Evasione

di lapoetastra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: fuga e inganno ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: il tradimento di Red ***
Capitolo 3: *** Capitolo finale: chiarimenti ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: fuga e inganno ***


OGGI
< Uomo morto che cammina! Abbiamo un uomo morto che cammina! > urlò Percy Wetmore, spintonando lungo il Miglio un uomo di mezz'età con i capelli grigi e gli abiti incrostati di liquame e sporcizie di ogni genere.
Paul Edgecombe, il capo delle guardie del settore E della prigione di Could Mountain, si avvicinò al detenuto appena arrivato.
Notò che aveva il viso lungo e pallido, in cui spiccavano due grandi e vispi occhi azzurri.
La sua espressione era però stanca, distrutta, come se riflettesse un profondo turbamento interiore.
< Come ti chiami? >, gli chiese Paul.
< Andy. Andy Dufresne. >, rispose l'uomo.


2 GIORNI PRIMA
< Stanotte >, sussurrò Andy.
Si trovavano nel cortile della prigione di Shawshank.
< Stanotte cosa? >, domandò Red.
Era un uomo di colore alto e magro, con i capelli ricci e grigi con qualche isolata ciocca bianca.
Aveva un ruolo importante in quella galera: era uno che "procurava roba" agli altri detenuti, di qualsiasi tipo: sigarette, whisky, libri, fumetti... tutto ciò che non potesse essere usato per uccidersi o uccidere.
Era proprio grazie a questo suo lavoro che aveva conosciuto Andy Dufresne, vent'anni prima.
Pochi giorni dopo il suo arrivo a Shawshank, infatti, Andy si era rivolto a Red chiedendo di procurargli un martelletto da roccia, per scolpire minerali e pietre, sua grande passione.
Red era rimasto inizialmente incerto se esaudire o meno questa strana richiesta: se con quello strumento il ragazzo avesse spaccato la testa ad una guardia o a un altro detenuto, lui stesso sarebbe finito nei guai per averglielo procurato.
E questo non gli andava assolutamente a genio.
Ma si era fidato dello sguardo sincero nei suoi occhi azzurri, e così, due settimane dopo, Andy aveva ricevuto il martelletto da roccia.
Successivamente i due uomini non si erano più frequentati molto, fino a quando Andy aveva chiesto a Red un poster di Rita Hayworth.
Ed ecco che, pochi giorni dopo, la bellissima attrice ritratta a grandezza naturale sorrideva maliziosa dal muro di fronte al letto di Dufresne.
< Stanotte me ne vado >, disse Andy con gli occhi che brillavano.
< Sì, e mi dici come fai? Ti fa scappare Babbo Natale a bordo della sua slitta? >, rise Red, incredulo delle parole dell'amico.
< Ahaha, divertente. Comunque, attraverso una galleria che ho scavato nel muro. Il frutto del lavoro di questi vent'anni. >
< E come hai fatto? Hai rubato un cucchiaio dalla mensa? >. Red stentava ancora a crederci.
< No. Ma a cosa credi che mi sia servito il martelletto da roccia? Ho scoperto che la pietra del muro della mia cella è friabile e allora, ogni notte, al buio, mi sono messo a scavare e scavare e dopo lunghi anni ho fatto un buco talmente grande e lungo da portarmi direttamente nelle fogne di questa prigione. Una volta arrivato lì, mi basterà rompere con una pietra un tubo di scarico, infilarmici dentro e arriverò all'esterno. A quel punto sarò... libero. >, spiegò dettagliatamente Andy.
< Cavolo, hai pensato proprio a tutto. >, esclamò Red con ammirazione.
< Sì, io... io non ne posso più di stare qui dentro. Gli uomini non sono fatti per essere chiusi in gabbia come cavie da laboratorio. Prima o poi si rompe qualcosa, si...impazzisce. Non voglio fare la fine di Joe. >
Entrambi si girarono. Seduto a pochi passi dietro di loro c'era Joe McRoss, con lo sguardo vacuo e velato puntato verso il cielo azzurro. La bocca aperta gli dava un'aria sciocca e stolta.
Era arrivato a Shawshank circa una settimana prima, condannato anche lui all'ergastolo per omicidio. Immediatamente tutti avevano capito che era ritardato mentalmente. Non parlava mai se non emettendo versi incomprensibili, non dava mai segno di aver capito ciò che gli si diceva.
< Hai ragione, come sempre. >, disse Red, tenendo lo sguardo fisso su Joe.
Improvvisamente suonò l'allarme che indicava che la pausa pomeridiana di due ore era terminata.
< Bhe, allora addio. Ti auguro ogni fortuna, mio caro amico >, disse il nero, porgendo la sua grande mano scura.
Andy la prese e la strinse con calore.
< Mi mancherai, Red. Ti ringrazio infinitamente per tutto quello che hai fatto per me in questi anni. >
I due uomini si avviarono senza parlare verso le loro celle.


Red era seduto sul suo letto ed aspettava.
Quella sera, come ogni anno, si sarebbe dovuto presentare di fronte alla commissione che gli avrebbe dato o meno la libertà sulla parola.
Erano trent'anni che puntualmente ci sperava, ma il permesso gli veniva sempre negato.
"Gli uomini non sono fatti per vivere in gabbia", aveva detto Andy.
Già, Andy, che quella sera sarebbe tornato ad essere un uomo libero.
Quanto lo invidiava, Red. Avrebbe dato tutto il poco che aveva pur di poter andare con lui. Pur di poter uscire.
I quarant'anni che aveva trascorso in quella prigione si erano fatti pesanti come macigni, anche se cercava di non darlo a vedere.
Non avrebbe più potuto sopportare un altro anno a Shawshank.
Doveva fare in modo che, quella sera, gli dessero la tanto agognata libertà vigilata.
Ma come poteva fare?
Aveva detto mille e mille volte che gli dispiaceva per quello che aveva fatto, che si era istituzionalizzato, che era pronto per tornare nella società.
 Lo avevano però sempre lasciato in quelle quattro mura fredde. A invecchiare. A marcire.
Improvvisamente, gli balenò un'idea in mente.
Era la sua ultima carta. E l'avrebbe giocata nel migliore dei modi.
Anche se ciò significava tradire un amico.

Arrivò l'ora stabilita.
Appena si presentò di fronte alla commissione, non diede tempo a nessuno di parlare e di porre la classica e solita domanda "Ti senti riabilitato?", che disse: <  Avevate detto che, dopo tutte le parole che vi ho rivolto in questi anni, avrei anche dovuto dimostrare di essere cambiato. Magari denunciando qualcosa di sbagliato che ho visto avvenire nella prigione, no? Se, come prova della mia avvenuta riabilitazione, vi faccio ad esempio il nome di una persona che so sta per commettere un reato, mi lascerete andare domani stesso? >.
< Sì, signor Redding.>
< Allora devo dirvi una cosa... >, rispose Red con un sorriso.



Andy aspettò che le luci fossero spente.
Poi si alzò dal piccolo letto sul quale aveva dormito per più di vent'anni e si avvicinò alla parete di fronte ad esso.
Staccò il poster che vi era attaccato.
Dietro c'era un buco.
Non era molto largo, ma lui, essendo magro, non ebbe problemi a passarci.
Strisciò al buio per parecchi metri fino a quando arrivò nelle fogne della prigione.
Ce l'aveva fatta.
Ora bastava solo rompere uno di quei grossi tubi di scarico che aveva di fronte, infilarcisi dentro e raggiungere l'uscita.
Stava per prendere una delle grosse pietre circostanti, quando una voce dietro di lui gli fece gelare il sangue nelle vene.
< Dove credi di andare, Dufresne? >, disse Hadley, il capo delle guardie del carcere.
Andy rimase talmente sbalordito dal trovarselo lì, che non si mosse e non proferì parola.
< Allora? Sei diventato sordo? Ah, lascia stare. So benissimo perchè sei qui e che cosa volevi fare. O meglio, dove volevi andare. Il tuo caro amico ha spifferato tutto. Non è così scemo come pensavo, sai? Bhe, vediamo se avrai ancora tanta voglia di scapparere dal luogo dove ti manderemo ora. >, continuò Hadley con un sorriso sardonico.
Dufresne non lo ascoltava. Riusciva solo a pensare al fatto che Red, il suo migliore amico, lo avesse tradito, raccontando alle guardie il suo piano. E chi altri poteva essere stato se non lui? Non ne aveva parlato con nessun altro, quel pomeriggio o nei giorni precedenti.
La delusione e la tristezza lo colpirono come un pugno nello stomaco.
Sentì distrattamente Hadley dire che lo avrebbero spedito in un carcere di massima sicurezza, in Louisiana.
Lo avrebbero condannato alla pena capitale, lo sapeva. Era questo che spettava agli ergastolani che provavano ad evadere e venivano beccati.
Le sue orecchie percepirono il nome della prigione: Could Mountain, la stessa dove pochi giorni prima era stato fatto uccidere un detenuto francese in maniera orribile.
La voce era girata come il vento, a Shawshank.
Ma ad Andy tutto questo non importava.
Anche quando le guardie lo caricarono sull'auto della polizia, riusciva soltanto a pensare ad una cosa: il suo migliore amico lo aveva tradito, venduto.
E questo era per lui più doloroso di quanto potesse mai esserlo la sedia elettrica.


Ma non tutto era come sembrava.
Solo che lui, in quel momento, ancora non lo sapeva.


Continua...



Nota dell'autrice: Allora, premetto che non so bene neanche io perchè mi sia venuto in mente di pubblicare questa Fic. Forse perchè ultimamente ho visto sia "Il miglio verde" sia "Le ali della libertà" ed ho amato subito entrambi.
Spero che questo primo capitolo vi abbia in qualche modo interessanto (anche poco poco). :)
Vi preannuncio che nel secondo e ultimo capitolo ci saranno delle sorprese, perchè non è tutto così scontato come sembra qui.
Vi prego, se volete ovviamente, di lasciarmi una piccolissima recensione, giusto per farmi sapere se devo cancellare immediatamente questa storia e non darmi la pena di scrivere il seguito.
Ogni vostro commento o consiglio non può farmi che piacere.
Un abbraccio enorme,
Sara.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: il tradimento di Red ***


OGGI
< Andy Dufresne, c'è una visita per te >, disse la guardia Paul Edgecombe.
Andy era sdraiato sul letto della sua cella, con la mente che vagava.
Quando il secondino lo chiamò, rimase sorpreso.
Non aveva assolutamente idea di chi potesse essere andato a trovarlo: la moglie ed i genitori erano mancati anni prima, e non aveva amici.
Curioso, si alzò e seguì Paul lungo il Miglio, diretto alla "sala incontri" della prigione.
Quando vi arrivò e vide chi lo attendeva, provò un forte impulso di scappare e contemporaneamente di mettersi a urlare.
Di fronte a lui c'era infatti un viso che aveva imparato a conoscere in ogni minimo particolare - e ad amare - nei lunghi vent'anni durante i quali l'aveva visto ogni giorno.
E quel volto apparteneva a Red.
Andy gli si sedette di fronte, senza guardarlo.
La rabbia che covava nei suoi confronti era devastante, non aveva mai provato un sentimento simile, nemmeno quando aveva scoperto la moglie a letto con l'amante.
Per qualche interminabile secondo, nessuno dei due parlò.
Poi Red ruppe il silenzio. < Andy... >, esordì.
< STA' ZITTO! >, gli urlò contro l'altro, stringendosi forte le mani nel tentativo di fermare il loro tremito di furore.
< Come puoi venire qui come se niente fosse dopo avermi tradito? Mi hai venduto, Red! Credi forse che non l'abbia capito? Tutte quelle volte in cui mi dicevi che non ne potevi più di stare in prigione, che avresti fatto di tutto pur di uscire... e quando ti ho raccontato il mio piano di evasione, non hai perso occasione per denunciarmi alle guardie, per guadagnare quella tua tanto agognata libertà! >
Red, ascoltando ciò, sgranò gli occhi ed impallidì.
Per qualche momento non riuscì a parlare.
Poi si riprese e disse, con voce fioca e rotta: < Andy... io... io non so di cosa stai parlando! Come puoi anche solo pensare che io ti abbia tradito? Venduto? Non lo avrei mai fatto, per nulla al mondo! Noi siamo... amici >
< E allora dimmi, amico >, intervenne Andy caricando di sarcasmo l'ultima parola. < Com'è che le guardie erano proprio nelle fogne, quella sera? Non è certo un posto in cui andare volontariamente per rilassarsi durante una pausa, no? Questo vuol dire che qualcuno ha detto loro di andarci, qualcuno che era il solo a cui avevo confidato il mio piano, qualcuno che, guarda caso, il giorno dopo, si è guadagnato la libertà sulla parola, dopo tanti anni di negazione! >, terminò urlando.
Red impallidì ancora di più.
< Andy, non è come pensi... se mi lasci spiegare... >
< No! Non c'è niente da spiegare! Non sono così scemo come pensi, sai? E ora va', vattene! Mi rimangono pochi giorni da vivere, e voglio fare di tutto per dimenticare la tua faccia. Sei solo un luridio traditore, sparisci dalla mia vista! >, gli gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
< Non è come pensi >, ripetè di nuovo Red, in un sussurro appena percettibile.
Poi si alzò e se ne andò con le lacrime agli occhi, lasciando Andy da solo con la sua rabbia e le sue convinzioni.

3 GIORNI PRIMA
Appena si presentò di fronte alla commissione, Red non diede tempo a nessuno di parlare e di porre la classica e solita domanda "Ti senti riabilitato?", che disse: < Avevate detto che, dopo tutte le parole che vi ho rivolto in questi anni, avrei anche dovuto dimostrare di essere cambiato. Magari denunciando qualcosa di sbagliato che ho visto avvenire nella prigione, no? Se vi faccio ad esempio il nome di una persona che sta per commettere un reato come prova della mia riabilitazione, mi lascerete andare domani stesso? >.
< Sì, signor Redding. >
< Allora devo dirvi una cosa...>, rispose Red con un sorriso.

< Conoscete il detenuto Tommy Williams, vero? Bene, so per certo che ha intenzione di aggredire le guardie >, continuò poi.
< Come fa ad esserne tanto certo? >, gli chiese un membro della commissione per la libertà vigilata, un uomo con corti baffi molto curati e capelli brizzolati.
< Lo so perchè Tommy mi aveva chiesto se potevo procurargli un coltello a serramanico, di quelli affilati ma facilmente nascondibili. Voi però sapete che io non procuro oggetti che possono essere usati per fare o farsi del male >. Red abbozzò un sorriso, poi riprese: < Ovviamente, dunque, gli ho detto di no, ma qualche settimana dopo l'ho visto girare per il cortile con quell'arma. Non sono in grado di dirvi da chi l'abbia preso. Non sono l'unico qua dentro a "procurare roba". E poi ieri l'ho sentito dire a due suoi compagni, Gardner e Winch, che era pronto per "attaccare i leoni e che questa volta sarebbe andato tutto come previsto": ha usato proprio queste esatte parole, ve lo posso giurare. Sapete che già una volta ha tentato di strangolare una guardia, e penso che ci stia per riprovare >, terminò.
Poi, dopo un momento, sussurrò speranzoso: < Allora, sono libero? >
La commissione si consultò.
< Manderemo qualcuno ad ispezionare la cella del signor Williams. E, se verrà trovato il coltellino, sapremo che ha detto la verità >. Così dicendo l'uomo brizzolato chiamò due robuste guardie e disse loro: < Andate nella cella numero 54 e cercate in ogni angolo, in ogni anfratto, un coltello a serramanico >.
I secondini si affrettarono ad ubbidire.
Red attese con impazienza ed aspettativa.
Dopo qualche minuto, le due guardie tornarono.
Una di loro aveva un oggetto nella mano sinistra: un piccolo coltello dalla lama a scatto.
< L'abbiamo trovato nella Bibbia. Ha creato un foro nelle pagine e l'ha nascosto dentro,  in modo che fosse impossibile da vedere all'esterno, con il libro chiuso >, disse il secondino, porgendo l'arma al commissario.
Questi lo osservò pensieroso, poi si rivolse a Red.
< D'accordo, signor Redding >, gli disse. < La dimostrazione ha avuto successo e ha provato la verità della sua parola. Da domani mattina sarà un uomo libero come l'aria >.

Una volta che fu congedato, Red tornò nella cella in cui avrebbe dormito per l'ultima notte della sua vita.
Era sinceramente un po' dispiaciuto. Lui e Tommy erano amici, in fondo, e lui l'aveva tradito.
Si sentì però comunque soddisfatto per come era finita la faccenda.
Il giorno dopo sarebbe finalmente uscito da Shawshank.
Stava per addormentarsi, quando Jake, il detenuto nella cella vicino alla sua, lo chiamò con voce concitata.
< Che vuoi? Lasciami in pace! >, sbottò Red, assonnato.
Ma l'altro non ne volle sapere di stare zitto, e disse, parlando a bassa voce perchè non intervenissero le guardie: < Hanno preso il tuo amico Dufresne! Ho sentito dire agli sbirri che sono passati prima che ha scavato una galleria nel muro e l'hanno trovato poco fa nelle fogne. Stava per evadere, e ce l'avrebbe quasi fatta, se qualcuno non avesse fatto la spia! >.
Red si tirò di colpo su a sedere, improvvisamente sveglissimo.
Era allibito.
Chi poteva essere stato? Chi aveva tradito Andy? E a chi Andy era andato a rivelare il suo piano, oltre a lui?
< Chi è stato? >, chiese con voce tremula a Jake.
< Non lo so, la guardia non l'ha detto! >, rispose quello.
Red rimase per un attimo in silenzio, poi pose la domanda che più lo preoccupava e assillava.
< E adesso che ne sarà di Andy? >
< Ho sentito che lo manderanno a Cold Mountain, nel Miglio. Cosa significa? >, sussurrò Jake, curioso.
Ma Red non rispose. Sapeva tutto di quella prigione, e ancora di più del Miglio verde: era il settore dove mandavano i condannati a morte, coloro che di lì a poco avrebbero  incontrato la "Vecchia scintillante", ovvero la sedia elettrica.
Prese una decisione.
Il giorno dopo, appena uscito da Shawshank, sarebbe andato a trovare Andy.
Era convinto che la sua visita a sorpresa non gli avrebbe potuto fare che piacere.
Con il cuore in subbuglio, si addormentò e sognò un uomo senza volto che rivelava ai secondini i piani di fuga del suo migliore amico.


Continua...

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Capitolo 3
*** Capitolo finale: chiarimenti ***


< Andy Dufresne, c'è una visita per te. >, annunciò Paul Edgecombe.
Andy si tirò su a sedere.
Non avrebbe voluto per niente al mondo vedere di nuovo quel traditore di Red.
Quello era l'ultimo giorno che aveva da vivere prima dell'esecuzione e voleva cercare di trascorrerlo nel migliore dei modi.
< Se è di nuovo quell'uomo che è venuto ieri, quello nero, lo mandi via, capo Edgecombe. Non voglio vederlo. >, disse con voce stanca.
< Non si tratta di lui, Dufresne. E' una guardia di Shawshank. Dai, andiamo >, lo incalzò il secondino.
Andy si incamminò di malavoglia.
Ma quando vide l'uomo che lo aspettava nella "sala incontri", non lo riconobbe.
In tutti i vent'anni in cui era stato a Shawshank non lo aveva mai visto.
Quando però gli si avvicinò maggiormente e lo osservò con più attenzione, rimase sconvolto.
L'aveva già conosciuto, ma non nelle vesti di una guardia, bensì di... un detenuto.
E i suoi occhi...
Quegli occhi che Andy ricordava costantemente vacui e spenti erano ora carichi di euforia ed eccitazione, e brillavano.
E la bocca, sempre aperta in un'espressione stolta e sciocca, era adesso atteggiata in un ghigno trionfale.
< Joe McRoss? >, domandò Andy, sbalordito.
< Sì, Dufresne, sono proprio io. Sorpreso di vedermi, eh? >, rispose quello ammiccando.
< Io... ma cosa ci fai qui? E perchè ora sei una guardia? Noi eravamo insieme ,in prigione, ma tu eri uno di noi, un carcerato >
< Vedi, mio caro Dufresne, io sono sempre stato una guardia, solo che allora ero..sotto copertura. Un po' come in quei film polizieschi che vanno tanto di moda oggi. >
Andy lo ascoltava a bocca aperta.
Non sapeva cosa dire, non riusciva a comprendere.
< Non capisco >, disse infatti con voce fioca.
< Ma come, caro Dufresne, tu che eri il più intelligente, a Shawshank... ho sempre fatto finta di essere un detenuto mentecatto, come mi avete continuamente definito tu e i tuoi compagni, perchè così potevo ascoltare tutto ciò che dicevate, tutti i piani loschi che progettavate, e poi andavo a fare la spia agli altri secondini. Nessuno di voi ha mai avuto l'accortezza di stare zitto, quando c'ero io nei paraggi, perchè mi avete sempre creduto troppo stupido per capire i vostri discorsi. E io intanto sentivo e sentivo... e ho sentito anche che tu spiegavi al tuo amico Red il tuo piano di evasione. Ti ricordi? Ero proprio dietro di voi, quel pomeriggio. >
Andy se lo ricordava benissimo. L'aveva addirittura preso ad esempio per confermare la sua idea di follia in cui una lunga prigionia gettava l'uomo.
< Bene, vedo che hai capito. E poi io, quella sera stessa, ho mandato due miei compagni secondini ad aspettarti nelle fogne della prigione, ed ora eccoti qua. Ho detto alle guardie di farti credere che fosse stato il tuo amico Red ad averti tradito.. non volevo privarmi del piacere che provo in questo momento vedendo la tua faccia allibita. >
Andy era effettivamente sconvolto.
Joe, intanto, continuava a parlare.
< Tu e i tuoi amici mi avete sempre criticato, preso in giro per i problemi che facevo finta di avere. E mi avete rivolto gli stessi insulti che mio figlio di soli 10 anni deve sopportare ogni giorno a scuola, essendo autistico. E anche quando diventerà grande, ci sarà sempre qualcuno insensibile come voi che gli ricorderà la sua diversità e lo metterà da parte per questo... Ho giurato che mi sarei vendicato di voi che siete sempre pronti a deridere chi non ha la stessa vostra fortuna, e adesso ho trovato il modo >, concluse, parlando più a se stesso che all'altro.
Andy ascoltò tutto in silenzio. Si sentì quasi dispiaciuto per lui.
Joe si alzò improvvisamente.
< Addio, Dufresne. Mandami una cartolina dall'inferno >, gli disse con un sorriso sardonico.
Poi, senza aggiungere nulla, se ne andò.
Andy fu riportato nella sua cella ed una volta arrivato qui, si distese sulla branda.
Aveva la mente sconvolta da mille emozioni: rabbia, verso Joe che aveva saputo camuffarsi da detenuto così bene e verso se stesso che era stato talmente stupido da non essersene accorto, ma soprattutto provava rimorso.
Rimorso per aver inveito ed accusato ingiustamente Red, per non averlo ascoltato, per averlo cacciato in malo modo.
Non si era fidato di lui e della sua parola, nonostante fosse stato il migliore amico che avesse mai avuto in tutta la sua solitaria vita.
Quella sera sarebbe stato giustiziato, ma in quel momento non desiderava altro che poter vedere Red, dirgli che gli dispiaceva per come lo aveva trattato, per non avergli creduto, pregarlo - in ginocchio se era necessario - di scusarlo e di stargli vicino mentre... mentre se ne andava.
Ma ciò era impossibile, e questo lo sapeva benissimo.
Non conosceva la residenza di Red, non aveva alcun modo per rintracciarlo.
Calde lacrime gli scesero sulle guance, mentre si addormentò

Venne la sera. Andy Dufresne uscì dalla sua cella.
Avrebbe dovuto avere paura, mentre percorreva per l'ultima volta il Miglio verde. Sapeva a cosa stava andando incontro, ma non gli importava.
Non tanto, almeno.
Riusciva solo a pensare al volto stravolto e disperato di Red quando lo aveva chiamato "traditore".
Riusciva soltanto a sentire i balbettii dell'amico che cercava di spiegargli come erano andate le cose, ma che lui non aveva voluto ascoltare e aveva messo a tacere con una serie di insulti e invettive.
E ora, di lì a poco, sarebbe morto in totale solitudine.
Non ci sarebbe stato nessuno nella sala delle esecuzioni, a dargli l'ultimo saluto, l'ultimo abbraccio.
Perchè lui non aveva nessuno.
Aveva allontanato da sè tutti coloro a cui era davvero affezionato, compreso il suo migliore amico, che adesso era probabilmente da qualche parte a bere birra e a ridere di lui.
Arrivarono nella sala esecuzioni, dalla "Vecchia scintillante", come la chiamavano i secondini di Cold Mountain.
Era una stanza piccola e soffocante.
Andy, con le lacrime che gli appannavano gli occhi, guardò le file di sedie accuratamente presisposte.
Erano tutte vuote, ovviamente.
Proprio come si era aspettato.
Proprio come aveva temuto.
No... no, non erano tutte vuote.
Dal velo di lacrime Andy si rese conto che, nell'ultima fila, c'era un uomo, con un soprabito arancione e la testa china e nascosta dal grande cappello nero che indossava.
Ma quando egli si alzò... ad Andy per poco non venne un colpo dalla gioia e dalla sorpresa.
Perchè quell'uomo era Red... il suo Red, il suo migliore amico.
Era lì, per lui, e non era arrabbiato, gli sorrideva come se non fosse successo nulla.
< Red... >, sussurrò Andy con la voce stravolta dal sollievo e dai singhiozzi.
Red andò con passo calmo verso di lui e, una volta che gli fu vicino, lo strinse in un caldo abbraccio.
Dufresne ricambiò immediatamente la forte ma allo stesso tempo delicata stretta.
< Mi dispiace, io... io non ti ho creduto, ti ho accusato... mi sbagliavo, mi dispiace, scusami ti prego >, disse Andy contro la spalla dell'altro.
< Ho capito, so tutto, Andy, non ti preoccupare, calmati adesso, sono qui. Non ti preoccupare, sono qui >, mormorò Red.
I due amici si staccarono dall'abbraccio e Andy vide che anche l'altro aveva gli occhi colmi di lacrime.
< Sì, sei qui. E solo questo ha importanza >, disse.
< Dufresne, è... è ora >, intervenne la guardia Paul Edgecombe, con la commozione nella voce.
< Sì.. sì io sono pronto. Non ho paura. Non più. >.
Così dicendo Andy si andò a sedere sulla "Vecchia scintillante".
Non distolse mai lo sguardo dal viso di Red, che lo guardava da lì vicino sorridendo nonostante le lacrime che gli rigavano il volto e i singhiozzi che gli facevano tremare il corpo magro.
E quando arrivò il buio, Andy non provò dolore, pensò solamente a tutti gli anni che aveva trascorso con il suo più grande amico, a tutte le risate insieme, a tutti gli scherzi che avevano combinato.
Ricordò tutta la sua vita con Ellis Boyd Redding, da tutti chiamato "Red".
Poi, improvvisamente, non pensò e non sentì più nulla.

Quando Paul Edgecombe e le altre tre guardie che avevano assistito all'esecuzione portarono il cadavere di Andy Dufresne nella sala sottostante e gli tolsero il cappuccio nero, rimasero impressionati.
Erano abituati a vedere un'espressione di orrore e dolore congelata sul volto del giustiziato, ma in questo caso...
Andy Dufresne sorrideva.
Perchè lui, in quello stesso momento, si trovava in un mondo alternativo, fatto interamente di luce bianca, e lì trascorreva il suo tempo a parlare, a ridere e a scherzare, con un uomo di colore di nome Ellis Boyd Redding, da tutti chiamato "Red".


 

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