Blue eyes

di Manu_Hikari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Thinking ***
Capitolo 2: *** Chapter 1: The first time he met her ***
Capitolo 3: *** Chapter 2: I can be happy again ***
Capitolo 4: *** Chapter 3:They are trying to become my friends ***
Capitolo 5: *** Chapter4: Erase your past ***
Capitolo 6: *** Chapter5: I'd like to see her, now ***
Capitolo 7: *** If I said I love her ***
Capitolo 8: *** Chapter 7: The secret ***
Capitolo 9: *** Chapter 8: The voice of truth in the darkness ***
Capitolo 10: *** Chapter 9: Love in the angel's soul ***



Capitolo 1
*** Prologo: Thinking ***


Blue Eyes

By Manu_Hikari

 

 

 

Ciao a tutti, eccomi ritornata con una nuova ficcina dedicata al mio ciccino Kai. Sinceramente non ho ancora le idee molto chiare ma penso che sarà un po’ triste.

Volevo chiedere perdono fin da ora  per qualche eventuale errore riguardo alle indicazioni di tempo, spazio e alcune situazioni perché, anche se mi piace, non seguo assiduamente il cartone di Bayblade, così a volte mi “perdo”. Non vogliatemene.

Inoltre i personaggi di Bayblade non  sono miei ma di…(Come si chiama il papà di Takao e co.?) l’unico personaggio di mia invenzione è Yukiko .

Vi auguro dunque una buona lettura e vi prego, vi prego, commentate, anche se solo per criticarmi…please!

 

 

 

PROLOGO : Thinking

 

 

 

 

Quella mattina c’era un freddo gelido che penetrava fin  dentro le ossa, ,ma per Kai era ormai un’abitudine passeggiare sulla spiaggia con i piedi nudi a quell’ora. Non avrebbe mai rinunciato a quella pace e quella serenità che unicamente stare solo con i suoi ricordi sapeva dargli.

La sabbia bianca e vellutata sotto i piedi, il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli poco lontani, il cielo di una lieve sfumatura rosea; tutto il mondo intorno a lui era in pace, perfino il vento, che solo la sera prima infuriava, si era placato…e lui, lui da un po’ di tempo la pace con se stesso l’aveva trovata, di conseguenza era in pace con gli altri. Non si ricordava precisamente quando fosse successo, ma all’improvviso si era reso conto che prendersela con se stesso per aver tradito più di una volta i suoi amici, in passato, non avrebbe cambiato ciò che era successo ma ciò che era successo poteva aiutarlo a non commettere più gli stessi errori.

Certo non ci era riuscito da solo, non si dava tutto il merito di quel cambiamento, qualcuno gli aveva dato un aiuto enorme, qualcuno l’aveva guidato, l’aveva tenuto per mano lungo quel sentiero tortuoso, qualcuno che non avrebbe mai dimenticato.

Camminò ancora per un po’ lungo la battigia, voltandosi ogni tanto per osservare le onde che cancella vano le sue orme lasciate nella sabbia, proprio come lei aveva cancellato tutta la sua paura, tutta la sua sfiducia nel prossimo e soprattutto tutti i suoi rimorsi.

Tutti coloro che adesso sapeva finalmente definire amici, gli erano stati vicini durante il periodo in cui era avvenuto il suo cambiamento, non lo avevano mai abbandonato. Lui provava un senso di grande gratitudine nei loro confronti, ora aveva un tesoro enorme…ora conosceva l’amicizia…ora era felice, certo, senza di lei non lo era del tutto, ma ce l’avrebbe messa tutta per imparare.

Si sedette sul bagnasciuga, in modo che l’acqua gli sfiorasse appena i piedi e appoggiò le scarpe vicino  a se. Qualche metro più in là, alle sue spalle, ai piedi delle scale che collegavano la spiaggia a una strada poco trafficata, vi era una passerella di legno che permetteva ai bagnanti, d’estate, di raggiungere la riva.

Kai inspirò profondamente l’aria del mattino, poi si voltò a guardare il luogo dove,tre anni prima, tutto aveva avuto inizio.

 

 

Scusate se è corto, ma è solo un’introduzione…^^ a presto.

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Capitolo 2
*** Chapter 1: The first time he met her ***


Blue Eyes

By Manu_Hikari

 

 

 

Ciao a tutti, eccomi ritornata con una nuova ficcina dedicata al mio ciccino Kai. Sinceramente non ho ancora le idee molto chiare ma penso che sarà un po’ triste.

Volevo chiedere perdono fin da ora  per qualche eventuale errore riguardo alle indicazioni di tempo, spazio e alcune situazioni perché, anche se mi piace, non seguo assiduamente il cartone di Bayblade, così a volte mi “perdo”. Non vogliatemene.

Inoltre i personaggi di Bayblade non  sono miei ma di…(Come si chiama il papà di Takao e co.?) l’unico personaggio di mia invenzione è Yukiko.

Vi auguro dunque una buona lettura e vi prego, vi prego, commentate, anche se solo per criticarmi…please!

NB: come i lettori noteranno, ho cambiato il nome al mio personaggio. Questo perché il nuovo nome ha un significato inerente alla storia.

 

 

 

 

 

CHAPTER 1 : The first time he met her…

 

 

 

 

 

 

Stava camminando da  un sacco di tempo lungo la strada che dava sul mare. Tutto intorno a lui era scuro, nuvole grigie cariche di pioggia si stagliavano nel cielo, impedendo al sole di mostrarsi. La sua mente era troppa confusa. Non capiva ciò che gli stava succedendo. Rabbia, vergogna e odio verso se stesso, senso di colpa, gioia, commozione…tutti questi sentimenti… nessuno avrebbe potuto gestirli e sopportarli tutti insieme…qualche anno prima lui non avrebbe saputo nemmeno provarli, il suo cuore era talmente freddo che anche l’odio sarebbe stato un sentimento troppo complesso per Kai.

E ora si ritrovava a provarli tutti assieme, era una sensazione stranissima e nuova per lui, ma non si era mai soffermato troppo a pensare da quando riuscisse a provare tali sentimenti, sicuramente dopo che aveva incontrato i Bladebreackers. Loro gli avevano mostrato, per la prima volta, il calore e la forza dell’amicizia e lui? Lui come li aveva ricambiati?

Lui non aveva fatto altro che trattarli sempre con freddezza e con strafottenza, si era alleato con la squadra russa durante il primo campionato mondiale, li aveva traditi, solo per poter ottenere Black Dranzer e poi, come se non bastasse, una volta concluso il campionato, se n’era andato senza dire nulla a nessuno; per il secondo campionato mondiale lui era con i BBA, certo, ma non una volta li aveva trattati o sentiti davvero come degli amici, come persone speciali sui quali si può sempre fare affidamento e con i quali si può dividere tutto, gioie e dolori, vittorie e sconfitte…durante il terzo campionato mondiale, poi, era tornato nuovamente al monastero, d’accordo, lo aveva fatto per mettersi alla prova, per poter lottare contro il campione del mondo…ma andarsene così, senza dire niente, senza avvertire nemmeno Takao, il suo compagno di squadra…

Takao, Max, Rei…loro avevano sopportato tutto questo da parte di Kai eppure lo avevano sempre perdonato, l’avevano accettato come loro amico, si erano sempre fidati di lui.

Mentre pensava queste cose il cielo su di lui continuava a rannuvolarsi, si rese conto improvvisamente di trovarsi in un tunnel stretto e buio.

 Il panico lo assalì, cominciò a sudare freddo mentre si guardava intorno, in cerca di una via d’uscita…cominciò a correre, veloce, poi ancora più veloce quando improvvisamente, vinto dal terrore, inciampò e cadde a terra.

Provò a rialzarsi ma fu accecato da una luce che, più luminosa del sole stesso, squarciò le tenebre. Per qualche istante rimase avvolto dal calore e dalla serenità che quella luce infondeva nel cuore. Gli sembrò, più di una volta, che qualcuno chiamasse il suo nome, ma ormai pensava di stare impazzendo.

Provò nuovamente ad alzare lo sguardo, la luce si era attenuata. Allora tentò di alzarsi i  piedi, ma lo colse un capogiro e si ritrovò improvvisamente davanti agli occhi una strana figura.

Due ali, due piccole ali bianche bordate d’oro, così com’era d’oro la stellina che si trovava in mezzo a loro. Quando il capogiro cessò, Kai non ebbe neanche il tempo di pensare a quanto fosse stato strano ciò che aveva visto che una nuova visione lo sconvolse del tutto.

Era bellissima, una visione celestiale, una ragazza, un angelo considerando le lunghe ali che intravedeva, era distesa su un letto, enorme per lei che era così minuta, e i suoi capelli si sparpagliavano tutti intorno…ma il suo viso non riusciva a vederlo…e poi…poi lui stava piangendo ma non ne sapeva il motivo, era come se quel corpo non fosse il suo.

Senza accorgersene le sfiorò la mano, forse per svegliarla…mai avrebbe immaginato di toccare qualcosa di più freddo…quella ragazza era morta….

 

 

Kai si svegliò di soprassalto, era sudato, spaventato, sconvolto. Quasi meccanicamente si alzò dal letto e si recò nella cucina del suo minuscolo appartamento.

Quel sogno, lo riviveva ormai da alcune notti e da alcune notti si svegliava così; spaventato. Eppure ricordava solo il senso di rabbia, l’angoscia…il buio, il panico…e quella luce così calda e serena, così confortante…nient’altro.

Per quanto si sforzasse questo era tutto quello che ricordava al suo risveglio. Ed ogni notte pregava perché quel sogno non si ripetesse, pregava per non sentire di nuovo quell’angoscia e quella rabbia che già lo perseguitavano quando era sveglio.

Ma c’era qualcos’altro in quel sogno che, nonostante fosse solo un’immagine nella sua mente, lo terrorizzava più di qualunque altra cosa…ma cosa?

Scosse via quei pensieri, ogni volta che si svegliava stava delle ore a cercare inutilmente di ricordare; mentre si rimetteva a letto, guardò la sveglia. Erano le quattro meno cinque. Doveva dormire almeno un po’, quel pomeriggio lo aspettava un  allenamento con gli altri del BBA team, doveva dimostrarsi all’altezza della fiducia che quei ragazzi avevano riposto in lui…di nuovo…e lui di nuovo aveva paura di tradirli…si sentiva così incapace e insicuro, non sapeva mai cosa fare e come comportarsi…era un idiota!

 

 

Quel pomeriggio faceva abbastanza fresco, nonostante fosse piena estate, e il gruppetto del BBa team si stava allenando presso la riva del mare. I quattro blaider avevano intrapreso uno scontro a coppie, mentre Hilary e il prof li osservavano analizzando i dati che reperivano grazie al computer.

Improvvisamente uno dei bay schizzò via dal bay blade stadium, rischiando di colpire la ragazzina che stava seduta lì vicino con il pranzo al sacco fra le mani.

«Ma che diavolo ti è preso Kai?! Per poco non facevi del male a Hilary! » Gridò Takao. «Tutto bene Hilary? » Chiese poi a colei che era diventata da qualche mese la sua ragazza.

«Si, Takao. Stai tranquillo! » Lo rassicurò lei. «E poi non mi sembra il caso di prendersela con Kai, non è colpa sua, ha solo perso per un attimo il controllo del bay… »

«In effetti è un po’ che sei distratto,Kai, è successo qualcosa? » Chiese un ragazzino cinese  dai lunghi capelli neri che fino a poco prima era l’avversario di Kai.

Il blaider russo non disse nulla, ma smise per un attimo di fissare il terreno con aria fredda e strafottente e con un cenno della testa ammiccò a un  punto qualche metro più in là, dove, sulla passerella che dava sulla strada, era seduta una ragazzina che fissava il mare con aria malinconica. Seppur lontani, i ragazzi riuscirono a vederla distintamente. Dato che era seduta era difficile dire se fosse alta o bassa, ma era di corporatura minuta. Stava seduta con le ginocchia al petto e con le braccia strette attorno alle gambe. Aveva dei capelli castani ondulati, talmente lunghi che si sparpagliavano tutti per terra. Purtroppo, da così lontano non si vedeva il suo viso ma doveva essere sicuramente bellissima. «È lì da un sacco di tempo, mi distrae…» Mormorò Kai riacquistando il suo sguardo freddo.

«OH!! She is very beautyful! » Esclamò un ragazzino biondo.

«Infatti, è proprio bella …o almeno lo sembra da qui, vero prof? » Commentò Takao.

Il ragazzo che aveva in mano il copmputer ne emerse e rivelò i grandi occhiali che portava, salvò i dati su cui stava ancora lavorando e diede un ‘occhiata anche lui nella direzione indicatagli da Max, il blaider americano.

Il prof rimase senza parole, non aveva mai visto nulla di simile.

« Ts! State a vedere come rimarrà di fronte al fascino del campione del mondo. Ahahah! » Disse Takao, e si avviò verso la ragazza con aria baldanzosa.

«Hilary….ehm…non gli dici niente? » Chiese Max un po’ perplesso.

«Che ci posso fare? » Rispose la ragazzina con aria rassegnata. «Non posso impedirgli di fare la sua figuraccia quotidiana…e poi quella ragazza è troppo bella per dar retta alle avances (si scrive così?) di Takao… » Così tutto il gruppo si voltò nella direzione della misteriosa ragazza sicuri che da un momento all’altro avrebbero assistito a uno spassoso spettacolo.

«È proprio bello il mare a quest’ora , non è vero signorina? Con il sole che comincia calare colorando tutto, sia cielo che mare, di quel rosso acceso…ma forse lei è qui per altro motivo…» Disse togliendosi il berretto e passandosi una mano fra i capelli « Se vuole assistere agli allenamenti dei campioni del mondo le concederem…signorina? »

La ragazza si voltò e guardò Takao come se si fosse accorta solo in quell’istante della sua presenza.

«Oh…scusa, mi hai detto qualcosa? » …In effetti non l’aveva proprio visto. Gli altri ragazzi, poco più in là, scoppiarono in una fragorosa risata, Takao era diventato rossissimo dalla vergogna. Se avesse potuto, probabilmente sarebbe sprofondato.

«I-io…ecco…ehm…cioè... » Balbettò con il rossore che ormai arrivava fin sulla punta dei capelli.

«Lui ti ha vista tutta sola e si chiedeva, da vero gentiluomo qual è, se ti andava di avvicinarti al nostro gruppo di blaider… » Concluse Hilary che da brava fidanzatina era accorsa in aiuto del suo ragazzo, ancora con le lacrime agli occhi per il troppo ridere. Takao ringraziò il cielo per avergliela mandata.

« Oh…voi siete blaider? » ripetè la ragazzina alzandosi in piedi,

Hilary e Takao la fissarono incantati, ora potevano guardarla bene in viso. Era davvero bellissima come avevano pensato, aveva la pelle rosea e guance lievemente arrossate, un nasino all’insù e labbra leggermente carnose. Ma era una bellezza che andava ben oltre i consueti canoni, una bellezza lontana, irraggiungibile, non sembrava neppure  una creatura terrena.

«S-si…» Risposero i due.

«Bè…ok! Sono nuova di qui e mi piacerebbe avere nuovi amici…io sono Yukiko, piacere!» Concluse con un sorriso raggiante. Lo sguardo malinconico di qualche minuto prima era svanito.

Sorridendo a loro volta, Hilary e Takao si presentarono. Poi condussero la nuova arrivata dagli altri, che la accolsero con una serie di bocche spalancate, e la presentarono.

Com’era prevedibile, Kai la saluto con un freddo “Salve” quando Hilary disse il suo nome, ma per quanto volesse restare distante, non potè restare indifferente alla pura bellezza di quella creatura, non potè evitare di sentire il candore e il tepore che la sua sola presenza emanava. Ciò che  lo colpì più di tutto furono i suoi occhi; il colore delle iridi era di un blu  intenso, che diventava più scuro man mano che dall’esterno si andava verso il centro, l’espressione di quegli occhi dava un senso di profonda serenità ma essi erano privi di pupille. Erano completamente blu. Blu come un oceano profondo; ma più che restare piacevolmente meravigliato al cospetto di tanto splendore, Kai provava un senso di disagio.

«Ci dispiace che tu abbia conosciuto Takao per primo » Disse Rei con la faccia forzatamente seria «…ti assicuro che noi non siamo…come lui…pfff…ahahaha!!!!!!! » concluse scoppiando a ridere fino a farsi venire le lacrime.

«hahaha…se non fosse stato per me non l’avremmo mai conosciuta e lei, poverina, sarebbe ancora lì…sola! » Ribattè Takao offeso.

«Bè, ha ragione ragazzi…ti ringrazio molto Takao! » Disse subito Yukiko. Tutti si sciolsero di fronte al suo sorriso.

Nessuno parlò per qualche secondo fu Kai a rompere il silenzio. «Scusate, » Disse in tono acido «non sarebbe il caso di riprendere l’allenamento? »

Tutti lo guardarono accigliati. «Insomma Kai, sei proprio scortese! » Disse Hilary. «Abbiamo appena conosciuto una nuova amica e tu pensi…»

«Ma no, Hilary…Kai ha ragione. E poi anche a me piacerebbe assistere agli allenamenti, per favore… » Intervenne Yukiko.

Così i ragazzi ripresero l’allenamento e Yukiko si sedette accanto a Hilary passando insieme al BBA team un divertentissimo pomeriggio.

Quel senso di disagio non abbandonò Kai nemmeno per un momento, sentiva lo sguardo di Yukiko su di lui. Ancora non sapeva che presto si sarebbe perso in quell’immenso oceano.

 

 

 

 

 

Fine primo capitolo

 

 

     Allora, vi è piaciuto? Lo so che per adesso non si capisce molto e che questo chappy non mi è venuto molto bene, ma mi serviva  per introdurre il personaggio di Yukiko. Grazie per aver letto la mia storia e vi prego….COMMENTATE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 3
*** Chapter 2: I can be happy again ***


Blue Eyes

By Manu_Hikari

 

 

 

Ciao a tutti, eccomi ritornata con una nuova ficcina dedicata al mio ciccino Kai. Sinceramente non ho ancora le idee molto chiare ma penso che sarà un po’ triste.

Volevo chiedere perdono fin da ora  per qualche eventuale errore riguardo alle indicazioni di tempo, spazio e alcune situazioni perché, anche se mi piace, non seguo assiduamente il cartone di Bayblade, così a volte mi “perdo”. Non vogliatemene.

Inoltre i personaggi di Bayblade non  sono miei ma di…(Come si chiama il papà di Takao e co.?) l’unico personaggio di mia invenzione è Yukiko.

Vi auguro dunque una buona lettura e vi prego, vi prego, commentate, anche se solo per criticarmi…please!

 

 

 

       

CHAPTER 2: I can be happy again

 

 

 

Erano le dieci di mattina, ma tutta la città sembrava ancora addormentata, o almeno quella zona della città, dove le imposte erano costantemente chiuse. Kai non sapeva perché fosse andato a passeggiare proprio lì, dove una volta si svolgevano le scorribande della banda di teppisti di cui era il capo. Probabilmente era talmente sconvolto da non rendersi nemmeno conto di dove lo conducessero i suoi piedi.

Quella notte aveva nuovamente fatto quel sogno e si era svegliato di soprassalto, in preda al panico; l’angoscia, l’oppressione, il buio la paura, l’avevano colto di nuovo. Di quel sogno non rimaneva nient’altro che la paura  al risveglio. La paura e uno strano senso di tristezza profonda che non riusciva a spiegarsi…

Forse, dato che il sogno si ripeteva ormai da molto tempo, c’era un qualche significato; o forse era solo una logica conseguenza del tormento interiore che stava vivendo in quel periodo; quei sentimenti d’angoscia di oppressione, di rabbia erano gli stessi che provava quando pensava al suo passato…così, i sensi di colpa invece di affievolirsi, col tempo pesavano sempre di più, fino a schiacciargli l’anima. Avrebbe tanto voluto confidarsi con qualcuno, ma non si sentiva degno della fiducia e dell’aiuto dei ragazzi del BBA team, e loro erano le uniche persone con cui scambiava più di due parole.

Mentre questi pensieri gli arrovellavano il cervello si  ritrovò a guardarsi intorno e ricordò che la stradicciola che stava percorrendo faceva angolo con un vicolo cieco. Vi si affacciò quasi meccanicamente. In quel vicolo, qualche anno prima, lui e la sua banda avevano fatto a botte con un gruppo rivale. Rise. Se solo avesse avuto la possibilità di incontrare il se stesso del passato gli avrebbe proprio riso in faccia, lo avrebbe compatito. Che stupido che era stato.

Facendo capolino, però, vide qualcosa che non gli piacque affatto. In fondo alla strada vi era una banda di teppisti e quella che, come sembrava dalla voce, era una ragazza.

«Che vuoi da me ? lasciami! » Diceva con la voce rotta dalle lacrime e dai singhiozzi.

«Secondo te, che posso volere, dolcezza? » Rispose colui che era sicuramente il capo dei teppisti, stringendole il braccio. La ragazzina gemette per il dolore.

«Ho detto, LASCIAMI! » Gridò lei più forte.

«Perché? Se no che mi fai? »

«Lei niente, ma io ti spacco la faccia! » Disse Kai travolgendo il suo avversario con un pugno talmente forte che quest’ultimo finì dritto dritto fra i sacchetti dell’immondizia che si trovavano poco distanti.

«Bastardo, chi ti credi di essere? » Chiese un altro brutto ceffo. Questa volta fu Kai a ricevere un pugno nello stomaco e poi in pieno viso. Del sangue gli uscì dal labbro inferiore e gli rigò il mento, ma non si mosse.

«Io? » Disse Kai con un sorriso beffardo. « Sono Kai Hiwatari… »
Nonostante si fosse allontanato da quell’ambiente da molto tempo, il suo nome provocava ancora un certo timore. L’interlocutore di Kai, terrorizzato, inciampò nel tentativo di indietreggiare.

«Ra-ragazzi…via…a-andiamo via…» Kai guardò i cinque ragazzi raccogliere il loro capo, caricarselo in spalla e darsela a gambe levate; quando sparirono dietro l’angolo, i singhiozzi insistenti della ragazza gli fecero ricordare la sua presenza.

«Ehi, tu, » Cominciò con tono brusco. « come st… » Le parole gli morirono in gola. Colei che gli stava di fronte era la ragazzina che avevano conosciuto qualche giorno prima sulla spiaggia, Yukiko, la ragazza dagli occhi del colore dell’oceano; quegli occhi che non avevano abbandonato nemmeno un istante  i suoi pensieri…solo ora se ne rendeva stranamente conto. «Come stai? » Si sforzò di dire con voce un po’ più morbida. Yukiko se ne stava lì, seduta a terra, singhiozzando, e a Kai parve indifesa quanto un gattino…Ma che pensieri gli venivano?! Lui non era certo tipo da fare paragoni di quel genere…stava proprio impazzendo. Le porse una mano per aiutarla a tirarsi su.

«I-io sto bene, grazie…Ma tu, tu sei ferito, quel maledetto…» Disse prendendo un fazzolettino di stoffa e asciugandogli il sangue che gli aveva rigato il mento. «N-non so cos’avrei fatto se tu non fossi arrivato... » Mormorò poi.

«Figurati, non ho fatto niente…» Disse Kai allontanando il fazzoletto dal suo viso. «Piuttosto che ci facevi in questo postaccio? Tutta sola, per giunta! » Chiese accigliandosi.

« Io veramente volevo andare in spiaggia…ma mi sono persa…non conosco la strada…» Disse rattristandosi.

«Va bene, va bene! » Esclamò Kai che non sopportava i piagnistei. «Ormai è tutto finito. Se vuoi ti accompagno fino in spiaggia…»

«Grazie…» Rispose lei sorridendo dolcemente. Kai arrosì. Non sapeva perché, ma quella ragazza aveva il potere di farlo sentire, in un certo qual modo, strano. Non aveva mai sopportato le ragazze, preferiva tenersene alla larga, perché deboli e note per la lacrimuccia facile…ma, anche se Yukiko era così, non gli dispiaceva affatto averla incontrata proprio quella mattina in cui tutto sembrava andare storto.

 

Quando furono in spiaggia, Yukiko si sedette sulla sabbia bianca mentre Kai si distese poco distante da lei, le mani dietro la nuca.

«Mi dispiace…Kai…» Mormorò Yukiko. «Ti ho fatto perdere un sacco di tempo…forse avevi qualcosa da fare…»

«Non preoccuparti…» Rispose Kai sbrigativamente.

«Sei un tipo di poche parole, eh? »

Quella frase a Kai sembrò detta con delusione e lui non aveva voglia di suscitare delusione, non di nuovo. Ogni volta si proponeva di cambiare, provare a diventare un’altra persona, ma alla fine falliva sempre…non sapeva perché, ma sentiva che quella ragazza era come una specie di prova del nove, come l’ennesima possibilità che il destino gli dava per cambiare…forse, forse quella era la volta buona…allora perché non tentare?

Si tirò su e si sedette al fianco di Yukiko. Ora che ci pensava era la prima volta che si trovava fianco a fianco con una ragazza, e non aveva alcuna vergogna. Forse era il rumore rassicurante delle onde, o forse era la dolcezza di quegli occhi blu incorniciati da una cascata di onde castane, ma con lei, per la prima volta in vita sua, stava bene. Ma per quanto gli piacesse quella situazione, lo spaventava altrettanto.

«L’altra volta in spiaggia, hai detto che sei appena arrivata in questa città. » Yukiko annuì. «Dove vivevi prima? » Una domanda un po’ banale, ma stava tentando di dare vita a una conversazione, da qualcosa si doveva pure iniziare.

«In una regione a sud del Giappone...adoravo quel posto per i suoi paesaggi, la calma e la serenità che vi regnavano…» Continuò la descrizione chiudendo gli occhi, come se dietro le sue palpebre potesse vedere chiaramente le cose che  raccontava a Kai. Parlò di immense pianure piene di ciliegi in fiore, fiumi limpidi e freschi.

«Allora sei qui per motivo di studio? » Ma da dove gli uscivano le parole? Lui che parlava con un’altra persona per più di cinque minuti? Assurdo!

«No…veramente, a causa della prematura morte dei miei genitori, ho vissuto con mio nonno fin da piccola, ma ora che anche lui è morto, gli unici parenti che mi sono rimasti vivono nei pressi di questa città…»

«Scusa, io non volevo io…»

«Non potevi saperlo, rilassati…è una perdita che ho superato da tanto tempo…» Yukiko disse così, ma a Kai sembrava che avesse uno sguardo addolorato. Forse l’aveva ferita.

«Tu hai superato un dolore così grande…dimmi,» Disse Kai. «secondo te si può superare definitivamente la delusione provocata da qualcuno che ti sta vicino…un amico? »

 No. Non ci poteva credere! Lui, il freddo, distaccato, menefreghista, l’odioso Kai stava chiedendo consiglio e, indirettamente aiuto, a una sconosciuta. Ma gli era venuto così, spontaneamente, quasi fosse un evento quotidiano.

«Tutto è possibile Kai. Certo, se un amico ti delude, o peggio, tradisce la tua fiducia può risultare molto difficile dimenticare, ma tutti hanno diritto a una seconda possibilità, secondo me, tutti devono avere il diritto di dimostrare che possono cambiare. »

«Ma…mettiamo che questa persona, nonostante non sappia come fare, ci provi…come fa a capire se quella che sta percorrendo è una strada giusta? » Si affrettò a chiedere il ragazzo.

«Vuoi dire se è enormemente spaventato dalla responsabilità che richiede questa situazione ed è eternamente insicuro di quello che fa…? Sta tranquillo, con la forza di volontà e con il cuore potrai superare tutto! » Kai rimase interdetto. Come faceva Yukiko a sapere che prima si stava riferendo a se stesso?

Ma non ebbe il tempo di chiederglielo. Entrambi alzarono gli occhi al cielo, poiché avevano avvertito sulla pelle delle lievi gocce di pioggia. Mentre parlavano non si erano accorti che il cielo si era rannuvolato. Per il momento pioveva lievemente, ma il colore del cielo non prometteva nulla di buono.

«Conviene andare via, Yukiko, o ci bagneremo… » Kai si alzò e si scrollò velocemente la sabbia via dai jeans, poi porse una mano a Yukiko e la aiutò a mettersi in piedi.

Mentre risalivano lungo la passerella, la pioggia aumentò progressivamente intensità e quando giunsero alla scala che dava sulla strada, Kai si tolse velocemente il giubbotto e se lo mise sulla testa. Dato che era molto più alto di Yukiko, si mise molto vicino alla ragazza in modo da poter riparare anche lei.

«Qui vicino c’è la fermata degli autobus, » Disse Kai mentre lui e Yukiko cominciavano a camminare con passo veloce. « potremmo ripararci lì sotto finché non smette. »

«Ok. però se non aumentiamo il passo, ben presto il tuo giubbotto sarà fradicio, e anche noi. »

Così i due ragazzi cominciarono una corsa sfrenata, quanto goffa, per raggiungere il riparo. Goffa perché entrambi cercavano di evitare le varie pozzanghere che si erano formate, così, guardando per terra, non si accorgevano dei movimenti dell’altro e finivano per scontrarsi, o Yukiko per allontanarsi troppo, bagnandosi completamente.

Ad un certo punto, Yukiko, essendosi accorta di una pozzanghera bella grossa, aveva fatto un veloce salto sulla sinistra, per ripararla Kai la inseguì, finendoci dentro, bagnandosi tutto il pantalone e schizzando Yukiko.

Ora, immaginatevi Kai con i pantaloni bagnati fino alle ginocchia e una faccia fra l’arrabbiato e il perplesso con a fianco Yukiko anche lei con i jeans tutti bagnati e, a causa della pioggia che ora stava prendendo, con i capelli tutti appiccicati alla fronte. Una situazione davvero divertente, o almeno lo era abbastanza da far scoppiare i due ragazzi in una fragorosa risata.

«Ci conviene continuare senza. » Disse Yukiko indicando il giubbotto.

«Già, tanto, peggio di così… » Asserì Kai.

«Allora andiamo. »

I due ragazzi ripresero a correre se è possibile, più veloce di prima, cercando di raggiungere la loro meta.

Quando arrivarono alla fermata degli autobus stavano ancora ridendo a crepapelle, sembravano due pulcini.

«Finalmente…ci siamo… » Disse Kai massaggiandosi la mandibola che faceva male per il troppo ridere.

«Già. Finalmente. Ora non ci resta che aspettare… » Rispose Yukiko puntando il naso verso il cielo.

«Lo sai, Kai? » disse all’improvviso la ragazzina. «È la prima volta che ti vedo ridere…o cielo, non è che ti conosca da molto, ma…è bello vederti sorridere. »

«In effetti, non è che mi capiti molto spesso…forse non mi capitava da quando ero molto piccolo…non ho avuto molti motivi per sorridere, da quando è morta la mamma… »

«Scusa…Non avrei dovuto… »

«No, ti prego. Non fare quel faccino triste. Lo so, non si direbbe, ma ti sto ringraziando. » La interruppe Kai accarezzandole la testa. Si, era strano anche quello, assurdo direi, ma non aveva saputo resistere. « Yukiko, grazie per avermi ridato il sorriso… »

A quelle parole la ragazzina sorrise di nuovo, un sorriso che, evidentemente, era stato capace di sciogliere, almeno un po’, il freddo glaciale che da tempo, troppo tempo, avvolgeva il cuore di Kai.

«Guarda! » Disse Yukiko dopo qualche minuto. « Ha smesso di piovere! »

«Già! » Esclamò Kai di rimando alzandosi dalla panchina su cui si era seduto e stiracchiandosi.

«E guarda un po’ lì! » Fece la ragazzina indicando un punto nel cielo. Gli occhi di Kai si illuminarono. Il temporale estivo appena cessato aveva lasciato uno splendido ricordo; sette colori, brillando nel cielo, avevano tracciato un arco. Nel monastero Borkov aveva visto solo una cosa di altrettanto meraviglioso: l’aurora boreale. Eppure non aveva guardato quello spettacolo con la stessa meraviglia con cui guardava questo. «Visto? » Aggiunse sfregandosi le braccia. Cominciava a sentire freddo. «Anche dalle esperienze peggiori può nascere qualcosa di bellissimo…»

«Già…Oh! Ma tu hai freddo! » Esclamò sfregando anche lui le braccia della ragazza.

«Lo sai? Sei stato proprio gentile con me, oggi… » Disse Yukiko sottovoce stampando un veloce bacio sulla guancia di Kai. «Grazie! »

Kai sorrise di nuovo. Per la prima volta dopo tanto tempo, sotto un cielo tornato terso che incorniciava un brillante arcobaleno, poteva dire di sentirsi felice.

 

 

 

 

Fine secondo  capitolo

 

 

 

Allora…che ve ne pare? Lo so che Kai è un po’ troppo smielato alla fine…ma lo scopo di questa storia è proprio che lui, a poco a poco deve cambiare.

Bene, ci vediamo al prossimo chap e mi raccomando, COMMENTATE!!!!!!!!!!!!!!!!

 

PS: Vorrei sapere come si chiama il papà di Takao e co. Se qualcuno lo sa me lo dica please!

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Capitolo 4
*** Chapter 3:They are trying to become my friends ***


Blue Eyes

By Manu_Hikari

 

 

 

Ciao a tutti, eccomi ritornata con una nuova ficcina dedicata al mio ciccino Kai. Sinceramente non ho ancora le idee molto chiare ma penso che sarà un po’ triste.

Volevo chiedere perdono fin da ora  per qualche eventuale errore riguardo alle indicazioni di tempo, spazio e alcune situazioni perché, anche se mi piace, non seguo assiduamente il cartone di Bayblade, così a volte mi “perdo”. Non vogliatemene.

Inoltre i personaggi di Bayblade non  sono miei ma di…(Come si chiama il papà di Takao e co.?) l’unico personaggio di mia invenzione è Yukiko.

Vi auguro dunque una buona lettura e vi prego, vi prego, commentate, anche se solo per criticarmi…please!

 

 

       

CHAPTER 3: They are trying to become my friends

 

 

 

 

 

In un piccolo appartamento nella periferia di un paesino nei pressi di Tokyo, il telefono stava squillando da alcuni minuti. Il ragazzo che viveva fra quelle quattro mura, aprì gli occhi brontolando e accese con non poca violenza la lampada che aveva sul comodino e guardò la sveglia. Cavoli, era tardissimo…non si era mai svegliato più tardi delle 9!

Intanto il telefono continuava a squillare e, ipotizzando che dovesse essere una cosa molto importante, alzò la cornetta con fare un po’ scocciato.

«Pronto? »

«Kai? » La voce del suo interlocutore era senza dubbio quella di Takao.

«Si, sono io…» Kai non riuscì a mascherare un lieve stupore. Nessuno del BBA team l’aveva mai chiamato a casa sua.

«Ehm…buongiorno…scusami se ti disturbo a quest’ora, soprattutto di domenica, ma…vedi Itoshi ha convocato una riunione straordinaria della squadra…un allenamento, niente di speciale…ha detto di voler organizzare una serie di mini incontri…ci chiedevamo se ti andava di partecipare… »

Ecco, lo stavano facendo di nuovo. Tentavano a tutti i costi di inserirlo nel loro gruppo, di fargli capire che lo consideravano come uno di loro. A lui faceva immensamente piacere, ma sentiva tutto questo come una specie di responsabilità più grande di lui, come un macigno…non si sentiva degno di tanta fiducia, né all’altezza  delle loro aspettative. Eppure sapeva che nemmeno questa volta avrebbe rifiutato, che ci avrebbe provato di nuovo. Con il cuore e la forza di volontà tutto si può ottenere…questo aveva detto Yukiko.

«Va bene…»

«O-ok…fantastico. Allora ci vediamo alle 11 a casa mia, e poi pranziamo tutti insieme, che ne dici? » Chiese Takao con una nuova gioia nella voce.

«Bene. A dopo. » Rispose sbrigativamente.

Riagganciò e si stese di nuovo. Aveva appena “condannato” i suoi compagni a ricevere l’ennesima delusione da parte sua…ne era sicuro… o almeno credeva di esserne sicuro. Da un paio di giorni, da quando aveva rincontrato Yukiko, cioè, non era più sicuro di nulla. Lei aveva intaccato quello strato di ghiaccio che attanagliava il suo cuore, lei gli aveva ridato il sorriso… Quando la ragazzina gli aveva detto che tutti hanno il diritto di dimostrare che possono cambiare, si era riaccesa la speranza; la speranza di poter diventare un’altra persona e di poter finalmente ricambiare la fiducia che Takao, Max, Rei e gli altri avevano sempre riposto in lui in quegli anni.

D’un tratto si alzò dal letto e andò in bagno, accese la luce con poca grazia e si guardò allo specchio…niente di anormale…

“Che stupido!” Pensò fra se “Solo perché mi sento un po’ diverso, non significa che sono cambiato anche fuori…”

Era vero; era cambiato, almeno un po’. Fino a qualche mese  prima non riusciva a provare alcun tipo di sentimento, il suo cuore era duro e freddo, non gli importava minimamente dei sentimenti dei suoi compagni, né dei loro sforzi…certo, si trattava di qualcosa di ancora molto confuso, ma c’era qualcosa dentro di lui, oltre all’angoscia, il senso di colpa, che si poteva definire gioia…I suoi compagni stavano tentando di diventare i suoi amici

Tirò un gran sospiro e chiuse gli occhi per qualche secondo, come a voler tentare di controllare ciò che provava…per lui era ancora una cosa nuova.

Ma si rivelò un errore. Come in un flash passarono davanti ai suoi occhi le immagini di quell’assurdo sogno… Il buio, il tunnel oscuro, lui che cadeva, la grande luce e un simbolo…due ali bianche….due ali bianche? Solo ora ricordava di vedere anche quelle nel suo sogno…ma quello, quello non era stato un sogno…una visione? Forse…

“No, questo no!” Pensò Kai spalancando gli occhi e fissando il suo riflesso. Aveva il viso sudato. “Non basta di notte, ora anche di giorno! Durante la giornata cerco di dimenticare i miei sensi di colpa, i miei sentimenti negativi e tutta la mia rabbia…e tu che fai? Mi perseguiti e mi torturi anche quando sono sveglio?”

«Non ne posso più! » Gridò poi all’improvviso. « Quando, quando potrò avere un po’ di pace? » La sua voce era disperata. Tornò nella sua stanza, sedutosi sul letto nascose il viso fra le mani, cercò di calmarsi. Ma era difficile, aveva paura di rivivere ancora una volta quelle scene…

Improvvisamente, senza sapere perché, si ritrovò a pensare che se Yukiko fosse stata al suo fianco, forse sarebbe stato tutto più facile, forse, come aveva fatto qualche giorno prima, avrebbe risolto tutto con un sorriso…

Ma lei era così misteriosa…chissà se l’avrebbe mai più rivista?

Nastro 4:               Più Tardi….
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

«Ehi, ragazzi, Kai è arrivato. Possiamo iniziare! » Gridò Itoshi dal giardino di casa Kinomiya per farsi sentire dagli altri quattro ragazzi che erano in cucina insieme a Takao(Chissà perché…NdM_H ).

Takao, Rei, Max e il prof uscirono da casa seguiti a ruota da Hilary. Tutti avevano un gran sorriso, sembravano proprio contenti che Kai fosse lì.

«Ciao, Kai! » Esclamarono tutti insieme.

«Salve…» Rispose il russo. Si sentiva non poco in imbarazzo, non era a suo agio…sembrava che l’attenzione di tutti fosse calamitata su di lui…

«Kai, ascolta. » Disse Hilary. Kai le diede subito tutta la sua attenzione. «Vado a comperare qualcosa per il pranzo. Ti piacerebbe che preparassi  qualcosa in particolare? »

«Non fare complimenti Kai; anche se non sembra, Hilary è bravissima ai fornelli e adora cucinare… » Disse Takao. La sua fidanzata arrossì violentemente.

«N-no, grazie Hilary…va bene qualunque cosa. »Rispose Kai. Non aveva intenzione di disturbare ulteriormente.

«Ok, ci vediamo dopo raga! » Detto questo la moretta diede un rapido bacio sulla guancia a Takao, il quale divenne di una splendida sfumatura rosso rubino (Ricordo ai gentili lettori che i giapponesi non sono abituati a scambiarsi effusioni di nessun tipo in pubblico NdM_H), e corse in fretta e furia a svolgere le sue commissioni. La suddetta scena suscitò una certa ilarità nei ragazzi che la accompagnarono con alcuni fischi.

«Tacete! O///O » Esclamò Takao.

La mattinata passò tra una battuta cretina di Takao, qualche ramanzina di Itoshi, esercizi estenuanti ma, soprattutto, tra molte risate. Kai stentava a crederci, si stava divertendo; anche se non riusciva a dimostrarlo apertamente, un po’ perché lui infondo era fatto così, un po’ perché pensava ancora alla visione che aveva avuto alcune ore prima.

 

«Ragazzi! Sono tornata! » La voce di Hilary risuonò per tutto il cortile. (Cibo, cibo cibo! NdTakao) I ragazzi le corsero incontro super felici, stavano morendo di fame. Ovviamente tutti, tranne Kai. Lui si limitò a osservare da lontano la calca di ragazzi riunita attorno a Hilary. «Calma, calma. Adesso corro a cucinare, ma prima…ho una sorpresa per voi! » Un mormorio eccitato percorse il gruppetto e Kai, suo malgrado, si sporse curioso. « Ora puoi entrare…»

I ragazzi trattennero il fiato e gli occhi di Kai si illuminarono, riconoscendo, anche da lontano, colei che era appena entrata dal portone principale.

«Ma…ma tu sei la ragazza della spiaggia…» Balbettò Rei meravigliato.

«Esatto! Ragazzi, vi ricordate di Yukiko? » Esclamò Hilary contenta. «L’ho incontrata all’uscita del supermercato e le ho chiesto di pranzare con noi! »

I Blade breakers accolsero la notizia con un mormorio d’assenso.

«Vi ringrazio infinitamente per l’ospitalità, ragazzi! » Disse Yukiko facendo un leggero inchino.

«Ehi, cos’è tutta questa formalità? » Fece Takao un po’ imbarazzato. « Il piacere è tutto nostro! Più siamo, più ci divertiamo! E ora tutti a dare una mano a Hilary! »

Tutti annuirono e si diressero in cucina mentre Hilary ricordava loro che non gli avrebbe permesso di fare altro che controllare la cottura della pasta e di pelare le patate e le carote.

«Scusa, » Disse Itoshi con tono pacato avvicinandosi a  Yukiko. « I miei amici devono aver dimenticato le buone maniere a causa della fame. Io sono Itoshi, fratello di Takao, nonché allenatore del BBA team. »

«Molto piacere, io sono Yukiko….un’amica.» Rispose la ragazzina stringendo la mano che l’altro gli porgeva.

«Molto bene, Yukiko. Io seguo gli altri, quando vuoi, raggiungici. » Yukiko annuì e Itoshi entrò in casa.

Yukiko si voltò per dare un’occhiata intorno e scorse Kai che, a quanto pareva, era indaffarato con il suo bay.

«Ehi…anche tu qui? » Disse Yukiko avvicinandosi a Kai.

«Ahm…già. » Disse Kai senza alzare gli occhi dal suo bay. Era imbarazzato dalla presenza della ragazza.

In quel momento si udì  Hilary chiamare a gran voce, il pranzo era pronto (Di già?! NdTutti – Sono incredibili i miracoli che si possono realizzare quando si scrive! *.* NdM_H con aria convinta - …….-___- NdTutti)

«Andiamo. » Disse bruscamente Kai. Ma che diavolo gli stava succedendo? Lui stava bene con quella ragazza, allora perché si comportava come uno stupido? Perché cercava di allontanarla? “Forse ho paura di deludere anche lei? “ Pensò. “Ma…io non voglio deluderla, e se non voglio non succederà!”

«A-allora, come stai? Ti sei ripresa dallo spavento dell’altro giorno? » Chiese mentre entrava in casa con Yukiko.

«Bene… » Rispose lei. «Sto bene, grazie Kai. »

«Figurati…»

«Allora, ci muoviamo? » Il richiamo di Hilary divenne più insistente.

«Stiamo arrivando! »

 

I ragazzi si misero tutti a tavola mentre Yukiko aiutava  Hilary a portare le vivande in tavola. Proprio come aveva detto Takao, la cucina di Hilary era davvero eccellente, tanto che nessuno rifiutò una seconda porzione (Io nemmeno la terza E sarei arrivato alla quarta! ^________^ NdTakao ).

Alla fine del pranzo, dopo aver sparecchiato, le due ragazze lavarono i piatti, mentre i ragazzi si presero una mezz’oretta di relax, prima di riprendere gli allenamenti.

« Allora, Yukiko, mi sveli il segreto? Cosa ci facevi con Kai là fuori? » Chiese Hilary con fare malizioso.

«Segreto? » Ripetè Yukiko.

«Sì, segreto! Tutti se lo sono chiesti….”cosa ci fa Kai con la bella straniera?”…allora? »

«Niente, Hilary…mi ha semplicemente chiesto come stavo, tutto qui! » Rispose pacata l’altra.

«Com…e perché? »

Yukiko raccontò brevemente a Hilary quello che era successo qualche giorno prima.

«Davvero Kai ti ha aiutata e poi ti ha accompagnata in spiaggia per farti riprendere dallo spavento? O.o » Chiese stupefatta Hilary alla fine del racconto. Yukiko annuì. «No, dico, il freddo e apatico Kai che consola una ragazza? Non ci posso proprio credere! »

«E perché? Io penso che sia un’ottima persona. » Ribattè Yukiko.

«Certo…ma il Kai che conosco io…è ben lungi da essere….così! » Rispose titubante l’ altra ragazzina. «Non è che gli piaci? » Altro sguardo malizioso.

« No, no…ma cosa dici! O///O » Si affrettò a dire Yukiko diventando rossa fino alla punta dei capelli. Intanto dal cortile provenivano le grida dei ragazzi, che avevano ripreso gli allenamenti. «A- andiamo a vedere che succede, he? » Aggiunse spingendo Hilary.

“Uhm…io non ne sarei tanto sicura! Se fossi in te…”

Quando giunsero in cortile, scorsero un altro ragazzo in mezzo ai loro compagni che sembravano alquanto contenti di vederlo. Il ragazzo dai capelli di fuoco e gli occhi di ghiaccio, abbracciava a turno gli altri, sembrava che non si vedessero da molto tempo.

«Yuri?...Yuri! » Esclamò Yukiko correndo incontro al nuovo arrivato che appena la riconobbe la strinse in un forte abbraccio.

«Yukiko! Oh, mio dio, quanto tempo! Come stai, piccola? »

Un solo pensiero balenò nelle menti di tutti i presenti; “Ma come fanno quei due a conoscersi?”

 

 

 

 

Fine terzo  capitolo

 

 

Allora, che ne dite? Lo so che i BB non sarebbero per niente contenti di vedere Yuri…ma Uffa mi serviva per la storia che Takao e co. E Yuri fossero amici per la pelle…soprattutto Kai. Cmq…se volete sapere che c’entra Yuri con Yukiko…commentate! SE NO NON VADO AVANTI!

Ricordo che scrivere commenti non da l’artrosi alle mani.

Un bacio e arrivederci al prossimo chap!

 

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Capitolo 5
*** Chapter4: Erase your past ***


Blue Eyes

By Manu_Hikari

 

 

 

Ciao a tutti, eccomi ritornata con una nuova ficcina dedicata al mio ciccino Kai. Sinceramente non ho ancora le idee molto chiare ma penso che sarà un po’ triste.

Volevo chiedere perdono fin da ora  per qualche eventuale errore riguardo alle indicazioni di tempo, spazio e alcune situazioni perché, anche se mi piace, non seguo assiduamente il cartone di Bayblade, così a volte mi “perdo”. Non vogliatemene.

Inoltre i personaggi di Bayblade non  sono miei ma di Takao Aoki (Facciamo tutti un doveroso inchino per ringraziare KaiDranzer che mi ha passato l’info)  l’unico personaggio di mia invenzione è Yukiko.

Dove eravamo rimasti? …ah, si. A casa di Takao è arrivato Yuri che sembra conoscere la nostra bella Yukiko…

Vi auguro dunque una buona lettura e vi prego, vi prego, commentate, anche se solo per criticarmi…please!

 

 

       

CHAPTER 4:  Erase your past.

 

 

 

 

 

Il nuovo arrivato stringeva forte Yukiko, un pò troppo forte per i gusti di Kai.

   «Oh, Yuri sono contentissima di vederti…dimmi che hai fatto in tutti questi anni? » Yukiko aveva quasi le lacrime agli occhi, era troppo felice.

«Ehm…scusate l’interruzione…ma voi vi conoscete? » Chiese Takao un po’ confuso.

«Oh, si, scusate ragazzi…» Rispose Yuri. « Io e Yukiko siamo amici fin da quando eravamo piccoli ma…un destino avverso, diciamo, ci ha divisi qualche anno fa e ora che l’ho rincontrata, non sto nella pelle per la felicità! » Strinse nuovamente Yukiko.

Nonostante fosse uno dei pochi veri amici che aveva, a Kai faceva una strana sensazione che Yuri abbracciasse Yukiko in quel modo; non se la spiegava, una specie di morsa che dallo stomaco saliva alla gola e coinvolgeva anche i suoi muscoli facciali. Anche se cercava di controllarsi, sentiva chiaramente che il suo sguardo si stava accigliando. Quella ragazza gli faceva provare sentimenti sconosciuti e strani. « Che ne dite di riprendere l’allenamento? » Propose un po’ freddo.

«Ottima idea! Magari posso approfittarne per partecipare ad un rapido scontro…ma non posso trattenermi per molto. » Rispose  Yuri.

«Te ne devi già andare? » Si rattristò Yukiko.

«Si, purtroppo fra una mezz’oretta Boris viene a prendermi. Sono qui per alcune commissioni molto importanti, ma appena riuscirò  a ritagliarmi un po’ di tempo tornerò a trovarvi, promesso…»         

«Allora, iniziamo? » Instette Kai.

L’allenamento riprese. Kai non perse di vista nemmeno per un istante Yukiko e Yuri; sembrava che avessero davvero un sacco di cose da dirsi poiché parlarono tra loro sottovoce per tutta la durata degli scontri. La ragazza aveva una faccia a dir poco sorpresa e Kai avrebbe giurato di leggere sulle sue labbra per più di una volta le parole “ non è possibile”. Non sapeva perché, ma qualcosa gli diceva che quei due avevano molti segreti in comune.

Proprio come aveva detto Yuri, dopo non molto tempo nel giardino di casa Kinomiya fece il suo ingresso Boris. Proprio come aveva fatto Yuri il ragazzo salutò tutti i blade breakers ma, Kai notò, sembrò non accorgersi di Yukiko. Probabilmente non la conosceva.

«Allora ci vediamo piccola. » Disse Yuri abbracciando Yukiko. « E ricorda; fa attenzione… »

Yukiko annuì. «Ciao Yuri…»

Boris e Yuri si allontanarono parlottando.

I ragazzi continuarono ad allenarsi fino a tardo pomeriggio, poi, dopo un tè decisero di andare via tutti insieme.

 

«Bhè…grazie mille per l’ospitalità Takao! » Disse Yukiko  «Spero di rivedervi presto! »

«Allora…a presto. » Rispose lui sorridendo.

Yukiko fece per andarsene ma Hilary la prese per mano e la portò in disparte. «Secondo me ti sta aspettando dietro l’angolo. » Disse.

«Chi? » Chiese Yukiko sorpresa.

«Come chi? Kai! » Ribattè Hilary come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

«Ma…Hilary! Cosa dici?! » Yukiko divenne tutta rossa.

«Andiamo! Ho visto come ti ha guardata tutto il giorno…te l’ho detto, secondo me gli piaci. Su ora vai! » Disse spintonandola.

Yukiko uscì dal portone scuotendo la testa; ma, in effetti, una volta fuori Yukiko vide Kai appoggiato a un muro con le braccia conserte.

«Finalmente…» Disse avvicinandosi a lei con le mani nelle tasche. «Tistavo aspettando…»

«Ah, si? E perché? » Chiese Yukiko mentre il rossore le si espandeva sulle gote.

«Volevo chiederti se ti andava di fare un po’ di strada insieme…»

«D’accordo! »

I due ragazzi camminarono per un bel pezzo senza parlare. Ogni tanto alzavano gli occhi per guardare velocemente l’altro, riabbassandoli immediatamente. Fu Yukiko a rompere quel silenzio imbarazzato.

«Erano loro gli amici di cui mi hai parlato l’altra volta? »

Kai parve sorpreso da quella domanda così improvvisa. Poi annuì.

«Bhè…a me sembra che gli faccia abbastanza piacere la tua presenza, no? » Continuò la ragazzina. « E poi ti ho visto sorridere molto spesso oggi… »

«Ero felice. » La interruppe Kai. «Devo dire che mi sta capitando molto spesso in questi giorni; strano per me. »

«Strano? Essere felice? » Chiese Yukiko stupita.

«Per me sì…»

«Devi avere molto dolore nel cuore…forse l’aver deluso i tuoi amici non è che uno dei tuoi tanti problemi…è così? »

Kai la guardò negli occhi e azzardò un sorriso per esprimere ciò che stava provando. Si sentiva pervaso da un calore sconosciuto. «Lo sai? Penso che tu sia una ragazza speciale. Non so come ma riesci sempre a comprendere ciò che provo….in effetti, si, nel mio passato ci sono molti eventi che mi provocano tristezza, amarezza, angoscia e, soprattutto, rabbia verso me stesso, per ciò che ho fatto e che ho paura di poter fare di nuovo…» Avrebbe voluto parlarle anche del suo sogno, ma di sicuro Yukiko lo avrebbe preso per uno stupido.

«Questo non accadrà. » Intervenne Yukiko fissandolo con i suoi bellissimi occhi azzurri.

«Come fai a esserne così sicura? Tu non sai come ero e cos’ho fatto e…»

«Ma ti vedo ora, Kai. E sai cosa vedo? Un ragazzo dall’animo gentile e determinato che vorrebbe cancella re il suo passato. Come se non fosse mai esistito…io allora ti dico: ricordati che potrai cancellare i tuoi errori solo imparando da essi…»

Kai non sapeva cosa dire…le parole di Yukiko lo avevano lasciato un po’ confuso. «Vuoi forse dire che non devo cercare di dimenticare il mio passato? » Chiese il ragazzo fermandosi.

«È inutile aggirare i problemi. Affrontali. E, in quanto ai tuoi amici, stà certo che ti hanno perdonato tutto. Ora sta a te far capire loro che puoi cambiare… e credimi con degli amici al tuo fianco nulla ti sembrerà più impossibile.»

Kai sorrise di nuovo. «Mi ci voleva proprio una chiacchierata con te, Yukiko. tu sai sempre cosa dire…Grazie…»

«Figurati. Non ho fatto nulla…» Yukiko arrossì e abbassò lo sguardo.

Il silenzio, dettato dall’imbarazzo, calò fra i due. Ma a Kai non dispiaceva. Avrebbe dato qualunque cosa per poter rimanere così. quella ragazza emanava una profonda serenità, e lui ne aveva bisogno. Poi, all’improvviso, sentì qualcosa che si strusciava contro le sue gambe; abbassò lo sguardo e…

«Oh, ma guarda chi abbiamo qui! »

«Oh, che carino! » Esclamò Yukiko mentre Kai prendeva fra le mani un minuscolo gattino. Una minuscola morbida palla di pelo bianco. Il cucciolo miagolava; probabilmente reclamava la sua pappa.

«Deve aver perso la sua mamma. » Disse Kai accarezzando il musetto del gattino che lo ricambiò facendo le fusa. «Ehi, ti  sono simpatico? »

«Sembrerebbe di si! » Osservò Yukiko accarezzandolo a sua volta. «È proprio bello, eh? Me lo faresti tenere un po’? »

«Ma certo! » Rispose Kai facendo scivolare il cucciolo dalle sue mani a quelle di Yukiko. Solo in quell’istante si rese conto che gli occhi del micio erano blu…gli stessi occhi di Yukiko…il colore dell’oceano.

Intanto il gattino aveva iniziato a fare le fusa anche a Yukiko e Kai, guardandola, non potè fare a meno di pensare che la ragazza che aveva di fronte fosse proprio bella.

«Sai che ti dico, Yukiko? » Fece Kai all’improvviso. La ragazza  lo guardò incuriosita. «Me lo porto a casa! »

«A casa tua? »

«Certo! Non trova la sua mamma, ha fame, come farà da solo? E poi il gatto è per natura uno spirito ribelle, proprio come me…andremo d’accordo! » Affermò Kai fiero.

«Bhè…trovo che sia un’idea a dir poco strepitosa! » Esclamò Yukiko. «Che ne dici, micetto? » Fece poi rivolta al cucciolo. «Ti va di andare a vivere con Kai…si? » Il gattino che teneva fra le mani miagolava allegramente, quasi a volerle rispondere. «In fondo tu hai bisogno di lui…ma lui ha ancora più bisogno di te… »

«Che vuoi dire? » Chiese Kai intuendo che stesse parlando di lui.

«La solitudine è il peggiore dei mali…» Disse con lo sguardo triste. Poi tornò allegra e vivace come al solito. «Allora, gli diamo…anzi LE diamo un nome? È una bella femminuccia! »

«Ah, si?! Bene. Allora la chiamiamo Uki-chan. Che ne dici? » Propose Kai.

«U-uki?! Ma significa aria! » Disse Yukiko stupita.

«Si! E poi… è una parola contenuta anche nel tuo nome…Yukiko. »

«…è bellissimo! » Concluse la ragazza.

«Allora è deciso. Uki-chan! » Confermò Kai sorridendo e rimettendosi in cammino seguito da Yukiko.

Kai sapeva che prima non l’avrebbe mai fatto. Ma quella ragazza gli infondeva gioia, voglia di vivere e gli faceva vedere tutto sotto una luce diversa. Dal primo momento che l’aveva vista aveva capito che nulla sarebbe stato più come prima.

 

Una volta arrivato sotto casa, Kai salutò Yukiko, che non volle essere accompagnata, casa sua era troppo lontana. Mentre saliva le scale, Kai sentiva che Yukiko già gli mancava, già aveva voglia di rivederla.

«Lo so che è difficile abituarsi a qualcosa che non si conosce, ma vedrai che ti piacerà vivere qui, Uki-chan. » Disse Kai alla gattina quando entrò nel suo appartamento. Mise il cucciolo per terra e procurò una scatola abbastanza grande nella quale mise un vecchio lenzuolo per  farne una cuccia temporanea per la sua nuova amica. «Scusa. » Le disse «Pian piano mi attrezzerò e ti procurerò ogni comfort… » Mentre la gattina lo guardava con i vispi occhietti color oceano, gli tornarono in mente quelli di Yukiko.

«Lo sai, piccola? Penso proprio di essermi innamorato di lei…»

 

 

 

 

 

Fine quarto  capitolo

 

 

Ehm…vorrei innanzitutto dire che adoro i gatti…e che non so ancora che ruolo avrà questa Uki-chan nella storia, ma mi piaceva l’dea del gattino adottato da Kai. Poi volevo dire che non so assolutamente chi sia Boris fra i demolition Boys…ma il nome mi stava simpatico…^___^” se qualcuno mi può dare una descrizione sommaria mi farebbe un piacere…

Ricordo che scrivere commenti non da l’artrosi alle mani. Quindi COMMENTATE!

Un bacio e arrivederci al prossimo chap!

 

 

 

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Capitolo 6
*** Chapter5: I'd like to see her, now ***


Blue Eyes

By Manu_Hikari

 

 

 

Ciao a tutti, eccomi ritornata con una nuova ficcina dedicata al mio ciccino Kai. Sinceramente non ho ancora le idee molto chiare ma penso che sarà un po’ triste.

Volevo chiedere perdono fin da ora  per qualche eventuale errore riguardo alle indicazioni di tempo, spazio e alcune situazioni perché, anche se mi piace, non seguo assiduamente il cartone di Bayblade, così a volte mi “perdo”. Non vogliatemene.

Inoltre i personaggi di Bayblade non  sono miei ma di Takao Aoki (Facciamo tutti un doveroso inchino per ringraziare KaiDranzer che mi ha passato l’info)  l’unico personaggio di mia invenzione è Yukiko.

 

Vi auguro dunque una buona lettura e vi prego, vi prego, commentate, anche se solo per criticarmi…please!

 

 

       

CHAPTER 5:  I'd like to see her, now

 

 

 

 

 

Kai stava dormendo profondamente quella mattina, faceva fresco dato che l’autunno era ormai alle porte; era settembre inoltrato. La piccola Ukichan era cresciuta un po’ in quei due mesi, si era abituata alla sua nuova vita e aveva imparato a volere bene al suo nuovo padrone. Come era ormai sua abitudine, saltò sul letto di Kai e trotterellò fino al viso del ragazzo, contro il quale si strusciò facendo le fusa.

Kai percepì qualcosa di morbido toccargli le guance, un po’ di malavoglia schiuse gli occhi.

«Ukichan! » Le accarezzò la testa per poi grattarle la base delle orecchie. Per tutta risposta il cuccioletto fece le fusa ancora più forte…significava che era ora della colazione. «Ok,ok ho capito, mi alzo…» Scostò le coperte e, sedutosi al centro del letto, si stiracchiò. Sentì un brivido lungo la schiena…era proprio ora di prendere il pigiama pesante.

Uki miagolò più volte…era anche impaziente la micetta, proprio come una prima donna… mentre versava del latte in una ciotola per Uki e iniziava a preparare la sua colazione, Kai pensò che Yukiko aveva avuto proprio ragione, da quando la gattina era con lui non si sentiva più tanto solo, anzi era più sereno e non faceva più tanto spesso quell’orribile sogno di cui non gli rimaneva, al risveglio, che un vago senso di paura e d’angoscia…i quali però adesso venivano cancellati da Ukichan. Accarezzò nuovamente la gattina quando gli si avvicinò per richiedere il suo pezzettino di ciambella calda. Ormai era una parte della sua vita, era come un coinquilino…ancora una volta quella ragazza aveva fatto centro.

Yukiko…era passato un sacco di tempo da quando si erano visti l’ultima volta, mai Kai aveva sentito così tanto il bisogno di qualcuno, lei era capace di farlo sentire a suo agio, con lei era tranquillo, poteva essere ciò che era senza problemi, poteva aprirsi completamente…sapeva che lei lo avrebbe accettato in qualunque caso…

Per questo, adesso che lei non c’era, si sentiva perso, come se gli mancasse qualcosa. A volte capitava, prima che si addormentasse, di restare per un sacco di tempo a pensare quanto sarebbe stato bello rivederla e parlare ancora con lei, lei che sapeva riportare il sorriso sulle labbra di Kai e la serenità nel suo cuore, solo con un sorriso, come se fosse un raggio di sole…allora un nodo alla gola gli impediva di respirare e gli occhi gli pizzicavano, nasceva un forte desiderio di abbracciarla e sentire il suo calore…un desiderio irrealizzabile…lui non sapeva nemmeno da dove vivesse…e da quando aveva realizzato di esserne innamorato, non l’aveva più vista.

Scosse via questi pensieri e andò a farsi una doccia. Mentre l’acqua calda gli correva sul corpo, i suoi pensieri tornarono a Yukiko, al calore che il suo sorriso emanava e alla profondità del suo sguardo, blu come l’oceano…sorrise crogiolandosi in quel bel ricordo…poi, all’improvviso, di nuovo un senso di smarrimento misto a terrore e angoscia…stava rivivendo di nuovo quel sogno…rivide la sua corsa disperata lungo il tunnel buio, la paura…ecco, era caduto e una voce, una voce lo chiamava…una voce rasserenante, dolce ma misteriosa…alzò gli occhi, di nuovo quelle ali…si domandò cosa significassero…tristezza…una immensa tristezza lo pervase, invadeva tutto il suo essere, lo attanagliava…

Uscì dalla cabina doccia di corsa, gridando, aveva sentito un dolore al cuore atroce, non ricordava cosa vedesse in quel sogno, ma gli faceva questo effetto…ansimante, rimase per qualche istante di fronte allo specchio.

«Era stato troppo bello per essere vero, no? » Disse quasi a se stesso. «Stava andando tutto così bene! Si può dire che fossi quasi felice…e invece no! Deve rompere…» Gridò scagliando un pugno contro il muro, scaricando tutta la sua rabbia. Respirò a fondo più volte e quando si fu calmato si asciugò e tornò in camera sua per vestirsi.

Mentre si infilava una maglietta, sentì Uki che si strofinava contro la sua gamba facendo le fusa e talvolta qualche miagolio acuto, come se avesse intuito ciò che era successo; le accarezzò la schiena e la prese in braccio.

«Ti sei spaventata, piccolina? Non preoccuparti, è tutto a posto. È stato solo un sogno…un orrendo sogno…ora è tutto finito. » Disse più a se stesso rimettendo a terra la micia.

Circa mezz’ora dopo indossò il suo giubbotto e uscì di casa, aveva voglia di prendere una boccata d’aria, magari sarebbe andato in centro dove le vetrine dei negozi e la folla lo avrebbero aiutato a rilassarsi e a distrarsi.

«Avrei tanta voglia di incontrarla…» Si disse percorrendo il viale alberato sul quale si affacciava il condominio nel quale abitava.

 

 

 

 

Tutto sommato aveva fatto una buona scelta; mentre si guardava intorno, evitando accuratamente gli altri passanti per non essere sbatacchiato di qua e di là, Kai aveva dimenticato tutto quello che era successo quella mattina, ma non si era accorto nemmeno che il tempo passava, così, quando realizzò che erano le undici passate, si stupì di essere rimasto fuori casa per tanto tempo e decise di ritornare, anche perché doveva prepararsi il pranzo; se Uki si accontentava di una ciotola di crocchette al giorno, lui aveva un appetito pari al quintuplo di quello della sua gatta. Ma proprio quando si voltò per incamminarsi verso casa sentì che qualcuno lo chiamava.

«Ta-takao! » Esclamò riconoscendo colui che aveva attirato la sua attenzione.

«Ehilà, Kai, qual buon vento? » Chiese Takao dando all’amico una pacca sulla spalla. «Qualche appuntamento? »

«A-appuntamento?! » Ripetè il ragazzo arrossendo. «No, certo che no…io, io cercavo solo di…sono qui per un giro…per cambiare un po’ aria…in periferia è tutto così monotono…»

Takao non era proprio convinto, ma decise di non indagare oltre.

«Se non hai da fare, vorrei chiederti un favore…» Questa volta fu Takao che si imbarazzò, considerava Kai come un amico ma non aveva mai pensato che sarebbe riuscito a dimostrarglielo.

«Ahm…certo dimmi pure…» Kai, più che imbarazzato era sorpreso, Takao che gli chiedeva aiuto…qualcosa nel suo volto in quel momento esprimeva una certa gioia. «Se posso…»

«Ehm…è una sciocchezza in verità…ma io vado sempre in crisi…devo fare un regalo a Hilary, dopodomani è il suo compleanno e io non so che…cioè…sono una vera frana…» Takao arrossì violentemente.

«Non penso che sia una sciocchezza…è vero che ciò che conta e il pensiero ma se fai un regalo a chi vuoi bene…deve essere speciale... »

Takao rimase interdetto. Non avrebbe mai immaginato tanta sensibilità da parte di Kai.

«Si, immagino di si…» Rispose sorridendo.

 

Kai stentava a crederci; si stava divertendo un mondo insieme a Takao! Non pensava che cercare un regalo potesse essere tanto difficile da mandare in crisi due ragazzi…entravano e uscivano dai negozi con le idee sempre più confuse e ci vollero più di due ore prima di arrivare davanti al negozio che diede loro l’ispirazione giusta.

Era un gran negozio di oggettistica in stile antiquariato (Cioè la merce era nuova ma sembrava antica…^__^” ), scaffali e scaffali ricolmi di strani oggetti, pupazzi e teche contenenti bracciali, collanine e ninnoli vari, l’insegna diceva…

«…Old remember…» Lesse Kai. «Pensi che possa esserci qualcosa di adatto? » Chiese all’amico.

«Old remember…» Ripetè Takao sottovoce. «Ma sì! Sono stato proprio uno stupido!(Vero che lo sai? ) » Esclamò Takao dandosi un pugno in testa.

«Cosa? » Chiese il russo un po’ perplesso.

«Hilary adora questo negozio…ci compra sempre un sacco di ninnoli! Come ho fatto a non  pensarci subito! (Perché sei scemo?) »

«Allora entriamo! » Concluse Kai. L’entusiasmo di Takao lo aveva contagiato.

All’interno il negozio era ancora più bello di quanto apparisse all’esterno tutto sembrava fermo e immobile, anche il tempo, e il profumo di vecchio era piacevolmente rilassante.

Takao si guardò un po’ intorno e la sua attenzione fu calamitata da uno strano orsacchiotto bianco, un colore insolito, si disse, di solito avevano un bel colore biscotto, ma era proprio bello, non troppo grande, non troppo impegnativo, quello che cercava!

«Posso esservi utile? » Un uomo sulla cinquantina coi capelli brizzolati comparve improvvisamente vicino a Kai e Takao facendoli sobbalzare entrambi. Poi si accorse che i due stavano guardando quell’orsacchiotto. «È bello, vero? » Disse prendendo in mano il pupazzo. «È qui da un sacco di tempo, nessuno lo vuole perché è bianco…e vecchio ma…ci vuole un vero intenditore per capire il vero valore di questo orsacchiotto…» L’anziano signore porse il pupazzo a Takao il quale si accorse, toccandolo, che era proprio morbido. «È fatto interamente a mano e l’imbottitura è di piume d’oca…ti faccio un pacco regalo? È per la tua ragazza no? »

«E…e lei come .. » Balbettò il ragazzo.

«Credimi, gestisco questo negozio da oltre vent’anni, ormai ho imparato che se un ragazzo viene qui a comperare qualcosa è sicuramente un regalo per una ragazza…» rispose mentre, con gran maestria, iniziava a incartarlo. «Vuoi che gli metta un fiocco al collo? »

«No…grazie…» Takao era impressionato, quell’uomo era proprio gentile…ma…dov’era Kai? «Kai…ehi Kai! »

«Il tuo amico è vicino a quella teca, giovanotto…» disse il padrone del negozio mentre consegnava a Takao il pacchetto e prendeva i suoi soldi.

Takao si voltò, Kai era apparentemente assorto nell’ ammirare qualcosa. Gli si avvicinò. «Kai…cos’hai visto? » Chiese affacciandosi anche lui.

«Ah…no, niente. Tu hai finito? »

«Si! » Rispose trionfale l’altro mostrando il regalo. «Andiamo! »

I due si incamminarono fuori dal negozio ma, prima, Takao diede un’occhiata alla vetrinetta. Un trionfo di braccialetti e collanine di vario tipo, d’oro, d’argento, di cristallini…ma Kai stava guardando al centro dove c’era un ciondolo molto particolare, due lettere, una K e una Y d’argento unite una all’altra e alla Y era attaccata una stellina…molto bello, ma non immaginava in quale modo un oggetto simile potesse suscitare l’attenzione di Kai.

«Takao! » Kai lo distolse dai suoi pensieri.

«Oh, scusami Kai! » Disse Takao raggiungendo l’amico russo.

«Non so proprio come avrei fatto oggi senza di te…» Cominciò Takao dopo qualche minuto.

«Figurati, non ho fatto nulla… »Rispose Kai un po’ imbarazzato. Ora ci mancava soltanto che lo ringraziasse. Non voleva. Lui non aveva mai fatto nulla per loro, era lui che doveva ringraziarli, erano loro che lo stavano accogliendo come loro amico, loro che lo perdonavano sempre…

«Oh, hai fatto molto invece…non avrei saputo dove sbattere la testa senza il tuo aiuto…ho un idea, per ringraziarti ti invito a pranzo a casa mia, che ne dici?

«O-ok…» Rispose Kai trovando poco educato rifiutare.

Mentre camminavano, Kai ripensò a quello che era successo quella giornata e lo trovò a dir poco strepitoso. Aveva passato un’intera mattinata con Takao facendo quello che di solito facevano due amici normali, e poi stava per pranzare a casa sua! Forse era vero che imparando dagli errori poteva, in qualche modo, cancellare il suo passato…Di nuovo gli venne in mente Yukiko e si fece più forte il desiderio di rivederla…

 

 

 

Fine quinto  capitolo

 

 

 

Allora? Che mi dite? Lo so è un po’ palloso ma mi serviva per fare il salto temporale, mica passava un mese e… puff!?  Cmq non perdete il prossimo chap, sarà….non ve lo dico! ;PPPPP

Vi prego, COMMENTATE!!!!!!!!!! ^________<

 

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Capitolo 7
*** If I said I love her ***


Blue Eyes

By Manu_Hikari

 

 

 

Ciao a tutti, eccomi ritornata con una nuova ficcina dedicata al mio ciccino Kai. Sinceramente non ho ancora le idee molto chiare ma penso che sarà un po’ triste.

Volevo chiedere perdono fin da ora  per qualche eventuale errore riguardo alle indicazioni di tempo, spazio e alcune situazioni perché, anche se mi piace, non seguo assiduamente il cartone di Bayblade, così a volte mi “perdo”. Non vogliatemene.

Inoltre i personaggi di Bayblade non  sono miei ma di Takao Aoki (Facciamo tutti un doveroso inchino per ringraziare KaiDranzer che mi ha passato l’info)  l’unico personaggio di mia invenzione è Yukiko.

 

Vi auguro dunque una buona lettura e vi prego, vi prego, commentate, anche se solo per criticarmi…please!

 

 

       

CHAPTER 6:  If I said I love her.

 

 

 

 

 

 

 

Kai sedeva a tavola con Takao, da poco avevano finito di pranzare e non aveva smesso nemmeno per un attimo di pensare quanto grande fosse il cuore del suo amico. Takao faceva tutto questo solo per dimostrargli il suo affetto. Per tutto il tempo avevano parlato del più e del meno e, visto che in fin dei conti non avevano molto di cui parlare, alla fine, mentre salivano le scale che dalla cucina portavano alla stanza di Takao, riaffiorò l’argomento “regalo a Hilary”.

«Pensi che le piacerà? » Chiese Kai.

«Si, ne sono sicuro. Hilary adora queste cose sdolcinate (O frocette, come direbbe un mio amico)…un po’ come tutte le ragazze, no? » Rispose Takao.

«Bè…» Balbettò Kai. «Non saprei…non sono molto pratico dell’argomento…»

«Cosa?! » Esclamò Takao shockato entrando nella sua stanza. «Vorresti dirmi che in diciotto anni non hai mai avuto una ragazza? »

Kai scosse la testa e si guardò intorno; com’era diversa quella stanza dalla sua! Il letto era vicino alla finestra e sui muri c’erano un sacco di poster riguardanti il bay blade e delle mensole, una della quali riservata unicamente a Dragoon. Sia sul comodino che sulla scrivania c’erano delle foto, alcune ritraevano Takao da solo, altre insieme a Hilary. Oltre alle foto, sulla scrivania facevano bella mostra di se un computer e un mucchio di libri…il tutto avvolto in un discreto disordine. Ma si vedeva che era una stanza vissuta, che rispecchiava la personalità di colui che la abitava.

In effetti con la sua non c’era paragone; quando aveva chiesto a suo padre di andare a vivere in un piccolo appartamento per conto proprio, l’uomo aveva accettato ma solo alla condizione di arredarla lui stesso…a Kai non piaceva casa sua solo per questo.

«Non ho mai incontrato nessuna che mi interessasse davvero... » Confermò il russo.

«Non so perché ma ho sempre pensato che tu fossi un latin lover…» Aggiunse Takao ridendo della sua ingenuità. «E ora? Non c’è proprio nessuna che potrebbe farti innamorare? »

«Vedi, in realtà non so nemmeno cosa significhi, essere innamorati…» Disse Kai arrossendo mentre fissava una foto di Takao e Hilary che sorridevano felici.

«Non puoi stare senza di lei. » Disse Takao. Kai si voltò sorpreso dalle parole del suo amico, ma allo stesso tempo curioso di sapere cosa fosse il tanto decantato amore. « Se non la vedi ti senti un vuoto dentro e puoi anche cercare di dimenticarla, se vuoi, ma basta un accenno, una piccola, insignificante allusione e ti ritrovi a pensare a lei più di prima, e il baratro nel tuo cuore è incredibilmente più profondo… ma basta incontrarla per sentirti di nuovo bene con te stesso, il cuore ti fa ancora male, certo, ma solo perché è pieno di gioia…(Non so voi ma sentir dire ste cose da Takao…a me farebbe impressione, no?) »

Kai fissava incredulo l’altro ragazzo. Non era possibile, certo, ma credeva di provare qualcosa di vagamente simile nei confronti di Yukiko. Quando lei non c’era sentiva il cuore stringersi nel petto a causa del forte desiderio di vederla.

«Che hai, Kai? » Chiese all’improvviso Takao distraendolo dai suoi pensieri.

«No…niente…è solo che…» Quanto avrebbe voluto confidarsi con lui! Ma non sapeva come fare, non l’aveva mai fatto.

«Forse ti sei reso conto di provare questi sentimenti per qualcuno? »

Kai lo guardò arrossendo, poi annuì.

Takao gli sorrise; capiva benissimo il suo imbarazzo. «Sono sicuro che dev’essere davvero una ragazza splendida. » Aggiunse.

«Lo è. » Confermò Kai. Al pensiero del sorriso di Yukiko il suo sguardo si addolcì.

«Sa di piacerti? »

«Non lo so. Penso di no…mi guardo bene dal dirglielo! » Esclamò il russo trovando impensabile dichiararsi ad una ragazza.

Takao rise. «Si…adesso dici così, ma vedrai che, se ti piace davvero, non ti tirerai indietro quando capiterà l’occasione…» disse.

«Tu credi? » obbiettò Kai perplesso.

«Con Hilary è andata così. » Rispose Takao. «Quando mi sono reso conto che mi piaceva, non avevo la benché minima intenzione di rivelarle i miei sentimenti, ma poi è bastato uno sguardo e…eccomi qua. » Concluse indicando una foto di lui e Hilary. «Spero che sarai fortunato come lo sono stato io. »

«Grazie. »

 

Quando Kai uscì dalla casa di Takao era ormai pomeriggio inoltrato, presto sarebbe tramontato il sole. Per Kai quello era stato senza dubbio una giornata particolare; aveva rafforzato la sua amicizia con Takao, il quale lo aveva aiutato a fare chiarezza nei suoi sentimenti e poi lo aveva addirittura invitato alla festa per il compleanno di Hilary che si sarebbe tenuta da lì a due giorni e, se la incontrava, poteva invitare anche la ragazza che gli piaceva. Strabiliante davvero…

D’un tratto Kai si rese conto che, senza che lui se ne accorgesse, i suoi piedi lo avevano portato sulla strada del mare. Decise di continuare per quella strada, tanto casa sua non era molto lontana da lì…e poi era in spiaggia che aveva incontrato Yukiko per la prima volta …chissà, magari…

Con questo pensiero affrettò il passo e, sicuro, si diresse verso la spiaggia.

Ma, ecco, vide venire verso di se uno strano ragazzo. Era alto, vestito completamente di nero, moro ma con gli occhi di ghiaccio…privi di pupille. Lo guardava fisso. Kai rabbrividì al suo sguardo freddo.

Questo tale si fermò di fronte a Kai. «Tu sei Kai Hiwatari? » Gli chiese.

Kai rimase impietrito. Chi era quel ragazzo? E perché conosceva il suo nome?...

Sentì un nodo stringergli la gola e deglutì più volte a vuoto.

«Ti ho chiesto se tu sei Kai Hiwatari…» Ripetè lo sconosciuto. Kai annuì…non sapeva perché, ma si sentì paralizzato e non riuscì a fare altro.

«Bene. » Affermò l’altro con un ghigno. «Può fare quello che vuole, non sarà per nulla semplice…È una brutta rogna…» Disse fra se passando oltre e allontanandosi alle spalle di Kai. Il ragazzo si voltò, avrebbe voluto chiedere allo sconosciuto chi fosse, che cosa volesse da lui…e cosa significasse  quella frase ma…di quel ragazzo non c’era più traccia. Kai scosse la testa. Un’allucinazione? No, impossibile…aveva ancora i brividi, era troppo reale. Quella mattina aveva avuto quella visione tremende che gli procurava tristezza e angoscia, e ora quell’incontro strano, quanto inaspettato. Si accorse di essere sudato e di stare tremando.

«Kai? Tutto bene? »  Il cuore del ragazzo mancò un battito quando riconobbe la voce di chi l’aveva chiamato. Si voltò lentamente e le sue gambe cominciarono a tremare quando i suoi occhi si specchiarono in quell’oceano profondo.

«Yukiko! » Mormorò.

«Tutto bene? Mi sembri pallido…» Ripetè la ragazzina.

«S-si, tutto bene…solo…solo un capogiro…non preoccuparti. »

«Sei sicuro? » Chiese ancora Yukiko guardando Kai con sguardo preoccupato. «Non è che ti è successo qualcosa? »

«Ti ho detto che va tutto bene! » Ripetè a sua volta Kai accarezzando una guancia della ragazza. Trovò che era veramente morbida e liscia, come se stesse accarezzando una pesca. «Perciò adesso togliti quest’espressione corrucciata, che non ti si addice…» Yukiko sorrise, e il suo volto ritrovò la luce che poco prima lo aveva lasciato. «Ecco…così sei molto più carina…» Aggiunse Kai. Sentiva che le sue guancie erano in fiamme ma non gli importava, era così bello esprimere ciò che pensava, senza pensare al suo orgoglio.

«Ah...s-senti, ti andrebbe di stare un po’ insieme...di passeggiare sulla spiaggia…cioè…» Propose Yukiko mentre anche le sue guance si imporporavano.

Kai annuì con entusiasmo.

Entrambi scesero le scale che portavano alla passerella e, percorsa questa, presero a passeggiare lungo la spiaggia, poco distanti dal bagnasciuga.

«È tanto che non ci vediamo. » Osservo Kai dopo qualche minuto di silenzio. «Che hai fatto in tutti questi giorni? »

«Niente è che…ho avuto dei…ehm…problemi. Niente di grave, ora è tutto risolto…e tu? Che mi dici? Tutto ok? » Yukiko sembrava voler cambiare discorso.

«Si…abbastanza bene…mi sono successe un sacco di cose in questo periodo. »

«Parlami di Ukichan…sta bene anche lei, vero? »

«Si…è cresciuta un po’ e si è fatta davvero molto bella! »

«Oh, che stupidina! Mi sono completamente scordata di chiederti come va con i tuoi amici! » Esclamò la ragazza. «Hai detto che sono successe un sacco di cose, ti riferivi a loro? »

«Si » Rispose Kai annuendo. «In questo mese ci siamo incontrati un sacco di volte, e il mio rapporto con loro sembra diventare sempre più solido…ed è tutto merito tuo. »

«Cosa? E perché? » Chiese Yukiko divertita e incuriosita.

«Vedi, se non fosse stato per te, per le cose che mi hai detto, non avrei mai avuto il coraggio di fare certe cose, o di comportarmi in  un determinato modo. »

«Perché non me ne parli, Kai. »

Il ragazzo annuì e prese a raccontare alcuni episodi relativi ai suoi incontri con i Blade Breackers, compreso quello della mattina appena trascorsa. Yukiko si fece un sacco di risate.

«Davvero avete girato tutta la città per cercare un regalo per Hilary? » Chiese la ragazzina.

«Già, non sapevamo che fare, per fortuna che ha trovato quell’orsacchiotto, se no…povero Takao!» Anche Kai prese a ridere. Il suo cuore era pieno di gioia, stare con Yukiko gli faceva sempre questo effetto, stentava a riconoscersi…forse era vero che Yukiko gli piaceva, ma se anche quello che aveva detto Takao fosse stato vero, se l’occasione per dichiararsi sarebbe arrivata…lui avrebbe saputo cosa dire? No, certo…ma lui desiderava trascorrere ancora pomeriggi come quello, insieme a colei che era riuscita a sollevargli il morale e ad aggiustare una giornata iniziata male…tanti altri.

 Improvvisamente, mentre era assorto nei suoi pensieri, si accorse che Yukiko si era fermata e guardava incantata l’orizzonte.

«È bellissimo, vero? » Osservò lei quando Kai le si avvicinò. Il ragazzo annuì; il cielo aveva una meravigliosa sfumatura tra il rosso e l’arancione e, specchiandosi nell’acqua, le dava lo stesso colore. Un tramonto da togliere il fiato.

«Ahi! » Yukiko gridò portandosi le mani al viso.

«Che c’è ? » Chiese Kai allarmato.

«Non so, qualcosa nell’occhio…»

«Fa vedere,» Disse Kai alzando il viso di Yukiko con una mano e scostandole i capelli con l’altra. «Dev’essere solo un po’ di sa…» Le parole gli morirono in gola. Non aveva mai pensato che avrebbe potuto guardare i suoi occhi da così vicino…erano così profondi, quasi magnetici. Restò specchiarsi in quell’oceano per alcuni secondi ma a lui sembrarono ore interminabili, era così bella… Sentì che le guance si infiammavano e il suo cuore aveva cominciato a battere più forte…non gli era mai successo.

«Cosa ci succede, Kai? » Chiese Yukiko in un sussurro sfiorando la mano del ragazzo. Probabilmente anche lei provava quello smarrimento, quel calore, quel dolore al cuore così piacevoli…ma così insoliti… sconosciuti, in un certo senso.

«Non lo so, Yukiko. » Rispose prendendo le mani piccole e delicate della ragazza fra le sue, grandi e forti. «Non lo so proprio…» Ripetè incrociando le sue dita con quelle di Yukiko. «Io ne ho solo sentito parlare…non ho mai provato queste sensazioni…» Riprese guardandola di nuovo negli occhi. Allontanarsene era impossibile…si sentiva come un uomo smarrito nel deserto e, sinceramente, preferiva perdersi in quel grande oceano.

«Lo stesso vale per me…» Rispose l’altra con la sua voce sottile.

«Allora forse…quello che dicono è vero…forse quello che noi stiamo provando in questo momento è…noi siamo…» Non riuscì a terminare la frase. La distanza fra lui e Yukiko si era annullata; si era abbassato e, dolcemente, aveva appoggiato le sue labbra su quelle morbide di Yukiko. Cavoli, il suo primo bacio! Non l’aveva mai immaginato, non ci aveva mai neanche pensato…cioè aveva sempre creduto che se avesse dovuto farlo si sarebbe sentito impacciato, a disagio e invece era tutto così perfetto! Tutto gli veniva così naturale, accarezzava con le sue labbra quelle di Yukiko come se fosse nato per farlo, come se da tutta la vita non aspettasse che quello…intanto il suo voltò s’imporporava sempre di più e il suo cuore aveva preso a galoppare ancora più velocemente. Temeva che da un momento all’altro gli sarebbe scappato via dal petto, faceva male, ma, come aveva detto Takao, era piacevole… il suo cuore traboccava di gioia.

Quando si staccarono a Kai sembrò che mancasse l’aria, come se gli avessero strappato la sua fonte di vita. Appoggiò la sua fronte contro quella di Yukiko.

«Kai…io non mi sono mai sentita così. Pensi davvero che noi…» Mormorò la ragazza con lo sguardo basso.

«Si. » Affermò Kai con dolce fermezza. Yukiko gli cinse il torace con le braccia e, quando il ragazzo ricambio l’abbraccio, nascose la testa nel suo petto.

Si, Kai ne era sicuro. Era innamorato di quella ragazza, come sarebbe potuto essere altrimenti? Perché avrebbe dovuto desiderare di stare con quella ragazza se non perché ne era innamorato?

Da quando l’aveva conosciuta il suo mondo era cambiato, lui era cambiato…gli aveva dimostrato che tutti avevano il diritto di cambiare e lui aveva raccolto la sfida con se stesso e qualcuna forse era già vinta; probabilmente quella sarebbe stata la sfida più grande di tutte, eppure sapeva che loro due, insieme, l’avrebbero vinta. Gli avrebbe insegnato ad amare.

 

 

 

Fine sesto  capitolo

 

 

 

 

 

Siete vivi? Spero di si!

Che mi dite, vi è piaciuto? Forse la scena del bacio era troppo sdolcinata, ma io sono fatta così! quando scrivo, metto in scena ciò che vorrei capitasse a me (Solo nelle scene belle e felici, ovvio! ). Cmq ora vi lascio e vi do l’appuntamento al prossimo capitolo, mi raccomando non mancate! Un bacione!!!!!!!!!!!! ^_______________^

Ps: Mi sono dimenticata la cosa più importante! COMMENTATE!!!!!!!!!!

 

 

 

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Capitolo 8
*** Chapter 7: The secret ***


Blue Eyes

By Manu_Hikari

 

 

 

Ciao a tutti, eccomi ritornata con una nuova ficcina dedicata al mio ciccino Kai. Sinceramente non ho ancora le idee molto chiare ma penso che sarà un po’ triste.

Volevo chiedere perdono fin da ora  per qualche eventuale errore riguardo alle indicazioni di tempo, spazio e alcune situazioni perché, anche se mi piace, non seguo assiduamente il cartone di Bayblade, così a volte mi “perdo”. Non vogliatemene.

Inoltre i personaggi di Bayblade non  sono miei ma di Takao Aoki (Facciamo tutti un doveroso inchino per ringraziare KaiDranzer che mi ha passato l’info)  l’unico personaggio di mia invenzione è Yukiko.

 

Vi auguro dunque una buona lettura e vi prego, vi prego, commentate, anche se solo per criticarmi…please!

 

 

       

CHAPTER 7:  The secret.

 

 

 

 

 

 

 

Assaporò l’aria salmastra a pieni polmoni e si stiracchiò disegnando un sorriso sulle sue labbra; era incredibile quanto bella trovasse quella giornata. Non un solo attimo aveva abbandonato il suo buon’umore, né quel terribile sogno l’aveva tormentato quella notte, né quella terribile visione durante il giorno.

S’era svegliato di buon ora,  addirittura prima che Ukichan lo chiamasse…in poche parole quello che era successo anche il giorno prima. Erano due giorni che Kai stava con Yukiko ma si sentiva già molto diverso, vedeva tutto sotto una luce nuova ora che aveva qualcuno che si fidava di lui ciecamente e su cui poteva fare affidamento…era come se tutto acquistasse un senso, all’improvviso. Quando stava con Yukiko stava bene con se stesso e con il resto del mondo, provava sempre quel senso di profonda serenità che aveva provato la prima volta che l’aveva vista, sulla spiaggia; lo stesso valeva per il tepore che emanava la sua sola presenza. Kai sentiva che mai al suo fianco avrebbe potuto sentirsi solo.

Si appoggiò con la schiena al parapetto della strada che stava sul mare; da un po’ di tempo sembrava che gli eventi più belli fossero legati in qualche modo alla cristallina distesa d’acqua; lì aveva incontrato Yukiko per la prima volta, lì per la prima volta si erano baciati e ora la stava aspettando per il loro primo semi-appuntamento.

 Non era un vero appuntamento, pensava Kai, perché entrambi erano stati invitati alla festa di compleanno di Hilary; lui da Takao e Yukiko da Hilary stessa, che aveva incontrato qualche giorno prima al parco, così avevano deciso di andare insieme e di darsi appuntamento alla spiaggia. Kai non capiva il motivo per cui la ragazza non volesse che lui andasse  a casa sua, ma la domanda scomparve quando, alzando lo sguardo, vide arrivare l’oggetto dei suoi pensieri.

«Ciao Kai! » Esclamò la ragazzina arrivando tutta trafelata. «Sono in ritardo? »

«No. Perfettamente in orario, direi…» Rispose Kai sciogliendosi di fronte al sorriso che gli rivolse in cambio Yukiko. «Andiamo! » Esclamò poi porgendole la mano.

Yukiko prese la mano di Kai e intrecciò le sue dita con quelle del ragazzo il quale rimase stupito nel sentire il suo cuore battere come impazzito al solo tocco della ragazza, dopo che si erano baciati non si aspettava che solo sfiorarle la mano avrebbe potuto fargli quell’effetto, poi si incamminarono verso la casa di Takao, dove si sarebbe svolta la festa.

«Kai, lo sai che oggi viene anche Yuri con il suo amico, quel Boris? » Chiese Yukiko dopo un po’ di strada fatta in silenzio.

«Ah…viene pure lui…» Fece Kai un po’ contrariato, non aveva dimenticato il modo in cui stringeva Yukiko, era davvero un amico d’infanzia?...ma che domande! Se Yukiko aveva detto così era vero! Cavolo si era reso conto solo il giorno prima che quel fastidio provato alla vista di quei due insieme era pura e semplice gelosia…significava che lui amava Yukiko già da allora pur senza che se ne rendesse conto? « No, non lo sapevo…Takao non me lo ha detto. » Rispose con tono piatto. «Posso chiederti come mai sei così contenta di vederlo? »

«Kai! » Esclamò Yukiko con sguardo malizioso «Non è che sei geloso? »

«I-io? » Balbettò Kai rosso come un peperone. «N-no, certo che no, ma come ti vengono in mente cose del genere!? »

«Scherzi a parte…» Disse Yukiko ridendo « Te l’ho detto, no, che io e Yuri abbiamo trascorso insieme tutta l’infanzia, abbiamo condiviso tante cose e quando ci hanno separati è stato davvero doloroso accettare la lontananza…ritrovarci è stato bello, ma contemporaneamente è stata la cosa che meno mi sarei aspettata in tutta la vita…»

«Vi hanno separati?  » Chiese Kai guardando il volto della sua ragazza diventare sempre più triste. «Vuoi dire quando Yuri si è trasferito al monastero? »

«Ehm…si…» Confermò Yukiko poco convinta. «Sono stata tanto felice di ritrovare Yuri perché per me è come un fratello maggiore; dove vivevo non c’erano altri….bambini della mia età…così sono sempre stata sola…capisci ora cosa provo, Kai? »

«Si, Yukiko. » Rispose Kai sorridendole dolcemente(O.o !!!!!) «Non avrei dovuto nemmeno chiedertelo; forse è vero che sono geloso…scusa. » Aggiunse il russo dando un bacio sulla guancia alla sua ragazza.

«Scuse accettate. » Rispose Yukiko mentre le sue guance si coloravano di rosso.

 

Quando i due ragazzi giunsero a casa di Takao ed entrarono nel cortile erano arrivati già tutti. Al loro ingresso tutti gli invitati si voltarono nella loro direzione; immaginate la faccia che fecero tutti vedendo arrivare il freddo, distaccato, antipatico Kai con una ragazza bella e dolce come Yukiko? Bè tutti, tranne Hilary e Yuri, strabuzzarono gli occhi pensando seriamente di stare sognando.

«Ahm… » Mugugnò Kai diventando di tutte le sfumature del rosso.« Ragazzi…conoscete Yukiko, vero? È…è la mia…ragazza…» Yukiko sorrise allo sgomento ancora maggiore dei ragazzi.

«Da-davvero?! O.o » Chiesero tutti in coro. Poi cominciarono a fischiare e a congratularsi con l’amico.

«Oh…piantatela! V////V » Sbottò il blayder russo e si diresse con spavalderia verso Hilary per farle gli auguri, lo stesso fece Yukiko.

«Bene! » Fece Hilary. « Direi che possiamo cominciare, gli invitati ci sono tutti! Se entrate in sala da pranzo servirò la cena, poi, dopo, possiamo trasferirci in giardino per chiacchierare un po’…»

Yukiko prese per mano Hilary e insieme andarono in cucina. «Ti do una mano! » Le disse.

Kai sorrise vedendo che Yukiko era diventata molto amica di Hilary, almeno quel giorno non si sarebbe sentita sola. Poi, senza nemmeno accorgersene, si voltò e cercò Yuri con lo sguardo. stava un po’ distante da lui, insieme a Boris. Stavano parlottando a bassa voce e Yuri sembrava preoccupato. Si chiese se la sua preoccupazione riguardasse Yukiko.

Dopo qualche minuto i ragazzi si decisero ad entrare in sala da pranzo. Hilary aveva fatto proprio un bel lavoro, tutta la stanza era decorata con addobbi azzurri e bianchi e sulla tavola c’era ogni ben di dio. I ragazzi presero posto guardando la ragazza con ammirazione.

La festeggiata prese posto come capotavola, sua destra si sedette Takao (Ovviamente) e a sinistra Yukiko con Kai (Ovvio! ). Accanto a Takao presero posto Rei e il prof mentre vicino a Kai c’erano Yuri e Boris.

Quando Hilary diede l’ok tutti iniziarono a servirsi e nessuno lasciò una sola briciola nel piatto; Hilary aveva fatto davvero del suo meglio.

«E così ti sei messo con Yukiko…» Disse Yuri a Kai sottovoce ad un certo punto, approfittando del fatto che la ragazza stesse parlando con Hilary. «Posso sapere da quanto tempo la conosci? »

Kai lo guardò un po’ contrariato. «Circa due mesi, perché? » Rispose.

«No, niente. Mi chiedevo se tu fossi sicuro di essere innamorato di lei…. »

«Ma cos’è un interrogatorio?  Certo che ne sono sicuro! » Affermò Kai.

«Bene. » Disse Yuri assumendo di nuovo l’espressione pensierosa di poco prima. «Ti servirà…»

Kai lo guardò interrogativamente, ma non riuscì a chiedergli nulla perché proprio in quel momento tutti cominciarono a fischiare; Takao aveva invitato tutti a spostarsi nel cortile perché doveva dare il suo regalo a Hilary.

«OH! Grazie Takao! » Esclamò Hilary prendendo il pacchetto. Lo appoggiò sul tavolo del cortile e lo scartò. Gli occhi della ragazza si illuminarono quando vide il contenuto. «Takao! È …è semplicemente meraviglioso! » Esclamò nuovamente Hilary saltando al collo del ragazzo. «Sul mio letto farà una splendida figura! »

«Aspetta! » Hilary stava per riporre il regalo ma Yukiko la fermò. «Tieni. » Disse sciogliendo il nastro azzurro con cui teneva legata la sua treccia. I lunghi capelli le si sciolsero sulle spalle. « Si dice che quando metti il fiocco ad un orsacchiotto e gli dai un nome quello è il giorno del suo compleanno… »

«Davvero? » Chiese Hilary prendendo il nastro che l’amica le porgeva. «Bè…lo chiamerò proprio Takao…»

«Bene…in questo caso…fallo mettere a Takao il fiocco…porta fortuna agli innamorati! » Aggiunse facendole l’occhiolino.

Hilary sorrise e fece come Yukiko aveva detto. Takao divenne di tutti i colori mentre i suoi amici lo prendevano in giro con dei “Wow” e “Hooo” di tutti generi.

Dopo che ebbe posato il pupazzo,  Hilary tornò in cortile e si avvicinò a Kai e Yukiko che stavano chiacchierando allegramente in un angolo del giardino. «Scusa, Kai, posso rubartele un attimo? » Chiese.

«Certo! » Rispose il ragazzo accennando un sorriso (?!). Non appena le due ragazze si furono allontanate Kai sentì qualcuno toccargli la spalla. Quando il ragazzo si voltò si ritrovò davanti Takao. «Ehi! » Esclamò. «Visto che è andato tutto bene? Io te lo avevo detto! »

«Già…non speravo in tanta gioia, ma…non provare a sviare, allora era Yukiko quella che ti piaceva così tanto? » Chiese il giapponese con un sorrisetto malizioso.

«Bè….si! »

«Ma tu sembravi così deciso a non dirle niente…cos’è successo in due giorni? »

Kai arrossì fortemente ricordando il giorno in cui aveva incontrato Yukiko sulla spiaggia, un tempo avrebbe intimato al suo interlocutore di farsi i fatti propri; non sarebbe mai riuscito a raccontare qualcosa di tanto personale e intimo ma ora sapeva che di Takao si poteva fidare. «Niente…quando sono uscito da casa tua l’altro giorno, senza nemmeno accorgermene sono arrivato in spiaggia e lì ho incontrato Yukiko. Entrambi eravamo molto imbarazzati, non sapevamo che fare, poi Yukiko mi ha chiesto se mi andava di stare un po’ con lei, io ho accettato così abbiamo passeggiato un po’ sulla spiaggia. »

«Si, ma….arriva al dunque. » Disse un fremente Takao. « Cos’è che è successo dopo? »

«Non ti sembra di essere un po’ troppo curioso, Takao? » Disse Kai ridendo. «Bè mentre osservavamo insieme il cielo del tramonto mi chiedevo se fosse vero ciò che tu mi avevi detto. Ammesso che lei mi piacesse sul serio e ammesso che si fosse offerta l’opportunità per dichiararmi, avrei saputo cosa fare? Poi per fortuna ci ha pensato il fato. »

«E cioè? » Incalzò l’altro ragazzo.

«Ci siamo ritrovati a guardarci negli occhi  e allora ho capito che non c’era proprio niente da dire, i nostri cuori avevano già parlato per mezzo di quello sguardo…non so come ringraziarti Takao! »

«Cosa!? O.O  » Il ragazzo era un po’ confuso. Tanta reverenza da parte di Kai non se la sarebbe mai aspettata.

«Se quella mattina non ti avessi incontrato e non avessimo parlato probabilmente ora non starei con Yukiko…Non sai quanto ti sia riconoscente. » Kai sembrava molto serio.

«Figurati, Kai…ma il merito non è solo mio…credimi, ci vuole coraggio per cose come queste…»

«Aiko proposito l’hai vista? Comincia a farsi tardi e dovrei tornare a casa. »

«Te ne vai di già? Sono appena le dieci e mezza! » Obiettò Takao.

«Non posso lasciare Ukichan sola per troppo tempo. Se inizia a piangere finisce che quei babbilucchi degli altri condomini non me la lasciano tenere. »

«Ok…Ehi, Hilary! Hai visto Yukiko? » Gridò il giapponese alla sua ragazza.

«È insieme a Yuri. » Rispose la ragazza.

Kai si accigliò. Guardandosi intorno si rese conto che in effetti Boris era solo, corse a cercare Yukiko sul retro della casa. Proprio mentre si accingeva a girare l’angolo, però, sentì le voci sommesse dei due ragazzi. Si appiattì contro il muro e si mise in ascolto. Non aveva l’abitudine di origliare, ma aveva il presentimento che ci fosse qualcosa di molto strano in quella situazione.

«Yukiko, non ti avevo detto di fare attenzione? » Sentì dire a Yuri.

«Yuri, lo conosci anche tu Kai… »

«Si, ma lo sai che quelli sono capaci di tutto ora che Idaihito è stato spodestato…ho sentito da alcuni che i tempi sono cambiati di parecchio so che Akunin non fa distinzioni anzi sembra favorire quei bastardi… e so anche un altro paio di cose che…» Chi era stato spodestato? E quei nomi così strani…distinzioni? Kai non ci capiva più niente, ma di che stavano parlando?

«Yuri non sto facendo niente di male…solo il mio dovere…» Kai sentì la voce di Yukiko incrinarsi; sapeva che da un momento all’altro avrebbe potuto piangere.

«Si…anch’io pensavo di fare il mio dovere. Eppure guarda cosa mi è successo; SCOMUNICATO. » Quest’ultima parola fu quasi sibilata ma non sfuggì all’orecchio di Kai. «…e stavo per coinvolgere Boris…» Yuri si fermò un attimo. Probabilmente Yukiko doveva avere un’espressione davvero sofferente. « Senti, non sto dicendo che hai sbagliato a metterti con Kai…anzi se c’è qualcuno che ti merita è proprio lui…con lui tu puoi essere felice e io ho sempre pensato che anche noi avessimo il diritto di provare sentimenti liberamente…ti chiedo solo di guardarti bene intorno…e fai in modo che Kai ti racconti qualunque cosa, ogni incontro sospetto, ogni visione o sogno che gli ricordi il suo senso di colpa e gli impedisce di liberarsene…fai in modo che la situazione non ti sfugga di mano…Kai è un caso difficile, senza offesa direi che è una brutta rogna…»

«Già…e dire che per me è la prima volta…Yuri, se devo essere sincera penso di non farcela…sono troppo inesperta… » Ora Kai era sicuro che Yukiko stesse piangendo e la cosa non gli piaceva per niente.

«No, Yukichan, non fare così, ti prego…hai detto che finora è andato tutto per il verso giusto, no? »

«Si, ma il suo dolore è ancora forte e presente, lo sento e ogni giorno di più penso che forse Akunin mi ha affidato lui proprio perché sapeva che non ce l’avrei mai fatta… »

«Non essere stupidina, nessuno può sapere l’esito delle nostre missioni, nemmeno il giu…Oh, basta parlare di queste cose, Yuki, andrà tutto bene! Ora torniamo dagli altri o si preoccuperanno non vedendoci. »

«Si! »

Kai sentì i passi dei due ragazzi avvicinarsi e corse a nascondersi. Nella sua testa c’era una tale confusione! Yukiko e Yuri avevano una sorta di segreto…dovevano svolgere una missione…Yuri era stato scomunicato e Yukiko rischiava di mettersi nei guai a causa sua! Ma cosa significava? Nulla di ciò che aveva udito poteva avere senso.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine settimo  capitolo

 

 

 

 

Allora, che mi dite? Piaciuto?

Ho notato che il sesto capitolo non lo ha letto quasi nessuno e di conseguenza lo ha commentato solo una persona (Grazie infinite Driger! ). Forse non vi è piaciuto o la mia storia si fa noiosa? Se è così vi prego, ditemelo!

Cmq ora vi devo lasciare e vi raccomando di seguire il prossimo chap perché le domande che sono nate da questo capitolo, se ci sono, avranno risposta e capiremo chi è davvero Yukiko. Un bacione e alla prossima! ^_________^

 

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Capitolo 9
*** Chapter 8: The voice of truth in the darkness ***


Blue Eyes

By Manu_Hikari

 

 

 

Ciao a tutti, eccomi ritornata con una nuova ficcina dedicata al mio ciccino Kai. Sinceramente non ho ancora le idee molto chiare ma penso che sarà un po’ triste.

Volevo chiedere perdono fin da ora  per qualche eventuale errore riguardo alle indicazioni di tempo, spazio e alcune situazioni perché, anche se mi piace, non seguo assiduamente il cartone di Bayblade, così a volte mi “perdo”. Non vogliatemene.

Inoltre i personaggi di Bayblade non  sono miei ma di Takao Aoki (Facciamo tutti un doveroso inchino per ringraziare KaiDranzer che mi ha passato l’info)  l’unico personaggio di mia invenzione è Yukiko.

 

Vi auguro dunque una buona lettura e vi prego, vi prego, commentate, anche se solo per criticarmi…please!

 

 

       

CHAPTER 8:  The voice of truth in the darkness

 

 

 

 

 

 

 

 

Mentre camminava insieme alla sua ragazza verso casa, Kai non riusciva a togliersi dalla testa il discorso fra Yuri e Yukiko che aveva sentito poco prima. Guardava davanti a se ma in realtà non vedeva niente. Se davvero Yukiko era nei guai lui non poteva starsene a guardare, tanto più se lui era causa dei suoi guai; la ragazza era un completo mistero per lui, per questo non sapeva assolutamente cosa fare. Certo non poteva dirle che aveva sentito tutto. Tutto…tutto cosa? Non ci aveva capito niente, oltre al fatto che Yukiko aveva dei problemi.

Yuri aveva detto di essere stato scomunicato, una parola terribile, valeva come esilio, essere allontanati dal luogo in cui si vive; in ogni caso gli era stato negato di avere tutto ciò che aveva e sapeva suo fin dalla nascita e di solito era una punizione inflitta in casi molto rari ai criminali…come poteva tutto questo riguardare anche Yukiko?

Quello che lo aveva stupito più di tutto era il fatto che anche Yuri, come il ragazzo misterioso che aveva incontrato lungo la strada della spiaggia, aveva affermato che Kai era una brutta rogna; il significato di quella frase gli era ignoto, certo, sapeva di essere un tipo difficile, ma dire che era una brutta rogna! Una un po’ troppo brutta per Yukiko che era…inesperta e che forse non ce l’avrebbe fatta perché il dolore di Kai era ancora presente…il suo dolore e il suo risentimento rischiavano di mettere nei guai la sua adorata Yukiko…

La guardò di sfuggita; sembrava sempre così serena e tranquilla quando stava con lui, Kai non aveva mai sentito il tono triste e sconfortato con cui Yukiko si era rivolta a Yuri. Si sentiva tanto triste al pensiero che lei  gli nascondesse qualcosa. A questo punto si chiedeva se davvero Yukiko provasse qualcosa per lui o se facesse parte di quella specie di segreto.

«…ai…Ehi, Kai! » Una voce distrasse Kai dai suoi pensieri facendolo sobbalzare.

«S-si, dimmi Yukiko. » Balbettò Kai ancora un po’ spaesato.

«Siamo arrivati a casa tua… » Disse la ragazzina indicando l’abitazione.

«Ah…si, è vero. Sicura che non vuoi che ti accompagni a casa? »

«Si, non preoccuparti… »

«Ma è tardi! » Insistette il ragazzo apprensivo.

«Davvero, Kai, ti ringrazio, ma… »

«Va bene, non importa. » Si affrettò ad aggiungere Kai vedendo la ragazzina quasi in lacrime. Yukiko aveva sempre rifiutato quando Kai si era offerto di accompagnarla a casa, come se temesse qualcosa, e quest’altra sorta di mistero, faceva quasi male al ragazzo che invece avrebbe voluto sapere tutto di lei.

«Ehm…Kai? » Mormorò Yukiko dopo qualche attimo di silenzio.

«Che c’è? »

«Dimmi, sei sicuro di stare bene? » Chiese Yukiko con una tale preoccupazione nello sguardo e nella voce che di colpo tutti i pensieri negativi di Kai svanirono. «Sei stato così taciturno stasera. Da casa di Takao fin qui non m’hai detto una parola! »

«Tutto bene, piccola, non preoccuparti. » Fece Kai accarezzando una guancia di Yukiko. «Non è successo niente, va tutto bene… E ora vai o si farà ancora più tardi…» Detto questo il ragazzo si abbassò e si sporse verso di lei e le loro labbra si incontrarono di nuovo, dolcemente, come in una carezza.

«Buona notte… » Sussurrò la ragazzina quando si staccarono. «Ci vediamo domani. » Aggiunse per poi allontanarsi lungo il viale alberato.

 

La notte era scesa, qualche ora prima, calma e serena sulla città, tuttavia il sonno di Kai, in contrapposizione a quanto avveniva all’esterno del suo appartamento, era scosso da terribili incubi. Continuava a rigirarsi nel letto mentre gli ansimi e le grida riempivano la stanza, la fronte bagnata di sudore.

Il tunnel lungo il quale stava camminando era sempre più stretto e buio, stentava a respirare lì dentro, voleva uscirne a tutti i costi, non avrebbe resistito un attimo di più e, come se le sue preghiere fossero state esaudite, una luce accecante, che lo costrinse a coprirsi il viso, aprì uno squarcio nelle tenebre. Poi la sentì forte e chiara, una voce dolce e melodiosa chiamava più volte il suo nome; il ragazzo scostò lentamente le braccia dal viso, convinto di trovare finalmente qualcuno a cui chiedere aiuto ma, con immensa sorpresa vide tutt’altro. Un paio d’ali con al centro una piccola stella d’oro si stagliava di fronte a lui. Allungò la mano per provare a toccarle ma un attimo prima che il contatto potesse avvenire, esse scomparvero e Kai si trovò ad afferrare una mano, una mano gelida. Alzò lo sguardo con le guance rigate da copiose lacrime e vide colei a cui la mano apparteneva, un volto angelico vagamente familiare. Capì, dal pallore del viso che era morta. Nello stesso momento in cui questo pensiero gli attraversò la mente sentì un lancinante dolore al petto…

Si svegliò di soprassalto e si mise a sedere in mezzo al letto, ansimante, grondante di sudore freddo. Si guardò intorno, come terrorizzato dal pensiero che quanto aveva visto quella notte potesse avverarsi. Provare l’ansia e l’angoscia di essere stretti in quel tunnell, lo avrebbe ucciso.

Subito si diede dello stupido, ciò che viveva durante la notte, per quanto orribile potesse essere, era solo frutto del suo inconscio, erano immagini prodotti dalla sua mente, senza alcun legame con la raltà, per questo non si soffermò tanto a chiedersi cos’era in realtà a spaventarlo tanto in quel sogno, cos’era  a lasciargli quel terribile dolore al cuore; non riusciva assolutamente a ricordare con che cosa entrava in contatto di tanto freddo dopo la visione delle ali…probabilmente era quella cosa la responsabile del suo dolore.

Qualcosa di morbido gli si strusciò lungo la gamba, Kai sussultò.

«Ah, sei solo tu, Uki. Mi hai spaventato! » Esclamò Kai prendendo in braccio. Per tutta risposta la gatta miagolò.

 

«Takao, sei in casa? » Erano le quattro del pomeriggio quando Takao sentì bussare alla porta del suo appartamento. Corse ad aprire e si trovò di fronte un Kai piuttosto trafelato.

«Kai! » Esclamò sorpreso il moretto.  «Che è successo?! Hai una faccia! »

«I-io avevo bisogno di un consiglio…» Rispose quello in un sussurro.

«Ah….entra, ti prego. Dimmi tutto, fin dall’inizio. Se posso aiutarti ti giuro che farò quanto in mio potere. »

«Takao, tu capisci che prima di decidermi a chiederti aiuto ci ho pensato molto, primo, perché non è nella mia indole; secondo, perché, ecco…non vorrei disturbarti… » Disse il russo quando arrivarono nella camera di Takao.

«Ma quale disturbo! Non pensarci nemmeno. Siediti e raccontami ogni cosa. » Fece il giapponese di rimando.

Un po’ rassicurato, Kai trasse un bel respiro e cominciò a raccontare a Takao di quanto aveva udito la sera prima alla festa di compleanno di Hilary, evitando accuratamente di tralasciare il più piccolo dettaglio del dialogo fra Yukiko e Yuri.

«Quindi tu credi che Yukiko possa essere  in guai seri. » Sentenziò Takao alla fine del racconto. Kai annuì. «E in tutto questo c’entrate sia tu che Yuri… » il russo annuì nuovamente.

«Non so come fare, Takao. Già ieri Yukiko ha notato un comportamento strano da parte mia.»

«In effetti è un bel mistero, » Confermò il moro « ma non serve a niente portarti dietro un tale peso, se non a complicare ulteriormente le cose. Se avessi il dubbio che Hilary mi nasconde qualcosa, ne parlerei con lei, non puoi fare altro. »

«Hai ragione, più tardi abbiamo un appuntamento…gliene parlerò dopo…forse poi mi sentirò meglio…»

Dopo circa mezz’ora, Kai uscì da casa Kinomiya, dopo aver ringraziato il suo amico, per dirigersi verso il luogo dell’appuntamento.

Arrivato in una piccola stradicciola di periferia, che lo avrebbe condotto dove lo aspettava Yukiko, Kai iniziò a guardarsi nervosamente intorno, uno strano presentimento aveva iniziato a tormentarlo da un paio di metri. Si sentiva a disagio, come se qualcuno lo osservasse, eppure era solo.

“Si, Kai, sei solo…”

Chi aveva parlato? Kai iniziò a guardarsi intorno ancora più agitato. Era stata una voce roca e metallica. «Chi c’è? » Gridò con la voce che gli tremava. Si sentiva stupido, in un certo senso era come avere paura del buio.

“Sei solo, Kai, non c’è nessuno al tuo fianco…sei assolutamente solo…”

Kai indietreggiò terrorizzato vedendo il cielo oscurarsi e sentendo l’aria mancargli, ma inciampò e cadde. «Chi sei? Che vuoi da me? » Ripetè nuovamente il ragazzo.

“ Non importa chi sono…tanto lo sai che ti sto dicendo la verità, sei solo…nessuno ti ama” la voce metallica rise…una risata simile ad un latrato.

«Non è vero! » Gridò Kai tappandosi le orecchie e iniziando a piangere disperato. «Lei…lei mi sta vicino!  »

“ Questo non vuol dire che ti ama…lo sai anche tu, fa tutto parte della sua missione.”

«No! » Gridava Kai.

“Povero Kai…illuso e ingannato dalla ragazza che ami…Lasciala…che ti importa di lei…cosa può darti lei se non il dolore?”

«Lei…lei mi ha cambiato, mi ha insegnato a credere in me stesso e nell’amore…grazie a lei ora so che ho degli amici su cui poter contare…» Kai era disperato, sembrava voler convincere più se stesso che il suo interlocutore. «Non può essere come dici…»

“Amici? Quei quattro babbei? Che te ne fai di loro? Sei sicuro che loro ricambino la tua amicizia e tutta la fiducia che riponi in loro?” 

Kai non sapeva cosa rispondere.

“Non rispondi? Lo sai anche tu vero? Loro ti stanno ingannando loro non sentono niente per te…”

«No…loro mi hanno perdonato, hanno fiducia in me…»

“Non ne sarei tanto sicuro se fossi in te…”

 «Vattene! Lasciami in pace…» Gridò Kai premendo forte le mani contro le orecchie. Non voleva sentire quella voce, stava insinuando il dubbio nel suo cuore. «Ti prego…»

Di nuovo sentì quella specie di latrato; chiunque fosse si stava divertendo a laceragli il cuore.

Smettila! Lascialo in pace!” Una voce cristallina irruppe in quella situazione disperate; Kai sentì un nuovo coraggio rifluirgli nelle vene e alzò lo sguardo. Non era affatto solo in quella strada; si accorse che al suo fianco c’era un ragazzo con lunghi capelli scuri, vestito completamente di nero, che lo guardava fisso con i suoi occhi freddi come il ghiaccio e privi di pupille. Questo fece un ghigno e, lentamente, si voltò nella direzione da cui era venuta la voce. Kai seguì il suo sguardo e rimase impietrito di fronte allo spettacolo che gli si presentò.

Una ragazza con lunghissimi capelli castani si avvicinava a passi lenti, indossava un abitino verde acqua e sulla schiena si stagliavano imponenti delle candide ali fatte di un materiale trasparente e luminoso, impalpabile; sembrava un angelo.

“Non avvicinarti…” Le intimò il ragazzo vestito di nero. “Non servirebbe a nulla le tenebre stanno già inghiottendo il suo cuore…”

“Kai, non arrenderti, combatti contro il male che sta prendendo dimora nel tuo cuore…”  Quella ragazza, che assomigliava incredibilmente a un angelo, rivolse i palmi delle mani verso il cielo e pronunciando strane parole aprì un lieve squarcio nelle tenebre.

“Sarà tutto inutile Yuki, Arrenditi!” Gridò il ragazzo al fianco di Kai.

“ Ti sbagli, Yami, non è mia la battaglia” Con uno sforzo disumano la ragazza (Ormai abbiamo capito chi è no? ) ingrandì ancora lo squarcio di luce. “Ricorda, Kai, ricorda tutte le persone che ti sono vicine, loro ti amano e hanno fiducia in te! “

Come un flashback improvviso, davanti agli occhi di Kai apparvero gli ultimi mesi passati insieme ai suoi amici, loro gli avevano sempre dimostrato molta fiducia, li sentiva davvero vicini. Poi c’era Yukiko, non era affatto vero che lei non lo amava, rivide il loro primo bacio, dolce e passionale allo stesso momento, come solo un bacio fra due innamorati può essere; lei, sempre dolce e gentile con tutti, lei che gli aveva insegnato il significato della parola amare, come poteva ingannarlo? Ma se anche non avesse avuto il loro amore c’era sempre una persona che per prima aveva amato Kai con tutta se stessa, colei che lo aveva messo al mondo. Anche se la sua mamma era morta, Kai sapeva che lei era sempre al suo fianco.

«…olo…Io non sono solo! » Mormorò Kai fra le lacrime sentendo nascere un gran calore dentro di se, insieme ad una nuova forza.. «C’è qualcuno che crede in me!  »

“Cosa?! “

“Va via!” Gridò Yukiko e finalmente la luce annientò le tenebre.

Kai vide il ragazzo chiamato Yami allontanarsi in volo, dispiegando delle lunghe ali nere, mormorando minacce di vendetta e di sicuro ritorno. Poi si voltò a guardare la ragazza con le ali bianche; questa si accasciò sfinita sulle ginocchia, i lunghi capelli sparpagliati sul pavimento; e, nello stesso momento in cui toccò il terreno, le sue ali e il suo abito sparirono in una pioggia di polvere cristallina, e l’angelo assunse sembianze umane.

«Y-yukiko…sei, sei tu?! » Balbettò Kai avvicinandosi tremolante alla ragazzina. Questa annuì lievemente e allora Kai si gettò sulle ginocchia e la tirò a se stringendola forte a se, erano entrambi spaventati. «Che cos’è successo? Io, io non capisco…» Chiese allontanandosi dalla ragazza per guardarla negli occhi.

«Non preoccuparti, Kai. » Lo interruppe lei. «Ora è tutto finito. Ti spiegherò tutto a casa tua. Ma intanto devi raccontarmi un po’ di cose. Andiamo. » Yukiko si alzò tirando su anche il ragazzo e, mano nella mano, si diressero verso casa di Kai.

Kai raccontò a Yukiko che non era la prima volta che vedeva Yami e le raccontò anche dei suoi frequenti sogni. Dopo un attimo di indecisione le confessò anche di aver udito la strana conversazione fra lei e Yuri, la sera prima. Stranamente Yukiko non si arrabbiò, anzi, affermò che questo avrebbe reso tutto più semplice.

Quando arrivarono a casa di Kai, Uki chan si strusciò contro le gambe del suo padrone e, dopo qualche carezza di rito, il ragazzo fece accomodare Yukiko sul salottino e le preparò una tazza di tè caldo; dopo uno spavento simile ci voleva.

«Allora, » Disse Kai mentre porgeva a Yukiko una tazza fumante. «vorrei che tu mi spiegassi cosa è successo oggi, esattamente. »

«Ahmm…non so da dove iniziare…a me sembra tutto così strano che non so…»

«Inizia a dirmi chi era quel tipo e soprattutto che voleva da me e poi…vorrei sapere chi sei tu…» Le suggerì il russo.

«Ecco…lui, lui è un figlio della notte…»

«F-figlio della notte? » Ripetè Kai confuso.

«Esatto….ok, è necessario che ti illustri tutto nei minimi particolari…sarà una storia bella lunga. »

«Ho tutto il tempo che vuoi. » Disse Kai.

«Bene. Devi sapere innanziutto che il mondo, nel suo complesso spirituale, è diviso in due parti, quella superiore, legata al cielo e all’aria e retta dagli dei superi, e quella inferiore, legata alla terra e alle tenebre, retta dagli dei inferi. Fra questi due luoghi funge da equilibrante un terzo, detto “zembu no ushin”, il centro e fine ultimo di tutte le cose. In questo piccolo universo a se stante regna al di sopra degli dei, dei demoni e degli esseri umani, una creatura che a seconda delle dinastie, può essere sia buona e giusta, sia malvagia ed empia, questa è detta “il Giudice”. Egli giudica tutti e tutto dall’alto della sua sapienza universale. »

«Quel ragazzo…» Mormorò Kai.

«Si, Kai, quel ragazzo proviene dal mondo inferiore, egli è uno dei figli della notte, ossia del dio infero della notte… »

«E…e tu? » Chiese Kai sempre più confuso e spaventato.

«Nemmeno io sono un essere umano, Kai. Ne io, ne Yuri. »

«E…c-cosa sei? »

«Anch’io, come Yami, sono frutto del potere di un dio, il dio supero del vento e del cielo. Egli ci crea per aiutare gli esseri umani, per vegliare su di loro o, come nel mio caso, per salvarli dalla dannazione, la gente ci chiama Angeli. »

«Dannazione? » Ripeté Kai deglutendo più volte a vuoto.

«Kai tu sai sicuramente che esiste un luogo di elevazione spirituale e salvezza eterna, dove solo coloro che raggiungono la perfezione spirituale e la pace con loro stessi e il mondo che li circonda possono giungere. » Disse Yukiko alzandosi e cominciando a camminare davanti al salotto. «Ecco…il risentimento e la rabbia verso te stesso ti proibiscono di giungere a tale perfezione. Non avresti potuto giungere al Nirvana. » Yukiko osservò i pugni di Kai serrarsi sempre di più. «Tuttavia, gli angeli guardiani, coloro che sorvegliano la porta del nirvana, hanno pensato che per te potesse esserci ancora una speranza…»

«E così hanno mandato te…dimmi faceva parte della tua missione stare con me? » Disse Kai alzando lo sguardo per incontrare quello di Yukiko.

«Ma cosa dici, Kai! » Esclamò la ragazza sedendosi di fianco a Kai. «La mia missione è solo quella di darti fiducia e allontanare da te l’odio verso te stesso…io mi sono innamorata davvero di te! » Queste ultime parole furono pronunciate tra le lacrime. Quando Kai se ne accorse abbracciò forte Yukiko e le chiese scusa accarezzandole i lunghi capelli ondulati.

«Perdonami, gli eventi di oggi mi hanno scosso profondamente… Però ancora non mi hai detto cosa c’entra quello Yami, perché mi ha attaccato? »

«Non lo so precisamente…di solito i figli della notte sono utilizzati solo quando l’anima deve abbandonare un corpo mortale…quando si muore, insomma…Forse Yuri saprà…»

«Ma certo, Yuri! » La interruppe Kai. « Yuri ha detto di essere stato scomunicato…che vuol dire? » Chiese.

«Oh…Kai questo è un argomento molto delicato…non so se posso parlartene…é una questione personale di Yuri…»

«Ti prego. »

«Ecco…la scomunica dal regno supero e un provvedimento nei confronti degli angeli che violano la legge…la legge di Akunin. »

«Violano la legge? In che senso? »

«Noi non possiamo amare, Kai. »

 

 

 

 

 

 

Fine ottavo capitolo

 

 

 

 

Allora? Che ve ne pare? Spero vi sia piaciuto. Vi prego commentate! La mia posta piange! ç___ç

Probabilmente il prossimo chap sarà un po’ più corto e scopriremo che cosa ha fatto Yuri per meritare di essere scomunicato…e Yami che ci sta a fare sulla terra e perché cerca di ostacolare Yukiko?

Tutto questo e anche più, sempre e solo con Manù !

Ehm…lasciamo stere…stendiamo un velo pietoso. Ci vediamo alla prossima!

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Capitolo 10
*** Chapter 9: Love in the angel's soul ***


Blue Eyes

By Manu_Hikari

 

 

 

Ciao a tutti, eccomi ritornata con una nuova ficcina dedicata al mio ciccino Kai. Sinceramente non ho ancora le idee molto chiare ma penso che sarà un po’ triste.

Volevo chiedere perdono fin da ora  per qualche eventuale errore riguardo alle indicazioni di tempo, spazio e alcune situazioni perché, anche se mi piace, non seguo assiduamente il cartone di Bayblade, così a volte mi “perdo”. Non vogliatemene.

Inoltre i personaggi di Bayblade non  sono miei ma di Takao Aoki (Facciamo tutti un doveroso inchino per ringraziare KaiDranzer che mi ha passato l’info)  l’unico personaggio di mia invenzione è Yukiko.

 

Vi auguro dunque una buona lettura e vi prego, vi prego, commentate, anche se solo per criticarmi…please!

 

 

       

CHAPTER 9:  Love in the angel's soul

 

 

 

 

 

 

 

 

«Che significa non potete amare? » Esclamò Kai con un espressione mista tra il confuso e lo sconcertato. «Ma allora tu…come…»

«Non nel senso che non ne siamo capaci, cioè, dovrebbe essere anche quello, ma…ci è proibito, Kai. »

«Perché? »

«Kai…noi angeli non siamo niente, siamo nati da un mucchietto di terra nel quale viene racchiuso un soffio di vento… »

«E secondo te questo dovrebbe essere un motivo sufficiente?  »Fece Kai un po’ accigliato.

«Non abbiamo una vera anima, Kai. Noi in realtà non dovremmo provare alcun tipo di sentimento, capisci? È contro natura! » Cercò di convincerlo invano Yukiko; vedendo che l’ostinazione non spariva dal volto di Kai la ragazza trasse un lungo sospiro. Poi parlò di nuovo. «In passato non era così. » L’attenzione di Kai si moltiplicò improvvisamente. «Idahito, il vecchio Giudice, era molto più flessibile e furono molti i casi in cui un angelo, o comunque una creatura supera, si innamorarono di esseri umani o addirittura di creature infere durante il suo periodo regio…egli trovava le soluzioni più idonee per non rovinare l’equilibrio dei tre mondi, evitando di tendere verso il bene o verso il male. »

«Yuri è stato scomunicato da Akunin, allora. » Disse Kai.

Yukiko annuì. «Idahito era buono, fin troppo, ma l’anima, a volte, è una catena troppo pesante per un angelo, la missione in quel modo veniva solo intralciata. »

«In che modo l’anima può intrancialrvi?! » Chiese Kai ormai sull’orlo dell’esasperazione. Possibile che nemmeno quella gioia potesse essergli concessa? Aveva fatto così tanto male nel suo passato che anche amare qualcuno gli era negato? «In che modo una cosa tanto splendida come l’amore…»

«L’aver sviluppato un anima implica necessariamente che questa generi sentimenti, Kai…Rabbia, dolore, paura, amore, felicità, tristezza…sono tutti sentimenti che, in qualche modo ci intralciano; » Kai scosse la testa sconfortato. «un angelo deve essere pronto a dare tutto per il suo protetto, persino la vita se questo può aiutarlo. Ma, ora ti chiedo, sarebbe possibile secondo te, provando la paura, dare la vita per qualcun altro? Come potrei io, con il cuore colmo di tristezza consolarti e renderti la gioia di vivere? Come faccio, col cuore pieno d’amore per te a lasciarti quando tutto sarà finito?  »

«Yukiko…» Kai aveva percepito la voce di Yukiko incrinarsi e si era voltato di scatto per guardarla. Sottili lacrime rigavano le guancie color della pesca.

La ragazza si accarezzò una guancia con una mano, poi la guardò mosse le dita, come per sentire la consistenza delle lacrime. «Vedi? » Disse guardando Kai con un sorriso forzato. «Nemmeno queste lacrime dovrebbero esserci, eppure ci sono, perché nel mio cuore ci sono mille sentimenti contrastanti; so che tutto questo è sbagliato, so che non dovrei assolutamente provare nulla né per te, né per i nostri amici…per nessuno e invece questi sentimenti ci sono, anche contro la mia volontà, io non li ho chiesti, mi fanno male, eppure sono contenta che ci siano… »

«Ebbene, » Fece Kai attento a non far trasparire dalla sua voce la commozione che la frustrazione di Yukiko aveva provocato. « dimmi cosa c’è che non va in tutto questo…è solo ciò che sei… »

«Ed è sbagliato, Kai, completamente sbagliato, questi sentimenti mi rendono debole…» Singhiozzò Yukiko; poi riprese, prima che Kai la interrompesse di nuovo. «In questo stato, frustrata e disperata, come potrei aiutare te se ti trovassi sperduto, triste, sconfortato, solo, senza qualcuno su cui poter contare, senza nessuno che ti consoli?…nemmeno quel qualcuno che è nato per farlo… è per questo che Idahito non poteva permettere che angeli con il cuore legato dall’anima continuassero a far parte del mondo supero…quindi non gli restava altro da fare che cancellare la memoria e i sentimenti loro e dei protetti, anche se lo faceva con estremo dolore…ma fra la rosa dei saggi consiglieri, c’era qualcuno al quale non andava per niente bene quella situazione,  secondo il quale Idahito era troppo benevolo, fu così che Akunin, dopo aver spodestato e sostituito al potere Idahito, ha proibito agli angeli e agli esseri superiori di mescolarsi con comuni mortali o creature infere…inoltre ha indurito le pene verso i trasgressori. »

«Allora è per questo che Yuri è stato scomunicato, si è innamorato di un essere umano? » Chiese Kai che finalmente sembrava capirci qualcosa.

«Si…del suo protetto…lui è stato uno dei primi angeli ad essere sottoposti alla nuova legge… Akunin considera gli angeli come feccia, figuriamo quelli che trasgrediscono le regole.» Rispose Yukiko consapevole che Kai si sarebbe reso conto all’istante della somiglianza tra la situazione di Yuri e la sua.

«Ma…allora…anche tu sei in pericolo?! » Esclamò il ragazzo afferrandola per le spalle.

«Non lo so con sicurezza, Kai, io non conosco nei particolari la storia di Yuri…in effetti la nostre storie sembrano avere molti punti in comune, ma in realtà potrebbe non essere così…io non avrei nemmeno dovuto incontrarlo o parlarci. »

«Anche questo è contro la legge? » Chiese Kai un po’ scocciato lasciando la ragazza. Tutte queste regole cominciavano a stancarlo.

«Si…lui è considerato come un fuorilegge…Akunin ha disposto che nessuno di noi per così dire…sano incontri coloro che… » Il resto della frase non riuscì a pronunciarlo; si coprì il volto con le mani e iniziò a piangere violentemente.

«Ehi, che hai? » Chiese Kai allarmato toccando la spalla di Yukiko.

«Ho tanta paura, Kai…» Disse lei scossa dai singhiozzi abbracciando Kai e nascondendo il volto nel suo petto. «Non voglio finire anch’io così… » Kai sentì che la gola era stretta in un nodo e gli occhi gli pizzicavano mentre stringeva Yukiko nelle sue braccia; veder soffrire la ragazza che amava faceva soffrire incredibilmente anche lui. «Se mi cacciassero dal mondo supero, se fallissi la mia missione, io… come farei? Non ho nessun altro posto in cui tornare…»

«Dici? » La interruppe Kai sforzandosi di dare alla sua voce, rotta dalle lacrime trattenute, un tono dolce. «Dimentichi che tu hai me, potresti venire qui…chi te lo impedirebbe? »

«Cos... Kai ma allora tu…» Mormorò la ragazza sollevando il viso, rigato di lacrime, tanto quanto bastava per guardare Kai negli occhi. «Io pensavo che tutto questo ti spaventasse, che tu avessi paura di stare con me, ora che conosci la verità…ora che sai che potrebbe essere molto pericoloso…»

Kai scosse la testa. «Si vede che non mi conosci bene. » Disse sorridendo. «Non ho paura delle sfide…ed è proprio per questo che sto con te. » Aggiunse accarezzandole la testa.

«Non capisco… » Obiettò Yukiko.

«Tu mi hai cambiato come nessun’altro avrebbe potuto fare, stando al tuo fianco ho scoperto di avere un cuore anch’io e, cosa più importante, ho imparato ad usarlo…Tu mi hai insegnato a mettere tutto me stesso nelle cose che facevo, anche quelle più semplici; è così che, poco a poco, è venuto fuori il nuovo Kai…quello che ha riscoperto la bellezza del mondo, quello che ha addirittura imparato ad amare…ci sono cose nel mio mondo di tutti i giorni, talmente belle ma che non avrei mai notato se non ci fossi stata tu ad indicarmele, insieme a te per la prima volta mi sono sentito finalmente me stesso e ho sentito di avere il bisogno disperato di qualcuno…che era destinata a me da sempre…se questo per te significa aver fallito la missione, allora finiamola qui. Sono disposto a fare anche questo, purché tu sia felice… »  Fu in questo punto che la voce di Kai irrimediabilmente si incrinò. Esprimere tutti i suoi sentimenti e ciò che provava era stranamente liberatorio.

Yukiko lo guardò con occhi lucidi. « Kai, l’amore non è un sentimento che si può comandare a piacimento…non ci si può svegliare un giorno e decidere che non si ama più » Continuò appoggiando la testa sulla spalla di Kai  « Questa di solito dovrebbe essere una cosa meravigliosa, amare qualcuno è forse l’esperienza più bella che una persona possa vivere, ma nel nostro caso…» Le parole della ragazza furono bloccate dalle labbra di Kai che, rapide e delicate, si impossessarono di quelle di lei.

«Se…ci sono… dei ma, » Sussurrò lui asciugandole con lievi baci le lacrime che ancora le correvano sulle guance. «non voglio…sentirli…non ora…» Scese di nuovo sulle labbra della sua ragazza che catturò di nuovo in un dolce bacio. Yukiko percepì che quel bacio era diverso da quello che si erano scambiati sulla spiaggia, infatti dopo un po’, mentre lei gli circondava il collo con le braccia, le labbra di Kai divennero più avide e bramose e, mentre si impossessava di quelle della ragazza sempre più freneticamente, il russo sentì che il respiro di lei diventava sempre più affannoso. Questo gli provocò una miriade di nuove sensazioni, stringendo la sua ragazza sentì un brivido percorrergli la schiena, mentre un fuoco prendeva possesso di lui e delle sue viscere. Il turbine di struggente passione che lo avvolgeva, aumentò d’intensità quando, senza sapere come, forse spinto dal solo istinto, penetrò con la lingua in cerca della sua.

La ragazza dapprima si irrigidì a questa novità, ma gli ci volle poco per abituarcisi e, rilassandosi di nuovo fra le braccia del suo Kai, rispose al bacio, decisa più che mai ad assaporare fino in fondo quel mare di sensazioni che la stava travolgendo.

Ottenuto il consenso di Yukiko, Kai sentì la lingua della ragazza cercarsi e trovarsi con la sua, in una specie di gioco antico come il mondo. Accarezzare la lingua di Yukiko con la sua era come trovare acqua nell’immenso deserto, fuoco in un ghiacciaio, aiuto in mezzo al mare in tempesta.       I brividi che scuotevano il suo corpo aumentarono all’istante e sentì il desiderio irrefrenabile di accarezzare il corpo di colei che aveva fra le braccia; scese con entrambe le mani lungo la schiena di Yukiko e immaginò la morbidezza di quella pelle candida nonostante lei indossasse una camicetta che, per quanto sottile, era comunque una barriera fra i loro corpi.

Passandogli le mani fra i capelli, Yukiko si sedette in braccio a Kai, del tutto presa dall’intensità di quel bacio. Kai allora sentì che i suoi limiti si stavano sfasciando, le sue barriere crollavano, il sangue rifluiva nel suo corpo con una velocità impressionante; si stava eccitando e il suo corpo parlava chiaro in proposito (Capito, no? NdM_H  >///<), dovevano fermarsi. DOVEVANO, lo sapevano entrambi, ma non ci riuscivano; era come impedire al vento di soffiare, al mare di infrangersi sugli scogli…

Nello stesso momento in cui si staccarono per riprendere fiato, si sentì il campanello suonare. Chiunque fosse, i ragazzi ringraziarono il cielo per averglielo mandato.

«…il campanello… » Mormorò ansimante Yukiko. « Sta suonando, Kai… »

«Si, vado. » Rispose il ragazzo cercando di calmarsi.

Kai si alzò e corse ad aprire.

«Allora chi…Che ci fate voi due qui? » Qualche secondo dopo Yukiko lo seguì e scoprì perché era rimasto impalato davanti alla porta. Yuri la fissava con uno sguardo sollevato e Boris, al suo fianco, trasse un sonoro sospiro di sollievo e posò la mano sulla spalla del russo.

«Per fortuna stai bene! » Esclamò il ragazzo abbracciandola forte.

«S-si…» Balbettò confusa Yukiko «Ma che è successo? »

«Ho saputo di Yami…» Sussurrò Yuri.

«Ah…entrate, spiegateci tutto » Aggiunse Kai accompagnando tutti in salotto.

 

Qualche minuto dopo i quattro ragazzi si trovarono tutti seduti in salotto con in mano una tazza di tè fumante.

«Allora, » Disse Kai per rompere il ghiaccio. «che è successo? »

«Ahm…non so se posso parlarne davanti… »

«Kai sa tutto, Yuri… » Yuri  e Boris si accigliarono. «Vedete è che Yami lo ha attaccato e…»

«Lo sappiamo Yuki. È per questo che sono venuto qui di corsa… » La interruppe Yuri. «In effetti speravo che tu avessi spiegato tutto a Kai, perché vorrei sapere cosa hai visto esattamente in quei  momenti. »

«Mi ha detto che ero solo e che nessuno mi amava…» Rispose subito Kai. «…che il fatto che Yukiko mi amasse fosse parte di un piano predisposto….voleva convincermi che tutto l’amore che avevo intorno fosse falso… »

«Come presupponevo. »Fece Yuri rivolto a Yukiko.  « Ho paura che ti abbiano presa di mira… »

«Presa di mira? » Ripeterono all’unisono Yukiko e Kai.

«Si…come sicuramente sai i figli della notte vengono inviati solo alla morte di qualcuno…ma in questo caso sono più che certo che Akunin, l’unico che può mobilitare angeli e demoni a suo piacimento, stia cercando di cacciarti. »

«Yuri…è assurdo! » Esclamò Yukiko scuotendo la testa. «Io non ho fatto mai niente di male…»

«Ma stai con me. » Aggiunse in tono piatto Kai.

«È qui la cosa strana…lui non dovrebbe saperlo, in teoria, non ancora almeno…quindi se ha mobilitato addirittura Yami…vuole che tu fallisca la missione, in modo da avere un asso nella manica nel caso in cui tu non ti comprometta in altri modi…»  Spiegò Yuri.

Yukiko sembrava non capire.

«Se hanno deciso di cacciarti dal mondo supero » Continuò il rossino. «cercheranno un modo qualsiasi per farlo…farti fallire la missione è uno di questi. » Yukiko rabbrividì a queste parole.

«In che modo possono farle fallire la missione? » Chiese Kai.

«Vedi Kai, » Boris aveva preso la parola. « La loro missione, come sicuramente ti avrà spiegato Yuki, è di riportare il cuore di chi soffre o chi è pieno di rancore all’equilibrio…Yami, insinuando il dubbio nel tuo cuore, non aiuta di certo. Io ti capisco, sai…ero come te. »

«Quindi era questo lo scopo di Yami…» Pensò Kai ad alta voce «Come posso evitare che Yami… »

«Ascolta, Kai; » Riprese Boris. «se Yami ha avuto questa possibilità vuol dire che il dubbio non è ancora del tutto svanito dal tuo cuore, tutta la tua rabbia, il tuo risentimento…tutto è ancora lì. E questo non fa altro che peggiorare la situazione. »

«Ho capito… »Fece Kai. «Farò il possibile.  »

«E io sarò sempre al tuo fianco, Kai! » Aggiunse Yukiko radiosa stringendo la mano di Kai e guardandolo con amore.

In quel momento si sentì un lieve miagolare e un rumore come di un colpetto su un vetro, tutti sobbalzarono.

«Oh! » Esclamò Kai sporgendosi. «È solo Ukichan, ha voglia di fare una passeggiata…  » Fece per alzarsi, ma Yukiko lo fermò.

«Aspetta, faccio io. » Disse dolcemente. Kai annuì.

Appena la ragazza si alzò in piedi, però, ricadde come una pera cotta fra le braccia di Kai, che subito si era alzato per sostenerla; era svenuta.

«Yukiko…Yukiko! Che ti succede? » Gridò Kai allarmato scuotendo il corpo della ragazza.

«Calmati, Kai. » Disse Yury. « È tutto ok, non preoccuparti, è solo stanca per aver utilizzato i suoi poteri…penso che dormirà per un bel pezzo. »

«Allora…la metto a letto. » Annunciò il russo dirigendosi  verso la camera da letto.

«Secondo te quanto ci vorrà?  » Chiese Boris sotto voce.

«Poco, Boris…Purtroppo se Yami è stato messo alle costole di…» Yuri non riuscì a finire la frase, uno strano gridolino, proveniente dalla stanza da letto li fece sobbalzare entrambi, subito accorsero; giunto sulla soglia della porta, però, Yury tirò un sospiro di sollievo.

«Che…che succede? » Chiese Kai sorpreso al massimo.

«Non è nulla, ha solo abbandonato momentaneamente la forma umana; per mantenerla serve molta energia, e ora lei non ce l’ha. » Rispose Yuri.

Kai si avvicinò lentamente al letto e si sedette a fianco a Yukiko e le sfiorò la guancia; prima, avvolta da quella luce accecante, non aveva potuto vederla bene; era sempre lei ma l’alone di serenità e dolcezza che l’avvolgeva sembrava ancora più efficace, le guance, di solito di color pesca erano leggermente arrossate; non indossava più i jeans ma un abitino corto verde acqua e, cosa straordinaria, sulla sua schiena si estendevano due magnificenti ali, erano candide come la neve, ma sembravano fatte di un materiale sottile, di minuscole piume quasi impalpabili.

«Yury » Disse Kai con un tono talmente serio che Yury trasalì.

«Dimmi. »

«Sinceramente; quante possibilità ci sono che Yukiko sia scomunicata? »

«Non saprei, »  Rispose il ragazzo. « ma ho paura che ce ne siano molte se vi scoprono.  »

«Con te come è successo? »

«Mi sono rifiutato di pentirmi. » Rispose Yury con tale tristezza nella voce e nello sguardo che Boris gli prese la mano. Kai non capiva. «Vedi, quando un angelo termina la missione, viene sottoposto ad un esame. Nel mio caso hanno trovato qualcosa che non andava…bè lo sai cosa…allora Akunin mi chiese di pentirmi e di sottoporre me stesso e Boris alla rimozione della memoria. »

«Quando entrambi ci siamo rifiutati è scattata la scomunica. » Concluse Boris. «E da allora le pene si sono fatte ancora più dure. »

«Sai, Kai? » Aggiunse Yury con tono grave dopo qualche minuto di silenzio, guardando Yukiko. «Non penso che Yukiko accetterebbe…»

«Lo so…»

 

 

 

 

 

 

Fine nono  capitolo

 

 

 

 

Ufff…Che faticaccia, è finito pure questo chappi! ^_______________^

Ma lo sapete che siete sempre più belli, dolci, gentili….si, si ok la smetto di fare la ruffiana ma volevo solo scusarmi di aver postato con tanto ritardo il chap…come ho detto anche nell’altra fic ho avuto un attacco improvviso di blocco dello scrittore e non mi veniva proprio di scrivere questo capitolo…

Bè, ci rivediamo nel prossimo chap, nel quale non so ancora cosa accadrà, ma vi prego commentate e tante grazie a chi lo ha fatto per gli altri chap!

Un Bacione!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

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