Cuori di ghiaccio

di SignorinaS
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il varco ***
Capitolo 2: *** Elson ***
Capitolo 3: *** La caverna dei troll ***
Capitolo 4: *** Il catello di ghiaccio ***
Capitolo 5: *** imboscata ***
Capitolo 6: *** l'assedio di Arendelle ***
Capitolo 7: *** un piano improvvisato ***
Capitolo 8: *** La risposta è l'amore ***
Capitolo 9: *** il ratto dei poteri ***
Capitolo 10: *** Anniversari importanti ***
Capitolo 11: *** Amore fraterno ***
Capitolo 12: *** Speciale di capodanno ***



Capitolo 1
*** Il varco ***


POV ELSA
Arendelle, mio amatissimo regno. È  bello vedere che finalmente va tutto per il meglio, nessun duca/galletto/scimmione, nessun principe delle isole del sud! Solo io, io mio popolo e naturalmente la mia famiglia.
Anna e Kristoff mi passano davanti ballando un valzer scoordinato.
-Ma che bravi! Posso già immaginarmi la signorina Bofertein quando vi vedrà! –
Mi portai le mani alla testa e cercai di imitare il tono della nostra insegnante di danza.
- Nu, nu, nu! Disssperazione! Voi non sssiete affatto regali. Preferirei addestrare dei ssserpenti! -
Anna scoppiò in una gioiosa risata seguita da Kristoff. Orami il ragazzo viveva a palazzo con noi, e dovevo ammettere che non era affatto brutto passare del tempo con lui.
- Elsa! – abbasso lo sguardo su Olaf che mi tira il bordo dell’abito. – si piccolo, dimmi! -
- penso che potresti anche togliermi la mia nevicata personale, ormai l’inverno è inoltrato e fa abbastanza freddo anche per me.-
Era verissimo, ormai l’inverno era ufficialmente iniziato, e questa volta non per colpa mia. Mi concentrai sulla nuvola che avevo creato apposta per il mio piccolo pupazzo di neve. Feci roteare le mani un paio di volte e la nuvola scomparve. – ecco qui! Però stai attento e ricordati di…-
- stare lontano dai camini! Si, ho imparato la lezione!-
Lo speravo tanto, l’inverno scorso lo avevo sorpreso davanti al camino mentre cercava di catturare le scintille di fuoco con le sua mani/rametto. Non solo quelle avevano preso fuoco, ma Olaf si era quasi sciolto; lo avevamo salvato per un pelo, ovviamente lui si era divertito un sacco, noi non molto!
Il primo ministro entrò nella stanza interrompendo il buffo balletto di Anna e Kristoff.
- Vostra altezza, dovete assolutamente venire con me. È successa una cosa terribile!-
Ecco! Ma qui non si può mai stare tranquilli?
-cosa è successo?- chiese Anna preoccupata. – non è una cosa che si può spiegare, dovete assolutamente vederlo.-
Cominciavo a essere preoccupata, così seguii il primo ministro fuori dal castello, fino ai confini delle mura di Arendelle. Una massa di persone si spintonava e cercava di superare chi aveva davanti, nel intento di vedere cosa fosse successo. Le guardie li fecero spostare non appena ci videro arrivare. – via, largo! Lasciate passare la regina Elsa. –
Cammino nel corridoio che i miei sudditi avevano lascito libero, mi osservavano speranzosi in una risposta, quella che nemmeno io avevo. Il primo ministro si fermò e allungando un braccio mi mostrò la “catastrofe”. Nelle mura era apparso un grande buco, sembrava fatto d’acqua. Al suo interno turbinava irrequieto sprigionando bagliori arcobaleno. Era bellissimo e spaventoso nello stesso momento. – vostra altezza, sapete di cosa si tratta? –
Ovviamente no! Non avevo mai visto una cosa del genere prima d’ora; solo perché ho dei poteri sovrannaturali non vuol dire che sia un’enciclopedia del mistero. Mi voltai verso Anna per cercare aiuto, ma ottenni solo un’alzata di spalle. Che grande conforto sorellina!
Olfa si avvicinò tutto contento al buco e lo salutò – ciao! Io sono Olaf e amo i caldi abbracci, mi vuoi abbracciare?- Si sporge verso le mura e il buco lo ingoia senza lasciarci nemmeno il tempo di gridare il nome del pupazzo. Kristoff cominciò ad agitarsi – no! Ora che facciamo? Olaf, piccolo, mi senti?- Nessuno rispose. Anna cominciò a lasciarsi prendere dal panico. Gridò e si gettò sul buco, il quale l’avrebbe risucchiata se Kristoff non l’avesse bloccata in tempo. Io mi avvicino a lei abbracciandola. – calma Anna! Va tutto bene, ora scopriamo cosa è successo ad Olaf, ok?- lei annuisce e io mi allontano da lei, lasciandola al sicuro tra le braccia di Kristoff.
Allungo una mano verso quella “strana cosa” e ve la immergo. Una sensazione umidiccia mi invase la mano, era come immergersi in acqua, calda e piena di brillantini, si brillava molto. Una lampadina si accese nel mio cervello. – è un varco! –  Tutti mi guardarono come la pazza del villaggio. – Avrebbe senso, Olaf è stato risucchiato, magari è finito semplicemente da un’altra parte. Lo vado a riprendere e torno subito! –
Mai lo avessi detto! Un coro di – no – mi ruppe un timpano.
- perché no? - Anna mi prese le mani - se vai tu io vengo con te.-
Non volevo metterla in pericolo, ma ormai la conoscevo troppo bene. Non sarei mai riuscita a lasciarla lì da sola. E poi, stavo solo andando a riprendere Olaf.
- va bene!- Lei mi sorrise radiosa e afferrò a braccetto Kristoff – benissimo! Viene anche lui, e naturalmente Sven! -
Fu così che la missione di salvataggio divenne una gita di famiglia. Mi rivolsi al primo ministro – Torneremo subito, ma se così non fosse,  dopo sei ore che non torniamo inviateci dei soccorsi. – L’uomo annuì e io saltai nel varco seguita dagli altri due ragazzi e dalla renna.
 
Venni catapultata su un pavimento famigliare, anzi troppo famigliare. Mi sollevai subito in ginocchio e notai con grande stupore che mi trovavo nella mia sala del trono. Un senso di sollievo immediato mi avvolse. Il varco doveva aver portato Olaf semplicemente all’interno del castello. Lo stesso sollievo mi abbandonò un paio di secondi dopo. Davanti a me vidi un ragazzo dai capelli rossi. Gli occhi azzurri erano spalancati per lo stupore e sulle guance aveva una leggera spruzzata di lentiggini. Andiamo! Dissi tra me e me, dove lo avevo già visto?
Il ragazzo arretrò e chiudendo le mani a pugno davanti al petto cominciò a gridare – Elson! Cosa ti hanno fatto?-
Elson? Chi è Elson?
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti quanti! Vi presento la mia prima FF su Frozen. Ho voluto cambiare un po’ il mio normale modo di scrivere, in modo da adattarlo a dei pensieri invece che ad una normale narrazione. Spero che la storia vi sia piaciuta e che recensiate in molti per farmi sapere cosa ne pensate, ci terrei moltissimo!
Ps: so che avevo promesso di finire “I sovrani di Pratoverde” prima di iniziare altre storie, ma ormai sono a metà superata e fremevo dalla voglia di cominciare “Cuori di ghiaccio”. Ma prometto che la concluderò il prima possibile!
SignorinaS
 

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Capitolo 2
*** Elson ***


POV ELSA
Mi trovavo a quattr’occhi con un ragazzo dalla corporatura esile e slanciata. Come ci ero arrivata? Avevo oltrepassato un portale che mi aveva spedito nella sala del trono del mio castello. Non sapevo chi fosse quel ragazzo e tanto meno perché era appena saltato in piedi sul mio trono coprendosi gli occhi con le mani – povero fratellone! No aspetta, ma cosa sto dicendo? È ovvio che tu non sei Elson! –
Ero sempre più confusa. Anna mi si avvicinò stuzzicandosi una delle trecce con le dita sottili. – che gli è preso? –
- non saprei, sembra non starci molto con la testa. -
Kristoff mi aiutò a rialzarmi e io mi incamminai verso il rosso, senza cercare di spaventarlo. – Scusami, hai visto Olaf per caso? – Lui si tolse le mani dal viso  e mi guardò pizzicandosi il labbro inferiore con il pollice e l’indice. – Chi dovrei aver visto, scusa? –
Com’era possibile che non conoscesse Olaf? Tutti ad Arendelle lo conoscevano ormai. Probabilmente stava mentendo.
- Olaf! Ascoltami, tu dimmi la verità e vedrò di sorvolare sul fatto che sei in piedi sul mio trono! –
Lui invece di scendere si mise a sbraitare nuovamente. – Un’ usurpatrice! Guardie! –
- ma cosa stai dicendo? -
- hai detto che questo è il tuo trono, vuol dire che vuoi prendere il potere su Arendelle!-
- io non voglio prendere il potere su niente, io sono Elsa, la legittima regina di questo regno!-
Il ragazzo mi fissò sbarrando gli occhi. Si può sapere da dove era sbucato fuori?
- no, non è vero! – mi rispose – mio fratello è il legittimo sovrano di Arendelle. Lo è da quando i nostri genitori sono morti. -
Ok, ero sempre più confusa. – ci deve essere un malinteso. Ti prego, scendi dal trono e cerca di spiegarmi cosa sta succedendo. –
Lui poggiò sul pavimento un piede alla volta guardandomi con fare imbarazzato e intimorito. – wow, che folle prova di fiducia! – Alle mie spalle Kristoff scoppiò a ridere, ma si interruppe quando lo guardai in cagnesco. – perdonami Elsa, il fatto è che Anna mi disse la stessa cosa qualche anno fa. – Fu proprio mentre fissavo Anna che mi accorsi chi mi ricordava tanto il ragazzo. Era Anna, ma con i capelli corti e un fisico leggermente meno femminile. La stessa gradazione di rosso dei capelli, gli stessi occhi azzurri, perfino le stesse lentiggini. – come hai detto di chiamarti? – chiedo al ragazzo. – Non ve l’ho detto. Io sono il principe Andy di Arendelle, al vostro servizio signorina! – Si inchinò portandosi un braccio davanti al busto e piegando la gamba destra dietro la sinistra.
Il rumore di una porta che si apriva fece raddrizzare la schiena di Andy, il quale si sporse per osservare chi fosse entrato.
- …e così abbiamo rispedito quel brutto cattivo di Hans da dove era venuto! -
Non potevo credere ai miei occhi. Olaf era entrato nella sala reale al fianco di un ragazzo e di un altro pupazzo di neve che camminava e si muoveva da solo.
- Elsa, Anna, Sven, Kristoff! Che bello rivedermi! Sapete? Credevo di essere impazzito quando sono arrivato qui. Ho visto il ragazzone qua dietro – indicò il ragazzo biondo che lo stava accompagnando – e ho pensato che avessero trasformato Elsa in un maschio, ma in realtà erano due persone diverse…NOOO c’è anche Anna in versione maschietto! Ma allora ci siamo tutti tutti! – Corse da me e io mi abbassai per abbracciarlo.
- tu devi essere Elsa, giusto? Se posso permettermi, voglio consigliarti di tenere d’occhio con più attenzione il tuo piccolo amico. Non che mi sia dispiaciuto trovarmi un pupazzo di neve vagare per la stanza da letto, ma poteva finire in un luogo molto più pericoloso. –
Alzai gli occhi sul ragazzo che mi stava parlando. Aveva i capelli mossi e biondi, divisi sulla nuca dalla corona che portava in testa. Mi rialzai per poterlo guardare in volto e mi accorsi degli occhi azzurro limpido. In effetti qualcuno avrebbe anche potuto intravedere in lui la mia figura maschile…forse. – Di solito lo faccio – gli risposi – ma il varco se lo è risucchiato prima che potessi aiutarlo. -
 
POV ELSON
Però! Che bel caratterino la ragazza. Olaf le tirò il bordo dell’abito azzurro che indossava, attirando la sua attenzione. – No, Elsa non fare così! Lui è stato molto gentile con me, gli stavo raccontando di come abbiamo sconfitto Hans! –
- Olaf, ne sono certa, ma questo non giustifica il fatto che ti sei allontanato senza permesso, poteva succederti qualcosa di brutto. -
Come la capivo, io sarei morto di dolore se fosse successo qualcosa ad Olly. Guarda la mia piccola amica di neve sistemarsi la carota che aveva come naso.
- Non prendertela con lui Elsa, è grazie a lui oggi abbiamo fatto una grande scoperta. -
La ragazza mi osservò mentre indirizzava Olaf con una mano verso i due ragazzi e la renna che aveva alle spalle. – e sarebbe? –
- non si capisce? A quanto pare esiste un’ Arendelle alternativa, in un'altra dimensione, e quel portale dimensionale le ha unite!-
Le tesi la mano sorridendole nel modo più cordiale che conoscevo – Regina Elsa di Arendelle, io sono re Elson di Arendelle. –
Nella stanza calò il silenzio, dovevo aver confuso tutti. Cercai di spiegarmi meglio e nel farlo mi accorsi di aver perso la posizione regale che avevo assunto, piegando le spalle in avanti. – nel senso…credo! La mia è solo una teoria, ma volevo andare da Granmamma a chiederne la conferma. –
- è un ottima idea! – Andy passò di fianco al gruppo e mi si affiancò poggiandosi le mani sui fianchi e flettendo leggermente la schiena all’indietro. – così intanto che siamo là ne approfitto per invitare i troll al matrimonio! - Ecco che rincominciava!
- bello! ci sarà un matrimonio? – Chiese la ragazza dalle trecce rosse, che Olaf mi aveva indicato come Anna. Io liberai l’aria dal naso in maniera rumorosa e poco regale, prima di massaggiarmi le tempie e spiegare la questione a Andy per la milionesima volta. – Andy, non puoi metterti ad organizzare il matrimonio se Kristeen non ha ancora accettato la tua proposta. Sono sicuro che lei è d’accordo con me che non puoi sposare una persona dopo così poco che state assieme! –
- stiamo assieme da due anni ormai! –
- si, ma lei ti ha detto di no, per ora! –
- …per ora…-
Elsa si coprì la bocca con una mano soffocando una risata. Doveva avere avuto anche lei dei problemi del genere. Il ragazzo dai capelli biondi poggiò una mano sulla spalla di Anna, ma parlando a me – quindi, fammi capire bene la faccenda. Noi e voi facciamo parte di due mondi paralleli…-
- esatto…-
- quindi, tu saresti Elsa, Andy sarebbe Anna, Olaf sarebbe quel pupazzo di neve che porti appresso…-
- Olly!- Esclamò lei con la sua inconfondibile voce acuta.
- ok, Olly. Ma questo vuol dire che quella Kristeen di cui parlate, sarei io? E stai dicendo che ogni abitante di Arendelle ha un alter ego in questa dimensione, ma che ha il sesso opposto? –
A questa ultima parte non ci avevo pensato in effetti, ma poteva essere vero.
- si, esatto. Però non ne sono sicuro! –
Elsa si lisciò la treccia parlando a tutti noi – penso sia una teoria fondata. Dovremmo indagare a riguardo. Ma appena avremo finito torneremo nella nostra dimensione, non posso abbandonare Arendelle per troppo tempo, sono la regina in fondo. Ho dei doveri. –
Mi ritrovai a sorridere come un ebete davanti alla regina. Una volta ripresomi invitai tutti a seguirmi, avremmo preso i cavalli e saremmo andati da Granmamma, immediatamente.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Vi presento il secondo capitolo. Ora che abbiamo fatto le presentazioni inizieranno le vere avventure. Spero che possa esservi piaciuto e vi invito a farmi sapere le vostre opinioni.
SognorinaS
 

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Capitolo 3
*** La caverna dei troll ***


POV ELSA
Cavalcammo nella foresta fino alla caverna dei troll. Tutto il tragitto era l’esatta copia del di quella del mio mondo. Mi era tutto così famigliare, perfino Andy e Olly mi sembrava di conoscerli da sempre; anche Elson. Il ragazzo non proferì parola per tutto il tragitto, solo quando arrivammo, dopo essere smontato da cavallo, mi si avvicinò e mi chiese – serve aiuto? –
- ti ringrazio – Gli afferrai le mani e scivolai giù da cavallo. Il contatto con la sua pelle mi fece attraversare una scarica di gelo su per gli avambracci. Lui mi lasciò ritirando le mani dietro il mantello. Doveva essersi accorto anche lui di quella sensazione.
- perdonami… -
- per cosa? – gli risposi lisciandomi la treccia, gesto che ero solita fare quando mi agitavo.
Elson aspettò Andy che scendeva da cavallo, quasi inciampò nelle briglie, poi insieme andarono verso lo spiazzo dove di solito i troll rotolavano assumendo forma animata. Anna e Kristoff smontarono da Svenn e assieme a Olaf mi raggiunsero per seguire gli altri due ragazzi e Olly.
Mi accorsi che Elson e Andy si erano fermati a parlare con una ragazza che prima non avevo notato, da dove era uscita?
Noi quattro ci avvicinammo al gruppo e Andy, sorridendoci a trentadue denti, presentò la bionda che avevamo davanti. – Lei è Kristeen! La mia fidanzata! – Era davvero molto carina, alta e dalle forme generose, i capelli biondi corti alle spalle e gli occhi marrone chiaro. In testa portava un cappello da rompighiaccio. Kristoff mi sorpassò quasi buttandomi a terra e afferrò le mani di Kristeen presentandosi – finalmente ti conosco! Io sono Kristoff, sono te! Lo sai? –
La ragazza lo guardò allarmata e scambiò uno sguardo d’approvazione con Andy, prima di rispondergli – si, Andy e Elson mi hanno spiegato, più o meno! Piacere Kristoff! E piacere conoscere anche voi! – Disse rivolto a me Anna e Olaf. Io e mia sorella esibimmo un lieve inchino mentre Olaf esordì nella sua presentazione classica – ciao! Io sono Olaf e amo i… -
- ma sei bellissimo! –
Kristeen saltò oltre Olaf e abbracciò il collo di Sven iniziando a coccolarlo – sei adorabile! –
Mi resi conto che anche lei aveva una renna, doveva essere femmina, a giudicare dalle dimensioni.
- Granmamma! – Elson gridò il suo nome e presto una serie di rocce rotolò fino ai nostri piedi. Da ognuna di quelle pietre saltò fuori un piccolo troll, dalla pelle grigia e i vestiti di muschio. Nulla di nuovo direte voi, si, vero, ma tra di loro apparve anche una troll all’apparenza più anziana, quella che si presentò a noi come Granmamma.
 
POV ELSON
- Granmamma! Abbiamo bisogno di te! – Dissi al capo di tutti i troll, la più anziana e saggia.
- lo so ragazzo mio, lo so –
Andy saltellò al mio fianco e portandosi le mani ai fianchi in modo teatrale disse – Siamo qui perché volevamo invitarsi al…- Gli afferrai le labbra contorcendogliele. – Non ora Andy! –
- come vuoi – disse sempre a labbra unite. Le mollai e tornai da Granmamma, inginocchiandomi davanti a lei. – crediamo che si sia aperto un varco che ha collegato la nostra dimensione con quella di questi nostri amici – guidai lo sguardo della troll con un gesto della mano, verso Elsa e i suoi compagni. – credete bene vostra altezza. Ma la questione è più complicata. Il portale ha unito i due regni nel bene, ma presto lo farà anche nel male. È una forza equilibrata, non si bilancia mai verso un polo, ne mai nel bene totale, me mai nel male completo. -
Elsa mi si inginocchiò accanto e con sguardo triste chiese ulteriori spiegazioni. – Granmamma, questo vuol dire che presto il varco riuscirà ad unire anche chi ha cercato di farci del male? –
- Hanne.- Mi ritrovai a bisbigliare. Quella ragazza era un chiodo fisso nei miei pensieri da due anni ormai.
- Si Elsa, è esattamente così. Elson, non so dirti con certezza se il portale faccia congiungere Hanne con il suo alter ego, ma ci sono buone probabilità. Non devi perdere il controllo di quello che hai costruito con tanta fatica. – Mi accarezzò la guancia con fare materno, io le sorrisi a disagio.
- inoltre…- continuò Granmamma rivolta a Elsa – Voi dovete tornare subito indietro nella vostra dimensione, o presto il portale si sposterà intrappolandovi qui, per non si sa quanto tempo.  –
Elsa sgranò gli occhi alzandosi e lisciandosi il vestito dal lungo strascico di cristalli di ghiaccio.
- Anna, Kristoff, Olaf, dobbiamo tornare subito al castello! – Loro annuirono spaventati. – Elson! -
- Dimmi Elsa! –
- riportaci indietro per favore! –
 
Spronammo i cavalli e le due renne al massimo per tornare al castello il prima possibile. Anche la corsa tra i corridoi luminosi fu sfiancante. Arrivammo nella sala del trono, spalancando le porte di scatto. I nostri sguardi vagarono per la sala. Elsa si lasciò cadere sulle ginocchia rassegnata – no, non può andare così. –
Invece stava proprio andando così. Il portale era scomparso.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ora i nostri amici sono bloccati nella Arendelle parallela, come faranno a tornare a casa? Leggete per scoprirlo! ;-)
SignorinaS
 

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Capitolo 4
*** Il catello di ghiaccio ***


POV ELSA
Il portale si era chiuso, non eravamo riusciti ad arrivare in tempo. Mi lasciai scivolare sulle ginocchia chiudendomi a guscio su me stessa. Avevo abbandonato Arendelle, il mio regno era ingovernato, in preda a persone assetate di potere, che non avrebbero esitato un secondo ad approfittare del vuoto di potere. – Elsa, che facciamo ora? –
-Non lo so, Anna. –
Kristeen avanzò verso di me e mi si inginocchiò d’innanzi. – Mi dispiace moltissimo. C’è qualcosa che posso fare per voi?-
No, non c’era niente che avrebbe potuto fare, almeno che non fosse capace di riaprire il varco, o di catapultarci di nuovo a casa, quella vera, la nostra vera Arendelle.
-è tutta colpa mia! –
Alzai lo sguardo per poggiarlo su Elson. Il ragazzo teneva la testa abbassata, con i capelli che gli coprivano gli occhi. I pugni stretti sui fianchi, così fortemente che le sue nocche erano sbiancate.
-se non vi avessi chiesto di venire con me dai troll ora sareste già tornati a casa, sani e salvi. –
Mi asciugai le lacrime che mi avevano iniziato a solcare gli zigomi e sorrisi, in modo più rassicurante possibile, a Elson. – Non è colpa tua, non potevi saperlo. –
-Questo non mi giustifica. –
-Per favore, non attribuirti colpe che non hai. –
Andy picchiò un piede a terra richiamando l’attenzione di tutti. – Andiamo! Basta con questa negatività. Il varco si riaprirà presto o tardi. È meglio così! –
Era ufficiale, anche se mi ricordava tanto Anna ora lo avrei congelato. Non poteva essere meglio così. Suo fratello lo richiamò
-Andy, prova a metterti nei loro panni. Sono lontani da casa, in un posto che conoscono solo perché è il loro mondo allo specchio, soli. Come ti sentiresti tu? –
Andy sbatté le palpebre – Penso che mi sentirei come Olly quando si è trovata nelle stalle e Silvy e i cavalli hanno tentato di mangiarle il naso. Ma non è questo il punto! Solo io ho ascoltato cos’ha detto Granmamma? Ora che è scomparso il portale congiungerà i nostri nemici con i loro- Disse indicando me – Questo vuol dire che tutti quelli che hanno come scopo il vendicarsi di noi si troveranno ad Arendelle. O qui o nella loro. Ma in ogni caso saremmo da soli contro una minaccia doppia. Se siamo insieme invece avremo più possibilità di respingerli. –
Anna si avvicinò ad Andy e gli poggiò le mani sulle spalle – Tu hai perfettamente ragione! –
Si capiva che quei due condividevano lo stesso cervello, perché a parte loro, nessuno sembrava aver capito cosa intendeva Andy. Lo capirono anche loro guardando le nostre espressioni.
-su, non è difficile! – disse Anna – Noi contro Hans + loro nemici = noi morti. Ma Noi + loro contro Hans + loro nemici= Possibilità di vittoria. –
Mi ci volle uno sforzo sovraumano, ma al fine capii anche io cosa intendevano. Avevano anche ragione, per di più. Ma non potevo comunque perdonarmi di aver abbandonato il mio regno.
Gettai una veloce occhiata ad Elson, che stava rigirando tra le dita il bottone color ghiaccio nella sua giacca. Quell’espressione persa nel vuoto gli dava un’aria affascinante. ELSA MA COSA STAI PENSANDO? RESETTA SUBITO!
 
POV ELSON
Sdraiato sul letto in camera mia stavo ripensando a tutto quello che era successo oggi. Elsa mi aveva chiesto di non incolparmi per la scomparsa del portale, ma per me era impossibile. L’idea di andare da Granmamma era stata mia, e loro non avevano nessun obbligo di seguirmi.
Socchiusi gli occhi e mi sbottonai la giacca poggiandomi la mano sugli addominali. Avrei dovuto fare il bagno prima di cena, mi conveniva. Mi alzai dal letto slacciandomi il mantello e facendolo cadere sul pavimento. Mi levai la giacca, e anche quella finì per terra, di fianco al mantello.
Stavo per togliermi i pantaloni, quando qualcuno bussò alla porta. Doveva essere Andy che veniva a chiedermi che colore preferivo gli addobbi per il matrimonio. Cominciavo a non sopportarlo più.
-Avanti –
Elsa entrò in camera mia con lo sguardo basso e le mani allacciate in grembo. – scusa l’ora Elson, ma dovevo parlarti di una cosa – Alza la testa e mi vede. Ricordo a chi si fosse perso questo punto, che sono praticamente nudo; indossavo solo le mutande e i pantaloni abbassati a metà natica. Non mi sono rivestito…pensavo fosse Andy…
Lei diventò rossa pomodoro, cosa molto visibile vista la sua candida carnagione lattea.
Mi affretto a ritirarmi su i pantaloni ed allacciarli.
-Scusami- mi affretto a dire – stavo andando a fare il bagno –
- scusami tu! Non volevo essere invadente! Oh Dio, che imbarazzo! –
L’ultima frese la sussurrò coprendosi il viso con le mani. Io cercai di cambiare argomento.
-Come sapevi che era camera mia? –
-questa è anche camera mia. Nella mia dimensione intendo! – Elsa parlò camminando spedita verso la finestra. La spalancò facendosi aria con le mani.
-è tutto ok Elsa? –
- dovrebbe essere illegale avere un fisico del genere…ah si, ignorami! Va tutto bene! –
Non capivo se parlava con me o da sola, ma per precauzione mi rivestii, rimettendomi pure il mantello.
-Volevi parlarmi? –
Elsa annuì voltandosi verso di me, sempre con le guance in fiamme.
-Anche tu hai avuto quel periodo di crisi? Quello in cui ti sei messo a ghiacciare tutto? –
Le sorrisi quasi ridendo. – si l’ho avuto, e per tua informazione ho letteralmente trasformato Andy in ghiaccio! –
-anche tu? – Lei scoppiò a ridere. – e magari mi dirai che hai pure costruito un castello interamente di ghiaccio. -
- è così! – Elsa rimase sorpresa. – oh –
- Vieni con me, te lo mostro! – Le tesi la mano, in attesa che lei l’afferrasse, cosa che avvenne dopo che rimase a fissarla per quattro secondi esatti. Mia avvicinai alla finestra e la scavalcai aiutando Elsa a fare lo stesso. – Scendiamo dal tetto? –
- si, per forza! È quasi ora di cena, il mio insegnate di portamento non mi farebbe mai uscire così tardi, neanche se sono il re. – Era vero! Odiavo quell’uomo. Camminammo sul tetto fino alla sporgenza più basso. – Coraggio Elsa, ti aiuto a scendere. – La presi per le braccia facendole toccare la neve con i piedi, ma io persi l’equilibrio ed entrambi ci ritrovammo sdraiati nella neve. Lei sotto e io sopra, in una posizione che avrebbe lasciato molto spazio alla fantasia. CHE IMBARAZZO.
- Scusa! – le dissi, eppure non trovai la forza di alzarmi da lei, non riuscii a distogliere lo sguardo dai suoi occhi azzurri, tanto simili ai miei.
- Elson…non adiamo? –
- si! Scusa! –
Questa volta mi alzai da lei, arrossendo leggermente.
Scalammo la montagna del Nord e raggiungemmo il luogo in cui due anni fa edificai il castello di ghiaccio, da solo, con i miei poteri.
-Wow! – disse Elsa – non è proprio come il mio! Ha meno fru fru. –
Entrammo nel castello e le mostrai le stanze, mi sentivo una guida turistica.  Terminato il giro scendemmo nel salone principale. – Ti piace? –
-è bellissimo! –
Io le sorrisi – ora torniamo ad Arendelle. La cena è già iniziata, mi prenderò una bella strigliata.-
-Elson! Quanto tempo! –
Quella voce! Non poteva essere lei. Io e Elsa ci voltammo e seduta sulle scale di ghiaccio vedemmo una ragazza dai capelli rossicci, che lentamente scavallò le gambe e si diresse verso di noi. Io ero impietrito, non riuscivo nemmeno a parlare.
-Due anni. O sbaglio? –
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE

Vi presento il nuovo capitolo! Ho fatto molto in fretta perché questa parte l’ avevo già scritta per metà. Spero che possa piacervi. Fatemi sempre sapere cosa ne pensate! Accetto anche le critiche.
SignorinaS
 

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Capitolo 5
*** imboscata ***


POV ELSA
Una ragazza alta e slanciata si alzò dai gradini sui quali era seduta, scuotendo la testa e passandosi una mano nei lunghi capelli castani/rossicci, districando i boccoli.
-Mi sei mancato sai, Elson?-
-Hanne, cosa ci fai qui? Ti avevano riportato nelle Isole del sud-
Hanne? Isole del sud? Qualcosa mi disse che lei era l’alter-ego di Hans, avevano anche la stessa bellezza affilata, attraente e letale allo stesso tempo.
-Si è vero, ma ora sono tornata! Non sei felice?- disse lei aprendo le braccia e sfoderando un sorriso tagliente.
-Non mi presenti la tua amica?- Hanna mi squadrò come fossi un ammasso di rifiuti. Elson mi scostò con un braccio nascondendomi dietro di lui.
-non sono affari che ti riguardano. – La ragazza si incupì torcendosi le mani.
-due anni fa non mi avresti mai risposto così-
Cosa stava succedendo? Non ci capivo assolutamente niente. Elson guardò Hanne come se avesse voluto incenerirla con lo sguardo.
-Lasciaci in pace! Vattene!-
-così mi ferisci Elson! Ma anche io ho un nuovo amico!-
Hanne si allacciò le mani dietro la schiena e si spostò di lato piroettando con grazie, facendo svolazzare leggero il bordo del suo cappotto azzurro. Alle sue spalle, comparve scendendo le scale un ragazzo. Il mio cuore si fermò in petto, facendomi boccheggiare per lo spavento.
-Buongiorno Elson, è un immenso piacere fare la tua conoscenza. – Per la prima volta da quando tutta questa assurda conversazione era iniziata, trovai la forza per parlare.
-non è possibile! Tu cosa ci fai qui?- Il ragazzo mi osservò sorridendo maligno, tirando le labbra sottili.
-Regina Elsa, quale onore la sua presenza tra noi! –
-Hans! Tu come ci sei arrivato in questa dimensione?-
-Esistono altri modi differenti da quello con cui siete arrivata voi? Ho usato il portale, ovviamente!-
Hans si posizionò al fianco di Hanne e incrociò le braccia al petto sospirando soddisfatto. Era davvero molto felice di avermi preso alla sprovvista, farabutto!
Elson strinse i denti e domandò adirato – Che cosa volete? –
-Vendetta! Cominceremo da voi, poi i vostri amati fratelli, i due montanari, quei dannati pupazzi di neve fastidiosi…-
No! Nessuno può insultate Olaf, nessuno!
-Poi ci prenderemo Arendelle, ma non ci accontenteremo di una, le sottometteremo entrambe, per poi distruggerle.- Poi Hans ci sorrise maligno; un sorriso che Elson ricambiò come gesto di sfida.
-e come avreste intenzione di fare? Voi siete due semplici umani, noi abbiamo i nostri poteri, come pensate di batterci da soli?-
-Da soli?- Ridacchiò Hanne – ma non siamo soli-
Dalla porta del castello fece irruzione un vero e proprio esercito che ci circondò senza lasciarci via di fuga. Il panico mi fece da padrone, ma anche nella confusione che avevo in testa riconobbi due degli uomini che ci avevano accerchiati. Erano i tirapiedi del duca di Weselton, gli stessi che avevano tentato di uccidermi.
-Maledizione!-
Mi girai verso Elson che prontamente aveva teso una mano in avanti, pronto a difendersi se qualcuno lo avesse attaccato.
-Che facciamo?- gli domandai. –Dobbiamo avvertire Andy e tutti gli altri-
-Non riusciremo mai a fuggire da qui!-
-no, non insieme! Io ti copro, tu corri al castello e allerta tutti quanti! –
-Cosa no! Non ti lascio qui da solo!-
Lui non mi ascoltò. Lanciò un getto di ghiaccio sui soldati che aveva davanti. Alcuni si spostarono evitando il colpo, altri, non altrettanto svelti, finirono per rimanere bloccati dal ghiaccio. Elson continuò a colpire. Era evidente che riusciva a controllare i suoi poteri molto meglio di me.
-corri!-
Annuì e uscii dal castello. Gli occhi mi pungevano per le lacrime, non volevo lasciare Elson da solo, avrebbe significato la sua fine, ma se non lo avessi fatto a rimetterci non sarebbe stata solo una persona. Mi asciugai gli occhi –stai attento Elson!- Poi ripresi a correre verso Arendelle, senza mai voltarmi indietro.
 
 
POV ELSON
Mi stavo difendendo in tutti i modi possibili, ma gli uomini sembravano non finire mai. Non avrei potuto continuare per molto. Hans e Hanna non erano più sulle scale di ghiaccio, mi guardai attorno agitato per scorgerli. Quando lo feci fu tardi. Hans mi colpì al volto con l’impugnatura della spada, procurandomi una ferita alla tempia che oltre a farmi perdere l’equilibrio annebbiandomi la vista, mi fece sgorgare un rivolo di sangue. –Sogni d’oro vostra altezza!- Un colpo più forte mi colpì la testa facendomi collassare al suolo. Il freddo del pavimento di ghiaccio mi si irradiò nella guancia, solo quello ricordai prima di perdere i sensi.
 
Mi risvegliai più tardi, non so esattamente quanto dopo, legato ad una sedia imbottita. Ero in una stanza piccola e mal illuminata. La muffa stava iniziando a invadere gli angoli dei muri diffondendo un odore di chiuso e umido. Strizzai gli occhi nel tentativo di allontanare il male alla testa. Sentivo il taglio sulla tempia bruciare. Mossi le mani legate per riuscire a ghiacciare le corde e liberarmi, ma capii subito che non avrebbe funzionato. Sentivo qualcosa ricoprirmi le mani e voltandomi giusto il necessario per fissarle mi resi conto che portavo un paio di guanti. E ti pareva! Ironico, i guati erano stati la mia sola fonte di protezione per anni, ora invece mi stavano impedendo la libertà…anche se a pensarci bene era sempre stato così.
La porta si aprì con un fastidioso cigolio metallico e sulla soglia apparve Hanne. – come stai? Dormito bene?-
-Cosa mi hai fatto?-
-Niente, assolutamente niente! Anzi, ho impedito ad Hans di ucciderti subito.-
-Perché mai lo avresti fatto?-
-Tu puoi aver rinnegato tutto quello che c’è stato, ma io non l’ho fatto.-
Mi si sedette sulle gambe poggiandomi un braccio sulla spalla e tracciandomi il contorno del mento con un dito. –Come siamo finiti ad odiarci, Elson? Un tempo io ti amavo.-
Deglutii a vuoto stringendo i pugni. – anche io ti amavo, ma poi tu hai fatto quel che hai fatto. Non posso perdonarti per aver quasi ucciso Andy. –
-se è solo per quello, ho anche quasi ucciso te.-
-si, ma sai bene che tengo molto più a lui di quanto tenga a me stesso.-
-Anche questa è una cosa che amo di te.-  mi strinse il labbro inferiore tra i denti, prima di baciarmi con quel suo insolito modo, dischiudendomi le labbra con le sue e leccandomi i denti prima di baciarsi davvero. Mi aveva sempre fatto impazzire di piacere, ma ora non potevo lasciarmi sedurre in quel modo. Strattonai la testa liberandomi. Lei, da prima sconcertata, mi sorrise afferrandomi una ciocca di capelli tra le dita. –Dimmi un po’, quella Elsa ha per caso preso il mio posto?-
-Che intendi dire?-
-semplicemente spero di no, perché altrimenti le renderò il poco che le resta da vivere un inferno. Tu sei solo mio!-
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti cari! Scusate il ritardo, ma ho avuto parecchio da fare. Però vi presento il capitolo nuovo. La lotta contro il male sta cominciando. Riuscirà Elsa ad arrivare ad Arendelle? Elson riuscirà a liberarsi? E che fine hanno fatto tutti gli altri?
Leggete e scoprite!
Volevo ringraziare tutti quelli che hanno inserito Cuori di ghiaccio tra le storie seguite!
Baci
SignorinaS
 

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Capitolo 6
*** l'assedio di Arendelle ***


POV ELSA
La neve attorno a me rendeva impossibile correre. Caddi molte volte, ma incespicando riuscii sempre ad andare avanti. Mai Arendelle e la montagna del nord mi sembrarono tanto distanti quanto ora.
Inciampai di nuovo nella neve, e questa volta rimasi inginocchiata, mentre le lacrime mi lambivano il viso, senza smettere di scendere. Elson era in pericolo, e tutto per colpa mia, non avrei mai dovuto scappare. Ero una codarda. Rannicchiai le gambe al busto lasciandomi travolgere dai singhiozzi.
Qualcosa di umido mi accarezzò la guancia. Mi asciugai le lacrime e guardandomi attorno scoprii che aveva iniziato a nevicare. Rimasi ad osservare la scena in silenzio, poi un pensiero si fece strada nella mia testa. Era come se Elson mi stesse invitando a proseguire, se non lo avessi fatto tutti gli abitanti di Arendelle sarebbero stati in pericolo, Anna per prima. Riacquistai le forze e ripresi la mia avanzata verso la città.
Mentre camminavo mi resi conto di una cosa strana. Nessuno degli uomini di Hans mi aveva inseguita. Come mai?
Il vento freddo mi colpì il viso come uno schiaffo e questo mi fece tornare alla realtà. Davanti a me c’era Arendelle. Tirai un sospiro di sollievo e scesi verso la città. Ma qualcosa non andava. Dall’interno delle mura si levavano grida spaventate, voci incattivite, pianti di bambini.
Non volevo crederci, ma ormai la certezza mi aveva invaso. Gli uomini di Hans non mi avevano inseguito per un semplice motivo. Quelli che avevo visto erano solo una piccola parte, quella che doveva seguire lui, e lui soltanto. Il resto del suo esercito era qui, e stava devastando la città.
Oltrepassai le porte e uno scenario d’inferno di scoppiò davanti agli occhi. Gli abitanti cercavano di difendersi un tutti i modi, ma erano disarmati contro un esercito armato di tutto punto.
Uno dei soldati afferrò il braccio di una bambina strattonandola forte verso di se. La rabbia mi colse all’improvviso e scagliai una stalagmite di ghiaccio contro l’uomo. Lui spaventato si ritrasse e lasciò la bambina prima di scappare. La piccola corse tra le braccia dei suoi genitori, i quali la abbracciarono forte e dissero – la ringraziamo infinitamente, vostra altezza – Alzarono il viso e una nota di confusione li avvolse. – Voi non siete re Elson. –
A sentir pronunciare quel nome una fitta lancinante mi colpì al cuore. Ma cosa mi stava succedendo? – no, sono una sua amica. –
-Vi ringraziamo in ogni caso –
Sorrisi alla coppia e mi osservai in giro atterrita, era tutto un mare di dolore, sangue e fuoco.
-ascoltatemi, fate in modo di raccogliere più gente possibile e andatevene da qui, prima che sia troppo tardi.-
-Lo faremo. Ma cosa ne sarà di Arendelle? E del nostro sovrano?-
-Cercherò di salvarli entrambi.-
Ripresi la mia corsa per le vie della città. La mia destinazione era il castello.
Le porte erano spalancate. –Anna- gridai. Entrai e mi misi alla disperata ricerca di mia sorella e di tutti gli altri.
Dopo un infinità di tempo ancora non avevo trovato nessuno. Smarrita mi rigiravo su me stessa senza dare ordine ai pensieri. –Anna ,Kristoff, Andy…dove siete?-
-Elsa! –
Quella vocina ridonò speranza al mio cuore. Mi voltai e Olaf e Olly mi corsero incontro abbracciandomi. – Grazie al cielo, state bene!-
-Si noi, si- Mi disse Olly – ma quei brutti ceffi hanno catturato Andy e tutti gli altri.-
Maledizione! – Sapete dove li hanno portati?- Olaf si grattò il naso –Dunque, stavano parlando di una duchessa, del fatto che ora è arrivato anche un duca…tafelton? Può essere?-
-Weselton?- domandai io con il groppo in gola. – Si esatto! – Questo complicava le cose.
 
POV ELSON
Hanne stava rigirando le sue dita tra i miei capelli, quando Hans entrò nella stanzina, appoggiandosi allo stipite con le braccia congiunte davanti al petto.
-scusate se interrompo i vostri giochini, ma c’è una cosa che Elson deve assolutamente vedere. –
Cosa dovevo vedere? Il ghigno sulle labbra di Hans mi mise agitazione.
Hanne scese dalle mie ginocchia e uscì dalla stanza salutandomi – Ci vediamo più tardi, tesoro! –
Quando fu uscita Hans mi si avvicinò a passandomi un dito di fianco alle labbra mi disse – hai del rossetto sbavato, non vorrai mica fare brutta figura davanti al tuo fratellino! –
-cosa? –
Due guardie entrarono nella stanzina trasportando selle spalle due persone. Mi bastò sentire i loro lamenti per capire chi fossero. – mettimi subito giù, sei un gran maleducato! Anna diglielo anche tu! –
-Concordo pienamente con Andy. Toglimi quelle sudice mani dal sedere, io sono fidanzata!-
Le due guardie li gettarono a terra senza delicatezza. –AIHA! –
-Andy!- Gli gridai cercando mi allungarmi verso di lui, ma le corde me lo impedirono.
-Elson! Sei vivo! Per fortuna. Non ti trovavamo più e pensavamo già al peggio. –
Anna mi osservò con sguardo carico di dolore. –Elsa non è con te?-
-n…-
-Come sarebbe che la regina Elsa non è qui?-
Un ometto basso e anoressico si fece strada tra le due guardie e si posizionò davanti a me a gambe divaricate.
-Questa non è la regina Elsa, a patto che non abbia deciso di cambiare sesso, il che le sarebbe uscito molto bene. – concluse la frase con un saltello sul posto che gli fece sobbalzare il parrucchino che portava sul capo. Provai l’impulso di una risata, ma mi contenni.
-Va tutto bene duca di Weselton, presto avremo qui anche Elsa! – Disse Hans con tono annoiato.
-Elsa è furba e forte, non si lascerà catturare tanto facilmente! –
-Ne sei certa Anna? Io posseggo tutte le persone che ama! Verrà di sicuro ad aiutarvi...e quella sarà la sua ultima buona azione! –
-ottimo piano! Si, davvero ingegnoso! –
Mi voltai verso la voce e vidi la duchessa di Weselton. Come la sua controparte maschile era bassa e molto magra…e portava una parrucca dai boccoli bianchi. Mi si sistemò davanti muovendo il naso e facendo ballare i suoi occhialetti. –Finalmente! Il re Elson in mio potere! Presto avrò tutto il potere commerciale di Arendelle nelle mie mani! – rise maleficamente, o almeno ci provò.
-no, duchessa, bon fate così, vi prego! – Le disse Andy, quasi davvero preoccupato. – Non mi dite che siete ancora arrabbiata per quella volta che, durante l’incoronazione, Elson non ha voluto ballare con voi. Quindi sono venuto io e vi ho fatto cadere la parrucca!-
Anna scoppiò a ridere sbattendo rumorosamente i piedi a terra. La duchessa iniziò a imprecare dietro ad Andy. Hans, ormai adirato per la situazione, riportò il silenzio.
-State zitti! Credete che tutto questo sia divertente? Beh, tra poco cambierete idea!-
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Penso che non ci sia troppo da dire su questo capitolo. Spero che vi sia piaciuto. Fatemi sapere le vostre impressioni con una recensione!
SignorinaS
 

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Capitolo 7
*** un piano improvvisato ***


POV ELSA
Mi tirai più su il cappuccio del mantello per evitare di essere riconosciuta. Tirai le redini di Sven e Silvy per costringerli a seguirmi. Hans aveva rapito tutti i miei amici, l’unica cosa che potevo fare era andare ad aiutarli. – Olaf, sei sicuro che li hanno portati qui? –
Il pupazzo fece sbucare il naso da sotto la coperta con la quale si stava nascondendo sul dorso di Sven. – Certo! Io e Olly li abbiamo sentiti che venivano a Tafelton! –
Si…Weselton! Mi ero recata in quella cittadina speranzosa di poterli aiutare, ma ora mi sorgeva il problema di come entrare nella villa della duchessa.
Un gruppo di ragazze vestite da cameriere mi passò accanto ridendo. Ok, poteva essere un’idea priva di originalità, me era la mia unica speranza. Che la povera malcapitata mi perdoni.
Mi nascosi e al momento giusto congelai le gambe della cameriera che si era distaccata dal gruppo. – ma cosa? – disse impaurita lei. – perdonami, sul serio! Ma ho bisogno dei tuoi abiti.-
-Sei impazzita?- Si, forse lo ero.
Meno di dieci minuti dopo indossavo gli abiti della cameriera e mi trovavo di fronte all’abitazione della duchessa. La ragazza a cui gli avevo presi era più minuta di me, e quel vestito mi andava esageratamente stretto, dovetti trattenere il respiro per evitare di scoppiarci dentro.
Alzai un pugno pronta a bussare, ma i dubbi mi assalirono. Se non fossero stati li? Dove sarebbero stati? E anche se li avessi trovati, sempre se erano ancora vivi, come avremmo fatto ad andarcene?
Olaf mi incoraggiò spingendomi con le braccina. – su bussa!-
-non so…-
-avanti bussa!-
-non credo…-
Olly chiese a Olaf – secondo te sa bussare?-
Rivestendomi di coraggio mi decisi a bussare. Dopo pochi secondi un uomo anziano e vestito da cameriere mi aprì la porta. –si? Desidera?-
-sono una nuova servitrice. Mi ero persa e quindi sono in ritardo, chiedo umilmente perdono.- Mi inchinai cortese. –prego, da questa parte. Era stato così facile?
Fui portata in una stanzina piena di scope e secchi. – occupati dei pavimenti del secondo piano- mi disse rifilandomi uno scopone in mano. –Buon lavoro.-
-…grazie…- Se ne andò lasciandomi sola. Olly e Olaf sarebbero restati fuori, erano troppo riconoscibili. Non esistono molti pupazzi viventi, infondo.
La mia priorità non erano di certo i pavimenti, ma tenni la scopa per accentuare il mio travestimento, se qualcuno mi avesse visto girovagare mi sarei semplicemente messa a spazzare. Cosa è costretta a fare una regina per amore…della sorella eh!
Imbucai la testa in tutte le porte aperte che trovai, ma non vidi nessuno dei miei amici. Dovevano di sicuro trovarsi nelle prigioni.
-non osare torcergli un solo capello, chiaro?-
-Altrimenti?-
-altrimenti il nostro accordo salta! Voglio vederti a sopravvivere in questo mondo da solo.-
Sbirciai chi stava parlando e vidi Hans e Hanne, uno di fronte all’altra, con sguardo di sfida reciproco. Hans distolse lo sguardo irritato. – come vuoi, ma quando troveremo Elsa voglio essere io stesso ad ucciderla.-
-sarà tutta tua!-
-Molto bene!-
Uccidere me? Doveva passare sul mio cadavere…no, pessima idea!
I due si allontanarono nel corridoio continuando a parlare, ma prima richiusero la porta socchiusa che avevano alle spalle. Cosa c’era li? Mi avvicinai e la aprii velocemente.
 
POV ELSON
Ogni movimento che facevo per liberarmi da quelle corde era una fitta di dolore in più per i miei polsi. Non sapevo più cosa fare. Dovevo liberarmi per salvare Andy e Anna; e poi c’era Elsa. Tutta sola chissà dove. Speravo solo che fosse al sicuro. Ripensando alla regina mi ritrovai a sorridere come un demente. Nessuno mi aveva mai sconvolto la mente come lei, nemmeno Hanne.
La porta davanti a me si spalancò. Pensai che fosse tornato Hans, a minacciarmi di morte, come poco fa, invece davanti mi ritrovai Elsa. Indossava un vestito da cameriera lavanda, e il colore risaltava i suoi splendidi occhi. Il mio cuore scoppiò di gioia. Stava bene! Era salva!
-Elsa!-
-Elson! Oh grazie al cielo stai bene! –
Mi corse in contro abbracciandomi e facendo sbilanciare la sedia all’indietro.
-attenta! Cadiamo!-
Lei si ritrasse prima che la sedia potesse ribaltarsi. –perdonami!-
Ghiacciò le corde liberandomi, sia i piedi che le mani. La prima cosa che feci fu disfarmi di quei maledettissimi guanti verdi. Poi compii la mia follia più grande, senza pensarci, lasciai che fosse un gesto spontaneo. Abbracciai Elsa sollevandola da terra e facendola girare tra le mie braccia, lei rimase tanto sorpresa da paralizzarsi nel mio abbraccio. – sei venuta ad aiutarci! Grazie.-
-figurati…io…era il minimo-
Le scostai una delle ciocche ribelli, che le fuoriuscivano dalla treccia, dietro l’orecchio e le donai un leggero bacio sulla guancia, appena sotto l’orecchio. –non era il minimo di niente-
Rimanemmo a fissarci, persi l’uno negli occhi dell’altra per un tempo che pareva infinito. Le sue labbra non facevano altro che supplicarmi di baciarle, fui quasi sul punto di farlo, ma Elsa abbassò lo sguardo per prima, lasciandomi con una fitta di delusione al cuore. – Dobbiamo trovare gli altri!-
-si, Andy e Anna sono in una delle stanze al terzo piano.-
- Kristoff e Kresteen?-
-Ci sono anche loro?-
-Tu non li hai visti?-
Io scossi la testa. Non avevo visto nessuno dei due, ne tanto meno nessuno dei nostri rapitori li aveva mai nominati.
-allora dove sono, Elson?-
-Dobbiamo scoprirlo!-
Le presi la mano e la condussi fuori dalla stanza in cui mi avevano rinchiuso. Presto Hanne si sarebbe accorta che mancavo, avevamo poco tempo per andarcene.
Mentre uscivo qualcosa mi fece inciampare. –Cosa ci fa qua una scopa?-
Elsa mi guardò arrossendo –colpa mia. Lascia perdere però, ci metterei troppo a spiegarlo.-
 
 
 

 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Sono finalmente tornata. Ora che ho concluso la mia storia originale posso concentrarmi anima e corpo su questa FF. Quindi non temete, d’ora in avanti pubblicherò più spesso! ;-)
In questo capitolo abbiamo un Elson che ormai è evidentemente cotto della nostra regina delle nevi, mentre Elsa non sa con certezza cosa provare. Secondo voi come si concluderà la storia tra i due Cuori di ghiaccio?
Baci
SignorinaS
 

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Capitolo 8
*** La risposta è l'amore ***


POV ELSA
Solo quella porta chiusa davanti a me mi separava dalla salvezza di Anna. Desideravo solo che stesse bene, che fosse salva. Trattenni il fiato mentre Elson abbassava la maniglia in ottone dorato. – maledizione, avrei dovuto immaginarlo. –
-che succede?- domandai con tono che mi accorsi essere molto preoccupato.
- la porta è chiusa.- Bussò per tre volte con forza sulla porta – Andy, mi senti? Sei li dentro? –
Una voce soffocata provenne dalla parte opposta della porta, facendo sospirare di sollievo sia me che Elson. – Faratellone? Sei tu davvero?- Elson poggiò entrambe le mani sulla porta contraendo le labbra in una smorfia di contenuta rabbia e nello stesso tempo commozione. – si Andy, sono io. Ti tirerò fuori di li! – Si osservò le mani impotente. – Elsa. Che possiamo fare? – Io incrociai i suoi occhi azzurri che sembravano solo chiedermi un disperato aiuto. Capivo bene come si sentiva, volevo aiutarlo, lo desideravo davvero. – Non so se funzionerà, ma lasciami provare. – mi avvicinai alla porta e poggiai le mani sulla serratura. – Elson- lo chiamai arrossendo leggermente. – avrei bisogno di aiuto, ho paura che se ghiacciassi da sola la serratura potrei fare un completo disastro. Devi aiutarmi a tenere sotto controllo i miei poteri.
Elson, senza rispondermi, poggiò le sua meni sulle mie. Lasciai che i miei poteri si liberassero e che il gelo cristallizzasse la serratura della porta, facendo spaccare il metallo. Mi sentivo così sicura, come mai prima d’ora. I poteri di Elson si univano ai miei, impedendomi di perdere il controllo.
Un forte rumore di qualcosa che si spaccava risuonò nelle miei orecchie. La porta ora era aperta, ma per qualche ignoto motivo non tolsi le mani dal legno laccato. Elson era ancora in piedi dietro di me e le sue mani racchiudevano le mie. Le sue braccia mi stringevano i lati del corpo in un accidentale abbraccio di ghiaccio. Dovevo staccarmi da quella porta, dovevo salvare Anna…ma perché mi rifiutavo di farlo?
Elson strinse la presa sulle mie mani, avvicinando le labbra al mio orecchio e catturandone il lobo tra i denti. Rimasi immobile mentre lui faceva scivolare le mani sulle mie braccia, fino alle spalle. Io  allungai un braccio dietro di me e gli affondai le dita nei capelli biondi, scompigliandoglieli. Volevo continuasse, che osasse oltre, ma nella mia mentre tornò l’immagine di Hanne seduta sui gradini del castello di ghiaccio, il suo ghigno malefico addolcitosi appena vide Elson. – no! –
Mi sottrassi alle labbra di Elson aprendo la porta di scatto.
Nella camera Anna e Andy erano legati l’una all’altro e seduti su un tappeto blu scuro ricamato con fiori dorati. – Anna! Stai bene?-
-Elsa! Si sto bene! Hai visto che Hans è qui? Oddio che rabbia! Se lo prendo…questa volata non se la caverà solo con un pugno! –
Liberammo Anna e Andy e dopo aver velocemente pensato ad un piano, uscimmo nei corridoi alla ricerca, piuttosto sporadica, di Kristoff e Kristeen. Mentre avanzavamo a passo veloce lanciai un’occhiata furtiva ad Elson. Lui mi sorrise fievolmente prima di distogliere lo sguardo.
Ero pentita per aver interrotto quel momento? No, la missione di salvataggio veniva prima di tutto. Desideravo riviverlo? Si, e questa volta fino in fondo.
 
POV ELSON

Una volta ricongiunti con Andy e Anna scendemmo fino al piano più basso della villa, dove trovammo un gruppo di cameriere urlanti. Ci nascondemmo dietro una delle pareti. – Com’è possibile che ci abbiano visto?- domandai. Anna si sporse verso il gruppo delle donne e divenne pallida come un cencio. –non hanno…visto noi!-
-Come?-
Sbirciai anche io, e vidi Olly e Olaf correre allegri tra le cameriere, le quali spaventate corsero fuori dalla villa disperdendosi nel cortile. Noi quattro usciamo dal nostro nascondiglio, posizionandoci con le mani sui fianchi davanti ai pupazzi.
Elsa sbuffò dal naso irritata. –vi avevo chiesto di rimanere nascosti! –
-ci annoiavamo!-
-non è una risposta.-
Olly mi guardò costernata grattandosi la testa con il suo braccio a rametto. – ci dispiace, ma noi volevamo esservi d’aiuto.- Mi abbassai abbracciando Olly –ma lo siete, lo siete sempre stati. –
Olaf cacciò un grido acuto –oh, ma tu sei un romanticone! Però è vero, siamo utili! Per esempio abbiamo trovato Kristoff e Kresteen!-
Andy si gettò in ginocchio davanti al pupazzo. –Dove? Dove sono? –
-proprio lì! Ehi ciao! Ma tu guarda! C’è anche Hans! –
Voltandoci ci trovammo a fissare Hanne e Hans con i pugnali puntati alle gole dei due biondi.
-pensavate di scappare? Di cavarvela con così poco? Avete proprio sbagliato a capire. –
Anna gridò coprendosi con le mani la bocca. Mi parai davanti a loro – Lasciateli, loro non centrano!-
-no, è vero. Sono quelli che meno centrano in tutta questa storia, eppure…-
Indietreggiarono fino a trovarsi nel cortile. -…eppure saranno i primi a pagare! –
-non taccateli! –
Elsa gettò un fascio gelato su di loro colpendo Hanne che liberò Kristeen. La ragazza tirò un calcio alle gambe di Hans facendolo inciampare, in questo modo anche Kristoff fu libero.
Hans si rialzò cominciando a correre, io mi precipitai al suo inseguimento, ma presto lo persi di vista. Elsa alle mie spalle gridò quando qualcuno la gettò a terra. –Elsa!- gridai, quando vidi Hans riversato su di lei con la spada sguainata, pronto a colpirla.
Fu in quell’esatto istante che, per la prima volta dopo tanti anni, persi di nuovo il controllo. Il ghiaccio si liberò dal mio corpo ricoprendo tutto quello che incontrò. Hans fu scagliato lontano dalla forza. Elsa era salva, per ora, ma io non riuscivo più a controllarmi. Ero bravo a tenere a bada i miei poteri, ma quando perdevo le redini, non era facile ridomarmi, quasi impossibile.
Attorno a me imperversava la tempesta. Una figura nera l’attraversò e presto Elsa fu davanti a me, a fissarmi con sguardo addolorato.
-Elson, calmati! Va tutto bene! –
-stai lontana! Non voglio farti del male! –
-no! Non lo farò! Ci sono passata anche io! So come fermarlo! –
-non posso fermarlo, Elsa! L’ultima volta ho…ho praticamente ucciso i miei genitori-
Elsa mi si avvicinò sempre di più. –Ma io conosco la soluzione!-
-non…esiste…una soluzione. I nostri poteri sono frutto dell’odio che la natura riversa sugli uomini. Noi siamo quelli che devono pagare per tutta l’umanità.
Elsa si strinse la treccia tra le dita. – eppure una soluzione esiste, Anna l’ha mostrata a me, io la farò capire a te.
Si alzò in punta di piedi poggiando le sua labbra sulle mie e stringendomi il collo con le braccia.
Qualcosa in me si tranquillizzò. Qualcosa in me capì di cosa parlava Elsa. Qualcosa in me capì di essere amato.
Lei si allontanò giusto il necessario per potermi guardare negli occhi. – lo hai capito? –
Io annuii poggiandole con dolcezza le mani sui fianchi – La soluzione è l’amore, non è vero?-
-Promosso! –
Baciai di nuovo Elsa stringendola forte a me. Avevo trovato quella parte che mi mancava, la cui assenza mi faceva sentire incompleto. Attorno a noi la bufera si placò, rivelando il volto sfigurato dall’ira di Hanne.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE

Nuovo capitolo tutto per voi! Questo, a mio parere, è il capitolo più tenero che ho mai scritto!
Spero che vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate! ;-)
Ps: l’ho scritto molto in fretta perché oggi avevo molti compiti da fare, ma ormai ero in ritardo, quindi se trovate degli errori vi prego di farmelo notare. Grazie mille in anticipo!
SignorinaS
 

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Capitolo 9
*** il ratto dei poteri ***


POV ELSA

La splendida sensazione di pace che stavo provando fu sostituita da un’acuta sensazione di disagio. Hanne incurvò le spalle in avanti, abbassando la testa fino a far scomparire i suoi occhi sotto la frangia liscia. Dei sussulti avvolsero il suo corpo; dapprima pensavo stesse piangendo, ma quando rovesciò indietro la testa infilando una mano nei capelli, mi accorsi che in realtà la sua era una risata.
-Quindi è così? Mi deludi Elson, ti credevo superiore!-
Elson corrugò la fronte facendo un passo per superarmi –Resta dietro di me- mi sussurrò ad un orecchio. –Hanne, è finita. Perché non lo vuoi capire? Non puoi pretendere che io ti ami ancora dopo tutto quello che hai fatto.-
Una nota di profonda malinconia solcò il delicato volto della ragazza, ma veloce come era apparso, se ne andò, sostituito da un ghigno famelico.
-certamente che posso pretenderlo. Tu sei mio, lo sei sempre stato e non lascerò che una gatta morta come lei ti porti via da me. Che cos’ha in più? Niente, niente di niente! Oh si, forse una cosa ce l’ha!-
I suoi occhi solcati da una vena di follia si posarono su di me; ero terribilmente spaventata, non capivo cosa stesse succedendo, cosa intendesse Hanne. Elson mi poggiò una mano sul braccio, come a volermi invitare a scappare. –Hanne, tu prego…- rantolò Elson.
-Lei è come te, lei è maledetta! Eppure sembra che sia proprio questo ad attrarti, quindi mi prenderò i suoi poteri!-
I miei poteri? Come aveva intenzione di fare? Nessuno poteva togliermi i poteri.
Hanne estrasse dalle tasche un’ampolla di cristallo; la rigirò tra le mani sorridendo e poi sollevò il coperchio. Vidi gli occhi di Elson spalancarsi per la sorpresa, poi con una spinta mi spronò ad andarmene. – Scappa! – Gridò con tanta disperazione che nel mio animo non poté che insinuarsi il puro terrore. Hanne sollevò l’ampolla fino al mento e pronunciò una formula:
-Grandi spiriti dai terribili poteri,
fatemi compiere la mia intenzione.
Senza insidie e senza misteri
Che cessi ora questa maledizione!-
Dal piccolo contenitore fuoriuscirono lampi di luce arcobaleno, danzavano ipnotici sopra la testa dei Hanne, fino a che non si diradarono e si diressero a gran velocità verso di me. Arretrai spaventata, ma i miei piedi urtarono un cumulo di neve, facendomi inciampare e cadere a terra. Mi coprii gli occhi con un braccio per non vedere cosa stesse per accadermi. –Elsa, no!-
La voce di Elson mi fece abbassare il braccio per osservare la scena. Elson si era intraposto tra me e la magia di Hanne. I fasci arcobaleno gli ruotavano attorno come uno stormo di pesci variopinti.
-Elson, perché lo hai fatto? Sei solo un idiota!- Hanne rimase sorpresa dal gesto di Elson, ma pur arretrando delusa non lasciò la presa sull’ampolla.
Elson si inginocchiò stringendosi le mani al petto digrignando i denti per il dolore.
-Elson!-
Mi gettai su di lui afferrandogli stretta la spalla. I fasci di luce risalirono il mio braccio fino ad avvolgere completamente anche me. Elson ruotò la testa verso di me e una lacrima gli rigò il viso.
-Elsa, no. Perché lo hai fatto?-
Io gli sorrisi abbracciandolo. –Perché lo hai fatto tu? quell’incantesimo era per me, non lascerò che sia tu a pagarne le conseguenze da solo.-
Pochi istanti dopo i fasci arcobaleno salirono fino sopra di noi, per poi ritornare dentro l’ampolla di Hanne. Al suo interno ora vagavano due piccole figure, irriconoscibili, ma appena si scontrarono i bordi dell’ampolla si congelarono.
Hanne la osservò con la rabbia dipinta in volto. –perché? Perché?-
Dal fondo del cortile arrivarono verso di noi anche Anna e gli altri. Non appena Hanne li vide corse via, senza girarsi e senza aggiungere parole.
-Elsa stai bene?- mi domandò mia sorella abbracciandomi.
-Si, è tutto ok-
-Elson, Cosa ti sta succedendo?- La voce di Andy era spaventata, ma allo stesso tempo molto confusa. Tutti osservammo Elson e notammo, con grande sgomento, che i capelli del ragazzo si stavano scurendo. In breve la tua chioma divenne castana chiara, con sfumature più scure sparse qua e là. Mi avvicinai a lui prendendogli una ciocca tra le dita. – Cosa ti è successo?-
Lui mi prese la treccia tra le mani. – quello che sta succedendo a te.- Mi osservai i capelli e li vidi diventare castani, come quelli di mia madre. –Hanne ha preso i nostri poteri.-
Una folata di vento ci investì e per la prima volta in vita mia sentii freddo.

 

 
POV ELSON
Dopo quattro giorni dall’accaduto ancora non riuscivo ad abituarmi a vivere senza i miei poteri glaciali. C’era stato un tempo in cui avrei dato la mia anima per non essere costretto ad averli, ma con in passare del tempo avevo capito che potevano tornarmi utili. Se solo non avessi rivelato ad Hanne la mia paura, la mia voglia di essere normale, lei non si sarebbe adoperata per cercare una soluzione per liberarmi…
Qualcuno bussò alle porte della sala del trono. Io mi sedetti in modo più composto e schiarendomi la voce invitai l’ospite ad entrare. La prima ministra entrò inchinandosi. –Vostra altezza, la signorina Elsa desidera parlare con voi.-
-Fatela entrare.-
La donna si inchinò di nuovo e uscì, al suo posto comparve Elsa. Vestiva un abito lungo, nero e verde, i capelli, ormai scuri, sempre raccolti nella sua adorabile treccia, in volto una maschera di tristezza. Mi si spezzò il cuore nel vederla in quel modo. Era dal giorno dell’incidente che non ci parlavamo, avevo provato ad avvicinarla, ma lei si sentiva responsabile per quello che era successo ad entrambi e non osava avvicinarsi a me. –Elsa, è…bello rivederti.-
-Anche per me. – Fece un passo avanti, ma senza salire sull’impalcatura su cui sorgeva il trono.
-Elson, volevo chiederti scusa, io non volevo che…-
-Elsa, non è colpa tua! Se c’è qualcuno che deve assumersi delle responsabilità quello sono io!-
Lei abbassò lo sguardo verso sinistra –Andy ha detto che la ricostruzione di Arendelle sta procedendo più velocemente del previsto. È in bene, non trovi?-
-Elsa, non cambiare discorso! Dico sul serio!-
Scesi dal trono e mi avvicinai a lei prendendole il viso con le mani. I suoi occhi si riempirono di lacrime. –Non voglio che ti prendi responsabilità solo per farmi sentire meglio.-
-Non lo faccio, è la verità! Quando io e Hanne stavamo insieme le dissi che ero stufo dei miei poteri, che avevo paura potessero fare del male a qualcuno. Lei si prese l’incarico di trovare n modo per liberarmi, e alla fine lo trovò. Mi mostrò quella boccetta di diamante, spiegandomi che quella poteva intrappolare i miei poteri. Decidemmo che il giorno seguente avremmo eseguito il rituale, ma poi…lei ha cercato di uccidere Andy, le cose hanno preso un’altra piega. La boccetta scomparve con Hanne, nemmeno me ne ricordavo .-
Elsa mi strinse le mani con le sue –si, ma se io non ci fossi stata, lei non ti avrebbe…-
Le poggiai le labbra sulle sue zittendola. Quel bacio continuò per diversi secondi, aveva il sapore dolce di Elsa e quello amaro delle sue lacrime. –non osare mai più accusarti ingiustamente di qualcosa, a me non importa se ho i poteri  o no, mi mancheranno lo ammetto, ma ci farò l’abitudine. L’unica cosa di cui ormai non posso più fare a meno sei tu!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Dopo giorni di imperdonabile ritardo sono finalmente tornata con il nuovo capitolo!
Bel macello, non credete? Cosa potranno fare ora i nostri due innamorati? Accetteranno la loro vita senza i poteri o faranno il possibile per riappropriarsene? Presto lo scoprirete ;-)
Non ho inserito la riflessione di Elsa sul fatto che anche lei prima non desiderava i poteri, ma in seguito si, quello penso lo esprima già molto bene il film originale.
Scrivete se vi è piaciuto o no, ed eventuali suggerimenti.
SignorinaS

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Capitolo 10
*** Anniversari importanti ***


POV ELSA
Alcuni mesi dopo
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, e mezzo rintocco. Erano le otto e mezza e nessuno pareva avere l’intenzione di venire a svegliarmi quel giorno. Mi rigirai nel letto aggrovigliandomi la coperta sulle gambe e affondando il viso nel cuscino di piume; era soffice e profumava di gelsomino. “bene” mi dissi, "se nessuno mi costringe ad lazarmi ne approfitto per dormire ancora qualche minuto". Mai lo avessi detto, anzi pensato!
Qualcuno iniziò a bussare insistentemente alla porta, una voce emozionata mi chiese –Elsa, sei già sveglia oppure dormi?- Sollevai il capo dal cuscino sedendomi sul letto.
-Fino a qualche secondo fa dormivo!- Anna si precipitò nella stanza piroettando, dietro di lei accorsero Andy e i due piccoli pupazzi di neve. Si fermarono tutti e quattro in piedi davanti al mio letto e dopo essersi scambiati occhiate d’approvazione iniziarono a cantare.
-Un felice compleanno per la nostra Elsa,
Un felice compleanno per la nostra Elsa,
Un felice compleanno per te che sei piccina,
ma presto crescerai e stupenda diverrai,
Un felice compleanno per la nostra Elsa,
Un felice compleanno e te mia sorellina!
AUGURI ELSA! BUON COMPLEANNO!-
Rimasi a fissarli inebetita, mi ero scordata che oggi era il mio compleanno, troppi problemi a cui pensare. –Grazie…- Mi limitai a sussurrare. Andy si mise le mani ai fianchi sorridendomi divertito –Non sei proprio la “mia sorellina” ma non importa!- Olaf e Olly corsero verso di me consegnandomi un pacchetto sigillato con un enorme fiocco blu.
-Auguri Elsa, questo è da parte nostra, di Anna, Andy, Kristoff e Kristeen!-
Guardo sbalordita il regalo. –No, non dovevate!-
-Ma finiscila, piuttosto aprilo!- mi incalzò Anna. Mi lasciai convincere, e mentre i due ragazzi si sedevano sul bordo del letto per osservarmi meglio, io allentai i nastri per aprire la scarola. Al suo interno trovai un abito in cotone azzurro, il corpetto dalle sottili spalline era decorato con decori argentati di fiori rampicati. Mi alzai per lasciarlo aprire e osservarlo nella sua interezza. La gonna ampia era ricoperta da un sottile velo retinato che rendeva la superficie luminosa e iridescente. Era meraviglioso.
-Ti piace?- mi domandò Anna agitata. –Lo adoro!- Abbracciai mia sorella allacciandole le mani dietro il collo. –Meno male! Andy abbiamo fatto centro!-
Il ragazzo annuì –Si! Kristeen e Kristoff avrebbero voluto esserci, ma ci sono stati problemi nelle stalle e sono andati a controllare.-
-Non importa- dissi –Ringraziate anche loro di tutto cuore!-
-Lo faremo! Ma ora…Olaf, Olly, estraete il secondo regalo!- i due pupazzi tirarono fuori una scatola più piccola della mia e saltellando uscirono dalla camera. –Scusa Elsa, ora dobbiamo andare anche da Elson a fargli gli auguri, gli vediamo a colazione!-
Corsero tutti fuori dalla stanza lasciandomi da sola con il mio nuovo vestito.
-Posso bussare ancora io?-
-No Anna, questa volta tocca a me!-
Risi rincuorata nel accorgermi che ormai sembravamo una presenza famigliare in questa dimensione, non mi sentivo più una perfetta estranea, ma mi mancava qualcosa; poteva sembrare assurdo ma rivolevo i miei poteri. Solo in quel momento realizzai le parole di Anna e Andy, era anche il compleanno di Elson? Forse non avrei dovuto stupirmi tanto.
Mi vestii per la colazione, indossando il mio vestito appena regalato.
Quando entrai nella sala da pranzo trovai già tutti seduti a tavola, ad eccezione di Elson. Mi sedetti al mio solito posto e tra una chiacchiera e l’altra ne approfittai per ringraziare anche Kristoff e Kristeen per il regalo. –Ma figurati!- mi rispose la bionda –tra l’altro ti sta d’incanto.-
-ti ringrazio!-
Andy balzò in piedi quasi rovesciandosi il te addosso. –Kris! Che ne dici se per in nostro matrimonio ne prendi uno simile?- Kristeen spezzò in due il biscotte che teneva in mano –Andy, quante volete te lo dovrò ripetere? Dieci Anni! Almeno per i prossimi dieci anni non voglio sentire parlare di matrimonio.-
-così tanto?-
-Si, così tanto!-
-ma uffa!-
-Uffa, niente!-
Tutta la tavola fu avvolta dalle risate.
-Io sono totalmente d’accordo con Kris.-
Elson si accomodò al tavolo lanciando i guanti di fianco al piatto. Indossava un completo elegante dai pantaloni verde bottiglia e la giacca nera, il tutto completato con una mantello bordeaux.
-Ma Elson…-
-ssh mangia Andy!-
Mi sarei dovuta ricordare di fargli gli auguri di compleanno, ma quando saremmo usciti da colazione.

 

 
POV ELSON
Oggi in paese si sarebbe tenuta una festa per il mio compleanno, e per ricordare l’anniversario del mio primo anno di regno. Terminata la colazione fui trascinato dalla prima ministra e dal mio insopportabile maestro di ballo nella sala del trono per indossare la corona e ripassare le regole principali per una apparizione in pubblico, come se non le conoscessi abbastanza bene! Ripassai tutto, ma senza mai distogliere i pensiero da Elsa, non le avevo ancora fatto gli auguri  e dovevo consegnarle il mio regalo. Speravo solo che tutta questa cerimonia formale si concludesse in fretta.
Durante la festa intrapresi un discorso su quanto mi sentissi onorato nel poter guidare Arendelle e che nonostante i numerosi imprevisti mi sarei impegnato per regnare al meglio. Terminato il discorso Andy mi si avvicinò con in mano una fetta di torta per darmela in faccia, ma io fui più svelto e riuscii a farla finire in faccia a lui, scatenando l’ilarità di tutto il popolo presente.
La festa sarebbe continuata ancora a lungo, ma io avevo cose più importanti da fare.
-Elsa, vieni con me!- le dissi porgendole una mano guantata.
Lei mi guardò confusa, prima di accettare la mia mano e lasciarsi guidare. La condussi fino alle mura di Arendelle e lì uscimmo senza farci notare. Oltre al castello di ghiaccio c’era un altro luogo che amavo particolarmente, e non vedevo l’ora di condividerlo con Elsa.
Oltre il bosco di abeti più a est vi era una catena montuosa che si scagliava contro il cielo incontrando le morbide nuvole estive. Sotto una delle montagne vi era una grotta che in pratica mi aveva visto crescere. Vi entrammo facendoci strada tra le stalagmiti umide e arrivammo fino alla fine del tunnel. –Wow, è stupendo!- esclamò Elsa, e in effetti lo era. Il soffitto della grotta in quel punto era sottile abbastanza da far filtrare i raggi del sole in tutta la grotta, regalando una calda luce ambrata.
Accatastati in un angolo vi erano tutti i giocattoli che io e Andy portammo qui da piccolo: pupazzi di peluche, miniature di cavalli e altri animali, fogli e colori e una scacchiera, che attirò l’attenzione di Elsa. – Questa scacchiera ha le pedine azzurre e verdi! Perché?-
Alzai le spalle sorridendole –Ci piacevano di più così e le abbiamo colorate. Io usavo gli azzurri e Andy i verdi.- Elsa rise prendendo in mano il l’alfiere verde –perché gli manca la testa? –
-lo decapitai durante una delle partite, aveva perso!-
-sul serio?- mi chiese ridacchiando
-si, ma avevo dodici anni, capiscimi! Non è di certo la cosa più grave, se osservi uno dei miei pedoni ti accorgerai che ha dei segni di denti, questo perché Andy prese alla lettera il “mangiare una pedina” e lo addentò!-
-deve essere stato bellissimo poter godere a pieno della tua infanzia con tuo fratello. Io e Anna non ci siamo parlate per anni a causa dei…non importa.-
Io le presi le mani tra le mie –Deve essere stato orribile, io senza Andy sarei stato perso.-
-Lo sarei stata anche io senza Anna.-
Ci fissammo negli occhi per qualche istante prima che io mi convinsi a consegnarle finalmente il mio regalo. –Elsa, c’è una cosa che devo darti!- Presi dalla tasca una scatoletta di velluto blu e la porsi alla ragazza. –auguri!-
-per me? No, non dovevi! Io neanche mi ricordavo che fosse il mio compleanno, figurati il tuo, non ti ho preso niente!-
-Non importa, tutto ciò che desidero è già qui con me ora. Coraggio, aprilo!-
Elsa prese la scatoletta con mani tremanti e l’aprì. Al suo interno vi era una collana di pietre azzurre semitrasparenti. –Elson…è stupenda-
-è in tinta con i tuoi occhi, ho pensato che potesse piacerti. Poi oltre al tuo compleanno dobbiamo festeggiare anche il i sei mesi dal primo giorno in cui ci siamo incontrati!-
Lei si alzò in punta di piedi baciandomi e io la strinsi a me come per non volerla lasciare mai più. –Elsa, ascoltami un secondo. Ti mancano davvero i tuoi poteri?-
-Molto, a te?-
-Si. Che ne dici? Andiamo a riprenderceli?-
Lei si allontanò dal mio viso giusto il necessario per fissarmi negli occhi.
-Si Elson, andiamo a riprenderceli!- 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE
Sono finalmente tornata. Chiedo scusa per il ritardo, ma ho voluto pubblicare il capitolo proprio oggi per un preciso motivo che poi vi spiegherò.
Cosa ne dite di questo capitolo? Questa volta la canzone del compleanno non è una mia creazione, ma dei miei due fratellini (tutti i diritti sono riservati a loro ahah).
Perché ho voluto pubblicare oggi? Perché come Elson ed Elsa festeggiano i loro sei mesi di conoscenza, io ho un evento ancora più importante da ricordare oggi!
AUGURI ALE! PER I NOSTRI TRE ANNI INSIEME. TI AMO! <3 QUESTO CAPITOLO è DEDICATO A TE!
Baconi
SignorinaS

 

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Capitolo 11
*** Amore fraterno ***


POV ELSA
Il mattino ha l’oro in bocca, ma non mi aspettavo che qualcuno potesse prendere così alla lettera un proverbio; eravamo tutti stetti attorno ad Andy che stava gridando per il dolore dopo quello che era appena accaduto. “Che cosa” vi state chiedendo? Lasciatemi spiegare.
Quella mattina mi svegliai più allegra del solito, quello che era successo ieri mi aveva reso molto felice e si vedeva. Mi vestii velocemente ed indossai la collana che Elson mi aveva regalato accarezzando la pietra centrale con l’indice e il medio, poi uscii dalla camera fischiettando. Non era un comportamento che si addiceva ad una regina, ma d’altronde io qui non ero regina di niente.
Raggiunsi la sala da pranzo, dove trovai Elson, i due pupazzi di neve, Andy e Kristeen già seduti a tavola. Mi salutarono tutti calorosamente e anche io presi porto aspettando mia sorella e Kristoff. Quando arrivarono ebbe inizio la colazione, la quale proseguì tranquilla e senza intoppi fino a che un grido di dolore non distrusse la quiete venutasi a creare.
-Andy! Va tutto bene?- Elson si alzò di scatto dalla sedia precipitandosi dal fratello che si teneva una mano stretta sulla guancia. –no- intanto prese qualcosa dalla bocca usando due dita. Nella sua mano ora splendeva un anello d’oro con al centro un rubino. Tutti lo fissammo esterrefatti mentre Andy, dopo aver gridato per altri secondi a causa del male provocatosi ai denti, fece rigirare l’anello in mano ed esclamò –Eccolo qui! Pensavo di averlo perso! Probabilmente l’altro giorno dopo averlo mostrato alla cuoca deve essermi caduto in qualche impasto e ora eccolo qui nella mia pagnotta!-  
-che cos’è?- chiese Anna.
-Non si vede? Un anello.-
-Cosa te ne fai di un anello da donna?-
-Non è mio! L’ho preso per chiedere a Kristeen di sposarmi!-
Di tutta risposta la bionda prese la ciotola del latte e la versò in testa ad Andy. Tutti ci facemmo cogliere dalle risate fino a che ci accorgemmo dell’espressione furiosa di Kristeen.
-adesso facciamola finita. Andy io non ho intenzione di sposare nessuno, non per ora. Se non sei pronto ad accettare questa mia decisione allora è meglio che la facciamo finita qui!-
Si alzò da tavola lasciando cadere a terra il candido tovagliolo bordato di grigio –quando avrai imparato ad accettare le decisioni altrui e a non vivere nel tuo egocentrismo fammelo sapere, magari vedremo se sarò in grado di riaccettarti. Addio per ora Andy.-
La ragazza abbandonò la sala da pranzo nel silenzio più totale. Andy si alzò barcollando sulle gambe sottili –Kris, ti prego, aspetta!- Elson lo fermò prima che il fratello potesse correre dietro alla ragazza senza pensare alle conseguenze. – Ascoltami Andy, lasciala da sola per un po’, lei ti ama davvero, vedrai che le passerà. Cerca solo di non stressarla troppo.- Andy annuì flebilmente, ma sul suo viso giovanile si leggeva chiaramente il dolore, non tanto per aver perso Kristeen, quanto per essere stato lui la causa della delusione della giovane.

 
A pranzo Kristeen non si presentò, così come neanche a cena. Il giorno seguente scoprimmo che se ne era andata, lasciando un messaggio di poche ma letali parole, che diedero il colpo di grazia al cuore già crepato di Andy, mandandolo in pezzi.

 
Il mondo è grande,
cercherò qual è il mio posto.
Spero di rivedervi un giorno o l’altro.
Grazie per quello che avete fatto per me.
Kristeen.

 
Andy strinse il biglietto tra le mani accartocciandolo. Il suo viso era distorto dal dolore e una lacrima gli solcò la guancia. –eeh…aah…scusatemi!- Si voltò e lasciò la stanza tra i singhiozzi. Noi rimanemmo li, incapaci di trovare una soluzione. Anna e Kristoff si allontanarono come a non voler ricordare il legame che c’era tra Kristeen ed Andy. Elson mi guardò con espressione triste prima di seguire il fratello per consolarlo.
Mi sentivo impotente. Sapevo cosa voleva dire essere abbandonata da tutti, non volevo che anche Andy soffrisse tanto. Speravo solo che fosse una complicazione temporanea e che tutto si sarebbe risolto in fretta.

 
POV ELSON
Raggiunsi la camera di Andy e bussai tre volte, ma lui non rispose. Sospirai rassegnato, ma mentre stavo per andarmene mi tornò in mente cosa Andy fece per me il girono in cui morirono i nostri genitori. Tornai alla porta e schiarendomi la voce intonai la strofa di quella canzone.
-Andy, puoi lasciarmi entrare,
prima eri sempre accanto a me.
Vorrei sapere perché proprio tu
Non vuoi avermi più accanto a te…-
Stavo per terminare quando Andy aprì la porta e tra le lacrime bisbigliò –Non verrà mai il giorno in cui non ti vorrò accanto a me Elson- mi abbracciò appoggiando il mento sulla mia spalla e in breve la sentii inumidirsi di lacrime. Tenevo stretto tra le mie braccia il mio fratellino, il bambino fragile ma combattivo che aveva passato anni a bussare alla mia porta per giocare e farmi compagnia, anche se andava contro le proibizioni dei nostri genitori. Ora era cresciuto, ma per me sarebbe sempre rimasto quel bambino bisognoso d’amore e del suo fratellone.
-Andy, io non credo di poter capire come ti senti…ma se hai bisogno di me ricordati che io ci sarò sempre, così come tu ci sei sempre stato per me.-
-grazie…-
Lo riaccompagnai in camera e lo feci sdraiare sul letto facendogli appoggiare la testa sulle mie gambe. I sussulti del pianto si erano placati, ma ancora non aveva smesso di lacrimare. Mi abbassai per baciargli la fronte e feci per andarmene, ma lui mi prese una mano chiedendomi di restare ancora un po’ con lui. –Sei sicuro? Non preferisci restare solo?-
-no, era da tanto che non passavamo da soli nel tempo noi due.-
-si è vero!-
Mi sdraiai di fianco a lui sul letto accavallando i piedi. Andy rimase in silenzio per qualche minuto ma poi mi fece una richiesta che non udivo da molti anni ormai. – Elson…mi canteresti la ninna nanna di mamma? Eri piuttosto bravo…-
Quando avevo dieci anni, ormai la mia voce aveva cambiato timbro, ma lo accontentai comunque. Mi resi conto come quella canzone cadesse sempre perfettamente per Andy.
-Non pianger tesoro, sono qui con te.
Se non mi vedi non temere perché,
ovunque sarò, su di te a vegliare starò.
Scende la neve l’inverno è inoltrato,
ma nel  tuo cuore il fuoco hai appiccato,
con il tuo amore il mondo riscalda…-
Mi bloccai quando mi accorsi che Andy si era già addormentato. Silenziosamente mi alzai e uscii dalla camera chiudendo la porta.
Davanti a me trovai Elsa molto preoccupata. –Cosa c’è?-
-Giugno! Elson è giugno!-
-Si lo so! Allora?-
-Olaf…Olly…si stanno sciogliendo…-
 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

Buonasera! Sono finalmente tornata, volevo chiedervi scusa per il ritardo, ma voi potete solo immaginare quanto la scuola mi stia impegnando :’-(  Per questo mi addolora dirvi che 
ho preso una decisione. Per tutto il mese di Dicembre non pubblicherò più, se non uno speciale di “Cuori di ghiaccio” e di “La sirena di Grandeblu” per natale. Questo per due motivi:

1.      Mercoledì parto per New York e per una settimana sono senza Wi-Fi.

      2.      La scuola sta diventando un incubo ad occhi aperti. Per questo ho bisogno di tutto il tempo possibile. Non smetterò di scrivere, tranquilli, ma mi prenderò questo mese sabbatico        per poter scrivere più capitoli e meglio, così che da gennaio potrò pubblicare più regolarmente. Anzi ne approfitto per chiedere scusa se questo capitolo sarà disordinato, ma ero               fuori allenamento.

Bacioni
Signorinas

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Capitolo 12
*** Speciale di capodanno ***


ANGOLO DELL’AUTRICE
So a cosa state pensando. “l’angolo dell’autrice all’inizio?”, lo so è una cavolata, ma dovevo assolutamente farvi sapere alcune cose prima di leggere questo capitolo, altrimenti non avreste capito niente.
Questo capitolo non è una continuazione da quello precedente, ma nemmeno una cosa che potrebbe accadere in seguito, è semplicemente uno speciale di “Inizio anno”, doveva essere di natale, ma poi non ho avuto tempo, quindi l’ho riadattato per il capodanno. Quindi ricordate QUESTO CAPITOLO è UNA STORIA A Sé STANTE, non ha alcun intervento sulla trama di "Cuori di ghiaccio"

POV ELSA
Mi sveglia lentamente, non del tutto convinta di possedere ancora il mio braccio sinistro. Mi ero addormentata mettendolo sotto al cuscino, e ora era un formicolio unico. Sospirai rassegnata e mi alzai posando gli occhi sulla figura dormiente accanto a me. Un sorriso mi sfuggì illuminandomi il viso ancora impastato dal sonno. Mi chinai per lasciare un bacio sulla fronte della persona che avevo davanti, la quale di risposta aprì lentamente i suoi occhi azzurro ghiaccio.
-Ben svegliato, Elson.- Lui si appoggiò su un gomito strofinandosi gli occhi con la mano libera. –B…buongiorno Elsa. Ma che ore sono?-
Io mi osservai intorno e posai gli occhi sull’orologio a pendolo nell’angolo della camera. –le 18.15, è abbastanza tardi.- Elson scattò in piedi, come se l’intera sonnolenza lo avesse abbandonato all’improvviso. –Hai ragione è tardissimo, Andy mi uccide!-
Scoppiai a ridere e mi alzai anche io dal letto. Avevamo deciso di appisolarci per un’oretta quel pomeriggio; l’intera settimana di natale era stata piena di manifestazioni e io ed Elson avevamo dovuto parteciparvi per forza, lui come sovrano e io come sua fidanzata (Ufficialmente…ye!); quindi avevamo pensato che un’ora di sonno ci avrebbe fatto bene prima di partecipare alla festa di capodanno che Andy e Anna avevano organizzato. Il problema? Che l’ora si era trasformata in tre ore.
-Non ti preoccupare amore, mancano ancora due ore all’inizio della festa!-
-Non è molto-
-Hai bisogno di così tanto tempo per prepararti?-
-Se dipendesse da me no!-
Ah già! Patricia, la consulente di moda ufficiale di palazzo…era stato Andy ad assumerla due anni fa e ora aveva preso il totale controllo del nostro modo di vestire, di tutti a palazzo, perfino di Olaf e Olly. Con questo non fraintendetemi, era una donna adorabile, solo molto invadente.
Sorrisi avvicinandomi a Elson e abbracciandogli il collo con le braccia –allora ci conviene andare!-
Lui mi posò la mano sulla guancia  e avvicinò le sue labbra alle mie –Adesso mi è passata completamente la voglia- si avvicinò ancora di più e…TOCK  TOCK. Per lo spavento ci separammo all’istante e fissammo la porta con occhi allucinati.
-Maestà! Sente lì?-
Elson prese un respiro per rendere la voce il più normale possibile –Si Patricia, sono qui!-
Una donna di bassa statura e dai capelli ormai striati di grigio entrò nella camera gettandosi una maglia rossa sul braccio. –Maestà ha visto che ore sono? È tremendamente tardi, se non ci muoviamo vi toccherà andare in mutande alla festa e non è quello che vogliamo, vero?- Alzò solo in quel momento la testa dai panni che teneva in mano. –Oh, Elsa cara! Ci sei anche tu, che fortuna, non dovrò mettermi a cercarti per tutto il castello! Vai in camera tua, lì troverai Fiona, ha lei il tuo abito e lasciati dire che è semplicemente MAGNIFICO!-  Mi si avvicinò e mi poggiò amichevolmente una mano sulla spalla prima di ridere calorosamente. –Perfetto, vai!- Disse poi spingendomi con non poca forza verso la porta. –Eih!- Patricia mi sorrise cordiale –Ti rubo per un po’ il tuo bel re se non ti dispiace!-
-Purché tu me lo restituisca!-
-Non prometto nulla!-
Chiusi la porta alle mie spalle senza smettere di ridere.
Trovai Fiona dove mi era stato indicato, la donna dalle trecce more mi aiutò ad indossare il vestito rosso e a stringere in corsetto di raso intrecciato sulla schiena con nastri argentei. Il colore rosso non mi aveva mai donato particolarmente, stavo molto meglio in azzurro o in blu, ma per capodanno avrei fatto un sacrificio. Fiona si allontanò per ammirare il suo lavoro. –Oh Elsa, state d’incanto…solo che…-
-Cosa?-
-I vostri capelli sono un disastro!-
Osservai la mia treccia disordinata e mi morsi un labbro –Ops..abbi pietà, mi sono appena svegliata!-

Dopo un’ora passata sotto i ferri ormai ero pronta…chissà se anche Elson era riuscito a liberarsi? Conoscendo Patricia e il tono polemico di Elson probabilmente ne avrebbero avuto fino all’inizio della festa. Decisi allora di andare a vedere come procedevano i preparativi. Entrai nella sala del trono e tutti i domestici mi salutarono cordialmente senza smettere di fare il loro lavoro. Infondo alla sala Andy e Anna, già vestiti da sera, dirigevano i lavori come due perfetti organizzatori d’eventi. Senza disturbarli mi avvicinai al banchetto per vedere le prelibatezze che avremmo gustato quella sera. Mi venne la colina in bocca appena notai le tavolate imbandite ad arte. Non vedevo l’ora di mangiare!


POV ELSON
Libero! Finalmente libero! Affrettai il passo per arrivare il prima possibile alla festa, ormai ero in ritardo. Patricia mi rincorse gridando il mio nome –No, no, no…non di nuovo.- Faci finta di niente. –maestà!  Non faccia finta di non sentirmi! Aspettate, avete scordato la corona.-
-Ops…scusami!-
Lei salì in punta di piedi per pormi la corona sul capo, ma se io non mi fossi abbassato non ci sarebbe mai arrivata. –Grazie, ora scusami ma devo correre!-
-certo! Si diverta!-
Ringraziai con un gesto della mano e percorsi il corridoio a passo da record. Entrai nella sala e tutti i presenti si inchinarono, io ringraziai e chiesi cortesemente di non perdersi in certe raffinatezze, era una festa per tutti, io non dovevo essere superiore a nessuno. Mi osservai attorno alla ricerca di Elsa, ma vi era troppa gente per scorgerla, in compenso vidi Anna e Kristoff ballare abbracciati. Mi misi a cercare Elsa ma la mia attenzione su attratta da un invitante profumino di…cioccolato!  Mi avvicinai alla fontana di cioccolato e per poco non iniziai a sbavare. Presi uno stecco e infilzai una fragola per immergervela, ma i miei occhi si posarono su una manina paffuta che furtivamente afferrò un biscotto alle mandorle farcito al cioccolato per poi sparire sotto le tovaglie. Mi abbassai in ginocchio e sollevai un lembo del panno; un paio di occhioni azzurri mi fissarono incorniciati da un due treccine bionde, le guance piene di biscotto. –Che stai facendo Jen?-
-Ciao sio!- Disse la bambina sputando briciole di biscotto sul suo vestitino rosa. –Non volevo io- Puntò un ditino verso sinistra –Lui detto me magiae!- Di fianco a Jen era seduto un bambino della sua stessa età, capelli biondi e occhi azzurri, esattamente come lei, li si sarebbe potuti tranquillamente scambiare per due gemelli. Si chiamava Joe e ogni volta che lo guardavo mi risultava impossibile non rivedere in lui Andy.
 Un sorriso curvò le mie labbra e anche i due bambini dapprima spaventati sorrisero mostrando i denti sporchi di cioccolato. –Venite fuori da lì!- Jen si alzò sulle gambe paffute e prendendo per mano Joe lo trascinò fuori da sotto il tavolo. Il bambino mi tirò il mantello guardandomi perplesso –Non lo diai a mamma, veo?- gli passai una mano sulla testa dolcemente. –No, Anna non saprà niente, sarà un segreto tra noi tre, ok?- I bambini risero e sempre tenendosi per mano iniziarono a inseguire Olaf e Olly per tutta la pista da ballo.
(Forse dovrei dirvi chi sono esattamente, se non lo avete ancora capito. Jen è mia nipote, la figlia di Andy e Kristeen, mentre Joe è figlio di Anna e Kristoff. Hanno entrambi due anni e mezzo, sono nati lo stesso giorno e sono sempre stati inseparabili, anche se si scaricano le colpe a vicenda quasi sempre. Sono diventati l’anima di tutto il castello, se non addirittura di tutta Arendelle.)
 Piccoli adorabili brighelle. Mi rialzai e zitto zitto infilai la fragola nel cioccolato per poi mangiarla.

-Elson, re di Arendelle, si può sapere, per grazia, che state facendo?-
-Io niente- dissi a bocca piena, preso alla sprovvista. Mi voltai e vidi Elsa osservarmi sorridendo. Inghiottii e parlai pacatamente –Mi hai fatto prendere un colpo.-
-ahah, scusa! Bella la festa, vero?-
-Si molto, ho appena beccato J&J ad ingozzarsi di biscotti!-
-Che birbanti...stai molto bene vestito così!-
Io mi osservai arrossendo –Eh…no, non credo, questa giacca è troppo stretta-
-Risalta i tuoi muscoli!-
-Grazie…anche tu stai molti bene!-
-Grazie anche a te!-
Le passai un braccio dietro la schiena e posai la mano sul suo fianco –Andiamo a vedere come procede la festa?-
-Certo!-
Sulla pista da ballo il duca e la duchessa di Weselton ballavano nel loro solito modo imbarazzante finché non presero a braccetto Andy e Anna e li trascinarono nel loro pazzo balletto. Kristeen e Kristoff tenevano in bracco i bambini che applaudivano divertiti.
A destra della sala, seduti al tavolo della tombola Hanne e Hans estraevano i numeri annoiatamente, contendendosi “l’onore” di dire il numero ad alta voce…un po’ mi dispiaceva per loro, sarebbero stati una bella coppia, ma non facevano altro che litigare.
-Elson! Ho un’idea!-
-Cosa?- Elsa mi prese per un braccio e mi fece abbassare per sussurrarmi qualcosa all’orecchio. –Certo Elsa! Mi pare un’ottima idea!-

Mancavano pochi minuti a mezzanotte, tutti ci recammo nel cortile per il conto alla rovescia finale. Jen e Joe si erano addormentati e si svegliarono in braccio ai loro padri solo quando udirono le grida degli invitati.
-Dieci, nove, otto…-
Elsa mi prese la mano e intrecciò le mie dita alle sua. –Sei pronto?-
-Certo.-
-…Quattro, tre, due…-
Alzammo le mani verso il cielo.
-…uno…BUON ANNO!-
-Ora!-
Dal cielo cominciarono a scendere lievemente dei fiocchi di neve che si posarono sul cortile cominciando ad imbiancarlo, tra i sussurri di stupore di tutti quanti.
-ooooooh la sia ha fatto la mascia! Nieve, cade nieve!-
-Si amore mio- disse Anna prendendo in braccio Joe –la neve!-
Sven e Silvy, che stavano pascolando nel cortile cominciarono a mangiare i fiocchi di neve, mentre Olaf e Olly si rincorrevano divertiti.
Io abbracciai Elsa da dietro –Buon anno tesoro.-
Lei alzò la testa sfiorandomi le labbra.
-Buon anno amore!-









ANGOLO DELL’AUTRICE II
Questa volta il VERO angolo dell’autrice ahah. Allora? Vi è piaciuto? Spero davvero di si, anche perché questo è il mio modo per augurare a tutti voi BUON ANNO! Spero che possa essere un anno migliore per tutti, io ne ho assoluto bisogno! ;-)
(se ci sono errori potete farmelo notare? Io ho riletto, ma qualcosa sfugge sempre)
Bacioni

SignorinaS

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