era il Guardiano della Gilda, quello che, insieme a Diglett controllava e giudicava i Pokémon che arrivavano alla Gilda, e i due lavoravano sempre in coppia. Quella volta, però, la piccola talpa non fu disponibile, perché aveva dovuto aiutare suo padre, e Chatot aveva chiesto ( anzi, ordinato ) al Team Poképals di sostituirlo come sentinella, e così Leah si  era ritrovata in fondo alla buca sotto la grata, a cercare
di identificare i vari Pokémon che ci passavano sopra.
Quello che vedeva doveva riferirlo a Piplup e Chimchar, che annotavano tutto su un foglio, e infine a Loudred, il tutto tra gli urli da tenore di quest'ultimo, e fu un miracolo se a fine giornata i due amici furono ancora in grado di sentire i rumori. Leah non fu poi più fortunata di loro: essendo cresciuta nei boschi, aveva sviluppato i suoi sensi in maniera maggiore rispetto a qualsiasi altro essere umano, tuttavia fu una faticaccia riuscire a identificare correttamente tutte le zampe che si fecero vedere durante il giorno, e a sera, con gli occhi che le bruciavano, si era complimentata ancora con Diglett per la sua impeccabile efficienza ( lui era arrossito e si era nascosto sotto terra ).
Loudred invece sbraitò che avevano battuto la fiacca invece di impegnarsi seriamente, ma per fortuna Chatot lo aveva messo a tacere dicendo che, per essere la prima volta ,se l'erano cavata alla grande, e che comunque non spettavano a lui queste considerazioni, quindi che stesse al suo posto. Il Pokémon Vocione aveva sbuffato e incrociato le braccia, e non visti da Chatot, Piplup e Chimchar gli avevano fatto la linguaccia, subito ammoniti da Leah che li aveva fulminati con lo sguardo, ma che non gli  aveva impedito di ridacchiare davanti alla faccia imbronciata del Pokémon.
Anche con Chatot la ragazza entrò stranamente in buoni rapporti: come Gazzettino della Gilda lui sapeva un sacco di cose sui Pokémon, e la ragazza non si stancava mai di fargli domande, specialmente in materia del suo genere preferito, i mitici Leggendari.
Chatot non perse mai occasione per dar mostra delle proprie conoscenze, e si ritrovò anche a confrontarsi spesso con Leah, perché anche lei sapeva molte cose, e alla fine i due finivano a parlare per ore, scambiandosi ogni genere di nozioni. Il Pokémon Musicale qualche volta la mise in guardia: solo perché andavano d'accordo tra di loro non significava che sarebbe stato più clemente nei confronti del Team, o che gli avrebbe mai fatto sconti.
Leah era scoppiata a ridere, e lo aveva rassicurato che non c'era nessun secondo fine dietro alle sue continue domande, ma solo pura e semplice voglia di imparare e conoscere il più possibile. Chatot allora si era arreso, e i due avevano
continuato il loro rapporto colloquiale, con grande rammarico di Piplup, che più di una volta si pentì di aver spifferato alla ragazza quanto fossero vaste le conoscenze di Chatot, e di Chimchar, che generalmente avrebbe preferito stare il più possibile alla larga da quel Pokémon sapientone, parlandogli solo se necessario, perché non voleva ritrovarsi con il mal di testa.
Cercare di convincere Leah a lasciarlo perdere però risultò l'apocalisse, e ben presto i due ragazzi ci rinunciarono. Persino Wigglytuff si affezionò molto a quella giovane curiosa, e ogni tanto la fece chiamare perl asciarsi andare in deliziose chiaccherate con lei.
Avendo sentito parlare continuamente del suo talento, era cresciuto il desiderio di conoscerla meglio, ed arrivò a chiamarla molto spesso, talvolta ricorrendo a scuse incredibili. Non le chiese molto del suo passato, cosa che Leah apprezzò molto, ma si fece raccontare qualcuna delle sue avventure, e lui stesso gli parlò delle sue; la ragazza restava sempre così affascinata dalle sue storie che le veniva subito voglia di partire per un'altra missione. Fatta qualche piccola eccezione ( con Croagunk, ad esempio, non c'era stato proprio verso di fare amicizia, ma neanche di riuscire a intrattenere una conversazione degna di questo nome )  tutta la Gilda si ritrovò a voler bene a Leah, e anche fuori di lì la sua influenza mieté vittime.
I piccoli Marill e Azurill vennero ogni tanto alla Gilda per giocare con il Team Poképals, e se Chatot rispondeva loro in modo sgarbato perché i tre non avevano tempo da perdere, loro sceglievano apposta un incarico neanche lontanamente complicato, e con i due fratellini partivano in missione.
In particolar modo Azurill si affezionò a Leah: la seguiva dappertutto e le stava sempre vicino, malgrado Marill lo rimproverasse di continuo e chiedesse scusa alla ragazza per il comportamento del fratello. Azurill in quel caso gli faceva la linguaccia e si stringeva ancora di più a Leah.
Arrivò a dire che quando sarebbe stato grande abbastanza avrebbe sostenuto anche lui l'apprendistato alla Gilda e sarebbe diventato forte come la sua eroina. Lei lo aveva rimproverato dolcemente, ma non si era persa in troppi discorsi: lui era appena un cucciolo, non era certa che li avrebbe capiti.
Chimchar aveva iniziato a prenderla in giro dicendo che, ovunque andasse, Leah attirasse gli altri come una calamita, e le aveva mostrato una lista con i nomi dei Pokémon su cui la ragazza aveva fatto colpo fino a quel momento.
Lei però aveva guardato quel foglio senza sorridere e se n'era andata via senza una parola. Il Pokémon Fuoco era rimasto impalato come uno scemo, totalmente confuso dalla sua reazione: non aveva preteso le risate, ma almeno una qualche risposta un pochino più partecipativa. Piplup gli aveva strappato il foglio dalle mani e lo aveva fatto a pezzi, e davanti alle proteste di Chimchar gli aveva consigliato di non ripetere più una cosa del genere, e lui, mugugnando, aveva ceduto.
Non avevano fatto domande: avevano ormai imparato bene quanto Leah fosse riservata, e che non bisognava forzarla; se un giorno lei avesse voluto farglielo sapere lo avrebbe fatto di sua volontà, non perché loro glielo avevano imposto. Tra le altre cose, la ragazza prese a frequentare molto anche l'Emporio Kecleon, e i due Pokémon Mutacolore furono più che disponibili a soddisfare le sue curiosità, parlandole dei vari tipi di oggetti che un esploratore poteva trovare nascosti nei Dungeon, e le loro funzionalità.
Talvolta era lei a portargli ciò che trovavano in esplorazione, e se le dicevano che non aveva particolari finalità ma che poteva fruttarle un po' di soldi, lo vendeva, e anche così, oltre a ciò che ricevevano dalle missioni, il conto in banca del Team si ingrossò sempre di più, tra la gioia di Chimchar, che avrebbe abbracciato la ragazza ogni volta che tornava dalle sue vendite. La fama del Team Poképals arrivò presto sulla bocca di tutti, e non c'era Pokémon in Borgo Tesoro e dintorni che non avesse sentito parlare almeno una volta di quei tre apprendisti della Gilda, motivo per cui anche la reputazione di quest'ultima salì alle stelle.
I tre ragazzi ci rimanevano sempre un po' male, specialmente Chimchar, quando sentivano certi discorsi: erano fieri di essere membri della Gilda, ma in fondo sapevano che il merito della riuscita delle loro missioni era in gran parte da attribuire a Leah, non propriamente all'addestramento.
La ragazza, che era abituata a dicerie ben peggiori, lasciò perdere ben presto la cosa, dicendo che l'importante era che nessuno li mettesse sotto pressione e li lasciasse svolgere il loro lavoro in pace. In totale era stato un periodo bellissimo per tutti loro, e lo sarebbe stato ancora di più se non fossero sopraggiunte certe ombre a incrinare la perfezione di quella felicità.
Nessuno aveva creduto che sarebbe potuto accadere, nessuno era anche lontanamente preparato ad un' eventualità del genere, e invece era successo: due giorni dopo la cattura di Drowzee, durante l'incontro mattutino con gli apprendisti, Chatot riportò una grave notizia: un Ingranaggio del Tempo era stato rubato. La notizia suscitò un certo scalpore, e anche se Chatot riuscì a calmare tutti dicendo che le ricerchedel ladro erano gi in corso, nessuno smise di pensarci. Leah non era stata capace di muovere un muscolo, nè tantomeno di fiatare: da quando Chimchar l'aveva messa al corrente dell'esistenza di quei manufatti magici anche lei, come tutti, aveva maturato l'assoluta certezza che non sarebbero mai stati toccati da anima viva, e che anzi non esisteva la minimissima remota possibilità che qualcuno potesse pensarci.
E invece Chatot aveva confermato che sì, là fuori da qualche parte, c'era uno squilibrato fuori di testa che aveva appena commesso l'inverosimile.
E visto che non si conosceva l'identità del ladro, al minimo comportamento sospetto chiunque sarebbe finito tra le grinfie di Magnezone e torchiato fino allo sfinimento. Aveva sudato freddo e si era stretta le zampe intorno al corpo: stavolta era definitivo, non avrebbe potuto più permettersi, per nessuna ragione al mondo, di farsi scoprire.
Non era stata lei, ovviamente, a commettere il furto, ma se avessero scoperto la sua vera identità, chi si sarebbe preso la briga di ascoltare le parole di un'umana che aveva ingannato tutti fingendosi un Pokémon?
La sua unica possibilità era sperare che il vero responsabile venisse trovato al più presto, e non solo per liberarla da una possibile accusa. Con già la distorsione del Tempo in atto, il furto di un oggetto che regolava il flusso del Tempo stesso, il blocco temporale nella zona circostante, altri possibili quattro bersagli che avrebbero potuto subire la stessa sorte... tutto questo non faceva presagire nulla di buono.
Anche i suoi compagni la pensavano come lei, e con quel peso nel cuore erano andati a lavorare, carichi di viva ansia, e guardinghi come non mai.
Nessuno di loro si godette più le missioni per un pezzo, e come loro anche gli altri apprendisti e buona parte di Borgo Tesoro non riuscì a restare tranquilla per giorni, aspettando solo che qualcuno arrivasse e annunciasse il furto del secondo Ingranaggio del Tempo. Ma i giorni divennero settimane, e nessuno riportò mai notizie di alcun genere, e tutti iniziarono a pensare che il ladro ci avesse rinunciato, e che forse un solo Ingranaggio era più che sufficiente per lui.
In tutto quel tempo, però, Leah fu costretta a scappare tre volte, e cercare unangolino sicuro in spiaggia dove potersi riposare tranquillamente e senza che qualcuno notasse una fanciulla umana addormentata placidamente su un'isola abitata da soli Pokémon.
Lo fece sempre di notte ovviamente, ma anche così riuscì per fortuna a svegliarsi in tempo per tornare in stanza e impedire a Loudred di sfondare timpani, e per non suscitare sospetti nei suoi compagni, che ovviamente non immaginavano neanche lontanamente quella sorta di doppia-vita che conduceva la loro compagna.
Il furto dell'Ingranaggio del Tempo diventò uno dei maggiori argomenti di discussione anche tra di loro. Chimchar generalmente passava buona parte del tempo a imprecare contro quel farabutto che aveva osato tanto, e dopo aver esaurito gli insulti dava il via ad una sezioni di ipotesi disparate sui possibili utilizzi che quel tipo avrebbe potuto fare dell'Ingranaggio, ma a parte venderlo  ad una cifra mostruosa non gli venne mai in mente altro.
Leah azzardò l'idea secondo cui, visto che quegli aggeggi regolavano il flusso del Tempo, magari potevano anche essere usati per manovrarlo a proprio piacimento; con un potere simile, il furfante avrebbe potuto portare grande scompiglio, o ricattare gli altri Pokémon obbligandoli ad assecondare le sue richieste se non volevano che accadesse qualcosa di brutto.
Chimchar inorridì di fronte ad una simile eventualità, ma purtroppo nessuno di loro, nemmeno Chatot, era al corrente se quei manufatti possedessero o meno quel tipo di potere, visto che fino a quel momento erano stati ritenuti quasi al pari di leggende, e di conseguenza in realtà non si sapeva molto sul loro conto.
Per evitare di cadere in depressione per la preoccupazione i tre ragazzi smisero presto di parlarne ad alta voce, continuando però a ripensarci ognuno per conto proprio. Fare delle supposizioni era inutile: l'unica vera soluzione al problema sarebbe stato scovare quel manigoldo e farsi restituire il maltolto, cosa abbastanza complicata, visto e considerato che nessuno riuscì ad ottenere niente di concreto su cui basarsi per le ricerche, nè un nome, un volto, un accenno, e quindi, ora come ora, si ritrovavano tutti con le mani legate.
Anche interrogare i Pokémon della Foresta Arcana si rivelò inutile: nessuno aveva visto né sentito niente. Sembrava quasi che il ladro misterioso, chiunque fosse, avesse agito come un fantasma.
<< E se fosse proprio un Pokémon Spettro? >> aveva detto Chimchar una volta. A Leah si era rizzato il pelo su tutto il corpo e aveva avuto i brividi lungo la spina dorsale. Chimchar allora aveva sorriso imbarazzato e si era rimangiato la parola, ma la sua divenne un'opinione sempre più condivisa dalla maggior parte di Borgo Tesoro, con grande terrore della ragazza, che prese a tapparsi le orecchie ogni volta che sentiva il minimo accenno all'argomento, per non sentire ulteriori delucidazioni erronee e accrescere ulteriormente la sua ansia.
In ogni caso quei pensieri foschi non intaccarono l'entusiasmo che  mise sempre nelle sue esplorazioni, e anche Chimchar e Piplup non furono da meno. Una mattina, però, si verificò un evento tremendo, che per fortuna non ebbe niente a che fare con Ingranaggi e affini: si erano appena radunati per il saluto mattutino, quando la voce di Diglett risuonò allarmata:
<< Pokémon in arrivo, Pokémon in arrivo! >>
<< A chi corrisponde la forma della zampa? >> urlò Loudred.
<< E' la zampa di Kangaskhan  >> Kangaskhan ?! Gli apprendisti si guardarono l'un l'altro confusi: quale poteva essere il motivo per cui la proprietaria del Deposito si spingesse fin su da loro? La risposta non tardò ad arrivare: la Pokémon Genitore era in lacrime, e singhiozzava senza ritegno.
<< Vi prego, aiutatemi... hanno rapito il mio piccolino! >>. Tutta la Gilda le si fece subito appresso, e Wigglytuff le diede un fazzoletto .
<< Spiegaci con calma cos'è successo, per favore >> disse gentilmente. La Kangaskhan tirò su con il naso.
<< Sono certa che è accaduto stanotte, ma me ne sono accorta solo stamattina. Vedete, noi abitiamo dietro al Deposito, in una stanzetta sul retro, così non devo fare troppa strada ogni giorno per andare al lavoro, e ho anche il tempo per badare al mio piccolo.
Non ho sentito nessun rumore, ma ho avvertito freddo >>.
<< Freddo? Ma da queste parte la temperatura resta mite anche di notte! >> esclamò Chimchar.
<< Lo so, ma non ci ho dato molta importanza, e ho stretto a me il mio cucciolo per scaldarlo. Ma al mio risveglio lui non c'era più... me l'hanno  portato via e io non me ne sono accorta... il mio bambino.... >> e ricominciò a singhiozzare. Chimecho cercò di calmarla con il suono della sua campana.
<< Mi dispiace, io.... >>
<< Stai tranquilla, possiamo immaginare come ti senta >> disse cordialmente Wigglytuff, dandole delle gentili pacche sulla spalla. La Pokémon annuì.
<< Ho trovato questo per terra, dopo ... >> e mostrò un foglio di carta. Chatot lo prese e lesse ad alta voce:
<< " Se vuoi riavere tuo figlio vieni alla Riva Paludosa e porta con te 3000p. Fallo e potrai riabbracciarlo . Firmato, T.C." >>. I Pokémon guardarono con rabbia la lettera.
<< Mascalzoni! Osare rapire un cucciolo e chiedere pure un riscatto !! >> esclamò Chimecho.
<< Non saranno mica stati quelli del Team Ventagliente?! >> esclamò Chimchar.
<< No, non è nel loro stile. E comunque l'ultima lettera è una C, non una V, quindi dubito che possano essere loro >> disse Sunflora agitando le foglie.
<< Riva Paludosa... non è molto lontana da qui, ma è una paluda infida e pericolosa, ed è piena di tantissimi Pokémon Veleno >> valutò Wigglytuff accarezzandosi il mento con aria pensosa. Leah era fuori di sé dalla rabbia: già rapire un cucciolo era ciò che di più infame esistesse sulla faccia della Terra, ma quelli di Kangaskhan non potevano stare troppo a lungo senza le cure della loro mamma, quel piccolo aveva le ore contate!
<< Non so cosa fare ! >> disse la Pokémon mortificata. << Il mio bambino è tutto per me, ma non posseggo una simile somma di denaro... sono venuta a chiedere il vostro aiuto, ma ora forse mi rendo conto che non avrei dovuto coinvolgervi... >>
<< Ehi ehi, non dirlo neanche per scherzo ! >> scattò Corphish. 
<< GIUSTO! Siamo esploratori, accogliere le richieste d'aiuto degli altri è il NOSTRO LAVORO. Che ci stiamo a fare qui, SENNO'? >> disse Loudred battendo i piedi. 
<< Tranquilla, ci faremo venire in mente qualcosa >> la rassicurò il Capitano. Kangaskhan li guardò commossa.
<< Propongo di andare subito a Riva Paludosa e dare una lezione a quei farabutti! >> disse Loudred.
<< Ehi ehi, non essere precipitoso. Potrebbero decidere di fare del male al piccolo se agiamo così ! >> ribadì Corphish.
<< Tanto lo farebbero in ogni caso, no? >>
<< LOUDRED!! Ti ha dato di volta il cervello?!? >> esclamò Sunflora indignata. Loudred si accorse della gaffe e arrossì.
<< Chiedo scusa... >>. La Pokémon Sole scosse la testa esasperata.
<< Parli sempre troppo e non ragioni mai! Non possiamo andare così allo sbaraglio senza un piano decente! Shock! >> disse severa.
<< Ehm... >>. La vocina timida di Bidoof interruppe il battibecco tra i due Pokémon, e tutti si voltarono verso di lui. 
<< Io... ecco ... >>
<< Che c'è, Bidoof? >> disse Sunflora. 
<< Io...  forse ho una soluzione migliore... >>
<< E CIOE'?? >> esclamò furibondo Loudred. Bidoof si ritrasse intimidito. 
<< E-Ecco... s-se non oso troppo.... forse questi potranno essere utili >>. Arrossì e raspò il terreno con la zampa, poi si fece timidamente avanti e posò un sacchetto pieno di monete.
<< Io... ho questi soldi da quando ho lasciato casa mia. E' un regalo da parte di mia madre: li porto sempre con me, sono 7000p >>. Tutti gli apprendisti lo guardarono a bocca aperta.
<< Set... wow, Bidoof! E  non ce ne hai mai parlato? >> esclamò Chimchar. Bidoof cambiò espressione e fece scudo ai suoi soldi, coccolandoli come fossero un neonato.
<< Hanno cercato di rubarmeli, una volta. Non è stata mancanza di fiducia nei vostri confronti se non ve l'ho detto, ragazzi, però io... >>
<< Alt, non ti devi giustificare con nessuno . Credimi, io ti capisco benissimo >> disse Chimchar. Il Pokémon Topaffuto sospirò di sollievo.
<< Comunque... >> riprese. << Puoi prenderli e... pagare il riscatto per tuo figlio, oihbò >> e li spinse verso Kangaskhan.
<< Ma stellina, sono i tuoi risparmi, te li ha dati tua madre! >> protestò lei. Bidoof scosse la testa.
<< Qui c'è in gioco qualcosa di più importante. Se può essere d'aiuto al piccolo, bè... allora li sacrifico volentieri >>.  La Pokémon lo guardò commossa e anche Leah sorrise. Bidoof sarà stato pure imbranato nelle missioni, ma non si poteva negare che non avesse un cuore d'oro e un animo generoso.
Tuttavia  lei non aveva alcuna intenzione di lasciare che dei furfanti la facessero franca in quel modo.
<< Veniamo anche noi con lei >> disse facendosi avanti.
<< Leah, non.... >> la riprese Chatot, ma Chimchar e Piplup lo incenerirono con gli occhi.
<< Avrà bisogno di protezione se quei ladri decidessero di ricorrere alla maniere forti. Tranquilla: faremo in modo che non si accorgano della nostra presenza >> continuò la ragazza con sicurezza. Mamma Kangaskhan guardò sorpresa quella giovane Espeon.
<< Ma... sei sicura? Io non so nemmeno cosa mi aspetta laggiù... >>
<< Non ti preoccupare >> intervenne Chimchar. << Leah ha già un piano >>.
<< Davvero?! >>
<< Certo, o non avrebbe parlato così >> disse Piplup. Leah guardò i compagni con rassegnazione.
<< Grazie della fiducia, ragazzi, ma non siate troppo precipitosi >>
<< Ok, ce ne stiamo buoni, promesso >> disse Chimchar arretrando. La ragazza sorrise, poi tornò seria.
<< Comunque è vero, ho già una strategia in mente. Ma non è niente di complicato: verremo con lei e la seguiremo dall'alto. Nel momento in cui quei furfanti usciranno allo scoperto, noi li cattureremo e salveremo suo figlio >>. La Pokémon guardò la ragazza con gli occhi lucidi.
<< Ma... come farete a seguirmi senza farvi scoprire? >>. Per tutta risposta, gli occhi di Leah si illuminarono, e lei volteggiò nell'aria con la grazia di una farfalla. Kangaskhan la osservò a bocca aperta.
<< Sono in grado di far levitare me ed i miei compagni e al tempo stesso di tenere d'occhio la situazione. Ma per quello spero di contare anche su loro aiuto >> disse guardandoli.
<< Ai suoi ordini, milady ! >> scattarono sull'attenti i due. Leah sospirò, poi si rivolse a Wigglytuff.
<< Ci permette di intraprendere questa missione? >>
<< Certamente >> concesse lui. << La tua idea è semplice ma efficacie. Mi raccomando solo che facciate attenzione >>
<< Ma certo, può contarci >> disse Leah atterrando delicatamente. 
<< Molto bene, allora: andiamo a salvare tuo figlio ! >> disse Chimchar.
<< Grazie...grazie mille... >> disse la Pokémon Genitore, piangendo. Leah le asciugò le lacrime.
<< Ci ringrazierà quando riavrà il piccolo tra le braccia >>. Lei annuì.
<< Ehm... ragazzi... >> intervenne Bidoof.
<< Sì? >>
<< Vuoi venire con noi? >> azzardò Chimchar. Il castoro scosse la testa.
<< Volevo solo dirvi... buona fortuna >>. Leah sorrise  e accarezzò il Pokémon ( che divenne incandescente).
<< Bidoof,  sei stato molto coraggioso col tuo gesto.  Ti prometto che ti restituiremo tutti i  soldi >> disse decisa. Il piccolo roditore inghiottì forte, e gettò un ultimo sguardo a quel sacchetto di stoffa tra le mani di Kangaskhan con ansietà. Leah gli diede una pacca rassicurante sulla spalla: era come per lei con il suo ciondolo, o come Chimchar con il suo amuleto . Quei soldi erano qualcosa di veramente importante per Bidoof, e lei avrebbe fatto in modo di restituirglieli tutti, fino all'ultimo centesimo.
<< V...va bene. Oihbò, fate attenzione >>.
<< Naturalmente. Ragazzi! >> comandò Leah.
<< Pronti!! >> dissero gli altri due, e tutti insieme si precipitarono fuori.
<< Siate prudenti! >> gli urlarono gli altri apprendisti. La ragazza sorrise in risposta prima di sparire su per la scala.
<< Come se ne avessero bisogno... >> borbottò Loudred.
<< Ehi ehi, si può sapere che cos'hai? >> disse Corphish.
<< E' frustrato perché, da quando è arrivata Leah, la squadra di Chimchar è diventata la più rinomata della Gilda, e lui è geloso perché riceve molte più attenzioni di tutti , qua dentro >> disse allegramente Chimecho.
<< Geloso io?!? E di cosa? Di quella ragazzina che si crede chissà chi?! >> esclamò il Pokémon Vocione.
<< Loudred, per tua informazione sei il solo a vederla sotto quella luce. Leah non si crede nessuno, e se avessi messo da parte l'astio nei suoi confronti e avessi guardato meglio, avresti visto che non le interessa essere al centro dell'attenzione, che è una ragazza umile e gentile e che le sta' a cuore come nessun altro aiutare i Pokémon bisognosi >> ribatté Sunflora pacata. Loudred emise un sonoro sbuffo.
<< Sono d'accordo con lei >> intervenne Wigglytuff. << Leah si è dimostrata una dei migliori apprendisti  che abbia mai attraversato queste stanze, e il suo talento è veramente degno di nota. Direi proprio che non c'è alcun motivo per avercela con lei >>. Gli altri Pokémon approvarono all'unanimità le sue parole. Loudred borbottò qualcosa e andò a lavorare. Anche gli altri apprendisti seguirono il suo esempio. Chatot invece andò dietro il Capitano.
<< Signore... >>
<< Sì? >>
<< Condivido pienamente la sua opinione, però... >>
<< Parla >>.
<< Insomma, Leah non può prendere ogni volta iniziative per conto proprio, lo sa. Sarebbe il caso di parlarle... >>
<< E perché? Sta facendo un ottimo lavoro, è disponibile verso tutti e ha tanta voglia di imparare >>.
<< Ma, signore... >>
<< Chatot >> lo interruppe il Pokémon guardandolo seriamente. << In tutta la mia carriera di esploratore non ho mai visto nessuno impegnarsi così tanto di aiutare gli altri come ho visto fare Leah. E' una ragazza generosa e altruista, e non possiamo rimproverarla per questo >>.
<< Lo so, ma... non vorrei che raggiungesse certi limiti .... >>
<< Del tipo? >>
<< Contestare la sua autorità, per esempio >>. Wigglytuff ridacchiò.
<< Ce ne preoccuperemo quando e se arriverà il momento. Per ora voglio solo vedere quella ragazza compiere felicemente il suo dovere, e maturare sempre più come Leader della propria squadra >> e si congedò. Chatot guardò soprappensiero le scale, poi sbuffò e lo seguì.


<< Bleah, questa puzza è tremenda ! >> si lamentò per l'ennesima volta Chimchar, turandosi il naso. Leah non lo considerò nemmeno, e continuò a tenere d'occhio mamma Kangaskhan.
Erano ad un'altezza considerevole, ma l'odore nauseabondo di quel posto gli arrivava netto e denso come se stessero camminando sulla strada. Lamentarsene di continuo, però, era inutile, e aveva già richiamato Chimchar più volte per dirgli di smetterla, ma era stato come parlare al muro.
Lei, che aveva un olfatto abbastanza sviluppato, riusciva a sopportare senza problemi, e non capiva proprio perché lui, al contrario, si stesse comportando peggio di un bambino capriccioso. Per fortuna Piplup parlò in sua vece:
<< Lo sappiamo anche noi che l'aria è irrespirabile, ma farcelo notare ogni cinque minuti non la renderà migliore >>.
<< Non è solo la puzza >> si lamentò Chimchar. << Questi miasmi puzzolenti mi bruciano gli occhi! >>
<< Dovevamo portarti una maschera anti-gas... >> borbottò la ragazza.
<< Una... cosa? >>
<< Niente, lascia stare. Piuttosto, fai uno sforzo e aiutami  a tenere d'occhio la situazione >> . Il Pokémon  obbedì, mordendosi la lingua per non dover commentare più.
Al di là di tutto, in parte Leah dovette dargli ragione: erano in una palude, era vero, ma un' aria così soffocante e opprimente la si sarebbe potuta trovare solo in una discarica di rifiuti tossici. Non c'era da sorprendersi se quello fosse l'ambiente ideale per i Pokémon Veleno, c'era quasi il rischio di venire avvelenati semplicemente respirando.
Cercò di non perdere di vista neanche per un secondo la Pokémon Genitore, guidandola come meglio poteva in mezzo a quel pantano, ma non era per niente facile, e più di una volta aveva già dovuto tirarla fuori dalla melma.
Forse avrebbero potuto chiedere a Croagunk di venire con loro, ma una delle tante cose che aveva imparato stando alla Gilda era che sarebbe stato certamente più facile trovare Mew nascosto in camera loro che convincere quell'amorfo
di un Pokémon Inveieleno a separarsi dal suo pentolone.
Cosa ci facesse, non era ancora riuscita a scoprirlo, ma non era poi così interessata ad approfondire la questione, e in ogni caso era l'ultimo dei suoi pensieri. La nebbia stava diventando così fitta che anche lei cominciava ad avere dei problemi a vedere, e dovette affidarsi alla sua percezione psichica per non perdere Kangaskhan.
La tentazione di usare i propri poteri per provare a disperdere quella foschia era forte, ma non poteva cedergli: ne stava già consumando per volare, non poteva sprecarla tutta prima di aver trovato i rapinatori.
Avrebbe preferito di gran lunga evitare scontri, ma nessuno le garantiva che de i furfanti avrebbero mantenuto la parola. Più si addentravano in quella palude, comunque, più cresceva la sua ansia: non sapevano dove
si sarebbero incontrati, non sapevano nemmeno come si sarebbero incontrati, e se il piccolo stesse bene. Il pensiero che potesse sentirsi male stando troppo in quel posto la faceva infuriare, e se lei si sentiva così poteva solo immaginare come dovesse sentirsi Kangaskhan.
Prima quella storia finiva e meglio sarebbe stato per tutti, sotto ogni punto di vista. La Pokémon Genitore si arrestò di colpo,e Leah guardò in avanti allarmata, ma tirò un sospiro di sollievo: erano arrivati davanti ad un vicolo cieco, ma non c'era nessuno ad attenderli.
Non potevano più proseguire, ma era quasi impossibile guardarsi intorno per cercare altre strade: lì la nebbia pestilenziale era più densa che mai, per via anche delle numerose pozze fangose sparse lì attorno, e si faticava tantissimo a respirare. Chimchar e Piplup iniziarono a tossire e si stropicciarono gli occhi.
Anche Leah sentiva i propri andare in fiamme, ma non voleva distrarsi. Kangaskhan avanzò con cautela fino al centro di quella cerchia di pozze, guardandosi nervosamente intorno e stringendo il sacchetto coi soldi di Bidoof.
<< E-Eccomi... sono venuta. V-Vi ho portato i soldi. Ora, per favore, ridatemi il mio bambino >> disse ad alta voce. Seguì il silenzio più assoluto. Leah iniziò presto a innervosirsi, ma finalmente qualcuno parlò:
<< Come pensavo non ti saresti rifiutata di venire fin qui >> e tre forme emersero dalla nebbia.
<< E-Ehi, è una mi impressione o fa improvvisamente più freddo? >> balbettò Chimchar stringendosi le braccia al corpo. Non fu solo la sua impressione: l'aria divenne improvvisamente più gelida, e un sottile strato di brina si formò ovunque. La nebbia si attenuò, e i tre Pokémon vennero allo scoperto. Kangaskhan arretrò spaventata: erano un Gligar e un Bagon, capeggiati da uno Snover. Fu quest'ultimo Pokémon a catturare l'attenzione di Leah.
“Ma certo, ecco perché fa così freddo! “ 
“Puoi illuminarci?" disse Piplup battendo i denti.
“ E' l'abilità speciale di Snover “.
 “Qual' è? Quello bianco?” chiese Chimchar.
 “ Esatto: la sua abilità è Scendineve, fa grandinare ovunque intorno a sé“.
 “Ma ora non sta grandinando” osservò Chimchar, ma proprio in quel  momento un chicco di ghiaccio lo colpì sul naso.
 “Parli sempre troppo presto!” esclamò Piplup mettendosi le pinne sopra la testa per proteggersi dalla grandinata che seguì subito dopo.
“Dobbiamo cercare un riparo!” esclamò Chimchar agitando le braccia.
“Non ce ne sono, e smettila di agitarti così o ci farai scoprire!” lo rimproverò Leah. Il Pokémon Fuoco si immobilizzò seduta stante e si abbracciò le ginocchia mogio mogio.
Non era ancora abituato agli sbalzi d'umore della ragazza: finché erano a casa era dolce e gentile, ma quando andavano in missione talvolta arrivava ad essere così autoritaria che le faceva paura, specialmente in missioni come quella: quando c'era di mezzo la salvezza di un Pokémon diventava piuttosto irritabile, e non si fermava davanti a niente finché non riusciva a salvarlo.
Leah ignorò il compagno e si concentrò sulla scena sotto di loro, ignorando volutamente anche i chicchi di grandine che cadevano incessanti.
<< Siete stati voi a rapire il mio cucciolo! >> disse Kangaskhan trattenendo a stento la propria rabbia.
<< Naturalmente. E con questo? >> disse Snover con sufficienza, come se fosse una cosa ovvia rapire un cucciolo per fare soldi.
<< Sta bene? >>
<< Ogni cosa a suo tempo: hai portato i soldi? >>. Kangaskhan allungò il sacchetto.
<< Ditemi cos'avete fatto al mio bambino! >> mormorò a denti stretti.
<< Prima tira fuori i soldi >> disse Snover allungando il braccio. Kangaskhan ritrasse il proprio.
<< Prima fatemi vedere mio figlio! >> esclamò furiosa. Il Pokémon Ghiaccio sospirò e fece un cenno a Gligar. Questo avanzò e aprì le ali, rivelando il piccolo Kangaskhan, legato e imbavagliato, che appena vide la mamma cominciò ad agitarsi.
<< Tesoro mio ! >> esclamò lei cercando di raggiungerlo, ma Bagon ringhiò minaccioso e le sbarrò la strada.
<< Abbiamo assecondato la tua richiesta, ora tu rispetta la nostra >> disse Snover. La Kangaskhan guardò prima quei briganti e poi il proprio cucciolo, ed esitando allungò di nuovo il sacchetto.
<< Posali a terra e allontanati >> ordinò Snover. Lei esitò ma poi fece come le era stato detto. Il Pokémon Albergelo prese il sacchetto e contò i soldi con fare annoiato, poi sospirò.
<< Molto bene. Gligar, lascialo andare >>. Il Pokémon Aliscorpio ruppe le corde con le tenaglie, e il cucciolo si precipitò dalla mamma, che lo abbracciò forte e lo riempì di baci e carezze.
<< Tesoro mio... amore della mia vita sono qui, la mamma è qui... >> continuò a ripetere piangendo dalla gioia. Il piccolo pianse a sua volta, strusciandosi contro il muso della genitrice e leccandola. Leah e i suoi compagni osservarono la scena commossi, ma la felicità del momento fu interrotta bruscamente da Snover.
<< Fossi in voi avrei ben poco da festeggiare >>. Kangaskhan alzò la testa e si accorse che erano stati completamente circondati da un branco di Grimer e Muk puzzolenti apparsi dal nulla. 
<< Che significa questo?! >>
<< Bé, avevamo detto che ti avremmo restituito il tuo cucciolo se ci avessi pagato, non che ti avremmo lasciato andare così facilmente >> replicò Snover. Gli altri due sogghignarono.
<< Abbiamo chiesto a questi Pokémon Melma di tenerti occupata. Capiscimi, non vogliamo certo correre il rischio che tu vada subito a chiamare aiuto.... e comunque dovevamo pure escogitare una maniera per poter scappare velocemente, no? >> continuò il Pokémon Ghiaccio con noncuranza. Kangaskhan guardò a destra e sinistra, stringendo forte il piccolino.
<< Andiamo ragazzi >> disse Snover agli altri due, e come se niente fosse iniziarono tranquillamente ad avviarsi per il sentiero che li avrebbe condotti fuori da lì, ma una gigantesca fiammata gli sbarrò il cammino e li mancò per un soffio.
<< Dove pensate di andare, codardi?! >> tuonò una voce furiosa. I tre si guardarono intorno spaventati.
<< Chi sei? Fatti vedere! >>. Bagon digrignò i denti, Gligar fece scattare le tenaglie e Snover mosse freneticamente la testa. Leah e compagni gli piombarono davanti all'improvviso, e per lo spavento i tre finirono a terra.
<< E voi chi cavolo sareste?! >> sbottò Bagon. Gligar sgranò gli occhi e li guardò stupefatto.
<< Aspettate un momento: un Espeon, un Piplup e un Chimchar... non è che per caso... ma certo! Sono il Team Poképals ! >>
<< Al vostro servizio >> disse Chimchar accennando un inchino.
<< Veramente? >> disse il Pokémon Drago ingenuamente.
<< Ovviamente no, è solo un modo di dire, non ci metteremo mai al servizio di furfanti >> sbottò Piplup.
<< Ma a quello di Pokémon come lei sì>> disse Leah indicando Kangaskhan.
<< Ragazzi... >> disse lei con voce rotta dall'emozione.
<< E' tutto a posto: lei vada via, qui ci pensiamo noi >>  la tranquillizzò la ragazza. La Pokémon guardò con apprensione i tre briganti e poi i giovani esploratori, e scappò via. Subito un Muk gigantesco fece per saltarle addosso, ma andò a sbattere contro una barriera d'energia, che intimorì i suoi compagni, i quali si astennero dal seguire il suo esempio, e così Kangaskhan poté fuggire senza problemi.
<< Molto bene >> osservò compiaciuta Leah. << E ora... torniamo a noi >>. Piplup e Chimchar si disposero ai suoi fianchi in posa da combattimento.
<< Tanto per cominciare... voi chi sareste? >> disse la ragazza. Bagon e Gligar si guardarono atterriti.
<< N-Noi siamo il Team Canaglia. Siamo una banda di furfanti >>.
<< Non l'avevamo capito questo.... >> borbottò Piplup sarcastico. Snover non si era ancora mosso di un millimetro da quando erano arrivati i tre ragazzi. Fissava Leah tremando come una foglia, e anche gli altri due ben presto si ridussero allo stesso modo.
Avevano sentito parlare tanto di quel Team, specialmente del loro Leader, Leah, l'Espeon dagli occhi cristallini, dalla potenza incredibile e dalla vasta conoscenza dei Pokémon. Non si contavano già più i furfanti che avevano consegnato alla giustizia.
<< D-Da dove spuntate? Non vi abbiamo visto arrivare >> balbettò il piccolo alberello a mezza voce.
<< Per forza >> sospirò Leah. << Eravamo lassù da un pezzo, stavamo seguendo Kangaskhan dall' alto >>. I tre alzarono lo sguardo e poi guardarono la fanciulla come se fosse pazza.
<< Abbiamo deciso di venire con lei perché non eravamo certi che avreste giocato pulito, e infatti così è stato ! >> esclamò la ragazza ora furiosa. I Pokéon Melma erano rimasti al limitare della strada ad osservare, ma il loro tanfo era così nauseabondo che Chimchar cominciò ad avere la nausea.
<< Urgh, mi sta venendo su la colazione... >> mugolò tenendosi la pancia. Piplup non si sentiva molto meglio, ma cercò di resistere; Leah fu l'unica a restare padrona di sé.
<< Ora ve la dovrete vedere con noi ! >> e si mise in posizione. Snover occhieggiò i propri compagni e poi si rivolse ai ragazzini, fingendosi spavaldo.
<<  Non siate così presuntuosi, noi non siamo dei pivelli, sapete? E anche se riusciste a sconfiggerci, come pensate di poter far fronte a questi Pokémon Veleno? Già basta il loro odore a darvi il voltastomaco ! >> Odio ammetterlo ma è vero, anch'io sto iniziando a non poterne più  pensò Leah guardandosi intorno. Prima di queste canaglie dobbiamo sbarazzarci di quei Grimer e Muk, senza però affrontarli uno ad uno... se  combattessimo perderemo solo tempo, e questi tre ne approfitterebbero per scappare via coi soldi. Forza Leah, ragiona! Forse avrebbe potuto  teletrasportarli in un altro luogo, ma sarebbe sembrato troppo strano.
Che rabbia le veniva ogni volta che ci pensava: amava trasformarsi in un Pokémon, ma odiava dover limitare le sue capacità per non destare sospetti. Forse sarebbe bastato spaventare quei Pokémon, ma come? Pensò e ripensò , ma non le venne in mente niente. E di nuovo brontolò sulle limitazioni che aveva come Espeon: se non fosse stato per quello si sarebbe subito trasformata in un qualcosa di grande e spaventoso e li avrebbe messi in fuga.
Sì, ma al mondo esistevano solo due Pokémon in grado di fare una cosa del genere, ed entrambi erano piuttosto rari. Di Ditto non ne aveva mai visti in vita sua , ma ne aveva sentito molto parlare, e forse la prossima volta avrebbe fatto meglio a trasformarsi in lui, invece che in Espeon; quanto a Mew, bé... anche volendo, fingere di essere lui non era esattamente il modo migliore per passare inosservata, e in ogni caso non si sarebbe mai permessa di infangare così la sua reputazione.
Doveva trovare un'altra alternativa. Le cadde inavvertitamente lo sguardo su Chimchar e le venne un'illuminazione: forse non poteva diventare un Pokémon nuovo, ma avrebbe potuto sempre simularne uno.
“Chimchar, come ti senti? “ gli comunicò mentalmente.
“Come se le mie budella stessero per esplodere da un momento all'altro “ borbottò lo scimmiotto.
“Mi serve il tuo aiuto “. Chimchar dimenticò all'istante i suoi problemi e si mise sull'attenti.
“Comandi, mia signora”.
“ Usa Lanciafiamme verso il cielo” ordinò semplicemente la ragazza. Chimchar non fece domande: gonfiò le guance e sparò il suo getto infuocato. Leah si concentrò e i suoi occhi si illuminarono: sotto gli sguardi sbalorditi dei presenti, la fiammata prese forma e divenne come una gigantesca fenice infuocata, che sbatté le ali vigorosamente.
Nessuno del Team Canaglia fece in tempo a chiedersi niente, perché quel gigantesco uccello di fuoco planò sui Pokémon Veleno, e questi, terrorizzati, scapparono immediatamente, rifugiandosi nei bassifondi della palude.
In un baleno rimasero solo i tre furfanti e i tre ragazzi. Leah fece volare in cerchio la fenice e la mandò a posarsi delicatamente sul terreno, come in attesa di ordini. Il Team Canaglia guardò sbalordito quel colosso di fiamme, ma iniziarono a sudare freddo quando incrociarono lo sguardo di Leah.
<< Ora siete rimasti soli, mi sembra >> disse tranquillamente la ragazza. Piplup alzò i pugni e Chimchar si schioccò le nocche delle mani. I tre manigoldi si sentirono con le spalle al muro.
<< C-Capo, cosa facciamo? ! >> esclamò Gligar.
<< Q-Quello che dicono di quella ragazza è vero, allora >> balbettò Bagon.
<< Non credete a tutte le dicerie o alla loro reputazione. Sono solo parole, non dobbiamo spaventarci per così poco. Forza, possiamo batterli! >> disse con energia Snover.
<< Sì! >> urlarono gli altri due, e si prepararono allo scontro.
<< Ok, gente, mettiamocela tutta ! >> esclamò Leah alla sua squadra, e la battaglia cominciò.


Dieci minuti dopo, il Team Canaglia era steso a terra, pieno di lividi e ferite.
<< Che forza... >> mormorò Bagon.
<< Non sono normali.... >> gemette Gligar.
<< Siamo solo ragazzi che si allenano costantemente ogni giorno >> disse Leah sorridendo divertita. I tre furfanti la guardarono storto e svennero. La ragazza ridacchiò e disperse finalmente la fenice infuocata che era riuscita a manovrare per tutta la battaglia, e questa volò su nel cielo e si frammentò in migliaia di scintille luminose.
<< Siamo grandi, un'altra vittoria per la nostra squadra! >> esultò Chimchar.
<< Aspetta, c'è ancora un 'ultima cosa da fare >> lo ammonì la giovane.
<< E cioè? >> chiese Piplup. Leah allungò la coda e prese il sacchetto coi soldi di Bidoof dalle mani di Snover, controllando che ci fossero tutti.
<< Ecco, ora sì che possiamo festeggiare >> disse dondolandolo. Piplup e Chimchar risero e le batterono il cinque.


<< Ancora una volta avete portato a termine la vostra missione con successo, siamo davvero orgogliosi di voi, Team Poképals >> annunciò più tardi Wigglytuff. I tre ragazzi sorrisero imbarazzati. Tutti gli apprendisti applaudirono e li acclamarono, ma nessuno più di Kangaskhan, che li abbracciò così forte che temettero di soffocare.
<< Non potrò ringraziarvi mai abbastanza >> mormorò tra le lacrime. << Cosa... cosa posso fare per voi? Come posso ripagarvi? >>. Leah sorrise e accarezzò la testolina del piccolo, che spuntava dal marsupio della mamma.
<< Non perdendo più di vista suo figlio >> disse con dolcezza. La Pokémon Genitore annuì, e il cucciolo, a sorpresa, saltò fuori e diede un bacio sulla punta del naso a Leah. Lei rimase interdetta ma poi ridacchiò e lo accarezzò. Chimchar e Piplup incrociarono le braccia imbronciati.
<< Volete un bacio anche voi per caso? >> li prese in giro Leah, e loro si agitarono subito.
<< No, che dici! >> esclamò Chimchar arrossendo. Piplup negò più volte con la testa, ma anche lui divenne rosso.
Tutti i Pokémon scoppiarono a ridere, e loro si imbarazzarono ancora di più.
<< A proposito... Bidoof>> disse Leah voltandosi verso il castorino. Lui si rizzò subito.
<< S-Sì? >>
<< Tieni, questi ti appartengono >> e gli lanciò il sacchetto. Bidoof lo afferrò al volo e contò immediatamente tutti i soldi, mentre grosse lacrime di gioia cominciarono a imperniare anche il suo volto.
<< Grazie... siete veramente i migliori ! >> esclamò commosso. Leah ridacchiò.
<< Non dire stupidaggini: te lo avevamo promesso, no? >>  e gli fece  l'occhiolino. Bidoof guardò la fanciulla con gli occhi che brillavano. Kangaskhan sorrise e fece un cenno al figlio, e lui trotterellò verso Bidoof e gli strofino il musetto sulla guancia. Lui arrossì violentemente.
<< Oihbò, perché...? >>
<< Sei stato molto coraggioso a scegliere di rinunciare a ciò che avevi di prezioso per aiutare il mio bambino, Bidoof, e non lo dimenticherò mai >> disse mamma Kangaskhan sorridendo. Bidoof borbottò qualcosa e si nascose dietro a Leah. 
<< Bè, a questo punto.... >> disse Chatot. << C'è ancora tempo per voi del Team Poképlas per  affrontare una nuova missione, che ne dite? >>
<< EEHHHHH?! >> esclamarono tutti gli apprendisti.
<< ANCORA?! Ma sono appena tornati! >>
<<  Sei un autentico schiavista ! >> . Il Team Poképals, invece, stette zitto, ma dopo un'occhiata eloquente coi compagni, Leah si fece avanti.
<< Capitano, invece di andare nuovamente in missione vorrei chiedere il permesso di andare ad allenarci >>.
<< COSA?! >> sbraitò Loudred.
<< Ehi ehi, ma non siete stanchi? >> esclamò Corphish. Leah li ignorò.
<< Va bene, andate pure, ma tornate prima di cena >> concesse Wigglytuff.
<< Senz'altro ! >> urlarono i tre ragazzi già sulle scale. Gli altri Pokémon sospirarono dallo sconforto.
<< Ma quanta energia hanno quei tre? >> sospirò sconsolato Loudred.
<< Perché invece non prendete esempio da loro? Forza, al lavoro! >> intimò Chatot. Gli apprendisti se ne andarono, qualcuno sbuffando, qualcun'altro invece ridendo sotto i baffi. Kangaskhan ringraziò un ultima volta il Capitano e gli fece i complimenti.
<< Non è merito mio se quei tre sono così straordinari, è Leah colei che lo ha reso possibile >> disse divertito. Kangaskhan sorrise e tornò a casa.


Allenarsi nella foresta a quell'ora era piacevole quasi quanto svegliarsi dolcemente dopo aver fatto un sogno bellissimo. Lo facevano ogni volta che tornavano in tempo da una missione, e nessuno di loro avrebbe rinunciato a quei momenti per niente al mondo: potevano stare da soli e allenarsi in santa pace, e nel frattempo parlare senza timore di essere disturbati.
<< Forza ragazzi, un po' di brio >> li spronò Leah. Piplup e Chimchar si rialzarono e ripartirono alla carica, ma lei li bloccò di nuovo e li fece ruzzolare un'altra volta.
<< Ok, prossima sessione: Chimchar, fatti avanti >>. Il piccolo scimmiotto balzò su e preparò i pugni. La ragazza gli presentò i palmi delle zampe e lui cominciò a colpirglieli, sempre più velocemente, con calci e pugni.
<< Bravo, stai migliorando a vista d'occhio >> si complimentò lei. Chimchar arrossì e raddoppiò i propri sforzi.
<< Senti, Leah >> disse un esausto Piplup mettendosi a sedere. << Capisco che è importante avere una buona resistenza fisica, ma non dovremmo allenarci un po' di più anche con le nostre mosse? >>
<< Quello l'avete già fatto oggi in missione, ed è stato sufficiente >> rispose in modo evasivo la ragazza.
<< Sì, ma... >>
<< Piplup >> lo interruppe lei. << Lo so che i punti di forza di un Pokémon sono le sue mosse.... ma non dovrete mai fare continuo affidamento su di esse >>.
<< E perché no? >> chiese Chimchar. Leah gli bloccò la caviglia e con un unico movimento fluido lo fece volare alle proprie spalle.
<< Perché i poteri non sono tutto nella vita, e un giorno potreste trovarvi ad affrontare u avversario che potrebbe sigillarveli, e allora come penserete di combattere? >>. Chimchar si districò dal cespuglio su cui era atterrato.
<< E poi, fidatevi di me: ora può sembrarvi inutile, ma vi assicuro che anche così le vostre mosse diventeranno più forti >> continuò la ragazza.
<< Dalle retta, Piplup >> disse il Pokémon Fuoco cercando di prendere fiato. 
<< Proprio tu me lo dici, signor Impetuoso? >> replicò Piplup.
<< Dai, non fare l'antipatico. Lo hai visto anche tu, da quando ci alleniamo con lei siamo diventati più forti, quindi di che ti lamenti? >> e l'aiutò ad alzarsi. Piplup borbottò qualcos'altro che Leah non sentì.
Li guardò con dolcezza e sorrise, ma improvvisamente l'assalì dalla malinconia: stava bene con quei due, gli voleva bene, e lì a Borgo Tesoro si sentiva a casa come mai si era sentita in vita sua.
Le piaceva andare in missione, chiaccherare con i Pokémon di Borgo Tesoro, mangiare , ridere e scherzare con gli apprendisti della Gilda, prendere in giro Chimchar, cercare di confortare Piplup, le piaceva vivere alla Gilda.
Non avrebbe voluto rinunciarci, davvero avrebbe voluto che quello restasse il suo posto per sempre. Si sa, però: il “ per sempre “ non esiste mai veramente per nessuno, specialmente per lei, che aveva visto infrangersi parecchi suoi “ per sempre” senza poter far nulla per evitarlo. Questa volta però sarebbe stato diverso: sarebbe sicuramente
doloroso, come sempre, ma sarebbe stato voluto.
Si sarebbe preparata psicologicamente ogni giorno , e quando sarebbe stato il momento avrebbe dato loro il suo addio e sarebbe andata via, senza prolungarsi troppo. Sapeva che ciò avrebbe segnato in modo indelebile Piplup e Chimchar, ma non aveva scelta: era il suo destino, e che lo volesse o no non poteva opporsi più di tanto.
<< Ehi Leah, tutto bene? >> la richiamò Chimchar.
<< Eh? Oh, scusate... stavo pensando... >>
<< Forza, ricominciamo! >> la esortò lo scimpanzé, saltellando sul posto e invitandola a farsi sotto. Leah sorrise: era inutile preoccuparsi troppo del “ dopo”; fintanto che sarebbe rimasta lì avrebbe assaporato attentamente il presente, così non avrebbe avuto alcun rimpianto. Agitò la coda e ripartì alla carica.



*Angolo dell'autrice*

E riecco il Team Poképlas alla carica, i difensori della giustizia sempre pronti ad aiutare i deboli e i bisognosi, a cui nessun criminale può sfuggire! Ahaha... salve a tutti, comunque. Sono stata assente per un po', ma ho avuto gli esami e una vacanza ( anche se non la chiamerei così ) tremenda, e non mi è venuta molta ispirazione e voglia di scrivere.
Ma adesso sono tornata, e  continuerò a raccontare la storia della mia esploratrice durante la sua permanenza in questo favoloso mondo di Pokémon. Recensite, per favore ! Cioè, se vi va bene, sennò... è uguale.
Accetto tutto: critiche, diffamazioni, denunce ( ok, quelle magari no) o anche solo segnalazioni. Spero comunque che vi
sia piaciuto: è la prima storia che scrivo dopo molto tempo e temo di essere stata un po' svogliata nella narrazione.

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Capitolo 2
*** Gita termale ***


Pioveva di nuovo. Leah ringraziò che avvenisse sempre mentre andavano a dormire: se fosse successo durante il giorno, le loro missioni sarebbero state caratterizzate solo dalle continue lamentele di Chimchar, che avrebbe protestato prima per l'acqua e poi per il fango che li avrebbe inzaccherati. Quando faceva così, la voglia di imbavagliarlo saliva alle stelle, ma la ragazza e Piplup contavano fino a dieci e respiravano, riuscendo così ad ignorarlo, anche se certe volte diventava più fastidioso di Loudred che russava ( ed entrambi purtroppo avevano sperimentato piuttosto bene quanto il Pokémon Vocione fosse rumoroso anche mentre dormiva ).
Leah sperò solo che il temporale non svegliasse Chimchar, altrimenti la pace sarebbe stata ulteriormente turbata dalla sua parlantina, e addio aggiornamento del diario in tranquillità. Peccato che non ci fossero dei cuscini a portata di mano: non che volesse soffocarlo, ma anche solo tirarglielo in faccia per zittirlo sarebbe stato divertente.
In realtà non l'aveva mai fatto, ma con Vaporeon, ogni tanto avevano passato del tempo a sbirciare gli umani che vivevano in città, e più di una volta avevano visto bambini divertirsi a prendersi a cuscinate. Lì a Borgo Tesoro però non riteneva che sapessero cosa fosse un cuscino, a meno che un ruvido sacco di tela riempito di paglia potesse essere considerato tale, ma non c'era neanche quello, quindi non poteva fare altro che rassegnarsi.
Se ci fosse stato, però, di sicuro avrebbe preferito usarlo per metterci dentro Chimchar legato e imbavagliato ( o almeno minacciare di farlo), invece che limitarsi a lanciarglielo. Doveva chiedere a Chatot se ci fosse qualcosa di simile in magazzino...

 

Piplup si agitava irrequieto: era assalito da un incubo che non gli dava tregua. Percorreva un lungo tunnel buio; correva, probabilmente aveva qualcuno alle calcagna ma non voleva girarsi a controllare. Più continuava a correre, più sentiva le gambe pesanti, e il respiro corto. D'un tratto gli parve di scorgere una luce in lontananza, e allora si mise a correre più forte, e la luce crebbe, accecandolo. Alle sue spalle cominciò a sentire degli strani rumori: ringhi, sibili e uno zampettio inquietante che lo fece sudare freddo e raddoppiare ulteriormente i propri sforzi, ma la luce sembrava sempre più distante.
<< Tyler! >> urlò una voce sconosciuta. Piplup si guardò intorno, ma non vide nessuno.
<< Non mollare Tyler, puoi farcela! >> insistette la voce. Il Piccolo Pokémon blu finalmente comprese che stava parlando a lui. Allungò la pinna davanti a sé, ma non era più una pinna da Piplup bensì un braccio da umano. Guardò in basso: anche le sue gambe erano diventate quelle di un ragazzo. Si tastò anche la faccia: sentì un naso, una bocca e una pelle che non erano da pinguino, ma nemmeno di un Pokémon.
Era tornato al suo vero aspetto. Sorrise, rinvigorito di nuova energia, e riprese la sua corsa. All'improvviso vide delinearsi una figura scura, la vide emergere a tratti dalla luce. Non era in grado di vederne la faccia, ma già nei contorni gli sembrava curiosamente familiare... Accadde tutto in fretta: un attimo prima di riuscire ad afferrare la mano dello sconosciuto, il pinguino si sentì risucchiato all'indietro.

<< TYLEEEER!! >> urlò l'altro.
<< NOOOO!! >> . Piplup tentò disperatamente di opporsi, ma il suo corpo si era paralizzato. Non poté fare altro che continuare a urlare mentre cadeva in un abisso oscuro.

<< NOOO!! >> urlò a squarciagola il giovane Pokémon alzandosi di scatto. Per lo spavento Leah sobbalzò e Chimchar si svegliò di soprassalto.
<< C-Che succede!? Ci sono dei nemici?! >> esclamò saltellando da una parte all'altra coi pugni alzati.
<< Piplup, tutto bene? >> disse invece Leah. Il pinguino respirò affannosamente.
<< Scu... scusate... temo... di aver avuto un incubo.... >> . Leah bagnò un fazzoletto e glielo passò sulla fronte sudata.
<< Non ti preoccupare, ora è tutto finito >> lo rassicurò. Piplup non rispose. Si guardò le braccia che ora erano semplici pinne, ma che nel sogno erano tornate alla loro forma originale, ne era sicuro. E poi... oltre a quello...
<< Tyler... >> mormorò.
<< Uh? Cos'hai detto Piplup? >> disse Chimchar.
<< Tyler. Io...credo che sia il mio vero nome... il nome che avevo prima di diventare Pokémon >>.
<< Davvero?! >> esclamò il suo compagno, esterrefatto.
<< Ne sei sicuro? >> aggiunse Leah.
<< Non lo so >> ammise Piplup, scuotendo la testa. << Nel sogno... una voce mi chiamava. E... ad un tratto mi è sembrato di vedere come una figura >>.
<< Qualcuno che conosci? >> disse Chimchar speranzoso. Di nuovo Piplup scosse la testa.
<< Non sono riuscito a vederlo completamente... ma aveva qualcosa di familiare >>. Leah e Chimchar si scambiarono un'occhiata, e lui, come sempre, non seppe trattenersi.
<< Bé, è fantastico, no? >> esclamò battendo le mani.<< Non è granché ma è già qualcosa. Ora hai un indizio in più su chi fossi prima dell'incidente. Vuol dire che la memoria ti sta' ritornando! >>. Era così felice che trascinò Piplup in un ballo sfrenato per tutta la stanza. Il Pokémon d'Acqua ricambiò a malapena l'entusiasmo dell'amico. Era più forte di lui, ma proprio non riusciva a sentirsi altrettanto allegro.
<< Piplup >> disse Leah, mettendogli una zampa sulla spalla. << A questo punto penso che sia il caso di cominciare a fare qualche ricerca >>.
<< E su cosa? A parte questo nome non ho nient'altro >> ribadì lui, seccato.
<< Ti sbagli >> lo contraddisse la ragazza. << Non hai solo quello >>. Piplup sbatté le palpebre e la guardò confuso senza riuscire a dare un senso alle sue parole, ma qualcosa si accese nel suo cervello.
<< Oh... >> capì infine. << Intendi...? >>
<< Esatto >> annuì lei.
<< Ma Leah... >> obiettò ancora Piplup. << Dopo quella volta non si è più manifestato! >>
<< E' vero, ma ti è già successo per due volte, e a breve distanza l'uno dall'altro. Direi che a questo punto valga la pena cominciare a lavorarci su... >>. Piplup annuì, anche se non era ancora convinto. Chimchar spostò lo sguardo da lui alla ragazza senza capire.
<< Ehm.... >> disse per richiamare la loro attenzione. << State parlando del potere chiaroveggente di Piplup? >>
<< Non parlarne come se fossi un ciarlatano! >> sbottò Piplup.
<< E come altro lo dovrei definire, scusa? Ti ha permesso di vedere il futuro per due volte! >>. Piplup sospirò.
<< Vabbè, lasciamo perdere. Comunque... tu cosa ne pensi? >>
<< Io? Bé...ecco... >> esitò Chimchar. << Penso che abbia ragione Leah: un tentativo potremmo cominciare a farlo >>. Piplup guardò i compagni.
<< Va bene, ma... come ci muoviamo? >>. Chimchar alzò un dito e aprì la bocca, ma poi ci ripensò e abbassò la mano; Leah invece rifletté attentamente.
<< Ora come ora non possiamo chiedere in giro e rischiare di diffondere troppo la cosa: non so in quanti crederebbero alla storia che tu sei un umano … >> ( qui guardò di sottecchi Chimchar; lui fischiettò e nascose le mani dietro la schiena ) <<... e oltretutto potrebbero sorgere dei sospetti su di te, qualcuno potrebbe credere che tu sia implicato in questa storia degli Ingranaggi del Tempo >>.
<< Vero... >> convenne Piplup.
<< La tua abilità, però, non è una cosa che si vede tutti i giorni, e che sia implicata o meno nella tua trasformazione in Pokémon non possiamo farla conoscere a nessuno. L'unica cosa che possiamo fare, al momento, è cercare informazioni, ma senza dare troppo nell'occhio >> dichiarò la ragazza sbattendo la zampa a terra. I suoi compagni approvarono in pieno.
<< Sì ma.... come facciamo? >> disse Chimchar. Leah attorcigliò e sciolse la coda più volte, in un ritmo lento e a tratti ipnotico.
<< Di certo non possiamo parlarne con Chatot, anche se forse ci potrebbe dare una mano... la cosa migliore sarebbe chiedere in giro se esiste un luogo dove potremmo trovare qualcosa d'interessante... >>
<< Tipo? >>
<< Un archivio, una biblioteca... qualunque posto che contenga informazioni >>. Chimchar incrociò le braccia e strizzò gli occhi.
<< No, non mi viene in mente niente >> disse poi. Leah sospirò.
<< Ragazzi... >> intervenne Piplup. I due si voltarono a guardarlo.
<< Apprezzo il vostro sostegno, però... >>
<< “ Però?” >> disse Chimchar
<< … se saremo impegnati in missione non avremo molto tempo da dedicare alla ricerca >> disse Piplup.
<< Aww, hai ragione >> si lamentò Chimchar. << Bé, e allora chiediamo un giorno di ferie, no? >>
<< Ci vorrebbe una giustificazione, Chimchar. Non possiamo andare in sciopero di nostra iniziativa, e poi chi lo sente Chatot? >> ribadì Leah.
<< Bé, sembra che lui e il Capitano ti adorino, quindi non penso che avrebbero problemi a concederci una cosa del genere se tu glielo chiedessi, no? >> borbottò Chimchar lievemente amareggiato. Leah inarcò un sopracciglio.
<< Per chi mi hai preso? E comunque Chatot è stato chiaro fin da subito sulla questione “ sconti”, quindi, se vogliamo qualcosa, glielo dovremo chiedere e basta, non ricorrere a dei sotterfugi come questo! >> ribatté irritata.
<< Ok ok, come non detto >> si agitò Chimchar.
<< Ci vorrebbe una giustificazione plausibile … >> replicò Piplup meditabondo. Chimchar guardò la sua espressione turbata e gli venne un'idea.

 

Il mattino seguente, dopo che gli apprendisti furono congedati, il Team Poképlas non seguì la massa e rimase indietro.
<< Bé? Come mai siete ancora qui? >> disse Chatot scocciato. Leah e Chimchar si scambiarono un'occhiata d'intesa, e il ragazzino si fece avanti.
<< Ehm... senti Chatot, vorremmo chiederti una cosa >>.
<< Dimmi e sbrigati, non ho tempo da perdere >> ribatté lui arruffando le penne.
<< Ecco... >> mormorò Chimchar grattandosi la testa.<< Piplup stamattina non si sente molto bene. Pensavamo... che fosse il caso che facesse una pausa... e noi con lui, per aiutarlo se avesse bisogno >>. Cercò di sembrare convincente e sorrise più che poté. Leah incrociò le dita dietro la schiena e sperò che Chatot abboccasse all'amo.
Il pappagallo guardò Chimchar con occhio diffidente, ma un'occhiata a Piplup gli fece notare che in effetti non aveva una gran bella cera, e sembrava anche un po' pallido.

<< E va bene >> sospirò rassegnato. << Per oggi siete esonerati dalle missioni... ma non prendeteci troppo la mano! >>
<< Per chi ci hai preso? >> ribatté Chimchar, ma senza farsi vedere fece l'occhiolino a Leah. Lei gli rispose con una smorfia e sorresse Piplup che, al di là della bufala, era stanco morto davvero: dopo l'incubo non era più riuscito a prendere sonno, e aveva passato la notte a tormentarsi. Fecero per tornare in camera loro, ma Chatot li richiamò ancora.
<< Perché non andate alla Sorgente Termale? >> gli propose.
<< La... cosa? >> chiese Chimchar.
<< Ne ho sentito parlare: è quella sorgente d'acqua calda appena fuori dal paese, giusto? Dicono che sia un vero toccasana per rilassare il corpo e lo spirito >> disse Leah.
<< Eccellente Leah, vedo che ti sei informata molto bene >> si complimentò Chatot.
<< Faccio solo del mio meglio... >> mormorò lei imbarazzata.
<< Voi due, invece >> disse brusco Chatot. << Perché non prendete esempio da lei? >>
<< Grazie, ma una sapientona è più che sufficiente nel gruppo senza che ci si mettano anche gli altri >> ribadì Chimchar con aria da snob, poi rise mentre si chinò per schivare la coda di Leah che minacciò di schiaffeggiarlo. Chatot sospirò.
<< Leah è un Leader eccezionale, ma non sarà sempre lì a proteggervi. Prima o poi dovrete imparare a cavarvela da soli >> e volò via. I ragazzi rimasero frastornati dalle sue parole, tutti tranne Chimchar, che boccheggiò un paio di volte, poi agitò i pugni furioso.
<< Come si permette quel... quel... pollo! Ora io- >>
<< Chimchar, datti una calmata >> lo bloccò Leah.
<< Ma Leah... >>
<< Ha ragione lui, e lo sai anche tu: non è scontato che ci sarò per sempre. Prima o poi anche voi dovrete affrontare le vostre sfide >>. Il Pokémon Fuoco abbassò le braccia, avvilito dalle parole della ragazza: un conto era se era quell'insopportabile di Chatot a parlare, ma se anche Leah arrivava a dire quelle cose allora non poteva fare altro che darle retta.
<< Ehi, non fare così >> disse dolcemente lei. Lui alzò appena la testa.
<< Scusami. Mi sono talmente abituato alla tua presenza che... è vero, non dovrei darla per scontata. Ma non voglio assolutamente essere la tua palla al piede! >>
<< Neanch'io >> aggiunse Piplup. << Chimchar, dovremmo impegnarci di più >>
<< Sì, hai ragione >> esclamò deciso lui. Leah approvò con un sorriso, anche se sentì un groppo alla gola.
<< Così vi voglio >> disse orgogliosa. I due arrossirono.
<< Però... questo non vuol dire che smetterai di essere il nostro Leader, vero? >> mormorò Chimchar girando i pollici. Per tutta risposta Leah fece una smorfia e corse sulle scale.
<< Muovetevi, o vi lascio indietro >>.
<< Agli ordini! >> esclamarono loro, e corsero via ridendo.


<< Leah, ragazzi! Buongiorno! >> esclamò Marill. Il piccolo Azurill, appena vide la ragazza, sguazzò felice nell'acqua e rimbalzò fino a lei che lo prese al volo.
<< Ciao piccolo, come va? >>. Lui mulinò la coda e sorrise allegramente.
<< Azurill, non essere invadente >> lo rimproverò Marill. << Leah scusa, ma non riesco a fargli capire che deve controllarsi >>.
<< Ahaha, tranquillo Marill, nessun problema >> ribadì lei. Un Pokèmon blu con un motivo di bollicine bianche sulla pancia si fece avanti.
<< E' lei la ragazza di cui mi parlate sempre? >>. Aveva una voce stanca, e sembrava faticasse molto a muoversi.
<< Sì, è lei >> rispose Marill, poi si rivolse alla fanciulla.
<< Leah, ti presento la nostra mamma >>, e alla madre << mamma, lei è Leah e loro sono Piplup e Chimchar >>. I due ragazzi, a sentirsi chiamati in causa, fecero un passo avanti.
<< Io sono Azumarill, piacere di conoscervi >> disse cordialmente la Pokémon blu.
<< Piacere nostro, signora. Io sono Leah >> disse la ragazza stringendole la zampa. Piplup e Chimchar si presentarono educatamente e fecero altrettanto. Azumarill li guardò con aria stanca.
<< Finalmente ho il piacere di conoscervi di persona. Sapete, i miei figli mi parlano continuamente di voi e di quanto siete fantastici >> disse sorridendo.
<< Spero che non abbiano esagerato allora >> disse Leah mentre Chimchar spruzzò Marill. La Pokémon Acquaniglio ridacchiò e prese la zampa di Leah.
<< Non vi ringrazierò mai abbastanza per aver salvato il mio piccolo Azurill >> disse commossa. I tre ragazzi arrossirono.
<< Non è stato niente, davvero... >> tentò di dire Leah. La Pokémon d'Acqua sorrise dolcemente.
<< Mi perdoni l'impertinenza, ma... sta' meglio, signora? >> chiese poi la ragazza.
<< Faccio ancora un po' fatica e mi stanco facilmente. Ma sei gentile a chiedermelo >>.
<< Sono contenta >> disse Leah. Azurill le saltò sulla testa, e per vendicarsi lei gli fece il solletico. Lui rise e scivolò in acqua.
<< L'abbiamo portata qui perché pensavamo che si sarebbe ripresa in fretta, dicono che questa sorgente curi la stanchezza e scacci la fatica >> spiegò Marill abbracciando la mamma.
<< Siete proprio in gamba voi due >> si complimentò Chimchar, spruzzando la ragazza. Leah si scrollò l'acqua di dosso e schizzò tutti.
<< Ma voi perché siete qui? >>
<< Piplup non si sente molto bene, così Chatot ci ha consigliato di venire in questo posto per farlo rilassare >> spiegò Leah, anche se era un po' seccata: venire lì non era rientrato esattamente nei loro piani, ma per non deludere Chatot avevano accettato di buon grado. Va bene che non si erano mai presi una giornata di riposo prima di allora, ma lei temeva che così avrebbero solo sprecato tempo prezioso. Ma del resto che altro avrebbero potuto fare con Chatot? Marill guardò la faccia stanca di Piplup e annuì.
<< Allora non fate complimenti: quest'acqua è meravigliosa! >>. Chimchar ci si era già buttato dentro da un pezzo, e sghignazzando spruzzò Piplup.
<< Chimchar, puoi contenerti per almeno dieci minuti? >> borbottò entrando in acqua con calma. Il suo compagno rise, poi si sdraiò a pancia in su e prese a nuotare all'indietro.
<< Ragazzi, questa sì che è vita... perché non siamo venuti qua prima?... >> mormorò sognante. Piplup borbottò qualcosa e scosse la testa. Leah si immerse nella vasca e aiutò mamma Azumarill ad arrivare al bordo.
<< Grazie cara, sei molto gentile >> la ringraziò la Pokémon.
<< Si figuri >> disse lei, poi si sedette appoggiando la schiena contro la parete e chiuse gli occhi. Bisognava ammettere che era davvero rilassante starsene a mollo in quel modo. Era talmente piacevole che sembrava conciliare addirittura il sonno, ma lei non glielo permise. Lo stesso non poté dirsi di Chimchar, che era già entrato in fase Rem e galleggiava come un peso morto alla deriva. La tentazione di svegliarlo di soprassalto per farlo affondare era allettante per la ragazza. Ridacchiò tra sé e sé : era davvero perfida a pensare di giocargli uno scherzetto ogni volta che lo vedeva fare qualcosa.
<< E' la prima volta che venite qui alla Sorgente? >> disse una voce sopra di lei. Rovesciò la testa all'indietro e vide che a parlare era stato un Torkoal. Sembrava piuttosto anziano, e aveva uno sguardo sorridente e pacifico.
<< Oh, buongiorno. Sì, è la prima volta per tutti e tre >> disse Leah accennando ai compagni.
<< Tu devi essere Leah, vero? E i tuoi compagni sono Piplup e Chimchar >> disse ancora il vecchio.
<< Sì, ci conosce? >>. Fu Marill a rispondere.
<< Tutti conoscono il vostro Team, ormai. E poi... Torkoal più degli altri non poteva non venire a conoscenza delle vostre avventure >>.
<< Davvero? Come mai? >>
<< E' il più anziano Pokémon di Borgo Tesoro e anche il più saggio. Sa tutto di tutti e conosce molte storie >> spiegò Marill, entusiasta come se decantare le qualità di Torkoal fosse un privilegio esclusivo. Il Pokémon Carbone ridacchiò.
<< Questo giovanotto mi sta adulando più di quanto io meriti >> disse sorridendo. A Leah venne un'idea.
<< Lei sa davvero molte cose? >> chiese educatamente.
<< Sì, conosco molte storie >> rispose lui.
<< Allora... le posso fare una domanda? >>
<< Naturalmente. Ma dammi pure del tu: lo fanno tutti qua, non devi sentirti obbligata solo perché sei arrivata da poco a Borgo Tesoro >> disse la tartaruga. Leah sorrise e acconsentì. Durante la sua permanenza in quel posto aveva quasi perso l'abitudine di rivolgersi ai Pokémon normalmente.
Non che prima di capitare da quelle parti fosse una gran maleducata, ma non poteva negare che, effettivamente, nella sua vita non aveva mai avuto molte occasioni di rispettare certe regole di etica, come quella di dare del lei agli estranei più grandi di lei. Comunque aveva recuperato in fretta, anche se trovava ancora strano rivolgersi ad un Pokémon in quel modo.

<< Hai mai sentito parlar di Pokémon in grado di prevedere il futuro? >> disse allora la fanciulla. Piplup udì le sue parole e facendo finta di niente le si avvicinò. Torkoal divenne meditabondo per qualche secondo.
<< Sì, certo >> rispose. Leah drizzò le orecchie.
<< Esiste un Pokémon chiamato Xatu: si dice che riesca a vedere nel futuro con l'occhio destro, e il passato con l'occhio- >>
<< No, non intendevo lui >> lo interruppe la ragazza. << Volevo dire... non ti tipo Psico, come... te, o come Marill, ad esempio. Hai mai sentito Pokémon con la capacità di avere premonizioni ma che non siano prettamente implicate nella sua natura? >>. Cercò di essere il più chiara possibile, ma era difficile cercare di spiegare cosa intendesse dire. Torkoal scosse la testa.
<< Mi dispiace, ma temo di no >>. Leah sospirò.
<< Perché lo vuoi sapere? >> disse ancora Torkoal. La ragazza fu colta in fallo: non era abituata a mentire e non aveva nessuna giustificazione valida.
<< Ehm... ecco, io... >>
<< E' per la storia degli Ingranaggi del Tempo >>. Chimchar irruppe nella conversazione con la sua solita veemenza. Leah lo guardò storto ma in cuor suo ringraziò che fosse intervenuto.
<< Gli Ingranaggi del Tempo? >> chiese Torkoal dubbioso.
<< Sì >> insistette Chimchar. << Da quando è stato rubato quello della Foresta Arcana la gente non fa altro che chiedersi quale uso potrà mai farne il furfante che l'ha preso. E noi... Leah, in verità... pensava che magari quel manufatto potrebbe dargli la possibilità di manovrare il Tempo a proprio piacimento.
Tipo... fermarlo, farlo tornare indietro... o farlo scorrere più velocemente. Io invece mi sono chiesto se non potevano per caso essere usati anche per 
vedere nel Tempo: nel passato, nel futuro... cose così insomma >>. La ragazza lodò veramente tanto la sua presa d'iniziativa. Non aveva detto propriamente una bugia, ma parte della verità su cui avevano rimuginato per giorni. Sperò solo che le sue domande non insospettissero Torkoal.
<< Ci sono molte leggende legate agli Ingranaggi del Tempo >> disse la tartaruga di Fuoco, dopo aver riflettuto. I ragazzi si fecero più vicini. 
<< La più importante di tutte narra che Dialga combatté un'aspra lotta contro Palkia. Fu una fatalità: i due non avrebbero mai dovuto incontrarsi, ma finirono per ritrovarsi faccia a faccia,e fu subito guerra tra i due... >>

<< Frena un attimo >> disse Chimchar. << Dialga e Palkia? E chi sarebbero? >>
<< Sono due Pokémon Leggendari estremamente potenti. Dialga è l'essere che incarna il Tempo; Palkia, a sua volta, governa sullo Spazio >>.
<< Spazio? >>
<< In senso di dimensione, di luogo, di atmosfera in cui anche noi viviamo. Ma ci sono anche dimensioni nascoste che noi non conosciamo e a cui nessuno può accedere. Palkia governa su di esse >>. Chimchar si grattò la testa perplesso.
<< E... perché questi due non avrebbero mai dovuto incontrarsi? >>
<< Perché vivevano in due dimensioni diverse e pertanto irraggiungibili >>.
<< Quindi non sapendo l'uno dell'esistenza dell'altro hanno pensato che fosse una violazione di domicilio? >>
<< Più o meno >> intervenne Leah.
<< Che vuoi dire? >> disse Chimchar.
<< Dialga incarna il Tempo, Palkia lo Spazio, e nelle dimensioni in cui vivono regolano il flusso costante dei loro elementi. Se i loro mondi entrassero in collisione si avrebbero delle tremende ricadute per la Terra in rapporto a squilibri nella stabilità del continuum spazio-temporale >> spiegò lei. Lo scimmiotto aprì e chiuse la bocca un paio di volte, poi scosse velocemente la testa.
<< Non ci ho capito granché, ma sembra incredibile lo stesso. Leah, c'è qualcosa che non sai? >> borbottò, tra lo scocciato e l'ammirato. Leah fece una smorfia.
<< Sai un sacco di cose, sei fortissima! >> esclamò invece Azurill saltandole sulla schiena.
<< Azurill! >> lo riprese Marill. Il piccolo fece la linguaccia al fratellone. Azumarill ridacchiò.
<< Sembra proprio che mio figlio ti adori >> osservò divertita.
<< Certo, e da grande diventerò come lei! >> annunciò solennemente il piccolo. Marill sospirò. Chimchar invece ridacchiò sotto i baffi.
<< Per cominciare allora dovresti prima diventare un topo di biblioteca >> borbottò Piplup aggregandosi.
<< Che cos'è un topo di biblioteca? >> domandò Azurill perplesso.
<< E' una persona che conosce tante cose >> rispose semplicemente il pinguino.
<< Oh, allora vuol dire che dovrò imparare molto per assomigliarti >> disse il cucciolo, entusiasta. Leah scosse la testa.
<< Azurill >> disse seria. << Non dovrai cercare di imitare nessuno, né tantomeno essere come me. Dovrai solo essere te, e nessun'altro >>. Il piccolo sbatté gli occhi.
<< Non capisco... >>
<< Un giorno ci riuscirai, vedrai >> disse la ragazza, poi lo prese con la coda e lo depositò tra le braccia della madre. Azurill gongolò felice e lei lo cullò dolcemente.
<< Cosa dicevi della storia di Dialga e Palkia, comunque? >> disse Piplup rivolto al vecchio.
<< Ah, giusto. Dunque, dov'ero rimasto... i due si incontrarono e cominciarono subito a lottare. Combatterono a lungo, usarono tutto quello che avevano per cercare di prevalere l'uno sull'altro, ma l'unica cosa che riuscirono a combinare fu, come ha giustamente detto la vostra compagna poco fa, l'alterazione della struttura e dell'equilibrio dell'Universo. Quando ormai furono prossimi a cedere, entrambi si resero conto di quello che avevano combinato e usarono le poche energie che gli erano rimaste per sistemare le cose. Dialga, che era il più coscienzioso tra i due, per assicurarsi che il flusso del Tempo ritornasse stabile e sicuro, si privò di una scintilla del proprio potere e la divise in cinque parti, che vennero mandate nel mondo in cinque luoghi diversi e sconosciuti.
Non si sa se Palkia fece altrettanto per non essere da meno del rivale, ma fatto sta' che, dopo aver sistemato le cose, i due unirono le forze e riuscirono a riparare anche la frattura che aveva permesso alle loro dimensioni di incontrarsi. Tornarono nei loro mondi con la tacita promessa che si sarebbero rivisti ancora, e avrebbero regolato i conti... anche se sarebbe meglio se ciò non avvenisse mai >> concluse Torkoal in tono grave. I Pokémon che lo ascoltavano annuirono seriamente. Leah invece si perse immediatamente nei propri ragionamenti: il potere di Dialga diviso in cinque parti... cinque, come...

<<... gli Ingranaggi del Tempo >> pensò ad alta voce.
<< Come dici, cara? >> disse Torkoal.
<< Hai detto che Dialga divise in cinque parti il proprio potere... e se... se la Leggenda fosse giusta e gli Ingranaggi fossero  davvero parte del potere di Dialga... allora riunendoli tutti forse chiunque sarebbe in grado di ottenere le sue stesse capacità! >>. Piplup e Chimchar si portarono le mani alla bocca dallo sgomento. Torkoal invece scosse la testa.
<< Sono solo leggende tramandate di generazione in generazione dall'alba dei tempi, ormai nessuno ci crede quasi più >> disse vedendo le loro facce sconvolte.
<< Ma le leggende hanno un fondamento di verità, no? >> ribadì Leah. 
<< Io sono molto vecchio, ormai ho smesso di attribuirci troppo significato >> disse il Pokémon Fuoco.
<< Chi ha rubato l'Ingranaggio del Tempo della foresta Arcana invece probabilmente sì... e visto che in quella zona ora il Tempo si è fermato... >> ragionò soprappensiero la ragazza.
<< Tu credi che?... >> mormorò Chimchar.
<< Dopo aver sentito questa storia ormai mi sembra l'unica spiegazione plausibile, a meno che non abbia un secondo fine molto più pericoloso di questo >>.
<< Cosa potrebbe esserci di peggio che cercare di conquistare il potere di un Leggendario?! >> esclamò esasperato Chimchar. Piplup rimase a fissare l'acqua inibito.
<< Non dovreste farvi condizionare così da vecchi racconti, ragazzi miei >> disse Torkoal.
<< Con tutto il rispetto, visti i recenti avvenimenti non credo ci rimanga molta scelta... >> mormorò Leah.
<< Ma non ci sono stati più furti, no? Quindi perché preoccuparsi troppo? >> disse Marill.
<< Piccolo, vorrei davvero poter condividere il tuo ottimismo, ma non possiamo dare niente per scontato. Forse il ladro si sta organizzando per colpire al momento più opportuno, forse non sa ancora dove sono collocati gli altri quattro Ingranaggi. In questo caso è solo questione di tempo prima che si faccia di nuovo avanti >>. Le sue parole sembrarono risvegliare il buonsenso di tutti i presenti, che si ritrovarono pienamente d'accordo con lei: potevano fingere quanto volevano che il pericolo fosse passato, ma finché il ladro non fosse stato catturato nessuno avrebbe potuto restare tranquillo.
<< Sei molto arguta, mia cara >> si complimentò Azumarill. << Perché non vi mettete tutti e tre a collaborare con la polizia? Penso che a Mgnezone farebbe piacere avere un cervello come quello di Leah su cui poter contare >>. La ragazza fece una smorfia e scosse la testa.
<< Spero che il Commissario sia abbastanza intelligente da esserci arrivato da solo; e comunque non penso che alla Gilda ce lo permetterebbero >>.
<< Dì pure che Chatot ce lo impedirebbe con ogni mezzo >> sottolineò Chimchar.
<< Già >> convenne lei. << Ci direbbe che siamo solo delle reclute, che dobbiamo pensare all'allenamento, che siamo solo dei ragazzini e che questa è una cosa più grande di noi. Ma io non intendo smettere di pensarci su: se quel pazzo criminale continuerò l' avanzata della sua follia, tutti i Pokémon del mondo saranno in pericolo. Ed io non ho nessuna intenzione di starmene in panchina a guardare!! >>.
<< Ben detto, capo >> esclamò Chimchar.
<< Giusto, anche noi cercheremo di fare la nostra parte >> disse Piplup.Torkoal sorrise benigno.
<< E' un'immensa gioia per me vedere che ci sono in giro ragazzi così volenterosi >>. Loro arrossirono.
<< A parte tutto >> aggiunse Leah, di nuovo seria. << Penso che sarebbe vitale riuscire a scoprire prima di quel furfante dove potrebbero essere nascosti i restanti Ingranaggi >>. Torkoal scosse la testa sconsolato.
<< Nessuno sa dove siano. Non lo sapevano neanche i Pokémon della Foresta Arcana, eppure abitano lì da sempre >>.
<< Lo so... sarebbe stato troppo facile sennò... ma non possiamo arrenderci così! >> esclamò Leah.
<< Vorreste tentare dove generazioni di Pokémon hanno sempre fallito? >> replicò il Pokémon Carbone con un sorriso.
<< Hanno fallito perché non si sono mai degnati di scoprire se le leggende erano vere e hanno preferito attenersi alle dicerie che hai fatti >> borbottò Chimchar incrociando le braccia.
<< Non lo sapremo finché non ci proveremo >> ribatté Leah decisa. Torkoal sorrise divertito.
<< Forse conosco un posto che può fare al caso vostro, allora >>. I tre drizzarono subito le orecchie.
<< Lontano da qui, proprio al centro del continente... c'è un luogo chiamato Foresta Rocciosa. Nel profondo di questa foresta c'è un antico maniero: là troverete una biblioteca, la più grande raccolta di documenti scritti dai tempi antichi ad oggi che si sia mai vista. Molto probabilmente potrete trovare anche qualcosa che possa aiutarvi >>.
<< Ne sei sicuro? >> disse Chimchar incerto.
<< Ma se esiste un posto del genere come mai nessuno ha mai pensato di andarla a consultare? >> chiese Piplup, perplesso come il compagno.
<< Perché al suo ingresso c'è un Pokémon di guardia >> rispose il vecchio.
<< Ti pareva... >> borbottò Chimchar.
<< Se c'è addirittura un custode vuol dire che deve contenere manoscritti davvero preziosi >> disse Piplup.
<< E' probabile...nessuno li ha mai visti però, perché nessuno è mai riuscito a sconfiggere il Guardiano >> aggiunse 
Torkoal. Leah mulinò la coda nell'acqua.
<< In questo caso vuol dire che cercheremo di essere i primi >> dichiarò tranquilla.
<< Andiamo a demolire qualche vecchia tradizione! >> esclamò Chimchar saltellando. Piplup sospirò.
<< Bé, finora non ci siamo tirati indietro di fronte a niente; affronteremo anche questa sfida, come abbiamo sempre fatto >> e lasciò cadere le pinne sui fianchi. Torkoal osservo quei giovani ragazzi con una sorta di dolce nostalgia: rivedeva sé stesso in loro, le sue aspirazioni, l'entusiasmo e la felicità che avevano caratterizzato la sua giovinezza.
Era un piacere immenso osservare le nuove generazioni mentre percorrevano il cammino della vita e maturavano piano piano, perseguendo i loro sogni e i loro obiettivi. Alzò gli occhi al cielo e sorrise: i vecchi come lui avevano fatto la loro parte in quel mondo; ora stava ai giovani continuare a scrivere la storia.


Leah e i ragazzi passarono il resto della mattinata giocando coi due piccoli Pokémon d'Acqua. Chimchar aveva insistito di partire subito per la Foresta Rocciosa, ma Leah lo aveva bloccato : non sarebbe stato corretto fingere di star male per avere un po' di riposo e poi avere la faccia tosta di intraprendere una missione personale. 
Se fossero andati alla Foresta, una volta tornati avrebbero dovuto mentire a Chatot e lui, che non era uno stupido, si sarebbe subito accorto che gli stavano nascondendo qualcosa; in quel caso, allora, sarebbero stati doppiamente nei guai, perché lui li avrebbe accusati di aver approfittato della sua fiducia e di averla tradita.
Senza contare che, per raggiungere un posto così lontano, ci sarebbero voluti parecchi giorni di cammino, e anche una minima organizzazione, non potevano andare così allo sbaraglio senza essere pronti a cosa poteva attenderli in quel luogo sconosciuto. No, non avrebbero fatto niente di nascosto: gliene avrebbero parlato con calma, ma sempre senza menzionare le loro vere intenzioni. Ed è esattamente quello che fecero quando tornarono alla Gilda.
Ironia del destino, si imbatterono in lui e nel Capitano appena ebbero varcato la soglia. I due stavano discutendo, ma appena Wigglytuff li vide si mise a saltellare.

<< Trallallà! Bentornati. Vi siete divertiti alle terme? >>. Loro non risposero e il Pokémon rosa assunse un'aria preoccupata.
<< Ullallà, ragazzi miei che vi è successo? Avete certe facce... >>
<< Ci scusi, Capitano >> disse Leah chinando la testa. << Il fatto è che... >> e gli raccontò cosa gli aveva raccontato Torkoal, più il motivo per cui erano così distratti. Wigglytuff smise di sorridere e anche Chatot, sulla sua spalla, corrugò la fronte.
<< Avevo già sentito questa storia dal vecchio Torkoal, ma finora l'avevo considerata una diceria. Ora più che mai però non possiamo permetterci il lusso di crederci ancora, me ne rendo conto. Quella biblioteca, poi... >> disse il Capitano, meditabondo.
<< Lei c'è mai stato? >> disse la ragazza.
<< No >> rispose lui scuotendo la testa. << Mi sono ripromesso più volte di andarla a visitare , ma... alla fine i miei impegni mi hanno sempre portato a dimenticarla >>. Chatot sbuffò e sbatté le ali.
<< In ogni caso non sono affari di cui dovete preoccuparvi : ci sono già il Commissario Magnezone e il suo squadrone a condurre le indagini >> disse in tono che non ammetteva repliche. Leah, Chimchar e Piplup sospirarono.
Come volevasi dimostrare “ disse la ragazza.
Pagare, prego” disse Chimchar agitando una mano dietro la schiena.

Scordatelo” ribattè Piplup.
<< Ma ve la sentireste davvero di andare fin laggiù? >> aggiunse invece Wigglytuff, sorpendendoli.
<< Capitano! >> protestò Chatot indignato. Lui lo ignorò.
<< Allora? >>
<< N-Noi... sì, certo >> rispose Leah,disorientata.
<< E allora non vedo problemi: se ve la sentite fate pure come volete. A patto che siate prudenti >> disse il coniglio battendo le mani. I tre ragazzi si guardarono l'un l'altro e sorrisero con immensa gratitudine. Non così Chatot.
<< Capitano, è mio dovere ricordarle che sono solo delle reclute! Devo stare qui e proseguire l'addestramento, non possono andare in giro a zonzo come gli pare! >> sbottò arruffando le penne. Leah alzò gli occhi al cielo.
Le ha dette tutte? “ disse a Chimchar.
Ha saltato la parte dei ' ragazzini' ma per i resto si è attenuto al copione, proprio come avevamo previsto” rispose lui sconsolato. Wigglytuff guardò il suo Luogotenente con 'espressione così seria che Leah ne ebbe quasi paura.
<< Chatot >> disse il Capitano con fermezza. << Non si tratta di una scampagnata: c'è in gioco la possibilità di scoprire qualcosa sugli Ingranaggi del Tempo e magari anche su chi l'ha rubato. E questi ragazzi sono davvero disposti a tutto per rendersi utili, non posso negargli quest'opportunità >>. Il Pokémon Musicale guardò contrariato il Team Poképals.
<< Se riuscissimo a trovare qualcosa che possa servire a trovare il ladro, o anche solo per recuperare l'Ingranaggio rubato... insomma, se possiamo essere d'aiuto allora siamo pronti a tutto >> insistette Leah. Piplup e Chimchar approvarono le parole del loro Leader, come sempre. Chatot sbuffò.
<< Fate come vi pare >> e volò via.
<< Ma si può sapere che cos'ha?>> brontolò Chimchar.
<< Scusatelo, ma è molto ligio al protocollo, e non gli piace che qualcuno vada contro le regole >> spiegò Wigglytuff.
<< A questo punto temo che sarebbe meglio se riuscissimo davvero a trovare qualcosa... o non ce lo perdonerà mai >> sospirò Leah. Il Pokémon Normale ridacchiò e le mise una zampa sulla spalla.
<< Non fatevi condizionare dal suo giudizio: fate del vostro meglio e non importerà il risultato >>. La ragazza annuì.
<< La ringraziamo molto, Capitano >>
<< Vi devo mettere in guardia, però >> aggiunse lui. << Conosco bene il vostro valore e quanto eccellete nel gioco di squadra, ma non dovrete abbassare la guardia quando sarete di fronte al nemico. Non sappiamo di che Pokémon si tratta, dovrete stare attenti. Trattandosi di voi, però, sono sicuro che andrà tutto bene >> e sorrise cordialmente. La ragazza sorrise a sua volta.
<< Grazie per la sua fiducia: le promettiamo che daremo il massimo! >>
<< Ci conto. Buona fortuna ragazzi >> disse il Capitano e prendendolo come un congedo i tre scapparono a prepararsi.
Speriamo solo di non dovercene pentire pensò amaramente Leah. Non era la paura di non trovare niente a preoccuparla: era deludere le aspettative degli altri a intimorirla più di tutto. Quello le avrebbe fatto più male di qualunque altra cosa al mondo.

 

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Capitolo 3
*** Rocce insidiose ***


Inauguro il nuovo anno con la pubblicazione di questo capitolo. Ci ho lavorato su un po', ma non garantisco sul risultato. Ringrazio Andy Black e AndreMCPro  per aver recensito finora la storia, e ad AndreMCPro chiedo ancora scusa perchè terrò sulle spine per un altro capitolo prima di giungere infin alla meta :-). Spero che sia di gradimento, buona lettura !


<< No,no e no! Ti ho detto che non ne sono capace! >>
<< Sei un Pokémon Scimpanzé e non sei in grado di fare una cosa del genere?! >>
<< Che c'entra, non sono mica un selvaggio! >>
<< Non è questione di essere selvaggi o meno, Chimchar! >> esclamò spazientita Leah. Non avevano ancora raggiunto la meta che già sentiva di aver esaurito la pazienza. Erano partiti presto, praticamente prima dell'alba, senza svegliare né avvisare nessuno ( in fondo non ce n'era bisogno, avevano avvertito il Capitano il giorno prima ed era più che sufficiente), dopo due giorni passati a scovare più informazioni possibili sull'esatta ubicazione della Foresta Rocciosa ( non avevano trovato granché ma se l'erano fatto bastare) e a “saccheggiare” il magazzino Kecleon, riempiendo le borse degli oggetti più disparati.
Non sapendo né che tipo di Dungeon avrebbero esplorato né che nemici avrebbero affrontato, avevano deciso di portare il necessario per qualunque evenienza; oltre a quello, ovviamente, si erano anche allenati molto, anche se Chimchar era stato così emozionato all'idea dell'imminente avventura che era stato piuttosto distratto e l'allenamento ne aveva risentito.
Avevano deciso di viaggiare per via aerea, certi che in quel modo avrebbero impiegato metà del tempo per arrivare, ma malgrado le premesse erano stati comunque obbligati a fermarsi parecchie volte per rifocillarsi e riposarsi, specialmente Leah, che ovviamente aveva avuto la costante paura di esaurire le energie e riassumere le proprie sembianze da un momento all'altro. Avevano sorvolato boschi, colline e montagne, ma era stato specialmente nelle loro soste nelle foreste, a sera tarda ,che Leah aveva cominciato a rendersi conto di quanto quei due sembravano non gradire particolarmente la vita nella natura selvaggia, cosa che aveva trovato abbastanza insolita.
Per lei che ci era cresciuta era stato come giocare in casa, ma Piplup e Chimchar erano stati nervosi durante ogni campeggio, sobbalzando ad ogni minimo fruscio del fogliame e trovando un po' scomodo dormire sugli alberi. Nessun problema a stare sull'erba, ma dei rami non avevano voluto nemmeno sentire parlare: dormire sul legno era fastidioso, ma oltre a quello avevano avuto paura anche di cadere giù, magari durante il sonno. Senza accorgersene, mentre dormivano si era sempre stretti l'uno all'altro, temendo il buio come se questo avesse potuto animarsi all'improvviso e assalirli come una bestia feroce.
Per proteggersi dai Pokémon notturni, Leah aveva proposto di istituire dei turni di guardia, ma come previsto aveva finito per coprire lei tutti i loro turni, perché svegliare quei due e convincerli a restarci era risultato l'apocalisse, quindi aveva deciso di lasciarli dormire, anche se ne avrebbe avuto bisogno anche lei. Si era stupita di quanto le era sembrato di avere a che fare con due ragazzi di città invece che con dei Pokémon: fino a quel momento non avevano mai dato problemi di quel tipo, ma era anche vero che non avevano mai svolto missioni impegnative tali da costringerli a restare per più di un giorno lontani dalla Gilda; durante quel viaggio, invece, sembravano essere diventati dei totali fifoni,tanto da avere paura persino delle loro ombre. Più di una volta, poi, lei aveva sentito Chimchar parlare nel sonno, lamentandosi del fatto che erano costretti a dormire su qualcosa di scomodo e con pericoli di ogni tipo in agguato, e ogni tanto l'aveva anche sentito rimpiangere i loro comodi letti alla Gilda, a casa. Leah aveva pensato che tutto sommato non si sarebbero fatti troppi problemi a dormire senza un tetto sopra la testa, ma alla fine si era ritrovata costretta a smettere di pensare a loro nei termini di tutti i Pokémon selvatici con cui si era sempre trovata a che fare, perché loro, come sicuramente buona parte dei Pokémon di Borgo Tesoro, se fossero stati umani sicuramente sarebbero sembrati come quelle persone che hanno paura anche di andare nel parco sotto casa per paura di sporcarsi, figuriamoci concepire l'idea di dormire sotto le stelle senza nessun comfort della vita civilizzata, come un qualsiasi Pokémon selvatico. D'accordo, detta così forse era un po' esagerato, loro per fortuna non erano un così tale caso disperato, però Leah non avrebbe mai pensato che avrebbero fatto tante storie all'idea di accamparsi all'aperto e senza un riparo, e
invece se li trovava lì, rannicchiati come due bambini spaventati, col terrore che potessero spuntare fuori gli spiriti cattivi e portarli via magari mentre dormivano, o peggio, con la paura di cadere dall'albero da un momento all'altro.
Forse avrebbe dovuto istituire un corso di sopravvivenza, appena tornati dalla missione, giusto per dargli qualche dritta sulla sopravvivenza nei boschi, in modo da renderli in grado di sapersela cavare da soli anche in caso di smarrimento, invece di ritrovarsi rannicchiati dietro un cespuglio senza la più minima idea di cosa fare. Tra accampanti improvvisati, turni di guardia, volate e riposi, erano arrivati alla Foresta Rocciosa dopo il terzo giorno di viaggio, ed era stato chiaro fin da subito perché avesse un tale nome: era una gola incredibilmente vasta, e le escoriazioni rocciose che spuntavano ad intervalli più o meno regolari e talvolta ammassate le une sulle altre avevano l'aspetto e la forma di giganteschi alberi, talmente alti che sembravano sfiorare il cielo. Se non fosse stato per la mancanza di fogliame, Leah avrebbe affermato senza indugi che quella in realtà fosse una foresta pietrificata, invece che un deterioramento delle rocce in forme così particolari: erano talmente ben definite che assomigliavano per davvero ad alberi, e sembravano nascere direttamente dalle pareti della gola. I loro rami si innalzavano verso l'alto e talvolta si intrecciavano con quelli del vicino creando così una sorta di intricata rete di pietra.
Più che un opera naturale sembrava il duro lavoro di un abile architetto. Era uno spettacolo straordinario a vedersi, ma al tempo stesso erano anche inquietante: non c'era un filo d'erba o una minima traccia di qualsiasi forma di vita nel raggio di un miglio; per di più, il vento che fischiava tra gli spazi vuoti tra le rocce regalava un che di raccapricciante e lugubre a quel luogo. Oltretutto, c'era anche un altro problema: oltre a sembrare interminabile, i rami ostruivano quasi completamente la visuale del suolo dall'alto, quindi non avevano avuto altra scelta se non atterrare e proseguire a piedi, cosa però altrettanto impossibile vista la tortuosità e la malformazione del terreno, così malmesso e irregolare che ne fu presto dichiarata l'impraticabilità.Leah aveva aggiunto anche quel dettaglio alla lista dei possibili motivi per cui in pochi ( o forse nessuno) erano mai riusciti a trovare la biblioteca, sicuramente molti aveano rinunciato anche solo per quello.
Da ultimo aveva ponderato per l'unica alternativa possibile ( non certo quella di distruggere quegli alberi granitici, come invece aveva suggerito Chimchar) : muoversi in quel reticolo roccioso saltando da un ramo all'altro. Qui, però, aveva compiuto l'ennesimo errore di calcolo da quando erano partiti: aveva dato per scontato che almeno Chimchar, essendo un Pokémon Scimpanzé, non avrebbe avuto problemi, e che se lei avesse preso Piplup sulle spalle avrebbero potuto muoversi tranquillamente tra gli alberi saltando sopra i rami. Inutile dirlo, le sue speranze erano scoppiate come bolle di sapone: Chimchar non solo non lo sapeva fare, ma addirittura sembrava inorridito che lei lo avesse anche solo pensato.

<< Potevi anche dirlo prima, comunque! >> sbottò la ragazza.
<< Potevi informarti! >> replicò Chimchar.
<< La nostra meta era una foresta, non credi anche tu che avremmo potuto prendere in considerazione questa eventualità? >>
<< Non sono mica cresciuto in una giungla, non so come muovermi in questo posto! >>. Leah si apprestò a replicare ancora, ma poi rinunciò: era solo fiato sprecato, e invece di perdere tempo in quel modo preferiva sfruttarlo per trovare un' alternativa. Valutò attentamente la prossima mossa: cercare di insegnare a quei due quello che lei sapeva fare con la stessa semplicità di bere un bicchiere d'acqua era fuori discussione. Avrebbero solo perso tempo, e ogni istante ora era prezioso. Dovevano sfruttare ogni singolo minuto che avevano fino all'ultimo secondo, o avrebbero rischiato di passare dei mesi in quel posto senza concludere nulla, e non potevano permetterselo. Per di più, Piplup non aveva una struttura corporea adatta a quel genere di cose, aveva le braccia e le gambe troppo piccole, forse non sarebbe neanche stato in grado di imparare. Anche lei, però, avrebbe potuto informarsi di più invece di andare allo sbaraglio. C'era una sola cosa da fare, e anche se li avrebbe rallentati era sempre meglio che passare ogni cinque minuti a salvarequalcuno caduto dall'albero prima che si fracassasse le ossa.
<< Forza, salite su di me >> tagliò corto. Piplup e Chimchar si guardarono, poi Chimchar fu svelto a montare su Leah e a stringersi a lei, seguito a ruota dal compagno che invece si strinse a lui. Pensavo peggio pensò la ragazza: anche con quelle sembianze riusciva a sostenere il peso di quei due come se fosse stata nel suo normale aspetto da umana. Un poblema in meno a cui pensare.
<< Ok... tenetevi forte! >> e partì alla carica. Cercò di andare piano di proposito, ma ben presto non riuscì a trattenersi e si lasciò catturare dall'ebrezza di correre di nuovo tra gli alberi come non faceva da un sacco di tempo. Per un attimo si sentì tornare bambina, quando si arrampicava sugli alberi per scoprire e osservare per ore i Pokémon selvatici che vi abitavano, o quando lei e Vaporeon si sfidavano a rincorrersi. D'istinto si guardò a fianco, ma come era ovvio aspettarsi non c'era nessuno, e la delusione l'assalì. Quanto le mancava Vaporeon. Era praticamente impossibile non pensare a lui, non c'era niente che non avessero fatto insieme durante la loro vita. Anche il volare tra gli alberi: Vaporeon era sempre stato piuttosto bravo anche da Eevee, ma malgrado il massimo impegno non era mai riuscito a battere la ragazza, cosa che non le aveva mai perdonato facilmente. Contava di riuscire a vincere prima o poi, diceva sempre che era solo questione di tempo, e finalmente sarebbe riuscito a farle mangiare la polvere. “ Quando i Bulbasaur voleranno” gli rispondeva Leah per prenderlo in giro, al che lui si indispettiva e passava tutta la notte ad allenarsi, e il giorno dopo ci riprovavano di nuovo, ma non c'era verso, e ogni volta il risultato era uguale al precedente. Alla fine arrivava a giustificarsi dicendo che la Leah aveva le gambe più lunghe delle sue, e che quindi era più facile, al che lei gli faceva la linguaccia e lo sfidava di nuovo, ridendo di cuore.
Dopo la loro separazione Leah non aveva più corso sugli alberi per qualche tempo, certa che le avrebbe solo fatto male, ma ora, anche se mancavano molti fattori che finora avevano sempre fatto parte di quei momenti ( oltre a Vaporeon, ovviamente, come le foglie tra i rami, il sole che ci filtrava attraverso, la brezza del vento non contando quel fischiare lugubre che permeava l'aria), a percorrere in quel modo la Foresta Rocciosa si diede della stupida per essersi fatta bloccare dalla paura di dover soffrire di nuovo, e lentamente si sentì rinascere, riscoprì sé stessa e la sua dimensione, omettendo il piccolo dettaglio che saltare su rami di roccia non era per niente simile a farlo su quelli di legno, o il fatto che filtrasse poca luce da quell'intrico pietroso, ma quello era il minore dei problemi. I due ragazzi, invece, non sembravano altrettanto entusiasti, e ogni volta che Leah spiccava un nuovo balzo si stringevano di più per timore di essere disarcionati. Ad un certo punto Chimchar  tirò forte il nastro che la ragazza aveva al collo per intimarle di fermarsi e lei, seppur con riluttanza, acconsentì. I Pokémon scesero e barcollarono come ubriachi tenendosi la pancia.

<< Mi è venuto il mal... d'albero >> annunciò Chimchar diventato verde. Piplup non era certo in condizioni migliori, ancora un po' e avrebbe rimesso anche l'anima.
<< Scusate, temo di essermi fatta trascinare... >> disse mortificata Leah. Chimchar si appoggiò ad un tronco in preda dalle vertigini, prese dei respiri profondi e si batté il pugno sul petto.
<< Una volta... per tutte: esiste... qualcosa... che tu non sappia... fare? >> articolò tra un respiro e l'altro. Lei fece le spallucce.
<< Cucinare, credo >> buttò lì con sufficienza. Chimchar la guardò storto.
<< E controllare... il tuo fervore...a quanto sembra >> borbottò.
<< Scusa >> ripetè la ragazza senza però pensarlo veramente. << Io ci sono cresciuta così, per me è una cosa naturale >>.
<< Dovrebbe...essere...naturale anche renderti conto che... non possono essere tutti...selvaggi come te, non credi? >>. Leah inarcò un sopracciglio.
<< Io sarei una selvaggia? >>
<< Come altro lo vuoi chiamare... un Espeon a cui piace... saltare da un albero all'altro come un... Mankey? >>
<< Non so... spirito libero? >>
<< Spirito da legare e imbavagliare >>.
<< Senti chi parla >>. Chimchar storse il naso e gonfiò le guance, ma alla fine la tensione si sciolse tra le risate.
<< Ok basta, torniamo seri >> disse Leah, e i due si fecero attenti.
<< Per prima cosa serve una panoramica migliore di questo posto. Aspettatemi qui >> e si arrampicò in alto fino a raggiungere la cima, poi si lanciò in aria e lì si fermò, girando a 360° gradi su se stessa e spaziando fin dove poteva con lo sguardo, cosa che non condusse a niente: quella foresta sembrava estendersi per miglia e miglia, e non riusciva a identificare nessun punto riferimento, il paesaggio appariva identico in qualunque direzione si girasse. Contava che la biblioteca fosse nel cuore di quell'intrico pietroso, solo che già era difficile misurarne i confini, figuriamoci riuscire a individuarne il centro. Non era una buona idea nemmeno tentare con la sua scansione psichica: sicuramente avrebbe finito per prosciugare la sua energia senza risolvere niente. Restava l'unica possibilità: continuare ad addentrarsi e sperare di trovare qualcuno che gli indicasse la strada. Finora però non avevano trovato la benché minima traccia di forme di vita, sia vegetale che senziente, ma gli unici esseri che forse avrebbero potuto vivere in un luogo simile erano i Pokémon di tipo Roccia, o eventualmente, di tipo Terra o Acciaio.
Ciò riduceva anche la lista del tipo di nemici che avrebbero trovato nella biblioteca quando ( e se) ci sarebbero arrivati. Per ora sarebbe già stato tanto trovarla, al resto avrebbero pensato più avanti. Tornò dai compagni e propose di spostarsi ancora per fare un altro tentativo di orientamento dall'alto. I due si arresero alla prospettiva di un'altra traversata vertiginosa, e anche se Leah promise che sarebbe andata più piano, loro non si sentirono affatto tranquilli. La ragazza però mantenne la parola e mantenne un ritmo più lento di prima.

Leah” disse Chimchar. Usò la telepatia perchè farsi capire ad alta voce sarebbe stato difficile, benché le fosse così vicino che avrebbe potuto tranquillamente sussurrarle le parole all'orecchio.
Sì?”
Per cosa lo stiamo facendo davvero? Per Piplup o per la ricerca degli Ingranaggi del Tempo? ”. Ecco, erano arrivati alla questione. Era vero che il loro scopo iniziale era stato quello di cercare qualcosa che li aiutasse a conoscere qualcosa di più sul potere di Piplup, ma dopo che Torkoal gli aveva raccontato quella leggenda a Leah era venuta voglia di approfondire la questione. Dopo aver sentito la storia, però, alla ragazza era sorto anche un altro dubbio: Piplup era un essere umano che per qualche strano motivo era diventato un Pokémon, e per di più aveva un potere particolare; era entrato nelle vita di Chimchar proprio nel periodo in cui aveva iniziato a diffondersi il disturbo del flusso del Tempo, e poco tempo dopo era avvenuto il furto dell'Ingranaggio del Tempo. Forse le cose erano collegate, forse la sua trasformazione in Pokémon aveva qualcosa a che fare con tutto questo. Una ragione in più per approfittarne e fare delle ulteriori ricerche. Ad essere onesti con se stessi, però, la cosa la faceva sentire un po' in colpa, perché di quello non ne avevano parlato con nessuno, nemmeno al Capitano, e la cosa la stava facendo sentire come se stessero tradendo la sua fiducia. Ma non potevano raccontargli niente, o non ancora, per il momento: lo avrebbero fatto se e solo se avrebbero trovato qualcosa di interessante in quell'archivio.
Per entrambe le cose, Chimchar” rispose. “In fondo è ll motivo per cui abbiamo chiesto un giorno di ferie, no? Abbiamo ottenuto molto più di quanto speravamo con la notizia dell'esistenza di questa biblioteca. Tutto sta ora nel trovarla”.
Hai già qualche idea?”
Non molte. Ma se ci sono pochissime o quasi nulle notizie sulla sua locazione non sarà per niente facile riuscire a scovarla. Oltretutto dovremo fare attenzione al Guardiano”.
Sono un po' preoccupato, lo ammetto...”
Anch'io, e per di più è l'unica notizia utile che abbiamo. Basterà stare all'erta per vedere se ci sono aure forti in giro... anche se probabilmente sarà l'unica anima viva che incontreremo, qui sembra tutto morto... “
Questo lo potrai fare solo tu. Noi cosa possiamo aiutare?”. Sembrava molto seccato nel dirlo, e come dargli torto, in fondo.
Tenere gli occhi aperti. E avvisare se notate la minima cosa sospetta”.
Sarebbe più facile trovare un quadrifoglio in un mare di trifogli...” borbottò Chimchar, guardandosi intorno imbronciato. Leah si sentì in colpa. Avevano fatto più ricerche possibili per cercare di portare a termine nel migliori dei modi quella ricerca, ma ora che ci si trovavano in mezzo cominciò a chiedersi se non fosse stata troppo impulsiva e presuntuosa nelle sue convinzioni. Aveva ragione Chimchar: lei era partita sicura di trovare il Guardiano e con lui la biblioteca rintracciandolo con la percezione della sua aura, ma così facendo aveva praticamente esonerato Piplup e Chimchar dal darle una mano con le ricerche, perché loro non potevano fare granché, e l'unico tipo di aiuto che avrebbero potuto offrire era quello che avrebbero prestato solo in caso di avvenuto ritrovamento del Pokémon in questione, non prima. Era passato un mese da quando erano diventati una squadra, e Leah si era illusa di aver finalmente imparato a lavorare in un gruppo e a collaborare con gli altri, ma la verità è che non era ancora cambiato niente rispetto a quando viaggiava da sola, e che finora aveva trattato Piplup e Chimchar quasi come elementi di contorno, talvolta dimenticandosi quasi che esistevano. Era davvero una stupida, arrogante ed egoista.
Si stava trascinando sempre più a livello di Braven, e quell'aspetto di lui non le era mai piaciuto, non voleva ridursi a tanto. Ma cos'avrebbe potuto fare per rimediare? Guardò di sfuggita Piplup e le venne un'idea: sarebbe stata una manna dal cielo se il suo potere si fosse manifestato proprio in quel momento, ma contando che non era più avvenuto dall'ultima volta con Drowzee, anche se lo avesse fatto, Piplup non sarebbe stato in grado di controllarlo, perchè non lo conosceva. A pensarci bene, però, un tentativo potevano anche farlo: che avevano da perdere, in fondo? Si fermò di botto su un ramo piuttosto in alto e li fece scendere.

<< Ora perché ti sei fermata? >> chiese Chimchar.
<< Per fare un esperimento >> rispose Leah, poi, a Piplup, << e tu sei l'elemento principale per farlo funzionare >>.
<< Cosa vuoi che faccia? >> chiese il pinguino preoccupato. La ragazza analizzò con occhio critico l'albero su cui erano atterrati.
<< Prova a toccare questa roccia, per favore >>. Piplup capì le sue intenzioni e si rilassò.
<< Siamo sicuri che funzionerà? >>
<< No, ma dobbiamo almeno provarci. Te la senti? >>. Per tutta risposta, Piplup avanzò con decisione e posò la pinna sul tronco. Leah e Chimchar lo guardarono in trepidante attesa. Passò un attimo. Ne passarono due. Poi un terzo. Alla fine persero il conto del tempo che rimasero impalati come stoccafissi ad aspettare la tanto agognata visione che, però, a quanto pareva, non voleva interrompere le ferie che si era permessa da un mese a quella parte, sebbene ne avessero più bisogno che mai. Piplup lasciò cadere la pinna intorpidita e sospirò affranto.
<< Mi dispiace... >> mormorò.
<< Non ti preoccupare >> disse Leah. << Non avevamo garanzie che funzionasse davvero... anche se ci speravo... >>
<< Anch'io >> disse Piplup, guardandosi le pinne, mentre la frustrazione cresceva. Per un attimo, solo per un attimo, si era illuso che forse avrebbe potuto dare un contributo utile a quella missione, e così Leah non sarebbe stata l'unica a farsi carico di tutte le responsabilità. Ma era inutile: dopo tutto quel tempo trascorso insieme era diventato perfettamente consapevole di quanto fosse in gamba quella ragazza, e di quanto invece lui si sentisse sempre più inutile e insignificante. Leah sembrava capace di far tutto, non si era mai dimostrata impreparata su niente, aveva saputo fronteggiare qualunque problema.
Il pinguino si chiedeva se non sarebbe stato più facile scovare un Ingranaggio del Tempo che avere un giorno la sorpresa di incappare in una situazione in cui nemmeno lei sarebbe stata in grado di far qualcosa. Non che ci sperasse ( se possibile sarebbe stato meglio di no) però se fosse successo davvero, cos' avrebbero fatto lui e Chimchar? Gli tornarono in mente le parole di Chatot : “
Leah non sarà sempre lì a proteggervi, prima o poi dovrete imparare a cavarvela da soli”. Ma come potevano riuscirci o anche solo provarci, se lei era sempre pronta a tirarli fuori dai guai non appena ci cadevano ( cosa che accadeva abbastanza frequentemente, oltretutto) ? Da quando Leah era diventata loro Leader, lui e Chimchar avevano imparato molto ed erano diventati molto più forti, ma in sostanza non avevano fatto praticamente niente. Avevano finito per essere oscurati dall'ombra di Leah: era specialmente con lei che il Capitano si congratulava per la buona riuscita delle missioni, era di lei che la gente parlava quando camminavano per strada. A difesa della ragazza però c'era da dire che se n'era resa conto benissimo, e anzi, si era già più volte scusata con loro per questo. Chimchar l'aveva messa a tacere dicendole di smetterla di farsi tante paranoie, ma Piplup sapeva che la cosa lo infastidiva molto più di quanto sembrasse. Se la fanciulla fosse stata come Loudred, o peggio, come Chatot, sarebbe stato facile odiarla, ma Leah non era per niente come loro, e oltre a non avere lei stessa particolarmente piacere delle lodi che riceveva il più delle volte, ci rimaneva male a sapere che facevano soffrire i suoi compagni, che non volevano arrivare a odiarla inutilmente per niente al mondo. Prima o poi si sarebbero messi l'anima in pace e avrebbero affrontato come dovuto l'argomento con Leah, prima che tutti i pensieri che si tenevano dentro andassero a influenzare negativamente i loro cuori, che invece non volevano portare nessun rancore per lei, la cui unica colpa era solo quella di essere troppo capace, senza vantarsene né essere presuntuosa, al contrario di loro che, invece, erano degli inetti. Certo che se quello strano potere da chiromante si fosse manifestato, Piplup sarebbe stato ampiamente soddisfatto; avrebbe pensato dopo a lenire il malumore crescente di Chimchar che, tra i due, era il più negato a trattenere i propri sentimenti, che trasparivano in modo abbastanza evidente dal suo muso perennemente imbronciato. Ancora un po' e gli sarebbero spuntate nuvolette nere cariche di fulmini sulla testa. Urgeva fare qualcosa prima che cominciassero a tuonare.
<< Davvero non sei riuscita a trovare qualcosa di utile per orientarci in questo posto? >> chiese alla ragazza. Era una domanda abbastanza idiota e quantomeno inopportuna da porre, a dire il vero, visto che avevano passato serate a discutere sull'argomento. Tuttavia Leah rispose con pazienza:
<< Ho cercato più informazioni possibili, ma nemmeno Torkoal mi ha potuto aiutare granché, anche se è stato proprio lui a parlarcene. Quella biblioteca... comincio a pensare che sia solo una leggenda, e che forse non è solo per il Guardiano che nessuno l'ha mai visitata... >>
<< Già, lo penso anch'io... >> mormorò il pinguino. Un urlo improvviso li fece sobbalzare entrambi, ma era solo Chimchar che era balzato in aria ed era atterrato a gambe divaricate, battendo le mani sulle ginocchia.
<< Ti ha dato di volta il cervello ?! Perché hai urlato in quel modo?! >> esclamò Piplup.
<< Ho urlato perché non ne potevo più e volevo liberarmi della tensione, e anche perché non voglio sentire i vostri discorsi! >> ribatté con forza Chimchar. << Siamo venuti fin qui per trovare quella biblioteca, e non ce ne andremo finché non l'avremo fatto Abbiamo percorso tutta questa strada, non possiamo mollare proprio adesso! >>. Parlò tutto in una volta , tanto che alla fine dovette prendere fiato. Piplup guardò il compagno come sempre con occhi costernati oltre l'impossibile, guardò quella palla di pelo arancione che fino ad un attimo prima era nera dal cattivo umore. Gettò un'occhiata in tralice a Leah: lei era piuttosto lunatica nei suoi comportamenti, e già più volte Piplup si era chiesto se per caso non soffrisse di doppia personalità, ma doveva riconoscere che Chimchar arrivava secondo. Non se la sentì di fargli discorsetti, stavolta: poteva capire benissimo il suo tentativo di reagire all'apatia in cui era precipitato, perché era quello che stava cercando di fare anche lui, anche se in modo diverso e di certo meno appariscente; forse avrebbero potuto provare a mettersi d'accoro e farlo insieme, ma al di là della concezione che riguardava i loro tipi di Pokémon, totalmente incompatibili tra di loro, i due ragazzi erano ai poli opposti sotto molti altri aspetti, e forse non sarebbero riusciti facilmente a “coordinarsi”, per così dire, perché ognuno se ne sarebbe uscito con un'idea che l'altro invece non avrebbe approvato, e quindi la discussione sarebbe durata all'infinito, senza giungere ad un vero accordo. Meglio fare per conto proprio ed evitare di peggiorare le cose. Si guardò intorno: ovunque si vedevano solo tronchi rocciosi, e non c'era differenza a passare da una direzione all'altra. Erano pressoché privi di punti di riferimento, a non fare attenzione si sarebbero potuti perdere e vagare in quel posto per sempre. Anche Chimchar prese a guardarsi intorno, ma differenza degli altri due non pensava affatto a cercare segni particolari per orientarsi meglio in quel labirinto.
Anche se era stato sgarbato con Leah, non poteva negare che avesse ragione lei, come sempre del resto: almeno lui sarebbe dovuto essere in grado di muoversi tra gli alberi senza problemi, e invece, come al solito, si era comportato da peso morto, e doveva solo ringraziare la pazienza infinita di Leah perché lui, al suo posto, l'avrebbe già esaurita. Non poteva continuare così, era il caso di fare qualcosa. E imparare a muoversi tra gli alberi sarebbe stato un buon inizio. Valutò per bene la distanza dal ramo più vicino a loro e poi controllò che Leah non stesse guardando, ma la ragazza sembrava completamente assorta a contemplare le cime dei rami. Ne approfittò subito: si chinò a terra, mise la gamba destra davanti a quella sinistra, caricò le ginocchia per darsi lo slancio e partì lanciandosi senza esitazioni. Ovviamente, però, fu troppo frettoloso: atterrato sul ramo, scivolò immediatamente, perse l'equilibrio e cadde urlando a squarciagola <<
AIUTOOOOOOO!!! >>.
Leah e Piplup scattarono appena sentirono gli urli, ma la ragazza non perse tempo a caricarsi Piplup sulla schiena e si buttò giù dall'albero veloce come un razzo, ma non avrebbe fatto in tempo a raggiungerlo prima che toccasse terra. Un attimo prima che lei decidesse di salvarlo coi poteri, Chimchar sparò il getto infuocato alla sua destra, e venne sbalzato contro un'enorme e strana radice che spuntava dal centro del tronco di un albero grosso quanto un Baobab. Si procurò qualche dolore alla schiena, ma era sempre meglio della marmellata di scimmia che avrebbe prodotto se non avesse avuto i riflessi pronti nell'usare Lanciafiamme e salvarsi.

<< Chimchar!! >>. A differenza sua, Leah atterrò con la grazia di un gatto e completamente illesa, e appena toccata terra corse agitata verso l'amico, mentre lui si rialzò.
<< Tutto ok...ahi, sto bene >> disse cercando di fare il coraggioso. Leah però non era molto incline all'essere caritatevole.
<< Che ti è saltato in mente?! >>
<< Volevo solo provare a vedere se sarei riuscito a saltare sull'albero... come hai detto tu in teoria dovrei esserne in grado, anche se non l'ho mai fatto prima... contavo che fosse una dote che mi scorre nelle vene o roba del genere... >>
<< Ma io l'ho detto per... vabbè, non importa, lascia stare >> ribattè Leah.
<< Per cosa l'hai detto allora? >>
<< Niente, ti ho detto di lasciare stare. E tu sei sempre il solito: quante volte ti ho detto di valutare per bene ogni cosa prima di agire per conto tuo? >>
<< Dovevo almeno provarci, no? >> borbottò lui. Leah sospirò e l'aiutò ad alzarsi.
<< L'importante è che tu sia salvo. Sei stato bravo a usare il Lanciafiamme >>.
<< Grazie, ma meno male che l'ho fatto... ho i brividi al pensiero di quello che sarebbe stato di me se non ci avessi pensato... >>. La ragazza scosse la testa. In quel momento un forte rumore risuonò nell'aria.
<< Va bene avere fame, ma non mi sembra il caso di farlo sapere a tutta la foresta! >> esclamò Leah indispettita.
<< Mi spiace dirlo, ma stavolta non era il mio stomaco >> cercò di difendersi il poverino, ma il rumore si fece sentire di nuovo... alle spalle di Chimchar. Lui si immobilizzò ritto come un palo e gli si rizzò tutto il pelo. A scatti girò la testa dietro di sé con gli occhi fuori dalle orbite: la strana radice contro cui si era scontrato tremò, ingenti pezzi di roccia le si scrollarono di dosso e caddero a terra, e poi cominciò a muoversi. La punta immersa nel terreno riemerse alla superficie, poi la sommità uscì molto lentamente dall'albero, incrinandone la struttura e distruggendone alcune parti, fino a ergersi verso il cielo in tutta la sua altezza, per una lunghezza complessiva di otto metri buoni. Ai due ragazzi venne quasi un infarto, perché quella che avevano creduto essere una radice era in realtà un gigantesco esemplare di Onix, il cui corpo era pieno di croste ed escoriazioni rocciose.
A Leah bastò dare un'occhiata all'albero da cui era uscito per formulare una possibile ipotesi su com'era stato possibile che l'avessero scambiato per parte di esso: la dieta di Onix era principalmente a base di rocce, ed essendo quell'albero piuttosto grosso ( avrà avuto sì e no almeno dieci metri di diametro) per lui doveva aver rappresentato un boccone prelibato, e aveva deciso di mangiarlo partendo proprio dal busto. A quanto pareva, però, era talmente enorme che doveva aver impiegato molto tempo per scavare nel cuore di esso e mangiarlo tutto, e nel frattempo le intemperie avevano ricoperto completamente il suo corpo e si erano solidificate su di esso, tanto da mimetizzarlo con il paesaggio. E non sembrava gradire molto di essere stato disturbato. Il tempo per Leah e Chimchar di scambiarsi un'occhiata... e scapparono via come schegge per sfuggire alla furia di Onix, che però iniziò a seguirli.

<< Ma come ha fatto quella radice a trasformarsi in un Pokémon?! >> urlò Chimchar correndo a perdifiato.
<< Non è una radice! >> urlò Leah. << Quello è un Onix,e mi sa che hai interrotto il suo spuntino! >>
<< S-Spuntino?! Q-Quel coso... >>
<< ...mangia rocce, e a quanti pare deve essere rimasto bloccato per troppo tempo. E tu l'hai infastidito! >>
<< Io l'avrei infastidito?! Stavo per schiantarmi al suolo, non ho perso troppo tempo a guardare dove sbattevo! >>. Il ruggito di Onix coprì le sue parole e li spronarono a correre ancora di più. All'improvviso, l'immenso Pokémon Serpesasso lanciò un attacco Dragospiro sui due compagni, e loro, per evitarlo, saltarono di lato e si separarono. Per l'impatto, Leah ruzzolò parecchi metri più in là rispetto ad Onix, che la ignorò e prese a seguire Chimchar, e lui ricominciò a correre come un forsennato, ma il terreno era talmente scosceso che era impossibile riuscire a mantenere l'equilibrio troppo a lungo senza inciampare, difatti cadde parecchie volte. Per Onix era facile: la sua mole e il suo peso erano elevati, e questi, uniti alla sua furia, distrussero tutto quello che intralciava il cammino e spianarono così la strada. Era sconcertante che un colosso di quelle dimensioni potesse anche essere così veloce. Chimchar cercò di ripararsi correndo sotto le radici rialzate degli alberi, ma Onix le distrusse tutte, abbattendo anche gli alberi, che caddero con un enorme fracasso e alzando un terribile polverone.
Chimchar iniziò a tossire, ma non si fermò. Anche Leah cercò di non perderli di vista, ma persino lei si ritrovò in difficoltà ad aggirare gli ostacoli che Onix produsse distruggendo tutto. Chimchar ormai era prossimo a cedere: il cuore gli scoppiava, i polmoni bruciavano e lui non riusciva quasi più a vedere niente, se avesse corso anche solo un secondo di più sarebbe morto. Onix però l'aveva ormai raggiunto, e Leah era ancora troppo lontana, non avrebbe fatto in tempo a soccorrerlo. Il gigantesco serpente di roccia urlò al cielo e poi si lanciò letteralmente in picchiata con la testa verso Chimchar. Lui frenò la corsa e anche se si sentiva esausto si voltò per affrontarlo, ma in quel momento una sfera acquatica colpì Onix sul muso prima che il suo attacco potesse andare a segno.


Quando Chimchar era caduto dall'albero e Leah si era lanciata al suo soccorso, Piplup era rimasto a guardare sperando con tutto il cuore che lei salvasse l'amico, e quando aveva visto Chimchar salvarsi per un pelo con il suo attacco Lanciafiamme, si era sentito come se gli avessero tolto un peso dal cuore tanto era stato il suo sollievo, ma era stato di breve durata, e con orrore aveva visto un colosso serpentiforme di roccia liberarsi dal calcare in cui era imprigionato e attaccare i suoi amici. 
Aveva fatto per venire in loro soccorso, ma per fortuna era riuscito a fermarsi in tempo prima di precipitare anche lui dall'albero. Si era trovato in una situazione di stallo: non sapeva volare e di certo non avrebbe potuto buttarsi giù allo sbaraglio sperando in un miracolo divino e atterrare illeso, era un salto di parecchi metri. Di farsi aiutare da Leah non ci aveva nemmeno pensato: era troppo lontana per chiamarla, e in ogni caso, a farla correre da lui per aiutarlo a scendere le avrebbe fatto solo perdere tempo, che invece avrebbe potuto usare per fermare quel bestione e salvare Chimchar. Piplup si era morso la guancia: non avendo possibilità di contare sul suo Leader, questa volta avrebbe dovuto arrangiarsi con le sue sole forze.
Non aveva aspettato altro per molto tempo, ma forse avrebbe preferito un altro tipo di occasione per farlo. La sostanza però non cambiava: era giunto il momento di dimostrare che ce la poteva fare, e che non era solo un peso da trascinarsi dietro perché non sa come muoversi. Era stato più facile dirsi che a farsi, però: non gli era venuta proprio la minima idea di come scendere. Lanciarsi e usare Bollaraggio per attutire la caduta come aveva fatto Chimchar con Lanciafiamme non era una cattiva idea, ma la sua mossa non era potente come quella del compagno, e aveva avuto paura che non avrebbe sortito lo stesso effetto.
Che fare, allora? L'urlo di Chimchar lo aveva distolto dai suoi pensieri: Onix aveva attaccato sia lui che Leah separandoli, e si era messo a inseguire lo scimmiotto che correva come un matto cercando inutilmente di nascondersi. Piplup aveva dimenticato all'istante le sue paure, e senza pensarci troppo era saltato e si era lasciato scivolare lungo il tronco dell'albero, ad una velocità tale però che le ginocchia e le pinne avevano sfregato contro la roccia fino a scorticarsi e raggiungere la carne viva, ma lui aveva stretto i denti, e quando era finito a terra aveva ignorato il dolore ed era corso velocemente verso Chimchar.
Mentre correva aveva cercato di farsi venire un'idea efficacie per battere Onix, e guardando il terreno dissodato gliene era venuta in mente una che forse sarebbe stata anche la più efficacie, se fosse riuscito a metterla in pratica. Aveva calcolato velocemente dove Onix avrebbe spinto Chimchar a correre, poi li aveva preceduti senza farsi vedere e aveva attaccato il serpente nello stesso istante in cui lui si era apprestato a fare altrettanto con lo scimpanzé, e in questo modo riuscì ad ottenne tutta la sua attenzione.

<< Piplup! >> esclamò Chimchar quando si vide comparire quasi dal nulla l'amico.
<< Ehi bestione, perché non te la prendi con me?! >> urlò lui rivolto ad Onix. Quello agitò la coda e spazzò via alcune rocce per aria, poi si lanciò addosso a Piplup completamente dimentico di Chimchar. Piplup tremava, ma stette fermo al proprio posto. Un attimo prima che Onix caricasse un altro attacco con la testa, Piplup scartò di lato e usò ancora Idropulsar puntando al terreno: l'acqua rese fangosa la polvere che lo copriva e Onix scivolò e slittò con tutto il corpo verso un albero granitico,
sbattendo la testa e perdendo i sensi. Piplup respirò affannosamente e guardò il proprio avversario sconfitto con il cuore che pompava a mille: aveva avuto una paura matta di non farcela, ma per fortuna era finito tutto bene.

<< Piplup! >>. Il pinguino si voltò verso Chimchar, che corse felice verso di lui, e verso Leah, che finalmente era riuscita raggiungerli, anche se era stanca e sporca di polvere non meno di loro.
<< Sto bene >> disse stancamente, prevenendo le loro domande, ma fu fiato sprecato perché Chimchar gli afferrò le pinne in modo che le ferite fossero ben evidenti.
<< Guarda cosa ti sei fatto! >> lo rimproverò. Piplup fece le spallucce mentre Chimchar si mise a trafficare nella borsa.
<< Come ti è saltato in mente? Avresti potuto fare una brutta fine! >> esclamò dandogli una Baccarancia.
<< Eri nei guai e avevi bisogno d'aiuto. E poi non avevo molte alternative... >> rispose lui gettando una mezza occhiata a Leah, che arrossì colpevole.
<< Piplup, scusami... non avrei dovuto lasciarti indietro... >>
<< Non ce l'ho con te, stai tranquilla. E poi... ora sai che anche noi ce la sappiamo cavare con le nostre forze >>. Leah arrossì di nuovo, stavolta per l'imbarazzo.
<< Decisamente l'avete più che dimostrato... scusate tanto... >>
<< Ma di che ti scusi? >> esclamò Piplup. << Non ho mica detto che sei una disgraziata. Leah... >> riprese, con più calma. << Sto solo cercando di farti capire che non serve che ti preoccupi costantemente per noi... perché siamo in grado di cavarcela. Abbiamo ancora molto da imparare, ma... vorrei che non pensassi a noi come delle palle al piede che ti devi trascinare dietro a forza >>.
<< Non l' ho mai fatto, Piplup, non l' ho mai pensato! >> si difese la ragazza.
<< Lo so >> rispose sorridendo Piplup. << Ma in certi casi le cose è meglio dirle ad alta voce che darle per scontate, non credi? >>
<< Sì... hai ragione. Ma  rimandiamo ad un'altra volta questo discorso, che ne dici? >>
<< Va bene >> convenne lui. Leah sorrise di rimando, ma appena Piplup le diede le spalle s'incupì. Le sue parole le avevano riportato alla mente quelle che Vaporon le aveva rivolto prima che entrambi partissero per il loro viaggio, e di nuovo si ritrovò a pensarci seriamente su. Lei aveva passato la vita dipendendo quasi completamente da Vaporeon: era forse possibile che uno dei motivi per cui aveva stabilito la loro separazione fosse stato che la considerasse un peso? No, era fuori discussione. Gliene avrebbe parlato, se così fosse stato, non avrebbe certamente fatto finta di niente. Però poteva capire un po' meglio molte cose: a proteggere troppo qualcuno si correva il rischio di bloccarlo, come aveva fatto finora lei con i ragazzi, quando invece l'unica cosa che voleva era aiutarli a trovare la forza necessaria per andare avanti da soli.
Avrebbe dovuto avere più fiducia nei loro confronti e lasciargli un po' più di spazio: non erano né deboli né stupidi, e rispetto a quando li aveva incontrati la prima volta erano cresciuti molto, come avevano ampiamente dimostrato in più di un'occasione e specialmente in quest'ultima, quando entrambi si erano tolti dai guai da soli, senza il suo intervento. Aveva ragione Piplup: doveva smettere di pensare che loro non potevano farcela, perché non era affatto così. Forse avrebbe anche dovuto smettere di vivere nel suo piccolo mondo e lasciare entrare un po' di più anche Piplup e Chimchar: anche lei, un giorno, forse avrebbe avuto bisogno di aiuto, e quando quel giorno fosse arrivato, era meglio che tra di loro non ci fossero stupide incomprensioni, perché, se fossero perpetuate, la squadra che formavano non si sarebbe potuta definire veramente tale. Purtroppo, però, era difficile, e Leah cominciava a temere che non sarebbe mai riuscita a fidarsi veramente di qualcuno come aveva sempre fatto con Vaporeon. Chimchar prese le pinne a Piplup con delicatezza.

<< Hai corso un rischio enorme per me, grazie mille Piplup! >> esclamò commosso.
<< F-Figurati... >> rispose lui , imbarazzato. Leah sorrise con dolcezza: forse non era l'unica che avrebbe dovuto imparare ad aprirsi un po' di più. Ovviamente Piplup non era come lei, ma da quel punto di vista non poteva negare che in effetti le assomigliava un pochino, anche se la sua situazione era diversa da quella della fanciulla. Lei guardò Onix e si avvicinò cauta: per fortuna era di una costituzione estremamente robusta, non gli ci sarebbe voluto molto per riprendersi. Prima di allora, però, loro avrebbero fatto meglio a sloggiare. Stava pensando questo quando vide che l'albero contro cui il Pokémon di roccia si era schiantato si era incrinato, e che sordi crepitii continuavano a sentirsi tuttora. In un attimo, quel tronco roccioso si frantumò all'improvviso in mille pezzi e rovinò a terra, provocando un gran fracasso. Tossendo, Leah cercò di vedere attraverso la polvere preoccupata che Onix potesse essere rimasto colpito, ma facendolo si accorse che dell'albero era rimasto solo parte del busto, e che questo era completamente cavo all'interno.
<< Ragazzi, guardate! >>. I due accorsero velocemente e si radunarono meravigliati intorno a quel moncone roccioso.
<< Cavolo, che forza >> disse Chimchar affacciandosi dentro per vedere meglio.
<< Chi l'avrebbe mai detto... >> mormorò stupito Piplup.
<< E' davvero affascinante >> commentò Leah.
<< Ehi, qui dentro è tutto buio, non si vede neanche il fondo! >> disse Chimchar, a metà dentro il tronco. Leah cercò di ammonirlo:
<< Chimchar stai attento, potresti- >> ma in quel momento lo scimmiotto osò sporgersi troppo e precipitò dentro al buco. Le sue urla si persero in un eco lontana.
<< Se sopravvive anche a questa, giuro che appena lo acchiappo lo incateno e lo sculaccio a sangue! >> dichiarò Leah, ormai prossima ad un crollo di nervi. Piplup sospirò e fece le spallucce come a dire “ dovremmo esserci abituati, lui è fatto così e non possiamo farci niente”, poi entrambi si buttarono nel buco, ma fu una caduta più lunga di quanto avessero immaginato, e precipitarono di svariati metri prima di riuscire a toccare, o meglio, ruzzolare su un suolo fangoso e puzzolente.
<< Cavolo, che male... credo di essermi rotto qualcosa... >> disse Piplup, rialzandosi a fatica.
<< Bè, non è stato uno dei miei atterraggi migliori, ma c'è sempre qualcosa di peggio, no? >> disse Leah scrollandosi di dosso il fango e controllando di avere ogni cosa la proprio posto.
<< Come la pessima illuminazione di questo luogo. Non si vede un palmo dal naso, qui >> borbottò Piplup, muovendosi a tentoni. Era vero: erano immersi nella quasi totale oscurità, e l'unica fonte di luce era un flebile chiarore che veniva dall'altro, sicuramente dal buco da cui erano precipitati.
<< Ma dove siamo finiti? >> disse ancora Piplup guardandosi intorno.
<< Non è il momento per questo, ora è più importante trovare Chimchar. Stammi vicino, o ti perderai >> disse Leah, e per sicurezza gli circondò una pinna con la coda, poi mosse un passo in avanti, ma rischiò di scivolare : il terreno era viscido e sdrucciolevole. Un bel salto di qualità: erano passati dal secco e asciutto della foresta sopra di loro all'umido e fangoso di quella specie di caverna sotterranea. Erano forse finiti nelle profonde viscere della foresta? L'aria era pervasa dall'umidità, si poteva quasi toccare con mano. Leah annusò l'aria: c'era odore di muffa misto a qualcos'altro, qualcosa di fresco e, al contrario, pulito, e anche familiare.
<< Deve esserci una qualche fonte d'acqua qui sotto >> pensò ad alta voce.
<< Più di quanta immagini >>. La luce della fiamma di Chimchar squarciò le tenebre, e il piccolo scimmiotto si fece avanti, coperto di fango da capo a piedi come i suoi compagni.
<< Chimchar! >> esclamarono loro, così felici di vederlo vivo che dimenticarono la loro rabbia.
<< Ti senti bene? >>
<< Oggi forse non è proprio la mia giornata, ma sono ancora intero per fortuna. Ma non è il momento di parlare di questo: date un occhiata laggiù piuttosto >> e voltandosi soffiò forte il suo Lanciafiamme: un 'immensa superficie liquida riflesse la luminosità di quella fiammata, che anche se fu breve bastò per far capire ai ragazzi cos'avevano di fronte. Erano finiti davanti ad un lago sotterraneo.

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Capitolo 4
*** Trio contro Trio ***


La fiammata di Chimchar non ebbe vita lunga, ma prima che potesse estinguersi Leah lanciò in aria una Lumisfera, che rischiarò la zona intorno a loro e rivelò una caverna. Un' immensa caverna sotterranea. Guardarono in alto e calcolarono di essere precipitati per almeno duemila metri in quell'antro umido e immenso ( a occhio croce eguagliava sicuramente la vastità della foresta in superficie). Dopo essersi guardati intorno si ritennero fortunati ad essere atterrati proprio in quel punto: dove in superficie era totalmente assente, lì, al contrario, l'acqua abbondava eccome, e quello su cui erano caduti era solo uno dei scarsi lembi di terra asciutta ( per modo di dire), mentre il resto del fondo era disseminato di polle di piccole o medie dimensioni, come tanti laghetti in miniatura, a differenza di quello enorme che gli stava davanti. L'acqua però sembrava limpida e fresca, a dispetto di quel forte odore di muffa che permeava l'aria e che dava l'impressione di essere finiti in un pantano. Odore pestilenziale a parte, però, era davvero incredibile.
<< Fifiuuu >> fischiò Chimchar, girando su se stesso col naso all'insù, veramente impressionato.
<< Proprio... >> fu tutto quello che riuscì a dire Leah. Anche Piplup si guardò attorno a bocca aperta. Anche se la Lumisfera aveva reso più chiara la situazione, l'ambiente in lontananza però era ancora oscurato. Evidentemente il raggio d'azione di quella sfera era troppo limitato per un ambiente così vasto. Non tirava vento, ma la temperatura era decisamente più rigida, e l'unico rumore che si sentiva era solo quello delle goccioline che cadevano dalla volta della caverna e increspavano la superficie delle pozze.

<< Ok... prossima mossa? >> disse Piplup.
<< Uscire da qui, naturalmente >> rispose in fretta Chimchar.
<< Non essere precipitoso, Chimchar >> lo richiamò Leah.
<< Ma... >>
<< Abbiamo già percorso buona parte della Foresta Rocciosa e non abbiamo trovato niente. Io dico che vale pena di dare un'occhiata anche quaggiù >>.
<< Temo che ci perderemo.... >> disse Chimchar guardando con apprensione i coni d'ombra della caverna.
<< Basta stare attenti >> rispose lei, e Chimchar avvertì un secondo messaggio in quelle parole, che lo fece arrossire dalla vergogna. Comunque non poteva contestare le volontà del suo Leader, anche perché tanto vinceva sempre lei, quindi discutere era inutile.
<< Prima di fare qualunque cosa, però, possiamo prima darci una ripulita, già che ci siamo? >> borbottò lo scimmiotto cercando di pulirsi il pelo. Leah stavolta non obiettò. In fondo, ne avevano tutti di molto bisogno: avevano volato per giorni sotto il sole cocente, e tra i tentativi di salvare Chimchar e l'inseguimento da parte di Onix si erano ruzzolati nella polvere, ed ora erano anche infangati dalla testa ai piedi, come lei era stata solo poche volte in vita sua. Va bene comportarsi quasi come un Pokémon ed aver vissuto tutta la vita come una selvaggia, ma questo non significava che il suo senso dell' igiene fosse quello di una barbona puzzolente: detestava essere sporca e puzzare, per questo, ogni volta che capitava presso uno specchio d'acqua, non rinunciava mai ad un bagno; quando poi il tuo fratellino era un Pokémon d'Acqua, fare il bagno era il massimo del divertimento. E se non se ne concedevano uno anche in quel momento, se aspettavano ancora un po' il sudiciume sui loro corpi si sarebbe rappreso, e allora non solo avrebbero fatto fatica a muoversi, ma sarebbero stati scambiati per Burmy Manto Sabbia troppo cresciuti, o peggio. Comunque, sporcizia da lavar via a parte, stava anche morendo di sete, e sarebbe stato meglio anche riempire la borraccia. Le bastò accennare con la testa verso il lago come a dare il via libera che subito Chimchar vi ci si precipitò, al che Leah non poté trattenersi dal sorridere, mentre ispezionava il terreno in cerca di un punto asciutto su cui appoggiare la borsa: per essere un tipo Fuoco Chimchar non sembrava disprezzare per niente l'acqua. Va bene che tenerla lontana come la pesta era più una peculiarità di quelli di tipo Terra o Roccia, ma anche per un tipo Fuoco l'acqua generalmente era qualcosa da...
<< AAAARGHHH! >> sì, più o meno. Magari non esagerando fino a questo punto, ma in sostanza il succo era quello.
<< Aaaah!! >>. Leah interruppe il suo monologo interiore e si bloccò, perché c'era qualcosa che non andava: poteva capire Chimchar, ma perché anche Piplup si era messo a urlare? Si voltò di scatto e le venne la pelle d'oca quando capì il perché: in mezzo al lago era apparso un Gyarados. Un alto e feroce Gyarados con le fauci spalancate che troneggiava dalle acque del lago e li guardava in cagnesco. Malgrado la sorpresa, Leah non potè trattenersi dallo sbuffare.
Magnifico, pensò, prima il serpente di roccia, adesso quello acquatico... manca solo Rayquaza e con i rettili siamo a posto. Anche se, a dire il vero, forse Gyarados era meno terrificante del Leggendario Pokémon Cielo. O almeno, così aveva sentito dire, ma quale Leggendario di grosse proporzioni non lo era? Non era il momento di perdersi in un bicchier d'acqua, però: invece che di una fantasia campata per aria c'era un Pokémon in carne e ossa proprio davanti a loro, grande, grosso, cattivo, con lo sguardo famelico di chi non vedeva l'ora di affondare i denti nella carne delle sue prede e sopratutto, cosa più importante, famoso per la sua incontenibile ferocia. E lei non si era neanche accorta di quel Pokémon: come aveva fatto a non percepire la sua presenza ? E perché il suo sesto senso non l'aveva messa all'erta? Chimchar, benché sconvolto da quell'apparizione, non si preoccupò di chiedere delucidazioni a Leah: scattò verso il Pokémon, saltò in aria e gli sparò contro Lanciafiamme, ma quello lo respinse al mittente colpendolo con la coda come se avesse appena scacciato una mosca, e Chimchar venne abbrustolito al posto suo.
<< Chimchar, tutto bene? >> disse Piplup correndo in suo aiuto.
<< Sì... aveva giusto voglia di una scaldatina... >> mormorò ancora fumante.
<< La tua testa è già fin troppo calda >> disse Leah mettendosi davanti ai due.
<< Quante volte dovrò ripeterti di non essere avventato durante un combattimento? >>. Le sue parole furono coperte dal ruggito di Gyarados, che planò su di loro con l'intento di morderli. La ragazza si buttò contro i compagni e tutti e tre strusciarono di lato. Gyarados fermò la sua corsa e ritentò un nuovo assalto, ma Piplup si rialzò in piedi e provò a colpirlo con Idropulsar, ma invece di respingerlo Gyarados si limitò a piegare la testa di lato, e l'attacco venne letteralmente assorbito dalle pinne che aveva sul muso.
Prima che potesse arrivare a tiro di schioppo, però, Leah gli fece sbattere il muso contro la barriera, facendolo così arretrare arretrò, anche se continuò a ergersi alto dalle acque del lago. Non sembrava però aver subito molti danni, eppure l'impatto era stato notevole, senza contare che la mandibola era un punto delicato per i Gyarados. Il Pokémon però non stette troppo tempo a indugiare e ripartì ancora con un nuovo attacco, stavolta con la coda, ma di nuovo i ragazzi riuscirono a schivarla. Anche se aveva appena brontolato a Chimchar, Leah lasciò perdere le grandi strategie e le nozioni teoriche: approfittando della sua distrazione mentre ritirava la coda, caricò velocemente una piccola sfera energetica e gliela lanciò contro, ma invece di colpire il Pokémon fu presa al volo da qualcuno spuntato dal nulla dietro la schiena di Gyarados, qualcuno che schiacciò la sfera tra le sue enormi mani e la disperse in mille scintille, poi scalò agilmente il corpo flessuoso del serpente e gli finì sulla testa, battendosi l'immenso petto con le nocche in segno di vittoria. Questa volta Leah non riuscì a trattenersi.

<< S-Slaking?! >> esclamò esterrefatta.
<< Chi? >> chiese Chimchar, cascando dalle nuvole come sempre. Leah gli indicò l'energumeno peloso sulla testa di Gyrados.
<< Wow, com'è grosso! >> esclamò lo scimmiotto. << Ma perchè sei così tanto stupita? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma >>. Leah non riuscì a rispondergli per le rime perché ci pensò Piplup:
<< Perché uno Slaking non dovrebbe trovarsi in un posto del genere, Chimchar! >>. Il piccolo scimpanzé guardò i due Pokémon avversari e inghiottì forte: forse era meglio evitare ulteriori domande perché, anche se le sentiva premergli in gola, preferiva evitare di allungare l'elenco di Pokémon furiosi da affrontare, visto che Piplup sembrava già abbastanza nervoso. L'essere però l'unico a non conoscere proprio niente sui Pokémon rendeva nervoso anche lui, e anche parecchio frustrato, perché gli sembrava che i suoi compagni fossero sempre un passo avanti a lui, se non di più. Leah poté solo annuire alle parole di Piplup per dargli ragione, anche se non staccò gli occhi dal grosso scimmione appollaiato sulla testa di Gyarados.
Era come aveva detto l'amico: gli Slaking prediligevano le giungle e le foreste, o quantomeno spazi in cui abbondava la vegetazione. Trovarne uno lì, a più di mille metri sotto terra, in quella che sembrava una palude a cielo chiuso, era troppo inverosimile, a meno che non si fosse adattato in qualche maniera e nel lago crescesse una qualche tipo di pianta per cui lui fosse disposto a vivere là sotto per procurarsela e nutrirsene. Ma sarebbe stato come immaginare un Cloyster a cui piaceva nuotare nella lava. Inconsuetudine della sua presenza in un posto come quello a parte, però, anche lui purtroppo sembrava molto forte, o non sarebbe riuscito a sbriciolare la sfera di Leah in quel modo.
C'era ancora da chiarire il mistero dell'Idropulsar assorbito da Gyarados, ma era un dettaglio abbastanza trascurabile, al momento. La ragazza fece una breve analisi della situazione: erano in tre contro due, e anche se i loro attacchi finora non avevano avuto molto effetto avevano ancora il vantaggio numerico, a meno che non fossero saltati fuori altre sorpresine nel frattempo. Leah ce la metteva proprio tutta per non essere pessimista, ma era più forte di lei, era piuttosto paranoica sull'argomento. Era meglio preoccuparsene solo quando e se sarebbero saltate fuori, per ora avrebbero dovuto limitarsi a mettere fuori gioco quelle che già avevano Iì. I due Pokémon nemici ruggirono insieme, e i ragazzi si tapparono le orecchie, perché il rumore rimbombò nella caverna, amplificato di dieci volte, e rischiò di assordarli. Gyarados allora ripartì all'assalto con un nuovo attacco frontale con ancora Slaking sulla testa, che però non scese a terra per attaccare i nemici, né fece qualsiasi altra azione che potesse essere utile nell'offensiva contro il Team d'esploratori. Loro si dispersero in tre direzioni diverse, ma il Pokémon Atroce fu svelto a rigirarsi indietro e a mettersi a inseguire Piplup, il più vicino alla sua portata.
Il piccolo pinguino cercò di sfuggirgli, ma alla fine fu costretto a voltarsi e affrontarlo, e sfruttando il terreno scivoloso riuscì a slittargli a lato per parecchi metri, prima di colpirlo con Bollaraggio. Slaking, però, intervenne ancora una volta, e saltando sul muso del compagno incrociò le braccia sul davanti e lo protesse, facendosi colpire dalle bolle che, però, non sortirono alcun effetto. Anche dalla distanza a cui si trovava, Leah vide che le bolle non scoppiarono, ma che anzi sembrarono quasi venire... assorbite, esattamente com'era successo prima con Gyarados e l'Idropulsar. Anche Piplup ne rimase stravolto, ma non così tanto da avere l'incoscienza di rimanere lì ad aspettare la prossima mossa avversaria: si buttò di petto sul terreno e scivolò a distanza di sicurezza. Leah fu svelta a raggiungerlo, e anche Chimchar, incespicando tra uno scivolone e l'altro, riuscì a riunirsi al gruppo.

<< E' una mia impressione o sembrano invulnerabili ai nostri attacchi? >> disse cercando di recuperare fiato.
<< No, non è solo una tua impressione >> rispose Leah. E non è neanche l'unica cosa inspiegabile pensò amareggiata. I problemi si stavano accumulando sempre più, e non erano ancora riusciti a risolverne nessuno. Oltre all'inspiegabile inefficacia dei loro attacchi, c'era anche un'altra questione che continuava a roderla: da dove era spuntato Slaking? L'unico posto dal quale sarebbe potuto apparire era il lago, ma anche questo non poteva essere possibile, perché Slaking non aveva la pelliccia bagnata, e contando la temperatura così bassa di quel posto e la massiccia quantità di pelliccia sul corpo del Pokémon, era impossibile prendere in considerazione una possibile asciugatura veloce a temperatura ambiente. Perché poi era rimasto sul dorso di Gyarados? Va bene difenderlo, ma non sarebbe stato strategico un attacco su due fronti diversi? Poteva capire Gyarados che traeva più vantaggio nello stare in acqua, ma lui non avrebbe dovuto aver problemi a combattere sulla terraferma. Forse era l'impraticabilità del suolo a causargli problemi? Per quanto poco stabile fosse, in effetti, era così viscido e scivoloso che lei stessa faceva fatica a muoversi e a stare in equilibrio, quindi forse non poteva biasimarlo poi molto. Non potevano continuare ad attaccare alla cieca in eterno, dovevano escogitare qualcosa e alla svelta.
Leah”. Piplup cercò di attirare l'attenzione del proprio Capitano senza che i nemici lo sentissero, e la telepatia era perfetta in questi casi.
Dimmi”.
Forse mi è venuta un'idea”. Le orecchie della ragazza si raddrizzarono.
Spiegati”.
Se voi due riusciste a distrarre quei Pokémon, io potrei provare a tuffarmi nel lago e cercare di attaccarli da lì”. Leah ci pensò su velocemente: era un piano semplice, ma efficacie. Forse avrebbe potuto funzionare. Proprio quello di cui avevano bisogno.
D'accordo, Piplup, proviamoci. Chimchar!”
Comandi”:
Tu ed io dovremmo fare da esche”.
Che?!?”
Hai sentito bene”.
E... Piplup?”
Cercherà di coglierli di sorpresa”. Chimchar guardò preoccupato i nemici poi alzò le spalle, anche perchè non avrebbe potuto obiettare in nessun caso.
Ok, vieni qui” e spinse Chimchar accanto a sé in modo che Piplup fosse nascosto alla vista. Lui si sdraiò per terra e cominciò a strisciare lentamente all'indietro. Leah non lo perse di vista e continuò a guardarlo con la coda dell'occhio, mentre con l'altro tenne sotto controllo i loro avversari. Anche loro sembravano in attesa di qualcosa, o forse aspettavano solo che fossero i tre ragazzi a fare la prima mossa. E così fu.
Ok... andiamo!” e si lanciarono in avanti. Anche gli altri due sembrarono riprendersi nello stesso istante e Gyarados si buttò in picchiata verso di loro. Leah aveva una piccola idea su come attaccarli, ma non spiegò i dettagli a Chimchar: si limitò a dirgli”Fidati di me” , e lui annuì convinto. Appena prima di trovarsi muso a muso con i due bestioni, Leah afferrò Chimchar con la coda e lo lanciò in aria, poi generò una sfera di energia e gliela scagliò contro.
Usa Ruotafuoco!” fu il comando immediato. Chimchar prese al volo la sfera con entrambe le mani e la tenne stretta, poi generò fiamme e ruotò su sé stesso. Il suo attacco, unito all'energia di Leah, generarono scintillanti e guizzanti fiamme bordeaux con lingue nere, che avvolsero il corpo del piccolo scimmiotto e sprigionarono anche una formidabile luminosità. Lui partì subito a razzo in direzione dei due avversari, ma malgrado il suo attacco potenziato, fu immediatamente placcato da Slaking, che lo strinse finché non smise di ruotare, ma invece di buttarlo in acqua lo rimandò sulla terraferma, proprio addosso a Leah.
<< Stai bene? >> disse lei, quando entrambi smisero di ruzzolare.
<< Mi dispiace, Leah... >> mormorò mortificato Chimchar. La ragazza scosse la testa, e con la coda dell'occhio vide Piplup, che era riuscito ad allontanarsi davvero tanto pur avendo avuto un così minimo lasso di tempo a disposizione, scivolare lentamente verso l'acqua. Riportò immediatamente la concentrazione sui nemici per non destare sospetti e per impedirgli di accorgersi di Piplup, riponendo in lui tutta la sua fiducia e sperando che riuscisse a combinare qualcosa a differenza di loro. L'urlò dell'amico le giunse inaspettato, solo che quando si voltò incredula, il suo cuore perse qualche battito e le si rizzò il pelo, che pur era così fine che quasi non esisteva. No, non poteva essere vero, doveva avere per forza le allucinazioni! Provò a chiudere gli occhi e a scuotere fortissimo la testa, poi li riaprì ma la scena non cambiò. Sarebbe svenuta dall'emozione se il suo buonsenso e la responsabilità che aveva verso i suoi compagni non le avessero impedito di farlo, ma ci mancò davvero poco: perché laggiù, proprio sopra il pelo dell'acqua, a tenere Piplup tra i denti quasi fosse una bambola di pezza, c'era nientemeno che Raikou, il Leggendario Pokémon Tuono, uno dei membri del Trio delle Bestie Leggendarie, composto da lui, Entei e Suicune. Il Pokémon incrociò il suo sguardo e con disprezzo lanciò in aria il povero pinguino. Chimchar fu svelto a strusciare sul terreno per arrivare giusto in tempo a prenderlo al volo.
<< Ehi, sei ancora intero? >> chiese subito.
<< Potrei stare meglio... ma grazie lo stesso >> borbottò il pinguino.
<< Figurati, ti dovevo un favore >> rispose Chimchar, facendogli l'occhiolino e massaggiandosi il sederino. Per fare in fretta si era lanciato di botto, e se non ci fosse stata la sua fiamma a coprirlo poteva immaginarsi benissimo di avere il didietro rosso. Leah non si preoccupò minimamente di accertarsi che stessero bene, i suoi occhi erano solo per quel Pokémon Leggendario di tipo Elettro. Era semplicemente... magnifico. Tutto in lui trasudava nobiltà e fierezza, e potenza sopratutto. Ovviamente la ragazza conosceva molte cose sul suo conto: si diceva che egli avesse la capacità di generare nubi temporalesche per poterle cavalcare e quindi volare, e anche che sapesse correre più veloce di un fulmine e che il suo ruggito ricordava una tempesta di tuoni e saette. Benché estremamente emozionata di trovarsi di fronte ad una Leggenda, la sua presenza servì solo a renderla ancora più sospettosa: Raikou era noto per essere un Pokémon piuttosto diffidente che però prestava aiuto ai soli Pokémon Elettro se questi erano in pericolo. Per di più non si trovavano nemmeno all'aperto, e non era credibile pensare che un Pokémon come lui, che incarnava nientemeno che la velocità di un fulmine, si trovasse in una caverna chiusa e buia come quella. Ma ciò che più di anormale c'era in quella situazione era il fatto che Raikou fosse letteralmente sopra il pelo dell'acqua, come se ci stesse camminando sopra. E se fino a quel momento le congetture di Leah a proposito dei suoi nemici non erano state poi di grande rilevanza, quella era la conferma definitiva che c'era decisamente qualcosa che non andava in quei Pokémon. Sì, perché Raikou non avrebbe potuto fare una cosa del genere, solo il suo compagno d'Acqua, Suicune, sarebbe stato in grado di farlo. Leah si prese la testa tra le zampe: aveva talmente tante domande che se la sentiva scoppiare.
La frustrazione, però, presto mutò in rabbia.
Adesso basta! pensò, furiosa. Era ora di fare quello a cui avrebbe dovuto attenersi fin dall'inizio: mettere in moto il cervello. Ma non ne ebbe il tempo: prima che i suoi compagni potessero anche solo pensare di voltarsi verso di lei per sapere chi fosse il nuovo arrivato, questi balzò sulla schiena di Gyarados, che cominciò a mulinare la coda. L'acqua del lago prese a vorticare e venne assorbita da Gyarados finché lui, con un colpo ben assestato, non la mandò contro i tre ragazzi. Solo che non li colpì: si fermò a mezz'aria e si disperse in mille serpentelli d'acqua che cominciarono a svolazzare velocissimi da una parte all'altra della caverna. A quel punto Raikou lanciò un potente ruggito che assordò i tre amici.
<< Aaargh, è insopportabile!! >> urlò Chimchar premendosi le mani sulle orecchie. Anche Piplup si prese la testa tra le pinne e digrignò i denti, mentre Leah arrivò quasi a strapparsi le orecchie pur di smettere di sentire quel rumore di fragorosi tuoni in tempesta, ma fu inutile: tappate o stappate, il frastuono era così forte da passarle anche attraverso le zampe. Se avesse continuato ancora non era certa che avrebbe resistito a lungo. Ma si sa... è proprio in mezzo al caos che un capo deve ragionare e agire con freddezza. Così, malgrado l'impossibilità di concentrarsi, Leah riuscì ad accorgersi che c'era qualcosa di strano, e perdendo inavvertitamente la presa su un orecchio per il fango di cui era incrostato, capì cosa fosse: quel rumore non le stava provocando alcun male alle orecchie. Lasciò cadere anche l'altra zampa e capì il perché: lei non stava davvero sentendo quell'urlo, era tutto... dentro la sua testa, era un grido mentale.
I suoi sospetti crebbero ancora di più, ma alla fine un lampo di chiarezza, il primo ad averle attraversato la mente da quando erano finiti là sotto, le illuminò il cervello, ma prima di saltare alle conclusioni aveva bisogno di esserne certa al 100%. Stringendo i denti, lasciò fluire l'energia, e quasi subito sorrise compiaciuta: finalmente aveva capito. Aveva capito com'era possibile che due Pokémon come Slaking e Raikou potessero trovarsi in un posto del genere, aveva capito perché gli attacchi acquatici di Piplup erano stati assorbiti; ma sopratutto... aveva capito perché nessuno di loro era mai sceso a terra a combatterli e perché il ruggito di Raikou risuonasse solo nelle loro menti. Si diede della stupida per non essersene accorta prima e per aver permesso di perdere tempo prezioso a farsi trarre in inganno in quel modo. E solo qualcuno con poteri psichici avrebbe avuto le capacitò necessarie per riuscirci. Sorrise, ma con perfidia, sorriso che non tirava fuori molto facilmente: chiunque fosse il loro vero nemico, sicuramente il Guardiano che tanto avevano cercato, presto si sarebbe accorto di aver scelto i bersagli sbagliati a cui propinare certi giochetti.

Ragazzi, mi serve ancora il vostro aiuto!”. Dovette urlare anche se stava parlando telepaticamente per farsi sentire.
Che ci stiamo a fare qui, sennò?!” urlò Chimchar in risposta. Piplup gli riservò un'occhiataccia.
Tenete pronti i vostri attacchi più forti, e quando ve lo dico io colpite il lago!”
Roger! ” esclamarono insieme i due ragazzi, ma subito dopo Chimchar cominciò a mugolare.
Facciamo in fretta, io non ce la faccio più!” si lamentò premendosi ancora di più le orecchie. Leah lo guardò preoccupata: come fare a rivelargli ciò che aveva scoperto senza perdere altro tempo? Di certo, però, non poteva circondarli con la sua barriera, sarebbe stata d'intralcio alle loro azioni. Un momento, però: barriera, scudo... protezione! Ma certo! pensò Leah, illuminandosi: forse avrebbe potuto usare un altro tipo di barriera. Non l'aveva mai fatto prima, ma non c'era tempo per essere fiscali: o quello o niente, non aveva altre soluzioni. Doveva proprio smetterla però di farsi venire idee di questo tipo solo quando era sul campo di battaglia: non poteva sperare che sarebbero sempre andate a buon fine. Però anche farsi prendere dall'insicurezza era un lusso che in combattimento non ci si poteva mai permettere, per cui smise di pensarci troppo e la mise in atto:
Venite qui “ disse facendo cenno ai compagni di avvicinarsi, poi mise le zampe sulle loro teste.
Cosa stai...?”
Fidatevi di me” tagliò corto, e allora la lasciarono fare. La ragazza si concentrò e immaginò una cappa protettiva intorno ai loro cervelli, e a quanto pare dovette funzionare davvero, perché quando li lasciò andare Chimchar si tappò e stappò continuamente le orecchie, stupito e meravigliato.
<< Ma... è incredibile, come... >>
<< Dopo >> tagliò di nuovo corto la ragazza, e loro si apprestarono ad eseguire gli ordini quando convenuto.
<< Continuate a fingere di non riuscire a sopportare questo rumore >> bisbigliò Leah, anche se forse era inutile: se davvero il nemico misterioso li aveva osservati fino a quel momento, allora ormai doveva essersi reso conto che il rumore non stava già più sorbendo lo stesso effetto. Piplup e Chimchar però non fecero domande: dovevano solo fidarsi del loro Leader, ed era più che sufficiente. Anche lei continuò a tenersi le orecchie premute sul muso usando la coda, e stranamente il loro inganno sembrò funzionare, perché Gyarados si preparò a caricare un attacco acquatico dalla bocca, anche se non fece in tempo a colpire: veloce come un fulmine, prima Leah avvolse lui e i suoi compagni con i suoi poteri psichici e li sollevò in aria, poi Chimchar sparò il suo Lanciafiamme e Piplup il suo Idropulsar, ma neanche stavolta i loro attacchi andarono a segno: si fermarono poco prima della superficie dell'acqua, e come spinti da una forza misteriosa tornarono ai mittenti. Loro furono svelti a evitarli, ma a Leah bastò per avere chiara la situazione: qualcuno non voleva farli avvicinare al lago per nessun motivo.
<< E va bene >> disse rivolta all'acqua. << Se è il gioco duro che vuoi... gioco duro avrai! >> e aumentò a dismisura la propria potenza stringendo i pugni. I Pokémon prigionieri cominciarono ad agitarsi e a contorcersi come in preda alle convulsioni, e infine esplosero, ritornando quello che era stati in principio: acqua, pura e semplice acqua cristallina che ricadde nel suo “contenitore” originale come una pioggia leggera. Piplup e Chimchar urlarono quando li videro esplodere.
<< M-Ma loro... tu... >> balbettò Chimchar additando prima il lago e poi Leah, ma lei alzò un braccio e subito il piccolo ammutolì. Per quanto continuasse a sostenere il contrario anche a se stesso, però, era in momenti come quello che non poteva negare che Leah, a volte, lo spaventava davvero. Ma non avrebbe mai osato dirlo ad alta voce. Lei non gli prestò attenzione, perché sapeva che non era ancora finita: c'era ancora un'ultima cosa da fare. Detto fatto, si avvicinò alla sponda del lago e si specchiò nell'acqua.
<< Chiunque tu sia... >>, cominciò a caricare l'energia, poi alzò le braccia e urlò: << Vieni fuori!! >> e le abbassò di botto, riversando tutto il suo potere in quello specchio liquido. Non dovette aspettare molto: subito sentì qualcosa opporsi alla sua energia, qualcosa che non voleva permetterle di avanzare oltre, ma lei non demordette. Fu una dura lotta, un tira e molla che non finiva più, ma girandole intorno Leah riuscì ad agganciare la fonte di quell'energia, e con un ultimo supremo sforzo riuscì a farla emergere. Aveva il fiato corto e il manto sudato, ma anche se quella misteriosa sorgente di potere continuò a opporsi anche dopo che l'ebbe catturata, la giovane riuscì a farla uscire dall'acqua. Solo che... rimase stupita da ciò che increspò la superficie del lago.

*Angolo dell'autrice*

Chiedo scusa se non mantengo la parola, avevo promesso che già in questo capitolo avrebbero finalemente incontrato il Guardiano, ma scrivendo mi è venuta tanta di quella roba che ho dovuto dividerlo in due parti. Questa forse è la meno ricca, la prossima sarà più esasustiva, lo prometto. E chiedo scusa anche per aver fatto aspettare così tanto tempo, ma ho avuto molti problemi, tra cui il blocco dello scrittore, la poca ispirazione e gli impegni Univeristari. Spero comunque di aver fatto un buon lavoro e che sia stato di gradimento.

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Capitolo 5
*** Il Custode ***


Visti tutti i tribolamenti passati per farlo uscire allo scoperto, Leah aveva creduto che fosse un Pokémon Leggendario ( e anche se era stata un po' infantile nel farlo, aveva sperato che fosse Mew), ma quello che increspò la superficie del lago, circondato da una bolla di energia che gli aveva anche permesso di respirare, ancora una volta fu un Pokémon che non si sarebbe mai aspettata di trovare in quella bolgia umida e fangosa: un Ninetales, un magnifico esemplare di Ninetales dal portamento nobile ed elegante e dallo sguardo severo e altero. I tre ragazzi lo guardarono meravigliati, Leah più di tutti. Il Pokémon Volpe li fissò uno ad uno, ma sulla ragazza si soffermò maggiormente; lei sentì un brivido lungo la schiena, ma non distolse lo sguardo. Rimasero a fissarsi a lungo finché finalmente Ninetales scese verso di loro. Leah rimase immobile a fissarlo come in trance finché non si adagiò con delicatezza davanti a lei. Anche Piplup e Chimchar rimasero pressoché stupefatti dalla sua apparizione. Non avevano mai visto un Pokémon così bello: avevo un magnifico manto dorato e lucente, così tanto che veniva voglia di accarezzarlo per sentirne la morbidezza; aveva nove code, dorate anch'esse ma terminanti ognuna con una punta arancione, ed erano piegate a formare una corolla dietro la sua schiena. Aveva anche una morbida cresta in cima alla testa e un collare di pelo intorno al collo; gli occhi erano rosso fuoco, e sembravano fiammeggiare per davvero. Indossava un panno bianco drappeggiato a mò di toga, che gli copriva il petto ma lasciava libere le zampe e le code, ed era fermato sulla spalla destra da una spilla dorata a forma di sole. Sulla fronte aveva un diadema con un bellissimo rubino dai riflessi scarlatti grosso quanto un uovo, e tutto il suo corpo sembrava emanare un'aura mistica, . I tre amici rimasero senza fiato, guardando ogni centimetro di quel Pokémon come se volessero mangiarselo con gli occhi: se quello non era il vero Guardiano, era davvero difficile immaginare chi altri avrebbe potuto essere. Era magnifico, una meraviglia per gli occhi... ma sembrava anche piuttosto adirato, e questo lo rendeva anche spaventoso. Piplup e Chimchar arretrarono intimoriti quando arrivarono ai suoi occhi, ma Ninetales non li degnò di uno sguardo. Sembrava, invece, piuttosto interessato a Leah, o quantomeno: da quando era uscito dall'acqua non le aveva tolto gli occhi di dosso e non sembrava intenzionato a smettere. Leah si sentì in soggezione, ma non abbassò lo sguardo né sbatté le palpebre, anche se era così stanca che avrebbe preferito farlo, ma non poteva. Certo sarebbe stato meglio se quel Pokémon si fosse deciso a fare o dire qualcosa, invece di tenerle inchiodato il suo sguardo addosso e aumentare così la sua ansia e il suo nervosismo.
E la sua preoccupazione, anche : aveva smascherato il suo inganno e per questo aveva anche ferito il suo orgoglio, era questo il motivo delle sue attenzioni? Un respiro profondo prima del balzo? La volpe continuò a guardarla con diffidenza, ma finalmente si decise a disperdere la bolla e ad avanzare verso di lei. Piplup e Chimchar si precipitarono subito a fermarlo, ma lui li spazzò via letteralmente con il pensiero, mandandoli a ruzzolare qualche centinaio di metri più in là. Leah era talmente impegnata a cercare di restare lucida e al tempo stesso a non distogliere lo sguardo da lui che quasi non si accorse di niente, e a malapena avvertì la sua presenza quando le si avvicinò e posò la fronte contro la sua. Il rubino si illuminò, e Leah sussultò, ma non si sottrasse a quel contatto. Lo splendido Pokémon rimase fermo in quel modo per poco, poi si staccò. Leah non sentì alcuna differenza rispetto a quando si era appoggiato a lei, ma notò la sua espressione: era ancora seria,ma perlomeno aveva smesso di essere arrabbiata.

<< Sei unica >> disse quello con voce profonda. Leah non capì a cosa stesse alludendo, ma Ninetales non aggiunse altro. Abbassò invece la testa e le toccò il petto con il diadema: il gioiello si illuminò di nuovo, ma stavolta Leah si sentì pervadere da un piacevole tepore, e le sembrò anche di riacquistare energie; quando poi Ninetales rialzò il capo, Leah si sentì rinvigorita e riposata come non era mai stata.
<< Grazie, Ninetales... >> mormorò riconoscente. La volpe la guardò stupita e confusa.
<< Come... mi hai chiamato? >>
<< N-Ninetales... >>. Lui sbatté le palpebre visibilmente meravigliato.
<< Come fai a sapere... come mi chiamo? >>
<< Non... non lo sapevo, in realtà... l'ho dato per scontato … >> spiegò imbarazzata la ragazza, timorosa di aver compiuto un passo falso. Per un attimo Ninetales sembrò vacillare.
<< Erano... anni che non mi sentivo chiamare per nome... >> mormorò debolmente. Le ragazza vide i suoi occhi velarsi di malinconia e provò pena per lui: non doveva avere molti contatti con il mondo esterno, e chissà per quanti anni doveva essere rimasto là sotto, nella più completa solitudine, senza mai uscire. Sentirsi chiamare per nome dopo molto tempo forse era stato del tutto inaspettato.
<< Scusa se ti ho rattristato, non avevo idea... Comunque... grazie per... quello che hai fatto >> disse, toccandosi il petto: sentiva ancora la pressione e il calore del rubino sulla pelle. Ninetales sembrò riprendersi all'improvviso, e dal suo muso sparì ogni traccia di tristezza , diventando di nuovo una maschera di pietra indecifrabile.
<< Non mi hai affatto rattristato e non ringraziarmi: non l'ho fatto per essere gentile >> ribatté secco. Leah sorrise imbarazzata. In quel momento, Piplup e Chimchar arrivarono di corsa e fronteggiarono nuovamente Ninetales.
<< Chi diamine ti credi essere, tu?! >> sbraitò Chimchar quando fu abbastanza a portata d'orecchio.
<< Non vedo perché dovrei dirvelo >> replicò l'altro con fare altezzoso.
<< Non sarà necessario >> intervenne Leah. Tutti la guardarono, ma lei guardò solo Ninetales.
<< Sei tu, vero? Il Guardiano della Biblioteca che stavamo cercando >>. La volpe si limitò ad annuire. Chimchar si grattò la testa perplesso.
<< Sei sicura? >>
<< Basta guardare com'è vestito >> sospirò Leah. << E scommetto anche... che ciò che cerchiamo è proprio di fronte a noi >>. I due ragazzi si guardarono intorno ma non videro altro che acqua e fango.
<< Il lago, ragazzi: sono certa che l'ingresso della Biblioteca si trovi là sotto >>. Va bene che lei non era tipo da darsi grandi arie, ma non ci voleva un genio per fare due più due visto quello che era successo.
<< I-In acqua?! E... e quindi come facciamo a raggiungerlo?! >> esclamò Chimchar.
<< Temo che sia il minore dei nostri problemi, ora come ora... >> mormorò Leah guardando Ninetales, che sogghignò.
<< Hai detto bene, mocciosa: voi infatti... non andrete da nessuna parte! >> tuonò, e la sua voce rimbombò ovunque. Chimchar caracollò all'indietro, Piplup arretrò e Leah inghiottì forte: ora gli occhi di Ninetales sembravano davvero essersi accessi di un violento fuoco, e il pelo della sua coda si era rizzato. I tre ebbero anche l'impressione di vederlo circondato da un'aura oscura che venire la pelle d'oca a tutti. Quando parlò di nuovo, il tipo Fuoco lo fece però guardando solo Leah, ignorando completamente gli altri due.
<< E' meglio che vi metta i chiaro un paio di cose; deciderò dopo se risparmiarvi la vita o meno >>. I due piccoli Pokémon sudarono freddo e si strinsero istintivamente a Leah, che però si limitò ad annuire.
<< Le tue intuizioni sono giuste, Leah. Non guardarmi in quel modo >> aggiunse vedendola sgranare gli occhi. << So molte cose su di te... e del motivo per cui siete qui. L'ho visto poco fa... >>...quando ha appoggiato il suo diadema su di me! completò mentalmente la ragazza, e si lasciò scappare un ringhio. Era a conoscenza che quella dei Ninetales fosse una razza speciale e che le nove bellissime code di cui erano dotati fossero la fonte di incredibili poteri psichici. Fino a che punto arrivassero era uno dei grandi misteri del mondo dei Pokémon, ma si diceva permettessero loro di fare cose incredibili, e forse leggere la mente altrui era solo uno dei tanti. Però le aveva rubato i ricordi... e non glielo aveva impedito!.
Come ho potuto essere così stupida! Imprecò la ragazza. Va bene che l'aveva anche curata, ma aveva preso i suoi ricordi! Come si era permesso quel... No, aspetta un attimo! pensò di colpo , se davvero ha guardato dentro la mia mente e ha scoperto tutto su di me... questo vuol dire che!...
<< Sono al di sopra di queste cose e non mi interessano. Quello è un problema tuo, stà a te gestirlo come meglio credi >> disse il Pokémon Volpe. Impossibile stabilire se le avesse di nuovo letto il pensiero o era bastata la sua espressione per indovinare cosa le frullasse in testa, fatto stà che Leah non riuscì a non arrabbiarsi ancora. Guardando la sua espressione sprezzante, però, cercò di calmarsi: prendersela era inutile, ormai quel che era fatto era fatto, e di certo lei non si sarebbe azzardata a modificargli la memoria per fargli dimenticare ciò che aveva visto, anche se le dava fastidio che ne fosse entrato in possesso. Una cosa però doveva riconoscergliela:
<< E' per questo che mi hai curata? >>
<< No, quella è stata solo un'inevitabile conseguenza >> fu la risposta secca. Suo malgrado, Leah si ritrovò ad essergli grata.
<< Ehi, vi siete dimenticati di noi?! Di cosa state parlando? >> esclamò Chimchar agitandosi. Ninetaes lo guardò con sguardo glaciale, al che gli si rizzò il pelo su tutto il corpo e corse dietro a Leah. Lei lo guardò appena.
<< L-Leah... >> disse Chimchar facendosi coraggio. << Come hai fatto a- >>
<< Avete per forza bisogno di lei per capire?! Non siete capaci di ragionare con la vostra testa?! >> tuonò la volpe dorata, irritata. Chimchar arrossì per la vergogna e si nascose ancora di più. Piplup, invece, strinse i pugni, si fece avanti e fronteggiò Ninetales.
<< Hai ragione ad arrabbiarti, Ninetales >> disse a testa alta, cercando di farsi coraggio. La volpe si voltò verso di lui. Piplup sì sentì subito nervoso e teso come una corda di violino: lo sguardo di quel Pokémon non gli piaceva per niente, sembrava guardargli dentro l'anima.
<< Sì, è vero, noi siamo molto più lenti di Leah a capire le cose, ce lo ripetono di continuo... però... anche se questo è solo uno dei motivi principali per cui è il nostro Leader, non significa che siamo completamente dipendenti da lei! >>. La ragazza fu fiera che Piplup stesse cercando di reagire e non si stesse lasciando condizionare dalle parole di Ninetales, come invece stava succedendo con Chimchar, che sembrava incapace di alzare lo sguardo da terra.
<< Siete davvero patetici >> disse Ninetales, e Leah gli ringhiò contro. << Ammira il tuo coraggio Piplup, ma non sarà sufficiente per farti diventare degno di vedere la Biblioteca, neanche tra un'eternità >>. Piplup strinse i pugni e guardò il lago.
<< Se sei tu il vero Guardiano di questo posto... quei Pokémon non erano altro che una tua illusione generata sfruttando l'acqua del lago >> disse soprappensiero. La volpe fece una smorfia.
<< Forse non sei tardo come credevo... di sicuro lo sei meno del tuo compagno >> . Sia Leah che Piplup cominciarono a innervosirsi.
<< Sì, sono io, e ho passato la mia intera esistenza a proteggere questo luogo, non vi permetterò di profanarlo! >>. Agitò le code, che sembrarono rilasciare in aria luminose scintille rosse, e digrignò i denti. A tutti sembrò che la temperatura si fosse alzata all'improvviso, e ben presto cominciarono a sudare.
<< Ninetales, aspetta >> disse Leah cercando di farlo ragionare. << Ti prego, ascoltaci: noi vogliamo solo- >>
<< Lo so cosa vi ha spinti fin qui, so cosa state cercando! >> esclamò a gran voce l'altro.
<< Lo sai e ciononostante sei comunque deciso a non farci passare?! Non hai a cuore la sorte del mondo?! >> esclamò Piplup.
<< Di quello che c'è là fuori non mi importa, il mio mondo è qui >>. Leah perse la pazienza:
<< Il TUO mondo fa comunque parte del NOSTRO mondo!!! Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, camminiamo sulla stessa terra, respiriamo la stessa aria! Se perdiamo e non riusciamo a fermare ciò che stà succedendo là fuori neanche tu potrai più vivere, lo capisci questo?! O continuerai a far finta di niente anche quando tutto sarà finito senza neanche valutare l'idea che forse avresti potuto contribuire alla salvezza del pianeta?! >>. Ninetales non si scompose.
<< Le tue parole non mi toccano, ragazza. Io ho la mia missione, e solo in sua vece io vivo e respiro, non a tutte quelle sciocchezze di cui vai farneticando. Non verrò meno al mio compito solo perché è un gruppo di infanti che non possono comprendere le cose più grandi di loro, a chiedermelo >>. La ragazza sospirò rassegnata: proprio un testone schiavo del destino, che credeva di essere per forza obbligato a seguire una determinata strada senza neanche varare le alternative dovevano trovarsi come avversario. Con certa gente, purtroppo, le parole non erano sufficienti, ci volevano i fatti. E dopo tutto quello che avevano passato per trovare quel posto li avrebbero fatti valere ancora una volta, anzi, mille altre volte.
<< Ninetales... cerca di capire, abbiamo bisogno di saperne di più. Ciò che cerchiamo potrebbe essere davvero nascosto nel luogo che stai proteggendo così assiduamente. Ti dò la parola che non cercheremo di rubare niente, non danneggeremo la Biblioteca >>. Vedendo che continuava a trafiggerla con i suoi occhi di fuoco, Leah insistette:
<< Siamo disposti a fare qualunque cosa! >>. Niente da fare. Piplup non ne poté più, e in preda dalla disperazione si buttò ai suoi piedi, prostrandosi a terra.
<< Ninetales, ti prego!!! >> lo supplicò urlando. Questa volta la volpe non rimase indifferente e abbassò lo sguardo verso il pinguino, mentre la maschera perfetta che era la sua espressione si incrinò in una di confusione e stupore: non si sarebbe certo aspettata un così tale gesto estremo da parte loro. Era davvero coraggioso quel ragazzo, doveva riconoscerlo. Guardò anche la sua compagna, e per un secondo provò un senso di rispetto verso di loro: aveva sentito parlare della caparbietà e dell'egoismo degli esseri umani, caratteristiche in nome dei quali essi arrivavano a fare di tutto per ottenere quello che volevano; quei due sembravano proprio non fare eccezione, nel genere, ma stranamente sentì una sorta di empatia nei loro confronti, anziché disprezzo; era come se fosse in grado di capire esattamente ciò che stavano provando in quel momento. Dopotutto, non era lo stesso che aveva fatto e continuava a fare anche lei da mille anni? Quegli umani avrebbero continuato a chiedere e a supplicare ancora e ancora, a costo di trascinarsi ai suoi piedi e metterci la testa sotto, non si sarebbero mai arresi. Provò un piacere strano, una sensazione che non aveva mai sperimentato per secoli e che anche se non sapeva spiegarsi lo incuriosiva. Facendosi trascinare dal flusso di questa nuova emozione, alla fine fece la sua scelta. Era una decisione folle, irrazionale, la prima che avesse mai preso in tutta la sua vita, però sentiva di volerlo fare lo stesso.
<< Bene >> disse, allora. << Se davvero ambite così tanto ad entrare nella Biblioteca... dovrete prima soddisfare una condizione >>. Piplup si tirò su di scatto e Leah drizzò le orecchie.
<< Avete smascherato il mio inganno con i miei cloni d'acqua, e questo è già degno di nota; il prossimo passo... sarà ottenere la mia sconfitta >>. Le parole che stavano aspettando. Piplup e Leah si guardarono sorridendo, nonostante la richiesta non esattamente facile da soddisfare, ma tuttavia cercarono di non mostrarsi troppo impazienti o avventati:
<< Va bene, combatteremo tutti contro di te >> disse la ragazza.
<< No >> la corresse Ninetales, scuotendo la testa. << Voglio che siate solo voi due a farlo >>. I due smisero all'istante di sorridere e sgranarono gli occhi, voltandosi contemporaneamente verso Chimchar, che finalmente sollevò la testa e guardò Ninetales, rosso in viso e furioso.
<< Non se ne parla : siamo venuti qui insieme e insieme combatteremo! >> esclamò. Il Pokémon Volpe non lo guardò nemmeno.
<< Non ho alcun interesse a lottare con te >> disse asciutto. Chimchar, a quel punto, esplose:
<< Perché?! Perché loro sì e io no?! >>. Stavolta il Pokémon dorato si voltò appena e lo guardò come avrebbe guardato una macchia sul suo vestito immacolato:
<< Leah ha capito e smascherato il mio inganno, ed è riuscita a portarmi allo scoperto, Piplup è arrivato ad umiliarsi pur di cercare di convincermi ad ascoltarvi; tu, a parte nasconderti come un codardo, non mi sembra abbia fatto nient'altro >>. Tradotto: i suoi compagni avrebbero potuto affrontare la sfida e ottenere il permesso di visitare la Biblioteca perché erano riusciti ad impressionare Ninetales... lui no perché non aveva combinato niente.
<< I-Io... Io... >> balbettò il Pokémon Scimpanzè, ma le parole gli morirono in bocca e non riuscì più a dire niente. E non lo avrebbe fatto neanche se avesse potuto, perché aveva ragione quel Pokémon, e per questo non poteva ribattere. Ma dopotutto come avrebbe potuto giustificarsi, a parte dicendo che aveva cominciato ad avere paura nel momento in cui aveva visto Leah disperdere come se niente fosse quelli che credeva essere veri Pokémon? D'accordo che poi aveva capito che erano solo copie d'acqua, ma dire che non si era sentito terrorizzato nel vedere la ragazza agire senza esitazione sarebbe stata una bugia.
E anche se, quando l'avevano conosciuta, era stato il primo a pensare che le capacità di Leah fossero semplicemente straordinarie, ora stava cominciando a rimangiarsi le sue parole e a provare solo paura verso colei che fino a pochi giorni prima avrebbe esaltato e lodato, mentre ora se ne sentiva solo terrorizzato. Quello che gli sembrava strano, però, non era il suo improvviso cambio d'opinione verso di Leah, ma quello di Piplup: al contrario di lui, il pinguino era stato diffidente verso la ragazza sin dal primo momento; ora invece i ruoli si erano ribaltati, e loro erano di nuovo all'opposto, come erano sempre stati, dopotutto. Persino Piplup si stava ormai allontanando, persino lui che più di tutti avrebbe dovuto essere aiutato si stava piano piano ergendo, uscendo da sotto l'ala protettiva di Leah, mentre Chimchar sembrava esserne sempre più succube e prigioniero. Ed era questo a fargli paura più di tutto: che Piplup stesse diventando sempre più forte e sicuro di sé mentre lui sembrava essere fermo al punto di partenza. Inspirò forte, ma sentì le lacrime premergli . Non poteva permettere che le vedessero, per cui non gli rimase altra scelta: girò i tacchi e scappò via.

<< Chimchar!! >> urlarono i suoi compagni, ma lui non li ascoltò: non gli importava dove sarebbe finito, non gli importa se sarebbe stato condannato a vagare in quel buco umido per sempre, voleva solo allontanarsi il più possibile. Ma non fece molta strada: neanche una decina di metri dopo, un'imponente muro di fiamme gli ostruì il cammino. Cadde a terra tremando come una foglia, e anche Piplup rimase bloccato dal terrore a fissare le fiamme a bocca aperta; Leah, invece, sospirò.
<< Non avevi detto che non volevi che Chimchar entrasse nella Biblioteca? >> disse, voltandosi verso Ninetales.
<< Non gli ho dato il permesso di andarsene... a nessuno di voi è concesso! >> sibilò lui. La ragazza lo guardò con aria quasi annoiata.
<< Sei piuttosto incoerente, lo sai? >>. La volpe dorata ringhiò e le fiamme si fecero ancora più intense, cominciando ad apparire anche sulla punta delle code del Pokémon.
<< Non avete capito bene la situazione, allora >> disse. << Sia che vogliate andare avanti o tornarvene da dove siete venuti... prima dovrete sconfiggermi! >>. Leah agitò nervosamente la coda: non le piacevano gli arroganti come lui che, solo perché avevano grandi poteri, si credevano invincibili ed erano disposti a qualunque cosa pur di riparare un torto subito, in questo caso quello che gli avevano rivolto loro scoprendo dove si trovasse la Biblioteca e obbligando il suo Guardiano ad uscire allo scoperto.
Aveva sempre sentito dire che da grandi poteri derivavano grandi responsabilità, ma lei era più per il “ Grandi poteri = Grandi rogne”... o gran fissità mentali, come quelle che stava dimostrando Ninetales. A quanto pareva dargli la loro parola di non rimettere più piede in quel posto una volta fatto quello che dovevano non era sufficiente. Lo sguardo le cadde sul suo diadema e sulla toga, e capì meglio un po' di cose: lui stesso aveva detto di essere rimasto a custodire quel luogo per tutta la vita; considerato che della Biblioteca se ne parlava quasi come una Leggenda e che la durata media di vita dei Ninetales era di mille anni, non era difficile immaginare quanti ne avesse passati là sotto. Per quanto non approvasse la sua cocciutaggine, Leah non poté fare a meno di provare a immaginarsi nei suoi panni: rimanere per mille anni nello stesso luogo, giorno dopo giorno, senza mai uscire a vedere il mondo esterno, incatenato ad un destino a cui non aveva potuto o voluto sottrarsi, dedicare anima e cuore al compito che gli era stato affidato. Era la sua unica ragione di vita, il motivo della sua presenza nel mondo, e ci sarebbe rimasto fedele fino all'arrivo della sua ora, che però non sarebbe giunta tanto presto.
Non c'era da sorprendersi se avesse finito per indurire il suo cuore e privarlo di qualsivoglia sentimento, la sua missione era più importante di tutto, non c'era spazio per distrazioni inutili come le emozioni. Torkoal, poi, aveva detto che c'erano solo pochissime notizie, a proposito dell'esistenza della Biblioteca, e che quei pochi che erano riusciti a trovarla avevano rinunciato per via di un potente Pokémon a guardia di essa. Viste le difficoltà che lei stessa aveva avuto a far uscire Ninetales allo scoperto, Leah non dubitava per niente di quelle voci, ma le risultava lo stesso difficile credere che tutti, finora, si fossero fatti spaventare solo da quello, e che nessuno, magari dopo essersi allenato duramente, fosse tornato per fare un ulteriore tentativo. Anche la carenza di notizie era sospetta, forse nessuno si era preso la briga di riportare con cura la sua esatta ubicazione per poter tornare e vendicarsi. O forse... Ninetales non si limitava solo a sconfiggere gli avversari: forse finiva addirittura per modificare i loro ricordi, in modo che dimenticassero dove si trovasse la Biblioteca, mantenendo però vivo il ricordo di una lotta contro un essere potente e pericoloso, in modo tale che gli rimanesse talmente impresso da indurre gli altri a evitare di provarci, a farli desistere dall'idea di correre a loro volta il rischio di tornare a casa con le ossa rotte e l'orgoglio in frantumi. Se era davvero così, allora il Team Poképals non aveva scelta: sia che volessero andare fino in fondo sia che volessero rinunciare, prima avrebbero dovuto affrontare Ninetales, perché se avessero scoperto i segreti celati nella Biblioteca allora sarebbe stata la rovina per il Pokémon Volpe; se invece se ne fossero andati senza neanche consultare gli archivi nascosti là sotto, magari avrebbero rivelato il segreto di quel luogo, e allora sarebbero tornati ancora, magari in compagnia di Pokémon molto più forti e avidi di loro, e allora sarebbe stata ugualmente una disgrazia. In entrambi i casi, Ninetales avrebbe combattuto, lo avrebbe sempre fatto: era il suo destino, era l'unico modo di vivere che conosceva.
Tolto quello, però... cosa rimaneva? Il vuoto. Una vita buttata via, nella più completa solitudine, senza alcun amico, senza qualcuno con cui condividere una parola, un pensiero, una risata, qualcuno su cui appoggiarti per piangere, che ti consolasse quando ti senti triste... una vita senza amore. E lo sapeva bene anche lei che aveva avuto solo Vaporeon per tutta la vita, ma Ninetales lo sapeva? Era davvero felice di vivere in quel modo, se vita si poteva chiamare? Se ci fosse stata un'alternativa, se lui avesse avuto anche la sola minima possibilità di scelta, l'avrebbe perseguita oppure sarebbe rimasto immobile nelle sue convinzioni fino a morte avvenuta? Forse non era nemmeno cattivo come stava cercando di far credere, forse era solo un essere tormentato, un individuo che non era mai stato libero in vita sua. E forse non era solo il mondo a dover essere salvato, al momento. Ma a quello era meglio pensarci dopo la sfida, che però non sarebbe cominciata, non prima che Leah avesse detta la sua:

<< Ninetales, >> disse , dunque << hai posto le tue condizioni... ora lascia che siamo noi a porre le nostre>> .Il Pokémon, che normalmente non avrebbe permesso a nessuno di dargli ordini, fece cenno alla fanciulla di parlare liberamente. Leah guardò i compagni: Piplup annuì col capo, Chimchar invece non reagì in alcun modo. La ragazza prese un respiro profondo, e sperando di riuscire a parlare anche a nome loro, cominciò:
<< Noi combatteremo tutti contro te, o altrimenti non lo farà nessuno di noi >> . La volpe piegò le labbra in una smorfia.
<< E pensi che io vi permetterò di andarvene senza averlo fatto? >>.Leah gli si avvicinò e allungò il muso verso di lui, così vicino che i loro nasi quasi si sfiorarono.
<< Se davvero hai visto tutto di me... allora dovresti sapere che ti conviene non sottovalutarmi... >> sussurrò piano. Ninetales abbassò il capo sfiorando la spalla della ragazza.
<< Arriveresti a rivelarti pur di averla vinta, umana? >> le sussurrò quasi impercettibilmente.
<< Se sarà necessario... e anche a costo di spremere ogni goccia di energia che ho in corpo... ma non mi arrenderò mai >>. Ninetales fece una smorfia e scrollò le spalle.
<< D'accordo, come volete: se proprio ci tenete a morire insieme... >>. Leah lo ignorò e guardò di nuovo i compagni: Piplup sorrise soddisfatto, Chimchar invece non le prestò attenzione, e questo cominciava a rappresentare un bel problema: senza il suo parere come poteva capire di avere o meno detto la cosa giusta o se lui fosse abbastanza intero psicologicamente da sostenere lo scontro?
<< Qualcos'altro? >> disse ancora Ninetales.
<< Solo due : vuoi affrontarci tutti insieme o uno per volta? >>
<< Penso che eliminarvi tutto in una volta sola non sarà un problema >>.
<< Grazie... >> sbuffò Leah. << Un ultima cosa: in caso che tu venga sconfitto... >>
<< Non succederà!!! >> urlò il Pokémon. Leah lo ignorò:
<<... in caso di sconfitta ti prego di non fare pazzie >>.
<< Non accadrà, perché io non perderò mai! >> tuonò la volpe come se Leah l' avesse insultata a morte. Tuttavia lei rimase impassibile:
<< Bene, queste sono le nostre condizioni: prendere o lasciare >>. Il Pokémon Volpe guardò la zampa tesa verso di lui e divenne piuttosto confuso.
<< Cosa stai facendo? >>
<< Ti sto invitando a stringere la mia zampa per suggellare questo accordo >>.
<< Cosa?... >>
<< E' costume, quando si fa un patto, scambiarsi una stretta di mano per confermarlo. Anche se, bé, nel nostro caso... >> spiegò, agitando la zampa. Ninetales scosse la testa e la respinse.
<< Non venirmi a contagiare con i tuoi modi >>.
<< Sono un po' selvaggia, lo so, ma non sono una cafona: malgrado tutto le buone maniere le ho imparate, te lo posso assicurare >> . La volpe sospirò e si arrese, prendendole la zampa con riluttanza e stringendogliela rigidamente.
<< Ora che avete dovuto fare tutta questa scena... mostratemi cosa sapete fare! >> e scattò indietro, distanziandoli. Leah fece un breve riepilogo di quello che aveva imparato fino a quel momento su di lui: era orgoglioso e sicuro di sé, molto forte e caparbio, oltre che ligio al dovere e poco incline all'ironia; una combinazione peggiore non potevano trovarla. In ogni caso, la ragazza non era così impaziente di assaporare la vittoria, anche perché era certa che non ci sarebbe stato niente da assaporare, sia in caso di una sconfitta loro o sua: se avessero perso, Ninetales avrebbe modificato i loro ricordi per far sì che non ricordassero quasi niente di quello che avevano trovato nei bassifondi della Foresta Rocciosa; peggio, avrebbe anche potuto provare a farli fuori senza pensarci troppo, ma questo Leah non glielo avrebbe permesso, anche a costo di dover rivelare il suo segreto. Se avesse perso Ninetales, però... non sapeva perché si sentisse così nervosa, ma c'era qualcosa, un'intuizione, oppure un semplice presentimento, che le diceva che anche in quel caso sarebbe sicuramente successo qualcosa di molto sgradevole, qualcosa che però lei non avrebbe permesso che accadesse. Prima però era meglio fare un passo alla volta, e pensare prima ad un modo per riuscire a sconfiggere Ninetales senza riportare danni troppo gravi.
Guardò i compagni: Piplup sembrava sicuro e determinato, anche se i suoi occhi lasciavano trapelare la paura per quello che stava per succedere, ma dopotutto era normale; l'espressione di Chimchar, invece, era indecifrabile, e non si sarebbe potuto stabilire cosa stesse provando. Anche Piplup guardò preoccupato l'amico: non voleva che fosse così abbattuto, non poteva; riusciva a sentirsi veramente forte perché sapeva di avere un fidato compagno su cui contare, ma se Chimchar era ridotto in quello stato neanche lui si sentiva molto fiducioso. Forse farlo partecipare non era una buona idea, ma chiedergli di restare a guardare sarebbe stato ancora peggio. Sospirò: da quando avevano affrontato Drowzee non si erano più trovati ad affrontare avversari di un simile calibro, e anche se era completamente fiducioso che, se per caso loro due non avessero potuto farcela, Leah non avrebbe mai gettato la spugna e avrebbe lottato fino all'ultimo, non poteva negare quanto gli avesse dato fastidio il comportamento di Ninetales: ma chi cavolo si credeva di essere per giudicare gli altri in quel modo?! Trattare Chimchar come fosse un miscredente, un rifiuto... non l'avrebbe passata liscia, gli avrebbero dimostrato che aveva fatto un grandissimo errore di calcolo, e gliel' avrebbe fatta pagare amaramente. Non restava altro da fare che cominciare a combattere, e sperare che non ci fossero ripercussioni troppo pesanti su entrambi i fonti.


Leah non aveva la capacità di leggere nel pensiero, ma in quel caso non sarebbe servito molto, perché si ritrovò lo stesso a condividere i pensieri di Piplup senza accorgersene. E questo aumentò il suo nervosismo: non era tanto perdere a preoccuparla, era fare le cose sotto pressione. Ma non avrebbe avuto esitazioni a usare la sua piena potenza se fosse servito; le spiegazioni le avrebbe lasciate per dopo... sempre che gliele avrebbero lasciate dare. Senza volerlo, si ritrovò a confrontare rapidamente loro tre e Ninetales : lui non era solo forte, era anche composto, elegante, altezzoso; il suo manto non aveva un pelo fuori posto e la sua tunica non aveva neanche la più piccola macchia. Loro, invece, non erano esattamente dei veterani, erano giovanissimi e per lo più ancora sporchi di fango, e leggermente curvi in avanti. Sembravano proprio un principe dell'alta società con dei mendicanti di periferia. Non che lo status sociale di Leah fosse poi differente, ma di solito non andava in giro conciata in quel modo, e si sentiva un po' in imbarazzo. Sospirò e si preparò a combattere: vittoria o meno, a lotta avvenuta avrebbe prima chiesto se potevano farsi un bagno. Ninetales li guardò a testa alta, quasi si aspettasse che facessero loro la prima mossa, e la ragazza cominciò col guardarsi intorno: erano circondati dall'acqua e dal fango, entrambi elementi superefficaci contro un Pokémon di tipo Fuoco come Ninetales. Sarebbe stata la strategia migliore... se non fosse stato per tre problemi: primo, non conoscevano ancora i veri poteri del loro avversario, e avrebbero dovuto fare molta ma molta attenzione; due, lei non si sentiva molto allegra all'idea di dover macchiare così quell'impeccabile immagine ; terzo... lui aveva mille anni di esperienza sulle spalle, di gran lunga più di tutti loro messi insieme, e per di più viveva in quel posto da sempre, quindi era certamente preparato ad affrontare eventualità simili.
<< Non farti questi problemi e attaccami! >> sbraitò quello. Ok, forse ce li aveva davvero i poteri telepatici. Leah si preparò per l'offensiva, pensando di cominciare con un piccolo attacco di avvertimento, giusto per riscaldarsi un po' e cominciare a capire quali fossero le abilità del nemico, ma come da copione successe quello che ormai era l'inevitabile: spinto solo dalla voglia di farla pagare a quel maledetto per l'umiliazione a cui l'aveva sottoposto, Chimchar accolse l'invito di Ninetales saltando in aria e lanciandosi contro di lui con Ruotafuoco, ma la volpe aprì l'enorme ventaglio formato dalle sue code, che si illuminarono e fermarono lo scimmiotto, sbalzandolo via. Ma non bastò a fermarlo: neanche il tempo do finire a terra che ripartì con Lanciafiamme. Questa volta Ninetales usò le code per avvolgersi come una coperta, e con grande meraviglia di Chimchar, così come era successo prima a Piplup affrontando Gyarados, anche il suo attacco venne assorbito, e tutto il corpo del Pokémon si illuminò di un bagliore arancione.
<< Ma... cosa... >>
Fuocardore” disse subito Leah.
Non so di cosa si tratti ma forse posso immaginarlo: segue lo stesso principio che aveva quel Gyarados d'acqua?” disse Piplup.
Esattamente” rispose Leah stringendo i denti. Fuocardore avversario era un gran svantaggio per il Team, visto che il loro rappresentante del genere era una testa calda impulsiva come pochi. Ora però che Chimchar era venuto a conoscenza dell'abilità di Ninetales avrebbe fatto attenzione o sarebbe di nuovo andato allo sbaraglio? Il nemico mulinò le code, che lasciarono un lievissimo alone luminoso nell'aria.
<< Sei stato troppo avventato >> disse guardando lo scimmiotto . << E adesso... è arrivato il mio turno! >> e le fiamme che avevano impedito a Chimchar di scappare si innalzarono in lunghe spire, tornarono dal loro padrone e avvolsero il suo corpo, che si illuminò come se quel fuoco avesse iniziato a circolargli nelle vene al posto del sangue. Le tre code centrali si illuminarono, e tutta la luminescenza che aveva pervaso l'intero corpo della volpe cominciò a spegnersi a partire dalle punte delle code, radunandosi verso la testa di Ninetales, che la rovesciò all'indietro e aprì la bocca: poco a poco, in mezzo alla mandibola spalancata si formò una sfera infuocata, che crebbe sempre di più fino a raggiungere e superare le dimensioni del Pokémon, che la tenne alta sopra di sé mentre questa vorticò spargendo spire di fiamme rosse-arancio tutt'intorno, regalando una nota di mistero e di minaccioso all'ambiente e a lui stesso e aumentando di colpo la temperatura e la luminosità.
Ai ragazzi si seccò la gola, ma quando Piplup chiese a Leah cosa fosse quella sfera e non ottenne risposta, divenne ancora più terrorizzato quando, voltandosi, vide la sua Leader fissare in trance, col corpo che tremava e il manto madido di sudore, quella specie di sole in miniatura. E il suo sguardo, purtroppo, voleva dire solo una cosa: che nemmeno lei sapeva di cosa si trattasse, e che forse era qualcosa che non rientrava nemmeno tra le mosse dei Pokémon Fuoco, anzi, dei Pokémon in generale; e questo voleva dire... che era una mossa inaspettata creata da Ninetales stesso, e questo fece venire i brividi al pinguino, nonostante il calore che ora permeava l'aria. Fino a quel momento, l'unico Pokémon che aveva visto andare oltre le consuetudini e fare esperimenti coi propri poteri, inventando nuove mosse e nuovi modi di usarli, era Leah, ed era una delle cose che gli piacevano di lei, nonché una di quelle che gli avevano fatto pensare che lei fosse unica e gliel'avevano fatta apprezzare ancora di più; vedere qualcun'altro avere la sua stessa tendenza, un nemico oltretutto, non era per niente la scoperta più bella del mondo.
Forse lo sarebbe stata in un'altra occasione, ma non in quella, dove le circostanze sembravano essere tutto meno che favorevoli alla loro squadra. Fu proprio a Leah che Ninetales puntò il suo attaccò, ma non ci fu bisogno che Piplup urlasse per farla tornare in sé: anche se la sua mente era assente, così non lo era il suo corpo, e la memoria muscolare della ragazza le salvò la vita, facendole piegare le zampe e saltare in alto, automaticamente, senza che lei esercitasse alcun controllo. Sempre senza nessuna padronanza di sé, ruotò a mezz'aria e lanciò verso Ninetales una Sfera Psichica, che lui però schivò facilmente, mulinando poi le code e generando così una raffica che colpì la ragazza. Lei riuscì ad atterrare sulle zampe, ma quell'attacco aereo servì a farle riprendere il controllo di sé.

Leah, tutto bene!?!”
Sì...scusami, Piplup... ora sto bene”.
Non dire idiozie!” ribatté Piplup rosso in viso. Guardò poi verso Chimchar, ma lui non ricambiò. Non si era nemmeno degnato di accertarsi se Leah fosse atterrata incolume o meno, i suoi occhi erano fissi sull'avversario. Anche da voltato, però, gli si leggeva benissimo in faccia cos'aveva in mente: vendetta. Piplup non sapeva cosa dirgli per farlo desistere da questo ideale, farlo avrebbe solo alimentato la fiamma che già ardeva feroce in lui. Questa volta però si sarebbe dovuto costringere a far funzionare il cervello e fermarsi per davvero a riflettere con calma: un nemico in grado di assorbire il potere delle sue mosse e rivoltarglielo contro era il peggiore avversario che poteva capitargli.
<< Vi volete già arrendere? >> disse quello con un ghigno. Piplup si riscosse e guardò Leah.
Puoi coprirmi le spalle per qualche secondo?” chiese la ragazza.
Farò il possibile” promise Piplup, e usò Bollaraggio. Ninetales si limitò a sventolare le code da una parte all'altra, scoppiando tutte le bolle. Il Pokémon Pinguino però si avvicinò di soppiatto e attaccò con Beccata. La volpe lo evitò e rispose frustandolo con ciascuna delle proprie code, e con l'ultima lo colpì in pieno petto mozzandogli il fiato. Piplup cadde in ginocchio, ma prima che il nemico potesse dargli il colpo di grazia, una nuova bolla rischiò di colpirlo. Per sua fortuna capì in fretta che non si trattava di una bolla ma di una sfera energetica, e riuscì a schivarla. Ne seguirono immediatamente delle altre, però riuscì a evitarle tutte, crogiolandosi per un attimo nell'idea di essere invincibile e provando pena per i vani sforzi di quell'umana per aver cercato di prenderlo di sorpresa. Cadde così nella trappola di Leah: troppo tardi si accorse che le sfere, superandolo, non avevano prodotto alcun botto, ma che erano rimaste sospese in aria tutto intorno a lui, e sempre troppo tardi cercò di evitarle: fu inutile, e lo colpirono tutte in una volta da più direzioni, senza lasciargli scampo. Una cortina di fumo si alzò ad ogni colpo andato a segno finché Ninetales non fu oscurato completamente. Non si vide più né successe niente che facesse capire cosa gli fosse successo, se era stato ferito o se era riuscito a proteggersi. Piplup si tirò su a fatica, ma quando il fumo si diradò gli venne un colpo: dietro non c'era nessuno. Anche Leah e Chimchar guardarono in quella direzione con occhi spalancati, e per la prima volta da quando era cominciato lo scontro incrociarono gli sguardi, che espressero la stessa domanda : dov'era finito Ninetales? Non ebbero però il tempo di rifletterci: un gigantesco serpente d'acqua irruppe all'improvviso dal lago e catturò Piplup.
<< Piplup! >> urlò Chimchar e si precipitò in suo soccorso, ma un secondo filone si materializzò e lo afferrò, serrando entrambi in una morsa mortale.
<< Noo!!! >> urlò Leah, ma qualcosa di caldo e morbido avvolse il suo corpo e catturò anche lei. Riuscì solo a girare gli occhi e a trovarsi così a incrociare quelli rubino di Ninetales, ad un soffio dal suo viso. Doveva essersi teletrasportato mentre il fumo era alto, e aver teso una contro-trappola a Piplup e Chimchar per incastrare lei.
<< Io mi preoccuperei più per te stessa >> sussurrò, e le grandi code si riempirono di energia, stringendo così forte che la ragazza si ritrovò con nulle possibilità di movimento. Presto non fu in grado di muoversi nemmeno di un millimetro, ma il peggio avvenne quando provò a usare i poteri per liberarsi: invece dell'energia che le scorreva in corpo avvertì solo un tremendo senso di nausea, che la pervase e per cui cominciò a sentirsi male. Non era un malessere comune: sentiva ogni singolo organo come se stessero urlando pietà e l'energia dei suoi poteri bruciare nelle vene. Faceva male, dannatamente male, non ricordava di aver mai provato un dolore simile in vita sua; i duri allenamenti a cui si era sottoposta erano acqua fresca a confronto. Era più di un dolore fisico, era qualcosa di più profondo, e non riusciva a contrastarlo, neanche a far finta che non esistesse, era troppo forte. E aumentava ancora di più ad ogni suo tentativo di muoversi, quindi non ebbe altra scelta se non immobilizzarsi.
<< Senza i tuoi poteri non sai fare molto, vero umana? >>. No, non è così! avrebbe voluto urlare Leah, come avrebbe anche voluto dimostrargli che sarebbe riuscita a combattere senza le sue abilità, ma tutto quello che riuscì a fare fu produrre un mugolio soffocato.
<< Mi hai veramente delusa >> disse Ninetales con la voce carica di disprezzo. << Credevo di aver finalmente trovato un degno avversario, non l' ennesima feccia >>. Leah cercò ancora di muoversi, ma il suo corpo fu attraversato da un'altra ondata di malessere, e la vista le cominciò ad annebbiarsi: se non si liberava alla svelta sarebbe morta nel giro di pochi minuti. Ninetales le liberò il collo, e anche se la giovane riuscì a respirare meglio per pochi secondi, il resto del suo corpo fu stretto ancora di più.
<< Tanta pena per aiutare gli altri... quando non sai proteggere nemmeno te stessa >>. Ora era con il muso proprio sulla guancia della ragazza, e ci passò sopra con il naso.
<< I legami non servono a niente: abbattano le tue difese, diventano il tuo punto debole, la tua condanna... e tu ti sei condannata da sola: hai abbassato la guardia perché ti sei preoccupata per i tuoi amici invece di guardarti le spalle >>. Leah non la stava più neanche a sentire: voleva solo che allontanasse il muso da lei.
<< Hai passato la vita affidandoti al tuo fratellino, pensando che sareste sempre rimasti insieme, ma ti ha abbandonata e ancora non vuoi accettarlo, non vuoi proprio capacitartene. Credevi di aver trovato dei nuovi amici, e invece non hai fatto altro che farli soffrire, perché sei solo una bambina, una stupida bambina che vive nel suo piccolo mondo e non riesce a crescere e accorgersi dei suoi sbagli. Sei una maledizione per chi ti sta intorno, avresti fatto meglio a restare nascosta nelle foreste dove sei cresciuta, come la selvaggia che sei >>. Le lacrime premevano per uscire dagli occhi di Leah, che era al limite. Avrebbe voluto fare tutt'altro, invece: mordere quelle code, prendere a schiaffi il Pokémon a cui appartenevano fino a farlo sanguinare, urlargli a muso duro che, solo perché aveva visto i suoi ricordi, non aveva alcun diritto di parlare come se la conoscesse, di smetterla di parlare di Vaporeon perché non sapeva niente di lui, di loro... ma la sua unica reazione furono le lacrime che le scivolarono giù dalle ciglia. Ninetales le vide e sogghignò, poi aprì la bocca e prese il collo morbido della fanciulla tra le zanne.
<< Una che non vale niente... non merita di avere niente >> e con un morso secco le strappò il ciondolo di Vaporeon e il Veloviola, li buttò per terra e li pestò con la zampa. Leah non riuscì a fare altro che assistere impotente, implorando quasi i suoi poteri di uscire, ma se in condizioni normali sarebbero aumentati a dismisura, facendole perdere il controllo e rendendola un mostro, ora l'unica cosa che sentiva era il niente assoluto. Sentì riaccendersi solo il suo antico odio che aveva provato verso di loro la prima volta, quella notte di tanti anni prima, quella in cui l'avevano trasformata in un'assassina, e li odiò ancora di più perché, anche se avrebbe preferito non pagare un prezzo così alto, in quel momento era l'unico modo per liberarsi, ma non c'era niente da fare. Inveì contro di loro come non aveva mai fatto prima: quei maledetti passavano la vita a rendergliela difficile se non impossibile e poi, proprio nel momento del bisogno, la piantavano in asso?! Anche se era furiosa, la fanciulla non lo era così tanto da non riuscire a riflettere: era strano veramente che i suoi poteri non stessero reagendo, e che lei si sentisse così male anche solo a pensare. Sembrava... era come se quel malore le stesse prosciugando i poteri e le forze, e presto capì di non averne più nemmeno per piangere. Smise di opporsi, e ad occhi socchiusi e attraverso il velo di lacrime, riuscì a malapena a distinguere la mandibola di Ninetales avvicinarsi di nuovo al suo collo. Chiuse gli occhi, ma all'improvviso la volpe mollò di colpo la presa, e Leah cadde nel fango, respirando a pieni polmoni e sentendo l'energia dei suoi poteri scorrerle di nuovo nel corpo come un fiume in piena, come se fossero stati trattenuti da una diga che però era stata distrutta. Riuscì a concentrarsi e a frenare in tempo la corsa, e piano piano sentì il suo corpo riacquistare equilibrio. Quando capì di essersi ripresa completamente, sospirò di sollievo: per fortuna era riuscita a bloccarli; se avessero continuato a fluire in quel modo, molto probabilmente sarebbero andati fuori controllo, e ora che era libera non era più necessario che accadesse. Ma cosa era successo a Ninetales da indurla a...?
<< Come hai osato... >> disse una voce furiosa accanto a lei. Sollevò la testa e si ritrovò a guardare un Chimchar bagnato fradicio, sporco di fango e furioso come non lo aveva mai visto, talmente tanto che il calore del suo corpo fece evaporare l'acqua, circondando la sua immagine con una leggera foschia. Fronteggiava Ninetales, che invece giaceva bocconi tenendosi la pancia. Solo quando, abbassando lo sguardo, vide il buco nel terreno lì dove prima c'era stata la volpe, Leah riuscì a far combaciare i pezzi.
<< Come hai osato fare questo a Leah... tu... maledetto!! >> urlò Chimchar, e si avventò su Ninetales, che fu presa alla sprovvista e non riuscì a difendersi. Chimchar fu terribile, neanche durante la lotta con Drowzee era stato così spietato: colpì la volpe prima sul petto, poi sotto il mento, sulla testa, poi la prese da sotto, se la caricò sulle spalle e la buttò a terra con tutta la forza che aveva, poi la tempestò di pugni e calci, ma quando le sue nocche arrivarono ad essere completamente sporche di sangue, Leah riuscì ad abbracciarlo da dietro e a fermarlo.
<< Basta... Chimchar... >>. Lui sembrò risvegliarsi all'improvviso e si voltò di scatto.
<< Leah! D-Dimmi che stai bene, ti prego, ti prego!! >>
<< Diciamo che sono stata meglio... ma sono stata anche peggio >> cercò di sorridere lei. Lui invece si mise a gemere come un cucciolo, e tremando raccolse gli accessori della ragazza come fossero uccellini feriti.
<< Non doveva farlo... come si è permesso... >>
<< E' tutto a posto Chimchar... basta, è finita... >> cercò di tranquillizzarlo, ma lui si ribellò bruscamente.
<< No che non è tutto a posto!!! Io... Io... sono un idiota, non faccio altro che causarvi problemi! Io... ho avuto paura quando ti ho visto disperdere quei Pokémon, e anche se ho visto che erano fatti d'acqua mi sono fatto assalire dal terrore, e quel terrore mi ha impedito di agire, di rispondere per le rime a Ninetales, di… contrastare l'odio che mi ha riempito il cuore; ho desiderato con tutto me stesso di uccidere quel maledetto, e per questo ho dimenticato la cosa più importante: che agendo di mia iniziativa avrei messo in pericolo voi. Vi ho volutamente ignorato, pensavo solo a vendicarmi, non c'era altro nella mia testa. Ma quando ho visto cosa ti stava facendo, io... non ci ho più visto, sono esploso: in qualche modo mi sono liberato e sono riuscito a fermare Ninetales... ma... non pensavo a salvarti, io volevo solo ammazzarlo con le mie stesse mani. Io... sono un essere orribile... >>. Leah lo cinse con il braccio .Chimchar cercò di liberarsi, singhiozzando.
<< Lasciami, sono un mostro! >> si agitò, tempestandola di piccoli pugni. Alla fine però si arrese e singhiozzò forte.
<< Ti sei fermato quando ti ho chiamato, mentre avresti potuto continuare a colpire Ninetales; tu mi hai salvata, Chimchar, e te ne sono davvero grata >>. Il piccolo scimmiotto evitò gli occhi dell'amica, poi guardò con aria afflitta il Veloviola, il regalo che le aveva fatto lui stesso, ridotto ora ad uno straccio fangoso, e la collana, ricoperta di melma. Guardò poi la ragazza con aria mortificata, come se fosse colpa sua se erano ridotti così. Leah spostò gli occhi da loro a Chimchar, poi gli mostrò il collo senza dire niente. Lui non si fece pregare, e come un cerimoniere rimise la collana e il nastro al loro posto. La ragazza gli sorrise, e Chimchar si sentì sciogliere.
<< M... maledetto! >>. I due ragazzi si voltarono di scatto e videro Ninetales, sporca di fango, pesta, il pelo macchiato di sangue e disordinato, rialzarsi lentamente da terra, e ne ebbero veramente paura. Era totalmente irriconoscibile, e con i denti digrignati e la luce dei suoi occhi più accesa che mai era semplicemente spaventosa.
<< Morite! >> e usò Fuocobomba. Leah guardò Chimchar, che annuì con sicurezza, e allora la ragazza eresse la Barriera e protesse entrambi dalle fiamme, che ritornarono al mittente. Ninetales le assorbì recuperando energia, ma non tenne conto di Chimchar: il Pokémon di Fuoco usò Fossa e sbucò sotto di lei, colpendole forte la mandibola con una testata, poi ruotò su se stesso , unì le dita di entrambe le mani e l' attaccò con un doppio Breccia incrociato. Ninetales urlò, ma lo scimpanzé non si fermò: scattò all'indietro, prese la rincorsa e la colpì in pieno petto con tutte le forze che aveva. La volpe fu scaraventata nel lago, e Chimchar rimase in ginocchio e con le nocche a terra a guardare l'acqua ansimando, ma vedendo che Ninetales non riemergeva, si voltò, alzò un braccio e sorrise.
<< Ce... ce l'abbiamo fatta! >>
<< No >> lo corresse Leah scuotendo la testa. << Ce l'hai fatta, Chimchar,: hai sconfitto Ninetales da solo, ed io sono fiera di te >> e gli accarezzò la testa. Il Pokémon la guardò con gli occhi traboccanti di lacrime di felicità.
<< Ah, cavolo! >> disse, battendosi la fronte con la mano. << Ci siamo scordati di Piplup! >>
<< Non serve, sono qui >> disse il piccolo pinguino trotterellando verso di loro. Chimchar e Leah gli corsero incontro e notarono che aveva la pancia piuttosto gonfia.
<< Che ti è successo? >>. Lui sospirò e a fatica disse:
<< In tutto questa storia di Pokémon che assorbono le energie altrui ho pensato che il modo migliore per liberarsi fosse quello di bere l'acqua che mi imprigionava. Per fortuna si è dissolta prima che potessi scoppiare >>. Chimchar batté le palpebre e guardò Leah, lei spalancò i propri e guardò Piplup, che inarcò un sopracciglio ... e scoppiarono a ridere di cuore, abbracciandosi e sciogliendo tutta la tensione con le loro lacrime. Chimchar in particolare li abbracciò fortissimo, cercando di metterci tutte le scuse che non avrebbe saputo esprimere a parole, ma che i suoi compagni capirono, e ricambiarono. Sciolto l'abbraccio, ridiventarono seri e guardarono verso il lago: in superficie erano apparse delle bolle d'acqua.
Si guardarono l'un l'altro, e non ci fu bisogno di parole: come una persona sola, tutti, persino Chimchar, si buttarono in acqua. Nuotarono fino al fondo del lago guardandosi intorno freneticamente, ma era veramente buio, e non si vedeva niente. Leah liberò la propria energia illuminando il fondale a giorno, e solo finalmente riuscirono a trovare Ninetales: era accasciata sul fondo, e non dava alcun segno di vita. Nuotarono velocemente verso di lei, e fischi alle orecchie permettendo l' afferrarono per le zampe e con tutte le forze che avevano cercarono di tornare verso la superficie, ma la Pokémon era troppo pesante, e li trascinava verso il fondo. Chimchar stupì tutti usando Lanciafiamme verso il fondale , e malgrado la fortissima pressione dell'acqua la sua fiammata fu così potente che li rigettò a rotta di collo in superficie. Non si schiantarono sul terreno però, perché Piplup usò Bollaraggio e generò un enorme cuscino di bolle che gli permise di atterrare con un morbido
boing, rimbalzando sulla terraferma senza alcun graffio.
<< Forte! Lo rifacciamo? >> disse Chimchar ridendo.
<< Più tardi semmai: ora dobbiamo pensare a lei >> disse Leah indicando Ninetales.
<< L... lei? >>
<< Si è rivelata mentre mi minacciava >> spiegò semplicemente la ragazza. Chimchar spalancò gli occhi e spalancò la bocca.
<< Ci siamo fatti umiliare e quasi uccidere da una femmina ... >> borbottò tenendosi la testa tra le mani.
<< Qualcosa contro il genere? >>
<< No >> disse in fretta lo scimmiotto. << Però... di solito i cattivoni sono maschi >>.
<< Non c'è avversario peggiore di una femmina infuriata >> disse Leah, facendogli l' occhiolino. Il Pokémon arrossì.
<< Però... io non credo che lei sia cattiva >> disse la giovane.
<< Come puoi dirlo dopo quello che ci ha fatto? Quella ci voleva ammazzare! >> esclamò Piplup.
<< Non lo so... è come un presentimento... >>. Guardò la Pokémon con commiserazione, poi le mise una zampa sul collo, ma non sentì niente. Il panico le attanagliò il petto.
<< Aiutatemi a stenderla, per favore >>. I due ragazzi presero Ninetales per le spalle, mentre Leah la sorresse alla base delle code, stando attenta a non toccarle, e la sistemarono in modo che fosse completamente sdraiata, poi posò l'orecchio sul suo petto e tirò un sospiro di sollievo: il cuore batteva ancora, per fortuna. Frugò nella borsa e tirò fuori un cucchiaio di lucente acciaio: di solito lo usava come scacciapensieri, ma era grosso abbastanza per aiutarla anche in quello che aveva in mente. Accostò la parte lucida alle labbra della volpe, e quando lo ritirò scoprì con gioia un leggero appannamento della superficie.
<< Credo che faccia fatica a respirare: dovremo farle uscire l'acqua dai polmoni >> sentenziò mettendo via l'oggetto.
<< E cosa dovremmo fare? >> chiese Piplup.
<< Prima penso sia meglio toglierle quella toga >>. I due amici annuirono e Chimchar cominciò ad armeggiare con la spilla a forma di sole, riuscendo, solo dopo vari tentativi, a sganciarla, e a scoprire il corpo della Pokémon.
<< Molto bene. Ora... tenetela ferma >>. Loro eseguirono l'ordine, e Leah posò le zampe sul petto di Ninetales, premendole forte contro lo sterno. All'undicesima spinta, la volpe sputò acqua e tossì, ma non riprese i sensi.
<< Forse è meglio scaldarla un pò >> disse Leah a Chimchar. Il piccolo scimmiotto, seppur un poco restio, eseguì l'ordine. Sulle prime sembrò non accadesse niente, ma proprio quando Chimchar già si apprestava a smetterla, Ninetales aprì gli occhi, scattò in piedi e lo colpì violentemente con le code.
<< Chimchar! >> urlò Piplup, ma Ninetales lo agguantò e lo scagliò via. Quando si voltò a fronteggiare Leah, però, la ragazza non si fece sorprendere e la schiacciò sotto la sua presa psichica. La Guardiana cercò di reagire, ma stavolta fu lei quella che non riuscì a combinare niente, e sembrò anche piuttosto in difficoltà. La giovane si accorse che era ancora troppo debole per fare qualsiasi cosa e la lasciò andare, ma quando si avvicinò per cercare di aiutarla, Ninetales la colpì in pieno volto con un sonoro ceffone, spaccandole il labbro.
<< Perché? >> ansimò furiosa e agitando le code. La giovane si limitò a detergersi il sangue dal labbro.
<< Perché non mi avete lasciata laggiù a morire?! >> urlò ancora Ninetales.
<< Dimmi perché avremmo dovuto farlo >> rispose fredda la fanciulla. La volpe le diede un altro ceffone che le lasciò il segno.
<< Perché mi avete sconfitta! Avreste dovuto lasciarmi morire, io... >> ma sembrò perdere d'improvviso la sua sicurezza e vacillò un istante prima di ricominciare:
<< ...io ho fallito il mio compito. Per generazioni il mio clan ha protetto questo luogo, ognuno di noi, dai nostri rispettosi antenati a oggi è rimasto fedele al suo compito e non ha mai fallito. Ma io... io l'ho fatto, io ho disonorato la memoria dei miei predecessori... ho gettato vergogna sulla mia famiglia, non merito più di vivere! >>. Si strappò di dosso il diadema e lo lanciò via, poi si avvolse nelle code che cominciarono a brillare, ma non riuscì a fare oltre, perché di nuovo fu avvolta dall'energia violetta di Leah, bloccata e costretta a stare schiacciata contro il terreno. Ciò però non le impedì di tremare di rabbia, ma di inveire contro la fanciulla sì, visto che le sue labbra parevano come sigillate.
<< Leah! >>. Piplup e Chimchar arrivarono veloci, per fortuna entrambi senza danni.
<< Ragazzi, state bene? >> disse voltandosi.
<< Tutto a posto >> disse Chimchar, poi entrambi guardarono Ninetales a terra e impotente. Piplup tenne fermo il compagno per la spalla, ma non ci fu bisogno di ammonirlo: gli era passata la furia, ora non aveva più voglia di accanirsi contro di lei. Sembrava aver perso la sua baldanza, e senza le sue vesti sembrava uno spaurito Pokémon qualsiasi; Chimchar però ora provava solo pena per lei, non più odio. Visto che si erano tutti riuniti e stavano bene, Leah decise che era giunto il momento: liberò Ninetales, che spalancò la bocca respirando affannosamente. Solo quando si fu calmata Leah cominciò a parlare:
<< Hai perso la sfida, Ninetales >> disse con voce grave. Lei la incenerì con lo sguardo, ma la fanciulla rimase impassibile.
<< Avevamo un accordo, e se il tuo onore è davvero così importante da toglierti la vita pur di non infangarlo, allora ti chiedo di rispettare la parola data >>. La splendida volpe ringhiò furiosa: lei, Ninetales, ultima discendente della stirpe dei Guardiani, dopo secoli di vittorie era stata sconfitta da un trio di mocciosi, di cui uno, per di più, era un essere umano innaturalmente potente. Finora nessuno era mai riuscito a batterla, a sopraffarla, o anche solo a ferirla, ma lei, loro, in pochi minuti erano riusciti a ferirla, pestarla, gettarla in acqua e umiliarla imponendole il proprio volere e impedendole di togliersi la vita. Era più che umiliante, era... inammissibile, non sarebbe bastato un altro millennio a sopperire un'umiliazione così grande, non poteva più continuare a vivere con quella vergogna. Ma quell'umana non sembrava intenzionata a permetterle di suicidarsi, e benché non desiderasse altro con tutto il cuore, quando mai aveva desiderato così ardentemente qualcosa, Ninetales sapeva di dover mantenere il patto stipulato, e permettere a quegli estranei l'accesso all'archivio segreto.
<< Molto bene, allora >> disse tirandosi su. Leah cercò di aiutarla, ma lei la spinse via con uno schiaffo.
Manterrò il patto, niente di più: non mi abbasserò a prendere ordini da una feccia umana” disse nella mente della ragazza.
Non volevo darti degli ordini, infatti “ rispose gentilmente lei. Ninetales la trapassò da parte a parte con lo sguardo: forse avrebbe potuto ucciderli prima che potessero andarsene, e con Leah farlo molto lentamente. Fece una smorfia, poi indurì i lineamenti del muso e cercò di darsi un contegno: potevano pure averla umiliata, ma non gli avrebbe permesso di piegarla; anche se quelli sarebbero stati i suoi ultimi istanti di vita, li avrebbe passati come aveva sempre fatto. Diede le spalle ai tre e si avvicinò al lago, poi chiuse gli occhi e sulla sua fronte si materializzò il diadema, che prese a brillare di una soffusa luce rossa.
L'acqua prese a vorticare sempre più velocemente finché Ninetales aprì di scatto gli occhi, e il lago si divise in due enormi muri . Ai loro piedi, una scalinata viscida di alghe che scendeva verso il fondo: laggiù, una misera costruzione in pietra con una cupola ricoperta anch'essa di alghe e fango, e con un portale di pietra proprio ad altezza di Ninetales. Non era maestoso come se l'erano immaginato ma non ebbero alcun dubbio. Leah sorrise: dopo tante fatiche avevano finalmente trovato il tanto agognato ingresso della Biblioteca. Lasciò che Ninetales la precedesse e fece cenno ai compagni di mettersi dietro di lei, poi scesero lungo la scalinata, stando attenti a non scivolare. La ragazza non perse di vista un attimo la volpe dorata : quando avevano parlato telepaticamente, anche se era stato brevissimo, aveva visto qualcosa, qualcosa che Ninetales doveva avere inavvertitamente mostrato, ma che sicuramente aveva cercato di nascondere per molto tempo, persino a sé stessa. Leah era certa che nascondesse un gran segreto, e che lei, in realtà, non fosse quella che credevano, e che dentro di lei esistesse un'altra Ninetales, una che non aveva niente a che fare con la Pokémon dal cuore di ghiaccio e spietata che li aveva quasi uccisi.
E la ragazza era decisa, ora che sapeva di lei, a non lasciare quel posto finché non l'avesse trovata e aiutata a uscire allo scoperto.

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