Amore e odio, due facce della stessa medaglia di _i will always believe_ (/viewuser.php?uid=432429)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I “Un brusco risveglio” ***
Capitolo 2: *** Capitolo II “Una strana giornata (I)” ***
Capitolo 3: *** Capitolo III "Una strana giornata (II)" ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV "Simo vs Ludo" ***
Capitolo 5: *** Capitolo V "Che l'inferno abbia inizio" ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI "E guerra sia" ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII "La guerra deve ancora iniziare" ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII "Ti odio ... o forse semplicemente mi piaci!" ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX "Se giudichi le persone non hai il tempo di amarle" ***
Capitolo 10: *** Capitolo X “Per essere felici ci vuole coraggio” ***
Capitolo 1 *** Capitolo I “Un brusco risveglio” ***
Ciao
a tutti! Se siete entrati qui vi ringrazio da morire e spero
sinceramente che la mia storia possa essere all'altezza delle vostre
aspettative.
E' la mia prima fanfiction e devo dire che ho trovato un po' di
difficoltà nel postarla, ma non demordo! Grazie ancora e
buona lettura.
Capitolo I “Un brusco
risveglio”
Sono su una
spiaggia ed è evidentemente estate visto che mi sto
sciogliendo per il troppo
caldo, ma non capisco una cosa: che diavolo ci faccio io qui?
Cammino senza
una
meta, mi sento abbandonata a me stessa, sola e depressa
perché nessuno è qui
con me e mi sono persa.
Nessuno mi
aiuta, nessuno mi tiene compagnia, in questo
meraviglioso paradiso terrestre.
Sono sempre stata una ragazza
felice e con tante persone accanto a me anche se di vere amicizie ne ho
poche
per non parlare dell’amore! Ts, l’amore.
Non so neppure
cosa significhi e non
ne ho mai avuto l’occasione visto che a sedici anni non ho
uno straccio di
fidanzato.
Non che ne
senta un assoluto bisogno, certo, ma vedere intorno a me
costantemente coppiette felice che si sbaciucchiano e si scambiano
paroline
dolci di certo non aiuta a farmi sentire meglio e meno sola.
“Hai
tempo a lavare calzini e mutande!"
Pensa a studiare che è meglio!”
Quello che dice
papà è vero, anche se lo
dice principalmente per spingermi a studiare ancora di più, ma non mi devo
assolutamente sposare e tanto
meno devo fare da serva a qualcuno!"
Voglio solo al
mio fianco una persona
in grado di tirarmi su di morale e di farmi divertire come una pazza,
ma non
voglio che sia una mia amica per una volta.
Continuo a
vagare in mezzo a questo
mare di persone sorridenti, alcune si dirigo verso il mare per farsi
una
nuotata, altre giocano con le sorelline e i fratellini, alcune signore
prendono
il sole e i loro mariti
probabilmente
ne approfittano per dare un’ occhiata
alle ragazze in costume, che schifo.
“Ti
sei mai sentita sola in mezzo ad una folla di persone?”
Beh, direi di sì,
ultimamente molto più spesso rispetto al passato, ma
è tutta colpa dei miei
stupidi ormoni in subboglio a causa dell’adolescenza.
Che poi mi
chiedo, è vero
che è un periodo della nostra vita che non ci dimenticheremo
mai, nel bene e
nel male, e che lo rimpiangeremo, ma perché diamine devo
passare da momenti di
euforia ad attimi di pura
depressione?
Al momento
l’adolescenza mi fa parecchio
schifo. Ancora non capisco: come caspita sono finita su una spiaggia,
sola, con
un opprimente senso si sconforto, alla disperata ricerca di qualcuno
noto che
però
ovviamente non
c è? Un attimo, ma quella non è Fede? E
perché quando mi ha
vista è corsa via?
“No no
no!
Ti prego, aspettami!”
Corro come
una forsennata, ma per mia sfortuna la mia migliore amica, che da
sempre odia
educazione fisica come me, ha deciso di adottare il ritmo di Usain
Bolt. Si può
sapere cos ha il mondo contro di me!?
Scanso le
persone cercando di non travolgerle, ma dato che sono sfigata come
pochi al
mondo inciampo in una maledetta paletta da spiaggia e mi sfracello al
suolo
facendomi pure male a una caviglia. Bene, oltre al
danno pure la
beffa! Dio
dimmi cos hai contro di me perché proprio non capisco cosa
ti ho fatto di tanto
male.
“Hey,
tutto
bene? Ti sei fatta male cadendo?”
Un soffio
caldo mi colpisce la nuca facendomi rabbrividire, è la voce
più profonda e roca
e allo stesso tempo più bella che abbia mai sentito e per un
attimo mi sembra
di essere in pace con me stessa.
“Si
si,
credo solo di aver appoggiato male la caviglia, non è nulla.
Grazie” dico
girandomi, ma in quel momento sento qualcuno chiamarmi: “
Adele!
Adeleeeeeeeeee! Svegliati che sono le 6.45 e non ho nessuna
intenzione di
portarti ad Alba!” In quel momento il ragazzo dietro di me
sparisce ed io mi
sveglio.
“Mi
sembrava
che fosse un sogno, strano per altro. Certo che però quella
voce..mmmm…. Su, è
meglio che scenda se non voglio correre veramente 20 km per arrivare a
scuola!” Detto questo mi alzo, prendo i vestiti che sono sul
letto e scendo in bagno.
Nel
giro di quindici minuti sono già in macchina con mio padre
diretta verso la
fermata del bus. Arrivati lo saluto e scendo dalla macchia. Stranamente
c’è già
Fede che mi attende con aria impaziente.
“Ti
odio,
sappilo.” Le dico quando ormai sono accanto a lei.
“ E
perché
mai di grazia?” Mi chiede tra lo scocciato e lo stupito.
“
Perché ho
sognato di vederti in un momento di difficoltà e tu dopo
avermi vista sei
bellamente fuggita senza battere ciglio, stronza!” Le
rispondo divertita dopo
aver visto la sua faccia diventare prima curiosa e poi
fintamente
arrabbiata
per l’epiteto che le ho affibbiato.
“Ah
si?
Allora non ti do più le tue adorate caramelle!
Così impari!” E mi fa la
linguaccia.
“No
no, va
bene va bene. Scusa - dico facendo una faccia da cucciolo bastonato
– Ora
andiamo o il pullman ci lascia qui!”
Saliamo sul
bus e stranamente ci sono due posti vicini perciò ci
accomodiamo lì e iniziamo
a sentire la musica dal mio mp3 mentre chiacchieriamo.
“Tu
oggi hai
educazione fisica vero?” Mi chiede Fede a un certo punto.
“Già,
non me
lo ricordare, ti prego. Oggi la prof ci dirà quando
inizieremo quel maledetto
corso di acquagym!” Dico accasciandomi contro il sedile
disperata.
“Bene
bene..
guarda il lato positivo: magari incontri un bel bagnino che ti fa la
corte!”
Dice ridendo.
“ Ah
ah ah,
molto divertente. Figuriamoci se qualcuno si degnerebbe mai di fare
“la corte”
– le rispondo mimando le virgolette- a me. So solo che
saranno 4 lezioni di
acquagym schifose e in più dovrò pure fare 4
lezioni di
acquabike, di male in
peggio!”
Parlando
arriviamo
a destinazione e scendo dal pullman con l’aspetto di un
condannato a morte
sapendo che oltre a quella terribile notizia si aggiungerà
anche la possibilità
di essere interrogata di greco e io, a causa
delle
fanfictions a cui ho
dedicato tutto il mio pomeriggio, so poco e niente.
Spero
vi sia piaciuto questo primo piccolo capitolo, ma in ogni caso vi
assicuro che migliora sia il modo di scrivere sia la storia nei
prossimi! Cercate quindi leggere anche i successivi se avete voglia.
Grazie di tutto!! =) se
siete arrivati fin qui, perchè non lasciate una recensione
magari? Mi rendereste la persona più felice del mondo.
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Capitolo 2 *** Capitolo II “Una strana giornata (I)” ***
Capitolo
II “Una strana giornata (I)”
Fede
e io siamo appena entrate nel terminal quando una
furia ci travolge in pieno e udite udite: è quel
rincitrullito di Simone.
Simo
è praticamente in tutti i miei ricordi insieme a Fede, noi
tre siamo
inseparabili ed è come se fossimo uniti da un filo
invisibile che per quanto
possa essere teso non si spezza mai.
Noi
siamo i fantastici tre - come amiamo
definirci – e ci sosteniamo sempre e comunque, nel bene e nel
male.
Abbiamo
tutti 16 anni, ma questo è l’unico fattore che ci
accomuna infatti siamo
totalmente differenti a livello sia fisico che caratteriale.
Simone è alto all’incirca
1.80 cm ed è snello, ha i capelli castani ed è
inseparabile dalla sua cresta.
I
suoi occhi sono castani e profondissimi, spesso pensierosi per una
ragione o
per un’altra, ed è uno dei ragazzi più
solari che abbia mai conosciuto in vita
mia.
Quando
si accorge che o io o Fede siamo giù di morale fa di tutto
per
rianimarci: ci racconta barzellette scema, ci racconta le sue brutte
figure
quotidiane o ci fa fare cose folli e imbarazzanti come farci ballare in
mezzo
alla strada – cosa che ho avuto l’ebrezza di
provare e che dopo tutto mi ha
aiutata molto -.
Quando
è necessario però ci fa sfogare e interviene solo
se lo
ritiene opportuno, perché il suo silenzio a volte
è molto più efficace di mille
parole.
Simo è anche il mio migliore amico, quello che conosco da
quando aveva
il pannolino e che sa cose di me che neppure Fede conosce e per questo
spesso
le sfrutta per ricattarmi, ma di certo neppure io perdo
occasione per fare lo
stesso con lui.
Federica è indiscutibilmente la mia migliore amica, ci
conosciamo dalle elementari poiché quando facevo seconda si
è trasferita nella
mia scuola. Inizialmente era timida e un po’ asociale, ma io
e Simo non ce la
siamo
lasciati sfuggire e l’abbiamo
“trasformata” nella ragazza spigliata e
solare che è ora.
Fede
è una ragazza bellissima: ha capelli biondi appena mossi
e occhi verdi ammalianti, ma nonostante questo non si vanta
né tanto meno cerca
di attirare l’attenzione.
E’ alta 1.63 cm ed è abbastanza slanciata con le
curve nei punti giusti, ma come tutti ha dei difetti, ovvero
una scarsa seconda di seno come me e i piedi piatti, cosa che io e Simo
non
smettiamo di
ricordarle per sfotterla amichevolmente.
A
completare il terzetto
ci sono io : Adele. Sono una ragazza come tante a dispetto di Fede e
tendo il
più possibile a mischiarmi fra la gente per non attirare
l’attenzione.
Ho
i
capelli mossi che mi arrivano fino a sotto il seno e ho la tinta color
rosso
ramato; i miei occhi sono di un castano chiaro luminoso e verso
l’esterno
dell’occhio ci sono delle sfumature ocra che mi ha fatto
notare
Fede.
Sono
alta 1.70 cm e sono magra, cosa
che mi porta ad essere praticamente una tavola da surf, infatti se
esistesse
una prima e mezza come taglia per i reggiseni per me sarebbe perfetta.
Una mia
particolarità è che ho molti nei, cosa che molti
riterrebbero un difetto, ma al
contrario io li trovo carini e poi per la maggior parte sono sulla
schiena
perciò non mi infastidiscono.
Mia
nonna mi ripete sempre il detto che
narra che dietro ad ogni neo è celata una
bella ragazza e a forza di dirmelo ho iniziato a vederli come un
qualcosa che
mi distingue dalla massa, quindi non mi infastidiscono.
Sono una ragazza
piuttosto timida con chi non conosco e tendo a non riuscire a fare
molte
amicizie rapidamente e questo non mi piace perché ad esempio
quando vado in
vacanza con i miei non riesco a
relazionarmi con tranquillità con i miei
coetanei, quindi trascorro tutta la vacanza con mia madre e mio padre e
guardo
da lontano i ragazzi e le ragazze divertirsi in acqua e fuori, mentre
io mi
rifugio dietro le mie cuffie
perdendomi nel mio mondo di pace e quiete che
nessuno è mai riuscito a distruggere per mia fortuna.
Una volta conosciute le
persone però inizio facilmente ad affezionarmi a loro e,
sentendomi a mio agio,
divento un pazza furiosa, come mi definiscono i miei due migliori
amici.
Amo
divertirmi con loro e spesso e volentieri non mi freno più
come un tempo,non
penso più troppo come un tempo e tendo a essere esuberante
anche con le altre
persone.
Il mio carattere ha iniziato a mutare con l’inizio delle
superiori; mentre
Simo frequenta l’Itis e Fede il Liceo Linguistico, io
frequento il tanto temuto Liceo Classico.
Per
tutto il primo anno ho studiato come una matta riuscendo a
terminare l’anno con la media dell’8, ma nel corso
della quinta ginnasio,
ovvero di quest’anno, mi sono resa conto che la vita non
è fatta solo di buoni
voti
a scuola e lusinghe dei proprio genitori, bensì anche di
divertimento puro
e semplice da adolescente.
E’ stato così che mi sono aperta totalmente con i
miei compagni ed ho iniziato a sentirmi viva, anche se i miei voti ne
hanno
risentito leggermente.
Simo, Fede e io frequentando scuole differenti non
possiamo tenerci compagnia durante il tragitto verso scuola e ci
separiamo
quindi davanti al terminal, dove ci incontriamo di nuovo al termine
delle
lezioni.
Come
al solito abbiamo chiacchierato troppo e mentre io ho ripensato
ai miei cambiamenti e a quelli dei miei amici sono già le
7.45, segno che ho solo
10 minuti per arrivare a scuola; il che è praticamente un
suicidio.
Saluto
frettolosamente i miei amici che sono preoccupati per
l’orario come me e ognuno
corre verso la propria destinazione.
Mi infilo le cuffie nelle orecchie e
faccio partire “We are who we are” delle Little Mix
che mi tiene compagnia fino
all’entrata della scuola dove mi attende la prof. Rossi,
pronta per una
carneficina di greco.
Entro
trafelata, saluto tutti e
come mi siedo entra la prof. Rossi con il suo
sguardo assassino pre-interrogazione, segno che purtroppo non se ne
è
dimenticata.
Tiro
fuori astuccio, diario e occorrente di greco e inizio a
pregare tutti i santi del cielo affinché non mi interroghi
perché sarebbe la
volta buona che prendo 3 e un bel calcio nel culo da parte dei miei
genitori.
La
Rossi tira fuori il suo registro e una biro con lentezza
studiata per
farci impazzire e poi, con tutta la calma del mondo, inizia a mischiare
i
bigliettini.
Ne
pesca due, quindi ho due possibilità su venti di uscire,
ovvero una
su dieci il che mi rassicura un po’, ma con la sfiga che mi
perseguita non mi
stupirei se entrambi i bigliettini portassero misteriosamente il numero
8, il
mio.
Sento chiamare Oberto, che è la secchiona della classe, e
poi Mancini,
mister-sono-figo-solo-io e automaticamente mi rilasso sulla sedia.
Ho ancora
tutta l’adrenalina in circolo per la tensione e devo
sbollirla quindi mando un
messagio a Fede che sicuramente starà giocando con il suo
cellulare:
“Non mi ha
interrogata! Vittoria! Tu invece come sei messa oggi? Mi
sono dimenticata di chiedertelo ...”
Come
sempre in
50 secondi netti mi arriva la sua risposta:
“Oggi
grazie a Dio non ho nulla per cui preoccuparmi
quindi credo che giocherò tutte e 5 le ore e mezza al
cellulare. Ora però ti
lascio perché la prof. vedendo che tocco in continuazione
l’astuccio mi ha detto
di
piantarla se non voglio leggere a tutti i miei sms
“amorosi.” A dopo, baci
xx”
“Ok
tesoro, ci sentiamo dopo. P.s. cerca di non farti
beccare!”
Non
sapendo cosa fare ascolto l’interrogazioni e come al
solito la Oberto sembra un robot, la prof. non ha ancora finito di
porle la
domanda che lei è già partita come un razzo per
rispondere.
Mancini invece si
arrampica sugli specchi e ogni tanto supplica Luca con lo sguardo per
farsi
aiutare, peccato solo che lui ne sappia ancora meno
dell’amico e non riesce
neppure a trovare le risposte sul libro.
Mancini mi sembra disperato e mi fa
anche un po’ pena quindi lo aiuto e gli suggerisco tutto
ciò che so.
Dopo
un’ora e mezza di torture i due tornano ai loro banchi e la
Rossi inizia a
elencare i loro errori, la sua predica dura la bellezza di 20 minuti,
ma alla
fine si blocca e consegna loro i pagellini con i voti: la Oberto 9.5
– come
al solito- e Mancini 6/7.
Sono
stata un’ottima suggeritrice dato che in media
non prende più di 5.5/6.
Mister-sono-figo-solo-io mi guarda e mi mima con la
bocca “grazie”, io gli sorrido e mi volto,
iniziando così a parlare con la mia
vicina di banco Beatrice.
Bea
e io siamo molto legate e spesso usciamo anche
insieme; è una ragazza carina e parecchio timida,
ha un viso dolce e i capelli sono
lisci, castani e a caschetto e spesso e volentieri la chiamo barboncino
perché
si
ostina a tenere la frangetta lunga anche se ci vede poco e niente.
Insieme
ci divertiamo un mondo a splarlare dei prof. e a volte anche dei nostri
compagni, che sono uno più particolare dell’altro,
come noi due del resto.
Mentre
stiamo parlando della Oberto ipotizziamo che sia un alieno
venuto da un pianeta sperduto della Via Lattea e all'improvviso suona
la campanella, dando così
l’inizio della terza ora, quella di matematica.
L’ora vola in un baleno fra
un’equazione e l’altra e finalmente inizia
l’intervallo, durante il quale mi
ingozzo di patatine e rubo merende a destra e manca per saziarmi.
Purtroppo la
fine dei 15 minuti arriva troppo presto e quindi corro in bagno prima
che la
prof di educazione fisica mi uccida per il ritardo.
Sto
per entrare in classe
quando sento alle mie spalle qualcuno dire: “Dalla prossima
settimana possiamo
andare in V A le ultime due ore del mercoledì
perché andranno in palestra.”
No
no no, vi prego ditemi che non è vero!
Non
sono ancora pronta psicologicamente
per iniziare piscina così presto!
Entro
in classe con una faccia da cane
bastonato e Bea se ne accorge, quindi mi chiede che ho.
Io
le sto per
raccontare tutto quando la prof. Calosso entra tutta pimpante e ci urla
felice:
“Ragazzi preparate cuffie e costumi che mercoledì
prossimo si inizia il corso
in piscina!”
Tutti
i miei compagni sono entusiasti della notizia e iniziano a
parlare di cosa portarsi dietro, i ragazzi sperano di avere
un’istruttrice
“gnocca” mentre le ragazze pensano a come fare per
non far notare la loro
assoluta
mancanza di seno, cosa che preoccupa anche me.
Mi
accascio sulla sedia
e la mia amica fa lo stesso dato che l’idea non piace per
nulla neanche a lei.
Ci
guardiamo sconfitte per poi renderci conto che gli altri ci hanno
lasciate
sole e si sono incamminati verso la palestra, così corriamo
come due disperate
per raggiungerli.
Mentre
mi cambio negli spogliatoi penso che la settimana
prossima per me inizierà l’inferno e nulla
potrebbe andare peggio.
“Guarda
il lato positivo: magari incontri un bel bagnino che ti fa la
corte!”
Sì
certo, tutti cadranno ai miei piedi con quel costume intero che mi
rende una
tavola da surf e con la cuffia in testa a farmi sembrare un
cinquantenne
pelato.
Mi
renderò solo ridicola e la mia poca autostima
verrà calpestata dagli
sguardi derisori e della battute dei miei compagni.
Speriamo
almeno che non ci
sia l’istruttrice dell’anno scorso
perché era un’arpia!
Esco dagli spogliatoi e
vado a sbattere contro Mancini, ma prima che gli possa chiedere scusa,
ma bacia
vicino alle labbra e mi soffia sul naso: “Grazie
per prima,
ti devo un favore”
Ciò
che mi ha detto mi lascia inebetita per la sua
sensualità, ma anche per la sua sincerità.
Mi sorride sornione probabilmente
per la faccia strana che ho fatto e se ne va verso gli altri nostri
compagni
che ci guardano divertiti.
Bea mi corre incontro e mi dà uno schiaffetto sulla
guancia per farmi risvegliare dalla mia catalessi.
Improvvisamente ritorno
sulla terra e penso che l’inferno per me non
inizierà il prossimo mercoledì, ma
subito perché l’effetto che Ludovico Mancini ha su
di me non mi piace
proprio
per niente e il sorriso sornione che ha fatto dopo avermi quasi baciata
non mi
rassicura per nulla.
Hola! La storia sta
entrando pian piano nel pieno svolgimento. Che ne
pensate? Lasciatemi una recensione se ne avete voglia! :)
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Capitolo 3 *** Capitolo III "Una strana giornata (II)" ***
Capitolo III
“Una strana giornata
(II)”
ADELE’S POV
Dopo aver
corso per 20 minuti mi accascio a terra dolorante, non mi sento
più la milza e
probabilmente sto anche per vomitare.
Bea è
coricata accanto a me e respira
come un aspirapolvere impazzito, siamo messe entrambe piuttosto male,
ma non
possiamo farci nulla se siamo due mezze seghe in tutti i campi
sportivi.
La
prof mi guarda con compassione e mi dice:
“Adele vai
un attimo negli spogliatoi a rinfrescarti e portati dietro Beatrice,
sembrate
due stracci!”
Felice le
sorrido e mi trascino Bea dietro fino alla porta quando sento la
Calosso
urlarmi:
“Mi
raccomando, non svenite strada facendo e cercate di non vomitare
altrimenti le
bidelle mi uccidono e io a mia volta lo farò a
voi!”
Scuoto la
testa sorridendo, quella prof. è sempre la migliore
– tranne per il fatto della
piscina – e per un attimo noto Ludovico guardarmi
intensamente e
automaticamente arrossisco
perché sembra volermi spogliare con gli occhi.
Volto
immediatamente il viso verso la porta ed entro negli spogliatoi alla
velocità
di un bradipo; Bea è praticamente morta quindi le do una
mano a sedersi su una
panchina.
Vado poi dai
lavandini e faccio scorrere dell’acqua fresca sui polsi
per facilitare il flusso sanguigno e quando mi sono un po’
ripresa vado a
sedermi accanto a Bea che sembra essersi
risvegliata
quasi del tutto.
Stiamo
per un po’ in silenzio per riprenderci del tutto e dopo
più o meno dieci minuti
decidiamo di tornare dagli altri per non far pensare alla prof che non
vogliamo
più fare niente, anche se
in
verità è esattamente ciò che vorremmo.
BEA’S
POV
Mi sento
distrutta, ma con il supporto di Adele riesco a tornare in palestra
senza fare
danni; la prof ci nota e si sbraccia dall’altra parte del
campo per farsi
vedere così piano piano
riusciamo a
raggiungerla.
Tutti ci
guardano, chi
scocciato chi divertito, e diciamo alla Calosso che ora stiamo meglio e
quindi
possiamo partecipare anche noi alla lezione.
Non
l’avessimo mai più fatto: oggi
ci tocca giocare a calcio.
Dele e io ci
guardiamo preoccupate poiché sappiamo
che i nostri compagni sono piuttosto violenti e fanno falli a non
finire e
stiamo entrambe per contestare, ma la porf ci perevede:
“Non
provate nemmeno a dire che state di nuovo male solo per non giocare
altrimenti vi faccio correre per il resto della lezione e vi avverto
che è
ancora lunga.”
“ Va bene
prof, cercheremo di fare del nostro meglio..”
Rispondo titubante.
La prof
soddisfatta inizia a spiegarci le regole basilari, ma i ragazzi
– che le sanno
a memoria – iniziano a guardarsi intorno per capire quali
sono le ragazze meno
imbranate e ovviamente
io e Adele non
siamo fra queste.
Noto che Luca mi
fissa
e la cosa mi imbarazza non poco perciò cerco di evitare il
suo sguardo.
Alla
fine della spiegazione la prof. nomina Alberto e Luca per fare le
squadre e io la
mia amica ci sediamo a terra sconfitte perché sappiamo di
non avere scampo.
Manchiamo
solo più in quattro: io vado a finire in squadra con Luca,
che non credo abbia
consultato prima i suoi amici, mentre Dele finisce con Berto e
Ludovico, povera
ragazza!
Io mi avvicino
con cautela e mi tengo in disparte, ma Luca rovina i
miei piani venendomi incontro e sorridendomi sincero.
Certo che ha un
sorriso
magnifico.. ma a che diavolo vado a pensare!?
Lui cammina
imperterrito verso di
me e si blocca solo quando mi è davanti.
“Ti va bene
giocare in difesa con me? Potrei evitare di farti placcare da
quell’animale di
Ludo e dagli altri e poi non eviteresti sforzarti più di
tanto dato che sei
anche stata male...” Dice con un sorriso che mi
toglie il fiato.
“Certo
certo, grazie per il pensiero.” Gli sorrido di
rimando.
Insieme ci
dirigiamo verso la nostra porta e chiacchieriamo del più e
del meno mentre
aspettiamo che la prof. fischi per l’inizio della
partita.
Luca
è un ragazzo
meraviglioso e l’ho sempre saputo: è alto e magro,
ha i capelli biondi e gli
occhi verdi e il suo sorriso ti riempie l’anima, ma non
pensavo che fosse anche
simpatico
dato che gira
sempre con quello spocchioso di Ludovico.
Siamo in
classe insieme già dall’anno scorso, ma non
avevamo mai fatto un discorso lungo
come questo e sono felice che sia accaduto.
ADELE’S POV
Guardo Bea
sorridere sincera a Luca e spero sinceramente che quei due diventino
amici,
anche se in realtà si vede lontano un miglio che si
piacciono.
L’avevo già
notato da un po’ come Luca guarda in modo quasi adorante la
mia amica, ma lei
non se n’ è mai accorta.
Anche Bea mi ha
sempre detto che lui è davvero bello,
ma non si è mai sbilanciata più di tanto, forse
per non illudersi
.
Persa fra i
miei pensieri non mi sono accorta che Ludo mi si è
avvicinato e mi guarda in
maniera insistente che purtroppo mi fa arrossire un po’.
“Che c
è?”
Gli chiedo infastidita.
“Niente, è
solo che se stai tutto il tempo sulle nuvole rischi che qualcuno ti
travolga,
anche perché sei comodamente seduta a terra.”
Mi alzo
velocemente e mi avvicino ancora di più alla porta dato che
mi hanno messa in
difesa, Ludo intanto si posiziona dall’altra parte e ogni
tanto mi lancia degli
sguardi fugaci, cosa che
mi infastidisce
parecchio.
Non avrei dovuto
suggerirgli
durante l’interrogazione, così magari ora non
sarei in questa situazione
fastidiosa.
La partita
inizia e io riesco a malapena a capire dove si trovi la
palla dato che i miei compagni sembrano in grado di correre veloce
almeno quanto Flashman.
In un
nanosecondo sono vicini a me,
ma non sapendo che cavolo fare mi giro istantaneamente verso la zona di
Ludo
che però è già accanto a me per
aiutarmi.
Riesce ad
intercettare la palla e con
un solo colpo la lancia dall’altra parte del campo, dopo mi
sorride
strafottente e ritorna al suo posto.
Boffonchio fra
me e me quanto sia
spocchioso poi mi volto verso Bea che, essendo in difficoltà
come me prima, è
aiutata da Luca il quale però, a differenza di Ludo, le
sorride
comprensivo.
La
partita termina 0-0 e finalmente mi ricongiungo con Bea.
“Mi devi
dire per caso qualcosa?” Le domando con un
sorriso sornione.
“No no,
figurati – la guardo male – ok, forse qualcosina da dirti ce
l’avrei ... Ma non
di certo qui!”
“Per me è
uguale purché tu mi riferisca tutto il vostro discorso nei
minimi dettagli,
voglio anche sapere le pause che ha fatto.”
Insieme
andiamo a cambiarci, ma prima di entrare negli spogliatoi sento
qualcuno
afferrarmi per un braccio: è Ludovico.
“Sei una
totale sbadata, ti sei dimenticata la felpa nel campetto da calcio. Ah
a
proposito, sei una vera schiappa, sappilo!”
Lo fulmino con gli
occhi, in questo
momento lo sto veramente disprezzando.
“Grazie
mister-simpatia. Non ho di certo bisogno che me lo faccia notare tu che
non
sono portata per lo sport, lo so da me. E grazie per la felpa, ora se
permetti
vorrei andarmi a
cambiare altrimenti per colpa
tua rischio di perdere il
pullman oltre che la pazienza.”
Detto questo
prendo sotto braccio Bea e mi
dirigo agli spogliato.
Mi cambio in
fretta e furia perché mi rendo conto di
essere davvero in ritardo e salutando Bea mi infilo le cuffie e inizio
a
correre verso il terminal.
Mancano solo
cinque minuti prima che parta il
pullman e sono consapevole di non potercela fare, ma all'improvviso
appare quel
rompiscatole di Ludo.
“Senti, che
ne dici se ti accompagno con il motorino fino al terminal? Ci
metteremmo
pochissimo e tu non perderesti il bus. Inoltre mi sdebiterei con te per
oggi,
mi hai davvero salvato il culo.”
Lo guardo
stralunata, da quando Ludo è diventato così
gentile?
Beh, a parte il
suo
linguaggio poco fine.
Sono veramente
indecisa, ma alla fine accetto il suo
passaggio quindi mi metto il casco e, una volta partiti, mi stringo
forte a lui
per il terrore di cadere.
Lo sento
irrigidirsi per la mia stretta, ma poi si
rilassa e in batter d’occhio siamo arrivati a destinazione.
“Grazie
mille, senza il tuo passaggio avrei certamente perso il pullman -
dico
scendendo – Allora
ci vediamo domani, grazie ancora”.
Mi sto per
allontanare quando mi ruba un altro bacio
sulla guancia a cui non riesco a sottrarmi in tempo e prima che inizi a
lamentarmi mi sorride per poi ripartire senza casco
. Quel ragazzo è
proprio il
tipico esempio di adolescente bello e scemo!
Bello..? Bello!? Ok,
è ufficiale:
sto impazzendo.
Mi volto per correre in corsia,
ma solo ora mi rendo conto che
Fede e Simo sono proprio dietro di me e mi stanno guardando malefici.
Sarà un
lungo viaggio…
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Capitolo 4 *** Capitolo IV "Simo vs Ludo" ***
Capitolo IV "Simo vs Ludo"
E’ da ormai più di un quarto
d’ora che cerco di spiegare ai miei due migliori amici
rincitrulliti ciò che è successo durante la
mattinata fino al passaggio di Ludo, ma Fede mi blocca ogni 20 secondi
con versetti tipo “
Uh uh uh e poi? E poi?”, “ Ma davvero!?”,
“E’ un figo paura!”
“Quello
sembra un maniaco comunque.” Mi dice
ad un certo punto Simo, che si è perfettamente calato nella
parte dell'amico protettore e gelosone.
Le
sue attenzioni mi fanno sentire amata e importante quindi mi catapulto
su di lui e lo abbraccio fortissimo.
“Mollami
o muoio per stritolamento e asfissia! Comunque ti voglio tanto bene
anche io.”
Mi
guarda negli occhi dove riesco a scorgere tutto l’affetto che
prova per me e non posso fare a meno di rifondarmi su di lui e di
baciarlo su una guancia; sento Fede sbuffare quindi abbraccio
anche lei.
“Non
ci posso fare niente se vi voglio un bene dell’anima e
divento appiccicosa!” Dico
sorridendo a 32 denti e con gli occhi brillanti.
In
pochi minuti arriviamo alla nostra fermata e una volta in strada ci
incamminiamo verso casa. Noi tre siamo inseparabili in tutto e il
destino ha voluto che vivessimo in tre case vicine: la mia al
centro, a sinistra Simo e a destra Fede.
Ci salutiamo e ognuno si dirige verso casa sua.
FEDE’S
POV
“Sono
a casa!” Dico
scaraventando a terra lo zaino e infilandomi le mie adorate ciabatte
infradito blu.
“Ben
ritornata!” Urla
la mia adorata sorellina Sophia di 3 anni e mezzo, che è
tutta la mia vita.
E’
vivace e sempre allegra e quando mi vede triste fa di tutto per tirarmi
su di morale, inoltre è stupenda: bionda con gli occhietti
verdi sempre brillanti come stelle.
La prendo in braccio e la metto nel seggiolone accanto al
tavolo, poi saluto mia madre che sta riscaldando il mio pranzo
e mi sorride amorevolmente, mio padre invece è
già partito per andare
in ufficio probabilmente.
Mangio e racconto alle mie due interlocutrici la mia mattinata per poi
rifugiarmi in camera mia, che è off limits per tutti.
Accendo il computer e sto un’ora su facebook per poi iniziare
a studiare tedesco per la verifica del giorno successivo, che
certamente sarà impossibile dato che il prof. ci odia con
tutto il cuore.
SIMONE’S
POV
Entro
in casa che come sempre è deserta peggio del Sahara, poso lo
zaino nel salotto e vado in cucina a vedere cosa mi ha lasciato mia
madre da mangiare: la solita bistecca con carote, che a
dire la verità iniziano davvero a stufarmi.
Mio padre è in viaggio chissà dove per lavoro e
mia madre è già ritornata in ufficio, dove
starà fino alle 5 del pomeriggio.
Io ho sempre casa libera poiché i miei non ci sono mai e mio
fratello Edoardo è all’università tutta
la settimana, ma non riesco a vedere il lato positivo perché
fin dalla più tenera età sono sempre
stato solo con la babysitter di turno e a volte con Edo, i miei
genitori non c’erano mai e la cosa non ha ancora smesso di
pesarmi.
Decido quindi di mangiare in fretta e di andare a trovare Dele per
romperle un po’ le scatole e per indagare su questo lumacone
che le gira intorno, devo pur difendere la mia migliore amica no?
ADELE’S
POV
Dopo
aver pranzato come una mucca all’ingrasso vado in camera mia
e dico a mamma di non disturbarmi perché voglio stare un
po’ in pace e soprattutto da sola, ma le concedo di far
entrare sia
Fede che Simo perché sono certa che almeno uno dei
due, come tutti i santi giorni, verrà a farsi due risate con
me e a fare i cretini.
Accendo il mio portatile e mi connetto su facebook, dove vedo che mi
è arrivato un messaggio. Lo apro curiosissima di sapere di
chi possa essere, ma me ne pento praticamente
subito:
“Sai
vero che ora che ti ho puntata non mi sfuggirai tanto
facilmente? Ti avevo già notata, ma avevo altri obiettivi in
testa quindi ti avevo lasciata perdere. Quando oggi però mi
hai suggerito
ho capito che sarebbe stato meglio lasciar stare il resto e
focalizzarmi su di te. Ora che lo so non avrai scampo,
riuscirò a conquistarti e confonderti come tu stai facendo
con me anche se
inconsapevolmente. A domani, Ludovico.”
Ho
letteralmente la bocca spalancata e ho riletto il messaggio una
cinquantina di volte almeno, non riesco ancora a credere ai miei occhi.
E’ stato un cretino a scrivermi cose così
sfrontate, ma in alcuni punti sembra quasi … dolce.
Insomma, è un donnaiolo e uno stronzo di prima categoria, ma
mi ha anche fatto capire che almeno un po’ gli piaccio -
forse - e che mi aveva già notata.
Mi sento quasi .. lusingata e poi è innegabile che
Ludovico sia un ragazzo davvero bellissimo, insomma: basta vedere come
le ragazze gli sbavano dietro e con uno schiocco di dita gli cadano ai
piedi!
Questo però non significa che io sarò una di
quelle ochette tutto trucco e niente cervello, mi rifiuto!
Io oltre alla bellezza in una persona guardo anche il carattere e
l’atteggiamento e quelli di Mancini non si possono di certo
definire esemplari per come si atteggia da Dio disceso in terra.
Cerco di riprendermi dallo stato di shock che quel cretino sfrontato mi
ha causato, ma non riesco a pensare ad altro.
Da una parte sono totalmente furiosa visto che mi tratta peggio di un
giocattolino usa e getta, ma dall’altra parte sono contenta
che un così bel ragazzo mi abbia notata.
Non sono mai stata fidanzata e quasi nessuno in questi anni si
è fatto avanti.
Mi ricordo di Giancarlo in prima elementare, che quando ha visto i suoi
amichetti avvicinarsi mi ha dato un pugno per salvaguardare la sua
reputazione e poi è corso da loro.
Di certo non ho mai avuto fortuna con i ragazzi, che sono tutti stupidi
esibizionisti, ma magari questa volta potrebbe andare diversamente..
Ma che diavolo dico?! Diversamente? Con Ludo poi?! Sto diventando
sempre più scema giorno per giorno, ma è
innegabile che stia diventando per me come una calamita e la cosa mi
preoccupa
parecchio.
Sono ancora immersa nel mio mondo quando qualcuno mi tocca una spalla e
per lo spavento cado dalla sedia come un sacco di patate.
“Ma
sei scemo per caso?” Dico
capendo che è Simo, mentre lui si piega in due per le risate
vista la caduta che ho fatto.
“Avresti
dovuto vederti! Avrei dovuto filmarti e mandarti a paperissima, avremmo
vinto sicuramente i 100000 euro!” Dice continuando a ridere fino
alle lacrime.
Mentre
parla si asciuga una lacrima che gli è caduta per il troppo
ridere, ma vedendo la mia faccia a dir poco furibonda mi tende una mano
e mi dà una mano ad alzarmi dal pavimento.
Sto di nuovo per insultarlo quando mi accorgo che è seduto
al mio posto e sta leggendo qualcosa sul computer.. oh cavolo!
“Non
leggere o ti uccido, ti avviso!” Ma
è già troppo tardi e la sua sfuriata arriva
subito.
“Ma
cosa vuole ‘sto cretino? Salta fuori di punto in bianco, ti
bacia senza il tuo permesso e pretende pure che tu gli cada ai piedi
come una ragazzina in calore? Ma quanto è idiota quel
ragazzo!?”
“Calma
Simo.. Fa solo lo sbruffone, ma non è veramente un cattivo
ragazzo, credo.”
“Tu
però mi prometti che non gli darai corda? –
vedendo il mio sguardo perso nel vuoto spalanca gli occhi – Non ti
piacerà mica VERO? Non scherzare Dele, non
quell’idiota patentato ti prego!”
“Stai
tranquillo, non cadrò ai suoi piedi come tutte le altre
ochette. Per chi mi hai presa?”
Capisco
subito che il mio tono risulta un po’ incerto e Simo, che mi
conosce da quando avevamo entrambi il pannolino, lo nota subito.
“Dele
senti, non voglio dirti niente, ma per favore fai attenzione a non
farti fare del male. Lo sai anche tu che con quel lumacone –
sputa l’ultimo termine con ribrezzo –non
staresti mai bene
perché in un modo o nell’altro ti
farebbe soffrire.”
“Simo
ho capito, stai tranquillo. Non sono una sprovveduta e sai anche che io
attendo il mio dolce principe azzurro dall’armatura
lucente!” Dico
sorridendo e Simo sembra sollevato.
Cambio
subito discorso per distrarlo e, senza che se ne accorga, spengo il
computer e con lui i miei problemi.
Trascorriamo insieme tutto il pomeriggio scherzando e ridendo con il
risultato che nessuno dei due fa i propri compiti, ma non mi importa
perché Simo è più importante.
Decido di invitarlo a cena e mia madre felice cucina per un intero
reggimento; alla sera guardiamo un film e verso le 11 Simo torna a casa
sua dato che Amelia, sua madre, lo starà dando per
disperso dato che in genere rientra a casa verso le 10
più o meno.
Corro in camera a fare lo zaino e mando un messaggio a Bea anche se so
che non lo leggerà prima di domani mattina.
“Domani
devi assolutamente arrivare prima a scuola per farmi copiare tutti i
compiti. Ti voglio un mondo di bene, Adele xx”
Mi
infilo il pigiama con di pail – anche se siamo ad Aprile
– e mi corico sotto le coperte, sperando di non fare sogni
strani come quello della notte precedente che ancora non mi ha
abbandonata,
soprattutto la bellissima voce di quel misterioso ragazzo.
Chissà se incontrerò qualcuno così
affascinante anche nella realtà prima o poi.
Ancora
non sapevo che i veri problemi per me dovevano ancora iniziare.
Bene,
chene pensate? Si sta evolvendo bene la storia secondo voi?
Se siete arrivati fin qui, perchè non lasciate una
recensione? :) *faccina da bambi*
Qui sotto vi
lascio i link dei personaggi che mi sono immaginata per i protagonisti,
ma mi
raccomando: se voi avete immaginato altre persone semplicemente
ignorate i
miei!
Adele:
http://images4.fanpop.com/image/answers/280000/280713_1312716970581_202_300.jpg
Ludovico:
http://www.polyvore.com/cgi/img-thing?.out=jpg&size=l&tid=27987534
Simone:
http://www.fernandoirigoyen.com/resources/penn_badgley/Penn-Badgley-9.jpg
Federica:
http://photos.posh24.com/p/1315990/z/hollywood_celebrity/dianna_agron_long_straight_shi.jpg
Edoardo:
http://www.altezzaepeso.com/images/stories/famosos13/Chace-Crawford.jpg
Luca:
http://31.media.tumblr.com/0809ca1397eb9bbe1b3b3d4e4d0349e4/tumblr_mzd926XQu31sy8i1bo1_250.png
Beatrice:
http://3.bp.blogspot.com/-3PxXH3Ub6LA/UvwZMvSXJlI/AAAAAAAADAA/vVziz9UBoCE/s1600/frangia+lunga+Selena+Gomez.jpg
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Capitolo 5 *** Capitolo V "Che l'inferno abbia inizio" ***
Salve
a tutti! Questo è un capitolo importante
perchè per la prima volta apprare *rullo di tamburi*:
Mattia! Adele avrà un po' di problemi sia con lui che con
Ludo, ma non vi voglio rovinare la sopresa perciò: BUONA
LETTURA!
Capitolo V "Che
l'inferno abbia inizio"
E’
di nuovo mercoledì e questo significa che è
l’inizio della fine: oggi inizia il corso di acquagym e
acquabike.
"Che
cosa strana il tempo. Va veloce quando vorremmo che rallentasse, sembra
eterno quando vorremmo che passasse in fretta."
Ho letto questa bellissima frase su facebook un po’
di tempo fa e non l’ho mai trovata così vera,
infatti questa settimana è volata in un’ attimo.
L’ho passata tutta a studiare per le mille verifiche che ho
dovuto affrontare o con i miei amici.
In compenso per mia (s)fortuna non ho più parlato
con Ludovico, che però non ha mai smesso un momento di
fissarmi assorto o di spogliarmi con gli occhi.
Per questo motivo sono arrossita un miliardo di volte e quando quel
cretino patentato se ne è reso conto ha sorriso soddisfatto:
non ho fatto altro che ingigantire il suo enorme ego
maledizione!
Bea ha cercato in tutti i modi di distrarmi da questa situazione, ma a
causa del mio imbarazzo permanente non ci è riuscita molto
bene.
Al contrario mio la mia amica invece sembra molto a suo agio
a parlare con Luca che dalla partita di calcio non ha smesso un attimo
di guardarla e non fa altro che cercare di parlarle con una
scusa o con un’altra.
Devo ammettere che insieme sono veramente molto teneri e
spero che Luca si faccia avanti presto perché conoscendo Bea
lei non farà mai e poi mai il primo passo e dubito anche che
accetti
subito un suo possibile invito perché non si fida
molto dei ragazzi anche se non fa altro che ripetere che Luca
è diverso.
Ahhh l’amour.
Arrivo
in classe accompagnata dalle note di “Rock me” dei
One Direction e prima che me ne possa rendere conto Bea mi è
già saltata addosso con una faccia disperata.
“Bea
che hai? Stai male per caso?” Le
chiedo preoccupata.
“
No no, stai tranquilla. E’ che oggi iniziamo piscina e io non
ti posso sostenere perché ho il ciclo.” Mi
dice dispiaciuta.
“Cosa!?!?
Bea non puoi farmi questo! Hai presente quanto sarà
difficile per me muovermi come una cretina davanti a tutti senza la tua
presenza. Voglio morire! Anzi no, ho un’idea: dirò
alla
prof. che anche io non posso fare piscina per il tuo stesso
motivo. Sono un fottuto genio!”
“No
Dele, tu devi partecipare perché sai già che la
Calosso si annota tutto e ci permette di saltare le lezioni al massimo
due volta, cosa farai quando avrai davvero il ciclo? Eh?”
“Merda
Bea, sei una guasta feste! Mi arrendo, ma questa me la paghi sia
chiaro!”
Mi
rendo conto di aver alzato un po’ troppo la voce
perché tutti mi guardano curiosi.
Mi
vado a sedere sconfitta al mio posto e sto per aprire il libro di greco
per ripassare quando la campanella suona.
Questa settimana so ancora meno greco della scorsa volta
perché ieri ero così disperata per oggi che ho
trascorso tutto il giorno a lamentarmi e a piangermi addosso con il
risultato che se mi
becca ce l’ho dritto in quel posto.
“Vai
volontaria per caso?” Mi
chiede Bea preoccupata quanto me.
“Ma
che ti sei fumata stamattina? L’erba del cortile per caso?
Certo che no, non so niente e se mi pesca sono fregata.”
La
Rossi entra con il suo solito sguardo assassino e mi sento sprofondare
ancora di più, sembra di cattivo umore e questo non
è affatto un bene.
Bea mi guarda ancora più preoccupata e io cerco di farle un
sorriso per rassicurarla, ma mi esce solo una smorfia di puro terrore.
Devo cercare di controllarmi, quel mostro capta la paura e se capisce
che non ho studiato sono fottuta.
La
strega ci dice di stare comodi – che poi non ho mai capito
perché ci dobbiamo alzare tutte le volte che entra
un professore, non sono mica la regina Elisabetta II no? – e
va a sedersi alla
cattedra.
Tira fuori il registro e l’astuccio e inizia a
parlare:
“Ho
saputo che oggi inizierete il corso in piscina, mi raccomando non fate
gli animali quali siete e controllatevi. Non vogliamo mica che le
persone pensino che voi siete i tipici studenti del
nostro preziosissimo liceo no? Se solo sento la professoressa
Calosso lamentarsi di voi per qualsiasi cosa vi farò passare
un anno d’inferno chiaro? E sapete benissimo che non scherzo,
anche
perché sono la vostra amata rappresentante di
classe, quindi guai a voi se fate qualche eresia.”
Mentre parla non faccio che pensare a quanto la odio e a quanto vorrei
strozzarla con le mie stesse mani, si sente il Dio in terra e ci tratta
come deficiente e questo non mi va proprio giù.
Come diamine si permette di trattarci così?!
Animali? Noi? Ok, forse un po’ lo siamo ma non è
proprio il caso di insultarci così apertamente!
Se mi interrogasse ora penso che le sputerei in un occhio
perché è vero che sono timida e educata, ma oggi
ha proprio superato il limite.
Poi il mio nome mi rappresenta perfettamente, infatti
significa: “è tanto
coraggiosa e raffinata quanto spietata con chi non rispetta i suoi
ideali di giustizia.”
Guardo Bea sconcertata e lei lo è come me, poi mi volto
verso i miei compagni: sembrano tutti sconvolti dalle parole della
professoressa, ma mi stupisce vedere che anche Luca e Ludo, che in
genere sono piuttosto indifferenti a tutto, sembrino avere un
fuoco che arde dentro i loro occhi e questo mi fa molto piacere.
Magari potremmo andare tutti d’amore e
d’accordo ... No mai, con Ludo mai!
Riporto
la mia testa giù dalle nuvole in tempo per sentire che la
Rossi non mi ha estratta e in un nanosecondo mi rilasso.
L’agitazione mi fa sempre venir voglia di fare la
pipì così chiedo - cercando di non essere
sgarbata – se posso andare in bagno e aspetto il consenso
della stronza.
Faccio tutto il più lentamente possibile per non sopportare
troppo la Rossi e poi mi dirigo verso la mia classe.
Rimango sbalordita quando mi rendo conto che Ludovico
è appoggiato al muro lì accanto e quando mi vede
viene verso di me.
“Finalmente!
Pensavo fossi caduta nella tazza del water!” Mi dice
strafottente con il suo solito ghigno.
“Se
vuoi solo rompere posso andare allora.”
Detto
questo mi incammino, ma quando lo sto per superare mi afferra un polso
e mi soffia all’orecchio:
“Non
vedo l’ora di vederti in costume anche se credo che non ci
sarà molto da osservare visto come sei piazzata.” Dice il
ragazzo più stronzo che abbia mai conosciuto.
Immediatamente
divento rossa come un pomodoro per l’imbarazzo e per la
rabbia e lo trucido con lo sguardo, ma non faccio in tempo a
rispondergli per le rime che si è già allontanato.
Lo
odio, lo odio, lo odio con tutta me stessa! Come può dirmi
una cosa simile!? Tanto più che vorrebbe conquistarmi
l’idiota.
E’ proprio vero che la madre degli stupidi è
sempre incinta, ma con lui si è proprio impegnata accidenti!
Rientro in classe più furibonda di prima e Bea se ne accorge.
“Che
è successo?” Mi
scrive su un foglio di carta.
“Ludovico
è uno stronzo assurdo! Prima mi scrive che mi vuole
conquistare e poi mi dice che non avrà niente di bello da
guardare oggi che sarà in costume. Lo odio!”
Mentre
lo scrivo mi scappa una lacrima di umiliazione, ma la asciugo subito
perché non voglio farmi beccare né da Bea
né da Ludovico.
La
mattinata trascorre a tratti veloce e a tratti inesorabilmente lenta.
Voglio solo tornare a casa e non pensare più a niente e a
nessuno.
Alla fine dell’intervallo usciamo dal liceo e il bus che ci
porterà in piscina è già lì
ad aspettarci.
Il tragitto è breve, dura solo 10 minuti, e poi
scendiamo davanti a quella stramaledettissima piscina che
sarà il mio incubo per otto settimane.
Bea rimane nella grande sala vicina all’ingresso
con Elisabetta, che ha anche il ciclo, mentre io entro negli spogliatoi
con le altre nostre compagne.
Alcune sono felicissime perché finalmente potranno mettersi
in mostra, mentre le altre, come me, sono disperate.
Cerco di pensare a come fare a togliermi da
quell’impiccio, ma non mi arriva nessuna illuminazione divina
così sono costretta a prepararmi.
Il costume fa sì che al posto di una seconda
scarsa sembra che io abbia una retromarcia e la cuffia mi fa apparire a
dir poco orribile.
In compenso l’accappatoio mi protegge da sguardi indiscreti e
poco graditi - ovvero quello di Ludo e di tutti gli esseri viventi di
sesso opposto che incontrerò -.
Andiamo tutte verso la piscina e io mi sento sempre peggio, ma poi un
barlume di speranza mi rallegra un po’.
Quando sono entrata ho notato che
l’istruttrice-arpia che avevamo l’anno scorso ora
serve al bar quindi prego tutti i santi del cielo affinché
ci sia un’altra ragazza, magari dolce e gentile.
Probabilmente però chiedo troppo.
Arrivata
nella zona adiacente alla piscina mi accorgo che i ragazzi sono dalla
parte opposta, ma quando volto il viso lo sguardo di Ludovico si
incatena al mio perciò mi volto di spalle e mi stringo
addosso ancora di più l’accappatoi.
Mi guardo in giro e noto che ci sono solo donne anziane oppure ragazze
incinte in piscina e in lontananza scorgo alcuni uomini, sui 30 anni,
che mi mettono un po’ in soggezione, ma poi mi do
della stupida da sola perché di certo non verranno ad
osservare un branco di ragazzine delle superiori.
All’improvviso noto che la prof. Calosso sta parlando con un
ragazzo che mi dà le spalle e mi chiedo se lei, sposata e
con tre figli grandi, ci stia provando, ma poi rido delle mie idee
sceme e
capisco che probabilmente è un bagnino e si sta accordando
con lui per evitare che una delle mie compagne affoghi anche se stanno
facendo acquagym.
La Calosso ci nota e si incammina verso di noi e vedo che il ragazzo si
sta voltando per seguirla.
Ci
metto un attimo, ma poi mi rendo conto che quello non è un
semplice ragazzo, bensì il dio Apollo disceso in
direttissima sulla terra per noi.
Avrà circa 20 anni, i capelli neri come la pece un
po’ spettinati e degli occhi così verdi da
sembrare un prato primaverile.
I tratti del viso sono ben marcati ed è leggermente
abbronzato.
Sarà alto probabilmente 1.85/1.90 cm ed è
parecchio muscoloso. Lo si capisce dalla maglia blu attillata che
indossa e dai paltoncini azzurri che lo fasciano a dovere.
Quel ragazzo è in tutto e per tutto un Dio greco, con o
senza sangue immortale nelle vene, e si sta proprio dirigendo verso di
noi in questo momento.
Sento le mie compagne squittire come animali in calore e mi vergogno
per loro, al contrario io mi sento a disagio e cerco di nascondermi
dietro alle altre come posso per non farmi notare.
Spero solo che la prof. ci presenti in fretta il bagnino in modo che se
ne vada al più presto.
La Calosso ci raggiunge con Apollo al seguito e ci guarda con aria
sognante.
“Ragazze
vi presento Mattia, sarà il vostro istruttore per queste
otto lezioni. Cercate di essere educate e di ascoltarlo
perché da questo corso dipenderà il vostro voto
di educazione
fisica. Ed ora: buona lezione, ci vediamo dopo
perché oggi non posso tenervi compagnia.”
Bene,
ora posso rillassarmi perché finalmente il ragazzo se ne
andrà per i fatti suoi e arriverà la
nostra istruttrice.
Un attimo ... un attimo!! La prof. ha detto
“istruttore”? Istruttore!? Ma siamo tutti matti?
Come può la Calosso permettere che quel gran pezzo di figo
sia il nostro istruttore?
Rivoglio l’istruttrice-arpia, la pretendo! Coma diamine
farò a non distrarmi e a non morire d’imbarazzo
con uno così che mi dice di muovermi come una cretina?
Mi guardo attorno spaesata e vedo che mentre alcune mie compagne sono
sull’orlo dello svenimento per questa notizia
“strepitosa” altre sono già partite
all’attacco facendo le gatte morte.
Io rimango un po’ in disparte con Alice, Gaia e Rebecca e
cerco di farmi piccola piccola fino a scomparire, ma purtroppo non ci
riesco nonostante tutti i miei sforzi.
Alzo
lo sguardo per vedere se intano le altri si sono già
incamminate, ma noto con mio stupore che Mattia mi sta guardando o
forse è solo una mia impressione, ma mi sento a disagio lo
stesso e
arrossisco quindi per non farmi sgamare distolgo immediatamente lo
sguardo e intervengo a caso nel discorso delle mi compagne.
Mi sento ancora osservata, ma sono certa che sia solo un brutto scherzo
che il mio cervello bacato e masochista mi sta tirando
perciò cerco di non farci caso.
Sono
disperata a livelli inimmaginabili e prego Dio e tutti i santi del
paradiso perché mi svegli nel mio letto caldo scoprendo
così che è stato solo un incubo.
L’ho già detto però che sono sfigata
no? Infatti è tutto vero e con mio sommo dispiacere devo
sbrigarmi a raggiungere le altre che stanno già per entrare
in piscina.
Bene,
che l’inferno abbia inizio, ma ti prego Signore: fa che non
sia così terribile come immagino perché rischio
di morire e sono ancora troppo giovane no?
Bene
bene, è così anche il bellissimo Mattia
è apparso. D'ora in poi la vita di Adele cambierà
e solo leggendo potrete scoprire come quindi vi aspetto al capitolo VI:
"E guerra sia".
Qui
vi lascio il link per vedere il mio Mattia, spero piaccia anche a voi
perchè personalmente lo amo in tutto e per tutto.
Mattia: http://stainweb.altervista.org/_altervista_ht/adam-gregory.jpg
|
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Capitolo 6 *** Capitolo VI "E guerra sia" ***
Hey,
questo capitolo è piuttosto lungo ed è anche uno
dei miei preferiti. Il mondo di Adele va a scontrarsi con quello di
Mattia e per ora posso solo anticiparvi questo. Per capirne
di più leggete e poi ditemi che ne pensate.
Ci vediamo più giù!
Rebecca,
Gaia, Alice ed io corriamo verso le altre che si stanno già
immergendo in acqua e dato che la sfortuna mi perseguita per poco non
volo in piscina dato che sono scivolata su una pozza
d’acqua, ma grazie al cielo Ali mi ha aiutata.
Cacchio, iniziare con queste figure di merda allucinante non
è promettente!
Ci precipitiamo tutte e quattro alla panchina di plastica per
appoggiare gli accappatoi e poi ci dirigiamo verso il bordo della
piscina, questa volta però non corro per sicurezza.
Guardiamo un po' spaesate le nostre compagne, ma loro sono
così prese da Mattia che non si sono neppure rese conto
della nostra assenza e, speriamo, della mia figuraccia.
Anche lui però, che dovrebbe essere responsabile,
è troppo preso dalla loro corte spietata per rendersi conto
che non siamo ancora in acqua o che per poco non mi ammazzo.
Infastidita e turbata per ciò che dovrò fare per
la prossima ora entro in acqua e mi trascino vicino Alice che
è essenziale data l’assenza di Bea e
perché anche lei come me odia tutta questa
situazione assurda.
Guardo speranzosa l’orologio della piscina, ma
purtroppo capisco che sono solo passati 10 miseri minuti
perciò decido di non essere masochista e di non controllare
troppo frequentemente l’ora.
Mi volto e noto che probabilmente non inizieremo presto la
lezione dato che le oche sono tutte al bordo della piscina e
intrattengono con gesti maliziosi il nostro istruttore che non accenna
minimamente a fermarle e per questo sta perdendo sempre più
punti.
Inizio a parlare con Becca e Ali dei compiti per domani e poi, non so
come, finiamo a parlare dei ragazzi che stanno facendo nuoto.
“Ma
hai visto che Luca sta diventando sempre più
figo!?” Mi
chiede tutta eccitata Becca.
“Diciamo
di si, ma non credo che sia disponibile ...” Rispondo
vaga; non voglio che Bea soffra per le troppe fans del suo spasimante.
“Cosa!?
Uffa, non è giusto! Avrei voluto provarci.” Mi
risponde dispiaciuta.
“Ma
per favore! Non ne avresti mai avuto il coraggio, sei troppo
timida!” Le
fa notare Alice, che è la solita pragmatica.
“E’
vero, ma permettimi almeno di sognare un po’, sei la solita
rompiscatole! Cambiando soggetto, Dele devi dirmi qualcosa?” Mi
chiede con un ghigno malizioso e un po’ intimidatorio.
“Io?
E cosa dovrei dirti?” Le
chiedo spaesata, anche se sospetto ciò che sta per dirmi.
“Ludo
ultimamente ti lancia certe occhiate di fuoco ... Sembra che ti voglia
spogliare con gli occhi.” Mi
racconta con un ghigno poco rassicurante la mia amica.
“Ragazze
ora basta, dobbiamo iniziare la lezione! Disponetevi in modo decente
altrimenti rischiate di farvi del male muovendovi.” Urla
Mattia, salvandomi da Alice che quando vuole sa essere
molto persuasiva.
Con
questo suo intervento ha inconsapevolmente acquistato un paio di punti.
“Forza
ragazze, fate in fretta o non vi mando dall’idromassaggio
alla fine!” Ci
dice e le mie compagne, superficiali quali sono, si
affrettano a mettersi al porprio posto come se non poter
andare
là segnasse la fine del loro ottuso mondo, mentre sul volto
di Mattia si forma una strana smorfia che non riesco a decifrare.
“Bene,
ora iniziamo con dei movimenti semplici semplici che potete fare
tranquillamente anche se siete poco coordinate, così
evitiamo che qualcuno si faccia male.” Dice
mandandomi uno
sguardo saccente.
No, ma dico: come si permette!? E' vero che sono un po’ goffa
e prima per poco non mi sfracello nella vasca, ma non mi sembra il caso
di guardarmi come se fossi un’idiota senza equilibrio.
I suoi punti ora sono sotto zero, in compenso mi rendo conto che si
è accorto della mia figuraccia e arrossisco per
l’imbarazzo.
Lo guardo di sbieco e lo fulmino con gli occhi: al diavolo
l’imbarazzo e la timidezza!
Non può trattarmi da deficiente, anche perché ho
fatto danza moderna per quattro anni e la coordinazione di certo non mi
manca.
E’ solo che quando mi sento a disagio divento goffa e lui di
certo non mi sta aiutando!
“Allora:
iniziamo aprendo braccia e gambe in contemporanea per poi richiuderle
subito dopo. Capito?”
Ci guarda come se fossimo senza cervello e questo,
nonostante sia corretto per certe mie compagne, mi offende e sortisce
lo stesso effetto anche su Becca, Ali e Gaia che mi
guardano con un sopracciglio alzato come se potessi dare loro delle
spiegazioni.
Io mi limito ad alzare le spalle come per dire “Non so
perché faccia così” e inizio a fare
ciò che Mattia ci ha detto.
Il
primo quarto d’ora passa così: facendo movimenti
idioti e ridicoli che non servono neppure a riscaldarci.
Nonostante ciò le oche vicine a me non fanno altro che
lamentarsi per gli eccessivi sforzi - no ma dico: stiamo scherzando!? -
e questo aumenta la certezza di Mattia che siamo un branco di
cretinette e quindi ci tratta come tali.
Inizio seriamente a stancarmi di tutto, delle mie stupide compagne
superficiale e di Mattia.
Guardo con una faccia sofferente le mie amiche e loro sospirano per
farmi capire che siamo sulla stessa barca.
Questa lezione si sta rivelando un disastro sotto ogni punto di vista:
1 L’istruttore
è un pallone gonfiato che ha un atteggiamento troppo
altezzoso per i miei gusti,
2 Bea
non è qui per sostenermi,
3 Per
poco non mi ammazzo in piscina e ho fatto una figura di merda,
sicuramentela prima di una lunga serie conoscendomi,
4 Il
tempo sembra non passare.
Sbuffo
irritata perché so che questa è solo la prima
lezione di otto e in più devo anche affrontare acquabike che
è molto peggio di acquagym.
“Non
sei obbligata a restare qui se non vuoi.” Sento
dire a Mattia e curiosa delle sue parole alzo lo sguardo per capire a
chi sono rivolte.
Non l’avessi mai più fatto! Mattia si sta
riferendo proprio a me e mi guarda piuttosto male.
“Io?” Chiedo
sgranando gli occhi.
“E
chi altro se no? Sei tu quella scocciata che sbuffa. Guarda che se non
ti interessa la lezione nessuno ti obbliga a restare sai?” Mi
dice strafottente.
Corrugo
la fronte sconcertata: cosa gli ho fatto di male per farlo parlare
così? Ho sempre fatto tutto ciò che ha detto
senza lamentarmi e il mio sbuffo era generale, non volevo mica farlo
arrabbiare!
“Ma
veramente io ...” Tento
di parlare, ma quel buzzurro mi interrompe.
“Vuoi
che chiami la Calosso o intendi lavorare?” Mi
chiede con un ghigno soddisfatto.
E’
ufficiale: inizio seriamente ad odiare questo ragazzo!
“Ma
veramente io starei lavorando!” Dico
sprezzante in un momento di rabbia pura.
Mi
pento subito del mio tono, ma quando vedo la sua faccia scioccata la
vergogna per la mia maleducazione passa e sorrido strafottente.
Mattia lo nota e mi guarda in modo strano: un misto fra rabbia, stupore
e divertimento.
“Bene
possiamo riprendere e guai a chi osa interrompere la lezione!”
Mi lancia uno sguardo di rimprovero e ci ordina subito di fare un'altro
movimento.
Lo
guardo sconcertata perché è ovvio che non abbia
fatto nulla, ma lui non si scompone.
Dopo
una decina di minuti mi sento chiamare da Ali, che è vicina
a me.
“Dele,
Mattia non fa altro che guardarti male e quando ci dice cosa fare mi
sembra che ti guardi in modo strafottente e ti faccia il verso. Ma lo
conoscevi già? Che cavolo gli hai fatto?”
“Io
non lo conosco e tanto meno gli ho fatto o detto qualcosa! Per te sono
stata maleducata in qualche modo?”
“No,
hai solo fatto bene a rispondergli per le rime. Per me se la
tira troppo e poi che senso ha prendersela solo con te? Per cosa
poi?”
“Infatti! E’ solo un cazzone!” Dico
fra i denti per non farmi sentire dal diretto interessato e per non
peggiorare ulteriormente la situazione.
Non
ho mai risposto così a qualcuno che neppure conosco, ma di
certo non mi è mai capitato di incontrare nessuno
così ... così ... così accidenti!
Solo Ludo si avvicina a Mattia: belli e stronzi entrambi!
Chissà che sta facendo Ludo a proposito. No, non mi deve
interessare! Non lo voglio più neppure come amico visto il
modo in cui mi ha umiliata!
“Bene,
potete andare all’idromassaggio per 15 minuti, qui abbiamo
finto!”
Cado
dalle nuvole e subito mi torna il sorriso per questa bella notizia.
“Tu
ci vai?” Chiedo
ad Ali.
“Si,
tanto non mi faccio la doccia qui.” Dice
con una faccia schifata.
“Ok,
allora ci vediamo negli spogliatoi.” Le
spiego, felice di poter fuggire da qui.
Non
appena usciamo mi levo la cuffia che mi fa sentire a disagio, mi metto
le ciabatte e vado verso il mio accappatoio per riprenderlo.
“Hey
tu, aspetta.”
Mi
volto, ma preferirei aver tirato dritto perché si tratta di
Mattia.
“Si?” Chiedo
nel modo più educato che posso.
“Allora
la avvisiamo o no la Calosso?” Mi
chiede con un ghigno beffardo sul viso.
Faccio
una faccia strana probabilmente perché scoppia a ridermi in
faccia e per questo sento la rabbia montare rapidamente.
“E
perché mai?” Chiedo
nascondendo un ringhio.
“Per
il tuo comportamento da ragazzina maleducata.”
“Si
può sapere cosa vuoi?!”
“Mi
sembri tanto una che non vorrebbe una nota disciplinare dalla prof.
vero?” Mi
chiede sovrappensiero quasi con aria schifata.
“E
con ciò? Non devo certamente rendere conto a te!” Sbotto
ormai fuori controllo.
“Bene
allora la devi smettere.”
“Ma
di che diavolo parli!? Io non ho fatto assolutamente niente.” Scandisco
bene parola per parola così magari quel celebroleso riesce a
capire ciò che dico.
“Ah
no?! Ti sembra carino sbuffare e mostrarti annoiata quando uno sta
cercando di fare bene il proprio lavoro? E rispondere anche
oltretutto?”
“Primo:
stavo sbuffando perché non voglio fare questo corso, ma devo
e non era rivolto a te in particolare.
Secondo: non mi mostro affatto annoiata, infatti ho svolto tutto
ciò che ci hai detto di fare.
Terzo: non voglio mancare di rispetto a nessuno, tanto meno a una
persona che non conosco per nulla.
Quarto: siamo realisti, per i primi dieci minuti se non di
più non hai fatto altro che assecondare quelle oche e non
hai fatto un bel niente.
Quinto: per poco non..” Ma
mi blocco perché non voglio umiliarmi ulteriormente
ricordandogli che stavo per cadere in acqua.
“Quinto:
per poco non cadi in acqua perché sei goffa e
disattenta.” Mi dice
ridendo sotto i baffi.
Come
cavolo ha fatto a capire ciò che stavo per dire?
“Poi
sono io quella maleducata! Come ti permetti di dire certe cosa a
qualcuno di cui non sai neppure il nome?!”
Mi
volto per evitare di tirargli un pugno sul quel bel viso, ma lui mi
insegue.
“Sai
una cosa: mi voglio divertire, non dirò nulla alla tua amata
prof.”
“Ti
vuoi divertire!? Ma da piccolo sei caduto dal seggiolone e hai battuto
la testa per caso?” Gli
chiedo furibonda e lui ridacchia, facendomi emettere un ringhio di
rabbia.
“Mi
farò parecchie risate nelle prossime sette
lezioni.” Constata
come sovrappensiero.
Mi
sfotte pure lo stronzo!
“Fai
pure, ma ti assicuro che mi divertirò anche io.” Dico
con un coraggio e una faccia tosta che non avrei mai pensato mi
appartenessero.
Mattia
mi guarda male; poverino, pensava che fossi una ragazzina che si
lascia mettere i piedi in testa lui. Ma per favore!
“Vuoi
la guerra?” Mi
chiede assottigliando gli occhi.
Un
brivido mi percorre la schiena, ma non abbasso lo sguardo.
“E
guerra sia.” Rispondo,
per poi voltarmi immediatamente e incamminarmi verso gli spogliatoi.
Una
volta entrata arrossisco violentemente e inizio a respirare in modo
accelerato per lo sbigottimento e per la paura.
Cosa
ho fatto di male per meritarmi tutto questo!? Da quando so tenere
così bene testa a qualcuno, a uno sconosciuto poi!?
Faccio
una doccia velocissima che non mi serve a nulla e mi rivesto in tempo
record; non aspetto le altre e corro subito da Bea perché
devo raccontarle tutto e capire se ho davvero fatto o
detto qualcosa che lo possa aver fatto comportare così dato
che io non riesco a comprendere il suo comportamento.
Appena esco dagli spogliatoi intravedo la mia amica e le corro
incontro, ma poi mi accorgo che c’è anche la
Calosso che sta parlando con Mattia, il quale quando mi nota mi indica
alla prof.
In
cosa mi sono andata a cacciare? E poi non aveva detto che non avrebbe
parlato alla Calosso?
Accidenti
a me e alla mia linguaccia!
Bene,
la guerra tra Adele e Mattia è ufficialmente iniziata! Da
qui in poi ci sarà da divertirsi, ma non so se le mie idee
vi piacciono oppure no. Parecchie persone stanno leggendo la mia storia
e questo mi rende così euforica che mi potrebbero
tranquillamente rinchiudere in manicomio però nessuno mi
lascia un suo parere, volevo quindi chiedervi per favore di recensire
se potete perchè non so se ciò che scrivo vi
piace o vi fa schifo! Aspetto con ansia i vostri commenti (belli o
brutti non ha importanza purchè mi aiutino a migliorare).
Grazie mille e al prossimo capitolo!
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Capitolo 7 *** Capitolo VII "La guerra deve ancora iniziare" ***
Salve
a tutti! Dopo quella che mi sembra una vita sono finalmente tornata!
Non posso scusarmi abbastanza per il troppo tempo trascorso dall'ultima
pubblicazione (MI DISPIACE MI
DISPIACE MI DISPIACE MI DISPIACE MI
DISPIACE MI DISPIACE), ma ho passato
un periodo pessimo nella mia vita e ne sono uscita da non molto.
L'ispirazione è tornata, così come la voglia di
scrivere. Ora sono qui e non posso che prometervi che non me ne
andrò più; il capitolo è a mio parere
una bomba e si sta avvicinando uno dei momenti clou del racconto. Bando
alle ciance, vi lascio alla lettuta. Ci vediamo giù.
Capitolo
VII “La guerra deve ancora iniziare”
BEA’S POV
Mi
annoio da morire e nonostante ci sia Betta con me non posso far altro
che sentirmi in colpa nei confronti di Dele.
So
quanto lei odi questa situazione e io non posso esserle di supporto,
almeno non come vorrei.
Più
volte ho cercato di incrociare il suo sguardo per darle forza, ma non
ci sono mai riuscita.
Devo
ammettere però che sembra cavarsela piuttosto bene, magari
non sempre visto che si è quasi sfracellata al suolo
mostrando tutta la sua grazia.
In
quel momento ho notato che Ludo è quasi uscito di corsa
dall’acqua vedendo cosa stava succedendo e in qualche modo mi
è sembrato davvero
molto
preoccupato. In fin dei conti credo sia sincero riguardo ai suoi
sentimenti, è semplicemente inesperto.
Vero
è che ha avuto molti flirt e non si è fermato
solo lì, ma per lui si è sempre solo trattato di
storie da una botta e via, dell’amore vero non sa
assolutamente
e questo lo mette in crisi, così si comporta da perfetto
idiota.
Sono
un’ottima osservatrice e non mi sfugge quasi nulla, ricordo
perfettamente che il primo giorni di quarta ginnasio l’avevo
notato.
E’
un ragazzo stupendo, non potrebbe essere altrimenti. Allora si era
guardato in giro e il suo sguardo si era immediatamente soffermato su
Adele che
all’epoca
era ancora timida e insicura.
Lui
però la guardava come se fosse un qualcosa di estremamente
raro, da proteggere e so perfettamente che da allora non ha cambiato
idea.
Semplicemente
le cose non sono andate come tutti avremmo preferito.
Betta
continua a parlarmi, ma io non le presto molta attenzione. Ormai sono
partita per la tangente e non faccio altro che guardare Luca che in quel
costume
grigio è a dir poco mozzafiato.
Lui
ovviamente nota che lo sto fissando come una stalker e mi fa uno di
quei suoi sorrisi mozzafiato che mi fanno implodere gli ormoni,
già precari di
loro.
Continuiamo così per tutta l’ora di lezione e per
questo più volte viene ripreso dal suo istruttore.
Il
tempo passa relativamente in fretta e finalmente vedo Adele uscire
dall’acqua; dalla sua espressione capisco
che non vedeva l’ora. Stranamente
l’istruttore
la segue e finalmente lo vedo da vicino.
Dio
santo che gran pezzo di fusto, penso che per le prossime sette lezioni
mi sentirò mancare ogni trenta secondi. Potrebbe benissimo
essere uno di
quei
modelli perfetti di Abercrombie.
Sembra
stiano litigando, ma mi sembra molto strano: cosa potrebbe mai essere
successo?!
E’
sempre così: vai a scuola e non succede assolutamente nulla,
manchi un giorno e scopri che il preside si è buttato dal
tetto, il bidello ha lavato il
pavimento
in mutande e la prof. di arte ha improvvisato uno strip in corridoio
durante l’intervallo.
Vedo
la mia amica camminare velocemente verso gli spogliatoi sconvolta,
mentre l’Apollo dei poveri si dirige verso il bar.
Esattamente dove siamo
io,Betta
e.. la prof! Accidenti, che ha combinato quella pirla di Dele!?
Il
tizio, che ora come ora mi sta altamente sulle palle, arriva tutto
felice e chiama la prof.
“Dimmi
Mattia! E’ successo qualcosa per caso?” Chiede
la Calosso.
“Non
esattamente. C’è una ragazza che non lavora molto
e volevo parlarne con te.”
ADELE’S
POV
“C’è
una ragazza che non lavora molto e volevo parlarne con te.”
Merda
merda merda merda.
Non
sono ancora uscita dagli spogliatoi che sento queste parole,
pronunciate dal mio diavolo personale. Alzo lo sguardo e lo vedo
indicarmi, mentre la
Calosso
mi guarda in modo indecifrabile.
Non
aveva detto che sarebbe stato zitto!? Oltre ad essere stronzo allora
è pure bugiardo, di bene in meglio.
Merda
merda merda merda
Mi
avvicino velocemente a Bea, ma: “Adele, puoi venire un attimo
per favore?” Mi
chiama la prof e vedo Mattia sorridere soddisfatto, ora sa il mio
stramaledettissimo
nome.
“Mi
dica prof…”
“E’
lei la ragazza? Sei sicuro?” Chiede
rivolta a Mattia.
“Quella
che le stava vicina, non la vedo qui.”
“Chi
avevi accanto durante la lezione Adele?”
“Ehm,
direi Alice. Mi scusi, ma perché?”
Sono
sempre più confusa e non riesco a capirci nulla: la Calosso
mi guarda sempre in modo strano, Mattia mi guarda vittorioso
perché sa che sono un
misto
di terrore e confusione, Bea mi guarda preoccupata mentre Alice, che
sta uscendo ora dagli spogliatoi ignara di tutto, ci guarda incuriosita.
“Rossetti,
vieni qui un atto. Devo parlarti.” Chiama
Alice, che immediatamente diventa bianca come un lenzuolo.
“E’
vero che non lavori? Non mi sta affatto bene. Non mi hai mai dato
problemi e non vorrei iniziassi ora. Se qualcosa non ti va bene
parlamene
pure
apertamente, ma non essere sfaticata. Vieni andiamo a parlare di
là e non preoccuparti. Devo solo capire cosa non sta
funzionando.”
Sono
sconvolta: quindi quel cretino non ha davvero detto nulla riguardo a me
…
“Tutto
bene Adele?”
Mi chiede Mattia, calcando parecchio sul mio nome.
“Sto
da Dio, Mattia. Ora però mi devi spiegare perché
hai messo nei casini Alice!”
“Semplicemente
perché non ha lavorato adeguatamente. Non è un
fatto personale.” Dice
con un sogghigno che non mi piace affatto.
“Non
per dire, ma le oche hanno fatto anche meno per la loro paura idiota di
rompersi un’unghia – dico
in tono sprezzante –
Peccato che però loro
abbiano
due salvagenti incorporati e di certo non ti dà fastidio
vero? Così stai zitto, almeno avrai questo spettacolino
personale per altre sette
lezioni.
Mi fai quasi schifo, anzi leviamo pure il quasi.”
Mattia
mi guarda sconvolto, ma in qualche modo divertiti e soddisfatto. Sapeva
che non sarei stata zitta e che il suo comportamento avrebbe tirato
fuori
tutta
la mia grinta.
“Senti
tigre, delle tua accuse non me ne faccio un bel niente. La tua amica
non ha lavorato a dovere ed è mio compito riferire alla
Calosso questo
genere
di cose. Ringrazia la mia pazienza dato che non faccio lo stesso con te
e riguardo al mio spettacolino personale, come tu lo definisci, ti
assicuro
che non è formato da quelle quattro galline. Sono
interessato a tutt’altro.” Dice
lanciandomi uno sguardo più che eloquente che mi fa
arrossire
violentemente.
Questa
mia reazione lo fa sorridere in modo quasi sincero e prima di andarsene
aggiunge: “Attendo
con ansia la prossima settimana e ah, tieni a
bada
quel ragazzino.”
Mi
giro verso il posto che stava fissando fino ad un attimo prima di
andarsene e noto Ludo, che sembra un mastino con la rabbia pronto ad
attaccare.
Vedendo
che lo sto osservando si alza dalla sedia e mi viene incontro.
“Che
diamine voleva quel tizio!?”
“Ludo
stai calmo, non è successo nulla. E’ uno stronzo e
basta”
“Ti
ha fatto qualcosa? Giuro che lo ammazzo.”
“Non
mi ha fatto nulla, davvero. Solo sette lezioni, forse anche meno, e non
lo vedrò mai più, grazie a Dio.”
“Prima
stavi per cadere, ti ha guardata e non ha fatto un cazzo. Che razza di
un istruttore è?! Ragazzo senza palle …”
“Hai
visto che stavo cadendo?” Non so
perché ma il fatto che se ne sia accorto e che si sia in
qualche modo preoccupato mi fa sentire una strana
sensazione
nello stomaco. Dio, perché tutte a me?
“No
ehm ecco. E’ stato un caso … O al diavolo,
è vero… e devo dire anche che in costume non
rendi male. Mi aspettavo peggio.” Dice
sogghignando, è tornato il solito strafottente Ludo. Vederlo
imbarazzato però è stato impagabile.
“Lo
sai vero che non è il modo migliore per provarci?” Sono
stanca di stare zitta e subire, come ho tenuto testa a Mattia posso
farlo anche con lui.
Mancini
incassa il colpo e non perde tempo a ribattere:
“Certo, ma chi ti dice che ci stia davvero
provando?”
“O
che palle. Sei intollerabile. Hai degli sbalzi d’umore peggio
di una donna incinta con gli ormoni impazziti.” Dico
ridacchiando, in fondo è pur
sempre
un ragazzo. Non posso mica pretendere chissà che.
Ludovico
ride, ride veramente di gusto per la prima volta da quando ci
conosciamo e il fatto che lo abbia fatto ridere io mi rende orgogliosa.
Improvvisamente
inizio a ridere anche io e sembriamo due folli, ma non me ne preoccupo.
Mancini
si avvicina e mi sussurra in un orecchio: “Sei fottutamente
adorabile. Accidenti a te Dele.”
E’
la prima volta che mi chiama così e ha un effetto devastante
su di me, la vicinanza poi non aiuta affatto.
Mi
dà un bacio terribilmente vicino alle labbra e io rimango
pietrificata, le guance in fiamme. Potrei morire.
Intravedo
Bea sussultare sorridente, Luca sorridere soddisfatto, le mie compagne
rodere di invidia, la prof. far finta di nulla e Mattia.. o la sua
reazione è
stata
estremamente soddisfacente.
Occhi
di fuoco, mani strette a pugno, corpo teso e un piccolo sogghigno
combattivo, come per dire: “La
guerra deve ancora iniziare.”
Eccomi
qui! Allora, cosa ne pensate? Vi ho stupiti oppure vi aspettavate
accadesse qualcosa del genere? Questo è solo l'inizio e a
mano a mano il racconto diverrà sempre più
intenso e
ricco
di avvenimenti, per non parlare dei colpi di scena! Bene, il prossimo
capitolo è già stato scritto ed è
quasi pronto per essere pubblicato. Voi nel frattempo che ne direste di
lasciarmi
un
vostro pensiero, un commento o anche farmi delle domande? Io sono qui
per questo e non potete nemmeno immaginare quanto sarei felice nello
scoprire che qualcuno ha recensito.
Fatelo
quindi se potete e fate felice una piccola anima!! A presto,
Laura.
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Capitolo 8 *** Capitolo VIII "Ti odio ... o forse semplicemente mi piaci!" ***
Hola chicas! Come
promesso eccomi qui con un nuovo capitolo che vi assicurò
sarà sconvolegente.
Spero vi piaccia,
a più giù.
Capitolo VIII
“Ti odio …
o forse semplicemente mi piaci!”
Nonostante
tutto quello che è successo è come se per gli
altri nulla fosse accaduto,
ognuno vive la proprio vita normalmente senza prestare davvero
attenzione a
quelle altrui.
Mi
sento in balia del destino, come se fossi impotente di fronte al mondo,
ma mi
rifiuto di non agire; è passato quel tempo in cui ero timida
e insicura,
incapace di impormi alle persone e agli avvenimenti: io sono padrona
del mio
destino.
Qualsiasi
cosa accadrà la affronterò con intelligenza,
senza farmi travolgere.
Sono con Simo e
Fede nella mia stanza
a parlare del più e del meno quando il mio cellulare inizia
a suonare al ritmo
di “Good girls are bad girls” dei fantastici 5sos.
Mi catapulto giù dal letto e
rispondo senza nemmeno guardare chi mi sta chiamando convinta si tratti
di Bea,
in cerca di aiuto visto che domani sarà interrogata di
inglese.
“Pronto?” Rispondo decisa.
“Dele,
pensavo avresti fatto più resistenza a rispondere
sai?” Mi dice
ridacchiando un’inconfondibile voce maschile.
“Mancini,
Sei tu? Che caspita vuoi? Pensavo fosse Bea!”
Simo si
è quasi strozzato con la
saliva e Fede, affannata, cerca di aiutarlo.
“No
cara, sono un figone dal quale tutte vorrebbero una chiamata.”
“Ma
fammi il piacere. Ora riattacco giuro!”
Simo si
è misteriosamente ripreso di
botto e sorride soddisfatto, Fede lo guarda scocciata.
“No
no no,scusa scusa. Ti ho chiamata per un motivo importante
giuro!”
“Sarebbe
a dire? Non ho tempo da perdere con elementi come te Ludo
…” Non sono nemmeno
convinta delle mie
stesse parole e la cosa sta diventando preoccupante.
“Sai
che domani Bea è interrogata di inglese? Ecco anche io e ho
bisogno di un 8 per
recuperare lo scorso 4. So che tu vai da Dio in questa materia e mi
chiedevo se
potessi aiutarmi …”
“Oddio
ti hanno fatto il lavaggio del cervello, aiuto aiuto. Chiamate
un’ambulanza vi
prego!” Dico in tono
sarcastico, al che i miei amici ormai allarmati mi guardano malissimo.
“Ti
prego Adele, ne ho davvero davvero bisogno e di certo non
chiamerò la Oberto
cazzo!”
“Primo:
datti una calmata, secondo: non dire parolacce ogni trenta secondi,
terzo: va
bene, ma come facciamo, per telefono?”
“Io
non dico par … o grazie grazie grazie grazie mille!! No per
telefono non ci
capirei un ca … ppero.Va bene se sono da te tra tipo un
quarto d’ora?”
“Oh
ehm, si va bene. Sai dove abito?”
“Sì
sì, tranquilla. A dopo, ciao!”
Dice e riaggancia, senza nemmeno darmi il tempo di salutarlo.
“Adele
dimmi che non è come penso, ti imploro.” Mi chiede
Simone, non molto contento.
“Falla
finita e lasciala in pace, noi ora ce ne andiamo e torniamo stasera
dopo cena
per sapere tutti i dettagli. Ciao ciao!” Dice Fede
prendendo Simo per un orecchio e sparendo
dietro la porta.
In tredici minuti
esatti Ludovico
arriva a casa mia e suona il campanello, pessima mossa.
Mia madre accorre
tutta felice e
vedendolo fa uno dei suoi spaventosi sogghigni soddisfatti, mi
ricordano quelli
di qualcun’altro …
“Entra
pure caro, Adele è in camera sua. Secondo piano, seconda
porta a destra. Vai
tranquillo!”
“No
mamma, sono qui veramente. Ciao Ludo!”
“Ciao
…” Ludovico
imbarazzato per la seconda volta, una delizia per gli occhi.
“Vieni
vieni.”
Gli dico con una certa urgenza nella voce.
“Salve
signora …” Saluta lui
mia madre avvicinandosi a me con cautela, come una tigre in gabbia.
“A
dopo, Ludovico.”
Risponde mia madre con un tono di chi sa tutto anche se nessuno gli
dice nulla.
Maledizione, dopo
mi toccherà
spiegarle un paio di cosucce.
“Allora
Mr-senza-il-tuo-santo-aiuto-sono-fottuto, da dove vogliamo
iniziare?”
“Carina
camera tua … Me l’aspettavo più
infantile” Mi dice
sorridendo.
“No,
quella fase l’ho accantonata circa 5 anni fa, sai
com’è.” Sono solo 5
mesi, ma dettagli.
“Quindi
mi aiuterai davvero?”
“No guarda, ti ho fatto venire fin qui solo per farti
conoscere mia madre, in
un modo alquanto imbarazzante, per poi mandarti via. Certo, idiota!
Vogliamo
iniziare?”
“Va
bene, va bene. Chi è la donna incinta ora?!”
“Te ne sei ricordato …!?”
“Certo,
di te non mi scordo nulla. Non potrei nemmeno volendo.”
Panico, stupore,
imbarazzo,
soddisfazione, orgoglio, felicità.
“Ok
… Iniziamo da Poe?”
“Perfetto.”
Abbiamo studiato
per tre infinite ore,
ma Ludo è stato spettacolare e penso che gli argomenti
fossero già anche di sua
competenza, per la maggior parte.
“Mi
stai prendendo in giro, me lo sento …” Dico
sovrappensiero, alla fine.
“Come?
Assolutamente no! Che poi, per cosa?”
L’espressione confusa di Mancini è un qualcosa di
straordinario.
Come diamine fa
ad essere bello anche
con certe espressioni!? Io sembro un lama sdentato santo cielo!
“Per
tutto. Avevi già studiato, non ti interesso davvero, le cose
le sai …” In che casino mi
sto cacciando, ca … ppero.
“E’
vero, avevo già studiato, ma mi hai aiutato davvero tanto.
Hai risolto
moltissimi miei dubbi.
Poi … mi
interessi davvero,non so nemmeno perché io te lo stia
dicendo, ma mi piaci sul
serio, temo. Anzi no, ne sono certo. Ti chiedo quindi di pensarci. So
che non
hai alcuna esperienza – mi
sento morire, perché lo sa?! –
e non
voglio pressarti, ma almeno pensaci. Sono serio, non avere paura del
contrario
e per una volta lasciati andare, provaci. Dammi una
possibilità.”
“Io
… Non so cosa dirti, giuro. Una cosa per certo la so
però: in questo periodo
sono confusa ed è colpa tua, maledizione. Ti penso anche
quando non dovrei, mi
chiedo cosa faresti al posto mio in determinate situazioni, mi
confondi. Ti
odio … o forse semplicemente mi piaci!” Ho sputato fuori
tutto d’un fiato, pentendomene un
momento dopo. Non ci avevo mai neppure riflettuto su davvero, eppure
sentivo
come un doloroso bisogno di dire quelle parole.
La
verità mi travolge come un treno in corsa:
Ludovico Mancini mi piace.
Lui è
sconvolto, ma i suoi occhi
brillano come mai li avevo visti fare prima.
Ad un certo punto
si sporge dalla
sedia e mi stringe forte a sé, come se avesse bisogno di una
conferma, come se
io fossi la sua ancora in un momento di tempesta.
Siamo rimasti
così per non so quanto
tempo, l’uno stretto all’altra in pace con
noi stessi.
Dopo un tempo che
mi è sembrato
infinito si stacca e mi guarda intensamente, come per chiedermi il
permesso di
baciarmi. Il mio primo bacio.
“Ludo,
sarà un disastro. Non ho mai baciato nessuno, non ti
piacerà e farò un casino e
ti farò schifo io e …”
“Shhh
silenzio. E’ impossibile che una cosa del genere accada; mi
piaci ogni giorno
di più dal primo giorno di quarta ginnasio. Ho aspettato
così tanto perché
questo accadesse ed ora è vero. Parli del tuo primo bacio
come se fosse una
problema, ma non è affatto così. Sono due anni
che ti osservo e che chiedo agli
altri se hai un ragazzo, uno che ti sta dietro o che so io. Tutto per
il
terrore che qualcun’altro potesse fare quello che io agognavo
e non potevo
avere. E’ un onore poter avere il tuo primo bacio e nemmeno
te ne accorgi. Mi
stai facendo il più bel regalo che io abbia mai
ricevuto.”
Dice e senza
lasciarmi rispondere mi
si avvicina e posa le sue labbra sulle mie.
Pensavo che in un
momento del genere
avrei avuto mille pensieri in testa: “Cosa devo fare, come mi
devo comportare
…” ma niente di tutto questo è vero.
Tutto viene naturale.
Prima baci
delicati e poi sempre più
desiderosi e passionali. Mi sento dannatamente felice e desiderata,
come se
sentissi il bisogno di restare attaccata a lui per il mio ossigeno
personale.
Sicuramente
faccio qualcosa di
sbagliato, è normale, ma non me ne preoccupo. Gli piaccio
per quello che sono:
nonostante il mio carattere schifoso, il mio fisico poco prorompente,
la mia
inesperienza e non solo. Gli piaccio e lui piace dannatamente tanto
anche a me.
Non so per quanto
tempo ci baciamo, ma
non è abbastanza. Mi stacco con il respiro affannato e in
preda ad un assurdo
imbarazzo nascondo il viso tra le mani, come per nascondermi.
E’
stato meraviglioso e voglio rifarlo
ora, per sempre. Senza smettere mai.
“Sei
stata fantastica, giuro. Non sto mentendo. Avevi già baciato
qualcuno?” Mi chiede
sornione.
“Idiota.
Ho fatto un casino … ma apprezzo lo sforzo. Grazie, di
tutto!” Dico sorridendo.
Lui mi fa alzare
dalla mia sedia e mi
mette a cavalcioni su di lui. Che imbarazzo,eppure è
così nuovo ed eccitante.
“Vuoi
provare a uscire con me quindi?” Mi
chiede speranzoso.
“Pensavo fosse scontato.” Dico e con
l’adrenalina ancora in circolo gli
prendo il viso tra le mani e lo avvicino al mio, baciandolo.
Eccomi
qui! Allora che ne dite? Siete sconvolte oppure in qualche modo ve lo
aspettavate? Cosa succederà in futuro nelle vite dei nostri
protagonisti? Ovviamente per scoprirlo dovrete continuare a leggere!
Ora
però siamo seri, devo darvi un annuncio: questa domenica
partirò per Dublino dove starò per due settimane,
di conseguenza non potrò pubblicare prima del mio ritorno.
Il
prossimo capitolo però è già pronto
quindi come metterò piede a casa la prima cosa che
farò sarà pubblicarlo.
Che ne dite
quindi in queste settimane di commentare e recensire, per dirmi
cosa ne pensate, darmi suggerimenti e opinioni o per farmi
delle domande? Risponderò il prima possibile a tutti,
promesso.
Come
incentivo e regalo per l'attesa forzata vi lascio qui uno spoiler sul
prossimo capitolo ;)
Dal capitolo
IX “Se giudichi le persone non hai
il
tempo di amarle”:
"[...] Mi
sono reso conto che mi hai completamente fottuto il cervello e pure
gran parte
del cuore.” Sputo
fuori tutto d’un fiato.
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Capitolo 9 *** Capitolo IX "Se giudichi le persone non hai il tempo di amarle" ***
Eccomi
qua! Non ho pubblicato ieri perchè problemi importanti me
l'hanno impedito, ma per voi mi sono sforzata e l'ho fatto
ora.
Vi
lascio allo sfavillante capitolo, a più giù.
“Se
giudichi le persone non hai il
tempo di amarle.”
Non ho mai
davvero capito questa frase
fino a che non mi sono presa una cotta stratosferica per Ludo.
L’ho
sempre ritenuto il
classico bello e stronzo che si diverte a
giocare con i sentimenti degli altri, quello che si passa una diversa a
serata
e anche di più.
In parte
è vero, il suo comportamento
non è certo mai stato quello di un santo immacolato,
però tutto ha una
spiegazione e io l’ho semplicemente ignorata; sono
un’ipocrita, detesto che le
persone giudichino gli altri quando in realtà sono come
tutti e lo faccio anche
io.
Di certo
però il mio mondo è cambiato
da giovedì scorso in maniera quasi totale:
giovedì ho dato il mio primo bacio,
ho realizzato di piacere a Ludo, che lui piace a me,non sono
più single o
almeno credo …
“La
smetti di sognare ad occhi aperti? Sei così fastidiosamente
mielosa.” Ridacchia Bea.
“Io
non sogno ad occhi aperti, stavo solo pensando …”
“Cosa
ti preoccupa?”
“Ti
detesto, mi capisci senza nemmeno il bisogno di parlare. Non sono
proprio
preoccupata, solo che non so bene cosa siamo io e Mancini.”
“Smettila
di chiamarlo così innanzi tutto. Lo so che le abitudini sono
dure a morire, ma
così non va. Comunque cosa intendi?”
“Ci
siamo dichiarati, diciamo, siamo usciti tutta la settimana insieme, ma
non
siamo davvero fidanzati no?”
“Beh,
non tecnicamente, ma in pratica siete la tipica coppietta felice.
Dovreste
parlarne.”
“Non voglio sembrare opprimente, ci manca solo che lo faccio
scappare a gambe
legate prima ancora che tutto inizi.”
“Allerta,
ore dodici ore dodici. Nemico in arrivo con tanto di
rinforzi.”
“Bea,
che diamine vai dicendo?!”
Non faccio in
tempo a girarmi del
tutto per vedere che la fonte dei miei problemi e Luca sono davanti ai
nostri
banchi tutti sorridenti.
“Dele,
posso parlarti un attimo?” Mi chiede Ludo.
“Sì
certo …”
Ora, io di certo
non ho esperienza, ma
il fatto che sembri nervoso e che mi “abbia chiesto di
parlare” non promettono
proprio nulla di buono.
BEA’S
POV
Sento la mia
amica muoversi agitata
sulla sedia e le stringo una gamba per rassicurarla. Sono quasi certa
che
Mancini voglia farle la fatidica domanda, ma lei che è la
personificazione
della negatività non sembra averlo capito, anzi: temo pensi
tutt’altro.
“Posso
sedermi vicino a te? Almeno ci teniamo compagnia mentre quei due si
fidanzano e
figliano nella stanza davanti ai bagni.” Dice
ridacchiando Luca.
Ecco che le mie
idee vengono
confermate.
“Certo.
Che mi racconti?”
“Niente
di che, il solito. A parte il fatto che Ludo in questa settimana
è
ufficialmente partito per la tangente e parla sempre solo di Dele e di
quanto
sia magnifica, bella, simpatica, dolce e bla bla bla. Sta diventando
pesante.”
“Diciamo
che lei non è da meno! Almeno però ce
l’hanno fatta. Ci hanno messo due cavolo
di anni a comprende i loro sentimenti, ma ci sono finalmente
riusciti.”
“Ecco,
a proposito di capire i sentimenti …”
Oddio oddio
oddio. Non ci posso
credere, non può essere.
Ci parliamo molto
spesso su Whatsapp,
ma non pensavo avesse capito di piacermi.
Merda merda merda
Ora mi
dirà di non preoccuparmi, ma
che non ricambia e di essere meno assillante.
“In
realtà dovrei dirti una cosa.”
Mi dice con un’espressione terribilmente seria.
“No
ma guarda che non è il caso di preoccuparsi. Ormai loro sono
a posto e dobbiamo
solo sostenerli. Scusami ora ma vedo che Becca mi sta chiamando, vado
da lei.” Dico
alzandomi e fuggo.
“No
ma io …” Cerca di
dire Luca, ma io sono già lontana.
Sono
una codarda.
LUDO’S
POV
Mi sento un
completo idiota, sto
sudando freddo e non riesco a stare fermo.
Mai e poi mai
avrei pensato di potermi
ridurre così, come il protagonista idiota e pappamolla del
film che ho visto
con Adele sabato sera.
Mi sono scritto
il discorso e l’ho
imparato a memoria a forza di leggerlo e rileggererlo in continuazione.
Ho pure fatto le
prove con Luca; Dio,
mi faccio terribilmente pietà da solo. Sono pessimo.
Non riesco
neppure a guardare Dele in
faccia, mi vergogno come un cane.
“Senti
mi sto agitando. Ti prego parla o rischio di morire d’infarto
qui.” Mi dice lei
piuttosto irritata e pure
bianca in volto.
Oddio non
penserà mica che …
“Non
ti sto affatto per scaricare, se è questo che
pensi!”
La vedo
immediatamente riprendere
colore.
Inizia ad
agitarsi, ha captato
sicuramente qualcosa.
“Allora
… Senti, al diavolo quel discorso di merda che ho scritto.
Mi invento tutto sul
momento. In questa settimana siamo stati praticamente sempre insieme,
abbiamo
scherzato, guardato film, camminato per chilometri senza stancarci, ci
siamo
baciati tanto da rimanere senza fiato e mi sono reso conto che mi hai
completamente fottuto il cervello e pure gran parte del
cuore.” Sputo fuori
tutto d’un fiato.
Vede Dele
rimanere letteralmente a
bocca aperta e mi sfugge un sorriso.
Lei
se ne accorge e ricambia; i suoi occhi
iniziano a brillare
e credo siano lo
specchio dei miei.
“Mi
sento un mocciosetto delle elementari, ma devo chiedertelo: vuoi essere
la mia
ragazza?”
“Pensavo
non me lo avresti mai chiesto.”
E’ la sua unica risposta.
Sto per parlare
quando mi salta
letteralmente in braccio e mi bacia facendomi sbattere al muro.
Capovolgo le
posizioni e ora è lei
attaccata alla parete fredda della stanzetta in cui ci siamo infilati;
reclamo
il bacio mordendole il labbro inferiore, ma lei non mi cede il comando.
Penso quasi
commosso che la mia
piccola sta crescendo, anche molto in fretta.
Le succhio la
punta della lingua e la
sento rabbrividire quindi continuo, ma all’improvviso sento
un rumore di passi
e so quanto lei sia perfetta a scuola.
Di certo non
voglio costarle una
ramanzina né tanto meno una nota sul registro.
La
faccio scivolare giù mentre mi guarda
confusa e fa un verso di disapprovazione.
Musica per le mie
orecchie.
Sbircio da dietro
il muro e noto che è
solo il bidello, con tanto di cuffiette nelle orecchie.
“Tu
avresti smesso di baciare la tua ragazza solo per questo?!” Mi chiede Dele
che si è
materializzata accanto a me.
“Certo,
non volevo farti beccare in una situazione poco consona
all’ambiente.”
“Detto sinceramente: quel bacio valeva anche
l’espulsione.”
“No, ma fammi capire: da quando sei diventata così
spigliata?” Chiedo ridendo,
molto compiaciuto
dell’effetto che ho su di lei.
“Da
quando ti conosco, diciamo, in un modo più intimo. Mi sono
evoluta, molto in
stile Pokémon.” Risponde con un sorriso
furbo.
Non posso fare
altro che ridere di
gusto e avvicinarmi a lei.
Non posso non
accontentarla no?
BEA’S
POV
Sono passati
almeno venti minuti da
quando i piccioncini se ne sono andati, per fortuna questa è
un’ora buca e
nessun professore o bidello si è degnato di venire da noi.
Continuo a
guardare Luca parlare con Berto
e altri, ma mi sembra distante dalla conversazione e piuttosto
pensieroso e
irritato.
Non voglio
pensarci però, sono un
disastro ambulante. Non faccio che fare casini anche senza aprire bocca
maledizione.
Mi allontano da
Becca e Ali per andare
in bagno, ma non sono ancora uscita dall’aula che vedo
tornare un’euforica
Adele rossa in viso e pure spettinata.
Inconsapevolmente
vederla in quello
stato mi fa sorridere e il buon’umore torna, sono
infinitamente felice per lei.
“Scusa
Ludo, ma visto come l’hai conciata è meglio che me
la porti in bagno per darle
una sistemata. Già che ci sei dattela anche tu
eh.” Dico beffarda,
facendo arrossire
violentemente Dele e ghignare Mancini.
Sempre il solito.
ADELE’S
POV
Dio che figura di
merda.
Per fortuna mi ha
vista solo Bea,
altrimenti avrei preso a testa il muro fino a perdere i sensi.
Ludo se
n’è andato compiaciuto,
probabilmente spiattellerà tutto a Luca.
Mi
sta bene, l’importante è che non faccia
casini dicendo cose inopportune anche agli altri.
“So
quello che è successo, me l’ha detto Luca e il
resto posso immaginarlo – se
possibile arrossisco ancora di
più – però
voglio sapere tutto nei minimi
particolari.” Dice Bea ridacchiando.
“Va
bene va bene. Non dire mai più nulla del genere
però, sono quasi morda
d’imbarazzo!”
“Non
si muore d’imbarazzo Dele!”
“Questo
non significa che io non possa essere la prima!” Rispondo risoluta.
Mentra parlo
suona la campanella,
segno che sta iniziando l’intervallo e dopo mi aspetta la
Calosso.
Merda merda merda.
La consapevolezza
mi investe come un
tornado.
Piscina,
acquagym, Mattia.
Me
n’ero quasi dimenticata in questa
settimana.
Non oso
immaginare cosa accadrà oggi …
Allora, eccoci qui.
Che ne pensate? Vi ho sorprese o no?
Il finale taglia la storia sul "più bello" lo so, ma un po'
di suspance ci vuole assolutamente!
Spero con tutta me stessa che mi lascerete un commento, una recensione
o qialunque cosa desideriate.
A presto con il nuovo capitolo, Laura.
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Capitolo 10 *** Capitolo X “Per essere felici ci vuole coraggio” ***
Eccomi!
Puntuale come un orologio svizzero.
Bando
alle ciance, a più giù.
Capitolo
X “Per essere felici ci vuole coraggio”
“Mattia
purtroppo oggi è assente quindi
lo
sostituirà Virginia, la ragazza che vi faceva acquagym
l’anno scorso.”
Le parole della
Calosso mi fanno
spalancare occhi e bocca a tal punto che Bea, che mi è
accanto, mi tira su il
mento con una mano mentre ridacchia, seguita a ruota da Ludo.
Immediatamente il
mio corpo si rilassa
e sento un moto di euforia invadermi, stringo in un abbraccio
fortissimo Bea e
non prima di averla quasi soffocata la lascio.
L’idea
di non dover fronteggiare
Mattia per almeno un’altra
settimana mi fa sentire al settimo cielo e nemmeno il fatto che ci
sarà l’Arpia
a sostituirlo mi scalfisce.
Mi volto e salto
letteralmente addosso
a Ludo stringendolo forte a me, grazie a Dio ha una prontezza di scatti
fulminea e mi prende al volo in due secondi netti. Se non ci trovassimo
in
disparte e semi nascosti dalla vista altrui non l’avrei mai
fatto, ma
l’adrenalina scorre con forza nelle mie vene e non riesco a
contenerla.
Ludovico mi
guarda negli occhi e
subito mi bacia la fronte, dopo una guancia, l’altra, il
naso, l’angolo della
bocca e infine le labbra. Sa di farmi impazzire comportandosi
così e lo stronzo
gode nel sentirmi fremere per lui.
Sento la voce
della prof. richiamare
tutti e dire di andare negli spogliatoi così mi affretto a
ricompormi e mi
allontano senza dare troppo nell’occhio; non vedo
più Bea, ma credo che vedendo
il mio gesto abbia deciso di lasciarci un po’ di
intimità.
Amica
perfetta è e rimane sempre.
La lezione passa
incredibilmente in
fretta e sono anche sopravvissuta alle mille radiografie che Ludo mi ha
fatto
in acqua e anche fuori.
Ovviamente non
sono stata in grado di
reggere il suo sguardo: non mi faccio schifo certo, ma il mio fisico
non mi fa
impazzire e con questo costume a un pezzo non posso che farmi ribrezzo.
Per non
parlare del tocco di classe che la cuffia mi dà, poi.
Ho cercato di
nascondermi dietro a
Bea, ma lei era in difficoltà tanto quanto me per colpa di
Luca.
Gli ho anche
detto di smetterla
minacciandolo, ma l’effetto delle mie parole non è
stato quello desiderato:
l’ho semplicemente fatto sogghignare e aguzzare ancora di
più la vista.
Lo odio. Lo odio. Lo odio. Lo adoro.
“La
smetti di cambiare espressione ogni trenta secondi per favore? Mi stai
spaventando, sembri Psyco.” Mi
dice Bea mentre usciamo dagli spogliatoi e ci sediamo in un angolo
della sala
d’entrata della piscina.
“Scusami,
è che quel cretino mi manda ai pazzi.”
“E’
normale che ti abbia guardata.”
“Penso
che il termine ‘analizzata’ renda meglio, credo che
i suoi occhi siano in grado
di fare i raggi x.”
Dico rabbrividendo.
“Dele
ragiona: sei la sua ragazza, ti adora e ti venera. Ti sbava dietro dal
primo
giorno di quarta ginnasio. E’ un cavolo di ragazzo di 17 anni
con gli ormoni in
subbuglio, cerca di capirlo.”
Ride, la stronza.
“Esatto,
dovresti sentire che discorsi mi fa a volte. Fossi in te ne avrei
paura,
giuro.” Interviene un
Luca scarmigliato e con uno sguardo furbesco.
Ammettiamolo,
questo ragazzo è un figo
della madonna e ho come la sensazione che Bea stia implodendo. Povera
cucciola,
così impara a sputare sentenze. Il karma agisce sempre.
“Smettila
di sparare puttanate Luca, non stiamo insieme nemmeno da un giorno e
rischio
già di essere mollato su due piedi, cazzo.” Ludo mi guarda
con occhi da bambi e io non posso che
sorridergli trasognata.
Mi manda gli
ormoni a puttane, altro
che.
“Figuriamoci,
ha gli occhi a cuoricino quasi peggio dei tuoi. Voglio essere il tuo
testimone
di nozze e pure il padrino del primo figlio.” Ribatte il
semideo prima di scoppiare
in una risata rumorosa che coinvolge tutti.
“Ho
avuto un’idea geniale, perché non andiamo a
ballare questo sabato?” Se ne esce di
punto in bianco il mio fidanzato
mentre mi fa alzare per
stringermi in un abbraccio da dietro. Uno dei gesti più
dolci che io abbia mai
avuto l’onore di ricevere, potrei anche sciogliermi ai sui
piedi seduta stante.
“Io ci
sto, eccome. Ho proprio voglia
di uscire e andare a divetirmi.” Luca mi sembra decisamente
entusiasta e cerca
di coinvolgere anche Bea con lo sguardo.
Vedo la mia amica
guardarlo come in
trans e per farla riprendere le tiro un delicato calcetto al piede. Mi
deve un
favore per la figura di merda che le ho elegantemente evitato di fare.
“Sì
per me va bene, tu Adele vieni vero?”
Mi chiede lei implorante.
“Ovvio,
pensi che potrei mancare per caso?”
Sento Ludo
stringermi ancora di più a
sé e dopo aver lievemente soffiato vicino al mio orecchio
destro mi dà un bacio
sulla nuca.
Credo
proprio che entrambi siamo nella fase lovey-dovey, quella
che da single
ho sempre invidiato alle coppiette felici.
Mi
dispiace per gli altri, ma ora è il mio
momento e non intendo sprecarlo per nulla al mondo.
LUCA’S
POV
Non credo di aver
mai visto Ludo così
sereno e felice, di cuore. Non l’ha mai ammesso, ma
l’ho beccato infinite volte
a fissare Dele in questi tre anni. Come lei si avvicinava a un nostro
compagno
e ci scherzava o quando sentiva che qualcuno ci voleva provare con lei
la
gelosia lo mandava fuori di testa.
Ora che
però anche quel cretino del
mio migliore amico è felicemente sistemato io sento il peso
dei miei sentimenti
incombere sulla mia testa.
Perché
Bea non se ne accorge? Perché
non capisce cosa provo per lei?
E se non
ricambiasse? Un attimo mi
sembra di sì e quello dopo mi convinco del contrario.
Come mi ha detto
Ludo giorni fa: “Mi sento come una
femminuccia, mi cago in
mano all’idea di dirle apertamente cosa provo, una volta per
tutte. Mi sento un
coglione.”
La seconda parte
del suo discorso però
mi ha scosso: “Che cretino sarei
però a
stare zitto? Ci perderei solo alla fine. Anni a metterla su un
piedistallo in
privato e a prenderla per il culo in pubblico. La ridicolizzavo e la
portavo
inconsciamente ad odiarmi perché infondo non pensavo di
meritarla. Alla fina la
sai una cosa però? Vale sempre la pena di rischiare,
qualunque cosa accadrà. Io
così non voglio andare avanti e non dovresti nemmeno tu
amico. Per essere
felici ci vuole coraggio.”
Ho
deciso ormai, sabato
sera sarà il nostro
giorno.
Hola! Ebbene
sì, in questo capitolo di pura transizione non
c'è nemmeno l'ombra di Mattia. Beh che dire, i personaggi
iniziano ad evolversi e spero che li apprezziate. Sono come dei bambini
per me *sigh sigh*.
Attendo con ansia vostri
pareri, commenti e recensioni e se volete farmi domande non esitate a
chiedere!
Alla prossima settimana,
Laura.
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