oltre i propri sogni - l'avventura continua

di sihu
(/viewuser.php?uid=41975)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** i nostri sogni non si possono fermare qui ***
Capitolo 2: *** L'approdo ***
Capitolo 3: *** non facciamoci notare e non perdiamoci di vista ***
Capitolo 4: *** che ti passa per la testa? ***
Capitolo 5: *** decisioni a colazione: ancora in città ***
Capitolo 6: *** un'isola troppo tranquilla: vecchie e nuove conoscenze. ***
Capitolo 7: *** ancora contro Foxi: il vero pericolo di rivela. ***
Capitolo 8: *** duplice attacco ***
Capitolo 9: *** naufragio ***
Capitolo 10: *** in quattro su un'isola ***
Capitolo 11: *** ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** i nostri sogni non si possono fermare qui ***


CAPITOLO 1
I nostri sogni non si possono fermare qui

Ho scritto la nostra storia sulla spiaggia di ogni isola dove sono stato con i miei compagni. Nel vento che gonfiava le vele e guidava la nostra nave, facendo sventolare fiera la nostra bandiera. Nella spuma delle onde che si rincorrevano. Nello sguardo di ogni nemico che ho vinto. Mi sembra così strano pensare ad un prima. Non ricordo quasi la vita che facevo prima di incontrare l’uragano Rufy. Ricordo solo il mio sogno e la mia determinazione. Battere l’uomo dagli occhi di falco e diventare io lo spadaccino più forte del mondo. Sogno ambizioso, vero? Avevo fatto una promessa a una cara amica di infanzia e non l’avrei infranta per nulla al mondo. Era tutto quello che mi rimaneva di lei, l’unico modo per ricordarla nel modo che meritava.
Sorrido ancora ripensando anche a un’altra certezza della mia vecchia vita ormai infranta: non sarei diventato un pirata. Odiavo i pirati con tutto me stesso, davo loro la caccia per sopravvivere e di sicuro non volevo diventare uno di loro. Ma si sa, Rufy ottiene sempre quello che vuole. Se decide una cosa insiste fin che non la ottiene. È insieme il suo miglior pregio e il suo peggior difetto. Dipende da come si vede la cosa. Se si è suoi compagni o suoi nemici. Io preferisco decisamente la prima. Non c’è altra persona che avrei seguito come capitano o dalla quale potrei prendere ordini. Ripenso a questi ultimi anni insieme. Ho affrontato nemici a non finire, difendendo gli ideali più strani sempre con lo stesso fine, restituire il sorriso e la serenità ad un amico. Non so più nemmeno io quante volte ho rischiato di morire e quante ferire sono rimaste sul mio corpo. Non tengo più nemmeno il conto di quante volte ho visto il mio capitano o quello stupido cuoco feriti e quasi morti rialzarsi e ricominciare a combattere con la forza della disperazione e della determinazione. Questo ci accomuna, tutto il nostro equipaggio. La voglia di non arrendersi. Abbiamo un obiettivo da raggiungere. O meglio, ognuno di noi ha un suo obiettivo da raggiungere e sa che solo insieme agli altri riuscirà a realizzarlo. Non ci fermeremo fino a quel momento. Anche gli altri la pensano così. Nessuno di noi si è mai tirati indietro davanti a un nemico. Beh, quasi mai. Diciamo che Usup qualche volta ha rappresentato l’eccezione fuggendo di fronte al nemico ma è poi sempre tornato indietro per battersi in modo fiero.
Quante persone abbiamo incontrato in questo nostro lungo viaggio. Alcune di loro mi hanno aiutato e difeso, molti altri mi hanno tradito e si sono presi gioco di me.
Tra poco in nostro viaggio giungerà alla fine. I nostri sogni sono vicini all’essere realizzati. Che ne sarà di noi dopo che i nostri sogni saranno realtà? La paura che tutto possa finire è tanta. La paura di non vedere più il suo viso, la sua grinta. La paura di non poter più litigare con lei e sentirla ridere come una bambina.
***
Il  capitano era sdraiato sulla polena, pensieroso. Ormai quello era il suo posto da giorni. Tutti noi eravamo silenziosi e aspettavamo che lui iniziasse il discorso. La tensione era nell’aria, tutti la percepivano. Finiva dunque così la nostra avventura? Tutti noi abbiamo raggiunto quel che ci eravamo prefissati. Ogni nostro sogno era realtà. Rimaneva da capire che cosa sarebbe successo ora. Spettava al capitano darci delle spiegazioni. Dentro di me speravo mi chiedesse di rimanere. Che lo chiedesse a tutti. Ormai quella nave era la mia casa e la mia famiglia, ed ero sicuro fosse lo stesso per gli altri. In nessun posto mi sarei sentito più a mio agio che lì. In nessun posto nel mondo avrei potuto trovare persone migliori con cui dividere la mia vita di quelle che avevo al mio fianco. Tutti, dal primo all’ultimo erano i miei fratelli e le mie sorelle. Non riuscivo nemmeno ad immaginare a non averli intorno, per quanto a volte fossero fastidiosi.
“Ragazzi”
Cominciò il capitano infine con il capello di paglia che gli copriva gli occhi. Ogni volta che doveva dire qualcosa di serio o di importante quel cappello gli copriva sempre gli occhi. Come a voler sottolineare la solennità del momento. Chissà se ero l’unico ad averlo notato.
“Abbiamo raggiunto tutti i nostri sogni e vissuto grandi imprese. Sconfitto spadaccini, trovato il cuore dei mari, realizzato una mappa del mondo, trovato il grande tesoro. Siamo cambiati, siamo cresciuti. Siamo diversi eppure sempre gli stessi. In molti ci avevano detto che eravamo solo degli illusi e dei sognatori e invece guardate un po’ dove siamo arrivati insieme. E ora? Possiamo tornare nel mare orientale e ognuno di voi sarà libero di andare, oppure possiamo continuare. Non vi impongo nulla, vi faccio solo una domanda. Mi seguirete ancora? Ci sono ancora tanti mari da scoprire e tante avventure che possiamo affrontare insieme. Da adesso non ci saranno più sogni ambiziosi ma solo la nostra amicizia a tenerci uniti. Per me non è poco e nemmeno per voi, lo so. Siamo pirati, ognuno di noi lo è diventato malgrado tutti. I pirati non sono fatti per stare a terra e i pirati non tradiscono mai la propria bandiera. Che rispondete quindi?”
Era sceso dalla polena ed era di fronte a noi. Ci fissava. Voleva vedere le nostre reazioni.
Improvvisamente tutti eravamo più allegri. Continuare questo nostro grande viaggio insieme, era questo il nostro tesoro più prezioso, altro che quello di Gold Roger. Questo viaggio mi aveva insegnato che non sono i tesori materiali a rendere ricco un uomo se non hai persone con cui condividerli. Un forziere pieno d’oro non è in grado di sostituire nessuno dei miei compagni. Ne ora ne mai.
Le sue parole però mi hanno sorpreso. Il nostro capitano è cresciuto. Me ne sono reso onto all’improvviso. Non è più il ragazzino irresponsabile ed egoista che aveva iniziato questo viaggio pieno di sogni. O meglio, lo era ancora ma in modo diverso. Era il Re dei Pirati ora. Tutti noi eravamo così fieri di lui. Certo, combinava ancora un sacco di guai ma noi gli volevamo bene anche per questo. Nel momento del bisogno sapeva diventare una guida, un condottiero, una roccia a cui ognuno di noi si aggrappava per andare avanti. Diciamo che era diventato anche più responsabile nelle sue scelte e nei suoi atteggiamenti. Assomigliava moltissimo ad Ace. La stessa Nami aveva riconosciuto che ora si che sembrano fratelli. Quando lo avevamo conosciuto erano molto diversi. Ognuno di noi si è aggrappato almeno una volta a lui nel corso di questa grande avventura per mare e lui non ha mai deluso le nostre aspettative. Ha sopportato dolori incredibili e ha rischiato di rimetterci la pelle un sacco di volte per noi, ma non lo ha mai fatto pesare. Anzi, ogni volta appena si riprendeva aveva il suo solito sorriso e senza badare alla sue ferite ricominciava a pensare alla prossima meta.
Dopo che ha pronunciato quelle parole di colpo tutti ci siamo sentiti più leggeri. Non c’era bisogno che nessuno di noi parlasse. Ognuno di noi sapeva bene cosa avrebbero deciso gli altri senza bisogno di parole. Alcuni lo chiamano sesto senso, per me è solo conoscere così bene le persone che hai al tuo fianco da capire quel che pensano dai loro gesti.
“Vado a preparare la cena. È meglio partire verso l’ignoto con la pancia piena.” dice Sanji accendendosi una sigaretta. Non lo stavo guardando in faccia ma sapevo per certo che stava sorridendo. Anche lui era cresciuto da quando ha lasciato quello strano ristorante galleggiante in cui lavorava. È diventato molto più deciso e sicuro di sé. Non ha mai smesso di correre dietro a una bella donna ed era sempre il solito damerino. Ma il fondo è bello vedere come le persone cambino senza mai smettere completamente di essere quel che erano prima. Sarebbe così strano vedere Rufy completamente responsabile e serio, Sanji che non adula nessuna donna, Usup senza paura e senza le sue bugie. Oppure Nami meno tirchia. Alla fine li preferisco come sono. Ecco, ci sono ricascato. Non sono riuscito ad evitare di pensare a lei. Il legame tra noi è sempre stato forte, nonostante le battute acide e le litigate. In fondo era così solo perché la conoscevo da molto tempo. Io e lei siamo stati i primi a seguire Rufy. Che scemo che sono. Che stavo dicendo? Avrei dovuto smetterla di mentire anche a me stesso. Non è per quello che Nami occupava un posto speciale nel mio cuore. Forse sarei dovuto andare da lei e dirle che ero felice di poter navigare ancora con lei. Felice di poterla vedere ancora addormentata sulla sua scrivania la mattina dopo una notte a disegnare carte, con i capelli sparsi sul tavolo e una tazza di caffè ormai finito. Sospirai guardandola andare verso i suoi mandarini con Nico Robin. Non ero riuscito a dirle nulla nemmeno quella volta. La verità è che mi mancava la forza, o forse il coraggio di aprirle il mio cuore. Ebbene si, il prode Zoro, lo spadaccino più forte del mondo è in grado di sterminare qualunque nemico intralci il suo cammino ma non di mostrare i suoi sentimenti a Nami. Alla sua Nami.
Tutti hanno lasciato il ponte e sono tornati a occuparsi dei fatti loro. Il capitano sembrava felice. Sul ponte eravamo rimasti soli ma non abbiamo parlato. Lui guardava l’orizzonte e io riflettevo guardando anche io il mare. Non sono mai serviti grandi discorsi tra noi per intenderci. Nonostante siano molte le differenze tra noi ci sono anche molte somiglianze e punti in comune. È come se una forza più grande di noi ci accomunasse. È l’unico che mi comprende quando tutti mi prendono per folle e vice versa. Ha molta fiducia il me e riesce a capirmi al volo, senza bisogno di sciocchi discorsi. È il mio migliore amico. Sono convinto che il nostro incontro non sia stato un caso. È stato il destino a volere che proprio un tipo strano come lui mi salvasse la vita e mi convincesse a seguirlo. Penso che nessun altro a parte Rufy ci sarebbe riuscito.
Ripenso a questi anni insieme e sorrido da solo guardando l’orizzonte. La nostra storia è cominciata anni fa, quando eravamo tante persone con tanti sogni diversi, uniti per realizzarli. Persone così diverse da sembrare destinate a fallire nei loro intenti. Ora quel confine è sfumato in un unico essere che ha deciso di partire verso l’ignoto, verso l’avventura. Non siamo nove siamo un solo essere che va verso l’ignoto, verso l’avventura. Ancora una volta, insieme. Saremo la ciurma di cappello di paglia fino alla morte. Senza bisogno che nessuno lo dica ad alta voce. Sarà così e basta. Sempre pronti a litigare per ogni sciocchezza ma uniti nel momento del bisogno. Pronti a difenderci l’un l’altro per poi riderne insieme e bere come delle spugne. Ma di che vi stupite, siamo o non siamo pirati?
***
Oltre l’orizzonte si vedeva un isola. Nami ci aveva avvertito che tra poche ora l’avremmo raggiunta. Era così bella. Nami, non l’isola è ovvio. Il mio pensiero vagava oltre la realtà. Come la vorrei vicina a me, sentire le sue dita sfiorare la cicatrice che mi attraversa il torace. Il ponte si  era animato di canti, urli di gioia e scherzi. Dovevo riscuotermi da quei pensieri. L’avventura ci attendeva. Sul ponte si poteva avvertire l’eccitazione e la trepidazione di tutti. Attenzione a voi, la ciurma di Rufy cappello di paglia, il Re dei Pirati era quasi pronta per sbarcare.

angolo dell'autrice:
l'idea di questa storia è nata da alcune frasi buttate giù quest'estate al mare. ci ho lavorato parecchio su e alla fine ho deciso che sarà Zoro l'unico narratore. ho deciso di vedere il mondo con i suoi occhi perchè mi ha sempre attirato come personaggio. non parla mai molto ma è nello stesso tempo molto profondo. la storia quindi si base sugli affetti più importanti per lui, quindi i suoi compagni, specialmente Nami e Rufy.
ho pensato a lungo se lasciarla così o andare avanti. ho anche fatto una bozza per il seguito ma prima di decidere se finirlo e pubblicarlo voglio vedere che ne pensate dell'inizio.
grazie se siete arrivati a leggere fino a questo punto, vi chiedo solo un ultimo favore. datemi un vostro parere, sia positivo che negativo. 


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'approdo ***


CAPITOLO 2
L’approdo

Alla fine siamo sbarcati. Certo, come al solito il nostro non è stato un approdo tranquillo ma ormai siamo abituati. Non lo è mai. Il baccano è cominciato quando eravamo ancora al largo e l’isola era solo stata avvistata. Rufy era eccitato all’idea di esplorare un isola nuova e non la smetteva di saltellare su e giù per la nave insieme a Chopper e Usup. Quei tre sono incorreggibili. Nonostante tutto il tempo che è passato e le cose che hanno visto sono rimasti gli stessi, specialmente Usup e Chopper così ingenui e puri. Diciamo che Rufy è sempre il solito, rumoroso e giocherellone ma è molto meno ingenuo. Aver sconfitto i più forti e malvagi pirati in circolazione gli ha fatto aprire un po’ gli occhi. A volte a fare macello insieme a loro ci si mette anche quel dannato scheletro, li diventano quasi fastidiosi.. anche idioti e infantili a dirla tutta. Davanti a un nemico però si trasformano, diventano diversi, dei mostri senza cuore che lottano fino allo stremo delle forze per raggiungere il loro obiettivo, quasi delle macchine da guerra. Persino il dolce Chopper, che poi trasformato ha molto poco di dolce. Ricordo che i primi tempi sulla sua testa c’era una taglia ridicola, qualcosa come 50 berry o giù di lì. Lui se ne vergognava molto, pensava la marina si prendesse gioco di lui. In effetti allora per la marina non era una minaccia ma un simpatico animaletto che faceva da mascotte. Secondo loro l’avevamo preso con noi sulla nave per coccolarlo, si può essere così ciechi? Illusi, se ne sono resi conto da soli però quanto è realmente pericolosa quella renna dal naso blu. Ci sono molti marinai che tuttora si pentono di averlo sottovalutato.
Nami continuava a dare ordini e quello stupido cuoco la ascoltava con gli occhi a forma di cuore. Non si è mai reso conto di quanto sia patetico. Lui la chiama cavalleria, io malattia mentale. Capirei se fosse realmente innamorato, ma lui corre dietro a tutte. È una delle tante questioni, o meglio delle scuse per cui finiamo sempre per litigare. Alla fine arrivare alle mani con il cuoco è divertente. Nessuno dei due fa sul serio. È il nostro modo per passare il tempo anche se nessuno lo ammetterebbe mai. In caso di bisogno sappiamo collaborare e coprirci le spalle a vicenda. Diciamo che è raro ma che succede. In questo momento però vorrei fargli seriamente male, forse perché fa lo stupido con Nami mentre io non riesco a dirle quello che provo. A volte mi piacerebbe essere sfrontato come lui e riuscire a confessarle i miei sentimenti. È più forte di me, non ci riesco. Non saprei nemmeno da che parte iniziare. Ho passato anni ad allenarmi, tenendomi tutto dentro, costruendomi una reputazione di combattente spietato. I guerrieri più forti e determinati non possono mostrare i loro sentimenti. Almeno, così la penso io. Per me forza è nascondere i propri sentimenti per non farsi travolgere, per non soffrire. Rufy è la dimostrazione vivente che si può essere forti e spontanei ma io non ho mai capito come sia possibile. Lui fa dei suoi sentimenti la ragione più importante per cui combatte. Io però sento che sarei ridicolo a comportarmi come quel dannato damerino con i capelli biondi, ve lo immaginate? È un mio difetto, lo so bene anche io. Nascondere i miei sentimenti non mi fa per nulla bene. Per questo ringrazio di avere un migliore amico come Rufy. Nonostante sia la persona più estroversa che conosco quando è con me sa ascoltare i miei silenzi senza parlare. Riesce a capire il mio stato d’animo solo standomi vicino. Grazie a questa sua presenza costante e discreta sono riuscito ad aprirmi un po’ con lui. È l’unico con cui mi confido veramente. Di Nami però non gli ho mai parlato, anche se sono sicuro che lui lo sa. Non c’è bisogno di parole tra noi. Per questa ragione a volte lo adoro e a volte lo odio.
Sul ponte solo io, Franky e Nico Robin non abbiamo interrotto le nostre attività quotidiane. Franky era alle prese con qualche strana miglioria per la nave, nessuno di noi ha avuto il coraggio di indagare più a fondo. Nico Robin stava finendo un libro, tra i suoi progetti futuri c’era mettere per iscritto tutto quello che aveva scoperto sul secolo buio. Nami la incoraggiava, chissà se quelle due avrebbero anche scritto un libro sulle nostre avventure, magari corredato di mappe delle isole che abbiamo esplorato. La gente avrebbe apprezzato, la marina certamente No. Io invece mi stavo allenando, come al solito. Chissà perché tutti pensano che siamo fanatici. In particolar modo io. A volte capita di incontrare delle vecchie conoscenze per mare e tutti si stupiscono del fatto che mi alleni ancora. Persino i miei vecchi compagni Johnny e Josaku. Come fanno a non capire? Dovrò pur difenderlo questo dannato titolo che mi sono guadagnato con tanta fatica, no? Mica posso permettere che il primo sbarbatello che passa mi porti via il titolo.
Il baccano aumentava sempre di più man mano che ci avvicinavamo all’isola. Si trattava di un’isola abitata. Già da lontano si potevano vedere case e grossi edifici. Non sapevamo nulla di quell’isola. Nemmeno il suo nome. Nami voleva fare un giro intorno prima di attraccare per vedere la conformazione del territorio e le coste. Diceva che era per trovare il punto migliore per ormeggiare la nave. Probabilmente le serviva anche perché voleva disegnarla e metterla insieme alla sua collezione di mappe del mondo.  Aveva disegnato una mappa per ogni isola che avevamo visitato e per ogni mare che avevamo solcato. Un lavoro davvero enorme ed ammirevole di cui andava molto fiera. Diceva spesso che era il suo tesoro. Il mio tesoro invece era guardarla di nascosto mentre le disegnava. Così impegnata, così bella. Molte volte il desiderio di avvicinarmi a lei e darle un bacio sul collo era forte ma la paura di un suo rifiuto mi aveva sempre fermato. Ero proprio senza speranza. Appoggiai i pesi che usavo di solito per allenarmi e mi fermai a guardare i miei compagni. Erano tutti intenti a fissare l’isola dove stavamo per attraccare. Anche Nico Robin e Franky si erano uniti a loro, solo io ero rimasto in disparte. Avevano gli occhi che brillavano, un po’ come i bambini di fronte a un negozio di giochi o a un vasetto di marmellata. Ognuno di loro fantasticava di già su cosa avrebbe fatto una volta sbarcati sull’isola.
“Wow sembra enorme!”
Dissero in coro Usup e Brook prima di incominciare a intonare strane canzoni. Da quando lo scheletro si era unito a noi i momenti canori erano aumentati con gran piacere e divertimento di alcuni della ciurma e un po’ meno di altri. Io rientravo nel secondo gruppo, inutile dire che Rufy era nel primo. Nami invece non sembrava scocciata dal loro modo di fare ma lo stesso si teneva in disparte e non partecipava ai loro cori assurdi. Era una delle cose che non riuscivo a capire di lei. Gli piaceva in chiasso che facevano o le dava fastidio?
“Già, hai ragione. Zoro vieni a guardare anche tu..”
Mi chiamò il capitano sorridente più che mai. Quando era particolarmente felice per qualcosa mi chiamava perché io andassi a condividere la sua gioia. Gli sorrisi in ricambio e mi avvicinai per guardare anche io, non volevo deluderlo. L’isola era molto più grande di quello che sembrava da lontano. Doveva essere un importante nodo commerciale perché si vedevano un sacco di mercantili e di persone indaffarate a portare le loro merci da una parte all’altra dell’isola. Sembravano tante formiche che si affaccendano intorno al loro formicaio. Non sembravano esserci avamposti della marina. Questo andava a nostro vantaggio, forse avremmo passato qualche giorno tranquilli. Sarebbe stata una bella novità dopo tutte quelle che ci erano capitate andando per mare.
“Chissà quante ricette nuove potrò imparare!”
Cominciò a fantasticare il cuoco sorridendo con un espressione idiota. Ero quasi certo di averlo sentito blaterare a voce più bassa qualcosa in proposito alle ragazze dell’isola. Era proprio incorreggibile. Donne e cibo, non pensava ad altro.
“Spero ci sia una libreria!”
Disse Nico Robin cercando con lo sguardo la renna, sicura che sarebbe interessata anche a lui. Quei due di solito sparivano per lunghe ore insieme a sfogliare vecchi volumi di medicina o di storia. Era un’abitudine per loro, un modo per conoscere a fondo un’isola nuova attraverso i libri che vi si potevano trovare.
“Che bello! Nico Robin posso venire con te a cercarla?”
Replicò Chopper con gli occhi che emanavano tante scintille all‘idea di una biblioteca piena di libri.
“Certo Chopper!”
Rispose Nico Robin sorridendo. Tra tutti lei era l’unica che era cambiata completamente, o forse aveva cominciato a mostrarsi a noi per quella che era veramente. La prima volta che l’avevamo incontrata era nostra nemica. Dopo lo scontro con Crocodile nel regno di Bibi, Rufy le aveva salvato la vita e lei per ripicca aveva deciso di seguirci. Era stato difficile fidarsi da lei all‘inizio, ma in poco tempo era diventata una di noi a tutti gli effetti. A Water Seven poi tutti noi abbiamo capito quando teneva a noi e quanto noi tenevamo a lei e abbiamo rischiato il tutto per tutto per lei. Abbiamo anche affrontato un Buster Call pur di non perderla. Alla fine è riuscita a lasciarsi il passato alle spalle e a vederci come la famiglia che aveva perso tanto tempo prima per colpa del governo. Vedendola ora sorrido all’idea che almeno all’inizio ci aveva seguito per ripicca verso il nostro capitano. La osservo mentre distoglie lo sguardo dall’isola e fissa il capitano. I suoi occhi sono pieni di affetto, riconoscenza e di una strana scintilla, sta stessa che ha negli occhi Rufy quando guarda l’archeologa.
“Ormai ci siamo quasi.”
Disse sicura Nami guardandosi intorno. Stava controllando i venti e la costa, per decidere il punto migliore per fermarsi. Era una navigatrice impeccabile e non si faceva mai sfuggire neppure il minimo dettaglio. Chiunque avesse solcato i sette mari sapeva che lei era la migliore.
“Non sarà pericoloso ormeggiare la nave nel porto della città? È una nave pirata dopo tutto.”
Feci notare io fissando la costa in cerca di qualche segno della marina. Non ne avevo notati ma era meglio non rischiare. In poco tempo i miei compagni smisero di fantasticare e cominciarono ad occuparsi del problema. La nostra nave era abbastanza conosciuta, per non parlare della bandiera. Ormai tutti la conoscevano e ci riconoscevano anche a molte miglia di distanza. Se l’avessimo lasciata in porto come nulla fosse di sicuro ci sarebbe stato qualche problema. Era meglio che non si sapesse che fossimo in città per evitare noie sia con la marina che con altre ciurme pirata.
“Testa d’alga ha ragione. Tra le altre cose la nostra bandiera è inconfondibile.”
Disse Sanji, non perdendo l’occasione per lanciarmi una frecciatina delle sue. Sicuramente voleva istigarmi e cominciare uno dei nostri soliti litigi. Per qualche strana ragione non mi andava di rispondergli come facevo di solito. Ero più malinconico del solito per colpa di una ragazza dai capelli rossi che profumava di mandarino. Mi fisso per un po’ e quando vide che la mia risposta non arrivava fece una faccia stranita prima di tornare a occuparsi della questione.
“Di che ti preoccupi? Tutti hanno paura di noi. Siamo fortissimi no?”
Rispose Rufy sicuro. Chi non lo conosceva poteva scambiarlo per spaccone o per uno sciocco, il realtà aveva piena fiducia in noi. Aveva già visto che non c’erano avamposti della marina ne navi ormeggiate e in più conosceva le nostre capacità. Certo, una parte di me sapeva che la sua frase era dettata anche da una voglia incontenibile di andare alla scoperta dell’isola senza occuparsi di nient’altro. Era il solito.
“Abbiamo anche una taglia enorme sulla testa. Potrebbe fare gola ai cacciatori di pirati.”
Spiegò Nami mentre Franky si guardava intorno, annoiato dalla discussione. I cacciatori di pirati erano l’ultimo dei suoi problemi, più di una volta ne aveva affrontati. Le sue preoccupazioni erano per la nave. Non sarebbe stato bello se la marina l’avesse sequestrata, era il suo tesoro, la sua creatura, la sua nave del sogno.
“Avete ragione! Mamma mia che paura! Che facciamo ora?”
Disse la renna dal naso blu cominciando a tremare di paura.
“Tranquillo Chopper. Non c’è nulla da temere! Non succederà nulla.. Vedrai!”
Lo tranquillizzò Rufy tornando a fissare l’orizzonte e lasciando a noi la questione ormeggio da sbrigare. A lui non faceva differenza dove ormeggiassimo la nave, gli importava solo di arrivare in fretta sull’isola e poterla girare alla ricerca di qualche locanda.
“Rufy se la marina vedrà la nostra nave non ci darà scampo. Proveranno a catturarci..”
Continuò Nami esasperata e infastidita dal nostro comportamento. Conoscevo bene quel suo sguardo, pensava che tutti noi fossimo una manica di irresponsabili. Era bella anche quando si arrabbiava con noi. Chissà se ero l’unico a pensarla così della ciurma. Cominciai a farmi mille domande. Forse anche altri della ciurma erano interessati a lei, e se me l’avessero portata via? Non sarei riuscito a sopportare la donna che amavo con un altro, specie se avessi dovuto vederli insieme tutti i giorni. Sanji di sicuro non era innamorato, faceva lo stupido come con tutte. C’erano Chopper e Usup, ma nessuno dei due sembrava interessarsi alle donne . Erano troppo impegnati a compiere gesti coraggiosi per entrare nella storia della pirateria. Rufy era maturato molto, ma escludevo che si interessasse a Nami. Erano solo amici, si conoscevamo da una vita. Gettai uno sguardo a Nami e Rufy, sembravano così affiatati. E se ci fosse di più tra loro? No, Rufy non poteva fare a me una cosa del genere. Di sicuro aveva capito che a me piaceva la bella navigatrice, e poi c‘erano quegli sguardi che gli avevo visto scambiare con Nico Robin. Effettivamente ultimamente il capitano era spesso lontano dalla sua adorata polena e nessuno riusciva a capire dove si andasse a cacciare. Rimanevano solo Brook e Franky. Beh, il primo era morto e il secondo un cyborg. In teoria non dovevano interessarsi alla donne, almeno speravo.. Il mio umore in pochi secondi era peggiorato notevolmente. Era bastato pensare alla mia Nami con un altro dei miei compagni. La verità è che dovevo decidermi, il mondo era pieno di uomini e prima o poi qualcuno si sarebbe dichiarato. Avrebbe potuto conoscere qualcuno su un’isola, durante una delle nostre soste. Magari proprio quel giorno su quella strana isola avrebbe conosciuto qualcuno e se ne sarebbe andata per sempre con lui, abbandonandoci. Il mio cuore sembro non reggere quei pensieri e salto qualche battito per poi accelerare e recuperarli poi. Dovetti aggrapparmi al parapetto per non perdere l’equilibrio. Quella donna aveva davvero tutto quel potere su di me?
Cercai di distrarmi e tornai a guardare i miei amici, la discussione stava andando avanti.
“Beh, ma è quello che fanno sempre. Giusto?”
Riprese Rufy scrollando le spalle. Dal suo sguardo di intuiva che pensava che Nami si stesse preoccupando troppo. Il capitano sapeva bene che era inutile preoccuparsi troppo visto che di imprevisti a noi ne erano sempre successi anche quando stavamo più che attenti. Alla fine è normale quando sei un pirata, devi essere preparato a tutto. Anche alle cose più strane e impossibili. Ricordai un volta che Nami e Chopper cercavano me e Rufy. Eravamo a Water Seven e io e il capitano eravamo rimasti incastrati rispettivamente in un camino e in un palazzo, si è mai sentito incidente più strano? Quel dannato cuoco ha riso come un matto quando ha sentito la storia, quella volta anche Rufy mi ha dato una mano a zittirlo.
“In fondo non ci sono mai riusciti..”
Ammisi io appoggiandomi con la schiena al parapetto della nave aggiungendomi alla discussione. In molti ci avevano fermato, o almeno ci avevano provato. Era giusto stare attenti ma alla fine eravamo la ciurma di cappello di paglia, il re dei pirati. Io ero lo spadaccino più forte del mondo e Sanji aveva rubato la fama al suo maestro Zeff piedi rossi, per non parlare degli altri membri della ciurma. Un equipaggio di tutto rispetto nonostante il numero esiguo. Dovevano avere paura loro di noi, e girare al largo dalla Sunny. Anche perché in caso l’avessero danneggiata non penso che Franky l’avrebbe presa troppo bene. Era stato lui stesso a costruire quella nave e l’amava sopra ogni altra cosa al mondo. A ripensarci bene Franky era troppo innamorato della Sunny per pensare a Nami.
“Si ma è meglio non andare a cercare guai. Lasceremo la barca nel molo dietro quel promontorio. Sarà riparata e non la vedranno. Ricordate che non sappiamo nulla su questa isola.”
Concluse Nami indicando un punto poco distante dal porto e protetto da sguardi indiscreti e mettendo cos‘ fine alla discussione. Era anche poco lontano dal porto, non ci sarebbe voluto molto per raggiungere la città a piedi. Dalla ciurma arrivarono mugolii di assenso. L’accordo era stato trovato, con largo anticipo rispetto al solito. Non vi erano state nemmeno furiose litigate tra la navigatrice e altri membri dell’equipaggio.
“Oh Nami, le tue idee sono sempre così splendide e geniali. Sei la luce dei miei occhi..”
Mormorò quel dannato cuoco. Naturalmente lui doveva sempre farsi notare dalle ragazze, non gli bastava assentire come tutti gli altri. Sentì una rabbia incredibile montarmi dentro, avrei voluto buttarlo a mare e tenere la sua testa a lungo sott’acqua perché non respirasse ma Nami fu più veloce di me. Non riuscì proprio a trattenere un sorriso perfido. In un lampo Nami prese il suo bastone e lanciò una potente scarica elettrica su Sanji prima di andare a controllare la rotta. Mentre arrostiva il cuoco i nostri sguardi si erano incontrati, lei sorrideva. Adoravo quella ragazza sempre di più, specie perché aveva rimesso al suo posto quel damerino con la cravatta. Chissà però se quel sorriso era rivolto a me?

ANGOLO DELL'AUTRICE
come forse avrete intuito ho deciso di continuare la storia, mi ci è voluto un po' per trovare l'idea geniale ma ora l'ho trovata (anche senza andare al mare.. XD!)
la storia procederà con calma perchè in questo periodo l'università mi porta via tantissimo tempo, spero di non farvi aspettare troppo tra un aggiornamento e l'altro. vi chiedo da ora di portare pazienza, vi prometto che farò del mio meglio per ridurre i tempi.
veniamo ai commenti..
giodan: grazie mille per la fiducia e per il commento. spero che seguirai la mia storia e mi darai ancora il tuo parere.
mai valentine: grazie mille, detto da te mi fa veramente piacere. ho letto una delle tue storie e devo dire che anche tu scrivi benissimo!
giady92: grazie per il commento e per averla messa tra i preferiti, spero di non averti fatto aspettare troppo e che ti sia piaciuto anche questo.
neko: grazie per il commento. sono felice che ti sia piaciuto il punto di vista della mia storia e spero che ti piacerà anche il seguito.
rolochan105: grazie per il commento. spero che questo capitolo ti piacerà anche se non sono andata al mare a scriverlo. dunque anche tu sei un fan della coppia zoro/nami? mi fa piacere.
neublackcrowfriend (spero di avere scritto giusto! se non è così ti prego di scusarmi!XD!): grazie mille per il commento. spero che il seguito piaccia a te e anche a chi legge. sai, la paura di deludere è tanta ma non abbastanza da fermarmi!

grazie a tutti quelli che sono arrivati a leggere fino a qui. aspetto i vostri commenti con critiche, pareri e recensioni!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** non facciamoci notare e non perdiamoci di vista ***


CAPITOLO 3
Non facciamoci notare e non perdiamoci di vista


Un paio d’ore dopo tutto era pronto per lo sbarco. Una volta sistemata la nave, gettata l’ancora e controllato che ogni cosa fosse in ordine scendemmo a terra. Il porto non era molto distante, una piacevole camminata di venti minuti. Nessuno protesto per la distanza, tranne Usup, come al solito. Per farlo smettere di lamentarsi bastò la minaccia di un calcio del cuoco e fargli sentire il rumore delle mie spade, come al solito. Ci trovavamo su un’isola primaverile, non particolarmente fredda. Era piacevole fare due passi e sentire una leggera brezza accarezzarti il volto dopo tanto tempo sulla nave. Chiusi gli occhi e immaginai che fossero le carezze di Nami. Riuscivo a distinguere chiaramente il suo tocco vellutato e il profumo della sua pelle. Sapeva di mandarino e di inchiostro, su di lei quei profumi facevano un effetto incredibile. Quando riaprì gli occhi la sentì ridere forte, una risata così pura e cristallina. Mi stupì che la mia era stata solo una fantasia. Sembrava tutto così reale, ma era solo stato frutto della mia testa. Lei era qualche passo avanti a noi, bella da togliere il fiato. Non indossava altro che un vestitino corto azzurro e i sandali. Si era anche messa un nastro colorato tra i capelli. Era stupenda. Improvvisamente si fermò e ci sbarrò la strada allargando le braccia.
“Ragazzi, ascoltatemi!”
Disse lei decisa, mostrandosi sicura di sé. Mi piaceva da impazzire anche quel suo modo di essere autoritaria. Non l’avrei mai ammesso davanti a lei ma non mi scocciava così tanto quando mi dava un ordine, anche se per non darlo a vedere reagivo sbuffando e dicendole di non essere il suo schiavo.
“Certo oh mia Dea”
Mormorò sognate il cuoco. Di nuovo lo odiai per quelle poche parola e la rabbia mi assali.
“Ma questo al posto del cervello ha la segatura?”
Mormorai a mezza voce in modo che lui mi sentisse.
“Ti ho sentito testa d’alga..”
Rispose lui cadendo in pieno nel mio tranello. Volevo provocarlo e litigare con lui. Sentivo il bisogno di tirargli un pugno in faccia, non per passare il tempo ma per fargli pagare tutte quelle frasi fastidiose a Nami e sfogare le mie frustrazioni per non riuscire a dire alla donna dei miei sogni quanto era speciale.
“Stupido pinguino!”
Risposi io per fargli perdere le staffe, lui reagì preparandosi ad attaccare. Non mi lasciai sorprendere e risposi cominciando io per primo la lotta. Dovevo sfogarmi e Sanji era il modo migliore. Era una buona occasione per tirare fuori tutta la rabbia, l’impotenza, la frustrazione e la mancanza di coraggio che tenevo dentro o sarei esploso.
“Ragazzi? Lasciate parlare Nami prima che..”
 Cercò di avvisarci il capitano. Probabilmente Rufy voleva dire di lasciare parlare Nami prima che ci friggesse, ma la ragazza fu più rapida del capitano. La scarica di Nami colpì sia me che il cuoco, lasciandoci a terra leggermente tramortiti. Ci guardò con furia assassina prima di riprendere a parlare. Rufy dietro di lei rideva, a pochi passi da Nico Robin.
“In città non c’è la marina, ma cerchiamo di non farci notare e di non perderci di vista. Almeno per oggi rimaniamo in gruppo, intesi?”
Disse la ragazza ritrovando una calma sorprendente. Mi chiesi come faceva. Passava dalla rabbia alla calma i pochi secondi. Tutti annuimmo obbedienti, poco dopo arrivammo in città. Durante il resto del tragitto non riuscì a staccare gli occhi da Rufy e Robin. Camminavano vicini e sembravano molto complici. Era così strano, perché non me ne ero accorto prima? Gli altri sembravano non farci troppo caso. Avrei dovuto fare qualche domanda al mio migliore amico quella sera..
Quando arrivammo nella piazza principale mi distolsi da quei pensieri e decisi di godermi quell’isola. Chissà se c’era qualche buon negozio di spade? Naturalmente tempo qualche minuto ognuno andò per i fatti suoi provocando una crisi isterica alla nostra navigatrice. Tutta i presenti si voltarono a guardarla, smentendo anche il primo punto del suo discorso: non farsi notare.

ANGOLO DELL'AUTRICE
ed ecco il terzo capitolo. come vi ho detto ho promesso di dare un seguito a questa storia e vi prometto che arriverò fino alla fine, anche se per i tempi non vi so dire molto. purtroppo gli esami e l'università mi rallentano e sto lavorando in contemporanea a un'altra storia che avevo cominciato prima di questa. se nonostante tutte queste mie menate seguite la mia storia, la aggiungete ai preferiti e la commentate siete davvero dei tesori.
questo capitolo è davvero corto ma spero vi piaccia in ogni caso. vi do qualche anticipazione sul prossimo capitolo, ci sarà una bella chiaccherata tra Rufy e Zoro e il titolo sarà "cosa ti passa per la testa?".
sono felice di leggere i vostri commenti e se trovate qualcosa che non vi piace non esitate a criticare. senza critiche non si migliora, no?
neko: grazie mille per i complimenti! mi fa davvero piacere che sono riuscita a far provare gli stessi sentimenti che prova Zoro, era il mio obiettivo ma non ero sicura di avercela fatta. mi fa anche piacere avere parzialmente cambiato anche le tue preferenze di coppie! XD
giodan: grazie mille per il commento, sono davvero felice che ti piaccia! per quanto riguarda le coppie, personalmente non sono per una coppia in particolare ma per le storie in cui le coppie sono credibili e affiatate (anche se le Nami/Rufy che ho letto fino ad ora mi sono piaciute tantissimo). cmq, scrivendo questa storia sono partita da Zoro, mettergli al fianco Nami mi è venuto spontaneo. per quando riguarda kaya e tashigi, la prima non avrà un ruolo rilevante mentre la seconda comparirà tra qualche capitolo. per ora non posso dire altro XD anche se a pensarci bene ti ho già detto molto!XD
RoloChan105: mi fa piacere che ti piacciano le coppie, anche se come ho già detto non l'ho fatto apposta. diciamo che è stata la storia stessa a sceglierle. non sono pazza, è solo che quando scrivo mi faccio prendere dall'istinto e rileggo poi quello che viene fuori. XD sono davvero felice che la mia storia ti stia piacendo! per quanto riguarda i tempi di pubblicazione, spero di riuscire presto a stabilire qualcosa di fisso (un capitolo tutti i venerdi o almeno ogni due venerdi) ma per il momento è dura. XD
marie_92: grazie mille per i complimenti e per il commento! mi fa piacere che ti sia piaciuta quella scena, anche a me sono venuti un po' i brividi scrivendola e poi rileggendola! XD
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** che ti passa per la testa? ***


CAPITOLO 4
Che ti passa per la testa?

Il pomeriggio era passato in un baleno e stava scendendo la sera. Quando arriviamo in un posto nuovo il tempo passa sempre più rapidamente rispetto a quando navighiamo. Penso sia a causa del fatto che ci siano molte più cose da fare e da vedere. Di solito quando arriviamo su un’isola nuova siamo anche bravissimi a trovare un sacco di guai. O meglio, il nostro capitano era bravissimo a trovare guai. Noi poi dobbiamo dargli una mano a risolverli. Ho perso il conto di quanti draghi morenti, bambini, cavalli e vecchietti abbiamo aiutato rischiando ogni volta di rimetterci la pelle a causa della generosità del nostro capitano. Non riesce a rimanere indifferente davanti a qualcuno che ha bisogno di aiuto e si fa sempre in quattro per aiutarlo, il che è davvero strano per un pirata. Rufy stesso è molto strano sia come pirata che come persona, ma penso sia per questo che sia riuscito a convincere ognuno di noi a seguirlo e a rimanere con lui fino a questo punto. Mentre fissavo il sole tramontare realizzai che era meglio tornare alla nave, si era fatto molto tardi. Di sicuro l’ora di ritrovo era passata e i ragazzi erano tornati alla nave senza aspettarmi, lo facevano sempre. Non avevo quasi fatto caso all’isola, preso come ero nei miei pensieri. Non riuscivo a togliermi dalla testa Robin e Rufy. Sembravano così complici, affiatati. Come avrei voluto che tra me e Nami ci fosse lo stesso rapporto. Sospirai e mi fermai per guardarmi intorno. Un albero che avevo già visto mi riscosse dai miei pensieri. Perfetto, mi ero perso per l’ennesima volta. I miei compagni mi prendevano in giro per il mio scarso senso dell’orientamento, in realtà loro non capivano. Non sono io quello sbagliato ma le isole e i posti che visitiamo a essere terribilmente intricati!
Vagai per strade tutte uguali per ore, fino a che non sentì delle urla. Doveva essere Usup. A giudicare da come strillava doveva essere inseguito da Nami. Chissà che aveva combinato quel fifone. Seguendo le voci dei miei compagni di ritrovai alla nave.
Come previsto dovetti sorbirmi una patetica ramanzina da parte del cuoco e di Franky. Quest’ultimo mi stava facendo saltare i nervi e fui veramente grato a Brook quando se lo portò via a cantare non so quale canzone. Una pentola che emetteva strani rumori richiamò l’attenzione di Sanji mettendo fine alla discussione sul mio ritardo. Mi guardai intorno, erano spariti tutti. Mi lascia cadere su una sedia e solo allora vidi che c’era anche Nami. Probabilmente era sempre stata lì e aveva visto tutta la discussione. Era così strano che non avesse detto nulla per il mio ritardo, non mi aveva nemmeno preso in giro perché mi ero perso. Stava leggendo un libro con una copertina verde, qualcosa sulla navigazione in condizioni di emergenza. Quando mi vide alzò gli occhi e per qualche secondo i nostri sguardi si incontrarono.
“Non credevo tornassi così presto.”
Scherzò lei alludendo al fatto che di solito ci mettevo almeno il doppio del tempo a ritrovare la strada. Era strana come presa in giro, di solito sapeva essere molto più cattiva.
“Beh, una certa mocciosa a pensato bene di friggere un cecchino. Le urla del poveretto mi hanno richiamato..”
Le risposi stando al suo scherzo. Sembrò stupita dal fatto che non me l’ero preso per le sue parole. Mi sorrise e si alzò per andare a cambiarsi per la cena.
“Si tratta di un cecchino molto codardo! In ogni caso mi devi un favore..”
Disse lei strizzando un occhio. Rimasi per un po’ incantato a guardare la porta dove fino a qualche minuto prima c’era Nami. A interrompere il mio sogno ad occhi aperti fu quel dannato sopracciglio arrotolato che avvisò che la cena era pronta. Una mandria di bufali affamati si precipitò nella stanza, travolgendomi.
Dopo cena decisi di andare un po’ sul ponte ad allenarmi. Lo facevo sempre quando avevo bisogno di riflettere. Era una sera perfetta, di quelle che è un peccato sprecare dormendo. Nella mia testa vorticavano mille pensieri diversi. Pensavo a Nami, alle poche parole che ci eravamo scambiati poco prima e a quanto fossi stato stupido. Eravamo solo io e lei, poteva essere la mia occasione. Me l’ero lasciata scappare come un imbecille. Cercai di smettere di pensare alla navigatrice e mi tornò alla mente l’immagine di Rufy e Robin. Avevo mille domande da fare al capitano ma non sapevo da che parte iniziare. Non potevo andare da lui e chiedergli se gli piaceva Robin, sarebbe stato troppo diretto. Certo, probabilmente lui non si sarebbe fatto troppi problemi a farlo con me. Era tipico di Rufy andare dritto al punto senza giri di parole, a volte era anche troppo diretto. D’improvviso me lo trovai davanti, come spuntato dal nulla.
“Non è tardi per allenarsi?”
Disse il capitano studiando quello che stavo facendo.
“Che dici? Non sai che quando il sole è tramontato ci si allena meglio?”
Buttai lì io per sdrammatizzare. La verità è che avevo una gran voglia di parlare con lui per chiedergli di Robin e raccontargli dei miei sentimenti per Nami ma come al solito il mio orgoglio mi impediva di parlare liberamente di quello che provavo, anche con il mio migliore amico.
“Ah si?”
Chiese lui dubbioso. Aveva capito che c’era qualcosa che non andava in me ma non intendeva costringermi a parlare.
“Certo, si suda meno rispetto al giorno. Che c’è? Non mi credi?”
Gli risposi io cercando di essere convincente. La risposta sembrò non bastagli.
“Certo che ti credo. Ma penso ci sia altro, mi sbaglio?”
Rufy aveva centrato in pieno il bersaglio, come al solito del resto. Il suo istinto non sbagliava mai quando si trattava di combattere o di capire che un amico era in difficoltà. Era davvero incredibile come riuscisse a fare o dire la cosa giusta al momento giusto senza pensare anche quando si trattava di capire qualcuno. Io ci riuscivo solo quando avevo le mie spade tra le mani e un avversario di fronte.
“Sei fuori strada, non ci sono pensieri fissi che mi tormentano!”
Risposi io di getto lasciando cadere i pesi che tenevo in mano. Il tonfo fece volare via alcuni uccelli marini che erano appollaiati sul corrimano della nave. Lui non fece una piega, rimase dove si trovava a fissarmi intensamente.
“Ehi Rufy? Hai capito? Non ho nulla che mi tormenta..”
Aggiunsi per cercare di convincerlo. Era inutile. Rufy era di fronte a me e non si era nemmeno mosso. Il suo comportamento mi mandava in bestia. Ancora una volta era riuscito a vincere le mie difese e a capire che qualcosa non andava.
“Ok, ho capito.”
Rispose Rufy dopo un po‘ di silenzio, calandosi il cappello sugli occhi. Aveva un espressione impenetrabile.
“Che fai ora?”
Chiesi vedendo che non accennava a muoversi. Era una situazione davvero strana. Lentamente raggiunse la polena e si sedette con le gambe incrociate come faceva sempre.
“Me ne rimango qui sulla polena a pensare. Ti da fastidio se ti guardo mentre ti alleni?”
Chiese sedendosi sulla polena. Incrociò anche le braccia e riprese a fissarmi.
“No, ma piuttosto.. Non sarai tu ad avere qualche segreto?”
Chiesi io dopo un po’ guardandolo negli occhi. Era un po’ ormai che mi girava in testa quell’idea. Rufy rispose mettendosi a ridere.
“Segreti? Non scherzare! Dovresti conoscermi abbastanza per sapere che non ho segreti con nessuno! Che ti prende? Si può sapere che ti passa per la testa?”
Chiese lui cercando di tornare serio. Era vero, Rufy non aveva segreti. Non c’era cosa che lo riguardasse di cui non fosse disponibile a parlare o di cui si vergognasse. Qualsiasi cosa gli veniva chiesto Rufy rispondeva, dicendo sempre la verità. Anche questo a volte aveva causato non pochi problemi alla nostra ciurma.
“No, è che io pensavo.. Niente, non importa. Mi sono sbagliato.”
Dissi io cercando di togliermi da quella situazione. Quello che pensavo era che Rufy fosse innamorato di Robin. Quegli sguardi, quella confidenza.. Era strana. Anche per un tipo semplice e diretto come lui.
“Avanti, fai le domande giuste e avrai le risposte che cerchi. No?”
Insistette lui cercando di imitare un vecchio saggio. Lo fissai per un po’ cercando di capire se era il caso di parlare o No. Alla fine mi decisi.
“E va bene.. Robin”
Dissi io tutto d’un fiato, curioso di vedere come avrebbe reagito lui.
“Robin? Che centra lei?”
Rispose lui con una tranquillità impressionante. Rimasi decisamente spiazzato. Mi aspettavo che diventasse rosso e cominciasse a negare. Una tale tranquillità e sicurezza non me la aspettavo.
“Beh, nulla.. È che oggi, e anche ultimamente, mi sembrate strani.. Affiatati..”
Continuai, cercando di trattenere il mio stupore e non darlo a vedere.
“Era questo che ti preoccupava?”
Chiese ancora lui con la stessa calma. Improvvisamente cominciai a sentirmi terribilmente in imbarazzo per avere tratto conclusioni del genere così in fretta. Rufy e Robin, come avevo anche solo lontanamente pensare a una cosa del genere?
“No, certo che No. Solo ero curioso tutto qui! Pensavo lei ti piacesse, tutto qui..”
Risposi io rosso in viso. Ero felice che fosse sera, il mio imbarazzo sarebbe passato inosservato più facilmente. Ero soprattutto felice non ci fosse il cuoco nei dintorni. Non l’avrebbe smessa più di rompere e prendermi in giro.
“Caro il mio Zoro, tu sei innamorato!”
Rispose lui spiazzandomi completamente. Improvvisamente mi sentì avvampare, come poteva dire una cosa del genere? Non era vera. O meglio, lo era.. Ma lui non lo sapeva. Non gliene avevo parlato. Non ne avevo parlato con nessuno.
“Ma che dici? A me non importa nulla di Robin.. È solo un’amica. Io dicevo che eravate strani.. Davvero non mi interessa di lei.. “
Cercai di giustificarmi io pensando si riferisse a Robin. Quella testa di legno aveva capito che ero preoccupato che a lui importasse di Robin  perché ne ero innamorato! A me non importava di Robin, almeno non ne ero innamorato. Ero molto legato a lei ed ero pronto ad aiutarla in qualsiasi momento ma allo stesso modo in cui avrei fatto per tutti gli altri. Per Nami invece ero anche pronto a dare la vita in qualsiasi momento.
“Ma io non dicevo di Robin. È Nami la fortunata, vero?”
Continuò lui tranquillo lasciandomi di sasso. Rimasi per qualche minuto buono immobile, senza essere in grado di articolare qualcosa di sensato. Poi mi ripresi e cercai di negare con tutte le mie forze. Ben presto capì che era tutto inutile.
“Ma sei impazzito? No davvero io.. Come lo hai capito?”
Dissi io realizzando che parlarne a qualcuno non avrebbe potuto che farmi bene.
“Beh, diciamo che è difficile non notare il tuo migliore amico sempre dedito a pesi e spade perso a guardare la nostra navigatrice..”
Disse lui sorridendo. Mi diedi dello stupido, se Rufy era arrivato a capirlo allora anche tutti gli altri dovevano averlo fatto. Forse anche Nami. Chissà che risate che si facevano tutti quanti alle mie spalle.
“Era così evidente? Perché non mi hai chiesto nulla prima?”
Chiesi io cercando di scacciare quei pensieri fastidiosi.
“Dovevi essere tu a parlarne. Non ti pare?”
Rispose lui guardando la luna che brillava sul mare. La sua maturità mi colpiva. Era cresciuto davvero molto da quando il nostro viaggio era iniziato. Si può dire che quando l’ho conosciuto era poco più che un ragazzino e ora invece era un uomo, persino quasi responsabile. Si era preso cura di noi e ci aveva salvato moltissime volte.
“Comunque non hai più detto nulla su Robin. Non fare finta di niente!”
Chiesi io ricordando la calma allucinante con cui aveva reagito alle mie insinuazioni. Ci doveva essere sotto qualcosa. Non gli importava nulla o forse anche io ci avevo preso in pieno?
“Avanti che vuoi sapere?”
Rispose lui sospirando e mettendosi più comodo.
“Cosa?”
Chiesi io senza capire. Non capivo a che si riferisse..
“Davvero non sai nulla? Pensavo che quel pettegolo di Franky avesse messo manifesti ovunque ormai..”
Disse ancora lui voltandosi verso di me stupito. Di che diamine stava parlando? Stava dicendo che gli piaceva Robin e che anche Franky lo aveva capito? Guardai il mio amico, feci per aprire bocca ma la domanda non uscì. Mi sembrava così strana, fuori dal mondo la calma con cui aveva ammesso di amare Robin. Una parte di me lo invidiava, avrebbe voluto essere altrettanto sciolto. Proprio mentre stavo per chiedere ulteriori chiarimenti una voce risuonò dalla cucina.
“RUFYYY! VIENI IMMEDIATAMENTE QUI A LAVARE I PIATTI!”
Urlò il cuoco. Dannato damerino, proprio ora doveva chiamarlo?
“Arrivo Sanji!”
Rispose Rufy scendendo dalla polena con un balzo. Si voltò verso di me e sorrise.
“Scusa, mi chiama Sanji. Aspettami qui che poi torno e continuiamo a parlare, va bene?”
Disse andando verso la cucina lasciandomi con mille domande. Ripensai ancora una volta agli sguardi di pomeriggio. Avevo visto giusto, ma chissà se lei sapeva o almeno sospettava. Volevo fare mille domande a Rufy. Chissà se aveva pensato di dirlo a Robin, e come aveva fatto. Avrei potuto chiederglielo prima che se ne andasse ma tutto quello che gli risposi un banale. “Si, certo.” Poi tornai ad allenarmi mentre aspettavo tornasse. Non rimasi solo a lungo.
“Ehy spugna marina, che ci fai con quei pesi?“
Chiese il cuoco curioso e impaziente di cominciare una nuova lite. Lo guardai in cagnesco.
“Brutto pinguino non hai niente di meglio da fare?”
Chiesi acido domandandomi che ci facesse sul ponte. Forse dopo aver ordinato a Rufy di lavare i piatti era andato via. Era strano che non fosse rimasto a controllarlo. Di solito lo faceva sempre per paura che facesse danni o rompesse qualcosa.
“Ragazzi la smettete di litigare! Zoro? Ma non è buio?”
Ci riprese Nami. Sembrava sorpresa di vedermi allenare. Perché diamine tutti mi chiedeva la stessa cosa quella sera? Non potevano capire che se uno si allena di sera, con il buio, su una nave è perché vuole essere lasciato in pace?
“Ma nessuno si fa i fatti propri su questa nave?”
Risposi io continuando imperterrito i miei allenamenti. Sforzare al massimo i miei muscoli era l’unico modo che conoscevo per impedire alla mia mente di pensare. Era così vicina. C’erano mille cose che avrei voluto chiederle, mille cose che avrei dovuto dirle ma continuai ad allenarmi.
“Maleducato! Sanji chi sta lavando i piatti?”
Mi apostrofò lei voltandomi le spalle per parlare con il cuoco.
“Rufy e Chopper!”
Rispose lui accendendosi l’ennesima sigaretta della giornata. Era incredibile quando fiato avesse quando correva con tutte quelle dannate sigarette.
“Ma non era qui un minuto fa Rufy?”
Chiese Nami voltandosi verso di me e guardandomi dritto negli occhi.
“Si, stavamo parlando.”
Risposi io confuso da quello sguardo e da quella vicinanza.
“Davvero? Ti ha raccontato qualcosa di nuovo?”
Chiese lei facendosi tutta orecchi. Anche Sanji si avvicinò curioso. Erano la perfetta riproduzione del re e della regina dei pettegoli. Che cosa volevano sapere su Rufy che non sapessero di già?
“Qualcosa di nuovo?”
Chiesi io confuso senza capire.
“Si, su Robin! Lei non mi vuole dire nulla!”
Disse lei impaziente di sapere gli ultimi pettegolezzi, un po‘ delusa di non esserne al corrente.
“Come? Tu lo sai?”
Chiesi io stupito. Dunque anche lei sapeva dell’interesse di Rufy per l’archeologa, e a quanto pareva anche il cuoco. Non capivo che diamine centrasse Robin però. Che cosa non voleva dire a Nami?
“Dove vivi testa d’alga? Lo sa tutta la nave!”
Disse Sanji rispondendo per Nami. Entrambi sembravano davvero seccati. Pensavano che stessi nascondendo loro qualcosa, la verità è che non capivo che stavano dicendo.
“Tutta la nave sa che a Rufy piace Robin?”
Chiesi confuso e stupito.
“È senza speranza!”
Commentò acido il cuoco, lasciandosi cadere seduto a terra.
“No zuccone, tutta la nave sa che quei due stanno praticamente insieme!”
Disse Nami con un sorriso strano dipinto sul suo volto. Improvvisamente il mondo sembrò fermarsi per qualche secondo. Che stava dicendo Nami? Rufy e Robin? Era dunque questo che intendeva il capitano prima?
“Coosa?”
Fu tutto quello che riuscì a rispondere, stupido come ero.
“Penso che tu sia l’unico e non esserti accorto delle loro sparizioni notturne in biblioteca.”
Spiegò meglio lei. Sanji nel frattempo aveva assunto un espressione decisamente afflitta.
“Rufy e Robin?”
Ripetei io allibito. Era tutto così strano. Non mi sembrava strano che al capitano potesse piacere Robin, o che lei potesse essere a sua volta interessata a Rufy. La cosa che davvero mi lasciava senza parole è che quei due stessero insieme.
“Oltre che stupido sei anche cieco!”
Disse ancora Sanji con tono sarcastico.
“Dannazione, te l’ho già detto. Vuoi essere fatto a fette?”
Gli risposi arrabbiato. Una bella litigata con lui era quello che mi ci voleva per calmare i nervi e schiarirmi le idee.
“Calmi voi due! Comunque si, Robin e Rufy. Va avanti da un paio di mesi ormai. Almeno, noi lo abbiamo scoperto da qualche mese. Nessuno dei due vuole dire nulla però.“
Raccontò lei sconsolata. Le pesava non sapere tutti i dettagli. A quanto pare al capitano non pesava che gli altri sapessero ma ci teneva comunque alla riservatezza, e lo stesso valeva per Robin. Improvvisamente tutto mi sembrò più chiaro. Anche il comportamento degli altri membri della ciurma. Erano tutti intenti a cogliere sul fatto i due innamorati. Che branco di pervertiti e di perditempo. Possibile che non avessero di meglio da fare?
“Ma se nessuno dei due dice nulla voi come lo avete scoperto? Voglio dire, magari vi sbagliate..”
Chiesi io riflettendo sulle parole di Nami. Diceva che loro sapevano da due mesi, ma potevano anche avere frainteso. Rufy non aveva negato ma nemmeno confermato.
“No testone, nessuno sbaglio. Franky li ha visti..”
Disse ancora Nami. Se Franky li aveva visti voleva dire che era vero.
“Accidenti è..”
Cominciai senza riuscire a finire la frase. Era questo quello a cui Rufy si riferiva. Non aveva detto nulla di preciso agli altri quindi sicuramente non ne avrebbe nemmeno parlato con me più tardi.
“Sembra impossibile vero? Come ha potuto la mia dea Robin scegliere quello zuccone di gomma?”
Disse Sanji andandosene svolazzando mormorando qualcosa su quanto era infelice e ingiusta la vita e come il suo cuore fosse spezzato.
“È senza speranza. Si può essere più idioti?”
Disse Nami guardando verso di me. Sentì di nuovo il suo sguardo su di me, una sensazione impossibile da descrivere. La mia mente smise di funzionare e di comporre frasi sensate.
“È Sanji, no?”
Fu tutto quello che riuscì a dirle mentre si allontanava verso la sua cabina. Dannazione, era la seconda occasione che perdevo quel giorno. Potevo dire qualcosa di simpatico, fare una battuta. Sarebbe stata l’occasione per fare colpo su di lei e invece avevo rovinato tutto con una frase banale. Maledicendo me stesso tirai un pugno al corrimano della nave. Se Franky fosse stato nei paraggi sarebbero stati dolori, ma per fortuna era da qualche altra parte. Esattamente come prima Rufy sbucò dal nulla ed interruppe i miei pensieri.
“Rieccomi! Beh, che c’è? Perché mi guardi così?”
Chiese il capitano con il suo solito modo di fare spontaneo e ingenuo. Probabilmente la mia espressione doveva essere parecchio sorpresa. Possibile che non indovinasse il perché?
“Tu e Robin?”
Fu tutto quello che riuscì a dire. Lascia perdere la discrezione e centrai subito il punto. Volevo capire che era successo. Se era vero o se era un’invenzione dei ragazzi. Ok, Nami mi aveva detto che sia lui che Robin erano molto discreti e non dicevano nulla, ma in fondo io ero il suo migliore amico. Doveva contare qualcosa, no? Era in obbligo di raccontarmi tutto e io avevo tutto il diritto di fare domande del genere.
“Non mi dire che non ne sapevi nulla? Si può sapere su quale nave vivi?”
Rispose lui semplicemente e poi si mise a ridere. Quindi era tutto vero! Stava davvero con Robin. Il capitano e l’archeologa, suonavano bene quasi quanto lo spadaccino e la navigatrice. Come diamine avevo fatto a non accorgermi di nulla? E soprattutto, se tutti lo sapevano come avevo fatto a non capirlo dai discorsi degli altri? Nami mi stava proprio dando alla testa, mi aveva reso quasi cieco. Incapace di vedere o sentire altro se nei paraggi c’era lei. Dovevo fare qualcosa. Dovevo parlarle o sarei impazzito.
“Non sono un impiccione io!”
Risposi io, sorridendo a mia volta. Effettivamente nella nostra ciurma quasi tutti erano dei gran pettegoli, sempre pronti a farsi i fatti degli altri. È anche vero però, che di solito anche io mi accorgo di quel che succede, anche se non partecipo alle sedute di pettegolezzo.
“Beh, Franky si. Non sa nemmeno stare zitto! Ha raccontato tutto ad Usup e nel giro di due minuti è diventato di dominio pubblico.”
Spiego Rufy, sospirando. Lo guardai a lungo, per cercare di capire se la cosa lo infastidiva oppure No. Non sembrava avesse problemi ad ammettere la sua storia con Robin, ma allora perché non lo avevano detto subito a tutti invece di lasciare che lo scoprissero da soli? Non capivo nemmeno se aveva voglia di parlarne con me o No, se mi stava raccontando solo perché avevo chiesto oppure perché volesse confidarsi.
“Non me lo sarei mai aspettato, voglio dire..”
Risposi confuso. Avrei voluto fargli almeno un milione di domande ma non sapevo se era il caso. Voglio dire, Nami aveva detto che né lui né Robin avevo raccontato nulla agli altri della ciurma. Magari non voleva che nemmeno io sapessi nulla, non voleva dirmi nulla per paura che andassi a raccontarlo a tutti come avevano fatto Franky e Usup. Scacciai subito quell’ultimo pensiero. Rufy sapeva benissimo quanto ero discreto e che non avrei mai spifferato al mondo le sue confidenze, tanto meno se le confidenze erano su un argomento tanto delicato.
“Cosa? Che io mi innamorassi o che Robin ricambiasse i miei sentimenti?”
Chiese lui stupido dalla mia domanda. Dalla sua espressione immaginai che non avesse capito quello che intendevo. Mi stava guardando con un’espressione stupita e innocente. Se fosse stato qualcun altro sicuramente avrebbe frainteso e se la sarebbe presa. Rufy No. Rufy non pensa mai male delle persone, pensa sempre che tutti siano buoni. In molti nella sua vita si sono presi gioco di lui per questo ragione, ma ciò non lo ha convinto a cambiare nulla del suo atteggiamento. Penso sia per questo che quando incontra delle persone che sono davvero sincere gli si affezionano tanto. Ho perso il conto delle persone sparse per tutti i mari del mondo che venerano Rufy. Ce ne sono alcuni persino tra le file della marina!
“No, nel senso che non mi sembravi il tipo. Tutto qua.”
Mi spiegai meglio. Rufy sorrise senza dire nulla. Non era strano che Robin ricambiasse i sentimenti del capitano. Lui aveva sempre fatto molto per lei, come per tutti. Era impossibile non affezionarsi a Rufy, senza contare che era cresciuto molto e non era più un bambino. Fisicamente era molto somigliante a Ace, molto di più di quando i due fratelli si erano incontrati durante il viaggio per Alabasta. Non mi sembrava nemmeno impossibile che si fosse innamorato. Oddio, era strano, questo si. Ma era la stessa cosa che era successa anche a me. La cosa che davvero mi stupiva e mi rendeva anche un pizzico invidioso era che Rufy aveva avuto il coraggio di dichiarare i suoi sentimenti alla donna che amava, ed era stato premiato per questo. Io invece non riuscivo nemmeno a dire qualcosa di intelligente e spiritoso in presenza di Nami.
“Non ero il tipo prima di rendermi conto di quanto Robin importasse nella mia vita.”
Spiegò lui facendosi un po’ più serio e scacciando tutti i miei dubbi sul fatto che non voleva dirmi nulla. Le sue parole mi incuriosivano. Anche io improvvisamente mi ero reso conto che passare la mia vita a combattere non era più la mia sola ragione di vita, che c’era anche altro, che c’era anche lei.
“E dopo che te ne sei reso conto che hai fatto?”
Chiesi curioso di sapere che aveva fatto lui. Ero alla ricerca di buoni consigli e speravo che lui potesse darmeli. Mi sembrava così strano parlare di problemi d’amore e di come conquistare una donna con Rufy. Se qualcuno qualche anno fa me lo avesse detto gli avrei riso in faccia.
“All’inizio mi sono tenuto tutto dentro. Poi dopo l’ennesimo attacco della marina schivato per poco ho deciso che dovevo dirle tutto. Così le ho parlato. Non credere, è stata la cosa più difficile del mondo.”
Mi raccontò lui guardando l’orizzonte. Sembrava ripensasse a qualcosa, forse a quel momento. Non doveva essere stato semplice, specie fare i conti con la paura di essere respinti e delusi.
“E lei?”
Chiesi impaziente di sapere come era andata a finire.
“Mi ha baciato, ha detto che mi avrebbe seguito in capo al mondo e che quando sarei diventato il Re dei Pirati sarebbe stata al mio fianco. La mia Regina..”
Mi raccontò lui sorridendo in modo beato. Tutto quello che desideravo era poter vivere un momento simile anche io con la mia navigatrice. Stringerla tra le braccia e giurarle che nessuno avrebbe più potuto farle nulla. Avevo sempre pensato che i sentimenti come l’amore indeboliscono i guerrieri ma ora stavo ascoltando Rufy, dalle sue parole si capiva che il momento migliore della sua vita era stato scoprire di avere al suo fianco qualcuno che lo avrebbe accompagnato nel realizzare il suo sogno. Sapere di non essere solo, di lottare per qualcuno e non più solo per un sogno o un ideale gli aveva dato più forza, gli aveva permesso di arrivare fino in fondo. Mentalmente ripensai a quando eravamo stati attaccati dalla marina prima di arrivare a Raftel Island. Doveva essere stato Smoker con la spadaccina ad attaccarci se non ricordavo male. Non era possibile, era stato secoli fa!
“Aspetta, stai parlando dell’attacco di Smoker? Ma è stato 7 mesi fa! State insieme da così tanto?”
Chiesi stupito, probabilmente per lo stupore la mia bocca aveva toccato terra. Come diamine avevano fatto a stare insieme per così tanto sfuggendo agli sguardi curiosi e impiccioni della ciurma?
“Siamo stati attenti a non dare nell’occhio.“
Rispose Rufy tranquillo, sembrava divertito dalla mia domanda. Anche io come tutti pensavo fosse una cosa recente, di qualche mese. Non mi aspettavo durasse così tanto. Improvvisamente realizzai anche che probabilmente oltre ai due diretti interessati ero l’unico a saperlo, così come ero l’unico a sapere come si erano messi insieme. Franky, Nami e gli altri avrebbero ucciso per sapere tutti quei particolari. Era una bella sensazione sapere di avere potere su di loro e poterli ricattare ma non lo avrei mai fatto. Il mio amico Rufy mi aveva fatto una confidenza e non volevo tradire la sua fiducia.
“Perché non dirlo alla ciurma? Di cosa avevate paura?”
Chiesi pensieroso. In fondo che male c’era? Ok, la notizia avrebbe suscitato curiosità e reso tutti delle vecchie comari ma in fondo era prevedibile. Non capivo se la loro fosse mancanza di fiducia oppure se c’era qualcos’altro sotto. Qualcosa che non riuscivo a capire.
“Di nulla, solo.. Era perché era fantastico avere qualcosa di solo nostro, da difendere dal mondo, capisci? Trovare del tempo solo per noi lontano da tutto e da tutti. Non che ora che tutti sanno sia meno bello..”
Mi spiego lui guardandomi negli occhi. Le sue parole mi fecero riflettere. Anche io se avessi avuto una storia con Nami l’avrei tenuta il più possibile riservata per non doverla dividere con nessuno. Pensai a Rufy e Robin nascosti in qualche angolo della nave per sfuggire a tutti gli altri. Soli e innamorati. Avrei dato qualsiasi cosa per provare le stesse cose con Nami.
“Capisco. Anche se penso che se Nami ti sentisse ti strozzerebbe.“
Gli feci notare io ripensando alla reazione di poco prima della navigatrice, delusa di non sapere nulla e alla ricerca di notizie fresche.
“Se fosse per lei io e Robin avremmo dovuto raccontarle i dettagli..”
Rispose lui mettendosi a ridere. Conoscendo Nami non doveva essere stato uno scherzo. Probabilmente era andata da loro ed aveva insistito, magari ricattandoli pure. Quando quella ragazza si metteva in testa qualcosa era davvero testarda e determinata.
“Non lo avete fatto?”
Chiesi ironico mettendomi a ridere.
“E non ne ho nemmeno intenzione.. Penso sia ora di dormire ora.”
Disse alla fine Rufy sbadigliando e stiracchiandosi. Lanciò un occhiata furtiva verso la biblioteca e poi sbadigliò ancora.
“Buona notte capitano”
Risposi io prendendo in mano i miei pesi e rimettendomi al lavoro.
“Notte anche a te, lascia stare i pesi e vieni anche tu a dormire..”
Rispose lui andando verso le cabine. La luca nella libreria era ancora accesa, Robin stava lavorando al suo libro. Non potei fare a meno di chiedermi se Rufy sarebbe andato da lei a darle la buona notte prima di dormire. Ancora una volta lo invidiai. Lui poteva andare a dare la buona notte alla donna che amava mentre io ero lì a torturarmi con mille paranoie. Avrei voluto andare anche io da Nami, darle la buona notte con un bacio e sussurrarle che era la mia regina. Mi riscosse dai miei pensieri quando vidi che Rufy era ancora lì in attesa che dessi cenni di vita.
“Finisco questa serie e arrivo.”
Risposi indicando i pesi e mettendomi all’opera. Lui scosse la testa e mi fece un cenno che corrispondeva più o meno a un ci-vediamo-dopo-se-sono-ancora-sveglio.
“Dovresti parlarle, sai? Magari lei non aspetta altro..”
Disse quando arrivò davanti alla porta. Rimasi un secondo zitto, alla ricerca di una risposta ma quando aprì la bocca per rispondere era già sparito nella stanza degli uomini.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
con mio grande piacere sono riuscita a postare questo lungo capitolo a solo una settimana dall'altro. faccio progressi, vero? spero abbiate apprezzato il capitolo e che ci siano stati abbastanza colpi di scena! ora però mi chiedo dove sono finiti tutti quelli che avevano commentato il primo capitolo chiedomi di continuare la storia.. non vi piace più la mia storia? mmm, forse ho sbagliato a continuarla ma cmq ormai sono in ballo e la porto fino in fondo lo stesso. non mi piace lasciare le cose a metà!
come al solito invito tutti a commentare, anche quelli a cui qualcosa non è andato a genio. è dalle critiche che si diventa migliori!
grazie cmq alle 11 persone che hanno la mia storia tra i preferiti e a chi commenta!
GIODAN: grazie per il commento, lo scorso capitolo è stato condizionato da troppi esami. questo è tornato a una lunghezza dignitosa. la coppia Franky/Robin mi piace anche se loro sono molto diversi. in linea di massima per me non ci sono coppie giuste e coppie sbagliate ma coppie giuste per alcune storie e sbagliate per altre. 
MARIE_92: ciao bella! grazie mille per il commento! come vedi anche se sono in vacanza con Ace e Rufy trovo il tempo di postare! rufy è un po' contrariato perchè ho raccontato i dettagli di come si è messo con Robin in pubblico. dice che se Nami li scopre è finito XD! sono contenta che le coppie ti piacciano! XD

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** decisioni a colazione: ancora in città ***


CAPITOLO 5
Decisioni a colazione: ancora in città.

Passai la notte a riflettere sulle parole di Rufy. Aveva ragione lui, dovevo decidermi. In fondo passare tutto il mio tempo a torturarmi e a pensare a lei non era peggio che un rifiuto, o almeno così speravo. Quello stato di confusione mi stava uccidendo lentamente. Dovevo sapere, sia in positivo che in negativo. Ripensai a Rufy e Robin. Non doveva per forza andarmi male. Senza che me ne rendessi conto arrivò l’ora di colazione e mi ritrovai intorno al tavolo senza sapere bene come ci fossi arrivato. Intorno a me tutti sembravano agitati, eccitati ma io non riuscivo a capirne la ragione. O meglio, non me lo ricordavo. Mi sembrava di avere intuito che qualcuno dovesse parlare per organizzare qualcosa ma il mio cervello non riusciva dirmi nulla di più su chi e cosa. Nessuno fece caso alle mie occhiaie o almeno nessuno me lo fece notare. Erano troppo presi da quello che stavano decidendo, tranne Rufy. Lui se ne stava seduto al tavolo a fare colazione come se niente fosse, ben deciso a non smettere di mangiare se non per una buona ragione. I discorsi a lui interessavano poco, così come le decisioni. Di solito lasciava che ci pensassero gli altri. A lui importava solo mangiare, scoprire posti nuovi e combattere. In quel momento l’unica cosa che avrebbe potuto interrompere la sua colazione era un buster call della marina.
“Aprite bene le orecchie”
Disse ad un certo punto Nami, battendo sul tavolo per attirare la nostra attenzione. Tutti si girarono verso di lei in attesa di sentire quello che aveva da dire. Anche io la fissai, tenendomi leggermente in disparte rispetto agli altri. Era al centro dell’attenzione ma sembrava completamente a suo agio. Quella mocciosa adorava essere considerata il leader. Sospirai e appoggiai la testa indietro. In fondo ero innamorato di lei anche per il suo carattere forte e deciso, non solo perché era la donna più bella che avessi mai visto varcare gli oceani.
“Certo bellissima Nami. Tutto quello che vuoi! Sei così bella.. Oh mia Dea!”
Mormorò quello stupido damerino dal sopracciglio con la permanente. Aveva un’espressione più idiota del solito. Non riuscivo a capire se erano le poche ore di sonno a farmelo apparire più stupido o se lo era per davvero.
“Dacci un taglio Sanji!“
Lo zittì Nami senza troppi complimenti, impaziente di arrivare al punto.
“Che facciamo oggi? Andiamo ancora in città, vero? Ieri ci siamo stati molto poco..”
Disse Chopper eccitato. Improvvisamente ricordai. Nami voleva decidere cosa fare oggi e come dividerci per andare in città per evitare di finire come il giorno prima ognuno per i fatti propri. Avevano affrontato il discorso quando non ero ancora riuscito a tornare alla nave, per questo non lo ricordavo bene. Nami si schiarì la voce e poi riprese.
“Le cose a cui pensare sono due. Abbiamo bisogno di rifornimenti e di informazioni.”
Disse Nami scrutando attentamente tutti i presenti.
“Informazioni?”
Chiese Rufy con un’espressione stupita, interessandosi improvvisamente alla conversazione.
“Certo zucca vuota. È la prima volta che arriviamo su quest’isola. Voglio scoprire più cose possibili. Ci saranno molto utili in futuro.”
Gli spiegò Nami sconsolata. Tutto inutile, Rufy non avrebbe mai capito. Nami glielo ripeteva ogni volta che arrivavamo su un‘isola nuova. Sorrisi tra me e me pensando che sicuramente alla prossima isola sarebbe stata la stessa cosa.
“Già, questo paese sembra abbia una storia molto antica.“
Aggiunse Robin con espressione persa nel vuoto. La conoscevo abbastanza per sapere che tutto ciò che riguardava il passato e la storia esercitava su di lei un notevole interesse.
“Sarà, ma la cosa più importante è pensare alle scorte. Abbiamo finito armi e polvere da sparo.”
Fece notare Usup in tono pratico. Sbuffai e mi lasciai cadere su una sedia. Mi annoiavo terribilmente quando iniziavano a fare la lista della spesa. La consideravo una perdita di tempo assurda.
“Abbiamo bisogno anche di legname, corde e cola.”
Aggiunse Franky preoccupato di rimanere senza materiale per le modifiche alla nave. La sua più grande paura era di rimanere senza assi e corde e non sapere come provvedere alla manutenzione di quella che definiva la sua bimba.
“La farmacia di bordo scarseggia. Non ho quasi più bande e cerotti. Vista la velocità con cui i ragazzi si fanno male penso sia il caso di provvedere.”
Disse Chopper fissando me e Rufy. Effettivamente eravamo proprio noi due quelli che si ferivano più spesso, seguiti a breve distanza da Sanji. Avevo perso il conto di tutte le volte che noi tre eravamo andati vicini a lasciarci le penne. Sono convinto che il giorno che ci metteremo a contare tutte le cicatrici che abbiamo collezionato in anni di scontri contro tutti i nemici possibili e immaginari avremo battuto tutti i record. Ovviamente il titolo di sfregiato per eccellenza andava a me, cose che capitano quando si combatte con le spade.
“E poi non dimentichiamo le scorte di cibo e di acqua.”
Concluse Sanji accendendosi una sigaretta.
“Ok, quindi viveri, materiale per riparare la nave, armi e medicinali. Non c’è altro?”
Chiese Nami ricapitolando tutto il necessario. Tutti si misero a pensare che altro poteva servire ma non venne in mente nient’altro a nessuno.
“No mia Dea.”
Rispose Sanji con gli occhi a forma di cuoricino. Era davvero patetico, solo io me ne rendevo conto? Possibile che agli altri non desse nemmeno un po’ fastidio? Come faceva Rufy a sopportare che quel pagliaccio facesse il cascamorto anche con la sua Robin? Se fossi stato al suo posto lo avrei fatto a fettine, ma il capitano era troppo buono con gli amici. La parte peggiore di sé la riservava solo ai nemici più pericolosi.
“Ok, ci penseranno Sanji, Chopper, Franky e Usup. Andrete in città insieme e non vi dividerete, tutto chiaro?”
Chiese Nami minacciosa. Voleva evitare che finisse come il giorno prima. Senza contare che per provvedere a portare alla nave tutto il necessario ci sarebbe stato bisogno che collaborassero.
“Certo.”
Rispose all’unisono Franky, Chopper, Sanji e Usop ubbidienti.
“Veniamo alle informazioni sull’isola. Possiamo pensarci io e Nami. Gli altri ragazzi possono rimanere alla nave. Brook, Rufy, Zoro? Siete d’accordo?”
Chiese ancora Nami passando lo sguardo da Robin a Rufy, ancora alle prese con un biscotto. Robin che stava fissando Rufy distolse lo sguardo alle parole di Nami e annuì.
“Ok, nessun problema. Userò il tempo per comporre una nuova canzone.”
Rispose Brook indicando il suo pianoforte. Quelle parole mi suonarono come una minaccia. Ok, adoravo fare festa e bere come una spugna. Era anche bello avere un musicista per animare le nostre serata e Brook era un grande amico ma odiavo le sue nuove canzoni. Le peggiori erano quelle che scriveva in coppia con Usup anche se la vera tragedia era quando ci si metteva anche il cyborg con i suoi balletti. Franky infatti inventava uno stupido balletto e pretendeva poi che tutti noi lo ballassimo.
“Super, così stasera potremo creare un balletto.”
Disse Franky estasiato dando una pacca sulle spalle dello scheletro. Lanciai un occhiata funerea a Rufy che mi sorrise in rimando, estasiato all’idea del balletto.
“Oh no, le mie dee in città da sole. Se sarete in pericolo accorrerò io a salvarvi..”
Mormorò Sanji inginocchiandosi davanti a Robin che lo guardava divertita. Rufy lasciò perdere il biscotto per qualche secondo e lanciò una brutta occhiata al cuoco. Mi sembro quasi stesse per dire qualcosa ma poi tornò al suo biscotto. Per un attimo avevo seriamente pensato che stesse per tirargli un pugno. Probabilmente ci aveva pensato anche lui ma alla fine si era trattenuto.
“Hai ragione, non ho visto traccia della marina ma potrebbe essere pericoloso. Rufy, Zoro verrete con noi. Brook te la senti di rimanere qui da solo?”
Chiese Nami fissandomi intensamente. Quello sguardo mi disarmò. Non riuscì a dire nulla, così mi limitai ad annuire. Era così strano. Perché aveva scelto me? Voglio dire, perché avesse chiesto a Rufy di venire era ovvio. Ma perché anche io? Forse anche lei nutriva un briciolo di interesse nei miei confronti. Quel pomeriggio sarebbe stata la nostra occasione. Ero deciso più che mai a parlarle. Niente avrebbe potuto fermarmi oggi.
“Sicuro, lavorerò con più calma alla mia canzone.”
Disse Brook sorridendo felice. Allo scheletro non pesava non scendere dalla nave quando arrivavamo in un’isola nuova. Un po’ lo capivo. Non sarebbe piaciuto nemmeno a me dover spiegare ad ogni nuova persona che incontravo perché ero uno scheletro con l’afro.
“Ok, allora è deciso. Ci incontreremo alla nave al tramonto. Siate puntuali!”
Disse minacciosa Nami.
“Guarda che quello che si perde è Zoro!”
Disse Usup offeso. La navigatrice non prese troppo bene quella sua osservazione e prese a rincorrerlo per friggerlo con il suo bastone. Sospirai a fondo guardando Nami rincorrere furibonda Usop. Quello che doveva essere il giorno in cui avrei fatto il discorso più difficile della mia vita iniziava proprio in modo strano.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
e rieccomi con un'altro appuntamento con questa storia. lo so che procede molto piano ma vi prometto che tra poco si entrerà nel vivo della storia, il prossimo capitolo si chiamerà "un isola troppo tranquilla: vecchie e nuove conoscenze
"
spero di avervi incuriosito almeno un po'! nel frattempo ringrazio le 17 persone che hanno la mia storia tra i preferiti e chiunque mi lasci un commento!
SMEMO92: sono contenta che la mia storia ti piaccia. anche a me piace molto Zoro come narratore, in particolare mi piace il suo rapporto con il capitano. si vede che sono molto legati. per quanto riguarda Rufy e Robin, beh.. volevo dare un immagine di un Rufy un po' più grande e maturo, anche se infondo è impossibile. XD!
MAI VALENTINE: ti ringrazio davvero tanto per i commenti che mi hai lasciato in tutti i capitoli! sei stata davvero gentilissima! mi fa piacere che la mia storia ti piaccia! ricevere dei complimenti è sempre un ottimo incentivo ad andare avanti più velocemente!
MARIE_92: eh si! grandissima spiaggia. Ace però è dovuto scappare, dice che ha un appuntamento con Monkey D. Garp (io quello se fa come gli dice Ace lo strozzo!) [scusa per la parentesi Manga ma certe notizie mi sconvolgono..] grazie mille per il commento, eh si! quei due stanno insieme ma Zoro era troppo preso dalla sua navigatrice!!!
GIODAN: grazie mille per il commento e per i consigli. è bello leggere che c'è gente che non se la prende troppo per chi posta sempre in ritardo come me! XD per quanto riguarda la Sunny, prima di scrivere avevo controllato la descrizione della nave su Wikipedia. in pratica c'è la cabina degli uomini al primo piano e quella delle donne al secondo più le varie stanze tra cui la libreria. XD

grazie a chiunque sia arrivato a leggere fino a qui! ci leggiamo presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** un'isola troppo tranquilla: vecchie e nuove conoscenze. ***


!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.01 Transitional//EN">
CAPITOLO 6
Un isola troppo tranquilla: vecchie e nuove conoscenze.

Avevamo lasciato la nave da circa un ora e camminavamo tranquilli per le vie della città. Gli altri erano andati alla ricerca delle provviste e del materiale che mancava. Sanji si era lamentato per la divisione dei gruppi. Quel dannato damerino continuava a ripetere che le ragazze dovevano andare con lui perché lui le avrebbe protette. Che io e Rufy eravano solo due scimmioni e non eravamo all’altezza. Stavo per dirgliene quattro ma Nico Robin mi ha preceduto. L’archeologa è stata semplicemente eccezionale. L’ha guardato in faccia e gli ha detto che era gentile da parte sua ma che si sentiva al sicuro e protetta quando Rufy era con lei. A quel punto il cuoco è diventato livido e non ha più detto nulla. Guardava a terra pensieroso, mi faceva anche un po’ pena. Alla fine lui non è un pervertito come Brook. È solamente dannatamente cavaliere ed incapace di resistere davanti a una donna. Per lui fare il cascamorto con Robin e Nami è una cosa normale. Ha bisogno di tempo per accettare che per la sua salute ora è meglio che la smetta con Robin. Non so fino a quando durerà la pazienza di Rufy. Spero che presto la smetta anche con Nami per paura di mie ripercussioni. Vorrebbe dire che lei è la mia ragazza. Improvvisamente mi venne caldo. L’idea di stare con Nami, poterla baciare e sentirla vicina mi faceva sentire strano. Dovevo trovare il coraggio e parlarle. Nella mia vita avevo affrontato pericoli e avversari ben peggiori, non potevo lasciarmi abbattere. Era mia occasione. Alzai la testa e vidi la navigatrice davanti a me. Era uno spettacolo, come al solito le bastava pochissimo per mettere in risalto la sua bellezza. Improvvisamente le voci di alcuni bambini mi riportarono alla realtà. Decisi di lasciare i miei problemi da parte, almeno per il momento e di tenere gli occhi aperti. Il villaggio era davvero strano. Eravamo nella piazza principale e c’era il mercato. Vidi da lontano Sanji intendo a scegliere delle mele. Le persone ci passavano accanto senza notarci, era davvero insolito. Di solito attiravamo l’attenzione, specialmente quando c’era anche il capitano. Imboccammo una grande via che sembrava portare fuori città. Alla nostra destra e alla nostra sinistra c’era case, botteghe e locande. C’era anche un sacco di gente ma era tutto molto tranquillo. Non c’era nessuno della marina ne tanto meno bande di balordi intenti a combinare guai.
“Non trovate che sia strano?”
Dissi guardandomi intorno sospettoso. O quell’isola era il paradiso per i pirati oppure c’era qualcosa di strano.
“Di che parli Zoro?”
Chiese Robin guardandosi intorno anche lei. Probabilmente stava pensando quello che pensavo io. Anche lei doveva avere notato l’eccessiva tranquillità del posto.
“Beh, quest’isola è veramente tranquilla. Troppo tranquilla, non vi pare?”
Gli feci notare io. Poco lontano da noi c’era una fontana e dei bambini stavano riempiendo dei secchi d’acqua. Possibile che nessuno si fosse accorto che eravamo pirati, che eravamo i pirati di cappello di paglia? Normalmente ovunque andiamo tutti cercano di catturarci per riscattare le nostre taglie. Era strano tutto quel disinteresse verso di noi.
“Già è una noia!”
Commentò Rufy guardandosi intorno insofferente. Non riusciva a sopportare la calma. Il nostro capitano era fatto per combattere. Vidi Robin prendergli una mano e strizzargli l’occhio. Rufy smise all’instante di lamentarsi. Quella donna esercitava davvero un notevole potere e un grande controllo su di Rufy.
“Si può sapere che c’è di male se per una volta non ci imbattiamo in nessun guaio?”
Chiese Nami fulminando con lo sguardo il capitano.  
“Nessuno, ma comunque è strano.”
Ripetei io guardandomi intorno. Mi chiedevo se quella calma fosse reale o fosse in realtà una trappola. Non sarebbe stata la prima volta che rischiavamo di lasciarci le penne in un’isola che all’apparenza sembrava un vero paradiso. L’elenco di tutte le volte che eravamo quasi morti o stati catturati dalla marina era decisamente lungo.
“Vorrà dire che terremo gli occhi aperti.”
Concluse l’archeologa mettendo fine a quella piccola discussione.
“Dove stiamo andando?”
Chiese Rufy curioso. L’insofferenza di prima aveva lasciato posto a una curiosità senza limiti. Era proprio incorreggibile. Ci stavamo dirigendo sempre più fuori dal villaggio.
“Fuori città.”
Rispose Nami guardandosi intorno per trovare la strada giusta.
“E perché? “
Chiese ancora il capitano sempre più curioso seguendo la navigatrice che si stava inoltrando in un boschetto.
“Si può sapere perché non mi ascolti quando parlo? Dobbiamo raccogliere informazioni sull’isola. Io voglio prendere appunti per disegnarla e Robin vedere se ci sono siti archeologici.”
Spiegò Nami decisamente spazientita.
“Pensavo volessi anche chiedere informazioni a qualche abitante dell’isola.”
Dissi io, cosciente che stavo giocando con il fuoco. La ragazza sembrava infastidita, più dal fatto che non trovava la strada che dal capitano. Era abituata alle domande di Rufy, lo conosceva da troppo per arrabbiarsi per così poco.
“Lo abbiamo già fatto ieri. Sono stata in un paio di negozi e ho recuperato alcune cartine del posto.”
Mi spiegò Nami indicando dei pezzi di carta che sporgevano dall’enorme zaino che mi aveva ordinato di portare appena scesi dalla nave. Era pesantissimo, doveva contenere tutti gli strumenti che usava per le sue misurazioni.
“Io invece mi sono informata con il gestore di un museo. C’è un sito archeologico dall’altra parte dell’isola.”
Disse Robin indicando una collina che svettava tra le altre lasciando intravedere qualcosa di bianco. Dovevano essere le rovine di cui parlava l’archeologa.
“Ci stiamo dirigendo li quindi?”
Chiesi io guardando le due ragazze. La collina in questione era dall’altra parte dell’isola. Mi sembrava quasi impossibile che ci fosse qualcuno in grado di andarci senza perdersi. Io di sicuro non ne sarei stato capace.
“Si, una volta arrivati ci divideremo. Io andrò alla rovine e Nami a prendere gli appunti che gli servono su una collina vicina.”
Mi rispose Robin, spiegandomi come ci saremmo organizzati. Sospettavo che quella divisione fosse dettata anche da altri motivi di carattere più personale ma tenni quella considerazione per me.
“Esattamente! Uno di noi andrà con Robin e l’altro verrà come me.”
Disse Nami in tono pratico con un sorriso che le attraversava il volto. Sicuramente prevedeva di sfruttare e dare ordini al poveretto che sarebbe dovuto andare con lei. Una voce dentro di me mi urlava che ero un pazzo suicida ma sarei stato contento di essere io quel poveretto. Io e lei soli per un pomeriggio su una collina senza nessuno scocciatore intorno. Era l’occasione giusta per parlarle dei miei sentimenti o almeno provare a farle capire qualcosa. E poi non sarebbe stato bello dividere Rufy e Robin.
“Bene, allora Zoro verrà con te.”
Disse Rufy deciso. Fissai il capitano per un po’ chiedendomi se lo avesse detto per fare un favore a me o per stare solo con la sua bella. In entrambi i casi non gli doveva essere pesato molto, specie a giudicare dal sorriso che gli si era dipinto sul volto. Mi chiesi che gli stava passando per la testa per poi arrivare alla conclusione che non lo volevo sapere.
“Eh per quale ragione?”
Chiese Nami con un pizzico di malizia.
“Beh perché voglio stare con la mia Robin è ovvio.”
Rispose il capitano con semplicità lasciando Nami di stucco. Non si aspettava da lui che fosse così diretto. Io sorrisi, in fondo io mi aspettavo una risposta del genere da lui. Non aveva nessun segreto con la sua ciurma, specie con me e con Nami. Certo, a parte quelli più intimi che riguardavano lui e Robin ma in fondo quello era normale.
“La tua Robin? Va bene, io andrò con Zoro.”
Rispose Nami confusa dalla risposta di Rufy, non si aspettava dicesse una cosa del genere. Non aveva pronta nessuna risposta. Si vedeva che le scocciava essere presa impreparata. Robin invece rideva come una bambina. Più la guardavo e più di stupivo da quanto fosse cambiata nel corso degli anni. Il governo mondiale era solo un brutto ricordo.
“Ci vediamo al villaggio. Ricordate che l’appuntamento con gli altri è davanti alla nave.”
Ricordò Robin salutandoci con alcune mani che aveva fatto fiorire da un tronco.
“Cercate di essere puntuali..”
Disse Nami maliziosa. Di nuovo mi stupì nel vedere che i due non avevano avuto nessun tipo di reazione, non erano nemmeno arrossiti. Rufy aveva anche fatto una boccaccia a Nami.
Io e Nami continuammo per il sentiero, Nami voleva trovare il posto migliore per fare le sue rilevazioni. La seguì senza protestare fino a che non arrivammo su una collina di media altezza. Nel punto in cui eravamo c’era una specie di terrazza naturale che dava sull’oceano. La navigatrice si mise subito al lavoro con i suoi strumenti strani. Io mi ero seduto e la guardavo incantato mentre lavorava. Non so quanto tempo rimasi a guardarla, ad un certo punto la sua voce mi riportò alla realtà.
“Wow, non ti sei addormentato?”
Mi chiese Nami dopo aver finito di prendere i suoi appunti fissandomi intensamente. C’era qualcosa di strano e di nuovo nel suo sguardo. Era come se mi avesse davanti per la prima volta.
“Lo trovi così incredibile?”
Chiesi io fissandola intensamente a mia volta.
“Onestamente si! Dai.. Non te la prendere! Ti va un mandarino?”
Offrì lei, prendendo uno dei suoi preziosi mandarini dal suo zaino e offrendomelo. Lo fissai incerto per un po’ prima di prenderlo. Nami non li offriva mai a nessuno, erano il suo tesoro. Mi chiesi se dovevo interpretarlo come un buon segno oppure se preoccuparmi perché me lo avrebbe messo in conto.
“Grazie, hai intenzione di mettermelo in conto?”
Chiesi io sorridendo e iniziando a sbucciarlo. L’odore che si diffuse nell’aria era lo stesso che avevo sentito così tante volte sulla pelle di Nami passandole accanto.
“No, in fondo tu stai facendomi la guardia del corpo. Penso che tu te lo meriti..”
Rispose lei spiazzandomi. Quella sua frase mi aveva confuso, me lo meritavo perché ero stato la sua guardia del corpo o me lo stava offrendo per qualche altra ragione?
“Me lo merito solo per questo?”
Buttai lì. Nella mia mente vorticavano mille pensieri. Una vocina si chiedeva se avesse fatto lo stesso anche con un altro della ciurma.
“Beh, No. Certo che No..”
Disse lei confusa. Si guardò intorno, incapace di dire altro. Il mio cuore saltò numerosi battiti. Che intendeva dire con quel “certo che no”?
Rimasi imbambolato a riflettere su quelle parole mentre lei si avvicinò a me.
“Sai che è veramente bello qui? La vista è eccezionale.”
Aggiunse dopo un po’ fissando l‘oceano.
“Se vuoi possiamo stare ancora un po’ qui.”
Proposi io, avvicinandomi alla sue spalle facendo piano. Non volevo spaventarla.
“Ma non arriveremo tardi?”
Chiese Nami buttando la testa all’indietro e appoggiandosi contro di me. Per qualche secondo rimasi immobile poi presi coraggio e appoggia le mani intorno alla sua vita. Mi aspettavo reagisse con qualche pugno come faceva con il cuoco ma lei mi lasciò fare. Sospirò e si accoccolò ancora di più contro di me, appoggiando le sue mani sulle mie.
“Cosa importa, a me basta stare qui con te.”
Dissi io raccogliendo tutto il coraggio che possedevo. Lei per un po’ non rispose. Lentamente si girò verso di me ma ad un certo punto la sua attenzione fu attirata da qualcosa. Sbiancò all’improvviso.
“Guarda laggiù, nel porto!”
Disse Nami dopo un po’, indicandomi il porto. Guardai dove mi indicava e capì le sue preoccupazioni.
“Accidenti quella è la nave di Smoker! Ma quello non si arrende mai?”
Dissi io deluso per quell’interruzione. Dannato Smoker, riusciva a scegliere sempre i momenti peggiori per attaccare.
“Penso proprio di no! Non penso si sia accorto della nostra presenza. La nostra nave è nascosta. Speriamo che Rufy non ne combini qualcuna delle sue.”
Disse Nami assumendo un’aria preoccupata.
“È meglio tornare.”
Proposi io raccogliendo le mie spade e lo zaino di Nami. Ero deluso da quell’interruzione ma sapevo anche che era inutile restare lì. L’atmosfera era stata rovinata per non parlare del fatto che bisognava avvertire gli altri prima che andassero a sbattere contro la marina.
Attraversammo il bosco il silenzio, a poca distanza l’uno dall’altra. Nami sembrava persa nei suoi pensieri. Avrei voluto sapere a che pensava, cosa le era passato per la testa prima sulla terrazza ma tutte quelle domande mi morirono in gola.
“Comunque è stato un bel pomeriggio.”
Disse Nami dopo un po’ che camminavamo verso la nostra nave. Stavamo attraversando il villaggio. Quella sua frase aveva interrotto il silenzio che c’era tra noi due. Nami stava sorridendo.
“Lo pensi davvero?”
Chiesi stupito di sentirle dire una cosa del genere. Forse Rufy aveva ragione, avevo sul serio qualche speranza.
“Certo!”
Confermò lei con un bellissimo sorriso dipinto sul volto. Mi sentì le gambe diventare molli, quel sorriso era bellissimo. Mi avvicinai e le presi la mano. Nami si sorprese per quel contatto improvviso ma ricambiò la stretta guardandomi dritto negli occhi. Ad un certo punto sentì una voce familiare provenire da poco lontano.
“Nasconditi!”
Dissi ad un tratto, trascinandola dietro alcuni barili.
“Perché?”
Chiese Nami confusa.
“Tashigi. È laggiù, se ci vede è finita.”
Le dissi indicando la spadaccina che accompagnava Smoker. Quella donna era fissata nel cercare di catturare me almeno quanto il suo capo era fissato nel catturare Rufy. Dannazione, non potevano trovarsi un hobby?
“Che noia quella spadaccina. Mi spieghi perché c’è l’ha con te? Ti cerca sempre.. “
Chiese Nami infastidita dalla presenza della ragazza. La sua voce suonò strana e nei suoi occhi vidi lampeggiare un lampo d’odio.
“Non ne ho idea.”
Risposi io scuotendo la testa. Avrei fatto volentieri a meno di incontrare quella seccatrice in ogni isola ma non dipendeva da me.
“Scusate avete visto per caso questo ricercato? È uno spadaccino che va in giro con tre spade!”
Disse la ragazza ad un negoziante. Il negoziante scosse la testa e tornò ad occuparsi dei fatti suoi. Quelle parole fecero infuriare ancora di più Nami.
“Eddai guarda, è fissata. “
Sbottò ancora lei. Sembrava quasi gelosa, era incredibile. Nami gelosa di me?
“È un marine, è normale che cerchi di catturarci.“
Cercai di farla ragionare io. Tentativo inutile.
“Lei però cerca di catturare solo te!“
Protesto Nami risentita.
“Accidenti viene verso di noi.”
Esclamai io guardandomi attorno per trovare una via di fuga prima che fosse troppo tardi.
“Tranquilli, ci pensiamo noi.”
Disse una voce alla nostre spalle. Mi voltai e mi trovai di fronte uno strano tizio dai capelli blu. Indossava una specie di mantello ed era accompagnato da un altro uomo con i capelli più lunghi e biondi.
“Voi chi siete? Della marina? Cacciatori di taglie? Del governo? Pirati?”
Chiese Nami in tono frenetico che tradiva la sua agitazione. Nei suoi occhi per qualche secondo lessi il panico, poi la decisione. Era pronta a combattere se necessario.
“Quante domande, aspettate qui.”
Rispose l’altro tizio allontanandosi con il primo. Si avvicinò a Taschini e le disse qualcosa. Questa sembrò pensarci per qualche istante poi annuì e se ne andò.
“Ecco fatto, è andata via.”
Disse il primo tizio tornando verso di noi.
“Come avete fatto?”
Chiesi loro stupefatto. Mi chiedevo chi fossero e perché ci avessero aiutato. Erano dei tipi veramente strani. Non sembravano né pirati  né cacciatori di taglie.
“Ho detto loro che avevo visto il tuo amico su un’isola poco distante da qui.”
Rispose uno dei due a Nami.
“Grazie per l’aiuto.“
Disse Nami in risposta
“Non ringraziateci..”
Rispose l’uomo misterioso scomparendo tra la folla.
Io e Nami ci guardammo per qualche istante, poi alzammo le spalle. Era meglio tornare subito alla nave dagli altri.
Ci ritrovammo tutti davanti alla nostra nave. Gli altri erano tutti lì, mancavano solo Rufy e Robin ma Nami non fece nessuna battuta. Era troppo preoccupata. Dopo qualche minuto gli ultimi due dispersi arrivarono e tornammo sulla nave. Solo allora notammo che la nostra non era più l’unica nave ancorata. Alla sua destra c’era un galeone e alla sua sinistra una vecchia conoscenza, la nave di Foxi. Sicuramente cercavano l’ennesima vendetta contro di noi. Ormai non tenevamo più il conto delle volte che li avevamo affrontati e sconfitti. Era il galeone ad attirare la nostra attenzione. Era enorme. Al suo fianco la nostra nave sembrava minuscola. Sopra di esso si muovevano delle facce che mi sembrava di conoscere. Certo, si trattava delle persone che avevamo incontrato in città poco prima. Niente di preoccupante, sembrava gente a posto anche se parecchio strani.

ANGOLO DELL'AUTRICE
grazie mille per non avermi abbandonata e grazie alle 23 persone che tengono la mia storia tra i preferiti. spero di non avervi deluso con il capitolo nuovo! nel prox capitolo la storia entrerà nel vivo dell'azione. non vi anticipo nient'altro.
grazie mille a tutti quelli che hanno commentato!
GIODAN: grazie mille! sono felicissima di sapere che pensi che la mia storia non sia banale! che ne pensi di questo capitolo?
FRA_CHAN: grazie mille per il commento, sono contenta che ti piaccia la mia storia e il fatto che è narrata da Zoro in prima persona. diciamo che è un modo per rendere la storia più interessante e meno banale!
MAI VALENTINE: ora poi sono entrata nel vivo, diciamo che da adesso in poi il tutto si farà più frenetico e anche per me è decisamente un piacere scriverla! prima che bella da leggere una storia deve essere anche bella da scrivere per il suo autore, no? XD
SMEMO92: grazie per il commento! per un attimo anche io ho avuto la tentazione di fare reagire Rufy ma poi ho cambiato idea. alla fine oltre che il ragazzo di Robin è anche il capitano e deve mantenere l'ordine e l'armonia sulla sua nave. come vedi Zoro non è riuscito a fare nessun discorso ma diciamo che i suoi gesti sono stati abbastanza chiari, almeno spero.
MARIE_92: grazie mille per il commento! spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
DESME: grazie mille per il commento! spero che questo capitolo non sia stato una delusione.
NICOROBIN92: grazie mille per il commento e per i complimenti. in effetti non è sempre facile scrivere in prima persona. devo rileggere tante volte perchè capita che un lui riferito a Zoro ce lo mettoXD! mi fa anche molto piacere le coppie ti piacciano e che abbia notato che il capitano è cresciuto almeno un po' (anche se in fondo è sempre lo stesso)XD spero che questo capitolo ti sia piaciuto!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** ancora contro Foxi: il vero pericolo di rivela. ***


CAPITOLO 7
Ancora contro foxi: il vero pericolo si rivela.


La nostra nave scompariva al fianco di quel grande galeone. Sul ponte si muovevano moltissime persone, almeno un centinaio o forse anche di più. Sembravano indaffarati e avevano uno sguardo strano. Tra loro distinsi chiaramente il tizio con i capelli blu e  il biondo con la coda. Anche gli altri stavano guardando il galeone incuriositi e vigili.
“Accidenti ancora quei due!”
Mormorò Nami preoccupata guardando i due uomini muoversi sul galeone. Non potevo darle torto, non sapevamo nulla di quei due. Potevano essere cacciatori di pirati e volere la nostra testa. Non sembravano pirati, sul loro albero maestro non vi era nessuna bandiera.
“Questa volte non sono da soli. Quel galeone è gigantesco!”
Feci notare io cercando di capire qualcosa di più sulla nave che avevo di fronte. La osservai attentamente cercando un indizio che mi dicesse qualcosa di loro ma non trovai nulla. Era un galeone del tutto anonimo, fatta eccezione per le dimensioni decisamente fuori dal comune.
“Conoscete i tizi che sono su quella nave?”
Chiese Robin passando lo sguardo da me a Nami. Gli altri ci fissavano in silenzio, solo Usop tremava. Quel dannato cecchino aveva paura di ogni minima cosa. Dopo tutto non era detto che quei tipi fossero pericolosi. Forse gli stavamo simpatici e non avevano cattive intenzioni. Certo, sarebbe stata la prima volta che capitava una cosa del genere. Di solito quando incontravamo qualcuno di strano e misterioso questi si rivelava un nemico deciso a riscattare la taglia sulle nostre teste.
“Ci hanno aiutati con quelli della marina. Smoker è arrivato sull’isola.”
Disse Nami spiegando  brevemente come erano andate le cose. Notai che si guardava intorno in modo frenetico, controllando l’orizzonte e la direzione del vento in modo da essere pronti per un’eventuale fuga improvvisa.
“Ancora il marine fumoso? Che noia!”
Borbottò Rufy scocciato e annoiato. Ovunque andavamo la marina ci dava la caccia ma con Smoker era diverso. Sembrava fossimo diventati la sua ragione di vita. O meglio, Rufy lo era. Io tutta via ero l’ossessione di quella ragazza che lo accompagnava ovunque. Combattere contro di lei era divertente, mi ricordava la mia amica di infanzia a cui avevo promesso di diventare il miglior spadaccino del mondo e poi se la cavava decisamente bene con la spada. Ultimamente però stava capitando troppo spesso, cominciavo a stancarmi. Esattamente come il mio capitano pensavo che sarebbe stato bello combattere contro qualcuno di diverso, tanto per cambiare un po’.
“Brutto marino vuoi dirci chi sono quei tizi?”
Chiese Sanji arrabbiato. Lo guardai male e impugnai le spade. Chi si credeva di essere per parlarmi in quel modo?
“E io che ne so sopracciglio a spirale!”
Risposi io, preparandomi ad attaccarlo prima che potesse farlo lui.
“Hai appena detto che ti hanno dato una mano!”
Disse ancora lui, dando inizio a un’altra delle nostre litigate sotto lo sguardo dei nostri compagni. Brook, Rufy e Franky facevano il tifo, incoraggiando a turno me o il cuoco. Chopper ci fissava preoccupato, pensando che poi sarebbe toccato a lui rimetterci in sesto. Nami e Robin parlavano tra loro, cercando di ignorarci. Usop invece scrutava preoccupato l’orizzonte, sembrava quasi cercasse qualcosa.
“Non si sono presentati!”
Risposi io ringhiando con fare minaccioso.
“Eh, ragazzi.. Abbiamo un altro problema.”
Disse Usop richiamando l’attenzione di tutta la ciurma.
“Che vuoi?”
Ringhiai io, indispettito per l’interruzione. Quando discutevo con Sanji solo Nami poteva interromperci.
“Foxi!”
Disse Chopper indicando l’altra nave. Sembrava stessero preparandosi per fare qualcosa. Probabilmente l’ennesimo attacco.
“Che noia!”
Borbottò ancora Rufy. Come svolta dalla monotonia degli attacchi di Smoker Foxi non era un gran che. Effettivamente ci eravamo dimenticati di lui. Anzi, non lo avevamo proprio considerato.
“Capo, non sembra abbiano paura di noi.”
Osservò uno degli uomini di Foxi, attirando l’attenzione del suo capitano. Foxi sembrò non sentirlo. Era visibilmente indispettito dal nostro disinteresse. Che potevamo farci se Foxi e la sua banda anziché metterci paura ci facevano venire sonno?
“Già, non ci stanno nemmeno guardando!”
Confermò l’altro scagnozzo di Foxi. A quelle parole il capitano divenne triste e cadde dalla polena della nave. Si poteva essere più imbecilli di lui?
“Non temete, tra poco tremeranno di fronte al potere della ciurma di Foxi!”
Disse in tono trionfale il capitano Foxi, rialzandosi e ritrovando il suo entusiasmo.
“Se lo dici tu..”
Disse Franky guardando di traverso Foxi e la sua nave.
“Come ti permetti ragazzino?”
Ribatte Foxi diventando rosso per la rabbia. Non sopportava di non essere preso sul serio.
“Ma questi chi sono? Amici vostri?”
Chiese Brook curioso. Né lui né Franky avevano mai incontrato Foxi e quindi non sapevano chi fosse.
“Diciamo vecchie conoscenze.. “
Spiegai velocemente io senza soffermarmi in troppi particolari. Non valeva la pena dire altro su quel branco di buffoni. Gli avevamo già raccontato qualcosa tempo prima durante una discussione sui nemici che avevamo affrontato e vinto. Franky ci aveva chiesto chi fossero i nemici più scarsi e ridicoli che avessimo mai incontrato e la pole position era andata alla ciurma di Foxi.
“Che vogliono da noi?”
Chiese ancora Franky curioso e scocciato per l’interruzione allo stesso tempo. Probabilmente si chiedeva perché dei tizi così scarsi ci attaccassero credendo anche di poterci battere. Effettivamente la cosa incuriosiva parecchio anche me, solo che il mistero del galeone era più importante di capire come funzionasse la mente di quel pazzo di Foxi.
“Sfidarvi! Ti porterò via tutti i membri della tua ciurma cappello di paglia.”
Urlò Foxi in direzione di Rufy confare minaccioso.
“Che noia! “
Rispose il nostro capitano sbadigliando.
“Ma tu cambiare battuta ogni tanto?”
Gli fece eco Usop con fare coraggioso. Persino lui, di solito terrorizzato da ogni cosa non aveva la minima paura.
“Non stanno per nulla tremando di paura, capo.”
Fece notare ancora l’uomo di fianco a  Foxi che non sembrò prenderla troppo bene. Non riusciva proprio a sopportare che la gente non tremasse di paura vedendolo.
“Non potete! Dovete accettare la nostra sfida!”
Ribatte lui, insistente. Sembrava un bambino che voleva a tutti i costi le caramelle.
“Ti ho già detto che non ho voglia. Torna un altro giorno.”
Ripete Rufy senza scomporsi per poi girarsi e dargli le spalle.
“Brutto ragazzino impertinente! Non sarà così semplice liberarti di me.”
Urlò ancora Foxi.
“Certo che sono proprio noiosi!”
Osservò Brook scuotendo la testa.
“Già, dicevamo su quel galeone?”
Disse Robin riportando la nostra attenzione sul discorso di poco prima.
“Che non sappiamo nulla di loro. Tranne che due che sono su quella nave ci hanno aiutato a fuggire dalla marina.“
Dissi io fissando ancora la nave. I due tizi che avevamo incontrato in città stavano parlando con un uomo grosso almeno il doppio di loro. Doveva essere il loro capitano. Fatta eccezione di loro tre i resto delle persone a bordo sembravano deboli, addirittura spaventate dai loro stessi compagni. Era molto strano, c’era qualcosa che mi sfuggiva. Forse si trattava di schiavi o di persone obbligate con la forza a seguirli.
“Potrebbero essere pirati o cacciatori di taglie. Pensate siano pericolosi?”
Disse Robin pensierosa osservando la nave. Sembrava stesse riflettendo su qualcosa. Forse anche a lei non tornava qualcosa, esattamente come a me.
“Non lo so. Certo devono odiare la marina.”
Risposi io chiedendomi per quale ragione ci avessero aiutato. Sicuramente sapevano chi eravamo, perché darci una mano e sparire senza nemmeno presentarsi o dare spiegazioni?
Non sembravano dei tipi raccomandabili ma perché non ci avevano ancora attaccato? Dovevano essere ore che erano attraccati di fianco alla nostra nave, era davvero strana quell’attesa.
“A proposito della marina..”
Cominciò Usop con una nota di preoccupazione della voce, sempre fissando l’orizzonte.
“Che altro c’è Usop?”
Chiese Sanji spazientito dall’interruzione del cecchino.
“Penso si stia avvicinando.”
Rispose il ragazzo indicando delle navi in lontananza. Erano almeno una decina e mi sembrava di vederne ancora in lontananza, dovevano aver chiamato i rinforzi.
“Dannazione sono loro! C’e anche Smoker e la spadaccina..”
Urlò Chopper indicando una delle navi.
“Che barba! Io odio quella dannata donna..”
Sibilò Nami, visibilmente agitata. Non sopportava proprio Tashigi, chissà per quale strana ragione. Dopo tutto a lei la spadaccina non aveva mai fatto nulla.
“Calma Nami. Piuttosto, che facciamo?”
Chiese Robin sospirando.
“Direi che è il caso di togliere le tende.”
Osservò Nami, recuperando la sua lucidità. Quelle navi erano veramente tante, affondarle tutte sarebbe stata una scocciatura infinita e avrebbe richiesto tempo. Certo, non si trattava di navi particolarmente forti ma erano comunque tante.
“Ma il galeone misterioso? Potrebbero essere pericolosi..”
Osservò Brook tornando a fissarlo. Quella nave era davvero un mistero, persino per uno scheletro con l’afro.
“Una ragione in più per andarcene prima che sorgano problemi.”
Rispose Nami, decisa a evitare scontri una volta tanto. Non era detto che avessero brutte intenzioni ma era meglio non rischiare, non con la marina così vicina. Mancava solo che Smoker contattasse un ammiraglio e ci lanciassero contro un Buster Call.
“Dove credete di andare? Non avete sentito quello che ho detto?”
Urlò Foxi, ricordandoci improvvisamente la sua presenza. Dannazione, possibile che quel babbeo non capisse che non avevano speranze contro di noi? Quasi sicuramente non si era accorto che la marina si stava avvicinando.
“Oh già! Ci siamo dimenticati quei tizi ridicoli!”
Disse Sanji accendendosi una sigaretta scocciato.
“Come ti permetti!”
Rispose Foxi indispettito e offeso dalle parole del biondo.
“Che facciamo capitano?”
Chiese Franky guardando Rufy. Mi voltai prima verso il cyborg e poi verso il capitano. Nei suoi occhi lessi la sua risposta ancora prima che Rufy parlasse e sorrisi.
“Affrontiamo Foxi e poi scappiamo prima che arrivi la marina. “
Rispose il capitano dopo aver lanciato un occhiata alla navi della marina. Si stavano avvicinando ma erano ancora abbastanza lontane. C’era abbastanza tempo per mettere fuori combattimento Foxi e scappare.
“Non ci vorrà molto a sistemare quei pagliacci.”
Osservò Sanji aspirando a fondo.
“Avevo giusto bisogno di fare un po’ di movimento!”
Aggiunsi io divertito. Quei buffoni se l’erano proprio cercata.
“Beh, vedete di muovervi.”
Disse Usop riparandosi dietro a Franky. Lo guardai e sul suo volto lessi la speranza di non dover combattere.
“Non ti preoccupare. Questione di un attimo.”
Risposi io sicuro, sarebbero bastati pochi minuti.
“Per una volta testa d’alga ha ragione. Bastiamo noi tre. Voi pensate a preparare la nave per la partenza.”
Aggiunse Sanji preparandosi a dare a quegli scocciatori una lezione memorabile.
Non demmo loro il tempo di attaccare la nostra nave, in pochi secondi fummo sul galeone di Foxi. La nostra mossa li colse di sorpresa e li gettò nel panico. Foxi tentò la sua mossa bloccante contro Rufy ma lui la schivò con tranquillità. Probabilmente si aspettava una mossa del genere. Foxi non si diede per vinto e lanciò un altro attacco contro il capitano. Questa volta Rufy non lo schivò ma lasciò che colpisse uno specchio che teneva tra le mani. Il colpo di Foxi si riflesse sullo specchio e lo colpì in pieno. Che babbeo, Rufy lo fregava sempre allo stesso modo. Con il suo solito sorriso sulle labbra il capitano lanciò un paio di colpi precisi contro il suo avversario e poi si fermò per aspettare che facessero il loro effetto. Nel frattempo io e Sanji avevamo sistemato gli altri. Avevano tentato una debole difesa ma con scarsi risultati. Come se bastasse qualche colpo di pistola per fermare la mia furia e quella del cuoco.
“Ecco fatto. Possiamo andare..”
Disse il cuoco dopo aver sistemato l’ultimo scocciatore. Come previsto erano bastati poco più di dieci minuti. Senza dire altro tornammo alla nave, dove ci aspettavano gli altri. Non c’era tempo da perdere, dovevamo andarcene.
“Bene.. Zoro! Sei ferito..”
Disse Nami fissando il mio braccio sinistro che sanguinava. Uno degli uomini di Foxi mi aveva colpito di striscio con un colpo di pistola.
“Non è niente.. Solo un graffio.”
Risposi io cercando di tranquillizzarla. In fondo non era nulla di grave, anzi. Era solamente un taglietto.
“Vuoi che ti medichi?”
Si offrì Chopper preoccupato.
“Non c’è bisogno.”
Risposi io sicuro. Non mi ero nemmeno accorto subito che mi aveva ferito, la mira di quel babbeo doveva essere davvero pessima.
“Giusto, tu pensa al timone Chopper. Ci posso pensare io.”
Disse Nami decisa, avanzando verso di me. Doveva avere dato indicazioni a tutti perché ognuno correva da qualche parte facendo qualcosa. Quella ragazza dettava legge sulla nostra nave a volte. Era in grado di governare la Sunny fuori da ogni situazione e prevedere tempeste e cambi climatici come nessun altro navigatore in tutto il grande blu sapeva fare.
“Dai Nami non c’è bisogno.”
Obbiettai io. Non era il caso di preoccuparsi così tanto per un graffietto superficiale.
“Non dire sciocchezze. Devi essere in perfetta forma o non riuscirai a difendere la nave. È il tuo compito, no?”
Rispose lei trascinandomi sotto coperta. La lasciai fare. Sapevo bene che quando Nami si metteva qualcosa in testa non c’era verso di farle cambiare idea. Era terribilmente testarda.
“Ti preoccupi troppo.”
Risposi io sorridendo, mettendomi seduto dove mi aveva indicato lei.
“Forse hai ragione. Sai, mi dispiace..”
Disse lei disinfettando il mio braccio. Il suo tocco era delicato e gentile, quasi avesse paura di ferirmi con quel pezzo di cotone che teneva in mano.
“Ma non è nulla, davvero.”
Dissi io, stranito da tante attenzioni. Non che la cosa mi dispiacesse, anzi. Era un sogno essere solo con lei che si prendeva cura di me. Era anche un ottima occasione per parlarle.
“Non per il graffio, per oggi..”
Rispose lei mettendomi un cerotto con la stessa cura con cui poco prima mi aveva disinfettato la ferita.
“Oggi?”
Chiesi io confuso, guardandola armeggiare con il mio braccio. Era piacevole sentire il suo tocco delicato sul mio braccio. Le sue mani erano calde e morbide. Improvvisamente realizzai che sarebbe stato bello ferirsi ancora solo per essere curato da lei.
“Avrei voluto che la marina non ci interrompesse.“
Disse lei guardandomi negli occhi. Ricambiai il suo sguardo. Il mondo intorno a noi scomparve. In quella stanza, su quella nave, nell’oceano c’eravamo solo io e lei. Tutto il resto era sparito, scomparso.
“Anche io. C’era qualcosa che volevo dirti.”
Cominciai io insicuro. Non sapevo da che parte cominciare e che parole usare. Sapevo solo che dovevo dirle tutto. Non aveva senso aspettare ancora. Qualcosa dentro di me mi diceva che era il momento giusto, che non ce ne sarebbe stato un altro migliore.
“Era importante?”
Chiese lei senza staccare il suo sguardo da me, quasi avesse paura a interrompere quel contatto visivo.
“Beh si.. Ma non sono bravo con le parole.”
Dissi io impacciato. Era così dannatamente difficile. Da che parte dovevo iniziare? Come dirle dei miei sentimenti senza sembrare stupito e banale?
“A volte un gesto vale più di mille parole.”
Rispose lei sorridendomi. Sembrava stesse incoraggiandomi ad andare avanti.
“Un gesto dici? Che ne pensi di un bacio..”
Dissi io senza pensarci prima di baciarla. Le mie labbra si persero nelle sue. Potevo finalmente assaporare il suo profumo, sentirla mia. In quel bacio misi tutto il mio amore e tutti i sentimenti che provavo per lei. Quel bacio valeva per tutte le parole che mi ero sempre tenuto dentro, per tutte le notti che avevo passato insonni a pensarla, per tutte le volte che mi ero perso a fissarla di nascosto.
“Oh Zoro..“
Sospirò lei ansimando. Potevo ancora sentire il suo sapore. Quell’intensa fragranza di mandarino che la distingueva da qualsiasi altra donna. Per quanto avevo sognato quel momento? Improvvisamente la paura mi assalì. I dubbi si fecero strada. La paura di essere rifiutato. Di rimanere solo, senza il suo amore, incompleto e destinato all’infelicità eterna.
“Mi dispiace. Penso di avere rovinato tutto.”
Dissi io insicuro e impacciato.
“Zitto scemo!”
Rispose lei buttandomi le braccia al collo e baciandomi ancora. Il quel momento capì che lei era mia. Lo spadaccino e la navigatrice. Non era più un sogno, era la realtà. L’incontro di due anime che non potevano vivere separate, che non potevano sognare altro che le completasse. Il tempo sembro fermarsi permettendoci di vivere la nostra favola. Mi sentivo come mai prima d’ora. Nemmeno battere l’uomo dagli occhi di falco e diventare lo spadaccino più forte del mondo mi aveva dato tanta gioia. Furono delle esplosioni a interrompere quel bellissimo sogno. Come al solito c’era qualche scocciatore, probabilmente la marina. Dannazione, ci aveva interrotto ancora. Due volte in un giorno solo! La rabbia e la tentazione di affondare tutte le loro navi si fece strada dentro di me e dovetti lottare con me stesso per placare quell’istinto.
“Dannazione! Deve essere la marina. Sta arrivando!”
Dissi io dirigendomi verso il ponte seguito da Nami. Anche lei era decisamente arrabbiata e spaventata per l’attacco allo stesso tempo.
“Rufy che sta succedendo? È la marina?”
Chiese Nami al capitano guardandosi intorno senza capire che era successo. Non si vedeva nessuna nave della marina nelle vicinanze. Erano ancora tutte troppo lontane per lanciare un attacco diretto.
“No, sono ancora abbastanza lontani. Si tratta del galeone. Ci sta dando qualche problema.”
Rispose il capitano scrutando il mare, come in attesa di qualcosa. Il galeone era di fronte a noi, immobile come quando io e Nami eravamo andati sotto coperta. Lo guardai a lungo senza capire a cosa si riferisse Rufy. Mi chiesi se il sole o il pomeriggio tra le rovine lo avessero fatto impazzire di colpo.
“Qualche problema? Si può sapere di che stai parlando?”
Chiesi io confuso.
“Non noti niente di strano?”
Chiese Rufy ironico, preparandosi a respingere qualcosa. Qualche secondo dopo delle palle di cannone piovvero sulla nave ma furono prontamente respinte da Rufy, Sanji e Franky.
“Ma quelle sono palle di cannone!”
Osservai io vedendole esplodere in acqua e impugnando le mie spade per difendere la nave. L’attacco arrivava dal galeone, alla fine si erano rivelati nemici.
“Molto bravo! Che dici di venire a darci una mano?”
Disse ironico Sanji, troppo occupato a difendere la nave per pensare di dirmi qualcosa di più cattivo. Per qualche secondo valutai l’idea di rispondergli per le rime poi incrociai lo sguardo di Nami e cambiai idea. Dovevo difendere la nave, non potevo permettere loro di fare del male alla mia navigatrice.

ANGOLO DELL'AUTRICE
grazie mille per il vostro sostegno, i vostri commenti. davvero, siete fantastici e mi fate scrivere moolto più velocemente! chiedo scusa ma per Foxi sono davvero andata in crisi, non riesco a capire se ci vada la i o la y. in alcuni siti compare in un modo in altri nell'altro. chiedo scusa quindi se è sbagliato!
GIODAN: grazie mille per i complimenti! mi spiace ma penso che sia abbastanza chiaro che per Zoro e Tashigi non ci sarà spazio in questa storia. lei era essenziale in quanto eterna rivale di zoro e sottoposta di Smoker. XD spero continuerai a seguire la mia storia anche se Tashigi non si mette con Zoro. XD
DESME: grazie per il commento! visto quante novità in un capitolo solo? finalmente un bacio e si sa qualcosa su quei due tizi.. XD
MAI VALENTINE: grazie mille per il commento. beh, se la marina non rompe non sarebbe la marina.. no? XD Robin e Rufy.. (Rufy: ehy tu! guarda che c'è la legge sulla privacy! sihu: come se fosse un mistero.. guarda che lo hanno capito tutti!)
MARIE_92: grazie per il commento! Smoker ti ha odiato per avergli distrutto la nave, ma cmq ne ha trovata un'altra per inseguire Rufy e la ciurma. quell'uomo è incorreggibile, dovrebbe trovarsi un hobby!
NICOROBIN92: grazie per il commento! twilight non l'ho letto ma visto il successo che ha avuto non può che farmi piacere il tuo commento! XD eh si, Rufy è diventato grande anche se è rimasto lo stesso incoscente di sempre! franky mascherato? carina come idea ma cmq no, non si tratta del cyborg. XD
ROLOCHAN105. grazie per il commento! visto che Zoro non ha perso tempo? XD
SMEMO92: grazie mille per il commento! che dire, il capitolo penso abbia risposto da solo a tutti i tuoi dubbi (o almeno spero!)XD cmq Nami non era indifferente a Zoro ma cmq voleva fosse lui a fare il primo passo.
NEKO: grazie mille per il commento! garantisco io per Rufy che stare con Robin è stato tutt'altro che un sacrificio! XD

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** duplice attacco ***


CAPITOLO 8
Duplice attacco

“Ma si può sapere che è successo qui?”
Chiesi mentre ero intento a dividere a metà una palla di cannone proveniente dal galeone misterioso. Alla fine si erano rivelati nemici, prevedibile in fondo. Una giornata tranquilla senza nessuno che ci attacca non è da noi, sarebbe persino noioso.
“Che razza di domande fai, non le vedi le palle di cannone? Ci stanno attaccando babbeo!”
Rispose il cuoco calciando via l’ennesima palla di cannone. Non sembravano degli sprovveduti, anzi. Erano molto forti, forse persino più forti dei nemici che avevamo affrontato fino a quel momento.
“Questo lo vedo da me, volevo sapere perché brutto idiota!”
Sibilai io perdendo la pazienza. Quel dannato cuoco non mi capiva mai al volo, era davvero senza speranze.
“E io che ne so!”
Ringhiò il damerino senza prestarmi troppa attenzione.
“Non ci hanno mandato nessuna lettera prima, te lo assicuro.”
Spiegò Robin con una punta di ironia nella voce creando una rete di braccia a protezione di Nami e Usup.
“Meno chiacchere e più fatti, datevi da fare.”
Disse Usup incitandoci senza muovere un muscolo per aiutarci. Era senza speranza, anche se ormai non mi stupiva più la sua mancanza di sicurezza. Sarebbe stato davvero sconvolgente vederlo partire all’attacco sicuro e senza paura.
“Che ne dici di darci una mano invece di tremare come al solito?”
Disse Sanji lanciando un’occhiataccia al cecchino che si nascose dietro Nami. Non che Sanji credesse davvero in una risposta positiva.
“Cosa? Io?”
Balbettò spaventato all’idea di respingere una palla di cannone.
“Fiato sprecato.”
Sbuffai io tornando a concentrarmi sui nemici. L’unico realmente felice di quella situazione era il capitano, sembrava un bambino la mattina di natale alle prese con i giocattoli nuovi. Questo tipo si situazione caricavano Rufy in modo impressionante, adorava mettersi alla prova e combattere con gente forte. Normalmente sarei stato dello stesso avviso ma quel giorno qualcosa era diverso, la mia testa era persa in un campo di mandarini con una certa rossa.  
[*Sulla nave di Smoker*]
TASHIGI sull‘attenti-“Smoker, quali sono gli ordini?”
SMOKER infastidito-“Che domande fai Tashigi? Distruggere Cappello di Paglia e la sua ciurma! Che aspettate, fate fuoco!”
TASHIGI stupita-“Agli ordini signore! Aspetti, sembra che qualcuno li stia attaccando.”
SMOKER sorpreso-“Come sarebbe a dire qualcuno li sta attaccando?”
TASHIGI-“Si, un grosso galeone. Non so chi siano.”
SMOKER-“Una cosa è certa, non sono della marina. Bene, attaccate anche loro.”
TASHIGI preoccupata-“Cosa? Ma potrebbero esserci dei civili a bordo..”
SMOKER infastidito-“Sveglia Tashigi, le navi civili non sparano colpi di cannone alle navi pirata!”
TASHIGI confusa-“Non possiamo colpire due obiettivi insieme, signore.”
SMOKER comincia a perdere la pazienza-“Allora prima affondate questo galeone e poi pensate a Cappello di Paglia.”
TASHIGI confusa-“Ma pensavo fosse Cappello di Paglia il nostro obiettivo principale..”
SMOKER cercando di trattenersi-“Maledizione Tashigi mi farai venire il mal di testa. Attaccate prima quel galeone perché è più vicino!”
SOLDATO spaventato dall‘ira di Smoker-“Smoker, signore.”
SMOKER sfogando la rabbia sul poveretto-“Che vuoi anche tu soldato?”
SOLDATO terrorizzato-“Abbiamo avvistato un galeone!”
SMOKER stupito-“Un altro?”
SOLDATO tremante-“Si signore, si tratta dei pirati di Foxy. Sono  stati sconfitti da Cappello di Paglia e i suoi.”
SMOKER grattandosi la testa-“È parecchio affollato questo tratto di mare. Bene, cattureremo anche loro dopo aver preso Cappello di Paglia.”
[***]
“Che gli prende, hanno già finito?”
Chiese Rufy stupito e deluso. Mi guardai intorno preoccupato. L’attacco era durato poco, troppo poco. Che avessero qualcosa in mente per soprenderci?
“Si danno già per vinti, strano.”
Commentò Sanji incerto, anche a lui non tornava qualcosa. Si mise a fissare l’orizzonte grattandosi perplesso la testa. Il galeone misterioso stava allontanandosi, come inseguito da qualcosa.
“La marina li sta attaccando.”
Osservò Robin guardando l’orizzonte. Tirai un sospiro di sollievo. Per qualche attimo avevo pensato stessero combinando qualcosa di strano invece per fortuna era solo colpa della marina.
“È la nostra occasione per andarcene.”
Disse Nami controllando i venti e le correnti. Se la marina attaccava loro non poteva attaccare anche noi. La sua idea era sfruttare quel galeone da diversivo per prendere il largo nel più breve tempo possibile.
“Ma non sappiamo chi sono quei tizi!”
Osservò Rufy un po’ deluso. Dal suo sguardo afflitto indovinai che avrebbe voluto scoprire qualcosa di più su quei tizi e combatterci ancora contro. Effettivamente quei tizi erano decisamente misteriosi, perché mai la marina aveva lasciato perdere noi per cercare di prendere loro? Dopotutto la taglia che pendeva sulla testa della nostra ciurma era una somma da capogiro. Nami scherzava spesso dicendo che prima o poi ci avrebbe consegnati e l’avrebbe intascata. Usop commentava sempre che l’unica ragione per cui non lo faceva era che la taglia comprendeva anche lei. Inoltre mi chiedevo perché quei tizi temessero la marina. Avevano attaccato noi come se fossimo una ciurma qualsiasi e poi erano scappati di fronte alla marina. Era decisamente strano.
“Il dubbio ci tormenterà tutta la vita ma è meglio che venire uccisi, non credi?”
Disse Nami ironica riscuotendomi dai miei pensieri.
“Ma che stanno facendo?”
Chiesi io guardando il galeone nemico dando voce alla domanda che mi rimbombava in testa.
“Stanno scappando. Grande, la marina li insegue.“
Rispose Usup, felice di avere evitato uno scontro diretto. Era andava come aveva previsto Nami.
“Bene, questo ci darà un po’ di vantaggio.”
Disse Franky sorridendo. Il galeone misterioso stava allontanando la marina nella direzione opposta a quella che dovevamo prendere noi.
“Credete che andrete tanto lontano?”
Mormorò una voce conosciuta alle nostre spalle, Polluce. Questo poteva voler dire solo una cosa, gli scocciatori della Foxy non erano stati sistemati come credevamo.
“Ancora voi? Non vi stancate proprio mai di fare brutte figure.”
Osservo Brook, anche se era la prima volta che li incontrava il musicista aveva capito al volo con chi avevamo a che fare.
“Zitto, ci avete preso di sorpresa ma adesso vedrete.”
Minacciò Foxy rosso in viso. Portava ancora i segni del combattimento di poco prima con il capitano ma più che ogni altra cosa era ferito nell’orgoglio.
“Rufy dobbiamo andarcene. La marina potrebbe tornare.”
Disse Nami ignorando completamente Foxy e la sua ciurma. Il comportamento della ragazza mandò in crisi Foxy che si mise a dondolare avanti e indietro stringendosi le ginocchia. Odiava essere ignorato, e ancora di più lo mandava in crisi non essere preso sul serio.
“A quanto pare prima dobbiamo dare un’altra lezione a questo buffone e alla sua ciurma.”
Osservò Sanji accendendosi l’ennesima sigaretta della giornata. Era incredibile quel cuoco da strapazzo, non sapeva combattere senza fumare.
“Ma Rufy..”
Provò a farlo ragionare Usop. Tutto inutile, conoscevo bene Rufy e sapevo alla perfezione cosa gli stava passando per la mente.
“Portiamo la nave dietro il promontorio così la marina non ci potrà bombardare e scendiamo a terra. Li affronteremo sulla spiaggia. Tranquilla Nami, sarà questione di pochi minuti.”
Disse Rufy facendo scroccare le dita.
“Sei sicuro? A me sembra che siano più cattivi.”
Osservò Usop terrorizzato.
“A me sembra siano più di prima.”
Commentò Franky guardando la nave. Effettivamente sembravano almeno il doppio se non il triplo di quelli che avevamo affrontato noi.
“Forse ce n’erano ancora sotto coperta.”
Buttai lì io con non curanza. Non importava quanti fossero, il loro destino era segnato comunque.
“Non cambia nulla, vinceremo noi lo stesso. Io penso a Foxy e voi alla ciurma, intesi?”
Disse Rufy, leggendomi nel pensiero.
“Va bene, ma muoviti!”
Si raccomandò Nami preoccupata che la marina tornasse e riuscisse a catturarci.
Ci volle poco per raggiungere la spiaggia dietro il promontorio. La preoccupazione più grande di Rufy era che Foxy e i suoi potessero colpire la nostra nave e renderci impossibile scappare poi dalla marina. Sarebbe stata la nostra fine. Foxy e i suoi babbei con quella strana maschera ci raggiunsero sulla spiaggia. Erano davvero molti più di prima, erano almeno seicento e noi solo nove. I loro volti erano sicuri e sorridenti, forse pensavano di avere in mano la situazione solo perché erano così numerosi. Illusi, non conoscevano il valore della ciurma al completo. Non ci sarebbe stato scampo per loro. Tra le loro fila ritrovai alcuni volti noti, tra cui Hamburg, Pickles e Big Pan. Io e il cuoco ci scambiammo uno sguardo d’intesa. Quei tre dovevano ancora pagarcela per le scorrettezze durante il Groggy Ring. Mi legai la mia solita bandana e attesi che Sanji accendesse la sua sigaretta poi partimmo insieme all’attacco contro quei tre. Tutto il resto della ciurma di Foxy si lanciò contro i nostri compagni. Sanji si guardò indietro preoccupato per i nostri compagni ma poi torno a concentrarsi sul suo avversario. Non c’era nulla da temere, erano tutti perfettamente in grado di battere quei buffoni. Nami mi stava guardando da lontano mentre fulminava con il suo bastone chiunque le si avvicinasse troppo, potevo leggere nei suoi occhi la preoccupazione. Chopper era di fianco a lei e tremava. Sono sempre i più preoccupati riguardo a uno scontro, ma non per questo si tirano indietro. Nico Robin era insieme a Franky e Usop. Stava combattendo da lontano sfruttando il suo potere, silenziosa e impenetrabile come sempre, letale come solo una donna sa essere. Anche Franky e Usop stavano combattendo. Il nasone tremava un po’ come suo solito. Questo suo modo di fare spiazzava sempre gli avversari, anche i più forti. Lo stesso Rufy era rimasto sorpreso dal modo di combattere di Usop quando lo aveva affrontato a Water Seven e all’inizio aveva anche accusato molti colpi. Brook invece era in disparte, solitario. Non gli piaceva avere troppa gente intorno quando combatteva.
La spiaggia intorno a noi ormai era ridotta a un campo di battaglia. C’erano uomini a terra ovunque, tutti feriti. Anche i tre bisonti del Groggy Ring erano a terra e ci sarebbero rimasti per un bel po’. il primo a cadere era stato Hamburg, per sconfiggerlo erano bastati un paio di calci ben assestati di Sanji. Gli altri due ci avevano dato più problemi. Il cuoco si era preso Big Pan e io l’altro. Durante il Groggy Ring avevo dovuto lasciare le mie spade e non avevo potuto combattere ad armi pari contro quel mostro. Combatteva con due spade e mi aveva dato un bel po’ da fare, era terribilmente bravo a barare. Alla fine la tecnica a tre spade aveva avuto ragione su di lui ed ero riuscito a finirlo dopo che lui mi aveva colpito in pieno petto. La ferita era abbastanza profonda e sanguinava parecchio ma non era nulla di troppo grave. Anche Sanji aveva avuto qualche problema con Big Pan e ci aveva messo più del previsto per finirlo, quel mostro era terribilmente viscido. Insomma anche noi avevamo riportato qualche ferita. Chopper si sarebbe dovuto dare da fare, come al solito. Gli altri della ciurma avevano solo graffi superficiali, grazie tante. Il lavoro più duro e pericoloso toccava sempre a noi e poi si lamentano anche che siamo sempre feriti. Io e Sanji eravamo rimasti a terra a riprendere le forze. Tutti fissavano il centro della spiaggia dove Rufy e Foxy si stavano ancora affrontando, in particolare Robin che era reduce da uno scontro con Polluce. Dopo il Davy Back Fight Polluce aveva preso Robin in odio perché tutti la consideravano più bella di lei. Oltre a essere bella Robin però era anche forte e determinata e così Polluce non aveva avuto scampo.
I due capitani combattevano già da un po’. Rufy aveva perso il frammento di specchio e così doveva cercare di non farsi colpire dal raggio noro-noro. Foxy non gli dava scampo, e lo aveva già colpito e bersagliato di colpi un paio di volte. Inutile dire che Rufy non si era arreso e che aveva risposto usando il gear second. Gli sguardi di Robin e Chopper si fecero più seri e così anche quelli degli altri miei compagni. Sapevamo tutti che il gear second era potente ma anche molto pericoloso per Rufy e che ogni volta che lo usava rischiava di morire. Foxy era allo stremo delle forze, non poteva competere con Rufy e il suo gear ma lanciò lo stesso un ultimo attacco disperato lanciando Rufy lontano.
“Ho vinto, ti ho sconfitto!”
Urlò Foxy, cominciando a saltellare qua e là.
“Sei sicuro?”
Gli chiese Rufy rialzandosi e preparandosi a colpire. Ero sicuro che non poteva essere stato sconfitto, non da quella mezza calzetta di Foxy.
“Oh no!”
Fu l’unica cosa che Foxy fu in grado di mormorare.
“Jet missile gom gom”
Urlò Rufy afferrandolo e lanciandosi contro di lui. Lo scontro era definitivamente finito, Foxy e la sua ciurma non ci avrebbero dato problemi per un bel po’.

ANGOLO DELL'AUTRICE CON TANTISSIME SCUSE AI LETTORI:
innanzitutto mi scuso con tutti voi, diciamo che è stato un mese difficile e ho preferito lasciare da parte la storia per non scrivere cose banali o frettolose.
mannaggia agli esami, all'università e alle feste. spero riusciate a perdonarmi! grazie se nonostante tutto siete arrivati a leggere fino a qui.
in questo capitolo ho avuto un paio di problemi circa il pezzo che si svolge sulla nave di smoker: questa storia è narrata dal punto di vista di zoro e in quel momento non si trovava su quella nave. ho optato per la soluzione di mettere solo i dialoghi con qualche indicazione circa l'umore del personaggio. è meno scorrevole ma non voglio cambiare stile di narrazione. probabilmente lo userò ancora nei prossimi capitoli ma non vi svelo nulla di più..
MARIE_92: grazie per il commento. beh, nonostante le interruzioni questa volta sono riusciti a baciarsi! per ora il mistero del galeone rimane ma ti anticipo che lo rivedremo prossimamente.. XD
MAI VALENTINE: grazie mille per i complimenti, per il galeone vi terrò in sospeso ancora qualche capitolo.
GIODAN: grazie del commento, mi spingi a essere sempre più precisa. nello scorso capitolo non sono entrata troppo in merito ai personaggi perchè sapevo che lo avrei fatto in quello successivo (vale a dire questo). per il resto tieni presente che non solo i nostri eroi sono diventati più forti ma anche i loro nemici.
STEFFA: grazie mille per il commento, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Nami, Zoro, Rufy e Robin ringraziano.
FRA_CHAN: grazie per il commento e scusa se l'aggiornamento non è stato esattamente alla velocità della luce. XD
SMEMO92: grazie per il commento, anche Zoro si è sorpreso di essere riuscito a baciare la sua bella.. per saperne di più sui nemici dovrai pazientare, ma niente paura. ci saranno altri colpi di scena nel frattempo.

grazie a tutti e arrivederci al prossimo capitolo!





Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** naufragio ***


CAPITOLO 9
Naufragio

La vittoria era nostra, anche l’ultimo nemico giaceva a terra sconfitto. Rufy aveva riportato delle ferite, ma nulla di troppo grave. Avrebbe riportato a casa la pellaccia anche questa volta. È un osso duro il nostro capitano anche se tra noi era quello conciato peggio. L’allegria generale contagiò tutta la ciurma.
“Per festeggiare potresti farmi vedere le tue mutandine, Nami..”
Propose Brook dimostrandosi il solito maniaco. Prima che riuscissi ad avvicinarmi abbastanza da fargli male la mia dolce Nami gli aveva già lanciato una delle sue scariche. Normalmente provavo pena per i poveretti colpiti da quell’arma diabolica ma in quel caso Brook se l’era proprio meritato. Ok, forse ero un po’ geloso ma nessuno poteva toccare la mia navigatrice. Non ora che avevo capito che i sentimenti che io provavo per lei erano gli stessi che lei provava per me.
Usup si lasciò andare in una danza strana cantando le gesta del prode capitano Usup sotto lo sguardo felice e festoso di Franky. Scossi la testa, da un momento all‘altro il cyborg si sarebbe messo a ballare insieme al cecchino. Rufy sorrideva, ancora a terra, mentre Chopper lo medicava sommariamente sotto lo sguardo preoccupato di Robin. La donna non aveva staccato gli occhi nemmeno un attimo dal capitano, né durante lo scontro né tanto meno ora. Anche Rufy fissava Robin, come a volerla tranquillizzare. Erano proprio teneri. Rufy era così diverso dal ragazzino determinato e infantile che avevo conosciuto e Robin non sembrava la stessa donna gelida e menefreghista che tutti pensavamo essere quando si unì a noi. Erano cambiate molte cose nel corso degli anni, non sapevo nemmeno io dire con precisione se in bene o in peggio. L’unica certezza riguardava Rufy e Robin, stavano molto meglio insieme. All’improvviso un colpo di cannone scosse il cielo e ci riportò alla dura realtà. La marina stava arrivando. L’allegria dovuta alla fine della battaglia ci aveva fatto dimenticare di Smoker e dei suoi.
“Che fine ha fatto il galeone? Pensavo che la marina stesse inseguendo loro!”
Osservò Sanji guardandosi intorno. Prima che cominciassimo a combattere per la seconda volta contro i pirati di Foxy la marina era impegnata a inseguire l’altro galeone. Non potevano averlo preso in così poco tempo, perché abbandonare l’impresa?
“Sono scappati, devono averli seminati.”
Commento Robin senza staccare lo sguardo da Chopper che medicava Rufy. Nami a quelle parole si mise a scrutare l’orizzonte. Grazie a qualche corrente il galeone era riuscito a prendere il largo e la marina si stava dirigendo ora verso di loro. Non c’era tempo da perdere. Probabilmente avevano sentito il trambusto della battaglia contro Foxy e non volevano perdere l’occasione per mettere le mani sulla famosa ciurma di Cappello di Paglia visto che si erano appena fatti sfuggire l‘altro galeone. Dopo tutto sapevamo bene che le nostre taglie valevano un mucchio di soldi. Mi guardai rapido intorno. Oltre a Rufy anche gli altri erano malconci, io compreso. Non eravamo in condizione di combattere contro la marina, dovevamo scappare. Un confronto diretto contro Smoker nelle nostre condizioni sarebbe stato pericoloso. Quel dannato marine aveva il potere del fumo. Avevamo ancora un po’ di vantaggio, saremmo riusciti a sfuggire ancora una volta. La marina si illudeva, era lontano il giorno che ci avrebbero catturato. Corremmo tutti in modo frenetico verso la nave. Franky dava una mano a Rufy che non si riusciva quasi a muovere mentre Chopper guardava preoccupato me e Sanji zoppicare a fatica verso la nave. Robin e Nami correvano davanti a noi verso la nave. Non ci voleva proprio la marina in un momento simile. Non appena fummo sulla nave cominciarono ad arrivare colpi di cannone. Illusi una seconda volta, pensavano davvero fosse così semplice affondare la nostra nave? Grazie al calci di Sanji, alle mie spade, al corpo gommoso di Rufy e alle armi di Franky i loro colpi andarono a vuoto. Eravamo feriti certo, ma ancora in grado di difendere la nave da qualche cannonata. In quel momento avrei fatto di tutto per difendere la mia Nami ed ero sicuro che Rufy, nonostante le ferite era dello stesso parere. Non avrebbe lasciato per nessuna ragione che la marina colpisse la sua donna o i suoi compagni. Nonostante quello che sembrava Rufy era un capitano responsabile e molto attento al bene della sua ciurma. Lo aveva dimostrato tante volte, correndo pericoli e superando ostacoli per portarci in salvo. La parola arrendersi non rientrava nel suo vocabolario.
Nami stava dando ordini a destra e a sinistra e tutti facevano quel che diceva come tanti cagnolini obbedienti. Quella ragazza era tirchia e insopportabile ma era il miglior navigatore che abbia mai solcato i mari. La marina non aveva speranza di prenderci, ne ora ne mai specie se lei ci guidava. Altre navi si aggiunsero a quella che ci stava bombardando. Una di loro riuscì ad avvicinarsi più delle altre tanto che riuscì a riconoscere chi c’era a bordo.
“Ehy, il tizio fumoso e la spadaccina. Che ci fanno qua? Questa non è la loro zona di mare..”
Osservò Rufy stupito. Lo guardai allibito, non si era accorto che erano loro che ci seguivano? Nonostante fosse cresciuto e maturato sotto sotto rimaneva il solito Rufy per alcuni versi.
“Quello che fanno sempre. Provano a prenderci!”
Rispose Franky sorridendo.
“Ma come? Non si sono ancora stufati?”
Chiese il capitano sorpreso. Non potevo dargli torto. Era da prima che entrassimo nella rotta maggiore che Smoker cercava di prenderci, senza mai esserci riuscito. Anzi, una volta gli avevamo addirittura salvato la vita.  
“No zucca vuota è il loro mestiere.”
Rispose Nami perdendo il controllo. Improvvisamente sentì il vento cambiare, lasciò perdere Rufy e si mise sull’attenti. La guardai incantato per la sua bellezza ma subito mi riscossi. Forse c’era qualche corrente che poteva aiutarci a prendere il largo e a seminare i nostri nemici.
“Poveri illusi..”
Rispose Sanji accendendosi l’ennesima sigaretta della giornata.
“Presto, barra a tribordo. La corrente ci farà allontanare da qui in poco tempo!”
Ordinò Nami a Brook. Lo scheletro, obbediente fece come la ragazza gli diceva. Sapeva bene che Nami non sbagliava mai.
“Abbiamo seminato le navi della marina!”
Disse Brook guardandosi intorno dopo un po’. Tutti ci guardammo, eravamo felici ma ci chiedevamo se fosse stato così semplice.
“È un buon segno, no?”
Chiese prudente Usup, guardandosi intorno preoccupato.
“Per niente. Il vento si sta alzando. Stiamo finendo dritti in una tempesta!”
Osservò Nami guardando le nuvole e diventando di colpo più pallida. Pensava che la corrente ci avrebbe portato in salvo e invece ci aveva portato in una tempesta. Probabilmente la marina non aveva inseguito il galeone misterioso perché non voleva correre rischi.
“Invertiamo la rotta!”
Disse Nico Robin preoccupata. Ne avevamo passate tante ma quella tempesta era davvero la più brutta che avessi mai visto. Sarebbe stato terribilmente difficile uscirne incolumi senza che la nave si danneggiasse.
“Non si può. Ormai è troppo tardi.”
Rispose la navigatrice appoggiandosi al parapetto spaventata. Tornare indietro voleva dire affrontare la marina. Con tutta probabilità non aspettavano altro che loro facessero dietro front.
“E quindi?”
Chiese Usup tremando, non osava nemmeno immaginare cosa sarebbe successo.
“Speriamo che dio ce la mandi buona!”
Rispose Nami pallida come un lenzuolo.
Queste parole avrebbero dovuto mettermi il allarme. I miei sensi mi stavano cercando di fare capire che sarebbe successo qualcosa ma decisi di ignorarli. Bisognava pensare alla fuga. I cannoni della marina non riuscivano più a raggiungerci ma bisognava pensare alla nave e metterla al sicuro dalla tempesta. Certo, la nostra nave era solida ma Franky non ci avrebbe mai perdonato se avessimo lasciato che una tempesta rovinasse la nave che aveva costruito per noi con tanto impegno e devozione.
La tragedia si consumò in meno di un attimo. Una grande onda si abbattè sulla nave allagando il ponte e colpendo in pieno Sanji che stava legando la vela. Il cuoco aveva cercato di opporre resistenza ma la corrente lo stava trascinando via. Era troppo forte e lui ancora troppo stanco dopo lo scontro di poco prima. Rufy allungò una mano per cercare di prenderlo ma una seconda onda lo colpì, trascinandoli via insieme. Tutti gli altri erano riusciti a mettersi in salvo e Franky mi urlava di raggiungerli sotto coperta. Restai immobile senza muovere un passo, non potevo. La corrente stava trascinando via Rufy e Sanji sotto i miei occhi. Sapevo bene che era un suicidio cercare di dare loro una mano, che la corrente avrebbe preso anche me ma mi buttai lo stesso. Dovevo provarci. Le imprese disperate erano sempre state il nostro forte. La nostra era una ciurma affiatata, non potevo abbandonarli. Non potevo lasciare che il mare si prendesse Sanji e Rufy. Che ne sarebbe stato di Robin se Rufy fosse annegato? Che ne sarebbe stato di tutti noi senza Sanji e Rufy? Eravamo una squadra, non potevo lasciarli soli. Lottai con tutte le mie forze contro la corrente e li raggiunsi. Pensai di avercela fatta ma la terza onda si abbattè sulla nave, trascinandomi via con loro. Sentì l’acqua salata riempirmi i polmoni e togliermi il respiro. Non avevo più aria. Stavo annegando. Era dunque in un modo tanto stupido che finiva la vita dello spadaccino più forte del mondo? Per un attimo vidi davanti ai miei occhi il viso dell’uomo a cui avevo portato via il titolo. L’uomo dagli occhi di falco. Se la stava ridendo per il modo tanto stupido in cui ero morto. Non potevo dargli questa soddisfazione. Dovevo vivere a tutti costi. La superficie era però così lontana. Provai a raggiungerla la venni sbattuto ancora più in profondità. Non riuscivo nemmeno a vedere i miei compagni. Rufy, lui non poteva nuotare. Dovevo prenderlo o sarebbe andato a fondo. Chissà se ci aveva già pensato il cuoco. Ero in balia del mare, senza ossigeno e senza forze a causa dello scontro. Lentamente sentì i miei riflessi abbandonarmi e tutto divenne nero. Era dunque questa la fine? Bastava dunque così poco per spazzare via la mia vita, la vita di un uomo che aveva affrontato ben altri nemici ed insidie nella vita? Il mio ultimo pensiero prima di perdere i sensi andò a Nami.

ANGOLO DELL'AUTRICE
eccomi di nuovo qui con un capitolo nuovo! dite la verità, non mi aspettavate così presto? questo capitolo lo avevo già scritto insieme al primo capitolo. l'idea iniziale era di scrivere due storie e questo capitolo doveva essere il primo della seconda storia ma poi ho deciso di unirle in una sola. vabbè, chiacchere a parte. spero che questo capitolo vi sia piaciuto. grazie mille ai 38 che hanno questa storia tra i preferiti.
vediamo ai vostri commenti, mi piace tantissimo leggerli!
GIODAN: grazie del commento. ti riferisci al modo di narrare? bhe, è strano e forse poco scorrevole ma non volevo lasciare il punto di vista di Zoro. ormai ho fatto una scommessa con me stessa, voglio arrivare fino alla fine senza cambiare punto di vista. XD spero che questo capitolo ti sia piaciuto anche se è più corto di quelli precedenti. mi raccomando, aspetto i tuoi commenti e le tue critiche che mi aiutano sempre a migliorare.
MAI VALENTINE: grazie mille per la tua comprensione e per il tuo commento. mi fa piacere che la scena sulla nave di Smoker ti sia piaciuta. spero che ti piaccia anche questo capitolo.
MARIE_92: grazie mille per il tuo commento! sai che ho riso anche io come una matta mentre la scrivevo la scena sulla nave? più che altro mi immaginavo le facce dei vari personaggi! XD spero che questo capitolo ti sia piaciuto.
SMEMO92: grazie per il commento! beh, se il galeone non fosse importante non lo avrebbero nemmeno incontrato, no? XD spero ti sia piaciuto anche questo capitolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** in quattro su un'isola ***


CAPITOLO 10
in 4 su un isola

Intorno a me era tutto incredibilmente buio, riuscivo a sentire solo dei rumori ma non capivo cosa fossero o da dove venissero. La cosa mi urtava parecchio, non era da me perdere il controllo della situazione. Era come se fossi in balia di qualcosa che non riuscivo a capire cosa fosse. Ero ancora vivo oppure ero morto e quelli erano strani scherzi di qualche entità superiore? All’improvviso una forte luce mi accecò. Il sole, allora ero ancora vivo. La tempesta era finita ed ora era tornata la calma. Il rumore che avevo sentito poco prima quando ero ancora privo di sensi doveva essere il rumore delle onde. Dei miei compagni non c’era traccia ed io ero in mezzo al mare, a qualche centinaio di metri davanti a me c‘era un‘isola che non avevo mai visto prima. La mia unica speranza di salvezza era raggiungerla. Poco lontano c’era un tronco che galleggiava sull‘acqua, forse veniva dal relitto di qualche nave distrutta dalla terribile tempesta. Mi aggrappai e cercai di raggiungere l’isola che vedevo di fronte a me con tutte le forze che mi erano rimaste. Quando la raggiunsi mi lasciai cadere sulla spiaggia e persi di nuovo i sensi, stravolto dalla fatica. Rimasi privo di sensi a lungo, quando rinvenni era pomeriggio inoltrato. Forse era addirittura passato un giorno dal naufragio, non lo sapevo. Avevo perso completamente la nozione del tempo. La ferite che mi ero provocato nello scontro con Pickles si erano riaperte ed erano peggiorate e dovevo averne anche di nuove. Ero sopravvissuto per miracolo. Immediatamente ricordai quello che era successo e pensai ai miei amici, Sanji e Rufy. Era stato per aiutare loro che mi ero lanciato sul ponte ed ero stato travolto dalle onde. Che ne era stato dei miei compagni? Non potevano essere morti, No. Quell’idea mi ripugnava a tal punto che non riuscivo nemmeno a pensarci. Avevamo passato così tanto tempo e così tante avventure insieme che il pensiero che non ci fossero più era inaccettabile. Cercai di ricordare che era successo dopo che l’onda aveva travolto anche me ma era tutto molto confuso. Ero finito in acqua ma non avevo visto i miei amici, quello riuscivo a ricordarlo. Avevo cercato con lo sguardo Rufy per impedire che annegasse ma non lo avevo trovato. Mi alzai e mi guardai intorno, ero finito su un’isola che sembrava deserta. Nelle vicinanze non c’era alcuna traccia di anima viva. Sarebbe stato un bel problema, per non parlare del fatto che non sapevo dove fossero gli altri che erano rimasti sulla nostra nave. Probabilmente la tempesta mi aveva trascinato lontano dalla nostra nave. Pensai a Nami. Mi chiese se stava bene. Guardai verso l’interno dell’isola e intravidi una figura tra gli alberi che veniva verso di me. Cercai le mie spade, grazie al cielo non si erano perse durante la tempesta, e mi preparai a difendermi. Dalla boscaglia emerse una figura familiare.

“Abbassa quelle spade, testa d’alga.”
Sussurrò Sanji prima di cadere al suolo perdendo i sensi. Corsi verso di lui e notai immediatamente che era conciato male. Cercai di scuoterlo per farlo rinvenire, dovevo chiedergli di Rufy. Il capitano non poteva nuotare, se non lo aveva aiutato lui allora per Rufy non c’era nessuna speranza.
“Dannato cuoco, sveglia! Rufy.. Mi senti? Dimmi di Rufy!”
Gli urlai nelle orecchie con tutte le poche forze che mi rimanevano. Quel dannato damerino non poteva lasciarmi solo, dopo tutto anche lui era un mio compagno. Nonostante le nostre continue discussioni lo consideravo un fratello, esattamente come tutti gli altri. Maledissi la sfortuna che ci aveva fatto naufragare e il destino per non avere Chopper con noi. Sicuramente lui sarebbe stato in grado di aiutare il cuoco mentre io non sapevo da che parte cominciare.
“Ehy, piano. Non sono mica sordo..”
Rispose Sanji aprendo gli occhi. Si mise a sedere ma era ancora molto debole. La sua espressione apparentemente fredda e sicura nascondeva un pizzico di paura. Anni prima era naufragato su un’isola deserta con Zeff, era stata un esperienza che lo aveva segnato. Non amava parlarle ma sapevo bene che ancora oggi gli incubi lo tormentavano. Quello che era successo, la tempesta, il naufragio e adesso l’isola lo avevano riportato con la mente a quei momenti terribili.
“Come stai?”
Chiesi io preoccupato. Non glielo avrei mai detto apertamente la tenevo a quella testa vuota. Ero io il solo con cui potesse litigare ed ero certo che per lui valesse la stessa cosa.
“Sono stato meglio. Dobbiamo andare..”
Rispose lui cercando di alzarsi. Lo bloccai con una mano e Sanji ricadde indietro come una bambola di pezza. Non era per niente in forma.
“Fermo, dove vuoi andare in quelle condizioni? Prima mi sei svenuto tra le braccia..”
Gli ricordai io, preoccupato che potesse svenire ancora una volta. Lui mi guardò infastidito, gli pesava parecchio non riuscire ad opporsi a me.
“Dobbiamo andare da Rufy!”
Disse lui con fermezza, fissandomi a mo’ di sfida.
“Rufy? È salvo?”
Esclamai io stupito. Sanji colse l’occasione per alzarsi in piedi, prendendomi alla sprovvista.
“L’ho preso per un braccio e non l’ho mollato. La corrente ci ha trascinati su quest’isola, a qualche miglio da qua. È conciato male, peggio di noi due. Deve avere anche la febbre.”
Spiegò lui a testa bassa, la sua voce era terribilmente debole e tradiva preoccupazione.
“Dannazione, e perché lo hai lasciato solo?”
Gli urlai io, dimenticandomi che anche Sanji era conciato male. Ero felice che il capitano non fosse annegato. Per un attimo quando avevo visto Sanji solo avevo temuto il peggio. Allo stesso tempo però ero preoccupato per Rufy. Foxy lo aveva ridotto piuttosto male e il naufragio doveva averlo indebolito, come aveva potuto lasciarlo solo se stava davvero così male?
“Per cercare aiuto. Ha bisogno di un medico ma sfortunatamente questa isola è deserta!”
Spiegò ancora Sanji battendo nervosamente un piede a terra.
“Come?”
Chiesi io stupito e sconvolto. Non poteva essere come diceva il cuoco, un’isola deserta era una condanna. Eravamo spacciati. Non avevamo con noi nulla che ci indicasse una rotta da seguire, non avevamo nulla che assomigliasse a una nave, non sapevamo dove fossero finiti i nostri compagni e per di più eravamo feriti.
“Ci siamo solo noi tre.”
Scandì lentamente Sanji. La sua considerazione suonava come una sentenza fatale che non lasciava nessuna speranza. Il suo volto era pallido e tirato, me ne ero reso conto solo ora.
“Dannazione!”
Esclamai io. La situazione non era per nulla buona. Dannazione, avevamo assoluto bisogno di un medico. Non poteva finire così.
“Dobbiamo andare da Rufy.”
Disse Sanji incamminandosi verso la boscaglia dalla quale lo avevo visto arrivare. Lo seguì senza parlare, entrambi eravamo immersi nei nostri pensieri. Maledissi il destino, la sfortuna, la marina, foxy e quel galeone misterioso. Camminammo così in fila indiana, procedendo lentamente a causa delle ferite di entrambi fino che il bosco terminò e Sanji si fermò improvvisamente. Davanti a noi c’era di nuovo il mare.
“Eccolo.”
Indicò Sanji. Davanti a me c’era Rufy. Era ancora peggio di quello che temevo. Le numerose ferite che aveva sul corpo sanguinavano copiose e non aveva ancora ripreso i sensi. Sanji lo aveva adagiato sulla sabbia all’ombra di una palma, mettendogli sotto la testa la sua giacca a mo’ di cuscino.
“È conciato male.”
Osservai io avvicinandomi a lui. Ripensai a tutte le volte che lo avevo visto ridotto in quello stato dopo una battaglia. Mai mi ero preoccupato come stato facendo ora, di solito c’era sempre Chopper pronto a prendersi cura di lui. Ora, ridotto in quello stato il mio migliore amico mi sembrava così indifeso, alla mercè di qualsiasi nemico. Incrociai lo sguardo di Sanji e capii che anche lui la pensava come me, non potevamo lasciarlo lì senza fare nulla. Lui aveva sempre fatto tantissimo per noi.
“Te lo avevo detto zucca vuota. Dobbiamo trovate un rifugio per la notte e qualcosa per tenerlo al caldo. Ha la febbre alta e i brividi.”
Disse Sanji, notando che il corpo del capitano era sudato e scosso da forti tremiti. Non potevamo fare altro per lui che cercare di tenerlo al riparo e aspettare che stesse meglio. Rufy era forte, ce l’avrebbe fatta. Magari dopo una bella dormita si sarebbe ripreso come al solito, pensai tra me e me.
“Laggiù, quella è una grotta.”
Indicai io. Non era troppo lontana e sarebbe stata il rifugio ideale per la notte. Il sole di lì a poco sarebbe calato. Sapevamo che l’isola era deserta ma non era una buona idea non trovarci un rifugio, potevamo in ogni modo esserci degli animali feroci e tutti e tre avevamo bisogno di riposo per riprendere le forze.
“Muoviamoci.”
Esclamò Sanji prendendo cautamente Rufy in braccio. Ci accampammo alla meglio nella grotta, non avevamo nulla con noi.
Passammo la notte vegliando Rufy in silenzio, nessuno dei due aveva voglia di parlare.  Prima che facesse buio ero riuscito a rimediare qualcosa da mangiare, nulla più di qualche radice e qualche piccolo animale ma Sanji era riuscito ugualmente a preparare qualcosa da mangiare. Provammo a fare mangiare qualcosa anche al capitano, ancora privo di sensi ma non ci fu verso. Intorno notte inoltrata Rufy sembrò migliorare, la febbre era sparita e lui stava dormendo tranquillo. Io e Sanji ci scambiammo un occhiata e optammo per andare a dormire anche noi, lasciando i problemi al giorno seguente. Una bella dormita ci avrebbe rimessi in sesto. Nonostante le molte domande e i tanti pensieri crollai addormentato in un attimo, la stanchezza ebbe in sopravvento su di me.
La mattina dopo fu Rufy il primo a svegliarsi. Lo trovammo seduto il riva al mare che guardava l’orizzonte con un’enorme montagna di noci di cocco al suo fianco. Doveva averle trovate nella vicina boscaglia.
“Buongiorno capitano, vedo che stai meglio.”
Salutai io sedendomi al suo fianco. Ero felice di vedere che stava meglio.
“Grazie a voi due. Immagino che se fossi stato solo non c’è l’avrei fatta.”
Rispose Rufy sorridendo. Sorrisi anche io in risposta, Rufy riusciva sempre a spiazzarmi ogni volta. Riusciva a far trasparire i suoi sentimenti e quello che pensava con una facilità estrema. Non avevo mai conosciuto un guerriero tanto forte e insieme tanto umile. Conosceva i suoi limiti ma allo stesso tempo li sfidava continuamente, sicuro di poter contare sull’appoggio di amici fidati. Mi ero chiesto per molti anni se il giorno che avevo incontrato Rufy fossi stato molto sfortunato o molto fortunato. Per molto tempo non avevo trovato risposta ma guardando il passato dovevo riconoscere che non sarei stato lo stesso senza di lui. Probabilmente sarei stato meno felice e forse non sarei riuscito a realizzare i miei sogni.
“Gli amici servono per questo, no?”
Disse Sanji abbozzando un sorriso. Per qualche attimo restammo in silenzio a guardare il mare. C’erano troppe cose da dire, da discutere. Era meglio restare lì a guardare quel meraviglioso spettacolo illudendosi ancora per qualche attimo che tutto andasse bene.
“E gli altri? Secondo voi si sono salvati?”
Chiese Rufy d’un tratto, rompendo il silenzio. Aveva dato voce alla domanda che ronzava insistentemente nella mia testa dal giorno prima.
“Non scherzare. Sono sicuro che stanno bene!”
Rispose Sanji. Anche lui si stava chiedendo la stessa cosa. Nessuno di noi due aveva avuto il coraggio di formularla la notte prima, mentre vegliavamo Rufy nella grotta.
“Ho i miei dubbi.”
Obiettai io ripensando alla terribile tempesta. Il volto spaventato di Nami era la mia ossessione. Cosa ne sarebbe stato della mia vita se lei fosse morta in mare? Non ci potevo nemmeno pensare, non avrei potuto sopportare una cosa del genere.
“Io No. C’è Nami con loro. E la barca che ha costruito Franky è solidissima.”
Disse Rufy ottimista, era l‘unico di noi che riusciva a trovare un lato positivo in qualsiasi situazione. Aveva piena fiducia nei nostri compagni. Forse aveva ragione lui. Nei suoi occhi riuscì a leggere sicurezza e determinazione ma anche un velo di malinconia. Sicuramente il capitano stava pensando a Robin. Era preoccupato per lei quanto io lo ero per Nami.
“Beh, Rufy ha ragione. Speriamo solo ci vengano a cercare. Non abbiamo il log pose. Non sapremmo trovarli.”
Osservò il cuoco pensieroso. Lo guardai mentre cercava freneticamente nelle tasche, alla ricerca di sigarette. Aveva ragione lui, era tutto nelle mani dei nostri compagni. L’isola in cui eravamo capitati sembrava fuori dal mondo, e anche dalle rotte delle altre navi. Da quando eravamo lì non ne avevo ancora vista una.
“Non ci lasceranno qui!”
Ribatte Rufy sicuro. Di nuovo cadde il silenzio. Nessuno osava aggiungere altro ma nella mente di ognuno di noi si faceva largo un terribile pensiero. Che ne sarebbe stato di noi se i nostri compagni non ci fossero venuti a cercare? Qualcosa improvvisamente attirò il mio sguardo. A qualche centinaio di metri, sulla riva c’era qualcosa di strano. Era una sorta di ammasso di legno, bagnato dal ritmico sbattere delle onde.
“Che guardi testa d’alga?”
Chiese il cuoco richiamando la mia attenzione. La sua voce era piena di irritazione, probabilmente non aveva trovato le sue sigarette e stava cercando di sfogare i nervi litigando con me.
“Brutto damerino non mi chiamare così.”
Risposi io decisamente arrabbiato, non avevo intenzione di essere paziente con lui solo perché era una delle uniche due persone che si trovavano sull’isola con me.
“E tu rispondi.”
Ringhiò lui preparandosi ad attaccarmi, presi le mie spade per difendermi. Quel cuoco da strapazzo non mi faceva nessuna paura.
“Sulla spiaggia.. C’è del legno. “
Dissi io indicando un punto poco lontano da noi, senza abbassare la guardia. Ero perfettamente sicuro che il giorno prima non ci fosse nulla. Il mare doveva averlo trascinato a riva di notte, forse erano relitti della tempesta.
“Già sembra una barca.”
Osservò Rufy grattandosi la testa, ignorando completamente il litigio tra me e Sanji. Io e Sanji ci guardammo pensierosi. Che ci faceva una barca su un’isola deserta?
“Sarà stata portata qui dalla corrente. Deve essere stata distrutta dalla tempesta.”
Disse Sanji, dimenticando la nostra discussione. Il suo sguardo era fisso su quel relitto.
“È un miracolo che non sia affondata.”
Commentai io riflettendo, la nave infatti sembrava messa male. Se c’era una nave allora forse c’era anche qualcuno o almeno forse avremmo trovato qualcosa per sopravvivere.
“Hey, ma c’è qualcuno!”
Disse Rufy notando una figura umana. Guardai anche io nel punto che stava indicando il capitano e notai una figura appoggiata a quello che rimaneva dell’albero maestro.
“Come?”
Si stupì il cuoco guardando meglio anche lui.
“Non è possibile. Come ha fatto a non annegare?”
Chiesi io stranito. La nave era in pessime condizioni, solo un miracolo poteva avere permesso a una persona di arrivare sull’isola con quella.
“Sembra sia legato alla barca!”
Disse Rufy avvicinandosi. L’uomo misterioso era legato all’albero maestro, per questo motivo la corrente non lo aveva trascinato via.
“Legato alla barca? Che strano. Mi sembra un viso familiare.”
Disse Sanji pensieroso. Effettivamente era strano, che senso aveva legarsi alla barca? Solo un pazzo o un incosciente avrebbe fatto una cosa del genere.
“Già anche a me. Rufy dove stai andando?”
Dissi io cercando di capire chi fosse quel tipo e che stesse facendo quell’incosciente del mio capitano.
“A vedere chi è!”
Rispose Rufy semplicemente precipitandosi verso quel che rimaneva di quella barca.
“Sta attento!”
Gli dissi io alzandomi per seguirlo. Era imprudente lasciarlo andare da solo. Si sarebbe messo di sicuro nei guai, come suo solito. Senza contare che solo il giorno prima aveva rischiato di lasciarci le penne.
“Potrebbe essere pericoloso!”
Gli raccomando Sanji scuotendo la testa rassegnato.
“ACE!”
Urlò all’improvviso il capitano. Io e il cuoco prima ci scambiammo uno sguardo confuso poi ci precipitammo vicino alla barca dove Rufy stava slegando suo fratello. Davanti a noi c’era il famoso Ace pugno di fuoco, doveva avere ripreso conoscenza da poco tempo. Non lo vedevamo da qualche anno ma non era cambiato molto, era Rufy ad essere cambiato parecchio. Ace lo guardava stupito, incredulo che quello fosse davvero il suo fratellino. Non mi ero mai accorto di quanto fosse cresciuto Rufy fino ad ora che lo vedevo di fianco al fratello, erano molto simili per non dire quasi uguali.
“Come? Che ci fa qui?”
Chiesi io stupito fissando confuso i presenti. Anche Sanji non sembrava credere a quello che stava vedendo.
“Ma si.. Quello è proprio Ace.”
Osservò Sanji dando una mano ad Ace ad alzarsi. L’unico che poteva darci qualche risposta era proprio il ragazzo, non appena fosse stato in condizioni di parlare.
“Ragazzi? Che ci fate voi qui? Allora sono salvo..”
Disse Ace, ancora leggermente sconvolto. Doveva essere stato sorpreso anche lui dalla tempesta. Si doveva essere legato alla barca per non annegare, anche lui aveva mangiato i frutti del mare e non poteva nuotare.
“Non direi proprio amico.”
Risposi io, disilludendo il ragazzo.
“Eh No..”
Concordò Sanji scuotendo la testa.
“Perché? Rufy.. Che succede?”
Chiese Ace, guardando confuso il fratello. A differenza di tutti noi Rufy era al settimo cielo per avere incontrato il fratello, aveva già dimenticato che la situazione era tragica. Il solito Rufy.
“Siamo tutti naufragati per la tempesta su un’ isola.”
Spiegò Rufy dando una pacca sulle spalle al fratello.
“Un’isola? Oh No. Il mio log pose è distrutto..”
Osservò Ace fissando sconsolato il log pose sul proprio polso, ormai inservibile.
“Si, un’isola.. Deserta!”
Precisai io, per sottolineare quando la situazione fosse tragica.
“Un’isola deserta? E come facciamo ad andarcene?”
Chiese Ace realizzando improvvisamente la gravità della situazione. Nessuno seppe dargli una risposta. Mi guardai intorno e realizzai veramente tutto quello che stava accadendo. Non sarebbe servito a nulla combattere, le mie spade erano inutili così come lo erano i calci del cuoco e i colpi del capitano. Eravamo solo in quattro, su un’isola deserta. Senza nessun log pose, nessuna possibilità di orientarci. Non avevamo nemmeno un imbarcazione e gli altri erano lontani in un punto imprecisato dell’oceano inseguiti dalla marina e poi c‘era quella strana ciurma. Si erano come dissolti nel nulla quando la marina si era avvicinata ma non si sarebbero arresi così facilmente, anche se non sapevamo ancora cosa volessero da noi. Mi guardai intorno, nient’altro che mare e sabbia. Solo io, lo stupido cuoco, quel rompiscatole di Rufy e suo fratello. Non so perché ma non riuscì trattenermi dal sorridere. Lo so, non c’è nulla sorridere in una situazione come questa, ma non riuscì a farne a meno. Il fatto è che ero sicuro che ne saremmo usciti, che avremmo trovato gli altri e ripreso la nostra avventura. Insieme siamo riusciti a fare grandi cose e ad affrontare molti nemici. Pensate un’isola possa darci del filo da torcere? Sospirai. Mi ritrovai a pensare agli altri, alla mia Nami, erano sicuramente tutti in pensiero per noi.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
rieccomi qui, in questo periodo riesco ad aggiornare più in fretta perchè ho del tempo libero ma purtroppo da domani tornerò ai soliti tempi. cercherò lo stesso di non farvi aspettare troppo! ringrazio chi commenta la mia storia, chi la aggiunge ai preferiti (ben 39) e chi la legge senza commentare. XD
in questo capitolo c'è una new entry, ACE. direte voi, era proprio necessario? potevi non metterlo almeno in una storia? beh, forse avrei potuto non metterlo però non sarei stata io! io adoro Ace e penso che sia troppo poco usato nelle fic!
ROLOCHAN105: grazie per il commento! diciamo che un pizzico di tragedie e di problemi ogni tanto ci stannp bene! XD spero che ti sia piaciuto l'arrivo sull'isola.
NEKO: eh si, Zoro non si poteva non salvare! beh, se morivano gli altri due non aveva più senso la mia storia e Robin sarebbe rimasta sola! diciamo che ne ho approffittato per aggiungere gente! grazie per il commento e spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
MARIE_92: ma ciao bella, penso di conoscerti abbastanza per sapere che sei particolarmente felice per questo capitolo. diciamo che avevo in mente l'arrivo di Ace fin dall'inizio ma non ho voluto dirti nulla in msn per farti una sorpresa, piaciuta? XD
SMEMO92: grazie per il commento, alla fine non sono stata così cattiva e li ho spediti tutti sulla stessa isola deserta. tre uomini e una gamba? na, meglio quattro uomini anche se quei quattro su quell'isola potrebbero combinare di tutto XD
MAI VALENTINE: grazie mille per il commento e per i complimenti! sono contenta che ti piaccia la mia storia, un colpo di scena ci voleva, no? spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! XD

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** ringraziamenti ***


probabilmente quello che sto scrivendo non vi farà piacere quindi arrivo subito al punto. ho deciso che la mia storia si conclude così.
(l'autrice si nasconde per evitare di essere colpita da una serie di oggetti grossi, pesanti e pericolosi)
in questo periodo il tempo per scrivere è pari a zero, quindi ho deciso di seguire l'idea originale che avevo avuto per questa storia.
il mio primo progetto prevedeva una "saga" composta da due storie: la prima "OLTRE I PROPRI SOGNI- l'avventura continua" che si concludeva con il naufragio e l'arrivo di ace e la seconda "OLTRE I PROPRI SOGNI- il naufragio" che raccontava il seguito.
al momento non riuscirei a postare il naufragio in tempi decenti quindi preferisco sospendere e scrivere tutta il seguito e postarvelo tra qualche mese.
spero che nonostante questo non mi cercherete di uccidere e che mi rileggerete ancora.

grazie mille a tutti quelli che si sono appassionati a questa storia che è nata quasi per caso in riva al mare.
grazie a quelli che l'anno messa tra i preferiti, tra le storie seguite e che mi hanno spesso commentato! GRAZIEEE
1 - Alhia 
2 - Allen_Anne_Black 
3 - andrea83_2007 
4 - anjelik 
5 - baracuda96 
6 - Barby95 
7 - dom89 
8 - Egwine 
9 - Elanor92 
10 - fra_chan 
11 - gengy 
12 - giady92
13 - giodan : grazie mille per tutti i tuoi commenti. penso che tu sia diventato il mio lettore preferito proprio grazie alla tua sincerità. ho riletto la storia e anche io ho avvertito che c'era qualcosa che non andava. spero che prendendomi del tempo per riscrivere la prossima parte riuscirò a far uscire qualcosa di bello. ci sarai ancora a leggere la storia quando la posterò?
14 - HimeChan XD 
15 - hinayuki
16 - iorik2 
17 - Jemanuele8891
18 - kikka colle 
19 - la scrittrice
20 - ladyson 
21 - lilli84 
22 - Logan88 
23 - lucia lair 
24 - Mai Valentine: grazie mille per il tuo commento! mi spiace ma penso che per scoprire come se la caveranno ora che c'è ace dovrai aspettare ancora un po'. per la prossima storia ho una sorpresa, ci sarà un altro personaggio che narrerà insieme a zoro che ci farà capire come se la passano sulla nave gli altri. spero di leggere ancora tuoi commenti!
25 - Marie_92: grazie mille per il commento! eh si, l'isola deserta è sempre l'isola deserta. ha il suo fascino però, questo non si può negare.. XD grazie per l'appoggio e per le chiaccherate in msn. spero che leggerai ancora la mia storia.. XD
26 - martaxx 
27 - medea78 
28 - meli_mao 
29 - musetto 
30 - Nanni92 
31 - naruto hokage 
32 - Neko: grazie mille per i tuoi complimenti e per il tuo commento! nella prossima storia prometto che i due fratelli daranno spettacolo e che si scoprirà anche che fine ha fatto la nave misteriosa..
33 - NicoRobin92 
34 - nuvia 
35 - pan151 
36 - RoloChan105 : grazie mille per il tuo commento! eh si, zoro ha il pensiero fisso su nami. inoltre non mi sento molto portata a raccontare di relazioni tra uomini per quanto mi diverta a leggerne. stai tranquillo quindi, anche se i belli sono tutti uomini non succederà nulla.. XD
37 - SHUN DI ANDROMEDA 
38 - Smemo92: grazie mille per il commento! ti prometto che nella prossima storia i narratori diventeranno due. uno sarà sempre zoro mentre l'altro sarà uno dei menbri della ciurma rimasti sulla nave (non ti dico chi sennò non c'è la sorpresa!)
39 - valemyni 
40 - xelybacix 
41 - xmirax 
42 - Dubhe93
43 - Rue meridian

prometto di tornare a raccontarvi delle storie d'amore tra zoro e nami e tra rufy e robin, aspettatemi!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=283730